Versi liberi d'infanzia e adolescenza

di Milly_Sunshine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tu nel mio cuore ***
Capitolo 2: *** Noi ***
Capitolo 3: *** Luce al tramonto ***
Capitolo 4: *** No, amore ***
Capitolo 5: *** Una donna vera ***
Capitolo 6: *** Illusione ***
Capitolo 7: *** Mi consumavo dentro ai miei sogni ***
Capitolo 8: *** Ricordi incancellabili ***
Capitolo 9: *** Passato da dimenticare ***
Capitolo 10: *** Al di là del tempo ***
Capitolo 11: *** Sconvolta da me stessa ***
Capitolo 12: *** Sangue strappato ***
Capitolo 13: *** Dentro di lei ***
Capitolo 14: *** Non è troppo tardi ***
Capitolo 15: *** Ombre su di me ***
Capitolo 16: *** Senza parole ***
Capitolo 17: *** Felice pensando a te ***
Capitolo 18: *** Vento che mi avvolge ***
Capitolo 19: *** Maliconia ***
Capitolo 20: *** Mai tempo per noi ***
Capitolo 21: *** Qualcosa di nuovo ***
Capitolo 22: *** Incancellabile per me ***
Capitolo 23: *** Desolazione ***
Capitolo 24: *** Tramonto di cristallo ***
Capitolo 25: *** Tutto è sbagliato ***
Capitolo 26: *** Riflessi del nulla ***



Capitolo 1
*** Tu nel mio cuore ***


Tu, tu nel mio cuore,
nei miei pensieri,
nelle mie parole,
sei la mia stella,
sei il mio sole,
tu sei sempre nel mio cuore.



27.07.1999: mentre provavo a scrivere versi sul mio diario con il lucchetto, per puro caso nacque quella che considero la mia prima poesia. Nei miei pensieri la dedicavo a Corrado, la mia crush degli ultimi mesi della quinta elementare, che non sapeva minimamente di piacermi. Ricordo che passava il proprio tempo a parlare di calcio e della sua squadra del cuore. Non ci ho mai più parlato dopo la fine delle elementari, né ha mai significato nulla per me. Non ho idea di che fine abbia fatto, né mi interessa sapere della sua vita attuale. Solo, per puro caso, mi ricorderò di lui come di colui che ha ispirato la mia prima poesia.

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Capitolo 2
*** Noi ***


L'alba ci ha uniti,
il tramonto ci ha divisi,
vengono le lacrime
sopra i sorrisi,
viene la fantasia
al di là della realtà,
viene la tristezza
dopo la felicità.



Dicembre 2000: stavolta avevo dodici anni, avevo iniziato da qualche mese la seconda media e, sempre scrivendo sul mio diario segreto, pensavo a una nuova crush. In prima Elia era nel banco davanti al mio, ogni tanto si girava indietro per parlare con me e la mia compagna di banco. Sapevo di non piacergli e lo accettavo, mi bastava parlarci ogni tanto. Poi, però, all'inizio della seconda, eravamo in lati opposti della classe e di solito neanche ci parlavamo. Non ha mai saputo di avere ispirato poesie infantili. Non lo vedo da secoli, ma so che è sposato o convive con una ragazza con cui io ero a scuola alle superiori, che ha conosciuto diversi anni dopo.

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Capitolo 3
*** Luce al tramonto ***


Ho immaginato tutto il mio passato,
ho immaginato lacrime,
ho immaginato sorrisi,
ho immaginato te per sempre.
Nella luce al tramonto
non eri più mio,
senza volerlo
ci siamo detti addio.



Anche questo testo, come quello precedente, l'ho scritto a dodici anni nel dicembre 2000, sempre ispirato alla distanza crescente che percepivo tra me e la mia crush non corrisposta di allora.

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Capitolo 4
*** No, amore ***


No, amore
non te ne andare,
ti prego,
resta,
ti voglio amare,
mentre precipito
salvami tu,
io ti amo
sempre di più.



Gennaio 2001: testo più generico, senza alcuna ispirazione particolare, o quantomeno l'ispirazione non mi è rimasta impressa a distanza di così tanti anni. Tuttavia, visto che a dodici anni ero decisamente più infantile della media, fatico a comprendere la mia ossessione con lo scrivere di amore.

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Capitolo 5
*** Una donna vera ***


Lì dentro stavo a sognare,
i miei occhi stavano a guardare,
ma non sapevo più a che pensare,
ma si è accesa quella sera
una luce, una luce vera,
un sentimento profondo
ormai dimenticato e senza sogni
e senza illusioni e bruciato
e finito e incredibile.
Ormai non ci credevo più,
non succedeva allora quello che non ci fu
allora quando poteva nascere
un amore invincibile
e nulla ci poteva dividere.
Una stella senza luce
splendeva quella sera
come se sapesse che giorno era.
Mai più nulla poteva esserci
appena dopo a quella sera.
Tu mi hai fatta cambiare,
mentre ero nuova speravo
ma alla fine non mi illudevo,
e quella donna che era nata
era la parte di me cambiata.
I miei sentimenti e le mie illusioni,
quel sentimento che nato era,
che aveva dato a me troppe emozioni,
ma ormai lo sapevo quella sera,
ero un'illusa, ma una donna vera.



29.06.2002: l'ultima poesia dedicata a Elia, i cui genitori mi avevano accompagnata, insieme ad altri, a casa dopo la cena di classe organizzata alla fine della terza media. Il pensiero che ormai le nostre strade (di tutti noi della classe) si sarebbero separate non era più qualcosa che mi suscitava rassegnazione, quanto piuttosto mi suggeriva fosse meglio dimenticare il passato. A quattordici anni pensavo che bastasse questo per autoproclamarsi adulti.

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Capitolo 6
*** Illusione ***


Non l'avrei mai capito,
ammesso,
accettato:
una banale illusione
tutto
ha cambiato.



Anno 2004, sedici anni e un modo di scrivere che, a posteriori, non mi sembra tanto diverso da quello di qualche anno prima. Questo è un testo out of context, o quantomeno non ne ricordo il contesto.

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Capitolo 7
*** Mi consumavo dentro ai miei sogni ***


Sento il sole che mi riscalda l'anima
persa in un giorno di un anno fa
nel chiarore della luna
che capovolge i suoi riflessi
chiamandomi a capire me stessa.

Il mio cuore è calmo nelle tenebre,
nell'oscurità che avvolge la mia esistenza,
come una nuvola, come la nebbia,
come una nuova forma d'amore.

Non ha senso rinunciare a se stessi per amore,
non ha senso sprofondare in un abisso
pieno di immenso, incontenibile terrore.

Il sole continua a riscaldarmi l'anima
persa in un giorno di una vita lontana
che se ritorna sarà sempre diversa
e che magari diversa sembrerà migliore,
perdendo le chiare sfumature dell'amore,
aprendo la mente, chiudendo il cuore
ormai ucciso da un incancellabile dolore.

Non sono più quella che ero a quindici anni,
che si consumava dentro ai suoi sogni
perché la realtà faceva troppo male.

Ora non vivo di sole fantasie,
ora chiedo solo la verità della vita,
anche se sogno vivo per la realtà,
non solo la stessa che ero a quindici anni
che diceva "se insisto avrò ciò che voglio".

Il sole ancora mi riscalda l'anima
persa nei pensieri di una vecchia vita
che valeva la pena di essere vissuta
e che mai, in fondo, è stata perduta.



19.06.2004: personalmente alla me stessa di oggi questa non-poesia non piace affatto, ma la me stessa di allora ci vedeva un significato. È l'unica ragione per cui abbia scelto di inserirla in questa raccolta.

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Capitolo 8
*** Ricordi incancellabili ***


Ricordo giorni di pioggia,
ricordo giorni di sole,
pensieri ormai incancellabili
come il mio primo amore,

ricordo albe e tramonti,
ricordo parole lontane,
immagini ormai perdute:
erano illusioni strane.

Ricordo lacrime tristi,
ricordo lacrime asciugate,
forse facevo anch'io parte
delle ragazze innamorate,

ricordo parole e illusioni,
ricordo frecce spezzate
lanciate sul mio cuore a pezzi
in una calda sera d'estate.



Estate 2004, sedici anni: non ricordo come sia nata questa idea, né che cosa abbia portato alla stesura di questi versi. Tutto ciò che posso dire è che li trovo più gradevoli rispetto al testo precedente.

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Capitolo 9
*** Passato da dimenticare ***


Ho appena deciso di dimenticarti,
ho appena deciso di cancellarti,
ho forse deciso di non vederti,
ti voglio sfuggire, ma non riesco a sfuggirti,
ti devo pensare e non voglio pensarti.

Di quello che ho fatto io non mi pento
per risvegliare un tuo sentimento;
vorrei amarti, ma non ci riesco,
vorrei pensarti, ma non ce la faccio...

Dentro ai miei occhi il tuo ritratto...
volevi farmi ciò che mi hai fatto?

Vorrei amarti e tu mi sfuggi,
voglio credere che per me ti distruggi,
vorrei credere che noi ci amiamo
proprio da quando ci conosciamo.

Parole fresche, parole irreali,
è ormai ora che io mi prepari,
è da tanto che lo devo accettare:
il mio passato è da dimenticare.



Estate 2004: ero impegnata in una relazione a distanza, che non mi sembrava stesse funzionando nel migliore dei modi. Sapevo di avere fatto degli errori e di non essere la sola dei due ad averne fatti. Mi chiedevo vivamente che cosa ne sarebbe stato di noi. Questo testo è nato così.

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Capitolo 10
*** Al di là del tempo ***


Al di là del tempo
ritrovami ancora,
al di là dei miei sogni
ritrova la mia anima.

Al di là del tempo
riscopri il mio calore,
al di là dell'amore
accendi ciò che si è spento.

Al di là del tempo
chiedimi che cos'ho detto,
al di là dei confini
spera che io mi riavvicini.



Estate 2004: testo strettamente collegato a quello precedente, scritto qualche settimana più tardi.

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Capitolo 11
*** Sconvolta da me stessa ***


Non voglio essere distrutta da me stessa,
non voglio essere travolta da me stessa,

ero dentro la mia immensità,
cancellata da chi sono e chi ero,

non sarò travolta da me stessa,
non sarò distrutta da me stessa,
chiedo di non esserne solo vittima.

Non verrò sconvolta da me stessa,
non verrò uccisa da me stessa,
so che non sarebbe la migliore vendetta,

non c'è nessun passato da cambiare,
non c'è nessun passato da dimenticare,

c'è solo una colpevole che non deve lasciare
la sua vita in mano a se stessa.



Settembre 2004: a volte per andare avanti bisogna lasciare indietro qualcosa, non dimenticando il passato, ma semplicemente accettandolo.

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Capitolo 12
*** Sangue strappato ***


Non posso aiutarla, lo so,
vorrei aiutarla, lo so,
lei è triste e distrutta
nella sua vita insignificante.
Lei vuole morire,
ma devo aiutarla a vivere,
devo aiutarla a sognare.
Persa nei suoi sogni
lei vuole solo piangere,
lei non può che urlare,
lei non può che voler morire.
Non posso aiutarla, lo so,
forse come lei tremerò
mentre lei vomita sangue,
mentre il sangue strappato
al suo leggero cuore
inonda la sua disperazione.
Lei è sola e disperata,
cerca la sua anima strappata,
cerca di fermare il suo sangue.

E sorride
cercando di vincere
le sue paure più vive.
E nasconde le lacrime
perché vuole vivere
senza mentire a se stessa.
La sua anima corre
per le vie più profonde,
lontano da quella vita
circondata da lacrime spente.
Lei mi chiede di aiutarla,
ma non posso aiutarla
e lei forse già sa
che così non vivrà.

Voglio aiutare il suo cuore
a battere ancora,
per un minuto o un'ora
nella speranza di vivere ancora.



Novembre 2004: un primo passo verso i toni cupi che avrebbero caratterizzato i miei scritti di qualche anno dopo, anche se ancora molto distante da quello che sarebbe venuto.

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Capitolo 13
*** Dentro di lei ***


Dentro di lei immagini strappate,
dentro di lei certezze cancellate,
dentro di lei sogni tramontati,
dentro di lei ricordi disperati.

Qualcuno poteva salvarle il cuore,
forse non solo il vero amore
in cui non avrebbe mai sperato,
che mai avrebbe sognato.

Dentro di lei lacrime asciugate,
dentro di lei immagini bruciate,
dentro di lei inutili pensieri,
dentro di lei, quella di ieri.

Nessun suo sogno realizzato,
solo un sorriso improvvisato,
solo la luce di una persona vera,
solo il ricordo di quella che era.

Dentro di lei la voglia di vivere,
sensazioni che non poteva descrivere,
dentro di lei parole cancellate,
solo frasi che non erano mai nate.

Dentro di lei un'immagine diversa,
un'immagine sempre più persa,
dentro di lei un cupo dolore
incapace di uscirle dal cuore.

Dentro di lei un'anima ferita,
una sola anima triste e tradita,
un'anima distrutta e bruciata,
il simbolo di una vita cancellata.

Dentro di lei ricordi rapiti,
ma nella sua mente ancora scolpiti,
solo la luce ormai sparita,
il rifiuto di quella vita rapita.


Gennaio 2005: dedicata a un'amica delle scuole medie che non vedevo più da tempo, né avevo alcun modo di contattare. Preferisco non fare il suo nome, perché diversamente da altre persone che ho nominato, significa ancora molto per me, anche se da allora l'ho incontrata solo una volta, quando io avevo appena iniziato l'università e lei si era da poco sposata (era l'autunno del 2007).
Eravamo cresciute con culture molto diverse e lei si era trasferita in Italia già adolescente insieme ai genitori e ai fratelli. E' una delle (tante) persone che mi hanno fatto capire che non è la nostra cultura o la nostra nazionalità a farci diventare quello che siamo, ma quello che abbiamo dentro.
E' la persona che mi ha insegnato che tutte le culture vanno rispettate, ma che anche la cultura dovrebbe rispettare le persone. Già alle medie sapeva che i genitori le avevano combinato un matrimonio con un lontano cugino, che detestava fin da quando erano bambini. Per anni l'ho vista soffrire della prospettiva che io e le altre nostre amiche avremmo potuto scegliere cosa essere, o almeno provarci, mentre il suo futuro era già scritto.
Ho un profondo rispetto per il suo Paese, per la sua cultura e per la sua famiglia, ma penso che la sua famiglia non abbia mai avuto rispetto per lei.

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Capitolo 14
*** Non è troppo tardi ***


La sua notte è iniziata,
lei vede un'ombra oscurata,
lei vede immagini lontane
chiedendosi cosa le rimane,
vede gocce cadere giù,
vede gocce che non ci sono più,
vede immagini logorate,
parole non dette, dimenticate,
vede ancora dentro se stessa,
nello specchio in cui è riflessa,
vede ancora i suoi colori
nonostante ciò che c'è fuori,
è capace di andare oltre gli sguardi,
lei lo sa: non è troppo tardi.



Maggio 2005: una poesia di speranza, che vuole essere un invito a non arrendersi di fronte a quelle che all'improvviso ci sembrano scelte sbagliate, spesso dettate da non avere fatto bene le proprie valutazioni.

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Capitolo 15
*** Ombre su di me ***


Sento il sapore di qualcosa di nuovo
e non capisco dove mi trovo,
non capisco se tutto va bene
e non so cosa mi appartiene
perché vedo tutto contorto
e sento che tutto sta andando storto.
Non capisco cosa sta accadendo,
ormai non vedo cosa sta succedendo,
non mi accorgo dov'è la fine
di una situazione senza confine,
le vedo ancora e non so il perché
di queste ombre cupe su di me.



06.07.2006 - non ricordo il contesto in cui sono nati questi versi, ho solo la data in cui sono stati scritti.

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Capitolo 16
*** Senza parole ***


Ci sono attimi per ricordare
parole svanite e bruciate dal tempo,
ci sono attimi in cui ci si dice
che non c'è nulla che come il presente
possa costruire il nostro futuro.
Ci sono attimi in cui vediamo
che non basta la forza interiore
per dimenticare tutte le sensazioni
che hanno invaso il nostro passato.
Ci sono attimi in cui capiamo
che per noi non splende più il sole,
è accaduto da poco tempo
e sono ancora senza parole.



Non ho né la data né il contesto, penso sia stata scritta durante l'estate, l'anno comunque era il 2006.

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Capitolo 17
*** Felice pensando a te ***


Dispersa nei miei sogni tra attimi lontani
una luce che non si arrende
e torna a splendere,
quando i raggi argentati della luna
invadono il tramonto rosso
di cui resta una scia all'orizzonte.
I sogni cambiano in sette secondi
dopo sette giorni pieni di speranza,
sotto un cielo blu
e sotto costellazioni lontane
che cercano di emergere
e di non far svanire il loro bagliore
tra la polvere della distruzione,
tra pietre scure e sassi sottili,
tra immagini e fantasie distrutte.
L'attesa di un momento migliore
è riuscita a invadere il mio cuore
quando ho visto te crollare
intensa illusione infantile,
e ho capito che tutto andava avanti,
anche se senza di te era tutto diverso.
Continuo a seguire una scia di ricordi,
ad animarmi di false speranze,
a credere in un sogno
tramontato e svanito
quando ti pensavo invincibile,
quando eri la mia illusione,
quando più di una sensazione
mi invadeva,
non mi controllava
mentre il mio cuore si riscaldava
ed ero felice pensando a te.



Un testo che oggi sicuramente non scriverei così, o che forse non scriverei affatto, ma al quale sono legata, perché è stata la prima volta in cui sono andata a scavare nel mio passato, anche se non per trovarci qualcosa di vitale o di profondamente personale.
"Felice pensando a te" è un andare a rievocare quando durante l'infanzia ciò che vedevamo alla TV aveva un'aura quasi mistica, in cui gli idoli di infanzia ci apparivano come infallibili e nulla avrebbe potuto convincerci del contrario. In quel periodo uno degli sportivi della mia infanzia, che da bambina vedevo come uno degli "infallibili" si era ritirato, era stato uno degli ultimi della mia infanzia in attività fino a quel momento. L'illusione infantile era appunto l'infallibilità, illusione già spazzata via da un infortunio che anni prima l'aveva costretto a mesi di stop, infortunio dopo il quale era arrivata la parte migliore della sua carriera.
Questa poesia è stato il mio primo tentativo di volere andare a cercare in ciò che ci sfiora solo da lontano qualcosa che ci dia sensazioni positive applicabili alla vita. La bambina del testo non ha paura di avere perso qualcosa, ma guardava con ansia al futuro, convinta che il meglio dovesse ancora venire. Allo stesso modo l'adolescente che scriveva era a sua volta convinta che il meglio dovesse ancora venire, ma nel senso che una vita senza più "idoli d'infanzia", fosse una proiezione nel futuro, non perché crescendo non si possa più apprezzare ciò che ci appassiona, ma perché ciò che ci appassiona lo fa in modo diverso, senza bisogno di eroi infallibili. In sintesi, sono legata a questa poesia perché, nel suo essere la meno personale di tutte, è venuta a diventare quella più personale.

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Capitolo 18
*** Vento che mi avvolge ***


Vento lontano,
un filo sottile che mi avvolge,
che mi sconvolge,
che mi cancella,
che mi confonde,
lentamente
nel nulla si nasconde
e si diffonde
dentro di me nel profondo,
fino in fondo,
e mi sconvolge
poi si dissolve
come se non fosse strano,
come se non fosse
che vento lontano.



11.12.2006: la storia dietro a questi versi è che non c'è una vera e propria storia dietro, sono semplicemente versi scritti per il gusto di scrivere, come esercizio stilistico. Ironia della sorte, li trovo migliori di altri più personali abbozzati in quel periodo (che infatti non ho ritenuto meritassero spazio in questa raccolta).

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Capitolo 19
*** Maliconia ***


Ho visto te e i tuoi occhi pieni di luce,
i raggi che emanavi del buio del mio cuore.
Ho sperato fino all'ultimo di liberarmi
da un pensiero assillante che mi invadeva,
non è possibile, quando tutto finisce
e si capisce che non c'è niente da fare,
che niente potrà mai cambiare tra di noi.
La speranza svaniva a poco a poco
mentre te ne andavi stando al loro gioco
e mi lasciavi qui, triste e abbandonata
in una stanza fredda e desolata
in cui l'unica luce era quella dell'odio profondo
che mi opponeva al resto del mondo.
Ho guardato te e i tuoi occhi pieni di colore,
ben diversi dal vuoto in cui sto sprofondando
adesso che so chi ho davanti,
adesso che siamo così distanti.
Ho visto l'amore che cercava di dileguarsi
immerso nella malinconia
mentre ti guardavo andare via.
Voglio vedere i tuoi occhi pieni di vita
affogare nel calore di un sogno,
ma è tutto spento, tutto è in silenzio
e non capisco quello che sento.



Febbraio 2007: eravamo in gita scolastica e in quei giorni si consolidava la mia amicizia con L. (anche nel suo caso preferisco non citare il nome, trattandosi di qualcuno che fa ancora parte della mia vita), che a volte sospettavo non essere, da parte mia, solo amicizia.
Io e una delle mie compagne di stanza invitammo prima di cena L. in stanza da noi per scrivere insieme una cartolina alla ragazza di L., che era in classe con noi, ma non aveva preso parte alla gita.
La terza compagna di stanza pretese che L. se ne andasse, perché la quarta ragazza magari sarebbe uscita dal bagno, in cui era appena entrata per farsi la doccia, in biancheria, quindi non voleva ragazzi nella stanza. Non bastò specificare che ci servivano solo due minuti.

To be continued...

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Capitolo 20
*** Mai tempo per noi ***


Mi sfuggi e io non ti vedo
che nelle fantasie in cui non credo,
in quello che non accadrà mai
nemmeno se rimpiangerai
quello che non è successo,
perché non ci sarà mai tempo per noi,
perché non ci sarà mai tempo per amare
e per capire che quello che vogliamo vedere
è quello che puntualmente ci appare
quando ci sentiamo inutili,
quando abbiamo voglia di illuderci.
Non ho mai voluto vedere
ciò che tenevo dentro di me,
ho sempre detto è meglio non capire
e non chiedersi mai il perché
di ciò che ci avvolge,
di colpo ci travolge
e non ci lascia andare,
non ci fa respirare,
ci costringe a continuare ad amare.
Mi sfuggi e ormai non ti vedo
neanche nelle fantasie in cui non credo.



Era il febbraio 2007, esattamente una settimana dopo la poesia precedente, scrivevo questa sempre ispirata da L., l'amico del quale credevo di essere innamorata.

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Capitolo 21
*** Qualcosa di nuovo ***


Ora ho dentro qualcosa di nuovo
e ancor io non mi ritrovo
in quello che si dice,
alla voce che maledice
un amore che non c'è,
quello tra me e te.
Sfuggo ai miei sentimenti
senza ripensamenti,
senza fingere di non capire
che per amore non si può morire
quando c'è un po' di considerazione,
forse un'eccezione che dà delusione
se per un cuore che non prova amore
vedo il nero come unico colore
mentre mi attraversa la sua tagliente lama
e so di amare chi non mi ama.



Febbraio 2007: quando qualcuno iniziava ad accorgersi che forse quello che provavo per L. andava oltre l'amicizia.

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Capitolo 22
*** Incancellabile per me ***


Incancellabile svanisci
nel fitto velo di ricordi
intrecciati alla mia malinconia
quando l'armonia si rompe
con uno scoppio corrotto
di rimorsi evidenti.
Delusa e desolata
fisso il silenzio sconcertante
del mio dolore bollente
che mi tiene attaccata a te,
alla speranza che rimanga qualcosa
che c'è ma non si vede.
Incancellabile svanisci,
incancellabile capisci:
la sofferenza non si cancella,
indelebile mi sovrasta
quando non c'è più spazio
per amare e sognare
e tu sei incancellabile per me.



Febbraio 2007: ancora un testo sulla crush(?) per L., arrivato più o meno negli stessi giorni di quelli precedenti.

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Capitolo 23
*** Desolazione ***


Silenziose scorrono nel buio del silenzio
e si intersecano lentamente nel loro volo triste
scivolando lente goccia dopo goccia,
perdendosi nei meandri del dolore.
Lacrime svanite nel silenzio del tempo,
dimenticate soltanto in apparenza.
È tutto vuoto e desolazione,
è tutto silenzio e distruzione,
è tutto così immensamente lontano
mentre il buio del tempo scivola piano.



Marzo 2007: il tempo e il suo scorrere lento, il suo essere ripetitivo, quando già si intravede un futuro che sembra non arrivare.

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Capitolo 24
*** Tramonto di cristallo ***


Vuoto profondo,
raggi lontani del tramonto,
la fragilità che ho dentro,
solo silenzio.
Cristallo illuminato dal sole,
luce e colore
dove non esisto
e non resisto.
Tramonto di cristallo
se vuoi cancellarmi fallo
e io lascerò che accada,
che il vuoto mi invada.



Marzo 2007: ancora senso di sospensione tra passato e futuro, ancora il tempo che sembra non passare mai.

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Capitolo 25
*** Tutto è sbagliato ***


A volte mi chiedo se sto sbagliando tutto
quando i miei occhi si specchiano nei tuoi.
A volte mi chiedo se era solo follia
quando la tua voce si sovrappone alla mia.
A volte mi chiedo se è stato un mio errore,
se mi sono persa tra la speranza
di sapere che cosa vuoi.
Ho nascosto i miei sentimenti,
li ho isolati in fondo al mio cuore
e non li ho visti sparire lentamente,
mi sono accorta che erano già lontani
e che non m'importa di un desiderio
acceso e spento allo stesso tempo.
A volte mi chiedo se sto sbagliando tutto
quando i miei occhi si specchiano nei tuoi
e mi accorgo che dentro ai miei sogni
non c'era niente di quello che vuoi.



Siamo al penultimo testo di questa raccolta, scritto ad aprile 2007 e di nuovo dedicato a ciò che provavo nei confronti di L., che in teoria iniziava a farsi più chiaro, ma che finiva per confondermi maggiormente.
Credevo di desiderarlo, ma un desiderio molto vago e senza una vera e propria definizione. Non provavo alcun tipo di attrazione sessuale nei suoi confronti e forse nemmeno una vera attrazione romantica, finalmente me ne stavo rendendo conto. Anche se avrei voluto fosse più di un amico, quel *più* era qualcosa di vago che non riuscivo a comprendere.

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Capitolo 26
*** Riflessi del nulla ***


Sono solo riflessi del nulla
questi attimi privi di passione
quando l'amore prende il sopravvento
su tutto ciò che lo circonda.
Sono attimi di tempesta
che svaniscono nella nebbia,
sono angeli che mi guardano
mentre i miei occhi, a te rivolti,
scivolano a fondo.
Tu tra gli angeli che mi guardano
mentre sogno amore,
tu mio angelo, tu colore
dei miei occhi bruciati dal tempo.



La sera del mio diciannovesimo compleanno, dopo una cena in pizzeria con degli amici, L. e S. proposero di venire a casa mia. Ci mettemmo a giocare a carte in cucina, cercando di non fare confusione perché i miei genitori già dormivano, rimanendo almeno fino a mezzanotte anche se entrambi avevano strada da fare per rientrare a casa e il giorno dopo c'era la scuola.
La sera del 29 maggio 2007, dopo che se ne andarono, scrissi quest'ultima poesia dedicata a L., in cui il concetto di "assenza di passione" e "amore", in apparenza così lontani, arrivavano uno accanto all'altro. E alla fine di L. rimaneva finalmente ciò che avevo sempre visto in lui: una sorta di figura angelica e idealizzata, non un potenziale partner.
Credo che questo testo sia un diretto seguito di quello al capitolo precedente. Credo inoltre che sia il testo giusto per mettere fine a questa raccolta. Se siete incuriositi da come si è evoluto il mio modo di scrivere versi, vi invito a dare un'occhiata alla raccolta "versi liberi di epoca young adult", contenente i miei lavori del periodo tra i diciannove e i venticinque anni.

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