La felicità per Severus

di sharleenmaglione
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Giratempo - Si tratta di scelte... ***
Capitolo 2: *** Le riflessioni di Piton ***
Capitolo 3: *** La decisione di Piton ***
Capitolo 4: *** “…Ma tu, tu, Severus, saresti felice? ..” ***
Capitolo 5: *** Un Lieto Evento ***
Capitolo 6: *** L’ultima cosa che vorrei vedere alla fine del mondo ***
Capitolo 7: *** PITON CONTRO PITON ***
Capitolo 8: *** 31 OTTOBRE 1981 ***
Capitolo 9: *** MEZZANOTTE, OPPURE UN TESCHIO ***
Capitolo 10: *** I PIANI SONO CAMBIATI ***
Capitolo 11: *** LE DISPOSIZIONI DI SILENTE ***
Capitolo 12: *** Una Famiglia Era Stata Salvata ***
Capitolo 13: *** L’Elfa Hokey – Un’Altra Anima Salvata ***
Capitolo 14: *** LA PRIMA NOTTE CON LILY - PRIMA PARTE ***
Capitolo 15: *** LA PRIMA NOTTE CON LILY - SECONDA PARTE ***
Capitolo 16: *** LA PRIMA NOTTE CON LILY - TERZA PARTE ***
Capitolo 17: *** Il Miele delle Fate ***
Capitolo 18: *** RAPIDA OCCHIATA AL CORSO DEGLI EVENTI... ***
Capitolo 19: *** Baciare il tuo sorriso... ***
Capitolo 20: *** GIGLI SIBILLINI ***
Capitolo 21: *** IL COMPLEANNO DI SEVERUS - 1parte ***
Capitolo 22: *** NEVE E PETALI DI ROSA ***
Capitolo 23: *** QUELLA NOTTE... PARTE PRIMA ***
Capitolo 24: *** 25- Stracciò i fiori. ***
Capitolo 25: *** --intro alla PARTE II --- ***
Capitolo 26: *** ...ma quale mira... ***
Capitolo 27: *** Assurdo... ***
Capitolo 28: *** Pozioni ***
Capitolo 29: *** La fiducia tradita ***
Capitolo 30: *** La cerva d'argento ***



Capitolo 1
*** La Giratempo - Si tratta di scelte... ***


LA FELICITA’ PER SEVERUS
 
Nello studio di Silente, Piton guardava distrattamente i complicati strumenti del preside muoversi ticchettando come orologi.
 << …Severus, credo che il momento in cui dovrai fare ciò che abbiamo concordato sia imminente, ormai, e... >>
<< E cosa vuoi >>, ribatté Severus, aspramente, << suggerirmi qualche metodo per rendertelo più indolore, o hai preferenze su co….  >>
<< Ascoltami, Severus; il sarcasmo lascialo a momenti migliori, è una questione seria. Io stasera andrò con Harry in un posto e non so se... >>
<< Vuoi portare il ragazzo a rischiare la sua preziosa vita prima del tempo? >>
<< Ho detto di ascoltarmi Severus, è nel tuo interesse. >> ribatté Silente, alquanto bruscamente.
Sospirò, poi riprese, calmo: << Ascoltami, è importante. Non so cosa accadrà stanotte e quindi non so se avrò altre occasioni per dirti, per darti, un.. una cosa che ho pensato tu meritassi di avere. Ma non sono ancora certo che sia un’idea saggia, quindi starà a te decidere se usarla o meno. >>
Sospirò pensoso, poi, risoluto, disse: << Sappi che apprezzo enormemente quello che hai fatto per me, per tutti noi, per il ragazzo, in questi anni. Nonostante io non abbia potuto fare nulla per esaudire la tua richiesta di proteggere Lily… >>
Nel sentire il suo nome Severus ebbe un fremito e strinse le labbra, sofferente.
Silente continuò: << Ma voglio darti qualcosa che forse potrebbe ripagarti di tutto… >>
Estrasse un oggetto dal proprio mantello.
 
Severus lo guardò sbalordito.
 
<< L’hai avuta per tutto questo tempo e non hai detto niente, non l’hai usata!...
Credevo fossero andate tutte distrutte nell’intrusione all’ufficio misteri! Dannazione Silente! Si sarebbe potuto… >>
<<  No, Severus; se avessimo potuto usarle, le avremmo usate tre anni fa quando Voldemort si è ripreso il suo corpo o addirittura prima che prendesse potere; non si può cambiare radicalmente il passato, le guerre magiche erano scritte nelle stelle, anche quella in corso era stata vista dai centauri e da altri prima che iniziasse. Non si può tornare semplicemente a quel giorno che andai all’orfanotrofio e dissi a Tom riddle che era un mago. >>
<< Certo che si potrebbe! Potresti ucciderlo prima che sviluppi i suoi poteri! Tanto era malvagio anche allora, non ti farai stupidi scrupoli perché dovresti eliminare un minorenne! Con tutto quello che ha causato! >>
<< Severus, tu credi non ci abbia pensato, che molti non ci abbiano pensato?...Ma rifletti: cambierebbe troppe vite, troppe famiglie; Voldemort ha distrutto la vita di molte persone, ma distruggendo lui, quanti concepirebbero un figlio in un momento diverso, e quanti di quelli che oggi conosciamo, quindi, non esisterebbero? Oh, certo, esisterebbero altri al loro posto, ma non sarebbe la stessa cosa, lo stesso mondo, e chi ci dice che, se non fosse stato Voldemort, qualcun altro non avrebbe fatto cose simili? Il disprezzo per i babbani e nati babbani non nasce certo con lui e nemmeno finirà con lui. No, no Severus, non sarebbe certo…. >>
<< Meglio di come siamo messi oggi lo sarebbe di certo! >>
<< Severus….basta. Io ti voglio consegnare questa giratempo non per uccidere Voldemort, -mi dispiace dirtelo ma non ne saresti forse nemmeno in grado-, ma per fare un’altra cosa.  …Ma sarebbe una cosa che, sinceramente, non so quali conseguenze porterà… Potresti tornare indietro, diciamo di diciott’anni o ventuno, - dipende tra quanto la userai questa gira tempo, va di tre anni in tre anni per ogni giro-, e salvare Lily e James la notte che vennero uccisi. >>
<< Ma, Silente! Piuttosto potrei non rivelare al Signore Oscuro la profezia? Così... >>
<< Così non ci sarebbe nessun prescelto, nessuno designato come suo eguale, nessuno che potrà sconfiggerlo. >>
<< Ma nemmeno senza il sacrificio di Lily ci sarebbe, il ragazzo verrebbe ucciso quella notte stessa! >>
<< No, Severus, perché è destinato a sopravvivere e combattere con Voldemort, ad essere designato da Voldemort come suo eguale e.. >>
<< Ma la profezia non specifica che sia lui a dover sopravvivere, senza la protezione di Lily lui… >>
<< Nessuno ha detto che non avrà protezione. Quando Voldemort andrà a cercarlo, non è necessario che sia proprio di sua madre a morire per lui. >>
<< …Ma…è stato perché lei aveva avuto una scelta e ha scelto di non spostarsi quando l’Oscuro Signore glielo ha chiesto, così avevi detto.. io… >>
<< Tu, Severus. Anche tu avrai una scelta, e se vorrai potrai cambiare un dettaglio, un solo dettaglio. Ma so che per te quel dettaglio farà tutta la differenza; o almeno me lo auguro… >>
 
…Piton comprese.
 
<< Io! Io mi frapporrò tra il Signore Oscuro ed il ragazzo …e Lily! Lily sarà salva!!
Ma Silente, mi prometti che la proteggerai o la farai proteggere, dopo? ...E anche il ragazzo, ovviamente… >> si affretto ad aggiungere.
Sembrava pazzo di gioia; pensò, ridendo follemente “Che strano essere così pazzo di gioia all’idea di dover morire!” Poi si fece serio: << Oh, ma lei vivrà vero?  >>
<< Suppongo di si, poiché Voldemort comunque si ritroverà l’incantesimo rivolto a Harry respinto contro di lui, e… >>
<< Intendevo, poi saremo punto e daccapo: non sarà sparito per sempre, tornerà. >>
<< Tornerà, ma troverà ad aspettarlo un Ordine pronto e vigile, nonché un ragazzo istruito a combattere. Se deciderai di usare la giratempo, consegnerai a me, nel passato ovviamente, questa lettera in qui ho…in cui mi sono spiegato tutto quello che sono riuscito a scoprire finora sui punti deboli di Voldemord. Quando lui tornerà, forse non sarà invincibile. >>
<< Ma...Silente, se il frammento di anima dell’Oscuro Signore non si aggrappasse al ragazzo ma a..all’altra persona rimasta quindi in vita in quella casa?... a Lily?... >>
<< Ci ho riflettuto, ma credo che sarà destinato ad aggrapparsi a Harry. >>
<< Ma Silente, potrebbe aggrapparsi a Lily! è nello stile dell’Oscuro Signore..così il ragazzo dovrebbe uccidere infine sua madre,  e … >>  Piton sembrava inorridito .
<< Non correre, Severus. Primo, non è detto che si stacchi un pezzo di anima di Voldemort, la contromaledizione non sarà così potente, poiché non è stata la madre, per puro altruismo a proteggere… >>
<< Perché, il mio non sarà altruismo? >>
<< Certamente, ma tu vuoi più che altro proteggere Lily, non il ragazzo >>
<< E se allora lui morisse comunque? >>
<< No, tecnicamente tu comunque dovrai frapporti tra il ragazzo e Voldemort e non tra Voldemort e Lily, questo è fondamentale, mi raccomando, Severus. Vedi, io penso che Lily dovrebbe non esserci affatto, per sicurezza: devi farla sparire prima. Ma penso che una materializzazione congiunta con te o con qualcuno dell’Ordine o una Passaporta nascosta richiederebbe troppo tempo, si parla di attimi, Severus, Voldemort si spetta di trovare i genitori che proteggono il piccolo… >>
<< …Pozione Polisucco? >>
<< Perfetto, Severus, è un’idea. Ma dovrai essere tu a pensare a un piano, e soprattutto a pensare se farlo; è davvero una faccenda rischiosa, ne varrà la pena?... Anche per te, ne varrà la pena? Morirai…comunque sarai separato da Lily… >>
 Silente rivolse a Piton uno sguardo indagatore.
Piton non esitò:
<< Lei vivrà, c’è tutta la differenza di questo mondo… >>
 
Silente sorrise. << Bene, Severus, vedo che sei veramente cambiato, …se mai sei stato malvagio. Io penso si tratti più che altro… di scelte.  >>
<< Silente, >> esclamò Severus, che stava ancora pensando a come avrebbe potuto agire quella notte, << ci saranno sicuramente altre cose da prendere in considerazione! Cos’altro ritieni che.. >>
<< No, no  Severus, è una tua decisione e dovrai studiare tu come fare. Io ti do solo una scelta, non perché sia giusto così ai fini di questa guerra, o per salvare Lily, o altro. È qualcosa che riguarda te, che puoi fare tu... >>
<< E non è egoistico…? >>
<< Trova tu il modo di rendere meno egoistico possibile cambiare il passato per morire al posto della persona che ami, esapere che, salvandola, tu comunque non potrai averla, ma, anzi, lei resterà con la sua famiglia, con suo marito ed il loro bambino.  >>
Severus rimase ammutolito. Silente sorrise.
<<  Addio Severus, spero comunque di sopravvivere abbastanza da rivederti… altrimenti non mi potrai uccidere… >>
<< Dannazione Silente, io…! >>
Ma Silente era già sparito
<< Lo so che sei ancora qui! Nemmeno tu ti puoi essere smaterializzato a scuola Silente! Spiegami meglio, dammi indicazioni più precise…Silente! >>
Ma la porta dell’ufficio si era già aperta e richiusa.
 
Il leggero tonfo della massiccia porta di legno che si chiudeva, lasciava Piton in silenzio, con le spalle basse, spaesato… cosa avrebbe fatto, cosa avrebbe scelto di fare?...
 
La giratempo era stata lasciata poggiata sull’angolo della scrivania. La prese rapidamente e con un gesto rabbioso la mise in una delle tasche del mantello.
Poi si fermò, alzò lo sguardo nel vuoto, dove per lui apparvero due brillanti occhi verdi, un bagliore rosso, ed un profumo fresco di gigli….oltre rabbia e frustrazione per l’indecisione, ora in lui si accese anche qualcosa che non sentiva da tanto… una speranza.
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Le riflessioni di Piton ***


Era l’una di notte e Piton rifletteva, rigirandosi nel letto.
 
Cosa avrebbe fatto?
Ci pensò molto, da molte notti non riusciva a dormire quasi per niente… come avrebbe potuto! Era tutto così complicato…
La notte stessa che gli aveva dato la Giratempo, Silente era morto: lui stesso aveva dovuto ucciderlo, maledizione!
Ma una voce dentro di lui gli disse: “ Appena in tempo…”.
Fece un gesto di stizza. Dannazione, tutti quegli anni votati al bene, in un modo o nell’altro, a proteggere qualcuno, a pensare agli altri…e ora che Silente gli aveva dato quell’opzione, lui rischiava di finire con l’essere ancora egoista!
Ma sarebbe stato davvero egoistico fare quello che aveva supposto? Non riusciva a capirlo… perfino farsi uccidere per salvare Lily  - e il ragazzo, certo il ragazzo - gli sembrava troppo egoistico, poiché ne avrebbe tratto troppa gioia.
Lily viva! Non per lui, certo, ma viva! E poi, comunque rivederla! Ma una volta che l’avrebbe rivista, sarebbe riuscito morire, a staccarsi di nuovo da lei? Se era per salvarla certo, ma non ci poteva essere una altro modo.. certo che c’era, e ci aveva pensato ma se ne era vergognato subito.
 
Si rigirò bruscamente, deciso a non pensarci, a dormirci su.
 
…Le due di notte…
 
Forse non era cambiato affatto…forse era ancora malvagio se aveva pensato a questo… James. Poteva salvarlo James il ragazzo, in fondo era lui suo padre! E Lily…lei poteva stare al sicuro… e senza quel maledetto arrogante di Potter, forse lui e Lily… insieme… certo, il bambino sarebbe comunque stato di Potter e non suo... Ma cosa importava! Pur di stare con lei, Severus avrebbe accettato – voluto - il bambino come suo, e forse, crescendo, Harry sarebbe stato perfino meno arrogante nei suoi confronti… no, non poteva prenderlo in considerazione. Doveva pensare a come salvare Lily …e il ragazzo… e, maledizione, anche Potter!

le tre di notte…
 
Dannazione, anche in questa realtà, però, doveva pensare a quel ragazzo! Si era lasciato troppo distrarre dal pensiero della giratempo, non aveva pensato al modo di far avere a Potter i suoi ricordi al momento giusto. Bene, prima questo, poi la giratempo. Ci rifletté, poi si alzò, prese una piccola boccetta, e si puntò la bacchetta alla tempia. Ne trasse un lungo filamento grigio argenteo e lo rinchiuse nella boccetta, che poi sigillò. Meglio andare sul sicuro, non aveva mai avuto enorme fiducia nelle doti cognitive del ragazzo: scrisse sulla boccetta “Potter, guardale nel pensatoio; è importante per te e…” si fermò poi concluse “… per Silente.” Sospirò, pensando: "Speriamo che il ragazzo le guardi"... Si mise la boccetta in una tasca interna del mantello. Non sapeva che il momento in cui Harry avrebbe avuto i pensieri non sarebbe tardato ad arrivare…

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Capitolo 3
*** La decisione di Piton ***


Piton aveva avuto un brutto presentimento sin da quando l’Oscuro Signore l’aveva convocato nella Stamberga Strillante. Aveva continuato ad avere una spiacevolissima sensazione vedendo fluttuare quel serpente nella sua sfera di protezione. Aveva intuito l’errata conclusione a cui era arrivato l’Oscuro Signore, e non sapeva se era un bene o un male.
 
Ovviamente era un bene che si sbagliasse sul legittimo proprietario della bacchetta: era il ragazzo, non lui. Ed era certo meglio che Voldemort uccidesse lui e non il ragazzo, e soprattutto questo errore significava anche Voldemort non sarebbe stato il vero proprietario della bacchetta di Silente. Certo lui stava per morire, ma questo non lo colse di sorpresa: sapeva che prima o poi sarebbe dovuto morire nel proteggere quel ragazzo. D’altronde Potter non gli aveva reso le cose facili, con tutti i guai in cui si cacciava… che strano, il pensiero della morte imminente non era nemmeno la sua priorità.
 
Voldemort continuava a parlare e lui si rassegnava sempre di più a ciò che sarebbe successo di lì a poco. Da una parte, era quasi sollevato, quasi felice…morendo avrebbe rivisto Lily. E Lily l’avrebbe perdonato, dopo tutti gli anni che lui aveva passato proteggendo il figlio di lei e di Potter. James Potter. Lui sarebbe stato ancora accanto a Lily. Di Lily avrebbe avuto non più di uno sguardo grato, forse una carezza, magari un abbraccio, poi lei si sarebbe congiunta a quel dannato Potter e lui avrebbe passato l’eternità da solo. O forse, Potter avrebbe permesso a lui di stare accanto a Lily come amico?... che fine compassionevole, per l’eternità a guardare in disparte il loro amore!
 
Ma almeno, se Lily era felice così… Ma per Merlino! Così come?! Comunque morta e senza aver potuto crescere il figlio! E sapere, - lo sapeva? - che il ragazzo sarebbe dovuto morire di lì a poco?... non sarebbe forse stato meglio per lei vivere la sua vita?.. lui sarebbe morto lo stesso, certo… ma Silente gli aveva dato la giratempo per lasciargli scegliere se fare un gesto di altruismo, il suo profitto personale non veniva preso neanche in considerazione.
 
Ecco stava per giungere il momento, Voldemort stava per ucciderlo; cercò di prendere tempo qualche secondo in più per riflettere sul da farsi. Non doveva dimenticarsi di far vedere a Harry la fiala.
 
Piton celava tutti questi suoi pensieri a Voldemort, lasciando cautamente trapelare l’immagine di Lily nell’aldilà, lasciando credere a Voldemort che ora lui non meditasse altro oltre la possibilità di rivedere Lily se fosse stato ucciso; Voldemort trovò inutile e noioso questo scorrere di pensieri di quel suo stupido mangiamorte che continuava ad amare una Mudblood dopo tutti quegli anni, e non si interessò di prestargli attenzione, ribadendo così la sua ignoranza per cose come l’amore.
 
Se ci avesse riflettuto, Voldemort forse avrebbe potuto intuire il pericolo insito  nell’amore di Piton per la madre del ragazzo, come questo si traduceva per la fedeltà di Piton nei confronti di Silente e il tradimento nei suoi confronti per vendicare la morte di Lily… ma amore, pentimento, voglia di redimersi, non erano cose di cui Voldemort si intendesse, e questa era stata più di una volta la sua debolezza. Ed ora liquidava i sentimenti di Piton come desiderio di possedere quella donna, non poteva, non sapeva immaginare un amore che duri oltre la morte.
 
Ma Piton stava ancora pensando a quale sarebbe stata la scelta migliore da fare. Non era ancora convinto, ma il suo tempo era finito. Voldemort gli scagliò contro Nagini, e Piton non poté difendersi: Nagini lo azzannò al collo e rilasciò il proprio veleno nel suo corpo. Voldemort se ne andò dopo un “mi dispiace” di circostanza, lasciandolo a morire dissanguato.
 
Meno male che era una morte non immediata. Poteva inviare il suo Patronus da Potter per condurlo al suo corpo e alla fiala, e poi morire. Si, aveva deciso: sarebbe morto, sarebbe finita così. Voldemort si era sbagliato clamorosamente sulla bacchetta, essa era del ragazzo, e Potter avrebbe certamente sconfitto il Signore Oscuro. Stava per evocare il Patronus pensando che a breve avrebbe rivisto Lily, quando Potter - quello sventato!- irruppe nella stanza e si avvicinò a lui, che perdeva sangue a fiotti. Piton non sprecò altro tempo: gli porse la fiala. Harry, seppur riluttante, la prese e la guardò circospetto; poi capì che erano pensieri da riversare nel pensatoio e rivolse a Piton uno strano sguardo. Piton per la prima volta dalla notte in cui implorò Silente di proteggere Lily, rivolse sguardo supplichevole a qualcuno, e proprio al figlio di James.
 
In quell’attimo, si ritrovò a guardare Harry negli occhi, e vedere quegli occhi, gli occhi di Lily, lo fece capitolare. Doveva provare a salvarla. Disse flebilmente al ragazzo, indicando con un debole cenno del mento la fiala: << Guar…da…mi. >> e fece ricadere il capo, un po’ per sfinimento, un po’ per farsi credere già morto: non poteva usare la giratempo se il ragazzo rimaneva lì a guardarlo, e a lui rimanevano pochi minuti prima che il veleno lo uccidesse.
 
Sentì i passi del ragazzo allontanarsi: stava andando a versare i ricordi nel pensatoio. Piton si puntò la bacchetta alla gola e cercò di bloccare i sangue eseguendo su se stesso l’incantesimo per rimarginare le ferite, ma com’era prevedibile non funzionò; provò allora con la variante che aveva utilizzato su Malfoy per rimediare al Sectumsempra, sembrava adatto… la ferità si rimargino quasi del tutto, ma il veleno era ancora in circolo.
 
Estrasse allora una piccola fiala di pozione contro i veleni peggiori che teneva sempre con sé e la bevve.  Ma non sapeva se aveva fatto in tempo… estrasse da sotto il mantello la giratempo che gli aveva dato Silente; doveva farle fare sei giri.
…un giro…
 Rivide gli occhi del ragazzo, uguali a quelli di Lily, fissarlo intensamente…
…due giri…
Forse era troppo tardi, sarebbe morto…
…tre giri…
…e quegli occhi sarebbero stati l’ultima cosa che aveva visto…
quattro giri….
…Forse sarebbe morto comunque entro pochi minuti per il veleno: aveva preso l’antidoto troppo tardi….
…cinque giri…
…Silente forse avrebbe pensato che era meglio così…
…sei giri.
La gira tempo fremette, ed emanò un bagliore… in questo bagliore Piton vide una fiammata proprio dinanzi al viso, qualcosa era andato storto… la giratempo stava iniziando a deformare lo spazio ed il tempo intorno a lui…sentiva un suono strano…ma celestiale…ecco, non aveva fatto in tempo, era morto… poi sentì una goccia colargli sul viso, fino all’angolo della sua bocca. Salata come una lacrima. Strano, non piangeva mai se non quando pensava alla notte in cui aveva perso Lily…
Poi tutto vorticò e Piton perse i sensi.

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Capitolo 4
*** “…Ma tu, tu, Severus, saresti felice? ..” ***


“…Ma tu, tu, Severus, saresti felice? ..”
 
Quando rinvenne era ancora disteso sul polveroso pavimento della Stamberga Strillante.
Aveva funzionato? Era tornato indietro di vent’anni? Era vivo?... si tastò il collo. Non sanguinava più, né si sentiva stordito, almeno non dal veleno. L’antidoto aveva funzionato, anche se il veleno era del serpente di Voldemort. Era un antidoto potente, certo, portava sempre con sé fialette degli antidoti più utili, ma credeva che il veleno di Nagini fosse stato maledetto o qualcosa di simile.
 
Comunque meglio non pensarci.  Ora doveva scegliere come agire. Prima cosa, la lettera di Silente. Doveva consegnarla al Silente attuale. E doveva stare attento a non incontrare il se stesso di questo tempo, poteva finir male.
 
Cercò di far mente locale per non sbagliare; aveva usato la Giratempo nella seconda metà maggio 1998; togliendo 18 anni…ora era a fine maggio 1980. Maggio…giugno, luglio. Tra poco più di un mese avrebbe ascoltato la profezia e l’avrebbe riferita a Voldemort.   Avrebbe potuto andare da se stesso ed impedirsi di diventare mangiamorte! No, Silente gli aveva espressamente detto di non cambiare troppe cose, solo il minimo… Se non avesse riferito la profezia all’Oscuro Signore, quest’ultimo non avrebbe designato qualcuno come sue eguale… e non poteva nemmeno affrontare direttamente Voldemort, sarebbe sciocco pensare di sconfiggerlo. Di lì a fine ottobre 1981… doveva aspettare un anno e 3 mesi! Fino ad agosto, quando Voldemort si era convinto che il bambino della profezia fosse Harry... O manifestarsi a Silente e….Silente! la lettera! Forse poteva farsi aiutare in qualche modo! …ancora non era andato da Silente ad implorare per la sicurezza di Lily. Silente non si sarebbe fidato, non gli avrebbe dato il tempo….ma doveva provarci…però doveva anche essere prudente.  Si sarebbe presentato senza estrarre la bacchetta, Silente non avrebbe mai attaccato mortalmente neanche un nemico se disarmato ...e in ginocchio, si, tutto per la sua Lily…sua…doveva riflettere. Per stanotte non doveva fare scelte avventate. L’avrebbe fatto l’indomani. Non poteva farsi scoprire, comunque. Sarebbe rimasto nella stamberga strillante. “Non credo che Lupin l’utilizzi ancora…”
Quella notte pensò alla scelte sbagliate che stava commettendo adesso, 18 anni prima. Non poteva intromettersi, non ancora. Ma in qualche modo, si sarebbe riscattato. 
L’indomani aveva già delineato nella sua mente un piano. Prima cosa, cominciare a preparare una pozione Polisucco. Poi, Silente.
 
 Si cambiò qualche lineamento del viso troppo riconoscibile, come il naso, la sfumatura della pelle, il colore degli occhi, - se li fece verdi -, ma non riuscì a ricreare la sfumatura degli occhi di Lily sebbene la conoscesse a memoria, ma non se ne rammaricò perché in fondo pensava che gli occhi di Lily avessero qualcosa di magico, che doveva restare unico. Si fece crescere una barba nera folta ma non troppo lunga. Per il momento non l’avrebbero riconosciuto.
 
Andò a Diagon Alley a procurarsi gli ingredienti ed il materiale necessario Tornò nella Stamberga ed iniziò a preparare la pozione su un fuoco magico. Ora doveva lasciarla a fermentare per molto; la lasciò in una delle stanze più nascoste della stamberga celandola alla vista con un incantesimo. Poi decise di aspettare che Silente fosse fuori dal castello di Hogwarts per materializzarsi abbastanza vicino a lui.
 
 
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Silente stava passeggiando pensoso, camminando lentamente ma, Piton lo sapeva, attento ai cambiamenti intorno a lui.  Piton pensò di mandare avanti il proprio Patronus, ma poiché era diverso da quello del Piton di allora, Silente avrebbe potuto pensare che fosse un impostore con le sembianze di Piton… Non che essere Piton fosse un vantaggio, anzi…
 
Con risoluzione, andò verso Silente semplicemente camminando. Sentendo i passi Silente si voltò con la bacchetta pronta: aveva già percepito la presenza del mago ma era abbastanza tranquillo, seppur guardingo. Rimase leggermente stupito riconoscendo Severus. Era Severus, si, ma era più segnato, con un espressione diversa, sofferta, più mesta. Aspettò ad attaccare, d’altronde questo Severus non aveva neanche la bacchetta alzata. Poteva essere una trappola?.. si chiese Silente. Aspettò, non chiese.
 
Giunto abbastanza vicino da potersi far sentire, Severus si lasciò cadere in ginocchio.
 << Silente… >> Che poteva dirgli?
Gli porse la lettera a capo chino. Silente l’appellò in silenzio. Riconobbe la sua scrittura ed un semplice incantesimo rivelò l’autenticità di quella lettera. La lesse attentamente; due pagine piene. Severus aspettava, senza dire niente. Guardava Silente leggere la lettera.
Finito di leggere, Silente guardò Severus con i suoi occhi azzurri penetranti.
<< Alzati Severus, >> iniziò con la sua voce profonda, << Allora… mi sono spiegato un bel po’ di cose…Dunque, cosa hai deciso di fare? >>
<< Solo…solo salvare Lily ma senza compromettere niente. Non può far male al ragazzo avere una famiglia viva che gli dia affetto… >>
<< E  James? >>
<< Certo, anche lui, altrimenti come potrebbe Lily essere felice… >>
<< E tu Severus? >>
<< Io?... Io morirò nel proteggere Lily …e il bambino, …e Potter, ovviamente. >>
<< Intendevo, e tu, tu Severus, saresti felice? >>
<< Si: lei avrà una vita piena e felice; …è così che si dice, no? >>  Severus sorrise con malinconia.  << Comunque si, Silente, voglio riuscire a salvarla questa volta. E non mi importa di morire, stavo già morendo prima di tornare qui. >>
<< Valuta tu Severus… vedo che, >> sollevò la lettera, << confido che tu saprai agire saggiamente. >>
Silente sorrise guardando Piton un po’ tristemente ma anche teneramente.
Poi svanì, con gli occhi fissi la lettera.
Piton non aveva ottenuto alcun suggerimento da Silente, ma almeno adesso Albus sapeva cosa lui voleva fare, e non l’avrebbe ostacolato.
 
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Dapprima  Piton pensò di che non avrebbe attirato poi troppo l’attenzione se avesse preso per qualche tempo una camera al Paiolo Magico sotto travestimento, ma infine decise di restare nella Stamberga Strillante, per il momento. Dannazione, un intero anno senza poter far niente per non rischiare di essere scoperto! Fece alcuni incantesimi per rendere più confortevoli alcune stanze, e poi così aveva modo di sorvegliare la pozione.
 
Avrebbe voluto vedere Lily, solo guardarla viva, stando nascosto…ma temeva di essere scoperto prima di poterla salvare. Ma non poteva, non poteva sprecare un intero anno! Doveva vederla, solo vederla… Contattò Silente e gliene parlò.
 
<< Non voglio parlarle prima che sia il momento, vorrei solo vederla… >>
<< Capisco. Verrai con me quando andrò a parlargli, a congratularmi per la nascita del bambino. Sarai invisibile, non potrai ancora dirle niente. >> Fece una pausa, guardò intensamente Severus e aggiunse:  <<  Ci sarà anche James… >>
 
Severus ebbe un leggero scatto della testa, serrò la mandibola, i pugni, …ma quasi subito rilassò i muscoli e disse la sola cosa che affiorava nella sua mente.:
<< Voglio solo vederla… >>
 
 

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Capitolo 5
*** Un Lieto Evento ***


C’era un’atmosfera allegra e festosa in casa Potter:
guerra e minacce erano lontane, rimanevano tutt’intorno, ma non in quella casa, come se vi fosse un incantesimo a respingerle. Ma non vi era nessun incantesimo, solo Lily e James colmi di gioia per il loro bambino: Lily sorrideva radiosa, James era pieno d’orgoglio e sorrideva a tutte le strette di mano e le pacche sulle spalle ricevute dai suoi amici e dai membri dell’Ordine che erano venuti a congratularsi con loro.
 
Peter Minus restava un po’ in disparte, e sorrise timidamente ai suoi amici quando gli presentarono il piccolo Harry; Sirius partecipava alla gioia e all’orgoglio per il suo figlioccio e già decretava che sarebbe stato un mago eccezionale e il nuovo malandrino a Hogwarts. Silente arrivò nel pieno della festa e fu accolto con giubilo e da un alzata collettiva di calici di idromele e succo di zucca.
 
Lily gli avvicinò Harry, che rise quando la lunga barba argenta del mago lo solleticò mentre Silente si chinava su di lui per dirgli qualche sciocchezzuola col tono a cui ci si rivolge ai bambini.
 
In tutto questo, Severus guardava Lily, e non vedeva che lei tra tutta quella gente, e non sentiva che la sua risata limpida tra tutte le voci; invisibile a tutti, attento a non andare a sbattere contro nessuno, né a pestare piedi, né a far sentire un solo fruscio, si avvicinò il più possibile, e si sentì molto meglio nel constatare che vedere Lily sorridere cullando suo figlio abbracciata a James non gli fece male, anzi lo rasserenò.
 
Sì, sentiva una speranza vivida ed una pace gioiosa nel sorprendersi così cambiato, nel sorprendersi generoso…poi pensò che generoso lo era marginalmente: vedere Lily felice era una sua gioia…e in fondo sapeva di guardare con invidia il braccio di James sulla spalla di Lily, un’invidia non malvagia però, come quando da bambino guardava trattenendo il respiro i bambini presi sulle spalle dai loro padri ridenti.
Immerso in questi pensieri, sussultò quando Lily, andando incontro a una sua ospite, gli sfiorò un braccio passando, e lui sentì il suo profumo e quasi barcollò, tanta era l’emozione.
 
Silente guardò intensamente nella sua direzione e fece un cenno impercettibile; se Severus lo vide, si allontanò dai presenti e si smaterializzò per riapparire nell’ufficio di Silente, dove crollò su una sedia e si prese il capo tra le mani.
 
Dopo pochi minuti Silente lo raggiunse, e lo guardò con una sguardo pieno di significato: << Severus, credo che oggi si siano chiarite per te molte cose…. >>
<< Si, si..io ho capito che lo voglio fare davvero, che lo voglio davvero: che lei sia felice con…con la sua famiglia…che sia felice come stasera… >>
Poi aggiunse, grave:  <<  …Lo sarà, vero?  >>
<< Le darai questa possibilità, si. >> Rispose pacatamente Silente.
Severus si guardò le mani come le avesse scoperte piene di magia per la prima volta.
 
<< Silente, avevo pensato…a come agire quella notte; possiamo parlarne?... Dall’esterno potresti individuare qualche errore che mi sfugge.. >>
Silente si sedette: << Dimmi, dunque. >>
<< Innanzitutto, volevo provare a convincerli a non scegliere Minus come custode segreto… >>
<< Non ti ascolteranno. >>
<< …Ma te si! Potresti suggerirlo tu! >>
Severus aveva pensato di presentarsi davanti a loro e provare a spiegargli…voleva avere l’occasione di parlare con Lily e fargli vedere che era cambiato….voleva…
<< So cosa pensi, Severs… >>
Piton lo guardò, accigliato.
<< Non mi serve la Legimanzia, lo intuisco: vorresti in qualche modo redimerti agli occhi di Lily. >>
<< Cosa che ovviamente tu reputi scorretta ed egoistica… >>  ribatté Piton, seccamente.
<< No, Severus; in fondo te lo meriti; morirai per loro, per quanto mi è parso di capire; meriti almeno questo… >>
<< Quindi ?… >>
<< Quindi andrò prima io, e annuncerò il tuo arrivo…non ora però, diamogli qualche giorno da vivere senza temere per il figlio; …dopo che li avvertirò, loro sceglieranno Minus come custode segreto e… >>
<< Potresti convincerli a non scegliere lui! >>
<< No, ci ho pensato, e non sono certo che sia una buona idea cercare di convincergli a cambiare custode segreto: le cose devono andare il più possibile come sarebbero andate senza il tuo intervento.  >>
<< Ma… >>
<< Voldemort li troverebbe comunque. E se alteriamo troppo gli eventi, potremmo sbagliarci sul quando attaccherà, e perderemo l’occasione di salvarli. >> Fece una pausa.
<< Comunque, Severus, quando sarà il momento decideremo il giorno in cui andare….Se posso chiederti, cosa farai in questo anno?>>
<< Ti aspetterò alla stamberga strillante. >>
<< Non sarai lontano… >> rispose Silente, guardando fuori dalla finestra in direzione del Platano Picchiatore. << Un anno è lungo, però, hai impegni particolari o potresti aiutarmi in qualcosa? >>
<< Davvero divertente, Silente. No che non ho impegni, non posso farmi scoprire. Non ho ancora pensato a come impiegherò il tempo. >>
<< Allora, per prima cosa, se vuoi restare per lo più nella Stamberga Strillante, darò ordine a qualcuno dei nostri elfi domestici di farti avere tutto ciò che vorrai, non vorrei farti rimpiangere i banchetti di Hogwarts…>>
<< Non è necessario, io… >>
<< Severus, questo è il tuo ultimo anno di vita, vorrai, per quanto possibile, non darti scomodi inutili >>
Piton esitò: << Pensavo di andare qualche volta a Spinner’s End a trovare mia madre prima che lei…>>
<< Non dovresti farti vedere, non pensi che si insospettirebbe vedendoti così, scusami se lo dico, invecchiato… >>
Piton rispose, desolato << Non penso ci farebbe troppo caso; lei non… non è più molto… insomma, vive da sola, è sembra persa nel passato, anche se andassi da lei, se lo scorderebbe presto…>> Una lacrima affiorò negli occhi di Piton, per l’unica altra donna per la quale avesse mai pianto.
<< Capisco. >> rispose Silente, in tono serio e comprensivo.
Severus rimase un attimo con lo sguardo perso nei suoi pensieri, poi scomparve.
 
********************************************************************
 
Quell’anno passò sorprendentemente veloce. Piton vedeva spesso Silente, che lo tenne occupato nel lavorare segretamente per la scuola. Piton preparava le Pozioni per le lezioni, e non solo, ed erano entrambi ben attenti a non far sì che il Piton ventenne incontrasse il se stesso venuto dal futuro. Piton era felice di stare ancora in qualche modo a Hogwarts: quella era stata l’unica casa in cui si sentisse felice, e almeno parzialmente accolto.
 
Spesso si recava a Spinner’s End, dove sua madre lo accoglieva entusiasta di vedere il suo ragazzo e pareva non accorgersi dei cambiamenti del figlio. Lo vedeva solo “un po’ sciupato in viso” ma anche “finalmente meno gracile” nel fisico.
 
D’altronde Piton non si preoccupò troppo del pensiero che la donna intuisse qualche stranezza: lei viveva in un mondo a sé, e seppure autosufficiente nelle faccende domestiche e nella cura personale, ogni tanto diceva al figlio venuto a cenare da lei: “Dovremmo aspettare tuo padre, ma lui tornerà tardi anche stasera, mangia la zuppa prima che si raffreddi…”
Suo padre era morto anni prima.
 
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Capitolo 6
*** L’ultima cosa che vorrei vedere alla fine del mondo ***


“ L’ultima cosa che vorrei vedere alla fine del mondo. ”
 
Giunse Ottobre del 1981.
Silente si presentò dai Potter dopo aver annunciato il suo arrivo in una breve lettera
 
Se per voi va bene, verrò stasera alle 11 per parlarvi di una cosa della massima importanza; in casa dovrete esserci solo voi due e Harry, porterò con me un ospite, ed  invito James a non commettere niente di avventato.
                                                                                                         A.P.W.B. Silente
 
Lily e James avevano guardato la lettera preoccupati, ed aspettarono Silente in salotto, tenendosi per mano per rassicurarsi. Silente apparve alle 11 precise.
<< Silente! >> Fece James, << ci fai preoccupare!.... >>
<< Accomodati e dicci tutto. Ha a che fare con Harry?  >>  chiese preoccupata Lily.
Silente la guardò con un sorriso.
<< Si, Lily, ha a che fare con Harry. Come si suol dire, c’è una notizia buona ed una cattiva. Prima la cattiva: Voldemort è venuto a conoscenza di una profezia, la quale afferma che alla fine di luglio sarebbe nato l’unico mago in grado di combatterlo… >>
 
Lily proruppe in un piccolo grido e James si fece avanti:
<< Non Harry! Che vuole dire, che pensa sia Harry!? >>
<< Ahimè, sì e, come immaginerete, purtroppo Voldemort intende eliminare ogni ostacolo sul suo cammino. >>
Lily scoppiò in lacrime James l’abbracciò per sostenerla.
<< Ma c’è anche una notizia positiva. >> proseguì Silente: << Qualcuno mi ha riferito quello che accadrà in seguito a questa …scoperta…. di Voldemort. Quando Voldemort vi avrà trovati... >>
<< Non ci faremo trovare! Useremo l’Incanto Fidelus su questa casa e… >>
<< Posso chiedervi a chi pensate di affidare il vostro segreto? >>
<< …a … potremmo affidarlo a Sirius!  Lui sicuramente non ci tradirebbe mai! <<
<< No, >> disse Lily, << Voldemort penserebbe subito a lui, lo metteremmo in pericolo. >>
<< Lupin allora…  >>, propose James.
<< Lupin ha i suoi problemi; Minus, invece! Voldemort non penserebbe subito che affidiamo proprio a lui il segreto, e mentre Tu Sai Chi cerca Sirius e Lupin, - che non troverà se facciamo noi su di loro il Fedelis…>>
<< Se posso permettermi di interrompervi, vi sconsiglio Minus. >>
<< Silente, lo so che non è un mago abile quanto Sirius e Lupin, ma è un nostro amico morirebbe pur di proteggerci, come noi moriremmo per lui… >>
<< Voi morirete per lui! >> Ruggì Severus, che non era riuscito a trattenersi e si era fatto avanti.
James prese la bacchetta e si parò davanti a Lily, pronto ad attaccare. Silente subito alzò la sua bacchetta eseguendo un Incantesimo Scudo e disse a James:
<<  James, ti avevo anticipato nella lettera, calmati. >>
<<  Ma lui..! >>
<< James, fidati di me.  E tu, Severus, avresti potuto aspettare…. >>
<< Scusami, Silente, ma non mi pare il momento di girarci attorno o dare suggerimenti vaghi; se mi permetti vorrei spiegare come stanno le cose…. >>
<< Le cose stanno che tu devi sparire da casa mia, Mocciosus! Silente! Ci hai portato un Mangiamorte in casa, con Harry qui… >>
<< James, so che non ti fidi di lui ma dovresti fidarti  di me e ascoltami. Per favore. Ho a cuore Harry quanto voi, lo sapete. >>
James abbassò la bacchetta e Silente tolse l’Incantesimo Scudo.
Piton guardò Lily, che lo fissava con uno sguardo che gli spezzò il cuore.
Non si fidava, la disgustava… fu tentato di sparire, ma doveva andare avanti.
Silente iniziò a spiegare:
<< Severus ha ragione: vi è necessità di essere chiari, anche se la situazione è delicata. >>
Lily, superato il primo attimo di paura ora guardava sbigottita Severus: sembrava invecchiato di vent’anni!
 
In un primo momento aveva pensato che il male a cui si era votato lo avesse deformato in qualche modo, poi si accorse che erano solo segni del tempo, ed una sguardo sofferto che poteva essere quello di un vecchio.
Anche James aveva pensato ad una differenza data dal male e dalla poca cura di sé, ma ora, vedendolo senza l’Incantesimo Scudo tra loro, vedeva una persona che aveva i tratti di Severus ma era diversa, come fosse suo padre o un fratello molto più grande.
<< Sei davvero tu, Mocciosus? Sei incappato in un incantesimo di Invecchiamento o cosa? >>
<< Il Severus che vedete non è lo stesso di questo tempo, James; e di un futuro prossimo. Tra poco meno di vent’anni, il Piton che conosci sarà così, ma purtroppo nè tu ne Lily avreste avuto la possibilità di vederlo: Voldemort vi ucciderà tra pochi mesi, Harry sopravvivrà, ma dovrà affrontare Voldemort più volte e tra 17 anni vi sarà un’altra guerra, spietata. Voldemort si impossesserà del ministero e proverà a impossessarsi anche di Hogwarts e … Ma non posso rivelarvi troppi dettagli; vi basti sapere questo: Piton è tornato indietro con una giratempo per evitare che Lily e anche tu James veniste uccisi da Voldemort la notte in cui verrà a cercare Harry. Perché sì, verrà, e non si può evitare; lui deve trovare Harry, perché così facendo lo designerà come suo eguale come recita la profezia. Che Harry venga attaccato da Voldemort non si può né si deve evitare. Ma Severus proverà a fare in modo che voi ne usciate indenni, e voi potrete crescere ed educare Harry preparandolo ad affrontare il suo destino. >>
<< Silente, non ti fiderai di lui è un Mangiamorte! È tutto un trucco per sapere i nostri spostamenti! Lo riferirà subito a Voldemort! >>
<< No, non è tornato indietro per fare qualcosa che sarà fatto anche senza il suo aiuto. Sarà qualcun altro a riferire a Voldemort la vostra posizione. >>
<< Né Sirius, né Lupin, né Minus farebbero mai…. >>
Piton fece per interromperlo sprezzante, ma lo precedette Silente:
<< James, Lily, non guardatemi così: so bene che io per primo vengo e verrò accusato di fidarmi troppo delle persone…. >>
<< Ma Silente! >> proruppe Severus.
<< Severus, >> gli sussurrò Silente, << ti ho detto che ti avrei introdotto per farti spiegare le tue intenzioni, ma non posso imporre loro una scelta; se lo facessi e Voldemort li trovasse lo stesso e, credimi, li troverà a prescindere dal custode segreto, loro penseranno che tu li abbia indotti a sbagliare. Noi lanciamo loro un suggerimento, ma come tu proverai in futuro, per quanto qualcuno insista a inviare a diffidare di una persona, il buon cuore non sente ragioni quando crede di potersi fidare. >>
Poi alzò la voce in modo che Lily e James potessero sentirlo
<< Per il resto, Severus, non posso che invitare ora James che Lily ad ascoltarti, credo che tu abbia da dire qualcosa. >>
 
Severus capì che quella sera Silente non voleva cambiare troppe cose del futuro, ma più che altro dargli la possibilità di parlarecon Lily…e anche con James, purtroppo. Avrebbe preferito essere solo con Lily, prenderle le mani, ma non era questo il suo compito. Si era votato ad una causa per 17 anni. Era ora di fare un ultimo atto di sacrificio.
Esitò, poi iniziò risoluto: << Potter, sebbene tu sappia che non nutro per te una grande simpatia, >> disse lentamente, <<…io devo ammettere i miei errori. Ho vent’anni in questa tua realtà e ho fatto scelte sbagliate. >> Gettò un occhiata a Lily che rimaneva in disparte.
<< Ho messo in pericolo la vita di tuo figlio e la tua…e quella di Lily. Ma non era mia intenzione. Purtroppo devo confessarvi…>> poteva risparmiarselo?... no,doveva espiare la sua colpa. Guardò Lily un ultima volta, certo che dopo lei non l’avrebbe più guardato in faccia se non con odio e disprezzo…ma tanto, già adesso.. proseguì:
<< Devo confessarvi che ho riferito io al Signore Oscuro della profezia…ma non sapevo si riferisse a voi! >>
<< Certo, come no! Non vedi l’ora di levarmi dai piedi, per di più rivelando un informazione di questa portata al tuo Signore!... >>
<>
<< Certo, perché no! Un schifosa mudblood! Ecco cosa pensi di lei! >>
<< No, no! >>
Lily intervenne: << Come no, Severus l’hai detto e ti ho già spiegato che non voglio sentire le tue scuse… >>
<< Lily, dannazione! Io mi sono maledetto l’anima per vent’anni a causa di quelle due parole… >>
<< Ma non hai cambiato amicizie, sei rimasto con i tuoi cari mangiamorte, che si divertono a torturare i babbani… >>
<< Che altro avevo Lily! Tu…anche tu hai preso la tua strada, e io non ti ho mai ostacolato anche se….anche se ti avrei voluta per me….eravamo amici,,,ma poi ho capito che tu meritavi di meglio, volevi di meglio…e per quanto riguarda i babbani…lo sai mio padre come trattava mia madre perché era una strega…ma comunque ho sbagliato… ma voglio rimediare in qualche modo, ti prometto che sopravvivrai a quella notte e sarai sempre felice con la tua… famiglia ….come il giorno della festa per Harry… >>
<< Era qui! >> Proruppe James.
<< …ti vedevo sorridente e pensavo che voglio solo tu sia così anche con lui…arrogante…ma se ti ama…se siete felice…però voglio che tu lo sappia Lily… avevo vent’anni non sapevo cosa fare…vedevo te scivolare lontano da me ogni giorno, dall’inizio, già dallo smistamento…ti ho persa già da li… >>
<< Severus, non puoi, per un’amicizia persa, crearne altre con elementi come Avery,  Mulciber…e poi io ti ero amica Severus, sei tu che mi hai chiamata… >>
<< Dannazione Lily, amica! Mai hai neanche considerato altro! Per questo ero arrabbiato e ti ho detto quella cosa! Tu mi consideravi un goffo amico da difendere dai grandi Potter e amici! Ero umiliato, non volevo prendermela con te, ma ero umiliato da questo saccente arrogante che usava contro di me un incantesimo che avevo inventato io e mi faceva apparire un idiota ai tuoi occhi! >>
<< Severus, in amicizia non esiste che mi sembri idiota e allora io non voglio la tua compagnia, era il tuo gruppetto che non mi piaceva… >>
<< Lily, amicizia!  >> Gridò Piton  <> Evocò il proprio Patronus << Io ti amavo! >>
Silenzio.
Lily fissava la cerva d’argento che la guardava con i suoi stessi occhi.
James, con uno sguardo di puro disgusto: << Ma come ti permetti? Altro che appenderti per una caviglia, Mocciosus, adesso io…. >>
<< James, lascialo parlare. >>
<< Ma Lily!... >>
 
Lily guardava stupita e anche addolorata il suo ex amico, che ora, così cambiato, così invecchiato, così…adulto… le diceva una cosa del genere. Certo ci aveva pensato qualche volta che ai tempi della scuola lui potesse avere una cotta per lei, ma niente di che, anzi quando se Mary glielo faceva notare lei rispondeva che erano sciocchezze, che lui in fondo cominciava a considerarla una mudblood… lei poi, in fondo l’aveva al massimo considerato un fratello maggiore, lui le aveva spiegato tutto a 11 anni… certo quando le aveva detto tutte quelle cose lei lo aveva ammirato, ma poi a scuola le cose erano presto cambiate…due case avverse, lui era sempre quello emarginato per i vestiti e i libri di seconda mano…lei prima  si dispiaceva per lui ma poi vedendolo frequentare certe compagnie aveva pensatoi che forse aveva di lui un idea sbagliata, forse c’era un angolo cattivo in lui e lei doveva stare attenta…si ricordava di quella volta nel parco  quando aveva fatto male a petunia…
 
….ridestandosi da questi pensieri, scosse la testa e guardò Piton, poi James, che era furente.
Silente disse: << Forse sta salendo troppa tensione…James, perché non lasci Severus e Lily a spiegarsi…. >>
<< Non se ne parla proprio! … >>
<< James, dopo che tu e Lily siete morti, Severus ha protetto vostro figlio fino alla fine… >>
<< Non mi interessa! >> Tuonò James.
 
Silente guardò Lily aspettandosi qualcosa che non venne.
 
Anche Piton stava facendo lo stesso.
Silente sussurrò: <>
<< Ma io…>>
<< Sono sicuro che Lily ha capito quello che hai fatto e stai facendo per loro. E anche James, in fondo. Spiegherò io loro i dettagli importanti. >>
 
Severus sentì crollargli il mondo sulle spalle. Forse non avrebbe avuto altre occasioni. Si fece avanti, andò verso Lily. James gli lanciò un incantesimo che lui bloccò con un gesto,  senza parlare. Lily stava ferma accanto al camino spento. Lui le prese le mai, costringendola così a guardarlo in viso. Lui si trovò perso nei suoi occhi verdi,  e dopo un istante che per lui valse una vita intera le disse finalmente:
 
<< Questi occhi…Lily, questi occhi sono l’ultima cosa che vorrei vedere alla fine del mondo. >>
 
Lily rimase interdetta.
Lui le strinse forte le mani, poi svanì, sfiorandole delicatamente i capelli ramati…
 
******************************************************************
 
Era seduto sul pavimento polveroso della stamberga strillante. Piangeva, di gioia per averla rivista, toccata… di dolore per averla persa ancora. Avvicinò al viso la mano con cui l’aveva carezzata: oltre il suo profumo, un suo capello ramato… quella notte ormai prossima avrebbe dato la sua vita per lei.
Si addormentò stringendo tra le braccia vuote l’eco della sua Lily…
 

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Capitolo 7
*** PITON CONTRO PITON ***


CAPITOLO 7
 
PITON CONTRO PITON
 
Lily e James avevano affidato il segreto a Minus; James aveva insistito.
Si fidava, si voleva fidare. Altrimenti avrebbe dovuto dar credito a Piton, e questo non voleva farlo. Lily era spaesata, stava il più possibile con Harry ed evitava di discutere con James di quello che aveva detto Severus.
 
Piton aveva illustrato a Silente le sue intenzioni e Silente aveva dato la sua approvazione.
Nel frattempo, anche il Severus di allora si era presentato a Silente supplicandolo di salvare Lily, e Silente, questa volta, dopo avergli richiesto la sua fedeltà lo aveva sconvolto dicendogli: <<  Non sarò io a  proteggere Lily, ma tu stesso. >>  
 
E così, Severus ventenne si era visto comparire davanti se stesso a 38 anni; la sua prima reazione fu di colpire quello spettro con un incantesimo, ma poi vide i suoi stessi occhi e vi trovò un dolore che seppe riconoscere.
 
Di due Piton si confrontarono e parlarono e il Severus ventenne decise subito di aiutare se stesso nel piano per quella notte, che includeva un doppio sacrificio. A vent’anni Piton si trovava restio a voler morire per salvare Potter, ed allora il trentottene si offrì di frapporsi lui tra James e Voldemort, mentre il vent’enne salvava Lily.
 
 
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Ma la settimana prima, il ventenne andò da lui nella stamberga e gli disse, secco:
<<  Senti, ci ho pensato. Tu hai sofferto per vent’anni la morte di Lily… io al solo pensiero sono distrutto, ma immagino che tu la sappia. Andrai tu da Lily, al piano di sopra e io…. >>
<<  No, perdonami ma non penso tu abbia l’esperienza necessaria a darti la forza di sacrificarti per quell’arrogante di Potter. >>
<<  Fidati, lo farò…in realtà la mia paura è che se tu morirai per primo all’ingresso, per salvare Potter, io sarò tentato di scappare portandomi via Lily, nascondermi con lei….e il bambino…insomma, non puoi chiedermi di trovarmi con James fuori gioco e non pensarci. Un attimo di esitazione e si perde tutto: se io non mantenessi salda la volontà di salvare il bambino lo lascerei senza protezione magica e sarebbe la fine per tutti, no? >>
<< Vedi di mantenerla salda, allora, perché non è possibile fare come dici tu. Se tu andassi tu all’ingresso a morire per James, rifletti: nel momento in cui morirai io mi dissolverei, non esisterei più. Io sono un futuro che dal momento in cui tu morirai cesserà di esistere. >>
 
<<  E’ qui che ti sbagli: ho fatto delle ricerche nel Reparto Proibito e ho chiesto a Silente: tu tornando indietro non hai attraversato lo spazio ma il tempo. Il futuro di cui tu parli adesso ancora non esiste. Tu, solo tu di quel futuro in questa realtà esisti. Se noi salviamo Lily, lei esisterà tra qualche anno e quella saràl’unica realtà. Contrariamente a quanto molti pensano, non esisteranno due realtà parallele, una in cui Lily è morta e l’altra in cui è viva: ne esisterà una sola, ovvero quella che decreteremo stanotte. >>
<<  Dimenticavo quanto si potevo essere semplicistico da adolescente! Tu sembri non voler capire! Se tu muori adesso o domani io non esisterò nel futuro, non esisterò per tornare indietro e …. >>
<<  Dannazione, sono diventato il solito professore che crede che le cose possano essere solo come lui pensa di saperle?... Quel futuro di cui parli, ripeto, non esiste ancora! Tu sei qui per una magia complicatissima, non hai semplicemente camminato sulla linea del tempo! Tu qui non sei una proiezione del futuro, sei una persona e basta. >>
<<  Senti, non può quadrare tutto come vuoi tu: se io adesso incido la corteccia di un albero, tra vent’anni se quell’albero esisterà recherà la stessa incisione. >>
<<  Sicuramente, ma nel momento in cui tra vent’anni prendi quell’albero e lo riporti indietro, anche se sradichi l’albero di oggi, quello riportato indietro continuerà ad esistere in questa realtà. >>
Piton riflettè, dubbioso.
<<  Non vuoi credermi? >>  Riprese il ragazzo, <<  Allora guarda. >>
Il ventenne estrasse un orologio da taschino molto segnato, ma funzionante. Vi erano incise le iniziali E.P.
 
Piton si portò istintivamente le mano all’altezza del petto, dove custodiva l’orologio di sua madre.
<<  Se io rompo il mioorologio adesso, anche il tuo dovrà rompersi, secondo te, no? >>
E così dicendo puntò la bacchetta sul proprio orologio: <<  Diffindo! >>
<<  No! >>  urlò l’uomo; il vetro dell’orologio esploso, e degli ingranaggi rotolavano sul pavimento.  <<  Dannazione, screanzato! Era l’ultimo ricordo di nostra madre! >>
Deludendo, il ragazzo rispose: <<  Lo so bene, ma non importa, ne abbiano un altro… >>
E accennò al petto di Severus. Piton estrasse dalla tasca interna il suo orologio.
 
Ticchettava tranquillamente.
 
<<  Vedi? >>  Sorrise il ragazzo.  
 
<<  Va bene, va bene, è come dici tu >>  ammise frettolosamente Piton, <<  ma ciò non toglie che sia più sicuro che vada io al piano di sotto: solo così avrò la certezza che non lascerai crepare quel maiale di Potter. >>
<<  Allora qui non abbiamo detto niente! Quando tu avrai salvato Potter al piano di sotto, io  avrò Lily solo per me, come puoi chiedermi di rinunciare a questa vita? >>
 
I due Piton si guardarono negli occhi.
 
L’uomo comprese che laddove lui, dopo vent’anni di sacrifici poteva riuscire, il ragazzo avrebbe fallito: non era pronto a vent’anni a sacrificarsi per il bene, almeno non se aveva la possibilità di stringere tra le braccia il suo sogno.
 
<<  Bene, allora starai tu al piano di sotto per Schiantare James ed essere colpito al posto suo dalla Maledizione. >>
<<  Perfetto: Schiantarlo non può che farmi piacere, e morire va bene, sapendo che sto contribuendo alla felicità di Lily. Ma ti avverto, Potter non riceverà nessuna protezione speciale: mi sacrifico per Lily, non per quel cafone. >>
<<  Lo so, lo so. >>  
 
Calò un silenzio carico di tensione. Fare piani per la propria morte! Adesso si che Piton riusciva a capire Silente. Essere buoni… altruistici. Speriamo che ne sarebbe valsa la pena. L’aveva veramente capito solo adesso. Solo adesso…. Severus aggiunse secco:
<<  Chi mi garantisce che non lascerai morire James? >>
<<  Lily mi odierebbe se lo facessi. >>  rispose il ventenne, semplicemente.
<<  Conoscendomi, è una garanzia che mi basta. >>
 

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Capitolo 8
*** 31 OTTOBRE 1981 ***


CAPITOLO 8
 
31 OTTOBRE 1981
 
Venne la notte del 31 ottobre.
 
Piton ventenne, sotto incantesimo di disillusione, era appostato nell’ingresso di casa Potter, nascosto. Quando Voldemort si presentò alla porta, James gridò a sua moglie di scappare con il bambino; James si parò di fronte Voldemord per ostacolarlo, ma il Mago Oscuro, trovando ciò irrisorio, agitò svogliatamente la bacchetta per uccidere con un incantesimo non verbale; non valeva nemmeno la pena di sprecare il fiato.
 
Ma il mangiamorte con il cuore da Grifondoro in quell’attimo si frappose tra Voldemord e Potter, scagliando a quest’ultimo uno Schiantesimo l’attimo prima di venire colpito dall’Avada Kedavra. Questione di istanti; Voldemord vide solo quello sciocco di Potter che pensava di poterlo affrontare cadere a terra dopo un lampo verde. Non gli prestò nemmeno tanta attenzione, superandolo, e non si accorse quindi che, abilmente Disilluso, sopra il corpo di James era riverso il cadavere del suo Mangiamorte, della sua Spia.
 
Lily, nel frattempo era corsa su, in camera di Harry, dove il bambino saltellava nella culla, curioso per il trambusto che sentiva al piano di sotto. Arrivata alla stanza, Lily fece per aprire la porta, ma nell’attimo in cui afferrò la maniglia sentì uno strappo all’altezza dell’ombelico e si ritrovo a vorticare, per poi cadere a terra sul pavimento grigio e freddo di una stanza che dopo un attimo riconobbe: i sotterranei di Hogwarts. Nella mano stringeva ancora la maniglia, che da un blu elettrico che era diventata tornò color ottone. La maniglia della stanza di Harry era stata trasformata in una Passaporta.
 
Da dentro i confini di Hogwarts non ci si poteva Smaterializzare, e quindi Piton contò sul fatto che nel tempo che Lily avrebbe impiegato a risalire le ripide scale del castello, giungere al portone, correre attraverso al parco fino ai cancelli e superarli, Voldemord avrebbe ucciso lui e tentato di uccidere Harry, ma in questo ultimo intento non sarebbe riuscito: Piton, con le sembianze di Lily ottenute grazie alla Polisucco, ponendosi tra Harry e Voldemord avrebbe conferito a Harry la protezione data da un sacrificio intenzionale. L’incantesimo, rimbalzando addosso al carnefice, avrebbe staccato l’essenza del Signore Oscuro dal suo corpo, che sarebbe sparito. Almeno per il momento, almeno per i prossimi 14 anni.
 
Ora Voldemord saliva lentamente le scale, pregustando la sua vittoria. Una donna e un bambino, che vittime facili!...
 
Piton, nella camera di Harry, si posizionò tra la culla e la porta che ora, senza maniglia, era rimasta socchiusa. Il piccolo Harry lo guardava tendendogli le manine: d’altronde ora Severus aveva l’aspetto di Lily, grazie alla Polisucco e al capello che aveva preso a lei la notte in cui le aveva confessato il proprio amore.
 
Severus fissava la porta. Il Signore Oscuro l’apri lentamente facendola cigolare ed entrò nella stanza.
 
Vide la donna di fronte al bambino, di fronte alla minaccia… che sciocchezza, il figlio di una schifosa Mudblood… anche lei un insetto da schiacciare… ahh, no doveva risparmiarla… per quello scioccodi Piton che desiderava insozzarsi con quel sangue sporco…
<<  Spostati, donna >>   sibilò Voldemord, calmo e temibile.
La donna non si spostò.
<<   Non mi hai sentito? Ti ho chiesto di spostarti… >>
Cosa voleva di più, un “per favore” ? Quante erano le persone che potevano vantarsi di essere risparmiate da Lord Voldemort!… Se non fosse che era stato proprio Piton a rivelargli della minaccia e poi a supplicarlo di risparmiare la donna,avrebbe fatto volentieri piazza pulita…. Cominciava ad irritarsi.
<<  Spostati, stupida, spostati! >>
<<  Uccidi me, non Harry! >>  Uccidi me, vigliacco. Donne e bambini, le tue vittime preferite! Certo, perché ti piace vedere le tue vittime implorare, piangere… Forza, uccidi me, vigliacco. 
Voldemord sbarrò i suoi terribili occhi rossi. Aveva sentito i pensieri di quella schifosa! Come osava! Meritava di morire ora più che mai! E con un sibilo spietato Voldemord tuonò il suo incantesimo:
<<  AVADA KEDAVRA! >>
Piton vide il lampo di luce verde, e venne scagliato all’indietro. Nel cadere sbatté la testa contro lo spigolo di un mobile.
Il sangue che perdeva dalla nuca formò una piccola pozza rossa, in cui si riflettevano due occhiali ormai rotti e lo sguardo vitreo dell’uomo che all’ultimo istante si era tuffato tra Voldemord e quella che credeva essere sua moglie.
 
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Capitolo 9
*** MEZZANOTTE, OPPURE UN TESCHIO ***


CAPITOLO 9
 
MEZZANOTTE, OPPURE UN TESCHIO
 
Voldemord sbuffò. “L’amore! ah! ” … che idiozia! E quell’uomo, che idiota! Morire due volte in una sera. Ma come poteva essere ancora vivo? Sarà che dopo qualche centinaio di vittime non prestava abbastanza attenzione alla Maledizione Senza Perdono che scagliava. In effetti, non aveva neanche prestato attenzione all’incantesimo scagliato al piano di sotto. Semplice insetto da calpestare… inoltre aveva praticato un incantesimo non verbale sovrappensiero, pensando al marmocchio… già, il marmocchio. Doveva pensare a quel coso che ora piangeva nel suo lettino. Tanto i genitori erano fuori gioco. La donna sarebbe morta a momenti, dissanguata. Seppure fosse sopravvissuta, non gli importava più di tanto: anzi, ne sarebbe stato felice quel suo servo sciocco…Desiderare una nata Babbana… Sangue di fogna ecco cos’era! Non volle addentrarsi in questi suoi pensieri. Il bambino frignava. Aveva sempre odiato i bambini che frignavano all’orfanotrofio.
 
Si avvicinò alla culla e sibilò maligno, rivolto a Harry:
 <<  Ti sto facendo un favore sai, moccioso? Tanto i tuoi cari genitori sono morti… ma non preoccuparti, presto li seguirai… >>
Sorrise malevolo e socchiuse gli occhi. Com’era stato facile! E così anche l’ultima minaccia all’ascesa di Lord Voldemord sarebbe stata estirpata…
Con una risata e il volto bianco spettrale deformato dalla malvagità, egli gridò:
<<  Avada… Kedavra! >>
 
E fu un boato.
 
Il lampo verde esplose e fece tremare i vetri delle abitazioni per due isolati. La casa esplose, crollando su un lato. Il boato dell’esplosione fu sormontato dall’eco di un grido mostruoso, inumano.  Voldemord era distrutto.
 
Il bambino piangeva strillando, ed aveva sulla fronte una cicatrice a forma di saetta che brillò di un verde spettrale prima di spegnersi e rimanere lì, bianca e pulsante.
 
Pochi istanti dopo si materializzò lì una donna dai capelli ramati scarmigliati e scomposti. Con lo sguardo atterrito, Lily si precipitò a rivoltare le macerie seguendo il pianto di suo figlio.
 
Sotto le macerie, protetto da una trave, vide il suo Harry piangere e dimenare i pugnetti. Lo raccolse fremendo e  lo strinse al seno, piangendo. Poi si guardò attorno e urlo: <<   James! JAMES! >>
Un gemito.
Disperata, scostò con la bacchetta una parte di solaio caduto.
Sporco di calcinacci, con strane vesti strappate e le gambe contorte in strane posizioni, un uomo aveva il capo riverso e perdeva sangue scuro e denso. Non era James.
 
 
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Aveva i capelli di uno strano colore e le labbra troppo familiari. Poi Lily si accorse che i capelli stavano lentamente sfumando da rosso a nero e si stavano ritraendo nel cranio. Il naso cresceva e si deformava e le labbra carnose si assottigliavano. La pelle candida e rosea diventava olivastra, ed il fisico mutava sotto la veste da strega tendendo il tessuto.
 
Lily deglutì, attonita.  Li a terra, davanti a lei, c’era Severus, quel Severus invecchiato e folle che si era presentato a casa sua tempo fa insieme a Silente. Era ferito gravemente alla testa. Lily depose delicatamente Harry, che aveva smesso di piangere forte, accanto a lei, stando attenta a non posarlo su calcinacci o vetri rotti. Il bambino nella sua tutina agitava gambe e braccia, ma stava relativamente bene. Severus, invece era in condizione critiche.
 
Lily si inginocchio velocemente accanto a lui e cominciò a muovere sapientemente la bacchetta in un Incantesimo Curativo, e sussurrando le parole magiche come una nenia senza inizio né fine. La ferita smise di sanguinare e si rimarginò. Piton era stordito ma semicoscente. Oscillava il capo debolmente a destra e sinistra, mormorando parole senza senso. Lily lo scuoteva per le spalle, gridando con voce incrinata:
<<  Dov’è James, Sev? Dimmi dov’è, ti prego! >>
 
Lily piangeva. Piton sentendo quel suono che non avrebbe mai voluto sentire per nessuna ragione al mondo, parve riprendere un po’ coscienza. Si rese conto di avere il capo poggiato sulle ginocchia di Lily, che singhiozzava agitando la bacchetta per spostare macerie e cercando di Appellare il marito, in un tentativo disperato.
 
Ma aveva capito che non c’era nulla da fare.
 
Un braccio di James sbucava da sotto le macerie. L’orologio da polso aveva il vetro infranto, e la lancetta nera era ferma sul punto in cui poteva segnare la mezzanotte, oppure un sinistro teschio con due ossa incrociate. Anche il pallore cadaverico di quel braccio non lasciava dubbi. James era morto.
 
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Capitolo 10
*** I PIANI SONO CAMBIATI ***


I PIANI SONO CAMBIATI
 
Piton era a dir poco mortificato. Adesso Silente avrebbe pensato che era stato lui a fare in modo che James morisse! Come se avesse potuto captare quel pensiero Silente si smaterializzò accanto a Piton, guardandolo accigliato.
 
Silente si guardò intorno. La casa distrutta; era previsto, lo sapeva, era scritto nella lettera. Il bambino con una cicatrice sulla fronte, ma salvo. Previsto. Lily viva; era quello il piano. Piton: vivo. Perché? Si era forse sbagliato sul suo conto? Spostò lo sguardo in direzione di Lily. James era morto. Allora Piton l’aveva tratto in inganno….
 
<< Silente, so cosa stai pensando, ma io… >>
Silente si voltò, temibile e gridò potentemente:
<<  Legilimens! >>
 
Albus vide quella notte passargli davanti agli occhi come flash:
Voldemord entrare, Piton che con le sembianze di Lily rimaneva fermo davanti la culla e diceva a Voldemord di non uccidere il bambino. Voldemord scagliare l’Avada Kedavra su Piton, Piton serrare gli occhi e allargare le braccia, e subire l’urto della forza della maledizione per poi cadere all’indietro. Buio.
 
Silente era riuscito ad aver ben chiari i fatti. Tornò a girarsi verso Lily e il bambino. Silenziosamente e delicatamente, lesse la mente del piccolo Harry, poi parve calmarsi.
 
Tornò a guardare Piton a terra, sporco di sangue, sinceramente inconsapevole del perché le cose non erano andate secondo i piani.
 
<< Silente, io..! >>
<< Non occorre, Severus, capisco che non era nelle tue intenzioni. >>
Certo che no! , pensò Piton. Lily piangeva disperata.. l’avrebbe odiato… lui l’aveva resa comunque infelice…
<< Non è detto, Severus. >> Silente gli stava continuando a tener d’occhio i pensieri.
<< Potremmo tornare ancora indietro di qualche ora con un’altra Giratempo! Potremmo riprovare facendo in modo che James sopravviva!... >>
<< No, Severus. Tu comunque non puoi usare una Giratempo quando sei già in un tempo che non è il tuo. >>
<< Ma tu si!... >>
<< Io non intendo farlo. Giocare col passato, forzare il destino non è una cosa che ritengo giusta. Se tra vent’anni avrò cambiato opinione, ora però  rimango di quest’idea. Non si può tornare indietro ogni ora per cambiare ogni evento spiacevole. Nel futuro ti ho concesso di farlo perché la tua sarebbe stata un’azione senza profitto personale.  Come vedi, le cose non sono andate come pensavamo. Ma tu non hai colpe, Severus, non  questa volta. È stata una decisione di James salvare la moglie ed il piccolo. Ora loro sono salvi grazie a lui e… >>
 
Si bloccò. Altro errore nei piani.
 
<< In effetti, Severus, tu e il piccolo siete vivi grazie a lui. Ancora una volta James ti ha salvato la vita, seppure inconsapevolmente. Mi auguro che questa volta non lo odierai per questo. >>
 
 
Severus era senza parole. Doveva la vita a Potter ancora una volta, e proprio adesso che si sarebbe potutosdebitare…  Beh, in un certo senso il Piton ventenne l’aveva fatto. Ma ora lui cosa avrebbe fatto? In quella realtà non doveva esistere, almeno non con trentotto anni e tutte quelle conoscenze sul futuro. Inoltre Lily sicuramente lo odiava.
<< Questo non è detto, Severus. >>
<< Vuoi smetterla di leggere la mia mente? Dai, finiamo questa storia, uccidimi, non te ne serberò rancore, anche tu mi chiederai di farlo e … >> come aveva fatto a non pensarci! Lui sarebbe dovuto esserci per passare informazioni preziose a Silente in futuro!
 
<< Scusami se insisto, ma leggendo i tuoi pensieri fughiamo subito i dubbi e le domande. Non per toglierti qualcosa, ma non saresti stato più così necessario: ho provveduto a spiegarmi tutto in quella lettera, avrò lo stesso tutte le informazioni più importanti >>
<< Ma le cose sono cambiate,  che ti dice che Voldemord agirà esattamente come …. >>
<< Non mi riferivo alle informazioni sui suoi piani nel particolare, ma alle sue intenzioni,  sui suoi punti deboli, al suo modo di pensare, ai suoi punti deboli. Certo, mi mancherà una spia, ma sono sicuro che il destino ce la fornirà. E tornando ai fatti più urgenti, Lily non ti odia. >>
 
Piton guardò basito in direzione di Lily, che si stava asciugando le lacrime.
 
<< No che non ti odio, Sev, capisco che le tue intenzioni erano buone, e questo mi fa piacere. Più per te che per me in effetti. Mi sarebbe dispiaciuto molto vederti votato al male. >> Singhiozzò ancora, asciugandosi altre lacrime che non smettevano di colarle sulle guance.  << Ma ora che farò io, Silente, senza James… >>
<< Lily, sii forte. Devi pensare al bambino. Sono sicuro che i tuoi amici ti staranno accanto >>
<< I miei amici… i miei amici! Cielo, Silente! Se Voldemord ci ha potuti trovare… Minus deve aver parlato! >>
<< Merlino! A proposito Lily, dobbiamo cercare Sirius. Ti servirà averlo accanto, non  vorrei doverti vedere afflitta anche per la sua prigionia ad Azkaban. >>
<< Azkaban, ma di che parli? >>
<< Dobbiamo trovarlo e parlargli prima che tenti di uccidere Minus. Ti spiegherò dopo, andiamo. Silente posò la mano sul braccio di Lily; Harry ridacchiò vedendo la barba del mago scintillare argentea. << Severus, ho da spiegare un bel po’ di cose a più di una persona. Tu va a Hogwarts, e per il momento non ti far vedere da nessuno. Aspettami nel mio ufficio, lì non potrà entrare nessuno. Fanny ti ci porterà direttamente.
 
E mentre il mago svaniva con Lily e il bambino, in una fiammata apparve la fenice di Silente. Fanny attese che Piton stringesse una mano intorno alla sua zampa per materializzarsi con lui nell’ufficio del preside, dove lei tornò ad appollaiarsi sul suo trespolo e Piton si lasciò cadere su una sedia, sfinito, con la testa fra le mani ed una grande confusione nella mente. 

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Capitolo 11
*** LE DISPOSIZIONI DI SILENTE ***


LE DISPOSIZIONI DI SILENTE 
 
Stava ormai albeggiando quando Silente tornò nel suo ufficio.
 
Piton si era addormentato con la testa riversa sulla scrivania. Silente con un sorriso gentile fece apparire una bevanda calda sul tavolo che con il suo piccolo “pop” svegliò Piton, il quale sussultò e si ricompose.  
<< Silente! Alla buon’ora! Scusami, sono distrutto. Allora….potresti spiegarmi cosa succederà ora?  >>
 
<< È piuttosto semplice, in fondo: dobbiamo rassegnarci al fatto che il destino è stato cambiato; non proprio come volevamo noi. Questo ci insegna che giocare col passato è assai rischioso, e noi non abbiamo pieno controllo su di esso. In pratica, la situazione è quella che è e noi non possiamo far altro, da adesso in poi, che vedere come le cose si evolveranno. E non fare quella faccia, Severus. Dovresti rallegrarti: Lily è viva, dopotutto. >>
 
<< Ma il piano prevedeva che le cose andassero diversamente…. >>
 
<< Il piano prevedeva che tu, con il tuo sacrificio, avresti salvato Lily e James Potter, ed il loro bambino. Lily e viva, Harry è vivo e …  >>
 
<< E Potter è morto. Due su tre, Silente. Ma qui si parla di vite, non è un risultato soddisfacente. >>
 
<< Il destino a voluto così. James è morto da eroe. Volevi prenderti tu tutta la scena?... >>
 
<< Non scherzare, Silente! >>
 
<< No, hai ragione, non c’è da scherzare. C’è da pensare a come organizzarci. Tu sei vivo, va bene, ma hai un aspetto notevolmente diverso da quello che dovresti avere. Ma dopotutto, potremmo sempre spargere la voce che sei stato vittima di una Pozione Invecchiante mal riuscita, i cui effetti non possono essere annullati. Certo, forse non sarà una bella reputazione per un professore di Pozioni, ma a questo si può rimediare. >>
<< Intendi dire che io continuerò ad insegnare pozioni qui? >>
 
<< Si, non vedo dove potresti essere più al sicuro. >>
 
<< Bene. Allora, visto che ci siamo, potresti darmi la Cattedra di Difesa Contro Le Arti Oscure. O ancora credi che potrebbe influenzarmi negativamente? >>
 
<< No, non credo questo. Ma non ti darò quel posto. Sai benissimo che è stato maledetto da Voldemord, ed il ti voglio qui per tanto tempo. >>
 
Vi fu una pausa, e i due maghi si guardarono negli occhi.
 
<< E Lily?.., >> Severus non poteva più trattenere quella domanda. << Lily cosa farà? >>
 
<< Lily andrà a vivere a casa di Sirius. La casa è spaziosa, e Sirius è un buon amico. Dovremmo ripulirla da tutti i trabocchetti e gli oggetti oscuri che sono sempre piaciuti a un certo ramo dei Black, ma una volta fatto questo la casa sarà sicuramente abbastanza accogliente per Lily e il bambino. E soprattutto sarà sicura: è protetta da ogni sorta di incantesimi, e Sirius contribuirà prendendosi cura di Lily e di Harry. Dopotutto è il suo padrino. >>
 
 
******************************************************************
 
 
 
E quindi questa volta sarebbe finita così. La sua Lily sarebbe di nuovo stata con una dei Malandrini, non con lui. Sirius, dannazione. Proprio Sirius.  Piton sapeva bene che quel Black sapeva essere affascinante per le donne, forse anche più di James. Quanto tempo sarebbe passato perché Lily trovasse conforto tra le braccia dell’uomo che era stato così amico di Potter?... Si somigliavano quei due: arroganti, coraggiosi, forse Black era anche più attraente. L’avrebbe fatta felice? Sicuramente sarebbe stato un buon padre per Harry.
 
Severus si ridestò da questi sui pensieri. E con un tono falsamente fermo disse:
<< Bene, Silente, allora è deciso. Posso riprendere la mia stanza nei sotterranei? >>
 
<< Ma perché ti ostini a voler vivere lì?... Vuoi mantenere la tua fama…anche se qui ancora non ce l’hai…ebbene, vuoi coltivare la fama di professore tenebroso ? … >>
 
<< Voglio essere lasciato in pace, Silente! >>
 
<< Severus, avverto il tuo dolore. Non è necessario. Non credi che le cose cambieranno in meglio, in questa nuova vita? >>
 
<< Lily starà bene con Sirius. E non vorrà vedermi. >>
 
<< Oh, invece io credo proprio che voglia vederti. Sirius e gli altri membri dell’Ordine avranno un bel da fare per qualche settimana: dobbiamo organizzare una missione importante, e credo non ci convenga spettare quattordici anni per iniziarla. Poi ci saranno processi, arresti, ora che Voldemord se ne è andato. Noi che sappiamo chi lo ostacolava e chi no dobbiamo testimoniare. E poi dobbiamo diffondere la notizia che lui se ne è veramente andato per il momento, non possiamo lasciare i maghi e le streghe del Paese nel dubbio. Come vedi, Sirius e gli altri amici di Lily saranno impegnati per un po’. Lei merita un po’ di pace e di tranquillità, ed io le ho suggerito di rimanere in Grimmauld Palace senza troppa gente attorno, solo gli amici più intimi ad confortarla. Le ho chiesto se voleva che lasciassi a Sirius e a Lupin un po’ di tempo libero per andare da lei. Lei ha risposto “ Se vuole venire, preferirei Severus. ”
…Naturalmente tu potrai iniziare a tenere le lezioni a metà corso, o l’anno prossimo e…>>
 
Piton ormai non lo ascoltava più. Si era portato la mano al petto, soffocato dall’emozione, fermo su quella frase:
 
“ Se vuole venire, preferirei Severus... ” 
 
Silente sorrise teneramente:
<< Credo che Lily abbia capito che può contare su di te. >>
 
E, per la seconda volta, Piton rispose al preside con una sola parola:
 
<< Sempre. >>

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Capitolo 12
*** Una Famiglia Era Stata Salvata ***


NOTA DELL’AUTRICE
 
Dedicoquesto capitolo a una lettrice che mi ha fatto una richiesta specifica ……. 
Salvare i Paciock!
 
Chiunque abbia una richiesta sull’evolversi della trama, me lo scriva in recensione o in messaggi privati,
se posso farò in modo di esaudirla volentieri! 
 
(A parte resuscitare James, scusate non è per cattiveria, ma dopo tutta questa fatica per far vivere Severus!... James avrà comunque un ruolo nel proseguo... 
chi lo vuole come Fantasma?...
….sono indecisa!)
 
Grazie a tutte le lettrici, mi fa piacere che questa storia vi piaccia!
 
**************************************************************
 
 
UNA FAMIGLIA ERA STATA SALVATA…
 
 
I giorni a seguire furono frenetici.
 
Tutti i membri dell’Ordine della Fenice avevano il loro bel da fare: oltre gli stormi di gufi in pieno giorno e la pioggia di stelle cadenti nel Kant, la scomparsa di Voldemord voleva dire arresti, confessioni, liberazioni, ricerca dei suoi seguaci latitanti.
 
In particolare, Silente aveva allertato gli Auror per la cattura dei Mangiamorte più pericolosi che, come lui sapeva, avrebbero continuato a mietere vittime anche senza il loro Signore. Due di questi erano i Lanstrage.
 
Prima del loro attacco ai Paciock, vennero catturati da una decina tra Auror e membri dell’Ordine.
 
Seppur in netta minoranza numerica, non fu una cattura facile: diedero battaglia e solo l’intervento di Silente in persona piegò Bellatrix alla resa.
 
L’incantesimo di incatenamento stringeva i polsi della mangiamorte dietro la schiena, ma lei pareva altera e fiera anche in quella posizione flessa. Si limitò a dire, con la sua voce suadente e canzonatoria : << Forza, Silente uccidimi…ahhh, no tu non ti abbassi a tanto…cosa vuoi che sia Azkaban per me?...  Il mio signore verrà a liberarmi… non mi lascerà a lungo lì… vorrà la sua più federe servitrice….. >>  
 
Silente semplicemente ignorò le sue parole. La sua bontà e pacatezza non lo rendeva incapace di disprezzare le persone di una crudeltà simile, a maggior ragione dopo aver saputo dalla lettera ciò che i Lanstrage avrebbero fatto ai coniugi Paciock.
 
Andò poi a casa di Alice e Frank, dove la madre di lui lo accolse  con delirante entusiasmo:
 
<< Silente…ohhh Silente! L’ho visto1 l’ho visto nella mia sfera quello che hai fatto per noi stasera! >> 
<< Ti ringrazio, tutti dobbiamo rallegrarci per l’arresto di ogni Mangiamorte… >>
 
 << No, no, Silente! Mi riferisco ai Lanstrage, a loro! A te, alla tua tempestività! So cosa sarebbe successo, mi stavo disperando… l’aveva visto nella sfera di cristallo, nelle foglie di the….avrebbero distrutto le nostre vite, quella di mio figlio, di mia nuora, del nostro piccolo Neville… Ti dobbiamo tanto, Silente! >>
 
<< Vedo che le tue doti di Divinazione non sono state intaccate dal tempo….eri sempre la prima del corso quando eri a Hogwarts…>>
 
<< Infatti Silente, avevo interrogato anche le carte…tutti quei cattivi presagi per i miei figlioli…da più di una anno ormai! Ma poi, d’un tratto, la sorte è cambiata, cambiata! Merito di una barba argentea…e di capelli neri…ma Silente, quei capelli a chi si riferivano? Al giovane Sirius?... Porta anche a lui i miei ringraziamenti più sentiti!! >> e tutta felice tornò in cucina al suo the.
 
 “Non era proprio Sirius, ma riferirò ” …disse Silente tra sé e sé.
 
Poi svanì, sorridente nel guardare Frank e Alice Paciock giocare sul tappeto col loro piccolo, paffuto Neville…
 
In fondo, Piton un’intera famiglia era riuscito a salvarla…

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Capitolo 13
*** L’Elfa Hokey – Un’Altra Anima Salvata ***


L’Elfa Hokey – Un’Altra Anima Salvata
 
Silente portò gli ignari ringraziamenti della Signora Paciock a Severus, che girava per i sotterranei di Hogwarts come un’anima in pena in attesa che gli venisse concesso di andare dalla sua Lily.
 
<< Silente,  quando pensi che sia il caso che io vada da lei?... >>
 
<< La scorsa notte ho ritenuto che fosse il caso di lasciarle elaborare il suo dolore da sola. Un’elfa domestica è già lì per aiutarla con il bambino. Sirius è in missione altri membri dell’Ordine per diffondere la realtà dei fatti ed aiutare a catturare i seguaci di Voldemord latitanti. Molti si sono radunati in Albania, Sirius e altri dovranno snidarli… anche se per ora lui è piuttosto furente: vorrebbe vendicarsi di Minus, che ha tradito il suo migliore amico e si è dato alla macchia. Ma per il momento l’ho dissuaso. Devo ancora valutare se il destino di Minus dovrà essere modificato e quanto. >>
 
<< Sarà lui a permettere che l’Oscuro Signore si riprenda il suo corpo! Certo che dobbiamo fermarlo! >>
 
<< Severus, se non sarà lui, sarà qualcun altro: qualcuno che non avrà poi dentro lo stesso rimorso nei confronti proprio del padre di Harry: in futuro confido che Minus farà qualcosa in favore del ragazzo; non è privo di coscienza, anche se debole. >>
 
 Piton fece per replicare, ma silente lo interruppe:
 
<< Invece di discure ora di questo, non preferiresti andare da Lily?... >>
 
<< Oggi,  Silente’… e adesso me lo dici!... >>
 
Silente rise affettuosamente.
 
<< Te l’ho detto, Sirius è in viaggio. Non mi fa piacere l’idea che passi la notte da sola in quella casa. Ti ho fatto preparare la stanza accanto la sua. Sirius era riluttante, ma gli ho spiegato la situazione. Forza, allora, vai… >>
 
Severus sembrò che volesse dire qualcosa a Silente, poi parve non riuscire a trovare le parole, ma bastò il suo sguardo.
 
Anche Silente sorrise teneramente vedendo la sua espressione.
 
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Piton entrò in Grimmauld Palace tremando dall’emozione. Tremando! Quando mai lui aveva tremato negli ultimi vent’anni! Neanche di fronte alla morte! Ma davanti a Lily tremava. Non di paura, certo. Anzi, si, anche di paura, paura di non saper come comportarsi, paura che lei in fondo l’odiasse, gli serbasse rancore.  Era nell’ingresso, non si azzardava a salire al piano di sopra, dove lei cantava a Harry una dolce ninnananna per farlo addormentare. Poiché nel suo futuro era stato          Quartier generale dell’Ordine, Piton sapeva muoversi abbastanza bene al piano terra di quella casa: si diresse verso la cucina.
 
Un bel fuoco nel caminetto in pietra riscaldava la stanza. Lui entrò con l’idea di farsi una tazza di the, magari corretta al Wiskhy Incendiario per darsi coraggio. Non fece in tempo ad appellare una teiera che una minuscola elfa domestica vestita da un grembiule molto carino entrò zampettando e squittendo:
 
<< Signore, lasci stare, ci pensa Hokey, Signore! >>
<< Professor Silente ha detto a Hokey che sarebbe venuto anche lei qui, Signore! La sua stanza è pronta, Signore, dopo il the ve la indicherà Hokey se vuole! >>
 
Piton annuì con un grugnito imbarazzato.
 
L’elfa continuò a parlare preparando il the.
<< …Professor Silente è stato troppo buono con Hokey, Signore! Lui ha chiesto a Hokey perfino se le piacesse la casa, signore! Solo perché piena di oggetti oscuri, ma già molti spariti da qui! Ma Hokey ha vissuto tanti anni in posto assai più tremendo e oscuro, Signore…. Ma voi non pensare male di Hokey… E comunque Professor Silente ha chiesto lui stesso di esser chiamato professore e no padrone, voi perdona Hokey, Signore, non pensate Hockey non rispetti abbastanza lui, anzi Hokey è molto grata a Professor Silente. Lui ha scagionato Hockey, signore! Lui si fida di Hokey, anche per preparare the per voi e latte per il bimbo…lui ricordato a Hokey che io non essere elfa che avvelena cioccolate, no,  no…ecco il suo the Signore, beva tranquillo! >>
 
E gli porse sorridendo una tazza fumante di the.
 
Piton la prese, un po’ confuso. L’assaggio. Non era corretto, ma forse era meglio così.
 
<< Ora voi vogliate scusare me, ma io devo portare su coperta per il bambino… Professor Silente ha detto a Hokey di badare al bambino e fare star e tranquilli lui e sua madre… anche se non è facile con elfo di questa casa che sibila cattiverie su tutti, no, no… >>
 
E l’elfa se ne andò con passi piccoli e veloci….
 
Piton rimase appoggiato al tavolo della cucina, un po’ stordito dal cicaleggio dell’elfa che ritrovava la parola e la serenità dopo anni chiusa in una cella per un reato mai commesso.
 
 
 …Passarono quaranta minuti prima che Severus si decidesse a salire le scale……………

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Capitolo 14
*** LA PRIMA NOTTE CON LILY - PRIMA PARTE ***


LA PRIMA NOTTE CON LILY – prima parte
 
Passarono molti minuti prima che Severus si decidesse a salire le scale. Era ormai sera tarda.
 
Percorse il corridoio principale, fino a giungere davanti alla porta che presumeva essere la  sua stanza.
 
Accanto alla sua porta chiusa, un tenue fascio di luce illuminava una porzione di corridoio, tralucendo da un uscio socchiuso: era la porta della camera in cui si era sistemata Lily con la culla del suo bambino vicino al suo letto grazioso a baldacchino.
 
Le tende del letto a baldacchino, che prima erano scure e in tessuto di pesante velluto, erano state sostituite da leggeri veli di chiffon bianchi, che sfumavano leggermente verso un tenue ed elegante rosa.  
 
Lily stava ancora cullando dolcemente il suo piccolo Harry, che ormai dormiva sereno.
 
Piton la vide da quello spiraglio nella porta, e rimase bloccato lì, colpito da ciò che vedeva, e non solo in senso positivo….
 
Quella giovane donna, in un’immagine così angelica, mentre cullava il suo bambino.
Quella donna così giovane, mentre per lui ormai quasi vent’anni erano passati!
Ora anche gli anni lo dividevano da quel giglio! Cielo, non poi così tanti, in fondo lui era diventato un uomo, era maturo nel senso di “adulto”, certo non di mezza età…. Ma lei! Lei cosa avrebbe pensato di questa cosa?...
 
Lily, quando si accorse che Severus era nel corridoio, posò Harry nella culla e gli andò incontro…
 
<< Sev!..>> esclamò sussurrando, per non svegliare il piccolo Harry.
<< Lily,ehm, …come stai? >>
Subito si pentì di quella domanda, ma che poteva dirle!...
 
Lily si rabbuiò un attimo, poi tirò fuori un mezzo sorriso e rispose, con il tono di chi ha ripassato mentalmente tante volte le cose da dire:
 
<< Oh, Sev, io …io volevo innanzitutto ringraziarti per quello che hai fatto; Silente mi ha spiegato quali erano te tue intenzioni, e ti fanno davvero onore…e che poi sia andata diversamente ….>> ebbe un singulto di dolore pensando a James, <<  beh…ecco, capisco che non è colpa tua e non te ne serbo rancore. Anzi, come ti ho detto, ti sono grata. E poi anche tu hai perso molto quella notte, insomma…in effetti mi sono  chiesta cosa si prova a perdere se stessi… voglio dire, al piano di sotto tu, cioè, il Severus che conosco. Silente mi ha detto che hanno dovuto recuperare il, ehm, corpo in segreto, visto che tu ufficialmente sei vivo, e non è stato possibile nemmeno dargli il tributo da eroe che merita, insomma….>>
 
<< Lily, non sentirti a disagio per questo >> rispose in fretta Piton, che in realtà era lui per primo a sentirsi a disagio, << Io non sto assolutamente male per questo: è vero, quel me stesso è morto, ma io sono qui, lui è comunque il passato. E comunque era morto già da tanto, per me. Ad ogni modo Lily, come mi ha lui stesso spiegato, io non sono solo una proiezione del futuro ma una persona reale in questo tempo, ora, quindi, in fin dei conti sono vivo. >>
 
<< Capisco, Sev …oh, ma posso chiamarti Sev, o adesso preferisci Severus? >>
 
Piton la guardò interrogativo.
 
<< Sì, insomma, dato che ormai sei un “Signore”, anzi addirittura un Professore,  per giunta temibile, mi ha detto Silente! >> e rise, argentina, poi continuò, seria e pratica <<…forse non preferisci certe confidenze da ragazzi, insomma, io ti vedo così diverso…quasi non ti riconosco, quasi però, in fondo avverto che sei tu, ma tu non mi vedi da vent’anni, forse sarò per te quasi una sconosciuta…>>
 
<< Ma cosa dici, Lily? tu una sconosciuta? Io ti ho avuta chiara davanti agli occhi per ogni giorno di questi vent’anni. Al più mi rendo conto che per te sarà strano vedermi così… >>
 
<< Oh, ma come ha detto Silente, pozione invecchiante mal riuscita, no? >> e sorrise, << ti ricordi quando durante la lezione quello sbruffone di Perckins si rovesciò addosso il suo pentolone pieno di quella cosa? Gli crebbe una barba più lunga di quella di Silente, e dovette raggiungere l’infermeria curvo sorreggendosi con un bastone! Tu in confronto hai solo un po’…beh, non ti è andata male. Anzi, ti vedo più robusto! >>
 
<< Qualche anno di lotta su due fronti portano questi effetti. >>
 
Lily sorrise, poi si fece di nuovo seria. Ma cosa stava facendo? Rideva e scherzava pochi giorni dopo la morte di suo marito? Era un mostro. Con Sev, poi! Si, insomma, è vero che lui era pur sempre il suo migliore amico,a appunto, era.. ma d’altronde, aveva pur sempre sacrificato la vita per salvare la sua intera famiglia, James compreso, almeno aveva tentato…che colpe aveva lui se poi le cose erano andate così? Ad ogni modo, James, il suo James…Come si sarebbe sentito a sapere che lei già sorrideva,con lui poi! James lo odiava. Certo James aveva sempre un po’ esagerato,e lei lo sapeva perché: era geloso. Ma non ne aveva motivo...
 
Tra questi suoi pensieri le sfuggì una lacrima.
 
Severus si fece avanti, e fece per metterle una mano sulla spalla, in segno di conforto.
 
Al tocco della sua mano calda, Lily sussultò e non se ne seppe spiegare il perché. Ma si ritrasse, e disse piano, con voce rotta: << Scusami Sev, è che penso non sia giusto che io rida,o anche sorrida solamente. Io ho bisogno di un po’ di tempo per elaborare il mio….il mio dolore. Non ti offendere, scusami. Buonanotte Sev. >>
 
E richiuse piano la porta dietro di lei, lasciando Severus inerte.
 
Lui rimase a guardare quella porta chiusa per qualche istante, poi andò nella sua camera ed evocò il suo Patronus. 
 
Lo guardò muoversi leggiadro per la stanza e sparire tuffandosi non attraverso il muro o i vetri della finestra, ma dolcemente dentro il suo petto. 
 
 
 
 
 
####################################################################
Scusate ma gran parte di questo capitolo è stato (in)giustamente perso durante blocco del pc… colpa mia che non ho salvato.  :_(
Immagino che quante di voi gli sia capitato di perdere il lavoro fatto, come sia frustrante….
 ….e ora riscriverlo è molto più lungo che inventarlo!  
(Guardate l’immagine, rende l’idea!:
http://memeblender.com/wp-content/uploads/2012/04/funny-meme-after-spring-break.png  )
:-D
un Abbraccio a chi segue!...
 

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Capitolo 15
*** LA PRIMA NOTTE CON LILY - SECONDA PARTE ***


LA PRIMA NOTTE CON LILY –parte seconda
 
La mattina dopo, quando Severus si svegliò rimase per alcuni minuti immobile nel letto cercando di sentire se Lily era nella stanza accanto. Non sentì alcun suono o rumore, ed allora si alzò, si vestì e scese in cucina, aspettandosi di trovarla lì.
 
Ma quando entrò in cucina a venirgli incontro fu Hokey, che cinguettò con la sua vocina stridula: << Buongiorno, Signore! Hokey spera che Voi abbiate dormito bene! Accomodatevi pure, Hokey vi servirà la colazione, Signore! >>
 
Severus avanzò in cucina e vide con la coda dell’occhio la porta dello sgabuzzino dello scaldabagno, che prima era socchiusa, chiudersi di scatto, e sentì l’attutito bofonchiare di Kreacher. L’elfa parve volerlo ignorare, e continuò a sorridere, mettendo in tavola una ricca colazione. Piton si sedette, e lentamente chiese all’elfa:
 
<<  Hokey, la Signora è già scesa prima per la colazione?  >>
 
<< La signora?...oh, voi intendete Miss Lily, Signore. >>
 
<< …Miss Lily… >> ripeté lentamente Severus accarezzando le parole.
 
<< Sì, Signore….Lei ha detto di chiamarla in questo modo, e non Signora…e sì, Miss Lily è già scesa per la colazione molto presto stamattina, e ha detto a Hokey di riferirvi di che la dovete scusare ma oggi preferirebbe non parlare con nessuno, Signore, di non offendervi, e di restare se volete, ma oggi Miss Lily vuole stare solo con il suo bambino. >>
 
Piton rifletté su quelle parole. Non doveva stare così male: era comprensibile che lei fosse…confusa….che volesse stare da sola…”Miss Lily”…non signora Potter…Merlino, cosa andava a pensare! Quel dettaglio non significava niente, probabilmente lei voleva solo essere gentile con l’elfa!...
Oggi però non l’avrebbe vista…quanti pochi giorni gli rimanevano prima che Sirius tornasse?...Poteva tornare da un momento all’altro…e lui sarebbe stato allontano da Lily…perché, forse ora gli era vicino?....ma ieri sera…ieri sera lei era stata così….così dolce…no, solo gentile…aveva perfino sorriso, riso ripensando al passato!...ma lei non voleva offendere la memoria di Potter…dannazione, perché lei riteneva di non poter nemmeno sorridere!?....nessuno dovrebbe autoimporsi una cosa del genere…
 
Lui, per vent’anni non aveva sorriso.
 
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Per tutto il giorno Lily non uscì dalla sua stanza. Si fece portare il pranzo in camera, e lui non poté che guardare dalle scale l’elfa aprire la porta, entrare, squittire qualcosa con la sua voce acuta, e poi uscire e richiudersi alle spalle quella porta.
 
Per Piton era come vedere schiudersi le porte del dolore e del tormento, guardare un fascio di luce di abbagliante felicità e speranza tralucere da quello spiraglio, e poi tornare alla sua silenziosa e cupa oscurità.
 
Passò il pomeriggio a snidare dalle stanze Doxie e altri esseri fastidiosi o insidiosi, ma entrò riluttante in un buio e polveroso studio, dove Hokey gli aveva detto che probabilmente c’era un Molliccio nascosto.  Non gli andava proprio di vedere la sua Lily di nuovo morta, dopo tutto questo.
 
Ma quando aprì il cassetto della scrivania che sussultava e traballava, il Molliccio uscendo, non si trasformò nel solito cadavere della sua Lily.
 
Piton rimase senza parole nel sorprendere cambiata la sua più grande paura: ora non era più rivedere quel corpo morto, senza vita, inerte, perduto, senza poter far niente per salvarlo.
 
Ora il Molliccio si era trasformato in una Lily abbracciata ad un altro uomo, che non era nemmeno Potter.
 
Era vagamente somigliante a Sirius, ma aveva il volto offuscato come a lasciar intendere che poteva essere un uomo qualunque, ma non Piton.
 
Quindi sarebbe andata così…Lily si sarebbe ricostruita una vita, ma mai con lui….Severus sentì un senso il oppressione al petto mentre quell’uomo, Sirius o chi per lui, si frapponeva tra lui e Lily, che gli veniva sottratta ancora una volta. Quella Lily aveva uno sguardo così tagliente che a Piton gli fece male il cuore….
 
Ma poi Piton si riscosse: quello non era lo sguardo di Lily. Quella non era Lily: il molliccio si era solo scisso in quelle due maledette sagome!
 
<< RIDDIKULUS! >> Tuonò Piton.
 
La parte di Molliccio che si era trasformata in quell’uomo venne sollevata per una caviglia e Lily lo guardò con una risatina di scherno. Quella specie di Sirius si agitò, e poi crollò in una pozza di fango. Lily rise e lo guardo con lo sguardo di una donna che pensa che non potrebbe mai e poi amare un tale idiota.
 
A Severus affiorò sulle labbra un sorriso di beffardo, e il Molliccio svanì.
 
Piton rimase un attimo immobile, poi richiuse il cassetto ed uscì dalla stanza.
 
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Giunta l’ora di cena chiese a Hokey:
<< Ehm, sai se la s… se Lily scenderà per cena? >>
L’ elfa rispose mortificata: << Non scenderà, Signore. >>
 
Piton sospirò. Poi disse sconsolato: << Allora non disturbarti a preparare niente per me, vado nella mia stanza. >>
 
Hokey guardò stupita quell’uomo, che dall’aspetto lei non avrebbe mai creduto sarebbe stato così gentile con un elfo, salire le scale rassegnato.
 
Poi l’Elfa disse furbetta parlando come per rivolgersi alla cucina stessa:
 << Se il Signore non mangia la zuppa, forse qualcun altro potrebbe volerla, …forse. >>
 
Kreacher, che non era abituato a sentirsi offrire proprio niente, rimase paralizzato e confuso.
Hokey, si girò verso la porta da cui Kreacher stava spiando la scena e disse:
 
<< Non è carino che tu spii sempre e non parli mai. Io mi chiamo Hokey, e non essere arrabbiato con me, Hokey non è venuta a prendere il tuo posto in questa casa o a servire la tua famiglia. Hokey serve solo Silente e chi lui le dice di servire…. >>
 
Kreacher la guardò sospettoso ma, seppur muovendosi schivo, entrò in cucina.
 
Erano decenni che non vedeva un altro essere della sua stessa specie. Questa elfa sembrava vecchia quanto lui, ma non brutalizzata e logora. Guardò con sospetto e mal mascherata invidia quel grembiulino tutto merletti, più lindo di qualunque cosa avesse mai visto in quella casa. Si torse involontariamente il suo strofinaccio sudicio.
 
La piccola elfa sorrise: << Professor Silente ha dato a Hokey questo grembiule quando Hokey passato sotto il suo comando. Ma Hokey potrebbe lavare il tuo ..ehm…drappo se tu vuoi. >>
 
Kreacher non rispose ma si avvicinò con sguardo arcigno e corrucciato al tempo stesso.
 
Hokey andò verso i fornelli, armeggio con qualcosa, e poi tornò verso Kreacher.
Gli porse una ciotola di legno con dentro della minestra e un cucchiaio di legno un po’ bruciacchiato. Kreacher non profferì parola, ma prese rapace la scodella e con un grugnito, che a differenza dei suoi soliti insulti sembrava un brusco “grazie”, si trascinò nel suo ripostiglio. E chiuse la porta.
 
L’elfa lo guardò un po’ divertita e un po’ offesa per quel suo atteggiamento, poi scrollò le spalle e si mise a rassettare la cucina.
 
Ma dopo una ventina di minuti si voltò di scatto verso lo sgabuzzino sentendo il rumore di una porta e sorrise compiaciuta:
 
vicino alla  porta era stata lasciata la ciotola completamente vuota, con tanto di cucchiaio, leccata fino all’ultima goccia di minestra. Accanto alla ciotola era aggrovigliato il logoro strofinaccio di Kreacher.
 
Pensando che quanto prima avrebbe finalmente potuto ripulire quel disgustoso sgabuzzino, sorrise mentre lavava il drappo di quello strano e scontroso elfo...
 
 
 
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 Intanto, al piano di sopra, nella sua stanza, Piton si teneva la testa tra le mani, tormentato.  Sentiva Lily singhiozzare e lo struggeva non poterla consolare. Si sentiva così impotente!
 
Si ficcò nel letto cercando di non sentire i  singhiozzi di  Lily…
 
Sentiva il suo pianto sempre più irregolare. Pensò che lei si stesse addormentando, ma poi gli sembrò di sentirla pronunciare una parola e ripeterla, ma la sua voce era così flebile e rotta che non la comprendeva. Poi si mise di scatto a sedere. Non poteva essere. Ascoltò ancora una volta. Non poteva essere vero!
<< Sev, …Sevrs……Sever…u…s!. Sev!.... >>
 
Lily, nel pianto, lo stava chiamando!
 
Lui si fiondò in corridoi, poi dopo aver bussando piano con le nocche, socchiuse cauto la porta della camera di Lily.
 
Vide la culla protetta da un incantesimo di insonorizzazione, e la sua Lily, persa in quel letto a baldacchino con le tende tirate, piangere …e guardare nella sua direzione.
 
Lui come in un sogno entrò in quella stanza…….
 
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Ragazze, per la prossima parte del capitolo preparate i fazzoletti!...

Per lacrime di gioia e commozione però!!

 
J        …tutti questi capitoli li ho dovuti scrivere per
spiegare a come erano andate le cose, come si arrivava a questo…
 
Ma finalmente ci siamo! Per me questo è il vero inizio!!!
Anche se nel prosieguo le cose si evolveranno ben di più, per me questa sarà la notte più dolce!!
 
J  <3  <3  <3 

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Capitolo 16
*** LA PRIMA NOTTE CON LILY - TERZA PARTE ***


<3 LA PRIMA NOTTE CON LILY –parte terza
 
Severus entrò nella stanza a passi lenti e cauti. Forse si era sbagliato, e Lily l’avrebbe cacciato urlando.
 
Ma lei continuava a guardare nella sua direzione, e pur vedendolo non disse niente. Stava come aspettando. Continuava a singhiozzare e a cullarsi avanti e indietro…
 
Piton giunse vicino al letto, e lentamente, con calma e dolcezza scostò le leggere tende rosate.
Lily lo guardò, cercando di trasmettere con lo sguardo qualcosa che non riusciva a dire….
 
Lui venne colpito come non si può descrivere da quella visione:
Lily, la sua Lily, fresca nei suoi vent’anni, con il viso rigato da grandi lacrime lucenti, era lì davanti a lui, in una pesante camicia da notte candida e casta, ma che dal collo sbottonato lasciava uscire la curva perfetta della spalla candida su cui si posavano i raggi della luna.
 
E la luna delineava, in quella stanza buia, con la sua luce chiara, a contrasto, il profilo di quella fanciulla che sembrava una fata, un angelo.
 
Il dolore completava quella visione, sottolineando il significato del suo nome..Lily…Giglio… così dolce, così innocentemente in cerca di conforto.
 
Il dolce angelo smarrito tese le braccia, coperte dalla camicia da notte coi polsi in pizzo, al suo amico, al suo primo confidente, già così uomo, così cresciuto in una realtà senza di lei, così forte, temprato dal dolore, e così … così…oh, Lily non si capacitava di ciò che pensava di lui. Vederlo così, lui le appariva così rassicurante, un rifugio un…
 
Piton come fosse sotto un incantesimo che non gli avrebbe di permesso di fare altrimenti, poggiò un ginocchio sul bordo del materasso, e protendendosi in avanti prese tra le braccia la sua Lily.
 
Mai, nemmeno nei suoi più bei e dolci sogni, aveva potuto immaginare una cosa tanto meravigliosa, tanto perfetta.
 
In quel momento lui diventò un altro uomo.
 
Per quasi vent’anni non aveva sorriso se non acidamente e per schernire.
 
Il suo sguardo era passato dal cispiglio al pianto, e mai se non nel guardare la sua cerva d’argento aveva potuto dedicare uno sguardo come quello di ora ad anima viva.
 
Ora stringeva a sé quella donna scossa dai singhiozzi, tremante di pianto, ma che cercava in lui rifugio e protezione.
 
Sentiva il profumo fresco e floreale dei suoi capelli e quello avvolgente della sua pelle.
Lui la stringeva al suo petto e lei vi si premeva, coi pugni chiusi che stringevano la nera camicia setosa del pigiama di lui.
 
Lui con la sua guancia carezzava la setosità dei capelli di lei, e sotto le sue mani grandi e forti Piton sentiva la calda morbidezza della camicia da notte di Lily. E sotto quel tessuto, lei. Lei, fragile. Lei, fremente di pianto. Lei, aggrappata al suo abbraccio.
 
Come riuscì lui a parlare in quello stato di beato stordimento, non se lo seppe spiegare.
<< Lily... Lily… >> potè solo ripete.
 
E lei rispose tra le lacrime:
 
 
 << Oh, Sev, scusami, io…oh, cielo, non dovrei, è così tremendamente sbagliato, ma sembra così tremendamente normale, per me. Fino a un paio di anni fa era da te che venivo a parlare dei miei problemi, quante volte da ragazzini, poco più che bambini, mi abbracciavi rassicurandomi…oh, ti ho sempre visto così…insomma tu mi hai spiegato di Hogwarts, di tutto il nostro mondo all’inizio, e anche quando litigavo con Mary tu mi ascoltavi. Ma adesso si tratta di qualcos’altro, e James, oh!, James mi odierebbe se vedesse! >>
 
<< Non ti odierebbe >> sussurrò sicuro Piton, << non ti ho mai odiata nemmeno vedendoti con lui come sua …fidanzata…odiavo lui. Vedi, dunque, odierebbe me, ma non te, Lily.  Chi potrebbe odiarti… dai, su, su, non piangere, Lily.>>
 
Vederla ora, quasi ragazzina in confronto a lui, gli dava una padronanza di sé in certi momenti, che lui non avrebbe mai immaginato di saper avere con lei, lei, Lily Evans, una delle ragazze più popolari della scuola. Ma adesso lui era in ben altra posizione, non il goffo curvo “Mocciosus”, no, lui era, e si sentiva, così adulto, adesso, rispetto a lei. Un senso di protezione che vinceva timidezze, impacci, oh, non l’avrebbe mai creduto di non sentirsi  più inferiore a lei, o non alla sua altezza, almeno. E ora lui poteva addirittura proteggerla….
 
Le diede un bacio sulla testa, cullandola. Si sentì così uomo, finalmente, e lei….
 
Lei si sentì così al sicuro. Non l’avrebbe mai detto: non aveva mai visto Severus in una luce così: quel suo essere diverso, adesso, così adulto, così…oddio, stava di nuovo pensando in questi termini! Ma in fondo era normale. Lui era stato sempre così impacciato, e invece ora! Ora lei si trovava di fronte un uomo! Cielo, poteva essere così  sciocchina?
 
Coi suoi ventun anni d’altronde, lei era poco più che una ragazza, appena donna. Cresciuta in fretta, per situazioni vissute. La guerra imminente, l’incertezza. Sposata in fretta, appena terminata la scuola. Con il suo primo unico ragazzo. Un ragazzo. Erano ragazzi, lei e James. Due ragazzi, innamoratissimi, felici, pazzi d’amore, certo, ma pur sempre ragazzi. Amava James, amava veramente James. Rispettava lui, gli era fedele, non aveva mai pensato ad un altro ragazzo.
 
Ma ora si sentiva in una strana soggezione di fronte a quest’uomo. Era il suo primo amico, il suo amico di tutta l’adolescenza. Ma ora, si sentiva vulnerabile a farsi consolare, abbracciare da lui.
 
Ma lui era così rispettoso! Lily temeva che fosse sconveniente piangere così, adesso: non erano entrambi due ragazzi, era diverso, un’amicizia tra due ragazzi è una cosa. Ma un uomo, un uomo come lui era adesso, quali pensieri poteva avere su lei ventenne?
 
Eppure lui non faceva che stringerla per calmare il suo pianto.
Ed il suo pianto lentamente si placò.
 
Senza osare staccarsi da lui perché la imbarazzava l’idea di guardarlo di viso, Lily disse con voce incerta:
<< Sev, potresti, vorresti, ecco, insomma, solo… solo in amicizia, intendo… Insomma, hai presente durante le vacanze estive, quando i tuoi litigavano e io ti invitavo a dormire da me per evitare di sentirli? Tu, la notte che piangesti perché tuo padre aveva, beh, quella notte io capii che stavi piangendo lì, nel sacco a pelo accanto al mio letto, e io venni accanto a te e dormii sul pavimento con te, solo tenendoci per mano…oh,che sciocco adesso, penserai, ma…. >>
 
<< Lily, quella fu, nonostante tutta quella situazione a casa, la notte più bella della mia vita. Tenerti per mano, Lily…oh Lily…. Potrei mai fare altro?... tu sei così….dolce….vulnerabile…io…Lily, morirei se facessi più di abbracciarti così…Lily…ti ho sempre …. Sei sempre stata,…. >>
 
La voce di lui si spense, ma lei non volle chiedere, non voleva parlare. Lo guardò.
 
Lui, lui aveva gli occhi lucidi, ma un espressione, oh un’espressione che lei mai avrebbe immaginato di poter vedere in uomo! Per lei? Possibile? Per lei? Cosa aveva fatto lei per meritare una devozione del genere? E per tutti quegli anni, poi! Certo, a scuola molti ragazzi la corteggiavano, James l’amava profondamente e sinceramente, ma lei…
 
Lei così spesso si era chiesta se James non avesse iniziato quella storia per spirito di sfida perché lei all’inizio gli era ostile. Certo, poi non aveva avuto più dubbi sul suo amore per lei, ma per James era stata una gioia amarla. Ma per Severus, per cui era stata solo una sofferenza?
 
Forse doveva mandarlo via. Era troppo, troppo! Tanto sarebbe stato nella stanza affianco lei non sarebbe comunque  stata sola, sarebbe lo stesso stata protetta.
 
Nel frattempo Piton, premuroso, aveva sistemato i cuscini per lei e l’aveva dolcemente fatta distendere. Gli diede una carezza sulla tempia, e si coricò accanto a lei, ma ben distanziato, tenendole solo la mano sulla quale depositò un bacio premendovi solo il viso a occhi chiusi. E continuava a stringere quella mano, ad occhi chiusi, e certo che anche lei li avesse egualmente chiusi e si sarebbe presto addormentata.
 
Lei lo guardò stupita da un comportamento così…così…..
 
Con un movimento rapido e impulsivo, in un moto di gratitudine, gli si strinse al petto e rimase così, ad occhi chiusi, tutta rannicchiata sul suo petto, stringendogli la camicia del pigiama.
 
Lui, sconcertato, l’abbraccio, semplicemente, e posò le labbra sul suo capo, sui suoi capelli. La stringeva, la stringeva e il cuore gli stava scoppiando nel petto.
 
Lei, già presta al sonno, strusciò spontaneamente la guancia sul petto di lui; la camicia di seta nera, i cui primi bottoni erano aperti,  gli scivolò sulla pelle, Lily, con la guancia, sentì il calore della pelle di lui, e il suo orecchio premuto udiva il battito forte e impetuoso del suo cuore. Fu impossibile per lei non rimanere colpita dai sentimenti che gli ispirava.
 
Lily si addormentò frastornata.
 
Al mattino se ne sarebbe vergognata, ma quella notte, per la prima volta dal 31 ottobre, Lily non pianse.  

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Capitolo 17
*** Il Miele delle Fate ***


Al mattino, la luce, filtrando dalle tende pesanti, inondava di luce un uomo che stringeva al suo petto una ragazza angelica nel sonno, con i capelli ramati che le scendevano sulle spalle, scomposti, e la bocca dolcemente socchiusa.
L’uomo guardava la ragazza come si può guardare un tesoro prezioso e fragile. Le carezzava la spalla con riverente dolcezza, e respirava il profumo fruttato dei suoi capelli con il cuore pieno una pace interiore mai provata prima.
 
Severus avrebbe voluto ritardare il risveglio di Lily per poter ancora assaporare quel dolce momento, ma lei, inondata della rosea luce dell’aurora, cominciò morbidamente a svegliarsi. Ancora nel dormiveglia, si strinse spontaneamente al petto dell’uomo che l’aveva tenuta stretta tutta la notte. Ad occhi ancora chiusi, sospirò, e poi spalancò gli occhi un po’ confusa. Un profumo diverso l’aveva svegliata: non la fragranza di legno di sandalo di cui sapevano gli abbracci di James, ma un profumo più muschiato, quasi orientale. Si irrigidì ma rimase immobile; fece mente locale.
 
Sotto le sue dita, due braccia diverse da quelle del marito. Sentì Severus trattenere il fiato: si era accorto che lei era sveglia ed era rimasto immobile, in attesa. Un silenzio carico di tensione, poi lei si scostò delicatamente e lo guardò in volto; gli sorrise. Non poté che sorridere guardando l’espressione di Severus, così interdetta, così dolcemente interdetta.
 
<< Buongiorno! >> cinguettò lei con falsa calma. << Buongiorno, Lily >> rispose Severus, con la sua voce roca e profonda. Lei per un attimo non seppe cosa fare, stranamente confusa dalla propria mancanza di irritazione  o qualsiasi altra sensazione spiacevole. Severus sentì solo scivolargli sotto le dita la pelle morbida di lei che si alzo, e senza dire una parola si avviò frettolosamente verso la stanza da bagno, gettando un occhiata alla culla in cui Harry ancora dormiva sereno.
 
Severus stette qualche istante come in trance, come se si stesse svegliando ora da un sogno molto realistico. Poi si alzò dal letto e tornò nella sua stanza.
 
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Qualche minuto dopo, in cucina, Hokey sorrideva furbetta nel vedere quello strano garbo imbarazzato tra il mago e la strega. D’altra parte, Miss Lily sembrava trarre giovamento da quella situazione di tenero imbarazzo: le sue gote si colorivano di rosso ogni volta che porgeva al mago il piattino del burro o la zuccheriera, e lui era buffissimo per come si avventava su questi ultimi oggetti per prenderli dalle mani della donna con la premura che si potrebbe riservare a un uccellino troppo fragile per poter sostenere il loro misero peso. Miss Lily sorrideva, rideva. A volte però abbassava lo sguardo come se si sentisse colpevole di ogni sorriso.
 
Vedendo quest’ultima cosa, Hockey si persuase di fare ciò che il Professor Silente le aveva consigliato. Ma le piccole manine le tremavano assurdamente. Era ancora traumatizzata dalla questione dello zucchero versato alla padrone, che poi zucchero non era. Ma questo era solo miele delle fate, era innocuo. Preparò un piattino con del pane e un vasetto aperto di miele fatato, e lo poggio con aria distratta sul tavolo.
 
Il miele delle fate aveva un potere blando, ma in certe situazioni di lutto assai utile.
Rendeva i ricordi meno dolorosi, senza cancellarli o attenuarli, sia chiaro. Semplicemente, in situazioni di pena veniva parsimoniosamente usato per lenire i dolori più acuti e facilitare il ritrovamento della serenità. Come un composto erboristico di camomilla e valeriana, calmava le ansie e le frustrazioni. Data la situazione, Hockey si era fatta qualche scrupolo ad usarlo, ed anche Silente ci aveva riflettuto prima di porgere il vasetto all’elfa. Una giovane vedova è una situazione delicata. Ma se il dolore fortifica, la frustrazione non ha mai giovato a nessuno. 

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Capitolo 18
*** RAPIDA OCCHIATA AL CORSO DEGLI EVENTI... ***


RAPIDA OCCHIATA AL CORSO DEGLI EVENTI
 
Silente comunicò che Sirius sarebbe rimasto bloccato all’estero per un paio di settimane.
A Severus pareva dovesse scoppiargli il cuore dalla gioia.
 
Dopo l’episodio della notte precedente, Lily, che durante il giorno era gentile e serafica con Piton, la notte, dopo cena, svicolava in silenzio in camera sua, imbarazzata, e si chiudeva dietro la porta.
 
Piton stringeva le labbra quando sentiva scattare la serratura della porta di Lily, ma non accennava mai una parola al riguardo, e si rintanava a sua volta nella propria stanza.
 
Sentiva, oltre quella parete sottile, Lily cantare al piccolo Harry una ninna nanna e poi mettersi a letto. E invariabilmente sommessi singhiozzi durante la notte.
 
La terza notte, quando ormai Severus dormiva, Lily si alzò dal letto, e piano piano, a piedi scalzi, uscì in corridoi, e sommessamente busso alla porta di Severus.
 
Lui si svegliò di soprassalto, e corse ad aprirle.
 
Si guardarono, poi lei gli disse: << Sev, io, se per te non è un problema, vorrei che dormissi nella mia stanza. Ho degli incubi la notte, sono preoccupata per Harry… Mi sentirei più tranquilla, ma se ritieni non sia il caso… >>
 
Piton non rispose nemmeno. Sinceramente era stanco di lasciare al caso e al tempo il decorso degli eventi.
 
Sarà pure stato imbarazzato in passato nei confronti di Lily, ma ormai l’aveva capito, quella notte l’aveva capito: non c’era spazio per il goffo Sev in quella situazione. Lui era un uomo che aveva affrontato le situazioni più difficili con coraggio. Lily era lì davanti a lui, ancora ragazzina, una ragazzina spaurita, che aveva bisogno di qualcuno di deciso e sicuro accanto a se. Se non fosse stato lui, sarebbe stato Sirius al suo ritorno ad assumere questo ruolo.
 
Non voleva mancarle di rispetto, ma ritenne che fosse pur ora di apparire diverso agli occhi di quella giovane donna. 
 
Con decisione, prese Lily tra le braccia e la portò in camera, senza rudezza, ma con la tenerezza che si può riservare ad una vergine la prima notte di nozze.
 
Lily, seppur sconvolta, intuì che non c’erano pretese in quel gesto, che significava solo “Basta preoccuparti farti problemi: ci sono io, voglio esserci”
 
Giunti al letto, Piton guardò Lily fremente e leggermente impaurita. Disse solo: << Stai tranquilla >> e la poggio delicatamente sul letto.
 
Si sistemò anche lui, tirò le coperte su entrambi e diede a Lily un bacio sulla fronte. Con un mezzo sorriso posò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi.
 
Lily leggermente scioccata, rimase un secondo interdetta, poi si avvicinò cautamente a Severus, e si strinse a lui.
 
Dormirono abbracciati, quella notte come le seguenti.
 
Lily diventava sempre meno guardinga, Severus non aspirava a niente di più. Proteggeva la sua Lily, la teneva stretta a sè.
 
Durante il giorno alla cordialità venne presto sostituita la confidenza. Lily si occupava del bambino e Severus l’aiutava come riusciva: lei rideva delle sue espressioni guardinghe verso il piccolo Harry che tendeva sempre a rigurgitare mentre Piton lo teneva in braccio.
Lui aiutava Lily a studiare per un concorso del Ministero come impiegata al San Mungo. Entrambi concordavano che non era il caso che lei continuasse a fare l’Auror, almeno per il momento.
 
Passarono due settimane, e né Lily né Severus avevano alcun desiderio di cambiare quella routine domestica.
 
Il giorno prima del ritorno di Sirius, Severus comunicò a Silente che era intenzionato a prendere una casa a Hogsmead, sufficientemente vicina per raggiungere comodamente la scuola, sufficientemente grande per accogliere sia lui che Lily che il bambino.
 
Albus cercò con lo sguardo gli occhi di Lily, ma lei abbassò gli occhi e arrossì trattenendo un sorriso.
 
Sirius invece gridò, insultò Piton, gli scagliò anche contro una fattura, prese Lily per le spalle e la scosse, incredulo. Lily biascicò:
<< Non pensare male, Sirius, non è come credi, davvero!... >>
 
Sirius smaterializzò stizzito, per evitare di urlare anche a Lily qualcosa di spiacevole.
 
Albus, rincuorò Lily e la rassicurò della sua buona fede. Le offrì un the caldo, molto dolce.
 
Due giorni dopo molti amici dei Potter rimasero sconvolti dal fatto che la giovane vedova era andata a coabitare con l’uomo tanto odiato del marito.
 
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Se ritenete che la storia cominci a stonare fatemelo sapere e dilungo un po’ gli eventi….  ;-) 

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Capitolo 19
*** Baciare il tuo sorriso... ***


Per quanto potesse aver dato scandalo la notizia, la convivenza tra Lily e Severus non era macchiata da nessuna onta: ne lui si aspettava da lei nulla, ne lei si sentiva oppressa dall’amore di lui.
 
Perché lui l’amava, si, era palese. Lily oltre a vederlo, lo sentiva: lo sentiva nei piccoli gesti e si sorprendeva di cosa ciò riusciva a trasmetterle.
 
Lasciato Gtimmauld Palace, anche Hokey e il suo provvidenziale miele avevano cessato la loro influenza su Lily, ma lei sembrava ancora risentire di quei blandi effetti: la sua sofferenza per la perdita del marito c’era, naturalmente, ma si era come trasmutata ad un livello etereo: Lily si era come abbandonata alla corrente, con un timido e fiducioso sorriso.
 
Doveva pensare a Harry: non poteva permettersi di essere depressa. Doveva pensare alla sua vita: non poteva lasciarla correre nel dolore.
 
Amava ancora profondamente James, e ammirava il suo gesto di coraggio. Ma non riusciva a respingere l’affettuosa amicizia di Severus, che le stava accanto con pazienza e dedizione.
 
L’amore che aveva provato nella sua giovinezza era rimasto incantato da questa nuova espressione del sentimento che le si mostrava ogni giorno, mentre lei e Severus scherzavano in cucina o giocavano con Harry sul divano, ed ogni notte, quando lui la teneva fermamente tra le sue braccia e non le chiedeva mia niente.
 
Lei era intontita da questo nuovo Severus, così più sicuro di se, così cresciuto, così coraggioso, e forte, e dolce. E sorridente. Lui che sorrideva così raramente, ora si portava in viso un sorriso dolce e….
 
Si, Severus sorrideva, e mostrava per la prima volta una serie di espressioni che avrebbero fatto ridacchiare i suoi studenti a Hogwarts e sorridere i suoi colleghi che lo avevano sempre visto cupo ed arcigno.
 
Severus sorrideva, e forse non si rendeva conto del tipo di magia che un sorriso poteva celare:
 
Lily, da donna forte qual’era non si lasciva corrodere dalle situazioni dolorose, ma vi si tuffava per riemergere candidamente luminosa. Non era una donna facile al mutare del sentimento, ma capiva quando la vita guidava le persone verso un destino diverso. E riteneva inutile ed inopportuno mettere un freno agli eventi che avrebbero potuto portarle gioia e serenità.  
 
Dopo il lutto che l’aveva colpita aveva pensato di chiudersi in se stessa, adottare una corazza contro il mondo esterno, ma si era resa conto che non poteva trarre forza dalla frustrazione. Ancora se ne vergognava, per la rapidità degli eventi, ma un mattino, svegliandosi accanto a Severus addormentato, che la teneva abbracciata nel sonno con un sorriso aleggiante in viso, si sorprese a sorridere anch’ella di quell’espressione.
 
Un giorno vedrai un sorriso che ti farà sentire che non sei del tutto fredda e spenta: avrai voglia di essere tu il motivo di quel sorriso.
 
E Lily, che sapeva di essere il movente di quella tenera espressione, si sciolse e si abbandonò a quella felicità imperante e rispettosa.
 
Baciò candidamente quelle labbra che per lei s’ispiravano al paradiso, e poi tornò ad appoggiare la guancia sul braccio di quell’uomo in cui la felicità danzava leggiadra.  

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Capitolo 20
*** GIGLI SIBILLINI ***


Passavano le settimane. Severus andava al castello ogni mattina, e la sera, invece di scendere nei sotterranei, andava fino ai cancelli della scuola e si smaterializzava vicino casa.
 
Gli studenti osservavano questo strano professore che sembrava voler essere rigido e severo ma ogni tanto scoppiava in un sorriso e faceva evanescere le pozione colata da un calderone lasciato corrodere dalla pozione di uno sbadato che dimenticava di abbassare la fiamma. Piton toglieva qualche punto alla casa, assegnava per punizione un tema di due rotoli di pergamena sulla corretta preparazione della pozione in questione, ma non sviliva né umiliava lo studente. Dava al più uno scappellotto al malcapitato, e lo spediva in infermeria se la pozione corrosiva gli era arrivata addosso ricoprendolo di bolle.
 
Severo ma non odiato, Piton veniva guardato con sospetto più che altro dai colleghi, che si ritrovavano il loro ex alunno magicamente invecchiato e padrone dell’insegnamento. Pochi altri insegnanti avevano creduto alla versione dell’Incantesimo di Invecchiamento mal riuscito, ma quasi nessuno si mostrava completamente ostile a questo Piton.
 
Minerva McGrannit lo squadrava severamente, a labbra strette, perché non vedeva di buon occhio la sua convivenza con la giovane Lily, ma d’altronde, ella non trovava niente da recriminare sulla condotto del ragazzo…anzi, oramai del collega.
 
Lui si mostrava dedito al lavoro, ed era indubbio che fosse dedito anche alla promettente Evans. Nemmeno Minerva riusciva a non sorridere teneramente nel vederlo animarsi alla fine delle lezioni, e dirigersi senza cenare al portone di ingresso con passo veloce ma leggero. Usciva dal portone di quercia e a volte tagliava nel prato verso le serre, dove si dirigeva verso il cespuglio di qualche un fiore particolare, ovviamente non pericoloso, sia ben inteso, e con gran disappunto della professoressa di erbologia, ne strappava uno o anche più per portarlo come piccolo pensiero alla bella Lilyan.
 
Ovviamente prediligeva i Gigli Sibillini, che avevano la particolarità di schiudersi, senza tener conto del sole, ad un orario a sorpresa, diverso da giglio a giglio, e dai cui stami si poteva ricavare una tra dieci tipi diversi di essenze magiche, a seconda degli innesti praticati. Da un cespuglio potevano dunque nascere gigli che serbavano essenza di Rodabarbero o di Lavanda, o spore di Napellitus, o essenza di Menta Piperita o di Ginestra Aulica.
 
Lily rideva quando Severus le portava quel giglio appena colto, e lei lo metteva in un vaso al centro della tavola, e a volte il giglio si apriva all’improvviso prima del dolce, emanando l’essenza di Menta o di Lavanda. E allora Lily trasfigurava lesta il dolce che aveva preparato in un dolce alla menta, per poi proclamare che aveva previsto tutto e l’aveva cucinato apposta quel dolce lì, per restare in tema.
 
Altre volte invece il fiore si apriva mentre il piccolo Harry lo appellava senza rendersene conto e ci tuffava dentro il viso, per riemergere sternutendo per le spore di Napellitus.
 
Dopo una risata collettiva, la madre lo prendeva in braccio e gli puliva il faccino dalle spore, e Sev con un colpo bacchetta faceva sparire il leggero rossore che avevano procurato.
 
Il bambino non era tanto propenso a farsi venire in simpatia Piton, e spesso quando era lui a tenerlo Harry gli strizzava dispettosamente il naso adunco o gli tirava i capelli e Piton inveiva buffamente: “Non è cambiato affatto! Si è già guadagnato una settimana di punizione ancor prima di aver messo piede a Hogwarts”
 
E Lily rideva, e rideva… e si fermava esausta dal riso, ma avrebbe voluto vorticare in un prato ridendo così, e ricadere tra le braccia forti di quell’uomo che la faceva sentire viva.

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Capitolo 21
*** IL COMPLEANNO DI SEVERUS - 1parte ***


Era dicembre.
 
Un mattino Lily si svegliò e quando aprì gli occhi Severus addormentato al suo fianco, ed oltre la finestra la neve che cadeva decisa e candida.
Anche lei si sentiva decisa e candida.
 
Svegliò Severus e gli sussurrò:  << Mi porti nel  parco dove ci siamo incontrati? >>
 
Severus, che era ancora più nel sonno che sveglio bofonchiò: << Cosa? >>
 
<< Dai, andiamo! >> Lily lo tirò per un braccio, e Severus non riusciva a discernere se si era svegliato o se quello fosse il proseguo di un sogno.
 
Si vestì in fretta e Lily riapparse già pronta di tutto punto, con un sorriso radioso, e lei era radiosa, ed era radiosa la giornata.
 
Ridendo corsero al piano di sotto, e Lily chiamò Hokey affinché badasse al bambino in loro assenza.
 
Lily e Severus si smaterializzarono per riapparire nel parco dove anni prima lui le aveva rivelato che era una strega.
 
<< Come mai sei voluta venire qui? >> chiese nervosamente Piton.
 
 << Oh, è un po’ che ci stavo pensando >> rispose Lily.
 
Faceva piuttosto freddo, la neve ricopriva ogni cosa, e le altalene erano da tempo rotte, arrugginite, i salici erano spogli.
 
A Piton parve comunque il più bel posto del mondo. Lily iniziò a parlare, parlare, a tratti strattonandolo, a tratti mettendoglisi sotto braccio come per difendersi dal freddo.
 
Piton si chiedeva cosa portava Lily ad essere così euforica, ma era così piacevole sentirla cinguettare, come se la primavera passasse e sciogliesse la neve al suo passaggio!
 
Lily ad un certo punto chiese: << Allora, vuoi vedere il tuo regalo? >>
 
<< Regalo? >>
 
<< Cielo, Sev, è il tuo compleanno oggi, no? Non dirmi che te lo sei scordato! >>  e rise.
 
Severus sorrise; è vero, quel giorno era il suo compleanno. Era troppo felice per farci caso.
 
<< Ma guarda che testa che hai!, >> lo derise Lily << comunque chiudi gli occhi…aspetta qui, fermo. Ok. Non aprirli, eh. >>
 
Severus rimase immobile, ad occhi chiusi, e sentì il fruscio di un incantesimo partito dal punto in cui era Lily. Poi sentì un tepore innaturale per quel periodo, quella neve.
 
Nel frattempo, Lily si concentrava a fare finalmente un po’ di magia, era così stanca di fare perlopiù incantesimi domestici o trasfigurazioni elementari…
 
Ora era soddisfatta del suo incantesimo. << Apri gli occhi! >>
 
Severus aprì gli occhi, si guardò intorno e scoppiò in un sorriso bellissimo...



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Capitolo 22
*** NEVE E PETALI DI ROSA ***


 
 
 
 
Lily aveva scagliato un incantesimo di protezione che inglobasse una buona porzione del parco, e in quella aveva trasfigurato la neve in fiori, e farfalle, ed ora in quel parco sembrava essere piena primavera.
 
L’erba era verde, fondente, il prato pieno di fiori bellissimi e le farfalle danzavano libere. Le altalene erano state riparate, ed una fitta edera le ricopriva, e tra l’edera campanule rampicanti davano tocchi di viola intenso qua e là.
 
Oltre l’incantesimo di protezione la neve continuava a scendere leggera, ma sopra di loro la luce era bianca ed il cielo era terso.
 
Piton si guardava attorno, e si mordeva il labbro pensando che era una cosa del genere che avrebbe voluto fare per la sua Lily semmai…
 
<< Beh, forse ho un po’ esagerato, non è mai stato così florido, purtroppo, ma era tanto che non mi potevo divertire con un incantesimo in grande. >>
 
<< Lily, è bellissimo! Sinceramente anche a me era venuta un’idea del genere ma non avrei saputo rendere così bene questi dettagli… >>
 
Lily si chiese per quale occasione Severus si riservava di fare qualcosa di simile, ma non chiese niente.
 
Passarono la mattinata passeggiando e parlando, e ad ora di pranzo improvvisarono un picnic stile Babbani, con tanto di tovaglia stesa a terra e tutto il resto. Lily rideva di cuore nel vedere Severus così, impacciato con le usanze babbane ma così spensierato…
 
Severus rideva, e sorrideva, e parlava, ed il suo volto era luminoso, la sua voce mai tagliente, e si sentiva lavato da vent’anni oscuri e malevoli.
 
Sul far della sera, Lily fece per cominciare a riordinare le cose, ma Severus la bloccò, prendendole dolcemente la mano e portandosela al petto, facendo sì che Lily gli si avvicinasse.
 
Ora Lily era lì davanti a lui, e leggermente arrossita in viso lo guardava con occhi da cerbiatta, dalle ciglia lunghe, dalle iridi marroni calde, ramate, e  i suoi capelli profumavano di primavera, e la sua pelle candida risplendeva come se la neve a pochi metri da loro.
 
Piton era serio in viso, ma di una serietà dolce e magnetica. La giuardò; lei non seppe sostenere il suo sguardo.
 
Lui le mise una mano sulla guancia e l’attirò a se. E fu oblio, meraviglioso oblio.
 
 
**************************************************************************************************
 
Avevo lei, lei! Tra le mie braccia, e la stringevo, e la baciavo.
E le mia mano sulla sua nuca si annodava ai suoi capelli rossi, e carezzavo il suo collo caldo, e le sue labbra morbide erano sotto le mie,  e le mie sotto le sue, e le carezzavo le braccia e mi sentivo travolto, vivo, ed ero su questo terra per quel momento, e ho capito solo in quell’istante il perché dei gesti d’amore che avevo tanto disprezzato, e il tempo si era fermato, dilatato, e fluiva, e lei fluiva, sotto le mie mani come linfa, fremente linfa, ed era inverno, era primavere, ed era estate, poteva essere mattino o sera, giorno o notte, che importava, stavo morendo di una morte così dolce così estatica, come se in tutte le mie vene la linfa cominciasse a scorrere dopo secoli, calda, viva, dolce!...
 
Lui mi stava baciando, ed io non sapevo tirarmi indietro, non potevo, non volevo. Sentii qualcosa che avevo creduto di non poter più provare, ed ero spaventata per questa intensità, forse non l’avevo mai sentita… la tensione, una tensione che ti lascia il fiato sospesa ma senza la paura di cadere… come essere sull’orlo di una scogliera ma nel momento in cui ti lasci andare, a braccia aperte, nel vento, non è cadere: è volare.
 
Il mare non era cupo e burrascoso, era chiaro trasparente, avvolgente, fremente… vivo.
 
Presi il suo viso tra le mani, lui mi sollevò da terra. Non avevo più percezione del mio corpo se non per fremere, gioire. Ricademmo sull’erba, fresca, e la rugiada mi bagnò il capo, ed il viso, e le mie mani lo stringevano, e lui mi stringeva… e il cielo, il cielo, lo vedevo per la prima volta!
 
Mi staccai da lei per guardarla in viso, e quel distacco fu doloroso, ma dovevo vederla in viso: aveva un’espressione!... oh, se il mondo fosse finito in quel momento, se fosse collassato su di noi, di cosa avrei mai potuto lamentarmi?...  ma il suo sguardo, Dio, il suo sguardo! Non scappava, non si tramutava in vapore o in fumo, era li, sotto di me. Annegai nel suo collo, tra i suoi capelli, sentivo le sue dolci mani tra i miei capelli… come fermarsi…
 
Ma il mondo intorno ancora esisteva? Gettai uno sguardo nervoso intorno, e Severus si stacco da me, facendo forza su un solo braccio e con l’altra mano mi teneva la testa, tra il collo e la guancia… ci guardammo, ed io come, cosa potevo dire, cosa volevo trasmette, lo guardai con una tale intensità…
        
Lei mi guardava con una tale intensità, ed io non capivo. Voleva mi fermassi, mi staccassi da lei, mi alzassi? Voleva…oh, chi mi avrebbe mai fermato, se non il suo più flebile cenno, null’altro! Incantai quel luogo anche se non avrei mai immaginato di poterlo incantare ulteriormente. Eravamo completamente interclusi al mondo, fuori era inverno e su di noi primavera…fuori la neve a fiocchi, e mia Lily, per te, petali di rosa.
 
Mi incantai a guardare scendere sopra di me una pioggia fluttuante di petali di rosa. Severus li aveva incantati come aveva incantato me, ed io mi ero persa, naufragavo…ma non avevo alcun desiderio di essere riportata a riva: volevo annegare, tra i fiori, sotto le stelle che spuntavano nel cielo, su quel prato in cui  era primavera ed era l’alba, o pieno giorno, o era il cielo…
 
Avevo sotto le mie mani lui, e nel contempo mi sentivo in balia delle  sue mani. Inevitabili. Ma dolci. Mi carezzava i fianchi, e sentivo le sue mani, così ovviamente grandi, e forti, e così meno ovviamente  morbide.
 
Io non avrei ritenuto che subdola anche la carezza più lieve, se fatta da un altro,  con lui potevo affermare davanti al cielo che credevo nelle sue mani non avvertivo nessun pericolo.
 
E qui stava tutta la differenza. E tirare in ballo il cielo, o la neve, o le rose, o le sue mani, o la sua pelle, la sua bocca, tutto turbinava e io non sono tipo da turbinare per un motivo qualsiasi.
 
Io così cinico, così spietatamente cinico, ora sentivo una vibrazione forte dentro, per le mie mani sui fianchi, per le sue mani sulle mie spalle, per la sua bocca sotto la mia bocca…
 
Tornare ad amare il sapore della pelle di una persona, tornare ad amarne l’odore. Tornare ad amare qualcosa, qualsiasi cosa. è come sentire il sangue che si rimette in circolo, caldo, vivo. Il suo sorriso mi ispira il paradiso…

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Capitolo 23
*** QUELLA NOTTE... PARTE PRIMA ***


 
…il sole era tramontato, era già sera.
 
Lily e  Severus stavano distesi sull’erba ancora verde, ma fuori dal loro cerchio magico la neve cadeva da un cielo già blu, e sicuramente faceva un freddo penetrante.
 
Ma l’incantesimo si manteneva ancora riconoscibile: le farfalle svolazzavano svogliatamente, i fiori cominciavano a chiudere le loro corolle, ma emanavano ancora il loro inebriante profumo. Ogni tanto fluttuava dolce un petalo rosa, come se ci si trovasse sotto dei ciliegi a primavera.
 
<< Dovremmo rientrare >> disse Lily morder dosi il labbro, poco convinta.
 
<< Certo >> rispose calmo Severus.
 
Dissolsero l’incantesimo e si smaterializzarono.
 
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Sembrava che avessero portato con loro in quella casa la dolcezza di quella primavera in Dicembre.
 
Le ore che separavano la sera dalla notte passarono come avvolte nella tela un sogno, erano vaghe eppur definite. Certamente felici.
 
Hokey vide apparire Miss Lily ridente e il Signor Piton…beh non seppe attribuirgli un aggettivo. Hockey rise tra sé. Pensò a quel buffo elfo che la guardava sempre con sospetto ed era buffissimo quando le riservava cattiverie mancate che sembravano quasi gentilezze. Si chiese se un giorno quell’elfo avrebbe potuto avere un simile sorriso in viso.
 
La cena fu deliziosa, ed il tavolo era ricoperto di fiori. Harry rideva e batteva le manine per le farfalle che gli svolazzavano a pochi centimetri dal naso. Il gatto persiano color caffellatte Lily aveva portato a casa un paio di settimane prima aveva lasciato perdere i suoi topolini magici e cercava con la zampa le farfalle che volavano basso o le loro ombre sulla parete.
 
Quando venne l’ora di andare a dormire, sembrò che il tempo si dilatasse fluidamente e i respiri rimasero sospesi.
 
Quando Severus entrò in camera trovò Lily già infilata sotto le coperte, nella sua camicia da notte rosa più bella.
 
Lui entro nel letto e le passo un braccio intorno alle spalle; la attirò a sé.
 
Lei si appoggiò a lui come aveva fatto tante sere prima di addormentarsi, ma questa volta rimase ad occhi aperti, con i quali vedeva appena la stanza nelle sue forme nei suoi dettagli. Pensava freneticamente. Lui la baciò sui capelli morbidi.
 
Lei alzò il viso e si trovo con le sue labbra a pochi centimetri da quelle di lui.
 
Attesa.
 
Si baciarono. E da quel bacio tutto fluì così semplicemente, che in nessun attimo ci si sarebbe potuti fermare a pensare ai come e ai perché…

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Capitolo 24
*** 25- Stracciò i fiori. ***


Il mattino dopo, Severus si svegliò felice. Vide accanto a se Lily, dolcemente addormentata. I capelli scomposti sparsi sul cuscino. La sua pelle tiepida, il suo respiro leggero. Lui si trovò ad amare la vita, ad amare quello che vedeva fuori dalla finestra, il cielo chiaro, i profili delle case, i raggi del sole…
 
Quegli attimi, o quelle ore, quei giorni perfino, in cui sembra che tutto si meraviglioso, che valga la pena di tutto, che ti senti euforico, felice, e saresti felice anche da solo un mezzo ad una tempesta, ad una bufera perché senti dentro uno scopo, una meta raggiunta, senti che il mondo è bellissimo e che la vita può essere anche generosa.
 
Quei momenti o quei giorni in cui, anche se solitamente sei cinico e menefreghista, ti fa piacere portare una colazione a letto, perché ti riempie di gioia il piacere di fare quel gesto.
 
E andare al lavoro mantenendo dentro quel senso di gioia come se conservassi la sua mano sul viso, o il suo sorriso dentro i tuoi occhi.
 
Piton fu talmente cordiale e disponibile quel giorno, a scuola, durante le lezioni e durante il pranzo nella sala grande, che molti non riuscirono a chiedersi perché ma furono semplicemente meravigliati e contagiati dalla sua felicità.
 
A sera, mentre usciva dal castello per tornare a casa, sradicò mezza serra di fiori, e la professoressa di Erbologia strabuzzò gli occhi ma non se la sentì di rimproverarlo.  
 
Neanche Silente, che aveva osservato Piton durante il pranzo porgere il pane alla Mc Granitt con estrema cortesia, e ora guardava Severus depredare le serre, si sentì di dirgli alcunché.
 
Ma Silente, che sembrava sapere sempre tutto nel momento stesso in cui quel tutto accade, se non prima, guardandolo pieno di entusiasmo andare quasi di corsa verso i cancelli per potersi smaterializzare a casa, dove c’era la felicità che per vent’anni gli era stata privata, dove c’era qualcosa che gli ridava fiducia nella vita e speranza per se stesso, speranza di avere un anima, un cuore che sapesse ancora provare qualche emozione… A Silente, scese una lacrima silenziosa che si perse nella sua barba bianca.
 
Piton entrò in casa e si diresse in soggiorno, dove si aspettava di vedere la sua Lily sul divano, a leggere un libro o a giocare con il piccolo Harry… in soggiorno non c’era. Passò in cucina. Niente. Posò i fiori sul tavolo, e salì al piano di sopra; forse si stava riposando.
 
La camera da letto era vuota. Il letto era fatto alla perfezione. Pochi secondi e Severus provò una sensazione orribile. Le cose di Lily non c’erano. Non c’era alcun vestito sulla sedia, né pantofoline accanto a letto. Severus strappò i cuscini da sotto le coperte tirate su; nessuna camicia da notte sotto il cuscino. Aprì violentemente l’armadio: vuoto.
Si appoggiò accanto alla parete.
 
Respira. Calma. Ragioniamo… ragioniamo, ragioniamo! Ma che c’è da ragionare!!! Nella stanza accanto, niente delle cose del bambino, niente.
 
Scese in cucina a passi lenti e pesanti. I suoi fiori poggiati sul tavolo. Lily se ne era andata, senza una spiegazione. Certo non era sciocco, capiva che lei poteva sentirsi confusa. Ma dannazione, discuterne, parlarne, una spiegazione!! Che razza di comportamento è sparire così! Tra persone adulte e mature si parla… quasi scordava che effettivamente lei era ancora una ragazzina…  stette immobile qualche minuto.
 
Ho passato di peggio. Si sistemerà tutto.
 
Alzò lo sguardo. Quei maledetti fiori sul tavolo.
 
Fu un boato. Rovesciò il tavolo, i fiori si sparpagliarono tutto intorno. Li calpestò senza riguardo. Estrasse la bacchetta: scintille rosse colpirono la cucina raggiunsero il divano in salotto.
 
Un fragore assurdo, ma niente paragonato al suo stato d'animo.
 
Se la casa fosse esplosa, o implosa, non ci sarebbe stato da meravigliarsi.
 
Invece la casa rimase in piedi, ma Severus crollò.
 
Oh, si sarebbe risolto tutto… ma adesso, nella rabbia e nel dolore, pianse e stracciò quei fiori. 

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Capitolo 25
*** --intro alla PARTE II --- ***


Sinceramente avevo pensato di concludere qui la storia.
È certamente poetica una fine del genere. Lui ha avuto i suoi attimi di felicità, ma allo scontrarsi con la dura realtà, una Lily idealizzata, Severus ha dovuto stracciare quei fiori.
Ciò non gli avrebbe tolto la felicità e la gioia vissuta; sarebbe forse stato dissacrante per quegli attimi e quelle emozioni così  intense finire così nel nulla e senza una spiegazione.
Ma facciamo i conti con il fatto che la vita è così: tutta la neve, o i fiori, l’amore, spesso sono un’idealizzazione, un sogno. Magari tutto ciò è solo dentro la nostra testa, i fatti al netto delle nostre emozioni possono essere molto diversi da come li vediamo o sentiamo noi…
D’altra parte, dato che questa è la mia storia, la mia fantasia…sento di doverlo, al nostro Severus, di mandare a quel paese la dura realtà e insistere nel sognare. La neve, i fiori, una Lily mistificata, tutto quello che vuole, tutto quello che serve, perché se togliamo anche questo …oddio, che realtà squallida che ci resterebbe.
 
Quindi, la nostra storia continua…
 

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Capitolo 26
*** ...ma quale mira... ***


 
II PARTE
 
I professori non videro Piton ai pasti; lui si era riappropriato del suo vecchio studio nei sotterranei e non ne usciva se non quando era strettamente necessario.
 
Dopo una settimana, Silente bussò alla porta dello studio di Severus.
 
<< Severus, devo chiederti di aprire. Non costringermi a ricordarti che sono pur sempre il Preside di questa scuola, e che se ti convoco nel mio studio, tu in quanto professore dovresti avere la cortesia di presentarti. È una questione di educazione, su quella come ben sai non riesco a transigere.>>
 
Severus aprì la porta. Era livido. Silente ebbe un attimo di esitazione; Severus si spostò di lato per permettere al Preside di entrare. Silente entrò, e notò alcuni oggetti rotti, pergamene stracciate, piume spezzate.
 
<< Severus, ascoltami. So bene che stai affrontando per l’ennesima volta un dolore che ti prova, che ti logora, e…>>
 
<< Silente, risparmiami la tua comprensione e la tua compassione, di grazia. Non è poi tutta questa gran cosa, adesso, il mio dolore. Ho passato cose ben peggiori, e poi io sono venuto qui per “salvare la situazione”, tutto il resto era un surplus non dovuto. >>
 
<< Non devi dire così, sappiamo entrambi cosa hanno rappresentato per te le ultime settimane… >>
 
<< Cosa, Silente, cosa? Un amaro risveglio, lento, lento! È stata più veloce, più sincera la morte, Silente, lo sai? >> …
 
Poi Piton smorzo i toni, e mantenne un’espressività misurata, con una vena di delusione che traversava il suo ritrovato cinismo:
 
<< Ma ad ogni modo, non ho tempo né voglia di mettermi a discutere di tali baggianate. Vai a far del bene, sii onesto sincero! Bel ringraziamento. >>
 
Il tono di voce si fece quasi sprezzante, poi fu semplicemente duro: << Oh, non rimpiango le mie buone azioni, Silente, stai tranquillo. Niente Silente, non mi rammarico; chiedo solo di essere lasciato in pace, permettete? >>
 
Silente sospirò: << Vedi Severus, se io pensassi che questa è la conclusione, degna o indegna che sia, per le tue azioni, per la tua situazione, ti direi “ma si, ritorna a stabilire i tuoi vecchi binari, quelli rigidi, quelli amareggiati.” Ma non è tempo Severus; non mi piace vederti rassegnato…>>
 
<< Silente, non sono rassegnato. Sono semplicemente leggermente incazzato, permetti? >>

Silente scoppio in una risata di gusto. << Oh, Severus, quanti galeoni avrei pagato per vedere la faccia di Minerva se avesse sentito questa tua espressione!... >>
 
<< Ridi, Silente, ridi… >> 
 
<< Magari anche gli studenti avrebbero trovato più istruttiva un’uscita così colorita piuttosto che fatture volanti… Per fortuna che hai saputo calcolare bene la tua mira, Severus, con un orecchio in meno il signor Finnighan sarebbe stato in grado di apprendere solo per metà le prossime lezioni…  >>
 
<< Ma quale mira, Silente, quale mira se l’ho mancato!... >> sbottò Piton.
 
Silente uscì dal sotterraneo ridacchiando…
 
…. 

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Capitolo 27
*** Assurdo... ***


 
 
ASSURDO…
 
 
Assurdo. Che situazione assurda, che idiota sono a prendermela tanto. Una ragazzina… come ho potuto essere cos’ idiota da non pensarci! Tornare indietro nel tempo, che geniale idea!... e che lei l’avrei trovata appena adulta, ancora così spietatamente giovane, questo non l’ho pensato!
 
Eppure, eppure con quel maledetto Potter…a lui, lei lo aveva sposato…
Ci aveva fatto un figlio. Ciò dovrebbe supporre una certa maturità. O è stata fretta? Fretta, ansia, l’ansia che colpiva tutti all’epoca…questa l’epoca, mi ci ritrovo dentro…
 
 
Con la paura per l’ascesa di Voldemort, molte delle coppie che si erano formate ai tempi della scuola si erano sposate appena dopo il diploma. Sposate con il loro primo ragazzino, perché non c’era tempo, né modo di arrischiarsi in un mondo in cui dilagavo il pericolo, la corruzione.
 
E certamente infondeva sicurezza in quelle giovani fanciulle sposarsi, in un periodo così incerto volevano confermare la presenza nella loro vita di una persona che le amava…
 
Perché Potter, perché non me! Ero io il suo amico di sempre, io sono cresciuto con lei!
 
Erano passati così tanti anni…non voleva nemmeno ripensarci a tutte quelle maledette dinamiche che hanno condotto Lily tra le braccia di un altro, che non hanno lasciato maturare la loro amicizia in qualcosa di più.
 
Ma ora, tornare vent’anni indietro aveva significato trovarsi a quarant’anni con una ragazza appena diventata donna, che non comprendeva, che non poteva comprendere cosa era l’impegno, la dedizione, il…
 
Dannazione ma che mi rappresenta sparire da un giorno all’altro, così! Dalla sera alla mattina prendere le proprie cose e andarsene! Senza una spiegazione!
 
Piton faceva avanti e dietro nel suo studio, e ogni volta che girava bruscamente su sé stesso, il suo mantello nero girava con lui schioccando come una frusta.
 
A labbra strette si arrovellava su questi pensieri. Perché Lily se ne era andata?
 
Avrà avuto paura. Paura! Ma io non l’ho mai forzata in niente, dannazione, c’ero anch’io con lei quella notte! L’ho vista, l’ho sentita! L’ho sentita sotto di me, sotto le mie mani, li ho sentiti i suo i gemiti, i suoi sospiri! Le piaceva, stava bene! Ho visto i suoi occhi, il suo sguardo dolce, i suoi modi dolci, appassionati! Perché fingere?
 
Dannazione, andava tutto bene! Cenare a casa insieme, tutte quelle piccole cose, quei piccoli gesti, quei piccoli dettagli del condividere le giornate! Dannazione quei fiori quei maledettissimi fiorii che le portavano…e che la facevano sorridere.
 
La facevano sorridere, io la facevo sorridere, lei sorrideva! La sua risata argentina mi esplodeva nel cuore, mi scioglieva il cuore! La sua espressione felice mi faceva sentire vivo, importante!
 
Mai nessuna delle pozioni o degli incantesimi che ho fatto mi ha mai fatto sentire né così capace o importante o abile quanto nel vedere che le mie mani o la mia voce o la mia espressione o un mio gesto aveva il potere di toccare lei, di coinvolgere lei!
 
Perché non mi ha nemmeno detto una parola? È sparita così! Che immatura! È lei che ho tanto amato? E lei che amo? È lei? Lily, Lily!
 
Forse in tutti questi anni l’ho idealizzata…certo che l’ho idealizzata! Ma in queste ultime settimane era lei, era lei con me, a condividere con me quei momenti!
 
E portarmi in quel posto e la neve e i fiori dal cielo, tutte quelle moine? Che senso avevano? Era solo un suo gioco, qualcosa che in quel momento la dilettava, un modus operandi, un contesto in cui espletare un capriccio, una fantasia cosa?
 
Cosa ha visto in me? E cosa poi ha scelto di non voler vedere più?
 
 

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Capitolo 28
*** Pozioni ***


L’aveva avuta tra le mani la felicità. Ed ora? Punto e a capo. Se non peggio.
Possibile che fosse qualcosa di così fugace, di così instabile, che non ci fosse modo di trattenerla?
Si era comportato nel modo più corretto, l’aveva trattata come una principessa, perché a lei non bastava?
Severus era ritornato nel suo inferno personale.
 
Questa volta, però, non riusciva a capacitarsene.
Dove aveva sbagliato? Il punto era proprio che lui non aveva sbagliato nulla.
Allora era lei che semplicemente non era la donna che lui credeva? Era lei che non era il suo amore, il suo destino, il suo riscatto?…
Aveva passato, sprecato, anni per qualcosa di idealizzato, qualcosa che in realtà era solo una delusione?..
Ah, passare una vita, la sua vita precedente, a combattere per lei, a proteggere quel ragazzo per lei, a ribellarsi al male per lei….e ora lei che era sempre buona e giusta con tutti, proprio con lui era stata così scorretta!
 
Stava impazzendo. Non solo dal dolore. Severus stava letteralmente impazzendo. Vagava per casa, non si presentava al lavoro. Per settimane aveva ignorato un placebo per i suoi dolori così stupido, così vigliacco… lui che conosceva tutte le pozioni possibile…aveva lì a portata di mano i mezzi, gli ingredienti…poteva auto prodursi un filtro per dormire, uno per calmarsi, uno per lenire il dolore…palliativi abbastanza giustificabili questi….ma non bastavano…li prendeva, oh si, li prendeva. Non si stimava affatto per questa sua debolezza, ma il dolore per l’aver perso qualcosa, o peggio, il dolore nel constatare che tutto quello in cui si credeva e per cui si è lottato non solo può svanire in una nube di fumo, ma può anche lasciarti impregnate le mani di delusione…
Ho amato qualcosa di deludente, di imperfetto, di fallace. Tutto il bene non è bastato.
 
A Severus tremavano costantemente le mani, era scosso da conati. Erano settimane che rifiutava di alimentarsi…dannazione, stava diventando come suo padre, schiavo di una dipendenza che gli toglieva ogni dignità…suo padre diventava violento. Lui non avrebbe mai alzato un dito su Lily. Ma la sua sofferenza lo stava divorando dall’interno. Lasciarsi morire sarebbe stata una viltà, come sopravvivere alle giornate? Come? Lui che era spesso stato vicino alla morte, avrebbe dovuto apprezzare questa sua nuova opportunità di vita…
 
Eppure il dolore acceca l’uomo, lo priva di ogni logica. Non vedeva soluzione alla sua sofferenza.
Aveva provato a cercare Lily per parlarle, avere almeno una spiegazione. Era andato da Silente, e Silente aveva risposto con quella sua solita irritante pacatezza, che non poteva costringere Lily a farsi vedere, se lei non voleva. Allora Piton si era precipitato a Grimmauld Palace; Sirius gli aveva impedito di entrare e l’aveva mandato via ridendo. “Credevi davvero che Lily sarebbe stata con te, con te, Mocciosus? Pensavi forse di poterla rendere felice? Sei un folle! Non ti vuole vedere, non vuole che la cerchi. Conservati un minimo di dignità Severus, se ce l’hai mai avuta… sparisci. O forse preferisci sentirti dire queste parole da lei? Se è questo che vuoi…”
“ Lily non sarebbe mai così piena di sé, lo sai bene. Di quello che dici tu, m’importa poco. Voglio parlare con lei. Fammi entrare! ” Sirius sfoderò la bacchetta, pronto ad attaccare.
“ No! ”
Lily era apparsa in cima alle scale.
 
A Severus, nonostante tutto, s’illuminò il volto nel rivederla. Sirius vacillò. Probabilmente anche lui pensava che Lily sarebbe stata come suo solito dolce con Piton, lei non avrebbe saputo mandarlo via… invece la voce di Lily fu lenta e distaccata “ Severus, ti prego di lasciare questa casa. Non intendo più vederti, ti ringrazio per esserti preso cura di me, ma credo sia meglio per noi non…non vederci più. Non mi cercare. Ti prego ”
Lily si girò e spari dalla sua vista. Piton sentiva un fischio nelle orecchie e un vuoto che aleggiava intorno a lui come uno spettro.
“ Sentito la signora? ” latrò Sirius, con un ghigno soddisfatto. “ E ora, se permetti…chiudi la porta uscendo. ”
E si avvio su per le scale balzando sugli scalini due a due.
Severus rimase immobile per un attimo. Uscì e su chiuse dietro la porta, come in trance. Poi lo assalì un lacerante sospetto. Sirius e Lily. Insieme.
 
Gli abitanti di quel quartiere di Londra, quella notte, giurarono di aver sentito la calma della notte squarciata da un urlo straziante. Ma quando si erano affacciati alle loro finestre, non avevano visto nulla, nulla. Solo un bambino che stava alla finestra a dispetto dell’ora aveva detto ai genitori di aver visto un uomo pallido come un vampiro, avvolto in un mantello nero, sparire nel nulla come per magia. Questa visione fu liquidata dai suoi genitori Babbani come una semplice fantasia di un bambino che resta sveglio quando dovrebbe dormire…
 
Per Piton era stata la notte che lo aveva affondato nel suo baratro. 

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Capitolo 29
*** La fiducia tradita ***


 Lily sentiva sulla fronte il freddo del vetro della finestra; se avesse visto il riflesso del suo viso su essa avrebbe potuto credere che le gocce che rigavano il vetro fossero pioggia, ma era solo il riflesso delle lacrime che rigavano le sue guance.

 

Il suo sguardo era ancorato al punto dove Severus era sparito in un grido di dolore, l’eco di esso ancora nelle sue orecchie e lo specchio di quel dolore la feriva come se ne avesse grosse schegge nel cuore. Chiuse gli occhi, la mano lasciò andare le tende che prima stringeva così forte da sentire le proprie unghie sul palmo, oltre la stoffa.

 

Si avvicinò al letto e si aggrappò alla colonna di legno intagliata a spirale che formava il baldacchino. Lanciò uno sguardo perso alle coperte, e mescolava la vista di esse con l’immagine, inevitabilmente colpevole, di altre coperte, quelle del letto della casa ad Hogsmeade, dove aveva dormito tra le braccia di Severus. Provava a giustificarsi, mordendosi il labbro, ripetendosi che non avevano...non avevano...lui non si era mai permesso, per settimane erano stati solo teneri, protettivi abbracci, e l’ultima notte dolci baci, pieni di amore, di passione, sì, ma mai lui aveva chiesto di più...chiesto...il problema, la colpa che lei sentiva, era proprio nel fatto che non si trattava di cosa lui non chiedeva...ma di cosa lei non avrebbe negato, di cosa lei desiderava…si staccò con un gesto brusco dal letto al baldacchino, un’espressione disgustata le passò sul volto: in un primo istante, disgusto per sé stessa e del suo mancato rispetto per James, morto nel proteggere lei e il loro bambino...poi con un respiro deciso, disgusto per Severus, per quello che le aveva fatto, per il motivo per cui lei si sentiva...si era sentita...in quel modo per lui: che bassezza, una cosa talmente infima da non aspettarsela nemmeno da un Mangiamorte, come aveva potuto farle questo.

 

Una parte dentro di lei ancora si dibatteva e sussurrava: non può averlo fatto davvero, Sirius deve essersi sbagliato...ma gli elfi domestici non possono disobbedire ad ordini diretti, ed Hokey aveva confermato, seppure scuotendo la testa così forte che la sua pelle anziana, sopratutto quella delle sue grandi orecchie da elfo, aveva tremolato in maniera quasi buffa, come un cane che si scrolla di dosso l’acqua, ma la comicità fu sopraffatta dall’orrore suscitato dal segreto svelato: Severus per tutto il tempo l’aveva soggiogata con filtro d’amore nascosto nel cibo o nel thè. Ecco perché quei sentimenti, quelle sensazioni, quei momenti di complicità e tenerezza, quella felicità rubata, quelle risate.

 

I suoi occhi erano fissi nel vuoto, e cercò di riportare la mente ad anni prima, alle lezioni del Professor Lumarcorno, provando a sentire l’eco delle sue spiegazioni o l’immagine di qualche paragrafo del libro che descrivesse nel dettaglio gli effetti dei filtri d’amore, perché qualcosa dentro di lei le sussurrava che le sue sensazioni sarebbero dovute essere più vaghe, estatiche ma non così realistiche, così...giustificate.

 

Ebbene sì, giustificate se nate e cresciute dal senso di protezione che Severus le dava, dalle piccole e grandi attenzioni in cui egli si prodigava per lei, dalle sue braccia così forti e gentili intorno a lei, dallo sguardo così tenero dei suoi occhi neri che la carezzava sempre, così come le sue mani che erano al tempo stesso salde quando ferme sui suoi fianchi e tremanti di emozione e venerazione quando sulla curva della sua schiena, e poi dolci ed ipnotizzanti quando raggiungevano la sua nuca che si immergevano nei suoi capelli dandole un brivido...dannazione perché si sentiva ancora così anche al solo pensiero, gli effetti del filtro d’amore sarebbero dovuti svanire dopo tutti quei giorni di lontananza...ma probabilmente Severus, bravo come era con le pozioni, aveva trovato un modo di farli durare nel tempo...o magari aveva creato una pozione leggermente differente dall’originale per rendere gli effetti più realistici, oppure...avrebbe dovuto chiede più dettaglio a Hockey, Sirius aveva chiesto solo...un momento: quando Sirius aveva interrogato Hockey di fronte a lei, non aveva nominato alcun filtro d’amore, o sì?

Lily tornò con la mente alla loro lite, avvenuta il giorno in cui Sirius era piombato nella casa di Hogsmeade mentre Severus era al lavoro.

 

Era stato un martedì pomeriggio. Sirius si era materializzato direttamente all’interno del soggiorno, invece che al massimo sull’uscio per bussare ed aspettare di essere accolto come sarebbe stata buona norma. Guardandosi intorno aveva trovato Lily, che aveva sobbalzato al suo “Crack!” di apparizione e sfoderato istintivamente la bacchetta, che Sev le aveva raccomandato di tenere sempre a portata di mano. Aveva passato l’ultima ora seduta tranquillamente sul divano, con le gambe piegate tra i cuscini, circondata dai libri per la preparazione agli esami necessari per poter far domanda al San Mungo, mentre Harry riposava nella culla portata lì accanto e il focolare scoppiettava tranquillo oltre il tappeto su cui giaceva un numero ragionevole di giochi e di libri, abbastanza per dare l’aria di una casa in cui viveva una famiglia con un bimbo piccolo, senza però sconfinare nel disordine.

 

Riconosciuto l’amico, Lily usò la bacchetta per un tocco di ordine al volo anziché per difesa, e la tazza di thè caldo ormai vuota che aveva posato a terra vicino al divano si smaterializzò e rimaterializzò nel lavandino, il plaid si autopiegò e si drappeggiò sul bracciolo della poltrona vicina, tre fogli appallottolati pergamena si tuffarono nel camino.

 

<< Sirius! Che sorpresa, potevi avvisare, avrei convinto Sev a invitarti a cena...beh lo so sembra ottimistico pensare che non vi scaglierete qualche incantesimo invece di passarvi il sale, ma Sev sembra davvero molto più bendisposto nei confronti dell’umanità, sai? Pensa che... >>

iniziò Lily cinguettante, immaginando la faccia incredula di Sirius quando gli avrebbe raccontato di come Pomona, venuta per prendere un thè con Lily, aveva guardato con un misto di incredulità e tenerezza i Gigli sibillini al centro del tavolo e le aveva parlato di come Sev si stava rivelando di piacevole compagnia al castello. Ma lo sguardo tetro e furioso di Sirius la bloccò.

<< Sirius, che succede?...è successo qualcosa? >>

 

<< Dovresti dirmelo tu se è successo qualcosa! >> abbaiò Sirius << E non venirmi a scodellare la scusa dello stare qui per sicurezza e protezione, tanto ti lascia da sola quando gioca a fare il professore, vedo...e se io fossi stato un Mangiamorte tu e Harry sareste finiti >>

<< La casa è protetta da numerosi incantesimi, Sirius! Solo una stratta cerchia di persone fidate possono trovare la casa, dopo averne discusso con Silente. Ovviamente tu sei una di quelle, probabilmente Silente non si sarebbe aspettato che avresti usufruito di questo solo dopo settimane, e per venire a urlarmi contro gratuitamente! >> rispose Lily, offesa dal comportamento del suo amico.

<< Certo non pensavi che sarei venuto per farmi amicone Mocciosus, e magari anche Lupin avrebbe partecipato, così da ricostituire i malandrini con quel che resta...ma io non sostituisco così in fretta James >>.

 

Ora Lily era indignata << E cosa vorresti dire con questo?! >>

<< Lo sai benissimo! >> infuriò Sirius. Vi hanno visto, increduli ma vi hanno visto, passeggiare mano nella mano, tu e Piton, fare spese al mercato per erbe e spezie come una coppia sposata. Gli hai anche passato in braccio Harry secondo quando mi hanno detto >>, un ringhio sardonico deformava i lineamenti di Sirius.

<< Sev è molto disponibile nei confronti miei e sì, anche di Harry, non direi che si adorano ma mi da una mano mentre studio, sono quasi buffi a volte...E non vedo cosa hai da recriminare, tu sei il suo padrino, potresti venire a trovarci quando vuoi, ho detto che preferisco che Harry non lasci la casa perché è protetta, ma possiamo mettere le stesse protezioni in Grimmauld Place...lo sai che voglio che tu faccia parte della nostra vita, Sirius >>

<< Vostra! Tua e di Harry, certo, ma non con Piton nell’equazione! >>

<< Perchè no, Sirius? Silente ha spiegato che si fida pienamente di Severus, che Sev ha pagato per i suoi errori e avrebbe dato la vita per salvare Harry, e me e James, e... >>

<< ...ma non l’ha fatto, no? James è morto e Piton è vivo, guarda tu che coincidenza! >>

<< Non insinuerai che… >>

<< Perché no, Lily? È un doppiogiochista nato. E non sarei sorpreso se ti tenesse sotto l’influenza di qualche incantesimo o pozione, Silente deve essere pazzo a lasciare te e Harry in sua balia! >>

<< Sev non si è dimostrato che buono e protettivo con me e Harry, senza chiedere nulla in cambio! >> << Nulla in cambio? Nulla in cambio! Devi essere sotto influenza di qualcosa per essere così stu….ingenua. Ha te in cambio, Lily, ti ha sempre voluta, ha cercato di metterti contro James per anni, perché ti voleva per sé >>

<< E tu perché cerchi di mettermi contro di lui, Sirius? Io non sono un trofeo di Quiddich da vincere! >> << Io sono fedele al mio amico, Lily. Non mi permetterei mai di appropriarmi di...insomma sono certo che lui vorrebbe che ti tenessi al sicuro dalle mani di altri. E io non mi permetterei mai di metterti addosso le mie, mai! James... >>

<< Severus non si è mai permesso, mai! >> fece eco Lily, rossa in viso e con voce più acuta del normale

<< E questo tuo atteggiamento...come a dire che ero proprietà di James e ora che lui non c’è più mi devi mettere in una bara di cristallo per rispetto della sua memoria...non credi forse che quando lui è morto io sono come morta con lui, mi sono sentita come volessi solo chiudermi nella bara con lui...ma non è possibile, Sirius, io devo essere viva, per Harry, per il fatto che James si è sacrificato affinché io vivessi e non per farmi esistere come un fantasma... >>

Lily incespicò nel suo discorso, e si passò una mano sul viso, una parte di lei che si sentiva in colpa per essere sopravvissuta al marito, un’altra parte, quella piena del suo spirito forte ed indomito, che lottava per il diritto a vivere, continuare a vivere anche dopo che…ma il pensiero di James la bloccava, il senso di colpa c’era.

 

Sirius sapeva che poteva puntare su questo senso di colpa per tenerla lontano da quell’infido di Mocciosus. Ma sapeva anche che non era abbastanza, che Lily per anni aveva difeso quel suo indegno amico, per anni si era fidata di lui nonostante tutto, solo il tradimento perpetrato da Severus nello schierarsi con i Mangiamorte, il suo abbandonarsi all’uso della magia oscura, aveva convinto Lily a separare le strade. E quindi Sirius l’illuminò con i suoi sospetti dell’uso improprio di arti magiche da parte di Severus, e di come aveva ricevuto conferma dei suoi sospetti interrogando l’elfa domestica che era spesso a loro servizio.

 

Sicuramente Sirius aveva insistito più volte, alzando la voce esasperato dall’incredulità e ingenuità di Lily che diceva << No, no, Severus non sarebbe caduto così in basso… >>

<< è di Piton che stiamo parlando, Lily, cerco che può cadere così in basso! Attratto ed immerso fino al midollo nelle arti oscure, come puoi pensare che possa farsi scrupolo per un filtro d’amore?...inutile che scuoti la testa in quel modo, Lily, ti conosco, non avresti mai tradito James proprio con l’uomo che più dispr….insomma, andiamo! Seriamente mi vuoi far credere che tu o, se è per questo,qualsiasi ragazza, bella e di sani principi come te, potrebbe provare del tenero per Piton? Potrei forse capire una poveretta senza il dono di alcuna grazia, uno spirito sottomesso che accetterebbe quello squallore...ma nemmeno dai, sarebbe anche in quel caso per paura o solo se soggiogata in qualche modo...sospirare per un naso adunco e quell’untume che gli pende dalla testa? Mi viene da vomitare al pensiero. >>

 

Lily sentì un moto di indignazione salirle nel petto: << Oh, Sirius, davvero dovresti vergognarti ad essere così superficiale. Solo perché qualcuno non ha le tue stesse apparenze...quelle possono essere anche solo un’eleganza superficiale, Sev si è dimostrato molto galante nei modi e... >>

<< è sempre di quel goffo e spigoloso di Mocciosus che stiamo parlando, sì? O mi è sfuggito qualcosa, magari la pozione che ti fa ingurgitare te lo fa vedere diverso? >>

<< Non chiamarlo in quel modo! Se proprio non l’hai notato, non è più….insomma è cresciuto, maturato... >>

<< Invecchiato, vorrai dire! E comunque l’untume è rimasto… >>

<< Smettila, sei crudele, se è per questo...Silente ha anche lui un naso importante e non per questo qualcuno lo schernisce...e i capelli sono solo...lucidi e...cadono giù appesantiti ma non sono...insomma viviamo nella stessa casa e posso assicurarti che non ha alcun problema di igiene, ... >> ...anzi, profuma sempre di mirra anche dopo le lezioni di pozione, deve lanciarsi addosso qualche incantesimo prima di rientrare a casa, e la sua pelle, sulle spalle è così liscia...e ha spalle e petto più grandi di come si immagina sotto le tuniche nere...e le sue gambe non sono magre come quando lo appendevate a testa in giù, muscoli spessi e forti su gambe e braccia...e le sue gambe forti...le ho sentire tra le mie attraverso la mia camicia da notte e il suo pigiama, mentre ci abbracciavamo finì Lily nella sua mente, arrossendo e lasciando trasparire un minuscolo sorriso.

 

Sirius nel vederla sorridere ed arrossire in quel modo per Piton, rimase per un istante con la bocca aperta, scordandosi di aver controllo alcuno sui muscoli della mascella che rimase come appesa per alcuni istanti...poi la bile lo infiammò, la bile contro quel serpente disgustoso che aveva soggiogato la ragazza - la moglie - del suo migliore amico a macchiava d’onta il ricordo di James. << Non mi vuoi credere eh? >> ruggì << Allora senti questo, con le tue orecchie! Hokey! Subito! >> Sirius, seppure era di cuore nobile e di natura non cattiva, fieramente Grifondoro, aveva inconsciamente ereditato qualcosa dalla nobile casata dei Black: trattare gli Elfi domestici con superiorità, come se fossero esistiti appositamente per rispondere ai comandi, abituato com’era ad avere un elfo domestico, Kreatcher, che sembrava avere come unica gioia ed aspirazione obbedire a ogni ordine della famiglia Black.

 

Hokey infatti apparve immediatamente, e guardò Sirius con le orecchie basse, in attesa di un comando.

Sirius le chiese, serio e deciso: << Voglio che tu risponda con il vero a quello che ti sto per chiedere, capito? Lo so che hai già risposto a questo l’altra volta, ma anche Lily qui >> disse con un cenno del mento alla ragazza e l’elfa la guardò girando la testa, per poi spostare di nuovo lo sguardo sul mago che le stava dando un ordine

<< Anche Lily deve sapere come sono andate le cose: è vero o no che hai somministrato a Lily qualcosa a sua insaputa, nel cibo o bevande? >> Sirius si riferì al probabile filtro d’amore in termini vaghi in parte perché non credeva che Hokey capisse nel dettaglio le pozioni dei maghi, e inoltre poteva essere un altro tipo di pozione conosciuta e ideata da Piton che lui non conosceva e non voleva aprire dubbi sulla natura della pozione, il punto era avere la conferma che Lily covava del tenero per Mocciosus solo perché sotto l’influenza di qualcosa di sintetico.

 

Hokey guardò smarrita e spaventata il volto irato del mago e disse in un filo di voce, mentre lo sguardo le si abbassava colpevole e amaro sul pavimento, nel paralizzante ricordo del passato errore

<< è vero... >>

 

<< E questo qualcosa le ha fatto non pensare più a James ma l’ha spinta tra le braccia di Piton, giusto? >>

L’elfa lo guardò e passò lo sguardo dal mago alla giovane strega che la guardava con occhi spalancati. Hokey non sostenne il suo sguardo. Aveva forse in qualche modo fatto qualcosa di male anche a Miss Lily, come aveva in passato fatto male a Ms Hepzibah? Non credeva che il miele delle fate facesse del male. Ma in un certo senso sì, come il mago le chiedeva, aveva attenuato il dolore per la morte del mago James, e, Hokey, sì, aveva visto la ragazza ammorbidirsi tra le attenzioni del mago Severus Piton, e ne aveva persino gioito orgogliosa pensando di star facendo nascere qualcosa di buono, cattiva Hokey devo aver frainteso quello che dovevo fare, ho sbagliato ancora…

 

<< Allora? >> incalzò Sirius

<< Vero...ma Hokey non voleva far qualcosa di male, Mister Sirius signore, no, Hokey ha fatto solo quello che le è stato ordinato di fare >>

<< E chi ti ha ordinato di farlo, Hokey? >> chiese Sirius con una nota di ironia e trionfo nella voce? >>

Hokey spalancò occhi e bocca: Silente era stato chiaro, non far a sapere a nessuno del miele delle fate, non avrebbe fatto la spia sul mago Silente, no, lui era gentile con lei, l’aveva salvata e dato redenzione quando tutti credevano che era stata Hokey stessa ad avvelenare la padrona…l’aveva persino rassicurata che Hokey non aveva colpe, anche se Hokey credeva ne avesse...non avrebbe disobbedito a Silente, troppi errori aveva già commesso…

 

<< Dicci chi ti ha ordinato di farlo, Hokey >> ruggì Sirius, impaziente. Hokey crollò sul pavimento battendo i piccoli pugni e la grande testa sul marmo duro

<< Hokey non può, Hokey non vuole disobbedire a Mister Black ma Hokey non può dire >>….e piangeva in modo disperato e pietoso. Lily, impietosita ed addolorata, urlò

<< Basta, basta! Falla smettere, falla smettere! >> e scoppiò in lacrime anche lei, voleva consolare l’elfa ma era così distrutta dalla natura della confessione che non poté altro che crollare in ginocchio e mettere una mano sulla spalla di Hokey che si dibatteva in preda a lacrime incontrollabili e lamenti strazianti >>

<< Silenzio Hokey... >> disse interdetto Sirius, che non sapeva bene come gestire quelle due femmine in lacrime << ehm, Hokey, torna dov’eri, lasciaci soli >>

Un crack! e l’elfa era sparita, lasciando Lily in ginocchio ad accarezzare il pavimento come in trance.

<< Piton deve averla minacciata pesantemente di non svelare la sua identità. Quando si sarà calmata possiamo riprovare ad insistere a chiederle di dircelo, ma piangerà e si dibatterà ancora, solitamente tradire in modo così diretto un ordine significa doversi poi infliggere una punizione molto severa, e sicuramente l’elfa vorrà evitarlo...quella di mia zia si fece sfuggire un pettegolezzo, o probabilmente qualcosa di molto vicino alla verità riguardo allo stato di sangue di mia cugina, insomma che non era figlia di mio zio purosangue, ma di un amante babbano, e beh, l’elfa si tagliò la testa da sola, probabilmente disperata per essere morta prima di poterla attaccare alla parete da sola e finire il lavoro...mia zia fu così furiosa che nemmeno la volle sulla parete >>

 

Lily lo guardò orripilata, ripetendosi ostinatamente che Sev non avrebbe fatto una cosa così crudele ma sapendo che gli elfi si auto-puniscono in modi molto severi, e non voleva che Hokey dovesse farsi del male...male...il dolore e la vergogna che provava ora lei, la confusione nella sua testa...allora era vero, Sev l’aveva soggiogata con l’inganno? Chi altri avrebbe avuto interesse nel farla innamorare di Severus? Questo avrebbe spiegato e giustificato i suoi sentimenti, lasciandola innocente, James sarebbe stato disgustato da Sev e non da lei… Con il forte senso di vergogna e delusione che le appesantiva il petto si rialzò e a lasciò la stanza per andare a controllare Harry, decisa a lasciarsi alle spalle quel perfido tradimento della sua fiducia. Si era affidata a Severus sempre di più, e lui l’aveva manipolata. Doveva pensare al bene di Harry. Tenersi alla larga da Severus.

 

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Capitolo 30
*** La cerva d'argento ***


Severus si materializzò nella sua vecchia casa in Spinner’s End. Crollando sul pavimento mentre piangeva con latrati di dolore. L’odore di muffa ed abbandono rispecchiava ciò che lui provava e quando realizzò dove si trovava, capì perché aveva evocato nella sua mente, mentre si materializzava, proprio quel posto.

 

Come aveva fatto altre volte in momenti di disperazione, evocò il proprio Patronus, e fu sorpreso di riuscirci. Il volto di sorridente di Lily era ancora, nonostante tutto, il suo ricordo felice. La cerva d’argento uscì balzando con grazia fuori dalla bacchetta e emanando il suo bagliore sul profilo degli oggetti della stanza, coperti di polvere.

 

La cerva guardò Severus che stava bocconi sul pavimento, il viso nell’incavo del suo gomito, sembrava come in preghiera, o implorando un perdono. La cerva inclinò leggermente la testa su un lato e si avvicinò con lenti passi a Severus. Raggiuntolo, chinò la testa dai grandi occhi su quella figura nera scossa dai singhiozzi e strusciò dolcemente col muso la testa di Severus, leccando poi la sua mano che stringeva ancora la bacchetta. Severus sollevò la testa e a bocca aperta carezzò la cerva sul collo, e lentamente si ricompose, continuando a carezzare la cerca con lo sguardo fisso attraverso di essa. Pensò che mai, nemmeno dopo la morte di Lily, si era abbandonato a una tale patetica codardia. Aveva pianto in quel modo altre volte, ovviamente nascosto a chiunque, ma si era poi rialzato e aveva continuato il suo lavoro di spia, di docente, e membro dell’Ordine della Fenice. Lily era viva. Lui che nei suoi vent’anni era sopravvissuto alla morte della ragazza che amava, non avrebbe ora, da uomo adulto abbandonato se stesso al dolore di una perdita. Un dolore irrazionale, lei era viva, se era sopravissuto al dolore per la morte di lei, poteva sopravvivere a qualsiasi cosa. Doveva solo essere razionale, risolvere la situazione, anche se sembrava chiaramente senza speranze.

 

Quando Lily era sparita, dopo un primo momento di rabbia per aver assunto che lei fosse scappata come una ragazzina di fronte alla prospettiva di iniziare una relazione con lui, si era subito diretto da Silente per assicurarsi che lei stesse bene e fosse andata via di sua spontanea volontà e non perché rapita.

<< Non so se mi sorprende, Severus, che colgo nella tua voce che preferisci che ti abbia lasciato di sua volontà seppure per un capriccio, piuttosto che sia stata portata via con la forza. E mi hai chiesto anche del bambino, molto bene Severus, vedo che sei cambiato molto dalla prima volta che discutemmo la sicurezza di Lily...e della sua famiglia >>

<< Vuoi darmi un Oltre ogni previsione, Silente, o una risposta? >> sbottò Severus.

Silente esitò, un po’ perplesso dal tono con cui così poche persone si sarebbero permesse di rivolgersi a lui << Vedo che siamo molto in confidenza nel futuro, spero non ai ferri corti come ti piace mascherare con queste battute pungenti la nostra, immagino, possibile amicizia>> .

Severus rimase un istante senza parole poi si scusò.

<< Questo risponde alla mia domanda implicita. Ora vediamo di rispondere alla tua domanda esplicita. Lily è al sicuro, Severus, vorrei dire che sta bene ma al sicuro risulta più appropriato. Si trova a Grimmauld Place… >> e notando lo scatto di Severus, Silente aggiunse:

<< Ma ti sconsiglio di tentare di recarti lì ora. Dalle tempo, ha da pensare su certe cose da sola...ti assicura avrà molto più valore se sarà lei a darti – o chiederti – spiegazioni, piuttosto che tu, o addirittura io ad andare a cercare di convincerla >>

<< Convincerla di cosa, spiegazioni su cosa? >>

<< Credo che parlarne adesso provocherebbe reazioni forse anche irreparabili. Ti assicuro che al momento sono riparabili, se saprai attendere, dare tempo al tempo, dare modo a Lily di ragionare con la sua testa. Conosci Lily meglio di me, in fondo e sai che è una strega forte e intelligente, e seppure sopraffatta dal dolore, dalla complicata situazione, detesta chi cerca di farla pensare con qualcosa in meno che la sua testa. Se da una parte la situazione, il trauma, le fa sentire il bisogno di avere una...pausa...dal suo ruolo di adulta, di vedova, di donna autosufficiente quale è, per rifugiarsi nel sollievo della protezione da parte di chi considera amico...d’altronde non passerà molto prima che si renda conto che l’amicizia non si manifesta in termini di bianco o nero, e che anche chi ha buone intenzioni può commettere errori...e anche chi ha interessi personali può invece agire in maniera disinteressata. Ma se glielo dicessi io, o tu, si sentirebbe di nuovo manipolata. >>

<< Non l’ho manipolata! >> scattò Severus, poi con riconoscendo le sue debolezza

<< Credo...non credo di averla manipolata. Sono stato molto...attento nei suoi confronti, cauto forse molto più di quanto avrei voluto...ma non ho finto rispetto, non ho atteso come un ragno attende che la preda vada a lui, se è questo che pensa…o che Sirius pensa, c’entra lui, nevvero? >>

<< Sirius soffre la morte di James, un amico, un fratello per lui, e vede come ingiusto e irrispettoso il corso degli eventi >>

Severus strinse i pugni. Silente intervenne nel filo dei suoi pensieri

<< No, Severus, qualsiasi azione contro Sirius confermerebbe a Lily le sue paure, e sarebbe inutile cercare di convincere Sirius della tua buona fede, lui continua a credere che la morte di James facesse parte del tuo piano >>

<< E lo credi anche tu, Silente? >> chiese Severus con quasi un tono di sfida, che mascherava la sua paura di perdere la fiducia e la stima dell’unica persona che si fidava davvero di lui.

<< No>> rispose semplicemente Silente, con una calma rassicurante ed esasperante al tempo stesso.

<< Conoscendoti credo sia inutile insistere nel chiedere spiegazioni >> riconobbe Severus lentamente.

<< Le spiegazioni saranno chieste e date quando i tempi saranno maturi. Non preoccuparti Severus, non passeranno altri 17 anni… >>

<< Lo spero, Silente, lo spero >> e si scambiarono uno sguardo intenso che durò qualche secondo.

Poi Severus abbandonò l’ufficio.

 

Ora, nella stanza polverosa di Spinner’s End, Severus ripensò a quella conversazione, e a come aveva pensato, dopo giorni che gli erano sembrati durare anni, che fosse arrivato il momento di prendere la situazione in mano e andare a Grimmauld Place a chiedere spiegazioni. Era stato troppo precipitoso? La gelosia, il dubbio che Sirius e Lily potessero ricreare presto la complicità che si era creata tra lui stesso e lei, vivendo insieme, lo aveva fatto agire troppo presto, d’impulso, distruggendo ogni possibilità di una futura riappacificazione?

Lily era stata così fredda nei suoi riguardi, e le sue parole erano state inequivocabili.

Severus immerse il volto nelle proprie mani e poi lanciò le braccia attorno al collo della cerva d’argento, in un abbraccio disperato, aggrappandosi al Patronus come ci si aggrapperebbe a una boa in mare aperto in tempesta.

 

<< Perdonami...dimmi dove ho sbagliato...cosa ho mancato...dimmi come rimediare...o almeno dammi una spiegazione, ti prego >>

La cerva guardò l’uomo nella sua disperazione, gli leccò il viso vicino l’orecchio, e mentre Severus portava una mano dove la strana sensazione lo aveva toccato, così diversa da come sarebbe stato lo stesso gesto affettuoso da parte di un altro animale, questa era come acqua frizzante calda e fredda al tempo stesso che non lasciava alcuna traccia umida...con un balzo risoluto la cerva si liberò dall’abbraccio e quasi in modo gioioso proseguì con balzi oltre la porta chiusa della stanza, attraversandola come avrebbe fatto un fantasma.

 

Severus rimase a guardare perplesso il punto in cui la cerca era scomparsa, e stranamente, come se il muso affettuoso avesse lasciato davvero gocce di acqua sulla guancia di Severus, una sensazione gli scivolò lungo il collo e raggiunse in cuore, dove all’interno alle mura di dolore e disperazione, si fece strada una sensazione di calore, di rassicurazione, e di speranza.

 

In Grimmauld Place, Lily era ancora nella sua camera, e tormentata da pensieri e sensazioni, si era messa sul letto abbracciando il cuscino, sentendosi ancora più in colpa per il fatto che questo le ricordava le notti in cui aveva dormito abbracciata a Severus, e non riuscendo a provare totale repulsione e rigetto per quel breve periodo della sua vita, continuava a passare dal pensiero che si doveva perdonare, poiché era sotto l’influenza di un filtro, all’ammissione con se stessa che non era convinta di questa cosa. Si sentiva ancor più sciocca per il fatto che voleva che non fosse vero. Le mancava il senso di sicurezza che aveva provato, le mancava la sensazione di calore che scioglieva quella di freddo che l’attanagliava al pensiero che James non c’era più. Ma ora...ora non c’era nemmeno più Severus, e lei aveva perso un amico, un fratello maggiore, un’am...strinse le labbra in una smorfia. Doveva ammettere che lui era stato di più di un amico. Era stato a causa di un filtro? Lui si era approfittato della sua fiducia, manipolandola?

 

Doveva sapere. Doveva richiamare Hokey e trovare il modo di sapere la verità. Come in risposta a questo suo ultimo pensiero, una creatura apparve magicamente nella stanza, ma non era Hokey. Era il suo Patronus. Lily lo guardò confusa ed istintivamente guardò la propria bacchetta, che giaceva inattiva sul letto, la prese in mano e la portò all’altezza del viso, la scrutò e pensando alla sera in cui era stata circondata da amici, con Harry tra le braccia e il braccio di James attorno alle sue spalle, e la felicità di aver costituito quel piccolo grande miracolo che è una famiglia, disse decisa: “Expecto patronum!” La sua cerva d’argento uscì dalla sua bacchetta per andare vicino alla gemella che era entrato con grazia nella sua stanza attraverso la finestra. Quindi quella non era la sua...o poteva essere la sua di un sé stessa del futuro, venuta come Severus con una giratempo? Si alzò, con la bacchetta stretta in mano, e si guardò intorno, cercando per il suo duplicato, forse invecchiato come Sev...ma l’ignoto Patronus in quel momento parlò, ed era proprio la voce di Severus. Non guardava lei, come di solito fanno i Patronus che recano un messaggio: guardava la sua cerva d’argento, che rispondeva con uno sguardo curioso, come stesse guardando in uno specchio magico il cui riflesso non si comportava come un semplice riflesso, ma aveva vita propria.

 

Le parole della cerva erano colme di disperazione:

<< Perdonami...dimmi dove ho sbagliato...cosa ho mancato...dimmi come rimediare...o almeno dammi una spiegazione, ti prego >>

 

La cerva di Lily guardava con curiosità e con un briciolo di sospetto la cerva di Severus, e quando quest’ultima avvicinò il suo muso a quello del Patronus di Lily, esso si ritrasse diffidente, riflettendola diffidenza di chi l’aveva evocato. Il Patronus di Severus reagì a quella mancanza di fiducia come se un cacciatore le avesse sparato diritto al cuore: assunse un’espressione vitrea e cadde sulle zampe anteriori, poi si dissolse sciogliendosi in fili di vapore argenteo, che presto si dissiparono.

 

Lily fu scossa da quell’immagine. Pensò alle parole che avevano appena risuonato nella stanza, che non sembravano quelle di un colpevole...a meno che Severus fosse talmente corrotto da non capire che un filtro d’amore è un modo ignobile per vincere l’affetto di una persona, ancor più di una giovane appena vedova. Di morse leggermente le nocche della mano priva di bacchetta, cercando di riflettere razionalmente.

 

Hokey aveva detto che era vero che qualcosa le era stato somministrato, ma non aveva detto cosa, e non aveva detto che era stato per ordine di Severus. Come Sirius le aveva fatto notale Severus le aveva probabilmente proibito di attribuirgli la colpa, e gli elfi non possono disobbedire ad ordini diretti del proprio padrone...ma...ma Severus non era davvero il padrone di Hokey, come non lo era lei, nemmeno quando l’elfa era a casa con loro...l’aveva mandata Silente per aiutare con le faccende e con il bambino…Silente! Silente? Poteva mai lui, Silente, aver fatto qualcosa di male nei suoi confronti? Non è possibile… “Basta congetture” si disse risoluta, e leggermente irata, esclamò rivolgendosi al suo Patronus: << Va’ da Silente, digli che necessito di parlare con lui immediatamente di una situazione della massima importan… >> poi, interrompendosi e calmandosi si corresse: << ...no digli...digli che ho bisogno di parlargli, davvero bisogno e che venga il prima possibile, per piacere >>.

 

La cerva la guardò e con un vispo balza, scomparve oltre la finestra, nel buio della notte stellata.

 

 

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