Zootropolis

di micchan91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alpha, beta, omega ***
Capitolo 2: *** Domani è un altro giorno.. ***
Capitolo 3: *** Derek ***



Capitolo 1
*** Alpha, beta, omega ***


Il mondo sta cambiando.
Fin dall'antichità il mondo si è sempre suddiviso in tre categorie, alpha, beta, omega. Gli alpha hanno da sempre predato e sottomesso beta ed omega, questi ultimi più di tutti. Gli alpha sono grossi, muscolosi, possenti, testardi e potenti, a loro tutto è concesso, hanno privilegi e alcuni lavori sono adatti solo a loro. Gli omega son persone relativamente gracili, adatte a fare figli, ad accudire la casa e il proprio partner e a loro sono preclusi tantissimi lavori, non perchè la legge lo vieti, ma semplicemente perchè nessuno ha mai preteso di poter essere di più di ciò che la società imponeva. I beta invece sono normali, non hanno caratteristiche che li fanno spiccare ne in un  senso ne nell'altro, si limitano a fare lavori semplici e vite semplici. 
Questo prima che Stiles Stilinski venisse al mondo.
 Stiles naque in una sera di primavera, in una piccola cittadina chiamata Beacon Hills, dove vivevano prevalentemente omega e beta che si occupavano della coltivazione e interagivano con gli alpha raramente e solo per alcuni scambi commerciali. Fin dalla prima infanzia Stiles si mostrò per quello che era, un omega testardo, capace, intelligente e contrario a qualsiasi regola e formalità sociale. Sconvolse tutti quando in una recita scolastica dichiarò di voler fare il poliziotto da grande, un lavoro precluso solamente ai potenti e muscolosi alpha.
< Sai Stiles perchè io e Melissa siamo così felici? > gli chiese suo padre, sorridendo alla migliore amica beta che li seguiva, osservando poi i piccoli Stiles e Scott saltellare allegramente lungo la strada che li riportava a casa.
< Perchè ci accontentiamo, ecco perchè. Non abbiamo pretese > rispose nonostante sembrasse che il figlio non lo stesse ascoltando per niente.
< Ma io non mi voglio accontentare papà > rispose però Stiles voltandosi a guardarlo con quei penetranti occhi color ambra, occhi che suo padre era sicuro avrebbero presto fatto impazzire qualche alpha di passaggio, aveva costantemente paura di perdere il figlio, che dal canto suo sembrava lanciarsi a capofitto in qualsiasi situazione potenzialmente pericolosa, non sembrava nemmeno temere gli alpha con cui Noah contrattava per la vendita dei suoi prodotti. 
< Perchè no? Guarda Scott, lui da grande vuole fare il veterinario ed aiutare gli animali in difficoltà, in questo modo starebbe a casa, al sicuro, con noi > ribattè l'uomo facendo storcere il naso a Stiles. L'idea di passare tutta la vita in quel paesino lo deprimeva, il suo sogno più grande era quello di trasferirsi a Zootropolis, la più grande città del paese, l'unica città dove alpha, beta ed omega vivevano tranquilli insieme, senza distinzioni, senza scontri o paure. Aprì la bocca per ribattere, ma la richiuse e alzò lo sguardo verso il cielo vedendo l'espressione di suo padre, non avrebbe mai capito ne era certo.
< Io e Scott possiamo andare a prendere un gelato? > chiese invece indicando il chiosco dei gelati dove diversi bambini si erano accalcati.
< Va bene, ma non vi allontanate > rispose l'uomo porgendogli due banconote per prendere il gelato.
< Si, stiamo qui > sbuffò e preso Scott per mano si avviò verso il chiosco. Preso il gelato i due si misero a mangiarlo tranquillamente, comodamente seduti sul muretto che recintava uno dei numerosi campi coltivati. Stiles stava raccontando una barzelletta quando sentirono qualcuno piagnucolare sul retro del chiosco. Scott immediatamente si irrigidì, stringendo il cono con forza e guardandosi intorno, era un piccolo beta abbastanza fifone, nonostante Stiles lo coinvolgesse in tantissime delle sue avventure. 
< Dove vai? > piagnucolò appena vide Stiles scendere dal muretto con la chiara intenzione di vedere cosa stesse succedendo.
< Vado a controllare > rispose infatti il piccolo omega, lanciandosi ciò che restava del cono in bocca, poi masticando a fatica si avviò a grandi passi verso il retro, con Scott che nonostante la fifa gli fù subito alle calcagna. Stiles fece appena in tempo ad ingoiare che Theo gli si palesò davanti agli occhi, essendo uno dei pochi alpha svettava su tutti gli altri bambini per altezza e massa muscolare. L' alpha teneva tra due dita una banconota e davanti a lui un piccolissimo omega lo fissava con gli occhi lucidi, stretto al resto di bambini piccoli quanto lui. Teneva i pugni stretti e si vedeva che provava rabbia, ma l'istinto lo costringeva a restare lontano dal bulletto, che dal canto suo se la rideva.
< Ridagli i soldi Theo! > sbottò immediatamente Stiles, attirando l'attenzione di tutti su di se.
< Ma guarda guarda chi si vede, l'omega che crede di poter diventare un poliziotto > rise Theo infilandosi il soldi in tasca. Stiles sentiva chiaramente dentro di se la vocina che urlava a tutti gli omega di scappare, ma riuscì a soffocarla e per darsi coraggio fece un passo avanti.
< Ho detto, ridagli i soldi! > esclamò a voce più alta, stringendo i pugni e guardandolo male.
< Ah si? Dovrei ridargli i soldi? > rise Theo avvicinandosi a sua volta e Stiles sentì un brivido corrergli lungo tutta la schiena quando vide comparire dietro di lui altri due alpha. In branco gli alpha tendevano ad incattivirsi ancora di più perchè sentivano di dover dimostrare la loro forza. Ovviamente nemmeno questo fece arretrare di un passo Stiles, che dovette liberarsi dalla presa di Scott che tentava di convincerlo ad andare via. 
< Non mi fai paura Theo > ringhiò guardandolo male.
< Sei solo uno stupido presuntuoso! > aggiunse quando questo gli fu davanti, ottenendo solo l'ennesima risata da parte sua.
< Io sarei stupido? Io invece credo che lo sia tu! Noi siamo tre alpha e tu un debolissimo omega > ringhiò mostrando le zanne e passandoci sopra la lingua.
< Sparisci prima che ti azzanniamo alla gola > aggiunse uno degli amici di Theo, provocando mugolii spaventati dal gruppetto di bambini, ma Stiles lo guardò sprezzante.
< Ridagli i soldi > ripetè e non fece nemmeno in tempo a fare un verso che si ritrovò scaraventato a terra con Theo sopra di lui che lo fissava in cagnesco.
< Forse non mi sono spiegato bene Stiles, tu sei un inutile omega e non ti permetto di darmi ordini! > ringhiò ad un nonnulla dalla sua faccia e gli occhi di Stiles si fecero lucidi dalla paura e dalla rabbia.
< Ecco bravo omega, piangi > rise per poi iniziare a piagnucolare per finta, ma qualcosa si mosse dentro Stiles e invece di scoppiare a piangere come avrebbe fatto chiunque altro gli assestò un bel calcio nello stomaco e nonostante fosse più piccolo e gracile sentì un moto d'orgoglio nel vedere Theo allontanarsi con una smorfia di dolore. Non potè gioirne a lungo però che un dolore bruciante lo assalì alla guancia e quando se la toccò col dito soffiò di dolore, notando poi le dita tinte di rosso. 
< Che sta succedendo qui?! > fu la voce di un adulto a fermare gli alpha.
< Ricordati omega, tu non vali nulla > soffiò Theo al suo orecchio prima di scappare via insieme ai suoi compagni. Stiles si pulì il sangue con la mano tremante, poi si avvicinò al piccolo omega e sorridendo gli porse i soldi che Theo gli aveva rubato.
< Wow Stiles, ma tu sei un supereroe! > esclamò lui prendendo i soldi per poi abbracciarlo forte. Stiles sapeva che suo padre lo avrebbe chiuso in casa per mesi dopo aver visto la ferita che aveva sul viso, ma di una cosa era certo, lui non si sarebbe mai arreso!


Angolino dell'autrice
Niente, oramai mentre mia figlia guarda i cartoni io spazio con le mie fantasie e mi diverto a scrivere XD 
Questa è anche già quasi finita, la aggiornerò rapidamente <3 

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Capitolo 2
*** Domani è un altro giorno.. ***


Non poteva crederci! Il gran giorno era finalmente arrivato!
Stiles si guardò allo specchio e si aggiustò il colletto della camicia con un sorriso, era così sovraeccitato che le dita gli tremavano leggermente. 
< Non posso credere che oggi parti > sospirò suo padre dalla porta e Stiles si voltò verso di lui, sorridendogli.
< Lo so, hai sperato fino all'ultimo che cambiassi idea > ridacchiò mentre suo padre si avvicinava e lo aiutava a sistemarsi la camicia.
< Lo sai vero che puoi tornare a casa in qualsiasi momento? > sussurrò sfiorando per un momento la lievissima cicatrice che Stiles aveva sulla guancia, lì dove gli artigli di Theo erano affondati un po' più profondamente nella carne. 
< Lo so papà, ma non mollerò > ribattè allegro, era riucito ad entrare nell'accademia di polizia, aveva lavorato e studiato duramente e non avrebbe mai permesso a niente e a nessuno di fermare il suo sogno. 
< Andiamo, non voglio rischiare di perdere il treno > esclamò poi afferrando il borsone con dentro le sue cose. 
In stazione abbracciò Melissa e Scott, promettendo di telefonare spesso e sbuffò divertito quando suo padre gli porse un repellente per alpha, una piccola boccetta piena di gas puzzolente che avrebbe stordito un alpha di grandi dimensioni per diversi minuti. 
< Solo per farti stare più tranquillo > disse prendedolo dopo una gara di sguardi e se lo infilò in tasca, poi strinse forte il padre e si staccò solo quando il fischio del treno avertì che era in partenza. Continuò poi a salutare con la mano finchè la stazione non sparì alla sua vista, solo allora si lasciò cadere sul sedile con un largo sorriso eccitato e si infilò le cuffiette nelle orecchie, affrontando le ore che lo separavano da Zootropolis. Quando arrivò si sentì stordito per un momento, abituato com'era alla calma di Beacon Hills e alle poche persone che c'erano in giro trovarsi in quella marea di gente era un gran cambiamento. Subito gli arrivarono al naso forti odori aplha e gliene passarono accanto diversi, perlopiù ignorandolo come se fosse trasparente, giusto qualcuno gli lanciò un'occhiata di traverso dopo averlo quasi investito. Stiles si stampò addosso il suo sorriso più ebete e iniziò a saltellare, avviandosi verso l'uscita della stazione. Fuori la città era ancora più caotica, bella e speciale e Stiles non sapeva dove posare gli occhi, era emozionante per lui vedere alpha, beta e omega interagire tra loro senza problemi, passeggiare sulla strada senza litigi o altro, era la sua utopia e lui finalmente c'era dentro. Rimase qualche minuto ad assaporare la vista finchè un grosso alpha non gli sbattè contro.
< E levati omega!  > sbottò e Stiles lo guardò un attimo di traverso, ma quello era già lontano. Si decise allora ad afferrare il cellulare e con maps alla mano si incamminò per raggiungere il suo appartamento. Una volta lì si trovò davanti un palazzo decadente, i corridoi sembravano usciti da un film horror di quelli scadenti.
< Ciao, io sono Stiles, il vostro nuovo vicino! > esclamò mentre infilava la chiave nella toppa e i suoi vicini facevano altrettanto, due gemelli perfettamente identici lo fissarono male.
< Noi non ci presentiamo e non siamo amichevoli! Ah e urliamo! > sbottò uno dei due omega.
< Andiamo Aiden > sbuffò l'altro aprendo la porta per poi sbatterla una volta dentro. Stiles era così eccitato e felice che si mise semplicemente a ridere ed entrò. Quella notte quasi non chiuse occhio e quando la sveglia suonò lui era già pronto, con la sua divisa addosso e il cappello calato in testa. Uscì dall appartamento, salutando con la mano i due gemelli scorbutici e si avviò quasi saltellando verso la stazione di polizia. Quando arrivò la prima cosa che sentì aprendo la porta fu una puzza di fermoni alpha che gli fece salire il vomito e lo stordì un momento tanto era intensa. Poggiò per un momento le mani sul bancone della reception e si impedì di prendere un bel respiro per cercare di far arrivare più aria al cervello che in quel momento era in tilt. Chiuse un momento gli occhi, ci era abituato, anche alla scuola di polizia aveva sofferto per l'odore, ma ci era abituato.
< Tutto ok? > chiese una voce sconosciuta e Stiles alzò solo il dito indice per chiudere un momento, poi strinse ancora di più gli occhi e si costrinse a riprendere il controllo. Pochi istanti dopo era nuovamente in se e riaprì gli occhi, sorridendo all'alpha che aveva davanti.
< Stiles Stilinski, sono stato assegnato a questo dipartimento > disse con orgoglio, storcendo un po' il naso quando l'alpha davanti a lui ridacchiò
< Il piccolo omega poliziotto! me ne avevano parlato!  > disse alzandosi, dire che era grosso era un eufemismo, e Stiles si trattenne dal consigliargli di non addentare la ciambella che aveva in mano.
< Devi andare in sala riunioni, lì ti diranno tutto > ridacchiò avviandosi poi verso un gruppo di poliziotti, sicuramente per sparlare di lui. Stiles non perse altro tempo ad osservarli e si incamminò a passo svelto verso la sala riunioni. Anche lì una volta aperta la porta di scatto dovette serrare gli occhi per un momento, gli alpha puzzavano terribilmente di sudore, feromoni, eccitazione e altre cose che Stiles aveva odiato da sempre. Passato quel primo istante si stampò in faccia un sorriso, niente avrebbe rovinato quel momento! 
< Buongiorno colleghi!  > esclamò avviandosi verso il suo posto, passando alla larga da alcuni alpha che si stavano picchiando per gioco. Si sedette accanto ad un alpha altissimo e si sentì un bambino, il banco gli sembrava enorme e la sedia troppo bassa. Cercò comunque di mantenere un po' di dignità.
< Pronto per servire la giustizia? > chiese al suo compagno allungando un pugno verso di lui e strinse i denti quando questo ribattendoglielo gli fece scrocchiare le nocche. Per fortuna proprio in quel momento entrò il capo e Stiles si affrettò ad alzarsi in piedi. Ascoltò le comunicazioni senza riuscire a star fermo sulla sedia, non vedeva l'ora di iniziare a lavorare, soprattutto quando sentì di venti alpha scomparsi nel nulla. Il capo iniziò a chiamare i vari nomi, assegnando a ciascuno il proprio incarico e quando rimase solo Stiles l'omega temeva di stare per esplodere. Il capo lo fissò per un momento.
< E infine il nostro primo omega... > disse serio e Stiles deluggì a vuoto.
< Ausiliare del traffico > disse subito dopo e Stiles scattò in piedi.
< Cosa?! > sbottò, non poteva credere che dopo tutta la fatica fatta lo mettessero a fare multe.
< Ma signore, non può! > quasi urlò andandogli dietro e il suo superiore si voltò a guardarlo.
< Certo che posso > rispose con sufficenza.
< Io sono un poliziotto! Ci sono venti alpha scomparsi lo ha detto lei! Posso essere utile! > esclamò ancora Stiles sentendo per l'ennesima volta nella sua vita rabbia e frustrazione per non essere preso sul serio.
< Non è per fare l'ausiliare che ho studiato tanto! > aggiunse.
< E pensi che qualcuno abbia chiesto a me se volevo un omega nella mia squadra quando ti hanno mandato qui? Sta al tuo posto Stilinski > sbuffò e fece per andarsene.
< Io so fare il mio lavoro! > sbottò ancora Stiles stringendo i pugni.
< Ah si? Allora non ti sarà difficile fare cento multe entro oggi > ridacchiò il capo uscendo dalla stanza e Stiles digrignò i denti, per l'ennesima volta era stato degradato, ma non si sarebbe arreso! 
< Vuoi cento multe? E io te ne faccio duecento...entro mezzogiorno!  > soffiò tra se e se, poi afferrò il giacchetto catarinfrangente, lo indossò ed uscì battendo i piedi dalla stazione di polizia.
Quando quella sera tornò a casa si sentiva distrutto, non tanto fisicamente, ma tanto mentalmente. Aveva effettuato duecento multe come si era prefissato, le aveva mostrate al capo e quello aveva alzato le spalle come se non gliene importasse nulla. Afferrò il giacchetto e lo lanciò con rabbia sul letto per poi passarsi le mani tra i capelli. La chiamata con suo padre poi non lo aiutò per niente, l'uomo infatti una volta scoperto che suo figlio era un ausiliare del traffico aveva gioito anche troppo per i suoi gusti e quando attaccò lanciò anche il telefono sul letto con un mugolio afflitto.
< Domani è un altro giorno > si disse.
< Si, ma potrebbe andare peggio! > e fu con l'esclamazione del suo vicino che Stiles si addormentò. 

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Capitolo 3
*** Derek ***


< Avanti piccolo omega! Che c'è non ce la fai a scalare un piccolo muro!? > la risata della donna alpha lo investì in pieno come al solito. Gli facevano malissimo i muscoli di braccia e gambe mentre si sforzava di passare dall'altro lato di un muro che a lui sembrava altissimo mentre tutti gli passavano accanto agilmente, ridendo di lui.
< Sei morto omega! > nuovamente quella risata mentre cadeva nell'acqua gelida, sentendo il fiato mancargli.
< Morto!  >  e il fango gli si infilava nella bocca.
< Morto! >  e un calcio in pieno stomaco gli faceva sputare sangue.
< Morto! > arrivava a sera pieno di lividi, graffi, dolori di ogni genere e reprimeva le lacrime mentre ingoiava i suoi soppressori e si sedeva sulla branda in attesa che lividi e ferite si rimarginassero per poter riprendere l'allenamento....
Stiles aprì gli occhi con aria stanca e sospirò, ne aveva passate così tante, aveva sopportato tanto dolore, tanta rabbia, tanta frustrazione...e per l'ennesima volta dopo aver superato tutto quello ed essere entrato in polizia doveva indossare quello stupido gilet catarinfrangente. Uscì dal suo appartamento senza entusiasmo, si sedette su quella macchinetta ridicola e iniziò il suo giro, preparandosi mentalmente a prendere insulti dalle persone multate. Era quasi ora di pranzo e lui se ne stava seduto sulla sua macchina fissando male il suo panino striminzito e poco invitante quando con la coda dell'occhio vide un alpha sospetto aggirarsi nei pressi di una pasticceria. L'alpha portava degli occhiali da sole nonostante la giornata non li chiedesse, era vestito in maniera sospetta e insomma....Stiles non si era mai sbagliato su nessuno! Immediatamente lanciò il panino nello zaino e uscì dalla macchina, accarezzando solo per un momento con il dito lo spry repellente, lo portava con se ogni volta senza saperne realmente il perchè, forse suo padre lo aveva leggermente mandato in paranoia. Quando entrò nella pasticceria cercò il sospetto con lo sguardo, ma quando lo vide chiaccherare amabilmente al bancone sospirò e tolse la mano dallo spry.
< Sono uno sciocco > sbuffò tra se e se.
< Avanti va fuori! Noi gli alpha come te non li serviamo! > Stiles si bloccò e si voltò verso il cassiere. Il sospetto gli sorrideva contrito.
< Avanti, oggi è il compleanno di mio figlio, non potresti fare un eccezione? > chiese l'altro quasi con aria da cucciolo. 
< Senti, lo vedi il cartello? Ci riserviamo il diritto di negare il servizio a chiunque! E uno così come te qui non lo serviamo! > sbottò l'uomo e Stiles come al suo solito sentì il suo senso di giustizia scalpitare e si avvicinò al bancone a grandi passi. Purtroppo aveva imparato ben presto e a sue spese che la magnifica utopia di Zootropolis non era altro che una farsa e che non erano in molti ad essere amichevoli, certo gli alpha erano molto meno prepotenti che altrove e tutti tenevano i loro istinti a freno, ma faceva comunque tutto molto schifo. 
< Mi scusi.... > disse serio.
< Senti omega, sono occupato, fa la fila come tutti > sbottò il cassiere e Stiles si morse un momento il labbro mentre il sospetto si sfilava gli occhiali da sole. Per un istante i due si fissarono e Stiles tossicchiò imbarazzato, poi mostrò il distintivo.
< In realtà sono un poliziotto > borbottò con aria piccata.
< Lo sa che il suo dipendente non potrebbe servire il cibo senza guanti? > chiese poi indicando il beta che stava servendo alcuni dolci a dei clienti.
< In più prima l' ho visto uscire dal bagno senza lavarsi le mani > questo lo disse a voce bella alta e sorrise notando il cassiere sbiancare mentre il dipendente si puliva con aria colpevole le mani sul grembiule e si defilava cercando di non farsi notare.
< Ora....potrebbe cavarsela con un semplice richiamo verbale se servisse a quest'uomo ciò che ha chiesto > disse serio.
< Oppure potrei chiamare il servizio d'igene > aggiunse tirando fuori la radiolina e portandosela alla bocca. L'uomo lo guardò scocciato, ma poi sbuffò e consegnò all'alpha ciò che aveva chiesto. L'uomo ringraziò, ma subito dopo iniziò a toccarsi le tasche.
< Oh no, ho dimenticato il portafoglio a casa...che pessimo padre che sono, gli sto rovinando il compleanno...e  pensare che ha solo me > si lamentò, poi ringraziò lo stesso e uscì dal bar. Stiles lo guardò uscire, poi si mise rapidamente la mano in tasca, tirò fuori il portafoglio e pagò la torta che aveva ordinato l'alpha per poi uscire di corsa.
< Aspetta! > esclamò ad alta voce e l'uomo si fermò, voltandosi e sorridendogli mentre Stiles gli porgeva la torta impacchettata.
< Non è un compleanno senza una torta > esclamò Stiles con un sorriso e quando anche l'alpha sorrise a sua volta l'omega pensò che fosse davvero bello.
< Grazie > disse l'alpha.
< Io sono Stiles > si presentò il poliziotto porgendogli la mano.
< Derek > rispose l'altro.
< Beh, grazie ancora signor ausiliario > disse poi e Stiles storse il naso.
< Sono un poliziotto in realtà...questa è....temporanea > sussurrò toccando il gilet con aria quasi schifata, ma si stupì nel non ricevere risatine di scherno da parte dell'altro
< Ora devo andare, spero che ti levarai presto quel giacchetto allora > ridacchiò il più grande e Stiles sorrise.
< Si, lo spero tanto anche io > sospirò divertito, poi lo salutò con un gesto della mano e tornò alla sua auto senza riuscire a smettere di sorridere come uno stupido. 
Per tutto il resto della giornata non fece che ripensare all'aplha e si chiese anche perchè lo avessero definito "un alpha come te", forse c'erano differenze anche tra alpha...Comunque più di tutto non riusciva a togliersi dalla testa i suoi occhi e quella barba così folta dove avrebbe volentieri affondato le dita e quelle labbra così invitanti...
Stiles frenò di colpo e si scusò con il pedone che stava attraversando, si stava perdendo un po' troppo nei suoi pensieri...Con un sospiro voltò lo sguardo e sgranò gli occhi quando notò l'alpha della pasticceria, subito alzò una mano per attirare la sua attenzione, ma la lasciò ricadere sulla gamba quando notò ciò che stava facendo. L'alpha aveva infatti un banchetto e stava vendendo fette di torta al triplo del prezzo, la stessa torta che gli aveva preso Stiles. In più era posizionato palesemente vicino ad una clinica omega e attirava ancora più palesemente i suoi clienti con un sorriso da alpha sexy e una maglietta che lasciava poco all'immaginazione...gli omega si avvicinavano a lui come api col miele. Stiles digrignò i denti vedendolo vendere l'ultima fetta di torta con un grande sorriso da schiaffi e quando lo vide spostarsi lo seguì, osservando indignato vendere sia la scatola della confezione che il vassoietto su cui era poggiata la torta.
<  Era il compleanno di tuo figlio eh?! E io che ti ho pure pagato la torta! Bugiardo! > sbottò comparendogli dietro, ma l'alpha si voltò come se niente fosse e gli fece un sorriso sornione.
< Oh, l'ausiliare omega > esclamò facendo irritare Stiles ancora di più.
< Ti ho detto che sono un poliziotto > sbottò incrociando le braccia al petto, ma Derek nemmeno rispose e si mise  a camminare. 
< Eih aspetta! > esclamò Stiles arrancandogli dietro.
< Che c'è ausiliare? Non ti sarai mica innamorato di me > ridacchiò Derek senza fermarsi.
< Che?! Mai nella vita potrebbe piacermi un alpha!  > sbottò Stiles, ne aveva ricevute troppe dagli alpha per farseli piacere. Derek a quel punto si mise a ridere.
< Ma dai, e io che credevo che fosse la vostra massima aspirazione quella di stare con un alpha e figliare > 
< Luoghi comuni ne abbiamo? > sbuffò Stiles riuscendo ad arrivargli accanto, doveva quasi correre per restare al suo fianco.
< E comunque non cambiare discorso! Mi hai mentito! In più stavi vendendo del cibo senza autorizzazione! > sbottò e si trovò subito davanti agli occhi un foglio.
< La mia autorizzazione > disse Derek per poi riporla in tasca.
< Senti omega, faccio questo lavoro da una vita > sospirò poi quando Stiles riprese a protestare.
< Ti ho detto che mi chiamo Stiles! Ma tu puoi chiamarmi agente! > lo riprese scartando un grande alpha che per poco non lo prendeva in pieno
< Attento o non saranno solo i tuoi sogni e le tue aspettative a venire schiacciate > lo prese in giro Derek.
< Smettila o giuro che ti arresto! > e per l'ennesima volta ebbe una bella risata come risposta....eppure prima era sembrava una tanto brava persona. 
< Avanti ausiliare, oramai devi averlo capito anche tu che questa città non è come te la aspettavi no? Pensavi che alpha, beta e omega vivessero allegramente tutti insieme, cantassero kumbaya attorno ad un fuoco e ci fosse solo pace....e invece non è così. Ti sei trasferito da chissà quale piccolo paesino a qui solo per vedere tutti i tuoi sogni andare in fumo...primo fra tutti... > si fermò e gli sfiorò il gilet con due dita, afferrando per un istante la stoffa scadente.
< Non sei un poliziotto > ghignò e Stiles si trattenne dal dargli un pugno solo per non mancare di rispetto alla divisa che portava al di sotto di quell'orribile gilet catarinfrangente. Aprì la bocca per ribattere, ma Derek lo spiazzò, gli diede un bacio sulle labbra.
< Su su, stammi bene ausiliario, vedrai che ti riaccoglieranno a braccia aperte quando tornerai a casa con la coda tra le gambe. Ah, e per tua informazione prima che ti vengano scompensi...anche il figlio era una bugia, io sono libero come l'aria > rise e dopo averlo salutato con un semplice cenno della mano sparì tra la folla dell'ora di punta. Stiles rimase fermo come un'ebete per diversi secondi, poi mandò al diavolo per un momento la divisa e lanciò uno strillo irritato, tornandosene alla macchina sbattendo i piedi come un bambino, diamine se li odiava gli alpha! E gliel'avrebbe fatta pagare a quel Derek, eccome se non gliel'avrebbe fatta pagare!

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