Find Myself, Our Lives

di Isobel Connis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Happy ***
Capitolo 2: *** Army Dog ***
Capitolo 3: *** Only You ***
Capitolo 4: *** You ***



Capitolo 1
*** Happy ***


Come promesso, questa Raccolta è una serie di missing moment e prequel della sua storia madre Find Myself. si tratta di attimi rubati e piccoli slince of life che spero possano aiutare a comprendere a 360° sia Drew che Yuichi


Titolo: Happy
Autore: IsobelConnis.
Challenge della settimana: #waffchallenge del gruppo Facebook Non solo Sherlock - Multifandom
Fandom: Original.
Tipologia: Slice of Life,
Rating: giallo
Personaggi: Drew Maxwell
Prompt Chiediti cosa ti rende felice e poi fallo. Il mondo ha bisogno di persone felici.
Note: Questa shot è situata nella linea temporale di #findmyself che potete trovare qui ->https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=4025794

***

Drew era sempre stato un ragazzo rispettoso delle regole.

Una persona che pensava prima al bene degli altri e poi al proprio.
Lo aveva fatto quando era solo un bambino e viveva ancora all’istituto Douglas con suo fratello e aveva continuato a farlo anche dopo l’adozione.
Non chiedeva nulla per sé, preferiva donare che ricevere, far sorridere le persone che lo circondavano, coloro che gli avevano insegnato ad amare ed amarsi e accolto nella loro famiglia, far sorridere suo fratello, il suo gemello iperprotettivo che faticava ancora ad accettare che una persona vivace e attiva come lui avesse perso le gambe e che aveva smosso il mondo per confezionargli le migliori protesi che si potessero avere, migliorandole ad ogni modifica, rendendole praticamente delle vere gambe.
Ma con Yuichi, per la prima volta nella sua intera esistenza, aveva sentito il bisogno di chiedere, di avere qualcosa per sé, di pretendere con forza la felicità che era solito donare. Aveva atteso. Paziente.
Quelle due settimane erano sembrate insormontabili ma erano passate e ora, appoggiato contro il cofano della sua auto, osservava con un sorriso il Tenente Clark muovere i primi passi fuori dalla clinica da solo, accompagnato da Hayden che, stretto nella mano, teneva il suo borsone.
«Grazie, Hayden» sorrise prendendole la borsa dalle mani una volta che lo raggiunsero «Da qui ci penso io»
Con il sorriso di chi la sapeva lunga, la giovane infermiera li lasciò soli, rientrando all’interno della struttura.
«Siamo riusciti ad abbandonare il pigiama, eh?» chiese Drew con un sorriso ironico inclinando la testa di lato, lasciando che la coda gli sfiorasse la spalla.
«E tu hai di nuovo rubato degli abiti decenti, noto»
Sbuffando una risata Drew si mosse di qualche passo per fronteggiarlo, sollevando di poco gli occhi per potersi specchiare nei suoi.
«Non credo di averti capito, Tenente, forse dovresti parlare chiaramente»
Con un leggero ghigno, Yuichi si chinò per catturare finalmente le sue labbra, baciandolo con voglia e desiderio, ispirando forte dal naso mentre, con la mano, si insinuava tra i suoi capelli allentandogli la coda.
«Ora hai capito, dottore?»
Ridendo Drew annuì leccandosi le labbra, avvolgendogli le braccia al collo per poterlo baciare di nuovo, approfondendo questa volta il contatto, accarezzandogli la lingua ed il palato con la propria.
La felicità non era una cosa esclusiva. E Drew, non poteva che esserne più d’accordo.

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Capitolo 2
*** Army Dog ***


Titolo: Army Dog
Autore: IsobelConnis.
Challenge della settimana: #Ofamostrano del gruppo Non solo Sherlock Multifandom #fuorichallenge
Fandom: Original.
Tipologia: Slice of Life,
Rating: rosso
Personaggi: Drew Maxwell, Yuichi Clark
Prompt “Tira fuori la tua divisa” - “perché non proviamo qualcosa di nuovo” - usi impropri per una protesi - "Sei il mio cane dell'esercito" "Cazzo, sei così nerd"-
Note: Questa shot è situata nella linea temporale di #findmyself che potete trovare qui ->https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=4025794


Drew era fisicamente più piccolo di Yuichi, era dolce, solare e sempre allegro. Yuichi più massiccio, più composto, protettivo e si limitava a sorridere
Vedendoli esternamente, era facile confondersi, pensare che il passionale tra i due fosse Yuichi mentre quello dolce a letto Drew.
Ma no, a volte le apparenze ingannano.
Yuichi lo amava, quasi “venerava”, come spesso scherzava Drew nei loro momenti intimi -in genere quando il suo ragazzo aveva il viso seppellito contro il suo pube ed era in preda alle più belle sensazioni che potesse provare-
Drew invece era quello che amava nella sua forma più libera, in quel modo che Yuichi sapeva bene non potersi permettere in nessun altro modo, e Yuichi, non se ne lamentava certo.
Era raro che prendesse l’iniziativa, ma quando lo faceva, Dio, se non lo amava.
I segnali c’erano stati tutti, Drew aveva mangiato abbondantemente, lo aveva baciato di continuo, e gli aveva anche strizzato un paio di volte il sedere in modo tutto fuorché discreto. E Yuichi, non poteva che esserne più felice
«Perché non proviamo qualcosa di nuovo?» fece le fusa Drew separandosi ansante dalle labbra del suo ragazzo, fissandolo nella penombra della loro stanza.
«Nuovo» ansimò rubandogli un bacio «Cosa vuoi fare?» chiese osservando il suo corpo nudo velato da un sottile strato di sudore, testimone della loro notte.
«Tira fuori la tua divisa, tenente» disse sedendosi, osservando per un brevissimo istante i suoi valori.
Un brivido percorse l’intero corpo di Yuichi, e immediatamente la sua erezione si fece attenta contro l’entrata di Drew che, leccandosi le labbra, con un sorriso tanto bello quanto sfacciato la strinse, facendolo gemere.
«Il tuo sottoposto è già scattato sull’attenti, tenente, non vorrà che stili un rapporto disciplinare a suo sfavore, vero?»
Invertendo le posizioni, Yuichi lo costrinse contro il letto, rubandogli un bacio «Fai leva sul mio ego?»
«Mi piace di più quando… c’è, leva e basta»
Ridacchiando Yuichi lo baciò di nuovo, ispirando con forza «Dammi due minuti»
«Stai perdendo tempo» sogghignò «Tic toc»
Nonostante le riserve di Drew nei confronti dell’esercito -data la sua posizione decisamente pacifista- aveva un debole per la divisa. Adorava averlo per casa con l’uniforme dei marine, gli aveva confessato di amare come gli valorizzasse il corpo e come, le maniche arrotolate ai bicipiti, rendessero sexy le sue braccia. E fu proprio quello che fece, rivoltò le maniche mettendo in bella mostra le sue braccia, e si calò il berretto sugli occhi, osservandosi soddisfatto allo specchio.
Dio, se il suo superiore sapesse che usava la sua uniforme per del sesso da favola lo avrebbe congedato.
«Tenente Clark a rapporto» si annunciò assumendo una perfetta posa marziale sotto lo sguardo eccitato di Drew, che lentamente, gli si portò avanti.
Yuichi trattenne un sorriso allo sguardo ammirato del suo ragazzo, quello che traspariva dalla facciata che il suo “ruolo gli imponeva”
«Ha tutta la mercanzia, tenente?»
Con un sorriso sornione, Yuichi portò una sua mano al suo bacino «Vuole fare un’ispezione?»
«Sembra appropriato» disse abbassandogli i pantaloni quel tanto che bastava per esporre la sua erezione umida e gonfia, desiderosa di un po’ di attenzione, inginocchiandosi di fonte a lui la prese tra le labbra, usando tutti quei piccoli trucchi che, aveva scoperto, aver letto online. Drew era quasi morto di vergogna quando era stato colto in fragrante, ma, anziché commentare la cosa, Yuichi si era seduto al suo fianco, invitandolo ad accomodarsi sulle sue gambe, leggendo l’articolo insieme a lui, baciandolo di tanto in tanto, ammettendo che anche lui aveva dovuto fare lo stesso, ce non avesse idea di come si facessero certe cose.
«Cazzo» sfiatò quando Drew mordicchiò appena la sua punta, osservandolo con autentico divertimento che, sapeva, era volto unicamente a far partecipare Yuichi a quel gioco, perché anche lui, si lasciava andare quando era Drew a prendere l’iniziativa, quando si sentiva così bene con il suo corpo da poter fare l’amore anche al di fuori delle coperte, cosa che era migliorata a dismisura con l’arrivo delle nuove protesi che Solo gli aveva progettato, perfettamente proporzionate al suo corpo ed incredibilmente umane nonostante il rivestimento in silicone semitrasparente.
Stringendo appena i suoi capelli lo invitò a sollevare il viso, aiutandolo ad alzarsi.
«Soddisfatto, dottore?»
«Forse» sorrise insinuando la mano all’interno della casacca, accarezzando la pelle calda dei pettorali, stuzzicando i suoi capezzoli turgidi prima di sfilarla oltre la testa, accompagnata dal tintinnio delle sue piastrine.
«Sei il mio cane dell’esercito?»
Sfiatando una risata, Yuichi lo sollevò con facilità, costringendolo contro il muro, strusciandosi lascivo contro il suo ingresso ancora sensibile facendolo mugolare. «Cazzo» sfiatò affondando in lui con un solo movimento, vedendolo inarcarsi ed esporre il collo, rilasciando un lungo gemito di puro piacere «Sempre, Acciaio… Ti piace così eh?» sussurrò leccandogli il collo lascivo, sogghignando quando la mano di Drew corse ai suoi capelli per trattenerlo, e le sue gambe si strinsero contro la sua vita.
«Cazzo, parla di meno e agisci di più se non vuoi che ti infili un automail nel culo» ringhiò gemendo subito dopo, quando le lappate di Yuichi si trasformarono in profonde succhiate contro il suo collo, e il leggero ondeggiare di bacino un susseguirsi di spinte forti e rapide che ebbero il potere di liberare completamente la sua testa, di permettere alla mente sempre attiva di Drew di trovare la sua quiete, di spegnersi, di non pensare a nulla che non fosse piacere.
«Cazzo, sei così»
«Hai… rispo…sto alla battuta… sei un cazzo di nerd… quanto me»
Ghignando contro il suo collo, Yuichi affondo contro la sua ghiandola, premendocisi con forza ma senza muoversi.
Sentì le unghie corte di Drew affondare nelle sue spalle muscoloso, ed era più che certo che avrebbe lasciato il segno.
«Credi ancora che sia il tuo cane dell’esercito?»
Ansimando, fissandolo con lo sguardo completamente appagato dal piacere, Drew sogghignò portandosi indietro i capelli lasciati sciolti.
«Stai ubbidendo ciecamente ai miei ordini» sussurrò mordendogli il labbro inferiore, serrando al contempo i muscoli introno alla sua erezione, facendolo gemere ed aumentare la presa ai suoi fianchi.
«Mi stai sfidando… piccoletto?»
Drew rise apertamente, prima di aumentare la presa ai suoi capelli, costringendolo a guardarlo «A chi hai dato del nano talmente microscopico…» ansimò riprendendo ad ondeggiare, mantenendo serrati i muscoli «Da essere invisibile…» gli morse il lobo «Perfino agli occhi di una formica?»
Gemendo tra i brividi, ormai prossimo, Yuichi bloccò il corpo di Drew contro il suo ed il muro, affondando i denti nella sua spalla, accelerando le spinte, combattendo l’incredibile pressione che quel corpicino era in grado di sprigionare, sentendosi ormai prossimo.
Drew, gemette più forte, senza fare nulla per trattenersi, la presa ai capelli di Yuichi si fece sempre più forte, e fu solo quando sentì il rilascio caldo di suo marito contro il proprio stomaco che la sentì rilassarsi.
Ghignando contro il suo collo, e con un ultimo paio di spinte stremate, Yuichi si riversò in lui facendolo rabbrividire e mugolare.
Sentiva le gambe tremendamente inferme, ma si assicurò lo stesso che Drew fosse ben stabile prima di separarsi con uno schiocco viscido.
Drew stava sorridendo ad occhi chiusi, ed era qualcosa di meraviglioso vederlo così bene. Chinandosi gli rubò un lunghissimo bacio -alla quale Drew rispose all’istante sorridendo- conducendolo fino al bagno per una lunga doccia e forse, chi sa, anche per un terzo round.
 

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Capitolo 3
*** Only You ***


Titolo: Only you
Autore: IsobelConnis.
Challenge bimestrale Giugno/Luglio: #200summerprompt del gruppo Facebook Non solo Sherlock - Multifandom
Fandom: Original.
Tipologia: Slice of Life,
Rating: giallo
Personaggi: Drew Maxwell, Yuichi cLark
Prompt: “Solamente tu” La sua stanza, Sotto la neve
Genere: generale,
Avvertimenti: slash
Note: Questa shot è situata nella linea temporale di https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=4025794&i=1
 
***

«Solamente tu alla veneranda età di trentun anni puoi emozionarti così di fronte alla neve»
Ridendo Drew si voltò in direzione di Yuichi, sfoggiando un sorriso tanto luminoso quanto bello, in grado di fargli perdere un battito ogni volta che lo vedeva.
«Ehi, li ho compiuti da poco, ho tutto il diritto di comportarmi ancora come un trentenne» disse porgendogli la seconda tazza di cioccolata calda che aveva in mano, tornando a guardare il panorama, in particolare Maya, intenta a rotolarsi tra i mucchi di neve.
Sorrise reclinando la testa indietro quando, le braccia muscolose di Yuichi lo avvolsero, invitandolo ad appoggiarsi al suo petto.
Con un sospiro rilassato voltò appena lo sguardo per sfiorare con un bacio la sua mascella, salendo poi per catturare le sue labbra.
Sorridendo Yuichi rispose al bacio, accarezzandogli il viso con la mano libera.
Per la prima volta nella sua vita, Yuichi aveva trovato un nuovo significato per la parola casa, e lo aveva fatto osservando Drew negli occhi, fissando il suo sorriso solare dopo avergli consegnato il suo regalo di Natale, sussurrandogli un timido “se lo vuoi, ovviamente” che lo aveva fatto sciogliere come non credeva possibile. Abbassando lo sguardo al suo regalo, Yuichi aveva fissato incredulo quel sottile anello di platino che ora, invece, gli ornava l’anulare destro.
Come un cliché si erano baciati sotto la neve, sussurrando il loro amore.
In abiti civili, nell’esercito, durante le rotazioni, Yuichi era entrato in contatto con tantissime persone, aveva osservato i suoi commilitoni abbracciare le loro famiglie e stringere le loro fidanzate, aveva visto l’amore, ma non aveva mai visto qualcuno che sapesse amare come lo faceva Drew.
Quel ragazzo, il suo fidanzato, era la persona più bella che avesse mai incontrato. In quell’anno e mezzo, aveva imparato a conoscere ogni cosa di lui. Gli aveva fatto capire che la vita era meravigliosa e degna di essere vissuta, che l’assenza di un arto non ti rendeva meno importante, né ti limitava. Aveva visto Drew giocare a basket con ragazzi “normali” e tenergli testa dignitosamente, vincendo anche in molte occasioni, viveva la sua vita al massimo e, a detta di Solo dopo esser rientrati da una serata con dei suoi amici, aveva perfino ripreso ad uscire di più.
Yuichi lo amava, lo aveva realizzato quando aveva creduto di aver perso ogni cosa, ma ne aveva avuto la certezza ogni giorno che ne era seguito.
Sei mesi prima, si era sottoposto allo stesso intervento di Drew per l’osteointegrazione, e da ormai tre mesi, camminava con molta più facilità di prima. Solo aveva subito creato dei prototipi per lui come quelli di Drew.
Ridendo nell’osservare le sue protesi aveva rassicurato il ragazzo che quelle fossero perfette e che non aveva fretta.
Solo l’aveva ignorato, esattamente come l’aveva avvertito Drew.
Il suo fidanzato lo aveva aiutato con la pazienza e il sorriso, buttando lì che, se avesse voluto, ora, avrebbe potuto fare almeno del lavoro d’ufficio nell’esercito.
Yuichi aveva schiuso le labbra per rispondere in maniera affermativa, ma si era reso conto che non era ciò che voleva, non lo era più, al contrario gli aveva detto che avrebbe finalmente sfruttato la sua laurea in informatica per lavorare in quel campo.
«Ti ho perso»
«Come?» chiese Yuichi abbassando lo sguardo, incontrando il volto del suo ragazzo che lo fissava sornione.
«Dicevo, andiamo a letto?» ripeté voltandosi, posando la tazza contro la penisola per poter legare le sue braccia al collo, giocando con i suoi capelli.
«E cosa vorresti fare a letto?» chiese chinandosi a mordicchiare il suo collo facendolo squittire e ritirare.
Drew soffriva il solletico, e Yuichi amava la cosa, amava poter decidere quando bearsi della sua risata. Lui un po’ meno, ma non gli importava, il broncio che metteva su con il viso arrossato e gli occhi lucidi di divertimento, valeva ogni “pugno” e borbottio che gli rifilava, perché sì, Drew era estremamente fisico, in tutti i sensi.
«Dormire?» propose senza davvero crederci, facendo schioccare la lingua contro il palato.
«Dormire suona bene» lo prese in giro baciandogli le mani, e facendolo arrossire.
«Yui»
«Cosa?»
Ridendo Drew scosse la testa sporgendosi per baciarlo «Nulla… solo… Non vedo l’ora che sia maggio» ammise
«Anche io» ammise prendendolo per mano, conducendolo fino alla sua stanza, alla loro, stanza, si corresse mentalmente facendo stendere Drew sotto di sé, aprendogli con i denti l’accappatoio ed esponendolo ai suoi occhi.
A differenza della prima volta che lo fece, Drew non si sottrasse al tocco, lasciando che osservasse il suo corpo ancora.
La prima volta che avevano fatto sesso a casa, e Yuichi aveva osservato il suo corpo, Drew si era irrigidito e aveva cercato di coprirsi e spegnere la luce, confessandogli che non lo aveva mai fatto con la luce accesa, che preferiva non mostrare al partner il suo corpo per non doverne spiegare cicatrici e ustioni.
In un primo momento, Yuichi aveva pensato di assecondarlo, ma poi, esattamente come aveva fatto lui, aveva usato la terapia d’urto. Lo aveva voltato sullo stomaco, bloccandolo per impedirgli di muoversi e notato che la piccola ustione al fianco, era stata nascosta dal tatuaggio di una clessidra e che lo stesso aveva fatto sulle sue spalle, era ben mascherato, il tatuatore aveva fatto un lavoro magistrale integrando la pelle rovinata alle piume, rendendole quasi reali. Drew aveva soffocato un singhiozzo contro il cuscino, ma Yuichi non si era fermato, iniziando a baciare l’intero tatuaggio, centimetro dopo centimetro, sussurrandogli quanto fosse bello e perfetto.
Drew non aveva risposto, limitandosi a riprendere il controllo di sé, e solo allora, Yuichi lo aveva voltato di nuovo, baciando il suo viso, sussurrandogli che fosse tutto a posto, che non lo avrebbe più fatto se non voleva, ma che non aveva nulla da temere con lui.
Togliendosi la maglia si era mostrato a lui, guidando la sua mano alla scoperta delle sue cicatrici, raccontandone la storia.
Soffiando tranquillo Drew lo aveva stretto e si era scusato, sussurrandogli che era pronto per farlo, se ne avesse avuto ancora voglia
La risata di Drew lo risvegliò di nuovo, facendogli nascondere il viso nell’incavo del suo collo «Mi distrai»
«Me ne sono accorto» sussurrò dolcemente Drew giocando con i suoi capelli «Ma non importa… il sorriso che si dipinge sul tuo volto si fa perdonare da solo»

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Capitolo 4
*** You ***


Titolo: You
Autore: Isobel Connis.
Challenge bimestrale Giugno/Luglio: #200sumemrprompt del gruppo Facebook Non solo Sherlock - Multifandom
Fandom: Original.
Tipologia: Slice of Life,
Rating: giallo
Personaggi: Drew Maxwell, Yuichi Clark, Thomas Maxwell, Helen Goodwill-Maxwell
Prompt: “Hai sussultato” “Non so cos’ho”, Personaggio X deve stare fermo
Genere: Generale,
Avvertimenti: coppia Slash, rosso per il linguaggio
Note: Questa shot è situata nella linea temporale di #findmyself ->https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=4025794&i=1
 
 
***
 
Yuichi non avrebbe mai immaginato che i pranzi domenicali in famiglia potessero essere… piacevoli.
La sua era una famiglia tradizionale, si vedevano ogni giorno durante i pasti, vivevano sotto lo stesso tetto e di tanto in tanto si andava fuori a cena.
La famiglia di Drew, come l’aveva definita Thomas, era una famiglia allargata, composta da due fratelli adottati da due diverse famiglie che, a loro volta, avevano imparato ad essere tali.
Non era stato semplice, era vero, avevano le loro abitudini ed i loro modi di crescere i propri figli, ma per amore dei due fratelli avevano fatto sì che le cose funzionassero, che Solo e Drew non avvertissero troppo il cambiamento -già destabilizzante a causa dell’incidente del minore dei gemelli- e che, di conseguenza, potessero vivere la loro vita come era giusto che fosse.
Con il tempo aveva imparato ad accettare gli inviti di quello che attualmente era il suo ragazzo e, da ormai tre mesi, a partecipare attivamente a quei pranzi.
I McNeill erano una famiglia molto simile alla sua e lo avevano accolto senza batter ciglio, non perdendo occasione di notare come i suoi lineamenti esotici si sposassero perfettamente con quelli dolci ma mascolini di Drew.
A sposare avevano entrambi sussultato scaturendo le risate generali che, tuttavia, avevano immediatamente lasciato spazio alla confidenza annullando l’imbarazzo.
Solo era affiatato con suo fratello e dopo la sua dimissione in ospedale, aveva anche imparato a trascorrere del tempo con lui e conoscerlo meglio, soprattutto quando, entrambi, aspettavano il rientro di Drew dalla clinica a casa sua, bevendo un paio di birre e coccolando la “Signora” pigramente stesa sul divano tra di loro, a sottolineare che sì, erano i benvenuti ma che prima di loro Drew avrebbe dovuto salutare lei e non loro.
Helen era una forza della natura, una donna solare e attiva, in grado di contagiare chiunque con il suo buon’umore.
Thomas esternamente era una persona composta e pacata, ma imparando a conoscerlo aveva scoperto che il Reverendo ed il Padre fossero due persone distinte, che il Padre era un uomo affiatato e complice che interagiva con suo figlio e sua moglie come chiunque altro e che non perdesse occasione per stuzzicarlo, a volte sorvolando apertamente sul collarino ecclesiastico facendo imbarazzare suo figlio.
Drew… beh, più aveva modo di conoscerlo e più lo amava, anche se lo erano ancora detti. In privato, Helen gli aveva confessato di non aver mai visto suo figlio così felice, che il sorriso che ora illuminava giornalmente il suo viso era ciò che di più bello avesse mai visto.
E Yuichi le credeva, perché anche a lui, Drew, sembrava essere ancora più bello, non solo per il fatto che nell’ultimo periodo lo aveva visto indossare spesso colori più chiari e portare i capelli sciolti, ma proprio per come, ogni sorriso sembrasse far impallidire il sole e illuminarlo.
Dannazione, non era mai stato così romantico!
Sbuffando una risata attirò l’attenzione di Drew al suo fianco, impegnato in una conversazione animata con suo fratello sull’importanza di un qualcosa rispetto ad altro.
«Oh, andiamo! Non sarai d’accordo con lui!» lo riprese Drew senza riuscire a mascherare un sorriso gioviale, facendo scivolare una mano nella sua «Potrei ritenermi tradito»
Colto sul fatto, Yuichi si passò una mano tra i capelli sbuffando ilare «Mi sono distratto, in realtà non vi stavo affatto ascoltando»
«Posso solo immaginare come» sorrise sardonico Solomon menandogli una pacca sulle spalle «Mio fratello oggi è uno schianto» disse avvolgendogli le spalle, facendolo voltare con un sopracciglio inarcato.
«Seriamente? Solo oggi?» chiese facendo scoppiare Yuichi in una fragorosa risata e voltare entrambi i fratelli.
«Il mio ragazzo modesto» scosse la testa Yuichi immergendogli una mano tra i capelli per attirarlo a sé in un bacio «Tuttavia mi vedo d’accordo con Solo… togli il fiato» ammise trattenendo il labbro inferiore tra i denti, osservando come i pantaloni di pelle nera fasciassero alla perfezione le sue cosce toniche ed il sedere, la maglietta bianca segnasse il suo petto e la giacca con le borchie lasciata aperta gli donasse quell’aria un po’ selvaggia che amava tanto, il tutto amplificato dai capelli lasciati sciolti che gli ricadevano in onde morbide sulle scapole ed il petto. «Mi piace il tuo lato selvaggio»
«Dovevi vederlo al liceo» commentò Solo sollevando una mano in direzione di qualcuno «Torno subito»
Osservandolo allontanarsi, Yuichi sorrise, portando una ciocca di capelli dietro il suo orecchio, attirando nuovamente l’attenzione di Drew.
«Sono serio, sei davvero stupendo»
«Me lo hai già detto» sorrise Drew di rimando sporgendosi per baciarlo pigramente, ma senza perdere il sorriso.
Con un leggero schiocco, Yuichi si separò leccandosi il labbro inferiore, osservando gli occhi viola di Drew «Magari voglio solo ricordartelo»
«Solo direbbe che vuoi alterare il mio diabete»
«Se Solo non sta zitto la prossima volta lo lasciamo a casa» rise Yuichi catturando nuovamente le sue labbra, espirando forte prima di approfondire il bacio, incurante che fossero sul ciglio della strada e che, un’auto, sbandando per evitare un bambino, avesse invece puntato loro.
Sgranando gli occhi, Drew lo spintonò via oltre il marciapiede. L’auto si era fermata quasi del tutto, ma non le aveva impedito di colpire la protesi sinistra di Drew, facendogli perdere l’equilibrio e imprecare sommessamente.
Vista la scena, Solo scattò veloce nella sua direzione, immediatamente imitato da Yuichi, ancora confuso per la velocità degli avvenimenti.
«Merda, Drew!» incespicando nella sua direzione Yuichi gli fu subito accanto facendolo sussultare nel toccarlo, osservando come, semi steso sul fianco sinistro, stringesse la coscia «Ehi, ehi Drew?»
«Cazzo…»
«Ti sei fatto male? merda, hai sussultato! Cos’hai?»
Spaventato la proprietaria della vettura, una ragazzina appena patentata a giudicare dall’aspetto, lo raggiunse, urlando spaventata nel vedere la protesi ammaccata.
Sollevando il viso, mordendosi il labbro inferiore, Drew le sussurrò che era tutto a posto grugnendo subito dopo alla fitta che attraversò la sua gamba, arrivandogli dritta dritta al cervello.
«È rotta?» chiese suo fratello chinandosi su di lui, cercando di osservargli la gamba.
«Non la vedi?» sbuffò ironico stringendo i denti, espirando nel tentativo di domare il dolore lancinante.
«Parlavo della tua gamba» disse senza scomporsi, portando il cellulare all’orecchio per chiamare un’ambilanza.
Malgrado l’apparente calma, a Yuichi non sfiggì il modo in cui le sue mani tremavano e quello in cui i suoi occhi si erano fatti lucidi dalla paura.
«Non lo so cos’ho…» ammise lasciando che Yuichi lo aiutasse a sedere, trattenendo una sonora imprecazione tra i denti. «… ma spero non sia quello che temo» ammise serrando gli occhi.
«Mi, mi dispiace» pianse la ragazza nel panico «Non si è fermata! La macchina non si fermava e»
«E smettila di strillare» la interruppe Solo, «Chiama i tuoi genitori e falli venire alla clinica Hendersen li potremmo…» con una diplomazia resa dura dalla paura, Solo spiegò alla ragazza come comportarsi e cosa dire ai suoi genitori, mentre Yuichi, tenendo Drew tra le braccia lo osservò impotente reggersi la gamba e ispirare a fondo. Gli faceva male, lo vedeva bene, il suo intero corpo era rigido e teso per il dolere e la paura, facendolo sussultare ad ogni minimo movimento.
«Devi cercare di stare fermo» gli sussurrò all’orecchio baciandogli la tempia «L’ambulanza sta arrivando»
«Fa un male fottuto» sbuffò posando la nuca contro la sua spalla ispirando con forza dal naso tastandosi la coscia in prossimità del ginocchio.
«Stai. Fermo» lo riprese bloccandogli la mano all’addome, ispirando «Stai fermo…» ripeté con più decisione. «Ma si può sapere cosa ti ha detto il cervello?»
Sfiatando una risata tesa per il dolore, Drew osservò l’ambulanza curvare, avvicinandosi nella loro direzione.
«Che vuoi che ti dica, le persone fanno sempre cose pazze, quando sono innamorate[1]»
 
 
[1]Megara, Hercules

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