L'ora blu

di sab2fab4you
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intermezzo I ***
Capitolo 2: *** Parte I-I ***
Capitolo 3: *** Parte I-II ***



Capitolo 1
*** Intermezzo I ***


Intermezzo I.

Ho pensato a lungo da dove iniziare, poiché dopo tutti questi anni il suo ricordo è ancora vivido nelle nostre menti, e sono giunto alla conclusione che il punto d’inizio è proprio lei.
Nella vita le persone vanno e vengono, e più cresci più ti rendi conto che nulla è per sempre. Prima o poi i legami si rompono e inizi a capire chi è indispensabile e chi ti ha cambiato. Molto spesso nessuno è capace di lasciare il segno, eppure esiste l’eccezione alla regola.
 
Ginevra è stata una meteora che ha cambiato per sempre il corso delle nostre vite e sento che l’unico modo per non dimenticarla è raccontare la sua storia nel breve periodo che è stata con noi.
 
Era una mattina di luglio, quando il sole non era alto ma la terra bruciava ancora dalla giornata precedente ed era impossibile anche solo respirare nella stasi della potente afa che, come al solito, inglobava Goose Creek durante l’estate. Non c’era molto da fare, fin da quando eravamo piccoli passavamo le estati ad oziare sul portico di casa mia aspettando la sera per poter avere un po’ di sollievo dalla calura.
 
I nostri genitori erano sempre oberati dal lavoro o troppo presi dalle loro faccende personali per occuparsi di tre ragazzini e a noi andava bene così, eravamo liberi di fare quello che volevamo.
 
E quindi fu durante quella mattina di luglio, quando Io, Logan e Blake eravamo stesi sull’amaca a fumare il primo spinello della giornata a osservare il piattume innaturale del fiume che ci circondava, ognuno con mille pensieri per la testa, che la vedemmo per la prima volta.
 
Ancora non so perché stesse passeggiando proprio fuori casa mia a quell’orario così insolito, fu una ventata d’aria fresca, un fuoco fatuo che comparve all’improvviso nel momento in cui la notte e il giorno per un attimo si incontrano e tutto rimase sospeso in una dimensione senza tempo. Stava guardando il cielo, e fu la prima volta che notai la sua sfumatura blu.
 
Poi Ginevra si girò verso di noi e sorrise, in un modo che io amo definire “non saprai mai davvero ciò che sto pensando” e tutto d’un tratto ci ritrovammo a terra, capovolti dall’amaca e col suono della sua risata la osservammo incamminarsi verso il centro della città.

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Capitolo 2
*** Parte I-I ***


PARTE I

I.
 
È chiaro che quando Diana Taylor, la figlia del sindaco della città ti invita alla festa di fine estate fai di tutto per andarci, soprattutto se lo fa di persona.
 
Questo era quello che pensava Logan, il quale era convinto che se avesse giocato bene le sue carte avrebbe potuto fare jackpot e infilarsi tra le mutande della capo cheerleader. Era abbastanza sicuro di aver interpretato bene i segnali che lei gli aveva mandato e con un’alta dose di sicurezza e fascino ora stava con un braccio poggiato al muro e un altro attorno alla sua vita. Di tanto in tanto si sporgeva per raggiungere il suo orecchio e sussurrarle una qualsiasi smanceria, tanto le ragazze credevano a qualsiasi stronzata che usciva dalla sua bocca.
 
La casa del sindaco Taylor era un vero e proprio pezzo di storia, una villa in stile coloniale che risaliva al 1830, dai tetti alti e le colonne imponenti, al momento occupata da una mandria di adolescenti il cui solo pensiero era bere, fumare erba e cercare di fare sesso.
 
Logan buttò un occhio in giro e tra la marea di persone scorse Blake, seduto su un divanetto in mezzo a due ragazze che pendevano dal suo sorriso sghembo. Era naturale sentirsi attratti da lui, era simpatico e aveva un modo di fare che ti conquistava a prima vista. Logan non sapeva se fosse per il suo aspetto un po’ selvaggio o il perenne rossore sulle guance, ma Blake era quello che aveva successo con le ragazze senza neanche provarci.
 
Quello che però aveva perso di vista da quando erano arrivati alla festa era Andrew, ma Logan non si preoccupò più di tanto perché sapeva che probabilmente era seduto sulla spiaggia a fumare da solo.
 
Andrew quando si trovava in contesti dove c’era tanta gente spesso amava allontanarsi e diventare una macchia sullo sfondo. Questo perché fin da quando aveva memoria si era sentito uno spettatore della sua stessa vita, tutto intorno scorreva e l’unico modo per andare avanti era di accettare passivamente quello che accadeva.
 
Ma tutti e tre si conoscevano da una vita e nonostante fossero l’uno l’opposto dell’altro erano inseparabili.
 
Andrew decise di fumare un’altra sigaretta e mentre premeva sulla rotella dell’accendino per farla girare la sua attenzione venne catturata da qualcun altro. Vide da lontano una figura femminile alta dai lunghi capelli biondi, ci mise un’istante a capire che si trattava della misteriosa sconosciuta che avevano visto fuori casa sua. La sigaretta rimase spenta e Andrew si affrettò a seguirla quando capì che stava entrando in casa di Diana Taylor. Purtroppo, la perse di vista facilmente, la casa era troppo grande e c’erano troppe persone. Si fece largo fra la gente a gomitate e tra un’imprecazione e un’altra riuscì a scovare Blake, stravaccato su un divano con una ragazza seduta in braccio.
 
<< Andy! Finalmente hai deciso di socializzare >>. Scherzò il ragazzo.
 
<< Uhm… dov’è Logan? >>. Andrew ignorò il commento sarcastico e si guardò intorno alla ricerca dell’amico, individuandolo grazie alla maglietta che indossava. Numero diciassette stampato sulla schiena sotto la scritta a caratteri cubitali “KANG”, Logan andava così fiero di essere il quarterback della scuola che ci teneva a farlo sapere a tutti.
 
<< Avvinghiato alla Taylor, come puoi vedere >>.
 
<< Dai andiamo, vi devo dire una cosa importante >>.
 
Tirò con forza il braccio di Blake sotto protesta di lui e della ragazza seduta sulle sue gambe ma Andrew sapeva che quello che gli stava per dire avrebbe fatto sparire qualsiasi traccia di rabbia. Fece lo stesso con Logan, anche se con un po’ più di fatica vista la sua stazza ma riuscì comunque a trascinare entrambi in un angolino dell’enorme salotto.
 
<< Ma che cazzo fai? >>. Logan si scrollò le mani di dosso seccamente, avanzando in modo brusco verso Andrew.
 
<< Sarà meglio per te che ci sia una buona- >>.
 
<< L’ho vista, è qui >>.
 
I due ragazzi si ammutolirono all’istante perché sapevano esattamente di chi stesse parlando. Da quella mattina di luglio non l’avevano più incontrata e per qualche motivo non erano riusciti a smettere di pensare a lei. Logan aveva scherzato dicendo che forse erano troppo fatti in quel momento e di aver avuto un’allucinazione, Blake invece aveva ipotizzato che fosse un fantasma.
 
<< Dov’è? >>. Domandò curioso Logan, con un tono che non aveva niente a che fare con quello usato prima.
 
<< Stavo sulla spiaggia e l’ho vista entrare in casa, deve essere in giro da qualche parte >>. Andrew non sapeva spiegarsi il perché, ma aveva il cuore che batteva più veloce del solito.
 
<< Quindi non è un fantasma, è reale >> constatò Blake.
 
<< Sei riuscito a vederla in faccia? >>.
 
<< No, era di spalle … >> la voce di Andrew gli morì in gola.
 
Entrambi i ragazzi seguirono la traiettoria del suo sguardo per poi immobilizzarsi sul posto. La ragazza era dall’altro lato della stanza, con un bicchiere rosso in mano e fu questione di secondi prima di rendersi conto di essere osservata. Li guardò negli occhi uno alla volta per poi girarsi e dargli le spalle.
 
<< Mi ha guardato >>. Esordì Logan estasiato.
 
<< Ha guardato tutti noi >>. Precisò Blake con il solito sorriso che in realtà nascondeva una punta di fastidio.
 
<< Sta-sta venendo verso di noi >>. L’ultima cosa che Andrew voleva era balbettare davanti alla sconosciuta e pregò internamente di riuscire a ricordare come si formulavano le frasi in modo corretto.
 
La ragazza indossava un semplice prendisole a stampa floreale dalle maniche a sbuffo e Logan non poté non notare come la gonna svolazzava ogni volta che avanzava. Quando finalmente fu di fronte a loro tutti e tre dimenticarono come si respirava, erano ipnotizzati. I boccoli biondi scendevano morbidi sulle spalle facendo da cornice a un viso che Andrew pensò appartenere a un’epoca lontana, sembrava uscita da un romanzo di Jane Austen. Aveva dei lineamenti eleganti e dolci, unici nel loro genere.
 
<< Ciao >>.
 
<< Ehi >>. Andrew si sorprese quando sentì la propria voce.
 
<< Mi ricordo di voi >>.
 
<< Tu ti ricordi di …noi? >>. Intervenne Blake, il quale era riuscito a scollare la lingua dal palato.
 
<< Certo, siete quelli che sono caduti dall’amaca quella mattina. È stato molto divertente >>. La sconosciuta fece poi un sorso dal bicchiere, seguito da una piccola smorfia. << Questa vodka fa schifo >>.
 
Era stranamente amichevole ed estroversa, ciò aveva fatto calare il velo di mistero che si era creato attorno a lei.
 
Logan ridacchiò nel tentativo di ricomporsi. << Beh, siamo caduti perché eravamo sorpresi di vederti lì. Scommetto che sei nuova in città, una come te non passa di certo inosservata >>. E in un batter d’occhio il ragazzo aveva iniziato a dominare la scena, mettendo in atto la solita sceneggiata da dongiovanni.
 
<< Non hai idea di quante cose passino inosservate >>. Incrociò le braccia sotto al seno per poi sorridere. << Comunque, io sono Ginevra e sì, mi sono trasferita da poco vicino alla palude >>.
 
<< Io sono Blake, lui è Logan e questo è Andrew >>. Il ragazzo si intromise cercando di spostare l’attenzione su tutti i presenti. << Sei all’ultimo anno? >>.
 
<< Mh-mh, anche voi? >>.
 
<< Sì, ci incontreremo spesso allora >>.
 
Andrew, silenzioso come la notte si limitò ad ascoltare la conversazione, chiedendosi come fosse possibile che Logan dicesse certe cose senza imbarazzarsi. Almeno si faceva notare, questo era certo. Si ritrovò sorpreso quando scoprì che Ginevra lo stava fissando.
 
<< E tu invece non hai niente da dire? >>. Una domanda che aveva tutto il tono d’essere piuttosto un rimprovero.
 
<< Non questa volta >>. Rispose timidamente Andrew.
 
<< Mh, bugiardo >>. Ginevra guardò per l’ultima volta il bicchiere vuoto per poi gettarlo a terra. << Dai, andiamo >>.
 
I tre si guardarono stupiti, non capendo se fosse seria oppure se stesse parlando proprio con loro.
 
<< Questa festa è una noia, andiamo via >>.

 

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Capitolo 3
*** Parte I-II ***


PARTE I.

II

Mezz’ora dopo Logan, Blake e Andrew erano seduti nella Jeep di Ginevra a pregare per la loro vita perché la ragazza guidava come se non esistessero le regole della strada. Si sentivano a disagio per il modo in cui lei invece era a suo agio, come se li conoscesse da sempre. Logan aveva avuto a che fare con abbastanza ragazze da riconoscere degli atteggiamenti comuni quando si trattava di interagire con un ragazzo. Ad esempio, come distoglievano lo sguardo e arrossivano se lo beccavano a fissarle, i sorrisi timidi, gli occhi dolci per sedurre. Le solite moine per cercare di piacere.
 
<< … Boy, look at you lookin' at me, I know you don't understand… >>. Ginevra aveva iniziato a canticchiare all’improvviso il che aumentò ancora di più l’imbarazzo fra i ragazzi, non sapevano proprio cosa dire. << …You could be a bad motherfucker but that don't make you a man… >>.
 
<< Non vi facevo così silenziosi >>. Disse poi con tono divertito. Andrew che era seduto avanti boccheggiò, voleva dire qualcosa ma non sapeva cosa perché Ginevra aveva ragione. Logan e Blake soprattutto non erano mai stati così tranquilli.
 
Ginevra fermò la macchina al parcheggio di una stazione di servizio, annunciando che le era venuta fame e che avrebbe comprato qualcosa al market. Raccomandò ai ragazzi di guardare la Jeep, il che era poco prudente visto che alla fine erano sconosciuti. Avrebbero potuto benissimo rubarle la macchina e lasciarla lì. Ma il modo in cui si era fidata di loro tradiva il fatto che sapeva che non avrebbero mai potuto fare una cosa del genere.
 
<< Okay dobbiamo assolutamente smetterla di comportarci così, sembriamo degli idioti >>. Iniziò Blake una volta che furono soli.
 
<< Non guardare me! È Logan quello bravo con le ragazze >>.
 
<< A proposito, che cazzo ti è preso? >>.
 
<< Non prendetevela con me! È un po’… strana, mi mette a disagio >>.
 
<< Credo che la cosa migliore da fare sia essere noi stessi… >>. Propose Andrew ma Logan non lo lasciò neanche finire che subito lo interruppe.
 
<< Certo e poi iniziare a parlare dei nostri sentimenti, andiamo! >>.
 
<< Coglione, hai visto come ha reagito quando hai fatto il cretino con lei. Non sembra che ci voglia provare con noi >>. Continuò a spiegare il ragazzo.
 
<< Una ragazza invita tre ragazzi nella sua macchina e li porta fuori città, a me sa tanto di chi vuole fare una cosa a quattro! >>.
 
<< Logan, non tutti stanno dietro al tuo cazzo! >>.
 
<< Smettetela tutti e due, sta arrivando! Facciamo come ha detto Andy, almeno ce ne usciamo da questo silenzio imbarazzante >>. Blake placò i due anche se sentì il ragazzo affianco a lui borbottare sottovoce.
 
Ginevra rientrò tranquillamente in auto con una ciambella in una mano e un sacchetto di plastica nell’altra. << Allora, ho preso le patatine… Skittles, gli M&M’s e un pacchetto di sigarette >>. Passò la busta ai ragazzi dietro senza specificare però cosa farne, per cui Blake la prese e la mise sulle gambe. Con il dolce fra i denti, Ginevra rimise in moto la macchina.
 
Per non far cadere di nuovo il silenzio, Andrew decise di fare come quando erano solo loro tre. << Quindi… com’è andata con Diana? >>.
 
Fortunatamente Blake afferrò al volo e rincarò la dose. << Ti stava addosso come una sanguisuga >>.
 
Logan si mosse sul posto, all’improvviso scomodo nel suo posto. Lanciò un’occhiata a Ginevra, la quale continuava a guidare indisturbata. Decise che sarebbe stato la versione più onesta di sé stesso.
 
<< Abbiamo pomiciato per un po’ e poi ha iniziato a strusciarsi, voleva scopare ma…beh, sapete il resto >>.
 
<< Dai, ti rifarai la prossima volta! >>. Blake gli diede una pacca sulla spalla per consolarlo il che fece solo innervosire Logan.
 
<< Mhh, non penso che ci sarà una prossima volta >>. L’inaspettato intervento di Ginevra fece rimanere a bocca aperta il povero ragazzo rimasto a secco.
 
<< Cosa? >>.
 
<< Immagino che questa ragazza ti abbia fatto capire che le piacessi ancora prima di buttarsi addosso, dico male? >>. Logan scosse la testa incitandola a continuare il discorso. << È molto difficile per una ragazza essere diretta, soprattutto se si tratta di sesso perché non sai mai con chi puoi avere a che fare. Se fai capire subito le tue intenzioni vieni additata come troia, se invece rimani sulle tue sei una frigida. Motivo per il quale se questa ragazza ti ha esplicitamente espresso il suo desiderio e dopo tu te ne sei andato senza alcuna spiegazione, può sentirsi rifiutata. E non c’è niente peggiore di una persona con l’orgoglio ferito >>.
 
Logan rifletté per bene sulle sue parole, perché quello che aveva detto aveva senso, eppure si sentiva uno stupido perché non l’aveva mai messa su questo piano. Così concentrato su sé stesso e il suo ego che aveva dimenticato che in realtà tutto non girava intorno a lui.
 
<< Credo… credo che tu abbia ragione, sì >>.
 
Ginevra gli lanciò un’occhiata dallo specchietto retrovisore per poi fargli l’occhiolino. Non c’era niente di malizioso in quel gesto, stranamente Logan lo interpretò come un modo per farlo sentire più tranquillo.
 
<< Ma non è sbagliato generalizzare? Cioè, non penso che tutte le ragazze siano così >>. Per parlare Blake si sporse in avanti, poggiando il viso sul sediolino di Andrew.
 
<< C’è a chi interessa di più e chi se ne frega, sto solo dicendo a Logan che non costa nulla mettersi nei panni degli altri >>.
 
Era strano il modo in cui Ginevra sputava sentenze senza farsi il minimo scrupolo, la sua era un’onestà che rasentava l’arroganza.
 
<< Parli come se mi conoscessi>>. E stavolta Logan prese il posto di Blake, il quale si era spostato ed era ritornato a sedersi composto sul sediolino. Il biondino annuì impercettibilmente, trovandosi d’accordo con l’amico.
 
<< Non ti conosco ma ti trovi con quello che ho detto, ho ragione >>. La ragazza stava guidando con una sola mano e la testa poggiata sull’altra, una posizione che trasudava noia.
 
Andrew aveva ascoltato con attenzione, sebbene il suo sguardo fosse più volte caduto sulle gambe nude della ragazza, con i finestrini aperti il vestito si muoveva più di quanto dovesse. << E tu che cosa faresti se ti trovassi nella situazione della ragazza? >>.
 
Ginevra lo guardò per un momento, i capelli tutti scompigliati dal vento. << Morto un papa se ne fa un altro, giusto? Andrei avanti senza troppi problemi, la vita è breve e le persone non sono eterne >>.
 
Il ragazzo rimase impietrito di fronte a quella risposta così dura. Notò un certo distacco da parte di Ginevra, come se non volesse far interferire i sentimenti e lo trovò estremamente triste. Forse era colpa di tutti i romanzi che aveva letto, ma ad Andrew piaceva pensare che nel mondo esisteva una persona destinata a stare con lui per sempre, qualcuno con cui capirsi anche solo con uno sguardo, essere complici. Insomma, credeva che se lo si vuole veramente, alcune cose non cambiano mai nella vita.

 

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