A loser like me

di NotARunner
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Scambio ***
Capitolo 3: *** Patriottica? ***
Capitolo 4: *** Girl Power ***
Capitolo 5: *** Glee ***
Capitolo 6: *** America VS Italia ***
Capitolo 7: *** Britney/Brittany ***
Capitolo 8: *** Dio esiste? ***
Capitolo 9: *** Inaspettato ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-Prologo-

 

Alla mia scuola ero sempre stata la perdente della situazione.

Ero la Secchiona, Nerd, quella che ha tutti 10 in pagella, quella che non conosce nessuno perché non è popolare.

Di amici non ne avevo...e l'unica che era stata la mia migliore amica, un giorno, aveva deciso di buttarmi nel cesso e tirare lo sciacquone.

Essere popolari...un sogno...e allo stesso tempo un incubo perché mi piaceva essere una perdente. Una che sa che coloro che cercano solo di buttarmi giù un giorno non combineranno nulla.

Ora ero una perdente. Domani sarei stata qualcuno.

Loser

Una perdente come me.

A loser like me.

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Capitolo 2
*** Scambio ***


Capitolo 1
-Scambio-




Alla fine essere la secchiona e nerd della scuola mi aveva dato una benedizione.

Nonostante le prese in giro e il bullismo avere tutti 10 aveva dei vantaggi: sarei stata la studentessa di scambio con l'America.

Sarei stata un anno intero (e speravo forse di più) al McKinley High School a Lima, in Ohio.

Ci avevo sperato con tutto il cuore e alla fine, almeno questo sogno, si era avverato.

In aereo avevo in ansia assurda.

Sapevo abbastanza bene l'inglese, per non dire che metà della mia famiglia era veramente inglese, ma tuttavia ero agitatissima.

E se anche lì fossi stata trattata come in Italia?

O peggio?

Incrociai le dita e sperai con tutto il mio cuore di no, e dato che il fusorario mi manda sempre in confusione mi addormentai sull'aereo.

 

«Signorina, si svegli»

Sentivo scuotermi gentilmente le spalle mentre una voce inglese mi chiedeva di svegliarmi.

Aprii gli occhi e vidi una hostess piuttosto carina che tentava di svegliarmi.

Svegliare me! Io che nemmeno i fuochi d'artificio ci riescono!

Dopo aver recuperato valigia e tutto il resto scesi e presi il bus per arrivare all'aeroporto.

Lì all'uscita c'era una famiglia con su scritto il mio nome e cognome.

Erano la mia famiglia ospitante per lo scambio.

C'era un uomo abbastanza alto, con un po' di pancia e un berretto.

Aveva un aspetto severo ma sul viso c'erano dei dolci occhi azzurri.

Abbigliamento: da classico americano da serie TV.

Suo figlio invece era un'altra storia: era vestito super alla moda, con pantaloni strettissimi Armani e una camicia Ralph Lauren attillata abbinata.

Portava un maglione lungo (di Zara probabilmente) e un papillion.

Era alto praticamente quanto me, aveva gambe slanciate, un fisico non male, dei bellissimi occhi azzurri e un ciuffo di capelli mori. La pelle era bianca quanto la mia.

"Gay" pensai appena lo vidi.

Fui contenta.

Non so bene dire perché ma ho sempre preferito le persone gay a quelle etero, mi stanno più simpatici.

Sembrerò un fan girl psicopatica(*), che sono, ma non ci posso fare nulla.

Sono troppo più adorabili dei maschi cretini che, per esempio, c'erano alla mia scuola.

«Sofio ma dove scappi»

Solo perché portavo i capelli più corti di una femmina "normale". Solo perché la mia voce non era acuta e stridula come quella delle altre oche alla mia scuola. Solo perché...

Smettila Sophia. Basta.

Mi avviai verso di loro e li salutai.

«Buongiorno...o buonasera non so esattamente che ore sono» dissi impacciata.

«Sono le 8:30» mi disse il padre del ragazzo.

«Mi chiamo Sophia, piacere»

«Io sono Burt» disse l'uomo.

«E io sono Kurt» disse il ragazzo.

«Molto piacere» dissi allungando la mano e sorridendo.

«Piacere mio» disse lui afferrando la sua mano.

Poi fece uno sguardo quasi orripilato guardando cosa indossavo.

Arrossii. Mi imbarazzavo sempre quando conoscevo nuove persone.

«Ah...Umm... sì lo so... non mi vesto molto bene, io sto sempre in tuta per viaggiare...magari mi aiuterai te con gli abbinamenti eh?» Dissi sciogliendomi un po'.

«Rivoluzionerò il tuo armadio»
 

In macchina mandai un messaggio a mia mamma.

To Mamy:"Qui tutto bene. In Italia come va?"

From Mamy:"Qui tutto ok. All'enoteca(**) c'è il pieno stasera"

To Mamy:"Qui è mattina. Burt e Kurt mi portano a fare colazione a un bar che si chiama Lima Bean. È dove tutti gli studenti vanno a prendere il caffè. Lì Burt ci lascia da soli e domani inizio la scuola"

From Mamy:"Ricevuto tesoro. Divertiti! Mi manchi tanto"

To Mamy:"Manchi anche a me"
 

Arrivati al Lima Bean, Burt ci salutò e ci lasciò da soli.

«Un cappuccino per me»

«Per me il solito mocaccino grande con latte scremato» disse Kurt.

Quando ci diedero i bicchieri di carta, quello di Kurt con il suo nome, mi misi a ridere.

«Che c'è di così divertente?» Chiese lui.

«Nulla. È che in Italia ti fucilano se servi il caffè annacquato nei bicchieri di carta così! Lì solo tazze. Dovresti vedere a Roma o Napoli come lo fanno buono» dissi sempre ridendo.

«A me piacerebbe andare in Italia» disse «È praticamente la base, il posto, dove è nata la moda» spiegò sognante.

«Già. Milano è fantastica per questo(*)» dissi in italiano.

«Cosa?»

«Oh scusa. Ho pensato in italiano»

Ci sedemmo e dopo aver pensato nervosamente se chiederglielo o no domandai molto direttamente: «Ma tu sei gay?»

Per poco non sputò il caffè che stava bevendo.

Cazzo forse non ha ancora fatto coming out o sono una cretina io.

«Emm...si... perché?» Disse un po' incerto.

Sospirai di sollievo. Ma guardandolo vidi che era agitato.

«Ehi tranquillo. Io adoro le persone gay.»

«Cosa? Davvero?» Continuò sempre incerto.

«Ovvio! Sono peggio di una fan girl di WattPad!(*)» sorrisi.

«Che?»

Mi misi a ridere. Mi avrebbe aiutato con la moda, ma quella esperta in campo di fan fiction ero io hehehheh 

Da lì in poi sembrò più tranquillo.

«A te cosa piace fare?» Mi chiese.

«Oh bhe..emm.. io sono un artista. Scrivo racconti e libri, canto, ballo, suono il piano e compongo e scrivo le mie canzoni»

«DAVVERO?!»

«Si perché?»

«Io faccio parte del Glee Club a scuola!»

Glee club?! Ma che americanata è questa roba?

«Cos'è un Glee Club?» Domandai titubante.

«COSA!?!? NON SAI COS'È UN GLEE CLUB??!?!» La sua faccia era puramente stupita. Per non dire sconvolta.

«Emm...no...in Italia a scuola non c'è nessun tipo di Club»

«Oddio» sembrava stesse seriamente per svenire.

Dopo essersi ricomposto continuò «In ogni caso, è un Club dove si canta, si balla tutti insieme e si prepara dei numeri»

Mi corressi nella mia mente. Ma che americanata stupenda è sto' club?!

«Wow. Che figata!» dissi sognante.

«Ti direi subito di iscriverti ma ti avverto...noi del Glee veniamo trattati malissimo...siamo considerati i perdenti numero uno della scuola...» Sembrava triste, ma non depresso. Sembrava come un triste risoluto.

«...Io mi iscrivo.» Lo interruppi «Anche in Italia sono la perdente della scuola. Almeno qui sarò in compagnia» dissi sorridendo un po' malinconica.

Compagnia.

Si, mi sarebbe piaciuto avere degli amici.

Sarebbe stato bello non essere soli.

«Domani è il tuo primo giorno. Scrivi il tuo nome per le audizioni e poi ti presenti all'auditorium dove canti una canzone» disse lui eccitato.

«Affare fatto»

Sorrisi. Era talmente felice da non sorprendermi dal fatto che a quella scuola avessero un auditorium.

Ero talmente felice che quella sera non feci nessun tipo di incubo.

Talmente felice da non piangere mentre toglievo la cera dai miei capelli corti e biondi.

Felice.

Si. Per una volta potevo essere felice.


-<3-

(*) Si. Mi prendo in giro da sola

(**) So che ad un'enoteca si vende solo vino ma i miei genitori hanno un'enoteca con cucina quindi la sera fanno ristorante e dato che di riferimento ho preso la mia vita bhe voilà

(***) Quasi sempre i dialoghi in corsivo saranno in italiano perché tecnicamente stiamo parlando in inglese 
 

Angolo autrice

Ciaooooo....e questo è il primo capitolo. Non è un granché ma si deve iniziare da qualcosa. Spero che la dinamica vi sia piaciuta. In quanto alla storia...Per il personaggio ho preso il modello di me stessa ma chiaramente tanto sarà inventato o modificato. Poi...So che in Italia scambi con l'America sono rari ma per la storia mi serviva così. In più spesso ti mettono con lo stesso sesso ospite ma 1) Brittany stessa ospita Rory 2) Kurt è gay-gaio-gay 3) ummenfregaucazz 

In quanto al bullismo è vero io sono diciamo un pò secchiona e nerd ma i tempi bui delle elementari sono passati e per ora i miei compagni sono buoni. Si scherza tra amici quindi se leggete sta ff non sentitevi offesi hahahaha 

I capelli corti li porto davvero per il resto lo scoprirete nella storia.

Bene. Dopo questo...alla prossima!

P.S. Mi raccomando recensite se volete

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Capitolo 3
*** Patriottica? ***


Capitolo 2
-Patriottica?-


La casa di Kurt era molto bella.

Abbastanza grande e arredata alla perfezione...sospetto che Kurt avesse qualcosa a che fare con quello.

Presi la mia valigia e la portai di sopra.

Per una settimana avrei condiviso la stanza con Kurt, mentre ristrutturavano quella accanto alla sua.

«Wow. Casa tua è incantevole»

«Grazie. Ho deciso io l'arredamento»

Mi misi a ridere "Lo sospettavo"

La camera di Kurt era piena di poster di Patti LuPone, Barbra Streisand e copertine di VOGUE e Fairy. 

Uno scaffale era pieno di tutti i numeri di Vogue a partire da diversi anni prima fino all'ultima rivista uscita.

"Wow" pensai.

«È pronta cena!» Si sentì dal piano di sotto.

Notando che ero super sciatta per il viaggio, mi infilai velocemente una maglietta pulita e dei jeans.

La maglietta diceva "Boia dé".

Troppo patriottico toscano?

Forse.

Presi la prima felpa della Alcott che trovai e andai di sotto.

«Ho ordinato da asporto. Non ho fatto in tempo a cucinare»

«Signor Hummel...mi scusi...i miei genitori mi hanno dato un pensiero per la famiglia che mi ospita quindi ho pensato di darglielo subito»

Dissi porgendogli un pacco di pasta italiana.

«È pasta italiana.» Dissi

«Wow... grazie»

«Di nulla» dissi sorridendo e poi scrollando le spalle.

«Bhe...non è cibo italiano.. però la cena è servita» disse Kurt indicando il tavolo.

«Grazie mille per l'ospitalità» dissi dopo la cena.

«So che è presto ma ho fatto un volo di 12 ore quindi se voglio arrivare a scuola domani è meglio se vado a dormire»

«Non c'è problema. Buonanotte» disse Kurt.


-<3-

Angolo autrice

CORTISSIMO! Lo so. Perdonatemi.

Questo è solo un capitolo di passaggio! Mi farò perdonare al prossimo aggiornamento che ho già il capitolo pronto! AHAHA Alla prossima gleeks!

 

P.S. Ovviamente recensite se è decente (Pure se fa schifo tranquilli perché questo Capitolo è...corto. estremamente corto)

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Capitolo 4
*** Girl Power ***


Capitolo 3
-Girl Power-

 


«Sophiaaaaaaa»

«Lasciami in pace mamma che palle!»

«Che hai detto?»

«Altri 5 minuti perfavoreeee»

«Che stai dicendo?»

«Oh scusa. Volevo dire...'sorry'. Confusione mattutina. Sclero in italiano quando mi sveglio. In Italia entri a scuola alle 8...quindi alle 6:00 devi svegliarti»

«Non so come fai! Ovvero...io mi sveglio alle 6 per la mia skin care mattutina, ma con calma» disse Kurt ridendo. 
Dopo un attimo di sconvolgimento gli risposi che era matto.
«Io matto?» Sorrise.
«Si.» Risi.
«Sta parlando quella con il Pijama di Winnie the Poo»
«Don't judge» dissi con nonchalance.


 

Dopo aver superato molto, ma MOOOOOLTO lentamente il coma mi alzai e mi vestii a modo.

Non misi nulla di speciale, era il primo giorno per me quindi...chissenefrega.

Misi un paio di jeans larghi, un po' da maschio lo devo ammettere, una maglietta con su scritto "che Dio tassista" e l'immagine di un taxi. Il mio insegnante di canto adorava fare queste magliette stupide come regalo. Lo adoravo ma quelle magliette erano demenziali a livelli assurdi.

Sopra quella maglietta misi una felpa gialla orribile, ma che mi aveva regalato mia nonna per Natale e mi aveva letteralmente supplicato di indossarla qualche volta.

E si sà: in Italia le nonne sono SACRE. 

SACRE. La paga minima di un italiano, lo sanno tutti, è la mancia della nonna che per un gelato ti da 50 euro, nemmeno ti servisse una caparra per una casa.

Misi le Converse che si adattano praticamente a tutto.

Sistemai i miei capelli biondi alla bell'è meglio con la cera.

Misi un po' di fondotinta per cercare di camuffare la mia pelle pallidissima, ma con scarsi risultati. Mia mamma mi aveva dato dei trucchi perché tecnicamente c'era il prom a fine anno. 

Guardai nei miei occhi azzurri scuri. I trucchi potevano aspettare il prom anche per essere solo sfiorati.

Feci la cartella con i libri di testo in inglese e mi avviai con Kurt a scuola.

Lui subito mi guardò, forse con un po' di disappunto, e disse, cercando di essere il più gentile possibile:«Io e te abbiamo molto su cui lavorare»

«Sono un caso disperato lo so» dissi letteralmente MORENDO dal ridere.

Lui prese la macchina e mi fece salire.

«Chi guida?»

Lo guardai come fosse uno scherzo.

«Tu. Io non so guidare» dissi come fosse la cosa più ovvia del mondo.

«Come non sai guidare?»

«Sai Kurt— iniziai, prendendolo per una spalla e guardandolo —....L'Italia è strepitosa per la cultura, l'antichità, il fascino delle città, il cibo— qui feci una faccia forse troppo da ebete —...ma le leggi fanno schifo. Non si può guidare la macchina fino a 18 anni...invece da quanto ne so, voi potete prendere questa specie di patentino a 16 anni o simile...»

«mmm sì, si può dire così»

Intanto salimmo in macchina e lui accese il motore e partí.

«Beati voi. Essere dipendenti dal bus o dai genitori per andare a scuola è orribile. Menomale che io sto in convitto»

 

Arrivati a scuola ci avviammo all'entrata.

«AAAAA che figata gli armadietti!!! Sto sclerando MALEEEEEEEEEEEEEEEEE»

Kurt mi guardò come se fossi pazza. Sentire una che sclera in italiano guardando un armadietto non deve essere il massimo.

«Sorry. Niente armadietti in Italia»

Lui fece una faccia del tipo "Non sembravi normale ma faccio finta di nulla e sto zitto"

Mentre stavamo conversando, un tipo piuttosto robusto spinse Kurt contro l'armadietto in modo molto violento.

«Ciao finocchio! La vita è stata crudele con te ancora una volta eh?»

A quel punto non ci vidi più.

«Ehi!— urlai a quel tipo che si voltò— Si parlo proprio a te!!»

Quel tipo e la sua banda si girarono.

«Hai un problema con Kurt?»

«Io? Un problema? L'unico problema è lui» disse guardando Kurt con disprezzo.

Lui abbassò lo sguardo, dopo avermi detto di lasciar perdere.

Ma io non ero una che lascia perdere.

Perché se c'è qualcosa che impari in Italia è a prendere gli insulti, cucinare, dire parolacce e ...ridare gli insulti.

«Senti Yoghi ...capisco che le tue incertezze riguardo al tuo aspetto ti danno le paturnie da primadonna e devi scaricare il tuo odio su uno che non se lo merita. Ma non ti preoccupare magari un giorno diventerai bello, sempre che esista la Fata Turchina perché solo lei potrebbe fare quel miracolo. Peccato che esista solo nel libro di Collodi e quindi è una cosa che non.accadrà.mai.»

Eeeeee...la bomba era sganciata. 

Cazzo.

Io e la mia impulsività.

Mi guardò cercando di non tirarmi un pugno.

Devo dire che adoravo quell'aurea di "Girl Power" che si era creata.

Quel tipo di atmosfera da "ahahah io ti sfotto ma non puoi fare nulla perché sono una cavolo di lady, bitch"
Ok forse dovevo smetterla di fumare arcobaleni.
Ok dopo questa affermazione posso confermare che tutta l'erba che si fumavano i miei compagni a Roma(*) mi è entrata nel cervello.
Lasciamo perdere.

«Mi chiamo Dave, non Yoghi» disse a denti stretti.

«Assolutamente! Capito al 100%, Yoghi»

«Lady Hummel hai bisogno di una ragazza ora a difenderti?» Disse guardando con un ghigno Kurt.

«Non più di quanto a te serva la XXL di maglietta Karofsky» disse Kurt sprezzante.

Dopo un occhiata che uccide, lui e la sua banda girarono i tacchi e se ne andarono.

Li guardai soddisfatta.

Quando voltarono l'angolo Kurt si accasciò all'armadietto e chiuse gli occhi, come a cacciare indietro le lacrime.

Lo guardai dispiaciuta. Nessuno merita di essere trattato in quel modo.

"Sofio ma dove scappi"

Sospirai.

Dopo aver sistemato i miei libri nell'armadietto Kurt mi mostrò la bacheca.

Il foglio dei New Direction era vuoto.

O meglio, le uniche parole che c'erano erano giochi di parole orribile per prendere in giro il club.

Che idioti.

"Sophia Lassi" scrissi

Kurt sembrava piuttosto compiaciuto quando firmai.

«Presto. Abbiamo storia alla prim'ora»

«Ricevuto»

E ci avviammo in classe.

-<3-

 

* Non sto assolutamente in un certo senso parlando di SKAM Italia hahahhahha

Angolo autrice

Meno lungo del primo capitolo ma più lungo del secondo! Mi sono fatta perdonare??? Bah insomma....

Buongiorno!!! O buonasera!!! O buonanotte!! Ditemi che cosa ne pensate gleeks e commentate.

Bye bye e alla prossima!

Vado AFK

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Capitolo 5
*** Glee ***


Capitolo 4
-Glee-


«La tua audizione è oggi alle 16, all'auditorium» mi disse Kurt.

«Ok. Non sono assolutamente agitata. Ma proprio per nulla!» Dissi come cercando di convincermi.

«Agitata?» Chiese Kurt con l'aspetto di uno che la sa lunga.

«Ohhh cavolo, ci puoi contare» dissi io sospirando.

«Andrai alla grande. Ci sarà tutto il Glee a vederti»

«Sono molto più tranquilla adesso. GRAZIE MILLE»

«Andiamooooo!!!! Lo penso davvero!»

«Tu mi hai mai sentito cantare?»

«Beh no...»

«Allora non puoi capire. Ho guardato il video di voi al concorso l'anno scorso. Eravate... perfetti. Io non canto e mai canterò così bene. E solo sentirti PARLARE mi fa sentire inferiore. Ti rendi conto vero che sei maschio e hai la voce molto, ma dico MOLTO più acuta di me?!? Voglio dire ma senti come parlo!?! Le note che fai te probabilmente nemmeno con il pensiero riesco a farle!!»

Si notava fosse lusingato ma comunque cercò di tranquillizzarmi.
Eravamo all'ora di letteratura inglese ed erano le 10.00.
Mancavano 6 ore alle 16.

 

Erano le 16.

Stavo dietro le quinte dell'auditorium del McKinley High in ansia assurda.

La mia vocalità era normale, più che talento avevo una voce particolare e la cosa di cui andavo più fiera: una presenza scenica da paura.

Io sono sempre stata una persona timida...ma che dico? TIMIDISSIMA.

E l'unico momento in cui mi lascio andare è sul palco.

Avevo giocato le mie carte però.

La canzone che avrei cantato era in italiano quindi ero avvantaggiata.

Avevo già dato a Kurt i fogli con la traduzione in inglese per distribuirli, in modo che tutti capissero la canzone.

Avrei cantato Un giorno credi di Bennato.

Mi emozionava sempre.

Diedi lo spartito al pianista, che scoprii si chiamava Brad.

Il piano inizio a suonare l'intro.

Era il momento.

Un giorno credi di essere giusto

E di essere un grande uomo

In un altro ti svegli e devi

Cominciare da zero

Situazioni che stancamente

Si ripetono senza tempo

Una musica per pochi amici

Come tre anni fa

A questo punto non devi lasciare

Qui la lotta è più dura ma tu

Se le prendi di santa ragione

Insisti di più

Sei testardo, questo è sicuro

Quindi ti puoi salvare ancora

Metti tutta la forza che hai

Nei tuoi fragili nervi

Quando ti alzi e ti senti distrutto

Fatti forza e va incontro al tuo giorno

Non tornar sui tuoi soliti passi

Basterebbe un istante

...e poi l'esplosione degli accordi per il bridge prima del ritornello.

Mentre tu sei l'assurdo in persona

E ti vedi già vecchio e cadente

Raccontare a tutta la gente

Del tuo falso incidente

E la canzone finì. L'avevo adattata per farla durare solo un paio di minuti.

Dopo un momento di pausa, in cui mi sarei volentieri sotterrata, il Glee Club iniziò ad applaudire.

Buttai fuori l'aria, che non mi ero nemmeno accorta di trattenere.

Quello che Kurt mi aveva detto essere Mr. Schue, il professore, disse:«Penso che abbiamo trovato un nuovo membro ragazzi!»

Il mio cuore sprofondò di almeno tre piani dalla felicità.

Ero in America, ci sarei restata, avevo un amico gay, convivevo con questo mio amico ed ero nel Glee Club.

Glee, come mi aveva detto Kurt, voleva davvero dire gioia.

Perché non ero mai stata così felice in vita mia.
 

-<3-
 

Angolo autrice

Adoro Bennato. dovevo infilarlo da qualche parte.

Cosa posso scrivere dopo questa parte così MOVING come direbbe Blaine? 

Lo so capitolo corto ! alla prossima Gleeks!

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Capitolo 6
*** America VS Italia ***


Capitolo 5
-America VS Italia-



Ero in mensa.

Non potevo nascondere il mio sguardo eccitato.

In America, alla mensa, puoi scegliere quello che ti pare da mangiare.

QUELLO CHE TI PARE.

«Sophia tutto bene?» Chiese cordialmente Kurt. Non dovevo avere un aspetto molto normale.

«MAI STATA MEGLIO»

«Emm...ma perché hai questa faccia?»

«POSSO DAVVERO SCEGLIERE QUELLO CHE MI PARE!?!» Presi un vassoio in mano e feci una faccia al limite dello psicopatico.

«Certo...?» Fece una faccia stranita.

«ADORO L'AMERICA» e iniziai a riempire il vassoio.

«Come mai tutto questo entusiasmo?» Chiese, mettendosi una porzione d'insalata.

«In Italia in mensa ti servono loro. Non puoi scegliere...e diciamo che per le mense delle scuole, l'Italia va a risparmio perché c'è quasi sempre la minestra e quel pollo orribile...ora che ci penso l'Italia va a risparmio quasi su tutto...» scrollai le spalle.

«Ahhh capito tutto. Vieni ti presento il Glee Club»

«Aspe-cos-cosí?!»

Le mie uscite in italiano dovevano aver iniziato a traumatizzarlo.

«Emm..Non ho capito cosa hai detto» disse lui imbarazzato.

«Nulla non ti preoccupare» dissi facendo un sorriso tirato.

Ci avviammo al tavolo del Glee.

«Allora ragazzi lei è Sophia!» Disse Kurt con una faccia eccitata e soddisfatta.

«DOVE L'HAI SCOVATA QUESTA!?!?» Chiese una ragazza di colore.

«M-mi hai emozionato.. così ...tanto» disse una dark asiatica che stava piangendo.

«Oh bhe...vengo direttamente dall'Italia per rispondere alla domanda di...?»

«Mercedes. Molto piacere» disse allungando una mano.

«Allora! Lei è Mercedes. Lui è Artie- indicò un ragazzo in sedia a rotelle -Lui è il mio quasi-fratellastro Finn- che ragazzo...alto -Lui è..bhe lui è Puck- già inquadrato: bad boy -Santana e Brittany sono loro due- erano in divisa. Erano forse... cheerleader? -Lei è Quinn- ragazza bionda sempre in divisa -loro due sono Tina e Mike- due asiatici -E lei è... Rachel» sospirò infine.
Così mi spiegò indicando mano a mano tutti i membri dei Glee Club. Rachel aveva l'aspetto da saputella ebrea so-fare-tutto-solo-io ma non sembrava crudele. Non sembrava.

"Allora sei Italiana eh?" Chiese Puck.

"Si... è una cosa buona o ..?"

«È un figata assurda!!! Tu vieni da uno dei paesi più belli del mondo!- Disse Artie -ci hanno girato un sacco di film capolavori. Fellini....» Iniziando a straparlare dei registi italiani.

«Come sono Napoli, Firenze, Milano..ROMA?» Chiesero in coro tutti.

«oh emm bhe... Firenze è bellissima, io vengo dalla Toscana. Napoli è super bella e anche romantica devo dire. Lì ci ho mangiato la pizza più buona della mia vita...-mi sedetti al tavolo -Milano è bella, ma un po' tanto smog e nuvolosa. Roma è la nostra capitale. Voglio dire è ROMA. Lì è nata tutta la storia che si studia a scuola...»

«Ecco di chi è la colpa...» Sussurrò Puck 

«... è grande, c'è un opera d'arte ogni metro e un ristorante ogni due, il Colosseo, San Pietro, il Vaticano...sapete, io vado a scuola a Roma e nonostante questo non la puoi mai scoprire abbastanza bene»

Il Glee mi guardava un po' incantato devo dire.
 

Dopo la mensa era l'ora di prove nella sala del coro.

Quello era il primo giorno di Glee Club per me.

A mensa avevo legato abbastanza e tutti erano sconcertati da quanto mangiavo.
 

ALLORA. Il cibo faceva abbastanza schif- non era male. Si sopportava a mala pen- SI SOPPORTAVA INSOMMA. Alla mia mensa non è che si mangiasse tanto meglio. In più io ero abituata al ristorante di mia mamma che è buonissimo...quindi ero abituata a standard alti. Diciamo che ho mangiato peggio....ma anche meglio.

 

«Ma quanto mangi?» Mi chiese Quinn.

«Un pochino, perché?»

«Ma in Italia...quanto si mangia?» Chiese Puck.

Ma che domanda era?

«Il cibo è buono quindi, almeno io, di solito mangio molto. Personalmente senza due etti o due etti e mezzo di pasta al giorno non sopravvivo...»

«COSA?! ma così ingrassi!» Disse Quinn. Che persona SIMPATICA.

«Ti sembro grassa?» la schernii.

Mi osservò un attimo.

«Bhe no.. però...»

«Metabolismo veloce. Io mangio quanto un bufalo ma non ingrasso mai. Ho anche gli addominali»

Fece una faccia che non capivo bene. Sembrava gelosa e allo stesso tempo tentava di apparire lo stesso superiore.

«Americani» dissi in Italiano scuotendo la testa.

 

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Capitolo 7
*** Britney/Brittany ***


Capitolo 6
-Britney/Brittany-

 

Devo dire che io non sono mai stata una grande fan di Britney Spears, ma ciò non toglie che l'ho sempre stimata e credo che sia comunque una grande artista.

Ma mai avrei pensato che Britney potesse essere la causa di una specie di rivoluzione al Glee.

Tutto è iniziato alla mia prima riunione del Glee club.

«Qualcuno sa dirmi chi è Christopher Cross?»

«Ha scoperto l'America» guardai da dove proveniva quell'assurda affermazione. Brittany.

Ah allora va bene.

«Bhe ci sei andata vicino. Ha scritto una canzone che si chiama 'Sailing' che parla di un viaggio nel tempo»

Kurt si sporse indietro per dire qualcosa a Mercedes "Ho un brutto presentimento su questa cosa"

«Mai sentito e non lo voglio sentire» disse la ragazza asiatica, Tina, incrociando le braccia.

Francamente essendo la mia prima lezione di Glee club ero eccitata per qualunque cosa quindi non m'importava molto cosa si facesse.

«Allora, c'è gente che critica la musica leggera, ma lascerò che questa parli da sé— il professore sembrava eccitato mentre distribuiva gli spartiti —...a voi piacciono Lady Gaga e i Rolling Stones e voi ragazzi siete bravissimi a buttare tutte quelle emozioni fuori. Ma la musica davvero bella può anche essere controllata. Non deve per forza aggredire un pubblico. Può far venire il pubblico verso di voi»

Kurt interruppe il professore «Mr Schue, se posso permettermi...credo di parlare al nome di tutti quando dico che non è che non amiamo l'idea di passare una settimana su questo artista Umm...quasi contemporaneo... è solo che come teenager non è facile per noi apprezzare questa musica perché non ci rispecchia...COMUNQUE SIA...c'è una possente campagna su FaceBook, che conta ormai cinque membri...— cosa? Solo cinque membri? E quella doveva essere una campagna possente? Vabbè lasciamo stare i dettagli —...che cosa vogliono? Che all'assemblea degli ex-studenti il McKinley High School Glee club canti una canzone di...preparatevi— Kurt sembrava eccitato e sorridente —la signorina Britney Spears!»

Il glee club iniziò a fare urletti felici e di approvazione. 

«Britney Spears is a fear!»

«Yeah!»

Tina applaudiva.

Iniziarono già tutti a parlottare su quale canzone, costumi, coreografia fare che ...

«Ehi ehi ragazzi...mi dispiace Kurt ma no»

Silenzio.

Potevo sentire la delusione di Kurt e degli altri membri da chilometri.

Ouch.

«Non mi pare un buon modello per i ragazzi»

«MA! Mr Schue! Noi siamo tipo cresciuti con lei!» Disse Rachel con fare ovvio.

«Lei è letteralmente la ragione per cui ho deciso di fare la cantante» intervenì Tina.

«Non voglio fare Britney» disse con una voce triste Brittany.

«Perché non vuoi fare Britney, Brittany?» Chiese Kurt.

«Perché anche il mio nome è Britney Spears»

CHE?!

Si voltarono tutti in contemporanea verso di lei.

«C-cosa?!» Mr. Schue era assurdamente sorpreso.

«What the hell is she talking about?!» Disse sconvolta Mercedes.

Con una vocina Britney spiegò quell'assurdo discorso sul fatto che si chiama Susan di secondo nome e Pierce è il suo cognome e la pronuncia viene Brittany S. Pierce, Britney Spierce.

Questa non me l'aspettavo.

Dopo il trauma iniziale Mr. Schue sorrise, contento di aver trovato una scusa in più per non fare Britney.

«Allora è deciso. No Britney»

«Grazie Britt. Grazie mille» disse sarcastico Kurt a Britney.

Santana difese Brittany con uno sguardo omicida.

Tornò a consolare Brittany e lì notai qualcosa di strano.

Santana sorrideva.

Ma quello non era strano.

Era il modo in cui sorrideva.

Sembrava quasi sprizzare amore da ogni poro.

Che fosse...? NO VABBEH NON CI CREDO

NO! No, non ti impicciare... sua come va a finire...

Lasciai perdere e prestai di nuovo attenzione al professore per vedere se diceva qualcosa di interessante.

«Iniziamo a parlare di Micheal Bolton»

Come non detto.


 

Ero all'armadietto per prendere i libri di scienze quando vidi una scena orribile.

«Dammi quel giacchetto!»

«EHI RIDAMMELO! ME LO SONO GUADAGNATO!»

«Questo è per persone che sono veramente nella squadra Hudson!» Fece una pausa «ma sai cosa? Dovremmo rappresentare la dualità della tua sessualità»

Un brivido freddo sulla mia schiena. Lo ignorai.

I due armadi che si spacciavano per persone strapparono il giacchetto di Finn in due.

Finn provò a tirargli un pugno, ma i giocatori lo sfotterono e basta.

Stavo per prendere il coraggio per mettermi in mezzo, quando Artie mi precedette.

Menomale che c'era lui.

«Scusate se interrompo» i giocatori erano a disagio. Che genio Artie!

«Sono felice che siate qui perché in realtà dovevo scusarmi con te Finn per averti fatto cacciare dalla squadra di football. Spero che tu non ce l'abbia con me"»AHAHHA avercela con te! Gli hai praticamente salvato la vita!

Gli offrì la mano e Finn gliela strinse.

«Di cosa stavate parlando?»

"Dude, dagliele di santa ragione!" Inveì Karofsky.

Bastardo. Nemmeno una settimana di scuola che già l'odiavo.

«E se rovescio quello in carrozzella?!»

«Acc- non si può picchiare uno in carrozzella-...»

Finn aveva lo sguardo di uno di quei cervi che guardano i fari poco prima di morire o fare lo scatto più veloce della loro vita.

Il giocatore scuro disse qualcosa sul codice morale.

Certo pensai. Il codice morale ce l'hai infilato su per il culo. Codice morale sto cazzo, proprio.


 

«Kurt raggiungimi dal preside»

Mai mi sarei immaginata questa scena quando ho visto Kurt per la prima volta che potesse parlare così ad un professore.

Ok lo conoscevo da tipo 10 giorni, ma lo stesso...

Era strano. Molto strano.

E non so perché, ma tutto quel nervosismo e tutta quella rabbia, le ho collegate subito a come veniva trattato dai compagni di scuola.

Quel Karofsky e quell'Azimio (mi era sembrato di capire che il giocatore di football scuro si chiamasse così) trattavano Kurt come uno straccio.

Posso giurare di aver visto qualcuno gettato nel bidone della spazzatura da quei due (tradizione che a quanto pare aveva iniziato quel Puckerman).

Insomma, Kurt a scuola, aveva una vita abbastanza di merda. Se era nervoso come biasimarlo. Io avrei ucciso qualcuno probabilmente. E il più bello è che non sto nemmeno scherzando.

Fatto sta che non vi ho ancora raccontato cosa è successo.

Praticamente Kurt si era preso piuttosto a cuore la ''Causa Britney Spears'' e voleva a tutti i costi convincere il prof che, per tante di quelle volte, ha detto «NO».

In quest'ultima volta Kurt ha reagito male e gli ha detto cose tra cui «...perché deve sempre essere così rigido e che ...» insomma il prof si è incazzato e così siamo arrivati qui. Oltretutto è tutta la settimana che il Glee ha delle ''Allucinazioni da Britney Spears'' per via di questo nuovo fidanzato del grande amore di Mr. Schue: Miss Pillsbury.

Insomma questo Carl fa il dentista e ha offerto a tutti una vista per la pulizia dei denti. Qui, una volta giunta l'anestesia, tutti hanno sognato Britney. 

Vabbeh lasciamo stare i dettagli.

E così eccoci qui, alla fine di ogni cosa. Scherzavo Frodo e Sam in questo momento rispecchiavano troppo i mie feels. Penso che lo avete capito da un po'...ma io non sono normale. Sono troppo nerd. Ah che che ci vuoi fare. È la vita.

«Ehi Kurt» mi sedetti accanto a lui sugli scalini della gradinata che distava sul campo dove si allenavano le Cheerios.

«Ciao» disse lui senza guardarmi.

«Va tutto bene?»

«Certo va tutto a meraviglia. Ho solo un richiamo dal prof e due giocatori di football che mi aspettano all'uscita da scuola per spaventarmi. Non potrebbe andare meglio di così» disse sarcastico.

«Sai...a volte lo apprezzo questo tuo sarcasmo schietto. Mi dispiace comunque»

«Non ti devi dispiacere di nulla. Mica è colpa tua» stavolta mi guardò. Aveva gli occhi lucidi.

«Già ma anche se è solo 10 giorni che ci conosciamo mi sento molto legata a te. Io non ho mai avuto amici»

«Anch'io prima del Glee sono sempre stato solo. Nessuno voleva essere amico di quello che veniva gettato nel cassonetto dai giocatori di football tutte le mattine»

«Ora non ti buttano più nel cassonetto. È un miglioramento...?» Chiesi titubante.

«Beh prima a gettarmi erano Puck e Finn» sorrise un po' triste, ma lo consideravo una vittoria.

«COOSA?!» Lo guardai con gli occhi spalancati.

«Oh erano molto diversi da come sono ora— rise — ma anche io ero molto diverso»

«Com'eri?»

«Innanzitutto non avevo ancora fatto coming out. Anche se tutta la scuola in un certo senso lo sapeva e basta. O almeno lo assumeva da come mi vestivo, beh vesto, poi la mia voce non aiutava. L'unico a doverlo accettare, a parte i bulli, ero io»

«Wow»

«Mi sono anche fatto trovare a pomiciare con una ragazza da mio padre e mi iniziai a vestire in modo diverso. Prima sono anche entrato nella squadra di football come kicker e ironia della sorte io e "Beyoncé" siamo stagli gli unici a far vincere una partita alla squadra»

Ero rimasta tipo SENZA PAROLE. Ma chi se lo immaginava Kurt—ripeto, KURT— a giocare a football??!?!??

Mi veniva da ridere ma cercai di nasconderlo. A quanto pare male.

«Ah-ah-ah molto divertente»

E a quel punto scoppiai. Mi misi a ridere senza ritegno e forse fu quasi un bene perchè vidi Kurt sorridere un poco, rincuorato.

Quando mi ripresi lo invitai a pranzare con me alla mensa.

«Dai su, andiamoci a prendere una Diet coke e dei cibi disgustosamente salutari.

Scoppiò a ridere

«Se la metti così ci sto»

Prese la sua tracolla e ci avviammo a mensa.

 

L'indomani Rachel era vestita particolarmente...bene.

Ed era strano, perché da quello che mi era stato raccontato (e da quello che avevo visto) Rachel di solito riusciva a vestirsi come una bambina di 4 anni e una vecchia di 80, in contemporanea.

Effettivamente era vestita come...Britney Spears.

 

 

Dato che non vorrei annoiarvi tutti con i fatti avvenuti successivamente andrò al sodo: alla fine il prof per dimostrare alla Pillsbury che poteva lasciarsi andare ci ha fatto fare Britney. Con lui.

Che imbarazzo!

Francamente io non sono mai stata una che arrossisce per parlare di sesso o simile. Sono molto a mia agio perché so che non c'è nulla da vergognarsi. Ma cantare Toxic all'assemblea degli ex-studenti con un prof era...strano. Ed anche un po' imbarazzante. Alla fine la Sylvester-che a quanto pare considera Britney Spears una da orge- ha fatto scattare l'allarme antincendio scatenando il putiferio. E ha dato la colpa alla canzone. Da quello che mi raccontava Kurt il suo ufficio era il luogo dove avvenivano le peggiori macchinazioni contro il Glee club. E francamente non faticavo a crederlo.

Fatto sta che alla fine cantammo Britney-anche se una volta sola, con grande disappunto di Kurt- e io riuscii a fare anche amicizia con i membri del glee club con cui trovai molte passioni condivise.

Come quella per i musical-che in Italia non si fanno, al contrario delle scuole americane-oppure per il teatro e il cinema in generale.

Scoprii che ad Artie sarebbe piaciuto diventare un regista, che Rachel sarebbe sicuramente diventata una diva di Broadway e che Quinn per ora aspirava solo a diventare Prom Queen al ballo Juniores del terzo anno.

Era bello avere degli amici con interessi comuni. Non ne avevo mai avuti. 

Al mio convitto a Roma i maschi si interessavano solo al calcio e le femmine a farsi selfie sexy da mettere su Instagram o a quale twitter geniale mettere il giorno successivo. 

Nessuno si interessava di musica, di storie ne tantomeno di libri, letteratura o musical, che erano le mie passioni principali.

Io mi ero iscritta al classico europeo per passione. Loro perché i loro padri erano importanti politici che non li volevano sempre tra i piedi.

Era bello solo avere degli amici. Persone che quando hai bisogno sono lì, per te. Senza nulla in cambio. E fu allora in quel momento che capii a fondo il vero significato d'amicizia.

 





 

 

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Capitolo 8
*** Dio esiste? ***


Angolo autrice

Mi hanno interrogato 10 volte in queste ultime due settimane. Ho avuto 7 verifiche. Contate che a tutte le interrogazioni ho preso da 10 a 10 e lode...nelle verifiche tutti 10 e 10 e lode tranne matematica (9 e mezzo). Ho studiato come una pazza. Mi sembra una scusa buona per i mancati aggiornamenti. Maledetta fine del primo quadrimestre e voti dell'ultimo secondo.

Buona lettura e scusate!

<3
 

Capitolo 7

-Dio esiste?-


Ok... sto iniziando a pensare che qui le discussioni del Glee club siano pane quotidiano per i suoi membri. 

Vi giuro. Era nel Glee club da nemmeno un paio di settimane che c'erano state più discussioni che «cani e gatti aggressivi spostatevi proprio!»

Non sapevo più cosa pensare sui membri. Voglio dire, fuori dall'aula di canto erano persone solari e amichevoli, ma dentro quella sala sembrava di essere in guerra.

Si, in guerra!

Ma come al solito ho parlato di tutto troppo in fretta. Fatevi raccontare dalla zia Sophia che è successo.

Premettiamo subito con una battuta di pessimo gusto che «Grazie a Dio sono atea»

Lo so. Devo smetterla di farmi regalare magliette dal mio insegnate di canto.

Anche se questa me l'aveva regalata mio padre a 13 anni. Era sua. Ma non ho più avuto il coraggio di metterla dopo che è...morto.(*) La tengo lì nell'armadio a casa mia in Italia, a prendere polvere.

Tornando a noi. Finn lunedì ci ha annunciato una cosa sconvolgente.

Puck credeva che facesse coming out, io non sapevo cosa pensare, Kurt era sconvolto, Rachel pure lei drama queen...

Fatto sta che...

«É entrato un uomo nella mia vita...»

Letteralmente tutti a bocca aperta.

«E quell'uomo è...: Gesù Cristo!»

Ah ok. 

No aspe-

COSA?!

L'idea di Finn che prega in una chiesa era...strana? Anormale? Completamente ed inevitabilmente ridicola?

Non saltiamo alle conclusioni.

«E questa settimana vorrei dedicarla a lui»

No.

No.

No.

NO!

Non poteva dire sul serio.

«Questo è molto peggio!» Urlò Puck.

Rachel lo guardò omicida. Letteralmente. Già mi immaginavo il povero Finn tapparsi le orecchie per gli urli o la sgridata che si sarebbe preso dalla sua fidanzata. Rettifico: dalla sua fidanzata ebrea. A cui aveva appena spiattellato in faccia che aveva iniziato a credere in Gesù

Mamma mia, drammi portatemi via.

E allora ovviamente hanno iniziato a discutere sul fatto di cantare canzoni su Gesù o sulla spiritualità in generale. Per la seconda non avevo tanti problemi. Io sono buddista e credo in quella filosofia ed anche se non è una religione sono delle credenze a cui io tengo molto. Porto spesso la mia mala, dico i mantra, quando posso evitarlo non uccido alcun tipo di insetto, cerco -per quanto possibile- di essere gentile, senza pregiudizi e comprensiva, anche con chi mi sta meno a genio. Poi se qualcuno offende, picchia o ferisce (fisicamente o mentalmente) qualcun altro allora anche «chissenefrega». Tipo come con Karofsky. Al diavolo capire il perché, volevo solo difendere Kurt. Anche se poi il perché l'ho saputo e allora ho imparato ad odiarlo un pochino meno.

«A me non dispiacerebbe portare un po' di chiesa qua dentro Mr. Schue» Mercedes e Quinn sembravano le più entusiaste riguardo la faccenda 'fare tributo a Gesù'.

«Scusate..? Se io volessi cantare delle canzoni su Gesù andrei in Chiesa. E il motivo per cui non ci vado è perchè la maggior parte delle persone lì non amano particolarmente i gay. 

O delle donne. 

O della scienza»

Kurt spiegò praticamente gli stessi motivi per cui io non sono mai andata in chiesa. Quando i mei cani preferiti morirono, uno dietro l'altro, riflettei a lungo: vorrei che fossero in paradiso o che si reincarnassero per incontrarli di nuovo? Data la mia filosofia la risposta mi sembra ovvia. Ed effettivamente io sono convinta che i cani presi dopo fossero la reincarnazione di quelli di prima.

«Mr. Schue, se posso...dato che io mi trovo effettivamente d'accordo con ciò che dice Kurt e sono atea– qui Quinn ha fatto una faccia...–...perchè non cantare di spiritualità in generale–molto in generale– se proprio vogliamo fare questo tipo di canzoni...? Potrebbe essere un compromesso?»

«Io direi che Sophia ha detto tutto ragazzi. Questa settimana il compito è: Spiritualità»

 

 

Il giorno dopo accadde una cosa terribile. Quella mattina Kurt mi aveva accompagnato a scuola fermandosi prima all'officina di Burt per dargli la colazione. Poco dopo è tornato un po' scocciato. Io e Kurt venerdì saremmo dovuti andare a vedere Tutti insieme appassionatamente al Teatro El Royale, ma da quello che ho capito la famiglia di Kurt aveva questa tradizione delle cene del venerdì. Fatto sta che Burt era molto deluso. 

Poi il dramma all'ora di francese.

Portarono via Kurt senza spiegazioni. Io non sapevo cosa pensare. Il mio amico era appena stato preso e io oltretutto ero rimasta senza guida a indicarmi le classi e aiutarmi a capirci qualcosa dell'orario.

 

 

«Becky sto impanicata.»

«Che vuoi cugi? A parte che sono le 5 del mattino qui... sono in un dungeon, il mio pally è appena stato stunnato con un D-10 e non ho nemmeno una Soul-stone per reccare. Tutta colpa di quel maledetto delay Porca paletta-. OLTRETUTTO  Pa' è occupato con un altro gioco e non mi può aiutare» 

«Giochi a quest'ora?! Ah capito, ti aiuterei io ma sono a scuola. Scusami. Metti vivavoce che faccio veloce...e comunque dovresti dormire la notte, non levellare online»

«Sbrigati che oltretutto stai facendo chiamata internazionale e mi manda in crisi la linea»

«Okay okay...Mi hanno appena portato via lo studente di scambio. Che faccio?!»

«MA SEI SCEMA?! IO SONO NEL BEL MEZZO...» «di un dungeon e sei in crisi si ho capito...»

«NO TE 'UN HAI CAPITO NA' SEPPIA. ARRANGIATI IO DEVO FINÌ MADONNA BONA. CIAO EH. RICORDATI L'INCONTRO ONLINE PER QUEL GIOCO NUOVO»

«Si si. No-no ma aspè...» Mia cugina aveva già buttato giù.

«Vabbè...»

Probabilmente questo episodio si era appena aggiunto anche l'incazzatura dell'incontro saltato per provare il nuovo gioco uscito da poco (Arcania: Gothic 4) uscito il 12 ottobre.

Il pomeriggio, dopo il Glee Club quindi, non trovai nessuno ad accompagnarmi a casa.

«Cazzo» 

Fortunatamente qualcuno aveva football e poteva accompagnarmi. 

«Finn!!– gridai come una donna che grida alla Santa– Finn!!!»

Lui si voltò con la sua faccia un po' tonta.

«Mi potresti accompagnare dagli Hummel?»

«Non hai saputo?» Chiese lui con uno sguardo triste.

«Cosa?»

«Burt ha avuto un infarto»

Oddio. Non potevo neanche immaginare come stesse Kurt. Ecco perché non aveva risposto alle mie chiamate e ai messaggi. 

«Come lo sai?» 

«Purtroppo con come l'avrei voluto sapere...l'ho sentito da Azimio che l'ha sentito da Karofsky– feci una smorfia– che l'ha saputo da...»

«Si vabbè ho capito. Non c'è bisogno che mi fai sapere tutto il percorso»

«...Santana che l'ha sentito dire alla Pillsbury. Eh cosa?»

«Niente non importa. Mi puoi portare all'ospedale?»

«Si ma poi devo lasciarti lì. Mia mamma vuole che torno prima delle 17 a casa»

«Ok. Mi faccio accompagnare da Kurt a casa. Grazie grazie Finn!»

Il viaggio in macchina fu silenziosissimo.

«Così tu... emm...fai qualche sport?»

«Ballo» che risposta logorroica.

«Ah ok»

«Tu?» scema.scema.scema.

«Football, non è ovvio?» Ecco appunto. 

Il bello è che aveva anche la maglietta della squadra addosso.

Avvistai l'ospedale.

«Eccoci! Grazie mille ci vediamo...a scuola!»

Saltai praticamente fuori dalla macchina e chiusi la porta.

Manca poco mi ammazzavo con la cintura di sicurezza.

«Dov'è il reparto per gli infarti...insomma radiologia??»

«Al secondo piano, signorina» rispose l'infermiera.

«Grazie!»

Corsi all'ascensore.

Al secondo piano andai in sala d'aspetto e lì incontrai Kurt. 

Era talmente distrutto che non so come descrivere tutto quel dolore. Sapevo che sua madre era morta. Ora sapevo che suo padre era praticamente in coma. Non dissi nulla. Lo abbracciai e cercai di metterci tutto l'affetto che avrei voluto mentre mio padre era in fin di vita.

Cercai di dirgli che anche se ci conoscevamo da poco era stato uno dei pochi amici veri che avevo avuto. E dopo quello aspettai. Salutai Mr. Schue e la Pillsbury e i sedetti. Vedendo le lacrime di Kurt, mai prima di allora mi chiesi se Dio esiste veramente perché nessuno si merita di soffrire così. 

Guardai verso il cielo. Non credo in Dio. Ma non riuscii a fermarmi quando chiesi dentro di me: «Perché?»

 

-<3-

 

* Mio padre grazie a Dio (Ora la smetto giuro) non è morto. Ma ci è andato talmente vicino che per un po' lo è stato tecnicamente. Immaginatevi d'estate, felici, tornate a casa in bici dal mare e vi ritrovate vostro padre attaccato alla bombola ad ossigeno su un letto con tua madre che piange mentre gli fa delle punture nello stomaco nel tentativo di salvarlo con un dottore al telefono. Guardi i valori e vedi che ha 36 di battito e 85 di saturazione (Il che vuol dire male. Molto male) e non puoi fare nulla. Ed è così per 3 settimane. Ok mi sono sfogata troppo tanto che ve ne frega a voi dei mie problemi EMMM. Ok ciao 

** Io sono davvero buddista e credo nella reincarnazione e si prego in tibetano aha (sempre nonostante non ve ne freghi nulla della mia vita)



 

 

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Capitolo 9
*** Inaspettato ***


Perché?

Non lo so perché.

«Kurt...ma cosa è successo?» Chiesi cauta.

«Dicono...d-dicono che ha avuto un infarto...qualcosa che ha che fare con un'aritmia...è in coma»

«Oddio mi dispiace»

«Ho già chiarito con gli Hudson. Per queste settimane vai a stare da loro...»

«Ma Kurt sei sicuro di voler stare da solo..? A casa?»

«Ho solo bisogno di stare con mio padre.»

«Va bene. Io allora vado. Troverò un autobus per conto mio...»

Con un passo lento mi avviai alle scale. Iniziai a fare, scalino dopo scalino, la discesa della mia inutilità nei confronti di Kurt. Sapevo come ci si sentiva a perdere un padre, ma non... Quando ero piccola, poco dopo la morte di mio padre, ho dovuto vedere uno psicologo perché non riuscivo più a provare emozioni. Ho imparato certe cose, ma al mio interno sono un po' più complicata. 

Così presi un autobus, che oltretutto non arrivò lì fino alla sera. Nel viaggio misi un paio di cuffie e mi misi ad ascoltare un po' di musica mentre leggevo un libro. Per il giorno dopo avevo dei compiti ma in quel momento me ne fregava assai.

Ero in uno di quei momenti dove non sai cosa fare della tua vita. Non sai neanche più cosa facevi prima. Come svegliarsi da un incubo e ricordarsi improvvisamente che...oh wow sono nella realtà, il mostro non può prendermi.

Eppure...eppure quel giorno mi sono sentita...vuota.

Ma non vuota come un bicchiere o una bottiglia. Vuota come una stanza, come una casa. Era da tanto che non mi sentivo così.

Tanto tempo...

 

"Wow tesoro con quel taglio ti capelli si che sembri lesbica"

 

"Cosa sussurrate voi quattro!?"

"No niente prof"

"Ehi tu! Cosa sussurravano questi ragazzi?"

"Niente! dicevano solo che Sophia sembra un transessuale..."

"Ma cosa c'entra quello con Sophia! Ognuno fa quello che vuole, voi ora filate in classe! Su!!"

 

"...Già ahah"

"Comunque piacere io sono Giulio"

"Piacere. Io mi chiamo Sophia"

"Ah...sei una femmina"

 

"Ahahah Wow Sophia che voce profonda!"

"Ho il mal di gola"

Risatine. Risate. Sguardi. Sguardi su sguardi. Ma cosa guardavano poi...

 

"PROSSIMA FERMATA LIMA MCKINLEY HIGH SCHOOL!"

Mi ripresi da quella trance e scesi alla fermata, in attesa dell'altro autobus che mi avrebbe portato a casa degli Hudson.

Davanti alla scuola c'era un paio di scemi a cazzeggiare e fare nulla, che poi riconobbi come Karofsky e Azimio.

Che fortuna.

Mi misi il cappuccio e sperai con tutto il cuore che mi evitassero, che non mi vedessero.

Sfortunatamente gli dei non erano proprio in un bel mood quel giorno perchè mi arrivò una chiamata a tutto volume di suoneria da mia madre. Tale disgraziato suono (la sigla di the Big Bang Theory) attirò subito la loro attenzione.

"Ciao mamma"

"Ciao tesoro!"

"Cosa vuoi?!"

"Calmati! Ti ho svegliato? Il fusorario mi dice che da te sono a malapena le 18:00. Quindi non mentirmi ok?"

"D'ACCORDO! Dio santo cosa vuoi??"

"NULLA VA BENE? Non posso più chiamare mia figlia che è dell'altra parte dell'Oceano?! Beh grazie tante!"

"Si si va bene come vuoi scusa. Ora devo andare. Sto bene, va tutto a meraviglia e gli americani ti salutano tanto. Ciao."

"Ah salutali da parte mia-"

"Scusa ci sono delle persone. Si si cia- ciao ciao"

Buttai subito giù perché a quanto pare la sigla della sit-com attirava parecchia attenzione: Karofsky e Azimio si stavano avvicinando.

Sperai fino all'ultimo in un miracolo improvviso in cui l'autobus arrivava prima che mi potessero avvicinare. Ma a quanto pare miracoli del genere accadono solo nei cartoni animati e nei film.

«Guarda un po' chi abbiamo qua...»

«Lasciatemi in pace. Con tutto quello che è successo oggi ci mancavate solo voi»

«O intendi quell'incidente che ha avuto il padre della checca?»

«Non lo chiamare così, coglione»

«Uuuu la ragazzina si sta arrabbiando!»

«Azimio...Non.chiamarmi.ragazzina.»
«Perché? Cosa ci fai altrimenti? Chiami il prof? Beh a quest'ora temo ci sia solo la coach di football, a chi pensi darà ragione? Ai suoi giocatori o all'italiana mafiosa appena arrivata?»

«Karofsky ma sul serio?! Siete ancora a quei livelli? Che l'Italia sia solo pizza, pasta e mafia? Vi dovrei comprare una guida turistica...o giusto non so se sapete leggere!»

«Attenta a quello che dici. Non ti abbiamo toccato solo perchè sei una ragazza e abbiamo la decenza di non picchiare le femmine»

«Ci mancherebbe altro...vero minchioni?»

Potevo quasi sentire i denti digrignare fra tutti e due.

Stavano per ribattere quando, come una manna dal cielo, il bus che passava dalla via degli Hudson passò alla fermata e si fermò.

«Ciao ciao... ci vediamo a scuola. Ma spero di no»

Corsi sul bus e mi sistemai in fondo. Misi delle cuffie e andai su Spotify.

Feci partire la 'Emo-Playlist', come la chiamavo io, che era quella playlist che usavo solo quando ero molto triste o molto incazzata con il mondo perchè a qualcun'altro era successo qualcosa di triste.

Un mix di Adele, Sam Smith, Bruno Mars, ma si dai anche Lewis Capaldi, One Direction, Beatles, Queen, Negramaro, Mina, Celentano e qualche cantante random che dopo una hit è scomparso dalla circolazione.

Dopo circa una ventina di minuti ero arrivata alla fermata vicina a casa degli Hudson, circa cinque minuti a piedi.

Andai a suonare il campanello alla porta degli Hudson.

Dopo quelli che saranno stati 40 secondi, una donna, Carole ovviamente, mi aprì la porta.

«Oh! Tu devi essere Sophia! Kurt ci ha parlato tanto di te al telefono! Finn?! Finn??! Dove si è cacciato-» 

«Ma'! Sono qui arrivo!»

Carole sembrava gentile, ma in quel momento si poteva notare delle ombre sotto gli occhi e il tono stressato, la voce acuta e forzata.

«Mi dispiace per così poco preavviso... ma ovviamente non avrei mai immaginato che potesse accadere una cosa simile. 

Mi dispiace davvero molto» e lei sapeva che quello non si riferiva alla mia 'piccola fermata' a casa loro. 

«Non ti preoccupare è- beh non importa. Entra pure»

La casa era abbastanza ordinata, certo in alcuni punti sembrava ci fosse scoppiata una bomba (probabilmente gli angoli più frequentati da Finn).

Sulla tavola c'erano tre pizze d'asporto.

«Scusa, non ho avuto molto la testa di mettermi a cucinare»

«Non si preoccupi Signora Hudson-»

«Chiamami Carole» Sorrisi.

«-Carole. Di certo non pretendevo un banchetto dopo tutto quello che è successo oggi» 

«Finn ma dove ti sei cacciato?! La cena si fredda!»

Si sentirono dei passi da elefante per le scale e un Finn alquanto selvatico (credo fosse appena uscito dalla doccia dopo aver finito gli allenamenti di football) spuntò in soggiorno con addosso dei pantaloni della tuta e una maglietta grigia. 

«Ciao Sophia»

«Ciao»

«A proposito Sophia- si intromise Carole- mi dispiace tanto per l'imprevisto ma in questi giorni dovrai stare nella stanza di Finn. La stanza degli ospiti è piena di scatole di roba che voglio donare ma mi sono dimenticata di portarla. Sappi che se Finn fa qualcosa di sbagliato lo puoi schiaffeggiare da parte mia» 

«Mamma!» 

Ridacchiai.

«Non si preoccupi non è un problema per me.»

Presi la prima fetta di pizza. Margherita.

Era un po' unta ma meglio di niente. Avevo davvero fame. 

Ero in bagno a prepararmi prima di andare a dormire quando qualcuno bussò alla porta: era Finn.

«Tranquillo ho fatto»

Aprii la porta e me lo ritrovai davanti.

«Wow. Abituato ai tempi di Rachel in bagno tu mi sembri Speedy Gonzales»
«Già. Non sono mai stata brava a prendermi cura di me stessa» feci un sorriso triste. Finn probabilmente non si accorse di questo mio cambio emotivo improvviso perché entrò in bagno senza più spiccicare parola. 

 

 

La camera di Finn era...normale. La camera di un teenager regolare che fa Sports e a cui piace musica old style.

Andai nella branda che la mamma di Finn mi aveva preparato proprio alla base del letto. Tirai fuori un libro, mi misi gli occhiali da vista e iniziai a leggere. Quel libro in particolare era 'Il Suggeritore' di Donato Carrisi, un thriller psicologico e alquanto inquietante dove un gruppo di ragazzine dai 6 ai 13 anni vengono rapite e uccise tagliando loro il braccio sinistro, lasciandole dissanguare a morte. Insomma la trama era piuttosto complicata e noir.

«Che leggi?» Finn aveva probabilmente finito di farsi la doccia.

«Oh emm...si chiama il Suggeritore»

«Suggeritorii? E che vuol dire?»

«Non so la traduzione in inglese ma credo si possa tradurre in...The Whisperer. È un libro di uno scrittore italiano che ha venduto milioni di copie»

«Oh figo! Di che parla?»

«Fidati...non lo vuoi sapere prima di dormire»

«Oh...allora non chiedo»

Si infilò sotto le coperte. Misi un segnalibro a pagina 278 e posai il libro sotto il cuscino. Finn si sporse a spegnere la luce.

«Sophia?»

«Si?»

«Come...come sta Kurt?»

«È... distrutto. Non sta bene. Ora più che mai ha bisogno di qualcuno che gli stia vicino. Vorrei poter essere io, ma ci conosciamo da troppo poco, non ho quel tipo di confidenza anche se andiamo molto d'accordo»

«Tu...tu sei diversa dalla maggior parte delle ragazze che conosco»

«Sul serio?»

«Si»

«E diversa come?»

«Non so spiegarlo...il modo in cui ti rapporti alle persone, in cui ti vesti o parli...è molto più da...beh da ragazzo»

Mi girai di scatto nel letto.

«...approfondisci.»

«È..è come se ti vedessi un po' in trappola a volte. Ti ho osservata in queste settimane —oddio sembro uno stalker— vabbè comunque ho visto che con gli altri sorridi e tutto, ma quando nessuno ti considera sembri un po'...persa»

«Wow. Da te non me lo aspettavo»

«Cosa?»

«Questa...perspicacia, profondità?»

«Grazie per il semi-complimento?»

«Ahah di nulla»

«Sei forte»

«Grazie. Buonanotte»

«Buonanotte»

 

 

 

Spazio autrice//

Okay...ho dovuto dividere questo capitolo in due capitoli diversi perché si è trasformato in qualcosa di inaspettato. non doveva essere così all'origine ma eccoci qua! è mesi che non aggiorno ma è solo perché ho avuto tanto da fare e scrivere il mio libro...perché ho un paio di contatti all'Einaudi che sarebbero interessati!! comunque spero vi piaccia e non perdetevi le mie altre storie. aggiornerò più spesso promesso. baci <3 <3 <3 

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