Riflessioni

di HoneyNeechan
(/viewuser.php?uid=1151476)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La promessa di Donatello ***
Capitolo 2: *** Visita ***



Capitolo 1
*** La promessa di Donatello ***


"Ehi nerd!", la voce di Raffaello echeggiò nel laboratorio, preannunciandone l'arrivo; Donatello, come era di consueto, fece finta di non averlo sentito. Non aveva voglia né di parlare né di vedere nessuno dei suoi fratelli.
Ed era proprio per quel motivo che Raffaello aveva deciso di invadere il territorio del fratello minore. Erano troppi giorni che stava chiuso lí dentro a fare chissà cosa (troppi giorni piú del normale) e sinceramente si stavano preoccupando tutti in famiglia. 
La tartaruga dalla bandana viola a stento usciva per mangiare o per farsi un'altra caraffa di caffé, ma ogniqualvolta qualcuno di loro provava ad approcciarlo, li schivava velocemente, tornandosene nella sua "tana".
"Allora? Cosa stai combinando?", il fratello gli si avvicinò, appoggiandosi con un braccio sulla sua spalla, facendo leva di proposito con il suo peso per sbilanciarlo.
Donatello si limitò a scrollarselo di dosso inclinandosi verso il basso con uno scatto, facendogli quasi perdere l'equilibrio; dico 'quasi' perché effettivamente l'altro si aspettava quella mossa, cosí come si aspettava una qualche risposta da parte della tartaruga in viola. 
Quando però non ci fu, la sua preoccupazione aumentò ulteriormente.
"Fratellino si può sapere che ti prende?".
Il tono insolitamente serio di Raffaello fu abbastanza da far capire a Donatello che forse aveva esagerato con il suo periodo di silenzio ed isolamento, ma sinceramente non se la sentiva ancora di confessare il perchè di quel comportamento; cosa avrebbero pensato i suoi fratelli e suo padre se avesse detto loro che aveva probabilmente perso la testa per un'altra umana?
Quando avvertì nuovamente un peso sulla sua spalla, stavolta decisamente più leggero, fu colto di sorpresa: si era nuovamente perso nei suoi pensieri, così a fondo da non rendersi conto che Raf gli aveva poggiato una mano sulla spalla in un gesto fraterno, facendolo voltare leggermente verso di lui, approfittando della poltrona girevole sul quale sedeva sempre.
"Donatello, davvero, ci stai facendo preoccupare. Ti prego, spiegaci che sta succedendo. Quantomeno, se non vuoi parlarne con me o con gli altri, potresti almeno andare da nostro padre. E' quello che più di tutti sta male nel vederti così, anche se fa di tutto per non mostrarlo per non fartelo pesare".
Ok, le cose si stanno facendo serie.
"Mi spiace ok? E' solo che sto lavorando a una cosa importante..."
"Donnie smettila, non sai mentire tanto quanto Mikey. Anzi, ripensandoci Michelangelo mente meglio di te quando vuole.... Ad ogni modo, lo sai che puoi confidarti con me. Prometto di non dire niente agli altri. A meno che non si tratti di qualcosa di imbarazzante perchè in quel caso stai sicuro che avrò qualcosa su cui prenderti in giro! E' da un pò che sono a corto di argomenti", naturalmente, nonostante la serietà della situazione, Raffaello non poteva evitare di essere... beh, Raffaello. Il che riuscì a strappare un piccolo sorriso alla tartaruga più giovane, che l'altro non mancò di notare, e di cui decise di approfittare; se Donatello riusciva a sorridere anche solo un pochino voleva dire che stava cedendo e che, soprattutto, la faccenda non poteva essere così seria.
"Ehi, che cosa ci trovi di divertente, uh?", rimosse la mano dalla sua spalla solo per poter avvolgergli un braccio attorno, tirandolo giocosamente verso di sè e pizzicandogli una guancia con l'altra mano, senza però essere troppo rude, "Avanti, sputa il rospo! Voglio sapere che sta succedendo!", decise poi di iniziare a punzecchiargli i fianchi fino a quando la tartaruga in viola non lo spinse via con forza ridendo.
"Ok ok, piantala!", lo rimproverò, senza però perdere il sorriso; era raro vedere Raf provare a confortare qualcuno in quel modo.
"Allora deciditi a confessare", lo rimbeccò l'altro, sperando che fosse davvero riuscito a fare breccia nelle barriere di Donatello; altrimenti avrebbe passato la patata bollente a Leonardo, perchè più di così non sapeva che fare.
O meglio ancora a Michelangelo: lui si che sapeva come tirare su il morale a tutti.
Il ninja in viola si lasciò scappare un sospiro stanco, rilassando il proprio corpo sulla sedia, distogliendo per un attimo lo sguardo da Raf; non doveva farli preoccupare ulteriormente, non era giusto. Erano i suoi fratelli, la sua famiglia, non aveva alcuna ragione per temere una loro reazione eccessiva, soprattutto ora che aveva deciso di metterci una pietra sopra e di chiudere definitamente l'argomento "ragazza stupenda dai capelli mezzi blu".
"Il fatto è che... ho conosciuto una ragazza...".
Lo sguardo che gli diede Raffaello lo fece immediatamente pentire della scelta delle sue parole; non fece commenti, ma il fatto che avesse irrigidito la schienza, incrociato le braccia al petto e sollevato un sopracciglio non indicava affatto fosse felice di quella scoperta.
"Aspetta, aspetta! Conosciuta non è il termine giusto!", Donnie si raddrizzò immediatamente, mettendo le mani avanti a sè come a voler fermare un qualsiasi commento, "L'ho incontrata una sera... quella volta che stavamo combattendo i Kraang e...".
Gli ci vollero almeno 20 minuti buoni per raccontargli tutto quello che era successo e in quel lasso di tempo Raffaello non emise un fiato, limitandosi ad ascoltare... mentre nella sua mente avrebbe voluto urlare....
Davvero, a volte non capiva come suo fratello non riuscisse nonostante il suo genio a capire che le ragazze portavano solo guai. Per di più se si trattava di esseri umani!
Lui e Leo ormai l'avevano capito che nel mondo non ci sarebbe mai stato posto per delle tartarughe ninja mutanti che non fossero le tenebre o le fogne, ma i loro fratelli più giovani sembravano non voler afferrare proprio il concetto.
Nonostante questo, decise di tacere e di non fare commenti troppo duri; Donnie aveva già sofferto abbastanza con la situazione di April, non intendeva infierire più di quanto non avesse già fatto prima.
"Beh, quantomeno l'hai capito da solo che dovevi levartela subito dalla testa. Devo dire che ogni tanto il tuo cervello decide di collaborare nel non farti finire nei guai". 
Commenti non troppo duri, no?
"Wow. Grazie..."
"Di nulla, fratellino", se Raf avesse capito che Donnie era sarcastico non lo diede a vedere, limitandosi a sorridergli e ad appoggiarsi alla scrivania accanto a lui, iniziando a giocherellare con un cacciavite, attendendo che il fratello glielo togliesse dalle mani in modo da avere un motivo per iniziare a dargli fastidio e distrarlo ulteriormente dall'argomento; non riuscì però a trattenere un ultimo commento.
"Certo che alcuni genitori sono proprio irresponsabili! Lasciare che una ragazzina torni a casa tardi la sera e per di più ubriaca! Assurdo non trovi?".
Una frase alla quale non mancò di notare Donnie non solo aveva evitato di rispondere, ma aveva anche distolto nuovamente lo sguardo da lui, trovando molto più interessante fissare la scrivania.
"Donatello...", smise di giocare con il cacciavite, fissando intensamente il fratello minore, "Quanti anni potrebbe mai avere questa ragazza?".
"Non so... forse 19... o 20?". 
Decisamente 21. Donnie era un mago ad indovinare l'età delle persone.
Raffaello si passò una mano sul viso in un gesto stizzito lasciandosi scappare un gemito. "Te la stavi scegliendo persino più vecchia di te... Se lo sapesse Splinter..."
"Ma è acqua passata ormai!", Donatello si alzò in piedi, avvicinandosi di un passo, preoccupato che l'altro potesse effettivamente riferire anche quel particolare al loro Sensei, "Non la rivedrò più te lo prometto, ma non dirlo agli altri per favore! Me l'hai promesso ricordatelo!".
Raffaello si lasciò scappare un sospiro rassegnato, prima di annuire e rassicurarlo con una lieve pacca sulla spalla, prima di voltarsi e allontanarsi. "Manterrò la mia promessa, ma tu farai meglio a mantenere la tua Donnie".
La manterrò. Ci riuscirò ne sono sicuro.


No. Non ci sarebbe riuscito.








allooooooraaaa! per tutti quelli che mooolto probabilmente adesso saranno preoccupati per il fatto che Donnie e Lola abbiano una così grande differenza di età: STATE CALMI! 
Non ho la minima intenzione di far fare alcunchè a 'sti due!
Manterrò gli stessi canoni della serie originale del 2012 (anche se non sempre ne seguirò l'ordine cronologico o gli eventi originalim vi avviso), quindi niente scene piccanti o simili. Qualche bacio vi spoilero che scatterà, ma sarà FAMILY FRIENDLY!
Quindi
NO PANIC
NO WORRIES

I love you guys!! <3 <3 <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Visita ***


La musica era alta, assordante quasi, ma si interruppe immediatamente al terzo squillo del campanello della porta.
"Oh finalmente! Spero sia il sushi che ho ordinato!", il ragazzo si alzò con uno scatto fulmineo dal divano sul quale se n'era stato steso, in attesa.
Era già la terza volta che ordinava del cibo quel giorno, ma non gli importava; avrebbe bruciato le calorie in eccesso con un pò di "ginnastica".
Il campanello dell'appartamento suonò ancora poco prima che lui aprisse, pronto ad accogliere con un sorriso il corriere e il suo delizioso pacco; ma quale non fu il suo stupore nel vedersi davanti una ragazza dai capelli neri e blu, ricci ed indomabili, vestita solo di un pantaloncino e un top nonostante fuori stesse diluviando.
"Lola! Sugarcube che ci fai qui??".
La ragazza gli sorrise incerta, passandosi una mano tra i capelli fradici: "Ciao Richard. Scusa se ti disturbo, so che a quest'ora del pomeriggio dormi. Ma stava diluviando e..."
"Baby ma scherzi?? Entra, entra!", si scostò per lasciarla passare, chiudendo la porta e andando poi velocemente a prendere un asciugamano per farla asciugare, "Oggi mi sono svegliato con una fame esagerata, per cui sono rimasto sveglio ad aspettare il terzo fattorino della giornata! Immagino tu sia qui perchè abito più vicino al tuo locale, no? Accidenti, quel deficente del tuo capo quando la smetterà di cambiarti i turni in questa maniera assurda?? Prima mattina, poi sera, pomeriggio con neve e grandine!! Anche se non capisco come nel bel mezzo di luglio possa arrivare tanta pioggia, cioè il tempo è proprio incasinato! Insomma questa non è vita! Oh, che sbadato! Non ti ho nemmeno chiesto se vuoi qualcosa da bere o da mangiare! Che ti porto? The freddo, una limonata? Qualcosa di alcolico? No, aspetta meglio di no, a quest'ora non lo reggi, non sei mica me! Ahahah! Che ne dici di un succo? Arancia, pesca, pera, mela, scegli quello che vuoi honey". Richard parlava a raffica, facendole domande delle quali non aspettava nemmeno la risposta, andando avanti e indietro dalla cucina del suo appartamento e continuando a posare bottiglie e stuzzichini sul tavolino tra la TV e il divano; Lola, conoscendolo, si limitava semplicemente ad annuire e a  sorridergli.
Lei e Richard, detto amichevolmente Rich (sia come nomignolo, sia perchè effettivamente il ragazzo era eccessivamente ricco), si conoscevano da quasi 5 anni; era un giovane allegro, dalla parlantina svelta e al quale piaceva fare la bella vita, oltre ad avere una passione smodata per il colore per capelli. Lola non ricordava di averlo mai visto per più di 3 mesi con lo stesso colore: viola, rosa, azzurri, arancioni, biondi, rossi... non si stancava mai di cambiare!
Il suo ultimo e attuale cambio di stile aveva previsto un bellissimo colore verde evidenziatore contenuto in un taglio sbarazzino con tanto di frangia (Lola aveva sempre avuto il sospetto che se la fosse tagliata da solo per quanto fosse stranamente asimmetrica), e in più aveva avuto l'assurda idea di tatuarsi un finto neo al di sotto dell'occhio destro.
"I nei sono una cosa stupenda! Io non ne ho neanche uno, quindi me lo sono fatto fare bello in vista!", era stata la sua risposta allo sguardo alquanto scioccato della ragazza.
Un suo difetto? Era un tipo abbastanza lunatico: poteva passare dall'essere al settimo cielo al chiudersi per giorni nel suo quadrilocale in centro, senza voler vedere nè sentire nessuno; durante uno di quei periodi bui, Lola ricordava benissimo che in un'unica volta nella quale era riuscita ad entrare con il suo permesso nel suo appartamento aveva trovato il caos, risultato molto probabilmente da un attacco di rabbia da parte del ragazzo.
Una distruzione totale, della quale Lola si augurava di non dover essere mai testimone.
Proprio in quel momento il campanello suonò ancora, annunciando l'arrivo del sushi.
"Allora bimba, cosa mi racconti di bello nella vita? Qualche novità? Qualcuno di nuovo?? A proposito com'è andata quella serata con la tua amica? Vi siete divertite?", Rich non smise di farle domande nemmeno quando si sedettero sul divano a mangiare.
"Rich per favore, non parlare con la bocca piena, ti soffocherai", lo rimproverò lei, dandogli un lieve colpetto sulla spalla con le bacchette ancora sporche di soia, lasciandogli due puntini scuri sulla pelle. La cosa non sembrò dargli fastidio, anzi; si zittì per qualche secondo, osservando intensamente quei due puntini neri, prima di sorridere con entusiasmo e sporgersi per afferrare il suo cellulare. "Tesoro che idea! Fammi una foto al braccio, mi farò tatuare altri due nei proprio così e proprio qui!".
"Ma la vuoi piantare?", rise la ragazza, facendogli però comunque la foto, "Se continui di questo passo comincerai a riempirti di tatuaggi!"
"E dove sta il problema? Posso permettermeli! E più di un mio clientre mi ha confessato di volermi vedere con qualche disegno sulla pelle! Per esempio...", e come suo solito partì con il raccontarle della sua ennesima avventura.
Lola si accomodò meglio sul divano, provando a rilassarsi, lasciando che le sue parole facessero da sottofondo a quel piccolo momento di relax che stava cercando di regalarsi; in quell'ultima settimana di luglio il bar era stato preso d'assalto, soprattutto di sera, e il suo capo, essendo il classico spilorcio malefico che avrebbe preferito tagliarsi un braccio piuttosto che assumere altra gente, l'aveva costretta a fare doppi turni per più giorni, ed ora era sfinita. 
"Sugarcake va tutto bene? Sinceramente, hai una faccia che non mi piace affatto". Richard le si avvicinò, prendendole delicatamente le mani tra le sue, scrutandola con uno sguardo preoccupato.
"Si scusami... è solo un periodo stressante..."
"Parlamene! Troveremo una soluzione a tutti i tuoi problemi e se ti servono soldi non esitare a chiederli! Per te farei qualunque cosa baby lo sai! Potresti stare da me per un pò! Che ne dici eh? E' anche più vicino a dove lavori e in più potrei accompagnarti io con la Porche! Sarebbe grandioso! Potremmo anche-".
"Richard per favore! Come faccio a parlare se non mi lasci nemmeno iniziare?", rise lei, mettendogli una mano sulla bocca per provare a zittirlo, ricevendo in risposta una risatina soffocata e un segnale di resa da parte del ragazzo, che si decise finalmente a zittirsi e a mettersi più comodo sul divano, sorseggiando il suo drink.
Iniziò a raccontargli tutto, dal fatto che il suo capo le stava dando sempre più lavoro da fare, minacciandola di licenziarla se non avesse accettato (alla quale Richard ricominciò ad inveire e ad offrirle nuovamente e per l'ennesima volta ospitalità gratuita), fino ad arrivare al momento in cui aveva avuto la sua prima allucinazione su quella strana tartaruga e di come l'avesse rivista anche da sobria. Inizialmente avrebbe voluto evitare di menzionarla, ma tre lei e Rich non c'erano mai stati segreti e in più la considerava ormai come una cosa passata; erano giorni che non aveva più avuto incontri con il misterioso anfibio.
Nonostante questo non riuscì comunque ad evitarsi un'occhiata di traverso da parte dell'amico al racconto: "Elisabeth May O'Neil, ti prego dimmi che non fai uso di sostanze strane!".
Al che lei rispose con un sorriso e dandogli una pacca sulla spalla per rassicurarlo; non avrebbe mai fatto una cosa del genere, sapeva i rischi che potevano comportare certe decisioni.
"Te l'ho detto, è tutta colpa dello stress se ho avuto quelle visioni. A meno che tu non stia per rivelarmi che a New York esistono delle tartarughe giganti che girano per la città, credo proprio che questa faccenda posso lasciarmela alle spalle", si ravvivò i capelli, allungando poi una mano dietro di lei e afferrando un cuscino.
"Un'altra cosa, Richard".
Il ragazzo non ebbe il tempo di replicare che si ritrovò suddetto cuscino lanciato dritto in faccia!
"Non chiamarmi mai più con quel nome".

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4041468