Storyteller

di Ashla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Somewhere ***
Capitolo 3: *** Normalità ***
Capitolo 4: *** Quiete ***
Capitolo 5: *** La foresta ***
Capitolo 6: *** Divisi ***
Capitolo 7: *** NON LO SO ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 
Gli ultimi raggi del sole calante entravano dalle innumerevoli vetrate della biblioteca di Hogwarts e inondavano di una fievole luce aranciata le grandi sale ormai vuote, le copertine dei libri abbandonati sui tavoli lignei e i dorsi di quelli deposti con cura sugli scaffali.
Era quasi ora di cena e gli studenti se n’erano andati tutti lasciando Endou Atsuko, la bibliotecaria, sola a sistemare il disordine lasciato dagli studenti.
La donna camminava tranquillamente tra gli scaffali della biblioteca agitando la bacchetta ogni volta che trovava dei libri sui tavoli e subito i tomi volavano o sul grosso carello di legno che la seguiva, in attesa di giungere alla loro sezione, o, se il ripiano d’appartenenza era vicino, al loro posto.
Con un lieve scricchiolio, la grande porta della biblioteca si aprì quanto bastava per permettere ad una ragazza di sgattaiolare all’interno.
La giovane si chiuse il battente alle spalle, vi si appoggiò contro e fece un respiro profondo inspirando il profumo dei libri mentre guardava il pulviscolo volteggiare dolcemente nel cono di luce proveniente dalla finestra più vicina.
Sorrise.
La maga, con passi leggeri sul pavimento di marmo bianco, raggiunse la sezione della biblioteca che conteneva la narrativa e cominciò a guardarsi intorno sfiorando con la mano i dorsi dei libri: quella sera ci sarebbe stata la riunione del club e lei aveva bisogno di un nuovo libro da leggere.
Un luccichio attirò la sua attenzione: poco più avanti, sul secondo scaffale dall’alto, vi era un grosso volume rossastro dall’aria piuttosto antica.
La ragazza lo appellò e lo strinse al petto dirigendosi verso un tavolo dove lo appoggiò per guardarlo: gli angoli erano decorati da spirali rosse scure mentre al centro vi era il titolo scritto con degli eleganti caratteri dorati: Storyteller.
La maga si chinò in avanti e una ciocca di capelli le cadde sul volto, se la spostò dietro l’orecchio e aprì il volume alla prima pagina.
 
Benvenuto lettore, crea tu la tua storia e vivi nuove avventure.
 
La ragazza annuì convinta sorridendo: quel libro, nonostante la scelta di colori discutibile che lo faceva assomigliare ad un diario di un grifondoro fanatico, sembrava fatto apposta lei e i suoi amici!
«Cara, devo chiudere. È ora di cena».
La giovane annuì alla bibliotecaria, che le sorrideva dall’inizio del reparto, e prese il volume stringendoselo al petto sicura che quella sera sarebbe stata magica.
Non si sbagliava.
 
 
Angolo autriceee! 
Hola, hola, hola!
Sono tornata!
E non mancavo a nessuno!
Sono tornata con una nuova interattiva… di nuovo? Di nuovo!
Purtroppo ho dovuto abbandonare Olympus, complici gli esami di maturità e la rottura del computer che mi ha fatto perdere una cosa come una trentina di storie varie quasi pronte più altrettante scalette di preparazione… dico solo che ho pianto.
Sperando di recuperare… Intanto dai di interattiva con Hogwarts!Au/simil OnceUponeTime!Au e chi più ne ha più ne metta! Ammetto che non è il massimo d’originalità ma questa fic era pensata solo per il fandom di Harry Potter ma prima volevo “testarla” qui… anche perché un Hogwarts!Au non fa mai male (era da secoli che volevo farlo).
Un po' di cose pratiche:
 
  • Massimo tre OC a testa. Così tanti? Beh… penso che non ci sarà tanta partecipazione quindi sì… se dovessi ricevere, per qualche motivo non ben capito, tante richieste dovrò diminuire il numero per non avere una ventina d’OC, ma credo che sarà già tanto se arriviamo a 8.
  • Importante: non fate OC stereotipati, in Serpeverde non ci sono solo puristi del sangue, anaffettivi, presuntuosi, “serpi velenose”…c’è anche gente come Andromeda Black che fugge dalla famiglia per sposarsi il Nato Babbano (e per chi segue Haikyuu, secondo una fic che non smetterò mai di adorare, vi sono anche Suga, Oikawa e Daishō… insomma, dal serpeverde meno stereotipato a quello che incarna tutti gli stereotipi).
  • Non accetto rettilofoni, eredi, metamorfomaghi, animaghi, veggenti, lupi mannari, Mary Sue, ecc… Poi magari nella storia ci saranno ma non saranno i nostri OC ;)
  • I ragazzi della seconda trilogia di Inazuma frequenteranno il sesto e il settimo anno, la maggior parte di quelli della prima saranno adulti e, ad un certo punto, potranno comparire anche alcuni di Ares/Orion.
  • Vi chiedo di mandarmi le schede nei messaggi privati, dopo aver ricevuto il mio (praticamente sempre garantito) ok.
  • Se avete un qualsiasi dubbio chiedetemi pure!
  • I campi con * sono facoltativi.
 
Nome e Cognome: (in giapponese, I know that è un contro senso but…)
Soprannome*:
Personaggio delle fiabe: (un “buono” di un racconto popolare famoso/Grimm/Andersen, mettete anche una seconda/terza scelta)
Casa e anno: (da quinto al settimo anno)
Aspetto fisico: (più prestavolto)
Carattere: (non due righe, please)
Modo di relazionarsi: (parla molto, è in imbarazzo, è amante del contatto fisico…)
Relazioni: (con i personaggi inazuma, tenete conto che quelli della prima trilogia saranno grandi)
Orientamento Sessuale: (sono tutti accettati, solo… ho sempre scritto storie etero quindi spero di riuscire a rendere giustizia a tutti)
Interesse romantico*: (di personaggi della seconda trilogia, quelli nuovi di Ares/Orion e volendo anche tra OC, magari non dello stesso autore che se no è “noioso”, e inserite seconde opzioni nel caso la prima sia occupata)
Famiglia: (anche lo “status di sangue”. Possono essere parenti di Inazumiani. Breve descrizione dei famigliari e dei loro caratteri)
Breve storia personale: (se inserite come è avvenuto lo smistamento e se lo approva è gradito)
Ruolo*: (gioca a Quidditch? In che ruolo? È prefetto/caposcuola?) ricordo che i capiscuola sono solo due del settimo anno, un ragazzo e una ragazza, prefetto femminile di Serpeverde del settimo anno occupato.
Patronus*:
Molliccio*:
Punti di forza/debolezza*: (anche scolastici, ad esempio in quali materie va bene e in quali no)
Ama/odia:
Altro*:(aspirazioni, stranezze, fisse, hobby, punti di forza/debolezze, amortentia, cibi preferiti, animali preferiti… tutto quello che volete e che arricchisce l’OC)
 
È un po' lunga… scusate…
Ora vi lascio ma spero che qualcuno sia incuriosito e voglia partecipare!
Ciao!
Aiko/Ashla

Ps: mi sono resa conto solo alla fine del periodo in cui ho scelto di scrivere questa Fic... va beh... Hogwarts è Hogwarts... 

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Capitolo 2
*** Somewhere ***


Somewhere

 
 
La luna piena rischiarava il cielo notturno illuminando, con una luce tenue, la campagna sottostante mentre una lieve brezza smuoveva l'erba dei campi e le fronde degli alberi di una foresta limitrofa.
In quel paesaggio così idilliaco e pacifico una figura stonava rompendo l’incanto: un ragazzo correva attraverso il prato voltandosi, di tanto in tanto per guardare, con occhi sgranati dalla paura, dietro di sé come solo un animale braccato può fare.
Il giovane, nonostante il cuore a mille, il fiato corto e il dolore alle gambe, non accennava a rallentare, incitandosi a non fermarsi per nessuna ragione al mondo, conscio che in quel campo era troppo visibile ai suoi inseguitori e che doveva assolutamente raggiungere il bosco dalla parte opposta.
Il ragazzo non sapeva da quanto tempo stava scappando, ma era certo che avevano sbagliato: si erano separati per sfuggire, non l'avrebbero dovuto fare, avrebbero dovuto rimanere insieme.
Arrivato al bosco rallentò leggermente per non inciampare nelle grosse radici che spuntavano dal terreno ma, tuttavia, non si fermò: non era ancora al sicuro.
Si immerse nella boscaglia, che diventava sempre più fitta ad ogni metro fatto, fino a quando, all'improvviso, non saltò aggrappandosi ad un ramo e tiratosi su con le braccia non cominciò ad arrampicarsi velocemente.
Una volta giunto abbastanza in alto, il ragazzo si arrestò lasciandosi cadere seduto a cavalcioni su un grosso ramo; lì, appoggiata la testa al tronco dietro di lui, chiuse gli occhi e portandosi una mano al petto cercò di calmarsi e rallentare il respiro affannato dalla lunga corsa.
Sperò silenziosamente di aver seminato i suoi inseguitori una volta per tutte: ogni volta che credeva di averlo fatto questi saltavano fuori pochi istanti dopo costringendolo a fuggire nuovamente e lui cominciava ad essere stanco di tutto quel correre.
Ma almeno era ancora libero, chissà se…
Serrò le palpebre: avevano sbagliato separandosi, così erano prede facili per loro, avrebbero dovuto restare uniti.
Doveva solo sperare.
Inaspettatamente il cielo si illuminò e il ragazzo aprì gli occhi alzando lo sguardo: tra le fronde degli alberi intravide una luce colorata, quasi un arcobaleno, che, veloce come era comparsa, sparì.
Il ragazzo, con le mani che tremavano, estrasse un orologio dal taschino della camicia bianca lasciandosi scappare una piccola esclamazione di stupore alla vista delle lancette: si erano mosse per la prima volta dopo settimane e lui sapeva benissimo cosa significava.
Stava arrivando qualcuno. 
 
***
 
Molto lontano dal ragazzo…
Su un balcone di un imponente castello, una donna guardava assorta il lago davanti alla sua dimora.
Erano giorni che aveva mandato i suoi scagnozzi a dare la caccia ai ribelli e ancora non aveva avuto notizie.
Da anni era la padrona assoluta di quel regno, nessuno aveva mai osato sfidarla e poi erano arrivati loro: dei maghi mediocri che volevano rovinare tutto il suo duro lavoro e lei non lo poteva sopportare.
All'inizio il Coniglio si era schierato dalla sua parte credendo che lei potesse aiutarli ma, scoperta la verità, le si era ribellato portando via con sé il suo più grande tesoro.
Quel maledetto gli aveva aizzato contro il popolo credendo di poterla battere ma lei non glielo avrebbe permesso, no: lei aveva secoli di esperienza e sudditi fedeli che avrebbero fatto rimpiangere ai suoi nemici le loro scelte.
L'acqua si colorò riflettendo il colore del cielo, la donna alzò lo sguardo: qualcuno aveva trovato il libro e lo aveva aperto, anche se solo per un attimo.
Un sorriso maligno comparve sul suo volto e negli occhi le arse la fiamma della vendetta.
Rientrò nella sua stanza: presto qualcuno sarebbe arrivato e lei lo avrebbe accolto.
 
***
 
Un lampo rosso gli passò accanto, un ragazzo inciampò in un sasso e cominciò a rotolare giù per la collina con un braccio davanti al volto per proteggersi.
La caduta si arrestò violentemente contro un albero: per un attimo gli mancò il respiro e la vista gli si annebbiò.
Il ragazzo dolorante chiuse gli occhi mentre le voci dei suoi inseguitori si facevano sempre più vicine.
Un urlo sorpreso; una luce sgargiante gli filtrò momentaneamente attraverso le palpebre: il cielo si era illuminato
Il ragazzo socchiuse gli occhi e alzò una mano verso la volta celeste già buia.
«Aiuto».



Angolino autrice
Rieccomi!
E con questo capitolo si chiudela parte di prologo, dal prossimo inizieranno le presentazioni delle OC... quindi devo aspettare le OC xD
Non posso manco dirvi vi presento le mie perché sostanzialmente non le ho ancora pronte del tutto: voglio prima vedere le altre OC in modo da capire se mettere proprio chi ho in mente o fare scambi tattici... 
In questo capitolo ho la brutta mania di non dire i nomi dei personaggi... ups... vi dico solo che sono di Inazuma!
Le iscrizioni sono ancora aperte se qualcuno volesse ancora iscriversi (e se no siamo sempre noi 3 autrici che giriamo nelle storie ad OC).
Detto questo torno a fare test strani su internet e ciaooo
Aiko/Ashla (aka la pizza marinara asessuale... che disagio sti test xD)

PS: mi sono dimenticata di dirlo ma, volendo, il sesso del personaggio delle fiabe può anche non corrispondere a quello dell'OC (del tipo Maria Carmela da Oxford che ha come personaggio il Cappellaio Matto)... nessun problema.
 

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Capitolo 3
*** Normalità ***


 Normalità 

 

Hogwarts, poche ore prima
 
Un leggero venticello smuoveva le fronde degli alberi della Foresta Proibita mentre il sole continuava il suo lento declino abbassandosi sempre di più verso l’orizzonte e il cielo iniziava a scurirsi.
In sella alla sua Nimbus, Fujii Yuka fluttuava davanti agli anelli osservando, con i propri occhi rosati, i compagni di Grifondoro volare nel campo da Quidditch provando nuove tecniche in vista dell’attesissima partita contro Serpeverde che si sarebbe svolta da lì ad una settimana.
Tutta la squadra rosso e oro era in fibrillazione all’idea dell’imminente incontro non solo a causa della forte rivalità tra le due case, ma anche per il fatto che il vincitore avrebbe potuto avvicinarsi ai Tassorosso che, in quel momento, dominava la classifica della Coppa di Quidditch.
La tensione saliva ogni giorno di più.
La brezza scompigliò ancora di più il caschetto nero della ragazza spostandole sul viso una delle poche ciocche rosso corallo che aveva sul lato sinistro, se la tolse con un gesto non curante incitando poi, con un sorriso sulle sottili labbra rosate, i compagni invitandoli a provare a segnare negli anelli da lei difesi.
Tsurugi Kyōsuke e Amemiya Taiyou, due cacciatori del sesto anno, si lanciarono un sorrisetto complice e partirono all’attacco passandosi la Pluffa mentre evitavano i Bolidi e i loro stessi compagni di squadra che provavano ad ostacolarli.
Quei due ragazzi erano certamente i migliori cacciatori che Yuka avesse mai visto giocare nella coppa scolastica di Quidditch e la ragazza era felice di essere loro compagna di squadra: averli contro durante una partita ufficiale sarebbe stato veramente difficile anche se, una parte di lei, avrebbe voluto giocarci contro seriamente almeno una volta.
Tsurugi Kyōsuke e Amemiya Taiyou erano un accoppiata vincente anche se condividevano ben poco oltre al dormitorio, alla passione per il Quidditch e all’ammirazione per il famoso cacciatore Gōenji Shūya…va beh…forse quelle tre sole cose potevano anche bastare, dopotutto i due erano già formidabili così e, sinceramente, se avessero condiviso anche il carattere (di uno qualsiasi dei due) sarebbe stato impossibile gestirli.
Erano così diversi caratterialmente ma, quando si trattava di fare punto, riuscivano ad andare d’accordo e a creare strategie vincenti con estrema facilità.
Yuka riuscì a fatica a parare la Pluffa, colpendola con la parte inferiore del manico, facendola volare nella parte del campo opposta, poi sorrise ai due kohai e batté le mani.
«Grandissimi! Kyo, voglio un tiro del genere anche contro i Serpeverde!»
Kyōsuke sospirò sentendo il soprannome, che la maggiore doveva aver sentito dalle labbra della minore dei Tsurugi, ma annuì decidendo di ignorarlo per concentrarsi invece sull’imminente partita: tanto quando il loro capitano si metteva in testa qualcosa era quasi impossibile farle cambiare idea.
Yuka sorrise soddisfatta e guardò l’altro cacciatore mostrandogli il pollice alzato.
«Taikkun, mi è piaciuta la finta! Ricordatene in partita!»
Amemiya annuì radioso e, insieme al compagno, si affrettò a raggiungere l’azione dall’altra parte del campo.
Un bagliore dorato presso le tribune vuote dei professori attirò lo sguardo di Yuka che si voltò distraendosi momentaneamente.
Non era però l’unica ad averlo notato, perché pochi secondi dopo una figura rossa e rosa si gettò in picchiata verso quel luccichio.
Kirino Ayame aveva individuato il Boccino d’oro e lo stava inseguendo.
Anche un battitore se ne accorse perché provò ad ostacolarla ma la cercatrice, sulla sua Firebolt, evitò il Bolide con un abile giravolta e accelerò allungando la mano in avanti per afferrare il suo trofeo.
Le dita della ragazza si strinsero attorno alla pallina alata e Yuka sorrise prima di dover tornare a guardare i cacciatori che si avvicinavano pericolosi alla zona degli anelli.
Deviata nuovamente la Pluffa, la maga corvina si girò appena per salutare Kirino Ayame che la raggiungeva con calma tenendo il Boccino in una mano.
Normalmente, quando la pallina alata veniva catturata, la partita di Quidditch terminava ma, visto che era solo un allenamento, si poteva continuare per tutto il tempo che si voleva.
Tenendosi ben stretta alla scopa con le gambe, Kirino Ayame si abbassò gli occhialini, propri dei cercatori, facendoli pendere dal collo mentre guardava la partita con i vispi occhi azzurri.
Yuka si lasciò sfuggire un lieve sospiro: era incredibile la somiglianza tra Kirino Ayame e suo fratello maggiore Ranmaru, battitore e vice capitano di Corvonero. I fratelli Kirino potevano quasi essere scambiati per gemelli: avevano gli stessi capelli lunghi rosati, che sembravano così morbidi, e le stesse iridi color cielo primaverile che mietevano vittime a non finire.
Erano sempre un piacere da vedere i due fra…erano sempre un piacere da vedere giocare uno contro l’altro quando vi era Grifondoro contro Corvonero perché significava assistere ad un entusiasmante scontro trai fratelli Kirino e Ayame era ancora più motivata a prendere il Boccino per prima.
Sì…Yuka stava decisamente pensando a quello.
La corvina annuì attirando l’attenzione di Ayame che la guardò dubbiosa.
«Cosa?»
«Uhm…sei stata bravissima! Quante volte hai preso il Boccino oggi?»
«Sarà la quarta».
«Grandiosa! Stai per battere il tuo record!»
Ayame sorrise annuendo e aprì la mano per far volare via nuovamente il Boccino essendosi riposata a sufficienza.
Yuka, senza pensarci, lo afferrò con un gesto repentino.
«Che fai, capitano? Hai deciso di volerti riprendere il ruolo di cercatore?»
Ridacchiò la minore sistemandosi gli occhialini e Yuka mollò il Boccino sorridendo mentre questo volava via veloce: c’era stato un tempo in cui le due ragazze si erano contese la posizione di Ayame ma, dopo il quarto anno di Yuka, la maggiore aveva deciso di passare alla difesa degli anelli senza un apparente motivo e così Ayame era diventata la sola cercatrice della squadra.
«Nah, testavo i miei riflessi».
«Ho visto le parate, sono ottimi come al solito!»
«Aya-chan! Tu mi aduli!»
Kirino Ayumi ridacchiò e con un cenno di saluto si allontanò tornando a cercare il Boccino, scambiando prima qualche parola, probabilmente per dare un consiglio, con il giovane battitore che l’aveva presa di mira durante la sua ultima caccia alla pallina alata.
Yuka sorrise guardandola, si sentiva rincuorata: quella era la sua ultima Coppa di Quidditch ad Hogwarts e poi si sarebbe diplomata, ma dopo la squadra di Grifondoro sarebbe stata comunque in buone mani.
Chissà…magari avrebbero potuto battere il record delle vittorie consecutive della Coppa.
 
*** 

Ad eccezione della squadra di Quidditch di Grifondoro e di pochi altri coraggiosi, la gran parte degli abitanti di Hogwarts era all’interno del castello: c’era chi studiava, chi si preparava per la cena e chi giocava.
Quest’ultimo era il caso di Kageyama Hikaru, Tsurugi Kotone e Sorano Aoi che, seduti su uno dei morbidi tappeti gialli che decoravano la parte ristoro della rotonda e circolare sala comune di Tassorosso, giocavano a spara schiocco su un basso tavolino smangiucchiando biscotti mentre, poco lontano da loro, un tiepido fuocherello scoppiettava nel camino.
«Noo! È caduto ancora…»
Sbuffò Sorano Aoi guardando addolorata quel che restava del castello di carte: proprio non capiva come fosse possibile completare il gioco senza che questo crollasse o esplodesse.
«Tranquilla, prima o poi ci riuscirai! Ne sono certo ».
Kageyama Hikaru sorrise dolcemente all’amica e, riparate e riunite le carte, passò il mazzo a Tsurugi Kotone che lo ringraziò con un sussurro osservando con gli occhi ambrati scuri il mazzetto, quasi come se quello potesse prendere improvvisamente vita.
Kotone era la sorella gemella di Tsurugi Kyosuke ma, ad eccezione di alcune caratteristiche fisiche, con lui condivideva gran poco: non era di certo coraggiosa o sicura di sé ed era estremamente timida.
La ragazza dispose le carte a faccia in giù sul tavolino e si mordicchiò un’unghia nervosa: quel gioco non le piaceva per niente, odiava quando le carte esplodevano e raramente riusciva ad arrivare a completare il primo piano del castello ma…ma il gioco l’aveva proposto Sorano Aoi e lei avrebbe fatto di tutto per compiacerla, forse non proprio di tutto ma quasi.
Se le avesse chiesto di uccidere qualcuno non l’avrebbe mica fatto, ma Aoi non era quel tipo di persona quindi non c’erano problemi e quindi sì: avrebbe fatto di tutto, anche quel brutto gioco in cui era incapace.
«Kotone-chan?»
La ragazza batté le palpebre quando Hikaru picchiettò leggermente la spalla guardandola con aria incerta.
«Ti sei incantata a guadare le carte…»
«Oh…uh…eh…scusate, penso che passerò. Dubito di poter fare anche solo mezzo piano».
Sussurrò Kotone chinando il capo in avanti nascondendo così completamente l’occhio destro dietro al ciuffo di capelli blu scuri tipici dei Tsurugi.
«Ma no, Kotone-chan! Fidati di te, ce la farai!»
Sorano Aoi le prese una mano tra le proprie e la ragazza sobbalzò sentendosi arrossire.
«C…certo…se tu lo fa…c’è…se tu lo dici!»
Aoi, annuendo, sorrise incoraggiante e la giovane Tsurugi prese in mano un paio di carte cercando di calmarsi.
Forse, ma proprio forse, poteva fare solo il primo piano.
Il suo viso dall’incarnato niveo e i lineamenti femminili si tese in un’espressione concentrata e nessuno dei tre parlò.
Alla sesta carta il castello esplose e i frammenti di carta si sparsero dovunque intorno a loro.
«Uffaaa…ma bravissima Kotone-chan! Avevi quasi finito!»
Aoi sorrise girandosi a guardarla poi, dopo un attimo di incertezza, scoppiò a ridere ottenendo uno sguardo spaesato da parte dell’altra.
«C...cosa?»
Aoi, senza smettere di ridere, le toccò la punta del piccolo naso leggermente all’insù e Tsurugi Kotone arrossì.
«Ti era rimasto addosso un pezzo di una carta».
Kotone si lasciò scappare un’esclamazione sorpresa e Aoi sorrise ricomponendo, ancora una volta, il mazzo prima di tenderlo all’amico.
«Kageyama-kun?»
Il ragazzo lanciò un’occhiata occhiata all’ora e fece un lieve sorriso di scuse scuotendo piano il capo.
«Mi piacerebbe ma ho promesso a Nishizono-kun che lo avrei aiutato con i compiti».
Le due maghe annuirono.
«Allora io vado, eh…voi parlate, mi raccomando!»
Kageyama si alzò facendo l’occhiolino a Kotone che sussultò sentendosi le guance scaldarsi: parlare? Di cosa dovevano parlare? Oh…no, no, no…non era pronta.
«Io…io…vado a preparami per la cena!»
Kotone, arrossita, scattò in piedi e, incurante dello sguardo confuso di Aoi e del sospiro di Hikaru, scappò via andandosi a rifugiare nel proprio dormitorio sbattendo, seppur involontariamente, la porta alle sue spalle.
Shindou Akiko, una sua compagna di camera, mugugnò nel sonno rigirandosi nel letto senza, però, svegliarsi.
La minore dei Tsurugi la guardò leggermente invidiosa: la coinquilina avrebbe potuto dormire indisturbata anche durante un concerto della banda scolastica, forse no visto che lei faceva parte della banda…beh…la giovane Shindou avrebbe potuto dormire tranquillamente anche durante una partita di Quidditch mentre lei, come testimoniavano le sue profonde occhiaie, faticava a prendere sonno e a restare addormentata anche in situazioni di completo silenzio…cos’era questa ingiustizia?
Sospirò e, sfiorandosi uno dei piercing che le adornavano le piccole orecchie, si avviò verso il proprio letto decisa a farsi una bella doccia calda nel tentativo di calmarsi: si era agitata all’idea di stare da sola con Aoi e la sottile allusione che aveva fatto Kageyama non aveva certo aiutato a tenerla tranquilla.
Sapeva che l’amico voleva solo aiutarla ma, davvero, non ce la faceva…non così.
Eppure tutti le dicevano che doveva solo buttarsi…
 
 ***

Intanto nell’altra sala comune sotterranea, quella di Serpeverde, un ragazzo dai corti ed arruffati capelli grigi, tagliati appena sotto le orecchie, si sedette su uno dei divani di pelle nera e, collegate le cuffie alla propria chitarra elettrica, cominciò a suonare incurante degli sguardi dei presenti.
Kurosawa Ryuunosuke, in sette anni ad Hogwarts, era riuscito a trovare il giusto incantesimo per far funzionare il proprio strumento anche in un posto dove difficilmente la tecnologia andava e, da quando aveva compiuto quella sua piccola impresa, spesso nel tempo libero si metteva a strimpellare felice di poterlo fare anche durante l’anno scolastico.
Il ragazzo chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dalla musica e non li riaprì neanche quando qualcuno si gettò con poca grazia accanto a lui: prima voleva assolutamente finire di suonare la canzone.
Quando finì, le sue iridi dorate fecero capolinea dalle palpebre e, per qualche secondo, si persero a guardare un piccolo calamaro nuotare nel lago al di là del vetro: inizialmente il dormitorio sotto il Lago Nero gli aveva fatto un po' impressione, insomma svegliarsi nel cuore della notte con una sirena che di guarda al di là del vetro non era mica divertente, ma con il tempo si era abituato e aveva cominciato ad apprezzare la vista, oltre che a tirare le tende delle finestre quando andava a dormire per evitare spettatori indesiderati.
Uno sbuffo.
Kurosawa Ryuunosuke si girò guardando con un sorrisetto la nuova arrivata che se ne stava a guardarlo con la testa appoggiata alla sommità della testiera del divano.
«Che c’è, Sugar-chan? Sawamura-san ha preso di più di te in pozioni?»
Sugawara Ayumi, al sentire il nome della fastidiosa rivale di Corvonero, scoccò un’occhiataccia all’amico che ridacchiò togliendosi le cuffie.
«Ehi, ci ho provato, non sono mica un legilimens».
«Ho incontrato Fey…nei corridoi…con la rossa…»
Kurosawa Ryuunosuke si accigliò incrociando le braccia al petto.
«Sei consapevole che l’hai mollato tu l’anno scorso e che lui può fare quello che vuole, vero?»
La maga annuì arrotolandosi una ciocca dei lunghi capelli bianco argentei intorno al dito.
«Bene…quindi?»
«Uh…immagino di non essermi ancora abituata?»
Kurosawa ci pensò su poi annuì prima di scoccare un’occhiataccia ad un ragazzo del sesto anno che, poco distante da loro, stava infastidendo uno più piccolo; subito il bulletto smise e scappò via.
Sugawara, che aveva visto la scena, ridacchiò.
«Ma che prefetto spaventoso che sei Nokkun! Ormai ti basta guardare la gente per riportare l’ordine».
«Non posso dire la stessa cosa di te».
Sbottò il ragazzo con un mezzo sorriso mentre si alzava stiracchiandosi poi, presa la chitarra, si avviò verso il dormitorio maschile del settimo anno subito affiancato dall’altra nuovamente sorridente.
«Ma io sono il prefetto buono e tu quello cattivo».
Kurosawa la guardò, con un lieve sorriso divertito sul volto, con la coda dell’occhio: i due si erano conosciuti sull’ Hogwarts Express durante il loro primo viaggio ma, per motivi diversi, non avevano più parlato fino a quando, qualche mese più tardi, uno studente del terzo anno non aveva chiesto loro se fossero fratelli e, sinceramente, come potesse la gente scambiarli per parenti era proprio un mistero.
L’unica cosa che li accumunava erano i capelli chiari ma poi, per il resto, erano diversissimi: lui era di corporatura media, alto sul metro ottanta e con una carnagione olivastra mentre lei, più bassa di circa una spanna, sembrava quasi una ragazzina del quinto anno e aveva l’incarnato niveo e pieno di lentiggini, anche se tentava di nasconderle mediante trucchi e magie.
Da quel giorno, però, i due avevano cominciato a parlare diventando ben presto amici e fingersi fratelli davanti agli sconosciuti era diventato un divertimento.
Appena entrati nel dormitorio, la maga andò a sedersi, quasi saltellando, ai piedi del letto di Kurosawa Ryuunosuke che depose la sua preziosa chitarra accanto al comodino prima di imitarla.
«Allora? Pronto per conquistare la tua bella?»
«Sì, me lo sento: oggi sarà la volta buona!»
Sugawara Ayumi ridacchiò: quella frase l’aveva già sentita…tipo un’ottantina di volte da quando era iniziato il settimo anno qualche mese prima.
Il ragazzo le tirò un piccolo pugnetto amichevole sulla spalla, come ad aver capito i suoi pensieri.
«Ti assicuro che sarà così! Devo solo trovare un modo di togliermi dai piedi quello… Shindou-san».
Sbottò Ryuunosuke pronunciando il nome del rivale facendo il verso alle numerose ammiratrici dell’altro.
Ayumi scoppiò a ridere nascondendosi la bocca dietro ad una mano.
«Più tardi riunione d’emergenza con Taiyou-kun?»
Il ragazzo annuì giocherellando inconsapevolmente con anello di metallo che portava sul dito medio sinistro: aveva già preso i fiori, doveva solo trovare il momento opportuno per darli alla sua bella.
«Piuttosto…cosa leggiamo sta sera?»
Gli occhi lilla dell’amica si spalancarono e la giovane, dopo essere sbiancata momentaneamente, arrossì vistosamente scattando in piedi.
«Me ne sono dimenticata! Io…corro subito, forse faccio in tempo a trovare un libro! Ci vediamo a cena per il piano di conquista!»
Ayumi corse via salutandolo a gran voce e Ryuunosuke, per qualche secondo, rimase a fissare il vuoto lasciato dall’altra prima di alzarsi e cominciare a camminare per la stanza pensando già ad un piano: quella sera avrebbe chiesto a Yamana Akane di uscire e lei non avrebbe potuto dirgli di no.
 
 
 
Angolo autrice
Allora…allora…
Io cancello il capitolo avviso e mi viene fuori “vuoi cancellare la storia?”. Io tranquillamente clicco sì per poi comprendere il significato e andare nel panico…beh…fortunatamente con storia intendeva solo il capitolo!
 
Hello!
Sono tornata! Ho finito l’ultimo esame ieri a mezzogiorno e mi sono subito buttata a terminare il capitolo!
Chiedo pietà: non li ho presentati tutti. Ne mancano ancora tre ma volevo darvi qualcosa da leggere il prima possibile e visto che stavo ancora pensando alla Corvonero ho aspettato a presentare l’altra Corvonero!
In questo capitolo sono apparsi:
E beh…anche Shindou Akiko ma dormiva quindi al prossimo…sì.
Presentazione più adatta per Akiko non poteva esserci…dorme. Ma tranquilli…qualcunA la sveglierà…forse…
Uh…c’è stata anche una breve menzione ad un’altra bella ragazza che non farà parte della storia (ok, forse due).
Ho voglia di scrivere una Cardverse!Au…è grave?
I have to go but…non sarà l’ultima volta che mi sentirete (spero)!
Ciao!
Aiko

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Capitolo 4
*** Quiete ***


 
 

Quiete


 
 Poco prima di cena
 
 
«Allora capitano, domani ci alleniamo?»
Alla domanda di Fey, gli altri membri della squadra di Quidditch di Corvonero, ritrovatisi per puro caso davanti alle scale che portavano alla sala comune, lanciarono un’occhiata piena di aspettative a Shindou Takuto che si limitò a scuotere piano il capo.
«Il campo è occupato dai Serpeverde».
«Ma ancora? Si sono già allenati questa settimana!»
Esclamò Kenma Aina, cacciatrice della squadra insieme al capitano e a Fey, sgranando i grandi occhi marroni mentre le guance pallide si arrossavano per il fastidio.
«Lo sappiamo, ma vista la partita imminente contro i Grifondoro hanno chiesto di potersi allenare di più».
Takuto annuì alle parole di Kirino Ranmaru, il suo migliore amico nonché battitore e vicecapitano della squadra.
«Scommetto che se fossimo stati noi a chiederlo non ce lo avrebbero permesso, ma quando si tratta di Grifondoro e Serpeverde…»
Kenma scosse il capo facendo ondeggiare i suoi lunghi capelli castani.
«Questo è poco ma sicuro, Ai-chan. Ma non ti abbattere…è solo perché tutti sanno che noi, e forse i nostri compagni di Tassorosso, siamo i più forti».
La cercatrice della squadra, Fujiko, le posò una mano sulla spalla facendole l’occhiolino e tutti gli altri scossero il capo divertiti dalle parole della compagna dai capelli rossi.
«Non sono abbattuta penso solo che non sia corretto nei nostri confronti. Se si stabiliscono degli orari bisognerebbe rispettarli per dare la giusta possibilità a tutti di allenarsi. Invece così noi siamo stati privati di questa possibilità».
Il silenzio invase la tromba delle scale mentre tutti riflettevano sulle parole di Kenma; dopo qualche secondo Takuto annuì.
«Ne parlerò con il direttore. Magari riusciamo ad ottenere un permesso speciale».
«Sembra un ottimo piano. Ora scusateci ma Fujiko ed io abbiamo da fare una ricerca in biblioteca».
«Ricerca…come no…»
Allo sbuffo divertito di Kirino Ranmaru, Fujiko, che si era già allontanata mano nella mano con il proprio ragazzo, si girò facendo la linguaccia al compagno di classe che sorrise prima di rivolgere l’attenzione alla cacciatrice dai capelli castani.
«Kenma-chan stai andando in Sala Comune? Ti va di fare una partita a scacchi?»
Kenma Aina scosse il capo con un sorriso tranquillo sul volto mentre insieme a Takuto e Kirino cominciava a salire le scale.
«Devo vedermi con Aka-chan prima di cena, magari la prossima volta».
«Certo. Allora intanto mi alleno battendo Takuto-kun».
«Speraci, Ranmaru-kun».
I due amici si lanciarono un’occhiata di sfida prima di cominciare a ridere subito seguiti dalla minore.
Kenma non poteva non essere grata ai due ragazzi che, fin dal primo anno, si erano subito dimostrati disponibili ad aiutarla ad ambientarsi diventando ben presto due dei suoi più cari amici.
Arrivati davanti alla statua della grossa aquila che bloccava l’accesso alla sala comune si fermarono in attesa dell’indovinello cui dovevano rispondere per entrare.
«Ha un letto ma non ci dorme. Cos’è?»
Domandò l’aquila.
Kirino ridacchiò attirando le occhiate confuse da parte dei suoi compagni.
«Scusate, è che di sicuro non è Kiko-san».
«Hai ragione. Shindou-chan non ha bisogno di un letto per dormire…»
Annuì Kenma Aina ripensando a quando Shindou Akiko, sorella minore di Takuto, si era quasi addormentata durante pozioni.
«Sapete che state parlando male di mia sorella e io sono qui?»
Il tono di Takuto, tuttavia, mal celava una sottile punta di divertimento.
«Non stiamo dicendo nulla di male, è solo un dato di fatto».
Il capitano scosse piano il capo mordendosi le labbra per non sorridere.
«Tanto ci sarà sempre Ame-san pronta a svegliarla. E comunque la risposta è il fiume».
Il passaggio si aprì e i tre entrarono per poi, dopo essersi salutati, dividersi.
Kenma guardò i due ragazzi andarsi a sedere ad un tavolo e sorrise: così come Ranmaru c’era sempre per Takuto e viceversa, lo stesso valeva per Ayame e Akiko.
Sembrava proprio che Shindou e Kirino fosse un’accoppiata vincente.
Annuì tra sé e sé prima di avviarsi verso le scale che portavano ai dormitori femminili, arrivata sesto pianerottolo si fermò e aprì la porta della stanza.
La camera da letto, che condivideva con altre due ragazze, era avvolta nei tiepidi raggi del tramonto e l’unico rumore che si sentiva proveniva dal piccolo fuocherello del caminetto.
Si guardò intorno cercando l’amica trovandola intenta a leggere seduta su il basso cornicione interno di una finestra.
Kenma Aina, chiusasi la porta alle spalle, andò a sedersi accanto all’altra attendendo in silenzio che finisse il capitolo.
Regola numero uno per una pacifica convivenza con Akaashi Haruka: non disturbarla finché legge.
Aina si passò una mano tra i capelli mal pettinati osservando quelli corvini dell’altra raccolti in una lunga ed ordinata treccia.
«Fammi indovinare…problemi con il Quidditch».
Fu la prima cosa che disse Haruka, con un accenno di sorriso alla fine della frase, quando alzò gli occhi azzurri dalla lettura per dare un’occhiata all’amica che, annuendo, guardò distrattamente fuori dalla finestra in direzione del campo.
«Immaginavo…hai sempre quella faccia quando ci sono problemi con il Quidditch».
Kenma Aina batté le palpebre confusa dall’affermazione dell’amica.
«Quale faccia scusa? Che c’è che non va nella mia faccia?»
Akaashi Haruka, con un lieve sorriso sul volto, scosse piano il capo.
«Niente, Ai-chan, niente. Solo si vede».
Kenma Aina sbuffò prima di appellare uno specchietto per guardarsi cercando di capire cosa mostrasse il suo stato d’animo: non trovò nulla di strano.
La cacciatrice alzò gli occhi solo per accorgersi che Akaashi Haruka era tornata alla lettura del proprio libro e così, senza scomporsi, andò a prendere Haru, il suo ragdoll bianco grigiastro, che dormicchiava sul suo letto e l gatto, venendo preso in braccio, aprì gli occhi azzurri ed emise un lieve miagolio di saluto accettando di buon grado le cure della padrona.
Le due amiche stettero fianco a fianco in silenzio, una intenta a leggere e l’altra a coccolare il proprio cucciolo, ma nessuna se ne lamentò: ad entrambe andava bene anche solo lo stare insieme in silenzio.
Passarono quasi mezz’ora così poi Haruka, senza dire niente, chiuse il libro e andò a recuperare qualcosa dal suo comodino.
«Se ti giri ti faccio una treccia».
«Io…grazie, Haru-chan».
Aina, seppur stupita, fece quanto le era stato detto arrossendo appena: evidentemente alla ragazza non era sfuggito il gesto di poco prima ma, dopotutto, cosa non sfuggiva alla vista della tranquilla Akaashi?
Dopo anni di convivenza doveva essere abituata alla capacità d’osservazione della compagna ma, invece, non era così.
Kenma Aina rimase immobile sotto il tocco gentile di Akaashi Haruka e, ad un certo punto, poté giurare di averla sentita canticchiare per un istante…uno solo perché poi la stanza ritornò immersa nel silenzio.
«Fatto, ora possiamo andare a cena».
Aina si guardò nello specchietto ammirando la treccia castana e poi sorrise, annuendo all’amica, prima di seguirla giù dalle scale.
 
***
 
Quando Kirino Ayame, con ancora addosso i vestiti dell’allenamento di Quidditch, entrò nel dormitorio femminile del sesto anno di Tassorosso fu accolta dal lieve scroscio di una doccia accesa e dalla vista di Shindou Akiko intenta a dormire stringendo a sé Steve, il coniglietto di peluche regalatole dal fratello.
Ayame sbuffò divertita scuotendo il capo e, lasciata la bacchetta sul primo ripiano disponibile, prese una piccola rincorsa saltando poi sul materasso accanto all’amica che con un urlo spaventato saltò a sedere mentre i capelli biondi, arruffati dal sonno, volarono in avanti coprendole il viso.
«Buongiorno dormigliona! Non dovevi venire a vedere l’allenamento?»
Akiko non fece in tempo a rispondere all’amica che la porta del bagno si aprì e Tsurugi Kotone, avvolta in un accappatoio, uscì tremante con gli occhi ambrati sgranati e una bottiglia di shampoo stretta in mano.
«Ciao, Tsurugi-chan! Scusa per il disturbo ma dovevo svegliare Kiko-chan».
Kotone annuì piano appuntandosi, tra sé e sé, di non farsi mai svegliare da Kirino Ayame e si diresse verso il proprio letto per cambiarsi…i grifondoro erano pazzi da legare e tremendamente spaventosi…non che fosse una novità.
Nel frattempo Akiko, spostatasi i capelli dalla faccia, guardava l’amica con i suoi occhi verdi e con l’espressione più torva che aveva nel repertorio.
Ayame scoppiò a ridere.
«Non fare quella faccia! O se la vuoi fare allenati…ho visto bolidi più minacciosi di te!»
«Stavo sognando…»
«Cosa? Dimmi che non era RanRan in una folle dichiarazione d’amore».
Ayame, alzandosi dal letto, finse di rabbrividire schifata e Akiko sbuffò.
«Ehi! La mia era una cotta infantile…la mia».
Ridacchiando Ayame tirò fuori dall’armadio un borsone con dentro un asciugamano e una divisa di riserva e si avviò verso il bagno sotto lo sguardo confuso di Tsurugi Kotone.
Pur conoscendo le due da anni, Kotone non si era ancora abituata al fatto che Kirino Ayame passasse più tempo nel dormitorio sotterraneo che nel suo, fino al punto da aver sempre un paio di cambi e da non avere problemi a farsi la doccia nella camera delle tassorosso.
Lo stesso però non si poteva dire di Shindou Akiko che raramente osava avvicinarsi alla Torre di Grifondoro dopo quella volta in cui, al suo ritorno dalla suddetta, era entrata in stanza con i capelli sparati in tutte le direzioni e la divisa fumante.
Sì, i Grifondoro nel loro ambiente naturale erano da evitare come la peste.
Appena Ayame si chiuse la porta alle spalle, Akiko si lasciò cadere supina sul materasso e la stanza crollò nel silenzio rotto solo dallo sciabordio dell’acqua della doccia.
Quando, dieci minuti dopo, Ayame uscì dal bagno Kotone stava carezzando Ruririn, il suo axolotl.
«Ti prego dimmi che non sta dormendo di nuovo…»
Sospirò la Grifondoro guardando verso l’amica.
Kotone accennò ad un lieve sorriso.
«Credo di sì…»
Ayame sospirò ma, dopo qualche attimo di silenzio, sorrise in un modo che Kotone trovava tutt’altro che rassicurante.
«Bene. Allora penso che Shouyou il violino sarà felice di venir suonato da me».
Esclamò poi a voce alta.
«Nu! Non toccare Shouyou-chan! Sono sveglia!»
Akiko scattò a sedere, più sveglia che mai: già una volta Ayame aveva provato a suonare il violino e Akiko si era ripromessa che mai e poi mai avrebbe permesso che quell’evento si ripetesse.
«Allora andiamo a cenare! Vieni anche tu, Tsurugi-chan?»
La ragazza ci pensò un attimo, dubbiosa, ma alla fine annuì e le tre uscirono dalla stanza mentre la grifondoro raccontava loro dell’allenamento appena fatto.
 
***
 
«Allora mi raccomando: vi voglio carichi per la partita contro le serpi!»
Amemiya Taiyou e Tsurugi Kyōsuke, entrando nella Sala Grande per l’ultimo pasto della giornata, annuirono alle parole di Fujii Yuka che fece per dire qualcosa ma venne interrotta da un uragano dai capelli castani.
Matsukaze Tenma, con la cravatta di tassorosso slacciata, corse da Tsurugi con un gran sorriso sul viso invitandolo ad andare a mangiare con lui e gli altri e, senza aspettare una risposta, lo tirò via per un braccio salutando allegramente gli altri due senza dar bado alle proteste del grifondoro.
Yuka e Taiyou guardarono il compagno di squadra raggiungere il tavolo in cui già mangiavano, o almeno ci provavano, Kotone e Akiko mentre Ayame litigava per chissà cosa con il serpeverde Kariya Masaki senza dar bado a Kageyama Hikaru e Sorano Aoi che cercavano timidamente di calmarli.
I due grifondoro, osservata la scena, si lanciarono uno sguardo divertito scuotendo piano il capo.
Una voce femminile chiamò Taiyou che si girò venendo salutato dal tavolo di serpeverde da una raggiante Sugawara Ayumi e da un pensieroso Kurosawa Ryuunosuke.
«Penso che tu sia richiesto. Vai pure dai tuoi amici ma ricordati di non farti corrompere dal nemico, dobbiamo vincere noi la partita! Anche perché se no quei due me lo rinfacceranno a vita…»
Ridacchiò Yuka mentre cercava con lo sguardo Sakura.
«Ovvio, la mia amicizia non influirà sulla partita. Anzi, sarò ancora più motivato a battere la squadra della loro casa! Allora ci vediamo più tardi, Yuka-san».
Amemiya Taiyou sorrise e raggiunse con una piccola corsetta i due amici, sedendosi con loro.
«Suga-chan? Perché hai il fiatone?»
«Uh? Sono appena arrivata dalla biblioteca…mi ero dimenticata del libro per sta sera…ma non ti preoccupare, ho risolto!»
Taiyou annuì rivolgendo poi la sua attenzione all’amico che da quando il grifondoro era arrivato al tavolo guardava, senza vederla veramente, una patatina alla paprika
«Allora, Nokkun, ti vedo pensieroso. Piano di conquista?»
Kurosawa Ryuunosuke annuì alzando lo sguardo verso l’amico che lesse la determinazione dell’altro nei suoi occhi dorati appesantiti dalle occhiaie.
«Certo, sta sera chiederò ad Akane-chan e lei non potrà che accettare questa volta! Ho un’idea perfetta».
Taiyou e Ayumi si lanciarono una veloce occhiata in cui la sconsolazione si mescolava allo scetticismo ma, sfortunatamente per loro, vennero beccati.
«Traditori! Non riponete fiducia nelle mie capacità…me ne ricorderò! Vi dico che oggi è il giorno buono e così sarà!»
Esclamò Ryuunosuke rianimandosi di colpo.
«Sicuro amico, crediamo in te. Solo…ti si sente fin da fuori la Sala Grande».
Hamano Kaiji, con un sorriso divertito sulle labbra, comparve dietro il serpeverde e gli passò un braccio dietro le spalle mentre con l’altra mano gli diede una veloce scompigliata ai capelli grigi.
Hayami Tsurumasa si limitò ad annuire, sistemandosi la cravatta gialla nera, mentre si sedeva al tavolo accanto ad Ayumi che ridacchiò non potendo non notare come entrambi i giovani di tassorosso parevano passati in mezzo ad un tornado.
«Bene! Che lo sappiano tutti».
Disse Kurosawa Ryuunosuke abbassando, però, la voce di qualche tono mentre Hamano Kaiji si accomodava accanto a lui senza curarsi di darsi una sistemata alle vesti stropicciate.
«Già, tutti lo devono sapere…come tutti sanno di voi due».
Ridacchiò Amemiya Taiyou indicando scherzosamente i nuovi arrivati con la forchetta: le gote di Hayami Tsurumasa diventarono della stessa tonalità dei suoi capelli e provò a balbettare qualcosa scatenando però l’ilarità generale.
«Chiaro come il sole. Pure Shindou lo saprà e ammetterà la sua sconfitta».
«Ma a Shindou-san manco gli interessa di Akane-san».
Disse Taiyou allontanando poi il piatto per evitare che Sugawara Ayumi gli fregasse l’ultima polpetta.
«Io mi chiedo come si faccia ad avere le attenzioni di una tale bellezza e a non considerarla neanche…è un affronto…è…oh, eccolo…parli del diavolo…»
Il gruppetto tacque mentre Ryuunosuke guardava in cagnesco il capitano di Quidditch di corvonero, sempre accompagnato da Kirino Ranmaru, entrò nella Sala Grande, seguito da un gruppetto di ragazze tra cui spiccavano l’ammirata Yamana Akane e la seccata Seto Midori.
Shindou Takuto e il suo migliore amico elargirono qualche sorriso cordiale in giro e Ryuunosuke poté quasi giurare di aver visto Fujii Yuka sbrodolarsi con il succo di zucca e Kirino Ayame smettere di litigare, improvvisamente arrossita, per qualche istante con Kariya Masaki mentre Shindou Akiko scuoteva piano il capo limitandosi a salutare i due con un cenno di mano.
«Bah…io mi chiedo come faccia Kirino-kun a sopportare di stare sempre con quello…no, aspettate! Sta sera ci sarà pure lui?»
Sugawara annuì alla domanda dell’amico serpeverde e se ne approfittò della sua distrazione per fregargli una patatina.
«Ma non possiamo bandirlo dal club? Rischia di rovinare il mio magnifico piano di conquista».
«Nokkun, non possiamo mica bandire la gente senza un motivo».
«Già, già…»
Ryuunosuke sbuffò l’ennesimo traditori della serata alle parole di Taiyou e Ayumi.
«Al limite possiamo provare a distrarlo noi…magari chiedendogli qualche strategia del Quidditch».
Sorrise Hamano e Hayami annuì seppur poco convinto.
«Vedete? Loro sì che sono amici buoni e leali!»
«Tassorosso».
Quasi canticchiò Sugawara Ayumi prima di portarsi alle labbra il bicchiere con il succo di zucca mentre Amemiya ridacchiava divertito.
Finita la cena, il gruppetto di separò e, mentre i due tassorosso andavano a prepararsi per l’imboscata, i tre si diressero chiacchierando allegramente verso la Stanza delle Necessità dove avrebbero svolto la riunione del club leggendo insieme il libro.
A dire il vero il club non era un vero e proprio club di lettura ma solo un gruppo di ragazzi che si trovavano una volta alla settimana per passare una serata in compagnia proponendo, ogni semestre, qualche attività diversa per allietare gli incontri.
Per questo il gruppo non era proprio fisso, anche se c’era da dire che il cuore del gruppo tendeva a rimanere sempre e, a seconda delle attività, c’era chi si univa e chi se ne andava per poi tornare in seguito a seconda dei suoi interessi o delle sue esigenze scolastiche.
Ad inizio anno, Akaashi Haruka e Kenma Aina avevano proposto la lettura e ciò aveva riscosso un grande successo così si trovavano a leggere insieme fino a tarda notte, leggendo ciascuno un capitolo.
Quando giunsero nella Stanza delle Necessità vi trovarono già, sedute su due enormi pouf, Kenma Aina e Akaashi Haruka entrambe intente a leggere in silenzio.
Sugawara andò a sedersi su una poltrona vicino al fuoco mentre Amemiya e Kurosawa si sedevano su un divano e quest’ultimo estraeva la sua chitarra per allietare gli animi mentre aspettavano che tutti arrivassero.
Poco dopo i fratelli Tsurugi entrarono seguiti a ruota da Sorano Aoi e Matsukaze Tenma e tutti e quattro andarono a sedersi sull’enorme tappeto poco distante dal fuoco.
Akaashi staccò gli occhi dal libro per lanciare un’occhiata veloce a Kenma che ricambiò, guardandola storta.
«Ciao a tutti!»
Fujii Yuka entrò come un tornado stravaccandosi di traverso su una poltrona e Sugawara Ayumi non poté non sorridere alla poca grazia della ragazza che, con la testa all’ingiù, le fece una pernacchia.
Kirino Ayame, Shindou Akiko, Kariya Masaki e Kageyama Hikaru arrivarono poco dopo parlando fitto fitto tra di loro mentre, qualche passo più indietro, Yamana Akane guardava lo schermo della propria macchina fotografica e Ibuki Munemasa, ancora più indietro, si passava da una mano all’altra una vecchia pluffa per tenersi allenato.
Passarono i minuti e nessuno più entrò dalla porta, Kurosawa Ryuunosuke, soddisfatto, lanciò uno sguardo a Sugawara Ayumi invitandola silenziosamente a muoversi e la ragazza annuì seppur poco convinta.
«Bene, ci siamo tutti?»
«Midori-chan e Sakura-chan devono studiare quindi non vengono».
Alle parole di Yuka, Yamana Akane alzò lo sguardo dalla macchinetta e si guardò intorno per la prima volta da quando era arrivata.
Subito Kurosawa la salutò con un cenno di mano e lei, arrossendo appena, distolse immediatamente lo sguardo prima di notare la grande assenza della serata.
«Manca anche Shindou-san».
Kurosawa sbuffò mettendo via la chitarra.
«Mio fratello e Kirino-kun sono stati trattenuti da Hamano-san, li abbiamo visti prima in Sala Grande».
«Per compensare i mancanti però abbiamo Kariya-kun…un applauso».
Il ragazzo, incrociando le braccia al petto, lanciò uno sguardo infastidito a Kirino Ayame che, senza scomporsi, gli fece una linguaccia.
«È stato obbligato».
Annunciò Kageyama Hikaru andando a sedersi vicino a Kotone che sorrise.
«Non sono stato obbligato! Volevo solo capire in che modo noioso passate le serate…»
Kariya sbuffò e molti scoppiarono a ridere al tentativo del ragazzo di nascondere il motivo della sua strana presenza lì.
«Possiamo muoverci? Io avrei da fare dopo».
Ibuki lanciò uno sguardo annoiato ai presenti e Shindou Akiko gonfiò le guance infastidita venendo subito notata dal maggiore che ghignò.
«Problemi principessa?»
«Io…»
«Eccoci! Scusate per il ritardo, siamo stati trattenuti!»
Shindou Takuto e Kirino Ranmaru entrarono di corsa e Kurosawa Ryuunosuke sbuffò mentre Yamana Akane sorrideva salutando il nuovo arrivato sottovoce.
L’attenzione del capitano di Corvonero però si concentrò sulle gote arrossate della sorella e sullo sguardo di sfida di Ibuki e subito il suo sorriso si spense diventando una smorfia severa.
«Kiko, ti sta infastidendo? Problemi Ibuki-kun?»
Ibuki sbuffò e Shindou aggrottò le sopracciglia ma subito Akiko gli sorrise.
«Non è niente fratellone, davvero, venite a sedervi che stiamo per iniziare».
Seppur poco convinto, Shindou andò a sedersi e l’attenzione di tutti si spostò su Sugawara Ayumi che, sorridendo, tirò fuori dalla borsa il libro scelto poco prima di cena.
«Storyteller…mai sentito».
Alle parole di Kenma Aina, Akaashi Haruka annuì posando il suo libro per prestare attenzione a quello tra le mani della serpeverde.
«Neanch’io, però sembra interessante. Iniziamo?»
Tutti annuirono e Sugawara aprì la prima pagina leggendo la frase iniziale.
 
Benvenuto lettore, crea tu la tua storia e vivi nuove avventure.
 
Nella stanza calò il silenzio, interrotto solo dallo scoppiettio delle braci del camino e dai respiri dei presenti, poi piano la ragazza girò la pagina.
Gli occhi violetti della ragazza si sgranarono per lo stupore.
«Ma è…»
Una luce accecante, proveniente dal libro, avvolse tutta la stanza insieme ad un forte vento che spense il camino.
Qualcuno urlò per lo spavento poi, all’improvviso, tutto tacque.
Così come era comparsa la luce si spense e la stanza ricadde nel buio e nel silenzio: non vi era più traccia del gruppo se non per il libro, dalle pagine immacolate, aperto sulla poltrona.
 
 
 
Angolo autrice
Yoo! Sono viva! La sessione degli esami è iniziata il 7 e tra il 7 e l’8 ho già dato due esami e ora aggiorno…perfetto! XD
Ora la storia può finalmente iniziare! Ho ripreso un po' tutti i personaggi in modo da ricordarci chi è dove e che relazioni ha.
 
In questo capitolo ho presentato le nostre ultime tre ragazze:
Kenma Aina (di Asami_Ryuzaki)
Akaashi Haruka (mia…circa xD)
Shindou Akiko (mia e pure dimenticata…anche se non lo sapete l’ho aggiunta all’ultimo nelle note)
 
Con una lieve aggiunta di Kath con il suo vero nome in giapponese (in verità Kath mi sa più da grifondoro che da corvonero ma dettagli).
Il più grande problema della vita è dove smistare Ibuki…ups…serpe o corvo? C’è…in corvo puoi farlo litigare con Shindou 24 ore su 24, anche nella squadra di Quidditch, (e in questo caso poor Ranmaru) mentre in serpe può allearsi con Kurosawa per sparlare costantemente di Shindou.
Mi scuso per eventuali errori di battitura o simili.
E ora…preferite aggiornamenti più corti ma, si spera, più veloci o continuo così (sempre sperando di aumentare la velocità)?
Inoltre serviranno anche i personaggi delle fiabe per gli Inazumiani ma vi farò una domanda io singolarmente facendovi anche una lista dei personaggi occupati, voi in caso pensateci.
Spero che vi sia piaciuto!
Ciao, a presto!
Aiko

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Capitolo 5
*** La foresta ***


La foresta

 
 
Il mondo girava vorticosamente.
Le orecchie fischiavano.
L’impatto con qualcosa di duro tolse il fiato a Tsurugi Kotone che si ritrovò a boccheggiare in cerca d’aria.
Intorno a lei poteva sentire gemiti e colpi di tosse dei suoi amici ma, confusa e spaventata, non osava aprire gli occhi mentre i raggi del sole le carezzavano il viso e l’odore di sottobosco l’avvolgeva.
I raggi del sole? L’odore del sottobosco? Ma era sera inoltrata e si trovavano nel castello…
«Kotone-chan? Kotone-chan!»
La voce di Sorano Aoi sovrastò il fischio alle orecchie e qualcuno, probabilmente la stessa ragazza, la scosse.
Kotone aprì un’occhiò incrociando lo sguardo preoccupato di Aoi che, vedendola sveglia, lanciò un sospiro di sollievo e la prese per mano aiutandola a sedersi.
La tassorosso a quel contatto arrossì ma Aoi, intenta a sorriderle, non se ne accorse e non la mollò.
«State bene?»
Tsurugi Kyōsuke arrivò al loro fianco e Kotone, accorgendosi della preoccupazione del fratello gemello, gli sorrise cercando di sembrare rassicurante mentre Kageyama Hikaru e Matsukaze Tenma si univano piano al gruppo per assicurarsi che le amiche stessero bene.
Poco distante, Kurosawa Ryuunosuke si sedette massaggiandosi il capo e, accanto a lui, Amemiya Taiyou aprì un occhio stendendosi supino mentre si lamentava per la botta.
Un cielo azzurro privo di nuvole filtrava tra i radi rami sopra di loro.
«Ma che…»
Amemiya si sedette di scatto e, ignorando il giramento di testa per quel movimento improvviso, si guardò intorno: il resto del gruppo si trovava sparpagliato in una piccola radura inondata dal sole.
«Che razza di scherzo è questo...»
«Vorrei saperlo anch’io, Tai…Akane-chan!»
Kurosawa scattò in piedi e, lasciando il discorso a metà, si affrettò a raggiungere la ragazza che, poco più in là, stava ancora a terra confusa.
«Akane-chan! Stai bene? Ecco, lascia che ti aiuti».
Il serpeverde porse una mano all’altra che seppur titubante la accettò mentre arrossiva appena.
«Solo un po' scossa…grazie. Hai visto la mia macchina fotografica? Ce l’avevo in mano fino a poco fa».
Amemiya Taiyou, dal suo punto d’osservazione, sospirò appena scuotendo il capo prima di guardarsi intorno alla ricerca di Sugawara Ayumi e, trovandola inginocchiata sotto ad un albero al limitare del bosco, la raggiunse con una piccola corsetta.
«Suga-chan? Tutto bene?»
La ragazza sobbalzò, lo guardò e annuì mettendosi in piedi e il grifondoro non poté far a meno di notare il vestito azzurro che indossava al posto della divisa scolastica.
«Cambio rapido?»
Domandò e quasi scoppiò a ridere alla vista dell’espressione sbigottita dell’amica quando questa si accorse del cambio d’abito e cominciò a ruotare su sé stessa cercando di capire cosa stesse indossando.
«Che cosa sta succedendo? Dove siamo?»
I due sobbalzarono alla voce di Shindou Takuto mentre questo li raggiungeva insieme alla sorella e ai Kirino.
Shindou Akiko, pallida in volto, teneva con una mano il fratello e con l’altra Kirino Ayame che, nonostante fosse confusa, cercava di non darlo a vedere.
Ayumi scosse il capo guardandosi poi intorno.
«Di sicuro non ad Hogwarts».
Kenma Aina e Akaashi Haruka si unirono al gruppo mentre tutti gli altri si affrettavano a raggiungerli.
«Come fai a dirlo Kenma-chan?»
Domandò Fujii Yuka guardando gli alti alberi che circondavano la radura.
«Magari siamo nella Foresta Proibita».
Azzardò Kirino Ayame ma Akaashi Haruka scosse piano il capo prima di rispondere.
«Non sono gli alberi della Foresta…»
Kariya Masaki e Ibuki Munemasa furono gli ultimi a raggiungere il gruppo, ormai riunito, e l’ultimo sbuffò.
«E allora dove siamo? Se non sbaglio non ci si può smaterializzare ad Hogwarts».
Shindou Takuto annuì e fece per aprire bocca ma Kurosawa Ryuunosuke lo interruppe senza, però, rendersene conto.
Solo Amemiya se ne accorse e, se non fosse stato troppo preoccupato dalla situazione, si sarebbe annotato mentalmente di dirglielo in un secondo momento.
«E perché abbiamo indosso dei vestiti che sembrano usciti dal guardaroba della mia tris-tris-nonna?»
A quella domanda tutti si guardarono gli abiti lasciandosi scappare un’esclamazione sorpresa alla vista di quello che indossavano e che, fino a quel momento, era rimasto perlopiù ignorato dalla maggioranza.
«Dubito che tua nonna girasse con un kimono…»
Sbottò Kirino Ayame guardandosi il vestito rosso in stile orientale.
«Non sembra un kimono. Più un abito tradizionale cinese…»
Sussurrò Shindou Akiko, venendo però sentita da tutti, mentre stringeva con una mano un lato della lunga gonna del suo abito rosato che sembrava uscito dal medioevo.
«Certo, principessa…mettiamoci anche a disquisire sulla moda…Problemi Shindou-kun?»
Domandò con arroganza Ibuki quando, dopo aver distolto lo sguardo dalla bionda, si accorse dell’occhiata infastidita del maggiore degli Shindou che fece per ribattere venendo però nuovamente anticipato da Kurosawa.
«Shindou penso che ci siano problemi più grandi dell’orgoglio forse ferito di tua sorella…»
«Ha ragione Kurosawa-san, Shindou-san».
Sentendo Akane dargli ragione, Kurosawa Ryuunosuke sorrise soddisfatto mentre, al suo fianco, Sugawara Ayumi invocò silenziosamente al miracolo e Amemiya Taiyou cercò di nascondere una risata con un colpo di tosse.
«Quello che è certo è che sono vestiti strani ma, quanto meno, sembrano comodi».
«Parla per te, Fujii-san…almeno tu indossi dei pantaloni e non un vestito…»
Alle parole di Kenma Aina, con addosso un lungo abito giallo dall’aria leggermente più moderna rispetto a quello di Akiko, Akaashi Haruka annuì sistemandosi meglio la mantella grigia sulle spalle prima di passare una mano sulle pieghe della corta gonna nera con alcune toppe.
La grifondoro, grattandosi la nuca, ridacchiò imbarazzata dentro al suo completo marroncino.
«Va bene…ora possiamo saltare la discussione sui vestiti e occuparci di qualcosa di più serio? Tipo il fatto che siamo nel nulla?»
Un tuono seguì le parole di Tsurugi Kyōsuke e tutti alzarono il capo verso il cielo scoprendo che si era improvvisamente rannuvolato.
«Fantastico…ci manca solo la pioggia».
Sbuffò Kariya incrociando le mani al petto e Kirino Ranmaru si guardò intorno.
«Dobbiamo trovare un riparo».
Un altro tuono e, subito dopo, un rumore strano come un basso ringhio ruppero il silenzio venutosi a creare dopo le parole di Kageyama Hikaru.
Shindou Akiko e Tsurugi Kotone sbiancarono nascondendosi dietro ai rispettivi fratelli.
«A…avete sentito anche voi?»
Tutti annuirono alla domanda di Kirino Ayame che, insieme a molti altri, tirò fuori la bacchetta puntandola indicativamente verso la fonte del suono mentre Kenma Aina aggrottava le sopracciglia.
«Non mi piace…»
Un fruscio dietro di loro fece sobbalzare il gruppo e tutti si voltarono di scatto: ad attenderli vi era solo il bosco buio.
«E…eddai…è solo il vento».
Persino la voce di Kariya Masaki era incerta.
Un ulteriore fruscio, un ringhio.
«Dobbiamo andarcene…»
«Ma come…siete appena arrivati!»
Un grosso, anzi enorme, lupo dal pelo rossiccio spuntò davanti a loro e Kotone, Akiko, Aoi ed Hikaru lanciarono un urlo indietreggiando mentre i restanti alzavano le bacchette con mano, chi più chi meno, tremante.
«Via, via…non fate così».
Una risata alle loro spalle li fece sussultare e subito Kageyama Hikaru lanciò un urletto sorpreso.
Le tre ragazze che erano indietreggiate si fiondarono spaventate in avanti: uno strambo giovane dai disordinati capelli grigi e bianchi li fissava sardonico con in una mano la bacchetta e l’altra appoggiata sulla spalla di Kageyama.
«Vogliamo solo parlare…state tranquilli».
Il sorriso dello sconosciuto però era tutto fuorché rassicurante e il gruppo, dopo un attimo d’esitazione, prese una decisione.
Diversi incantesimi volarono sia verso il lupo che verso il ragazzo ma nessuno dei presenti si prese la briga di controllare che fossero andati a segno.
«Andiamocene, ora!»
 
 
 
 
 
Angolo autrice
Eccomi, ciao!
Ammetto che è un capitolo moolto corto! Solo che volevo finirlo più o meno così per dare un po' d’ansia (come se non ci fosse già ansia per i tempi d’aggiornamento immensi).
Ma magari così sono anche “costretta” ad aggiornare con una certa velocità xD
La verità è che, prima di aggiornare qui, volevo passare da Code Arcadia e avevo già scritto mezzo capitolo su un quaderno quando, giunto il momento di trascrivere, ho scoperto che a febbraio avevo iniziato il nuovo capitolo di Arcadia quindi mi trovo con due inizi totalmente diversi e devo decidere quale tenere così, infastidita da sta cosa, sono passata prima qui!
Ho accennato ai vestiti…non vi preoccupate, ci ritorneremo su!
Spero che vi sia piaciuto, anche se corto! Ah, sì…il ragazzo è comunque un Inazumiano…
Nel prossimo arriveranno anche più spiegazioni…forse!
Ciao!
Aiko
 

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Capitolo 6
*** Divisi ***


Divisi




«Andiamocene, ora!»
All’urlo di Fujii Yuka il gruppo, tanto unito nella decisione di fuggire, si divise sulla scelta della direzione da seguire.
Kageyama Hikaru, che era stato mollato dallo sconosciuto non appena erano stati lanciati gli incantesimi, inciampò in avanti verso il gruppo e subito Kariya Masaki lo aiutò a stabilizzarsi prima di circondargli il polso con una mano incitandolo a seguirlo.
Corsero a destra e subito, dietro di loro, sentirono le rapide falcate dell’enorme lupo.
«State giù! Diffindo
I due chinarono il capo proprio mentre gli incantesimi di Shindou Takuto ed Ibuki Munemasa sfrecciavano sopra di loro andando a colpire un grosso albero poco dietro che con un sonoro crack crollò bloccando il passaggio.
«Andiamo! Non lo tratterrà a lungo!»
Alle parole di Shindou Takuto, il lupo, dietro di loro, ululò e saltò l’ostacolo.
«Direi proprio per niente!»
Kirino Ayame spinse in avanti Shindou Akiko e, senza smettere di correre, lanciò un incantesimo esplosivo alle sue spalle prontamente imitata da Kenma Aina e Tsurugi Kyōsuke.
«E io che pensavo che i vostri incontri fossero noiosi!»
Kariya Masaki lanciò una Fattura pungente verso l’inseguitore.
«Beh, di solito non sono così! Impedimenta
Urlò Matsukaze Tenma e il suo incantesimo si unì a quello di Akaashi Haruka che gli correva accanto.
«E non poteva essere un incontro normale? È chiedere troppo!?»
Esclamò Kariya Masaki cercando mentalmente un altro incantesimo da lanciare contro il lupo che, nel frattempo, aveva perso leggermente terreno a causa delle continue magie lanciategli contro e del fitto bosco.
«Perché tutte a me!?»
«Almeno tu non corri in vestito, Kariya-kun!»
Gridò infastidita Kirino Ayame prima di fare un incantesimo per far accorciare di almeno qualche centimetro il vestito, subito imitata da Kenma Aina e Shindou Akiko.
«E…e se ci dividessimo?»
Domandò Kageyama Hikaru lanciando una veloce occhiata alle spalle.
«No! Ci siamo già separati dal resto del gruppo! Non possiamo permetterci di dividerci ancora di più!»
Kenma Aina saltò una radice sporgente rimpiangendo silenziosamente di non aver con sé la propria scopa.
«Quell’affare ci raggiungerà presto!»
Neppure Matsukaze Tenma pareva tranquillo.
«Dobbiamo pensare a qualcosa!»
«E a cosa? Illuminaci, Shindou!»
«Magari puoi pensarci anche tu, Ibuki!»
«Ragazzi non litigate proprio ora! Se lo fate vi affratturo entrambi!»
Esclamò infastidita Kirino Ayame e Shindou Akiko annuì lanciando un veloce incantesimo dietro di sé che fece spuntare da terra le radici degli alberi.
«Qualunque cosa sia dobbiamo pensarla in fretta! Non possiamo continuare a correre all’infinito!»
Urlò Kenma Aina evitando per poco un ramo poi Akaashi Haruka le afferrò una mano, le lanciò un’occhiata trovandola concentrata.
«Ho un’idea».
 
***
 
Nel frattempo, l’altro gruppo procedeva a zig zag nella foresta evitando gli incantesimi dello sconosciuto e dei suoi alleati, comparsi dal nulla, mentre ribattevano con i propri.
«Non dovevamo separarci!»
Esclamò Kirino Ranmaru, chinando il capo per evitare un lampo rosso, chiedendosi silenziosamente cosa sarebbe successo a sua sorella e al suo migliore amico scomparsi in direzione opposta: l’unica cosa che lo rincuorava era che erano insieme e, sperava, che lo sarebbero rimasti nonostante tutto.
«Non che fosse prevedibile!»
Urlò di rimando Kurosawa Ryuunosuke deviando un incantesimo che puntava verso Yamada Akane; la ragazza accennò ad un sorriso e lanciò una fattura senza smettere di correre.
«Dobbiamo seminarli! Petrificus
«Bombarda
Gli incantesimi di Sorano Aoi e Tsurugi Kotone colpirono gli inseguitori: qualcuno alle loro spalle imprecò.
Fujii Yuka esultò quando l’albero che aveva colpito cadde bloccando il percorso dietro di loro.
«Forza voi due!»
Esclamò Kirino Ranmaru, che guidava il gruppo insieme alla grifondoro, lanciando un’occhiata veloce a quelli che chiudevano la fila.
«Stiamo correndo da troppo tempo, non possiamo continuare così!»
Urlò di rimando Amemiya Taiyou.
In verità il ragazzo avrebbe potuto facilmente raggiungere l’inizio del gruppo ma non lo faceva per aiutare Sugawara Ayumi che negli ultimi minuti aveva cominciato a perdere terreno ansimando per lo sforzo fatto.
«Forza, Sugar-chan. Li stiamo per seminare, ultimo sforzo».
Kurosawa Ryuunosuke rallentò appena per affiancarsi agli amici e, prima di buttare giù un altro albero, sorrise incoraggiante alla compagna di casa che annuì poco convinta.
«Ehi, voi! Da questa parte!»
Il gruppo sussultò quando, qualche metro davanti a loro, un ragazzo dai capelli blu e le scarpe di un vivace color rosso saltò giù da un albero e, facendo loro cenno di seguirlo, corse via.
Gli amici si lanciarono un’occhiata confusa incerti sul da farsi e lo sconosciuto si girò a guardarli.
«Forza, seguitemi! Non vi farò del male!»
«Peggio di così non può andare…»
Sbottò Kirino Ranmaru prima di seguirlo subito imitato dagli altri.
Corsero tra gli alberi sempre più fitti, saltando radici, evitando rami fino a quando non sentirono più le urla alle loro spalle.
Il ragazzo che li guidava cominciò a rallentare fino a fermarsi davanti ad un grosso albero il cui fusto era ricoperto di muschio.
«Venite…»
Fece un passo indietro, toccando il tronco, e sparì.
Il gruppo si fermò incerto.
«Dai, muovetevi…potrebbero arrivare…»
La testa del ragazzo spuntò dal fusto, facendo fare un salto all’indietro a Kotone, prima di scomparire di nuovo.
Seppur incerto, il gruppo entrò ritrovandosi all’interno di un grande spazio circolare le cui pareti erano di legno.
«Benvenuti, mettetevi pure comodi».
Affermò lo sconosciuto con un lieve sorriso prima avviarsi a chiudere quella che pareva una porta bloccando il passaggio che avevano appena usato.
Sugawara Ayumi crollò in ginocchio a terra con una mano al petto respirando a singhiozzi.
Subito Amemiya le fu davanti e presale la mano con le proprie la portò sul proprio cuore.
«Calma, Suga-chan, calma…respira, ecco…»
Kurosawa Ryuunosuke li raggiunse e, chinandosi al fianco dell’amica, cominciò a carezzarle con cerchi concentrici la schiena mentre Amemiya continuava a parlarle tranquillamente.
Il resto del gruppo fissava la scena in silenzio.
«Che c’è? Se fate così non aiutate…»
Sbottò Kurosawa e subito tutti distolsero l’attenzione concentrando l’attenzione sullo sconosciuto che, ancora rivolto verso l’ingresso, borbottava sottovoce con la bacchetta in mano.
«Ecco, ora siamo al sicuro. Non ci troveranno tanto facilmente».
Annunciò qualche minuto dopo il ragazzo girandosi con un sorrisetto che nessuno ricambiò.
Yuka lo scrutò da capo a piedi incrociando le braccia al petto.
«Chi sei tu?»
«Ichihoshi Mitsuru, anche se i più qui mi conoscono come il Bian Coniglio».
Ichihoshi si diresse verso una dispensa, ignaro delle espressioni confuse del gruppo.
«Il Bianco che?»
«Il Bian Coniglio…è un personaggio di una storia babbana».
Spiegò Sorano Aoi rispondendo alla domanda di Kirino Ranmaru.
Ichihoshi, presa una boccetta, annuì e si diresse verso il trio inginocchiato per terra.
«Ecco tieni, ti farà stare meglio».
Il ragazzo si chinò accanto a Amemiya e passò la boccetta a Sugawara che, nonostante tutto, riuscì a lanciargli un’occhiata sospettosa.
«Oh, andiamo…scommetto che sei in Serpeverde…così diffidente, ma se avessi voluto morti vi avrei lasciati lì, no?»
«M…morti!?»
Squittì Kotone mentre Ayumi, dopo un attimo d’esitazione, annuiva a fatica.
Il ragazzo sorrise leggermente e, una volta aperta, le fece annusare il contenuto.
«Ok, forse non morti ma di sicuro non sani e salvi».
«Allora dobbiamo andare! Ci siamo separati da dei nostri amici!»
Ichihoshi scosse piano il capo alle parole di Sorano Aoi.
«Ora come ora rischiereste solo di farvi prendere».
«Fantastico…allora restiamo qui e aspettiamo che i nostri amici vengano catturati».
Esclamò ironico Kurosawa Ryuunosuke lanciando un’occhiataccia al loro salvatore.
«Io non…»
«Hai detto questo, non negarlo! Forse a te non frega dei nostri amici ma a noi no».
Ichihoshi, al tono sempre più alto dell’altro, si ritrasse alzando le mani arrendendosi.
«Kurosawa-san, calmati per favore».
Al tono dolce di Yamada Akane, il serpeverde si calmò non dopo, però, aver lanciato un’ultima occhiataccia al ragazzo che deglutì nervoso.
«Bene…quindi…dove siamo?»
Domandò Sugawara Ayumi annuendo con un sorriso quando Tsurugi Kotone le chiese se stesse meglio.
«Ottima domanda…cos’è questo posto?»
Aggiunse Kirino Ranmaru che, nel frattempo, aveva fatto il giro della stanza circolare.
«Questo è uno dei miei rifugi, un buon incantesimo d’espansione e uno di disillusione e il gioco è fatto…»
«Uno dei rifugi?»
Domandò Yuka sedendosi a terra con le gambe incrociate.
«Esatto, ne ho un po' dovunque…quelli continuano a cercarmi».
«Perché non sei un brigante, vero?»
Sorano Aoi parve spaventata all’idea e, senza pensarci, afferrò la mano di Kotone che boccheggiò arrossendo a quel contatto inaspettato.
«Assolutamente no. Sono…ero uno studente di Hogwarts come voi solo che sono qui da più tempo e quelli mi danno la caccia perché non…sono d’accordo con loro? È difficile da spiegare così ma vi assicuro che non sono un malintenzionato».
«Bene, signor non sono un malintenzionato, spiegaci cos’è questo qui e perché siamo…qui…stavamo leggendo tranquillamente un libro e poi puff…ci siamo ritrovati in questo luogo sconosciuto».
Alle parole di Yuka il ragazzo annuì e fece per parlare ma ci ripensò.
«Aspettate…almeno posso sapere come vi chiamate? Poi vi spiegherò tutto…»
«Sia mai che ci spieghi qualcosa senza sapere i nostri nomi, eh…le priorità…»
Sbuffò Kurosawa Ryuunosuke ma si presentò lo stesso seppur visibilmente contrariato.
«Comunque che carino…tieni a Shindou-san».
Gli sussurrò Amemiya Taiyou nell’orecchio, mentre gli altri si presentavano, guadagnandosi così uno sguardo truce da parte dell’amico mentre Sugawara Ayumi sorrideva divertita.
«Bene, grazie. Ora, per rispondere alla domanda di Yuka-san, siamo in una sorta di mondo parallelo? Se devo dire non l’ho capito bene neanche io ma so che il libro è la sola chiave per accedervi e che è molto difficile uscirvi, soprattutto se il libro è chiuso. Non è chiuso il libro, vero?»
Il gruppetto batté le palpebre confuso poi tutti si voltarono a guardare Ayumi che si limitò a far spallucce: lei lo aveva aperto ma non sapeva cosa era successo dopo, l’unica loro speranza era che, essendo nella Stanza delle Necessità, nessuno lo trovasse tanto in fretta da, eventualmente, chiuderlo.
«Capito. Comunque…questo posto…è abitato dai personaggi delle storie babbane, anche qui non ho ben capito perché…»
«Utile…»
Sbuffò Kurosawa Ryuunosuke guadagnandosi una piccola gomitata sul fianco da Sugawara Ayumi.
«Scusate, come vi ho detto sono uno studente capitato qui proprio come voi. Vi posso dire quel che ho capito. Fatto sta che arrivando qui quasi andiamo a sostituire, interpretare, dei personaggi delle storie babbane».
«Studente? Sembri avere la nostra età ma non ti abbiamo mai visto…Da quanto sei qui?»
«Vedi, Amemiya-san, qui il tempo scorre in maniera diversa. Non so quanto tempo sia passato nel nostro mondo…comunque non è importante».
«Se lo dici tu…dopo ci ritorniamo ma prima…quelli che ci inseguono sono tanto cattivi?»
«Più o meno, Kirino-san. La verità è che sono studenti del mio tempo attratti dalla promessa di…»
Ichihoshi si interruppe mordendosi il labbro inferiore.
 
***
 
Kirino Ayame correva nella nebbia stando attenta a non perdere di vista la luce rossa che le indicava la strada da seguire.
Accanto a lei i fratelli Shindou si guardavano nervosamente alle spalle cercando di sentire i rumori della bestia che li stava inseguendo.
«L’abbiamo seminata?»
«Per ora sembrerebbe di sì, Matsukaze-kun».
Disse Kenma Aina che apriva la fila tenendo la bacchetta bene alzata per segnalare agli altri la sua posizione mentre, accanto a lei, Akaashi Haruka utilizzava la magia per spazzare via temporaneamente la nebbia che aveva creato lei stessa poco prima e che, in quel momento, mantenevano Ibuki Munemasa, Shindou Takuto, Tsurugi Kyousuke e Kageyama Hikaru, equamente sparsi ai lati del gruppo per aumentare il più possibile il muro grigio che rendeva più difficoltosa la loro individuazione.
«Speriamo…possiamo rallentare un attimo?»
Domandò Akiko boccheggiando: lei, come gli altri non occupati a guidare il gruppo o a creare la nebbia, continuavano a lanciare incantesimi che potessero mascherare il loro odore in modo da confondere la bestia ma, la ragazza, cominciava ad essere stanca per la combinazione di sforzo fisico e magico.
Kenma e Akaashi si lanciarono un’occhiata prima di guardarsi alle spalle cercando di cogliere eventuali rumori; Akaashi annuì.
«Solo un pochino».
Il gruppo rallentò appena e Kageyama Hikaru ne approfittò per andare in fondo alla fila a ringraziare dell’aiuto Kariya Masaki che si limitò a sbuffare facendo spallucce prima di tirare una fattura mucovolante contro ad un albero vicino e, successivamente, ad uno molto più lontano alla sua destra.
«Dico sul serio, se non mi avessi afferrato e trascinato via sarei rimasto immobile…non stavo capendo più niente».
Kariya borbottò qualcosa e Kageyama gli lanciò un’occhiata confusa non avendo capito.
«Cosa?»
«Niente…»
«Dai lo so che hai detto qualcosa».
«Non ha importanza».
Kageyama Hikaru sospirò e lo guardò ancora intenzionato a capire cosa avesse detto l’altro.
«Perché fai così? Intendo dire io…oh!»
Il ragazzo, troppo concentrato sull’amico, inciampò su una radice e finì per terra.
Kariya Masaki avanzò di qualche metro prima di venir chiamato dall’altro e, sbuffando, si fermò voltandosi a guardarlo.
«Vuoi anche dei pasticcini e un thè? Quale cosa del c’è un lupo gigante che ci insegue non ti è chiara?»
«Non l’ho fatto a posta, sono inciampato…»
Kageyama si rialzò afferrando la bacchetta sfuggitagli di mano nella caduta.
«Possiamo andare? Prima di perdere gli altri…»
Kariya Masaki si girò riprendendo a correre ma, neanche tre passi dopo si fermò, la nebbia fitta li circondava e non c’era nessuna luce rossa ad indicare loro dove si trovavano gli altri.
Il serpeverde si lasciò sfuggire un’imprecazione mentre Kageyama Hikaru si fermava al suo fianco guardando davanti a sé con gli occhi sgranati-
«Dove sono gli altri?»
«Non lo so…»
«Che facciamo?»
Kariya Masaki si lanciò una veloce occhiata alle spalle: di certo non potevano stare lì o prima o poi il loro inseguitore li avrebbe trovati.
«Proseguiamo dritti, se siamo veloci li possiamo raggiungere».
Kageyama Hikaru annuì e i due partirono fianco a fianco cercando l’altro gruppo che, nel frattempo, procedeva ignaro della scomparsa dei due ragazzi.
«Dobbiamo trovare un nascondiglio per riposarci».
Disse Ibuki Munemasa dopo aver lanciato un’occhiata a Shindou Akiko che cominciava a rallentare.
«Già, secondo me, con tutti questi cambi di direzione, lo abbiamo seminato».
Affermò Kirino Ayame dandosi una veloce occhiata alle spalle.
«Fermi!»
Per poco, al comando di Akaashi Haruka, la ragazza non travolse Shindou Takuto.
Il gruppo si fermò avanzando poi piano piano fino a raggiungere Akaashi e Kenma che guardavano davanti a loro.
La strada si interrompeva bruscamente in un burrone e molti metri più in sotto si poteva intravedere, nell’ormai crepuscolo, un torrente.
«Miseria…che facciamo?»
Domandò Matsukaze Tenma sporgendosi appena per guardare in basso.
«Credo che l’unica cosa che possiamo fare sia seguirne il corso e sperare di trovare un modo per oltrepassarlo».
Rispose Kenma Aina guardandosi intorno.
Kirino Ayame annuì e guardò i presenti, sbiancò.
«C’è un problema…dove sono Kariya e Kageyama-kun?»
A quelle parole tutti si guardarono prima di lanciare un’occhiata alle loro spalle nella speranza di vederli arrivare.
Non successe nulla.
Ibuki e Tsurugi si lasciarono scappare un’imprecazione mentre Shindou Akiko, con gli occhi verdi sgranati, si portava le mani alle labbra.
«Li…li hanno catturati?»
«Non credo…li avremmo sentiti, no?»
La risposta per Kirino Ayame di Kenma Aina diventò a sua volta una domanda.
«L’ultima volta che li ho visti erano insieme e stavano parlottando sottovoce…»
«Allora speriamo che siano rimasti insieme, Shindou…»
Disse Ibuki Munemasa cercando d’ignorare come Shindou Akiko tremasse accanto a lui.
«Dobbiamo cercarli».
Alle parole di Matsukaze Tenma, Akaashi Haruka scosse affranta il capo.
«Rischiamo di venir catturati noi però».
Sbottò Tsurugi Kyosuke dando voce ai pensieri della corvonero che abbassò lo sguardo mordicchiandosi l’interno guancia.
«Allora cos…»
Dei crack interruppero Kenma Aina e nessuno parlò più, guardandosi nervosamente intorno: tutti avevano fatto il corso di Materializzazione e Smaterializzazione e quei rumore parevano proprio qualcuno, anzi più persone, che si materializzavano.
Una scintilla rossa attirò l’attenzione di Shindou Takuto che fece appena in tempo a deviare un incantesimo che venne, però, seguito da molti altri.
Il gruppo cominciò a deviare le magie lanciate loro contro senza però capire chi li stava attaccando né dove fosse, anzi…fossero perché era chiaro che erano più di uno.
«Dobbiamo andarcene, sono troppi!»
Le parole di Matsukaze Tenma furono seguite da un rombo e subito il terreno sotto i suoi piedi venne a mancare.
Il gruppo urlando precipitò verso il torrente.
 
***
 
«Dalla promessa di?»
Domandò, con voce a mala pena udibile, Tsurugi Kotone, sempre più preoccupata per il fratello e gli amici dispersi.
Ichihoshi Mitsuru esitò guardando i ragazzi che, intorno a lui, ricambiarono lo sguardo con aria d’attesa.
Sospirò.
«Lei…ecco…di Morgana…»
 
 
 
Bloopers:
Ricordando che Akaashi Haruka è nel gruppo inseguito dal lupo e non nel gruppo che viene salvato da Ichihoshi Mitsuru.
 
«Il Bian Coniglio…è un personaggio di una storia babbana».
Spiegò Akaashi Haruka rispondendo alla domanda di Kirino Ranmaru.
[…]
«…» Risposta di Akaashi Haruka in risposta ad una frase di Ichihoshi Mitsuru che non metto per non “spoilerare” la sua battuta (che se mi ricordo la inserirò nei prossimi capitoli)
= Akaashi Haruka ha il dono di smaterializzarsi da un gruppo all’altro

 
 
 
Angolo dell’autrice
Hello! I’m here…again!
Che dire? Ormai è il terzo aggiornamento in una settimana e ho esaurito le cose da dire XD
Oltre che…finalmente Shindou è fuori dai piedi e il nostro Ryuu potrà conquistare la sua bella in pace (di fatti è felicissimo di sta cosa ma non può darlo troppo a vedere sapete…causa pericoli).
E niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Lascio le immagini del ragazzo dello scorso capitolo e di Ichihoshi così vi potete fare un’idea (ricordo che sono comunque personaggi di IE, solo della nuova serie...e se c'è qualche fan della nuova serie...no non sono matta, spiegherò tutto più in là quindi nel frattempo relax su storie/nomi/ecc...)!
Spero di riuscire ad aggiornare anche al mare o, almeno, di scrivere tanto in modo da pubblicare con ritmi decenti quando tornerò.
Ciao!
Aiko

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Capitolo 7
*** NON LO SO ***


Io non ho idea di cosa stia facendo, sappiatelo!

Cavoleggiando post cena ho trovato le fic e mi è salita su una nostalgia assurda. Ho un sacco voglia di continuarla o di scrivere su qualcosa sui di loro perché sono una disgraziata. Non so neanche che senso abbia sto capitolo. Forse per vedere se c'è ancora qualcuna delle vecchie autrici sul fandom? Probabilmente sì...va beh, vado a piangere nell'angolino per i bei tempi su IE. Se ci siete ancora battete un colpo xD

Buone feste!

Aiko 

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