Il viaggio infinito

di KurryKaira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La storia più grande che c'è ***
Capitolo 2: *** Pazzo matto folle Cupido ***
Capitolo 3: *** Principi e principesse ***
Capitolo 4: *** Sotto un arco nuziale ***
Capitolo 5: *** Sfida tra intenditori ***
Capitolo 6: *** Solo per parlare ***
Capitolo 7: *** Come poche persone al mondo sanno amare ***
Capitolo 8: *** Semplicemente ognuno per la sua strada ***



Capitolo 1
*** La storia più grande che c'è ***



" Un sogno che si avvera. A casa."
La coppa dorata della Lega di Kanto scintillava alla luce dei lampioni del grande stadio gremito di gente.
Il sole era ormai calato ma il pubblico applaudiva il meritato successo del giovane ragazzo di Biancavilla.
" D'altronde è qui che tutto è cominciato!" Sorrise di gusto resosi finalmente conto di quello che accadeva, strinse quella coppa tra le mani e la sollevò come a mostrarla al pubblico esultando insieme a loro. Nel pubblico, più orgogliosa di tutti, trattenendo a stento le lacrime c'era la madre, Hanako, il primo battito di mani che aveva cominciato l'applauso e l'ultimo a risuonare in quello stadio.

- Beh, è stato bravo devo ammetterlo- disse con un sorrisetto l'amico d'infanzia seduto accanto alla donna:- Vero nonno?-
- Non avevo dubbi. Ogni anno che passa dimostra che in lui c'è un vero campione!- Annuì al nipote commuovendo del tutto la donna.
- Dovrò scrivere una poesia su Pikachu che l'ha portato alla vittoria!- Nemmeno il tempo di dirlo che Kenji, seduto alla sua sinistra passò lui carta e inchiostro quasi meccanicamente ma con soddisfazione.
Shigeru ridacchiando imbarazzato invece dava qualche pacca alla mamma del campione:- Su su, adesso si calmi, sicuro quel goloso di Satoshi si aspetta una mamma in forze per una cena piena di prelibatezze!-
- E' vero!- Sorrise la donna ricambiando le pacche:- Sei proprio un caro ragazzo Shigeru, sei maturato tanto!-
- Oh, sicuramente più di quel fannullone di suo figlio!- Si alzò piano lo scienziato che prendeva le orme del nonno, insieme a tutti gli altri, lo stadio andava svuotato.
- Sicuramente!- Confermò la donna tra le risate e il pianto, poi aggiunse ai tre che erano con lei:- Vi fermate a cena vero? Satoshi ne sarebbe felicissimo!-
Kenji:- Certo, ma si deve far aiutare con cena e preparativi!- Soddisfatto conservò la poesia del professore nello zainetto mentre quest'ultimo la ripeteva con orgoglio ai presenti pronta a rivelarla a Pikachu e Satoshi durante la cena.

" Come si vedono bene le stelle. Come nella maggior parte delle notti che ci hanno accompagnato in questo viaggio, vero Pikachu?" Guardò quel compagno inseparabile che come lui, poggiato sulla sua spalla guardava quel cielo e sembrava provare gli stessi esatti sentimenti.
Non era certo una novità che Satoshi e Pikachu fossero ormai da tanto tempo una cosa sola.
- Quanti compagni di viaggio abbiamo avuto, vero?- Gli rivolse la parola guardando ancora quel cielo, come se volesse scorgerci Ho-oh ancora una volta:- Tra amici e pokémon, non dimenticherò mai nulla di questo viaggio infinito. Porterò con me ogni mano, ogni sguardo, ogni risata ma anche ogni critica, ogni sconfitta, tutto quello che mi ha portato qui, di ritorno a casa, con in tasca il mio sogno- aveva occhi lucidi e un sorriso malinconico stampato in viso, attorno a lui ancora qualcuno che lasciava lo stadio e vociferava indicandolo, nessuno però lo fermava tanto era immerso nei ricordi.
- Ma tutto questo soprattutto lo devo a te Pikachu, siamo la storia più grande che c'è.-
- Pika... chuu!- Emise in un filo di voce commosso.

- Ehi, un autografo?- Sentì con sarcasmo e si voltò, sorrise scontroso vedendo Shigeru accompagnato dagli altri avvicinarsi.
Il ragazzo viziato poggiò la mano sulla spalla del rivale di sempre:- Intendevo se tu volessi il mio di autografo, chiaro no?- Quasi diede lui una capocciata e il campione stette al gioco:- Quanta confidenza, per avvicinarti a me devi chiedere al mio manager!-
Shigeru:- Che sarebbe? Pikachu?-
Pikachu ridacchiò scontroso quasi pronto a combattere di nuovo.
Satoshi non seppe più mantenere il gioco, che sciocco, e spalancando gli occhi cercò qualcuno, si lanciò su Kenji:- Ehm no, lui! Lui è il mio manager!-
Kenji:- Ho già tanto da fare, lascia stare Satoshi!- Rise ignorando i loro giochetti:- Piuttosto sono felice di rivederti e di rivederti così!- Alluse alla coppa, Satoshi sorrise sincero e l'ex compagno di viaggio, più maturo, gli disse:- Ora va' da tua madre!- Spingendolo appena verso la donna che a malapena riusciva a parlare, se ne stava con le braccia incrociate e un sorriso tremante in viso in attesa del figlio.
Satoshi le sorrise in un lieve imbarazzo, alzò appena la coppa e poi sollevò le spalle:- Ora puoi essere orgogliosa di me!-
La donna scoppiò:- Quanto sei sciocco- e spingendolo verso di sé lo abbracciò così forte da quasi soffocarlo.
Lo scienziato anziano prese entrambi sotto braccio spronandoli a camminare verso casa, addolcito da quella scena, Satoshi non era certo come il suo orgoglio Shigeru, ma si può dire che anche lui era un nipote, lo aveva praticamente cresciuto e sotto sotto pensava che quella coppa fosse anche un po' merito suo!
E sotto quelle stelle i cinque ragazzi si allontanarono schiamazzando felici accompagnati dai loro fidati pokémon pronti a tuffarsi nel calore di un'ottima cena che solo le mani di una mamma amorevole potevano cucinare!

- Che ingrati. Potevano invitarci- solo qualcuno rimase nei pressi di quello stadio ormai vuoto a osservare il campione allontanarsi.
Le luci si spensero e il vento cominciava a soffiare.
- In effetti. Fa anche freddo adesso. E pensare che siamo stati tutto il tempo a fare il tifo per quel moccioso!- Rispose il ragazzo alla compagna.
- Direi che è il caso di seguirlo fino a casa e prenderci quello che ci spetta!- Il gatto concluse. Si spogliarono delle vesti di venditori ambulanti per sognare felici:- Un pasto abbondante!- Disse lei coi suoi occhioni azzurri. - Un posto caldo!- Lui con altrettanti occhioni verdi. - E magari un letto soffice!- Concluse il gattone e di fretta seguirono il loro moccioso preferito!

Hanako non deludeva mai, la cena era squisita e piena di prelibatezze, ad aiutarla solo il giovane e paziente Kenji, i tre scansafatiche se ne stavano sul divano, a pancia piena e commentare l'intera Lega. In realtà Satoshi parlava per lo più di sé stesso e di quanto fosse stato un vero fenomeno, vittoria più che meritata! Se la cantava e suonava per lo più da solo, mentre Shigeru continuava a prenderlo in giro e Okido osannava poesie sull'intera squadra da Satoshi usata. L'euforia regnava sovrana. Il ragazzo durante la cena ricevette molte chiamate, da vecchi rivali e amici come Hiroshi, o Tierno insieme a Sana e Toroba, felici di complimentarsi con lui, Bel col solito entusiasmo travolgente, ma anche qualcuno che con un po' di invidia diceva di averlo seguito nella Lega come Shooty. Jun che nell'euforia gli criticò qualcosa minacciandolo di una multa. Lo chiamarono in tanti ma non ricevette mai la chiamata di Shinji, eppure era sicuro che da qualche parte, in giro per Sinnoh lo avesse seguito e magari in fondo era orgoglioso di lui. Almeno la metà di quanto lo fosse Shigeru che all'ennesima chiamata rispose al posto suo dicendo a tutti:- Fortuna, è stato solo fortunato!- Satoshi gli staccò il telefono dalle mani indispettito, ogni scusa era buona per prenderlo in giro:- Quando crescerai?!- - Tua madre dice che sono maturato. E' una donna saggia- quasi corteggiandola, Satoshi per la rabbia chiuse il telefono in faccia al tizio che lo aveva chiamato, chissà chi era? Magari proprio Shinji...

- Campione- quasi lo prendeva in giro Kasumi al telefono.
Satoshi:- Eri tu prima? La persona a cui ho chiuso il telefono in faccia?-
Kasumi:- Fossi stata io non t'avrei più chiamato nella vita.-
Satoshi sghignazzando:- Tentato di farlo allora! Eheh!-
Kasumi scontrosa:- Come se ti chiamassi spesso. Ho una vita io.-
Satoshi:- E perché io? Hai visto che campione??-
Kasumi:- Sì sì. Complimenti sinceri. E sai che sono rari da parte mia! Come stai festeggiando? Sono sicura che tua madre avrà preparato certe prelibatezze! Povera donna, scommetto che nessuno l'aiuta!-
Satoshi:- Ti sbagli!!- E con che orgoglio lo disse, quasi come se ad aiutarla fosse lui:- C'è Kenji che le dà una mano!-
Kasumi:- Ah, e ti vanti pure?- Nemmeno prese fiato:- Passamelo.-
Satoshi:- E' impegnato, lava i piatti.-
Kasumi alzando un filino la voce:- Muovi quelle gambine e vai a lavarli tu, campione!!- Ma giusto un filino. Satoshi sconfitto le passò Kenji, ma non andò comunque a lavare i piatti, Hanako lo fece al posto suo, santa donna.
Kenji con la cornetta:- Sì?-
Kasumi, improvvisamente quasi dolce:- Ciao, che fai in questo periodo?-
Kenji, che la conosceva bene:- Che ti serve?-
Kasumi:- Mi serve una mano in palestra. Lo sai che ti voglio bene!-
Kenji sconfitto:- Io un po' di meno- sospirò:- Chiederò al Professore che posso fare per avere un po' di tempo libero!-
Kasumi esultò:- Salutami il campione!- E chiuse la telefonata.

Hikari:- Cinque virtuale!- Sembrava la più felice di tutti quelli sentiti finora, Satoshi sorrise sincero ricambiando un cinque al vuoto.
Satoshi:- Beh, cosa faccio io sembra che tu lo sappia! Ma tu? Cosa fai di bello adesso?-
Hikari:- Sono di nuovo a Sinnoh, nulla di speciale. A breve si terrà una gara a Giardinfiorito penso di parteciparci!-
Satoshi:- Fantastico! Vinci anche tu allora, mi raccomando!-
Hikari sorrise sincera ma aveva lo sguardo un po' perso:- Certo!... Credo che parteciperà anche lui, sai...- ma Satoshi la interruppe:- Ora devo andare scusa, Shigeru si sta mangiando anche la mia macedonia di bacche, maledetto. Ci sentiamo eh- e quasi chiuse il telefono in faccia anche a lei, "stupido bambino egoista" pensò con affetto la ragazzina di Duefoglie.

- Il solito bambino, guarda come ti sei sporcato!- La svampita di Unima lo guardava dal videotelefono mentre si sbavava tutto di quelle bacche.
- Un piacere sentirti Iris- con sarcasmo e bocca piena.
- Ci sono anche io!- Si aggiunse Dent e Satoshi lo salutò con molto più entusiasmo.
Satoshi:- Hai visto che battaglia epica??-
Iris:- Poco modesto- ridacchiò.
Dent:- Le nostre più sincere congratulazioni. Meritavi più di tutti questa volta!-
Iris:- Solo questa volta però eh!- Rise di gusto e Satoshi si lasciò prendere in giro:- Dite quello che volete ma questa è mia!- Mostrò la coppa alla telecamera salutando i due ex compagni.

- E da Petalipoli è tutto!!- Esultò anche lei in videochiamata mostrando orgogliosa un poster di congratulazioni.
Satoshi:- Uaoh! Chi l'ha fatto??-
Masato:- Innanzitutto tutti i pokémon che hai avuto modo di conoscere! Poi io, mia sorella...-
Haruka felice:- E pensa un po', anche Shuu, Hari e Saori!-
Satoshi:- Grazie di cuore!!- Disse entusiasta:- Beh, dovremmo incontrarci così me lo date di persona no?-
Haruka sorrise:- Certo! Ci conto! Ci contiamo tutti!- Guardò il fratello:- Soprattutto qualcuno...-
Masato, alto quasi quanto la sorella ormai:- Non so ancora la data precisa, ma a breve dovrò recarmi ad Albanova dal Professor Odamaki per...-
- Il tuo primo pokémon!!- Intuì il ragazzo di Biancavilla con entusiasmo, finalmente un discorso davvero interessante!
Haruka non aveva lo stesso entusiasmo, era un po' in apprensione, ma sapeva bene quello che il fratello voleva:- Sai già chi sceglierà vero?- Chiese a Satoshi con braccia conserte e sguardo sconfitto.
- Treecko!- Rise di gusto Satoshi e Masato imbarazzato sorrise quasi commosso, lo guardò:- Mi piacerebbe che quel giorno tu sia con me!-
Satoshi:- Farò in modo di essere lì allora!-
Haruka ora sorrise sincera:- Se senti Takeshi invita anche lui, voglio che quel giorno sia indimenticabile per Masato come lo è stato per me- fece arrossire il fratello scorbutico e poi aggiunse tra sé e sé:- Per me è stato indimenticabile in negativo ma questo è un altro discorso.-
Masato:- Allora a presto!- Chiusero la chiamata.

Mentre assaporava il dolce come un affamato, nonostante le portate consumate precedentemente, ricevette la chiamata di altri due fratelli a lui tanto cari.
Citron:- Questa volta è andata- disse con occhi quasi innamorati.
Eureka:- Meritavi la vittoria anche a Kalos! Che invidia!! Avrei voluto esserci e invece, uffa!!-
Satoshi:- Eheh, pazienza, è andata così! Ma io sono felice lo stesso!-
Eureka quasi ruppe il telefono per l'entusiasmo:- Anche io sono contenta! Dico solo uffa perché a Kalos saresti stato con noi!-
Citron calmandola e sgridandola appena:- Sono sicuro che lì a Kanto avrà avuto altri amici sinceri a fare il tifo per lui!-
Satoshi sorrise annuendo e voltandosi verso il divano dove Kenji piangeva non riuscendo a trovare il tempo nemmeno per respirare, figurati andare a Celestopoli, il professor Okido si era addormentato e russava e sbavava, Shigeru era al telefono con le sue fan e raccontava che il suo amico Satoshi aveva vinto la Lega solo grazie ai suoi preziosi consigli.
Satoshi:- Sì, amici sinceri anche qui- disse perdendo il sorriso.
Eureka urlò:- Nessuno amico vale noi! Serena poi!!-
Citron si vergognò della sorella chiedendo scusa e sgridandola ancora.
Eureka:- Hai sentito Serena??-
Satoshi:- No, non ha ancora chiamato- e lui pensava a Shinji.
Eureka ridacchiò dall'alto della malizia che una bimba poteva avere.
Citron:- Sempre in gamba Satoshi. Ci manchi- concluse col cuore in mano e Satoshi sorrise, senza ricambiare e chiuse la chiamata ("stupido bambino egoista" avrebbe pensato Hikari, ma anche Iris e una buona parte dei suoi compagni, ma Citron era troppo buono per prendersela).

- State aiutando quella povera donna di tua madre?- E infine Takeshi.
Satoshi:- Kasumi ha detto la stessa cosa. La stava aiutando Kenji, ma per colpa di Kasumi stessa adesso è a piangere.-
Takeshi:- Perché?- Si chiese di cuore ma poi:- Lascia stare- non pretese risposta.
Satoshi:- Nulla da dirmi?- Orgoglioso.
Takeshi:- Congratulazioni.-
Satoshi:- Grazie eheh- dopo la vivace Eureka e l'affettuoso Citron chiunque sarebbe sembrato freddo, figuarsi Takeshi.
Satoshi:- Senti, Masato a breve riceverà il suo primo pokémon!-
Takeshi:- Davvero? Come passa il tempo! Treecko scommetto.-
Satoshi:- Sicuro! Gli piacerebbe che fossimo lì!-
Takeshi sorrise:- Vedrò che posso fare per raggiungere Albanova!-
Satoshi:- L'importante è che non piangi come Kenji!-
Takeshi:- Perché?- Mica c'erano donne di mezzo:- Lascia stare. Aiuta tua madre. A presto.-
Satoshi:- Sissignore.-

La mezzanotte era giunta e Satoshi, con un triste Kenji e un affabile Shigeru aiutò a sparecchiare e lavare gli ultimi piatti, mentre Okido era ormai al quarto sonno su quel divano.
Hanako stanca si mise a letto mentre i giovani rimasero ancora un po' a chiacchierare su quella lunga giornata. Andava tutto per il meglio quando un rumore sordo sul tetto li spaventò.
Kenji:- Cosa è stato?-
Satoshi:- Vado a controllare.-
Shigeru:- Solo?-
Satoshi:- Che mai sarà? Un pokémon sarà andato a sbattere. E' casa mia, state qui e rilassatevi.-
Shigeru:- Maturato all'improvviso.-
Satoshi:- Sono un campione adesso- un giorno avrebbe smesso di vantarsi, ma non era ancora questo il giorno.
Salì sul tetto senza paura accompagnato da Pikachu e con sorpresa ritrovò quei tre maledetti guastafeste.
- Voi?!-
La donna indolenzita tanto per cambiare si alterò:- Ogni volta così stupito! Siamo sempre noi!-
Satoshi stufo ma le diede corda:- Vero- sbuffò chiudendo la finestra dal quale era uscito per avvicinarsi ai nemici:- Che intenzioni avete? Volete rovinarmi anche questa giornata?! Sapete cosa è avvenuto?-
Musashi sbuffò a sua volta sedendosi:- Sì, sì, sei il campione di Kanto.-
Kojiro seduto tra lei e Nyasu:- E' tutta la sera che lo ripeti. E poi ti abbiamo visto, sai?- Erano stranamente dolci.
Satoshi:- Da quanto tempo state qui sopra?...- Tra lo sconvolto e il "ma che glielo chiedo a fare?"
Nyasu:- Avevamo l'intenzione di aspettare che dormiste per arrancare un po' di cibo rimasto e un posto caldo. Ma quella stupida di Musashi è inciampata e ci ha fatti scoprire!-
Musashi, in estremo silenzio, allungò il braccio da dietro la schiena di Kojiro, superò il compagno umano per poi dare uno schiaffone al pokémon facendolo quasi cadere giù dal tetto.
Satoshi, l'unico in piedi:- Solo questo? Un pasto e un posto caldo? Non volevate rubare Pikachu e gli altri pokémon?- Il pokémon giallo lo guardò insospettito.
Kojiro:- Sì, sarebbe stata comunque occupazione abusiva eh.-
Musashi:- Shh. Se il bimbo non sa che siamo criminali in ogni gesto che facciamo lascialo sognare- erano estremamente calmi, probabilmente quella giornata aveva stancato anche loro. Satoshi alzò lo sguardo al cielo preferendo ignorarli e fece quello che forse Takeshi avrebbe fatto al posto suo, ma d'altronde doveva a lui più di tutti la sua maturazione.
Aprì la finestra:- Kenji!- Urlò a voce bassa:- Porta un po' di cibo rimasto e qualche coperta!-
Kenji si avvicinò con quanto chiesto:- C'è davvero un pokémon ferito?-
Satoshi:- Lascia stare, nulla di cui preoccuparsi, torno subito- e si chiuse di nuovo la finestra alle spalle.
Posò i piatti e le coperte accanto a quei malandrini e si sedette su quel tetto anche lui a riguardare le stelle, Pikachu sempre con lui.
Il Team Rocket prese quelle coperte e quel cibo e senza farsi troppe domande ne approfittò, ogni tanto guardavano di sottecchi il moccioso e la sua improvvisa ospitalità.
- Sapete?- Disse il campione con un lieve sorriso e sguardo ancora perso in quel cielo:- Questa grande storia è anche un po' vostra.-
Guardarono anche loro tre il cielo ingurgitando piano gli ultimi bocconi.
Nyasu:- Quale grande storia?-
Satoshi:- La mia- li guardò:- Grazie di avermi fatto crescere e di avermi insegnato che c'è anche il male in questo mondo.-
Dopo un primo momento di corrucciato stupore i tre cattivi di sempre non trattennero gli occhi lucidi, si asciugarono subito le lacrime orgogliosi.
Musashi:- Quante sciocchezze! Un moccioso come te non avrebbe mai nella vita dovuto ringraziarci!-
Satoshi continuò spavaldo:- Ah, e grazie di essere così caparbi da avermi spronato a combattere per salvare ciò che amo...-
Nyasu:- Continui?!-
Satoshi:- ...e sopratutto grazie di essere così incapaci da non avermi mai veramente recato un danno che potesse essere ricordato!- Rise di gusto e Kojiro si alzò di scatto stringendo i pugni:- Adesso stai esagerando però!!-
Satoshi e Pikachu ridevano ancora di gusto ignorando le minacce, poi si alzò anche lui:- Se avete finito di mangiare sparite adesso, e lasciateci in pace!- Sbuffò di nuovo scontroso.
Musashi, ora anche lei in piedi e alterata (ma teneramente avvolta nelle coperte):- Oh no no no, non puoi fare il buon samaritano e poi sparire aspettandoti un ringraziamento da parte nostra!-
Satoshi annoiato:- Non mi aspetto nessun ringraziamento. Voglio solo che sparite.-
Kojiro:- E tu adesso?- 
Satoshi:- Cosa?- si voltò mentre la luna restava a guardarli.
Kojiro:- Che farai?-
Satoshi:- Vado a dormire.-
Nyasu:- Intende nella vita, sciocco!-
Musashi a braccia conserte nel caldo della coperta:- Sì, ci devi dare delle spiegazioni. Dobbiamo sapere che fare!-
Satoshi rimase a guardarli, poi la sua fronte si aggrottò così come quella di Pikachu:- Ma davvero voi non avete una vita oltre me?- E tra il nervoso e la seria preoccupazione per loro rientrò in casa.
- In effetti no. Non più...- dissero a voce bassa nel loro stesso stupore i membri forse più ridicoli del Team Rocket.
- Grazie- ripeterono a sé stessi:- per averci dato uno scopo e non averci permesso di annoiarci mai- ridacchiarono sconfitti, come se per loro tre insieme annoiarsi fosse possibile.

Kenji:- Allora? Tutto ok?- Chiese Kenji con Shigeru preoccupati.
Satoshi sorrise:- Tutto meravigliosamente!- Aggiunse poi:- Sono un po' stanco.-
Shigeru sbuffò:- E ci mancherebbe, campione!- Poggiò ancora una volta la mano sulla sua spalla.
Shigeru:- Buonanotte amico mio. Recupero mio nonno e sloggiamo!- Ridacchiarono insieme.
Salutò anche Kenji e prendendo di peso il Professore Okido con Shigeru si chiusero la porta alle spalle.
Satoshi però quella notte non andò a dormire nel suo letto.

- Non volevo svegliarti mamma- Pikachu si accovacciò ai loro piedi.
La donna sorrise mezza addormentata, lo strinse a sé tutta la notte sapendo bene che quella vittoria non lo avrebbe fermato. Nulla fermava l'insaziabile voglia che aveva Satoshi di viaggiare.
Tornava da un viaggio infinito e ne cominciava un altro, in compagnia di Pikachu, sempre.

Un ultimo messaggio sul telefonino del ragazzo, lo lesse nel buio della stanza mezzo addormentato.
" Non volevo disturbarti, ma ti ho ammirato per tutto il tempo, campione. Dolce notte, meraviglioso Satoshi!"
Che sciocco, non ci aveva nemmeno dato peso, in effetti Serena non lo aveva più chiamato. Sorrise e si addormentò col telefono in mano.

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Capitolo 2
*** Pazzo matto folle Cupido ***


- E così tuo fratello dopodomani riceverà il suo primo pokémon- con quella voce sempre così distaccata ma estremamente calda.
- Il suo primo Treecko vorrai dire!- Ridacchiò pensando a quanto erano anni che suo fratello non faceva che ripetere quanto lo volesse, se non fosse sempre così serio si potevano definire quasi dei capricci, come un bambino normale!
La principessa di Hoen se ne stava seduta sul proscenio di quel palco ancora in allestimento, la gambe penzoloni si dondolavano avanti e dietro un po' nervose, accanto a lei a riposare dal lavoro il suo più caro amico Shuu.
Hari e Saori andavano avanti e dietro con travi e tende in mano, non si fermavano un attimo.
Haruka guardò il ragazzo dai capelli lucidi come seta avvicinando così tanto il viso a quello di lui da sembrare indiscreta, lui sussultò quasi infastidito.
Haruka:- Ansioso per lo spettacolo?-
Shuu sbuffò:- Figurati. Sono un professionista, siamo professionisti, tutti e quattro. Perché dovrei essere ansioso?-
Haruka ridacchiò:- E' ansiosa anche Saori, figurati noi!-
Il ragazzo dovette cedere in un sorriso:- Non hai torto- si voltarono a guardare quei due lavorare come pazzi sull'allestimento. - Deve essere per/fet/to!!- Urlava ogni tanto il folle ragazzo longilineo.
Shuu inarcò un sopracciglio:- Hari poi non aiuta. Che tipo!-
Haruka annuì divertita.
- Piccioncini laggiù!!- Urlò ancora il tipo:- Questa pausa un po' lunga, non credete?! Alzate le vostre fragili chiappette e venite a darci un mano!- I due sbuffarono, Saori li difese:- Dai, hanno lavorato tanto, possono permettersi un po' di riposo!-
Hari:- Qui nessuno lavora come te Saori, sei l'unica che dovrebbe davvero fare una pausa!-
Saori:- Oh, questo è vero- lasciò le sue pesanti tende tra le braccia del ragazzo che già teneva scatoloni, quasi gli cedette tutto, ma era più forte di quanto sembrava:- Ehi! Non dovevi fare pausa proprio adesso!!-
Saori ridacchiò salutandolo con un cenno della mano.
Haruka e Shuu lo raggiunsero aiutandolo con gli scatoli:- Allora che dobbiamo fare?- La giovane coordinatrice.
Hari scontroso ma sempre ironico:- Se volete tornate a riposare, ma parlerò in copisteria e farò in modo che i vostri nomi non appaiano nel poster dello spettacolo!-
Haruka stando al gioco:- Ah, perché? Pensavo che il mio nome non fosse presente a prescindere.-
Hari rise di gusto soddisfatto:- Magari! Il piccoletto qui non me lo perdonerebbe!- Continuò a lavorare.
Shuu borbottò vedendolo andare via:- Che io ti perdoni o no, ci sono un bel po' di cose che sarà Dio a non perdonarti- Haruka rise compiaciuta, guardò il suo salvatore con occhi innamorati, lui la notò e distolse lo sguardo arrossendo appena.
Quanto li amava, pensò lei, tutti, nessuno escluso.
Amava anche Satoshi e Takeshi sì, e a loro doveva tutto il suo iniziò e tutto l'affetto che aveva provato per i suoi pokémon. Ma doveva ammettere che nonostante tutto staccarsi da loro non era stato così doloroso, perché una nuova vita la stava aspettando. Una vita con Shuu, Hari e Saori. Quanto li amava. Non poteva fare a meno di sorridere. Stimava la professionalità e le amorevoli cure di Saori, sembrava quasi una mamma a volte. Sopportava e aspettava con ansia ogni volta la cattiveria del giorno di Hari, lo aveva imparato a conoscere e sembrava incredibile ma senza di lui le giornate quasi le sembravano vuote. Amava anche lui, non era mai riuscita a capire quando fosse successo ma amava anche lui, già dai tempi del viaggio con Satoshi e Takeshi. Ma, "piccioncini", più di tutti amava quel ragazzino anche più scorbutico di Hari, che sembrava a volte privo di sentimenti, eppure lo vedeva arrossire spesso, soprattutto se si parlava di lei.
Pensava di piacergli. Sperava di piacergli in realtà, e Hari (che voltandosi guardò entrambi e poi le fece l'occhiolino) le dava motivo di sperare, anche lui credeva nel loro amore, che pazzo matto folle Cupido!
Quello che cercavano di organizzare invece era uno spettacolo di coordinatori, solo loro quattro per l'esattezza, non era una gara ma solo un pubblicizzare il loro talento e far divertire la gente. Lo spettacolo non era gratuito, d'altronde i loro nomi, soprattutto quello di Saori erano già molto conosciuti, ma il prezzo era basso e una buona parte dei posti era già prenotata.
Era orgogliosa di sé stessa e dei suoi compagni, e soprattutto era felice, come solo una principessa poteva sentirsi!
- Ti muovi, scema?!- Le urlarono poi sia Hari che Shuu riportandola alla realtà, c'era ancora tanto lavoro da fare e lo spettacolo sarebbe stato tra soli cinque giorni.
La mattina del giorno della prima scelta di Masato Haruka era a discutere ancora coi tre coordinatori dei ruoli che avrebbero dovuto avere il giorno del debutto.
Saori:- Tu apparirai vestita di quell'abito blu di diamanti, ti faremo entrare io e Hari dall'alto con le corde. Sarai tu ad accendere lo spettacolo, sarai bellissima!-
Haruka arrossì sbattendo gli occhioni.
Hari:- Vedi di non mettere su chili nel frattempo, o il vestito non ti entrerà! Che già "bellissima" è un parolone.-
Haruka:- Gne gne- non si offendeva nemmeno più.
Haruka:- E tu Shuu? Pensi che starò bene??- Le venne spontaneo chiedere ma quasi se ne pentì, non era quello il fulcro del discorso.
Shuu:- Io penso che sarò concentrato a guidare Petalodanza di Roserade durante la tua entrata, non a guardare te- difatti rispose freddamente, per lui i compiti venivano prima di ogni cosa, non voleva restarci male, infatti ridacchiò amareggiata, ma in realtà venne ferita.
Saori lo guardò e Hari diede lui un colpo sulla nuca continuando poi a discutere dello spettacolo.
Diversi minuti dopo Haruka interruppe:- Devo andare, Satoshi e Takeshi arriveranno a breve e poi dobbiamo andare insieme a prendere il Treecko di Masato!- Saltellò euforica. Saori sorrise:- Vai e goditi la giornata- avvolse il cartellone degli appunti e sospirò:- Possiamo prenderci il resto della giornata anche noi, che dite?- Hari assecondò e Shuu non disse nulla, chi tace acconsente. Haruka allora li salutò e pimpante salì sulla sua bicicletta. Hari tirò Shuu per il colletto salutando Saori col solo cenno della mano (forse erano soliti fare così).
- Ehi, si può sapere che vuoi?!- Gli disse quando furono lontani da orecchie indiscrete alle spalle del palco.
- Sei davvero uno sci/oc/co!- Lo colpì con dei fogli che gli erano rimasti in mano infastidendolo non poco.
- E per quale motivo scusa? Con quale pazzia te ne stai venendo fuori adesso? Santa pazienza.-
- Santa pazienza con me?!- Quasi si offese:- Io ho fatto del male a quella piccina, ma nemmeno tu scherzi!-
Attirò la sua attenzione:- Ti riferisci... a...- non sicuro.
- Haruka sciocchino- lo colpì di nuovo coi fogli, Shuu li fermò al volo e glieli strappò di mano, Hari se li riprese, e Shuu glieli ritolse continuarono per un po' distraendosi dal concetto. Hari tornò in sé, stropicciò i fogli e li lanciò via in barba all'inquinamento, tra l'altro erano anche appunti dei loro lavori.
Shuu:- Che c'entra Haruka?!- Chiese allora nervoso tornando al punto.
- Oooohooo- emise "l'adulto" dei due facendo moine:- come se lei non c'entrasse con tutto nel tuo mondo- tornò d'improvviso scontroso:- E tu la tratti così! Come se fosse una befana! Beh, bello...- tirò lui un ceffone, non poteva afferrargli mica anche la mano:- ...quello è il mio compito. Non il tuo!-
Shuu si prese quello schiaffo trattenendo la voglia di dargliene indietro altri dieci, Hari doveva solo ringraziare che lui era un principe (al che per un attimo pensò a chi fosse la principessa e riprese colore):- Dove vuoi arrivare?-
Hari:- Haruka è una befana, ma se tu hai gusti terribili non è colpa di nessuno!-
Shuu:- Non credo che il concetto fosse questo.-
Hari:- No infatti, ma è uno sproloquio così divertente che dovremmo rifarlo pure sul palco il giorno dello spettacolo.-
Shuu:- Preferirei morissi.-
Hari:- "Preferirei morire" semmai.-
Shuu:- No no, preferirei morissi tu.-
Hari sogghignò quasi eccitato:- Che cattivo ragazzo- diede di nuovo lui due colpetti e poi tornò sulla questione:- Il punto è che lei ti piace e dovresti dirglielo! Da quanti anni vi conoscete eh? E ancora niente??-
Shuu questa volta arrossì più del previsto spalancando gli occhi per un attimo, perdendo il suo charme, quel tanto che bastò a quel malizioso e insidioso essere di capire:- Uuuuuuh. Ma tra voi è già successo qualcosa! E perché io non lo so?! Racconta!!- Si avvinghiò al collo del ragazzo con l'intenzione di non lasciarlo fino a quando non si fosse ritenuto soddisfatto.
Nel frattempo Haruka, accompagnata da Masato e i suoi fidati pokémon aveva raggiunto il luogo d'incontro con Satoshi e Takeshi.
Che emozione rincontrare i suoi vecchi compagni di viaggio, quelli che amava un po' di meno ma che amava comunque tantissimo!
Corse con l'intenzione di abbracciarli forte ma poi all'ultimo si imbarazzò e diede loro solo due pacche sulle spalle con entusiasmo smorzato.
" Ridicola" avrebbe detto Hari e avrebbe avuto ragione, probabilmente "ridicola" è ciò che pensarono involontariamente anche Satoshi e Takeshi.
- Ehi! Come vi siete fatti alti!!- Disse con entusiasmo la ragazza, si soffermò soprattutto sull'ex capopalestra ora medico, aveva dei bei muscoli, non era niente male!
Haruka:- Le ragazze ti andrebbero dietro, se non fossi tu!- Disse con una spontaneità disarmante e lo uccise.
Satoshi si chinò per guardare meglio Masato negli occhi, oltre i grandi occhiali:- Allora! Sei pronto a ricevere il tuo primo pokémon?? Un emozione irripetibile!- Lui parlava sempre e solo delle questioni davvero importanti, chissene le ragazze!
Masato, che cercava sempre di rimanere serio, era visibilmente emozionato, annuì non stando più nella pelle.
Masato:- Grazie di essere qui ragazzi!- Satoshi e Takeshi gli sorrisero.
Satoshi:- Non potevamo perdercelo!- E si misero in cammino.
Takeshi:- Sono certo che sarai un grande allenatore, quasi sei stato tu ad insegnare a noi durante il nostro viaggio!- Il laboratorio non era lontano.
Haruka:- "Quasi"- ribadì capricciosa facendo una linguaccia al fratello che nervoso le tirò un calcio su una caviglia, lasciandola lì, morente.
Nascosti in un vicolo i soliti tre delinquenti che no, non avevano smesso di seguire il bamboccio campione di Kanto.
Kojiro:- Guardate un po', il mocciosetto occhialuto va a prendere il suo primo pokémon!-
Musashi contava con le dita:- Ma quando è passato tutto questo tempo?-
Nyasu:- E' passato, si vede perché sei invecchiata.-
Musashi tirò lui un calcio.
Kojiro:- Smettetela di litigare. Perché non andiamo ad accalappiare un po' di starter di Hoen??- Sghignazzò maligno e a ruota lo fecero anche gli altri due.

A Kanto intanto il sole era alto e l'affaticato Kenji aveva raggiunto Celestopoli, Kasumi gli aprì la porta nel solito sorriso e nei soliti shorts. Indossava sempre pantaloncini super attillati ma aveva delle bellissime gambe lunghe e affusolate, chi più di lei se lo poteva permettere? Quando si accorse che si era soffermato a guardare quelle gambe un po' troppo a lungo era tardi, perché se n'era accorta da un pezzo anche lei e il sorriso le era sparito dalla faccia.
- Buongiorno alla mia capopalestra preferita!- Cercò di rimediare.
- Ruffiano!- Gli rispose lei facendolo entrare.
Si accomodarono a un tavolino davanti al grande acquario, lei offrì un po' di tè e qualche biscotto e poi gli si sedette di fronte.
Kenji:- Allora? Di che tipo di mano hai bisogno?-
Kasumi:- Ti va di prenderti cura della palestra insieme a me?-
Kenji:- Una cosa da niente- rispose d'istinto, poi:- Ma sei pazza?! Ho una vita!-
Kasumi:- Bene. Adesso la tua vita è mia- gli porse altri biscotti:- Io ti sto dando tanti pasticcini!- Come se la cosa bastasse.
Kenji sbuffò mangiandoli:- Spiegati meglio ti prego.-
Kasumi lasciò scivolare la schiena oltre il limite della sedia così che Kenji poté notare ancora quanto fosse longilinea, una vera nuotatrice.
Kasumi:- Le altre tre capopalestra, quelle brutte e antipatiche, e per nulla brave, ce le hai presente?-
Kenji:- Le tue sorelle.-
Kasumi:- Esatto!- Continuò:- Si vogliono proprio trasferire e vogliono lasciare tutto a me!-
Kenji beveva il tè:- E quindi tu vuoi lasciare tutto a me.-
Kasumi, con disappunto:- Ahha- continuò:- Tutto a noi!- Sorrise chinandosi adesso sul tavolino e lasciando intravedere appena il piccolo seno, Kenji pensò che sapeva essere molto convincente.
Kasumi:- Pensaci. Vuoi passare la vita con un vecchio scienziato...- accavallò le gambe:- ...o in una splendida piscina?-
Kenji deglutì:- Non è la piscina che mi stai vendendo- si alterò alzandosi di scatto e sbattendo le mani sul tavolo:- Stai flirtando forse con me?!-
Kasumi:- Se questo serve a convincerti sì- rispose con tutta tranquillità.
Kenji:- Non sono così sempliciotto- si offese:- Le tue sorelle mi avrebbero convinto di più- la prese in giro.
Kasumi:- Ho ucciso Takeshi per molto meno- seria da fargli davvero venire il dubbio:- Takeshi è morto?...-
La ragazza sbuffò smettendo di scherzare:- Promettimi che ci penserai- si alzò anche lei portando un braccio attorno al collo dell'amico:- Se non tu almeno fallo presente a qualcuno di fidato. Ho davvero bisogno di una mano, sorelle ingrate.-
Kenji non rispose subito, pensò a chi poteva chiedere e non riuscì a pensare che ad altri uomini soli con quelle gambe mozzafiato e alla fine sputò sconfitto:- Chiederò al Professore un altro po' di tempo, per adesso rimango con te.-
Kasumi gli saltò al collo felice, aveva un ottimo amico che forse però sperava in qualcosa di più di pochi biscottini.
Nel laboratorio di Albanova, mentre Masato riceveva il suo bel Treecko, Satoshi ricevette un messaggio.
- Oh- disse con tono triste e Haruka, anche se presa dall'entusiasmo del fratello, lo notò.
- Qualcosa non va?- Gli chiese. Takeshi nel frattempo insieme a Masato controllava lo stato di salute del pokémon e di intuire il suo carattere, sembrava scontroso proprio come il figlio minore del capopalestra di Petalipoli, sarebbero andati sicuramente d'accordo, Takeshi sorrise vedendoli già così legati.
Satoshi:- Una mia amica è adesso a Kanto.-
Haruka:- Ma tu non sei lì!-
Satoshi:- Direi di no- "ridicola ovvia Haruka".
Haruka:- Beh, questo messaggio ti ha tolto il sorriso nonostante stiamo in un laboratorio pokémon! Direi che è importante!-
Satoshi le sorrise di nuovo:- Niente è più importante del primo pokémon di Masato!- Guardò il suo Pikachu nel pieno dei ricordi.
Haruka sospirò contenta dell'amicizia che Satoshi provava per suo fratello:- Va bene. Ma se vuoi correre a Kanto fallo pure, non mi offendo se non rimani a vedere lo spettacolo domenica- saltellò verso Takeshi prendendolo sottobraccio:- Rimarrà a vederci il muscoloso Takeshi!- Il ragazzo la guardò come a dire "tutta questa confidenza?" come se non fossero stati compagni di viaggio per un sacco di tempo.
Satoshi la ignorò perché stava rispondendo al telefono, e non riusciva a fare due cose contemporaneamente.

" Mi dispiace, non sono a Kanto adesso!"
" Cosa?! Non sei proprio a Kanto?! Che disdetta! ç_ç Ci tenevo tanto a vederti! Ho convinto anche mia madre a comprare un vestito nuovo apposta per mostrarlo a te!"
Il ragazzo sorrise ebete, Haruka se lo gustava intuendo tutto.
" Sono a Hoen, al momento ad Albanova ma poi mi sposterò a Petalipoli. Conosci Haruka vero? Devo guardare un suo spettacolo domenica!"
Haruka che fregandosene della privacy leggeva:- Ti ho detto che puoi andare se vuoi! Soprattutto per Serena! Quella ragazza è adorabile!-
Satoshi si accorse solo adesso della sua presenza e nascose il telefono imbarazzato:- Ehi, ma che fai?!-
La principessa di Hoen sghignazzò:- Ha comprato un vestito solo per te, sai che significa??-
Satoshi alterato:- No, non lo so!-
Haruka tornò verso Takeshi:- Una ragazza ha comprato un vestito con l'unico scopo di farlo vedere a Satoshi!-
Takeshi si incupì all'istante, si lasciò cadere e si paralizzò.
Haruka spinse via il corpo senza vita di quest'ultimo:- Ecco, lui lo sa.-
Satoshi distolse lo sguardo imbarazzato e tornò a leggere i messaggi.
" Uno spettacolo di Haruka? Uaoh! *u* Magari convinco mia madre a venire! Devo vedere il budget!" Poco dopo un altro messaggio " Sempre che tu mi voglia! :,("
Satoshi sorrise di nuovo come un ebete " Sarebbe fantastico" le rispose tra le risate maliziose di Haruka.
Masato:- Io ho un Treecko, se a qualcuno interessa- riportò l'attenzione su di lui scavalcando il corpo senza vita di Takeshi.
Poi un boato, il Team Rocket alla riscossa! Non durò troppo, il Treecko di Masato era formidabile e anche se alle prime armi annientò quel patetico trio. E anche Masato si ritrovò a ringraziarli:- Grazie di questa prima lotta, Team Rocket!!- Mentre volavano via alla velocità della luce.

- Quanto sei noioso!- Sbottò Shuu dopo ore che Hari lo assillava.
- E' una sciocchezza, ma va bene, te la racconto!- Hari emozionato si mise ad ascoltare steso su una panchina con Shuu seduto accanto.
- E' stato un po' di tempo fa, prima che Haruka partisse per fare quell'esperienza a Kalos, hai presente?-
Hari annuì attendendo i particolari piccanti.
E Shuu raccontò di quando quel giorno, al tramonto, prima che lei partisse su quella nave, lui la raggiunse con in mano un pacco di provviste.
Era affannato, doveva aver corso tanto, forse temeva di non arrivare in tempo.
- Provviste?- Disse lei stupita nel vederlo lì:- Ne ho tante, mia madre me ne ha date per un bastimento.-
Shuu imbarazzato nemmeno la guardava:- Che vuoi farci? Hari ha insistito.- (- Sapevo che quel giorno era successo qualcosa! Merito mio!!- Hari nel presente ascoltando la storia.)
Haruka sorrise prendendo il pacco:- Grazie!- Poi si voltò a guardare la nave attraccata.
Shuu:- Tra quanto salpa?-
Haruka:- Pochi minuti. E' meglio che non mi allontani.-
Il via vai attorno a quella nave aumentava infatti.
Shuu:- Sei sicura di voler partire?- Le disse poi dopo attimi di esitazione, guardandola finalmente negli occhi, quegli occhi da bimba così ingenua, e non riusciva a non chiedersi che cosa ci trovasse di così magnifico? Perché non riusciva a non cascarci dentro ogni volta che incrociavano i suoi?! Il suo orgoglio ne risentiva.
Haruka:- Certo che ne sono sicura!- Le rispose lei con quella voce pacata e vogliosa di nuove avventure.
Shuu:- Ma sei da sola. Nemmeno Masato è con te.-
Haruka sorrise, il vento si alzava sfiorandole i capelli:- Mi servirà anche questo. E poi una volta a Kalos ci sarà Serena ad attendermi. E' un'amica di Satoshi!-
Shuu:- Sì, ma tu avevi lasciato Satoshi per stare con me. Che cos'ha questa Serena di così speciale?-
- Cosa?- Disse allora lei con estrema meraviglia e lui si pentì subito di quello che aveva detto. Era geloso di una ragazza, bene, dove sarebbe arrivata la sua ossessione per la principessa di Hoen?
Haruka:- Io non vi sto lasciando. Adoro il nostro gruppo, sono solo pochi mesi di nuove esperienze! Mi serviranno per migliorare come coordinatrice, chi meglio di te può capirmi?-
- E allora perché non mi hai chiesto di venire con te?-
Le mani della ragazza strinsero quel pacco ancora più forte, tremando appena. Le sue gote leggermente paffute si colorarono come una pesca e le labbra si spalancarono appena.
Pensò che era il momento di chiederglielo " Io ti piaccio?" ma la nave suonò, era ora di salire a bordo.
Haruka con voce spezzata:- Shuu... io devo andare- anche se l'unica cosa che adesso voleva era restare lì, in quel porto, sola con lui, abbandonando sogni e avventure. Perché non gliel'aveva detto prima? Partire insieme per Kalos? Sì, non c'era Serena che teneva testa, nemmeno Satoshi e Takeshi avevano mai tenuto testa a lui.
- Devo andare- ripeté trattenendo le lacrime e forzando un sorriso dolcissimo sul suo volto infantile.
Fece un passo indietro, come a raggiungere la nave senza però voler distogliere lo sguardo da lui, ma lui ne fece altrettanti in avanti e la baciò.
- La prossima volta ricordati di portarmi con te- le disse con fare importante ma poi fuggì via veloce come un fulmine, doveva essersi vergognato tantissimo.
Il terzo richiamo della nave la riportò alla realtà, gambe in spalla o avrebbe perduto questo viaggio! L'idea quasi non le dispiaceva. Ma doveva affrontare quest'avventura e al ritorno avrebbero parlato per bene.
In realtà, orgoglioso com'era lui a malapena le scrisse in quel periodo e lei accantonò l'idea di parlargli. E quando poi tornò si limitarono ad uscite di gruppo dimenticando quasi l'accaduto. Stupido orgoglio.
Hari, nel presente urlò:- Voi siete pazzi!!- Quasi sputava fuoco:- Quel giorno speravo accadesse qualcosa e infatti la mia freccia aveva funzionato!- Prese il ragazzino per il colletto:- Devi rimediare! Domenica!-
- Scherzi?! Non sei tu a decidere la mia vita!- Sentenziò il damerino.
- Oh lo so, ma sono io a decidere la vita di Haruka!- Pazzo matto folle Cupido.

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Capitolo 3
*** Principi e principesse ***


- Ti stai preparando per la gara di Giardinfiorito?-
- Oh Nozomi- Hikari al telefono:- Sì, sono in una boutique proprio in questo momento, cerco il vestito adatto!-
- Mpf- la sentì dall'altra parte del telefono:- Sono sicura che sarai bellissima qualunque cosa tu metta. Se non mi sbaglio tu avevi già vinto un fiocco a Giardinfiorito.-
- Sì- disse cercando tra gli abiti con foga mentre Piplup cercava con la stessa foga dei papillon:- Sinceramente non sono così emozionata per la gara. E' un'altra cosa che...-
- Dovrò multarti perché sfogli troppo velocemente questi abiti!!-
Lo riconobbe subito, chi altri faceva sempre questa stessa battuta? Che non era nemmeno una battuta in realtà. Si voltò con in mano il vestito scelto e con un'espressione quasi infastidita ridacchiò:- Ciao Jun. Come va?-
Jun:- Che fai?-
Hikari:- Scelgo un vestito per la gara di Giardinfiorito, non vedi?-
Jun guardò il vestito:- Oh, ok- si limitò a dire- Buona gara allora!-
- Hikari, Hikari!- Nozomi era ancora al telefono e la ragazza di Duefoglie riprese la chiamata:- Scusami, sono stata distratta- entrò in camerino salutando Jun che già multava qualcun'altro, Piplup rimase fuori a fare la guardia.
La ragazza cominciò a spogliarsi davanti allo specchio col telefono in vivavoce.
- Dicevi?-
- Non lo so, che dicevo?-
- Che non sei emozionata per la gara ma per qualcos'altro.-
- Ah sì- si imbarazzò all'idea di parlarne mentre ancora in intimo si guardava allo specchio. Notò dapprima un capello fuori posto e lo pettinò subito. Aveva sempre un pettine in borsa, per l'esattezza uno speciale, gliel'avevano regalato i suoi amici per il compleanno. L'idea era stata sicuramente di Takeshi, era un tipo molto più attento ai sentimenti degli altri, ma Satoshi, essendo suo compaesano aveva potuto realizzarlo e poi spedirlo. Era una spazzola di colore azzurro e sopra incisa una poesia del Professor Okido su Piplup scritta apposta per lei! Che splendido regalo, ottima idea Takeshi! Si pettinò il ciuffo fuori posto e rimise il pettine nella borsa. E poi guardò il suo corpo. Stava crescendo ma era sempre molto magra, non aveva affatto seno notò ancora una volta sbuffando, però aveva delle cosce troppo grosse rispetto al resto della sua corporatura. L'amica intuì cosa stava a significare quel silenzio:- Non starai davanti allo specchio a lamentarti del tuo aspetto?!-
Trasalì Hikari ricordando di indossare il vestito che voleva provare:- Ma no- disse:- Mi piaccio, tutto sommato. Sono solo un po' in ansia...-
- Non dirmi che c'entra un ragazzo?- Annoiata e con un pizzico di gelosia. Hikari ridacchiò:- Sai che non sono una che dà molto peso ai ragazzi.-
- No. Non lo so- ribadì un po' scontrosa:- E allora qual è il problema?-
- Non mi piaccio- parlò a sé stessa guardandosi allo specchio e negando ciò che aveva appena detto. Si cambiò in fretta rimettendo i suoi abiti e cercandone un altro.
- Non ti piacerai mai finché non ti calmi.-
- Va bene ok, c'entra un ragazzo!- Disse portando in camerino un altro abito.
Jun da lontano:- Hai rimesso a posto l'altro abito uscita dal camerino? O dovrò farti una multa??-
Hikari lo fulminò:- Senti un po', lavori qui o cosa?!- Jun la lasciò perdere, oggi Hikari non doveva essere di buon umore, e quando non era di buon umore lei non lo era nemmeno il suo Piplup, a pensarci bene il suo Piplup non era mai di buon umore.
- Chi è questo ragazzo?- Non era un discorso che Nozomi voleva affrontare ma era buona educazione farlo, così dicevano.
- Lo conosci bene. E' Kengo.-
- Ah. Beh?-
- Beh...- si guardava per bene in quelli specchi con addosso un vestito pomposo di colore giallo. " Sembro un fulmine" si imbronciò " Pikari", era il soprannome con cui Kengo la prendeva in giro per quella volta in cui da piccola quei pokémon elettrici le fulminarono i capelli. Che odio! Non era il caso di indossare un vestito simile e presentarsi a quel piccolo fastidioso amico d'infanzia.
Quel piccolo fastidioso amico d'infanzia che alla fine le si era dichiarato. Strinse appena i pugni e abbassò lo sguardo togliendosi quel vestito. Non sapeva nemmeno lei perché tutta questa voglia di piacergli.
- L'ultima volta che l'ho visto mi ha lasciato una lettera in cui diceva che gli piacevo...- cercava altri abiti.
- Sai che novità? Mi sembra una cosa ovvia.-
- Beh per me non lo era!- Rispose a sua volta un po' scontrosa trovando forse finalmente l'abito che sentiva di volere.
Era rosso, e non era il solito vestito largo e pieno di boccoli, tornò per l'ennesima volta nel camerino, portando dentro anche una coroncina argentata trovata vicino quell'abito.
- E' stato un fulmine a ciel sereno in verità- la sua voce si spezzò appena mentre ancora una volta si spogliava lasciando cadere piano il vestito lungo le sue braccia. "Fulmine, Pikari, l'ho pensato di nuovo".
- Non ci avevo nemmeno mai pensato all'idea di potergli piacere! Mi ha sempre presa in giro!-
- Tsz- borbottò Nozomi lasciandola continuare.
- Non sono stupida, sapevo che mi voleva bene come amica. Ma... qualcosa di più, non ci avevo davvero mai pensato!-
- Sei davvero una sciocca.-
- Perché dici così?!- Innervosendosi mentre si aggiustava quella gonna rossa che le cadeva sui fianchi un po' larghi, aveva un bello spacco e anche una scollatura interessante, anche se non aveva nulla da mostrare ricordò. Era un vestito provocante, non era assolutamente il tipo di vestito che era solita indossare durante le gare, ma adesso si piaceva. Forse era giusto cambiare ogni tanto. Si affacciò dal camerino cercando l'approvazione di Piplup, lo sguardo del pokémon si illuminò, e poi mosse la testa contrariato, non gli piaceva. Hikari se ne fregò del parere di un pinguino e lo comprò.
- Perché dico così?- Riprese Nozomi:- Perché tu piaci a tutti Hikari. Sei la ragazza più bella che abbia mai visto, uno come Kengo se la sogna una come te- non era molto carina nei suoi riguardi.
Hikari arrossì:- Che dici?... Cioè, immagino che dovrei ringraziarti ma... Kengo meriterebbe chiunque- rispose d'istinto pronta a difenderlo.
- Non mi sembra sia il tuo ragazzo, vuol dire che l'hai rifiutato no?-
- Sì. Cioè, non proprio. Gli ho detto che non ero pronta a una relazione perché volevo girare il mondo. Ma adesso lo rivedo per la prima volta dopo tanto tempo, e dopo questo avvenimento, e...-
- E?-
- ...e lui è il mio Kengo- gli occhi le si riempirono di lacrime mentre si avvicinava alla cassa, se li asciugò subito:- e io me ne rendo conto solo adesso che lui è il mio Kengo. Come dovrei salutarlo?- Posò il vestito in cassa:- Prendo questo e questa coroncina, grazie.-
- Sei noiosa, non ti riconosco più. Io ti direi di pensare alle gare come facevi un tempo e snobbare le storie d'amore come hai sempre fatto. Quando lo vedrai saprai cosa fare!-
Hikari si risentì.
- Non volevo offenderti, mi conosci.-
- Sì, ti conosco, tranquilla. E so che ciò che dici è per il mio bene. Grazie amica mia! A presto!-
Nozomi la salutò e attaccò il telefono. Hikari cacciò il portafogli e i soldi porgendoli alla cassiera.
- Quello che dice forse è per il tuo bene, ma non per quello di Kengo- Hikari si voltò di scatto sussultando, era ancora Jun che aveva origliato tutta la sua conversazione.
Hikari:- Origliare non merita una multa?-
Jun:- Non posso multarmi da solo!- A braccia conserte con estrema serietà.
Uscirono entrambi dal negozio seguiti da un Piplup ancora imbronciato, quel vestito non gli piaceva proprio, e non aveva nemmeno comprato un papillon!
Hikari:- Dici che farò soffrire Kengo facendo così?- Chiese anche il parere dell'amico maschio.
Jun ridacchiò:- Dico che l'hai già fatto soffrire quel poveretto!- La salutò con una pacca sulla spalla:- Buona gara amica mia, per fortuna non sono io quello innamorato di te, spaccacuori!- Andò via sogghignando lasciandola lì con in mano la busta col suo abito nuovo e uno sguardo imbronciato. In effetti non si riconosceva più nemmeno lei, soffrire per amore era qualcosa di a lei estraneo e non aveva intenzione di incominciare adesso! Kengo non avrebbe fatto differenza, sarebbe andata a Giardinfiorito e avrebbe vinto quella gara, diventare Super coordinatrice era unicamente ciò che contava nella sua vita, non c'era posto per l'amore!
- Scusa... Kengo- si limitò a dire in un piccolo singhiozzo prima di tornare a casa.
Nello stesso momento Serena e sua madre approdavano a Hoen.
- Ricorda Serena, solo oggi. Non riusciamo a stare di più- un leggero vento caldo le travolse, il sole era alto, c'erano solo poche nuvole bianche bianche in quell'azzurro. Serena rispose fermandosi ad ammirare quel cielo:- Sì, mamma, lo so- sempre un po' scontrosa quando parlava con lei. - Allora vedi di capire in fretta dov'è Petalipoli, vediamo lo spettacolo e prima o dopo trovi il tempo di mostrare a Satoshi quell'orribile vestito- le fece l'occhiolino:- Se ci siamo capite- Serena arrossì infastidita e sbuffò:- Mamma!! Non mettermi in imbarazzo!-
- Sei tu che metti in imbarazzo me!- E prese a camminare ridacchiando mentre la figlia nervosa la seguiva. Intanto i preparativi per lo spettacolo erano in fine, alle 17 in punto doveva cominciare ma era ancora ora di pranzo quindi potevano fare con comodo. Satoshi, Takeshi e Masato erano con i membri del cast, erano ospiti d'onore! Si fermarono tutti insieme a pranzare in un fast food, i coordinatori erano un po' agitati ma fiduciosi, sarebbe stato una bomba, ne erano sicuri!
- Attenta a non mettere sui fianchi quel triplo tramezzino che stai mangiando o il vestito farà craaaaack- Hari voleva a modo suo ricordare il ruolo che Haruka avrebbe avuto, Haruka si limitò a guardarlo male e addentare il suo triplo panino. 
A Celestopoli Kenji e Kasumi si davano da fare con la palestra, la ragazzina voleva rimodernizzarla per attirare l'attenzione dei giovani nuovi allenatori, i gusti delle persone cambiavano di anno in anno. Il ragazzo era abbastanza robusto da riuscire a fare i lavori pesanti, anche se faceva caldo e si sentì costretto a farli a petto nudo, sudando comunque un po'; quando Kasumi lo notò lavorare come un matto sull'alto di una scala, guardandolo gli disse:- Vestiti, che non sei tutto sto granché- era perfida, così, perché le piaceva esserlo. Lui la ignorò e rimase nudo continuando a lavorare per lei. Dal canto suo continuava invece a trovarla estremamente carina, lo aveva sempre pensato, anzi, "carina" era un eufemismo. Si imbambolò in quel momento talmente tanto che gli cadde un tubo di ferro quasi addosso alla giovane che lo guardò male come non aveva mai fatto:- Cerchi di uccidermi?- - Perché no? Sarei libero!- Le rispose allungando la mano:- Passami il tubo che ti ho lanciato per favore- La ragazza sorrise dolcissima trattenendo una risata e gli passò il tubo. Anche lei comunque non se ne stava con le mani in mano, andava avanti e dietro per quella palestra, un po' puliva la piscina, un po' firmava scartoffie lasciate dalle sorelle (bagnandole con le mani ancora umide dalla piscina). - Hai pensato che per attirare gente dovresti pubblicizzare il tuo bel faccino? Proprio come facevano le tue sorelle- sottolineò l'amico scendendo dalla scala avendo terminato il lavoro, si asciugò il sudore dalla fronte. - Dovrei organizzare un altro spettacolo da sirena, ma anche in quel caso mi servirebbe l'aiuto di qualcuno- seduta a firmare altre carte. - "Qualcuno" sono sempre io eh?- Prese fiato:- Sei bravissima a nuotare con quel costume, eh sì, non sei niente male anche fisicamente- Kasumi lo guardò e lui continuò:- Se vuoi rimango anche per quello. Il Professor Okido ha Shigeru che lo sta aiutando!- Lei stette a pensarci, sgranocchiò la penna che aveva in mano e poi disse sovrappensiero:- Shigeru è un gran bel ragazzo, dovrebbe venire lui a darmi la mano, attirerebbe un sacco di ragazzine!- Intanto Azurill e Marill si rincorrevano intorno al tavolo felici. Kenji questa volta quasi si offese davvero, iniziò a pensare che sul serio Kasumi non lo vedeva come invece lui vedeva lei, e per carità, lo capiva, lei era bellissima. Stette al gioco e scontroso:- Ah sì? Chiamalo- le disse semplicemente continuando però a lavorare, Kasumi rise di gusto. Poi si alzò da quel tavolino, appena finito di bagnare tutte le scartoffie, poggiò una mano sulla spalla di lui che era chino su alcuni scatoloni, gli diede un bacio sulla guancia e teneramente gli disse:- Grazie, sciocco- tornando a lavorare in piscina, probabilmente il sorriso sulla faccia di Kenji non si levò per tutta la giornata.
Intanto a Hoen finivano quel pranzo in compagnia. Hari diede un colpetto di gamba a Shuu che si voltò indemoniato, il ragazzo alto gli parlava con lo sguardo " mi rac/co/man/do, sai cosa devi fare dopo lo spettacolo!!" " Ti devi fare i fat/tac/ci tuoi!" (Tutto questo con gli sguardi sì, anche la divisione in sillabe). Saori li aveva notati ma preferì, dall'alto della sua saggezza, ignorarli. Haruka invece si intromise:- Vi state scambiando dei segreti senza di me??- Guardò soprattutto Hari non fidandosi.
Satoshi rise:- Hari ti dà ancora fastidio??-
Masato sbuffò:- Sì, ma a lei sotto sotto piace...-
Takeshi sorrise appena.
Haruka e Hari:- Non è vero!!- Si alterarono nello stesso istante e nello stesso modo. Hari guardò di nuovo Shuu con fare minaccioso, Shuu si alzò e andò via lasciando il conto da pagare a quest'ultimo.
Non molto distante da lì il trio di scalmanati non si arrendeva, non avevano finito di recare danno ad Hoen! Però, mentre in alcuni vicoli confabulavano, andarono a sbattere contro due losche figure che conoscevano bene!
Musashi fu la prima a urlare inviperita:- Yamato!!- E la donna ricambiò l'astio:- Musashi?!-
- Kojiro!- Urlò Kosaburo. - Kosanji!- Urlò Kojiro innervosendolo.
Non sapevano bene che cosa ormai combinassero Yamato e Kosaburo, né se i due stessero ancora insieme come squadra. Ma Yamato e Kosaburo quasi si commossero vedendoli disperati e accettarono di collaborare con loro almeno per oggi. Sapevano che i mocciosi stavano organizzando uno spettacolo e il piano era rovinarlo e arraffare più pokémon possibili.
Yamato sbuffò:- Sakaki ancora non vi ha cacciati?-
Musashi indispettita:- No, perché dovrebbe farlo?!-
La bionda rise di gusto e poi aggiunse:- Dovreste andarvene voi prima che vi faccia del male lui!- Sembrava volesse davvero dar loro un consiglio.
Kosaburo annuì:- Sareste più felici- anche lui delicato. Musashi, Kojiro e Nyasu si guardarono, li ignorarono e aggiunsero:- Ci aiutate o no?!-
L'ora di inizio dello spettacolo si avvicinava. Satoshi, Takeshi e Masato si sedettero in prima fila, pronti a gustarsi lo spettacolo mentre i quattro coordinatori se ne stavano dietro il sipario.
Serena correva, seguita dalla mamma che la sgridava di essere ancora sempre la solita imbranata, in effetti era colpa sua se erano in ritardo. Quando arrivò i biglietti erano già stati venduti tutti, d'altronde il sole cominciava a calare e lo spettacolo stava per cominciare, doveva aspettarselo! Strinse i pugni e trattenne a stento le lacrime, che sciocca!
- Che fai? Piangi?- Quasi la sgridò la mamma ma Serena cambiò subito sguardo:- Devo trovare un modo di vedere lo spettacolo lo stesso! Haruka non merita la mia negligenza!- La mamma la guardò tra lo stupore e la consapevolezza di aver cresciuto una figlia un po' matta. Serena puntò un albero e di corsa lo raggiunse, la mamma la lasciò fare.
Era un albero alto, salendoci poteva riuscire a vedere lo spettacolo, ma avrebbe rovinato il suo vestito nuovo. La mamma allora passò lei il giaccone che indossava. - Che significa mamma?- - Togli quel bel vestito e indossa la mia giacca se devi arrampicarti come un Mankey!- La ragazza annuì e accettò. Vestita solo di un giaccone abbracciò quell'albero, arrampicarsi in effetti non era facile.
" Satoshi ne sarebbe capacissimo" pensò facendosi forza " non posso deludere sia lui che Haruka!" E con tutte le sue forze iniziò l'arrampicata. A metà di quell'albero però riconobbe tre figure che conosceva bene più altri due individui altrettanto sospetti.
- Il Team Rocket!- Disse a sé stessa:- Non vorranno rovinare lo spettacolo?!- Il suo sguardo si fece ancora più serio, adesso sapeva cosa doveva fare!
Saori e Hari intanto dietro il sipario finivano di aiutare Haruka con il vestito. Luccicava come la notte e le sue stelle, i capelli raccolti in due trecce a bolle e gli occhi appena appena truccati con dei glitter. Era davvero bellissima con quel vestito, Saori aveva ragione.
Haruka cercò lo sguardo di Shuu per capire se fosse pronto e lui in compagnia di Roserade ricambiò ai lati del sipario, lo spettacolo poteva cominciare!
Il sipario si aprì e la principessa di Hoen comparve dall'alto in tutto il suo splendore, accompagnata da petali e luci di diamante! Aprì le sue braccia dalle quali comparve un velo brillante, sembravano le sue ali, lo strascico lungo volteggiava leggiadro. Il pubblico rimase a bocca aperta già dal primo istante e anche Satoshi e Takeshi, Masato sorrise soddisfatto indicando al suo Treecko la ragazza:- Quella è mia sorella. Sì quel maschiaccio, adesso è irriconoscibile lo so!-
Apparvero poi, a tempo debito, quando il pubblico riuscì a togliere gli occhi di dosso alla principessa, Hari e Shuu vestiti come due principi seguiti dai loro pokémon d'erba che sparavano spore luccicanti per tutto il palco. Entrarono dai lati opposti raggiungendo la protagonista che calava piano e una volta coi piedi a terra porse la mano prima a un principe e poi all'altro. Entrambi l'afferrarono cominciando a turno con lei una danza in mezzo ai petali.
I suoi ex compagni dal pubblico poterono notare quanta confidenza ormai c'era tra Hari e Haruka, dietro le quinte battibeccavano sempre, ma lì lui la guidava davvero come se fossero marito e moglie e il palco il loro regno. Erano così professionali da non mostrare nessuna esitazione quando cambiando partner passava tra le braccia di Shuu, eppure anche quello stupido di Satoshi aveva ormai capito che la sua amica aveva una bella cotta per lui!
I petali che li circondavano in quella danza, grazie ai pokémon di Haruka, dapprima si ghiacciarono per poi sciogliersi in un turbo di fuoco.
Un arco infuocato allora diede modo a Saori di apparire maestosa su quel palco accompagnata da un applauso clamoroso, niente da fare, rimaneva la più amata dal pubblico!
Le luci però si spensero all'improvviso, non era previsto nello spettacolo! Per pochi istanti fu tutto buio, ma in quel buio i coordinatori si scambiarono un gioco di sguardi, dovevano fare finta che fosse tutto nel programma! Dannazione! Stava andando così bene!
Quando due fari bianchi illuminarono di nuovo quel palco, lasciando il resto della scena al buio, poterono notare chi fosse la causa di questo scherzo!
- Musashi e il Team Rocket!- Disse a voce bassa Hari, l'unico che li riconobbe subito, Haruka allora intuì, ancora loro?! Non dovevano rovinare il loro spettacolo! Ma Hari sorrise e Haruka, nonostante tutto il passato, volle affidarsi ciecamente a lui.

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Capitolo 4
*** Sotto un arco nuziale ***


Lei apparve bellissima, brillava anche lei ma di un rosso acceso.
Non ricevette gli applausi di Saori ma ne ebbe tanti quanti la principessa di Hoen, e questo indispettì non poco Haruka che però stette al gioco.
- Non capisco. Non dovevano essere solo loro quattro i coordinatori?- Chiese Satoshi a Masato, il bambino annuì non capendo la situazione.
Satoshi si alzò di scatto dal pubblico:- Dobbiamo fare qualcosa!- Ma Takeshi lo bloccò. - Guarda Haruka- gli disse:- Ha in mano la situazione. Qualunque cosa tu faccia rovineresti lo spettacolo. Se la possono cavare da soli- con la sua solita serietà ammutolì il campione della Lega di Kanto, tanto per cambiare. Satoshi tornò a sedere riponendo fiducia in Haruka, lo stesso fece il fratello stringendo i pugni.
Kojiro e Nyasu, proprio come prima Hari e Saori, tiravano i fili che facevano volteggiare Musashi sopra tutto il palco come uno splendido Beautifly, anche il suo abito perdeva polvere di brillanti per tutto il palco e lei si sentiva la stella più bella di tutte! Non era diventata regina di Kalos, ma chissà? Poteva essere la regina di Hoen! Andava bene lo stesso!
Il pubblico ancora estasiato non si accorse di nulla. Musashi con un salto carpiato atterrò al centro di quel palco tra lo stupore della gente. Hari prese il controllo della situazione e i suoi compagni assecondarono ogni sua richiesta capendosi unicamente con gli sguardi. Saori, con lieve disappunto del pubblico, sparì dalla scena limitandosi a gestire il gioco di ombre sullo sfondo in lotta con Kojiro e Nyasu.
Kojiro:- Che intenzioni hai? Non rovinerai la scena a Musashi!-
Saori sorrise:- Voi non rovinerete il nostro spettacolo!- Avrebbe collaborato con lui a sua stessa insaputa, il pubblico non si sarebbe accorto di nulla.
Haruka capì che doveva semplicemente prendere il suo principe e ballare con lui e i loro pokémon in fondo al palcoscenico, perché in tutto quel tempo che Hari aveva collaborato col Team Rocket aveva capito bene due cose di Musashi, il suo immenso e sprecato talento e la sua voglia di essere protagonista. E allora che si prendesse il palco. Hari le sorrise, la donna lo notò, allungò la mano verso di lei invitandola a ballare, non si poteva rifiutare. Le disse avvicinandosi quasi con fare romantico:- Io sono solo un principe. Ma tu sei la regina di questo palco- e la abbindolò con estrema facilità. E il principe verde guidò la regina rossa in quella danza di diamanti facendola splendere come solo lei sapeva fare. Il pubblico accompagnava quella danza con lo scroscio di un applauso e alcune torce accese. Forse non era lo spettacolo programmato, ma piaceva eccome!
Masato:- Mia sorella doveva essere la protagonista... chi è questa qui?! E perché Hari non la caccia?!-
Takeshi:- Perché Hari sta salvando lo spettacolo. In fondo penso che anche Haruka ne sarà felice- sorrise.
Il problema vero adesso però non era sul palco, ma all'esterno. Yamato e Kosaburo avevano il compito di accudire i pokémon degli spettatori per poi rapirli e darli a Musashi e Kojiro, come ultimo dono da parte loro! E il loro piano procedeva bene! Sghignazzavano soddisfatti quando la voce di una ragazzina li fece trasalire. Si voltarono:- E tu chi saresti?!-
- Chi siete voi?? Delinquenti! Amici di Musashi, Kojiro e Nyasu?!- La ragazza col giubbotto largo puntava loro il dito con fare minaccioso.
Kosaburo:- E' nuda lì sotto?- Chiese con estrema spontaneità visto che dal giubbotto apparivano solo due belle gambe scoperte, Yamato lo colpì:- Non è questo il punto!- Attaccarono l'eroina ma giubbottogirl era capacissima di difendersi, una smorfia sul suo viso e una posa accattivante lanciando all'attacco i suoi pokémon bastarono a mandare all'aria i piani di quei due individui. Sfiatò soddisfatta chiudendo il pugno sicuro davanti al viso:- Sono degna di te, eh Satoshi?-
Intanto lo spettacolo giungeva al termine senza altri intoppi. Kojiro ammirava la sua compagna spiando da dietro la tenda:- La vedo felice- disse a Nyasu, forse non era quello che avevano in mente ma Musashi si adattò subito alla situazione imposta da Hari e quegli applausi erano tutti per lei, a volte viveva più di quelli che di aria.
- Splendi sempre Musashi- le disse nell'orecchio il ragazzo longilineo dai lunghi capelli viola continuando a ballare con lei, mentre Haruka e Shuu e i pokémon volteggiavano loro intorno.
- Lo so!- Rispose lei con orgoglio:- Mancavano le belle donne nel vostro spettacolo!-
Il ragazzo fece una smorfia di approvazione e concludendo le danze le baciò la mano:- Lo penso anche io- le diede corda e lei compiaciuta arrossì appena.
Il pubblico si alzò in piedi in una standing ovation e lei non riuscì a non saltellare su sé stessa come una bella bimba.
Hari rise di gusto:- Sei davvero curiosa sai? Mi sei mancata!- Era sincero.
Musashi:- Curiosa? Meravigliosa dovresti dire!-
Hari le si avvicino ancora:- Penso anche questo- ma poi la minacciò:- Ma non osare mai più tentare di rovinare un mio spettacolo!- Lei adesso ridacchiò nervosa e un tantino spaventata.
Saori si avvicinò, strinse le mani ai colleghi, si inchinò insieme agli altri al pubblico, e sottovoce lo corresse:- Il nostro spettacolo- aggiunse poi:- Bravo, l'hai gestita meglio di me.-
Hari:- E' solo che sapevo bene con chi avevo a che fare- mentre stringeva la mano a Musashi che insieme a loro si inchinava piena di gioia come se quegli applausi fossero solo suoi.
Poi la donna vestita di rosso fu costretta a scappare via convinta che il loro piano arraffa pokémon stesse funzionando.
Il pubblico iniziò ad alzarsi ma Hari prendendo un microfono li interruppe:- Aspettate! Lo spettacolo non è finito!- Disse sogghignando e voltandosi verso la vera principessa di Hoen:- Non è stata protagonista della scena, ma non è vestita così bene a caso!- Scherzava, Saori e Haruka non capivano ma Shuu intuì le sue intenzioni diventando completamente rosso. Hari prese per la mano Saori e la trascinò via, di passaggio lasciò con violenza il microfono tra le mani di Shuu:- Mi raccomando, adesso non deludere questo pubblico curioso!- E in un aura di malvagità andò via seguito da un'inconsapevole Saori.
E il pubblico rimase lì a guardare con stupore i due giovani coordinatori su quel palco, a regnare sovrano solo un silenzio imbarazzante.

Quella stessa sera a Unima il capopalestra Dent riceveva una lettera da parte di una sua vecchia conoscenza.
- E' di Cabernet?- Disse la sua cara amica e compagna di viaggio. Ultimamente lui e Iris erano liberi da impegni e si vedevano spesso. Stavano cenando insieme infatti quando questa lettera arrivò, Dent confermò il mittente e la aprì con sospetto (anche se non c'era motivo di essere sospettosi).
- Non lo sa che esistono i telefoni adesso?- Portò le braccia dietro la nuca la ragazzina sempre più vicina al suo sogno di diventare maestra drago, anche se nemmeno lei usava spesso la tecnologia.
Dent ignorò l'amica aprendo e leggendo la lettera a voce alta:- Ciao sommelier incapace!-
Iris ebbe ulteriore conferma:- Sì è proprio Cabernet- e finì il cibo nel suo piatto, Dent cucinava benissimo!
- Ti informo che a Kalos nella città di Castel Vanità si terrà una sfida tra veri intenditori. Ti lancio una sfida caro mio, vediamo se hai il coraggio di accettarla!- Aggiunse poi annoiato:- Mi manda poi l'indirizzo e la data- sbuffò:- Che senso ha? Sono già un intenditore di livello A al contrario di lei.-
Iris ridacchiò:- Posso dire una cosa?-
Dent:- Come se io potessi fermarti dal dirla.-
Iris addentando gli ultimi bocconi anche dal piatto di Dent ormai alzato dal tavolo:- Quella ha una bella cotta per te!- Ridendo di gusto.
Attirò l'attenzione di Dent:- Cosa? Perché dici questo?-
Iris non volendo sottolineare l'ovvio:- Ma dai! Con la scusa che ti odia non fa che cercarti, perché invitarti a Kalos, una delle regioni più romantiche, solo per una sfida che sa di perdere? Senti a me- si alzò dal tavolo e diede lui due pacche sulla schiena così forti da farlo sobbalzare:- Quella è qualcos'altro che vuole vincere!-
Dent non seppe controbattere, pensò che forse Iris non aveva torto, d'altronde era conscio del suo fascino.
- Quindi che intenzione hai di fare?- Chiese Iris prendendo il suo zainetto dal divano pronta a tornare al suo alloggio.
- Penso che andrò. Se devo rifiutarla credo sia giusto farlo di persona.-
La ragazza ora dispiaciuta:- Oh, non spezzarle il cuore però!-
Lui sbuffò:- Credo di non avere altra scelta. Maledetto il mio charme!- Iris inarcò un sopracciglio preferendo ignorare questo ultimo commento.
Dent:- Vieni con me- le disse poi sull'uscio prima che potesse chiudersi la porta alle spalle.
- Cosa?!- Sputò lei. - Hai notato qualcosa che forse nemmeno io, grande detective, sono riuscito a notare. L'intuito femminile è spaventoso. Ho bisogno di te!-
Iris:- Vengo con te solo se lasci la tua immensa modestia a casa- rispose cinica.

- Shuu, che scherzi sono questi? Tu e Hari non mi avete detto niente!- Parlava cercando di non farsi sentire dal pubblico, l'imbarazzo era palpabile. Si accorse poi che Shuu era più agitato di lei, e le sue guance di solito così pallide erano dello stesso colore delle pokéball, forse lui non aveva colpe.
- Shuu. Ho paura, fai qualcosa- disse poi tremando, cercò nel pubblico gli sguardi di suo fratello e dei suoi amici, quando viaggiava con loro queste cose non accadevano mai! All'improvviso aveva voglia di tornare a quei giorni!
Ma suo fratello non la guardava, il suo viso era rivolto al pavimento e aveva tutta la voglia di non trovarsi lì; Satoshi invece rideva nervoso probabilmente ingenuo non capiva la situazione; Takeshi aveva tutta l'aria di averla capita benissimo la situazione, vagava da momenti di sconforto e solitudine a momenti di romanticismo sfrenato (e poi approfittava per provarci con le belle donne tra gli spettatori).
Shuu strinse quel microfono tra le mani, nervoso, maledicendo il giorno in cui Hari era nato. Cambiò idea, forse l'avrebbe perdonato Dio, ma non lui. Deglutì con occhi chiusi, si fece coraggio, digrignò i denti.
- Dov'è tutto il suo sangue freddo? Marmocchietto- disse Hari nascosto, Saori era più imbarazzata di loro e vagamente innervosita dalle trovate di Hari. Il Team Rocket invece, prima di correre da Yamato e Kosaburo e scoprire che era tutto saltato in aria si incuriosì molto della scena, erano un trio di romantici in fondo, spiavano la situazione dall'altro lato del sipario.
Spalancò i suoi occhi verdi così taglienti e avvicinò con foga il microfono alle sue labbra:- Principessa di Hoen- disse con voce sicura, anche se dentro voleva morire, ma era un professionista e sapeva tenere il palco come pochi.
Haruka sussultò, il cuore le batteva forte come non mai, e anche le sue guance si colorarono, le sembrò di prendere fuoco.
- Permettimi da adesso in poi...- si chinò con eleganza al suo cospetto e con un cenno fece capire al suo pokémon più caro di dare spettacolo, tanti petali così, come un arco nuziale, li circondarono. Lei portò le mani al petto, non sarebbe sopravvissuta a questo.
- ...di essere unicamente io il tuo principe- Le porse la mano:- Permettimelo, e ti prometto che continuerò, come ho sempre fatto da quando ti ho incontrata, a non avere occhi che per te.-
La giovane coordinatrice guardò quella mano, doveva forse stringerla? Stringerla significava accettare quella che sembrava a tutti gli effetti una poetica dichiarazione? Degna di Shuu.
Presa dal panico tornò in sé solo quando le mani di tutta quella gente cominciarono a battere come uno spartito. Allora si guardò attorno, il fratello si era sotterrato, Satoshi adesso aveva capito (forse) e applaudiva più forte di tutti, Takeshi (non capiva il perché) piangeva.
Shuu era ancora lì, con la mano tesa ad aspettare la sua, quanto tempo stava lasciando passare?! Voleva scappare di nuovo come fece quel giorno al molo ma c'era troppa gente a guardarlo e il suo orgoglio ne avrebbe risentito doppiamente. Maledetto pazzo matto folle Cupido.
Ma fu proprio quel matto Cupido a dare la conferma ai dubbi di Haruka, incrociò i suoi occhi dietro a quel sipario la bambina ormai cresciuta.
Hari sorrise soddisfatto e con le mani imitò lo scoccare di una freccia dritta al suo cuore.
- Non sei Cupido...- disse lei impercettibilmente:- ...sei un burattinaio- poi sorrise non trattenendo le lacrime:- Grazie- gli comunicò col movimento delle labbra per poi afferrare la mano del suo unico immenso principe.
E il pubblico acclamò ed esultò come fosse allo stadio.
Shuu perse tutto il suo autocontrollo, la sua schiena si inarcò e le sue braccia finalmente smisero di essere rigide come un tronco.
Haruka rise di gusto e lo abbracciò davanti a tutti e mentre la gente ancora gioiva con loro il sipario si chiuse.
Al buio nascosti da quelle tende, mentre il vociferare diminuiva, si scambiarono fugaci parole:- Era tutto vero? O solo uno spettacolo?- Teneramente abbracciata al suo collo.- Era tutto vero- le rispose lui fronte contro fronte e con la stessa dolcezza continuò:- Ma ucciderò lo stesso Hari per questo.-
Haruka sorrise come se la vera dichiarazione fosse quest'ultima frase.

Satoshi e Takeshi ridendo uscirono da quelli spalti trascinando Masato, che voleva vomitare.
Takeshi:- E' stato un gran bello spettacolo, in tanti sensi!-
Satoshi annuì, Masato tentava di scappare, non avrebbe avuto il coraggio di guardare in faccia la sorella mai più.
I lampioni illuminavano la città e la gente felice riprese i pokémon lasciati in custodia da Yamato e Kosaburo, ignari che avevano rischiato di non vederli mai più.
Musashi, Kojiro e Nyasu si infuriarono della missione sprecata ma tutto sommato la serata era stata romantica e bellissima, perdonarono gli ex compagni Rocket e alzando le spalle andarono a guardare il lago pensando all'amore.

- Serena, dove eri finita?!- La madre la ritrovò, il giubbotto si era sporcato e lei aveva un'espressione tra l'orgoglio e lo sconforto.
- Che è successo?- Le chiese:- Non hai visto lo spettacolo?-
La ragazza fece cenno di no trattenendo di nuovo a stento le lacrime:- Ho fatto una buona azione mamma- si giustificò ma non riuscì a fermare le lacrime correndo tra le braccia della madre:- Ma non sono riuscita a vedere lo spettacolo né tantomeno a trovare Satoshi!-
- Oh... mi dispiace. Dobbiamo tornare a casa adesso, lo sai...-
- Lo so- disse tra i singhiozzi:- Lasciami sfogare però, non sgridarmi!-
La donna sorrise, le rimase abbracciata mentre camminando piano tornavano verso l'aeroporto.

La luna era piena e alta ormai, il vento leggero. I tre delinquenti, accovacciati, guardavano ancora il cielo specchiarsi in quel lago.
- Lasciare il Team Rocket, bah?- Disse poi il ragazzo dai capelli lilla ripensando alle parole dei colleghi.
Musashi e Nyasu lo guardarono. - Che pazzia vero?- Disse la ragazza come se non avessero davvero vita oltre a quello e all'acciuffare quel santissimo Pikachu.
Nyasu sospirò:- Non pensiamo a queste cose adesso! Dovevamo goderci la serata!-
Musashi vestita ancora di quel magnifico e sensuale abito si alzò di scatto:- Vero! La mia magnifica serata!- Orgogliosa.
Il compagno ancora seduto accanto al pokémon la prese in giro ridendo:- Non sei tu quella che ha ricevuto una dichiarazione! Credo che la marmocchietta abbia rovinato il tuo magico momento comunque!-
La donna si alterò:- Non dire idiozie!! Ero bellissima e lo hanno pensato tutti!-
- Sì ma tu non hai ballato con il tuo principe preferito!- Puntualizzò smorzando il suo entusiasmo:- Non nego però che prima di quello sì, la tua bellezza ha impallidito quella della mocciosetta di Hoen. Ti sei divertita con Hari eh?-
Musashi quasi copiò le gesta di Shuu allungando la mano verso il compagno e invitandolo ad alzarsi.
Kojiro prese quella mano:- Che intenzioni hai?- Si sollevò e lei si avvinghiò a lui come a ballare:- Ballo con il mio principe preferito- dopo un attimo di stupore lui sorrise compiaciuto, quella donna, quando era felice (cioè molto raramente) sapeva essere dolcissima.
E allora lui l'accompagnò in quel ballo senza musica sulla riva di quel lago. - Oggi fai impallidire anche la luna- le disse visto quanto era bella e lei si sciolse:- Sai come comprarmi- bofonchiò crogiolandosi fra le sue braccia.
Nyasu rimase a guardarli mentre inconsapevolmente tubavano come due Pidove:- Che noia quando fanno così dimenticandosi che esisto anche io- sbuffò.

" Non sono riuscita a raggiungerti" gli scrisse mentendo un po' in quell'aereo, aveva rindossato i suoi classici abiti e tornava a Kalos.
" Che peccato. Mandami una tua foto con quel vestito se vuoi :)" le disse lui sperando di farla felice, o sperando di ricevere una sua bella foto sul telefono che gli tenesse compagnia.
La ragazza sorrise ricevendo quel messaggio, ogni tanto Satoshi sapeva essere attento ai suoi sentimenti, forse. " Al momento sono in aereo e non indosso il vestito. Appena sarò a casa provvederò! ;)"
" Sei nuda?XD Sono in aereo anche io comunque" Scrisse lui ironicamente visto l'ambiguo messaggio di lei, lei arrossì vistosamente e gli rispose " Scemoo!! Intendo che non indosso QUEL vestito non che non ne indosso in generale!!"
" Ahahah, lo so, scherzavo! Buon rientro a Kalos!"
" Buon rientro a Kanto! :)"
Si addormentarono col sorriso su due aerei diversi prendendo due direzioni differenti.

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Capitolo 5
*** Sfida tra intenditori ***


* La voce di una donna:- Signor Kojiro! Due nuovi cadetti pronti a diventare membri del Team Rocket! Vuole vederli o non è interessato?-
- Certo che voglio vederli- disse con voce seria vestito di un elegante smoking nero, i capelli ancora lunghi raccolti in una coda e in     volto una benda a coprire l'occhio sinistro. - Io non sono come quel Caterpie di Sakaki!- Seduto sulle sue gambe a godersi le sue coccole un   Nyasu, finalmente il pokémon preferito del capo:- Io sono un capo un milione di volte superiore a lui! E guardo in faccia tutti i miei     sottoposti!- 
- E' vero signor Kojiro, e noi lo amiamo!- Le sue sottoposte apparirono a schiera portando la mano destra alla fronte.
- Faccia entrare questi nuovi cadetti, coraggio!- Disse severo e amorevole allo stesso tempo, le sue dipendenti gemettero appena e fecero    spazio ai due nuovi membri, lui li conosceva bene!
- Kosanji e Yamato?-
- Kosaburo signore!-
- Al suo servizio!- Risposero.
Lui titubò:- Ma voi eravate già nel Team Rocket...- non riusciva a seguire. Accarezzando ancora il suo pokémon dal pelo lucido che disse     sornione:- Nya- si voltò sulla sua poltrona girevole nel tentativo di parlare alla sua segretaria, che era anche poi la sua dipendente     preferita. La donna aveva i capelli raccolti e indossava degli esagerati tacchi a spillo su una gonna tremendamente vertiginosa per essere   in ufficio, aveva una giacca elegante però dalle lunghe maniche, sotto di essa solo un reggiseno in pizzo. Non stava lì a chiedersi se fosse un abbigliamento più o meno consono, a lui andava bene così.
- Musashi, la mia segretaria- la chiamò e lei si voltò bellissima illuminata dalla luce del sole che entrava dalle grandi finestre.
- Sì, mio unico e straordinario capo- disse avvicinandosi sensuale e sistemandogli senza un reale motivo la benda che l'uomo importante     aveva sull'occhio. - Ricordi per caso dell'esistenza di questi due membri? Yamato e Kosanji?-
La donna sfogliò dei fogli e glieli porse, sempre estremamente sensuale poggiandoli sulle cosce del capo, infastidendo il gatto:- Eccoli qua-  disse mostrando le pratiche di assunzione dei cosiddetti. - Lavoravano quando c'era quel mostro di Sakaki- gli accarezzò la testa sfiorando   un ciuffo di capelli che saltava fuori dal codino:- Ooh, lui non era come te!- Lei poteva dargli del tu.
- Nya- Ripeté il gatto mezzo addormentato per poi spalancare gli occhi d'improvviso e colpirlo dritto in faccia. *

Kojiro si svegliò all'istante urlando appena. Era steso sul loro divano malconcio e Nyasu era davvero davanti la sua faccia e lo aveva svegliato graffiandolo vicino l'occhio sinistro. - Questo spiega la benda- disse tra sé e sé, poi urlò:- Perché diavolo hai fatto una cosa del genere?!-
Nyasu:- Ti sei addormentato nel bel mezzo del discorso!!-
Musashi spazientita:- Sì, stavamo parlando di una cosa importante.-
Kojiro:- Odio essere svegliato... però avete ragione- deglutì:- Il capo Sakaki ha davvero minacciato di buttarci fuori questa volta eh...-
Musashi tirò due pugni sul tavolino della loro base a Kanto:- Quel maledetto! Dopo tutto quello che abbiamo fatto per lui! E la nostra devozione!- Trattenne a stento le lacrime.
Nyasu anche cercava di non piangere ma senza riuscirci:- Dovevo essere il suo pokémon preferito!!-
Kojiro sollevandosi appena ma rimanendo su quel divano:- Ho fatto un sogno...-
Musashi scontrosa:- Certo, dormivi della grossa.-
Kojiro continuò serio:- Ero io il capo del Team Rocket- attirò la loro attenzione:- Ero un grande capo, severo ma rispettavo tutti! Ero migliore di Sakaki- talmente sicuro di sé da convincerli.
- Si stava bene, tu non parlavi...- aggiunse poi a Nyasu infastidendolo:- ...e le dipendenti erano tutte donne...- continuò e la donna inarcò un sopracciglio, lui poi la indicò:- ...e tu eri la mia segretaria mezza nuda.-
- Saresti un capo peggiore di Sakaki- dissero i due compagni all'unisono chiudendo lì il discorso.
Ma la situazione era pesante e andava fatta una scelta drastica. Scappare dal Team Rocket o affrontare quel mostro di Sakaki? (Che mostro era un mostro ma aveva anche ragione a volerli cacciare...)

Quello stesso giorno Dent e Iris approdarono a Luminopoli nella regione di Kalos, avevano contattato Citron e la sua sorellina, li avrebbero accompagnati a Castel Vanità ad affrontare questa sfida tra intenditori a cui nessuno voleva partecipare.
Citron:- Come è andato il viaggio?- Chiese gentile.
Eureka:- Da quanto tempo!!- Euforica non diede loro nemmeno il tempo di rispondere.
Dent:- Il viaggio in treno è stato fantastico. Belli i treni- sognante, Iris sguardo al cielo, lo ignorò per saltare all'improvviso su di un albero (e criticava lui) per ammirare meglio la città:- Questo posto è completamente diverso da dove vengo io!-
Dent:- Perché dovrebbe essere uguale?- Chiese giustamente lui. Citron ridacchiò timido e Iris apparve all'improvviso alle sue spalle guardando il suo zaino:- Che cosa sono questi marchingegni?-
Eureka soddisfatta:- Mio fratello è un genio!- Prese fiato:- Incompreso- aggiunse poi consapevole di ferirlo.
Iris:- Adoro la tua vivacità- diede lei il cinque e la bambina ricambiò, poi Dent scoppiò:- Oh Iris sta' un po' zitta, dobbiamo capire come raggiungere Castel Vanità!-
Citron rideva ancora per non piangere:- Tranquilli, vi ci portiamo noi!-
- Eeeeeehi- ricordò poi la sorella e si voltò verso Iris:- Vuoi essere la fidanzata di mio fratello?? Sarebbe meraviglioso!-
- No! Non sarebbe meraviglioso!- Esplose lui allontanandola, Iris si offese:- Perché non sarebbe meraviglioso?!-
Citron nel panico. Dent:- Perché? Vuoi essere la sua fidanzata?-
Iris:- Certo che no ma devo essere io a rifiutarlo!-
Citron non tratteneva più le lacrime.

A Celestopoli intanto qualcuno suonava alle porte della palestra di pokémon d'acqua ormai sempre più vicina alla totale ristrutturazione.
La ragazza aprì, con la stessa sensualità con cui aveva accolto Kenji e lui lo notò, e no... forse era vero che lui di speciale per lei non aveva niente. Anche se, guardando Marill e Azurill che giocavano insieme, ricordò di quanto lei gli fosse stata grata quel giorno.
Aveva da poco detto addio al suo amato e inseparabile Togetic e quel giorno la vide piangere su quella panchina. Non la vedeva piangere spesso, era una ragazzina talmente forte che di solito era lei a far piangere gli altri. Un giorno magari avrebbe fatto piangere anche lui, chissà, vivendo con lei e quelle gambe le probabilità erano alte proprio come quest'ultime.
Quando le posò tra le mani quell'uovo le lacrime smisero di sgorgare e lei lo guardò come non aveva mai fatto. Quel giorno pensò di aver fatto colpo ma anziché approfittare e strapparle un bacio lui le fece un disegno per ricordare quel momento. Non era solito disegnare essere umani e se lo faceva per lo più disegnava qualche bella ragazza, la prese in giro, chinandosi di fronte a quella panchina dove era seduta, dicendo che avrebbe fatto un'eccezione disegnando lei con quell'uovo. Lei di tutta risposta allungò la sua lunga gamba e colpendolo in pieno petto con un calcio lo fece cadere prepotentemente in terra. Che adorabile sexy maschiaccio, pensò anche quel giorno. Il disegno in ogni caso lo fece e lei lo conservò con cura, lo sapeva perché lo vedeva appeso nella sua camera ogni volta che andava a trovarla. Tutto sommato lei doveva volergli molto bene, pensò. Ma sicuramente voleva altrettanto bene al giovane uomo a cui aveva aperto la porta, visto, ripeto, la sensualità con cui lo aveva accolto. Sensualità del tutto sprecata con lui.
- Dove sono le tue magnifiche sorelle?- Chiese serio ignorando completamente la ragazzina mozzafiato.
- Ti ho chiamato apposta perché loro non ci sono stupido e sempre single Takeshi!- Però sapeva far piangere anche lui.
L'aiuto di Takeshi le serviva soprattutto per controllare la salute dei pokémon durante l'esibizione che volevano promuovere per la riapertura della palestra. Kasumi sembrava veramente felice della compagnia di entrambi i suoi ex compagni di viaggio. Takeshi cucinò qualcosa per pranzo e si misero insieme a tavola.
- Avete fatto un lavorone qui- disse porgendo i piatti e guardandosi attorno.
Kasumi estasiata prese il suo levandoglielo quasi dalle mani:- Quanto mi è mancata la tua cucina! Dovresti venire qui più spesso Takeshi, senza belle donne in giro io amo la tua presenza!-
Takeshi le sorrise sincero, sembrava ricambiare e Kenji si ingelosì non poco, ma mostrandosi sempre sorridente non poté che assecondare:- E' vero, è ottimo!- Assaporando quella prima portata.
- Manca solo Satoshi!- Disse con occhi sognanti la ragazza.
- Non dirmi che hai ancora una cotta per lui?- La stuzzicò Takeshi sperando di ferirla per ricambiare tutte le volte che lei aveva volontariamente ferito lui.
Kenji sputò quello che stava mangiando. Chi voleva prendere in giro? Sapeva anche lui che Kasumi aveva una cotta per Satoshi, se n'era accorto anche lui ai tempi quando viaggiavano insieme, ma non aveva mai dato peso più di tanto alla cosa, sembrava solo una cotta, niente di più. Ma tutti quei pensieri che si era fatto su di lei in questi giorni e il fatto che anche Takeshi avesse pensato alla stessa cosa lo fecero un po' preoccupare.
Kasumi intanto guardava ancora male il compagno scuro di pelle:- E tu? Ancora single?-
Takeshi:- Non è più divertente, questa battuta l'hai fatta già prima!-
Kasumi:- E' sempre divertente con te- gli pizzicò il braccio non arrivando all'orecchio. 
- Va beh ma quindi ce l'hai o no ancora la cotta per Satoshi?- Si spazientì l'altro e guardandoli così affiatati aggiunse:- Sempre che tu adesso non la abbia per Takeshi.-
Kasumi si colorò di rosso stranamente imbarazzata e Takeshi si schifò. Lei lo notò, tirò lui un ceffone:- Hai davvero fatto una faccia schifata?!-
Takeshi tenendosi la guancia dolorante:- Hai una cotta per me?- Non era il suo tipo ma la cosa era comunque lusinghiera.
- Mai nella vita- rispose lei offesa. Kenji sbuffò:- La verità, ammettilo, è solo che flirti con tutti noi! Lo facevi all'epoca e lo fai ancora!-
Takeshi annuì dando corda all'amico e Kasumi si indispettì. Kenji:- Il giorno che ti innamorerai dovrai farlo capire bene, o il fortunato rischia di non accorgersene- disse dolce e con una totale sincerità, lei arrossì di nuovo. - Il fortunato?- Ripeté quasi tra sé e sé per poi sorridere spontaneamente guardandolo. - Tsz, fortunato...- bofonchiò invece Takeshi ricevendo un calcio.

Non molto tempo dopo, a Sinnoh, l'altra ex compagna di viaggio di Takeshi (poco interessante anche lei per i suoi gusti) ricevette un messaggio. Come lesse quel nome sul display il cuore cominciò a batterle più forte. Aveva detto di non voler pensare all'amore ed era vero, ma quello era comunque il messaggio di un carissimo amico che non sentiva da tanto.
" Pikari <3 " cominciamo bene pensò " Non ci sentiamo da un po' vero? Anche colpa mia lo ammetto. Hai saputo che sto partecipando alla gara di Giardinfiorito no? Tua madre mi ha detto che ci sei anche tu! Ci vediamo la?"
" Kengo, maledetto! Pikari non è il mio nome!!"
" Che dici? E' così che ti ho segnata in rubrica!XD"
" Ti odio! Comunque sì, ci sarò!" Era contenta di riuscire a rifare con lui quelle stesse scenate che avevano fatto in passato, mandava messaggi di rabbia ma in realtà sorrideva come una bimba davanti al display.
" Senti Hikari" ma poi lui le scrisse questo, chiamandola col suo vero nome e il sorriso sul suo viso sparì " quando saremo lì mi piacerebbe parlarti di persona. Sono un coordinatore migliore adesso, e lo vedrai. Ma so che tu sarai alla mia altezza."
Hikari stava per rispondere ma notò che lui non aveva ancora finito.
" Ti batterò però. E quando ti avrò battuta ti dirò in faccia quello che ancora provo per te." Quanto coraggio, ancora una volta!
Hikari tremò, lei non aveva mai pensato di valere più di lui, ma Nozomi aveva detto quelle cose. Forse andava ammirato questo coraggio che aveva avuto Kengo, avere il coraggio di dichiarare i suoi sentimenti alla sua più cara amica d'infanzia che non faceva che prendere in giro. Alla sua bellissima e inarrivabile amica d'infanzia. Kengo non era tipo da ritenersi inferiore a nessuno, la modestia non gli era mai mancata, pensava spesso di sé stesso, ma pensava altrettanto spesso che a Hikari non mancava nulla, lei era perfetta. Sbuffò nella sua camera d'albergo il ragazzo, attendendo il messaggio di lei col cuore in gola. Non ricevendo risposta, si fece ancora una volta coraggio " se vuoi possiamo incontrarci anche prima..."
" Kengo basta" gli scrisse e lui tremò.
" Non voglio parlare di sentimenti. Io ti voglio bene, sei un mio caro amico, ma non ho voglia di parlare di altro. Se a te non sta bene forse dovremmo chiudere qui la nostra amicizia :,(" non aveva nessuna intenzione di essere dura, ma saranno state la parole di Nozomi, la paura di perdere di vista il suo obiettivo di migliorare come coordinatrice, non lo sapeva, ma stare appresso agli uomini proprio non faceva per lei. Però non voleva nemmeno ferirlo, pensò poi mandando un altro messaggio " e comunque ti batterò io!! <3" Cercando di sembrare la solita Pikari dalla coda di paglia. La sua solita Pikari.
Ma lui non le rispose. Lui non le rispose più e lei quella notte non riuscì a prendere sonno. Chissà lui?
La mattina seguente la ragazza ricevette una chiamata da Haruka. La ragazza era nella sua città Petalipoli col suo ormai inseparabile ma sempre scorbutico fidanzatino. Prendevano un gelato insieme seduti al parco,lei dondolava le gambe e si gustava il dolce proprio come una bambina, gli anni sembravano passare per tutti tranne che per lei pensava a volta Shuu guardandola scontroso.
- Che vuoi?- Disse a lui innervosita attendendo che la coordinatrice dall'altra parte del telefono accettasse la chiamata.
- Niente, a volte mi chiedo cosa mai ci abbia trovato in te- di una sincerità disarmante, ma lei aveva imparato a non prendersela, strinse lui la mano e gli diede un bacio sulla guancia, sporcandolo tutto di panna. Nervoso cercò qualcosa con cui pulirsi mentre la ragazza riceveva risposta. - Hikari!- Disse vivace:- Stai bene? Ti sento un po' giù.-
- Scusa, mi sono svegliata adesso. Ma sto bene tranquilla!-
- Di solito sei più mattiniera... preoccupata per la gara? So che ne farai una a breve!-
- Sì...- disse Hikari:- Preoccupata per la gara- fingere di stare bene a quanto pare era inutile, meglio mentire sul motivo della sua ansia.
- Ascolta, mi ricordi il giorno preciso? Volevo fare una gitarella romantica con Shuu...- ridacchiò arrossendo e lui ancora la ignorava guardando altrove:- ... e volevamo venire a Sinnoh! C'è qualcosa di bello a Giardinfiorito?-
- Fanno dell'ottimo miele- rivelò Hikari ancora sovrappensiero:- Una gita romantica eh?... State insieme? Ufficialmente?...-
Haruka scoppiò a ridere preda di gioia e imbarazzo:- Sì- disse poi drastica.
- E sei felice?- Le chiese Hikari con fin troppa serietà, tanta da turbarla.
- Certo che sono felice... pensavo si notasse dal mio tono di voce!-
Ma il tono dell'altra era invece sempre cupo:- E le tue doti da coordinatrice non ne risentono?... Io penso che non riuscirei a stare dietro a gare e fidanzati... lo pensa anche Nozomi, una mia amica.-
Haruka sentì quasi come se l'altra la volesse sgridare, ma capì che c'era qualcosa di strano sotto e non se la prese:- Innanzitutto il fidanzato è solo uno, poi è coordinatore anche lui e quindi direi che più che peggiorare insieme miglioriamo- guardò Shuu che per la prima volta in quel giorno le sorrise innamorato annuendo.
- Ma forse semplicemente...- continuò Haruka:- ...abbiamo sogni diversi!-
Hikari annuì senza dare risposta, pensò solo che anche Kengo era un coordinatore.
- Spero che tu il giorno della gara possa stare meglio!- Disse vivace Haruka sperando di sollevarle il morale:- Verremmo a fare il tifo per te!-
- Sì, grazie- rispose con dolcezza Hikari chiudendo la chiamata e ributtandosi nel letto a dormire, non aveva voglia di allenarsi quel giorno.

Il giorno della sfida di intenditori nel frattempo arrivò e a Castel Vanità finalmente Dent e Cabernet si incontrarono.
- Eccoti qua, patetico intenditore di livello A- si fece subito notare nonostante la piccola statura e il viso paffuto sempre un po' accigliato.
Citron e Eureka la guardarono un po' turbati, soprattutto la bambina sembrava offesa:- Non avevate detto che era una vostra amica?-
Iris:- Io mai detto- rise di gusto:- Dent sì- lo prese sottobraccio:- Ma Dent è tutto matto!-
Cabernet notò la confidenza che la ragazza esperta di draghi aveva col suo rivale di sempre. Sapeva che erano amici ma questa intimità? Non li vedeva da un po', e se fossero... se nel frattempo si fossero... - Fidanzati?!- Urlò a voce alta senza rendersene conto e i quattro la guardarono. Non solo loro in realtà, la guardarono un po' tutti i partecipanti e le persone che erano lì per assistere.
Dent:- Fidanzati chi?-
Iris fece lui l'occhiolino (innervosendo Cabernet ancora di più):- Ricorda ciò che ti ho detto!- Alludendo alla bella cotta che la sommelier di livello C aveva per lui. Dent sospirò alzando gli occhi al cielo, a cosa gli toccava assistere ogni volta, quanti cuori spezzati.
Eureka la guardò di sottecchi:- Non mi sei simpatica, quindi non ti chiederò di diventare la fidanzata di mio fratello!- Attaccata al braccio di quest'ultimo. - Eureka!!- La sgridò ancora lui piangendo e l'intenditrice puntualizzò nervosa:- E chi vorrebbe caricarsi un tipo del genere?!- Citron si pentiva sempre un po' di più di aver intrapreso questo viaggio.
Cabernet puntò il dito dritto al naso del suo sfidante preferito:- La sfida comincerà a breve, pronto a essere stracciato?!-
Dent le sorrise sconfitto da quell'adorabile pazzia, accettò la sfida e la stracciò.
La stracciarono un po' tutti in realtà, eppure era migliorata tanto! Dent invece, il solito perfettino, aveva vinto, beccandosi una bella targhetta placcata in oro. Quanto lo odiava.
E lui non festeggiava nemmeno, come se vincere per lui fosse la normalità. Lo raggiunse evitando gli sguardi giudiziosi della gente (nessuno la pensava in realtà) e trattenendo la lacrime dalla rabbia:- Tu!- Lo strattonò. Eureka, ormai grande amica, si lanciò a difenderlo. Dent fece cenno a Iris di recuperare la bambina, poteva gestirla da solo la situazione.
- Lascia stare piccola- disse Iris prendendola al volo dopo un bel salto e portandola dal fratello con un altro salto.
- Ma quella vuole aggredire il nostro amico!-
Iris si limitò a sorridere, a risponderle fu il fratello:- E' una questione che non riguarda te, Dent è capacissimo di tenerle testa. E poi il litigio è loro, non farlo diventare tuo.-
- Ma... io volevo solo aiutarlo!-
- A volte litigare è necessario per rafforzare un'amicizia!- Sorrise malinconico trattenendo la sorella dal voler picchiare la tipa.
- Un'amicizia sì...- disse poi Iris ridendo:- ...con questi due è un caso perso!-
La ragazza tutta ricci ripeté:- Tu!- Puntando ancora quel dito al petto dell'altro:- Dovresti almeno essere felice delle tue vittorie e non nasconderti dietro questa falsa modestia!- Tirò su col naso:- Sei solo un ragazzino arrogante e vanitoso!-
- Sei stata brava Cabernet- le disse sincero col solito sorriso:- Sono serio.-
Lei allora si calmò appena portando le braccia ai fianchi.
Lui aggiunse poi:- Dove alloggi? Vorrei poterti parlare con calma, magari davanti a una buona cena, così possiamo fare un'altra sfida in privato se vuoi!- Lei arrossì quasi fino alla cima dei capelli. Indicò l'albergo e si allontanò di corsa.
Lui tornò da un Iris contrariata.
- Che c'è?- Le chiese. - Lo sai che adesso lei pensa che vuoi passare una serata romantica con lei?-
- E perché mai? Non è quello che ho detto! In realtà, se è vero quello che dici, voglio parlarle anche per farle capire che deve smettere di pensare a me in quel modo.- Iris sbuffò:- Non c'è trippa per Purrloin eh?- Dent rabbrividì:- Perché hai nominato quel pokémon?!...-
- Povera Cabernet- ripeté Iris realmente dispiaciuta.
E la sera arrivò, la giovane sommelier strinse le mani nervosa, aspettandolo.

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Capitolo 6
*** Solo per parlare ***


Quel disegno era ancora lì, appeso nella cameretta della capopalestra di Celestopoli, lo notò di nuovo Kenji entrando in quella stanza seguito da Takeshi.
Kasumi poggiava i loro cuscini sui materassini srotolati per terra non troppo distanti dal suo letto.
Tutte quelle notti era in camera con lei che lui aveva dormito, e adesso, giustamente, dormiva con loro anche Takeshi.
La sera prima di dormire Kasumi parlava tanto con lui, parlava più con lui che con Kenji, dei vecchi tempi e delle tante avventure. Probabilmente era perché semplicemente lo vedeva ormai meno spesso dell'osservatore pokémon. In ogni caso Takeshi non le dava lunghe risposte, parlava per lo più sola.
- I tuoi pokémon sono tutti in perfetta forma- le disse l'ex capopalestra prima di mettersi a letto quella sera, mentre lei era già sdraiata sul suo da un po' ad accarezzarsi meccanicamente le gambe sempre scoperte.
- Ma non avevo dubbi- continuò Takeshi in un sorriso:- So di cosa sei capace.-
La ragazza ricambiò il sorriso. Takeshi poi si soffermò a guardare Kenji che guardava ancora il disegno:- Quello è tuo vero?- Gli chiese.
Kenji annuì e Kasumi parlò al posto suo con estremo affetto:- Me lo regalò il giorno che mi diede l'uovo di Azurill- il pokémon le saltò sulle gambe e lei lo coccolò ben bene.
Takeshi, più o meno ironico:- Avresti dovuto disegnarla con un Tentacool per renderla davvero felice!- Accarezzò però anche lui la testa di Azurill, ancora sulle gambe di lei, per far capire lui che scherzava.
- Cretino- disse Kasumi prendendo un po' a botte il suo braccio ora così vicino, però era rossa in viso, ancora una volta Takeshi ci aveva azzeccato.
Kenji rise di gusto della cosa, sapeva bene anche lui della strana ossessione che la ragazza aveva per quei pokémon:- So quale deve essere il prossimo disegno allora!-
Kasumi sbuffò rossa in viso, ma sì, aspettava quel disegno da un po'.
Kenji:- Comunque... sia l'esibizione che la palestra sono praticamente pronti, dobbiamo solo scegliere il giorno dell'inaugurazione così poi possiamo liberare il dottore!- Riferito a Takeshi che annuì sorridendo.
- E tu, Kenji?- Chiese lei poggiando viso e braccia sulle ginocchia:- Non vuoi essere libero da questo mostro chiamato Kasumi?-
Il ragazzo si chinò poggiandosi sulla parte più esterna del materasso della ragazza:- Io ci penserò su. Sempre che il mostro non mi mangi!-
I giovani rimasero un po' a guardarsi sorridendo come due scemi, Takeshi si limitò ad osservarli senza dar loro troppo peso, tanto che si piacevano a vicenda l'aveva già capito da un po', quello single, come diceva lei, rimaneva sempre e solo lui. Takeshi pianse di nuovo all'improvviso distraendo i due ragazzi, la ragazza saltò pure giù dal letto per raggiungerlo in un primo momento preoccupata.
- Sono sempre solo- diceva lui piangendo e lei lo spinse via:- Ma tu non stai bene, mi hai fatta preoccupare davvero!-
- Ma ho un problema vero, certo che non sto bene!-
- Tu i problemi te li crei. Se non fossi matto da legare le donne ti andrebbero dietro- stranamente lo volle consolare:- Sei meglio di questo qui!- Aggiunse poi indicando Kenji, e così a piangere adesso era lui; Kasumi riusciva ad essere cattiva anche quando cercava di essere la buona.
Andarono a dormire poco dopo, ma nel cuore della notte la ragazza si svegliò accorgendosi che Kenji non era nel suo letto. Aspettò un po' pensando che fosse andato in bagno ma il ragazzo non tornava e allora, un po' preoccupata, si alzò per cercarlo.
Lo trovò in cucina seduto a bere del tè.
- Che fai qui?- Gli chiese con voce assonnata stropicciandosi gli occhi.
- Ehi, sei sveglia anche tu. Mi sono fatto un tè, spero non sia un problema!-
- Scherzi? Con tutto l'impegno e l'affetto che hai messo in questa palestra questa è anche casa tua!- Le disse sincera e il ragazzo sorrise.
Gli si sedette accanto, il sonno la portava ad essere molto infantile anche nei movimenti adesso, aveva perso la sua sensualità pensò ridacchiando tra sé e sé il ragazzo, eppure sapeva comunque rimanere bellissima, maledizione! Strise nervosamente i manici della tazza per poi portarla alla bocca per sorseggiare.
- Come mai non riuscivi a dormire?-
- Ansia per l'inaugurazione, boh.-
- Ma ora stai esagerando a sentirla tua!- Rise lei di gusto, lei dormiva profondamente mentre lui aveva l'ansia. - Sei uno sciocco, io sono tranquilla, vedrai che andrà tutto bene! E questo è anche merito tuo!- Sfiorò il suo ginocchio delicatamente. Lui la guadò d'istinto ed erano così vicini che lei arrossì vistosamente. Rimasero a guardarsi un po', in silenzio, e sembrava che a tenere la situazione in mano adesso fosse lui. Dopo attimi di dolce tensione lui sorrise:- Torna a dormire- le disse:- Non preoccuparti per me. Mi distraggo un po' e torno a letto anche io! Guarda che lavorare con il Professor Okido non è facile! Sono abituato a ritmi stressanti!-
- Lo so- disse lei dolcemente:- So che sei capace di affrontare e reggere ogni cosa. Abbiamo viaggiato insieme io e te!- Gli ricordò alzandosi e raggiungendo la porta:- E non t'ho mai visto tirarti indietro!- Lo guardò prima di abbandonare la stanza e tornare nel suo letto:
- Buonanotte, amico mio- ma la parola amico suonava così strana.
- Buonanotte- ripeté lui appena, sorseggiando ancora il suo tè.

Anche Dent quella sera avevo raggiunto, come le aveva promesso, la sua grande e innamorata rivale Cabernet.
Lungo tutto il corridoio e prima di riuscire a bussare alla porta di lei ripassò a voce bassa il copione che doveva recitare, perché lui doveva dire sempre le parole giuste al momento giusto, doveva essere impeccabile, sempre. Forse era davvero un po' arrogante e vanitoso, Cabernet era un'ottima intenditrice se si trattava di lui.
Inspirò a pieni polmoni e bussò a quella porta, la stanza 509.
La ragazza aprì subito, come se stesse da ore ad aspettarlo dietro la porta, il solito vestito da sommelier e lo sguardo imbronciato. Appena le fu possibile intrecciò anche le braccia per chiudersi più che poteva nella sua cocciutaggine e timidezza:- Allora?!- Disse a voce fin troppo alta:- Che volevi dirmi?!- Si guardò attorno:- E la cena?? Avevi promesso una cena!-
Dent sollevò il mento con orgoglio:- Non l'ho dimenticato- parlava invece lui sempre pacato e con un sorriso beffardo:- Ho già avvisato i camerieri di portarcela tra poco.-
- Non cucini tu quindi?- Un po' delusa.
- Avevo promesso un'altra sfida tra intenditori. Non posso farlo su qualcosa cucinato da me.-
- Non sarebbe corretto?-
- Sarebbe tutto perfetto, non ne varrebbe la pena.-
Lo sguardo di lei si imbronciò di nuovo, forse forse era un tantino arrogante e vanitoso.
- Ma, Cabernet- disse ora fin troppo serio poggiando entrambe le mani sulle spalle di lei, per farlo dovette quasi chinarsi tanto era più alto. Il cuore di lei cominciò a battere fortissimo e la sua espressione non sapeva nasconderlo, spalancò gli occhi irrigidendo ogni parte del suo corpo. Perché erano così vicini? Da soli in un'elegante e ordinata camera d'albergo?
- S... sì? Dent...- Disse lei balbettando con una mano vicino al cuore come a tenerlo fermo.
Lui espirò:- Voglio che la cena sia consolatoria, prima devo dirti una cosa importante.-
"Cosa importante??" Lei era vicina all'attacco cardiaco. Ma "consolatoria" che significava? Oddio, aveva capito i sentimenti di lei e voleva rifiutarla. Era così? Era così vero?? Dent aveva ragione, l'intuito femminile era anche avanti a lui.
Dent ripassò velocemente nella sua testa tutto ciò che andava detto, mentre ancora le stringeva le spalle tra le mani pallide.
" Cabernet, sei una cara amica. Ma niente di più. E non è questione di livello, che io sia di livello A e tu di livello C non fa differenza (perché si vantava anche nella mente??). Il mio cuore è devoto ai pokémon, alla cucina, e ai treni, nient'altro. Non sei tu, sono io" (questo era il discorsone).
Lei era lì, con entrambe le mani al petto adesso, gli occhioni che cercavano di non riempirsi di lacrime, i capelli arruffati e lo sguardo da Lillipup bastonato. " Vai Dent, è il momento" ripeté a sé stesso e aprì finalmente quelle labbra per sputarle in faccia la dura realtà.
" Io non ti ricambierò mai nella vita" era quello che doveva dirle, ma nemmeno lui sapeva bene come si fosse ritrovato incollato alle sue labbra senza aver emesso alcun fiato.
La ragazzina ancora immobile aveva adesso su tutta la pelle il colore del vino da cui prendeva il nome. Rimase lì, rigida, a lasciarsi baciare dall'intenditore di livello A. Ma che stava succedendo?! Non era quello che nessuno dei due aveva previsto.
Tra l'altro lui a staccarsi da quella bocca che (chi l'avrebbe mai detto?) sapeva di ottime bacche ci mise un bel po'. Un treno sfrecciò poi nel suo cervello e torno in sé tirandosi indietro. Il gesto fu istintivo e quasi violento, ma riprese subito la sua compostezza, nei modi e nella voce:- Scusa- le disse con charme:- Sapevi di buono, è il mio lavoro.-
Dire che la ragazzina lo fulminò con lo sguardo era dire poco:- Come?!- Infatti gli disse poi:- Ma che ti è saltato in mente?! Questo è abuso di potere! Solo perché sei un intenditore migliore pensi di poter fare con me il bello e il cattivo tempo?! Non sei un Castform!-
- Oh mi scusi- adesso le dava del lei il signore, forse l'improvvisa paura di una denuncia alla sua immagine lo terrorizzava. Ma lei a quel "scusi" trattene a stento una risata nervosa.
- Pensavo che era quello che volevi. Perdonami. E' stata Iris- incolpò subito l'immagine di qualcun'altro.
Lei rimase in silenzio, calmandosi ma ancora accigliata e rossa su quelle guanciotte:- Iris?...-
Lui se ne stava con schiena dritta davanti a lei ma quasi non la guardava più negli occhi, si soffermava sulla carta da parati pregiata della stanza.
- Che c'entra Iris?- Gelosa.
- Lei credeva che tu avessi una cotta per me.-
- Ma che ne vuole sapere quella?!- Di nuovo nervosa e lui finalmente la guardò, sorrise di nuovo:- Scusa- le ripeté:- Scusa se mi è piaciuto, anche- ridacchiò imbarazzato.
Lei adesso assunse un'espressione seducente (o almeno sperava, non si capiva in realtà cosa volesse esprimere):- Allora è vero che sei un intenditore di livello A!-
Lui rise di gusto adesso, perdendo quasi la sua compostezza.
- Aspettiamo comunque la cena?- Le chiese lui cercando di rimediare.
Lei lo tirò per quel grosso papillon e riattaccò le sue labbra a quelle dell'altro:- Sì, ma la aspettiamo così- gli disse e la cosa non sembrava dispiacergli.
Intanto Iris, Citron ed Eureka cenavano nell'atrio di quello stesso Hotel. La ragazza tutto pepe se ne stava imbronciata:- Non mi fido affatto di Dent, pensa di saper trattare con le donne ma ho paura che la farà soffrire!- Intuito femminile un corno.
Citron sorrise un po' amareggiato:- Le passerà. Mi sembra una ragazzina che supera tutto.-
Iris ridacchiò:- Quello sicuro!-
Eureka mangiava felice col suo Dedenne.
Iris poi chiese, tornando di buon umore:- A proposito di gente a cui passa tutto! Senti spesso Satoshi?-
Citron sussultò.
Iris:- Non lo sento dal giorno che ha vinto la Lega, ma tanto se aspetto lui! Devo sempre chiamarlo io!-
Citron rise:- Fa così con tutti. Satoshi è Satoshi- gli si illuminavano sempre gli occhi quando parlava di lui, Iris lo notò.
Eureka:- Speriamo che venga presto a Kalos a far visita a Serena!-
Citron:- Sì, a Serena- ripeté lui col solito sorriso appena accennato e addentò il suo cibo.
La sera poi passò, e anche la notte e Dent non faceva più ritorno e allora prima di mettersi a letto, guardando le stelle i tre ragazzi si porsero altre domande.
Eureka:- Quella ragazza lo avrà imbavagliato e rapito??-
Citron:- Forse lei è disperata e lui non se la sente di lasciarla sola!-
Iris di nuovo nervosa:- Sentite a me. Quello è un bugiardo patentato- ora parlò immaginariamente a lui:- Altro che due di picche Dent! E io ingenua che ti ho dato retta!- Sbuffò per poi ridere immaginandoli a sbaciucchiarsi amorevolmente in camera, arrossì anche all'idea, lei rimaneva sempre un po' bimba ma finalmente era arrivata alla giusta deduzione.

E alla fine arrivò anche il giorno della gara a Giardinfiorito in quel di Sinnoh.
Haruka e Shuu erano arrivati in tempo e si godevano ancora un buon gelato a gusto miele in un bar vicino. Il tempo era ottimo e la gente tanta lì nei pressi del luogo dell'incontro. Shuu notò:- A malapena sei riuscita a parlare con la tua amica Hikari. Giustamente è presa dalla gara.-
- Sì- rispose Haruka sempre con il morale alle stelle ormai:- Ma io sono venuta qui in primis per fare una gita romantica con te e poi per fare il tifo per lei! Pazienza se parleremo poco! Avrà il mio supporto!- Sfiorò la mano al ragazzo ma come farebbe un tiratore di schiaffi non una fidanzata:- E io avrò il mio!-
- Cioè?-
- Tu. Tu sei il mio supporto!-
- Ah ok- principe solo d'aspetto lui.
Hikari invece aveva appena finito di indossare quel famoso vestito rosso comprato giorni prima e si sistemava la coroncina tra i capelli ordinati. Si guardava allo specchio respirando piano.
- Ma guardati- Nozomi apparve alle sue spalle a braccia conserte:- Era questo il famoso vestito- mentre lei era sempre un elegante maschiaccio.
Hikari si voltò a guardarla spalancando gli occhi, l'amica poté notare un filo di trucco.
- Come sei provocante.-
- Non ti piaccio?-
- Non è il tuo stile.-
Hikari si imbronciò e Piplup si dava ragioni.
- Ogni tanto è bene cambiare non credi?- Disse la ragazza dai capelli blu.
- Non se lo fai per qualcun'altro. Spero tu dia il meglio di te oggi.-
- Lo farò- disse adesso sicura, e Nozomi la riconobbe, questa era la sua Hikari!
Quando furono nell'atrio ad attendere il loro turno Hikari poté finalmente intravedere Kengo. Le sembrò per un attimo di morire. Lui non la guardava, non sapeva se l'avesse notata o no, eppure il suo vestito rosso spiccava eccome!
Non era cresciuto poi tanto lui, sembrava il solito bambino paffutello eppure aveva sempre quel portamento orgoglioso, la ragazzina osservandolo si ritrovò a sorridere senza rendersene conto. Ma lui non la guardava mai.
Haruka e Shuu trovarono le loro postazioni tra gli altri spettatori, in perfetto orario per l'inizio della gara. Haruka strinse lui la mano un po' preoccupata:- Speriamo che Hikari ce la faccia! Devi vederla, è bravissima!-
- La conosco. Ha lottato contro di te. Ti guardavo sai?-
Haruka arrossì stupita e contenta.
- Non fare quella faccia così contenta, ti ricordo che perdesti.-
Haruka offesa:- Ti ho detto che è brava!-
I giocatori vennero selezionati. Guarda un po', Nozomi e Kengo capitarono come avversari al primo turno!
Nozomi sfiorò la spalla di Hikari:- Pensa, i tuoi ammiratori segreti già da subito!- E si recò verso il palco.
Hikari ingenua batté più volte le ciglia:- Quali ammiratori?- La ignorò e di corsa raggiunse Kengo per augurargli buona fortuna.
- Kengo!- Urlò il suo nome.
Lui, educato, si voltò:- Hikari- disse con voce seria. E lei pensò una cosa che non avrebbe mai creduto, perché non la chiamava Pikari?! Maledizione, perché??
- Kengo...- ripeté insicura portando una mano quasi a coprirsi la bocca:- ...volevo augurarti buona fortuna.-
- Dovresti augurarla a Nozomi- così freddo:- Come sei vestita?- Le disse poi con un leggero disprezzo e questo la ferì tantissimo, tanto da dubitare della prestazione che avrebbe avuto in gara. Piplup però smise di darsi ragione e si avvicinò alla padrona col tentativo di consolarla.
Kengo superò la tenda e raggiunse l'avversaria su quel palco.
Nozomi poté notare da subito lo sguardo inferocito che le lanciò il rivale, quasi rise della cosa.
- Pensi forse che sia stata io ad allontanare Hikari da te?- Chiese.
- No- disse:- Non mi interessa. Ti stimo come avversaria ma attenta a non piangere oggi- sorrise con aria di sfida e la ragazza accolse la cosa con una smorfia senza un briciolo di paura o insicurezza.
Hikari li guardava dallo schermo stringendo una mano nell'altra nervosamente. Per chi doveva tifare? Pensò, cattiva, che in quel momento provava una profonda antipatia per entrambi. - Dovrei tifare unicamente per me stessa- si disse sorridendo al suo fidato pokémon.
Alla fine Kengo aveva ragione, fu una lotta sudata ma il ragazzo vinse e Nozomi dovette accettarlo. Raccolse il suo pokémon stanco e si limitò a sorridergli sconfitta senza dire nulla, si voltò abbandonando il palco mentre Kengo a braccia alzate si teneva per sé l'entusiasmo del pubblico. Hikari sorrise amareggiata, raggiunse Nozomi.
- E' diventato ancora più bravo- ammise l'amica dai capelli corti sorridendo:- Sta' attenta.-
Hikari ricambiò il sorriso e l'abbracciò:- Sei stata un fenomeno anche tu, come sempre!- Nozomi si lasciò abbracciare, faceva sempre la dura ma anche lei aveva bisogno di supporto ogni tanto.
Le battaglie poi si susseguirono, e come in un fim, si ritrovarono contro nella finale proprio loro due, Hikari e Kengo. Si guardarono, pronti a dare il meglio.

Satoshi invece non aveva smesso di messaggiare con l'amica di Kalos, in barba a Iris, a lei ogni tanto scriveva! Anche se il più delle volte era Serena a iniziare la conversazione. Ma lui con lei non la chiudeva subito, gli piaceva parlare con la ragazza che lo aveva baciato. Poi lei era sempre così delicata con lui, lo viziava non poco e questo gli piaceva tantissimo. Conosceva bene anche il lato più aggressivo di Serena certo, ma era maturato molto dall'inizio del suo viaggio ed era in grado di rendersi conto che ogni tanto qualche strigliata se la meritava pure. Sorrise all'idea che ad averlo baciato era proprio quella che per lui era la più carina delle sue compagne di viaggio. Cioè, pure le altre non erano male, ma Serena era Serena e non si metteva mai tra lui e il suo sogno di diventare Maestro Pokémon. Era perfetta per lui, cavolo. Riguardò la foto che giorni prima gli aveva mandato e ridacchiò spaparanzato sul divano del laboratorio del Professor Okido. Era da lui in quei giorni per salutare tutti i suoi pokémon, e adesso, stanco del giro si riposava sul divano.
Shigeru, che come detto da Kenji aiutava il nonno, gli si sedette accanto e spiò involontariamente la foto dal telefono. - Uuh- disse:- Le belle ragazze ti mandano foto private sul telefono! Chi l'avrebbe mai detto...- perfido:- ...sei un uomo anche tu!-
Satoshi lo spinse infastidito via dal divano.
- E' la tua ragazza?- Gli chiese senza arrendersi.
- No- disse nervoso.
- Allora non hai l'esclusiva, gira la foto anche a me!-
- E piantala cretino!!- Litigarono di nuovo come quando erano bambini, il vecchio scienziato entrò, li notò, ma filò dritto ignorandoli completamente.
- Senti- disse poi Satoshi con un'improvvisa voglia di parlare dei suoi sogni a Shigeru:- Quasi quasi torno a Kalos. Ho un conto in sospeso con quella Lega, mi piacerebbe riparteciparci. Affrontare di nuovo quelle palestre, il mio amico Citron... perché accontentarmi della Lega di Kanto?-
Okido sentì e il suo pensiero, in un sorriso amaro, andò ad Hanako, suo figlio non riusciva proprio a starsene un po' a casa.
Shigeru lo ascoltò in silenzio annuendo a tutto, come un buon amico farebbe e poi finalmente, dopo un lungo discorso su Kalos, i suoi sfidanti, i suoi pokémon, le sue palestre, parlò:- Quella ragazza è di Kalos vero?- Tornando al punto per lui importante, al diavolo i pokémon!
Satoshi arrossì:- Sì ma giuro che non era lei il punto!-
Shigeru gli scompigliò i capelli con affetto, come se parlasse con il suo fratellino e non con un coetaneo:- Ma sì ma sì, purtroppo lo so che eri serio. Tu vai davvero lì per le palestre e non per quel bel sedere. Per questo non mi sei simpatico.-
Satoshi non seppe nemmeno rispondere, rimase imbronciato su quel divano con i capelli scompigliati fino a quando Bayleef non lo scaraventò via affettuosa e gelosa.  
" Lega di Kalos, aspettami" ripeté a sé stesso sorridendo orgoglioso.

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Capitolo 7
*** Come poche persone al mondo sanno amare ***


Era circa mezzogiorno, il sole era alto ma non faceva così caldo a Kanto perché il vento soffiava forte.
Due ragazzi e il loro pokémon erano famosi nel fare sempre la scelta sbagliata. Potevano fuggire e basta, nessuno li avrebbe cercati perché loro ormai contavano meno di zero. Un peccato, perché in quei giorni all'accademia non sembravano affatto reclute deludenti.
Davvero un peccato, ossessioni e strade sbagliate li avevano portati a troppi fallimenti da essere perdonati all'infinito.
Dovevano sparire e nessuno li avrebbe inseguiti.
Ma quei tre erano famosi anche per la loro stupida cocciutaggine e orgoglio. Il capo a cui erano stati così attenti e devoti non li voleva più? Beh, dovevano dirgliene quattro! Superarono le guardie perché quando si mettevano d'impegno sapevano essere veramente bravi (probabilmente essere i cattivi forse non faceva veramente per loro) e si ritrovarono di fronte a quel tanto amato capo.
- E voi?- Disse con arroganza ricordando appena chi fossero. Il Persian sulle sue cosce soffiò feroce a quel Nyasu che coraggioso era pronto ad affrontarlo:- Non mi fai paura!- Disse infatti.
- Ah, il Nyasu parlante, certo. Mi ricordo di voi. Siete l'inutile spreco economico della mia organizzazione. Sbaglio o vi avevo ordinato di non farvi più vedere? Ho voluto essere clemente con voi ancora una volta.-
Musashi, tanta la rabbia, quasi perdeva fumo dalle orecchie, strinse i pugni e in fretta spalancò la bocca pronta a urlargli contro tutta la sua frustrazione, ma Kojiro fu più veloce di lei. Fece un passo avanti come a voler difendere i suoi compagni e prendersi tutte le responsabilità, come se il capo fosse lui, come nel suo sogno:- Tu non sei più nessuno- disse con voce ferma:- E noi non abbiamo paura di te- così sicuro che furono Musashi e Nyasu ad avere quasi paura del loro compagno.
Sakaki incupì lo sguardo:- Dove vuoi arrivare?- Pronto a premere un bottone sotto la sua scrivania.
Alzò adesso la voce Kojiro:- Sfidaci! E ti faremo vedere quanto valiamo!- Musashi e Nyasu con sguardo severo si nascosero quasi dietro di lui lasciandosi proteggere. Kojiro era il più sensibile tra loro ma lo conoscevano bene, quando si arrabbiava non c'era nessuno capace di tenerli testa; chissà, magari nemmeno Sakaki.
Il capo del Team Rocket però non sembrava spaventato, una sonora risata riempì quello stanzone. - Va bene- disse ma Kojiro lo interruppe senza ritegno:- Non ho finito- puntualizzò severo:- Se vinciamo noi...- Sakaki ascoltò con attenzione:- ...dovrai lasciarci l'azienda!-
Musashi e Nyasu si guardarono, non erano esattamente questi i piani, forse il ragazzo sognava troppo in grande, ma cavoli, era il loro ragazzo! Annuirono fiduciosi e pronti a combattere al suo fianco. Musashi gli strinse la mano, lui si voltò appena a guardarla senza perdere il suo coraggio. Lei sorrise, lo amava come poche persone al mondo sanno amare quando faceva così. Lui ricambiò il sorriso sicuro di fare la scelta giusta. Si vedeva che era un ragazzo nato in una famiglia ricca e importante, pensò ancora lei invidiandolo un po', a volte aveva una fermezza e una sicurezza che lei si sognava. E oggi stava avendo anche tanto coraggio, qualità che di solito apparteneva più a lei che a lui, ma tutto sommato le piaceva sentirsi protetta (anche se lo negava); Kojiro poi, era sempre così protettivo, con tutti. " Non sei mai sembrato uno dei cattivi" pensò affettuosamente. 
- Ora posso parlare, col suo permesso?- Disse nervoso e con sarcasmo colui che in realtà aveva ancora in mano la situazione, Kojiro lo guardò senza esitare.
- Accetto. Patetici agenti- non voleva certo approvare le folli richieste di un ragazzino che voleva giocare a fare l'uomo davanti alla sua fidanzatina pensò, ma anche lui era orgoglioso. Non si arriva a essere capo di un'azienda malavitosa così importante senza un briciolo di orgoglio. Voleva essere clemente con loro all'inizio ma questi tre insulti della natura non meritavano clemenza. Li avrebbe distrutti, in tutti i sensi. Prese in mano la sua pokéball pronta a lanciarla e lo stesso fecero Musashi e Kojiro senza paura, stringendosi la mano libera. Nyasu e Persian erano altrettanto pronti ad affilare gli artigli.

Nello stesso momento, a Giardinfioriro, Hikari scendeva in campo contro Kengo.
Entrambi strinsero i pugni ingoiando saliva. Si guardarono negli occhi con aria di sfida.
Lui soprattutto, la guardava come non aveva mai fatto, uno sguardo così severo non gliel'aveva mai serbato. Capì solo allora Hikari di quanto, in tutti quegli anni, lui l'avesse guardata sempre innamorato. Anche quando la prendeva in giro con quel nomignolo che tanto odiava.
In quel momento quel maledetto nomignolo le mancava profondamente!
" Kengo, dove sei? E a farti scappare sono stata proprio io?" Ma lei non aveva colpe, non ricambiava i suoi sentimenti, non doveva essere un suo problema questo.
Ma lo sguardo di lui cambiò appena, era sempre amareggiato ma le sorrise:- Metticela tutta mi raccomando, come solo tu sai fare!- 
Allora la ragazza capì che lui non era arrabbiato con lei, era semplicemente triste, e come biasimarlo? Ma prima o poi gli sarebbe passato, prima o poi si sarebbe innamorato di un'altra e allora sarebbero potuti tornare amici!
Non vedeva l'ora! La coordinatrice sorrise. Non vedeva l'ora che Kengo si innamorasse di un'altra per riaverlo! Ma il sorriso le sparì subito. Non vedeva l'ora che il suo Kengo si innamorasse di un'altra per riaverlo tutto per sé.
" Oh no" pensò infine chiamando in campo il suo pokémon pronta ad affrontare l'esperto avversario " che cosa ho combinato?!"

Ma Sakaki era un allenatore con molti più anni di esperienza e molta più cattiveria. Erano in due contro uno, ma persero lo stesso. La loro squadra venne annientata. La squadra di guardie di Sakaki entrò di prepotenza nella stanza facendo loro capire che quelle pokéball non le avrebbero più viste. No, non potevano prendersi i loro pokémon! Bastò uno sguardo di Kojiro a far capire a Musashi di prendere le pokéball e fuggire via, sapeva correre veloce ed era estremamente agile. Lei fece un cenno con la testa con il cuore pieno di emozioni, raccolse le sfere di entrambi e superò quelle guardie nell'attesa che i due compagni la seguissero. Nyasu, preso dal panico, graffiò e colpì aggressivo come non era mai stato quel tanto odiato Persian. Nello stesso istante Sakaki afferrò il polso del giovane Rocket che distratto seguiva con lo sguardo la compagna che fuggiva mettendo in salvo i loro pokémon, come si sentì afferrare da quella forte mano si voltò di scatto e senza pensarci, d'istinto, indurì il destro colpendo in piena faccia la più imponente figura del Team Rocket. Quel giorno volarono via due denti, uno a Sakaki e l'altro al suo Persian. Avevano perso la guerra, ma quest'ultima battaglia vinta valeva tutto; i due compagni si scambiarono un cenno d'intesa orgogliosi per poi fuggire seguendo le orme della compagna.
- Maledetti- strinse i denti rimasti il capo dolorante, asciugandosi il sangue:- Dov'era questa loro capacità quando lavoravano per me?!-
L'intero covo del Team Rocket diede loro la caccia, di sicuro questa cosa sarebbe rimasta negli annali dell'organizzazione, alla fine, a modo loro, la storia l'avevano fatta!
Si ritrovarono e, scappando insieme come dei pazzi, ricordarono le parole del moccioso " questa grande storia è anche un po' vostra" sorrisero, pensare a Satoshi e Pikachu che ce la facevano sempre infuse loro ancora più coraggio!
Erano nei pressi di un cunicolo che li avrebbe portati all'esterno, erano sicuri che una volta fuori li avrebbero lasciati andare, non valeva la pena stare dietro a tre matti che mai più si sarebbero fatti rivedere. Ma proprio poco prima della libertà apparvero due reclute pronte ad aggredire Musashi e Nyasu, più avanti rispetto a Kojiro. Ma il ragazzo, ancora una volta, come più volte fece all'accademia, volle fare l'eroe e si sacrificò al posto loro facendosi catturare per permettere agli altri due di salvarsi.
- Non ti permetterò una cosa del genere!- Gli urlò la ragazza, ma lui la spinse via oltre la finestra verso la libertà.
- Va' con lei e non lasciarla sola mai!- Disse al gatto, che nel panico lo assecondò seguendo la ragazza.
Musashi e Nyasu erano all'esterno e riuscirono a far perdere le loro tracce mentre Kojiro, il solito sensibile eroe, era rimasto nelle loro grinfie.
- No! No! No! No!!- Ripeteva la ragazza dai lunghi capelli magenta scappando via in lacrime, Nyasu la seguiva singhiozzando. Appena poterono si fermarono a riprendere fiato prima che un infarto rendesse vano il sacrificio di Kojiro. - Gliel'ho permesso solo per portare in salvo i suoi pokémon! Non me l'avrebbe perdonato mai!- Tirò un pugno a un albero così forte da far volare via i Pidgey appollaiati sopra.
Nyasu si alzò di scatto:- Dobbiamo tornare e cercarlo!- Voleva continuare a parlare a raffica ma non riuscì a proseguire il suo discorso perché i singhiozzi della ragazza quasi lo paralizzarono. Se ne stava in piedi con la testa china su quell'albero senza dire niente, piangeva e basta. Vedere Musashi così lo spaventava forse più di ogni cosa. - Musashi...- disse appena cercando di sfiorarla.
- Non doveva andare così!- Disse con voce soffocata su quella corteccia:- Perché deve sempre fare così?! Perché è così lunatico?!- Adesso si voltò a guardare il gatto con le ciglia ricoperte di lacrime:- E' così codardo! E invece si sveglia un giorno e vuole fare l'eroe! Come quei giorni all'accademia!- Alzò le spalle tornando a singhiozzare come non aveva mai fatto:- Io non lo capirò mai! Come posso aiutarlo se non riesco a capirlo?!- Nyasu le sfiorò le gambe e allora lei si accovacciò cercando in lui un abbraccio.
- Noi non lo abbandoneremo- le disse.
- Ovvio che non lo abbandoneremo- rispose asciugandosi le lacrime, aveva le guance e il naso così rossi che sembrava che Nyasu le avesse graffiato tutta la faccia. " Io posso vivere senza il Team Rocket" pensò riprendendo la sua fermezza e la sua audacia, strinse i pugni " ma senza Kojiro no" ricambiò lo sguardo del pokémon cercando ancora una volta approvazione, la trovò. " Kojiro, mi è appena tornato in mente un dettaglio insignificante che col tempo avevo lasciato scappare via. Ma è qualcosa che in quei giorni all'accademia non riuscivo a togliermi dalla mente, e in questo momento è tornato più forte che mai. E mi sono accorta che in realtà non era scappato affatto, si era solo nascosto nell'ordinarietà delle nostre giornate."
- Coraggio Musashi, torniamo a prenderlo!- Le disse il pokémon imbracciando lo stesso coraggio che il suo compagno umano aveva avuto, ma lei aveva lo sguardo distante, come se non lo stesse più ascoltando. Il vento era forte, fin troppo.
" Io ti amo, come poche persone al mondo sanno amare."
Annuì:- Sì, andiamo a prenderlo.-

Se solo Hikari avesse saputo che cosa stava accadendo in quello stesso momento ai suoi più cari nemici forse avrebbe ritenuto i suoi problemi banali e di poco conto. Ma lei non lo sapeva e quel giorno, quando il suo Piplup perse tutte le energie facendole così perdere la gara, capii cosa significava veramente soffrire per amore.
Lui vinse, lo meritava, e vinse. Ricevette il suo fiocco, con orgoglio lo mostrò al pubblico e poi andò via salutandola appena, quasi come fossero due estranei.
Doveva solo far sbollire la sua rabbia sì. Ma se lui non l'amava più? Aveva tutto il tempo di diventare Super coordinatrice, ma il tempo di ritrovare un uomo così devoto ai suoi sentimenti quando l'avrebbe ritrovato?
La sua amica Haruka scese dagli spalti per consolarla, e anche Nozomi le si avvicinò con la stessa intenzione ma appena quest'ultima sfiorò lei la spalla Hikari, che a tutto stava pensando meno a che ad aver perso la gara, si scostò impedendo alla rossa di toccarla.
Non lo fece con cattiveria, ma in quel momento voleva solo rincorrere la persona più importante della sua vita, perché diavolo non lo aveva capito prima?!
" Grazie Satoshi" pensò correndo in quell'atrio " grazie per avermi aiutata e incoraggiata a iniziare la mia avventura!"
" Grazie Takeshi" c'era tanta gente che andava e veniva, ma lui dov'era? " Grazie per avermi spronata a migliorare sempre!"
" Grazie Haruka di essere venuta a fare il tifo per me. E grazie per le battaglie che abbiamo affrontato insieme e per il coraggio che mi hai dato nelle mie prime esperienze!" Il fiatone si faceva sentire raggiunto l'esterno e il viale alberato. Come poteva averlo perso di vista?!
" Grazie Naoshi, Urara e grazie Nozomi per avermi permesso di crescere diventando una coordinatrice migliore. Grazie Nozomi, davvero, e scusa se sono scappata senza nemmeno salutare ma ti sbagliavi. Ti sbagliavi, e mi sbagliavo anche io..." si fermò, conscia ormai di averlo perso, strinse i pugni " ...io voglio viaggiare con lui da adesso in poi. Voglio aumentare le mie capacità di coordinatrice al suo fianco" e, strano per il suo carattere, non trattenne le lacrime " perché io lo amo! Che stupida che sono stata a capirlo così tardi!"
Piplup le si avvicinò triste, tirò quella lunga gonna rossa e lei si chinò ad abbracciarlo ancora tra i singhiozzi " e soprattutto grazie a te Piplup!"
Haruka, Nozomi e Shuu l'avevano seguita e si soffermarono a guardarla da lontano, pensarono tutti e tre che lasciarla sfogare era la cosa migliore che potessero fare.
Nozomi strinse i pugni, sperava di poter essere stata un'amica migliore per Hikari, e sicuramente la ragazza di Duefoglie stravedeva per lei, ma doveva accettare che non era mai stata al livello di Kengo. Di sicuro pensò che la Hikari non innamorata le era più simpatica ma pazienza, le sarebbe rimasta accanto lo stesso, a prescindere da tutto. Sorrise e seguì la coppietta di Hoen via da lì, lasciando la futura super coordinatrice a struggersi per amore.

E i giorni passarono, noncuranti del dolore degli innamorati.
A Celestopoli le cose andavano per il meglio, lo spettacolo aveva riscosso un enorme successo, e Takeshi e Kenji non avevano dubbi, Kasumi nei panni di sirena era straordinaria. La palestra aveva ripreso a lavorare e gli allenatori avevano riempito la rubrica degli appuntamenti per battere la bella capopalestra, incredibile, pensò Kasumi, era diventata come le sue sorelle, ma più bella, più brava e più intelligente! Sorrise soddisfatta di sé stessa, la sua vita andava finalmente per il meglio!
- Grazie Takeshi- gli strinse le mani calorosamente e con sincero affetto lo salutò.
- Alla prossima, e buona fortuna per tutto!- Disse a entrambi i ragazzi sull'uscio della porta.
- Sarai un grande medico- sfiorò lui l'orecchio con delicatezza:- E un buon marito.-
Takeshi sorrise appena, poi guardò Kenji alzando le spalle. - Davvero, non credo nemmeno si renda conto che tutto ciò che fa ha un non so che di erotico- rispose l'osservatore e Takeshi ridacchiando se ne andò:- Per fortuna che con me non attacca!-
La ragazza si infuriò con entrambi, questa volta non voleva affatto provocare!
E tra le urla dell'amica l'ex capopalestra sparì all'orizzonte lasciando Kasumi e Kenji da soli. Finalmente di nuovo soli, pensò lui. E forse lo pensò anche lei. Ancora su quell'uscio si guardarono.
- Hai intenzione di andare via anche tu?- Le disse lei ora con voce dolce.
- No- rispose lui baciandola piano per la prima volta, pochi magici secondi e la lasciò libera.
Lei sorrise, senza nemmeno arrossire, tanto le sembrava ormai ovvio il loro legame.
- Rimarrai qui quindi? Con me?- Con quegli occhioni verde acqua.
- Era da tempo che speravo di essere io il fortunato di cui ti saresti innamorata- le rispose.
Lei fece una smorfia:- Scendi dal piedistallo, non ho mai detto nulla di simile- ed entrò in casa sorridendo sadica ma sotto sotto innamorata eccome, lui ricambiò il sorriso che tanto aveva capito bene com'era fatta: il mostro più bello che avesse mai avuto modo di incontrare.
Seguì l'ancheggiare di quelle gambe all'interno della palestra, così pimpante che quasi sembrava volare.

Finalmente i due ladri riuscirono a trovare il loro compagno. Doveva essere stato cacciato dalla base dopo un bel pestaggio e trovato gravemente ferito da un'infermiera Joy visto che adesso era ricoverato in un centro pokémon. " Non ci meritiamo nemmeno dei dottori veri?!" Pensarono con rabbia i due illesi all'interno del centro.
I loro sguardi forse lo fecero trapelare e l'infermiera spiegò:- Ho portato di peso qui il vostro amico appena l'ho trovato.-
- Sei più forte di quanto non sembri...- la donna anziché ringraziarla sembrava disprezzarla.
- Ho chiamato dei dottori specializzati, lo hanno aiutato ma viste le condizioni stabili hanno preferito lasciarlo qua. Vi ricordo che il centro pokémon è anche un alloggio per allenatori. Il vostro amico sta bene adesso, sta solo riposando.-
La guardarono annuendo, forse dovevano solo esserle grati e stare zitti. Entrarono nella stanza in cui il ragazzo riposava.
Sembrava dormire sereno in quel letto, al contrario loro indossava ancora i pantaloni tutti strappati della divisa, il petto era nudo e ricoperto di alcune fasce. Il viso riportava alcuni lividi ma Musashi sorridendo e sfiorandogli i capelli pensò che era comunque bellissimo.
Il gesto lo svegliò. - Mm...- disse appena:- ... Musashi. Lo sai che odio essere svegliato.-
- Sognavi ancora di essere il capo?- Disse lei delicatamente. Lui prese del tutto conoscenza e si accorse che i due compagni erano con lui in quella povera stanza in legno. Alzò il busto di scatto, era molto più energico di quanto non pensassero, li abbracciò spingendoli a sé.
- State bene!- Disse non trattenendo le lacrime.
- Che sciocco- disse lei:- Noi sì che stiamo bene!-
- Ti abbiamo cercato subito!- Disse Nyasu:- Ma non siamo riusciti a trovarti. Ci hai fatto passare dei giorni terribili!-
Kojiro sorrise a denti stretti evidenziando le sue ferite, anche i suoi giorni non erano dovuti essere dei migliori.
- Sei sexy- lo consolò lei ridacchiando seduta accanto a lui su quel letto, lui ne fu orgoglioso. - Ehi- disse poi al gatto:- Io forse le ho prese un po', ma quanto è stato soddisfacente quel pugno??- Sapeva che lui poteva capirlo avendo fatto altrettanto a quel maledetto Persian. Infatti il gatto annuì pieno di gioia. La donna sbuffò:- Maschi, chi vi capisce è bravo!- Li prendeva in giro, ma non riusciva a togliere gli occhi di dosso al ferito, occhi che brillavano. Lui la notò:- Ho qualcosa in faccia?- Chiese. - Qualcosa no, colori tanti, dal rosso al violaceo!-
- Hai detto che sono sexy- si imbronciò. - Sì, non ti guardo per offenderti- si giustificò:- Ho avuto paura di perderti- strinse le lenzuola nel pugno non trattenendo più gli occhi lucidi e lui non riuscì a non commuoversi. L'abbracciò di nuovo lasciandola piangere nell'incavo del suo collo. - Non farlo mai più- gli disse tra i singhiozzi, quanto odiava mostrarsi debole, ma oggi ne valeva la pena. - Scusa- finì per chiederle lui sinceramente colpito dal dolore dell'amica, stringendola sempre un po' di più fino a perdersi nell'odore dei suoi capelli, sapevano di rose.
Lo stomaco di Kojiro, nonostante il momento, brontolò. Nyasu allora ridacchiando si propose di andare a spendere i pochi spicci che gli erano rimasti per comprare lui qualcosa di buono:- Per ringraziarti di quando all'accademia dividesti il tuo panino con me.-
- E' passato un po' di tempo- sorrise lui.
- Ma tu non sei mai cambiato- rispose il gatto con altrettanti occhi innamorati.
Il ragazzo si lasciò scivolare di nuovo lungo il letto, nell'attesa che il pokémon tornasse, la compagna lo seguì accovacciandosi sul suo petto, non aveva nessuna intenzione di lasciarlo più. Con la mano, delicatamente gli accarezzava le ferite.
- Ti faccio male?- Gli chiese.
- No- rispose lui godendosi la sensazione, ricambiò sfiorandole lentamente la schiena con le dita scorgendola sotto la camicetta bianca. Respiravano piano, rimanendo in silenzio. Adesso che erano di nuovo insieme potevano pensare a come affrontare il futuro da adesso in poi.
Se Kojiro era vivo probabilmente era vero che il Team Rocket li avesse "perdonati" con la speranza che non si facessero vedere mai più.
- Musashi...- cercò di intraprendere una discussione seria ma lei, rilassatasi un po' troppo torno in sé:- Ascolta, siamo pur sempre in un centro pokémon! Perché non rubiamo un po' di provviste e poi scappiamo!- Per abitudine era ormai difficile non ragionare come una criminale.
Lui non rispose subito, in effetti era abbastanza in forze da poterlo fare, solo non ne era convinto. Ma come dire di no a quegli occhioni e quel seno appiccicato al suo petto. Sospirò e assecondò le malvagie intenzioni di lei.

Intanto l'aereo che da Kanto portava a Kalos atterrò e non troppo tempo dopo, il vero protagonista di questo viaggio infinito, bussò alla porta di una casa a Borgo Bozzetto.

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Capitolo 8
*** Semplicemente ognuno per la sua strada ***


- Oh che disdetta! Quando verrà a saperlo darà testate al muro!-
Il bambino sorrise per educazione a un'affermazione che non riusciva del tutto a cogliere, ma la mamma della ragazza chiarì:- Serena non è a Borgo Bozzeto al momento- ridacchiò, incontrarsi per quei due sembrava impossibile!
Satoshi perse il sorriso e il suo volto assunse un'espressione piuttosto scocciata, ma il destino lo stava facendo apposta o cosa? Per una volta che cercava almeno lontanamente di sembrare interessato a una relazione gli andava tutto storto! " Va beh" pensò sempre un po' nervoso  " in ogni caso sono qui per la Lega come prima cosa, se incontro Serena bene, se no pazienza" salutò la madre sempre un po' arrabbiato e andò via. La donna lo guardò ridacchiando ancora, aveva cercato di essere educato più che poteva ma la rabbia gliela si leggeva in faccia, che caratteraccio! Proprio come sua figlia, pensò ridendo di gusto.
Satoshi guardò la mappa di Kalos, viaggiare da solo non era il suo forte, cercò di capire come raggiungere Luminopoli, nella speranza che almeno Citron e Eureka fossero lì! Poi distratto si fermò a osservare una corsa di alcuni Rhyhorn ricordando quante cose nuove aveva scoperto a Kalos e in generale nei suoi viaggi. Guardò il suo Pikachu e scambiandosi uno sguardo di sfida disse:- Siamo qui! Godiamoci ogni cosa!- Tornò dalla mamma della sua performer preferita:- Come posso partecipare alla corsa?- Chiese contento e la donna provò per lui ancora più affetto.
 
Intanto la ragazza dai capelli magenta e il convalescente entravano di soppiatto nello sgabuzzino delle provviste, non c'era roba in abbondanza quanto Musashi sperava ma meglio di niente, cercò di arruffare un po' di roba ma poi, ancora una volta, inciampò su delle vecchie scope. Per la paura si afferrò all'amico trascinandolo con sé per sbaglio in uno degli armadietti aperti che riempivano la stanza. Lui, sempre per sbaglio, afferrandosi all'anta se la chiuse dietro. In parole semplici si chiusero in un armadietto stretto che impediva appena loro i movimenti.
- Stupida- le disse nervoso.
- Grr!- Non seppe controbattere anche se voleva tantissimo.
Lui tentò di aprire dall'interno per liberarsi ma scoprì che l'anta si era bloccata.
- Che fai?- Disse lei ancora rossa di rabbia:- Che aspetti ad aprire?-
Lui le urlò ancora più in collera:- Ci sto provando genio, ma dall'interno non si apre!-
- Cosa?!- Ora il panico regnava totale in lei. A far loro compagnia un paio di vecchi manici di scopa e solo un po' di luce entrare dalle fessure orizzontali, tra l'altro lì dentro erano costretti a un contatto quasi forzato. Questo non era sinonimo di disagio per loro, tanta era l'abitudine di stare vicini nei momenti più disparati ma ritrovare il viso malconcio e adirato di lui così vicino al suo portò la donna ad un lieve imbarazzo. Spalancò gli occhioni azzurri sbattendoli più volte, mentre nel portarsi la mano al petto per sbaglio sbatté contro quello di lui che si voltò ritrovandosi ancora più vicino. Lei, impacciata, per scagionarsi dalle colpe, sorrise come una bimba, lui sbuffò.

In una casetta a Duefoglie, nello stesso momento, nella sua cameretta, una ragazzina piangeva ancora disperata al telefono con un'amica.
- Quasi non ti riconosco- le disse dolcissima quest'ultima.
- Scusa, sto rovinando anche la vostra giornata, non solo la mia vita!- Disse ancora più triste.
- No no!- Disse la coordinatrice di Hoen ridendo:- Non è un problema che tu mi chiami piangendo! Mi sembra solo assurdo che tu lo faccia! Sei tipo la ragazza più sicura di sé che abbia mai conosciuto!-
- Vero?...- tirò su col naso:- E chi andava in giro a dire che l'amore è una cosa bella deve volare via alla velocità della luce!- Scherzò con rammarico:- Io non volevo provare un sentimento simile, ti distrugge.-
- Lo so- sorrise Haruka:- Ma ti assicuro che un giorno si aggiusterà tutto. Forse rimarrà qualche cicatrice ma ti alzerai e andrai avanti!-
- Facile dirlo per te. Hai un ragazzo meraviglioso...-
Haruka ridacchiò contenta:- E' vero, ho un ragazzo meraviglioso!!- Non era d'aiuto, si ricompose:- Kengo non l'hai più sentito?-
- Non risponde ai messaggi... snif.-
Haruka espirò:- Passerà Hikari. Passerà a lui e passerà a te. Vorrei poter fare di più..-
- Ma non puoi lo so. Anzi, grazie del supporto...-
- Hai pensato di chiedere il parere...- pensò la ragazza di Petalipoli e quella di Duefoglie completò:- ...del più grande rifiutato della Terra?? Sì ci stavo pensando giusto ora!- La trovarono entrambe una buona idea e chiusero la chiamata salutandosi calorosamente.
Compose in fretta il numero del sopraccitato:- Takeshi!- Lui rispose subito.
- Hikari, ciao. Come stai?-
La ragazza non riuscì di nuovo a trattenere un pianto e l'ex compagno di viaggio non poté fare a meno di ascoltarla. Pensò le stesse cose di Haruka, era irriconoscibile, lei che prendeva sempre tutto come una sfida e non si tirava indietro mai! L'amore è terribile, lo sapeva bene anche lui, non a caso era stato chiamato in causa. - Secondo te... cosa sta pensando Kengo?- Voleva sapere da lui, come reagiva un uomo innamorato dopo un rifiuto secco? Takeshi, piangendo anche lui, le disse che molti uomini si allontanano per orgoglio ferito, e probabilmente lo stesso valeva per Kengo. Ma non valeva per Takeshi, lui non aveva orgoglio se si parlava di donne e il discorso si spostò sui problemi del dottore disperato e Hikari ebbe almeno per quel giorno, assurdamente, modo di calmarsi. - Grazie, amico disperato più di me.-
- Consolati- sorrise adesso lui:- C'è sempre qualcuno più disperato, magari non più di me, ma tu sei nella norma- si prese in giro da solo:- E passerà- le disse anche lui:- Passa sempre- aggiunse:- Ricorda che in questo mondo nessuno è unico e insostituibile, nessuna persona merita il tuo dolore.-
Lei prese sonno poi, in quelle coperte stropicciate, col cellulare in mano e un sorriso stampato in viso; Takeshi era unico e insostituibile pensò contraddicendolo.

Passarono un paio di minuti di silenzio imbarazzante in quell'armadietto quando lei, che aveva lasciato tutta la collera a lui e cercava di essere radiosa e adorabile (era colpa sua d'altronde se stavano lì), tentò di iniziare un discorso:- Vedrai che...- lui la interruppe alzando ancora la voce:- Che devo vedere?!- Lei si zittì quasi spaventata:- Sono stanco Musashi!- Continuò prendendo troppa aria:- Basta, basta con queste pazzie! Ma vedi come mi hanno ridotto?!- Si indicò le ferite:- E metti che il mio bel faccino non guarisca del tutto eh?! Hai idea di quanto conti la bellezza per me o ancora non hai imparato a conoscermi bene?!- Lei non sapeva rispondere, quasi le venne da piangere. Kojiro era davvero un figo quando alzava la voce contro gli altri ma non quando lo faceva contro di lei. Strinse i pugni la ragazza:- Certo che lo so!- Gli disse:- Anzi, è una delle poche certezze che ho su di te!- Lui sbuffò, lei continuò:- E che collezioni inutili tappi e ti piace l'ananas- le altre due certezze. Lui rispose cinico:- Inutile sarai tu- mai insultare i suoi tappi. - Che stai cercando di dirmi?!- Riprese lei il discorso con un groppone in gola, se continuavano a urlarsi contro in quel posticino non avrebbero avuto più aria.
- Mi sono stancato- ripeté lui ora con voce più pacata:- Abbiamo lasciato il Team Rocket, smettiamola di essere i cattivi.-
Lei si stupì e si spaventò tantissimo, smetterla di essere cattivi? E come si viveva da buoni? Era forse impazzito?!
- Insomma- continuò lui sorridendo adesso:- siamo ottimi lavoratori e lo sai benissimo! E guarda come siamo belli- le strinse le braccia tra le mani:- Da buoni non sarà difficile vivere per noi, è come cattivi che non siamo granché.-
Lei non riusciva più a rispondere, aveva ancora quegli occhioni lucidi sbarrati che guardavano tremando quelli dell'altro.
- C'è un'altra cosa che voglio dirti- disse lui adesso con voce fin troppo ferma e le braccia di lei ancora tra le mani che stringevano forte:- Ho avuto modo di riflettere su una cosa in questi giorni senza di te.-
" Oddio" pensò stranamente lei come prima cosa, perché non aveva detto senza di voi? Quel senza di te la uccise " oddio, eccolo. Sta per ammettere il suo totale disprezzo nei miei confronti" le mani le tremarono " ha dato a me tutte le colpe, tutte quelle botte e quelle ferite le ha reputate colpa mia. Anche tutti i fallimenti" i suoi occhi smisero di essere lucidi, anzi, quasi si seccarono, il corpo era rigido e i denti stretti " odia i miei capricci, le mie urla e le mie assurde manie. In questi giorni..." trattenne il fiato " ...si è accorto di quanto la sua vita sia migliore senza di me. Dio..." pensò infine odiando sé stessa " ...quanto lo posso capire."
- Io ti amo- le disse invece lui contro ogni previsione.
- Sono quello che sono, viziato, piagnone e saccente. Non pretendo nulla da te ma era giusto che tu lo sapessi. E odio queste tue uscite folli che ci portano sempre a queste situazioni sì- un po' diede ragione ai suoi pensieri:- Ma io ti am- volle ripetere non riuscendoci, perché appena il cuore di lei capì il concetto i suoi pugni si allentarono, i suoi occhi tornarono lucidi, la bocca vellutata si aprì appena e la sua espressione divenne quella di una bellissima giovane regina innamorata, e lo baciò. Lo baciò senza permettere più alla sua lingua di proferir parola, e a lui andava bene. Si abbandonarono istantaneamente l'uno all'altra come se fossero nel loro magico castello di diamanti e non in un vecchio e umido sgabuzzino. Non si accorsero davvero di quanto tempo passarono lì dentro ad amarsi, in silenzio, più che potevano prima che qualcuno interrompesse il loro fiabesco momento.
Era l'infermiera proprietaria della struttura, che aprì loro la porta, donandoli la libertà. Fin troppa, adirata li cacciò dal centro pokémon.
Nyasu li trovò fuori dalla porta in un vistoso imbarazzo. Porse loro dei cornetti caldi appena comprati senza fare troppe domande e mai gli furono più grati.

Passarono poi altri giorni e Satoshi finalmente incontrò i suoi amici di Luminopoli. Non erano soli, Iris era ancora con loro!
Eureka lo abbracciò forte, altrettanto fece Iris innervosendolo.
- Sei cresciuto- le disse la futura maestra drago:- Ma solo in altezza. Di cervello sei il solito bambino!-
- Tu non sei cresciuta nemmeno in altezza!- Litigarono. Citron rimase in silenzio ad osservarli col sorriso, in realtà, al solito, osservava solo Satoshi. Iris, viperella, saltò dietro le spalle al biondino per poi spingerlo tra le braccia del caro amico:- E salutalo per bene!- Gli disse:- Non fai che ripetere quanto ti manca!- Citron imbarazzato si tirò indietro:- No, non è vero che non faccio che ripeterlo!- La sorella rise di gusto, Satoshi ne era contento:- Mi mancate anche voi- rispose sfiorando con forza la spalla dell'ex compagno di viaggio.
- Tu no- aggiunse poi a Iris facendole una linguaccia, si inseguirono un po' intorno a un albero con l'intento di picchiarsi.
Eureka li fermò:- Ti sei sentito con Serena?-
- Non sono riuscito a incontrarla- rispose Satoshi ancora un po' nervoso:- Sembra che il destino sia contrario.-
Citron:- Che intendi?- Curioso sbatté quegli occhi da fanciulla.
Satoshi ridacchiò:- Ci diamo spesso una sorta di appuntamento ma poi non ci becchiamo mai!-
- Una sorta di appuntamento?- Accigliò Iris:- Tu non sei mai chiaro.-
- E Dent?- Le chiese l'amico sapendo che ultimamente stavano spesso insieme. - Eeeh Dent- rispose lei come a dire "chi l'ha più visto":- E' stato con noi qualche tempo fa. Poi ha incontrato Cabernet e ciao.-
- Nel senso che lei l'ha rapito e imbavagliato?- Ebbe lo stesso presentimento di Eureka e quest'ultima rise di gusto.
- Quanta ingenuità! Sei proprio un bambino!- Diede lui un colpetto sulla nuca, stava per rincorrerla di nuovo quando ricevette un messaggio da Hikari. " Ti voglio bene" diceva il messaggio, la cosa lo turbò, era strano.
" Tutto ok?" Le scrisse.
" Sì. Vorrei non commettere più certi sbagli e da adesso in poi voglio essere chiara con i miei sentimenti."
Il ragazzo prese colore e lo notarono tutti. Iris:- Che messaggio hai ricevuto??-
Eureka preoccupata:- E' di un ragazza che non è Serena??-
Satoshi:- S... sì. E' di una ragazza. E'... E' Hikari- rivelò.
" In che senso?" Le rispose il ragazzo nel panico.
" Non è una dichiarazione eh. Oddio, spero di non aver fatto una gaffe. Ti voglio bene come amico!"
Satoshi sospirò tra la gioia e l'amarezza, un apprezzamento da Hikari era in realtà piuttosto lusinghiero.
" Ti voglio bene anche io" le rispose allora lui " Sei la mia migliore amica" le scrisse col cuore in mano sperando di poterla consolare, perché anche uno scemo come Satoshi percepì dell'amarezza in quei messaggi.
" La prossima volta nel mio viaggio passo da Sinnoh!"
" Ci conto!" gli mandò la emoticon di un batti cinque e lo stesso fece lui sorridendo.
Eureka sempre più nervosa:- Allora??-
Satoshi:- Ha solo detto che mi vuole bene!-
Eureka nel panico, Iris curiosissima. - Come amica!- Ribadì scontroso Satoshi. - Mi sembrava assurdo!- Disse Iris:- Lei è troppo per te!- Lui cercò di afferrarle una ciocca di capelli per dispetto ma poi Citron si intromise:- Ti vogliamo bene tutti- disse con gote leggermente arrossate e la solita schiena china. Satoshi sbatté più volte le ciglia.
Citron:- Io personalmente penso questo. Ti devo tante cose. E sì, manchi sempre.-
L'aria quasi si fece pesante. Poi Satoshi sorrise:- Anche voi mancate- ripeté ma le parole di Satoshi sembravano sempre gettate al vento. Quanti cuori avrebbe lasciato ad attenderlo proprio come lo attendeva sua madre?
Il vento li riportò alla realtà e proprio Citron riprese il discorso riprendendo fiato:- Allora, che intenzioni hai?-
- Sono passato a salutarvi ma penso che mi dirigerò verso la Lega di Kalos. Si terrà in questi giorni vero? Vorrei assistervi perché un giorno ho intenzione di riparteciparci!- Guardò Citron allungando lui il pugno in attesa del pugno dell'altro:- Quel giorno ci risfideremo in palestra, amico mio!-
- Sì- rispose l'altro mentre le due ragazze incoraggiavano felici la loro amorevole rivalità.
E il ragazzo di Biancavilla accompagnato sempre e solo dal suo fidato Pikachu proseguì il suo viaggio solo verso la Lega di Kalos.

Non troppo tempo dopo, una sera di luna crescente, la finestra della stanza di Hikari venne colpita da un sassolino. La ragazza era in pigiama e con i capelli stranamente scompigliati (era sola in casa, ogni tanto se lo poteva permettere se nessuno la vedeva), studiava qualcosa china alla scrivania illuminata solo da un abat jour. Come sentì il rumore del sasso si voltò vedendone altri lanciati. Stranita e leggermente impaurita raggiunse quei vetri. La sua bocca si spalancò come i suoi occhi blu quando si accorse che il suo più caro amico d'infanzia era lì, arrampicato su per il muro vicino la finestra.
- Aiutami ad entrare- le disse e lei così fece.
- Ma che diavolo fai?! Esistono le porte sai?-
Il ragazzino paffuto ridacchiò un po' rosso in viso mentre lei lo tirava ancora per il braccio aiutandolo ad entrare.
- Non volevo che tua madre sapesse. Non avevo voglia di parlare con altri!- Disse sincero.
- Sono sola in casa- disse lei cinica.
- Ah- fatica sprecata:- Potevi dirlo prima...-
- Se solo rispondessi ai messaggi- si voltò lei allora nervosa mentre però il cuore le batteva ancora a mille. Poi ricordò di essere in pigiama e di avere i capelli scompigliati. Lo sapeva! Lo sapeva che non doveva trascurarsi nemmeno quando era sola in casa! Maledizione! Sperò solo che nella stanza non ci fosse luce a sufficienza a evidenziare i suoi difetti (semmai ne avesse). Senza mai guardarlo negli occhi cercò disperatamente quel pettine che i suoi fidati compagni di viaggio le regalarono. Lui intuì vedendola rovistare nel beauty case:- Ti prego non dirmi che cerchi un pettine per sistemarti quei capelli, Pikari- le disse e lei che gli dava le spalle lasciò la presa lasciando ricadere quel pettine. Come l'aveva chiamata? Anche quando nacque quel nomignolo aveva degli orribili capelli, per carità adesso non erano così disordinati, forse poteva anche permettersi di non pettinarli. Ma aspetta, non era questo il punto. L'aveva richiamata Pikari. Non trattene un groppo in gola. Si voltò con sguardo severo:- Che vuoi?- Gli chiese fredda:- Perché sei qui dopo che per settimane sei sparito?!-
Lui respirò profondamente e poi sorrise prendendola in giro:- Mi sono ricordato di non averti dato un'opinione su quel vestito che avevi alla gara!-
Lei, parallela all'armadio dove il vestito era custodito, strinse i pugni innervosendosi non poco:- L'ho capita benissimo quel giorno la tua opinione!-
Kengo:- E come? Se non ti ho detto nulla.-
Hikari:- Ci conosciamo da un sacco di anni, mi basta uno sguardo per capirti!-
Lui sbuffò:- Vero- le disse poi avvicinandosi piano, delicato, lei sussultò. Lui poi deviò traiettoria sedendosi sul suo letto.
- Ehi, chi ti ha dato il permesso?!- Sbraitò lei. Lui le fece cenno di sedersi accanto e lei arrossì. Lo assecondò poi, dopo un attimo di esitazione, e si sedettero a gambe incrociate, uno di fronte all'altra su quel letto ordinato. I volti illuminati a metà dalla luce calda dell'abat jour mentre il vento sbatteva piano contro la finestra.
- Eri bellissima Pikari- le disse lui sincero e lei si calmò stupita. - Sei sempre bellissima, anche adesso con quei capelli scompigliati e questo pigiamone azzurro. Per questo semplicemente ho trovato inutile quello spacco e quella scollatura provocanti. Tutto qui. Scusa se sono sembrato cattivo, non volevo ferirti.-
Lei cercò di rimanere seria e con sguardo severo, ma tratteneva solo ancora una volta la voglia di piangere. Dove voleva arrivare?
- Ed è davvero per dirmi solo questo che sei qui?-
- Mi è giunta voce...- continuò lui in un sorriso non sostenendo il suo sguardo:- ...non prendertela a male ti prego...- prese fiato:- ...che sei disperata.-
Lei sgranò gli occhi e strinse i pugni tremando. Che figura! Che figura stava facendo davanti ai suoi occhi? Lei disperata?! Per uno come lui? Per un uomo! Quando mai?!
Ma in realtà sì, lo era eccome, era disperata, dannazione!
Ma chi gliel'aveva detto?? Aveva parlato con Haruka e Takeshi ma era sicura che loro non avessero modo di raggiungere le orecchie di Kengo. 
E allora chi?
- E' stata Nozomi- rivelò lui e la posizione rigida di lei cedette.
- Nozomi?- Ripeté non credendoci. L'unica con cui non aveva più parlato. L'unica a cui non aveva mai detto in faccia la verità e cioè che era ormai incontrollabilmente innamorata persa del suo amico d'infanzia Kengo. Amico che aveva più volte rifiutato e che adesso per questo motivo la evitava. Perché lei odiava vederla così, e odiava le donne deboli, e lei sembrava così debole in quel periodo. Lei che debole non era stata mai.
Ma forse quell'amica, alla fine, era quella che più di tutti teneva alla sua felicità. Strinse di nuovo i pugni, le labbra si morsero.
- Ero disperato anche io Pikari- le disse infine lui trattenendo un singhiozzo:- Per questo ti evitavo.-
- Allora mi ami ancora!- Gli urlò lei preda di mille emozioni non trattenendo più due lacrime.
Lui rimase colpito da quella reazione così poco pacata. - Perché io ti amo moltissimo! E tornassi indietro ti direi di sì, ti direi di sì sempre! Tornassi indietro farei tutto con te e nel futuro farei di tutto con te!- Abbassò la testa lasciando i capelli scompigliati coprirle il volto mentre lui a quell'allusione arrossì vistosamente. - Spero in un futuro prossimo- terminò lei ingoiando tutta la saliva che aveva in bocca:- Spero tu possa perdonarmi. Guardami, ho accettato di mostrarmi a te per come sono in realtà- mostrando il suo pigiama e i capelli arruffati. E lui non disse nulla, sorrise e basta sfiorandole la mano.
- Voglio baciarti- rivelò lei vergognandosi tremendamente.
- Puoi farlo- le rispose. E sfiorando le sue labbra lei capì che rincorrere il suo sogno con lui accanto poteva essere ancora più emozionante.
Rimasero a guardare la luna e a raccontarsi aneddoti sul loro passato per lunghe ore, solo tenendosi la mano.

Era quella stessa sera, a Kalos, che si teneva l'inaugurazione della Lega.
Il campione di Kanto se ne stava a guardare quelle luci e quei fuochi fuori dallo stadio che piano piano si svuotava, con aria sognante. Un giorno sarebbe stato il campione di tutto e sarebbe diventato un vero Maestro pokémon. Accarezzò il suo Pikachu guardando le stelle, come quella notte a Kanto.
Il vento era un po' freddo ma il suo cuore era così caldo che non gli importava.
Aveva viaggiato tanto, veramente tanto. Aveva incontrato tanti amici fidati che gli avevano permesso di crescere e di arrivare fino a dove era arrivato. Ma il suo viaggio infinito doveva essere appunto infinito, e non poteva fermarsi.
Poteva continuare anche solo, l'importante è che accanto a lui ci fosse sempre il suo amato Pikachu e che lungo il percorso ci fossero ottimi rivali. Sorrise, era bello viaggiare in compagnia, ma poteva essere bello anche starsene un po' da soli con i propri progetti, pensò, prima di accorgersi della sua presenza.
Andavano via tutti, piano piano, pensava di essere l'unico a guardare quello stadio spegnersi aspettando l'inizio delle gare il giorno dopo.
Ma lei era lì, a pochi metri da lui, e respirava affannosamente, doveva aver corso.
I capelli le erano cresciuti un po' dall'ultima volta che l'aveva vista. Ma era cambiata anche la statura di lui, ora era leggermente più alto di lei.
Si sorrisero.
- Scusa il fiatone- disse lei:- nonostante tutto sono arrivata tardi anche sta volta!-
Lui le si avvicinò non perdendo il sorriso e lo sguardo sognante.
- Sapevo di trovarti qui- continuò lei:- la mamma mi ha detto che eri a Kalos e io...- prese fiato ancora mentre lui le era sempre più vicino:- ...io sapevo di trovarti qui!-
Le prese non troppo delicatamente il volto arrossato e spigliato tra le mani e ricambiò quel bacio che tempo e tempo prima lei aveva dato a lui dicendogli addio.
Lei sfiorò con le sue le mani dell'altro continuando quello scambio di labbra. Poi sorrisero di nuovo.
- Domani cominciano le prime fasi della Lega. La guarderai con me?-
Gli occhi azzurri di lei brillavano in quelli carbone di lui:- Certo- gli rispose piena di gioia.
Forse avrebbe lasciato un po' di cuori ad attenderlo ma stare solo in realtà non faceva per lui.
E i giorni di sole successivi guardarono da quelli spalti quella Lega mozzafiato, tifando ed esultando insieme, divertendosi e amandosi profondamente. Quella volta a Satoshi andò bene anche essere un semplice spettatore perché quella volta era in una compagnia diversa, non era un amico né un rivale e in quei giorni scoprì che c'erano tante cose che ancora non conosceva della vita e aveva intenzione di scoprile tutte. Sfiorò appena la coscia della ragazza per attirare la sua attenzione per poi indicare affamato dei venditori ambulanti passare tra gli spalti. Lei gli abbassò il cappello indispettita e poi comprò una porzione di dolce per entrambi. Fu felice di pulirgli lo zucchero dal viso con un bacio e lui per un po' si soffermò a guardare la straordinaria bellezza della giovane donna, perdendo di vista addirittura l'incontro.
- Oh no! Guarda che mi hai fatto fare! Smettila di distrarmi!- Pensò poi dispiaciuto tornando alla sfida tra pokémon.
- Cosa? Che c'entro io?!- Disse lei difendendosi per poi ridere di gusto. Ma lui la guardò ancora, pensò in quel momento di essere il ragazzo più fortunato del mondo, campione di pokémon e ragazzo della più bella performer di Kalos. Ridacchiò soddisfatto stringendole la mano nella speranza di non lasciarla più. 
- Io non voglio farti soffrire come soffre mia madre- disse poi, dopo che il campione venne proclamato e gli spalti si svuotarono definitivamente per quell'annata, guardava il vuoto avanti a sé ma le teneva sempre la mano e lei lo guardò in una curiosa tensione.
- Ma io non cambierò. Per questo ti chiedo una cosa...-
- Dimmi.-
- ...seguimi in questo viaggio infinito- la guardò negli occhi splendendo come pochi:- Saremo Regina e Campione di Kalos insieme. Ti va?-
Che domanda stupida, davvero che domanda stupida! Lasciò cadere la testa sulla sua spalla e rimasero a guardare quello stadio vuoto. Salutarono dall'alto, ridendo, gli spazzini che pulivano i coriandoli dell'incoronazione e si lasciarono trasportare da quella dolce fantasia.
- Insieme- rispose lei a quella ovvia domanda.

E finalmente Satoshi e i suoi compagni di viaggio poterono essere felici, rincorrevano i loro sogni più innamorati che mai.
Kenji rimase con Kasumi a gestire la più bella palestra che Celestopoli avesse mai avuto. Lui collaborava con lei anche in alcuni spettacoli, il rude pirata e la bella sirena facevano impazzire tutte le coppiette innamorate. Lui realizzò anche un poster da appendere all'entrata, rappresentava un Tentacool che avvolgendo la sirena, Kasumi, la innalzava verso il suo principe, Kenji; e la ragazza restava minuti interi ad ammirarlo, ma l'osservatore pokémon era abbastanza sicuro che non ammirasse il loro amore.
Haruka e Shuu continuavano a lavorare coi loro fidati compagni. Lui era sempre freddo, ma lei sempre felice. Lo conosceva bene il suo scorbutico innamorato, faceva il disinteressato ma lo vedeva sorridere di nascosto quando sfogliando un giornale trovava degli articoli che parlavano della sua principessa di Hoen.
Hikari e Kengo invece continuarono ad essere avversari in tutte le gare che affrontarono, ma una volta terminate, chiunque dei due fosse il vincitore (o magari nessuno dei due) si scambiavano un bacio e punzecchiandosi continuavano insieme quel viaggio per diventare super coordinatori.
Dent passò molte delle sue giornate a insegnare a Cabernet come lavora un intenditore di livello A, lei lo odiava. Lo odiava un po' di meno quando invece, anziché l'arte del sommelier, insegnava lei qualcos'altro di più proibito.
E dopo un lungo viaggio Satoshi tornò a Kanto impugnando la famigerata coppia di Kalos, scese da quel treno mano per mano con la sua inseparabile compagna di avventure e di vita.
Di ritorno verso casa i due innamorati e Pikachu notarono due persone e un pokémon un po' strambi. Se ne stavano in aperta campagna sotto un arco di fiori, lei vestiva di un vistoso e fin troppo appariscente abito bianco, lui uno smoking dello stesso colore. Bevevano uno spumante insieme a quel gattone incravattato. Sembravano tremendamente felici.
Satoshi li riconobbe e loro, anche se lontani, forse lo percepirono. Si voltarono e i loro tre sguardi incrociarono quelli di quel bambino ormai cresciuto e il suo inseparabile giallissimo pokémon.
Si sorrisero e poi, semplicemente, ognuno proseguì per la sua strada.


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