certi amori fanno giri immensi

di julietmarie_98_98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap 1 errori ***
Capitolo 2: *** cap 2 prospettive diverse ***
Capitolo 3: *** cap 3 ***



Capitolo 1
*** cap 1 errori ***


Giulia e Paolo, due persone, un uomo e una donna che si portano addosso dolori, ferite e che hanno combatutto per essere quello che sono oggi. due persone che si amano talmente tanto che si sono separarsi per il bene dell'altro ma che continuano a pensarci e a cercarsi
Da quell’anno in cui Giulia aveva cercato invano e lottando contro i mulini al vento per cercare l’esecutore e il mandante dell’omicidio dei suoi genitori, non si erano più visti, più sentiti, più cercati. Ognuno di loro due aveva cercato di andare avanti con le loro vite, mettendo nel cassetto i ricordi della loro storia, di quello che erano stati e che non saranno mai.

Paolo era tornato nella squadra artificieri, dopo aver visto che Giulia sarebbe andata fino in fondo nell’omicidio dei genitori a costo anche di perdere la sua vita, aveva deciso che non voleva assistere alla sua distruzione così prese la decisione per entrambi di chiudere la loro relazione e di annullare il loro matrimonio. L’ultima volta che la vide e li comunico la sua scelta disse a Giulia: - “non posso cambiare questo lato di te Giulia, tu avrai sempre bisogno di un’ossessione nella tua vita. Sai perché? Perché essere felice ti spaventa” solo poche parole la guardo e chiuse la porta della casa della sua ex fidanzata per sempre dietro le spalle.

Paolo si era buttato in una nuova relazione dopo pochi mesi dalla loro rottura, voleva dimenticarla, ma lei era sempre nei suoi pensieri e nel suo cuore, dopo un anno esatto la sua nuova fidanzata lo lascio dicendoli che nel suo cuore c’era un’altra donna e che non era lei. Paolo in fondo lo sapeva che avrebbe mai funzionato con lei, non ha mai voluto che funzionasse.

Giulia invece dopo un anno dalla loro rottura, era stata pochi messi con un ragazzo ma egli aveva altre priorità, così si trovò da sola di nuovo. Ma anche lei sapeva che c’era sempre stato un solo uomo nella sua vita a rubarle il cuore e quell’uomo glielo aveva spezzato, tradendo la sua fiducia.

 

Giulia non era più arrabbiata con lui, era anche colpa sua se fra loro è andata male, è una donna indipendente, a tratti scostante in quanto fa fatica a fidarsi e affidarsi ad altri.

Paolo era ancora risentito con Giulia, le mancava in tutti questi anni, ma non poteva dirglielo non avendo la certezza che lei si comportasse nello stesso modo. Pensava che fosse meglio non vederla invece di affrontare il dolore della sua perdita.

 

La loro vita scorreva sempre come al solito con il solo lavoro a fare da compagnia ad entrambi. Tutti e due avevano fatto carriera pur restando a Roma, ma anche nel via dei commissariati e questure non si mai incontrati.

Mauro e Roberto continuarono a vedere Paolo al di fuori del lavoro, ma non lo diceva a Giulia perché lei non voleva sapere nulla di lui.

Una sera fuori in pizzeria i 3 amici con davanti una pizza e la birra erano che chiacchieravano amabilmente di auto e calcio, però Mauro e Roberto vedevano che aveva la testa da un’altra parte, Mauro disse all’amico: “stai pensando a Giulia?”

Paolo riprese subito l’amico ammonendolo

Roberto: “hai quello sguardo solo quando pensi a lei, forse dovresti mandarle un messaggio o chiamarla”

Paolo prontamente rispose che era impossibile, che era da folli dopo il casino gigantesco che aveva creato e il modo in cui si erano lasciato e non sapeva se lei gradisse o meno sentirlo di nuovo anche se sapeva tramite Mauro e Roberto che Giulia era single.

Mauro: “se non la chiami, non saprai mai”

Paolo: “ si certo, così mi denuncia per molestie, Mauro. No non posso farlo dopo tutto quello è successo”

Roberto: “magari dopo un anno può essere diverso, avete imparato entrambi dai vostri errori.”

 

Paolo tornando a casa, pensava alle parole degli amici forse doveva tentare un’ultima volta con Giulia e prese il telefono sblocco il suo numero e le invio un messaggio semplice Ciao come stai?

Giulia vide apparire il suo nome sullo schermo e si blocco

Lui era il cellulare in mano aspettando che lei rispondesse sempre se lo avrebbe mai fatto, orgogliosa come è.

Giulia stava pensando se rispondere o meno, alla fine era un semplice messaggio e rispose: tutto bene

Lui vide la sua risposta e capì subito che lei era sua difensiva, armata fino ai denti, con una corazza impenetrabile.

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Capitolo 2
*** cap 2 prospettive diverse ***


PAOLO’S POV

Lui sapeva che era sulla difensiva la sua Giulia, la conosceva fin troppo bene, sapeva che era ferita dal suo comportamento e anche lui se ne vergognava.

Dalla conversazione che avevano avuto messaggiando, l’ha aveva sentita fredda, di certo sapeva che non poteva aspettarsi altro da una donna come lei e l’ha capiva. Però pensava che qualcosa in più poteva sforzarsi di dirli pensò. Doveva andarci con i piedi di piombo e lo sapeva, un passo alla volta forse avrebbero risolto tutto il casino che aveva creato.

Sapeva fin da subito quando quella sera di un anno fa l’ha aveva lasciata perché non voleva vederla che buttasse via la sua vita dietro a delle paure, a delle ossessioni e a lottare contro i mulini a vento che aveva sbagliato, invece di starle accanto, aveva scelto conscio di abbandonarla al suo destino. Se ne era pentito subito, però pensava che questo servisse a Giulia per capire che stava combattendo una guerra inutile e che sopratutto non avrebbe vinto e che si sarebbe fatta ammazzare. Lei non lo chiamò i giorni seguenti, che poi si trasformavano in mesi e poi in un anno, fino ad oggi.

Voleva i giorni seguenti invitarla a bere un caffè, in un ambiente neutrale dove non c’erano ricordi di loro due insieme che potevano tornare alla mente ad entrambi, però non aveva il coraggio di chiederlo, di avanzare quell’innocua proposta che forse tanto innocua agli occhi della donna che aveva sempre amato poteva non essere. Chiese consiglio ai suoi più cari amici sempre loro: Mauro e Roberto che ormai non ne potevano più di sentire l’amico autocommiserassi e piangersi addosso, ormai la cazzata l’aveva fatta, se voleva rimediare al gigantesco e madornale errore come Paolo lo chiamava doveva impegnarsi ma non per un periodo di tempo, doveva impegnarsi per sempre se rivoleva Giulia indietro, e i suoi amici li diedero il consiglio di chiederle di bere quel caffè.

Lui amava Giulia , non aveva mai smesso di  farlo anche quando aveva  preso la decisione per entrambi di porre fine alla loro storia e anche di conseguenza di non sposarsi e annullare i preparativi del loro matrimonio. Sperava di iniziare da dove si erano interrotti: a Paolo mancava tutto di Giulia, baciarla, abbracciare, ammirare il suo corpo, litigare tanto ma poi fare pace.

 

GIULIA’S POV

 

Giulia non si aspettava che Paolo dopo un anno della quale nessuno dei due sapeva nulla dell’altro che la cercasse anzi pensava che lo avrebbe più fatto.

La notte  riuscì a dormire dai pensieri che aveva in mente che andavano a una velocità mai vista. Pensò che forse aveva sbagliato a essere così distaccata e che lui sicuramente l’aveva capito, il senso di colpa tornò prorompente a farle compagnia.

Lei non sapeva più nulla, non riusciva a capire se quello che aveva vissuto con lui fosse stata una cosa vera o solo una bolla di sapone che poi sarebbe esplosa prima o poi.

Le dispiaceva molto essersi comportata in modo freddo, ma non aveva molta scelta, prima doveva capire se ne valeva veramente la pena (deformazione professionale il cercare sempre il motivo delle cose d’altronde era una poliziotta).

Lei dopo Paolo non aveva intrapreso altre relazioni perché non se la sentiva di impegnarsi con un’altro uomo, o molto più sinceramente perché il suo cuore era già occupato dalla persona che le aveva fatto male ma che non riusciva a dimenticare.

Giulia si chiedeva sempre „ perché le cose che prima ci attraggono di una persona sono le stesse che poi si arriva a non sopportare?”

Lo sapeva che se Paolo un anno fa prese la decisione di porre fine a loro, era anche colpa sua, della sua testardaggine, di voler fare sempre e solo le cose di testa sua, ma sopratutto la colpa più grande che aveva era non riuscire a dirli o dimostrarli l’amore che provava per lui, glielo aveva detto più volte che di questo li dispiaceva e vedeva che Paolo ci rimaneva male quella era la sua unica colpa più grande in tutta la loro storia.

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Capitolo 3
*** cap 3 ***


Cap 3

 

Giulia era nel pieno di una nuova indagine, assorbita completamente dal suo lavoro, si sa lei è una workaholic. Passa le sue ore in commissariato facendo tardi la sera senza accorgersene. Quando il suo cellulare emise il suono di un messaggio, le prese un colpo da quanto era concentrata.

Era Paolo che le chiedeva di bere un caffè l’indomani insieme. Da una parte voleva accettare, dall’altra parte sapeva che forse non era totalmente giusto dopo i loro trascorsi, alla fine combattuta su cosa fare accetto, alla fine penso è un semplice caffè non accadrà nulla.

La mattina dopo si presento al bar dove si erano dati appuntamento, lei varco la porta del bar con un misto di emozioni che riusciva a controllare molto bene. Lo vide seduto a uno dei tavolini vicini alla vetrata, lo osservo per un attimo, non lo vedeva da un anno e quella situazione era per lei imbarazzante.

Si avvicino a lui e lo salutò „ Ciao” disse, si tolse il cappotto grigio e la borsa appoggiandola sullo schienale della sedia di legno rossa. Lui la fissava e questo le creava imbarazzo „sei sempre più bella di come ti ricordavo” disse lui guardando il cambiamento che aveva apporto, aveva i capelli lunghi con i boccoli, era truccata in modo leggero, era diventata ancora di più una donna molto curata. Erano visibilmente in imbarazzo entrambi, si poteva palpare nell’aria quell’imbarazzo, così Paolo per smorzare quella situazione le chiese „come stai?”

„Bene, oberata di lavoro come sempre, ma non mi lamento e tu?”

„Io sto bene dagli artificieri, anche se mi manca lavorare con la tua squadra” disse abbassando lo sguardo

„Non mi sembra ti sia molto dispiaciuto, un anno fa” disse lei con un velo di delusione nella sua voce e nel suo volto

„Giulia non è stato semplice prendere quella decisione, lo sai anche tu” disse Paolo

„No non lo so, visto che mi ha messo le tue dimissioni sulla scrivania e non mi hai neanche salutata”

„Perché tu hai accettato e disposto il mio trasferimento?, avevi il potere di non accettare sei un commissario”

Lei ribatte subito: „ che cosa avrei dovuto fare? Tenerti inchiodato qui?”

„Non è questo il punto”

„Qual’è il punto Paolo dimmi? Forse mi sono persa qualcosa” disse ostile

„Perché fai così, perché sei sempre sulla difensiva, come se tutte le persone che hai intorno a te ti vogliano in qualche modo ferire o farti del male”

„Tu mi ha presentato le dimissioni, e io ho accettato”

„Pensavo che non le avresti accettate”

„Perché avrei dovuto non accettare? Io non sono nessuno per tenerti legato in un posto dove non trovi più nulla e non è giusto farlo, sarebbe stato un comportamento egoista da parte mia. Perché mi hai chiesto di vederci per parlare delle tue dimissioni di un anno fa?” Disse Giulia

„No, avevo voglia di vederti”

„Vedermi? Non mi vedi da un anno Paolo” disse lei arrabbiata

„Sarò sincero con te: ho avuto un’altra storia, che è naufragata”

„Mi dispiace” disse lei

„Sai perché è andata male? Perché c’è un altra donna nel mio cuore. Io l’ho fatta andare male di proposito perché non era lei la donna della mia vita” disse lui guardandola intensamente negli occhi

Giulia non disse nulla, si capiva che la frase aveva detto si riferiva a lei

„Mi dispiace Paolo”

Vorrei potessimo continuare a vederci?” Chiese lui impaurito della reazione che poteva avere la donna a quella domanda

„ per cosa? Continuare a vederci” disse lei

„Lo sai bene, Giulia” disse lui prendendole la mano

„No, non so più nulla dal momento in cui mi avevi lasciata” disse guardandolo dritto negli occhi, mentre lei cercava di nascondere le sue emozioni.

„Sei arrabbiata lo capisco mi sono comportato come un coglione, me lo merito, ma ora sono qui a chiederti perdono Giulia. Non è stato facile prendere la decisione di lasciarti ma non potevo continuare a vederti che buttavi via la tua vita per una guerra inutile” disse lui

„Tu mi chiedi scusa dopo un anno? Dopo che ti sei fatto i fatti tuoi. E mi vieni a parlare di guerra inutile? Erano i miei genitori che sono morti in un attentato, merito di sapere la verità e loro meritano giustizia, ma non puoi capire, nessuno può!” disse arrabbiata e urlandoli contro, prese il capotto grigio e la borsa si alzo e se ne andò senza guardarsi indietro. Paolo si alzo di scatto dalla sedia di legno rossa e usci dal bar correndo, la insegui e la fermo prendendola per il polso „Giulia ti prego, lo so che è importante per te sapere chi è l’assassino dei tuoi genitori, ma non è giusto che tu butti via la tua vita per combattere una guerra che ti farà uccidere, perché vuoi punirti in quel modo?” Le disse dolcemente accarezzando una coccia di capelli castano

„Paolo se mollo non so più chi sono” disse lei con gli occhi lucidi

„Sarai sempre tu, ma non puoi continuare a vivere nascondendoti in questo modo. Sei la donna più forte, combattiva, testarda che io abbia mai conosciuto, ti meriti la felicità anche se non sarà con me” disse lui aveva capito che metterla alle strette non serviva a nulla, solo ad allontana di più da lui, aveva forse un’altra occasione e non voleva sprecarla, anche perché sapeva che non ne avrebbe avuta un’altra.

Decise di lasciarla in pace per un paio di giorni, non voleva starle con il fiato sul collo ed essere pressante perché sapeva che comportandosi in quel modo l’avrebbe solo allontanata e non era quello che voleva.

Giulia era completamente presa e assorbita dall’indagine in corso che si era dimenticata che Paolo non l’aveva più cercata.

Si rese conto che erano le 22 passate e si accorse che era come al solito l’ultima ad andare via dal commissariato. Si alzò stanca dalla sedia, spense il computer, mise in ordine in modo sommario la documentazione dell’indagine che stava seguendo su un traffico di droga gestito da cosa nostra, prese la borsa e il capotto e usci dall’ufficio.

Stava guidando verso casa, non c’era molto traffico vista l’ora era quasi normale. Le piaceva guidare quando era sera tardi, con le luci dei lampioni accesse, la rilassava in qualche modo.

Parcheggio la macchina sotto casa, prese le chiavi per aprire il portone, si reco nel suo appartamento, quando arrivava la sera era il momento più difficile della giornata perché pensava a Paolo, alle loro serate insieme a mangiare pizza sul divano o accollati sotto la coperta a guardare un film.

 

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