Le nouvel étudiant

di Bankotsu90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il salvataggio. ***
Capitolo 2: *** Tra dubbi e pensieri. ***
Capitolo 3: *** Arrivo all'accampamento. ***
Capitolo 4: *** Il team universitario, parte 1. ***
Capitolo 5: *** Il team universitario, parte 2. ***
Capitolo 6: *** In cerca di Miho, parte 1. ***
Capitolo 7: *** In cerca di Miho, parte 2. ***
Capitolo 8: *** In cerca di Miho, parte 3. ***
Capitolo 9: *** Tra timori e intimidazioni. ***
Capitolo 10: *** Tra dubbi, domande e paure. ***
Capitolo 11: *** Speranze infrante. ***
Capitolo 12: *** Miho? ***
Capitolo 13: *** Pensieri funesti. ***
Capitolo 14: *** Accusa. ***
Capitolo 15: *** L'elicottero. ***
Capitolo 16: *** Incontro con Chiyo, parte 1 ***
Capitolo 17: *** Incontro con Chiyo, parte 2 ***
Capitolo 18: *** Incontro con Chiyo, parte 3 ***
Capitolo 19: *** Incontro con Chiyo, parte 4 ***
Capitolo 20: *** Incontro con Chiyo, parte 5 ***
Capitolo 21: *** La guida, parte 1. ***
Capitolo 22: *** La guida, parte 2. ***
Capitolo 23: *** Cuore di ghiaccio. ***
Capitolo 24: *** Alla stazione. ***
Capitolo 25: *** Tra frustrazione e minacce velate. ***
Capitolo 26: *** Arrivo a Kofu. ***
Capitolo 27: *** Non ti lasceremo sola. ***
Capitolo 28: *** Arrivo al Maison Ikkoku. ***
Capitolo 29: *** Un nuovo inizio, parte 1 ***
Capitolo 30: *** Un nuovo inizio, parte 2 ***
Capitolo 31: *** Un nuovo inizio, parte 3 ***
Capitolo 32: *** Un nuovo inizio, parte 4 ***
Capitolo 33: *** Un nuovo inizio, parte 5 ***
Capitolo 34: *** Un nuovo inizio, parte 6 ***
Capitolo 35: *** Il colloquio. ***



Capitolo 1
*** Il salvataggio. ***


Foresta di Aokigahara, prefettura di Yamanashi, 9 maggio, ore 13:47
 
Il sole spendeva sulla famigerata foresta dei suicidi, uno dei luoghi più famigerati del Giappone, dove da tempo immemore le persone si recavano per togliersi la vita. Ogni anno in quell'immensa distesa verdeggiante (3000 ettari) decine di persone compivano l’impensabile, impiccandosi o tramite overdose di medicinali. Le autorità locali, oltre a recuperare i cadaveri, avevano piazzato nella foresta dei cartelli muniti di scritte che miravano a dissuadere gli aspiranti suicidi ma non sempre funzionavano.  Nonostante la fama sinistra, Aokigahara era anche una meta turistica, un po’ per la sua macabra reputazione è un po’ per l’ambiente naturale rigoglioso. Una delle principali attrazioni era il Lago Suijin (il nome derivava dal dio dell’acqua nella religione shintoista), uno specchio d’acqua largo 2 chilometri e pullulante di fauna ittica (anguille, pesci vari). Sulla sua superficie riscaldata dai raggi solari si muoveva un motoscafo con un logo bianco e celeste sulla fiancata destra.
 
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A bordo stavano due ragazze: una con capelli ramati e occhi turchesi, l’altra con lunghi capelli castani scuri e occhi dello stesso colore.  Entrambe indossavano la stessa uniforme: color verde oliva, con berretto; sotto la giacca portavano una cravatta nera, sopra una camicia bianca. Sul braccio destro avevano il suddetto logo.
 
Allora, Megumi… Questo posto ti pare adatto?” Domandò la prima.
 
La ragazza di nome Megumi annuì.
 
Hai, Azumi-chan. Siamo sufficientemente lontane dalla riva.
 
Le due ragazze si scambiarono uno sguardo di intesa, poi si liberarono delle divise, sotto cui celavano dei bikini (blu per Azumi, rosso per Megumi).
 
Una di noi dovrà rimanere a bordo, o la barca andrà alla deriva.” Affermò la bruna.
 
Azumi annuì.
 
Faremo a turno. Tuffati tu per prima.” Disse.
 
Megumi annuì a sua volta, ma invece di gettarsi in acqua mise mano a un binocolo posato sul pavimento, con cui si mise a scrutare con attenzione le rive del lago.
 
Non dirmi che hai paura dei guardoni!”  La canzonò Azumi.
 
Sono dappertutto, quelli…” Replicò la castana.
 
Ma siamo in mezzo a una foresta!
 
Megumi non le badò, continuando a guardare le sponde.  Notò per prima cosa una coppia di cervi, intenta a dissetarsi, e poi…
 
Mh?
 
Sulla riva c’era una ragazza, sicuramente una studentessa, coi corti capelli castani e occhi dello stesso colore. Era inginocchiata e teneva la mano destra immersa nell'acqua.
 
Non dirmi che ne hai visto davvero uno!” Disse Azumi, notando l’attenzione con cui guardava.
 
Megumi le passò il binocolo, indicando il punto da lei osservato.  
 
Guarda tu stessa.
 
Azumi fece come le era stato detto. Notò anche lei la studentessa, che ora si era alzata in piedi e fissava la superficie del lago con un’aria affranta.
 
Una aspirante suicida…” Commentò, con preoccupazione.
 
Cosa te lo fa credere?” Le chiese l’amica.
 
La sua espressione… Non è affatto quella di una turista che ammira il paesaggio.
 
Intanto la ragazza si era liberata dei vestiti e, rimasta in intimo, si tuffò.
 
 
Non vorrà mica...
 
Pensò Azumi.
 
Tieni questo!” Disse, porgendo il binocolo a Megumi.
 
Che intenzioni hai?” Le chiese quest’ultima.
 
Lei la guardò con determinazione.
 
Quella vuole annegarsi… Devo salvarla!
 
Ma… È lontana da qui! Non so se farai in tempo!” Obiettò Megumi.
 
Lo sguardo di Azumi si fece più duro.
 
Non importa… Devo tentare! Non rimarrò a guardare mentre muore!
 
E detto ciò si tuffò in acqua, nuotando verso il punto dove l’aveva vista tuffarsi.
 
Kuso… Non posso lasciare la barca incustodita, o mi sarei lanciata anche io!

Pensò Megumi, frustrata.
 
******
 
Azumi nuotò più forte che poteva, con energiche bracciate.
 
Ero venuta qui per farmi una nuotata… E ora mi tocca attuare un salvataggio!
 
Pensò, mentre un senso crescente di ansia la attanagliava.
 
Non sapeva quale tragedia avesse colpito quella ragazza al punto da spingerla a compiere l’estremo gesto, e in quel momento neppure le interessava. Dopo avrebbe avuto tutto il tempo per indagare. Ora c’era un essere umano che stava annegando, e doveva salvarla a ogni costo. Ad un certo punto si fermò e si guardò intorno.
 
In superficie non la vedo… Deve essersi immersa!
 
Prese un respiro profondo ed entrò in apnea, scendendo verso il basso.
 
Non ho molto tempo, a breve dovrò risalire in superficie… Dov'è?
 
Si guardò intorno, finché non la vide.  Era a circa 3 metri da lei, aveva gli occhi chiusi.
 
Kami-sama… Fate che sia ancora viva!
 
Facendosi forza la raggiunse, la afferrò per un braccio e con lei riemerse.
 
Stai bene?” Le chiese, istintivamente.
 
La castana non rispose, era ancora priva di sensi.
 
Non mi dite che è morta…
 
Pensò lei, angosciata.
 
In quel momento vide il motoscafo con a bordo Megumi dirigersi nella sua direzione, fermandosi vicino a lei.
 
Come sta?” Domandò la bruna.
 
Priva di sensi… Speriamo che sia solo svenuta! Tirala su, presto!” Le ordinò Azumi.
 
Pur con qualche fatica, le due ragazze riuscirono a caricare a bordo la sconosciuta, adagiandola sul pavimento dell’imbarcazione.
 
Presto, praticale delle compressioni toraciche!
 
Megumi obbedì e, dopo un paio di tentativi, dalla bocca della castana uscì un fiotto d’acqua. Fatto ciò la sua soccorritrice appoggiò l’orecchio al petto di lei.  Dopo qualche secondo assunse una espressione sollevata.
 
È viva!” Esclamò, rimettendosi in piedi.
 
Ma adesso cosa facciamo?” Domandò.
 
Mi sembra ovvio… La portiamo al nostro accampamento.” Le rispose Azumi.
 
La bruna la guardò perplessa.
 
Ma… Cosa diremo alle altre?
 
La ramata le scoccò una occhiataccia.
 
La verità, ovviamente! Ora fai partire questa bagnarola, prima torniamo meglio è!
 
Megumi annuì, poi si mise al posto di guida, pensando:
 
Speriamo di non avere grane da questa faccenda...

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Capitolo 2
*** Tra dubbi e pensieri. ***


Sull'altra sponda, sopra a un pontile, camminava nervosamente avanti e indietro una ragazza con corti capelli viola che le arrivavano al collo  e occhi blu; portava gli occhiali e indossava una divisa identica a quella di Azumi e Megumi.
 
Giuro che appena tornano mi sentono… Loro a nuotare e io qui a girarmi i pollici! E questo con la scusa che non potevamo lasciare incustodito il camion!
 
Rivolse una occhiata al camion Dodge WC color verde oliva parcheggiato a poca distanza da dove si trovava.
 
Come se in questa foresta possano annidarsi dei ladri.. Che idiozia!
 
Sbuffò, fermandosi.
 
Il bello è che potrebbero stare via per ore…
 
Dopo pochi minuti udì il motore di una imbarcazione, che la fece voltare verso il lago. Notò il motoscafo con a bordo le loro amiche dirigersi verso la terraferma.
 
Già di ritorno? Strano…
 
Quando il natante fu attraccato lei disse:
 
Pensavo che…
 
Si interruppe, notando che Azumi, alzatasi in piedi, teneva in braccio una ragazza svenuta in intimo.
 
Chi è quella?” Domandò, stupita, indicando la sconosciuta.
 
Una suicida mancata.” Le rispose la ramata.
 
E l’avete portata con voi?
 
Megumi si alzò in piedi a sua volta, scoccandole una occhiataccia.
 
Dovevamo lasciarla crepare? O magari abbandonarla nella foresta? Così, una volta sveglia avrebbe tentato di finire il lavoro (se capisci cosa intendo) o sarebbe stata sbranata dagli orsi!” Affermò.
 
No, ma…” 
 
Niente ma, Rumi! Monta sul camion, la portiamo all'accampamento!” Le ordinò Azumi.
 
La ragazza di nome Rumi esitò. Per quel che ne sapeva, quella tizia era una malata mentale, che rischiava di fare del male a sé stessa (cosa che aveva già tentato di fare) o alle sue compagne.
 
Muovi il culo, Rumi!” Le intimò Megumi, notando la sua titubanza.
 
Contrariata, l’occhialuta serrò i pugni.
 
Modera i termini! Ti ricordo che siamo tutte e tre pari-grado! E poi perché dovrei portare una estranea tra noi?
 
Per tutta risposta Azumi le si avvicinò e, scoccatale una occhiata omicida, le rispose:
 
Perché altrimenti farai un tuffo fuori programma, e noi ce ne andremo, lasciandoti qui. Anche noi sappiamo guidare, sai?
 
Rumi deglutì, intimidita.
 
D’accordo… Andiamo.
 
Azumi sorrise, poi disse:
 
Vai al posto di guida. Megumi, tu recupera le nostre uniformi. Io mi occupo della nostra nuova ospite.
 
*****
 
Azumi caricò la ragazza, ancora svenuta, sul retro del camion, adagiandola al suolo con delicatezza, poi si sedette vicino a lei.
 
Mi domandò come reagirà, quando scoprirà di non essere riuscita a uccidersi. Forse se la prenderà con me.
 
Emise un sospiro.
 
Poco importa… Comunque mi sembra di averla già vista in passato, ma non ricordo dove.
 
In quel momento fu raggiunta da Megumi, che, tenendo in mano le loro uniformi, si sedette accanto a lei.
 
Sai che quando torneremo all'accampamento verremo subissate di domande, vero?” Domandò.
 
Si voltò a guardarla.
 
Noi cosa faremo?
 
Azumi le sorrise.
 
Ovvio, risponderemo.

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Capitolo 3
*** Arrivo all'accampamento. ***


A poca distanza dal lago,  su un ampio spiazzo erboso, sorgeva un accampamento composto da una distesa di tende da campeggio multicolori (gialle, rosse, blu, viola, bianche, verdi…), tra cui si muovevano circa 150 ragazze, impegnate in varie attività: alcune prendevano il sole, sdraiate su degli asciugamani; altre chiacchieravano tra loro, o ascoltavano la radio, o leggevano libri/fumetti ecc. Una di esse, una bionda con i lunghi capelli che le arrivavano alla schiena e occhi grigio chiaro era seduta su una sedia di legno pieghevole, al limitare dall'accampamento, ed era intenta a leggere un giallo, “La valle della paura” di Arthur Conan Doyle. Ad un certo punto un’ombra le si parò davanti, facendole alzare lo sguardo. Davanti a lei era comparsa una ragazza alta circa un metro e ottanta, con i capelli neri lunghi fino alle spalle e occhi castani, che la fissava con un sorrisetto ironico sul volto.
 
Sempre a leggere, Earl Grey?” Domandò.
 
La bionda sbuffò e richiuse il libro, non prima di aver inserito tra le pagine un segnalibro.
 
Quello è il mio vecchio nome di battaglia alla St. Gloriana, Onizuka… Chiamami Eri Kitamura.” Rispose.
 
La ragazza di nome Onizuka ridacchiò.
 
Siamo in mezzo alla natura… Dovresti farti delle sane camminate nella foresta! Altro che stare seduta a leggere!
 
Eri si alzò in piedi, rivolgendo una occhiata infastidita alla sua interlocutrice.
 
Punto primo, le faccio già. Secondo,  siamo anche in mezzo ai cadaveri visto che, per motivi ignoti, la gente da tempi remoti viene a suicidarsi qui!
 
Earl Grey, ex comandante della St. Gloriana, ricordava ancora la sua ultima, macabra scoperta avvenuta qualche giorno prima, ovvero il cadavere di un uomo, forse un insegnante, che si era impiccato.
 
Incrociò le braccia.
 
Con tutti i posti che c’erano in Giappone proprio qui dovevamo venire in gita? Potevamo andare al santuario di Ise, o sul monte Fuji, o altrove!
 
Paura dei fantasmi, Eri?” Le chiese una voce che lei conosceva.
 
Si voltò, incrociando lo sguardo con una bionda, alta circa 1 metro e 60, con i lunghi capelli che le arrivavano alla schiena e occhi blu celati da un paio di occhiali da sole.
 
Paura di trovare altre, sgradite sorprese, cara Himuro… Non è piacevole trovarsi davanti a un cadavere, magari decomposto.
 
La ragazza chiamata Himuro fece una faccia schifata.
 
Convengo, tesoro… Ma Aokigahara è anche una meta turistica, che attrae visitatori ogni anno.
 
Onizuka si grattò leggermente la testa.
 
Cambiando argomento… Avete saputo  della vittoria della Kuromorimine contro Chi-Ha-Tan? È stata schiacciante!
 
Earl Grey fece spallucce.
 
Facile vincere quando le avversarie sono una massa di ebeti fissate con l’assalto frontale. Invece la St. Gloriana ha battuto sonoramente la BC Freedom! Darjeeling si è rivelata all'altezza delle mie aspettativa!” Dichiarò, con una punta di orgoglio.
 
Himuro le rivolse un sorriso sarcastico.
 
Facile vincere quando le tue avversarie sono più impegnate a litigare fra loro che contro di te!” Dichiarò.
 
Eri la guardò male. Odiava che qualcuno sminuisse le imprese della sua ormai ex squadra. A interrompere la discussione ci pensò il rumore di un motore in avvicinamento. Il trio si voltò, notando un camion Dodge WC fermarsi a poca distanza da loro.
 
Devono essere le vice-comandanti, rientrate dalla loro nuotata pomeridiana.” Commentò Onizuka.
 
Strano… Di solito rientrano verso le 7 di sera. Non sono neanche le due.” Commentò Earl Grey, insospettita da quel rientro anticipato.
 
Dal veicolo scese prima Rumi, dal posto di guida, poi dal cassone uscirono anche Megumi e Azumi. Con sorpresa delle tre ragazze, quest’ultima teneva in braccio una ragazza svenuta.
 
E quella da dove sbuca?” Domandò la corvina, stupita.
 
Himuro si aggiustò gli occhiali, prima di rispondere:
 
Lo scopriremo presto, mi sa…
 
Rumi, Azumi e Megumi si incamminarono nella loro direzione, e quando furono abbastanza vicine il trio fu intercettato dalle tre studentesse.
 
Vice-comandante Azumi, chi è questa ragazza? E perché è in mutande?” Domandò Eri.
 
Una aspirante suicida… Che ho fermato appena in tempo.” Replicò la ramata.
 
Himuro si avvicinò e, osservando attentamente la ragazza svenuta, assunse un’aria stupita.
 
Ma… Ma è Miho Nishizumi!” Esclamò.
 
Quella notizia lasciò di sasso le sue compagne.
 
Ha-hai detto Miho Nishizumi? La sorella minore di Maho, colei che ti è subentrata al comando della Kuromorimine?” Domandò Onizuka, sbalordita.
 
La bionda ex Kuro annuì.
 
Una volta era vice-comandante del team Kuromorimine, ma dopo le finali dell’anno scorso era sparita dai riflettori. È riapparsa di recente, come capitano della Ooarai.” Spiegò.
 
E cosa l’ha spinta a venire fin qui per togliersi la vita?” Si chiese Azumi, guardando Miho.
 
Rumi rifletté.
 
“Forse la notizia della chiusura della Ooarai...” Teorizzò.
 
Megumi la guardò con scetticismo.
 
Mi sembra improbabile… Insomma, è la figlia di un pezzo grosso della Federazione di sensha-do, è ricca di famiglia! Poteva benissimo trasferirsi in un’altra accademia! Chiunque avrebbe voluto una Nishizumi nel suo team!
 
Sentite, quando si sveglierà sarà lei a darci spiegazioni. Rumi, va ad avvisare il comandante! Io la porto nella mia tenda.” Ordinò Azumi.
 
L’occhialuta scattò sugli attenti.
 
Hai!
 
Detto ciò corse via.
 
E ce ne dovrà parecchie di spiegazioni…
 
Pensava intanto Himuro.

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Capitolo 4
*** Il team universitario, parte 1. ***


Quando Miho riprese i sensi si ritrovò a fissare il soffitto di una tenda.
 
Ma… Cosa?
 
Si mise a sedere, rendendosi conto di essere su una branda e, più importante, di essere completamente nuda. Assunse una espressione allarmata, mentre il suo volto si faceva scarlatto. Guardandosi intorno notò per terra una divisa color verde oliva, con berretto, che si affrettò a indossare.
 
Dove mi trovo? Cosa… Ah!
 
In quel momento le tornarono in mente i ricordi recenti: la sconfitta della Ooarai contro la Saunders, la rivelazione della chiusura della scuola e della sua diseredazione… Due motivi che l’avevano spinta a recarsi lì, ad Aokigahara, per suicidarsi. Ma il suo tentativo era fallito…. Qualcuno l’aveva salvata.
 
E ora… Cosa faccio?
 
Si chiese, depressa.
 
Fece appena in tempo a formulare quel pensiero che nella tenda entrarono tre ragazze. Lei si voltò a guardarle.
 
Finalmente sei sveglia…” Disse una di loro, una bionda che portava gli occhiali da sole.
 
Chi siete?” Domandò loro, intimidita.
 
Le domande le facciamo noi!” Replicò brusca una ragazza dai capelli corvini.
 
La terza ragazza, che aveva i capelli color del rame, scoccò a quest’ultima una occhiataccia.
 
Onizuka, un minimo di tatto!” La rimproverò, per poi rivolgersi a Miho.
 
Io sono Azumi, loro sono Manami Himuro…” Indicò la bionda.
 
…E Runa Onizuka.” Indicò la corvina.
 
La castana le osservò tutte e tre, poi disse:
 
Io sono…
 
Miho Nishizumi, sorella minore di Maho, mio successore alla guida del team Kuromorimine. Sappiamo perfettamente chi sei.” La interruppe Manami.
 
Per un attimo Miho rimase inebetita.
 
Ma certo… Mia sorella mi ha parlato di te!” Affermò.
 
Adesso però rispondi a una domanda: perché hai tentato di suicidarti?” Le chiese Azumi.
 
Colta alla sprovvista da quella domanda, Nishizumi junior inizialmente non rispose. Notando la sua esitazione Manami disse:
 
“Il vice-comandante ti ha fatto una domanda.
 
Perché non ho un futuro… Sono spacciata!” Affermò Miho, scura in volto.
 
Quella frase lasciò stupefatto il trio.
 
Tu… Senza futuro? Sei la secondogenita della famiglia Nishizumi, una delle più ricche del Giappone, non una senzatetto!” Esclamò Onizuka, incredula.
 
La castana scosse il capo.
 
Non più… Mia madre mi ha diseredata.
 
Quella notizia sconvolse ancora di più le tre ragazze.
 
Diseredata? Ma perché?” Domandò Azumi, shockata.
 
Il motivo… Non lo so di preciso. Forse ha a che fare con la sconfitta dell’anno scorso. Di sicuro mi considera una debole e una fallita.” Spiegò Miho.
 
Furibonda, Onizuka serrò i pugni.
 
Quella grandissima… Dovrebbe stare su un marciapiede, altro che nella Federazione!” Affermò.
 
Manami dal canto suo sbuffò e incrociò le braccia.
 
Sei nei guai, ragazza mia… E grossi.
 
Mio annuì, mentre gli occhi le si facevano lucidi.
 
Lo so bene… Avreste dovuto lasciarmi morire.
 
Senza preavviso Azumi la schiaffeggiò in pieno volto, sorprendendo sia lei che le sue compagne.
 
Ma che fai? Sei impazzita?” Le chiese Manami.
 
Lei la ignorò e si rivolse a Miho:
 
Prova a ripeterlo, se ne hai il coraggio!
 
Miho la guardò con rabbia. Serrò i pugni e ripeté:
 
Dovevate lasciarmi morire!
 
Ricevette un secondo schiaffo.
 
Posso sempre rimediare, ammazzandoti di botte… Il suicidio serve solo a sprecare inutilmente la propria vita!” Affermò la ramata.
 
L’alternativa è una vita da senzatetto, segnata dalla fame… E dal freddo, quando arriverà l’inverno!” Ribatté la sua interlocutrice.
 
Azumi fece per replicare ma in quel momento fece il suo ingresso un’altra bionda con gli occhi grigi.
 
Allora? Chi è questa scema che ha tentato di suicidarsi?” Domandò, rivolgendo a Miho una occhiata truce.
 
Ti presento Miho Nishizumi, Earl.” Le rispose Manami.
 
Sorpresa, la nuova arrivata guardò prima la ex Kuro, poi Miho.
 
Darjeeling mi ha parlato di lei… Me l’ha descritta come un comandante valoroso. Mi sorprende che abbia tentato una azione così codarda!” Affermò.
 
Nishizumi junior la guardò con fastidio, prima di risponderle:
 
Mia madre mi ha diseredata, e ora non ho un posto dove tornare, visto che la Ooarai è destinata a chiudere.
 
Inizialmente Earl Grey rimase basita da quella frase, poi assunse una espressione triste.
 
Ora comincio a capire… Adesso sei una Homeless… Come direbbero alla St. Gloriana.
 
Esatto. Ma tu vieni da quell'accademia?
 
Sì. Lì ero nota come Earl Grey. Ero il comandante del team di sensha-do. Poi mi è subentrata Darjeeling.” Spiegò la bionda.
 
Miho annuì.
 
Capisco… Ma ora che ne sarà di me?” Domandò.
 
Per prima cosa incontrerai il nostro comandante. Se lei è d’accordo ti ospiteremo qui. Poi… Beh, ne riparleremo.” Le rispose Azumi.
 
Miho era confusa… Comandante? Chi era quella gente?
 
Scusate se insisto… Ma voi chi siete?
 
A rispondere fu Onizuka:
 
Noi siamo il Team Universitario.

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Capitolo 5
*** Il team universitario, parte 2. ***


Noi siamo il Team Universitario.
 
Miho rimase a bocca aperta: il Team Universitario, noto anche come All Stars, era considerato il team di sensha-do più forte del Giappone, ed era composto da studentesse provenienti dalle principali accademie (Kuromorimine, St. Gloriana, Pravda, BC Freedom e altre). La squadra usava carri più moderni rispetto ai team liceali, come il M24 Chaffee e il M26 Pershing.
 
Che ci fate qui?” Domandò.
 
A risponderle fu Earl Grey:
 
Siamo in gita. Ci siamo accampate qui circa tre giorni fa.
 
In quel momento fece il suo ingresso nella tenda Megumi, che disse:
 
Il comandante sta arrivando!
 
Azumi si voltò a guardarla e sorrise.
 
Bene.
 
Dopo un paio di minuti fece il suo ingresso nella tenda una ragazza con i capelli castani  chiari tenuti in due code di cavallo bionde lunghe fino alle spalle, legate con nastri neri, e occhi dello stesso colore. Nel vederla le studentesse del team scattarono sugli attenti, mentre Miho rimase sorpresa dall'aspetto della ragazza, ad occhio e croce più giovane di lei.
 
Riposo, ragazze.” Disse la nuova arrivata con un sorriso benevolo.
 
Poi si rivolse a Miho:
 
Sono Alice Shimada, comandante del Team Universitario.
 
Miho inizialmente rimase a bocca aperta. Istintivamente afferrò Alice per le spalle, lasciandola di sasso.
 
Ha… Hai detto Shimada? Tu sei la figlia di Chiyo?” Le chiese.
 
Ehi, toglile di dosso le mani!” Le intimò Onizuka.
 
Miho la ignorò.
 
Rispondi! Sei la figlia di Chiyo?” Domandò ancora, rivolta ad Alice.
 
Quest’ultima, leggermente confusa, annuì.
 
Hai… Come mai ti interessa?
 
Lei è qui con te?
 
Alice scosse il capo.
 
No… Ma tu la conosci?
 
Miho annuì. Non l’aveva mai incontrata personalmente, ma ogni tanto l’aveva vista in compagnia di sua madre, Shiho. Chiyo Shimada era un pezzo grosso della Federazione di sensha-do, una delle donne più ricche del Giappone e maestra dello stile di sensha-do noto come stile Shimada, opposto allo stile Nishizumi.
 
Devi condurmi da lei il prima possibile!” Disse.
 
Forse ho ancora una speranza…
 
Pensò.
 
Piano, bambola… Perché ci tieni tanto a incontrarla?” Le chiese Manami, insospettita.
 
Miho la fissò con determinazione.
 
Se mia madre mi rifiuta, forse Chiyo mi accoglierà!
 
Intendi farti… Adottare da lei?” Domandò Earl Grey.
 
La castana assunse un’aria insicura.
 
Almeno ospitarmi…
 
Alice la guardò come se fosse impazzita.
 
Cosa ti spinge a voler chiedere ospitalità a mia madre? Hai una famiglia tua!
 
Miho scosse il capo.
 
Ora non più… Mia madre mi ha diseredata!
 
La confusione sul volto di Alice fu rimpiazzata da una espressione di puro shock.
 
Perché?” Domandò d’impulso.
 
Perché nella finale dello scorso torneo ho causato la disfatta della mia squadra, abbandonando il carro-bandiera alla mercé dei carri della Pravda.
 
Ma hai anche salvato la vita all'equipaggio di un Panzer III… Questo la tua cara mammina lo sa, no?” Le chiese Azumi.
 
Senza sacrificio non si vince… Così mi disse.” Replicò lei.
 
Quella frase scandalizzò non poco Alice e le altre.
 
Quindi per lei quelle ragazze potevano crepare!” Disse Azumi, con un tono disgustato.
 
Se la becco finirà su una sedia a rotelle per il resto dei suoi giorni!” Commentò Onizuka, sempre più furente.
 
Miho abbassò lo sguardo.
 
Comunque… Pensi che tua madre mi accoglierà?” Domandò, rivolta ad Alice.
 
La ragazzina emise un sospiro, guardando la sua interlocutrice con aria incerta.
 
Non lo so… Mia madre è una brava donna, ma non so se accetterà di ospitare una estranea in casa.
 
Notando l’aria abbattuta di Miho si affrettò ad aggiungere:
 
Tuttavia tentar non nuoce.
 
Miho annuì, pur mantenendo un’aria depressa.
 
A quel punto fu Manami a prendere la parola.
 
Le tue compagne sanno che eri diretta qui?
 
Miho scosse il capo.
 
No… Perché altrimenti avrebbero cercato di dissuadermi, o di ostacolarmi.
 
Hai per caso incontrato qualche tua conoscenza, mentre eri diretta qui?
 
Miho ci pensò su.
 
Hai… Darjeeling, mia pari-grado della St. Gloriana.” Rispose.
 
Earl Grey assunse un’aria accigliata.
 
 “Se i miei dubbi si rivelano fondati a quest’ora le tue amiche staranno setacciando la scuola alla tua ricerca. Quando capiranno che non sei a bordo contatteranno altre tue conoscenti  per sapere se sei con loro.”  Affermò.
 
Miho la guardò confusa.
 
E con ciò?
 
Darjeeling dirà di averti vista a…
 
Fece una pausa.
 
Dove l’hai incontrata?
 
A Shizuoka. Mi ha dato un passaggio fino alla stazione ferroviaria.
 
Le hai detto dove eri diretta?
 
Miho annuì.
 
Hai, ma non le ho detto dei miei veri intenti. Crede che sto facendo visita a mia zia.
 
Azumi sbuffò.
 
Aokigahara è uno dei luoghi più famigerati del Giappone. Se le tue compagne scoprono che sei qui muoveranno mari e monti per trovarti.” Disse.
 
La secondogenita della famiglia Nishizumi assunse un’aria allarmata.
 
No… No, no! Assolutamente no!” Esclamò.
 
No cosa?” Le chiese Onizuka, guardandola sorpresa.
 
Non devono sapere che mi trovo qui, nel vostro accampamento! Altrimenti mi costringeranno a tornare alla Ooarai, e non potrò attuare il mio piano!” Spiegò Miho.
 
Alice annuì.
 
Giusto… Quindi se vengono qui e fanno domande noi dovremo negare di averti vista.
 
La castana annuì.
 
Non lo faccio volentieri, ma è necessario.
 
Alice annuì ancora.
 
Capisco…
 
Si rivolse alle sue subalterne.
 
Se qualcuna di voi si lascia scappare mezza parola la espellerò dal team! Sono stata chiara? E passate parola!
 
Le ragazze scattarono sugli attenti.
 
Sì, comandante!” Esclamarono all'unisono.
 
Miho emise un sospiro di sollievo.
 
Arigatō on'nanoko.*” Ringraziò, con un inchino.
 
Alice le rivolse un sorriso luminoso.
 
Non posso negare aiuto a una ragazza in difficoltà. Sarai mia ospite qui all'accampamento per il resto della gita, e poi ti porterò a casa mia, dove potrai avere un colloquio con mia madre.
 
Sperando che accetti…
 
Evitò di aggiungere.

*Grazie, ragazze.

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Capitolo 6
*** In cerca di Miho, parte 1. ***


Ore 17:32
 
La foresta di Aokigahara era in fermento: elicotteri blu della polizia (affiancati da droni) e Focke-Achgelis Fa 223 color verde militare dell’accademia Kuromorimine sorvolavano il cielo, mentre squadre di terra setacciavano ogni centimetro quadrato della zona, coadiuvati da gruppi di ranger forestali e di studentesse provenienti dalle accademie Ooarai, St. Gloriana, Kuromorimine, Maginot e Saunders.
 
****
 
Vi siamo molto grate.” Dichiarò Hana, inchinandosi di fronte a una ragazza di statura media con lunghi capelli scuri con riflessi blu e un paio di occhi azzurri, che indossava una uniforme dell’accademia Maginot.
 
La ragazza, che altri non era che Eclair, capitano del team di sensha-do della suddetta accademia, fece una faccia depressa.
 
Le accademie St. Gloriana, Saunders e Kuromorimine hanno schierato molte più volontarie della mia… Dovresti ringraziare loro, non me.
 
Hana la guardò e sorrise.
 
Ogni aiuto, anche se minimo, è ben accetto.” Disse.
 
Eclair sbuffò.
 
Purtroppo il mio team di sensha-do è reduce da una grave emorragia di carriste, e i pochi carri a disposizione sono in riparazione dopo il match contro Anzio.
 
Si guardò intorno, mentre un elicottero passava rombando sopra le loro teste.
 
E comunque la foresta è talmente fitta che sarebbero stati inutilizzabili.
 
Hana scosse il capo.
 
Non importa… Dobbiamo tentare comunque. Se Miho muore…
 
Si interruppe. Il solo pensiero la faceva stare male, tanto che gli occhi le divennero lucidi.
 
Non me lo perdonerò mai!
 
Eclair la guardò senza replicare. Per quel che ne sapeva era già troppo tardi. Miho poteva aver compiuto l’estremo gesto da ore. E anche se fosse stata ancora viva, poteva essere dovunque… Ci sarebbero voluti giorni per perlustrare la foresta, e lei poteva uccidersi in ogni momento.
 
*****
 
Miporin! Dove sei?” Domandò Saori ad alta voce.
 
La ragazza era in compagnia di una pattuglia di studentesse della St. Gloriana, intente a setacciare un’altra area della foresta. A guidarla era Darjeeling in persona.
 
Dubito che ti risponderà.” Affermò Assam, guadagnandosi una occhiataccia da parte della ramata.
 
Ah, no? E perché?” Domandò quest’ultima.
 
Perché è venuta qui per suicidarsi, non in vacanza.” Fu la risposta.
 
Mako intanto si guardava intorno: a poca distanza da loro alcuni poliziotti con al guinzaglio dei cani stavano cercando tracce della ragazza scomparsa; più in là alcune studentesse della Maginot parlottavano tra loro.
 
Attorno a noi si stendono 3000 ettari di foresta… Impiegheremmo giorni per esplorarla.” Dichiarò.
 
Non importa… Miho è qui! Dobbiamo trovarla, prima che si tolga la vita!” Disse Saori, con un misto di ansia e determinazione.
 
Darjeeling sbuffò e si passò una mano fra i capelli.
 
Il problema è che potrebbe averlo già fatto. In tal caso noi potremo solo recuperare il suo cadavere per darle degna sepoltura.” Disse.
 
Ammettendo che ci sia ancora… In queste zone si aggirano orsi feroci, che potrebbero averlo divorato.” Ipotizzò Orange.
 
Irritata da quei discorsi, Saori serrò i pugni. Avrebbe voluto assestare un paio di sganassoni a quelle due cornacchie, ma non sarebbe servito a niente.
 
Miho non può essere morta… Mi rifiuto di crederlo!
 
Pensò.
 
****
 
Kami-sama… Fate che sia ancora viva!
 
Pensava intanto Maho, che guidava un drappello di studentesse della Kuromorimine attraverso gli alberi.
 
Nonostante cercasse di apparire calma, provava un senso di paura che le attanagliava il cuore. Lanciava continuamente occhiate a destra e manca, aspettandosi di scoprire il cadavere della sorella minore impiccato a qualche ramo.
 
Kuso… Avrei dovuto convincere mia madre a ritornare sui suoi passi, invece sono rimasta in silenzio. E ora…
 
Deglutì.
 
…Ora Miho rischia di pagare con la vita, a causa della mia codardia!
 
Ad un certo punto si imbatterono in un paio di poliziotti, intenti a conversare tra loro a poca distanza.
 
…Darsi tanto da fare? Non è certo la prima che si toglie la vita qui, e non sarà l’ultima!
 
Ordini dell’ispettore Ogino… La ragazza è la figlia secondogenita di Shiho Nishizumi, pezzo grosso della Federazione di sensha-do.
 
Quindi è ricca di famiglia… Cosa può averla spinta al suicidio?
 
Ne so quanto te…
 
Invece di cercare mia sorella perdono tempo in chiacchiere… Idioti!
 
Pensò Maho, furibonda.
 
Kommandant?” La chiamò Erika, la sua vice.
 
Lei si voltò nella sua direzione.
 
Dimmi.
 
La bionda indicò un punto imprecisato nel terreno. Maho guardò in quella direzione: inizialmente non vide nulla, poi, aguzzando la vista, notò un orsacchiotto Boko in miniatura.
 
Ma quello…
 
Lo raccolse e lo osservò con attenzione.
 
È di Miho, giusto?” Le chiese Erika.
 
Lei annuì.
 
Hai… Un boko in miniatura, che ha comprato 3 anni fa… Lo portava sempre con sé, lo considerava una sorta di portafortuna!” Spiegò.
 
Si guardò intorno.
 
Ciò significa che è stata qui!
 
Erika sbuffò.
 
Questo non ci aiuta… Saranno passate ore da quando le è caduto. E poi mi chiedo: se ci teneva tanto perché non si è fermata a raccoglierlo?
 
Maho scosse il capo.
 
Non ne ho idea… Forse non se è accorta, o era in fuga da qualche pericolo, come un orso.
 
La sua vice incrociò le braccia.
 
Assai probabile… In questa foresta abitano gli orsi neri, bestioni lunghi quasi 2 metri. E se uno di loro avesse sbranato e divorato Miho?” Insinuò.
 
Per tutta risposta Maho le rivolse una occhiata che le ghiacciò il sangue, per quanto era minacciosa.
 
Fino a prova contraria è viva… E io la ritroverò, dovessi radere al suolo l’intera foresta pur di riuscirci!” Dichiarò la castana, con determinazione.
 
****
 
Nello stesso momento una pattuglia della Saunders stava perlustrando un altro settore di foresta. Ne facevano parte, tra le altre, Kay, Naomi, Alisa e Yukari.
 
Nishizumi-dono! Nishizumi-dono!” Stava chiamando a gran voce Yukari.
 
Risparmia il fiato… Non ti risponderà.” Le disse Naomi, intenta a guardarsi intorno.
 
Naomi ha ragione, Oddball… Miho non si è semplicemente persa. È venuta qui per togliersi la vita. Con le tue grida la farai fuggire, ammesso che sia in questa zona.” Dichiarò Kay, mentre con aria affranta osservava un punto indefinito della boscaglia.
 
Alisa dal canto suo sbuffò.
 
Ammettiamo che la troviamo viva, cosa per niente scontata… Cosa facciamo?” Domandò, incrociando le braccia.
 
Yukari si voltò nella sua direzione, lanciandole una occhiata infastidita.
 
Mi sembra ovvio, la riportiamo alla Ooarai!” Rispose.
 
Sì, e poi? La Ooarai è spacciata… E anche Miho, visto che da quanto ci hai raccontato è stata diseredata.
 
Nervosa, la sua interlocutrice serrò i pugni.
 
Non è affatto spacciata! Se necessario la ospiterò io! E poi anche Mako e Saori sarebbero ben liete di ospitarla a casa loro!” Affermò.
 
Alisa le rivolse una occhiata torva, mettendo le mani sui fianchi.
 
Perché non glielo hai detto ieri sera, allora? Forse non avrebbe preso quella decisione.
 
Io…
 
Yukari si interruppe.
 
…Non ci ho pensato. Ero troppo sconvolta a causa delle ultime notizie.” Ammise, sentendosi in colpa.
 
In quel momento un rumore, proveniente da alcuni cespugli, le  mise in allarme. Tutte si voltarono a guardare in quella direzione.
 
Che… Che si tratti di un orso?” Si chiese Helmet-chan, impaurita.
 
Se è così faremmo meglio a metterci a correre… Sono animali pericolosi, attaccano gli umani senza esitare.” Le rispose Naomi, fissando con occhi intimoriti i cespugli.
 
Mantenete la calma.” Ordinò loro Kay, cercando di apparire impassibile, nonostante fosse preoccupata.
 
Le Saunders rimasero immobili per qualche minuto, in attesa. Poi qualcosa saltò fuori dai cespugli.

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Capitolo 7
*** In cerca di Miho, parte 2. ***


Inizialmente le ragazze trasalirono, ma si calmarono notando che l’animale uscito dai cespugli era una semplice volpe, la quale rimase a fissarle con aria incuriosita.
 
Falso allarme…
 
Pensò Kay, tirando un sospiro di sollievo.
 
Helmet-chan dal canto suo sfoggiò un sorriso luminoso.
 
Che carina!” Commentò, ammaliata.
 
Come mai non scappa?” Si chiese Alisa.
 
A risponderle fu Naomi:
 
Credo sia abituata al contatto con gli umani… Questa foresta è frequentata da turisti ed escursionisti, sia giapponesi che gaijin. Per non parlare degli aspiranti suicidi…
 
Helmet si inginocchiò di fronte all'animale e gli accarezzò la testa. Questi emise un verso, ma non arretrò. Sembrava apprezzare molto quel gesto.
 
Fa attenzione, Hel… Potrebbe morderti, e magari è rabbiosa.” La avvertì il suo capitano.
 
Lei scosse il capo.
 
Non tema, comandante… È socievole!
 
Invece di cercare Miho pensano a giocare con una volpe…
 
Pensava intanto Yukari, irritata da quel comportamento.
 
Scusate, ma non sarebbe meglio riprendere le ricerche? Nel caso ve lo siate scordato c’è una mia amica che intende suicidarsi, se non lo ha già fatto!” Ricordò alle Saunders.
 
Kay annuì.
 
Giusto… Non siamo qui in vacanza. Helmet, alzati in piedi.” Ordinò.
 
Helmet-chan obbedì, rimettendosi dritta. Dopo poco la pattuglia riprese il cammino, mentre la volpe rimase lì a guardare le ragazze mentre si allontanavano.
 
***
 
Sul limitare della foresta le forze di polizia avevano allestito un campo base, composto da una serie di tende. Una di queste, più grande rispetto alle altre, ospitava la tenda-comando. Al suo interno stavano, oltre ad alcuni poliziotti impegnati a comunicare con le squadre di ricerca tramite delle radiotrasmittenti, alcuni individui in borghese, 2 uomini e 2 donne: erano radunati attorno a un tavolo dalla forma quadrata, sopra a cui era stesa una mappa dell’area; la foresta di Aokigahara era rappresentata come una grossa chiazza verde su fondo giallo, costellata di  simboli verdi (alberi stilizzati) e da 4 pallini neri, che indicavano le caverne presenti in zona. Era delimitata a nord e a ovest da 3 macchie azzurre, i laghi Motosuko, Suijin, e Shojiko, e a sud da un triangolo nero che indicava il monte Omuro. Più a sud ancora erano visibili altri 5 triangoli, (i monti Nagao, Tenjin, Kamafuta, Yumi-Izuka, Igatono).  In basso a destra un cono bianco con una riga verde orizzontale piazzata in alto rappresentava il Monte Fuji, la vetta più alta del Giappone. alcune linee bianche indicavano le strade in zona.
 
È arrivata qui a bordo di un autobus, tramite la 139. Un autista ci ha detto di averla condotta qui verso le 13 e qualcosa, poi  è ripartito.” Affermò una donna con lunghi e lisci capelli neri che le arrivavano alla schiena, occhi grigi e rossetto sulle labbra, indicando con l’indice della mano destra una linea bianca sulla cartina, con sopra il numero 139 scritto in nero in un cerchio rosso.
 
Sì, ma poi?” Domandò un uomo coi corti capelli neri e occhi dello stesso colore.
 
Lei sbuffò.
 
È svanita nel nulla. Più di questo non so.
 
Lui la guardò con disappunto.
 
Questo già lo sapevamo, Agatha Christie!” Affermò, infastidito.
 
Irritata, la donna serrò i pugni.
 
Jugo… Nel caso non l’avessi notato Aokigahara è un labirinto verde! Cercarvi qualcuno equivale a cercare un ago in un pagliaio!
 
Calma, Jugo… Anche tu, Ayami. Non siamo qui per polemizzare, ma per ritrovare una ragazza scomparsa.” Ricordò loro l’altra donna, che aveva corti capelli bruni e occhi blu.
 
Se stessimo parlando di una semplice fuggitiva non ci sarebbero problemi… La troveremmo, prima o poi. Ma qui c’è di mezzo una aspirante suicida… Potrebbe togliersi la vita da un momento all'altro, se non lo ha già fatto.” Dichiarò un uomo con corti capelli corvini, occhi dello stesso colore e baffi sottili.
 
L’uomo di nome Jugo lo guardò con ansia.
 
Sarebbe un grosso guaio… Qui stiamo parlando della secondogenita della famiglia Nishizumi, una delle più ricche e influenti del paese. Dobbiamo ritrovarla viva, a ogni costo.
 
Ayami sbuffò e incrociò le braccia.
 
Per questo hai richiesto la nostra assistenza?” Domandò.
 
Jugo annuì.
 
Di solito il caso spetterebbe solo alla polizia di prefettura, ma in questa situazione ho chiesto assistenza alle prefetture vicine (Saitama, Nagano, Shizuoka, Kanagawa).
 
L’uomo con i baffi emise un sospiro.
 
Un appello accolto solo parzialmente, vedo… Ci siamo solo io e Yui per la prefettura di Nagano e l’ispettore Ogino per Saitama.
 
Sconsolato, Jugo annuì.
 
A proposito, come mai l’ispettore Yamato non è con voi?
 
A rispondergli fu Yui:
 
È in convalescenza all'ospedale municipale di Nagano. Qualche giorno fa è rimasto ferito in uno scontro a fuoco con dei rapinatori.
 
Capisco…
 
In quel momento il quartetto venne raggiunto da un poliziotto, che disse loro:
 
I droni hanno rilevato un grosso accampamento a poca distanza dal lago Suijin; ospiterà almeno un centinaio di persone.
 
Deve trattarsi del Team Universitario…. Sono qui per una breve vacanza.” Affermò Jugo.
 
Forse loro hanno visto Miho.” Ipotizzò la donna di nome Yui.
 
Ayami assunse un’aria pensosa.
 
Forse, ma la foresta è grande. Non è affatto detto che l’abbiano incontrata. Voi cosa ne pensate, ispettore Morofushi?” Domandò.
 
Il baffuto rifletté prima di replicare.
 
Vale la pena tentare. Ci andremo tutti e quattro, e interrogheremo le studentesse.
 
Jugo annuì, poi mise mano al suo cellulare.
 
Avvertirò la sorella e le amiche di Miho.
 
E i genitori?” Gli chiese Morofushi.
 
Il padre è morto anni fa, la madre… L’ho contattata qualche ora fa, ma mi è sembrata molto formale. pareva quasi fregarsene della figlia.” Spiegò Jugo.
 
Quell'affermazione lasciò non poco perplessi gli altri 3 poliziotti.
 
Molto strano…” Disse Ayami.
 
Io non direi. Shiho Nishizumi è nota per il suo carattere freddo e autoritario.” Affermò Morofushi.
 
In ogni caso è un comportamento indegno di una madre!” Commentò Yui, disgustata.
 
Jugo annuì. Lui non aveva figli, ma conosceva personalmente alcune madri, come l’avvocato Eri Kisaki di Tokyo o Shizuka Hattori, moglie dell’ispettore Heizo di Osaka. Avevano rispettivamente una figlia e un figlio, e se una cosa simile fosse capitata a loro si sarebbero recate sul posto per partecipare alle ricerche, cosa che Shiho non intendeva fare.
 
Mi chiedo se ci sia un motivo dietro atteggiamento gelido…
 
Si chiese.
 
Sbuffò. Non era il momento per perdersi in certe elucubrazioni. La priorità era ritrovare Miho Nishizumi, preferibilmente viva.

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Capitolo 8
*** In cerca di Miho, parte 3. ***


Intanto la pattuglia della Kuromorimine era giunta nei pressi del lago Suijin. Maho osservò con attenzione l’immenso specchio d’acqua, nel timore di notare il cadavere della sorella minore galleggiare inerte. Fortunatamente non lo vide.
 
Dividiamoci: dobbiamo perlustrare le rive del lago. Erika, tu vieni con me!
 
La bionda scattò sugli attenti.
 
Ja, Kommandant!
 
****
 
Maho, in compagnia di Erika e di Koume, iniziò a camminare lungo la riva del lago, camminando da destra verso sinistra. Le tre ragazze guardavano in tre direzioni differenti: Maho verso le acque del lago, Erika verso gli alberi vicini, Koume davanti a sé.
 
Di solito gli aspiranti suicidi si impiccano o si imbottiscono di medicinali fino a morire di overdose… Che Miho invece abbia scelto l’annegamento?
 
Si chiese Nishizumi senior, angosciata.
 
Non aveva visto barche in giro, ma Miho era un ottima nuotatrice, e avrebbe potuto nuotare abbastanza lontano dalla riva per poi compiere l’estremo gesto. Serrò i pugni.
 
Kuso, mi sento impotente… Mia sorella è qui da qualche parte, pronta a suicidarsi (se non lo ha già fatto) e io posso solo gironzolare nella speranza di trovarla!
 
Dopo qualche minuto Koume esclamò, indicando davanti a loro:
 
Guardate!
 
Sia Erika che Maho videro qualcosa in lontananza, una macchia bianca e verde adagiata sul terreno.
 
Andiamo a vedere!” Disse la bionda.
 
****
 
Dopo una breve corsa Maho, Erika e Koume raggiunsero l’oggetto misterioso, che altri non era che una uniforme scolastica da liceale, blusa bianca e gonna verde, più un paio di scarpe marroni.
 
Deve essere di Miho…” Ipotizzò Erika, osservandola.
 
Guardò verso il lago.
 
Ja… Si è spogliata, poi si è tuffata nel lago. Molto probabilmente ha scelto il suicidio per annegamento.
 
Un attimo… Chi ti garantisce che quella sia l’uniforme di Miho? Non potrebbe essere di un’altra?” Obiettò Koume.
 
Erika si voltò verso di lei.
 
Potrebbe… Ma quante sono le probabilità che più studentesse liceali abbiano scelto di venire qui a morire?
 
Maho intanto si era inginocchiata di fronte alla divisa scolastica: la osservò con attenzione, poi guardò anche lei il lago.
 
È veramente così? Questo è ciò che rimane di mia sorella minore?
 
Si chiese, con gli occhi lucidi.
 
Comunque non è il caso di disperare! Abbiamo trovato i vestiti, non il corpo!” Disse ancora Koume, evitando di usare il termine cadavere.
 
Erika le scoccò una occhiataccia.
 
E dove potrebbe essere andata in mutande?” Domandò.
 
Koume lì per lì esitò, poi disse:
 
Non ne ho idea. Ma dobbiamo proseguire le ricerche!
 
La vice-comandante della Kuromorimine fece per ribattere, ma venne interrotta dallo squillo di un cellulare. Voltandosi verso Maho, la vide rialzarsi in piedi e mettere mano al suo Smartphone. Quest’ultima selezionò l’icona verde e disse:
 
Hai?
 
“…”
 
Erika e Koume la videro annuire.
 
Arigatō.
 
Detto ciò chiuse la comunicazione, e si rivolse a loro, con una rinnovata determinazione.
 
La squadra universitaria è accampata nelle vicinanze. Forse loro hanno visto Miho…” Disse, con una punta di speranza.
 
Le due ragazze reagirono in modo diverso: se Koume sprizzava ottimismo da tutti i pori Erika rimaneva scettica.
 
E con ciò? Non è affatto detto che loro l’abbiano incontrata.” Disse.
 
Maho annuì.
 
Hai. Ma dobbiamo tentare. Akaboshi, avvisa le altre squadre di ricerca!” Ordinò.
 
Entusiasta, la castana annuì, mettendo mano al suo walkie talkie.

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Capitolo 9
*** Tra timori e intimidazioni. ***


Miho si trovava ancora nella sua tenda, rannicchiata in un angolo e palesemente angosciata: temeva che, se fosse uscita all'aperto, qualche drone o elicottero della polizia l’avrebbe individuata.
 
Mi sto comportando come una criminale fuggiasca…
 
Pensò, agitata.
 
Ma non ho altra scelta… Se mi beccano dovrò tornare alla Ooarai, e il mio piano andrà in fumo.
 
Si passò una mano sul volto.
 
E io non intendo tornarci… Ormai quella scuola è condannata. E comunque devo pensare prima a me stessa… Devo prendere contatto con Chiyo Shimada e convincerla ad ospitarmi, se non ad adottarmi. Solo così mi salverò.
 
Alzò lo sguardo verso l’alto.
 
Per prima cosa devo fare amicizia con Alice… Tramite lei sarà più facile convincere la madre a darmi ospitalità. Non negherà questo favore a una (ex) Nishizumi.
 
In quel momento fece il suo ingresso nella tenda Manami Himuro.
 
Tutto bene?” Le chiese quest’ultima.
 
Lei annuì.
 
Hai…
 
La ex kuro sbuffò e incrociò le braccia.
 
Ti conviene tenere il culo a terra… La zona brulica di poliziotti, coadiuvati da studentesse (Saunders, St. Gloriana, Maginot e Kuromorimine).
 
Miho la guardò sorpresa.
 
Anche le kuro?” Domandò.
 
La bionda annuì.
 
Hai… Capitanate da tua sorella.
 
Onēsan… Onēsan è qui?
 
Si chiese la castana, stupita, alzandosi in piedi.
 
Stentava a credere che sua sorella maggiore, che al loro ultimo incontro l’aveva trattata con freddezza, fosse in prima linea nelle sue ricerche. Per un attimo ebbe la tentazione di raggiungerla, ma rinunciò subito. Neppure lei doveva sapere che era ancora viva.
 
Capisco… Hai altro da riferirmi?
 
Manami annuì.
 
Se i miei timori sono fondati tua sorella e altre piomberanno qui, per chiedere se noi ti abbiamo vista. Noi negheremo, ovviamente.” Replicò.
 
Miho tirò un sospiro di sollievo.
 
Arigatō…
 
La bionda le rivolse un sorriso cordiale.
 
Dovere.
 
Detto ciò uscì dalla tenda, lasciando la ormai ex Ooarai nuovamente sola.
 
****
 
Uscita all'aperto si imbatté in Runa Onizuka e Earl Grey, che la fissavano con le braccia conserte.
 
Cosa c’è?” Domandò loro.
 
Dobbiamo proprio tenerla qui al campo?” Chiese l’ex capitano della St. Gloriana.
 
Manami sbuffò.
 
L’avete sentito il comandante Shimada… Miho è nostra ospite, e dobbiamo mantenere il silenzio sulla sua presenza qui.” Rispose.
 
Runa la guardò preoccupata.
 
Ma… Se la polizia setaccia l’accampamento e la trova avremo grane a non finire!” Obiettò.
 
La bionda si aggiustò gli occhiali da sole.
 
Qualcosa ci inventeremo…” Affermò, non sapendo cos'altro dire.
 
Le sue due compagne, anche se poco convinte, annuirono.
 
*****
 
Nello stesso momento, in un’altra tenda, Azumi, Rumi e Megumi erano intente a conversare tra loro.
 
Tutta la zona brulica di squadre di ricerca… E i cieli sono attraversati da elicotteri e droni.” Commentò la prima.
 
Cercano Miho.” Disse la seconda.
 
La terza sbuffò.
 
Già… E state certe che verranno a cercarla anche qui. Noi cosa diremo?” Si chiese, angosciata.
 
Azumi le rivolse una occhiata severa.
 
Gli ordini del comandante Shimada sono chiari: negare la sua presenza.” Le ricordò.
 
Megumi si grattò leggermente la tempia destra.
 
Abbiamo sbagliato a portarla qui… Rischia di attirare su di noi grossi guai!” Affermò.
 
Lo sguardo di Azumi si fece furente.
 
Quindi per te dovevamo lasciarla annegare?
 
La bruna scosse il capo.
 
Per me dovevamo portarla a riva e lasciarla lì.
 
Azumi serrò i pugni.
 
Certo, così quella una volta ripresa conoscenza si rituffava in acqua e finiva il lavoro!
 
Rumi, per evitare che la discussione degenerasse, decise di fare da paciere.
 
Calmatevi, ragazze… Ormai il dado è tratto. Possiamo solo sperare che tutto fili liscio.” Disse.
 
In quel momento fecero il suo ingresso nella tenda tre ragazze: la prima aveva corti capelli arancioni e occhi verdi; la seconda aveva la pelle scura, corti capelli neri (tra cui spiccava una rosa rossa) e occhi dello stesso colore; la terza capelli neri lunghi fino alle spalle, occhi castani scuri e portava gli occhiali. L’altro trio si voltò a guardarle.
 
Placki… Carmen… Tsuji… Che ci fate qui?” Domandò loro Azumi, leggermente sorpresa.
 
A risponderle fu la ragazza di nome Carmen.
 
Gira voce che il comandante Shimada stia nascondendo una delincuente ricercata.
 
Indignata, Rumi scattò in piedi.
 
Chi vi ha raccontato questa idiozia?” Domandò.
 
La ragazza di nome Placki la fissò con sarcasmo, incrociando le braccia.
 
“Poche ore fa voi tre avete portato qui una estranea, e ora tutta la zona brulica di policjanci*. È per caso una złodziej? Una morderca?
 
Megumi si alzò in piedi, irritata.
 
Non so quando ti entrerà in testa, Placki, ma io il polacco NON lo capisco! Ho frequentato la Saunders, non la Bonple!
 
Placki sbuffò.
 
È una ladra? Un’assassina?” Ripeté. 
 
Fu Azumi a risponderle:
 
Né l’una, né l’altra. È una suicida mancata. Si chiama Miho Nishizumi.
 
Nell'udire quel nome le tre ragazze rimasero a bocca aperta per lo stupore.
 
La sorella di Maho, comandante in capo del team Kuromirimine?” Domandò Tsuji.
 
Placki ridacchiò.
 
Tak**, quella che ha spazzato via la Chi-Ha-Tan nel primo turno!” Disse, divertita.
 
Tsuji, il predecessore di Nishi alla guida del suddetto team, le scoccò una occhiataccia.
 
Beh, non mi pare che la tua Bonple se la sia cavata meglio contro la Pravda…” Le ricordò, scocciata.
 
Dal canto suo Carmen sorrise in modo ambiguo.
 
Una Nishizumi… Interessante.” Commentò.
 
Azumi incrociò le braccia.
 
Il comandante Shimada ha chiesto… Anzi, ha ordinato il silenzio assoluto. Se la polizia o altri vengono qui a fare domande su Miho, le studentesse devono negare di averla vista. Azzardatevi a disobbedire e vi giuro che vi taglierò la lingua e la darò in pasto agli animali selvatici. Sono stata chiara?” Domandò, scoccando loro una occhiata minacciosa.
 
Il trio rabbrividì. Non perché prendessero alla lettera le parole della ramata, ma perché sapevano che pestare i piedi ai propri superiori le avrebbe messe nei guai. Nella minore delle ipotesi sarebbero state espulse dal team. E non ci tenevano affatto, sarebbe stata una macchia indelebile sul loro curriculum. Così si affrettarono ad annuire. Azumi sorrise.
 
Brave…” Si complimentò.
 
*Poliziotti.
 
**Sì

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Capitolo 10
*** Tra dubbi, domande e paure. ***


Un Focke-Achgelis Fa 223 pilotato da Erika e con a bordo Maho, Kay, Darjeeling, Hana e Ayami stava sorvolando il lago, diretto verso l’accampamento del team universitario.
 
Forse lì troveremo qualche informazione…
 
Pensava il capitano della Kuromorimine.
 
Secondo te troveremo qualche informazione una volta giunte lì?” Le chiese la sua collega della Saunders.
 
Lei si voltò a guardarla, sforzandosi di apparire impassibile.
 
Il modo più semplice per saperlo è andarci e chiedere.” Rispose.
 
Dal canto suo il comandante della St. Gloriana emise un sospiro.
 
Ammettendo di riuscire a trovarla… Cosa farai allora, Maho-san?
 
Maho la fissò.
 
Cosa intendi dire con questo?
 
Voglio dire che tua… Anzi, vostra madre l’ha diseredata. Con la chiusura della Ooarai Miho non avrà un luogo dove tornare. Io potrei ospitarla alla St. Gloriana, ma…
 
La bionda si strinse nelle spalle.
 
…Poi?
 
Inizialmente Maho rimase in silenzio, poi disse:
 
Tenterò di convincere Okāsan a riammetterla nella nostra famiglia.
 
Sia Kay che Darjeeling la guardarono con scetticismo. Shiho Nishizumi era nota per il suo pugno di ferro, collegato a un cuore di ghiaccio. Non era tipo da tollerare deboli e/o falliti. Assai difficilmente sarebbe tornata sui suoi passi. Ma entrambe preferirono tenere per sé i loro pensieri.
 
*****
 
In un’altra zona della foresta Saori stava camminando avanti e indietro, mentre Mako, Yukari, Alisa, Orange Pekoe e Koume Akaboshi la osservavano. Era nervosa, e si notava. Ad un certo punto si fermò, serrò i pugni ed esclamò:
 
Perché non ci hanno permesso di seguirle? Uffa!
 
Il Focke ha una capacità massima di 6 persone, pilota compresa.” Le spiegò Koume, incrociando le braccia e appoggiandosi con la schiena a un albero.
 
La ramata le rivolse una occhiataccia.
 
E con ciò? Possono mandarne un altro per noi!” Replicò.
 
Non preoccuparti… Se Darjeeling-san e le altre scoprono qualcosa ce lo riferiranno.” Le disse Pekoe, per poi sorseggiare acqua da una borraccia.
 
Peccato non poter bere un po’ di tè…
 
Pensò.
 
Saori scosse il capo. Una loro amica era chissà dove, dispersa in una foresta labirintica, pronta a suicidarsi dal un momento all'altro (se non lo aveva già fatto)… E loro si comportavano come se fossero a un picnic! Mako sembrò intuire i suoi pensieri, perché le disse:
 
So che sei angosciata per la sorte di Miho… Lo siamo tutte, qui. Ma dobbiamo mantenere la calma: farsi guidare dall’ira non solo può rivelarsi inutile, ma controproducente.
 
“Questo lo so bene, Mako-chan!” Ribatté lei, serrando i pugni.
 
Assunse una espressione corrucciata.
 
Ma io… Vedi… Ho paura… Paura che sia troppo tardi! Se non riesco a salvare Miporin non me lo perdonerò mai!
 
Tutte noi abbiamo paura… Ma non possiamo gettare la spugna. Le ricerche sono ancora in corso, vedrai che Miho verrà ritrovata.” Le rispose la sua amica d’infanzia.
 
Ma viva… O morta?
 
Si chiedeva Alisa, stando attenta a tenere per sé quella domanda.
 
Per quel che ne sapeva Miho aveva già compiuto l’estremo gesto. E anche se l’avessero trovata viva? Quella ragazza non aveva futuro, essendo stata diseredata dalla propria madre ed essendo la Ooarai destinata alla chiusura.
 
Solo un miracolo può salvarla… Ma io non ci credo più ai miracoli.
 
Pensò, alzando lo sguardo al cielo.

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Capitolo 11
*** Speranze infrante. ***


Dopo un breve volo il FA 223 giunse nei pressi dell’accampamento. Maho, dalla fusoliera, osservava l’immensa distesa di tende multicolori, costellata da punti color kaki su sfondo verde. Si rivolse ad Erika, ordinandole:
 
Atterra!
 
La bionda annuì.
 
****
 
A terra, le studentesse del team universitario osservavano curiose e confuse l’elicottero librarsi sopra le loro teste. Tra loro vi erano Manami e Onizuka. Quando vide che il velivolo era in fase di atterraggio ordinò:
 
Onizuka, vai ad avvertire il comandante Shimada!
 
La seconda annuì e corse via.
 
****
 
Kami-sama… Speriamo di trovare qualche informazione utile!
 
Pensava intanto Hana, mentre il Focke-Achgelis 223 scendeva lentamente verso il suolo. 
 
Quando ebbe toccato terra Maho si alzò in piedi, ordinando con voce autoritaria:
 
Tutte a terra! Non abbiamo un minuto da perdere!
 
Chi è questa bambina per darmi ordini?
 
Pensò l’ispettore Ogino, contrariata, guardandosi bene dal polemizzare.
 
****
 
Le ragazze scesero dall'elicottero una ad una, in fila indiana.
 
E adesso?” Domandò Kay, guardandosi intorno.
 
Maho la guardò.
 
Adesso si va in cerca di indizi o testimonianze.” Rispose.
 
****
 
Le ragazze si avventurarono nell'accampamento, guardandosi intorno. Le studentesse del Team Universitario le fissavano con un mix di sorpresa e curiosità, parlottando tra loro.
 
E queste che sono venute a fare qui?
 
Quella non è Maho Nishizumi, capitano della Kuromorimine?
 
Hai, e ci sono anche Kay e Darjeeling. Le altre tre non le conosco.
 
Che siano qui per…
 
Taci, o il comandante Shimada ti punirà!
 
Dal canto loro le ragazze reagirono in vario modo a cotanta attenzione: Ayami, Darjeeling e Maho si mantennero impassibili; Hana e Kay non vi badarono, troppo preoccupate per Miho; Erika lanciò occhiate nervose qua e là, non sopportando tutti quegli occhi puntati su di lei. Ad un certo punto il gruppo si imbatté in una ragazzina, con in mano un orsacchiotto e in compagnia di tre ragazze più grandi.
 
Ti sei smarrita, Boko girl?” Le chiese Erika, con malcelato sarcasmo.
 
Alice scosse il capo.
 
Kawaii!” Esclamò Kay, per poi abbracciare, senza preavviso, la bimba.
 
Quest’ultima divenne completamente rossa in volto, spalancando gli occhi e la bocca in una smorfia di stupore. Non riuscì a spiccicare parola.
 
Scusate l’intrusione… Sapete dirci dov’è il comandante?” Domandò invece Darjeeling.
 
Le tre ragazze guardarono male le nuove arrivate, come se infastidite dal loro comportamento.
 
Ce l’avete di fronte.” Rispose una di loro, che portava gli occhiali.
 
Ayami si fece avanti e le tese la mano.
 
Sono l’ispettore di polizia Ayami Ogino.” Si presentò.
 
L’ispettore evitò di menzionare la sua provenienza, altrimenti le studentesse le avrebbero detto che quella non era la sua giurisdizione e non aveva il diritto di interrogarle.
 
Rumi Kuroda, vice-comandante del Team Universitario.” Replicò l’occhialuta.
 
Ayami la fissò confusa.
 
Hai appena detto di essere il comandante…
 
Rumi scosse il capo.
 
Ho detto che il comandante è davanti a voi. È lei.” Spiegò, indicando la ragazzina che Kay stava ancora abbracciando.
 
EH?” Esclamarono le nuove arrivate, sbalordite.
 
È così… Io sono Alice Shimada, comandante del Team Universitario.” Dichiarò la ragazzina.
 
Kay la guardò stupita, si staccò da lei e le chiese:
 
Quanti anni hai?
 
14.
 
Quella risposta lasciò ulteriormente di sasso le ragazze.
 
Che storia è questa? Alla tua età dovresti frequentare le medie!” Esclamò Erika, incredula.
 
Grazie al suo alto QI il comandante Shimada è stata ammessa direttamente all'università. A proposito, io sono Azumi Miyamoto, vice-comandante.” Spiegò loro un’altra ragazza, coi capelli ramati.
 
Hana sbuffò seccata.
 
Mi dispiace interrompere questa gradevole conversazione, ma vi ricordo che non siamo qui per una scampagnata!” Esclamò.
 
Maho annuì.
 
Giusto… Comandante Shimada, immagino vi starete chiedendo il motivo della nostra presenza qui.” Disse.
 
Alice annuì.
 
Immagino che sia collegata alle ricerche in corso nell'area.
 
Maho emise un sospiro.
 
Hai. Mia sorella minore è qui ad Aokigahara… Intende suicidarsi, e vogliamo impedirglielo. Voi l’avete vista?
 
Alice ci pensò su.
 
Hai una sua foto?
 
Maho annuì di nuovo, mise mano al suo smartphone, armeggiò con esso e poi lo passò ad Alice, che lo osservò con attenzione: sullo schermo c’era una foto di Miho in divisa da carrista (berretto e giacca neri, gonna corta rossa); era in piedi davanti a un Tiger I.
 
Īe… Non l’ho vista. Forse i miei vice…
 
Si voltò verso le tre ragazze che erano con lei.
 
Voi l’avete vista?
 
Azumi scosse il capo.
 
Īe, shirei-kan.
 
Io non l’ho vista.” Dichiarò Rumi.
 
Neanche io.” Disse Megumi, che aveva i capelli castani scuri.
 
Le ragazze, ad eccezione di Erika, rimasero deluse da quella risposta.
 
Kuso… Siamo arrivate fin qui per niente!
 
Pensò Hana.
 
Se possibile, vorremmo interrogare le altre studentesse. Forse qualcuna di loro ha avvistato Miho.” Disse Ayami.
 
Alice si strinse nelle spalle.
 
Come volete. Ma qui ci sono 150 ragazze, vi ci vorrà tempo per interrogarle tutte.
 
Mia sorella è arrivata qui all’una di pomeriggio, e sono passate 5 ore, circa. A me interessano solo le studentesse che erano in giro in questo lasso di tempo.” Dichiarò Maho.
 
Alice sbuffò.
 
Ciò abbassa il numero a una dozzina. Ma la foresta è grande, non è detto che l’abbiano vista.” Dichiarò.
 
Dobbiamo tentare comunque…. Non lasceremo che Miho muoia.” Intervenne Darjeeling, cupamente seria.
 
Guarda un po’ chi si rivede…” Disse una voce.
 
Maho, Erika e le altre si voltarono, notando due ragazze che conoscevano bene.
 
Manami…” Disse il capitano della Kuromorimine.
 
Earl Grey…” Disse il suo omologo della St. Gloriana.
 
Il predecessore di Maho si fece avanti sfoggiando un sorriso beffardo.
 
È da un po’ che non ci vediamo…
 
Si aggiustò gli occhiali da sole.
 
…E mi sembra di capire che hai problemi in famiglia.
 
Maho assunse un’aria contrariata. Al tempo in cui guidava la Kuro, Manami era stata una fiera avversaria dello stile Nishizumi, da lei giudicato troppo crudele e rigido.  Costretta alle dimissioni per lasciare il ruolo a Maho, godeva ancora di un certo prestigio presso le studentesse dell’accademia, grazie alla vittoria ottenuta nella finale del 61° torneo nazionale.
 
Nulla che ti riguardi, Manami…” Le disse.
 
*****
 
Kuso… Spero che se vadano il prima possibile!
 
Pensava intanto Miho, intenta ad assistere alla scena dalla tenda in cui si nascondeva.
 
Da lì poteva vederle una ad una: sua sorella Maho, Erika, Kay, Darjeeling, una donna che non conosceva e infine Hana, sua amica e compagna di classe. La sua unica speranza era che le ragazze del Team Universitario celassero la sua presenza lì, altrimenti avrebbe dovuto fare ritorno alla Ooarai, e il suo piano sarebbe andato in fumo. E questo non poteva certo permetterlo.
 
Ora che mia madre mi ha ripudiata, la mia sola speranza è nell'ottenere l’ospitalità di Chiyo Shimada. Solo lei può aiutarmi, ammesso e non concesso che accetti di farlo.
 
Sbuffò.
 
*****
 
Ho saputo della tua vittoria contro la BCF… Ti faccio le mie congratulazioni.” Affermò Earl Grey, sorridendo allegra.
 
Darjeeling emise un sospiro.
 
Non ci vuole un comandante abile per prevalere su una squadra litigiosa e divisa… E quello di ieri era solo il primo turno. Per arrivare in finale dovremo superarne di scogli, alcuni dei quali particolarmente aguzzi.
 
Il suo predecessore capì subito a chi si riferiva.
 
Saunders, Pravda e Kuromorimine…
 
Lei annuì.
 
Prima o poi, durante il torneo, dovremo affrontare una di loro. E vincere non sarà semplice… Per niente.
 
Earl sorrise furbescamente.
 
Sarà difficile, non impossibile.
 
Intanto Alice si rivolse ad Azumi.
 
Convoca qui le 12 ragazze che erano in giro per la foresta nelle ultime ore.
 
La ragazza scattò sugli attenti.
 
Hai, shiki-kan!
 
Detto ciò corse via.

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Capitolo 12
*** Miho? ***


Ore 19:00
 
Ci vollero 45 minuti per interrogare le 12 ragazze, e sfortunatamente per Maho e le altre si rivelò tempo sprecato: nessuna di loro aveva visto Miho. Sconsolato, il gruppo decise di congedarsi. Mentre risalivano sull'elicottero Alice, in compagnia delle sue vice, disse loro:
 
Sono desolata… Spero comunque che ritroverete presto la vostra amica.
 
Hana fece per ribattere, ma in quel momento una voce femminile domandò:
 
Ehi, shiki-kan! Chi sono queste tipe?
 
Alice e le altre si voltarono, notando tre ragazze: La prima aveva capelli neri che le arrivavano alle spalle e occhi dello stesso colore, le altre due lasciarono di stucco sia Kay che le altre.
 
Naomi! Che ci fai qui? E perché indossi una divisa del Team Universitario?” Domandò il capitano della Saunders.
 
Tuttavia, fu la terza ragazza a sorprendere lei e le altre. Infatti non era altro che…
 
Miho! Sei tu?” Le chiese Darjeeling.
 
Hana, felice come non mai, abbracciò il suo capitano.
 
Miho! Per fortuna sei illesa… Eravamo in pensiero, ci preoccupavamo per te!” Affermò.
 
Il suo capitano la guardò come se fosse matta.
 
Come, prego?” Domandò, confusa.
 
Razza di baka! Come ti è venuto in mente di tentare il suicidio?”  La rimproverò Kay, puntandole contro l’indice.
 
Hai… Una azione inutile e codarda!” Le diede manforte Erika, incrociando le braccia e assumendo un’aria disgustata.
 
Maho annuì e si avvicinò alla sorella minore.
 
Ora vieni con noi… Tornerai alla Ooarai, per il momento, e intanto cercherò un modo per convincere nostra madre a tornare sui suoi passi.” Disse.
 
La castana però reagì in modo inaspettato: si liberò dall'abbraccio di Hana ed esclamò, spazientita:
 
Ma di che accidenti parlate? Siete ubriache, per caso? Non conosco né voi né questa Miho!
 
Le ragazze rimasero disorientate.
 
Ma… Miho! Cosa dici?” Le chiese Hana.
 
Quella è Natalia, una nostra compagna. E io sono Olga.” Intervenne la simil-Naomi.
 
Io invece sono Ekaterina.” Si presentò la corvina.
 
Sono tutte mie studentesse.” Disse Alice.
 
Subito il sollievo delle ragazze mutò in una forte delusione, quando si resero conto che davanti a loro non c’era Miho, ma una semplice sosia.
 
Mi sembrava troppo facile…
 
Pensava l’ispettore Ogino.
 
Capisco… Andiamo, ragazze.” Disse Maho.
 
*****
 
Dopo pochi minuti il FA 223 si alzava in volo, dirigendosi poi verso est.
 
Alice e le altre studentesse lo videro allontanarsi, poi Azumi disse:
 
Fortunatamente Miho è rimasta nella tenda, altrimenti avremmo avuto guai a non finire.
 
Si può sapere chi è questa Miho? E che ci fa nel nostro accampamento?” Domandò Natalia, spazientita.
 
Il suo capitano le rivolse una occhiata truce.
 
Una mia ospite… E se non vuoi essere espulsa dalla squadra non dovrai dire a nessuno che è qui! E lo stesso vale per voi, Ekaterina e Olga!
 
Le tre ragazze, intimidite, si limitarono ad annuire. Ma tutte intuirono che l’ospite del loro comandante era la stessa ragazza che la polizia e le studentesse di ben 4 accademie stavano cercando nella foresta, e di cui avevano sentito parlare mentre esploravano la zona.
 
Adesso tornate alle vostre tende, e attendete l’ora di cena.  Avete camminato abbastanza, per oggi.” Ordinò loro Alice.
 
Il trio scattò sugli attenti.
 
Hai, shiki-kan!” Risposero in coro.

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Capitolo 13
*** Pensieri funesti. ***


Ore 20:00
 
Giunse l’ora di cena. Le studentesse si riunirono a gruppi attorno a lunghi tavoli pieghevoli di legno, dove banchettavano con scodelle di ramen, panini con prosciutto e formaggio o altre pietanze cucinate da uno squadrone di cuoche. Nell'aria risuonavano voci e risa femminili, più musica proveniente da radio portatili o altri dispositivi. Miho era ospite nella tenda di Alice, e seduta a un tavolo mangiava una scodella di ramen fumante. Nessuna delle due parlava. Tra un boccone e l’altro Nishizumi osservava l’arredamento circostante: una branda, un comodino e, sopra di esso, un orsacchiotto Boko.
 
Vedo che sei una fan di Boko.” Affermò, allegra.
 
Alice annuì.
 
Lo sono da anni… A casa mia, nella mia stanza, ho parecchi orsacchiotti Boko!” Affermò, allegra.
 
Miho sorrise.
 
Anche io ne ho alcuni, nel mio appartamento alla Ooarai…
 
E mi chiedo che fine faranno, dato che la scuola chiuderà e io verrò data per morta.
 
Pensò, con una punta di amarezza.
 
Alice annuì.
 
Fa piacere incontrare un'altra fan di Boko.” Affermò.
 
Miho ridacchiò, poi chiese:
 
Senti… Per quanto tempo rimarremo qui?
 
Inizialmente Shimada junior rimase in silenzio, poi rispose:
 
2/3 giorni, poi ce ne andremo. Tutta questa baraonda ci rende impossibile goderci la pace e il silenzio della foresta… E comunque la nostra permanenza era già agli sgoccioli.
 
Inoltre c’è il rischio che le amiche di Miho e la polizia tornino per ficcare il naso.
 
Miho annuì.
 
Capisco… Poi mi condurrai da tua madre?
 
Hai… In questo momento si trova nel suo attico di Tokyo.
 
Alice sbuffò.
 
E a questo proposito… Meglio informarla subito dell’accaduto.
 
Detto ciò mise mano al suo Smartphone. Miho la guardò poco convinta.
 
Ma… Sei sicura?” Domandò.
 
La castana annuì.
 
Hai… Così eviteremo equivoci.
 
Si collegò a Facebook, e scrisse un messaggio dettagliato a sua madre. Quando l’ebbe inviato, disse:
 
Ora possiamo solo attendere la sua risposta. Se è positiva potrai incontrarla.
 
Ma… Se invece fosse negativa?
 
Si chiese Miho, non osando formulare la domanda a voce.
 
Per quel che ne sapeva, Shimada-sama avrebbe rifiutato di darle udienza. O peggio, avrebbe potuto avvisare la polizia della sua presenza nell'accampamento. Allora il suo piano sarebbe andato in fumo. Alice sembrò leggerle nel pensiero, poiché le disse:
 
Andrà tutto bene, mia madre è una donna di buon cuore.
 
Ma accetterà una Nishizumi in casa?
 
Tua madre ti ha diseredata, no? Non sei più una Nishizumi.” Le ricordò la sua nuova conoscenza.
 
Miho si rattristò, per poi mangiare una cucchiaiata di ramen.
 
Già… Mia madre mi ha diseredata. Ora sono una reietta, senza futuro…. E se Chiyo mi rifiuta lo rimarrò.
 
Poiché il piano A (ovvero il suicidio) era fallito miseramente, ora doveva tentare col piano B. Se anche questo fosse fallito… Beh, non c’era un piano C. Poteva diventare una senza tetto, come Saki Yoshida… Ma l’idea di botte, violenze e una vita miserevole non la stuzzicava affatto. Tanto valeva riprovare col piano A… Farsi investire, o ricorrere ad altri metodi. Scosse il capo, per allontanare da sé quei pensieri funesti, poi riprese a cenare.

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Capitolo 14
*** Accusa. ***


Tokyo, quartiere di Minato, ore 20:15
 
La residenza della famiglia Shimada consisteva in un attico situato in cima a uno dei tanti grattacieli che costellavano la capitale nipponica, come colossali menhir. Esso conteneva una piscina a cielo aperto e un eliporto, dove era posteggiato un elicottero Eurocopter EC 135 di colore rosso e blu. Nel salotto Chiyo Shimada, una donna con lunghi capelli castani chiari che le arrivavano alla schiena e occhi dello stesso colore, che indossava una vestaglia rossa, era seduta su un divano in salotto, intenta a guardare dal suo televisore (un Daewoo a schermo piatto di produzione sudcoreana) il notiziario della sera della NHK. in quel momento esso mostrava una reporter coi lunghi capelli corvini legati in una coda, occhi celesti e rossetto sulle labbra che una scritta in sovrimpressione identificava come Rena Mizunashi. Alle sue spalle era visibile un accampamento illuminato da luci artificiali.
 
…In questa tetra foresta si nasconde Miho Nishizumi, figlia secondogenita di Shiho e sorella minore di Maho  (attuale comandante in capo del team di sensha-do dell’accademia galleggiante Kuromormine) e, ultimo ma non meno importante, ex vice-comandante della suddetta accademia. La ragazza si è recata qui con l’intenzione di togliersi la vita…
 
 Scommetto che c’è lo zampino di Shiho-chan dietro quella decisione…
 
Pensò Chiyo, per poi sorseggiare una tazza di tè verde.
 
Lei e Shiho erano amiche/rivali sin dall'infanzia, e poteva dire di conoscerla molto bene. Come madre, Nishizumi era stata rigida e severa; mai le aveva visto rivolgere un qualsiasi segno di affetto verso le sue figlie: non un abbraccio, non una parola gentile… Nulla, salvo quale formale elogio dopo i match vinti. Ma da qui a indurne una al suicidio il passo era lungo.
 
Dopo la scorsa finale era svanita nel nulla… I contatti di mia figlia alla Kuromorimine non sapevano dove fosse finita. Poi era riapparsa al comando di quel team di principianti… Come si chiamava?
 
Mise mano al suo smartphone, si collegò a Google, scrisse 63° torneo nazionale e le apparvero i risultati del giorno precedente.
 
Ah, ecco, la Ooarai… Debuttante contro l’accademia Saunders, una delle favorite, ha incassato una dura sconfitta, e proprio oggi ha annunciato la sua imminente chiusura.
 
Tornò a guardare il notiziario. Ora la giornalista stava parlando con alcune ragazze: Maho Nishizumi; la sua vice Erika; Darjeeling, capitano della St. Gloriana; alcune studentesse della Ooarai.
 
…Averla spinta a optare per il suicidio?
 
Maho fece per rispondere, ma una delle Ooarai, che aveva lunghi capelli color rame, la precedette.
 
La colpevole è sua madre!” Esclamò, con rabbia.
 
Rena la guardò confusa.
 
Nishizumi-sama? Cosa c’entra?” Domandò.
 
Lei ha diseredato Miho!” Fu la risposta.
 
Diseredato? E perché?
 
A risponderle fu un’altra Ooarai, che aveva lunghi capelli corvini.
 
Non lo sappiamo… Ma a causa di questa decisione Miho si ritrova senza un luogo dove tornare, quando la Ooarai chiuderà. Ciò l’ha spinta a  recarsi qui per uccidersi.
 
La reporter fece per ribattere ma in quel momento la ramata le strappò il microfono di mano e disse, furibonda:
 
Ho un messaggio per Shiho Nishizumi: Ti ricordi di me? Mi chiamo Saori Takebe, e mi disgusti! Se Miho ha deciso di suicidarsi la colpa è tua! Tu l’hai diseredata, spingendola a questo! E se muore il suo sangue macchierà le tue mani, in eterno! Il tuo comportamento è indegno di una madre!
 
Dunque è così…
 
Pensò miss Shimada.
 
Quale colpa doveva aver commesso Miho per aver indotto sua madre a diseredarla?
 
Il modo più semplice per saperlo è chiederlo direttamente a Shiho…
 
Si collegò a Facebook, ma prima che potesse scrivere a Nishizumi senior notò tre messaggi non letti: il primo veniva da Yuriko Takagi, una sua cara amica; il secondo dal capitano Ami Chono; il terzo da sua figlia Alice, in gita ad Aokihagara. Quando lesse il contenuto di quest’ultimo spalancò gli occhi, pur mantenendo un atteggiamento calmo. Poi tornò a guardare la TV, dove ora a parlare era la Ooarai dai capelli neri.
 
…Miho, torna da noi! Non fare sciocchezze! Vedrai che tutto si risolverà! Fidati di me, della tua amica Hana!” Esclamò quest’ultima, con occhi lucidi.
 
******
 
Un lupo non si cura dell'opinione di un agnello…
 
Pensava Shiho (impassibile come sempre), intenta a guardare, tramite il suo computer, dal suo studio il servizio della NHK, trasmesso in diretta anche sul canale Youtube della suddetta emittente.
 
*****
 
Miho…
 
Pensava una ragazza di statura media, con i capelli rossi legati in due codini e una carnagione pallida, intenta a guardare il notiziario della HTB (Hokkaido Television Broadcasting). Era seduta al tavolo del salotto, e con lei c’erano altre due ragazze: entrambe erano bionde, ma se una aveva gli occhi castani, l’altra li aveva dorati.  Tutte e tre indossavano la divisa della loro accademia, la Bellwall, composta da una camicia bianca e una gonna marrone chiaro con una striscia rossa che correva intorno ad essa. C'èra anche un piccolo fiocco che girava intorno al collo della camicia.
 
…Le ricerche durano da ore, ma finora né la polizia né le squadre di volontarie schierate dalle accademie Saunders, St. Gloriana, Kuromorimine e Maginot hanno trovato tracce dell’aspirante suicida.”  Disse la conduttrice.
 
Emi?” Chiamò una delle due bionde.
 
La rossa si voltò a guardarla.
 
Cosa c’è, Hitomi?
 
Non pensi che dovremmo inviare anche noi una squadra di volontarie? Dopotutto Miho rimane una nostra amica, anche se ora frequentiamo due accademie distinte.
 
Emi sbuffò e incrociò le braccia. Era vero, al tempo delle elementari lei, Hitomi e Miho erano state amiche per la pelle. Tuttavia…
 
In questo momento la cosa non è fattibile.” Dichiarò.
 
Hitomi fu delusa da quella risposta.
 
Ma… Perché?” Domandò.
 
Emi le lanciò una occhiata severa.
 
Primo, perché in questo momento siamo in navigazione nello stretto di Tsushima, lontane da Aokigahara…
 
Ma basterebbe invertire la rotta, in poche ore…
 
Non interrompermi! Secondo, è già tardi… Quando arriveremo lì sarà notte fonda, e muoversi al buio in una foresta labirintica come quella non è saggio!
 
Vero… Tra l’altro Aokigahara è abitata da specie animali pericolose, come i feroci orsi neri o i velenosi serpenti Mamushi.” Intervenne l’altra bionda.
 
Emi annuì.
 
Giusto, Nagisa. Terzo… Per quanto ne sappiamo Miho potrebbe essersi già tolta la vita, specialmente in questa situazione, con tutti che le stanno addosso.
 
Indignata, Hitomi scattò in piedi, fissandola con rabbia.
 
Nulla lo dimostra, kuso! E poi Miho lo farebbe per noi! Quella ragazza è eroica, lo ha dimostrato l’anno scorso salvando le sue compagne dall'annegamento!
 
La rossa si alzò in piedi a sua volta, guardandola in modo truce.
 
Ho detto che in questo momento non possiamo, non che non ci andremo.
 
Hitomi la guardò confusa.
 
Non capisco…
 
Per prima cosa attraccheremo il prima possibile in un porto. Poi, quando sarà giorno, recluteremo delle volontarie, prenderemo il primo shinkansen per Kofu e da lì raggiungeremo Aokigahara.” Spiegò Emi, per poi rivolgersi a Nagisa.
 
Qual è la città portuale più vicina?
 
La ragazza mise mano al suo smartphone, si collegò a Google Maps e controllò.
 
Fukuoka, senchō.
 
La redhead annuì.
 
Ordina all'equipaggio di fare rotta lì!
 
Nagisa scattò sugli attenti.
 
Hai, senchō!

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Capitolo 15
*** L'elicottero. ***


10 maggio, ore 8:15
 
La mattina seguente le ricerche, temporaneamente interrotte durante la notte, ripresero. Muoversi di giorno, infatti, era molto più facile che al buio. Nella tenda-comando, Ayami Ogino era intenta bere una tazza di caffè nero. Era pallida in volto e aveva un’aria assonnata.
 
Hai l’aria di una che sta per crollare.” Le disse una voce maschile.
 
Alzò lo sguardo, notando il suo collega Morofushi che la fissava preoccupato. Sbuffò e si passò le mani fra i capelli.
 
Non ho chiuso occhio tutta la notte…” Disse.
 
Lui la guardò con fare apprensivo.
 
Forse dovresti farti una dormita… Non è salutare rinunciare al sonno.
 
Lei gli scoccò una occhiataccia.
 
Se non l’hai notato là fuori c’è una ragazza che intende suicidarsi… Se non lo ha già fatto!
 
Lo so bene…
 
L’uomo si lisciò nervosamente i baffetti.
 
Stiamo facendo del nostro meglio… Ma purtroppo a volte non basta.
 
Su col morale, voi due!” Intervenne una voce maschile, che ben conoscevano.
 
I due ispettori si voltarono, notando il loro pari-grado Jugo Yokomizo che si avvicinava.
 
Le ricerche sono appena all'inizio, e la foresta è bella vasta. Vedrete che la troveremo, viva!” Aggiunse.
 
Gli altri due lo guardarono con scetticismo: se la ragazza non aveva già compiuto l’estremo gesto poteva farlo in ogni momento. Inoltre la vastità stessa dell’ambiente era un ostacolo in più alle ricerche. Potevano solo sperare che le squadre di ricerca avessero fortuna… Ma gliene sarebbe servita molta.
 
******
 
In una delle tende le ragazze del Team Anglerfish (Hana, Yukari, Saori, Mako) erano sedute a un tavolo e consumavano controvoglia una colazione a base di caffè e ciambelle messe loro a disposizione dalla polizia locale. Tutte erano giù di morale: l’imminente chiusura della loro accademia, unita alla decisione di Miho, le aveva gettate nello sconforto e nell'angoscia più totali. Nel giro di un giorno tutto era andato a rotoli.
 
Stavo pensando…” Disse Saori.
 
Cosa?” Le chiese Yukari, voltandosi a guardarla.
 
Perché la Ooarai non invia qui una squadra di volontarie?
 
In questo momento saranno tutte ancora scosse per la notizia della chiusura… Dubito che possano rendersi utili.” Le rispose Mako,  per poi bere un sorso di caffè.
 
Hana annuì.
 
Inoltre sul posto sono già presenti le Saunders, le Gloriana, le Kuro e le Maginot, oltre alle squadre della polizia e dei ranger forestali.
 
Irritata, Yukari scattò in piedi.
 
Anche se la Ooarai è destinata a chiudere non è un buon motivo per piantare in asso Nishizumi-dono!” Esclamò.
 
Hana si passò una mano sul volto.
 
E a complicare le cose ci si mette il fatto che non possiamo usare i carri… La foresta è troppo fitta. Ciò allungherà i tempi delle ricerche.
 
L’alternativa sarebbe rinunciare… Ma noi di sicuro non lo faremo! Miho è una nostra cara amica, e il nostro capitano! Non la lasceremo morire!” Dichiarò Saori, con fervore.
 
Le sue compagne annuirono senza esitare: non avrebbero abbandonato Miho al suo destino, in caso contrario non avrebbero più potuto guardarsi allo specchio. L’avrebbero ritrovata e riportata alla Ooarai, a costo di setacciare ogni ettaro di foresta.
 
****
 
Intanto, nell'accampamento della Kuromorimine, Maho ed Erika erano nella tenda-comando, sedute attorno a un tavolo pieghevole e intente a consumare una colazione composta da una Schwarzwälder Kirschtorte (Torta della Foresta Nera) e da due boccali di birra analcolica. A differenza delle Ooarai, le due kuro banchettavano con dovizia, consapevoli che stare a pancia vuota non le avrebbe aiutate nelle ricerche. Tuttavia la primogenita della famiglia Nishizumi era angosciata. Sua sorella minore era là fuori, intenzionata a suicidarsi, se non lo aveva già fatto. Se ciò fosse avvenuto il rimorso per non essere riuscita a salvarla l’avrebbe tormentata per il resto della sua vita. Ogni tanto, nella mente, le appariva l’immagine del cadavere di Miho, impiccato a un albero o inerte a terra, a causa di una overdose di farmaci. Chiuse gli occhi e scosse il capo per allontanare da sé quelle visioni spaventose.
 
Calmati… Fino a prova contraria è ancora viva.
 
Si disse.
 
Si guardò intorno: le studentesse della Kuromorimine (o almeno quelle che avevano accettato di unirsi alle squadre di ricerca)  erano in piedi o sedute a dei tavoli, intente a mangiare o a conversare. Tra di esse notò Koume Akaboshi, seduta a un tavolo con una faccia da funerale.
 
Siete già stata qui, Kommandant?” Domandò improvvisamente la sua vice.
 
Lei si voltò a guardarla.
 
Cosa te lo fa credere?” Le chiese a sua volta.
 
Da come vi orientate sembrate conoscere bene la zona.
 
Detto ciò addentò una fetta di torta, masticando con cura.
 
Maho esitò prima di risponderle:
 
Sono stata in gita qui in con la mia famiglia… Anni fa.
 
La bionda la guardò confusa.
 
Un luogo anomalo per una gita di famiglia…” Commentò.
 
Nonostante la sua fama sinistra questo luogo è anche una meta turistica… Anzi, è proprio la sua macabra notorietà ad attirare più turisti.” Disse Maho.
 
Un po’ come quei castelli in Scozia che si dice siano infestati da fantasmi?
 
La castana annuì.
 
Ma a differenza degli spettri scozzesi qui la gente si suicida sul serio.
 
Erika sbuffò e incrociò le braccia.
 
Io ne ho sentito parlare in più occasioni, ma è la prima volta che ci metto piede.
 
E se non fosse perché Miho è sorella del comandante me ne sarei guardata bene dal venire qui…
 
Pensò.
 
Non aveva mai nutrito molta simpatia per Miho, da lei giudicata troppo goffa e timida, inadatta al ruolo di vice-comandante, cui lei aveva aspirato ma che era andato alla sorella minore del suo capitano, in quello che era un atto di puro nepotismo. Una decisione sbagliata, come si era visto durante la finale dello scorso torneo, quando Miho aveva stupidamente abbandonato il carro-bandiera della Kuromorimine, lasciandolo alla mercé dei carri Pravda, i quali lo avevano eliminato facilmente. Ciò aveva condannato la loro squadra alla disfatta, impedendole di ottenere la decima vittoria consecutiva, ed Erika non glielo aveva mai perdonato. A distoglierla da quei pensieri ci pensò il rombo di un elicottero. Alzò lo sguardo al cielo, notandone uno, diretto verso nord-est.
 
C’è un elicottero civile sopra di noi.” Disse.
 
Maho fece spallucce.
 
Sarà di qualche emittente televisiva… Ieri ne ho visti un paio, uno della NHK e uno della Nippon TV.” Disse con noncuranza.
 
La bionda annuì, riprendendo a mangiare.

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Capitolo 16
*** Incontro con Chiyo, parte 1 ***


L’accampamento del Team universitario ferveva di attività: le studentesse erano intente a fare colazione e a conversare tra loro. Nell'aria risuonava il loro chiacchiericcio, unito al frastuono prodotto dagli elicotteri della polizia in volo.
 
****
 
Nella tenda comando Miho e Alice stavano consumando una abbondante colazione a base di latte e cioccolato in polvere e muffin. Nessuna delle due parlava, fino a quando Miho non domandò:
 
Senti… Tua madre ha risposto al messaggio di ieri?
 
Alice finì di masticare l’ennesimo muffin, poi mise mano al suo cellulare e si collegò a Facebook. Dopo qualche secondo rispose:
 
Ha visualizzato il mio messaggio, ma non risposto.
 
Nishizumi junior deglutì. Quella mancata risposta era, per lei, peggio di un rifiuto, perché poteva significare mille cose: Chiyo aveva accettato? Rifiutato? Forse aveva informato la polizia di Kofu della sua presenza all'accampamento e proprio in quel momento stavano venendo a prenderla. Quell'incertezza le metteva addosso una angoscia terrificante.
 
Mi sto comportando come una criminale fuggitiva…
 
Si ritrovò a pensare.
 
È un buono o un cattivo segno?” Chiese ancora.
 
Alice si strinse nelle spalle.
 
Ne so quanto te…
 
****
 
In un’altra tenda Placki stava avendo una video-chiamata con Jajka, già suo vice-comandante e ora comandante in capo della Bonple. La ragazza, una bionda con i lunghi capelli legati in una treccia e occhi verdi,  aveva una espressione inferocita in volto.
 
…Ci hanno spazzate via in una manciata di secondi! Mai, nella mia vita, mi sono sentita così umiliata!” Stava dicendo.
 
Placki sbuffò.
 
L’intera squadra è stata umiliata, non solo tu. Tienilo in mente… E poi non hai trovato sospetto che i carri nemici stessero immobili in un campo di girasoli?” Le chiese.
 
Io… Non potevo immaginare che si trattasse di una trappola!” Si giustificò lei.
 
 La sua interlocutrice assunse un cipiglio severo.
 
Pravda è famosa per tendere trappole e agguati… Avresti dovuto prevederlo. Diciamo che Katyusha ti ha sventolato una bistecca succulenta sotto il naso e tu, come una lupa affamata, non hai pensato che la carne potesse essere avvelenata.
 
In quel momento entrò nella tenda Manami. Placki le rivolse una occhiata, poi disse a Jajka:
 
Ora devo salutarti.
 
Detto ciò chiuse la videochiamata.
 
 Era davvero furibonda…
 
Pensò, per poi sbuffare.
 
Era Jackal per caso?” Le chiese Manami.
 
La ex Bonple la guardò infastidita.
 
Jajka… Comunque sì, era lei. È furiosa per la sconfitta subita contro la Pravda.” Rispose.
 
Le labbra della bionda si piegarono in un sorrisetto beffardo.
 
Non mi sorprende… La Bonple ha subito una disfatta totale. Neanche Anzio ha preso certe pizze.” Dichiarò, aggiustandosi gli occhiali.
 
Placki si grattò leggermente la nuca.
 
Ammetterai che è stata una vera scalogna… Incontrare la Pravda al primo turno.” Disse.
 
Tesoro, anche se avesse incontrato un team più debole e vinto il match in finale non ci sarebbe mai arrivata. Lo sai che a farla da padrone nel sensha-do sono i 4 astri.
 
Placki annuì. Il nomignolo 4 astri stava ad indicare le accademie Kuromorimine, St. Gloriana, Saunders e Pravda: le più ricche, prestigiose, bene armate. Quelle che erano sempre favorite nelle competizioni sportive come il torneo nazionale o la coppa d’inverno. Quelle che facevano onigiri delle più deboli (Bonple, Maginot, Blue Division, Anzio ecc.). Erano come leoni tra le zebre, o volpi in un pollaio. Nessuno poteva competere con loro.
 
A distrarla dai suoi pensieri ci pensarono alcune voci concitate provenienti dall'esterno.
 
E adesso che accade?” Domandò.
 
Manami si strinse nelle spalle.
 
Ne so quanto te… Andiamo a vedere.
 
*****
 
Uscite all'aperto videro alcune loro compagne intente a fissare il cielo, scambiandosi frasi concitate:
 
Sembra che voglia atterrare qui vicino…
 
Non bastavano le scocciatrici di ieri, ora arriva pure questo!
 
Che siano giornalisti?
 
Manami e Placki alzarono lo sguardo al cielo, notando un elicottero a bassa quota dirigersi verso destra.
 
Sta per atterrare…
 
Pensò la ex kuro.
 
Placki, vai ad accogliere i nuovi arrivati! Io avverto il capitano Shimada.
 
Detto ciò corse via, senza dare il tempo alla sua compagna di replicare.

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Capitolo 17
*** Incontro con Chiyo, parte 2 ***


Intanto Miho e Alice avevano appena finito di fare colazione. Miho si alzò dal tavolo con una espressione sazia in volto.
 
Che mangiata…” Dichiarò.
 
Alice, dal canto suo, sorrise nel vederla così di buon umore, ben lontana dalla figura tormentata e ansiosa che era stata ieri.
 
Lieta di vedere che la colazione è stata di tuo gradimento, Miho-chan.” Dichiarò.
 
La sua nuova amica fece per ribattere ma in quel momento fece irruzione nella tenda Manami, la quale, inizialmente, si fermò a riprendere fiato. Sia Miho che Alice la fissavano sorprese.
 
Cosa c’è?” Le chiese l’erede della famiglia Shimada.
 
Sumimasen, Shimada senchō, ma abbiamo visite!” Fu la risposta.
 
Chi?
 
Un elicottero è atterrato vicino all'accampamento!
 
 Alice si si grattò nervosamente la nuca.
 
Polizia? Kuromorimine?” Domandò.
 
Manami scosse il capo.
 
Né l’una né l’altra… Si tratta di un elicottero civile!
 
Il suo comandante annuì.
 
Che elicottero è? Il modello, intendo.
 
A occhio e croce direi un Eurocopter, di colore rosso e blu.
 
Sul volto di Alice si formò un ampio sorriso, che rivolse a Miho.
 
A quanto pare è il tuo giorno fortunato… Deve essere l’elicottero di mia madre, venuto a prenderti.” Dichiarò.
 
Nishizumi Junior la guardò incredula.
 
Ma… Sei sicura?” Le chiese.
 
Lei annuì.
 
Lo ha voluto rosso e blu perché è una tifosa del FC Tokyo.” Spiegò.
 
La castana emise un sospiro di sollievo.
 
Finalmente un po’ di fortuna, dopo le recenti disgrazie.
 
Pensò, sorridente.
 
Dimmi, Himuro… L’elicottero è già atterrato?” Domandò Alice.
 
L’occhialuta si strinse nelle spalle.
 
Credo di sì… Quando l’ho visto era ancora in volo. Penso che intenda atterrare vicino al nostro accampamento, sul lato destro. Placki è già andata ad accoglierlo.” Replicò.
 
Shimada junior annuì ancora, poi disse a Miho:
 
Meglio incamminarci subito. Himuro, seguici.
 
Manami annuì.
 
Hai, shiki-kan!
 
******
 
Uscite dalla tenda le ragazze si incamminarono verso destra, ognuna col proprio stato d’animo: Alice era allegra, Manami impassibile, Miho sempre più nervosa. Ogni passo che faceva la avvicinava a Chiyo Shimada, che a quanto sembrava, aveva accettato di riceverla.
 
Ma accetterà anche di ospitarmi?
 
Questa era la domanda cruciale che le frullava in mente.
 
Attorno a lei le altre studentesse del team universitario erano intente a fare colazione o a parlare tra loro.
 
Ieri passa un FA 223 della Kuromorimine, oggi un Euro… Come accidenti si chiama?
 
Eurocopter, prodotto dalla Airbus Helicopters, industria francese.
 
Ok, ma che ci fa qui?
 
Ne so quanto te…
 
Che c’entri qualcosa la ragazza che il Trio Bermuda ha portato qui? Le tipe di ieri cercavano lei…
 
Se volete la mia opinione avremmo dovuto consegnargliela… Se la trovano qui avremmo grane a non finire!
 
Troppo tardi, Ueno-chan…
 
Miho si sentì imbarazzata, e tale imbarazzo aumentò quando alcune delle ragazze si voltarono a guardarla. Nervosa, distolse lo sguardo da loro, fissando il percorso davanti a sé, con Alice e Manami che le camminavano davanti.  Ad un certo punto del tragitto il trio fu raggiunto da Placki.
 
Shimada shirei-kan, ho appena parlato col pilota dell’elicottero… Mi ha detto che vostra madre aspetta voi e Miho a Tokyo, nel suo attico!” Spiegò, dopo aver ripreso fiato.
 
Alice sorrise, voltandosi verso la sua ospite.
 
Sentito, Miho? Ha accettato di riceverti.
 
Miho annuì, leggermente più contenta.
 
Alice si rivolse nuovamente alla ex Bonple:
 
Ora puoi tornare alla tua tenda, Placki… Al resto pensiamo noi.
 
Placki annuì e si allontanò.
 
*****
 
Dopo un breve tragitto Miho, Alice e Manami raggiunsero il velivolo, che le attendeva col motore acceso e il portellone laterale destro aperto, da dove potevano vedere una ragazza coi capelli corvini legati in una coda e occhi viola, che indossava un kimono azzurro tappezzato di strani segni bianchi.
 
Chi è quella?” Domandò Miho.
 
Mikoto, la servitrice di fiducia di mia madre.” Le rispose Alice.
 
Detto ciò fermò Manami con un cenno e le disse:
 
Torna all'accampamento, e riferisci ad Azumi che in mia assenza avrà lei il comando!
 
L’ex comandante della kuro annuì.
 
Hai, shiki-kan. Altri ordini?
 
Hai… Se le ragazze di ieri o qualcun altro si presenta all'accampamento tu dì che sono a colloquio con mia madre. Se ti fai sfuggire una sola parola su Miho verrai degradata a meccanico, o peggio!
 
Manami rabbrividì. Non ci teneva a perdere il suo ruolo di comandante di carro, e poi di meccanica non ci capiva un accidente. Così annuì. Rimase così immobile, guardando le altre due ragazze mentre si avvicinavano all'elicottero. Improvvisamente chiamò, a voce alta per farsi udire sopra il frastuono dell’elicottero:
 
Miho!
 
La diretta interessata la guardò incuriosita.
 
Viel Glück!*” Le disse.
 
Miho sorrise, le rivolse un ultimo saluto, poi salì a bordo dell’elicottero, seguita a ruota da Alice. Dopo pochi secondi il portellone venne chiuso e il velivolo decollò.
 
Mi auguro che riesca nei suoi intenti… Da quel poco che ho visto non è una statua di ghiaccio come la sorella maggiore.
 
Pensò l’occhialuta, mentre guardava l’elicottero andare sempre più su.


*Buona fortuna!

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Capitolo 18
*** Incontro con Chiyo, parte 3 ***


Quando lo sportello si richiuse alle sue spalle, Miho si voltò, guardando fuori dal finestrino: vide Manami che le rivolgeva un ultimo saluto, agitando il braccio destro.
 
E tu da dove salti fuori?” Le chiese la ragazza di nome Mikoto, con un tono ostile.
 
Miho la guardò confusa, ma prima che potesse replicare Alice la precedette.
 
Lei è con me.” Disse.
 
Mikoto, che ancora guardava Miho con sospetto, annuì.
 
Sumimasen, Ojōsan…Shimada-sama non mi ha avvisata che sarebbe venuta un’altra.” Disse.
 
Non mi sorprende…
 
Detto ciò Shimada junior si rivolse alla sua amica.
 
Siediti, a breve arriveremo a Tokyo!
 
Miho annuì e prese posto accanto a Mikoto.
 
******
 
Nello stesso momento, nella palestra dell’accademia Bellwall, Emi Nakasuka aveva riunito le componenti del team di sensha-do, circa una ventina di ragazze. Le osservava da un palco, di solito usato per i concerti del club di musica o per annunci importanti. Le studentesse parlottavano tra loro, e alcune di loro si domandavano il motivo della convocazione. Solo le compagne della sua squadra ne erano al corrente, e se ne guardavano bene dall'informare le altre. Quello era compito del loro comandante. Ad un certo punto la ragazza alzò il braccio destro e la folla si azzittì. Quando fu sicura che nessuno stesse parlando, iniziò il discorso che aveva preparato:
 
Ragazze, come avrete saputo dai notiziari, Miho Nishizumi si è recata nella foresta di Aokigahara, con l’intento di suicidarsi…
 
E a noi cosa importa? Non è la prima a suicidarsi lì, e non sarà l’ultima!” La interruppe bruscamente una ragazza con i corti capelli castani e occhi dello stesso colore.
 
Emi le scoccò una occhiata minacciosa.
 
Fa attenzione, Yamamori… A volte la tua lingua è più rapida del  tuo cervello!” La redarguì.
 
Con il dovuto rispetto, capitano, Neko ha ragione… Certo, è triste che una ragazza decida di suicidarsi, ma perché dovremmo interessarcene?” Domandò una ragazza coi lunghi capelli neri che le arrivavano alla schiena.
 
Il motivo, Chifuyu Doi, è che Miho Nishizumi è una mia amica. E io non intendo stare a guardare, aspettando che si tolga la vita. Perciò…
 
Indicò le ragazze lì riunite.
 
Intendo partire per Aokigahara, con la mia squadra. E mi occorrono delle volontarie. Chi di voi vuole unirsi alle ricerche?
 
A quella domanda seguì un breve silenzio, con le studentesse che si scambiavano occhiate incerte. A interromperlo ci pensò la ragazza di nome Neko, che disse, con tono sprezzante:
 
È amica tua, non nostra! Perché non ci vai da sola?
 
Neko ha ragione… Noi siamo impegnate con gli studi e con il sensha-do. E sul posto sono già presenti le accademie Saunders, St. Gloriana, Maginot e Kuromorimine, oltre alla polizia locale e a squadre di volontari. La nostra presenza sarebbe superflua.” Dichiarò Chifuyu.
 
Io invece ti seguirò volentieri, capitano! Youko Minami non abbandona una ragazza in difficoltà!” Esclamò una studentessa bassa e magra, con lunghi capelli corvini che le arrivavano alla schiena e occhi castani.
 
Emi le rivolse un sorriso colmo di gratitudine, poi domandò:
 
E voi, sorelle Kashiwaba?
 
Le sorelle in questione, due gemelle bionde  coi lunghi capelli biondi e gli occhi celesti annuirono quasi all'unisono.
 
Ti aiuteremo, Emi!” Disse una delle due.
 
Il sorriso di Emi si fece più ampio.
 
Arigatō, mie leali compagne. Non dimenticherò il vostro aiuto.
 
Detto ciò rivolse una occhiata colma di disprezzo a Neko e a Chifuyu.
 
Quanto alle altre…
 
Sputò sul pavimento.
 
…Restino pure  qui. Noi partiremo per la stazione e  prenderemo il primo treno per Kofu. Da lì ci sposteremo ad Aokigahara e cercheremo Miho! D’accordo?
 
Le volontarie alzarono il braccio destro, gridando un sonoro:
 
HAI!

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Capitolo 19
*** Incontro con Chiyo, parte 4 ***


Tokyo, ore 8:35
 
A 10 minuti dalla partenza, l’elicottero con a bordo Miho, Alice e Mikoto stava già sorvolando la capitale nipponica, situata a poco più di 110 chilometri da Aokigahara. Nishizumi era sempre più ansiosa: di lì a pochi minuti avrebbe incontrato personalmente Chiyo Shimada. Mille dubbi e domande le affollavano la mente: la donna l’avrebbe accolta in casa sua? O avrebbe avvertito la polizia e le sue compagne? Si lisciò nervosamente il viso con ambo le mani.
 
Il solo modo per saperlo è attendere e vedere…
 
Si disse.
 
Per scacciare quei pensieri dalla mente guardò fuori dal finestrino, guardando la distesa di edifici vari che si dipanava in ogni direzione. Tokyo, con i suoi 14 milioni di abitanti, era la città più popolosa del Giappone; al confronto Kumamoto, la sua città natale (che contava appena 740.000 abitanti), una cittadina di provincia.
 
Sono anni che non ci metto piede…
 
Pensò.
 
Tutto ok?” Le chiese improvvisamente Mikoto.
 
Lei la guardò e annuì.
 
La servitrice sbuffò.
 
Scusa per come ti ho accolta prima…
 
Miho abbozzò un timido sorriso.
 
Non si preoccupi, Mikoto-san…
 
Mikoto incrociò le braccia, poi domandò:
 
Già stata a Tokyo?
 
Miho annuì di nuovo.
 
Hai… L’ultima volta è stato 7 anni fa. Mi sono recata nel quartiere di Shinagawa, per i funerali di mio padre.” Spiegò.
 
Ah… Capisco.” Si limitò a dire Mikoto.
 
Quest’ultima se ne guardò bene dal chiederle cosa fosse accaduto a suo padre, non volendo rievocarle ricordi dolorosi. Inoltre era discreta per natura, non era tipo da ficcare il naso nelle faccende altrui… Anche per questo era stata assunta fra le servitrici della famiglia Shimada. Miho dal canto suo tornò a guardare il panorama cittadino. Ad un certo punto vide, da lontano, la Tokyo Tower, luogo-simbolo della capitale e uno degli edifici più noti del Giappone, insieme al Grande Santuario di Ise, al castello di Osaka e allo Shinsenen di Kyoto.
 
Ciò significa che ci troviamo nel quartiere di Minato… Oltre alla Torre ospita anche la sede della TV Tokyo e altri luoghi d’interesse.
 
Tieniti pronta… A breve atterreremo.” Le comunicò Alice.
 
Miho, nervosa come non mai, deglutì.
 
Hai.” Disse, senza staccare gli occhi dal paesaggio urbano.
 
*****
 
Nello stesso momento Chiyo si trovava vicino all'eliporto, attendendo il ritorno di sua figlia Alice e l’arrivo di Miho. Ora non indossava una vestaglia, ma scarpe nere, una gonna rossa, una giacca dello stesso colore sopra una camicia bianca; teneva i capelli legati con un fiocco nero.
 
Arriveranno a breve…
 
Pensò.
 
Attorno a lei risuonavano i rumori del traffico cittadino, provenienti dalle strade sottostanti. In lontananza si udiva il suono della campana che annunciava l’inizio delle lezioni in un liceo (o qualche università). Un aereo di linea della JAL (Japan Air Lines) decollato da Narita, sorvolò il cielo diretto verso sud. Rimase a guardarlo mentre si allontanava, fino a quando non scomparve all'orizzonte.
 
Certo che la vita è davvero bizzarra… Chi l’avrebbe detto che un giorno una Nishizumi avrebbe bussato alla mia porta chiedendo ospitalità? Al destino non manca il senso dell’ironia…
 
Ridacchiò a quel pensiero.
 
Dopo pochi minuti udì il rumore di un elicottero in avvicinamento. Voltandosi verso sinistra vide il suo Eurocopter rossoblù avvicinarsi all'attico, per poi iniziare la fase di atterraggio. Non appena il velivolo toccò terra e l’elica si fermò il portello laterale sì aprì e da esso scesero Mikoto, Alice e infine Miho.
 
Come direbbero negli Stati Uniti? Let’s go!
 
Si avvicinò al trio, i cui componenti alla sua vista reagirono in modo diverso:
 
Mikoto le rivolse un inchino, dicendo:
 
Shimada-sama…
 
Alice sorrise in modo affettuoso, chiamandola:
 
Okāsan…
 
Dal canto suo Miho rimase in silenzio, guardandola con un mix di nervosismo e timore. Chiyo la osservò con attenzione: a differenza della sorella maggiore e della madre, che ostentavano una flemma e una sicurezza incrollabili, la ragazza di fronte a lei era timida, insicura, timorosa.
 
Mi domando se non sia adottata…
 
Si ritrovò a pensare.
 
Dal canto suo Miho la fissava a sua volta: al contrario di sua madre, che aveva sempre una espressione impassibile in volto, Chiyo la guardava con un sorriso benevolo.
 
Su, Miho… Ora sei al suo cospetto… Devi solo parlarle!
 
Si disse, mentre faceva un respiro profondo.
 
Shimada-sama… Io…
 
Non rivolgerti a lei a meno che non ti parli per prima!” La rimbrottò Mikoto.
 
Intimidita, Miho deglutì.
 
Sumimasen…” Si scusò, abbassando lo sguardo.
 
Dal canto suo la padrona di casa scoccò alla sua serva una occhiata minacciosa.
 
Mikoto, sta al tuo posto. La qui presente Miho è mia ospite, ed esigo che venga trattata come tale!” Le intimò.
 
Mikoto si sentì come se avesse sferrato una bastonata in testa.
 
Sumimasen, Shimada-sama!” Si affrettò a scusarsi, inchinandosi.
 
Dal canto suo Nishizumi si sentì sollevata. Chiyo l’avrebbe ospitata.
 
Kami-sama, finalmente un colpo di fortuna!
 
Pensò.
 
Prego, Miho, seguimi in salotto…” La invitò Chiyo, con un tono cordiale.
 
Lei annuì.
 
Hai.
 
E noi, Okāsan?” Domandò Alice.
 
Tu e Mikoto rimarrete qui. Desidero avere un colloquio a tu per tu con Miho.” Fu la risposta.
 
Shimada junior annuì.
 
Hai, Okāsan!

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Capitolo 20
*** Incontro con Chiyo, parte 5 ***


Non appena in salotto, Chiyo indicò alla sua ospite un tavolino di legno posto davanti al televisore. Sopra di esso stavano una tazza di latte e cacao, con accanto una confezione di biscotti con macchie di cacao. Quella vista fece venire l’acquolina in bocca a Miho.
 
Ho pensato di prepararti una piccola colazione di benvenuto.” Le spiegò la padrona di casa.
 
Lì per la ragazza esitò, ma dal momento che sarebbe stato scortese rifiutare aprì la busta e iniziò a banchettare, intingendo i biscotti nel latte e mangiandoli di gusto. Chiyo rimase a guardarla, sorridendo nel vedere la sua faccia allegra, poi, dopo qualche minuto, si schiarì la voce, attirando la sua attenzione.
 
Hai, Shimada-sama?” Le chiese Miho, distogliendo lo sguardo dalla tazza mezza vuota.
 
Vedi, Miho… Mia figlia mi ha informata della tua… Situazione poco rosea, che ti ha spinta a tentare il suicidio. Dal canto mio sono ben lieta di ospitarti, tuttavia…
 
Miss Shimada fece una pausa.
 
Tuttavia?” Le chiese Nishizumi junior, temendo che la donna potesse cambiare idea.
 
Come mia ospite dovrai tenere un comportamento educato e ordinato.” Concluse lei.
 
Miho sorrise.
 
Ordine e educazione sono mie qualità.” Affermò.
 
Un’altra cosa… Qui non c’è posto per gli scrocconi. Anche se la Ooarai è destinata alla chiusura non per questo non abbandonerai gli studi, giusto?
 
La castana annuì.
 
Hai… Intendo proseguirli. Ma non so in quale accademia andare…
 
Abbassò lo sguardo.
 
…Inoltre, se qualcuno mi nota, potrebbe segnalarmi alle autorità.” Aggiunse, con una nota di tristezza.
 
Parlo come una criminale ricercata…
 
Pensò.
 
Chiyo annuì.
 
Comprensibile… Ma intendi nasconderti in eterno?
 
Miho scosse il capo.
 
Giusto il tempo di consolidare la mia posizione.
 
Capisco… Ah, ho un ultimo favore da chiederti.
 
Nishizumi la fissò con curiosità.
 
Dica.
 
Cosa ne pensi di mia figlia?
 
Inizialmente colta di sorpresa, Miho balbettò:
 
Beh, e-ecco…
 
La padrona di casa la fermò con un cenno.
 
Sii sincera, Miho.
 
Lei annuì, poi disse:
 
Ecco… L’ho conosciuta da meno di un giorno, quindi non la conosco abbastanza per esprimere un giudizio. Tuttavia mi sembra una brava ragazza: mi ha accolto nel suo accampamento nonostante fossi una estranea, ed è una fan di Boko, come me.
 
Chiyo sorrise compiaciuta.
 
Scommetto che lei e Alice andranno d’accordo.
 
Si ritrovò a pensare,
 
Capisco… Puoi attendere un attimo?
 
Miho annuì.
 
Chiyo si alzò in piedi e uscì dal salotto. Fece ritorno dopo pochi minuti, tenendo in mano un libro dalla copertina blu, con il logo del MEXT sul retro e sul frontespizio la scritta, in lettere verdi:
 
GUIDA ALLE ACCADEMIE GALLEGGIANTI
 
È uscita di recente… Contiene i nomi delle accademie. Consultalo a dovere, senza fretta. Comunque non potrai mettere piede in una scuola tanto presto.
 
Nishizumi annuì ancora. Avrebbe dovuto rimanere nascosta nella residenza della famiglia Shimada fino a quando le autorità non avessero abbandonato le ricerche.
 
Dove dormirò?” Chiese.
 
Nella camera degli ospiti.” Le rispose la padrona di casa.
 
Lei la guardò sorpresa.
 
Ha una camera degli ospiti?
 
Chiyo annuì.
 
Seguimi, te la mostro.
 
****
 
La stanza degli ospiti era arredata con un letto matrimoniale, due comodini (con sopra rispettivamente un Abat-jour e una radio), un armadio a 6 ante, una sedia in un angolo, un comò, uno specchio appeso alla parete sopra di esso. Sulla parete di destra si apriva un’ampia finestra da cui Miho poteva ammirare il panorama di Tokyo; sulla parete frontale era appesa una stampa raffigurante una figura femminile con indosso un kimono bianco, circondata da raggi di luce (o quello che erano). Attorno a lei stavano altre figure, tra cui un anziano con la barba bianca, un gallo e una danzatrice. La osservò con attenzione, poi domandò:
 
Quella… È Amaterasu, giusto?
 
Chiyo annuì.
 
La dea del sole, principale divinità del pantheon shinto, qui raffigurata mentre esce dalla caverna in cui si era rifugiata a causa del comportamento del fratello Susanoo, gettando il mondo nell'oscurità. Ne uscì grazie all'intervento di Ame no Uzume, la dea dell’alba, e fu di nuovo luce.
 
La sua ospite annuì. Sua madre, appassionata della mitologia nostrana, le aveva narrato quel mito (e molti altri) da bambina.  
 
Sai, tu mi ricordi un po’ Amaterasu…” Affermò.
 
Miho la guardò con una leggera sorpresa.
 
Come mai?” Le chiese.
 
Anche tu, come lei, sei costretta a nasconderti. E credimi…
 
Le accarezzò la testa, facendola arrossire lievemente. Sua madre non le aveva mai dato una carezza, un abbraccio… Alcun segno di affetto.
 
…Anche tu, un giorno, uscirai dalla grotta! È una promessa.” Dichiarò Chiyo, con convinzione.

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Capitolo 21
*** La guida, parte 1. ***


Una volta rimasta sola, Miho si sdraiò sul letto e rimirò la guida che teneva tra le mani. Essa veniva pubblicata annualmente, poco prima dell’inizio dei campionati nazionali di sensha-do. Conteneva informazioni sulle varie accademie, i nomi (in ordine alfabetico): il tipo di cultura che rappresentavano, se avevano o no un team di sensha-do, i nomi dei comandanti, foto a colori e via discorrendo.  Avrebbe dovuto scegliere con cautela, onde frequentare una buona accademia e, altrettanto importante, evitare ogni contatto con le sue (quasi) ex compagne, per il momento. Aprì così il libro e iniziò a leggerlo, esaminando con attenzione ogni accademia (22 in totale).
 
La prima accademia della guida era Anzio: una scuola che promuoveva la cultura italiana in Giappone; una delle più povere, tanto che per tirare avanti dovevano ricorrere a mezzi propri, principalmente bancarelle di cibo (Anzio era famosa per i suoi piatti deliziosi).
 
L’accademia adatta per quella golosona di Saori.
 
Pensò Miho, ridacchiando.
 
Il Team di sensha-do di Anzio era composto da tank italiani, principalmente Carri Veloci CV33 e da un paio di Semoventi 75/18. Un team decisamente debole… Nello scorso torneo era stato eliminato al primo turno dal team Saunders.
 
La stessa sorte toccata alla Ooarai…
 
A guidare il team era una certa Chiyomi Anzai, nome di battaglia Anchovy. La foto rappresentava una ragazza con i capelli grigi legati in due code e occhi castani, che indossava  una maglietta bianca a maniche lunghe, una gonna nera a pieghe, cravatta nera e inoltre un mantello nero, quest’ultimo un simbolo del suo status di capitano del team (anzi, di duce, titolo che portava). Anzai fissava l’obiettivo con un sorriso cordiale, e teneva le mani sui fianchi.
 
Anzio era nota per organizzare banchetti post-partita, a prescindere che uscisse vittoriosa o sconfitta. Banchetti a cui partecipavano anche le avversarie.
 
L’accademia successiva era la BC Freedom, una accademia di stampo francese. Il team di sensha-do usava carri francesi ed era capitanato da Marie, una bionda con gli occhi verdi fotografata mentre mangiava un budino. Come Anzio, la BC organizzava banchetti dopo il match, che vincesse o venisse sconfitta.
 
Bellwall, accademia che aveva come tema…
 
Le due Germanie?
 
Si chiese Miho, perplessa.
 
Decise di non porsi domande e di continuare  la lettura. La Bellwall aveva un team composto da 1 carro sovietico (Il T-44) e 4 tedeschi (Panzer II, Tiger,  Jagdpanther, Elefant). A comandarlo era…
 
Emi-chan!
 
Miho era shockata… Non la vedeva da 10 anni, ma la riconobbe subito: Emi Nakasuka, sua amica d’infanzia, con cui aveva iniziato a praticare il sensha-do. La foto ritraeva una ragazza coi capelli rossi legati in due codini e gli occhi castani, che fissava con aria spavalda l’obiettivo.
 
La credevo ancora in Germania, dove si era trasferita… Invece eccola in Giappone, a capo di un team. Si sarà dimenticata di me? Oppure…
 
Scosse il capo, per allontanare da sé quelle domande. Doveva continuare a documentarsi.
 
Sotto alla Bellwall stava la Blue Division, una scuola che promuoveva la cultura spagnola nel Sol Levante. Miho la conosceva, in quanto nello scorso torneo nazionale, al tempo in cui era ancora vice-comandante della Kuromorimine, la sua (ormai ex) squadra e quella della Blue Division si erano affrontate al primo turno, e la BD, capitanata da El, una bella ragazza con la pelle abbronzata, i capelli corvini lunghi fino alle spalle e gli occhi grigio-blu, era uscita sconfitta. Usava carri italiani e tedeschi, e un solo carro spagnolo.
 
Bonple, una squadra di stampo polacco. Usava solo carri leggeri, similmente ad  Anzio, e come la suddetta accademia era famosa per la sua cucina. A guidarla era una certa Jajka, una bionda dal cipiglio severo, che a tratti le ricordava quello di sua sorella maggiore. La Bonple aveva incassato, nello scorso torneo, una rovinosa disfatta per opera della Pravda, al primo turno.
 
Chi-Ha-Tan, una scuola di stampo nostrano, ovvero giapponese. Era nota per adottare una sola strategia: quella dell’assalto frontale, che si concludeva sempre con l’annichilimento della squadra da parte dell’avversaria di turno. Rifiutava ogni altra strategia, in quanto contraria alle loro tradizioni. Per poco Miho non rise fragorosamente.
 
Ma quanto sono baka?
 
Si chiese.
 
A capitanarla era una certa Kinuyo Nishi, una ragazza coi lunghi e lisci capelli castani scuri e occhi marroni, che fissava con fierezza l’obiettivo.
 
Count, tema: Romania. Era nota per il suo DA (Dipartimento Agricoltura), specializzata nella coltivazione di vari tipi di mais. Il suo team di sensha-do usava in maggioranza carri tedeschi, ed era capitanato da una certa Marina Costantinescu, una ragazza relativamente bassa con lunghi capelli cinerei e occhi castano chiaro, che fissava allegra l’obiettivo.
 
Gregor, tema: Cecoslovacchia. Le informazioni erano decisamente scarse (cosa non strana per le accademie minori), a guidare il team di sensha-do era Kafka, una ragazza con lunghi capelli corvini e occhi dello stesso colore, che aveva una espressione marziale.
 
Jatkosota, tema: Finlandia. Il team di sensha-do era composto da carriste che erano fiere combattenti ed erano capitante da una certa Mika, una ragazza con lunghi capelli castani e occhi del medesimo colore, che fissava l’obiettivo con serenità.
 
Kebab, tema: Turchia. Le informazioni erano assenti.
 
Koala Forest, tema: Australia. Le studentesse organizzavano spesso barbecue. Il team di sensha-do era composto da carri britannici e australiani. La foto del comandante ritraeva…
 
Un koala?
 
Si domandò Miho, perplessa.
 
Davvero quelle studentesse avevano scelto un animale come loro capitano? Dovevano essere un po’ svitate.
 
Sbuffò.
 
Kuso, sono davvero tante…
 
Pensò, mentre voltava pagina.
 
Il cuore di Miho perse un battito nel leggere il nome dell’accademia successiva: la Kuromorimine, la sua ormai ex scuola. L’accademia più ricca, forte e prestigiosa di tutto il Giappone, il cui team di sensha-do era munito di panzer tedeschi e le cui carriste, comandate da sua sorella Maho (di cui un tempo era stata vice-comandante), seguivano ciecamente lo stile Nishizumi, improntato su disciplina, efficienza, forza e spietatezza. Una serie di ricordi le tornò in mente: il Panzer III che sprofondava in acqua, lei che abbandonava il carro-bandiera, sua madre che la rimproverava aspramente… Chiuse gli occhi e scosse il capo.
 
Īe… Io là non ci rimetto più piede! E anche se volessi non potrei… Mia madre mi ha diseredata.
 
Si disse.

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Capitolo 22
*** La guida, parte 2. ***


Dopo qualche minuto di pausa, Miho riprese a leggere. L’accademia successiva era la Maginot: la conosceva, dato che aveva affrontato e sconfitto il suo team di sensha-do in un match amichevole (Ooarai vs Maginot) poco prima dell’inizio del 63° torneo nazionale: a tema francese come la BC Freedom. La squadra impiegava carri francesi (come la suddetta), ed era capitanata da Eclair, una ragazza di statura media con lunghi capelli scuri con riflessi blu e un paio di occhi azzurri. Di recente era rimasta vittima di una grossa riduzione delle componenti, a causa dell’uscita di scena di Madeleine, predecessore di Eclair, cui gran parte delle carriste era leale (e ostile al suo successore).
 
Forse Eclair potrebbe ammettermi alla Maginot… Tuttavia il team della suddetta è a pezzi, e comunque lei è una ammiratrice di mia madre… Potrebbe fare la spia a lei o a mia sorella.
 
Pensò la ragazza.
 
Maple, tema: Canada. Il team di sensha-do era guidato da una certa Trout, una ragazza coi capelli scuri legati in una crocchia, occhi castani e pelle abbronzata, che indossava un basco nero con sopra una foglia d'acero rossa, camicia bianca, pantaloni neri e scarpe dello stesso colore, che fissava impettita l’obiettivo.
 
Pravda, tema: Unione Sovietica. Un’altra vecchia conoscenza di Miho: acerrima rivale della Kuromorimine ed eterna seconda nei tornei nazionali… Almeno fino all'anno scorso, quando avevano vinto la finale eliminando il carro-bandiera della Kuro, lasciato incustodito dalla suddetta Miho. Attualmente il suo team di sensha-do (munito di carri sovietici come il T34) deteneva il titolo di campione nazionale, ma la sua popolarità era crollata, perché molti fan la accusavano di aver vinto slealmente. Katyusha, il capitano, era una bionda coi capelli corti, occhi celesti e di bassa statura, non cattiva ma abbastanza megalomane e altezzosa. Nella foto allegata all'articolo aveva uno sguardo fiero.
 
Forse lei mi accoglierebbe, sapendo che io l’ho “aiutata” a vincere il torneo? O mi rifiuterebbe, vedendo in me una possibile rivale, pronta a toglierle il comando del team (cosa improbabile, dato che le carriste le sono fedeli)?
 
Saunders, tema: Stati Uniti d’America.
 
È la squadra che ha sconfitto la Ooarai, condannandola alla chiusura…
 
Pensò Miho, amareggiata.
 
Subito una serie di immagini e suoni presero a vorticarle in mente: si rivide a bordo del Panzer IV, mentre udiva l’annuncio della vittoria della Saunders.
 
Il carro bandiera della Ooarai è stato eliminato. L’accademia Saunders vince!
 
Poi vide sua madre.
 
Se ci tieni a saperlo ti ho diseredata da tempo!
 
Momo, che le dava addosso.
 
Tu… Tu avresti dovuto guidarci alla vittoria! Eri la nostra sola speranza! E invece ci hai portate alla sconfitta! Per colpa tua la Ooarai è condannata!
 
Rivide le sue amiche, da cui di lì a poco sarebbe stata separata per sempre: Hana, Saori, Mako, Yukari. Gli occhi le si fecero lucidi, e, dopo pochi secondi, alcune lacrime iniziarono a rigarle le guance.
 
Per colpa mia la Ooarai chiuderà…
 
Eruppe in un pianto silenzioso, e si sdraiò sul letto, supina, accanto alla guida, fissando il soffitto con uno sguardo affranto. Rimase in quella posizione per circa un quarto d’ora, poi si asciugò le lacrime.
 
Su, Miho… Concentrati sul momento presente! Piangere su quanto è avvenuto non lo cambierà!
 
Dopo qualche minuto si calmò, poi cominciò a pensare a mente fredda. Forse la Saunders era l’opzione migliore… Kay l’avrebbe senza dubbio accolta, data la sua natura altruista.
 
Ci penserò a tempo debiuto… Meglio riprendere la lettura.
 
Dopo Saunders c’era la St. Gloriana, accademia british style il cui team di sensha-do usava carri britannici. Era la prima squadra che il rinato team della Ooarai aveva affrontato e quasi battuto in una partita amichevole.
 
Anche questa potrebbe essere un ottima meta, se Darjeeling tiene la bocca chiusa sulla mia presenza per qualche tempo.
 
Tategoto, tema: Birmania. Il suo team di sensha-do usava carri giapponesi (come il Type 95 Ha-Go, ed era capitanata da una certa Aung, una ragazza con i capelli scuri, occhi castani, pelle abbronzata.
 
Viggen, tema: Svezia. Il team di sensha-do era guidata da una certa Semla, una bionda coi capelli lunghi e gli occhi castani chiari e fissava l’obiettivo con un sorriso sbarazzino. Indossava un elmo munito di corna.
 
Qualcuno dovrebbe spiegarle che i Vichinghi non portavano elmi cornuti.
 
Pensò Miho, leggermente divertita.
 
Viking Fisheries, tema: Norvegia. Il team di sensha-do usava in maggioranza carri tedeschi, come i Panzer I, II e III.
 
Waffle, tema: Belgio.
 
Yogurt, tema: Bulgaria. Usava carri tedeschi, ma anche italiani e giapponesi.
 
Miho sbuffò e si massaggiò le tempie.
 
La guida non è completa… Mancano le accademie Ooarai, Gilbert, Tatenashi e West Kureoji. Probabilmente chi ha redatto la guida ne ignora l’esistenza, essendo accademie minori, o magari le ha volutamente omesse…
 
Comunque aveva un’ampia scelta di accademie da frequentare, ora che poteva contare sull'appoggio di Chiyo Shimada. Doveva solo attendere che le ricerche venissero interrotte. In quel momento qualcuno busso alla porta.
 
Avanti!” Disse.
 
Dopo pochi istanti la porta si aprì e comparve Alice, che teneva tra le mani un orsacchiotto Boko di colore nero, con un cerotto sulla pancia.
 
Ti disturbo, Miho?” Domandò la ragazzina.
 
Lei scosse la testa.
 
Īe… Dimmi pure.” La invitò.
 
Per tutta risposta Shimada junior le porse il Boko, sorprendendola non poco.
 
Alice, ma che…
 
Un piccolo regalo di benvenuto.
 
Miho prese l’orsacchiotto, rigirandolo tra le mani.
 
Ma… Sei sicura?” Domandò.
 
La sua nuova amica annuì.
 
Hai… Non temere, ne ho una collezione intera!” Affermò, sorridente.
 
Nishizumi junior ricambiò il sorriso.
 
Arigatō…” La ringraziò.
 
Lei le fece l’occhiolino.
 
Figurati.

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Capitolo 23
*** Cuore di ghiaccio. ***


Giunse l’ora di pranzo. Chiyo, sua figlia Alice e Miho si ritrovarono nella sala da pranzo, intente a consumare una grossa ciotola a testa di noodles con gamberetti. Nessuna delle tre parlava, intente com'erano a gustare quella prelibatezza. Ad un certo punto, però, dopo aver mangiato l’ennesimo boccone, la padrona di casa disse:
 
Miho…
 
  La ragazza si voltò.
 
Hai, Shimada-sama?
 
Chiyo si pulì le labbra con un tovagliolo, poi domandò:
 
Hai consultato la guida che ti ho dato?
 
Miho annuì.
 
Hai… Ma sono ancora indecisa. Ci sono così tante accademie…” Ammise.
 
La sua interlocutrice annuì.
 
Comprensibile… Pensaci con calma, hai tutto il tempo che vuoi. Mia nipote Mika frequenta la Jatkosota, potresti andare lì… Ma la scelta è tua.
 
Miho la guardò con una certa sorpresa.
 
Mika… Vostra nipote?
 
La donna annuì.
 
Hai… Una cara, educata ragazza.” Affermò, con orgoglio.
 
Deve tenere molto a lei…
 
Pensò la sua ospite.
 
Mia cugina è un capitano eccezionale, e una persona amabile. Sono certa che tu e lei andreste d’accordo! Ha fatto il suo debutto come comandante quest’anno al torneo nazionale, sconfiggendo la Blue Division!” Dichiarò Alice, sorridente.
 
Miho si limitò ad annuire. Non aveva mai conosciuto personalmente Mika, solo il suo predecessore, al tempo in cui militava nella Kuromorimine col ruolo di vice-comandante.
 
Ha fatto un esordio molto più glorioso del mio…
 
Pensò, sconsolata, mentre le tornava alla mente la disastrosa sconfitta subita dalla Ooarai per opera della Saunders.
 
A distoglierla dai suoi pensieri luttuosi ci pensò nuovamente Chiyo.
 
Dimmi, Miho… Intendi proseguire col sensha-do?
 
Miho alzò lo sguardo dal piatto, fissò Shimada senior e annuì senza esitare.
 
Hai.
 
Il sensha-do era il suo destino, l’arte in cui riusciva meglio, lo aveva nel DNA. Persino quando si era trasferita alla Ooarai dalla Kuromorimine, intenzionata a lasciarsi alle spalle quello sport, si era ritrovata a comandare un team. Si chiese se anche Yukari e le altre avrebbero fatto lo stesso. Chiyo la fissò con un sorriso sereno sulle labbra e annuì.
 
Ottima decisione, ragazza mia.” La elogiò.
 
Miho arrossì leggermente, mormorò un “Arigatō”, poi riprese a mangiare.
 
****
 
Contemporaneamente, nella foresta di Aokigahara, le ragazze del Team Anglerfish stavano pranzando all'aperto, sedute attorno a un tavolo  pieghevole di legno. Il loro pasto era costituito da prosciutto, formaggio, patate fritte e pasticcio di  patate, che alcune studentesse della Maginot e della Kuromorimine avevano gentilmente condiviso con loro.  Tuttavia, nonostante il cibo abbondante e il cielo sereno, le quattro studentesse avevano un’aria triste. Erano preoccupate per Miho, e si sentivano anche parzialmente in colpa a consumare quel lauto banchetto mentre il loro capitano, una loro amica era là fuori, seminuda, infreddolita per la notte passata all'addiaccio, affamata… Ammettendo che non si fosse già suicidata. Tuttavia non potevano permettersi di digiunare: dovevano essere in forze per esplorare la sconfinata foresta che si estendeva attorno a loro. Guardando il suo cellulare, Saori vide che erano le 13:24.
 
È già passato un giorno dalla sua fuga dalla Ooarai…
 
Rivolse una occhiata colma di angoscia alla vicina foresta, dove Miho si nascondeva… O dove giaceva il suo cadavere.
 
Kami-sama… La sola idea mi rende folle di terrore!
 
Si lisciò nervosamente il volto con ambo le mani. Aveva addosso un’ansia tremenda, sin da quando aveva scoperto che Miho era diretta ad Aokigahara, che aumentava sempre più col passare delle ore, se non dei minuti. Avvertiva l’impulso fortissimo di urlare, di rovesciare il tavolo, di correre all'impazzata. Ma a cosa sarebbe servito farlo? Avrebbe solo fatto la figura della pazza furiosa.
 
I problemi si risolvono usando il cervello, non facendosi guidare dall'ira.
 
Avrebbe detto sua madre.
 
*****
A Kumamoto, nella sua villa lussuosa, Shiho Nishizumi stava anch'essa pranzando, mangiando una ciotola di riso ai funghi, mentre dalla TV della sala da pranzo guardava, sulla NHK un match di sumo, uno dei match del torneo “Grand sumo”. La donna osservava con la massima attenzione lo scontro, tra un boccone e l’altro. Ad un certo punto uno dei due rikishi*, che indossava un mawashi** blu, spinse il suo avversario (che indossava un mawashi nero) fuori dall'area cerchiata, facendolo cadere dal ring. Dopo qualche secondo egli si rialzò, tornò sul ring, scambiò un inchino con l’altro lottatore e si incamminò verso gli spogliatoi, mentre l’arbitro, un uomo che indossava abiti tradizionali, indicò con un ventaglio il vincitore, il cui nome fu dichiarato a gran voce dallo speaker.
 
Takakeishō!
 
Shiho sorrise soddisfatta, poi  si versò una tazza di sakè, che vuotò d’un fiato.
 
Se mi chiedessero quali sono i miei sport preferiti risponderei: il sensha-do, il calcio e il sumo.
 
Pensò. 
 
Dopo pochi secondi una voce femminile proveniente dal corridoio adiacente la chiamò:
 
Sumimasen, Shimada-sama.
 
Lei si voltò e disse:
 
Entra, Kikuyo.
 
La porta venne aperta, e una ragazza coi capelli corvini legati in una coda, occhi castani e che indossava un kimono viola fece il suo ingresso nello studio. Aveva un’aria avvilita.
 
Ci sono novità?” Le chiese la sua datrice di lavoro.
 
Ecco… Maho, vostra figlia, ha trovato la divisa di Miho, in riva al lago Suijin. Ma non ci sono tracce del corpo, quindi è probabile che sia ancora viva.” Rispose lei.
 
Shiho agitò una mano con noncuranza, come se la sua servitrice le avesse appena detto che il cielo si era fatto nuvoloso.
 
Mi auguro solo che Maho non si trattenga troppo a lungo in quella foresta… Tra un mese ci saranno i quarti di finale, e la squadra dovrà allenarsi con impegno, o rischia di arrivare impreparata al match.
 
Solo a quello pensa?
 
Pensò Kikuyo, intristita.
 
Sapeva che la sua signora non aveva perdonato alla figlia secondogenita la sconfitta nelle finali del 62° torneo nazionale, ma sperava che le fosse rimasto un minimo di affetto nei suoi riguardi. Evidentemente si sbagliava.
 
Non siete preoccupata per Miho? È pur sempre vostra figlia…” Le ricordò.
 
Lei la fulminò con lo sguardo, facendola deglutire.
 
Io ho una sola figlia… Maho! Ricordatelo!” Esclamò, con tono gelido.
 
Kikuyo arretrò leggermente, intimidita da quella occhiata minacciosa, e si affrettò a inchinarsi.
 
Sumimasen, Nishizumi-sama!
 
Kōri no kokoro!*
 
Pensò, disgustata.
 
*Cuore di ghiaccio

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Capitolo 24
*** Alla stazione. ***


Osaka, prefettura omonima, regione del Kansai, ore 13:37
 
La stazione ferroviaria era, come ogni giorno, pullulante di attività: treni che andavano e venivano, gruppi di pendolari fermi sulle banchine, annunci all’altoparlante che si susseguivano, facchini che trasportavano borse e valigie. Tra i presenti vi erano anche Emi e le sue compagne, o almeno quelle che avevano accettato di seguirla fino ad Aokigahara, per impedire a Miho di suicidarsi (dando per scontato che non lo avesse già fatto). La ragazza camminava avanti e indietro lungo la banchina, lanciando occhiate nervose qua e là.
 
Ma quanto ci mette?” Domandò, scocciata, mettendo le mani sui fianchi.
 
Sii paziente, Emi-chan…” Le disse Hitomi.
 
Lei serrò i pugni, sbuffò, e si voltò di scatto verso la sua amica, guardandola male.
 
Una mia amica è ad Aokigahara, intenzionata a suicidarsi, se non lo ha già fatto! Come posso essere paziente?” Le chiese.
 
Farsi prendere dall’ira non accorcerà i tempi del nostro viaggio.” Le ricordò Youko.
 
Lei emise un verso di irritazione. Sapeva benissimo che infuriarsi non avrebbe migliorato la situazione. Ma non poteva certo rimanere impassibile, no? Era un essere umano, non un cyborg!
 
Arigatō, Youko-chan… Qualche altra ovvietà?” Domandò, con astio.
 
La sua amica fece per ribattere ma in quel momento il gruppo venne raggiunto dalle gemelle Kashiwaba, che arrivarono di corsa. Entrambe si fermarono a riprendere fiato. Emi le guardò e incrociò le braccia.
 
Allora?” Domandò, senza rivolgersi a nessuna delle due in particolare (a volte faticava a distinguere l’una dall’altra).
 
Il prossimo treno partirà alle 13:48…” Disse una.
 
…Con esso arriveremo a Shizuoka, e da lì dovremo prendere un altro treno per Kofu. Impiegheremo 4 ore e 30 minuti.” Concluse l’altra.
 
4 ore e 30 minuti… Sarebbero arrivate a destinazione alle 6 di sera. Emi annuì.
 
D’accordo… Youko, vai a fare i biglietti, noi ti aspettiamo qui!” Ordinò.
 
La ragazza annuì e corse via.
 
****

Nello stesso momento, ad Aokigahara, Kay e Darjeeling stavano pranzando, una con hamburger e patate fritte, l’altra con sandwich di  prosciutto crudo e formaggio. Entrambe avevano un’aria angosciata in volto, e mangiavano con svogliatezza. Ad un certo punto, il capitano della Saunders emise un sospiro e disse:
 
Se Miho muore, il suo sangue ricadrà sulle mie mani.
 
La sua pari-grado la fissò.
 
Perché?” Le chiese.
 
Kay la guardò a sua volta, assumendo un’aria colpevole.
 
Sconfiggendo la Ooarai ho condannato la suddetta accademia alla chiusura. E ho spedito Miho in mezzo a una strada, spingendola a tentare il suicidio (se già non lo ha fatto).” Dichiarò.
 
Darjeeling la fissò con tristezza.
 
Kay, my friend… Tu non potevi sapere di tutto ciò. Inoltre, anche se avessero vinto contro la Saunders, quanto lontane sarebbero arrivate, con soli 5 carri contro un numero crescente di avversari? Sarebbero riuscite a battere titani come la Pravda o la Kuromorimine?
 
Una parte di me lo vuole credere.
 
Pensò, guardandosi bene dal dirlo.
 
Kay dal canto suo incrociò le braccia.
 
Non lo sapremo mai… Le carte in regola le avevano, oltre a un valido capitano. E poi nei match di bandiera il numero non conta, giusto? Avrebbero potuto farcela benissimo.” Affermò.
 
Darjeeling annuì, per poi mangiare un boccone dal suo panino.
 
Se vuoi la mia opinione la vera colpevole è Shiho Nishizumi… Ha diseredato Miho, spingendola a questo.
 
Il comandante della Saunders ci pensò su, poi annuì. Quella donna doveva essere davvero insensibile se faceva una cosa del genere alla propria figlia.
 
Mia madre non ne sarebbe mai stata capace…
 
Mangiò una manciata di patatine, poi sbuffò e incrociò le braccia.
 
Certo che anche Miho… Perché arrivare a tanto? Ha delle amiche che possono ospitarla… Se necessario potrei farla stabilire alla Saunders e poi a casa mia. È una brava ragazza, i miei non avrebbero nulla in contrario.
 
Darjeeling mangiò un altro boccone, rimuginando sulle parole della collega. Era vero, da quel poco che aveva visto le compagne di team di Miho le erano molto affezionate, e sicuramente non l’avrebbero lasciata nei guai. Quindi a che pro optare per il suicidio? Forse il rimorso per aver condannato la Ooarai alla chiusura, unita a ciò che sua madre le aveva fatto, l’aveva fatta disperare a tal punto da togliersi la vita.
 
Forse… Forse non vuole essere un peso per gli altri. Molto probabilmente in questo momento si sente un completo fallimento, vista la situazione in cui si ritrova.” Ipotizzò.
 
Kay assunse un’aria decisa.
 
Beh, io non le permetterò di buttare così la sua vita! La troverò e la convincerò a desistere dai suoi intenti! Poi la ospiterò alla Saunders!” Dichiarò.
 
Il capitano della St. Gloriana la guardò per qualche secondo, poi sbuffò.  Per quel che ne sapeva Miho poteva essersi già suicidata, ma la certezza assoluta non c’era. Non bisognava rassegnarsi.
 
E io ti aiuterò a ritrovarla.” Disse, abbozzando un sorriso.

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Capitolo 25
*** Tra frustrazione e minacce velate. ***


Nave-scuola Kiev, accademia Pravda, ore 14:00
 
Katyusha, il capitano del team di sensha-do locale, era seduta alla sua scrivania, davanti al suo portatile acceso; in piedi accanto a lei stava Nonna, la sua vice; stavano guardando in live il notiziario sul canale della  ABC (Asahi Broadcasting Corporation). A condurlo era la famosa conduttrice Kiyomi Takada, una donna con corti capelli neri e occhi color grigio scuro.
 
…In diretta con Naomi Misora dalla foresta di Aokigahara, la famigerata foresta dei suicidi situata nella prefettura di Yamanashi (regione di Chubu). Naomi, mi ricevi?
 
Dopo pochi istanti sul monitor comparve una ragazza dai lunghi capelli neri e occhi color nocciola; indossava una tuta blu e in mano teneva un microfono.
 
Hai… In questo momento mi trovo in compagnia di una squadra di ricerca.
 
Indicò col pollice alle sue spalle e la telecamera inquadrò  alcuni poliziotti intenti a setacciare un’area boschiva, poi tornò a riprendere l’inviata.
 
Ci sono novità riguardo Miho Nishizumi?” Le chiese Kiyomi.
 
Lei scosse il capo.
 
Īe. Il problema è che la foresta è vasta, e la ragazza può essere dovunque.
 
Tossì.
 
E come se non bastasse la vastità, Aokigahara è popolata da animali pericolosi come il Mamushi o l’orso nero dal collare. Difficile che sia ancora viva, anche a causa dei suoi intenti suicidi.
 
Katyusha si voltò verso il suo vice-comandante.
 
Miho Nishizumi… È colei che ha contribuito alla nostra vittoria nello scorso torneo nazionale, giusto?” Domandò.
 
Nonna annuì.
 
Sorella minore di Maho ed ex vice-comandante della Kuromorimine.
 
Quindi ricordavo bene…
 
Se Pravda deteneva il titolo nazionale di sensha-do era grazie a Miho, la quale aveva lasciato incustodito il carro-bandiera della Kuromorimine, che era stato facilmente eliminato dai suoi carri. Che i fan del sensha-do ancora gettassero ancora fango addosso alla sua accademia, accusandola di vittoria rubata, ottenuta in modo sleale, era qualcosa cui avrebbe preferito non pensare, ma ogni tanto le ritornavano in mente i messaggi/commenti ricevuti sulla pagina Facebook o sul canale Youtube.
 
Facile vincere in quel modo, vero? La vostra è stata una azione codarda!
 
Ehi, Katyusha! Ti senti grande ad aver scippato il titolo? Sei una vergogna per questo sport!
 
Katyusha, tu e la tua banda di clown non siete degne di praticare il sensha-do!
 
Serrò i pugni, assumendo un’aria irritata. Nonna, notando il suo improvviso cambiamento di umore, le chiese:
 
Fammi indovinare… Pensi alle critiche che abbiamo ricevuto, vero?
 
La biondina annuì.
 
Le riceviamo tuttora… E credimi, sono peggio degli schiaffi in faccia!
 
Si alzò in piedi e camminò avanti a indietro per la stanza, mentre Nonna la fissava. Per qualche minuto regnò il silenzio, interrotto solo dalla voce della conduttrice del notiziario.
 
…Alla politica interna. Il sindaco di Osaka, Toshiki Miyamizu, ha inaugurato…
 
Improvvisamente Katyusha si fermò, avvicinandosi alla finestra e scrutando con attenzione il panorama: nel cortile, fiancheggiato da abeti, alcune studentesse del Comitato Morale erano intente a sorvegliare le altre alunne, che si godevano l’ora d’aria, mangiando o conversando.
 
Ci sono ancora tanti sportivi che pensano che abbia vinto la Kuro… Che mi accusano di pugnalata alla schiena, di vittoria rubata, di comportamento sleale… Che insultano le nostre studentesse quando scendono sulla terraferma!
 
Si lisciò nervosamente i capelli con la mano destra.
 
Ho fatto vincere il torneo alla Pravda, ma ho anche macchiato la sua reputazione!
 
Sei pentita di ciò che hai fatto?” Le chiese la corvina.
 
Lei scosse il capo.
 
Net*. Troppo a lungo la Pravda ha ricoperto il ruolo di eterna seconda. Adesso siamo le campionesse… E finché sarò io il comandante manterremo il titolo! Vinceremo anche il torneo di quest’anno, così dimostreremo a tutto il Giappone che non siamo delle vigliacche disoneste!” Affermò, con determinazione.
 
Nonna la fissò con scetticismo. Allo scorso torneo avevano vinto per un colpo di fortuna, che di sicuro non si sarebbe ripetuto. Sarebbero arrivate in finale, sicuro. Ma una volta lì si sarebbero trovate di fronte la Kuromorimine, desiderosa di riprendersi il titolo. Maho era un comandante abile, forse anche migliore di Katyusha, e la vice di lei, Erika, non era da meno.
 
Sai che in caso di vittoria le malelingue continueranno comunque, vero?” Domandò.
 
La biondina si girò di scatto verso di lei, guardandola con occhi di fuoco.
 
Non importa… Sparlino pure, se ci tengono! Ma i fatti daranno ragione a noi!
 
****

Tokyo, ore 14:15
 
Dopo pranzo Chiyo si ritirò nel suo studio privato. Toltasi berretto e giacca si sedette alla sua scrivania e pensò:
 
Il fato ultimamente non è stato molto gentile con Miho… Ma, per sua fortuna, ha trovato me. Grazie al mio aiuto si risolleverà, uscendo dalla brutta situazione in cui si trova. Inoltre…
 
Ridacchiò.
 
Shiho uscirà da questa vicenda con la reputazione infangata… Tutti la etichetteranno come una madre insensibile e crudele. Io, invece?
 
Sorrise.
 
Agli occhi della nazione guadagnerò prestigio. La gente mi amerà, come la donna generosa e altruista che sono.
 
In quel momento la voce di Mikoto, la sua servitrice, proveniente dal corridoio, le chiese:
 
Shimada-sama, posso entrare?
 
La donna spostò lo sguardo verso l’ingresso.
 
Hai… Entra pure.” La invitò con tono cordiale.
 
Dopo pochi secondi la corvina fece il suo ingresso, richiudendosi alle spalle la porta. Poi guardò la sua signora con fare incerto, esitante. Accortasi di ciò, Chiyo le disse:
 
Su, parla… Non ti mordo mica, non sono una zombie.
 
Mikoto ridacchiò, leggermente divertita. Poi, fattasi di nuovo seria, domandò:
 
Shimada-sama, che intendete fare con Miho?
 
Chiyo le rivolse un sorriso cordiale.
 
Ospitarla, te l’ho detto. Sarebbe crudele buttarla in mezzo a una strada… Non è un sacco di spazzatura.
 
Mikoto annuì.
 
Capisco, Shimada-sama. Ma se la polizia scopre che si nasconde qui non avrete grane a non finire?
 
Stavolta fu il turno della sua padrona di ridacchiare.
 
Per aver dato vitto e alloggio a una ragazza che rischiava di diventare una Hōbō**, a causa di una madre degenere? Īe… Non avremo problemi. Anche perché Miho è ad Aokigahara…. O così credono tutti. E dovranno continuare a crederlo, fino a quando Miho non vorrà altrimenti. Io, fino a quel momento, terrò la bocca chiusa. E lo stesso dovrai fare tu, Mikoto. Fatti sfuggire una sola parola e diventerai una ronin***. Sono stata chiara?
 
La domestica, intimidita da quella minaccia velata, si affrettò ad annuire. Non ci teneva a perdere il posto.
 
Hai, Shimada-sama!
 
NDT
 
*No, in russo.
 
**Senzatetto.
 
***Tale termine indicava, nel periodo feudale, i samurai ritrovatisi, per motivi vari, senza un daimyo (feudatario) per cui combattere.

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Capitolo 26
*** Arrivo a Kofu. ***


Stazione di Kofu, ore 18:15
 
Il treno proveniente da Osaka era appena entrato in stazione, rallentando sempre più. In uno dei vagoni Emi guardava fuori dal finestrino con ansia.
 
Speriamo non sia troppo tardi…
 
Pensò, mentre una fugace visione di Miho, impiccata a un albero, le attraversava la mente, aumentando la sua angoscia. Scosse il capo, per allontanare quella immagine agghiacciante.
 
Non permetterò che accada. La salverò a ogni costo.
 
Mise mano al suo cellulare e si collegò a Google, per poi scrivere “Distanza Kofu-Aokigahara”. Dopo pochi secondi comparve il risultato.
 
9 ore a piedi, 41 minuti a bordo di un veicolo… Se troviamo un autobus (o almeno un passaggio) arriveremo a destinazione alle 7 di sera, più o meno.
 
Sbuffò.
 
In questo periodo il sole tramonta alle… 18:30, circa.
 
Emi-chan?” La chiamò Hitomi, seduta accanto a lei.
 
Si voltò a guardarla, notando la sua aria angosciata.
 
Hai?
 
Adesso partiremo per Aokigahara, giusto?” Domandò la biondina.
 
Emi sbuffò ancora.
 
Per prima cosa dobbiamo trovare un passaggio fino a lì. A piedi impiegheremmo 9 ore, arrivando alle 3 di notte, stanche morte, affamate e assetate. Inoltre, con una vettura, arriveremo alla nostra meta alle 7, quando il sole sarà già tramontato. E aggirarsi in una foresta di notte è pericoloso. Potremmo smarrirci o imbatterci in un orso.” Rispose.
 
Inoltre Miho potrebbe essere già morta.
 
Pensò, guardandosi bene dal dirlo.
 
Anche se delusa, Hitomi annuì. Aokigahara era popolata dai temibili orsi neri, aggressivi verso gli umani.
 
Quindi… Cosa facciamo?” Chiese.
 
Emi incrociò le braccia, assumendo un’aria pensosa.
 
Le opzioni sono due: o raggiungere Aokigahara il prima possibile e alloggiare nell'accampamento dei soccorritori o, in alternativa, passare la notte in città. In ambo i casi non potremo iniziare le ricerche prima di domattina.” Spiegò.
 
Io opterei per la seconda… Abbiamo bisogno di rifocillarci. Inoltre, come hai detto poco fa, non potremo partecipare alle ricerche prima d domattina.” Intervenne Youko, seduta alle loro spalle, intenta a giocherellare con una moneta da 500 yen.
 
Al suo fianco Nagisa, che stava leggendo una copia dell’Asahi Shinbun, annuì.
 
A proposito, Emi-chan… Lo sai che ad Aokigahara potremmo imbatterci in Maho, giusto?” Domandò.
 
Nel sentir pronunciare quel nome Emi serrò i pugni, assumendo un’aria contrariata.
 
Cercherò di ignorarla, per quanto possibile.” Replicò, in modo sbrigativo.
 
Dopo pochi minuti il treno si fermò e i passeggeri, comprese le ragazze della Bell Wall, si alzarono in piedi e iniziarono a scendere, in maniera ordinata dal treno. Una volta sulla banchina, queste ultime iniziarono a guardarsi intorno. Non che ci fosse chissà cosa da vedere: i soliti gruppi di passeggeri in attesa, i facchini che trasportavano borse e valigie, gli altoparlanti che annunciavano arrivi e partenze.
 
Ok, siamo qui. Ma… Ora dove andiamo?” Domandò una delle sorelle Kashiwaba.
 
Emi rifletté. La priorità era trovare un albergo o una pensione dove passare la notte.
 
Youko, vedi se c’è qualche hotel conveniente, in città. E non badare a spese, tanto paga l’accademia.” Ordinò.
 
La corvina mise mano al suo Smart, si collegò a internet e scrisse su Google “Hotel a Kofu”, poi lesse i risultati, facendo una faccia stupita.
 
Kuso, ce ne sono 217!” Esclamò.
 
Limitati a quelli più vicini alla stazione.” Disse il suo capitano.
 
Lei annuì e iniziò a cercare. Intanto Nagisa si guardava intorno con occhi colmi di gioia.
 
Che emozione… Sapete che questa è la città natale di Ryūden Gōshi, il famoso lottatore di sumo? È il mio idolo assoluto!” Esclamò, infervorata.
 
Dal canto suo una delle gemelle fece spallucce.
 
Io preferisco Tsurugisho!” Dichiarò.
 
Si interruppero entrambe, notando che il loro comandante le stava fissando con sguardo omicida, facendole rabbrividire.
 
Vi ricordo, signorine, che questa non è una vacanza, ma una missione di salvataggio!” Disse.
 
Intimidite, le due ragazze annuirono.
 
Sumimasen…” Si scusò Nagisa.
 
Youko, hai trovato l’hotel più vicino?” Domandò Emi, scocciata.
 
La corvina annuì.
 
C’è una pensione chiamata Maison Ikkoku, a poca distanza da qui. Valutata 4 stelle. Un buon posto.
 
Il capitano della Bell Wall annuì.
 
Allora incamminiamoci, ragazze.

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Capitolo 27
*** Non ti lasceremo sola. ***


Aokigahara, ore 18:21
 
Maho, alla testa di un drappello  di kuro (tra cui la sua vice Erika), era intenta a setacciare una zona di foresta.
 
Dove sei, Imōto?
 
Si chiese, guardandosi intorno.
 
Ovunque volgesse lo sguardo vedeva solo alberi, e, in lontananza, altre squadre di ricerca. Ma di sua sorella minore non vi era la minima traccia.
 
Kommandantin?” La chiamò Erika.
 
Lei si voltò a guardarla.
 
Was willst du?” Domandò.
 
Non crede sia ora di rientrare al campo base? Sono ore che vaghiamo in questo luogo… E a breve il sole tramonterà.” Rispose la bionda.
 
Il suo capitano sbuffò. Una parte di lei avrebbe voluto continuare, ma le sue compagne erano palesemente stanche, affamate e assetate dopo ore di cammino. Inoltre erano sprovviste di torce, e muoversi al buio non era prudente. Così annuì.
 
Ja… Hai ragione. Meglio tornare indietro.
 
Forse le altre squadre hanno avuto maggior fortuna…
 
Si ritrovò a sperare.
 
Si appoggiò con la schiena a un albero vicino, alzando poi lo sguardo al cielo.
 
Akaboshi.” Chiamò.
 
Koume si voltò a guardarla.
 
Ja?
 
Ci sono novità dai nostri FA?” Domandò Nishizumi senior.
 
La sua sottoposta scosse il capo.
 
Nein…” Replicò, con aria dispiaciuta.
 
Maho emise un sospiro e chiuse gli occhi per una manciata di secondi.
 
Kuso, non mi sono mai sentita così inutile e impotente come ora… Miho è la fuori, intenzionata a suicidarsi (se non lo ha già fatto) e io non posso fare nulla, salvo girovagare per questa foresta maledetta.
 
Da quanto non provava quella sensazione? Forse dai tempi della finale dello  scorso torneo nazionale, quando non aveva potuto fare nulla per difendere il carro-bandiera (lasciato incustodito da sua sorella) dai T34 della Pravda. E stavolta la posta in gioco era più alta… La vita di una persona cara. Il fallimento non era una opzione. L’avrebbe trovata e salvata a ogni costo, con ogni mezzo.
 
Ti salverò, Imōto… Non lascerò che tu muoia qui.
 
Pensò, con determinazione.
 
****
Nello stesso momento, in un’altra area di foresta, un manipolo di studentesse della Saunders stava perlustrando la boscaglia in cerca di Miho. A guidarle era Kay, e con c’erano anche Naomi e Alisa. Ad un certo punto quest’ultima si appoggiò con la schiena a un albero vicino ed esclamò, con voce lagnosa:
 
Basta, mi sono stufata! Sono ore che camminiamo in questa dannata foresta! Ho fame, sete e sono stanca!
 
Kay, irritata, serrò i pugni. A volte Alisa sapeva essere proprio capricciosa e isterica.
 
Risparmia il fiato… A breve torneremo al campo base, visto che tra poco farà buio.” Disse, guardandola con fastidio.
 
La sua vice sbuffò, per poi domandare:
 
Per quanto tempo dovremo stare qui?
 
Anche giorni, se necessario.
 
Alisa la guardò come se fosse impazzita.
 
Passare giorni in questo postaccio? Ma sei uscita di senno?” Le chiese.
 
Kay scosse il capo.
 
Affatto. Miho è qui, da qualche parte, e intendo salvarla.
 
Per quanto ne sappiamo potrebbe essere già morta... E dobbiamo prepararci per il secondo turno del torneo!” Obiettò la castana.
 
Primo, manca un mese al secondo turno. E secondo, il prossimo avversario è il liceo Anzio, uno dei più scarsi. Gli faremo ciò che la Pravda ha fatto alla Bonple.” Intervenne Naomi, guardando con sufficienza sua pari-grado.
 
Quest’ultima si lisciò nervosamente la testa con la mano destra. A volte le sue compagne erano davvero cocciute.
 
In ogni caso la ricerca di persone scomparse è compito della polizia, non nostro!” Disse.
 
Kay le scoccò una occhiataccia che la fece rabbrividire. Sembrava sul punto di prenderla a pugni. Invece la bionda disse:
 
Se ci tieni puoi tornartene da sola al campo! Basta che la smetti con questi piagnistei! Noi dobbiamo concentrarci sulla ricerca di Miho!
 
Alisa fece un gesto di stizza.
 
A breve farà buio… Dovremo interrompere comunque le ricerche!” Dichiarò.
 
Che c’è, Alisa? Paura degli Yurei?” La canzonò Naomi.
 
Lei la guardò male.
 
Paura di smarrirmi o di incontrare qualche orso.” Replicò.
 
Kay dal cantò suo sbuffò e si guardò intorno. Per quanto, a volte, trovasse irritante l’atteggiamento di Alisa, non poteva negare che in quel momento avesse assolutamente ragione: di lì a poco sarebbe calata la notte, e muoversi in una foresta con l’oscurità non era affatto prudente.
 
Ci toccherà aspettare domani, e nel mentre Miho potrebbe benissimo togliersi la vita, se non lo ha già fatto.
 
Chiuse brevemente gli occhi.
 
Ma non abbiamo altra scelta.
 
***
Intanto, a Tokyo, Miho si trovava nel salotto, e guardava un film d’animazione in TV.
 
Non fare più queste sciocchezze!
 
L’ho fatto perché ero sicura che tu mi avresti presa al volo!
 
Presa al volo? Ho per caso l’aria di un cane ammaestrato?
 
Da quanto non vedevo questo film? Anni, di sicuro…
 
Pensò Nishizumi.
 
Improvvisamente qualcuno le arrivò alle spalle e le sfiorò delicatamente la schiena. Colta di sorpresa, si girò, ritrovandosi faccia a faccia con Alice, la quale le porse una scatola marrone scuro, con sopra scritto, in lettere dorate:
 
Meiji milk chocolate
 
Ho pensato che avessi fame.” Dichiarò Shimada junior.
 
Miho la ringraziò con un cenno, prese la scatola, la aprì e mangiò alcuni cioccolatini.
 
Oishī!” Esclamò, deliziata.
 
Alice sorrise allegra.
 
Sapevo ti sarebbe piaciuto.” Disse.
 
La sua amica ricambiò il sorriso. Dopo i luttuosi eventi degli ultimi giorni, finalmente aveva ritrovato il buon umore, e se tutto fosse andato bene avrebbe presto iniziato a frequentare una nuova accademia. Certo, avrebbe sentito la mancanza della Ooarai e delle sue vecchie amiche, ma non poteva far nulla per impedirne la chiusura. Una parte di lei si sentiva in colpa: le sue amiche la stavano cercando invano in una foresta, e intanto se ne stava in un attico di Tokyo. In un certo senso, era come se le stesse prendendo in giro. Ma non poteva agire altrimenti.
 
Sai, tua madre è una brava donna.” Disse.
 
Alice annuì.
 
Hai… Lei è sempre gentile e disponibile con tutti. Sempre pronta ad aiutare il prossimo.” Affermò.
 
Miho sbuffò.
 
La mia invece è sempre rigida e fredda… A volte sembra un cyborg o un ultracorpo. Non mi ha mai dato un segno di affetto... Mai una carezza, mai un abbraccio, nulla.
 
E ora mi ha pure diseredata… Per lei sono un fallimento come figlia.
 
Pensò, amareggiata.
 
Alice, notando il suo improvviso cambiamento di umore, le prese entrambe le mani, facendola arrossire lievemente.
 
Non fare quella faccia… Adesso sei ospite della famiglia Shimada. Non ti lasceremo sola!” Le promise.
 
Rincuorata, la castana sorrise.
 
Arigatō…” Disse.

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Capitolo 28
*** Arrivo al Maison Ikkoku. ***


Kofu, prefettura di Yamanashi, ore 18:47
 
Il Maison Ikkoku era una pensione di buon livello, situata in un edificio di legno a due piani di colore giallo circondato da un piccolo giardino delimitato da un muro di cinta. Davanti ad esso erano appena giunte le studentesse della Bellwall, capitanate da Emi Nakasuka.
 
Eccoci arrivate, questo è il luogo dove alloggeremo…
 
Pensò quest’ultima.
 
****
Varcato l’ingresso il quintetto si ritrovò nell’atrio deserto. Al centro stava il bancone della reception; una rampa di scale portava al piano di sopra; alla parete di fondo era appeso un portachiavi di legno, dove erano appese le chiavi delle varie stanze;  sulla stanza si affacciavano 3 porte.
 
Nessuno…”  Commentò Emi, guardandosi intorno.
 
C’è qualcuno?” Chiamò Youko, a voce alta.
 
Dopo qualche minuto la porta davanti a loro si aprì e comparve una giovane donna dalla pelle chiara di altezza media; aveva i capelli neri legati in una coda e occhi dello stesso colore; indossava una maglia viola e dei jeans. Era leggermente rossa in volto. Si piazzò al bancone e disse:
 
Konbanwa, on'nanoko-tachi. Desiderate delle stanze?
 
Emi annuì.
 
Per me e le mie amiche.” Indicò sé stessa e le sue compagne.
 
La donna annuì e aprì un registro.
 
I vostri dati, prego.
 
Che dati?” Le chiese in modo brusco Youko.
 
Lei non si scompose.
 
È per la registrazione.” Spiegò.
 
Sbrigata tale formalità, la corvina domandò loro:
 
Intendete fermarvi per molto?
 
Emi fece spallucce.
 
Il tempo necessario. Dobbiamo… Svolgere delle ricerche ad Aokigahara.” Replicò.
 
È per via di Miho Nishizumi, giusto? Ne hanno parlato al notiziario della NHK.
 
Emi annuì.
 
Hai.
 
Capisco… Comunque io sono Kyoko Otonashi, amministratore. Per qualsiasi cosa rivolgetevi a me. La mia stanza è al piano di sopra, quella con la targhetta dorata, non potete sbagliare.” Detto ciò sfoggiò un sorriso cortese.
 
In quel momento la porta si aprì di nuovo, e dalla stanza adiacente uscì una ragazza con una folta chioma rossa e gli occhi castani, che indossava un top viola e mutandine dello stesso colore.
 
Che bella sco…” Provò a dire, interrompendosi non appena vide che Kyoko era in compagnia.
 
…rpacciata di fichi abbiamo fatto, eh, Kyoko-chan?” Concluse, in modo allegro.
 
Se le Bellwall fissarono la rossa con curiosità, Kyoko, col viso scarlatto, le scoccò una occhiataccia.
 
Akemi, ti ho già detto di non girare in quel modo in pubblico!” La rimproverò con tono aspro.
 
Imbarazzata, la redhead di nome Akemi ridacchiò.
 
Sumimasen… Ma non sapevo che ci fossero clienti.” Si giustificò.
 
Emi guardò prima l’una e poi l’altra.
 
Scommetto che sono amanti… Si saranno appartate in quello sgabuzzino (o magazzino), prima che noi arrivassimo. Non che la cosa mi interessi, specialmente ora.
 
Pensò.
 
Potremmo avere le chiavi per le nostre stanze?” Chiese, spazientita.
 
Kyoko, leggermente imbarazzata, tornò a concentrarsi sulle sue clienti.
 
Hai.
 
Si avvicinò al portachiavi e prese 4 chiavi.
 
Voi dormite insieme, giusto?” Domandò, rivolta alle gemelle Kashiwaba.
 
Queste ultime annuirono.
 
Sweet home Alabama…
 
Pensò Akemi, divertita.
 
Kyoko distribuì le chiavi alle studentesse, poi indicò la porta a destra.
 
I vostri alloggi sono da quella parte. Qualche ultima domanda?” Chiese loro.
 
C’è un posto qui vicino dove mangiare un boccone?” Domandò Hitomi.
 
Vi consiglio il ristorante Yukihira. È a poca distanza da qui.” Intervenne Akemi.
 
Come la riconosciamo?” Le chiese Youko.
 
Cercate un edificio a due piani con la tettoia color magenta. Sopra c’è scritto il nome, non potete sbagliarvi.
 
Molto gentile.” La ringraziò Emi.
 
****
Aokigahara, ore 19:00
 
Le squadre di ricerca erano appena rientrate all’accampamento, con in mano nient’altro che un pugno di mosche.  Il sole era tramontato da mezz’ora, lasciando spazio alla notte. Nella zona regnava l’oscurità, le uniche luci visibili provenivano dall’agglomerato di tende. Nell’aria risuonavano il canto dei grilli, il vociare di alcune conversazioni e musica proveniente da alcune radio.
 
****
Kuso… Ore sprecate per nulla!
 
Pensò Kay, frustrata, mentre si lisciava nervosamente il volto.
 
Si sentiva una nullità, un fallimento. Le sue doti di comando in quel contesto erano totalmente inutili.
 
Naomi, notando il suo stato d’animo, le disse:
 
Hai… Anzi, abbiamo fatto del nostro meglio. Ora dobbiamo solo rifocillarci e riposare.
 
Sono sicura che le nostre chef hanno preparato deliziosi manicaretti.” Affermò Alisa, allegra.
 
Il suo capitano sbuffò, guardandola con fastidio. Si comportava come se fossero a un picnic. Ma non aveva alcuna voglia di discutere di nuovo con lei.  Inoltre su una cosa aveva ragione: potevano rimanere lì per qualche giorno, al massimo per qualche settimana, ma prima o poi sarebbero dovute ritornare sulla USS George Washington, dovendo allenarsi in vista del match contro Anzio… Ma non solo. Non potevano permettersi di marinare troppo la scuola, o il loro rendimento ne avrebbe risentito, con tutte le conseguenze del caso.
 
Presto anche le Gloriana dovranno fare fagotto per gli stessi motivi… Maginot e Ooarai rimarranno un po’ di più, visto che una è stata eliminata dal torneo e l’altra condannata alla chiusura. E per allora Miho sarà stata ritrovata… Viva o morta.
 
Si disse.
 
Le dispiaceva l’idea di abbandonare le ricerche, ma come comandante del team di Tankery e presidente del consiglio studentesco aveva dei doveri cui non poteva sottrarsi. E poi c’era già la polizia a occuparsi della faccenda.
 
*****
Ore di ricerche e torniamo con le pive nel sacco…
 
Pensò Darjeeling, sconsolata.
 
Più le ore passavano, più diminuivano le possibilità di ritrovare Miho viva. Se non si era ancora suicidata prima o poi lo avrebbe fatto. E intanto avrebbe patito la fame e la sete.
 
Damn, Miho… Avresti dovuto parlarmene. Ti avrei aiutata, in qualche modo. Anche accogliendoti alla St. Gloriana. Perché prendere una decisione tanto avventata?
 
Poi le venne in mente una cosa: Miho, pur essendo un valido comandante  come la sorella, a differenza sua quando scendeva dal carro diventava timida, insicura, perdendo la grinta che aveva quando comandava il team in un match. Era come se subisse uno sdoppiamento di personalità. Molto probabilmente era pure fragile dal punto di vista emotivo. La notizia della chiusura della Ooarai, unità al fatto che era stata diseredata, era stata per lei dolorosa quanto beccarsi un colpo di katana allo stomaco. Doveva essersi sentita morire. Così…
 
Tutto ok, lady Darjeeling?” Le chiese Orange Pekoe, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
 
Lei sbuffò e la guardò con sufficienza.
 
Sarà tutto ok quando ritroveremo Miho… Viva, voglio sperare.” Replicò.
 
Subito la sua vice si sentì in colpa, avendo formulato una domanda tanto stupida.
 
Comprendo i vostri sentimenti, my lady, ma deprimersi non serve a nulla. Ora ci facciamo una abbondante cena british, ci riposiamo… E domani riprenderemo le ricerche!” Dichiarò Assam.
 
Darjeeling non poté fare altro che annuire. Lasciarsi prendere dallo sconforto era, infatti, contro-producente. Tuttavia una parte di lei si sentiva in colpa: consumare un pasto luculliano mentre Miho era là fuori, seminuda, affamata… Se non già morta.
 
Inutile pensarci… Io e le mie studentesse siamo stanche e affamate, dopo ore di cammino. La priorità è rifocillarci e riposare.
 
Si disse.
 
****
Anche tra le fila della Kuromorimine regnava lo sconforto. In particolare Koume era triste, e anche Maho, nonostante si sforzasse di mantenere la sua apparenza imperturbabile, aveva l’animo in subbuglio. Col passare del tempo diventava sempre più tesa, nervosa. Si sentiva totalmente impotente, un fallimento totale. L’essere il più abile comandante di sensha-do del Sol Levante non le era di alcuna utilità. Si sentiva come un CV33 circondato da una intera divisione di M4 Sherman: non poteva in nessun modo uscire vincitore dallo scontro.   
 
Kuso… Se siamo arrivati a questa situazione è anche a causa della mia viltà… Non ho fatto nulla per convincere mia madre a tornare sui suoi passi, e così facendo ho condannato Miho a morte.
 
Serrò i pugni.
 
Il suo sangue macchierà le mie mani in eterno, se non la salvo!
 
Pensò, con gli occhi lucidi.
 
Erika, che le camminava accanto, aveva un’aria rattristata. Avrebbe voluto dirle qualcosa per farla stare meglio, ma non era brava a consolare le persone addolorate.
 
Qui non si tratta di comandare o motivare l’equipaggio del mio Tiger II… È una cosa più grande di me.
 
Sospirò.
 
Posso solo sperare che Miho venga ritrovata viva, almeno per la gioia del mio comandante.

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Capitolo 29
*** Un nuovo inizio, parte 1 ***


Tokyo, 31 maggio, ore 8:09
 
A 3 settimane di distanza dal suo tentato suicidio ad Aokigahara, Miho Nishizumi era riuscita a far perdere le sue tracce. Le autorità avevano dichiarato la sua morte per annegamento, e le ricerche erano state interrotte. Tuttavia, il clamore suscitato dalla vicenda non si era ancora spento: ogni tanto i notiziari dedicavano qualche servizio alla tragica vicenda della secondogenita della famiglia Nishizumi, diseredata dalla propria madre e, a causa di ciò, costretta a compiere l’estremo gesto; sui social la gente ne discuteva di continuo, rivolgendo parole di simpatia per la defunta (che aveva salvato 5 sue compagne da morte certa) e di disprezzo verso la madre, etichettata come una crudele yuki onna* (quando non venivano usati termini più espliciti e volgari); non mancavano, certo, innumerevoli presunti avvistamenti della ragazza, vista ora a Sapporo (in Hokkaido), ora a Naha (nelle Ryukyu), ora a Yokohama, e persino all’estero (Seul, Taipei, Manila). Ma erano tutti falsi allarmi, poiché Miho viveva praticamente reclusa nell’attico della famiglia Shimada, non uscendone mai per timore che qualcuno la notasse. Adesso si trovava nel salotto, seduta sul divano. Davanti a sé, sul tavolino, aveva un foglio con sopra i nomi e i loghi delle accademie, e accanto ad esso due pennarelli: uno rosso e uno blu.
 
Le acque si sono calmate, Miho… Ora è giunto il momento di scegliere l’accademia che frequenterai.
 
Si disse.
 
Col pennarello rosso avrebbe segnato una X rossa sulle accademie non adatte, con quello blu avrebbe cerchiato le adatte.
 
Non poteva né voleva tornare alla Kuromorimine. Aveva chiuso per sempre con quella scuola.
 
Non poteva frequentare scuole accademie frequentate dalle sue ex compagne (con cui si teneva ancora in contatto tramite social, usando vari profili fittizi): quindi Anzio, St. Gloriana, Pravda, Saunders e Chi-Ha-Tan erano escluse.
 
Non poteva frequentare la Maginot: Eclair avrebbe potuto tradirsi con sua sorella o sua madre. E il team di sensha-do era a pezzi.
 
Non poteva frequentare la Bonple: Jajka, il capitano, era molto severa, e se odiava la Pravda non amava certo la Kuromorimine. Mai avrebbe accolto una Nishizumi tra le sue fila, anche per timore che le rubasse il comando. Inoltre il suo team usava solo carri leggeri.
 
Non poteva frequentare la Bellwall: il suo team era frammentato, nell’accademia si registrava un alto tasso di delinquenza e non ci teneva a rivedere Emi... Le avrebbe fatto una testa così a suon di rimproveri.
 
Non poteva frequentare la Koala Forest: le studentesse dovevano essere un po’ matte, se si facevano comandare da un koala.
 
Non poteva frequentare la Tategoto: il team era scarsamente addestrato e inesperto.
 
Non poteva frequentare la Tatenashi: non aveva un team di sensha-do, e non voleva incontrare di nuovo Shizuka e Rin.
 
La Viggen aveva un team di senshado, ma non partecipava mai ai tornei nazionali.
 
Non poteva frequentare la Neutral: non partecipava mai a dei match.
 
Rimangono 12 accademie: Jatkosota, BC Freedom, Blue Division, Count, Gregor, Gilbert, Maple, Viking Fisheries, Waffle, Yogurt, Kebab e… Mh?
 
Con sorpresa, notò che uno dei simboli era quello dell’accademia Ooarai.
 
Cosa ci fa qui?
 
Si chiese.
 
Osservando meglio il foglio, notò in un angolo la data: era stato stampato nel mese di aprile.
 
Prima che la Ooarai…
 
Lo strinse convulsamente, mentre la sorpresa lasciava posto al rimorso. Una parte di lei si sentiva ancora in colpa, per aver fallito miseramente nel salvare il liceo dove, anche se per un breve periodo, si era fatta delle amiche e aveva imparato ad apprezzare il sensha-do.
 
Adesso non esiste più… E le sue studentesse sono state trasferite in altre scuole.
 
Nella mente apparvero, una dopo l’altra, le sue vecchie amiche e compagne: Hana, Saori, Yukari, Mako. Non le avrebbe più viste, né le avrebbe condotte in battaglia. Il destino le aveva divise, per sempre. E come se non bastasse le stava ingannando, facendo credere loro che era morta.
 
Sumimasen… Sumimasen… Sumimasen!
 
Ripeté mentalmente, mentre gli occhi le si facevano lucidi.
 
Per qualche minuto rimase immobile, poi scosse energicamente il capo. Non era il momento per i rimpianti, ormai il danno era fatto. Doveva concentrarsi sul presente. Tornò così a concentrarsi sul foglio.
 
Tra tutte le scuole rimaste la BC Freedom è sicuramente la più prestigiosa… Ha anche un buon team di sensha-do.
 
Annuì a sé stessa.
 
Hai, è la scelta migliore.
 
In quel momento arrivò nella stanza Chiyo, tenendo in mano un vassoio con la colazione, composta da una ciotola piena di latte cereali Kit Kat, con un cucchiaio infilato dentro.
 
Ecco a te, Miho!” Annunciò.
 
La ragazza arrossì. Nonostante quel “rituale” si svolgesse da un mese non era ancora abituata a cotanta gentilezza. Le colazioni con sua madre (preparate da Kikuyo Hidegami, la domestica di casa), erano un ricordo lontano nel tempo, risalente a prima che iniziasse il liceo. Durante il pasto mattutino la donna non spiccicava una parola, mantenendo un’aria fredda, distaccata. Poi si alzava e si ritirava nel suo studio.
 
Emotiva quanto una T-X…
 
Si ritrovò a pensare.
 
Arigatō…” Ringraziò, mentre toglieva foglio e pennarelli dal tavolo, posandoli sul divano.
 
La padrona di casa le rivolse un sorriso smagliante, e posò la ciotola davanti a lei. Miho iniziò a mangiare. Chiyo le si sedette accanto e, intanto, prese il foglio con i simboli e i nomi delle accademie e lo osservò.
 
Vedo che ha le idee chiare, più o meno.
 
Quando la sua ospite ebbe finito di mangiare le chiese:
 
Allora… Hai deciso quale accademia frequentare?
 
Miho posò il cucchiaio nella ciotola, guardò la sua madre adottiva (se era il termine adatto) e annuì.
 
La BC Freedom.” Rispose.
 
Sul volto di Chiyo si formò un ampio sorriso.
 
Ottima scelta. La contatterò oggi stesso.” Annunciò.
 
La castana annuì di nuovo e si guardò intorno.
 
A proposito, dov’è Alice?” Domandò.
 
La padrona di casa la guardò con aria confusa.
 
All’università, ovviamente.” Rispose.
 
Miho si diede mentalmente della stupida: Alice frequentava l’università galleggiante All Stars, più grande del liceo Kuromorimine, con i suoi 150.000 abitanti (tra studentesse, personale e via dicendo). Praticamente si faceva viva solo il weekend, ma nonostante ciò tra le due ragazze era nata una forte amicizia, dovuta anche alle comuni passioni (Boko, il sensha-do).
 
Mi sono confusa…” Ammise, leggermente imbarazzata.
 
Chiyo ridacchiò e le accarezzò la testa, facendola arrossire.
 
Non preoccuparti…
 
Si alzò in piedi.
 
Ora vado a fare una telefonata.
 
Detto ciò uscì dal salotto, lasciando Miho sola.

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Capitolo 30
*** Un nuovo inizio, parte 2 ***


Accademia Bellwall, ore 8:15
 
A differenza di altri edifici scolastici, tipo quello della Ooarai, della Saunders o della Pravda, quello che ospitava la Bellwall aveva un aspetto più malandato, fatiscente. Davanti ad esso erano radunati piccoli gruppi di studentesse, in attesa che le porte venissero aperte. Alcune erano intente a conversare tra loro, altre stavano in silenzio. Tra queste ultime stava Emi Nakasuka, intenta a guardare la scuola con aria depressa.
 
Ho fallito.
 
Pensava.
 
Ho cercato di salvarla, e ho fallito.
 
Eppure ci aveva provato… Aveva passato giorni in quella foresta maledetta… Setacciando ogni metro quadro. Ma aveva fallito, non aveva fatto in tempo a impedire la morte di una sua vecchia amica. E, oltre al danno la beffa, non c’era una tomba da visitare, neppure simbolica: il corpo era stato divorato dagli orsi, e il fatto che sua madre l’avesse rinnegata non le consentiva neppure un posto nel mausoleo della famiglia Nishizumi, a Kumamoto. Come se non bastasse, a peggiorare il suo umore permaneva il ricordo del battibecco avuto con Maho Nishizumi, appena arrivata ad Aokigahara.
 
Inizio flashback
 
Aokigahara, 11 maggio, ore 10:26
 
Emi, in compagnia delle sue compagne, era appena giunto nell’accampamento. Attorno a loro c’erano un via vai continuo di persone: poliziotti, qualche giornalista con cameramen al seguito, studentesse della St. Gloriana, della Saunders, della Maginot, della Kuromirimine. Alcuni erano intenti a fare colazione, altri ad armeggiare coi loro cellulari, altri ancora parlavano tra loro. In cielo volavano elicotteri della polizia e alianti della Kuromorimine. Mentre si aggiravano per l’agglomerato di tende, captarono vari brandelli di conversazioni.
 
…Ogino è particolarmente frustrata…
 
…Kay era davvero giù di morale, ieri sera…
 
…Giorni per perlustrare questa foresta, e in questo modo arriveremo impreparate al prossimo match…
 
…Approfittare della nostra assenza per estromettere mademoiselle Eclair dal comando. La recente sconfitta contro Anzio non ha giovato alla sua…
 
…Dragons hanno fatto faville contro i Samsung Lions!
 
Ad un certo punto notarono alcune persone vicine alla tenda magna: Kay, capitano della Saunders; Darjeeling, comandante della St. Gloriana;  Eclair, capitano della Maginot; Maho Nishizumi, comandante della Kuromorimine (cui Emi rivolse una occhiataccia); un paio di studentesse delle rispettive scuole, probabilmente i loro vice-comandanti; 4 ragazze della Ooarai, tra cui riconobbero Saori Takebe e Hana Isuzu, che avevano visto in TV l’altra sera. Non si erano accorte di loro, impegnate a chiacchierare com’erano.
 
Ok, siamo qui. Ma da dove cominciamo?” Domandò Youko.
 
Emi indicò il gruppetto vicino alla tenda.
 
Chiediamo informazioni… Forse ci sono novità.” Disse.
 
Il quintetto si incamminò. Inizialmente le ragazze non si accorsero delle nuove arrivate, poi Eclair le vide e avvisò le altre, le quali si voltarono a guardarle. Tutte erano sorprese, tranne Maho e Mako, che mantenevano il loro portamento impassibile. Quando i due gruppi furono uno a pochi centimetri dall’altro, Emi si fece avanti.
 
Ohayō.” Salutò.
 
“Good morning.” Replicò Kay.
 
Bonjour.” Rispose Eclair.
 
Maho e una bionda vicino a lei rimasero in silenzio, guardando in maniera altezzosa le Bellwall. Le altre salutarono con un cenno.
 
Siete studentesse della Bellwall?” Domandò Darjeeling.
 
La rossa annuì.
 
Hai.
 
Un bel covo di delinquenti…” Commentò la bionda kuro, sprezzante.
 
Emi le scoccò una occhiataccia: se già la presenza di Maho la irritava, l’arroganza di quella tizia le faceva ribollire il sangue. Decise tuttavia di soprassedere… Non era lì per litigare.
 
Mi chiamo Emi Nakasuka, capitano del team di sensha-do della Bellwall e vecchia amica di Miho. Loro sono Hitomi Yuzumoto (anche lei amica di Miho), Youko Minami e le gemelle Kashiwaba, Kanako e Tsurugiko.
 
Indicò prima sé stessa, poi le sue compagne.
 
Le ragazze della Ooarai rimasero sorprese e un po’ insospettite. Miho non aveva mai menzionato quelle due, da quando la conoscevano.
 
Strano, Miho non ci ha mai parlato di voi…” Disse Hana.
 
Eravamo in classe insieme alle elementari. Non la vedo da un lustro, circa… Da quando mi trasferii in Germania con la mia famiglia.” Spiegò Emi.
 
Detto ciò tirò fuori dalla tasca destra della gonna una foto, e la mostrò alle sue interlocutrici. Essa ritraeva quattro ragazze, sedute su un prato, davanti a un Panzer IV. Tutte fissavano sorridenti l’obiettivo, tranne lei, che invece aveva lo sguardo rivolto altrove e la faccia scocciata.
 
Questa sono io, la bionda è Hitomi, la castana è Chihiro Yusa… E infine, al centro, c’è Miho.
 
Hana prese la foto, e la osservò con attenzione. Quella nella foto era sicuramente Miho, che all’epoca doveva avere 9/10 anni.  Era inginocchiata, e aveva un’aria allegra.
 
Hai… È proprio lei.” Disse.
 
Emi sorrise.
 
È con noi che ha iniziato a praticare il sensha-do. Io ero la conducente, Hitomi il caricatore, Chihiro l’artigliere, Miho il  comandante. Ma voi? Conosco già te e Saori (vi ho viste in TV).
 
Hana sbuffò, restituì la foto, indicò le sue due compagne e disse:
 
Loro sono Yukari Akiyama e Mako Reizei. Insieme a Miho formiamo il Team Anglerfish. Miho è il comandante, io l’artigliere, Yukari il caricatore, Mako la conducente, Saori l’operatrice radio.
 
Emi sorrise e le tese la mano.
 
Piacere di conoscerti. Le amiche di Miho sono mie amiche.” Dichiarò, con tono gioviale.
 
Hana gliela strinse.
 
“Il piacere è mio.” Replicò.
 
Immagino che siate qui per aiutare nelle ricerche.” Disse Darjeeling, con un sorriso cordiale.
 
Il capitano della Bellwall annuì.
 
Appena ho udito la notizia al telegiornale ho raccolto un gruppo di volontarie e ci siamo recate qui.
 
Senza offesa ma… Siete solo voi?” Le chiese Yukari.
 
Ai suoi occhi era un gruppo piuttosto piccolo… Le altre scuole ne avevano inviate di più.
 
Lei annuì, incupendosi in volto.
 
Le altre si sono rifiutate.” Dichiarò, con una punta di tristezza.
 
Apprezziamo comunque il vostro gesto. Potremmo chiamarvi the five girls army!” Affermò Kay, con un tono scherzoso.
 
Maho dal canto suo, sempre impassibile, fece qualche passo avanti, piazzandosi davanti ad Emi. Poi disse:
 
Solo adesso vi ricordate di lei… Dopo tutti questi anni!
 
Era palesemente disgustata da ciò.
 
Emi si sentì come se le avessero sferrato un pugno sul volto. Serrò i pugni, assumendo un’aria furente.
 
“Io ero in Germania, fino a pochi mesi fa… Quando sono tornata in Giappone ho dovuto sistemarmi.” Si giustificò.
 
E perché non hai cercato di metterti in contatto con lei?” Le chiese Mako.
 
Lei la guardò con fastidio.
 
Credi che non ci abbia provato? Ma volevo evitare ogni contatto con la sua famiglia, così ho chiesto ad alcune amiche di social. Mi hanno detto che Miho era stata vice-comandante della Kuromorimine, ma dopo la finale dello scorso torneo nazionale si era resa irreperibile, trasferendosi in un’altra scuola (non sapevano quale). L’ho cercata in varie accademie (Saunders, Pravda, Chi-Ha-Tan) ma non la trovavo mai. E comunque dovevo pensare alle mie faccende (scuola, famiglia)…
 
Distolse lo sguardo dalla sua interlocutrice.
 
Poi ho visto il notiziario, e ho capito che lei era in pericolo.” Concluse.
 
Maho si voltò verso Hitomi.
 
E tu?
 
La biondina arrossì leggermente.
 
Io e Miho ci siamo perse di vista dopo le elementari… Lei frequentava la Kuromorimine, io la Bellwall. Più di questo non sapevo. L’ho rivista in TV, durante la finale del torneo di sensha-do. Poi…
 
Fece un gesto con le mani.
 
…Puff! Sparita di nuovo. Avrei voluto chiedere informazioni, ma non sapevo a chi rivolgermi.
 
Abbassò lo sguardo.
 
Inoltre voi della Kuro non avete molta simpatia per le Bellwall… Temevo di essere scacciata, se mi fossi presentata a bordo della vostra accademia.
 
Maho continuò a fissarle con disprezzo. Era chiaro che non nutriva alcuna simpatia per loro.  Yukari, Kay, Mako e le altre si ritrovarono a chiedersi come mai Emi, pur essendo amica di Miho, nutrisse tanto astio verso la famiglia Nishizumi.
 
Comunque potete tornarvene alla vostra infima accademia… Non ci serve il vostro aiuto.” Dichiarò con astio Nishizumi junior.
 
Le sue pari grado la guardarono con un certo stupore e Kay fece per protestare, ma Emi la precedette, afferrando Maho per la camicia e fissandola dritta negli occhi, con sguardo omicida.
 
Emi-chan! Che fai?” Domandò Hitomi, sorpresa.
 
Toglile le mani di dosso!” Le intimò la bionda kuro, con rabbia.
 
Emi le ignorò e si rivolse a Maho:
 
Ascoltami, merdina… Io e le mie amiche abbiamo attraversato mezzo Giappone per arrivare fin qui, e non schioderemo solo perché tu, una copia malriuscita di tua madre, ce lo ha ordinato!
 
Maho non fu affatto intimidita da quelle parole; si liberò dalla presa e disse:
 
Dopo esservi dimenticate di lei per anni adesso vi presentate qui, atteggiando a sue amiche del cuore… Ne avete di faccia tosta!
 
Di fronte a quell’accusa le due ragazze reagirono in modo diverso: se Hitomi abbassò nuovamente lo sguardo, assumendo un’aria colpevole, Emi dal canto suo non ci teneva a porgere l’altra guancia, così punto il dito contro la sua interlocutrice.
 
“E tu, allora? Dov’eri quando Miho è stata diseredata? Perché non ti sei opposta? Perché non hai cercato di convincere tua madre a ripensarci?” Domandò, con tono accusatorio.
 
Le sue parole sembrarono colpire nel segno, poiché la bruna perse la sua proverbiale freddezza, assumendo un’aria furiosa. Stava per ribattere quando Darjeeling si mise in mezzo.
 
Please, girls… La priorità è salvare Miho. Non c’è tempo per litigi o polemiche.” Ricordò loro, scoccando una occhiata severa ad ambo le litiganti.
 
Mademoiselle Darjeeling ha ragione… Bisticciare è inutile e improduttivo, specialmente ora.” Le diede manforte Eclair.
 
Inoltre non è il caso di fare le schizzinose… Se il mio fratellino fosse in pericolo accetterei ogni aiuto pur di salvarlo.” Dichiarò Kay, lanciando una frecciata velata a Maho.
 
Quest’ultima, calmatasi, annuì.
 
D’accordo… Ma si tengano a distanza da noi kuro, e tengano a freno la lingua. La mia pazienza è scarsa, attualmente.
 
A minarla ci pensano il rimorso e l’angoscia che provo…
 
Pensò, guardandosi bene dal dirlo.
 
Emi annuì a sua volta.
 
Mi sta bene… Meglio evitare certe compagnie.” Disse.
 
Le loro 3 colleghe, sollevate, sorrisero.
 
Fine flashback
 
Purtroppo le ricerche non avevano portato ad alcun risultato, e dopo poco Miho era stata dichiarata deceduta.
 
Tutta colpa di Shiho… E di Maho, che è rimasta in silenzio! Il suo sangue macchia le loro mani!
 
Pensò la redhead, furibonda.
 
Se prima aveva provato ostilità verso la famiglia Nishizumi ora essa era mutata in odio. Non voleva più sentirla nominare in vita sua, quella stirpe maledetta.
 
Che sia dannata per l’eternità… L’unica Nishizumi buona era Miho, e ora di lei non sono rimaste neanche le ossa!
 
 Sputò per terra, poi mise mano al suo smartphone per controllare l’ora.
 
Le 8:25… Le lezioni inizieranno a breve.
 
Si volò verso destra, notando Hitomi, ferma a poca distanza da lei, con lo sguardo perso nel vuoto. La biondina era pallida come uno spettro, e aveva una espressione funerea in volto. Della ragazzina allegra e vispa che era stata fino a poche settimane prima non rimaneva nulla. Vederla in quello stato le spezzava il cuore.
 
Ha pianto per 3 giorni la morte di Miho… E ora è ridotta così.
 
Chiuse gli occhi, non sopportando oltre quella visione spettrale.
 
Kuso!
 
Imprecò mentalmente.

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Capitolo 31
*** Un nuovo inizio, parte 3 ***


Miho si trovava ancora nel salotto, intenta a camminare avanti e indietro.  Ogni tanto si fermava e rivolgeva una occhiata ansiosa all’orologio appeso alla parete laterale destra. Segnava le 8:30.
 
Prima ha detto di voler fare una telefonata…  Ma a chi?
 
Si chiese.
 
Tutto ok?” Le chiese la voce di Mikoto, facendola trasalire.
 
Si girò di scatto, notando la domestica di casa Shimada che la fissava con le braccia conserte. Quel giorno indossava un kimono giallo e nero, mentre Miho una gonna corta nera che le arrivava alle ginocchia e una camicetta bianca.
 
Mi sento come una tigre in gabbia. Posso solo camminare avanti e indietro, avanti e indietro…
 
La domestica sbuffò.
 
Beh, non che prima la tua routine fosse differente… Prima facevi appartamento-scuola e viceversa, no?” Disse.
 
La castana scosse il capo.
 
Avevo delle amiche, con cui passavo del tempo. Qui  i miei unici contatti siete tu, Alice e Shimada-sama.” Replicò.
 
Mikoto le accarezzò dolcemente i capelli, facendola arrossire.
 
Non temere… A breve potrai frequentare una nuova accademia.” Le disse, con voce materna.
 
Miho deglutì. Per un attimo le tornò in mente Kikuyo Hidegami, l’unico adulto in casa Nishizumi che le avesse rivolto un po’ di affetto (ad eccezione di suo padre, defunto anni prima). Poi, un dubbio le venne in mente.
 
Per il Giappone io sono morta… Se mi faccio vedere in giro la gente capirà che sono viva. E allora cosa accadrà? Cosa diranno mia sorella, Yukari, Saori, Hana e le altre?
 
Mikoto sembrò leggerle nel pensiero, poiché disse:
 
Shimada-sama non è una sciocca… Troverà una soluzione, vedrai.
 
Lei la guardò poco convinta, ma annuì. Non aveva molta scelta in quel frangente.
 
Shimada-sama è una donna intelligente, avrà sicuramente pensato a ogni evenienza.
 
Si disse.
 
Tornò a guardare l’orologio: le 8:38, le 8:46… Alle 9 precise Chiyo tornò in salotto. Mikoto le rivolse un inchino, mentre Miho le rivolse una occhiata speranzosa.
 
Ho buone notizie per te.” Esordì la donna con un’aria allegra.
 
Quali?” Le chiese Nishizumi junior.
 
Avrai un colloquio con Marie, il capitano della BC Freedom. Se tutto andrà bene, verrai ammessa alla sua accademia.” Replicò lei.
 
Il cuore di Miho perse un battito. Per qualche secondo rimase a bocca aperta, non sapendo come reagire.
 
U… Un colloquio? Quando?
 
Il prima possibile. L’accademia ora si trova nella baia.
 
La ex Ooarai si sentì come se avesse appena assistito al passaggio di un UFO nel cielo.
 
Quale baia? Quella… Quella di Tokyo?” Domandò.
 
Chiyo annuì.
 
Hai.
 
E ci andremo subito?
 
La donna annuì ancora, poi si rivolse a Mikoto.
 
Mikoto, avverti Akira che prepari l’elicottero!
 
La servitrice annuì e si allontanò.
 
Un momento! Se mi faccio vedere in giro mi farò scoprire!” Obiettò Nishizumi.
 
Chiyo le fece l’occhiolino.
 
Tranquilla. Ah, quando incontrerai Marie dalle questo.
 
Le porse una grossa busta marrone, presa dalla sua borsa.
 
Cosa contiene?” Chiese Miho, mentre la prendeva.
 
Lo scoprirai a tempo debito.” Le promise la padrona di casa.

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Capitolo 32
*** Un nuovo inizio, parte 4 ***


Quando l’elicottero si alzò in volo dall’attico puntò verso est, diretto verso la baia. A bordo, Miho era seduta, e guardava il panorama fuori dal finestrino. Una forte ansia pervadeva ogni fibra del suo essere, tanto che tremava leggermente. Ogni minuto che passava la avvicinava al suo colloquio per l’ammissione all’accademia BC Freedom.
 
Kami-sama… Il cuore mi batte a mille all’ora!
 
Pensò, deglutendo.
 
Mikoto, che stava accanto a lei, le disse, per rincuorarla:
 
Rilassati, Miho… Vedrai che andrà tutto bene. Devi solo usare le parole giuste.
 
La castana le rivolse una breve occhiata, per poi tornare a guardare il paesaggio.
 
La fa facile… Ma data la mia situazione…
 
Serrò i pugni.
 
Quello che più la angosciava era che Marie, riconoscendola, non solo avrebbe respinto la sua richiesta di entrare alla BC, ma avrebbe anche reso pubblica la notizia che era ancora viva.
 
Posso solo pregare che ciò non avvenga…
 
Sotto i suoi occhi vide scorrere il parco Shiba, il Fuji Broadcasting Center, il Rainbow Bridge, l’isola di Odaiba, fino a ritrovarsi ad ammirare l’azzurro della baia, uno specchio d’acqua largo 1500 chilometri collegato all’Oceano Pacifico dal canale di Uraga. Su di esso si affacciava, oltre a Tokyo, anche la grande città portuale di Yokohama. Come ogni giorno, essa pullulava di navi in partenza o in arrivo sia giapponesi che straniere: Miho vide una petroliera battente bandiera norvegese; una portaerei statunitense; un cargo sudcoreano; un rimorchiatore nipponico; una nave da crociera britannica; una porta-container portoghese; una nave passeggeri giapponese e via dicendo.
 
Perché Shimada-san non è potuta venire?” Domandò, improvvisamente.
 
Stamattina ha da fare… Questioni di lavoro.” Le spiegò sbrigativamente Mikoto.
 
Lei si limitò ad annuire. Come molti adulti (sua madre compresa) Chiyo era molto abbottonata riguardo il suo lavoro alla federazione di sensha-do, e non ne parlava mai a casa, neppure con Alice. Per alleggerire la tensione che aveva in corpo decise di passare ad argomenti più leggeri.
 
Il kimono che indossi… È nuovo, vero?
 
La domestica annuì.
 
L’ho comprato qualche giorno fa… L’ho preso giallo e nero perché sono i colori del Kashiwa Reysol, la mia squadra del cuore.
 
Miho la conosceva: una delle più antiche squadre di calcio del Sol Levante, fondata nel lontano 1940.
 
A quel tempo Fumimaro Konoe era ancora primo ministro…
 
Si ritrovò a pensare.
 
Dimmi, tu che squadra tifi?” Le chiese Mikoto.
 
Roasso Kumamoto… Come mia madre e mia sorella.” Fu la risposta.
 
Quella milita nella J2… Non ne hai una nella J1?
 
Nishizumi annuì.
 
Simpatizzo per il FC Tokyo.
 
Proprio come Shimada-sama e sua figlia…
 
Pensò la corvina.
 
Capisco… Una buona squadra.” Commentò.
 
Emise uno sbadiglio, poi guardò fuori  dall’oblò. Dopo qualche minuto esclamò:
 
Ah, ecco la nostra meta!
 
Subito Miho si voltò di scatto nella stessa direzione, notando in lontananza la sagoma grigia di una accademia galleggiante, che si ingrandiva progressivamente.
 
Eccola… la BC Freedom!
 
La ragazza era sempre più nervosa, il cuore le batteva forte. Si lisciò nervosamente il volto con ambo le mani. La nave-scuola si faceva sempre più vicina, più grande, fino a quando non potè vederla nitidamente. E ciò che vide la lasciò di sasso.
 
Ajapa…
 
Pensò, sbigottita.
 
Una volta aveva visto una foto della penisola coreana scattata di notte, dallo spazio: il Sud era tappezzato di luci artificiali, sembrava un prato costellato di lucciole; al contrario, il Nord era quasi totalmente immerso nell’oscurità. La BC Freedom, in un certo senso, le ricordava quella foto: metà della nave era composta da spazi verdi, intervallati da strade e vie; l’altra aveva un aspetto brullo, squallido…Sembrava un enorme pantano. L’unica nota di colore in quella distesa marrone era il grigio degli edifici.
 
Sembra quasi che due diverse navi si siano fuse, dando vita a questa.” Commentò Mikoto, sorpresa quanto lei.
 
*****
Giunto sopra l’eliporto dell’accademia, l’Eurocopter iniziò la fase di discesa, poggiandosi delicatamente al suolo. Quando i motori furono spenti, Mikoto e Miho si alzarono in piedi. Miho era un fascio di nervi, si sentiva come se fosse al cospetto di uno tsunami colossale pronto a travolgerla.
 
Coraggio, Miho… Sii forte!
 
Provò a dirsi.
 
Tuttavia, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare… Se fosse stata sul vecchio Panzer IV (chissà dov’era finito) con le sue ormai ex compagne di squadra avrebbe manifestato fermezza, coraggio, nervi saldi. Ma lì era insicura, timida, ansiosa.
 
****
Scese a terra le due ragazze si guardarono intorno: Mikoto con curiosità, Miho spaesata; si sentiva come se avesse messo piede su Urano, il pianeta più periferico della Via Lattea. La pista d’atterraggio ospitava 4 elicotteri Breguet G.111, di colore grigio.  Nell’aria risuonava lo stridio di alcuni gabbiani, che volavano alti in cielo.
 
Ok, siamo qui… Ma ora?” Domandò la domestica.
 
Nishizumi era altrettanto confusa. Si aspettava che qualcuno la aspettasse all’arrivo, invece non c’era anima viva.
 
Forse questa non è la BC Freedom, una un’altra accademia.
 
Ipotizzò. Poi però, avvicinandosi agli elicotteri, notò il logo della BC sulle fiancate.
 
Ok, l’accademia è giusta… Quindi come mai non c’è nessuno ad attendermi?
 
Si chiese.
 
Dopo qualche minuto udì il rombo di un motore avvicinarsi. Voltatasi, notò una Simca 5 blu, anch’essa col logo della BC sulle portiere, diretta verso di loro.  Quando le ebbe raggiunte si piazzò davanti ad esse. Dopo pochi secondi il finestrino sì abbassò e sia Miho che Mikoto notarono la conducente, una bionda coi lunghi capelli che le arrivavano alla schiena e occhi celesti, che indossava l’uniforme BC: camicia bianca con cravatta rossa e blu; gonna blu scuro; cardigan blu reale; un paio di scarpe Mary Jane. Indicò Nishizumi e le domandò:
 
Cos’è quella?
 
Inizialmente confusa, Miho si ricordò che teneva ancora tra le mani la busta che le aveva dato Chiyo.
 
Ecco… Da parte di Shimada-sama! Mi ha detto di consegnarla a Marie.” Spiegò.
 
La bionda la fissò insospettita, ma annuì.
 
Sali a bordo, lei ti attende!
 
Lei annuì, aprì la portiera, si sedette accanto all’autista. Mikoto fece per salire a sua volta, ma la ragazza la bloccò.
 
Tu no!
 
La servitrice della famiglia Shimada rimase stupita da quella risposta.
 
Come io no?” Domandò, con un certo stupore.
 
Mademoiselle Marie non mi ha detto nulla di te…Vuole solo Miho. E quest’auto ha solo due posti. Dovrai attendere qui.” Le spiegò la conducente.
 
Anche se dispiaciuta, Miho dovette riconoscere che la bionda aveva ragione. Non c’era posto, sull’auto, per Mikoto. Così, con rammarico, le disse:
 
Sumimasen, Mikoto-san… Da qui in poi andrò da sola.
 
La corvina, anche se contrariata, annuì.
 
Dopotutto deve solo sostenere un colloquio, non calarsi in una fossa piena di Mamushi…
 
Kōun o.” Le augurò.
 
Miho le sorrise.
 
Arigatō.” Rispose.

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Capitolo 33
*** Un nuovo inizio, parte 5 ***


La vettura procedeva attraverso le strade della città galleggiante, con Miho intenta ad osservare il paesaggio attorno a sé e la sua accompagnatrice concentrata sulla guida. Inizialmente vide solo prati e siepi, costellati da qualche albero, poi arrivarono nel centro abitato vero e proprio.  Gli edifici avevano i tetti color indaco; lungo la strada che stavano percorrendo si affacciavano diversi bar, caffè e ristoranti, alcuni dei quali all’aperto; alcune studentesse giravano in scooter, o conducevano carrozze trainate da una coppia di cavalli, o passeggiavano a piedi, tenendo in mano un parasole.
 
Un posto tranquillo…
 
Pensò.
 
Senti… Posso sapere il tuo nome?” Domandò, rivolta all’autista.
 
Chiamami Claire.” Rispose quest’ultima.
 
Detto ciò le rivolse una breve occhiata, come per sincerarsi che fosse veramente lì.
 
Tu… Sei Miho Nishizumi, giusto?” Le chiese.
 
La castana annuì.
 
Hai.
 
Non rimase sorpresa dal fatto che la ragazza l’avesse riconosciuta, dato il clamore mediatico suscitato dal suo (mancato) suicidio: il suo volto era apparso su TV, giornali, social per settimane; le erano stati dedicati servizi televisivi, articoli in prima pagina sulle principali testate giornalistiche (Asahi Shinbun, Japan Today, Mainichi) e via dicendo. Era dai tempi della finale del 62° torneo nazionale di sensha-do che non si ritrovava sotto i riflettori, quando i media avevano parlato per settimane del suo eroico salvataggio dell’equipaggio di un Panzer III, altrimenti condannato alla morte per annegamento. Alcuni l’avevano elogiata, altri criticata (compresa sua madre). Allora aveva deciso di sparire dalle scene, trasferendosi alla Ooarai, con l’intenzione di non praticare più il sensha-do. Il resto, come si suol dire, era storia.
 
Tutti ti danno per morta… Eppure eccoti qui.
 
Detto questo Claire, senza distogliere l’attenzione dalla strada,  le accarezzò la coscia destra, facendola trasalire.
 
E di sicuro non sei una yurei… Quindi sarei curiosa di saperne di più su questa faccenda.
 
Miho, rossa in volto per ciò che le aveva fatto la bionda, abbassò lo sguardo.
 
E-ecco… Io…” Provò a dire.
 
Venne zittita da Claire, che le posò l’indice sulle labbra.
 
Me lo spiegherai a tempo debito. Ora non c’è tempo.” Affermò quest’ultima.
 
Nishizumi rimase leggermente confusa (e anche un po’ contrariata) dal suo comportamento. Si prendeva troppe confidenze, e il suo sguardo… Era glaciale. In ogni caso era meglio tenere per sé certe impressioni. Ad un certo punto la Simca rallentò, e Claire le chiese:
 
Questo è il tuo primo colloquio col capitano, giusto?
 
Lei annuì.
 
Hai…
 
La bionda emise un sospiro, poi disse:
 
Non rivolgerti a mademoiselle Marie a meno che lei non ti parli per prima; se è al telefono aspetta che abbia finito. Usa un tono rispettoso: niente parolacce, niente sarcasmo, niente arroganza. E niente bugie. Il comandante sa capire quando una persona mente.
 
Le rivolse una occhiata severa.
 
Sono stata chiara?
 
Miho annuì. Quei discorsi erano molto simili a quelli che sua madre faceva a lei e a sua sorella prima di incontrare persone importanti. Un mantra che le si era impresso a fuoco nella mente da anni.
 
Appena arrivate…
 
Claire si chinò e raccolse da terra un casco da motociclista, che passò alla castana.
 
…Indossa questo. Nessuno deve vederti in viso, tranne Marie.
 
Miho lo prese e lo osservò con attenzione. Era un casco integrale, di colore nero.
 
Devo indossarlo proprio? Con questo caldo e è come se infilassi la testa in un forno acceso…” Affermò, angosciata alla sola idea.
 
Se non vuoi che si sparga la notizia che sei ancora viva sì.” Replicò la conducente.
 
Miho, anche se controvoglia, annuì di nuovo. Non aveva molta scelta, in quel frangente.

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Capitolo 34
*** Un nuovo inizio, parte 6 ***


La Simca 5 arrivò in una piazza dalla forma circolare, fermandosi vicino a una colonna di bronzo, piazzata al centro.
 
Ora mettiti il casco!” Ordinò Claire.
 
Miho sbuffò, obbedendo controvoglia. Si sentiva ridicola con quel coso in testa.
 
Spero solo di non doverlo indossare a lungo…
 
Sperò.
 
****
Scesa dall’auto si guardò intorno: la piazza era delimitata da vari edifici, tra cui un ufficio postale, alcuni bar, una edicola, una cattedrale (o almeno così sembrava) e una tetra fortezza medievale di stile europeo, alta 3 piani.
 
Ma… Quella è la Bastiglia?” Domandò, indicando l’edificio suddetto.
 
È la sede del nostro liceo, modellata sulla Bastiglia.
 
Ma è bruttissima!
 
Pensò la ex Ooarai, evitando di esprimere tale pensiero a parole.
 
In confronto all’accademia Ooarai, che aveva l’aspetto standard dei licei giapponesi, e alla Kuromorimine, la cui sede era un edificio di 5 piani in stile gotico, la BC Freedom sembrava un ammasso informe di mattoni. Un pugno in un occhio, rispetto agli edifici circostanti. Claire sembrò notare la sua aria leggermente disgustata, ma non disse nulla.
 
Ora diamoci una mossa, mademoiselle Marie non apprezza le ritardatarie.” Affermò.
 
Nishizumi annuì.
 
****
L’ingresso del liceo era piantonato da due studentesse, che scattarono sugli attenti quando le videro… O meglio, quando videro Claire. Alla strana figura in casco rivolsero una occhiata confusa, ma non commentarono.
 
Che Marie le abbia informate del mio arrivo?
 
Si ritrovò a chiedersi Miho.
 
Bonjour les filles!” Salutò la bionda.
 
Bonjour, mademoiselle Claire. Quella sarebbe l’ospite?” Domandò una delle sentinelle.
 
Claire annuì.
 
Oui.
 
****
Varcate le porte dell’edificio scolastico si ritrovarono nell’atrio, che con sorpresa di Miho era diverso da come se lo aspettava: le pareti erano rivestite di carta da parati a righe verticali blu e nere (un po’ pacchiane, secondo Miho); sull’ampio salone si affacciavano 3 porte; una rampa di scale portava al piano di sopra. Le uniche persone presenti erano due studentesse, una bionda con i capelli corti e gli occhi blu, l’altra con corti capelli scuri e occhi castani. Erano intente a conversare tra loro, quando videro le nuove arrivate.
 
Asparagus… Bordeaux…” Le salutò Claire, rivolgendo loro un caloroso sorriso, ricambiato.
 
Salut, Claire. Chi è questa?” Le chiese la bionda, Asparagus, indicando Miho.
 
Ehi, Kim-Jung Yeon! Ti sei decisa a uscire dalla cameretta?” Domandò Bordeaux, con tono sarcastico, rivolta alla suddetta.
 
Nishizumi rimase in silenzio, anche perché non sapeva chi fosse questa Kim-Jung Yeon.
 
Lei è con me… Mademoiselle Marie la sta aspettando.” Replicò Claire.
 
Le due ragazze sembrarono poco soddisfatte dalla risposta, ma annuirono. Doveva trattarsi di una personalità importante, vista tale segretezza. Asparagus sbuffò.
 
Beh, dovrete aspettare… Poco fa era a colloquio con una sua collega.” Disse.
 
Quell’affermazione lasciò di sasso sia Miho che Claire.
 
Ma è stata proprio lei a dirmi di andare a prendere Mi…
 
Claire si interruppe.
 
…La sua ospite!” Concluse.
 
Merde… Speriamo non mangino la foglia!
 
Pensò.
 
Miho, che aveva rischiato seriamente di finire smascherata, tirò un sospiro di sollievo. Dal canto suo Bordeaux si strinse nelle spalle.
 
Una visita a sorpresa, è atterrata nella latrina ed è giunta fin qui.” Disse.
 
Latrina? Deve trattarsi della sezione est della scuola…
 
Ipotizzò Nishizumi, e già il fatto che venisse chiamata in quel modo non era un buon segno. Che fosse un covo di delinquenti? Ricordava che alla Ooarai i bassifondi (noti come Johannesburg, dall’omonima città sudafricana) erano popolati dagli elementi più ribelli del liceo, e lì il consiglio studentesco non aveva alcun potere. Che alla BC esistesse una simile terra di nessuno?
 
Capisco… Ora scusateci, ma dobbiamo proprio andare.
 
Detto ciò Claire si incamminò, seguita a ruota da Miho. Asparagus e Bordeaux le videro allontanarsi e salire le scale.
 
Questa faccenda mi puzza un po’… Chissà chi si cela dietro… Anzi dentro il casco.
 
Pensò la prima.
 
Di sicuro non era un ospite qualsiasi, o il comandante non avrebbe preso misure per celarne l’identità.
 
*****
Giunte al 1° piano Miho e Clair notarono, a una certa distanza, due studentesse intente in una discussione accesa: una era bionda con i capelli che le arrivavano fino al collo e occhi azzurri; l’altra aveva la pelle abbronzata, capelli neri che le arrivavano al collo e occhi castani.
 
 
…Stracciona!” Disse la bionda, con un misto di arroganza e disgusto.
 
La corvina, furibonda, la afferrò per il bavero della divisa.
 
A chi hai dato della stracciona, Mamushi?” Le domandò, minacciosa.
 
Lei, per nulla spaventata, si liberò dalla presa e puntò l’indice contro la sua interlocutrice.
 
Prova a indovinare! Vedi forse altre straccione oltre a te da queste parti?
 
Preoccupata, Miho fece per intervenire, ma Claire le bloccò il passo.
 
Non sono affari tuoi, Nishizumi…” Le disse a bassa voce.
 
La ex Ooarai la guardò come se fosse pazza.
 
Ma… Stanno litigando, non le vedi?
 
“Bisticciano spesso, non ti preoccupare. Noi dobbiamo solo raggiungere l’ufficio di mademoiselle Marie.  E attenta a non farti notare!
 
Miho sbuffò.
 
“Mi farei notare meno senza questo coso in testa… Sto sudando!” Affermò.
 
E al pomeriggio sarà anche peggio…
 
La bionda scosse il capo.
 
Il tuo volto è troppo noto. Per il momento continua a indossarlo. Ora andiamo, ma in silenzio.
 
Le due ragazze, camminando piano, si avviarono lungo il corridoio.  Le due studentesse continuavano a discutere animatamente, senza accorgersi di quello che accadeva attorno a loro.
 
…Montatevi la testa, siete solo delle vipere snob!” Esclamò la corvina.
 
La bionda le rivolse un sorriso beffardo.
 
Rozza come sempre, vedo…
 
****
Superato anche questo ostacolo il duo giunse finalmente al secondo e ultimo piano. Qui, contrariamente ai precedenti piani, erano situati non classi ma uffici legati all’amministrazione del liceo galleggiante. L’ufficio di Marie (anzi, del consiglio studentesco di cui lei era la presidente) era situato al centro del corridoio, e vi si accedeva tramite una porta di noce con sopra una targhetta dorata che recava la scritta, in francese e giapponese:
 
Consiglio studentesco
 
Ci siamo…
 
Pensò Nishizumi.
 
Ora possiamo solo attendere…
 
Dichiarò Claire, per poi sospirare.
 
Speriamo non ci voglia molto.” Aggiunse, incrociando le braccia.
 
La ex Ooarai la guardò incerta.
 
Non potremmo bussare subito?” Propose.
 
Lei le scoccò una occhiataccia.
 
Se vuoi farla irritare sì… Odia essere disturbata.” Replicò.
 
Miho deglutì. L’ultima cosa che voleva era attirarsi l’antipatia di un pezzo grosso del liceo. Iniziò così ad attendere: passarono 5 minuti, 10, 15… Ad un certo punto la porta si aprì… E per poco non le venne un infarto. Davanti a lei era comparsa Eclair, capitano della Maginot. Quest’ultima rivolse loro una occhiata incuriosita (in particolare alla ragazza con il casco) ma si limitò a salutarle con un inchino e ad allontanarsi, scendendo poi le scale.
 
Meno male che ho il casco, o mi avrebbe riconosciuta subito…
 
Pensò Nishizumi, sollevata.
 
Ora posso entrare?” Domandò.
 
Claire annuì.
 
Oui… Ma ricorda: se è al telefono aspetta che abbia finito.
 
Miho annuì a sua volta.
 
Hai.

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Capitolo 35
*** Il colloquio. ***


Appena varcata la porta dell’ufficio, Miho si guardò intorno con un certo nervosismo: alle pareti erano appesi alcuni dipinti e foto, tra cui una che ritraeva  una veduta della Torre Eiffel di Parigi; vicino alla parete destra era piazzato un divano rosso; un’ampia finestra dava sulla baia; al centro era piazzata una scrivania, con due poltrone davanti, una blu e una bianca e, sul lato sinistro, la bandiera della BC Freedom, con al centro un esagono blu e rosso che conteneva le lettere B, C e una croce di Lorena, sopra uno sfondo indaco; sotto di esso c’era la scritta, in lettere bianche:
 
BC Freedom Academy
 
Seduta alla scrivania stava una bionda con i capelli che le arrivavano alle spalle e occhi verde scuro; parlava al telefono, e davanti a sé teneva un vassoio pieno di Pain au chocolat e una tazza di latte al cioccolato.
 
Kuso, ora mi toccherà aspettare…
 
Pensò, infastidita.
 
La bionda intanto continuava a parlare al telefono, senza degnarla di uno sguardo.
 
…Rassegnato le dimissioni?
 
“…”
 
Capisco… Beh, non la biasimo, vista la rovinosa disfatta subita.
 
Nishizumi fece qualche passo in avanti, rimanendo in silenzio.
 
Anche io ci sono rimasta male il mese scorso… Pensavo di avere intrappolato la St. Gloriana, ma purtroppo la situazione mi si è ritorta contro, e ciò che doveva essere una sfavillante vittoria si è rivelata una cocente sconfitta.
 
Marie sbuffò, assumendo una espressione imbronciata.
 
“…”
 
Senza offesa, Maiko, ma usando solo carri leggeri voi della Bonple uscirete sempre battute da avversarie più forti, come la Pravda e la Kuromorimine. Ho sentito che persino Anzio ora ha un carro pesante... Un P26/40.
 
Si voltò verso Miho, indicando la poltrona blu.  La castana la ringraziò con un cenno e si sedette.
 
Come lo so? Beh, ufficialmente è un’arma segreta, ma sai come sono le studentesse di Anzio… Delle gran pettegole!
 
Ridacchiò.
 
Oggi andranno contro la Saunders… Sono spacciate, fidati! Kay ne farà hamburger!” Affermò.
 
Anzio… È l’accademia frequentata da Saori! Mentre Saunders… Yukari si è trasferita lì dopo la chiusura della Ooarai.
 
Pensò Nishizumi.
 
Il rimorso che provava per l’aver fallito nel salvare la Ooarai riaffiorò, almeno parzialmente. Se il match contro la Saunders si fosse concluso diversamente, ora lei e le sue ex compagne avrebbero combattuto unite sotto lo stendardo della Ooarai; invece avrebbero combattuto l’una contro l’altra, sotto diverse bandiere. A volte sentiva la loro mancanza… Non poteva nemmeno contattarle. A Tokyo aveva Alice, Chiyo e Mikoto, ma la prima era all’università 5 giorni su 7, la seconda era spesso impegnata col lavoro e la terza con le faccende domestiche. Qui alla BC, attualmente, non aveva nessuno, anche se sperava di farsi nuove amiche. Dopo qualche minuto Marie attaccò e mangiò avidamente uno dei brioche. Quando ebbe finito si rivolse alla sua ospite, con tono cordiale:  
 
Puoi anche toglierti il casco… Qui siamo solo io e te.
 
Sollevata, Miho annuì e si tolse il casco, che posò vicino ai suoi piedi.
 
La bionda la squadrò da capo a piedi, poi disse:
 
Bene, ora possiamo iniziare il colloquio.
 
Nishizumi la guardò confusa.
 
Ma… Non ti sorprende il fatto che io sia ancora viva?” Domandò.
 
Marie le rivolse un sorriso sornione.
 
Beh, il tuo corpo non è stato ritrovato… E poi so che gli orsi neri, pur attaccando gli umani, non si nutrono di essi. Ma i poliziotti che ti cercavano ignorano certi dettagli…
 
Prese un altro croissant e lo offrì a Miho. Questa lo accettò e lo mangiò.
 
Io non so come è andata ad Aokigahara… E neppure mi interessa. Ma dal momento che sei entrata nelle grazie di madame Shimada, immagino che tu abbia abbandonato i tuoi intenti suicidi.” Dichiarò.
 
Nishizumi annuì.
 
Hai.
 
La bionda bevette un sorso di latte.
 
Tu… In passato hai frequentato la Kuromorimine, giusto? Ma dopo il salvataggio delle tue compagne sei sparita dalle scene, trasferendoti alla Ooarai.
 
Miho annuì di nuovo.
 
Hai… In entrambe ero nel team di sensha-do, prima come vice-comandante e poi come comandante.” Spiegò.
 
Marie emise un sospiro.
 
Sotto il tuo comando la Ooarai ha creato dei grattacapi alla Saunders, ha messo alle corde la St. Gloriana e ha battuto la Maginot… Buoni risultati.
 
Miho fece una faccia imbronciata.
 
Due sconfitte e una vittoria contro un team indebolito… Non mi sembrano grandi risultati.” Disse.
 
La sua interlocutrice le rivolse un sorriso amichevole.
 
Per essere un team di principianti lo sono, fidati. Anche l’Armata d’Italia era malridotta, ma con Napoleone al suo comando ottenne grandi vittorie nella penisola.
 
Lei scosse il capo.
 
Io so solo una cosa… Che la salvezza della Ooarai dipendeva da me, e ho fallito miseramente! A causa della mia inettitudine…
 
Marie la zittì con un cenno.
 
Miho, comprendo il tuo rimorso… Ma questa è la vita reale, non una serie anime, e neppure una fanfiction. E la vita è fatta anche di fallimenti, delusioni, tragedie. Tu hai fatto del tuo meglio ma…
 
Sbuffò.
 
…Non è bastato. Ora devi guardare avanti. Ripensare agli errori passati ti farà solo star male. Come dice il proverbio: l’acqua rovesciata non ritorna nel vaso.
 
Nishizumi si massaggiò le tempie e annuì. Poteva sentirsi in colpa quanto voleva, ma ormai il danno era fatto. Non si poteva modificare il passato.
 
Il capitano della BC Freedom bevette un altro sorso di latte, poi disse:
 
Ma ora iniziamo il colloquio. Dovrai rispondere ad alcune domande di routine. Sei pronta?
 
Miho annuì senza esitare.
 
Ormai sono qui, non posso mica dire: non me la sento, ripasserò domani.
 
“Prima domanda: sai parlare il francese?”
 
So parlare il tedesco e l’inglese molto bene…
 
La ex Ooarai si interruppe, notando che Marie la guardava storto.
 
Non ti ho chiesto se sai parlare il tedesco e l’inglese… Ti ho chiesto se sai parlare il francese.” Disse quest’ultima, con un tono scocciato.
 
Conosco qualche parola.” Fu la risposta.
 
E dimmi, intendi continuare a praticare il sensha-do?
 
La castana annuì di nuovo.
 
“Hai… Ammetto che fino a poco tempo fa non mi attirava, ma il breve periodo alla Ooarai me lo ha fatto apprezzare:” Dichiarò.
 
L’umore della bionda si fece nuovamente allegro.
 
Excellent… Mi saresti utile come comandante di carro.” Affermò, con un sorriso smagliante.
 
Ma andiamo avanti… Ti impegni a rispettare il regolamento scolastico?
 
Hai.
 
A non creare problemi di sorta?
 
Hai.
 
Ad essere amica di tutti?


Hai.
 
A dare il massimo sia negli studi che nel sensha-do?
 
Hai.
 
Il sorriso di Marie si fece più ampio.
 
Très bien… La prima fase del colloquio è conclusa. Ora passiamo alla seconda.
 
Miho la guardò incuriosita.
 
In cosa consiste?” Le chiese.
 
La bionda si strinse nelle spalle.
 
Visto che sei qui in incognito, dovrai crearti una identità fittizia. Ti consiglio però di non dire che sei una ex kuro… Le ragazze potrebbero insospettirsi. Data la tua conoscenza dell’inglese potresti essere una ex Koala, o una ex Saunders, o una ex Maple… Ci penserò.
 
Ma… Come farò a passare inosservata? Il mio volto è più che noto!” Obiettò Nishizumi.
 
Marie non sembrò affatto turbata da ciò. Si alzò in piedi, aprì la porta dell’ufficio e chiamò:
 
Claire!
 
La diretta interessata fece il suo ingresso pochi secondi dopo, domandando:
 
Oui, mon capitaine?
 
Accompagna la nostra ospite al club di moda, ha bisogno di una risistemata. Poi riportala qui.
 
Claire scattò sugli attenti, poi si rivolse a Miho:
 
Alza il culo dalla sedia e rimettiti il casco!
 
Nishizumi obbedì.

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