S.Q.I.A.Q.N.H.R.A.

di Woody Lee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sei a Zero ***
Capitolo 2: *** G87 ***
Capitolo 3: *** Piroetta ***
Capitolo 4: *** Niente di Serio ***
Capitolo 5: *** Venire è bellissimo ***



Capitolo 1
*** Sei a Zero ***


E' da sola.
Questa è la mia unica chance.
Le mie gambe si mossero da sole e mi accostai a lei che guardava un quadro appeso alla parete. Era la copia di un Monet.

"Bellissimo, un pezzo unico." diceva sottovoce mentre passavo silenziosamente dietro di lei. 
"Bellissimo, un pezzo unico" dissi addossandomi al quadro e quindi superandola.
Mi girai a vederla e lei ricambiava.
"Scusa, ti sono passato davanti" 
Quasi sfiorando la sua spalla, rimasi a osservare il quadro per qualche secondo. 
Di scatto voltai lo sguardo verso il suo:

"Sono Davide."
"Anna, piacere."
"Ti posso offrire un caffè al bar?"
"No, prendo solo Pocket Coffee."
Ne tirò fuori uno dalla tasca dei jeans, lo scartò e lo mangiò giocandoselo con la lingua.

"Allora pranziamo insieme." dissi.
"Ho il pranzo al sacco." rispose mostrandomi lo zaino in spalla.
"Che ne dici di un aperitivo? Hanno pure il calcetto al bar se vogliamo gioc..."
"L'ho già fatto con i miei amici e li ho battuti tutti a calcetto."
"Non hai battuto me!" Rispondo
.
Dopo avermi battuto a calcetto con poche difficoltà, mi tirò una pacca sulla spalla e mi costrinse a passare sotto al calcetto perchè, secondo Anna, al sei a zero è regola. Colpì la testa su una sbarra di ferro. Quando mi rialzai in piedi lei era sparita.

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Capitolo 2
*** G87 ***


In fila alle poste.
Una signora anziana, ma non troppo, si avvicinò ad un uomo seduto su una sedia che
tranquillamente aspettava il suo turno.
"Scusi, non è che posso sedermi io qui?" Chiese la signora.
L'uomo alzò lo sguardo.
"Mi spiace, no" E lo abbassò di nuovo sul telefono.
La signora rimase di pietra.
Tesi l'orecchio verso di loro.

"Posso chiederle perchè?"
L'uomo alzò di nuovo lo sguardo.
"Perchè ci sono gia io qui. Può sedersi qui accanto."
Le indicò la sedia vuota accanto a lui con il gomito ma la signora decise che quel lunedì mattina doveva ritirare la propria pensione provocando odio a qualcuno. 
"Ma guardi che io non voglio sedermi lì. Se le ho chiesto di spostarsi è perchè così mi sono espressa e lei da signore bene educato dovrebbe assecondare le richieste di una vecchietta"
Intanto il posto accanto a lui veniva occupato da un uomo barbuto.
"Che numero ha lei?". Chiese l'uomo.
"G87" Gli mostrò con fierezza il biglietto.
L'uomo sospirò mettendosi il cellulare nella tasca del giubbotto.
Si alzò in piedi e fece spazio alla signora che si sedette felicemente sulla sedia conquistata.
"G87. E' la fila delle pensioni." disse con le mani in tasca.
"Esatto" rispose la signora.
"Vede il tabellone? G87 è passato da ormai sette numeri. Se la smettesse di fare la vecchietta arrugginita, avrebbe già riscosso i suoi soldi e adesso starebbe in piazza a godersi i necrologi."
La signora tacque il suo sorriso.
L'uomo aveva vinto.
Puntò gli occhi su di me e notai che l'imbarazzo le fece dilatare le pupille.

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Capitolo 3
*** Piroetta ***


Fuori dalla disco c'era un caldo pazzesco.
Esce uno accanto a me e

Piroetta

Su se stesso e va davanti a sè.
Ma io dico, 
bé, 

E' chiaro che questo non è vero
E me lo sono immaginato.

Io mi fermo col mio amico
E sigaretta e com'è
Che lo stesso tipo
Piroetta
Di nuovo
Davanti a sè.

Era freddo, umidiccio e gli veniva da prudere all'orecchio destro
ogni volta che una ragazza gli parlava.

Più incredibile non è!

Noi che fumiamo, ridiamo e ci chiediamo
Com'è possibile che quel tipo piroetti così bene
Su un piede solo?

Gli chiediamo informazioni:

"Ho la sindrome di Tourettes"
Un lungo "AH" in Si bemolle settima sorprende le sue orecchie che lo fa piroettare di nuovo su un piede solo.

E noi due lo facciamo insieme a lui.

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Capitolo 4
*** Niente di Serio ***


Una volta ho visto scritto su un muro “Morte agli stronzi”.
Poi mentre stavo attraversando sulle strisce, un tipo stava per mettermi sotto con la macchina ma fortunatamente frenò in tempo e riuscì a scansarsi. Anche se la macchina non avesse frenato in tempo, non mi avrebbe colpito.
“Ma va sto stronzo!” lo gridai d’impulso. Chi guidava la macchina era una signora piuttosto anziana, era vestita di bianco con un cappellino di lana a coprirle la chioma liscia e bianca che cadeva sulla sua schiena.
“Oh scusa caro, non ti avevo visto.” Venne a vedere se fossi ancora vivo.
“Mi hai quasi ucciso, cazzo!” Gridai ancora più forte. La signora sembrava sul punto di accarezzarmi.
“Ma non mi tocchi, Porco D***!”
Si ferma un signore accanto a noi.
“Ma che ti bestemmi!?” mi dice.
“Mi stava mettendo sotto con la macchina!”
“Ok, ma non bestemmiare! Non è bello.”
“Non sono bello io, morto sull’asfalto! Chi sarebbe lei?” Gli gridai.
“Nessuno, sono solo di passaggio e…”
“E allora taci vecchio! E lei…” indicai la signora che si era appoggiata alla macchina.
“Non si rende conto che mi stava per ammazzare? Dove cazzo sta andando così di corsa?”
“Sto andando al cimitero a salutare la mia mamma”
“Ci mancava un millimetro che andavo io a salutarla al posto suo! Oh si, sua figlia mi ha appena ucciso in macchina, ma niente di serio!”
Il signore che si era fermato riprese a camminare nella sua direzione.
“Scusa caro, farò più attenzione la prossima volta. Andrò a mirare dritto alle tue gambe” e sorrise come se stessimo parlando di Gesù.
Risalì in macchina e mi salutò con un gesto della mano per poi partire in quarta come un rider su un Harley, anche se lei guidava una Twingo.
Presi un respiro profondo, feci un passo e schiacciai una cacca sul marciapiede.
Bestemmiai e lo stesso signore di prima stava passando accanto con un giornale sotto il braccio.
“Hai rotto il cazzo!”

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Capitolo 5
*** Venire è bellissimo ***


“Un eccentrico figlio di puttana mi raccontò, una volta, una storia che ha dell’incredibile.
Eppure a questo tipo lo conosco benissimo, non dice mai stronzate!

Mi raccontò di essere stato rapito dagli alieni e di aver partecipato ad una mega-orgia interraziale extraterrestre.
C’erano forme di vita diverse, in un punto a lui sconosciuto dell’universo, che si eiaculavano addosso per lo scopo della riproduzione. Ovviamente partecipò anche lui, mi disse di aver fatto sesso con quattro aliene diverse per ore. Prima di ciò, era stato portato in una stanza dove gli venne iniettato un liquido blu gelido in tutte e due le palle. Non sentì dolore, a parte il gelo allo scroto. Secondo lui, quel liquido blu avrebbe accelerato la produzione di spermatozoi mandandolo letteralmente in bestia.
Disse che le aliene erano stupende creature di altri mondi e che al tempo della loro unione, in un certo senso, era come se si conoscessero già, come se fossero stati amanti da giovani, ritrovandosi poi, dopo una vita intera. Per ore e ore, disse, durò l’orgia e giusto il tempo di schizzare un’ultima volta dentro ad una delle aliene, l’eiaculazione più forte secondo lui, perse ogni energia in corpo e si addormentò di colpo.
Il mattino dopo, si risvegliò nel suo letto con un fortissimo dolore alle palle, così forte da farlo vomitare.
Io non penso sia una stronzata, in fondo un po’ di verità potrà anche esserci in questa sua storia.
Se qualcuno lassù, infinitamente più avanzato di noi in tutte le categorie possibili, pensa che sia una grande idea far accoppiare razze viventi da ogni angolo dell’universo, che lo facciano pure. La vita deve pur partire da uno schizzo, o no?
E se la nascita dell’universo stesso fosse tratto da un debole schizzo di sperma su un’ovaia grande poco meno di una particella subatomica? Chi lo smentirebbe?”
 
Ascoltai quella storia con una mano in fronte.
“Forse è meglio se quell’eccentrico figlio di puttana smettesse di bere! E tu dovresti rivedere le tue amicizie”

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