Becoming Bella di Vichy90 (/viewuser.php?uid=76792)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Arrivo a Forks ***
Capitolo 3: *** Inconti ravvicinati del 4° tipo ***
Capitolo 4: *** Presentazioni Ufficiali ***
Capitolo 5: *** Entrando nella Storia ***
Capitolo 6: *** Facciamo.... la Pace? ***
Capitolo 7: *** Buoni Motivi per Odiarsi di Meno ***
Capitolo 8: *** Ballo di Primavera ***
Capitolo 9: *** Ritorno alla Realtà ***
Capitolo 10: *** Attirare l'Attenzione ***
Capitolo 11: *** Casa Dolce Casa ***
Capitolo 12: *** Teoria X-Files ***
Capitolo 13: *** Tregua ***
Capitolo 14: *** Passi Affrettati ***
Capitolo 15: *** Rimedi Sbagliati ***
Capitolo 16: *** La Lotta ***
Capitolo 17: *** Istinti Naturali ***
Capitolo 18: *** Proposte e Controproposte ***
Capitolo 19: *** Mi vuoi sposare? ***
Capitolo 20: *** La Giornata ***
Capitolo 21: *** Preparazione e Privatizzazione ***
Capitolo 22: *** Addio al Nubilato ***
Capitolo 23: *** Conto alla Rovescia ***
Capitolo 24: *** La Signora Cullen ***
Capitolo 25: *** Insieme ***
Capitolo 26: *** Chi me l'ha fatto fare? ***
Capitolo 27: *** Tramonto ***
Capitolo 28: *** Ciò che si aspetta quando si aspetta ***
Capitolo 29: *** Situazioni Imbarazzanti ed Ormoni Rimbalzanti ***
Capitolo 30: *** La Vera Amicizia ***
Capitolo 31: *** Il Quinto Mese ***
Capitolo 32: *** Lividi ***
Capitolo 33: *** Pensieri, Sangue, Pelle e Ossa ***
Capitolo 34: *** Impasse ***
Capitolo 35: *** Il Nuovo Mondo ***
Capitolo 36: *** La Porta di Aurora Boreale ***
Capitolo 37: *** L'Inizio di una Nuova Vita ***
Capitolo 1 *** Prefazione ***
Prefazione
Mi svegliai di
soprassalto agitata e con la fronte madida di sudore.
Il mio cuore batteva
all’impazzata e per qualche secondo rimasi
seriamente sorpresa dal notare di essere ancora nel il mio letto.
Era stato solo un sogno
ma era sembrato talmente reale.
In quel momento le note
di Clair de Lune -la mia sveglia- riempirono la
stanza. Avevo scelto questa suoneria proprio perché, dopo
aver letto Twilight, mi ero innamorata di quella melodia ed era un
musica
talmente sottile e dolce che mi sembrava perfetta per il mio
risveglio. Peccato che essendomi
svegliata di soprassalto, e poiché mi sentivo
ancora scombussolata dall’incubo, quelle note parevano essere
dello
stesso volume della musica da discoteca e così, come era mio
solito
fare, mi preparai per distruggere il cellulare con un perfetto gancio
destro.
<< AHIA!!!!
CAZZZOO! >>
Ma che cavolo ci faceva
il
muro
dalla parte sinistra del mio letto?
Mi ero paccata la mano,
ne ero sicura!
<< Bella,
cosa stai combinando? Ho sentito una botta forte! Dai alzati o rischi
di
perdere l’aereo. >>urlò qualcuno da
fuori la mia stanza.
….
…
…
Eh?
E questa chi era?
Da che mi ricordassi io
vivevo da sola.
<< Dai
Bella, se perdi l’aereo poi Charlie chi lo sente; muoviti!
>> e in quel preciso momento una piccola donna
magra e col viso dolce si sporse dalla porta << Ma sei
ancora nel letto? Su, preparati. >>
<<
A-arrivo.. >> Non so perché
le risposi, visto che non avevo idea di chi fosse quella
donna, ma l’unica cosa che volevo era che uscisse dalla mia
stanza.
Che poi c’era
un particolare che fino a quel momento mi era sfuggito… quella non era la mia
stanza.
Le pareti erano
verniciate
di una leggera tonalità grigia, tranne una che
invece era ricoperta da uno spesso strato di sughero a cui erano
attaccati tramite chiodini colorati milioni di foto, disegni, biglietti
e tanto altro.
Mi avvicinai a quella
parete e notai con sgomento che nelle foto ero
ritratta io con persone mai viste in vita mia.
Mi venne un capogiro
e mi sedetti sul letto.
Ok, un passo
indietro.. che era successo?
L’ultima cosa
che ricordavo era che la sera prima ero tornata a casa
tardi, avevo litigato con quel idiota di Daniel e per distrarmi mi ero
messa a leggere per la milionesima volta Twilight finchè non
mi ero
addormentata, probabilmente con il libro sulla faccia.
E adesso mi ero svegliata
e mi trovavo in questo
posto. Mi avevano rapita?
Possibile, ma poco probabile.
Poi mi ricordai quello
che aveva detto quella strana donna.
"Prendere un aereo".
"Andare da Charlie".
E mi aveva chiamata "Bella".
No, non era possibile.
No, no… era proprio da escludere!
<< Bella,
per favore dobbiamo andare. Charlie se la
prenderà con me se perdi l’aereo per Seattle!
>>
Oddio…
Ma che era successo?!
|
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Capitolo 2 *** Arrivo a Forks ***
Cap.
1
Arrivo a Forks
Dopo aver
realizzato dove mi trovassi, cercai con calma e razionalità
di trovare una motivazione
che spiegasse
il motivo per cui mi trovavo in quella assurda situazione.
Le
alternative che mi si ponevano davanti erano 3:
1) Era
tutto un sogno. Stavo ancora
dormendo nel mio letto e non me ne rendevo conto.
Peccato
che a me sembrava più che reale tutto quello che
stavo vivendo.
2) Ero
morta. Mentre ero nel letto la
turbina di un aereo era precipitata nella mia stanza uccidendomi sul
colpo in perfetto stile Donnie Darko.
Molto
poco probabile.
3) ...
Non c’è un tre…
Non sapevo come accidenti potevo essere finita in una situazione del
genere e cosa ancora più
inquietante non sapevo come uscirne fuori!
<<
BELLA!! >>
<<
ARRIVO!!! >> urlai a squarciagola
infastidita dalla donna che continuava ad interrompere i miei pensieri.
Mi
diressi così verso l’armadio in cerca di
qualcosa da
mettermi.. peccato che fosse completamente vuoto! Notai solo
allora due neanche tanto grandi valigie ai piedi del
“non
esattamente mio” letto, così frugandoci
dentro trovai un paio di vecchi
jeans e una t-shirt, l’indossai e mi diedi una rapida
occhiata allo
specchio.
Per un
momento rimasi sorpresa nel vedere la mia immagine riflessa,
avevo quasi creduto di essere cambiata anch’io!
Sollevata,
scesi al piano di sotto portandomi dietro il resto delle
“mie” cose.
Io e
Renèe (ormai avevo capito che era lei anche se avrei
preferito non
saperlo) ci dirigemmo all’aeroporto di Phoenix e dopo il
45esimo
abbraccio a cui io cercavo ostinatamente di sfuggire, partii
verso una meta che conoscevo forse fin troppo bene: Forks!
Il
viaggio fù piuttosto lungo e stancante e appena arrivai
a Port
Angeles mi resi conto di non avere la ben che minima idea di cosa fare
e di dove andare. Presa dal panico feci la prima cosa che di
solito una
persona fa quando atterra con un aereo… andare a recuperare
i
bagagli. Poi con le
due valigie in mano iniziai a camminare verso
l’uscita ma
proprio in quel momento mi senti prendere per un braccio.
<<
Hey Bells, è un piacere rivederti.
Renèe come stà?
>>
Quello
doveva essere Charlie, nessun altro sano di mente altrimenti se
ne sarebbe andato in giro vestito da sceriffo… se non a
carnevale.
Mi
limitai ad un << Bene grazie.
>>
Mi
aiutò così a portare le valigie
sull’auto della polizia e partimmo
verso la casa che avrebbe dovuto ospitarmi fino a che non avessi
trovato il modo di tornare indietro.
<<
Ho trovato una buona macchina per te, un affarone!
>>
Me la
ricordavo questa parte.
<<
Davvero? Beh grazie, non dovevi.
>>cercavo di mantenere un tono tranquillo nelle mie
risposte.
<<
Beh ecco.. non è un gran
chè. E' un pick up, me
l’ha dato
Billy Black quello che stà a La Push, ricordi?
>>
Ovvio
che ricordavo<< Sì.. >>
<<
è finito su una sedia a rotelle quindi non
lo può più
utilizzare. >>
<<
Oh beh.. mi
dispiace. Comunque.. grazie.
>> balbettai in imbarazzo.
<<
Di
niente. Beh.. perciò.. benvenuta!
>>
Era
proprio vero. Charlie non ci sapeva proprio fare con le
parole.. io
non ero da meno.
Arrivammo
davanti a casa e non potei fare a meno di notare subito
l’enorme pick up rosso che faceva bella mostra di se lungo il
vialetto.
Che
figata! Avevo una macchina! Io, che non avevo neanche mai avuto
una bicicletta, ora avevo una macchina tutta per me!!
Okay,
magari chiamarla macchina forse era un po’
troppo esagerato, ”Lurido Catorcio” gli si addiceva
di più, ma
comunque avevo un lurido catorcio
tutto per me!!
Charlie
mi aiuto a portare i bagagli nella mia stanza e poi mi
lasciò sola come mi aspettavo.
Mi
sedetti sul letto cercando di ragionare su quello che mi stava
accadendo e iniziai seriamente a preoccuparmi sulla
possibilità di non
poter più tornare indietro. Forse domani
mattina mi sarei svegliata di nuovo nel mio letto, ma se non
fosse stato così?
Beh in
quel caso mi avrebbe atteso la scuola.
Ma che
avrei fatto là?
Insomma,
io tecnicamente avevo finito il liceo ormai da quasi 5
anni, e se mi
avessero fatto domande?
Non mi
ricordavo più niente!
Okay, mi stavo
preoccupando troppo. Era stata una giornata
orribile e
iniziavo a sentire la stanchezza del viaggio fatto, mi misi
così sotto le coperte sperando di non finire a
passare la notte
in bianco a causa di tutti i miei pensieri.
Per fortuna il rumore
regolare della pioggia sul tetto mi cullo fino a farmi
addormentare.
Quando mi svegliaii, il
giorno dopo, non ebbi subito il coraggio di aprire gli occhi.
Me ne rimanevo lì, avvolta nelle coperte calde e profumate
di lavanda,
ad aspettare un minimo suono, un rumore, un leggero segnale che mi
facesse capire di essere
tornata nel mio minuscolo appartamento.
Beh, era anche vero che io abitavo da sola quindi che rumore stavo
aspettando?
Aspettare non aveva alcun senso quindi fui costretta ad aprire gli
occhi.
No, non poteva essere. Ero ancora a Forks! E questo significava solo
una cosa: andare a scuola.
Mi rimisi i jeans del giorno prima e cercai all’interno delle
valigie -che ovviamente ancora non avevo disfatto- un maglione che
combattesse
il freddo glaciale che caratterizzava lo stato di Washinton.
Quando scesi le scale Charlie era già andato a lavoro, e mi
sentii
sollevata dato non mi andava di continuare a fare la messa in scena di
chiamarlo
“papà” ogni volta che lo vedevo.
E poiché non sapevo che fare, e visto che nessuno mi aveva
informato su
dove si trovasse la scuola, presi le chiavi del pick up e decisi di
partire in anticipo così, nel caso mi fossi persa, non sarei
arrivata
in ritardo.
Appena entrai nell’abitacolo l’odore di sigaro e
menta mi colpì in
pieno. Cavolo sembrava che qualcuno avesse nascosto un Arbre-Magique al
tabacco sotto il sedile, che schifo!
Aprì al massimo i finestrini, ignorando la pioggia che
entrava e partì
alla ricerca della struttura scolastica.. e meno male che ero partita
in anticipo! Appena raggiunsi i 40km/h il
pick up sembrava seriamente rischiare l’esplosione.
Per mio grande fortuna a Forks non si economizzava sui cartelli
stradali e ad ogni isolato vi era un segnale che indicava la direzione
per la Forks High School, perciò in 15 minuti circa arrivai.
Mi diressi verso l’edificio dove era stata dipinta a lettere
cubitali
“segreteria” e mi feci dare dalla donna dai capelli
rossi l’orario
delle lezioni, la piantina e il modulo da far firmare ai professori.
Poi come stabilito mi diressi alla prima lezione: letteratura.
Okay, niente di difficile, ero una appassionata lettrice di classici
quindi non ebbi timore di incontrare troppe
difficoltà. Alla fine della
lezione, durante la quale avevo cercato in tutti i modi di farmi
tornare in mente i miei studi passati, si avvicinò a me un
ragazzo
moro, con gli occhiali e con un grave problema di acne.
<< Tu sei Isabella Swan, vero? >>
E chi era questo nerd?
<< Si, sono io ma basta Bella!
>> mi
sentivo proprio una scema a rispondere in questo modo.
<< dov’è la tua prossima lezione?
>>
<< Civica >> mi limitai a dire sperando
capisse che mi stava leggermente infastidendo.
<< Io sto andando all’edificio 4, se vuoi ti
mostro la
strada. >>
Ma anche no.
<< Mi chiamo Eric >>
Ah, ecco chi
era! Caspita me lo immaginavo più carino!
<< Va bene, grazie >> non volevo essere
maleducata e soprattutto non volevo che poi andassero a dire in giro
“ah sì, Bella Swan.. la figlia dello sceriffo..
quella stronza!” così lo
segui rispondendo a monosillabi ai suoi continui tentativi di
conversazione.
Dopo educazione civica andai a Trigonometria, e per fortuna ero forte
in matematica perché il professore, dopo avermi fatto
presentare davanti
a tutta la classe come se fossimo ancora all’asilo, mi face
un paio di
domande a cui io non solo diedi una risposta esatta, ma risolsi il
problema con nozioni che in 4° liceo ancora non vengono
spiegate… Mi salvai in corner dicendo che avevo seguito dei
corsi avanzati.
Sempre a trigo poi conobbi Jessica con la quale scopri, con
mio grande
entusiasmo, di dover frequentare anche spagnolo.
Era bassa, grassoccia ed era prorpio vero! Aveva una permanente
orribile in
testa..ma cosa le era passato per la mente quando era andata dal
parrucchiere?
Però mi fù utile, mi fece conoscere tutto il
resto del gruppo -dalla
simpaticissima Lauren al galante Mike- e soprattutto mi aiutava quando
sbagliavo corridoio e invece dell’aula di inglese mi
ritrovavo nello
sgabuzzino dell’inserviente.
La mattina passo inaspettatamente velocemente e alle 12 in punto suono
la doppia campanella che segnalava l’inizio della pausa
pranzo.
Solo allora mi resi conto che tra tutte le varie preoccupazioni che
affollavano la mia mente mi era sfuggita la cosa più
importante di
tutte: oggi avrei visto per la prima volta Edward Cullen!
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Capitolo 3 *** Inconti ravvicinati del 4° tipo ***
Cap.
2
Incontri
Ravvicinati del 4°
Tipo
Entrai
a mensa
agitata, sarebbe stata la prima volta che
l'avrei visto ed ero curiosa di vedere se era proprio come me l'ero
immaginato. Però ero anche
preoccupata perchè sapevo che quegli speciali
poteri di cui erano dotati avrebbero potuto causarmi qualche
guaio.
E se avessero scoperto da dove venivo e che sapevo tutto di
loro e non solo, sapevo anche come sarebbe
andata la storia? Mi avrebbero di sicuro
presa per matta, o peggio sarebbero
impazziti loro all'idea di essere semplicemente la trama di un libro a
cui io non sò come avevo dato vita.
Ma la
cosa che mi spaventava più di tutte era non avere la
certezza di
non essere "sentita" da lui.
Infondo
la protagonista era dotata di una mente privata e per questo
che non veniva sentita, ma ora non c'era più lei c'ero
io e avendo
una mente diversa forse...
Presa dal panico a quei
pensieri feci dietro front davanti allo sguardo
stupito di Mike e uscì dalla mensa chiudendomi nel bagno
delle
ragazze.
Non ero
sicura che la distanza creata e qualche parete potessero
fermare il potere di Edward ma così mi sentivo
più
sicura e libera di
pensare.
Dovevo trovare un modo per capire se mi sentiva o se anch'io
ero muta come la vera Bella.
Ma come
fare? Infondo ancora non ci eravamo incontrati e magari non gli
sarei nemmeno piaciuta.
Infondo il mio aspetto era rimasto quello di
prima..
Forse
non mi avrebbe neanche notata.
Quante
paranoie.. che lo volessi o no comunque finchè
rimanevo bloccata
nella storia e non trovavo il modo per tornare a casa avrei dovuto
andare a scuola e una cosa era certa, avrei dovuto condividere il
banco con lui a biologia.
Quello
non era di certo cambiato quindi dovevo allenarmi a tenere per me
i pensieri e soprattutto escogitare un modo per capire se mi
sentiva.
Mi
balzo così in mentre un'idea: stupirlo! Ecco la
tecnica!
Avrei
dovuto pensare fortemente a qualcosa che lo stupisse talmente
tanto da causargli una reazione così se avrebbe
reagito
in qualche
modo avrei capito che ascoltava i miei pensieri.
Tornai
così a mensa più tranquilla e mi sedetti al
tavolo vicino a Mike -che mi aveva tenuto il
posto ovviamente- e iniziai a mangiare qualcosa che avevo portato
da casa... e meno male dato che il
cibo della
mensa sembrava la sbobba che davano ai carcerati di Alcatraz.
<<
Bella tutto a posto? prima sei corsa via
così
velocemente, pensavo ti fossi sentita poco bene. >>
e la
dolce manina di Mike si posò sul mio fianco.
Beh,
avrei dovuto ringraziarlo perchè ora avevo qualcosa
con
cui tenere la mente occupata.. come per esempio immaginare tutti i modi
possibili al
mondo per staccare la mano del piccolo Mike!
Con uno
sguardo lo fulminai e lui forse capì che aveva
esagerato
perchè tolse la mano alla stessa velocità con cui
l'aveva postata.
Nel
momento in cui avevo deciso che la manina santa di Mike sarebbe
stata tagliata con una piccola ghigliottina costruita artigianalmente
da me e che l'avrei poi portata come trofeo legata al
collo, mi ritrovai senza più distrazioni, così
mi guardai attorno per
trovare qualcos'altro su cui poter attirare i miei pensieri ma feci
lo sbaglio più grande della mia vita perchè in
quel preciso momento
l'unica cosa che trovai
fu un paio di luminosi, bellissimi e profondi occhi dorati!
Che poi
in realtà quella era una perfetta distrazione
perchè per circa
mezzo minuto non riuscì a pensare più a niente.
Zero.
Vuoto
totale.
Forse
il mio cervello era andato in tilt perchè proprio ero
entrata in
stato catatonico.
Mi
risvegliò la suadente voce di Jessica << ah, hai
notato Edward Cullen! è proprio
un schianto
vero? peccato che se la tiri da morire. Pensa che non siamo
abbastanza per lui... che deficente! >>
distolsi
lo sguardo riposandolo su Jessica e odiandola dal profondo per
avermi tolto da quel mare d'oro in cui stavo nuotando.
Mi
rigirai per guardare nuovamente verso quegli occhi meravigliosi che
mi avevano scombussolato, e soprattutto per vedere il viso del suo
proprietario a cui non avevo prestato attenzione, tanto concentrata ero
sul suo sguardo ma lui non guardava più verso di me, anzi
sembrava
parlare con i suoi fratelli.
Almeno
così potevo squadrarlo
quanto mi pareva senza sembrare una
povera pazza.
Era un
ragazzo piuttosto alto ed era seduto nel
punto più isolato della mensa con altri 4 ragazzi uno
più bello
dell'altro. Erano talmente perfetti da farmi venire voglia di mettermi
un telo sulla testa per non farmi mai più vedere da occhio
umano! Aveva
i capelli di uno strano rosso ramato tutti scompigliati e la pelle era
talmente chiara da sembrare quasi trasparente.
Sembrava
anche magrolino ma era solo l'effetto dovuto alla vicinanza di suo
fratello, enorme quasi quando un armadio e con dei fasci muscolari
talmente sviluppati da poter fare concorrenza ad un lottatore di
wrestling.
Ma la
cosa più stupefacente era il viso: squadrato in
maniera
perfetta, con sottili e piccole labbra rosee e profonde occhiaie a
contornare il miracolo dei suoi occhi.
Era..
Era..
... era
semplicemente.....
.......ORRIBILE!!!
L'essere più
brutto che
avessi visto in tutto il pianeta terra!
A quel
punto Edward si girò di nuovo verso di me incrociando il mio
sguardo. Cercavo di analizzare le sue espressioni ma era veramente
difficile.. sembrava concentrato, stupito, curioso, anche leggermente
arrabbiato.
Boh non
ci capivo niente, per quanto mi riguardava poteva aver avuto anche una
colica!
Non
riuscivo proprio ad inquadrarlo così mi girai e tornai
da Jessica
che sembrava leggermente infastidita dello scambio di guardi che avevo
appena avuto col ragazzo per cui lei sbavava.
Che
sfigata.... tanto gli fai schifo!
E fu in
quel momento che lo senti ridere.
O
meglio, io avevo sentito un dolce suono di campane ma siccome mi
sembrava un pò strano che potessero realmente esserci delle
campane in
una mensa scolastica mi ero girata per capire da dove provenisse una
melodia del genere e solo allora avevo capito che quella era la sua
risata.
Ok, stavo seriamente
impazzendo e forse dovevo prendere in
considerazione l'idea di farmi chiudere in qualche centro specializzato
per malattie mentali.
Cavolo,
certo che era proprio difficile cercare di non pensare! Mi
stava venendo l'emicrania tanto era lo sforzo, così decisi
di prendermi
una pausa << ragazzi
vado un attimo in infermeria, mi è
venuto un
gran mal di testa. >>
<<
Ti accompagno io! >> si offri il
dolcissimo Mike il quale non era ancora a conoscenza del mio segreto
piano di mutilazione della sua mano.
<<
No grazie, credo che riuscirò a
sopravvivere fino
all'infermeria. >> e detto questo mi voltai
e uscii, ma invece che all'infermeria andai
nel parcheggio e mi chiusi nel mio puzzolente pick up.
Forse
era il fumo passivo che aspiravo dai sedili o forse nuovamente
la sensazione di non dover più censurare i miei pensieri ma
il mal di
testa sparì e mi senti subito meglio.
O forse
quasi meglio perchè alla fine di quella pausa pranzo non ero
giunta a nessuna
conclusione nei riguardi di Edward Cullen. Ogni
sua reazione poteva essere direttamente dovuta al fatto che mi avesse
ascoltato ma potevano esserci anche un sacco di altre spiegazioni.
Magari
lo avevano fatto ridere i suoi fratelli e poi mi stavano guardando
tutti, quindi il fatto che mi osservasse non significava nulla.
Uffa
non ci capivo niente! E adesso sarei anche
dovuta andare a Biologia, ma come avrei potuto superare
un'intera ora seduta vicino a lui se in soli 3 minuti ero
già andata
fuori di testa?
Non era
il caso, e poi ricordavo esattamente cosa era successo nel libro
durante quel ora e visto che non ero sicura di non essere una cantante
come lo era invece la vera Bella, non ero molto tentata di
rischiare la mia vita.
Così
da perfetta fifona qual'ero corsi in segreteria, mi feci preparare una
giustificazione e me ne
tornai a casa.
Il giorno dopo lui sarebbe dovuto andare via a Denali secondo il
libro, percui non avrei rischiato di incontrarlo nuovamente e avrei
avuto un'altra
settimana per prepararmi.
Il
resto della giornata passò abbastanza tranquillamente, a
parte il fatto che continuavo a pensare a lui.
Non
avevo ancora capito se mi sentisse o meno e ciò era molto
frustrante anche perche non sapevo di non poter stare vicino a lui se
non lo
sapevo.
Il
giorno dopo avrei dovuto fare qulache domanda in giro sulla famiglia
Cullen,
così se mi
fosse capitato di pensare i nomi dei suoi fratelli lui non avrebbe
potuto sospettare nulla dal momento che me ne avevano parlato le altre
persone... e con persone intendevo
ovviamente Jessica.
La sera
arrivò, e nonostante avessi passato
il pomeriggio a casa mi sentivo tremendamente
stanca
così
mi infilai tra le coperte e mi addormentai veloce.
Non sò come ma
mi ritrovai in un bosco. Era buio ma non
era
sera.. forse il tramonto.
Un mare
di felci copriva il terreno sotto i miei piedi e intorno a me
c'erano solo alberi coperti da muschio.
Ad un
certo punto sentì lo scricchiolio di un ramo spezzato
dietro di
me. Sobbalzai dallo spavento e girandomi vidi lui, in piedi di fronte
a me.
Mi
guardava, ma sul suo volto non c'era alcuna emozione.. sembrava pietrificato e
solo allora notai che il suo torace non si
muoveva.
Non
stava respirando.
<<
Edw... >>
<<
Chi sei? >> m'interruppe.
E a
quel punto riapri gli occhi.
"Chi sei?" mi aveva chiesto nel sogno... e io cosa avrei risposto?
Non lo
sapevo!
Mi
sedetti sul letto scombussolata dalla verità che mi aveva
sbattuto
in faccia quel sogno.
Non potevo raccontare la verità ovviamente ma se non fossi
più
tornata indietro avrei potuto continuare a vivere nei panni di Bella?
Non lo
sapevo.
A casa
non avevo lasciato nessuno, non avevo una famiglia,
non
avevo degli amici... l'unico era Denny, ma
neanche lui era mio amico visto che non si era
fatto scupoli a mettermi le mani addosso l'ultima volta che ci eravamo
visti.
E forse
avevo vinto alla lotteria catapultandomi qui ma forse anche
no.. e se avessi fatto schifo
ad Edward? se non avesse resistito
al mio sangue e mi avesse ammazzato?
Nel
libro lui resisteva xkè era innamorato ma ora era diverso e chi
sapeva come sarebbe andata...
Guardai
la sveglia, erano le 4 e mezza così mi girai
dall'altra parte
e cercai di riprendere sonno ma faceva freddo
tremendo..
Mi resi conto solo la mattina che la finestra era aperta.
Quella giornata era partita bene ed ero convinta che sarebbe stata
piò tranquilla del giorno precedente.. avevo
bisogno di riposare il cervello un pò.
Arrivata
con il mio cigolante pick up parcheggiai d'istinto di fianco ad una
luminosa Volvo per poi rendermi conto che quella non era una luminosa Volvo ma a
LA luminosa Volvo!
Sinceramente
mi faceva un pò schifo come macchina ma chi ero io per
criticare che praticamente andavo in giro con un
trattore?
Mi
diressi così a trigonometria e mi sedetti vicino a
Jessica.
<<
Ehi ciao Bella! come stai oggi, passato il mal di
testa? >>
<<
Si mi sento meglio grazie, arà stato
l'ansia
del primo giorno...sai com'è! >>
Lei
fece un risolino e in quel momento una ragazza passandomi di
fianco al banco inciampò nel mio zaino.
Alzai
lo sguardo e vidi lei.. un folletto dai capelli neri e un bel
sorriso sulle labbra.
<<
Oh scusami tanto non l'ho fatto apposta!
>>
Alice
che inciampa? Impressione mia o l'ha fatto apposta?
<<
Tranquilla, non c'è problema!
>>a quel suo ridicolo tentativo di fare conoscenza mi
venne da
ridere ma tentai di trattenermi anche se con scarsi
risultati.
<<
...sono cose che succedono! >> non ci
potei fare niente, mi uscì di bocca!
Cose
che succedono?No! Non a lei almeno.
Lei mi
fece un sorrisone e con sguardo complice andò a
sedersi nel suo
posto. Che avesse capito
qualcosa?
Seguì
l’ora lezione continuando a pensare alle due
parole scambiate con Alice.
La sua
voce assomigliava davvero al trillare di mille campanelline, era acuta ma non strideva
come quella di Jessica. La sua aveva un tono
dolce e simpatico.
Anche
lei sembrava veramente simpatica e l'idea che avesse
fatto quella scenetta solo per parlare con me mi rendeva stranamente
contente.
<<
Quella era Alice Cullen, la sorella di Edward il
tipo che ti ho mostrato ieri. >> sussurrò
Jessica per non
farsi sentire dal Professore.
<<
Pensa sono tutti adottati dal Dr Cullen.. anche lui
è un figo che non ti dico! Oltre a loro ci sono Emmet, il
tipo
gigante che era ieri a mensa, e i gemelli Rosalie e Jasper
Hale. Sono uno più bello dell'altro e stanno assieme!
Cioè, sono fratelli e stanno insieme! Ti rendi conto che
schifo!
Certe cose non le dovrebbero proprio permettere. L'unico libero e
Edward, ma lui è solo uno stronzo. >>
<<
Guarda Jess che non sono dello stesso sangue.. l'hai detto anche tu che
sono
adottati. >> gli dissi cercando di trattenere il
tono indignato della mia voce a quello che aveva appena detto.
<<
A me fà schifo lo stesso. Insomma Bella
abitano
insieme! Non è una cosa normale! >>
a
questo punto l'acidità che trattenevo usci fuori << No Jess, sei tu
che non sei normale! >>
Lei ci
rimase di sasso e si rigirò verso il professore
ignorandomi e
facendo l'offesa.
Sai che
me ne importava, se mi ignorava era anche meglio.
Al
suono della campanella mi alzai per andare alla prossima lezione
quando senti una delicata presa sul mio braccio. Mi girai svelta convinta
fosse Jessica pronta ad insultarmi, invece davanti a
me c'era la piccola Alice.
Faceva
tenerezza, quasi come una bambina.
<<
Scusa, sono stata scortese prima, non mi sono
presentata. Io sono Alice Cullen.. ma tu questo già lo sai
vero?
>>
Mi
bloccai.
oddio sapeva? sapeva che sapevo? Ero nella merda!
Che gli
avrei detto?
Il mio
sguardo sconvolto la fece ridere e spingere a spiegarsi
<< ti ho sentito parlare prima con Jessica.
>>
<<
AH!! >> okay, forse avevo un attimo
esagerato col volume della voce ma mi era preso un colpo!
Pensavo
mi avesse scoperto, anche se l'aggiunta che aveva fatto poi
mi puzzava un po’. Come aveva fatto a sentirmi se avevamo
conversato a
bassa voce e lei aveva il banco in fondo all’aula?
<<
Grazie per averci difeso! Cioè non che
abbiamo
bisogno di essere difesi ma questa è una piccola
città e le persone
hanno la mente così chiusa. Fà piacere sapere che
c'è qualcuno dalla
tua parte. >>
Cavolo
era proprio carina.. avevo voglia di abbracciarla.
Ovviamente
mi limitai a sorriderle.
<<
senti che lezione hai dopo? >>
<<
Spagnolo.. credo. >>
<<
Perfetto! allora ci andiamo insieme. Devi raccontarmi
qualcosa di te! com'è Phoenix? io non ci sono mai stata! e
Forks ti
piace? cioè, è un pò piccolina, e le
persone sono sempre le stesse, ma
non è male no? ma a te piace la pioggia? no,
perchè qui piove spesso e
può essere un pò fastidioso ma poi ci si
abitua!.. Devi farmi vedere
gli orari delle tue lezioni, magari ne abbiamo altre in comune! Sai
che bello! così ci possiamo incontrare ad inizio scuola e
poi andare
insieme, no? E poi a mensa ti siedi con me, così ci mettiamo
d'accordo
per andare un giorno a Seattle! A te piace fare shopping? oh io
l'adoro.. vivo per i vestiti! Devi comprarti un nuovo impermeabile! Non
per dirti niente contro ma sembri un becchino con quella roba! che ne
dici?..... >>
Oddio
era un treno impazzito! Come fermarla?
Non volevo offenderla ma non smetteva più di parlare e
aveva
appena detto che sarei andata a mensa con lei o era una mia impressione?
Che
stava combinando il folletto?
Non
riuscivo a capire il suo piano ed ero sicura che
lei avesse
un piano!
Seguì
con lei anche altre lezioni e per tutta la mattina
parlammo di
tutto e di più e durante le lezioni lei criticava o
elogiava le scelte
di stile dei nostri prof, o degli altri studenti.. un vero spasso!
All'ultima
campanella infine ci dirigemmo insieme verso la mensa.
Ero agitata ma
sapevo che lui non ci sarebbe stato quindi tecnicamente non avrei avuto
problemi.
Aprì
la porta della mensa e dopo aver comprato un trancio
di pizza,
una mela, e una coca la segui fino al suo tavolo...
Fù
quello l'esatto momento in cui ebbi un'attacco di cuore.
Siccome sò che la
scena di Bella che pensa che Edward sia orrendo ha un po’
confuso faccio una piccola spiegazione:
Quella che Bella fa
è semplicemente un esperimento, lei
infatti fà quel pensiero semplicemente per vedere se Edward
la
sente o meno. Infatti quando è in bagno l’unico
modo per capire se lui
le legge nel pensiero e pensare a qualcosa che lo possa stupire
talmente tanto da provocargli una reazione…e cosa
c’è di più strano per
un vampiro di sentirsi dire di essere brutto! Anche perché
noi sappiamo
che i vampiri sono fatti apposta per essere irresistibili! Bella si
basa proprio su questo ragionamento per cercare di stupire Eddy!!
|
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Capitolo 4 *** Presentazioni Ufficiali ***
Cap.
3
Presentazioni
Ufficiali
Si, ne ero
sicura, stavo avendo un attacco di cuore.
I
sintomi c'erano tutti: mi
batteva talmente forte il cuore da farmi male nel petto e mi faceva
male il braccio sinistro. No
aspetta.. quando ti prende un attacco di cuore
qual’è il braccio
dolorante? Vabbè poco importa, sicuramente stavo per
morire anche
perchè se non fosse stato il cuore a cedere lo avrebbero
fatto i
polmoni.
Notai
infatti solo allora che non stavo respirando.. quanto tempo era
passato? Forse avevo superato un nuovo record
mondiale!
Edward
Cullen, anche conosciuto come "Dio in terra", sogghignò e in
quel momento fermai
i miei pensieri cercando di non chiedermi se lo stesse facendo per
quello che avevo pensato poco prima riguardo l'attacco di cuore.
Ma cosa ridi?
pensai ad alta voce per poi
girai per guardare Alice vedere lei che faceva la faccia di
una che la sapeva
lunga-
Così
ecco scovato il suo piano; voleva farmi incontrare lui.
Piccolo
folletto macchiavellico!
Mi
sedetti tra Alice ed Edward -l'unico posto libero, una coincidenza
o anche qui la mano della nanetta?- balbettando un <<
Ciao >> peggio di una
bambina di due anni.
<<
Io sono Emmet >> mi disse la
copia non verde di Hulk allungando il braccio.
<<
Bella >> risposi semplicemente
stringendogli forte l'enorme mano innaturalmente fredda.
<<
Cavolo Bella, che stretta poderosa! Prima o poi dovrai
fare a gara con me a braccio di ferro! >> rispose ridendo
come un matto!
<<
sì sì certo. Poi quando mi riduci la mano in
briciole
cosa facciamo? >>
<<
Io sono Jasper >> prese parola il secondo
ragazzo più bello della storia. Il primo chiaramente era..
<<
Piacere >> come avevo preventivato lui non mi porse
nessuna mano.
<<
Rosalie >> disse semplicemente il motivo
per cui da ora in poi non sarei mai più uscita di casa, se
non con un
cappuccio in testa. Ma come
si faceva ad essere così belli? Io a paragone loro ero una
gomma da masticare attaccata sotto il tavolo.
<<
Io invece mi chiamo Edward.. piacere di fare la tua
conoscenza Isabella. >>
<<
Piacere mio. >> e con mio sommo piacere mi ritrovai ad
annegare di
nuovo in quell'oro fuso dei suoi occhi che oggi si era fatto
più chiaro e
liquido del
giorno precedente.
Jasper
a quel punto si mise a ridere.
Ok lo
sapevo che era colpa mia. Si, ne ero proprio certa, dovevo
darmi una calmata! Apri
così la coca e iniziai a berla tanto per avere qualcosa da
fare e distrarmi da chi avevo seduto di lato.
<<
Bella che fai questo pomeriggio?
>> mi distrasse Alice.
<<
Ehm.. non lo sò, perchè? >>
<<
Beh potremmo andare a fare shopping?
ricordi? l'impermeabile? >>
Credo
che proprio non riuscisse a digerire il mio impermeabile da
becchino.
In effetti un pò schifo faceva, però
sapevo come era
fatta Alice e non ero certa di essere pronta a passare mezza giornata
dentro
un
camerino a provare vestiti che mi sarei potuta permettere solo se
avessi rapinato una banca. Però mi dispiaceva dirle di no,
infondo era
stata così carina con me.
<<
D'accordo però.. >>
Ma non
mi
fece finire di parlare che già mi stava abbracciando urlando:
<<
SIIII!!! sei la prima che non fà tante storie per
venire con me a fare compere, oh io ti adoro!! E poi ci divertiremo un
sacco, ti rifaremo tutto il guardaroba, sarà
bellissimo!!
>>
Ovviamente
si era partiti dall'impermeabile/sacco della spazzatura e si era finiti
con tutto il guardaroba.
<<
Alice, fermati. Il massimo che mi posso permettere sono
dei calzini e forse un cerchietto. Mi spiace deludere i tuoi piani di
conquista del mio armadio ma.. >>
<<
Ma di che ti preoccupi, faccio tutto io! Pensavo lo
sapessi gia! Ah Bella ma ti rendi conto che diventeremo migliori
amiche! >e mi
abbraccio stretta di nuovo..
Aspetta.. che
aveva
detto?
<<
Alice! >> l'ammonì Edward che la stava
osservando leggermente alterato.
<<
Fatti gli affaracci tuoi. >> gli rispose lei facendo la
linguaccia.
<<
Guarda che lo sto facendo, sei tu che ti intrometti.
>>
<<
Io non mi intrometto, centro anch'io. Guarda che non
esisti solo tu Edward. E poi dovresti solo ringraziarmi per averla..
>>
<<
Alice! >> l'ammoni nuovamente.
Okay
ora qualcosa si era fatto più
chiaro, molto più chiaro, anche se il mio dubbio
principale ancora
non era stato risolto.
Avevo
bisogno di pensare accidentaccio!
<<
A che ora andiamo Alice? >>
<<
Subito dopo lezione. Ah Eddy, mi presti la macchina
vero? ti prego-ti prego... >>
<<
D'accordo, basta che non mi chiami Eddy!
>>
A quel
punto non riuscii più a trattenermi e scoppiai a ridere.
Vederli bisticciare era la cosa
più
carina e buffa che avessi mai visto, si vedeva che si volevano bene.
<<
Ma la mia macchina? come facciamo?
>> mi venne poi in mente.
<<
Ma è ovvio, tu vieni da noi con la tua macchina, poi
prendiamo la Volvo e andiamo a Seattle. Al ritorno magari mangi da noi
e passi anche la serata, ti
và?
>>
Oddio..
mangiare
da loro.. passare la serata.. oddio!
<<
Alice lasciala un pò in pace. Inoltre dopo i giri di
compere con tè sarà sicuramente a pezzi.
>>
Edward
Cullen: il mio nuovo eroe!
Lui si
girò verso di me e mi fece un sorriso dolce, per poi
aggiungere:
<<
magari puoi venire a casa nostra questo fine settimana. Hai impegni?
>>
In
realtà ne avevo.
Mike-cagnolino-Newton mi aveva invitato al
cinema
insieme ad Angela, Ben, Jessica e tutta l’allegra
brigata. Avevo
accettato solo perchè mi pareva alquanto triste passare il
fine
settimana da sola a casa. Charlie aveva una vita più
movimentata della
mia visto che lui sarebbe andato in gita per due giorni a pescare con i
suoi amici.
comunque
ci avrei messo mezzo secondo a dire a quel pezzente che non
sarei più andata, anche perchè era abbastanza
probabile che quello
scemo ci avrebbe provato con me.
<<
No no, nessun impegno. >> dissi con
nonchalance.
Lui
sorrise soddisfatto mentre il suono della campanella
riempiva l'aria.
Era
l'ora di biologia.
Ci
sedemmo uno di fianco all'altro, lui con il solito cipiglio elegante,
io goffa e insicura come sempre.
<<
Ieri eri assente.
Stavi poco bene?
>>
<<
Mi era venuto un gran mal di
testa. Nulla di grave. >>
<<
Capisco.
E oggi, come ti senti?
>>
Sembrava
si stesse sforzando di parlare con me, esattamente come io mi
sforzavo a non pensare a nulla.
<<
Bene. Grazie. >> non sapevo cosa
dire e lui non era messo meglio di me visto che cadde tra di noi un
silenzio imbarazzante.
Il
professore entrò in aula e iniziò la lezione ma
le cose non
cambiarono. Oltre tutto io non ascoltavo e cercavo in tutti i modi di
pensare a
qualsiasi cosa, una cosa qualsiasi, tranne che a lui.
Ma
porca miseria perchè non riescivo a concentrarmi su niente?
Mi
girai verso Edward che guardava verso la lavagna, ma era chiaro
che in realtà neanche la vedeva. Era assorto nei suoi
pensieri e
sperai con tutto il cuore che fosse assorto "solo sui suoi" di
pensieri.
Si
girò verso di me e mi guardò intensamente negli
occhi.
Perchè ogni
volta che faceva così mi veniva un nodo alla gola?
Era
talmente bello da farmi sentire male.
Mi
sorrise dolcemente... ok...pensare a qualcosa, a qualsiasi
cosa.... porca miseria... non pensare a al suo
sorriso!
mi
rimisi a guardare la lavagna e iniziai a canticchiare mentalmente
una canzone che avevo sentito quella
mattina alla radio.
Era dei Franz Ferdinand e
canticchiando cominciai a pensare a che bella voce avesse il cantante e
al modo estremamente sexy in cui riusciva a dire una parola tanto
semplice come "you".
Aveva un accento inglese da farti girare la testa!
<<
Signor Cullen vuole far ridere anche noi?
>>
Mi
girai verso Edward e vidi che stava ridendo.
<<
Mi scusi professore, non capiterà più
>>
Rimasi
a guardarlo. Perchè rideva?
Ignorai la questione e
ricominciai a canticchiare mentalmente.
Ero
arrivata al ritornello quando notai che Edward picchiettava le dita
sul tavolo al ritmo della mia musica ma soprattutto stava cantando
muto..
O MIO DIO!!!
Lo
urlai, ovviamente nella mia testa, e lo guardai sconvolta.. lui fece
lo stesso, probabilmente spaventato del fatto che avessi capito che mi
sentiva, tanto che subito dopo
cominciò
a guardarsi attorno, come se stesse cercando una via di fuga.
Ma dove vuoi andare, tu
mi senti!!!
Si
girò di nuovo guardandomi e a quel punto fummo interrotti
dal Professore.
<<
Cullen, Swan, se non siete interessati alla lezione
siete pregati di uscire dall'aula. >>
Lo
guardammo entrambi, ci alzammo e uscimmo senza cercare neanche una
scusa, troppo sconvolti
per poter dire qualcosa.
Camminammo
veloci e in silenzio lungo il corridoio e uscimmo all'aria aperta.
<<
Seguimi. >>
Era
arrabbiato? perchè dal tono sembrava di si.
Mi
accompagnò alla sua macchina e ci salimmo.
Faceva
un freddo terribile così la accese per mettere il
riscaldamento ed insieme ad esso partì
anche la radio che fece diffondere le note di Clear de Lune
nell’abitacolo.
Cavolo.
Sentirle
a casa mia era una cosa ma ascoltarle nella Volvo di
Edward era l'esperienza più bella che mi fosse capitata.
Ok ero
una sfigata.
Continuavo
a non censurare i miei pensieri e stavo facendo una figura
pessima. Me lo dimostro il sorrisone che era nato sul suo viso.
Mi
aveva sentito. Cazzo!
<<
Tutto bene? >> mi disse questa volta
ridendo.
<<
si.. no.Cioè.. potrebbe andare
meglio. >>
Tornò
serio e per un momento credetti persino fosse nuovamente
arrabbiato. Era vero, aveva dei cambiamenti umorali leggermente
preoccupanti.
<<
come facevi a saperlo? >>
Sapevo
a cosa si stava riferendo.
<<
io non lo sapevo. >> e non stavo
mentendo. Non lo sapevo proprio che lui potesse sentirmi, se no
perchè
mai mi ero messa a pensare che fosse un cesso la prima volta che
l'avevo
visto? Nessun essere umano mentalmente sano avrebbe mai potuto pensare
che i Cullen fossero brutti.
Distolse
gli occhi da me e guadò fuori del finestrino pensieroso.
<<
però sapevi del mio dono. Come facevi a
saperlo? E
sapevi anche di Jasper, ti ho sentito a mensa. E poi..
>>
<<
Edward mi dispiace! >> era proprio
strano dire ad alta voce il suo nome << vorrei
rispondere alle tue domande ma.. è difficile da
spiegare. Non è chiaro
neanche per me.
Non
sono qui per fare del male alla tua famiglia, mi ci sono
trovata e
non so neanche come uscire da questa situazione..
credimi.
>>
Forse
non aveva capito nulla di quello che avevo detto ma poco
importava, volevo solo convincerlo della mia buona fede.
<<
Non sò chi sei e non è da me fidarmi delle
persone ma tu.. >> fece una pausa probabilmente per
scegliere meglio le parole da usare <<
sai tutto di noi. Anche se hai provato a non
pensarci l'ho capito lo stesso... ma sento che non diresti
nulla a nessuno e che dovremmo fidarci
di te.
Ed io
mi fido di te.. però ho bisogno di sapere. Devi
dirmi
chi sei e come fai a sapere così tanto di noi.
>>
Era il
momento della verità.
Avevo sperato di avere una settimana
per
prepararmi ma invece eccomi qui, al secondo giorno e già con
le spalle
al muro.
Ero
nella merda!
<<
Edward è complicato e non sò neanche io come
spiegarlo.
Non
sò dirti come sono arrivata qui ma è come.. non
sò è come se
esistessero mondi paralleli, ok? E io vivevo in uno di essi e da
quello potevo vedere gli altri mondi. Poi un giorno, non sò
come, sono
entrata in uno di questi mondi paralleli ed eccomi qui.
>>
Ma che avevo detto? Sembrava la trama di
una
puntata di X Files!
<<
Come faccio a credere alle tue parole se neanche tu
sei convinta di quello che dici? >>
<<
hai ragione, è solo che.. vedi non è che
è andata
proprio in questo modo. Non sò neanche io cos'è
successo te l’ho
detto, sò solo che una mattina mi sono svegliata e mi sono
trovata
qui! Cercavo solo di spiegartelo senza sembrare una matta.
>>
<<
E che centra il libro? >>
Cazzo,
senza volere mi era passato di mente e a lui non era
sfuggito.
<< hai
presente che prima
ti ho detto che dal mio mondo potevo vedere gli altri
mondi? Ecco, questo mondo lo vedevo attraverso un libro.
>>
<<
Aspetta. Mi stai dicendo che il libro ha come
trama tutto questo? >> e con un gesto indico tutto
ciò
che ci circondava.
<<
Sì....cioè no! Beh non prorpio, la storia
in
realtà era un'altra, solo che io non mi sono comportata come
la
protagonista -ma non avrei neanche potuto perchè lei era
diversa da me- e ora gli avvenimenti sono cambiati e quindi
io ora
non ci capisco più niente. >>
Lui
continuava a guardarmi sconvolto.
Lo
sapevo, ci era rimasto malissimo. Era meglio se me ne stavo zitta.
<<
no, tranquilla. E' solo che è un
pò
shockante quello che mi hai appena detto. >>
<<
quindi anche i vampiri si possono shockare? wow, questa sì
che è una novità! >> volevo farlo
ridere ma ottenni la
reazione contraria.
Spalancò
gli occhi << Cosa? Che cos'hai detto? >>
<<
Edward, và tutto bene? >>
<<
Tu-tu.. tu lo sai? >>
Mi
veniva da ridere << Ma non avevi capito che sapevo
tutto di voi? >>
<<
No! Io avevo capito che sapevi di Alice, Jasper e
me.. pensavo che sapevi solo delle nostre capacità!
>>
<<
No, so tutto! Ma tranquillo, come ti ho
detto non direi mai nulla a nessuno. >>
Rimase
muto per alcuni minuti e poi si giro con un'espressione
malinconica in volto.
<<
ma non hai paura di noi? >>
<<
sò che non siete un pericolo. Mon ho paura, anch'io
mi fido di voi. >>
Un
dolce sorriso comparve sul suo viso ma aveva ancora gli occhi
malinconici. Sapevo che soffriva per quello che era e che
aveva paura
di fare del male alle persone umane che aveva
intorno. Era per quello che
si isolava sempre dagli altri.
Probabilmente
scorse il mio pensiero perchè, leggera come una
piuma, fece passare il dorso freddo della sua mano sulla mia guancia.
Okay.
Ero
morta ed ero in paradiso...di sicuro.. anche perchè sentivo
in lontananza delle arpe suonare.
Sì,
era proprio il paradiso!
<<
no, è il gruppo di musica che fà le prove.
>> mi corresse Edward con quel magnifico sorriso ancora
stampato in faccia.
A quel
punto diventai un peperone e mi girai dall'altra parte
insultandomi mentalmente, anche se dovetti fermarmi nel fare anche
quello visto che Edward stava ascoltando tutto.
<<
stare vicino a tè è stressante lo
sai? ma
come fanno i tuoi fratelli? >> ovviamente e come al
solito quando ero in imbarazzo mi mettevo sulla difensiva, e lui parve
capirlo perchè invece di prendersela mi guardò
intensamente negli
occhi.
<<
beh, prima di tutto non faccio l'effetto che faccio a
te ai miei fratelli e inoltre quando sono con loro presto poca
attenzione, ma con te.. è particolarmente piacevole sentire
quello che pensi di me. E poi sei divertente. >>
Ero
senza parole. Questa era la cosa più carina che qualcuno mi
avesse
mai
detto.
<<
No, è impossibile! >>
<<
cosa? >>
<<
che nessuno ti abbia mai detto una cosa simile. >>
<<
ma vuoi smettere si ascoltarmi santo cielo!
>> ero terribilmente in imbarazzo..
<<
Scusa >> disse
ridacchiando << senti, ti và di
saltare ginnastica e
andare da qualche parte? >>
Eh? Mi
stava chiedendo di saltare scuola con
lui?
Siiiiii!!!!
E senza
lasciarmi rispondere ad alta voce avvio la macchina e uscimmo
dal parcheggio.
<<
dove andiamo? >>
<<
ti porto in un posto dove amo andarci da solo a
pensare, lontano da tutte quelle voci che mi ronzano in tesa
continuamente. A primavera è stupendo
perchè è fiorito ma anche ora
è un
posto mag… >>
Si
fermo senza terminare la frase.
<<
Sai già di cosa parlo. >> non era una
domanda.
Non
potevo farci nulla, appena aveva iniziato solo una parola
vorticava
nella mia testa: Radura.
Mi
stava portando alla radura.
<<
non vedo l’ora di vederla. >> dissi
emozionata.
<<
beh, sono felice. Con il fatto che già sai tutto mi
sembra di cadere nel banale con te! >>
<<
No, anzi.. ho sempre immaginato tutto ma
vederlo coi miei occhi e tutto un’altra cosa. >>
Arrivammo
in uno spiazzo circolare dove parcheggiò la Volvo e
scendemmo! Ora avremmo dovuto camminare ma il terreno era fangoso a
causa della pioggia che cadeva incessantemente da due
giorni. Lla vedevo
dura.
<<
Posso portarti io o credi che non sia il caso?
>>
<<
No, va bene! >> cercai di dire con
nonchalance. Ovviamente il leggero tremito della mia voce mi
tradì su
tutta la categoria.
Mi
prese dolcemente in braccio e mi intimo di chiudere gli
occhi.
<< non vorrei ti spaventassi la prima
volta!
>>
Cosi
serrai le palpebre e appogiai il capo sulla sua spalla.
Un
vento freddo mi investì riempiendomi di brividi, ma
durò meno di un
minuto.
<<
ora puoi riaprirli.. >>
Il suo
viso era così vicino al mio che sentivo il suo fiato freddo
sulle guancia e che profumo….delizioso!
Lui non
commentò. Era fin troppo galante ma sapevo che
sentiva.
Praticamente
hai suoi occhi ero
come quella scema di Jessica che non riusciva a stare zitta
ogni volta che lo vedeva e dovere per forza elogiare la sua bellezza.
<<
No, non sei come lei. E poi dette da te queste cose
risultano molto più piacevoli…per non dire che
Jessica e la persona più
volgare di cui abbia mai ascoltato i pensieri.
>>
Addirittura!
Beh, probabilmente era per questo che gli piaceva
tanto Mike. Si
sa, tra simili ci si intende!
A quel
pensiero un leggero ringhio fece vibrare il petto di Edward.
<<
che c’è? >>
<<
quel Mike Newton. Dovrò staccargli io la mano al
posto
tuo. >>
Mi
venne da ridere. Certo che aveva teso le orecchie
già da quando ero
arrivata.
<<
certo! >> rispose lui alla mia domanda inespressa
<< eri terribilmente interessante e
volevo capire se davvero sapevi di noi o se ero io paranoico!.
Inoltre
continuavi a pensare a noi con affetto e soprattutto ad Alice e
mi sono incantato.
Poi i
tuoi metodi per distrarre i pensieri erano così buffi!!
>> e si lascio andare ad una risata sonora.
Buffi?
Buffi?!
Avevo rischiato la pazzia e la nevrosi per non farmi sentire da lui
e come risultato avevo ottenuto solo quello di risultare buffa?
Per non
dire che solo ora notavo quanto non avesse funzionato il mio
metodo.
Ero proprio una frana!
|
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Capitolo 5 *** Entrando nella Storia ***
Cap.
4
Entrando nella Storia
Mi
prese per mano mentre il mio cuore perdeva un
colpo facendolo ridacchiare, e mi condusse al di là della
coltre di arbusti dove trovai lo
spettacolo
naturale più bello che avessi mai visto.
Era uno spiazzo perfettamente circolare coperto di erba che sembrava
quasi che qualcuno avesse tagliato apposta, qua e là erano
disseminate delle rocce piatte come se
fossero
panchine naturali e il perimetro era delimitato da una siepe di
grandi felci.
Se era già così bello d’inverno non
potevo neanche immaginare come
sarebbe stato d’estate, ricoperto di fiori selvatici.
Era un posto davvero magico e non solo perché sembrava un
angolo di
paradiso in mezzo ad uno oscuro bosco, ma anche perché la
luce
che l’illuminava filtrata dalle fronde degli alti alberi,
spettacolarizzava l’ambiente.
<< mi fa piacere che lo apprezzi, sai non ci ho
mai
portato nessuno qui. >>
<< Grazie. Grazie di tutto. Di
non avermi
presa per una matta, di esserti fidato di me, di non esserti
arrabbiato
per quello che ti ho detto e soprattutto per aver condiviso questo con
me. >>
Mi sorrise e sempre mano nella mano camminammo insieme fino a
sederci su un grande
masso.
<< Hai detto che quando ti sei ritrovata in questo mondo
hai preso il posto della protagonista giusto? >>
<< si, è così. Due
giorni fa mi sono svegliata in un
letto che non era il mio a Phonix e attraverso avvenimenti e nomi ho
capito che mi trovavo nei panni di Bella. >>
<< ma se tu non sei Bella, chi sei?
>>
<< beh io vivevo da sola a Los Angeles
prima di arrivare qua. Prima ancora stavo in una casa
famiglia a cui ero
stata affidata quando avevo 17 anni… sono
orfana, da sempre che io
ricordi, ma nessuno mi ha mai adottata quindi sono cresciuta in un
istituto con altri ragazzi nella mia stessa situazione.
Un giorno Lisa, una ragazza di qualche anno più
grande
di me, ha deciso di prendermi in affidamento per un anno
così da
non dover arrivare alla maggiore età dentro quel buco di
orfanotrofio e così sono andata a vivere con lei fino a 18
anni. Poi mi sono allontanata e ho
iniziato a vivere da sola e a lavorare e… e basta! Questa
è la breve
cronaca della mia vita, emozionante eh? >> ridacchiai
ironica.
<< Sono molto dispiaciuto. Forse non avrei dovuto
chiederlo.
>>
<< ma no, tranquillo… infondo
c’è di peggio non trovi?
>>
Mi fece un sorriso mesto ma sapevo che si sentiva ancora in colpa per
avermi fatto quella domanda. Dopo qualche minuto di silenzio
però sembrò risvegliarsi. << ma
aspetta.. quindi tu quanti anni hai? >>
<< Beh qui tecnicamente ne avrei 17 ma in
realtà ne ho 23. >>
Okay mi sentivo una pazza a dire una cosa del genere, ma alla fine di
cosa dovevo stranirmi visto che davanti a me
avevo
probabilmente il 17enne più vecchio della storia.
<< eih, non sono così vecchio! >>
<< ma se hai più di 100anni!
insomma io se fossi in te
non andrei a dirlo in giro.. >> risposi veloce
prendendolo in giro.
Il suo viso alle mie parole assunse un'espressione offesa, ma poco dopo
scoppiò ridere come una
pazzo…
Era così ballo quando rideva…
<< Qual’era il tuo nome? >>
Il mio nome? Strano ormai non ci avevo più pensato al mio
nome. Era come se mi fossi abituata talmente tanto a farmi chiamare
Bella
che mi fossi indirettamente convinta che quello fosse da sempre stato
il mio nome.
<< Nathalie. Mi chiamavo Nathalie.
>>
<< E come preferisci che io ti chiami? >>
Sorrisi a quella piccola gentilezza.
<< Puoi continuare a chiamarmi Bella. Anche
perché tra
Charlie, i ragazzi a scuola e te si creerebbe un po’ di
confusione se
iniziassi a chiamarmi con un nome diverso, non trovi?
>>
<< si, forse hai ragione. Ma riguardo alla vecchia Bella?
Lei che fine ha fatto?>>
<< Non lo so. Questa storia è
diversa da quella originale
quindi forse lei è rimasta nella storia
iniziale, se ne esiste una... sinceramente non lo
so ed evito di fare troppe domande a cui non so rispondere.
>>
<< ma hai detto che la storia è cambiata no?
Hai detto
che tu non ti sei comportata come dovevi e che comunque non avresti
neanche potuto.. io proprio non capisco che significa. >>
<< Vedi della vecchia Bella tu non potevi
ascoltarne i pensieri e siccome eri incuriosito da questo fatto ti sei
avvicinato a lei. Ma come se non bastasse lei era anche la
tua
cantante, ovvero il suo sangue era una
tentazione talmente forte per te da
non riuscire a resistere del desiderare di assaggiarlo. >>
<< ma poi hai resistito! >>aggiunsi veloce
vedendo il suo viso sconvolto << sei stato
bravo, e alla
fine… >> ti sei innamorato di
lei.
Non riuscì a dirlo, mi limitai solo a pensarlo.
Lui continuava a fissarmi ma in realtà non mi
vedeva. Il suo sguardo si
era fatto vitreo preso da tutti i pensieri che gli vorticavano in
testa dopo la rivelazione che gli avevo fatto.
<< Edward stai bene? >>
<< si, solo che in un giorno credo di
essere
caduto sotto shock per la seconda volta in tutta la mie esistenza.
>>
<< forse era meglio se tenevo queste informazioni per me.
>>
<< No, volevo saperlo. >>
<< e allora perché sei talmente sconvolto?
>>
Forse a causa mia era triste di non aver potuto conoscere la vera
Bella. Infondo sarebbe stato normale; lui si sarebbe dovuto
innamorare
di lei nonostante tutte le difficoltà e capivo che ora
poteva solo
provare disprezzo per me che gli avevo tolto la sua
possibilità di
essere felice.
<< Ma cosa dici? Pensi davvero questo? Io... io mi sento
sollevato invece. Terribilmente
sollevato, non voglio nemmeno immaginare il dover desiderare di
uccidere
qualcuno che amo!
Già è abbastanza difficile così, non
posso capacitarmi del fatto che
inoltre non avrei potuto ascoltarne i pensieri e desiderato il suo
sangue! >>
Aveva detto "gia difficile così". Così come?
Lui sorrise imbarazzato e probabilmente se avesse ancora avuto il
circolo sanguigno funzionante sarebbe arrossito, infatti
distolse subito
lo sguardo da me.
<< Che ore sono? >> cercai di cambiare
argomento perchè anch’io sentivo il viso che
iniziava ad accaldarsi e non volevo diventare un pomodoro davanti a
lui.
<< è tardi. Alice mi ucciderà se
non ti porto da lei in
tempo per lo shopping. Sei sicura di voler andare? >>
Sarei rimasta in quella radura altri mille anni se avessi potuto ma
dovevo andare da Alice, dovevo fare una chiacchierata anche con lei.
<< Si, certo che ne sono sicura. E'
stata così gentile con
me, è il minimo che io possa fare. >>
Arrivammo a scuola 10 minuti in ritardo e al ritorno trovammo Alice
davanti al mio Pick-catorcio-up che batteva il piedino a terra come una
bambina arrabbiata.
<< Alice scusa ma dovevamo parlare. >>
<< No-no-no, lo shopping è una cosa
seria! Ti
rendi conto di quante cose ci siamo perse in questi 10 min!? Avremmo
potuto fare un sacco di acquisti, provare un sacco di
scarpe.. Bella!!
Pensavo fossi più preparata a queste cose, insomma tu mi
conosci, sai
come sono fatta! Dai andiamo, prendiamo subito la Volvo e tu
Eddy porti
da noi il Pick Up di Bella ok? Gli altri andranno a
piedi.>>
<< Cosa? Hai notato le mie scarpe? Io non corro fino a
casa, te lo puoi scordare! >> anche in questa storia mi
sa che non piacevo tanto a Rosalie.
<< Allora salirai sul pick up con Edward. >>
<< Non ci penso proprio a salire su
quell’aggeggio infernale. Sarò obbligata a
disinfettarmi dopo esserci
salita!
>> No, non gli piacevo proprio per niente.
<< Poche storie Rose, o fai così o
te ne rimani qui fino a
domani. >>
Così dopo uno sguardo carico d’odio verso la
sottoscritta, Capelli d'Angelo si
girò e inizio a
correre verso casa, scomparendo pochi secondi dopo tra gli alberi che
circondavano la scuola.
<< Non fare caso a lei, è solo gelosa.
>> mi sussurrò Edward
all’orecchio provocandomi brividi su tutto il corpo.
Salimmo così io e Alice sulla Volvo di Edward e salutammo
gli altri che
iniziarono a dirigersi verso casa.
Edward stava salendo sul mio Pick Up quando mi venne in mente una
cosa. Sicuramente lo aveva già capito da solo ma
l’abitudine mi portò a
fare scendere il finestrino e ad intimargli <<
Edward non superare i 60 all’ora o
rischia
l’esplosione! Sono stata chiara? >>
Lui si girò con un’espressione tra il divertito e
lo stressato.
<< Ma io odio andare piano! >>
<< Non mi importa Edward. E'l’unico
veicolo che ho e se
domani mi toccherà venire a scuola in bicicletta me la
pagherai cara! >>
Ovviamente non ero nella posizione di minacciare un vampiro,
infatti lui mi rise letteralmente in faccia e dopo avermi scompigliato
i capelli con una mano commentò << sei
così buffa quando cerchi di fare paura
alle
persone. Oserei dire che sei perfino tenera. >>
Tenera? Tenera?! Io voglevo fare paura e invece risultavo tenera!
Continuando a ridere salì sulla mia macchina e
partì.
<< Allora come è andata questo pomeriggio alla
radura?
Mi dispiace molto per il tuo passato, ma vedrai il tuo futuro si
prospetta radioso. >>
<< E se lo dici tu non posso fare altro che
crederci no? >> ridacchiai prendendola in giro.
Il pomeriggio passò tranquillo e per fortuna le commesse
erano abituate
ad aver a che fare con Alice percui la lasciavano vagare per i negozi
in piena libertà.
Io dal mio canto non feci niente. Il mio compito era stare in mutande
dentro un camerino e indossare
tutto quello che Alice mi passava anche se non so a cosa
servisse, visto
che appena mi passava gli abiti lei vedeva come mi sarebbero stati e
commentava << oh sì, questo ti sta
d’incanto
>> oppure
<< questo ti fa le gambe grosse, ma se vuoi provarlo lo
stesso! >>
Comunque alla fine della giornata avevo più vestiti di Paris
Hilton e
dovetti pensare seriamente a comprarmi un nuovo armadio,
perchè di
sicuro non sarebbero mai entrati in quello che avevo in camera!
Il resto della settimana
fù il migliore e il
peggiore della
mia vita.
Fu il migliore perché, dopo che tutti i Cullen vennero a
conoscenza del
mio segreto, divenni ufficialmente parte del gruppo e ogni giorno a
mensa pranzavo con loro.
Fu il peggiore invece perché Edward era uno
schianto. Era bellissimo,
aveva una voce meravigliosa, qualsiasi cosa di lui mi mandava
in estasi
e per questo motivo ero diventata lo zimbello non solo di Emmet, che
non si risparmiava mai battutine, ma anche di Jasper che sentendo i
miei sentimenti non poteva far altro che ridere.
Che imbarazzo!
Ma la cosa peggiore è che sapevo che Edward sentiva
tutto.
Ogni volta
che mi ritrovavo a fissarlo imbambolata, ogni volta che osservavo i
suoi occhi d’orati e mi ci perdevo dentro, ogni volta che (lo
devo
ammettere) camminava e gli guardavo il fondoschiena, lui
- sentiva - tutto!
E io non potevo far altro che arrossire come un peperone e cercare di
pensare a qualcos’altro.
Per fortuna era troppo gentile per dire qualcosa e si
limitava a
sorridermi ogni volta che mi scopriva fantasticare su di lui.
La settimana dopo, camminando per i corridoi, notai il manifesto del
“Ballo di Primavera” che si sarebbe tenuto due
settimane dopo.
Me lo ero scordata quello stupido ballo, ma comunque, visto che la
storia era cambiata radicalmente da quando
c’ero
io, speravo vivamente che nessuno venisse a scocciarmi con stupidi
inviti.
Non mi piacevano i balli perchè non sapevo ballare e quindi
da sempre mi
tenevo ben lontana da feste che includevano musica e danza.
Le mie speranze però svanirono subito infatti, appena messo
piede
nell’aula di biologia con Edward al seguito, Mike Newton si
fiondò su
di me per farmi la richiesta per la quale avrebbe perso anche
l’altra
mano..
<< Hey Bella! >>
<< Ciao Mike, che vuoi? >> con lui potevo
essere maleducata finchè volevo, era
così convinto delle sue doti
amatorie che anche se gli avessi sputato in faccia non avrebbe
comunque capito che non lo volevo tra i piedi.
<< Volevo chiederti se eri
già impegnata per
sabato 21. >>
<< perché? >> sapevo cosa voleva
chiedermi
ma volevo metterlo un po’ in imbarazzo.
<< beh, ci sarebbe il ballo e volevo sapere se
ti andava di venirci con me! >>
Che fesso…
<< Mi dispiace Mike >> bugia, non mi
dispiaceva per niente << ma io non vengo al
ballo e
poi ho altri impegni. Comunque potresti chiederlo a Jessica, ho saputo
che ancora nessuno l’ha invitata. >>
<< ah beh, d’accordo
>> ribattè deluso mentre si voltava per andare
al suo posto << ...ah mi stavo per dimenticare: alla fine
questo
finesettimana non andiamo più al cinema, visto che
il tempo è migliorato
parecchio abbiamo deciso di andare tutti a La Push, First Beach. Sei
dei nostri? >>
Jacob!
<< Ma certo, volentieri. >>
<< Ok, ci vediamo domani mattina alle 8 davanti al
negozio dei miei. Non tardare! >> e tornò a
sedersi al suo posto.
Edward mi guardo male.
<< Chi è Jacob? >>
<< Ah, è un vecchio amico
d’infanzia… cioè non della mia
infanzia, di quella di Bella! E' il figlio del
tipo che mi ha venduto il
pick up. >>
<< ok >>
Non sembrava molto convinto.
<< Ti piace? >>
<< Cosa? Ma che dici? come fa a piacermi? Non
l’ho
neanche mai
visto! >>
<< Pensi a lui in maniera strana, non lo
capisco
esattamente perché non stai formulando pensieri diretti, ma
lo
percepisco. >>
<< vuoi smetterla di frugare nel mio
cervello? >>
<< Allora dimmi chi è Jacob veramente.
>>
Il discorso stava prendendo una brutta piega e la cosa non
mi piaceva
per niente.
<< te l’ho detto. e' l’amico
d’infanzia di Bella.
>>
<< Ma tu non sei Bella! Che senso ha andarlo ad
incontrare? >>
Sapevo che era la verità, io non ero veramente
Bella, ma quella frase
detta da lui con quel tono deciso mi ferì profondamente.
<< Non volevo, ti chiedo scusa. Stò solo
cercando di comprendere
perché hai
accettato l’invito di Mike. Di solito lo ignori, mentre
oggi..
>>
<< è solo che vorrei andare a vedere La
Push. Me la sono
immaginata tante volte, sono curiosa, e poi sono curiosa di
vedere anche Jacob e non ci trovo niente di male in questo.
>> la mia voce usci più acida di
quanto
volessi.
<< no, infatti. >>
Cavolo ma perché mi rispondeva così? Non era mai
stato freddo con me, a adesso se l’era presa solo
perchè
avevo accettato di andare al falò sulla spiaggia.
<< Si
può sapere
che ti
prende? >>
<< Avevi detto che saresti venuta da noi questo fine
settimana e invece ora hai accettato l’invito di Mike Newton
per
andare ad incontrare Jacob. >> disse il suo nome
quasi fosse una parolaccia.
Cavolo, mi ero dimenticata che dovevo andare a casa
Cullen, non ne avevamo più
parlato e mi era passato di mente.
<< Scusami Edward, sul
serio.. ora
chiamo Mike e gli dico che non si fa più niente.
>>
Ero dispiaciuta di essermi scordata l’appuntamento
già preso ma
contemporaneamente mi dispiaceva perdermi al falò in
spiaggia.
<< Non fa nulla Bella, non sei
obbligata a stare con
noi. >>
<< Edward ti prego non te la prendere! >>
<< Non me la sono presa. >>
E "non se l'era presa" talmente tanto he per tutto il resto della
lezione non mi degno più di uno
sguardo e
appena suonò la campanella si alzò di scatto e ad
una velocità molto
poco umana sparì fuori dall’aula.
Ero confusa. Prima diceva che gli
interessavo, poi per il resto della settimana non ne parla
più e mi trattava
solo da amica e adesso se ne uciva che mi piaceva Jacob!
Solo un cieco, o nel suo caso un “sordo",
non avrebbe capito che ero cotta di lui.
Di Jacob non mi interessava nulla, volevo solo vedere
com’erano
lui e i suoi amici Quileutes.
Per il resto della mattinata non vidi più nessun Cullen fino
alla pausa pranzo. Come al solito mi diressi verso il nostro tavolo ma
questa volta
però
c’era solo Alice che mi stava aspettando con il vassoio pieno
di cibo
che nessuno avrebbe mai consumato.
<< Ma lo sai che in Africa muoiono di fame?
>>
Non era da me essere antipatica con Alice e lei parve
capirlo subito.
<< Giornata storta? >>
<< Scusa, è che ho litigato con tuo fratello.
>>
<< Lo so…ma tranquilla, si
risolverà tutto, io l’ho
visto! >> e fece un sorriso sornione che non me la
raccontava per niente
giusta.
<< Ma perché fa così? E' vero, non
è stato per
niente carino dimenticarmi dell’appuntamento da
voi, ma non mi sembra
una cosa così grave.. posso venire un altro giorno!
E poi quello stupido
discorso su Jacob, io proprio non capisco! >>
<< Bella, svegliati un po’! Edward
è sempre stato
solo e questa è la prima volta che si interessa a
qualcuno. E'
normale che sia diventato iperprotettivo e geloso. Inoltre sai che ha
di difficoltà ad aprirsi alle persone e vederti dimenticare
l’appuntamento con noi per andare ad incontrare questo
ragazzo gli ha
fatto aumentare le sue insicurezze. >>
Mentre ragionavo sulle parole di Alice, sentì la
sedia di lato alla mia
muoversi e me lo ritrovai di fianco con il vassoio vuoto.
<< Non mangi niente oggi?
>> gli
chiesi cercando di farlo ridere, ma lui voglia di ridere proprio non ne
aveva, infatti mi guardo con
aria sconsolata.
<< Mi è passato l’appetito.
>>
<< Edward… >> provai a parlare
sperando di
trovare un modo per aggiustare la litigata di quella mattina, ma lui mi
interruppe subito.
<< Non fa niente Bella… ho esagerato, scusa!
Vai pure a La Push questo
finesettimana, non è giusto che tu stia sempre
con noi. Ora però devo andare…ci
vediamo. >>e senza avere il tempo di rispondere scomparve
fuori dalla
mensa.
<< Gli passerà! >> mi
sussurrò
Alice all’orecchio.
Sapevo che se era lei a dirmelo era di certo vero, ma non potei
evitare comunque di sentirmi malissimo nel vederlo andarsene in quel
modo.
La mattina dopo, alle 8 spaccate di mattina, mi feci trovare davanti al
negozio di articoli sportivi Newton. Ad aspettarmi lì
c’erano ovviamente Mike, Jessica,
Angela e tutta
l’allegra brigata.
Quando arrivammo in spiaggia trovammo là tanti altri
ragazzi, alcuni
della riserva, altri che invece frequentavano la nostra scuola. Non
notai nessuno comunque che potesse assomigliare a Jacob
così non mi
trattenni troppo davanti al fuoco e accettai l’invito di
Mike a fare
un giro sulla spiaggia.
Quando iniziò a fare buio e il vento freddo
dell’oceano si alzò,
decidemmo di fare ritorno al falò per riscaldarci e mangiare
qualcosa.
Mi sedetti su un’enorme tronco bianco, lavorato dalle onde
del mare da
così tanto tempo da averlo reso talmente liscio e bianco da
farlo
sembrare quasi fossilizzato, e me ne restai lì
silenziosa, davanti a
quello strano fuoco blu provocato dal legno salato a pensare per la
milionesima volta a come aveva fatto Edward ad ingelosirsi
così tanto
per un ragazzo che inoltre non avevo mai visto.
Dovevo ammettere però che questa sua parte gelosa mi piaceva
parecchio,perché questo significava che era interessato a me
e io non
potevo desiderare di più.
Avevo cercato per tutto il giorno di non pensare a lui, di godermi la
giornata in spiaggia, ma era più forte di me, ogni
cosa me lo faceva
tornare in mente dall’oro delle conchiglie che mi
ricordavano i suoi
occhi, al freddo dell’aria salmastra che mi ricordava il suo
delicato
tocco ghiacciato.
Sapevo che Alice mi aveva detto di non preoccuparmi e che gli
sarebbe passata presto e mi fidavo di lei e delle sue previsioni, ma
non potevo fare a meno di sentirmi in colpa per aver accettato
l’invito
al falò.
Alla fine dei conti l’unico di cui mi importava
veramente era
lui e mi sentivo terribilmente infelice a saperlo arrabbiato con me.
Oltre tutto se già faticavo a cercare di non pensare troppo
a lui,
Jessica non mi era affatto d’aiuto. Infatti, probabilmente
sperando di farmi fare brutta figura di fronte a
Mike, continuava a tormentarmi con stupide
battutine del tipo:
<< Ma Cullen dove l’hai lasciato Bella?
sembravate tanto
amici invece… >>
Oppure
<< Ma tu ce l’hai il ragazzo Bella? No
perché ti ho visto
sempre vicino a Cullen da quando sei arrivata ma mi sembra molto poco
probabile che una come te possa stare con uno come lui..
>>
Ma starsene zitta no?
<< Jessica se continui a dar fiato alla bocca la prossima
volta che mi passi vicino ti butto nel fuoco assieme alla
legna.. chissà di che colore verrebbero le fiamme?!
>>
La mia minaccia sembro funzionare perché non solo non mi
rivolse più la
parola ma non osò neanche avvicinarsi a un metro da
me.. probabilmente
credeva sarei stata veramente capace di darle fuoco.
Mentre mi consolavo immaginando le torture più atroci a cui
avrei
volentieri sottoposto quella pettegola della Stanley, senti qualcuno
sedersi di fianco a me.
<< Hey Bella! Finalmente ci rincontriamo. Cavolo,
è
passato un sacco di tempo dall’ultima volta! >>
E alzando lo sguardo, mi ritrovai di fronte ad un ragazzino gracilino,
dalla pelle scura e i capelli lunghi tenuti insieme da una coda bassa.. e questo chi era?
<< Ci conosciamo? >>
<< Ma non ti ricordi di me? Sono Jacob!
Quando eri
piccola passavamo tutte le estati insieme! >>
Jacob?!
Ma non doveva essere un energumeno muscoloso dalla voce profonda?
<< ah, sì! >> dissi sorpresa.
<< Mi fa piacere che sei tornata a Forks! Come
và il pick
up? Non so se Charlie te l’ha detto ma è stato mio
padre a
venderglielo! >>
<< Si, me l’aveva detto. Và una
favola quel
trabiccolo anche se ancora non ho mai superato i 60
all’ora.. e forse
non lo farò mai! >> dissi ridacchiando.
<< beh, ti conviene non farlo se vuoi rimanere tutta
intera! >> rispose ridendo anche lui.
Jacob era proprio carino! Non esteticamente, ma come persona. Con lui
era facile parlare, il discorso nasceva spontaneamente e non
c’erano
mai silenzi imbarazzanti.
Continuammo a chiacchierare per tutta la serata e lui mi
raccontò di
tutte le cose che facevamo quando eravamo piccoli (cose di cui
ovviamente io non sapevo assolutamente nulla) e mi disse anche della
macchina che stava costruendo.
Più tardi, mentre addentavo l’ennesimo hot dog che
avevo abbrustolito
sul fuoco, Jessica ricominciò a
punzecchiarmi probabilmente per tentare
di attirare un po’ di attenzione su di sé.
<< Bella, ma il tuo fidanzato non sarà
geloso? Ah no,
Cullen non è il tuo ragazzo, se no
perché non è venuto? >>
Stupida oca!
<< Cullen? >> mi chiese Jacob quasi
strozzandosi con la coca cola.
<< Sì, è mio amico!
Perché? >>
<< No, è che da queste parti girano strane
voci, loro non
vengono qui di solito. >>
Sorrisi a quelle parolefingendomi sorpresa.
<< ah no? E come mai? >> dissi tentando di
farlo parlare.
Lui si guardò intorno furtivo, come se mi stesse per svelare
il
più grande
dei segreti.
<< Beh, qui girano vecchie leggende secondo le quali
loro.. non sarebbero proprio umani. >>
<< e allora cosa sarebbero? >>
<< Loro sono.... I Freddi! >>
Lo disse in maniera talmente teatrale che non riuscì a
trattenermi dal
ridergli in faccia!
<< I freddi? È perché vengono
dall’alaska?
>>
<< Ma no! >> mi riprese Jacob ridendo.
<< Le leggende Quileutes dicono che tanto tempo fa I
Freddi arrivarono nel nostro territorio e fecero un patto con i
nostri antenati, se loro non si fossero dimostrati pericolosi
per gli
altri esseri umani allora sarebbero potuti restare nel nostro
territorio, purchè ovviamente non entrassero
all’interno della riserva.
>>
<< e cosa sarebbero questi “freddi”?
>>
<< Voi umani li chiamate bevitori di
sangue, vampiri!
>>
<< E i Cullen sarebbero i freddi?? >> gli
ripetè con voce dubbiosa.
<< così si dice. >>
<< E se io sono umana, i Cullen feddi.. tu cosa
sei?
>>
<< è ovvio, un Uomo Lupo! >>
E di nuovo non potei fermarmi dal ridergli in faccia e lui si
unì a me. Jacob era molto poco convinto sulla
realtà di questa
leggenda e lo si
vedeva chiaramente, non la prendeva sul serio per niente!
La serata passò tranquilla e quando leggere gocce di pioggia
iniziarono
a cadere dal cielo plumbeo ritornammo alle nostre rispettive auto e ci
dirigemmo nuovamente verso Forks.
Avevo passato una bella serata e alla fine non mi ero pentita
più di
tanto di essere andata a La Push, Jacob era troppo forte!
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