Ti ho donato il mio cuore

di ineffable
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un cuore spezzato ***
Capitolo 2: *** Seta preziosa ***
Capitolo 3: *** Una luce di speranza ***
Capitolo 4: *** Arancia pietrificata ***
Capitolo 5: *** Il capitano affonda con la nave ***
Capitolo 6: *** Rapimento ***
Capitolo 7: *** Pericolo? ***
Capitolo 8: *** Il passato di Lucius ***
Capitolo 9: *** Gelosia ***
Capitolo 10: *** Cena romantica ***
Capitolo 11: *** Uno spiraglio di luce ***
Capitolo 12: *** Il risveglio della bestia ***
Capitolo 13: *** Nel cuore del kraken ***
Capitolo 14: *** Chiarimenti e scommesse ***
Capitolo 15: *** Bagno di luna ***



Capitolo 1
*** Un cuore spezzato ***


Un cuore spezzato


L'alba di un nuovo giorno accoglieva la Revenge e la sua ciurma, molti degli uomini erano già al lavoro mentre altri stavano facendo colazione con la scarsa razione che gli toccava, le condizioni a bordo erano davvero pessime e la maggior parte di loro credeva ci sarebbe voluto più di un miracolo per risolvere la situazione, in più c'era un evidente tensione che aleggiava tra tutti loro, da un lato la ciurma del pirata gentiluomo dall'altro quella di Barbanera e nonostante quest'ultimo aveva promesso che nessuno sarebbe stato toccato era ovvio che quelli che erano stati abbandonati, rapiti o spinti in mare non si fidassero poi molto delle sue parole.
Il peggio però non era certo quello ma l'elettricità che scorreva tra i due capitani, era chiaro a tutti che non avessero risolto un bel niente e che Stede stava solo cercando un modo per farsi perdonare da Edward ma con scarsi risultati perché tutte le volte che provava anche solo ad aggiungere una parola in più Edward si ritirava nella sua stanza sbattendogli la porta in faccia, era difficile lavorare in quelle condizioni e il novello pirata sapeva che i suoi uomini non avrebbero retto ancora a lungo per questo doveva darsi una mossa, ma non quel giorno perché aveva mandato a monte un abbordaggio capendo male gli ordini e ovviamente Barbanera si era infuriato con lui, aveva tentato di pugnalarlo ma non ci era riuscito e questo lo aveva mandato ancora più in bestia.
Ovviamente i guai non arrivano mai soli e dopo quel fallimento anche il mare e il cielo decisero di farsi beffa della loro situazione scatenando la peggiore tempesta mai vista, il mare gonfio e grigio si abbatteva sulla nave facendola ondeggiare selvaggiamente, il vento ululava così forte e con tanta potenza da costringerli a chiudere le vele, sul pavimento di legno si scivolava, la roba rotolava ovunque e anche l'equipaggio faticava a tenersi in piedi, c'erano tuoni seguiti da fulmini che rischiavano di colpire l'albero ad ogni schiocco e in più anche il timone sembrava essersi bloccato.
<< Ed così ci schianteremo! >> urlò Stede tenendosi come meglio poteva alla ringhiera.
<< So quello che faccio, sono io che comando qui! >>
<< Edward metti da parte l'orgoglio per una buona volta e ascol...- >> la frase si interruppe lì perché un'onda parecchio forte si abbatté sulla fiancata della nave facendolo volare in avanti, finì dritto contro Edward e si aggrappò a lui ma anche i suoi vestiti di pelle erano resi scivolosi dall'acqua.
<< Ti ho già ascoltato una volta! >> urlò Barbanera spingendo Stede per toglierselo di dosso e facendolo cadere a terra, le rocce intanto diventavano sempre più vicine sotto lo sguardo terrorizzato del pirata gentiluomo che invano continuava ad urlare.
<< EDWARD! >>
<< Fang al mio tre ruota a tutta destra il timone! >> urlò Edward ignorando completamente la voce terrorizzata sotto di lui.
<< Uno! >>
Stede si aggrappò alle ringhiere più forte che poté.
<< Due! >>
Chiuse gli occhi preparandosi all'impatto.
<< Tre! Ora, vai! >>
Fang eseguì l'ordine sforzandosi di girare il timone con tutta la forza di cui era capace, la nave virò di colpo schivando per un pelo gli scogli che erano a pochi metri da loro, i barili e le casse rotolarono schiantandosi nel lato destro della nave e anche tutti gli uomini che non si erano aggrappati bene finirono con le schiene o le pance sbattuti contro il legno che fortunatamente era abbastanza resistente da non rompersi, Edward urlò di gioia saltando giù alla base della nave.
<< Ce l'abbiamo fatta! >>
<< Uomo in mare! >> gridò Buttons indicando un puntino che si dibatteva tra le onde, era Roach che era salito sull'albero per chiudere le vele e con quella manovra di prima era scivolato non riuscendo a tenersi stretto ed era caduto in acqua, Stede che fino a poco prima era rimasto aggrappato alla ringhiera ancora tremante si alzò di scatto ignorando il tremore che sentiva alle gambe, corse a prendere una corda e la lanciò al poveretto sperando riuscisse ad afferrarla.
<< Roach aggrappati! >>
<< Forza amico puoi farcela >> gridò qualcuno.
Edward guardava la scena e in particolar modo Stede che sembrava essersi trasformato da lattante in vero uomo, era determinato, urlava cosa fare con decisione senza nemmeno una traccia di titubanza nella voce, deglutì sentendo il cuore accelerare di fronte a quella nuova versione del suo ex co-capitano.
<< Meglio se ti arrendi, le onde sono troppo alte >> gli disse con l'intenzione di fargli male ma quello che ottenne fu solo uno sguardo infuocato e deciso.
<< Ho promesso che non avrei più abbandonato nessuno ed è quello che farò a costo di andare io stesso a prenderlo. >>
Gli altri uomini sentendo quelle parole sorrisero ammirando il loro capitano e ciò che era diventato, forse avevano fatto bene a dargli di nuovo fiducia, si stava comportando come un vero uomo d'onore dimostrando che la loro fedeltà era ben ripagata.
<< Morirai anche tu se ti butti >> disse serio.
<< Non importa >> rispose Stede e dopo essersi assicurato che la corda fosse abbastanza stretta iniziò a calarsi giù cercando di non guardare troppo verso il basso e non pensare che sotto di lui c'era una quantità d'acqua perfettamente in grado di divorarlo.
<< Lascia che vada Edward, almeno ci toglieremo di torno un inutile parassita >> disse Izzy a bassa voce avvicinandosi a lui, ma Edward non poteva permettere che morisse proprio sulla sua nave, se doveva abbandonarlo di nuovo non era con la morte che doveva succedere, non se la sarebbe cavata così facilmente.
<< Bonnet! Legati la corda intorno al corpo e poi salta >> urlò Barbanera e tutti lo guardarono sconvolti.
<< Così annegherà >> disse Lucius.
<< No che non lo farà. >>
Stede guardava Edward titubante insicuro sul fatto se gli stesse suggerendo una cosa giusta o meno, poi chiuse gli occhi e gli tornarono in mente i ricordi che aveva con lui, quando si era lasciato infilzare per insegnargli a combattere, quando gli aveva suggerito di alzare bandiera bianca e la volta con gli Spagnoli, in tutti quei casi aveva seguito le sue indicazioni e le cose erano andate bene, così una volta legatosi la corda intorno alla vita si lasciò cadere in acqua sotto lo sguardo pietrificato di tutti.
<< Sei impazzito! >>
<< Così ti ammazzerai >> gridarono in coro ma l'unico a non essere spaventato era proprio Edward che era stupito della fiducia che Stede gli aveva dato nonostante tutto, il pirata biondo era riuscito ad afferrare Roach ma salire in due sarebbe stato molto più complicato, intanto Barbanera si era calato dal bordo tenendosi alla corda.
<< Ok ora fai salire Roach io lo tirerò su, tu non temere perché sei legato e non verrai trascinato via dalla corrente! >>
Così fecero e con non poca fatica il cuoco della nave riuscì a salire aiutato prima da Edward e poi da tutti i suoi amici, fortunatamente non aveva bevuto troppa acqua ma era solo frastornato, era il turno di Stede che però ogni volta che tentava di appoggiarsi con i piedi alla nave come gli aveva suggerito Barbanera scivolava giù, in più la corda stava per spezzarsi e infatti dopo altri due tentativi si sentì un crack, Stede piombò in acqua ma Edward afferrò la cima prima che finisse anch'essa in mare.
In quelle condizioni rischiava di venir trascinato giù anche lui e il pirata gentiluomo non avrebbe potuto sopportarlo, guardava terrorizzato quelle mani guantate che reggevano con tutta la forza quella corda, i denti digrignati e il viso rosso per lo sforzo.
<< Ed lascia la corda! >> urlò.
<< Non voglio che finisci in acqua anche tu, non me lo perdonerei mai! >> gridò di nuovo e a quel punto Edward aprì gli occhi che incontrarono quelli scuri dell'altro, si stava preoccupando per lui, perché si chiedeva ma non era il tempo di porsi domande, gli altri uomini corsero afferrando Barbanera per non farlo cadere ma questo non risolveva il problema di Stede, purtroppo però con tutto quello sballottamento andò a colpire con la testa contro la nave e perse i sensi.
<< Cazzo >> imprecò Edward a denti stretti.
<< Va bene ora abbiamo solo una soluzione tirare con tutte le nostre forze e sperare che la corda non si spezzi di nuovo >> gridò.
<< Pronti? >>
<< Sì >> risposero tutti.
<< Forza iniziamo! >> tirarono con tutta l'energia che avevano in corpo, qualcuno scivolò ma si rimise subito in piedi, tirarono, tirarono e tirarono ancora fino a che il corpo privo di sensi di Stede non venne finalmente su, Edward lo prese tra le braccia tirandolo dentro e accasciandosi vicino a lui, ansimava per lo sforzo fatto, poi guardò quel viso tanto bello da far male, gli accarezzò la nuca vedendo i capelli sporchi di sangue, tirò su quel ciuffo e scoprì un taglio, non era grave e lui si rese conto che stava diventando troppo protettivo nei suoi confronti così si alzò di scatto come se si fosse scottato.
<< Medicatelo e portatelo in cabina >> ordinò senza più guardarlo e lui stesso si ritirò nella sua, si spogliò da quei vestiti bagnati e si rannicchiò davanti al fuoco per scaldarsi, sollevò la mano con la quale aveva sfiorato i capelli di quel pirata che gli aveva spezzato il cuore, per un attimo si addolcì sentendo il magone salirgli alla gola ma poi la chiuse a pugno e i suoi occhi si spensero di nuovo sotto quella rabbia cieca che aveva imparato a provare.
Dopo circa un'ora quando i suoi abiti erano quasi asciutti e lui si era messo qualcosa per la notte qualcuno bussò alla sua porta, imprecò a denti stretti non avendo voglia di vedere nessuno così provò a fingere di star dormendo ma il bussare non si placava affatto.
<< Avanti cazzo! >>
Si aprì uno spiraglio e Olu entrò titubante giustamente spaventato e in allerta, non si poteva mai sapere con Edward soprattutto se aveva bevuto o se aveva semplicemente avuto una brutta giornata, ma quello che aveva da dire non poteva aspettare e gli altri avevano deciso in unanimità che lui era il più indicato per parlare con quel matto che perdeva la testa anche se solo gli portavi il cibo sbagliato.
<< Che cazzo vuoi? Ti sembra l'ora per venire a fare una visitina? >>
Olu titubò un po' poi prese coraggio.
<< Mi dispiace capitano ma abbiamo un problema urgente, riguarda Stede >> con quella semplice frase riuscì ad ottenere la sua attenzione ma purtroppo l'interesse scemò in fretta.
<< Allora non mi interessa potete risolverlo da soli >> disse spostando lo sguardo verso il basso e serrando la mascella, Olu però non si spostò dalla sua posizione.
<< Edward so che le cose tra voi...- >> Barbanera gli si avvicinò come una furia costringendolo ad indietreggiare, lo studiò con occhi che sprizzavano scintille di rabbia poi lo prese per la maglia tirandolo verso di sé, ne aveva già abbastanza di tutti loro.
<< Allora non mi hai sentito, ho detto che...- >>
<< Rischia la vita >> disse solo Olu ed Edward allentò la presa.
<< Che significa? >> domandò severo.
<< Quando lo abbiamo portato dentro gli abbiamo messo dei vestiti asciutti addosso ma non è servito, sta tremando da parecchio ormai e temiamo abbia la febbre. >>
<< Quel vostro cuoco non è anche un medico? >> chiese sollevando appena le sopracciglia.
<< Sì più o meno ma il punto è che gli servirebbe solo un posto caldo dove stare. >>
Edward si scostò da lui allontanandosi lentamente, non lo guardava più perché stava riflettendo.
<< E quindi cosa vuoi da me? >>
Olu aprì e chiuse le braccia sperando di fare breccia in quel lato di lui che forse non era ancora morto del tutto.
<< Se potessimo portarlo qui e farlo scaldare vicino al fuoco probabilmente entro questa notte starebbe già meglio. >>
<< Non se ne parla >> rispose Barbanera continuando a fissare il pavimento.
<< Per favore...ci hai fatti tornare a bordo solo per vederci morire uno a uno? E prima lo hai salvato dandoti tutta quella pena per poi rischiare di farlo uccidere da un raffreddore? >> Olu sapeva di star rischiando grosso, prendersi troppe libertà costava caro ma lui era determinato a farlo ragionare, Edward gli si avvicinò di nuovo pensando sarebbe fuggito sotto il suo sguardo feroce ma non accadde.
<< Sai cosa accade a chi mi parla così? >>
<< Lo so >> deglutì << ma Stede ha bisogno di aiuto e io voglio fare il possibile per darglielo. >>
Edward a quel punto non sapeva più come ribattere o meglio non ne aveva forza e voglia, in fondo quel ragazzo aveva ragione non lo aveva salvato per vederlo morire in modo così sciocco, ma averlo lì nella sua camera di nuovo cosa avrebbe significato, cosa avrebbe riportato a galla? Niente si rispose, lui era il Kraken e quel mostro non ha sentimenti, aveva qualcosa da dimostrare e per quello gli serviva che Stede fosse vivo.
<< Portatelo qui >> disse andandosi a rannicchiare poi sul letto.
<< Grazie >> Olu sorrise e uscì svelto dalla stanza.
Poco dopo un gruppo di ragazzi vagamente disordinati entrarono discutendo tra loro su come era meglio tenere il corpo dell loro capitano per non fargli male, la discussione finì una volta che incontrarono lo sguardo cupo di Barbanera << sicuro che gli stia bene? >> domandò Lucius a Olu che annuì, sistemarono Stede vicino al fuoco usando come giaciglio coperte e qualche straccio.
<< Ok così dovrebbe andare. >>
Olu si avvicinò a Barbanera tenendosi le mani nelle tasche posteriori dei pantaloni << Edward... >> voleva ringraziarlo di nuovo e magari così i rapporti tra loro sarebbero migliorati e sulla nave si sarebbe potuto respirare di nuovo ma ovviamente lui non glielo permise.
<< Fuori >> ordinò e Lucius, Pete, lo Svedese obbedirono senza farselo ripetere.
<< Anche tu >> disse guardando Olu negli occhi che però titubava << non vuoi che resti per >> ma lo sguardo trafiggente di Edward lo convinse che era meglio fare come diceva prima di scatenare la sua ira e rischiare di far buttare fuori anche Stede, così dopo aver buttato un'occhiata al suo capitano dormiente uscì svelto dalla porta.
<< Pensi che rimarrà lì tutta la notte a fissarlo? >> bisbigliò Lucius.
<< Non lo so tesoro, forse >> rispose Pete.
<< E' inquietante. >>
<< Vi sento idioti! >> urlò Edward da dietro alla porta tirandole contro uno stivale, tutti quanti fuggirono via alla svelta lasciandolo finalmente completamente solo, o quasi perché c'era Stede con lui anche se completamente inconsapevole di dove si trovasse, era strano trovarsi nella stessa cabina dopo tanto tempo, avevano condiviso un mucchio di cose lì dentro parecchie delle quali belle e felici, ricordava i sorrisi, i brindisi e le risate, guardava quell'uomo dormiente da lontano come se temesse che avvicinandosi troppo avrebbe potuto scottarsi.
Sembrava così innocuo visto in quelle condizioni e invece era stato capace di strappargli il cuore dal petto, gli aveva fatto più male lui con la sua gentilezza che tutti gli uomini che lo avevano ferito con la spada, Edward aveva imparato che le cicatrici sul cuore facevano molto più male di quelle che aveva sul corpo, i suoi cupi pensieri vennero interrotti dalla voce di Stede, stava mugolando qualcosa mentre si agitava nel sonno.
<< Ed...mi dispiace Edward. >>
<< Perdonami. >>
Barbanera venne colpito da quelle frasi ma si rifiutava di ascoltarle, scosse la testa tappandosi le orecchie e stringendo gli occhi, non poteva permettersi di cedere di nuovo, stava solo sognando e le sue non erano vere scuse, se ne sarebbe andato di nuovo lasciandolo solo e lui stava solo aspettando il momento che accadesse.
<< Zitto Bonnet tieniti le tue patetiche scuse per te >> disse sorseggiando le ultime gocce d'alcol che gli erano rimaste nella fiaschetta poi si girò e tentò di dormire.
L'indomani Izzy andò come tutti i giorni a svegliare il suo capitano trovandolo però già in piedi, i suoi occhi vennero attirati dalla figura di Bonnet che sonnecchiava beato sul pavimento, lo sguardo del primo ufficiale si spostò terrorizzato sulla figura del suo capitano, non poteva essere successo ciò che credeva.
<< Edward che ci fa questo coglione qui? >>
<< Niente Izzy non fa proprio niente >> rispose uscendo dalla camera con Izzy al seguito che continuò a riempirlo di domande lungo il tragitto.
<< Se ti dico che non devi preoccuparti fallo e basta. >>
<< E' solo che sono preoccupato, non voglio succeda come l'ultima volta >> disse Izzy guardandolo serio.
<< Per caso ti sembro uno stupido Izzy, avanti dillo >> in quel momento passò Lucius, loro si zittirono sperando se ne andasse senza dire una parola ma lui rimase li impalato.
<< Dovrei solo...ecco passare...il corridoio è stretto >>  disse il ragazzo con la voce che gli tremava leggermente, loro due si spostarono e lui passò in tutta fretta dicendo << voglio che sappiate che non ho sentito niente >> poi corse via, Izzy sbuffò alzando gli occhi al cielo.
<< Allora dimmi perché dobbiamo tenerli sulla nave, se non vuoi ucciderli abbandoniamoli da qualche parte, lasciamoli in un porto o dove ti pare, non ha senso continuare tutto questo >> Edward sollevò un dito << ti ho già spiegato che se ne andranno loro, voglio solo divertirmi un po' nel mentre e dimostrare a Ste...a Bonnet che ho ragione sul suo conto. >>
<< Cioè? >> domandò Izzy.
<< Che è un bugiardo. >>
Izzy sospirò.
<< Mi è concesso divertirmi un po' o no? Sono Barbanera cazzo, io devo divertirmi e ti pregherei di non affrontare più questo discorso e di non prendere iniziative, sai quello che è successo l'ultima volta vero? >> indicò con lo sguardo il piede mutilato del primo ufficiale.
<< Sì...capo >> rispose Izzy levandosi ti torno.
Quando Stede aprì gli occhi trovò accanto a sé Olu, si guardò intorno stropicciandosi gli occhi ricordando vagamente che cosa era successo il giorno prima, si sentiva debole ma forse aveva solo bisogno di mangiare qualcosa e rilassarsi, quando riuscì a mettere a fuoco la figura del suo compagno di avventure lo guardò confuso.
<< Dove mi trovo? >> sentiva la bocca molto secca.
<< Sei nella cabina di Edward, che è anche la tua in effetti ma...comunque ieri tremavi e avevi la febbre così abbiamo chiesto a lui il permesso di metterti vicino al fuoco. >>
<< E lui ve lo ha concesso... >> le sue labbra si aprirono in un sorriso di stupore.
<< Sì ma capo non illuderti troppo, è stato difficile convincerlo. >>
L'espressione di Stede mutò di nuovo diventando più triste.
<< Già immagino...però è un passo avanti vero? >> chiese speranzoso e Olu proprio non se la sentiva di farlo stare male così annuì rispondendo affermativamente e il pirata gentiluomo ritrovò un po' del suo buon umore, anche loro due si diressero in cucina dove trovarono alcuni membri della ciurma intenti a mangiare.
<< Voi pensate voglia ucciderci? >>
<< Se avesse voluto farlo perché avrebbe salvato me e Stede? >> disse Roach.
<< Spero non abbia intenzione di abbandonarci ancora, credete che il talent show si possa ancora fare? >> domandò lo Svedese.
<< Ah ma sta zitto. >>
Stede si schiarì la voce e Olu si andò ad accomodare accanto a Jim.
<< Ragazzi voglio tranquillizzarvi su questo punto, nessuno morirà, Edward e io abbiamo fatto un patto al massimo se non mi vorrà più è me che ucciderà ma voi sarete liberi di andarvene. >>
<< Come facciamo a fidarci di nuovo? >> domandò Pete attirando il consenso degli altri.
<< Io mi fido di lui Pete, se c'è qualcuno che ha sbagliato qui sono io, è vero lui non doveva fare ciò che vi ha fatto ma era molto arrabbiato per colpa mia, quindi se dovete avercela con qualcuno quello sono io >> spiegò Stede, in quel momento stava passando Edward che si nascose dietro la porta ad ascoltare, stava parlando bene di lui prendendosi tutta la colpa, questa consapevolezza gli fece bruciare forte gli occhi, se li asciugò entrando in cucina, quando lo videro gli altri rimasero in silenzio affrettandosi ad alzarsi, solo Stede rimase in cucina.
<< Ed...volevo ringraziarti per...- >>
<< Zitto Bonnet, non voglio sentire una parola uscire da quella tua bocca bugiarda, e ti ho già detto che sono Barbanera per te. >>
<< D'accordo! Allora Barbanera posso avere la tua attenzione? >>
<< No >> rispose pizzicando una mollica di pane e mettendosela in bocca, stava per uscire ma Stede si mise davanti a lui.
<< Senti io ho accettato le tue condizioni, hai detto che potevo rimanere se fossi rimasto solo tu al comando, non dovevo intervenire per alcun motivo e non mettere becco sui tuoi metodi e non l'ho fatto, quello che ti chiedo è di ascoltare quello che...- >>
Edward si pulì le mani dalle briciole e lo fissò come se fosse la centesima volta che doveva ripetergli quel discorso.
<< L'ho già fatto, ti ho ascoltato è per questo che sei qui, non credo a una parola di ciò che mi hai detto, so che te ne andrai di nuovo alla prima occasione e te lo dimostrerò, per questo tengo te e i tuoi giocattoli sulla mia nave. >>
<< Era la mia nave Edward! >>
Barbanera ridacchiò.
<< Che vuoi fare riprendertela? >>
Stede ci pensò su, stava per negare quando gli venne un'idea, una folle e pazza ma che poteva funzionare.
<< Sì. Ti sfido a duello Barbanera, se vinco io tornerò ad essere tuo co-capitano e tu dovrai ascoltare quello che ho da dirti, se vinci tu mi ucciderai >> disse deglutendo senza spostare lo sguardo, Edward ovviamente era spiazzato, sapeva che quell'ometto era pazzo ma non fino a quel punto, con Izzy era stata fortuna mischiata a un pizzico di strategia ma non avrebbe mai potuto vincere contro di lui.
<< Ci tieni tanto a morire? >>
Il pirata gentiluomo si umettò le labbra spostando lo sguardo verso il basso e poi di nuovo su di lui.
<< Non ha senso continuare a vivere senza di te, se tu mi odi così tanto allora accetta la mia sfida e ti libererai di me, l'unico per cui voglio combattere sei tu Edward e non ho paura di mettere la mia vita in palio. >>
<< Non mi batterò con te Bonnet >> disse superandolo.
<< Codardo >> rispose Stede tremando appena, Edward si fermò di colpo.
<< Cosa hai detto? >>
<< Ho detto che sei un codardo >> ripeté stringendo i pugni, Barbanera fece qualche passo indietro fermandosi proprio dietro alla schiena di Stede.
<< Tu vieni a dire a me che sono un codardo. >>
<< Sarò anche scappato ma ora tu stai facendo la stessa cosa, dimostra che sei meglio di me Edward Teach >> non ebbe il coraggio di voltarsi perché gli occhi scuri e profondi dell'uomo che aveva capito di amare gli avrebbero sicuramente fatto perdere tutta la determinazione.
<< Accetto la sfida, se proprio ci tieni a fare una brutta fine. Ma non dire che non ti avevo avvisato e...non sarò gentile per niente >> disse Edward, in quel momento arrivò Izzy che vedendo quella strana situazione capì che c'era qualcosa sotto.
<< Che cosa succede? >> domandò al suo capitano.
<< Izzy voglio che lucidi e affili la mia spada, questo pomeriggio ci sarà un incontro. >>
Il primo ufficiale lo guardò confuso << un incontro tra chi? >> ma Edward si allontanò senza rispondere, Stede guardava verso il basso ancora voltato di spalle con gli occhi lucidi, Izzy guardò lui e si chiese se fosse lui l'uomo contro cui il suo capo voleva combattere, possibile? Sorrise all'idea e si affrettò a fare ciò che gli aveva ordinato.
Tutti presto seppero dell'incontro e ovviamente diedero del pazzo a Stede, alcuni gli consigliarono di ritirarsi ma lui non rispondeva, era determinato a portare avanti il suo scopo, il primo ufficiale consegnò con orgoglio la spada che aveva tirato a lucido a Edward, gli batté una mano sulla spalla << è ovvio che vincerai Edward >> disse con gli occhi che gli brillavano, aveva aspettato quel giorno per mesi e finalmente era arrivato.
Barbanera uscì sul ponte scuro in volto, erano già tutti lì con Stede al centro che lo stava aspettando, si guardarono per un istante e i loro occhi si scambiarono parole che a voce ancora non sarebbero risusciti a dirsi, Edward si impose di vedere nell'uomo davanti a lui solo un avversario e non l'uomo che aveva amato e che segretamente amava ancora, Stede era insicuro ma determinato, strinse l'elsa della sua spada e diedero il via al combattimento.
Le spade si incrociavano tintinnando l'una contro l'altra, strusciavano, si allontanavano e poi di nuovo erano unite in uno scontro di forza, da un lato il pirata gentiluomo che cercava di fare forza e dall'altro il terrore dei mari che ne sapeva molto più di lui, ci stava andando piano giusto per il gusto di fargli credere di potercela fare ma doveva ammettere che era migliorato, la sua tecnica era più specifica rispetto all'ultima volta che si erano allenati insieme.
Gli uomini tifavano con titubanza perché non sapevano quale dei due era meglio scegliere, temevano di finire nei guai con Barbanera se avesse vinto ma Stede era il loro capitano, li aveva salvati e si stava battendo con coraggio perciò decisero di essere loro stessi uomini valorosi e cominciarono a incitare il biondo pirata.
Poi Edward iniziò a fare sul serio sferrando colpi sempre più veloci e precisi, malgrado Stede riuscisse a pararli ne arrivavano sempre altri e alla fine uno di questi lo colpì sul braccio tagliandogli il tessuto della camicia e anche la pelle, gemette guardandosi il taglio, tutti gli altri erano rimasti in silenzio, Barbanera però non si fece impietosire e ricominciò ad attaccare, il pirata gentiluomo riuscì a spostarsi e spingere l'altro uomo contro un barile ma lui si voltò di fretta, in un attimo lo raggiunse alzando la spada, sferrò il colpo con forza brutale ma Stede lo bloccò, sorrise soddisfatto e tirando un respiro di sollievo quando Edward allungò una gamba facendogli lo sgambetto, il biondo pirata cadde a terra sbattendo la testa, la spada gli cadde di mano e lui riuscì a vedere solo la figura di Edward che si inginocchiava sopra di lui.
<< Hai perso Bonnet >> disse con voce profonda sollevandolo per la camicia, lasciò la spada e tirò fuori il pugnale, voleva colpirlo dritto al cuore lì dove lui mesi prima era stato colpito, voleva vedere quella camicia bianca riempirsi di sangue proprio nel punto dove quell'organo era situato, Stede non vedeva bene, la testa gli girava e gli faceva male per il colpo, era sudato anzi entrambi lo erano, sorrise comunque sollevando una mano per andare a sfiorare quel viso colorato di nero.
<< Sarà un onore morire per mano tua. >>
<< Avanti Edward che aspetti finiscilo! >> urlò Izzy guadagnandosi un'occhiataccia da tutti, vedendo che Edward non faceva alcuna mossa alcuni di loro iniziarono ad incitare il loro capitano, << forza capo puoi farcela spingilo via! >> ma Stede non mosse un muscolo, ansimava per la fatica guardando fisso Barbanera che strinse più forte il pugnale tra le dita, lo puntò contro quel petto caldo e vivo, la sua faccia si contorceva per la frustrazione, voleva farlo, doveva farlo, doveva uccidere e togliere la vita a Stede Bonnet, ci fu un istante in cui i loro occhi si incontrarono e in quelli nocciola del pirata gentiluomo Edward non vi lesse nulla di quello che avrebbe dovuto esserci, non c'era paura, terrore o accusa, erano solo quegli occhi belli e buoni che mai lo avevano guardato come se fosse un mostro.
Digrignò i denti spingendo un poco la punta del pugnale ma la sua mano si rifiutò di andare oltre, buttò via la lama con un ringhio feroce e con l'altra lasciò andare il lembo di camicia che stava tenendo stretto, si alzò di scatto causando un indietreggiamento da parte del resto della ciurma e a passo spedito si diresse verso l'interno della nave, passò di fianco a Izzy che malgrado il nervosismo ebbe la saggezza di non dire una parola e si rifugiò nella sua cabina.
Gli uomini che erano rimasti con il fiato sospeso fino a quel momento poterono finalmente riprendere a respirare sollevati che il loro capitano fosse uscito da quel duello sano e salvo, Ivan e Fang furono gli unici che rimasero in silenzio ma dentro anche loro erano felici della buona sorte che sembrava accompagnare sempre quello strano ometto.
<< Grazie per l'appoggio ragazzi >> iniziò a dire Stede << ma questa non è stata una vittoria. >>
<< Ma come no? >>
<< Sì capo tu hai chiaramente vinto. >>
<< Vi ringrazio davvero ma...- >> continuò tentando di placare gli animi anche con un gesto delle mani ma poi intervenne Buttons che già era stato arbitro del primo duello con Izzy << capitano secondo le regole se qualcuno lascia lo scontro prima che sia finito determina la sua resa, perciò vince chi rimane. In questo caso tu hai vinto. >>
Sul volto di Stede nacque un lieve sorriso << davvero queste sono le regole? >> domandò apparendo quasi incredulo e tutti risposero affermativamente.
<< E pensate che Edward lo sappia? >>
<< Sì! >> risposero in coro.
<< E quindi significa che... >> sorrise << posso parlare con lui. >>
<< Sì capo ce l'hai fatta >> dissero alcuni dandogli affettuose pacche sulle spalle ma il sollievo sul volto di Stede durò ben poco, << però non è giusto, non mi sembra di aver vinto lealmente >> e tutti ovviamente sbuffarono.
<< Ascolta capo ti sei battuto rispettando le regole, non sei tu quello che se ne è andato >> provò a spiegargli Olu.
<< Sì ma io...non l'ho scansato quando potevo, è come se mi fossi arreso anche io. >>
<< Ma non te ne sei andato >> disse Pete.
Stede non sembrava ancora convinto così intervenne Lucius esasperato da tutta quella situazione, da quei battibecchi che rischiavano ogni giorno di farli morire contro qualche scoglio o per mano di qualche idiota, e lui aveva già avuto il suo bel da fare una volta e gli era bastato << ascolta Stede hai voluto batterti con lui e ha accettato, stava per vincere ma ha deciso di non infierire il che significa che tu hai vinto regolarmente, quindi ora muovi quel culo e dimostra di non essere un codardo per una buona volta. Probabilmente adesso e lì dentro che piange o si dispera per te o per essere stato inadatto, e forse questo potrebbe comportare un'altra crisi nella quale uno di noi potrebbe finirci di mezzo, quindi se non vuoi farlo per te o per lui fallo almeno per noi! >>
Il capitano e tutti gli altri avevano ascoltato quel discorso detto tutto d'un fiato a bocca aperta e senza emettere alcun suono, non avevano mai visto Lucius così determinato e rimasero davvero sorpresi, Pete gli lanciò uno sguardo d'apprezzamento e gli strinse un braccio intorno alla vita, Stede lo guardò e rispose << hai assolutamente ragione Lucius, devo tirare fuori il coraggio. >>
<< E le palle >> suggerì Jim.
<< Sì anche quelle >> rispose Stede tra le risate generali e poi si allontanò lasciandoli soli, Pete baciò Lucius sulle labbra e disse << sei stato molto bravo >>, il ragazzo ammiccò e rispose << lo so. >>
Nella cabina di Edward intanto c'erano già state delle vittime, l'unica sedia presente era stata rovesciata malamente, le carte sporche d'inchiostro e carbone erano state spazzate a terra in un moto di rabbia e ora giacevano spiegazzate in un angolo del pavimento sembrando anche più vecchie e logore di quanto non fossero, Izzy che era stato cacciato via in malo modo ma questo non fu un dramma per lui anche perché non sapeva bene che cosa era andato a fare, parlargli dell'incontro o del perché non avesse ucciso quel maledetto Bonnet sapeva bene che sarebbe stato contro producente e così se ne era andato senza ribattere, anche se dentro di sé covava una rabbia sia verso quel damerino, sia verso il suo capitano che era sicuro prima o poi sarebbe esplosa.
Il giovane pirata dai capelli color dell'oro aveva camminato per una buona mezzora avanti e indietro in una delle sale dedicata al divertimento della Revenge, aveva provato almeno quindici o venti volte il discorso da fare a Edward visto che quello che gli aveva fatto la prima volta non aveva funzionato, o forse un pochino sì visto che lui e la sua ciurma si trovavano sulla nave, anche se quello che era stato il suo co-capitano diceva di averlo accettato a bordo solo per dimostrare che di lui non ci si poteva fidare, che era un codardo che non manteneva le promesse e che presto se ne sarebbe andato.
Dopo l'ennesimo sospiro strinse forte i pugni e disse << coraggio Stede puoi farcela, è solo Edward, non ti farà del male >> deglutì << forse >> drizzò le spalle e si decise finalmente a muovere i primi passi con il cuore che batteva forte rimbombando nella cassa toracica, in un attimo era davanti alla porta, quella porta che aveva varcato centinaia di volte e che ora gli faceva così paura, allungò una mano chiusa a pugno per bussare ma senti un forte rumore all'interno così la ritirò << forse dovrei aspettare >> si disse, ma in quel momento passò Lucius che vedendo la scena disse << non se ne parla >> bussò alla porta al posto di Stede, l'aprì e ce lo spinse dentro chiudendola e andandosene frettolosamente.
<< Chi cazzo ti ha dato il permesso di entrare? >> ringhiò Barbanera guardandolo storto.
Stede guardò lui, poi la porta e di nuovo lui << ehm...tecnicamente questa è anche la mia cabina >> disse riprendendo un briciolo di autocontrollo.
<< Non più Bonnet >> rispose Edward facendo frusciare il collo rotto di una bottiglia che teneva in mano, lo sguardo del pirata gentiluomo cadde su quel pezzo di vetro e iniziò a sudare freddo, poi però il motivo per cui era lì gli tornò in mente e così prendendo l'ennesimo respiro si ricompose.
<< Avevi detto che se io avessi vinto il duello mi avresti ascoltato...e saremmo tornati a essere co-capitani. >>
Edward lo degnò solo di una risata sprezzante dimostrando che non lo stava affatto prendendo sul serio.
<< Tu non hai vinto cazzo. >>
<< Mi hanno spiegato le regole, ti sei arreso...- >>
<< Io non >> gli si avvicinò di scatto prendendolo per il colletto della camicia e gli ringhiò sul volto << mi sono arreso. >>
<< D'accordo ma non hai finito, te ne sei andato prima di scagliare l'ultimo colpo. >>
<< Hai fatto male a fidarti delle promesse di un pirata >> ghignò tentando di sembrare malvagio ma Stede era impassibile, vedeva oltre sotto quell'armatura di ghiaccio, dietro quello sguardo macchiato ancora di nero e quell'espressione arrabbiata lui vedeva solo la ferita di Edward.
<< Promessa o no ora siamo tornati a collaborare, hai detto che stai aspettando che me ne vada di nuovo, non ti costa niente aspettare prendendo con me le decisioni. >>
Barbanera era incredibilmente sorpreso del sangue freddo che stava dimostrando quell'uomo, ma non doveva esserlo, si era da subito dimostrato uno in gamba, forse un po' folle e sconsiderato ma comunque una volta mostratogli la via lui era capace di prenderla senza più avere bisogno di aiuto e soprattutto non aveva mai avuto paura di lui quindi non poteva aspettarsi che ne avesse adesso.
<< Va bene ma non condivideremo l'alloggio >> disse corrugando le sopracciglia ma Stede scosse la testa, << invece sì, un capitano ha bisogno delle sue comodità per governare al meglio la propria nave, ma tranquillo il letto è tuo, io mi accontento volentieri di quel mucchio di coperte. >>
Edward rise di nuovo << governare Stede? Ti limiti a lasciare che le cose accadano, lasci che gli altri facciano quello che sanno fare e tu segui la corrente, e questo non è governare una nave. >>
Sul volto del pirata biondo si aprì un sorriso pieno di stupore, la sua mente era ferma sul modo in cui Edward lo aveva chiamato, che fosse stato per errore o di proposito non gli importava per lui era comunque un passo avanti.
<< Hai ragione io mi sono imbarcato in questa avventura senza saperne niente, la maggior parte delle cose che so le ho imparate grazie a te, ho capito di aver commesso un...più di un errore ma adesso voglio davvero, con tutto il mio cuore imparare ad essere un vero pirata, voglio fare le cose fatte bene e...- >>
<< Allora dovresti iniziare come hanno fatto tutti, hai potuto essere un capitano solo perché avevi i soldi per farlo, senza soldi probabilmente saresti già morto >> disse Edward sentendo quelle parole uscire velenose dalla sua bocca, era come se con ogni frase volesse provare a ferirlo, punzecchiarlo dove faceva più male.
Stede rimase qualche secondo in silenzio, considerò ciò che gli aveva appena detto e in effetti non aveva tutti i torti, Edward stesso aveva dovuto affrontare chissà quali pene prima di diventare capitano, << se questo serve a farti fidare di me io...- >>
<< Io non mi fiderò mai più di te cazzo! Nemmeno se ti metti a supplicarmi in ginocchio o lustri la nave da cima a fondo io potrei fidarmi di te. >>
Gli occhi di Stede si riempirono di lacrime << quindi hai già deciso per noi due. >>
Edward avanzò di un passò e rafforzò la frase che stava per dire con un gesto delle mani << non è esiste più un noi due, se mai è esistito ha smesso di farlo quando tu te ne sei andato lasciandomi come un cazzo di idiota ad aspettarti per tutta la notte! Ti rendi conto di come mi sono sentito? Un fottuto coglione che non si è dato per vinto fino all'alba, Stede io ti ho aspetta fino alla mattina e tu non sei venuto... >> anche i suoi occhi scuri si erano riempiti di tristezza liquida, abbassò e alzò lo sguardo sperando che quelle lacrime non lo umiliassero scendendo proprio in quel momento.
<< Mi spezza il cuore vederti così Ed, sapere di averti fatto così male non mi fa dormire la notte, faccio sempre gli stessi incubi e il periodo che sono stato lontano da te è stato il peggiore della mia vita. Lo sai che ho persino cenato con te mentre ero a casa da solo? Ho finto che...che quella stupida arancia che avevamo trovato fossi tu >> sorrise a quel ricordo mentre una gocciolina solcava la sua guancia meno rasata del solito, se l'asciugò con un delicato gesto della mano, Edward aveva spalancato per un attimo gli occhi a sentire quel racconto, sembrava una scena così tenera e malinconica da immaginare, ma poteva anche essere una menzogna raccontata sul momento per convincerlo per questo si sforzò di ricomporsi, non voleva fare l'errore di mostrarsi troppo vulnerabile.
Poi qualcosa gli balenò nella mente, si raccontò che lo faceva per togliergli qualcosa a cui teneva e per fargli capire quanto male avesse provato lui quando ciò che amava lo aveva lasciato, ma in realtà nel suo cuore vigeva una speranza, se Stede raccontava il vero allora non avrebbe avuto problemi a fare ciò che stava per chiedergli.
<< Dalla a me >> disse serio attirando l'attenzione del pirata.
<< Che cosa? >> domandò con un velo di confusione Stede.
<< L'arancia dalla a me e non fare domande. >>
Stede deglutì, teneva molto a quell'oggetto, già da subito si era affezionato ma il suo valore era maturato con il tempo e con gli avvenimenti, non era più solo un tesoro ricordo di una bella giornata passata con Edward, era l'ancora che lo aveva tenuto attaccato alla sua nuova famiglia quando era lontano ricordandogli che quello che aveva vissuto non era stato solo un sogno, poi una volta divisa rappresentava ciò che aveva lasciato una volta capito chi amava davvero e quello che desiderava.
Però qualcosa gli diceva che dietro quella strana richiesta non c'era solo la volontà di privarlo di qualcosa a cui teneva ma c'era dell'altro, e non poteva permettersi di sbagliare un'altra volta con lui, aveva già tradito la sua fiducia e se quel gesto rappresentava la sua seconda possibilità allora non poteva sprecarla, si mise una mano in tasca e la tirò fuori, se la rigirò tra le dita sotto lo sguardo attento di Edward e poi si avvicinò a lui mostrandogliela.
<< E' divisa in due perché prima di partire per cercarti mia figlia ha voluto tenerne metà, così io mi sarei ricordato di lei e lei di me. Spero ti basti comunque. >>
Edward la prese attento a non sfiorare la pelle dell'altro, sarebbe stato un errore fatale che gli sarebbe costato un giorno intero di nostalgia e disperazione, non commentò nemmeno quel racconto che gli aveva colpito in modo particolare il cuore, una parte di lui avrebbe voluto sapere di più del viaggio di Stede, del suo ritorno a casa, di cosa avesse provato, lui aveva tentato di raccontarglielo ma non era stato a sentirlo più di tanto credendo fossero tutte menzogne.
<< L'unica cosa...prenditi cura di lei, se puoi ecco ti chiedo solo questo >> espresse quella richiesta con un tono di voce così basso e dolce da sembrare fragile, Edward non rispose nemmeno a quello fingendo non lo avesse toccato, strinse solo quel pezzo di pietra tra le dita e poi diede le spalle a Stede, << d'accordo io...me ne vado >> disse lui e quando uscì a passo lento dalla porta fece un respiro profondo, non sapeva come dover considerare quello che era successo ma forse, una piccola speranza l'aveva ancora.
All'interno della cabina Edward camminò strisciando i piedi verso il letto, si mise seduto e poi si appallottolò in posizione fetale tenendo stretto tra le dita quel pezzo di pietra, se lo avvicinò al viso sfiorandolo con il naso poi successivamente con le labbra, chiuse gli occhi stringendo forte quella roccia e pianse sentendo il cuore frantumarsi in tanti piccoli pezzettini, aveva un pezzo di Stede ora ma non aveva lui, malgrado fosse lì lo sentiva lontano, lo teneva lontano e questo gli faceva così male da non farlo respirare.
Stede era ancora fuori dalla porta e lo sentì piangere ma non ebbe il coraggio di entrare, pensava non fosse giusto interrompere quel momento così delicato e personale, lo aveva già fatto ma a quel tempo erano amici, se si azzardasse a farlo ora riceverebbe solo male parole, così appoggiò solamente la fronte contro in legno della porta, chiuse gli occhi, con una mano ne accarezzò le lievi insenature e ripeté più volte a bassa voce << mi dispiace Edward...mi dispiace >> mentre una lacrima gli scendeva lungo la guancia.



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Capitolo 2
*** Seta preziosa ***


Seta preziosa



Dal giorno del duello le cose tra loro erano cambiate più a livello etereo che materiale, Stede aiutava la sua ciurma con le faccende della nave, lo faceva non solo per dimostrare a Edward che parlava sul serio ma anche perché pensava fosse giusto e onesto nei confronti di tutti comportarsi così.
Aveva deciso inoltre di non dormire nella stessa cabina come gli aveva imposto quando si erano confrontati perché aveva capito di averlo fatto soffrire abbastanza e che la sua presenza avrebbe solo peggiorato la situazione in cui si trovava.
Barbanera secondo quello che gli aveva raccontato Lucius e poi averlo visto con i suoi occhi aveva preso
molto male il suo abbandono e aveva sofferto, tutt'ora soffriva ma nonostante il cuore spezzato aveva deciso di riprenderlo con sé e chissà quanto doveva fargli male la sua sola presenza.
Per cui come poteva dopo avergli inflitto quel colpo basso aggiungere dolore andando a stuzzicare la ferita aveva pensato che dormire nel medesimo posto li avrebbe aiutati ad aprirsi, parlare, avrebbe aiutato lui a far capire il suo gesto e l'altro a perdonarlo o almeno comprendere i motivi della sua decisione, ma sarebbe stato solo ingiusto nei suoi confronti.
Stede in quei giorni si era dato molto da fare, aveva smesso di cercare a tutti i costi un dialogo con lui, non che si fosse arreso ma parlando anche con gli altri gli avevano fatto capire che forse lasciandogli un po' di spazio e tempo si sarebbe avvicinato di sua spontanea volontà, inoltre era molto più saggio non provocarlo o farlo arrabbiare, questo gli avrebbe garantito di rimanere sulla nave senza il rischio di venire cacciato.
Ovviamente se Edward per esasperazione fosse giunto a quella decisione se ne sarebbe pentito ogni giorno e il suo umore sarebbe drasticamente peggiorato, come se già non fosse abbastanza instabile e fuori da ogni controllo.
Stede si limitava a chiedergli se voleva consigli sulla prossima mossa, o semplicemente su dove andare, lo faceva solo quando lo vedeva di buon umore e in quei giorni sembrava essersi almeno calmato e non sprizzava odio da ogni poro.
Sembrava che sulla nave fosse scesa una sorta di calma dopo la tempesta o prima chi poteva saperlo Barbanera se ne andava in giro sempre agghindato come un piccolo procione sofferente, quella faccia pitturata di nero che secondo lui serviva a incutere timore in realtà faceva pensare a tutti quelli che lo incontravano che avesse avuto un crollo nervoso o una crisi di mezza età precoce.
Sulla nave però la ciurma malgrado fosse stata abbandonata e maltrattata capiva il suo stato d'animo, non lo giudicavano per il modo in cui aveva deciso di difendere se stesso e non lo prendevano in giro per quel trucco così esagerato.
Certo ne avevano ancora timore anche se Stede aveva loro assicurato che non sarebbero stati toccati, però i loro cuori induriti dal mare ma ancora buoni non erano immuni alle sofferenze di un uomo che ormai era chiaro a tutti soffriva per amore.
Il suo umore era sempre ballerino e altalenante, faceva meno scenate preferendo rimanere chiuso nella sua stanza, c'erano giorni in cui persino beveva meno del solito e questo aiutava a mantenere una sorta di equilibrio precario ma pur sempre ben accetto.
<< Edward... >>
<< Cazzo Bonnet proprio non ce la fai vero? >>
<< A fare che? >> domandò l'altro sollevando un sopracciglio.
<< Ti ho ripetuto un milione di volte che voglio mi chiami capitano o Barbanera. >>
<< Ordine che continui a ignorare >> disse mettendosi le mani sui fianchi.
Questa recriminazione Stede non se l'aspettava, sperava che almeno quello lo avesse
superato ma evidentemente non era così, ciò che Edward gli concedeva dipendeva esclusivamente dal suo volere e questo era direttamente collegato con il suo umore del giorno.
<< Scusa se non riesco a chiamarti diversamente dopo settimane intere in cui ti ho chiamato Ed >> si difese il pirata grattandosi il viso incolto, la barba che si stava facendo crescere a volte gli dava uno strano prurito.
<< Vedi di impegnarti allora >> lo recriminò puntandogli un dito contro.
<< Non potresti chiudere un occhio almeno su questo? >> gli domandò l'altro speranzoso.
<< Vuoi essere ascoltato o no? >>
Stede sospirò amaramente e rispose << sì. >>
<< E allora usa il nome giusto. >>
<< Va bene ma per un giorno a settimana potrò chiamarti col tuo vero nome >> propose con gli occhi che gli si accesero di una nuova luce.
<< Come se fosse una cazzo di festa della domenica? Tu sei pazzo. >>
<< Sì esatto! E tu mi chiamerai col mio. >>
<< Non se ne parla >> scosse negativamente la testa Barbanera, non voleva cedere a ciò che gli proponeva quell'uomo perché sapeva che se avesse iniziato ad accontentarlo allora poi sarebbe ricaduto nella sua rete e avrebbe finito per soffrire di nuovo.
<< Avanti E...Capo, sto facendo tutto quello che mi chiedi senza dire una parola, non cerco più di convincerti a parlare con me, so cosa vuoi dimostrare e io voglio fare il contrario ma se non mi lasci nemmeno provare come faccio? >>
<< Puoi mandarmi via quando vuoi o uccidermi, sei tu completamente al comando però non togliermi anche la
possibilità di provare a dimostrati qualcosa. >>
I suoi occhi erano così colmi di desidero, speranza e supplica, colpirono il cuore di Edward che aveva in bocca quel no che si rifiutava di uscire, non riusciva proprio a rifiutargli niente quando era davanti a quello sguardo, strinse forte i pugni spostando il viso di lato.
<< D'accordo Bonnet, ma il giorno lo decido io. >>

Stede si illuminò di gioia e batté le mani davanti a sé << fantastico, grazie! >>
<< Allora cosa eri venuto a dirmi? >>
Il pirata gentiluomo cadde completamente dal pero, << oh io...credo di essermelo dimenticato. >>
<< Bonnet >> ringhiò Edward stringendo un pugno per la frustrazione, possibile che riuscisse a farlo passare dalla calma al nervosismo in così poco tempo?
<< E' solo che la nostra conversazio...- >>
<< TERRA! >> gridò Buttons.
<< Oh ecco cos'era e inoltre volevo chiederti se potevamo...se potevi consentire ai ragazzi una giornata libera, se la meritano con tutto il lavoro che hanno fatto, abbiamo delle provviste da prendere e ho notato che ci sono alcuni sacchi di polvere da sparo bucati, ce ne servono dei nuovi. >>
<< E con quali cazzo di soldi potremmo prenderli? >>
<< Siamo pirati, non dobbiamo per forza comprarli >> gli fece un occhiolino furbo che servì solo a far tintinnare fastidiosamente il cuore di Barbanera.
<< Bonnet come pensi di rubare dei giganteschi e pesanti sacchi? >>
<< Se mi lasci fare ho un piano. >>
<< Va bene ma per l'altra cosa la risposta è no, io non concedo giorni liberi >> in realtà non era vero ma si stava impuntando solo perché era stato lui a consigliarlo.
<< Sai anche tu che è importante creare un clima sereno sulla nave se non vuoi che ti leghino i piedi a un'ancora e ti buttino in mare. >>
<< Con canzoni e parlarne insieme e stronzate simili come facevi tu? >>
<< Non esattamente così se non vuoi, ma almeno l'essenziale glielo devi >> disse determinato Stede.
<< Se non sbaglio hanno tentato di ammutinare anche te con i tuoi mezzucci. >>
Il biondo ex capitano sospirò << hai ragione ma è stata solo un'incomprensione, non avevo ancora capito cosa desiderassero da me i miei uomini. >>
<< Vuoi cadere sempre in piedi >> lo accusò capriccioso Edward.
<< E tu sei testardo, se vuoi io continuo a lavorare ma loro lasciali riposare, cosa ti costa? >>
<< Tu ti sacrificheresti per loro? >> domandò stupito.
<< Farei questo e altro per quei ragazzi così leali e comprensivi. >>
<< E va bene basta che ti levi dai piedi! >> sbraitò stufo di starlo a sentire, quando ci si metteva era impossibile ragionare o averla vinta e infatti lo ringraziò con entusiasmo e corse a dare la notizia alla ciurma, contro la propria volontà un sorrisino gli nacque sulle labbra pitturate di nero.
Accolsero tutti festosamente quella novità disperdendosi subito in piccoli gruppetti per tutta l'isola, Pete e Lucius per esempio decisero di meritarsi un pranzetto di coppia, erano riusciti a racimolare qualche moneta dopo che Stede li aveva trovati e potevano permettersi un discreto pasto.
<< Sono contento che il capo sia tornato >> disse il più alto.
<< Barbanera? >>
<< No tesoro parlo di Stede, lo so che la rabbia di Edward è tutta colpa sua ma sta tentando di rimediare e grazie a lui possiamo anche riposare. >>
<< Sì non hai tutti i torti, ma io ancora non mi fido totalmente... >>
<< Soprattutto dopo quello che è successo a te >> disse
Pete, Lucius si intenerì e gli sorrise dolcemente.
<< E' stato orrendo ma l'ho superato, adesso dobbiamo fare in modo
che le cose tornino come prima >> spiegò sistemandosi la giacchetta bordeaux e prendendo il suo fidanzato sottobraccio.
<< Pensi sia possibile? >>
<< Sì, con un piccolo aiuto >> rispose Lucius con un sorrisetto furbo.
Intanto Stede passeggiava tranquillamente calpestando la terra polverosa che si alzava in nuvole marroncine fluttuando per pochi centimetri per poi ricadere, teneva le mani dietro la schiena e un sorriso leggero spiccava sul suo volto, si sentiva bene, certo con Edward aveva ancora molto da fare per ottenere il suo perdono e la sua fiducia ma quello che era successo quel giorno lo considerava un piccolo passo avanti.
Guardava tutte quelle bancarelle che lo circondavano, vendevano gli oggetti più disparati, da perle a collane, frutta e verdura, tessuti preziosi o di bassa qualità, insomma ogni sorta di cosa ti potesse venir in mente di volere lì c'era, le persone si accalcavano, strillavano e litigavano per avere l'ultimo pezzo, uomini e donne chiamavano a gran voce per attirare l'attenzione sui loro prodotti, sembrava quasi che l'urlo più alto indicasse una merce più preziosa.
I suoi occhi vennero attratti da un pezzo di seta rossa che spiccava come una goccia di sangue tra gli altri tessuti bianchi e beige da cui era circondata, si avvicinò colto da un'improvvisa curiosità, lo prese tra le mani sentendone la consistenza sulle dita, aveva già tenuto in mano un oggetto simile, anche quello che stringeva ora sembrava vecchio e spiegazzato ma sempre bello, si domandò se potesse essere lo stesso.
Credeva fosse strano che Edward avesse deciso di separarsene, sembrava tenerci molto e doveva essere il ricordo di qualcuno a cui sicuramente aveva voluto bene, non aveva fatto in tempo a chiedergli la storia di quel pezzo di stoffa pregiata anche se avrebbe voluto saperne di più.
Dentro il suo cuore qualcosa urlava a gran voce che non si stava sbagliando, che si trattava proprio di quel fazzoletto che gli aveva messo in tasca la sera della festa, quando i loro corpi erano stati attratti l'uno dall'altro, le loro anime erano desiderose di avere di più ma qualcosa li aveva fermati.
Forse il fatto che dovevano ancora conoscersi bene, che non erano sicuri di quello che provavano e soprattutto se anche l'altro provasse le stesse cose, quella notte si erano semplicemente avvicinati creando un ponte dove a un certo punto se fossero stati fortunati si sarebbero incontrati.
Anche se non sapeva il motivo per cui avesse voluto liberarsene decise che doveva riprenderlo, qualcosa nel suo cuore gli diceva che era importante così chiese al venditore quanto costava, la cifra purtroppo era molto alta e le sue tasche non erano più piene di quell'oro come una volta.
Certo avrebbe potuto tentare di rubarlo ma non voleva farlo con un oggetto così prezioso che stava a cuore al suo Edward, sentiva che avrebbe voluto ottenere quel bel pezzo di seta donando una parte di se stesso.
Se avesse avuto i soldi quelli sarebbero stati sufficienti, il suo scopo era far capire all'uomo che amava che era disposto al sacrificio, che non voleva più le cose facili o ignorare i problemi, il fatto di non voler rubare quell'oggetto voleva essere un segno simbolico.
Non era più l'uomo che dopo essere fuggito lasciando una misera lettera e portando con sé una parte del suo patrimonio era tornato come se niente fosse, aveva capito che le sue azioni avevano delle conseguenze ma non poteva cavarsela solo rinunciando al suo denaro.
Doveva dimostrare con ogni azione possibile che le sue parole erano sincere e che quando era partito con quella piccola scialuppa non aveva intenzione di tornare facendo finta di niente come con la sua famiglia, il suo scopo era dimostrare di aver capito i suoi sbagli e lo avrebbe fatto.
<< Mi scusi buon uomo io vorrei comprare questo pezzo di seta ma non ho soldi. >>
<< Non potrei guadagnarmelo diversamente? >>

Il padrone della bancarella lo guardò male, considerandolo come un altro di quei poveracci che volevano fare i ricchi senza sporcarsi le mani.
<< Senti ometto io non ho tempo da perdere con gentaglia come voi, questa roba è preziosa e nelle tue sporche mani sarebbe solo rovinata. >>
Stede rimase ferito da quelle parole, si rese conto di come potevano sentirsi tutte quelle povere persone che ogni giorno venivano trattate così, capì molto meglio la reazione che ebbe Edward quando quell'uomo lo aveva chiamato asino, chissà quante altre volte aveva dovuto sopportare ingiurie del genere e forse anche in momenti in cui non si poteva difendere.
Il magone gli strinse la gola a quel pensiero ma non poteva lasciarsi vincere dai sentimenti proprio ora aveva uno scopo e doveva portarlo a termine ad ogni costo.
<< Ha ragione su quello che dice ma questo pezzo di seta è molto importante per me, la prego solo di darmi una possibilità. >>
<< Non le creerò problemi glielo assicuro inoltre qui è pieno di gente dove potrei fuggire? >>

L'uomo che in fondo non era cattivo ma solo indurito dagli anni e dai piccoli furti che aveva subìto si lasciò addolcire da quella persona che sembrava così tanto desiderosa di avere quel semplice pezzo di stoffa.
<< D'accordo puoi restare ad aiutarmi >> disse.
Sul volto di Stede comparve un'emozione di gioia, i suoi occhi brillarono e l'uomo rimase completamente stupito, non aveva mai visto nessuno così felice di dare una mano.
<< Grazie lei è davvero molto gentile! >>
<< Se mi volti le spalle finisci in prigione chiaro? >>
<< Chiarissimo >> e iniziò ad aiutare il mercante con le faccende di cui aveva bisogno.
Diverse ore dopo passarono da quelle parti Olu e Jim che stavano tornando da una locanda dove avevano preso due drink belli freschi per avere un po' di tregua da quel caldo afoso che sembrava aver colpito l'isola da giorni, fu Jim ad accorgersi di Stede, lo fissò con incredulità e poi fece cenno al suo compagno che dovette sbattere le palpebre più volte quando lo vide anche lui, si avvicinarono curiosi di sapere che cosa stesse succedendo.
<< Capo? >>
<< Oh ragazzi! >> Stede li accolse con la sua solita espressione luminosa, sembrava che nulla potesse stancare o affliggere quell'uomo, anche quando si ritrovava in preda allo sconforto riusciva sempre ad uscirne più motivato di prima e niente era in grado di toglierli il sorriso.
<< Come ve la state passando? >> domandò mentre piegava alcuni tessuti con garbo.
<< Noi bene...ma tu? >> rispose Jim sollevando un sopracciglio.
<< Divinamente >> rispose per poi distogliere l'attenzione da loro << signora la prego di non...- >>, si ritrovò con il viso macchiato di un liquido di dubbio gusto e purtroppo anche quelle preziose stoffe erano rovinate.
Il mercante si sarebbe certamente arrabbiato, lo aveva lasciato solo un attimo, e adesso si trovava con la merce rovinata, avrebbe dovuto lavorare molto di più per ripagare quel debito.
<< Mi dispiace non potervi dare l'attenzione che meritate, ma sono un po' occupato >> spiegò.
<< Lo vediamo, ma perché stai qui? >> domandò Olu?
<< Voglio comprare questo pezzo di seta ma non ho i soldi, così sto lavorando per ripagarlo. >>
I due della ciurma rimasero molto colpiti e inteneriti da quella situazione, non sapevano nulla di quel fazzoletto e sul perché Stede fosse così desideroso di comprarlo ma la sola idea che si stesse dando tutta quella pena li fece sorridere e desiderare di poterlo aiutare.
<< Cavolo capitano...se potessi darti qualcosa io, ma ho solo qualche moneta >> disse sentendosi mortificato Olu.
<< Nemmeno se mettessimo insieme i nostri soldi potremmo ottenere qualcosa >> anche Jim mostrò il desiderio di aiutarlo e questo era sufficiente a far sciogliere il cuore del capitano.
<< Oh no ragazzi, vi ringrazio ma non dovete aiutarmi, è una cosa che devo fare da solo. Devo dimostrargli che...bé è una storia lunga. >>
<< Vi prego solo di non dire niente a Edward. >>

<< Certo capitano, siamo bravi a mantenere i segreti >> rispose Olu guardando Jim con un sorrisetto che ricambiò, Stede pure sorrise e presto si salutarono.
Quando il mercante ritornò il pirata dai capelli dorati aveva già venduto parecchie delle merci che però purtroppo non erano abbastanza per ripagare il danno alle tende, ovviamente aveva spiegato la situazione a quel gentile uomo che gli aveva dato il permesso di lavorare, il problema per lui non era aiutarlo ma quanto sarebbero rimasti sull'isola, Edward era imprevedibile e poteva cambiare idea anche all'ultimo secondo.
Barbanera per l'appunto si era ritirato in una piccola taverna, un buco fatiscente frequentato da poveri diavoli che non sapevano dove altro andare e delinquenti, tracannava sorsate d'alcol di pessima qualità come se fosse acqua mentre Izzy lo guardava serio in volto, amava aver risvegliato il Kraken ma odiava quando il
suo capitano si
riduceva in quelle condizioni diventando una specie di spugna vivente, aveva sempre detestato quando si lasciava troppo andare con l'alcol, diventava intrattabile, a volte troppo tenero mentre prendeva pessime decisioni che a lui poi toccava sistemare.
Quante volte si era trovato a chiedergli di smetterla, che quella bottiglia doveva essere l'ultima per la serata ma riceveva in cambio solo un ghigno e una risposta "Izzy tu non sai divertirti."
Altre volte invece soprattutto da quando era successo qualcosa con Bonnet e lui lo aveva indotto a smettere di piangersi addosso e ritornare ad essere la leggenda che era stato un tempo, le sue reazioni erano molto più violente, aveva perso il conto ormai degli oggetti che gli aveva lanciato addosso, bottiglie, stivali, bicchieri, una volta aveva persino rovesciato la scrivania tentando di colpirlo, solo che era finito per caderci lui stesso sopra e a Izzy era toccato il compito di risollevarlo e farlo mettere a letto.
Tutte le volte che accadevano scene simili si ripeteva dentro la sua testa che era un male necessario, e che se per avere Barbanera in tutto il suo splendore doveva sopportare quelle scenate allora lo avrebbe fatto, dentro di sé però c'era una vocina che gli ripeteva che quello non era il Re dei mari di un tempo, era solo l'ombra di ciò che era stato, era un burattino che si muoveva solo perché sollecitato da qualcuno, era l'espressione peggiore del dolore che si manifestava attraverso la feroce rabbia che covava al suo interno.
<< Izzy questa roba fa schifo >> disse Edward posando la bottiglia sul bancone.
<< Purtroppo capo è l'unica cosa che possiamo permetterci per ora >> rispose guardandolo, era girato verso di lui e teneva un braccio appoggiato a quel misero legno imbruttito che fungeva da separé con il resto del locale.
<< Allora cerchiamo di fare meglio >> ringhiò spazzando con un gesto della mano la bottiglia che rotolò fino a rovesciarsi a terra, alcune persone si voltarono sentendo quel frantumarsi di vetro, mentre altre forse abituate a quelle vicissitudini non sussultarono nemmeno, Izzy sospirò pesantemente, conscio di essere di fronte a un'altra delle sue crisi.
"Lo faremmo se tu non fossi così impegnato a perdere tempo con quegli idioti e ti decidessi sul serio a fare il pirata" voleva rispondergli ma era conscio che provocarlo in quel modo non sarebbe servito a ottenere ciò che voleva, lo avrebbe solo fatto arrabbiare di più e forse sarebbe finita con una rissa o un dito in meno.
Se la prima volta che lo aveva mutilato era stato per lui fonte di gioia perché credeva di aver riavuto il suo capitano, una seconda lo avrebbe solo fatto sentire umiliato e privo di qualsiasi forma di potere, sapeva di avere un ascendente su di lui che con il tempo si era però raffreddato fino quasi a scomparire.
Con il ritorno di Barbanera Izzy aveva creduto di essersi ripreso quel piccolo posto che gli spettava nella testa di Edward ma in realtà non c'era più lo spazio per niente, quella mente così geniale era diventata un vortice di confusione che nemmeno il suo stesso padrone riusciva a governare.
<< Ed calmati troveremo tutto quello che...- >>
<< Non dirmi di calmarmi fottuto stronzo >> ringhiò scendendo dallo sgabello e facendolo cadere, lo prese per la camicia strattonandolo malamente.
<< Persino quel bastardo di Bonnet si è dimostrato meglio di te nell'avere un piano! >> sbraitò sentendo un nodo alla gola pronunciando quel nome, Izzy invece si raggelò e l'odio per quell'omuncolo crebbe a vista d'occhio.
<< Cosa vuoi dire? >> domandò tentando di mantenere in equilibrio sia lui che il suo capitano che traballava per l'ubriacatura.
<< Ha detto che le cose non dobbiamo per forza comprarle >> rispose lasciandolo andare, aprì e richiuse le braccia con un sorrisetto idiota sul volto.
<< E sai una cosa Izzy? Ha ragione e tu invece mi parli di trovare un modo, stronzate >> singhiozzò traballando.
<< E' ovvio che mi riferissi...- >> ma il primo ufficiale venne ancora interrotto.
<< Non è ovvio un cazzo! >>
Nel locale era sceso un certo silenzio, guardavano tutti quella scena certi che presto tra quei due sarebbe scoppiata una rissa, in quel momento arrivò il locandiere che era andato in magazzino a prendere alcune cose.
<< Che cosa succede qui? >> domandò attirando su di sé gli sguardi dei due che erano in piedi.
Edward si gelò sul posto quando vide quella figura che assomigliava tanto anzi troppo all'uomo che gli aveva spezzato il cuore, era una copia più alta e muscolosa di Stede, aveva folti capelli biondi, ondulati dietro, occhi di un candido color nocciola e il viso un po' più squadrato, anche la voce era simile, possibile che il mondo ce l'avesse così tanto con lui da ferirlo in ogni posto che andava.
Da quando era scappato dalla marina ogni cosa gli parlava di lui, aveva dovuto liberarsi di tutte le sue cose o quasi per riuscire a staccarsi di dosso quell'immagine che continuava a dargli il tormento sia di giorno che di notte e ora questo, come faceva a smettere di pensare a lui se si trovava la sua copia pronta a ricordargli che Stede esisteva e che lo aveva annientato emotivamente.
Un odio viscerale si espanse all'interno del suo petto riverso contro quell'uomo inconsapevole e privo di colpe, che non sapeva di trovarsi di fronte non solo a Barbanera, ma anche alla sua nemesi che si era risvegliata dal profondo degli abissi, non era giusto incolpare quella persona, prendersela con lui perché non poteva certo conoscere la sua storia, questo gli diceva la voce di Edward nella sua testa, ma quella parte di lui ormai era stata imbavagliata e seppellita ed era diventata solo un eco lontano.
Lo fissava in un silenzio rabbioso respirando a fatica, i suoi polmoni si alzavano e si abbassavano tentando di racimolare più aria possibile, gli occhi erano iniettati di sangue e Izzy non si sarebbe stupito se dalle sue narici fosse uscito del fumo grigio.
<< Tu chi cazzo sei per parlarmi così? Hai idea di chi io sia? >>
<< Non mi interessa sinceramente, questo è il mio locale, chi vuole creare problemi può andarsene >> rispose quello con coraggio senza distogliere mai lo sguardo.
Barbanera rise, una risata quasi isterica e breve, guardò il suo primo ufficiale e disse.
<< Questo qui, ci sta cacciando
Iz...vuole che ce ne andiamo >> e rise di nuovo, Izzy accompagnò la sua risata solo per dargli corda, sapeva che quello era un momento critico e non si sarebbe mai azzardato a impedire al suo capitano di fare qualsiasi cosa volesse.
Sul locale era sceso un profondo silenzio come nebbia che si posa sulle colline, erano tutti in attesa e quelli che avevano più paura non osarono andarsene perché il minimo rumore avrebbe significato la fine, era come una tacita regola e certo nessuno voleva finire tra le vittime di quel pazzo.
"Ed non farlo" la voce di Stede esplose nella sua testa causandogli un profondo dolore, ne aveva abbastanza di lui e dei suoi sciocchi consigli.
<< STA ZITTO BONNET! >>
<< Non puoi dirmi cosa fare! >> ringhiò ma quando si voltò vide solo la figura di Izzy che lo guardava scioccato, allora quella era un'allucinazione, stava diventando pazzo per colpa sua, come una furia prese la rincorsa e si fiondò sull'uomo che stava dietro al bancone saltandolo, voleva mettergli le mani al collo ma quello fu più veloce e riuscì non solo a scostarsi ma anche ad afferrare Edward, bloccarlo e spingerlo con un tonfo sopra al bancone.
Barbanera si dibatteva inferocito e irato da quella costrizione, dall'essere stato battuto e bloccato, ma la cosa che gli faceva più male era che a fare ciò era stato un uomo che assomigliava tanto a quello che amava, gli occhi gli si riempirono di lacrime che però non lasciò libere di scendere.
<< Lasciami! >> si dibatté ma l'altro era più forte, Izzy stava per intervenire quando venne preceduto dal locandiere che lo minacciò pacatamente.
<< Tu stanne fuori o dovrai portare via il suo cadavere, ho una pistola qui sotto. >>

<< Per quanto riguarda te ti informo che qui dentro nessuno ha mai dato problemi, e quelli che lo hanno fatto se ne sono amaramente pentiti. >>
<< Se hai dei disagi che ti affliggono vatteli a risolvere fuori da qui. >>

Gli parlava vicinissimo all'orecchio tenendo il suo corpo massiccio premuto contro il suo, Edward si sentiva a disagio e rabbioso ma la sua volontà di combattere venne spenta mano a mano da quella voce che se pur determinata e dura gli parlava con gentilezza.
<< Ora vi accompagno fuori, siete banditi da questo posto ovviamente, tu comincia ad andare avanti >> disse riferendosi a Izzy mentre legava i polsi di Edward con una corda, giusto per sicurezza e prendeva la pistola, il primo ufficiale fece come gli aveva detto senza fiatare, capiva che non era la situazione giusta per ribellarsi, l'uomo spinse Barbanera sul selciato polveroso, gli riversò un'ultima occhiata che però non era di rabbia come si sarebbe aspettato ma solo di compassione e poi tornò dentro al suo locale.
Izzy liberò il suo capo sempre rimanendo in silenzio, lo osservò alzarsi, non si preoccupava di ripulirsi i vestiti dalla terra che si era appiccicata su di essi, invece il suo pensiero era di prendersela con lui, perché non aveva fatto niente, era stato debole rimanendo a guardare il suo capitano che veniva umiliato da un idiota qualunque che forse proprio l'ultimo arrivato non era.
Rimase sempre zitto mentre subiva quello sfogo, quella rabbia feroce che si abbatteva su di lui, non gli importava di non meritarla, bastava solo che Barbanera rimanesse ciò che era, forse un giorno se sarebbe stato abbastanza fortunato avrebbe potuto vederlo risorgere dalle ceneri, fino a quel momento sapeva che non doveva fiatare, perché era stato lui a risvegliare la belva e non aveva diritto di lamentarsi dei suoi metodi.
<< Torniamo dentro e uccidiamolo! >> sbraitò
<< Edward! >> lo prese per il braccio mettendosi davanti a lui.
<< Non è il caso, se iniziamo a inimicarci tutti poi
non avremo più un posto dove andare. >>
<< Che cazzo Izzy cosa abbiamo fatto fino a ora? >>
<< Non abbiamo ucciso come dei fottuti idioti del cazzo. >>
<< Uccidere la ciurma di una nave non è la stessa cosa di
entrare in ogni bettola e sparare a caso, senza motivo. >>
<< Barbanera sei sempre stato temuto e rispettato ma finirai per
farti detestare, la gente tramerà di ucciderti ad ogni angolo se inizi a comportarti come un pazzo. >>
Edward aveva lo sguardo vuoto mentre ascoltava le sue parole, le sopracciglia corrugate segno che quella brillante mente ponderava le nuove informazioni, il respiro tornò a placarsi e una strana stanchezza lo assalì di colpo.
<< Torniamo alla nave >> disse solo prima di incamminarsi.
Era ormai quasi calata la sera quando i primi mercanti cominciavano a chiudere e svuotare le loro bancarelle per la notte, Stede aveva faticato come un matto per riuscire a vendere più merce preziosa possibile, aveva persino fatto consegne e pulito alcuni recipienti dove venivano smistati i tessuti, ma quello sforzo se pur gli fosse valso parecchio denaro non era abbastanza per ripagare del danno alle tende.
Quelle gli aveva spiegato l'uomo erano il capo più prezioso che aveva ed erano molto rare, come si può immaginare il pirata si sentiva davvero sconfortato, se avesse avuto fortuna avrebbe potuto tornare il giorno dopo e continuare l'impresa, se invece Edward avesse deciso di ripartire lui doveva dire addio a quel bel pezzo di seta rosso.
<< Ragazzo, per oggi hai lavorato abbastanza >> disse il mercante incrociando le braccia.
<< Se potesse tenere aperto un altro po' sono sicuro che...- >>
L'uomo estrasse da un piccolo cassetto quella semplice stoffa preziosa, la porse a Stede sorridendo guadagnandosi un'occhiata confusa da parte di quel giovane che lo aveva aiutato a lavorare.
<< Io...non capisco. >>
<< Te lo sei abbondantemente guadagnato >> spiegò l'uomo ingentilendo i tratti del suo viso.
<< Ma...quelle tende... >>
<< Non so chi sei o perché stai facendo tutto questo per un piccolo fazzoletto che avresti potuto rubare, ma con il tempo in cui sei stato qui ho capito che hai una volontà di ferro e un animo buono. Per questo ti meriti di potertene andare senza più pensare al resto. Non preoccuparti per le tende né per me, so quello che dico e soprattutto quello che faccio, accetta il mio dono. >>
Stede prese delicatamente la seta dalle mani dell'uomo come aveva fatto la prima volta con Edward, nemmeno avesse paura di stracciarla o sporcarla, spiccava il rosso sangue nelle sue mani chiare e in quel momento a lui sembrò di tenere stretto il cuore dell'uomo che amava, deglutì a quel pensiero e ringraziò vivacemente il mercante che gli aveva fatto un così bel dono.
Aveva capito che quel ragazzo dai biondi capelli teneva davvero molto all'oggetto che gli aveva consegnato non voleva fosse costretto a partire avendo fatto tanto lavoro per nulla, in fondo non era stato lui a sporcare la merce ma una signora maleducata e quindi dargli comunque il fazzoletto gli sembrava la cosa più giusta da fare.
<< Grazie, grazie davvero, lei è un buon uomo... >>
<< Spero ti porti fortuna >> disse lui con un sorriso, poi lo osservò allontanarsi, sembrava essere avvolto da una luce dorata tutta sua, come se avesse un sole personale che lo illuminava ovunque andasse, era uno strano ma caro ragazzo ed era entrato nelle grazie di quella persona che all'inizio era sembrata tanto dura con lui.
Intanto Buttons che stava anche lui facendo ritorno alla nave vide un piccolo mercatino dove in un angolo c'erano ammassate gabbie contenenti gabbiani che se ne stavano lì tristi a starnazzare implorando per la libertà.
Alcuni guardavano verso il cielo vedendo che altri volatili come loro erano liberi di volare e mangiare pesce fresco in quantità.
Quella triste visione strinse il cuore di Buttons, gli tornarono in mente il povero Karl e Olivia, immaginò quanto sarebbero stati depressi se costretti a stare rinchiusi in minuscole gabbie invece che sorvolare l'oceano come erano soliti fare.
Decise quindi di dare una lezione a quella gente che stava trattenendo contro la propria volontà quelle creature indifese si avvicinò lentamente e appena i commercianti non guardavano aprì tutte le gabbie, ovviamente i pennuti messi di fronte a quella nuova situazione rimasero un attimo perplessi, allora Buttons prese una delle gabbie e la scosse appena permettendo al prigioniero di volare via, gli altri vedendo la scena seguirono presto l'esempio e in un attimo un gracidio di volatili, e rumori di legni e reti che si scontravano tra loro si espanse nell'aria attirando l'attenzione di tutti.
Naturalmente i proprietari di quella bancarella furono prima sorpresi e poi irati da quella situazione, videro quell'uomo che urlava verso il cielo istigando tutti i gabbiani a volare via.
<< Che cosa fai pazzo!!! Guarda che hai fatto! >> gridò una donna.
Il marito si avvicinò al pirata con fare minaccioso, lo prese per il colletto e urlò.
<< Adesso dovrai ripagarci! >>

Stava per dargli un pugno quando qualcuno lo interruppe.
<< Che cosa sta succedendo? Buttons? >>
<< Ahoy capitano, ho solo liberato dei poveri prigionieri >> spiegò.
<< Quest'idiota ha mandato in fumo i miei guadagni, e adesso deve pagare! >>
Stede proprio non capiva la situazione, fu il suo sottoposto a spiegargli che cosa aveva fatto, ed era molto orgoglioso del suo operato.
<< Va bene, ma non è necessario arrivare alle mani, signori vi ripagheremo del danno subìto. >>
L'uomo lasciò con uno strattone la camicia di quello che secondo lui era solo un povero matto che si divertiva a fare scherzi e rovinare la gente.
<< E come? Non sembrate avere soldi. >>
<< No infatti, ma se avete del lavoro da sbrigare lo faremo volentieri per voi, vero Buttons? >> domandò, lui non sembrava molto convinto ma l'occhiata che gli lanciò il capitano lo convinse a dargli corda.
<< Mia figlia ha una locanda, i camerieri se ne sono andati perché lei non può pagarli >> spiegò la donna che si era appena avvicinata.
<< Le farebbe comodo una mano. >>

<< Volentieri >> rispose Stede, e mentre andavano verso il posto si avvicinò all'altro pirata e parlando a bassa voce disse << la prossima volta se devi liberare qualcuno assicurati di scappare in fretta. >>
<< Sì capitano >> rispose lui convenendo che fosse la cosa giusta da fare.
Sembrava che quel giorno fosse eterno e non finisse mai, aveva lavorato dalla mattina vendendo tessuti e merce di valore, ora gli toccava un turno di chissà quante ore in un locale, non aveva mai dovuto lavorare seriamente in vita sua, o meglio quei lavori umili e faticosi dove bisognava darsi da fare, e non sapeva proprio se ne era portato.
La ragazza che li accolse e a cui i genitori spiegarono la situazione era molto carina, alta, con i capelli arancioni legati in una bella treccia e gli occhi sembravano quasi argentati, erano di un colore davvero particolare.
Spiegò loro cosa c'era da fare e come farlo nel modo migliore per risparmiare tempo, Stede dubitava che sarebbero stati in grado di ricordarsi tutte quelle cose e sperò che non accadessero altri disastri, era ansioso di tornare da Edward e dargli quella seta preziosa che ora stava comoda e al sicuro nella sua tasca.














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Capitolo 3
*** Una luce di speranza ***


Una luce di speranza


Il sole stava calando immergendosi quasi completamente nel mare, i colori del tramonto facevano sembrare quelle calme acque una pozza di polvere d'argento nella quale navi e ultime persone che si stavano godendo il bagno erano immersi, mancava l'ultimo spicchio e poi l'isola sarebbe caduta nell'ombra, la Revenge rimasta vuota e leggera per tutto il giorno incominciava a riempirsi di passi e parole degli uomini che l'abitavano.
Erano tornati tutti ormai, avendo avuto precisi ordini dal nuovo capitano che già tanto se gli aveva concesso quella giornata di libertà senza fare troppe storie, mancavano solo Stede e Buttons e ovviamente Edward se ne era accorto, passava le ore a ripetersi o dire ad alta voce che non gli importava di lui, che se fosse caduto in mare per sbaglio non se ne sarebbe nemmeno accorto ma la verità era che teneva sempre puntato un occhio sul pirata biondo per accertarsi che fosse ancora lì e che non fosse un miraggio o una fantasia della sua mente.
Una parte dell'equipaggio si era radunata sul ponte intorno a lui rimanendo a distanza, bisbigliavano, si spintonavano e soprattutto irritavano Barbanera che aveva capito essere il soggetto del discorso, forse volevano fargli qualche richiesta o cosa di simile.
<< Forza prima che se ne vada >> disse qualcuno.
<< Non mi spingere! >>
<< Tu non farlo! >>
Il nuovo capitano, così avevano deciso di chiamarlo per differenziarlo da Stede, ne aveva veramente abbastanza, chiuse gli occhi sospirando deciso a ritirarsi nella sua cabina e affogare quell'ennesimo dolore con altri litri di alcol, c'era stato un tempo in cui quei ragazzi  avevano totale fiducia in lui, lo chiamavano, lo coinvolgevano, non avevano paura a stargli vicino ed erano anche stati disposti a stare intorno a lui quando era depresso, ora invece avevano il terrore persino a domandargli la più semplice delle cose.
Questo ovviamente rappresentava un duro colpo per la parte buona che c'era in lui, quella che si era lasciata andare in canzoni tristi senza la paura di venir giudicato, quella che aveva pianto davanti a Lucius consegnandogli i versi più strazianti del suo cuore, certo non poteva biasimarli e forse era meglio se rimanessero in allerta e non volessero avere a che fare più di tanto con lui, così non c'era il rischio di indurlo in qualche modo a placare il suo animo ora tormentato e inferocito.
Da quel piccolo marasma di corpi e voci venne spinto fuori Frenchie che dopo aver guardato con titubanza i suoi amici si avvicinò a lui, gli rivolse un'occhiata timorosa incerto su quale fosse il modo giusto per iniziare la conversazione.
<< Capitano...signore...Barbanera, io devo dirti che Stede prima di lasciarci liberi ci ha mandati in ricognizione, per la polvere da sparo signore... >>
<< E? Devo strapparti le fottute parole di bocca cazzo? >> domandò Edward che era già nervoso e sentire quel nome che non osava pronunciare lo aveva infastidito parecchio perché come sempre gli aveva fatto male al petto e bloccato il respiro.
<< No...ehm quello che volevo dire è che abbiamo trovato un posto dove ci sono molti sacchi, c'è una porta di legno sul retro che ha un buco, possiamo entrare questa notte lì e rubarla, abbiamo visto che nessuno dentro fa la guardia e che quelli posti al controllo fanno il giro di quella rimessa solo ogni tanto. >>
<< Il vostro capo dov'è? >> domandò Barbanera facendo corrugare le sopracciglia a Franchie.
<< Non sei tu il nostro...- >> iniziò indicandolo ma venne interrotto.
<< Bonnet idiota! Dove cazzo si trova? E' il suo piano del cazzo e deve essere lui a portarlo a termine! >>
Il giovane pirata indietreggiò di qualche passo, anche il resto degli uomini che assistevano alla scena si avvicinarono gli uni agli altri con il terrore che potesse succedere una disgrazia, proprio per questo avevano deciso di rimanere sempre uniti quando dovevano parlare per forza lui, almeno avrebbero potuto trovare il modo di tirarsi fuori dai guai.
<< Non lo so signore...ha detto che ci saremmo ritrovati tutti sulla nave. >>
Edward strinse forte la mascella, << sparisci >> ordinò e poi si mise a scrutare l'orizzonte, si vedevano solo piccole lucine e gente che correva o camminava andandosene chissà dove, ogni volta che vedeva qualcuno avvicinarsi alla nave il suo cuore sussultava per poi rimanere deluso quando nessuno saliva a bordo.
Ad un certo punto aveva deciso di rintanarsi nel luogo che ormai era diventato il suo rifugio, dove poteva piangere e urlare, soffrire e raggomitolarsi senza essere visto e disturbato da nessuno, se ne stava lì rannicchiato a fissare fuori dalla finestra in attesa di udire almeno la sua voce, non lo avrebbe mai ammesso ma era così, lo stava nuovamente aspettando e più i minuti passavano più quel senso di panico che aveva provato quella notte al molo si appropriava di lui.
Appiccicoso e viscido risaliva come i tentacoli del Kraken lentamente fino a raggiungere e stringere l'organo che tamburellava forte nel suo petto, lo strinse in una morsa così forte che la sensazione fu quella di qualcosa che scoppia, il dolore si irradiò fino alla testa e lui cadde senza respiro fuori da quel giaciglio, gli occhi sgranati e le lacrime che pungevano ai loro angoli, la cassa toracica si alzava e abbassava troppo velocemente dandogli la sensazione di star annegano.
"Sei stato abbandonato di nuovo."
"Ti ha abbandonato."
"Lui non ti vuole."
"Sei solo."
"Ti ha lasciato nuovamente solo."
"Non ti vuole."
"Edward."
"Lui."
"Non."
"Ti."
"Vuole."
Questi i pensieri che lo tormentavano e come un vortice si ripetevano senza sosta, uscì dalla cabina tenendosi alla porta per non cadere, aveva bisogno d'aria, doveva andarsene da lì alla svelta, non poteva lasciare che accadesse ancora.
<< Preparatevi, ce ne andiamo >> ordinò quasi senza fiato e con un evidente panico sul volto ai pochi uomini che stavano sul ponte, lo guardarono tutti confusi non capendo che cosa stesse accadendo e poi non potevano lasciare l'isola, mancavano ancora due membri della ciurma.
<< Barbanera mancano ancora... >> lui balzò e prese Pete per il colletto strattonandolo.
<< Non me ne frega un cazzo! Se dico che dobbiamo andarcene ce ne andremo, ne ho abbastanza delle vostre risposte! >>
<< Siete stati abituati male ma io vi farò rigare dritto da ora in avanti, e ora fate partire questa cazzo di nave! >> sbraitò prendendo in mano la pistola.
Jim che era lì in un angolo si agitò sapendo bene che cosa stesse facendo Stede, senza farsi vedere corse giù ad avvisare Olu che però si mostrò molto titubante sul da farsi, avevano promesso di non dire nulla e forse se fossero riusciti a distrarlo avrebbero almeno tardato la partenza fino all'arrivo del loro primo capitano.
<< Qué dises amor, è una situazione seria, non possiamo aspettare >> disse Jim.
<< Lo so ma... >>
<< No tenemos tiempo! Vieni con me. >>
Corsero a perdi fiato fino a raggiungere il ponte dove l'ombra del mostro stava urlando ordini a tutti che proprio non sapevano cosa fare, erano spaventati, non volevano partire e abbandonare i loro compagni, avrebbero dovuto ribellarsi ma era successo tutto troppo in fretta perché organizzassero un piano.
<< Barbanera! >>
<< Edward aspetta! Sappiamo dov'è Stede >> gridò Olu tentando di riprendere fiato.
Lui si gelò sul posto voltandosi lentamente verso i nuovi arrivati, era spaventoso, con quello sguardo scuro e minaccioso che puntava su di loro, nemmeno Izzy gli girava troppo intorno quando era così agitato e in preda a chissà quale tormento.
<< Non è qui e io avevo dato un orario preciso, quindi non me ne frega un cazzo >> rispose come se avesse ripreso il controllo di sé e fosse tornato ad essere l'uomo privo di sentimenti che gli piaceva fingere d'essere ultimamente.
<< Anche Buttons manca all'appello >> disse Olu.
<< Abbiamo incontrato Stede al mercato, stava lavorando e probabilmente è ancora lì >> spiegò Jim sperando che questo lo convincesse a rimanere.
Barbanera corrugò le sopracciglia, il non comprendere gli dava sempre un certo nervosismo e quegli uomini sembravano essere molto bravi a toccare quel nervo scoperto, doveva sempre chiedergli più informazioni, mai una volta che si spiegassero come si deve.
<< Cosa cazzo significa che sta lavorando? Vuol dire che se ne è andato...- >>
<< No! Lui non ci ha spiegato il perché ma ha detto che era importante. >>
<< Potrebbero essere insieme, con Buttons intendo, potrebbe essere successo qualcosa, dobbiamo cercarli >> tentò nuovamente Jim che dall'espressione di Edward vide che forse si era creata una piccola breccia, sperò che servisse almeno a fargli guadagnare il tempo per andarli a cercare o che tornassero.
<< Edward >> una voce dietro di lui lo fece sussultare, era Lucius che si era avvicinato pur mantenendosi a una distanza di sicurezza sufficiente a evitare altri fastidiosi incidenti, era la prima volta che gli rivolgeva la parola direttamente da quando lo avevano ripescato.
<< Stede non è un idiota, non rifarebbe lo stesso errore una seconda volta, sì è stato uno stronzo quando ti ha lasciato nel modo peggiore aggiungerei, ma non sarebbe così stupido da rifarlo. >>
<< Tu che cazzo ne sai? >> rispose voltandosi ma non avendo il coraggio di fare un passo per paura di vederlo indietreggiare.
<< Perché solo uno stupido si darebbe tanta pena per ritrovare qualcuno, con una misera barca e senza soldi per poi andarsene ancora, si sta facendo umiliare e schiacciare da te solo per ottenere il tuo perdono, per dimostrarti che ha capito di aver fatto uno sbaglio. >>
<< Capo ha ragione >> disse Olu.
<< Sì amigo Stede è un pessimo comandante ma un uomo d'onore, lo sta dimostrando da settimane ormai >> disse Jim che si ormai si erə presə a cuore la faccenda senza saperne bene il motivo.
Intanto la locanda dove i due pirati stavano lavorando da ore ormai stava per chiudere, erano intenti a pulire i tavoli e metterci sopra le sedie e per buona pace di Stede non avevano combinato alcun guaio, almeno fino a quel momento perché la seta che aveva in tasca scivolò accidentalmente cadendo a terra.
Buttons la trovò e credendo fosse un semplice straccio per pulire la prese e la passò su uno dei tavoli, fortunatamente il suo capitano si voltò al momento giusto ma il panico si impadronì comunque di lui che urlò << no fermo! >>
Gli corse vicino prendendo tra le mani quella preziosa stoffa che fortunatamente non era troppo rovinata ma si era comunque macchiata da un lato, il suo sottoposto lo guardò stranito, mentre Stede si diede dell'idiota per essere stato così poco attento.
<< Non è un semplice straccio questo >> disse guardando quel fazzoletto con gli occhi che luccicavano.
<< Mi dispiace capitano, io non sapevo...- >>
<< Non è colpa tua Buttons, sono io a sbagliare sempre tutto. >>
La conversazione venne interrotta dall'arrivo della ragazza che si era avvicinata per dir loro che potevano tornare a casa, li aveva ringraziati per l'aiuto e aveva offerto loro qualche provvista, era stato un gesto molto buono da parte sua visto che loro erano lì per rimediare a un errore e che il suo ristorante non stava andando molto bene.
Durante il tragitto Buttons si scusò più volte con il capitano che sembrava così triste e silenzioso, lui gli diceva di non preoccuparsi ma l'uomo non era insensibile e gli dispiaceva vederlo in quelle condizioni, aveva fatto tanto per tutti loro, certo aveva commesso un errore ma si era dimostrato pentito e con la voglia di rimediare.
Quando tornarono sulla Revenge Barbanera stava per dire qualcosa, tutti si zittirono di colpo osservando quelle due figure che si facevano avanti, il cuore di Edward ebbe un fremito e una sensazione di sollievo si fece in strada in lui, si era sbagliato ma questo non servì a cancellare la rabbia e la sofferenza che aveva provato in quelle ore.
<< Siete in ritardo >> disse con voce ferma avvicinandosi.
<< E' colpa mia, il capitano si è gentilmente fermato ad aiutarmi, avrei voluto cavarmela da solo ma lui ha un grande cuore ed è rimasto con me >> spiegò con il tentativo di discolpare l'unico che lui ritenesse il vero comandante di quella nave, non gli era proprio andato giù di essere stato abbandonato su un'isoletta deserta senza cibo né acqua.
Stede sorrise appena commosso da quelle belle parole, pian piano stava riconquistando la fiducia dei suoi uomini e questo almeno lo rendeva felice, solo che quello che era accaduto al ristorante lo aveva fatto cadere in un'immensa tristezza, aveva lottato con le unghie e con i denti per quella bella seta, pensava di averla riposta al sicuro e invece come sue solito era riuscito a incasinare tutto e adesso quel rosso un tempo immacolato aveva una macchia scura, ed era tutta colpa sua, era sempre colpa sua.
Edward non aveva capito niente di quel discorso, come al solito uno dei membri di quell'equipaggio non aveva parlato chiaro, ma la cosa che gli dava più fastidio era il silenzio del loro capitano, quel biondo che era sempre una valanga di parole, che gli vomitava addosso scuse in continuazione se ne stava zitto, con il capo chino come se ammettesse silenziosamente le sue colpe.
<< Tu non hai niente da dire? >> disse rivolgendosi a Stede.
<< Buttons ha spiegato tutto, ci siamo ritrovati in un guaio e abbiamo dovuto ripagare il danno che abbiamo fatto lavorando in una taverna. >>
<< E per quale cazzo di motivo non siete semplicemente fuggiti >> domandò sollevando un sopracciglio, quella storia gli sembrava così assurda ma se pensava a Stede forse non avrebbe dovuto stupirsi più di tanto.
<< Non aveva senso crearsi dei nemici se dovevamo restare ancora attraccati qui, ci servono provviste e polvere da sparo, avremmo dovuto andarcene e... >>
<< Hai sbagliato Bonnet, ammettilo e basta, vuoi fare il pirata ma quando si tratta di agire come tale ti tiri indietro? >> a quel punto si aspettava ribattesse con uno dei suoi soliti drammi e invece ciò non accadde lasciandolo veramente incredulo.
<< Mi dispiace >> disse solo guardandolo negli occhi e poi abbassando nuovamente lo sguardo.
<< Mi prendi per il culo Bonnet? Non sei nella posizione per farlo, credi che non mi renda conto che la tua è solo accondiscendenza. >>
Stede ormai aveva le lacrime agli occhi che venivano trattenute in piccole goccioline dalle ciglia, stava resistendo perché non voleva riversargli addosso il suo malessere e soprattutto non voleva che sapesse quanto era stato stupido e inadeguato, Lucius però se ne accorse e proprio non gli andava bene il modo in cui Edward gli stava parlando.
<< Forse non ti rendi conto che qui sei solo un ospite, che vali meno di un...- >>
<< Piantala! >> gridò Lucius avvicinandosi di qualche passo al pirata biondo e mettendosi accanto a lui, guardava l'altro capitano dritto negli occhi, innervosito da quella mancanza di tatto e scarsa considerazione, Edward si ricordò all'istante la prima volta che quel ragazzo coraggiosamente lo aveva affrontato per evitare che facesse soffrire Stede, ironia della sorte alla fine era stato lui a farlo stare male.
<< Non lo vedi che è già mortificato di suo, ti fa sentire tanto forte l'andartene in giro conciato così a terrorizzare la gente, ma in realtà sei solo un idiota incapace di affrontare i propri sentimenti. D'accordo lui ti ha causato tanta sofferenza lo capisco, ma invece di fare lo stronzo potresti affrontare i tuoi sentimenti e risolvere le cose tra voi. >>
A quel punto l'anima del pirata gentiluomo aveva retto abbastanza, con un piccolo gemito e le lacrime che gli scendevano dagli occhi si allontanò sotto lo sguardo preoccupato di tutti, Jim e Olu pensarono che forse non era riuscito a comprare quel pezzo di seta e se ne dispiacerono molto.
Lucius continuava a fissare l'altro capitano deglutendo, più che terrorizzato dalla sua possibile reazione ma sapeva anche o meglio sperava che in presenza dell'uomo di cui era innamorato non avrebbe avuto la forza di fare niente di male.
Edward si voltò dando le spalle alla ciurma e contro tutto il suo essere che urlava di non farlo andò a cercare Stede che era seduto, con le gambe strette al petto a prua della nave, guardava il mare e il cielo e forse in realtà il suo sguardo era perso nel vuoto, in tutti i suoi sbagli e le lacrime che scendevano lungo il suo viso, ognuna di esse raccontava una storia diversa della sua vita.
Forse avevano ragione i suoi amici che poi tanto amici non erano e suo padre, si era imbarcato in quel viaggio con l'intenzione di rimediare e aveva finito per fare più male che bene, nemmeno il desiderio di fare un dono alla persona a cui aveva rotto il cuore era stato sufficiente a impedirgli di sbagliare.
Sentì alcuni passi avvicinarsi a lui, credeva fosse qualcuno dei ragazzi venuti a consolarlo, ma lui non aveva voglia di parlare e si sentì in colpa anche per quella semplice cosa, come se il fatto di averli abbandonati lo obbligasse in qualche modo a essere sempre disponibile, anche quando si trattava di qualcosa che riguardava solo lui.
<< Si può sapere che cazzo ti è preso? Solitamente non mi dai pace con le tue chiacchiere. >>
Quella voce, la sua voce, lo fece sussultare perché tra tutti era l'ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere, che andasse lì per controllare le sue condizioni, non gli importava il motivo per cui lo avesse fatto, il semplice fatto che fosse lì significava tanto, tutto era diventato importante da quando aveva messo nuovamente piede sulla sua vecchia nave, ogni minuscolo passo, ogni briciola che Edward gli concedeva significavano davvero molto, erano come l'oceano, c'era tutto l'oceano in quei gesti.
<< Ho...rovinato tutto. Di nuovo >> disse con la voce resa stanca per l'amarezza che provava, sembrava calma e pacata a primo impatto ma se ascoltata da orecchie che potevano ascoltare si sarebbero rese conto che nascondeva quella nota di tristezza e resa, tipica di chi si è rassegnato al suo destino.
<< Bonnet, tu e il tuo equipaggio avete un vizio del cazzo, non parlate mai chiaro, vuoi spiegarmi o devo strapparti le parole di bocca. >>
Stede si alzò sollevando prima il busto poi le gambe, raggiunse un angolo dove una lanterna era stata appoggiata e c'era dunque più luce, i suoi capelli accarezzati da quei fasci luminosi sembravano ancora più dorati come se risplendessero naturalmente, le ombre disegnavano e si allungavano su quel volto che solitamente era pieno di energia e sorrisi, ora Edward vedeva solo una maschera di qualcosa che non sapeva leggere.
Avrebbe voluto imparare a decifrare Stede Bonnet, fanculo tutti i libri e le parole del mondo che impallidivano di fronte a quell'uomo, era un mistero ancora sconosciuto e se parecchio tempo fa aveva fatto l'errore di credere di conoscerlo adesso sapeva quanto si era sbagliato, lui rappresentava un tesoro di cui lucchetto aveva la chiave sbagliata, rappresentava tutta la musica che poteva essere scritta, le poesie recitate in modo soave, era la favola prima di dormire e il bacio della buona notte.
Era un quadro o una tela bianca di cui avrebbe voluto essere il pennello e non la cornice, desiderava di dipingere tutte le frasi che gli venivano in mente, riempirlo di quelle parole che forse nessuno gli aveva mai detto, era una confessione sussurrata di nascosto, parole d'amore che ancora non sapeva di riuscire a pronunciare.
Aveva sognato un giorno di potergli confessare tutte quelle cose, pensando ingenuamente che non lo avrebbe mai deriso perché Stede non feriva nessuno, i suoi gesti erano carezze che sfioravano il cuore di Edward con leggerezza, invece poi quella soffice e delicata mano aveva stretto la sua presa finendo per farlo sanguinare.
La cosa peggiore era che non aveva mai smesso di considerarlo in quel modo, quei sentimenti li aveva solo accantonati sperando di dimenticarli, non desiderava più di poterglieli dedicare perché il solo atto di desiderare lo avrebbe portato alla disillusione, alla speranza e quella l'aveva consumata tutta il giorno in cui era stato abbandonato al molo.
Barbanera era rimasto in piedi in quel lato poco illuminato, osservava Stede che veniva circondato da quella tenue luminescenza, luce e buio, da quando si erano incontrati aveva pensato che incarnassero questi due elementi, uno era il sole, il mattino, tutte le cose belle che vengono rese chiare e di cui non devi avere paura, mentre l'altro era la notte, l'oscurità, l'ombra e le tenebre, nella sua testa doveva essere lui a inquinare Stede e invece era stato il contrario.
Il giorno si era preso gioco della notte calpestandone i tratti e infilzando le sue pareti con i raggi bollenti che emanava, tutto il suo mondo si era stravolto dopo Bonnet, aveva imparato che anche la gentilezza può fare male, che le cose belle tanto desiderate potevano ferirti nella maniera più straziante possibile.
<< Ho una cosa per te >> quel suono uscì più come un sussurro ma Edward ne fu incredibilmente attratto, si avvicinò con passo lento come una falena alla lampada.
Stede sospirò con il cuore gonfio, non aveva il coraggio di guardarlo in faccia perché tutte le volte che lo faceva poteva vedere il male che gli aveva procurato, si infilò la mano in tasca e ne estrasse quel bel pezzo di seta rossa.
Barbanera sentì il cuore arrivargli in gola invece, quasi pensò di strozzarsi con esso e invece era solo una sensazione psicologica, ricordava bene il giorno in cui aveva deciso di liberarsi di quella cosa che per lui non rappresentava più niente se non menzogne, era lo stesso giorno in cui aveva rinunciato al suo cuore, alla sua anima e a Stede Bonnet.
Non si sarebbe mai immaginato che un giorno avrebbe visto ricomparire sia l'uno che l'altro, ed era strano che le uniche cose belle della sua vita erano state quelle che gli avevano causato più sofferenza, e in più non volevano lasciarlo in pace, forse era ciò che si meritava, era la sua punizione quella di guardare da lontano ciò che amava senza poterlo nemmeno sfiorare.
<< L'ho trovato oggi in una bancarella, non avevo soldi e non volevo rubarlo per cui mi sono offerto di lavorare per guadagnarmelo. >>
<< Perché non mi stupisce affatto? >> sbuffò una risata Edward, ed era la prima sincera dopo tanto tempo.
Stede sorrise annuendo ma quel sorriso non arrivava agli occhi, c'era qualcosa che li spegneva e lui odiava vedere quel viso triste, nella sua testa giustificò quel pensiero dicendosi che lui era l'unico ad avere il diritto di fargli del male.
<< Ma ho rovinato le cose un'altra volta... >> sussurrò con le lacrime agli angoli degli occhi.
<< Buttons ha fatto scappare degli uccelli, li ha liberati ma non è fuggito in tempo e quindi abbiamo dovuto lavorare in quella stupida locanda dove io... >>
<< Tu cosa? >> domandò con voce seria l'altro. 
<< Mi è scivolato dalla tasca, Buttons credeva fosse uno straccio e l'ha usato per pulire. >>
Il cuore di Edward perse un battito immaginandosi cosa potesse essere successo dopo, certo se ne era liberato ma questo non significava che non ci tenesse più, Stede glielo mostrò dischiudendo le mani, c'era una piccola macchia marrone, niente di esagerato ma era lì, come al solito Stede aveva fatto un dramma per nulla ma il fatto che fosse così mortificato e sembrava esserlo davvero gli scaldava il petto come fosse un balsamo caldo che ti permette di respirare di nuovo.
<< L'ho fermato in tempo ma non abbastanza >> disse poi richiudendosi in quel mutismo in cui era caduto da quando era tornato.
<< Per questo stai così? >> domandò appoggiando la mano guantata sulla ringhiera, il pirata gentiluomo annuì.
<< Volevo fare qualcosa di bello per te, doveva essere una sorpresa. Quando ho visto quel pezzo di seta non potevo credere ai miei occhi. >>
Il suo sguardo si perse rincorrendo quel ricordo successo diverse ore prima.
<< Non sapevo perché te ne fossi liberato ma ho pensato che saresti stato felice di riaverlo. >>
<< Ma perché? Perché Bonnet ti sei dato tanta pena, sai bene che avrei potuto rifiutarlo >> domandò curioso davvero di sapere le ragioni di quel gesto.
<< Certo che lo sapevo Edward, ma anche quando sono partito per ritrovarti non ero sicuro che mi avresti accettato...- >>
<< Non l'ho fatto infatti >> specificò stringendo i pugni, Stede deglutì poi sospirò sollevando il petto.
<< Però sono qui, non mi hai mandato via e questo è un grosso traguardo, so che tu la pensi diversamente ma non puoi impedirmi di pensarla a modo mio. >>
Barbanera abbassò lo sguardo, sentiva un certo fastidio di fronte a quell'ammissione, quell'uomo sembrava avere così tante speranze quando lui invece lo aveva accettato con lo scopo di togliergliele tutte, desiderava rendergli impossibile ogni giorno, voleva che soffrisse tanto quanto lui e ora che era successo qualcosa che gli aveva causato dolore non riusciva a rallegrarsene.
<< Ti chiedo scusa Ed...ho macchiato il tuo bel pezzo di seta, ti assicuro che credevo fosse al sicuro in tasca. >>
<< Rovini sempre tutto Bonnet >> disse stringendo i pugni, Stede strinse a sua volta il pezzo di stoffa tra le dita e alzò lo sguardo su di lui, le parole di Badminton gli tornarono alla mente come un proiettile che colpisce senza pietà.
"Distruggi tutte le cose belle."
Il suo respiro accelerò di colpo, gli occhi si riempirono di lacrime e quei demoni che credeva spariti tornarono da lui facendogli credere che quelle parole erano vere, tutto quello che toccava appassiva sotto il suo tocco, non poteva evitarlo, come se fosse una tempesta che spazza via alberi e case senza guardarsi indietro, solo che a differenza di quest'ultima lui si guardava indietro, ogni giorno.
<< Hai ragione >> disse con il tono spezzato e una smorfia di dolore gli deformò il viso, stava per scoppiare a piangere quando accadde qualcosa che proprio non si aspettava, Edward allungò una mano e prese quel fazzoletto sfilandoglielo dalle dita con più prepotenza di come aveva fatto lui la prima volta.
<< Sei incredibile...tu non ti rendi conto cazzo, me ne stavo per andare senza di te perché credevo che...- >> il magone gli strinse la gola, riuscì a mandarlo giù e a riprendere la forza di andare avanti.
<< Che non sarei tornato >> disse Stede capendo da solo quello che stava per dire.
<< Chiudi quella cazzo di bocca. Volevo andarmene, ti volevo lasciare qui su questa fottuta isola da solo come tu hai fatto con me, lo stavo per fare ma ovviamente quegli idioti sono così legati a te che hanno fatto di tutto per impedirmelo, e poi ti presenti in ritardo e con questo >> disse indicando la stoffa.
<< Me lo sbatti in faccia dopo che me ne ero liberato sempre per colpa tua e tutte le mie intenzioni vanno a puttane, io dovrei essere arrabbiato con te adesso, hai macchiato l'unico ricordo di mia madre ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è che invece di rubarlo ti sei messo a lavorare >> il suo viso non sembrava più essere scuro, c'era l'ombra di un piccolo sorriso che ne ammorbidiva gli spigoli.
<< Non lo so Edward...ho solo pensato che non volevo inquinarlo, se avessi avuto dei soldi lo avrei comprato. >>
<< Cazzo Bonnet ma tu sai la vita che hai scelto? >>
<< Sì, ma il punto è che non mi dispiace rubare cose senza importanza, ma quella ne ha per te e non volevo pensassi che voglio ottenere il tuo perdono facilmente. >>
<< La verità è tutta questa, volevo dimostrarti che non sono tornato credendo che sarebbe stato facile, se lo avessi semplicemente rubato e te lo avessi portato non avrebbe avuto lo stesso peso. >>
Barbanera lo guardava serio in volto ma con lo sguardo luminoso, si sentiva impotente di fronte a lui, avrebbe voluto non essere tanto arrabbiato perché cazzo quanto si meritava di essere abbracciato, ma non poteva farlo, sarebbe stato un grave errore e non poteva più permettersi di commetterne.
Guardò la seta ora stretta tra le sue mani, gliela doveva sbattere in faccia e mandarlo al diavolo insieme alle sue trovate ma non ne aveva il coraggio, strinse le mani constatando quanto fosse liscia e si stupì di essersene dimenticato, la mise all'interno della sua giacca di pelle, senza nemmeno rendersi conto che aveva scelto il lato del cuore, lo stesso punto scelto da Stede mesi prima.
<< Comunque adesso è di nuovo mia >> disse facendo spuntare un sorriso sulle labbra di Stede.
Sorriso che si trasformò presto in una smorfia, si sciolse in un pianto sommesso, il capo chino, si mordeva le labbra, e dagli occhi cadevano goccioloni che andavano ad infrangersi sul pavimento lucido e pulito della nave.
<< Perché cazzo stai piangendo adesso? >>
Non aveva mai pianto davanti a Edward da quando si erano conosciuti, non si era mai lasciato andare a tal punto, lui a cui piaceva canticchiare il motto di parlarne insieme non aveva nemmeno trovato il coraggio di fare quello, era solo un codardo mentre Barbanera che avrebbe avuto tutte le ragioni per non mostrarsi debole lo aveva fatto e davanti a uno che era ancora un semi sconosciuto per lui.
<< Se non la pianti giuro che lo ributto in mare cazzo. >>
Ci mancò poco che non scoppiasse a ridere dopo quell'affermazione, doveva essere una minaccia, una sorta di cattiveria che lo convincesse a calmarsi ma risultò solo una frase detta da uno in preda al panico, era stata tenera e riuscì a far risollevare l'umore del pirata gentiluomo che pian piano smise di singhiozzare e si asciugò gli occhi.
<< Credevo non l'avresti mai accettato >> disse con la voce che era ancora morbida dal pianto.
<< Non illuderti. Non significa niente, l'ho presa solo perché è mia e non intendo ringraziarti >> rispose tentando di rimanere fermo e impassibile.
<< Non devi farlo...Quello che deve ringraziarti sono io. >>
<< Va bene Bonnet adesso sta zitto, e sappi che ti sei giocato il tuo giorno per questa settimana. >>
Stede arricciò le sopracciglia, sul suo viso comparirono piccole rughette d'espressione alcune delle quali Edward non aveva mai visto, chissà forse erano comparse dopo che se ne era andato ma non dovevano importargli i segni sullo stupido viso di quell'uomo, non doveva interessarsi a nient'altro che non fosse se stesso.
<< Pensaci e fattelo venire in mente da solo. >>
Dopo qualche istante capì che si riferiva alla faccenda di chiamarsi per nome.
<< Oh avanti Ed non vale, ero scosso, non puoi veramente contarlo. >>
<< Lo hai fatto di nuovo, te ne stai approfittando, ringrazia che non ho smesso di ascoltarti dal primo momento >> rispose incrociando le braccia.
<< Non posso proprio convincerti a cambiare idea vero? >>
Barbanera scosse la testa.
<< Allora adesso dovresti chiamare me per nome >> tentò, visto che era in buona tanto valeva provarci.
<< Non se ne parla, ho detto che decido io il giorno >> disse scuotendo la testa mentre si allontanava.
<< D'accordo, buona notte Edward >> ma lui non rispose, sparì nel buio della notte senza avere paura di inciampare, era stata una serata assurda e non era sicuro che sarebbe riuscito a dormire.
Edward tornò nella sua cabina sentendo il bisogno di allontanarsi immediatamente da lì, andò in bagno a sciacquarsi il viso come ogni sera, era l'unico momento in cui poteva togliersi quella maschera con la quale nascondeva al mondo il suo cuore spezzato.
Si sciacquò più volte osservando scivolare via in gocce sporche quel trucco, l'acqua era diventata nera così come lo era la sua anima o almeno lui credeva fosse così, anche se non sapeva se lo era sempre stata oppure lo fosse diventata dopo quella tremenda notte.
Con lentezza slacciò ogni cintura o cinghia che teneva stretti i vestiti al suo corpo, li sfilò facendoli scivolare a terra rimanendo nudo come quando era nato, osservò quel corpo sodo e muscoloso che lo accompagnava da anni, ormai era ricoperto di tatuaggi molti dei quali nemmeno si ricordava dove e perché se li fosse fatti, insieme rappresentavano una mappa dei luoghi in cui era stato, della persona che era e della gente che aveva incontrato.
Il suo riflesso allo specchio lo riempì di tristezza, sembrava l'involucro vuoto di qualcosa che prima lo abitava, nemmeno i polmoni si sforzavano più di tanto a respirare, il loro movimento era minimo come se lo facessero soltanto perché erano obbligati a tenerlo in vita.
L'ennesimo sospiro lasciò le sue labbra, ormai aveva perso il conto di quanti ce ne fossero stati però era sicuro che se avesse avuto una moneta per ognuno di essi sarebbe diventato molto ricco, raccolse il pezzo di seta rossa e si diresse in camera, si infilò un paio di logori pantaloni che usava abitualmente per dormire e si mise seduto portandosi alle labbra quella stoffa.
Inspirò a pieni polmoni ma l'unico odore che sentì era quello del mare e qualcos'altro di indefinito, forse qualcosa con cui era stato lavato.
Sperava di sentire l'odore di Stede?
Sciocco disse a se stesso, come puoi desiderare ancora qualcosa che provenga da quella persona? Ti farebbe male e non hai già sofferto abbastanza?
Lui però lo desiderava, aveva cercato quel profumo passando ore nel guardaroba segreto inspirando quel poco che era rimasto fino a farsi bruciare le narici, ma ora anche quel luogo sembrava non essere mai appartenuto al pirata gentiluomo, di lui rimanevano solo gli abiti preziosi.
Lucius, Olu e Jim si erano radunati intorno al loro capitano non appena lo avevano visto spuntare dall'angolo in cui si era rifugiato, il primo gli aveva appoggiato una mano sulla spalla mentre gli altri due volevano sapere come erano andate le cose.
<< Credo che abbia ancora bisogno di tempo >> spiegò loro.
<< Testardo di un hombre! >> imprecò Jim.
<< Non è colpa sua ragazzi, lui sta soffrendo e credo che stia facendo uno sforzo enorme a tenermi qui. Almeno questa sera non mi ha mandato al diavolo, è già qualcosa >> disse sorridendo leggermente, come se fosse suo il compito di rassicurarli.
<< Ha accettato quello che gli ho detto, sempre a modo suo certo ma io...- >>
<< Capo senti >> intervenne Olu che aveva visto quell'uomo soffrire troppo a lungo.
<< Credo che dovresti smetterla di incolparti, ti butti un sacco di merda addosso, anche quella che non meriti. >>
<< Non devi difendermi Olu, l'ho abbandonato così come ho lasciato tutti voi... >>
Il giovane si morse le labbra sistemandosi il cappellino che portava sempre in testa, voleva far capire al suo capitano che malgrado gli errori che aveva fatto non doveva caricarsi e fustigarsi in continuazione, in fondo era tornato per rimediare, e se loro avevano perdonato Edward per averli lasciati su un'isola deserta senza provviste, Edward poteva perdonare Stede o almeno provarci.
<< Capisco abbia bisogno di tempo e glielo stai dando, quello che voglio dire è di non prenderti anche quello che non ti appartiene >> spiegò guardando Jim che annuì sorridendogli.
<< Sì capo, lascia che si sfoghi ma non permettergli di divorarti con la sua voglia di vendetta, è qualcosa che ti mangia dentro e io ne so qualcosa. >>
Stede sorrise comprensivo a Jim.
<< Grazie per i vostri consigli, li terrò a mente. >>
<< Capo! >>
<< Roach >> esclamò Stede voltandosi verso di lui.
<< Io e gli altri volevamo sapere quando intendevi attuare il piano >> domandò cercando di riprendere fiato.
<< Piano? >> chiese sollevando un sopracciglio biondo.
<< Uhm...sì per la polvere da sparo. >>
<< Oh...quel piano. >>
<< Raduna gli altri >> ordinò.
<< Sarà fatto. >>
Dieci minuti dopo la ciurma del pirata Bonnet era seduta raggruppata in semicerchio sul ponte, Stede era seduto con le gambe accavallate su una botte, aveva preso quell'abitudine da Edward e secondo chi lo aveva notato era una cosa molto tenera.
Quelli che erano andati in ricognizione al mattino spiegarono la situazione e poi attesero le parole del loro capo, si sfregò le mani poi alzò il viso verso l'alto, all'improvviso le batté tra loro ed esclamò.
<< Ci sono. Andremo in sei così due farannò la guardia ai lati opposti mentre gli altri si occuperanno della polvere, discuteremo dei dettagli mentre andiamo in la. >>
Lo Svedese alzò la mano.
<< Mi offro io da diversivo, posso cantare una canzone. >>
<< Sei davvero gentile Svedese ma non è il caso, dobbiamo essere molto silenziosi >> spiegò Stede e gli altri annuirono d'accordo.
Il piano c'era, gli uomini pure, dovevano solo preparare le ultime cose e poi erano pronti, intanto però qualcuno tramava nell'ombra.
Izzy conosceva quell'isola, sapeva che esisteva solo un deposito dove tenevano la polvere da sparo e ovviamente sapeva dove trovarlo, così decise di raggiungerlo prima di loro dandogli la lezione che si meritavano.
Era rischioso, se Edward lo avesse scoperto sarebbe stata la fine ma questa volta avrebbe fatto attenzione, ne aveva abbastanza di quegli idioti che non facevano altro che creargli problemi, pensava di essersene liberato definitivamente quando li avevano abbandonati  poi quel damerino di Bonnet era ricomparso con tutti al seguito e l'incubo era ricominciato
Voleva solo ritornare ai vecchi tempi in cui navigava con Barbanera e la sua ciurma, dove non doveva preoccuparsi di crisi di nervi o scenate ed era convinto di poterci riuscire ma senza quel gruppo di imbecilli che ronzavano intorno al suo capitano.
Prestando molta attenzione ai suoi passi e prendendo una scorciatoia che conosceva era riuscito ad arrivare prima di loro e non ci aveva pensato due volte a fare una soffiata intimando alle guardie di non dire niente sulla sua presenza, poi se ne era andato senza sentire nemmeno una briciola di colpa.
Le guardie erano di più, presidiavano la zona rimanendo nascoste per non destare sospetti, rimasero in allerta fino a che non si udirono i primi passi, gli lasciarono il tempo di arrivare al magazzino e poi li circondarono, Izzy aveva chiesto loro di non ucciderli subito, di aspettare un giorno o due, doveva prima convincere Edward a ripartire inventandosi che quei babbei avevano lasciato la nave, non poteva rischiare che il suo capo scoprisse il suo piano quando per loro era troppo tardi, dopo la faccenda con la marina camminava in punta di piedi su un filo sottile lungo la pazienza di Barbanera.
<< Mierda >> imprecò Jim che fu l'unica che riuscì a fuggire, avevano bisogno di rinforzi, quegli uomini erano troppi persino per qualcuno con la sua esperienza, correva e correva, le gambe lə facevano male per lo sforzo, si lanciò sulla scala di corda della Revenge ansimando e buttandosi poi all'interno.
<< Buttons >> disse cercando di riprendere fiato, << dov'è Barbanera? >>
<< L'ho visto scendere nella sua cabina >> rispose quello mentre Olivia si adagiava comodamente sulla sua testa.
<< Sicuro che non è uscito? >>
<< Sarò anche vecchio per i combattimenti corpo a corpo ma questi occhi vedono tutto, almeno da vicino. >>
<< Grazie >> rispose Jim.
Prima di scendere svegliò Wee John che stava facendo un pisolino sulla sua amaca, lo scosse un po' troppo bruscamente ma aveva una certa fretta e non poteva perdere altro tempo pensando alle buone maniere.
<< Jim? >>
<< Non fare domande, è una questione di vita o di morte, ci hanno teso un'imboscata e i soldati hanno preso gli altri. Prendi gli altri uomini e vai ad aiutarli, prendete molte armi e fate presto! >>
Lui si sfregò un occhio ancora assonato.
<< Fang e Ivan quei due chicos conoscono questo posto, sono certə che sanno dove andare. Muoviti cazzo! >>
<< E tu? >> domandò Wee John che ancora non ci stava capendo molto.
<< Devo occuparmi di qualcuno, va ora! >>
Lui alzò le mani << va bene, vado vado. >>
Jim si diresse a passo spedito sottocoperta, senza bussare aprì malamente la porta di Barbanera che sussultò voltandosi verso quel rumore brandendo la pistola che teneva sotto il cuscino, aveva preso quell'abitudine da quando uno che stava nella sua stessa ciurma aveva tentato di soffocarlo nel sonno, fortunatamente Calico Jack era intervenuto nel momento giusto salvandogli la vita.
<< Ma che cazzo!? >> imprecò innervosito da quella mancanza di rispetto, non gli piaceva invadessero la sua privacy, in particolar modo ora che era emotivamente instabile e si lasciava andare spesso alle lacrime quando era da solo, posò la pistola sul letto non considerando Jim un pericolo.
<< Estás muerto, hijo de puta! >> ringhiò con ferocia avvicinandosi velocemente e afferrandolo per la camicia che si era buttato addosso.
<< Sei un fottuto bastardo, ci hai venduti! >>
<< Di che cosa cazzo stai parlando? >> domandò corrugando le sopracciglia, non capiva il motivo di quell'intrusione e soprattutto quelle accuse, Jim non gli aveva più rivolto la parola da quando aveva abbandonato i suoi amici, lo guardava con disprezzo portandolo a chiedersi più volte se sarebbe arrivato il momento in cui si sarebbe vendicatə
<< Lo sai bene cabrón! >> si infilò una mano in tasca estraendo il pugnale e puntandoglielo al viso.
<< Ehi ehi! >> Edward sollevò le mani lentamente, sapeva benissimo che era in grado di ucciderlo, ma se avesse voluto farlo non avrebbe atteso così a lungo per questo mise da parte il nervosismo che provava, voleva capirci di più ma per farlo doveva riuscire a calmarlə
<< Lo sai che sono forte tanto quanto te, vuoi davvero iniziare un combattimento? >> domandò Barbanera facendo appello al suo sangue freddo.
<< Io voglio solo cavarti un occhio, mierda! >> ringhiò a denti stretti Jim trattenendolo per la camicia.
<< Ora verrai con me e li tirerai fuori tutti fottuto stronzo, non mi importa quanto tu sia forte e nemmeno che sei il dannato Barbanera del cazzo, rivoglio i miei amici. >>
Edward esalò un respiro rilassando il petto e abbassando piano le braccia, era sicuro fosse successo qualcosa.
<< Nessuno è mai sopravvissuto tanto da insultarmi una seconda volta, ora sei così idiota da rischiare la sorte un'altra volta oppure mi racconti che cosa cazzo è successo. >>
Jim allentò di poco la presa, arricciò le sopracciglia guardando Edward senza sapere se potersi fidare o meno.
<< Hai lasciato che prendessero Stede e gli altri, li hai venduti alle guardie. >>
Il viso del capo dei pirati divenne una maschera bianca, perse tutto il colore che aveva in corpo come se improvvisamente il sangue avesse smesso di fluire lasciandolo vuoto come un recipiente il cui contenuto viene fatto scivolare via, quell'organo che era rimasto assopito nel suo petto cominciò a battere furiosamente segnalando lo stato di panico, gli girava persino la testa e per un attimo pensò che avrebbe perso i sensi.
Vedendo la sua espressione mutare così repentinamente Jim lo lasciò andare.
<< De verdad que no sabes nada? >>
Edward era ancora più confuso e allora Jim ripeté << davvero non sai niente? >>, lui scosse la testa.
<< Quando siamo andati a prendere la polvere da sparo siamo rimasti coinvolti in un imboscata. >>
<< Io me la sono cavata riuscendo a correre fino a qui, ma gli altri sono stati presi. >>
<< Come sai che era un'imboscata? Forse non siete stati attenti >> provò a dire Edwrad ma se ne pentì subito vedendo l'espressione di Jim.
<< Non sono così idiota da mentire su una cosa simile, erano troppi soldati e avevamo controllato prima di agire. >>
Jim sospirò.
<< Doveva andare tutto secondo il piano, se li hanno ammazzati giuro che...- >>
<< No, non possono averli uccisi, non così come animali. Serve una condanna o come cazzo si chiama >> spiegò Barbanera che se ne intendeva di quelle cose, lui aveva sempre studiato i suoi nemici, aveva gli occhi lucidi malgrado quella sicurezza che però era flebile come la fiamma di una candela, quando incontrò quelli di Jim scoprì che anche quelli erano lucidi e pieni di preoccupazione e una parte di lui pensava che non avrebbe dovuto essere così, a lui non doveva importare niente della fine di quegli uomini e del loro capitano.
<< Li troveremo ma dobbiamo sbrigarci >> disse risoluto, Jim annuì ritrovando un po' di quella compostezza che sembrava aver abbandonato il suo corpo lasciando spazio solo al timore di averli persi.
Uscirono dalla cabina e si ritrovarono presto di fronte a quella di qualcun altro.
<< Sei impazzito? Non ci aiuterà mai. >>
<< Di un po' hai dimenticato chi cazzo è che comanda qui? >> sbottò Edward stufo di sentirsi sempre contrastato da chiunque, come se le sue parole non avessero più valore.
Izzy aprì la porta non aspettandosi di trovarsi di fronte Barbanera accompagnato da Jim, l'ultima volta in cui il suo capitano era stato nella sua stanza aveva perso un dito, la ferita tornò a pulsare e fargli male, iniziò a sudare freddo e questo solo come riflesso incondizionato del suo corpo.
<< Vieni con noi >> ordinò Edward.
Izzy deglutì.
<< Dove? >>
<< Non ti ho chiesto di fare domande cane >> lo rimproverò stringendogli una mano al collo, poi lo libero spingendolo appena all'indietro, Izzy si massaggiò la zona colpita e un senso di vertigine si impossessò di lui, lo ignorò facendo ciò che il capo gli aveva detto.
Camminava dietro di loro sentendosi come se stesse andando al patibolo, temeva avessero scoperto ciò che aveva fatto e lo stessero portando da qualche parte per liberarsi di lui, aveva paura perché sapeva che contro quei due non avrebbe mai potuto sopravvivere e per di più con un piede monco, finalmente Edward ruppe quel silenzio teso che si era creato svelando così la sua sorte.
<< Bonnet e alcuni uomini sono stati catturati, dobbiamo liberarli. >>
Izzy mandò giù pesantemente il nodo che gli stringeva la gola, da un lato era sollevato di essersi sbagliato anche se non poteva essere del tutto certo che non sapessero nulla, magari lo stavano solo usando per liberarli e poi si sarebbero occupati di lui.
Non rispose, non disse nulla come se le sue orecchie non avessero percepito alcun suono, Barbanera voltò il viso verso di lui.
<< Vuoi muoverti! >> strillò e il corpo del primo ufficiale già teso scattò come una molla e accelerò il passo, Jim che era abituatə a osservare tutto notò che c'era qualcosa di strano, certo sapeva che quell'ometto non era felice di aiutarli ma qualcosa gli diceva che c'era di più.
<< Qué te pasa? >> domandò con un cenno del capo verso di lui.
<< Niente >> rispose Izzy ficcandosi le mani in tasca.
<< Capisci lo spagnolo? >> domandò Jim sollevando un sopracciglio.
<< No ma non ci vuole molto a capire quello che cazzo hai detto. >>
<< Estás nervioso? >>
<< Piantala cazzo >> rispose Izzy.
<< Finitela tutti e due, siamo arrivati >> disse Edward rilassando il petto con un respiro.
Erano a diversi metri dalla rimessa, le acque sembravano essersi calmate, c'erano solo due guardie assonnate a monitorare la situazione, era chiaro a tutti quello che era successo ma sembrava almeno da lì che non ci fossero tracce di sangue e questa era una cosa buona, significava che li avevano semplicemente portati via.
Dai cespugli si sentirono dei fruscii, i tre si prepararono a sguainare la spada ma si fermarono quando videro i loro compagni che erano stati mandata da Jim per aiutare gli altri, spiegarono loro che quando erano arrivati non c'era più nessuno così si erano nascosti per aspettare l'arrivo dei rinforzi, tutti insieme formavano un bel gruppo ma non era certo sufficiente a combattere una caserma piena di guardie armate fino ai denti, dovevano elaborare un piano che funzionasse.
Intanto Stede, Olu, Franchie, Roach e Pete chiusi in quella stretta gabbia si sentivano impotenti e piccoli, alcuni stavano seduti con le ginocchia tirate verso il petto, altri in piedi appoggiati al muro, non c'erano letti né sgualcite brandine perché quella era semplicemente una cella di passaggio utile fino a che le guardie non avessero deciso che cosa farne di loro.
<< Pensate che questa volta siamo spacciati? >> domandò Roach spostando un piede dal muro sul quale era appoggiato.
<< Probabile, dubito che qualcuno verrà a tirarci fuori >> rispose Franchie, il suo pessimismo era aumentato dopo essere stato preso in ostaggio da Barbanera.
<< Ragazzi cercate di rimanere forti, forse Edward non verrà ma i nostri amici... >> cominciò Olu tentando di dare speranza al gruppo.
<< Io spero non vengano, non voglio vederli morire, ho già perso Lucius una volta o almeno credevo di averlo perso e non voglio ripetere l'esperienza >> disse Pete.
<< In realtà sono già due le volte in cui hai rischiato >> iniziò Roach indicando il dito indice ma venne zittito da Olu e Franchie.
L'unico che stava in silenzio con il capo chino era quello che avrebbe dovuto parlare, infondere coraggio e voglia di combattere a tutti, Stede si sentiva avvilito e mortificato, in una sola giornata era riuscito a sporcare il panno di Edward, farlo sentire nuovamente abbandonato e in più aveva fatto finire in prigione i suoi amici senza nemmeno la certezza che qualcuno sarebbe venuto a cercarli.
E anche se fossero venuti sarebbero stati in pericolo e tutto questo per colpa sua, per il suo sciocco piano che non aveva funzionato, avrebbe dovuto dare ascolto a Edward e invece aveva voluto fare di testa sua come al solito ed ecco dove lo aveva portato.
<< Perché? >> disse solo e tutti si voltarono verso quel sibilo che era la sua voce.
<< Hai detto qualcosa capo? >> domandò Olu.
<< Ehi? >> lo chiamò ancora posandogli una mano sul ginocchio.
<< Avrebbe dovuto funzionare, che cosa è andato storto? Avevamo tutti i dettagli...non è giusto, non faccio mai niente di buono >> sospirò con la voce che gli tremava in gola.
Tutti si guardarono tra loro dispiaciuti di vedere il loro capitano ridotto in quelle condizioni, ce la stava davvero mettendo tutta per essere all'altezza di quel ruolo, per riottenere la loro fiducia ma sembrava che le acque gli fossero sempre ostili.
Olu si inginocchiò di fronte a lui tenendo le mani premute sulle ginocchia di Stede.
<< Capo senti le giornate del cazzo possono capitare a tutti, anche i migliori piani a volte falliscono e quello che avevi ideato lo era davvero. Vero ragazzi? >>
<< Certo >> dissero tutti.
<< Non lo diciamo solo per dire, credimi io me ne intendo di piani di fuga >> disse con un sorrisino.
<< In realtà penso che ci sia qualcosa di strano in tutta questa storia. >>
Stede alzò il viso, aveva gli occhi lucidi e si poteva vedere benissimo anche con la poca luce che c'era lì dentro quanto fossero tristi.
<< Sì...in verità anche a me è sembrato strano ci fossero tutte quelle guardie >> rispose Pete grattandosi la nuca.
<< A cosa state pensando? >> domandò Stede.
<< Un'imboscata >> rispose Franchie.
<< Può essere che ci abbiano visti arrivare? >>
<< O che nel momento della ricognizione vi abbiano scoperti? Forse ho sbagliato a mandarvi lì in pieno giorno, vi ho resi vulnerabili. >>
Franchie scosse il capo facendo qualche passo in avanti.
<< No capo, per prima cosa erano già in troppi e non è possibile che tutta quella gente ci abbia visti arrivare. >>
<< E riguardo a questa mattina siamo stati davvero molto attenti, nessuno si è accorto di noi. >>
Stede deglutì << questo significa... >>
<< Qualcuno ci ha venduti >> disse Pete.
<< Ma chi? >> domandò il pirata gentiluomo corrugando le sopracciglia.
<< Barbanera >> rispose Pete che sentiva ancora quella ferita aperta dentro al suo cuore.
<< No lui non può essere, se avesse voluto liberarsi di noi lo avrebbe fatto senza troppe cerimonie >> lo difese Stede sicuro di ciò che diceva.
<< Il capo ha ragione >> rispose Olu.
<< Magari non vuole farsi scoprire così nel caso sopravvivessimo non ce l'avremmo con lui >> riprese a dire Pete.
<< No è escluso Edward non c'entra >> disse con convinzione sistemandosi una bionda ciocca ribelle, nemmeno per un secondo aveva dubitato di lui, dentro al suo cuore era certo che per quanto fosse arrabbiato non avrebbe inscenato tutto questo per toglierlo di mezzo e in più qualcosa gli diceva che Edward non desiderava davvero levarselo di torno come si ostinava a fargli credere.
<< Allora Izzy, potrebbe essere stato lui >> propose Franchie.
Roach allungò un braccio annuendo << esatto amico lui sì che ci odia. >>
<< Ragazzi adesso non ha senso discutere sul possibile colpevole, dobbiamo trovare un modo per uscire da qui. >>
Stede si richiuse in quel silenzio che lo aveva accompagnato da quando li avevano catturati, voleva almeno riuscire a liberare loro e farli fuggire, non importava se lui fosse morto anche se avrebbe almeno voluto rivedere anche per un solo istante Edward, dirgli che lo amava e chiedergli perdono per essere stato nuovamente uno stupido.
I suoi occhi trattenevano a stento le lacrime che si erano formate, tutti quei pensieri riguardo alle cose che gli avrebbe voluto dire, erano tante e forse troppe, aveva pensato scioccamente di avere tempo mentre invece il suo stava per scadere, si morse le labbra pensando ai baci che non avrebbe più potuto dargli quando un forte boato interruppe tutte le voci nella sua testa.
Urla, grida, fumo e poi la loro cella che venne aperta, Stede guardò titubante verso l'esterno mentre gli altri si avvicinarono cauti chiedendosi che cosa stesse succedendo, il capitano fu l'ultimo ad uscire e quando quell'esalazione finalmente evaporò scoprì a pochi metri da lui la figura di Barbanera.
Con la spada tra le dita, la fronte sudata e il viso macchiato da schizzi di sangue, probabilmente non il suo, c'erano altre macchie di sangue sparse lungo il suo corpo e il petto che si alzava e si abbassava cercando di riprendere fiato, Stede deglutì mandando giù l'amaro che sentiva premergli dal profondo della gola, gli occhi gli si riempirono nuovamente di lacrime e in un attimo senza pensarci corse verso di lui, aprì le braccia e lo strinse forte.
Il corpo di Edward non indietreggiò nemmeno di un passo dopo l'impatto con quello di Stede, come se fosse fatto di pietra, rimase sorpreso da quella reazione così spontanea, tutto si aspettava tranne che l'uomo che amava ma che diceva di odiare gli si sarebbe gettato al collo.
Stede singhiozzava stringendosi alle sue forti spalle, la fronte premuta sul suo petto e le lacrime che continuavano a scendere sotto lo sguardo sbalordito di tutti e quello disgustato di Izzy, il cuore di Barbanera batteva fortissimo, non era pronto a riaverlo tra le sue braccia, sentendo il calore del suo corpo e il profumo della sua pelle.
Le volte in cui erano stati vicini si era preparato mentalmente innalzando la sua barriera di indifferenza, ma in quella situazione non aveva fatto in tempo troppo preoccupato a cercarlo e riportarlo a casa sano e salvo, non aveva potuto prepararsi.
<< Ragazzi dobbiamo andarcene >> disse qualcuno.
<< Sì tra poco potrebbero arrivare i rinforzi. >>
I due capitani però erano persi in un mondo tutto loro dove Stede continuava a piangere sulla spalla di Edward e lui lo guardava non sapendo cosa fare, gli occhi lucidi, le labbra schiuse come petali di un fiore per la sorpresa, quella voglia matta di abbracciarlo che però non riusciva a soddisfare perché il dolore per ciò che gli aveva fatto era ancora troppo forte in lui.
Avevano ragione gli altri, dovevano sbrigarsi ma sapeva che il pirata biondo non si sarebbe mosso senza un cenno da parte sua.
<< Stede coraggio dobbiamo andare >> fu strano pronunciare quel nome che vibrò lungo tutta la sua cassa toracica per finire dritto in quella dell'altro, alzò il viso rigato dalle lacrime come catturato da un richiamo lontano, si guardarono negli occhi, quelli color petrolio di uno con quelli color nocciola dell'altro e in quel semplice gesto c'erano tutte le risposte che cercavano.
Lungo il tragitto il silenzio la faceva da padrone, ma non era uno di quelli pesanti si trattava più di una quiete rilassata dovuta a tutto il trambusto di poco prima e alla felicità di essersi ritrovati, Jim e Olu si tenevano per mano, Pete non vedeva l'ora di riabbracciare Lucius mentre gli altri si godevano semplicemente il ritorno, ci sarebbe stato il tempo per pensare.
L'unico che non era felice era proprio Izzy che oltre a veder sfumato il suo piano aveva dovuto partecipare al salvataggio di quegli imbecilli senza poter proferire parola, il sangue gli ribolliva nelle vene e sentiva lo stomaco che bruciava per l'acido che quel nervosismo gli procurava.
I capitani erano rimasti indietro, camminavano allo stesso passo e ogni tanto Edward scrutava Stede lanciandogli un'occhiata come per accertarsi che fosse ancora lì vicino a lui, da quando Jim gli aveva riportato l'accaduto si era preparato una bella ramanzina da fare a tutti ma era sfumata o meglio era andata proprio a puttane quando quello stupido gli si era gettato tra le braccia.
Odiava il modo in cui lo faceva sentire, dal primo giorno lo aveva riempito di insulti e mai una volta aveva avuto remore a urlargli addosso, ma più il tempo passava più quello sciocco diventava sempre più bello e gentile, non passava giorno senza che gli regalasse uno di quegli splendidi sorrisi o che lo stupisse con qualche nuova trovata.
Ce la metteva tutta per rendergli impossibile la vita e malgrado questo non se ne era ancora andato, ogni fottuto giorno si alzava con la consapevolezza di vedere una scialuppa in meno, immaginava di vedere quella chioma bionda remare in lontananza e sentire il suo cuore di nuovo in pezzi ma non accadeva mai.
Come faceva ora a sgridarlo? Come poteva dirgli che il loro piano era una merda ed erano dei pessimi pirati, come poteva infliggere una stilettata così forte al quel cuore così puro dopo che gli aveva pianto addosso, sentiva ancora l'umido delle sue lacrime e il peso della consapevolezza che si portava addosso.
Una volta saliti sulla nave fu Stede a rompere il silenzio.
<< Vi ringrazio a nome di tutti noi per averci salvati >> disse sorridendo ma quel sorriso sapeva di amarezza,Olu, Franchie, Roach e Pete annuirono alle sue parole.
<< Sì vaffanculo Bonnet è l'ultima volta che salvo il tuo culo da damerino capito? E vale anche per tutti voi >> disse Izzy puntandogli un dito contro.
<< Izzy non ti ho chiesto di intervenire >> lo rimproverò Edward.
<< Bé qualcuno deve pur far capire a questi idioti che non posso fare il cazzo che vogliono e passarla sempre liscia >> sbraitò.
<< Ehi modera il linguaggio >> gridò qualcuno.
<< E poi chi ci dice che non sei stato proprio tu a venderci? >> domandò Pete.
Izzy accusò il colpo ma non lo diede a vedere, strinse i pugni poi puntò l'indice verso di lui.
<< Perché se fossi stato io sareste già morti. >>
<< Ragazzi >> Stede richiamò l'attenzione battendo più volte le mani.
<< Siamo tutti stanchi, sono sicuro che c'è una spiegazione ma l'importante è che siamo salvi e ora la cosa migliore è andare a dormire e dimenticare questa brutta faccenda. >>
<< Ma capo... >>
<< Roach >> sollevò una mano impedendogli di continuare.
<< Farci la guerra tra noi non serve, adesso mettetevi tutti a dormire avanti. >>
<< Capo...che ne diresti di una storia? >>
Stede sorrise.
<< Volentieri, preparatevi io arrivo subito. >>
<< Uhm...i libri non ci sono più >> disse Pete causando un "ohh" di sconforto generale.
<< Mi inventerò qualcosa d'accordo? >> rispose Stede e i visi di tutti si rilassarono, felici che avrebbero riavuto quel bel momento che a loro piaceva tanto.
La ciurma si ritirò tra gridolini e spinte, Izzy se ne andò guardandoli con disprezzo e imprecando mentre Edward era rimasto a guardare la scena e pensare come Stede non si rendesse conto quanto certe volte si comportasse da vero capitano.
Era stanco, provato, aveva i nervi a fior di pelle e le mani che gli tremavano ma nonostante questo non si era tirato indietro quando il suo equipaggio gli aveva fatto una richiesta che poteva essere realizzata anche il giorno dopo, Barbanera si chiedeva che cosa ci guadagnasse Stede a essere sempre così gentile e disponibile
<< Ed...possiamo parlare un momento? >> domandò Stede grattandosi la nuca.
<< Se devi ringraziarmi risparmiatelo, lo hai già fatto >> rispose freddo lui.
<< Per favore ho bisogno di parlare con te, ci vorrà solo un minuto. >>
Barbanera sospirò, a volte era impossibile vincere contro quell'uomo, ma quelle erano solo battaglie a lui toccava vincere la guerra, scesero in cabina e Stede fece finta di non vedere il disordine e le tende nere che incupivano quello che un tempo era stato il suo luogo sicuro.
<< Tutto quello che sto per dirti mi sembra così banale >> iniziò torcendosi per un attimo le dita delle mani.
<< Allora non farlo >> rispose Barbanera avvicinandosi alla scrivania, prese una bottiglia contenente l'ultimo sorso di liquore e lo mandò giù tutto d'un fiato, poi la testa gli girò improvvisamente costringendolo a posare la bottiglia e portarsi una mano alla fronte, barcollò all'indietro finendo seduto sulla brandina << cazzo. >>
<< Edward! >> corse verso di lui chinandosi, gli tolse la mano dalla fronte per riuscire a guardarlo negli occhi, ma Edward si divincolò con uno strattone.
<< Sto bene cazzo, mi gira solo la testa. >>
<< Questa non mi sembra affatto la definizione di stare bene. >>
<< Bonnet vaffanculo >> mugugnò stringendo i denti, ma che cosa gli prendeva.
<< D'accordo ci vado ma solo dopo che mi sarò occupato di te  >> rispose Stede mantenendo un tono di voce pacato ma fermo.
Edward riuscì ad aprire un occhio e metterlo a fuoco.
<< Non ho bisogno di te né della tua fottuta pietà. >>
<< Va bene, vediamo cosa sei in grado di fare da solo >> disse risoluto sollevando il busto e incrociando le braccia al petto.
Barbanera la prese come una sfida, si alzò facendo appello a tutta la sua forza di volontà per rimanere in piedi, decise di occuparsi della giacca di pelle ma invece che allentare le cinture le stava solo tirando in avanti, << queste cazzo di cose! >>
Stede sollevò un sopracciglio quando incontrò il suo sguardo.
<< Oh fanculo! >> sbuffò Edward lasciando ricadere le braccia ai lati dei fianchi.
<< Posso? >> domandò il pirata gentiluomo avvicinandosi solo dopo che l'altro ebbe annuito.
Stede si mise all'opera sfilando le cinghie con calma e pazienza una dopo l'altra, non commise l'errore di soffermarsi troppo sul pensiero che si trovavano in una stanza da soli e lui lo stava spogliando, una volta sfilata la giacca e appoggiata sulla sedia lì vicino lo guardò ma vide che lui aveva la testa voltata di lato con la mascella stretta.
<< Se alzi le braccia sarà più facile toglierla >> disse riferendosi alla maglia e tentando di mantenere ferma la voce.
Edward si riscosse da quel torpore in cui era volontariamente caduto, vide che anche su di essa vi erano delle macchie.
<< Cazzo non verranno mai via, questa maglia è da buttare >> imprecò sbuffando.
<< Per questo usi la pelle? >> domandò Stede, << perché è più facile togliere il sangue? >>
<< Questo e anche perché la pelle è figa >> rispose Edward mentre si faceva aiutare a togliere l'indumento, che venne appoggiato delicatamente sulla sedia.
<< Oh >> Stede sorrise perché aveva scoperto qualcosa di lui che non conosceva, quella era la prima conversazione normale che avevano da quando era tornato e ironia della sorte parlavano di sangue, ma al pirata gentiluomo non importava, qualunque argomento sarebbe andato bene se gli avrebbe garantito quei piccoli momenti di pace.
<< Mi spiace per la maglia ma della giacca me ne occupo io. >>
<< E anche di te se ti metti seduto. >>
Barbanera corrugò la fronte sentendo che doveva riprendere in mano la situazione.
<< Non sai come si fa, la rovinerai >> disse.
<< Vorrà dire che mi insegnerai tu, ora siedi per favore >> posò le braccia sulle sue spalle e lo spinse delicatamente a sedere, Edward si massaggiò la faccia con le mani sentendosi preda di una sbornia colossale ma era certo di non aver bevuto poi così tanto.
<< Vado a prendere una bacinella con dell'acqua e torno >> gli disse Stede e lui non riuscì a trattenere quella frase che gli sfuggì dalle labbra.
<< Torni? >>
Il pirata gentiluomo si intenerì di fronte a quella domanda ma gli strinse anche il cuore, serrò le labbra e annuì cercando di infondergli sicurezza con il sorriso oltre che con le parole.
<< Certo che torno, ci metto un attimo. >>
<< L'ultima volta non sei stato così veloce >> disse Edward con lo sguardo puntato sul pavimento e due lacrime che solcarono svelte il suo viso finendo per infrangersi sul pavimento, che cazzo gli prendeva si domandò, perché stava tirando fuori quell'argomento, perché si sentiva improvvisamente così fragile ed esposto?
<< L'ultima volta ero un idiota che non sapeva che cosa si stava perdendo >> rispose Stede lasciando svelto la stanza con il cuore a mille e il magone che gli attanagliava la gola, doveva riprendersi e fare in fretta, aveva un'occasione di dimostrargli che poteva contare su di lui e non voleva deluderlo.
Stede come promesso si affretto a preparare l'occorrente e rientrò in stanza, la cosa più bella fu incrociare lo sguardo di Edward che si era illuminato per pochi secondi come un cielo pieno di stelle, si avvicinò posando la bacinella ai piedi del letto, prese il panno umido e lo strizzò facendo scivolare via le goccioline di troppo.
<< A che cazzo ti serve quella? >>
<< Non puoi andare a dormire così >> sorrise il pirata gentiluomo prima di cominciare a strofinare piano il panno sul volto di quell'uomo che in quelle condizioni sembrava docile come un bambino, Barbanera rabbrividì al contatto ma non si scostò anzi chiuse d'istinto gli occhi.
<< E' troppo fredda? >> domandò Stede.
<< No, va bene >> rispose lui.
La mano gentile del pirata continuava a muoversi su quei lineamenti perfetti che per tante notti aveva sognato di sfiorare, la barba stava ricrescendo ispida e pungente solleticava le dita di Stede quando vi passava sopra, il cuore palpitava come un tamburo suonato da qualcuno che non ha la forza di smettere, era come se quella terribile notte non fosse mai accaduta, non si sentiva stanco ma solo agitato.
Si permise di posare le dita dell'altra mano sul lato opposto del viso ed Edward a quel punto aprì gli occhi facendolo morire dentro.
<< Devo pulirti da questa parte >> si giustificò con un fil di voce.
Era consapevole che in quel momento l'altro aveva abbassato tutte le sue difese ma bastava veramente poco perché quel guscio lo ricoprisse di nuovo e lui non voleva che accadesse, lo trattava con rispetto e venerazione come se fosse un'opera antica da non rovinare e quando lo vide chiudere nuovamente gli occhi le sue spalle si rilassarono permettendogli di tornare a respirare.
<< Perché lo stai facendo? >> domandò d'un tratto mentre Stede era sceso a pulirgli il collo e lui aveva sollevato il mento istintivamente, stupendosi egli stesso di quel gesto così arrendevole nei confronti di quell'uomo che gli aveva strappato il cuore.
<< Non sei in grado di farlo da solo, per questa sera devi solo riposare e poi mi fa piacere prendermi cura di te. >>
<< Se pensi che dopo questo io...- >>
<< Quello che forse non hai capito Edward è che io finché me lo permetterai mi prenderò sempre cura di te >> disse deglutendo.
<< Probabilmente tu continuerai ad odiarmi per sempre e io in quel caso vivrò per dimostrati quanto sono grato di esserti accanto. >>
<< Vivresti tutta la vita accanto a un uomo che ti odia? Bonnet è da folli. >>
Stede sorrise spostando per un attimo il panno e constatando che nonostante quelle parole Edward non aveva ancora aperto gli occhi.
<< Lo hai detto anche tu che sono pazzo >> rispose con un sorrisetto e riprese a pulire le macchie di sangue questa volta dal braccio.
Mentre era ormai perso in quella nenia costituita da movimenti delicati e ripetitivi si rese conto che era la prima volta che vedeva quel viso privo del trucco nero, non gli aveva mai permesso di guardarlo senza quella maschera che aveva indossato come protezione dal mondo esterno e da lui in particolar modo, non disse nulla ma la sua stessa anima cantava dalla gioia e quasi gli occhi gli si riempirono di lacrime per la felicità, ma non doveva commettere l'errore di illudersi, il cammino per arrivare al cuore di Edward era lungo e tortuoso.
<< Bonnet ti sei addormentato? >> domandò arricciando le sopracciglia.
<< Cosa? No, dovresti imparare a rilassarti >> rispose Stede arrossendo, effettivamente era da un po' di tempo che stava pulendo il nulla, passava lo straccio umido sul quella bella pelle che ormai era del tutto pulita, ma per lui era così naturale compiere quei gesti, era un modo per dargli il suo affetto in maniera indiretta.
<< Io so rilassarmi cazzo ma tu ci stai mettendo una vita. >>
<< Te lo hanno mai detto che sei un brontolone? >> rispose Stede sollevando un sopracciglio, sì si stava divertendo un mondo.
<< L'ultimo che lo ha fatto è morto >> rispose cupo Edward, chissà forse era un modo per studiare la reazione dell'altro pirata, o voleva incutergli timore o semplicemente era talmente abituato a difendersi che quella frase gli era uscita naturale.
<< Bé io sono ancora tutto intero, diciamo che sono stato fortunato >> sorrise dandogli un affettuoso colpetto sulla spalla e si tirò su portando con sé la bacinella, la posò sul tavolo e si stiracchiò, le ginocchia gli formicolavano un pochino per via della posizione ma era felice e non gli importava del resto.
<< Puoi aprire gli occhi ora >> disse.
<< Decido io quando aprire i miei fottuti occhi >> rispose ma nel suo tono non c'era una reale critica, anzi quella frase fece ridacchiare Stede.
<< Bonnet stai camminando su un filo sottile perché ti mandi a fanculo. >>
<< Non ho riso di te ma con te >> rispose lui mettendosi le mani sui fianchi. >>
Edward a quel punto aprì gli occhi e dovette attendere un attimo a riabituarsi alla luce.
<< Questa è una stronzata >> rispose.
Di nuovo un sorriso stirò le labbra del pirata biondo.
<< Dovresti rivestirti o prenderai freddo, perché non hai acceso il camino? >>
<< E quando cazzo avrei dovuto farlo, se non ricordi ero troppo impegnato a salvare le chiappe di qualcuno >> disse alzandosi ma venne preso da un altro capogiro, fortunatamente c'era Stede a prenderlo.
<< Ma che cazzo mi prende? >> domandò Edward più a se stesso che all'altro.
<< Sei solo molto provato, lascia fare a me per stasera. Ti cerco qualcosa da metterti addosso. >>
<< Io non ho camice di seta come le hai tu >> rispose lui stringendo i pugni, gli occhi diventarono umidi e luccicavano come un mare che rifletteva il cielo notturno pieno di stelle.
<< Che io sappia per dormire basta anche una semplice maglietta >> disse Stede cercando con lo sguardo qualcosa che potesse andare bene, ma lì in mezzo a tutto quel disordine era faticoso trovarlo, fu proprio Edward a indicargli il punto preciso.
<< Lì sotto la scrivania >> disse e Stede voleva proprio chiedergli che cosa ci facesse e soprattutto come ci fosse finita lì sotto, ma rimase zitto credendo fosse meglio non infastidirlo con troppe domande.
<< Alza le braccia >> il suo sembrava un ordine ma era più una richiesta imposta dolcemente, Edward obbedì guardandolo attentamente, studiandone i lineamenti, Stede si impedì di tremare sotto quello sguardo e gli infilò la maglietta.
<< Ecco qui, pronto per dormire >> disse sorridendo.
<< Accendo il fuoco. >
<< Non ce n'è bisogno. >>
<< Ed... >>
Lui sbuffò e si lasciò cadere seduto su quel letto ormai sgualcito e sfatto ormai da giorni e settimane, osservò i lineamenti morbidi del pirata biondo mentre metteva la legna e accendeva il fuoco che illuminò quel viso perfetto come se fosse una stella appena nata.
Gli si strinse la gola e di nuovo quel terribile bruciore si irradiò lungo tutto il suo corpo, lo amava, cazzo se lo amava e quanto avrebbe desiderato essere in una situazione diversa, per giorni prima che accadesse quell'alba maledetta aveva desiderato essere lì con lui in quella stessa stanza, osservarlo spogliarsi dei suoi abiti e infilarsi quella sua bella veste da notte dai ricami pregiati, poi si sarebbero infilati insieme sotto le coperte e lui avrebbe osservato l'oro di quei capelli d'angelo venire abbracciato dalle ombre della notte e infine si sarebbero addormentati stretti tra le braccia dell'altro.
Si sarebbe sentito protetto, si sarebbe sentito a casa, si sarebbe sentito tante cose che però non meritava, quelle cose appartenevano a una vita che avrebbe potuto essere ma non sarebbe mai stata.
<< Cazzo >> mugugnò sentendo il cuore stringersi in una morsa dolorosa, arricciò le labbra e si prese la testa tra le mani cominciando a piangere.
<< Edward! >>
Stede gli corse incontro inginocchiandosi davanti a lui, gli prese i polsi tentando di allontanargli le mani dal viso, voleva disperatamente cercare i suoi occhi, non voleva si perdesse nuovamente in se stesso tra quella matassa di pensieri che era certo non gli desse tregua.
<< Vattene Stede >> disse tra i singhiozzi.
<< No io...- >>
<< Vattene cazzo! >> lo spinse da una spalla e lui cadde seduto a terra, gli spezzò il cuore vederlo con il viso rigato dalle lacrime, deglutì sentendo il pianto risalire svelto i condotti lacrimali, anche il suo volto si era trasformato in una maschera di dolore ed era incredibile come quelle sofferenze riuscissero a scontrarsi senza mai avere pace o una fine.
<< Mi dispiace Edward, mi dispiace... >> con uno slancio tornò di fronte a lui e lo strinse tra le braccia, Edward non ebbe la forza di rifiutarlo, pianse con la fronte appoggiata alla sua spalla, Stede lo accarezzò passando le dita tra quei fili argentati piangendo a sua volta.
<< Cazzo Stede, cazzo fa male tu non hai idea di quanto cazzo faccia male. >>
Stede strinse le labbra mandando giù quel forte magone che gli faceva bruciare la gola, gli prese il volto tra le mani cercando i suoi occhi.
<< Ed...Edward guardami, sono qui adesso. >>
<< Non è abbastanza cazzo non... >> scesero altre lacrime, deglutì a vuoto tirando su col naso e desiderando che smettesse di fargli così male il petto e tutta la gabbia toracica, ogni respiro era una stilettata di dolore lancinante.
<< Io non credevo che ti avrei fatto così tanto male >> gli spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed Edward in quel momento alzò lo sguardo su di lui.
<< E cosa cazzo credevi Stede? >>
<< Pensavo che saresti stato meglio senza di me >> rispose asciugandosi una lacrima.
<< Non so se potrò mai perdonarti >> disse con le labbra che gli tremavano.
<< Ed...non sono tornato con la pretesa che mi perdonassi così presto, potresti non farlo mai ma voglio solo che tu sappia che non me ne sono andato perché c'è qualcosa di sbagliato in te. >>
Si guardarono negli occhi, entrambi li avevano umidi e languidi come due laghetti nei quali specchiarsi, in quel momento Edward vide la verità di Stede ma quella barriera che aveva eretto lui stesso era ancora troppo alta e resistente per essere abbattuta.
<< Ti prego va via >> disse Barbanera sfilandosi da quel tocco.
<< Scordati che ti lascio solo, se vuoi che me ne vada dovrai buttarmi fuori a calci. >>
Edward scosse la testa, con le mani strinse il materasso lottando contro l'impulso di abbracciarlo di nuovo.
<< Resto almeno finché non ti addormenti. >>
<< Non sono un dannato bambino Bonnet. >>
Stede ridacchiò ma in quel momento qualcuno bussò ed entrò senza aspettare l'avanti, era Izzy che quando vide Stede inginocchiato di fronte al suo capitano rimase paralizzato per qualche istante.
<< Che cosa cazzo sta succedendo? >> domandò spostando lo sguardo da Edward a Stede e viceversa.
<< Stede se ne stava andando >> disse Barbanera e lui lo guardò un attimo ma i suoi occhi non c'erano già più, erano stati nuovamente inghiottiti da quel mare nero senza fondo, sospirò e si alzò, ci era rimasto male ma quella serata non era comunque tutta da buttare via.
<< E' vero...buona notte Edward, riposati. >>
Lui non rispose, Stede si incamminò verso la porta.
<< Buona notte Izzy >> disse con il tono più duro.
<< Fottiti Bonnet. >>
Uscì e si chiuse la porta alle spalle sospirando, non aveva voglia di vedere nessuno, si dimenticò che aveva promesso una storia, desiderava rimanere da solo senza ricevere domande o sguardi compassionevoli.
Si rintanò nella stanza dei giochi appallottolandosi in uno dei sacchi che era stato lasciato in un angolo, c'era stato un momento in cui aveva visto uno spiraglio di luce, credeva che sarebbe riuscito attraverso di esso a entrare e afferrare Edward per mano e tirarlo fuori dalle tenebre in cui lo aveva fatto cadere.
Cadde stremato in un sonno dove l'unica cosa che udiva mentre era perso tra le braccia di Morfeo era la voce di Edward che gli urlava qualcosa, ma lui non riusciva a sentirlo e allora correva e correva ma quel sussurro si faceva sempre più flebile fino a scomparire.
Intanto i ragazzi sul ponte si sistemarono sulle loro amache.
<< Niente storia >> disse Wee John.
<< Credo che il capitano abbia qualcosa di più importante a cui pensare adesso, dobbiamo capirlo e avere pazienza >> disse Lucius e gli altri concordarono, il sonno cadde presto sull'equipaggio e la Revenge divenne silenziosa, veniva cullata dal dondolio lento dell'acqua e forse durante quella notte stellata tutti condivisero lo stesso sogno, che presto l'armonia potesse tornare a solcare i mari con loro.










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Capitolo 4
*** Arancia pietrificata ***


Arancia pietrificata 


In quella notte che sembrava interminabile gli unici a essere ancora svegli erano Edward e Izzy, quest'ultimo dopo essersi trovato davanti quella scena voleva assolutamente capire se tra quei due stesse ricominciando qualcosa ma non era proprio sicuro di volerlo sapere, perché se fosse stato così ci sarebbe stato poco che potesse fare per fermarli.
<< Che cosa cazzo stava facendo qui Bonnet? >>
<< Izzy forse non te ne rendi conto ma stai superando il limite. >>
<< Essere il primo ufficiale non ti da il diritto di entrare qui come se fosse camera tua e pretendere persino spiegazioni che non ti spettano >> disse Barbanera alzandosi dal letto e spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<< Io supero il limite? E tu che ti stai facendo abbindolare di nuovo da quel bastardo, che tu ci creda o meno sono l'unico su questa cazzo di nave che tiene a te. Quello che voglio Edward è che non ti riduci nuovamente come una larva e se per farlo devo rischiare di ritrovarmi con un dito in meno bé non me ne frega un cazzo. >>
Barbanera deglutì guardandolo come lo aveva guardato la prima volta, quando gli aveva aperto gli occhi su chi realmente fosse, minacciandolo addirittura e con quelle parole era riuscito a tirarlo fuori da quell'abisso di lacrime e depressione in cui era caduto.
<< Ti rispetto capo, a volte è vero lo ammetto esagero con i modi e non so stare al mio posto ma lo faccio esclusivamente per il tuo bene. Sono stato uno stronzo sì ma adesso guardati sei di nuovo in te, comunque ti stai riprendendo e presto solcheremo i mari e riporteremo a galla il tuo nome, ma se ti lasci fregare dalle belle parole di quel tipo è sotto un mare di merda che finirai tu e io di conseguenza con te. Mi hai detto di aspettare che lui se ne sarebbe andato ed è quello che sto facendo, però non puoi chiedermi di restare a guardare mentre tenta di rovinarti di nuovo. >>
Edward si avvicinò con passo lento, alcuni flash di Stede che lo accarezzava con quel panno bagnato apparvero dietro le sue pupille, li ignorò arrivando di fronte alla persona che gli stava davanti, assunse l'aria di quello che non era intrappolato in un groviglio di emozioni e che aveva tutto sotto controllo.
<< Izzy tu credi davvero che io sia così maledettamente stupido da farmi ingannare di nuovo? >>
<< Non ho detto questo, ma lui è bravo con le parole e tu non sei immune come pensi. >>
<< Sei rimasto incantato da tutto questo sfarzo e dai suoi modi la prima volta, come fai ad essere sicuro che non possa riaccadere? >>
Piegò il collo, i suoi lunghi capelli grigi scivolarono in avanti.
<< Hai un brutto vizio, parli troppo e pensi altrettanto quando dovresti solo dare retta a ciò che ti dico e obbedire ai miei ordini, metti continuamente in discussione tutto e questo mi sta stancando sinceramente >> disse tentando di mantenere un tono pacato ma deciso.
<< E allora per che cosa sono diventato primo ufficiale? Sei stato tu a darmi questo ruolo, credevo che il mio dovere oltre alla fedeltà fosse consigliarti. >>
<< C'è differenza tra consiglio e ramanzina e a me sembra tu ti stia dilettando in quest'ultima >> rispose Edward raddrizzando il collo e incrociando i suoi occhi.
<< Quindi non mi è mai concesso intervenire...- >>
<< Puoi farlo Izzy, puoi dirmi la tua cazzo di opinione ma la decisione finale spetta a me, soprattutto con la faccenda di Bonnet perché quella è una cosa che riguarda me e lui e tu non devi entrarci. Se non ti sta bene te ne puoi andare, se invece ti fidi abbastanza del tuo capitano da rimanere potrai riavere quei giorni gloriosi a cui tanto aneli. >>
Izzy strinse i pugni poi deglutì rumorosamente e gli puntò contro l'indice.
<< Bene, ma scordati che io rimanga in silenzio come un burattino mentre questa nave affonda >> disse per poi voltarsi, uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Il giorno dopo l'equipaggio della Revenge si svegliò di buon mattino, anche Edward era sveglio da qualche ora, la notte prima era stata un inferno e il suo sonno disturbato e agitato, non aveva alcuna voglia di presentarsi e fare il suo dovere, ma quel poco istinto di sopravvivenza che gli era rimasto suggeriva che non poteva lasciare tutto nelle mani di quello che era stato il suo co-capitano o sarebbero davvero morti, ci voleva qualcuno consapevole di ciò che stava facendo.
Decise di mettersi la sua vecchia giacca di pelle, quella che non usava più da molto tempo ma a cui era legato, perché non voleva infilarsi quella sporca di sangue, non aveva mai avuto problemi con l'odore di quest'ultimo ma da quando aveva rischiato di perdere Stede con la fucilazione aveva cominciato a dargli la nausea e ovviamente detestava provare quel senso di disgusto, considerandolo un'altra debolezza causata dalla vicinanza con lui.
Una volta vestito toccava al suo viso ricevere la solita maschera, ma quando prese carboncino e specchio qualcosa lo fece vacillare, la sua mano tremò e lui la strinse a pugno riducendo in briciole quel pezzetto di carbone che era stato suo fedele alleato per tutte quelle settimane, si ruppe in mille pezzettini tra le sue dita che diventarono nere come dovevano essere le sue palpebre.
Imprecò sbattendo un pugno sulla scrivania, qualche piccolo pezzo di quella sostanza scura cadde a terra, tentò con qualche respiro di riprendere il controllo di sé, non poteva cedere anche a quello così ignorando la mano che tremava si passò l'indice e il medio sugli occhi chiusi, poi pucciò le dita sulla polverina sparpagliata sulla scrivania e ne prese ancora finendo di truccarsi gli occhi.
Non si era reso conto di non aver respirato durante tutta l'operazione, se ne accorse solo nel momento in cui suoi polmoni richiesero il fiato che gli mancava e lui li liberò in una volta sola, poi con il cuore pesante come il piombo si diresse all'esterno, radunò l'equipaggio sul ponte, avevano ancora alcune cose da fare prima di ripartire.
<< Dove cazzo è Bonnet di nuovo? >>
Tutti si guardarono l'un l'altro con un'espressione interrogativa sul volto.
<< Probabilmente sta ancora dormendo, vado a cercarlo >> disse Lucius passando titubante di fianco a Barbanera che gli rivolse una sola occhiata, lo cercò fino a trovarlo ancora rannicchiato su quel logoro sacco, si chinò sfiorandogli la spalla con le dita.
<< Stede? >>
Ma lui niente, allora provò a muoverlo.
<< Ehi capo. >>
Questa volta ebbe in risposta suolo un mugugno, Lucius si leccò le labbra e prese un bel respiro, odiava svegliare le persone mentre dormivano ma la fuori c'era un uomo molto impaziente che poteva perdere la ragione in un qualsiasi momento così dispiacendosi enormemente lo scosse più forte chiamandolo a gran voce.
<< STEDE! >>
Il pirata gentiluomo aprì gli occhi di scatto e tirò su il busto allarmato da quell'urlo, i suoi sensi misero a fuoco la figura di Lucius che gli stava davanti.
<< Lucius? >> si mise una mano sul petto nel tentativo di calmare il suo cuore che sembrava impazzito.
<< Che cosa succede? >>
<< No, niente scusa è che Barbanera ci vuole tutti sul ponte e mi ha mandato a chiamarti. >>
<< Oh cavolo...è successo qualcosa? >> domandò appoggiandosi una mano alla fronte.
<< Non credo, vuole solo parlarci. Tu come stai ? >>
Stede sospirò.
<< Ci credi che non lo so nemmeno io. >>
Il cuore di Lucius si strinse ma era convinto che quei due si amassero troppo per rimanere tutta la vita separati, avevano bisogno solo di una piccola spintarella verso la direzione giusta.
<< Andrà tutto bene Stede, sono certo che lui ti perdonerà, noi lo abbiamo fatto. >>
Stede sorrise.
<< Davvero? >>
Il giovane annuì lisciandosi la sua inseparabile giacchetta rossa.
<< E tu hai perdonato Edward di averti buttato in mare? >>
Prima di rispondere a quella domanda ci pensò qualche istante, aveva passato momenti terribili prima di trovare la salvezza, aveva seriamente creduto di morire e c'era stato un attimo in cui aveva odiato Barbanera ma poi era passato, e ora anche se aveva un po' paura di lui capiva la sua sofferenza anche se non gli avrebbe più permesso di sfogarsi con lui in quel modo brutale.
<< Sì. E' stato faticoso lo ammetto, non mi fido ancora totalmente ma ci sto lavorando, e qualcosa mi dice che anche lui sia pentito di ciò che ha fatto. >>
<< Come lo sai? >> domandò Stede.
<< Perché l'ho beccato qualche volta a guardarmi e capo nel suo sguardo non c'era traccia del criminale che vuole fingere di essere, ovviamente lui spostava lo sguardo all'istante ma per me è stato sufficiente quell'attimo e poi non si avvicina più di tanto a me se non con estrema cautela, sembra quasi non voglia mettermi paura. >>
Un sorriso si allargò sul volto di entrambi, quelle parole servirono a infondere nuova speranza nel cuore di Stede.
<< Già...forse ha solo bisogno di tempo, grazie Lucius. >>
<< Non c'è di che capitano >> gli fece l'occhiolino.
<< Ora andiamo prima che inizi a sbraitare >> disse facendo ridacchiare anche il suo capo.
I raggi del sole li colpirono quando uscirono sul ponte dando il buongiorno al pirata gentiluomo che aveva ancora gli occhi assonati, si stropicciò uno di essi con il pugno e quel gesto lo fece assomigliare tanto a un bambino, i suoi capelli dorati ancora scompigliati brillarono baciati dalla luminosità solare facendoli apparire come una cascata di miele densa e buona, il cuore di Edward perse un battito quando lo vide, ne rimase incantato e le sue labbra non poterono esimersi dallo stirarsi in un minuscolo sorriso che durò pochi attimi.
Gesto che non passò inosservato a Lucius, gli passò accanto sorridendo compiaciuto e dicendo a se stesso che aveva ragione nel pensare che Barbanera era ancora follemente innamorato di Stede ma troppo ferito per ammetterlo, lui però non fu l'unico ad accorgersene, anche Izzy vide il volto del suo capitano sciogliersi, vide le guance di Bonnet arrossire una volta resosi conto di avere gli occhi di Edward addosso e soprattutto vide lo sguardo che si scambiarono, breve ma ricco di significato.
Disgustato e pieno d'ira ecco come si sentiva, Barbanera gli stava raccontando un mucchio di frottole solo per tenerlo buono e zitto oppure la cosa era anche peggio, stava raccontando un valanga di balle a se stesso, era quasi certo che non sarebbe mai arrivato il momento in cui quell'idiota se ne sarebbe andato ed Edward certo non lo avrebbe mai cacciato, questa consapevolezza lo fece sentire pieno di rabbia e impotente.
<< Vi ho radunati tutti qui perché come sapete abbiamo scarsità di polvere da sparo, e qualcuno di voi si sarà reso conto che il piano suicida di ieri notte è fallito per cui dovremmo fare alla vecchia maniera. Solitamente i pirati non rubano la polvere da sparo, forse è l'unica cosa che non rubiamo. >>
Qualcuno rise, Edward accavallò le gambe e continuò a parlare.
<< Per questo vorrei che i più abili di voi si destreggiassero in un bel borseggio, vediamo quanto riusciamo a racimolare e con quello compreremo ciò che ci serve, almeno un sacco per riuscire a effettuare un primo viaggio in tranquillità. >>
Lo Svedese alzò la mano.
<< Chi di noi andrà? >>
<< Lo deciderete tra di voi, questa è l'ultima possibilità che vi do per dimostrare di essere dei veri pirati, se fallirete verrete rilegati a fare esclusivamente lavori sulla nave. >>
Un borbottio si alzò dalla ciurma, Izzy a quel punto si avvicinò a lui.
<< Capo una parola. >>
Barbanera saltò giù dal barile e il suo ginocchio si lamentò dandogli una tremenda fitta, in quell'istante si rese conto di essersi dimenticato la ginocchiera.
<< Sei sicuro di voler lasciare un lavoro così delicato a questi idioti? >>
<< Sì anche perché andrai tu con loro e guiderai l'operazione. >>
Izzy sbuffò << avanti Ed questo risparmiamelo >> ma l'altro scosse la testa.
<< Sai anche tu che la polvere da sparo ci serve. >>
<< D'accordo cazzo, ma sappi che questa situazione non mi piace affatto. >>
<< Iz...ricordati che anche tu devi dimostrarmi di potermi fidare di te, ora fa il bravo e vammi a prendere la ginocchiera. >>
A quel punto richiamato da quella frecciatina non poté più opporre resistenza, con un sospiro si diresse nella cabina che era stata di quello stupido di Bonnet, fortunatamente della sua presenza lì dentro c'erano rimaste poche tracce.
<< Dove cazzo l'hai messa Edward >> brontolò a bassa voce, amava lo stile di Barbanera ma certe volte era davvero troppo disordinato, finalmente la trovò sbattuta in un angolo vicino al letto, la prese ma quando stava per uscire i suoi occhi caddero su qualcosa che non avrebbe voluto vedere lì dentro.
Sulla scrivania c'era quella roccia che poi si trattava di un'arancia pietrificata, aveva visto Bonnet giocarci parecchio tempo prima e blaterare cose su quanto amasse quell'affare, certo non poteva averla dimenticata e il suo capo in quel caso se ne sarebbe liberato, no quella cosa era lì perché Edward voleva fosse così.
Lasciò cadere la ginocchiera a terra, si avvicinò alla scrivania e prese quella metà tra le mani, in un moto di rabbia la lanciò scagliandola contro il caminetto, l'oggetto si ruppe in due e inoltre qualche piccolo detrito si sgretolò finendo sul pavimento.
Come poteva Edward ingannarsi a tal punto quando era chiaro persino a lui cosa stesse succedendo, odiava tutta quella situazione, odiava Bonnet e la sua ciurma di incapaci, sentì il sangue ribollirgli nelle vene e una voglia matta di andare da quel bastardo e ficcargli quello stupido sasso in gola, aveva fatto di tutto per riavere il suo capitano, aveva persino perso un dannato dito e ogni fottuto giorno lottava per tenere a galla quel fantasma che non faceva altro che bere e piangere, perché lo sentiva singhiozzare ma aveva sempre fatto finta di nulla certo che presto gli sarebbe passata.
Barbanera gli rinfacciava di averlo venduto agli inglesi quando lo aveva fatto solo per salvarlo da tutta questa merda raffinata che non faceva per lui, lo aveva avvertito che sarebbe finita male ma lui non gli aveva dato ascolto e ora invece di prendersi i ringraziamenti per aver cercato di tirarlo fuori da quel tunnel di profumata e nauseabonda lavanda doveva stare zitto e buono essendogli grato per non averlo sbattuto fuori.
Raccolse la ginocchiera da terra con un'imprecazione, si sistemò i capelli con una mano e tentando di darsi un tono uscì raggiungendo il suo capitano sul ponte, lui non si accorse del nervo che ballava nell'occhio del primo ufficiale, prese ciò che era suo e se lo mise sentendo subito un sollievo immediato.
I ragazzi decisero chi doveva andare in missione e Stede decise di unirsi a loro, anche se non sapeva niente di borseggio gli poteva essere utile per imparare qualcosa e magari distrarre le persone, Edward a quel punto si ritirò nella sua cabina convinto che un po' di riposo lontano da tutto quel trambusto gli avrebbe fatto solo bene, purtroppo però una volta dentro ebbe una brutta sorpresa, l'arancia che aveva accuratamente conservato sulla sua scrivania era a pezzi per terra, e non era semplicemente caduta si vedeva benissimo che qualcuno l'aveva lanciata.
<< Izzy >> ringhiò stringendo i pugni, chiunque avesse sentito quel basso ringhio gutturale avrebbe creduto impossibile appartenesse a un essere umano, poteva essere stato soltanto lui perché era l'unico ad essere sceso poco fa, l'unico che aveva il permesso di entrare e mettere il naso tra la sua roba e poi lo aveva mandato lui stesso a prendergli la ginocchiera.
Si avvicinò e raccolse le due metà, una più piccola e l'altra più grande, vide che sul pavimento c'era un po' di sabbiolina proveniente sicuramente dalla pietra, cercò l'ammaccatura e quando la trovò ci passò il pollice sopra, chiuse gli occhi stringendo la mascella talmente forte da sentirla scricchiolare.
Il suo cuore era ridotto come quell'arancia e sì forse non avrebbe dovuto tenerci così tanto, anche perché era stato lui a chiederla a Stede e non un regalo da parte sua ma era suo diritto scegliere cosa farne, se distruggerla o meno o se buttarla in acqua, ancora una volta qualcuno aveva deciso per lui mettendo i propri bisogni e convinzioni davanti a quelli di Edward.
Strinse le due estremità nella mano e le posò su un piccolo tavolino di legno, si mise seduto sulla poltrona e attese, lo avrebbe aspettato eccome se lo avrebbe fatto e poi finalmente gli avrebbe dato la lezione che meritava, evidentemente la storia del mignolo non era stata sufficiente a fargli capire che non doveva in alcun modo mettersi contro di lui.
Una volta tornati tutti sulla nave Izzy ignaro della furia che si stava per abbattere sulla sua persona scese nella cabina del capitano per fare rapporto, bussò e aprì la porta infilandosi nella stanza, appena entrato sentì subito un'aria gelata come se si trovasse in una stanza con tutte le finestre aperte e il freddo entrasse pietrificando il suo corpo, cercò con lo sguardo la figura di Barbanera e la trovò, il viso cupo, lo sguardo iniettato di sangue e una calma così innaturale da mettere paura, sembrava un serpente pronto a mordere se ti avvicinavi troppo.
<< Capo? >>
<< Sei stato tu? >> domandò con voce bassa Edward indicando le due parti dell'arancia.
Izzy deglutì, strinse i pugni e poi li rilassò, tutto il suo corpo era un unico fascio di nervi.
<< Immagino sai già la risposta >> disse.
<< Non sono affatto pentito >> continuò sapendo bene di peggiorare la sua situazione.
<< No? >> domandò Barbanera piegando un ginocchio verso la sedia.
<< No capo. >>
<< Sai Izzy io non credo tu ti renda conto del guaio in cui ti trovi, quindi o sei diventato stupido all'improvviso o mi stai prendendo per il culo. >>
<< Nessuna delle due >> rispose Izzy spostando le mani dietro la schiena.
<< Ora se non ti dispiace Edward finisci il  lavoro, almeno così potrò avere davanti il vero Barbanera e non l'omuncolo che stai diventando. >>
<< Oh Izzy mi supplicherai di non finirlo >> disse con un ghigno malvagio.
<< E quando avrò finito te ne andrai da questa nave, e Izzy prega di non ricapitare mai più sotto i miei occhi o sarà sempre questa la fine che farai. >>
Si alzò aiutandosi con i braccioli della poltrona, si avvicinò a passo lento alla figura del primo ufficiale che stava dritto e dignitoso pronto a ricevere la sua punizione, meglio quello che vederlo ridotto a un mucchietto piangente per quel Bonnet del cazzo, era certo che la cosa che gli avrebbe fatto più male non sarebbero stati i pugni ma la consapevolezza che Edward era pronto a liberarsi nuovamente di lui senza battere ciglio e invece quel damerino lo teneva per le palle, questo contava per il suo capo, meno di una vestaglia preziosa.
Il primo pugno arrivò senza nemmeno dargli tempo di vederlo arrivare, lo fece finire a terra con lo zigomo che urlava per il dolore.
<< Alzati. >>
Izzy obbedì e l'istante dopo un altro pugno lo fece volare contro una poltrona, questa volta la sua pelle venne strappata via nel punto dell'impatto, lui gemette muovendo la mascella che per miracolo non si era ancora slogata.
<< Vieni qui avanti. >>
Una risata isterica lasciò le labbra del primo ufficiale che si voltò verso di lui.
<< E se non lo facessi? >>
<< Ti vengo a prendere io stronzo >> rispose Edward avvicinandosi, lo tirò per i capelli obbligandolo a voltare il viso, i suoi occhi erano lucidi, nonostante non si stesse lamentando il dolore lo sentiva pulsare vivo sotto la pelle.
<< Oh Edward se ti vedesse adesso il tuo adorato Bonnet. >>
Un gemito soffocò le sue parole, si piegò in due colpito da un pugno in pieno stomaco, Barbanera lo afferrò nuovamente per i capelli spingendolo poi di forza contro il muro, lo colpì con un calcio negli stinchi ma non gli diede il tempo di reagire o di riprendersi che con altri due pugni lo fece cadere rovinosamente a terra.
<< Alzati cane! >> sbraitò con ferocia.
Izzy tossi sputando sangue, fece forza nelle braccia e si tirò su, le ginocchia gli tremavano, sentiva tutto il corpo fargli male ma non era ancora finita, la furia del Kraken doveva ancora abbattersi ma lui questa volta non voleva rendergliela facile, voleva meritarsi ogni ferita, ogni schiaffo e calcio per cui anche se le labbra gli bruciavano sogghignò.
<< Questo sei tu Barbanera, non Edward, quello è solo un fantasma e nemmeno esiste davvero e io sono stanco di servire un cazzone come te. >>
Il pugno successivo venne bloccato da Izzy che colpì Edward allo stomaco facendolo infuriare ancora di più, seguirono attimi in cui si strattonarono spingendosi l'uno verso l'altro e si insultavano rabbiosamente, ma Izzy era comunque in svantaggio, per quanto agile fosse Barbanera era più alto e muscoloso di lui e in un attimo riuscì a metterlo al tappeto di nuovo.
<< Sei solo uno scarafaggio! >> alzò lo stivale e con la pianta del piede gli schiacciò la coscia, poi gli spinse la spalla costringendolo a mettersi schiena a terra, Izzy ansimava, il suo volto era una maschera di sangue e lividi, di nuovo Edward lo schiacciò questa volta facendolo urlare per il dolore, poi lo afferrò per la giacca facendolo alzare.
Stava per iniziare un'altra raffica di pugni quando attratti dalle urla Stede, Lucius e Pete entrarono in cabina per vedere cosa stesse succedendo, rimasero congelati, l'unico a reagire più in fretta fu proprio Stede.
<< Edward! >>
<< Oh Dio! >> mugugnò Lucius atterrito da quella scena.
Stede corse vicino ai due che continuavano a darsele senza dare il minimo cenno di essersi accorti della sua presenza.
<< Edward basta! >>
<< Fermati! >> urlò prima di decidere di intervenire, lo afferrò per le spalle riuscendo poi a prenderlo da sotto le ascelle, Edward si agitava come una belva tenuta al lazzo, Stede faticava a tenerlo fermo e chiamò aiuto, così intervenne Pete stringendo quel corpo furibondo come poteva.
<< Lucius aiuta Izzy >> disse il pirata gentiluomo.
<< Lasciatemi! Lasciatemi cazzo! >> gridò Edward.
<< Lucius! >> urlò nuovamente il pirata biondo vedendo che il ragazzo non si muoveva.
<< Non. Ho...bisogno del vostro cazzo di...aiuto >> imprecò Izzy facendo fatica anche ad articolare le parole, ma era troppo ferito per ribellarsi e la ferita maggiore l'aveva nell'anima, Lucius prese coraggio e si avvicinò sollevandolo, fortunatamente l'uomo era debole e dopo una prima esitazione si lasciò tirare su, non senza sentirsi umiliato.
<< Portalo da Roach. >>
<< Sì capitano >> rispose Lucius.
<< Adesso ti fai consolare dalla tua fighetta eh Ed >> lo provocò Izzy con le poche forze che aveva in corpo.
Edward urlò rabbioso riuscendo a liberarsi dalla presa di Pete, stava per scagliarsi di nuovo contro il primo ufficiale ma fortunatamente Stede lo fermo in tempo.
<< Lucius portalo fuori, ora! >>
<< Non voglio più rivederti su questa nave lurido verme! >> gridò Barbanera tentando di superare Stede che lo teneva fermo dal petto.
<< Edward guardami, guardami! >> lo chiamò prendendogli il viso tra le mani, solo in quell'attimo la furia cieca si calmò incontrando lo sguardo nocciola del pirata gentiluomo, deglutì tentando di calmare il respiro e chissà come tutta la rabbia che bolliva come lava vulcanica scivolò via lasciando il posto a un'immensa tristezza.
<< Ora spiegami che cosa è successo? >>
Barbanera scosse appena la testa abbassando il volto.
<< Pete? Va a controllare come vanno le cose in cucina, se Lucius e gli altri hanno bisogno di aiuto. >>
<< Ehm...sei sicuro di non aver bisogno qui? >> domandò Pete un po' preoccupato per le sorti del suo capitano.
<< E' tutto in ordine, puoi andare >> rispose e il giovane pirata si congedò dopo aver rivolto un'occhiata a entrambi, sperava non succedesse niente di grave, anche perché se Stede fosse morto a loro non rimaneva altro che fuggire se non volevano fare una brutta fine per mano di Barbanera.
<< Siamo soli ora, vuoi dirmi che è successo? Perché stavate litigando così? >>
Dalle labbra del pirata non uscì una sola parola.
<< D'accordo allora vorrà dire che non uscirai di qui finché non ti deciderai a parlare >> disse sicuro di sé incrociando le braccia, aveva detto addio a baby Bonnet da tempo ormai, quel nomignolo non faceva più per lui, ora era solo Stede Bonnet, e non si sarebbe più lasciato scoraggiare dalle scelte difficili che mettevano paura.
Edward ghignò, aveva appena preso a pugni un uomo senza pietà e lui si metteva a fare minacce come se fosse davvero certo di riuscire a trattenerlo nel caso decidesse di andarsene e non voler parlare con lui.
<< Bonnet... >>
<< Ed so cosa stai pensando, sì sei più forte di me è vero ma io sono molto ostinato e lo sai bene, perciò metti da parte quella cocciutaggine che ti appartiene e dimmi perché... >>
<< Perché ho pestato Izzy a sangue? >> disse cercando di intravedere nell'altro una reazione, però Stede oltre ad arricciare leggermente le sopracciglia e annuire non sembrava intimorito o disgustato, era come se volesse davvero solo conoscere i fatti.
Lo superò di qualche passo dirigendosi verso il piccolo tavolino dove aveva appoggiato le due metà dell'arancia, le prese tenendole strette in una sola mano, immediatamente venne assalito dal magone pensando che se gliele avesse mostrate Stede non avrebbe mai più voluto avere a che fare con lui e se ne sarebbe davvero andato.
Era stupido e lo sapeva, lui gli aveva macchiato la sua preziosa seta, lo aveva lasciato sulla spiaggia e sarebbe stato ipocrita arrabbiarsi per quella roccia rotta, ma la parte vulnerabile di Edward non poteva fare a meno di sentirsi così.
Aveva preso in custodia quell'arancia inizialmente perché voleva mettere alla prova Stede, voleva vedere se davvero si fidava così tanto di lui da lasciargli qualcosa a cui teneva molto senza la certezza di riaverla indietro, ma la vera ragione era che credeva che non se ne sarebbe mai andato senza quella stupida pietra, e allora l'atto di consegnarla nelle sue mani era come una garanzia che ciò che aveva detto era la verità, che era tornato per restare e poi il suo cuore una notte aveva cantato la sua di verità.
Quell'oggetto rappresentava una parte di Stede ma non solo, era qualcosa che avevano vissuto insieme, un ricordo di tempi felici in cui le cose andavano ancora bene e allora se Stede se ne fosse andato almeno avrebbe avuto la certezza di avere una parte di quell'uomo che gli aveva strappato il cuore ancora con sé, era un pensiero fin troppo romantico e infatti evitava di pensarci o rimuginarci sopra ma non aveva potuto ignorare le volte in cui prima di andare a dormire sfiorava quella pietra liscia con le dita, chiudeva gli occhi e si immaginava il volto dell'uomo che amava.
Si avvicinò nuovamente a lui e aprì la mano mostrando le due metà, non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo e vedere l'espressione di Stede, il pirata gentiluomo corrugò le sopracciglia e si lasciò sfuggire solo un flebile << oh. >>
<< Izzy l'ha distrutta... >> sussurrò Edward e l'altro pirata faticò a riconoscere la sua voce, era così morbida e spezzata rispetto al tono con cui usava parlargli di solito, un pensiero gli balenò alla mente ma era così assurdo che faticava a crederci, ma volle comunque sciogliere quel dubbio.
<< Per questo sei così arrabbiato con lui? >>
<< Non averebbe dovuto farlo, non ne aveva il diritto...se avessi voluto liberarmene lo avrei fatto io stesso >> confessò prendendo poi un respiro, le labbra gli tremarono e ancora non aveva alzato lo sguardo.
Il cuore di Stede si ruppe in due parti, si spezzò in maniera così netta da fare male, credeva non avrebbe mai più rivisto quell'arancia a meno che ovviamente Edward non lo avesse perdonato, qualche volta aveva persino pensato che avesse voluto prendergliela solo per capriccio ma non credeva ci tenesse così tanto, i suoi occhi si riempirono di lacrime, con le mani strinse quella di Barbanera che conteneva l'arancia.
<< Ed...io non sono arrabbiato, se è questo di cui ti preoccupi non devi...- >>
<< Avevi detto che ci tenevi. >>
<< Sì è vero e ci tengo ancora tanto, ma sapere che non sei stato tu a romperla, lo capisci cosa significa per me? >>
Edward scosse piano la testa.
<< Mi fa pensare che anche tu un po' ci tenessi, e ad ogni modo ti confesso che non mi sarei arrabbiato comunque. >>
A quel punto Barbanera alzò lo sguardo guardandolo in maniera confusa.
<< Non capisco >> disse.
Stede sorrise dolcemente.
<< Non avrei mai potuto arrabbiarmi per un'arancia spezzata quando io ho fatto molto peggio, ti ho spezzato il cuore e quello non si può rimettere insieme. >>
<< Forse un giorno mi perdonerai ma le cicatrici resteranno, come le mie non se ne andranno mai, potranno solo essere lenite e io vorrei tanto poterlo fare per te. >>
<< Ma nemmeno questa si potrà più riaggiustare... >> disse con la voce bagnata da un'emozione che premeva forte per uscire.
<< Ed... senti cosa possiamo fare, tu tieni una parte e io tengo l'altra, così entrambi avremo un ricordo di quella bella giornata che abbiamo passato insieme. >>
<< Io non volevo si rompesse >> disse come se non avesse ascoltato una parola di ciò che aveva detto Stede.
<< Lo so...ma non è colpa tua, niente di tutto questo lo è, sei stato solo una vittima delle decisioni altrui ma con questo possiamo rimediare subito. >>
Barbanera lo guardò deglutendo, non capiva che cosa avesse in mente e una voce dentro di lui urlava di non ascoltarlo ma era troppo spezzato adesso, aveva bisogno di Stede e dei suoi modi gentili, delle sue idee folli, e della sua voce rassicurante per questo si lasciò andare ad ascoltarlo.
<< Hai ancora quella bella seta rossa? >> domandò il pirata biondo.
L'altro sussultò poi la tirò fuori un po' titubante dalla sua giacca, Stede ignorò le sue gambe molli e il formicolio che gli aveva dato vedere quel gesto e allungò una mano, Edward prese un respiro profondo prima di consegnargliela, quel semplice passaggio gli riportò alla mente immagini che era troppo doloroso rievocare.
<< Ora dammi una delle metà >> disse dolcemente e lui lo fece sempre osservando minuziosamente ogni singolo movimento.
Stede mise quella parte di arancia al centro della seta, la chiuse legandola con un morbido nodo, e poi sorrise guardando Edward.
<< Vieni con me >> e lui lo seguì.
Si trovarono nell'angolo dove c'era il piccolo manichino che apriva l'armadio segreto, Stede fece pressione in un punto dove non sembrava esserci nulla e invece scattò fuori un piccolo cassettino nascosto, Edward ovviamente sgranò gli occhi sbalordito come la prima volta.
<< Tu e i tuoi cazzo di nascondigli >> esclamò.
Stede rise e poi disse << puoi tenerla nascosta qui, nessuno la troverà e magari un giorno le nostre parti si ricongiungeranno. >>
Guardò quella stoffa rossa contenente quel piccolo tesoro e poi gli diede il permesso di metterla lì, il pirata gentiluomo chiuse il cassetto e poi Edward gli consegnò l'altra metà, la prese sfiorando le sue dita e un brivido lo colse, anzi colse entrambi, Barbanera ritirò la mano mentre Stede rimase a guardare quella che un tempo era una rotonda arancia, il magone gli strinse improvvisamente la gola e non poté trattenere le lacrime.
<< Bonnet? Hai cambiato idea? >> domandò confuso da quella reazione.
<< No >> rispose scuotendo la testa e continuando a singhiozzare.
<< I-io...tutto questo è colpa mia, solo colpa mia. Ho distrutto tutto, quello che tocco muore o si rovina e io... >>
<< Izzy è così per colpa mia >> singhiozzò e una ciocca bionda gli scivolò davanti all'occhio.
<< Izzy è uno stronzo >> rispose Edward, lo stava forse consolando?
<< L'arancia è rotta, la tua seta sporca e tu...tu, Edward mi dispiace così tanto >> si asciugò gli occhi ma le lacrime continuavano a scendere.
<< Sono stato un codardo e non voglio più essere così ma quello che mi sono lasciato alle spalle non cambierà mai. >>
<< Non devi odiarlo Ed...lui ti stava solo proteggendo da me >> disse alzando lo sguardo, due lacrime scivolarono svelte andando a macchiare la sua camicia bianca.
<< Stronzate, hai dimenticato quello che ha fatto? Pensavo che a te non piacesse >> rispose alterandosi appena, gli sembrava assurdo sentire Stede difendere Izzy, tra i due non scorreva certo buon sangue e non si erano mai tollerati a vicenda.
<< Non mi piacevano i suoi modi è vero, ma lui aveva capito che ti avrei portato alla rovina...- >>
<< Se lui non ci avesse venduto agli inglesi...- >>
<< Tu non mi avresti mai baciato >> continuò Stede asciugandosi l'ennesima lacrima, Edward accusò il colpo mandando giù aria a vuoto.
<< Io non sarei fuggito e tu non avresti sofferto così tanto. >>
Barbanera spostò lo sguardo di lato e poi tornò a guardare lui.
<< Su una cosa ti sbagli... >> iniziò, si leccò appena le labbra e poi...
<< Io ti avrei baciato comunque. >>
Il cuore di Stede esplose in una miriade di cristalli colorati, si sentiva come invaso da un'ondata di energia d'amore così forte e viva ma durò poco, solo il breve attimo prima di rendersi conto di una cosa, il sorriso che era fiorito sulle sue labbra si spense e guardò Edward con tristezza.
<< E io probabilmente sarei scappato lo stesso, perché non ero pronto, non sapevo cosa fosse quel sentimento che avevo dentro. >>
<< Come vedi le cose anche senza Izzy sarebbero andate allo stesso modo, non era lui il problema. Tu sei stato coraggioso, mi hai aperto il tuo cuore e io l'ho calpestato, sarai anche Barbanera ma sei capace di provare sentimenti più di chiunque altro e lottare per loro. Mentre io Ed ero solo un bambino troppo cresciuto che non sapeva cosa fare con quello che aveva nel petto. >>
<< E ora lo sai? >> domandò Edward incerto se volesse davvero sapere la risposta.
<< Sì >> rispose Stede guardandolo dritto negli occhi, come se stesse andando a fondo dentro la sua anima e stesse parlando direttamente a lei, tremò e se non fosse stato tanto convinto che lo avrebbe lasciato di nuovo si sarebbe abbandonato a lui, tra le sue braccia, si sarebbe ubriacato delle sue carezze e dei suoi baci invece disse solo.
<< Buon per te, io non sarò più capace di provarli e nemmeno voglio >> e in quella frase non c'era accusa ma solo rassegnazione.
<< Non chiudere il tuo cuore solo perché qualcuno non è stato in grado di prendersene cura, la fuori c'è chi è in grado di darti l'amore che meriti. >>
Edward si lasciò sfuggire una risata amara.
<< Mi stai consigliando di cercare qualcun altro? >>
<< No, anche perché ne morirei ma se lo trovassi, e lui ti rendesse felice io non smetterei mai di amarti, mi lascerei consumare da quello che provo ma non ti impedirei mai di essere felice >> rispose Stede sentendo il peso di quelle parole, amare significava anche lasciar andare, lui non aveva intenzione di arrendersi ma non sarebbe mai stato così egoista da impedirgli di trovare la serenità.
Però Edward era rimasto fermo su una frase, "non smetterò mai di amarti", amore, aveva pronunciato quella parola che lui aveva bandito dal suo cuore e l'aveva fatta uscire con tanta facilità da far male, non era pronto per sentirselo dire e mai lo sarebbe stato, preferiva continuare a vivere nella disperazione credendo di non essere amato che illudersi in quella terribile speranza che l'avrebbe solo ferito.
<< Tu hai detto... >>
Stede sorrise di nuovo ed Edward lo odiò e amò come mai prima.
<< Perché credi sia tornato? Certo volevo chiederti perdono, scusarmi per il modo in cui ti ho lasciato ma la verità è anche un altra, io ti... >>
La mano tatuata di Barbanera si chiuse sulla sua bocca impedendogli di esternare quel sentimento.
<< Non dirlo Bonnet. >>
Stede chiuse gli occhi ed Edward liberò le sue labbra facendo scivolare via lentamente la mano, non voleva sentirlo, non era pronto e secondo lui erano tutte menzogne che lo avrebbero fatto sentire voluto e desiderato quando invece sarebbe finito per essere rifiutato nuovamente.
Se gli avesse permesso di continuare la frase il Kraken avrebbe abbandonato i suoi tentacoli sciogliendolo da quella presa ferrea con cui lo tratteneva, sarebbe caduto in ginocchio cedendo sotto quelle parole e avrebbe detto addio all'odio e al desiderio di vendetta che provava, ma non poteva.
Per quanto stronzo fosse Izzy aveva ragione quando gli diceva che Stede lo avrebbe portato alla rovina abbindolandolo con le sue buone maniere e tessuti preziosi, era tutto immensamente meraviglioso come un sogno da cui non vuoi svegliarti e lui si era dovuto svegliare nella maniera peggiore, malgrado il suo cuore urlasse per il dolore ogni volta che Stede era accanto a lui e gli sorrideva in quel modo non poteva dargli retta, ignorava le fitte e andava avanti per puro spirito di sopravvivenza.
Quando il pirata gentiluomo riaprì gli occhi le palpebre gli tremarono appena, mise a fuoco la figura davanti a lui e solo in quel momento si rese davvero conto di quanto dolore provasse, tanto da non voler nemmeno sentire parlare di sentimenti rivolti a lui, stava annegando e Stede voleva assolutamente tirarlo fuori, si sentiva come se fossero in mezzo all'oceano e lui gli stesse allungando una mano per tirarlo fuori ma Edward non l'afferrava mai, a costo di annegare si sarebbe buttato in acqua e lo avrebbe afferrato trascinandolo in salvo correndo il rischio di rimetterci la propria vita.
Il suo sguardo cadde sulle sue nocche sbucciate e rosse di sangue e viva pelle rosea.
<< Le tue mani... >>
<< Non è niente >> disse Edward nascondendole alla sua vista.
<< Dovresti disinfettarle e medicarle. >>
<< E' solo un fottuto graffio, ho sopportato di peggio credimi >> rispose con noncuranza.
<< Non ne dubito Ed, ti ho pugnalato io stesso >> disse con un sorrisetto mettendo la metà della sua arancia in tasca.
<< Non mi hai fatto poi così male >> borbottò guardando prima lui poi guardandosi le mani.
<< Io ricordo diversamente, ti sei lamentato per tutta la notte >> sollevò un sopracciglio biondo e a quel punto ottenne tutta l'attenzione di Edward.
<< Tu che cazzo ne sai? >>
<< Perché ero lì, mi avevi detto che potevi stare da solo e che stavi bene ma non ho avuto cuore di lasciarti, mi sentivo anche un po' in colpa. >>
Edward sbuffò aria dalle narici.
<< Ti ho dato il permesso io di farlo. >>
<< Sì è vero, ma in ogni caso non ti avrei lasciato solo. Sono rimasto sveglio tutta la notte controllando che non ti salisse la febbre. >>
<< Per questo il giorno dopo eri così... >>
<< Distante? Sì, ero molto stanco. >>
<< Credevo ce l'avessi con me >> confessò Edward e Stede ridacchiò.
<< Perché avrei dovuto? >>
Barbanera alzò le spalle.
<< Che ne so Bonnet, a volte avevi le tue crisi di nervi. >>
<< Non sono crisi di nervi >> si difese lui.
<< Oh lo sono eccome >> lo rimbeccò Barbanera.
Stede alzò bonariamente gli occhi al cielo e scosse la testa.
<< Pensiamo alle tue mani, hai del disinfettante qui dentro? >>
<< Oh sì Bonnet ho anche delle garze pulite e dei fottuti unicorni che cagano polvere magica! >> sbottò Edward allargando le braccia.
<< Non c'è bisogno di essere acidi, ho capito il messaggio. >>
<< Non sono acido, tu fai domande stupide. >>
<< Ce la fai a rimanere buono per un minuto Edward? >>
<< Smettila di chiamarmi così! >> sbottò ma Stede ormai aveva capito che quell'aggressività era solo chiasso e niente morsi.
<< Oh dio ancora con questa storia? >> alzò gli occhi al cielo in maniera drammatica.
<< Sì perché continui a disobbedire e a non prendermi sul serio. >>
<< Io ti prendo sul serio ma tu a volte ti comporti come un bambino capriccioso e dovresti avere la decenza di ammetterlo. Dici che ti piace quando ti tengono testa ma mai nessuno ha il coraggio di farlo tranne me, quindi non ti dispiacerà se ti dico quello che penso, a volte ti prendi un po' troppo sul serio, pensi di non avere bisogno di aiuto solo perché sei il temibile Barbanera, ma ti svelo un segreto non ti rende debole farti ricucire o disinfettare le ferite da qualcuno. E un'altra cosa puoi continuare ad odiarmi liberamente anche se mi lasci prendermi cura di te, il fatto che io mi occupi dei tuoi graffi non mi rende certo meno detestabile, puoi anche insultarmi mentre lo faccio e ti capirei perché è giusto che tu mi odi. E adesso puoi anche uccidermi se vuoi, ma dopo che ti avrò medicato così ti faranno meno male le mani. >>
Lo guardò con gli occhi lucidi ma pieni di grinta e determinazione, senza alcuna traccia di paura o timore in essi, uscì senza lasciargli il tempo di dire una parola lasciandolo con il cuore in fiamme e le viscere in agitazione, nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di parlargli così, tranne lui, era sempre quello che mostrava la differenza, che non aveva paura e questo lo faceva rimanere senza fiato, e cazzo sì avrebbe dovuto essere furioso ma era impossibile, sentiva il cuore scoppiargli di amore e di orgoglio, sentì il bisogno di sedersi troppo sopraffatto da quello che aveva appena vissuto.
Quando Stede tornò nessuno dei due riaprì il discorso, era stato abbastanza chiaro per entrambi ed Edward per quanto si sforzasse di pensare il contrario amava averlo intorno, era capace di farlo ragionale con una forza gentile a cui non sapeva come opporsi, le minacce e le urla non servivano, avrebbe dovuto davvero ucciderlo per farlo stare zitto ma sapeva che non ne avrebbe mai avuto la forza.
Erano mano nella mano con Stede che stava facendo gocciolare il disinfettante sulle sbucciature.
<< Ahi...cazzo brucia >> Ed sfilò via la mano arricciando le sopracciglia.
<< Ora passa >> rispose l'altro con una tenerezza nella voce che gli fece lacrimare l'anima
<< Dammi la mano...come se non avessi mai usato il disinfettante prima d'ora >> disse mentre puliva la ferita alzando un sopracciglio biondo.
<< Non per queste cazzate, se posso lo evito, ma la maggior parte delle volte quando serve sono privo di sensi e non lo sento nemmeno >> spiegò Edward e poi continuò.
<< E inoltre esiste un disinfettante migliore quando si tratta di piccoli graffi. >>
<< Quale sarebbe? >> domandò incuriosito Stede.
<< La saliva >> rispose Barbanera.
<< Ugh...non mi sembra molto salutare sputarsi addosso, voglio dire in caso di emergenza può anche andare bene ma perché non usare la buona e vecchia medicina quando si può. >>
<< Perché non tutti possono permettersela Bonnet. >>
<< A me sembra solo che qui qualcuno è un po' fifone >> lo schernì bonariamente, Edward stava per rispondergli malissimo quando Stede iniziò a soffiare sulle parti disinfettate, quella lieve arietta dava una sensazione di freschezza e sollievo alla pelle martoriata e arrossata.
<< Che cazzo... >>
Stede si fermò e alzò lo sguardo.
<< Va meglio? >> domandò ed Edward si trovò ad annuire contro la sua volontà, la sua vera reazione doveva essere totalmente diversa ma sotto le cure del pirata gentiluomo si trasformava sempre in qualcosa che non averebbe mai pensato di poter essere.
<< Ora te le bendo >> disse, prese le fasce e le rigirò una o due volte intorno ai palmi e alle dita.
<< Non è grave quindi penso tu possa toglierle già domani, ma evita di prendere nuovamente a pugni qualcuno o si riapriranno >> disse e sul suo volto si aprì un lieve sorrisetto furbo che piacque davvero troppo a Edward.
<< Da quando te ne intendi di queste cose? >> domandò Edward con un sopracciglio sollevato.
<< Roach mi ha fatto vedere qualcosa, sai i miei uomini mi hanno saggiamente fatto notare che ci sono cose che un marinaio dovrebbe sapere, nel caso si trovasse ferito e da solo. >>
Barbanera sbuffò.
<< Per una volta hanno detto qualcosa di intelligente. >>
<< Sono brave persone Ed...devo molto a loro. >>
Stede aveva voglia di fargli una carezza, spostargli i capelli dietro l'orecchio e baciargli la fronte ma non fece nulla di tutto questo perché non poteva, mai nella sua vita aveva desiderato di baciare così tanto qualcuno e non si sarebbe mai immaginato che avrebbe fatto così male non poterlo fare, si spostò a malincuore e poi vide la giacca di pelle, la prese e si diresse silenziosamente verso il bagno, Edward ovviamente dopo averlo seguito con lo sguardo lo seguì anche fisicamente, si appoggiò a una delle pareti dell'entrata con un fianco e incrociò le braccia.
<< Che cazzo fai? >>
<< Lavo questa, avevo promesso che lo avrei fatto. >>
<< Non ce n'è affatto bisogno cazzo, è la mia giacca e sono io che dovrei pensarci. >>
Stede girò solo appena la testa.
<< Sbaglio o hai le mani un tantino rovinate? >> gli disse con un sorrisetto.
<< Sì bé chissene frega >> si avvicinò e l'afferrò tirandola verso di sé, ormai si era impuntato e non voleva lasciarlo vincere, ovviamente Stede tirò a sua volta e intanto l'acqua sgocciolava sul pavimento.
<< Edward lascia. >>
<< No! >> e tirò.
<< Finirai per romperla >> disse Stede che però non tirò proprio sapendo questo e non voleva rovinare un'altra cosa che apparteneva a lui, però non la lasciò, la teneva stretta tra i pugni come se fosse l'unica cosa a cui poteva aggrapparsi per non scivolare via, in quel momento non stava tenendo stretta la giacca ma Edward, non voleva lasciarlo andare e desiderava che lo capisse.
<< Allora lasciala tu! >> sbottò Barbanera, strattonò di nuovo e Stede gli finì addosso, allora lui in un moto di rabbia lo spinse contro la parete e si avvicinò a pochi centimetri dal suo viso.
<< Lo sai che al posto di Izzy avresti potuto benissimo esserci stato tu. >>
<< Ne sono consapevole >> rispose Stede deglutendo.
<< Quando ti ho visto salire su questa fottuta nave avrei voluto ammazzarti >> disse con un ringhio basso ma la sua voce non era così convincente.
<< Ricordo che mi hai sbattuto sul pavimento. >>
Edward sospirò e il suo fiato colpì le labbra di Stede, il suo cuore batteva all'impazzata e non aveva paura, per nulla al mondo avrebbe avuto paura di quell'uomo.
<< Se non fossero intervenuti i tuoi uomini probabilmente io... >> la voce gli si spezzò e non riuscì ad andare avanti.
<< E ne avresti avute tutte le ragione, mi meritavo e merito ancora tutti quei pugni o calci o qualsiasi altra cosa. In realtà io non volevo nemmeno ti fermassero, ti avrei lasciato colpirmi perché era giusto tu ti sfogassi e mi buttassi addosso tutto quello che ti ho fatto passare. >>
<< Non ho passato niente, niente capito? >> disse con i denti stretti e spingendolo di più contro il muro.
<< D'accordo ma li merito comunque. >>
Barbanera tremò un respiro contro di lui, abbassò la nuca e anche Stede fece lo stesso, aveva le labbra a un centimetro dalla sua fronte proprio vicino all'attaccatura dei capelli, il desiderio di baciarlo era ancora più forte ma lo avrebbe solo fatto infuriare, rimase lì fermo respirando il suo odore e ascoltando quel richiamo così forte, con le labbra che bruciavano e gridavano di posarsi su quella pelle perfetta.
<< Perché non ci riesco? Perché non riesco a colpire quella tua cazzo di faccia Bonnet? >> domandò tremando, con la voce spezzata e fragile.
<< Scusa >> fu l'unica cosa che riuscì a dire Stede.
Edward sbuffò una risata senza alzare lo sguardo.
<< Ti scusi perché non riesco a picchiarti? >>
Stede non rispose, si mosse appena spingendo piano il corpo di Barbanera che alzò lo sguardo, gli sfilò la giacca dalle mani appoggiandola al bordo della vasca, poi prese una sua mano e se le posò sulla guancia.
<< Che cazzo stai facendo >> domandò Edward tentando di toglierla come se si fosse scottato ma Stede la tenne ferma lì.
<< Colpiscimi. >>
<< Cosa? >> domandò l'altro arricciando le sopracciglia.
<< Dammi uno schiaffo. Un pugno non puoi perché ti faresti nuovamente male alle nocche quindi uno schiaffo va bene per adesso. >>
<< Bonnet... >> sussurrò con voce arrochita da un'emozione forte, quell'uomo era incredibile, era la fottuta follia in persona, solo lui poteva farsi venire in mente un'idea del genere e nello stesso momento pensare alla salute di Edward.
Stede chiuse gli occhi e lasciò la mano dell'altro così che potesse fare quello che gli aveva chiesto, Edward sentì il suo cuore accelerare, la pelle sotto il suo palmo bruciava e lo investiva con un calore che aveva già provato una volta quando lo aveva baciato, deglutì, mosse piano la mano sulla sua guancia, spostò il pollice sullo zigomo poi la ritirò all'improvviso come se si fosse davvero bruciato.
<< Non posso >> disse e Stede riaprì gli occhi.
<< Ed... >>
<< Zitto. >>
<< Edward guardami >> provò avvicinandosi e cercando il suo sguardo, ma l'altro scattò come una furia e lo spinse nuovamente contro il muro prendendolo per la camicia.
<< Ho detto di chiudere quella cazzo di bocca, potrei ucciderti, tagliarti la gola se volessi cazzo e non è escluso che lo farò un giorno. Sai una cosa Bonnet non sono affatto pentito di aver picchiato Izzy, e lo rifarei ancora e ancora fino a vederlo morire agonizzante cazzo >> lo disse con una rabbia e una ferocia che poteva provenire solo dalle viscere più profonde e oscure del suo essere, ma i suoi occhi dicevano tutt'altro e Stede ormai aveva imparato a conoscerli.
<< Cosa cerchi di fare Edward? Pensi che dicendomi questo io ti consideri un mostro e prenda l'occasione per andarmene? Così potrai avere la tua amata ragione e sarai finalmente soddisfatto, ti darai una pacca sulla spalla dicendoti che ci avevi visto lungo e passerai l'eternità a fingere di essere quello che non sei. Vuoi essere il Kraken Edward, sii il Kraken non mi interessa, se questo serve a darti finalmente la libertà che cerchi e la pace fallo, ma se pensi che serva a mandarmi via ti sbagli. >>
Edward tremò di rabbia e paura sotto l'influsso di quelle parole.
<< Allora ucciderò tutti quelli della tua ciurma. >>
<< Non mi spaventano le tue minacce, perché io ti vedo Edward, lo so che sei lì...- >>
Lo spinse più forte ringhiando << Edward non esiste più. >>
<< Vorrà dire che imparerò a convivere con Barbanera, ti rispetto ma non ti temo, e non penso che tu sia debole se è questo che ti preoccupa >> Stede gli prese con calma le mano e lo spostò, lui si lasciò guidare confermando quello che già pensava, aveva solo bisogno di qualcuno che lo trovasse e strappasse dai tentacoli che lo tenevano imprigionato.
Prese nuovamente la giacca e la pulì dalle ultime goccioline di sangue che erano rimaste, rimanendo serio e concentrato, senza tremare o guardarsi intorno, come se l'attimo prima non fosse stato sbattuto contro un muro e minacciato, era questo che gli era sempre piaciuto di Stede l'incredibile facilità con cui riusciva a sorprenderlo, l'appese a un gancio senza curarsi di quegli occhi scuri che gli erano puntati addosso.
<< Lasciala asciugare poi potrai metterla >> disse sorridendo, si era fosse scordato la loro discussione? Edward non lo sapeva, ma erano molte le cose che non conosceva di lui e il cielo solo sapeva quanto avrebbe voluto tempestarlo di domande, conoscere ogni suo neo, ogni lentiggine della sua pelle, tutto di Stede Bonnet lo attraeva magicamente e tutte le volte che lasciava quella stanza lui si sentiva orfano e solo al mondo perché nessuno era in grado di riempirgli i buchi dell'anima come faceva Stede.
<< Hai bisogno di altro? >> domandò.
"Di te" avrebbe voluto rispondere Barbanera ma si morse la lingua.
<< No >> rispose secco, Stede annuì poi d'un tratto il suo viso si illuminò mentre tornava in camera.
<< Ho avuto un'idea! >> esclamò e ovviamente Edward era già stato catturato, preso all'amo come un piccolo e ignaro pesciolino.
<< Bonnet le tue idee cominciano a inquietarmi. >>
<< No ascolta, non vuoi che ti chiami Edward ma per me chiamarti capitano è troppo formale, e se ti chiamassi Barbanera mi sembreresti un estraneo, quindi sta a sentire a cosa ho pensato >> si schiarì la voce e con tutta la convinzione che possedeva disse.
<< Capitano Teach! >> dio il suo viso...era l'apoteosi della gioia, come se avesse avuto questa grande idea capace di risollevare le sorti dell'intera umanità.
<< Stai scherzando spero. >>
<< Pensaci è perfetto, capitano Teach, suona bene. >>
<< Sembra solo che mi prendi per il culo ecco cosa >> rispose con un cipiglio irritato Edward.
<< Tu davvero hai pensato che una stronzata simile potesse andarmi bene? >>
Stede così facile da ingannare e da ferire, quel suo visino deluso era un colpo al cuore ma lo faceva sentire anche soddisfatto.
<< Bé sì... >>
<< E quando cazzo ti è venuto in mente? >>
<< Poco fa >> rispose con la voce resa piccola piccola.
<< Quando eri premuto tra me e il muro, quando ti stavo urlando in faccia o...- >>
<< Nell'intervallo diciamo >> rispose Stede annuendo a se stesso.
<< Comunque non mi chiamerai in quel cazzo di modo, scordatelo, toglitelo dalla testa o è la volta buona che ti faccio navigare appeso a testa in giù. >>
<< E invece sì capitano Teach, puoi anche appendermi per le palle se vuoi, adesso vedi di riposare io vado a controllare I... >>
<< Vado a vedere se tutto procede bene >> disse e uscì, lasciandolo nuovamente a chiedersi che cosa cazzo fosse successo, un attimo prima stavano litigando e quello dopo erano lì a parlare di un nome del cazzo, era sempre così ultimamente con lui, quando pensava che le cose stessero peggiorando e non ci sarebbe stata via di ritorno ecco che Stede lo illuminava con uno dei sorrisi più belli facendosi scivolare di dosso tutta la merda che Edward gli aveva buttato.
Izzy nel frattempo era stato portato in cucina non senza fatiche e imprecazioni da parte di quest'ultimo che seppur ferito aveva ancora una buona dose di forza in corpo, Lucius andò a svegliare Roach e altri per aiutarli a tenerlo buono e fermo, non mancarono le discussioni ovviamente mentre il primo ufficiale stava steso ferito e sanguinante, con una voglia di ammazzarli tutti con il primo arnese che si fosse ritrovato in mano.
<< Amico quello è il tavolo dove mangiamo. >>
<< E allora? Dove avrei dovuto appoggiarlo? >>
<< Oh tranquilli il dito di Lucius sarebbe stato amputato direttamente dove cucina >> disse Pete.
<< Razza di idioti, deficienti del cazzo lasciatemi! >>
<< Qualcuno dovrebbe tenerlo buono >> disse Franchie.
<< Potremmo colpirlo con questa >> propose Roach indicando una padella, Izzy impallidì ma quando stava per intervenire venne preceduto da Lucius.
<< Ragazzi credo che legargli una benda alla bocca vada bene >> disse infatti attirando lo sguardo di tutti, non sapeva nemmeno lui perché lo avesse fatto, in fondo a una parte di sé non sarebbe dispiaciuto vedere quella testolina nervosa con un bel bernoccolo.
<< Ottima idea amore >> disse Pete avvicinandosi e accarezzandogli un fianco.
<< Voi non mi legherete un cazzo capito! >>
<< Shhh Dizzy Izzy, lasciaci lavorare >> Roach gli legò un fazzoletto bianco alla bocca, lui mugugnò irritato per qualche istante, Lucius gli mise una mano sulla fronte e gli tenne premuta la testa contro al tavolo per farlo stare calmo, sentiva il calore e il sangue pulsare sotto la sua pelle, gli sembrava persino di sentire l'energia che si dibatteva per essere liberata e si stupì di come un ometto così ferito potesse contenere ancora tanta voglia di lottare, poi però si accorse che la benda era piena di sangue, effettivamente non avevano pensato che aveva ferite anche lì.
<< Togliamogli questa roba >> disse con la voce leggermente allarmata.
<< Perché? Tornerà a sbraitare. >>
<< Sono certo che non lo farà e poi è ferito, rischiamo di peggiorare la situazione, e se gli facciamo male questo ci ammazza, già sono certo lo farà. >>
E così gli tolsero la benda, come Lucius aveva previsto Izzy non disse una parola, lui tornò a tenergli una mano sulla fronte e gli sembrò quasi di vedere una piccola ombra di gratitudine nei suoi occhi.
<< Perché il capitano Stede vuole che ce ne occupiamo? >> domandò Franchie mentre Roach lavorava su Izzy.
<< Voglio dire è uno stronzo, avrebbe potuto lasciare che Barbanera lo uccidesse e certo nessuno lo avrebbe pianto. >>
Quelle parole colpirono forte il giovane cuore di Lcuius che abbassò lo sguardo sull'uomo che stava sdraiato sotto di lui, sembrava svenuto anche se non ne era certo, "nessuno lo avrebbe pianto," si ripeté quella frase nella sua mente e si chiese se mai Izzy l'avesse sentita se ci sarebbe rimasto male o se non gliene sarebbe importato nulla, d'istinto strinse appena la mano tra i capelli dell'uomo come in un gesto di conforto e poi tornò a concentrarsi sugli altri.
<< Sai come è fatto il capitano, si prende a cuore tutti, ricordi con gli ostaggi? >> disse tenendo un tono di voce leggero per non disturbare il sonno di Izzy.
<< Sì...io avrei tanto voluto torturarli >> si lamentò Roach.
Stede arrivò proprio mentre stavano finendo il lavoro.
<< Ragazzi, allora come va? >> disse avvicinandosi lentamente.
<< Bene capo, ha parecchie ferite e qualche contusione ma con qualche giorno di riposo starà già meglio. >>
<< Ottimo lavoro >> rispose con un lieve sorriso stanco.
<< Portatelo nella sua cabina, e per favore fate dei turni di guardia, non voglio che lui commetta qualche idiozia o che a Edward venga in mente di finire il lavoro. >>
<< Pensi che potrebbe farlo? >> domandò Lucius.
Stede sospirò.
<< Non credo ma sapete anche voi come sono fatti, Izzy potrebbe anche pensare di provocarlo di proposito, è ferito e non accetta che il suo capo ci abbia tenuti qui. >>
<< Potrebbe andarsene lui >> disse Pete.
<< Magari lo farà, intanto portatelo via. >>
Così fecero e da quel momento si alternarono a fare la guardia mentre Roach entrava ogni tre ore a cambiare bende e cerotti e disinfettare le ferite, non è che ne avesse molta voglia ma erano ordini del capitano e non poteva disobbedire, Izzy dormì per tutto il giorno e la notte seguente, Barbanera non uscì praticamente dal suo alloggio e la ciurma poté respirare una giornata tranquilla senza quella tensione che di frequente aleggiava quando c'erano in giro quei tre.
<< Oh dio! >> imprecò Lucius mentre si chiudeva la porta di quella cabina alle spalle, si allontanò alla svelta e quasi non andò a sbattere contro il suo capitano che vedendolo così alterato si chiese che cosa fosse successo.
<< Lucius che ti prende? >>
<< Stede io lì dentro non ci entro più, è la seconda volta che mi lancia del cibo addosso. >>
<< E tu spostati >> disse alzando un sopracciglio.
<< Forse non hai afferrato la situazione, non si può entrare senza rischiare la vita. >>
<< Adesso stai esagerando, sono convinto che... >> camminò fino alla stanza, aprì la porta e in quell'esatto momento Izzy tirò un bicchiere verso di lui, fortunatamente Stede riuscì a chiudere la porta in tempo prima di essere colpito.
<< Bé forse è un po' irritato >> convenne.
<< Un po'!? Mi dispiace capo ma ho già rischiato la vita abbastanza volte. >>
<< Va bene, puoi andare ci penso io >> disse dandogli un'amichevole pacca sulla spalla.
Quando Stede rientrò nella stanza Izzy lo guardò nuovamente con odio e disprezzo, tentò di afferrare la prima cosa che aveva vicino a sé ma il pirata biondo fu più veloce e gli bloccò entrambe le mani sul materasso, si tenne appoggiato con un ginocchio su di esso e l'altro piede piantato a terra.
<< Adesso basta signor Hands, hai già fatto abbastanza danni. >>
Izzy rise trattenendo una smorfia per il bruciore dovuto alle ferite che aveva ancora sulle labbra.
<< Credi di farmi paura Bonnet? Tu non sei niente, sei solo una misera nullità, se non sarò io a ucciderti con queste mani ci penserà qualcun altro perché non sei degno di questa vita. >>
<< Non mi hai spaventato la prima volta e pensi di riuscirci ora? E' vero quando sono partito ero solo un idiota con un giocattolo ma adesso sono consapevole di cosa significhi essere un pirata, soprattutto essere capitano di una ciurma e proprio in funzione di questo non posso permettere che ci siano pericoli sulla mia nave. >>
<< E' la nave di Barbanera adesso stronzo >> sputò fuori con sufficienza
<< Tu vieni a parlarmi di Barbanera? Dopo che vi siete azzuffati, sei un ipocrita Izzy. >>
<< Fottiti Bonnet e lasciami andare cazzo! >> sbraitò tentando di fare forza ma era ancora troppo debole e Stede lo tenne premuto verso il basso.
<< Ti lascio se prometti che starai calmo. >>
<< Fanculo. >>
<< Bene come vuoi, se preferisci parlare da questa posizione. >>
<< Bonnet cazzo giuro che appena mi sarò ristabilito ti strapperò le viscere con le mie mani >> e di nuovo si agitò ma senza risultato, era frustrante per lui essere sottomesso e non aver la possibilità di ribellarsi verso quell'uomo che odiava, sentiva lo stomaco bruciargli e la bile risalirgli lungo la gola.
<< Perché per una volta non la smetti di lottare? >>
Izzy spostò solo lo sguardo di lato verso il muro, lo lasciò passare per un segno di indifferenza quando invece voleva nascondere i suoi occhi lucidi, Stede a quel punto credendo si fosse calmato lo lasciò lentamente spostandosi dal materasso.
<< Che cazzo vuoi? Perché sei qui? >> domandò il primo ufficiale voltandosi verso di lui.
<< Te l'ho detto voglio che su questa nave nessuno corra il rischio di farsi male, non per cause interne almeno. >>
<< Mi spiace deluderti ma Edward verrà qui a finire il lavoro ad un certo punto. >>
Stede scosse la testa incrociando le braccia.
<< Non lo farà, gli ho parlato. >>
Quella frase colpì nel profondo la dignità di Izzy, si ritrovò ad abbassare lo sguardo e a sbuffare un'amara risata.
<< Certo a te da retta, dovevo immaginarlo. Avrei preferito mi ammazzasse quel giorno. >>
<< Sei così melodrammatico a volte Izzy Hands, anche se decidesse di non ascoltarmi e ci provasse io glielo impedirei. >>
<< Tu? >> quasi rise.
<< Io e gli altri. Edward non si è calmato, ti detesta ancora e penso che vorrebbe prenderti nuovamente a pugni ma chissà per quale motivo ancora non ci ha provato, non posso assicurarti che non lo farà perché sei stato un vero stronzo e vorrei tanto essere io stesso a prenderti a pugni adesso. >>
<< Uhh l'elegante damerino che sporca le sue labbra intonse con una parolaccia, che scandalo. >>
Poi continuò.
<< Lascia pure che venga, mi farai solo un favore, o magari riesco a ucciderlo io...- >>
<< Non lo faresti mai, ad ogni modo Izzy se vuoi rimanere su questa nave le cose devono cambiare, devi lasciare che Edward viva la sua vita. >>
<< Con te? >> aveva una smorfia derisoria sul volto ma in realtà non era divertito, solo amareggiato e nascondeva con il riso quello che realmente provava.
<< Con me o con chi vuole, la devi smettere di volerlo diverso solo per appagare un tuo desiderio...- >>
<< Senti chi parla, lo stronzo che lo ha agghindato come una fottuta bambolina! >> gridò sollevandosi con il busto.
<< Edward me lo ha chiesto! E' questa la differenza tra noi due Izzy, ogni cosa che ho fatto è stata solo esclusivamente perché era lui a volerla, desiderava imparare come si comportava un aristocratico, ha voluto andare lui a quella festa e sempre lui era alla ricerca di qualcosa che lo facesse sentire bene ma tu eri troppo accecato dalla sua figura per vederlo. L'unico errore che ho commesso è stato abbandonarlo su quella spiaggia, ma io Edward lo avevo accettato dal primo giorno che ci siamo incontrati, non avevo bisogno che cambiasse. >>
Izzy con uno slancio lanciò via le coperte, si alzò di scatto muovendo qualche passo instabile ignorando il giramento di testa, gli puntò un dito contro e iniziò a urlare con rabbia.
<< Questa è una stronzata Bonnet! Lui ha iniziato a desiderare questi fronzoli solo per piacere a te! >>
<< Dio Izzy possibile che tu sia così cieco? Non aveva motivo di farlo...- >>
<< Credeva che non lo avresti neanche guardato se si fosse mostrato per ciò che era idiota! >> sbottò il primo ufficiale.
Stede era esausto, gli sembrava di lottare contro un muro invalicabile, più provavi a distruggerlo per crearti un'uscita più quello si rinforzava fortificando le sue difese.
<< Ma se da subito gli ho chiesto di insegnarmi come essere un vero pirata, non ho mai messo becco sui suoi metodi Izzy, e abbiamo fatto abbastanza abbordaggi insieme se non ricordi ed io seguivo lui, lo osservavo per imparare e anche se il suo modo di fare magari non sarebbe mai diventato il mio comunque non lo giudicavo. Sarò stato anche un idiota ma sarei stato davvero stupido a mettermi nella posizione di giudicare come Barbanera facesse il pirata! >>
Si passò una mano tra i capelli biondi in un gesto che sottolineava la sua frustrazione.
<< Edward questo non poteva saperlo >> lo accusò Izzy.
<< Certo che lo sapeva! E lo vedeva ogni giorno dal mio comportamento verso di lui, non c'è stata mai una volta in cui gli ho detto "Edward così non mi piaci" >> gli occhi gli diventarono lucidi, dovette trattenersi, strinse i pugni e le labbra poi continuò con la voce incrinata.
<< L'unica volta che...l'unica volta che gli detto la mia opinione è stata quando è arrivato Calico, ma perché sapevo che non era se stesso, nelle settimane precedenti non era mai stato così e guarda caso arriva lui e si trasforma in un'altra persona...e poi ero geloso, dannatamente geloso del rapporto che avevano quei due. >>
Izzy ignorò la parte sulla gelosia, non si sarebbe certo messo a parlare di sentimenti con Stede Bonnet.
<< Edward lo è stata quella persona Bonnet. >>
Stede si asciugò gli occhi.
<< Lo so ma non lo era più, e a dire la verità non posso sapere come sarebbero andate le cose se il Barbanera che mi ha salvato la vita fosse stato quello che era quando c'era Calico, forse non mi sarebbe piaciuto allo stesso modo o forse sì, oppure ne avremmo parlato, non lo so Izzy. L'unica cosa di cui sono certo perché Ed me lo ha detto è che si era stancato di quella vita, non gli ho messo io parole in bocca, non gli ho fatto promesse prima di quel fatidico giorno in cui gli ho spezzato il cuore. >>
<< Lasciarlo è stato il regalo migliore che tu potessi fargli >> rispose Izzy incrociando le braccia.
<< No è stato il regalo giusto per te, ma il vero Barbanera non è quello che c'è di là in questo momento. >>
<< E tu che cazzo ne sai di chi è il vero Barbanera? Ti arroghi di conoscerlo solo perché vi siete infilati l'uno nei pantaloni dell'altro per qualche settimana? Io ci sono sempre stato non tu, sono io che ho da sempre navigato con lui cazzo, sono stato al suo fianco, l'ho visto combattere, lottare, resistere sfinito fino a quando l'ultimo briciolo di muscolo non gli faceva male...- >>
<< Barbanera è quello che ti ha dato un pugno quando ci hai venduti agli inglesi, non quello che si è rotto le nocche pestandoti a sangue >> sbottò Stede.
Izzy sogghignò, dovette tenersi al comodino con una mano prima di riprendere a parlare, la testa gli doleva e girava come se ci fosse un mulinello che non perdeva mai energia, nonostante questo non poteva permettersi di perdere quella battaglia con quello che a tutti gli effetti era un suo rivale.
<< Così lo giudichi un mostro. >>
<< No Izzy, non è lui il mostro in questa storia, è stato una nostra vittima e se non te ne sei reso conto Edward sta facendo tutto questo per te, sei tu a volerlo così e poi hai il coraggio di accusare me di averlo cambiato. Sta soffrendo e noi ce ne stiamo qui a discutere su chi ha ragione mentre invece è con lui che dovremmo stare. Izzy non ti permetterò più di fargli del male, Edward da ora in avanti sarà solo ciò che vuole essere ma sarà libero da influenze, se non ti sta bene sei libero di lasciare questa nave, perché se dovessi scoprire che sotto sotto trami in maniera subdola per fargli fare ciò che dici tu giuro che dimentico quello che significa essere un gentiluomo e ti prendo a calci nel culo. Credimi solo lui potrebbe salvarti da quella fine, ma la decisione di tenerti a bordo deve essere libera e solo sua. >>
Stede si avvicinò e lo spinse sul letto.
<< Che cazzo fai!? >>
<< Stenditi devi riposare e cerca di essere un paziente più docile. >>
Stava per andarsene quando la voce di Izzy lo fermò.
<< Perché lo stai facendo? >>
Stede spostò la testa di lato e rispose.
<< Perché Edward tiene a te, non vorrebbe mai vederti andare via in questo modo e so che ne soffrirebbe e non voglio che soffra più di quanto stia già facendo. >>
Uscì chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo, Izzy abbassò le spalle che erano rimaste tese per tutto il tempo, "Edward teneva a lui" che idiozia, un'altra delle fantasie di quello che vedeva nel mondo fiabe e unicorni colorati, il suo capitano si sarebbe liberato di lui solo per una sciocca arancia, come poteva credere che lo volesse sulla nave e poi glielo aveva anche detto prima che lo portassero via che non avrebbe più voluto rivederlo, sentì qualcosa scivolare lento sulla guancia, lo toccò con le dita scoprendo essere acqua, stava piangendo, lui, Izzy Hands che piangeva, per cosa poi? Per il rifiuto di Edward, per le parole di Bonnet o per la consapevolezza che quell'idiota conoscesse il suo capitano meglio di lui.
<< Cazzo. Fanculo. >>
Imprecò.
Intanto Stede uscì sul ponte alla luce di uno splendido sole, si avvicinò a Lucius che era appoggiato alla ringhiera della nave perso in chissà quale pensiero, gli mise una mano sulla spalla e lui sussultò per lo spavento, era ancora troppo presto per rimanere tranquillo ed essere toccato mentre era così vicino all'acqua.
<< Oh dio! >> si mise una mano sul petto e si voltò.
<< Stede... >>
<< Scusami Lucius, io avrei dovuto avvisarti >> lo guardò dispiaciuto.
<< Non fa niente, devo farmi passare questa cosa >> rispose lui con la voce un po' agitata.
<< Cosa volevi? >>
<< Uh...io ero venuto per dirti che ho parlato con Izzy e sono sicuro abbia capito le mie parole, quindi se te la senti puoi continuare i tuoi turni da lui. Non voglio costringerti Lucius ma ho fatto una promessa a me stesso in primis ed è quella che vi avrei protetti ad ogni costo, per questo sono venuto a dirtelo, perché non voglio che su questa nave ci sia qualcuno che abbia paura. >>
Il ragazzo sorrise intenerito e confortato da quelle parole, quanto era diverso Stede dall'ultima volta che lo aveva visto.
<< Ti ringrazio capitano, il punto è che per noi è un po' difficile fidarci dopo quello che è successo, anche se sembriamo tranquilli abbiamo ancora paura che tutto si ripeta capisci? >>
<< Certo >> rispose Stede con un sorriso comprensivo.
<< Ma sono felice che tu abbia e stia provando a rimettere in ordine le cose su questa nave e darci un posto sicuro in cui stare. Penserò a quello che mi hai detto...su Izzy. >>
Stede annuì.
<< Però non posso prometterti che non ti riempirà di parolacce. >>
Lucius rise.
<< Sarebbe stato troppo anche per te, ti avremmo dovuto eleggere santo della nave in quel caso. >>
E risero insieme condividendo quel piccolo scorcio di serenità, erano ancora tante le cose da fare sulla Revenge, molti i cuori da sistemare ma quello era un inizio, le cose migliori a volte cominciano proprio facendo il primo passo che se pur piccolo rappresenta una via e Stede era certo che quella fosse la strada giusta per rimettere in ordine quello che aveva incasinato con la sua fuga e non si sarebbe arreso questa volta, non importava quanto le cose sarebbero diventate difficili, lui era lì e quel posto era casa sua.

















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Capitolo 5
*** Il capitano affonda con la nave ***


Il capitano affonda con la nave


Barbanera si decise ad uscire dalla sua cabina solo dopo alcuni giorni in cui ci si era auto segregato, mangiava lì dentro ma non parlava con nessuno né dava ordini, solo Stede si ostinava a fargli compagnia nonostante lui gli avesse ribadito più volte che voleva rimanere da solo, ma lui cocciuto com'era per almeno un paio d'ore rimaneva seduto in silenzio e poi sì lo lasciava solo ma non prima di averlo riempito con la sua presenza, cosparso la stanza con il suo profumo, Edward poteva sentirlo anche quando lui non c'era, quindi forse da solo non c'era mai stato.
Si ritrovò per caso a passare di fianco alla cabina di Izzy trovandovi Ivan e Fang ai lati della porta, i due si irrigidirono vedendolo arrivare ma Barbanera non ne capì subito il motivo attribuendo quel comportamento a una sorta di timore che avevano sviluppato da quando era tornato sulla nave.
<< Ivan, Fang perché non siete fuori? Cosa ci fate qui impalati? >>
<< Stede ci ha detto di rimanere qui >> disse Ivan
Edward sollevò un sopracciglio.
<< Da quando prendete ordini da Bonnet? >>
<< Bé non era proprio un ordine...diciamo che ce lo ha chiesto gentilmente >> rispose Fang
Cominciò a innervosirsi, detestava non capire le cose, strinse i pugni e guardò fisso i due a cui salì un brivido lungo la schiena, il loro capitano sapeva davvero far paura quando ci si metteva, forse avevano sbagliato ad accettare quell'incarico ma in loro difesa c'è da dire che non sapevano più cosa fosse giusto o sbagliato fare su quella nave.
<< Per quale cazzo di motivo vi ha detto di rimanere qui? >>
<< Dobbiamo assicurarci che lui non esca e nessuno entri, gli unici autorizzati sono Stede, Roach e Lucius che gli porta il cibo. >>
Quella situazione si stava facendo sempre più confusa.
<< Ste...voglio dire Bonnet entra qui dentro? >> domandò con uno strano timore nel petto.
<< A volte ma non rimane molto. >>
<< E ora è lì? >>
<< No capo. >>
<< Fatemi entrare >> ordinò.
I due deglutirono guardandosi per qualche istante.
<< Non possiamo capo. >>
<< Cosa? >>
<< Stede ha detto che vuole parlare con te prima, deve spiegarti alcune cose >> disse Fang con agitazione.
Sentì la rabbia arrampicarsi lungo tutto il suo corpo, non poteva sopportare che i suoi uomini si fossero messi contro di lui obbedendo agli ordini di un altro, in particolar modo se quest'altro era Stede Bonnet, anche quello gli aveva tolto? E poi cos'altro voleva, si era preso tutto e l'unica cosa che gli era rimasta era la fedeltà del suo equipaggio ma sembrava non possedere nemmeno più quella.
Spinse Fang contro la parete di legno poi si diresse a passo spedito, con i pugni chiusi all'esterno, non appena vide chi cercava si avvicinò strattonandolo per un braccio e facendolo malamente voltare, l'altro si spaventò a morte non aspettandosi quella pseudo aggressione.
<< Edward! Sei tu... >>
<< Sì sono io stronzo! >> lo prese per la maglia sollevandolo appena e tirandolo verso di sé.
<< Ma che ti prende? >>
<< Perché Izzy è ancora qui e perché cazzo dai ordini ai miei uomini si può sapere? E poi cos'è questa storia che nessuno può entrare, ti sei dimenticato forse che è il mio primo ufficiale e che tu non hai diritti su di lui!? Ah adesso ho capito...tu avevi paura che lo ammazzassi. >>
<< No... >> pigolò Stede.
<< Allora cosa, parla!!! >>
<< Prima lasciami andare. >>
<< Edward mi stai facendo male. >>
A quel punto lo lasciò non smettendo di guardarlo con rabbia ma anche con una diversa emozione sul volto.
<< Izzy aveva bisogno di cure, non potevamo lasciarlo andare così, adesso va meglio ma non volevo voi due vi confrontaste con lui messo in quelle condizioni. >>
<< A me non frega un cazzo di Izzy, doveva andarsene e sarebbero stati solo fatti suoi se fosse morto in un angolo di qualche fottutissima strada, e poi io non voglio parlare con lui, non ho più niente da dirgli, se dovessi trovarmelo davanti lo ammazzerei. Quindi Bonnet se la tua coscienza brucia tanto e non vuoi spargimenti di sangue fallo sparire dalla mia vista. >>
Stede sospirò, era consapevole che non sarebbe stato facile convincere quei due ad avere una conversazione prima di decidere che cosa fosse meglio fare, soprattutto immaginava che Edward fosse ancora molto arrabbiato e quando era così in preda alle emozioni era difficile puntare al suo cuore e fargli comprendere il suo punto di vista.
Era convinto che se avessero lasciato andare via Izzy così senza alcun confronto Ed se ne sarebbe pentito più avanti e questa ennesima ferita lo avrebbe portato a sentirsi ancora più male, o peggio si sarebbe sentito in colpa, Stede desiderava solo stesse bene e non dovesse lottare in futuro con i sensi di colpa.
Non ebbe però il tempo di parlare che venne preceduto, gli occhi scuri che aveva davanti si accesero di una nuova fiamma che non aveva mai visto e la sua voce lo investì in una maniera tutta nuova, si ritrovò spiazzato e confuso.
<< Dimmi anche un'altra cosa Bonnet tu cosa ci andavi a fare in camera sua? Siete diventati forse amici? E' lui che ti piace adesso, è lui che vuoi? >>
<< No Ed...dio ti stai sbagliando noi non siamo amici, sono andato da lui perché volevo capisse che le cose su questa nave non potevano continuare così. Gli ho detto che se voleva restare e tu fossi stato d'accordo il suo atteggiamento doveva cambiare, soprattutto nei tuoi confronti. >>
<< Cosa c'entro io adesso? >> domandò sentendo la rabbia scivolare via ad ogni parola.
<< Ci ho tenuto a dirgli che deve smetterla di cercare di cambiarti, se non accetta quello che sei o che vuoi può benissimo andarsene e lasciarti in pace, non posso più accettare che faccia lo stronzo e ti provochi perché non rispetti quelli che sono i suoi standard. Lo sai bene anche tu il motivo per cui avete litigato, lui vuole solo che tu sia distruttivo ma il punto è che sei solo tu quello che deve decidere chi essere, Izzy e nemmeno io possiamo obbligarti a scegliere qualcosa che non vuoi. >>
Edward rimase per un tempo indefinito in silenzio e poi disse.
<< Perché allora non lasci che lo uccida? >>
<< Perché non ce n'è bisogno Edward, non sta minacciando la tua vita e una soluzione c'è comunque se non lo vuoi più qui, può andarsene, puoi cacciarlo...- >>
<< In quel caso si vendicherebbe >> e in quella frase Stede lesse tutta la paura che teneva nascosta in lui, il timore che succedesse di nuovo quel casino con gli inglesi, in più e questo non poteva saperlo, Barbanera temeva che Izzy si vendicasse uccidendo proprio il pirata biondo che tanto detestava, solo per fare un dispetto a lui.
<< Abbiamo già subito una sua vendetta >> disse Stede.
<< Questa volta potrebbe essere peggiore >> rispose infatti Edward guardandolo con una luce diversa negli occhi, come se volesse farsi leggere dentro, quello sguardo era un "ho paura di perderti e non lo sopporterei un'altra volta."
<< Edward...non possiamo passare la vita ad avere paura, abbiamo la minaccia degli inglesi su di noi e in un qualsiasi scontro potrebbe accadere il peggio ma tu e Izzy eravate legati un tempo, altrimenti non avresti scelto lui come tuo primo ufficiale e in più non lo avresti nemmeno tenuto con te dopo il suo tradimento, questo mi fa pensare che tu ci tenga a lui e non voglio che lo cacci essendo così arrabbiato. >>
<< Che differenza fa questa volta con quella in cui ti ha sfidato a duello? >>
Stede alzò appena le spalle e sospirò.
<< Bé intanto quella volta non ve l'eravate date di santa ragione, e poi tu hai cercato di dirgli di non farlo ma lui ha preso la sua decisione e tu l'hai semplicemente rispettata, in un certo senso eri in pace con lui mentre adesso sei infuriato e forse una parte di te non vuole che se ne vada davvero, non prima di avergli parlato. >>
<< Lo avrei odiato se ti avesse ucciso. >>
Quella frase uscì con talmente tanta naturalezza da colpire entrambi, Edward si malediva ogni volta in cui gli scappava qualcosa che lo rendeva debole, fragile e incline a perdonarlo agli occhi di Stede, questa avrebbe potuto facilmente giustificarla come una spiegazione rispetto al passato ma dentro di sé sapeva bene che era valida anche adesso nonostante continuasse a fingere di odiarlo.
<< Ma non è successo >> rispose Stede con un formicolio nella voce, sentirlo così protettivo nei suoi confronti gli scaldava l'anima ma lo faceva sentire anche così in debito nei suoi confronti che ogni cosa che faceva non gli sembrava mai abbastanza.
<< E' vero lui si è comportato male, ha fatto qualcosa che non doveva fare ma il punto è che prima di cacciarlo dovresti dirgli quello che vuoi da lui e dargli una possibilità. >>
<< Gliel'ho già data >> rispose stringendo i pugni.
<< Andiamo Edward lo hai fatto quando io non c'ero e sai che sono proprio io il problema, lo so che tu credi me ne andrò ma Izzy non la pensa come te e non tollera la mia presenza, quindi quello che dovresti fargli capire è proprio questo, il fatto che tu ora non vuoi mandarmi via sempre se non hai cambiato idea su questo >> l'ultima frase la disse con la voce che sembrava più un pigolio, Edward non lo rassicurò su quel punto, rimase in silenzio ma quella tortura che aveva riservato a Stede finì per fare male anche a lui non sopportando di vedere quel viso macchiato di preoccupazione e paura, per questo abbassò lo sguardo e lo puntò altrove.
<< Ti fidi di lui? >> domandò Barbanera.
<< No ma mi fido di te, e se tu riterrai opportuno tenerlo a bordo a me andrà bene. >>
<< Anche io sbaglio a giudicare le persone Bonnet >> quella era una frecciatina che Stede accolse con dolore ma dignità sapendo di meritarsela.
<< Almeno saprò di aver fatto il possibile per rimettere in ordine le cose, vorrei che su questa nave tornasse la serenità e lo so forse è un'impresa impossibile ma voglio provarci, te l'ho detto per me il problema non è se se ne andrà ma come ci rimarrai tu Ed...il senso di colpa ti divora giorno dopo giorno e io ne so qualcosa, mi vedi sorridente con gli altri e con te ma credimi ogni notte sogno quello che ho fatto e di giorno passo dei momenti in cui mi odio per il modo in cui mi sono comportato, ho infranto tanti cuori e ne porto il peso ogni secondo. >>
<< Non voglio dirti quello che devi fare ma solo darti un semplice consiglio prima di agire, anche lui è ferito e ha fatto certe cose forse proprio per questo,  non me lo ha detto lui ovviamente ma si vede dai comportamenti e dal modo in cui ti guarda. Ho imparato ad osservare ed ascoltare, e i suoi occhi urlano questo, ha bisogno di te ma teme che qualcuno ti porti via da lui. >>
Edward spostò nuovamente lo sguardo sentendosi a disagio sotto tutte quelle riflessioni, forse perché una parte di lui sapeva fossero vere, il suo rapporto con Izzy era sempre stato particolare fin dall'inizio, si erano ritrovati a combattere l'uno contro l'altro essendo parte di due diverse ciurme, poi lui probabilmente aveva riconosciuto la sua forza e si era alleato con loro iniziando a servirlo come umile marinaio fino a che un giorno la loro collaborazione si era trasformata in amicizia.
Fino a quando chissà come quella lealtà e affetto che gli aveva dimostrato da subito si erano trasformati in totale devozione, Edward lo aveva promosso primo ufficiale e lì le cose avevano cominciato a scivolargli lentamente di mano senza che lui se ne rendesse totalmente conto, Izzy aveva eretto un muro chiudendo i sentimenti in un bozzolo di dedizione ed erano finite le confidenze e le serate a parlare, non che si aprissero più di tanto ma quei momenti rappresentavano per Edward una via di fuga da quella vita che lo costringeva ad essere qualcuno che non era sicuro voler diventare, mentre Izzy sicuro che quello che avevano era ciò che volesse lo pressava con i doveri, per lui esistevano solo quelli negandogli quella parte di umanità che lui aveva sempre desiderato.
La verità era che gli mancava e gli era sempre mancato il suo amico, sentiva la mancanza di ciò che erano prima di essere Barbanera e il suo primo ufficiale in comando, sbuffò aria dal naso poi sospirò pesantemente puntando di nuovo lo sguardo su Stede.
<< D'accordo Bonnet ma non metterti strane idee in testa e soprattutto non illuderti di poter farmi fare ciò che vuoi. >>
<< Non lo penserei ma...- >>
<< Sta zitto! >> lo spinse << D'ora in avanti voglio che le cose me le dica e pretendo di sapere tutto quello che ti passa per quella testa capito? Soprattutto se riguarda me. >>
<< Certo >> rispose con un fil di voce, lo guardò allontanarsi leggermente ferito dall'ultimo sfogo ma con lui era così per ora, i momenti di calma non duravano troppo a lungo soprattutto perché Edward odiava pensare che Stede prendesse decisioni al suo posto o che gli desse ordini, anche se dentro sapeva che non era così, che Stede gli avrebbe sempre lasciato la libertà di scegliere però non voleva lasciargli nessuna finestra aperta che gli facesse credere che tra loro le cose potessero sistemarsi.
Era comunque felice perché almeno lo aveva ascoltato, era stato lì a sentire i suoi consigli, ci aveva ponderato su e alla fine aveva deciso che poteva seguirli, avrebbe volentieri sopportato altri mille sfoghi di rabbia se le cose sarebbero continuate ad andare così, con loro due che parlavano e discutevano di un argomento dicendo quello che pensavano senza sfiorare il vero e proprio litigio, significava che Edward gli stava lasciando spazio, certo poi se lo riprendeva in un lampo ma ciò che contava era che quella piccola apertura gliela concedeva.
Intanto Lucius e Pete stavano sfumando le ultime note di passione in soffici e caldi baci, Pete gli accarezzò il viso ma nel sorriso dell'uomo che amava vide un'ombra di preoccupazione, effettivamente erano giorni che lo vedeva distratto e sconcentrato, inizialmente aveva pensato a qualche indisposizione ma aveva accantonato presto il pensiero perché tutte le volte che si trovavano Lucius dava il meglio di sé brillando di quell'energia che lo aveva colpito e catturato la prima volta.
<< Ehi tesoro va tutto bene? >>
<< Sì perché? >> rispose Lucius abbassando lo sguardo e posando la testa sulla spalla dell'altro uomo, in un gesto che poteva sembrare affettuoso ma in quel caso serviva solo a nascondere la verità che probabilmente i suoi occhi stavano urlando.
<< Ti vedo strano... >>
<< No è che...niente va tutto bene >> sospirò pesantemente.
<< Amore sai che non puoi nascondermi niente vero? Te lo leggo in faccia che qualcosa ti turba, e anche se vuoi nascondere il viso lo capisco lo stesso. So che il capitano Bonnet ci ha tartassati con quella storia di parlarne insieme ma credo che in questo caso possa farti bene. >>
<< Pete è stupido e io non voglio sembrarti stupido e nemmeno un traditore >> ribatté Lucius.
<< In che senso traditore? Lo sai che non ci sono problemi se...- >>
<< Non in quel senso, ma... >> sospirò di nuovo << sono preoccupato per qualcuno. >>
<< Oh >> rispose Pete << e questo ti rende un traditore? >>
<< No, cioè sì perché sono in pensiero per la persona sbagliata >> confessò piegando poi la testa verso il basso.
Pete gli accarezzo i capelli dolcemente.
<< Scommettiamo che indovino chi è >> disse facendo un sorrisetto e spostandogli il ciuffo dagli occhi, Lucius a quel punto era curioso e alzò finalmente la testa puntando i suoi occhi languidi su di lui, non era sicuro di voler accettare quella sfida ma se non tirava fuori quel macigno che aveva dentro sentiva che sarebbe davvero morto.
<< Vai >> rispose con la voce leggermente incrinata.
<< Izzy >> disse l'uomo con tanta serenità da far male al povero cuore del giovane dai capelli castani, intenerì lo sguardo e dai suoi occhi si poteva leggere tanto di quell'amore che sarebbe stato un miracolo se non gli fosse sgorgato dagli occhi.
<< E non sei arrabbiato? >> domandò con la voce sottile.
Pete rise.
<< Perché dovrei esserlo? >>
<< Perché Izzy è uno stronzo e...- >>
<< Anche Barbanera lo è o lo è stato ma questo non ci impedisce di essere preoccupati per lui >> rispose Pete con saggezza, e Lucius lo amò ancora di più, pensava ci fosse un limite all'amore che si può provare per una persona a quanto pareva si sbagliava.
<< Ma Barbanera è stato buono con noi almeno all'inizio, Izzy invece si è sempre comportato male per questo non capisco quello che provo...- >>
<< Sei una brava persona Lucius e ti preoccupi per gli altri anche quando non se lo meritano, questo ti rende speciale e mi lasci senza fiato e parole. >>
Lucius sorrise intenerito e lo baciò con gratitudine più volte.
<< Allora cosa esattamente ti rende nervoso? >>
<< Quando lo abbiamo portato in cucina Franchie ha detto qualcosa che mi ha lasciato molto colpito, e da allora mi sono messo a pensare... >>
<< Che cosa ha detto? >> domando Pete accarezzandogli i capelli.
<< Nessuno avrebbe sentito la sua mancanza se Edward lo avesse ucciso e...Pete è la verità, mi sono chiesto come si sarebbe potuto sentire lui se fosse stato cacciato da questa nave dall'uomo che venera, dopo che si sono scazzottati e senza che nessuno si batta per tenerlo qui. Mi è sembrato terribile... >> disse guardando un punto imprecisato davanti a sé.
<< Lo è piccolo. >>
<< Pete non devi darmi ragione se non la pensi come me. >>
<< Non lo faccio...Tesoro penso che quello che hai detto sia la verità, saremmo tutti felici senza Izzy Hands tra i piedi, ma non ho mai pensato a come potesse prenderla lui. Se devo parlare razionalmente credo finirebbe per odiarci ancora di più, l'unico che gli dispiacerebbe non rivedere sarebbe Barbanera ma potrebbe anche lasciarsi accecare così tanto dall'odio che alla fine detesterebbe anche lui. >>
<< Poi è già stato cacciato >> ragionò Pete.
<< Sì ma non aveva litigato così con Edward. >>
Lucius si leccò le labbra mentre il suo cervello lavorava generando pensieri che venivano tramutati in emozioni sulle quali sembrava non avere più il controllo, era sempre stato in un certo senso attratto da Izzy ma da qui a preoccuparsi per lui ce ne passava di acqua sotto i ponti invece ora lo vedeva solo come una persona che provava un'enorme sofferenza che però si rifiutava di accettarla.
<< Quello che voglio dire è che non mi va proprio l'idea che Edward finisca il lavoro o che Izzy lasci la nave con tutti noi che lo detestiamo...- >>
<< Dovrebbe impegnarsi anche lui però se vuole essere apprezzato da noi >> disse Pete.
<< Ma lui non lo sa Pete, probabilmente nella sua vita ha dovuto farsi strada lottando con le unghie e con i denti, non ha mai incontrato qualcuno che tirasse fuori la sua umanità. >>
<< Sempre se ne ha mai avuta una. >>
<< Pete! >> lo rimproverò dandogli una lieve pacca sul ginocchio.
<< Scusa amore ma cosa sappiamo realmente di Izzy Hands? >>
Lucius scosse la testa << niente, non sappiamo niente. >>
Due ore dopo quella conversazione Lucius si aggirava per i corridoi della nave quando degli strani suoni lo fecero allarmare, sembrava come se stessero strappando le viscere a qualcuno e per qualche momento rimase in ascolto indeciso se cercare aiuto o meno, poi capì che quel suono proveniva dalla sala da bagno, si avvicinò lentamente pregando di non trovare un intruso che stava brutalmente assassinando uno dei suoi amici.
La porta era socchiusa, ci appoggiò delicatamente le dita sopra e la spinse con delicatezza giusto quel poco da permettergli di vedere all'interno e con sua grande sorpresa trovò Izzy di spalle, chinato sulle ginocchia che stava dando di stomaco nel buco che solitamente usavano per i bisogni.
Dare di stomaco era un eufemismo, dai suoni gutturali che produceva sembrava che stesse buttando fuori le sue stesse interiora senza però riuscirci, in alcuni attimi gli prendeva una tosse convulsa che scuoteva tutto il suo esile corpo e poi riprendeva a buttare fuori.
In uno dei momenti di calma Lucius si avvicinò, la sua saggezza gli suggeriva di lasciare perdere ma l'umanità che anche dopo essere stato buttato in mare non aveva lasciato andare era contraria ad abbandonare un uomo in quelle condizioni, anche se quell'uomo era Izzy Hands.
<< Izzy >> lo chiamò a bassa voce, quello sussultò probabilmente vergognandosi di essere stato scoperto in un momento di debolezza.
<< Vattene! >> gli urlò.
<< Mi era sembrato che avessi bisogno di...- >>
<< Va via cazzo! Vattene! >> e gesticolava con un braccio senza mai guardarlo, la voce era roca probabilmente resa così da tutto l'acido che aveva buttato fuori.
<< Vattene! >> urlò ma poi riprese a tossire e rimettere, Lucius a quel punto si chinò vicino a lui tenendogli la testa con le mani, era sudato, il viso rosso e le lacrime agli occhi, il suo corpo voleva reagire liberandosi di quell'intruso ma non ce la faceva, e anche se stava buttando fuori l'anima odiò sentirsi così esposto e di star permettendo a quello stupido ragazzino di vederlo in quelle condizioni.
A poco a poco quei violenti spasmi cessarono lasciandolo vuoto e scosso dai brividi, Lucius tirò fuori un fazzoletto dalla tasca e glielo porse, inizialmente l'uomo lo ignorò ma l'altro insistette quindi lo prese, si pulì la bocca e lo lanciò via.
Quando finalmente riuscì ad alzarsi in piedi i muscoli delle gambe tremavano e dovette fare uno sforzo per non finire a terra, questo almeno all'inizio perché dopo qualche passo la debolezza prese il sopravvento e lui finì tra le braccia di Lucius che lo accolse e andò giù con lui tenendolo tra le sue gambe, con la schiena del più grande premuta sul petto del giovane.
<< Izzy >> lo chiamò gentilmente per capire se avesse perso i sensi o si stesse solo riposando, o almeno voleva gli dicesse qualcosa, qualsiasi segno andava bene.
<< Lasciami >> pregò l'altro facendo spezzare il cuore del ragazzo, Izzy a quel punto abbandonò la testa in avanti e non rispose più, Lucius gli mise una mano sulla fronte spingendogli la nuca all'indietro fino a farla appoggiare sulla sua spalla, non aveva un altro fazzoletto e allora tentò di asciugare il sudore che lo bagnava con una mano mentre con l'altra lo teneva stretto dalla vita in un segno di conforto e presenza.
Nel sonno si agitava, diceva frasi sconnesse e piangeva, le lacrime furono le prime a sgorgare da quegli occhi che sembrava non ne conoscessero l'esistenza, Lucius rimase sconvolto e scosso da quanto quell'uomo solitamente pronto a urlare e combattere sembrasse fragile e inerme tra le sue braccia, avrebbe potuto ucciderlo facilmente e passare da eroe con la maggior parte della ciurma mentre invece quello che voleva era solo togliergli tutto quel dolore, gli passò più volte una mano tra i capelli gesto che in alcuni momenti sembrava calmarlo e farlo smettere di agitarsi.
<< Ci sono io con te ora >> sussurrò senza nemmeno essere sicuro che potesse sentirlo, Izzy piegò il collo di lato e appoggiò la testa sul mento di Lucius, erano in una posizione in cui se l'uomo avesse aperto gli occhi in quel momento avrebbe dato di matto ma al giovane non importava, chiuse gli occhi tentando di rilassare i suoi nervi e trasmettere calore corporeo anche a Izzy che ancora tremava.
Fortunatamente erano caduti attaccati alla porta così il ragazzo facendo forza con il suo corpo poteva impedire a chiunque di entrare, ogni volta che sentiva spingere diceva << è occupato >> e chiunque fosse se ne andava senza disturbare il riposo del primo ufficiale.
Passò un'altra ora prima che il sonno cedesse il posto alla veglia, aprì gli occhi tentando di mettere a fuoco il luogo in cui si trovava, la testa sembrava stesse per scoppiargli, aveva la bocca secca e un sapore amaro che gli patinava le gengive e la lingua, si sentiva vuoto e spento poi si ricordò quello che era successo, sentì una sensazione strana dietro di lui, morbida che emanava calore, all'improvviso capì, il ragazzo.
<< Ehi sei sveglio. >>
La sua voce, quella voce delicata la percepì come se gli avesse urlato nelle orecchie spaccandogli i timpani, non si voltò nemmeno tirandosi su come meglio poteva, anche Lucius si alzò guardandolo con quella stupida aria preoccupata.
<< Fa piano...sei ancora debole. >>
Il primo ufficiale alzò il braccio puntando l'indice contro di lui << tu...devi >> ma le gambe cedettero di nuovo e Lucius senza esitazione gli impedì di cadere, a quel punto Izzy tacque mentre il ragazzo gli avvolse un braccio intorno alle spalle.
<< Ti accompagno in camera. >>
Durante il tragitto incrociarono Edward trovandoselo proprio di fronte, il giovane si fermò di colpo deglutendo, Izzy sbiancò e abbassò lo sguardo perché non aveva né la forza né il coraggio di sostenere l'odio e il disprezzo che avrebbe sicuramente visto negli occhi del suo capitano, d'istinto tremò e il suo corpo si premette maggiormente a quello del ragazzo.
<< Edward ti prego non ora, sta male >> disse Lucius lasciando la presa dalle spalle del primo ufficiale e mettendosi davanti a lui, gli stava facendo scudo con il suo corpo, aveva una paura terribile, in pratica se la stava facendo sotto ma non voleva che lo toccasse, sentiva una sorta di protezione nei suoi confronti, sapeva che Barbanera se avesse voluto avrebbe potuto fare fuori entrambi ma sperava di poter toccare sulla sua clemenza e sul fatto che Izzy fosse uno straccio e non si sarebbe potuto difendere.
<< Siete amici adesso? >> domandò Edward facendo cenno con la testa verso Izzy.
<< Tutti hanno bisogno di qualcuno >> sussurrò Lucius mentre tutto il suo corpo tremava.
<< Levatevi dai piedi coraggio >> disse il capo dei pirati e il giovane tirò un sospiro di sollievo, solo mentalmente.
I due passarono ma quando Izzy  fu vicino a Edward venne spinto contro il muro, Lucius si voltò di scatto portandosi le mani alla bocca e squittendo un << no! >>
<< Ricordati che noi due dobbiamo parlare >> ringhiò il capitano vicinissimo alle labbra del primo ufficiale che però non sollevò mai lo sguardo, era già certo che non sarebbe sopravvissuto a quella conversazione anche perché pensava non sarebbe stata composta di parole.
<< Sì capo >> rispose con una voce che non sembrava la sua.
Izzy si risentì male subito dopo essere arrivati in cabina, Lucius lo accompagnò in bagno rimanendo con lui per poi seguirlo fino al letto, non avevano parlato, ognuno era rimasto nella sua sfera personale, uno sentendosi un fallito a doversi far trattare come un infermo ma era certo che Spriggs non se ne sarebbe mai andato e non aveva le forze per lottare, doveva riprendersi prima di decidere cosa fare veramente e l'altro viveva un tumulto interiore sapendo che la cosa migliore era stare zitto ma una parte di sé desiderava estremamente prendersi cura di lui in ogni modo.
<< Ti aiuto a spogliarti? >>
<< Fottiti Spriggs >> se non poteva ucciderlo si sarebbe accontentato di insultarlo.
Lucius alzò gli occhi al cielo.
<< Non in quel senso, ma penso che staresti meglio con qualcosa di più comodo. >>
<< Faccio da solo e girati. >>
Il ragazzo obbedì sospirando e sperando di non sentire un tonfo sul pavimento.
<< Ti prego di fare presto, non mi piace avere qualcuno alle spalle. >>
Izzy ghignò mentre si sfilava i pantaloni << pensavo ci fossi abituato >> poi si mise seduto sul letto infilandosi sotto il lenzuolo, Lucius sbuffò contrariato.
<< Pessima battuta anche per te, ma se proprio ti interessa quella è una situazione diversa e se devo dirla tutta solitamente io...- >> spiegò sentendo la bocca dello stomaco formicolare ma venne bruscamente interrotto da un gemito di fastidio.
<< Spriggs tieniti certe cose per te cazzo e fammi il favore di levarti dai piedi adesso. >>
Finalmente Lucius poté girarsi e il suo cuore sussultò quando vide una parte del petto di Izzy scoperta, deglutì quella sensazione evitando qualunque tipo di sguardo anche se era difficile smettere di guardare quella carne che sembrava chiamarlo, scosse la testa per allontanare quel pensiero.
<< Vuoi un tè o dell'acqua? >>
<< Io non bevo il tè cazzo. >>
<< Vada per l'acqua >> rispose Lucius dileguandosi in cucina dove incontrò Buttons che sembrava avere un'aria assorta e confusa, molto più del solito.
<< Buttons? Tutto ok? >>
<< Mhhh >> si girò quello << cavalloni neri all'orizzonte >> rispose.
<< Sta arrivando una tempesta? >>
<< Non di quelle a cui siamo abituati >> rispose poi se ne andò lasciando il ragazzo a chiedersi che cosa fosse successo, poi si riscosse decidendo che a quello poteva pensare dopo o mai, prese l'acqua dalla brocca versandola in un bicchiere e la portò a Izzy.
<< Bevi, ti farà bene dopo tutto quel...tutta quella roba. >>
<< Non ho bisogno di una fottuta balia io >> rispose acido.
<< Riesci ad infuriarti anche quando stai male >> disse con un mezzo sorrisetto Lucius.
<< Io non sto male e ora vattene. >>
A quel punto qualcosa scattò dentro il giovane pirata, << certo come no stai bene >> esclamò stizzito poggiando con troppa forza il bicchiere sul comodino, un po' di liquido finì fuori.
<< Allora non eri tu quello che poco fa ha scaravoltato il mondo in mare e che poi si è accasciato tra le me braccia? Non eri tu quello che non è riuscito nemmeno a guardare negli occhi il suo capitano e difendersi, Izzy ascolta adesso puoi darla a bere a chiunque ma non a me, quindi evita di raccontarmi balle perché francamente non credo a una parola. >>
Uscì senza aspettare risposta chiudendosi la porta alle spalle, aveva il cuore in tumulto, gli occhi lucidi e la bocca secca, era cambiato qualcosa in lui, si precipitò da Stede trovandolo in fretta, sentiva che se non avesse parlato subito sarebbe probabilmente esploso.
<< Stede grazie al cielo sei qui, non permettere a Barbanera di fargli del male >> disse tutto d'un fiato.
<< A cosa ti riferisci? >>
<< Izzy...prima abbiamo incontrato Edward e lui ha detto che dovevano parlare, ma è stato molto minaccioso. >>
Stede tuttavia sembrava tranquillo e Lucius si chiese come facesse a rimanere così calmo, lui sentiva di avere della povere da sparo accesa al posto del cuore.
<< Edward vuole davvero solo parlare, non gli farà niente. >>
<< Com'è possibile ? >> domandò il giovane non sentendosi ancora tranquillo.
<< Ho parlato con lui e ha capito il mio punto di vista, non so cosa e come parleranno ma sono certo non lo ucciderà né lo picchierà. >>
Lucius si leccò le labbra poi deglutì.
<< Lo manderà via? >>
<< Questo non lo so Lucius. >>
<< Non lasciare che lo faccia... >>
<< Mi spiace deluderti ma non ho alcun controllo sulle decisioni di Edward, come sai non abbiamo un bel rapporto, già è tanto se mi ha dato retta, non posso andare lì e imporgli qualcosa che non vuole, si arrabbierebbe e comunque credimi non mi ascolterebbe nemmeno. >>
<< Ma ci deve essere qualcosa che puoi fare... >>
Stede arricciò le sopracciglia << perché ci tieni tanto? >>
<< Non lo so nemmeno io a dire il vero, ma non voglio che se ne vada e tu devi fare qualcosa...- >>
<< Vedrò cosa riesco a combinare ma non posso prometterti niente, quindi non illuderti. >>
<< Va bene, grazie capitano. >>
Stede gli diede una pacca sulla spalla poi si allontanò.
Izzy iniziava a sentirsi meglio fisicamente ma non mentalmente, era devastato, non dormiva, mangiava poco e non voleva uscire dalla sua cabina per il terrore di incontrare Edward, non che avesse paura di morire per mano sua anzi quello sarebbe stato un onore, il problema era che temeva gli vomitasse addosso tutto il suo disprezzo prima di finirlo e quello non lo avrebbe sopportato.
Avrebbe dovuto accettare molto prima di essere diventato niente per il suo capitano, ma la sua natura cocciuta aveva rifiutato di guardare in faccia la realtà e adesso si ritrovava a stare male, a sentirsi ferito e rifiutato lui che con i sentimenti non ci aveva mai voluto avere niente a che fare.
Credeva che la semplice devozione bastasse e che sarebbe bastata anche a lui, pensava di piacergli in qualche modo e che la sua presenza fosse indispensabile, invece a Barbanera gli erano bastate due tende di cashmere e un sapone alla lavanda per dimenticarsi del loro passato e gettare anni di vita fianco a fianco e fu proprio l'uomo che lo aveva spezzato in due ad aprire la porta rivelandosi in tutta la sua imponenza.
La barba stava incominciando a rincrescergli ma sugli occhi portava sempre quel velo nero che doveva servire per farlo sembrare più minaccioso, ma in realtà Izzy lo aveva capito che era solo il frutto del suo cuore spezzato, gli serviva da appiglio per non cedere perché senza quella maschera allo specchio avrebbe visto solo Edward e non poteva permettersi di fare di nuovo quegli errori che aveva commesso quando credeva di poter avere una vita diversa.
Izzy rimase immobile, anche il tempo sembrava essersi fermato bloccando anche quel granello di polvere che stava volando nell'aria, quella era la sua fine pensò il primo ufficiale ma non aveva paura, sentiva solo il cuore infliggergli stilettate di dolore acuto e si odiava, si odiava perché era debole e la sua debolezza lo aveva allontanato da Barbanera.
<< Alzati >> ordinò, ma aveva un tono diverso da quando gli aveva detto la stessa cosa durante la lotta.
Izzy come quella volta obbedì, rimanendo in piedi, aspettando che mettesse fine alle sue sofferenze.
<< Avvicinati Izzy. >>
L'uomo deglutì costringendo tutti i suoi muscoli a non tremare, in pochi passi era davanti a lui ma i suoi dannati occhi non riuscivano a sollevarsi facendolo sentire un vile codardo.
<< Guardami primo ufficiale Hands >> bastò quello a farlo crollare, le sue difese si sgretolarono in mille pezzi e non ebbe più la forza di controllare niente, nemmeno di trattenere il tremore alle gambe che minacciava di farlo finire a terra, Edward era bravo, lo era sempre stato in quello, sapeva colpire esattamente il tuo punto debole, quello che ti avrebbe spezzato e la sua migliore capacità era farlo quando eri al limite e bastava quel poco per farti cedere.
Gli aveva rivolto le stesse parole di quando lo aveva incaricato di quel ruolo, era stato un giorno pessimo, coinvolti in una battaglia estenuante contro una ciurma che era forte tanto quanto la loro, Izzy correva avanti e indietro sparando quando poteva e sguainando la spada, in più tentava di tenere al sicuro il tesoro che avevano scoperto ma improvvisamente vide un uomo alle spalle di Barbanera, si precipitò lì e lo uccise ma non si sentiva comunque all'altezza, avevano dovuto rinunciare al tesoro e malgrado avessero vinto ritirarsi sulla loro nave feriti e con l'umore a terra.
Lui poi aveva voglia di legarsi un'ancora ai piedi e buttarsi in mare, si sentiva un vigliacco, doveva trovare un modo di salvare entrambi invece era stato solo un debole, ma Barbanera evidentemente non la pensava così, si era avvicinato e lui come in quel momento che stava vivendo non aveva avuto il coraggio di alzare lo sguardo, "guardami primo ufficiale Hands" disse e Izzy pensando si fosse sbagliato alzò di scatto lo sguardo, Edward gli sorrise, un sorriso di quelli che mozzano il fiato e poi "congratulazioni, te lo sei meritato" e poi andò via lasciandolo con più domande che risposte ma quella stessa notte avevano festeggiato, stappando un numero sconsiderato di bottiglie.
Quando Izzy alzò lo sguardo su di lui aveva gli occhi lucidi, ma Barbanera non si faceva certo commuovere, non più ormai, alzò una mano e gli diede un pesante schiaffo sufficiente a fargli voltare il viso dall'altra parte ma non a farlo cadere, la guancia gli bruciava e probabilmente quelle lacrime che stava cercando di trattenere volarono chissà dove, con dignità voltò nuovamente il viso verso di lui, Edward gli mise nuovamente la mano sul viso proprio nell'esatto punto in cui lo aveva colpito che adesso era arrossato.
<< Ti fa male? >> domandò.
<< No capitano >> rispose sentendo la sua voce incrinarsi e maledendola.
<< Pensi di meritartelo? >>
Quella era sicuramente una domanda a trabocchetto ma il primo ufficiale non aveva voglia di giocare né di mentirgli.
<< No >> rispose infatti.
<< Spiegati >> ordinò Barbanera.
<< Ti ho giurato fedeltà Edward ed è quella che avrai, ma io non l'ho giurata all'uomo che sei con Bonnet e non puoi pensare che mi pieghi ai suoi modi. >>
<< Sei consapevole che potrei anche ucciderti? >>
<< Sì capitano e sarebbe solo un onore morire per mano di Barbanera, è lui l'uomo per cui rischio volentieri la mia vita, è lui l'uomo che venero e ammiro. >>
Edward tolse la mano dal suo viso, un'ombra di delusione nei suoi occhi.
<< E allora vattene Izzy, sei talmente vile da non meritarti nemmeno di essere ammazzato. >>
<< Sei un codardo ecco cosa sei Edward, non hai nemmeno il coraggio di mettere fine alla vita di un uomo, uno che ti ha mancato di rispetto, il Barbanera di tanti anni fa mi avrebbe legato mani e piedi e usato come ancora. >>
Il capo dei pirati si disgustò sentendo quelle parole ma non avrebbe dovuto visto che era diventato anche peggio ultimamente, o almeno lui si sentiva così.
<< Ti ha convinto lui a non uccidermi vero? >>
<< Non ha tutto questo ascendente come tu credi, se avessi voluto lo avrei già fatto. >>
Izzy rise amaramente << certo... >>
<< Credo che la vera punizione per te non sia morire, ma vivere con la macchia di aver tradito per due volte il tuo capitano, oh Izzy se si spargesse la voce chi ti vorrebbe più con sé? >>
<< Io non ho tradito nessuno Edward, è lui che ho venduto e non mi pento di aver rotto quella merda perché tutto questo casino è successo solo per colpa sua e detesto anche te che ti sei lasciato abbindolare, io non ho tradito il mio capitano, è lui che ha tradito la sua ciurma unendosi a un gruppo di smidollati. >>
Barbanera sospirò, chiuse gli occhi poi li riaprì.
<< Vattene Izzy, scendi da questa nave e non farti rivedere mai più. >>
<< Volentieri >> sputò il primo ufficiale superandolo, uscì dalla porta e in quel momento Edward lasciò andare le lacrime che aveva trattenuto, si voltò e prima di uscire a sua volta diede un pugno contro la parete.
Entrambi sul ponte a distanza, la ciurma intorno ignara di ciò che sarebbe successo, Olivia volò sulla spalla di Buttons dicendogli qualcosa, lui annuì comprensivo e si preparò.
Izzy si rivolse a Stede prendendolo per i lembi della camicia << sarai contento stronzo, hai vinto >> e lo lasciò andare.
Il pirata gentiluomo lo guardò infastidito e vagamente confuso, sistemandosi l'indumento domandò << di cosa parli? >>
<< Me ne vado >> rispose mentre si avviava verso la scala.
<< Perché, che cosa è successo? >> chiese Stede guardando lui e poi Edward che scosse la testa.
<< No, aspetta Izzy non prendere decisioni avventate >> sotto lo stupore di tutti era stato Lucius a parlare, il primo ufficiale si voltò appena verso di lui e poi sbuffò appoggiando una mano sul bordo di legno che lo separava dalla scala.
<< Fatti i cazzi tuoi Spriggs. >>
<< Stede >> pigolò Lucius.
<< Mi dispiace Lucius >> disse solo il pirata biondo guardandolo dispiaciuto.
<< Se è così me ne vado anche io >> quella frase ebbe il potere di fermare anche la corsa di Izzy, il gelo calò sulla Revenge, persino l'aria si era fermata.
<< Ehi amico ma di cosa parli? >>
<< Lucius no... >>
Tutti tentarono di farlo ragionare ma lui non voleva sentire ragioni, si rivolse a Pete.
<< Non mi piace l'idea di lasciarti ma...- >>
<< Io vengo con te tesoro, ti ho già perso una volta. >>
Lucius sorrise arrossendo ma Izzy interruppe quella dolce scena.
<< Che cazzo vai blaterando, non vi porterò con me, te lo puoi scordare. >>
<< Izzy se non ci vuoi va bene, ma io non resterò su una nave dove il capitano lascia andare via in questo modo un suo amico. E' ingiusto e io non penso sia davvero quello che vuoi Edward ma sei troppo orgoglioso per ammetterlo. >>
Lo disse guardando Barbanera senza più timore delle conseguenze, lui rispose << i pirati non hanno amici ragazzo. >>
<< Stronzate e comunque lui è uno dei tuoi uomini migliori, il più fedele e se non te ne sei accorto sta passando un brutto momento ed è a causa tua, lui dirà di no ma è così e tu non stai facendo niente per aiutarlo. >>
Izzy scosse la testa sentendo di voler intervenire ma era inutile così iniziò a scendere dalla nave, lo sguardo di tutti era rivolto verso Lucius e Pete.
<< Mi spiace ragazzi, ovviamente mi mancherete tutti quanti e chissà forse avremo la fortuna di ritrovarci un giorno ma non riesco più a sopportare tutto questo. Non lo faccio per Izzy o meglio non totalmente, è solo che al posto suo ci saremmo potuti essere ognuno di noi. E...Stede non sentirti in colpa per questo, tu hai fatto il possibile e sei un bravo capitano ma spero tu possa capirmi. >>
Stede annuì con gli occhi lucidi e corse ad abbracciarlo, tutti si abbracciarono, persino Ivan e Fang, l'unico che rimase in disparte fu Barbanera che presto si ritirò e mentre Lucius e Pete scendevano dalla nave i loro amici si erano radunati per salutarli ancora e ancora, tutti con il cuore gonfio dall'improvviso accadimento, nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa simile.
Il pirata gentiluomo con le lacrime ancora agli angoli degli occhi decise che qualcosa si poteva ancora tentare, quell'evento era certo avrebbe dato una scossa in senso negativo a tutta la ciurma e temeva che anche altri presto avrebbero lasciato la nave, bussò a quella cabina e dopo un permesso sussurrato tra i denti entrò.
<< Edward per favore...- >>
<< Bonnet se sei venuto a piagnucolare per i tuoi amichetti sappi che puoi sempre seguirli >> rispose senza nemmeno guardarlo, era seduto sul letto, una gamba stesa in avanti e l'altra con il ginocchio piegato verso il busto, la schiena era appoggiata alla parete e lo sguardo era spento e vuoto.
<< Ma non possiamo lasciarli andare così, sono nostri amici e pensa a cosa potrebbe accadere tra...- >>
Non riuscì a terminare la frase perché con uno scatto felino Barbanera si alzò, lo afferrò per il bavero e lo spinse contro la parete, ormai quella era diventata una prassi, come una sorta di danza tra loro, Stede non aveva mai paura ed Edward detestava e ammirava non leggergliela in faccia.
<< Bonnet lo vuoi capire una buona volta che non e me frega un cazzo di nessuno!? >>
Per la prima volta Stede reagì con rabbia e delusione di fronte all'ennesima sfuriata dell'uomo di cui era innamorato, lo spinse via sistemandosi la camicia.
<< D'accordo, come vuoi. Agli ordini capitano! >> lo disse con una stizza che Edward non aveva mai visto, uscì dalla cabina con i pugni stretti e il passo deciso arrivando sul ponte, si diresse verso la scala e stava per scendere quando Olu lo fermò.
<< Capitano dove stai andando? >>
<< A cercare i nostri amici >> rispose lui, Olu si agitò ma non fece in tempo a parlare perché Barbanera irruppe nella conversazione.
<< Se scendi da questa nave non potrai più risalire >> disse.
Stede lo guardò corrugando le sopracciglia.
<< Parli sul serio? >>
<< Io non scherzo mai >> rispose Edward aspettando pazientemente che Stede gli voltasse le spalle e scendesse.
<< Sono i miei uomini quelli che se ne sono andati, sono miei amici, sono nostri amici. >>
<< Capo potrebbe andare uno di noi a cercarli...- >>
<< No! >> rispose Olu forse con troppa convinzione << ragazzi ehm...voglio che ritornino tanto quanto voi ma è stata una loro decisione, dobbiamo rispettarla, io credo che se siamo dei veri amici la cosa migliore che possiamo fare è attendere e magari saranno loro a tornare. >>
<< Que dises amor, è ovvio che non torneranno. >>
<< Sì ma Jim se non stanno più bene qui noi non dobbiamo essere egoisti e pensare al nostro bene piuttosto che al loro. >>
Stede li guardò, strinse le labbra e trattenne le lacrime, si diresse velocemente all'interno della nave passando vicino a Edward sfiorandogli una spalla, lui si voltò appena sentendo una strana sensazione alla bocca dello stomaco poi si rivolse al resto della ciurma.
<< Preparatevi a salpare >> poi anche lui sparì di sotto.
Intanto Lucius e Pete si stavano allontanando per le vie di quella piccola isola.
<< Tesoro sei sicuro di questa decisione? >> domandò voltandosi verso il suo fidanzato, ma lui aveva uno strano sorriso sulle labbra.
<< Perché stai ridendo? >> chiese di nuovo Pete sentendosi confuso.
<< Amore Izzy mi ha appena fornito la scusa buona per mettere in atto il mio piano >> rispose leccandosi le labbra, fiero di sé.
Pete ovviamente si fermò a guardarlo corrugando le sopracciglia.
<< Quale piano? >>
<< Ascolta quei due, Edward e Stede, avrebbero continuato a rincorrersi senza mai trovarsi quindi ho pensato che gli servisse una scossa, avevo pensato di chiuderli in una stanza e costringerli a parlare ma tra loro le parole non sono mai servite quindi ho avuto un'idea, se collaborassero per uno scopo comune si ritroverebbero a spalleggiarsi l'uno con l'altro e probabilmente le sensazioni che hanno provato la prima volta rifiorirebbero e questo li farebbe riavvicinare. >>
<< E come hai intenzione di fare? Non riesco a capire che cosa c'entri tutto questo con Izzy, quindi non sei davvero preoccupato per lui. >>
<< Sì quella parte è vera, ascolta ti spiegherò tutto, tu però non interrompermi. Il piano era inscenare un finto rapimento con tanto di lettera di riscatto, qualcuno che sapeva o aveva visto che io facevo parte della ciurma di Barbanera, se anche lui se ne fosse fregato Stede certamente non avrebbe lasciato correre e lo avrebbe convinto a cercarmi. >>
Pete era ancora più confuso e incredulo.
<< Quindi quello rapito saresti stato tu? >>
<< Sì ma per finta >> rispose Lucius incrociando le braccia.
<< E se Edward non avesse accettato di cercarti? >>
<< Pff...lo avrebbe fatto pur di non deludere Stede credimi, è arrabbiato ma innamorato e non vuole che Stede se ne vada davvero, credi che uno che si fa chiamare pirata gentiluomo, che ha pianto per un uomo che non ha nemmeno ucciso con le sue mani potrebbe mai stare con uno che si rifiuta di trovare un membro della sua ciurma? >> Lucius sembrava davvero sicuro di sé e del successo del suo piano, ma Pete non era ancora molto convinto, si grattò la testa, non voleva deludere il suo uomo o ferirlo ma quell'idea sembrava fare acqua da tutti i buchi.
<< Chi avrebbe consegnato la lettera? >>
<< Ovviamente avevo bisogno di una mano, non potevi essere tu perché siamo troppo legati quindi ho chiesto a Olu di occuparsi di quella parte. >>
<< Che c'è perché fai quella faccia? >> domandò lievemente irritato Lucius.
<< Bé...tesoro non prendertela ma non mi pare un piano ben congeniato, ci sono troppe variabili. >>
<< Cosa credi che non ci abbia pensato? E' ovvio che potrebbe non funzionare ma che altra scelta avevamo, le cose non sarebbero certo migliorate, hai visto anche tu che cosa è successo con Izzy, e se te lo stai chiedendo sì ero arrabbiato sul serio, se non ci fosse stata l'idea che ti ho appena spiegato me ne sarei andato comunque perché non sopporto che qualcuno venga trattato così. Quando ci troveranno farò in modo di convincerli a parlare con Izzy e cercarlo. >>
<< Loro pensano tu te ne sia andato. >>
<< Sì ma se sapranno che siamo stati rapiti reagiranno, non importa il come me ne sono andato. >>
<< E come troveremo Izzy? >>
Lucius sospirò.
<< Non lo so...però se la mia idea funziona e quei due firmeranno una sorta di tregua forse dopo Edward sarà più magnanimo anche con Izzy e lo cercheremo insieme, poi ovviamente sarà lui a decidere se rimanere oppure no. >>
<< Lo so che può sembrare una cosa folle e mi spiace di non averti detto nulla prima, ma se non te la senti puoi tornare sulla nave finché...- >>
Pete lo tirò a sé baciandolo sulle labbra.
<< Te l'ho detto, in qualsiasi caso sono con te. >>
Lucius arrossì e sorrise sbattendo le lunghe ciglia, poi però l'espressione di Pete cambiò.
<< Che...che ti prende? >> domandò il giovane dai capelli castani.
<< Il tuo piano se ne va >> sussurrò puntando in avanti il dito indice.
<< C-cosa? >> domandò per poi voltarsi, sbiancò di colpo.
<< Oh no...no no ehi!!! >> iniziò a correre ma dovette fermarsi pochi metri dopo accovacciandosi sulle sue stesse ginocchia per riprendere fiato, era troppo tardi, la nave si stava allontanando, Pete si avvicinò e gli posò una mano sulla schiena accarezzandolo delicatamente.
<< Io non capisco...non doveva finire così >> mugolò Lucius in preda allo sconforto e al senso di colpa per aver coinvolto anche il suo fidanzato in quel folle piano.
<< Idioti. >>
Quella voce improvvisa li fece sobbalzare entrambi, si voltarono e rimasero chiaramente increduli.
<< Tu? >> disse Pete.
<< Izzy... >> sussurrò Lucius con fin troppa dolcezza nella voce, inaspettatamente gli occhi si inumidirono diventando lucidi, come se in lui vedesse l'unica salvezza e speranza di risolvere quel casino che aveva combinato con le sue stesse mani.
Il primo ufficiale diede un'occhiata al ragazzo castano e poi spostò lo sguardo sul suo compagno che gli aveva appena detto che pensava se ne fosse andato e fosse già lontano da loro.
<< Me ne stavo andando quando ho sentito di quell'assurdo piano e allora sono rimasto in ascolto, volevo vedere fino a che punto l'idiozia potesse arrivare e ne sono compiaciuto, come sospettavo la vostra stupidità non ha limiti. >>
Lucius abbassò la testa, non riuscendo a rispondere a tono come avrebbe fatto in qualsiasi altro momento.
<< Ehi modera il linguaggio, non ti permetto di parlare così...- >>
<< Cosa, a te o al tuo ragazzo? Siete due imbeccilli, credevate davvero che Barbanera sarebbe rimasto per voi? >>
<< Il piano è mio, Pete non c'entra >> pigolò Lucius.
<< Avrebbe dovuto trascinarti a bordo subito dopo averlo sentito, sapevo che c'era qualcosa di strano quando hai detto di volermi seguire. >>
Sotto quelle accuse il cuore di Lucius già ferito non resse.
<< No su questo ti sbagli >> iniziò sollevando il viso, << ti avrei seguito in ogni caso perché credo ancora che Edward non ti abbia dato il giusto valore, e pensavo che se si fosse chiarito con Stede e gettato finalmente quella maschera di indifferenza lo avrebbe capito e sarebbe venuto a cercarti. >>
<< Sei un dannato idiota Spriggs! >> urlò puntandogli un dito contro, facendolo sentire ancora più mortificato.
<< Ora basta >> sbottò Pete avvicinandosi rabbioso ma Lucius lo fermò mettendosi davanti a lui, << no Pete, lascia perdere. >>
Izzy rise << cosa vuoi fare, picchiarmi? >>
<< Sì se continui a parlare così >> rispose sollevando un sopracciglio, non sopportava proprio che quell'ometto si mettesse a insultare così l'uomo che amava.
<< Provaci allora se sei capace >> lo sfidò Izzy avvicinandosi e Lucius dovette mettersi in mezzo ai due spingendo i loro petti con le mani per tenerli lontani, era una situazione assurda, e nemmeno di quelle eccitanti, si trovava tra due uomini ma non era certo un caso piacevole.
<< Piantatela! >> sbottò.
<< Ha incominciato lui >> si lamentò Pete.
<< Godetevi pure il soggiorno >> ghignò Izzy appoggiando una mano sull'elsa della spada e voltando loro le spalle per andarsene.
<< Te ne stai andando? >> domandò incredulo o forse non troppo Lucius.
<< Spriggs cosa ti ha fatto pensare che io abbia avuto intenzione di farvi da balia? >>
Il giovane deglutì e poi azzardò << il fatto che sei rimasto. >>
Pete gli afferrò delicatamente il polso e disse.
<< Tesoro lascialo andare, non ci serve. Troveremo da soli un modo per andarcene e se vuoi ci metteremo a cercare gli altri. >>
<< Voi due >> gli indicò con un dito << sarete morti prima di domani. >>
<< Noi almeno siamo in due, tu sei da solo >> si difese Pete e quell'affermazione fece centro nella corazza del cuore di Izzy che stava cominciando a sgretolarsi, fu un attimo che la sua espressione mutò e Lucius se ne accorse.
<< Pete... >> lo rimproverò.
<< Che c'è, è vero. >>
<< Patetici >> li schernì il primo ufficiale.
Sulla nave intanto l'umore era pessimo, avevano tentato di chiedere a Barbanera di non partire ma era stato tutto inutile, così ora con il morale a terra stavano lavorando per far muovere la Revenge, se i lori amici avessero cambiato idea non li avrebbero più trovati, era questo a cui pensava tristemente qualcuno.
<< Sono nostri nemici adesso? >> domandò lo Svedese.
<< No amico >> rispose stizzito Franchie.
<< Anche se sono andati via con Izzy? >>
<< Ti sbagli, loro sono andati via perché non sopportavano più l'aria che si respira costantemente qui sopra >> rispose più calmo.
Lo Svedese allargò le narici provando a sentire qualche odore.
<< Non sento niente >> disse.
Franchie alzò gli occhi al cielo << è un modo di dire. >>
Olu e Jim invece erano scesi nella loro cabina.
<< Perché non hai lasciato li andassimo a cercare? >> domandò scrutando il volto del suo fidanzato, Olu si lasciò cadere seduto sul letto con un pesante sospiro.
<< E adesso hai questa faccia, ti sei pentito? >>
<< Non dovevamo partire, non era questo il... >> si zittì insospettendo Jim.
<< Che cosa? Olu c'è qualcosa che mi nascondi? >>
Tanto valeva ammetterlo ormai.
<< Avevamo un piano io e Lucius, certo è successo in modo strano ma...- >>
<< Puoi spiegarti meglio porfavor. >>
E Olu lo spiegò.
<< Ma che razza di piano del cazzo è Olu! Vi ha dato di volta il cervello? E perché non hai detto la verità quando Barbanera ha ordinato di partire? >>
<< Lucius mi ha fatto promettere di non farlo qualsiasi cosa fosse successa >> spiegò.
<< Voi e i vostri giuramenti >> sbottò.
<< Jim anche con te ho mantenuto il segreto. >>
<< Era diverso, non credi che il fatto di aver detto di volersene andare non abbia aiutato? >>
<< Quello non era previsto, Lucius avrebbe dovuto solo scendere dalla nave, si vede che con quel casino di Izzy ha preso l'occasione, comunque non era importante perché se non fossimo salpati all'improvviso sarei intervenuto io con la seconda parte del piano. >>
Jim si strinse la radice del naso, come avevano potuto essere così sciocchi.
<< Lo capisci che poteva andare storto in qualunque modo, e infatti è successo. >>
Olu sospirò di nuovo.
<< Io ho cercato di dirglielo ma lui era così determinato, Jim lo ha fatto anche per noi, per avere finalmente una permanenza serena su questa nave e non perdere nessuno per strada. >>
Jim si mise a sedere vicino a lui, gli accarezzò un ginocchio con la mano.
<< Non ha tutti i torti...ma se ne aveste parlato avremmo trovato una soluzione più sicura. >>
<< Adesso come facciamo? >> domandò Olu che stava iniziando a sentirsi in colpa.
<< Dobbiamo dire la verità ai capitani. >>
<< Cosa? No Jim...io ho promesso e probabilmente Barbanera darà di matto. >>
<< Olu...è l'unica soluzione, non siamo partiti da molto, ci metteremo più tempo a organizzare uno stratagemma per tornare e sarà tutto tempo perso. >>
Il giovane ci pensò su, quando Lucius gli aveva parlato lo aveva fatto sembrare facile, certo lui non era stato subito d'accordo ma l'amico sembrava così deciso di voler mettere fine alle sofferenze dei due capitani e di conseguenza alle loro, adesso però pensava che avrebbero dovuto organizzare qualcosa di diverso e migliore e forse Jim aveva ragione, dovevano parlare, forse le bugie creavano più disagi che una verità scomoda.
<< D'accordo >> rispose sommesso, Jim lo abbracciò baciandogli una guancia.
<< So quanto sei leale Olu, ma pensa che lo stai facendo per loro, sono da soli e potrebbero finire nei guai. >>
<< Sì, hai ragione >> sorrise e strinse la sua sottile mano baciandol* le labbra.
Una volta convocati i loro capitani sul ponte con intorno il resto della ciurma Olu cominciò a sentirsi nervoso, Jim gli appoggiò una mano sulla spalla in segno di conforto e sostegno invitandolo a iniziare, lui prese un bel respiro e spiegò per la seconda volta in quella giornata tutto quello che era successo.
<< Quindi Lucius non voleva veramente seguire Izzy? >> domandò Stede e la ciurma annuì pensando che adesso il comportamento del loro amico avesse più senso.
<< No...a dire il vero non so se quello sia stato solo un gesto per prendere l'occasione oppure lo avrebbe fatto in ogni caso, quello di cui sono certo è che Lucius era davvero stanco di come andavano le cose qui, desiderava solo che voi due faceste finalmente pace. >>
Edward spostò il viso di lato, solo in quel gruppo di matti poteva accadere una cosa simile pensò.
<< Vero o no ormai se ne sono andati >> disse poi.
<< Ma Ed...non hai sentito, non voleva andarsene davvero >> rispose Stede guardandolo con le sopracciglia corrugate.
<< E tu non hai sentito me? Ho detto che non mi interessa, non tornerò indietro. >>
Stede sollevò il petto e si avvicinò a lui con determinazione, con le cose che riguardavano solo loro due poteva anche resistere e farsi trattare male ma in quel caso si trattava di un membro del suo equipaggio e anche suo amico e non poteva lasciare perdere, intorno a loro la ciurma stava in un silenzio teso.
<< Quelli sono i miei uomini Edward e sono anche io capitano di questa nave, è mio dovere andarli a riprendere. >>
<< Hai perso questo diritto quando te ne sei andato, te l'ho già detto, non conti niente. >>
Il pirata gentiluomo accusò il colpo, ogni volta che lo trattava così il suo cuore perdeva un pezzo, sapeva che Edward usava quella cattiveria quando si sentiva minacciato ma non poteva evitare di sentirsi ferito.
<< Non parliamone qui >> disse Stede volendo evitare al suo equipaggio l'ennesimo litigio.
<< Perché? Cos'hai paura che assistano alla tua umiliazione e perdano la stima che hanno di te? >>
<< No Edward, ma loro sono stufi di vederci discutere e hanno ragione. >>
<< Capitani temo che in ogni caso non sarà possibile tornare indietro >> disse Buttons, i due si voltarono a guardarlo.
<< Che cosa succede? >>
<< Ci sono due navi della marina dietro di noi, non così vicine ma potrebbero notare la nostra manovra e finiremo per andarci incontro. >>
<< Che cosa facciamo? >> domandò Stede a Edward, ma il suo sguardo era perso in un ricordo di un tempo lontano.
<< Non tornerò da quegli stronzi >> disse all'improvviso riscuotendosi dai suoi pensieri, molti dei ragazzi sussultarono sentendolo parlare così di colpo.
<< Abbassate la bandiera, se siamo fortunati non ci hanno ancora notati. >>
Roach corse ad abbassarla mentre gli altri aspettavano nuovi ordini.
<< Aumentate la velocità >> ordinò Stede dopo essersi guardato intorno.
Edward si voltò verso di lui.
<< Sei matto, così sembrerà che stiamo scappando ed è quello che vogliamo evitare. >>
<< Fidati di me >> rispose il pirata dai capelli color dell'oro, con uno sguardo così acceso da far tremare quello di Barbanera.
<< Fate come dice. >>
Stede sorrise sentendo un calore espandersi nel petto simile a quello che aveva sentito quando Edward era tornato sulla nave dopo essersene andato con Calico, la ciurma si mise al lavoro e in poco tempo riuscirono a prendere velocità.
<< Ora virate di poco a destra >> ordinò Stede.
Obbedirono e si ritrovarono in mezzo a un mucchio di rocce che spuntavano dall'acqua, erano molto alte e una volta all'interno di quel gruppo di spuntoni era difficile essere localizzati, il pirata gentiluomo sorrise sicuro di sé.
<< Adesso se continuiamo su questa rotta non colpiremo nessuna roccia, mi sono informato e so per certo che questi particolari scogli si raggruppano solo ai lati e mai al centro, hanno un ordine ben preciso quindi non corriamo alcun rischio. >>
<< Ben fatto capitano >> disse Olu e partì anche un applauso, tutti erano orgogliosi di lui, di quello che era diventato e stava diventando.
<< Ok ora rallentate fino a fermarci...- >>
<< Cosa!? Ma...- >>
<< Ed ascolta ho un piano, l'ho studiato quando sono tornato a bordo nel caso ci fossimo trovati nelle grinfie della marina, è rischioso e avrei preferito non metterlo mai in atto ma temo sia giunto il momento, non voglio correre il rischio di perdervi. Ricordate quei barili che ho messo in fondo alla nave? >>
Tutti annuirono.
<< Contengono l'occorrente per creare molto fumo, se per caso quelle navi della marina giungessero fino a qui accendetele così per diversi minuti la nave sarà avvolta dalla nebbia...- >>
<< Come quella usata dal capitano Barbanera? >> domandò lo Svedese. 
<< Esattamente >> Stede sorrise e poi continuò.
<< Qui entrerete in gioco voi e tutta la vostra velocità, avrete giusto il tempo di prendere le armi e infilarvi nei passaggi segreti che vi ho mostrato, lì sotto troverete una piccola stanza dove dentro ho fatto depositare armi in più giusto nel caso ci sarebbero servite, l'ultimo della fila deve rompere la leva nascosta, infilarsi nel passaggio che si chiuderà dietro di lui e non sarà più possibile aprirlo da
fuori. I muri sono spessi e rivestiti, nel caso dovessero sparare per qualche motivo il proiettile rimarrà bloccato ma l'unica cosa a cui dovete fare attenzioni sono le vostre voci, non fiatate finché sentite rumori fuori, uscite solo quando sarete sicuri che fuori non ci sia nessuno, questo solo nel caso io non dovessi tornare...- >>
<< Che cazzo significa io non dovessi tornare? >> domandò Edward scuro in volto e con una brutta sensazione addosso.
<< Io non verrò con voi, oltre queste rocce potrebbero esserci altre navi, per questo ho deciso di prendere una scialuppa e andare a controllare, nel caso dovessi essere sfortunato prenderanno solo me. Ovviamente potrebbero pensare che la mia nave sia nascosta ma la cosa bella di queste rocce è che hanno una solo entrata e una sola uscita e queste non possono essere usate al contrario, una nave non ci passerebbe. >>
<< Vuoi dire che una volta arrivati in fondo a queste rocce poi non si può tornare indietro? >> domandò Edward chiedendosi come in anni di navigazione non avesse mai saputo dell'esistenza di queste particolari sporgenze rocciose.
<< Esatto, si può dire che in un certo senso siamo stati fortunati, abbiamo una possibilità di farcela  >> disse sorridendo e nei suoi occhi c'era una strana luce, qualcosa che Barbanera riconobbe, il sacrificio.
<< Se vai lì fuori da solo ti ammazzeranno, solo un pazzo si sacrificherebbe così. E' un piano idiota e solo perché credi che dall'altra parte ci siano altre navi della marina, ma non ne sei sicuro >> Edward voleva convincerlo a desistere non sopportando l'idea che lo prendessero perché sapeva che questa volta non ci sarebbe stato niente che potesse fare per salvarlo.
<< Edward tu non ci hai pensato due volte a chiedere l'atto di grazia, a firmare quel documento che ti avrebbe privato della tua libertà...- >>
<< Quindi tu lo fai solo perché l'ho fatto io? >>
<< No idiota lo faccio perché vi amo e non voglio perdervi! >> rispose con gli occhi improvvisamente lucidi.
<< Se non fosse stato per me saremmo già altrove, lontani dai pericoli della marina e invece siamo in questa situazione e io non voglio più essere uno stupido codardo che piagnucola e non sa cosa fare, per questo ho elaborato quel piano di difesa, per tenervi al sicuro perché voi tutti siete la mia famiglia e in famiglia ci si protegge l'un l'altro. >>
Tutta la ciurma si commosse a quelle parole, alcuni tirarono su col naso, altri si asciugarono gli occhi capendo finalmente quanto il loro capitano ci tenesse, e l'idea di perderlo, che si sacrificasse per loro era sbagliata, non volevano lo facesse.
<< Capo non farlo... potresti non tornare più indietro. >>
<< Non vogliamo ti accada niente. >>
<< Capitano una volta dissi che eri un pessimo comandante, mi sbagliavo, ma non è necessario tu faccia tutto questo, troveremo una soluzione, la Revenge cade sempre in piedi. >>
<< Sì è vero >> dissero tutti speranzosi di averlo convinto.
<< Vi ringrazio ragazzi, porterò nel cuore tutti voi e le vostre parole ma arriva un momento in cui un capitano deve dimostrasi tale e il mio è arrivato. Magari dall'altra parte non ci sarà nessuno e io tornerò più in fretta di quando sono partito. >>
Sorrise e intorno a lui sembrava essersi creata un'aura di candore, quelle parole servirono a rassicurare un po' i cuori di tutti che capirono di non poterlo convincere a rimanere perché lui aveva preso la sua decisione, quello che stava andando in panico era Edward, non respirava più e la su mente vedeva solo nero, non poteva permettergli una follia simile.
<< Verrò con te >> disse ma Stede scosse la testa tremando solo all'idea.
<< Non se ne parla, loro hanno bisogno di te qui, se moriamo entrambi la nave non avrà più un capitano e se questi motivi non ti bastano Edward io non ti porterò con me perché se dovessi morire non me lo perdonerei mai, se anche dovessimo morire entrambi mi dannerei per l'eternità per aver lasciato che mi seguissi. >>
Allora Edward nel pieno del panico lo fece, usò quella carta che sapeva essere vincente.
<< Siamo entrambi capitani, non puoi decidere per me Stede. >>
Il pirata gentiluomo deglutì e la paura che vide nello sguardo di Edward gli fece male ma non poteva cedere, nemmeno se lo avesse chiamato mille volte per nome.
<< Ed...per quanto mi piaccia sentirti pronunciare il mio nome preferirei sentirtelo usare in ben altre occasioni ma questa volta non servirà a convincermi. Ho giurato a me stesso che non ti avrei più fatto del male e che nessun altro lo avrebbe fatto. >>
<< Se te ne vai non ti perdonerò mai. >>
Stede sorrise dolcemente facendo stringere il groppo che aveva in gola Barbanera.
<< Preferisco salvarti la vita un milione di volte che essere perdonato, se devo scegliere Edward sceglierò sempre te. >>
Si avvicinò con passo lento a lui, mentre Edward stava fermo, immobile e tremante, con gli occhi lucidi e le labbra dischiuse, Stede una volta davanti a lui sorrise di nuovo, un sorriso diverso, di resa ma colmo di puro amore e devozione, gli appoggiò una mano sul viso accarezzando con il pollice vicino all'occhio colorato di scuro, si sporcò il dito e poi lo baciò posando la sua bocca sul labbro inferiore di Barbanera che si irrigidì ma non si spostò.
Con la mano libera e contando sullo stordimento dell'altro aprì la fondina e tirò fuori la pistola puntandola poi contro di lui, si allontanò di qualche passo deglutendo mentre sentiva sulle labbra ancora il sapore dell'uomo che amava.
<< Prima che ti faccia strane idee non ti ho baciato solo per rubarti la pistola, ti ho baciato perché morivo dalla voglia di farlo da quando sono tornato >> disse Stede sotto lo sguardo incredulo di tutti.
<< E se me lo permetterai un giorno, se tutto andrà bene oggi, ho intenzione di baciarti ogni giorno della mia vita ma adesso devi lasciarmi andare >> disse togliendo la sicura.
<< Stede tu non mi sparerai, non hai le palle per farlo >> provò Barbanera che era ancora inebriato da quel bacio e da quello che stava succedendo.
<< Lo farò se sarà necessario, ti colpirò di striscio, non morirai né sarai troppo ferito per muoverti, basterà una benda per placare il sangue. Franchie mi ha insegnato bene. >>
La ciurma si voltò versò di lui << tu sai sparare? >>
Franchie alzò le mani << sì ma non mi è mai piaciuto. >>
Ovviamente Edward aveva ragione, non avrebbe mai avuto il coraggio di sparargli nemmeno se fosse stato il miglior tiratore al mondo, c'erano troppe variabili ma sperava che mostrandosi determinato lo avrebbe convinto a desistere dall'andare con lui.
<< E' meschino da parte tua usarmi così >> lo accusò Edward sentendosi ferito.
<< Tu stesso una volta hai detto che il capitano va giù con la nave, siamo fortunati di essere in due a comandare, perché uno di noi e la ciurma può salvarsi. >>
<< Ragazzi preparatemi la scialuppa >> ordinò mentre teneva sotto tiro Edward.
<< Capo è pronta! >>
<< Bene, arrivo >> iniziò a indietreggiare, diede la pistola in mano a Jim che stava lì vicino e poi si sporse al di fuori, prima di calarsi guardò negli occhi la persona più importante della sua vita, trattenne le lacrime e disse.
<< Ti amo Edward Teach >> e poi sparì di sotto.
<< No... >> sussurrò Edward con la voce spezzata e gli occhi lucidi, stava per avvicinarsi quando Buttons lo fermò.
<< Meglio fare come dice. >>
Barbanera ingoiò le lacrime e il magone che gli stringeva la gola, indietreggiò di qualche passo e si sentì avvolgere nuovamente da quei tentacoli oscuri, lo stava abbandonando di nuovo, Stede stava rinunciando a lui.
Mentre sulla Revenge accadeva questo Lucius, Pete e Izzy si trovavano legati, bendati e privi di sensi a bordo di una carrozza che li stava portano chissà dove, chi la guidava era una donna dal volto semi coperto, le labbra dipinte da un rossetto rosso acceso e un ghigno compiaciuto di chi finalmente ha raggiunto il suo obbiettivo.





























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Capitolo 6
*** Rapimento ***


Rapimento


La stanza era angusta e polverosa, solo una bassa finestra sbarrata da spesse inferriate permetteva a qualche minuscolo raggio di luce di entrare, i granelli ti terra svolazzavano ignari sospinti dalla poca aria che entrava, lì dentro tre persone stese a terra, sudate perché faceva davvero troppo caldo, con macchie di terra rossa appiccicata a pelle e vestiti.
Uno di loro, quello dai capelli castani aprì gli occhi, la vista era annebbiata e dovette metterci un attimo prima di riabituare gli occhi alla luce, la testa gli faceva male e anche i polsi li sentiva come se fossero stretti con la carne che bruciava, tentò di mettersi a sedere come poteva, il ciuffo sudato che gli ricadeva sugli occhi.
Presto si rese conto di avere le mani legate dietro la schiena, si guardò intorno mettendo a fuoco il luogo in cui si trovava, con orrorre vide poi che accanto a lui si trovavano i corpi di Izzy e Pete ancora privi di sensi, deglutì a vuoto sentendo anche la bocca secca e terrosa sperando con tutto il cuore che non fossero morti, era chiaro cosa fosse successo, il suo piano si era trasformato in orribile realtà.
<< Oh mio dio, oh mio dio...Pete >> chiamò con la voce bagnata dal panico.
Si avvicinò strisciando con le gambe << Pete tesoro ti prego svegliati. >>
<< Mmm...ancora cinque minuti >> mugugnò l'altro.
<< Oh dio grazie >> mormorò sollevato piegando la testa all'indietro.
<< Lucius...amore che cosa abbiamo fatto stanotte >> domandò con la voce ancora impastata dal sonno, riferendosi ai suoi polsi legati, mentre indolenzito tentava di aprire gli occhi, Lucius sentì il magone stringergli la gola e rispose.
<< Magari tesoro ma non è quello che pensi. >>
<< Che vuoi dire? >> domandò riusciendo finalmente a mettersi in posizione eretta, si guardò intorno non riconoscendo il posto in cui era.
<< Dove siamo? E cosa è successo? >>
Il giovane dai capelli castani sospirò.
<< Ne so quanto te Pete, credo che siamo stati rapiti. >>
<< Rapiti!? >>
<< Shh i...- >> un mugugnio li distrasse, si voltarono entrambi verso la fonte di quel suono.
<< Ma che cazzo? >>
<< Izzy...meno male sei vivo anche tu! >> esclamò Lucius sentendosi sollevato che almeno tutti quanti stessero bene, l'uomo più anziano si tirò su non capendo l'origine di quel forte mal di testa, anche lui ispezionò la stanza tentando di ricongiungere i pezzi mancanti della sua memoria.
<< Che cosa cazzo significa, perché dovrei essere morto? >> domandò ancora confuso.
<< Credo ci abbiano rapiti >> spiegò Lucius.
<< Non è che tu c'entri qualcosa con tutto questo? >> domandò Pete sporgendosi per guardare il primo ufficiale in faccia.
Izzy fece una smorfia di dolore convinto che il mal di testa glielo avrebbero causato quei due.
<< Idiota del cazzo, credi che se fossi stato io mi sarei legato? >>
<< Bé magari lo hai fatto per depistarci. >>
<< Ma che...- >>
<< Basta ragazzi! Non è il momento di mettersi a litigare, dobbiamo rimanere uniti e trovare una soluzione. >>
<< Soluzione dici? Siamo legati e prigionieri chissà dove e di chissà chi, quale fottuta soluzione pensi possa esserci? >> domandò irritato Izzy.
<< Comunque litigare non serve...possiamo sempre pensare. >>
<< Idiota del cazzo >> lo insultò.
<< Smettila di insultarlo >> lo rimproverò Pete sentendosi inutile, non poteva certo affrontare l'uomo in quelle condizioni.
<< Izzy tu hai navigato per anni con Barbanera, sei il suo braccio destro, ti sarai trovato qualche volta in situazioni difficili no? >>
Il primo ufficiale rise interiormente, cosa credeva quel ragazzino che essere un pirata ti desse l'invincibilità?
<< Mi spiace deluderti Spriggs ma non ci hanno mai rapiti, anche se forse sarebbe stato meglio, almeno non vi avremmo mai incontrato >> l'ultima frase la disse più tra sé e sé.
<< Ma vi sarete trovati in situazioni pericolose...- >>
<< E cosa cazzo dovrei fare? Sono legato proprio come te, non che da libero saresti di qualche utilità però...- >>
<< Pensa a qualcosa >> lo supplicò Lucius.
<< Chiudi quella fottuta bocca che è meglio. >>
La discussione venne interrotta da uno scricchiolio seguito da un cigolio e un tonfo, qualcuno era entrato nella stanza, gli occhi dei prigionieri si posarono su tre figure, due donne e un uomo, quella che stava al centro era una ragazza alta, robusta, dai lunghi capelli corvini legati in una treccia che portava lasciata cadere sulla spalla destra, gli occhi erano di un azzurro quasi innaturale e mettevano una sensazione di irrequetezza, era molto bella nonostante la lunga cicatrice che le segnava il volto.
L'altra sembrava una ragazzina o forse portava solo bene i suoi anni, aveva i capelli raccolti in uno chinion, sembrava così esile in quei vestiti larghi ma il suo volto era duro e dava l'idea di una persona che solo volendolo avrebbe potuto ucciderti con uno sguardo.
L'uomo se ne stava con le braccia incrociate, i muscoli in bella mostra, aveva un naso dai contorni morbidi e due occhi grandi e scuri, i capelli cinerei lunghi dovevano arrivargli quasi fino alle spalle li portava legati in un codino, stava più indietro rispetto alle due quindi probabilmente era solo un galoppino, era quello che contava di meno in quel gruppo o forse no, non potevano saperlo visto che non avevano idea di chi fossero.
Nessuno fiatò, il silenzio lambiva l'aria, ricopriva i loro corpi come un velluto leggero e tutti stavano zitti come se avessero paura di spezzarlo, persino Izzy che tra i tre era sicuramente il più incline ad affrontare i criminali stava zitto, e fissava l'uomo che per beffa del destino assomigliava così tanto a Barbanera., la mente del primo ufficiale stanca e martoriata dagli ultimi accadimenti cadde in un pericoloso vicolo che poteva essere senza uscita.
Quell'uomo così imponente era l'esatta rappresentazione di ciò che il suo capitano aveva smesso di essere, il Barbanera di un tempo, dallo sguardo minaccioso con quella scintilla di audacia follia, la postura eretta e fiera, si sentiva quasi onorato di essere stato preso in trappola da uno così anche se non aveva ancora aperto bocca.
<< Voi chi cazzo siete!? >> sbraitò Izzy ripresosi dalla trance, la donna più adulta gli rivolse una misera occhiata infastidita poi diresse lo sguardo al suo scagnozzo.
<< Fallo stare zitto. >>
Senza fiatare l'uomo si avvicinò a Izzy e lo stese colpendolo con un forte pugno in pieno viso, cadde del tutto a terra sbattendo una guancia sul pavimento, Pete deglutì inorridito mentre Lucius lanciò un urletto terrorizzato.
<< Prendetelo e portatelo nell'altra stanza, gli faremo capire che non deve più permettersi di usare quel tono volgare con noi. >>
I due prigionieri guardarono entrambi terrorizzati quella donna che aveva parlato con una tale fredezza, sembrava persino peggio di quando Edward si arrabbiava, era qualcosa di più sottile come una calma apparente in grado di ucciderti senza fare rumore.
<< No, no perfavore >> supplicò Lucius, Pete lo guardò temendo per lui.
<< Tesoro fa silenzio >> lo rimproverò, ma il ragazzo guardava la figura del primo ufficiale che veniva trascinata via, la donna dai capelli corvini prima di uscire gli rivolse uno strano sguardo che Lucius faticò a interpretare, ma sicuramente non era niente di buono.
Izzy ci mise un'ora buona per riprendersi dalla perdita dei sensi, quando riaprì gli occhi aveva la vista sfocata, la guancia gli faceva male e sentiva dolore intorno ai polsi, si rese conto di essere legato in posizione eretta probabilmente a un palo o a qualcosa di simile, vide un'ombra avvicinarsi a lui e mentre ancora lo sguardo era nebbioso gli sembrò di riconoscere in essa il suo capitano, sentì uno strano calore al centro del petto e una morsa alla gola.
<< Edward. >>
<< Che hai detto microbo? >> domandò questo mentre estraeva qualcosa dalla tasca, poi un bruciore simile a tanti aghi lo investì, abbassò lo sguardo e vide un segno rosso in corrispondenza di uno dei suoi pettorali, cominciò ad ansimare sentendo il fiato venirgli meno.
<< Perché? Che cosa ti ho fatto? Perché mi stai punendo? >>
L'uomo ghignò, gli rispose senza rendersi conto che il suo prigioniero non si stava riferendo esattamente a lui.
<< Fai troppe domande scricciolo, ma se vuoi proprio saperlo mi diverte e basta >> rispose causandogli un'altra ferita, lieve, non profanda ma precisa che lo fece gemere.
<< S-se è ancora per Bonnet i-io... >> Izzy stava perdendo il controllo, sentiva il dolore espandersi lungo il suo corpo, la mente era frastornata e non riusciva nemmeno lui a capire cosa stesse dicendo o cosa volesse dire.
<< Ma di cosa parli idiota? Proprio a me doveva capitare un pazzo, ora stammi bene a sentire il mio capo non vuole te, ma non sopporta gli arroganti e chi le manca di rispetto quindi faresti meglio a rimanere buono e zitto così come ti dice di fare. >>
Un campanello suonò nella mente del primo ufficiale, alzò il viso, i capelli gli ricaddero sudati in avanti e disse << tu non sei lui. >>
Quello si indespettì e non poco, lo afferrò per una ciocca spingendogli prepotentemente la testa all'indietro facendola sbattere conto il duro legno.
<< Hai sentito quello che ho detto? >>
<< Fanculo >> sputò Izzy e in cambio ricevette un forte pugno che gli fece voltare il viso di lato.
Intanto nell'altra stanza Lucius e Pete avevano provato prima ad urlare chiamando aiuto, poi però avevano concordato sul fatto che quei tizzi non potessero essere stati così idioti da rinchiuderli in un posto dove potessero essere sentiti.
<< Pensi lo uccideranno? >> domandò preoccupato il giovane dai capelli castani.
<< Non lo so piccolo, forse no o lo avrebbero già fatto. Però il fatto che abbiano lui potrebbe permetterci di trovare un modo per fuggire. >>
Lucius si voltò di scatto verso di lui.
<< Sei matto, tu lo lasceresti qui? >>
<< Lui non ci penserebbe due volte a farlo. Probabilmente adesso ci sta vendendo per salvare se stesso, come ha sicuramente fatto quella notte in cui ci hanno catturati. >>
Il suo fidanzato corrugò le sopracciglia stupendosi della durezza con la quale lo sentiva parlare.
<< Pete noi non siamo lui e di quella notte non hai le prove, quindi a maggior ragione se ce ne andremo di qui lo faremo insieme. Abbandonarlo non ci renderebbe tanto differenti da Barbanera e capisco che in questo momento ti senti spaventato e ferito ma io non lascerò che una brutta vicenda mi faccia diventare un mostro senza cuore. >>
<< Lo difendi solo perché ti piace. >>
Lucius sbuffò.
<< Pete guardami >> disse e l'altro si girò a guardarlo, nei suoi occhi chiari si vedeva tutta la preoccupazione che provava ma Lucius non poteva lasciare che l'uomo che amava ci annegasse senza fare niente per impedirlo.
<< Lo difendo perché è una persona, un essere umano come noi che ha sofferto e forse si è lasciato schiacciare da quella sofferenza, tu non lo hai visto accovacciato in preda agli spasmi e nonostante questo non voleva essere aiutato, difendo lui come difenderei Barbanera perché in fondo hanno un cuore ma al contrario di Edward per Izzy nessuno si è mai sforzato di vederlo. >>
<< D'accordo tesoro, ma se fa qualcosa contro di noi giuro che lo lascio qui. >>
Lucius ridacchiò avvicinandosi per posargli un bacio sulle labbra.
Più tardi la porta venne aperta e Izzy spinto sul terreno polveroso neanche fosse un sacco di patate, aveva un occhio gonfio e viola, il volto macchiato di sangue, il labbro spaccato e diverse ferite sull'addome e sul petto lasciato scoperto, il giovane dai capelli castani deglutì sbiancando credendo fosse morto, quando la porta si richiuse l'uomo più anziano mugugnò qualcosa tentando di sollevarsi sulle ginocchia.
<< Izzy stai bene? >> sussurrò Lucius a cui improvvisamente mancò la voce.
<< Che domanda idiota >> sbraitò quello sputando a terra e avvicinandosi per appoggiarsi con la schiena contro la parete.
<< Cosa ti hanno fatto? >> il giovane voleva disperatamente incontrare il suo sguardo per vedere quali e in che misura fossero i danni, la sua paura più grande era che dopo quell'esperienza l'uomo per cui aveva iniziato a provare interesse si richiudesse ancora di più all'interno di quel guscio protettivo che aveva costruito.
<< Sai Spriggs le solite cose che si fanno quando ti catturano, abbiamo giocato a carte e poi mi hanno offerto un tè. >>
<< Ma che diavolo di domande fai imbecille, non sono tutti come quel damerino fallito del tuo capo! >>
<< Non parlare così del capitano Bonnet >> entrambi si voltarono a guardare stupiti Pete.
<< Tu non eri uno di quelli che ha tentato di ammutinarlo? >> domandò Izzy cercando di metterlo a fuoco con l'occhio sano.
<< Sì ma ha dimostrato di valere qualcosa, è tornato per noi e ha fatto di tutto per metterci in sicurezza, non come qualcun'altro che ci ha lasciati su un'isola e non ci avrebbe più ripresi. >>
Le sopracciglia di Lucius si corrugarono verso l'alto al centro della fronte, solo in quel momento capì quanto quella ferita fosse ancora aperta.
<< Oh tesoro...non credevo fossi ancora così scosso. >>
<< Lui era il mio idolo...e mi...mi dispiace dirlo ma se non ci fossi stato tu ed Edward avesse creato una nuova ciurma non ci avrei pensato due volte ad andare con lui, sapevo che non sarebbe stato come sulla Revenge con Stede ma lo adoravo così tanto che...credevo che sarei riuscito a essere un vero pirata in quel caso. >>
Izzy rise ma si pentì subito del gesto, gli facevano male le costole.
<< Credi davvero che Barbanera ti avrebbe preso con sé? Illuso. >>
<< Izzy piantala di fare lo stronzo adesso, a volte rendi così facile l'essere arrabbiati con te. Siamo in questa situazione insieme e per quanto possa non piacerci se collaboriamo avremmo più speranze di uscirne vivi. >>
Stranamente Izzy non rispose, si limitò a fissare incredulo Lucius e constatò dentro di sé che quel ragazzino aveva ragione ma non avrebbe mai espresso quel pensiero a voce alta.
In quel momento i loro carcerieri entrarono nella stanza, la donna più alta dai capelli lunghi e neri fissò Izzy con un sorrisetto soddisfatto.
<< Ottimo lavoro Ace >> disse rivolgendosi al suo scagnozzo.
<< Bene direi che vi ho fatto attendere abbastanza, è giusto che mi presenti, io sono Elizabeth e loro sono Susan e Ace >> ma poi accadde qualcosa di inaspettato, la donna si avvicino a Lucius rivolgendogli uno strano e misterioso sorriso.
<< Lucius ti ricordi di me? >>
I due che erano con lui si voltarono di scatto a fissarlo spiazzati da quella rivelazione, lui stesso sembrava confuso e stranito, li guardò poi guardò la donna che continuava a osservarlo speranzosa che rispondesse positivamente.
<< I-Io...no mi dispiace >> rispose balbettando timoroso di farla arrabbiare, e infatti lei si indispettì.
Con una smorfia infastidita si chinò su di lui e gli mollò uno schiaffo.
<< Ahu >> mugolò Luscius.
<< Mi dispiace...devi esserti sbagliata >> tentò di calmarla ma lei sembrò arrabbiarsi ancora di più.
Lo prese per il colletto e sbraitò << io non sbaglio mai. >>
Poi lo lasciò andare, si sitstemò un ciuffo ribelle e tentò di darsi una regolata.
<< Scuate, solitamente non mi comporto in questa maniera, facciamo così, ti dice niente il nome Dylan? >>
In un attimo mille immagini si fecero strada nella memoria di Lucius, deglutì scioccato e non potendo credere che stesse accadendo davvero.
<< Lizzy? >> balbettò.
<< Sì esatto. >>
<< Tu la conosci? >> domandò Pete.
<< Dovevo immaginarlo che questa cazzo di situazione era colpa tua Spriggs! >>
<< Ma chi è tesoro? Perché ti parla in quel modo? >> domandò Pete ignorando Izzy.
Lucius aveva abbassato lo sguardo, la vergogna di come si era comportato e soprattutto di dove quel suo comportamento lo aveva fatto arrivare, aveva messo in pericolo altre persone e tutto perché non aveva parlato chiaro da subito e aveva fatto le cose di nascosto.
<< Glielo dici tu o glielo dico io? >> domandò Elizabeth mettendosi le mani sui fianchi, ma il giovane non rispose.
<< Bene come vuoi. Dovete sapere che il vostro amichetto qui è stato un gran rubacuori già dalla tenera età. >>
Izzy sputò una risata sarcastica.
<< Come mai non mi stupisce? >> chiese infatti ma gli altri lo ignorarono.
<< La sua famiglia lavorava per la mia, noi siamo cresciuti insieme e inevitabilmente una volta cresciuti abbiamo finito per guardarci diversamente, o almeno io credevo così. Eravamo ragazzini ma la mia famiglia ci avrebbe supportato nonostante le differenze sociali...- >>
<< Un momento >> la interruppe Pete.
<< Voi stavate insieme? >> guardò lei e poi Lucius.
Izzy di nuovo rise.
<< E questa chi se l'aspettava. >>
<< Vuoi tacere! >> lo rimporverò Pete.
<< Non mi sorprende non ve n'abbia parlato, comunque sì Lucius era il mio fidanzato e avremmo dovuto sposarci una volta maggiorenni ma per un piccolo inghippo saltò tutto, immaginate quale potrebbe essere? >> domandò ma gli altri tacquero.
<< Questo qui...questo verme schifoso se la faceva con il mio fratello gemello. >>
Lucius sussultò a quelle parole, ricordava molto bene quando aveva iniziato a provare dei sentimenti per quel giovane, Dylan era così fresco e pieno di vita e la cosa fantastica era che a sua volta provava interesse per Lucius e lui si era trovato travolto in qualcosa di più grande.
<< Per quanto mi riguarda avrebbe potuto continuare a scoparselo, ma quello che non gli perdonerò mai è l'aver preso in giro me...- >>
A quel punto Lucius alzò il viso, aveva gli occhi gonfi e lucidi colmi di dispiacere.
<< Mi dispiace Liz! Io non...Avrei voltuo dirtelo ma tu ci ha scoperti prima e...- >>
<< Cazzo Spriggs non ne fai una buona eh >> commentò Izzy ma lui guardava la donna.
<< Perché invece di giocare con me non mi hai detto subito che non ti interessavo eh? Vi siete divertiti alle mie spalle, tu e mio fratello! >>
<< No! Prima di  Dylan non avevo mai provato quel sentimento per nessuno, e quello che c'era tra me e te io l'avevo scambiato per qualcosa che in realtà era solo un profondo affetto, invece poi mi sono reso conto che era diverso, ma credimi non avrei mai voluto prendermi gioco di te >> gli arrivò un altro schiaffo.
<< Zitto! Ormai è passato, avresti dovuto parlare quando era il momento, ora è troppo tardi e dovrai finalmente pagare le conseguenze delle tue azioni. >>
Lucius deglutì, nel petto una domanda che non poteva evitare di essere esposta.
<< Dylan...come sta? >>
Lei si irrigidì.
<< E' morto, e ringrazia è solo colpa tua. >>
Si allontanò verso l'uscita lasciando scioccati e senza parole tutti quanti, poi disse.
<< Prendetelo. >>
I due lo sollevaro tra i lamenti e le grida, Pete tentò di alzarsi ma venne spinto a terra.
<< No! No! Lasciatelo bastardi! Lasciatelo...prendete me al posto suo. >>
<< Chiudi la bocca! >> gridò Izzy riuscendo a spingersi con il busto verso di lui e spingerlo.
<< Vuoi che capiscano quanto tieni a lui e lo usino contro di te? >>
<< In questo modo finirai per metterlo ancora più nei guai! >>
Pete lo guardò stranito ma anche nervoso.
<< E da quando tu ci tieni tanto a lui!? >>
Izzy deglutì non sapendo come rispondere a quella domanda, optò per una risposta evasiva.
<< Fa come ti pare. >>
Lucius venne legato ad una sedia, non la smetteva di tremare e sudare troppo preoccupato per quello che gli sarebbe accaduto, nella stanza rimasero solo Elizabeth e quello di cui non riusciva a ricordare il nome.
<< Liz...Liz ti prego lasciami spiegare >> piagnucolò, lei lo prese per il ciuffo e gli tirò i capelli all'indietro.
<< Avanti vediamo se sarai abbastanza convincente da meritarti il mio perdono. >>
Lui non era molto convinto che sarebbe stato così facile ma ci provò comunque.
<< Tu eri la mia migliore amica Liz...non avevo mai avuto nessuno come te >> piagnucolò rivangando quei vecchi tempi in cui era spensierato e felice.
<< Avevamo così tante cose in comune...disegnare, scrivere...- >>
La donna lo strattonò facendolo gemere.
<< Non ho bisogno che rivanghi i vecchi tempi, vai avanti e basta >> disse.
<< D'accordo... >> deglutì Lucius tentando di calmare i nervi con un respiro.
<< Ti assicuro Liz che per quanto fossimo legati ho creduto davvero che tra noi ci fosse di più, ho scambiato il legame che avevamo per amore e quando mi hai baciato ho pensato andasse bene cosi. Poi però anche tuo fratello mi ha baciato e ho sentito una scarica così forte che non ho avuto più dubbi, era quello l'amore e credimi sarei corso da te a dirtelo se...- >>
<< Perché non lo hai fatto!? >> gridò lei, aveva gli occhi lucidi, aveva la stessa espressione di quella ragazzina che aveva scoperto suo fratello e quello che doveva essere il suo fidanzato avvinghiati su un vecchio materasso in soffitta.
<< Perché temevo che se ti avessi lasciata i tuoi genitori avrebbero cacciato i miei, volevo prima assicurarmi di trovare per loro una nuova sistemazione e per un certo periodo ho tenuto Dylan distante proprio per una giustizia nei tuoi confronti ma lui era così... >> sospirò abbassando lo sguardo.
<< Mi dispiace Liz...non mi hai nemmeno lasciato il tempo di scusarmi. >>
<< Non me ne sarei fatta niente delle tue sporche scuse! >> lo colpì nuovamente al viso.
Estrasse un pugnale dalla lama più affilata degli artigli di un gatto, Lucius mandò giù il groppo che aveva in gola, pensò che fosse la fine mentre lei faceva passare la lama lungo tutto il suo corpo fermandosi poi nella zona del bacino.
<< Potrei cominciare da qui >> disse con un ghigno.
Lucius sussultò iniziando a sudare freddo.
<< No! >> squittì.
<< Ti prego non farlo, farò tutto ciò che mi chiedi, ho già perso una parte del corpo è non è stato per niente divertente...- >>
Lei gli tappò la bocca con una mano.
<< Non sei cambiato affatto, parli sempre troppo. >>
Lui mugugnò qualcosa e lei tolse la mano facendolo tornare a respirare.
<< Liz ti prego tu non sei così >> la supplicò ma il volto della donna era tornato ad una maschera di freddezza.
<< Tu non hai idea di come sono Lucius, non l'hai mai avuta, per questo mi hai usata. >>
<< Io non ti ho...- >>
<< Zitto! >>
<< Credi sia un gioco? Pensi che dicendomi qualche parolina dolce io cadrò nuovamente ai tuoi piedi, non hai ancora visto niente. Ho intenzione di farti patire tutto quello che mi hai fatto e se non obbidirai giurò che...- >>
<< Va bene Liz hai vinto! Ma lascia andare almeno gli altri, è con me che sei arrabbiata, loro non c'entrano. >>
La donna rise girandogli intorno poi si chinò su di lui posandogli una mano sulla spalla.
<< Tu credi voglia usarli per ricattarti? Oh no caro piccolo Lucius, ingenuo come sempre, di loro non mi importa, sono stati un effetto collaterale...e al massimo potrebbero essere utili per far divertire i miei ragazzi e forse saranno proprio loro a veder soffrire te >> si staccò allontanandosi di qualche passo.
<< Che ne dici, potremmo organizzare uno spettacolino come quando eravamo bambini ricordi? >>
<< Oppure potremmo fare un giochetto, decideranno i tuoi amichetti di la se dovrai vivere o morire, così scoprirai se tengono davvero a te >> rise.
Si mise la mano su un fianco.
<< Sarebbe uno spasso se uno di loro o addirittura entrambi ti tradissero, mi gusterei la scena del tuo misero faccino che si contorce dal dolore del tradimento così come è successo a me. >>
Lucius deglutì rumorosamente, non aveva dubbi su Pete ma Izzy? Lui avrebbe salvato se stesso o tentato di salvare anche Lucius? Certo non voleva che loro si mettessero nei guai per lui, anzi se avesse potuto li avrebbe fatti fuggire e ci aveva anche provato ma Liz non voleva sentire ragioni.
<< Liz ti prego >> la supplicò in nome di qualcosa che era finito da tempo, la loro amicizia, era stata per anni come un bel fiore che sboccia ogni primavera più bello, a pensarci ora erano più vicini a essere fratelli che amici ma lui non aveva mai avuto esperienza di niente, l'unica colpa che aveva era stata non parlare ma non poteva piangersi addosso, era sopravvissuto a Barbanera che cavolo e al suo folle galoppino...
<< Barbanera... >> mormorò tra sé.
<< Come hai detto? >>
<< I-io...nulla >> rispose lesto, il labrro superiore iniziò a sudare.
Elizabeth si allontanò con una smorfia ma prima che potesse uscire venne avvicinata da Ace, le bisbigliò qualcosa all'orecchio, lei spalancò gli occhi incredula, fisso il prigioniero poi entrambi uscirono dalla stanza, a quel punto Lucius riprese a respirare.
Sollievo che durò poco, infatti la porta si riaprì e tra le sue gambe venne gettato un ragazzo anche lui dai capelli molto scuri, finì dritto tra le sue ginocchia, quando alzò il viso pallido ed emaciato al giovane membro della Revenge si mozzo il fiato in gola.
Le labbra si arricciarono in una smorfia e gli occhi si riempirono di lacrime.
<< Dylan >> sussurrò come se fosse senza ossigeno nei polmoni.
<< L-Lucius? >>
<< Dylan. >>
<< I-Io non... >>
<< Lei aveva detto che eri morto >> non riusciva proprio a impedire alle lacrime di scendere.
Il giovane provò a farsi forza per sollevare almeno il busto, anche lui era legato dai polsi, il suo cuore batteva all'impzata, quanti anni erano che non si vedevano?
Lucius, il suo primo, vero amore.
<< Ha detto lo stesso anche a me quando te ne sei andato. >>
<< Mi dispiace Dylan, era l'unico modo per... >>
<< Sopravvivere, lo so >> finì lui la frase, la sua voce era incredibilmente cambiata, ovviamente era così pensò Lucius, quando si erano divisi erano solo dei ragazzini.
<< Non avrei dovuto lasciarti >> una lacrima solcò la guancia rotonda del giovane artista.
Dylan sorrise, quel sorriso buono e un po' immaturo che usava rivolgergli tutte le volte che nessuno li guardava.
<< Hai fatto ciò che era giusto, noi due non avremmo avuto futuro. >>
<< Potevamo scappare insieme >> sussurrò Lucius che ancora portava i sensi di colpa per ciò che era avvenuto.
<< Pensavo che a quest'ora ti fossi trovato già un bel fidanzato da far disperare >> disse il ragazzo dai capelli corvini.
Lucius ridacchiò poi spostò lo sguardo di lato.
<< Non scherzare, ho vissuto con i sensi di colpa per anni, mi chiedevo sempre se stessi bene e... >>
<< Luci, eravamo ragazzini, dove potevamo andare? I miei ci avrebbero messo meno di cinque minuti per ritrovarmi e tu saresti finito nelle nostre segrete. >>
Gli occhi acquamarina si posarono su quelli più scuri che stavano sotto di lui.
<< Almeno avrei avuto un angelo che mi portava cibo di nascosto. >>
<< Me lo avresti portato vero? >>
<< Ogni giorno >> rispose ridendo Dylan.
Ci fu qualche istante di silenzio, poi Lucius decise che non poteva più sopportare quel macigno che aveva nel cuore, per troppo tempo era stato in pena e mai avrebbe creduto che la vita lo avrebbe riportato al cospetto di quel ragazzo che aveva tanto amato e alla sorella che era stata sua migliore amica per buona parte della sua vita.
<< Senti Dylan, so che forse è il momento peggiore per parlarne ma...ho bisogno di sapere una cosa. >>
<< Quando me ne sono andato, che cosa è successo? >>
Ricordava quel giorno come se fosse ieri, loro due avvolti nelle forme più accecanti dell'amore, la porta che si apre e rivela una scioccata Elizabeth che scioccata fugge via, loro che si vestono di fretta, tremanti e terrorizzati per quello che potrebbe accadere.
Lucius aveva cercato di parlarle per giorni ma lei non ne voleva sapere, qanche Dylan ci aveva provato ma negli occhi della sorella vedeva solo delusione che poi con il tempo si trasformò in odio, una settimana dopo l'accaduto Liz rivelò ai genitori che lei e Lucius si erano lasciati senza far parola delle motivazioni.
Il giovane che già si sentiva in colpa provò ancora più vergogna perché aveva creduto che lei avrebbe confessato ai genitori ciò che aveva visto, invece no, li aveva protetti entrambi ma questo non aveva portato a niente, le uniche parole di Liz furono "i tuoi genitori non c'entrano niente, ma tu faresti meglio ad andartene se non vuoi arrecare ancora più sdegno e vergogna alla tua famiglia.
E lui lo aveva fatto, se ne era andato senza dire una parola a nessuno, i suoi genitori già avevano iniziato a guardarlo diversamente quando avevano saputo della rottura, quelli che dovevano essere i suoi suoceri gli avrebbero reso la vita impossibile, lo vedeva da come lo squadrarono, solo Dylan ebbe la fortuna di un bacio e poi più niente.
Tutt'ora il giovane scribano faticava a comprendere le azioni di Liz, aveva tutti i motivi per scatenare uno scandalo ma non lo aveva fatto, che fosse per affetto o per evitare disonore sulla sua importante famiglia non sapeva dirlo.
<< Vuoi sapere come è stata la mia vita da quel moemnto in poi? >>
Lucius annuì trattenendo d'istinto il fiato.
<< Un inferno senza di te, mia sorella non mi ha più rivolto la parola, lo faceva solo in presenza dei nostri genitori ma loro avevano capito che qualcosa non andava. I tuoi se ne sono andati qualche mese dopo di te, purtroppo di loro non so molto, io ho finto di stare bene nella mia infiocchettata famiglia ma appena ho potuto me ne sono andato. Volevano farmi sposare una donna che non amavo e mai avrei potuto amare, e figuriamoci se proprio io potevo mettere al mondo dei poveri bambini che sarebbero cresciuti infelici. >>
<< Ho trovato lavoro presso un fabbro, ho imparato il mestiere e comprato una modesta casetta, fino a quando... >>
<< Liz non ti ha trovato >> continuò Lucius, erano soliti anche da ragazzini finire l'uno le frasi dell'altro.
<< Già. Evidentemente ha covato l'odio per noi due fino a quando non ha avuto modo di sfogarlo. Vuole vendicarsi Luci, il suo non dire nulla ai nostri genitori non è stato per generosità come credevo, è stata zitta perché le conveniva. >>
<< Dylan... >>
<< No stammi a sentire, lei non è più la ragazzina con i nastri nei capelli che nutriva persino le formiche, quello che è successo l'ha cambiata. >>
<< Quello che le abbiamo fatto >> corresse Lucius.
Dylan lo fissò sollevando un sopracciglio, sembrava stesse guardando i deliri di un pazzo.
<< Noi non abbiamo fatto niente >> la sua voce era amara e ferita.
<< Abbiamo tradito la sua fiducia, questo basta >> disse il pirata.
Il vecchio amico si spostò allrgando le ginocchia per stare più comodo, soffiò una risata colma di delusione.
<< E cosa dovevamo fare? Dirle "oh sai Liz noi due ci amiamo e vogliamo stare insieme, Lucius non ama te, in realtà ama me?" Non capisci che non eravamo nella posizione per dire niente, saremmo morti! >>
<< Forse, ma lei meritava di sapere. Almeno avrei dovuto dirle che la nostra storia non poteva andare avanti, potevo inventarmi qualunque cosa. >>
<< Ma avevi paura Lucius, c'erano di mezzo anche i tuoi, non potevi sapere cosa sarebbe successo dannazione! >>
<< Nemmeno quando me ne sono andato potevo saperlo! > alzò la voce chinando appena il busto.
<< I miei genitori sarebbero potuti finire per strada o giustiziati, Liz avrebbe potuto parlare alle mie spalle per quanto ne sapevo. Se non l'ho ha fatto non è stato certo grazie a me. >>
<< La paura non giustifica tutto Dylan. >>
Il giovane abbssò lo sguardo ponderando quelle parole, il vecchio amico non aveva tutti i torti, era sempre stato più saggio di lui e l'età adulta aveva contribuito a accentuare quel tratto.
<< Forse hai ragione... >>
<< Siamo qui per colpa mia >> disse il pirata, Dylan sollevò il viso di scatto corrugando le sopracciglia scure.
<< Ah Lucius non puoi dire sul serio. Non vuoi essere giustificato ma tu giustifichi lei per...- >>
<< Non lo faccio, ma a volte la rabbia fa fare cose orribili. >>
<< Parli come se ne avessi avuto esperienza >> disse osservandolo con quegli occhi così azzurri e uguali a quelli della sorella.
Lucius sollevò le spalle.
<< L'ho avuta infatti, non molto tempo fa >> confessò, lo sguardo perso in quella notte in cui i tentacoli del kraken lo avevano spinto nelle acque gelide al di fuori della Revenge, costringendolo lontano da tutti i suoi amici, dal suo amore e dalla sua casa.
<< Mi dispiace Luci, se vuoi parlarne... >>
<< No, non mi sembra il momento e poi la situazione è già abbastanza deprimente. >>
Dylan lo guardò con un sorriso sghembo, era sempre lui, il suo Lucius. Solo che adesso non era più suo.
<< Magari quando usciamo di qui... >> provò il ragazzo attirando lo sguardo del pirata su di sé.
<< Se usciamo >> rispose Lucius.
<< Ehi...sei sempre stato il più coraggioso tra noi due. >>
Il giovane dai capelli castani scosse la testa.
<< Io non sono mai stato coraggioso. >>
<< Bugiardo. >>
Ci fu un istante in cui si guardarono dritti negli occhi con le pupille lucide che tremavano, poi Lucius lasciò ricadere la testa verso il basso e scoppiò in un pianto disperato, Dylan si allarmò e si sollevò fino a far sfiorare le loro fronti.
<< Dylan...sei in questo casino a causa mia, combino solo guai, e di là ci sono anche i miei amici >> singhiozzò con le palpebre chiuse e arricciate, le lacrime cadevano infrangendosi sulla pelle dell'altro ragazzo e sui suoi pantaloni, erano tante, non aveva mai pianto così tante lacrime, nemmeno quando era stato naufrago per giorni, prima che Stede lo trovasse.
<< I tuoi amici? Ha preso altre persone? >>
<< Sì, solo perché hanno avuto la sfortuna di essere con me. >>
<< Se solo io mi fossi fatto gli affaracci miei, mi metto sempre in mezzo. >>
<< Aspetta frena, non ci sto capendo molto. >>
Lucius si scostò aprendo piano gli occhi, le ultime lacrime scivolarono via svelte e lui nemmeno poteva asciugarsi le guance visto che era legato, scosse la testa.
<< Non importa, è una storia troppo lunga, dovremmo mettere anche questa nella lista delle cose di cui dovrò parlarti. Sempre se non moriremo prima. >>
<< Nessuno qui morirà e non è colpa tua, se mai nostra. >>
Il pirata si leccò le labbra sentendole appena salata, per via delle lacrime.
<< Sicuramente non è degli uomini che sono nell'altra stanza, ovunque essa sia. Se morissero non me lo pedonerei mai. >>
<< Mia sorella non è un'assassina, non ucciderà persone innocenti, io non posso credere che possa farlo. >>
<< Forse ci torturerà ma... >>
<< Il punto Dylan è che io non voglio che loro paghino per un mio errore, ed è già successo. Izzy... >>
Due occhi color del ghiaccio si posarono su di lui.
<< E così io sarei un errore. >>
<< Non tu, ma il fatto di non aver parlato è stato un errore. >>
Per qualche minuto nella stanza si sentivano solo i loro respiri.
<< Si chiama Izzy? >>
A sentire quel nome il pirata si animò immediatamente.
<< Come... >>
<< Ti è sfuggito prima, ma non è un segreto no? >>
<< No, no scusa. E' solo una storia complicata. >>
<< E' il tuo ragazzo? >>
Il cuore di Lucius fece una capriola, arrossì persino.
<< Cosa? No! Se tu lo vedessi capiresti subito che non può essere il mio ragazzo >> sospirò.
<< Anzi mi odia. >>
<< Ma non erano tuoi amici. >>
Lucius gemette.
<< Ti ho detto che è complicato, comunque l'altro si chiama Pete, e per chiarezza è con lui con cui ato insieme. >>
<< Oh capisco, bè che pugnalata cazzo. >>
Gli occhi chiari di Lucius lo studiarono..
<< Avanti Dylan, non posso credere che tu sia rimasto per tutto questo tempo innamorato di me. >>
<< Tu evidentemente no >> rispose freddo il ragazzo mettendosi seduto sulla fredda terra.
I giorni in mare gli avevano insiegnato una cosa, a dire il vero più cose, ma una delle quali era quando parlare e quello sembrava proprio il momento giusto di tacere ma proprio non ce la faceva a rimanere in silenzio con il suo vecchio amico lì, abbattuto come un cane abbandonato.
<< Scusa... >>
<< Dio Lucius non scusarti! >>
<< Se ti può far stare meglio la nostra è una relazione aperta >> disse senza nemmeno pensare, sperando almeno di togliergli quell'espressione dalla faccia.
L'unica cosa che ottenne fu una magra risata.
<< Mi stai invitando per caso? >> domandò Dylan guardandolo.
<< N-No io...quello che intendevo è che non siamo fidanzati ufficialmente. >>
<< Ah ora ha tutto un senso, davvero >> rispose ironicamente spostando nuovamente lo sguardo.
<< Lo ami? >>
<< Sì >> rispose di getto.
Sì? Gli chiese la sua coscenza e senza saperne il motivo gli mostrò il volto di Izzy, immagine che scacciò scuotendo la testa.
<< Allora direi che comunque è una cosa seria e io non voglio mettermi in mezzo. >>
<< E poi dai...abbiamo preso strade e vite diverse Luci, non mi aspetterei mai che solo perché sei piombato di nuovo nella mia vita per caso noi due saremmo ritornati insieme. >>
<< Come fai a essere così tranquillo Dylan, non hai paura di ciò che accadrà? >>
<< Qualcuno da cui tornare a casa? >>
Lui sollevò le spalle in un gesto d'indifferenza.
<< Eri tu il mio qualcuno, almeno avrei desiderato fosse così. >>
<< Non fraintendermi lotterò per la mia vita ma in particolar modo lotterò per la tua, perché mi hai reso il ragazzino più felice su questa terra e non posso dimenticare. Vederti morire senza aver almeno provato a salvarti sarebbe un peso troppo grande da sopportare, più di...- >>
La conversazione venne interrotta dalla porta che si apriva.











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Capitolo 7
*** Pericolo? ***


Pericolo?


Intanto sulla Revenge...

<< No >> Edward spintonò Buttons da un lato, prese a correre evitando tutti quelli che audacemente tentarono di fermarlo, con un salto degno di un canguro saltò al di là del corrimano piombando con un tonfo sulla scialuppa dove stava Stede, era stata una mossa rischiosa, quel salto cieco poteva farlo finire in mare o peggio, ma fortunatamente l'unico pericolo che corsero fu di ribaltare la barca e il crepacuore per Bonnet.
Il ginocchio lo punse con una fitta lancinante, avrebbe sicuramente pagato le conseguenze di quel salto per giorni ma non gli importava, l'unica cosa che contava era impedire a quel pazzo di farsi ammazzare.
<< Ed per l'amor di dio sei diventato matto!? >>
Tutta la ciurma si era affacciata per vedere le sorti del loro secondo capitano.
<< Non ti lascio andare da solo >> ansimò Barbanera.
Lo sguardo del pirata gentiluomo si addolcì.
<< Ne abbiamo già parlato... >>
<< No, tu hai parlato, io sono rimasto in silenzio ad ascoltare le tue stronzate. >>
Intanto le lievi onde causate dall'impatto iniziarono man mano a calmarsi.
<< Scordati che io ti porti fino alla bocca della morte >> riprese Stede sedendosi a braccia incrociate.
<< Come vuoi, vorrà dire che non andrai nemmeno tu. >>
<< A loro non pensi!? >> sbottò il pirata biondo alzandosi forse troppo velocemente, rischiando di perdere l'equilibrio.
<< Sono ragazzi in gamba Bonnet, dovresti avere fiducia nei tuoi uomini >> rispose secco Edward.
<< Proprio tu mi vieni a parlare di fiducia? >>
<< Li hai abbandonati su un'isola, Lucius è quasi morto e vogliamo parlare dei tuoi uomini? Dove sono? >>
<< Molti sono morti per salvare la tua cazzo di vita, mentre gli altri sono sulla mia nave, sotto mio ordine! Io mi fido di loro a differenza tua che non sei stato in grado di affidargli un ostaggio! >>
Stede accusò il colpo zittendosi, mentre Barbanera gli puntò un dito contro.
<< Un capitano deve infondere fiducia ai suoi uomini, e tu non lo fai. >>
<< Non è sacrificandoti che farai di te un ottimo capo dei pirati. >>
La ciurma che stava confabulando tra loro sul possibile esito di quella conversazione fu delusa di vedere che era sfociato tutto in un nuovo, sfiancante litigio.
<< E se li lasciassimo qui? >> propose Roach.
Jim gli tirò uno scappellotto.
<< Sei matto? Di piani stupidi ce ne sono già stati abbastanza claro? >>
Olu gemette sentendosi preso in causa.
<< Jim ha ragione, da ora in avanti nessuno verrà abbandonato, niente più segreti o piani improvvisati. >>
<< Però se ci ammutinassimo e tu prendessi il posto di capitano potresti prendere decisioni migliori, e non finiremmo ogni volta a rischiare la vita >> continuò Roach.
<< Non ha tutti i torti >> rispose Wee John.
Il giovane scosse la testa.
<< No, no ragazzi non se ne parla, io non ammutinerò proprio nessuno e non voglio essere capitano. >>
<< Però così potremmo tornare indietro a trovare i nostri amici >> disse Franchie.
<< Dios mío che branco de imbecilli! Se non lo hai notato chico rischiamo già la vita, siamo pirati! >>
<< Ascoltate non è ammutinandoci che troveremo una soluzione, se vogliamo rimanere uniti e trovare Lucius e Pete dobbiamo agire come una squadra, però... >>
<< Però? >> dissero tutti in coro guardandolo speranzosi di un'idea.
Nella scialuppa stava avendo luogo una faida, Edward e Stede si contendevano il remo, ancora in disaccordo su chi sarebbe dovuto andare oltre le punte rocciose.
<< Ed non è il momento di essere testardo, lascia questo coso! >>
<< Lascialo tu, se volevi andare da solo avresti dovuto spararmi! >> ringhiò Barbanera strattonandolo.
<< Sai che non avrei mai potuto farlo. >>
<< Sei solo un codardo e un bugiardo Bonnet! >>
Stede tirò con più forza il remo verso di sé, la piccola imbarcazione dondolava rischiando di farli cadere ad ogni scossa.
<< Allora perché ci tieni tanto a salvarmi la vita? >> gridò sicuro che non avrebbe avuto risposta.
<< PERCHE' NON SOPRAVVIVREI ALLA TUA MORTE >> urlò Barbanera strattonando violentemente il remo, Stede rimasto scioccato da quelle parole, aveva allentato la presa e inevitabilmente quel pezzo di legno finì in acqua.
I due pirati parvero non essersene nemmeno accorti, nei loro occhi c'era solo il riflesso dell'altro, il volto del gentiluomo era una maschera di incredulità mentre l'altro era teso e ansimante con l'inizio di una lacrima agli angoli degli occhi.
<< Ed...- >>
<< Sta zitto, non parlare, non parlare >> Edward si accasciò seduto con le mani che gli coprivano la faccia, si sentiva morire, il petto gli faceva male e sentiva la testa pulsargli come se fosse stata colpita da qualcosa.
Stede si chinò e senza timore gli prese i polsi scostandogli le mani dal viso.
<< Torniamo alla nave e affrontiamo tutto ciò che ci aspetta dall'altra parte da veri capitani. >>
Barbanera lo guardò e gli fu grato di non aver fatto parola di ciò che gli aveva detto, era troppo scosso per quella verità che aveva urlato, o meglio che gli era uscita così senza nemmeno rendersene conto, annuì solamente seguendolo poi sulla scalinata che li avrebbe portati in cima alla loro Revenge.
Gli occhi di tutta la ciurma erano puntati su di loro, ma ebbero la grazia di non proferire parola, quel dialogo era qualcosa che sarebbe dovuto rimanere tra i capitani e visto che questo per ovvie ragioni non era stato possibile la cosa migliore che potevano fare era fingere di non aver sentito niente.
<< Buttons. >>
<< Capitano Bonnet >> Olivia gli si posò sulla testa.
<< Voglio che punti dritto verso l'uscita >> ansimò quasi senza fiato.
<< Subito capitano >> e si diresse al timone.
<< Voi altri preparatevi, se ci sarà da combattere dovremo dare il meglio di noi >> fissò Barbanera deglutendo, poi prese da parte Olu mentre la nave cominciava a muoversi.
<< Nel caso venissimo abbordati dalla marina, anzi ancora prima che accada voglio che porti Edward al sicuro. >>
Olu lo guardò sgranando gli occhi.
<< Io? Ma come faccio, lui è mille volte più forte ed esperto di me. >>
<< Devi almeno provarci Olu ti prego, io ho...fiducia in te. >>
<< Ma se non dovessi farcela? >>
Stede gli appoggiò una mano sulla spalla.
<< Sei uno degli uomini migliori che abbia mai conosciuto, sono vivo grazie al tuo prezioso aiuto, non potrei lasciarlo in mani migliori. >>
Il giovane pirata ci pensò su, era una grossa responsabilità e poteva finire molto male, ma poi guardò il suo capitano, voleva solo proteggere l'uomo che amava e in quel momento capì che erano molto simili, anche lui aveva fatto di tutto per proteggere Jim e avrebbe continuato a farlo, per questo accettò quella folle richiesta.
<< Portalo nei passaggi segreti e assicurati che ci rimanga fino a che il pericolo non sarà passato. >>
<< Capitano? >>
<< Sì Olu? >>
Si strinse nelle spalle.
<< Sai che non puoi fare così ogni volta, se sceglierete di continuare questa vita i rischi ci saranno sempre. >>
<< Lo so ma non voglio finisca nelle mani della marina, almeno per questa volta voglio tentare di proteggerlo a modo mio. Sono disperato Olu, è senza controllo a causa mia e se agisse senza ragionare? >>
Mentre la nave procedeva lentamente la sua corsa verso l'insenatura che li avrebbe riportati in mare aperto, lui continuava a pensare alle parole del suo capitano, proprio in quel momento vide Edward che si appoggiava alla balaustra e fissava con aria cupa gli spuntoni di rocce che tenevano al sicuro solo per ora la Revenge, la sua stessa voce gli tornò in mente.
"Niente più segreti o piani avventati" aveva detto ai suoi amici.
<< Capitano...Barbanera posso parlarti? >>
Quando si voltò, il giovane marinaio si ritrovò a pensare quanto fosse decisamente meglio avere davanti il vero Edward Teach, quello senza trucco spaventoso sugli occhi.
<< Dimmi ragazzo, non abbiamo tutto il giorno >> la voce roca del comandante lo riscosse dai suoi pensieri.
Andarono a parlare in privato, in quella che era stata la cabina di Stede, Barbanera non si curò di fare il minimo di ordine, calciò solo una bottiglia vuota che rotolando finì sotto un pesante mobile, Olu tentò di non fare caso a quel disordine, non voleva dargli l'idea sbagliata di un giudizio da parte sua.
<< Volevo parlarti del capitano Bonnet. >>
Le antenne di Edward si drizzarono all'istante, in quegli occhi scuri come gli abissi si accese una scintilla di luce, e i lineamenti di solito duri e impenetrabili del capo dei pirati si ammorbidirono, se pur di poco, il giovane si trattenne dal sorridere scorgendo in quella reazione una piccola speranza che tutto si sarebbe presto sistemato.
<< Lo sai che non mi piace parlare di lui. >>
"No ma lui ti piace" voleva rispondere Olu ma si trattenne.
<< E' una cosa seria, lui mi ha...chiesto di proteggerti >> disse quasi inciampando sulle sue stesse parole.
Edward scoppiò a ridere pensando scherzasse, alzò lo sguardo su di lui e vedendolo serio capì che non c'era alcuno scherzo.
<< Non mi stavi prendendo in giro? >> domandò spostandosi una ciocca di capelli dalla spalla.
<< Sembra assurdo, io lo capisco, davvero. Ma lui è venuto da me chiedendomi di tenerti al sicuro, e io non potevo credere alle mie orecchie perché tu sei Barbanera, è ovvio che non hai bisogno di me. Ma credo che lui si senta privo di scelte capitano, ha il terrore di perderti e non potendo parlare con te si è rivolto al sottoscritto in un tentativo disperato. >>
<< Quello che voglio dirti è che Stede teme per la tua incolumità, darebbe la vita per proteggerti ma secondo lui non è abbastanza. Io non avrei dovuto parlartene ma...- >>
<< Allora perché lo hai fatto? >> domandò il più grande sollevando un sopracciglio brizzolato, Olu deglutì spostando lo sguardo.
<< Perché penso tu debba sapere quanto tiene a te, ora se vuoi punirmi o dirlo a lui io... >>
Edward si alzò dal letto sospirando, si avvicinò a lui con passo lento che sembrava tenere il ritmo con il cuore del giovane pirata, gli posò una mano sulla spalla facendolo leggermente sussultare.
<< Ciò che succede tra te e il tuo capitano non sono affari miei >> poi si incamminò ma venne fermato proprio quando si trovava davanti alla porta.
<< Lo sono invece, perché lui si sta facendo in quattro per tutti noi e per te ma tu ti ostini a non vederlo! >>
L'oscurità del kraken a quelle parole prese il sopravvento, nessuno doveva osare parlargli in quel modo, si voltò scuro in volto e proprio mentre stava per sfogare la sua ira contro il suo sottoposto passò di lì Jim.
<< Ehi qué está pasando aquí? >>
<< Niente >> disse scuotendo la testa Olu, voleva evitare che diventasse a sua volta un bersaglio dell'ira di Barbanera.
<< Bien. Il capitano ci vuole sul ponte, tutti quanti >> disse poi rivolgendo un'occhiata severa a Edward.
Proprio quando stavano per raggiungere gli altri si sentì un boato e la nave si inclinò facendo perdere l'equilibrio ai tre.
<< Che cazzo sta succedendo? >> domandò il flagello dei mari.
<< Buttons!? >>
<< Capitano abbiamo incontrato una roccia >> gridò quello tenendo il timone, Stede si mise una mano nei capelli.
<< Impossibile, qui non dovrebbero esserci rocce nascoste, io l'avevo letto >> il suo sguardo svettava da una parte all'altra, aveva le sopracciglia corrugate e piccole pieghe alla radice del naso, non poteva sopportare l'idea di aver messo i suoi uomini in una trappola mortale, doveva calmarsi, respirare e pensare, ma gli veniva difficile considerando l'emergenza.
Una mano si posò sulla sua spalla. Un tocco che conosceva bene e avrebbe riconosciuto fra mille.
<< Non sempre quello che si legge nei libri corrisponde a verità, il mare è imprevedibile e ci si deve aspettare di tutto. >>
Edward? Lo stava davvero confortando?
Spostò lo sguardo e il suo cuore quasi non cedette, di fronte a lui c'era proprio la persona che amava e che ogni notte sognava dirgli parole di pace, la sua espressione era più rilassata di quella che era abituato a vedere di solito, per quanto riguarda Barbanera nemmeno lui sapeva cosa lo aveva spinto ad agire così.
Aveva visto Stede andare quasi nel panico ed era intervenuto, come se fosse la cosa più naturale del mondo offrire conforto a quell'uomo che lo aveva lasciato straziato, gli veniva facile come respirare malgrado la rabbia che sosteneva ancora di sentire.
Il pirata biondo, forte dell'appoggio del suo co-capitano diede l'ordine di andare a vedere se ci fossero stati danni dovuti all'impatto, non era stato molto forte quindi c'era la possibilità che la fortuna avesse baciato la Revenge un'altra volta.
<< Capo! La cosa buona è che non stiamo imbarcando acqua. >>
<< E quella cattiva? >> domandò timoroso.
<< Nave in avvicinamento. >>
<< Chi è l'idiota che si infilerebbe qui dentro? A parte noi ovviamente >> si domandò Edward ad alta voce, senza curarsi di aver mortificato Stede.
<< Non possiamo andare in avanti o rischiamo di danneggiare veramente la nave >> disse Fang.
<< Va bene ragazzi, c'è un modo di scendere su quelle rocce laggiù, spingere la Revenge mentre Buttons sta al timone? >> chiese il pirata gentiluomo.
Barbanera guardò gli spuntoni a sua volta, effettivamente non era un'idea da buttare, ma non gli avrebbe impedito di essere raggiunti dall'altra nave, comunque di lì dovevano uscire in qualche modo.
<< E' rischioso ma si può fare >> disse sporgendosi in avanti.
<< Ivan, Fang, Wee John e Olu andrete voi. >>
Mentre la ciurma si preparava ad agire Ed si avvicinò a loro.
<< Mi raccomando dovete allontanarvi non appena la nave si muove, non un secondo di ritardo. >>
Era terribilmente serio ma nonostante questo aveva saputo infondergli fiducia, e soprattutto i due uomini dell'equipaggio di Bonnet percepirono una sorta di apprensione, sembrava quasi che ci tenesse a loro e non volesse finissero male.
Scesero con l'umore sereno e solleticato da quella non tanto sbagliata possibilità, avrebbero fatto del loro meglio, anzi avrebbero portato a termine il compito con successo e forse sarebbero riusciti davvero a convincere Edward ad andare a cercare i loro amici, non tutto era perduto.
Con non pochi sforzi la Revenge tornò ad allinearsi all'unica via d'uscita e una volta recuperato parte dell'equipaggio che era sceso di sotto la nave si mise in marcia, in poco raggiunsero l'uscita e per buona pace di tutti non c'era nessun galeone della marina all'orizzonte.
Restava un unico problema o meglio un dubbio, l'imbarcazione che avevano visto dietro di loro li avrebbe presto raggiunti.
Una nebbia improvvisa che assomigliava più a fumo li avvolse, non ci volle molto per Edward di capire cosa stesse accadendo.
<< No, cazzo. >>
<< Fate andare più veloce questa cazzo di nave! >> strillò ma la sua voce venne coperta da un fragore, urla di uomini e scalpiccio di piedi, erano stati appena abbordati.
<< Ed cosa... >>
<< Preparati a combattere >> disse solo.
Nel mezzo di quel trambusto Edward cercava con lo sguardo il mandante di tutta quella baraonda, conosceva benissimo la sua identità e mentre atterrava uomini gridava il suo nome.
<< WILLIAM! >>
Quando la nebbia si fu diradata i due capitani si ritrovarono l'uno di fronte all'altro, uno con l'espressione furiosa e l'altro scioccato.
<< Barbanera? >> balbettò
<< SMETTETE DI ATTACCARE >> gridò ai suoi uomini, ma era troppo tardi, il danno era fatto.
<< Che cazzo pensavi di fare? >> strillò il flagello dei mari avvicinandosi e prendendo l'uomo per il bavero.
<< I-io non pensavo fossi tu! Non avete la bandiera, come potevo riconoscerti? >> si giustificò.
<< DannazioneWilliam. >>
La voce di Stede distrasse entrambi.
<< Svedese! >>
Era a terra con la maglietta sanguinante e privo di sensi, il pirata gentiluomo si chinò su di lui, cercò con lo sguardo gli altri constatando con orrore che molti erano feriti, prese a respirare forte, i suoi polmoni si espandevano troppo in fretta richiedendo sempre più aria, era nel panico ma doveva mantenere la lucidità.
Edward gli fu accanto aiutandolo a portare l'uomo giù in cabina, contemporaneamente anche William dava ordini ai suoi uomini.
<< Aiutate a portare i feriti di sotto! >>
Visto che anche il medico della Revenge era ferito, il capitano della nave che li aveva attaccati offrì il suo aiuto, anche tra loro c'era qualcuno che sapeva il fatto suo in fatto di medicina e ricucimenti, in quel baccano nessuno aveva avuto il tempo di riflettere e porsi domande, la priorità erano gli uomini feriti.
Jim aveva riportato solo una ferita superficiale al braccio, che era poi stata prontamente disinfettata e fasciata, ma certo quel trattamento non poteva calmare il suo animo, prese per il collo uno di quelli che li avevano attaccati puntandogli il pugnale alla gola, quello si difese e iniziò una lotta tra loro.
<< Jim fermati! >> gridò Barbanera.
Si fermò tenendo sotto tiro l'uomo.
<< Yo prendo ordini solo dal capitano Bonnet >> disse glaciale guardandolo con quegli occhi che sembravano essersi trasformati.
<< Jim, lascialo andare. Per ora >> disse serio Stede.
<< Vediamo che cosa hanno da dirci. >>
A Edward tremarono le ginocchia, adorava quando prendeva le redini della situazione, il suo viso assumeva i contorni seri e impavidi di un vero e cazzuto comandante, se Bonnet avesse voluto aveva la capacità intrinseca di diventare pericoloso tanto quanto lui, si riscosse da quello stupido pensiero decidendo di scacciarlo con le parole.
<< Lui è...- >>
<< Non tu, lui >> fece Stede scoccando un'occhiata prima al suo co-capitano e poi all'altro pirata che rimase incredulo di fronte a quella scena, chi era costui che aveva zittito Barbanera senza conseguenze? Doveva essere molto pericoloso, oppure c'era un altro motivo per cui quella bionda testa non era ancora saltata.
Dal canto suo Ed non aveva fiatato per rispetto, perché quello che aveva davanti non era più lo Stede Bonnet di una volta, ma un capitano che stava difendendo la sua ciurma tentando di mantenere il controllo, e per quanto lo odiasse non poteva ignorare il codice, e soprattutto non poteva ignorare quanto risultasse bello e splendente in quel momento.
<< Mi chiamo William, sono il capitano della Golden e credimi se avessi saputo che su questa nave si trovava Barbanera non vi avrei mai attaccati. >>
<< Non devi scusarti, in fondo siamo pirati, è cosi che funziona no? >>
Il comandante della nave nemica tremò sentendosi esposto e studiato da quello sguardo, non sembrava un uomo pericoloso quello che gli stava davanti, ma nei suoi occhi c'era qualcosa di glaciale, come una scintilla pronta a esplodere in un momento qualsiasi, e poi se anche Barbanera gli portava rispetto non poteva commettere l'errore di sottovalutarlo.
<< Suppongo di sì >> rispose William.
<< Conosci Edward da molto? >>
Edward, pochi avevano il permesso di chiamarlo per nome.
<< Da quando eravamo ragazzi, non abbiamo proprio navigato insieme, le nostre scorribande si limitavano alla terraferma. >>
Stede non rispose.
<< Ad ogni modo mi dispiace sul serio...- >>
<< Piantala di scusarti, se non fosse per Barbanera non avresti avuto pietà né di me né della mia ciurma. Sembra che la sua presenza sia il nostro porta fortuna viste le volte in cui siamo sopravvissuti grazie a lui. Non ti perdonerò per quello che hai fatto ai miei uomini, ma non ti biasimo. Se vuoi parlare con il tuo vecchio amico fa pure, ma ti chiedo di andartene in fretta, noi dobbiamo partire e purtroppo già una volta ho commesso l'errore di lasciare a bordo qualcuno di cui non mi fidavo e ne ha pagato le conseguenze un innocente >> dopo ciò rivolse uno sguardo a Buttons, il suo riferimento era ovviamente rivolto al povero Karl.
Sexy, era l'unica parola che frullava tra i neuroni di Ed, se fossero stati in tutt'altra situazione i suoi pantaloni avrebbero avuto un enorme problema probabilmente.
<< Tu chi cazzo sei per parlare così al nostro capitano!? >> gridò uno degli altri pirati.
Oh, non doveva farlo.
Si ritrovò con un polso girato e un pugnale puntato in faccia.
<< Sono il capitano di questa nave e in quanto tale uso il linguaggio che voglio. >>
Infuriato l'altro si ribellò alla mossa ma venne redarguito dal suo capitano.
<< Stephen piantala! >>
<< Come sarebbe il comandante? Io pensavo che...- >>
<< Che fosse Edward? >> rispose Stede.
<< Lo è anche lui, ma questa nave in origine era mia e lo è ancora, ma non posso negare appartenga anche a lui >> spiegò rivolgendo lo sguardo a Barbanera.
William era un pirata in gamba, astuto e rispettato da molti altri capitani che navigavano le acque, per certi versi aveva dei lati del carattere che somigliavano molto al pirata gentiluomo, non era uno che seminava panico e terrore, solitamente durante gli abbordaggi cercava di uccidere meno gente possibile, preferendo mutilare o ferire, e quando si trovava ospite di un'altra nave era molto rispettoso del capitano e degli uomini a bordo.
Sapeva essere brutale ma anche gentile, era un'ottima combinazione tra Stede ed Ed, soprattutto venerava quest'ultimo, erano rimasti molto amici e anche se tra i pirati vigeva la diceria che erano tutti in attesa di fottersi a vicenda, tra loro due non era mai successo.
<< E' tutto molto confuso >> commentò William grattandosi una tempia.
<< Ci stanno prendendo per il culo! >> gridò di nuovo l'uomo tentando di attaccare Bonnet, con il solo risultato di trovarsi faccia al muro, le gambe del pirata biondo tremavano nonostante stesse tenendo sotto tiro quel pirata, aveva paura e questa mischiata al nervosismo poteva far commettere cose delle quali ci si sarebbe pentiti in seguito.
Barbanera lo sapeva bene, per questo si avvicinò a lui e per la seconda volta in quella giornata gli posò delicatamente la mano sulla spalla.
<< Bonnet calmati... >>
Stede si scostò malamente da quel tocco.
<< Non toccarmi! >> urlò poi si rese conto di ciò che aveva fatto, i suoi occhi si inumidirono, strinse le labbra e lasciò la stanza.
<< Edward, mi dispiace aver creato tutto questo casino. >>
<< Lascia perdere, le cose erano messe male ancora prima che arrivassi tu. Ma non mi va di parlarne, prendi i tuoi uomini e vattene. >>
<< Sicuro di stare bene? >> domandò William corrugando le sopracciglia, l'altro si limitò a lasciare a sua volta la stanza, prima di risalire sulla Golden il capitano ordinò ai suoi uomini di aspettarlo lì, lui raggiunse il suo vecchio amico.
<< Ti avevo detto di andartene. >>
<< Lo sai che non faccio mai ciò che dici Teach, vorrei solo essere certo di lasciarti in buone mani. >>
Ed sollevò le spalle senza voltarsi.
<< Sono Barbanera... >>
<< Lo so e per questo ti sto chiedendo se stai bene, so quanto sia pesante avere il tuo ruolo. >>
Edward non rispose.
<< Dov'è Izzy? >>
A quel nome le spalle di Barbanera si irrigidirono.
<< Izzy è un traditore >> disse stringendo la balaustra.
<< Cosa? Ma non... >>
<< E' così e basta, devi fidarti William. >>
<< Lo hai ucciso? >> domandò l'amico.
<< Ha avuto la decenza di andarsene da solo. >>
Si girò a guardarlo, i capelli sale e pepe gli sventolavano davanti agli occhi, se li scostò con una mano.
<< William, se ti raccontassi tutto quello che è successo usciresti di testa, sai bene che la vita dei pirati è imprevedibile e che dovremmo avere la decenza di non fidarci di nessuno. >>
<< Io mi fido di te >> disse l'altro capitano avvicinandosi di un passo.
<< E io di te, non so se questo ci rende meno forti ma non mi importa, forse non sono stato un così bravo comandante. >>
<< Ma che dici Edward, avrà avuto i suoi motivi, anche se mi sembra assurdo. Era così legato a te. >>
<< Non abbastanza Will, comunque è stato bello rivederti. >>
<< Anche se la prossima volta non tentare di fare fuori il mio equipaggio. >>
William ridacchiò.
<< Un giorno mi racconterai come ci sei finito qui? >>
Barbanera guardò l'orizzonte prendendo un respiro.
<< Se le cose andranno bene, ti offrirò una bevuta e vedremo cosa ne salterà fuori. >>
<< Ci conto >> fece l'occhiolino l'altro.
Si abbracciarono dandosi un amichevole pacca sulla spalla, il tutto sotto lo sguardo di un pirata biondo che si ritirò in cabina sotto i crampi della gelosia
Una volta salpata la Golden, Edward diede l'ordine di partire, fortunatamente le ferite che avevano riportato alcuni membri della ciurma non erano gravi, solo quella dello Svedese era un po' più profonda ma niente che non si potesse risolvere con un po' di riposo.
La sera giunse in fretta e d'accordo con tutti decisero di attraccare nei pressi di una piccola isoletta che avevano incontrato lungo la rotta, Stede non si era visto per tutto il viaggio, e visto che era ora di cena la ciurma si ritrovò nella saletta adiacente alla cucina per mangiare.
<< Es un pericolo! >>
<< Jim... >>
<< Olu da quando llegamos aquí non abbiamo fatto altro che finire in situazioni assurde. >>
<< Il capitano Bonnet non sapeva comandare ma almeno...- >>
<< Non è che possiamo dare tutte le colpe a Edward >> lo difese Franchie stranendosi lui stesso di prendere le sue parti.
<< Poi siamo pirati, la nostra vita è questa >> aggiunse.
<< Mi meraviglio che proprio tu lo difenda chico, Barbanegra rappresenta solo un pericolo per nosotros. >>
Edward rimase in ascolto di quelle parole, furono come tante lame affilate e sottili che gli penetravano il cuore, erano peggio di ricevere una pugnalata nella carne e come poteva biasimarli, avevano ragione, lui non avrebbe dovuto sentirsi così colpevole, un tempo avrebbe mutilato chiunque avesse osato pronunciare frasi del genere mentre adesso era tutto diverso.
Stede...era tutta colpa sua, gli era entrato nelle ossa con quei suoi modi da galantuomo, quei sorrisi che spaccavano l'anima, lo avevano cambiato.
Izzy avrebbe detto rammollito, ma lui non si sentiva così, era solo stanco di essere quello che tutti si aspettavano fosse, lo era già da prima, Bonnet aveva contribuito a tirar fuori quella natura che teneva nascosta a tutti, ma anche senza di lui era certo che prima o poi avrebbe mandato a fanculo quella vita fatta di sangue, finendo per morire da solo su una spiaggia deserta.
Il pirata gentiluomo gli aveva dato una famiglia, persone su cui poter contare, certo gli aveva fatto male ma era tornato e con lui tutti quanti, quelli che aveva quasi ucciso o fatti schiavi, chiuse gli occhi appoggiandosi alla parete, poi strisciò in cucina rimanendo sulla porta, la ciurma si zittì e sei paia d'occhi si puntarono su di lui.
<< Mi dispiace per quello che è successo oggi >> disse solo, loro rimasero in silenzio, osservandolo come se gli fosse spuntata un'altra testa, strinse le labbra e uscì senza aggiungere altro, mentre camminava sentì piangere da dietro a una porta.
Chiuse gli occhi bloccandosi.
"Debole" gli suggerì la voce di suo padre.
Aprì la porta di scatto forzando se stesso a rimanere impassibile, ma non fu affatto facile, Stede sollevò il viso rigato dalle lacrime, le asciugò via con la manica della camicia bianca, era strano non vedergli addosso tutti quei pizzi e fronzoli, ma stava bene anche così, questi nuovi vestiti gli davano un'aria più matura.
<< Perché stai piangendo? >>
Il biondo sollevò le spalle guardando un punto indefinito sul pavimento.
<< Non lo so nemmeno più, forse per quello che è successo oggi, o per Lucius e Pete oppure... >> soffiò.
<< E non c'è bisogno che tu mi ripeta quanto sia pericolosa questa vita, lo so da me. >>
Edward sbuffò una risata sedendosi accanto a lui, curandosi di mantenere le dovute distanze, un'inspirazione di troppo del suo profumo, il calore del suo corpo e il frusciare causale dei vestiti contro i suoi avrebbero potuto farlo crollare, e lui non voleva, non era pronto.
<< Bonnet, tu hai visto appena le croste di quello che significa essere un pirata. Non hai idea delle mostruosità che ci sono là fuori, uomini che muoiono per sbaglio, amputazioni, sono appena l'inizio...Non hai nemmeno scalfito la roccia. >>
<< E come avrei potuto? Con tutto quello che è successo, sicuramente sarei morto ancora prima di provarci se non fossi arrivato tu. La verità è che non ero tagliato per fare il pirata, mi sono buttato in un'impresa più grande di me senza tenere conto delle conseguenze. >>
<< Io volevo solo creare una mia identità... >> confessò con voce roca, asciugandosi l'ennesima lacrima.
<< Il pirata gentiluomo >> ghignò Barbanera in ricordo di quei tempi.
<< Già...e anche quello è stato un caso, un uomo mi ha detto che somigliavo più a un gentiluomo che a un pirata ed io ho approfittato dell'idea, non sono per niente originale. >>
<< Chi di noi lo è? >>
<< Tu >> rispose Stede voltandosi verso di lui.
Ed per la prima volta da quando si erano ritrovati voltò consapevolmente il viso per incontrare i suoi occhi.
<< Che tu ci creda o meno ci sono state altre barbe prima della mia, forse sono meno conosciuti e poi dai chi di noi non si crea un nome di battaglia con la cosa che lo caratterizza di più? >>
Stede sorrise sentendosi sollevato.
<< Per me la tua barba è la migliore. >>
Edward si sfregò la leggera peluria che stava cominciando a ricrescergli sul volto, tornò a guardare il pavimento con lo sguardo vacuo, perso in qualcosa.
<< Allora perché mi hai lasciato? >>
Il cuore del pirata biondo perse un battito, era la prima volta che Edward decideva di affrontare la conversazione di sua spontanea volontà, rimanendo anche tranquillo.
<< Perché ho avuto paura di partire con te, ricominciare abbandonando le nostre vecchie vite, i nostri nomi, ci aspettava una vita da fuggiaschi e io non ero pronto. >>
<< Se non te ne eri accorto lo eravamo già, pensi che la marina non ci avrebbe dato la caccia comunque? >>
<< Ma almeno avremmo avuto le nostre identità e poi mi terrorizzava l'idea che tu ti fossi legato a me a tal punto da abbandonare tutto, so che non volevi più essere Barbanera ma addirittura farti catturare...Ho pensato che Badminton avesse ragione, che in un certo senso ti avessi portato alla rovina perché non avevi deciso da solo di raderti e lasciare la pirateria. Sei stato costretto per salvare me. >>
<< Nessuno mi ha costretto a fare niente. Mi sono consegnato alla marina perché non potevo permettere ti catturassero o ti uccidessero, l'ho fatto più per me che per te forse, perché avevo capito che continuare a vivere senza la tua presenza sarebbe stato impossibile. Sarei tornato a stare uno schifo e a comportarmi anche peggio. >>
Stede deglutì sentendosi ancora più un verme di quando avevano iniziato a parlare, Edward aveva scelto di essere felice accanto a lui, o almeno di provarci mentre lui aveva dato per scontate troppe cose, si era arrogato il diritto di decidere per entrambi condannandoli all'infelicità.
<< Io non so come chiederti scusa Ed, ti assicuro che non sono andato via per farti del male o perché non volevo partire con te. Quello che hai detto vale lo stesso per me, sono stato più felice in quelle settimane insieme che in tutta la mia vita. >>
<< Non so se riuscirò mai a perdonarti... >> disse Barbanera sospirando pesantemente, il pirata biondo strinse le labbra sentendo la gola bruciare e fargli male.
<< Va bene, lo accetto. Permettimi però di provarci ogni giorno, finché avrò vita >> rispose Stede mordendosi il labbro inferiore.
<< Sei serio? E se non ti perdonassi mai? >> Edward si voltò a guardarlo, voleva leggere la risposta nei suoi occhi, sembravano così sinceri.
<< Almeno non avrei il rimpianto di averti lasciato andare una seconda volta. >>
<< Vorrei poterti credere Stede >> pronunciò il suo nome con riverenza, gli uscì tremante come un soffio appena accennato, Bonnet chiuse gli occhi godendosi quell'istante meraviglioso, era così bello sentirglielo pronunciare con quel tono dolce a cui era abituato e che non sentiva da tempo, due lacrime solcarono le sue guance, poi delle dita sfiorarono il suo mento facendolo vibrare di piacere.
Edward sfiorò il suo labbro inferiore con il pollice, quello stesso labbro che aveva baciato mesi prima e che gli mancava terribilmente.
In realtà no, quelle due metà carnose le aveva assaggiate nuovamente, ma quello era stato un bacio d'addio o almeno lui lo aveva percepito così, Stede si stava sacrificando per salvarli e forse la reazione giusta sarebbe stata arrabbiarsi, perché lo stava lasciando di nuovo, lo aveva baciato con l'inganno però...
Però non riusciva più a vedere in Stede Bonnet una minaccia, solo la sua più grande debolezza, per questo non riusciva a dire quelle parole, dirgli "io ti perdono" avrebbe significato mettersi a nudo nuovamente, ma tutte le volte che ci pensava tornava con la mente al molo e a quanto si era sentito stupido e solo.
<< Mi lasceresti prendere il tuo corpo se lo volessi, adesso? >> domandò Barbanera con un fil di voce, la mano tremante che ancora sfiorava quel bel viso.
<< No Ed...Non sei un oggetto da usare e semplicemente gettare via. >>
<< Ma sarei io ad usare te >> rispose il pirata, a quel punto Stede riaprì gli occhi ed Edward tolse la mano posandola sulla panca tra loro.
<< E' questo che vuoi? Ti farebbe sentire meglio se mi usassi? >> chiese Bonnet con tono arrendevole, nemmeno le sue corde vocali sembravano più rispondere ai suoi comandi, Ed schiuse le labbra e scosse la testa.
<< No, per niente. Credo che cadrei e morirei senza più rialzarmi, il kraken mi prenderebbe definitivamente. >>
<< Tu non sei il kraken >> soffiò Stede.
<< Sì invece e lo hai visto con i tuoi occhi. >>
<< Non mi ha impedito di amarti però >> rispose il pirata biondo con una vena acuta di coraggio.
<< Non puoi amare un mostro Stede, dai mostri si scappa, e tu lo hai fatto. >>
<< Ma sono tornato >> tremò allungando una mano e posandola su quella di Edward.
<< Questo cosa ti fa pensare? >>
<< Che sei pazzo Bonnet. >>
<< E se adesso mi mettessi a uccidere ogni persona che incontro? >> si alzò scostandosi da quel contatto, i suoi occhi vagavano per la stanza senza trovare un punto preciso in cui fermarsi, gesticolava e la sua voce era carica di un'emozione più simile alla disperazione che alla rabbia.
<< Se uccidessi tutta la tua ciurma e non mi fermassi più, se prendessi degli ostaggi e cominciassi a divertirmi con loro, mutilandoli e...- >>
<< Edward... >>
<< E ferendoli con la spada e li lasciassi morire...- >>
<< Ed. >>
<< Se ti costringessi a guardare mentre...- >>
<< Edward! >>
Lui si zittì improvvisamente portato via da quel vortice nero in cui stava lentamente scivolando, finalmente il suo sguardo riuscì a legarsi a qualcosa, quello di Stede, fermo e dritto davanti a lui.
<< Non lo farai perché tu non sei così. >>
<< E tu che ne sai? Certo non potresti amarmi, smetteresti di farlo alla prima vittima. >>
Stede si leccò appena le labbra, sollevò le spalle gonfiando appena il petto.
<< Se lo facessi io? Mettiamo caso che questa vita mi cambiasse a tal punto, tu mi ameresti ancora? >>
Barbanera rimase spiazzato da quella richiesta, sbuffò un'insicura risata guardandolo di sbieco.
<< Non potresti mai >> disse.
<< Perché? Sì è vero adesso sono debole, ma potrei sempre diventare più forte, potrei allenarmi e sì forse morirei al primo scontro ma mettiamo caso che non sia così, se mi trasformassi totalmente, uccidendo senza guardare più in faccia nessuno, tu potresti ancora amarmi? >>
Ci fu un istante di silenzio teso, Edward non rispose, faticava a immaginarsi quell'uomo togliere la vita a una persona.
<< Ora vedi che la tua domanda non ha senso? >>
Si avvicinò scostandogli una ciocca di cappelli dal viso, il capitano dei pirati che quel giorno non si era messo il trucco nero sugli occhi rimase fermo, non si scostò da quel contatto, corrugò le sopracciglia e nel suo sguardo si poteva vedere tutto il timore che aveva di essere ferito di nuovo.
<< Desidero tu tenga in mente una cosa, con o senza di me sei una persona che ha valore Ed. Non sono io a renderti diverso, tu puoi essere chi vuoi in qualunque momento e questo indipendentemente da chi ti sta accanto. Sei una bella persona Edward Teach, e se c'è una cosa che ho imparato da questa avventura, è che non dobbiamo permettere agli altri di dirci chi possiamo o non possiamo essere, le parole possono ferire più di una spada ma siamo noi alla fine a scegliere chi vogliamo accanto. >>
A quelle parole il cuore di Barbanera prese a battere come da tempo non faceva, o forse era lui ad aver smesso di ascoltarlo, gli sembrava di essere tornato agli inizi quando guardava quel biondo e improvvisato pirata illuminargli l'anima e stupirlo con ogni meravigliosa sciocchezza.
Voleva perdonarlo, il mare, il cielo e forse solo Dio sapevano quanto lo desiderasse, ma i tentacoli del kraken si erano tesi a tal punto da non permetterglielo, solo per una fortunata coincidenza la ciurma non era morta ma se non fosse stato così?
Indietreggiò di qualche passo.
<< Mi dispiace Stede >> quella fu la cosa più umana che riuscì a dirgli.
Edward.
Quello che Izzy denigrava, rifiutava e minacciava.
Edward con gli occhi lucidi, gonfi di lacrime.
Con la vestaglia rossa, i capelli sciolti e senza barba.
Edward che piangeva nella vasca, una seta dorata a fargli da coperta.
Quello che si emozionava, che sapeva sorridere, confidarsi e consolare.
Ed, dal cuore tenero e bisognoso d'affetto.
Non se n'era mai andato.
Il kraken non lo aveva ucciso o soffocato stringendolo sotto i suoi tentacoli viscidi e oscuri.
Edward era lì, rimasto nel molo del suo cuore aspettando il suo pirata gentiluomo che gli allungasse la mano, non era vero che aveva smesso di aspettarlo, aveva continuato fino a quando le loro navi non si erano incontrate.
E quella chioma bionda gli aveva fatto scattare i battiti di quell'organo rosso che aveva nel petto, si era rotto, bloccato e Stede come niente lo aveva fatto tornare a funzionare.
<< Ed... >>
<< Mi dispiace, i-io non... >> voltò le spalle e si diresse a passo spedito verso l'uscita.
<< Edward ti prego non scappare, non così, guardami. >>
Lui strinse i pugni mordendosi forte le labbra, gli occhi chiusi pieni di lacrime che non lasciava uscire.
<< Voltati ti prego, non voglio tu ti allontani con il cuore spezzato o peggio sentendoti in colpa. >>
Barbanera singhiozzò voltandosi lentamente.
<< Io sono un mostro Stede >> cadde in ginocchio portandosi una mano alla bocca.
Il pirata gentiluomo lo raggiunse inginocchiandosi davanti a lui, gli prese i polsi anche se Edward faceva resistenza, era perso nel suo dolore ma questa volta non lo avrebbe lasciato annegare.
<< Il fatto che tu non riesca a perdonarmi ti rende umano Ed... >>
<< No... >> si scostò alzandosi e correndo via, lontano da lui che con la sua vicinanza continuava a spezzarlo, sentiva qualcosa graffiargli dentro, dibattersi per uscire da quella gabbia che aveva creato lui stesso, salì sul ponte alla ricerca degli altri, gli bastò trovare quei pochi che erano lì e a tutti sembrò di rivedere quell'Edward che era tornato alla nave, sconvolto e triste e che aveva chiesto un tè.
<< Domani mattina partiremo all'alba, troveremo i vostri amici >> non diede il tempo di rispondere che si ritirò nella sua cabina, lasciando gli altri a bocca aperta a chiedersi che cosa fosse appena successo.










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Capitolo 8
*** Il passato di Lucius ***


Il passato di Lucius


Non sapeva quanto tempo fosse passato da quando erano stati chiusi in quella stanza, ore, minuti, giorni, non c'erano finestre e tutto intorno sembrava essere molto silenzioso, qualche volta si sentivano dei passi ma nulla di più.
Aveva provato più volte ad urlare, ma ciò che aveva ottenuto era stato solo una perdita di fiato, sperava che almeno i suoi amici stessero bene, era anche sicuro che se in qualche fortuito modo fossero riusciti a uscire da quella situazione sarebbe stato Izzy a ucciderlo.
Preoccupato, senza cibo e acqua, gli occhi gonfi di lacrime e le labbra secche.
<< Per favore aiutateci! >>
<< Smettila di urlare Lucius, non serve a niente! Cerca di mantenere le energie. >>
<< E per cosa? >> piagnucolò lui.
<< Ti farò uscire di qui, ma devi piantarla di agitarti. >>
La porta si aprì, mostrando la figura robusta di Elizabeth.
<< Molto bene piccioncini, vi siete goduti la rimpatriata? >> ghignò.
<< Lasciaci andare! >> supplicò Lucius.
<< Lasciaci andare, ti prego smettila, siete tutti così piagnucolosi e noiosi. Sai, mi viene da pensare che tu sia solo un terzo incomodo, voglio dire i tuoi amichetti di là sembrano di tutt'altra pasta. >>
Lo scrivano sgranò gli occhi.
<< Che cosa gli hai fatto? Sono vivi almeno? >>
<< Lucius vuoi chiudere quella bocca per dio! >> sbottò Dylan strisciando i piedi verso il busto.
<< Ma guardali... >> la sorella si avvicinò chinandosi su di lui, gli sollevò il mento ma lui spostò il viso con un ringhio basso.
<< Ci sono problemi nel nido? Eppure vi ho dato la possibilità di stare insieme, per un'ultima volta almeno. >>
Colto dal panico Lucius si agitò sulla sedia.
<< Che cosa vuoi dire con questo!? Non vorrai...ucciderci sul serio? >>
Lei lo afferrò per i capelli tirandolo verso di sé.
<< Cos'altro dovrei fare con due fecce come voi!? >>
Elizabeth chiamò i suoi due scagnozzi, Susan teneva ben salda in mano una pistola, mentre Ace faceva alzare entrambi i prigionieri lei li teneva sotto tiro con quella, li fecero camminare lungo un angusto e polveroso corridoio, illuminato solo da alcune fiaccole, presto si rivelò che la stanza dove li avevano portati era quella dove stavano Izzy e Pete.
Lucius fu grato di vederli ancora vivi e fortunatamente Pete non aveva nemmeno un graffio, lui a sua volta lo guardò felice che stesse bene ma nei suoi occhi si leggeva tutta la preoccupazione che aveva provato fino a quel momento, i due vennero fatti inginocchiare, Susan dietro Lucius che gli puntava la pistola alla testa e Ace che la puntava contro quella di Dylan.
<< Voglio fare un bel gioco con voi, visto che siamo tutti insieme, riuniti come ai vecchi tempi e in più abbiamo anche due ospiti, quale occasione migliore per divertirci? >> iniziò Liz lisciandosi la treccia corvina.
<< Ma prima le dovute presentazioni >> tirò fuori un coltello e lo puntò alla gola del fratello che fu costretto a sollevare il viso.
<< Lui è il mio adorabile fratello Dylan, e prima che ve lo chiediate sì non è mai morto. Volevo solo divertirmi un po' con la faccia del vostro amichetto quando lo ha saputo. >>
<< Loro due se la spassavano insieme... >>
<< Basta Liz. >>
Lei mollò uno schiaffo al gemello.
<< Non osare interrompermi. >>
Si sistemò una ciocca di capelli e poi continuò a parlare.
<< Stavo dicendo, che questi due si sono divertiti molto alle mie spalle, non riuscivano a tenersi staccate le mani di dosso e Lucius, ricordami com'è che hai detto? >>
Il giovane deglutì.
<< Che non hai mai amato nessuno come hai amato lui, giusto? >>
Gli occhi chiari di Lucius incontrarono quelli di Izzy, che scostò il viso di lato, facendolo sentire tremendamente colpevole e una parte di lui, non sapeva il motivo ma sentiva di volersi giustificare anche se non aveva senso, con quell'uomo non c'era mai stato niente se non un inimicale conflitto e attrazione, sì, oramai non poteva più negarlo ma anche per il primo ufficiale era così?
<< Ora, vediamo un po' da dove cominciare. Ah sì, tu uomo calvo, in che rapporti sei con questo qui? >> domandò indicando il giovane dai capelli castani.
Pete non sapeva cosa rispondere, soprattutto non sapeva se rispondere o meno, qual era la scelta giusta da fare?
Izzy gli aveva suggerito di non far trasparire la sua apprensione, che avrebbero potuto usare il loro rapporto per ricattarli e fargli del male, ma se non avesse parlato cosa sarebbe successo?
Lo scoprì un secondo dopo.
Susan tolse la sicura, Lucius mugolò stringendo gli occhi, tremava e Pete sgranò i suoi.
<< Ferma, parlerò ma non farlo. >>
Liz sogghignò incrociando le braccia.
<< Lui è >> deglutì sentendo la bocca secca.
<< E' un mio amico, navighiamo insieme. >>
Per qualche secondo il silenzio impregnò la stanza.
Elizabeth si avvicinò ancheggiando ai due pirati della Revenge, aveva un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.
<< Sono stata ingannata dal ragazzo che amavo, e tu credi veramente che non sia in grado di riconoscere una bugia adesso? >>
Pete aprì la bocca per dire qualcosa, il buon senso gli suggerì di non guardare l'uomo che amava.
<< Ma non ti ho mentito, noi due navighiamo davvero insieme. >>
Lei prese a camminare avanti e indietro, tenendo sempre le mani sui fianchi.
<< Oh sì a questo ci credo, ma la seconda parte mi puzza. >>
<< Mi sono accorta del modo in cui lo guardi e lui guarda te. >>
<< Ho visto l'apprensione nei vostri occhi e come sei scattato quando l'ho portato via. >>
<< Idiota >> bofonchiò Izzy rivolgendosi a Black Pete.
Senza nemmeno guardare, la donna tirò fuori la sua di pistola, si voltò un istante e sparò alla spalla di Lucius che cadde del tutto a terra urlando per il dolore, Pete e Dylan scattarono facendo per muoversi verso di lui e chiamando il suo nome, ma il primo venne spinto a terra e il secondo trascinato al suo posto da Ace.
<< Liz ma che fai!? Sei forse impazzita? >> il fratello non poteva credere ai suoi occhi, respirava a fatica trattenendo a stento il panico che sentiva crescergli dentro.
<< Non appena mi libererò ti farò fuori! >> urlò Pete con le lacrime agli occhi, ma l'attenzione della donna era rivolta verso qualcun'altro, qualcuno che non aveva ancora parlato, che era rimasto in silenzio nascosto nell'ombra di una maschera probabilmente.
<< Interessante, abbiamo dei risvolti inaspettati. >>
<< Non puoi lasciarlo morire così >> gridava intanto Dylan, lei alzò gli occhi al cielo.
<< Quante storie per una pallottola. >>
Si incamminò versò il pirata steso a terra in preda ai lamenti.
<< Lascialo stare! >> urlò Pete.
Si chinò sfiorandogli i capelli sudati, lui piangeva e gemeva per il dolore.
<< Voglio che guardi una cosa, alzati. >>
<< N-Non ci riesco >> balbettò Lucius.
Fu lei a prendergli il viso aiutandolo malamente a sollevarsi, il povero ragazzo vedeva annebbiato, sia per le lacrime che riempivano i suoi occhi, sia per il bruciore lancinante che sentiva alla spalla, in più il sangue non la smetteva di scorrere come un fiume in piena.
<< Guarda lui >> lo direzionò verso Izzy, che era impallidito, aveva il sudore lungo tutta la fronte e non riusciva a guardarlo, Lucius si sentì morire ma non voleva illudersi di credere a quello a cui stava pensando.
<< Riesci a vederlo? >>
<< No >> gemette trattenendo un singhiozzo, non lo avrebbe reso vulnerabile.
<< No? Se vuoi posso spararti di nuovo e vediamo se ti torna la vista. >>
<< Sei perfida Liz >> ringhiò il gemello.
<< Per l'amor di dio fatelo tacere. >>
Ace lo colpì alla nuca con il calco della pistola.
Elizabeth si strappò una striscia di stoffa dal lungo abito, l'avvolse intorno alla ferita del proiettile, ovviamente si curò di non essere troppo gentile.
<< Così eviterai di morire dissanguato. >>
<< Ora, vedi o no quello che vedo io? >>
Lucius respirava lentamente, aveva un tamburo nel petto al posto del cuore, stava male e sentiva il suo corpo perdere lentamente la forza vitale, Izzy non lo guardava ma il suo volto era teso, si vedeva dalla mascella tenuta in tensione, ma cosa significava, che davvero teneva a lui?
<< Liz...ti assicuro...che lui >> faticava persino a parlare.
<< Lui ci odia, non abbiamo nessun tipo di rapporto...Quando ci avete presi stava per andarsene. >>
Quelle parole colpirono dritte al petto del primo ufficiale, non sapeva perché ma gli avevano dato fastidio anche se erano vere.
<< Mmm secondo me ti sbagli, proviamo >> si scostò ed estrasse la pistola quando...
<< FERMATI PSICOPATICA DEL CAZZO. >>
Due paia d'occhi appartenenti all'equipaggio della Revenge si puntarono su di lui, era stato Izzy ad urlare, con molta soddisfazione e compiacimento da parte della donna, che puntò i suoi occhi glaciali sul ragazzo che a malapena teneva il busto eretto.
<< Visto? Che ti avevo detto. >>
Una voce nella mente del primo ufficiale cominciò a vorticargli in testa, parole oscure, negative, che lo facevano passare come un debole, si figurò gli occhi di Barbanera che lo guardavano pieni di disprezzo, poi però un sussurro lontano gli suggerì che con quel gesto probabilmente aveva messo ancora di più in pericolo la vita del ragazzo.
<< Il moccioso ha ragione, non me ne importa un fico secco di questi due imbecilli ma c'è qualcuno a cui la loro cazzo di esistenza non rappresenta un fardello, e una in particolare non mi darebbe tregua se scoprisse che ho lasciato ammazzare il suo fottuto scriba. >>
<< Ma che stai facendo? >> domandò incredulo Pete, non capendo quelle improvvise rivelazioni.
<< Chiudi il becco >> imprecò Izzy.
Liz diede l'ordine di portare via Lucius.
<< Ace, assicurati di medicarlo bene, non voglio muoia per via di qualche infezione. >>
<< Mi serve ancora vivo. >>
<< Ai tuoi ordini signora >> rispose quello sollevando il giovane come se fosse un sacco di patate.
<< Tu, alzati >> si rivolse al primo ufficiale.
<< Fottiti stronza. >>
La donna lo guardò furiosa, le sue labbra si curvarono verso il basso e i suoi occhi divennero se possibili ancora più freddi, si avvicinò mollandogli un calcio all'addome.
<< Ho detto alzati o faccio fuori questo qui >> puntò la pistola su Pete.
Per grande sorpresa del pirata, Izzy si sollevò in piedi, lei fece qualche passo indietro mirandolo.
<< Cammina davanti a me. >>
Il primo ufficiale obbedì, era già stufo di essere trascinato come un dannato pacco avanti e indietro, avrebbe potuto benissimo attaccarla ma con i polsi legati in quel modo la sua fuga sarebbe durata ben poco, lo fece accomodare su una sedia di legno.
<< Sono stanco di questa merda. >>
<< Allora collabora e tieni la bocca chiusa quando non vieni interpellato, primo ufficiale Hands. >>
<< Cosa? >> corrugò le sopracciglia.
<< Come cazzo sai chi sono? >>
Elizabeth sbuffò una risata.
<< Avanti, sei più intelligente di così >> girò intorno alla sedia ticchettando le unghie sul legno, poi si fermò di fronte a lui.
<< Secondo te come sapevo dove trovare Lucius? Credi che mi sia piombato provvidenzialmente giù dal cielo? Sono mesi che pianifico tutto questo, in realtà anni ma è da meno tempo che vi seguo, non so molto di voi altri personalmente, ma sono a conoscenza di chi sia il tuo capo. So anche che il mio caro, vecchio amico navigava con lui. Aspettavo solo il momento giusto per agire, voi due mi siete solo capitati in mezzo. >>
<< Ma non ha un cazzo di senso! >> sbottò l'uomo.
<< Vuoi dirmi che per tutto questo tempo ci hai seguiti? >>
<< Sapevo che Lucius si era imbarcato, ci ho messo un po' a trovare le sue tracce e con mia grande sorpresa ho scoperto che il grande Barbanera era sulla sua stessa nave. Ammetto che ho temuto per la sua vita, credevo lo avrebbe ucciso e invece niente, non so perché vi siate uniti a quella ciurma e nemmeno mi interessa, io volevo solo Lucius e l'ho ottenuto. >>
<< E' una storia lunga, ma sappi che è stata una disdetta imbattermi in lui e in quella banda di smidollati. >>
<< Smettila >> disse lei incrociando le braccia e inarcando un sopracciglio.
<< La pantomima del disinteresse non funziona. >>
<< Ma è la verità! >>
<< E allora perché lo hai salvato? >> domandò giocando con l'estremità della sua lunga treccia.
<< Te l'ho detto, il suo capitano idiota mi darebbe il tormento e se lui è scontento anche il mio dannato capo non mi darebbe pace. >>
<< Tutto questo si fa avvincente >> sorrise lei, di un sorriso sadico e crudele.
<< Perché mi stai dicendo queste cose ometto? Non lo sai che potrei usarle contro di te o potrei trovare il tuo...- >>
<< Stronzate donna! Barbanera non si farà certo mettere nel sacco da una come te, sei troppo debole per lui. >>
La donna rimase qualche instante in silenzio, pensosa.
<< Se è così non dovrebbe importarti se lo uccido. >>
<< Puoi sempre dire al suo capo che non hai potuto salvarlo, o hai paura di lui? >>
<< FOTTITI. >>
<< Io non ho paura di niente cazzo, senti fa come ti pare, uccidilo, torturalo, cosa cambia? Sono rinchiuso qui a causa sua, il mio capo non sa dove sono e non posso fare niente per tirarmi fuori da questa situazione di merda, quindi stronza ammazza pure chi vuoi, ammazza anche me se ti fa comodo. >>
<< Tanto qualunque cosa dico farai di testa tua. Sono un pirata dannazione, credi che non abbia mai avuto a che fare con dei criminali? Io stesso lo sono, so come funziona, ho torturato e mutilato persone, promesso libertà che poi non ho dato. Quindi prendi la tua fottuta vendetta del cazzo e ficcatela nel culo una buona volta, da me non avrai rispetto né timore. >>
Liz non si scompose più di tanto, si sistemò l'abito e poi ruotò lo sguardo di lato.
<< Bene. Se la metti così vediamo di arrivare al punto, tu sei libero, ma devi scegliere, o muore Lucius o l'altro. >>
<< Tu sei malata >> ringhiò Izzy fissandola con odio.
<< Uccidili pure tutti e due, non me ne frega un cazzo. >>
<< Oh ma in quel caso moriresti anche tu  >> gli sfiorò l'ispida barba, lui si ritrasse da quel tocco.
<< Fa pure, non mi interessa >> soffiò spostando lo sguardo verso il basso che si perse nel vuoto, gli occhi sembrarono rimpicciolirsi e una patina lucida li ricoprì.
<< Signor Hands, so riconoscere la sofferenza quando la vedo, allora qual è il problema? >>
Si leccò le labbra pitturate dal rossetto rosso.
<< C'entrano qualcosa quei due? Lucius e il suo amichetto, sei forse geloso? >>
<< Non tutto gira intorno al tuo ex ragazzo! >> sbottò scattando con il viso verso di lei.
<< Ma qualcosa c'è, ho ragione? >>
<< Forse hai problemi con il tuo capo... >>
Izzy strinse la mascella istintivamente, deglutì il rigetto che sentiva salirgli in gola.
<< Non ti dirò gli affari miei puttana. >>
Elizabeth lo colpì con un pesante schiaffo che gli fece voltare la faccia di lato, il primo ufficiale sputò a terra il sangue che dal labbro gli era arrivato in bocca poi si girò a guardarla.
<< Tu non hai un piano >> ghignò.
<< Riconosco i deboli quando li vedo, sento l'odore di inefficienza, vedo come si muovono e tu non hai idea di cosa fare con noi. Ti muovi completamente a caso, e sì forse finirai per ucciderci tutti ma non vuoi che il tuo gioco sadico finisca presto. >>
La donna si irrigidì ma tentò di non darlo a vedere.
<< Ho visto piangere tante persone, e quante ne ho fatte piangere pietà, non puoi immaginarlo. Tu sei solo una ragazzina arrabbiata che gioca a fare il criminale, sarai anche forte e furba ma non puoi competere con chi da anni ormai è abituato a vedere il sangue. >>
Lei gli mise una mano al collo e lui sollevò il viso.
<< Zitto Hands o ti faccio fuori. >>
Ma Izzy sorrise appena.
<< Se sei brava come dici dovresti sapere che questa minaccia rare volte funziona, certo può essere efficace con gente senza spina dorsale, ma sai bene chi cazzo è il mio capo. >>
Il primo ufficiale con un movimento del piede si tolse la scarpa bucata di lato, mostrò il piede avvolto ora da una leggera fasciatura.
<< Toglila. >>
Liz lo fissò confusa e irritata.
<< Perché dovrei? >> domandò.
<< Fa come dico, voglio solo mostrarti con chi hai a che fare. >>
Allungò la gamba in modo da permetterle di sfasciare la garza, lei inorridì appena quando vide la mutilazione.
<< E' stato il mio capo a farlo, e subito dopo >> disse abbassando il piede e posandolo per terra.
<< Me lo ha fatto mangiare, e non mi ha avvisato no, stavo dormendo quando è successo. >>
<< Immagina ragazzina come sarebbe svegliarsi con un dolore lancinante, e vedere qualcuno con in mano il tuo mignolo sanguinante. >>
Elizabeth tremò leggermente, non sapeva se essere più inorridita o disgustata da quella storia, Barbanera doveva essere un vero stronzo proprio come dicevano le leggende.
<< E sai perché lo ha fatto? >> continuò Izzy.
<< Gli avevo mancato di rispetto secondo lui, ma io gli avevo semplicemente detto ciò che pensavo. Però a lui non piace sentirsi dire la verità in faccia, l'ho scoperto a mie spese. >>
Strinse i pugni e spostò lo sguardo azzurro di lato, il suo cervello lavorava cercando di elaborare quelle informazioni.
<< Perché mi stai dicendo questo? >>
<< Volevi sapere più cose di noi e io ti ho accontentata. Non ti piace quello che senti? >>
<< Non me ne frega niente in realtà >> rispose ma nella sua voce c'era un velo di incrinatura che la tradiva.
<< Molto bene perché non è finita, ascolta un esperto, devi conoscere il tuo nemico se vuoi distruggerlo e siccome non ho più niente da perdere voglio che tu sappia una cosa di me. >>
<< Ti ascolto >> rispose lei incuriosita, lo fissò attentamente.
<< Sai cosa ho provato quando è successo? >>
Scosse la testa, una ciocca di lunghi capelli scuri le ricadde lungo la spalla.
<< Eccitazione, orgoglio, un senso di appagamento che da tempo non provavo. E il tutto perché era lui a farlo, quindi Liz come vedi sono abituato al dolore, alla pressione psicologica, non mi faccio ricattare e non ho punti deboli. >>
<< Nemmeno Barbanera lo è, perché so quanto forte, malvagio e crudele possa diventare quando si arrabbia e se anche nella tua testolina balenasse l'idea di andare a disturbarlo, bè ti ritroveresti a raccogliere i tuoi arti sparsi per la spiaggia ancora prima di vederlo arrivare. >>
Negli occhi di Izzy si era acceso un fuoco mentre parlava in quel modo del suo comandante, una parte di lui sapeva che Edward non era più quello che stava descrivendo, ma l'altra desiderava così tanto vederlo tornare a sguainare la spada che aveva preferito mentire, mettendo avanti una figura che non esisteva più.
Quando la donna uscì lasciandolo finalmente solo crollò, la sua testa ricadde pesante verso il basso e sentiva mancargli l'aria nei polmoni, più respirava più sentiva il respiro farsi debole, quasi inesistente e tutto questo perché aveva riportato a galla vecchie ferite mai chiuse, si era fatto male da solo.
Urlò a pieni polmoni, gli uscì un grido talmente forte che era difficile nessuno lo avesse sentito, diviso in due, ecco la sensazione che provava ed era orribile, aveva mentito, Edward era il suo punto debole e lo era sempre stato, lo testimoniava il fatto che per ben due volte aveva cercato di riportarlo indietro, da lui e quando Bonnet se ne era andato aveva creduto di esserci seriamente riuscito, ma anche in quel caso, la persona che aveva intorno non era più il suo vecchio capitano.
Lo odiava, ma voleva anche tornare da lui per chiedergli perdono, no, sbagliato, non aveva niente di cui farsi perdonare, tutto ciò che aveva fatto era stato per salvargli la pelle, per evitargli un declino mentale, emotivo e fisico, desiderava morire così non avrebbe più dovuto convivere con il rimorso di come era finita tra loro, ma dall'altra parte non voleva che quello stupido ragazzino morisse ed era assurdo, non gli era mai importato di nessuno se non di se stesso e del suo capo.
Lucius aprì gli occhi trovando in piedi, davanti al suo giaciglio un primo ufficiale accigliato,
la stanza era buia, illuminata solo dalla luce fioca di qualche lampada.
"Izzy" biascicò sentendo che la lingua non collaborava, stranamente non aveva dolore alla spalla.
L'uomo si avvicinò a lui passandogli le dita tra i capelli, sussultò intimorito da quel contatto così strano.
"Izzy cosa stai facendo?"
Il primo ufficiale continuava ad accarezzare la sua soffice e sudata chioma, senza dire una parola.
Lucius deglutì sentendo la gola arsa, la bocca sempre più secca, gli facevano bene quei tocchi delicati e
riceverli proprio da colui che lo aveva sempre denigrato era qualcosa che gli provocava uno strano nodo
allo stomaco.
Dietro le spalle del primo ufficiale comparve Black Pete, anche lui lo guardava rimanendo in silenzio.
"Pete...I-Io"
Il primo ufficiale si chino sul corpo steso del giovane facendogli aumentare il battito cardiaco, sorrise sul
suo volto, Lucius rispose a quello strano gesto, immaginandosi chissà cosa stesse per accadere.
Poi sentì solo un forte bruciore, Izzy si scostò estraendo la lama dal fianco di Lucius, lui lo guardò stordito e
spaventato.
"C-Cosa...Perché..."
"Pete?" chiamò sperando arrivasse in suo soccorso ma il ragazzo rimaneva fermo.
"No, per favore non voglio, non voglio..."
"Te lo meriti" disse Pete e lui lo guardò straziato dal dolore e dal panico.
"Pete aspetta...n-non andartene."
Ma lui era già lontano, insieme a Izzy.
La testa di Lucius cadde pesantemente all'indietro sbattendo contro il duro legno, stava morendo.
<< NO! >> urlò svegliandosi di soprassalto, grondante di sudore, si guardò intorno ansimando terrorizzato, la sua mano corse a toccare il fianco ma non appena tentò il movimento la spalla gli diede una stilettata di dolore, così tentò con l'altra mano, si tirò su la maglia gemendo, si toccò la pelle, niente, fortunatamente non c'era nessuna traccia della pugnalata.
<< Un sogno, è stato solo un orribile sogno >> ansimò poggiando la testa, si mise una mano sul cuore tentando di far calmare i battiti che sembravano come cavalli impazziti nella sua gabbia toracica, fece qualche respiro, sforzandosi di ignorare le pulsazioni della ferita alla spalla.
Quando riaprì gli occhi si guardò intorno, la stanza era proprio come nel sogno, ma non c'era nessuno lì con lui, si interrogò sul significato di quelle immagini oniriche, Izzy lo stava accarezzando e a lui piaceva, ma poi lo aveva trafitto, scosse la testa, probabilmente era solo frutto di quello che era successo, non doveva perdersi in strane fantasie, almeno non in quel momento.
I successivi giorni li passò a dormire, con la febbre alta e gli incubi, fortunatamente la ferita gli veniva pulita e fasciata, ma lui sapeva che queste non erano attenzioni amichevoli, Elizabeth si stava solo assicurando che non morisse prima del tempo, infatti quando la sua salute migliorò fu lei in persona a condurlo in una di quelle orribili e anguste stanze, questa volta c'era solo Izzy ad attenderlo.
<< Divertitevi un po' ragazzi, fate conversazione, godetevi il momento >> ghignò e si chiuse la porta alle spalle, Lucius gridò invocando la sua pietà ma ovviamente non ottenne niente, si accasciò contro il legno freddo lasciandosi poi scivolare a terra, aveva i polsi legati in avanti mentre quelli del primo ufficiale erano legati dietro alla schiena.
Era impossibile sciogliere quei dannati nodi, lui e Pete ci avevano provato quando Lucius non era con loro e in più qualcuno passava costantemente a tenerli d'occhio, e non erano degli sprovveduti, agivano cautamente, questo rendeva ogni possibile tentativo di fuga sempre più complicato.
<< Perché ci sta facendo questo? Che senso ha spostarci da una stanza all'altra, dividerci e poi... >> sospirò tirando le ginocchia al petto e chinando il capo.
<< Davvero non lo capisci Spriggs? Vuole farci arrivare al limite fino ad annientarci completamente, bè annientarvi, perché io sono di tutt'altra pasta. >>
<< Oh certo perché tu sei forte, non è vero? >> gridò Lucius alzando il viso verso di lui.
<< Sei un uomo sexy e coraggioso che ride in faccia al pericolo, non hai paura di niente, anzi forse questo per te è solo un divertente gioco visto che ultimamente ti stavi annoiando. Non ti importa se finiremo morti, non te ne frega niente di vederci soffrire e implorare pietà, ma dimmi Izzy c'è qualcuno di cui ti importa!? >>
Le parole gli erano uscite di getto senza che potesse fare nulla per controllarle, era esausto e aveva davvero bisogno di qualcuno che lo confortasse, per un istante aveva creduto che potesse essere l'uomo seduto di fronte a lui ma si sbagliava.
Forse in quella situazione la cosa migliore era tenere la bocca chiusa, ma sin da ragazzino era sempre stato così, se vedeva o sentiva qualcosa che non gli piaceva lui interveniva senza curarsi delle conseguenze, e in quel caso era stato lo stesso.
Non sopportava la totale indifferenza di Izzy, sapeva che era un uomo cazzuto, che ne aveva viste di tutti i colori navigando con Barbanera ma aveva visto anche la sua parte più fragile, e probabilmente era stato l'unico a vederla, aveva bisogno di quella, desiderava che per una volta quel testardo gettasse a terra la corazza di cui era ricoperto e si comportasse da umano.
<< Nemmeno ti rispondo Spriggs, sei solo un inutile parassita, se ci fosse stato qui Edward almeno avremmo potuto escogitare un modo per scappare. Invece con voi inutili omuncoli finirei solo per farmi ammazzare! >>
<< Edward, Edward, Edward! Sai pensare solo a lui e a nient'altro, non è colpa mia se ti senti una nullità quando non c'è...- >>
Izzy strinse i pugni dietro la schiena
<< Non una parola di più. >>
Ma Lucius lo ignorò.
<< Probabilmente adesso il tuo capitano è sotto le coperte con il mio, perché lui a differenza tua ha trovato qualcuno che lo ama! >>
<< PIANTALA HO DETTO! >>  
<< NO! Non la smetto finché non ammetti che sei invidioso, che desideri le stesse cose sue e che vorresti fosse lui a dartele! >>
Izzy a quel punto si tirò su, con le vene pulsanti e gonfie sul collo, si avvicinò zoppicando al ragazzo e lo fronteggiò, Lucius sollevò il viso come se ogni briciola di paura che aveva in corpo fosse scomparsa, c'era ma era anche stufo di vedere quell'uomo adulto struggersi e trattare di merda gli altri solo perché era infelice.
<< Cosa vuoi fare adesso? Prendermi a calci? >>
<< Oh farò molto peggio, ti ammazzerò così finalmente terrai chiusa quella stupida bocca. >>
<< Avanti fallo, tanto morirò comunque. >>
I due si guardarono per diverso tempo studiandosi, negli occhi chiari del giovane c'era una nuova luce, non che desiderasse veramente essere torturato o ammazzato ma desiderava dare una lezione a quell'uomo così testardo, voleva capisse che a lui non faceva pena e che non era sbagliato soffrire per qualcuno, "io ci sono" era il messaggio ma il primo ufficiale era troppo annebbiato dai suoi fantasmi per leggerlo.
Credeva che quel ragazzino volesse solo sfidarlo come aveva fatto la prima volta, e anche quel giorno gli erano venuti in mente mille modi per farlo tacere, molti dei quali per sua vergogna non prevedevano omicidi, aveva desiderato di torturarlo in ben altri modi, per questo aveva lasciato perdere la discussione preferendo andarsene.
Il suo vecchio sé non ci avrebbe pensato due volte a infliggersi su chiunque avesse dimostrato di avere la lingua troppo lunga, infierire su di lui dove lo avrebbe portato?
Sarebbe stato ancora imprigionato lì e probabilmente quella pazza si sarebbe infuriata ponendo fine alla sua vita, non che ci tenesse così tanto a vivere, non aveva più un posto dove andare e l'orgoglio gli impediva di fare ritorno a capo chino sulla dannata Revenge.
Edward non lo avrebbe accolto né perdonato.
Se anche fosse stato magnanimo riprendendolo con sé, lo avrebbe annientato mentalmente ignorandolo e limitandosi a qualche ordine, probabilmente si sarebbe unito con quel pagliaccio di Bonnet in ogni angolo della nave curandosi che lui fosse lì ad assistere.
Cadde in ginocchio, la ferita al piede pulsò ma lui strinse i denti impedendosi di sembrare ancora più debole.
<< Izzy? >> lo chiamò preoccupato l'altro pirata.
<< Non fiatare. >>
Lucius spostò la testa di lato.
<< Perché il tuo piede è sfasciato? >>
<< Storia lunga. >>
<< Ma così si potrebbe infettare. >>
Izzy con un movimento goffo riuscì a mettersi a sedere accanto a lui, troppo vicino, ma non aveva nessuna voglia di spostarsi.
<< Spriggs questo è l'ultimo dei miei problemi credimi. >>
Il pirata più giovane si leccò le labbra.
<< Posso sapere almeno che cosa ti ha fatto? >>
<< No. >>
Un sospiro lasciò le sue labbra carnose, certo che era proprio come parlare ad  un muro.
<< Una cosa almeno me la devi. >>
<< Io non ti devo proprio niente >> sbuffò l'uomo spostando le gambe verso di sé, teneva il piede con la punta sollevata verso l'alto così da non far toccare la ferita a terra.
L'altro lo ignorò voltandosi a guardarlo.
<< Perché mi hai salvato? >>
Il cuore del primo ufficiale perse un battito, doveva sapere che quell'azione gli si sarebbe ritorta contro.
Quella Elizabeth sarà anche una pivella ma sapeva il fatto suo.
<< Voi della Revenge oltre che incompetenti siete anche sordi. >>
<< Izzy... >>
<< Primo uffic... >> lo corresse ma poi si fermò.
<< Ah lascia perdere. >>
Lucius lo spintonò appena.
<< Avanti, almeno abbiamo un modo per passare il tempo. >>
<< L'ho già spiegato, ho intenzione di uscire di qui e non posso farlo senza voi due idioti perché se capitassi per disgrazia sotto il tiro del tuo capo non mi lascerebbe in pace, con grande appoggio e supporto del mio. >>
<< Certo che ti piace raccontartela eh >> disse sorridendo Lucius, con un'espressione furba e lo sguardo luminoso, Izzy commise l'errore di voltarsi e rimase folgorato, una scossa gli attraversò il corpo e per quanto volesse spostare lo sguardo non ci riuscì.
<< Che cazzo vuoi dire? >>
<< Sono abbastanza certo tu mi abbia mentito, mi spiace ma non credo che proprio tu abbia paura del mio capo, anche se gli raccontassi la verità e loro non ti credessero sai bene che Stede non ti ucciderebbe mai. >>
<< E impedirebbe a Barbanera di farlo. >>
Izzy corrugò le sopracciglia, perché non gli veniva nulla di intelligente da dire?
<< Non sono certo prenderebbe le mie difese, il damerino mi odia. >>
<< Ma non è un assassino. >>
<< Le persone cambiano Spriggs >> disse sollevando le spalle e spostando il viso.
<< Allora...perché non accetti che Edward sia cambiato? >>
La mascella del primo ufficiale si strinse così forte da rischiare di fargli saltare tutti i denti.
<< Non affronterò questa conversazione con te >> tremava.
Lucius sospirò giurando a se stesso che se mai fosse riuscito a scavalcare quel muro di testardaggine avrebbe fatto un bagno di luna con Buttons.
<< Comunque grazie di avermi salvato, qualunque sia il motivo per cui tu l'abbia fatto. >>
<< Spriggs? >>
Si voltò guardandolo con i suoi occhi chiari.
<< Dimmi. >>
<< Quando usciremo da qui tornerà tutto come prima, voi ve ne andrete per la vostra strada e io per la mia, chiaro? >>
Il giovane non rispose sentendo le lacrime salirgli rapide.
<< Chiaro? >> ripeté il primo ufficiale.
<< S-Sì certo... >>
Da quel momento non parlarono più, si chiusero ognuno nel rispettivo silenzio, un silenzio che era visibile solo esternamente, ma dentro le loro teste i pensieri si accalcavano, ogni tanto Lucius si voltava a guardare Izzy, osservava il suo profilo indurito dal tempo e dall'età ma ancora bello.
Bello.
Non aveva mai pensato lo fosse: Sexy, affascinante, misterioso ma bello no, perché quella era una parola che riservava solo a chi gli era vicino, era una parola troppo morbida per uno come il primo ufficiale Hands.
Ma in quel momento, in quella situazione, nessun'altra parola gli sembrava più perfetta per descriverlo.
Era sciocco nascondersi, aveva iniziato a provare qualcosa per quell'uomo ma ancora non aveva le basi per definirla, sentiva un calore dentro al petto quando lo guardava, la sua voce roca gli faceva vibrare le viscere.
Per qualche strano motivo desiderava stargli accanto, si chiedeva come fosse la sua pelle al tatto, che sapore avesse, se fosse dolce o salata, se Izzy avesse scoperto l'origine dei suoi pensieri lo avrebbe fatto a pezzettini e dato in pasto ai pesci.
"Izzy io non voglio che tu te ne vada" voleva dirgli.
<< Izzy... >> cazzo aveva parlato ad alta voce, e ora come ne sarebbe uscito?
<< Che vuoi Spriggs? >>
<< I-Io...non >> deglutì rumorosamente quando vide gli occhi scuri dell'altro incastrarsi nei suoi.
<< Niente, io non volevo dirti niente. >>
Codardo pensò di se stesso, e cos'era quella nello sguardo di Izzy, un'ombra di delusione?
L'uomo si girò sbuffando, senza replicare, il cuore di Lucius continuava a martellare e ancora non gli aveva staccato gli occhi di dosso.
<< Pensavo volessi cercare Edward una volta...- >>
Izzy si voltò veloce come un fulmine.
<< Ho detto che non voglio sentir nominare quello stronzo, questo è l'ultimo avvertimento >> il suo fiato caldo si scontrava sulle labbra del giovane, che invece di essere spaventato si sentiva vagamente eccitato da quella situazione, annuì lentamente ma ormai tutta la paura era passata.
<< Io invece penso che dovresti trovarlo e dirgli quello che pensi. >>
<< Lo sa già cazzo! >> sbottò con ferocia.
Lucius si irrigidì, spostò lo sguardo verso il basso.
<< Sa ciò ce vuoi da lui, ma non i tuoi sentimenti. E' completamente diverso. >>
Dio, perché doveva sopportare quel supplizio, si chiese Izzy, poteva non rispondere ma qualcosa dentro di lui gli impediva di rimanere in silenzio.
<< Non cambierebbe niente, se anche mi abbassassi a quel livello mi riderebbe in faccia e basta. >>
<< Edward non è così... >> tentò Lucius.
<< TU NON LO CONOSCI! >> gridò Izzy voltandosi a guardarlo, quell'uomo aveva le lacrime agli occhi, quanto dolore stava nascondendo?
Ma il giovane non avrebbe fatto cadere il discorso di nuovo, Izzy aveva un dannato bisogno di buttare fuori la sua merda, non era certo che avrebbe funzionato ma almeno non sarebbe rimasto con il rimorso di non aver nemmeno tentato.
<< Probabilmente nemmeno tu così bene Izzy. Forse ti rode il fatto che io sia riuscito a guardare sotto la sua superficie, che anche Stede sia andato oltre ma è così. Edward non è solo Barbanera, è un uomo e se tu vedendolo struggersi per amore non hai provato niente bè mi dispiace per te, ti sei perso un'occasione. So quanto possa essere difficile guardare una persona e realizzare di non averla mai conosciuta veramente, ma te ne ha dato la possibilità e se non fossi così cocciuto torneresti da lui e guardandolo in faccia gli diresti quello che provi, qualsiasi cosa sia. >>
Scosse piano la testa.
<< Fa come ti pare comunque, non posso arrogarmi il diritto di sapere cosa è meglio per te, e se ti può far sentire meglio non riaprirò più il discorso ma volevo solo tu sapessi che non è tutto perduto, anche se ti sembra così. >>
Avrebbe voluto strozzarlo e guardare la sua vita scivolare via dai suoi occhi, ma era paralizzato da quelle parole così sincere, nessuno mai si era azzardato a dargli consigli o parlargli con il cuore, da ragazzino forse e anche con Edward inizialmente le cose erano diverse, doveva ammetterlo.
C'erano sere in cui sedevano a parlare, non di fottuti sentimenti, ma di quello che avevano vissuto prima di incontrarsi, erano il rifugio l'uno dell'altro ma forse quel moccioso aveva ragione, non avevano davvero mai parlato a cuore aperto, e lui come poteva immaginare che il suo grande e immenso capitano ne avesse bisogno?
Avrebbe dovuto dedurlo?
E' così che aveva fatto Bonnet?
Faceva male cazzo, quell'idiota che gli era accanto aveva saputo afferrare con destrezza la parte più dolorosa di lui e stringerla, districarla e tirarla fuori come niente fosse, conosceva Barbanera come le sue tasche, avrebbe potuto prevedere le sue mosse con un solo sguardo ma Edward gli era del tutto sconosciuto.
Eppure erano la stessa persona, come aveva potuto lasciarsi sfuggire quel lato del suo carattere?
<< Se anche gli parlassi >> iniziò a voce bassa attirando l'attenzione del giovane.
<< Non mi crederebbe perché è arrabbiato con me >> confessò stringendo i denti, non avrebbe anche pianto, la sua dignità aveva già subito un duro colpo.
<< Era arrabbiato anche con Stede ma lo ha perdonato. >>
<< Non lo ha fatto Spriggs, sta solo aspettando lo lasci di nuovo per dimostrare a se stesso che ha ragione. >>
Lucius si leccò le labbra.
<< Forse all'inizio era così, ma io credo lo abbia già perdonato da un pezzo, solo che è troppo orgoglioso per ammetterlo e probabilmente vuole far penare un po' Stede, che a mio giudizio se lo merita dopo quello che ha fatto. Faranno pace. >>
<< Come cazzo lo sai? >> sbottò il primo ufficiale, il pirata più giovane sorrise.
<< So leggere le persone, più o meno. >>
Izzy si lasciò andare ad una breve risata sarcastica.
<< Certo... >>
<< Ascolta, va bene, non posso esserne totalmente sicuro ma quei due si amano, e anche un cieco lo vedrebbe. >>
<< Sarebbero stupidi a non riappacificarsi. >>
<< Se è davvero come dici non voglio essere lì a sorbirmi quella merda, Edward era un grande marinaio, ha perso la testa e io ho cercato di farglielo capire in ogni modo. >>
Il più giovane sbuffò.
<< Non esiste solo lui al mondo, ci sono tanti uomini Izzy. >>
<< Ah fanculo tu credi che...? >> disse voltandosi disgustato, Lucius sollevò un sopracciglio.
<< Io non provo dei cazzo di sentimenti per Barbanera! >>
<< Allora perché ti agiti tanto? >> ghignò il pirata dai capelli castani.
<< Senti, fottiti, è stato un errore parlare con te. >>
<< No, aspetta dai...Davvero non provi niente per lui? >>
<< Sei sordo? Ti ho già detto di no. >>
Non sapeva se lasciar cadere il discorso oppure no, lo scriba della Revenge era certo ci fosse qualcosa sotto, ma era anche vero che il primo ufficiale si era aperto molto per i suoi standard, non voleva rischiare di rovinare tutto, ma fu proprio l'altro che ruppe il silenzio.
<< Forse lo ero...un tempo >> confessò senza guardarlo, alzando e abbassando le spalle.
Aspetta cosa? Il ragazzo non poteva credere alle sue orecchie, Izzy Hands in persona gli aveva appena confessato spontaneamente di aver provato qualcosa per il suo capitano?
<< E lui lo sapeva? >> domandò usando un tono pacato, senza una traccia di scherno o sufficienza.
Izzy si strinse le ginocchia al petto.
<< Che cazzo ne so Spriggs. >>
<< Non glielo hai mai detto? >>
Gli occhi del primo ufficiale si persero in un ricordo doloroso, le labbra erano curvate in una linea sottile, e delle piccole rughe gli incorniciavano la fronte.
<< A quale scopo? Non mi ha mai guardato in quel modo, Edward ha avuto delle persone diciamo così, quando sei in mare devi pur sfogarti in qualche modo ma non ha mai mostrato quel tipo di interesse verso di me, e io non ci tenevo a diventare uno dei suoi giocattoli. >>
<< Io sono sempre stato come un fratello per lui, niente di più, gliel'ho sentito dire e da quel giorno i nostri rapporti sono cambiati, più o meno nello stesso periodo mi ha nominato a primo ufficiale e io ho colto l'occasione per fare il mio dovere e l'ho allontanato, ha cercato di capire il motivo ma io ero inespugnabile e alla fine ha lasciato perdere. >>
Lucius non rimase di certo indifferente a quel racconto, ora capiva molte cose, una parte del caratteraccio di quell'uomo era dovuto anche alla batosta che aveva preso.
<< Per un periodo ho creduto le provasse a sua volta, mi cercava e passavamo davvero molto tempo insieme, poi ho capito che ero soltanto uno dei suoi passatempi, con la differenza che mi usava in maniera diversa dagli altri. >>
<< Dio Izzy non avevo idea... >>
<< Perché avresti dovuto averla? >> sbottò l'altro irritato.
<< Non hai mai desiderato nessun altro? >> domandò di getto, curioso di sapere il più possibile di quell'uomo così misterioso.
<< No, fortunatamente ho capito che su una nave pirata non c'è spazio per i fottuti sentimenti, probabilmente anche quelli per Edward erano solo un fantasma di una vita che non sarebbe mai stata la mia >> lo disse amareggiato mordendosi nervosamente le labbra, come se quella scelta gli fosse costata più di una semplice frustrazione generale.
<< Mi dispiace che tu abbia sofferto così tanto, posso solo immaginare cosa si prova...- >>
<< No tu non ne hai idea! >> gridò all'improvviso voltandosi verso di lui.
<< Non sai cosa significa non essere desiderato, perché tutti, cazzo Spriggs tutti rimangono affascinati da te. Ti basta sbattere le tue fottute, lunghissime ciglia per averli ai tuoi piedi! >>
Il giovane sollevò un sopracciglio, lo stava forse lusingando?
<< Bè...proprio tutti non direi. Solo perché ci so fare con le persone non significa che...- >> 
<< Al diavolo, non è che ci sai fare, tu le affascini, le seduci, saresti in grado di portarti a letto l'intera nave se solo lo volessi! >>
A quel punto Lucius non poté trattenere un sorriso.
<< E' questo che pensi di me? Che sono affascinante. >>
Le guance del primo ufficiale si colorarono di un rosso accesso.
<< Ho detto che sai farlo, non che lo sei Spriggs. Non metterti strane idea in testa. >>
<< E' decisamente la stessa cosa >> lo stuzzicò il giovane.
<< No che non lo è, e ora fammi il favore di tenere chiusa quella boccaccia, vorrei riposare. >>
Lucius spostò il busto verso di lui in modo da far combaciare le loro spalle, Izzy si voltò a guardarlo irritato.
<< Che cazzo stai facendo? >>
<< Volevo solo dirti che non sono l'unico ad esserlo. >>
Izzy fece una smorfia e si scostò per quanto poteva.
<< Non fare la civetta con me. >>
<< Funziona? >> domandò umettandosi le labbra Lucius.
<< No >> rispose il primo ufficiale voltandosi leggermente di lato, non gli avrebbe dato alcuna soddisfazione, gli aveva già concesso abbastanza e non sapeva se aveva fatto bene o no, il ragazzino avrebbe potuto andare a raccontare in giro i fatti suoi e questo sarebbe stato un colpo basso, nessuno lo avrebbe più rispettato.
Ma era certo che Lucius, sì gli piaceva pensare a lui come Lucius, senza cognomi o distanze, non si sarebbe mai permesso di farlo e nemmeno di ricattarlo, aveva la sensazione che quella conversazione imbarazzante sarebbe rimasta solo tra loro.









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Capitolo 9
*** Gelosia ***


Gelosia


Le acque erano favorevoli, calme e invitanti, l'azzurro del cielo si rifletteva in quello specchio cristallino, la ciurma lavorava di buona lena sapendo che presto avrebbero fatto ritorno in quel posto che aveva inghiottito i loro amici.
Molte le domande che si ponevano, erano salvi? Li stavano aspettando? Li avrebbero ritrovati? E soprattutto non erano certi sarebbero voluti tornare a navigare con loro.
Le ferite stavano via via guarendo, lo Svedese stava meglio anche se ancora doveva stare a riposo e quella situazione non gli era del tutto spiacevole, il capitano Bonnet sentendosi tremendamente in colpa aveva ordinato a tutti di trattarlo come un re e lui in quella situazione ci si era adagiato.
Era bello per una volta essere servito e avere qualcuno che si prende cura di te.
I due capitani si facevano vedere poco in giro, e questo dava modo agli altri di rilassarsi e godersi finalmente un po' di tranquillità dalle urla di Edward e le suppliche di Stede, senza Izzy poi era una pacchia, nessuno che li tirava per capelli o barba, che sbraitava e li sfiancava di lavoro.
Si poteva dire che avevano tutti un pensiero condiviso, ovvero che quella pace potesse in qualche modo continuare, Franchie aveva azzardato l'ipotesi che se avessero trovato Lucius e Pete ci sarebbe potuto essere anche Izzy, e avrebbe voluto salire a bordo anche lui ma era un male minore, lo avrebbero accettato pur di riavere i loro amici.
<< Le cose devono cambiare, se sale sulla nostra nave non possiamo permettergli di trattarci come schiavi, a questo punto non mi interessa cosa dice Edward. >>
<< Franchie ha ragione, e poi non abbiamo mai un piano, stiamo andando completamente alla cieca. >>
<< Adesso concentriamoci su Lucius e Pete, quando li avremo trovati parleremo con i capitani. Ivan e Fang siete d'accordo?
<< Sì, le settimane senza Bonnet sono state le peggiori, Barbanera non è mai stato così fuori controllo >> disse Ivan.
<< Ciurma, il capitano >> annunciò Buttons facendo voltare tutti.
<< Ehi ragazzi >> salutò Stede.
<< Scusate mi sono fatto vedere poco, ma avevo bisogno di stare solo. Come vanno le cose? >>
<< Bene, anche Ed...Barbanera non si è fatto vedere >> disse Franchie.
<< Ma ci ha permesso di tornare a cercare Pete e Lucius >> rispose entusiasta Roach.
Stede rimase a bocca aperta, davvero lo aveva fatto?
<< Ve lo ha detto lui? >>
<< Sì e sappi che queremos hablar con voi due cabrones una volta trovati gli altri. >>
<< Non abbiamo più intenzione di stare ai vostri capricci. >>
Il pirata biondo deglutì annuendo.
<< Certo Jim, avrete il nostro ascolto. >>
<< Spero valga anche per Edward >> rispose stringendo il manico del pugnale.
<< Te lo garantisco >> rispose congedandosi seguito da Olu.
<< Scusa capitano per i suoi modi, non ha digerito molto la prigionia...- >>
<< Giustamente >> rispose Stede.
Olu si mise le mani in tasca sospirando.
<< E tu? Ti è andato giù l'essere stato abbandonato? >>
<< Non è stato bello però... Tu ti sei guadagnato il nostro perdono, Edward...non ha tentato di fare passi falsi, è già qualcosa. Ma Stede...se Jim continuasse a non fidarsi di lui e decidesse di andarsene io...- >>
<< Olu è ovvio che l* seguirai e io non ti impedirei di farlo, siete liberi, tutti quanti. >>
Il giovane spostò lo sguardo stringendosi nelle spalle.
<< E Barbanera... >>
<< A lui ci penso io >> rispose Stede.
<< Grazie capitano >> sorrise.
<< Sei un brav'uomo >> disse alla fine.
<< Sono contento che lo pensi >> rispose Bonnet prima di allontanarsi.
Cercò Edward in ogni angolo della nave, desiderava parlare con lui, il fatto che avesse deciso spontaneamente di cercare gli altri lo aveva lasciato stupito ma non voleva dare a se stesso false speranze riguardo loro due, dopo l'ultima discussione non si erano più rivolti parola, ma questa volta toccava a lui rompere il silenzio.
Mentre camminava con lo sguardo che svettava in giro venne fermato da Fang.
<< Se cerchi il capitano e in vedetta. >>
<< Oh, grazie Fang >> sorrise dandogli una pacca sulla spalla, chiedendosi poi come facesse a saperlo.
Le sue mani sudavano strette a quelle corde che lo avrebbero portato la su in alto, dove tanti mesi prima avevano condiviso pane e marmellata, tra le dita stringeva proprio un piattino con due fette belle piene facendo attenzione a non farle cadere durante la salita.
Si fermò qualche istante a contemplare quella figura leggendaria con i capelli lunghi e sciolti che svolazzavano al vento, poi prese posto accanto a lui appoggiando le prelibatezze che aveva portato vicino a loro.
<< Ti ho portato qualcosa da mangiare >> disse per rompere il ghiaccio.
Edward lo degnò di uno sguardo, quando vide quel bel pane morbido con sopra la confettura che tanto amava gli venne l'acquolina in bocca e i ricordi sbocciarono come petali dolorosi uno dietro l'altro, era a un solo passo dal cedere ma qualcosa dentro di lui lo fece desistere.
<< Non ho fame. >>
Stede ci rimase male, ma non poteva certo sperare di risolvere tutto con una merenda.
<< L'hai più mangiata da quando...- >>
Barbanera gli rivolse un'occhiataccia.
<< Hai ragione pessima domanda, ma mi chiedevo perché avessi conservato questi e i miei libri invece...- >>
<< Bonnet non lo so per quale cazzo di motivo ho conservato la tua stupida marmellata, forse per non morire di fame, perché non avevo voglia nemmeno di fermarmi a fare provviste. Ho conservato anche i tuoi maledetti vestiti e per quelli non ce l'ho una spiegazione, vuoi sempre sapere il motivo di tutto ma non sempre c'è. >>
<< Va bene, calmati, non volevo farti arrabbiare. >>
<< Bè ci sei riuscito >> sbottò Barbanera.
<< Scusa >> sussurrò Stede.
<< Scusa, scusa, vaffanculo tu e le scuse. >>
Il pirata gentiluomo rimase in silenzio, ormai aveva capito che Edward era un cane che abbaiava ma raramente mordeva.
<< Se assaggiassi un po' di questa marmellata ti addolciresti sai. >>
L'altro si girò guardandolo incredulo, ma faceva sul serio?
Stava per andarsene quando si ritrovò l'indice di Bonnet, sporco di marmellata, davanti alla faccia.
<< Che cazzo fai? >>
<< Assaggia >> disse l'altro in tono giocoso.
<< Non leccherò il tuo cazzo di dito Bonnet, scordatelo >> ma avrebbe voluto farlo, il mare sapeva quanto, guardava quella bella falange sottile tesa per lui, era come il richiamo di una sirena e in più quella dolcezza di cui era macchiata lo ingolosiva parecchio.
Avrebbe voluto succhiarlo così tanto da farlo diventare viola, anzi non glielo avrebbe più restituito, così imparava a offrirgli invitanti pezzi di carne senza curarsi delle possibili conseguenze, Stede doveva avere più cura del suo corpo, e glielo avrebbe voluto far capire, era come offrire pesce fresco ad uno squalo.
<< Non devi per forza leccarlo, puoi sempre usare il tuo dito per prendere la marmellata >> spiegò gentilmente Stede come se stesse parlando ad un bambino.
<< Non usare quel tono condiscendente con me >> sbottò Edward sentendosi offeso.
<< Dai non fare il testardo, guarda che lo faccio io se non lo fai tu. >>
Barbanera commise l'errore di voltarsi, voleva scostargli il braccio ma Stede fu più veloce, con un gesto rapido gli sfiorò le labbra sporcandole di bella marmellata viola, Edward se le leccò istintivamente venendo investito da quel sapore dolce e asprino che gli piaceva tanto.
Il suo meccanismo di difesa lo fece reagire, si spinse indietro dando modo all'altro capitano di finirgli addosso per costringerlo ad assaggiare tutta la marmellata di cui aveva riempito il dito, seguirono istanti di lotta delicata, Edward teneva bloccato in alto il polso di Stede che cercava di raggiungere nuovamente quelle belle labbra.
<< Piantala cazzo, non è divertente! >>
<< Io mi sto divertendo un mondo invece, voglio solo farti assaggiare. >>
<< Non voglio niente da te, quindi spostati o ti butto giù >>
Intanto il gioco di forza continuava, Barbanera non provava veramente rabbia, in realtà quella situazione gli stava piacendo anche troppo secondo i suoi gusti, il suo corpo sentiva delle sensazioni che solo un idiota avrebbe ignorato, il tutto peggiorò quando quel biondo si mise a cavalcioni su di lui, i suoi movimenti erano totalmente innocui, dovuti all'ilarità del momento, ma il pirata steso a terra non poteva ignorare le scosse al bacino ogni volta che Bonnet ci strusciava inavvertitamente il suo.
Di questo passo i vestiti di pelle gli avrebbero fatto un brutto scherzo, facendo scoprire le sue carte, così lasciò andare le braccia di Stede decretando la sua resa.
<< Va bene, mi arrendo cazzo! Ma levati di dosso. >>
Il capitano originario della Revenge troneggiava su di lui vittorioso, Edward si sentiva eccitato anche se non era seduto sopra di lui, ma semplicemente sentire quelle cosce un tempo fasciate di seta che lo stringevano lo faceva andare fuori di testa.
Stede gli posò una mano sulla gabbia toracica, sentire il cuore dell'uomo che amava sotto le dita era così bello, lui pensava battesse così forte per la breve lotta, non poteva immaginare che cosa stesse realmente accadendo nella mente di Barbanera.
<< Calmati >> gli disse.
<< Sono calmo! >> sbraitò l'altro tentando di alzarsi, ma venne respinto.
<< Shh >> fece Stede prima di avvicinare nuovamente il dito a quelle belle labbra, l'unica soluzione era lasciarlo fare pensò sentendosi totalmente sopraffatto, chiuse istintivamente gli occhi quando il fresco della confettura toccò il suo labbro inferiore, il pirata gentiluomo si muoveva con abilità e con una delicatezza unica come se gli stesse mettendo il rossetto, Edward moriva dalla voglia di emettere un gemito di soddisfazione ma forte del suo autocontrollo riuscì a trattenersi.
<< Ecco qui >> soffiò Stede.
<< Sei bellissimo. >>
A quel punto Barbanera aprì gli occhi, sentiva le labbra umidicce e appiccicose, vi passò la lingua sopra e Stede deglutì di fronte a quel gesto, i suoi occhi languidi studiavano l'uomo che stava sotto di lui con desiderio e affetto, sembrava essere tornato l'Edward che aveva conosciuto, quello che riusciva a tenere a bada i suoi demoni interiori.
<< Allora com'è? >> domandò schiarendosi la voce.
<< Buona >> rispose Ed non riconoscendo più la sua.
Stede si leccò il dito succhiando via il poco residuo che ci era rimasto sopra, quello era troppo, Edward si lasciò sfuggire un mugolio leggero e subito le sue guance si colorarono di un vivo rosso, idiota e debole si disse, come aveva potuto lasciarsi andare così.
Da vero cavaliere il pirata biondo non commentò l'accaduto, sorrise solamente come solo lui sapeva fare, mandando il cuore del terrore dei mare a farsi fottere definitivamente.
<< Sai Ed... >> cominciò posando anche l'altra mano su quel petto forte.
<< Mi piacerebbe sapere che sapore ha questa marmellata sulle tue labbra. >>
Un nuovo colpo per quell'organo rosso e una fitta al bacino, doveva rifiutarlo, come si permetteva di fargli richieste così indisponenti dopo che lo aveva trattato come una pezza da piedi, ma non riuscì a dire nulla, trovandosi completamente alla sua mercé, Stede non vedendo rifiuti si chinò a baciare quella bella bocca ancora viola e caramellata.
Edward si sentì travolto non appena le loro labbra si unirono, chiuse gli occhi portando istintivamente le mani sugli avambracci fasciati dalla maglietta bianca, presto il bacio si trasformò in qualcosa di più caldo, dove la lingua del biondo venne invitata a banchettare con quella di Barbanera.
Il pirata gentiluomo mugolava vergognosamente, e per quanto la rabbia fosse ancora forte e la ferita viva, Edward era pur sempre un uomo innamorato che aveva tra le braccia la persona che amava, gli afferrò i fianchi con le mani e se lo spinse addosso causando un gemito a entrambi.
Forse era stato fin troppo irruento e bisognoso, ma il suo bacino lo stava implorando e lui non poteva più ignorarlo, Stede prese quel gesto come un permesso e si sdraiò completamente sopra di lui, lasciò scivolare le sue mani sulle braccia dell'altro, da un lato sentiva la pelle nuda e calda, dall'altro c'era la pelle della giacca che era più fredda solida.
Quella semplice differenza gli dava alla testa senza saperne l'esatto motivo, le loro dita erano intrecciate sul pavimento e tra un bacio e l'altro c'era solo la pausa per prendere qualche breve respiro, la barba bionda grattava su quella brizzolata, si graffiavano a vicenda e Barbanera sentì il bisogno di toccare quel viso un tempo così liscio e delicato.
Si staccarono lentamente sollevando le palpebre nello stesso istante, Edward lo guardava inerme, attendendo che fosse l'altro a fare una mossa, a dire qualcosa, lui non aveva parole, sentiva solo un uragano dentro, l'unica forza che aveva era quella di baciarlo ancora.
Stede sorrise, un linea appena accennata, come se temesse che sorridendo troppo avrebbe potuto rovinare tutto.
<< Non credere che mi scuserò per quello che ho fatto >> disse con un filo di voce.
Edward non rispose, si sollevò con il busto senza distogliere mai lo sguardo da quei begli occhi nocciola che tanto amava, lui aveva le sopracciglia corrugate, allungò una mano posandola sulla guancia ispida e bionda di Stede, era una sensazione strana, quella barba sottile gli faceva il solletico sotto il palmo, mostrò un sorriso appena accennato ma erano le parole quelle a non venirgli.
Si sentiva bene? Sì, dannatamente bene.
Era ancora arrabbiato? Sì, no, forse, non lo sapeva.
Amava quell'uomo? Dannatamente sì.
<< Ti piace? >> domandò Bonnet lasciando che esplorasse la sua faccia per il tempo che desiderava.
<< E' strano, ho sempre toccato solo la mia di barba, mai quella di qualcun altro. >>
<< Perché non l'hai più tolta? >> domandò genuinamente Barbanera.
<< Non ti piace? >>
<< Sì...Sono solo curioso. >>
Stede gonfiò il petto poi lasciò andare il respiro dalle narici.
<< Era un modo per dire addio del tutto al vecchio Stede >> spiegò.
<< A me piaceva, era un po' isterico ma ci avevo fatto l'abitudine >> disse Edward addolcendo lo sguardo.
<< Ma ti ha fatto del male Ed, non so se potrò mai perdonarlo per questo. >>
<< Se non ti perdoni tu come pensi possa farlo io? >>
Il pirata dai capelli dorati sollevò le spalle.
<< Forse spero tu possa dare una possibilità al nuovo me. >>
<< Allo Stede barbuto? >>
Bonnet ridacchiò e la sua barba grattò la mano che era ancora appoggiata alla sua guancia, a Barbanera piaceva quella sensazione.
<< Proprio a lui, ma se non ti piaccio con questa posso sempre toglierla >> le sue insicurezze erano tornate a fargli visita.
<< Tu vuoi piacere a me? >>
<< Non era chiaro? >> rispose Stede sollevando appena l'angolo di un sopracciglio, Edward si strinse nelle spalle, spostò il viso di lato sospirando piano.
<< Tranquillo Ed, la mia capacità in queste cose è pari all'abilità di essere un pirata >> ridacchiò ma vide che l'altro era già perso altrove con lo sguardo.
Allarmato gli prese il viso tra le mani.
<< Non andartene Edward, resta con me, stiamo solo parlando. >>
I loro occhi si incrociarono, in quelli scuri che solitamente erano macchiati di grasso si poteva leggere il conflitto interiore che il loro proprietario stava vivendo.
<< Se vuoi pensarci... >> provò a dire scostandogli i capelli dalla fronte.
<< Pensare a cosa? >> domandò Edward.
<< A questo, noi due. >>
<< Stede non c'è nessun noi due e mai ci sarà. >>
Quelle parole furono una vera pugnalata, gli occhi del pirata gentiluomo si riempirono di lacrime.
<< Ma prima... >>
<< E' stato uno sbaglio >> rispose freddo mentre gli scostava la mano dal viso.
<< Ma... >> Stede invece, non aveva parole.
<< Come la mettiamo quando ti stancherai di me e mi lascerai ancora? >>
<< Ma io >> le lacrime che scendevano rapide gli impedivano di rispondere, il suo cervello era in tilt, sentiva solo una forte morsa al petto che gli impediva di respirare.
<< E' questo che accadrà, perché io e te siamo troppo diversi, sono stato uno sciocco a illudermi di poterti piacere, ma un fiore non potrebbe mai vivere in un terreno arido. >>
<< Edward... >> singhiozzò prendendogli le mani ma quello le ritirò, gli spezzava il cuore vederlo piangere così, ma dovevano entrambi accettare la dura verità.
<< Stede... Forse il mio perdono lo hai avuto dal momento in cui sei salito qui sopra, inciampando come un idiota sui tuoi stessi stupidi piedi >> il tono che usava era morbido, non lo stava insultando, ma semplicemente ricordava quel momento con affetto, ora che una parte di oscurità lo aveva lasciato libero di respirare, anche Stede sorrise asciugandosi una lacrima ma dentro di sé sentiva che quel discorso sarebbe finito in un modo che gli avrebbe spezzato il cuore.
<< Ma il resto è stato solo una bugia che mi sono raccontato, non ci potrà mai essere altro tra noi. >>
Il pirata biondo si coprì la faccia con le mani continuando a singhiozzare, le lacrime non volevano smettere di scendere e sentiva il respiro mancargli, piangeva, piangeva sentendo di star perdendo tutto, Edward lo aveva perdonato ma non lo voleva, e questo se possibile faceva ancora più male.
L'altro capitano abbassò le spalle, sconfitto da quell'immagine straziante, strinse la mascella e si leccò le labbra, un tempo le lacrime supplichevoli degli uomini che invocavano la sua pietà non gli facevano alcun effetto, ma quello che stava piangendo non era uno qualunque.
Allungò una mano andandogli a sfiorare quella bella chioma bionda, sospirò lentamente, era meraviglioso sentire i suoi capelli tra le dita.
<< Stede...basta piangere. >>
Ma a quelle parole i lamenti si fecero ancora più forti, allora Edward lo prese per i lembi della camicia e lo tiro a sé, scontrandolo contro il suo petto, gli strinse le braccia intorno alla schiena e posò il viso sulla sua testa, Stede si schiuse da quell'involucro che era diventato e lo abbracciò a sua volta, bagnando di gocce salate quella giacca di pelle che tempo prima aveva pulito dal sangue.
<< E' meglio così, credimi. >>
<< Forse lo è per te! >> sbottò il biondo scostandosi da quella stretta.
<< Scusa, non volevo urlare. >>
<< Non preoccuparti >> rispose Edward.
<< Credi davvero che questo risolverà le cose tra noi? Ignorare quello che sentiamo. >>
<< Che tu senti Stede, io non ho mai detto niente. >>
<< Bel bugiardo che sei Edward, ma capisco, lo dici solo per ferirmi. Non ti sembro già abbastanza sconvolto? Devi per forza infierire? >>
Barbanera scosse il capo, convinto di avere ragione, Stede era un pietra preziosa, di quelle rare che il mondo sporcherebbe guardandola troppo, mentre lui era solo un pezzo di carbone, un semplice sasso che la gente si diverte a prendere a calci o gettare in acqua.
<< Bonnet non farne un dramma...- >>
<< Lo capisci che mi stai uccidendo!? >> rispose il pirata gentiluomo in preda al panico, quella freddezza mascherata da indifferenza era la cosa che gli faceva più male.
<< Io sto così per...per te >> disse asciugandosi l'ennesima riga umida dalla guancia.
<< E tu dov'eri quando ero io a piangere come un imbecille sotto un mare di coperte!? >>
Stede si zittì di fronte a quello sfogo, mandò giù il nodo che sentiva stringergli la gola.
<< Stavo tornando >> rispose con la voce rotta.
<< Stronzate, non avresti mai dovuto andartene, quello che dici di provare è solo la curiosità per un giocattolo nuovo...- >>
<< Come puoi...- >>
<< STA ZITTO ADESSO! >>
<< Se ti sta bene quello che posso offrirti resta altrimenti vattene, non mi arrabbierò e nemmeno mi sfogherò sulla tua ciurma, puoi anche portarla con te se vuoi. Ho capito che sono stato io a sbagliare, credere che tu potessi amarmi, ridicolo. Non sono più arrabbiato ma nemmeno farò di nuovo la figura dell'imbecille, ti perdono Stede, ma non posso... >>
Faceva male dirlo.
Era dura.
<< Non posso amarti. >>
Stede stava per replicare quando qualcuno da sotto chiamò la loro attenzione.
<< Capitani, abbiamo visite! >>
<< Eddy! >> chiamò una voce.
<< Will? >> domandò Edward e lo stomaco di Bonnet si strinse in una morsa.
<< Gli avevo detto di andarsene. >>
<< Non preoccuparti >> iniziò Stede, aveva l'espressione seria, e le lacrime si erano asciugate del tutto.
<< Va pure da lui, sicuramente è meglio di me, tutti i tuoi amici lo sono >> disse freddo cominciando a scendere dalle corde, una volta sceso fissò il nuovo arrivato.
<< Se qualcuno dei miei viene soltanto sfiorato tu e il tuo Eddy finite fuori dalla nave. >>
Era stato glaciale, persino l'equipaggio rimase interdetto di fronte a quella scena, si ritirò in una stanza sbattendosi la porta alle spalle, nessuno ebbe il coraggio di dire una parola, pochi della ciurma avevano capito che cosa era accaduto, il loro capitano era geloso.
<< Che cazzo ci fai qui? Non ti avevo detto di starmi alla larga? >>
<< E voi perché lo avete fatto salire? >>
William gli mise un braccio intorno alle spalle.
<< Non sgridarli, è solo che avevo nostalgia di un vecchio amico, e visto che ci siamo incontrati per puro caso mi sembrava stupido sprecare l'occasione. >>
<< Dove siete diretti? >>
Edward si scostò malamente.
<< A Roatán. >>
<< Cerchiamo i nostri amici >> rispose lo Svedese, attirandosi lo sguardo pungente di Barbanera.
<< Che cosa gli è successo? >> domandò Will.
<< Nessuno fiati! William siamo amici, ma stai superando il limite, io non ti voglio qui e nemmeno voglio che ti butti in un'impresa che non ti riguarda. >>
Il capitano dell'altra nave si leccò le labbra e incrociò le braccia.
<< Ma potrei esservi utile, ricordi quando combattevamo fianco a fianco? >> domandò con gli occhi che sbrilluccicavano, Ed roteò i suoi infastidito.
<< Quello che facevamo erano piccoli furterelli e qualche volta ci siamo scontrati con qualche commerciante irritato o criminale come noi. >>
<< Il succo è lo stesso, avanti Eddy, prometto che non ficcherò il naso negli affari tuoi e starò ai tuoi ordini. >>
Barbanera sbuffò contrariato, poi gli venne un'idea.
<< Va bene... >>
L'altro si illuminò.
<< Ma deve essere d'accordo anche l'altro capitano di questa nave, Stede. >>
A quel punto le speranze del giovane marinaio sembrarono vacillare, per grande gioia di Edward che a stento tratteneva il sorriso, era certo che Bonnet non avrebbe più accettato nessuno dopo Calico, e lo aveva detto lui stesso.
<< Qualcuno vada a chiamare Bonnet, sempre se Will vuole ancora restare >> lo fissò furbescamente.
<< Certo che voglio! >>
Stede venne convinto a fatica a lasciare l'angolo in cui si era rifugiato, quando si presentò sul ponte aveva l'aria di chi fosse stato appena condannato a morte, ironia della sorte, non degnò Edward di uno sguardo, i suoi occhi si puntarono all'istante su William.
<< Capitano Bonnet, volevo chiederti il permesso di navigare con voi per un po'. >>
<< Perché? >> domandò il pirata biondo con sospetto.
<< Sarò sincero, è da una vita intera che non vedo Edward, quando ci siamo incontrati per caso mi è sembrato un dono del destino, ma visto che lui mi aveva chiesto di andare via e anche tu ovviamente, me ne sono andato ma poi ho pensato di riprovarci, non voglio sprecare questa occasione. >>
Barbanera sentiva dentro di sé il solletichio vittorioso di quando Stede lo avrebbe guardato negli occhi e risposto con un secco "no."
<< Vi aiuterò a trovare i vostri amici, e se ci sarà da combattere avrete un alleato prezioso. >>
<< Come sai... >> iniziò il biondo lanciando uno sguardo pungente a Barbanera.
<< Oh non è stato lui a dirmelo, lo ha fatto uno dei vostri, ma è stato un caso davvero. Ti chiedo solo di valutare la mia proposta. >>
No, no, no pensava Edward.
<< D'accordo puoi restare, non mi interessa quello che fate tu e il mio co-capitano, ma come ti ho detto, un passo falso e ti sbatto fuori. >>
Edward per poco non ingoiò la sua stessa lingua per la sorpresa.
<< Cosa!? >>
<< Bonnet! >>
Stede allungò la mano con il palmo rivolto verso di lui per farlo tacere.
<< Non ho finito se non ti dispiace, ordinerò a tutti di starti alle costole e di non perderti di vista nemmeno un secondo. Non fraintendermi William, ti rispetto e sicuramente sei un grande pirata ma ho già imparato a mie spese cosa significa fidarsi. >>
Will allungò la mano con un sorriso sincero.
<< Sarà un piacere navigare con voi, e ti do la mia parola che non te ne pentirai. >>
Il pirata gentiluomo strinse quella mano forte e callosa con un po' di titubanza.
<< Possiamo parlare? >> si sentì strattonare per la manica.
Barbanera lo trascinò lontano da tutti.
<< Che diavolo ti prende? >> domandò di botto, facendo sollevare le sopracciglia bionde dell'altro.
<< Non so di cosa parli >> rispose spostando lo sguardo.
<< Non fare il finto tonto, perché lo hai fatto restare? Quando è salito la prima volta hai fatto una mezza scenata e adesso invece hai cambiato idea? >>
<< E guardami quando ti parlo! >> sbottò
Gli occhi nocciola che ora erano molto tristi e lontani lo fissarono, obbedendo a quell'ordine quasi gridato istericamente.
<< Così sai cosa ho provato io tutte le volte in cui ti parlavo e tu guardavi il muro, e ti supplicavo di guardare me >> rispose Stede con un nodo alla gola.
<< Era diverso e tu lo meritavi lo sai bene. Ora rispondi alla mia domanda. >>
<< L'ho fatto perché mi andava. >>
<< Vaffanculo Stede! >>
<< Ascolta Edward io sono stanco sinceramente, non importa quello che faccio, tanto tu fai sempre di testa tua, non mi dai retta e posso anche umiliarmi qui davanti a tutti che per te non sarebbe abbastanza, quindi vuoi stare con il tuo amico? Stacci pure, non mi interessa, basta che la mia ciurma non venga toccata, William non mi sembra un idiota come Calico. Spero di non sbagliarmi ovviamente. >>
Barbanera lo fissò con sgomento, quell'intera frase non aveva alcun senso.
<< Io non volevo restasse, contavo su di te >> gli disse abbassando la voce.
<< Ah adesso sono abbastanza affidabile da prendere decisioni? >>
<< Quello che è successo tra noi esula dai nostri ruoli >> disse Edward serio.
Stede si lasciò andare ad una risata soffocata.
<< Adesso sono i nostri ruoli. >>
<< Piantala Bonnet. >>
<< No tu finiscila è tuo amico, pensaci tu. Non avete cose divertenti da fare tipo legarvi una corda alle dita dei piedi e lanciarvi giù dalla nave? >>
<< Ti stai rendendo ridicolo. >>
<< Sai che novità, tutti sono meglio di me ai tuoi occhi >> rispose con il magone e si allontanò, Edward aveva gli occhi lucidi, tremava e lo seguì all'interno, nei corridoi.
<< Non è vero e tu lo sai. >>
Il pirata biondo abbassò le spalle.
<< Non sforzarti di essere gentile, l'avermi perdonato non ti costringe a trattarmi con i guanti. >>
<< Nessuno mi costringe a fare niente Stede, forse è questa la cosa che non ti è mai stata chiara. >>
Stede si voltò, aveva gli occhi lucidi e sentiva che non sarebbe riuscito a trattenere le lacrime ancora a lungo, dentro di sé si agitava un tormento, era felice che Edward lo avesse perdonato o almeno lui diceva così, ma quella voragine che lui stesso aveva spaccato tra loro, ancora non si era richiusa.
<< Torna da lui Ed, non perdere tempo con me >> disse mordendosi forte il labbro e voltandosi, ormai le prime gocce gli cadevano dagli occhi, Barbanera si affrettò a raggiungerlo facendolo voltare malamente tirandolo per un braccio.
<< No ora tu resti e mi parli cazzo. Hai rotto le palle alla tua ciurma con questa storia del cazzo, persino io mi sono aperto con te e indovina chi è stato l'unico che non lo ha fatto!? Tu! Bell'ipocrita del cazzo sei. >>
<< L'ho fatto ora Edward! E' da quando sono tornato che ti dico come mi sento, quello che ho provato e perché ho fatto ciò che ho fatto! >>
<< E' TROPPO TARDI STEDE! >> gli urlò contro.
Il pirata gentiluomo arricciò le labbra.
<< Allora vedi che ho ragione, mi avrai anche perdonato ma io per te sono davvero morto quella notte, mi guarderai e vedrai sempre quello che ti ha spezzato il cuore, quindi se permetti non mi va di rimanere a guardare mentre ti scambi sguardi e risate con il tuo amico, oppure la mia punizione non deve mai avere fine? >>
<< Se ti può consolare Ed vivrò il resto della mia vita con il tormento per come mi sono comportato, e con il cuore spezzato per averti perso. Volevi che parlassi e ti dicessi i miei sentimenti, bè sono questi, mi hai rifiutato e ho dovuto accettarlo ma fa male Edward. Lo so che me lo merito, ma ti prego non infierire più del dovuto. >>
<< Gli hai permesso tu di restare >> fu quello che riuscì a dire Barbanera e nel petto di Stede qualcosa si ruppe, lo guardò con profondo dispiacere, con la voglia di urlargli contro tutto il suo dolore ma non disse nulla, semplicemente voltò le spalle e andò a chiudersi in quella stanza che ormai era diventata il suo rifugio dalla realtà.
<< Cazzo! >> imprecò Edward sbattendo un pugno contro la parete legnosa, uscì dalla nave attirandosi gli sguardi preoccupati di tutti.
<< Che avete da guardare? Tornate al lavoro! >>
William si avvicinò a lui.
<< Va tutto bene? >>
<< No cazzo Will, è evidente! Ci mancavi tu e il tuo piombare qui all'improvviso. >>
<< Ero preoccupato per te >> rispose l'altro con un tono di voce basso.
<< Fanculo, nessuno te lo ha chiesto. >>
<< Non ce n'è bisogno, sono tuo amico. >>
<< Ma se non ci vediamo da anni Will! >>
L'altro capitano strinse i pugni, non era più il Barbanera che ricordava, era cambiato qualcosa, glielo leggeva negli occhi e avrebbe tanto voluto si confidasse con lui.
<< La verità è...che ero curioso >> confessò sollevando le spalle, Edward corrugò le sopracciglia fissandolo.
<< Quello Stede...sembrava tenerti in pugno. >>
<< Nessuno mi tiene in pugno, capito!? >> gridò afferrandolo per la camicia.
<< Aspetta, aspetta, mi sono spiegato male. Quello che volevo dire era che sembravi condiscendente con lui, come non lo sei stato con nessuno. >>
<< Governiamo entrambi la nave, è logico che lo lasci fare. >>
Will rise.
<< Andiamo Eddy... >>
<< Comunque non sono affari tuoi. >>
<< Hai ragione scusa, posso godermi un'ultima avventura insieme al mio amico, senza finire tra voi due? >>
<< Che cazzo significa ultima? >>
Le pupille di William tremarono.
<< N-Niente. >>
<< Non prendermi per il culo >> ma l'altro si scostò dandogli le spalle, Barbanera lo fece voltare, aveva cambiato completamente espressione.
<< Senti, tu non sei costretto a parlarmi delle tue faccende e io lo stesso. >>
<< Sei sulla mia nave, se vuoi restare devi dirmi cosa ti sta capitando. >>
<< Sono malato Edward va bene? Non so quanto mi resta...so solo che è una cosa che a volte mi debilita e non posso andare avanti a lungo con questa vita. >>
Barbanera si sentì crollare un pesante macigno addosso, era abituato alla morte ovviamente, ma Will, anche le volte in cui lo aveva visto ferito sembrava che la voglia di vivere gli sgorgasse dagli occhi, era più giovane di lui e non poteva credere che presto si sarebbe ridotto a un semplice corpo inerme e malaticcio.
<< Ma che cazzo Will... >>
Il più giovane aveva gli occhi lucidi.
<< Quando ti ho rivisto per me è stato un miracolo, come se il destino volesse farmi un ultimo regalo. >>
<< Ma poi tu eri immerso in chissà cosa e ho capito che non avresti avuto tempo per me, non volevo nemmeno dirti della malattia per non farmi compatire. >>
<< Però non ce l'ho fatta a starti lontano...mi dispiace >> due lacrime piene e lucide gli sgorgarono dagli occhi, Edward lo tirò a sé stringendolo in un abbraccio, quando si staccarono Will se le asciugò.
<< Sicuro di potercela fare? >> domandò Barbanera, conosceva l'amico, e sapeva che se gli avesse impedito di fare ciò che desiderava lo avrebbe soltanto umiliato.
<< In qualche modo dovrò morire Eddy >> sorrise amaramente, cercando di confortare quel gigante che era diventato padrone dei mari, come se fosse lui ad averne bisogno.
<< Mi piacerebbe non fosse a causa mia. >>
<< Barbanera non è tipo da sensi di colpa, soprattutto quando riguardano cose che non può controllare. >>
Edward annuì leccandosi appena le labbra, aveva gli occhi lucidi ma non voleva farsi vedere troppo vulnerabile, in fondo lui aveva solo il cuore diviso a metà, e forse con un po' di fortuna un giorno avrebbe potuto aggiustarlo, ma William...Non poteva tornare indietro in alcun modo.
Lo abbracciò dandogli qualche affettuosa pacca sulle spalle.
<< Non farmi pentire di averti detto sì. >>
<< Hai la mia parola capitano >> gli fece l'occhiolino ed Edward lo spinse ridacchiando.
<< Tu però non dire niente di...- >>
<< Figurati Will, nemmeno mi ricordo cosa hai detto. >>
Verso sera mentre Fang era al timone gli altri si ritirarono in cucina per gustarsi la loro meritata razione, era meno rispetto a quando erano partiti con Bonnet ma almeno non erano costretti a raschiare gli avanzi dal fondo delle pentole, Stede uscì dalla sua stanza come un topolino in cerca di formaggio, voleva qualcosa per placare la nausea che da ore sentiva agitargli lo stomaco, magari un pezzo di pane.
La ciurma lo salutò allegramente, lui con lo sguardo, come se non potesse farne a meno, scandagliò quei volti alla ricerca di quello che amava di più, non c'era cosa che Edward potesse dirgli da farlo desistere, lo avrebbe sempre cercato, tra mille volti e profumi, sicuro di riconoscerlo anche di spalle tra una folla di persone che andavano nella stessa direzione.
<< Dov'è Edward? >> la sua bocca parlò per lui.
<< E' in cabina con il capitano William, ha chiesto di portargli la cena lì >> rispose quasi entusiasta di quella notizia.
<< Roach! >>
<< Amico dai... >>
<< Chiudi la bocca! >>
Furono i richiami dei suoi amici, lui li guardò stranito, non capendo che cosa ci fosse di sbagliato in ciò che aveva detto, era la verità.
<< Nella mia cabina... >> sussurrò Stede arricciando le labbra.
<< Tutto bene capitano? >> domandò Olu.
<< S-Sì io...volevo solo...questo >> rispose prendendo metà di una pagnotta e correndo via.
<< Eres proprio un imbécil! >> lo rimproverò Jim dandogli una cucchiaiata in testa con il mestolo di legno.
<< Ahu, ma che ho fatto? >>
<< Qualcuno dovrebbe parlare con lui? >> domandò Franchie.
<< Jim forse sarebbe la persona giusta >> propose timidamente lo Svedese.
<< ¿Que? Solo perché soy una donna tu credi che io...- >>
<< N-No...cioè io...- >>
Olu sospirò trascinando la sedia all'indietro.
<< Calmatevi vado io, e per favore non parlate di certi argomenti con il capitano. Siamo già abbastanza nei guai. >>
Intanto Stede era fermo davanti a quella che un tempo era stata la sua cabina, quante colazioni o pranzi aveva condiviso con Ed, e ora lui era lì con un altro, stavano ridendo, da quando loro due non ridevano più così?
Lasciò cadere il pane a terra e filò via, le lacrime che pungevano per uscire, era stato masochista da parte sua fermarsi davanti alla porta, lo sapeva ma non aveva potuto evitare e ne aveva pagato le conseguenze, stava più male di prima.
Quando Olu trovò la metà della pagnotta a terra capì subito cosa fosse successo, la raccolse e sospirò, non si sentiva più sicuro di volergli parlare, in fondo che cosa poteva dirgli? Che le cose si sarebbero risolte, che sarebbe andato tutto bene, le solite frasi che si dicono a qualcuno che è triste, ma gli sembravano tutte così stupide e inutili.
<< Ehi amor, ¿qué te pasa? >>
<< Jim >> si voltò.
<< Vorrei che Lucius fosse qui >> sussurrò.
<< Lui sapeva sempre cosa dire, io non so... >> sospirò pesantemente, Jim gli posò una mano sulla spalla.
<< Tu cosa vorresti sentirti dire se fossi in Stede? >> domandò, Olu si strinse nelle spalle, provandosi a mettere nei panni del suo capitano.
<< Io vorrei solo che le cose con la persona che mi piace andassero bene... >>
Jim sorrise accarezzandogli una guancia.
<< Forse al capitano basta avere qualcuno che gli sia vicino. >>
Il ragazzo annui baciandol* sulle labbra.
<< Grazie. >>
<< Te aspetto fuori. >>
Stede se ne stava rintanato in un angolino avvolto dalle coperte, con le braccia si stringeva le ginocchia, piangeva sentendosi nuovamente quel fallito che tutti si erano impegnati a fargli credere di essere, quando era partito per tornare sulla Revenge aveva un obbiettivo, quello di chiedere perdono a Edward, non sapeva cosa sarebbe successo una volta salito a bordo, si sarebbe potuto ritrovare con una spada infilzata nel cuore ma non gli importava.
Si rese conto di essere stato stupido, credeva che ottenuto il suo perdono le cose tra loro sarebbero con il tempo migliorate, che avrebbero potuto riprendere da dove si erano lasciati e invece lui gli aveva chiaramente detto che non ci poteva essere più niente, se lo meritava, sì non poteva essere diversamente, Edward era già stato troppo buono a concedergli una seconda possibilità e passare sopra a quello che era successo.
Non poteva pretendere altro, sarebbe stato egoista da parte sua ma allora perché non riusciva a smettere di pensare a quelle labbra appiccicose di marmellata che avevano risposto al suo bacio con tanta avidità?
In quel momento sembrava che lo desiderasse tanto quanto lui, si era quasi commosso quando lo aveva sentito rispondere e non rifiutarlo, ma le lacrime avrebbero rovinato tutto così le aveva trattenute dentro di sé, forse Edward lo amava a sua volta ma l'idea di riprovarci era troppo spaventosa, temeva ancora di essere abbandonato.
O probabilmente era solo l'eccitazione del momento.
Sospirò sentendo la porta aprirsi.
<< Capitano? >>
<< Ehi...sono qui >> rispose con voce fioca.
Il pirata si avvicinò sentendo il cuore spezzarsi nel vedere il suo capitano ridotto in quelle condizioni, lo aveva visto piangere altre volte ma in quei casi ciò che gli ci voleva era una bella spinta di incoraggiamento, mentre ora non sapeva proprio come comportarsi per lenire quelle ferite.
Prese posto accanto a lui, ricordando quando tempo prima Lucius lo aveva consolato in merito alla rottura, prendendo lui stesso le redini della situazione.
<< Ho trovato questo a terra >> disse mostrandogli il pane.
Bonnet sollevò lo sguardo tirando su col naso, si asciugò un occhio con il dorso della mano.
<< Oh grazie, deve essermi scivolato. >>
<< Stede... >> Olu sospirò.
<< Non devi fingere, lo abbiamo capito tutti da un pezzo che ti piace Edward ed è chiaro che tu stia soffrendo a causa sua. >>
<< Io l'ho fatto soffrire per primo >> disse stringendo le labbra.
<< Devi dirgli quello che provi o vuoi passare la vita nascosto qui a piangere? >>
Si asciugò l'ennesima lacrima.
<< Lo sa...e lo accetta e la cosa buffa è che mi ha anche perdonato. >>
<< Cosa? Ma allora perché...- >>
<< Quello che c'era prima tra noi non può più tornare, evidentemente ha capito le mie ragioni ma quello che ho fatto è stato troppo grave e...Non si fida di me, non così tanto da consegnarmi nuovamente il suo cuore >> trattenne un singhiozzo e spinse la testa all'indietro sbattendola contro la parete.
<< Ti ha detto chiaramente che non prova niente? >> domandò il giovane.
<< No...anzi il contrario, oppure...io non lo so. >>
<< Scusa se mi permetto capitano, ma se lui non ha negato tu dovresti provarci, va da lui, dimostragli che può fidarsi...- >>
<< E' quello che ho fatto da quando sono qui! Ma non basta... >>
<< Fagli vedere cosa si perde >> suggerì con un sorrisetto.
<< Che intendi? >> domandò Stede.
<< Fino a prova contraria sappiamo che Edward ci tiene ancora a te, dimostragli che non ti sei arreso, conquistalo. >>
Il capitano sorrise appena valutando quella possibilità.
<< Non so nemmeno come ho fatto la prima volta. >>
<< A maggior ragione! Adesso ne sei consapevole, sfruttala a tuo vantaggio. >>
Stede sospirò nuovamente sconfortato.
<< Ma adesso c'è quel William, sembrano andare molto d'accordo. >>
<< Capitano non puoi vedere in ogni suo amico una potenziale minaccia, non ne uscirai più credimi. >>
<< Se non funzionasse? >>
<< Funzionerà! >> esclamò il pirata dandogli una pacca sulla spalla, Bonnet sorrise ringraziandolo di essere così paziente e di esserci nei momenti bui, e soprattutto per non averlo giudicato, era importante per lui avere qualcuno su cui poter contare, non solo come uomo in battaglia ma anche come amico.
La mattina seguente mentre tutti erano fuori per occuparsi delle faccende, il pirata gentiluomo si intrufolò nella sua vecchia cabina sicuro che per un po' non avrebbe avuto incidenti, aprì l'armadio segreto sperando ci fosse rimasto ancora qualcosa, non era più come la ricordava, adesso era disordinata con alcuni gilè a terra e molto più spoglia ma fortunatamente alcuni abiti c'erano.
Ad alcuni completi mancava la parte superiore o inferiore, come se Edward si fosse divertito a separare tutte le coppie, certo non si sarebbe fatto fermare da un particolare così insignificante paragonato al suo obbiettivo, lo stile era il suo cavallo di battaglia e avrebbe tirato fuori un look adatto da quelle poche cose che aveva.
<< Eddy sei qui? >>
<< Oh cazzo >> mormorò Stede nascondendosi.
<< Ma che diavolo... >> William entrò nella stanza segreta, curioso di sapere che cosa fosse e a cosa servisse, a quel punto Bonnet scivolò fuori e la chiuse mormorando delle scuse a bassa voce.
<< Ehi, tiratemi fuori! >>
Corse a perdifiato fino alla sua stanza, lanciò malamente i vestiti in un angolo e di nuovo si precipitò fuori raggiungendo Olu, lo prese per le spalle.
<< Ho fatto un casino. >>
<< Che? >>
<< Io non volevo, ma lui mi ha sorpreso... >>
<< Stede respira e raccontami dall'inizio. >>
Il biondo deglutì.
<< William è rinchiuso nell'armadio segreto. >>
<< Armadio segreto? >>
<< Sì storia lunga...Ma adesso come faccio? >>
<< Liberalo no? >> rispose il giovane pirata.
<< Se lo faccio racconterà tutto a Edward, ho bisogno che lo tieni lontano dalla cabina per un po'. >>
Olu sospirò, perché doveva finirci sempre lui tra quei due?
<< Vedo cosa posso fare ma tu sbrigati. >>
<< Grazie, mi hai salvato! >> e lo abbracciò.
Barbanera proprio non sapeva come c'era finito in quella situazione, in una scialuppa, a pesca, con uno dei suoi uomini.
L'idea di pescare era stata di Buttons perché erano rimasti quasi completamente a secco di provviste, e per arrivare a Roatán ci voleva ancora un po' e del buon pesce non gli avrebbe fatto di certo male, lui era stato d'accordo ma certo non si aspettava di andarci lui stesso.
<< Allora di cosa volevi parlarmi? >>
<< Bè ecco io... >> le mani gli sudavano strette alla canna da pesca.
<< Volevo dirti grazie. >>
<< Grazie? >> domandò perplesso sollevando un sopracciglio grigio.
<< Sì, per aver deciso di tornare indietro. >>
<< Scherzi vero? Mi stai prendendo per il culo? >> si stava innervosendo.
<< Mi hai portato su questa cazzo di barca solo per dirmi grazie! >>
Olu sudava non sapendo più cosa inventarsi, accidenti a Stede e ai suoi piani improvvisati.
<< Avevi detto che era importante. >>
<< Lo è! >> si leccò le labbra secche.
<< Nessuno di noi è abituato a questo ma se il capitano Bonnet mi ha insegnato una cosa è questa, dire quello che si prova è molto importante e io, malgrado quello che è successo ci tenevo a parlare con te, perché per un periodo siamo tutti andati d'accordo. Ti consideravo il mio capitano...- >>
<< Adesso non più? >> domandò Edward.
Il ragazzo rimase in silenzio qualche attimo.
<< Ci ho messo un po' ma ora mi fido nuovamente di te e di Stede, so che forse non ti interessa, e magari non vuoi nemmeno questo tipo di rapporto e se è così d'ora in avanti lo rispetterò, ma volevo farti sapere che sono contendo di come si stanno mettendo le cose, di essere tornato. >>
<< Non saranno come prima ragazzo. >>
<< Lo so e va bene così, non mi aspetto certo che cambi tutto ma va meglio di prima no? >>
Ed sollevò e abbassò le spalle.
<< Possiamo dire di sì. >>
Olu sorrise deglutendo.
<< Ma non osare mai più trascinarmi in cose come questa senza che siano seriamente importanti. >>
<< S-Sì certo, capitano. >>
Intanto Stede aveva liberato William dalla sua improvvisata prigionia.
<< Che diavolo ti è saltato in mente, perché mi hai chiuso lì dentro!? >>
<< Non volevo dicessi a Edward di avermi trovato lì. >>
<< Perché mai avrei dovuto dirglielo? >> ringhiò.
<< E' tuo amico. >>
<< Questo non significa mi metta in mezzo agli affari suoi, e per quanto ne so sei anche tu capo di questa nave, puoi andare dove ti pare. >>
Bonnet deglutì.
<< Solo se fosse stato in pericolo avrei agito. >>
<< Ma non mi sembrava ci fossero cose pericolose in quel armadio o cosa diavolo sia. >>
<< Ti chiedo di non farne parola con lui, non so cosa ti ha raccontato...- >>
<< Niente, non mi ha raccontato nulla ma da quello che vedo non sembra ve la passiate bene. >>
<< Abbiamo dei discorsi in sospeso, e sto cercando di rimediare, ma ho bisogno della massima descrizione. >>
<< Bastava dirlo subito capitano Bonnet. >>
<< Puoi chiamarmi Stede, se vuoi >> disse sorridendo sollevato, gli porse la mano, Will la strinse.
<< Hai la mia parola, Stede. >>











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Capitolo 10
*** Cena romantica ***


Cena romantica


Il capitano Bonnet aveva messo su un piano più che perfetto, studiato nel minimo dettaglio, ogni uomo della ciurma aveva il suo ruolo e si era ritrovato persino con un alleato inaspettato, ed era ciò che stava raccontando a Jim e Olu mentre si provava combinazioni diverse degli abiti che aveva racimolato.
<< E' un sollievo che quel William non sia come Calico >> una smorfia comparve sul suo viso.
<< Privo di stile e rozzo ecco com'era, mentre lui sembra gentile e disponibile. >>
<< Capitano di la verità, ti piace solo perché non fa il filo a Edward. >>
Stede arrossì, mascherando la sua agitazione con un colpo di tosse.
<< Non è affatto vero. Con questo addosso sembro un pagliaccio >> piagnucolò.
<< Vuoi spiegarmi perché dobbiamo essere noi ad aiutarlo con estos malditos vestiti? >> domandò seccat* Jim.
<< Perché Lucius non c'è >> rispose ridacchiando il suo fidanzato.
<< Quel chico, quando lo prendo giuro che lo strangolo. >>
<< Okay ragazzi che ve ne pare? >>
<< Sì, estés bien. >>
<< Non male capo. >>
La faccia del gentiluomo si rabbuiò.
<< Sono orrendo vero? >>
<< Ma se abbiamo appena detto che stai bene! >>
<< Olu ha detto non male >> mugugnò.
Jim lo colpì su un fianco con una gomitata.
<< Intendevo che ti stanno bene capitano. >>
<< Ti ringrazio ma non devi dirlo solo per farmi stare meglio. >>
<< Ehi...ne hai saltato uno >> disse Jim indicando un mucchietto di stoffa.
<< Oh che sciocco, grazie Jim >> chiocciò correndo a prendere quegli abiti, sperando rappresentassero la sua salvezza, li provò subito e...
<< Wow. >>
<< Capo yo non faccio mai complimenti ma questi abiti ti stanno da dio. >>
<< Barbanera ti cascherà letteralmente ai piedi >> esclamò entusiasta Olu.
Il viso di Stede si illuminò come il sole in estate, sorrise apertamente facendo scivolare le mani su quei tessuti preziosi, era strano sentire la sensazione della seta addosso dopo tanto tempo, i suoi nuovi vestiti gli piacevano ed erano molto più comodi per i movimenti, ma non poteva negare quanto gli piacesse ancora indossare vestiti preziosi.
<< Siete sicuri? >> domandò con l'emozione nella voce.
<< Sicurissimi >> risposero in coro.
<< Va e spacca capo! >>
<< Grazie, siete stati veramente indispensabili e ovviamente verrete ricompensati. >>
<< In qualche modo >> aggiunse ricordandosi che non disponeva più di tutte le sue ricchezze.
Coraggio, qualcosa di cui pensava essere privo ma che aveva dovuto tirare fuori nei momenti più disparati, lo aveva anche quando con passo lento procedeva verso la cabina di Edward, ma una volta lì davanti iniziò a sentire il cuore martellargli nelle orecchie, emetteva un rumore sordo che mandava il suo eco al resto del corpo, le viscere annodate, lo stomaco chiuso e la testa che gli pulsava.
Si asciugò più volte le mani sui pantaloni non avendo altro da utilizzare, era nervoso e le sue gambe non ne volevano sapere di muoversi.
"Ricordati di respirare" gli disse una voce dentro di sé e lui seguì quel consiglio, chiuse gli occhi, riempì i polmoni d'aria e poi la buttò fuori lentamente, quando sollevò le palpebre si sentiva già meglio, perlomeno i suoi arti erano tornati ad obbedirgli, colse subito l'occasione ed entrò.
La tavola era già perfettamente apparecchiata sotto sua indicazione, certo avrebbe desiderato fosse molto più bella ma di cose eleganti sulla Revenge ne erano rimaste ben poche, sorrise, la ciurma si era impegnata ed Edward sarebbe arrivato di lì a poco, strinse i pugni per darsi coraggio.
<< Forza Stede, puoi farcela. >>
No. Non poteva.
Non appena Edward aveva varcato la soglia Stede aveva sentito il terreno crollargli sotto i piedi, il pirata vestito di nero era rimasto spiazzato, bloccato sul posto, la visione di Stede coi riccioli e i vestiti pieni di merletti e ricami lo aveva lasciato senza fiato, riportandolo con la mente a quei tempi andati dove poteva ogni giorno sentire quel buon profumo di lavanda e rifarsi gli occhi con tutte quelle stoffe colorate.
<< Ed... >> gracchiò.
<< Che cazzo significa tutto questo? >> domandò brusco corrugando le sopracciglia.
Possibile che quell'uomo fosse sempre così nervoso?
<< Desideravo invitarti a cenare con me, è da un po' che non lo facciamo...- >>
<< E c'è un motivo >> disse freddo.
<< Sì, ma visto che le cose sono un po' cambiate pensavo sarebbe stato carino riprendere le vecchie abitudini, almeno per questa sera. >>
Edward lanciò uno sguardo alla tavola apparecchiata.
<< Una stupida cena non mi farà cambiare idea...- >>
<< Ma io non... >> prese un respiro.
<< Voglio solo cenare con te, senza secondi fini. >>
<< Perché ti sei vestito in quel modo? >>
Stede si umettò le labbra.
<< Ci tenevo. >>
<< Ora... >> disse avvicinandosi, scostò la sedia e fece cenno a Edward di sedersi.
Lui titubò un po' ma sentiva un calore espandersi nel petto, nessuno mai in vita sua era stato così galante nei suoi confronti, solo Stede, era sempre e solo lui a fare la differenza come se quell'uomo fosse diverso da ogni singolo essere presente sulla terra.
Prese posto senza dire una parola, Stede fece scivolare la mano in una carezza leggera dietro alle sue scapole, non sapeva dire se quel gesto fosse stato casuale o fatto di proposito ma la sua unica certezza era il brivido lungo la schiena che aveva provato.
<< Perché c'è una saponetta? >> domandò Barbanera prendendola mentre l'altro si sedeva.
<< E' alla lavanda >> rispose il pirata biondo mentre Edward si portava quel pezzetto di sapone al naso, ne ispirò il profumo e venne invaso dai ricordi, la gola gli si strinse a tal punto che dovette schiarirsela più volte.
<< Sapevo quanto ti piacevano, e quando sono partito ne ho presa una per darla a te, è l'unica cosa che ho portato con me. >>
La posò corrugando le sopracciglia brizzolate, quella situazione gli stava facendo provare sentimenti contrastanti, lo faceva sentire confuso.
<< Ma se non la vuoi... >> fece per allungare la mano ma venne preceduto.
<< Non ti azzardare, è mia. >>
Stede ridacchiò, sentendosi più sereno visto che la tensione di prima sembrava essersi alleggerita.
<< La cena dovrebbe arrivare tra...Oh eccoli qui. >>
Roach e Buttons entrarono portando con loro dei vassoi che posarono sul tavolo, sollevarono i coperchi mostrando dei gustosi pezzi di carne e verdure.
<< Da dove viene questa roba, non avevamo praticamente niente in dispensa. >>
<< Abbiamo avuto un aiuto inaspettato, il tuo amico William è stato molto gentile a condividere con noi le sue provviste. >>
<< Quello stronzo, sono stato a pescare su una fottuta barchetta del cazzo, non poteva dirlo prima.  >>
Il pirata gentiluomo si schiarì la voce.
<< Diciamo che era un po' impegnato in quel momento. >>
<< Grazie ragazzi, potete andare >> disse gentilmente e i due si defilarono.
Iniziarono a mangiare forse entrambi con un po' troppa foga, era da tempo che non si godevano un pasto decente e quel buon cibo era davvero cucinato a regola d'arte e probabilmente anche gli ingredienti facevano il loro lavoro, Edward mugugnava ad ogni boccone facendo quasi strozzare Stede.
<< Che ti prende? >> domandò ingoiando l'ennesimo pezzo di carne con sopra la salsa, l'altro arrossì.
<< N-Niente è che...bè non hai mai fatto quei suoni mentre mangiavi. >>
Barbanera lo guardò indignato.
<< Certo che li facevo. >>
<< No ti dico. >>
<< Sì invece, Stede se permetti so meglio di te il modo in cui mangio. >>
<< Evidentemente non ti sei mai ascoltato, ricordo ogni nostro pranzo insieme e non hai mai fatto nulla del genere. >>
A quella frase il battibecco si fermò per dare spazio ai loro sguardi, si guardarono intensamente come se stessero dialogando con gli occhi, quelli di Edward erano grandi, scuri e lucidi, un pozzo illuminato dalla luce lunare, Bonnet amava osservarli desiderando di perdercisi e annegare al loro interno.
Edward si schiarì la voce levandosi da quel momento troppo intenso.
<< Comunque visto che il corpo è mio decido io quali suoni faccio o non faccio. >>
Stede rise.
<< D'accordo hai ragione >> disse alzando le mani.
<< Ovvio, io ho sempre ragione >> rispose bevendo un sorso di vino.
<< Come siamo modesti >> disse divertito Stede.
<< Che cazzo significa? >> domandò Barbanera.
<< Quando qualcuno non si dà molte arie, non si pavoneggia. >>
<< Bè cazzo io mi pavoneggio eccome, fanculo al resto. >>
E di nuovo il biondo gentiluomo rise, Edward lo guardò sorridendo a sua volta, gli piaceva la sua risata ed era una delle cose che gli erano mancate di più.
<< Niente quantità esorbitante di posate? >>
<< Mi sembravano un inutile spreco di spazio >> rispose Bonnet facendogli l'occhiolino.
<< Le avresti volute? >>
<< Cristo no amico, mi mandano letteralmente nei matti. >>
<< Hai ragione, a noi bastano queste e una buona compagnia >> sorrise e gli sembrò di vedere le guance dell'amico colorirsi ma forse era stata solo una sua impressione.
<< Assaggia questa >> disse poi passandogli una salsina dal colore aranciato.
<< Anzi aspetta. >>
Stede prese un pezzetto di pane, la spalmò sopra e gliela passò.
<< Guarda che ce le ho le mani >> borbottò Barbanera prendendo la fettina.
<< Ma davvero? >> lo schernì il biondo.
Edward addentò il boccone, ma non appena la sua lingua entrò in contatto con la salsa gli occhi cominciarono a lacrimargli, la lasciò cadere sul piatto imprecando e sputacchiando.
<< Cazzo Stede brucia! >>
Bonnet agitato prese un bicchiere d'acqua e glielo passò.
<< Coraggio bevi. >>
Edward ne mandò giù ben cinque prima di riprendere un colorito normale.
<< Scusa, io credevo ti piacesse... >>
<< Volevi avvelenarmi! >> ringhiò asciugandosi gli occhi scuri.
<< No sciocco, l'ho mangiato anche io e...Sai una cosa, sei esagerato. >>
<< IO? >>
Stede riprese posto.
<< Oh sì, ti diverti ad essere drammatico. >>
<< Cazzo tu mi mandi a fuoco la lingua e io sarei quello drammatico. >>
<< Il solito drammatico >> disse agitando una mano, si stava divertendo un mondo.
<< Ha parlato quello che ha mandato a fuoco una nave di ricchi snob >> brontolò Edward.
<< L'ho fatto per difenderti, e non me ne pento, erano degli stronzi. >>
Gli occhi di Barbanera si allargarono, un sorrisetto gli comparì sul volto.
<< Senti, senti che linguaggio poco adatto a un gentiluomo. >>
<< Guarda che io le dico le parolacce, in casi particolari ovviamente >> sollevò le sopracciglia con aria solenne.
<< Io non ti ho mai sentito >> rispose l'altro arricciando il naso.
<< So meglio di te quello che faccio, se permetti Edward >> lo guardò con la faccia divertita e gli occhi pieni di una luce carica di malizia.
<< Come va la lingua? >>
<< Mh? Ha smesso di ardere >> rispose grattandosi la leggera peluria sale e pepe.
<< Fa vedere >> disse Stede.
<< Che? >>
<< Fammi vedere >> ripeté alzandosi e chinandosi verso di lui, prese il suo mento tra indice e pollice, Edward aprì la bocca senza nemmeno rendersene conto, il cuore gli batteva forte, poteva sentire il profumo delicato di Stede invadergli le narici.
<< E' un po' arrossata ma sta bene >> disse poi lasciando scivolare la mano sulla guancia ispida in una delicata carezza, Barbanera chiuse la bocca deglutendo, erano ancora vicini, a una distanza pericolosa per due persone che si amano, Stede dischiuse le labbra avvicinandole a quelle di Edward che non si mosse anzi abbassò le palpebre, ma quanto furono a un passo dallo sfiorarsi qualcuno entrò in cabina interrompendo la magia.
<< Capitani, desiderate altro? >>
<< Ops...scusate non volevo interrompervi. >>
Il pirata dai capelli dorati si scostò umettandosi le labbra, teneva ancora una mano sulla spalla di Barbanera, lo guardò scusandosi con lo sguardo come se si sentisse colpevole anche di quell'interruzione, mentre Ed avrebbe solo voluto uccidere Roach e il suo pessimo tempismo.
<< Tranquillo, vieni >> disse Stede sforzandosi di non sembrare irritato.
<< Mi chiedevo se volevate il dolce. >>
<< Sì, sarebbe splendido >> sorrise, di quel suo sorriso genuino che faceva sentire le farfalle nello stomaco a Edward.
<< Forse è meglio finirla qui, non ho più molta fame. >>
<< Ma Ed...Pensavo ci stessimo divertendo. >>
<< Allora cosa devo fare col dolce? >> interruppe Roach frapponendosi tra i due.
<< Portalo >> disse uno.
<< Lascia stare >> rispose l'altro.
Edward si accigliò poi commise l'errore di alzare lo sguardo e gli occhi languidi di Stede, colmi di dispiacere lo fecero desistere, sospirò.
<< D'accordo portalo, ma sbrigati. >>
<< Bonnet tu sarai la mia rovina >> disse mentre ingoiava un cucchiaino di dessert.
<< Riesci sempre a farmi fare ciò che vuoi... >>
<< E' incredibile come io non abbai alcun potere quando ci sei tu. >>
Stede lo ascoltava attentamente ma Edward guardava dritto davanti a sé, come se quelle frasi fossero rivolte più a se stesso.
<< Se fosse vero non starei qui a supplicare un minuto del tuo tempo. Hai idea di quanta paura avevo mentre organizzavo questa cena, il terrore che tu mi dicessi di no, che mi rifiutassi. Ci ho dovuto pensare mille volte prima di decidermi, e poi i vestiti...Chi sapeva se erano la scelta giusta o no. >>
Barbanera arricciò le labbra, sentendo una strana voglia di mettersi a piangere.
<< Ti faccio paura Stede? >>
<< Non sei tu a farmi paura, ma quando mi allontani, anche se le tue ragioni sono giuste io mi sento morire. >>
<< E' come se ogni volta mi cascasse un'intera casa in testa, e le macerie finiscono ogni volta nel mio petto accumulandosi in modo terribilmente crudele. >>
Edward sospirò spostando lo sguardo verso il basso.
<< Che cosa volevi ottenere con questo? >>
<< Niente, te l'ho detto, solo la tua compagnia che mi manca. >>
<< Stede...Il problema è che tutte le volte che mi avvicino a te poi mi rivedo su quel molo, è un'immagine che non se ne va mai, per questo preferisco tenerti distante. Perché ogni fottuta volta è un dannato colpo al cuore, sembra che il dolore sia andato via e invece riemerge come una bestia marina che non vuole saperne di morire. >>
Bonnet lo ascoltava attentamente non perdendosi una parola, voleva seriamente capire come si sentisse e comprendere fino in fondo i motivi che lo spingevano a tenerlo distante, aveva immaginato più volte la sensazione che si prova quando vieni lasciato, ma sentirla da chi l'aveva vissuta sulla propria pelle era totalmente diverso.
A parti inverse lui lo avrebbe perdonato?
Se lo era domandato tante volte, e la risposta era sempre stata sì perché un tempo non credeva di meritare l'amicizia né tanto meno l'amore di un grande marinaio come Barbanera, probabilmente avrebbe passato i giorni in solitudine a piangere e vedendolo fare ritorno gli sarebbe corso tra le braccia.
Forse nemmeno quella reazione era del tutto sana, se qualcuno ti promette di venire con te e poi ti molla senza una parola un minimo di rabbia è giusto provarla, Edward aveva ragione, erano diversi seppur le ferite avevano lasciato loro le stesse cicatrici.
In quel momento il biondo gentiluomo realizzò che non avrebbe risolto niente continuando a lottare, a stringere quella corda che gli stava lacerando la pelle delle mani, c'era un'unica verità che non poteva essere modificata ma questo non significava che sopra le macerie di qualcosa che era stato distrutto non si potesse creare qualcosa di nuovo.
<< Ed...Se per questa sera fingessimo che non sia successo nulla di quello che ci ha portati a questo punto, se facessimo finta di essere ancora in una di quelle notti di tanto tempo fa dove condividevamo un drink prima di andare a dormire e parlavamo dei fatti della giornata, pensi sarebbe possibile? >>
Edward si mise a pensare, la sua fronte era corrugata e suoi occhi svettavano da una parte all'altra per poi fermarsi di colpo sulla figura del suo co-capitano.
<< Tu vuoi che io dimentichi? >>
<< No, che entrambi, solo per oggi lo facciamo >> rispose con un fil di voce Stede.
<< A quale scopo? >>
<< Me lo hai detto tu stesso, non c'è sempre una spiegazione a tutto, ma se vuoi saperlo io credo che ci meritiamo un momento di serenità, siamo stati mesi a lottare con le nostre ferite, litigi e suppliche ci hanno fatto compagnia per tutto il viaggio. Non sarebbe bello se potessimo allentare un po' la tensione? >>
<< E se poi il vecchio Edward desiderasse qualcosa che il nuovo me non accetta? >>
Stede sorrise confortevole.
<< Una volta lasciata questa stanza i vecchi noi rimarranno qui con qualsiasi cosa sia successa. >>
A Barbanera batteva forte il cuore, era una richiesta allettante, mettere da parte i vecchi rancori per godersi la compagnia reciproca, era da quell'alba che lo desiderava e adesso che ne aveva la possibilità sarebbe stato stupido non coglierla, vero?
Deglutì umettandosi le labbra.
<< Accetto >> disse con la voce resa sottile dall'emozione, il sorriso sulle labbra del suo compagno d'avventure si allargò diventando se possibile più luminoso.
<< Ma cosa dobbiamo fare, voglio dire i vecchi noi cosa farebbero? >>
<< Io ho un'idea capitano Teach. >>
Allungò la mano verso di lui, Ed vi posò sopra la sua e venne tirato in piedi, i loro corpi erano molto vicini, quasi si sfioravano, potevano sentire il calore provenire dall'altro e un brivido piacevole percorse la spina dorsale di entrambi.
<< Balleresti con me? >> domandò Stede con gli occhi che gli brillavano, Edward deglutì di nuovo sentendo l'eccitazione crescere, dischiuse le labbra tentando di bagnarle con la lingua.
<< Senza musica? >> riuscì a chiedere.
<< A questo possiamo rimediare >> rispose staccandosi da quel bel contatto, facendo sentire Barbanera di nuovo vuoto e freddo.
Quando Stede rientrò in cabina al suo seguito si trovava Franchie che teneva in mano il liuto.
<< Vuoi ballare davanti a lui? >> domandò timidamente, guardando confuso quel raggio di sole che gli stava davanti.
<< Sì, lui suonerà e noi ci lasceremo andare, ti dà fastidio? >>
Edward scosse la testa rilassando la fronte.
<< Credevo lo desse a te >> confessò.
Stede non rispose, anzi la sua risposta fu un gesto, lo prese mettendogli una mano sul fondo della schiena e con l'altra prese quella tatuata del compagno, Franchie iniziò a suonare una melodia dolce, leggera ma anche malinconica, sembrava essere stata composta per loro, i due capitani cominciarono a muoversi cullati da quelle note soavi che riempivano la stanza, si guardavano negli occhi e ad un certo punto si sorrisero.
La musica aleggiava continua avvolgendoli e trasportandoli in una dimensione solo loro, a Edward quella sensazione ricordava vagamente una delle fiabe che Stede aveva letto molto tempo prima, parlava di due amanti che avevano affrontato mille difficoltà pur di stare insieme e alla fine ci erano riusciti, però quella favola non aveva il lieto fine e c'era voluta un'altra storia per risollevare il morale della ciurma che era caduto a picco.
Bonnet aveva tentato di spiegare loro che non tutti i racconti finiscono bene, ma gli altri avevano ribattuto che già la vita era dura, almeno in un racconto inventato le cose potevano andare meglio, Edward si era divertito quel giorno, non c'era modo di avere la meglio su quei ragazzi quando si mettevano in testa qualcosa e alla fine anche Stede aveva dovuto arrendersi e dar loro ragione se non voleva che quel dibattito durasse fino alla mattina dopo.
<< Ricordi quella volta in cui hai raccontato quella storia deprimente? >>
Stede rifletté qualche istante riportato alla realtà dalla voce di Barbanera.
<< Oh sì, non mi hanno dato pace nemmeno l'avessi scritta io, e tu ammettilo te la sei goduta. >>
<< Decisamente amico, era troppo divertente vederti arrampicare sugli specchi >> rise.
<< E poi ero curioso di sapere come te la saresti sbrigata. >>
<< Non c'era modo di spiegargli il mio punto di vista >> borbottò Stede.
<< Avevano ragione loro cazzo, la realtà è una merda, chi scrive potrebbe almeno avere il buon senso di dare un lieto fine. >>
Le sopracciglia bionde si corrugarono verso l'alto.
<< Tu davvero pensi che tutte le favole dovrebbero finire bene? >> domandò mentre continuavano a danzare, Franchie si chiese se dovesse smettere di suonare ma visto che i due non dicevano niente decise di strimpellare ancora, almeno fino a nuovo ordine.
<< Ovvio! >>
<< Pensa se una persona vive una vita terribile, decide di leggere un libro per rilassarsi e si ritrova una cosa deprimente. >>
<< Per ovviare a questo esistono le trame >> spiegò Bonnet.
<< Sì ma a volte non si capisce, in tutti i libri che hai letto era scritto il finale nella trama? >>
<< No in effetti. >>
<< Quindi sei d'accordo con me che una storia triste può capitarti tra le mani anche se non la cerchi. >>
Stede si ritrovò ad annuire.
<< Però sai...ci sono persone a cui piacciono le storie tristi. >>
Barbanera fece una smorfia.
<< Pff matti, capisco quelle dell'orrore ma perché deprimerti di proposito? >>
<< Non lo so, forse si leggono per sentirsi meno soli, o per confortarsi sapendo di non essere gli unici a soffrire >> rispose Stede con uno sguardo malinconico, il loro movimento era diventato più un dondolio.
<< Ma quelle sono solo stupide storie inventate >> ribatté Ed.
<< A volte i racconti traggono ispirazione da storie realmente accadute >> disse alzando lo sguardo su di lui, si fermarono continuando a guardarsi, anche la musica rallentò mentre Franchie spostava lo sguardo da loro al suo strumento, il capitano gli fece cenno con una mano.
<< Puoi andare Franchie, grazie >> lo disse senza staccare gli occhi da Edward.
<< Che ne dici di un drink? >>
<< Ottima idea co-capitano >> sorrise Stede staccandosi da lui.
<< Non aspettarti roba raffinata >> disse mentre trafugava negli armadietti alla ricerca di una bottiglia che fosse abbastanza piena per entrambi.
<< Me ne farò una ragione >> ridacchiò Bonnet mentre tirava al centro della stanza il divanetto che era stato spinto in un angolo.
Tutti quei recipienti di vetro vuoti, o pieni a metà, mezzi rotti, il vuoto e le ragnatele nei mobili gettarono Barbanera in un profondo sconforto, arrivò persino a vergognarsi di quello che era diventato, ma per quella sera poteva non pensarci, così ingoiò il senso di colpa e prese la prima bottiglia piena che gli capitò in mano.
<< Ecco qui >> versò il liquido ambrato in due bicchieri poi si mise a sedere di fianco all'altro pirata.
<< Le tue riserve sono finite alcune in mare mentre altre me le sono scolate, che spreco... >> si intristì.
<< Ehi... >> Stede gli toccò un ginocchio.
<< Ricordi cosa abbiamo deciso? >>
<< Sì ma i vecchi Ed e Stede avrebbero bevuto qualcosa di buono >> rispose Edward, sentendosi lui stesso come un bambino piagnucoloso.
Stede bevve un sorso di quel liquore che gli fece storcere il naso.
<< Buono >> tossicchiò.
<< Stronzate, stai mentendo >> lo accusò divertito.
<< No assaggia, senti il sapore che scende giù per la gola riscaldandola, le note floreali, agrumate della buccia d'arancia e se sei abbastanza attento puoi percepire anche un leggero sapore di caramello che addolcisce l'insieme. >>
Edward aveva chiuso gli occhi mentre buttava giù quel pessimo scotch che attraverso le parole di Stede si era trasformato in uno dei liquori di massima qualità, era stato incredibile, aprì gli occhi di scatto guardando l'amico.
<< Come cazzo hai fatto? >>
<< E' il potere della visualizzazione. >>
Barbanera arricciò le sopracciglia, possibile che l'uomo che aveva davanti conoscesse così tante cose e fosse per lui fonte continua di scoperte.
<< Sarebbe? >>
<< Hai mai immaginato di essere in tutt'altro posto rispetto a dove eri? >> domandò il gentiluomo mettendosi più comodo e appoggiando il bicchiere a terra, accanto al piede del divano.
<< Sì, può darsi. >>
<< E il tuo pensiero è diventato talmente forte da farti sentire odori e suoni che non c'erano realmente. >>
Lo sguardo di Edward era perso in qualche ricordo ma vivo, le parole di Stede gli stavano riportando alla mente momenti in cui aveva davvero desiderato di trovarsi da tutt'altra parte, ma inaspettatamente non sentiva dolore.
<< I colori >> soffiò.
<< Immaginavo sempre tanti colori, il verde dell'erba era talmente tanto forte da accecare e il mare era cristallino, ci potevo vedere dentro i pesci che sembravano pietre preziose, molte volte allungavo la mano e ne prendevo uno, luccicava tanto da farmi stingere gli occhi. >>
Quando puntò lo sguardo su di lui Stede stava sorridendo.
<< E' la stessa cosa che abbiamo fatto ora >> spiegò.
<< Non credevo si potesse fare anche con i sapori. >>
<< Possiamo fare tutto Edward, tutto quello che ci passa per la testa >> si passò una mano tra i biondi capelli.
<< Da bambino cosa sognavi? >>
<< Stede... >> borbottò arrossendo spostando lo sguardo, poi si ricordò della regola.
Buttò giù un altro sorso d'alcol.
<< E va bene, sognavo di vivere in un enorme castello dalle pareti chiare e grandi collone di pietra bianca, le scale dovevano essere lucide tanto da potermici specchiare, la mia stanza aveva un letto enorme con coperte viola e cuscini così morbidi da sembrare nuvole. Era un castello magico perché stava nel cielo, e io dalle enormi vetrate potevo vedere l'azzurro e l'arcobaleno, non c'erano mai tempeste e poteva essere raggiunto solo da chi possedeva un unicorno magico. >>
A quel punto si zittì fissando Stede.
<< Non ridere, ero un bambino. >>
<< Trovo che sia bellissimo Ed, e l'idea dell'unicorno è geniale. >>
<< Se un giorno ti stancassi di fare il pirata potresti scrivere un libro >> disse dandogli una pacca sulla spalla.
<< Seh e come? >>
<< A leggere e scrivere si può sempre imparare, e se non ti va hai qui il perfetto aiutante >> rispose solenne.
<< E tu scriveresti tutto ciò che mi passa per la testa? >> domandò Edward poco convinto.
<< Certo. >>
<< Anche se...che ne so, volessi far scopare una sirena con un drago? >>
A quel punto Bonnet scoppiò a ridere.
<< Vedi che non mi prendi sul serio >> incrociò le braccia mettendo il broncio.
<< No, no scusa, è che mi sono immaginato la scena >> bevve un sorso di liquore.
Aveva le guance arrossate e un sorrisetto da ebete, gli occhi nocciola erano languidi con le palpebre semi abbassate.
<< E poi come farebbero a fare...ehm... >> gesticolò con le mani, segni talmente imbarazzanti che Edward dovette fermarlo.
<< Non lo so amico, mica ci ho pensato >> rispose spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<< Sì perché sai, le sirene non hanno...ecco loro...- >>
<< Ho capito Stede, ma mica devo scrivere i dettagli, mi limito a raccontare la vicenda, un drago e una sirena scopano, fine. >>
<< Che storia avvincente, così non la leggerebbe nessuno >> singhiozzò.
<< Sentiamo allora saputello tu come la metteresti? >> incrociò nuovamente le braccia, qual semplice gesto mise in risalto la sua muscolatura, Stede sussultò sentendo un calore improvviso espandersi dal bacino, dovette spostare lo sguardo per non far cadere la sua mente in pensieri poco casti.
<< In primo luogo ci vuole una trama, questi due dovranno pur incontrarsi. >>
<< Il drago salva la sirena? >>
<< Mmm scontato >> rispose Bonnet.
<< La sirena salva il drago >> tentò nuovamente Barbanera.
<< Come fa? >>
<< Ah Stede va al diavolo, non scriverò mai un fottuto libro con te! >> sbottò facendo ricadere la braccia sul divano.
<< Non è colpa mia se ci vogliono un sacco di accorgimenti >> si difese tentando di non riprendere a ridere.
<< Siccome la storia è mia, e tu ti sei offerto di scriverla, starai zitto e scriverai tutto ciò che dico senza fiatare altrimenti... >>
<< Altrimenti? >> sollevò le sopracciglia dorate in uno sguardo che di docile non aveva niente.
<< Mi punirai capitano? >> domandò con voce lasciva sfiorandogli il braccio con l'indice.
Tutto quell'alcol gli aveva dato alla testa, ad entrambi probabilmente e non riuscivano più a controllare le loro emozioni.
<< Che domande, è ovvio che lo farei >> rispose cacciando quel brivido che stava scuotendo il suo corpo.
<< E come? >> quegli occhi nocciola erano così languidi che le rotelle nel cervello di Barbanera si bloccarono di colpo, il bastardo si morse anche il labbro impedendogli di formulare una risposta concreta.
<< Potrei legarti mani e piedi e imbavagliarti, per poi costringerti a guardare mentre faccio scrivere le mie idee a qualcun altro. >>
<< Questo sarebbe davvero crudele capitano >> lo stava prendendo in giro, Edward lo sapeva ma quel gioco gli stava piacendo troppo.
<< Non avrei per niente voce in capitolo? >>
<< Assolutamente no >> si schiarì la voce sentendosi profondamente stupido.
<< Oppure potrei farti rimanere nudo, sul ponte della nave mentre si sta scatenando una tempesta. >>
L'unica parola che il cervello di Bonnet percepì era nudo.
<< Nudo? >> domandò infatti.
<< Sì così moriresti di freddo e impareresti la lezione. >>
Stede si passò la lingua sulle labbra.
<< E dopo mi sarebbe concesso di scaldarmi? >>
<< Forse, probabilmente sì ma dipende dal tuo comportamento. >>
<< Potresti scaldarmi tu stesso >> propose il biondo con malizia nella voce.
Edward deglutì sentendosi andare a fuoco.
<< Non credo sia il caso >> rispose poco sicuro.
<< Sai bene che un capo magnanimo ottiene più facilmente il rispetto dei suoi dipendenti >> disse continuando a sfiorare con le dita quelle belle braccia, le fermò sul petto giocherellando con la cerniera della giacca.
Lo guardò e fu un errore, perché in quel momento capì che non poteva più resistere.
<< Fanculo Stede Bonnet >> imprecò prima di avventarsi sulle sue labbra, gli strinse il viso con le mani e finirono sdraiati su quello scomodo divanetto, Barbanera lo stava letteralmente divorando mentre l'altro emetteva mugolii di soddisfazione che gli mandavano il sangue alla testa.
Quando aveva accettato quella cosa era questa la sua paura, che sarebbero finiti a baciarsi come due ragazzini, perché conosceva bene i desideri del vecchio Edward, ed erano esattamente gli stessi del suo se stesso del presente.
<< Ed... >> gemette mentre l'altro gli baciava il collo lambendone la pelle fino a farla arrossare.
Stede gli infilò una mano tra i capelli ansimando piacevolmente, due lacrime spuntarono ai lati dei suoi occhi chiusi, erano lacrime di gioia.
<< Edward baciami... >> lui sollevò il viso posizionandolo a pochi centimetri da quello del pirata gentiluomo, i loro nasi si sfioravano, Stede aveva lo sguardo perso e innamorato mentre in quello di Barbanera c'era una scintilla di desiderio che da tempo si era spenta, lo accontentò e più volte si staccava per guardarlo poi lo baciava di nuovo.
Non fecero nulla di più che baciarsi per tutta la notte, accarezzandosi e invertendo le posizioni più volte, per quanto il desiderio di prendersi a vicenda fosse forte in loro, sentivano che farlo proprio quella sera era sbagliato.
E poi entrambi avevano vissuto solo il lato sessuale dell'amore, Stede per dovere matrimoniale ed Edward con qualche scappatella che finiva sempre troppo presto senza mai lasciarlo davvero appagato, invece con Stede era tutto di verso, quei baci lunghi e caldi erano ciò che più si avvicinava al raggiungimento della felicità, non ne aveva mai abbastanza e anche il suo compagno di avventure sembrava perdersi in quei tocchi e desiderarne sempre di più.
Mugolava spingendosi verso di lui e tirandolo a sé, lui non poteva fare a meno di chiedersi quali suoni sarebbero usciti da quelle belle labbra sottili in ben altri contesti, e questo pensiero lo spingeva ad approfondire sempre di più quel bacio afferrando con le sue mani quei capelli dorati così dannatamente soffici.
Si addormentarono esausti senza nemmeno rendersene conto, con la mandibola che gli doleva, stretti l'uno tra le braccia dell'altro in quello scomodo divano, in una posizione improponibile che avrebbe fatto urlare i loro corpi l'indomani.
La testa di Barbanera era appoggiata sul petto del pirata gentiluomo che si alzava e abbassava a ritmo del suo respiro regolare, lui aveva una mano infilata tra i capelli brizzolati e l'altra sulla schiena fasciata dalla maglietta nera, entrambi si erano tolti le giacche per via del caldo allucinate che gli era venuto e anche in quel momento le loro labbra avevano trovato il modo di non staccarsi quasi mai.
Il primo a svegliarsi fu Stede che non appena mosse un muscolo la schiena gli diede una profonda stilettata di dolore che lo fece gemere e digrignare i denti, aprì gli occhi sentendosi inizialmente confuso senza capire cosa fosse quel peso tiepido che sentiva addosso, quando lo realizzò il suo cuore perse un battito.
Edward era profondamente addormentato tra le sue braccia, non se n'era andato né si era allontanato, gli occhi nocciola del pirata si riempirono di lacrime, dovette deglutire più volte il magone che gli stringeva la gola, svegliarsi accanto alla persona che ami era una delle sensazioni più belle che avesse mai sperimentato.
Per quanto il corpo gli dolesse per nulla al mondo si sarebbe azzardato a muoversi con il rischio di svegliarlo, prese ad accarezzargli delicatamente la nuca facendo passare le dita tra quei fili argentati e continuò così fino a quando anche gli occhi scuri e profondi dell'uomo che teneva tra le braccia non si aprirono sul mondo.
Dovette sbattere più volte le palpebre prima di mettere a fuoco i contorni del luogo un cui si trovava, sentiva qualcosa di morbido reggergli la testa e un solletichio piacevole tra i capelli, emise un suono che stentò anche lui a riconoscere poi quando si tirò su e vide il volto sorridente di Stede il suo cuore si fermò.
<< Buongiorno Edward. >>
Si leccò le labbra secche e impastate dal sonno sentendosi ancora ubriaco da tutti quei baci.
<< Sei rimasto >> disse solo e la voce nemmeno gli uscì, sembrava più un rantolo.
<< Qui è dove voglio essere >> rispose il pirata biondo azzardando una carezza a quel viso ispido, Edward si tirò su gemendo a sua volte per il dolore dovuto alla posizione scomoda che aveva assunto durante la notte, non sapeva nemmeno lui come dovesse sentirsi a riguardo, la sera prima era stata una parentesi tra il grigio e le liti che li accompagnavano, non era nemmeno previsto si addormentassero insieme e invece era successo.
Stede si era persino svegliato prima di lui, preferendo rimanere ad accarezzargli i capelli quando poteva benissimo svegliarlo per alzarsi, gli occhi gli diventarono lucidi, lo odiava, voleva odiarlo, doveva mantenere la parola data a se stesso di non ricaderci più ma...
<< Ehi...che ti prende? >> domandò con quella voce gentile avvicinandosi cautamente.
<< Quindi adesso ci comporteremo come se questa notte non sia mai accaduta? >>
Il pirata gentiluomo spostò lo sguardo, gli tornarono in mente le sue parole ed effettivamente era quello che aveva detto, qualunque cosa fosse successa sarebbe rimasta confinata dietro le porte di quella cabina e loro avrebbero ripreso i loro ruoli.
Edward avrebbe continuato ad avercela con lui, a rifiutarlo.
Stede a struggersi per questo.
Era maturato ma continuava ad avere pessimi piani.
<< Niente cena... >> disse Edward.
<< Nessun ballo... >> continuò Stede.
<< Niente bacio >> lo dissero contemporaneamente alzando lo sguardo l'uno verso l'altro, nessuno dei due voleva davvero dimenticare, sui loro volti si poteva leggere lo stesso desiderio e infatti non ci misero molto ad avvicinarsi e baciarsi di nuovo, Edward corrugò le sopracciglia proprio come aveva fatto la prima volta mentre Stede gli appoggiò una mano dietro la nuca spingendolo più verso di sé.
Proprio in quel momento Franchie bussò alla porta facendoli staccare e spostarsi ai lati del divano, nemmeno fossero due ragazzini beccati dal supervisore.
<< Capitani? >> entrò timidamente il pirata, loro si schiarirono la voce, Stede si alzò rassettandosi i vestiti.
<< Dimmi pure Franchie. >>
<< Disturbo? >>
<< No! >> fecero in coro, il giovane li guardò confuso poi decise che meno si intrometteva nelle loro faccende meglio era.
<< Siamo arrivati >> disse.
<< Cioè manca davvero poco. >>
<< Oh fantastico! >> esclamò il pirata gentiluomo.
<< Non è fantastico? >> domandò voltandosi verso Edward che annuì solamente.
Ma Franchie rimaneva ancora lì impalato anche se aveva già dato l'annuncio, quindi Stede comprese che forse c'era anche altro.
<< Devi dirci ancora qualcosa? >>
<< Ehm...è che non abbiamo un piano, ci servireste voi due. >>
<< Oh >> fece Bonnet chiudendo delicatamente la mano a pugno.
<< Arriviamo subito, puoi andare ora grazie. >>
Franchie annuì dileguandosi certo che in quella stanza stesse succedendo qualcosa di strano.











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Capitolo 11
*** Uno spiraglio di luce ***


Uno spiraglio di luce


Izzy si svegliò con la testa che gli doleva, in quel fottuto posto aveva perso la cognizione del tempo, non riusciva a capire se fosse giorno o notte, sentiva solo incredibili fitte alle ferite che gli avevano provocato e il suo corpo era più debole del solito a causa della scarsissima razione di cibo con cui venivano tenuti in vita.
La testa di Lucius era appoggiata contro la sua spalla, sonnecchiava beato come se non fossero una situazione del cazzo, il primo ufficiale lo scosse chiamandolo.
<< Spriggs. >>
<< Spriggs cazzo, vuoi levarti. >>
Un mugolio e poi l'altro aprì gli occhi scostandosi, anche lui sentiva le membra pesanti, come se non avesse dormito affatto, sbadigliò causando un'irritazione da parte del suo compagno di prigionia.
<< Ben svegliato, goduto il riposino? >> disse ironicamente.
<< Mmm sì grazie, più o meno >> ma evidentemente il giovane era ancora troppo addormentato per cogliere l'ironia.
<< Tu hai dormito? >> domandò con la voce impastata dal sonno.
<< La pianti di parlare come se fossimo in un fottuto villaggio vacanze! >>
Lucius alzò gli occhi al cielo e si esibì nell'ennesimo sbadiglio.
<< Sei così nervoso già di prima mattina? >>
<< Per quanto ne sappiamo idiota potremmo essere nel cuore della notte >> sbraitò voltandosi verso di lui, ma la sua faccia cattiva non aveva più lo stesso effetto di una volta.
<< Comunque io sono appena sveglio e non mi va che mi si venga urlato contro >> stiracchiò le gambe, le braccia e i polsi gli facevano un male cane visto che erano ancora legati.
<< Oh scusami principessa >> rispose sempre con ironia.
<< Ti perdono Izzy, vista la situazione, ma ti pregherei di non farlo più. >>
Quel piccolo stronzetto voleva proprio morire.
<< Credimi Spriggs arriverai a pregarmi. >>
Doveva essere una minaccia ma Lucius la interpretò in modo totalmente diverso, sorrise malizioso guardandolo con quegli occhioni contornati da lunghe ciglia che sbattevano come quelle di un cerbiatto.
<< E' una minaccia? >> domandò utilizzando un tono di voce basso e suadente che però Izzy non colse, almeno non subito.
<< Ovvio, ma sei diventato scemo? >>
Poi però la vide, quella scintilla di malizia e il suo volto si trasformò in qualcosa di molto simile a un pomodoro.
<< Sei disgustoso Spriggs! >>
<< Io non ho detto niente, stai facendo tutto da solo signor Hands. >>
Dio quel tono di voce...
<< Piantala ok!? Con me non puoi fare così, non sono il tuo caro Pete o chiunque altro con cui fai questo genere di cose! >>
<< E non chiamarmi signor Hands! >> sbottò.
Lucius sgranò gli occhi divertito.
<< Ma se da quando ci siamo incontrati non fai altro che dirmi di chiamarti così! >>
<< Bè è diverso, la tua è solo una presa per il culo e non sono così imbecille da non capirlo! >>
Il giovane si morse le labbra, forse quella situazione orribile non era poi tutta da buttare.
<< Va bene Izzy...Posso chiamarti così almeno? >>
<< Non chiamarmi proprio >> disse spostando lo sguardo, certo che sarebbe morto per una crisi di nervi causata da quell'idiota, e non per essere stato ucciso da quei cazzoni che li tenevano imprigionati.
<< Credi che moriremo? >> domandò dopo poco Lucius.
<< Una domanda intelligente finalmente. >>
<< Non sto scherzando >> disse cercando il suo sguardo, Izzy appoggiò la testa contro il muro con un sospiro.
<< Non lo so, la cosa certa è che non siamo in una bella condizione, loro sono armati, e quel bestione è il doppio di noi...- >>
Lucius ridacchiò.
<< Già, somiglia tanto a Barbanera vero? >> poi però si pentì vedendo la faccia del primo ufficiale scurirsi.
<< Scusa...Io non penso spesso a quello che dico. >>
<< No hai ragione, gli assomiglia e io devo farmi passare questa cosa quindi... >>
<< Comunque non riesco a pensare a un piano efficiente, ci tengono legati e divisi, se anche ci liberassimo non servirebbe a molto, entrano da noi preparati e sono convinto che anche quando viene solo quella donna gli altri due sono dietro alla porta armati fino ai denti. >>
<< Mi dispiace...Siete in questo casino per colpa mia >> sospirò abbassando lo sguardo.
<< Che sia colpa tua è un dato di fatto, non ti indorerò la pillola e non sarò carino con te, se vuoi sentire stronzate io non sono la persona giusta. >>
<< Non è che mi sentirei meno in colpa se tentassi di confortarmi, i tuoi insulti li merito tutti. >>
<< Ah Spriggs cazzo, così non è divertente. >>
<< Cosa? >> domandò lui sollevando appena un sopracciglio.
<< Prendermela con te se non ti difendi, è come sparare su un cadavere cazzo. >>
<< Questo dice molte cose di te >> disse il giovane rasserenando l'espressione.
<< Ti piace quando ti tengo testa >> ghignò vedendo che il più grande non rispondeva.
<< A me piace quando tutti lo fanno, i rammolliti non li sopporto. >>
<< Quelli che si mettono a piangere come neonati mi danno solo la nausea. >>
Il giovane sorrise dolcemente, ormai vedeva oltre la corazza.
<< A me non sei sembrato debole quando ti ho trovato che stavi male. >>
<< Tu sei tu ragazzino, se fossi partito con la ciurma di Barbanera saresti morto da un pezzo. >>
<< Ma non è successo >> rispose Lucius.
<< Sei stato solo fortunato. >>
<< Pensala come vuoi Izzy, ai miei occhi continuerai ad essere un uomo forte e determinato anche se dovessi metterti a piangere. >>
Izzy spostò lo sguardo incapace di sorreggere quello profondo e limpido del giovane.
<< Non è che viva per la tua approvazione >> gracchiò sentendo la gola improvvisamente stretta.
<< Vivere per quella di Edward non ti ha portato molto lontano però, forse dovresti smetterla di combattere per gli altri e capire cosa vuoi davvero. Possibile che oltre al desiderio di soddisfare il tuo capriccio egocentrico non ci sia nient'altro che desideri? Prima di incontrarci eri davvero così felice? Edward ti soddisfava così tanto. >>
Alcuni ricordi presero il sopravvento nella mente del primo ufficiale, era ormai qualche anno che il suo capitano non era più quello di una volta, delegava tutto, persino agli abbordaggi più semplici non partecipava, vagava senza una meta dirigendo la sua attenzione verso la prima cosa che gli sembrava interessante, così avevano trovato Bonnet.
La colpa non era di quel damerino, aveva accusato lui del declino di Barbanera ma probabilmente era stato solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, la scintilla di fuoco in una miccia pronta ad accendersi, sarebbe successo comunque, forse più tardi ma Edward a un certo punto lo avrebbe lasciato alla sua sorte se non fosse morto prima.
Digrignò i denti schiacciato da quella consapevolezza e in un moto di rabbia, stanchezza e dolore cominciò a piangere con singhiozzi che scuotevano forte il suo petto, non aveva spazio nemmeno per la vergogna, la sua mente era piena solo del suo capitano che gli diceva addio.
<< Izzy! >> squittì Lucius non aspettandosi quella reazione.
<< Non conto un cazzo per lui, non ho mai contato niente >> teneva le palpebre strette ma le lacrime trovavano comunque il modo di scendere e bagnargli le guance, Lucius si spostò, fortunatamente aveva le braccia legate in avanti e così sollevandole riuscì con le dita a sfiorare la pelle arrossata di quell'uomo che era in preda al dolore.
Lui non si mosse continuando a singhiozzare a denti stretti e a ripetere le stesse frasi.
<< Non è così Izzy... >> la sua voce era dolce, nessuno mai aveva usato quel tono con lui, voleva rispondergli ma la sua bocca era piena di saliva dovuta a quel pianto che sembrava non avere alcuna voglia di spegnersi.
<< Lo volevi distruttivo e lui lo è diventato, quando lo hai venduto agli inglesi te la sei cavata con un misero pugno e non ti ha nemmeno fermato quando hai sfidato Stede a duello e sai perché? >>
Izzy singhiozzò qualcosa che sembrava tanto una risposta ma Lucius non ne era molto convinto, decise di continuare.
<< Perché ti vuole bene, sei suo amico e si fida di te. Probabilmente anche lui soffre dei tuoi atteggiamenti ma non te ne ha mai parlato perché siete uno più testardo dell'altro...->>
<< Preferirà sempre Bonnet a me... >> il suo petto si scuoteva per i continui singhiozzi.
<< Edward è innamorato, ma la cosa che sembri non capire è che lui rispetta le tue decisioni. >>
<< Non sentirebbe mai la mia mancanza se me ne andassi al diavolo! >> strillò.
<< Io credo proprio di sì, solo che non lo ammetterebbe mai. Quando vuoi bene a qualcuno o lo ami devi essere pronto a lasciarlo andare, rispettare le sue decisioni, altrimenti non è più un rapporto tra due persone che provano affetto ma diventa una lotta al potere. >>
Il pianto del primo ufficiale si fece via via più calmo, sembrava che le parole di Lucius avessero avuto effetto su di lui, aprì gli occhi che erano ancora pieni di lacrime, le ultime due gocce scesero incastrandosi nei peli sul mento, guardava dritto davanti a sé mentre il respiro rallentava minuto dopo minuto.
Spriggs aveva ancora le dita appoggiate su una parte di quel viso che sembrava improvvisamente ringiovanito, le maggior parte delle tensioni che lo segnavano erano sparite, era più disteso e rilassato, quello sfogo gli aveva sicuramente fatto bene permettendogli di buttare fuori tutto il dolore, la frustrazione e le emozioni che per anni gli avevano corroso l'anima.
Lucius pensò che sicuramente si sarebbe scostato dal suo tocco, ma ciò non accadde e ne rimase meravigliato.
<< Va meglio? >> domandò a voce bassa.
Izzy annuì piano senza voltarsi, il giovane sorrise rimanendo in silenzio, era la cosa migliore in quel momento visto la quantità di parole che erano uscite da quelle labbra che solitamente sputavano solo veleno, certo sarebbe stato meglio essere in una situazione totalmente diversa e forse chi lo sa avrebbe potuto azzardare un abbraccio ma andava bene anche così, era riuscito a vedere il vero Izzy, quello capace anche di provare sentimenti, stava per dire qualcosa quando dalla porta entrò Elizabeth.
Entrambi si voltarono verso di lei che ghignò mettendosi le mani sui fianchi.
<< Bene, bene vedo che la reclusione ha dato i suoi frutti. >>
<< Liz ti prego non... >> iniziò spostando il busto in avanti, tentando di coprire il corpo del primo ufficiale.
La donna si chinò appena sorridendo.
<< Ma guardati, non sei cambiato per niente, sempre pronto a fare il traditore. >>
Il giovane pirata la guardò confuso.
<< Chi lo dice adesso al tuo amichetto pelato che te la fai con questo? >>
<< Ti piace vero? >> domandò usando un tono tagliente.
Lucius deglutì spostando lo sguardo, non voleva dire niente, aveva il terrore che qualsiasi parola sarebbe stata usata contro di lui.
<< Forse mi sono sbagliata >> si sollevò cominciando a fare avanti indietro.
<< Ti chiedo scusa Lucius, facciamo così, diglielo, dì che non ti piace e non provi niente >> ghignò mentre Lucius rimase senza parole, sgranò gli occhi e il cuore cominciò a battergli forte.
<< Avanti non è difficile. >>
Niente. Silenzio e lei cominciò a spazientirsi, tirò fuori la pistola puntandogliela contro.
<< Se non lo dici ti sparo, e questa volta mirerò al cuore. >>
Izzy si voltò di scatto verso di lui.
<< Avanti Spriggs >> disse con una sorta di panico nella voce.
Lucius si morse le labbra, era nervoso, non voleva dirlo, non voleva, sudava e sentiva freddo insieme.
Elizabeth tolse la sicura.
<< Spriggs per l'amor del cielo che ti prende!? >>
<< Dille la verità, che cazzo ci vuole? >> disse sentendosi sempre più confuso dall'atteggiamento del giovane.
<< I-Io... >>
L'uomo più grande si rilassò pensando si fosse deciso.
<< N-non posso Elizabeth... >> la voce gli usci scossa, come un piccolo rantolo, una lacrima lasciò l'occhio destro.
Gli occhi del primo ufficiale si spalancarono increduli.
<< Come sarebbe che non puoi, quella ti ammazza cazzo. >>
Elizabeth sollevò gli occhi al cielo, certo che era proprio tonto.
<< Te lo spiego io, la verità è che gli piaci. >>
Izzy sollevò l'angolo della bocca in un riso nervoso.
<< Stronzate. >>
<< Avanti non lo vedi idiota! Lucius alzati e vieni qui. >>
<< Mi dispiace Izzy >> disse tremando mentre con difficoltà si alzava.
<< Non volevo lo scoprissi così >> aggiunse, il primo ufficiale cercava il suo sguardo senza trovarlo, era scioccato e non ci poteva credere.
<< Oh che dolci, ma tranquilli avrete modo di rivedervi all'inferno. >>
<< No aspetta! >> gemette Izzy tentando di fare forza sulle sue stesse gambe, Liz gli puntò la pistola contro.
<< Non-un-passo-in più. >>
Prese Lucius per la manica della giacca strattonandolo mentre teneva sotto tiro l'altro pirata, lui trattenne un gemito di dolore per via della ferita alla spalla.
<< Oggi uno di voi stronzi morirà, e sarai proprio tu a decidere chi prima di morire a tua volta. >>
<< Andiamo! >>
Sparò un colpo che colpì il muro vicino a dove stava Izzy, il giovane gridò per lo spavento e le lacrime non poterono fare a meno di lasciare i suoi occhi, usciti loro fece il suo ingresso Ace che si avvicinò con passo pesante al primo ufficiale che lo guardava in cagnesco.
<< In ginocchio >> ordinò.
<< Preferirei pulire le scarpe al fottuto re, piuttosto che inginocchiarmi al cospetto di uno scimmione. >>
Ace si leccò le labbra, una voglia matta di mettere in atto il suo sadismo, Liz gli aveva dato il via libera e ora poteva divertirsi come voleva, soddisfare il suo incessante bisogno di ridurre le persone a supplicare la sua pietà.
<< In ginocchio o vado di là e sparo a sangue freddo ai tuoi amici. >>
Izzy rabbrividì ma non era uno sciocco.
<< Lei ti ucciderebbe, non sei tu che comandi cane. >>
<< Ti sfugge una cosa, io non sono il suo straccio. Ora ti metti giù o vuoi rischiare? >>
Lo odiava, il suo corpo bolliva nemmeno fosse fatto di fuoco, sentiva lo stomaco contorcersi e la bile risalirgli lungo la gola per la rabbia, si inginocchiò ringhiando, non avrebbe rischiato di prendere una decisione sbagliata, l'uomo che aveva davanti era ancora più folle di lui.
<< Guardami. >>
Gli occhi del primo ufficiale erano umidi, si sollevarono lentamente, strinse la mascella sentendo tutta la frustrazione che lo attanagliava in una morsa feroce, guardava quell'uomo che si imponeva su di lui come una montagna, solo Edward avrebbe potuto trattarlo così, avrebbe accettato solo dal suo capitano di essere trattato come una fottuta nullità, da Barbanera si sarebbe lasciato anche calpestare e lo avrebbe fatto pur di riaverlo.
Provò disgusto verso se stesso, si era lasciato tagliare un mignolo ed era stato felice, ma cosa aveva ottenuto? Niente.
Edward non lo avrebbe mai trattato così senza un motivo, cazzo, aveva ragione Spriggs, riusciva a pensare solo al suo dannato capo quando lì l'unico ad essere in pericolo era lui e Barbanera non c'era a salvargli la pelle.
<< Dimmi dov'è? >>
<< Dov'è chi? >> domandò Izzy confuso.
<< Il tuo capitano stronzetto. >>
<< E io come dovrei saperlo, sono stato chiuso in questo buco di merda per tutto il tempo! >>
Gli arrivò uno schiaffo che gli riaprì la ferita al labbro.
<< Modera il tono pidocchio, voglio sapere la sua prossima mossa, dimmi dove era diretto. >>
Izzy si leccò il labbro sentendo il sapore metallico del sangue, spostò solo lo sguardo verso di lui.
<< Anche se lo sapessi, non lo verrei a dire a te cazzone. >>
<< Ah capisco, fedele al tuo capitano fino alla fine, che bravo ragazzo. >>
<< Ma dov'è lui ora? >>
Il primo ufficiale mandò giù il magone, tremava per il nervosismo e tentava di non pensare al fatto che Edward lo avesse mollato fregandosene.
<< Non mi pare sia corso a salvarti. >>
<< Lui è Barbanera >> tremò con la voce roca.
<< E' abituato a perdere gli uomini, non può certo rischiare la sua vita per noi. >>
Dio come gli aveva fatto male pronunciare quelle parole.
<< Ma tu sei il primo ufficiale o sbaglio? >>
<< Ne troverà un altro, migliore di me >> tirò su col naso impedendo alle lacrime di scendere.
Ace gli poggiò lo stivale sporco sulla gamba, Izzy ci sputò sopra per mostrargli il suo disprezzo.
<< Attento che te lo faccio pulire poi. >>
<< Conosco la vostra storia, Barbanera e il suo primo ufficiale in comando, sempre insieme, uniti e leali. Mai visti due pirati più fedeli l'un con l'altro, dubito ti lascerà qui a marcire. >>
<< Su questo ti sbagli, io l'ho tradito due volte e lui non verrà mai, non aspettarti che piombi qui all'improvviso, sarebbe un'attesa vana. >>
<< Io credo tu mi stia mentendo >> disse pulendosi lo stivale sui vestiti di Izzy, poi vide la mutilazione al piede.
<< E' stato lui a farlo? >> domandò girandogli intorno e fermandosi dietro di lui, il pirata non rispose.
<< Perché lo stai cercando? >> chiese voltando lo sguardo, Ace rispose piantandogli un calcio tra le scapole che lo fece cadere a terra con un gemito, l'uomo gli girò nuovamente intorno chinandosi poi davanti al suo viso, lo prese per i capelli tirandoli appena.
<< Credevo che uno come Barbanera tenesse i suoi cagnolini un po' più ammaestrati, comunque io ed Elizabeth sappiamo esserci una bella taglia sulla sua testa, prima non ci interessava ma le cose sono cambiate, si sono fatte molto più interessanti. >>
<< Non lo avrete mai luridi bastardi! >>
Quella mano pesante lo lasciò andare, sentiva la cute pizzicargli, non c'era punto del corpo che non gli facesse male, Ace gli riservò qualche calcio ben piazzato e lui si ritrovo ad urlare per il dolore, voleva che tutto finisse, sperava di morire, che mettessero fine alla sua vita perché non ce la faceva più, non aveva le forze per lottare ancora e lui non si era mai arreso, ma prima era diverso, era il suo capitano a dargli la forza, combatteva per lui e vinceva per lui.
Ma adesso Edward lo odiava, non avrebbe più voluto rivederlo, che senso aveva continuare ad insistere?
Se non poteva avere il suo perdono, nemmeno dopo mille suppliche la mano misericordiosa di Barbanera l'avrebbe toccato, era una nullità, un codardo buono a nulla, la vergogna di ogni pirata che si rispetti, nessun uomo si era mai macchiato di tradimento così tante volte verso il suo stesso capitano.
Izzy piangeva mentre Ace continuava a infierire su di lui, i lividi sul suo corpo non avrebbero mai raggiunto il numero di quelli che aveva nel cuore.
<< Ed... >> singhiozzò con le lacrime che gli scendevano bollenti sulle guance.
<< Perdonami Edward. >>
<< Vuoi il suo perdono, vediamo se te lo darà quando scoprirà che ti sei fatto mutilare da un altro nello stesso modo che ha usato lui. >>
Quelle parole furono sufficienti a svegliarlo, un brivido gelato lo percorse e anche se aveva male dappertutto strisciò in modo da allontanarsi dal suo aguzzino.
<< No, bastardo questo non lo farai! >> gridò con la poca voce che gli era rimasta in gola, Ace lo prese per la caviglia strattonandolo, gli levò la scarpa, tirò fuori un coltello passando la fredda lama su quella piccola falange carnosa, il mignolo dell'altro piede.
<< No cazzo io ti ammazzo! >>
<< Quante storie, così almeno camminerai pari >> e rise mentre lo tirava verso di sé, Izzy riuscì a divincolarsi rimettendosi in piedi ma era troppo spossato e debole per lottare e poi dove avrebbe potuto scappare?


...


Sul ponte della Revenge la ciurma si stava organizzando per l'attracco, mancava davvero poco all'arrivo e il morale di tutti era scoppiettante, la sera precedente i due capitani non si erano visti e Franchie aveva raccontato di averli trovati ancora in cabina insieme, e sembravano contenti.
<< Stede ed Edward? >> domandò William.
<< Stanno arrivando >> rispose Franchie.
<< Li hai visti? >>
Il pirata annuì e il capitano della Golden sollevò le sopracciglia come se fosse in attesa di qualcosa.
<< Oh, loro erano a posto, sembrava non ci fosse nulla che non andava. >>
<< Almeno non si sono scannati a vicenda >> commentò Jim.
<< Che vuoi dire? >> domandò Will.
<< Nada que te riguardi >> rispose allontanandosi.
Nella cabina dei capitani i due stavano cercando il modo meno imbarazzante di salutarsi, si erano baciati di nuovo e se non fossero stati interrotti chissà che altro sarebbe potuto accadere, Stede si sistemò nervosamente i capelli voltandosi verso Edward.
<< Allora io...vado >> disse Bonnet indicando la porta.
<< Sì io mi... >> si guardò notando che era ancora vestito, che cosa avrebbe potuto dire? Era in panico totale.
<< Voglio dire, devo... >> fortunatamente ci pensò Stede a trovare una soluzione. 
<< Anche io devo darmi una ripulita >> scosse la testa, << sistemata. >>
<< Ci vediamo sul ponte allora? >>
Barbanera annuì osservandolo schizzare via come un razzo, si lasciò cadere pesantemente sul divano stropicciandosi la faccia, soffiò l'aria dalla bocca guardando i resti di quella cena che aveva avuto uno sviluppo davvero inaspettato.
Entrambi erano nervosi e indecisi riguardo al modo di comportarsi, non avevano avuto il tempo di parlarne anche se non sapevano se fosse la cosa migliore da fare, era successo e basta senza che lo decidessero e per ben due volte, se la notte passata poteva essere etichettata come ebrezza del momento la mattina invece come dovevano interpretarla?
Forse la cosa migliore era fingere non fosse accaduto nulla, avevano una missione importante e il loro privato non poteva interferire con questo, Stede si era cambiato i vestiti ritenendo più opportuno indossare gli abiti con cui era tornato e lasciare quelli del pirata gentiluomo a riposo, anche se gli era piaciuto indossare i vecchi panni.
Edward si guardò allo specchio convincendo se stesso che sarebbe andato tutto bene, era il cazzo di Barbanera, un assassino, il terrore dei mari, era il kraken, non poteva lasciarsi intimidire da un paio di labbra dolci come il miele, avrebbe affrontato Stede con coraggio, poteva parlargli tranquillamente senza dover per forza fare accenni a ciò che era successo, era il capitano, poteva farcela senza tremare.
Espirò aria dalle narici e con determinazione uscì sul ponte, tutti i suoi buoni propositi andarono a farsi benedire quando il suo sguardo incontrò la figura del pirata gentiluomo, se ne stava lì baciato dal sole, con quegli abiti da marinaio navigato, la camicia bianca che gli lasciava scoperta quella zona di pelle abbronzata e succulenta, parte di sé che mai aveva mostrato e che solitamente era coperta da un buon strato di stoffa attorcigliato intorno al collo.
Troppe volte aveva desiderato di sfilare quel fiocco, slacciare il nodo della cravatta, aprire i bottoni e affondare il naso in quel petto che sembrava chiamarlo a gran voce, adesso lo aveva lì davanti, invitante come un banchetto colmo di leccornie, Edward si leccò le labbra secche, doveva smettere di pensare, soprattutto doveva piantarla di immaginare i modi in cui avrebbe potuto affondare i denti in quella carne rosea, o tutto sarebbe diventato troppo grande da sopportare, in tutti i sensi.
Stava per andare da lui giusto per mostrare che non c'erano problemi, per far vedere che non era così debole da cedere a stupidi sentimenti, voleva dimostrarsi forte ma la sua corsa venne interrotta da un sorridente William.
<< Allora amico? >> esordì dandogli una pacca sulla spalla, venne fulminato con lo sguardo.
<< Come è andata? >>
<< Che cosa? >> sbuffò incrociando nervosamente le braccia.
<< Come cosa, non fare il finto tonto >> sollevò le sopracciglia in un modo che a Edward non piacque per niente.
<< Abbiamo da fare adesso W i l l i a m, non ho tempo di ascoltare le tue farneticazioni. >>
Il pirata sollevò gli occhi al cielo.
<< Che barboso sei diventato Eddy. >>
<< Chiudi il becco Will! >> lo spinse piano avvicinandosi poi al suo co-capitano.
<< Ed... >> soffiò il biondo non appena lo vide.
<< Stede >> si guardarono imbarazzati per qualche istante, si resero presto conto di avere lo sguardo dell'equipaggio puntato addosso.
<< Allora ragazzi >> esordì il pirata gentiluomo.
<< Come Buttons ci ha gentilmente fatto notare manca davvero poco all'arrivo, non sappiamo se Lucius e Pete...e anche Izzy >> lanciò un'occhiata a Edward che però spostò lo sguardo.
<< Non sappiamo se si trovano ancora lì, per questo direi di dividerci in due gruppi, uno capitanato da me e l'altro...- >>
<< Quando lo hai deciso? >> domandò Barbanera.
<< Non l'ho deciso, stavo appunto per chiedere se la mia idea stesse bene a tutti. >>
Un mormorio si alzò tra la ciurma.
<< La squadra di Edward avrà molta più probabilità di vincere. >>
<< Non è una gara amico. >>
<< Non lo è finché qualcuno non vincerà. >>
<< Possiamo dare fuoco a qualcosa? Nel caso fossero in pericolo intendo >> domandò Wee John.
<< E va bene silenzio! Avete sentito il vostro capitano, mettetevi in ordine che vi dividiamo, e non voglio sentire una parola in più su questa cosa >> esordì con voce sicura Edward, Stede lo guardò e sorrise per poi riscuotersi, avevano del lavoro da fare.
<< Scusate? Le squadre potrebbero essere tre, io con i miei uomini >> propose William.
<< Ma tu non sai come sono fatti i nostri amici >> disse giustamente Roach.
<< Bè qualcuno di voi potrebbe venire con me, siamo in tanti, possiamo mischiarci. Se i vostri capitani sono d'accordo ovviamente. >>
Edward guardò il pirata biondo.
<< Stede? >>
Lui annuì, si fidava di William.
Una volta fatte le squadre era il momento di preparare le munizioni, Barbanera e il suo vecchio amico si allontanarono per prendere le ultime cose e il più giovane ebbe un mancamento, venne sorretto da Edward che lo guardò preoccupato.
<< Will? >>
<< Sto bene, a volte mi capita. >>
<< Sei sempre convinto di voler venire con noi, guarda che non c'è niente di male a ritirarsi. >>
<< Questo chi te lo ha insegnato, il tuo dolce Stede? >> domandò con un sorrisino.
<< Non so di cosa tu stia parlando >> disse arrossendo.
<< Guarda che non sono cieco >> ridacchiò poi tossì chinandosi, Barbanera lo sorresse e l'altro si strinse a lui.
<< Mi piacerebbe navigare con te un'ultima volta, come quando eravamo ragazzini che con quelle stupide tavole di legno sfidavamo le onde. >>
<< Lo faremo Will >> disse accarezzandogli una spalla.
<< Ce ne andremo a largo insieme... >>
In quel momento passò di lì Stede, gli fu sufficiente ascoltare quella frase per travisare completamente la conversazione, le armi quasi gli caddero di mano, corse via e le mollò a qualcuno senza curarsi di chi fosse e si rintanò nella sua cabina, quella in cui solo la sera prima, anzi la mattina, aveva assaggiato le labbra di Edward.
Chiuse la porta e vi si appoggiò con la schiena prendendo lunghi respiri profondi, voleva andarsene con lui, Edward voleva abbandonarlo, voleva andarsene, le lacrime non ci misero molto a scendere lungo le guance, sentiva il petto stretto in una morsa e malgrado ci provasse non riusciva a calmare il respiro.
Credeva che le cose stessero iniziando a sistemarsi tra loro, invece si era soltanto illuso, il suo Ed gli avrebbe riservato lo stesso trattamento e forse anche in modo peggiore, andandosene con un altro, Stede non poteva crederci, non poteva essere vero, eppure lo aveva sentito con le sue orecchie.
<< Ne cerchiamo una e sfidiamo le onde come ai vecchi tempi >> continuò Barbanera facendo sorridere l'amico.
<< E fanculo la malattia >> disse William con gli occhi che gli scintillavano.
<< Ben detto, fanculo! >> esordì e insieme tornarono dagli altri.
<< Dove diavolo è Stede? >> domandò cercando con lo sguardo quello del suo co-capitano.
<< Si è chiuso nella sua cabina >> rispose Roach.
<< Già e non vuole uscire >> disse Jim poi si avvicinò squadrandolo
<< Di un po', ¿qué le has hecho? >>
Barbanera non capì e si innervosì.
<< Che hai detto? >>
<< Cosa gli hai fatto!? >> sbottò Jim.
<< Perché dai per scontato che sia colpa mia? >>
Il capitano incontrò lo sguardo di tutta la ciurma, che sembrava sbattergli in faccia il fatto che i malumori di Bonnet negli ultimi tempi fossero direttamente collegati a lui e non poteva certo dar loro torto, sbuffò e poi sospirò.
<< D'accordo...ci penso io. >>
<< Forse non è una buona idea... >>
<< Ehi ragazzi se i vostri capitani hanno qualcosa da chiarire è meglio lo facciano prima di scendere, anche se vi assicuro che Edward era con me e con Stede non ha parlato. >>
<< Appunto >> rispose piccat* Jim scoccandogli uno sguardo tagliente.
Edward a quel punto si era già allontanato, provò ad entrare nella cabina ma la porta era chiusa a chiave, bussò con forza chiamandolo a gran voce.
<< Stede! >>
<< Va via! >> strillò la voce dall'altra parte.
<< Non me ne vado finché non apri questa dannata porta! >>
<< Peggio per te, vorrà dire che rimarrai lì per sempre >> mugugnò.
<< Parla più ad alta voce che non ti sento! >>
<< Ho detto che rimarrai lì per sempre! >>
Barbanera sospirò appoggiando le mani sul freddo legno della porta.
<< Tanto per cominciare perché ti sei chiuso nella mia stanza!? >>
<< E' la mia stanza, tu te ne sei solo appropriato. >>
<< Non puoi rimanere lì per sempre! >>
<< Sì che posso >> sbottò il gentiluomo che si era rannicchiato sul letto.
<< Dovrai pur mangiare... >> provò Edward usando un tono più convincente.
<< Mi farò bastare gli avanzi della cena. >>
Il pirata chiuso fuori ringhiò di frustrazione sbattendo un pugno contro la porta.
<< Bonnet, giuro che mi apposto qui finché non ti degnerai di uscire, se morirò di fame o di freddo sarà solo colpa tua sappilo! >>
<< Allora rimanici! >> urlò il biondo tirando un cuscino contro la porta, si era alzato per farlo, ma poi tornò a chiudersi a riccio sul morbido materasso.
L'aggressività e le minacce non funzionavano e mai lo avrebbero fatto capì Edward, appoggiò la testa contro la porta, avrebbe usato la stessa arma utilizzata dall'uomo chiuso dentro la stanza, la gentilezza.
<< Bonnet? >>
...
<< Stede? >>
<< Cosa... >> sospirò da dietro la porta, si era avvicinato e seduto appoggiandoci la schiena sopra.
<< Perché ti sei chiuso qui? >>
<< Perché sono un idiota >> rispose tirandosi le ginocchia al petto.
Edward aggrottò le sopracciglia.
<< D'accordo ma...puoi essere un idiota una volta che abbiamo portato a termine la missione? >>
<< Puoi benissimo andare senza di me >> disse con un tono ferito.
<< Va con lui visto che ti piace tanto, William è molto più capace di me >> ora la sua voce era piccata e acidula e Barbanera era sempre più confuso.
<< Stede si può sapere cosa ti prende? Sai bene che ci servi anche tu, le tue idee sono geniali e...- >>
<< Saranno anche geniali ma non sono forte e bello come lui >> mugolò mettendo un tenero broncio che Edward non poteva vedere.
<< Per caso sei impazzito? Sei forte anche tu e...Bonnet non mi convincerai a farti un complimento con l'inganno. >>
Stede guardò in alto appoggiando la testa contro la porta.
<< Anche dire che sono forte e che ho buone idee sono complimenti >> borbottò a bassissima voce.
<< Hai detto qualcosa? >> domandò Edward da fuori.
<< Ho detto che tanto non me lo diresti mai! >>
<< Vuoi davvero impuntarti su questa cosa adesso!? >>
<< Quando altrimenti? Quando te ne sarai già andato? >> era isterico e ferito e non riusciva a smettere di rispondere in maniera acida, perché lo voleva lì, desiderava tenerlo accanto a sé per sempre ma sapeva di non poterlo fare.
<< Stede giuro mi stai confondendo... >>
<< Ti ho sentito Edward, hai detto a William che te ne saresti andato con lui... >> la sua voce si ruppe, strinse le labbra catturando le lacrime appena scese.
<< E ti capisco sai, lui può offrirti tutto mentre io... >> sollevò e abbassò le spalle.
<< Stede...Io non partirò con William. >>
<< Come? >> gracchiò l'altro.
<< Apri questa porta idiota >> disse Barbanera.
Stede si tirò su e aprì trovandosi di fronte lo sguardo pacifico di Edward.
<< Vedi perché è sbagliato origliare le conversazioni. >>
<< Scusa >> soffiò il capitano dai capelli dorati abbassando la testa, sembrava così piccolo avvolto in quella vestaglia rossa, la stessa che aveva usato Edward quando era tornato sulla Revenge da solo, l'aveva evidentemente cercata visto che lui l'aveva infilata sotto a un mobile.
Non riusciva proprio ad avercela con quel delicato raggio di sole, ma non ci sarebbe stato niente di male a prenderlo un po' in giro.
<< Fai bene a scusarti, cosa pensi che sia un giocattolo con cui divertirti? Mi dici bugie, mi baci rubandomi la pistola poi organizzi una sorta di cena senza il mio permesso e di nuovo ti approfitti di me, della mia debolezza. >>
Stede sollevò lo sguardo, gli occhi nocciola lucidi e colpevoli.
<< Edward io... >>
Ma Edward non era fatto serio o arrabbiato, anzi le sue labbra nascondevano un lieve ghigno.
<< Perché stai ridendo? >>
<< Che ti serva di lezione >> disse puntandogli l'incavo della spalla con l'indice.
Poi continuò.
<< Per la prossima volta che ti verrà in mente di farmi penare dietro una porta chiusa. Se vuoi sapere qualcosa chiedilo e basta capito? >>
Bonnet deglutì, che tonto era stato.
<< Quindi non vai via? >> domandò ancora incredulo.
<< No e ora andiamo che gli altri ci aspettano >> disse incamminandosi.
Stede sorrise prima di seguirlo.










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Capitolo 12
*** Il risveglio della bestia ***


Il risveglio della bestia


La ciurma della Revenge insieme all'equipaggio della Golden fecero come avevano stabilito, si divisero e cercarono per quelle strade polverose i loro amici, chiesero informazioni a ogni persona che si imbatteva nel loro cammino, non fu facile ma alla fine riuscirono ad avere o meglio estorcere delle voci che avevano iniziato a girare al porto.
<< Credete possano essere loro? >>
<< Tre sono tre. >>
<< Ma perché qualcuno avrebbe dovuto portarli via? >>
<< Per esperienza personale meglio controllare, dare un'occhiata >> disse William.
<< Sì ma da dove iniziamo? Non abbiamo idea del luogo in cui potrebbero essere stati rinchiusi, sempre se si tratta di una vera pista >> era stato Edward a parlare, il nervosismo era iniziato a salirgli da quando sempre più persone avevano concordato sullo stesso tema, ovvero che su quell'isola era successo qualcosa di strano, qualcuno aveva giurato di aver visto della gente che veniva caricata su una carrozza.
<< Ci sarà qualcuno que sabe más di tutti aquí. >>
<< Qualcuno come Jackie la spagnola. >>
Edward l* guardò.
<< Non hai tutti i torti. >>
<< Come facciamo a sapere di chi si tratta? >> domandò Stede.
<< Semplice, torturiamo qualcuno finché non parla. >>
Il pirata biondo deglutì.



...


Elizabeth appoggiò le mani sulle spalle di Lucius, gli fece sollevare il braccio nella quale mano aveva messo una pistola, il giovane tremava, sudava, il cuore gli batteva forte e aveva una gran paura, era certo che mai sarebbero usciti vivi da quell'inferno.
<< Allora Lucius scegli, chi deve morire? >>
<< Lui >> e lo spostò verso Pete.
<< O lui? >> gli fece mirare Dylan.
I due erano stati fatti alzare in piedi, messi l'uno vicino all'altro pronti per una sanguinosa e crudele esecuzione.
<< Liz ti prego...Io non posso >> piagnucolò il giovane.
<< Smettila di tremare come un topolino in gabbia e fai l'uomo. >>
<< Una volta che lo avrai fatto potrai tornartene a casa con quello che rimane, non è magnifico? >> ghignò lei.
<< E' crudele >> singhiozzò con la voce che tremava.
<< Non ci manderai mai a casa, Izzy aveva ragione >> alcune lacrime lasciarono i suoi occhi chiari. 


...


<< Siete degli incompetenti! >> gridò Barbanera.
<< Edward! >> lo rimproverò Stede, stavano girando come dei forsennati per scoprire informazioni in più, alcuni dei ragazzi si erano lasciati sfuggire qualcuno che sembrava saperne ed Edward si era imbestialito, continuava a sbraitare ed urlare e a un certo punto il suo co-capitano ne aveva avuto abbastanza.
<< Non puoi trattarli così, non è colpa loro >> disse.
<< E di chi è mia forse? Se tu fossi stato un capo più competente a quest'ora sapremmo dove sono i vostri fottuti amici! >>
Stede accusò il colpo attribuendo quella sfuriata a una sorta di senso di colpa per essere involontariamente la causa di quell'accadimento, a tutti loro era venuto spontaneo pensare che quei tre uomini di cui parlava la gente potessero essere i loro amici, quante probabilità c'erano? Tre persone erano scese dalla loro nave e tre erano state viste trascinare via, certo alcuni avevano assicurato fossero quattro ma la teoria che andava per la maggiore era che fossero tre.
Se quella era vera significava che c'era anche Izzy con Lucius e Pete, tutti avevano trovato strano che il primo ufficiale si trovasse con loro, ma non sapevano come erano andate veramente le cose e per il momento era l'unica vicenda rilevante che li portava vicini a sapere qualcosa.
<< Avanti diamoci una calmata, Eddy non puoi fare così...- >>
<< Non ho bisogno di essere difeso >> disse nervosamente Stede vedendo Edward rilassarsi alle parole dell'amico, anche se gli aveva assicurato che non se ne sarebbe andato provava ancora una forte gelosia, solitamente era lui quello che riusciva a farlo ragionare e l'idea che esistesse un'altra persona a cui dava retta lo faceva sentire inutile, avrebbe dovuto considerarla una cosa bella ma proprio non ce la faceva.
<< Dove vai!? >> gridò Barbanera a Bonnet che era partito a passo spedito.
<< A chiedere informazioni in quel bar! >> strillò di rimando.
<< Ma ci siamo già stati! >>
<< Bè questa volta sono certo salterà fuori qualcosa! >>
Edward alzò e abbassò le braccia.
<< Ma fanno sempre così? >> domandò William a bassa voce.
<< Ogni volta >> rispose Olu sospirando.
<< Vedrete che finirà per offrire da bere a qualcuno e l'unica cosa che otterremo saranno dannate monete in meno >> ringhiò Edward tra i denti, poco dopo Stede uscì dal locale tenendo per il braccio un uomo sotto lo sguardo incredulo di tutti.
<< Lui sa qualcosa >> disse spingendolo piano in avanti e poi lanciò un'occhiata vittoriosa verso Barbanera che lo stava guardando ad occhi sgranati.
<< Non parlerò. >>
Edward gli diede un pugno che lo fece finire a terra.
<< Adesso hai cambiato idea? >>
<< No >> gemette l'uomo e gli arrivò un calcio allo stomaco.
<< Edward dobbiamo interrogarlo non ucciderlo >> disse Stede.
<< Non mi sembra che coi tuoi metodi sei arrivato molto lontano >> sibilò fissandolo.
<< Sprigionano una tensione sessuale mostruosa >> mormorò William osservando i due capitani che si guardavano intensamente negli occhi, temette quasi sarebbero uscite scintille da quanto era intenso quello sguardo condiviso.
<< Cosa? >> domandarono in coro.
<< Niente, dicevo che c'è un altro modo per far parlare un uomo >> disse avvicinandosi.
<< E sono... >> buttò alcune monete a terra.
<< I soldi >> si chinò prendendolo per il colletto.
<< Se parlerai ne avrai molti, e anche subito. >>
<< Chi mi assicura che non mi sparerete? >> domandò giustamente l'uomo.
<< Avrai anche una pistola per difenderti >> disse sorridendo.
<< William! >>
<< Che!? >>
Gridarono Stede ed Edward.
<< So quello che faccio >> guardò il tipo ancora seduto a terra che ci pensò su.
<< E va bene, vi dirò quello che so. >>

...


Edward allungò una pistola verso Stede che si congelò di colpo, deglutì rumorosamente, sapeva che nel corso della missione sarebbe potuto accadere che si fossero imbattuti in qualche combattimento ma la vista di quell'arma da fuoco gli fece prendere consapevolezza di quanto non fosse pronto ad uccidere qualcuno, era terrorizzato.
<< Ho già la spada...e un pugnale >> sussurrò con la voce tremante.
<< Potrebbero non bastare. >>
Il pirata gentiluomo si umettò le labbra ancora indeciso sul da farsi.
<< Stede devo saperti al sicuro nel caso fossimo separati. >>
Prese l'arma con mani tremanti e vide lo sguardo dell'uomo che amava farsi più sereno, sorrise appena.
<< Spero di non doverla usare. >>
<< Lo spero anche io Stede, ma nel caso spara, non avere paura okay? >>
Il biondo annuì.


...


Izzy aveva lottato, seppur legato, ferito e allo stremo delle forze si era opposto con le unghie e con i denti come se fosse una belva feroce che non accetta di essere ingabbiata, Ace aveva giocato con lui sapendo che non aveva nessuna speranza di farcela ridotto in quello stato, aveva lasciato si stancasse, che fuggisse da lui e quando sperava di avercela fatta lo aveva ripreso con forza brutale e sbattuto a terra.
Lo aveva guardato rialzarsi più e più volte, "tenace quell'uomo" aveva pensato, "ecco perché piace tanto a Barbanera."
Il primo ufficiale avrebbe accettato tutto, le percosse e persino la morte ma non che lo mutilasse come aveva fatto Edward, quello sarebbe stato troppo per lui da sopportare, ma alla fine era caduto stremato e dopo un grido di dolore che aveva echeggiato per tutta la stanza perse i sensi.
Ace stava ripulendo la sua arma quando udì un forte tonfo, qualcuno aveva buttato giù la porta e la stanza si era riempita di fumo bianchiccio, non fece in tempo a sentirlo arrivare che stramazzò al suolo colpito da una serie di cazzotti, quella strana nebbia si diradò in fretta e Barbanera riuscì a vedere meglio l'uomo che aveva colpito e che ora giaceva a terra con la faccia insanguinata.
Stede e gli altri giunsero nella stanza dove stava per avere luogo una brutale esecuzione, le due donne rimasero incredule quando un cospicuo gruppo di pirati riempì quella che a tutti gli effetti era diventata una prigione, Lucius vedendo i suoi amici scoppiò in un pianto disperato, Pete sorrise, era sempre stato certo che non li avrebbero abbandonati, mentre Dylan fissava la scena con occhi sgranati.
<< Forse dovresti...occuparti del tuo amico >> disse Ace con un ghigno malvagio indicando alle spalle del capitano dei pirati, quando si voltò con orrore scoprì la figura del suo primo ufficiale stesa a terra, tramortì l'uomo con un pugno più forte e lo lasciò cadere, poi si avvicinò a quello che da sempre era stato suo fedele alleato.
Vederlo in quello stato, inerme, sporco e coperto di sangue gli fece gelare le ossa, poi si accorse che era senza scarpe e che da uno dei piedi stava perdendo sangue, un ringhio feroce lasciò la sua gola quando scoprì il motivo.
Mosse alcuni passi verso quello che era stato per giorni l'aguzzino di Izzy, strappò una parte di stoffa della sua camicia e una volta tornato dall'amico si chinò dietro di lui, gli fasciò come meglio poteva il piede mantenendo la mascella serrata, doveva rimanere lucido il più possibile mentre compiva quell'azione.
Dopo averlo fasciato la freddezza svanì e si girò selvaggiamente pronto ad attaccare e infliggersi su quel bastardo che aveva ridotto così un suo amico, in quell'esatto istante capì quanto ancora contava Izzy per lui malgrado tutto quello che era successo, voleva uccidere, fare a brandelli quella bestia fino a non far rimanere un briciolo di parte sana in quel corpo mostruoso, Wee John giunse in quel momento.
<< Capitano dobbiamo andare, gli uomini di William hanno avvistato un gruppo di guardie che si stanno avvicinando qui. >>
Detestò quelle persone che gli stavano rovinando il piano, ma la loro vita era più importante, prese tra le braccia Izzy stupendosi di quanto fosse stato facile tirarlo su, sentiva la rabbia crescergli dentro e un desiderio di distruggere tutto quello che gli capitava a tiro, il primo ufficiale aprì leggermente gli occhi, la patina che ricopriva le pupille e la lieve nebbia che si stava dissolvendo rendevano difficile la vista ma in quella figura che lo teneva tra le braccia riconobbe Barbanera.
Le sue labbra si stirarono in un debole sorriso.
<< Ed...ward >> biascicò.
Era tornato a prenderlo.
Non lo aveva dimenticato.
Perse di nuovo i sensi ma questa volta era felice, la fronte si appoggiò sul petto solido e forte del suo capitano che prima di uscire si rivolse a Wee John.
<< Assicurati che qui non rimanga niente, fa saltare tutto. >>
L'altro sorrise eccitato di poter finalmente dare fuoco a qualcosa, ma purtroppo il tempo era contro di loro, dovettero uscire tutti senza nemmeno potersi salutare a dovere, salirono e scesero colline, scostando rami e tagliando erbacce, contava solo la fuga, le teste di molti pulsavano, soprattutto quelle degli uomini che fino a quel momento erano stati prigionieri.
Quando arrivarono al porto avevano il fiatone e il cuore in gola, ce l'avevano fatta, i loro amici erano sani e salvi e li avevano ritrovati, si abbracciarono stanchi e sudati, soprattutto curiosi di conoscere quale terribile storia si celasse dietro al rapimento.
<< Dove diavolo è Bonnet!? >> gridò Edward allarmato.
<< Non lo so, era dietro di noi... >> rispose William.
<< Cazzo, prendi Izzy >> disse passandoglielo, la gola gli si strinse in un forte senso di panico ma in quel momento dal boschetto uscì la figura trafelata di Stede, Barbanera gli corse incontro.
<< Scusate ragazzi >> ansimò, << ci sono. >>
<< Dove diamine eri finito!? >> domandò tenendo stretta la voce perché non gli sfuggisse spezzandosi.
<< Mi sono assicurato che quei criminali avessero la giusta punizione. >>
Edward lo colpì in faccia con un pugno, Stede mugolò mentre gli altri guardavano a bocca spalancata.
<< Penso di essermelo meritato >> disse mentre si massaggiava la guancia, Barbanera aveva gli occhi lucidi, colmi di lacrime, il pirata gentiluomo pensò stesse per arrivargli un altro pugno mentre invece il suo co-capitano gli si getto tra le braccia stringendolo, rimase per un attimo scioccato, poi lo strinse a sua volta abbassando le palpebre.
<< Non farmi mai più una cosa del genere. >>
Stede gli accarezzò i capelli.
<< Scusa >> sussurrò.
<< Ormai è un vizio Bonnet, quello di scusarti con me. >>
Il biondo sorrise scostandosi per guardarlo.
<< Te le meriti tutte >> rispose.
<< Promettilo >> disse Edward.
<< Cosa? >>
<< Che non mi farai spaventare più così, credevo ti avessero preso. >>
Lo sguardo nocciola si addolcì.
<< Hai la mia parola >> disse prendendo la mano tatuata e posandosela sul petto, in corrispondenza del cuore.
<< Ehi piccioncini ci vogliamo dare una mossa? Sono appena sfuggito alla morte e ho un bisogno terribile di un bagno >> urlò Lucius, i due capitani sorrisero e tutti insieme salirono sulla Revenge, facendo attenzione a Izzy che era ancora svenuto, fu Edward a occuparsi di lui portandolo nella sua cabina, un senso di costrizione gli artigliò lo stomaco al ricordo che in quella stessa stanza lui stesso gli aveva tagliato brutalmente il mignolo.
<< Ho cambiato idea, portatelo nella mia. >>
Roach e il dottore della Golden si voltarono verso di lui.
<< Sicuro? >>
<< Sì >> rispose Edward spostando immediatamente lo sguardo e allontanandosi.
Sulla Revenge l'umore di tutti era decisamente migliore rispetto a ore o giorni prima, la ferita alla spalla di Lucius era stata controllata e disinfettata, Stede gli aveva prestato la sua vasca da bagno perché si concedesse un momento davvero rilassante dopo la brutta avventura che aveva passato, si sentiva talmente esausto che fu Pete a svegliarlo per evitare che si prendesse un malanno nell'acqua che ormai era diventata fredda.
Finirono per addormentarsi insieme e anche Dylan si addormentò su una delle amache, i ragazzi della nave erano stati tutti carini con lui, il loro amico aveva accennato semplicemente che si conoscevano e questo era bastato, ci sarebbe stato tempo per le spiegazioni ma tutti erano concordi a lasciare che quei quattro si riprendessero e poi se avessero voluto avrebbero potuto  raccontare quello che era successo.
Nemmeno Pete e Lucius parlarono, il primo aveva capito che nel cuore del suo fidanzato stava succedendo qualcosa, ma non lo avrebbe mai forzato a parlargliene e soprattutto non appena usciti da quell'inferno, così lo aveva semplicemente stretto tra le braccia, sussurrandogli che era al sicuro e che sarebbe andato tutto bene.
Il giovane dai capelli castani pianse molto nel sonno, stringendo la camicia dell'uomo a cui era avvinghiato, a volte si svegliava di soprassalto credendo di essere ancora in una di quelle maledette stanze poi si rasserenava quando sentiva lo scricchiolio inconfondibile delle assi della Revenge, il profumo e le braccia forti dell'uomo che dormiva accanto a lui.
Edward era appoggiato allo stipite della porta della sua cabina a braccia incrociate, fissava Izzy che dormiva nel suo letto pensando che un tempo non si sarebbe mai sognato di cedere il suo posto, nemmeno dopo un evento brutale come quello che era accaduto, era lui stesso ad essere brutale.
Il suo pensiero corse a Stede, quell'uomo gli aveva toccato il cuore finendo per cambiare in modo cruciale la sua natura, Stede, che lo aveva accolto sulla sua nave mostrandogli senza nemmeno conoscerlo i passaggi nascosti all'interno di essa, gli aveva mostrato il cuore della Revenge, non l'aveva mai vista così, sorrise ingoiando il nodo che gli si era formato in gola, per tutto il tempo quel pirata improvvisato non aveva fatto altro che donargli parti di sé e lui lo stava capendo solo adesso.
<< Come va amico? >> domandò Will mettendogli una mano sulla spalla e riscuotendolo dai suoi pensieri.
<< Mh? >> domandò voltandosi.
<< Oh Will... >> si strinse nelle spalle.
<< Credo bene, insomma il dottore dice che dobbiamo aspettare e tenere sotto controllo la nuova ferita. >>
<< Sei preoccupato? >>
<< No >> rispose di getto stringendo le labbra.
<< Eddy...Solo poco fa ti ho visto andare nel panico per un uomo. >>
<< Vuoi davvero continuare a fingere di non provare sentimenti? >>
<< Stede è diverso... >> disse solo guardando dritto davanti a sé.
<< Quindi è per questo che hai dato a Izzy il tuo letto, perché non ti importa di lui. Senti siamo tutti d'accordo che tu e il biondo siete pazzi l'uno dell'altro ma questo non significa che tu non possa essere in pensiero per qualcun altro. >>
Edward arrossì per ciò che William aveva detto su lui e Stede, non riuscì a nascondere il lieve sorriso che gli era spuntato sulle labbra e non si sforzò nemmeno di farlo, poi però tornò serio, il suo sguardo si incupì e strinse più forte le braccia contro il petto.
<< Tu non capisci Will, io non sono preoccupato, ho solo un gran desiderio di strangolare con le mie mani chi lo ha ridotto così, ma il primo che dovrei ammazzare sono io perché gli ho tagliato quel dito senza nemmeno pensarci e qualcuno ha pensato bene di divertirsi allo stesso modo. >>
<< E vederlo fatto da un'altra persona mi ha fatto rendere conto di quanto io sia mostruoso... >> sospirò.
<< Edward ma cosa dici? Hai fatto di tutto per salvare quelle persone, hai dato a Izzy la tua stanza...come puoi dire...- >>
<< L'ho fatto per Stede >> sussurrò.
<< Piantala di usare lui come scusa per tutto, sì forse una parte di te lo ha fatto per lui ma cristo Edward tu sei una persona con un cervello, avresti potuto benissimo decidere di non farlo o di non mettere tutto te stesso. >>
<< Prima non lo avrei fatto >> lo interruppe guardandolo.
<< Sarà anche così, non possiamo saperlo con certezza, ma non cambia di molto le cose. Senti ti dirò una cosa, io non ho mai visto in vita mia due persone così prese l'una dall'altra come voi due, sarà che in mare ci sono poche occasioni di vedere l'amore... >> aveva gli occhi lucidi mentre parlava.
<< Probabilmente Stede ha saputo tirare fuori una parte di te che era rimasta nascosta, ma questo significa solo che era già dentro di te, smettila di fustigarti in questa maniera e goditi quello che hai, se me ne sono accorto io che navigo con voi da pochissimo significa che non è una cosa da niente. >>
Sorrise alzando gli occhi verso l'alto per non piangere, poi guardò l'amico.
<< Dio Edward quell'uomo mi ha chiuso dentro un fottuto armadio perché non gli rovinassi la sorpresa della cena >> disse ridendo.
<< Cosa ha fatto? >> domandò Barbanera incredulo.
<< Sì è una storia lunga e divertente, basta preoccuparsi per sciocchezze d'accordo? >>
Annuì.
<< Grazie Will >> disse e l'altro si congedò con un sorriso comprensivo e una pacca sulla spalla.
Edward ebbe il coraggio di entrare nella stanza e sedersi su una sedia mezza rotta, dell'elegante mobilio lì dentro era rimasto ben poco e le cose che erano sopravvissute riportavano tagli o segni di maltrattamento, aveva fatto in modo che ogni cosa bella sparisse non pensando di meritarne alcuna dopo che il suo sole personale si era spento.
Izzy era molto sudato e respirava lentamente, lui aveva quasi timore di quando avrebbe riaperto gli occhi, non si erano lasciati nel migliore dei modi, avevano litigato e la furia del kraken si era abbattuta nuovamente su quell'uomo che aveva tentato in tutti i modi di tenerlo separato da quello che desiderava davvero.
Lo aveva picchiato e poi Izzy era finito tra le mani di qualcuno che aveva fatto lo stesso, e quella cosa non gli dava pace quasi si ritenesse l'unico a poter mettere le mani addosso a uno dei suoi uomini, ma non era così, la verità era che aveva considerato quell'aguzzino un mostro e poi si era rivisto in esso.
Le parole di William erano state utili ma non abbastanza dal vedersi separato dalla sua nemesi, in quel momento entrò Stede, luminoso come il primo raggio che al mattino si posa delicatamente sul tuo corpo addormentato e ti risveglia con il suo lieve tepore.
<< Ehi... >> bisbigliò rimanendo fermo come se avesse paura di fare un passo di troppo.
<< Puoi venire >> disse Edward.
Lui sorrise avvicinandosi.
<< Come va qui? >> domandò.
Barbanera si strinse nelle spalle.
<< Sembra tutto a posto per ora >> rispose.
<< Se vuoi ti do il cambio. >>
Le sopracciglia di Edward svettarono verso l'alto.
<< Tu davvero rimarresti qui? Con lui? >>
<< Certo, perché non dovrei? >> domandò Bonnet sollevando le spalle, facendo rimanere l'altro in silenzio per qualche secondo.
<< Perché tu non lo sopporti, lui ti odia e ti ha venduto, e ti avrebbe volentieri ucciso. >>
<< Okay Ed è chiaro, ma questa è una situazione differente, e messo così non potrebbe fare molto contro di me. >>
Edward sospirò scuotendo la testa.
<< Che hai? >>
<< E' solo che...Io non ho mai incontrato nella mia vita qualcuno come te, perché sei sempre così gentile e disponibile? >>
<< Qui la gentilezza non c'entra >> rispose Stede.
<< Si tratta solo di offrire una mano a qualcuno che ne ha bisogno. >>
<< E poi lo faccio soprattutto per te, hai bisogno di riposarti...- >>
<< Io non...- >>
<< Edward ne hai bisogno >> disse con un tono che lo zittì, Barbanera sollevò lo sguardo verso quel biondo che gli faceva battere il cuore all'impazzata.
<< Quando fai così sembri un vero e cazzuto capitano >> disse con un sorrisetto che non riuscì a trattenere, poi si alzò ammirando gli occhi spalancati e luminosi di Stede.
<< E al contrario di quello che dicono tutti Stede, tu lo sei. >>
Le pupille del pirata biondo si dilatarono, si aprì in un ampio sorriso e dovette trattenersi con tutte le forze che aveva in corpo per non tirarlo a sé e baciarlo, deglutì leccandosi le labbra, quello era il più bel complimento che potessero fargli e gli era giunto proprio dalla persona a cui teneva di più.
<< Ti ringrazio Edward, questo vale molto per me. >>
Erano fermi l'uno di fronte all'altro, poca era la distanza che li separava, proprio come quella notte di luna piena i loro corpi oscillavano attratti ma senza mai scontrarsi, lo desideravano ma entrambi avevano paura e poi non era il momento giusto, ma Stede non voleva lasciar scivolare via tutto come aveva fatto la prima volta quindi si fece coraggio.
<< Edward. >>
<< Noi due...abbiamo ancora qualcosa in sospeso >> disse titubando.
L'altro lo guardò serio capendo subito a che cosa si stesse riferendo, sorrise.
<< Sì noi dovremmo... >>
<< Anche quando le cose andranno meglio ecco... >> disse Stede incespicando sulle sue stesse parole.
Barbanera lasciò quella stanza sentendosi travolto da mille emozioni, non avevano avuto modo di parlarsi dopo che si erano baciati e questo li aveva lasciati in un limbo nel quale era difficile sapere quale fosse la decisione migliore da prendere, lui desiderava Stede ma aveva il terrore di quello che sarebbe successo se si fosse lasciato troppo andare.
E poi era così buono, gentile, disponibile e delicato, era come una luce che non voleva saperne di spegnersi, aveva illuminato la sua vita e anche quella sera si era dimostrato all'altezza del suo nome, il pirata gentiluomo, si era offerto di stare con Izzy anche se fra loro c'era un pessimo rapporto, lui sentiva di non meritare tanta bellezza, la sua anima era troppo oscura perché entrasse un singolo raggio di luce, quello che stava per fare ne era la conferma.
Aveva provato a non pensarci distraendosi con altro, si era occupato della ciurma, delle condizioni del primo ufficiale, aveva detto a se stesso che non era necessario farlo ma l'immagine di Izzy steso a terra con un dito amputato continuava a tormentarlo, non poteva accettare che quell'uomo avesse trattato così qualcuno che apparteneva alla sua ciurma, che gli era stato amico in quei giorni in mare quasi sempre tutti uguali.
Stede era riuscito a far addormentare il kraken ma Ace aveva risvegliato la bestia, così Edward era entrato silenziosamente in cabina, il pirata biondo si era appisolato sulla sedia e guardando il suo profilo disegnato dalle ombre ebbe un tuffo al cuore, era così bello, una visione quasi eterea che gli faceva male guardare da quanto brillava, deglutì scostando lo sguardo, cercò i pezzi di carbone che non aveva più usato e quando li trovò si pitturò le dita e scurì le palpebre di quella sostanza sabbiosa, anche la barba venne annerita, se doveva essere un mostro voleva esserlo fino in fondo, prese le sue armi e silenziosamente scese dalla nave.
Le strade erano buie e silenziose, solo qualche risata di un ubriacone rompeva di tanto in tanto il silenzio, i passi del kraken erano bassi e pesanti, lasciavano impronte roventi su quella terra polverosa, una volta giunto nel luogo desiderato studiò la situazione e poi messe al tappeto le guardie entrò spalancando lentamente la porta.
Ace era in una cella separata rispetto alle due sue complici, venne svegliato da una serie di rumori sospetti, i corpi delle guardie che cadevano al suolo tramortite uno a uno emettevano un lieve tonfo e più si avvicinava alla sua preda, più era possibile udirli, voleva che lo sentisse arrivare.
Dalla minuscola finestra sbarrata filtrava la luce fioca della luna, improvvisamente venne oscurata da un'ombra, l'uomo in cella si ritirò terrorizzato contro il muro, gli scricchiolii metallici della serratura gli ferivano le orecchie come fossero aghi che gli penetravano nella pelle, la porta si aprì e la furia del kraken si abbatté su quell'uomo che per un evento fortuito era stato risparmiato la prima volta.
Lo afferrò per il collo stringendo con le dita la carotide, Ace si dibatteva ma quella presa era troppo forte, il bagliore lunare illuminò il volto scuro del kraken che ghignava mentre poneva fine a quella vita, urlò terrorizzato da quella visione mostruosa ma la voce non riuscì ad uscire stretta tra quei tentacoli che gli tenevano strozzata la gola.
Barbanera estrasse il pugnale e glielo conficcò nel fianco spingendo in profondità, facendo roteare la lama, la tenne ferma sentendo il sangue caldo scivolargli lungo la mano e gocciolare a terra, poi con uno strattone lo tolse e si allontanò osservando il corpo di Ace finire a terra senza vita.







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Capitolo 13
*** Nel cuore del kraken ***


Nel cuore del kraken


Se ne andò come era arrivato, come un'ombra che oscura una parte di luce e poi sparisce di nuovo senza lasciare traccia, trascinò i piedi fino alla Revenge, si arrampicò lungo la scaletta di corda e appoggiandosi con le mani al bordo di legno, una delle quali reggeva ancora il coltello, si issò salendo a bordo, lì di fronte a lui, a pochi passi si trovava Stede che era uscito per prendere una boccata d'aria.
<< Ed? >> lo chiamò a bassa voce.
Gli occhi nocciola del pirata ricaddero sulla mano coperta di sangue che reggeva il pugnale anch'esso sporco, spostò lo sguardo su di lui, Edward aveva i capelli che gli ricadevano sul viso, di nuovo quel trucco che con il sudore stava svanendo e un'espressione strana sul volto.
<< Che cosa hai fatto? >> domandò.
<< Sono un mostro >> sussurrò prima di muovere alcuni passi irregolari verso Stede, che era ancora in piedi, confuso da quello che stava accadendo.
Gli si gettò tra le braccia e il pirata biondo lo accolse stringendogli la schiena, Edward appoggiò la testa sulla sua spalla cominciando a singhiozzare talmente forte che il suo corpo si scuoteva, Stede lo accarezzava anche lui travolto da quelle emozioni.
<< Sono un mostro >> gemette digrignando i denti, mentre i residui di carbone macchiavano la camicia bianca su cui era appoggiato.
<< No che non lo sei >> disse dolcemente l'altro pirata mentre gli accarezzava la schiena.
<< Sì invece >> rispose con la voce spezzata dal dolore che provava.
Stede allora lasciò scivolare la sua mano sul braccio di Edward fino a raggiungere il pugno chiuso che stringeva il pugnale.
<< Lascialo Edward >> ordinò con gentilezza, un tono che strideva con quello che gli stava chiedendo, quella dolcezza gli fece ancora più male credendo che la utilizzasse solo per tenerlo tranquillo e convincerlo a fare ciò che gli chiedeva, certo che una volta calmatosi lo avrebbe lasciato.
<< No >> singhiozzò, scontrandosi con un respiro al petto di Stede.
<< Lascialo Ed, ti prometto che non accadrà niente, fidati di me. >>
Quelle parole sussurrate all'interno del suo orecchio furono come un richiamo a cui non poteva opporre resistenza, i tentacoli del kraken si sciolsero, le sue dita si aprirono lasciando che l'arma cadesse a terra tintinnando due volte prima di fermarsi, a quel punto si aspettava che il pirata gentiluomo lo lasciasse andare, mentre invece la mano di Stede si strinse intorno alla sua facendolo sussultare di sorpresa.
<< Che cosa è successo? >> gli chiese di nuovo, continuando a mantenere quel tono di voce dolce come se stessero parlando di ciò che avevano mangiato per pranzo, invece non era così, Edward aveva appena ucciso un uomo, certo era un criminale spietato che aveva tenuto prigionieri i loro amici, non era una bella persona proprio come suo padre, ma era pur sempre una vita e lui non si era mai perdonato di essere diventato un assassino.
<< L'ho ucciso... >> sussurrò, poi deglutì.
<< L'ho ucciso Stede, ho fatto sì che smettesse di vivere. >>
<< Chi? >> domandò Bonnet.
<< L'uomo che ha fatto del male a Lucius e Pete, e che... >>
<< Che ha torturato Izzy. >>
<< Sono un assassino. >>
Stede si scostò di poco prendendogli il viso tra le mani, cercò i suoi occhi di modo da incastrarli insieme e non permettergli di fuggire via, in pensieri che gli avrebbero solo fatto male, che non erano giusti.
<< No che non lo sei >> disse sicuro.
Edward come immaginava cercò di divincolarsi ma lui lo tenne stretto.
<< Ho ucciso, questo fa di me un mos...- >>
<< Basta Edward, quell'uomo non era una brava persona. >>
<< Nemmeno io lo sono Stede >> piagnucolò mordendosi le labbra, gli occhi lucidi per le lacrime che li bagnavano.
<< Mio padre e quell'uomo non sono le uniche vittime, la tua ciurma sarebbe tutta morta se tu non li avessi trovati. >>
Era la verità ma il pirata biondo era sceso a patti con questo da molto tempo ormai, Edward aveva commesso degli errori ma tutti i suoi comportamenti successivi avevano fatto intendere che fosse pentito e nel suo cuore lo aveva già perdonato.
<< Questo che cosa fa di me? >> domandò con le labbra che tremavano a causa di uno strano gelo che sentiva salirgli lungo il corpo.
<< L'uomo di cui sono innamorato >> rispose Stede senza esitare, guardandolo dritto negli occhi.
<< No Stede tu non puoi amare un mostro, non puoi amare il kraken! >> strillò.
Sorrise appoggiando la mano su quel volto sporco di carbone.
<< Io amo Edward Teach, l'uomo dietro a Barbanera e al kraken, ti amo Edward e tutto quello che hai fatto non me lo impedisce, forse anche io sono un mostro alla fine ma ti ho visto mentre piangevi nella vasca da bagno, eri lì per me quando non sapevo cosa fare della mia vita e tu mi hai baciato, ti ho visto in un milione di modi diversi e mai una volta ho riconosciuto in te quello che dici di essere. >>
Stede appoggiò anche l'altra mano sul volto di Barbanera che aveva cominciato a piangere.
<< Ti sporcherai >> singhiozzò riferendosi al suo trucco che colava macchiando la pelle del pirata gentiluomo, lui sorrise con dolcezza.
<< Non potrebbe importarmene di meno, e sai una cosa? Adesso ti bacerò così tanto che probabilmente anche la mia faccia si tingerà di nero, e poi visto che sono imbranato mi sporcherò i vestiti e forse dovrò gettarli via, quindi Ed se devi rifiutarmi fallo ora perché ho seriamente intenzione di toglierti il respiro. >>
Edward deglutì sentendo quella frase centragli il cuore, il suo bacino formicolava e se Stede non lo stesse tenendo ancorato alla realtà avrebbe creduto davvero di trovarsi in un bellissimo ma crudele sogno ad occhi aperti.
La barba dorata era molto vicina a quella brizzolata, le loro bocche erano a un passo dallo sfiorarsi ed entrambi sentivano il fiato tiepido dell'altro solleticarle, Stede aveva gli occhi socchiusi e si avvicinava molto lentamente.
<< Sto per baciarti, ultimo avvertimento >> disse ma Edward non si ritrasse nemmeno di un centimetro, rimase fermo, anzi chiuse addirittura gli occhi ancora prima che quel bellissimo uomo si avventasse su di lui con un tocco delicato che divenne sempre più caldo e profondo.
Le loro bocche si cercavano, si studiavano mentre le lingue esploravano ogni contorno umido e nuovo di quella grotta carnosa, questo bacio era diverso da tutti quanti i precedenti, per Edward non era solo una reazione istintiva alla persona che amava, aveva deciso lui di donarsi e di lasciarlo fare.
Presto la tensione dei corpi a contatto divenne più acuta, Stede lo tirava verso di sé avvicinando con le mani quel bel viso che amava da morire, Barbanera si era aggrappato al suo bacino e più si baciavano più finivano per muoversi andando continuamente a sbattere contro barili, inciampando nelle corde e finendo contro la balaustra di legno.
<< La cabina è occupata >> riuscì ad ansimare in uno dei rari momenti in cui si fermavano per riprendere fiato.
<< Ho il posto giusto per noi due >> soffiò Stede riprendendo a baciarlo e strappandogli un mugolio compiaciuto.
Senza prestare troppa attenzione a dove stessero andando riuscirono a infilarsi all'interno della nave, quel corridoio rappresentava l'unico ostacolo, le loro bocche non ne volevano sapere di separarsi e andavano avanti spingendosi e sbattendo contro pareti e porte, fu Edward ad aprire la porta allungando il braccio oltre il corpo caldo di quel biondo che lo stava letteralmente divorando e uccidendo con i suoi dannati mugolii soddisfatti.
Finirono sdraiati su quei sacchi dove tante volte si era appisolato Stede quando aveva bisogno di rimanere solo e lontano da tutti, Barbanera cominciò a baciargli il collo fino poi a scendere verso il basso, gli sollevò la maglietta e quella morbida pancia diventò la sua vittima prediletta, il pirata gentiluomo inarcava la schiena e la testa all'indietro gemendo di piacere mentre infilava le dita tra quei lunghi capelli brizzolati.
<< Ed... >> ma la sua voce giunse alle orecchie dell'altro solo come un lamento eccitato, un invito a fare di più, così lasciandosi guidare dal suo cuore scese con la mano lungo la coscia iniziando ad accarezzargliela lascivamente mentre le sue labbra continuavano il loro lavoro su quella pelle che stava iniziando a diventare umida e arrossata.
<< Edward! >> squittì il biondo sollevando la testa, era appena successo qualcosa che avrebbe voluto rimandare il più tardi possibile, era imbarazzato, aveva il viso arrossato e il respiro affannato, il suo compagno alzò a suo volta il viso incontrando gli occhi nocciola e languidi dell'altro che li spostò sentendosi a disagio.
<< Scusa >> mormorò.
Barbanera a quel punto spostò lo sguardo verso il basso e capì vedendo i pantaloni beige con una macchia più scura al centro, sorrise dolcemente arrampicandosi fino a prendere quel bel volto tra le mani, lo sollevò fino a quando non furono di nuovo occhi negli occhi.
<< Perché ti scusi? >>
Stede sollevò appena le spalle per quanto possibile nella posizione in cui si trovava.
<< I-io...Non credo sia la cosa giusta... >> deglutì.
<< Volevo... >>
Ci pensò Edward a continuare per lui.
<< Che durasse di più? >>
L'altro annuì, un ciuffo biondo gli ricadde sugli occhi.
<< A dire il vero Stede, quello che è appena accaduto mi lusinga >> disse modificando un po' il tono di voce, gli occhi nocciola furono subito su di lui interrogativi.
<< Significa che stavo facendo un buon lavoro. >>
<< Non sei deluso? >> domandò con un fil di voce.
Edward sorrise nuovamente scostandogli quella ciocca bionda dalla fronte, certo nella maniera più assoluta che se non fosse morto in battaglia sarebbe stata la dolcezza di Stede a ucciderlo, aveva un potere immenso e nemmeno se ne rendeva conto.
<< No nella maniera più assoluta e poi nessuno ci impedisce di ricominciare >> disse sollevandogli il mento con due dita e posandogli un bacio delicato che il pirata gentiluomo accolse abbassando le palpebre.
Stede sorrise sentendosi rassicurato, abbassò la testa facendo in modo che i loro nasi si sfiorassero.
<< Temo dovrò gettare anche i pantaloni oltre che la maglietta >> disse arrossendo appena e facendo ridacchiare Barbanera, effettivamente avevano combinato un pasticcio, baciandosi in quel modo anche la barba dorata si era sporcata di nero, le mani di entrambi anche erano scure ed Edward non si era nemmeno lavato dal sangue, erano un disastro su tutti i fronti ma per la prima volta gli andava bene così, aveva trovato qualcuno con cui poter essere imperfetto.
<< Meglio >> disse accarezzandogli il mento ispido.
<< Così potrai tornare ad indossare quei bei vestiti che mi piacciono tanto. >>
Stede rimase sorpreso da quella rivelazione, credeva che a Edward sarebbe piaciuto di più con abiti più avventurosi, invece quella stessa sera gli aveva confermato che non era così, quanto ancora doveva conoscerlo e quante erano le cose che non sapeva di lui, avrebbe voluto scoprirle una a una, scostare delicatamente ogni velo che lo avrebbe portato sempre più vicino al cuore di quell'uomo così forte e meraviglioso di cui era innamorato.
<< Mi preferisci con quelli? >> domandò avvicinandosi a lui.
<< Bè...Puoi vestirti come vuoi e per me sarai sempre...Sarai sempre tu ma ho fantasticato così tanto su quei dannati bottoni e merletti >> confessò con la voce che divenne più roca, il pirata gentiluomo spalancò gli occhi arrossendo per la sorpresa.
<< Sul giorno in cui avrei potuto slacciarli uno per volta... >> a quel punto Edward lo guardò, Stede balbettò qualcosa di incomprensibile, era nervoso e non voleva dire la cosa sbagliata.
<< Sono davvero tanti...bottoni >> disse deglutendo imbarazzato, tutta la sicurezza che aveva dimostrato quando erano fuori sembrava averlo abbandonato.
Barbanera gli accarezzò la parte di petto scoperto e rispose rimanendo incantato nel guardare la sua mano che si muoveva sul quella porzione di pelle così morbida e tiepida sotto di lui.
<< Ho molta pazienza >> rispose con la voce che sembrava un'eco lontano.
Stede arricciò le sopracciglia dorate.
<< Sappiamo entrambi che non è vero, con quel ser...- >>
<< Quel serpente era uno stronzo e mi avrebbe morso >> sentenziò senza perdere il contatto.
Bonnet ridacchiò sentendo il cuore calmarsi e il sangue fluire nella maniera giusta, si sentiva molto più tranquillo.
<< Chi ti dice che io non possa morderti? >>
A quel punto Edward alzò lo sguardo.
<< Sei velenoso? >> domandò
<< Che io sappia no >> rispose Stede trattenendo a stento un sorrisino.
<< Allora puoi mordermi quanto ti pare. >>
Stede lo raggiunse di nuovo per un tenero bacio.
<< Sicuro che poi non te ne penti? >> domandò, l'altro scosse la testa, allora lui azzardò di prendergli il labbro inferiore con i denti non sapendo nemmeno se fosse la cosa giusta da fare, era estraneo a questo tipo di cose, l'unica attività che aveva compiuto era stata per dovere matrimoniale ma non era certo stato intenso come quello che stava vivendo adesso, Edward emise un mugolio compiaciuto che interpretò come una sorta di permesso ad andare avanti, lasciò perdere la razionalità lasciandosi guidare dall'istinto.
Le mani corsero alla cerniera della giacca, la tirarono giù aiutandolo poi a sfilarsela, facendo lo stesso con la maglietta nera, lo sguardo nocciola rimase incantato davanti allo spettacolo che aveva davanti, pelle, tatuaggi e cicatrici, Barbanera lo guardava sentendosi leggermente esposto e fragile, non si era mai sentito così prima d'ora, era sicuro di se stesso, di essere un bell'uomo ma quando a scrutarti sono gli occhi della persona che ami capì che era tutto diverso.
Stede però lo guardava come se fosse in venerazione di un antico tesoro, chiese il suo permesso con un'occhiata e poi con quella stessa bocca che lo aveva dolcemente baciato andò a lambire ogni centimetro di quel corpo caldo, tracciò la scia del serpente che correva lungo il braccio azzardando in alcuni punti di usare anche la lingua, era strano, imbarazzante ma bellissimo, sentiva le guance bruciargli ma i sospiri del suo compagno gli facevano credere che stesse davvero andando bene.
<< Ste...de cazzo >> mugolò.
<< Mh? >> domandò fermandosi e alzando lo sguardo, era la visione più bella ed eccitante che avesse mai visto, gli infilò una mano tra quei riccioli biondi ansimando e pregandolo di continuare, Stede allora gli lasciò un lungo bacio umido proprio sulla pancia e lui si ritrovò a sollevare il bacino e muoverlo sull'onda del piacere che sentiva.
<< Perché mi hai interrotto se volevi continuassi? >> domandò alzando il viso, in quegli occhietti lucidi e maliziosi si poteva leggere tutta la sua vera natura.
<< Se non riavrò quella bocca su di me nel giro di un secondo giuro che...- >>
<< Che? >> domandò Bonnet salendogli a cavalcioni e bloccando i suoi polsi sopra la testa.
<< E' da quando sono tornato che fai promesse e ancora non ne hai mantenuta nemmeno una, quindi Barbanera hai intenzione di essere all'altezza del tuo nome o le leggende dovranno raccontare che ti sei fatto battere dal pirata gentiluomo? >>
Quella frase fu sufficiente a inviargli una contrazione al bacino, i pantaloni di pelle lo stavano decisamente torturando ma non aveva fretta, mai nella vita gli era capitato di essere trattato così, tutti pretendevano da lui solo sesso e non c'era spazio per giochetti o baci leggeri, mentre con Stede...Alternava l'affettuosità alla durezza, poi tornava a essere di nuovo timido e impacciato ad un ritmo che gli faceva girare la testa, e anche in quei momenti in cui prevaleva il suo lato bastardo sapeva farlo con una dolcezza che poteva uccidere, giocava, probabilmente testando i limiti verso cui poteva arrivare e a Edward piaceva da morire.
<< Se non sbaglio ti ho già battuto una volta >> ghignò Stede con il battito cardiaco che gli pulsava nelle orecchie, stentava persino a riconoscersi.
<< Sei uno stronzo Bonnet, e poi quella volta ti ho lasciato vincere >> tentò di sollevare le braccia per ribaltare le posizioni ma la presa dell'altro si rivelò incredibilmente forte, e poi scoprì una cosa di se stesso che non conosceva, gli piaceva incredibilmente essere messo sotto, per un po' almeno.
<< Mmm io la ricordo diversamente, e ricordo anche molto chiaramente di averti infilzato con la spada una volta >> disse mentre teneva i polsi di Barbanera con una mano.
<< Proprio qui >> soffiò andando a sfiorare con le dita quella cicatrice che lui gli aveva lasciato, Edward sussultò sentendosi pervadere da un calore eccessivo, aveva bisogno che lo toccasse ma quel piccolo bastardo non sembrava intenzionato a fare nulla del genere, anzi si chinò verso di lui fino a quando i loro volti non furono a pochi centimetri di distanza.
<< Dillo ancora...quello che hai detto prima. >>
<< Sei una frana a dare ordini Bonnet >> disse tentando di imporre il suo controllo, ma quella sera evidentemente quel biondo non aveva alcuna intenzione di perdere, si strusciò con un movimento lento e improvviso contro il suo bacino, Barbanera urlò sentendosi mancare il fiato.
<< Avanti Ed, di quello che pensi di me. >>
<< Dove cazzo hai imparato a fare queste cose? >>
<< Ah ah, non ti ho dato il permesso di cambiare argomento. >>
<< Mi fanno male le fottute braccia >> ringhiò Edward che proprio non voleva saperne di cedere.
<< Vediamo se questo può aiutarti >> disse e poi gli lasciò un tenero bacio sulla spalla che lo fece sciogliere e ansimare.
<< Stede... >> mugolò.
<< Sto aspettando >> disse solo e Barbanera si ritrovò a mandare giù tutta l'eccitazione che aveva accumulato.
<< Sei uno stronzo. >>
<< E ti odio. >>
<< Ti detesto... >>
A ogni parola Stede faceva strusciare il bacino su quello rivestito di pelle nera e la voce di Edward diventava sempre meno udibile e sicura, fino a trasformarsi in un mormorio sommesso fatto di sospiri e frasi spezzate.
<< Cazzo Stede >> mugugnò prima di sollevare la testa e baciarlo, Bonnet gli liberò le braccia rispondendo anch'esso al bacio per immensa gioia di Barbanera che poté finalmente stringerlo a sé, per lunghi e interminabili minuti la stanza fu quasi silenziosa, quiete interrotta solo da qualche piccolo mugolio.
<< Ed... >> sospirò Stede sollevandosi di poco e guardandolo negli occhi.
<< Ti spiace se per questa sera noi non... >> deglutì.
<< Ecco...non andiamo oltre? >>
<< No che non mi dispiace >> rispose Edward sorridendo e accarezzandogli il viso, voleva trasmettergli sicurezza come tante volte Stede aveva fatto con lui prima che si separassero.
<< Penserai che sono uno sciocco >> disse abbassando lo sguardo, la sua espressione divenne subito triste.
<< Adesso sì che lo penso >> rispose Barbanera guardandolo con un cipiglio severo, Stede lo guardò con l'aria di un cucciolo abbandonato e lui non riuscì più a mantenere quel tono austero.
<< Vieni qui idiota >> lo prese tra le braccia tirandolo verso di sé, gli baciò quella chioma dorata e scoprì quanto era bello sentirlo sorridere sulla sua pelle.
<< Abbiamo tante altre sere. >>
<< E giorni...per farlo. >>
Stede fu felice di sentirglielo dire, si strinse di più a lui poi lo sguardo gli cadde verso il basso e si sentì di nuovo tremendamente in colpa, si tirò un po' su con il busto.
<< Vuoi che io... >> domandò facendogli capire con gli occhi che cosa intendeva.
<< Oh no, passerà da sola. >>
<< Ma...deve essere molto fastidioso, non è giusto io alla fine sono...- >>
Edward gli posò l'indice sulle labbra.
<< Shh >> disse stringendo appena gli occhi come quando gli aveva detto di essere lui Barbanera.
<< Voglio ricordarmi ogni singolo istante di questa serata, deve rimanermi impressa a fuoco nella memoria e questo è un modo perfetto, se mi liberassi ora solo per avere la soddisfazione di un istante avrei gettato via tutto quello che è successo fino adesso. Io non sono mai andato così piano in vita mia ed è una sensazione così bella che non voglio rovinarla... >>
<< Ed...hai detto una cosa dolcissima >> disse mordendosi le labbra e guardandolo con gli occhi lucidi.
<< Sono stato un vero idiota >> mugugnò, una lacrima gli rigò la guancia ma venne asciugata dalla mano tiepida di Edward.
<< Sì, ma sei il mio idiota >>
<< Continui a sacrificarti per me >> gli disse Stede strusciando il naso sotto al suo mento.
<< Tu hai rischiato la vita tornando, ero davvero molto, molto arrabbiato. >>
<< Sai Edward la cosa peggiore che mi potesse capitare non era essere ucciso, ma che tu mi rifiutassi. >>
<< Avevo una paura terribile e per quello non avevo un piano, non so cosa avrei fatto se mi avessi mandato via. Probabilmente sarei morto di dolore, da solo, da qualche parte. >>
Barbanera gli accarezzò i capelli.
<< Attento Bonnet a dirmi certe cose, finirò per crederci. >>
<< Ma devi farlo >> disse tirando su il viso.
<< Da ora in avanti niente più bugie o segreti, metterò in pratica ciò che ho sempre detto alla mia ciurma, anche se saranno cose difficili da dire. >>
<< Visto che siamo in tema di verità, volevi davvero partire per la Cina con me? >>
I due si guardarono per un istante poi Stede strinse le labbra.
<< Forse in Cina no, era davvero troppo lontana ma avevo paura di dirtelo per non darti una delusione e farti cambiare idea. Ma non è stato solo per quello che me ne sono andato, forse se te lo avessi detto subito le cose sarebbero potute andare diversamente ma...Non lo so Ed, avevo tante cose da risolvere dentro di me. >>
<< Adesso le hai risolte? >> domandò Edward, era l'unica cosa che gli interessava.
<< Sì >> rispose senza alcun cenno di esitazione, Barbanera sorrise accoccolandosi tra le sue braccia.
Stede sorrise e disse << cucchiaino piccolo. >>
<< Cosa? >> domandò Edward sollevando lo sguardo, il pirata gentiluomo gli baciò i capelli stringendolo a sé.
<< Te lo spiego un'altra volta >> rispose sorridendo, l'altro allora si girò di schiena lasciando che Stede lo abbracciasse da dietro, si addormentarono con il calore dei loro corpi e della sottile coperta che erano riusciti a tirarsi sopra.
Quando Ed si svegliò gli passarono davanti molte immagini, sangue, un pugnale poi baci, labbra, mani e pelle calda, Stede...solo Stede, la sua mente era piena di lui, non riusciva più a pensare ad altro, si rotolò di lato scoprendo che l'oggetto dei suoi pensieri era già sveglio, pronto ad accoglierlo con uno di quei sorrisi micidiali.
<< Ehi... >>
<< Mmm >> si sfregò un occhio.
<< Meno male che ti sei svegliato >> disse baciandolo prima di districarsi, alzarsi in tutta fretta inciampando in quel groviglio di sacchi e coperte.
<< Devo andare assolutamente in bagno, ti prometto che dopo rimedio >> detto questo corse via più veloce di una saetta, lasciando un Barbanera confuso e mezzo addormentato.
Tornò pochi minuti dopo con il viso più sereno, si vedeva che era molto più rilassato, si sistemò accanto a Edward che lo guardava confuso.
<< Che ti è preso? >>
<< Mi sono svegliato molto prima di te con il bisogno impellente di andare in bagno, ma non volevo che tu ti svegliassi solo e così ho aspettato. >>
<< E aspettato. >>
<< E aspettato. >>
<< Stede, per quanto tempo te la sei tenuta? >>
<< Bè...Credo per circa un'ora o di più. >>
<< Ma sei impazzito!? >> lo sgridò sollevando le sopracciglia brizzolate.
<< So che non va bene >> disse sfiorandogli il viso con una carezza. >>
<< Però volevo essere qui con te, temevo che...- >>
<< Cosa, che pensassi mi avessi abbandonato ancora? >>
Stede annuì e dio era così tenero che Edward proprio non ce la faceva a rimanere arrabbiato con lui.
<< Senti...Apprezzo moltissimo quello che hai fatto, non ti nego che svegliarmi con te accanto sia stato... >> si strinse nelle spalle.
<< Non lo so...rassicurante, ma dobbiamo superarla questa cosa. Non possiamo andare avanti con te che non puoi assentarti un minuto senza mandarmi in crisi. >>
<< Hai ragione >> rispose Stede annuendo.
<< Sarà difficile le prime volte... >>
<< Ma lo faremo insieme, è questa la differenza >> disse il pirata biondo stringendogli una mano, poi lo baciò.
<< Buon giorno >> disse sorridendo.
<< Buon giorno a te. >>
Ridacchiarono insieme prima di fermarsi ad osservarsi.
<< Forse dovremmo darci una bella ripulita. >>
<< Sì >> rispose Edward guardando entrambi.
<< Altrimenti gli altri potrebbero capire che...- >>
<< Oh ma di quello non mi importa, non appena sarai pronto lo urleremo ai quattro venti >> disse Stede sorridendo.
<< Anche se alcuni di loro già lo sanno >> aggiunse.
<< Che!? >>
<< Lo hanno capito da soli, evidentemente eravamo abbastanza trasparenti >> spiegò spostandogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<< Ma se non facevamo altro che litigare! >>
<< Tu litigavi, io ti davo solo corda >> borbottò Bonnet incrociando le braccia al petto.
<< Che bella faccia tosta! >>
<< Devi ammettere Ed che a volte sei un po' drammatico. >>
<< Parla quello che si chiude a chiave nelle stanze. >>
Stede scoppiò a ridere attirandosi un'occhiataccia torva.
<< E' il nostro primo litigio da coppia >> disse poi lo baciò alzandosi, allungò il braccio per aiutare anche lui ad alzarsi.
<< Mi sei antipatico Bonnet >> ringhiò incrociando le braccia a sua volta.
<< Oh l'ho potuto constatare io stesso quanto non mi sopporti >> ghignò prima di strappargli un altro bacio, si sentirono delle voci nei corridoi.
<< Ci stanno cercando >> sussurrò Stede avvicinandosi alla porta.
<< Esco prima io, se riesco a mettermi la vestaglia addosso posso uscire a tranquillizzarli >> disse Stede.
<< Se ti vedranno con la mia vestaglia capiranno tutto >> rispose mentre si rimetteva la maglietta scura.
<< Veramente era mia e poi ci siamo già scambiati i vestiti una volta, senti Ed al massimo penseranno che abbiamo fatto pace, è una buona cosa no? >>
Edward sollevò e abbassò le spalle.
<< Sì, che pensino pure ciò che vogliono. >>


...


La nave brulicava già di buona parte dei suoi occupanti che non avendo compiti da svolgere avevano deciso di dedicarsi alla prima cosa che gli veniva in mente, Buttons scrutava l'orizzonte con aria pensosa, Jim affilava i coltelli, Roach aveva preparato la colazione per tutti grazie alla generosità di William.
Dylan si era svegliato di buon mattino, aveva atteso per un paio d'ore poi vedendo che non arrivava decise di cercarlo aiutato da Fang, entrò piano in quella piccola stanza che era stata prima di Edward quando era arrivato sulla Revenge, Lucius dormiva beato tra le braccia di Pete e a lui si strinse il cuore ma doveva svegliarlo.
<< Lucius... >>
<< Ehi... >> lo scosse piano e quello ancora scosso per i precedenti accadimenti si svegliò di colpo, causando il risveglio anche del suo compagno.
<< Tranquillo sono io >> disse Dylan.
<< Scusa non volevo spaventarti. >>
Il giovane dai capelli castani si sfregò gli occhi.
<< Non preoccuparti sono ancora un po'... >> fece una smorfia.
<< Che succede? >> domandò l'altro pirata sdraiato accanto a Lucius.
<< Niente di grave, volevo solo dire che me ne sto andando >> rispose Dylan.
A quel punto l'attenzione dello scriba era tutta per lui, si mise seduto e Pete si rannicchiò dietro di lui in ginocchio sul materasso.
<< Di già? Pensavo saresti rimasto. >>
<< E per fare cosa? Tu qui hai la tua vita, stai bene e io sento il bisogno di tornare alla mia, voglio andare a casa Lucius. >>
<< Ma...Non abbiamo preparato niente, potremmo accompagnarti se vuoi >> disse guardandolo preoccupato.
<< Sì non è un problema, non credo che i nostri capi avrebbero qualcosa in contrario >> aggiunse Pete facendo sorridere l'altro che si sentì supportato.
<< Vi ringrazio, ma dopo quell'avventura ho voglia di rimanere da solo, camminare e navigare fino a casa. Siete stati tutti gentilissimi con me e ve ne sono grato, ma se restassi so che soffrirei e finirei per diventare un ingrato scorbutico. >>
Lucius si alzò per abbracciarlo, lo strinse fortissimo.
<< Mi mancherai e anche se in un modo orribile sono felice di averti rivisto. >>
Dylan si staccò sorridendo, gli accarezzò il viso.
<< Anche io, abbi cura di te mi raccomando, anche se so di lasciarti in buone mani >> disse guardando Pete, gli fece l'occhiolino poi tornò a guardare il suo vecchio amico.
<< Non posso lasciarti andare via così, senza niente... >>
<< A questo ci ha pensato il vostro...cuoco credo. Mi ha preparato delle provviste, e a dire il vero ho trovato un sacco con dentro oltre che il cibo anche cose molto utili. >>
I due pirati sorrisero.
<< Sarai sempre il benvenuto qui sulla Revenge. >>
<< Lo so e ve ne sono grato >> disse prima di lasciare un leggero bacio sulle labbra a Lucius e andarsene, lui rimase a guardare fino a che non vide la porta chiudersi poi si girò verso Pete che lo chiamò a sedersi accanto al lui.
<< Come va la spalla? >>
<< Bene credo, brucia solo un po' >> rispose arricciando il naso.
<< Devi fartela medicare. >>
<< Grazie mammina >> disse ridendo.
<< Non scherzo Lucius. >>
<< Dici che sarei meno carino senza un braccio? >>
Pete gli lanciò un'occhiataccia.
<< Su quel fronte non cambierebbe niente ma suppongo sia scomodo >> rispose.
<< D'accordo ti prometto che lo farò, ma prima dammi un bacio >> Pete sorrise e lo baciò dolcemente, Lucius poi si alzò con un pensiero e iniziò a guardarsi intorno nervosamente.
<< Meglio se vado...devo controllare alcune cose. >>
<< Tesoro guarda che puoi dirlo che vuoi andare da Izzy. >>
Il giovane deglutì sentendosi colpevole ma l'altro gli sorrise dolcemente.
<< Non devi giustificare il fatto che sei preoccupato per lui, e poi ammetto che ho cambiato un po' idea, voglio dire ha tentato di salvarti quindi non posso detestarlo come prima. >>
L'altro si morse nervosamente le labbra.
<< A proposito di questo, forse io dovrei parlarti. >>
<< Ci sarà tempo per tutto >> rispose Pete facendogli l'occhiolino, Lucius si avvicinò chinandosi a baciarlo.
<< Grazie. >>
Lo scriba della Revenge si avviò lungo il corridoio verso la cabina, quando vi entrò trovò Stede con in mano la vestaglia rossa.
<< Stede? >>
<< Lucius! >>
<< Che sorpresa vederti qui >> disse sorridendo, sembrava un tantino nervoso.
<< Già anche per me, anche se tecnicamente è la tua stanza. >>
<< Stavo solo cercando...questa >> rispose sollevando la stoffa che teneva stretta.
Lucius annuì sollevando un sopracciglio, stava sicuramente accadendo qualcosa.
<< Va tutto bene? >> domandò
<< Oh sì >> sorrise raggiante.
<< Ho solo bisogno di un bel bagno. >>
<< Che ti è successo? >> chiese il ragazzo, notando le macchie scure sul volto del capitano.
<< Storia lunga... >> rispose Stede.
<< Tu stai bene? >>
<< Sì...- >>
Stede si avvicinò.
<< La spalla come va? >>
<< Brucia un po' ma inizia ad andare meglio. >>
<< Prenditi tutto il tempo che ti serve per riposare, d'accordo? >> gli appoggiò la mano sul braccio in segno di conforto.
<< Grazie capitano, ti hanno detto qualcosa di Izzy? >>
Si voltarono entrambi a guardare il fondo della stanza, dove sul letto si trovava sdraiato il primo ufficiale ancora dormiente.
<< Non ho ancora visto nessuno questa mattina, ma quando mi sono avvicinato per prendere la vestaglia gli ho dato un'occhiata e il respiro sembra regolare, volevo giusto occuparmi di voi prima di dedicarmi a me. >>
Lucius sorrise, quando era tenuto prigioniero era soprattutto questo che gli era mancato, la sensazione di vivere in una grande famiglia, con il suo capitano che più di quello sembrava una figura paterna amorevole, la gola gli si strinse e gli occhi si inumidirono, Stede gli sfiorò la spalla buona.
<< Ehi va tutto bene? >>
<< S-Sì...Solo è bello essere tornati >> rispose mordendosi le labbra.
<< Anche noi siamo molto felici di riavervi sani e salvi, tutti quanti >> disse voltandosi verso Izzy e poi di nuovo verso di lui.
<< Stede se vuoi mi occupo io di chiamare il medico e parlerò con gli altri, così tu puoi fare quello che devi, penso che hai bisogno di rilassarti tanto quanto noi. >>
<< Oh Lucius sei gentile ma un capitano deve adempiere ai suoi doveri >> rispose, sembrava che una nuova luce lo circondasse.
<< E' che mi avrebbe fatto bene distrarmi un po'... >> confessò il giovane.
Il capitano allora capì.
<< Se te la senti puoi occuparti tu di Izzy, chiamare il medico e tenerlo d'occhio nel caso si svegli. >>
<< Davvero? >> domandò illuminandosi.
<< Ma certo, non stancarti troppo però. >>
<< Grazie capitano. >>
Stava per congedarsi quando venne fermato.
<< Stede... >>
<< Dimmi. >>
<< Barbanera lo hai...visto? >>
Il cuore del pirata biondo fece una capriola e il suo volto non poté non illuminarsi di un sorriso istantaneo.
<< Sì, noi...ci siamo incontrati questa mattina. >>
<< Lui sta bene? >>
<< Sta bene >> sorrise Stede, gli occhi brillarono come stelle.
<< Mandagli i miei saluti quando lo vedi...cioè se lo vedi >> gli fece l'occhiolino, il suo capitano arrossì, lo salutò allontanandosi, decisamente stava accadendo qualcosa di strano e se era quello che pensava lui presto le cose a bordo sarebbero tornate quelle di prima se non meglio ma adesso aveva altro a cui pensare.
Con il cuore più leggero si avvicinò al giaciglio del primo ufficiale, sembrava fosse solamente in uno stato beato di sonno ma il suo viso raccontava una storia diversa, aveva ancora dei lividi, il labbro inferiore era rosso e gonfio, in alcuni momenti le sopracciglia si corrugavano e la sua pelle faceva degli strani tic, probabilmente stava sognando e Lucius sapeva bene quali sogni o meglio incubi popolavano la sua mente.
Azzardò a sedersi accanto a lui sul materasso e non sulla sedia, sentiva il bisogno di stargli vicino, voleva percepire il calore di quel corpo debole vicino al suo, come se servisse a dargli forza, desiderava si svegliasse ma aveva il terrore che una volta accaduto se ne sarebbe andato, il fatto che Edward lo aveva portato in braccio fino alla nave e gli avesse dato il suo letto non dava nessuna garanzia che fosse disposto a tenerlo bordo, sempre se Izzy avesse voluto rimanerci.
Lo accarezzò da sopra le coperte.
<< Izzy... >>
In quel momento entrò il medico della Golden che era rimasto sulla nave su ordine di William per dare una mano, aveva dato un'occhiata anche alla sua ferita e gli era sembrato competente e veramente interessato ad aiutarli.
<< Roach dov'è? >>
Il dottore lo guardò confuso.
<< Il cuoco...che è anche un dottore >> rispose velocemente.
<< Oh lui, sta preparando la colazione per i capitani, dopo devo visitare anche te >> disse rimanendo freddo, tolse le coperte al primo ufficiale e il giovane si avvicinò allarmato.
<< Perché lo scopri? >>
<< Devo medicargli i piedi >> rispose iniziando a sfasciare la garza.
<< Come sarebbe i piedi? Lui ne ha solo uno feri...Oh >> fu l'unica esclamazione che gli venne quando vide che entrambe le falangi mancavano, evidentemente quando Elizabeth li aveva separati qualcuno era andato da Izzy a torturalo.
<< Spostati e lasciami fare >> gli ordinò e Lucius obbedì senza fiatare.
Quando erano fuggiti non se ne era accorto troppo preso dalla fuga, lo aveva solo visto tra le braccia di Barbanera e sapendolo in salvo non aveva dato peso a nient'altro se non raggiungere il più in fretta possibile la loro nave, chissà quanto deve avergli fatto male, odiò chiunque lo avesse ridotto così poi si ricordò che quell'altra donna era insieme ad Elizabeth nella stanza con loro, quindi l'unico era Ace, lo detestò profondamente, strinse le labbra sentendo gli occhi bruciare.
Quando il medico finì di controllare il primo ufficiale si rivolse a lui.
<< Ti fa male? >> domandò vedendo quegli occhi chiari luccicare.
<< No...cioè non molto >> rispose Lucius con la voce roca.
<< Siediti >> disse e prese a rovistare nella sua borsa, poi lo aiutò a togliersi la maglietta facendo attenzione a non riaprire i punti.
<< Come sta Izzy? >>
<< Per ora entrambe le ferite sono pulite, se continua così presto starà bene >> rispose sfasciandolo e iniziando a medicare.
<< Ahu >> mugolò.
<< Non fare il bambino >> lo rimproverò il medico.
<< Potresti dimostrarti un po' più comprensivo >> borbottò Lucius.
<< La comprensione >> poggiò gli strumenti e prese la fascia pulita.
<< Non aiuta a guarire né me a fare meglio il mio lavoro. >>
Il giovane sospirò rivestendosi.
<< Pensi si sveglierà? >> domandò alla fine.
<< Questo non posso saperlo, dai lividi che ha sembra abbia subito diverse percosse, non così gravi da danneggiarlo in maniera permanente, non so perché non si sia ancora svegliato, forse la sua mente lo sta difendendo dal dolore ma per ora l'unica cosa che possiamo fare è attendere. >>
<< Va bene...grazie. >>
Il dottore uscì lasciandolo nuovamente solo con Izzy, si mise a sedere accanto a lui guardandolo con dispiacere, sembrava non ci fosse limite alla sofferenza di quell'uomo, mentre erano rinchiusi si era aperto così tanto con lui, non poté fare a meno di chiedersi come sarebbero state le cose tra loro una volta sveglio, e se quell'ennesimo trauma avrebbe comportato dei cambiamenti significativi nell'atteggiamento del primo ufficiale.
Decise di rimanere lì per tutto il tempo, non avrebbe mangiato né dormito, si sentiva divorare le viscere dal senso di colpa, il cuore era pesante e dilaniato, certo Izzy si era sempre dimostrato severo con tutti loro ma ora sapeva bene che non era cattivo e con i giusti modi e tempi lo avrebbe dimostrato anche agli altri.
Nel corso della giornata si susseguirono varie persone nella stanza, Pete gli aveva portato del cibo di cui lui aveva forzatamente spizzicato qualcosa, persino Stede era andato a vedere come andavano le cose, l'unico che non si era fatto ancora vedere era Edward e questo innervosiva il giovane che sapeva quanto il primo ufficiale avesse bisogno di sentire accanto il suo capitano, più volte aveva sentito il desiderio di uscire e trascinare quel testardo di Barbanera lì dentro, ma poi il pensiero che Izzy si svegliasse da solo lo faceva desistere e così rimaneva seduto trattenendo dentro di sé tutte quelle parole che avrebbe voluto urlare.





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Capitolo 14
*** Chiarimenti e scommesse ***


Chiarimenti e scommesse


I due capitani dopo essersi dati una ripulita avevano parlato con la ciurma dicendo loro che per qualche giorno sarebbero rimasti attraccati e che potevano approfittarne per fare ciò che più li aggradava, Pete li aveva informati che Dylan se ne era andato, l'unico compito che richiesero fu quello di spostarsi verso un altro porto che era poco distante dall'isola in cui erano, giusto per evitare qualsiasi tipo di inconveniente.
Edward aveva fatto una promessa a William e aveva intenzione di mantenerla, per questo gli aveva chiesto di rimanere un altro po' con loro, prima però doveva occuparsi di qualcosa di importante, si fece coraggio e andò nella sua cabina trovandovi sorprendentemente lo scriba, anche se forse non doveva essere poi così sorpreso di trovarlo lì.
<< Lucius. >>
Il giovane sussultò voltandosi in tutta fretta, si alzò velocemente come se fosse stato colto sul fatto, si pentì subito dopo di quella reazione, non stava facendo nulla di sbagliato e il fatto che si fosse affezionato a Izzy non sarebbe rimasto a lungo un segreto.
<< Edward, sono felice di vederti qui >> disse usando un tono forse troppo piccato, ma Barbanera non se ne accorse o forse finse di non accorgersene, alla fine a lui non doveva importare quanto tempo ci avesse messo a venire a trovare il suo primo ufficiale ma che si fosse deciso a farlo era la cosa importante.
<< Come sta? >> domandò avvicinandosi.
<< Il medico gli ha cambiato le fasciature e medicato, ha detto che le ferite si stanno rimarginando bene e non ci sono danni troppo gravi, il fatto che non si svegli potrebbe dipendere da un fattore psicologico più che fisico. >>
Il capitano lo guardò.
<< Che significa? >>
Lucius si strinse nelle spalle sospirando.
<< Non lo so esattamente, forse sta così per non sentire dolore o per...niente lascia perdere. >>
<< No ehi, basta segreti o stronzate, voglio sapere tutto >> disse severo Edward stringendogli piano il braccio.
<< Potrebbe essere che Izzy tema la realtà che lo aspetta. >>
Barbanera sbuffò una risatina.
<< Lui non ha paura di niente, ha osato sfidarmi più di una volta pur sapendo a cosa sarebbe andato incontro. >>
<< Sai anche tu che non è vero. Mi ha...raccontato delle cose >> confessò a bassa voce, Edward sgranò gli occhi.
<< Chi lui? A te? >>
<< Sì, so che può sembrare assurdo ma evidentemente l'essere rinchiusi senza sapere se ti verrà risparmiata la vita fa più effetto di una sbronza, è stato difficile convincerlo ad aprirsi ma alla fine lo ha fatto, e da quello che ho capito prima il vostro rapporto era diverso. >>
<< E' stato lui a rovinare tutto >> rispose Barbanera sulla difensiva.
<< Ti sei mai chiesto il perché? Lui è un idiota e siamo d'accordo, ma anche tu non sei da meno, è vero non avrebbe dovuto tradirti e se non accettava quello che volevi essere poteva andarsene senza troppi complimenti, ma Edward ti vuole bene, sei l'unica persona che conta nella sua vita e improvvisamente se l'è vista strappare via. Non giustifico le sue azioni, e credo che anche lui si sia pentito però pensa sia troppo tardi, non sa se riavrà mai il tuo perdono e la tua stima. >>
Si scostò i capelli grigi dalla fronte, rimase qualche attimo in un silenzio pensoso, guardò Izzy attentamente per la prima volta da quando lo avevano tratto in salvo, faceva male vederlo così e probabilmente se non si fosse riappacificato con Stede nemmeno avrebbe trovato il coraggio di andare da lui, sarebbe rimasto a crogiolarsi nel suo senso di colpa, nel rammarico e nella rabbia, forse poi il primo ufficiale si sarebbe svegliato e se ne sarebbe semplicemente andato senza che avessero mai chiarito tutti i non detti che erano rimasti sospesi tra loro.
<< Probabilmente hai ragione ragazzo, ma non so quanta voglia abbia di parlare con me, non l'ho trattato così diversamente da chi lo ha ridotto così. >>
Lucius si umettò le labbra.
<< Ascolta Edward, credo che a volte valga di più ciò che facciamo per rimediare, quello che è fatto è fatto ormai, non si può più tornare indietro ma se senti di aver sbagliato la cosa migliore che puoi fare è dirgliela. Come Stede ha fatto con te, senza sapere se avresti accettato le sue scuse. >>
<< Io ho fatto peggio di quello che ha fatto Stede... >>
<< E Izzy allora lo ha infilzato con la spada, vogliamo stare qui tutto il giorno per vedere chi ha le colpe peggiori? Non esiste meglio o peggio in queste cose, esistono le persone con i loro sentimenti, e se tu ci tieni ancora un minimo a lui allora sai che almeno devi starlo a sentire, e parlargli a cuore aperto. >>
Aveva gli occhi lucidi ma un'espressione così seria e decisa che Barbanera stentava quasi a riconoscerlo.
<< Grazie ragazzo >> disse appoggiandogli una mano sulla spalla.
<< Tu mi stai ringraziando? >> domandò sorpreso Lucius facendo ridacchiare il capitano.
<< Mi sei stato davvero utile, e penso tu sia anche molto coraggioso. Izzy è stato fortunato ad averti al suo fianco. >>
Il giovane deglutì il nodo che sentiva stringergli la gola.
<< Io lo sono stato o forse entrambi, non lo so. >>
<< Da quello che ho capito non ti è indifferente >> disse Edward, le guance del giovane si colorarono di rosso.
<< Ho avuto l'occasione di vedere il vero Izzy, e non mi è dispiaciuto per niente >> rispose sorridendo.
<< Anche a me piaceva >> disse il capitano ricordando tempi ormai lontani.
<< Ci siamo trasformati e allontanati... >>
<< Siete ancora in tempo per rimediare >> disse sorridendo Lucius.
<< Tu dici? >>
<< Ne sono certo. >>
In quel momento Izzy mugugnò stringendo gli occhi e attirando l'attenzione di entrambi i pirati, aveva cominciato a sudare e si lamentava, Lucius lo scoprì un po' nel caso avesse caldo e ne approfittò per guardare che sulla benda non ci fosse sangue.
<< Odio quell'uomo >> disse Lucius corrugando le sopracciglia.
<< Almeno non potrà più fargli del male, anzi non lo farà più a nessuno >> rispose Edward.
<< Sì ho sentito che Stede li ha fatti catturare. >>
<< E io mi sono assicurato non fuggisse più >> disse con tono cupo, il giovane non diede subito peso a quelle parole ma poi si voltò a guardarlo con una domanda scritta in faccia.
<< Ci ho provato a lasciare perdere, ma il pensiero che quel bastardo potesse fuggire e vivere serenamente dopo aver fatto questo a uno dei miei uomini non mi dava pace, per Stede la prigione era sufficiente ma tra i pirati funziona così, la giustizia non è contemplata se non quella personale, e io faccio parte di questo mondo da troppo ormai per cambiare le regole del gioco. >>
<< Stede lo sa? >> domandò Lucius di getto.
<< Sì, non ha detto nulla a riguardo, credo capisca il motivo delle mie azioni. >>
Il giovane pure lo capiva e non sapeva se spaventarsi di se stesso non sentendosi minimamente dispiaciuto per le sorti di quell'uomo.
<< Anche io le capisco, forse questo non fa di me una brava persona... >>
<< Andiamo Lucius non dire idiozie, guardati, parli con me dopo quello che ti ho fatto e sei sempre disposto ad aiutare tutti. Non lasciare che questa storia ti avveleni facendoti credere cose che non sono vere. >>
Lui sospirò annuendo appena.
<< Non mi sembra giusto nascondermi dietro di te, tu hai fatto il lavoro sporco mentre io me ne sto qui a essere soddisfatto che quello non ci sia più. >>
<< Ragazzo sei sopravvissuto a una tortura, direi che hai fatto abbastanza. >>
<< Ma ne ha pagato le conseguenze lui >> disse Lucius lanciando un'occhiata al primo ufficiale e trattenendo le lacrime.
<< E a te hanno sparato, non è una fottuta gara, qui l'unico che deve fare i conti con se stesso sono io, l'ho ucciso a sangue freddo senza provare la minima esitazione e solo perché sentivo di volermi vendicare per quello che aveva fatto. Vuoi un consiglio? Vai avanti e dimentica tutto. >>
<< Nemmeno tu sei una cattiva persona Edward >> disse guardandolo intensamente, in quelle due pupille chiare vedeva tutta la dolcezza utilizzata da Stede, gli venne da sorridere, aveva trovato un equipaggio degno del suo nome.
I due pirati non si erano resi conto che il primo ufficiale aveva aperto gli occhi, ma era troppo debole per parlare, così in un atto di coraggio allungò debolmente il braccio fino a raggiungere le dita di Barbanera e sfiorarle, lui ovviamente si voltò spalancando lo sguardo seguito a ruota da Lucius.
<< Non...andartene >> riuscì a dire con una voce talmente sottile da essere appena udibile, il capitano rimase fermo senza dire una parola, la sua mente era diventata improvvisamente bianca e vuota, a un tratto non sapeva più quali fossero le parole giuste, Izzy travisò completamente quel silenzio e tolse immediatamente la mano dalla sua.
 A quel punto intervenne Lucius appoggiando la mano sulla schiena di Barbanera in un gesto che voleva essere incoraggiante, era felice che Izzy fosse sveglio e voleva dirgli tante cose ma non era il suo momento, Edward si voltò a guardarlo e lui annuì.
<< Puoi farcela, lui ha bisogno di te adesso >> gli disse sotto voce, poi si avvicinò al primo ufficiale chinandosi.
<< Sono felice ti sia svegliato >> sorrise senza dargli il tempo di ribattere.
<< Te ne stai andando? >> domandò Barbanera allarmato, improvvisamente terrorizzato di dover rimanere solo con qualcosa che sentiva essere più grande di lui, il ragazzo gli fece l'occhiolino sorridendo.
<< Non avere paura Edward, sei in grado di affrontarla una conversazione >> detto questo uscì fermandosi dietro la porta per respirare, sentiva il cuore martellargli nel petto, era felice ma anche spaventato, sperava che quei due non finissero per azzuffarsi ma Edward aveva ucciso per vendicare Izzy e quest'ultimo sembrava aver capito i suoi errori, si allontanò sentendosi più leggero, qualcosa gli diceva che questa volta le cose sarebbero andate bene.
Il capitano era rimasto immobile a fissare la porta chiusa per qualche istante, poi si voltò, strinse i pugni e prese un grosso respiro avvicinandosi e sedendosi sul materasso, era da tempo che non condividevano uno spazio così ristretto, da più giovani non avevano timore di invadere la bolla personale l'uno dell'altro, erano amici e rappresentavano l'unico conforto i quelle notti troppo fredde, da quando Izzy si era unito alla sua squadra sentiva di non aver trovato solo un valido alleato ma anche un vero amico.
Parlavano schiena contro schiena, si spintonavano giocosamente e ridevano, non ricordava più l'ultima volta che aveva visto il primo ufficiale ridere di gusto, adesso quel contatto era quasi imbarazzante, si sentiva come se stesse superando una sorta di limite non imposto nemmeno da lui, ma doveva superarlo, altrimenti non sarebbero mai andati avanti.
Doveva romperlo lui il silenzio, non solo come capo ma in nome di quella cosa che prima avevano e adesso non c'era più.
<< Iz... >>
<< So che sei arrabbiato >> disse l'altro mantenendo il viso voltato dalla parte opposta, la sua voce era ancora molto debole e roca per i giorni in cui non era stata usata.
<< Non appena...mi sarò ripreso andrò via...- >>
Edward scosse la testa.
<< Chiudi la bocca, io non voglio te ne vada. >>
Izzy strinse le labbra e arricciò i pugni stringendo le coperte, quel dannato nodo alla gola era tornato a fargli visita.
<< Sono debole Edward e praticamente inutile adesso. >>
<< Vuoi tac... >> prese un respiro e si voltò dalla sua parte.
<< Guardami Izzy >> disse ma lui non si voltava, allora gli afferrò il mento con le dita costringendolo a voltarsi, quando furono occhi negli occhi si pentì subito di quel gesto brusco, lo sguardo del primo ufficiale era lucido e con una vena di timore all'interno, lo lasciò appoggiando la mano in corrispondenza del petto, chinò la testa sospirando.
<< Possibile che io e te non conosciamo altro modo per comunicare. >>
<< A me è sempre andato bene >> rispose con la voce spezzata.
<< No Izzy >> si voltò verso di lui, adesso era semplicemente Edward, non c'era più traccia di quel controllo che pensava di dover avere in certe situazioni.
<< Lo capisci che è sbagliato? Ti ho sempre e solo usato...- >>
<< Mi andava bene...- >>
<< Iz...- >>
<< Edward mi andava bene, mi è sempre andato bene cazzo, avrei accettato qualunque cosa da te >> disse mordendosi le labbra.
<< Odio dover parlare in questa posizione... >>
<< Vuoi sederti? >> domandò Barbanera e l'altro annuì, lo aiutò a sedersi, il suo corpo era debole e dolorante ma riuscì a tenere quella posizione con un cuscino dietro la schiena.
<< Forse non dovremmo nemmeno parlare adesso, ti sei appena svegliato. >>
<< Ce la faccio >> rispose Izzy debolmente.
<< Non devi sempre mostrarti forte. >>
<< E' quello che tu mi hai chiesto di fare dall'inizio! >> disse sollevando lo sguardo verso di lui, deglutì pentendosi subito di quella risposta.
<< Credevo fosse giusto, mi avevano insegnato che un pirata non deve mai mostrare le proprie debolezze, non sapevo se ero d'accordo o meno, seguivo semplicemente questa cosa perché non avevo altra scelta. Poi sei arrivato tu ed eri la persona più vicino ad un amico...- >>
<< Pensavo che Calico fosse tuo amico >> rispose con una nota di amarezza e forse gelosia nella voce.
<< Perché credi abbia fatto diventare te primo ufficiale? >>
Izzy si strinse nelle spalle e scosse la testa.
<< Sapevo che lui se ne sarebbe andato, che mi avrebbe mollato lì come un idiota seguendo la sua strada, lui ha scelto la carriera, tu l'amicizia. Quando ci siamo incontrati io e te ho capito subito che eri diverso, e non dirmi che sei rimasto solo perché ero Barbanera, ero praticamente all'inizio della mia carriera da capitano. >>
Dopo qualche istante di silenzio il primo ufficiale rispose.
<< No, io ti ho seguito perché mi piacevi Edward, mi piaceva il tuo modo di comandare, eri amichevole rispetto agli stronzi che avevo incontrato prima. >>
Il capitano sorrise intenerito da quelle parole che mai da quell'uomo gli erano state rivolte.
<< Anche tu Iz...ma quello che è successo dopo ha creato un divario che sembra impossibile da chiudere. >>
<< Con il mio ruolo non potevo...- >>
<< Fanculo il tuo ruolo Izzy! >> sbottò allargando lo sguardo.
<< Ci tenevi davvero a me o era solo una finta? La nostra amicizia è mai contata qualcosa? So che tu pensi questi non siano discorsi per persone come noi, ma io sono stanco di questa merda, tenermi tutto dentro mi ha portato ad essere una specie di...idiota che gli altri vedono come un fottuto pagliaccio che se ne va in giro con nove pistole. >>
<< Quell'immagine però ha contribuito a tenerti in vita! >> lo accusò.
<< No Izzy, sei stato tu, io e la mia ciurma a salvarmi le dannate chiappe ogni volta, sono le persone che fanno la differenza. Andiamo ti sembra che la mia cazzo di testa fumi? >>
Il primo ufficiale nascose un sorrisetto.
<< Bè una volta ti sei dato fuoco alla barba. >>
<< Già...e ho rischiato di farmi saltare tutta la faccia. >>
<< Ti abbiamo dovuto spegnere >> ridacchiò Izzy, Edward sorrise poi lo vide molto pallido.
<< Ehi...forse dovresti sdraiarti. >>
<< Sto bene. >>
<< Iz... Possiamo continuare a parlare più tardi. >>
<< Edward ti prego. >>
Barbanera sollevò gli occhi al cielo.
<< Come vuoi, ma al prossimo cenno di debolezza ti rimetti a letto senza discussioni. >>
<< Agli ordini capitano... >> rispose ironicamente incrociando le braccia, Edward lo spintonò leggermente.
<< Ti consideravo davvero un amico Ed... >> confessò guardandolo poi spostando nuovamente lo sguardo verso il basso
<< Non ho mai finto... >>
<< E allora perché quel cambiamento improvviso? Il fatto che ti avessi promosso non significava che le cose tra noi sarebbero dovute essere diverse, potevamo continuare a essere amici. >>
<< Non potevamo... >> rispose afflitto abbassando le sopracciglia.
<< Hai preso troppo sul serio i tuoi compiti. >>
A Izzy tornarono in mente le parole di Lucius sul fatto che indipendentemente dalla sua decisione di rimanere o meno, avrebbe dovuto parlare con Edward e dirgli quello che si era tenuto dentro per anni, quella verità di cui si vergognava e che in parte lo aveva reso l'uomo freddo e distaccato che era diventato.
<< Sì, forse è per quello >> sollevò le spalle. >>
<< Iz c'è altro? >>
Il primo ufficiale sospirò, era più difficile di quanto pensasse, ormai lo aveva superato o almeno credeva fosse così, perché riaprire vecchie ferite si domandava, che cosa sarebbe cambiato se gli avesse raccontato quella parte di storia della quale era all'oscuro?
<< Lascia perdere, non è importante >> rispose, il ragazzino gli avrebbe dato il tormento se avesse saputo che non aveva avuto il coraggio di parlare, ma lui non poteva certo capire che cosa si prova a trovarsi davanti a una leggenda che sembra essere interessata a tutti meno che a te, almeno non come tu vorresti.
<< Izzy io vorrei davvero che giungessimo a un punto, non mi sono comportato bene con te...nemmeno con gli altri e...- >>
<< Hai fatto quello che dovevi, ci sono passati addosso troppi anni per poter cancellare tutto e ricominciare da capo. I noi stessi del passato sono morti e sepolti ormai, se tu poi sei riuscito in qualche modo a passarci sopra buon per te. >>
Edward sospirò.
<< Potresti riuscirci anche tu. >>
<< Io non voglio >> rispose il primo ufficiale guardandolo negli occhi.
<< Che cosa mi ha portato essere tuo amico? Niente di più di quello che avevano gli altri, anzi forse qualcosa in meno e ad un tratto arriva un idiota qualunque, tu perdi la testa e ti dimentichi di tutto, sei disposto a rinunciare a me per stare con lui, allora sai cosa ti dico Edward vattene a fanculo con Bonnet e lasciami in pace. >>
Izzy aveva gli occhi lucidi, le labbra gli tremavano per il nervosismo che quella situazione gli provocava, Barbanera si accorse che quelle parole non erano dettate dalla rabbia, che non le aveva pronunciate con odio come faceva di solito, ma sembravano essere uscite direttamente dal cuore di quell'uomo più giovane con cui un tempo adorava fermarsi a parlare nel cuore della notte.
Per la prima volta dopo anni vide due grosse lacrime solcare quelle guance ora pallide e scavate.
<< Izzy io...sono innamorato di Stede >> e si rese conto che quella era la prima volta in cui lo diceva a qualcun altro.
Il primo ufficiale divenne rosso in viso per un attimo.
<< Vaffanculo Edward! >> lo spinse e in malo modo tentò di togliersi le coperte e scendere dal letto, solo che era debole, incespicò sui suoi piedi e quello con la ferita più fresca gli inflisse una fitta di dolore costringendolo ad appoggiarsi a uno dei grandi mobili.
<< Ehi! >> gridò il capitano raggiungendolo, lo prese per le braccia reggendo il suo peso di modo che l'arto mutilato non subisse altri urti.
<< Che cosa ti prende? >>
<< Lasciami! >>
<< Izzy >> lo chiamò prendendogli il viso tra le mani, cercava il suo sguardo che però gli sfuggiva sempre.
<< Guardami dai... >>
<< No cazzo, lasciami stare e vattene dal tuo dannato Bonnet. >>
Piangeva, ormai non poteva più nasconderlo e provava un senso di vergogna che lo faceva sentire esposto e fragile, odiava sentirsi così in presenza di Edward, soprattutto se c'entravano cose che aveva sempre nascosto di provare, che cosa avrebbe pensato il suo capo se avesse saputo? Come lo avrebbe considerato? Sarebbe rimasto disgustato ritenendolo un debole? Qualcuno che si era illuso di poter essere ricambiato da una grande leggenda come lui.
<< Non ho bisogno della tua benedizione >> rispose Barbanera.
<< Lo so, infatti ho intenzione di andarmene e lasciarti finalmente in pace. Era quello che volevi no? Finalmente ti libererai di questa palla al piede. >>
<< Qual è il tuo problema con Stede!? >>
Izzy lo spinse ma fu praticamente inutile, era privo di forze.
<< Lui ha avuto quello che non hai mai dato a me! >> gridò stringendo i pugni.
<< Che cosa significa? >>
<< Ma non è solo questo il problema Edward >> deglutì abbassando lo sguardo.
<< Tutti hanno avuto qualcosa in più, tranne io, sono sempre stati più importanti gli altri...- >>
<< Eri mio amico Izzy! >>
<< Non era abbastanza! Ho desiderato per mesi che mi guardassi in un altro modo, e per un certo periodo di tempo ho creduto fosse così e invece erano sempre gli altri gli oggetti delle tue attenzioni, ecco perché mi sono allontanato se tanto volevi saperlo. >>
Il suo sguardo era amareggiato e lucido ma il rossore sulle sue guance faceva intravedere il senso di vergogna che provava, Edward era evidentemente scioccato da quella rivelazione, mai si sarebbe aspettato che il suo primo ufficiale provasse quel tipo di desiderio nei suoi confronti.
<< Iz li usavo e basta, non erano nemmeno tanti come tu credi, non avevano alcuna importanza per me. Davvero preferivi ti trattassi come loro? >>
<< No... >> rispose dopo qualche secondo di silenzio.
<< Forse desideravo qualcosa in più...non lo so. >>
Edward lo prese per le spalle.
<< Andiamo a sederci >> disse, l'altro non oppose troppa resistenza, si sentiva stanco e indebolito da tutte quelle confessioni che aveva tentato con tutto se stesso di tenere per sé, decise di rimanere in silenzio, ormai si era esposto abbastanza e non c'era modo di tornare indietro.
<< Mi dispiace Iz...Non me ne sono mai reso conto. >>
<< Non importa, ormai è passata e me ne sono fatto una ragione. >>
<< Non mi pare >> rispose Barbanera guardandolo.
<< Se ti riferisci a Bonnet c'è l'ho con lui perché è un idiota e non volevo ti rendesse un rammollito. Come ha fatto poi. >>
<< Non ti avrei mai potuto dare quello che ti dà lui lo so, ma quando hai smesso con quella roba di cercare distrazioni...Io credevo che saremmo potuti essere finalmente una vera squadra, ero io la persona più importante. >>
Edward sospirò.
<< Izzy che tu ci creda o no lo sei sempre stato, ma non puoi competere con Stede perché per lui provo cose che mai in vita mia ho avuto l'occasione di sentire. Credimi Iz mi spiace di non essermi accorto di niente, sono stato superficiale ma non volevo nemmeno rovinare la nostra amicizia trattandoti pari agli altri. Pensi che quelli con cui sono andato mi piacessero? Erano tutti uguali, bastava fossero disponibili e per me andava bene. Io non ti avrei mai trattato come loro, eri di più perché ti consideravo mio amico. Questo non significa che tu non sia attraente...- >>
<< Oddio basta Edward >> fece una smorfia tappandosi le orecchie.
<< Quindi lo hai perdonato? >> domandò sollevando lo sguardo.
<< Sì e ho perdonato anche te, la domanda ora è se tu mi hai perdonato. >>
Izzy sussultò sorpreso.
<< Per cosa? >>
<< Per il piede, per essermela presa con te facendoti del male...- >>
<< Edward sei il mio capitano, tu... >>
<< No Izzy, io non ho il diritto di farti questo solo perché sono in una posizione superiore, le cose cambieranno su questa nave e tu sei il benvenuto a restare anzi voglio che resti, ma non te lo ordinerò e soprattutto non ti sognare di rimanere credendo che faremo razzie e ci pugnaleremo a vicenda, quei tempi sono finiti. >>
<< Se tu vuoi possiamo tornare a essere amici, avere un rapporto decente, ma non ti obbligherò come non costringerei mai Stede a rimanere se volesse andarsene... >>
<< Ma per lui ti dispiacerebbe. >>
<< Anche per te Iz... >>
<< Per lui piangeresti e io resterei comunque il numero due, perché la sua presenza non ti lascerebbe mai. >>
Edward gli appoggiò una mano sulla spalla.
<< In realtà Iz saresti l'amico numero uno, ti basta questo? >>
Il primo ufficiale ci pensò su, sapeva che non poteva fare nulla contro Bonnet per toglierlo dalla testa del suo capitano, non gli restava che capire se rimanere e vederli insieme lo avrebbe portato a una lenta follia, quei sentimenti che aveva provato un tempo non c'erano più e si era reso conto che nell'ultimo periodo aveva sviluppato un senso di controllo nei suoi confronti, ma anche da questo il suo capitano era sfuggito.
<< Non sognarti che ti lascerò raccontarmi di come ve la spassiate tu e quell'altro. >>
Barbanera emise una risatina.
<< Sicuro di non volerlo sapere? >> lo prese in giro.
<< No! >> sbottò arrossendo.
<< D'accordo >> Edward allungò una mano, Izzy la guardò a lungo poi prese un respiro e la strinse.
<< Amici? >> domandò Barbanera, l'altro annuì semplicemente, incapace di spiegare come si stesse sentendo.
<< Dai ora rimettiti a riposare, il ragazzo mi uccide se scopre che ti ho fatto stancare così. >>
Izzy lo guardò storto.
<< Quale rag...Spriggs. >>
<< Già >> sorrise apertamente alzandosi dal letto per far sì che l'amico si infilasse sotto le coperte.
<< Sembra siate diventati molto amici voi due >> disse con un ghigno compiaciuto, Izzy diventò viola.
<< Lui non è mio amico, io non sono il suo e tu puoi andartene a fanculo. >>
Edward rise di gusto.
<< Va bene Iz, ti lascio riposare. >>
<< Aspetta...un'ultima cosa >> lo fermò il primo ufficiale.
<< Dimmi. >>
Lui titubò un po', si morse nervosamente le labbra poi lo guardò, gli apparve più sereno come se tutta la rabbia che aveva sfogato e inflitto fino a quel momento fosse svanita, sicuramente era successo qualcosa ed era abbastanza certo c'entrasse quel damerino, vederlo così gli diede il coraggio che gli serviva.
<< Davvero hai...ucciso Ace? >>
Per un attimo Barbanera apparve confuso non conoscendo il nome dell'uomo a cui aveva tolto la vita, presto unì i puntini.
<< Sì l'ho fatto >> rispose deglutendo.
<< Perché? >> domandò Izzy.
<< Scusa io...non volevo origliare ma mi ero svegliato e non...- >>
<< Non c'è bisogno di scuse, l'ho fatto perché non potevo tollerare l'idea che ti avesse ridotto in questo stato. >>
Il cuore di Izzy prese a battere forte non credendo alle sue orecchie.
<< Perché solo tu puoi... >>
<< No Iz! Nessuno deve farlo, nemmeno io cazzo, mettiti in testa che non sei un fottuto giocattolo su cui sfogarsi. L'ho fatto per vendicarti, perché sei mio amico e anche se avevamo litigato pesantemente ho capito che ci tenevo ancora a te. >>
<< Ed...io non so cosa dire >> sussurrò tremando.
<< Niente, non c'è bisogno che tu dica nulla. >>
<< Ma... >>
<< Izzy...è finita okay? >> disse addolcendo il tono, il primo ufficiale annuì.
<< Edward...grazie >> la voce uscì quasi spezzata, Barbanera sorrise, gli fece un occhiolino e poi uscì dalla stanza lasciandolo solo, Izzy respirò profondamente e si lasciò cadere sul materasso sperando che in quel momento non entrasse nessuno, aveva bisogno di rimanere con se stesso, la conversazione con il suo capitano lo aveva lasciato stordito, svuotato di ogni forza ma riempito da un sentimento di affetto che non si era più sognato di provare, esausto si appisolò ed era bello addormentarsi sentendo il cuore più leggero.



...


Edward Teach era sempre stato un pirata molto cauto e attento, i suoi abbordaggi erano studiati nei minimi dettagli, niente veniva lasciato al caso e anche se qualche pazzo osava sfidarlo invadendo il suo spazio finiva in mare nel giro di pochi secondi, proprio perché il capitano Barbanera pensava a tutto, prevedeva le mosse dei nemici e anche i loro stessi pensieri, conosceva il modo di agire dei sanguinari più famosi ed era in grado di capire come avrebbero attaccato i vari nemici.
Tutto questo però non lo aveva preparato a ciò che stava per succedere, per quanto fosse previdente non si sarebbe mai aspettato di subire un agguato nei corridoi della sua stessa nave, una mano lo afferrò per il braccio strattonandolo all'interno di una stanza semi buia, la porta venne chiusa con un tonfo e lui spintonato contro di essa, dopodiché un paio di labbra calde attaccarono le sue facendogli passare quel senso di allarme che aveva provato, lasciò cadere la mano dal manico del pugnale e artigliò quei fianchi che conosceva bene.
<< Stede... >> ansimò.
<< Sì capitano? >> domandò lui sollevandosi in punta di piedi di modo che fossero ancora più vicini e a contatto.
<< Sei impazzito, avrei potuto colpirti >> sussurrò sulle sue labbra.
<< Come vedi non te ne ho dato il tempo, era tutto perfettamente studiato nei minimi dettagli, ho avuto un buon maestro sai >> disse accarezzandogli il petto, da quella posizione poteva sentire il cuore di Edward che batteva all'impazzata.
<< Però se non ti dispiace puoi sempre colpirmi in un altro modo >> soffiò con voce roca spingendosi verso di lui, Edward vide bianco, lo afferrò per il bacino e ribaltò le posizioni, ora era il pirata gentiluomo ad essere premuto contro la porta.
<< Stede porco cazzo mi fai girare la testa, prima sei ingenuo e insicuro poi mi parli in questo modo come se dalla tua bocca non fosse uscito altro che cose sporche e fottutamente eccitanti. >>
<< Distrarre e confondere il nemico, non è così che si fa? Anche se tu non sei un nemico, ma il senso è lo stesso no? >>
Il pirata biondo soffiava sulle sue labbra senza mai raggiungerle e nemmeno sfiorarle, questo stava facendo impazzire Barbanera.
<< Mi sei mancato così tanto >> disse sfiorando i loro nasi insieme, Edward deglutì ingoiando un gemito.
<< Ci siamo lasciati solo due ore fa. >>
<< Decisamente troppe >> sussurrò Stede.
<< Sai Ed pensavo a una cosa, dovremmo prenderci un giorno solo per noi due, giuro che non ti farò uscire dalla stanza nemmeno per mangiare. >>
Edward premette la fronte contro quella dell'altro.
<< E io ti farò dimenticare come cazzo ti chiami. >>
<< E' una promessa Edward Teach? >> domandò mugolando e sfiorandogli il viso con le mani.
Barbanera lasciò scivolare le sue mani sulle natiche di Stede e azzardò una stretta, il pirata gentiluomo emise un mugolio che arrivò dritto al bacino di Edward oltre che alle orecchie, era certo che si sarebbe affezionato troppo in fretta a quei mugolii e che durante la giornata gli sarebbero mancati.
Si baciarono nuovamente accogliendosi nelle rispettive bocche, erano diventati un groviglio di corpi e labbra umide e calde, quello che era considerato il flagello dei mari si scioglieva ogni qual volta l'uomo che amava gli passava le dita tra i capelli, sollevandosi poi per baciarlo ancora meglio, il tempo non aveva importanza, quando si staccarono non sapevano nemmeno quanto ne fosse passato e nemmeno gli importava.
<< Ciao... >> sussurrò sorridendo, gli occhi nocciola persi e innamorati, l'altro pirata deglutì sentendosi completamente travolto da quelle emozioni, non aveva mai provato una cosa simile e non ne aveva mai abbastanza, quel mero desiderio carnale che aveva sperimentato nei confronti di altre persone non era niente in confronto a ciò che desiderava fare con quel pirata dai capelli dorati, sentiva il desiderio di sperimentare anche per lunghe ore, studiare ogni punto di quel corpo bellissimo e appuntarsi mentalmente le reazioni.
<< A cosa stai pensando? >> domandò Stede a bassa voce percependolo distante.
<< A te >> rispose sentendo improvvisamente le corde vocali troppo secche, Bonnet arrossì credendo che non si sarebbe abituato forse mai a sentirsi dire certe cose, il suo petto era caldo ma non in senso fisico, percepiva un tepore che gli abbracciava il cuore facendolo stare immensamente a suo agio, in un impeto di audacia gli baciò il naso aspettando poi di vedere la sua reazione, erano entrambi estranei a quel tipo di attenzioni ma il pirata gentiluomo stava scoprendo che gli venivano naturali quasi come respirare.
<< Ed erano pensieri belli? >> domandò facendo uscire quell'insicurezza che ancora non era sparita del tutto, Edward abbassò la testa facendo in modo che le loro fronti si sfiorassero.
<< Molto, talmente tanto che mi spaventano. >>
<< Non voglio tu abbia paura Ed... >> disse socchiudendo gli occhi e inarcando il collo all'indietro di modo che le loro labbra fossero ancora più vicine.
<< Non sei tu quello che temo, ma se tutto questo dovesse improvvisamente finire >> rispose stringendo le mani intorno ai suoi fianchi.
<< Perché dovrebbe? >> domandò l'altro.
<< Non lo so, sembra così tutto troppo bello per essere vero, come la prima volta. >>
<< Ti prometto che lotterò fino allo sfinimento per far sì che niente e nessuno ce lo porti via >> disse e lo baciò incapace di resistere ancora, Barbanera rispose al bacio abbassando le palpebre, si rilassò nella stretta gentile del pirata del suo cuore.
Fuori dalla porta si sentì una voce.
<< Edward? >>
Stede aprì gli occhi.
<< Ti cercano >> disse.
<< Sembra di sì >> rispose, si leccò le labbra e accarezzò la schiena del pirata biondo.
<< Per quanto mi secchi allontanarmi da te ho una promessa da mantenere. >>
<< Quale promessa? >> domandò Bonnet.
<< Io e William dobbiamo andare al largo come ai vecchi tempi, prima che riparta. >>
<< Oh giusto >> rispose tentando di nascondere la fitta di gelosia che lo aveva colpito.
<< Allora dovresti proprio andare >> si staccò appena ma le mani forti di Barbanera lo trattennero.
<< Stede? >>
<< Mh? >>
<< Non ti chiuderai in camera vero? >> la sua voce celava un cenno di ilarità.
<< No Edward, non ne vedo il motivo. >>
<< Edward? Che fine ha fatto Ed? >> domandò sollevando il sopracciglio sale e pepe.
<< Tornerà quando ti vedrò risalire sulla nave >> rispose cercando di mantenere il tono di voce stabile.
<< Avanti Stede, credi davvero che potrei lasciarti e andarmene? Dopo tutto quello che ho...che abbiamo passato. >>
<< No... >> si strinse nelle spalle.
<< Solo che mi mancherai. >>
<< Adesso non fare il ruffiano >> ridacchiò Edward, poi il suo sguardo si illuminò.
<< Ho un'idea! Facciamo una scommessa, se torno sulla nave tu dovrai salire in vedetta e urlare a tutti di essere profondamente geloso...- >>
Stede arrossì fino alla cute della testa.
<< Avanti Ed...questa cosa è infantile. >>
<< Anche chiudersi a chiave lo è >> rispose poi lo tirò verso di sé ghignando.
<< O forse hai paura. >>
<< Io non ho nessuna paura >> disse infastidito Stede, incrociò le braccia al petto.
<< Fifone >> lo accusò bonariamente Barbanera.
<< E va bene facciamo questa cosa! >> sbottò pentendosene il secondo dopo.
<< Se però non torni che cosa succede? >>
<< Questa possibilità non esiste >> rispose Edward.
<< Ma se facciamo una scommessa dobbiamo considerare entrambe le ipotesi >> constatò sbattendo quelle bellissime ciglia che contornavano gli occhi nocciola, Barbanera sbuffò alzando i suoi al cielo.
<< Va bene Stede, se io non dovessi tornare sei autorizzato a prenderti la mia vecchia nave. >>
<< Io non la voglio la tua nave >> squittì irritato l'altro.
<< E' te che voglio >> disse poi addolcendo il tono.
Edward fece finta che quella frase non lo avesse toccato per niente, anche se le sue ginocchia avevano tremato.
<< Allora sei autorizzato a cercarmi e prendermi a calci in culo davanti a tutti, contento? >>
<< Sì >> rispose Bonnet abbassando le palpebre con aria solenne, allungò la mano per sigillare il patto, Edward sputò sopra la sua ma quando stava per stringere quella di Stede lui la ritirò facendo una smorfia.
<< Che schifo Ed! >>
<< Come sarebbe!? >> domandò sgranando gli occhi.
<< Guarda che per un'ora non hai fatto altro che succhiarmi la lingua! >> urlò indignato, in quel momento in corridoio stava passando Lucius e visto il tono da usignolo utilizzato da Barbanera udì forte e chiaro quella frase, rimase immobilizzato davanti alla porta.
<< Oh dio >> mormorò.
Si tappò le orecchie allontanandosi ripetendo << non ho sentito niente. >>
Stede deglutì in ricordo di quei caldi baci.
<< Quello è diverso >> tentò di spiegare, ma Edward era molto più testardo di lui.
<< E se vogliamo andare oltre a un certo punto la saliva serve. >>
Bonnet lo guardò confuso per qualche secondo arricciando le labbra.
<< In che modo...- >>
<< Bè sai se devi infilare qualcos...- >>
<< Sì ho capito, ora mi è chiaro! >> squittì il pirata gentiluomo fermando le mani di Barbanera che stavano gesticolando in modo veramente troppo realistico.
<< Però anche in quel caso le cose sono diverse >> spiegò.
<< Scusa ma che differenza fa? >> domandò Edward.
<< Perché sputarsi addosso quando non ce n'è bisogno dico io? >>
<< Sei veramente un rompi palle Bonnet! >>
Stede si allontanò da lui di pochi passi.
<< Scommetto che il tuo amico non lo chiami mai per cognome! >>
<< Ancora con ques... >> ringhiò avvicinandosi, lo prese per la maglietta e lo spinse contro la porta divorandogli le labbra, Stede mugolò compiaciuto stringendogli le spalle.
<< Hai ancora dubbi? >> domandò con voce roca, il pirata biondo scosse solamente la testa.
<< Siamo d'accordo quindi? >>
<< Sì... >> mormorò Stede senza fiato.
<< Allora io vado, preparati a perdere >> disse sicuro di sé, Bonnet stava per ribattere quando Barbanera gli prese il viso tra le mani e gli baciò la fronte lasciandolo visibilmente intontito, si appoggiò contro la parete posandosi una mano sul petto nel tentativo di calmare il cuore che batteva fortissimo, una di queste volte gli sarebbe venuto un infarto, ne era certo.








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Capitolo 15
*** Bagno di luna ***


Bagno di luna


Attesero ancora un giorno Edward e William prima di riuscire a concedersi la loro piccola gita, visto che una pioggia intensa aveva iniziato ad abbattersi sulla Revenge senza dar cenno di volersi fermare, finalmente poi quando i raggi del sole fecero capolino da quelle grosse nuvole, i due pirati partirono di buon mattino.
Stede passò le ore successive scrutando l'orizzonte alla ricerca di un segno, le sue dita si artigliavano alla balaustra di legno mentre stringeva forte la mascella, sapeva sarebbe tornato ma aveva comunque paura, capì allora come doveva essersi sentito Edward quella notte al molo, solo e insicuro, quando ogni rumore ti faceva credere che finalmente chi stavi aspettando era arrivato.
<< Tornerà >> disse una voce alle sue spalle, lui si voltò di scatto.
<< Lucius >> sorrise.
<< Io... >> sospirò rilassando il petto, poi guardò verso il mare che cristallino brillava formando piccoli giochi di luce sulle increspature delle lievi ondine che lo muovevano.
<< Non mi sto comportando molto bene vero? Dovrei occuparmi di voi mentre invece me ne sto qui a pensare ai miei problemi. >>
<< Lo hai fatto Stede, stiamo tutti bene, ci hai dato le cure di cui avevamo bisogno, il riposo, cibo e non vedo come avresti potuto fare di meglio. >>
Si leccò le labbra poi continuò.
<< Avevo quasi perso le speranze quando ero tenuto prigioniero, siete arrivati quando stava per accadere il peggio e io già mi vedevo morto...- >>
<< Mi dispiace moltissimo Lucius, abbiamo fatto il più in fretta che potevamo ma non sapevamo...- >>
<< No Stede quello che voglio dirti è che anche quando sembra tutto perduto le cose possono migliorare, tu ed Edward sembrate essere tornati a comportarvi come due persone adulte >> disse con un sorrisetto e di rimando il sorriso si allargò sul volto del capitano.
<< Sì noi...ci siamo chiariti, presto vi parleremo di quello che intendiamo fare, penso proprio che abbiamo bisogno tutti quanti di ritrovare un equilibrio. >>
<< Ed mi ha detto di aver parlato con Izzy, che hanno chiarito le cose, anche se non è entrato nei dettagli. >>
Lucius annuì.
<< Ieri Izzy sembrava più sereno, non mi ha raccontato niente, anzi gli unici momenti in cui era sveglio li usava per mangiare e andare in bagno, penso solo che necessiti di tempo, poi Edward è tornato a trovarlo quindi questo mi fa ben sperare. >>
Il volto di Stede si rabbuiò dietro un'ombra di preoccupazione, strinse l'asse di legno che era ancora sotto la sua mano poi tornò a guardare il giovane.
<< Lucius...comunque siano andate le cose non so se Izzy deciderà di rimanere. >>
<< Per me non ci sono problemi, ma ovviamente deve comportarsi bene con tutti altrimenti sarò costretto a cacciarlo. Non voglio pericoli oltre quelli che già corriamo navigando. >>
<< Lo capisco Stede ma qualcosa mi dice non tornerà a essere lo scorbutico di prima. >>
<< Sarebbe fantastico e credo che farebbe bene anche a Ed, però se decidesse di andarsene tu cosa farai? >>
Gli occhi chiari del pirata apparirono pensierosi, le pupille si mossero come alla ricerca della risposta giusta nella su mente.
<< A dire il vero non lo so, qui c'è Pete, ci siete voi e poi non so se lui mi vorrebbe con sé. Credo di dover prima parlarci, mentre eravamo prigionieri noi...Non ci crederai ma siamo riusciti a parlare normalmente o quasi >> ridacchiò.
<< Mi ha confidato delle cose, sono consapevole però che potrebbe mettere di nuovo le distanze, per questo prima di dire qualsiasi cosa preferisco parlare con lui. >>
<< Penso sia la cosa migliore Lucius >> rispose sorridente il capitano.
<< Senti stavo per raccontare agli altri della mia disavventura, ti va di unirti a noi? Almeno stacchi un po' la testa da questo >> domandò guardando l'orizzonte, annuì.
<< Andiamo >> disse dandogli una leggera pacca sulla schiena e insieme si allontanarono verso il resto della ciurma.
Tutti ascoltarono quel terribile racconto in silenzio raccolto come se stessero pregando, Lucius e Pete si intervallavano la storia, inserendo dettagli e a volte quest'ultimo si lasciava un po' andare alla fantasia ingigantendo un racconto che non aveva bisogno di ulteriori aggiunte per essere spaventoso, il giovane scriba parlò del suo passato che era poi la causa di quello che era accaduto, Elizabeth non si era mai fatta andare giù di essere stata ingannata e per tutti quegli anni aveva meditato la sua vendetta.
Però più di questo c'era qualcosa che aveva lasciato stupiti gli altri, ovvero il comportamento del primo ufficiale, solitamente così odioso e incline a ucciderli tutti.
<< Davvero Izzy ti ha difeso? >>
<< Sì >> rispose Lucius sorridendo.
<< Sicuramente lo avrà fatto per salvarsi la pelle >> intervenne Franchie.
<< No ragazzi anche io credevo così all'inizio, vi assicuro che se ci foste stati anche voi non avreste alcun dubbio a riguardo >> il giovane dai capelli castani parlava reggendosi a una cassa di legno, e nella sua voce non c'era traccia di dubbio, Pete annuì in risposta.
<< Io ero sicuro ci avrebbe venduti andandosene poi per conto suo >> spiegò.
<< Ma stranamente non lo ha fatto. >>
<< Questo significa che è nostro amico adesso? >> domandò lo Svedese.
Stede li ascoltava attentamente senza dire una parola, era rimasto più indietro rispetto a loro spostando lo sguardo su chi prendeva la parola, simile a un padre che osserva i suoi figli mentre giocano sentiva di dover dare a quei ragazzi lo spazio necessario, in fondo si erano ritrovati da poco ed era giusto avessero la possibilità di sapere o chiedere, come era altrettanto ovvio che Lucius e Pete non fossero obbligati a raccontare niente che non volessero, ma entrambi sembravano ben disposti, forse il semplice atto di parlarne fungeva da terapia permettendo a quella vicenda orribile di non gravare solo sui loro cuori.
Le chiacchiere si interruppero quando qualcuno vide salire Ed sulla nave e attirò l'attenzione di tutti che si voltarono dalla sua parte, anche Stede si girò e il sorriso gli illuminò il viso per un secondo, ma sparì non appena vide l'espressione cupa del suo co-capitano.
<< Oh oh, ho già visto questa scena >> mormorò Lucius a bassa voce.
<< Edward >> il pirata gentiluomo si alzò andandogli incontro, ma l'altro non parlava, si limitò a lanciarsi tra le sue braccia scoppiando in un pianto disperato.
Doveva essere successo qualcosa ma Stede non aveva alcuna idea, con molta probabilità Will era coinvolto, forse il suo compagno era solo triste di essersi separato da lui anche se quella reazione gli sembrava fin troppo eccessiva, la ciurma si riunì intorno a loro, i visi preoccupati e incerti, che cosa potrebbe essere mai accaduto si domandavano, possibile che non avessero mai un attimo di pace.
Fu Barbanera a rompere il silenzio una volta esaurite le lacrime, si asciugò prima gli occhi e poi il naso, alzò lo sguardo verso di loro ma la voce sembrava averlo abbandonato, provò più volte a dire quelle parole dolorose ma sembrava si rifiutassero di uscire
<< Will è... >> iniziò, di nuovo scoppiò a piangere, Stede lo riprese tra le braccia.
<< Vuoi che ne parliamo in privato? >> domandò e l'altro annuì mugolando parole incomprensibili.
<< Okay ragazzi voi siete liberi, vi aggiorno più tardi d'accordo? >>
Gli uomini annuirono osservando i loro capitani ritirarsi all'interno della nave, doveva essere successo qualcosa di veramente terribile per aver ridotto il grande pirata in quel modo, si guardarono l'un l'altro indecisi sul da farsi, Olu disse che la cosa migliore era dargli il tempo per parlare e che presto sicuramente sarebbero stati messi al corrente di tutto, ma nessuno aveva più voglia di fare niente, il morale sembrava essere crollato di nuovo a terra e la preoccupazione era palpabile.
Dopo un tempo che era sembrato interminabile Stede uscì di nuovo sul ponte, anche lui aveva l'aria di chi aveva appena perso qualcosa.
<< Ragazzi purtroppo devo darvi cattive notizie, Will è...Lui ci ha lasciati >> disse sospirando dolorosamente.
<< Nel senso che è ripartito? >> domandò Roach.
<< Temo di no, è morto... >>
Sul volto di tutti si era disegnata una o di triste sorpresa.
<< Cosa? >>
<< No ma come... >>
Stede calmò gli animi con un gesto delle mani.
<< Era molto malato, quella che ha vissuto con noi è stata la sua ultima avventura, sapeva che probabilmente non sarebbe sopravvissuto oltre e proprio per questo motivo aveva deciso di aiutarci, desiderava morire da vero pirata ma io credo sia morto da eroe. Se non fosse stato per il suo aiuto e quello dei suoi uomini non so se ce l'avremmo fatta a trovarvi >> disse rivolgendosi a Lucius e Pete che erano lì presenti.
<< O se ce la saremmo cavata così egregiamente >> continuò facendo un debole sorriso.
<< Ma avrebbe potuto sopravvivere se non avesse combattuto? >> domandò Wee John.
<< No, Edward mi ha spiegato che sarebbe successo in ogni caso, non era qualcosa da cui poteva guarire. >>
<< Oh... >>
Alcuni abbassarono il visi, Lucius appoggiò la testa sulla spalla di Pete che lo strinse, Buttons si fece avanti.
<< Vorrei fare le mi condoglianze al capitano se possibile >> disse.
Stede annuì e sorrise intenerito.
<< Potrai farlo e avremo occasione di porre il nostro cordoglio anche agli uomini di William, seguiremo la Golden fino all'isola dove voleva essere seppellito e insieme gli daremo l'ultimo saluto >> spiegò il pirata gentiluomo.
<< Edward è andato a dirlo a Izzy visto che si conoscevano bene anche con lui, poi ha chiesto di voler essere lasciato solo fino a quando non arriveremo. Io gli starò vicino, voi avete solo il compito di seguire l'altra nave, se avete bisogno di qualcosa venite a bussare nell'ultima stanza in fondo, sarò io ad aprirvi. Tutto chiaro? >>
Tutti annuirono.
Quando giunsero sull'isola il cielo aveva assunto un colore innaturale rispetto agli animi degli uomini che lenti e infila lasciavano la loro nave, indaco e violetto erano le sfumature che aleggiavano su di loro e rendevano il mare quasi di un grigio profondo ma bellissimo da ammirare, si radunarono in semi cerchio le due ciurme come se in quel momento facessero tutti parte di un'unica squadra, avevano aiutato Izzy a scendere che si sorreggeva su due bastoni.
I pirati della Revenge mostrarono la loro vicinanza a quelli della Golden che avevano appena perso il loro capitano, un uomo buono che pur essendo duro a volte non li aveva mai trattati come schiavi o nullità, aveva sempre rispettato tutti loro considerandoli indispensabili, queste erano alcune delle parole che il primo ufficiale di William aveva rivolto prima che venisse adagiato in quella fossa che era stata scavata non appena erano arrivati, anche alcuni membri della ciurma di Stede dissero qualcosa in merito e lui stesso tenne un breve discorso.
Si susseguirono momenti toccanti e silenzi interrotti solo dal grido di qualche gabbiano o cinguettio degli uccellini che abitavano quelle zone, Edward parlò elogiando le qualità dell'amico ma il suo discorso veniva continuamente interrotto dalle lacrime, una volta finito da parlare raggiunse il pirata gentiluomo che gli avvolse un braccio intorno alle spalle stringendolo a sé.
Finita la cerimonia Izzy venne avvicinato da uno della ciurma di Will, si conoscevano di vista, il primo ufficiale lo salutò tenendo entrambi i bastoni con una mano, di modo che con l'altra potesse stringere quella dell'altro.
<< Suppongo che continuerai a navigare con Barbanera >> disse quello ricevendo in risposta uno sguardo interrogativo.
<< Perché me o chiedi? >>
<< Bè vedi il nostro capo parlava molto bene di te, quindi volevamo farti sapere che se ti servisse cambiare aria sulla nostra nave saresti ben accetto, come nuovo capitano si intende. >>
Izzy rimase incredulo.
<< Scherzi? >> domandò infatti.
<< No affatto, ne abbiamo parlato tra noi, qualcuno che prenda il posto di Will ci serve per forza e secondo i suoi racconti tu potresti essere quella persona. Sempre se ti va, ci ha anche detto quanto sei legato a Barbanera ma ci abbiamo voluto provare lo stesso. Cosa ne dici? >>



...


Le due navi erano pronte a salpare dopo gli ultimi saluti, gli uomini piano piano salivano a bordo e sull'isola erano rimasti Stede, Edward, Lucius che parlavano con il primo ufficiale della Golden, a loro si aggiunse Izzy avvicinandosi con un'aria seria, l'uomo dell'altra ciurma si congedò nel caso avessero da dirsi cose che non lo riguardavano.
<< Sulla Golden cercano un capitano e hanno chiesto a me di esserlo >> confessò senza troppi giri di parole, sul viso degli altri tre si aprirono espressioni di stupore, Stede sollevò le sopracciglia, Barbanera abbassò le spalle e temette che avesse accettato, gli dispiaceva perderlo dopo che avevano chiarito le loro incomprensioni, quello che ci rimase peggio però fu Lucius.
<< E tu hai accettato? >> domandò non riuscendo a nascondere il tono allarmato.
Izzy lo guardò poi spostò lo sguardo su Edward.
<< Iz sai che sulla Revenge sei il benvenuto, se ti devo dire la mia preferirei tu restassi ma non devi farlo per me, noi siamo a posto e se quello che desideri è andare per la tua strada non sarò io a tarparti le ali. >>
Il giovane scriba lo guardò scioccato, poi in preda al malumore strinse i pugni avviandosi verso la nave, Stede lanciò un'occhiata a Edward che annuì e lui seguì il ragazzo lasciando i due amici da soli a parlare.
<< Tu credi che sarei in grado di comandare ridotto in queste condizioni? >> domandò, il suo capitano si strinse nelle spalle poi sorrise.
<< Per me saresti capace di fare il culo a chiunque anche se ti mancasse una gamba. >>
Ridacchiarono insieme mentre sulla nave si stava consumando un dramma.
<< Andatevene non voglio parlare con nessuno! >>
<< Lucius avanti non puoi fare così. >>
Il giovane era seduto su un barile con le braccia incrociate, dava le spalle a Bonnet e Pete, si girò a fissare il capitano per un secondo per poi voltarsi di nuovo.
<< Ah! Senti da che pulpito. >>
<< Quello che voglio dire è che nemmeno hai ascoltato la sua decisione. >>
<< Ma cosa sta succedendo? >> domandò Pete sentendosi confuso.
<< Ti spiego dopo >> rispose il biondo.
<< Era abbastanza chiara Stede e tu non hai fatto niente per impedire a Edward di dire quelle sciocchezze. >>
<< Ascolta Lucius per prima cosa Ed aveva le sue ragioni per parlare così, e comunque non lo ha certo sbattuto fuori ma gli ha dato la possibilità di scegliere, tu non avresti fatto lo stesso?  >>
Sapeva bene che il suo capitano aveva ragione, si sentiva un tale egoista in quel momento ma una parte di lui non voleva smettere di pensare che qualcosa avrebbero potuto fare per convincere Izzy a rimanere con loro.
<< Non mi va di parlarne >> rispose secco.
<< Che sta succedendo qui? >> era la voce di Edward ad aver parlato, Stede benedisse il suo arrivo provvidenziale e si allontanò di qualche metro lasciando Pete con il giovane.
<< E'arrabbiato perché abbiamo lasciato andare via Izzy >> in quel momento proprio lui li raggiunse sentendo tutto il discorso.
<< Dov'è quell'idiota? >> domandò proprio a pochi passi da Lucius che sentendo la sua voce si voltò sorpreso.
<< Izzy... >>
<< Sei rimasto! >> squittì con forse fin troppo entusiasmo, poi si alzò avvicinandosi.
<< Sono stato tentato di andarmene ma poi ho pensato che questi due >> indicò Edward e Stede.
<< Sarebbero sicuramente morti senza di me. >>
<< Oh...ehm...io sono contento >> disse Lucius sorridendo ma quel sorriso non arrivava agli occhi, e il suo tono nascondeva una punta di delusione.
<< Ed, Pete venite un attimo con me >> i due pirati seguirono il gentiluomo, Izzy all'inizio parve confuso, si guardò intorno a disagio poi fissò quello stupido ragazzino dall'aria così afflitta, odiò quello che stava per fare ma dentro di sé si era accesa una nuova consapevolezza, un sentimento che non poteva ignorare o lo avrebbe trasformato come la prima volta e lui non voleva più ricaderci.
<< Spriggs. >>
<< Sì? >>
<< Mi reggeresti i bastoni un attimo? >>
<< Certo >> rispose e lo raggiunse prendendoli, si guardarono per un istante, Lucius appariva confuso non sapendo il motivo di quella richiesta.
<< Che co... >> non fece in tempo a terminare la frase perché Izzy lo aveva afferrò per i lembi della giacca tirandolo a sé facendo scontrare le loro labbra, il giovane pirata rimase con gli occhi spalancati, si aspettava di tutto ma non quello, poi li chiuse giusto il tempo di godersi quel breve contatto.
Quando il primo ufficiale si staccò lui sollevò le palpebre sfarfallandole, le mani dell'uomo erano ancora aggrappate alla sua giacca e Lucius non aveva parole, per la prima volta in vita sua non sapeva come reagire.
<< Se lo dici a qualcuno ti ammazzo >> fu la minaccia di Izzy, anche se nel suo tono non c'era alcun segno di questa.
<< S-Sì certo...sicuro >> deglutì in risposta.
L'uomo più grande lo lasciò.
<< Ridammi i bastoni adesso >> disse riprendendoseli, voltò le spalle e mosse qualche passo verso il ponte.
<< Aspetta Izzy >> Lucius lo raggiunse.
<< Questo cosa vuol dire? >> domandò mordendosi le labbra carnose.
<< Ah...Non tediarmi con le tue stupide domande adesso >> rispose seccato, ma il ragazzo almeno una cosa doveva chiederla, la più importante.
<< Succederà ancora o... >>
<< Dipende >> disse stringendo i manici dei bastoni.
<< Da cosa? >> domandò il giovane.
<< Se tu vuoi che succeda >> non lo stava guardando, si sentiva ancora troppo vulnerabile per trattare certi argomenti a cuore aperto.
Lucius sorrise.
<< Sì che lo voglio >> rispose con la voce che tremava leggermente.
<< Bene >> disse Izzy tirando su col naso.
<< Adesso cosa dovrei...- >>
<< Sta zitto e lasciami andare, ne riparleremo dopo. >>
<< Sì...d'accordo >> annuì Lucius e rimase fermo a guardare il primo ufficiale che si allontanava, sentiva le labbra formicolare ancora, sorrise mordendosele leggermente e ritornò con la mente al pensiero che solo pochi giorni prima aveva fatto, tutto si sarebbe sistemato aveva pensato e stava succedendo esattamente questo.



...


Passò esattamente una settimana da quel giorno, la Revenge navigava verso la prossima isola che a detta di Barbanera sarebbe stata una sorpresa per tutti, era un luogo meraviglioso dove era praticamente impossibile succedesse qualcosa di brutto, pochi erano i pirati che lo conoscevano ed essendoci una sorta di magia che riempiva quel posto nessuno mai osava mancargli di rispetto, era come una zona di pace rispettata da tutti.
Mentre l'equipaggio lavorava sul ponte impaziente di arrivare una voce richiamò la loro attenzione, si voltarono scoprendo poi che era quella del capitano Bonnet, salito sul cesto di vedetta sembrava stesse per tenere un discorso.
<< Ehm-ehm...Posso avere la vostra attenzione per un momento. >>
Alcuni uomini posarono a terra ciò che avevano in mano, altri si fermarono da ciò che stavano facendo senza mai distogliere lo sguardo.
<< Molto bene, grazie. Sapete dov'è Ed...oh eccolo lì perfetto >> arrossì ma fortunatamente nessuno poteva vederlo.
<< Che cazzo sta succedendo? >> domandò avvicinandosi agli altri Barbanera.
<< Non vorrà buttarsi? >> chiese guardando uno di loro poi rivolse di nuovo lo sguardo al pirata gentiluomo.
<< Stede! Non starai pensando di buttarti!? >>
<< No tesoro, devo solo...dire una cosa >> urlò di rimando.
<< Cosa hai detto? >> gridò in risposta Edward che non aveva sentito niente.
<< Forse ho scelto il posto sbagliato >> mormorò tra sé il biondo, poi si affacciò decidendo di usare tutto il fiato che aveva nei polmoni.
<< Ho detto che devo dire una cosa! >>
Roach ridacchiò sgomitando lo Svedese.
<< Lo ha chiamato tesoro >> i due presero a ridacchiare distraendo gli altri, vociare che finì quando Barbanera lanciò loro uno sguardo omicida.
<< Bene ora che siete tutti qui posso cominciare >> disse ad alta voce prendendo l'ennesimo respiro di incoraggiamento.
<< Cristo fatemi sedere >> borbottò il primo ufficiale cercando una cassa o qualcosa su cui appoggiarsi, Lucius ridacchiò aiutandolo.
Stede cominciò il suo discorso.
<< Avrei dovuto farlo molti giorni fa ma come sapete anche voi è successo qualcosa di molto triste per tutti e non era il caso, avevo fatto una scommessa con il mio co-capitano, ho perso e ho intenzione di mantenere la parola. >>
Edward sbiancò.
<< Non posso crederci. >>
I ragazzi cominciarono a borbottare tra loro incuriositi da quella novità.
<< Shh così non sentiamo niente! >> urlò Lucius.
<< Stede non c'è bisogno che tu lo faccia! >> disse ad alta voce Barbanera incontrando lo sguardo di Bonnet che gli sorrise.
<< Invece sì Edward, lascialo pure fare >> ghignò lo scriba e tutti seguirono il suo entusiasmo battendo le mani e incoraggiando il loro capitano, quando le urla si calmarono Stede colto da una nuova forma di coraggio riprese.
<< Avrei dovuto salire qui e dire che sono profondamente geloso... >> confessò stringendo la ringhiera.
<< Ohh >> fu l'eco di tutti.
<< Il che è vero, io sono geloso di quello splendido uomo che è laggiù in mezzo a voi, questo perché sono follemente innamorato di lui, ti amo Edward Teach e sono stato uno stupido per tutto il tempo, mi sono comportato in maniera infantile perché non sopportavo l'idea che qualcuno potesse portarti via da me. Che io sia pazzo di lui lo sapete già da tempo, molti di voi lo avevano capito anche da prima che lo confessassi quel giorno davanti a tutti, ma quello che nessuno sa è che Edward è stato il primo uomo che ho baciato, a dire il vero è stato il primo di molte altre cose... >> disse spostando lo sguardo poi tornò a guardare loro, in particolar modo gli occhi scuri che conosceva tanto bene e continuò.
<< Ma soprattutto è stata la prima persona di cui io mi sia veramente innamorato, è così, sono un uomo adulto che in vita sua non aveva mai conosciuto l'amore fino a quando un pirata vestito di pelle e dal cuore buono mi ha travolto lasciandomi frastornato e confuso a chiedermi che cosa fosse quel calore che provavo tutte le volte che mi stava accanto. E adesso sono qui non solo per chiederti perdono per non essermene accorto prima ma per prometterti che mai più ti lascerò andare. Quindi a questo punto non mi resta che chiedertelo, Edward Teach detto Barbanera vorresti essere il mio fidanzato da adesso fino ai giorni che ci restano e lasciarti amare da me come meriti, forse in modo goffo e a volte infantile, ma sincero come mai prima. Lo vuoi Ed? >>
La ciurma era silenziosa, tutti fissavano i due capitani senza emettere un fiato, Barbanera teneva i pugni stretti, il suo viso era teso, scosso da piccoli tremiti, gli occhi arricciati nel tentativo di non far scendere le lacrime, sembrava arrabbiato.
<< Bonnet vieni giù di lì >> urlò.
Il pirata biondo deglutì tornando serio, forse aveva esagerato e adesso Edward era di nuovo arrabbiato con lui, iniziò la sua discesa e titubante si avvicinò con passo lento senza smettere di guardarlo negli occhi.
A quel punto l'espressione dura si sciolse lasciando il posto ad un pianto liberatorio, abbassò la testa e i lunghi capelli grigi gli ricaddero verso il basso, le lacrime solcavano il suo bel naso finendo in piccole goccioline umide sul pavimento di legno.
<< Ed? >> mosse qualche passo preoccupato verso di lui.
<< Sei un piccolo stronzo, bastardo e imbecille e io ti amo così tanto >> mugugnò per poi lanciarsi tra le sue braccia, Stede sorrise sentendosi più sollevato e lo strinse, gli baciò la nuca chiudendo gli occhi e respirando quell'odore che era solamente suo, salsedine e tabacco.
La ciurma si era stretta intorno a loro, alcuni piagnucolavano commossi, altri battevano le mani e sorridevano felici di vedere finalmente quei due insieme senza più liti, segreti o bugie, Lucius che si era seduto vicino a Izzy posò la testa sulla sua spalla beccandosi un'occhiataccia, la spostò subito leggermente ferito ma presto il primo ufficiale andò a stringere la sua mano, il giovane si voltò a guardarlo sorpreso trovandolo con le guance rosse e un mezzo sorriso imbarazzato, Lucius sorrise di rimando stringendola a sua volta.
<< E comunque sì accetto, voglio essere il tuo fidanzato per il resto della mia vita >> disse Edward tra le lacrime, i ragazzi applaudirono urlando felici e in un moto di gioia sollevarono entrambi inneggiando canti marinareschi, ci furono poi lunghi festeggiamenti che andarono avanti fino a notte fonda.
Il primo ufficiale si ritirò nella sua vecchia cabina quando ancora le risa e i canti erano nel pieno della vivacità, quella gente sembrava non stancarsi mai, sbuffò sedendosi sul letto, si tolse la cravatta e l'anello che vi teneva legato scivolò a terra richiamando la sua attenzione, lo raccolse rigirandoselo tra le dita e guardandolo attentamente quando un bussare alla porta lo distrasse dai suoi pensieri.
<< Avanti. >>
Una testolina castana che conosceva bene fece capolino, due occhi azzurri come il cielo lo scrutarono, lui strinse l'anello nel pugno e si alzò in piedi sentendo un'improvvisa vertigine, il cuore gli batteva forte e quel pezzo di metallo nella sua mano sembrava aver preso a bruciare.
<< Spriggs pensi di rimanere lì impalato per tutta la notte? >>
Lucius entrò completamente chiudendosi la porta alle spalle, sorrise avvicinandosi all'uomo più grande.
<< Sempre così carino, finirò per abituarmici >> disse ironicamente ma quella volta Izzy non rispose, sembrava pensieroso.
<< Ehi...qualcosa non va? >> domandò il ragazzo.
<< Senti Spriggs >> iniziò improvvisamente guardandolo.
<< Io non so come cazzo ci si comporta in questi casi, ma potrei avere la tua mano? >>
Lucius sbatté più volte le palpebre.
<< In che senso? >> domandò, il primo ufficiale lo guardò stranito e vagamente irritato.
<< Dammi la mano >> ripeté allungando la sua con il palmo aperto verso l'alto.
<< Oh... >> lo scriba obbedì facendo come gli era stato chiesto, vide diversi colori mutare sul volto di Izzy, qualche lieve gocciolina di sudore imperlava la sua fronte, sospirò più volte prima di schiarirsi la voce, sollevò il pugno che teneva chiuso aprendolo e tra il pollice e l'indice faceva bella mostra di sé un anello che senza esitare troppo fece scivolare nell'anulare del giovane lasciandolo a bocca aperta.
Faticava a pensare, respirare, la lingua anzi tutta la sua bocca era secca e il battito cardiaco gli rimbombava persino nelle orecchie, la sua mente era completamente vuota non aspettandosi minimamente un risvolto simile.
Izzy arricciò le sopracciglia, si sentiva quasi sollevato da quell'improvvisa reazione di mutismo.
<< Prima che tu faccia domande stupide questo anello fa parte di un tesoro che trovai parecchi anni fa, era il mio primo bottino e vista l'importanza che aveva me lo legai al collo con l'intento di donarlo solo a qualcuno per cui ne valesse davvero la pena. Pensavo fosse Edward quella persona, eravamo buoni amici e...Ad ogni modo mi sono reso conto che non era lui quella persona, non ero importante allo stesso modo così me lo sono tenuto addosso finendo quasi per dimenticarmi del suo significato. >>
Si schiarì la voce di nuovo.
<< Poi sei arrivato tu e questo stupido anello mi è scivolato dal collo, è stato in quell'istante che mi sono ricordato delle mie parole e dire che in questi anni l'ho tolto e rimesso ogni fottuta volta in cui mi vestivo, ma lo avevo cominciato a trattare come un pezzo di arredamento, almeno fino a ora >> confessò sollevando lo sguardo su quegli occhi azzurrissimi.
Il primo ufficiale si aspettava di essere travolto da una valanga di parole o domande, ma Lucius era troppo sconvolto per parlare, gli prese il volto tra le mani e lo baciò schiacciandolo poi contro la parete, Izzy mugolò in quel bacio profondo che mai si erano scambiati, si baciarono a lungo fino a quando il giovane non esaurì il fiato, si staccò ansimando ma rimanendo a pochi centimetri dal quel viso ispido, dalle labbra lucide e gli occhi languidi.
<< Spriggs cazzo... >> ansimò.
<< Tu ti rendi conto che mi mancano due dita dei piedi e non ho la tua età? >>
Lucius socchiuse le palpebre con un espressione simile ad un gatto intento a fare le fusa.
<< E' bellissimo Izzy, lo adoro >> soffiò premendo i palmi delle mani su quel petto forte.
<< Ti...piace sul serio? >>
Annuì abbassando il viso, un ciuffo di capelli castani sfiorò la fronte del primo ufficiale.
<< Uhm...bene. Un'ultima cosa, non è più necessario che tu, che noi nascondiamo questa...quello che c'è tra noi, scordati che io faccia una scenata come quella di Bonnet ma puoi dirlo ai tuoi amici o non lo so ma, puoi essere esplicito ecco. >>
Cazzo quanto era difficile pensò tra sé, Lucius ridacchiò intenerito da quella scena, era tutto nuovo per lui ma almeno ci stava provando.
<< Sono davvero felice di questo Izzy, vedo quanto ti stai impegnando e sai, l'anello sarebbe stato sufficiente a tenermi zitto un altro po' >> disse ridacchiando.
<< Gli altri impazziranno e crederanno mi sia inventato tutto. >>
<< Bè cazzi loro, almeno non mi romperanno le scatole >> sbuffò spostando lo sguardo.
<< Pete comunque lo sa già. >>
Quella frase attirò di nuovo l'attenzione del più grande su di lui.
<< Non i dettagli ma a lui dovevo una spiegazione. >>
Izzy annuì.
<< Sì capisco, strano non abbia ancora provato ad uccidermi. >>
<< Amare qualcuno significa anche lasciarlo andare >> spiegò Lucius con un sorriso leggero.
<< Stronzate >> sbuffò Izzy.
<< Io non ti lascerei andare così facilmente >> sbottò senza nemmeno rendersene conto, il giovane spalancò gli occhi chiari.
<< Stai dicendo che... >>
<< No io non ho detto niente, e ora levati, voglio riposare >> disse spingendolo appena.
<< Ti spiace se resto vicino a te >> domandò Lucius cantilenando un po' la voce.
<< In silenzio? >> chiese Izzy sedendosi sul letto, il giovane annuì.
<< Allora va bene >> rispose l'altro.



...


Il tappeto di stelle sopra di loro era come una grande coperta blu che ricopriva i loro corpi, il clima era mite, perfetto per rimanere sdraiati sull'erba di quell'alta collina senza avere freddo, il mare luccicava all'orizzonte mentre la Revenge dondolava placida cullata dalle lievi onde.
<< Quella si chiama Stede >> disse Edward allungando il braccio, con l'indice indicava una stella molto luminosa, più grande e bella di tutte le alte.
<< Te lo stai inventando >> rispose il pirata biondo ridacchiando, voltandosi poi verso di lui.
<< Affatto, è la verità >> ribatté l'altro, Stede allora si girò d'un fianco, infilando le mani chiuse a preghiera sotto la sua testa a mo di cuscino.
<< Ah sì? Allora vediamo... >> cercò con lo sguardo tra tutti quei puntini luminosi il più adatto ma nessuno sembrava essere all'altezza di quell'uomo meraviglioso che amava così tanto, poi finalmente posò gli occhi su quella giusta.
<< Quella! >> gridò quasi allungando il braccio.
<< Piccolo quella è la luna >> disse ridacchiando Edward, aveva preso l'abitudine di chiamarlo così di tanto in tanto e a Stede piaceva da morire.
<< Appunto >> rispose attirando l'attenzione del suo compagno che voltò il viso verso di lui.
<< Quindi io sarei la fottuta luna? >> rise.
<< Perché ridi? >> domandò mettendo il broncio.
<< Non so se prenderlo esattamente come un complimento, se mi stai dicendo sottilmente che sono lunatico... >>
A quel punto il pirata gentiluomo si tirò su mettendosi seduto a cavalcioni su di lui.
<< Ed ecco il mio sole >> disse Edward vedendo coperta la luna dalla testa di Stede, i raggi bianchi gli contornavano i capelli dandogli una sfumatura quasi argentata, era bellissimo, così tanto da mozzare il fiato e sembrare una creatura mistica, gli sfiorò il viso con le dita non riuscendo ancora a credere che dopo tutta quella sofferenza e pianti fosse lì tra le sue braccia.
<< La luna governa il mare come tu fai con il mio cuore. >>
<< Oh questo sì che è sdolcinato Bonnet >> lo prese in giro accarezzandogli quel bel ciuffo biondo che adorava tanto.
<< Stammi a sentire Edward, prima che arrivassi tu ero sempre in tempesta, non sapevo dove andare o cosa fare, non riuscivo ad ascoltare il mio cuore perché era sempre macchiato dalla paura di fallire, ma da quando ho conosciuto te mi basta averti vicino perché tutto torni al suo posto >> prese la sua mano e baciò l'indice dove stava l'anello con la pietra rossa.
<< Il problema è quando sei lontano, prendo decisioni stupide senza di te, ma ci sto lavorando >> disse un po' in imbarazzo.
<< Stede sappi che non sarò mai troppo lontano, qualunque cosa accada raggiungimi o aspettami...Non ti lascerò mai solo. >>
Il pirata gentiluomo sorrise deglutendo il magone che sentiva stringergli la gola.
<< Lo so amore >> disse con un fil di voce, gli occhi di Barbanera si addolcirono ulteriormente diventando lucidi, non riusciva a resistere quando lo chiamava così, si alzò per baciarlo poi rivoltò le posizioni, ora era Stede sdraiato sulla schiena e lui si appoggiò al suo petto con le mani tenendo il viso sollevato per guardarlo.
<< E così il temibile pirata si innamorò della fanciulla... >>
<< Io sarei la fanciulla Edward? >> domandò ridacchiando e spostandogli una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
<< No ma in quel racconto è così >> rispose annuendo.
<< E' vero, quella storia finisce anche con il pirata che finisce in prigione se non ricordo male >>
<< La ragazza però lo aspetta per tutta la vita vero? >> domandò Ed già scontento di quel finale.
<< In realtà no, lei si sposa con un altro. >>
<< Oh ma che cazzo Stede! >> brontolò sdraiandosi su quel tappeto erboso facendo ridere il suo compagno.
<< Le tue storie fanno schifo >> mise il broncio incrociando le braccia.
<< Nemmeno l'avessi scritta io! E poi tu volevi una storia su i pirati, la maggior parte di queste non finisce bene. >>
Barbanera rimase in silenzio con le sopracciglia corrugate e un'aria pensosa.
<< Ed? >> lo stuzzicò Stede con un filetto d'erba prima di ritrovarsi di nuovo schiena a terra fronteggiato dall'uomo che amava.
<< Se ti sposi con un altro ti ammazzo. >>
<< E' una minaccia signor Barbanera? >>
<< Ovviamente >> rispose serio ma nel viso del pirata biondo c'era un sorriso pieno di ilarità, gli scostò di nuovo i capelli dal viso.
<< Sappi che sono molto spaventato, ma sai se tu finissi malauguratamente per essere catturato io prenderei la mia spada, mi arrampicherei a mani nude sulla torre fino a raggiungere la tua cella, taglierei le sbarre in qualche modo e ti porterei via di lì saltando su una carrozza. >>
Mentre raccontava questo gli aveva preso il mento con le dita, di modo che i loro occhi fossero di fronte, gli accarezzava con l'indice quella barba grigia che Edward aveva deciso di non far crescere più di tanto.
<< Quanto è alta la torre? >> domandò Barbanera.
<< Molto >> rispose Stede socchiudendo le palpebre, il suo sguardo era così perso e innamorato.
<< Allora è pericoloso saltare >> constatò Edward senza rendersi conto che il suo compagno si era avvicinato ulteriormente e gli stava guardando le labbra.
<< Non importa sopravviveremo >> disse distratto, ormai troppo preso dall'uomo che aveva davanti.
<< E poi come faresti a...- >>
<< Shh >> lo zittì Stede avvicinando le labbra fino a che non furono a un soffio di distanza.
<< Ma le sbarre...- >> insistette Barbanera
<< Shh baciami adesso, baciami >> sussurrò impaziente, non gli importava più di sbarre, prigioni o castelli, desiderava solo le labbra di Edward sulle sue e le ottenne, si scambiarono un lungo e appassionato bacio sotto i raggi di quella splendida luna piena, quando si staccarono entrambi sorridevano guardandosi con gli occhi pieni di amore.
Barbanera sbadigliò sfregandosi gli occhi.
<< Sei stanco tesoro. >>
Lui annuì.
<< Dormiamo allora >> disse Stede accarezzandogli i capelli.
<< Mi racconti una storia per aiutarmi a dormire? >> domandò guardandolo con due occhietti colmi di sonno, il pirata gentiluomo si intenerì.
<< Certo >> rispose.
<< Però una che finisce bene >> ribatté Edward.
<< Ce n'è una che preferisci? >> gli chiese Stede.
<< Quella del ranocchio e la principessa. >>
<< Mmm quella è molto bella sì, sdraiati che prendo la coperta. >>
Barbanera obbedì rannicchiandosi mentre il suo compagno si alzò per andare a prendere quella bella coperta sottile che avevano appoggiato ad un albero, quando tornò indietro Stede si meravigliò di quanto quell'uomo che era considerato il terrore dei mari da tutti sembrasse così piccolo e indifeso in quella posizione.
<< Eccomi qui >> disse mentre lo avvolgeva con quella calda stoffa, gliela rimboccò sdraiandosi poi accanto a lui e prendendolo tra le braccia, Barbanera appoggiò la testa sul suo petto.
<< Allora cominciamo, in un regno molto...- >>
<< Non iniziava così, devi dire c'era una volta. >>
<< Oh giusto. >>
Edward sbadiglio chiudendo gli occhietti sereno.
<< C'era una volta... >>
La storia proseguì non senza interruzioni.
<< Ma perché la strega ha trasformato quel tipo in un ranocchio se non aveva fatto niente di male? >> domandò aprendo un occhio, Stede gli accarezzò i capelli.
<< Perché era cattiva >> rispose pazientemente.
<< E la rana come faceva a parlare come noi, voglio dire se fosse possibile anche tutte le altre potrebbero. >>
<< Amore è magica ecco perché può, chiudi gli occhi adesso e lasciami continuare. >>
Edward obbedì per i successivi cinque minuti almeno.
<< Ma dai vuoi farmi credere che davanti a una rana parlante una ragazza non si spaventerebbe? >> domandò ridacchiando, Stede sollevò pazientemente gli occhi al cielo.
<< Certo che si è spaventata tesoro ma poi ha capito che non era un ranocchio cattivo. >>
<< Oh giusto >> rispose riappoggiandosi al suo petto, il biondo continuò speranzoso di riuscire finalmente ad andare avanti.
<< E quando l'orologio...- >>
Barbanera sollevò nuovamente l'indice.
<< Ed giuro che se mi interrompi ancora te la racconti da solo la storia >> sbottò leggermente spazientito ma anche parecchio divertito da quelle interruzioni così infantili ma tremendamenti tenere.
<< L'ultima cosa giuro >> mormorò Edward sollevando il viso e guardandolo con gli occhioni.
<< E va bene amore dimmi. >>
Sorrise Edward ponendo la sua domanda e accoccolandosi poi tra quelle belle braccia che lo facevano sentire al sicuro, sorrideva mentre ascoltava la voce dell'uomo che amava narrargli di quelle peripezie inventate che gli piacevano tanto, se lo avrebbe interrotto ancora? Sicuramente sì, le sue curiosità erano genuine ma ancora di più gli piacevano gli epiteti con cui lo nominava Stede quando gli rispondeva, amore, tesoro, dolcezza, erano musica per le orecchie di Ed che per una vita intera avevano sentito solo parole brutte, adesso la musica era cambiata, il suo intero essere veniva coccolato da quella creatura meravigliosa che era Stede Bonnet, il pirata gentiluomo per tutti, l'uomo del suo cuore solo per lui.


...


Sul ponte della Revenge la maggior parte dell'equipaggio dormiva beato, chi sulle amache, chi invece nelle cabine a loro destinate, gli unici svegli erano Ivan che era stato messo di guardia e Buttons che insieme ad Olivia si godeva un meritato bagno di luna piena.
<< Disturbo? >> disse una voce dietro di lui.
Buttons si voltò e vide che si trattava del giovane scriba.
<< Dimmi ragazzo, ma ti prego di fare in fretta perché stiamo facendo una cosa importante >> poi gli rivolse un'occhiata curiosa, infatti Lucius era a torso nudo, indossava solo i suoi soliti pantaloni e le scarpe.
<< E' proprio per questo che sono qui, mi chiedevo se potevo unirmi a te. >>
Olivia cinguettò
<< A voi >> si corresse il giovane corrugando le sopracciglia.
<< Oh curioso, hai capito anche tu i benefici che può dare lasciarsi baciare dalla luna? >> domandò Buttons.
<< A dire il vero tempo fa ho fatto una promessa, quando ero ancora prigioniero... >> guardò l'anello che portava al dito, luccicava sotto quella bella luce chiara, sorrise.
<< E sono qui per mantenerla >> concluse.
<< Ma se vuoi puoi raccontarmeli tu > disse poi.
Buttons gli rivolse uno sguardo condiscendete.
<< Magari dopo, ora fa come dico. >>
<< Apri le braccia così >> e fece il gesto, Lucius lo imitò.
<< Chiudi gli occhi e lascia entrare tutta l'energia della luna in te. >>
Il giovane apparve confuso ma fece come gli era stato detto, davanti alle sue palpebre chiuse si susseguirono una serie di immagini, tutto quello che era accaduto nell'ultimo periodo, molte delle cose erano terrificanti e le doveva ancora superare ma aveva accanto a sé una vera famiglia, fatta di persone a volte un po' strane ma pronte a tutto pur di guardarsi le spalle a vicenda, sulla Revenge l'amore aveva finalmente trionfato e ora non restava a tutti che godersi il viaggio.



Fine


Note: Grazie a chi è arrivato fin qui, spero che la storia vi sia piaciuta, a me mancherà tanto la mia bambina ma sono felice di poter scrivere la parola fine perché questa era una sfida personale con me stessa. Un grazie particolare va a genius_undercover per avermi ispirata in uno dei nostri scleri a un Edward logorroico che riempie di domande Stede invece di dormire, quindi il merito della penultima scena di questo capitolo è tutto tuo tesoro, e naturalmente spero che questa piccola avventura ti sia piaciuta, che ti abbia fatta almeno un po' sorridere ed emozionare, ti si vuole un mondo di bene.
Mi dileguo per ora, sì è una minaccia XD No scherzo nessuna minaccia, ma tornerò davvero perché non sono ancora stanca di scrivere a proposito di questi pirati adorabili e strampalati, un salutissimo.
Ineffable.






















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