Ti ho donato il mio cuore di ineffable (/viewuser.php?uid=1196505)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un cuore spezzato ***
Capitolo 2: *** Seta preziosa ***
Capitolo 3: *** Una luce di speranza ***
Capitolo 4: *** Arancia pietrificata ***
Capitolo 5: *** Il capitano affonda con la nave ***
Capitolo 6: *** Rapimento ***
Capitolo 7: *** Pericolo? ***
Capitolo 8: *** Il passato di Lucius ***
Capitolo 9: *** Gelosia ***
Capitolo 10: *** Cena romantica ***
Capitolo 11: *** Uno spiraglio di luce ***
Capitolo 12: *** Il risveglio della bestia ***
Capitolo 13: *** Nel cuore del kraken ***
Capitolo 14: *** Chiarimenti e scommesse ***
Capitolo 15: *** Bagno di luna ***
Capitolo 1 *** Un cuore spezzato ***
Un cuore
spezzato
L'alba di un nuovo giorno accoglieva la Revenge e la sua ciurma, molti
degli uomini erano già al lavoro mentre altri stavano
facendo
colazione con la scarsa razione che gli toccava, le condizioni a bordo
erano davvero pessime e la maggior parte di loro credeva ci sarebbe
voluto più di un miracolo per risolvere la situazione, in
più c'era un evidente tensione che aleggiava tra tutti loro,
da
un lato la ciurma del pirata gentiluomo dall'altro quella di Barbanera
e nonostante quest'ultimo aveva promesso che nessuno sarebbe stato
toccato era ovvio che quelli che erano stati abbandonati, rapiti o
spinti in mare non si fidassero poi molto delle sue parole.
Il peggio però non era certo quello ma
l'elettricità che
scorreva tra i due capitani, era chiaro a tutti che non avessero
risolto un bel niente e che Stede stava solo cercando un modo per farsi
perdonare da Edward ma con scarsi risultati perché tutte le
volte che provava anche solo ad aggiungere una parola in più
Edward si ritirava nella sua stanza sbattendogli la porta in faccia,
era difficile lavorare in quelle condizioni e il novello pirata sapeva
che i suoi uomini non avrebbero retto ancora a lungo per questo doveva
darsi una mossa, ma non quel giorno perché aveva mandato a
monte
un abbordaggio capendo male gli ordini e ovviamente Barbanera si era
infuriato con lui, aveva tentato di pugnalarlo ma non ci era riuscito e
questo lo aveva mandato ancora più in bestia.
Ovviamente i guai non arrivano mai soli e dopo quel fallimento anche il
mare e il cielo decisero di farsi beffa della loro situazione
scatenando la peggiore tempesta mai vista, il mare gonfio e grigio si
abbatteva sulla nave facendola ondeggiare selvaggiamente, il vento
ululava così forte e con tanta potenza da costringerli a
chiudere le vele, sul pavimento di legno si scivolava, la roba rotolava
ovunque e anche l'equipaggio faticava a tenersi in piedi, c'erano tuoni
seguiti da fulmini che rischiavano di colpire l'albero ad ogni schiocco
e in più anche il timone sembrava essersi bloccato.
<< Ed così ci schianteremo! >>
urlò Stede tenendosi come meglio poteva alla ringhiera.
<< So quello che faccio, sono io che comando qui!
>>
<< Edward metti da parte l'orgoglio per una buona volta e
ascol...- >> la frase si interruppe lì
perché
un'onda parecchio forte si abbatté sulla fiancata della nave
facendolo volare in avanti, finì dritto contro Edward e si
aggrappò a lui ma anche i suoi vestiti di pelle erano resi
scivolosi dall'acqua.
<< Ti ho già ascoltato una volta!
>> urlò
Barbanera spingendo Stede per toglierselo di dosso e facendolo cadere a
terra, le rocce intanto diventavano sempre più vicine sotto
lo
sguardo terrorizzato del pirata gentiluomo che invano continuava ad
urlare.
<< EDWARD! >>
<< Fang al mio tre ruota a tutta destra il timone!
>>
urlò Edward ignorando completamente la voce terrorizzata
sotto
di lui.
<< Uno! >>
Stede si aggrappò alle ringhiere più forte che
poté.
<< Due! >>
Chiuse gli occhi preparandosi all'impatto.
<< Tre! Ora, vai! >>
Fang eseguì l'ordine sforzandosi di girare il timone con
tutta
la forza di cui era capace, la nave virò di colpo schivando
per
un pelo gli scogli che erano a pochi metri da loro, i barili e le casse
rotolarono schiantandosi nel lato destro della nave e anche tutti gli
uomini che non si erano aggrappati bene finirono con le schiene o le
pance sbattuti contro il legno che fortunatamente era abbastanza
resistente da non rompersi, Edward urlò di gioia saltando
giù alla base della nave.
<< Ce l'abbiamo fatta! >>
<< Uomo in mare! >> gridò
Buttons indicando un
puntino che si dibatteva tra le onde, era Roach che era salito
sull'albero per chiudere le vele e con quella manovra di prima era
scivolato non riuscendo a tenersi stretto ed era caduto in acqua, Stede
che fino a poco prima era rimasto aggrappato alla ringhiera ancora
tremante si alzò di scatto ignorando il tremore che sentiva
alle
gambe, corse a prendere una corda e la lanciò al poveretto
sperando riuscisse ad afferrarla.
<< Roach aggrappati! >>
<< Forza amico puoi farcela >>
gridò qualcuno.
Edward guardava la scena e in particolar modo Stede che sembrava
essersi trasformato da lattante in vero uomo, era determinato, urlava
cosa fare con decisione senza nemmeno una traccia di titubanza nella
voce, deglutì sentendo il cuore accelerare di fronte a
quella
nuova versione del suo ex co-capitano.
<< Meglio se ti arrendi, le onde sono troppo alte
>> gli
disse con l'intenzione di fargli male ma quello che ottenne fu solo uno
sguardo infuocato e deciso.
<< Ho promesso che non avrei più abbandonato
nessuno ed
è quello che farò a costo di andare io stesso a
prenderlo. >>
Gli altri uomini sentendo quelle parole sorrisero ammirando il loro
capitano e ciò che era diventato, forse avevano fatto bene a
dargli di nuovo fiducia, si stava comportando come un vero uomo d'onore
dimostrando che la loro fedeltà era ben ripagata.
<< Morirai anche tu se ti butti >> disse
serio.
<< Non importa >> rispose Stede e dopo
essersi assicurato
che la corda fosse abbastanza stretta iniziò a calarsi
giù cercando di non guardare troppo verso il basso e non
pensare
che sotto di lui c'era una quantità d'acqua perfettamente in
grado di divorarlo.
<< Lascia che vada Edward, almeno ci toglieremo di torno
un
inutile parassita >> disse Izzy a bassa voce
avvicinandosi a lui,
ma Edward non poteva permettere che morisse proprio sulla sua nave, se
doveva abbandonarlo di nuovo non era con la morte che doveva succedere,
non se la sarebbe cavata così facilmente.
<< Bonnet! Legati la corda intorno al corpo e poi salta
>> urlò Barbanera e tutti lo guardarono
sconvolti.
<< Così annegherà >>
disse Lucius.
<< No che non lo farà. >>
Stede guardava Edward titubante insicuro sul fatto se gli stesse
suggerendo una cosa giusta o meno, poi chiuse gli occhi e gli tornarono
in mente i ricordi che aveva con lui, quando si era lasciato infilzare
per insegnargli a combattere, quando gli aveva suggerito di alzare
bandiera bianca e la volta con gli Spagnoli, in tutti quei
casi
aveva seguito le sue indicazioni e le cose erano andate bene,
così una volta legatosi la corda intorno alla vita si
lasciò cadere in acqua sotto lo sguardo pietrificato di
tutti.
<< Sei impazzito! >>
<< Così ti ammazzerai >>
gridarono in coro ma
l'unico a non essere spaventato era proprio Edward che era stupito
della fiducia che Stede gli aveva dato nonostante tutto, il pirata
biondo era riuscito ad afferrare Roach ma salire in due sarebbe stato
molto più complicato, intanto Barbanera si era calato dal
bordo
tenendosi alla corda.
<< Ok ora fai salire Roach io lo tirerò su, tu
non temere
perché sei legato e non verrai trascinato via dalla
corrente!
>>
Così fecero e con non poca fatica il cuoco della nave
riuscì a salire aiutato prima da Edward e poi da tutti i
suoi
amici, fortunatamente non aveva bevuto troppa acqua ma era solo
frastornato, era il turno di Stede che però ogni volta che
tentava di appoggiarsi con i piedi alla nave come gli aveva suggerito
Barbanera scivolava giù, in più la corda stava
per
spezzarsi e infatti dopo altri due tentativi si sentì un
crack,
Stede piombò in acqua ma Edward afferrò la cima
prima che
finisse anch'essa in mare.
In quelle condizioni rischiava di venir trascinato giù anche
lui
e il pirata gentiluomo non avrebbe potuto sopportarlo, guardava
terrorizzato quelle mani guantate che reggevano con tutta la forza
quella corda, i denti digrignati e il viso rosso per lo sforzo.
<< Ed lascia la corda! >> urlò.
<< Non voglio che finisci in acqua anche tu, non me lo
perdonerei
mai! >> gridò di nuovo e a quel punto Edward
aprì
gli occhi che incontrarono quelli scuri dell'altro, si stava
preoccupando per lui, perché si chiedeva ma non era il tempo
di
porsi domande, gli altri uomini corsero afferrando Barbanera per non
farlo cadere ma questo non risolveva il problema di Stede, purtroppo
però con tutto quello sballottamento andò a
colpire con
la testa contro la nave e perse i sensi.
<< Cazzo >> imprecò Edward a
denti stretti.
<< Va bene ora abbiamo solo una soluzione tirare con
tutte le
nostre forze e sperare che la corda non si spezzi di nuovo
>>
gridò.
<< Pronti? >>
<< Sì >> risposero tutti.
<< Forza iniziamo! >> tirarono con tutta
l'energia che
avevano in corpo, qualcuno scivolò ma si rimise subito in
piedi,
tirarono, tirarono e tirarono ancora fino a che il corpo privo di sensi
di Stede non venne finalmente su, Edward lo prese tra le braccia
tirandolo dentro e accasciandosi vicino a lui, ansimava per lo sforzo
fatto, poi guardò quel viso tanto bello da far male, gli
accarezzò la nuca vedendo i capelli sporchi di sangue,
tirò su quel ciuffo e scoprì un taglio, non era
grave e
lui si rese conto che stava diventando troppo protettivo nei suoi
confronti così si alzò di scatto come se si fosse
scottato.
<< Medicatelo e portatelo in cabina >>
ordinò senza
più guardarlo e lui stesso si ritirò nella sua,
si
spogliò da quei vestiti bagnati e si rannicchiò
davanti
al fuoco per scaldarsi, sollevò la mano con la quale aveva
sfiorato i capelli di quel pirata che gli aveva spezzato il cuore, per
un attimo si addolcì sentendo il magone salirgli alla gola
ma
poi la chiuse a pugno e i suoi occhi si spensero di nuovo sotto quella
rabbia cieca che aveva imparato a provare.
Dopo circa un'ora quando i suoi abiti erano quasi asciutti e lui si era
messo qualcosa per la notte qualcuno bussò alla sua porta,
imprecò a denti stretti non avendo voglia di vedere nessuno
così provò a fingere di star dormendo ma il
bussare non
si placava affatto.
<< Avanti cazzo! >>
Si aprì uno spiraglio e Olu entrò titubante
giustamente
spaventato e in allerta, non si poteva mai sapere con Edward
soprattutto se aveva bevuto o se aveva semplicemente avuto una brutta
giornata, ma quello che aveva da dire non poteva aspettare e gli altri
avevano deciso in unanimità che lui era il più
indicato
per parlare con quel matto che perdeva la testa anche se solo gli
portavi il cibo sbagliato.
<< Che cazzo vuoi? Ti sembra l'ora per venire a fare una
visitina? >>
Olu titubò un po' poi prese coraggio.
<< Mi dispiace capitano ma abbiamo un problema urgente,
riguarda
Stede >> con quella semplice frase riuscì ad
ottenere la
sua attenzione ma purtroppo l'interesse scemò in fretta.
<< Allora non mi interessa potete risolverlo da soli
>>
disse spostando lo sguardo verso il basso e serrando la mascella, Olu
però non si spostò dalla sua posizione.
<< Edward so che le cose tra voi...- >>
Barbanera gli si
avvicinò come una furia costringendolo ad indietreggiare, lo
studiò con occhi che sprizzavano scintille di rabbia poi lo
prese per la maglia tirandolo verso di sé, ne aveva
già
abbastanza di tutti loro.
<< Allora non mi hai sentito, ho detto che...-
>>
<< Rischia la vita >> disse solo Olu ed
Edward allentò la presa.
<< Che significa? >> domandò
severo.
<< Quando lo abbiamo portato dentro gli abbiamo messo dei
vestiti
asciutti addosso ma non è servito, sta tremando da parecchio
ormai e temiamo abbia la febbre. >>
<< Quel vostro cuoco non è anche un medico?
>> chiese sollevando appena le sopracciglia.
<< Sì più o meno ma il punto
è che gli servirebbe solo un posto caldo dove stare.
>>
Edward si scostò da lui allontanandosi lentamente, non lo
guardava più perché stava riflettendo.
<< E quindi cosa vuoi da me? >>
Olu aprì e chiuse le braccia sperando di fare breccia in
quel lato di lui che forse non era ancora morto del tutto.
<< Se potessimo portarlo qui e farlo scaldare vicino al
fuoco
probabilmente entro questa notte starebbe già meglio.
>>
<< Non se ne parla >> rispose Barbanera
continuando a fissare il pavimento.
<< Per favore...ci hai fatti tornare a bordo solo per
vederci
morire uno a uno? E prima lo hai salvato dandoti tutta quella pena per
poi rischiare di farlo uccidere da un raffreddore? >> Olu
sapeva
di star rischiando grosso, prendersi troppe libertà costava
caro
ma lui era determinato a farlo ragionare, Edward gli si
avvicinò
di nuovo pensando sarebbe fuggito sotto il suo sguardo feroce ma non
accadde.
<< Sai cosa accade a chi mi parla così?
>>
<< Lo so >> deglutì
<< ma Stede ha bisogno di
aiuto e io voglio fare il possibile per darglielo. >>
Edward a quel punto non sapeva più come ribattere o meglio
non
ne aveva forza e voglia, in fondo quel ragazzo aveva ragione non lo
aveva salvato per vederlo morire in modo così sciocco, ma
averlo
lì nella sua camera di nuovo cosa avrebbe significato, cosa
avrebbe riportato a galla? Niente si rispose, lui era il Kraken e quel
mostro non ha sentimenti, aveva qualcosa da dimostrare e per quello gli
serviva che Stede fosse vivo.
<< Portatelo qui >> disse andandosi a
rannicchiare poi sul letto.
<< Grazie >> Olu sorrise e uscì
svelto dalla stanza.
Poco dopo un gruppo di ragazzi vagamente disordinati entrarono
discutendo tra loro su come era meglio tenere il corpo dell loro
capitano per non fargli male, la discussione finì una volta
che
incontrarono lo sguardo cupo di Barbanera << sicuro che
gli stia
bene? >> domandò Lucius a Olu che
annuì,
sistemarono Stede vicino al fuoco usando come giaciglio coperte e
qualche straccio.
<< Ok così dovrebbe andare. >>
Olu si avvicinò a Barbanera tenendosi le mani nelle tasche
posteriori dei pantaloni << Edward... >>
voleva
ringraziarlo di nuovo e magari così i rapporti tra loro
sarebbero migliorati e sulla nave si sarebbe potuto respirare di nuovo
ma ovviamente lui non glielo permise.
<< Fuori >> ordinò e Lucius,
Pete, lo Svedese obbedirono senza farselo ripetere.
<< Anche tu >> disse guardando Olu negli
occhi che
però titubava << non vuoi che resti per
>> ma lo
sguardo trafiggente di Edward lo convinse che era meglio fare come
diceva prima di scatenare la sua ira e rischiare di far buttare fuori
anche Stede, così dopo aver buttato un'occhiata al suo
capitano
dormiente uscì svelto dalla porta.
<< Pensi che rimarrà lì tutta la
notte a fissarlo? >> bisbigliò Lucius.
<< Non lo so tesoro, forse >> rispose Pete.
<< E' inquietante. >>
<< Vi sento idioti! >> urlò
Edward da dietro alla
porta tirandole contro uno stivale, tutti quanti fuggirono via alla
svelta lasciandolo finalmente completamente solo, o quasi
perché
c'era Stede con lui anche se completamente inconsapevole di dove si
trovasse, era strano trovarsi nella stessa cabina dopo tanto tempo,
avevano condiviso un mucchio di cose lì dentro parecchie
delle
quali belle e felici, ricordava i sorrisi, i brindisi e le risate,
guardava quell'uomo dormiente da lontano come se temesse che
avvicinandosi troppo avrebbe potuto scottarsi.
Sembrava così innocuo visto in quelle condizioni e invece
era
stato capace di strappargli il cuore dal petto, gli aveva fatto
più male lui con la sua gentilezza che tutti gli uomini che
lo
avevano ferito con la spada, Edward aveva imparato che le cicatrici sul
cuore
facevano molto più male di quelle che aveva sul corpo, i
suoi
cupi pensieri vennero interrotti dalla voce di Stede, stava mugolando
qualcosa mentre si agitava nel sonno.
<< Ed...mi dispiace Edward. >>
<< Perdonami. >>
Barbanera venne colpito da quelle frasi ma si rifiutava di ascoltarle,
scosse la testa tappandosi le orecchie e stringendo gli occhi, non
poteva permettersi di cedere di nuovo, stava solo sognando e le sue non
erano vere scuse, se ne sarebbe andato di nuovo lasciandolo solo e lui
stava solo aspettando il momento che accadesse.
<< Zitto Bonnet tieniti le tue patetiche scuse per te
>>
disse sorseggiando le ultime gocce d'alcol che gli erano rimaste nella
fiaschetta poi si girò e tentò di dormire.
L'indomani Izzy andò come tutti i giorni a svegliare il suo
capitano trovandolo però già in piedi, i suoi
occhi
vennero attirati dalla figura di Bonnet che sonnecchiava beato sul
pavimento, lo sguardo del primo ufficiale si spostò
terrorizzato
sulla figura del suo capitano, non poteva essere successo
ciò
che credeva.
<< Edward che ci fa questo coglione qui? >>
<< Niente Izzy non fa proprio niente >>
rispose uscendo
dalla camera con Izzy al seguito che continuò a riempirlo di
domande lungo il tragitto.
<< Se ti dico che non devi preoccuparti fallo e basta.
>>
<< E' solo che sono preoccupato, non voglio succeda come
l'ultima volta >> disse Izzy guardandolo serio.
<< Per caso ti sembro uno stupido Izzy, avanti dillo
>> in quel momento passò Lucius, loro si
zittirono sperando
se ne andasse senza dire una parola ma lui rimase li impalato.
<< Dovrei solo...ecco passare...il corridoio è
stretto
>> disse il ragazzo con la voce che gli tremava
leggermente, loro due si spostarono e lui passò in tutta
fretta
dicendo << voglio che sappiate che non ho sentito niente
>>
poi corse via, Izzy sbuffò alzando gli occhi al cielo.
<< Allora dimmi perché dobbiamo tenerli sulla
nave, se non
vuoi ucciderli abbandoniamoli da qualche parte, lasciamoli in un porto
o dove ti pare, non ha senso continuare tutto questo >> Edward sollevò un dito
<< ti ho
già spiegato che se ne andranno loro, voglio solo divertirmi
un
po' nel mentre e dimostrare a Ste...a Bonnet che ho ragione sul suo
conto. >>
<< Cioè? >> domandò
Izzy.
<< Che è un bugiardo. >>
Izzy sospirò.
<< Mi è concesso divertirmi un po' o no? Sono
Barbanera
cazzo, io devo divertirmi e ti pregherei di non affrontare
più
questo discorso e di non prendere iniziative, sai quello che
è
successo l'ultima volta vero? >> indicò con lo
sguardo il
piede mutilato del primo ufficiale.
<< Sì...capo >> rispose Izzy
levandosi ti torno.
Quando Stede aprì gli occhi trovò accanto a
sé
Olu, si guardò intorno stropicciandosi gli occhi ricordando
vagamente che cosa era successo il giorno prima, si sentiva debole ma
forse aveva solo bisogno di mangiare qualcosa e rilassarsi, quando
riuscì a mettere a fuoco la figura del suo compagno di
avventure
lo guardò confuso.
<< Dove mi trovo? >> sentiva la bocca molto
secca.
<< Sei nella cabina di Edward, che è anche la
tua in
effetti ma...comunque ieri tremavi e avevi la febbre così
abbiamo chiesto a lui il permesso di metterti vicino al fuoco.
>>
<< E lui ve lo ha concesso... >> le sue
labbra si aprirono in un sorriso di stupore.
<< Sì ma capo non illuderti troppo,
è stato difficile convincerlo. >>
L'espressione di Stede mutò di nuovo diventando
più triste.
<< Già immagino...però è
un passo avanti
vero? >> chiese speranzoso e Olu proprio non se la
sentiva di
farlo stare male così annuì rispondendo
affermativamente
e il pirata gentiluomo ritrovò un po' del suo buon umore,
anche
loro due si diressero in cucina dove trovarono alcuni membri della
ciurma intenti a mangiare.
<< Voi pensate voglia ucciderci? >>
<< Se avesse voluto farlo perché avrebbe
salvato me e Stede? >> disse Roach.
<< Spero non abbia intenzione di abbandonarci ancora,
credete che
il talent show si possa ancora fare? >>
domandò lo Svedese.
<< Ah ma sta zitto. >>
Stede si schiarì la voce e Olu si andò ad
accomodare accanto a Jim.
<< Ragazzi voglio tranquillizzarvi su questo punto,
nessuno
morirà, Edward e io abbiamo fatto un patto al massimo se non
mi
vorrà più è me che ucciderà
ma voi sarete
liberi di andarvene. >>
<< Come facciamo a fidarci di nuovo? >>
domandò Pete attirando il consenso degli altri.
<< Io mi fido di lui Pete, se c'è qualcuno che
ha
sbagliato qui sono io, è vero lui non doveva fare
ciò che
vi ha fatto ma era molto arrabbiato per colpa mia, quindi se dovete
avercela con qualcuno quello sono io >> spiegò
Stede, in
quel momento stava passando Edward che si nascose dietro la porta ad
ascoltare, stava parlando bene di lui prendendosi tutta la colpa,
questa consapevolezza gli fece bruciare forte gli occhi, se li
asciugò entrando in cucina, quando lo videro gli altri
rimasero
in silenzio affrettandosi ad alzarsi, solo Stede rimase in cucina.
<< Ed...volevo ringraziarti per...- >>
<< Zitto Bonnet, non voglio sentire una parola uscire da
quella
tua bocca bugiarda, e ti ho già detto che sono Barbanera per
te.
>>
<< D'accordo! Allora Barbanera posso avere la tua
attenzione? >>
<< No >> rispose pizzicando una mollica di
pane e
mettendosela in bocca, stava per uscire ma Stede si mise davanti a lui.
<< Senti io ho accettato le tue condizioni, hai detto che
potevo
rimanere se fossi rimasto solo tu al comando, non dovevo intervenire
per alcun motivo e non mettere becco sui tuoi metodi e non l'ho fatto,
quello che ti chiedo è di ascoltare quello che...-
>>
Edward si pulì le mani dalle briciole e lo fissò
come se
fosse la centesima volta che doveva ripetergli quel discorso.
<< L'ho già fatto, ti ho ascoltato
è per questo che
sei qui, non credo a una parola di ciò che mi hai detto, so
che
te ne andrai di nuovo alla prima occasione e te lo
dimostrerò,
per questo tengo te e i tuoi giocattoli sulla mia nave. >>
<< Era la mia nave Edward! >>
Barbanera ridacchiò.
<< Che vuoi fare riprendertela? >>
Stede ci pensò su, stava per negare quando gli venne
un'idea, una folle e pazza ma che poteva funzionare.
<< Sì. Ti sfido a duello Barbanera, se vinco
io
tornerò ad essere tuo co-capitano e tu dovrai ascoltare
quello
che ho da dirti, se vinci tu mi ucciderai >> disse
deglutendo
senza spostare lo sguardo, Edward ovviamente era spiazzato, sapeva che
quell'ometto era pazzo ma non fino a quel punto, con Izzy era stata
fortuna mischiata a un pizzico di strategia ma non avrebbe mai potuto
vincere contro di lui.
<< Ci tieni tanto a morire? >>
Il pirata gentiluomo si umettò le labbra spostando lo
sguardo verso il basso e poi di nuovo su di lui.
<< Non ha senso continuare a vivere senza di te, se tu mi
odi
così tanto allora accetta la mia sfida e ti libererai di me,
l'unico per cui voglio combattere sei tu Edward e non ho paura di
mettere la mia vita in palio. >>
<< Non mi batterò con te Bonnet
>> disse superandolo.
<< Codardo >> rispose Stede tremando
appena, Edward si fermò di colpo.
<< Cosa hai detto? >>
<< Ho detto che sei un codardo >>
ripeté stringendo
i pugni, Barbanera fece qualche passo indietro fermandosi proprio
dietro alla schiena di Stede.
<< Tu vieni a dire a me che sono un codardo.
>>
<< Sarò anche scappato ma ora tu stai facendo
la stessa
cosa, dimostra che sei meglio di me Edward Teach >> non
ebbe il
coraggio di voltarsi perché gli occhi scuri e profondi
dell'uomo
che aveva capito di amare gli avrebbero sicuramente fatto perdere tutta
la determinazione.
<< Accetto la sfida, se proprio ci tieni a fare una
brutta fine.
Ma non dire che non ti avevo avvisato e...non sarò gentile
per
niente >> disse Edward, in quel momento arrivò
Izzy che
vedendo quella strana situazione capì che c'era qualcosa
sotto.
<< Che cosa succede? >> domandò
al suo capitano.
<< Izzy voglio che lucidi e affili la mia spada, questo
pomeriggio ci sarà un incontro. >>
Il primo ufficiale lo guardò confuso << un
incontro tra
chi? >> ma Edward si allontanò senza
rispondere, Stede
guardava verso il basso ancora voltato di spalle con gli occhi lucidi,
Izzy guardò lui e si chiese se fosse lui l'uomo contro cui
il
suo capo voleva combattere, possibile? Sorrise all'idea e si
affrettò a fare ciò che gli aveva ordinato.
Tutti presto seppero dell'incontro e ovviamente diedero del pazzo a
Stede, alcuni gli consigliarono di ritirarsi ma lui non rispondeva, era
determinato a portare avanti il suo scopo, il primo ufficiale
consegnò con orgoglio la spada che aveva tirato a lucido a
Edward, gli batté una mano sulla spalla <<
è ovvio
che vincerai Edward >> disse con gli occhi che gli
brillavano,
aveva aspettato quel giorno per mesi e finalmente era arrivato.
Barbanera uscì sul ponte scuro in volto, erano
già tutti
lì con Stede al centro che lo stava aspettando, si
guardarono
per un istante e i loro occhi si scambiarono parole che a voce ancora
non sarebbero risusciti a dirsi, Edward si impose di vedere nell'uomo
davanti a lui solo un avversario e non l'uomo che aveva amato e che
segretamente amava ancora, Stede era insicuro ma determinato, strinse
l'elsa della sua spada e diedero il via al combattimento.
Le spade si incrociavano tintinnando l'una contro l'altra,
strusciavano, si allontanavano e poi di nuovo erano unite in uno
scontro di forza, da un lato il pirata gentiluomo che cercava di fare
forza e dall'altro il terrore dei mari che ne sapeva molto
più
di lui, ci stava andando piano giusto per il gusto di fargli credere di
potercela fare ma doveva ammettere che era migliorato, la sua tecnica
era più specifica rispetto all'ultima volta che si erano
allenati insieme.
Gli uomini tifavano con titubanza perché non sapevano quale
dei
due era meglio scegliere, temevano di finire nei guai con Barbanera se
avesse vinto ma Stede era il loro capitano, li aveva salvati e si stava
battendo con coraggio perciò decisero di essere loro stessi
uomini valorosi e cominciarono a incitare il biondo pirata.
Poi Edward iniziò a fare sul serio sferrando colpi sempre
più veloci e precisi, malgrado Stede riuscisse a pararli ne
arrivavano sempre altri e alla fine uno di questi lo colpì
sul
braccio tagliandogli il tessuto della camicia e anche la pelle, gemette
guardandosi il taglio, tutti gli altri erano rimasti in silenzio,
Barbanera però non si fece impietosire e
ricominciò ad
attaccare, il pirata gentiluomo riuscì a spostarsi e
spingere
l'altro uomo contro un barile ma lui si voltò di fretta, in
un
attimo lo raggiunse alzando la spada, sferrò il colpo con
forza
brutale ma Stede lo bloccò, sorrise soddisfatto e tirando un
respiro di sollievo quando Edward allungò una gamba
facendogli
lo sgambetto, il biondo pirata cadde a terra sbattendo la testa, la
spada gli cadde di mano e lui riuscì a vedere solo la figura
di
Edward che si inginocchiava sopra di lui.
<< Hai perso Bonnet >> disse con voce
profonda sollevandolo
per la camicia, lasciò la spada e tirò fuori il
pugnale,
voleva colpirlo dritto al cuore lì dove lui mesi prima era
stato
colpito, voleva vedere quella camicia bianca riempirsi di sangue
proprio nel punto dove quell'organo era situato, Stede non vedeva bene,
la testa gli girava e gli faceva male per il colpo, era sudato anzi
entrambi lo erano, sorrise comunque sollevando una mano per andare a
sfiorare quel viso colorato di nero.
<< Sarà un onore morire per mano tua.
>>
<< Avanti Edward che aspetti finiscilo! >>
urlò Izzy
guadagnandosi un'occhiataccia da tutti, vedendo che Edward non faceva
alcuna mossa alcuni di loro iniziarono ad incitare il loro capitano,
<< forza capo puoi farcela spingilo via! >>
ma Stede non
mosse un muscolo, ansimava per la fatica guardando fisso Barbanera che
strinse più forte il pugnale tra le dita,
lo puntò contro quel petto caldo e vivo, la sua faccia si
contorceva per la frustrazione, voleva farlo, doveva farlo, doveva
uccidere e togliere la vita a Stede Bonnet, ci fu un istante in cui i
loro occhi si incontrarono e in quelli nocciola del pirata gentiluomo
Edward non vi lesse nulla di quello che avrebbe dovuto esserci, non
c'era paura, terrore o accusa, erano solo quegli occhi belli e buoni
che mai lo avevano guardato come se fosse un mostro.
Digrignò i denti spingendo un poco la punta del pugnale ma
la
sua mano si rifiutò
di andare oltre, buttò via la lama con un ringhio feroce e
con
l'altra lasciò andare il lembo di camicia che stava tenendo
stretto, si alzò di scatto causando un indietreggiamento da
parte del resto della ciurma e a passo spedito si diresse verso
l'interno della nave, passò di fianco a Izzy che malgrado il
nervosismo ebbe la saggezza di non dire una parola e si
rifugiò
nella sua cabina.
Gli uomini che erano rimasti con il fiato sospeso fino a quel momento
poterono finalmente riprendere a respirare sollevati che il loro
capitano fosse uscito da quel duello sano e salvo, Ivan e Fang furono
gli unici che rimasero in silenzio ma dentro anche loro erano felici
della buona sorte che sembrava accompagnare sempre quello strano ometto.
<< Grazie per l'appoggio ragazzi >>
iniziò a dire
Stede << ma questa non è stata una vittoria.
>>
<< Ma come no? >>
<< Sì capo tu hai chiaramente vinto.
>>
<< Vi ringrazio davvero ma...- >>
continuò tentando
di placare gli animi anche con un gesto delle mani ma poi intervenne
Buttons che già era stato arbitro del primo duello con Izzy
<< capitano secondo le regole se qualcuno lascia lo
scontro prima
che sia finito determina la sua resa, perciò vince chi
rimane.
In questo caso tu hai vinto. >>
Sul volto di Stede nacque un lieve sorriso << davvero
queste sono
le regole? >> domandò apparendo quasi
incredulo e tutti
risposero affermativamente.
<< E pensate che Edward lo sappia? >>
<< Sì! >> risposero in coro.
<< E quindi significa che... >> sorrise
<< posso parlare con lui. >>
<< Sì capo ce l'hai fatta >>
dissero alcuni dandogli
affettuose pacche sulle spalle ma il sollievo sul volto di Stede
durò ben poco, << però non
è giusto, non mi
sembra di aver vinto lealmente >> e tutti ovviamente
sbuffarono.
<< Ascolta capo ti sei battuto rispettando le regole, non
sei tu
quello che se ne è andato >> provò
a spiegargli Olu.
<< Sì ma io...non l'ho scansato quando potevo,
è come se mi fossi arreso anche io. >>
<< Ma non te ne sei andato >> disse Pete.
Stede non sembrava ancora convinto così intervenne Lucius
esasperato da tutta quella situazione, da quei battibecchi che
rischiavano ogni giorno di farli morire contro qualche scoglio o per
mano di qualche idiota, e lui aveva già avuto il suo bel da
fare
una volta e gli era bastato << ascolta Stede hai voluto
batterti
con lui e ha accettato, stava per vincere ma ha deciso di non infierire
il che significa che tu hai vinto regolarmente, quindi ora muovi quel
culo e dimostra di non essere un codardo per una buona volta.
Probabilmente adesso e lì dentro che piange o si dispera per
te
o per essere stato inadatto, e forse questo potrebbe comportare
un'altra crisi nella quale uno di noi potrebbe finirci di mezzo, quindi
se non vuoi farlo per te o per lui fallo almeno per noi!
>>
Il capitano e tutti gli altri avevano ascoltato quel discorso detto
tutto d'un fiato a bocca aperta e senza emettere alcun suono, non
avevano mai visto Lucius così determinato e rimasero davvero
sorpresi, Pete gli lanciò uno sguardo d'apprezzamento e gli
strinse un braccio intorno alla vita, Stede lo guardò e
rispose
<< hai assolutamente ragione Lucius, devo tirare fuori il
coraggio. >>
<< E le palle >> suggerì Jim.
<< Sì anche quelle >> rispose
Stede tra le risate
generali e poi si allontanò lasciandoli soli, Pete
baciò
Lucius sulle labbra e disse << sei stato molto bravo
>>, il
ragazzo ammiccò e rispose << lo so.
>>
Nella cabina di Edward intanto c'erano già state delle
vittime,
l'unica sedia presente era stata rovesciata malamente, le carte sporche
d'inchiostro e carbone erano state spazzate a terra in un moto di
rabbia
e ora giacevano spiegazzate in un angolo del pavimento sembrando anche
più vecchie e logore di quanto non fossero, Izzy che era
stato
cacciato via in malo modo ma questo non fu un dramma per lui anche
perché non sapeva bene che cosa era andato a fare, parlargli
dell'incontro o del perché non avesse ucciso quel maledetto
Bonnet sapeva bene che sarebbe stato contro producente e
così se
ne era andato senza ribattere, anche se dentro di sé covava
una
rabbia sia verso quel damerino, sia verso il suo capitano che era
sicuro prima o poi sarebbe esplosa.
Il giovane pirata dai capelli color dell'oro aveva camminato per una
buona mezzora avanti e indietro in una delle sale dedicata al
divertimento della Revenge, aveva provato almeno quindici o venti volte
il discorso da fare a Edward visto che quello che gli aveva fatto la
prima volta non aveva funzionato, o forse un pochino sì
visto
che lui e la sua ciurma si trovavano sulla nave, anche se quello che
era stato il suo co-capitano diceva di averlo accettato a bordo solo
per dimostrare che di lui non ci si poteva fidare, che era un codardo
che non manteneva le promesse e che presto se ne sarebbe andato.
Dopo l'ennesimo sospiro strinse forte i pugni e disse <<
coraggio
Stede puoi farcela, è solo Edward, non ti farà
del male
>> deglutì << forse >> drizzò le
spalle e si decise finalmente a muovere i primi passi con il cuore che
batteva forte rimbombando nella cassa toracica, in un attimo era
davanti alla porta, quella porta che aveva varcato centinaia di volte e
che ora gli faceva così paura, allungò una mano
chiusa a pugno per bussare ma senti un forte rumore all'interno
così la
ritirò << forse dovrei aspettare
>> si disse, ma in
quel momento passò Lucius che vedendo la scena disse
<<
non se ne parla >> bussò alla porta al posto
di Stede,
l'aprì e ce lo spinse dentro chiudendola e andandosene
frettolosamente.
<< Chi cazzo ti ha dato il permesso di entrare?
>> ringhiò Barbanera guardandolo storto.
Stede guardò lui, poi la porta e di nuovo lui
<<
ehm...tecnicamente questa è anche la mia cabina
>> disse
riprendendo un briciolo di autocontrollo.
<< Non più Bonnet >> rispose
Edward facendo
frusciare il collo rotto di una bottiglia che teneva in mano,
lo sguardo del pirata gentiluomo cadde su quel pezzo di vetro e
iniziò a sudare freddo, poi però il motivo per
cui era
lì gli tornò in mente e così prendendo
l'ennesimo
respiro si ricompose.
<< Avevi detto che se io avessi vinto il duello mi
avresti ascoltato...e saremmo tornati a essere co-capitani.
>>
Edward lo degnò solo di una risata sprezzante dimostrando
che non lo stava affatto prendendo sul serio.
<< Tu non hai vinto cazzo. >>
<< Mi hanno spiegato le regole, ti sei arreso...-
>>
<< Io non >> gli si avvicinò di
scatto prendendolo
per il colletto della camicia e gli ringhiò sul volto
<<
mi sono arreso. >>
<< D'accordo ma non hai finito, te ne sei andato prima di
scagliare l'ultimo colpo. >>
<< Hai fatto male a fidarti delle promesse di un pirata
>>
ghignò tentando di sembrare malvagio ma Stede era
impassibile,
vedeva oltre sotto quell'armatura di ghiaccio, dietro quello sguardo
macchiato ancora di nero e quell'espressione arrabbiata lui vedeva solo
la ferita di Edward.
<< Promessa o no ora siamo tornati a collaborare, hai
detto che
stai aspettando che me ne vada di nuovo, non ti costa niente aspettare
prendendo con me le decisioni. >>
Barbanera era incredibilmente sorpreso del sangue freddo che stava
dimostrando quell'uomo, ma non doveva esserlo, si era da subito
dimostrato uno in gamba, forse un po' folle e sconsiderato ma comunque
una volta mostratogli la via lui era capace di prenderla senza
più avere bisogno di aiuto e soprattutto non aveva mai avuto
paura di lui quindi non poteva aspettarsi che ne avesse adesso.
<< Va bene ma non condivideremo l'alloggio
>> disse
corrugando le sopracciglia ma Stede scosse la testa, <<
invece
sì, un capitano ha bisogno delle sue comodità per
governare al
meglio la propria nave, ma tranquillo il letto è tuo, io mi
accontento volentieri di quel mucchio di coperte. >>
Edward rise di nuovo << governare Stede? Ti limiti a
lasciare che
le cose accadano, lasci che gli altri facciano quello che sanno fare e
tu segui la corrente, e questo non è governare una nave.
>>
Sul volto del pirata biondo si aprì un sorriso pieno di
stupore,
la sua mente era ferma sul modo in cui Edward lo aveva chiamato, che
fosse stato per errore o di proposito non gli importava per lui era
comunque un passo avanti.
<< Hai ragione io mi sono imbarcato in questa avventura
senza
saperne niente, la maggior parte delle cose che so le ho imparate
grazie a te, ho capito di aver commesso un...più di un
errore ma
adesso voglio davvero, con tutto il mio cuore imparare ad essere un
vero pirata, voglio fare le cose fatte bene e...- >>
<< Allora dovresti iniziare come hanno fatto tutti, hai
potuto
essere un capitano solo perché avevi i soldi per farlo,
senza
soldi probabilmente saresti già morto >> disse
Edward
sentendo quelle parole uscire velenose dalla sua bocca, era come se con
ogni frase volesse provare a ferirlo, punzecchiarlo dove faceva
più male.
Stede rimase qualche secondo in silenzio, considerò
ciò
che gli aveva appena detto e in effetti non aveva tutti i torti, Edward
stesso aveva dovuto affrontare chissà quali pene prima di
diventare capitano, << se questo serve a farti fidare di
me
io...- >>
<< Io non mi fiderò mai più di te
cazzo! Nemmeno se
ti metti a supplicarmi in ginocchio o lustri la nave da
cima a fondo io potrei fidarmi di te. >>
Gli occhi di Stede si riempirono di lacrime << quindi hai
già deciso per noi due. >>
Edward avanzò di un passò e rafforzò
la frase che
stava per dire con un gesto delle mani << non
è esiste
più un noi due, se mai è esistito ha smesso di
farlo
quando tu te ne sei andato lasciandomi come un cazzo di idiota ad
aspettarti per tutta la notte! Ti rendi conto di come mi sono sentito?
Un fottuto coglione che non si è dato per vinto fino
all'alba,
Stede io ti ho aspetta fino alla mattina e tu non sei venuto...
>> anche i suoi occhi scuri si erano riempiti di
tristezza
liquida, abbassò e alzò lo sguardo sperando che
quelle
lacrime non lo umiliassero scendendo proprio in quel momento.
<< Mi spezza il cuore vederti così Ed, sapere
di averti
fatto così male non mi fa dormire la notte, faccio sempre
gli
stessi incubi e il periodo che sono stato lontano da te è
stato
il peggiore della mia vita. Lo sai che ho persino cenato con te mentre
ero a casa da solo? Ho finto che...che quella stupida arancia che
avevamo trovato fossi tu >> sorrise a quel ricordo mentre
una
gocciolina solcava la sua guancia meno rasata del solito, se
l'asciugò con un delicato gesto della mano, Edward aveva
spalancato per un attimo gli occhi a sentire quel racconto, sembrava
una scena così tenera e malinconica da immaginare, ma poteva
anche essere una menzogna raccontata sul momento per convincerlo per
questo si sforzò di ricomporsi, non voleva fare l'errore di
mostrarsi troppo vulnerabile.
Poi qualcosa gli balenò nella mente, si raccontò
che lo
faceva per togliergli qualcosa a cui teneva e per fargli capire quanto
male avesse provato lui quando ciò che amava lo aveva
lasciato,
ma in realtà nel suo cuore vigeva una speranza, se Stede
raccontava il vero allora non avrebbe avuto problemi a fare
ciò
che stava per chiedergli.
<< Dalla a me >> disse serio attirando
l'attenzione del pirata.
<< Che cosa? >> domandò con un
velo di confusione Stede.
<< L'arancia dalla a me e non fare domande.
>>
Stede deglutì, teneva molto a quell'oggetto, già
da
subito si era affezionato ma il suo valore era maturato con il tempo e
con gli avvenimenti, non era più solo un tesoro ricordo di
una
bella giornata passata con Edward, era l'ancora che lo aveva tenuto
attaccato alla sua nuova famiglia quando era lontano ricordandogli che
quello che aveva vissuto non era stato solo un sogno, poi una volta
divisa rappresentava ciò che aveva lasciato una volta capito
chi
amava davvero e quello che desiderava.
Però qualcosa gli diceva che dietro quella strana richiesta
non
c'era solo la volontà di privarlo di qualcosa a cui teneva
ma
c'era dell'altro, e non poteva permettersi di sbagliare un'altra volta
con lui, aveva già tradito la sua fiducia e se quel gesto
rappresentava la sua seconda possibilità allora non poteva
sprecarla, si mise una mano in tasca e la tirò fuori, se la
rigirò tra le dita sotto lo sguardo attento di Edward e poi
si
avvicinò a lui mostrandogliela.
<< E' divisa in due perché prima di partire
per cercarti
mia figlia ha voluto tenerne metà, così io mi
sarei
ricordato di lei e lei di me. Spero ti basti comunque. >>
Edward la prese attento a non sfiorare la pelle dell'altro, sarebbe
stato un errore fatale che gli sarebbe costato un giorno intero di
nostalgia e disperazione, non commentò nemmeno quel racconto
che
gli aveva colpito in modo particolare il cuore, una parte di lui
avrebbe voluto sapere di più del viaggio di Stede, del suo
ritorno a casa, di cosa avesse provato, lui aveva tentato di
raccontarglielo ma non era stato a sentirlo più di tanto
credendo fossero tutte menzogne.
<< L'unica cosa...prenditi cura di lei, se puoi ecco ti
chiedo
solo questo >> espresse quella richiesta con un tono di
voce
così basso e dolce da sembrare fragile, Edward non rispose
nemmeno a quello fingendo non lo avesse toccato, strinse solo quel
pezzo di pietra tra le dita e poi diede le spalle a Stede,
<<
d'accordo io...me ne vado >> disse lui e quando
uscì a
passo lento dalla porta fece un respiro profondo, non sapeva come dover
considerare quello che era successo ma forse, una piccola speranza
l'aveva ancora.
All'interno della cabina Edward camminò strisciando i piedi
verso il letto, si mise seduto e poi si appallottolò in
posizione fetale tenendo stretto tra le dita quel pezzo di pietra, se
lo avvicinò al viso sfiorandolo con il naso poi
successivamente con le labbra, chiuse gli occhi stringendo forte quella
roccia e pianse sentendo il cuore frantumarsi in tanti piccoli
pezzettini, aveva un pezzo di Stede ora ma non aveva lui, malgrado
fosse lì lo sentiva lontano, lo teneva lontano e questo gli
faceva così male da non farlo respirare.
Stede era ancora fuori dalla porta e lo sentì piangere ma
non ebbe il coraggio di entrare, pensava non fosse giusto interrompere
quel momento così delicato e personale, lo aveva
già fatto ma a quel tempo erano amici, se si azzardasse a
farlo ora riceverebbe solo male parole, così
appoggiò solamente la fronte contro in legno della porta,
chiuse gli occhi, con una mano ne accarezzò le lievi insenature
e ripeté più volte a bassa voce <<
mi dispiace Edward...mi dispiace >> mentre una lacrima
gli scendeva lungo la guancia.
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Capitolo 2 *** Seta preziosa ***
Seta preziosa
Dal giorno del duello le cose tra loro erano cambiate
più a livello etereo che materiale, Stede aiutava la sua
ciurma
con le faccende della nave, lo faceva non solo per
dimostrare a Edward che parlava sul serio ma anche perché pensava
fosse giusto e onesto nei confronti di tutti comportarsi
così.
Aveva deciso
inoltre di non dormire nella stessa cabina come gli aveva imposto
quando si erano confrontati perché aveva
capito di averlo fatto soffrire abbastanza e che la sua presenza
avrebbe solo peggiorato la situazione in cui si trovava.
Barbanera secondo quello che gli aveva raccontato Lucius e poi averlo
visto con i suoi occhi aveva preso molto male
il suo abbandono e aveva sofferto, tutt'ora soffriva ma nonostante il
cuore spezzato aveva deciso di riprenderlo con
sé e chissà quanto doveva fargli male la sua sola
presenza.
Per cui come poteva dopo avergli inflitto quel colpo basso
aggiungere dolore andando a stuzzicare la ferita aveva pensato
che dormire nel medesimo posto li avrebbe aiutati ad aprirsi, parlare,
avrebbe aiutato lui a far capire il suo gesto e
l'altro a perdonarlo o almeno comprendere i motivi della sua decisione,
ma sarebbe stato solo ingiusto nei suoi
confronti.
Stede in quei giorni si era dato molto da fare, aveva smesso
di cercare a tutti i costi un dialogo con lui, non che si fosse
arreso ma parlando anche con gli altri gli avevano fatto capire che
forse lasciandogli un po' di spazio e tempo si
sarebbe avvicinato di sua spontanea volontà, inoltre era
molto più
saggio non provocarlo o farlo arrabbiare, questo
gli avrebbe garantito di rimanere sulla nave senza il rischio di venire
cacciato.
Ovviamente se Edward per esasperazione fosse giunto a quella decisione
se ne sarebbe pentito ogni giorno e il suo umore
sarebbe drasticamente peggiorato, come se già non fosse
abbastanza instabile e fuori da ogni controllo.
Stede si limitava a chiedergli se voleva consigli sulla prossima mossa,
o semplicemente su dove andare, lo faceva solo
quando lo vedeva di buon umore e in quei giorni sembrava essersi almeno
calmato e non sprizzava odio da ogni poro.
Sembrava che sulla nave fosse scesa una sorta di calma dopo la tempesta
o prima chi poteva saperlo Barbanera se ne
andava in giro sempre agghindato come un piccolo procione sofferente,
quella faccia pitturata di nero che secondo lui
serviva a incutere timore in realtà faceva pensare a tutti
quelli che lo incontravano che avesse avuto un
crollo nervoso o una crisi di mezza età precoce.
Sulla nave però la ciurma malgrado fosse stata abbandonata e
maltrattata capiva il suo stato d'animo, non lo giudicavano
per il modo in cui aveva deciso di difendere se stesso e non lo
prendevano in giro per quel trucco così esagerato.
Certo ne avevano ancora timore anche se Stede aveva loro assicurato che
non sarebbero stati toccati, però i loro cuori
induriti dal mare ma ancora buoni non erano immuni alle sofferenze di
un uomo che ormai era chiaro a tutti soffriva
per amore.
Il suo umore era sempre ballerino e altalenante, faceva meno scenate
preferendo rimanere chiuso nella sua stanza, c'erano
giorni in cui persino beveva meno del solito e questo aiutava
a mantenere una sorta di equilibrio precario ma
pur sempre ben accetto.
<< Edward... >>
<< Cazzo Bonnet proprio non ce la fai vero?
>>
<< A fare che? >> domandò
l'altro sollevando un sopracciglio.
<< Ti ho ripetuto un milione di volte che voglio mi
chiami capitano o Barbanera. >>
<<
Ordine che continui a ignorare >> disse
mettendosi le mani sui fianchi.
Questa recriminazione Stede non se l'aspettava, sperava che almeno
quello lo avesse superato ma evidentemente non
era così, ciò che Edward gli concedeva dipendeva
esclusivamente dal suo volere e questo era
direttamente collegato con il suo umore del giorno.
<< Scusa se non riesco a chiamarti diversamente dopo
settimane
intere in cui ti ho chiamato Ed >> si difese il pirata
grattandosi il viso incolto, la barba che si stava facendo crescere a
volte gli dava uno strano prurito.
<< Vedi di impegnarti allora >> lo
recriminò puntandogli un dito contro.
<< Non potresti chiudere un occhio almeno su questo?
>> gli domandò l'altro speranzoso.
<< Vuoi essere ascoltato o no? >>
Stede sospirò amaramente e rispose <<
sì. >>
<< E allora usa il nome giusto. >>
<< Va bene ma per un giorno a settimana potrò
chiamarti col tuo vero nome >> propose con gli occhi che
gli si accesero di una nuova luce.
<< Come se fosse una cazzo di festa della domenica? Tu
sei pazzo. >>
<< Sì esatto! E tu mi chiamerai col mio.
>>
<< Non se ne parla >> scosse negativamente
la testa Barbanera, non voleva cedere a ciò che gli
proponeva quell'uomo perché sapeva
che se avesse iniziato ad accontentarlo allora poi sarebbe ricaduto
nella sua rete e avrebbe finito per soffrire di
nuovo.
<< Avanti E...Capo, sto facendo tutto quello che mi
chiedi senza dire una parola, non cerco più di convincerti a
parlare con me, so cosa vuoi dimostrare e io
voglio fare il contrario ma se non mi lasci nemmeno provare come faccio?
>>
<< Puoi mandarmi via quando vuoi o uccidermi, sei tu
completamente al comando però non togliermi anche la possibilità
di provare a dimostrati qualcosa. >>
I suoi occhi erano così colmi di desidero, speranza e
supplica, colpirono il cuore di Edward che aveva in bocca quel no
che si rifiutava di uscire, non riusciva proprio a rifiutargli niente
quando era davanti a quello sguardo, strinse forte i
pugni spostando il viso di lato.
<< D'accordo Bonnet, ma il giorno lo decido io.
>>
Stede si illuminò di gioia e batté le mani
davanti a sé << fantastico, grazie!
>>
<< Allora cosa eri venuto a dirmi? >>
Il pirata gentiluomo cadde completamente dal pero, << oh
io...credo di essermelo dimenticato. >>
<< Bonnet >> ringhiò Edward
stringendo un pugno per
la frustrazione, possibile che riuscisse a farlo passare dalla calma
al nervosismo in così poco tempo?
<< E' solo che la nostra conversazio...- >>
<< TERRA! >> gridò Buttons.
<< Oh ecco cos'era e inoltre volevo chiederti se
potevamo...se potevi consentire ai ragazzi una giornata libera, se la
meritano con tutto il lavoro che hanno fatto, abbiamo delle provviste
da prendere e ho notato che ci sono alcuni
sacchi di polvere da sparo bucati, ce ne servono dei nuovi.
>>
<< E con quali cazzo di soldi potremmo prenderli?
>>
<< Siamo pirati, non dobbiamo per forza comprarli
>> gli
fece un occhiolino furbo che servì solo a far tintinnare
fastidiosamente il cuore di Barbanera.
<< Bonnet come pensi di rubare dei giganteschi e pesanti
sacchi? >>
<< Se mi lasci fare ho un piano. >>
<< Va bene ma per l'altra cosa la risposta è
no, io non concedo giorni liberi >> in
realtà non era vero ma si stava impuntando
solo perché
era stato lui a consigliarlo.
<< Sai anche tu che è importante creare un
clima sereno
sulla nave se non vuoi che ti leghino i piedi a un'ancora e ti
buttino in mare. >>
<< Con canzoni e parlarne insieme e stronzate simili come
facevi tu? >>
<< Non esattamente così se non vuoi, ma almeno
l'essenziale glielo devi >> disse determinato Stede.
<< Se non sbaglio hanno tentato di ammutinare anche te
con i tuoi mezzucci. >>
Il biondo ex capitano sospirò << hai ragione
ma è
stata solo un'incomprensione, non avevo ancora capito cosa desiderassero
da me i miei uomini. >>
<< Vuoi cadere sempre in piedi >> lo
accusò capriccioso Edward.
<< E tu sei testardo, se vuoi io continuo a lavorare ma
loro lasciali riposare, cosa ti costa? >>
<< Tu ti sacrificheresti per loro? >>
domandò stupito.
<< Farei questo e altro per quei ragazzi così
leali e comprensivi. >>
<< E va bene basta che ti levi dai piedi!
>> sbraitò
stufo di starlo a sentire, quando ci si metteva era impossibile ragionare
o averla vinta e infatti lo ringraziò con entusiasmo e corse
a dare la notizia alla ciurma, contro la propria
volontà un sorrisino gli nacque sulle labbra pitturate di
nero.
Accolsero tutti festosamente quella novità disperdendosi
subito in piccoli gruppetti per tutta l'isola, Pete e Lucius per
esempio decisero di meritarsi un pranzetto di coppia, erano riusciti a
racimolare qualche moneta dopo che Stede li
aveva trovati e potevano permettersi un discreto pasto.
<< Sono contento che il capo sia
tornato >> disse il più alto.
<< Barbanera? >>
<< No tesoro parlo di Stede, lo so che la rabbia di
Edward
è tutta colpa sua ma sta tentando di rimediare e grazie a lui
possiamo anche riposare. >>
<< Sì non hai tutti i torti, ma io ancora non
mi fido
totalmente... >>
<< Soprattutto dopo quello che è successo a te
>>
disse Pete, Lucius si intenerì e gli
sorrise dolcemente.
<< E' stato orrendo ma l'ho superato, adesso dobbiamo
fare in modo che le cose tornino come prima
>> spiegò sistemandosi la
giacchetta bordeaux e prendendo il suo fidanzato sottobraccio.
<< Pensi sia possibile? >>
<< Sì, con un piccolo aiuto >>
rispose Lucius con un sorrisetto furbo.
Intanto Stede passeggiava tranquillamente calpestando la terra
polverosa che si alzava in nuvole marroncine fluttuando
per pochi centimetri per poi ricadere, teneva le mani dietro la schiena
e un sorriso leggero spiccava sul suo volto, si
sentiva bene, certo con Edward aveva ancora molto da fare per ottenere
il suo perdono e la sua fiducia ma quello che
era successo quel giorno lo considerava un piccolo passo avanti.
Guardava tutte quelle bancarelle che lo circondavano, vendevano gli
oggetti più disparati, da perle a collane, frutta e
verdura, tessuti preziosi o di bassa qualità, insomma ogni
sorta
di cosa ti potesse venir in mente di volere lì c'era, le
persone si accalcavano, strillavano e litigavano per avere l'ultimo
pezzo, uomini e donne chiamavano a gran voce per
attirare l'attenzione sui loro prodotti, sembrava quasi che l'urlo
più alto indicasse una merce più preziosa.
I suoi occhi vennero attratti da un pezzo di seta rossa che spiccava
come una goccia di sangue tra gli altri tessuti bianchi
e beige da cui era circondata, si avvicinò colto da
un'improvvisa curiosità, lo prese tra le mani sentendone la
consistenza sulle dita, aveva già tenuto in mano un oggetto
simile, anche quello che stringeva ora sembrava vecchio
e spiegazzato ma sempre bello, si domandò se potesse essere
lo stesso.
Credeva fosse strano che Edward avesse deciso di separarsene, sembrava
tenerci molto e doveva essere il ricordo di
qualcuno a cui sicuramente aveva voluto bene, non aveva fatto in tempo
a chiedergli la storia di quel pezzo di stoffa
pregiata anche se avrebbe voluto saperne di più.
Dentro il suo cuore qualcosa urlava a gran voce che non si stava
sbagliando, che si trattava proprio di quel fazzoletto
che gli aveva messo in tasca la sera della festa, quando i loro corpi
erano stati attratti l'uno dall'altro, le loro
anime erano desiderose di avere di più ma qualcosa li aveva
fermati.
Forse il fatto che dovevano ancora conoscersi bene, che non erano
sicuri di quello che provavano e soprattutto se anche
l'altro provasse le stesse cose, quella notte si erano semplicemente
avvicinati creando un ponte dove a un certo
punto se fossero stati fortunati si sarebbero incontrati.
Anche se non sapeva il motivo per cui avesse voluto liberarsene decise
che doveva riprenderlo, qualcosa nel suo cuore
gli diceva che era importante così chiese al venditore
quanto costava, la cifra purtroppo era molto alta e le
sue tasche non erano più piene di quell'oro come una volta.
Certo avrebbe potuto tentare di rubarlo ma non voleva farlo con un
oggetto così prezioso che stava a cuore al suo
Edward, sentiva che avrebbe voluto ottenere quel bel pezzo di
seta donando una parte di se stesso.
Se avesse avuto i soldi quelli sarebbero stati sufficienti, il suo
scopo era far capire all'uomo che amava che era disposto
al sacrificio, che non voleva più le cose facili o
ignorare i problemi, il fatto di non voler rubare quell'oggetto
voleva essere un segno simbolico.
Non era più l'uomo che dopo essere fuggito lasciando una
misera lettera e portando con sé una parte del suo
patrimonio era tornato come se niente fosse, aveva capito che le sue
azioni avevano delle conseguenze ma non poteva
cavarsela solo rinunciando al suo denaro.
Doveva dimostrare con ogni azione possibile che le sue parole erano
sincere e che quando era partito con quella piccola
scialuppa non aveva intenzione di tornare facendo finta di niente come
con la sua famiglia, il suo scopo era dimostrare
di aver capito i suoi sbagli e lo avrebbe fatto.
<< Mi scusi buon uomo io vorrei comprare questo pezzo di
seta ma non ho soldi. >>
<< Non potrei guadagnarmelo diversamente? >>
Il padrone della bancarella lo guardò male, considerandolo
come un altro di quei poveracci che volevano fare i
ricchi senza sporcarsi le mani.
<< Senti ometto io non ho tempo da perdere con gentaglia
come voi, questa roba è preziosa e nelle tue sporche
mani sarebbe solo rovinata. >>
Stede rimase ferito da quelle parole, si rese conto di come potevano
sentirsi tutte quelle povere persone che ogni giorno
venivano trattate così, capì molto meglio la
reazione che ebbe Edward quando quell'uomo lo aveva chiamato
asino, chissà quante altre volte aveva dovuto sopportare
ingiurie del genere e forse anche in momenti in cui non si poteva
difendere.
Il magone gli strinse la gola a quel pensiero ma non poteva lasciarsi
vincere dai sentimenti proprio ora aveva uno scopo
e doveva portarlo a termine ad ogni costo.
<< Ha ragione su quello che dice ma questo pezzo di seta
è molto importante per me, la prego solo di darmi una possibilità.
>>
<< Non le creerò problemi glielo assicuro
inoltre qui è pieno di gente dove potrei fuggire?
>>
L'uomo che in fondo non era cattivo ma solo indurito dagli anni e dai
piccoli furti che aveva subìto si lasciò
addolcire da quella persona che sembrava così tanto
desiderosa di avere quel semplice pezzo di stoffa.
<< D'accordo puoi restare ad aiutarmi >>
disse.
Sul volto di Stede comparve un'emozione di gioia, i suoi occhi
brillarono e l'uomo rimase completamente stupito, non
aveva mai visto nessuno così felice di dare una mano.
<< Grazie lei è davvero molto gentile!
>>
<< Se mi volti le spalle finisci in prigione chiaro?
>>
<< Chiarissimo >> e iniziò ad
aiutare il mercante con le faccende di cui aveva bisogno.
Diverse ore dopo passarono da quelle parti Olu e Jim che stavano
tornando da una locanda dove avevano preso due
drink belli freschi per avere un po' di tregua da quel caldo afoso che
sembrava aver colpito l'isola da giorni, fu Jim
ad accorgersi di Stede, lo fissò con incredulità
e poi fece cenno al suo compagno che dovette sbattere le palpebre
più volte quando lo vide anche lui, si avvicinarono curiosi
di sapere che cosa stesse succedendo.
<< Capo? >>
<< Oh ragazzi! >> Stede li accolse con la
sua solita espressione luminosa, sembrava che nulla potesse stancare o affliggere
quell'uomo, anche quando si ritrovava in preda allo sconforto riusciva
sempre ad uscirne più motivato di
prima e niente era in grado di toglierli il sorriso.
<< Come ve la state passando? >>
domandò mentre piegava alcuni tessuti con garbo.
<< Noi bene...ma tu? >> rispose Jim
sollevando un sopracciglio.
<< Divinamente >> rispose per poi
distogliere l'attenzione
da loro << signora la prego di non...- >>,
si
ritrovò con il viso macchiato di un
liquido di dubbio gusto e purtroppo anche quelle preziose stoffe erano
rovinate.
Il mercante si sarebbe certamente arrabbiato, lo aveva lasciato solo un
attimo, e adesso si trovava con la merce rovinata,
avrebbe dovuto lavorare molto di più per ripagare quel
debito.
<< Mi dispiace non potervi dare l'attenzione che
meritate, ma sono un po' occupato >> spiegò.
<< Lo vediamo, ma perché stai qui?
>> domandò Olu?
<< Voglio comprare questo pezzo di seta ma non ho i
soldi, così sto lavorando per ripagarlo. >>
I due della ciurma rimasero molto colpiti e inteneriti da quella
situazione, non sapevano nulla di quel fazzoletto e sul
perché Stede fosse così desideroso di comprarlo
ma la sola idea che si stesse dando tutta quella pena li fece sorridere
e desiderare di poterlo aiutare.
<< Cavolo capitano...se potessi darti qualcosa io, ma ho
solo qualche moneta >> disse sentendosi mortificato Olu.
<< Nemmeno se mettessimo insieme i nostri soldi potremmo
ottenere
qualcosa >> anche Jim mostrò il desiderio di
aiutarlo e questo era sufficiente a far sciogliere il cuore del
capitano.
<< Oh no ragazzi, vi ringrazio ma non dovete aiutarmi,
è
una cosa che devo fare da solo. Devo dimostrargli che...bé
è una storia lunga. >>
<< Vi prego solo di non dire niente a Edward.
>>
<< Certo capitano, siamo bravi a mantenere i segreti
>>
rispose Olu guardando Jim con un sorrisetto che ricambiò,
Stede pure sorrise e presto si salutarono.
Quando il mercante ritornò il pirata dai capelli dorati
aveva
già venduto parecchie delle merci che però
purtroppo non erano abbastanza per ripagare il
danno alle tende, ovviamente aveva spiegato la situazione a quel
gentile uomo che gli aveva dato il permesso di
lavorare, il problema per lui non era aiutarlo ma quanto sarebbero
rimasti sull'isola, Edward era imprevedibile e
poteva cambiare idea anche all'ultimo secondo.
Barbanera per l'appunto si era ritirato in una piccola taverna, un buco
fatiscente frequentato da poveri diavoli che non
sapevano dove altro andare e delinquenti, tracannava sorsate d'alcol di
pessima qualità come se fosse acqua mentre
Izzy lo guardava serio in volto, amava aver risvegliato il Kraken ma
odiava quando il
suo capitano si riduceva in quelle condizioni
diventando una specie di spugna vivente, aveva sempre detestato quando
si lasciava troppo andare con l'alcol,
diventava intrattabile, a volte troppo tenero mentre prendeva pessime
decisioni che a lui poi toccava sistemare.
Quante volte si era trovato a chiedergli di smetterla, che quella
bottiglia doveva essere l'ultima per la serata ma riceveva
in cambio solo un ghigno e una risposta "Izzy tu non sai divertirti."
Altre volte invece soprattutto da quando era successo qualcosa con
Bonnet e lui lo aveva indotto a smettere di piangersi
addosso e ritornare ad essere la leggenda che era stato un tempo, le
sue reazioni erano molto più violente,
aveva perso il conto ormai degli oggetti che gli aveva lanciato
addosso, bottiglie, stivali, bicchieri, una volta aveva persino
rovesciato la scrivania tentando di colpirlo, solo che era finito per
caderci lui stesso sopra e a Izzy era toccato
il compito di risollevarlo e farlo mettere a letto.
Tutte le volte che accadevano scene simili si ripeteva dentro la sua
testa che era un male necessario, e che se per
avere Barbanera in tutto il suo splendore doveva sopportare quelle
scenate allora lo avrebbe fatto, dentro di sé
però c'era una vocina che gli ripeteva che quello non era il
Re
dei mari di un tempo, era solo l'ombra di ciò che era
stato, era un burattino che si muoveva solo perché
sollecitato da qualcuno, era l'espressione peggiore del dolore che si
manifestava attraverso la feroce rabbia che covava al suo interno.
<< Izzy questa roba fa schifo >> disse
Edward posando la bottiglia sul bancone.
<< Purtroppo capo è l'unica cosa che possiamo
permetterci
per ora >> rispose guardandolo, era girato verso di lui e
teneva un braccio appoggiato a quel misero legno imbruttito che fungeva
da separé con il resto del locale.
<< Allora cerchiamo di fare meglio >>
ringhiò
spazzando con un gesto della mano la bottiglia che rotolò
fino a
rovesciarsi a terra, alcune persone si voltarono
sentendo quel frantumarsi di vetro, mentre altre forse abituate a quelle
vicissitudini non sussultarono nemmeno, Izzy sospirò
pesantemente, conscio di essere di fronte a un'altra delle
sue crisi.
"Lo faremmo se tu non fossi così impegnato a perdere tempo
con quegli idioti e ti decidessi sul serio a fare il pirata"
voleva rispondergli ma era conscio che provocarlo in quel modo non
sarebbe servito a ottenere ciò che voleva, lo
avrebbe solo fatto arrabbiare di più e forse sarebbe finita
con una rissa o un dito in meno.
Se la prima volta che lo aveva mutilato era stato per lui fonte di
gioia perché credeva di aver riavuto il suo capitano,
una seconda lo avrebbe solo fatto sentire umiliato e privo di qualsiasi
forma di potere, sapeva di avere un ascendente su
di lui che con il tempo si era però raffreddato fino quasi a
scomparire.
Con il ritorno di Barbanera Izzy aveva creduto di essersi ripreso quel
piccolo posto che gli spettava nella testa di
Edward ma in realtà non c'era più lo spazio per
niente,
quella mente così geniale era diventata un vortice di confusione
che nemmeno il suo stesso padrone riusciva a governare.
<< Ed calmati troveremo tutto quello che...-
>>
<< Non dirmi di calmarmi fottuto stronzo >>
ringhiò
scendendo dallo sgabello e facendolo cadere, lo prese per la
camicia strattonandolo malamente.
<< Persino quel bastardo di Bonnet si è
dimostrato meglio
di te nell'avere un piano! >> sbraitò sentendo
un nodo alla gola pronunciando quel nome, Izzy
invece si raggelò e l'odio per quell'omuncolo crebbe a vista
d'occhio.
<< Cosa vuoi dire? >> domandò
tentando di
mantenere in equilibrio sia lui che il suo capitano che traballava per
l'ubriacatura.
<< Ha detto che le cose non dobbiamo per forza comprarle
>>
rispose lasciandolo andare, aprì e richiuse le braccia
con un sorrisetto idiota sul volto.
<< E sai una cosa Izzy? Ha ragione e tu invece mi parli
di
trovare un modo, stronzate >> singhiozzò
traballando.
<< E' ovvio che mi riferissi...- >> ma il
primo ufficiale venne ancora interrotto.
<< Non è ovvio un cazzo! >>
Nel locale era sceso un certo silenzio, guardavano tutti quella scena
certi che presto tra quei due sarebbe scoppiata
una rissa, in quel momento arrivò il locandiere che era
andato in magazzino a prendere alcune cose.
<< Che cosa succede qui? >>
domandò attirando su di sé gli sguardi dei due
che erano in piedi.
Edward si gelò sul posto quando vide quella figura che
assomigliava tanto anzi troppo all'uomo che gli aveva spezzato
il cuore, era una copia più alta e muscolosa di Stede, aveva
folti capelli biondi, ondulati dietro, occhi di
un candido color nocciola e il viso un po' più squadrato,
anche la voce era simile, possibile che il mondo ce l'avesse
così tanto con lui da ferirlo in ogni posto che andava.
Da quando era scappato dalla marina ogni cosa gli parlava di lui, aveva
dovuto liberarsi di tutte le sue cose o quasi
per riuscire a staccarsi di dosso quell'immagine che continuava a
dargli il tormento sia di giorno che di notte e ora
questo, come faceva a smettere di pensare a lui se si trovava la sua
copia pronta a ricordargli che Stede esisteva e che
lo aveva annientato emotivamente.
Un odio viscerale si espanse all'interno del suo petto riverso contro
quell'uomo inconsapevole e privo di colpe, che
non sapeva di trovarsi di fronte non solo a Barbanera, ma anche alla
sua nemesi che si era risvegliata dal profondo
degli abissi, non era giusto incolpare quella persona, prendersela con
lui perché non poteva certo conoscere la sua storia,
questo gli diceva la voce di Edward nella sua testa, ma quella parte di
lui ormai era stata imbavagliata e seppellita
ed era diventata solo un eco lontano.
Lo fissava in un silenzio rabbioso respirando a fatica, i suoi polmoni
si alzavano e si abbassavano tentando di
racimolare più aria possibile, gli occhi erano iniettati di
sangue e Izzy non si sarebbe stupito se dalle sue narici
fosse uscito del fumo grigio.
<< Tu chi cazzo sei per parlarmi così? Hai
idea di chi io sia? >>
<< Non mi interessa sinceramente, questo è il
mio locale,
chi vuole creare problemi può andarsene >>
rispose quello con coraggio senza distogliere
mai lo sguardo.
Barbanera rise, una risata quasi isterica e breve, guardò il
suo
primo ufficiale e disse.
<< Questo qui, ci sta cacciando
Iz...vuole che ce ne andiamo >> e rise di nuovo, Izzy
accompagnò la sua risata solo per dargli corda, sapeva che quello
era un momento critico e non si sarebbe mai azzardato a impedire al suo
capitano di fare qualsiasi cosa volesse.
Sul locale era sceso un profondo silenzio come nebbia che si posa sulle
colline, erano tutti in attesa e quelli che avevano
più paura non osarono andarsene perché il minimo
rumore avrebbe significato la fine, era come una tacita
regola e certo nessuno voleva finire tra le vittime di quel pazzo.
"Ed non farlo" la voce di Stede esplose nella sua testa causandogli un
profondo dolore, ne aveva abbastanza di lui e
dei suoi sciocchi consigli.
<< STA ZITTO BONNET! >>
<< Non puoi dirmi cosa fare! >>
ringhiò ma quando si
voltò vide solo la figura di Izzy che lo guardava scioccato,
allora quella era un'allucinazione, stava
diventando pazzo per colpa sua, come una furia prese la rincorsa e si fiondò
sull'uomo che stava dietro al bancone saltandolo, voleva
mettergli le mani al collo ma quello fu più veloce e riuscì
non solo a scostarsi ma anche ad afferrare Edward, bloccarlo e
spingerlo con un tonfo sopra al bancone.
Barbanera si dibatteva inferocito e irato da quella costrizione,
dall'essere stato battuto e bloccato, ma la cosa che gli
faceva più male era che a fare ciò era stato un
uomo che assomigliava tanto a quello che amava, gli occhi gli si riempirono
di lacrime che però non lasciò libere di scendere.
<< Lasciami! >> si dibatté ma
l'altro era più
forte, Izzy stava per intervenire quando venne preceduto dal locandiere
che lo minacciò pacatamente.
<< Tu stanne fuori o dovrai portare via il suo cadavere,
ho una pistola qui sotto. >>
<< Per quanto riguarda te ti informo che qui dentro
nessuno ha mai dato problemi, e quelli che lo hanno fatto se ne
sono amaramente pentiti. >>
<< Se hai dei disagi che ti affliggono vatteli a
risolvere fuori da qui. >>
Gli parlava vicinissimo all'orecchio tenendo il suo corpo massiccio
premuto contro il suo, Edward si sentiva a disagio
e rabbioso ma la sua volontà di combattere venne spenta mano
a mano da quella voce che se pur determinata e dura gli
parlava con gentilezza.
<< Ora vi accompagno fuori, siete banditi da questo posto
ovviamente, tu comincia ad andare avanti >> disse riferendosi
a Izzy mentre legava i polsi di Edward con una corda, giusto per
sicurezza e prendeva la pistola, il primo
ufficiale fece come gli aveva detto senza fiatare, capiva che non era
la situazione giusta per ribellarsi, l'uomo spinse Barbanera
sul selciato polveroso, gli riversò un'ultima occhiata
che però non era di rabbia come si sarebbe aspettato ma
solo di compassione e poi tornò dentro al suo locale.
Izzy liberò il suo capo sempre rimanendo in silenzio, lo
osservò alzarsi, non si preoccupava di ripulirsi i vestiti
dalla terra che si era appiccicata su di essi,
invece il suo pensiero era di
prendersela con lui, perché non aveva fatto niente, era
stato debole rimanendo a guardare il suo capitano che veniva umiliato
da un idiota qualunque che forse proprio l'ultimo
arrivato non era.
Rimase sempre zitto mentre subiva quello sfogo, quella rabbia feroce
che si abbatteva su di lui, non gli importava di
non meritarla, bastava solo che Barbanera rimanesse ciò che
era, forse un giorno se sarebbe stato abbastanza fortunato
avrebbe potuto vederlo risorgere dalle ceneri, fino a quel momento
sapeva che non doveva fiatare, perché
era stato lui a risvegliare la belva e non aveva diritto di lamentarsi
dei suoi metodi.
<< Torniamo dentro e uccidiamolo! >>
sbraitò
<< Edward! >> lo prese per il braccio
mettendosi davanti a
lui.
<< Non è il caso, se iniziamo a inimicarci
tutti poi non avremo più un posto
dove andare. >>
<< Che cazzo Izzy cosa abbiamo fatto fino a ora?
>>
<< Non abbiamo ucciso come dei fottuti idioti del cazzo.
>>
<< Uccidere la ciurma di una nave non è la
stessa cosa di entrare in ogni bettola e
sparare a caso, senza motivo. >>
<< Barbanera sei sempre stato temuto e rispettato ma
finirai per farti detestare, la gente
tramerà di ucciderti ad ogni angolo se inizi a comportarti
come un pazzo. >>
Edward aveva lo sguardo vuoto mentre ascoltava le sue parole, le
sopracciglia corrugate segno che quella brillante
mente ponderava le nuove informazioni, il respiro tornò a
placarsi e una strana stanchezza lo assalì di colpo.
<< Torniamo alla nave >> disse solo prima
di incamminarsi.
Era ormai quasi calata la sera quando i primi mercanti cominciavano a
chiudere e svuotare le loro bancarelle per la notte,
Stede aveva faticato come un matto per riuscire a vendere
più merce preziosa possibile, aveva persino fatto
consegne e pulito alcuni recipienti dove venivano smistati i tessuti,
ma quello sforzo se pur gli fosse valso parecchio denaro
non era abbastanza per ripagare del danno alle tende.
Quelle gli aveva spiegato l'uomo erano il capo più prezioso
che aveva ed erano molto rare, come si può immaginare
il pirata si sentiva davvero sconfortato, se avesse avuto fortuna
avrebbe potuto tornare il giorno dopo e continuare
l'impresa, se invece Edward avesse deciso di ripartire lui doveva dire
addio a quel bel pezzo di seta rosso.
<< Ragazzo, per oggi hai lavorato abbastanza
>> disse il mercante incrociando le braccia.
<< Se potesse tenere aperto un altro po' sono sicuro
che...- >>
L'uomo estrasse da un piccolo cassetto quella semplice stoffa preziosa,
la porse a Stede sorridendo guadagnandosi
un'occhiata confusa da parte di quel giovane che lo aveva aiutato a
lavorare.
<< Io...non capisco. >>
<< Te lo sei abbondantemente guadagnato >>
spiegò l'uomo ingentilendo i tratti del suo viso.
<< Ma...quelle tende... >>
<< Non so chi sei o perché stai facendo tutto
questo per un piccolo fazzoletto che avresti potuto rubare, ma con il
tempo in cui sei stato qui ho capito che hai una volontà di
ferro e un animo buono. Per questo ti meriti di potertene andare
senza più pensare al resto. Non preoccuparti per le tende
né per me, so quello che dico e soprattutto quello che
faccio, accetta il mio dono. >>
Stede prese delicatamente la seta dalle mani dell'uomo come aveva fatto
la prima volta con Edward, nemmeno avesse paura
di stracciarla o sporcarla, spiccava il rosso sangue nelle sue mani
chiare e in quel momento a lui sembrò
di tenere stretto il cuore dell'uomo che amava, deglutì a
quel
pensiero e ringraziò vivacemente il mercante che gli aveva
fatto un così bel dono.
Aveva capito che quel ragazzo dai biondi capelli teneva davvero molto
all'oggetto che gli aveva consegnato non voleva
fosse costretto a partire avendo fatto tanto lavoro per nulla, in fondo
non era stato lui a sporcare la merce ma una
signora maleducata e quindi dargli comunque il fazzoletto gli sembrava
la cosa più giusta da fare.
<< Grazie, grazie davvero, lei è un buon
uomo... >>
<< Spero ti porti fortuna >> disse lui con
un sorriso, poi
lo osservò allontanarsi, sembrava essere avvolto da una luce
dorata tutta sua, come se avesse un sole personale che lo illuminava
ovunque andasse, era uno strano ma caro ragazzo
ed era entrato nelle grazie di quella persona che all'inizio era
sembrata tanto dura con lui.
Intanto Buttons che stava anche lui facendo ritorno alla nave vide un
piccolo mercatino dove in un angolo c'erano
ammassate gabbie contenenti gabbiani che se ne stavano lì
tristi a starnazzare implorando per la libertà.
Alcuni guardavano verso il cielo vedendo che altri volatili come loro
erano liberi di volare e mangiare pesce fresco in
quantità.
Quella triste visione strinse il cuore di Buttons, gli tornarono in
mente il povero Karl e Olivia, immaginò quanto sarebbero
stati depressi se costretti a stare rinchiusi in minuscole gabbie
invece che sorvolare l'oceano come erano soliti
fare.
Decise quindi di dare una lezione a quella gente che stava trattenendo
contro la propria volontà quelle creature indifese
si avvicinò lentamente e appena i commercianti non
guardavano
aprì tutte le gabbie, ovviamente i pennuti
messi di fronte a quella nuova situazione rimasero un attimo perplessi,
allora Buttons prese una delle gabbie e la scosse
appena permettendo al prigioniero di volare via, gli altri vedendo la
scena seguirono presto l'esempio e in un attimo
un gracidio di volatili, e rumori di legni e reti che si scontravano
tra loro si espanse nell'aria attirando l'attenzione
di tutti.
Naturalmente i proprietari di quella bancarella furono prima
sorpresi e poi irati da quella situazione, videro quell'uomo
che urlava verso il cielo istigando tutti i gabbiani a volare via.
<< Che cosa fai pazzo!!! Guarda che hai fatto!
>> gridò una donna.
Il marito si avvicinò al pirata con fare minaccioso, lo
prese
per il colletto e urlò.
<< Adesso dovrai ripagarci! >>
Stava per dargli un pugno quando qualcuno lo interruppe.
<< Che cosa sta succedendo? Buttons? >>
<< Ahoy capitano, ho solo liberato dei poveri prigionieri
>> spiegò.
<< Quest'idiota ha mandato in fumo i miei guadagni, e
adesso deve pagare! >>
Stede proprio non capiva la situazione, fu il suo sottoposto a
spiegargli che cosa aveva fatto, ed era molto orgoglioso
del suo operato.
<< Va bene, ma non è necessario arrivare alle
mani, signori vi ripagheremo del danno subìto.
>>
L'uomo lasciò con uno strattone la camicia di quello che
secondo lui era solo un povero matto che si divertiva a fare
scherzi e rovinare la gente.
<< E come? Non sembrate avere soldi. >>
<< No infatti, ma se avete del lavoro da sbrigare lo
faremo
volentieri per voi, vero Buttons? >> domandò,
lui non sembrava molto convinto ma l'occhiata
che gli lanciò il capitano lo convinse a dargli corda.
<< Mia figlia ha una locanda, i camerieri se ne sono
andati
perché lei non può pagarli >>
spiegò la
donna che si era appena avvicinata.
<< Le farebbe comodo una mano. >>
<< Volentieri >> rispose Stede, e mentre
andavano verso il posto si avvicinò all'altro pirata e
parlando a bassa voce disse << la
prossima volta se devi liberare qualcuno assicurati di scappare in
fretta. >>
<< Sì capitano >> rispose lui
convenendo che fosse la cosa giusta da fare.
Sembrava che quel giorno fosse eterno e non finisse mai, aveva lavorato
dalla mattina vendendo tessuti e merce di
valore, ora gli toccava un turno di chissà quante ore in un
locale, non aveva mai dovuto lavorare seriamente in vita
sua, o meglio quei lavori umili e faticosi dove bisognava darsi da
fare, e non sapeva proprio se ne era portato.
La ragazza che li accolse e a cui i genitori spiegarono la situazione
era molto carina, alta, con i capelli arancioni legati
in una bella treccia e gli occhi sembravano quasi argentati, erano di
un colore davvero particolare.
Spiegò loro cosa c'era da fare e come farlo nel modo
migliore per risparmiare tempo, Stede dubitava che sarebbero
stati in grado di ricordarsi tutte quelle cose e sperò che
non accadessero altri disastri, era ansioso di tornare da Edward
e dargli quella seta preziosa che ora stava comoda e al sicuro nella
sua tasca.
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Capitolo 3 *** Una luce di speranza ***
Una luce di
speranza
Il sole stava calando immergendosi quasi completamente nel mare, i
colori del tramonto facevano sembrare quelle calme acque una pozza di
polvere d'argento nella quale navi e ultime persone che si stavano
godendo il bagno erano immersi, mancava l'ultimo spicchio e poi l'isola
sarebbe caduta nell'ombra, la Revenge rimasta vuota e leggera per tutto
il giorno incominciava a riempirsi di passi e parole degli uomini che
l'abitavano.
Erano tornati tutti ormai, avendo avuto precisi ordini dal nuovo
capitano che già tanto se gli aveva concesso quella giornata
di
libertà senza fare troppe storie, mancavano solo Stede e
Buttons e
ovviamente Edward se ne era accorto, passava le ore a ripetersi o dire
ad alta voce che non gli importava di lui, che se fosse caduto in mare
per sbaglio non se ne sarebbe nemmeno accorto ma la verità
era che teneva sempre puntato un occhio sul pirata biondo per
accertarsi che fosse ancora lì e che non fosse un miraggio o
una
fantasia della sua mente.
Una parte dell'equipaggio si era radunata sul ponte intorno a lui
rimanendo a distanza, bisbigliavano, si spintonavano e soprattutto
irritavano Barbanera che aveva capito essere il soggetto del discorso,
forse volevano fargli qualche richiesta o cosa di simile.
<< Forza prima che se ne vada >> disse
qualcuno.
<< Non mi spingere! >>
<< Tu non farlo! >>
Il nuovo capitano, così avevano deciso di chiamarlo per
differenziarlo da Stede, ne aveva veramente abbastanza, chiuse gli
occhi sospirando deciso a ritirarsi nella sua cabina e affogare
quell'ennesimo dolore con altri litri di alcol, c'era stato un tempo in
cui quei ragazzi avevano totale fiducia in lui, lo
chiamavano, lo
coinvolgevano, non avevano paura a stargli vicino ed erano anche stati
disposti a stare intorno a lui quando era depresso, ora invece
avevano il terrore persino a domandargli la più semplice
delle
cose.
Questo ovviamente rappresentava un duro colpo per la parte buona che
c'era in lui, quella che si era lasciata andare in canzoni tristi senza
la paura di venir giudicato, quella che aveva pianto davanti a Lucius
consegnandogli i versi più strazianti del suo cuore, certo
non
poteva biasimarli e forse era meglio se rimanessero in allerta e non
volessero avere a che fare più di tanto con lui,
così non
c'era il rischio di indurlo in qualche modo a placare il suo animo ora
tormentato e inferocito.
Da quel piccolo marasma di corpi e voci venne spinto fuori Frenchie che
dopo aver guardato con titubanza i suoi amici si avvicinò a
lui,
gli rivolse un'occhiata timorosa incerto su quale fosse il modo giusto
per iniziare la conversazione.
<< Capitano...signore...Barbanera, io devo dirti che
Stede prima
di lasciarci liberi ci ha mandati in ricognizione, per la polvere da
sparo signore... >>
<< E? Devo strapparti le fottute parole di bocca cazzo?
>>
domandò Edward che era già nervoso e sentire quel
nome
che non osava pronunciare lo aveva infastidito parecchio
perché
come sempre gli aveva fatto male al petto e bloccato il respiro.
<< No...ehm quello che volevo dire è che
abbiamo trovato
un posto dove ci sono molti sacchi, c'è una porta di legno
sul
retro che ha un buco, possiamo entrare questa notte lì e
rubarla, abbiamo visto che nessuno dentro fa la guardia e che
quelli posti al controllo fanno il giro di quella rimessa solo ogni
tanto. >>
<< Il vostro capo dov'è? >>
domandò Barbanera facendo corrugare le sopracciglia a
Franchie.
<< Non sei tu il nostro...- >>
iniziò indicandolo ma venne interrotto.
<< Bonnet idiota! Dove cazzo si trova? E' il suo piano
del cazzo e deve essere lui a portarlo a termine! >>
Il giovane pirata indietreggiò di qualche passo, anche il
resto
degli uomini che assistevano alla scena si avvicinarono gli
uni agli altri con il terrore che potesse succedere una disgrazia,
proprio per questo avevano deciso di rimanere sempre uniti quando
dovevano parlare per forza lui, almeno avrebbero potuto trovare il modo
di tirarsi fuori dai guai.
<< Non lo so signore...ha detto che ci saremmo ritrovati
tutti sulla nave. >>
Edward strinse forte la mascella, << sparisci
>>
ordinò e poi si mise a scrutare l'orizzonte, si vedevano
solo
piccole lucine e gente che correva o camminava andandosene
chissà dove, ogni volta che vedeva qualcuno avvicinarsi alla
nave il suo cuore sussultava per poi rimanere deluso quando nessuno
saliva a bordo.
Ad un certo punto aveva deciso di rintanarsi nel luogo che ormai era
diventato il suo rifugio, dove poteva piangere e urlare, soffrire e
raggomitolarsi senza essere visto e disturbato da nessuno, se ne stava
lì rannicchiato a fissare fuori dalla finestra in attesa di
udire almeno la sua voce, non lo avrebbe mai ammesso ma era
così, lo stava nuovamente aspettando e più i
minuti
passavano più quel senso di panico che aveva provato quella
notte al molo si appropriava di lui.
Appiccicoso e viscido risaliva come i tentacoli del Kraken lentamente
fino a raggiungere e stringere l'organo che tamburellava forte nel suo
petto, lo strinse in una morsa così forte che la sensazione
fu
quella di qualcosa che scoppia, il dolore si irradiò fino
alla
testa e lui cadde senza respiro fuori da quel giaciglio, gli occhi
sgranati e le lacrime che pungevano ai loro angoli, la cassa toracica
si alzava e abbassava troppo velocemente dandogli la sensazione di star
annegano.
"Sei stato abbandonato di nuovo."
"Ti ha abbandonato."
"Lui non ti vuole."
"Sei solo."
"Ti ha lasciato nuovamente solo."
"Non ti vuole."
"Edward."
"Lui."
"Non."
"Ti."
"Vuole."
Questi i pensieri che lo tormentavano e come un vortice si ripetevano
senza sosta,
uscì dalla cabina tenendosi alla porta per non cadere, aveva
bisogno d'aria, doveva andarsene da lì alla svelta, non
poteva
lasciare che accadesse ancora.
<< Preparatevi, ce ne andiamo >>
ordinò quasi senza
fiato e con un evidente panico sul volto ai pochi uomini che stavano
sul ponte, lo guardarono tutti confusi non capendo che cosa stesse
accadendo e poi non potevano lasciare l'isola, mancavano ancora due
membri della ciurma.
<< Barbanera mancano ancora... >> lui
balzò e prese Pete per il colletto strattonandolo.
<< Non me ne frega un cazzo! Se dico che dobbiamo
andarcene ce ne
andremo, ne ho abbastanza delle vostre risposte! >>
<< Siete stati abituati male ma io vi farò
rigare dritto
da ora in avanti, e ora fate partire questa cazzo di nave!
>>
sbraitò prendendo in mano la pistola.
Jim che era lì in un angolo si agitò sapendo bene
che
cosa stesse facendo Stede, senza farsi vedere corse giù ad
avvisare Olu che però si mostrò molto titubante
sul
da farsi, avevano promesso di non dire nulla e forse se fossero
riusciti
a distrarlo avrebbero almeno tardato la partenza fino all'arrivo del
loro primo capitano.
<< Qué dises amor, è una situazione
seria, non possiamo aspettare >> disse Jim.
<< Lo so ma... >>
<< No tenemos tiempo! Vieni con me. >>
Corsero a perdi fiato fino a raggiungere il ponte dove l'ombra del
mostro stava urlando ordini a tutti che proprio non sapevano cosa fare,
erano spaventati, non volevano partire e abbandonare i loro compagni,
avrebbero dovuto ribellarsi ma era successo tutto troppo in fretta
perché organizzassero un piano.
<< Barbanera! >>
<< Edward aspetta! Sappiamo dov'è Stede
>> gridò Olu tentando di riprendere fiato.
Lui si gelò sul posto voltandosi lentamente verso i nuovi
arrivati, era spaventoso, con quello sguardo scuro e minaccioso che
puntava su di loro, nemmeno Izzy gli girava troppo intorno quando era
così agitato e in preda a chissà quale tormento.
<< Non è qui e io avevo dato un orario
preciso, quindi non
me ne frega un cazzo >> rispose come se avesse ripreso il
controllo di sé e fosse tornato ad essere l'uomo privo di
sentimenti che gli piaceva fingere d'essere ultimamente.
<< Anche Buttons manca all'appello >> disse
Olu.
<< Abbiamo incontrato Stede al mercato, stava lavorando e
probabilmente è ancora lì >>
spiegò Jim
sperando che questo lo convincesse a rimanere.
Barbanera corrugò le sopracciglia, il non comprendere gli
dava
sempre un certo nervosismo e quegli uomini sembravano essere molto
bravi a toccare quel nervo scoperto, doveva sempre chiedergli
più informazioni, mai una volta che si spiegassero come si
deve.
<< Cosa cazzo significa che sta lavorando? Vuol dire che
se ne è andato...- >>
<< No! Lui non ci ha spiegato il perché ma ha
detto che era importante. >>
<< Potrebbero essere insieme, con Buttons intendo,
potrebbe
essere successo qualcosa, dobbiamo cercarli >>
tentò
nuovamente Jim che dall'espressione di Edward vide che forse si era
creata una piccola breccia, sperò che servisse almeno a
fargli
guadagnare il tempo per andarli a cercare o che tornassero.
<< Edward >> una voce dietro di lui lo fece
sussultare, era
Lucius che si era avvicinato pur mantenendosi a una distanza di
sicurezza sufficiente a evitare altri fastidiosi incidenti, era la
prima volta che gli rivolgeva la parola direttamente da quando lo
avevano ripescato.
<< Stede non è un idiota, non rifarebbe lo
stesso errore
una seconda volta, sì è stato uno stronzo quando
ti ha
lasciato nel modo peggiore aggiungerei, ma non sarebbe così
stupido da rifarlo. >>
<< Tu che cazzo ne sai? >> rispose
voltandosi ma non avendo
il coraggio di fare un passo per paura di vederlo indietreggiare.
<< Perché solo uno stupido si darebbe tanta
pena per
ritrovare qualcuno, con una misera barca e senza soldi per poi
andarsene
ancora, si sta facendo umiliare e schiacciare da te solo per ottenere
il tuo perdono, per dimostrarti che ha capito di aver fatto uno
sbaglio. >>
<< Capo ha ragione >> disse Olu.
<< Sì amigo Stede è un pessimo
comandante ma un
uomo d'onore, lo sta dimostrando da settimane ormai >>
disse Jim
che si ormai si erə presə
a cuore la faccenda senza saperne bene il
motivo.
Intanto la locanda dove i due pirati stavano lavorando da ore ormai
stava per chiudere, erano intenti a pulire i tavoli e metterci sopra le
sedie e per buona pace di Stede non avevano combinato alcun guaio,
almeno fino a quel momento perché la seta che aveva in
tasca scivolò accidentalmente cadendo a terra.
Buttons la trovò e credendo fosse un semplice straccio per
pulire la prese e la passò su uno dei tavoli, fortunatamente
il
suo capitano si voltò al momento giusto ma il panico si
impadronì comunque di lui che urlò
<< no fermo!
>>
Gli corse vicino prendendo tra le mani quella preziosa stoffa che
fortunatamente non era troppo rovinata ma si era comunque macchiata da
un lato, il suo sottoposto lo guardò stranito, mentre Stede
si
diede dell'idiota per essere stato così poco attento.
<< Non è un semplice straccio questo
>> disse guardando quel fazzoletto con gli occhi che
luccicavano.
<< Mi dispiace capitano, io non sapevo...-
>>
<< Non è colpa tua Buttons, sono io a
sbagliare sempre tutto. >>
La conversazione venne interrotta dall'arrivo della ragazza che si era
avvicinata per dir loro che potevano tornare a casa, li aveva
ringraziati per l'aiuto e aveva offerto loro qualche provvista, era
stato un gesto molto buono da parte sua visto che loro erano
lì
per rimediare a un errore e che il suo ristorante non stava andando
molto bene.
Durante il tragitto Buttons si scusò più volte
con il
capitano che sembrava così triste e silenzioso, lui gli
diceva
di non preoccuparsi ma l'uomo non era insensibile e gli dispiaceva
vederlo in quelle condizioni, aveva fatto tanto per tutti loro, certo
aveva commesso un errore ma si era dimostrato pentito e con la voglia
di rimediare.
Quando tornarono sulla Revenge Barbanera stava per dire qualcosa, tutti
si zittirono di colpo osservando quelle due figure che si facevano
avanti, il cuore di Edward ebbe un fremito e una sensazione di sollievo
si fece in strada in lui, si era sbagliato ma questo non
servì a
cancellare la rabbia e la sofferenza che aveva provato in quelle ore.
<< Siete in ritardo >> disse con voce ferma
avvicinandosi.
<< E' colpa mia, il capitano si è gentilmente
fermato ad
aiutarmi, avrei voluto cavarmela da solo ma lui ha un grande cuore ed
è rimasto con me >> spiegò con il
tentativo di
discolpare l'unico che lui ritenesse il vero comandante di quella nave,
non gli era proprio andato giù di essere stato abbandonato
su
un'isoletta deserta senza cibo né acqua.
Stede sorrise appena commosso da quelle belle parole, pian piano stava
riconquistando la fiducia dei suoi uomini e questo almeno lo rendeva
felice, solo che quello che era accaduto al ristorante lo aveva fatto
cadere in un'immensa tristezza, aveva lottato con le unghie e con i
denti per quella bella seta, pensava di averla riposta al sicuro e
invece come sue solito era riuscito a incasinare tutto e adesso
quel rosso un tempo immacolato aveva una macchia scura, ed era tutta
colpa sua, era sempre colpa sua.
Edward non aveva capito niente di quel discorso, come al solito uno
dei membri di quell'equipaggio non aveva parlato chiaro, ma la cosa che
gli dava più fastidio era il silenzio del loro capitano,
quel
biondo che era sempre una valanga di parole, che gli vomitava addosso
scuse in continuazione se ne stava zitto, con il capo chino come se
ammettesse silenziosamente le sue colpe.
<< Tu non hai niente da dire? >> disse
rivolgendosi a Stede.
<< Buttons ha spiegato tutto, ci siamo ritrovati in un
guaio e
abbiamo dovuto ripagare il danno che abbiamo fatto lavorando in una
taverna. >>
<< E per quale cazzo di motivo non siete semplicemente
fuggiti
>> domandò sollevando un sopracciglio, quella
storia gli
sembrava così assurda ma se pensava a Stede forse non
avrebbe
dovuto stupirsi più di tanto.
<< Non aveva senso crearsi dei nemici se dovevamo restare
ancora
attraccati qui, ci servono provviste e polvere da sparo, avremmo dovuto
andarcene e... >>
<< Hai sbagliato Bonnet, ammettilo e basta, vuoi fare il
pirata
ma quando si tratta di agire come tale ti tiri indietro?
>> a
quel punto si aspettava ribattesse con uno dei suoi soliti drammi e
invece ciò non accadde lasciandolo veramente incredulo.
<< Mi dispiace >> disse solo guardandolo
negli occhi e poi abbassando nuovamente lo sguardo.
<< Mi prendi per il culo Bonnet? Non sei nella posizione
per
farlo, credi che non mi renda conto che la tua è solo
accondiscendenza. >>
Stede ormai aveva le lacrime agli occhi che venivano trattenute in
piccole goccioline dalle ciglia, stava resistendo perché non
voleva riversargli addosso il suo malessere e soprattutto non voleva
che sapesse quanto era stato stupido e inadeguato, Lucius
però
se ne accorse e proprio non gli andava bene il modo in cui Edward gli
stava parlando.
<< Forse non ti rendi conto che qui sei solo un ospite,
che vali meno di un...- >>
<< Piantala! >> gridò
Lucius avvicinandosi di
qualche passo al pirata biondo e mettendosi accanto a lui, guardava
l'altro capitano dritto negli occhi, innervosito da quella mancanza di
tatto e scarsa considerazione, Edward si ricordò all'istante
la
prima volta che quel ragazzo coraggiosamente lo aveva affrontato per
evitare che facesse soffrire Stede, ironia della sorte alla fine era
stato lui a farlo stare male.
<< Non lo vedi che è già
mortificato di suo, ti fa
sentire tanto forte l'andartene in giro conciato così a
terrorizzare la gente, ma in realtà sei solo un idiota
incapace
di affrontare i propri sentimenti. D'accordo lui ti ha causato tanta
sofferenza lo capisco, ma invece di fare lo stronzo potresti affrontare
i tuoi sentimenti e risolvere le cose tra voi. >>
A quel punto l'anima del pirata gentiluomo aveva retto abbastanza, con
un piccolo gemito e le lacrime che gli scendevano dagli occhi si
allontanò sotto lo sguardo preoccupato di tutti, Jim e Olu
pensarono che forse non era riuscito a comprare quel pezzo di seta e se
ne dispiacerono molto.
Lucius continuava a fissare l'altro capitano deglutendo, più
che
terrorizzato dalla sua possibile reazione ma sapeva anche o meglio
sperava che in presenza dell'uomo di cui era innamorato non avrebbe
avuto la forza di fare niente di male.
Edward si voltò dando le spalle alla ciurma e contro tutto
il
suo essere che urlava di non farlo andò a cercare Stede che
era
seduto, con le gambe strette al petto a prua della nave, guardava il
mare e il cielo e forse in realtà il suo sguardo era perso
nel
vuoto, in tutti i suoi sbagli e le lacrime che scendevano lungo il suo
viso, ognuna di esse raccontava una storia diversa della sua vita.
Forse avevano ragione i suoi amici che poi tanto amici non erano e suo
padre, si era imbarcato in quel viaggio con l'intenzione di rimediare e
aveva finito per fare più male che bene, nemmeno il
desiderio di
fare un dono alla persona a cui aveva rotto il cuore era stato
sufficiente a impedirgli di sbagliare.
Sentì alcuni passi avvicinarsi a lui, credeva fosse qualcuno
dei
ragazzi venuti a consolarlo, ma lui non aveva voglia di parlare e si
sentì in colpa anche per quella semplice cosa, come se il
fatto
di averli abbandonati lo obbligasse in qualche modo a essere sempre
disponibile, anche quando si trattava di qualcosa che riguardava solo
lui.
<< Si può sapere che cazzo ti è
preso? Solitamente non mi dai pace con le tue chiacchiere.
>>
Quella voce, la sua voce,
lo
fece sussultare perché tra tutti era l'ultima persona che si
sarebbe aspettato di vedere, che andasse lì per controllare
le
sue condizioni, non gli importava il motivo per cui lo avesse fatto, il
semplice fatto che fosse lì significava tanto, tutto era
diventato importante da quando aveva messo nuovamente piede sulla sua
vecchia nave, ogni minuscolo passo, ogni briciola che Edward gli
concedeva significavano davvero molto, erano come l'oceano, c'era tutto
l'oceano in quei gesti.
<< Ho...rovinato tutto. Di nuovo >> disse
con la voce resa
stanca per l'amarezza che provava, sembrava calma e pacata a primo
impatto ma se ascoltata da orecchie che potevano ascoltare si sarebbero
rese conto che nascondeva quella nota di tristezza e resa, tipica di
chi
si è rassegnato al suo destino.
<< Bonnet, tu e il tuo equipaggio avete un vizio del
cazzo, non
parlate mai chiaro, vuoi spiegarmi o devo strapparti le parole di
bocca. >>
Stede si alzò sollevando prima il busto poi le gambe,
raggiunse
un angolo dove una lanterna era stata appoggiata e c'era dunque
più luce, i suoi capelli accarezzati da quei fasci luminosi
sembravano ancora più dorati come se risplendessero
naturalmente, le ombre disegnavano e si allungavano su quel volto che
solitamente era pieno di energia e sorrisi, ora Edward vedeva solo una
maschera di qualcosa che non sapeva leggere.
Avrebbe voluto imparare a decifrare Stede Bonnet, fanculo tutti i libri
e le parole del mondo che impallidivano di fronte a quell'uomo, era un
mistero ancora sconosciuto e se parecchio tempo fa aveva fatto l'errore
di credere di conoscerlo adesso sapeva quanto si era sbagliato, lui
rappresentava un tesoro di cui lucchetto aveva la chiave sbagliata,
rappresentava tutta la musica che poteva essere scritta, le poesie
recitate in modo soave, era la favola prima di dormire e il bacio della
buona notte.
Era un quadro o una tela bianca di cui avrebbe voluto essere il
pennello e non la cornice, desiderava di dipingere tutte le frasi che
gli venivano in mente, riempirlo di quelle parole che forse nessuno gli
aveva mai detto, era una confessione sussurrata di nascosto, parole
d'amore che ancora non sapeva di riuscire a pronunciare.
Aveva sognato un giorno di potergli confessare tutte quelle cose,
pensando ingenuamente che non lo avrebbe mai deriso perché
Stede
non feriva nessuno, i suoi gesti erano carezze che sfioravano il cuore
di Edward con leggerezza, invece poi quella soffice e delicata mano
aveva stretto la sua presa finendo per farlo sanguinare.
La cosa peggiore era che non aveva mai smesso di considerarlo in quel
modo, quei sentimenti li aveva solo accantonati sperando di
dimenticarli, non desiderava più di poterglieli dedicare
perché il solo atto di desiderare lo avrebbe portato alla
disillusione, alla speranza e quella l'aveva consumata tutta il giorno
in cui era stato abbandonato al molo.
Barbanera era rimasto in piedi in quel lato poco illuminato, osservava
Stede che veniva circondato da quella tenue luminescenza, luce e buio,
da quando si erano incontrati aveva pensato che incarnassero questi due
elementi, uno era il sole, il mattino, tutte le cose belle che vengono
rese chiare e di cui non devi avere paura, mentre l'altro era la notte,
l'oscurità, l'ombra e le tenebre, nella sua testa doveva
essere
lui a inquinare Stede e invece era stato il contrario.
Il giorno si era preso gioco della notte calpestandone i tratti e
infilzando le sue pareti con i raggi bollenti che emanava, tutto il suo
mondo si era stravolto dopo Bonnet, aveva imparato che anche la
gentilezza può fare male, che le cose belle tanto desiderate
potevano ferirti nella maniera più straziante possibile.
<< Ho una cosa per te >> quel suono
uscì più
come un sussurro ma Edward ne fu incredibilmente attratto, si
avvicinò con passo lento come una falena alla lampada.
Stede sospirò con il cuore gonfio, non aveva il coraggio di
guardarlo in faccia perché tutte le volte che lo faceva
poteva
vedere il male che gli aveva procurato, si infilò la mano in
tasca e ne estrasse quel bel pezzo di seta rossa.
Barbanera sentì il cuore arrivargli in gola invece, quasi
pensò di strozzarsi con esso e invece era solo una
sensazione
psicologica, ricordava bene il giorno in cui aveva deciso di liberarsi
di quella cosa che per lui non rappresentava più niente se
non
menzogne, era lo stesso giorno in cui aveva rinunciato al suo cuore,
alla sua anima e a Stede Bonnet.
Non si sarebbe mai immaginato che un giorno avrebbe visto ricomparire
sia l'uno che l'altro, ed era strano che le uniche cose belle della sua
vita erano state quelle che gli avevano causato più
sofferenza,
e in più non volevano lasciarlo in pace, forse era
ciò
che si meritava, era la sua punizione quella di guardare da lontano
ciò che amava senza poterlo nemmeno sfiorare.
<< L'ho trovato oggi in una bancarella, non avevo soldi e
non
volevo rubarlo per cui mi sono offerto di lavorare per guadagnarmelo.
>>
<< Perché non mi stupisce affatto?
>> sbuffò
una risata Edward, ed era la prima sincera dopo tanto tempo.
Stede sorrise annuendo ma quel sorriso non arrivava agli occhi, c'era
qualcosa che li spegneva e lui odiava vedere quel viso triste, nella
sua testa giustificò quel pensiero dicendosi che lui era
l'unico
ad avere il diritto di fargli del male.
<< Ma ho rovinato le cose un'altra volta...
>> sussurrò con le lacrime agli angoli degli
occhi.
<< Buttons ha fatto scappare degli uccelli, li ha
liberati ma non
è fuggito in tempo e quindi abbiamo dovuto lavorare in
quella
stupida locanda dove io... >>
<< Tu cosa? >> domandò con voce
seria l'altro.
<< Mi è scivolato dalla tasca, Buttons credeva
fosse uno straccio e l'ha usato per pulire. >>
Il cuore di Edward perse un battito immaginandosi cosa potesse essere
successo dopo, certo se ne era liberato ma questo non significava che
non ci tenesse più, Stede glielo mostrò
dischiudendo le
mani, c'era una piccola macchia marrone, niente di esagerato ma era
lì, come al solito Stede aveva fatto un dramma per nulla ma
il
fatto che fosse così mortificato e sembrava esserlo davvero
gli
scaldava il petto come fosse un balsamo caldo che ti permette di
respirare di nuovo.
<< L'ho fermato in tempo ma non abbastanza
>> disse poi
richiudendosi in quel mutismo in cui era caduto da quando era tornato.
<< Per questo stai così? >>
domandò
appoggiando la mano guantata sulla ringhiera, il pirata gentiluomo
annuì.
<< Volevo fare qualcosa di bello per te, doveva essere
una
sorpresa. Quando ho visto quel pezzo di seta non potevo credere ai miei
occhi. >>
Il suo sguardo si perse rincorrendo quel ricordo successo diverse ore
prima.
<< Non sapevo perché te ne fossi liberato ma
ho pensato che saresti stato felice di riaverlo. >>
<< Ma perché? Perché Bonnet ti sei
dato tanta pena,
sai bene che avrei potuto rifiutarlo >>
domandò curioso
davvero di sapere le ragioni di quel gesto.
<< Certo che lo sapevo Edward, ma anche quando sono
partito per
ritrovarti non ero sicuro che mi avresti accettato...- >>
<< Non l'ho fatto infatti >>
specificò stringendo i
pugni, Stede deglutì poi sospirò sollevando il
petto.
<< Però sono qui, non mi hai mandato via e
questo è
un grosso traguardo, so che tu la pensi diversamente ma non puoi
impedirmi di pensarla a modo mio. >>
Barbanera abbassò lo sguardo, sentiva un certo fastidio di
fronte a quell'ammissione, quell'uomo sembrava avere così
tante
speranze quando lui invece lo aveva accettato con lo scopo di
togliergliele tutte, desiderava rendergli impossibile ogni giorno,
voleva che soffrisse tanto quanto lui e ora che era successo qualcosa
che gli aveva causato dolore non riusciva a rallegrarsene.
<< Ti chiedo scusa Ed...ho macchiato il tuo bel pezzo di
seta, ti assicuro che credevo fosse al sicuro in tasca. >>
<< Rovini sempre tutto Bonnet >> disse
stringendo i pugni,
Stede strinse a sua volta il pezzo di stoffa tra le dita e
alzò
lo sguardo su di lui, le parole di Badminton gli tornarono alla mente
come un proiettile che colpisce senza pietà.
"Distruggi tutte le cose belle."
Il suo respiro accelerò di colpo, gli occhi si riempirono di
lacrime e quei demoni che credeva spariti tornarono da lui facendogli
credere che quelle parole erano vere, tutto quello che toccava
appassiva sotto il suo tocco, non poteva evitarlo, come se fosse una
tempesta che spazza via alberi e case senza guardarsi indietro, solo
che a differenza di quest'ultima lui si guardava indietro, ogni giorno.
<< Hai ragione >> disse con il tono
spezzato e una smorfia
di dolore gli deformò il viso, stava per scoppiare a
piangere
quando accadde qualcosa che proprio non si aspettava, Edward
allungò una mano e prese quel fazzoletto sfilandoglielo
dalle
dita con più prepotenza di come aveva fatto lui la prima
volta.
<< Sei incredibile...tu non ti rendi conto cazzo, me ne
stavo per
andare senza di te perché credevo che...- >>
il magone gli
strinse la gola, riuscì a mandarlo giù e a
riprendere la forza di andare avanti.
<< Che non sarei tornato >> disse Stede
capendo da solo quello che stava per dire.
<< Chiudi quella cazzo di bocca. Volevo andarmene, ti
volevo
lasciare qui su questa fottuta isola da solo come tu hai fatto con me,
lo stavo per fare ma ovviamente quegli idioti sono così
legati a
te che hanno fatto di tutto per impedirmelo, e poi ti presenti in
ritardo e con questo >> disse indicando la stoffa.
<< Me lo sbatti in faccia dopo che me ne ero liberato
sempre per
colpa tua e tutte le mie intenzioni vanno a puttane, io dovrei essere
arrabbiato con te adesso, hai macchiato l'unico ricordo di mia madre ma
l'unica cosa a cui riesco a pensare è che invece di rubarlo
ti
sei messo a lavorare >> il suo viso non sembrava
più
essere scuro, c'era l'ombra di un piccolo sorriso che ne ammorbidiva
gli spigoli.
<< Non lo so Edward...ho solo pensato che non volevo
inquinarlo, se avessi avuto dei soldi lo avrei comprato.
>>
<< Cazzo Bonnet ma tu sai la vita che hai scelto?
>>
<< Sì, ma il punto è che non mi
dispiace rubare
cose senza importanza, ma quella ne ha per te e non volevo pensassi che
voglio ottenere il tuo perdono facilmente. >>
<< La verità è tutta questa, volevo
dimostrarti che
non sono tornato credendo che sarebbe stato facile, se lo avessi
semplicemente rubato e te lo avessi portato non avrebbe avuto lo stesso
peso. >>
Barbanera lo guardava serio in volto ma con lo sguardo luminoso, si
sentiva impotente di fronte a lui, avrebbe voluto non essere tanto
arrabbiato perché cazzo quanto si meritava di essere
abbracciato, ma non poteva farlo, sarebbe stato un grave errore e non
poteva più permettersi di commetterne.
Guardò la seta ora stretta tra le sue mani, gliela doveva
sbattere in faccia e mandarlo al diavolo insieme alle sue trovate ma
non ne aveva il coraggio, strinse le mani constatando quanto fosse
liscia e si stupì di essersene dimenticato, la mise
all'interno
della sua giacca di pelle, senza nemmeno rendersi conto che aveva
scelto il lato del cuore, lo stesso punto scelto da Stede mesi prima.
<< Comunque adesso è di nuovo mia
>> disse facendo spuntare un sorriso sulle labbra di
Stede.
Sorriso che si trasformò presto in una smorfia, si sciolse
in un
pianto sommesso, il capo chino, si mordeva le labbra, e dagli occhi
cadevano goccioloni che andavano ad infrangersi sul pavimento lucido e
pulito della nave.
<< Perché cazzo stai piangendo adesso?
>>
Non aveva mai pianto davanti a Edward da quando si erano conosciuti,
non si era mai lasciato andare a tal punto, lui a cui piaceva
canticchiare il motto di parlarne insieme non aveva nemmeno trovato il
coraggio di fare quello, era solo un codardo mentre Barbanera che
avrebbe avuto tutte le ragioni per non mostrarsi debole lo aveva fatto
e davanti a uno che era ancora un semi sconosciuto per lui.
<< Se non la pianti giuro che lo ributto in mare cazzo.
>>
Ci mancò poco che non scoppiasse a ridere dopo
quell'affermazione, doveva essere una minaccia, una sorta di cattiveria
che lo convincesse a calmarsi ma risultò solo una frase
detta da
uno in preda al panico, era stata tenera e riuscì a far
risollevare l'umore del pirata gentiluomo che pian piano smise di
singhiozzare e si asciugò gli occhi.
<< Credevo non l'avresti mai accettato >>
disse con la voce che era ancora morbida dal pianto.
<< Non illuderti. Non significa niente, l'ho presa solo
perché è mia e non intendo ringraziarti
>> rispose
tentando di rimanere fermo e impassibile.
<< Non devi farlo...Quello che deve ringraziarti sono io.
>>
<< Va bene Bonnet adesso sta zitto, e sappi che ti sei
giocato il tuo giorno per questa settimana. >>
Stede arricciò le sopracciglia, sul suo viso comparirono
piccole
rughette d'espressione alcune delle quali Edward non aveva mai visto,
chissà forse erano comparse dopo che se ne era andato ma non
dovevano importargli i segni sullo stupido viso di quell'uomo, non
doveva interessarsi a nient'altro che non fosse se stesso.
<< Pensaci e fattelo venire in mente da solo.
>>
Dopo qualche istante capì che si riferiva alla faccenda di
chiamarsi per nome.
<< Oh avanti Ed non vale, ero scosso, non puoi veramente
contarlo. >>
<< Lo hai fatto di nuovo, te ne stai approfittando,
ringrazia che
non ho smesso di ascoltarti dal primo momento >> rispose
incrociando le braccia.
<< Non posso proprio convincerti a cambiare idea vero?
>>
Barbanera scosse la testa.
<< Allora adesso dovresti chiamare me per nome
>> tentò, visto che era in buona tanto valeva
provarci.
<< Non se ne parla, ho detto che decido io il giorno
>> disse scuotendo la testa mentre si allontanava.
<< D'accordo, buona notte Edward >> ma lui
non rispose,
sparì nel buio della notte senza avere paura di inciampare,
era
stata una serata assurda e non era sicuro che sarebbe riuscito a
dormire.
Edward tornò nella sua cabina sentendo il bisogno di
allontanarsi immediatamente da lì, andò in bagno
a sciacquarsi il
viso come ogni sera, era l'unico momento in cui poteva togliersi quella
maschera con la quale nascondeva al mondo il suo cuore spezzato.
Si sciacquò più volte osservando scivolare via in
gocce
sporche quel trucco, l'acqua era diventata nera così come lo
era
la sua anima o almeno lui credeva fosse così, anche se non
sapeva
se lo era sempre stata oppure lo fosse diventata dopo quella tremenda
notte.
Con lentezza slacciò ogni cintura o cinghia che teneva
stretti i
vestiti al suo corpo, li sfilò facendoli scivolare a terra
rimanendo nudo come quando era nato, osservò quel corpo sodo
e
muscoloso che lo accompagnava da anni, ormai era ricoperto di
tatuaggi molti dei quali nemmeno si ricordava dove e perché
se li
fosse fatti, insieme rappresentavano una mappa dei luoghi in cui era
stato, della persona che era e della gente che aveva incontrato.
Il suo riflesso allo specchio lo riempì di tristezza,
sembrava
l'involucro vuoto di qualcosa che prima lo abitava, nemmeno i polmoni
si sforzavano più di tanto a respirare, il loro movimento
era
minimo come se lo facessero soltanto perché erano obbligati
a
tenerlo in vita.
L'ennesimo sospiro lasciò le sue labbra, ormai aveva perso
il
conto di quanti ce ne fossero stati però era sicuro che se
avesse avuto una moneta per ognuno di essi sarebbe diventato molto
ricco, raccolse il pezzo di seta rossa e si diresse in camera, si
infilò un paio di logori pantaloni che usava abitualmente
per
dormire e si mise seduto portandosi alle labbra quella stoffa.
Inspirò a pieni polmoni ma l'unico odore che
sentì era
quello del mare e qualcos'altro di indefinito, forse qualcosa con cui
era stato lavato.
Sperava di sentire l'odore di Stede?
Sciocco disse a se stesso, come puoi desiderare ancora qualcosa che
provenga da quella persona? Ti farebbe male e non hai già
sofferto abbastanza?
Lui però lo desiderava, aveva cercato quel
profumo passando ore nel guardaroba segreto inspirando quel
poco che era
rimasto fino a farsi bruciare le narici, ma ora anche quel luogo
sembrava non essere mai appartenuto al pirata gentiluomo, di lui
rimanevano solo gli abiti preziosi.
Lucius, Olu e Jim si erano radunati intorno al loro capitano non appena
lo avevano visto spuntare dall'angolo in cui si era rifugiato, il primo
gli aveva appoggiato una mano sulla spalla mentre gli altri due
volevano sapere come erano andate le cose.
<< Credo che abbia ancora bisogno di tempo
>> spiegò loro.
<< Testardo di un hombre! >>
imprecò Jim.
<< Non è colpa sua ragazzi, lui sta soffrendo
e credo che stia facendo uno sforzo enorme a tenermi qui. Almeno questa
sera non mi ha mandato al diavolo, è già qualcosa
>> disse
sorridendo leggermente, come se fosse suo il compito di rassicurarli.
<< Ha accettato quello che gli ho detto, sempre a modo
suo certo ma io...- >>
<< Capo senti >> intervenne Olu che aveva
visto quell'uomo soffrire troppo a lungo.
<< Credo che dovresti smetterla di incolparti, ti butti
un sacco di merda addosso, anche quella che non meriti. >>
<< Non devi difendermi Olu, l'ho abbandonato
così come ho lasciato tutti voi... >>
Il giovane si morse le labbra sistemandosi il cappellino che portava
sempre in testa, voleva far capire al suo capitano che malgrado gli
errori che aveva fatto non doveva caricarsi e fustigarsi in
continuazione, in fondo era tornato per rimediare, e se loro avevano
perdonato Edward per averli lasciati su un'isola deserta senza
provviste, Edward poteva perdonare Stede o almeno provarci.
<< Capisco abbia bisogno di tempo e glielo stai dando,
quello che
voglio dire è di non prenderti anche quello che non ti
appartiene >> spiegò guardando Jim che
annuì
sorridendogli.
<< Sì capo, lascia che si sfoghi ma non
permettergli di
divorarti con la sua voglia di vendetta, è qualcosa che ti
mangia dentro e io ne so qualcosa. >>
Stede sorrise comprensivo a Jim.
<< Grazie per i vostri consigli, li terrò a
mente. >>
<< Capo! >>
<< Roach >> esclamò Stede
voltandosi verso di lui.
<< Io e gli altri volevamo sapere quando intendevi
attuare il piano >> domandò cercando di
riprendere fiato.
<< Piano? >> chiese sollevando un
sopracciglio biondo.
<< Uhm...sì per la polvere da sparo.
>>
<< Oh...quel
piano. >>
<< Raduna gli altri >> ordinò.
<< Sarà fatto. >>
Dieci minuti dopo la ciurma del pirata Bonnet era seduta raggruppata in
semicerchio sul ponte, Stede era seduto con le gambe accavallate su una
botte, aveva preso quell'abitudine da Edward e secondo chi lo aveva
notato era una cosa molto tenera.
Quelli che erano andati in ricognizione al mattino spiegarono la
situazione e poi attesero le parole del loro capo, si sfregò
le
mani poi alzò il viso verso l'alto, all'improvviso le
batté tra loro ed esclamò.
<< Ci sono. Andremo in sei così due
farannò la guardia ai lati opposti mentre gli altri si
occuperanno della polvere, discuteremo dei dettagli mentre andiamo in
la.
>>
Lo Svedese alzò la mano.
<< Mi offro io da diversivo, posso cantare una canzone.
>>
<< Sei davvero gentile Svedese ma non è il
caso, dobbiamo
essere molto silenziosi >> spiegò Stede e gli
altri
annuirono d'accordo.
Il piano c'era, gli uomini pure, dovevano solo preparare le ultime cose
e poi erano pronti, intanto però qualcuno tramava
nell'ombra.
Izzy conosceva quell'isola, sapeva che esisteva solo un deposito dove
tenevano la polvere da sparo e ovviamente sapeva dove trovarlo,
così decise di raggiungerlo prima di loro dandogli la
lezione che si
meritavano.
Era rischioso, se Edward lo avesse scoperto sarebbe stata la fine ma
questa volta avrebbe fatto attenzione, ne aveva abbastanza di quegli
idioti che non facevano altro che creargli problemi, pensava di
essersene liberato definitivamente quando li avevano abbandonati
poi quel damerino di Bonnet era ricomparso con tutti al
seguito e
l'incubo era ricominciato
Voleva solo ritornare ai vecchi tempi in cui navigava con Barbanera e
la
sua ciurma, dove non doveva preoccuparsi di crisi di nervi o scenate ed
era convinto di poterci riuscire ma senza quel gruppo di imbecilli che
ronzavano intorno al suo capitano.
Prestando molta attenzione ai suoi passi e prendendo una scorciatoia
che conosceva era riuscito ad arrivare prima di loro e non ci aveva
pensato due volte a fare una soffiata intimando alle guardie di non
dire niente sulla sua presenza, poi se ne era andato senza sentire
nemmeno una briciola di colpa.
Le guardie erano di più, presidiavano la zona rimanendo
nascoste
per non destare sospetti, rimasero in allerta fino a che non si udirono
i primi passi, gli lasciarono il tempo di arrivare al magazzino e poi
li circondarono, Izzy aveva chiesto loro di non ucciderli subito, di
aspettare un giorno o due, doveva prima convincere Edward a ripartire
inventandosi che quei babbei avevano lasciato la nave, non poteva
rischiare che il suo capo scoprisse il suo piano quando per loro era
troppo tardi, dopo la faccenda con la marina camminava in punta di
piedi su un filo sottile lungo la pazienza di Barbanera.
<< Mierda >> imprecò Jim che fu
l'unica che
riuscì a fuggire, avevano bisogno di rinforzi, quegli uomini
erano troppi persino per qualcuno con la sua esperienza, correva e
correva, le gambe lə facevano male per lo
sforzo, si lanciò
sulla scala di corda della Revenge ansimando e buttandosi poi
all'interno.
<< Buttons >> disse cercando di riprendere
fiato, << dov'è Barbanera? >>
<< L'ho visto scendere nella sua cabina >>
rispose quello mentre Olivia si adagiava comodamente sulla sua testa.
<< Sicuro che non è uscito? >>
<< Sarò anche vecchio per i combattimenti
corpo a corpo ma questi occhi vedono tutto, almeno da vicino.
>>
<< Grazie >> rispose Jim.
Prima di scendere svegliò Wee John che stava facendo un
pisolino
sulla sua amaca, lo scosse un po' troppo bruscamente ma aveva una certa
fretta e non poteva perdere altro tempo pensando alle buone maniere.
<< Jim? >>
<< Non fare domande, è una questione di vita o
di morte,
ci hanno teso un'imboscata e i soldati hanno preso gli altri. Prendi
gli altri uomini e vai ad aiutarli, prendete molte armi e fate presto!
>>
Lui si sfregò un occhio ancora assonato.
<< Fang e Ivan quei due chicos conoscono questo posto,
sono certə che sanno dove andare. Muoviti
cazzo! >>
<< E tu? >> domandò Wee John che
ancora non ci stava capendo molto.
<< Devo occuparmi di qualcuno, va ora! >>
Lui alzò le mani << va bene, vado vado.
>>
Jim si diresse a passo spedito sottocoperta, senza bussare
aprì
malamente la porta di Barbanera che sussultò voltandosi
verso
quel rumore brandendo la pistola che teneva sotto il cuscino, aveva
preso quell'abitudine da quando uno che stava nella sua stessa ciurma
aveva tentato di soffocarlo nel sonno, fortunatamente Calico Jack era
intervenuto nel momento giusto salvandogli la vita.
<< Ma che cazzo!? >> imprecò
innervosito da quella
mancanza di rispetto, non gli piaceva invadessero la sua privacy, in
particolar modo ora che era emotivamente instabile e si lasciava andare
spesso alle lacrime quando era da solo, posò la pistola sul
letto non considerando Jim un pericolo.
<< Estás muerto, hijo de puta!
>> ringhiò con
ferocia avvicinandosi velocemente e afferrandolo per la camicia che si
era buttato addosso.
<< Sei un fottuto bastardo, ci hai venduti!
>>
<< Di che cosa cazzo stai parlando? >>
domandò
corrugando le sopracciglia, non capiva il motivo di quell'intrusione e
soprattutto quelle accuse, Jim non gli aveva più rivolto la
parola da quando aveva abbandonato i suoi amici, lo guardava con
disprezzo portandolo a chiedersi più volte se sarebbe
arrivato
il momento in cui si sarebbe vendicatə
<< Lo sai bene cabrón! >> si
infilò una mano in tasca estraendo il pugnale e
puntandoglielo al viso.
<< Ehi ehi! >> Edward sollevò le
mani lentamente,
sapeva benissimo che era in grado di ucciderlo, ma se avesse voluto
farlo non avrebbe atteso così a lungo per questo mise da
parte
il nervosismo che provava, voleva capirci di più ma per
farlo
doveva riuscire a calmarlə
<< Lo sai che sono forte tanto quanto te, vuoi davvero
iniziare
un combattimento? >> domandò Barbanera facendo
appello al
suo sangue freddo.
<< Io voglio solo cavarti un occhio, mierda!
>> ringhiò a denti stretti Jim trattenendolo
per la camicia.
<< Ora verrai con me e li tirerai fuori tutti fottuto
stronzo,
non mi importa quanto tu sia forte e nemmeno che sei il dannato
Barbanera del cazzo, rivoglio i miei amici. >>
Edward esalò un respiro rilassando il petto e abbassando
piano le braccia, era sicuro fosse successo qualcosa.
<< Nessuno è mai sopravvissuto tanto da
insultarmi una
seconda volta, ora sei così idiota da rischiare la sorte
un'altra volta oppure mi racconti che cosa cazzo è successo.
>>
Jim allentò di poco la presa, arricciò le
sopracciglia guardando Edward senza sapere se potersi fidare o meno.
<< Hai lasciato che prendessero Stede e gli altri, li hai
venduti alle guardie. >>
Il viso del capo dei pirati divenne una maschera bianca, perse tutto il
colore che aveva in corpo come se improvvisamente il sangue avesse
smesso di fluire lasciandolo vuoto come un recipiente il cui contenuto
viene fatto scivolare via, quell'organo che era rimasto assopito nel
suo petto cominciò a battere furiosamente segnalando lo
stato di
panico, gli girava persino la testa e per un attimo pensò
che
avrebbe perso i sensi.
Vedendo la sua espressione mutare così repentinamente Jim lo
lasciò andare.
<< De verdad que no sabes nada? >>
Edward era ancora più confuso e allora Jim ripeté
<< davvero non sai niente? >>, lui scosse
la testa.
<< Quando siamo andati a prendere la polvere da sparo
siamo rimasti coinvolti in un imboscata. >>
<< Io me la sono cavata riuscendo a correre fino a qui,
ma gli altri sono stati presi. >>
<< Come sai che era un'imboscata? Forse non siete stati
attenti
>> provò a dire Edwrad ma se ne
pentì subito
vedendo l'espressione di Jim.
<< Non sono così idiota da mentire su una cosa
simile, erano
troppi soldati e avevamo controllato prima di agire. >>
Jim sospirò.
<< Doveva andare tutto secondo il piano, se li
hanno ammazzati giuro che...- >>
<< No, non possono averli uccisi, non così
come animali.
Serve una condanna o come cazzo si chiama >>
spiegò
Barbanera che se ne intendeva di quelle cose, lui aveva sempre studiato
i suoi nemici, aveva gli occhi lucidi malgrado quella sicurezza che
però era flebile come la fiamma di una candela, quando
incontrò quelli di Jim scoprì che anche quelli
erano
lucidi e pieni di preoccupazione e una parte di lui pensava che non
avrebbe dovuto essere così, a lui non doveva importare
niente
della fine di quegli uomini e del loro capitano.
<< Li troveremo ma dobbiamo sbrigarci >>
disse risoluto,
Jim annuì ritrovando un po' di quella compostezza che
sembrava
aver abbandonato il suo corpo lasciando spazio solo al timore di averli
persi.
Uscirono dalla cabina e si ritrovarono presto di fronte a quella di
qualcun altro.
<< Sei impazzito? Non ci aiuterà mai.
>>
<< Di un po' hai dimenticato chi cazzo è che
comanda qui?
>> sbottò Edward stufo di sentirsi sempre
contrastato da
chiunque, come se le sue parole non avessero più valore.
Izzy aprì la porta non aspettandosi di trovarsi di fronte
Barbanera accompagnato da Jim, l'ultima volta in cui il suo capitano
era stato nella sua stanza aveva perso un dito, la ferita
tornò
a pulsare e fargli male, iniziò a sudare freddo e questo
solo
come riflesso incondizionato del suo corpo.
<< Vieni con noi >> ordinò
Edward.
Izzy deglutì.
<< Dove? >>
<< Non ti ho chiesto di fare domande cane
>> lo
rimproverò stringendogli una mano al collo, poi lo libero
spingendolo appena all'indietro, Izzy si massaggiò la zona
colpita e un senso di vertigine si impossessò di lui, lo
ignorò facendo ciò che il capo gli aveva detto.
Camminava dietro di loro sentendosi come se stesse andando al patibolo,
temeva avessero scoperto ciò che aveva fatto e lo stessero
portando da qualche parte per liberarsi di lui, aveva paura
perché sapeva che contro quei due non avrebbe mai potuto
sopravvivere e per di più con un piede monco, finalmente
Edward
ruppe quel silenzio teso che si era creato svelando così la
sua
sorte.
<< Bonnet e alcuni uomini sono stati catturati, dobbiamo
liberarli. >>
Izzy mandò giù pesantemente il nodo che gli
stringeva la
gola, da un lato era sollevato di essersi sbagliato anche se non poteva
essere del tutto certo che non sapessero nulla, magari lo stavano solo
usando per liberarli e poi si sarebbero occupati di lui.
Non rispose, non disse nulla come se le sue orecchie non avessero
percepito alcun suono, Barbanera voltò il viso verso di lui.
<< Vuoi muoverti! >> strillò e
il corpo del primo
ufficiale già teso scattò come una molla e
accelerò il passo, Jim che era abituatə
a osservare tutto
notò che c'era qualcosa di strano, certo sapeva che
quell'ometto
non era felice di aiutarli ma qualcosa gli diceva che c'era di
più.
<< Qué te pasa? >>
domandò con un cenno del capo verso di lui.
<< Niente >> rispose Izzy ficcandosi le
mani in tasca.
<< Capisci lo spagnolo? >>
domandò Jim sollevando un sopracciglio.
<< No ma non ci vuole molto a capire quello che cazzo hai
detto. >>
<< Estás nervioso?
>>
<< Piantala cazzo >> rispose Izzy.
<< Finitela tutti e due, siamo arrivati >>
disse Edward rilassando il petto con un respiro.
Erano a diversi metri dalla rimessa, le acque sembravano essersi
calmate, c'erano solo due guardie assonnate a monitorare la situazione,
era chiaro a tutti quello che era successo ma sembrava almeno da
lì che non ci fossero tracce di sangue e questa era una cosa
buona, significava che li avevano semplicemente portati via.
Dai cespugli si sentirono dei fruscii, i tre si prepararono a sguainare
la spada ma si fermarono quando videro i loro compagni che erano stati
mandata da Jim per aiutare gli altri, spiegarono loro che quando erano
arrivati non c'era più nessuno così si erano
nascosti per
aspettare l'arrivo dei rinforzi, tutti insieme formavano un bel gruppo
ma non era certo sufficiente a combattere una caserma piena di guardie
armate fino ai denti, dovevano elaborare un piano che funzionasse.
Intanto Stede, Olu, Franchie, Roach e Pete chiusi in quella stretta
gabbia si sentivano impotenti e piccoli, alcuni stavano seduti con le
ginocchia tirate verso il petto, altri in piedi appoggiati al muro, non
c'erano letti né sgualcite brandine perché quella
era
semplicemente una cella di passaggio utile fino a che le guardie non
avessero deciso che cosa farne di loro.
<< Pensate che questa volta siamo spacciati?
>>
domandò Roach spostando un piede dal muro sul quale era
appoggiato.
<< Probabile, dubito che qualcuno verrà a
tirarci fuori
>> rispose Franchie, il suo pessimismo era aumentato dopo
essere
stato preso in ostaggio da Barbanera.
<< Ragazzi cercate di rimanere forti, forse Edward non
verrà ma i nostri amici... >>
cominciò Olu tentando
di dare speranza al gruppo.
<< Io spero non vengano, non voglio vederli morire, ho
già
perso Lucius una volta o almeno credevo di averlo perso e non voglio
ripetere l'esperienza >> disse Pete.
<< In realtà sono già due le volte
in cui hai
rischiato >> iniziò Roach indicando il dito
indice ma
venne zittito da Olu e Franchie.
L'unico che stava in silenzio con il capo chino era quello che avrebbe
dovuto parlare, infondere coraggio e voglia di combattere a tutti,
Stede si sentiva avvilito e mortificato, in una sola giornata era
riuscito a sporcare il panno di Edward, farlo sentire nuovamente
abbandonato e in più aveva fatto finire in prigione i suoi
amici
senza nemmeno la certezza che qualcuno sarebbe venuto a cercarli.
E anche se fossero venuti sarebbero stati in pericolo e tutto questo
per colpa sua, per il suo sciocco piano che non aveva funzionato,
avrebbe dovuto dare ascolto a Edward e invece aveva voluto fare di
testa sua come al solito ed ecco dove lo aveva portato.
<< Perché? >> disse solo e tutti
si voltarono verso quel sibilo che era la sua voce.
<< Hai detto qualcosa capo? >>
domandò Olu.
<< Ehi? >> lo chiamò ancora
posandogli una mano sul ginocchio.
<< Avrebbe dovuto funzionare, che cosa è
andato storto?
Avevamo tutti i dettagli...non è giusto, non faccio mai
niente
di buono >> sospirò con la voce che gli
tremava in gola.
Tutti si guardarono tra loro dispiaciuti di vedere il loro capitano
ridotto in quelle condizioni, ce la stava davvero mettendo tutta per
essere all'altezza di quel ruolo, per riottenere la loro fiducia ma
sembrava che le acque gli fossero sempre ostili.
Olu si inginocchiò di fronte a lui tenendo le mani premute
sulle ginocchia di Stede.
<< Capo senti le giornate del cazzo possono capitare a
tutti,
anche i migliori piani a volte falliscono e quello che avevi ideato lo
era davvero. Vero ragazzi? >>
<< Certo >> dissero tutti.
<< Non lo diciamo solo per dire, credimi io me ne intendo
di piani di fuga >> disse con un sorrisino.
<< In realtà penso che ci sia qualcosa di
strano in tutta questa storia. >>
Stede alzò il viso, aveva gli occhi lucidi e si poteva
vedere
benissimo anche con la poca luce che c'era lì dentro quanto
fossero tristi.
<< Sì...in verità anche a me
è sembrato
strano ci fossero tutte quelle guardie >> rispose Pete
grattandosi la nuca.
<< A cosa state pensando? >>
domandò Stede.
<< Un'imboscata >> rispose Franchie.
<< Può essere che ci abbiano visti arrivare?
>>
<< O che nel momento della ricognizione vi abbiano
scoperti?
Forse ho sbagliato a mandarvi lì in pieno giorno, vi ho resi
vulnerabili. >>
Franchie scosse il capo facendo qualche passo in avanti.
<< No capo, per prima cosa erano già in troppi
e non
è possibile che tutta quella gente ci abbia visti arrivare.
>>
<< E riguardo a questa mattina siamo stati davvero molto
attenti, nessuno si è accorto di noi. >>
Stede deglutì << questo significa...
>>
<< Qualcuno ci ha venduti >> disse Pete.
<< Ma chi? >> domandò il pirata
gentiluomo corrugando le sopracciglia.
<< Barbanera >> rispose Pete che sentiva
ancora quella ferita aperta dentro al suo cuore.
<< No lui non può essere, se avesse voluto
liberarsi di
noi lo avrebbe fatto senza troppe cerimonie >> lo difese
Stede
sicuro di ciò che diceva.
<< Il capo ha ragione >> rispose Olu.
<< Magari non vuole farsi scoprire così nel
caso
sopravvivessimo non ce l'avremmo con lui >> riprese a
dire Pete.
<< No è escluso Edward non c'entra
>> disse con
convinzione sistemandosi una bionda ciocca ribelle, nemmeno per un
secondo aveva dubitato di lui, dentro al suo cuore era certo che per
quanto fosse arrabbiato non avrebbe inscenato tutto questo per
toglierlo di mezzo e in più qualcosa gli diceva che Edward
non
desiderava davvero levarselo di torno come si ostinava a fargli credere.
<< Allora Izzy, potrebbe essere stato lui
>> propose Franchie.
Roach allungò un braccio annuendo << esatto
amico lui sì che ci odia. >>
<< Ragazzi adesso non ha senso discutere sul possibile
colpevole, dobbiamo trovare un modo per uscire da qui. >>
Stede si richiuse in quel silenzio che lo aveva accompagnato da quando
li avevano catturati, voleva almeno riuscire a liberare loro e farli
fuggire, non importava se lui fosse morto anche se avrebbe almeno
voluto rivedere anche per un solo istante Edward, dirgli che lo amava e
chiedergli perdono per essere stato nuovamente uno stupido.
I suoi occhi trattenevano a stento le lacrime che si erano formate,
tutti quei pensieri riguardo alle cose che gli avrebbe voluto dire,
erano tante e forse troppe, aveva pensato scioccamente di avere tempo
mentre invece il suo stava per scadere, si morse le labbra pensando ai
baci che non avrebbe più potuto dargli quando un forte boato
interruppe tutte le voci nella sua testa.
Urla, grida, fumo e poi la loro cella che venne aperta, Stede
guardò titubante verso l'esterno mentre gli altri si
avvicinarono cauti chiedendosi che cosa stesse succedendo, il capitano
fu l'ultimo ad uscire e quando quell'esalazione finalmente
evaporò scoprì a pochi metri da lui la figura di
Barbanera.
Con la spada tra le dita, la fronte sudata e il viso macchiato da
schizzi di sangue, probabilmente non il suo, c'erano altre macchie
di sangue sparse lungo il suo corpo e il petto che si alzava e si
abbassava cercando di riprendere fiato, Stede deglutì
mandando
giù l'amaro che sentiva premergli dal profondo della gola,
gli
occhi gli si riempirono nuovamente di lacrime e in un attimo senza
pensarci corse verso di lui, aprì le braccia e lo strinse
forte.
Il corpo di Edward non indietreggiò nemmeno di un passo dopo
l'impatto con quello di Stede, come se fosse fatto di pietra, rimase
sorpreso
da quella reazione così spontanea, tutto si aspettava tranne
che
l'uomo che amava ma che diceva di odiare gli si sarebbe gettato al
collo.
Stede singhiozzava stringendosi alle sue forti spalle, la fronte
premuta sul suo petto e le lacrime che continuavano a scendere sotto lo
sguardo sbalordito di tutti e quello disgustato di Izzy, il cuore di
Barbanera batteva fortissimo, non era pronto a riaverlo tra le sue
braccia, sentendo il calore del suo corpo e il profumo della sua pelle.
Le volte in cui erano stati vicini si era preparato mentalmente
innalzando la sua barriera di indifferenza, ma in quella situazione non
aveva fatto in tempo troppo preoccupato a cercarlo e riportarlo a casa
sano e salvo, non aveva potuto prepararsi.
<< Ragazzi dobbiamo andarcene >> disse
qualcuno.
<< Sì tra poco potrebbero arrivare i rinforzi.
>>
I due capitani però erano persi in un mondo tutto loro dove
Stede continuava a piangere sulla spalla di Edward e lui lo guardava
non sapendo cosa fare, gli occhi lucidi, le labbra schiuse come petali
di un fiore per la sorpresa, quella voglia matta di abbracciarlo che
però non riusciva a soddisfare perché il dolore
per
ciò che gli aveva fatto era ancora troppo forte in lui.
Avevano ragione gli altri, dovevano sbrigarsi ma sapeva che il pirata
biondo non si sarebbe mosso senza un cenno da parte sua.
<< Stede coraggio dobbiamo andare >> fu
strano pronunciare
quel nome che vibrò lungo tutta la sua cassa toracica per
finire
dritto in quella dell'altro, alzò il viso rigato dalle
lacrime
come catturato da un richiamo lontano, si guardarono negli occhi,
quelli color petrolio di uno con quelli color nocciola dell'altro e in
quel semplice gesto c'erano tutte le risposte che cercavano.
Lungo il tragitto il silenzio la faceva da padrone, ma non era uno di
quelli pesanti si trattava più di una quiete rilassata
dovuta a
tutto il trambusto di poco prima e alla felicità di essersi
ritrovati, Jim e Olu si tenevano per mano, Pete non vedeva l'ora di
riabbracciare Lucius mentre gli altri si godevano semplicemente il
ritorno, ci sarebbe stato il tempo per pensare.
L'unico che non era felice era proprio Izzy che oltre a veder sfumato
il suo piano aveva dovuto partecipare al salvataggio di quegli
imbecilli senza poter proferire parola, il sangue gli ribolliva nelle
vene e sentiva lo stomaco che bruciava per l'acido che quel nervosismo
gli procurava.
I capitani erano rimasti indietro, camminavano allo stesso passo e ogni
tanto Edward scrutava Stede lanciandogli un'occhiata come per
accertarsi che fosse ancora lì vicino a lui, da quando Jim
gli
aveva riportato l'accaduto si era preparato una bella ramanzina da fare
a tutti ma era sfumata o meglio era andata proprio a puttane quando
quello stupido gli si era gettato tra le braccia.
Odiava il modo in cui lo faceva sentire, dal primo giorno lo aveva
riempito di insulti e mai una volta aveva avuto remore a urlargli
addosso, ma più il tempo passava più quello
sciocco
diventava sempre più bello e gentile, non passava giorno
senza
che gli regalasse uno di quegli splendidi sorrisi o che lo stupisse con
qualche nuova trovata.
Ce la metteva tutta per rendergli impossibile la vita e malgrado questo
non se ne era ancora andato, ogni fottuto giorno si alzava con la
consapevolezza di vedere una scialuppa in meno, immaginava di vedere
quella chioma bionda remare in lontananza e sentire il suo cuore di
nuovo in pezzi ma non accadeva mai.
Come faceva ora a sgridarlo? Come poteva dirgli che il loro piano era
una merda ed erano dei pessimi pirati, come poteva infliggere una
stilettata così forte al quel cuore così puro
dopo che
gli aveva pianto addosso, sentiva ancora l'umido delle sue lacrime e il
peso della consapevolezza che si portava addosso.
Una volta saliti sulla nave fu Stede a rompere il silenzio.
<< Vi ringrazio a nome di tutti noi per averci salvati
>>
disse sorridendo ma quel sorriso sapeva di amarezza,Olu, Franchie,
Roach
e Pete annuirono alle sue parole.
<< Sì vaffanculo Bonnet è l'ultima
volta che salvo
il tuo culo da damerino capito? E vale anche per tutti voi
>>
disse Izzy puntandogli un dito contro.
<< Izzy non ti ho chiesto di intervenire >>
lo rimproverò Edward.
<< Bé qualcuno deve pur far capire a questi
idioti che non
posso fare il cazzo che vogliono e passarla sempre liscia
>>
sbraitò.
<< Ehi modera il linguaggio >>
gridò qualcuno.
<< E poi chi ci dice che non sei stato proprio tu a
venderci? >> domandò Pete.
Izzy accusò il colpo ma non lo diede a vedere, strinse i
pugni poi puntò l'indice verso di lui.
<< Perché se fossi stato io sareste
già morti. >>
<< Ragazzi >> Stede richiamò
l'attenzione battendo più volte le mani.
<< Siamo tutti stanchi, sono sicuro che c'è
una
spiegazione ma l'importante è che siamo salvi e ora la cosa
migliore è andare a dormire e dimenticare questa brutta
faccenda.
>>
<< Ma capo... >>
<< Roach >> sollevò una mano
impedendogli di continuare.
<< Farci la guerra tra noi non serve, adesso mettetevi
tutti a dormire avanti. >>
<< Capo...che ne diresti di una storia? >>
Stede sorrise.
<< Volentieri, preparatevi io arrivo subito.
>>
<< Uhm...i libri non ci sono più
>> disse Pete causando un "ohh" di sconforto generale.
<< Mi inventerò qualcosa d'accordo?
>> rispose Stede
e i visi di tutti si rilassarono, felici che avrebbero riavuto quel bel
momento che a loro piaceva tanto.
La ciurma si ritirò tra gridolini e spinte, Izzy se ne
andò guardandoli con disprezzo e imprecando mentre Edward
era
rimasto a guardare la scena e pensare come Stede non si rendesse conto
quanto certe volte si comportasse da vero capitano.
Era stanco, provato, aveva i nervi a fior di pelle e le mani che gli
tremavano ma nonostante questo non si era tirato indietro quando il suo
equipaggio gli aveva fatto una richiesta che poteva essere realizzata
anche il giorno dopo, Barbanera si chiedeva che cosa ci guadagnasse
Stede a essere sempre così gentile e disponibile
<< Ed...possiamo parlare un momento? >>
domandò Stede grattandosi la nuca.
<< Se devi ringraziarmi risparmiatelo, lo hai
già fatto >> rispose freddo lui.
<< Per favore ho bisogno di parlare con te, ci
vorrà solo un minuto. >>
Barbanera sospirò, a volte era impossibile vincere contro
quell'uomo, ma quelle erano solo battaglie a lui toccava vincere la
guerra, scesero in cabina e Stede fece finta di non vedere il disordine
e le tende nere che incupivano quello che un tempo era stato il suo
luogo sicuro.
<< Tutto quello che sto per dirti mi sembra
così banale
>> iniziò torcendosi per un attimo le dita
delle mani.
<< Allora non farlo >> rispose Barbanera
avvicinandosi alla
scrivania, prese una bottiglia contenente l'ultimo sorso di liquore e
lo mandò giù tutto d'un fiato, poi la testa gli
girò improvvisamente costringendolo a posare la bottiglia e
portarsi una mano alla fronte, barcollò all'indietro finendo
seduto sulla brandina << cazzo. >>
<< Edward! >> corse verso di lui
chinandosi, gli tolse la
mano dalla fronte per riuscire a guardarlo negli occhi, ma Edward si
divincolò con uno strattone.
<< Sto bene cazzo, mi gira solo la testa. >>
<< Questa non mi sembra affatto la definizione di stare
bene. >>
<< Bonnet vaffanculo >> mugugnò
stringendo i denti, ma che cosa gli prendeva.
<< D'accordo ci vado ma solo dopo che mi sarò
occupato di
te >> rispose Stede mantenendo un tono di
voce pacato
ma fermo.
Edward riuscì ad aprire un occhio e metterlo a fuoco.
<< Non ho bisogno di te né della tua fottuta
pietà. >>
<< Va bene, vediamo cosa sei in grado di fare da solo
>>
disse risoluto sollevando il busto e incrociando le braccia al petto.
Barbanera la prese come una sfida, si alzò facendo appello a
tutta la sua forza di volontà per rimanere in piedi, decise
di
occuparsi della giacca di pelle ma invece che allentare le cinture le
stava solo tirando in avanti, << queste cazzo di cose!
>>
Stede sollevò un sopracciglio quando incontrò il
suo sguardo.
<< Oh fanculo! >> sbuffò Edward
lasciando ricadere le braccia ai lati dei fianchi.
<< Posso? >> domandò il pirata
gentiluomo avvicinandosi solo dopo che l'altro ebbe annuito.
Stede si mise all'opera sfilando le cinghie con calma e pazienza una
dopo l'altra, non commise l'errore di soffermarsi troppo sul
pensiero
che si trovavano in una stanza da soli e lui lo stava
spogliando, una
volta sfilata la giacca e appoggiata sulla sedia lì vicino
lo
guardò ma vide che lui aveva la testa voltata di lato con la
mascella stretta.
<< Se alzi le braccia sarà più
facile toglierla >> disse riferendosi alla maglia e
tentando di mantenere ferma la voce.
Edward si riscosse da quel torpore in cui era volontariamente caduto,
vide che anche su di essa vi erano delle macchie.
<< Cazzo non verranno mai via, questa maglia è
da buttare >> imprecò sbuffando.
<< Per questo usi la pelle? >>
domandò Stede,
<< perché è più facile
togliere il sangue?
>>
<< Questo e anche perché la pelle è
figa >>
rispose Edward mentre si faceva aiutare a togliere l'indumento, che
venne appoggiato delicatamente sulla sedia.
<< Oh >> Stede sorrise perché
aveva scoperto
qualcosa di lui che non conosceva, quella era la prima conversazione
normale che avevano da quando era tornato e ironia della sorte
parlavano di sangue, ma al pirata gentiluomo non importava,
qualunque argomento sarebbe andato bene se gli avrebbe garantito quei
piccoli momenti di pace.
<< Mi spiace per la maglia ma della giacca me ne occupo
io. >>
<< E anche di te se ti metti seduto. >>
Barbanera corrugò la fronte sentendo che doveva riprendere
in mano la situazione.
<< Non sai come si fa, la rovinerai >>
disse.
<< Vorrà dire che mi insegnerai tu, ora siedi
per favore
>> posò le braccia sulle sue spalle e lo
spinse
delicatamente a sedere, Edward si massaggiò la faccia con le
mani sentendosi preda di una sbornia colossale ma era certo di non aver
bevuto poi così tanto.
<< Vado a prendere una bacinella con dell'acqua e torno
>>
gli disse Stede e lui non riuscì a trattenere quella frase
che
gli sfuggì dalle labbra.
<< Torni? >>
Il pirata gentiluomo si intenerì di fronte a quella domanda
ma
gli strinse anche il cuore, serrò le labbra e
annuì
cercando di infondergli sicurezza con il sorriso oltre che con le
parole.
<< Certo che torno, ci metto un attimo. >>
<< L'ultima volta non sei stato così veloce
>> disse
Edward con lo sguardo puntato sul pavimento e due lacrime che solcarono
svelte il suo viso finendo per infrangersi sul pavimento, che cazzo gli
prendeva si domandò, perché stava tirando fuori
quell'argomento, perché si sentiva improvvisamente
così
fragile ed esposto?
<< L'ultima volta ero un idiota che non sapeva che cosa
si stava
perdendo >> rispose Stede lasciando svelto la stanza con
il cuore
a mille e il magone che gli attanagliava la gola, doveva riprendersi e
fare in fretta, aveva un'occasione di dimostrargli che poteva contare
su di lui e non voleva deluderlo.
Stede come promesso si affretto a preparare l'occorrente e
rientrò in stanza, la cosa più bella fu
incrociare lo
sguardo di Edward che si era illuminato per pochi secondi come un cielo
pieno di stelle, si avvicinò posando la bacinella ai piedi
del
letto, prese il panno umido e lo strizzò facendo scivolare
via
le goccioline di troppo.
<< A che cazzo ti serve quella? >>
<< Non puoi andare a dormire così
>> sorrise il
pirata gentiluomo prima di cominciare a strofinare piano il panno sul
volto di quell'uomo che in quelle condizioni sembrava docile come un
bambino, Barbanera rabbrividì al contatto ma non si
scostò anzi chiuse d'istinto gli occhi.
<< E' troppo fredda? >> domandò
Stede.
<< No, va bene >> rispose lui.
La mano gentile del pirata continuava a muoversi su quei lineamenti
perfetti che per tante notti aveva sognato di sfiorare, la barba stava
ricrescendo ispida e pungente solleticava le dita di Stede quando vi
passava sopra, il cuore palpitava come un tamburo suonato da qualcuno
che non ha la forza di smettere, era come se quella terribile notte non
fosse mai accaduta, non si sentiva stanco ma solo agitato.
Si permise di posare le dita dell'altra mano sul lato opposto del viso
ed Edward a quel punto aprì gli occhi facendolo morire
dentro.
<< Devo pulirti da questa parte >> si
giustificò con un fil di voce.
Era consapevole che in quel momento l'altro aveva abbassato tutte le
sue difese ma bastava veramente poco perché quel guscio lo
ricoprisse di nuovo e lui non voleva che accadesse, lo trattava con
rispetto e venerazione come se fosse un'opera antica da non rovinare e
quando lo vide chiudere nuovamente gli occhi le sue spalle si
rilassarono permettendogli di tornare a respirare.
<< Perché lo stai facendo? >>
domandò d'un
tratto mentre Stede era sceso a pulirgli il collo e lui aveva sollevato
il mento istintivamente, stupendosi egli stesso di quel gesto
così arrendevole nei confronti di quell'uomo che gli aveva
strappato il cuore.
<< Non sei in grado di farlo da solo, per questa sera
devi solo
riposare e poi mi fa piacere prendermi cura di te. >>
<< Se pensi che dopo questo io...- >>
<< Quello che forse non hai capito Edward è
che io
finché me lo permetterai mi prenderò sempre cura
di te
>> disse deglutendo.
<< Probabilmente tu continuerai ad odiarmi per sempre e
io in quel caso
vivrò per dimostrati quanto sono grato di esserti accanto.
>>
<< Vivresti tutta la vita accanto a un uomo che ti odia?
Bonnet è da folli. >>
Stede sorrise spostando per un attimo il panno e constatando che
nonostante quelle parole Edward non aveva ancora aperto gli occhi.
<< Lo hai detto anche tu che sono pazzo >>
rispose con un
sorrisetto e riprese a pulire le macchie di sangue questa volta dal
braccio.
Mentre era ormai perso in quella nenia costituita da movimenti delicati
e ripetitivi si rese conto che era la prima volta che vedeva quel viso
privo del trucco nero, non gli aveva mai permesso di guardarlo senza
quella maschera che aveva indossato come protezione dal mondo esterno e
da lui in particolar modo, non disse nulla ma la sua stessa anima
cantava dalla gioia e quasi gli occhi gli si riempirono di lacrime per
la felicità, ma non doveva commettere l'errore di illudersi,
il cammino per arrivare al cuore di Edward era lungo e tortuoso.
<< Bonnet ti sei addormentato? >>
domandò arricciando le sopracciglia.
<< Cosa? No, dovresti imparare a rilassarti
>> rispose
Stede arrossendo, effettivamente era da un po' di tempo che stava
pulendo il nulla, passava lo straccio umido sul quella bella pelle che
ormai era del tutto pulita, ma per lui era così naturale
compiere quei gesti, era un modo per dargli il suo affetto in maniera
indiretta.
<< Io so rilassarmi cazzo ma tu ci stai mettendo una
vita. >>
<< Te lo hanno mai detto che sei un brontolone?
>> rispose
Stede sollevando un sopracciglio, sì si stava divertendo un
mondo.
<< L'ultimo che lo ha fatto è morto
>> rispose cupo
Edward, chissà forse era un modo per studiare la reazione
dell'altro pirata, o voleva incutergli timore o semplicemente era
talmente abituato a difendersi che quella frase gli era uscita naturale.
<< Bé io sono ancora tutto intero, diciamo che
sono stato
fortunato >> sorrise dandogli un affettuoso colpetto
sulla spalla
e si tirò su portando con sé la bacinella, la
posò
sul tavolo e si stiracchiò, le ginocchia gli formicolavano
un
pochino per via della posizione ma era felice e non gli importava del
resto.
<< Puoi aprire gli occhi ora >> disse.
<< Decido io quando aprire i miei fottuti occhi
>> rispose
ma nel suo tono non c'era una reale critica, anzi quella frase fece
ridacchiare Stede.
<< Bonnet stai camminando su un filo sottile
perché ti mandi a fanculo. >>
<< Non ho riso di te ma con te >> rispose
lui mettendosi le mani sui fianchi. >>
Edward a quel punto aprì gli occhi e dovette attendere un
attimo a riabituarsi alla luce.
<< Questa è una stronzata >>
rispose.
Di nuovo un sorriso stirò le labbra del pirata biondo.
<< Dovresti rivestirti o prenderai freddo,
perché non hai acceso il camino? >>
<< E quando cazzo avrei dovuto farlo, se non ricordi ero
troppo
impegnato a salvare le chiappe di qualcuno >> disse
alzandosi ma
venne preso da un altro capogiro, fortunatamente c'era Stede
a prenderlo.
<< Ma che cazzo mi prende? >>
domandò Edward più a se stesso che all'altro.
<< Sei solo molto provato, lascia fare a me per stasera.
Ti cerco qualcosa da metterti addosso. >>
<< Io non ho camice di seta come le hai tu
>> rispose lui
stringendo i pugni, gli occhi diventarono umidi e luccicavano come un
mare che rifletteva il cielo notturno pieno di stelle.
<< Che io sappia per dormire basta anche una semplice
maglietta
>> disse Stede cercando con lo sguardo qualcosa che
potesse andare
bene, ma lì in mezzo a tutto quel disordine era faticoso
trovarlo, fu proprio Edward a indicargli il punto preciso.
<< Lì sotto la scrivania >>
disse e Stede voleva
proprio chiedergli che cosa ci facesse e soprattutto come ci fosse
finita lì sotto, ma rimase zitto credendo fosse meglio non
infastidirlo con troppe domande.
<< Alza le braccia >> il suo sembrava un
ordine ma era
più una richiesta imposta dolcemente, Edward
obbedì
guardandolo attentamente, studiandone i lineamenti, Stede si
impedì di tremare sotto quello sguardo e gli
infilò la
maglietta.
<< Ecco qui, pronto per dormire >> disse
sorridendo.
<< Accendo il fuoco. >
<< Non ce n'è bisogno. >>
<< Ed... >>
Lui sbuffò e si lasciò cadere seduto su quel
letto ormai
sgualcito e sfatto ormai da giorni e settimane, osservò i
lineamenti morbidi del pirata biondo mentre metteva la legna e
accendeva il fuoco che illuminò quel viso perfetto come se
fosse
una stella appena nata.
Gli si strinse la gola e di nuovo quel terribile bruciore si
irradiò lungo tutto il suo corpo, lo amava, cazzo se lo
amava e
quanto avrebbe desiderato essere in una situazione diversa, per giorni
prima che accadesse quell'alba maledetta aveva desiderato essere
lì con lui in quella stessa stanza, osservarlo spogliarsi
dei
suoi abiti e infilarsi quella sua bella veste da notte dai ricami
pregiati, poi si sarebbero infilati insieme sotto le coperte e lui
avrebbe osservato l'oro di quei capelli d'angelo venire abbracciato
dalle ombre della notte e infine si sarebbero addormentati stretti tra
le braccia dell'altro.
Si sarebbe sentito protetto, si sarebbe sentito a casa, si sarebbe
sentito tante cose che però non meritava, quelle cose
appartenevano a una vita che avrebbe potuto essere ma non sarebbe mai
stata.
<< Cazzo >> mugugnò sentendo il
cuore stringersi in
una morsa dolorosa, arricciò le labbra e si prese la testa
tra
le mani cominciando a piangere.
<< Edward! >>
Stede gli corse incontro inginocchiandosi davanti a lui, gli prese i
polsi tentando di allontanargli le mani dal viso, voleva disperatamente
cercare i suoi occhi, non voleva si perdesse nuovamente in se stesso
tra quella matassa di pensieri che era certo non gli desse tregua.
<< Vattene Stede >> disse tra i singhiozzi.
<< No io...- >>
<< Vattene cazzo! >> lo spinse da una
spalla e lui cadde
seduto a terra, gli spezzò il cuore vederlo con il viso
rigato
dalle lacrime, deglutì sentendo il pianto risalire svelto i
condotti lacrimali, anche il suo volto si era trasformato in una
maschera di dolore ed era incredibile come quelle sofferenze
riuscissero a scontrarsi senza mai avere pace o una fine.
<< Mi dispiace Edward, mi dispiace... >>
con uno slancio
tornò di fronte a lui e lo strinse tra le braccia, Edward
non
ebbe la forza di rifiutarlo, pianse con la fronte appoggiata alla sua
spalla, Stede lo accarezzò passando le dita tra quei fili
argentati piangendo a sua volta.
<< Cazzo Stede, cazzo fa male tu non hai idea di quanto
cazzo faccia male. >>
Stede strinse le labbra mandando giù quel forte magone che
gli
faceva bruciare la gola, gli prese il volto tra le mani cercando i suoi
occhi.
<< Ed...Edward guardami, sono qui adesso. >>
<< Non è abbastanza cazzo non...
>> scesero altre
lacrime, deglutì a vuoto tirando su col naso e desiderando
che
smettesse di fargli così male il petto e tutta la gabbia
toracica, ogni respiro era una stilettata di dolore lancinante.
<< Io non credevo che ti avrei fatto così
tanto male
>> gli spostò una ciocca di capelli dietro
l'orecchio ed
Edward in quel momento alzò lo sguardo su di lui.
<< E cosa cazzo credevi Stede? >>
<< Pensavo che saresti stato meglio senza di me
>> rispose asciugandosi una lacrima.
<< Non so se potrò mai perdonarti
>> disse con le labbra che gli tremavano.
<< Ed...non sono tornato con la pretesa che mi perdonassi
così presto, potresti non farlo mai ma voglio solo che tu
sappia che non me ne sono andato perché c'è
qualcosa di
sbagliato in te. >>
Si guardarono negli occhi, entrambi li avevano umidi e languidi come
due laghetti nei quali specchiarsi, in quel momento Edward vide la
verità di Stede ma quella barriera che aveva eretto lui
stesso
era ancora troppo alta e resistente per essere abbattuta.
<< Ti prego va via >> disse Barbanera
sfilandosi da quel tocco.
<< Scordati che ti lascio solo, se vuoi che me ne vada
dovrai buttarmi fuori a calci. >>
Edward scosse la testa, con le mani strinse il materasso lottando
contro l'impulso di abbracciarlo di nuovo.
<< Resto almeno finché non ti addormenti.
>>
<< Non sono un dannato bambino Bonnet. >>
Stede ridacchiò ma in quel momento qualcuno bussò
ed
entrò senza aspettare l'avanti, era Izzy che quando vide
Stede
inginocchiato di fronte al suo capitano rimase paralizzato per qualche
istante.
<< Che cosa cazzo sta succedendo? >>
domandò spostando lo sguardo da Edward a Stede e viceversa.
<< Stede se ne stava andando >> disse
Barbanera e lui lo
guardò un attimo ma i suoi occhi non c'erano già
più, erano stati nuovamente inghiottiti da quel mare nero
senza
fondo, sospirò e si alzò, ci era rimasto male ma
quella
serata non era comunque tutta da buttare via.
<< E' vero...buona notte Edward, riposati.
>>
Lui non rispose, Stede si incamminò verso la porta.
<< Buona notte Izzy >> disse con il tono
più duro.
<< Fottiti Bonnet. >>
Uscì e si chiuse la porta alle spalle sospirando, non aveva
voglia di vedere nessuno, si dimenticò che aveva promesso
una
storia, desiderava rimanere da solo senza ricevere domande o sguardi
compassionevoli.
Si rintanò nella stanza dei giochi appallottolandosi in uno
dei
sacchi che era stato lasciato in un angolo, c'era stato un momento in
cui aveva visto uno spiraglio di luce, credeva che sarebbe riuscito
attraverso di esso a entrare e afferrare Edward per mano e tirarlo
fuori dalle tenebre in cui lo aveva fatto cadere.
Cadde stremato in un sonno dove l'unica cosa che udiva mentre era perso
tra le braccia di Morfeo era la voce di Edward che gli urlava qualcosa,
ma lui non riusciva a sentirlo e allora correva e correva ma quel
sussurro si faceva sempre più flebile fino a scomparire.
Intanto i ragazzi sul ponte si sistemarono sulle loro amache.
<< Niente storia >> disse Wee John.
<< Credo che il capitano abbia qualcosa di più
importante
a cui pensare adesso, dobbiamo capirlo e avere pazienza
>> disse
Lucius e gli altri concordarono, il sonno cadde presto sull'equipaggio
e la Revenge divenne silenziosa, veniva cullata dal dondolio lento
dell'acqua e forse durante quella notte stellata tutti condivisero lo
stesso sogno, che presto l'armonia potesse tornare a solcare i mari con
loro.
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Capitolo 4 *** Arancia pietrificata ***
Arancia
pietrificata
In quella notte che sembrava interminabile gli unici a essere ancora
svegli erano Edward e Izzy, quest'ultimo dopo essersi trovato davanti
quella scena voleva assolutamente capire se tra quei due stesse
ricominciando qualcosa ma non era proprio sicuro di volerlo sapere,
perché se fosse stato così ci sarebbe stato poco
che
potesse fare per fermarli.
<< Che cosa cazzo stava facendo qui Bonnet?
>>
<< Izzy forse non te ne rendi conto ma stai superando il
limite. >>
<< Essere il primo ufficiale non ti da il diritto di
entrare qui
come se fosse camera tua e pretendere persino spiegazioni che non ti
spettano >> disse Barbanera alzandosi dal letto e
spostandosi
una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<< Io supero il limite? E tu che ti stai facendo
abbindolare di
nuovo da quel bastardo, che tu ci creda o meno sono l'unico su questa
cazzo di nave che tiene a te. Quello che voglio Edward è che
non
ti riduci nuovamente come una larva e se per farlo devo rischiare di
ritrovarmi con un dito in meno bé non me ne frega un cazzo.
>>
Barbanera deglutì guardandolo come lo aveva guardato la
prima
volta, quando gli aveva aperto gli occhi su chi realmente fosse,
minacciandolo addirittura e con quelle parole era riuscito a tirarlo
fuori da quell'abisso di lacrime e depressione in cui era caduto.
<< Ti rispetto capo, a volte è vero lo ammetto
esagero con
i modi e non so stare al mio posto ma lo faccio esclusivamente per il
tuo bene. Sono stato uno stronzo sì ma adesso guardati sei
di
nuovo in te, comunque ti stai riprendendo e presto solcheremo i mari e
riporteremo a galla il tuo nome, ma se ti lasci fregare dalle belle
parole di quel tipo è sotto un mare di merda che finirai tu
e io
di conseguenza con te. Mi hai detto di aspettare che lui se ne sarebbe
andato ed è quello che sto facendo, però non puoi
chiedermi di restare a guardare mentre tenta di rovinarti di nuovo.
>>
Edward si avvicinò con passo lento, alcuni flash di Stede
che lo
accarezzava con quel panno bagnato apparvero dietro le sue pupille, li
ignorò arrivando di fronte alla persona che gli stava
davanti,
assunse l'aria di quello che non era intrappolato in un groviglio di
emozioni e che aveva tutto sotto controllo.
<< Izzy tu credi davvero che io sia così
maledettamente stupido da farmi ingannare di nuovo? >>
<< Non ho detto questo, ma lui è bravo con le
parole e tu non sei immune come pensi. >>
<< Sei rimasto incantato da tutto questo sfarzo e dai
suoi modi
la prima volta, come fai ad essere sicuro che non possa riaccadere?
>>
Piegò il collo, i suoi lunghi capelli grigi scivolarono in
avanti.
<< Hai un brutto vizio, parli troppo e pensi altrettanto
quando
dovresti solo dare retta a ciò che ti dico e obbedire ai
miei
ordini, metti continuamente in discussione tutto e questo mi sta
stancando sinceramente >> disse tentando di mantenere un
tono pacato ma deciso.
<< E allora per che cosa sono diventato primo ufficiale?
Sei
stato tu a darmi questo ruolo, credevo che il mio dovere oltre alla
fedeltà fosse consigliarti. >>
<< C'è differenza tra consiglio e ramanzina e
a me sembra
tu ti stia dilettando in quest'ultima >> rispose Edward
raddrizzando il collo e incrociando i suoi occhi.
<< Quindi non mi è mai concesso
intervenire...- >>
<< Puoi farlo Izzy, puoi dirmi la tua cazzo di opinione
ma la
decisione finale spetta a me, soprattutto con la faccenda di Bonnet
perché quella è una cosa che riguarda me e lui e
tu non
devi entrarci. Se non ti sta bene te ne puoi andare, se invece ti fidi
abbastanza del tuo capitano da rimanere potrai riavere quei giorni
gloriosi a cui tanto aneli. >>
Izzy strinse i pugni poi deglutì rumorosamente e gli
puntò contro l'indice.
<< Bene, ma scordati che io rimanga in silenzio come un
burattino
mentre questa nave affonda >> disse per poi voltarsi,
uscire e
chiudersi la porta alle spalle.
Il giorno dopo l'equipaggio della Revenge si svegliò di
buon mattino, anche Edward era sveglio da qualche ora, la notte prima
era stata un inferno e il suo sonno disturbato e agitato, non aveva
alcuna voglia di presentarsi e fare il suo dovere, ma quel poco istinto
di sopravvivenza che gli era rimasto suggeriva che non poteva
lasciare tutto nelle mani di quello che era stato il suo co-capitano o
sarebbero davvero morti, ci voleva qualcuno consapevole di
ciò
che stava facendo.
Decise di mettersi la sua vecchia giacca di pelle, quella che non
usava più da molto tempo ma a cui era legato,
perché non
voleva infilarsi quella sporca di sangue, non aveva mai avuto problemi
con l'odore di quest'ultimo ma da quando aveva rischiato di perdere
Stede con la fucilazione aveva cominciato a dargli la nausea e
ovviamente detestava provare quel senso di disgusto, considerandolo
un'altra debolezza causata dalla vicinanza con lui.
Una volta vestito toccava al suo viso ricevere la solita maschera, ma
quando prese carboncino e specchio qualcosa lo fece vacillare, la sua
mano tremò e lui la strinse a pugno riducendo in briciole
quel pezzetto di carbone che era stato suo fedele alleato per tutte
quelle settimane, si ruppe in mille pezzettini tra le sue dita che
diventarono nere come dovevano essere le sue palpebre.
Imprecò sbattendo un pugno sulla scrivania, qualche piccolo
pezzo di quella sostanza scura cadde a terra, tentò con
qualche
respiro di riprendere il controllo di sé, non poteva cedere
anche a quello così ignorando la mano che tremava si
passò l'indice e il medio sugli occhi chiusi, poi
pucciò
le dita sulla polverina sparpagliata sulla scrivania e ne prese ancora
finendo di truccarsi gli occhi.
Non si era reso conto di non aver respirato durante tutta l'operazione,
se ne accorse solo nel momento in cui suoi polmoni richiesero il fiato
che gli mancava e lui li liberò in una volta sola, poi con
il
cuore pesante come il piombo si diresse all'esterno, radunò
l'equipaggio sul ponte, avevano ancora alcune cose da fare prima di
ripartire.
<< Dove cazzo è Bonnet di nuovo?
>>
Tutti si guardarono l'un l'altro con un'espressione interrogativa sul
volto.
<< Probabilmente sta ancora dormendo, vado a cercarlo
>>
disse Lucius passando titubante di fianco a Barbanera che gli rivolse
una sola occhiata, lo cercò fino a trovarlo ancora
rannicchiato
su quel logoro sacco, si chinò sfiorandogli la spalla con le
dita.
<< Stede? >>
Ma lui niente, allora provò a muoverlo.
<< Ehi capo. >>
Questa volta ebbe in risposta suolo un mugugno, Lucius si
leccò le
labbra e prese un bel respiro, odiava svegliare le persone mentre
dormivano ma la fuori c'era un uomo molto impaziente che poteva perdere
la ragione in un qualsiasi momento così dispiacendosi
enormemente lo scosse più forte chiamandolo a gran voce.
<< STEDE! >>
Il pirata gentiluomo aprì gli occhi di scatto e
tirò su
il busto allarmato da quell'urlo, i suoi sensi misero a fuoco la figura
di Lucius che gli stava davanti.
<< Lucius? >> si mise una mano sul petto
nel tentativo di calmare il suo cuore che sembrava impazzito.
<< Che cosa succede? >>
<< No, niente scusa è che Barbanera ci vuole
tutti sul ponte e mi ha mandato a chiamarti. >>
<< Oh cavolo...è successo qualcosa?
>> domandò appoggiandosi una mano alla fronte.
<< Non credo, vuole solo parlarci. Tu come stai ?
>>
Stede sospirò.
<< Ci credi che non lo so nemmeno io. >>
Il cuore di Lucius si strinse ma era convinto che quei due si amassero
troppo per rimanere tutta la vita separati, avevano bisogno solo di una
piccola spintarella verso la direzione giusta.
<< Andrà tutto bene Stede, sono certo che lui
ti perdonerà, noi lo abbiamo fatto. >>
Stede sorrise.
<< Davvero? >>
Il giovane annuì lisciandosi la sua inseparabile giacchetta
rossa.
<< E tu hai perdonato Edward di averti buttato in mare?
>>
Prima di rispondere a quella domanda ci pensò qualche
istante,
aveva passato momenti terribili prima di trovare la salvezza, aveva
seriamente creduto di morire e c'era stato un attimo in cui aveva
odiato Barbanera ma poi era passato, e ora anche se aveva un po' paura
di lui capiva la sua sofferenza anche se non gli avrebbe più
permesso di sfogarsi con lui in quel modo brutale.
<< Sì. E' stato faticoso lo ammetto, non mi
fido ancora
totalmente ma ci sto lavorando, e qualcosa mi dice che anche lui sia
pentito di ciò che ha fatto. >>
<< Come lo sai? >> domandò Stede.
<< Perché l'ho beccato qualche volta a
guardarmi e capo
nel suo sguardo non c'era traccia del criminale che vuole fingere di
essere, ovviamente lui spostava lo sguardo all'istante ma per me
è stato sufficiente quell'attimo e poi non si avvicina
più di tanto a me se non con estrema cautela, sembra quasi
non
voglia mettermi paura. >>
Un sorriso si allargò sul volto di entrambi, quelle parole
servirono a infondere nuova speranza nel cuore di Stede.
<< Già...forse ha solo bisogno di tempo,
grazie Lucius. >>
<< Non c'è di che capitano >>
gli fece l'occhiolino.
<< Ora andiamo prima che inizi a sbraitare
>> disse facendo ridacchiare anche il suo capo.
I raggi del sole li colpirono quando uscirono sul ponte dando il
buongiorno al pirata gentiluomo che aveva ancora gli occhi assonati, si
stropicciò uno di essi con il pugno e quel gesto lo fece
assomigliare tanto a un bambino, i suoi capelli dorati ancora
scompigliati
brillarono baciati dalla luminosità solare facendoli
apparire come una cascata di miele densa e buona, il cuore di Edward
perse un battito quando lo vide, ne rimase incantato e le sue labbra
non poterono esimersi dallo stirarsi in un minuscolo sorriso che
durò pochi attimi.
Gesto che non passò inosservato a Lucius, gli
passò
accanto sorridendo compiaciuto e dicendo a se stesso che aveva ragione
nel pensare che Barbanera era ancora follemente innamorato di Stede ma
troppo ferito per ammetterlo, lui però non fu l'unico ad
accorgersene,
anche Izzy vide il volto del suo capitano sciogliersi, vide le guance
di Bonnet arrossire una volta resosi conto di avere gli occhi di Edward
addosso e soprattutto vide lo sguardo che si scambiarono, breve ma
ricco
di significato.
Disgustato e pieno d'ira ecco come si sentiva, Barbanera gli stava
raccontando un mucchio di frottole solo per tenerlo buono e zitto
oppure la cosa era anche peggio, stava raccontando un valanga di balle
a se stesso, era quasi certo che non sarebbe mai arrivato il momento in
cui quell'idiota se ne sarebbe andato ed Edward certo non lo avrebbe
mai cacciato, questa consapevolezza lo fece sentire pieno di rabbia e
impotente.
<< Vi ho radunati tutti qui perché come sapete
abbiamo
scarsità di polvere da sparo, e qualcuno di voi si
sarà
reso conto che il piano suicida di ieri notte è fallito per
cui
dovremmo fare alla vecchia maniera. Solitamente i pirati non rubano la
polvere da sparo, forse è l'unica cosa che non rubiamo.
>>
Qualcuno rise, Edward accavallò le gambe e
continuò a parlare.
<< Per questo vorrei che i più abili di voi si
destreggiassero in un bel borseggio, vediamo quanto riusciamo a
racimolare e con quello compreremo ciò che ci serve, almeno
un
sacco per riuscire a effettuare un primo viaggio in
tranquillità. >>
Lo Svedese alzò la mano.
<< Chi di noi andrà? >>
<< Lo deciderete tra di voi, questa è l'ultima
possibilità che vi do per dimostrare di essere dei veri
pirati,
se fallirete verrete rilegati a fare esclusivamente lavori sulla nave.
>>
Un borbottio si alzò dalla ciurma, Izzy a quel punto si
avvicinò a lui.
<< Capo una parola. >>
Barbanera saltò giù dal barile e il suo ginocchio
si
lamentò dandogli una tremenda fitta, in quell'istante si
rese
conto di essersi dimenticato la ginocchiera.
<< Sei sicuro di voler lasciare un lavoro
così delicato a questi idioti? >>
<< Sì anche perché andrai tu con
loro e guiderai l'operazione. >>
Izzy sbuffò << avanti Ed questo risparmiamelo
>> ma l'altro scosse la testa.
<< Sai anche tu che la polvere da sparo ci serve.
>>
<< D'accordo cazzo, ma sappi che questa situazione non mi
piace affatto. >>
<< Iz...ricordati che anche tu devi dimostrarmi di
potermi fidare
di te, ora fa il bravo e vammi a prendere la ginocchiera.
>>
A quel punto richiamato da quella frecciatina non poté
più opporre resistenza, con un sospiro si diresse nella
cabina
che era stata di quello stupido di Bonnet, fortunatamente della sua
presenza lì dentro c'erano rimaste poche tracce.
<< Dove cazzo l'hai messa Edward >>
brontolò a bassa
voce, amava lo stile di Barbanera ma certe volte era davvero troppo
disordinato, finalmente la trovò sbattuta in un angolo
vicino al
letto, la prese ma quando stava per uscire i suoi occhi caddero su
qualcosa che non avrebbe voluto vedere lì dentro.
Sulla scrivania c'era quella roccia che poi si trattava di un'arancia
pietrificata, aveva visto Bonnet giocarci parecchio tempo prima e
blaterare cose su quanto amasse quell'affare, certo non poteva averla
dimenticata e il suo capo in quel caso se ne sarebbe liberato, no
quella cosa era lì perché Edward voleva fosse
così.
Lasciò cadere la ginocchiera a terra, si avvicinò
alla
scrivania e prese quella metà tra le mani, in un moto di
rabbia
la lanciò scagliandola contro il caminetto, l'oggetto si
ruppe
in due e inoltre qualche piccolo detrito si sgretolò finendo
sul
pavimento.
Come poteva Edward ingannarsi a tal punto quando era chiaro persino a
lui cosa stesse succedendo, odiava tutta quella situazione, odiava
Bonnet e la sua ciurma di incapaci, sentì il sangue
ribollirgli
nelle vene e una voglia matta di andare da quel bastardo e ficcargli
quello stupido sasso in gola, aveva fatto di tutto per riavere il suo
capitano, aveva persino perso un dannato dito e ogni fottuto giorno
lottava per tenere a galla quel fantasma che non faceva altro che bere
e piangere, perché lo sentiva singhiozzare ma aveva sempre
fatto
finta di nulla certo che presto gli sarebbe passata.
Barbanera gli rinfacciava di averlo venduto agli inglesi quando lo
aveva fatto solo per salvarlo da tutta questa merda raffinata che non
faceva per lui, lo aveva avvertito che sarebbe finita male ma lui non
gli aveva dato ascolto e ora invece di prendersi i ringraziamenti per
aver cercato di tirarlo fuori da quel tunnel di profumata e nauseabonda
lavanda doveva stare zitto e buono essendogli grato per non averlo
sbattuto fuori.
Raccolse la ginocchiera da terra con un'imprecazione, si
sistemò
i capelli con una mano e tentando di darsi un tono uscì
raggiungendo il suo capitano sul ponte, lui non si accorse del nervo
che ballava nell'occhio del primo ufficiale, prese ciò che
era
suo e se lo mise sentendo subito un sollievo immediato.
I ragazzi decisero chi doveva andare in missione e Stede decise di
unirsi a loro, anche se non sapeva niente di borseggio gli poteva
essere utile per imparare qualcosa e magari distrarre le persone,
Edward a quel punto si ritirò nella sua cabina convinto che
un
po' di riposo lontano da tutto quel trambusto gli avrebbe fatto solo
bene, purtroppo però una volta dentro ebbe una brutta
sorpresa,
l'arancia che aveva accuratamente conservato sulla sua scrivania era a
pezzi per terra, e non era semplicemente caduta si vedeva benissimo che
qualcuno l'aveva lanciata.
<< Izzy >> ringhiò stringendo i
pugni, chiunque
avesse sentito quel basso ringhio gutturale avrebbe creduto impossibile
appartenesse a un essere umano, poteva essere stato soltanto lui
perché era l'unico ad essere sceso poco fa, l'unico che
aveva il
permesso di entrare e mettere il naso tra la sua roba e poi lo aveva
mandato lui stesso a prendergli la ginocchiera.
Si avvicinò e raccolse le due metà, una
più
piccola e l'altra più grande, vide che sul pavimento c'era
un
po' di sabbiolina proveniente sicuramente dalla pietra,
cercò
l'ammaccatura e quando la trovò ci passò il
pollice sopra,
chiuse gli occhi stringendo la mascella talmente forte da sentirla
scricchiolare.
Il suo cuore era ridotto come quell'arancia e sì forse non
avrebbe dovuto tenerci così tanto, anche perché
era stato
lui a chiederla a Stede e non un regalo da parte sua ma era suo diritto
scegliere cosa farne, se distruggerla o meno o se buttarla in acqua,
ancora una volta qualcuno aveva deciso per lui mettendo i propri
bisogni e convinzioni davanti a quelli di Edward.
Strinse le due estremità nella mano e le posò su
un piccolo
tavolino di legno, si mise seduto sulla poltrona e attese, lo
avrebbe aspettato eccome se lo avrebbe fatto e poi finalmente gli
avrebbe dato la lezione che meritava, evidentemente la storia del
mignolo non era stata sufficiente a fargli capire che non doveva in
alcun modo mettersi contro di lui.
Una volta tornati tutti sulla nave Izzy ignaro della furia che si stava
per abbattere sulla sua persona scese nella cabina del capitano per
fare rapporto, bussò e aprì la porta infilandosi
nella stanza,
appena entrato sentì subito un'aria gelata come se si
trovasse
in una stanza con tutte le finestre aperte e il freddo entrasse
pietrificando il suo corpo, cercò con lo sguardo la
figura di Barbanera e la trovò, il viso cupo, lo sguardo
iniettato di sangue e una calma così innaturale da mettere
paura, sembrava un serpente pronto a mordere se ti avvicinavi troppo.
<< Capo? >>
<< Sei stato tu? >> domandò con
voce bassa Edward indicando le due parti dell'arancia.
Izzy deglutì, strinse i pugni e poi li rilassò,
tutto il suo corpo era un unico fascio di nervi.
<< Immagino sai già la risposta
>> disse.
<< Non sono affatto pentito >>
continuò sapendo bene di peggiorare la sua situazione.
<< No? >> domandò Barbanera
piegando un ginocchio verso la sedia.
<< No capo. >>
<< Sai Izzy io non credo tu ti renda conto del guaio in
cui ti
trovi, quindi o sei diventato stupido all'improvviso o mi stai
prendendo per il culo. >>
<< Nessuna delle due >> rispose Izzy
spostando le mani dietro la schiena.
<< Ora se non ti dispiace Edward finisci il
lavoro, almeno
così potrò avere davanti il vero Barbanera e non
l'omuncolo che stai diventando. >>
<< Oh Izzy mi supplicherai di non finirlo
>> disse con un ghigno malvagio.
<< E quando avrò finito te ne andrai da questa
nave, e
Izzy prega di non ricapitare mai più sotto i miei occhi o
sarà sempre questa la fine che farai. >>
Si alzò aiutandosi con i braccioli della poltrona, si
avvicinò a passo lento alla figura del primo ufficiale che
stava
dritto e dignitoso pronto a ricevere la sua punizione, meglio quello
che vederlo ridotto a un mucchietto piangente per quel Bonnet del
cazzo, era certo che la cosa che gli avrebbe fatto più male
non
sarebbero stati i pugni ma la consapevolezza che Edward era pronto a
liberarsi nuovamente di lui senza battere ciglio e invece quel damerino
lo teneva per le palle, questo contava per il suo capo, meno di una
vestaglia preziosa.
Il primo pugno arrivò senza nemmeno dargli tempo di vederlo
arrivare, lo fece finire a terra con lo zigomo che urlava per il dolore.
<< Alzati. >>
Izzy obbedì e l'istante dopo un altro pugno lo fece volare
contro una poltrona, questa volta la sua pelle venne strappata via nel
punto dell'impatto, lui gemette muovendo la mascella che per miracolo
non si era ancora slogata.
<< Vieni qui avanti. >>
Una risata isterica lasciò le labbra del primo ufficiale che
si voltò verso di lui.
<< E se non lo facessi? >>
<< Ti vengo a prendere io stronzo >>
rispose Edward
avvicinandosi, lo tirò per i capelli obbligandolo a voltare
il
viso, i suoi occhi erano lucidi, nonostante non si stesse lamentando il
dolore lo sentiva pulsare vivo sotto la pelle.
<< Oh Edward se ti vedesse adesso il tuo adorato Bonnet.
>>
Un gemito soffocò le sue parole, si piegò in due
colpito
da un pugno in pieno stomaco, Barbanera lo afferrò
nuovamente
per i capelli spingendolo poi di forza contro il muro, lo
colpì
con un calcio negli stinchi ma non gli diede il tempo di reagire o di
riprendersi che con altri due pugni lo fece cadere rovinosamente a
terra.
<< Alzati cane! >> sbraitò con
ferocia.
Izzy tossi sputando sangue, fece forza nelle braccia e si
tirò
su, le ginocchia gli tremavano, sentiva tutto il corpo fargli male ma
non era ancora finita, la furia del Kraken doveva ancora abbattersi ma
lui questa volta non voleva rendergliela facile, voleva meritarsi ogni
ferita, ogni schiaffo e calcio per cui anche se le labbra gli
bruciavano sogghignò.
<< Questo sei tu Barbanera, non Edward, quello
è solo un
fantasma e nemmeno esiste davvero e io sono stanco di servire un
cazzone come te. >>
Il pugno successivo venne bloccato da Izzy che colpì Edward
allo
stomaco facendolo infuriare ancora di più, seguirono attimi
in
cui si strattonarono spingendosi l'uno verso l'altro e si insultavano
rabbiosamente, ma Izzy era comunque in svantaggio, per quanto agile
fosse Barbanera era più alto e muscoloso di lui e in un
attimo
riuscì a metterlo al tappeto di nuovo.
<< Sei solo uno scarafaggio! >>
alzò lo stivale e
con la pianta del piede gli schiacciò la coscia, poi gli
spinse
la spalla costringendolo a mettersi schiena a terra, Izzy ansimava, il
suo volto era una maschera di sangue e lividi, di nuovo Edward lo
schiacciò questa volta facendolo urlare per il dolore, poi
lo
afferrò per la giacca facendolo alzare.
Stava per iniziare un'altra raffica di pugni quando attratti dalle urla
Stede, Lucius e Pete entrarono in cabina per vedere cosa stesse
succedendo, rimasero congelati, l'unico a reagire più in
fretta
fu proprio Stede.
<< Edward! >>
<< Oh Dio! >> mugugnò Lucius
atterrito da quella scena.
Stede corse vicino ai due che continuavano a darsele senza dare il
minimo cenno di essersi accorti della sua presenza.
<< Edward basta! >>
<< Fermati! >> urlò prima di
decidere di
intervenire, lo afferrò per le spalle riuscendo poi a
prenderlo
da sotto le ascelle, Edward si agitava come una belva tenuta al lazzo,
Stede faticava a tenerlo fermo e chiamò aiuto,
così
intervenne Pete stringendo quel corpo furibondo come poteva.
<< Lucius aiuta Izzy >> disse il pirata
gentiluomo.
<< Lasciatemi! Lasciatemi cazzo! >>
gridò Edward.
<< Lucius! >> urlò nuovamente il
pirata biondo vedendo che il ragazzo non si muoveva.
<< Non. Ho...bisogno del vostro cazzo di...aiuto
>>
imprecò Izzy facendo fatica anche ad articolare le parole,
ma
era troppo ferito per ribellarsi e la ferita maggiore l'aveva
nell'anima, Lucius prese coraggio e si avvicinò
sollevandolo,
fortunatamente l'uomo era debole e dopo una prima esitazione si
lasciò tirare su, non senza sentirsi umiliato.
<< Portalo da Roach. >>
<< Sì capitano >> rispose Lucius.
<< Adesso ti fai consolare dalla tua fighetta eh Ed
>> lo provocò Izzy con le poche forze che
aveva in corpo.
Edward urlò rabbioso riuscendo a liberarsi dalla presa di
Pete,
stava per scagliarsi di nuovo contro il primo ufficiale ma
fortunatamente Stede lo fermo in tempo.
<< Lucius portalo fuori, ora! >>
<< Non voglio più rivederti su questa nave
lurido verme!
>> gridò Barbanera tentando di superare Stede
che lo
teneva fermo dal petto.
<< Edward guardami, guardami! >> lo
chiamò
prendendogli il viso tra le mani, solo in quell'attimo la furia cieca
si calmò incontrando lo sguardo nocciola del pirata
gentiluomo,
deglutì tentando di calmare il respiro e chissà
come
tutta la rabbia che bolliva come lava vulcanica scivolò via
lasciando il posto a un'immensa tristezza.
<< Ora spiegami che cosa è successo?
>>
Barbanera scosse appena la testa abbassando il volto.
<< Pete? Va a controllare come vanno le cose in cucina,
se Lucius e gli altri hanno bisogno di aiuto. >>
<< Ehm...sei sicuro di non aver bisogno qui?
>>
domandò Pete un po' preoccupato per le sorti del suo
capitano.
<< E' tutto in ordine, puoi andare >>
rispose e il giovane
pirata si congedò dopo aver rivolto un'occhiata a entrambi,
sperava non succedesse niente di grave, anche perché se
Stede
fosse morto a loro non rimaneva altro che fuggire se non volevano fare
una brutta fine per mano di Barbanera.
<< Siamo soli ora, vuoi dirmi che è successo?
Perché stavate litigando così? >>
Dalle labbra del pirata non uscì una sola parola.
<< D'accordo allora vorrà dire che non uscirai
di qui
finché non ti deciderai a parlare >> disse
sicuro di
sé incrociando le braccia, aveva detto addio a baby Bonnet
da
tempo ormai, quel nomignolo non faceva più per lui, ora era
solo
Stede Bonnet, e non si sarebbe più lasciato scoraggiare
dalle
scelte difficili che mettevano paura.
Edward ghignò, aveva appena preso a pugni un uomo senza
pietà e lui si metteva a fare minacce come se fosse davvero
certo di riuscire a trattenerlo nel caso decidesse di andarsene e non
voler parlare con lui.
<< Bonnet... >>
<< Ed so cosa stai pensando, sì sei
più forte di me
è vero ma io sono molto ostinato e lo sai bene,
perciò
metti da parte quella cocciutaggine che ti appartiene e dimmi
perché... >>
<< Perché ho pestato Izzy a sangue?
>> disse
cercando di intravedere nell'altro una reazione, però
Stede oltre ad arricciare leggermente le sopracciglia e annuire non
sembrava intimorito o disgustato, era come se volesse davvero solo
conoscere i fatti.
Lo superò di qualche passo dirigendosi verso il piccolo
tavolino
dove aveva appoggiato le due metà dell'arancia, le prese
tenendole strette in una sola mano, immediatamente venne assalito dal
magone pensando che se gliele avesse mostrate Stede non avrebbe mai
più voluto avere a che fare con lui e se ne sarebbe davvero
andato.
Era stupido e lo sapeva, lui gli aveva macchiato la sua preziosa seta,
lo aveva lasciato sulla spiaggia e sarebbe stato ipocrita arrabbiarsi
per quella roccia rotta, ma la parte vulnerabile di Edward non poteva
fare a meno di sentirsi così.
Aveva preso in custodia quell'arancia inizialmente perché
voleva
mettere alla prova Stede, voleva vedere se davvero si fidava
così tanto di lui da lasciargli qualcosa a cui teneva molto
senza la certezza di riaverla indietro, ma la vera ragione era che
credeva che non se ne sarebbe mai andato senza quella stupida pietra, e
allora l'atto di consegnarla nelle sue mani era come una garanzia che
ciò che aveva detto era la verità, che era
tornato per
restare e poi il suo cuore una notte aveva cantato la sua di
verità.
Quell'oggetto rappresentava una parte di Stede ma non solo, era
qualcosa che avevano vissuto insieme, un ricordo di tempi felici in cui
le cose andavano ancora bene e allora se Stede se ne fosse andato
almeno avrebbe avuto la certezza di avere una parte di quell'uomo che
gli aveva strappato il cuore ancora con sé, era un pensiero
fin
troppo romantico e infatti evitava di pensarci o rimuginarci sopra ma
non aveva potuto ignorare le volte in cui prima di andare a dormire
sfiorava quella pietra liscia con le dita, chiudeva gli occhi e si
immaginava il volto dell'uomo che amava.
Si avvicinò nuovamente a lui e aprì la mano
mostrando le
due metà, non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo e vedere
l'espressione di Stede, il pirata gentiluomo corrugò le
sopracciglia e si lasciò sfuggire solo un flebile
<< oh.
>>
<< Izzy l'ha distrutta... >>
sussurrò Edward e
l'altro pirata faticò a riconoscere la sua voce, era
così
morbida e spezzata rispetto al tono con cui usava parlargli di
solito, un pensiero gli balenò alla mente ma era
così assurdo che faticava a crederci, ma volle comunque
sciogliere quel dubbio.
<< Per questo sei così arrabbiato con lui?
>>
<< Non averebbe dovuto farlo, non ne aveva il
diritto...se avessi
voluto liberarmene lo avrei fatto io stesso >>
confessò
prendendo poi un respiro, le labbra gli tremarono e ancora non aveva
alzato lo sguardo.
Il cuore di Stede si ruppe in due parti, si spezzò in
maniera
così netta da fare male, credeva non avrebbe mai
più
rivisto quell'arancia a meno che ovviamente Edward non lo avesse
perdonato, qualche volta aveva persino pensato che avesse voluto
prendergliela solo per capriccio ma non credeva ci tenesse
così
tanto, i suoi occhi si riempirono di lacrime, con le mani strinse
quella di Barbanera che conteneva l'arancia.
<< Ed...io non sono arrabbiato, se è questo di
cui ti preoccupi non devi...- >>
<< Avevi detto che ci tenevi. >>
<< Sì è vero e ci tengo ancora
tanto, ma sapere che
non sei stato tu a romperla, lo capisci cosa significa per me?
>>
Edward scosse piano la testa.
<< Mi fa pensare che anche tu un po' ci tenessi, e ad
ogni modo ti confesso che non mi sarei arrabbiato comunque.
>>
A quel punto Barbanera alzò lo sguardo guardandolo in
maniera confusa.
<< Non capisco >> disse.
Stede sorrise dolcemente.
<< Non avrei mai potuto arrabbiarmi per un'arancia
spezzata
quando io ho fatto molto peggio, ti ho spezzato il cuore e quello non
si può rimettere insieme. >>
<< Forse un giorno mi perdonerai ma le cicatrici
resteranno, come
le mie non se ne andranno mai, potranno solo essere lenite e io vorrei
tanto poterlo fare per te. >>
<< Ma nemmeno questa si potrà più
riaggiustare...
>> disse con la voce bagnata da un'emozione che premeva
forte per
uscire.
<< Ed... senti cosa possiamo fare, tu tieni una parte e
io tengo
l'altra, così entrambi avremo un ricordo di quella bella
giornata che abbiamo passato insieme. >>
<< Io non volevo si rompesse >> disse come
se non avesse ascoltato una parola di ciò che aveva detto
Stede.
<< Lo so...ma non è colpa tua, niente di tutto
questo lo
è, sei stato solo una vittima delle decisioni altrui ma con
questo possiamo rimediare subito. >>
Barbanera lo guardò deglutendo, non capiva che cosa avesse
in
mente e una voce dentro di lui urlava di non ascoltarlo ma era troppo
spezzato adesso, aveva bisogno di Stede e dei suoi modi gentili, delle
sue idee folli, e della sua voce rassicurante per questo si
lasciò andare ad ascoltarlo.
<< Hai ancora quella bella seta rossa? >>
domandò il pirata biondo.
L'altro sussultò poi la tirò fuori un po'
titubante dalla
sua giacca, Stede ignorò le sue gambe molli e il formicolio
che
gli aveva dato vedere quel gesto e allungò una mano, Edward
prese un respiro profondo prima di consegnargliela, quel semplice
passaggio gli riportò alla mente immagini che era troppo
doloroso rievocare.
<< Ora dammi una delle metà >>
disse dolcemente e
lui lo fece sempre osservando minuziosamente ogni singolo movimento.
Stede mise quella parte di arancia al centro della seta, la chiuse
legandola con un morbido nodo, e poi sorrise guardando Edward.
<< Vieni con me >> e lui lo
seguì.
Si trovarono nell'angolo dove c'era il piccolo manichino che apriva
l'armadio segreto, Stede fece pressione in un punto dove non sembrava
esserci nulla e invece scattò fuori un piccolo cassettino
nascosto, Edward ovviamente sgranò gli occhi sbalordito come
la
prima volta.
<< Tu e i tuoi cazzo di nascondigli >>
esclamò.
Stede rise e poi disse << puoi tenerla nascosta qui,
nessuno la
troverà e magari un giorno le nostre parti si
ricongiungeranno.
>>
Guardò quella stoffa rossa contenente quel piccolo tesoro e
poi
gli diede il permesso di metterla lì, il pirata gentiluomo
chiuse il cassetto e poi Edward gli consegnò l'altra
metà, la prese sfiorando le sue dita e un brivido lo colse,
anzi
colse entrambi, Barbanera ritirò la mano mentre Stede rimase
a
guardare quella che un tempo era una rotonda arancia, il magone gli
strinse improvvisamente la gola e non poté trattenere le
lacrime.
<< Bonnet? Hai cambiato idea? >>
domandò confuso da quella reazione.
<< No >> rispose scuotendo la testa e
continuando a singhiozzare.
<< I-io...tutto questo è colpa mia, solo colpa
mia. Ho
distrutto tutto, quello che tocco muore o si rovina e io...
>>
<< Izzy è così per colpa mia
>>
singhiozzò e una ciocca bionda gli scivolò
davanti
all'occhio.
<< Izzy è uno stronzo >> rispose
Edward, lo stava forse consolando?
<< L'arancia è rotta, la tua seta sporca e
tu...tu, Edward
mi dispiace così tanto >> si
asciugò gli occhi ma
le lacrime continuavano a scendere.
<< Sono stato un codardo e non voglio più
essere
così ma quello che mi sono lasciato alle spalle non
cambierà mai. >>
<< Non devi odiarlo Ed...lui ti stava solo proteggendo da
me
>> disse alzando lo sguardo, due lacrime scivolarono
svelte
andando a macchiare la sua camicia bianca.
<< Stronzate, hai dimenticato quello che ha fatto?
Pensavo che a
te non piacesse >> rispose alterandosi appena, gli
sembrava
assurdo sentire Stede difendere Izzy, tra i due non
scorreva certo
buon sangue e non si erano mai tollerati a vicenda.
<< Non mi piacevano i suoi modi è vero, ma lui
aveva capito che ti avrei portato alla rovina...- >>
<< Se lui non ci avesse venduto agli inglesi...-
>>
<< Tu non mi avresti mai baciato >>
continuò Stede
asciugandosi l'ennesima lacrima, Edward accusò il colpo
mandando giù aria a vuoto.
<< Io non sarei fuggito e tu non avresti sofferto
così tanto. >>
Barbanera spostò lo sguardo di lato e poi tornò a
guardare lui.
<< Su una cosa ti sbagli... >>
iniziò, si leccò appena le labbra e poi...
<< Io ti avrei baciato comunque. >>
Il cuore di Stede esplose in una miriade di cristalli colorati, si
sentiva come invaso da un'ondata di energia d'amore così
forte e
viva ma durò poco, solo il breve attimo prima di rendersi
conto
di una cosa, il sorriso che era fiorito sulle sue labbra si spense e
guardò Edward con tristezza.
<< E io probabilmente sarei scappato lo stesso,
perché non
ero pronto, non sapevo cosa fosse quel sentimento che avevo dentro.
>>
<< Come vedi le cose anche senza Izzy sarebbero andate
allo
stesso modo, non era lui il problema. Tu sei stato coraggioso, mi hai
aperto il tuo cuore e io l'ho calpestato, sarai anche Barbanera ma sei
capace di provare sentimenti più di chiunque altro e lottare
per
loro. Mentre io Ed ero solo un bambino troppo cresciuto che non sapeva
cosa fare con quello che aveva nel petto. >>
<< E ora lo sai? >> domandò
Edward incerto se volesse davvero sapere la risposta.
<< Sì >> rispose Stede
guardandolo dritto negli
occhi, come se stesse andando a fondo dentro la sua anima e stesse
parlando direttamente a lei, tremò e se non fosse stato
tanto
convinto che lo avrebbe lasciato di nuovo si sarebbe abbandonato a lui,
tra le sue braccia, si sarebbe ubriacato delle sue carezze e dei suoi
baci invece disse solo.
<< Buon per te, io non sarò più
capace di provarli
e nemmeno voglio >> e in quella frase non c'era accusa ma
solo
rassegnazione.
<< Non chiudere il tuo cuore solo perché
qualcuno non
è stato in grado di prendersene cura, la fuori
c'è chi
è in grado di darti l'amore che meriti. >>
Edward si lasciò sfuggire una risata amara.
<< Mi stai consigliando di cercare qualcun altro?
>>
<< No, anche perché ne morirei ma se lo
trovassi, e lui ti
rendesse felice io non smetterei mai di amarti, mi lascerei consumare
da quello che provo ma non ti impedirei mai di essere felice
>>
rispose Stede sentendo il peso di quelle parole, amare significava
anche lasciar andare, lui non aveva intenzione di arrendersi ma non
sarebbe mai stato così egoista da impedirgli di trovare la
serenità.
Però Edward era rimasto fermo su una frase, "non
smetterò
mai di amarti", amore, aveva pronunciato quella parola che lui aveva
bandito dal suo cuore e l'aveva fatta uscire con tanta
facilità
da far male, non era pronto per sentirselo dire e mai lo sarebbe stato,
preferiva continuare a vivere nella disperazione credendo di non essere
amato che illudersi in quella terribile speranza che l'avrebbe solo
ferito.
<< Tu hai detto... >>
Stede sorrise di nuovo ed Edward lo odiò e amò
come mai prima.
<< Perché credi sia tornato? Certo volevo
chiederti
perdono, scusarmi per il modo in cui ti ho lasciato ma la
verità
è anche un altra, io ti... >>
La mano tatuata di Barbanera si chiuse sulla sua bocca impedendogli di
esternare quel sentimento.
<< Non dirlo Bonnet. >>
Stede chiuse gli occhi ed Edward liberò le sue labbra
facendo
scivolare via lentamente la mano, non voleva sentirlo, non era pronto e
secondo lui erano tutte menzogne che lo avrebbero fatto sentire voluto
e desiderato quando invece sarebbe finito per essere rifiutato
nuovamente.
Se gli avesse permesso di continuare la frase il Kraken avrebbe
abbandonato i suoi tentacoli sciogliendolo da quella presa ferrea con
cui lo tratteneva, sarebbe caduto in ginocchio cedendo sotto quelle
parole e avrebbe detto addio all'odio e al desiderio di vendetta che
provava, ma non poteva.
Per quanto stronzo fosse Izzy aveva ragione quando gli diceva che Stede
lo avrebbe portato alla rovina abbindolandolo con le sue buone maniere
e tessuti preziosi, era tutto immensamente meraviglioso come un sogno
da cui non vuoi svegliarti e lui si era dovuto svegliare nella maniera
peggiore, malgrado il suo cuore urlasse per il dolore ogni volta che
Stede era accanto a lui e gli sorrideva in quel modo non poteva dargli
retta, ignorava le fitte e andava avanti per puro spirito di
sopravvivenza.
Quando il pirata gentiluomo riaprì gli occhi le palpebre gli
tremarono appena, mise a
fuoco la figura davanti a lui e solo in quel momento si rese davvero
conto di quanto dolore provasse, tanto da non voler nemmeno sentire
parlare di sentimenti rivolti a lui, stava annegando e Stede voleva
assolutamente tirarlo fuori, si sentiva come se fossero in mezzo
all'oceano e lui gli stesse allungando una mano per tirarlo fuori ma
Edward non l'afferrava mai, a costo di annegare si sarebbe buttato
in acqua e lo avrebbe afferrato trascinandolo in salvo correndo il
rischio di
rimetterci la propria vita.
Il suo sguardo cadde sulle sue nocche sbucciate e rosse di sangue e
viva pelle rosea.
<< Le tue mani... >>
<< Non è niente >> disse Edward
nascondendole alla sua vista.
<< Dovresti disinfettarle e medicarle. >>
<< E' solo un fottuto graffio, ho sopportato di peggio
credimi >> rispose con noncuranza.
<< Non ne dubito Ed, ti ho pugnalato io stesso
>> disse con
un sorrisetto mettendo la metà della sua arancia in tasca.
<< Non mi hai fatto poi così male
>> borbottò guardando prima lui poi
guardandosi le mani.
<< Io ricordo diversamente, ti sei lamentato per tutta la
notte
>> sollevò un sopracciglio biondo e a quel
punto ottenne tutta
l'attenzione di Edward.
<< Tu che cazzo ne sai? >>
<< Perché ero lì, mi avevi detto
che potevi stare
da solo e che stavi bene ma non ho avuto cuore di lasciarti, mi sentivo
anche un po' in colpa. >>
Edward sbuffò aria dalle narici.
<< Ti ho dato il permesso io di farlo. >>
<< Sì è vero, ma in ogni caso non
ti avrei lasciato
solo. Sono rimasto sveglio tutta la notte controllando che non
ti
salisse la febbre. >>
<< Per questo il giorno dopo eri così...
>>
<< Distante? Sì, ero molto stanco.
>>
<< Credevo ce l'avessi con me >>
confessò Edward e Stede ridacchiò.
<< Perché avrei dovuto? >>
Barbanera alzò le spalle.
<< Che ne so Bonnet, a volte avevi le tue crisi di nervi.
>>
<< Non sono crisi di nervi >> si difese lui.
<< Oh lo sono eccome >> lo
rimbeccò Barbanera.
Stede alzò bonariamente gli occhi al cielo e scosse la testa.
<< Pensiamo alle tue mani, hai del disinfettante qui
dentro? >>
<< Oh sì Bonnet ho anche delle garze pulite e
dei fottuti
unicorni che cagano polvere magica! >> sbottò
Edward
allargando le braccia.
<< Non c'è bisogno di essere acidi, ho capito
il messaggio. >>
<< Non sono acido, tu fai domande stupide.
>>
<< Ce la fai a rimanere buono per un minuto Edward?
>>
<< Smettila di chiamarmi così!
>> sbottò ma
Stede ormai aveva capito che quell'aggressività era solo
chiasso e
niente morsi.
<< Oh dio ancora con questa storia? >>
alzò gli occhi al cielo in maniera drammatica.
<< Sì perché continui a disobbedire
e a non prendermi sul serio. >>
<< Io ti prendo sul serio ma tu a volte ti comporti come
un
bambino capriccioso e dovresti avere la decenza di ammetterlo. Dici che
ti piace quando ti tengono testa ma mai nessuno ha il coraggio di farlo
tranne me, quindi non ti dispiacerà se ti dico quello che
penso,
a volte ti prendi un po' troppo sul serio, pensi di non avere bisogno
di aiuto solo perché sei il temibile Barbanera, ma ti svelo
un
segreto non ti rende debole farti ricucire o disinfettare le ferite da
qualcuno. E un'altra cosa puoi continuare ad odiarmi liberamente anche
se mi lasci prendermi cura di te, il fatto che io mi occupi dei tuoi
graffi non mi rende certo meno detestabile, puoi anche insultarmi
mentre lo faccio e ti capirei perché è giusto che
tu mi
odi. E adesso puoi anche uccidermi se vuoi, ma dopo che ti
avrò
medicato così ti faranno meno male le mani. >>
Lo guardò con gli occhi lucidi ma pieni di grinta e
determinazione, senza alcuna traccia di paura o timore in essi,
uscì senza lasciargli il tempo di dire una parola
lasciandolo
con il cuore in fiamme e le viscere in agitazione, nessuno avrebbe mai
avuto il coraggio di parlargli così, tranne lui, era sempre
quello che mostrava la differenza, che non aveva paura e questo lo
faceva rimanere senza fiato, e cazzo sì avrebbe dovuto
essere
furioso ma era impossibile, sentiva il cuore scoppiargli di amore e di
orgoglio, sentì il bisogno di sedersi troppo sopraffatto da
quello che aveva appena vissuto.
Quando Stede tornò nessuno dei due riaprì il
discorso,
era stato abbastanza chiaro per entrambi ed Edward per quanto si
sforzasse di pensare il contrario amava averlo intorno, era capace di
farlo ragionale con una forza gentile a cui non sapeva come opporsi, le
minacce e le urla non servivano, avrebbe dovuto davvero ucciderlo per
farlo stare zitto ma sapeva che non ne avrebbe mai avuto la forza.
Erano mano nella mano con Stede che stava facendo gocciolare il
disinfettante sulle sbucciature.
<< Ahi...cazzo brucia >> Ed
sfilò via la mano arricciando le sopracciglia.
<< Ora passa >> rispose l'altro con una
tenerezza nella voce che gli fece lacrimare l'anima
<< Dammi la mano...come se non avessi mai usato il
disinfettante
prima d'ora >> disse mentre puliva la ferita alzando un
sopracciglio biondo.
<< Non per queste cazzate, se posso lo evito, ma la
maggior parte
delle volte quando serve sono privo di sensi e non lo sento
nemmeno >> spiegò Edward e poi
continuò.
<< E inoltre esiste un disinfettante migliore quando si
tratta di piccoli graffi. >>
<< Quale sarebbe? >> domandò
incuriosito Stede.
<< La saliva >> rispose Barbanera.
<< Ugh...non mi sembra molto salutare sputarsi addosso,
voglio
dire in caso di emergenza può anche andare bene ma
perché
non usare la buona e vecchia medicina quando si può.
>>
<< Perché non tutti possono permettersela
Bonnet. >>
<< A me sembra solo che qui qualcuno è un po'
fifone
>> lo schernì bonariamente, Edward stava per
rispondergli
malissimo quando Stede iniziò a soffiare sulle parti
disinfettate, quella lieve arietta dava una sensazione di freschezza e
sollievo alla pelle martoriata e arrossata.
<< Che cazzo... >>
Stede si fermò e alzò lo sguardo.
<< Va meglio? >> domandò ed
Edward si trovò
ad annuire contro la sua volontà, la sua vera reazione
doveva
essere totalmente diversa ma sotto le cure del pirata gentiluomo si
trasformava sempre in qualcosa che non averebbe mai pensato di poter
essere.
<< Ora te le bendo >> disse, prese le fasce
e le rigirò una o due volte intorno ai palmi e alle dita.
<< Non è grave quindi penso tu possa toglierle
già
domani, ma evita di prendere nuovamente a pugni qualcuno o si
riapriranno >> disse e sul suo volto si aprì
un lieve sorrisetto furbo che piacque davvero troppo a Edward.
<< Da quando te ne intendi di queste cose?
>> domandò Edward con un sopracciglio
sollevato.
<< Roach mi ha fatto vedere qualcosa, sai i miei uomini
mi hanno
saggiamente fatto notare che ci sono cose che un marinaio dovrebbe
sapere, nel caso si trovasse ferito e da solo. >>
Barbanera sbuffò.
<< Per una volta hanno detto qualcosa di intelligente.
>>
<< Sono brave persone Ed...devo molto a loro.
>>
Stede aveva voglia di fargli una carezza, spostargli i capelli dietro
l'orecchio e baciargli la fronte ma non fece nulla di tutto questo
perché non poteva, mai nella sua vita aveva desiderato di
baciare così tanto qualcuno e non si sarebbe mai immaginato
che
avrebbe fatto così male non poterlo fare, si
spostò a
malincuore e poi vide la giacca di pelle, la prese e si diresse
silenziosamente verso il bagno, Edward ovviamente dopo averlo seguito
con lo sguardo lo seguì anche fisicamente, si
appoggiò a una delle pareti dell'entrata con un fianco e
incrociò le braccia.
<< Che cazzo fai? >>
<< Lavo questa, avevo promesso che lo avrei fatto.
>>
<< Non ce n'è affatto bisogno cazzo,
è la mia giacca e sono io che dovrei pensarci.
>>
Stede girò solo appena la testa.
<< Sbaglio o hai le mani un tantino rovinate?
>> gli disse con un sorrisetto.
<< Sì bé chissene frega
>> si avvicinò
e l'afferrò tirandola verso di sé, ormai si era
impuntato e non voleva lasciarlo vincere, ovviamente Stede
tirò
a sua volta e intanto l'acqua sgocciolava sul pavimento.
<< Edward lascia. >>
<< No! >> e tirò.
<< Finirai per romperla >> disse Stede che
però non
tirò proprio sapendo questo e non voleva rovinare un'altra
cosa
che apparteneva a lui, però non la lasciò, la
teneva
stretta tra i pugni come se fosse l'unica cosa a cui poteva aggrapparsi
per non scivolare via, in quel momento non stava tenendo stretta la
giacca ma Edward, non voleva lasciarlo andare e desiderava che lo
capisse.
<< Allora lasciala tu! >> sbottò
Barbanera,
strattonò di nuovo e Stede gli finì addosso,
allora lui
in un moto di rabbia lo spinse contro la parete e si
avvicinò a
pochi centimetri dal suo viso.
<< Lo sai che al posto di Izzy avresti potuto benissimo
esserci stato tu. >>
<< Ne sono consapevole >> rispose Stede
deglutendo.
<< Quando ti ho visto salire su questa fottuta nave avrei
voluto
ammazzarti >> disse con un ringhio basso ma la sua voce
non era
così convincente.
<< Ricordo che mi hai sbattuto sul pavimento.
>>
Edward sospirò e il suo fiato colpì le labbra di
Stede,
il suo cuore batteva all'impazzata e non aveva paura, per nulla al
mondo avrebbe avuto paura di quell'uomo.
<< Se non fossero intervenuti i tuoi uomini probabilmente
io...
>> la voce gli si spezzò e non
riuscì ad andare
avanti.
<< E ne avresti avute tutte le ragione, mi meritavo e
merito
ancora tutti quei pugni o calci o qualsiasi altra cosa. In
realtà io non volevo nemmeno ti fermassero, ti avrei
lasciato
colpirmi perché era giusto tu ti sfogassi e mi buttassi
addosso
tutto quello che ti ho fatto passare. >>
<< Non ho passato niente, niente capito? >>
disse con i denti stretti e spingendolo di più contro il
muro.
<< D'accordo ma li merito comunque. >>
Barbanera tremò un respiro contro di lui, abbassò
la nuca e anche Stede fece lo stesso, aveva le labbra a un centimetro
dalla sua fronte proprio vicino all'attaccatura dei capelli, il
desiderio di baciarlo era ancora più forte ma lo avrebbe
solo
fatto infuriare, rimase lì fermo respirando il suo odore e
ascoltando quel richiamo così forte, con le labbra che
bruciavano e gridavano di posarsi su quella pelle perfetta.
<< Perché non ci riesco? Perché non
riesco a
colpire quella tua cazzo di faccia Bonnet? >>
domandò
tremando, con la voce spezzata e fragile.
<< Scusa >> fu l'unica cosa che
riuscì a dire Stede.
Edward sbuffò una risata senza alzare lo sguardo.
<< Ti scusi perché non riesco a picchiarti?
>>
Stede non rispose, si mosse appena spingendo piano il corpo di
Barbanera che alzò lo sguardo, gli sfilò la
giacca dalle
mani appoggiandola al bordo della vasca, poi prese una sua mano e se le
posò sulla guancia.
<< Che cazzo stai facendo >>
domandò Edward tentando
di toglierla come se si fosse scottato ma Stede la tenne ferma
lì.
<< Colpiscimi. >>
<< Cosa? >> domandò l'altro
arricciando le sopracciglia.
<< Dammi uno schiaffo. Un pugno non puoi
perché ti faresti
nuovamente male alle nocche quindi uno schiaffo va bene per adesso.
>>
<< Bonnet... >> sussurrò con
voce arrochita da
un'emozione forte, quell'uomo era incredibile, era la fottuta follia in
persona, solo lui poteva farsi venire in mente un'idea del genere e
nello stesso momento pensare alla salute di Edward.
Stede chiuse gli occhi e lasciò la mano dell'altro
così
che potesse fare quello che gli aveva chiesto, Edward sentì
il suo
cuore accelerare, la pelle sotto il suo palmo bruciava e lo investiva
con un calore che aveva già provato una volta quando lo
aveva
baciato, deglutì, mosse piano la mano sulla sua guancia,
spostò il pollice sullo zigomo poi la ritirò
all'improvviso come se si fosse davvero bruciato.
<< Non posso >> disse e Stede
riaprì gli occhi.
<< Ed... >>
<< Zitto. >>
<< Edward guardami >> provò
avvicinandosi e cercando
il suo sguardo, ma l'altro scattò come una furia e lo spinse
nuovamente contro il muro prendendolo per la camicia.
<< Ho detto di chiudere quella cazzo di bocca, potrei
ucciderti,
tagliarti la gola se volessi cazzo e non è escluso che lo
farò un giorno. Sai una cosa Bonnet non sono affatto pentito
di
aver picchiato Izzy, e lo rifarei ancora e ancora fino a vederlo morire
agonizzante cazzo >> lo disse con una rabbia e una
ferocia che
poteva provenire solo dalle viscere più profonde e oscure
del
suo essere, ma i suoi occhi dicevano tutt'altro e Stede ormai aveva
imparato a conoscerli.
<< Cosa cerchi di fare Edward? Pensi che dicendomi questo
io ti
consideri un mostro e prenda l'occasione per andarmene? Così
potrai avere la tua amata ragione e sarai finalmente soddisfatto, ti
darai una pacca sulla spalla dicendoti che ci avevi visto lungo e
passerai l'eternità a fingere di essere quello che non sei.
Vuoi
essere il Kraken Edward, sii il Kraken non mi interessa, se questo
serve a darti finalmente la libertà che cerchi e la pace
fallo,
ma se pensi che serva a mandarmi via ti sbagli. >>
Edward tremò di rabbia e paura sotto l'influsso di quelle
parole.
<< Allora ucciderò tutti quelli della tua
ciurma. >>
<< Non mi spaventano le tue minacce, perché io
ti vedo Edward, lo so che sei lì...- >>
Lo spinse più forte ringhiando << Edward non
esiste più. >>
<< Vorrà dire che imparerò a
convivere con
Barbanera, ti rispetto ma non ti temo, e non penso che tu sia debole se
è questo che ti preoccupa >> Stede gli prese
con calma le
mano e lo spostò, lui si lasciò guidare
confermando
quello che già pensava, aveva solo bisogno di qualcuno che
lo trovasse e
strappasse dai tentacoli che lo tenevano imprigionato.
Prese nuovamente la giacca e la pulì dalle ultime goccioline
di
sangue che erano rimaste, rimanendo serio e concentrato, senza tremare
o guardarsi intorno, come se l'attimo prima non fosse stato sbattuto
contro un muro e minacciato, era questo che gli era sempre piaciuto di
Stede l'incredibile facilità con cui riusciva a
sorprenderlo,
l'appese a un gancio senza curarsi di quegli occhi scuri che gli erano
puntati addosso.
<< Lasciala asciugare poi potrai metterla
>> disse
sorridendo, si era fosse scordato la loro discussione? Edward non lo
sapeva, ma erano molte le cose che non conosceva di lui e il cielo solo
sapeva quanto avrebbe voluto tempestarlo di domande, conoscere ogni suo
neo, ogni lentiggine della sua pelle, tutto di Stede Bonnet lo attraeva
magicamente e tutte le volte che lasciava quella stanza lui si sentiva
orfano e solo al mondo perché nessuno era in grado di
riempirgli i
buchi dell'anima come faceva Stede.
<< Hai bisogno di altro? >>
domandò.
"Di te" avrebbe voluto rispondere Barbanera ma si morse la lingua.
<< No >> rispose secco, Stede
annuì poi d'un tratto il suo viso si illuminò
mentre tornava in camera.
<< Ho avuto un'idea! >> esclamò
e ovviamente Edward
era già stato catturato, preso all'amo come un piccolo e
ignaro
pesciolino.
<< Bonnet le tue idee cominciano a inquietarmi.
>>
<< No ascolta, non vuoi che ti chiami Edward ma per me
chiamarti
capitano è troppo formale, e se ti chiamassi Barbanera mi
sembreresti un estraneo, quindi sta a sentire a cosa ho pensato
>> si schiarì la voce e con tutta la
convinzione che
possedeva disse.
<< Capitano Teach! >> dio il suo viso...era
l'apoteosi
della gioia, come se avesse avuto questa grande idea capace di
risollevare le sorti dell'intera umanità.
<< Stai scherzando spero. >>
<< Pensaci è perfetto, capitano Teach, suona
bene. >>
<< Sembra solo che mi prendi per il culo ecco cosa
>> rispose con un cipiglio irritato Edward.
<< Tu davvero hai pensato che una stronzata simile
potesse andarmi bene? >>
Stede così facile da ingannare e da ferire, quel suo visino
deluso era un colpo al cuore ma lo faceva sentire anche soddisfatto.
<< Bé sì... >>
<< E quando cazzo ti è venuto in mente?
>>
<< Poco fa >> rispose con la voce resa
piccola piccola.
<< Quando eri premuto tra me e il muro, quando ti stavo
urlando in faccia o...- >>
<< Nell'intervallo diciamo >> rispose Stede
annuendo a se stesso.
<< Comunque non mi chiamerai in quel cazzo di modo,
scordatelo,
toglitelo dalla testa o è la volta buona che ti faccio
navigare
appeso a testa in giù. >>
<< E invece sì capitano Teach, puoi anche
appendermi per
le palle se vuoi, adesso vedi di riposare io vado a controllare I...
>>
<< Vado a vedere se tutto procede bene >>
disse e
uscì, lasciandolo nuovamente a chiedersi che cosa cazzo
fosse
successo, un attimo prima stavano litigando e quello dopo erano
lì a parlare di un nome del cazzo, era sempre
così
ultimamente con lui, quando pensava che le cose stessero peggiorando e
non ci sarebbe stata via di ritorno ecco che Stede lo illuminava con
uno dei sorrisi più belli facendosi scivolare di dosso tutta
la
merda che Edward gli aveva buttato.
Izzy nel frattempo era stato portato in cucina non senza fatiche e
imprecazioni da parte di quest'ultimo che seppur ferito aveva ancora
una buona dose di forza in corpo, Lucius andò a svegliare
Roach e
altri per aiutarli a tenerlo buono e fermo, non mancarono le
discussioni ovviamente mentre il primo ufficiale stava steso ferito e
sanguinante, con una voglia di ammazzarli tutti con il primo arnese che
si fosse ritrovato in mano.
<< Amico quello è il tavolo dove mangiamo.
>>
<< E allora? Dove avrei dovuto appoggiarlo?
>>
<< Oh tranquilli il dito di Lucius sarebbe stato amputato
direttamente dove cucina >> disse Pete.
<< Razza di idioti, deficienti del cazzo lasciatemi!
>>
<< Qualcuno dovrebbe tenerlo buono >> disse
Franchie.
<< Potremmo colpirlo con questa >> propose
Roach indicando
una padella, Izzy impallidì ma quando stava per intervenire
venne preceduto da Lucius.
<< Ragazzi credo che legargli una benda alla bocca vada
bene
>> disse infatti attirando lo sguardo di tutti, non
sapeva
nemmeno lui perché lo avesse fatto, in fondo a una parte di
sé non sarebbe dispiaciuto vedere quella testolina nervosa
con
un bel bernoccolo.
<< Ottima idea amore >> disse Pete
avvicinandosi e accarezzandogli un fianco.
<< Voi non mi legherete un cazzo capito! >>
<< Shhh Dizzy Izzy, lasciaci lavorare >>
Roach gli
legò un fazzoletto bianco alla bocca, lui mugugnò
irritato per qualche istante, Lucius gli mise una mano sulla fronte e
gli tenne premuta la testa contro al tavolo per farlo stare calmo,
sentiva il calore e il sangue pulsare sotto la sua pelle, gli sembrava
persino di sentire l'energia che si dibatteva per essere liberata e si
stupì di come un ometto così ferito potesse
contenere
ancora tanta voglia di lottare, poi però si accorse che la
benda
era piena di sangue, effettivamente non avevano pensato che aveva
ferite anche lì.
<< Togliamogli questa roba >> disse con la
voce leggermente allarmata.
<< Perché? Tornerà a sbraitare.
>>
<< Sono certo che non lo farà e poi
è ferito,
rischiamo di peggiorare la situazione, e se gli facciamo male questo ci
ammazza, già sono certo lo farà. >>
E così gli tolsero la benda, come Lucius aveva previsto Izzy
non
disse una parola, lui tornò a tenergli una mano sulla fronte
e
gli sembrò quasi di vedere una piccola ombra di gratitudine
nei
suoi occhi.
<< Perché il capitano Stede vuole che ce ne
occupiamo?
>> domandò Franchie mentre Roach lavorava su
Izzy.
<< Voglio dire è uno stronzo, avrebbe potuto
lasciare che
Barbanera lo uccidesse e certo nessuno lo avrebbe pianto.
>>
Quelle parole colpirono forte il giovane cuore di Lcuius che
abbassò lo sguardo sull'uomo che stava sdraiato sotto di
lui,
sembrava svenuto anche se non ne era certo, "nessuno lo avrebbe
pianto," si ripeté quella frase nella sua mente e si chiese
se
mai Izzy l'avesse sentita se ci sarebbe rimasto male o se non gliene
sarebbe importato nulla, d'istinto strinse appena la mano tra i capelli
dell'uomo come in un gesto di conforto e poi tornò a
concentrarsi sugli altri.
<< Sai come è fatto il capitano, si prende a
cuore tutti,
ricordi con gli ostaggi? >> disse tenendo un tono di voce
leggero per non disturbare il sonno di Izzy.
<< Sì...io avrei tanto voluto torturarli
>> si lamentò Roach.
Stede arrivò proprio mentre stavano finendo il lavoro.
<< Ragazzi, allora come va? >> disse
avvicinandosi lentamente.
<< Bene capo, ha parecchie ferite e qualche contusione ma
con
qualche giorno di riposo starà già meglio.
>>
<< Ottimo lavoro >> rispose con un lieve
sorriso stanco.
<< Portatelo nella sua cabina, e per favore fate dei
turni di
guardia, non voglio che lui commetta qualche idiozia o che a Edward
venga in mente di finire il lavoro. >>
<< Pensi che potrebbe farlo? >>
domandò Lucius.
Stede sospirò.
<< Non credo ma sapete anche voi come sono fatti, Izzy
potrebbe
anche pensare di provocarlo di proposito, è ferito e non
accetta
che il suo capo ci abbia tenuti qui. >>
<< Potrebbe andarsene lui >> disse Pete.
<< Magari lo farà, intanto portatelo via.
>>
Così fecero e da quel momento si alternarono a fare la
guardia
mentre Roach entrava ogni tre ore a cambiare bende e cerotti e
disinfettare le ferite, non è che ne avesse molta voglia ma
erano ordini del capitano e non poteva disobbedire, Izzy
dormì
per tutto il giorno e la notte seguente, Barbanera non uscì
praticamente dal suo alloggio e la ciurma poté respirare una
giornata tranquilla senza quella tensione che di frequente aleggiava
quando c'erano in giro quei tre.
<< Oh dio! >> imprecò Lucius
mentre si chiudeva la
porta di quella cabina alle spalle, si allontanò alla svelta
e
quasi non andò a sbattere contro il suo capitano che
vedendolo
così alterato si chiese che cosa fosse successo.
<< Lucius che ti prende? >>
<< Stede io lì dentro non ci entro
più, è la seconda volta che mi lancia del cibo
addosso. >>
<< E tu spostati >> disse alzando un
sopracciglio.
<< Forse non hai afferrato la situazione, non si
può entrare senza rischiare la vita. >>
<< Adesso stai esagerando, sono convinto che...
>>
camminò fino alla stanza, aprì la porta e in
quell'esatto
momento Izzy tirò un bicchiere verso di lui, fortunatamente
Stede riuscì a chiudere la porta in tempo prima di essere
colpito.
<< Bé forse è un po' irritato
>> convenne.
<< Un po'!? Mi dispiace capo ma ho già
rischiato la vita abbastanza volte. >>
<< Va bene, puoi andare ci penso io >>
disse dandogli un'amichevole pacca sulla spalla.
Quando Stede rientrò nella stanza Izzy lo guardò
nuovamente con odio e disprezzo, tentò di afferrare la prima
cosa che aveva vicino a sé ma il pirata biondo fu
più
veloce e gli bloccò entrambe le mani sul materasso, si tenne
appoggiato con un ginocchio su di esso e l'altro piede piantato a terra.
<< Adesso basta signor Hands, hai già fatto
abbastanza danni. >>
Izzy rise trattenendo una smorfia per il bruciore dovuto alle ferite
che aveva ancora sulle labbra.
<< Credi di farmi paura Bonnet? Tu non sei niente, sei
solo una
misera nullità, se non sarò io a ucciderti con
queste
mani ci penserà qualcun altro perché non sei
degno di
questa vita. >>
<< Non mi hai spaventato la prima volta e pensi di
riuscirci ora?
E' vero quando sono partito ero solo un idiota con un
giocattolo ma adesso sono consapevole di cosa significhi essere un
pirata, soprattutto essere capitano di una ciurma e proprio in funzione
di questo non posso permettere che ci siano pericoli sulla mia nave.
>>
<< E' la nave di Barbanera adesso stronzo
>> sputò fuori con sufficienza
<< Tu vieni a parlarmi di Barbanera? Dopo che vi siete
azzuffati, sei un ipocrita Izzy. >>
<< Fottiti Bonnet e lasciami andare cazzo!
>>
sbraitò tentando di fare forza ma era ancora troppo debole e
Stede lo tenne premuto verso il basso.
<< Ti lascio se prometti che starai calmo.
>>
<< Fanculo. >>
<< Bene come vuoi, se preferisci parlare da questa
posizione. >>
<< Bonnet cazzo giuro che appena mi sarò
ristabilito ti
strapperò le viscere con le mie mani >> e di
nuovo si
agitò ma senza risultato, era frustrante per lui essere
sottomesso e non aver la possibilità di ribellarsi verso
quell'uomo che odiava, sentiva lo stomaco bruciargli e la bile
risalirgli lungo la gola.
<< Perché per una volta non la smetti di
lottare? >>
Izzy spostò solo lo sguardo di lato verso il muro, lo
lasciò passare per un segno di indifferenza quando invece
voleva
nascondere i suoi occhi lucidi, Stede a quel punto credendo si fosse
calmato lo lasciò lentamente spostandosi dal materasso.
<< Che cazzo vuoi? Perché sei qui?
>> domandò il primo ufficiale voltandosi verso
di lui.
<< Te l'ho detto voglio che su questa nave nessuno corra
il rischio di farsi male, non per cause interne almeno. >>
<< Mi spiace deluderti ma Edward verrà qui a
finire il lavoro ad un certo punto. >>
Stede scosse la testa incrociando le braccia.
<< Non lo farà, gli ho parlato.
>>
Quella frase colpì nel profondo la dignità di
Izzy, si
ritrovò ad abbassare lo sguardo e a sbuffare un'amara risata.
<< Certo a te da retta, dovevo immaginarlo. Avrei
preferito mi ammazzasse quel giorno. >>
<< Sei così melodrammatico a volte Izzy Hands,
anche se
decidesse di non ascoltarmi e ci provasse io glielo impedirei.
>>
<< Tu? >> quasi rise.
<< Io e gli altri. Edward non si è calmato, ti
detesta
ancora e penso che vorrebbe prenderti nuovamente a pugni ma
chissà per quale motivo ancora non ci ha provato, non posso
assicurarti che non lo farà perché sei stato un
vero
stronzo e vorrei tanto essere io stesso a prenderti a pugni adesso.
>>
<< Uhh l'elegante damerino che sporca le sue labbra
intonse con una parolaccia, che scandalo. >>
Poi continuò.
<< Lascia pure che venga, mi farai solo un favore, o
magari riesco a ucciderlo io...- >>
<< Non lo faresti mai, ad ogni modo Izzy se vuoi rimanere
su
questa nave le cose devono cambiare, devi lasciare che Edward viva la
sua vita. >>
<< Con te? >> aveva una smorfia derisoria
sul volto ma in
realtà non era divertito, solo amareggiato e nascondeva con
il
riso quello che realmente provava.
<< Con me o con chi vuole, la devi smettere di volerlo
diverso solo per appagare un tuo desiderio...- >>
<< Senti chi parla, lo stronzo che lo ha agghindato come
una
fottuta bambolina! >> gridò sollevandosi con
il busto.
<< Edward me lo ha chiesto! E' questa la differenza tra
noi due
Izzy, ogni cosa che ho fatto è stata solo esclusivamente
perché era lui a volerla, desiderava imparare come si
comportava
un aristocratico, ha voluto andare lui a quella festa e sempre lui era
alla ricerca di qualcosa che lo facesse sentire bene ma tu eri troppo
accecato dalla sua figura per vederlo. L'unico errore che ho commesso
è stato abbandonarlo su quella spiaggia, ma io Edward lo
avevo
accettato dal primo giorno che ci siamo incontrati, non avevo bisogno
che cambiasse. >>
Izzy con uno slancio lanciò via le coperte, si
alzò di
scatto muovendo qualche passo instabile ignorando il giramento di
testa, gli puntò un dito contro e iniziò a urlare
con
rabbia.
<< Questa è una stronzata Bonnet! Lui ha
iniziato a desiderare questi fronzoli solo per piacere a te!
>>
<< Dio Izzy possibile che tu sia così cieco?
Non aveva motivo di farlo...- >>
<< Credeva che non lo avresti neanche guardato se si
fosse
mostrato per ciò che era idiota! >>
sbottò il primo
ufficiale.
Stede era esausto, gli sembrava di lottare contro un muro invalicabile,
più provavi a distruggerlo per crearti un'uscita
più
quello si rinforzava fortificando le sue difese.
<< Ma se da subito gli ho chiesto di insegnarmi come
essere un
vero pirata, non ho mai messo becco sui suoi metodi Izzy, e abbiamo
fatto abbastanza abbordaggi insieme se non ricordi ed io seguivo lui,
lo osservavo per imparare e anche se il suo modo di fare magari non
sarebbe mai diventato il mio comunque non lo giudicavo. Sarò
stato anche un idiota ma sarei stato davvero stupido a mettermi nella
posizione di giudicare come Barbanera facesse il pirata!
>>
Si passò una mano tra i capelli biondi in un gesto che
sottolineava la sua frustrazione.
<< Edward questo non poteva saperlo >> lo
accusò Izzy.
<< Certo che lo sapeva! E lo vedeva ogni giorno dal mio
comportamento verso di lui, non c'è stata mai una volta in
cui
gli ho detto "Edward così non mi piaci" >> gli
occhi gli
diventarono lucidi, dovette trattenersi, strinse i pugni e le labbra
poi continuò con la voce incrinata.
<< L'unica volta che...l'unica volta che gli detto la mia
opinione è stata quando è arrivato Calico, ma
perché sapevo che non era se stesso, nelle settimane
precedenti
non era mai stato così e guarda caso arriva lui e si
trasforma
in un'altra persona...e poi ero geloso, dannatamente geloso del
rapporto che avevano quei due. >>
Izzy ignorò la parte sulla gelosia, non si sarebbe certo
messo a parlare di sentimenti con Stede Bonnet.
<< Edward lo è stata quella persona Bonnet.
>>
Stede si asciugò gli occhi.
<< Lo so ma non lo era più, e a dire la
verità non
posso sapere come sarebbero andate le cose se il Barbanera che mi ha
salvato la vita fosse stato quello che era quando c'era Calico, forse
non mi sarebbe piaciuto allo stesso modo o forse sì, oppure
ne
avremmo parlato, non lo so Izzy. L'unica cosa di cui sono certo
perché Ed me lo ha detto è che si era stancato di
quella
vita, non gli ho messo io parole in bocca, non gli ho fatto promesse
prima di quel fatidico giorno in cui gli ho spezzato il cuore.
>>
<< Lasciarlo è stato il regalo migliore che tu
potessi fargli >> rispose Izzy incrociando le braccia.
<< No è stato il regalo giusto per te, ma il
vero
Barbanera non è quello che c'è di là
in questo
momento. >>
<< E tu che cazzo ne sai di chi è il vero
Barbanera? Ti
arroghi di conoscerlo solo perché vi siete infilati l'uno
nei
pantaloni dell'altro per qualche settimana? Io ci sono sempre stato non
tu, sono io che ho da sempre navigato con lui cazzo, sono stato al suo
fianco, l'ho
visto combattere, lottare, resistere sfinito fino a quando l'ultimo
briciolo di muscolo non gli faceva male...- >>
<< Barbanera è quello che ti ha dato un pugno
quando ci
hai venduti agli inglesi, non quello che si è rotto le
nocche
pestandoti a sangue >> sbottò Stede.
Izzy sogghignò, dovette tenersi al comodino con una mano
prima
di riprendere a parlare, la testa gli doleva e girava come se ci fosse
un mulinello che non perdeva mai energia, nonostante questo non poteva
permettersi di perdere quella battaglia con quello che a tutti gli
effetti era un suo rivale.
<< Così lo giudichi un mostro. >>
<< No Izzy, non è lui il mostro in questa
storia, è
stato una nostra vittima e se non te ne sei reso conto Edward sta
facendo tutto questo per te, sei tu a volerlo così e poi hai
il
coraggio di accusare me di averlo cambiato. Sta soffrendo e noi ce ne
stiamo qui a discutere su chi ha ragione mentre invece è con
lui
che dovremmo stare. Izzy non ti permetterò più di
fargli
del male, Edward da ora in avanti sarà solo ciò
che vuole
essere ma sarà libero da influenze, se non ti sta bene sei
libero di lasciare questa nave, perché se dovessi scoprire
che
sotto sotto trami in maniera subdola per fargli fare ciò che
dici tu giuro che dimentico quello che significa essere un gentiluomo e
ti prendo a calci nel culo. Credimi solo lui potrebbe salvarti da
quella fine, ma la decisione di tenerti a bordo deve essere libera e
solo sua. >>
Stede si avvicinò e lo spinse sul letto.
<< Che cazzo fai!? >>
<< Stenditi devi riposare e cerca di essere un paziente
più docile. >>
Stava per andarsene quando la voce di Izzy lo fermò.
<< Perché lo stai facendo? >>
Stede spostò la testa di lato e rispose.
<< Perché Edward tiene a te, non vorrebbe mai
vederti
andare via in questo modo e so che ne soffrirebbe e non voglio che
soffra più di quanto stia già facendo.
>>
Uscì chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo, Izzy
abbassò le spalle che erano rimaste tese per tutto il tempo,
"Edward teneva a lui" che idiozia, un'altra delle fantasie di quello
che vedeva nel mondo fiabe e unicorni colorati, il suo capitano si
sarebbe liberato di lui solo per una sciocca arancia, come poteva
credere che lo volesse sulla nave e poi glielo aveva anche detto prima
che lo portassero via che non avrebbe più voluto rivederlo,
sentì qualcosa scivolare lento sulla guancia, lo
toccò
con le dita scoprendo essere acqua, stava piangendo, lui, Izzy Hands
che piangeva, per cosa poi? Per il rifiuto di Edward, per le parole di
Bonnet o per la consapevolezza che quell'idiota conoscesse il suo
capitano meglio di lui.
<< Cazzo. Fanculo. >>
Imprecò.
Intanto Stede uscì sul ponte alla luce di uno splendido
sole, si
avvicinò a Lucius che era appoggiato alla ringhiera della
nave
perso in chissà quale pensiero, gli mise una mano sulla
spalla e
lui sussultò per lo spavento, era ancora troppo presto per
rimanere tranquillo ed essere toccato mentre era così vicino
all'acqua.
<< Oh dio! >> si mise una mano sul petto e
si voltò.
<< Stede... >>
<< Scusami Lucius, io avrei dovuto avvisarti
>> lo guardò dispiaciuto.
<< Non fa niente, devo farmi passare questa cosa
>> rispose lui con la voce un po' agitata.
<< Cosa volevi? >>
<< Uh...io ero venuto per dirti che ho parlato con Izzy e
sono
sicuro abbia capito le mie parole, quindi se te la senti puoi
continuare i tuoi turni da lui. Non voglio costringerti Lucius ma ho
fatto una promessa a me stesso in primis ed è quella che vi
avrei protetti ad ogni costo, per questo sono venuto a dirtelo,
perché non voglio che su questa nave ci sia qualcuno che
abbia
paura. >>
Il ragazzo sorrise intenerito e confortato da quelle parole, quanto era
diverso Stede dall'ultima volta che lo aveva visto.
<< Ti ringrazio capitano, il punto è che per
noi è
un po' difficile fidarci dopo quello che è successo, anche
se
sembriamo tranquilli abbiamo ancora paura che tutto si
ripeta capisci? >>
<< Certo >> rispose Stede con un sorriso
comprensivo.
<< Ma sono felice che tu abbia e stia provando a
rimettere in
ordine le cose su questa nave e darci un posto sicuro in cui stare.
Penserò a quello che mi hai detto...su Izzy. >>
Stede annuì.
<< Però non posso prometterti che non ti
riempirà di parolacce. >>
Lucius rise.
<< Sarebbe stato troppo anche per te, ti avremmo dovuto
eleggere santo della nave in quel caso. >>
E risero insieme condividendo quel piccolo scorcio di
serenità,
erano ancora tante le cose da fare sulla Revenge, molti i cuori da
sistemare ma quello era un inizio, le cose migliori a volte cominciano
proprio facendo il primo passo che se pur piccolo rappresenta una via e
Stede era certo che quella fosse la strada giusta per rimettere in
ordine quello che aveva incasinato con la sua fuga e non si sarebbe
arreso questa volta, non importava quanto le cose sarebbero diventate
difficili, lui era lì e quel posto era casa sua.
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Capitolo 5 *** Il capitano affonda con la nave ***
Il capitano
affonda con la nave
Barbanera si decise ad uscire dalla sua cabina solo dopo alcuni giorni
in cui ci si era auto segregato, mangiava lì dentro ma non
parlava con nessuno né dava ordini, solo Stede si ostinava a
fargli compagnia nonostante lui gli avesse ribadito più
volte
che voleva rimanere da solo, ma lui cocciuto com'era per almeno un paio
d'ore rimaneva seduto in silenzio e poi sì lo lasciava solo
ma
non prima di averlo riempito con la sua presenza, cosparso la stanza
con
il suo profumo, Edward poteva sentirlo anche quando lui non c'era,
quindi forse da solo non c'era mai stato.
Si ritrovò per caso a passare di fianco alla cabina di Izzy
trovandovi Ivan e Fang ai lati della porta, i due si irrigidirono
vedendolo arrivare ma Barbanera non ne capì subito il motivo
attribuendo quel comportamento a una sorta di timore che avevano
sviluppato da quando era tornato sulla nave.
<< Ivan, Fang perché non siete fuori? Cosa ci
fate qui impalati? >>
<< Stede ci ha detto di rimanere qui >>
disse Ivan
Edward sollevò un sopracciglio.
<< Da quando prendete ordini da Bonnet? >>
<< Bé non era proprio un ordine...diciamo che
ce lo ha chiesto gentilmente >> rispose Fang
Cominciò a innervosirsi, detestava non capire le cose,
strinse
i pugni e guardò fisso i due a cui salì un
brivido lungo
la schiena, il loro capitano sapeva davvero far paura quando ci si
metteva, forse avevano sbagliato ad accettare quell'incarico ma in loro
difesa c'è da dire che non sapevano più cosa
fosse giusto
o sbagliato fare su quella nave.
<< Per quale cazzo di motivo vi ha detto di rimanere qui?
>>
<< Dobbiamo assicurarci che lui non esca e nessuno entri,
gli
unici autorizzati sono Stede, Roach e Lucius che gli porta il cibo.
>>
Quella situazione si stava facendo sempre più confusa.
<< Ste...voglio dire Bonnet entra qui dentro?
>> domandò con uno strano timore nel petto.
<< A volte ma non rimane molto. >>
<< E ora è lì? >>
<< No capo. >>
<< Fatemi entrare >> ordinò.
I due deglutirono guardandosi per qualche istante.
<< Non possiamo capo. >>
<< Cosa? >>
<< Stede ha detto che vuole parlare con te prima, deve
spiegarti alcune cose >> disse Fang con agitazione.
Sentì la rabbia arrampicarsi lungo tutto il
suo corpo, non poteva sopportare che i suoi uomini si fossero messi
contro
di lui obbedendo agli ordini di un altro, in particolar modo se
quest'altro era Stede Bonnet, anche quello gli aveva tolto? E poi
cos'altro voleva, si era preso tutto e l'unica cosa che gli era rimasta
era
la fedeltà del suo equipaggio ma sembrava non possedere
nemmeno
più quella.
Spinse Fang contro la parete di legno poi si diresse a passo spedito,
con i pugni chiusi all'esterno, non appena vide chi cercava si
avvicinò strattonandolo per un braccio e facendolo malamente
voltare, l'altro si
spaventò a morte non aspettandosi quella pseudo aggressione.
<< Edward! Sei tu... >>
<< Sì sono io stronzo! >> lo
prese per la maglia sollevandolo appena e tirandolo verso di
sé.
<< Ma che ti prende? >>
<< Perché Izzy è ancora qui e
perché cazzo
dai ordini ai miei uomini si può sapere? E poi
cos'è
questa storia che nessuno può entrare, ti sei dimenticato
forse
che è il mio primo ufficiale e che tu non hai diritti su di
lui!? Ah adesso ho capito...tu avevi paura che lo ammazzassi.
>>
<< No... >> pigolò Stede.
<< Allora cosa, parla!!! >>
<< Prima lasciami andare. >>
<< Edward mi stai facendo male. >>
A quel punto lo lasciò non smettendo di guardarlo con rabbia
ma anche con una diversa emozione sul volto.
<< Izzy aveva bisogno di cure, non potevamo lasciarlo
andare
così, adesso va meglio ma non volevo voi due vi confrontaste
con
lui messo in quelle condizioni. >>
<< A me non frega un cazzo di Izzy, doveva andarsene e
sarebbero
stati solo fatti suoi se fosse morto in un angolo di qualche
fottutissima strada, e poi io non voglio parlare con lui, non ho
più niente da dirgli, se dovessi trovarmelo davanti lo
ammazzerei. Quindi Bonnet se la tua coscienza brucia tanto e non vuoi
spargimenti di sangue fallo sparire dalla mia vista. >>
Stede sospirò, era consapevole che non sarebbe stato facile
convincere quei due ad avere una conversazione prima di decidere che
cosa fosse meglio fare, soprattutto immaginava che Edward fosse ancora
molto arrabbiato e quando era così in preda alle emozioni
era
difficile puntare al suo cuore e fargli comprendere il suo punto di
vista.
Era convinto che se avessero lasciato andare via Izzy così
senza
alcun confronto Ed se ne sarebbe pentito più avanti e questa
ennesima ferita lo avrebbe portato a sentirsi ancora più
male, o
peggio si sarebbe sentito in colpa, Stede desiderava solo stesse bene e
non dovesse lottare in futuro con i sensi di colpa.
Non ebbe però il tempo di parlare che venne preceduto, gli
occhi
scuri che aveva davanti si accesero di una nuova fiamma che non aveva
mai visto e la sua voce lo investì in una maniera tutta
nuova,
si ritrovò spiazzato e confuso.
<< Dimmi anche un'altra cosa Bonnet tu cosa ci andavi a
fare in
camera sua? Siete diventati forse amici? E' lui che ti piace adesso,
è lui che vuoi? >>
<< No Ed...dio ti stai sbagliando noi non siamo amici,
sono
andato da lui perché volevo capisse che le cose su questa
nave
non potevano continuare così. Gli ho detto che se voleva
restare
e tu fossi stato d'accordo il suo atteggiamento doveva cambiare,
soprattutto nei tuoi confronti. >>
<< Cosa c'entro io adesso? >>
domandò sentendo la rabbia scivolare via ad ogni parola.
<< Ci ho tenuto a dirgli che deve smetterla di cercare di
cambiarti, se non accetta quello che sei o che vuoi può
benissimo andarsene e lasciarti in pace, non posso più
accettare
che faccia lo stronzo e ti provochi perché non rispetti
quelli
che sono i suoi standard. Lo sai bene anche tu il motivo per cui avete
litigato, lui vuole solo che tu sia distruttivo ma il punto
è
che sei solo tu quello che deve decidere chi essere, Izzy e nemmeno io
possiamo obbligarti a scegliere qualcosa che non vuoi. >>
Edward rimase per un tempo indefinito in silenzio e poi disse.
<< Perché allora non lasci che lo uccida?
>>
<< Perché non ce n'è bisogno
Edward, non sta
minacciando la tua vita e una soluzione c'è comunque se non
lo
vuoi più qui, può andarsene, puoi cacciarlo...-
>>
<< In quel caso si vendicherebbe >> e in
quella frase Stede
lesse tutta la paura che teneva nascosta in lui, il timore che
succedesse di nuovo quel casino con gli inglesi, in più e
questo
non poteva saperlo, Barbanera temeva che Izzy si vendicasse uccidendo
proprio il pirata biondo che tanto detestava, solo per fare un dispetto
a lui.
<< Abbiamo già subito una sua vendetta
>> disse Stede.
<< Questa volta potrebbe essere peggiore >>
rispose infatti
Edward guardandolo con una luce diversa negli occhi, come se volesse
farsi leggere dentro, quello sguardo era un "ho paura di perderti e non
lo sopporterei un'altra volta."
<< Edward...non possiamo passare la vita ad avere paura,
abbiamo
la minaccia degli inglesi su di noi e in un qualsiasi scontro potrebbe
accadere il peggio ma tu e Izzy eravate legati un tempo, altrimenti non
avresti scelto lui come tuo primo ufficiale e in più non lo
avresti nemmeno tenuto con te dopo il suo tradimento, questo mi fa
pensare che tu ci tenga a lui e non voglio che lo cacci essendo
così arrabbiato. >>
<< Che differenza fa questa volta con quella in cui ti ha
sfidato a duello? >>
Stede alzò appena le spalle e sospirò.
<< Bé intanto quella volta non ve l'eravate
date di santa
ragione, e poi tu hai cercato di dirgli di non farlo ma lui ha preso la
sua decisione e tu l'hai semplicemente rispettata, in un certo senso
eri in pace con lui mentre adesso sei infuriato e forse una parte di te
non vuole che se ne vada davvero, non prima di avergli parlato.
>>
<< Lo avrei odiato se ti avesse ucciso. >>
Quella frase uscì con talmente tanta naturalezza da colpire
entrambi, Edward si malediva ogni volta in cui gli scappava qualcosa
che lo rendeva debole, fragile e incline a perdonarlo agli occhi di
Stede, questa avrebbe potuto facilmente giustificarla come una
spiegazione rispetto al passato ma dentro di sé sapeva bene
che
era valida anche adesso nonostante continuasse a fingere di odiarlo.
<< Ma non è successo >> rispose
Stede con un
formicolio nella voce, sentirlo così protettivo nei suoi
confronti gli scaldava l'anima ma lo faceva sentire anche
così
in debito nei suoi confronti che ogni cosa che faceva non gli sembrava
mai
abbastanza.
<< E' vero lui si è comportato male, ha fatto
qualcosa che
non doveva fare ma il punto è che prima di cacciarlo
dovresti
dirgli quello che vuoi da lui e dargli una possibilità.
>>
<< Gliel'ho già data >> rispose
stringendo i pugni.
<< Andiamo Edward lo hai fatto quando io non c'ero e sai
che sono proprio io il
problema, lo so che tu credi me ne andrò ma Izzy non la
pensa
come te e non tollera la mia presenza, quindi quello che dovresti
fargli capire è proprio questo, il fatto che tu ora non vuoi
mandarmi via sempre se non hai cambiato idea su questo >>
l'ultima frase la disse con la voce che sembrava più un
pigolio,
Edward non lo rassicurò su quel punto, rimase in silenzio ma
quella tortura che aveva riservato a Stede finì per fare
male
anche a lui non sopportando di vedere quel viso macchiato di
preoccupazione e paura, per questo abbassò lo sguardo e lo
puntò altrove.
<< Ti fidi di lui? >> domandò
Barbanera.
<< No ma mi fido di te, e se tu riterrai opportuno
tenerlo a bordo a me andrà bene. >>
<< Anche io sbaglio a giudicare le persone Bonnet
>> quella
era una frecciatina che Stede accolse con dolore ma dignità
sapendo di meritarsela.
<< Almeno saprò di aver fatto il possibile per
rimettere
in ordine le cose, vorrei che su questa nave tornasse la
serenità e lo so forse è un'impresa impossibile
ma voglio
provarci, te l'ho detto per me il problema non è se se ne
andrà ma come ci rimarrai tu Ed...il senso di colpa ti
divora
giorno dopo giorno e io ne so qualcosa, mi vedi sorridente con gli
altri e con te ma credimi ogni notte sogno quello che ho fatto e di
giorno passo dei momenti in cui mi odio per il modo in cui mi sono
comportato, ho
infranto tanti cuori e ne porto il peso ogni secondo. >>
<< Non voglio dirti
quello che devi fare ma solo darti un semplice consiglio prima di
agire, anche lui è ferito e ha fatto certe cose forse
proprio
per questo, non me lo ha detto lui ovviamente ma si vede dai
comportamenti e dal modo in cui ti guarda. Ho imparato ad
osservare ed ascoltare, e i suoi occhi urlano questo, ha bisogno di te
ma teme che qualcuno ti porti via da lui. >>
Edward spostò nuovamente lo sguardo sentendosi a disagio
sotto
tutte quelle riflessioni, forse perché una parte di lui
sapeva
fossero vere, il suo rapporto con Izzy era sempre stato particolare fin
dall'inizio, si erano ritrovati a combattere l'uno contro l'altro
essendo parte di due diverse ciurme, poi lui probabilmente aveva
riconosciuto la sua forza e si era alleato con loro iniziando a
servirlo
come umile marinaio fino a che un giorno la loro collaborazione si era
trasformata in amicizia.
Fino a quando chissà come quella lealtà e affetto
che gli
aveva dimostrato da subito si erano trasformati in totale devozione,
Edward lo
aveva promosso primo ufficiale e lì le cose avevano
cominciato
a scivolargli lentamente di mano senza che lui se ne rendesse
totalmente conto, Izzy aveva eretto un muro chiudendo i sentimenti in
un
bozzolo di dedizione ed erano finite le confidenze e le serate a
parlare, non che si aprissero più di tanto ma quei momenti
rappresentavano per Edward una via di fuga da quella vita che lo
costringeva ad essere qualcuno che non era sicuro voler diventare,
mentre Izzy sicuro che quello che avevano era ciò che
volesse lo
pressava con i doveri, per lui esistevano solo quelli negandogli quella
parte di umanità che lui aveva sempre desiderato.
La verità era che gli mancava e gli era sempre mancato il
suo
amico, sentiva la mancanza di ciò che erano prima di essere
Barbanera e il suo primo ufficiale in comando, sbuffò aria
dal naso poi
sospirò pesantemente puntando di nuovo lo sguardo su Stede.
<< D'accordo Bonnet ma non metterti strane idee in testa
e
soprattutto non illuderti di poter farmi fare ciò che vuoi.
>>
<< Non lo penserei ma...- >>
<< Sta zitto! >> lo spinse <<
D'ora in avanti
voglio che le cose me le dica e pretendo di sapere tutto quello che ti
passa per quella testa capito? Soprattutto se riguarda me.
>>
<< Certo >> rispose con un fil di voce, lo
guardò
allontanarsi leggermente ferito dall'ultimo sfogo ma con lui era
così per ora, i momenti di calma non duravano troppo a lungo
soprattutto perché Edward odiava pensare che Stede prendesse
decisioni al suo posto o che gli desse ordini, anche se dentro sapeva
che non era così, che Stede gli avrebbe sempre lasciato la
libertà di scegliere però non voleva lasciargli
nessuna
finestra aperta che gli facesse credere che tra loro le cose potessero
sistemarsi.
Era comunque felice perché almeno lo aveva
ascoltato, era stato lì a sentire i suoi consigli, ci aveva
ponderato su e alla fine aveva deciso che poteva seguirli, avrebbe
volentieri sopportato altri mille sfoghi di rabbia se le cose sarebbero
continuate ad andare così, con loro due che parlavano e
discutevano di un argomento dicendo quello che pensavano senza sfiorare
il vero e proprio litigio, significava che Edward gli stava lasciando
spazio, certo poi se lo riprendeva in un lampo ma ciò che
contava era che quella piccola apertura gliela concedeva.
Intanto Lucius e Pete stavano sfumando le ultime note di passione in
soffici e caldi baci, Pete gli accarezzò il viso ma nel
sorriso
dell'uomo che amava vide un'ombra di preoccupazione, effettivamente
erano giorni che lo vedeva distratto e sconcentrato, inizialmente aveva
pensato a qualche indisposizione ma aveva accantonato presto il
pensiero perché tutte le volte che si trovavano Lucius dava
il
meglio di sé brillando di quell'energia che lo aveva colpito
e
catturato la prima volta.
<< Ehi tesoro va tutto bene? >>
<< Sì perché? >>
rispose Lucius abbassando
lo sguardo e posando la testa sulla spalla dell'altro uomo, in un gesto
che poteva sembrare affettuoso ma in quel caso serviva solo a
nascondere la verità che probabilmente i suoi occhi stavano
urlando.
<< Ti vedo strano... >>
<< No è che...niente va tutto bene
>> sospirò pesantemente.
<< Amore sai che non puoi nascondermi niente vero? Te lo
leggo in
faccia che qualcosa ti turba, e anche se vuoi nascondere il viso lo
capisco lo stesso. So che il capitano Bonnet ci ha tartassati con
quella storia di parlarne insieme ma credo che in questo caso possa
farti bene. >>
<< Pete è stupido e io non voglio sembrarti
stupido e nemmeno un traditore >> ribatté
Lucius.
<< In che senso traditore? Lo sai che non ci sono
problemi se...- >>
<< Non in quel senso, ma... >>
sospirò di nuovo << sono preoccupato per
qualcuno. >>
<< Oh >> rispose Pete << e
questo ti rende un traditore? >>
<< No, cioè sì perché
sono in pensiero per la
persona sbagliata >> confessò piegando poi la
testa verso
il basso.
Pete gli accarezzo i capelli dolcemente.
<< Scommettiamo che indovino chi è
>> disse facendo
un sorrisetto e spostandogli il ciuffo dagli occhi, Lucius a quel punto
era curioso e alzò finalmente la testa puntando i suoi occhi
languidi su di lui, non era sicuro di voler accettare quella sfida ma
se non tirava fuori quel macigno che aveva dentro sentiva che sarebbe
davvero morto.
<< Vai >> rispose con la voce leggermente
incrinata.
<< Izzy >> disse l'uomo con tanta
serenità da far
male al povero cuore del giovane dai capelli castani,
intenerì
lo sguardo e dai suoi occhi si poteva leggere tanto di quell'amore che
sarebbe stato un miracolo se non gli fosse sgorgato dagli occhi.
<< E non sei arrabbiato? >>
domandò con la voce sottile.
Pete rise.
<< Perché dovrei esserlo? >>
<< Perché Izzy è uno stronzo e...-
>>
<< Anche Barbanera lo è o lo è
stato ma questo non
ci impedisce di essere preoccupati per lui >> rispose
Pete con
saggezza, e Lucius lo amò ancora di più, pensava
ci fosse
un limite all'amore che si può provare per una persona a
quanto pareva si sbagliava.
<< Ma Barbanera è stato buono con noi almeno
all'inizio,
Izzy invece si è sempre comportato male per questo non
capisco
quello che provo...- >>
<< Sei una brava persona Lucius e ti preoccupi per gli
altri
anche quando non se lo meritano, questo ti rende speciale e mi lasci
senza fiato e parole. >>
Lucius sorrise intenerito e lo baciò con gratitudine
più volte.
<< Allora cosa esattamente ti rende nervoso?
>>
<< Quando lo abbiamo portato in cucina Franchie ha detto
qualcosa
che mi ha lasciato molto colpito, e da allora mi sono messo a
pensare... >>
<< Che cosa ha detto? >> domando Pete
accarezzandogli i capelli.
<< Nessuno avrebbe sentito la sua mancanza se Edward lo
avesse
ucciso e...Pete è la verità, mi sono chiesto come
si
sarebbe potuto sentire lui se fosse stato cacciato da questa nave
dall'uomo che venera, dopo che si sono scazzottati e senza che nessuno
si batta per tenerlo qui. Mi è sembrato terribile...
>>
disse guardando un punto imprecisato davanti a sé.
<< Lo è piccolo. >>
<< Pete non devi darmi ragione se non la pensi come me.
>>
<< Non lo faccio...Tesoro penso che quello che hai detto
sia la
verità, saremmo tutti felici senza Izzy Hands tra i piedi,
ma
non ho mai pensato a come potesse prenderla lui. Se devo parlare
razionalmente credo finirebbe per odiarci ancora di più,
l'unico
che gli dispiacerebbe non rivedere sarebbe Barbanera ma potrebbe anche
lasciarsi accecare così tanto dall'odio che alla fine
detesterebbe anche lui. >>
<< Poi è già stato cacciato
>> ragionò Pete.
<< Sì ma non aveva litigato così
con Edward. >>
Lucius si leccò le labbra mentre il suo cervello lavorava
generando pensieri che venivano tramutati in emozioni sulle quali
sembrava non avere più il controllo, era sempre stato in un
certo senso attratto da Izzy ma da qui a preoccuparsi per lui ce ne
passava di acqua sotto i ponti invece ora lo vedeva solo come una
persona che provava un'enorme sofferenza che però si
rifiutava di
accettarla.
<< Quello che voglio dire è che non mi va
proprio l'idea
che Edward finisca il lavoro o che Izzy lasci la nave con tutti noi che
lo detestiamo...- >>
<< Dovrebbe impegnarsi anche lui però se vuole
essere apprezzato da noi >> disse Pete.
<< Ma lui non lo sa Pete, probabilmente nella sua vita ha
dovuto
farsi strada lottando con le unghie e con i denti, non ha mai
incontrato qualcuno che tirasse fuori la sua umanità.
>>
<< Sempre se ne ha mai avuta una. >>
<< Pete! >> lo rimproverò
dandogli una lieve pacca sul ginocchio.
<< Scusa amore ma cosa sappiamo realmente di Izzy Hands?
>>
Lucius scosse la testa << niente, non sappiamo niente.
>>
Due ore dopo quella conversazione Lucius si aggirava per i corridoi
della nave quando degli strani suoni lo fecero allarmare, sembrava come
se stessero strappando le viscere a qualcuno e per qualche momento
rimase in ascolto indeciso se cercare aiuto o meno, poi capì
che
quel suono proveniva dalla sala da bagno, si avvicinò
lentamente
pregando di non trovare un intruso che stava brutalmente assassinando
uno dei suoi amici.
La porta era socchiusa, ci appoggiò delicatamente le dita
sopra
e la spinse con delicatezza giusto quel poco da permettergli di vedere
all'interno e con sua grande sorpresa trovò Izzy di spalle,
chinato sulle ginocchia che stava dando di stomaco nel buco che
solitamente usavano per i bisogni.
Dare di stomaco era un eufemismo, dai suoni gutturali che produceva
sembrava che stesse buttando fuori le sue stesse interiora senza
però riuscirci, in alcuni attimi gli prendeva una tosse
convulsa
che scuoteva tutto il suo esile corpo e poi riprendeva a buttare fuori.
In uno dei momenti di calma Lucius si avvicinò, la sua
saggezza
gli suggeriva di lasciare perdere ma l'umanità che anche
dopo
essere stato buttato in mare non aveva lasciato andare era contraria ad
abbandonare un uomo in quelle condizioni, anche se quell'uomo era Izzy
Hands.
<< Izzy >> lo chiamò a bassa
voce, quello
sussultò probabilmente vergognandosi di essere stato
scoperto in
un momento di debolezza.
<< Vattene! >> gli urlò.
<< Mi era sembrato che avessi bisogno di...-
>>
<< Va via cazzo! Vattene! >> e gesticolava
con un braccio
senza mai guardarlo, la voce era roca probabilmente resa
così da tutto l'acido che aveva buttato fuori.
<< Vattene! >> urlò ma poi
riprese a tossire e
rimettere, Lucius a quel punto si chinò vicino a lui
tenendogli
la testa con le mani, era sudato, il viso rosso e le lacrime agli
occhi, il suo corpo voleva reagire liberandosi di quell'intruso ma non
ce la faceva, e anche se stava buttando fuori l'anima odiò
sentirsi così esposto e di star permettendo a quello stupido
ragazzino di vederlo in quelle condizioni.
A poco a poco quei violenti spasmi cessarono lasciandolo vuoto e scosso
dai brividi, Lucius tirò fuori un fazzoletto dalla tasca e
glielo porse, inizialmente l'uomo lo ignorò ma l'altro
insistette
quindi lo prese, si pulì la bocca e lo lanciò via.
Quando finalmente riuscì ad alzarsi in piedi i muscoli delle
gambe tremavano e dovette fare uno sforzo per non finire a terra,
questo almeno all'inizio perché dopo qualche passo la
debolezza prese il sopravvento e lui finì tra le
braccia di Lucius che lo accolse e andò giù con
lui
tenendolo tra le sue gambe, con la schiena del più grande
premuta sul petto del giovane.
<< Izzy >> lo chiamò gentilmente
per capire se
avesse perso i sensi o si stesse solo riposando, o almeno voleva gli
dicesse qualcosa, qualsiasi segno andava bene.
<< Lasciami >> pregò l'altro
facendo spezzare il
cuore del ragazzo, Izzy a quel punto abbandonò la testa
in avanti e non rispose più, Lucius gli mise una mano sulla
fronte spingendogli la nuca all'indietro fino a farla appoggiare sulla
sua spalla, non aveva un altro fazzoletto e allora tentò di
asciugare il sudore che lo bagnava con una mano mentre con l'altra lo
teneva stretto dalla vita in un segno di conforto e presenza.
Nel sonno si agitava, diceva frasi sconnesse e piangeva, le lacrime
furono le prime a sgorgare da quegli occhi che sembrava non ne
conoscessero l'esistenza, Lucius rimase sconvolto e scosso da quanto
quell'uomo solitamente pronto a urlare e combattere sembrasse fragile e
inerme tra le sue braccia, avrebbe potuto ucciderlo facilmente e
passare da eroe con la maggior parte della ciurma mentre invece quello
che voleva era solo togliergli tutto quel dolore, gli passò
più volte una mano tra i capelli gesto che in alcuni momenti
sembrava calmarlo e farlo smettere di agitarsi.
<< Ci sono io con te ora >>
sussurrò senza nemmeno
essere sicuro che potesse sentirlo, Izzy piegò il collo di
lato e appoggiò la testa sul mento di Lucius, erano in una
posizione in cui se
l'uomo avesse aperto gli occhi in quel momento avrebbe dato di matto ma
al giovane non importava, chiuse gli occhi tentando di rilassare i suoi
nervi e trasmettere calore corporeo anche a Izzy che ancora tremava.
Fortunatamente erano caduti attaccati alla porta così il
ragazzo
facendo forza con il suo corpo poteva impedire a chiunque di entrare,
ogni volta che sentiva spingere diceva << è
occupato
>> e chiunque fosse se ne andava senza disturbare il
riposo del primo ufficiale.
Passò un'altra ora prima che il sonno cedesse il posto alla
veglia, aprì gli occhi tentando di mettere a fuoco il luogo
in
cui si trovava, la testa sembrava stesse per scoppiargli, aveva la
bocca secca e un sapore amaro che gli patinava le gengive e la lingua,
si sentiva vuoto e spento poi si ricordò quello che era
successo, sentì una sensazione strana dietro di lui, morbida
che emanava calore, all'improvviso capì, il ragazzo.
<< Ehi sei sveglio. >>
La sua voce, quella voce delicata la percepì come se gli
avesse
urlato nelle orecchie spaccandogli i timpani, non si voltò
nemmeno tirandosi su come meglio poteva, anche Lucius si
alzò
guardandolo con quella stupida aria preoccupata.
<< Fa piano...sei ancora debole. >>
Il primo ufficiale alzò il braccio puntando l'indice contro
di
lui << tu...devi >> ma le gambe cedettero
di nuovo e Lucius
senza esitazione gli impedì di cadere, a quel punto Izzy
tacque mentre il ragazzo gli avvolse un braccio intorno alle spalle.
<< Ti accompagno in camera. >>
Durante il tragitto incrociarono Edward trovandoselo proprio di fronte,
il giovane si fermò di colpo deglutendo, Izzy
sbiancò e
abbassò lo sguardo perché non aveva né
la
forza né il coraggio di sostenere l'odio e il disprezzo che
avrebbe sicuramente visto negli occhi del suo capitano, d'istinto
tremò
e il suo corpo si premette maggiormente a quello del ragazzo.
<< Edward ti prego non ora, sta male >>
disse Lucius
lasciando la presa dalle spalle del primo ufficiale e mettendosi
davanti a lui, gli stava facendo scudo con il suo corpo, aveva una
paura terribile, in pratica se la stava facendo sotto ma non voleva che
lo toccasse, sentiva una sorta di protezione nei suoi confronti, sapeva
che Barbanera se avesse voluto avrebbe potuto fare fuori entrambi ma
sperava di poter toccare sulla sua clemenza e sul fatto che Izzy fosse
uno straccio e non si sarebbe potuto difendere.
<< Siete amici adesso? >>
domandò Edward facendo cenno con la testa verso Izzy.
<< Tutti hanno bisogno di qualcuno >>
sussurrò Lucius mentre tutto il suo corpo tremava.
<< Levatevi dai piedi coraggio >> disse il
capo dei pirati
e il giovane tirò un sospiro di sollievo, solo mentalmente.
I due passarono ma quando Izzy fu vicino a Edward venne
spinto
contro il muro, Lucius si voltò di scatto portandosi le mani
alla bocca e squittendo un << no! >>
<< Ricordati che noi due dobbiamo parlare
>> ringhiò
il capitano vicinissimo alle labbra del primo ufficiale che
però
non sollevò mai lo sguardo, era già certo che non
sarebbe
sopravvissuto a quella conversazione anche perché pensava
non
sarebbe stata composta di parole.
<< Sì capo >> rispose con una
voce che non sembrava la sua.
Izzy si risentì male subito dopo essere arrivati in cabina,
Lucius lo accompagnò in bagno rimanendo con lui per poi
seguirlo
fino al letto, non avevano parlato, ognuno era rimasto nella sua sfera
personale, uno sentendosi un fallito a doversi far trattare come un
infermo ma era certo che Spriggs non se ne sarebbe mai andato e non
aveva le forze per lottare, doveva riprendersi prima di decidere cosa
fare veramente e l'altro viveva un tumulto interiore sapendo che la
cosa migliore era stare zitto ma una parte di sé desiderava
estremamente prendersi cura di lui in ogni modo.
<< Ti aiuto a spogliarti? >>
<< Fottiti Spriggs >> se non poteva
ucciderlo si sarebbe accontentato di insultarlo.
Lucius alzò gli occhi al cielo.
<< Non in quel senso, ma penso che staresti meglio con
qualcosa di più comodo. >>
<< Faccio da solo e girati. >>
Il ragazzo obbedì sospirando e sperando di non sentire un
tonfo sul pavimento.
<< Ti prego di fare presto, non mi piace avere qualcuno
alle spalle. >>
Izzy ghignò mentre si sfilava i pantaloni <<
pensavo ci
fossi abituato >> poi si mise seduto sul letto
infilandosi sotto
il lenzuolo, Lucius sbuffò contrariato.
<< Pessima battuta anche per te, ma se proprio ti
interessa
quella è una situazione diversa e se devo dirla tutta
solitamente io...- >> spiegò sentendo la bocca
dello
stomaco formicolare ma venne bruscamente interrotto da un gemito di
fastidio.
<< Spriggs tieniti certe cose per te cazzo e fammi il
favore di levarti dai piedi adesso. >>
Finalmente Lucius poté girarsi e il suo cuore
sussultò
quando vide una parte del petto di Izzy scoperta, deglutì
quella
sensazione evitando qualunque tipo di sguardo anche se era difficile
smettere di guardare quella carne che sembrava chiamarlo, scosse la
testa per allontanare quel pensiero.
<< Vuoi un tè o dell'acqua? >>
<< Io non bevo il tè cazzo. >>
<< Vada per l'acqua >> rispose Lucius
dileguandosi in
cucina dove incontrò Buttons che sembrava avere un'aria
assorta
e confusa, molto più del solito.
<< Buttons? Tutto ok? >>
<< Mhhh >> si girò quello
<< cavalloni neri all'orizzonte >> rispose.
<< Sta arrivando una tempesta? >>
<< Non di quelle a cui siamo abituati >>
rispose poi se ne
andò lasciando il ragazzo a chiedersi che cosa fosse
successo,
poi si riscosse decidendo che a quello poteva pensare dopo o mai, prese
l'acqua dalla brocca versandola in un bicchiere e la portò a
Izzy.
<< Bevi, ti farà bene dopo tutto quel...tutta
quella roba. >>
<< Non ho bisogno di una fottuta balia io
>> rispose acido.
<< Riesci ad infuriarti anche quando stai male
>> disse con un mezzo sorrisetto Lucius.
<< Io non sto male e ora vattene. >>
A quel punto qualcosa scattò dentro il giovane pirata,
<<
certo come no stai bene >> esclamò stizzito
poggiando con
troppa forza il bicchiere sul comodino, un po' di liquido
finì
fuori.
<< Allora non eri tu quello che poco fa ha scaravoltato
il mondo
in mare e che poi si è accasciato tra le me braccia? Non eri
tu
quello che non è riuscito nemmeno a guardare negli occhi il
suo
capitano e difendersi, Izzy ascolta adesso puoi darla a bere a chiunque
ma non a me, quindi evita di raccontarmi balle perché
francamente non credo a una parola. >>
Uscì senza aspettare risposta chiudendosi la porta alle
spalle,
aveva il cuore in tumulto, gli occhi lucidi e la bocca secca, era
cambiato qualcosa in lui, si precipitò da Stede trovandolo
in
fretta, sentiva che se non avesse parlato subito sarebbe probabilmente
esploso.
<< Stede grazie al cielo sei qui, non permettere a
Barbanera di fargli del male >> disse tutto d'un fiato.
<< A cosa ti riferisci? >>
<< Izzy...prima abbiamo incontrato Edward e lui ha
detto che dovevano parlare, ma è stato molto minaccioso.
>>
Stede tuttavia sembrava tranquillo e Lucius si chiese come facesse a
rimanere così calmo, lui sentiva di avere della povere da
sparo
accesa al posto del cuore.
<< Edward vuole davvero solo parlare, non gli
farà niente. >>
<< Com'è possibile ? >>
domandò il giovane non sentendosi ancora tranquillo.
<< Ho parlato con lui e ha capito il mio punto di vista,
non so
cosa e come parleranno ma sono certo non lo ucciderà
né
lo picchierà. >>
Lucius si leccò le labbra poi deglutì.
<< Lo manderà via? >>
<< Questo non lo so Lucius. >>
<< Non lasciare che lo faccia... >>
<< Mi spiace deluderti ma non ho alcun controllo sulle
decisioni
di Edward, come sai non abbiamo un bel rapporto, già
è
tanto se mi ha dato retta, non posso andare lì e imporgli
qualcosa che non vuole, si arrabbierebbe e comunque credimi non mi
ascolterebbe nemmeno. >>
<< Ma ci deve essere qualcosa che puoi fare...
>>
Stede arricciò le sopracciglia <<
perché ci tieni tanto? >>
<< Non lo so nemmeno io a dire il vero, ma non voglio che
se ne vada e tu devi fare qualcosa...- >>
<< Vedrò cosa riesco a combinare ma non posso
prometterti niente, quindi non illuderti. >>
<< Va bene, grazie capitano. >>
Stede gli diede una pacca sulla spalla poi si allontanò.
Izzy iniziava a sentirsi meglio fisicamente ma non mentalmente, era
devastato, non dormiva, mangiava poco e non voleva uscire dalla sua
cabina per il terrore di incontrare Edward, non che avesse paura di
morire per mano sua anzi quello sarebbe stato un onore, il problema era
che temeva gli vomitasse addosso tutto il suo disprezzo prima di
finirlo e quello non lo avrebbe sopportato.
Avrebbe dovuto accettare molto prima di essere diventato niente per il
suo capitano, ma la sua natura cocciuta aveva rifiutato di guardare in
faccia la realtà e adesso si ritrovava a stare
male, a
sentirsi ferito e rifiutato lui che con i sentimenti non ci aveva mai
voluto avere niente a che fare.
Credeva che la semplice devozione bastasse e che sarebbe bastata anche
a lui, pensava di piacergli in qualche modo e che la sua presenza fosse
indispensabile, invece a Barbanera gli erano bastate due tende di
cashmere e un sapone alla lavanda per dimenticarsi del loro passato e
gettare anni di vita fianco a fianco e fu proprio l'uomo che lo aveva
spezzato in due ad aprire la porta rivelandosi in tutta la sua
imponenza.
La barba stava incominciando a rincrescergli ma sugli occhi portava
sempre quel velo nero che doveva servire per farlo sembrare
più
minaccioso, ma in realtà Izzy lo aveva capito che era solo
il frutto
del suo cuore spezzato, gli serviva da appiglio per non cedere
perché senza quella maschera allo specchio avrebbe visto
solo
Edward e non poteva permettersi di fare di nuovo quegli errori che
aveva commesso quando credeva di poter avere una vita diversa.
Izzy rimase immobile, anche il tempo sembrava essersi fermato
bloccando anche quel granello di polvere che stava volando nell'aria,
quella era la sua fine pensò il primo ufficiale ma non aveva
paura, sentiva solo il cuore infliggergli stilettate di dolore acuto e
si odiava, si odiava perché era debole e la sua debolezza lo
aveva allontanato da Barbanera.
<< Alzati >> ordinò, ma aveva un
tono diverso da quando gli aveva detto la stessa cosa durante la lotta.
Izzy come quella volta obbedì, rimanendo in piedi,
aspettando che mettesse fine alle sue sofferenze.
<< Avvicinati Izzy. >>
L'uomo deglutì costringendo tutti i suoi muscoli a non
tremare, in pochi passi era davanti a lui ma i suoi dannati occhi non
riuscivano a sollevarsi facendolo sentire un vile codardo.
<< Guardami primo ufficiale Hands >>
bastò quello a
farlo crollare, le sue difese si sgretolarono in mille pezzi e non ebbe
più la forza di controllare niente, nemmeno di trattenere il
tremore alle gambe che minacciava di farlo finire a terra, Edward era
bravo, lo era sempre stato in quello, sapeva colpire esattamente il tuo
punto debole, quello che ti avrebbe spezzato e la sua migliore
capacità era farlo quando eri al limite e bastava quel poco
per
farti cedere.
Gli aveva rivolto le stesse parole di quando lo aveva incaricato di
quel ruolo, era stato un giorno pessimo, coinvolti in una battaglia
estenuante contro una ciurma che era forte tanto quanto la loro, Izzy
correva avanti e indietro sparando quando poteva e sguainando la spada,
in più tentava di tenere al sicuro il tesoro che avevano
scoperto ma improvvisamente vide un uomo alle spalle di Barbanera, si
precipitò lì e lo uccise ma non si sentiva
comunque
all'altezza, avevano dovuto rinunciare al tesoro e malgrado avessero
vinto ritirarsi sulla loro nave feriti e con l'umore a terra.
Lui poi aveva voglia di legarsi un'ancora ai piedi e buttarsi in mare,
si sentiva un vigliacco, doveva trovare un modo di salvare entrambi
invece era stato solo un debole, ma Barbanera evidentemente non la
pensava così, si era avvicinato e lui come in quel momento
che
stava vivendo non aveva avuto il coraggio di alzare lo sguardo,
"guardami primo ufficiale Hands" disse e Izzy pensando si fosse
sbagliato alzò di scatto lo sguardo, Edward gli sorrise, un
sorriso di quelli che mozzano il fiato e poi "congratulazioni, te lo
sei meritato" e poi andò via lasciandolo con più
domande
che risposte ma quella stessa notte avevano festeggiato, stappando un
numero sconsiderato di bottiglie.
Quando Izzy alzò lo sguardo su di lui aveva gli occhi
lucidi, ma
Barbanera non si faceva certo commuovere, non più ormai,
alzò una mano e gli diede un pesante schiaffo sufficiente a
fargli voltare il viso dall'altra parte ma non a farlo cadere, la
guancia gli bruciava e probabilmente quelle lacrime che stava cercando
di trattenere volarono chissà dove, con dignità
voltò nuovamente il viso verso di lui, Edward gli mise
nuovamente la mano sul viso proprio nell'esatto punto in cui lo aveva
colpito che adesso era arrossato.
<< Ti fa male? >> domandò.
<< No capitano >> rispose sentendo la sua
voce incrinarsi e maledendola.
<< Pensi di meritartelo? >>
Quella era sicuramente una domanda a trabocchetto ma il primo ufficiale
non aveva voglia di giocare né di mentirgli.
<< No >> rispose infatti.
<< Spiegati >> ordinò Barbanera.
<< Ti ho giurato fedeltà Edward ed
è quella che
avrai, ma io non l'ho giurata all'uomo che sei con Bonnet e non puoi
pensare che mi pieghi ai suoi modi. >>
<< Sei consapevole che potrei anche ucciderti?
>>
<< Sì capitano e sarebbe solo un onore morire
per mano di
Barbanera, è lui l'uomo per cui rischio volentieri la mia
vita,
è lui l'uomo che venero e ammiro. >>
Edward tolse la mano dal suo viso, un'ombra di delusione nei suoi occhi.
<< E allora vattene Izzy, sei talmente vile da non
meritarti nemmeno di essere ammazzato. >>
<< Sei un codardo ecco cosa sei Edward, non hai nemmeno
il
coraggio di mettere fine alla vita di un uomo, uno che ti ha mancato di
rispetto, il Barbanera di tanti anni fa mi avrebbe legato mani e piedi
e usato come ancora. >>
Il capo dei pirati si disgustò sentendo quelle parole ma non
avrebbe dovuto visto che era diventato anche peggio ultimamente, o
almeno lui si sentiva così.
<< Ti ha convinto lui a non uccidermi vero?
>>
<< Non ha tutto questo ascendente come tu credi, se
avessi voluto lo avrei già fatto. >>
Izzy rise amaramente << certo... >>
<< Credo che la vera punizione per te non sia morire, ma
vivere
con la macchia di aver tradito per due volte il tuo capitano, oh Izzy
se si spargesse la voce chi ti vorrebbe più con
sé?
>>
<< Io non ho tradito nessuno Edward, è lui che
ho venduto
e non mi pento di aver rotto quella merda perché tutto
questo
casino è successo solo per colpa sua e detesto anche te che
ti
sei lasciato abbindolare, io non ho tradito il mio capitano,
è
lui che ha tradito la sua ciurma unendosi a un gruppo di smidollati.
>>
Barbanera sospirò, chiuse gli occhi poi li riaprì.
<< Vattene Izzy, scendi da questa nave e non farti
rivedere mai più. >>
<< Volentieri >> sputò il primo
ufficiale
superandolo, uscì dalla porta e in quel momento Edward
lasciò andare le lacrime che aveva trattenuto, si
voltò e
prima di uscire a sua volta diede un pugno contro la parete.
Entrambi sul ponte a distanza, la ciurma intorno ignara di
ciò
che sarebbe successo, Olivia volò sulla spalla di Buttons
dicendogli qualcosa, lui annuì comprensivo e si
preparò.
Izzy si rivolse a Stede prendendolo per i lembi della camicia
<<
sarai contento stronzo, hai vinto >> e lo
lasciò andare.
Il pirata gentiluomo lo guardò infastidito e vagamente
confuso,
sistemandosi l'indumento domandò << di cosa
parli? >>
<< Me ne vado >> rispose mentre si avviava
verso la scala.
<< Perché, che cosa è successo?
>> chiese Stede guardando lui e poi Edward che scosse la
testa.
<< No, aspetta Izzy non prendere decisioni avventate
>>
sotto lo stupore di tutti era stato Lucius a parlare, il primo
ufficiale si voltò appena verso di lui e poi
sbuffò appoggiando
una mano sul bordo di legno che lo separava dalla scala.
<< Fatti i cazzi tuoi Spriggs. >>
<< Stede >> pigolò Lucius.
<< Mi dispiace Lucius >> disse solo il
pirata biondo guardandolo dispiaciuto.
<< Se è così me ne vado anche io
>> quella
frase ebbe il potere di fermare anche la corsa di Izzy, il gelo
calò sulla Revenge, persino l'aria si era fermata.
<< Ehi amico ma di cosa parli? >>
<< Lucius no... >>
Tutti tentarono di farlo ragionare ma lui non voleva sentire ragioni,
si rivolse a Pete.
<< Non mi piace l'idea di lasciarti ma...-
>>
<< Io vengo con te tesoro, ti ho già perso una
volta. >>
Lucius sorrise arrossendo ma Izzy interruppe quella dolce scena.
<< Che cazzo vai blaterando, non vi porterò
con me, te lo puoi scordare. >>
<< Izzy se non ci vuoi va bene, ma io non
resterò su una
nave dove il capitano lascia andare via in questo modo un suo amico. E'
ingiusto e io non penso sia davvero quello che vuoi Edward ma sei
troppo orgoglioso per ammetterlo.
>>
Lo disse guardando Barbanera senza più timore delle
conseguenze,
lui rispose << i pirati non hanno amici ragazzo.
>>
<< Stronzate e comunque lui è uno dei tuoi
uomini
migliori, il più fedele e se non te ne sei accorto sta
passando
un brutto momento ed è a causa tua, lui dirà di
no ma
è così e tu non stai facendo niente per aiutarlo.
>>
Izzy scosse la testa sentendo di voler intervenire ma era inutile
così iniziò a scendere dalla nave, lo sguardo di
tutti
era rivolto verso Lucius e Pete.
<< Mi spiace ragazzi, ovviamente mi mancherete tutti
quanti e chissà forse avremo la
fortuna di ritrovarci un giorno ma non riesco più a
sopportare
tutto questo. Non lo faccio per Izzy o meglio non totalmente,
è
solo che al posto suo ci saremmo potuti essere ognuno di noi. E...Stede
non sentirti in colpa per questo, tu hai fatto il possibile e sei un
bravo capitano ma spero tu possa capirmi. >>
Stede annuì con gli occhi lucidi e corse ad abbracciarlo,
tutti
si abbracciarono, persino Ivan e Fang, l'unico che rimase in disparte
fu Barbanera che presto si ritirò e mentre Lucius e Pete
scendevano dalla nave i loro amici
si erano radunati per salutarli ancora e ancora, tutti con il cuore
gonfio dall'improvviso accadimento, nessuno si sarebbe mai aspettato
una cosa simile.
Il pirata gentiluomo con le lacrime ancora agli angoli degli occhi
decise che qualcosa si poteva ancora tentare, quell'evento era certo
avrebbe dato una scossa in senso negativo a tutta la ciurma e temeva
che anche altri presto avrebbero lasciato la nave, bussò a
quella cabina e dopo un permesso sussurrato tra i denti
entrò.
<< Edward per favore...- >>
<< Bonnet se sei venuto a piagnucolare per i tuoi
amichetti sappi
che puoi sempre seguirli >> rispose senza nemmeno
guardarlo, era seduto sul letto, una gamba stesa in avanti e l'altra
con il ginocchio piegato verso il busto, la schiena era appoggiata alla
parete e lo sguardo era spento e vuoto.
<< Ma non possiamo lasciarli andare così, sono
nostri amici e pensa a cosa potrebbe accadere tra...- >>
Non riuscì a terminare la frase perché con uno
scatto
felino Barbanera si alzò, lo afferrò per il
bavero e lo
spinse contro la parete, ormai quella era diventata una prassi, come
una sorta di danza tra loro, Stede non aveva mai paura ed Edward
detestava e ammirava non leggergliela in faccia.
<< Bonnet lo vuoi capire una buona volta che non e me
frega un cazzo di nessuno!? >>
Per la prima volta Stede reagì con rabbia e delusione di
fronte
all'ennesima sfuriata dell'uomo di cui era innamorato, lo spinse via
sistemandosi la camicia.
<< D'accordo, come vuoi. Agli ordini capitano!
>> lo disse
con una stizza che Edward non aveva mai visto, uscì dalla
cabina
con i pugni stretti e il passo deciso arrivando sul ponte, si diresse
verso la scala e stava per scendere quando Olu lo fermò.
<< Capitano dove stai andando? >>
<< A cercare i nostri amici >> rispose lui,
Olu si agitò ma non fece in tempo a parlare
perché
Barbanera irruppe nella conversazione.
<< Se scendi da questa nave non potrai più
risalire >> disse.
Stede lo guardò corrugando le sopracciglia.
<< Parli sul serio? >>
<< Io non scherzo mai >> rispose Edward
aspettando pazientemente che Stede gli voltasse le spalle e scendesse.
<< Sono i miei uomini quelli che se ne sono andati, sono
miei amici, sono nostri
amici. >>
<< Capo potrebbe andare uno di noi a cercarli...-
>>
<< No! >> rispose Olu forse con troppa
convinzione <<
ragazzi ehm...voglio che ritornino tanto quanto voi ma è
stata
una loro decisione, dobbiamo rispettarla, io credo che se siamo dei
veri amici la cosa migliore che possiamo fare è attendere e
magari saranno loro a tornare. >>
<< Que dises amor, è ovvio che non torneranno.
>>
<< Sì ma Jim se non stanno più bene
qui noi non
dobbiamo essere egoisti e pensare al nostro bene piuttosto che al loro.
>>
Stede li guardò, strinse le labbra e trattenne le lacrime,
si
diresse velocemente all'interno della nave passando vicino a Edward
sfiorandogli una spalla, lui si voltò appena sentendo una
strana
sensazione alla bocca dello stomaco poi si rivolse al resto della
ciurma.
<< Preparatevi a salpare >> poi anche lui
sparì di sotto.
Intanto Lucius e Pete si stavano allontanando per le vie di quella
piccola isola.
<< Tesoro sei sicuro di questa decisione?
>> domandò
voltandosi verso il suo fidanzato, ma lui aveva uno strano sorriso
sulle labbra.
<< Perché stai ridendo? >>
chiese di nuovo Pete sentendosi confuso.
<< Amore Izzy mi ha appena fornito la scusa buona per
mettere in
atto il mio piano >> rispose leccandosi le labbra, fiero
di
sé.
Pete ovviamente si fermò a guardarlo corrugando le
sopracciglia.
<< Quale piano? >>
<< Ascolta quei due, Edward e Stede, avrebbero continuato
a
rincorrersi senza mai trovarsi quindi ho pensato che gli servisse una
scossa, avevo pensato di chiuderli in una stanza e costringerli a
parlare ma tra loro le parole non sono mai servite quindi ho avuto
un'idea, se collaborassero per uno scopo comune si ritroverebbero a
spalleggiarsi l'uno con l'altro e probabilmente le sensazioni che hanno
provato la prima volta rifiorirebbero e questo li farebbe riavvicinare.
>>
<< E come hai intenzione di fare? Non riesco a capire che
cosa
c'entri tutto questo con Izzy, quindi non sei davvero preoccupato per
lui. >>
<< Sì quella parte è vera, ascolta
ti
spiegherò tutto, tu però non interrompermi. Il
piano era
inscenare un finto rapimento con tanto di lettera di riscatto, qualcuno
che sapeva o aveva visto che io facevo parte della ciurma di Barbanera,
se anche lui se ne fosse fregato Stede certamente non avrebbe lasciato
correre e lo avrebbe convinto a cercarmi. >>
Pete era ancora più confuso e incredulo.
<< Quindi quello rapito saresti stato tu?
>>
<< Sì ma per finta >> rispose
Lucius incrociando le braccia.
<< E se Edward non avesse accettato di cercarti?
>>
<< Pff...lo avrebbe fatto pur di non deludere Stede
credimi,
è arrabbiato ma innamorato e non vuole che Stede se ne vada
davvero, credi che uno che si fa chiamare pirata gentiluomo, che ha
pianto per un uomo che non ha nemmeno ucciso con le sue mani potrebbe
mai stare con uno che si rifiuta di trovare un membro della sua ciurma?
>> Lucius sembrava davvero sicuro di sé e del
successo del
suo piano, ma Pete non era ancora molto convinto, si grattò
la
testa, non voleva deludere il suo uomo o ferirlo ma quell'idea sembrava
fare acqua da tutti i buchi.
<< Chi avrebbe consegnato la lettera? >>
<< Ovviamente avevo bisogno di una mano, non potevi
essere tu
perché siamo troppo legati quindi ho chiesto a Olu di
occuparsi
di quella parte. >>
<< Che c'è perché fai quella
faccia? >> domandò lievemente irritato Lucius.
<< Bé...tesoro non prendertela ma non mi pare
un piano ben congeniato, ci sono troppe variabili. >>
<< Cosa credi che non ci abbia pensato? E' ovvio che
potrebbe non
funzionare ma che altra scelta avevamo, le cose non sarebbero certo
migliorate, hai visto anche tu che cosa è successo con Izzy,
e
se te lo stai chiedendo sì ero arrabbiato sul serio, se non
ci
fosse stata l'idea che ti ho appena spiegato me ne sarei andato
comunque perché non sopporto che qualcuno venga trattato
così. Quando ci troveranno farò in modo di
convincerli a
parlare con Izzy e cercarlo. >>
<< Loro pensano tu te ne sia andato. >>
<< Sì ma se sapranno che siamo stati rapiti
reagiranno, non importa il come me ne sono andato. >>
<< E come troveremo Izzy? >>
Lucius sospirò.
<< Non lo so...però se la mia idea funziona e
quei due
firmeranno una sorta di tregua forse dopo Edward sarà
più
magnanimo anche con Izzy e lo cercheremo insieme, poi ovviamente
sarà lui a decidere se rimanere oppure no. >>
<< Lo so che può sembrare una cosa folle e mi
spiace di
non averti detto nulla prima, ma se non te la senti puoi tornare sulla
nave finché...- >>
Pete lo tirò a sé baciandolo sulle labbra.
<< Te l'ho detto, in qualsiasi caso sono con te.
>>
Lucius arrossì e sorrise sbattendo le lunghe ciglia, poi
però l'espressione di Pete cambiò.
<< Che...che ti prende? >>
domandò il giovane dai capelli castani.
<< Il tuo piano se ne va >>
sussurrò puntando in avanti il dito indice.
<< C-cosa? >> domandò per poi
voltarsi, sbiancò di colpo.
<< Oh no...no no ehi!!! >>
iniziò a correre ma
dovette fermarsi pochi metri dopo accovacciandosi sulle sue stesse
ginocchia per riprendere fiato, era troppo tardi, la nave si stava
allontanando, Pete si avvicinò e gli posò una
mano sulla
schiena accarezzandolo delicatamente.
<< Io non capisco...non doveva finire così
>>
mugolò Lucius in preda allo sconforto e al senso di colpa
per
aver coinvolto anche il suo fidanzato in quel folle piano.
<< Idioti. >>
Quella voce improvvisa li fece sobbalzare entrambi, si voltarono e
rimasero chiaramente increduli.
<< Tu? >> disse Pete.
<< Izzy... >> sussurrò Lucius
con fin troppa
dolcezza nella voce, inaspettatamente gli occhi si inumidirono
diventando lucidi, come se in lui vedesse l'unica salvezza e speranza
di risolvere quel casino che aveva combinato con le sue stesse mani.
Il primo ufficiale diede un'occhiata al ragazzo castano e poi
spostò lo sguardo sul suo compagno che gli aveva appena
detto
che pensava se ne fosse andato e fosse già lontano da loro.
<< Me ne stavo andando quando ho sentito di quell'assurdo
piano e
allora sono rimasto in ascolto, volevo vedere fino a che punto
l'idiozia potesse arrivare e ne sono compiaciuto, come sospettavo la
vostra stupidità non ha limiti. >>
Lucius abbassò la testa, non riuscendo a rispondere a tono
come avrebbe fatto in qualsiasi altro momento.
<< Ehi modera il linguaggio, non ti permetto di parlare
così...- >>
<< Cosa, a te o al tuo ragazzo? Siete due imbeccilli,
credevate davvero che Barbanera sarebbe rimasto per voi?
>>
<< Il piano è mio, Pete non c'entra
>> pigolò Lucius.
<< Avrebbe dovuto trascinarti a bordo subito dopo averlo
sentito,
sapevo che c'era qualcosa di strano quando hai detto di volermi
seguire. >>
Sotto quelle accuse il cuore di Lucius già ferito non resse.
<< No su questo ti sbagli >>
iniziò sollevando il
viso, << ti avrei seguito in ogni caso perché
credo ancora
che Edward non ti abbia dato il giusto valore, e pensavo che se si
fosse chiarito con Stede e gettato finalmente quella maschera di
indifferenza lo avrebbe capito e sarebbe venuto a cercarti.
>>
<< Sei un dannato idiota Spriggs! >>
urlò
puntandogli un dito contro, facendolo sentire ancora più
mortificato.
<< Ora basta >> sbottò Pete
avvicinandosi rabbioso
ma Lucius lo fermò mettendosi davanti a lui,
<< no Pete,
lascia perdere. >>
Izzy rise << cosa vuoi fare, picchiarmi? >>
<< Sì se continui a parlare così
>> rispose
sollevando un sopracciglio, non sopportava proprio che quell'ometto si
mettesse a insultare così l'uomo che amava.
<< Provaci allora se sei capace >> lo
sfidò Izzy
avvicinandosi e Lucius dovette mettersi in mezzo ai due spingendo i
loro petti con le mani per tenerli lontani, era una situazione assurda,
e nemmeno di quelle eccitanti, si trovava tra due uomini ma non era
certo un caso piacevole.
<< Piantatela! >> sbottò.
<< Ha incominciato lui >> si
lamentò Pete.
<< Godetevi pure il soggiorno >>
ghignò Izzy
appoggiando una mano sull'elsa della spada e voltando loro le spalle
per andarsene.
<< Te ne stai andando? >>
domandò incredulo o forse non troppo Lucius.
<< Spriggs cosa ti ha fatto pensare che io abbia avuto
intenzione di farvi da balia? >>
Il giovane deglutì e poi azzardò <<
il fatto che sei rimasto. >>
Pete gli afferrò delicatamente il polso e disse.
<< Tesoro lascialo andare, non ci serve. Troveremo da
soli un
modo per andarcene e se vuoi ci metteremo a cercare gli altri.
>>
<< Voi due >> gli indicò con un
dito << sarete morti prima di domani. >>
<< Noi almeno siamo in due, tu sei da solo
>> si difese
Pete e quell'affermazione fece centro nella corazza del cuore di Izzy
che stava cominciando a sgretolarsi, fu un attimo che la sua
espressione mutò e Lucius se ne accorse.
<< Pete... >> lo rimproverò.
<< Che c'è, è vero. >>
<< Patetici >> li schernì il
primo ufficiale.
Sulla nave intanto l'umore era pessimo, avevano tentato di chiedere a
Barbanera di non partire ma era stato tutto inutile, così
ora
con il morale a terra stavano lavorando per far muovere la Revenge, se
i lori amici avessero cambiato idea non li avrebbero più
trovati, era questo a cui pensava tristemente qualcuno.
<< Sono nostri nemici adesso? >>
domandò lo Svedese.
<< No amico >> rispose stizzito Franchie.
<< Anche se sono andati via con Izzy? >>
<< Ti sbagli, loro sono andati via perché non
sopportavano
più l'aria che si respira costantemente qui sopra
>>
rispose più calmo.
Lo Svedese allargò le narici provando a sentire qualche
odore.
<< Non sento niente >> disse.
Franchie alzò gli occhi al cielo <<
è un modo di dire. >>
Olu e Jim invece erano scesi nella loro cabina.
<< Perché non hai lasciato li andassimo a
cercare? >>
domandò scrutando il volto del suo fidanzato, Olu si
lasciò cadere seduto sul letto con un pesante sospiro.
<< E adesso hai questa faccia, ti sei pentito?
>>
<< Non dovevamo partire, non era questo il...
>> si zittì insospettendo Jim.
<< Che cosa? Olu c'è qualcosa che mi nascondi?
>>
Tanto valeva ammetterlo ormai.
<< Avevamo un piano io e Lucius, certo è
successo in modo strano ma...- >>
<< Puoi spiegarti meglio porfavor. >>
E Olu lo spiegò.
<< Ma che razza di piano del cazzo è Olu! Vi
ha dato di
volta il cervello? E perché non hai detto la
verità
quando Barbanera ha ordinato di partire? >>
<< Lucius mi ha fatto promettere di non farlo qualsiasi
cosa fosse successa >> spiegò.
<< Voi e i vostri giuramenti >>
sbottò.
<< Jim anche con te ho mantenuto il segreto.
>>
<< Era diverso, non credi che il fatto di aver detto di
volersene andare non abbia aiutato? >>
<< Quello non era previsto, Lucius avrebbe dovuto solo
scendere
dalla nave, si vede che con quel casino di Izzy ha preso l'occasione,
comunque non era importante perché se non fossimo salpati
all'improvviso sarei intervenuto io con la seconda parte del piano.
>>
Jim si strinse la radice del naso, come avevano potuto essere
così sciocchi.
<< Lo capisci che poteva andare storto in qualunque modo,
e infatti è successo. >>
Olu sospirò di nuovo.
<< Io ho cercato di dirglielo ma lui era così
determinato,
Jim lo ha fatto anche per noi, per avere finalmente una permanenza
serena su questa nave e non perdere nessuno per strada. >>
Jim si mise a sedere vicino a lui, gli accarezzò un
ginocchio con la mano.
<< Non ha tutti i torti...ma se ne aveste parlato avremmo
trovato una soluzione più sicura. >>
<< Adesso come facciamo? >>
domandò Olu che stava iniziando a sentirsi in colpa.
<< Dobbiamo dire la verità ai capitani.
>>
<< Cosa? No Jim...io ho promesso e probabilmente
Barbanera darà di matto. >>
<< Olu...è l'unica soluzione, non siamo
partiti da molto,
ci metteremo più tempo a organizzare uno stratagemma per
tornare
e sarà tutto tempo perso. >>
Il giovane ci pensò su, quando Lucius gli aveva parlato lo
aveva
fatto sembrare facile, certo lui non era stato subito d'accordo ma
l'amico sembrava così deciso di voler mettere fine alle
sofferenze dei due capitani e di conseguenza alle loro, adesso
però pensava che avrebbero dovuto organizzare qualcosa di
diverso e migliore e forse Jim aveva ragione, dovevano parlare, forse
le bugie creavano più disagi che una verità
scomoda.
<< D'accordo >> rispose sommesso, Jim lo
abbracciò baciandogli una guancia.
<< So quanto sei leale Olu, ma pensa che lo stai facendo
per loro, sono da soli e potrebbero finire nei guai. >>
<< Sì, hai ragione >> sorrise e
strinse la sua sottile mano baciandol* le labbra.
Una volta convocati i loro capitani sul ponte con intorno il resto
della ciurma Olu cominciò a sentirsi nervoso, Jim gli
appoggiò una mano sulla spalla in segno di conforto e
sostegno
invitandolo a iniziare, lui prese un bel respiro e spiegò
per la
seconda volta in quella giornata tutto quello che era successo.
<< Quindi Lucius non voleva veramente seguire Izzy?
>>
domandò Stede e la ciurma annuì pensando che
adesso il
comportamento del loro amico avesse più senso.
<< No...a dire il vero non so se quello sia stato solo un
gesto
per prendere l'occasione oppure lo avrebbe fatto in ogni caso, quello
di cui sono certo è che Lucius era davvero stanco di come
andavano le cose qui, desiderava solo che voi due faceste finalmente
pace. >>
Edward spostò il viso di lato, solo in quel gruppo di matti
poteva accadere una cosa simile pensò.
<< Vero o no ormai se ne sono andati >>
disse poi.
<< Ma Ed...non hai sentito, non voleva andarsene davvero
>> rispose Stede guardandolo con le sopracciglia
corrugate.
<< E tu non hai sentito me? Ho detto che non mi
interessa, non tornerò indietro. >>
Stede sollevò il petto e si avvicinò a lui con
determinazione, con le cose che riguardavano solo loro due poteva anche
resistere e farsi trattare male ma in quel caso si trattava di un
membro del suo equipaggio e anche suo amico e non poteva lasciare
perdere, intorno a loro la ciurma stava in un silenzio teso.
<< Quelli sono i miei uomini Edward e sono anche io
capitano di
questa nave, è mio dovere andarli a riprendere.
>>
<< Hai perso questo diritto quando te ne sei andato, te
l'ho già detto, non conti niente. >>
Il pirata gentiluomo accusò il colpo, ogni volta che lo
trattava
così il suo cuore perdeva un pezzo, sapeva che Edward usava
quella cattiveria quando si sentiva minacciato ma non poteva evitare di
sentirsi ferito.
<< Non parliamone qui >> disse Stede
volendo evitare al suo equipaggio l'ennesimo litigio.
<< Perché? Cos'hai paura che assistano alla
tua umiliazione e perdano la stima che hanno di te? >>
<< No Edward, ma loro sono stufi di vederci discutere e
hanno ragione. >>
<< Capitani temo che in ogni caso non sarà
possibile
tornare indietro >> disse Buttons, i due si voltarono a
guardarlo.
<< Che cosa succede? >>
<< Ci sono due navi della marina dietro di noi, non
così
vicine ma potrebbero notare la nostra manovra e finiremo per andarci
incontro. >>
<< Che cosa facciamo? >> domandò
Stede a Edward, ma
il suo sguardo era perso in un ricordo di un tempo lontano.
<< Non tornerò da quegli stronzi
>> disse
all'improvviso riscuotendosi dai suoi pensieri, molti dei ragazzi
sussultarono sentendolo parlare così di colpo.
<< Abbassate la bandiera, se siamo fortunati non ci hanno
ancora notati. >>
Roach corse ad abbassarla mentre gli altri aspettavano nuovi ordini.
<< Aumentate la velocità >>
ordinò Stede dopo essersi guardato intorno.
Edward si voltò verso di lui.
<< Sei matto, così sembrerà che
stiamo scappando ed è quello che vogliamo evitare.
>>
<< Fidati di me >> rispose il pirata dai
capelli color
dell'oro, con uno sguardo così acceso da far tremare quello
di
Barbanera.
<< Fate come dice. >>
Stede sorrise sentendo un calore espandersi nel petto simile a quello
che aveva sentito quando Edward era tornato sulla nave dopo essersene
andato con Calico, la ciurma si mise al lavoro e in poco tempo
riuscirono a prendere velocità.
<< Ora virate di poco a destra >>
ordinò Stede.
Obbedirono e si ritrovarono in mezzo a un mucchio di rocce che
spuntavano dall'acqua, erano molto alte e una volta all'interno di quel
gruppo di spuntoni era difficile essere localizzati, il pirata
gentiluomo sorrise sicuro di sé.
<< Adesso se continuiamo su questa rotta non colpiremo
nessuna
roccia, mi sono informato e so per certo che questi particolari scogli
si raggruppano solo ai lati e mai al centro, hanno un ordine ben
preciso quindi non corriamo alcun rischio. >>
<< Ben fatto capitano >> disse Olu e
partì anche un
applauso, tutti erano orgogliosi di lui, di quello che era diventato e
stava diventando.
<< Ok ora rallentate fino a fermarci...- >>
<< Cosa!? Ma...- >>
<< Ed ascolta ho un piano, l'ho studiato quando sono
tornato a
bordo nel caso ci fossimo trovati nelle grinfie della marina,
è
rischioso e avrei preferito non metterlo mai in atto ma temo sia giunto
il
momento, non voglio correre il rischio di perdervi. Ricordate quei
barili che ho messo in fondo alla nave? >>
Tutti annuirono.
<< Contengono l'occorrente per creare molto fumo, se per
caso
quelle navi della marina giungessero fino a qui accendetele
così
per diversi minuti la nave sarà avvolta dalla nebbia...-
>>
<< Come quella usata dal capitano Barbanera?
>> domandò lo Svedese.
<< Esattamente >> Stede sorrise e poi
continuò.
<< Qui entrerete in gioco voi e tutta la vostra
velocità,
avrete giusto il tempo di prendere le armi e infilarvi nei passaggi
segreti che vi ho mostrato, lì sotto troverete una piccola
stanza dove dentro ho fatto depositare armi in più giusto
nel
caso ci sarebbero servite, l'ultimo della fila deve rompere la leva
nascosta, infilarsi nel passaggio che si chiuderà dietro di
lui
e non sarà più possibile aprirlo da
fuori. I muri sono spessi e rivestiti, nel caso dovessero sparare per
qualche motivo il proiettile rimarrà bloccato ma l'unica
cosa a
cui dovete fare attenzioni sono le vostre voci, non fiatate
finché
sentite rumori fuori, uscite solo quando sarete sicuri che fuori non ci
sia nessuno, questo solo nel caso io non dovessi tornare...-
>>
<< Che cazzo significa io non dovessi tornare?
>>
domandò Edward scuro in volto e con una brutta sensazione
addosso.
<< Io non verrò con voi, oltre queste rocce
potrebbero
esserci altre navi, per questo ho deciso di prendere una scialuppa e
andare a controllare, nel caso dovessi essere sfortunato prenderanno
solo me. Ovviamente potrebbero pensare che la mia nave sia nascosta ma
la cosa bella di queste rocce è che hanno una solo entrata e
una
sola uscita e queste non possono essere usate al contrario, una nave
non ci passerebbe. >>
<< Vuoi dire che una volta arrivati in fondo a queste
rocce poi
non si può tornare indietro? >>
domandò Edward
chiedendosi come in anni di navigazione non avesse mai saputo
dell'esistenza di queste particolari sporgenze rocciose.
<< Esatto, si può dire che in un certo senso
siamo stati
fortunati, abbiamo una possibilità di farcela
>>
disse sorridendo e nei suoi occhi c'era una strana luce, qualcosa che
Barbanera riconobbe, il sacrificio.
<< Se vai lì fuori da solo ti ammazzeranno,
solo un pazzo
si sacrificherebbe così. E' un piano idiota e solo
perché
credi che dall'altra parte ci siano altre navi della marina, ma non ne
sei sicuro >> Edward voleva convincerlo a desistere non
sopportando l'idea che lo prendessero perché sapeva che
questa
volta non ci sarebbe stato niente che potesse fare per salvarlo.
<< Edward tu non ci hai pensato due volte a chiedere
l'atto di
grazia, a firmare quel documento che ti avrebbe privato della tua
libertà...- >>
<< Quindi tu lo fai solo perché l'ho fatto io?
>>
<< No idiota lo faccio perché vi amo e non
voglio perdervi! >> rispose con gli occhi improvvisamente
lucidi.
<< Se non fosse stato per me saremmo già
altrove, lontani
dai pericoli della marina e invece siamo in questa situazione e io non
voglio più essere uno stupido codardo che piagnucola e non
sa
cosa fare, per questo ho elaborato quel piano di difesa, per tenervi al
sicuro perché voi tutti siete la mia famiglia e in famiglia
ci
si protegge l'un l'altro. >>
Tutta la ciurma si commosse a quelle parole, alcuni tirarono su col
naso, altri si asciugarono gli occhi capendo finalmente quanto il loro
capitano ci tenesse, e l'idea di perderlo, che si sacrificasse per loro
era sbagliata, non volevano lo facesse.
<< Capo non farlo... potresti non tornare più
indietro. >>
<< Non vogliamo ti accada niente. >>
<< Capitano una volta dissi che eri un pessimo
comandante, mi
sbagliavo, ma non è necessario tu faccia tutto questo,
troveremo
una soluzione, la Revenge cade sempre in piedi. >>
<< Sì è vero >>
dissero tutti speranzosi di averlo convinto.
<< Vi ringrazio ragazzi, porterò nel cuore
tutti voi e le
vostre parole ma arriva un momento in cui un capitano deve dimostrasi
tale e il mio è arrivato. Magari dall'altra parte non ci
sarà nessuno e io tornerò più in
fretta di quando
sono partito. >>
Sorrise e intorno a lui sembrava essersi creata un'aura di candore,
quelle parole servirono a rassicurare un po' i cuori di tutti che
capirono di non poterlo convincere a rimanere perché lui
aveva
preso la sua decisione, quello che stava andando in panico era Edward,
non respirava più e la su mente vedeva solo nero,
non
poteva permettergli una follia simile.
<< Verrò con te >> disse ma
Stede scosse la testa tremando solo all'idea.
<< Non se ne parla, loro hanno bisogno di te qui, se
moriamo
entrambi la nave non avrà più un capitano e se
questi
motivi non ti bastano Edward io non ti porterò con me
perché se dovessi morire non me lo perdonerei mai, se anche
dovessimo morire entrambi mi dannerei per l'eternità per
aver lasciato che mi seguissi. >>
Allora Edward nel pieno del panico lo fece, usò quella carta
che sapeva essere vincente.
<< Siamo entrambi capitani, non puoi decidere per me
Stede. >>
Il pirata gentiluomo deglutì e la paura che vide nello
sguardo
di Edward gli fece male ma non poteva cedere, nemmeno se lo avesse
chiamato mille volte per nome.
<< Ed...per quanto mi piaccia sentirti pronunciare il mio
nome
preferirei sentirtelo usare in ben altre occasioni ma questa volta non
servirà a convincermi. Ho giurato a me stesso che non ti
avrei
più fatto del male e che nessun altro lo avrebbe fatto.
>>
<< Se te ne vai non ti perdonerò mai.
>>
Stede sorrise dolcemente facendo stringere il groppo che aveva in gola
Barbanera.
<< Preferisco salvarti la vita un milione di volte che
essere
perdonato, se devo scegliere Edward sceglierò sempre te.
>>
Si avvicinò con passo lento a lui, mentre Edward stava
fermo,
immobile e tremante, con gli occhi lucidi e le labbra dischiuse, Stede
una volta davanti a lui sorrise di nuovo, un sorriso diverso, di resa
ma colmo di puro amore e devozione, gli appoggiò una mano
sul
viso accarezzando con il pollice vicino all'occhio colorato di scuro,
si sporcò il dito e poi lo baciò posando la sua
bocca sul
labbro inferiore di Barbanera che si irrigidì ma non si
spostò.
Con la mano libera e contando sullo stordimento dell'altro
aprì
la fondina e tirò fuori la pistola puntandola poi contro di
lui,
si allontanò di qualche passo deglutendo mentre sentiva
sulle
labbra ancora il sapore dell'uomo che amava.
<< Prima che ti faccia strane idee non ti ho baciato solo
per
rubarti la pistola, ti ho baciato perché morivo dalla voglia
di
farlo da quando sono tornato >> disse Stede sotto lo
sguardo
incredulo di tutti.
<< E se me lo permetterai un giorno, se tutto
andrà bene
oggi, ho intenzione di baciarti ogni giorno della mia vita ma adesso
devi lasciarmi andare >> disse togliendo la sicura.
<< Stede tu non mi sparerai, non hai le palle per farlo
>>
provò Barbanera che era ancora inebriato da quel bacio e da
quello che stava succedendo.
<< Lo farò se sarà necessario, ti
colpirò di striscio, non morirai né
sarai troppo ferito per muoverti, basterà una benda per
placare
il sangue. Franchie mi ha insegnato bene. >>
La ciurma si voltò versò di lui <<
tu sai sparare? >>
Franchie alzò le mani << sì ma non
mi è mai piaciuto. >>
Ovviamente Edward aveva ragione, non avrebbe mai avuto il coraggio di
sparargli nemmeno se fosse stato il miglior tiratore al mondo, c'erano
troppe variabili ma sperava che mostrandosi determinato lo avrebbe
convinto a desistere dall'andare con lui.
<< E' meschino da parte tua usarmi così
>> lo accusò Edward sentendosi ferito.
<< Tu stesso una volta hai detto che il capitano va
giù
con la nave, siamo fortunati di essere in due a comandare,
perché uno di noi e la ciurma può salvarsi.
>>
<< Ragazzi preparatemi la scialuppa >>
ordinò mentre teneva sotto tiro Edward.
<< Capo è pronta! >>
<< Bene, arrivo >> iniziò a
indietreggiare, diede la
pistola in mano a Jim che stava lì vicino e poi si sporse al
di
fuori, prima di calarsi guardò negli occhi la persona
più
importante della sua vita, trattenne le lacrime e disse.
<< Ti amo Edward Teach >> e poi
sparì di sotto.
<< No... >> sussurrò Edward con
la voce spezzata e
gli occhi lucidi, stava per avvicinarsi quando Buttons lo
fermò.
<< Meglio fare come dice. >>
Barbanera ingoiò le lacrime e il magone che gli stringeva la
gola, indietreggiò di qualche passo e si sentì
avvolgere
nuovamente da quei tentacoli oscuri, lo stava abbandonando di nuovo,
Stede stava rinunciando a lui.
Mentre sulla Revenge accadeva questo Lucius, Pete e Izzy si trovavano
legati, bendati e privi di sensi a bordo di una carrozza che li stava
portano chissà dove, chi la guidava era una donna dal volto
semi coperto, le labbra dipinte da un rossetto rosso acceso e un ghigno
compiaciuto di chi finalmente ha raggiunto il suo obbiettivo.
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Capitolo 6 *** Rapimento ***
Rapimento
La stanza era angusta e polverosa, solo una bassa finestra sbarrata da
spesse inferriate permetteva a qualche minuscolo raggio di luce di
entrare, i granelli ti terra svolazzavano ignari sospinti dalla poca
aria che entrava, lì dentro tre persone stese a terra,
sudate
perché faceva davvero troppo caldo, con macchie di terra
rossa
appiccicata a pelle e vestiti.
Uno di loro, quello dai capelli castani aprì gli occhi, la
vista
era annebbiata e dovette metterci un attimo prima di riabituare gli
occhi
alla luce, la testa gli faceva male e anche i polsi li sentiva come se
fossero stretti con la carne che bruciava, tentò di mettersi
a
sedere come poteva, il ciuffo sudato che gli ricadeva sugli occhi.
Presto si rese conto di avere le mani legate dietro la schiena, si
guardò intorno mettendo a fuoco il luogo in cui si trovava,
con
orrorre vide poi che accanto a lui si trovavano i corpi di Izzy e Pete
ancora privi di sensi, deglutì a vuoto sentendo anche la
bocca
secca e terrosa sperando con tutto il cuore che non fossero morti, era
chiaro cosa fosse successo, il suo piano si era trasformato in orribile
realtà.
<< Oh mio dio, oh mio dio...Pete >>
chiamò con la voce bagnata dal panico.
Si avvicinò strisciando con le gambe << Pete
tesoro ti prego svegliati. >>
<< Mmm...ancora cinque minuti >>
mugugnò l'altro.
<< Oh dio grazie >> mormorò
sollevato piegando la testa all'indietro.
<< Lucius...amore che cosa abbiamo fatto stanotte
>> domandò con la voce ancora impastata dal
sonno,
riferendosi ai suoi polsi legati, mentre indolenzito tentava di aprire
gli occhi, Lucius sentì il magone stringergli la gola e
rispose.
<< Magari tesoro ma non è quello che pensi.
>>
<< Che vuoi dire? >> domandò
riusciendo finalmente a
mettersi in posizione eretta, si guardò intorno non
riconoscendo
il posto in cui era.
<< Dove siamo? E cosa è successo?
>>
Il giovane dai capelli castani sospirò.
<< Ne so quanto te Pete, credo che siamo stati rapiti.
>>
<< Rapiti!? >>
<< Shh i...- >> un mugugnio li distrasse,
si voltarono entrambi verso la fonte di quel suono.
<< Ma che cazzo? >>
<< Izzy...meno male sei vivo anche tu! >>
esclamò
Lucius sentendosi sollevato che almeno tutti quanti stessero bene,
l'uomo più anziano si tirò su non capendo
l'origine di
quel forte mal di testa, anche lui ispezionò la stanza
tentando
di ricongiungere i pezzi mancanti della sua memoria.
<< Che cosa cazzo significa, perché dovrei
essere morto? >> domandò ancora confuso.
<< Credo ci abbiano rapiti >>
spiegò Lucius.
<< Non è che tu c'entri qualcosa con tutto
questo?
>> domandò Pete sporgendosi per guardare il
primo
ufficiale in faccia.
Izzy fece una smorfia di dolore convinto che il mal di testa glielo
avrebbero causato quei due.
<< Idiota del cazzo, credi che se fossi stato io mi sarei
legato? >>
<< Bé magari lo hai fatto per depistarci.
>>
<< Ma che...- >>
<< Basta ragazzi! Non è il momento di mettersi
a litigare,
dobbiamo rimanere uniti e trovare una soluzione. >>
<< Soluzione dici? Siamo legati e prigionieri
chissà dove
e di chissà chi, quale fottuta soluzione pensi possa
esserci?
>> domandò irritato Izzy.
<< Comunque litigare non serve...possiamo sempre pensare.
>>
<< Idiota del cazzo >> lo
insultò.
<< Smettila di insultarlo >> lo
rimproverò Pete
sentendosi inutile, non poteva certo affrontare l'uomo in quelle
condizioni.
<< Izzy tu hai navigato per anni con Barbanera, sei il
suo
braccio destro, ti sarai trovato qualche volta in situazioni difficili
no? >>
Il primo ufficiale rise interiormente, cosa credeva quel ragazzino che
essere un pirata ti desse l'invincibilità?
<< Mi spiace deluderti Spriggs ma non ci hanno mai
rapiti, anche
se forse sarebbe stato meglio, almeno non vi avremmo mai incontrato
>> l'ultima frase la disse più tra
sé e sé.
<< Ma vi sarete trovati in situazioni pericolose...-
>>
<< E cosa cazzo dovrei fare? Sono legato proprio come te,
non che
da libero saresti di qualche utilità però...-
>>
<< Pensa a qualcosa >> lo
supplicò Lucius.
<< Chiudi quella fottuta bocca che è meglio.
>>
La discussione venne interrotta da uno scricchiolio seguito da un
cigolio e un tonfo, qualcuno era entrato nella stanza, gli occhi dei
prigionieri si posarono su tre figure, due donne e un uomo, quella che
stava al centro era una ragazza alta, robusta, dai lunghi capelli
corvini legati in una treccia che portava lasciata cadere sulla spalla
destra, gli occhi erano di un azzurro quasi innaturale e mettevano una
sensazione di irrequetezza, era molto bella nonostante la lunga
cicatrice che le segnava il volto.
L'altra sembrava una ragazzina o forse portava solo bene i suoi anni,
aveva i capelli raccolti in uno chinion, sembrava così esile
in
quei vestiti larghi ma il suo volto era duro e dava l'idea di una
persona che solo volendolo avrebbe potuto ucciderti con uno sguardo.
L'uomo se ne stava con le braccia incrociate, i muscoli in bella
mostra, aveva un naso dai contorni morbidi e due occhi grandi e scuri,
i capelli cinerei lunghi dovevano arrivargli quasi fino alle spalle li
portava legati in un codino, stava più
indietro rispetto alle due quindi probabilmente era solo un galoppino,
era quello che contava di meno in quel gruppo o forse no, non potevano
saperlo visto che non avevano idea di chi fossero.
Nessuno fiatò, il silenzio lambiva l'aria, ricopriva i loro
corpi come un velluto leggero e tutti stavano zitti come se avessero
paura di spezzarlo, persino Izzy che tra i tre era sicuramente il
più incline ad affrontare i criminali stava zitto, e fissava
l'uomo che per beffa del destino assomigliava così tanto a
Barbanera., la mente del primo ufficiale stanca e martoriata dagli
ultimi accadimenti cadde in un pericoloso vicolo che poteva essere
senza uscita.
Quell'uomo così imponente era l'esatta rappresentazione di
ciò che il suo capitano aveva smesso di essere, il Barbanera
di
un tempo, dallo sguardo minaccioso con quella scintilla di audacia
follia, la postura eretta e fiera, si sentiva quasi onorato di essere
stato preso in trappola da uno così anche se non aveva
ancora aperto bocca.
<< Voi chi cazzo siete!? >>
sbraitò Izzy ripresosi
dalla trance, la donna più adulta gli rivolse una misera
occhiata infastidita poi diresse lo sguardo al suo scagnozzo.
<< Fallo stare zitto. >>
Senza fiatare l'uomo si avvicinò a Izzy e lo stese
colpendolo
con un forte pugno in pieno viso, cadde del tutto a terra sbattendo una
guancia sul pavimento, Pete deglutì inorridito mentre Lucius
lanciò un urletto terrorizzato.
<< Prendetelo e portatelo nell'altra stanza, gli faremo
capire
che non deve più permettersi di usare quel tono volgare con
noi.
>>
I due prigionieri guardarono entrambi terrorizzati quella donna che
aveva parlato con una tale fredezza, sembrava persino peggio di quando
Edward si arrabbiava, era qualcosa di più sottile come una
calma
apparente in grado di ucciderti senza fare rumore.
<< No, no perfavore >> supplicò
Lucius, Pete lo guardò temendo per lui.
<< Tesoro fa silenzio >> lo
rimproverò, ma il
ragazzo guardava la figura del primo ufficiale che veniva trascinata
via, la donna dai capelli corvini prima di uscire gli rivolse uno
strano sguardo che Lucius faticò a interpretare, ma
sicuramente
non era niente di buono.
Izzy ci mise un'ora buona per riprendersi dalla perdita dei sensi,
quando riaprì gli occhi aveva la vista sfocata, la guancia
gli
faceva male e sentiva dolore intorno ai polsi, si rese conto di essere
legato in posizione eretta probabilmente a un palo o a qualcosa di
simile, vide un'ombra avvicinarsi a lui e mentre ancora lo sguardo era
nebbioso gli sembrò di riconoscere in essa il suo capitano,
sentì uno strano calore al centro del petto e una morsa alla
gola.
<< Edward. >>
<< Che hai detto microbo? >>
domandò questo mentre
estraeva qualcosa dalla tasca, poi un bruciore simile a tanti aghi lo
investì, abbassò lo sguardo e vide un segno rosso
in
corrispondenza di uno dei suoi pettorali, cominciò ad
ansimare
sentendo il fiato venirgli meno.
<< Perché? Che cosa ti ho fatto?
Perché mi stai punendo? >>
L'uomo ghignò, gli rispose senza rendersi conto che il suo
prigioniero non si stava riferendo esattamente a lui.
<< Fai troppe domande scricciolo, ma se vuoi proprio
saperlo mi
diverte e basta >> rispose causandogli un'altra ferita,
lieve, non
profanda ma precisa che lo fece gemere.
<< S-se è ancora per Bonnet i-io...
>> Izzy stava
perdendo il controllo, sentiva il dolore espandersi lungo il suo corpo,
la mente era frastornata e non riusciva nemmeno lui a capire cosa
stesse dicendo o cosa volesse dire.
<< Ma di cosa parli idiota? Proprio a me doveva capitare
un
pazzo, ora stammi bene a sentire il mio capo non vuole te, ma non
sopporta gli arroganti e chi le manca di rispetto quindi faresti meglio
a rimanere buono e zitto così come ti dice di fare.
>>
Un campanello suonò nella mente del primo ufficiale,
alzò
il viso, i capelli gli ricaddero sudati in avanti e disse
<< tu
non sei lui. >>
Quello si indespettì e non poco, lo afferrò per
una
ciocca spingendogli prepotentemente la testa all'indietro facendola
sbattere conto il duro legno.
<< Hai sentito quello che ho detto? >>
<< Fanculo >> sputò Izzy e in
cambio ricevette un forte pugno che gli fece voltare il viso di lato.
Intanto nell'altra stanza Lucius e Pete avevano provato prima ad urlare
chiamando aiuto, poi però avevano concordato sul fatto che
quei
tizzi non potessero essere stati così idioti da rinchiuderli
in
un posto dove potessero essere sentiti.
<< Pensi lo uccideranno? >>
domandò preoccupato il giovane dai capelli castani.
<< Non lo so piccolo, forse no o lo avrebbero
già fatto.
Però il fatto che abbiano lui potrebbe permetterci di
trovare un
modo per fuggire. >>
Lucius si voltò di scatto verso di lui.
<< Sei matto, tu lo lasceresti qui? >>
<< Lui non ci penserebbe due volte a farlo. Probabilmente
adesso
ci sta vendendo per salvare se stesso, come ha sicuramente fatto quella
notte in cui ci hanno catturati. >>
Il suo fidanzato corrugò le sopracciglia stupendosi della
durezza con la quale lo sentiva parlare.
<< Pete noi non siamo lui e di quella notte non hai le
prove,
quindi a maggior ragione se ce ne andremo di qui lo faremo insieme.
Abbandonarlo non ci renderebbe tanto differenti da Barbanera
e capisco che in questo momento ti senti spaventato e ferito
ma io
non lascerò che una brutta vicenda mi faccia diventare un
mostro
senza cuore. >>
<< Lo difendi solo perché ti piace.
>>
Lucius sbuffò.
<< Pete guardami >> disse e l'altro si
girò a
guardarlo, nei suoi occhi chiari si vedeva tutta la preoccupazione che
provava ma Lucius non poteva lasciare che l'uomo che amava ci annegasse
senza fare niente per impedirlo.
<< Lo difendo perché è una persona,
un essere umano
come noi che ha sofferto e forse si è lasciato schiacciare
da
quella sofferenza, tu non lo hai visto accovacciato in preda agli
spasmi e
nonostante questo non voleva essere aiutato, difendo lui come
difenderei Barbanera perché in fondo hanno un cuore ma al
contrario di Edward per Izzy nessuno si è mai sforzato di
vederlo. >>
<< D'accordo tesoro, ma se fa qualcosa contro di noi
giuro che lo lascio qui. >>
Lucius ridacchiò avvicinandosi per posargli un bacio sulle
labbra.
Più tardi la porta venne aperta e Izzy spinto sul terreno
polveroso neanche fosse un sacco di patate, aveva un occhio gonfio e
viola, il volto macchiato di sangue, il labbro spaccato e diverse
ferite sull'addome e sul petto lasciato scoperto, il giovane dai
capelli castani deglutì sbiancando credendo fosse morto,
quando
la porta si richiuse l'uomo più anziano mugugnò
qualcosa
tentando di sollevarsi sulle ginocchia.
<< Izzy stai bene? >> sussurrò
Lucius a cui improvvisamente mancò la voce.
<< Che domanda idiota >> sbraitò
quello sputando a
terra e avvicinandosi per appoggiarsi con la schiena contro la parete.
<< Cosa ti hanno fatto? >> il giovane
voleva disperatamente
incontrare il suo sguardo per vedere quali e in che misura fossero i
danni, la sua paura più grande era che dopo quell'esperienza
l'uomo per cui aveva iniziato a provare interesse si richiudesse
ancora di più all'interno di quel guscio protettivo che
aveva
costruito.
<< Sai Spriggs le solite cose che si fanno quando ti
catturano,
abbiamo giocato a carte e poi mi hanno offerto un tè.
>>
<< Ma che diavolo di domande fai imbecille, non sono
tutti come quel damerino fallito del tuo capo! >>
<< Non parlare così del capitano Bonnet
>> entrambi si voltarono a guardare stupiti Pete.
<< Tu non eri uno di quelli che ha tentato di
ammutinarlo?
>> domandò Izzy cercando di metterlo a fuoco
con l'occhio
sano.
<< Sì ma ha dimostrato di valere qualcosa,
è
tornato per noi e ha fatto di tutto per metterci in sicurezza, non come
qualcun'altro che ci ha lasciati su un'isola e non ci avrebbe
più ripresi. >>
Le sopracciglia di Lucius si corrugarono verso l'alto al centro della
fronte, solo in quel momento capì quanto quella ferita fosse
ancora aperta.
<< Oh tesoro...non credevo fossi ancora così
scosso. >>
<< Lui era il mio idolo...e mi...mi dispiace dirlo ma se
non ci
fossi stato tu ed Edward avesse creato una nuova ciurma non ci avrei
pensato due volte ad andare con lui, sapevo che non sarebbe stato come
sulla Revenge con Stede ma lo adoravo così tanto
che...credevo
che sarei riuscito a essere un vero pirata in quel caso.
>>
Izzy rise ma si pentì subito del gesto, gli facevano male le
costole.
<< Credi davvero che Barbanera ti avrebbe preso con
sé? Illuso. >>
<< Izzy piantala di fare lo stronzo adesso, a volte rendi
così facile l'essere arrabbiati con te. Siamo in questa
situazione insieme e per quanto possa non piacerci se collaboriamo
avremmo più speranze di uscirne vivi. >>
Stranamente Izzy non rispose, si limitò a fissare incredulo
Lucius e constatò dentro di sé che quel ragazzino
aveva
ragione ma non avrebbe mai espresso quel pensiero a voce alta.
In quel momento i loro carcerieri entrarono nella stanza, la donna
più alta dai capelli lunghi e neri fissò Izzy con
un sorrisetto
soddisfatto.
<< Ottimo lavoro Ace >> disse rivolgendosi
al suo scagnozzo.
<< Bene direi che vi ho fatto attendere abbastanza,
è
giusto che mi presenti, io sono Elizabeth e loro sono Susan e Ace
>> ma poi accadde qualcosa di inaspettato, la donna si
avvicino a
Lucius rivolgendogli uno strano e misterioso sorriso.
<< Lucius ti ricordi di me? >>
I due che erano con lui si voltarono di scatto a fissarlo spiazzati da
quella rivelazione, lui stesso sembrava confuso e stranito, li
guardò poi guardò la donna che continuava a
osservarlo
speranzosa che rispondesse positivamente.
<< I-Io...no mi dispiace >> rispose
balbettando timoroso di farla arrabbiare, e infatti lei si
indispettì.
Con una smorfia infastidita si chinò su di lui e gli
mollò uno schiaffo.
<< Ahu >> mugolò Luscius.
<< Mi dispiace...devi esserti sbagliata >>
tentò di
calmarla ma lei sembrò arrabbiarsi ancora di più.
Lo prese per il colletto e sbraitò << io non
sbaglio mai. >>
Poi lo lasciò andare, si sitstemò un ciuffo
ribelle e tentò di darsi una regolata.
<< Scuate, solitamente non mi comporto in questa maniera,
facciamo così, ti dice niente il nome Dylan? >>
In un attimo mille immagini si fecero strada nella memoria di Lucius,
deglutì scioccato e non potendo credere che stesse accadendo
davvero.
<< Lizzy? >> balbettò.
<< Sì esatto. >>
<< Tu la conosci? >> domandò
Pete.
<< Dovevo immaginarlo che questa cazzo di situazione era
colpa tua Spriggs! >>
<< Ma chi è tesoro? Perché ti parla
in quel modo? >> domandò Pete ignorando Izzy.
Lucius aveva abbassato lo sguardo, la vergogna di come si era
comportato e soprattutto di dove quel suo comportamento lo aveva fatto
arrivare, aveva messo in pericolo altre persone e tutto
perché
non aveva parlato chiaro da subito e aveva fatto le cose di nascosto.
<< Glielo dici tu o glielo dico io? >>
domandò
Elizabeth mettendosi le mani sui fianchi, ma il giovane non rispose.
<< Bene come vuoi. Dovete sapere che il vostro amichetto
qui
è stato un gran rubacuori già dalla tenera
età.
>>
Izzy sputò una risata sarcastica.
<< Come mai non mi stupisce? >> chiese
infatti ma gli altri lo ignorarono.
<< La sua famiglia lavorava per la mia, noi siamo
cresciuti
insieme e inevitabilmente una volta cresciuti abbiamo finito per
guardarci diversamente, o almeno io credevo così. Eravamo
ragazzini ma la mia famiglia ci avrebbe supportato nonostante le
differenze sociali...- >>
<< Un momento >> la interruppe Pete.
<< Voi stavate insieme? >>
guardò lei e poi Lucius.
Izzy di nuovo rise.
<< E questa chi se l'aspettava. >>
<< Vuoi tacere! >> lo rimporverò
Pete.
<< Non mi sorprende non ve n'abbia parlato, comunque
sì
Lucius era il mio fidanzato e avremmo dovuto sposarci una volta
maggiorenni ma per un piccolo inghippo saltò tutto,
immaginate
quale potrebbe essere? >> domandò ma gli altri
tacquero.
<< Questo qui...questo verme schifoso se la faceva con il
mio fratello gemello. >>
Lucius sussultò a quelle parole, ricordava molto bene quando
aveva iniziato a provare dei sentimenti per quel giovane, Dylan era
così fresco e pieno di vita e la cosa fantastica era che a
sua
volta provava interesse per Lucius e lui si era trovato travolto in
qualcosa di più grande.
<< Per quanto mi riguarda avrebbe potuto continuare a
scoparselo,
ma quello che non gli perdonerò mai è l'aver
preso in
giro me...- >>
A quel punto Lucius alzò il viso, aveva gli occhi gonfi e
lucidi colmi di dispiacere.
<< Mi dispiace Liz! Io non...Avrei voltuo dirtelo ma tu
ci ha scoperti prima e...- >>
<< Cazzo Spriggs non ne fai una buona eh >>
commentò Izzy ma lui guardava la donna.
<< Perché invece di giocare con me non mi hai
detto subito
che non ti interessavo eh? Vi siete divertiti alle mie spalle, tu e mio
fratello! >>
<< No! Prima di Dylan non avevo mai provato
quel sentimento
per nessuno, e quello che c'era tra me e te io l'avevo scambiato per
qualcosa che in realtà era solo un profondo affetto, invece
poi
mi sono reso conto che era diverso, ma credimi non avrei mai voluto
prendermi gioco di te >> gli arrivò un altro
schiaffo.
<< Zitto! Ormai è passato, avresti dovuto
parlare quando
era il momento, ora è troppo tardi e dovrai finalmente
pagare le
conseguenze delle tue azioni. >>
Lucius deglutì, nel petto una domanda che non poteva evitare
di essere esposta.
<< Dylan...come sta? >>
Lei si irrigidì.
<< E' morto, e ringrazia è solo colpa tua.
>>
Si allontanò verso l'uscita lasciando scioccati e senza
parole tutti quanti, poi disse.
<< Prendetelo. >>
I due lo sollevaro tra i lamenti e le grida, Pete tentò di
alzarsi ma venne spinto a terra.
<< No! No! Lasciatelo bastardi! Lasciatelo...prendete me
al posto suo. >>
<< Chiudi la bocca! >> gridò
Izzy riuscendo a spingersi con il busto verso di lui e spingerlo.
<< Vuoi che capiscano quanto tieni a lui e lo usino
contro di te? >>
<< In questo modo finirai per metterlo ancora
più nei guai! >>
Pete lo guardò stranito ma anche nervoso.
<< E da quando tu ci tieni tanto a lui!? >>
Izzy deglutì non sapendo come rispondere a quella domanda,
optò per una risposta evasiva.
<< Fa come ti pare. >>
Lucius venne legato ad una sedia, non la smetteva di tremare e sudare
troppo preoccupato per quello che gli sarebbe accaduto, nella stanza
rimasero solo Elizabeth e quello di cui non riusciva a ricordare il
nome.
<< Liz...Liz ti prego lasciami spiegare >>
piagnucolò, lei lo prese per il ciuffo e gli tirò
i
capelli all'indietro.
<< Avanti vediamo se sarai abbastanza convincente da
meritarti il mio perdono. >>
Lui non era molto convinto che sarebbe stato così facile ma
ci provò comunque.
<< Tu eri la mia migliore amica Liz...non avevo mai avuto
nessuno
come te >> piagnucolò rivangando quei vecchi
tempi in cui
era spensierato e felice.
<< Avevamo così tante cose in
comune...disegnare, scrivere...- >>
La donna lo strattonò facendolo gemere.
<< Non ho bisogno che rivanghi i vecchi tempi, vai avanti
e basta >> disse.
<< D'accordo... >> deglutì
Lucius tentando di calmare i nervi con un respiro.
<< Ti assicuro Liz che per quanto fossimo legati ho
creduto
davvero che tra noi ci fosse di più, ho scambiato il legame
che
avevamo per amore e quando mi hai baciato ho pensato andasse bene cosi.
Poi però anche tuo fratello mi ha baciato e ho sentito una
scarica così forte che non ho avuto più dubbi,
era quello
l'amore e credimi sarei corso da te a dirtelo se...- >>
<< Perché non lo hai fatto!? >>
gridò lei,
aveva gli occhi lucidi, aveva la stessa espressione di quella ragazzina
che aveva scoperto suo fratello e quello che doveva essere il suo
fidanzato avvinghiati su un vecchio materasso in soffitta.
<< Perché temevo che se ti avessi lasciata i
tuoi genitori
avrebbero cacciato i miei, volevo prima assicurarmi di trovare per loro
una nuova sistemazione e per un certo periodo ho tenuto Dylan distante
proprio per una giustizia nei tuoi confronti ma lui era
così...
>> sospirò abbassando lo sguardo.
<< Mi dispiace Liz...non mi hai nemmeno lasciato il tempo
di scusarmi. >>
<< Non me ne sarei fatta niente delle tue sporche scuse!
>> lo colpì nuovamente al viso.
Estrasse un pugnale dalla lama più affilata degli artigli di
un
gatto, Lucius mandò giù il groppo che aveva in
gola,
pensò che fosse la fine mentre lei faceva passare la lama
lungo
tutto il suo corpo fermandosi poi nella zona del bacino.
<< Potrei cominciare da qui >> disse con un
ghigno.
Lucius sussultò iniziando a sudare freddo.
<< No! >> squittì.
<< Ti prego non farlo, farò tutto
ciò che mi
chiedi, ho già perso una parte del corpo è non
è
stato per niente divertente...- >>
Lei gli tappò la bocca con una mano.
<< Non sei cambiato affatto, parli sempre troppo.
>>
Lui mugugnò qualcosa e lei tolse la mano facendolo tornare a
respirare.
<< Liz ti prego tu non sei così
>> la
supplicò ma il volto della donna era tornato ad una maschera
di
freddezza.
<< Tu non hai idea di come sono Lucius, non l'hai mai
avuta, per questo mi hai usata. >>
<< Io non ti ho...- >>
<< Zitto! >>
<< Credi sia un gioco? Pensi che dicendomi qualche
parolina dolce
io cadrò nuovamente ai tuoi piedi, non hai ancora visto
niente.
Ho intenzione di farti patire tutto quello che mi hai fatto e se non
obbidirai giurò che...- >>
<< Va bene Liz hai vinto! Ma lascia andare almeno gli
altri,
è con me che sei arrabbiata, loro non c'entrano.
>>
La donna rise girandogli intorno poi si chinò su di lui
posandogli una mano sulla spalla.
<< Tu credi voglia usarli per ricattarti? Oh no caro
piccolo
Lucius, ingenuo come sempre, di loro non mi importa, sono stati un
effetto collaterale...e al massimo potrebbero essere utili per far
divertire i miei ragazzi e forse saranno proprio loro a veder soffrire
te >> si staccò allontanandosi di qualche
passo.
<< Che ne dici, potremmo organizzare uno spettacolino
come quando eravamo bambini ricordi? >>
<< Oppure potremmo fare un giochetto, decideranno i tuoi
amichetti di la se dovrai vivere o morire, così scoprirai se
tengono davvero a te >> rise.
Si mise la mano su un fianco.
<< Sarebbe uno spasso se uno di loro o addirittura
entrambi ti
tradissero, mi gusterei la scena del tuo misero faccino che si contorce
dal dolore del tradimento così come è successo a
me.
>>
Lucius deglutì rumorosamente, non aveva dubbi su Pete ma
Izzy?
Lui avrebbe salvato se stesso o tentato di salvare anche Lucius? Certo
non voleva che loro si mettessero nei guai per lui, anzi se avesse
potuto li avrebbe fatti fuggire e ci aveva anche provato ma Liz non
voleva sentire ragioni.
<< Liz ti prego >> la supplicò
in nome di qualcosa
che era finito da tempo, la loro amicizia, era stata per anni come un
bel fiore che sboccia ogni primavera più bello, a pensarci
ora
erano più vicini a essere fratelli che amici ma lui non
aveva
mai avuto esperienza di niente, l'unica colpa che aveva era stata non
parlare ma non poteva piangersi addosso, era sopravvissuto a Barbanera
che cavolo e al suo folle galoppino...
<< Barbanera... >> mormorò tra
sé.
<< Come hai detto? >>
<< I-io...nulla >> rispose lesto, il labrro
superiore iniziò a sudare.
Elizabeth si allontanò con una smorfia ma prima che potesse
uscire venne avvicinata da Ace, le bisbigliò qualcosa
all'orecchio, lei spalancò gli occhi incredula, fisso il
prigioniero poi entrambi uscirono dalla stanza, a quel punto Lucius
riprese a respirare.
Sollievo che durò poco, infatti la porta si
riaprì e tra
le sue gambe venne gettato un ragazzo anche lui dai capelli molto
scuri, finì dritto tra le sue ginocchia, quando
alzò il
viso pallido ed emaciato al giovane membro della Revenge si mozzo il
fiato in gola.
Le labbra si arricciarono in una smorfia e gli occhi si riempirono di
lacrime.
<< Dylan >> sussurrò come se
fosse senza ossigeno nei polmoni.
<< L-Lucius? >>
<< Dylan. >>
<< I-Io non... >>
<< Lei aveva detto che eri morto >> non
riusciva proprio a impedire alle lacrime di scendere.
Il giovane provò a farsi forza per sollevare almeno il
busto,
anche lui era legato dai polsi, il suo cuore batteva all'impzata,
quanti anni erano che non si vedevano?
Lucius, il suo primo, vero amore.
<< Ha detto lo stesso anche a me quando te ne sei andato.
>>
<< Mi dispiace Dylan, era l'unico modo per...
>>
<< Sopravvivere, lo so >> finì
lui la frase, la sua
voce era incredibilmente cambiata, ovviamente era così
pensò Lucius, quando si erano divisi erano solo dei
ragazzini.
<< Non avrei dovuto lasciarti >> una
lacrima solcò la guancia rotonda del giovane artista.
Dylan sorrise, quel sorriso buono e un po' immaturo che usava
rivolgergli tutte le volte che nessuno li guardava.
<< Hai fatto ciò che era giusto, noi due non
avremmo avuto futuro. >>
<< Potevamo scappare insieme >>
sussurrò Lucius che
ancora portava i sensi di colpa per ciò che era avvenuto.
<< Pensavo che a quest'ora ti fossi trovato
già un bel
fidanzato da far disperare >> disse il ragazzo dai
capelli
corvini.
Lucius ridacchiò poi spostò lo sguardo di lato.
<< Non scherzare, ho vissuto con i sensi di colpa per
anni, mi chiedevo sempre se stessi bene e... >>
<< Luci, eravamo ragazzini, dove potevamo andare? I miei
ci
avrebbero messo meno di cinque minuti per ritrovarmi e tu saresti
finito nelle nostre segrete. >>
Gli occhi acquamarina si posarono su quelli più scuri che
stavano sotto di lui.
<< Almeno avrei avuto un angelo che mi portava cibo di
nascosto. >>
<< Me lo avresti portato vero? >>
<< Ogni giorno >> rispose ridendo Dylan.
Ci fu qualche istante di silenzio, poi Lucius decise che non poteva
più sopportare quel macigno che aveva nel cuore, per troppo
tempo era stato in pena e mai avrebbe creduto che la vita lo avrebbe
riportato al cospetto di quel ragazzo che aveva tanto amato e alla
sorella che era stata sua migliore amica per buona parte della sua vita.
<< Senti Dylan, so che forse è il momento
peggiore per parlarne ma...ho bisogno di sapere una cosa.
>>
<< Quando me ne sono andato, che cosa è
successo? >>
Ricordava quel giorno come se fosse ieri, loro due avvolti nelle forme
più accecanti dell'amore, la porta che si apre e rivela una
scioccata Elizabeth che scioccata fugge via, loro che si vestono di
fretta, tremanti e terrorizzati per quello che potrebbe accadere.
Lucius aveva cercato di parlarle per giorni ma lei non ne voleva
sapere, qanche Dylan ci aveva provato ma negli occhi della sorella
vedeva solo delusione che poi con il tempo si trasformò in
odio,
una settimana dopo l'accaduto Liz rivelò ai genitori che lei
e
Lucius si erano lasciati senza far parola delle motivazioni.
Il giovane che già si sentiva in colpa provò
ancora
più vergogna perché aveva creduto che lei avrebbe
confessato ai genitori ciò che aveva visto, invece no, li
aveva
protetti entrambi ma questo non aveva portato a niente, le uniche
parole di Liz furono "i tuoi genitori non c'entrano niente, ma tu
faresti meglio ad andartene se non vuoi arrecare ancora più
sdegno e vergogna alla tua famiglia.
E lui lo aveva fatto, se ne era andato senza dire una parola a nessuno,
i suoi genitori già avevano iniziato a guardarlo
diversamente
quando avevano saputo della rottura, quelli che dovevano essere i suoi
suoceri gli avrebbero reso la vita impossibile, lo vedeva da come lo
squadrarono, solo Dylan ebbe la fortuna di un bacio e poi
più
niente.
Tutt'ora il giovane scribano faticava a comprendere le azioni di Liz,
aveva tutti i motivi per scatenare uno scandalo ma non lo aveva fatto,
che fosse per affetto o per evitare disonore sulla sua importante
famiglia non sapeva dirlo.
<< Vuoi sapere come è stata la mia vita da
quel moemnto in poi? >>
Lucius annuì trattenendo d'istinto il fiato.
<< Un inferno senza di te, mia sorella non mi ha
più
rivolto la parola, lo faceva solo in presenza dei nostri genitori ma
loro avevano capito che qualcosa non andava. I tuoi se ne sono andati
qualche mese dopo di te, purtroppo di loro non so molto, io ho finto di
stare bene nella mia infiocchettata famiglia ma appena ho potuto me ne
sono andato. Volevano farmi sposare una donna che non amavo e mai avrei
potuto amare, e figuriamoci se proprio io potevo mettere al mondo dei
poveri bambini che sarebbero cresciuti infelici. >>
<< Ho trovato lavoro presso un fabbro, ho imparato il
mestiere e comprato una modesta casetta, fino a quando...
>>
<< Liz non ti ha trovato >>
continuò Lucius, erano
soliti anche da ragazzini finire l'uno le frasi dell'altro.
<< Già. Evidentemente ha covato l'odio per noi
due fino a
quando non ha avuto modo di sfogarlo. Vuole vendicarsi Luci, il suo non
dire nulla ai nostri genitori non è stato per
generosità
come credevo, è stata zitta perché le conveniva.
>>
<< Dylan... >>
<< No stammi a sentire, lei non è
più la ragazzina
con i nastri nei capelli che nutriva persino le formiche, quello che
è successo l'ha cambiata. >>
<< Quello che le abbiamo fatto >> corresse
Lucius.
Dylan lo fissò sollevando un sopracciglio, sembrava stesse
guardando i deliri di un pazzo.
<< Noi non abbiamo fatto niente >> la sua
voce era amara e ferita.
<< Abbiamo tradito la sua fiducia, questo basta
>> disse il pirata.
Il vecchio amico si spostò allrgando le ginocchia per stare
più comodo, soffiò una risata colma di delusione.
<< E cosa dovevamo fare? Dirle "oh sai Liz noi due ci
amiamo e
vogliamo stare insieme, Lucius non ama te, in realtà ama
me?"
Non capisci che non eravamo nella posizione per dire niente, saremmo
morti! >>
<< Forse, ma lei meritava di sapere. Almeno avrei dovuto
dirle
che la nostra storia non poteva andare avanti, potevo inventarmi
qualunque cosa. >>
<< Ma avevi paura Lucius, c'erano di mezzo anche i tuoi,
non potevi sapere cosa sarebbe successo dannazione! >>
<< Nemmeno quando me ne sono andato potevo saperlo!
> alzò la voce chinando appena il busto.
<< I miei genitori sarebbero potuti finire per strada o
giustiziati, Liz avrebbe potuto parlare alle mie spalle per quanto ne
sapevo. Se non l'ho ha fatto non è stato certo grazie a me.
>>
<< La paura non giustifica tutto Dylan. >>
Il giovane abbssò lo sguardo ponderando quelle parole, il
vecchio amico non aveva tutti i torti, era sempre stato più
saggio di lui e l'età adulta aveva contribuito a accentuare
quel
tratto.
<< Forse hai ragione... >>
<< Siamo qui per colpa mia >> disse il
pirata, Dylan
sollevò il viso di scatto corrugando le sopracciglia scure.
<< Ah Lucius non puoi dire sul serio. Non vuoi essere
giustificato ma tu giustifichi lei per...- >>
<< Non lo faccio, ma a volte la rabbia fa fare cose
orribili. >>
<< Parli come se ne avessi avuto esperienza
>> disse
osservandolo con quegli occhi così azzurri e uguali a quelli
della sorella.
Lucius sollevò le spalle.
<< L'ho avuta infatti, non molto tempo fa
>>
confessò, lo sguardo perso in quella notte in cui i
tentacoli
del kraken lo avevano spinto nelle acque gelide al di fuori della
Revenge, costringendolo lontano da tutti i suoi amici, dal suo amore e
dalla sua casa.
<< Mi dispiace Luci, se vuoi parlarne... >>
<< No, non mi sembra il momento e poi la situazione
è già abbastanza deprimente. >>
Dylan lo guardò con un sorriso sghembo, era sempre lui, il
suo Lucius. Solo che adesso non era più suo.
<< Magari quando usciamo di qui... >>
provò il ragazzo attirando lo sguardo del pirata su di
sé.
<< Se usciamo >> rispose Lucius.
<< Ehi...sei sempre stato il più coraggioso
tra noi due. >>
Il giovane dai capelli castani scosse la testa.
<< Io non sono mai
stato coraggioso. >>
<< Bugiardo. >>
Ci fu un istante in cui si guardarono dritti negli occhi con le pupille
lucide che tremavano, poi Lucius lasciò ricadere la testa
verso
il basso e scoppiò in un pianto disperato, Dylan si
allarmò e si sollevò fino a far sfiorare le loro
fronti.
<< Dylan...sei in questo casino a causa mia, combino solo
guai, e
di là ci sono anche i miei amici >>
singhiozzò con
le palpebre chiuse e arricciate, le lacrime cadevano infrangendosi
sulla pelle dell'altro ragazzo e sui suoi pantaloni, erano tante, non
aveva mai pianto così tante lacrime, nemmeno quando era
stato
naufrago per giorni, prima che Stede lo trovasse.
<< I tuoi amici? Ha preso altre persone? >>
<< Sì, solo perché hanno avuto la
sfortuna di essere con me. >>
<< Se solo io mi fossi fatto gli affaracci miei, mi metto
sempre in mezzo. >>
<< Aspetta frena, non ci sto capendo molto.
>>
Lucius si scostò aprendo piano gli occhi, le ultime lacrime
scivolarono via svelte e lui nemmeno poteva asciugarsi le guance visto
che era legato, scosse la testa.
<< Non importa, è una storia troppo lunga,
dovremmo
mettere anche questa nella lista delle cose di cui dovrò
parlarti. Sempre se non moriremo prima. >>
<< Nessuno qui morirà e non è colpa
tua, se mai nostra. >>
Il pirata si leccò le labbra sentendole appena salata, per
via delle lacrime.
<< Sicuramente non è degli uomini che sono
nell'altra
stanza, ovunque essa sia. Se morissero non me lo pedonerei mai.
>>
<< Mia sorella non è un'assassina, non
ucciderà
persone innocenti, io non posso credere che possa farlo.
>>
<< Forse ci torturerà ma... >>
<< Il punto Dylan è che io non voglio che loro
paghino per
un mio errore, ed è già successo. Izzy...
>>
Due occhi color del ghiaccio si posarono su di lui.
<< E così io sarei un errore. >>
<< Non tu, ma il fatto di non aver parlato è
stato un errore. >>
Per qualche minuto nella stanza si sentivano solo i loro respiri.
<< Si chiama Izzy? >>
A sentire quel nome il pirata si animò immediatamente.
<< Come... >>
<< Ti è sfuggito prima, ma non è un
segreto no? >>
<< No, no scusa. E' solo una storia complicata.
>>
<< E' il tuo ragazzo? >>
Il cuore di Lucius fece una capriola, arrossì persino.
<< Cosa? No! Se tu lo vedessi capiresti subito che non
può essere il mio ragazzo >>
sospirò.
<< Anzi mi odia. >>
<< Ma non erano tuoi amici. >>
Lucius gemette.
<< Ti ho detto che è complicato, comunque
l'altro si
chiama Pete, e per chiarezza è con lui con cui ato insieme.
>>
<< Oh capisco, bè che pugnalata cazzo.
>>
Gli occhi chiari di Lucius lo studiarono..
<< Avanti Dylan, non posso credere che tu sia rimasto per
tutto questo tempo innamorato di me. >>
<< Tu evidentemente no >> rispose freddo il
ragazzo mettendosi seduto sulla fredda terra.
I giorni in mare gli avevano insiegnato una cosa, a dire il vero
più cose, ma una delle quali era quando parlare e quello
sembrava proprio il momento giusto di tacere ma proprio non ce la
faceva a rimanere in silenzio con il suo vecchio amico lì,
abbattuto come un cane abbandonato.
<< Scusa... >>
<< Dio Lucius non scusarti! >>
<< Se ti può far stare meglio la nostra
è una
relazione aperta >> disse senza nemmeno pensare, sperando
almeno
di togliergli quell'espressione dalla faccia.
L'unica cosa che ottenne fu una magra risata.
<< Mi stai invitando per caso? >>
domandò Dylan guardandolo.
<< N-No io...quello che intendevo è che non
siamo fidanzati ufficialmente. >>
<< Ah ora ha tutto un senso, davvero >>
rispose ironicamente spostando nuovamente lo sguardo.
<< Lo ami? >>
<< Sì >> rispose di getto.
Sì? Gli chiese la sua coscenza e senza saperne il motivo gli
mostrò il volto di Izzy, immagine che scacciò
scuotendo
la testa.
<< Allora direi che comunque è una cosa seria
e io non voglio mettermi in mezzo. >>
<< E poi dai...abbiamo preso strade e vite diverse Luci,
non mi
aspetterei mai che solo perché sei piombato di nuovo nella
mia
vita per caso noi due saremmo ritornati insieme. >>
<< Come fai a essere così tranquillo Dylan,
non hai paura di ciò che
accadrà? >>
<< Qualcuno da cui tornare a casa? >>
Lui sollevò le spalle in un gesto d'indifferenza.
<< Eri tu il mio qualcuno, almeno avrei desiderato fosse
così. >>
<< Non fraintendermi lotterò per la mia vita
ma in
particolar modo lotterò per la tua, perché mi hai
reso il
ragazzino più felice su questa terra e non posso
dimenticare.
Vederti morire senza aver almeno provato a salvarti sarebbe un peso
troppo grande da sopportare, più di...- >>
La conversazione venne interrotta dalla porta che si apriva.
|
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Capitolo 7 *** Pericolo? ***
Pericolo?
Intanto sulla Revenge...
<< No >> Edward spintonò Buttons
da un lato, prese a
correre evitando tutti quelli che audacemente tentarono di fermarlo,
con un salto degno di un canguro saltò al di là
del
corrimano piombando con un tonfo sulla scialuppa dove stava Stede, era
stata una mossa rischiosa, quel salto cieco poteva farlo finire
in mare o peggio, ma fortunatamente l'unico pericolo che corsero fu di
ribaltare la barca e il crepacuore per Bonnet.
Il ginocchio lo punse con una fitta lancinante, avrebbe sicuramente
pagato le conseguenze di quel salto per giorni ma non gli importava,
l'unica cosa che contava era impedire a quel pazzo di farsi ammazzare.
<< Ed per l'amor di dio sei diventato matto!?
>>
Tutta la ciurma si era affacciata per vedere le sorti del loro secondo
capitano.
<< Non ti lascio andare da solo >>
ansimò Barbanera.
Lo sguardo del pirata gentiluomo si addolcì.
<< Ne abbiamo già parlato... >>
<< No, tu hai parlato, io sono rimasto in silenzio ad
ascoltare le tue stronzate. >>
Intanto le lievi onde causate dall'impatto iniziarono man mano a
calmarsi.
<< Scordati che io ti porti fino alla bocca della morte
>> riprese Stede sedendosi a braccia incrociate.
<< Come vuoi, vorrà dire che non andrai
nemmeno tu. >>
<< A loro non pensi!? >> sbottò
il pirata biondo
alzandosi forse troppo velocemente, rischiando di perdere l'equilibrio.
<< Sono ragazzi in gamba Bonnet, dovresti avere fiducia
nei tuoi uomini >> rispose secco Edward.
<< Proprio tu mi vieni a parlare di fiducia?
>>
<< Li hai abbandonati
su un'isola, Lucius è quasi morto e vogliamo parlare dei tuoi uomini? Dove
sono? >>
<< Molti sono morti per salvare la tua cazzo di vita,
mentre gli
altri sono sulla mia nave, sotto mio ordine! Io mi fido di loro a
differenza tua che non sei stato in grado di affidargli un ostaggio!
>>
Stede accusò il colpo zittendosi, mentre Barbanera gli
puntò un dito contro.
<< Un capitano deve infondere fiducia ai suoi uomini, e
tu non lo
fai. >>
<< Non è sacrificandoti che farai di te un
ottimo capo dei
pirati. >>
La ciurma che stava confabulando tra loro sul possibile esito di quella
conversazione fu delusa di vedere che era sfociato tutto in un nuovo,
sfiancante litigio.
<< E se li lasciassimo qui? >> propose
Roach.
Jim gli tirò uno scappellotto.
<< Sei matto? Di piani stupidi ce ne sono già
stati abbastanza claro? >>
Olu gemette sentendosi preso in causa.
<< Jim ha ragione, da ora in avanti nessuno
verrà
abbandonato, niente più segreti o piani improvvisati.
>>
<< Però se ci ammutinassimo e tu prendessi il
posto di
capitano potresti prendere decisioni migliori, e non finiremmo ogni
volta a rischiare la vita >> continuò Roach.
<< Non ha tutti i torti >> rispose Wee John.
Il giovane scosse la testa.
<< No, no ragazzi non se ne parla, io non
ammutinerò proprio nessuno e non voglio essere capitano.
>>
<< Però così potremmo tornare
indietro a trovare i nostri amici >> disse Franchie.
<< Dios mío che branco de imbecilli! Se non lo
hai notato
chico rischiamo già la vita, siamo pirati! >>
<< Ascoltate non è ammutinandoci che troveremo
una
soluzione, se vogliamo rimanere uniti e trovare Lucius e Pete dobbiamo
agire come una squadra, però... >>
<< Però? >> dissero tutti in
coro guardandolo speranzosi di un'idea.
Nella scialuppa stava avendo luogo una faida, Edward e Stede si
contendevano il remo, ancora in disaccordo su chi sarebbe dovuto andare
oltre le punte rocciose.
<< Ed non è il momento di essere testardo,
lascia questo coso! >>
<< Lascialo tu, se volevi andare da solo avresti dovuto
spararmi! >> ringhiò Barbanera strattonandolo.
<< Sai che non avrei mai potuto farlo. >>
<< Sei solo un codardo e un bugiardo Bonnet!
>>
Stede tirò con più forza il remo verso di
sé, la piccola
imbarcazione dondolava rischiando di farli cadere ad ogni scossa.
<< Allora perché ci tieni tanto a salvarmi la
vita? >> gridò sicuro che non avrebbe avuto
risposta.
<< PERCHE' NON SOPRAVVIVREI ALLA TUA MORTE
>> urlò
Barbanera strattonando violentemente il remo, Stede rimasto scioccato
da quelle parole, aveva allentato la presa e inevitabilmente quel pezzo
di legno finì in acqua.
I due pirati parvero non essersene nemmeno accorti, nei loro occhi
c'era solo il riflesso dell'altro, il volto del gentiluomo era una
maschera di incredulità mentre l'altro era teso e ansimante
con
l'inizio di una lacrima agli angoli degli occhi.
<< Ed...- >>
<< Sta zitto, non parlare, non parlare >>
Edward si
accasciò seduto con le mani che gli coprivano la faccia, si
sentiva morire, il petto gli faceva male e sentiva la testa pulsargli
come se fosse stata colpita da qualcosa.
Stede si chinò e senza timore gli prese i polsi scostandogli
le mani dal viso.
<< Torniamo alla nave e affrontiamo tutto ciò
che ci aspetta dall'altra parte da veri capitani. >>
Barbanera lo guardò e gli fu grato di non aver fatto parola
di
ciò che gli aveva detto, era troppo scosso per quella
verità che aveva urlato, o meglio che gli era uscita
così
senza nemmeno rendersene conto, annuì solamente seguendolo
poi
sulla scalinata che li avrebbe portati in cima alla loro Revenge.
Gli occhi di tutta la ciurma erano puntati su di loro, ma ebbero la
grazia di non proferire parola, quel dialogo era qualcosa che sarebbe
dovuto rimanere tra i capitani e visto che questo per ovvie ragioni non
era stato possibile la cosa migliore che potevano fare era fingere di
non aver sentito niente.
<< Buttons. >>
<< Capitano Bonnet >> Olivia gli si
posò sulla testa.
<< Voglio che punti dritto verso l'uscita
>> ansimò quasi senza fiato.
<< Subito capitano >> e si diresse al
timone.
<< Voi altri preparatevi, se ci sarà da
combattere dovremo
dare il meglio di noi >> fissò Barbanera
deglutendo, poi
prese da parte Olu mentre la nave cominciava a muoversi.
<< Nel caso venissimo abbordati dalla marina, anzi ancora
prima che accada voglio che porti Edward al sicuro. >>
Olu lo guardò sgranando gli occhi.
<< Io? Ma come faccio, lui è mille volte
più forte ed esperto di me. >>
<< Devi almeno provarci Olu ti prego, io ho...fiducia in
te. >>
<< Ma se non dovessi farcela? >>
Stede gli appoggiò una mano sulla spalla.
<< Sei uno degli uomini migliori che abbia mai
conosciuto, sono
vivo grazie al tuo prezioso aiuto, non potrei lasciarlo in mani
migliori. >>
Il giovane pirata ci pensò su, era una grossa
responsabilità e poteva finire molto male, ma poi
guardò
il suo capitano, voleva solo proteggere l'uomo che amava e in quel
momento capì che erano molto simili, anche lui aveva fatto
di
tutto per proteggere Jim e avrebbe continuato a farlo, per questo
accettò quella folle richiesta.
<< Portalo nei passaggi segreti e assicurati che ci
rimanga fino a che il pericolo non sarà passato.
>>
<< Capitano? >>
<< Sì Olu? >>
Si strinse nelle spalle.
<< Sai che non puoi fare così ogni volta, se
sceglierete
di continuare questa vita i rischi ci saranno sempre. >>
<< Lo so ma non voglio finisca nelle mani della marina,
almeno
per questa volta voglio tentare di proteggerlo a modo mio. Sono
disperato Olu, è senza controllo a causa mia e se agisse
senza
ragionare? >>
Mentre la nave procedeva lentamente la sua corsa verso l'insenatura che
li avrebbe riportati in mare aperto, lui continuava a pensare alle
parole del suo capitano, proprio in quel momento vide Edward che si
appoggiava alla balaustra e fissava con aria cupa gli spuntoni di
rocce che tenevano al sicuro solo per ora la Revenge, la sua stessa
voce gli tornò in mente.
"Niente più segreti o piani avventati" aveva detto ai suoi
amici.
<< Capitano...Barbanera posso parlarti? >>
Quando si voltò, il giovane marinaio si ritrovò a
pensare
quanto fosse decisamente meglio avere davanti il vero Edward Teach,
quello senza trucco spaventoso sugli occhi.
<< Dimmi ragazzo, non abbiamo tutto il giorno
>> la voce roca del comandante lo riscosse dai suoi
pensieri.
Andarono a parlare in privato, in quella che era stata la cabina di
Stede,
Barbanera non si curò di fare il minimo di ordine,
calciò
solo una bottiglia vuota che rotolando finì sotto un pesante
mobile, Olu tentò di non fare caso a quel disordine, non
voleva
dargli l'idea sbagliata di un giudizio da parte sua.
<< Volevo parlarti del capitano Bonnet. >>
Le antenne di Edward si drizzarono all'istante, in quegli occhi scuri
come gli abissi si accese una scintilla di luce, e i lineamenti di
solito duri e impenetrabili del capo dei pirati si ammorbidirono, se
pur di poco, il giovane si trattenne dal sorridere scorgendo in quella
reazione una piccola speranza che tutto si sarebbe presto sistemato.
<< Lo sai che non mi piace parlare di lui.
>>
"No ma lui ti piace" voleva rispondere Olu ma si trattenne.
<< E' una cosa seria, lui mi ha...chiesto di proteggerti
>> disse quasi inciampando sulle sue stesse parole.
Edward scoppiò a ridere pensando scherzasse, alzò
lo
sguardo su di lui e vedendolo serio capì che non c'era
alcuno
scherzo.
<< Non mi stavi prendendo in giro? >>
domandò spostandosi una ciocca di capelli dalla spalla.
<< Sembra assurdo, io lo capisco, davvero. Ma lui
è venuto
da me chiedendomi di tenerti al sicuro, e io non potevo credere alle
mie orecchie perché tu sei Barbanera, è ovvio che
non hai
bisogno di me. Ma credo che lui si senta privo di scelte capitano, ha
il terrore di perderti e non potendo parlare con te si è
rivolto
al sottoscritto in un tentativo disperato. >>
<< Quello che voglio dirti è che Stede teme
per la tua
incolumità, darebbe la vita per proteggerti ma secondo lui
non
è abbastanza. Io non avrei dovuto parlartene ma...-
>>
<< Allora perché lo hai fatto?
>> domandò il
più grande sollevando un sopracciglio brizzolato, Olu
deglutì spostando lo sguardo.
<< Perché penso tu debba sapere quanto tiene a
te, ora se vuoi punirmi o dirlo a lui io... >>
Edward si alzò dal letto sospirando, si avvicinò
a lui
con passo lento che sembrava tenere il ritmo con il cuore del giovane
pirata, gli posò una mano sulla spalla facendolo leggermente
sussultare.
<< Ciò che succede tra te e il tuo capitano
non sono
affari miei >> poi si incamminò ma venne
fermato proprio
quando si trovava davanti alla porta.
<< Lo sono invece, perché lui si sta facendo
in quattro
per tutti noi e per te ma tu ti ostini a non vederlo! >>
L'oscurità del kraken a quelle parole prese il sopravvento,
nessuno doveva osare parlargli in quel modo, si voltò scuro
in
volto e proprio mentre stava per sfogare la sua ira contro il suo
sottoposto passò di lì Jim.
<< Ehi qué está pasando
aquí? >>
<< Niente >> disse scuotendo la testa Olu,
voleva evitare
che diventasse a sua volta un bersaglio dell'ira di Barbanera.
<< Bien. Il capitano ci vuole sul ponte, tutti quanti
>> disse poi rivolgendo un'occhiata severa a Edward.
Proprio quando stavano per raggiungere gli altri si sentì un
boato e la nave si inclinò facendo perdere l'equilibrio ai
tre.
<< Che cazzo sta succedendo? >>
domandò il flagello dei mari.
<< Buttons!? >>
<< Capitano abbiamo incontrato una roccia
>> gridò
quello tenendo il timone, Stede si mise una mano nei capelli.
<< Impossibile, qui non dovrebbero esserci rocce
nascoste, io
l'avevo letto >> il suo sguardo svettava da una parte
all'altra,
aveva le sopracciglia corrugate e piccole pieghe alla radice del naso,
non poteva sopportare l'idea di aver messo i suoi uomini in una
trappola mortale, doveva calmarsi, respirare e pensare, ma gli veniva
difficile considerando l'emergenza.
Una mano si posò sulla sua spalla. Un tocco che conosceva
bene e avrebbe riconosciuto fra mille.
<< Non sempre quello che si legge nei libri corrisponde a
verità, il mare è imprevedibile e ci si deve
aspettare di
tutto. >>
Edward? Lo stava davvero confortando?
Spostò lo sguardo e il suo cuore quasi non cedette, di
fronte a
lui c'era proprio la persona che amava e che ogni notte sognava dirgli
parole di pace, la sua espressione era più rilassata di
quella
che era abituato a vedere di solito, per quanto riguarda Barbanera
nemmeno lui sapeva cosa lo aveva spinto ad agire così.
Aveva visto Stede andare quasi nel panico ed era intervenuto, come se
fosse la cosa più naturale del mondo offrire conforto a
quell'uomo che lo aveva lasciato straziato, gli veniva facile come
respirare malgrado la rabbia che sosteneva ancora di sentire.
Il pirata biondo, forte dell'appoggio del suo co-capitano diede
l'ordine di andare a vedere se ci fossero stati danni dovuti
all'impatto, non era stato molto forte quindi c'era la
possibilità che la fortuna avesse baciato la Revenge
un'altra
volta.
<< Capo! La cosa buona è che non stiamo
imbarcando acqua. >>
<< E quella cattiva? >> domandò
timoroso.
<< Nave in avvicinamento. >>
<< Chi è l'idiota che si infilerebbe qui
dentro? A parte
noi ovviamente >> si domandò Edward ad alta
voce, senza
curarsi di aver mortificato Stede.
<< Non possiamo andare in avanti o rischiamo di
danneggiare veramente la nave >> disse Fang.
<< Va bene ragazzi, c'è un modo di scendere su
quelle
rocce laggiù, spingere la Revenge mentre Buttons sta al
timone?
>> chiese il pirata gentiluomo.
Barbanera guardò gli spuntoni a sua volta, effettivamente
non era
un'idea da buttare, ma non gli avrebbe impedito di essere raggiunti
dall'altra nave, comunque di lì dovevano uscire in qualche
modo.
<< E' rischioso ma si può fare
>> disse sporgendosi in avanti.
<< Ivan, Fang, Wee John e Olu andrete voi.
>>
Mentre la ciurma si preparava ad agire Ed si avvicinò a loro.
<< Mi raccomando dovete allontanarvi non appena la nave
si muove, non un secondo di ritardo. >>
Era terribilmente serio ma nonostante questo aveva saputo infondergli
fiducia, e soprattutto i due uomini dell'equipaggio di Bonnet
percepirono una sorta di apprensione, sembrava quasi che ci tenesse a
loro e non volesse finissero male.
Scesero con l'umore sereno e solleticato da quella non tanto sbagliata
possibilità, avrebbero fatto del loro meglio, anzi avrebbero
portato a termine il compito con successo e forse sarebbero riusciti
davvero a convincere Edward ad andare a cercare i loro amici, non tutto
era perduto.
Con non pochi sforzi la Revenge tornò ad allinearsi
all'unica
via d'uscita e una volta recuperato parte dell'equipaggio che era sceso
di sotto la nave si mise in marcia, in poco raggiunsero l'uscita e per
buona pace di tutti non c'era nessun galeone della marina all'orizzonte.
Restava un unico problema o meglio un dubbio, l'imbarcazione che
avevano visto dietro di loro li avrebbe presto raggiunti.
Una nebbia improvvisa che assomigliava più a fumo li
avvolse,
non ci volle molto per Edward di capire cosa stesse accadendo.
<< No, cazzo. >>
<< Fate andare più veloce questa cazzo di
nave! >>
strillò ma la sua voce venne coperta da un fragore, urla di
uomini e scalpiccio di piedi, erano stati appena abbordati.
<< Ed cosa... >>
<< Preparati a combattere >> disse solo.
Nel mezzo di quel trambusto Edward cercava con lo sguardo il mandante
di tutta quella baraonda, conosceva benissimo la sua
identità e
mentre atterrava uomini gridava il suo nome.
<< WILLIAM! >>
Quando la nebbia si fu diradata i due capitani si ritrovarono l'uno di
fronte all'altro, uno con l'espressione furiosa e l'altro scioccato.
<< Barbanera? >> balbettò
<< SMETTETE DI ATTACCARE >>
gridò ai suoi uomini, ma era troppo tardi, il danno era
fatto.
<< Che cazzo pensavi di fare? >>
strillò il flagello dei mari avvicinandosi e prendendo
l'uomo per il bavero.
<< I-io non pensavo fossi tu! Non avete la bandiera, come
potevo riconoscerti? >> si giustificò.
<< DannazioneWilliam. >>
La voce di Stede distrasse entrambi.
<< Svedese! >>
Era a terra con la maglietta sanguinante e privo di sensi, il pirata
gentiluomo si chinò su di lui, cercò con lo
sguardo gli
altri constatando con orrore che molti erano feriti, prese a
respirare forte, i suoi polmoni si espandevano troppo in fretta
richiedendo sempre più aria, era nel panico ma doveva
mantenere la lucidità.
Edward gli fu accanto aiutandolo a portare l'uomo giù in
cabina, contemporaneamente anche William dava ordini ai suoi uomini.
<< Aiutate a portare i feriti di sotto! >>
Visto che anche il medico della Revenge era ferito, il capitano della
nave che li aveva attaccati offrì il suo aiuto, anche tra
loro
c'era qualcuno che sapeva il fatto suo in fatto di medicina e
ricucimenti, in quel baccano nessuno aveva avuto il tempo di riflettere
e porsi domande, la priorità erano gli uomini feriti.
Jim aveva riportato solo una ferita superficiale al braccio, che era
poi stata prontamente disinfettata e fasciata, ma certo quel
trattamento non poteva calmare il suo animo, prese per il collo uno di
quelli che li avevano attaccati puntandogli il pugnale alla gola,
quello si difese e iniziò una lotta tra loro.
<< Jim fermati! >> gridò
Barbanera.
Si fermò tenendo sotto tiro l'uomo.
<< Yo prendo ordini solo dal capitano Bonnet
>> disse
glaciale guardandolo con quegli occhi che sembravano essersi
trasformati.
<< Jim, lascialo andare. Per ora >> disse
serio Stede.
<< Vediamo che cosa hanno da dirci. >>
A Edward tremarono le ginocchia, adorava quando prendeva le redini
della situazione, il suo viso assumeva i contorni seri e impavidi di un
vero e cazzuto comandante, se Bonnet avesse voluto aveva la
capacità intrinseca di diventare pericoloso tanto quanto
lui, si
riscosse da quello stupido pensiero decidendo di scacciarlo con le
parole.
<< Lui è...- >>
<< Non tu, lui >> fece Stede scoccando
un'occhiata prima al
suo co-capitano e poi all'altro pirata che rimase incredulo di fronte a
quella scena, chi era costui che aveva zittito Barbanera senza
conseguenze? Doveva essere molto pericoloso, oppure c'era un altro
motivo per cui quella bionda testa non era ancora saltata.
Dal canto suo Ed non aveva fiatato per rispetto, perché
quello
che aveva davanti non era più lo Stede Bonnet di una volta,
ma un capitano
che stava difendendo la sua ciurma tentando di mantenere il controllo,
e per quanto lo odiasse non poteva ignorare il codice, e soprattutto
non poteva ignorare quanto risultasse bello e splendente in quel
momento.
<< Mi chiamo William, sono il capitano della Golden e
credimi se
avessi saputo che su questa nave si trovava Barbanera non vi avrei mai
attaccati. >>
<< Non devi scusarti, in fondo siamo pirati, è
cosi che funziona no? >>
Il comandante della nave nemica tremò sentendosi esposto e
studiato da quello sguardo, non sembrava un uomo pericoloso quello che
gli stava davanti, ma nei suoi occhi c'era qualcosa di glaciale, come
una scintilla pronta a esplodere in un momento qualsiasi, e poi se
anche Barbanera gli portava rispetto non poteva commettere l'errore di
sottovalutarlo.
<< Suppongo di sì >> rispose
William.
<< Conosci Edward da molto? >>
Edward, pochi avevano il permesso di chiamarlo per nome.
<< Da quando eravamo ragazzi, non abbiamo proprio
navigato
insieme, le nostre scorribande si limitavano alla terraferma.
>>
Stede non rispose.
<< Ad ogni modo mi dispiace sul serio...- >>
<< Piantala di scusarti, se non fosse per Barbanera non
avresti
avuto pietà né di me né della mia
ciurma. Sembra
che la sua presenza sia il nostro porta fortuna viste le volte in cui
siamo sopravvissuti grazie a lui. Non ti perdonerò per
quello
che hai fatto ai miei uomini, ma non ti biasimo. Se vuoi parlare con il
tuo vecchio amico fa pure, ma ti chiedo di andartene in fretta, noi
dobbiamo partire e purtroppo già una volta ho commesso
l'errore
di lasciare a bordo qualcuno di cui non mi fidavo e ne ha pagato le
conseguenze un innocente >> dopo ciò rivolse
uno sguardo a
Buttons, il suo riferimento era ovviamente rivolto al povero Karl.
Sexy, era l'unica parola che frullava tra i neuroni di Ed, se fossero
stati in tutt'altra situazione i suoi pantaloni avrebbero avuto un
enorme problema probabilmente.
<< Tu chi cazzo sei per parlare così al nostro
capitano!? >> gridò uno degli altri pirati.
Oh, non doveva farlo.
Si ritrovò con un polso girato e un pugnale puntato
in faccia.
<< Sono il capitano di questa nave e in quanto tale uso
il linguaggio che voglio. >>
Infuriato l'altro si ribellò alla mossa ma venne redarguito
dal suo capitano.
<< Stephen piantala! >>
<< Come sarebbe il comandante? Io pensavo che...-
>>
<< Che fosse Edward? >> rispose Stede.
<< Lo è anche lui, ma questa nave in origine
era mia e lo
è ancora, ma non posso negare appartenga anche a lui
>>
spiegò rivolgendo lo sguardo a Barbanera.
William era un pirata in gamba, astuto e rispettato da molti
altri capitani che navigavano le acque, per certi versi aveva dei lati
del carattere che somigliavano molto al pirata gentiluomo, non era uno
che seminava panico e terrore, solitamente durante gli abbordaggi
cercava di uccidere meno gente possibile, preferendo mutilare o ferire,
e quando si trovava ospite di un'altra nave era molto rispettoso del
capitano e degli uomini a bordo.
Sapeva essere brutale ma anche gentile, era un'ottima combinazione tra
Stede ed Ed, soprattutto venerava quest'ultimo, erano rimasti molto
amici e anche se tra i pirati vigeva la diceria che erano tutti in
attesa di fottersi a vicenda, tra loro due non era mai successo.
<< E' tutto molto confuso >>
commentò William grattandosi una tempia.
<< Ci stanno prendendo per il culo! >>
gridò
di nuovo l'uomo tentando di attaccare Bonnet, con il solo risultato di
trovarsi faccia al muro, le gambe del pirata biondo tremavano
nonostante stesse tenendo sotto tiro quel pirata, aveva paura e questa
mischiata al nervosismo poteva far commettere cose delle quali ci si
sarebbe pentiti in seguito.
Barbanera lo sapeva bene, per questo si avvicinò a lui e per
la
seconda volta in quella giornata gli posò delicatamente la
mano
sulla spalla.
<< Bonnet calmati... >>
Stede si scostò malamente da quel tocco.
<< Non toccarmi! >> urlò poi si
rese conto di
ciò che aveva fatto, i suoi occhi si inumidirono, strinse le
labbra e lasciò la stanza.
<< Edward, mi dispiace aver creato tutto questo casino.
>>
<< Lascia perdere, le cose erano messe male ancora prima
che
arrivassi tu. Ma non mi va di parlarne, prendi i tuoi uomini e vattene.
>>
<< Sicuro di stare bene? >>
domandò William
corrugando le sopracciglia, l'altro si limitò a lasciare a
sua
volta la stanza, prima di risalire sulla Golden il capitano
ordinò ai suoi uomini di aspettarlo lì, lui
raggiunse il
suo vecchio amico.
<< Ti avevo detto di andartene. >>
<< Lo sai che non faccio mai ciò che dici
Teach, vorrei solo essere certo di lasciarti in buone mani.
>>
Ed sollevò le spalle senza voltarsi.
<< Sono Barbanera... >>
<< Lo so e per questo ti sto chiedendo se stai bene, so
quanto sia pesante avere il tuo ruolo. >>
Edward non rispose.
<< Dov'è Izzy? >>
A quel nome le spalle di Barbanera si irrigidirono.
<< Izzy è un traditore >> disse
stringendo la balaustra.
<< Cosa? Ma non... >>
<< E' così e basta, devi fidarti William.
>>
<< Lo hai ucciso? >> domandò
l'amico.
<< Ha avuto la decenza di andarsene da solo.
>>
Si girò a guardarlo, i capelli sale e pepe gli sventolavano
davanti agli occhi, se li scostò con una mano.
<< William, se ti raccontassi tutto quello che
è successo
usciresti di testa, sai bene che la vita dei pirati è
imprevedibile e che dovremmo avere la decenza di non fidarci di
nessuno. >>
<< Io mi fido di te >> disse l'altro
capitano avvicinandosi di un passo.
<< E io di te, non so se questo ci rende meno forti ma
non mi
importa, forse non sono stato un così bravo comandante.
>>
<< Ma che dici Edward, avrà avuto i suoi
motivi, anche se mi sembra assurdo. Era così legato a te.
>>
<< Non abbastanza Will, comunque è stato bello
rivederti. >>
<< Anche se la prossima volta non tentare di fare fuori
il mio equipaggio.
>>
William ridacchiò.
<< Un giorno mi racconterai come ci sei finito qui?
>>
Barbanera guardò l'orizzonte prendendo un respiro.
<< Se le cose andranno bene, ti offrirò una
bevuta e vedremo cosa ne salterà fuori. >>
<< Ci conto >> fece l'occhiolino l'altro.
Si abbracciarono dandosi un amichevole pacca sulla spalla, il
tutto sotto lo sguardo di un pirata biondo che si ritirò in
cabina sotto i crampi della gelosia
Una volta salpata la Golden, Edward diede l'ordine di partire,
fortunatamente le ferite che avevano riportato alcuni membri della
ciurma non erano gravi, solo quella dello Svedese era un po'
più
profonda ma niente che non si potesse risolvere con un po' di riposo.
La sera giunse in fretta e d'accordo con tutti decisero di attraccare
nei pressi di una piccola isoletta che avevano incontrato lungo la
rotta, Stede non si era visto per tutto il viaggio, e visto che era ora
di cena la ciurma si ritrovò nella saletta adiacente alla
cucina
per mangiare.
<< Es un pericolo! >>
<< Jim... >>
<< Olu da quando llegamos aquí non abbiamo
fatto altro che finire in situazioni assurde. >>
<< Il capitano Bonnet non sapeva comandare ma
almeno...- >>
<< Non è che possiamo dare tutte le colpe a
Edward
>> lo difese Franchie stranendosi lui stesso di prendere
le sue
parti.
<< Poi siamo pirati, la nostra vita è questa
>> aggiunse.
<< Mi meraviglio che proprio tu lo difenda chico,
Barbanegra rappresenta solo un pericolo per nosotros. >>
Edward rimase in ascolto di quelle parole, furono come tante lame
affilate e sottili che gli penetravano il cuore, erano peggio di
ricevere una pugnalata nella carne e come poteva biasimarli, avevano
ragione, lui non avrebbe dovuto sentirsi così colpevole, un
tempo avrebbe mutilato chiunque avesse osato pronunciare frasi del
genere mentre adesso era tutto diverso.
Stede...era tutta colpa sua, gli era entrato nelle ossa con quei suoi
modi da galantuomo, quei sorrisi che spaccavano l'anima, lo avevano
cambiato.
Izzy avrebbe detto rammollito, ma lui non si sentiva così,
era
solo stanco di essere quello che tutti si aspettavano fosse, lo era
già da prima, Bonnet aveva contribuito a tirar fuori quella
natura che teneva nascosta a tutti, ma anche senza di lui era certo che
prima o poi avrebbe mandato a fanculo quella vita fatta di sangue,
finendo per morire da solo su una spiaggia deserta.
Il pirata gentiluomo gli aveva dato una famiglia, persone su cui poter
contare, certo gli aveva fatto male ma era tornato e con lui tutti
quanti, quelli che aveva quasi ucciso o fatti schiavi, chiuse gli occhi
appoggiandosi alla parete, poi strisciò in cucina rimanendo
sulla porta, la ciurma si zittì e sei paia d'occhi si
puntarono
su di lui.
<< Mi dispiace per quello che è successo oggi
>>
disse solo, loro rimasero in silenzio, osservandolo come se gli fosse
spuntata un'altra testa, strinse le labbra e uscì senza
aggiungere altro, mentre camminava sentì piangere da dietro
a
una porta.
Chiuse gli occhi bloccandosi.
"Debole" gli suggerì la voce di suo padre.
Aprì la porta di scatto forzando se stesso a rimanere
impassibile, ma non fu affatto facile, Stede sollevò il viso
rigato dalle lacrime, le asciugò via con la manica della
camicia
bianca, era strano non vedergli addosso tutti quei pizzi e fronzoli, ma
stava bene anche così, questi nuovi vestiti gli davano
un'aria
più matura.
<< Perché stai piangendo? >>
Il biondo sollevò le spalle guardando un punto indefinito
sul pavimento.
<< Non lo so nemmeno più, forse per
quello che
è successo oggi, o per Lucius e Pete oppure...
>>
soffiò.
<< E non c'è bisogno che tu mi ripeta quanto
sia pericolosa questa vita, lo so da me. >>
Edward sbuffò una risata sedendosi accanto a lui, curandosi
di
mantenere le dovute distanze, un'inspirazione di troppo del suo
profumo, il calore del suo corpo e il frusciare causale dei vestiti
contro i suoi avrebbero potuto farlo crollare, e lui non voleva, non
era pronto.
<< Bonnet, tu hai visto appena le croste di quello che
significa
essere un pirata. Non hai idea delle mostruosità che ci sono
là fuori, uomini che muoiono per sbaglio, amputazioni, sono
appena l'inizio...Non hai nemmeno scalfito la roccia. >>
<< E come avrei potuto? Con tutto quello che è
successo,
sicuramente sarei morto ancora prima di provarci se non fossi arrivato
tu. La verità è che non ero tagliato per fare il
pirata,
mi sono buttato in un'impresa più grande di me senza tenere
conto delle conseguenze. >>
<< Io volevo solo creare una mia identità...
>>
confessò con voce roca, asciugandosi l'ennesima lacrima.
<< Il pirata gentiluomo >>
ghignò Barbanera in ricordo di quei tempi.
<< Già...e anche quello è stato un
caso, un uomo mi
ha detto che somigliavo più a un gentiluomo che a un pirata
ed
io ho approfittato dell'idea, non sono per niente originale.
>>
<< Chi di noi lo è? >>
<< Tu >> rispose Stede voltandosi verso di
lui.
Ed per la prima volta da quando si erano ritrovati voltò
consapevolmente il viso per incontrare i suoi occhi.
<< Che tu ci creda o meno ci sono state altre barbe prima
della
mia, forse sono meno conosciuti e poi dai chi di noi non si crea un
nome di battaglia con la cosa che lo caratterizza di più?
>>
Stede sorrise sentendosi sollevato.
<< Per me la tua barba è la migliore.
>>
Edward si sfregò la leggera peluria che stava cominciando a
ricrescergli sul volto, tornò a guardare il pavimento con lo
sguardo vacuo, perso in qualcosa.
<< Allora perché mi hai lasciato?
>>
Il cuore del pirata biondo perse un battito, era la prima volta che
Edward decideva di affrontare la conversazione di sua spontanea
volontà, rimanendo anche tranquillo.
<< Perché ho avuto paura di partire con te,
ricominciare
abbandonando le nostre vecchie vite, i nostri nomi, ci aspettava una
vita da fuggiaschi e io non ero pronto. >>
<< Se non te ne eri accorto lo eravamo già,
pensi che la marina non ci avrebbe dato la caccia comunque?
>>
<< Ma almeno avremmo avuto le nostre identità
e poi mi
terrorizzava l'idea che tu ti fossi legato a me a tal punto da
abbandonare tutto, so che non volevi più essere Barbanera ma
addirittura farti catturare...Ho pensato che Badminton avesse ragione,
che in un certo senso ti avessi portato alla rovina perché
non
avevi deciso da solo di raderti e lasciare la pirateria. Sei stato
costretto per salvare me. >>
<< Nessuno mi ha costretto a fare niente. Mi sono
consegnato alla
marina perché non potevo permettere ti catturassero o ti
uccidessero, l'ho fatto più per me che per te forse,
perché avevo capito che continuare a vivere senza la tua
presenza sarebbe stato impossibile. Sarei tornato a stare uno schifo e
a comportarmi anche peggio. >>
Stede deglutì sentendosi ancora più un verme di
quando
avevano iniziato a parlare, Edward aveva scelto di essere felice
accanto a lui, o almeno di provarci mentre lui aveva dato per scontate
troppe cose, si era arrogato il diritto di decidere per entrambi
condannandoli all'infelicità.
<< Io non so come chiederti scusa Ed, ti assicuro che non
sono
andato via per farti del male o perché non volevo partire
con
te. Quello che hai detto vale lo stesso per me, sono stato
più
felice in quelle settimane insieme che in tutta la mia vita.
>>
<< Non so se riuscirò mai a perdonarti...
>> disse
Barbanera sospirando pesantemente, il pirata biondo strinse le labbra
sentendo la gola bruciare e fargli male.
<< Va bene, lo accetto. Permettimi però di
provarci ogni
giorno, finché avrò vita >> rispose
Stede
mordendosi il labbro inferiore.
<< Sei serio? E se non ti perdonassi mai?
>> Edward si
voltò a guardarlo, voleva leggere la risposta nei suoi
occhi,
sembravano così sinceri.
<< Almeno non avrei il rimpianto di averti lasciato
andare una seconda volta. >>
<< Vorrei poterti credere Stede >>
pronunciò il suo
nome con riverenza, gli uscì tremante come un soffio appena
accennato, Bonnet chiuse gli occhi godendosi quell'istante
meraviglioso, era così bello sentirglielo pronunciare con
quel
tono dolce a cui era abituato e che non sentiva da tempo, due lacrime
solcarono le sue guance, poi delle dita sfiorarono il suo mento
facendolo vibrare di piacere.
Edward sfiorò il suo labbro inferiore con il pollice, quello
stesso
labbro che aveva baciato mesi prima e che gli mancava terribilmente.
In realtà no, quelle due metà carnose le aveva
assaggiate
nuovamente, ma quello era stato un bacio d'addio o almeno lui lo aveva
percepito così, Stede si stava sacrificando per salvarli e
forse
la reazione giusta sarebbe stata arrabbiarsi, perché lo
stava
lasciando di nuovo, lo aveva baciato con l'inganno però...
Però non riusciva più a vedere in Stede Bonnet
una
minaccia, solo la sua più grande debolezza, per questo non
riusciva a dire quelle parole, dirgli "io ti perdono" avrebbe
significato mettersi a nudo nuovamente, ma tutte le volte che ci
pensava tornava con la mente al molo e a quanto si era sentito stupido
e solo.
<< Mi lasceresti prendere il tuo corpo se lo volessi,
adesso?
>> domandò Barbanera con un fil di voce, la
mano tremante
che ancora sfiorava quel bel viso.
<< No Ed...Non sei un oggetto da usare e semplicemente
gettare via. >>
<< Ma sarei io ad usare te >> rispose il
pirata, a quel
punto Stede riaprì gli occhi ed Edward tolse la mano
posandola sulla panca tra loro.
<< E' questo che vuoi? Ti farebbe sentire meglio se mi
usassi?
>> chiese Bonnet con tono arrendevole, nemmeno le sue
corde
vocali sembravano più rispondere ai suoi comandi, Ed schiuse
le
labbra e scosse la testa.
<< No, per niente. Credo che cadrei e morirei senza
più
rialzarmi, il kraken mi prenderebbe definitivamente. >>
<< Tu non sei il kraken >>
soffiò Stede.
<< Sì invece e lo hai visto con i tuoi occhi.
>>
<< Non mi ha impedito di amarti però
>> rispose il pirata biondo con una vena acuta di
coraggio.
<< Non puoi amare un mostro Stede, dai mostri si scappa,
e tu lo hai fatto. >>
<< Ma sono tornato >> tremò
allungando una mano e posandola su quella di Edward.
<< Questo cosa ti fa pensare? >>
<< Che sei pazzo Bonnet. >>
<< E se adesso mi mettessi a uccidere ogni persona che
incontro?
>> si alzò scostandosi da quel contatto, i
suoi occhi
vagavano per la stanza senza trovare un punto preciso in cui fermarsi,
gesticolava e la sua voce era carica di un'emozione più
simile
alla disperazione che alla rabbia.
<< Se uccidessi tutta la tua ciurma e non mi fermassi
più,
se prendessi degli ostaggi e cominciassi a divertirmi con loro,
mutilandoli e...- >>
<< Edward... >>
<< E ferendoli con la spada e li lasciassi morire...-
>>
<< Ed. >>
<< Se ti costringessi a guardare mentre...-
>>
<< Edward! >>
Lui si zittì improvvisamente portato via da quel vortice
nero in
cui stava lentamente scivolando, finalmente il suo sguardo
riuscì a legarsi a qualcosa, quello di Stede, fermo e dritto
davanti a lui.
<< Non lo farai perché tu non sei
così. >>
<< E tu che ne sai? Certo non potresti amarmi,
smetteresti di farlo alla prima vittima. >>
Stede si leccò appena le labbra, sollevò le
spalle gonfiando appena il petto.
<< Se lo facessi io? Mettiamo caso che questa vita mi
cambiasse a tal punto, tu mi ameresti ancora? >>
Barbanera rimase spiazzato da quella richiesta, sbuffò
un'insicura risata guardandolo di sbieco.
<< Non potresti mai >> disse.
<< Perché? Sì è vero
adesso sono debole, ma
potrei sempre diventare più forte, potrei allenarmi e
sì
forse morirei al primo scontro ma mettiamo caso che non sia
così, se mi trasformassi totalmente, uccidendo senza
guardare
più in faccia nessuno, tu potresti ancora amarmi?
>>
Ci fu un istante di silenzio teso, Edward non rispose, faticava a
immaginarsi quell'uomo togliere la vita a una persona.
<< Ora vedi che la tua domanda non ha senso?
>>
Si avvicinò scostandogli una ciocca di cappelli dal viso, il
capitano dei pirati che quel giorno non si era messo il
trucco nero sugli occhi rimase fermo, non si scostò da quel
contatto, corrugò le sopracciglia e nel suo sguardo si
poteva
vedere tutto il timore che aveva di essere ferito di nuovo.
<< Desidero tu tenga in mente una cosa, con o senza di me
sei una
persona che ha valore Ed. Non sono io a renderti diverso, tu puoi
essere chi vuoi in qualunque momento e questo indipendentemente da chi
ti sta accanto. Sei una bella persona Edward Teach, e se c'è
una
cosa che ho imparato da questa avventura, è che non dobbiamo
permettere agli altri di dirci chi possiamo o non possiamo essere, le
parole possono ferire più di una spada ma siamo noi alla
fine a
scegliere chi vogliamo accanto. >>
A quelle parole il cuore di Barbanera prese a battere come da tempo non
faceva, o forse era lui ad aver smesso di ascoltarlo, gli sembrava di
essere tornato agli inizi quando guardava quel biondo e improvvisato
pirata illuminargli l'anima e stupirlo con ogni meravigliosa
sciocchezza.
Voleva perdonarlo, il mare, il cielo e forse solo Dio sapevano quanto
lo desiderasse, ma i tentacoli del kraken si erano tesi a tal punto da
non permetterglielo, solo per una fortunata coincidenza la ciurma non
era morta ma se non fosse stato così?
Indietreggiò di qualche passo.
<< Mi dispiace Stede >> quella fu la cosa
più umana che riuscì a dirgli.
Edward.
Quello che Izzy denigrava, rifiutava e minacciava.
Edward con gli occhi lucidi, gonfi di lacrime.
Con la vestaglia rossa, i capelli sciolti e senza barba.
Edward che piangeva nella vasca, una seta dorata a fargli da coperta.
Quello che si emozionava, che sapeva sorridere, confidarsi e consolare.
Ed, dal cuore tenero e bisognoso d'affetto.
Non se n'era mai andato.
Il kraken non lo aveva ucciso o soffocato stringendolo sotto i suoi
tentacoli viscidi e oscuri.
Edward era lì, rimasto nel molo del suo cuore aspettando il
suo
pirata gentiluomo che gli allungasse la mano, non era vero che aveva
smesso di aspettarlo, aveva continuato fino a quando le loro navi non
si
erano incontrate.
E quella chioma bionda gli aveva fatto scattare i battiti di
quell'organo rosso che aveva nel petto, si era rotto, bloccato e Stede
come niente lo aveva fatto tornare a funzionare.
<< Ed... >>
<< Mi dispiace, i-io non... >>
voltò le spalle e si diresse a passo spedito verso l'uscita.
<< Edward ti prego non scappare, non così,
guardami. >>
Lui strinse i pugni mordendosi forte le labbra, gli occhi chiusi pieni
di lacrime che non lasciava uscire.
<< Voltati ti prego, non voglio tu ti allontani con il
cuore spezzato o peggio sentendoti in colpa. >>
Barbanera singhiozzò voltandosi lentamente.
<< Io sono un mostro Stede >> cadde in
ginocchio portandosi una mano alla bocca.
Il pirata gentiluomo lo raggiunse inginocchiandosi davanti a lui, gli
prese i polsi anche se Edward faceva resistenza, era perso nel suo
dolore ma questa volta non lo avrebbe lasciato annegare.
<< Il fatto che tu non riesca a perdonarmi ti rende umano
Ed... >>
<< No... >> si scostò alzandosi
e correndo via,
lontano da lui che con la sua vicinanza continuava a spezzarlo, sentiva
qualcosa graffiargli dentro, dibattersi per uscire da quella gabbia che
aveva creato lui stesso, salì sul ponte alla ricerca degli
altri, gli bastò trovare quei pochi che erano lì
e a
tutti sembrò di rivedere quell'Edward che era tornato alla
nave,
sconvolto e triste e che aveva chiesto un tè.
<< Domani mattina partiremo all'alba, troveremo i vostri
amici
>> non diede il tempo di rispondere che si
ritirò nella
sua cabina, lasciando gli altri a bocca aperta a chiedersi che cosa
fosse appena successo.
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Capitolo 8 *** Il passato di Lucius ***
Il passato di
Lucius
Non sapeva
quanto tempo fosse passato da quando erano stati chiusi in quella
stanza, ore, minuti, giorni, non c'erano finestre e tutto intorno
sembrava essere molto silenzioso, qualche volta si sentivano dei
passi ma nulla di più.
Aveva provato più volte ad urlare, ma ciò che
aveva
ottenuto era stato solo una perdita di fiato, sperava che almeno i suoi
amici stessero bene, era anche sicuro che se in qualche fortuito modo
fossero riusciti a uscire da quella situazione sarebbe stato Izzy a
ucciderlo.
Preoccupato, senza cibo e acqua, gli occhi gonfi di lacrime e le labbra
secche.
<< Per favore aiutateci! >>
<< Smettila di urlare Lucius, non serve a niente! Cerca
di mantenere le energie. >>
<< E per cosa? >> piagnucolò lui.
<< Ti farò uscire di qui, ma devi piantarla di
agitarti. >>
La porta si aprì, mostrando la figura robusta di Elizabeth.
<< Molto bene piccioncini, vi siete goduti la
rimpatriata? >> ghignò.
<< Lasciaci andare! >> supplicò
Lucius.
<< Lasciaci andare, ti prego smettila, siete tutti
così
piagnucolosi e noiosi. Sai, mi viene da pensare che tu sia solo un
terzo incomodo, voglio dire i tuoi amichetti di là sembrano
di
tutt'altra pasta. >>
Lo scrivano sgranò gli occhi.
<< Che cosa gli hai fatto? Sono vivi almeno?
>>
<< Lucius vuoi chiudere quella bocca per dio!
>> sbottò Dylan strisciando i piedi verso il
busto.
<< Ma guardali... >> la sorella si
avvicinò
chinandosi su di lui, gli sollevò il mento ma lui
spostò
il viso con un ringhio basso.
<< Ci sono problemi nel nido? Eppure vi ho dato la
possibilità di stare insieme, per un'ultima volta almeno.
>>
Colto dal panico Lucius si agitò sulla sedia.
<< Che cosa vuoi dire con questo!? Non vorrai...ucciderci
sul serio? >>
Lei lo afferrò per i capelli tirandolo verso di
sé.
<< Cos'altro dovrei fare con due fecce come voi!?
>>
Elizabeth chiamò i suoi due scagnozzi, Susan teneva ben
salda in
mano una pistola, mentre Ace faceva alzare entrambi i prigionieri lei
li teneva sotto tiro con quella, li fecero camminare lungo un angusto e
polveroso corridoio, illuminato solo da alcune fiaccole, presto si
rivelò che la stanza dove li avevano portati era quella dove
stavano Izzy e Pete.
Lucius fu grato di vederli ancora vivi e fortunatamente Pete non aveva
nemmeno un graffio, lui a sua volta lo guardò felice che
stesse
bene ma nei suoi occhi si leggeva tutta la preoccupazione che aveva
provato fino a quel momento, i due vennero fatti inginocchiare, Susan
dietro Lucius che gli puntava la pistola alla testa e Ace che la
puntava contro quella di Dylan.
<< Voglio fare un bel gioco con voi, visto che siamo
tutti
insieme, riuniti come ai vecchi tempi e in più abbiamo anche
due
ospiti, quale occasione migliore per divertirci? >>
iniziò
Liz lisciandosi la treccia corvina.
<< Ma prima le dovute presentazioni >>
tirò fuori un
coltello e lo puntò alla gola del fratello che fu costretto
a
sollevare il viso.
<< Lui è il mio adorabile fratello Dylan, e
prima che ve
lo chiediate sì non è mai morto. Volevo solo
divertirmi un
po' con la faccia del vostro amichetto quando lo ha saputo.
>>
<< Loro due se la spassavano insieme... >>
<< Basta Liz. >>
Lei mollò uno schiaffo al gemello.
<< Non osare interrompermi. >>
Si sistemò una ciocca di capelli e poi continuò a
parlare.
<< Stavo dicendo, che questi due si sono divertiti molto
alle mie
spalle, non riuscivano a tenersi staccate le mani di dosso e Lucius,
ricordami com'è che hai detto? >>
Il giovane deglutì.
<< Che non hai mai amato nessuno come hai amato lui,
giusto? >>
Gli occhi chiari di Lucius incontrarono quelli di Izzy, che
scostò il viso di lato, facendolo sentire tremendamente
colpevole e una parte di lui, non sapeva il motivo ma sentiva di
volersi giustificare anche se non aveva senso, con quell'uomo non c'era
mai stato niente se non un inimicale conflitto e attrazione,
sì,
oramai non poteva più negarlo ma anche per il primo
ufficiale
era così?
<< Ora, vediamo un po' da dove cominciare. Ah
sì, tu uomo
calvo, in che rapporti sei con questo qui? >>
domandò
indicando il giovane dai capelli castani.
Pete non sapeva cosa rispondere, soprattutto non sapeva se rispondere o
meno, qual era la scelta giusta da fare?
Izzy gli aveva suggerito di non far trasparire la sua apprensione, che
avrebbero potuto usare il loro rapporto per ricattarli e fargli del
male, ma se non avesse parlato cosa sarebbe successo?
Lo scoprì un secondo dopo.
Susan tolse la sicura, Lucius mugolò stringendo gli occhi,
tremava e Pete sgranò i suoi.
<< Ferma, parlerò ma non farlo.
>>
Liz sogghignò incrociando le braccia.
<< Lui è >> deglutì
sentendo la bocca secca.
<< E' un mio amico, navighiamo insieme. >>
Per qualche secondo il silenzio impregnò la stanza.
Elizabeth si avvicinò ancheggiando ai due pirati della
Revenge, aveva un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.
<< Sono stata ingannata dal ragazzo che amavo, e tu credi
veramente che non sia in grado di riconoscere una bugia adesso?
>>
Pete aprì la bocca per dire qualcosa, il buon senso gli
suggerì di non guardare l'uomo che amava.
<< Ma non ti ho mentito, noi due navighiamo davvero
insieme. >>
Lei prese a camminare avanti e indietro, tenendo sempre le mani sui
fianchi.
<< Oh sì a questo ci credo, ma la seconda
parte mi puzza. >>
<< Mi sono accorta del modo in cui lo guardi e lui guarda
te. >>
<< Ho
visto l'apprensione nei vostri occhi e come sei scattato quando l'ho
portato via. >>
<< Idiota >> bofonchiò Izzy
rivolgendosi a Black Pete.
Senza nemmeno guardare, la donna tirò fuori la sua di
pistola,
si voltò un istante e sparò alla spalla di Lucius
che
cadde del tutto a terra urlando per il dolore, Pete e Dylan scattarono
facendo per muoversi verso di lui e chiamando il suo nome, ma il primo
venne spinto a terra e il secondo trascinato al suo posto da Ace.
<< Liz ma che fai!? Sei forse impazzita? >>
il fratello non
poteva credere ai suoi occhi, respirava a fatica trattenendo a stento
il
panico che sentiva crescergli dentro.
<< Non appena mi libererò ti farò
fuori! >>
urlò Pete con le lacrime agli occhi, ma l'attenzione della
donna
era rivolta verso qualcun'altro, qualcuno che non aveva ancora parlato,
che era rimasto in silenzio nascosto nell'ombra di una maschera
probabilmente.
<< Interessante, abbiamo dei risvolti inaspettati.
>>
<< Non puoi lasciarlo morire così
>> gridava intanto Dylan, lei alzò gli occhi
al cielo.
<< Quante storie per una pallottola. >>
Si incamminò versò il pirata steso a terra in
preda ai lamenti.
<< Lascialo stare! >> urlò Pete.
Si chinò sfiorandogli i capelli sudati, lui piangeva e
gemeva per il dolore.
<< Voglio che guardi una cosa, alzati. >>
<< N-Non ci riesco >> balbettò
Lucius.
Fu lei a prendergli il viso aiutandolo malamente a sollevarsi, il
povero
ragazzo vedeva annebbiato, sia per le lacrime che riempivano i suoi
occhi, sia per il bruciore lancinante che sentiva alla spalla, in
più il sangue non la smetteva di scorrere come un fiume in
piena.
<< Guarda lui >> lo direzionò
verso Izzy, che era
impallidito, aveva il sudore lungo tutta la fronte e non riusciva a
guardarlo, Lucius si sentì morire ma non voleva illudersi di
credere a quello a cui stava pensando.
<< Riesci a vederlo? >>
<< No >> gemette trattenendo un singhiozzo,
non lo avrebbe reso vulnerabile.
<< No? Se vuoi posso spararti di nuovo e vediamo se ti
torna la vista. >>
<< Sei perfida Liz >> ringhiò il
gemello.
<< Per l'amor di dio fatelo tacere. >>
Ace lo colpì alla nuca con il calco della pistola.
Elizabeth si strappò una striscia di stoffa dal lungo abito,
l'avvolse intorno alla ferita del proiettile, ovviamente si
curò
di non essere troppo gentile.
<< Così eviterai di morire dissanguato.
>>
<< Ora, vedi o no quello che vedo io? >>
Lucius respirava lentamente, aveva un tamburo nel petto al posto del
cuore, stava male e sentiva il suo corpo perdere lentamente la forza
vitale, Izzy non lo guardava ma il suo volto era teso, si vedeva dalla
mascella tenuta in tensione, ma cosa significava, che davvero teneva a
lui?
<< Liz...ti assicuro...che lui >> faticava
persino a parlare.
<< Lui ci odia, non abbiamo nessun tipo di
rapporto...Quando ci avete presi stava per andarsene. >>
Quelle parole colpirono dritte al petto del primo ufficiale, non sapeva
perché ma gli avevano dato fastidio anche se erano vere.
<< Mmm secondo me ti sbagli, proviamo >> si
scostò ed estrasse la pistola quando...
<< FERMATI PSICOPATICA DEL CAZZO. >>
Due paia d'occhi appartenenti all'equipaggio della Revenge si puntarono
su di lui, era stato Izzy ad urlare, con molta soddisfazione e
compiacimento da parte della donna, che puntò i suoi occhi
glaciali sul ragazzo che a malapena teneva il busto eretto.
<< Visto? Che ti avevo detto. >>
Una voce nella mente del primo ufficiale cominciò a
vorticargli
in testa, parole oscure, negative, che lo facevano passare come un
debole, si figurò gli occhi di Barbanera che lo guardavano
pieni
di disprezzo, poi però un sussurro lontano gli
suggerì che con quel gesto probabilmente aveva messo ancora
di
più in pericolo la vita del ragazzo.
<< Il moccioso ha ragione, non me ne importa un fico
secco di
questi due imbecilli ma c'è qualcuno a cui la loro cazzo
di esistenza non rappresenta un fardello, e una in particolare non mi
darebbe tregua se scoprisse che ho lasciato ammazzare il suo fottuto
scriba. >>
<< Ma che stai facendo? >>
domandò incredulo Pete, non capendo quelle improvvise
rivelazioni.
<< Chiudi il becco >> imprecò
Izzy.
Liz diede l'ordine di portare via Lucius.
<< Ace, assicurati di medicarlo bene, non voglio muoia
per via di qualche infezione. >>
<< Mi serve ancora vivo. >>
<< Ai tuoi ordini signora >> rispose quello
sollevando il giovane come se fosse un sacco di patate.
<< Tu, alzati >> si rivolse al primo
ufficiale.
<< Fottiti stronza. >>
La donna lo guardò furiosa, le sue labbra si curvarono verso
il basso e i suoi
occhi divennero se possibili ancora più freddi, si
avvicinò mollandogli un calcio all'addome.
<< Ho detto alzati o faccio fuori questo qui
>> puntò la pistola su Pete.
Per grande sorpresa del pirata, Izzy si sollevò in piedi,
lei fece qualche passo indietro mirandolo.
<< Cammina davanti a me. >>
Il primo ufficiale obbedì, era già stufo di
essere
trascinato come un dannato pacco avanti e indietro, avrebbe potuto
benissimo attaccarla ma con i polsi legati in quel modo la sua fuga
sarebbe durata ben poco, lo fece accomodare su una sedia di legno.
<< Sono stanco di questa merda. >>
<< Allora collabora e tieni la bocca chiusa quando non
vieni interpellato, primo ufficiale Hands. >>
<< Cosa? >> corrugò le
sopracciglia.
<< Come cazzo sai chi sono? >>
Elizabeth sbuffò una risata.
<< Avanti, sei più intelligente di
così >>
girò intorno alla sedia ticchettando le unghie sul legno,
poi si
fermò di fronte a lui.
<< Secondo te come sapevo dove trovare Lucius? Credi che
mi sia
piombato provvidenzialmente giù dal cielo? Sono mesi che
pianifico tutto questo, in realtà anni ma è da
meno tempo
che vi seguo, non so molto di voi altri personalmente, ma sono a
conoscenza di chi sia il tuo capo. So anche che il mio caro, vecchio
amico navigava con lui. Aspettavo solo il momento giusto per agire, voi
due mi siete solo capitati in mezzo. >>
<< Ma non ha un cazzo di senso! >>
sbottò l'uomo.
<< Vuoi dirmi che per tutto questo tempo ci hai seguiti?
>>
<< Sapevo che Lucius si era imbarcato, ci ho messo un po'
a
trovare le sue tracce e con mia grande sorpresa ho scoperto che il
grande Barbanera era sulla sua stessa nave. Ammetto che ho temuto per
la sua vita, credevo lo avrebbe ucciso e invece niente, non so
perché vi siate uniti a quella ciurma e nemmeno mi
interessa, io
volevo solo Lucius e l'ho ottenuto. >>
<< E' una storia lunga, ma sappi che è stata
una disdetta
imbattermi in lui e in quella banda di smidollati. >>
<< Smettila >> disse lei incrociando le
braccia e inarcando un sopracciglio.
<< La pantomima del disinteresse non funziona.
>>
<< Ma è la verità! >>
<< E allora perché lo hai salvato?
>> domandò giocando con l'estremità
della sua lunga treccia.
<< Te l'ho detto, il suo capitano idiota mi darebbe il
tormento e
se lui è scontento anche il mio dannato capo non mi darebbe
pace. >>
<< Tutto questo si fa avvincente >> sorrise
lei, di un sorriso sadico e crudele.
<< Perché mi stai dicendo queste cose ometto?
Non lo sai
che potrei usarle contro di te o potrei trovare il tuo...-
>>
<< Stronzate donna! Barbanera non si farà
certo mettere
nel sacco da una come te, sei troppo debole per lui. >>
La donna rimase qualche instante in silenzio, pensosa.
<< Se è così non dovrebbe
importarti se lo uccido. >>
<< Puoi sempre dire al suo capo che non hai potuto
salvarlo, o hai paura
di lui? >>
<< FOTTITI. >>
<< Io non ho paura di niente cazzo, senti fa come ti
pare,
uccidilo, torturalo, cosa cambia? Sono rinchiuso qui a causa sua, il
mio
capo non sa dove sono e non posso fare niente per tirarmi fuori da
questa situazione di merda, quindi stronza ammazza pure chi vuoi,
ammazza anche me se ti fa comodo. >>
<< Tanto qualunque cosa dico farai di testa tua.
Sono un pirata
dannazione, credi che non abbia mai avuto a che fare con dei criminali?
Io stesso lo sono, so come funziona, ho torturato e mutilato persone,
promesso libertà che poi non ho dato. Quindi prendi la tua
fottuta vendetta del cazzo e ficcatela nel culo una buona volta, da me
non avrai rispetto né timore. >>
Liz non si scompose più di tanto, si sistemò
l'abito e poi ruotò lo sguardo di lato.
<< Bene. Se la metti così vediamo di arrivare
al punto, tu
sei libero, ma devi scegliere, o muore Lucius o l'altro.
>>
<< Tu sei malata >> ringhiò Izzy
fissandola con odio.
<< Uccidili pure tutti e due, non me ne frega un cazzo.
>>
<< Oh ma in quel caso moriresti anche tu
>> gli sfiorò l'ispida barba, lui si
ritrasse da quel tocco.
<< Fa pure, non mi interessa >>
soffiò spostando lo
sguardo verso il basso che si perse nel vuoto, gli occhi sembrarono
rimpicciolirsi e una patina lucida li ricoprì.
<< Signor Hands, so riconoscere la sofferenza quando la
vedo, allora qual è il problema? >>
Si leccò le labbra pitturate dal rossetto rosso.
<< C'entrano qualcosa quei due? Lucius e il suo
amichetto, sei forse geloso? >>
<< Non tutto gira intorno al tuo ex ragazzo!
>> sbottò scattando con il viso verso di lei.
<< Ma qualcosa c'è, ho ragione?
>>
<< Forse hai problemi con il tuo capo... >>
Izzy strinse la mascella istintivamente, deglutì il rigetto
che sentiva salirgli in gola.
<< Non ti dirò gli affari miei puttana.
>>
Elizabeth lo colpì con un pesante schiaffo che gli fece
voltare
la faccia di lato, il primo ufficiale sputò a terra il
sangue
che dal labbro gli era arrivato in bocca poi si girò a
guardarla.
<< Tu non hai un piano >> ghignò.
<< Riconosco i deboli quando li vedo, sento l'odore di
inefficienza, vedo come si muovono e tu non hai idea di cosa fare con
noi. Ti muovi completamente a caso, e sì forse finirai per
ucciderci tutti ma non vuoi che il tuo gioco sadico finisca presto.
>>
La donna si irrigidì ma tentò di non darlo a
vedere.
<< Ho visto piangere tante persone, e quante ne ho fatte
piangere
pietà, non puoi immaginarlo. Tu sei solo una ragazzina
arrabbiata che gioca a fare il criminale, sarai anche forte e furba ma
non puoi competere con chi da anni ormai è abituato a vedere
il
sangue. >>
Lei gli mise una mano al collo e lui sollevò il viso.
<< Zitto Hands o ti faccio fuori. >>
Ma Izzy sorrise appena.
<< Se sei brava come dici dovresti sapere che questa
minaccia
rare volte funziona, certo può essere efficace con gente
senza
spina dorsale, ma sai bene chi cazzo è il mio capo.
>>
Il primo ufficiale con un movimento del piede si tolse la scarpa bucata
di lato, mostrò il piede avvolto ora da una leggera
fasciatura.
<< Toglila. >>
Liz lo fissò confusa e irritata.
<< Perché dovrei? >>
domandò.
<< Fa come dico, voglio solo mostrarti con chi hai a che
fare. >>
Allungò la gamba in modo da permetterle di sfasciare la
garza, lei inorridì appena quando vide la mutilazione.
<< E' stato il mio capo a farlo, e subito dopo
>> disse abbassando il piede e posandolo per terra.
<< Me lo ha fatto mangiare, e non mi ha avvisato no,
stavo dormendo quando è successo. >>
<< Immagina ragazzina come sarebbe svegliarsi con un
dolore
lancinante, e vedere qualcuno con in mano il tuo mignolo sanguinante.
>>
Elizabeth tremò leggermente, non sapeva se essere
più
inorridita o disgustata da quella storia, Barbanera doveva essere un
vero stronzo proprio come dicevano le leggende.
<< E sai perché lo ha fatto? >>
continuò Izzy.
<< Gli avevo mancato di rispetto secondo lui, ma io gli
avevo
semplicemente detto ciò che pensavo. Però a lui
non piace
sentirsi dire la verità in faccia, l'ho scoperto a mie
spese.
>>
Strinse i pugni e spostò lo sguardo azzurro di lato, il suo
cervello lavorava cercando di elaborare quelle informazioni.
<< Perché mi stai dicendo questo?
>>
<< Volevi sapere più cose di noi e io ti ho
accontentata. Non ti piace quello che senti? >>
<< Non me ne frega niente in realtà
>> rispose ma nella sua voce c'era un velo di incrinatura
che la tradiva.
<< Molto bene perché non è finita,
ascolta un
esperto, devi conoscere il tuo nemico se vuoi distruggerlo e siccome
non ho più niente da perdere voglio che tu sappia una cosa
di
me. >>
<< Ti ascolto >> rispose lei incuriosita,
lo fissò attentamente.
<< Sai cosa ho provato quando è successo?
>>
Scosse la testa, una ciocca di lunghi capelli scuri le ricadde lungo la
spalla.
<< Eccitazione, orgoglio, un senso di appagamento che da
tempo
non provavo. E il tutto perché era lui a farlo, quindi Liz come vedi sono
abituato al dolore, alla pressione psicologica, non mi faccio ricattare
e non ho punti deboli. >>
<< Nemmeno Barbanera lo è, perché
so quanto forte,
malvagio e crudele possa diventare quando si arrabbia e se anche nella
tua testolina balenasse l'idea di andare a disturbarlo, bè
ti
ritroveresti a raccogliere i tuoi arti sparsi per la spiaggia ancora
prima di vederlo arrivare. >>
Negli occhi di Izzy si era acceso un fuoco mentre parlava in quel modo
del suo comandante, una parte di lui sapeva che Edward non era
più quello che stava descrivendo, ma l'altra desiderava
così tanto vederlo tornare a sguainare la spada che aveva
preferito mentire, mettendo avanti una figura che non esisteva
più.
Quando la donna uscì lasciandolo finalmente solo
crollò,
la sua testa ricadde pesante verso il basso e sentiva mancargli l'aria
nei polmoni, più respirava più sentiva il respiro
farsi
debole, quasi inesistente e tutto questo perché aveva
riportato
a galla vecchie ferite mai chiuse, si era fatto male da solo.
Urlò a pieni polmoni, gli uscì un grido talmente
forte
che era difficile nessuno lo avesse sentito, diviso in due, ecco la
sensazione che provava ed era orribile, aveva mentito, Edward era il
suo punto debole e lo era sempre stato, lo testimoniava il fatto che
per ben due volte aveva cercato di riportarlo indietro, da lui e quando
Bonnet se ne era andato aveva creduto di esserci seriamente riuscito,
ma anche in quel caso, la persona che aveva intorno non era
più
il suo vecchio capitano.
Lo odiava, ma voleva anche tornare da lui per chiedergli perdono, no,
sbagliato, non aveva niente di cui farsi perdonare, tutto
ciò
che aveva fatto era stato per salvargli la pelle, per evitargli un
declino mentale, emotivo e fisico, desiderava morire così
non
avrebbe più dovuto convivere con il rimorso di come era
finita
tra loro, ma dall'altra parte non voleva che quello stupido ragazzino
morisse ed era assurdo, non gli era mai importato di nessuno se non di
se stesso e del suo capo.
Lucius aprì
gli occhi trovando in piedi, davanti al suo giaciglio un primo
ufficiale accigliato,
la stanza era buia, illuminata solo dalla luce fioca di qualche lampada.
"Izzy" biascicò sentendo che la lingua non collaborava,
stranamente non aveva dolore alla spalla.
L'uomo si avvicinò a lui passandogli le dita tra i capelli,
sussultò intimorito da quel contatto così strano.
"Izzy cosa stai facendo?"
Il primo ufficiale continuava ad accarezzare la sua soffice e sudata
chioma, senza dire una parola.
Lucius deglutì sentendo la gola arsa, la bocca sempre
più secca, gli facevano bene quei tocchi delicati e
riceverli proprio da colui che lo aveva sempre denigrato era qualcosa
che gli provocava uno strano nodo
allo stomaco.
Dietro le spalle del primo ufficiale comparve Black Pete, anche lui lo
guardava rimanendo in silenzio.
"Pete...I-Io"
Il primo ufficiale si chino sul corpo steso del giovane facendogli
aumentare il battito cardiaco, sorrise sul
suo volto, Lucius rispose a quello strano gesto, immaginandosi
chissà cosa stesse per accadere.
Poi sentì solo un forte bruciore, Izzy si scostò
estraendo
la lama dal fianco di Lucius, lui lo guardò stordito e
spaventato.
"C-Cosa...Perché..."
"Pete?" chiamò sperando arrivasse in suo soccorso ma il
ragazzo rimaneva fermo.
"No, per favore non voglio, non voglio..."
"Te lo meriti" disse Pete e lui lo guardò straziato dal
dolore e dal panico.
"Pete aspetta...n-non andartene."
Ma lui era già lontano, insieme a Izzy.
La testa di Lucius cadde pesantemente all'indietro sbattendo contro il
duro legno, stava morendo.
<< NO! >> urlò
svegliandosi di soprassalto,
grondante di sudore, si guardò intorno ansimando
terrorizzato,
la sua mano corse a toccare il fianco ma non appena tentò il
movimento la spalla gli diede una stilettata di dolore, così
tentò con l'altra mano, si tirò su la maglia
gemendo, si
toccò la pelle, niente, fortunatamente non c'era nessuna
traccia della
pugnalata.
<< Un sogno, è stato solo un orribile sogno
>>
ansimò poggiando la testa, si mise una mano sul cuore
tentando
di far calmare i battiti che sembravano come cavalli impazziti nella
sua gabbia toracica, fece qualche respiro, sforzandosi di ignorare le
pulsazioni della ferita alla spalla.
Quando riaprì gli occhi si guardò intorno, la
stanza era
proprio come nel sogno, ma non c'era nessuno lì con lui, si
interrogò sul significato di quelle immagini oniriche, Izzy
lo
stava accarezzando e a lui piaceva, ma poi lo aveva trafitto, scosse la
testa, probabilmente era solo frutto di quello che era successo, non
doveva perdersi in strane fantasie, almeno non in quel momento.
I successivi giorni li passò a dormire, con la febbre alta e
gli
incubi, fortunatamente la ferita gli veniva pulita e fasciata, ma lui
sapeva che queste non erano attenzioni amichevoli, Elizabeth si stava
solo assicurando che non morisse prima del tempo, infatti quando la sua
salute migliorò fu lei in persona a condurlo in una di
quelle
orribili e anguste stanze, questa volta c'era solo Izzy ad attenderlo.
<< Divertitevi un po' ragazzi, fate conversazione,
godetevi il
momento >> ghignò e si chiuse la porta alle
spalle, Lucius gridò invocando la sua pietà
ma ovviamente non ottenne niente, si accasciò contro il
legno
freddo lasciandosi poi scivolare a terra, aveva i polsi legati in
avanti mentre quelli del primo ufficiale erano legati dietro alla
schiena.
Era impossibile sciogliere quei dannati nodi, lui e Pete ci avevano
provato quando Lucius non era con loro e in più qualcuno
passava
costantemente a tenerli d'occhio, e non erano degli sprovveduti,
agivano cautamente, questo rendeva ogni possibile tentativo di fuga
sempre più complicato.
<< Perché ci sta facendo questo? Che senso ha
spostarci da
una stanza all'altra, dividerci e poi... >>
sospirò
tirando le ginocchia al petto e chinando il capo.
<< Davvero non lo capisci Spriggs? Vuole farci arrivare
al limite
fino ad annientarci completamente, bè annientarvi,
perché
io sono di tutt'altra pasta. >>
<< Oh certo perché tu sei forte, non
è vero? >> gridò Lucius alzando il
viso verso di lui.
<< Sei un uomo sexy e coraggioso che ride in faccia al
pericolo,
non hai paura di niente, anzi forse questo per te è solo un
divertente gioco visto che ultimamente ti stavi annoiando. Non ti
importa se finiremo morti, non te ne frega niente di vederci soffrire e
implorare pietà, ma dimmi Izzy c'è qualcuno di
cui ti
importa!? >>
Le parole gli erano uscite di getto senza che potesse fare nulla per
controllarle, era esausto e aveva davvero bisogno di qualcuno che lo
confortasse, per un istante aveva creduto che potesse essere l'uomo
seduto di fronte a lui ma si sbagliava.
Forse in quella situazione la cosa migliore era tenere la bocca chiusa,
ma sin da ragazzino era sempre stato così, se vedeva o
sentiva
qualcosa che non gli piaceva lui interveniva senza curarsi delle
conseguenze, e in quel caso era stato lo stesso.
Non sopportava la totale indifferenza di Izzy, sapeva che era un uomo
cazzuto, che ne aveva viste di tutti i colori navigando con Barbanera
ma aveva visto anche la sua parte più fragile, e
probabilmente
era stato l'unico a vederla, aveva bisogno di quella, desiderava che
per una volta quel testardo gettasse a terra la corazza di cui era
ricoperto e si comportasse da umano.
<< Nemmeno ti rispondo Spriggs, sei solo un inutile
parassita, se
ci fosse stato qui Edward almeno avremmo potuto escogitare un modo per
scappare. Invece con voi inutili omuncoli finirei solo per farmi
ammazzare! >>
<< Edward, Edward, Edward! Sai pensare solo a lui e a
nient'altro, non è colpa mia se ti senti una
nullità
quando non c'è...- >>
Izzy strinse i pugni dietro la schiena
<< Non una parola di più. >>
Ma Lucius lo ignorò.
<< Probabilmente adesso il tuo capitano è
sotto le coperte
con il mio, perché lui a differenza tua ha trovato qualcuno
che
lo ama! >>
<< PIANTALA HO DETTO! >>
<< NO! Non la smetto finché non ammetti che
sei invidioso,
che desideri le stesse cose sue e che vorresti fosse lui a dartele!
>>
Izzy a quel punto si tirò su, con le vene pulsanti e gonfie
sul
collo, si avvicinò zoppicando al ragazzo e lo
fronteggiò,
Lucius sollevò il viso come se ogni briciola di paura che
aveva
in corpo fosse scomparsa, c'era ma era anche stufo di vedere quell'uomo
adulto struggersi e trattare di merda gli altri solo perché
era
infelice.
<< Cosa vuoi fare adesso? Prendermi a calci?
>>
<< Oh farò molto peggio, ti
ammazzerò così finalmente terrai chiusa quella
stupida bocca. >>
<< Avanti fallo, tanto morirò comunque.
>>
I due si guardarono per diverso tempo studiandosi, negli occhi chiari
del giovane c'era una nuova luce, non che desiderasse veramente essere
torturato o ammazzato ma desiderava dare una lezione a quell'uomo
così testardo, voleva capisse che a lui non faceva pena e
che
non era sbagliato soffrire per qualcuno, "io ci sono" era il messaggio
ma il primo ufficiale era troppo annebbiato dai suoi fantasmi per
leggerlo.
Credeva che quel ragazzino volesse solo sfidarlo come aveva fatto la
prima volta, e anche quel giorno gli erano venuti in mente mille modi
per farlo tacere, molti dei quali per sua vergogna non prevedevano
omicidi, aveva desiderato di torturarlo in ben altri modi, per questo
aveva lasciato perdere la discussione preferendo andarsene.
Il suo vecchio sé non ci avrebbe pensato due volte a
infliggersi
su chiunque avesse dimostrato di avere la lingua troppo lunga,
infierire su di lui dove lo avrebbe portato?
Sarebbe stato ancora imprigionato lì e probabilmente quella
pazza si sarebbe infuriata ponendo fine alla sua vita, non che ci
tenesse così tanto a vivere, non aveva più un
posto
dove andare e l'orgoglio gli impediva di fare ritorno a capo chino
sulla dannata Revenge.
Edward non lo avrebbe accolto né perdonato.
Se anche fosse stato magnanimo riprendendolo con sé, lo
avrebbe
annientato mentalmente ignorandolo e limitandosi a qualche ordine,
probabilmente si sarebbe unito con quel pagliaccio di Bonnet in ogni
angolo della nave curandosi che lui fosse lì
ad assistere.
Cadde in ginocchio, la ferita al piede pulsò ma lui
strinse i denti impedendosi di sembrare ancora più debole.
<< Izzy? >> lo chiamò
preoccupato l'altro pirata.
<< Non fiatare. >>
Lucius spostò la testa di lato.
<< Perché il tuo piede è sfasciato?
>>
<< Storia lunga. >>
<< Ma così si potrebbe infettare.
>>
Izzy con un movimento goffo riuscì a mettersi a sedere
accanto a
lui, troppo vicino, ma non aveva nessuna voglia di spostarsi.
<< Spriggs questo è l'ultimo dei miei problemi
credimi. >>
Il pirata più giovane si leccò le labbra.
<< Posso sapere almeno che cosa ti ha fatto?
>>
<< No. >>
Un sospiro lasciò le sue labbra carnose, certo che era
proprio come parlare ad un muro.
<< Una cosa almeno me la devi. >>
<< Io non ti devo proprio niente >>
sbuffò l'uomo
spostando le gambe verso di sé, teneva il piede con la punta
sollevata
verso l'alto così da non far toccare la ferita a terra.
L'altro lo ignorò voltandosi a guardarlo.
<< Perché mi hai salvato? >>
Il cuore del primo ufficiale perse un battito, doveva sapere che
quell'azione gli si sarebbe ritorta contro.
Quella Elizabeth sarà anche una pivella ma sapeva il fatto
suo.
<< Voi della Revenge oltre che incompetenti siete anche
sordi. >>
<< Izzy... >>
<< Primo uffic... >> lo corresse ma poi si
fermò.
<< Ah lascia perdere. >>
Lucius lo spintonò appena.
<< Avanti, almeno abbiamo un modo per passare il tempo.
>>
<< L'ho già spiegato, ho intenzione di uscire
di qui e non
posso farlo senza voi due idioti perché se capitassi per
disgrazia sotto il tiro del tuo capo non mi lascerebbe in pace, con
grande appoggio e supporto del mio. >>
<< Certo che ti piace raccontartela eh >>
disse sorridendo
Lucius, con un'espressione furba e lo sguardo luminoso, Izzy commise
l'errore di voltarsi e rimase folgorato, una scossa gli
attraversò il corpo e per quanto volesse spostare lo sguardo
non
ci riuscì.
<< Che cazzo vuoi dire? >>
<< Sono abbastanza certo tu mi abbia mentito, mi spiace
ma non
credo che proprio tu abbia paura del mio capo, anche se gli raccontassi
la verità e loro non ti credessero sai bene che Stede non ti
ucciderebbe mai. >>
<< E impedirebbe a Barbanera di farlo. >>
Izzy corrugò le sopracciglia, perché non gli
veniva nulla di intelligente da dire?
<< Non sono certo prenderebbe le mie difese, il damerino
mi odia. >>
<< Ma non è un assassino. >>
<< Le persone cambiano Spriggs >> disse
sollevando le spalle e spostando il viso.
<< Allora...perché non accetti che Edward sia
cambiato? >>
La mascella del primo ufficiale si strinse così forte da
rischiare di fargli saltare tutti i denti.
<< Non affronterò questa conversazione con te
>> tremava.
Lucius sospirò giurando a se stesso che se mai fosse
riuscito a
scavalcare quel muro di testardaggine avrebbe fatto un bagno di luna
con Buttons.
<< Comunque grazie di avermi salvato, qualunque sia il
motivo per cui tu l'abbia fatto. >>
<< Spriggs? >>
Si voltò guardandolo con i suoi occhi chiari.
<< Dimmi. >>
<< Quando usciremo da qui tornerà tutto come
prima, voi ve
ne andrete per la vostra strada e io per la mia, chiaro?
>>
Il giovane non rispose sentendo le lacrime salirgli rapide.
<< Chiaro? >> ripeté il primo
ufficiale.
<< S-Sì certo... >>
Da quel momento non parlarono più, si chiusero ognuno nel
rispettivo silenzio, un silenzio che era visibile solo esternamente, ma
dentro le loro teste i pensieri si accalcavano, ogni tanto Lucius si
voltava a guardare Izzy, osservava il suo profilo indurito dal tempo e
dall'età ma ancora bello.
Bello.
Non aveva mai pensato lo fosse: Sexy, affascinante, misterioso ma bello
no, perché quella era una parola che riservava solo a chi
gli
era vicino, era una parola troppo morbida per uno come il primo
ufficiale Hands.
Ma in quel momento, in quella situazione, nessun'altra parola gli
sembrava più perfetta per descriverlo.
Era sciocco nascondersi, aveva iniziato a provare qualcosa per
quell'uomo ma ancora non aveva le basi per definirla, sentiva un calore
dentro al petto quando lo guardava, la sua voce roca gli faceva vibrare
le viscere.
Per qualche strano motivo desiderava stargli accanto, si chiedeva come
fosse la sua pelle al tatto, che sapore avesse, se fosse dolce o
salata, se Izzy avesse scoperto l'origine dei suoi pensieri lo avrebbe
fatto a pezzettini e dato in pasto ai pesci.
"Izzy io non voglio che tu te ne vada" voleva dirgli.
<< Izzy... >> cazzo aveva parlato ad alta
voce, e ora come ne sarebbe uscito?
<< Che vuoi Spriggs? >>
<< I-Io...non >> deglutì
rumorosamente quando vide gli occhi scuri dell'altro incastrarsi nei
suoi.
<< Niente, io non volevo dirti niente. >>
Codardo pensò di se stesso, e cos'era quella nello sguardo
di Izzy, un'ombra di delusione?
L'uomo si girò sbuffando, senza replicare, il cuore di
Lucius
continuava a martellare e ancora non gli aveva staccato gli occhi di
dosso.
<< Pensavo volessi cercare Edward una volta...-
>>
Izzy si voltò veloce come un fulmine.
<< Ho detto che non voglio sentir nominare quello
stronzo, questo
è l'ultimo avvertimento >> il suo fiato caldo
si scontrava
sulle labbra del giovane, che invece di essere spaventato si sentiva
vagamente eccitato da quella situazione, annuì lentamente ma
ormai tutta la paura era passata.
<< Io invece penso che dovresti trovarlo e dirgli quello
che pensi. >>
<< Lo sa già cazzo! >>
sbottò con ferocia.
Lucius si irrigidì, spostò lo sguardo verso il
basso.
<< Sa ciò ce vuoi da lui, ma non i tuoi
sentimenti. E' completamente diverso. >>
Dio, perché doveva sopportare quel supplizio, si chiese
Izzy,
poteva non rispondere ma qualcosa dentro di lui gli impediva di
rimanere in silenzio.
<< Non cambierebbe niente, se anche mi abbassassi a quel
livello mi riderebbe in faccia e basta. >>
<< Edward non è così...
>> tentò Lucius.
<< TU NON LO CONOSCI! >> gridò
Izzy voltandosi a
guardarlo, quell'uomo aveva le lacrime agli occhi, quanto dolore stava
nascondendo?
Ma il giovane non avrebbe fatto cadere il discorso di nuovo, Izzy aveva
un dannato bisogno di buttare fuori la sua merda, non era certo che
avrebbe funzionato ma almeno non sarebbe rimasto con il rimorso di non
aver nemmeno tentato.
<< Probabilmente nemmeno tu così bene Izzy. Forse
ti rode il fatto che io sia riuscito a guardare sotto la sua
superficie,
che anche Stede sia andato oltre ma è così.
Edward non
è solo Barbanera, è un uomo e se tu vedendolo
struggersi
per amore non hai provato niente bè mi dispiace per te, ti
sei
perso un'occasione. So quanto possa essere difficile guardare una
persona e realizzare di non averla mai conosciuta veramente, ma te ne
ha dato la possibilità e se non fossi così
cocciuto
torneresti da lui e guardandolo in faccia gli diresti quello che provi,
qualsiasi cosa sia. >>
Scosse piano la testa.
<< Fa come ti pare comunque, non posso arrogarmi il
diritto di
sapere cosa è meglio per te, e se ti può far
sentire
meglio non riaprirò più il discorso ma volevo
solo tu
sapessi che non è tutto perduto, anche se ti sembra
così.
>>
Avrebbe voluto strozzarlo e guardare la sua vita scivolare via dai suoi
occhi, ma era paralizzato da quelle parole così sincere,
nessuno
mai si era azzardato a dargli consigli o parlargli con il cuore, da
ragazzino forse e anche con Edward inizialmente le cose erano diverse,
doveva ammetterlo.
C'erano sere in cui sedevano a parlare, non di fottuti sentimenti, ma
di quello che avevano vissuto prima di incontrarsi, erano il rifugio
l'uno dell'altro ma forse quel moccioso aveva ragione, non avevano
davvero mai parlato a cuore aperto, e lui come poteva immaginare che il
suo grande e immenso capitano ne avesse bisogno?
Avrebbe dovuto dedurlo?
E' così che aveva fatto Bonnet?
Faceva male cazzo, quell'idiota che gli era accanto aveva saputo
afferrare con destrezza la parte più dolorosa di lui e
stringerla, districarla e tirarla fuori come niente fosse, conosceva
Barbanera come le sue tasche, avrebbe potuto prevedere le sue mosse con
un solo sguardo ma Edward gli era del tutto sconosciuto.
Eppure erano la stessa persona, come aveva potuto lasciarsi sfuggire
quel lato del suo carattere?
<< Se anche gli parlassi >>
iniziò a voce bassa attirando l'attenzione del giovane.
<< Non mi crederebbe perché è
arrabbiato con me
>> confessò stringendo i denti, non avrebbe
anche pianto, la sua
dignità aveva già subito un duro colpo.
<< Era arrabbiato anche con Stede ma lo ha perdonato.
>>
<< Non lo ha fatto Spriggs, sta solo aspettando lo lasci
di nuovo per dimostrare a se stesso che ha ragione. >>
Lucius si leccò le labbra.
<< Forse all'inizio era così, ma io credo lo
abbia
già perdonato da un pezzo, solo che è troppo
orgoglioso
per ammetterlo e probabilmente vuole far penare un po' Stede, che a mio
giudizio se lo merita dopo quello che ha fatto. Faranno pace.
>>
<< Come cazzo lo sai? >> sbottò
il primo ufficiale, il pirata più giovane sorrise.
<< So leggere le persone, più o meno.
>>
Izzy si lasciò andare ad una breve risata sarcastica.
<< Certo... >>
<< Ascolta, va bene, non posso esserne totalmente sicuro
ma quei due si amano, e anche un cieco lo vedrebbe. >>
<< Sarebbero stupidi a non riappacificarsi.
>>
<< Se è davvero come dici non voglio essere
lì a
sorbirmi quella merda, Edward era un grande marinaio, ha perso la testa
e io ho cercato di farglielo capire in ogni modo. >>
Il più giovane sbuffò.
<< Non esiste solo lui al mondo, ci sono tanti uomini
Izzy. >>
<< Ah fanculo tu credi che...? >> disse
voltandosi disgustato, Lucius sollevò un sopracciglio.
<< Io non provo dei cazzo di sentimenti per Barbanera!
>>
<< Allora perché ti agiti tanto?
>> ghignò il pirata dai capelli castani.
<< Senti, fottiti, è stato un errore parlare
con te. >>
<< No, aspetta dai...Davvero non provi niente per lui?
>>
<< Sei sordo? Ti ho già detto di no.
>>
Non sapeva se lasciar cadere il discorso oppure no, lo scriba della
Revenge era certo ci fosse qualcosa sotto, ma era anche vero che il
primo ufficiale si era aperto molto per i suoi standard, non voleva
rischiare di rovinare tutto, ma fu proprio l'altro che ruppe il
silenzio.
<< Forse lo ero...un tempo >>
confessò senza guardarlo, alzando e abbassando le spalle.
Aspetta cosa? Il ragazzo non poteva credere alle sue orecchie, Izzy
Hands in persona gli aveva appena confessato spontaneamente di aver
provato qualcosa per il suo capitano?
<< E lui lo sapeva? >> domandò
usando un tono pacato, senza una traccia di scherno o sufficienza.
Izzy si strinse le ginocchia al petto.
<< Che cazzo ne so Spriggs. >>
<< Non glielo hai mai detto? >>
Gli occhi del primo ufficiale si persero in un ricordo doloroso, le
labbra erano curvate in una linea sottile, e delle piccole rughe gli
incorniciavano la fronte.
<< A quale scopo? Non mi ha mai guardato in quel modo,
Edward ha
avuto delle persone diciamo così, quando sei in mare devi
pur
sfogarti in qualche modo ma non ha mai mostrato quel tipo di interesse
verso di me, e io non ci tenevo a diventare uno dei suoi giocattoli.
>>
<< Io sono sempre stato come un fratello per lui, niente
di
più, gliel'ho sentito dire e da quel giorno i nostri
rapporti
sono cambiati, più o meno nello stesso periodo mi ha
nominato a
primo ufficiale e io ho colto l'occasione per fare il mio dovere e l'ho
allontanato, ha cercato di capire il motivo ma io ero inespugnabile e
alla fine ha lasciato perdere. >>
Lucius non rimase di certo indifferente a quel racconto, ora capiva
molte cose, una parte del caratteraccio di quell'uomo era dovuto anche
alla batosta che aveva preso.
<< Per un periodo ho creduto le provasse a sua volta, mi
cercava
e passavamo davvero molto tempo insieme, poi ho capito che ero soltanto
uno dei suoi passatempi, con la differenza che mi usava in maniera
diversa dagli altri.
>>
<< Dio Izzy non avevo idea... >>
<< Perché avresti dovuto averla?
>> sbottò l'altro irritato.
<< Non hai mai desiderato nessun altro? >>
domandò
di getto, curioso di sapere il più possibile di quell'uomo
così misterioso.
<< No, fortunatamente ho capito che su una nave pirata
non
c'è spazio per i fottuti sentimenti, probabilmente anche
quelli
per Edward erano solo un fantasma di una vita che non sarebbe mai stata
la mia >> lo disse amareggiato mordendosi nervosamente le
labbra,
come se quella scelta gli fosse costata più di una semplice
frustrazione generale.
<< Mi dispiace che tu abbia sofferto
così tanto, posso solo immaginare cosa si prova...-
>>
<< No tu non ne hai idea! >>
gridò all'improvviso voltandosi verso di lui.
<< Non sai cosa significa non essere desiderato,
perché
tutti, cazzo Spriggs tutti rimangono affascinati da te. Ti basta
sbattere le tue fottute, lunghissime ciglia per averli ai tuoi piedi!
>>
Il giovane sollevò un sopracciglio, lo stava forse
lusingando?
<< Bè...proprio tutti non direi. Solo
perché ci so fare con le persone non significa che...-
>>
<< Al diavolo, non è che ci sai fare, tu le
affascini, le
seduci, saresti in grado di portarti a letto l'intera nave se solo lo
volessi! >>
A quel punto Lucius non poté trattenere un sorriso.
<< E' questo che pensi di me? Che sono affascinante.
>>
Le guance del primo ufficiale si colorarono di un rosso accesso.
<< Ho detto che sai farlo, non che lo sei Spriggs. Non
metterti strane idea in testa. >>
<< E' decisamente la stessa cosa
>> lo stuzzicò il giovane.
<< No che non lo è, e ora fammi il favore di
tenere chiusa quella boccaccia, vorrei riposare. >>
Lucius spostò il busto verso di lui in modo da far
combaciare le loro spalle, Izzy si voltò a guardarlo
irritato.
<< Che cazzo stai facendo? >>
<< Volevo solo dirti che non sono l'unico ad esserlo.
>>
Izzy fece una smorfia e si scostò per quanto poteva.
<< Non fare la civetta con me. >>
<< Funziona? >> domandò
umettandosi le labbra Lucius.
<< No >> rispose il primo ufficiale
voltandosi leggermente
di lato, non gli avrebbe dato alcuna soddisfazione, gli aveva
già
concesso abbastanza e non sapeva se aveva fatto bene o no, il ragazzino
avrebbe potuto andare a raccontare in giro i fatti suoi e questo
sarebbe
stato un colpo basso, nessuno lo avrebbe più rispettato.
Ma era certo che Lucius, sì gli piaceva pensare a lui come
Lucius, senza cognomi o distanze, non si sarebbe mai permesso di farlo
e nemmeno di ricattarlo, aveva la sensazione che quella conversazione
imbarazzante sarebbe rimasta solo tra loro.
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Capitolo 9 *** Gelosia ***
Gelosia
Le acque erano favorevoli,
calme e
invitanti, l'azzurro del cielo si rifletteva in quello specchio
cristallino, la ciurma lavorava di buona lena sapendo che presto
avrebbero fatto ritorno in quel posto che aveva inghiottito i loro
amici.
Molte le domande che si ponevano, erano salvi? Li stavano aspettando?
Li
avrebbero ritrovati? E soprattutto non erano certi sarebbero voluti
tornare a navigare con loro.
Le ferite stavano via via guarendo, lo Svedese stava meglio anche se
ancora doveva stare a riposo e quella situazione non gli era del tutto
spiacevole, il capitano Bonnet sentendosi tremendamente in colpa aveva
ordinato a tutti di trattarlo come un re e lui in quella situazione ci
si era adagiato.
Era bello per una volta essere servito e avere qualcuno che si prende
cura di te.
I due capitani si facevano vedere poco in giro, e questo dava modo agli
altri di rilassarsi e godersi finalmente un po' di
tranquillità
dalle urla di Edward e le suppliche di Stede, senza Izzy poi era una
pacchia, nessuno che li tirava per capelli o barba, che sbraitava e li
sfiancava di lavoro.
Si poteva dire che avevano tutti un pensiero condiviso, ovvero che
quella pace potesse in qualche modo continuare, Franchie aveva
azzardato l'ipotesi che se avessero trovato Lucius e Pete ci sarebbe
potuto essere anche Izzy, e avrebbe voluto salire a bordo anche
lui ma era un male minore, lo avrebbero accettato pur di riavere i loro
amici.
<< Le cose devono cambiare, se sale sulla nostra nave non
possiamo permettergli di trattarci come schiavi, a questo punto non mi
interessa cosa dice Edward. >>
<< Franchie ha ragione, e poi non abbiamo mai un piano,
stiamo andando completamente alla cieca. >>
<< Adesso concentriamoci su Lucius e Pete, quando li
avremo trovati parleremo con i capitani. Ivan e Fang siete d'accordo?
<< Sì, le settimane senza Bonnet sono state le
peggiori,
Barbanera non è mai stato così fuori controllo
>>
disse Ivan.
<< Ciurma, il capitano >>
annunciò Buttons facendo voltare tutti.
<< Ehi ragazzi >> salutò Stede.
<< Scusate mi sono fatto vedere poco, ma avevo bisogno di
stare solo. Come vanno le cose? >>
<< Bene, anche Ed...Barbanera non si è fatto
vedere >> disse Franchie.
<< Ma ci ha permesso di tornare a cercare Pete e Lucius
>> rispose entusiasta Roach.
Stede rimase a bocca aperta, davvero lo aveva fatto?
<< Ve lo ha detto lui? >>
<< Sì e sappi che queremos hablar con voi due
cabrones una volta trovati gli altri. >>
<< Non abbiamo più intenzione di stare ai
vostri capricci. >>
Il pirata biondo deglutì annuendo.
<< Certo Jim, avrete il nostro ascolto. >>
<< Spero valga anche per Edward >> rispose
stringendo il manico del pugnale.
<< Te lo garantisco >> rispose congedandosi
seguito da Olu.
<< Scusa capitano per i suoi modi, non ha digerito molto
la prigionia...- >>
<< Giustamente >> rispose Stede.
Olu si mise le mani in tasca sospirando.
<< E tu? Ti è andato giù l'essere
stato abbandonato? >>
<< Non è stato bello però... Tu ti
sei guadagnato il nostro perdono,
Edward...non ha tentato di fare passi falsi, è
già
qualcosa. Ma Stede...se Jim continuasse a non fidarsi di lui e
decidesse di andarsene io...- >>
<< Olu è ovvio che l* seguirai e io non ti
impedirei di farlo, siete liberi, tutti quanti. >>
Il giovane spostò lo sguardo stringendosi nelle spalle.
<< E Barbanera... >>
<< A lui ci penso io >> rispose Stede.
<< Grazie capitano >> sorrise.
<< Sei un brav'uomo >> disse alla fine.
<< Sono contento che lo pensi >> rispose
Bonnet prima di allontanarsi.
Cercò Edward in ogni angolo della nave, desiderava parlare
con
lui, il fatto che avesse deciso spontaneamente di cercare gli altri lo
aveva lasciato stupito ma non voleva dare a se stesso false speranze
riguardo loro due, dopo l'ultima discussione non si erano
più
rivolti parola, ma questa volta toccava a lui rompere il silenzio.
Mentre camminava con lo sguardo che svettava in giro venne fermato da
Fang.
<< Se cerchi il capitano e in vedetta. >>
<< Oh, grazie Fang >> sorrise dandogli una
pacca sulla spalla, chiedendosi poi come facesse a saperlo.
Le sue mani sudavano strette a quelle corde che lo avrebbero portato la
su in alto, dove tanti mesi prima avevano condiviso pane e marmellata,
tra le dita stringeva proprio un piattino con due fette belle piene
facendo attenzione a non farle cadere durante la salita.
Si fermò qualche istante a contemplare quella figura
leggendaria
con i capelli lunghi e sciolti che svolazzavano al vento, poi prese
posto accanto a lui appoggiando le prelibatezze che aveva portato
vicino a loro.
<< Ti ho portato qualcosa da mangiare >>
disse per rompere il ghiaccio.
Edward lo degnò di uno sguardo, quando vide quel bel pane
morbido con sopra la confettura che tanto amava gli venne l'acquolina
in bocca e i ricordi sbocciarono come petali dolorosi uno dietro
l'altro,
era a un solo passo dal cedere ma qualcosa dentro di lui lo fece
desistere.
<< Non ho fame. >>
Stede ci rimase male, ma non poteva certo sperare di risolvere tutto
con una merenda.
<< L'hai più mangiata da quando...-
>>
Barbanera gli rivolse un'occhiataccia.
<< Hai ragione pessima domanda, ma mi chiedevo
perché avessi conservato questi e i miei libri invece...-
>>
<< Bonnet non lo so per quale cazzo di motivo ho
conservato la
tua stupida marmellata, forse per non morire di fame, perché
non
avevo voglia nemmeno di fermarmi a fare provviste. Ho conservato anche
i tuoi maledetti vestiti e per quelli non ce l'ho una spiegazione, vuoi
sempre sapere il motivo di tutto ma non sempre c'è.
>>
<< Va bene, calmati, non volevo farti arrabbiare.
>>
<< Bè ci sei riuscito >>
sbottò Barbanera.
<< Scusa >> sussurrò Stede.
<< Scusa, scusa, vaffanculo tu e le scuse.
>>
Il pirata gentiluomo rimase in silenzio, ormai aveva capito che Edward
era un cane che abbaiava ma raramente mordeva.
<< Se assaggiassi un po' di questa marmellata ti
addolciresti sai. >>
L'altro si girò guardandolo incredulo, ma faceva sul serio?
Stava per andarsene quando si ritrovò l'indice di Bonnet,
sporco di marmellata, davanti alla faccia.
<< Che cazzo fai? >>
<< Assaggia >> disse l'altro in tono
giocoso.
<< Non leccherò il tuo cazzo di dito Bonnet,
scordatelo
>> ma avrebbe voluto farlo, il mare sapeva quanto,
guardava quella
bella falange sottile tesa per lui, era come il richiamo di una sirena
e in più quella dolcezza di cui era macchiata lo ingolosiva
parecchio.
Avrebbe voluto succhiarlo così tanto da farlo diventare
viola,
anzi non glielo avrebbe più restituito, così
imparava a
offrirgli invitanti pezzi di carne senza curarsi delle possibili
conseguenze, Stede doveva avere più cura del suo corpo, e
glielo
avrebbe voluto far capire, era come offrire pesce fresco ad uno squalo.
<< Non devi per forza leccarlo, puoi sempre usare il
tuo dito
per prendere la marmellata >> spiegò
gentilmente Stede
come se stesse parlando ad un bambino.
<< Non usare quel tono condiscendente con me
>> sbottò Edward sentendosi offeso.
<< Dai non fare il testardo, guarda che lo faccio io se
non lo fai tu. >>
Barbanera commise l'errore di voltarsi, voleva scostargli il braccio
ma Stede fu più veloce, con un gesto rapido gli
sfiorò le
labbra sporcandole di bella marmellata viola, Edward se le
leccò
istintivamente venendo investito da quel sapore dolce e asprino che gli
piaceva tanto.
Il suo meccanismo di difesa lo fece reagire, si spinse indietro dando
modo all'altro capitano di finirgli addosso per costringerlo ad
assaggiare tutta la marmellata di cui aveva riempito il dito,
seguirono istanti di lotta delicata, Edward teneva bloccato in alto il
polso di Stede che cercava di raggiungere nuovamente quelle belle
labbra.
<< Piantala cazzo, non è divertente!
>>
<< Io mi sto divertendo un mondo invece, voglio solo
farti assaggiare. >>
<< Non voglio niente da te, quindi spostati o ti butto
giù >>
Intanto il gioco di forza continuava, Barbanera non provava veramente
rabbia, in realtà quella situazione gli stava piacendo anche
troppo secondo i suoi gusti, il suo corpo sentiva delle sensazioni che
solo un idiota avrebbe ignorato, il tutto peggiorò quando
quel
biondo si mise a cavalcioni su di lui, i suoi movimenti erano
totalmente innocui, dovuti all'ilarità del momento, ma il
pirata steso a terra non poteva ignorare le scosse al bacino ogni volta
che Bonnet ci strusciava inavvertitamente il suo.
Di questo passo i vestiti di pelle gli avrebbero fatto un brutto
scherzo, facendo scoprire le sue carte, così
lasciò
andare le braccia di Stede decretando la sua resa.
<< Va bene, mi arrendo cazzo! Ma levati di dosso.
>>
Il capitano originario della Revenge troneggiava su di lui vittorioso,
Edward si sentiva eccitato anche se non era seduto sopra di lui, ma
semplicemente sentire quelle cosce un tempo fasciate di seta che lo
stringevano lo faceva andare fuori di testa.
Stede gli posò una mano sulla gabbia toracica, sentire il
cuore
dell'uomo che amava sotto le dita era così bello, lui
pensava
battesse così forte per la breve lotta, non poteva
immaginare
che cosa stesse realmente accadendo nella mente di Barbanera.
<< Calmati >> gli disse.
<< Sono calmo! >> sbraitò
l'altro tentando di alzarsi, ma venne respinto.
<< Shh >> fece Stede prima di avvicinare
nuovamente il dito
a quelle belle labbra, l'unica soluzione era lasciarlo fare
pensò sentendosi totalmente sopraffatto, chiuse
istintivamente
gli occhi quando il fresco della confettura toccò il suo
labbro inferiore, il pirata gentiluomo si muoveva con
abilità e con una delicatezza unica come se gli stesse
mettendo
il rossetto, Edward moriva dalla voglia di emettere un gemito di
soddisfazione ma forte del suo autocontrollo riuscì a
trattenersi.
<< Ecco qui >> soffiò Stede.
<< Sei bellissimo. >>
A quel punto Barbanera aprì gli occhi, sentiva le labbra
umidicce e appiccicose, vi passò la lingua sopra e Stede
deglutì di fronte a quel gesto, i suoi occhi languidi
studiavano
l'uomo che stava sotto di lui con desiderio e affetto, sembrava essere
tornato l'Edward che aveva conosciuto, quello che riusciva a tenere a
bada i suoi demoni interiori.
<< Allora com'è? >>
domandò schiarendosi la voce.
<< Buona >> rispose Ed non riconoscendo
più la sua.
Stede si leccò il dito succhiando via il poco residuo che ci
era
rimasto sopra, quello era troppo, Edward si lasciò sfuggire
un
mugolio leggero e subito le sue guance si colorarono di un vivo rosso,
idiota e debole si disse, come aveva potuto lasciarsi andare
così.
Da vero cavaliere il pirata biondo non commentò l'accaduto,
sorrise solamente come solo lui sapeva fare, mandando il cuore del
terrore dei mare a farsi fottere definitivamente.
<< Sai Ed... >> cominciò posando
anche l'altra mano su quel petto forte.
<< Mi piacerebbe sapere che sapore ha questa marmellata
sulle tue labbra. >>
Un nuovo colpo per quell'organo rosso e una fitta al bacino, doveva
rifiutarlo, come si permetteva di fargli richieste così
indisponenti dopo che lo aveva trattato come una pezza da piedi, ma non
riuscì a dire nulla, trovandosi completamente alla sua
mercé,
Stede non vedendo rifiuti si chinò a baciare quella bella
bocca
ancora viola e caramellata.
Edward si sentì travolto non appena le loro labbra si
unirono,
chiuse gli occhi portando istintivamente le mani sugli avambracci
fasciati dalla maglietta bianca, presto il bacio si
trasformò in
qualcosa di più caldo, dove la lingua del biondo venne
invitata
a banchettare con quella di Barbanera.
Il pirata gentiluomo mugolava vergognosamente, e per quanto la
rabbia fosse ancora forte e la ferita viva, Edward era pur sempre un
uomo innamorato che aveva tra le braccia la persona che amava, gli
afferrò i fianchi con le mani e se lo spinse
addosso causando un gemito a entrambi.
Forse era stato fin troppo irruento e bisognoso, ma il suo bacino lo
stava implorando e lui non poteva più ignorarlo, Stede prese
quel gesto come un permesso e si sdraiò completamente sopra
di
lui, lasciò scivolare le sue mani sulle braccia dell'altro,
da
un lato sentiva la pelle nuda e calda, dall'altro c'era la pelle della
giacca che era più fredda solida.
Quella semplice differenza gli dava alla testa senza saperne l'esatto
motivo, le loro dita erano intrecciate sul pavimento e tra un bacio e
l'altro c'era solo la pausa per prendere qualche breve respiro, la
barba bionda grattava su quella brizzolata, si graffiavano a vicenda e
Barbanera sentì il bisogno di toccare quel viso un tempo
così liscio e delicato.
Si staccarono lentamente sollevando le palpebre nello stesso istante,
Edward lo guardava inerme, attendendo che fosse l'altro a fare una
mossa, a dire qualcosa, lui non aveva parole, sentiva solo un uragano
dentro, l'unica forza che aveva era quella di baciarlo ancora.
Stede sorrise, un linea appena accennata, come se temesse che
sorridendo troppo avrebbe potuto rovinare tutto.
<< Non credere che mi scuserò per quello che
ho fatto >> disse con un filo di voce.
Edward non rispose, si sollevò con il busto senza
distogliere
mai lo sguardo da quei begli occhi nocciola che tanto amava, lui aveva
le sopracciglia corrugate, allungò una mano posandola sulla
guancia ispida e bionda di Stede, era una sensazione strana, quella
barba sottile gli faceva il solletico sotto il palmo, mostrò
un
sorriso appena accennato ma erano le parole quelle a non venirgli.
Si sentiva bene? Sì, dannatamente bene.
Era ancora arrabbiato? Sì, no, forse, non lo sapeva.
Amava quell'uomo? Dannatamente sì.
<< Ti piace? >> domandò Bonnet
lasciando che esplorasse la sua faccia per il tempo che desiderava.
<< E' strano, ho sempre toccato solo la mia di barba, mai
quella di qualcun altro. >>
<< Perché non l'hai più tolta?
>> domandò genuinamente Barbanera.
<< Non ti piace? >>
<< Sì...Sono solo curioso. >>
Stede gonfiò il petto poi lasciò andare il
respiro dalle narici.
<< Era un modo per dire addio del tutto al vecchio Stede
>> spiegò.
<< A me piaceva, era un po' isterico ma ci avevo fatto
l'abitudine >> disse Edward addolcendo lo sguardo.
<< Ma ti ha fatto del male Ed, non so se potrò
mai perdonarlo per questo. >>
<< Se non ti perdoni tu come pensi possa farlo io?
>>
Il pirata dai capelli dorati sollevò le spalle.
<< Forse spero tu possa dare una possibilità
al nuovo me. >>
<< Allo Stede barbuto? >>
Bonnet ridacchiò e la sua barba grattò la mano
che era
ancora appoggiata alla sua guancia, a Barbanera piaceva quella
sensazione.
<< Proprio a lui, ma se non ti piaccio con questa posso
sempre
toglierla >> le sue insicurezze erano tornate a fargli
visita.
<< Tu vuoi piacere a me? >>
<< Non era chiaro? >> rispose Stede
sollevando appena
l'angolo di un sopracciglio, Edward si strinse nelle spalle,
spostò il viso di lato sospirando piano.
<< Tranquillo Ed, la mia capacità in queste
cose è
pari all'abilità di essere un pirata >>
ridacchiò
ma vide che l'altro era già perso altrove con lo sguardo.
Allarmato gli prese il viso tra le mani.
<< Non andartene Edward, resta con me, stiamo solo
parlando. >>
I loro occhi si incrociarono, in quelli scuri che solitamente erano
macchiati di grasso si poteva leggere il conflitto interiore che il
loro proprietario stava vivendo.
<< Se vuoi pensarci... >> provò
a dire scostandogli i capelli dalla fronte.
<< Pensare a cosa? >> domandò
Edward.
<< A questo, noi due. >>
<< Stede non c'è nessun noi due e mai ci
sarà. >>
Quelle parole furono una vera pugnalata, gli occhi del pirata
gentiluomo si riempirono di lacrime.
<< Ma prima... >>
<< E' stato uno sbaglio >> rispose freddo
mentre gli scostava la mano dal viso.
<< Ma... >> Stede invece, non aveva parole.
<< Come la mettiamo quando ti stancherai di me e mi
lascerai ancora? >>
<< Ma io >> le lacrime che scendevano
rapide gli impedivano
di rispondere, il suo cervello era in tilt, sentiva solo una forte
morsa
al petto che gli impediva di respirare.
<< E' questo che accadrà, perché io
e te siamo
troppo diversi, sono stato uno sciocco a illudermi di poterti piacere,
ma un fiore non potrebbe mai vivere in un terreno arido.
>>
<< Edward... >> singhiozzò
prendendogli le mani ma
quello le ritirò, gli spezzava il cuore vederlo piangere
così, ma dovevano entrambi accettare la dura
verità.
<< Stede... Forse il mio perdono lo hai avuto dal momento
in cui
sei salito qui sopra, inciampando come un idiota sui tuoi stessi
stupidi piedi >> il tono che usava era morbido, non lo
stava
insultando, ma semplicemente ricordava quel momento con affetto, ora
che una parte di oscurità lo aveva lasciato libero di
respirare,
anche Stede sorrise asciugandosi una lacrima ma dentro di sé
sentiva che quel discorso sarebbe finito in un modo che gli avrebbe
spezzato il cuore.
<< Ma il resto è stato solo una bugia che mi
sono
raccontato, non ci potrà mai essere altro tra noi.
>>
Il pirata biondo si coprì la faccia con le mani continuando
a
singhiozzare, le lacrime non volevano smettere di scendere e sentiva il
respiro mancargli, piangeva, piangeva sentendo di star perdendo tutto,
Edward lo aveva perdonato ma non lo voleva, e questo se possibile
faceva ancora più male.
L'altro capitano abbassò le spalle, sconfitto da
quell'immagine
straziante, strinse la mascella e si leccò le labbra, un
tempo
le lacrime supplichevoli degli uomini che invocavano la sua
pietà non gli facevano alcun effetto, ma quello che stava
piangendo non era uno qualunque.
Allungò una mano andandogli a sfiorare quella bella chioma
bionda, sospirò lentamente, era meraviglioso sentire i suoi
capelli tra le dita.
<< Stede...basta piangere. >>
Ma a quelle parole i lamenti si fecero ancora più forti,
allora
Edward lo prese per i lembi della camicia e lo tiro a sé,
scontrandolo contro il suo petto, gli strinse le braccia intorno alla
schiena e posò il viso sulla sua testa, Stede si schiuse da
quell'involucro che era diventato e lo abbracciò a sua
volta,
bagnando di gocce salate quella giacca di pelle che tempo prima aveva
pulito dal sangue.
<< E' meglio così, credimi. >>
<< Forse lo è per te! >>
sbottò il biondo scostandosi da quella stretta.
<< Scusa, non volevo urlare. >>
<< Non preoccuparti >> rispose Edward.
<< Credi davvero che questo risolverà le cose
tra noi? Ignorare quello che sentiamo. >>
<< Che tu senti Stede, io non ho mai detto niente.
>>
<< Bel bugiardo che sei Edward, ma capisco, lo dici solo
per
ferirmi. Non ti sembro già abbastanza sconvolto? Devi per
forza
infierire? >>
Barbanera scosse il capo, convinto di avere ragione, Stede era un
pietra preziosa, di quelle rare che il mondo sporcherebbe guardandola
troppo, mentre lui era solo un pezzo di carbone, un semplice sasso che
la gente si diverte a prendere a calci o gettare in acqua.
<< Bonnet non farne un dramma...- >>
<< Lo capisci che mi stai uccidendo!? >>
rispose il pirata
gentiluomo in preda al panico, quella freddezza mascherata da
indifferenza era la cosa che gli faceva più male.
<< Io sto così per...per te >>
disse asciugandosi l'ennesima riga umida dalla guancia.
<< E tu dov'eri quando ero io a piangere come un
imbecille sotto un mare di coperte!? >>
Stede si zittì di fronte a quello sfogo, mandò
giù il nodo che sentiva stringergli la gola.
<< Stavo tornando >> rispose con la voce
rotta.
<< Stronzate, non avresti mai dovuto andartene, quello
che dici
di provare è solo la curiosità per un giocattolo
nuovo...- >>
<< Come puoi...- >>
<< STA ZITTO ADESSO! >>
<< Se ti sta bene quello che posso offrirti resta
altrimenti
vattene, non mi arrabbierò e nemmeno mi sfogherò
sulla tua
ciurma, puoi anche portarla con te se vuoi. Ho capito che sono stato io
a sbagliare, credere che tu potessi amarmi, ridicolo. Non sono
più arrabbiato ma nemmeno farò di nuovo la figura
dell'imbecille, ti perdono Stede, ma non posso... >>
Faceva male dirlo.
Era dura.
<< Non posso amarti. >>
Stede stava per replicare quando qualcuno da sotto chiamò la
loro attenzione.
<< Capitani, abbiamo visite! >>
<< Eddy! >> chiamò una voce.
<< Will? >> domandò Edward e lo
stomaco di Bonnet si strinse in una morsa.
<< Gli avevo detto di andarsene. >>
<< Non preoccuparti >> iniziò
Stede, aveva l'espressione seria, e le lacrime si erano asciugate del
tutto.
<< Va pure da lui, sicuramente è meglio di me,
tutti i
tuoi amici lo sono >> disse freddo cominciando a scendere
dalle
corde, una volta sceso fissò il nuovo arrivato.
<< Se qualcuno dei miei viene soltanto sfiorato tu e il
tuo Eddy finite fuori dalla nave. >>
Era stato glaciale, persino l'equipaggio rimase interdetto di fronte a
quella scena, si ritirò in una stanza sbattendosi la porta
alle
spalle, nessuno ebbe il coraggio di dire una parola, pochi della ciurma
avevano capito che cosa era accaduto, il loro capitano era geloso.
<< Che cazzo ci fai qui? Non ti avevo detto di starmi
alla larga? >>
<< E voi perché lo avete fatto salire?
>>
William gli mise un braccio intorno alle spalle.
<< Non sgridarli, è solo che avevo nostalgia
di un vecchio
amico, e visto che ci siamo incontrati per puro caso mi sembrava
stupido sprecare l'occasione. >>
<< Dove siete diretti? >>
Edward si scostò malamente.
<< A Roatán. >>
<< Cerchiamo i nostri amici >> rispose lo
Svedese, attirandosi lo sguardo pungente di Barbanera.
<< Che cosa gli è successo? >>
domandò Will.
<< Nessuno fiati! William siamo amici, ma stai superando
il
limite, io non ti voglio qui e nemmeno voglio che ti butti in
un'impresa che non ti riguarda. >>
Il capitano dell'altra nave si leccò le labbra e
incrociò le braccia.
<< Ma potrei esservi utile, ricordi quando combattevamo
fianco a
fianco? >> domandò con gli occhi che
sbrilluccicavano, Ed
roteò i suoi infastidito.
<< Quello che facevamo erano piccoli furterelli e qualche
volta
ci siamo scontrati con qualche commerciante irritato o criminale come
noi. >>
<< Il succo è lo stesso, avanti Eddy, prometto
che non
ficcherò il naso negli affari tuoi e starò ai
tuoi
ordini. >>
Barbanera sbuffò contrariato, poi gli venne un'idea.
<< Va bene... >>
L'altro si illuminò.
<< Ma deve essere d'accordo anche l'altro capitano di
questa nave, Stede. >>
A quel punto le speranze del giovane marinaio sembrarono vacillare, per
grande gioia di Edward che a stento tratteneva il sorriso, era certo
che Bonnet non avrebbe più accettato nessuno dopo Calico, e
lo
aveva detto lui stesso.
<< Qualcuno vada a chiamare Bonnet, sempre se Will vuole
ancora restare >> lo fissò furbescamente.
<< Certo che voglio! >>
Stede venne convinto a fatica a lasciare l'angolo in cui si era
rifugiato, quando si presentò sul ponte aveva l'aria di chi
fosse stato appena condannato a morte, ironia della sorte, non
degnò Edward di uno sguardo, i suoi occhi si puntarono
all'istante su William.
<< Capitano Bonnet, volevo chiederti il permesso di
navigare con voi per un po'. >>
<< Perché? >> domandò
il pirata biondo con sospetto.
<< Sarò sincero, è da una vita
intera che non vedo
Edward, quando ci siamo incontrati per caso mi è sembrato un
dono del destino, ma visto che lui mi aveva chiesto di andare via e
anche tu ovviamente, me ne sono andato ma poi ho pensato di riprovarci,
non voglio sprecare questa occasione. >>
Barbanera sentiva dentro di sé il solletichio vittorioso di
quando Stede lo avrebbe guardato negli occhi e risposto con un secco
"no."
<< Vi aiuterò a trovare i vostri amici, e se
ci sarà da combattere avrete un alleato prezioso.
>>
<< Come sai... >> iniziò il
biondo lanciando uno sguardo pungente a Barbanera.
<< Oh non è stato lui a dirmelo, lo ha fatto
uno dei
vostri, ma è stato un caso davvero. Ti chiedo solo di
valutare
la mia proposta. >>
No, no, no pensava Edward.
<< D'accordo puoi restare, non mi interessa quello che
fate tu e
il mio co-capitano, ma come ti ho detto, un passo falso e ti sbatto
fuori. >>
Edward per poco non ingoiò la sua stessa lingua per la
sorpresa.
<< Cosa!? >>
<< Bonnet! >>
Stede allungò la mano con il palmo rivolto verso di lui per
farlo tacere.
<< Non ho finito se non ti dispiace, ordinerò
a tutti di
starti alle costole e di non perderti di vista nemmeno un secondo. Non
fraintendermi William, ti rispetto e sicuramente sei un grande pirata
ma ho già imparato a mie spese cosa significa fidarsi.
>>
Will allungò la mano con un sorriso sincero.
<< Sarà un piacere navigare con voi, e ti do
la mia parola che non te ne pentirai. >>
Il pirata gentiluomo strinse quella mano forte e callosa con un po' di
titubanza.
<< Possiamo parlare? >> si sentì
strattonare per la manica.
Barbanera lo trascinò lontano da tutti.
<< Che diavolo ti prende? >>
domandò di botto, facendo sollevare le sopracciglia bionde
dell'altro.
<< Non so di cosa parli >> rispose
spostando lo sguardo.
<< Non fare il finto tonto, perché lo hai
fatto restare?
Quando è salito la prima volta hai fatto una mezza scenata e
adesso invece hai cambiato idea? >>
<< E guardami quando ti parlo! >>
sbottò
Gli occhi nocciola che ora erano molto tristi e lontani lo fissarono,
obbedendo a quell'ordine quasi gridato istericamente.
<< Così sai cosa ho provato io tutte le volte
in cui ti
parlavo e tu guardavi il muro, e ti supplicavo di guardare me
>>
rispose Stede con un nodo alla gola.
<< Era diverso e tu lo meritavi lo sai bene. Ora rispondi
alla mia domanda. >>
<< L'ho fatto perché mi andava.
>>
<< Vaffanculo Stede! >>
<< Ascolta Edward io sono stanco sinceramente, non
importa quello
che faccio, tanto tu fai sempre di testa tua, non mi dai retta e posso
anche umiliarmi qui davanti a tutti che per te non sarebbe abbastanza,
quindi vuoi stare con il tuo amico? Stacci pure, non mi interessa,
basta che la mia ciurma non venga toccata, William non
mi sembra un idiota come Calico. Spero di non sbagliarmi ovviamente.
>>
Barbanera lo fissò con sgomento, quell'intera frase non
aveva alcun senso.
<< Io non volevo restasse, contavo su di te
>> gli disse abbassando la voce.
<< Ah adesso sono abbastanza affidabile da prendere
decisioni? >>
<< Quello che è successo tra noi esula dai
nostri ruoli >> disse Edward serio.
Stede si lasciò andare ad una risata soffocata.
<< Adesso sono i
nostri ruoli. >>
<< Piantala Bonnet. >>
<< No tu finiscila è tuo amico, pensaci tu.
Non avete cose
divertenti da fare tipo legarvi una corda alle dita dei piedi e
lanciarvi giù dalla nave? >>
<< Ti stai rendendo ridicolo. >>
<< Sai che novità, tutti sono meglio di me ai
tuoi occhi
>> rispose con il magone e si allontanò,
Edward aveva gli occhi
lucidi, tremava e lo seguì all'interno, nei corridoi.
<< Non è vero e tu lo sai. >>
Il pirata biondo abbassò le spalle.
<< Non sforzarti di essere gentile, l'avermi perdonato
non ti costringe a trattarmi con i guanti. >>
<< Nessuno mi costringe a fare niente Stede, forse
è questa la cosa che non ti è mai stata chiara.
>>
Stede si voltò, aveva gli occhi lucidi e sentiva che non
sarebbe
riuscito a trattenere le lacrime ancora a lungo, dentro di
sé si
agitava un tormento, era felice che Edward lo avesse perdonato o almeno
lui diceva così, ma quella voragine che lui stesso aveva
spaccato tra loro, ancora non si era richiusa.
<< Torna da lui Ed, non perdere tempo con me
>> disse
mordendosi forte il labbro e voltandosi, ormai le prime gocce gli
cadevano dagli occhi, Barbanera si affrettò a raggiungerlo
facendolo voltare malamente tirandolo per un braccio.
<< No ora tu resti e mi parli cazzo. Hai rotto le palle
alla tua
ciurma con questa storia del cazzo, persino io mi sono aperto con te e
indovina chi è stato l'unico che non lo ha fatto!? Tu!
Bell'ipocrita del cazzo sei. >>
<< L'ho fatto ora Edward! E' da quando sono tornato che
ti dico
come mi sento, quello che ho provato e perché ho fatto
ciò che ho fatto! >>
<< E' TROPPO TARDI STEDE! >> gli
urlò contro.
Il pirata gentiluomo arricciò le labbra.
<< Allora vedi che ho ragione, mi avrai anche perdonato
ma io per
te sono davvero morto quella notte, mi guarderai e vedrai sempre quello
che ti ha spezzato il cuore, quindi se permetti non mi va di
rimanere a guardare mentre ti scambi sguardi e risate con il tuo amico,
oppure la mia punizione non deve mai avere fine? >>
<< Se ti può consolare Ed vivrò il
resto della mia
vita con il tormento per come mi sono comportato, e con il cuore
spezzato per averti perso. Volevi che parlassi e ti dicessi i miei
sentimenti, bè sono questi, mi hai rifiutato e ho dovuto
accettarlo ma fa male Edward. Lo so che me lo merito, ma ti prego non
infierire più del dovuto. >>
<< Gli hai permesso tu di restare >> fu
quello che
riuscì a dire Barbanera e nel petto di Stede qualcosa si
ruppe,
lo guardò con profondo dispiacere, con la voglia di urlargli
contro tutto il suo dolore ma non disse nulla, semplicemente
voltò le spalle e andò a chiudersi in quella
stanza che
ormai era diventata il suo rifugio dalla realtà.
<< Cazzo! >> imprecò Edward
sbattendo un pugno
contro la parete legnosa, uscì dalla nave attirandosi gli
sguardi preoccupati di tutti.
<< Che avete da guardare? Tornate al lavoro!
>>
William si avvicinò a lui.
<< Va tutto bene? >>
<< No cazzo Will, è evidente! Ci mancavi tu e
il tuo piombare qui all'improvviso. >>
<< Ero preoccupato per te >> rispose
l'altro con un tono di voce basso.
<< Fanculo, nessuno te lo ha chiesto. >>
<< Non ce n'è bisogno, sono tuo amico.
>>
<< Ma se non ci vediamo da anni Will! >>
L'altro capitano strinse i pugni, non era più il Barbanera
che
ricordava, era cambiato qualcosa, glielo leggeva negli occhi e avrebbe
tanto voluto si confidasse con lui.
<< La verità è...che ero curioso
>>
confessò sollevando le spalle, Edward corrugò le
sopracciglia fissandolo.
<< Quello Stede...sembrava tenerti in pugno.
>>
<< Nessuno mi tiene in pugno, capito!? >>
gridò afferrandolo per la camicia.
<< Aspetta, aspetta, mi sono spiegato male. Quello che
volevo
dire era che sembravi condiscendente con lui, come non lo sei stato con
nessuno. >>
<< Governiamo entrambi la nave, è logico che
lo lasci fare. >>
Will rise.
<< Andiamo Eddy... >>
<< Comunque non sono affari tuoi. >>
<< Hai ragione scusa, posso godermi un'ultima avventura
insieme al mio amico, senza finire tra voi due? >>
<< Che cazzo significa ultima? >>
Le pupille di William tremarono.
<< N-Niente. >>
<< Non prendermi per il culo >> ma l'altro
si scostò
dandogli le spalle, Barbanera lo fece voltare, aveva cambiato
completamente espressione.
<< Senti, tu non sei costretto a parlarmi delle tue
faccende e io lo stesso. >>
<< Sei sulla mia nave, se vuoi restare devi dirmi cosa ti
sta capitando. >>
<< Sono malato Edward va bene? Non so quanto mi
resta...so solo
che è una cosa che a volte mi debilita e non posso andare
avanti
a lungo con questa vita. >>
Barbanera si sentì crollare un pesante macigno addosso, era
abituato alla morte ovviamente, ma Will, anche le volte in cui lo aveva
visto ferito sembrava che la voglia di vivere gli sgorgasse dagli
occhi, era più giovane di lui e non poteva credere che
presto si
sarebbe ridotto a un semplice corpo inerme e malaticcio.
<< Ma che cazzo Will... >>
Il più giovane aveva gli occhi lucidi.
<< Quando ti ho rivisto per me è stato un
miracolo, come
se il destino volesse farmi un ultimo regalo. >>
<< Ma poi tu eri immerso
in chissà cosa e ho capito che non avresti avuto tempo per
me,
non volevo nemmeno dirti della malattia per non farmi compatire.
>>
<< Però non ce l'ho fatta a starti
lontano...mi dispiace
>> due lacrime piene e lucide gli sgorgarono dagli occhi,
Edward
lo tirò a sé stringendolo in un abbraccio, quando
si
staccarono Will se le asciugò.
<< Sicuro di potercela fare? >>
domandò Barbanera,
conosceva l'amico, e sapeva che se gli avesse impedito di fare
ciò che desiderava lo avrebbe soltanto umiliato.
<< In qualche modo dovrò morire Eddy
>> sorrise
amaramente, cercando di confortare quel gigante che era diventato
padrone dei mari, come se fosse lui ad averne bisogno.
<< Mi piacerebbe non fosse a causa mia. >>
<< Barbanera non è tipo da sensi di colpa,
soprattutto
quando riguardano cose che non può controllare.
>>
Edward annuì leccandosi appena le labbra, aveva gli occhi
lucidi
ma non voleva farsi vedere troppo vulnerabile, in fondo lui aveva solo
il cuore diviso a metà, e forse con un po' di fortuna un
giorno
avrebbe potuto aggiustarlo, ma William...Non poteva tornare indietro in
alcun modo.
Lo abbracciò dandogli qualche affettuosa pacca sulle spalle.
<< Non farmi pentire di averti detto sì.
>>
<< Hai la mia parola capitano >> gli fece
l'occhiolino ed Edward lo spinse ridacchiando.
<< Tu però non dire niente di...-
>>
<< Figurati Will, nemmeno mi ricordo cosa hai detto.
>>
Verso sera mentre Fang era al timone gli altri si ritirarono in cucina
per gustarsi la loro meritata razione, era meno rispetto a quando erano
partiti con Bonnet ma almeno non erano costretti a raschiare gli avanzi
dal fondo delle pentole, Stede uscì dalla sua stanza come un
topolino in cerca di formaggio, voleva qualcosa per placare la nausea
che da ore sentiva agitargli lo stomaco, magari un pezzo di pane.
La ciurma lo salutò allegramente, lui con lo sguardo, come
se
non potesse farne a meno, scandagliò quei volti alla ricerca
di
quello che amava di più, non c'era cosa che Edward potesse
dirgli da farlo desistere, lo avrebbe sempre cercato, tra mille volti e
profumi, sicuro di riconoscerlo anche di spalle tra una folla di
persone che andavano nella stessa direzione.
<< Dov'è Edward? >> la sua bocca
parlò per lui.
<< E' in cabina con il capitano William, ha chiesto di
portargli
la cena lì >> rispose quasi entusiasta di
quella notizia.
<< Roach! >>
<< Amico dai... >>
<< Chiudi la bocca! >>
Furono i richiami dei suoi amici, lui li guardò stranito,
non
capendo che cosa ci fosse di sbagliato in ciò che aveva
detto,
era la verità.
<< Nella mia cabina... >>
sussurrò Stede arricciando le labbra.
<< Tutto bene capitano? >>
domandò Olu.
<< S-Sì io...volevo solo...questo
>> rispose prendendo metà di una pagnotta e
correndo via.
<< Eres proprio un imbécil! >>
lo rimproverò
Jim dandogli una cucchiaiata in testa con il mestolo di legno.
<< Ahu, ma che ho fatto? >>
<< Qualcuno dovrebbe parlare con lui? >>
domandò Franchie.
<< Jim forse sarebbe la persona giusta >>
propose timidamente lo Svedese.
<< ¿Que? Solo perché soy una donna
tu credi che io...- >>
<< N-No...cioè io...- >>
Olu sospirò trascinando la sedia all'indietro.
<< Calmatevi vado io, e per favore non parlate di certi
argomenti
con il capitano. Siamo già abbastanza nei guai.
>>
Intanto Stede era fermo davanti a quella che un tempo era stata la sua
cabina, quante colazioni o pranzi aveva condiviso con Ed, e
ora lui era lì con un altro, stavano ridendo, da quando loro
due
non ridevano più così?
Lasciò cadere il pane a terra e filò via, le
lacrime che
pungevano per uscire, era stato masochista da parte sua fermarsi
davanti alla porta, lo sapeva ma non aveva potuto evitare e ne aveva
pagato le conseguenze, stava più male di prima.
Quando Olu trovò la metà della pagnotta a terra
capì subito
cosa fosse successo, la raccolse e sospirò, non si sentiva
più sicuro di volergli parlare, in fondo che cosa poteva
dirgli?
Che le cose si sarebbero risolte, che sarebbe andato tutto bene, le
solite frasi che si dicono a qualcuno che è triste, ma gli
sembravano tutte così stupide e inutili.
<< Ehi amor, ¿qué te pasa?
>>
<< Jim >> si voltò.
<< Vorrei che Lucius fosse qui >>
sussurrò.
<< Lui sapeva sempre cosa dire, io non so...
>>
sospirò pesantemente, Jim gli posò una mano sulla
spalla.
<< Tu cosa vorresti sentirti dire se fossi in Stede?
>>
domandò, Olu si strinse nelle spalle, provandosi a mettere
nei
panni del suo capitano.
<< Io vorrei solo che le cose con la persona che mi piace
andassero bene... >>
Jim sorrise accarezzandogli una guancia.
<< Forse al capitano basta avere qualcuno che gli sia
vicino. >>
Il ragazzo annui baciandol* sulle labbra.
<< Grazie. >>
<< Te aspetto fuori. >>
Stede se ne stava rintanato in un angolino avvolto dalle coperte, con
le
braccia si stringeva le ginocchia, piangeva sentendosi nuovamente quel
fallito che tutti si erano impegnati a fargli credere di essere, quando
era partito per tornare sulla Revenge aveva un obbiettivo, quello di
chiedere perdono a Edward, non sapeva cosa sarebbe successo una volta
salito a bordo, si sarebbe potuto ritrovare con una spada infilzata nel
cuore ma non gli importava.
Si rese conto di essere stato stupido, credeva che ottenuto il suo
perdono
le cose tra loro sarebbero con il tempo migliorate, che avrebbero
potuto riprendere da dove si erano lasciati e invece lui gli aveva
chiaramente detto che non ci poteva essere più niente, se lo
meritava, sì non poteva essere diversamente, Edward era
già stato troppo buono a concedergli una seconda
possibilità e passare sopra a quello che era successo.
Non poteva pretendere altro, sarebbe stato egoista da parte sua ma
allora perché non riusciva a smettere di pensare a quelle
labbra
appiccicose di marmellata che avevano risposto al suo bacio con tanta
avidità?
In quel momento sembrava che lo desiderasse tanto quanto lui, si era
quasi commosso quando lo aveva sentito rispondere e non rifiutarlo, ma
le lacrime avrebbero rovinato tutto così le aveva trattenute
dentro di sé, forse Edward lo amava a sua volta ma l'idea di
riprovarci era troppo spaventosa, temeva ancora di essere abbandonato.
O probabilmente era solo l'eccitazione del momento.
Sospirò sentendo la porta aprirsi.
<< Capitano? >>
<< Ehi...sono qui >> rispose con voce fioca.
Il pirata si avvicinò sentendo il cuore spezzarsi nel vedere
il
suo capitano ridotto in quelle condizioni, lo aveva visto piangere
altre volte ma in quei casi ciò che gli ci voleva era una
bella
spinta di incoraggiamento, mentre ora non sapeva proprio come
comportarsi per lenire quelle ferite.
Prese posto accanto a lui, ricordando quando tempo prima Lucius lo
aveva consolato in merito alla rottura, prendendo lui stesso le redini
della situazione.
<< Ho trovato questo a terra >> disse
mostrandogli il pane.
Bonnet sollevò lo sguardo tirando su col naso, si
asciugò un occhio con il dorso della mano.
<< Oh grazie, deve essermi scivolato. >>
<< Stede... >> Olu sospirò.
<< Non devi fingere, lo abbiamo capito tutti da un pezzo
che ti
piace Edward ed è chiaro che tu stia soffrendo a causa sua.
>>
<< Io l'ho fatto soffrire per primo >>
disse stringendo le labbra.
<< Devi dirgli quello che provi o vuoi passare la vita
nascosto qui a piangere? >>
Si asciugò l'ennesima lacrima.
<< Lo sa...e lo accetta e la cosa buffa è che
mi ha anche perdonato. >>
<< Cosa? Ma allora perché...- >>
<< Quello che c'era prima tra noi non può
più
tornare, evidentemente ha capito le mie ragioni ma quello che ho fatto
è stato troppo grave e...Non si fida di me, non
così
tanto da consegnarmi nuovamente il suo cuore >> trattenne
un
singhiozzo e spinse la testa all'indietro sbattendola contro la parete.
<< Ti ha detto chiaramente che non prova niente?
>> domandò il giovane.
<< No...anzi il contrario, oppure...io non lo so.
>>
<< Scusa se mi permetto capitano, ma se lui non ha negato
tu
dovresti provarci, va da lui, dimostragli che può
fidarsi...-
>>
<< E' quello che ho fatto da quando sono qui! Ma non
basta... >>
<< Fagli vedere cosa si perde >>
suggerì con un sorrisetto.
<< Che intendi? >> domandò Stede.
<< Fino a prova contraria sappiamo che Edward ci tiene
ancora a
te, dimostragli che non ti sei arreso, conquistalo. >>
Il capitano sorrise appena valutando quella possibilità.
<< Non so nemmeno come ho fatto la prima volta.
>>
<< A maggior ragione! Adesso ne sei consapevole,
sfruttala a tuo vantaggio. >>
Stede sospirò nuovamente sconfortato.
<< Ma adesso c'è quel William, sembrano andare
molto d'accordo. >>
<< Capitano non puoi vedere in ogni suo amico una
potenziale minaccia, non ne uscirai più credimi.
>>
<< Se non funzionasse? >>
<< Funzionerà! >>
esclamò il pirata dandogli
una pacca sulla spalla, Bonnet sorrise ringraziandolo di essere
così paziente e di esserci nei momenti bui, e soprattutto
per
non averlo giudicato, era importante per lui avere qualcuno su cui
poter contare, non solo come uomo in battaglia ma anche come amico.
La mattina seguente mentre tutti erano fuori per occuparsi delle
faccende, il pirata gentiluomo si intrufolò nella sua
vecchia
cabina sicuro che per un po' non avrebbe avuto incidenti,
aprì
l'armadio segreto sperando ci fosse rimasto ancora qualcosa, non era
più come la ricordava, adesso era disordinata con alcuni
gilè a
terra e molto più spoglia ma fortunatamente alcuni abiti
c'erano.
Ad alcuni completi mancava la parte superiore o inferiore, come se
Edward si fosse divertito a separare tutte le coppie, certo non si
sarebbe fatto fermare da un particolare così insignificante
paragonato al suo obbiettivo, lo stile era il suo cavallo di battaglia
e avrebbe tirato fuori un look adatto da quelle poche cose che aveva.
<< Eddy sei qui? >>
<< Oh cazzo >> mormorò Stede
nascondendosi.
<< Ma che diavolo... >> William
entrò nella stanza
segreta, curioso di sapere che cosa fosse e a cosa servisse, a quel
punto Bonnet scivolò fuori e la chiuse mormorando delle
scuse a
bassa voce.
<< Ehi, tiratemi fuori! >>
Corse a perdifiato fino alla sua stanza, lanciò malamente i
vestiti in un angolo e di nuovo si precipitò fuori
raggiungendo
Olu, lo prese per le spalle.
<< Ho fatto un casino. >>
<< Che? >>
<< Io non volevo, ma lui mi ha sorpreso...
>>
<< Stede respira e raccontami dall'inizio.
>>
Il biondo deglutì.
<< William è rinchiuso nell'armadio segreto.
>>
<< Armadio segreto? >>
<< Sì storia lunga...Ma adesso come faccio?
>>
<< Liberalo no? >> rispose il giovane
pirata.
<< Se lo faccio racconterà tutto a Edward, ho
bisogno che lo tieni lontano dalla cabina per un po'. >>
Olu sospirò, perché doveva finirci sempre lui tra
quei due?
<< Vedo cosa posso fare ma tu sbrigati. >>
<< Grazie, mi hai salvato! >> e lo
abbracciò.
Barbanera proprio non sapeva come c'era finito in quella situazione, in
una scialuppa, a pesca, con uno dei suoi uomini.
L'idea di pescare era stata di Buttons perché erano rimasti
quasi completamente a secco di provviste, e per arrivare a
Roatán ci voleva ancora un po' e del buon pesce non gli
avrebbe
fatto di certo male, lui era stato d'accordo ma certo non si aspettava
di andarci lui stesso.
<< Allora di cosa volevi parlarmi? >>
<< Bè ecco io... >> le mani gli
sudavano strette alla canna da pesca.
<< Volevo dirti grazie. >>
<< Grazie? >> domandò perplesso
sollevando un sopracciglio grigio.
<< Sì, per aver deciso di tornare indietro.
>>
<< Scherzi vero? Mi stai prendendo per il culo?
>> si stava innervosendo.
<< Mi hai portato su questa cazzo di barca solo per dirmi
grazie! >>
Olu sudava non sapendo più cosa inventarsi, accidenti a
Stede e ai suoi piani improvvisati.
<< Avevi detto che era importante. >>
<< Lo è! >> si leccò
le labbra secche.
<< Nessuno di noi è abituato a questo ma se il
capitano
Bonnet mi ha insegnato una cosa è questa, dire quello che si
prova è molto importante e io, malgrado quello che
è
successo ci tenevo a parlare con te, perché per un periodo
siamo
tutti andati d'accordo. Ti consideravo il mio capitano...-
>>
<< Adesso non più? >>
domandò Edward.
Il ragazzo rimase in silenzio qualche attimo.
<< Ci ho messo un po' ma ora mi fido nuovamente di te e
di Stede,
so che forse non ti interessa, e magari non vuoi nemmeno questo tipo di
rapporto e se è così d'ora in avanti lo
rispetterò, ma volevo farti sapere che sono contendo di come
si
stanno mettendo le cose, di essere tornato. >>
<< Non saranno come prima ragazzo. >>
<< Lo so e va bene così, non mi aspetto certo
che cambi tutto ma va meglio di prima no? >>
Ed sollevò e abbassò le spalle.
<< Possiamo dire di sì. >>
Olu sorrise deglutendo.
<< Ma non osare mai più trascinarmi in cose
come questa senza che siano seriamente importanti. >>
<< S-Sì certo, capitano. >>
Intanto Stede aveva liberato William dalla sua improvvisata prigionia.
<< Che diavolo ti è saltato in mente,
perché mi hai chiuso lì dentro!? >>
<< Non volevo dicessi a Edward di avermi trovato
lì. >>
<< Perché mai avrei dovuto dirglielo?
>> ringhiò.
<< E' tuo amico. >>
<< Questo non significa mi metta in mezzo agli affari
suoi, e per
quanto ne so sei anche tu capo di questa nave, puoi andare dove ti
pare. >>
Bonnet deglutì.
<< Solo se fosse stato in pericolo avrei agito.
>>
<< Ma non mi
sembrava ci fossero cose pericolose in quel armadio o cosa diavolo sia.
>>
<< Ti chiedo di non farne parola con lui, non so cosa ti
ha raccontato...- >>
<< Niente, non mi ha raccontato nulla ma da quello che
vedo non sembra ve la passiate bene. >>
<< Abbiamo dei discorsi in sospeso, e sto cercando di
rimediare, ma ho bisogno della massima descrizione. >>
<< Bastava dirlo subito capitano Bonnet. >>
<< Puoi chiamarmi Stede, se vuoi >> disse
sorridendo sollevato, gli porse la mano, Will la strinse.
<< Hai la mia parola, Stede. >>
|
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Capitolo 10 *** Cena romantica ***
Cena romantica
Il capitano Bonnet aveva
messo su un
piano più che perfetto, studiato nel minimo dettaglio, ogni
uomo
della ciurma aveva il suo ruolo e si era ritrovato persino con un
alleato inaspettato, ed era ciò che stava raccontando a Jim
e
Olu mentre si provava combinazioni diverse degli abiti che aveva
racimolato.
<< E' un sollievo che quel William non sia come Calico
>> una smorfia comparve sul suo viso.
<< Privo di stile e rozzo ecco com'era, mentre lui sembra
gentile e disponibile. >>
<< Capitano di la verità, ti piace solo
perché non fa il filo a Edward. >>
Stede arrossì, mascherando la sua agitazione con un colpo di
tosse.
<< Non è affatto vero. Con questo addosso
sembro un pagliaccio >> piagnucolò.
<< Vuoi spiegarmi perché dobbiamo essere noi
ad aiutarlo
con estos malditos vestiti? >> domandò seccat*
Jim.
<< Perché Lucius non c'è
>> rispose ridacchiando il suo fidanzato.
<< Quel chico, quando lo prendo giuro che lo strangolo.
>>
<< Okay ragazzi che ve ne pare? >>
<< Sì, estés bien. >>
<< Non male capo. >>
La faccia del gentiluomo si rabbuiò.
<< Sono orrendo vero? >>
<< Ma se abbiamo appena detto che stai bene!
>>
<< Olu ha detto non male >>
mugugnò.
Jim lo colpì su un fianco con una gomitata.
<< Intendevo che ti stanno bene capitano. >>
<< Ti ringrazio ma non devi dirlo solo per farmi stare
meglio. >>
<< Ehi...ne hai saltato uno >> disse Jim
indicando un mucchietto di stoffa.
<< Oh che sciocco, grazie Jim >>
chiocciò correndo a
prendere quegli abiti, sperando rappresentassero la sua salvezza, li
provò subito e...
<< Wow. >>
<< Capo yo non faccio mai complimenti ma questi abiti ti
stanno da dio. >>
<< Barbanera ti cascherà letteralmente ai
piedi >> esclamò entusiasta Olu.
Il viso di Stede si illuminò come il sole in estate, sorrise
apertamente facendo scivolare le mani su quei tessuti preziosi, era
strano sentire la sensazione della seta addosso dopo tanto tempo, i
suoi nuovi vestiti gli piacevano ed erano molto più comodi
per i
movimenti, ma non poteva negare quanto gli piacesse ancora indossare
vestiti preziosi.
<< Siete sicuri? >> domandò con
l'emozione nella voce.
<< Sicurissimi >> risposero in coro.
<< Va e spacca capo! >>
<< Grazie, siete stati veramente indispensabili e
ovviamente verrete ricompensati. >>
<< In qualche modo >> aggiunse ricordandosi
che non disponeva più di tutte le sue ricchezze.
Coraggio, qualcosa di cui pensava essere privo ma che aveva dovuto
tirare fuori nei momenti più disparati, lo aveva anche
quando
con passo lento procedeva verso la cabina di Edward, ma una volta
lì davanti iniziò a sentire il cuore martellargli
nelle
orecchie, emetteva un rumore sordo che mandava il suo eco al resto del
corpo, le viscere annodate, lo stomaco chiuso e la testa che gli
pulsava.
Si asciugò più volte le mani sui pantaloni non
avendo
altro da utilizzare, era nervoso e le sue gambe non ne volevano sapere
di muoversi.
"Ricordati di respirare" gli disse una voce dentro di sé e
lui
seguì quel consiglio, chiuse gli occhi, riempì i
polmoni
d'aria e poi la buttò fuori lentamente, quando
sollevò le
palpebre si sentiva già meglio, perlomeno i suoi arti erano
tornati ad obbedirgli, colse subito l'occasione ed entrò.
La tavola era già perfettamente apparecchiata sotto sua
indicazione, certo avrebbe desiderato fosse molto più bella
ma
di cose eleganti sulla Revenge ne erano rimaste ben poche, sorrise, la
ciurma si era impegnata ed Edward sarebbe arrivato di lì a
poco,
strinse i pugni per darsi coraggio.
<< Forza Stede, puoi farcela. >>
No. Non poteva.
Non appena Edward aveva varcato la soglia Stede aveva sentito il
terreno crollargli sotto i piedi, il pirata vestito di nero era rimasto
spiazzato, bloccato sul posto, la visione di Stede
coi riccioli e i vestiti pieni di merletti e ricami lo aveva lasciato
senza fiato, riportandolo con la mente a quei tempi andati dove poteva
ogni giorno sentire quel buon profumo di lavanda e rifarsi gli occhi
con tutte quelle stoffe colorate.
<< Ed... >> gracchiò.
<< Che cazzo significa tutto questo? >>
domandò brusco corrugando le sopracciglia.
Possibile che quell'uomo fosse sempre così nervoso?
<< Desideravo invitarti a cenare con me, è da
un po' che non lo facciamo...- >>
<< E c'è un motivo >> disse
freddo.
<< Sì, ma visto che le cose sono un po'
cambiate pensavo
sarebbe stato carino riprendere le vecchie abitudini, almeno per questa
sera. >>
Edward lanciò uno sguardo alla tavola apparecchiata.
<< Una stupida cena non mi farà cambiare
idea...- >>
<< Ma io non... >> prese un respiro.
<< Voglio solo cenare con te, senza secondi fini.
>>
<< Perché ti sei vestito in quel modo?
>>
Stede si umettò le labbra.
<< Ci tenevo. >>
<< Ora... >> disse avvicinandosi,
scostò la sedia e fece cenno a Edward di sedersi.
Lui titubò un po' ma sentiva un calore espandersi nel petto,
nessuno mai in vita sua era stato così galante nei suoi
confronti, solo Stede, era sempre e solo lui a fare la differenza come
se quell'uomo fosse diverso da ogni singolo essere presente sulla terra.
Prese posto senza dire una parola, Stede fece scivolare la mano in una
carezza leggera dietro alle sue scapole, non sapeva dire se quel gesto
fosse stato casuale o fatto di proposito ma la sua unica certezza era
il brivido lungo la schiena che aveva provato.
<< Perché c'è una saponetta?
>> domandò Barbanera prendendola mentre
l'altro si sedeva.
<< E' alla lavanda >> rispose il pirata
biondo mentre
Edward si portava quel pezzetto di sapone al naso, ne ispirò
il
profumo e venne invaso dai ricordi, la gola gli si strinse a tal punto
che dovette schiarirsela più volte.
<< Sapevo quanto ti piacevano, e quando sono partito ne
ho presa
una per darla a te, è l'unica cosa che ho portato con me.
>>
La posò corrugando le sopracciglia brizzolate, quella
situazione
gli stava facendo provare sentimenti contrastanti, lo faceva sentire
confuso.
<< Ma se non la vuoi... >> fece per
allungare la mano ma venne preceduto.
<< Non ti azzardare, è mia. >>
Stede ridacchiò, sentendosi più sereno visto che
la tensione di prima sembrava essersi alleggerita.
<< La cena dovrebbe arrivare tra...Oh eccoli qui.
>>
Roach e Buttons entrarono portando con loro dei vassoi che posarono sul
tavolo, sollevarono i coperchi mostrando dei gustosi pezzi di carne e
verdure.
<< Da dove viene questa roba, non avevamo praticamente
niente in dispensa. >>
<< Abbiamo avuto un aiuto inaspettato, il tuo amico
William
è stato molto gentile a condividere con noi le sue
provviste.
>>
<< Quello stronzo, sono stato a pescare su una fottuta
barchetta del cazzo, non poteva dirlo prima. >>
Il pirata gentiluomo si schiarì la voce.
<< Diciamo che era un po' impegnato in quel momento.
>>
<< Grazie ragazzi, potete andare >> disse
gentilmente e i due si defilarono.
Iniziarono a mangiare forse entrambi con un po' troppa foga, era da
tempo che non si godevano un pasto decente e quel buon cibo era davvero
cucinato a regola d'arte e probabilmente anche gli ingredienti facevano
il loro lavoro, Edward mugugnava ad ogni boccone facendo quasi
strozzare Stede.
<< Che ti prende? >> domandò
ingoiando l'ennesimo pezzo di carne con sopra la salsa, l'altro
arrossì.
<< N-Niente è che...bè non hai mai
fatto quei suoni mentre mangiavi. >>
Barbanera lo guardò indignato.
<< Certo che li facevo. >>
<< No ti dico. >>
<< Sì invece, Stede se permetti so meglio di
te il modo in cui mangio. >>
<< Evidentemente non ti sei mai ascoltato, ricordo ogni
nostro
pranzo insieme e non hai mai fatto nulla del genere. >>
A quella frase il battibecco si fermò per dare spazio ai
loro
sguardi, si guardarono intensamente come se stessero dialogando con gli
occhi, quelli di Edward erano grandi, scuri e lucidi, un pozzo
illuminato dalla luce lunare, Bonnet amava osservarli desiderando di
perdercisi e annegare al loro interno.
Edward si schiarì la voce levandosi da quel momento troppo
intenso.
<< Comunque visto che il corpo è mio decido io
quali suoni faccio o non faccio. >>
Stede rise.
<< D'accordo hai ragione >> disse alzando
le mani.
<< Ovvio, io ho sempre ragione >> rispose
bevendo un sorso di vino.
<< Come siamo modesti >> disse divertito
Stede.
<< Che cazzo significa? >>
domandò Barbanera.
<< Quando qualcuno non si dà molte arie, non
si pavoneggia. >>
<< Bè cazzo io mi pavoneggio eccome, fanculo
al resto. >>
E di nuovo il biondo gentiluomo rise, Edward lo guardò
sorridendo a sua volta, gli piaceva la sua risata ed era una delle cose
che gli erano mancate di più.
<< Niente quantità esorbitante di posate?
>>
<< Mi sembravano un inutile spreco di spazio
>> rispose Bonnet facendogli l'occhiolino.
<< Le avresti volute? >>
<< Cristo no amico, mi mandano letteralmente nei matti.
>>
<< Hai ragione, a noi bastano queste e una buona
compagnia
>> sorrise e gli sembrò di vedere le guance
dell'amico
colorirsi ma forse era stata solo una sua impressione.
<< Assaggia questa >> disse poi passandogli
una salsina dal colore aranciato.
<< Anzi aspetta. >>
Stede prese un pezzetto di pane, la spalmò sopra e gliela
passò.
<< Guarda che ce le ho le mani >>
borbottò Barbanera prendendo la fettina.
<< Ma davvero? >> lo schernì il
biondo.
Edward addentò il boccone, ma non appena la sua lingua
entrò in contatto con la salsa gli occhi cominciarono a
lacrimargli, la lasciò cadere sul piatto imprecando e
sputacchiando.
<< Cazzo Stede brucia! >>
Bonnet agitato prese un bicchiere d'acqua e glielo passò.
<< Coraggio bevi. >>
Edward ne mandò giù ben cinque prima di
riprendere un colorito normale.
<< Scusa, io credevo ti piacesse... >>
<< Volevi avvelenarmi! >>
ringhiò asciugandosi gli occhi scuri.
<< No sciocco, l'ho mangiato anche io e...Sai una cosa,
sei esagerato. >>
<< IO? >>
Stede riprese posto.
<< Oh sì, ti diverti ad essere drammatico.
>>
<< Cazzo tu mi mandi a fuoco la lingua e io sarei quello
drammatico. >>
<< Il solito drammatico >> disse agitando
una mano, si stava divertendo un mondo.
<< Ha parlato quello che ha mandato a fuoco una nave di
ricchi snob >> brontolò Edward.
<< L'ho fatto per difenderti, e non me ne pento, erano
degli stronzi. >>
Gli occhi di Barbanera si allargarono, un sorrisetto gli
comparì sul volto.
<< Senti, senti che linguaggio poco adatto a un
gentiluomo. >>
<< Guarda che io le dico le parolacce, in casi
particolari
ovviamente >> sollevò le sopracciglia con aria
solenne.
<< Io non ti ho mai sentito >> rispose
l'altro arricciando il naso.
<< So meglio di te quello che faccio, se permetti Edward
>>
lo guardò con la faccia divertita e gli occhi pieni di una
luce
carica di malizia.
<< Come va la lingua? >>
<< Mh? Ha smesso di ardere >> rispose
grattandosi la leggera peluria sale e pepe.
<< Fa vedere >> disse Stede.
<< Che? >>
<< Fammi vedere >> ripeté
alzandosi e chinandosi
verso di lui, prese il suo mento tra indice e pollice, Edward
aprì la bocca senza nemmeno rendersene conto, il cuore gli
batteva forte, poteva sentire il profumo delicato di Stede invadergli
le narici.
<< E' un po' arrossata ma sta bene >> disse
poi lasciando
scivolare la mano sulla guancia ispida in una delicata carezza,
Barbanera chiuse la bocca deglutendo, erano ancora vicini, a una
distanza pericolosa per due persone che si amano, Stede dischiuse le
labbra avvicinandole a quelle di Edward che non si mosse anzi
abbassò le palpebre, ma quanto furono a un passo dallo
sfiorarsi
qualcuno entrò in cabina interrompendo la magia.
<< Capitani, desiderate altro? >>
<< Ops...scusate non volevo interrompervi.
>>
Il pirata dai capelli dorati si scostò umettandosi le
labbra,
teneva ancora una mano sulla spalla di Barbanera, lo guardò
scusandosi con lo sguardo come se si sentisse colpevole anche di
quell'interruzione, mentre Ed avrebbe solo voluto uccidere Roach e il
suo pessimo tempismo.
<< Tranquillo, vieni >> disse Stede
sforzandosi di non sembrare irritato.
<< Mi chiedevo se volevate il dolce. >>
<< Sì, sarebbe splendido >>
sorrise, di quel suo
sorriso genuino che faceva sentire le farfalle nello stomaco a Edward.
<< Forse è meglio finirla qui, non ho
più molta fame. >>
<< Ma Ed...Pensavo ci stessimo divertendo.
>>
<< Allora cosa devo fare col dolce? >>
interruppe Roach frapponendosi tra i due.
<< Portalo >> disse uno.
<< Lascia stare >> rispose l'altro.
Edward si accigliò poi commise l'errore di alzare lo sguardo
e
gli occhi languidi di Stede, colmi di dispiacere lo fecero desistere,
sospirò.
<< D'accordo portalo, ma sbrigati. >>
<< Bonnet tu sarai la mia rovina >> disse
mentre ingoiava un cucchiaino di dessert.
<< Riesci sempre a farmi fare ciò che vuoi...
>>
<< E' incredibile come io non abbai alcun potere quando
ci sei tu. >>
Stede lo ascoltava attentamente ma Edward guardava dritto davanti a
sé, come se quelle frasi fossero rivolte più a se
stesso.
<< Se fosse vero non starei qui a supplicare un minuto
del tuo
tempo. Hai idea di quanta paura avevo mentre organizzavo questa cena,
il terrore che tu mi dicessi di no, che mi rifiutassi. Ci ho dovuto
pensare mille volte prima di decidermi, e poi i vestiti...Chi sapeva se
erano la scelta giusta o no. >>
Barbanera arricciò le labbra, sentendo una strana voglia di
mettersi a piangere.
<< Ti faccio paura Stede? >>
<< Non sei tu a farmi paura, ma quando mi allontani,
anche se le
tue ragioni sono giuste io mi sento morire. >>
<< E' come se ogni volta mi
cascasse un'intera casa in testa, e le macerie finiscono ogni volta nel
mio petto accumulandosi in modo terribilmente crudele. >>
Edward sospirò spostando lo sguardo verso il basso.
<< Che cosa volevi ottenere con questo? >>
<< Niente, te l'ho detto, solo la tua compagnia che mi
manca. >>
<< Stede...Il problema è che tutte le volte
che mi
avvicino a te poi mi rivedo su quel molo, è un'immagine che
non
se ne va mai, per questo preferisco tenerti distante. Perché
ogni fottuta volta è un dannato colpo al cuore, sembra che
il
dolore sia andato via e invece riemerge come una bestia marina che non
vuole saperne di morire. >>
Bonnet lo ascoltava attentamente non perdendosi una parola, voleva
seriamente capire come si sentisse e comprendere fino in fondo i motivi
che lo spingevano a tenerlo distante, aveva immaginato più
volte
la sensazione che si prova quando vieni lasciato, ma sentirla da chi
l'aveva vissuta sulla propria pelle era totalmente diverso.
A parti inverse lui lo avrebbe perdonato?
Se lo era domandato tante volte, e la risposta era sempre stata
sì perché un tempo non credeva di meritare
l'amicizia
né tanto meno l'amore di un grande marinaio come Barbanera,
probabilmente avrebbe passato i giorni in solitudine a piangere e
vedendolo fare ritorno gli sarebbe corso tra le braccia.
Forse nemmeno quella reazione era del tutto sana, se qualcuno ti
promette di venire con te e poi ti molla senza una parola un minimo di
rabbia è giusto provarla, Edward aveva ragione, erano
diversi
seppur le ferite avevano lasciato loro le stesse cicatrici.
In quel momento il biondo gentiluomo realizzò che non
avrebbe
risolto niente continuando a lottare, a stringere quella corda che gli
stava lacerando la pelle delle mani, c'era un'unica verità
che
non poteva essere modificata ma questo non significava che sopra le
macerie di qualcosa che era stato distrutto non si potesse creare
qualcosa di nuovo.
<< Ed...Se per questa sera fingessimo che non sia
successo nulla
di quello che ci ha portati a questo punto, se facessimo finta di
essere ancora in una di quelle notti di tanto tempo fa dove
condividevamo un drink prima di andare a dormire e parlavamo dei fatti
della giornata, pensi sarebbe possibile? >>
Edward si mise a pensare, la sua fronte era corrugata e suoi occhi
svettavano da una parte all'altra per poi fermarsi di colpo sulla
figura del suo co-capitano.
<< Tu vuoi che io dimentichi? >>
<< No, che entrambi, solo per oggi lo facciamo
>> rispose con un fil di voce Stede.
<< A quale scopo? >>
<< Me lo hai detto tu stesso, non c'è sempre
una
spiegazione a tutto, ma se vuoi saperlo io credo che ci meritiamo un
momento di serenità, siamo stati mesi a lottare con le
nostre
ferite, litigi e suppliche ci hanno fatto compagnia per tutto il
viaggio. Non sarebbe bello se potessimo allentare un po' la tensione?
>>
<< E se poi il vecchio Edward desiderasse qualcosa che il
nuovo me non accetta? >>
Stede sorrise confortevole.
<< Una volta lasciata questa stanza i vecchi noi
rimarranno qui con qualsiasi cosa sia successa. >>
A Barbanera batteva forte il cuore, era una richiesta allettante,
mettere da parte i vecchi rancori per godersi la compagnia reciproca,
era da quell'alba che lo desiderava e adesso che ne aveva la
possibilità sarebbe stato stupido non coglierla, vero?
Deglutì umettandosi le labbra.
<< Accetto >> disse con la voce resa
sottile dall'emozione,
il sorriso sulle labbra del suo compagno d'avventure si
allargò
diventando se possibile più luminoso.
<< Ma cosa dobbiamo fare, voglio dire i vecchi noi cosa
farebbero? >>
<< Io ho un'idea capitano Teach. >>
Allungò la mano verso di lui, Ed vi posò sopra la
sua e
venne tirato in piedi, i loro corpi erano molto vicini, quasi si
sfioravano, potevano sentire il calore provenire dall'altro e un
brivido piacevole percorse la spina dorsale di entrambi.
<< Balleresti con me? >> domandò
Stede con gli occhi
che gli brillavano, Edward deglutì di nuovo sentendo
l'eccitazione crescere, dischiuse le labbra tentando di bagnarle con la
lingua.
<< Senza musica? >> riuscì a
chiedere.
<< A questo possiamo rimediare >> rispose
staccandosi da
quel bel contatto, facendo sentire Barbanera di nuovo vuoto e freddo.
Quando Stede rientrò in cabina al suo seguito si trovava
Franchie che teneva in mano il liuto.
<< Vuoi ballare davanti a lui? >>
domandò
timidamente, guardando confuso quel raggio di sole che gli stava
davanti.
<< Sì, lui suonerà e noi ci
lasceremo andare, ti dà fastidio? >>
Edward scosse la testa rilassando la fronte.
<< Credevo lo desse a te >>
confessò.
Stede non rispose, anzi la sua risposta fu un gesto, lo prese
mettendogli una mano sul fondo della schiena e con l'altra prese quella
tatuata del compagno, Franchie iniziò a suonare una melodia
dolce, leggera ma anche malinconica, sembrava essere stata composta per
loro, i due capitani cominciarono a muoversi cullati da quelle note
soavi che riempivano la stanza, si guardavano negli occhi e ad un certo
punto si sorrisero.
La musica aleggiava continua avvolgendoli e trasportandoli in una
dimensione solo loro, a Edward quella sensazione ricordava vagamente
una delle fiabe che Stede aveva letto molto tempo prima, parlava di due
amanti che avevano affrontato mille difficoltà pur di stare
insieme e alla fine ci erano riusciti, però quella favola
non aveva il lieto fine e c'era voluta un'altra storia per risollevare
il morale della ciurma che era caduto a picco.
Bonnet aveva tentato di spiegare loro che non tutti i racconti
finiscono bene, ma gli altri avevano ribattuto che già la
vita
era dura, almeno in un racconto inventato le cose potevano andare
meglio, Edward si era divertito quel giorno, non c'era modo di avere la
meglio su quei ragazzi quando si mettevano in testa qualcosa e alla
fine anche Stede aveva dovuto arrendersi e dar loro ragione se non
voleva che quel dibattito durasse fino alla mattina dopo.
<< Ricordi quella volta in cui hai raccontato quella
storia deprimente? >>
Stede rifletté qualche istante riportato alla
realtà dalla voce di Barbanera.
<< Oh sì, non mi hanno dato pace nemmeno
l'avessi scritta io, e tu ammettilo te la sei goduta. >>
<< Decisamente amico, era troppo divertente vederti
arrampicare sugli specchi >> rise.
<< E poi ero curioso di sapere come te la saresti
sbrigata. >>
<< Non c'era modo di spiegargli il mio punto di vista
>> borbottò Stede.
<< Avevano ragione loro cazzo, la realtà
è una
merda, chi scrive potrebbe almeno avere il buon senso di dare un lieto
fine. >>
Le sopracciglia bionde si corrugarono verso l'alto.
<< Tu davvero pensi che tutte le favole dovrebbero finire
bene?
>> domandò mentre continuavano a danzare,
Franchie si
chiese se dovesse smettere di suonare ma visto che i due non dicevano
niente decise di strimpellare ancora, almeno fino a nuovo ordine.
<< Ovvio! >>
<< Pensa se una persona vive una vita terribile, decide
di
leggere un libro per rilassarsi e si ritrova una cosa deprimente.
>>
<< Per ovviare a questo esistono le trame
>> spiegò Bonnet.
<< Sì ma a volte non si capisce, in tutti i
libri che hai letto era scritto il finale nella trama? >>
<< No in effetti. >>
<< Quindi sei d'accordo con me che una storia triste
può capitarti tra le mani anche se non la cerchi.
>>
Stede si ritrovò ad annuire.
<< Però sai...ci sono persone a cui piacciono
le storie tristi. >>
Barbanera fece una smorfia.
<< Pff matti, capisco quelle dell'orrore ma
perché deprimerti di proposito? >>
<< Non lo so, forse si leggono per sentirsi meno soli, o
per
confortarsi sapendo di non essere gli unici a soffrire >>
rispose
Stede con uno sguardo malinconico, il loro movimento era diventato
più un dondolio.
<< Ma quelle sono solo stupide storie inventate
>> ribatté Ed.
<< A volte i racconti traggono ispirazione da storie
realmente
accadute >> disse alzando lo sguardo su di lui, si
fermarono
continuando a guardarsi, anche la musica rallentò mentre
Franchie spostava lo sguardo da loro al suo strumento, il capitano gli
fece cenno con una mano.
<< Puoi andare Franchie, grazie >> lo disse
senza staccare gli occhi da Edward.
<< Che ne dici di un drink? >>
<< Ottima idea co-capitano >> sorrise Stede
staccandosi da lui.
<< Non aspettarti roba raffinata >> disse
mentre trafugava
negli armadietti alla ricerca di una bottiglia che fosse abbastanza
piena per entrambi.
<< Me ne farò una ragione >>
ridacchiò Bonnet
mentre tirava al centro della stanza il divanetto che era stato spinto
in un angolo.
Tutti quei recipienti di vetro vuoti, o pieni a metà, mezzi
rotti, il vuoto e le ragnatele nei mobili gettarono Barbanera in un
profondo sconforto, arrivò persino a vergognarsi di quello
che
era diventato, ma per quella sera poteva non pensarci, così
ingoiò il senso di colpa e prese la prima bottiglia piena
che
gli capitò in mano.
<< Ecco qui >> versò il liquido
ambrato in due bicchieri poi si mise a sedere di fianco all'altro
pirata.
<< Le tue riserve sono finite alcune in mare mentre altre
me le sono scolate, che spreco... >> si
intristì.
<< Ehi... >> Stede gli toccò un
ginocchio.
<< Ricordi cosa abbiamo deciso? >>
<< Sì ma i vecchi Ed e Stede avrebbero bevuto
qualcosa di
buono >> rispose Edward, sentendosi lui stesso come un
bambino
piagnucoloso.
Stede bevve un sorso di quel liquore che gli fece storcere il naso.
<< Buono >> tossicchiò.
<< Stronzate, stai mentendo >> lo
accusò divertito.
<< No assaggia, senti il sapore che scende giù
per la gola
riscaldandola, le note floreali, agrumate della buccia d'arancia e se
sei abbastanza attento puoi percepire anche un leggero sapore di
caramello che addolcisce l'insieme. >>
Edward aveva chiuso gli occhi mentre buttava giù quel
pessimo
scotch che attraverso le parole di Stede si era trasformato in uno dei
liquori di massima qualità, era stato incredibile,
aprì
gli occhi di scatto guardando l'amico.
<< Come cazzo hai fatto? >>
<< E' il potere della visualizzazione. >>
Barbanera arricciò le sopracciglia, possibile che l'uomo che
aveva davanti conoscesse così tante cose e fosse per lui
fonte
continua di scoperte.
<< Sarebbe? >>
<< Hai mai immaginato di essere in tutt'altro posto
rispetto a
dove eri? >> domandò il gentiluomo mettendosi
più
comodo e appoggiando il bicchiere a terra, accanto al piede del
divano.
<< Sì, può darsi. >>
<< E il tuo pensiero è diventato talmente
forte da farti sentire odori e suoni che non c'erano realmente.
>>
Lo sguardo di Edward era perso in qualche ricordo ma vivo, le parole di
Stede gli stavano riportando alla mente momenti in cui aveva davvero
desiderato di trovarsi da tutt'altra parte, ma inaspettatamente non
sentiva dolore.
<< I colori >> soffiò.
<< Immaginavo sempre tanti colori, il verde dell'erba era
talmente tanto forte da accecare e il mare era cristallino, ci potevo
vedere dentro i pesci che sembravano pietre preziose, molte volte
allungavo la mano e ne prendevo uno, luccicava tanto da farmi stingere
gli occhi. >>
Quando puntò lo sguardo su di lui Stede stava sorridendo.
<< E' la stessa cosa che abbiamo fatto ora
>> spiegò.
<< Non credevo si potesse fare anche con i sapori.
>>
<< Possiamo fare tutto Edward, tutto quello che ci passa
per la
testa >> si passò una mano tra i biondi
capelli.
<< Da bambino cosa sognavi? >>
<< Stede... >> borbottò
arrossendo spostando lo sguardo, poi si ricordò della regola.
Buttò giù un altro sorso d'alcol.
<< E va bene, sognavo di vivere in un enorme castello
dalle
pareti chiare e grandi collone di pietra bianca, le scale dovevano
essere lucide tanto da potermici specchiare, la mia stanza aveva un
letto enorme con coperte viola e cuscini così morbidi da
sembrare nuvole. Era un castello magico perché stava nel
cielo,
e io dalle enormi vetrate potevo vedere l'azzurro e l'arcobaleno, non
c'erano mai tempeste e poteva essere raggiunto solo da chi possedeva un
unicorno magico. >>
A quel punto si zittì fissando Stede.
<< Non ridere, ero un bambino. >>
<< Trovo che sia bellissimo Ed, e l'idea dell'unicorno
è
geniale. >>
<< Se un giorno ti stancassi di fare il pirata potresti
scrivere
un libro >> disse dandogli una pacca sulla spalla.
<< Seh e come? >>
<< A leggere e scrivere si può sempre
imparare, e se non
ti va hai qui il perfetto aiutante >> rispose solenne.
<< E tu scriveresti tutto ciò che mi passa per
la testa? >> domandò Edward poco convinto.
<< Certo. >>
<< Anche se...che ne so, volessi far scopare una sirena
con un drago? >>
A quel punto Bonnet scoppiò a ridere.
<< Vedi che non mi prendi sul serio >>
incrociò le braccia mettendo il broncio.
<< No, no scusa, è che mi sono immaginato la
scena >> bevve un sorso di liquore.
Aveva le guance arrossate e un sorrisetto da ebete, gli occhi nocciola
erano languidi con le palpebre semi abbassate.
<< E poi come farebbero a fare...ehm... >>
gesticolò
con le mani, segni talmente imbarazzanti che Edward dovette fermarlo.
<< Non lo so amico, mica ci ho pensato >>
rispose spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<< Sì perché sai, le sirene non
hanno...ecco loro...- >>
<< Ho capito Stede, ma mica devo scrivere i dettagli, mi
limito a
raccontare la vicenda, un drago e una sirena scopano, fine.
>>
<< Che storia avvincente, così non la
leggerebbe nessuno >> singhiozzò.
<< Sentiamo allora saputello tu come la metteresti?
>>
incrociò nuovamente le braccia, qual semplice gesto mise in
risalto la sua muscolatura, Stede sussultò sentendo un
calore
improvviso espandersi dal bacino, dovette spostare lo sguardo per non
far cadere la sua mente in pensieri poco casti.
<< In primo luogo ci vuole una trama, questi due dovranno
pur incontrarsi. >>
<< Il drago salva la sirena? >>
<< Mmm scontato >> rispose Bonnet.
<< La sirena salva il drago >>
tentò nuovamente Barbanera.
<< Come fa? >>
<< Ah Stede va al diavolo, non scriverò mai un
fottuto
libro con te! >> sbottò facendo ricadere la
braccia sul
divano.
<< Non è colpa mia se ci vogliono un sacco di
accorgimenti >> si difese tentando di non riprendere a
ridere.
<< Siccome la storia è mia, e tu ti sei
offerto di
scriverla, starai zitto e scriverai tutto ciò che dico senza
fiatare altrimenti... >>
<< Altrimenti? >> sollevò le
sopracciglia dorate in uno sguardo che di docile non aveva niente.
<< Mi punirai capitano? >>
domandò con voce lasciva sfiorandogli il braccio con
l'indice.
Tutto quell'alcol gli aveva dato alla testa, ad entrambi probabilmente
e non riuscivano più a controllare le loro emozioni.
<< Che domande, è ovvio che lo farei
>> rispose cacciando quel brivido che stava scuotendo il
suo corpo.
<< E come? >> quegli occhi nocciola erano
così
languidi che le rotelle nel cervello di Barbanera si bloccarono di
colpo, il bastardo si morse anche il labbro impedendogli di formulare
una risposta concreta.
<< Potrei legarti mani e piedi e imbavagliarti, per poi
costringerti a guardare mentre faccio scrivere le mie idee a qualcun
altro. >>
<< Questo sarebbe davvero crudele capitano
>> lo stava
prendendo in giro, Edward lo sapeva ma quel gioco gli stava piacendo
troppo.
<< Non avrei per niente voce in capitolo? >>
<< Assolutamente no >> si
schiarì la voce sentendosi profondamente stupido.
<< Oppure potrei farti rimanere nudo, sul ponte della
nave mentre si sta scatenando una tempesta. >>
L'unica parola che il cervello di Bonnet percepì era nudo.
<< Nudo? >> domandò infatti.
<< Sì così moriresti di freddo e
impareresti la lezione. >>
Stede si passò la lingua sulle labbra.
<< E dopo mi sarebbe concesso di scaldarmi?
>>
<< Forse, probabilmente sì ma dipende dal tuo
comportamento. >>
<< Potresti scaldarmi tu stesso >> propose
il biondo con malizia nella voce.
Edward deglutì sentendosi andare a fuoco.
<< Non credo sia il caso >> rispose poco
sicuro.
<< Sai bene che un capo magnanimo ottiene più
facilmente
il rispetto dei suoi dipendenti >> disse continuando a
sfiorare
con le dita quelle belle braccia, le fermò sul petto
giocherellando con la cerniera della giacca.
Lo guardò e fu un errore, perché in quel momento
capì che non poteva più resistere.
<< Fanculo Stede Bonnet >>
imprecò prima di
avventarsi sulle sue labbra, gli strinse il viso con le mani e finirono
sdraiati su quello scomodo divanetto, Barbanera lo stava letteralmente
divorando mentre l'altro emetteva mugolii di soddisfazione che gli
mandavano il sangue alla testa.
Quando aveva accettato quella cosa era questa la sua paura, che
sarebbero finiti a baciarsi come due ragazzini, perché
conosceva
bene i desideri del vecchio Edward, ed erano esattamente gli stessi del
suo se stesso del presente.
<< Ed... >> gemette mentre l'altro gli
baciava il collo lambendone la pelle fino a farla arrossare.
Stede gli infilò una mano tra i capelli ansimando
piacevolmente,
due lacrime spuntarono ai lati dei suoi occhi chiusi, erano lacrime di
gioia.
<< Edward baciami... >> lui
sollevò il viso
posizionandolo a pochi centimetri da quello del pirata gentiluomo, i
loro nasi si sfioravano, Stede aveva lo sguardo perso e innamorato
mentre in quello di Barbanera c'era una scintilla di desiderio che da
tempo si era spenta, lo accontentò e più volte si
staccava per guardarlo poi lo baciava di nuovo.
Non fecero nulla di più che baciarsi per tutta la notte,
accarezzandosi e invertendo le posizioni più volte, per
quanto
il desiderio di prendersi a vicenda fosse forte in loro, sentivano che
farlo
proprio quella sera era sbagliato.
E poi entrambi avevano vissuto solo il lato sessuale dell'amore, Stede
per dovere matrimoniale ed Edward con qualche scappatella che finiva
sempre troppo presto senza mai lasciarlo davvero appagato, invece con
Stede era tutto di verso, quei baci lunghi e caldi erano ciò
che
più si avvicinava al raggiungimento della
felicità, non
ne aveva mai abbastanza e anche il suo compagno di avventure sembrava
perdersi in quei tocchi e desiderarne sempre di più.
Mugolava spingendosi verso di lui e tirandolo a sé, lui non
poteva fare a meno di chiedersi quali suoni sarebbero usciti da quelle
belle labbra sottili in ben altri contesti, e questo pensiero lo
spingeva ad approfondire sempre di più quel bacio afferrando
con
le sue mani quei capelli dorati così dannatamente soffici.
Si addormentarono esausti senza nemmeno rendersene conto, con la
mandibola che gli doleva, stretti l'uno tra le braccia dell'altro in
quello scomodo divano, in una posizione improponibile che avrebbe fatto
urlare i loro corpi l'indomani.
La testa di Barbanera era appoggiata sul petto del pirata gentiluomo
che si alzava e abbassava a ritmo del suo respiro regolare, lui aveva
una mano infilata tra i capelli brizzolati e l'altra sulla schiena
fasciata dalla maglietta nera, entrambi si erano tolti le giacche per
via del caldo allucinate che gli era venuto e anche in quel momento le
loro labbra avevano trovato il modo di non staccarsi quasi mai.
Il primo a svegliarsi fu Stede che non appena mosse un muscolo la
schiena gli diede una profonda stilettata di dolore che lo fece gemere
e digrignare i denti, aprì gli occhi sentendosi inizialmente
confuso senza capire cosa fosse quel peso tiepido che sentiva addosso,
quando lo realizzò il suo cuore perse un battito.
Edward era profondamente addormentato tra le sue braccia, non se n'era
andato né si era allontanato, gli occhi nocciola del pirata
si
riempirono di lacrime, dovette deglutire più volte il magone
che
gli stringeva la gola, svegliarsi accanto alla persona che ami era una
delle sensazioni più belle che avesse mai sperimentato.
Per quanto il corpo gli dolesse per nulla al mondo si sarebbe azzardato
a muoversi con il rischio di svegliarlo, prese ad accarezzargli
delicatamente la nuca facendo passare le dita tra quei fili argentati e
continuò così fino a quando anche gli occhi scuri
e
profondi dell'uomo che teneva tra le braccia non si aprirono sul mondo.
Dovette sbattere più volte le palpebre prima di mettere a
fuoco
i contorni del luogo un cui si trovava, sentiva qualcosa di morbido
reggergli la testa e un solletichio piacevole tra i capelli, emise un
suono che stentò anche lui a riconoscere poi quando si
tirò su e vide il volto sorridente di Stede il suo cuore si
fermò.
<< Buongiorno Edward. >>
Si leccò le labbra secche e impastate dal sonno sentendosi
ancora ubriaco da tutti quei baci.
<< Sei rimasto >> disse solo e la voce
nemmeno gli uscì, sembrava più un rantolo.
<< Qui è dove voglio essere >>
rispose il pirata
biondo azzardando una carezza a quel viso ispido, Edward si
tirò
su gemendo a sua volte per il dolore dovuto alla posizione scomoda che
aveva assunto durante la notte, non sapeva nemmeno lui come dovesse
sentirsi a riguardo, la sera prima era stata una parentesi tra il
grigio e le liti che li accompagnavano, non era nemmeno previsto si
addormentassero insieme e invece era successo.
Stede si era persino svegliato prima di lui, preferendo rimanere ad
accarezzargli i capelli quando poteva benissimo svegliarlo per alzarsi,
gli occhi gli diventarono lucidi, lo odiava, voleva odiarlo, doveva
mantenere la parola data a se stesso di non ricaderci più
ma...
<< Ehi...che ti prende? >>
domandò con quella voce gentile avvicinandosi cautamente.
<< Quindi adesso ci comporteremo come se questa notte non
sia mai accaduta? >>
Il pirata gentiluomo spostò lo sguardo, gli tornarono in
mente
le sue parole ed effettivamente era quello che aveva detto, qualunque
cosa fosse successa sarebbe rimasta confinata dietro le porte di quella
cabina e loro avrebbero ripreso i loro ruoli.
Edward avrebbe continuato ad avercela con lui, a rifiutarlo.
Stede a struggersi per questo.
Era maturato ma continuava ad avere pessimi piani.
<< Niente cena... >> disse Edward.
<< Nessun ballo... >> continuò
Stede.
<< Niente bacio >> lo dissero
contemporaneamente alzando lo
sguardo l'uno verso l'altro, nessuno dei due voleva davvero
dimenticare, sui loro volti si poteva leggere lo stesso desiderio e
infatti non ci misero molto ad avvicinarsi e baciarsi di nuovo, Edward
corrugò le sopracciglia proprio come aveva fatto la prima
volta
mentre Stede gli appoggiò una mano dietro la nuca
spingendolo
più verso di sé.
Proprio in quel momento Franchie bussò alla porta facendoli
staccare e spostarsi ai lati del divano, nemmeno fossero due ragazzini
beccati dal supervisore.
<< Capitani? >> entrò
timidamente il pirata, loro si
schiarirono la voce, Stede si alzò rassettandosi i vestiti.
<< Dimmi pure Franchie. >>
<< Disturbo? >>
<< No! >> fecero in coro, il giovane li
guardò
confuso poi decise che meno si intrometteva nelle loro faccende meglio
era.
<< Siamo arrivati >> disse.
<< Cioè manca davvero poco. >>
<< Oh fantastico! >> esclamò il
pirata gentiluomo.
<< Non è fantastico? >>
domandò voltandosi verso Edward che annuì
solamente.
Ma Franchie rimaneva ancora lì impalato anche se aveva
già dato l'annuncio, quindi Stede comprese che forse c'era
anche
altro.
<< Devi dirci ancora qualcosa? >>
<< Ehm...è che non abbiamo un piano, ci
servireste voi due. >>
<< Oh >> fece Bonnet chiudendo
delicatamente la mano a pugno.
<< Arriviamo subito, puoi andare ora grazie.
>>
Franchie annuì dileguandosi certo che in quella stanza
stesse succedendo qualcosa di strano.
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Capitolo 11 *** Uno spiraglio di luce ***
Uno spiraglio
di luce
Izzy si svegliò
con la testa che
gli doleva, in quel fottuto posto aveva perso la cognizione del tempo,
non riusciva a capire se fosse giorno o notte, sentiva solo incredibili
fitte alle ferite che gli avevano provocato e il suo corpo era
più debole del solito a causa della scarsissima razione di
cibo
con cui venivano tenuti in vita.
La testa di Lucius era appoggiata contro la sua spalla, sonnecchiava
beato come se non fossero una situazione del cazzo, il primo ufficiale
lo scosse chiamandolo.
<< Spriggs. >>
<< Spriggs cazzo, vuoi levarti. >>
Un mugolio e poi l'altro aprì gli occhi scostandosi, anche
lui
sentiva le membra pesanti, come se non avesse dormito affatto,
sbadigliò causando un'irritazione da parte del suo compagno
di
prigionia.
<< Ben svegliato, goduto il riposino? >>
disse ironicamente.
<< Mmm sì grazie, più o meno
>> ma
evidentemente il giovane era ancora troppo addormentato per cogliere
l'ironia.
<< Tu hai dormito? >> domandò
con la voce impastata dal sonno.
<< La pianti di parlare come se fossimo in un fottuto
villaggio vacanze! >>
Lucius alzò gli occhi al cielo e si esibì
nell'ennesimo sbadiglio.
<< Sei così nervoso già di prima
mattina? >>
<< Per quanto ne sappiamo idiota potremmo essere nel
cuore della
notte >> sbraitò voltandosi verso di lui, ma
la sua faccia
cattiva non aveva più lo stesso effetto di una volta.
<< Comunque io sono appena sveglio e non mi va che mi si
venga
urlato contro >> stiracchiò le gambe, le
braccia e i polsi
gli facevano un male cane visto che erano ancora legati.
<< Oh scusami principessa >> rispose sempre
con ironia.
<< Ti perdono Izzy, vista la situazione, ma ti pregherei
di non farlo più. >>
Quel piccolo stronzetto voleva proprio morire.
<< Credimi Spriggs arriverai a pregarmi. >>
Doveva essere una minaccia ma Lucius la interpretò in modo
totalmente diverso, sorrise malizioso guardandolo con quegli occhioni
contornati da lunghe ciglia che sbattevano come quelle di un cerbiatto.
<< E' una minaccia? >> domandò
utilizzando un tono
di voce basso e suadente che però Izzy non colse, almeno non
subito.
<< Ovvio, ma sei diventato scemo? >>
Poi però la vide, quella scintilla di malizia e il suo volto
si
trasformò in qualcosa di molto simile a un pomodoro.
<< Sei disgustoso Spriggs! >>
<< Io non ho detto niente, stai facendo tutto da solo
signor Hands. >>
Dio quel tono di voce...
<< Piantala ok!? Con me non puoi fare così,
non sono il
tuo caro Pete o chiunque altro con cui fai questo genere di cose!
>>
<< E non chiamarmi signor Hands! >>
sbottò.
Lucius sgranò gli occhi divertito.
<< Ma se da quando ci siamo incontrati non fai altro che
dirmi di chiamarti così! >>
<< Bè è diverso, la tua
è solo una presa per
il culo e non sono così imbecille da non capirlo!
>>
Il giovane si morse le labbra, forse quella situazione orribile non era
poi tutta da buttare.
<< Va bene Izzy...Posso chiamarti così almeno?
>>
<< Non chiamarmi proprio >> disse spostando
lo sguardo,
certo che sarebbe morto per una crisi di nervi causata da quell'idiota,
e non per essere stato ucciso da quei cazzoni che li tenevano
imprigionati.
<< Credi che moriremo? >>
domandò dopo poco Lucius.
<< Una domanda intelligente finalmente. >>
<< Non sto scherzando >> disse cercando il
suo sguardo, Izzy appoggiò la testa contro il muro con un
sospiro.
<< Non lo so, la cosa certa è che non siamo in
una bella
condizione, loro sono armati, e quel bestione è il doppio di
noi...- >>
Lucius ridacchiò.
<< Già, somiglia tanto a Barbanera vero?
>> poi
però si pentì vedendo la faccia del primo
ufficiale
scurirsi.
<< Scusa...Io non penso spesso a quello che dico.
>>
<< No hai ragione, gli assomiglia e io devo farmi passare
questa cosa quindi... >>
<< Comunque non riesco a pensare a un piano efficiente,
ci tengono
legati e divisi, se anche ci liberassimo non servirebbe a molto,
entrano da noi preparati e sono convinto che anche quando viene solo
quella donna gli altri due sono dietro alla porta armati fino ai denti.
>>
<< Mi dispiace...Siete in questo casino per colpa mia
>> sospirò abbassando lo sguardo.
<< Che sia colpa tua è un dato di fatto, non
ti
indorerò la pillola e non sarò carino con te, se
vuoi
sentire stronzate io non sono la persona giusta. >>
<< Non è che mi sentirei meno in colpa se
tentassi di confortarmi, i tuoi insulti li merito tutti.
>>
<< Ah Spriggs cazzo, così non è
divertente. >>
<< Cosa? >> domandò lui
sollevando appena un sopracciglio.
<< Prendermela con te se non ti difendi, è
come sparare su un cadavere cazzo. >>
<< Questo dice molte cose di te >> disse il
giovane rasserenando l'espressione.
<< Ti piace quando ti tengo testa >>
ghignò vedendo che il più grande non rispondeva.
<< A me piace quando tutti lo fanno, i rammolliti non li
sopporto. >>
<< Quelli che si mettono a piangere come neonati mi danno
solo la nausea. >>
Il giovane sorrise dolcemente, ormai vedeva oltre la corazza.
<< A me non sei sembrato debole quando ti ho trovato che
stavi male. >>
<< Tu sei tu ragazzino, se fossi partito con la ciurma di
Barbanera saresti morto da un pezzo. >>
<< Ma non è successo >> rispose
Lucius.
<< Sei stato solo fortunato. >>
<< Pensala come vuoi Izzy, ai miei occhi continuerai ad
essere un
uomo forte e determinato anche se dovessi metterti a piangere.
>>
Izzy spostò lo sguardo incapace di sorreggere quello
profondo e limpido del giovane.
<< Non è che viva per la tua approvazione
>> gracchiò sentendo la gola improvvisamente
stretta.
<< Vivere per quella di Edward non ti ha portato molto
lontano
però, forse dovresti smetterla di combattere per gli altri e
capire cosa vuoi davvero. Possibile che oltre al desiderio di
soddisfare il tuo capriccio egocentrico non ci sia nient'altro che
desideri? Prima di incontrarci eri davvero così felice?
Edward
ti soddisfava così tanto. >>
Alcuni ricordi presero il sopravvento nella mente del primo ufficiale,
era ormai qualche anno che il suo capitano non era più
quello di
una volta, delegava tutto, persino agli abbordaggi più
semplici
non partecipava, vagava senza una meta dirigendo la sua attenzione
verso la prima cosa che gli sembrava interessante, così
avevano
trovato Bonnet.
La colpa non era di quel damerino, aveva accusato lui del declino di
Barbanera ma probabilmente era stato solo la goccia che aveva fatto
traboccare il vaso, la scintilla di fuoco in una miccia pronta ad
accendersi, sarebbe successo comunque, forse più tardi ma
Edward
a un certo punto lo avrebbe lasciato alla sua sorte se non fosse morto
prima.
Digrignò i denti schiacciato da quella consapevolezza e in
un
moto di rabbia, stanchezza e dolore cominciò a piangere con
singhiozzi che scuotevano forte il suo petto, non aveva spazio nemmeno
per la vergogna, la sua mente era piena solo del suo capitano che gli
diceva addio.
<< Izzy! >> squittì Lucius non
aspettandosi quella reazione.
<< Non conto un cazzo per lui, non ho mai contato niente
>>
teneva le palpebre strette ma le lacrime trovavano comunque il modo di
scendere e bagnargli le guance, Lucius si spostò,
fortunatamente
aveva le braccia legate in avanti e così sollevandole
riuscì con le dita a sfiorare la pelle arrossata di
quell'uomo
che era in preda al dolore.
Lui non si mosse continuando a singhiozzare a denti stretti e a
ripetere le stesse frasi.
<< Non è così Izzy...
>> la sua voce era
dolce, nessuno mai aveva usato quel tono con lui, voleva rispondergli
ma la sua bocca era piena di saliva dovuta a quel pianto che sembrava
non avere alcuna voglia di spegnersi.
<< Lo volevi distruttivo e lui lo è diventato,
quando lo
hai venduto agli inglesi te la sei cavata con un misero pugno e non ti
ha nemmeno fermato quando hai sfidato Stede a duello e sai
perché? >>
Izzy singhiozzò qualcosa che sembrava tanto una risposta ma
Lucius non ne era molto convinto, decise di continuare.
<< Perché ti vuole bene, sei suo amico e si
fida di te.
Probabilmente anche lui soffre dei tuoi atteggiamenti ma non te ne ha
mai parlato perché siete uno più testardo
dell'altro...->>
<< Preferirà sempre Bonnet a me...
>> il suo petto si scuoteva per i continui singhiozzi.
<< Edward è innamorato, ma la cosa che sembri
non capire è che lui rispetta le tue decisioni.
>>
<< Non sentirebbe mai la mia mancanza se me ne andassi al
diavolo! >> strillò.
<< Io credo proprio di sì, solo che non lo
ammetterebbe
mai. Quando vuoi bene a qualcuno o lo ami devi essere pronto a
lasciarlo andare, rispettare le sue decisioni, altrimenti non
è
più un rapporto tra due persone che provano affetto ma
diventa
una lotta al potere. >>
Il pianto del primo ufficiale si fece via via più calmo,
sembrava che le parole di Lucius avessero avuto effetto su di lui,
aprì gli occhi che erano ancora pieni di lacrime, le ultime
due
gocce scesero incastrandosi nei peli sul mento, guardava dritto davanti
a sé mentre il respiro rallentava minuto dopo minuto.
Spriggs aveva ancora le dita appoggiate su una parte di quel viso che
sembrava improvvisamente ringiovanito, le maggior parte delle tensioni
che lo segnavano erano sparite, era più disteso e rilassato,
quello sfogo gli aveva sicuramente fatto bene permettendogli di buttare
fuori tutto il dolore, la frustrazione e le emozioni che per anni gli
avevano corroso l'anima.
Lucius pensò che sicuramente si sarebbe scostato dal suo
tocco, ma ciò non accadde e ne rimase meravigliato.
<< Va meglio? >> domandò a voce
bassa.
Izzy annuì piano senza voltarsi, il giovane sorrise
rimanendo in
silenzio, era la cosa migliore in quel momento visto la
quantità
di parole che erano uscite da quelle labbra che solitamente sputavano
solo veleno, certo sarebbe stato meglio essere in una situazione
totalmente diversa e forse chi lo sa avrebbe potuto azzardare un
abbraccio ma andava bene anche così, era riuscito a vedere
il
vero Izzy, quello capace anche di provare sentimenti, stava per dire
qualcosa quando dalla porta entrò Elizabeth.
Entrambi si voltarono verso di lei che ghignò mettendosi le
mani sui fianchi.
<< Bene, bene vedo che la reclusione ha dato i suoi
frutti. >>
<< Liz ti prego non... >> iniziò
spostando il busto
in avanti, tentando di coprire il corpo del primo ufficiale.
La donna si chinò appena sorridendo.
<< Ma guardati, non sei cambiato per niente, sempre
pronto a fare il traditore. >>
Il giovane pirata la guardò confuso.
<< Chi lo dice adesso al tuo amichetto pelato che te la
fai con questo? >>
<< Ti piace vero? >> domandò
usando un tono tagliente.
Lucius deglutì spostando lo sguardo, non voleva dire niente,
aveva il terrore che qualsiasi parola sarebbe stata usata contro di lui.
<< Forse mi sono sbagliata >> si
sollevò cominciando a fare avanti indietro.
<< Ti chiedo scusa Lucius, facciamo così,
diglielo,
dì che non ti piace e non provi niente >>
ghignò
mentre Lucius rimase senza parole, sgranò gli occhi e il
cuore
cominciò a battergli forte.
<< Avanti non è difficile. >>
Niente. Silenzio e lei cominciò a spazientirsi,
tirò fuori la pistola puntandogliela contro.
<< Se non lo dici ti sparo, e questa volta
mirerò al cuore. >>
Izzy si voltò di scatto verso di lui.
<< Avanti Spriggs >> disse con una sorta di
panico nella voce.
Lucius si morse le labbra, era nervoso, non voleva dirlo, non voleva,
sudava e sentiva freddo insieme.
Elizabeth tolse la sicura.
<< Spriggs per l'amor del cielo che ti prende!?
>>
<< Dille la verità, che cazzo ci vuole?
>> disse
sentendosi sempre più confuso dall'atteggiamento del giovane.
<< I-Io... >>
L'uomo più grande si rilassò pensando si fosse
deciso.
<< N-non posso Elizabeth... >> la voce gli
usci scossa,
come un piccolo rantolo, una lacrima lasciò l'occhio destro.
Gli occhi del primo ufficiale si spalancarono increduli.
<< Come sarebbe che non puoi, quella ti ammazza cazzo.
>>
Elizabeth sollevò gli occhi al cielo, certo che era proprio
tonto.
<< Te lo spiego io, la verità è che
gli piaci. >>
Izzy sollevò l'angolo della bocca in un riso nervoso.
<< Stronzate. >>
<< Avanti non lo vedi idiota! Lucius alzati e vieni qui.
>>
<< Mi dispiace Izzy >> disse tremando
mentre con difficoltà si alzava.
<< Non volevo lo scoprissi così
>> aggiunse, il
primo ufficiale cercava il suo sguardo senza trovarlo, era scioccato e
non ci poteva credere.
<< Oh che dolci, ma tranquilli avrete modo di rivedervi
all'inferno. >>
<< No aspetta! >> gemette Izzy tentando di
fare forza sulle
sue stesse gambe, Liz gli puntò la pistola contro.
<< Non-un-passo-in più. >>
Prese Lucius per la manica della giacca strattonandolo mentre teneva
sotto tiro l'altro pirata, lui trattenne un gemito di dolore per via
della ferita alla spalla.
<< Oggi uno di voi stronzi morirà, e sarai
proprio tu a decidere chi prima di morire a tua volta. >>
<< Andiamo! >>
Sparò un colpo che colpì il muro vicino a dove
stava
Izzy, il giovane gridò per lo spavento e le lacrime non
poterono
fare a meno di lasciare i suoi occhi, usciti loro fece il suo ingresso
Ace che si avvicinò con passo pesante al primo ufficiale che
lo
guardava in cagnesco.
<< In ginocchio >> ordinò.
<< Preferirei pulire le scarpe al fottuto re, piuttosto
che inginocchiarmi al cospetto di uno scimmione. >>
Ace si leccò le labbra, una voglia matta di mettere in atto
il
suo sadismo, Liz gli aveva dato il via libera e ora poteva divertirsi
come voleva, soddisfare il suo incessante bisogno di ridurre le
persone a supplicare la sua pietà.
<< In ginocchio o vado di là e sparo a sangue
freddo ai tuoi amici. >>
Izzy rabbrividì ma non era uno sciocco.
<< Lei ti ucciderebbe, non sei tu che comandi cane.
>>
<< Ti sfugge una cosa, io non sono il suo straccio. Ora
ti metti giù o vuoi rischiare? >>
Lo odiava, il suo corpo bolliva nemmeno fosse fatto di fuoco, sentiva
lo stomaco contorcersi e la bile risalirgli lungo la gola per la
rabbia, si inginocchiò ringhiando, non avrebbe rischiato di
prendere una decisione sbagliata, l'uomo che aveva davanti era ancora
più folle di lui.
<< Guardami. >>
Gli occhi del primo ufficiale erano umidi, si sollevarono lentamente,
strinse la mascella sentendo tutta la frustrazione che lo attanagliava
in una morsa feroce, guardava quell'uomo che si imponeva su di lui come
una montagna, solo Edward avrebbe potuto trattarlo così,
avrebbe
accettato solo dal suo capitano di essere trattato come una fottuta
nullità, da Barbanera si sarebbe lasciato anche calpestare e
lo
avrebbe fatto pur di riaverlo.
Provò disgusto verso se stesso, si era lasciato tagliare un
mignolo ed era stato felice, ma cosa aveva ottenuto? Niente.
Edward non lo avrebbe mai trattato così senza un motivo,
cazzo,
aveva ragione Spriggs, riusciva a pensare solo al suo dannato capo
quando lì l'unico ad essere in pericolo era lui e Barbanera
non
c'era a salvargli la pelle.
<< Dimmi dov'è? >>
<< Dov'è chi? >>
domandò Izzy confuso.
<< Il tuo capitano stronzetto. >>
<< E io come dovrei saperlo, sono stato chiuso in questo
buco di merda per tutto il tempo! >>
Gli arrivò uno schiaffo che gli riaprì la ferita
al labbro.
<< Modera il tono pidocchio, voglio sapere la sua
prossima mossa, dimmi dove era diretto. >>
Izzy si leccò il labbro sentendo il sapore metallico del
sangue, spostò solo lo sguardo verso di lui.
<< Anche se lo sapessi, non lo verrei a dire a te
cazzone. >>
<< Ah capisco, fedele al tuo capitano fino alla fine, che
bravo ragazzo. >>
<< Ma dov'è lui ora? >>
Il primo ufficiale mandò giù il magone, tremava
per il
nervosismo e tentava di non pensare al fatto che Edward lo avesse
mollato fregandosene.
<< Non mi pare sia corso a salvarti. >>
<< Lui è Barbanera >>
tremò con la voce roca.
<< E' abituato a perdere gli uomini, non può
certo rischiare la sua vita per noi. >>
Dio come gli aveva fatto male pronunciare quelle parole.
<< Ma tu sei il primo ufficiale o sbaglio?
>>
<< Ne troverà un altro, migliore di me
>> tirò su col naso impedendo alle lacrime di
scendere.
Ace gli poggiò lo stivale sporco sulla gamba, Izzy ci
sputò sopra per mostrargli il suo disprezzo.
<< Attento che te lo faccio pulire poi. >>
<< Conosco la vostra storia, Barbanera e il suo primo
ufficiale
in comando, sempre insieme, uniti e leali. Mai visti due pirati
più fedeli l'un con l'altro, dubito ti lascerà
qui a
marcire. >>
<< Su questo ti sbagli, io l'ho tradito due volte e lui
non
verrà mai, non aspettarti che piombi qui all'improvviso,
sarebbe
un'attesa vana. >>
<< Io credo tu mi stia mentendo >> disse
pulendosi lo stivale sui vestiti di Izzy, poi vide la mutilazione al
piede.
<< E' stato lui a farlo? >>
domandò girandogli intorno e fermandosi dietro di lui, il
pirata non rispose.
<< Perché lo stai cercando? >>
chiese voltando lo
sguardo, Ace rispose piantandogli un calcio tra le scapole che lo fece
cadere a terra con un gemito, l'uomo gli girò nuovamente
intorno
chinandosi poi davanti al suo viso, lo prese per i capelli tirandoli
appena.
<< Credevo che uno come Barbanera tenesse i suoi
cagnolini un po'
più ammaestrati, comunque io ed Elizabeth sappiamo esserci
una
bella taglia sulla sua testa, prima non ci interessava ma le cose sono
cambiate, si sono fatte molto più interessanti.
>>
<< Non lo avrete mai luridi bastardi! >>
Quella mano pesante lo lasciò andare, sentiva la cute
pizzicargli, non c'era punto del corpo che non gli facesse male, Ace
gli riservò qualche calcio ben piazzato e lui si ritrovo ad
urlare per il dolore, voleva che tutto finisse, sperava di morire, che
mettessero fine alla sua vita perché non ce la faceva
più, non aveva le forze per lottare ancora e lui non si era
mai
arreso, ma prima era diverso, era il suo capitano a dargli la forza,
combatteva per lui e vinceva per lui.
Ma adesso Edward lo odiava, non avrebbe più voluto
rivederlo, che senso aveva continuare ad insistere?
Se non poteva avere il suo perdono, nemmeno dopo mille suppliche la
mano misericordiosa di Barbanera l'avrebbe toccato, era una
nullità, un codardo buono a nulla, la vergogna di ogni
pirata
che si rispetti, nessun uomo si era mai macchiato di tradimento
così tante volte verso il suo stesso capitano.
Izzy piangeva mentre Ace continuava a infierire su di lui, i lividi sul
suo corpo non avrebbero mai raggiunto il numero di quelli che aveva nel
cuore.
<< Ed... >> singhiozzò con le
lacrime che gli scendevano bollenti sulle guance.
<< Perdonami Edward. >>
<< Vuoi il suo perdono, vediamo se te lo darà
quando
scoprirà che ti sei fatto mutilare da un altro nello stesso
modo
che ha usato lui. >>
Quelle parole furono sufficienti a svegliarlo, un brivido gelato lo
percorse e anche se aveva male dappertutto strisciò in modo
da
allontanarsi dal suo aguzzino.
<< No, bastardo questo non lo farai! >>
gridò con la
poca voce che gli era rimasta in gola, Ace lo prese per la caviglia
strattonandolo, gli levò la scarpa, tirò fuori un
coltello passando la fredda lama su quella piccola falange carnosa, il
mignolo dell'altro piede.
<< No cazzo io ti ammazzo! >>
<< Quante storie, così almeno camminerai pari
>> e
rise mentre lo tirava verso di sé, Izzy riuscì a
divincolarsi rimettendosi in piedi ma era troppo spossato e debole per
lottare e poi dove avrebbe potuto scappare?
...
Sul ponte della Revenge la
ciurma si
stava organizzando per l'attracco, mancava davvero poco all'arrivo e il
morale di tutti era scoppiettante, la sera precedente i due capitani
non si erano visti e Franchie aveva raccontato di averli trovati ancora
in cabina insieme, e sembravano contenti.
<< Stede ed Edward? >> domandò
William.
<< Stanno arrivando >> rispose Franchie.
<< Li hai visti? >>
Il pirata annuì e il capitano della Golden
sollevò le sopracciglia come se fosse in attesa di qualcosa.
<< Oh, loro erano a posto, sembrava non ci fosse nulla
che non andava. >>
<< Almeno non si sono scannati a vicenda >>
commentò Jim.
<< Che vuoi dire? >> domandò
Will.
<< Nada que te riguardi >> rispose
allontanandosi.
Nella cabina dei capitani i due stavano cercando il modo meno
imbarazzante di salutarsi, si erano baciati di nuovo e se non fossero
stati interrotti chissà che altro sarebbe potuto accadere,
Stede
si sistemò nervosamente i capelli voltandosi verso Edward.
<< Allora io...vado >> disse Bonnet
indicando la porta.
<< Sì io mi... >> si
guardò notando che era
ancora vestito, che cosa avrebbe potuto dire? Era in panico totale.
<< Voglio dire, devo... >> fortunatamente
ci pensò Stede a trovare una soluzione.
<< Anche io devo darmi una ripulita >>
scosse la testa, << sistemata. >>
<< Ci vediamo sul ponte allora? >>
Barbanera annuì osservandolo schizzare via come un
razzo, si lasciò cadere pesantemente sul divano
stropicciandosi la faccia, soffiò l'aria dalla bocca
guardando i
resti di quella cena che aveva avuto uno sviluppo davvero inaspettato.
Entrambi erano nervosi e indecisi riguardo al modo di comportarsi, non
avevano avuto il tempo di parlarne anche se non sapevano se fosse la
cosa migliore da fare, era successo e basta senza che lo decidessero e
per ben due volte, se la notte passata poteva essere etichettata come
ebrezza del momento la mattina invece come dovevano interpretarla?
Forse la cosa migliore era fingere non fosse accaduto nulla, avevano
una missione importante e il loro privato non poteva interferire con
questo, Stede si era cambiato i vestiti ritenendo più
opportuno
indossare gli abiti con cui era tornato e lasciare quelli del pirata
gentiluomo a riposo, anche se gli era piaciuto indossare i vecchi panni.
Edward si guardò allo specchio convincendo se stesso che
sarebbe
andato tutto bene, era il cazzo di Barbanera, un assassino, il terrore
dei mari, era il kraken, non poteva lasciarsi intimidire da un paio di
labbra dolci come il miele, avrebbe affrontato Stede con coraggio,
poteva parlargli tranquillamente senza dover per forza fare accenni a
ciò che era successo, era il capitano, poteva farcela senza
tremare.
Espirò aria dalle narici e con determinazione
uscì sul
ponte, tutti i suoi buoni propositi andarono a farsi benedire quando il
suo sguardo incontrò la figura del pirata gentiluomo, se ne
stava lì baciato dal sole, con quegli abiti da marinaio
navigato, la camicia bianca che gli lasciava scoperta quella zona di
pelle abbronzata e succulenta, parte di sé che mai aveva
mostrato e che solitamente era coperta da un buon strato di stoffa
attorcigliato intorno al collo.
Troppe volte aveva desiderato di sfilare quel fiocco, slacciare il
nodo della cravatta, aprire i bottoni e affondare il naso in quel petto
che sembrava chiamarlo a gran voce, adesso lo aveva lì
davanti,
invitante come un banchetto colmo di leccornie, Edward si
leccò
le labbra secche, doveva smettere di pensare, soprattutto doveva
piantarla di immaginare i modi in cui avrebbe potuto affondare i denti
in quella carne rosea, o tutto sarebbe diventato troppo grande da
sopportare, in tutti i sensi.
Stava per andare da lui giusto per mostrare che non c'erano problemi,
per far vedere che non era così debole da cedere a stupidi
sentimenti, voleva dimostrarsi forte ma la sua corsa venne interrotta
da un sorridente William.
<< Allora amico? >> esordì
dandogli una pacca sulla spalla, venne fulminato con lo sguardo.
<< Come è andata? >>
<< Che cosa? >> sbuffò
incrociando nervosamente le braccia.
<< Come cosa, non fare il finto tonto >>
sollevò le
sopracciglia in un modo che a Edward non piacque per niente.
<< Abbiamo da fare adesso W i l l i a m, non ho tempo di
ascoltare le tue farneticazioni. >>
Il pirata sollevò gli occhi al cielo.
<< Che barboso sei diventato Eddy. >>
<< Chiudi il becco Will! >> lo spinse piano
avvicinandosi poi al suo co-capitano.
<< Ed... >> soffiò il biondo non
appena lo vide.
<< Stede >> si guardarono imbarazzati per
qualche istante,
si resero presto conto di avere lo sguardo dell'equipaggio puntato
addosso.
<< Allora ragazzi >> esordì il
pirata gentiluomo.
<< Come Buttons ci ha gentilmente fatto notare manca
davvero poco
all'arrivo, non sappiamo se Lucius e Pete...e anche Izzy
>>
lanciò un'occhiata a Edward che però
spostò lo
sguardo.
<< Non sappiamo se si trovano ancora lì, per
questo direi
di dividerci in due gruppi, uno capitanato da me e l'altro...-
>>
<< Quando lo hai deciso? >>
domandò Barbanera.
<< Non l'ho deciso, stavo appunto per chiedere se la mia
idea stesse bene a tutti. >>
Un mormorio si alzò tra la ciurma.
<< La squadra di Edward avrà molta
più probabilità di vincere. >>
<< Non è una gara amico. >>
<< Non lo è finché qualcuno non
vincerà. >>
<< Possiamo dare fuoco a qualcosa? Nel caso fossero in
pericolo intendo >> domandò Wee John.
<< E va bene silenzio! Avete sentito il vostro capitano,
mettetevi in ordine che vi dividiamo, e non voglio sentire una parola
in più su questa cosa >> esordì con
voce sicura
Edward, Stede lo guardò e sorrise per poi riscuotersi,
avevano
del lavoro da fare.
<< Scusate? Le squadre potrebbero essere tre, io con i
miei uomini >> propose William.
<< Ma tu non sai come sono fatti i nostri amici
>> disse giustamente Roach.
<< Bè qualcuno di voi potrebbe venire con me,
siamo in
tanti, possiamo mischiarci. Se i vostri capitani sono d'accordo
ovviamente. >>
Edward guardò il pirata biondo.
<< Stede? >>
Lui annuì, si fidava di William.
Una volta fatte le squadre era il momento di preparare le munizioni,
Barbanera e il suo vecchio amico si allontanarono per prendere le
ultime cose e il più giovane ebbe un mancamento, venne
sorretto
da Edward che lo guardò preoccupato.
<< Will? >>
<< Sto bene, a volte mi capita. >>
<< Sei sempre convinto di voler venire con noi, guarda
che non c'è niente di male a ritirarsi. >>
<< Questo chi te lo ha insegnato, il tuo dolce Stede?
>> domandò con un sorrisino.
<< Non so di cosa tu stia parlando >> disse
arrossendo.
<< Guarda che non sono cieco >>
ridacchiò poi
tossì chinandosi, Barbanera lo sorresse e l'altro si strinse
a
lui.
<< Mi piacerebbe navigare con te un'ultima volta, come
quando
eravamo ragazzini che con quelle stupide tavole di legno sfidavamo le
onde. >>
<< Lo faremo Will >> disse accarezzandogli
una spalla.
<< Ce ne andremo a largo insieme... >>
In quel momento passò di lì Stede, gli fu
sufficiente
ascoltare quella frase per travisare completamente la conversazione, le
armi quasi gli caddero di mano, corse via e le mollò a
qualcuno
senza curarsi di chi fosse e si rintanò nella sua cabina,
quella
in cui solo la sera prima, anzi la mattina, aveva assaggiato le labbra
di Edward.
Chiuse la porta e vi si appoggiò con la schiena prendendo
lunghi
respiri profondi, voleva andarsene con lui, Edward voleva abbandonarlo,
voleva andarsene, le lacrime non ci misero molto a scendere lungo le
guance, sentiva il petto stretto in una morsa e malgrado ci provasse
non riusciva a calmare il respiro.
Credeva che le cose stessero iniziando a sistemarsi tra loro, invece si
era soltanto illuso, il suo Ed gli avrebbe riservato lo stesso
trattamento e forse anche in modo peggiore, andandosene con un altro,
Stede non poteva crederci, non poteva essere vero, eppure lo aveva
sentito con le sue orecchie.
<< Ne cerchiamo una e sfidiamo le onde come ai vecchi
tempi >> continuò Barbanera facendo sorridere
l'amico.
<< E fanculo la malattia >> disse William
con gli occhi che gli scintillavano.
<< Ben detto, fanculo! >> esordì
e insieme tornarono dagli altri.
<< Dove diavolo è Stede? >>
domandò cercando con lo sguardo quello del suo co-capitano.
<< Si è chiuso nella sua cabina
>> rispose Roach.
<< Già e non vuole uscire >>
disse Jim poi si avvicinò squadrandolo
<< Di un po', ¿qué le has hecho?
>>
Barbanera non capì e si innervosì.
<< Che hai detto? >>
<< Cosa gli hai fatto!? >>
sbottò Jim.
<< Perché dai per scontato che sia colpa mia?
>>
Il capitano incontrò lo sguardo di tutta la ciurma, che
sembrava
sbattergli in faccia il fatto che i malumori di Bonnet negli ultimi
tempi fossero direttamente collegati a lui e non poteva certo dar loro
torto, sbuffò e poi sospirò.
<< D'accordo...ci penso io. >>
<< Forse non è una buona idea...
>>
<< Ehi ragazzi se i vostri capitani hanno qualcosa da
chiarire
è meglio lo facciano prima di scendere, anche se vi assicuro
che
Edward era con me e con Stede non ha parlato. >>
<< Appunto >> rispose piccat* Jim
scoccandogli uno sguardo tagliente.
Edward a quel punto si era già allontanato, provò
ad
entrare nella cabina ma la porta era chiusa a chiave, bussò
con
forza chiamandolo a gran voce.
<< Stede! >>
<< Va via! >> strillò la voce
dall'altra parte.
<< Non me ne vado finché non apri questa
dannata porta! >>
<< Peggio per te, vorrà dire che rimarrai
lì per sempre >> mugugnò.
<< Parla più ad alta voce che non ti sento!
>>
<< Ho detto che rimarrai lì per sempre!
>>
Barbanera sospirò appoggiando le mani sul freddo legno della
porta.
<< Tanto per cominciare perché ti sei chiuso
nella mia stanza!? >>
<< E' la mia
stanza, tu te ne sei solo appropriato. >>
<< Non puoi rimanere lì per sempre!
>>
<< Sì che posso >>
sbottò il gentiluomo che si era rannicchiato sul letto.
<< Dovrai pur mangiare... >>
provò Edward usando un tono più convincente.
<< Mi farò bastare gli avanzi della cena.
>>
Il pirata chiuso fuori ringhiò di frustrazione sbattendo un
pugno contro la porta.
<< Bonnet, giuro che mi apposto qui finché non
ti degnerai
di uscire, se morirò di fame o di freddo sarà
solo colpa
tua sappilo! >>
<< Allora rimanici! >> urlò il
biondo tirando un
cuscino contro la porta, si era alzato per farlo, ma poi
tornò a
chiudersi a riccio sul morbido materasso.
L'aggressività e le minacce non funzionavano e mai lo
avrebbero
fatto capì Edward, appoggiò la testa contro la
porta,
avrebbe usato la stessa arma utilizzata dall'uomo chiuso dentro la
stanza, la gentilezza.
<< Bonnet? >>
...
<< Stede? >>
<< Cosa... >> sospirò da dietro
la porta, si era avvicinato e seduto appoggiandoci la schiena sopra.
<< Perché ti sei chiuso qui? >>
<< Perché sono un idiota >>
rispose tirandosi le ginocchia al petto.
Edward aggrottò le sopracciglia.
<< D'accordo ma...puoi essere un idiota una volta che
abbiamo portato a termine la missione? >>
<< Puoi benissimo andare senza di me >>
disse con un tono ferito.
<< Va con lui visto che ti piace tanto, William
è molto
più capace di me >> ora la sua voce era
piccata e acidula
e Barbanera era sempre più confuso.
<< Stede si può sapere cosa ti prende? Sai
bene che ci servi anche tu, le tue idee sono geniali e...-
>>
<< Saranno anche geniali ma non sono forte e bello come
lui
>> mugolò mettendo un tenero broncio che
Edward non poteva
vedere.
<< Per caso sei impazzito? Sei forte anche tu e...Bonnet
non mi convincerai a farti un complimento con l'inganno.
>>
Stede guardò in alto appoggiando la testa contro la porta.
<< Anche dire che sono forte e che ho buone idee sono
complimenti >> borbottò a bassissima voce.
<< Hai detto qualcosa? >>
domandò Edward da fuori.
<< Ho detto che tanto non me lo diresti mai!
>>
<< Vuoi davvero impuntarti su questa cosa adesso!?
>>
<< Quando altrimenti? Quando te ne sarai già
andato?
>> era isterico e ferito e non riusciva a smettere di
rispondere
in maniera acida, perché lo voleva lì, desiderava
tenerlo
accanto a sé per sempre ma sapeva di non poterlo fare.
<< Stede giuro mi stai confondendo... >>
<< Ti ho sentito Edward, hai detto a William che te ne
saresti
andato con lui... >> la sua voce si ruppe, strinse le
labbra
catturando le lacrime appena scese.
<< E ti capisco sai, lui può offrirti tutto
mentre io... >> sollevò e abbassò
le spalle.
<< Stede...Io non partirò con William.
>>
<< Come? >> gracchiò l'altro.
<< Apri questa porta idiota >> disse
Barbanera.
Stede si tirò su e aprì trovandosi di fronte lo
sguardo pacifico di Edward.
<< Vedi perché è sbagliato
origliare le conversazioni. >>
<< Scusa >> soffiò il capitano
dai capelli dorati
abbassando la testa, sembrava così piccolo avvolto in quella
vestaglia rossa, la stessa che aveva usato Edward quando era tornato
sulla Revenge da solo, l'aveva evidentemente cercata visto che lui
l'aveva infilata sotto a un mobile.
Non riusciva proprio ad avercela con quel delicato raggio di sole, ma
non ci sarebbe stato niente di male a prenderlo un po' in giro.
<< Fai bene a scusarti, cosa pensi che sia un giocattolo
con cui
divertirti? Mi dici bugie, mi baci rubandomi la pistola poi organizzi
una sorta di cena senza il mio permesso e di nuovo ti approfitti di me,
della mia debolezza. >>
Stede sollevò lo sguardo, gli occhi nocciola lucidi e
colpevoli.
<< Edward io... >>
Ma Edward non era fatto serio o arrabbiato, anzi le sue labbra
nascondevano un lieve ghigno.
<< Perché stai ridendo? >>
<< Che ti serva di lezione >> disse
puntandogli l'incavo della spalla con l'indice.
Poi continuò.
<< Per la prossima volta che ti verrà in mente
di farmi
penare dietro una porta chiusa. Se vuoi sapere qualcosa chiedilo e
basta capito? >>
Bonnet deglutì, che tonto era stato.
<< Quindi non vai via? >>
domandò ancora incredulo.
<< No e ora andiamo che gli altri ci aspettano
>> disse incamminandosi.
Stede sorrise prima di seguirlo.
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Capitolo 12 *** Il risveglio della bestia ***
Il risveglio
della bestia
La ciurma della Revenge
insieme
all'equipaggio della Golden fecero come avevano stabilito, si divisero
e cercarono per quelle strade polverose i loro amici, chiesero
informazioni a ogni persona che si imbatteva nel loro cammino, non fu
facile ma alla fine riuscirono ad avere o meglio estorcere delle voci
che avevano iniziato a girare al porto.
<< Credete possano essere loro? >>
<< Tre sono tre. >>
<< Ma perché qualcuno avrebbe dovuto portarli
via? >>
<< Per esperienza personale meglio controllare, dare
un'occhiata >> disse William.
<< Sì ma da dove iniziamo? Non abbiamo idea
del luogo in
cui potrebbero essere stati rinchiusi, sempre se si tratta di una vera
pista >> era stato Edward a parlare, il nervosismo era
iniziato a
salirgli da quando sempre più persone avevano concordato
sullo
stesso tema, ovvero che su quell'isola era successo qualcosa di strano,
qualcuno aveva giurato di aver visto della gente che veniva caricata su
una
carrozza.
<< Ci sarà qualcuno que sabe más di
tutti aquí. >>
<< Qualcuno come Jackie la spagnola. >>
Edward l* guardò.
<< Non hai tutti i torti. >>
<< Come facciamo a sapere di chi si tratta?
>> domandò Stede.
<< Semplice, torturiamo qualcuno finché non
parla. >>
Il pirata biondo deglutì.
...
Elizabeth
appoggiò le mani sulle
spalle di Lucius, gli fece sollevare il braccio nella quale mano aveva
messo una pistola, il giovane tremava, sudava, il cuore gli batteva
forte e aveva una gran paura, era certo che mai sarebbero usciti vivi
da quell'inferno.
<< Allora Lucius scegli, chi deve morire? >>
<< Lui >> e lo spostò verso Pete.
<< O lui? >> gli fece mirare Dylan.
I due erano stati fatti alzare in piedi, messi l'uno vicino all'altro
pronti per una sanguinosa e crudele esecuzione.
<< Liz ti prego...Io non posso >>
piagnucolò il giovane.
<< Smettila di tremare come un topolino in gabbia e fai
l'uomo. >>
<< Una volta che lo avrai fatto potrai tornartene a casa
con
quello che rimane, non è magnifico? >>
ghignò lei.
<< E' crudele >> singhiozzò con
la voce che tremava.
<< Non ci manderai mai a casa, Izzy aveva ragione
>> alcune lacrime lasciarono i suoi occhi
chiari.
...
<< Siete
degli incompetenti! >> gridò Barbanera.
<< Edward! >> lo rimproverò
Stede, stavano girando
come dei forsennati per scoprire informazioni in più, alcuni
dei
ragazzi si erano lasciati sfuggire qualcuno che sembrava saperne ed
Edward si era imbestialito, continuava a sbraitare ed urlare e a un
certo punto il suo co-capitano ne aveva avuto abbastanza.
<< Non puoi trattarli così, non è
colpa loro >> disse.
<< E di chi è mia forse? Se tu fossi stato un
capo
più competente a quest'ora sapremmo dove sono i vostri
fottuti
amici! >>
Stede accusò il colpo attribuendo quella sfuriata a una
sorta di
senso di colpa per essere involontariamente la causa di
quell'accadimento, a tutti loro era venuto spontaneo pensare che quei
tre uomini di cui parlava la gente potessero essere i loro amici,
quante probabilità c'erano? Tre persone erano scese dalla
loro
nave e tre erano state viste trascinare via, certo alcuni avevano
assicurato fossero quattro ma la teoria che andava per la maggiore era
che fossero tre.
Se quella era vera significava che c'era anche Izzy con Lucius e Pete,
tutti avevano trovato strano che il primo ufficiale si trovasse con
loro, ma non sapevano come erano andate veramente le cose e per il
momento era l'unica vicenda rilevante che li portava vicini a sapere
qualcosa.
<< Avanti diamoci una calmata, Eddy non puoi fare
così...- >>
<< Non ho bisogno di essere difeso >> disse
nervosamente
Stede vedendo Edward rilassarsi alle parole dell'amico, anche se gli
aveva assicurato che non se ne sarebbe andato provava ancora
una
forte gelosia, solitamente era lui quello che riusciva a farlo
ragionare e l'idea che esistesse un'altra persona a cui dava retta lo
faceva sentire inutile, avrebbe dovuto considerarla una cosa bella ma
proprio non ce la faceva.
<< Dove vai!? >> gridò
Barbanera a Bonnet che era partito a passo spedito.
<< A chiedere informazioni in quel bar! >>
strillò di rimando.
<< Ma ci siamo già stati! >>
<< Bè questa volta sono certo
salterà fuori qualcosa! >>
Edward alzò e abbassò le braccia.
<< Ma fanno sempre così? >>
domandò William a bassa voce.
<< Ogni volta >> rispose Olu sospirando.
<< Vedrete che finirà per offrire da bere a
qualcuno e
l'unica cosa che otterremo saranno dannate monete in meno
>>
ringhiò Edward tra i denti, poco dopo Stede uscì
dal
locale tenendo per il braccio un uomo sotto lo sguardo incredulo di
tutti.
<< Lui sa qualcosa >> disse spingendolo
piano in avanti e
poi lanciò un'occhiata vittoriosa verso Barbanera che lo
stava
guardando ad occhi sgranati.
<< Non parlerò. >>
Edward gli diede un pugno che lo fece finire a terra.
<< Adesso hai cambiato idea? >>
<< No >> gemette l'uomo e gli
arrivò un calcio allo stomaco.
<< Edward dobbiamo interrogarlo non ucciderlo
>> disse Stede.
<< Non mi sembra che coi tuoi metodi sei arrivato molto
lontano >> sibilò fissandolo.
<< Sprigionano una tensione sessuale mostruosa
>>
mormorò William osservando i due capitani che si guardavano
intensamente negli occhi, temette quasi sarebbero uscite scintille da
quanto era intenso quello sguardo condiviso.
<< Cosa? >> domandarono in coro.
<< Niente, dicevo che c'è un altro modo per
far parlare un uomo >> disse avvicinandosi.
<< E sono... >> buttò alcune
monete a terra.
<< I soldi >> si chinò
prendendolo per il colletto.
<< Se parlerai ne avrai molti, e anche subito.
>>
<< Chi mi assicura che non mi sparerete? >>
domandò giustamente l'uomo.
<< Avrai anche una pistola per difenderti
>> disse sorridendo.
<< William! >>
<< Che!? >>
Gridarono Stede ed Edward.
<< So quello che faccio >>
guardò il tipo ancora seduto a terra che ci pensò
su.
<< E va bene, vi dirò quello che so.
>>
...
Edward allungò
una pistola verso
Stede che si congelò di colpo, deglutì
rumorosamente,
sapeva che nel corso della missione sarebbe potuto accadere che si
fossero imbattuti in qualche combattimento ma la vista di quell'arma da
fuoco gli fece prendere consapevolezza di quanto non fosse pronto ad
uccidere qualcuno, era terrorizzato.
<< Ho già la spada...e un pugnale
>> sussurrò con la voce tremante.
<< Potrebbero non bastare. >>
Il pirata gentiluomo si umettò le labbra ancora indeciso sul
da farsi.
<< Stede devo saperti al sicuro nel caso fossimo
separati. >>
Prese l'arma con mani tremanti e vide lo sguardo dell'uomo che amava
farsi più sereno, sorrise appena.
<< Spero di non doverla usare. >>
<< Lo spero anche io Stede, ma nel caso spara, non avere
paura okay? >>
Il biondo annuì.
...
Izzy aveva lottato, seppur
legato,
ferito e allo stremo delle forze si era opposto con le unghie e con i
denti come se fosse una belva feroce che non accetta di essere
ingabbiata, Ace aveva giocato con lui sapendo che non aveva nessuna
speranza di farcela ridotto in quello stato, aveva lasciato si
stancasse, che fuggisse da lui e quando sperava di avercela fatta lo
aveva ripreso con forza brutale e sbattuto a terra.
Lo aveva guardato rialzarsi più e più volte,
"tenace
quell'uomo" aveva pensato, "ecco perché piace tanto a
Barbanera."
Il primo ufficiale avrebbe accettato tutto, le percosse e persino la
morte ma non che lo mutilasse come aveva fatto Edward, quello sarebbe
stato troppo per lui da sopportare, ma alla fine era caduto stremato e
dopo un grido di dolore che aveva echeggiato per tutta la stanza perse
i sensi.
Ace stava ripulendo la sua arma quando udì un forte tonfo,
qualcuno aveva buttato giù la porta e la stanza si era
riempita
di fumo bianchiccio, non fece in tempo a sentirlo arrivare che
stramazzò al suolo colpito da una serie di cazzotti, quella
strana nebbia si diradò in fretta e Barbanera
riuscì a
vedere meglio l'uomo che aveva colpito e che ora giaceva a terra con la
faccia insanguinata.
Stede e gli altri giunsero nella stanza dove stava per avere luogo una
brutale esecuzione, le due donne rimasero incredule quando un cospicuo
gruppo di pirati riempì quella che a tutti gli effetti era
diventata una prigione, Lucius vedendo i suoi amici scoppiò
in
un pianto disperato, Pete sorrise, era sempre stato certo che non li
avrebbero abbandonati, mentre Dylan fissava la scena con occhi sgranati.
<< Forse dovresti...occuparti del tuo amico
>> disse Ace
con un ghigno malvagio indicando alle spalle del capitano dei pirati,
quando si voltò con orrore scoprì la figura del
suo primo
ufficiale stesa a terra, tramortì l'uomo con un pugno
più
forte e lo lasciò cadere, poi si avvicinò a
quello che da sempre era stato suo fedele alleato.
Vederlo in quello stato, inerme, sporco e coperto di sangue gli fece
gelare le ossa, poi si accorse che era senza scarpe e che da uno dei
piedi stava perdendo sangue, un ringhio feroce lasciò la sua
gola
quando scoprì il motivo.
Mosse alcuni passi verso quello che era stato per giorni l'aguzzino di
Izzy, strappò una parte di stoffa della sua camicia e una
volta
tornato dall'amico si chinò dietro di lui, gli
fasciò
come meglio poteva il piede mantenendo la mascella serrata, doveva
rimanere lucido il più possibile mentre compiva quell'azione.
Dopo averlo fasciato la freddezza svanì e si girò
selvaggiamente pronto ad attaccare e infliggersi su quel
bastardo che aveva ridotto così un suo amico, in
quell'esatto
istante capì quanto ancora contava Izzy per lui malgrado
tutto
quello che era successo, voleva uccidere, fare a brandelli quella
bestia fino a non far rimanere un briciolo di parte sana in quel corpo
mostruoso, Wee John giunse in quel momento.
<< Capitano dobbiamo andare, gli uomini di William hanno
avvistato un gruppo di guardie che si stanno avvicinando qui.
>>
Detestò quelle persone che gli stavano rovinando il piano,
ma la
loro vita era più importante, prese tra le braccia
Izzy
stupendosi di quanto fosse stato facile tirarlo su, sentiva la
rabbia crescergli dentro e un desiderio di distruggere tutto quello che
gli capitava a tiro, il primo ufficiale aprì leggermente gli
occhi, la patina che ricopriva le pupille e la lieve nebbia che si
stava dissolvendo rendevano difficile la vista ma in quella figura che
lo teneva tra le braccia riconobbe Barbanera.
Le sue labbra si stirarono in un debole sorriso.
<< Ed...ward >> biascicò.
Era tornato a prenderlo.
Non lo aveva dimenticato.
Perse di nuovo i sensi ma questa volta era felice, la fronte si
appoggiò sul petto solido e forte del suo capitano che prima
di
uscire si rivolse a Wee John.
<< Assicurati che qui non rimanga niente, fa saltare
tutto. >>
L'altro sorrise eccitato di poter finalmente dare fuoco a qualcosa, ma
purtroppo il tempo era contro di loro, dovettero uscire tutti senza
nemmeno potersi salutare a dovere, salirono e scesero colline,
scostando rami e tagliando erbacce, contava solo la fuga, le teste di
molti pulsavano, soprattutto quelle degli uomini che fino a quel
momento
erano stati prigionieri.
Quando arrivarono al porto avevano il fiatone e il cuore in gola, ce
l'avevano fatta, i loro amici erano sani e salvi e li avevano
ritrovati, si abbracciarono stanchi e sudati, soprattutto curiosi di
conoscere quale terribile storia si celasse dietro al rapimento.
<< Dove diavolo è Bonnet!? >>
gridò Edward allarmato.
<< Non lo so, era dietro di noi... >>
rispose William.
<< Cazzo, prendi Izzy >> disse
passandoglielo, la gola gli
si strinse in un forte senso di panico ma in quel momento dal boschetto
uscì la figura trafelata di Stede, Barbanera gli corse
incontro.
<< Scusate ragazzi >> ansimò,
<< ci sono. >>
<< Dove diamine eri finito!? >>
domandò tenendo stretta la voce perché non gli
sfuggisse spezzandosi.
<< Mi sono assicurato che quei criminali avessero la
giusta punizione. >>
Edward lo colpì in faccia con un pugno, Stede
mugolò mentre gli altri guardavano a bocca spalancata.
<< Penso di essermelo meritato >> disse
mentre si
massaggiava la guancia, Barbanera aveva gli occhi lucidi, colmi di
lacrime, il pirata gentiluomo pensò stesse per arrivargli un
altro pugno mentre invece il suo co-capitano gli si getto tra le
braccia stringendolo, rimase per un attimo scioccato, poi lo strinse a
sua volta abbassando le palpebre.
<< Non farmi mai più una cosa del genere.
>>
Stede gli accarezzò i capelli.
<< Scusa >> sussurrò.
<< Ormai è un vizio Bonnet, quello di scusarti
con me. >>
Il biondo sorrise scostandosi per guardarlo.
<< Te le meriti tutte >> rispose.
<< Promettilo >> disse Edward.
<< Cosa? >>
<< Che non mi farai spaventare più
così, credevo ti avessero preso. >>
Lo sguardo nocciola si addolcì.
<< Hai la mia parola >> disse prendendo la
mano tatuata e posandosela sul petto, in corrispondenza del cuore.
<< Ehi piccioncini ci vogliamo dare una mossa? Sono
appena
sfuggito alla morte e ho un bisogno terribile di un bagno
>>
urlò Lucius, i due capitani sorrisero e tutti insieme
salirono
sulla Revenge, facendo attenzione a Izzy che era ancora svenuto, fu
Edward a occuparsi di lui portandolo nella sua cabina, un senso di
costrizione gli artigliò lo stomaco al ricordo che in quella
stessa stanza lui stesso gli aveva tagliato brutalmente il mignolo.
<< Ho cambiato idea, portatelo nella mia. >>
Roach e il dottore della Golden si voltarono verso di lui.
<< Sicuro? >>
<< Sì >> rispose Edward
spostando immediatamente lo sguardo e allontanandosi.
Sulla Revenge l'umore di tutti era decisamente migliore rispetto a ore
o giorni prima, la ferita alla spalla di Lucius era stata
controllata e disinfettata, Stede gli aveva prestato la sua vasca da
bagno perché si concedesse un momento davvero rilassante
dopo la
brutta avventura che aveva passato, si sentiva talmente esausto che fu
Pete a svegliarlo per evitare che si prendesse un malanno nell'acqua
che ormai era diventata fredda.
Finirono per addormentarsi insieme e anche Dylan si
addormentò
su una delle amache, i ragazzi della nave erano stati tutti carini con
lui, il loro amico aveva accennato semplicemente che si
conoscevano e questo era bastato, ci sarebbe stato tempo per le
spiegazioni ma tutti erano concordi a lasciare che quei quattro si
riprendessero e poi se avessero voluto avrebbero potuto
raccontare quello che era successo.
Nemmeno Pete e Lucius parlarono, il primo aveva capito che nel cuore
del suo fidanzato stava succedendo qualcosa, ma non lo avrebbe mai
forzato a parlargliene e soprattutto non appena usciti da
quell'inferno, così lo aveva semplicemente stretto tra le
braccia, sussurrandogli che era al sicuro e che sarebbe andato tutto
bene.
Il giovane dai capelli castani pianse molto nel sonno, stringendo la
camicia dell'uomo a cui era avvinghiato, a volte si svegliava di
soprassalto credendo di essere ancora in una di quelle maledette stanze
poi si rasserenava quando sentiva lo scricchiolio inconfondibile delle
assi della Revenge, il profumo e le braccia forti dell'uomo che dormiva
accanto a lui.
Edward era appoggiato allo stipite della porta della sua cabina a
braccia incrociate, fissava Izzy che dormiva nel suo letto pensando che
un tempo non si sarebbe mai sognato di cedere il suo posto, nemmeno
dopo un evento brutale come quello che era accaduto, era lui stesso ad
essere brutale.
Il suo pensiero corse a Stede, quell'uomo gli aveva toccato il cuore
finendo per cambiare in modo cruciale la sua natura, Stede, che lo
aveva
accolto sulla sua nave mostrandogli senza nemmeno conoscerlo i passaggi
nascosti all'interno di essa, gli aveva mostrato il cuore della
Revenge, non l'aveva mai vista così, sorrise ingoiando il
nodo
che gli si era formato in gola, per tutto il tempo quel pirata
improvvisato non aveva fatto altro che donargli parti di sé
e lui lo
stava capendo solo adesso.
<< Come va amico? >> domandò
Will mettendogli una mano sulla spalla e riscuotendolo dai suoi
pensieri.
<< Mh? >> domandò voltandosi.
<< Oh Will... >> si strinse nelle spalle.
<< Credo bene, insomma il dottore dice che dobbiamo
aspettare e tenere sotto controllo la nuova ferita. >>
<< Sei preoccupato? >>
<< No >> rispose di getto stringendo le
labbra.
<< Eddy...Solo poco fa ti ho visto andare nel panico per
un uomo. >>
<< Vuoi davvero continuare a fingere di non provare
sentimenti? >>
<< Stede è diverso... >> disse
solo guardando dritto davanti a sé.
<< Quindi è per questo che hai dato a Izzy il
tuo letto,
perché non ti importa di lui. Senti siamo tutti d'accordo
che tu
e il biondo siete pazzi l'uno dell'altro ma questo non significa che tu
non possa essere in pensiero per qualcun altro. >>
Edward arrossì per ciò che William aveva detto su
lui e
Stede, non riuscì a nascondere il lieve sorriso che gli era
spuntato sulle labbra e non si sforzò nemmeno di farlo, poi
però tornò serio, il suo sguardo si
incupì
e strinse più forte le braccia contro il petto.
<< Tu non capisci Will, io non sono preoccupato, ho solo
un gran
desiderio di strangolare con le mie mani chi lo ha ridotto
così,
ma il primo che dovrei ammazzare sono io perché gli ho
tagliato
quel dito senza nemmeno pensarci e qualcuno ha pensato bene di
divertirsi allo stesso modo. >>
<< E vederlo fatto da un'altra persona mi ha fatto
rendere conto di quanto io sia mostruoso... >>
sospirò.
<< Edward ma cosa dici? Hai fatto di tutto per salvare
quelle
persone, hai dato a Izzy la tua stanza...come puoi dire...-
>>
<< L'ho fatto per Stede >>
sussurrò.
<< Piantala di usare lui come scusa per tutto,
sì forse
una parte di te lo ha fatto per lui ma cristo Edward tu sei una persona
con un cervello, avresti potuto benissimo decidere di non farlo o di
non mettere tutto te stesso. >>
<< Prima non lo avrei fatto >> lo
interruppe guardandolo.
<< Sarà anche così, non possiamo
saperlo con
certezza, ma non cambia di molto le cose. Senti ti dirò una
cosa, io non ho mai visto in vita mia due persone così prese
l'una dall'altra come voi due, sarà che in mare ci sono
poche
occasioni di vedere l'amore... >> aveva gli occhi lucidi
mentre
parlava.
<< Probabilmente Stede ha saputo tirare fuori una parte
di te che
era rimasta nascosta, ma questo significa solo che era già
dentro di te, smettila di fustigarti in questa maniera e goditi quello
che hai, se me ne sono accorto io che navigo con voi da pochissimo
significa che non è una cosa da niente. >>
Sorrise alzando gli occhi verso l'alto per non piangere, poi
guardò l'amico.
<< Dio Edward quell'uomo mi ha chiuso dentro un fottuto
armadio
perché non gli rovinassi la sorpresa della cena
>> disse
ridendo.
<< Cosa ha fatto? >> domandò
Barbanera incredulo.
<< Sì è una storia lunga e
divertente, basta preoccuparsi per sciocchezze d'accordo?
>>
Annuì.
<< Grazie Will >> disse e l'altro si
congedò con un sorriso comprensivo e una pacca sulla spalla.
Edward ebbe il coraggio di entrare nella stanza e sedersi su una sedia
mezza rotta, dell'elegante mobilio lì dentro era rimasto ben
poco e le cose che erano sopravvissute riportavano tagli o segni di
maltrattamento, aveva fatto in modo che ogni cosa bella sparisse non
pensando di meritarne alcuna dopo che il suo sole personale si era
spento.
Izzy era molto sudato e respirava lentamente, lui aveva quasi timore di
quando avrebbe riaperto gli occhi, non si erano lasciati nel migliore
dei modi, avevano litigato e la furia del kraken si era abbattuta
nuovamente su quell'uomo che aveva tentato in tutti i modi di tenerlo
separato da quello che desiderava davvero.
Lo aveva picchiato e poi Izzy era finito tra le mani di qualcuno che
aveva fatto lo stesso, e quella cosa non gli dava pace quasi si
ritenesse l'unico a poter mettere le mani addosso a uno dei suoi
uomini, ma non era così, la verità era che aveva
considerato quell'aguzzino un mostro e poi si era rivisto in esso.
Le parole di William erano state utili ma non abbastanza dal vedersi
separato dalla sua nemesi, in quel momento entrò Stede,
luminoso
come il primo raggio che al mattino si posa delicatamente sul tuo corpo
addormentato e ti risveglia con il suo lieve tepore.
<< Ehi... >> bisbigliò rimanendo
fermo come se avesse paura di fare un passo di troppo.
<< Puoi venire >> disse Edward.
Lui sorrise avvicinandosi.
<< Come va qui? >> domandò.
Barbanera si strinse nelle spalle.
<< Sembra tutto a posto per ora >> rispose.
<< Se vuoi ti do il cambio. >>
Le sopracciglia di Edward svettarono verso l'alto.
<< Tu davvero rimarresti qui? Con lui? >>
<< Certo, perché non dovrei? >>
domandò
Bonnet sollevando le spalle, facendo rimanere l'altro in silenzio per
qualche secondo.
<< Perché tu non lo sopporti, lui ti odia e ti
ha venduto, e ti avrebbe volentieri ucciso. >>
<< Okay Ed è chiaro, ma questa è
una situazione
differente, e messo così non potrebbe fare molto contro di
me.
>>
Edward sospirò scuotendo la testa.
<< Che hai? >>
<< E' solo che...Io non ho mai incontrato nella mia vita
qualcuno
come te, perché sei sempre così gentile e
disponibile?
>>
<< Qui la gentilezza non c'entra >> rispose
Stede.
<< Si tratta solo di offrire una mano a qualcuno che ne
ha
bisogno. >>
<< E poi lo faccio soprattutto per te, hai bisogno di
riposarti...- >>
<< Io non...- >>
<< Edward ne hai bisogno >> disse con un
tono che lo
zittì, Barbanera sollevò lo sguardo verso quel
biondo che
gli faceva battere il cuore all'impazzata.
<< Quando fai così sembri un vero e cazzuto
capitano
>> disse con un sorrisetto che non riuscì a
trattenere,
poi si alzò ammirando gli occhi spalancati e luminosi di
Stede.
<< E al contrario di quello che dicono tutti Stede, tu lo
sei. >>
Le pupille del pirata biondo si dilatarono, si aprì in un
ampio
sorriso e dovette trattenersi con tutte le forze che aveva in corpo per
non tirarlo a sé e baciarlo, deglutì leccandosi
le
labbra, quello era il più bel complimento che potessero
fargli e
gli era giunto proprio dalla persona a cui teneva di più.
<< Ti ringrazio Edward, questo vale molto per me.
>>
Erano fermi l'uno di fronte all'altro, poca era la distanza che li
separava, proprio come quella notte di luna piena i loro corpi
oscillavano attratti ma senza mai scontrarsi, lo desideravano ma
entrambi avevano paura e poi non era il momento giusto, ma Stede non
voleva lasciar scivolare via tutto come aveva fatto la prima volta
quindi si fece coraggio.
<< Edward. >>
<< Noi due...abbiamo ancora qualcosa in sospeso
>> disse titubando.
L'altro lo guardò serio capendo subito a che cosa si stesse
riferendo, sorrise.
<< Sì noi dovremmo... >>
<< Anche quando le cose andranno meglio ecco...
>> disse Stede incespicando sulle sue stesse parole.
Barbanera lasciò quella stanza sentendosi travolto da mille
emozioni, non avevano avuto modo di parlarsi dopo che si erano baciati
e questo li aveva lasciati in un limbo nel quale era difficile sapere
quale fosse la decisione migliore da prendere, lui desiderava Stede ma
aveva il terrore di quello che sarebbe successo se si fosse lasciato
troppo andare.
E poi era così buono, gentile, disponibile e delicato, era
come
una luce che non voleva saperne di spegnersi, aveva illuminato la sua
vita e anche quella sera si era dimostrato all'altezza del suo nome, il
pirata gentiluomo, si era offerto di stare con Izzy anche se fra loro
c'era un pessimo rapporto, lui sentiva di non meritare tanta bellezza,
la sua anima era troppo oscura perché entrasse un singolo
raggio
di luce, quello che stava per fare ne era la conferma.
Aveva provato a non pensarci distraendosi con altro, si era occupato
della ciurma, delle condizioni del primo ufficiale, aveva detto a se
stesso che non era necessario farlo ma l'immagine di Izzy steso a terra
con un dito amputato continuava a tormentarlo, non poteva accettare che
quell'uomo avesse trattato così qualcuno che apparteneva
alla
sua ciurma, che gli era stato amico in quei giorni in mare quasi sempre
tutti uguali.
Stede era riuscito a far addormentare il kraken ma Ace aveva
risvegliato la bestia, così Edward era entrato
silenziosamente
in cabina, il pirata biondo si era appisolato sulla sedia e guardando
il suo profilo disegnato dalle ombre ebbe un tuffo al cuore, era
così bello, una visione quasi eterea che gli faceva male
guardare da quanto brillava, deglutì scostando lo sguardo,
cercò i pezzi di carbone che non aveva più usato
e quando
li trovò si pitturò le dita e scurì le
palpebre di
quella sostanza sabbiosa, anche la barba venne annerita, se doveva
essere un mostro voleva esserlo fino in fondo, prese le sue armi e
silenziosamente scese dalla nave.
Le strade erano buie e silenziose, solo qualche risata di un ubriacone
rompeva di tanto in tanto il silenzio, i passi del kraken erano bassi e
pesanti, lasciavano impronte roventi su quella terra polverosa, una
volta giunto nel luogo desiderato studiò la situazione e poi
messe al tappeto le guardie entrò spalancando lentamente la
porta.
Ace era in una cella separata rispetto alle due sue complici, venne
svegliato da una serie di rumori sospetti, i corpi delle guardie che
cadevano al suolo tramortite uno a uno emettevano un lieve tonfo e
più si avvicinava alla sua preda, più era
possibile
udirli, voleva che lo sentisse arrivare.
Dalla minuscola finestra sbarrata filtrava la luce fioca della luna,
improvvisamente venne oscurata da un'ombra, l'uomo in cella si
ritirò terrorizzato contro il muro, gli scricchiolii
metallici
della serratura gli ferivano le orecchie come
fossero aghi che gli penetravano nella pelle, la porta si
aprì e
la furia del kraken si abbatté su quell'uomo che per un
evento
fortuito era stato risparmiato la prima volta.
Lo afferrò per il collo stringendo con le dita la carotide,
Ace
si dibatteva ma quella presa era troppo forte, il bagliore lunare
illuminò il volto scuro del kraken che ghignava mentre
poneva
fine a quella vita, urlò terrorizzato da quella visione
mostruosa ma la voce non riuscì ad uscire stretta tra quei
tentacoli che gli tenevano strozzata la gola.
Barbanera estrasse il pugnale e glielo conficcò nel fianco
spingendo in
profondità, facendo roteare la lama, la tenne ferma sentendo
il
sangue caldo scivolargli lungo la mano e gocciolare a terra, poi con
uno strattone lo tolse e si allontanò osservando il corpo di
Ace
finire a terra senza vita.
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Capitolo 13 *** Nel cuore del kraken ***
Nel
cuore del kraken
Se ne andò come era arrivato, come un'ombra che oscura una
parte
di luce e poi sparisce di nuovo senza lasciare traccia,
trascinò
i piedi fino alla Revenge, si arrampicò lungo la scaletta di
corda e appoggiandosi con le mani al bordo di legno, una delle quali
reggeva ancora il coltello, si issò salendo a bordo,
lì
di fronte a lui, a pochi passi si trovava Stede che era uscito per
prendere una boccata d'aria.
<< Ed? >> lo chiamò a bassa voce.
Gli occhi nocciola del pirata ricaddero sulla mano coperta di sangue
che reggeva il pugnale anch'esso sporco, spostò lo sguardo
su di
lui, Edward aveva i capelli che gli ricadevano sul viso, di nuovo quel
trucco che con il sudore stava svanendo e un'espressione strana sul
volto.
<< Che cosa hai fatto? >>
domandò.
<< Sono un mostro >> sussurrò
prima di muovere
alcuni passi irregolari verso Stede, che era ancora in piedi, confuso
da quello che stava accadendo.
Gli si gettò tra le braccia e il pirata biondo lo accolse
stringendogli la schiena, Edward appoggiò la testa sulla sua
spalla cominciando a singhiozzare talmente forte che il suo corpo si
scuoteva, Stede lo accarezzava anche lui travolto da quelle emozioni.
<< Sono un mostro >> gemette digrignando i
denti, mentre i
residui di carbone macchiavano la camicia bianca su cui era appoggiato.
<< No che non lo sei >> disse dolcemente
l'altro pirata mentre gli accarezzava la schiena.
<< Sì invece >> rispose con la
voce spezzata dal dolore che provava.
Stede allora lasciò scivolare la sua mano sul braccio di
Edward
fino a raggiungere il pugno chiuso che stringeva il pugnale.
<< Lascialo Edward >> ordinò con
gentilezza, un
tono che strideva con quello che gli stava chiedendo, quella dolcezza
gli fece ancora più male credendo che la utilizzasse solo
per
tenerlo tranquillo e convincerlo a fare ciò che gli
chiedeva,
certo che una volta calmatosi lo avrebbe lasciato.
<< No >> singhiozzò,
scontrandosi con un respiro al petto di Stede.
<< Lascialo Ed, ti prometto che non accadrà
niente, fidati di me. >>
Quelle parole sussurrate all'interno del suo orecchio furono come un
richiamo a cui non poteva opporre resistenza, i tentacoli del kraken si
sciolsero, le sue dita si aprirono lasciando che l'arma cadesse a terra
tintinnando due volte prima di fermarsi, a quel punto si aspettava che
il pirata gentiluomo lo lasciasse andare, mentre invece la mano di
Stede si strinse intorno alla sua facendolo sussultare di sorpresa.
<< Che cosa è successo? >> gli
chiese di nuovo,
continuando a mantenere quel tono di voce dolce come se stessero
parlando di ciò che avevano mangiato per pranzo, invece non
era
così, Edward aveva appena ucciso un uomo, certo era un
criminale
spietato che aveva tenuto prigionieri i loro amici, non era una
bella persona proprio come suo padre, ma era pur sempre una vita e lui
non si era mai perdonato di essere diventato un assassino.
<< L'ho ucciso... >> sussurrò,
poi deglutì.
<< L'ho ucciso Stede, ho fatto sì che
smettesse di vivere. >>
<< Chi? >> domandò Bonnet.
<< L'uomo che ha fatto del male a Lucius e Pete, e che...
>>
<< Che ha torturato Izzy. >>
<< Sono un assassino. >>
Stede si scostò di poco prendendogli il viso tra le mani,
cercò i suoi occhi di modo da incastrarli insieme e non
permettergli di fuggire via, in pensieri che gli avrebbero solo fatto
male, che non erano giusti.
<< No che non lo sei >> disse sicuro.
Edward come immaginava cercò di divincolarsi ma lui lo tenne
stretto.
<< Ho ucciso, questo fa di me un mos...- >>
<< Basta Edward, quell'uomo non era una brava persona.
>>
<< Nemmeno io lo sono Stede >>
piagnucolò mordendosi
le labbra, gli occhi lucidi per le lacrime che li bagnavano.
<<
Mio padre e quell'uomo non sono le uniche vittime, la tua ciurma
sarebbe tutta morta se tu non li avessi trovati. >>
Era la
verità ma il pirata biondo era sceso a patti con questo da
molto tempo
ormai, Edward aveva commesso degli errori ma tutti i suoi comportamenti
successivi avevano fatto intendere che fosse pentito e nel suo cuore lo
aveva già perdonato.
<< Questo che cosa fa di me? >>
domandò con le labbra che tremavano a causa di uno strano
gelo che
sentiva salirgli lungo il corpo.
<< L'uomo di cui sono innamorato >> rispose
Stede senza esitare, guardandolo dritto negli occhi.
<< No Stede tu non puoi amare un mostro, non puoi amare
il kraken! >> strillò.
Sorrise appoggiando la mano su quel volto sporco di carbone.
<<
Io amo Edward Teach, l'uomo dietro a Barbanera e al kraken, ti amo
Edward e tutto quello che hai fatto non me lo impedisce, forse
anche io sono un mostro alla fine ma ti ho visto mentre piangevi nella
vasca da bagno, eri lì per me quando non sapevo cosa fare
della mia
vita e tu mi hai baciato, ti ho visto in un milione di modi diversi e
mai una volta ho riconosciuto in te quello che dici di essere.
>>
Stede appoggiò anche l'altra mano sul volto di Barbanera che
aveva cominciato a piangere.
<<
Ti sporcherai >> singhiozzò riferendosi al suo
trucco che colava
macchiando la pelle del pirata gentiluomo, lui sorrise con dolcezza.
<<
Non potrebbe importarmene di meno, e sai una cosa? Adesso ti
bacerò
così tanto che probabilmente anche la mia faccia si
tingerà di nero, e
poi visto che sono imbranato mi sporcherò i vestiti e forse
dovrò
gettarli via, quindi Ed se devi rifiutarmi fallo ora perché
ho
seriamente intenzione di toglierti il respiro. >>
Edward
deglutì sentendo quella frase centragli il cuore, il suo
bacino
formicolava e se Stede non lo stesse tenendo ancorato alla
realtà
avrebbe creduto davvero di trovarsi in un bellissimo ma crudele sogno
ad occhi aperti.
La barba dorata era molto vicina a quella
brizzolata, le loro bocche erano a un passo dallo sfiorarsi ed entrambi
sentivano il fiato tiepido dell'altro solleticarle, Stede aveva gli
occhi socchiusi e si avvicinava molto lentamente.
<< Sto per
baciarti, ultimo avvertimento >> disse ma Edward non si
ritrasse
nemmeno di un centimetro, rimase fermo, anzi chiuse addirittura gli
occhi ancora prima che quel bellissimo uomo si avventasse su di lui con
un tocco delicato che divenne sempre più
caldo e profondo.
Le loro bocche si cercavano, si studiavano
mentre le lingue esploravano ogni contorno umido e nuovo di quella
grotta carnosa, questo bacio era diverso da tutti quanti i precedenti,
per Edward non era solo una reazione istintiva alla persona che amava,
aveva deciso lui di donarsi e di lasciarlo fare.
Presto la tensione
dei corpi a contatto divenne più acuta, Stede lo tirava
verso di sé
avvicinando con le mani quel bel viso che amava da morire, Barbanera si
era aggrappato al suo bacino e più si baciavano
più finivano per
muoversi andando continuamente a sbattere contro barili, inciampando
nelle corde e finendo contro la balaustra di legno.
<< La cabina è occupata >>
riuscì ad ansimare
in uno dei rari momenti in cui si fermavano per riprendere fiato.
<< Ho il posto giusto per noi due >>
soffiò Stede
riprendendo a baciarlo e strappandogli un mugolio compiaciuto.
Senza
prestare troppa attenzione a dove stessero andando riuscirono a
infilarsi all'interno della nave, quel corridoio rappresentava l'unico
ostacolo, le loro bocche non ne volevano sapere di separarsi e andavano
avanti spingendosi e sbattendo contro pareti e porte, fu Edward ad
aprire la porta allungando il braccio oltre il corpo caldo di quel
biondo che lo stava letteralmente divorando e uccidendo con i suoi
dannati mugolii soddisfatti.
Finirono sdraiati su quei sacchi dove tante volte si era appisolato
Stede quando aveva bisogno di rimanere solo e lontano da tutti,
Barbanera cominciò a baciargli il collo fino poi a scendere
verso
il basso, gli sollevò la maglietta e quella morbida pancia
diventò la sua vittima prediletta, il pirata gentiluomo
inarcava
la schiena e la testa all'indietro gemendo di piacere mentre infilava
le dita tra quei lunghi capelli brizzolati.
<< Ed... >> ma la sua voce giunse alle
orecchie dell'altro
solo come un lamento eccitato, un invito a fare di più,
così lasciandosi guidare dal suo cuore scese con la mano
lungo
la coscia iniziando ad accarezzargliela lascivamente mentre le sue
labbra continuavano il loro lavoro su quella pelle che stava iniziando
a diventare umida e arrossata.
<< Edward! >> squittì il biondo
sollevando la testa,
era appena successo qualcosa che avrebbe voluto rimandare il
più
tardi possibile, era imbarazzato, aveva il viso arrossato e il respiro
affannato, il suo compagno alzò a suo volta il viso
incontrando
gli occhi nocciola e languidi dell'altro che li spostò
sentendosi a
disagio.
<< Scusa >> mormorò.
Barbanera a quel punto spostò lo sguardo verso il basso e
capì vedendo i pantaloni beige con una macchia
più scura
al centro, sorrise dolcemente arrampicandosi fino a prendere quel bel
volto tra le mani, lo sollevò fino a quando non furono di
nuovo
occhi negli occhi.
<< Perché ti scusi? >>
Stede sollevò appena le spalle per quanto possibile nella
posizione in cui si trovava.
<< I-io...Non credo sia la cosa giusta...
>> deglutì.
<< Volevo... >>
Ci pensò Edward a continuare per lui.
<< Che durasse di più? >>
L'altro annuì, un ciuffo biondo gli ricadde sugli occhi.
<< A dire il vero Stede, quello che è appena
accaduto mi
lusinga >> disse modificando un po' il tono di voce, gli
occhi
nocciola furono subito su di lui interrogativi.
<< Significa che stavo facendo un buon lavoro.
>>
<< Non sei deluso? >> domandò
con un fil di voce.
Edward sorrise nuovamente scostandogli quella ciocca bionda dalla
fronte, certo nella maniera più assoluta che se non fosse
morto
in battaglia sarebbe stata la dolcezza di Stede a ucciderlo, aveva un
potere immenso e nemmeno se ne rendeva conto.
<< No nella maniera più assoluta e poi nessuno
ci
impedisce di ricominciare >> disse sollevandogli il mento
con due
dita e posandogli un bacio delicato che il pirata gentiluomo accolse
abbassando le palpebre.
Stede sorrise sentendosi rassicurato, abbassò la testa
facendo in modo che i loro nasi si sfiorassero.
<< Temo dovrò gettare anche i pantaloni oltre
che la
maglietta >> disse arrossendo appena e facendo
ridacchiare
Barbanera, effettivamente avevano combinato un pasticcio, baciandosi in
quel modo anche la barba dorata si era sporcata di nero, le mani di
entrambi anche erano scure ed Edward non si era nemmeno lavato dal
sangue, erano un disastro su tutti i fronti ma per la prima volta gli
andava bene così, aveva trovato qualcuno con cui poter
essere
imperfetto.
<< Meglio >> disse accarezzandogli il mento
ispido.
<< Così potrai tornare ad indossare quei bei
vestiti che mi piacciono tanto. >>
Stede rimase sorpreso da quella rivelazione, credeva che a Edward
sarebbe piaciuto di più con abiti più
avventurosi, invece
quella stessa sera gli aveva confermato che non era così,
quanto
ancora doveva conoscerlo e quante erano le cose che non sapeva di lui,
avrebbe voluto scoprirle una a una, scostare delicatamente ogni velo
che lo avrebbe portato sempre più vicino al cuore di
quell'uomo
così forte e meraviglioso di cui era innamorato.
<< Mi preferisci con quelli? >>
domandò avvicinandosi a lui.
<< Bè...Puoi vestirti come vuoi e per me sarai
sempre...Sarai sempre tu ma ho fantasticato così tanto su
quei
dannati bottoni e merletti >> confessò con la
voce che
divenne più roca, il pirata gentiluomo spalancò
gli occhi
arrossendo per la sorpresa.
<< Sul giorno in cui avrei potuto slacciarli uno per
volta...
>> a quel punto Edward lo guardò, Stede
balbettò
qualcosa di incomprensibile, era nervoso e non voleva dire la cosa
sbagliata.
<< Sono davvero tanti...bottoni >> disse
deglutendo
imbarazzato, tutta la sicurezza che aveva dimostrato quando erano fuori
sembrava averlo abbandonato.
Barbanera gli accarezzò la parte di petto scoperto e rispose
rimanendo
incantato nel guardare la sua mano che si muoveva sul quella porzione
di pelle così morbida e tiepida sotto di lui.
<< Ho molta pazienza >> rispose con la voce
che sembrava un'eco lontano.
Stede arricciò le sopracciglia dorate.
<< Sappiamo entrambi che non è vero, con quel
ser...- >>
<< Quel serpente era uno stronzo e mi avrebbe
morso >> sentenziò senza perdere il contatto.
Bonnet ridacchiò sentendo il cuore calmarsi e il sangue
fluire
nella maniera giusta, si sentiva molto più tranquillo.
<< Chi ti dice che io non possa morderti? >>
A quel punto Edward alzò lo sguardo.
<< Sei velenoso? >> domandò
<< Che io sappia no >> rispose Stede
trattenendo a stento un sorrisino.
<< Allora puoi mordermi quanto ti pare. >>
Stede lo raggiunse di nuovo per un tenero bacio.
<< Sicuro che poi non te ne penti? >>
domandò,
l'altro scosse la testa, allora lui azzardò di prendergli il
labbro inferiore con i denti non sapendo nemmeno se fosse la cosa
giusta da fare, era estraneo a questo tipo di cose, l'unica
attività che aveva compiuto era stata per dovere
matrimoniale ma
non era certo stato intenso come quello che stava vivendo adesso,
Edward emise un mugolio compiaciuto che interpretò come una
sorta di permesso ad andare avanti, lasciò perdere la
razionalità lasciandosi guidare dall'istinto.
Le mani corsero alla cerniera della giacca, la tirarono giù
aiutandolo poi a sfilarsela, facendo lo stesso con la maglietta nera,
lo sguardo nocciola rimase incantato
davanti allo spettacolo che aveva davanti, pelle, tatuaggi e cicatrici,
Barbanera lo guardava sentendosi leggermente esposto e fragile, non si
era mai sentito così prima d'ora, era sicuro di se stesso,
di
essere un bell'uomo ma quando a scrutarti sono gli occhi della persona
che ami capì che era tutto diverso.
Stede però lo guardava come se fosse in venerazione di un
antico
tesoro, chiese il suo permesso con un'occhiata e poi con quella stessa
bocca che lo aveva dolcemente baciato andò a lambire ogni
centimetro di quel corpo caldo, tracciò la scia del serpente
che
correva lungo il braccio azzardando in alcuni punti di usare anche la
lingua, era strano, imbarazzante ma bellissimo, sentiva le guance
bruciargli ma i sospiri del suo compagno gli facevano credere che
stesse davvero andando bene.
<< Ste...de cazzo >> mugolò.
<< Mh? >> domandò fermandosi e
alzando lo sguardo,
era la visione più bella ed eccitante che avesse mai
visto, gli infilò una mano tra quei riccioli biondi
ansimando e
pregandolo di continuare, Stede allora gli lasciò un lungo
bacio
umido proprio sulla pancia e lui si ritrovò a sollevare il
bacino e muoverlo sull'onda del piacere che sentiva.
<< Perché mi hai interrotto se volevi
continuassi?
>> domandò alzando il viso, in quegli
occhietti lucidi e
maliziosi si poteva leggere tutta la sua vera natura.
<< Se non riavrò quella bocca su di me nel
giro di un secondo giuro che...- >>
<< Che? >> domandò Bonnet
salendogli a cavalcioni e bloccando i suoi polsi sopra la testa.
<< E' da quando sono tornato che fai promesse e ancora
non ne hai
mantenuta nemmeno una, quindi Barbanera hai intenzione di essere
all'altezza del tuo nome o le leggende dovranno raccontare che
ti sei
fatto battere dal pirata gentiluomo? >>
Quella frase fu sufficiente a inviargli una contrazione al bacino, i
pantaloni di pelle lo stavano decisamente torturando ma non aveva
fretta, mai nella vita gli era capitato di essere trattato
così,
tutti pretendevano da lui solo sesso e non c'era spazio per giochetti o
baci leggeri, mentre con Stede...Alternava l'affettuosità
alla
durezza, poi tornava a essere di nuovo timido e impacciato ad un ritmo
che gli faceva girare la testa, e anche in quei momenti in cui
prevaleva il suo lato bastardo sapeva farlo con una dolcezza che poteva
uccidere, giocava, probabilmente testando i limiti verso cui poteva
arrivare e a Edward piaceva da morire.
<< Se non sbaglio ti ho già battuto una volta
>>
ghignò Stede con il battito cardiaco che gli pulsava nelle
orecchie,
stentava persino a riconoscersi.
<< Sei uno stronzo Bonnet, e poi quella volta ti ho
lasciato
vincere >> tentò di sollevare le braccia per
ribaltare le
posizioni ma la presa dell'altro si rivelò incredibilmente
forte, e poi scoprì una cosa di se stesso che non conosceva,
gli
piaceva incredibilmente essere messo sotto, per un po' almeno.
<< Mmm io la ricordo diversamente, e ricordo anche molto
chiaramente di averti infilzato con la spada una volta >>
disse mentre teneva i polsi di Barbanera con una mano.
<< Proprio qui >> soffiò andando
a sfiorare con le
dita quella cicatrice che lui gli aveva lasciato, Edward
sussultò sentendosi pervadere da un calore eccessivo, aveva
bisogno che lo toccasse ma quel piccolo bastardo non sembrava
intenzionato a fare nulla del genere, anzi si chinò verso di
lui
fino a quando i loro volti non furono a pochi centimetri di distanza.
<< Dillo ancora...quello che hai detto prima.
>>
<< Sei una frana a dare ordini Bonnet >>
disse tentando di
imporre il suo controllo, ma quella sera evidentemente quel biondo non
aveva alcuna intenzione di perdere, si strusciò con un
movimento
lento e improvviso contro il suo bacino, Barbanera urlò
sentendosi mancare il fiato.
<< Avanti Ed, di quello che pensi di me. >>
<< Dove cazzo hai imparato a fare queste cose?
>>
<< Ah ah, non ti ho dato il permesso di cambiare
argomento. >>
<< Mi fanno male le fottute braccia >>
ringhiò Edward che proprio non voleva saperne di cedere.
<< Vediamo se questo può aiutarti
>> disse e poi gli
lasciò un tenero bacio sulla spalla che lo fece sciogliere
e ansimare.
<< Stede... >> mugolò.
<< Sto aspettando >> disse solo e Barbanera
si
ritrovò a mandare giù tutta l'eccitazione che
aveva
accumulato.
<< Sei uno stronzo. >>
<< E ti odio. >>
<< Ti detesto... >>
A ogni parola Stede faceva strusciare il bacino su quello rivestito di
pelle nera e la voce di Edward diventava sempre meno udibile e sicura,
fino a trasformarsi in un mormorio sommesso fatto di sospiri e frasi
spezzate.
<< Cazzo Stede >> mugugnò prima
di sollevare la
testa e baciarlo, Bonnet gli liberò le braccia rispondendo
anch'esso al bacio per immensa gioia di Barbanera che poté
finalmente stringerlo a sé, per lunghi e interminabili
minuti la
stanza fu quasi silenziosa, quiete interrotta solo da qualche piccolo
mugolio.
<< Ed... >> sospirò Stede
sollevandosi di poco e guardandolo negli occhi.
<< Ti spiace se per questa sera noi non...
>> deglutì.
<< Ecco...non andiamo oltre? >>
<< No che non mi dispiace >> rispose Edward
sorridendo e
accarezzandogli il viso, voleva trasmettergli sicurezza come tante
volte Stede aveva fatto con lui prima che si separassero.
<< Penserai che sono uno sciocco >> disse
abbassando lo sguardo, la sua espressione divenne subito triste.
<< Adesso sì che lo penso >>
rispose Barbanera
guardandolo con un cipiglio severo, Stede lo guardò con
l'aria
di un cucciolo abbandonato e lui non riuscì più a
mantenere quel tono austero.
<< Vieni qui idiota >> lo prese tra le
braccia tirandolo
verso di sé, gli baciò quella chioma dorata e
scoprì quanto era bello sentirlo sorridere sulla sua pelle.
<< Abbiamo tante altre sere. >>
<< E giorni...per farlo. >>
Stede fu felice di sentirglielo dire, si strinse di più a
lui
poi lo sguardo gli cadde verso il basso e si sentì di nuovo
tremendamente in colpa, si tirò un po' su con il busto.
<< Vuoi che io... >> domandò
facendogli capire con gli occhi che cosa intendeva.
<< Oh no, passerà da sola. >>
<< Ma...deve essere molto fastidioso, non è
giusto io alla fine sono...- >>
Edward gli posò l'indice sulle labbra.
<< Shh >> disse stringendo appena gli occhi
come quando gli aveva detto di essere lui Barbanera.
<< Voglio ricordarmi ogni singolo istante di questa
serata, deve
rimanermi impressa a fuoco nella memoria e questo è un modo
perfetto, se mi liberassi ora solo per avere la soddisfazione di un
istante
avrei gettato via tutto quello che è successo fino adesso.
Io
non sono mai andato così piano in vita mia ed è
una
sensazione così bella che non voglio rovinarla...
>>
<< Ed...hai detto una cosa dolcissima >>
disse mordendosi le labbra e guardandolo con gli occhi lucidi.
<< Sono stato un vero idiota >>
mugugnò, una lacrima
gli rigò la guancia ma venne asciugata dalla mano tiepida di
Edward.
<< Sì, ma sei il mio idiota >>
<< Continui a sacrificarti per me >> gli
disse Stede strusciando il naso sotto al suo mento.
<< Tu hai rischiato la vita tornando, ero davvero molto,
molto arrabbiato. >>
<< Sai Edward la cosa peggiore che mi potesse capitare
non era essere ucciso, ma che tu mi rifiutassi. >>
<< Avevo una paura terribile e per quello non avevo un
piano, non
so cosa avrei fatto se mi avessi mandato via. Probabilmente sarei morto
di dolore, da solo, da qualche parte. >>
Barbanera gli accarezzò i capelli.
<< Attento Bonnet a dirmi certe cose, finirò
per crederci. >>
<< Ma devi farlo >> disse tirando su il
viso.
<< Da ora in avanti niente più bugie o
segreti,
metterò in pratica ciò che ho sempre detto alla
mia
ciurma, anche se saranno cose difficili da dire. >>
<< Visto che siamo in tema di verità, volevi
davvero partire per la Cina con me? >>
I due si guardarono per un istante poi Stede strinse le labbra.
<< Forse in Cina no, era davvero troppo lontana ma avevo
paura di
dirtelo per non darti una delusione e farti cambiare idea. Ma non
è stato solo per quello che me ne sono andato, forse se te
lo
avessi detto subito le cose sarebbero potute andare diversamente
ma...Non lo so Ed, avevo tante cose da risolvere dentro di me.
>>
<< Adesso le hai risolte? >>
domandò Edward, era l'unica cosa che gli interessava.
<< Sì >> rispose senza alcun
cenno di esitazione, Barbanera sorrise accoccolandosi tra le sue
braccia.
Stede sorrise e disse << cucchiaino piccolo.
>>
<< Cosa? >> domandò Edward
sollevando lo sguardo, il
pirata gentiluomo gli baciò i capelli stringendolo a
sé.
<< Te lo spiego un'altra volta >> rispose
sorridendo,
l'altro allora si girò di schiena lasciando che Stede lo
abbracciasse da dietro, si addormentarono con il calore dei loro corpi
e della
sottile coperta che erano riusciti a tirarsi sopra.
Quando Ed si svegliò gli passarono davanti molte immagini,
sangue, un pugnale poi baci, labbra, mani e pelle calda, Stede...solo
Stede, la sua mente era piena di lui, non riusciva più a
pensare
ad altro, si rotolò di lato scoprendo che l'oggetto dei suoi
pensieri era già sveglio, pronto ad accoglierlo con uno di
quei
sorrisi micidiali.
<< Ehi... >>
<< Mmm >> si sfregò un occhio.
<< Meno male che ti sei svegliato >> disse
baciandolo prima
di districarsi, alzarsi in tutta fretta inciampando in quel groviglio
di sacchi e coperte.
<< Devo andare assolutamente in bagno, ti prometto che
dopo
rimedio >> detto questo corse via più veloce
di una
saetta, lasciando un Barbanera confuso e mezzo addormentato.
Tornò pochi minuti dopo con il viso più sereno,
si vedeva
che era molto più rilassato, si sistemò accanto a
Edward
che lo guardava confuso.
<< Che ti è preso? >>
<< Mi sono svegliato molto prima di te con il bisogno
impellente
di andare in bagno, ma non volevo che tu ti svegliassi solo e
così ho aspettato. >>
<< E aspettato. >>
<< E aspettato. >>
<< Stede, per quanto tempo te la sei tenuta?
>>
<< Bè...Credo per circa un'ora o di
più. >>
<< Ma sei impazzito!? >> lo
sgridò sollevando le sopracciglia brizzolate.
<< So che non va bene >> disse sfiorandogli
il viso con una carezza. >>
<< Però volevo essere qui con te, temevo
che...- >>
<< Cosa, che pensassi mi avessi abbandonato ancora?
>>
Stede annuì e dio era così tenero che Edward
proprio non ce la faceva a rimanere arrabbiato con lui.
<< Senti...Apprezzo moltissimo quello che hai fatto, non
ti nego
che svegliarmi con te accanto sia stato... >> si strinse
nelle
spalle.
<< Non lo so...rassicurante, ma dobbiamo superarla questa
cosa.
Non possiamo andare avanti con te che non puoi assentarti un minuto
senza mandarmi in crisi. >>
<< Hai ragione >> rispose Stede annuendo.
<< Sarà difficile le prime volte...
>>
<< Ma lo faremo insieme, è questa la
differenza >>
disse il pirata biondo stringendogli una mano, poi lo baciò.
<< Buon giorno >> disse sorridendo.
<< Buon giorno a te. >>
Ridacchiarono insieme prima di fermarsi ad osservarsi.
<< Forse dovremmo darci una bella ripulita.
>>
<< Sì >> rispose Edward
guardando entrambi.
<< Altrimenti gli altri potrebbero capire che...-
>>
<< Oh ma di quello non mi importa, non appena sarai
pronto lo urleremo ai quattro venti >> disse Stede
sorridendo.
<< Anche se alcuni di loro già lo sanno
>> aggiunse.
<< Che!? >>
<< Lo hanno capito da soli, evidentemente eravamo
abbastanza
trasparenti >> spiegò spostandogli una ciocca
di capelli
dietro l'orecchio.
<< Ma se non facevamo altro che litigare! >>
<< Tu litigavi, io ti davo solo corda >>
borbottò Bonnet incrociando le braccia al petto.
<< Che bella faccia tosta! >>
<< Devi ammettere Ed che a volte sei un po' drammatico.
>>
<< Parla quello che si chiude a chiave nelle stanze.
>>
Stede scoppiò a ridere attirandosi un'occhiataccia torva.
<< E' il nostro primo litigio da coppia >>
disse poi lo
baciò alzandosi, allungò il braccio per aiutare
anche lui
ad alzarsi.
<< Mi sei antipatico Bonnet >>
ringhiò incrociando le braccia a sua volta.
<< Oh l'ho potuto constatare io stesso quanto non mi
sopporti
>> ghignò prima di strappargli un altro bacio,
si
sentirono delle voci nei corridoi.
<< Ci stanno cercando >>
sussurrò Stede avvicinandosi alla porta.
<< Esco prima io, se riesco a mettermi la vestaglia
addosso posso uscire a tranquillizzarli >> disse Stede.
<< Se ti vedranno con la mia vestaglia capiranno tutto
>> rispose mentre si rimetteva la maglietta scura.
<< Veramente era mia e poi ci siamo già
scambiati i
vestiti una volta, senti Ed al massimo penseranno che abbiamo fatto
pace, è una buona cosa no? >>
Edward sollevò e abbassò le spalle.
<< Sì, che pensino pure ciò che
vogliono. >>
...
La nave brulicava
già di buona
parte dei suoi occupanti che non avendo compiti da svolgere avevano
deciso di dedicarsi alla prima cosa che gli veniva in mente, Buttons
scrutava l'orizzonte con aria pensosa, Jim affilava i coltelli, Roach
aveva preparato la colazione per tutti grazie alla
generosità di
William.
Dylan si era svegliato di buon mattino, aveva atteso per un paio d'ore
poi vedendo che non arrivava decise di cercarlo aiutato da Fang,
entrò piano in quella piccola stanza che era stata prima di
Edward quando era arrivato sulla Revenge, Lucius dormiva beato
tra le
braccia di Pete e a lui si strinse il cuore ma doveva svegliarlo.
<< Lucius... >>
<< Ehi... >> lo scosse piano e quello
ancora scosso per i
precedenti accadimenti si svegliò di colpo, causando il
risveglio anche del suo compagno.
<< Tranquillo sono io >> disse Dylan.
<< Scusa non volevo spaventarti. >>
Il giovane dai capelli castani si sfregò gli occhi.
<< Non preoccuparti sono ancora un po'...
>> fece una smorfia.
<< Che succede? >> domandò
l'altro pirata sdraiato accanto a Lucius.
<< Niente di grave, volevo solo dire che me ne sto
andando >> rispose Dylan.
A quel punto l'attenzione dello scriba era tutta per lui, si mise
seduto e Pete si rannicchiò dietro di lui in ginocchio sul
materasso.
<< Di già? Pensavo saresti rimasto.
>>
<< E per fare cosa? Tu qui hai la tua vita, stai bene e
io sento
il bisogno di tornare alla mia, voglio andare a casa Lucius.
>>
<< Ma...Non abbiamo preparato niente, potremmo
accompagnarti se vuoi >> disse guardandolo preoccupato.
<< Sì non è un problema, non credo
che i nostri
capi avrebbero qualcosa in contrario >> aggiunse Pete
facendo
sorridere l'altro che si sentì supportato.
<< Vi ringrazio, ma dopo quell'avventura ho voglia di
rimanere da
solo, camminare e navigare fino a casa. Siete stati tutti gentilissimi
con me e ve ne sono grato, ma se restassi so che soffrirei e finirei
per diventare un ingrato scorbutico. >>
Lucius si alzò per abbracciarlo, lo strinse fortissimo.
<< Mi mancherai e anche se in un modo orribile sono
felice di averti rivisto. >>
Dylan si staccò sorridendo, gli accarezzò il viso.
<< Anche io, abbi cura di te mi raccomando, anche se so
di
lasciarti in buone mani >> disse guardando Pete, gli fece
l'occhiolino poi tornò a guardare il suo vecchio amico.
<< Non posso lasciarti andare via così, senza
niente... >>
<< A questo ci ha pensato il vostro...cuoco credo. Mi ha
preparato delle provviste, e a dire il vero ho trovato un sacco con
dentro oltre che il cibo anche cose molto utili. >>
I due pirati sorrisero.
<< Sarai sempre il benvenuto qui sulla Revenge.
>>
<< Lo so e ve ne sono grato >> disse prima
di lasciare un
leggero bacio sulle labbra a Lucius e andarsene, lui rimase a guardare
fino a che non vide la porta chiudersi poi si girò verso
Pete
che lo chiamò a sedersi accanto al lui.
<< Come va la spalla? >>
<< Bene credo, brucia solo un po' >>
rispose arricciando il naso.
<< Devi fartela medicare. >>
<< Grazie mammina >> disse ridendo.
<< Non scherzo Lucius. >>
<< Dici che sarei meno carino senza un braccio?
>>
Pete gli lanciò un'occhiataccia.
<< Su quel fronte non cambierebbe niente ma suppongo sia
scomodo >> rispose.
<< D'accordo ti prometto che lo farò, ma prima
dammi un
bacio >> Pete sorrise e lo baciò dolcemente,
Lucius poi si
alzò con un pensiero e iniziò a guardarsi intorno
nervosamente.
<< Meglio se vado...devo controllare alcune cose.
>>
<< Tesoro guarda che puoi dirlo che vuoi andare da Izzy.
>>
Il giovane deglutì sentendosi colpevole ma l'altro gli
sorrise dolcemente.
<< Non devi giustificare il fatto che sei preoccupato per
lui, e
poi ammetto che ho cambiato un po' idea, voglio dire ha tentato di
salvarti quindi non posso detestarlo come prima. >>
L'altro si morse nervosamente le labbra.
<< A proposito di questo, forse io dovrei parlarti.
>>
<< Ci sarà tempo per tutto >>
rispose Pete
facendogli l'occhiolino, Lucius si avvicinò chinandosi a
baciarlo.
<< Grazie. >>
Lo scriba della Revenge si avviò lungo il corridoio verso la
cabina, quando vi entrò trovò Stede con in mano
la
vestaglia rossa.
<< Stede? >>
<< Lucius! >>
<< Che sorpresa vederti qui >> disse
sorridendo, sembrava un tantino nervoso.
<< Già anche per me, anche se tecnicamente
è la tua stanza. >>
<< Stavo solo cercando...questa >> rispose
sollevando la stoffa che teneva stretta.
Lucius annuì sollevando un sopracciglio, stava sicuramente
accadendo qualcosa.
<< Va tutto bene? >> domandò
<< Oh sì >> sorrise raggiante.
<< Ho solo bisogno di un bel bagno. >>
<< Che ti è successo? >> chiese
il ragazzo, notando le macchie scure sul volto del capitano.
<< Storia lunga... >> rispose Stede.
<< Tu stai bene? >>
<< Sì...- >>
Stede si avvicinò.
<< La spalla come va? >>
<< Brucia un po' ma inizia ad andare meglio.
>>
<< Prenditi tutto il tempo che ti serve per riposare,
d'accordo?
>> gli appoggiò la mano sul braccio in segno
di conforto.
<< Grazie capitano, ti hanno detto qualcosa di Izzy?
>>
Si voltarono entrambi a guardare il fondo della stanza, dove sul letto
si trovava sdraiato il primo ufficiale ancora dormiente.
<< Non ho ancora visto nessuno questa mattina, ma quando
mi sono
avvicinato per prendere la vestaglia gli ho dato un'occhiata e il
respiro sembra regolare, volevo giusto occuparmi di voi prima di
dedicarmi a me. >>
Lucius sorrise, quando era tenuto prigioniero era soprattutto questo
che gli era mancato, la sensazione di vivere in una grande famiglia,
con
il suo capitano che più di quello sembrava una figura
paterna
amorevole, la gola gli si strinse e gli occhi si inumidirono, Stede gli
sfiorò la spalla buona.
<< Ehi va tutto bene? >>
<< S-Sì...Solo è bello essere
tornati >> rispose mordendosi le labbra.
<< Anche noi siamo molto felici di riavervi sani e salvi,
tutti
quanti >> disse voltandosi verso Izzy e poi di nuovo
verso di lui.
<< Stede se vuoi mi occupo io di chiamare il medico e
parlerò con gli altri, così tu puoi fare quello
che devi,
penso che hai bisogno di rilassarti tanto quanto noi. >>
<< Oh Lucius sei gentile ma un capitano deve adempiere ai
suoi
doveri >> rispose, sembrava che una nuova luce lo
circondasse.
<< E' che mi avrebbe fatto bene distrarmi un po'...
>> confessò il giovane.
Il capitano allora capì.
<< Se te la senti puoi occuparti tu di Izzy, chiamare il
medico e tenerlo d'occhio nel caso si svegli. >>
<< Davvero? >> domandò
illuminandosi.
<< Ma certo, non stancarti troppo però.
>>
<< Grazie capitano. >>
Stava per congedarsi quando venne fermato.
<< Stede... >>
<< Dimmi. >>
<< Barbanera lo hai...visto? >>
Il cuore del pirata biondo fece una capriola e il suo volto non
poté non illuminarsi di un sorriso istantaneo.
<< Sì, noi...ci siamo incontrati questa
mattina. >>
<< Lui sta bene? >>
<< Sta bene >> sorrise Stede, gli occhi
brillarono come stelle.
<< Mandagli i miei saluti quando lo
vedi...cioè se lo vedi
>> gli fece l'occhiolino, il suo capitano
arrossì, lo
salutò allontanandosi, decisamente stava accadendo qualcosa
di
strano e se era quello che pensava lui presto le cose a bordo sarebbero
tornate quelle di prima se non meglio ma adesso aveva altro a cui
pensare.
Con il cuore più leggero si avvicinò al giaciglio
del
primo ufficiale, sembrava fosse solamente in uno stato beato di sonno
ma il suo viso raccontava una storia diversa, aveva ancora dei lividi,
il labbro inferiore era rosso e gonfio, in alcuni momenti le
sopracciglia si corrugavano e la sua pelle faceva degli strani tic,
probabilmente stava sognando e Lucius sapeva bene quali sogni o meglio
incubi popolavano la sua mente.
Azzardò a sedersi accanto a lui sul materasso e non sulla
sedia,
sentiva il bisogno di stargli vicino, voleva percepire il calore di
quel corpo debole vicino al suo, come se servisse a dargli forza,
desiderava si svegliasse ma aveva il terrore che una volta accaduto se
ne sarebbe andato, il fatto che Edward lo aveva portato in braccio fino
alla nave e gli avesse dato il suo letto non dava nessuna garanzia che
fosse disposto a tenerlo bordo, sempre se Izzy avesse voluto rimanerci.
Lo accarezzò da sopra le coperte.
<< Izzy... >>
In quel momento entrò il medico della Golden che era rimasto
sulla nave su ordine di William per dare una mano, aveva dato
un'occhiata anche alla sua ferita e gli era sembrato competente
e veramente interessato ad aiutarli.
<< Roach dov'è? >>
Il dottore lo guardò confuso.
<< Il cuoco...che è anche un dottore
>> rispose velocemente.
<< Oh lui, sta preparando la colazione per i capitani,
dopo devo
visitare anche te >> disse rimanendo freddo, tolse le
coperte al
primo ufficiale e il giovane si avvicinò allarmato.
<< Perché lo scopri? >>
<< Devo medicargli i piedi >> rispose
iniziando a sfasciare la garza.
<< Come sarebbe i piedi? Lui ne ha solo uno feri...Oh
>> fu
l'unica esclamazione che gli venne quando vide che entrambe le falangi
mancavano, evidentemente quando Elizabeth li aveva separati
qualcuno era andato da Izzy a torturalo.
<< Spostati e lasciami fare >> gli
ordinò e Lucius obbedì senza fiatare.
Quando erano fuggiti non se ne era accorto troppo preso dalla fuga, lo
aveva solo visto tra le braccia di Barbanera e sapendolo in salvo non
aveva dato peso a nient'altro se non raggiungere il più in
fretta possibile la loro nave, chissà quanto deve avergli
fatto
male, odiò chiunque lo avesse ridotto così poi si
ricordò che quell'altra donna era insieme ad Elizabeth nella
stanza
con loro, quindi l'unico era Ace, lo detestò profondamente,
strinse le labbra sentendo gli occhi bruciare.
Quando il medico finì di controllare il primo ufficiale si
rivolse a lui.
<< Ti fa male? >> domandò
vedendo quegli occhi chiari luccicare.
<< No...cioè non molto >>
rispose Lucius con la voce roca.
<< Siediti >> disse e prese a rovistare
nella sua borsa,
poi lo aiutò a togliersi la maglietta facendo attenzione a
non
riaprire i punti.
<< Come sta Izzy? >>
<< Per ora entrambe le ferite sono pulite, se continua
così
presto starà bene >> rispose sfasciandolo e
iniziando a
medicare.
<< Ahu >> mugolò.
<< Non fare il bambino >> lo
rimproverò il medico.
<< Potresti dimostrarti un po' più comprensivo
>> borbottò Lucius.
<< La comprensione >> poggiò gli
strumenti e prese la fascia pulita.
<< Non aiuta a guarire né me a fare meglio il
mio lavoro. >>
Il giovane sospirò rivestendosi.
<< Pensi si sveglierà?
>> domandò alla fine.
<< Questo non posso saperlo, dai lividi che ha sembra
abbia
subito diverse percosse, non così gravi da danneggiarlo in
maniera permanente, non so perché non si sia ancora
svegliato,
forse la sua mente lo sta difendendo dal dolore ma per ora l'unica cosa
che possiamo fare è attendere. >>
<< Va bene...grazie. >>
Il dottore uscì lasciandolo nuovamente solo con Izzy, si
mise a
sedere accanto a lui guardandolo con dispiacere, sembrava non ci fosse
limite alla sofferenza di quell'uomo,
mentre erano rinchiusi si era aperto così tanto con lui, non
poté fare a meno di chiedersi come sarebbero state le cose
tra
loro una volta sveglio, e se quell'ennesimo trauma avrebbe comportato
dei cambiamenti significativi nell'atteggiamento del primo ufficiale.
Decise di rimanere lì per tutto il tempo, non avrebbe
mangiato
né dormito, si sentiva divorare le viscere dal senso di
colpa,
il cuore era pesante e dilaniato, certo Izzy si era sempre dimostrato
severo con tutti loro ma ora sapeva bene che non era cattivo e con i
giusti
modi e tempi lo avrebbe dimostrato anche agli altri.
Nel corso della giornata si susseguirono varie persone nella stanza,
Pete gli aveva portato del cibo di cui lui aveva forzatamente
spizzicato qualcosa, persino Stede era andato a vedere come andavano le
cose, l'unico che non si era fatto ancora vedere era Edward e questo
innervosiva il giovane che sapeva quanto il primo ufficiale avesse
bisogno di sentire accanto il suo capitano, più volte aveva
sentito il desiderio di uscire e trascinare quel testardo di Barbanera
lì dentro, ma poi il pensiero che Izzy si svegliasse da solo
lo
faceva desistere e così rimaneva seduto trattenendo dentro
di
sé tutte quelle parole che avrebbe voluto urlare.
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Capitolo 14 *** Chiarimenti e scommesse ***
Chiarimenti
e scommesse
I due capitani dopo essersi dati una ripulita avevano parlato con la
ciurma dicendo loro che per qualche giorno sarebbero rimasti attraccati
e che potevano approfittarne per fare ciò che
più li
aggradava, Pete li aveva informati che Dylan se ne era andato, l'unico
compito che richiesero fu quello di spostarsi verso un altro porto che
era poco distante dall'isola in cui erano, giusto per evitare qualsiasi
tipo di
inconveniente.
Edward aveva fatto una promessa a William e aveva intenzione di
mantenerla, per questo gli aveva chiesto di rimanere un altro po'
con loro, prima però doveva occuparsi di qualcosa di
importante,
si fece coraggio e andò nella sua cabina trovandovi
sorprendentemente lo scriba, anche se forse non doveva essere poi
così sorpreso di trovarlo lì.
<< Lucius. >>
Il giovane sussultò voltandosi in tutta fretta, si
alzò
velocemente come se fosse stato colto sul fatto, si pentì
subito
dopo di quella reazione, non stava facendo nulla di sbagliato e il
fatto che si fosse affezionato a Izzy non sarebbe rimasto a lungo un
segreto.
<< Edward, sono felice di vederti qui >>
disse usando un tono
forse troppo piccato, ma Barbanera non se ne accorse o forse finse di
non accorgersene, alla fine a lui non doveva importare quanto tempo ci
avesse messo a venire a trovare il suo primo ufficiale ma che si fosse
deciso a farlo era la cosa importante.
<< Come sta? >> domandò
avvicinandosi.
<< Il medico gli ha cambiato le fasciature e medicato, ha
detto
che le ferite si stanno rimarginando bene e non ci sono danni troppo
gravi, il fatto che non si svegli potrebbe dipendere da un fattore
psicologico più che fisico. >>
Il capitano lo guardò.
<< Che significa? >>
Lucius si strinse nelle spalle sospirando.
<< Non lo so esattamente, forse sta così per
non sentire dolore o per...niente lascia perdere. >>
<< No ehi, basta segreti o stronzate, voglio sapere tutto
>> disse severo Edward stringendogli piano il braccio.
<< Potrebbe essere che Izzy tema la realtà che
lo aspetta. >>
Barbanera sbuffò una risatina.
<< Lui non ha paura di niente, ha osato sfidarmi
più di
una volta pur sapendo a cosa sarebbe andato incontro. >>
<< Sai anche tu che non è vero. Mi
ha...raccontato delle
cose >> confessò a bassa voce, Edward
sgranò gli
occhi.
<< Chi lui? A te? >>
<< Sì, so che può sembrare assurdo
ma evidentemente
l'essere rinchiusi senza sapere se ti verrà risparmiata la
vita fa più effetto di una sbronza, è stato
difficile convincerlo ad aprirsi ma alla fine lo ha fatto, e da quello
che ho capito prima il vostro rapporto era diverso. >>
<< E' stato lui a rovinare tutto >> rispose
Barbanera sulla difensiva.
<< Ti sei mai chiesto il perché? Lui
è un idiota e
siamo d'accordo, ma anche tu non sei da meno, è vero non
avrebbe
dovuto tradirti e se non accettava quello che volevi essere poteva
andarsene senza troppi complimenti, ma Edward ti vuole bene, sei
l'unica persona che conta nella sua vita e improvvisamente se
l'è vista strappare via. Non giustifico le sue azioni, e
credo
che anche lui si sia pentito però pensa sia troppo tardi,
non sa
se riavrà mai il tuo perdono e la tua stima. >>
Si scostò i capelli grigi dalla fronte, rimase qualche
attimo in
un silenzio pensoso, guardò Izzy attentamente per la prima
volta
da quando lo avevano tratto in salvo, faceva male vederlo
così e
probabilmente se non si fosse riappacificato con Stede nemmeno avrebbe
trovato il coraggio di andare da lui, sarebbe rimasto a crogiolarsi nel
suo senso di colpa, nel rammarico e nella rabbia, forse poi il primo
ufficiale si sarebbe svegliato e se ne sarebbe semplicemente andato
senza che avessero mai chiarito tutti i non detti che erano rimasti
sospesi tra loro.
<< Probabilmente hai ragione ragazzo, ma non so quanta
voglia
abbia di parlare con me, non l'ho trattato così diversamente
da
chi lo ha ridotto così. >>
Lucius si umettò le labbra.
<< Ascolta Edward, credo che a volte valga di
più
ciò che facciamo per rimediare, quello che è
fatto
è fatto
ormai, non si può più tornare indietro ma se
senti di
aver
sbagliato la cosa migliore che puoi fare è dirgliela. Come
Stede
ha fatto con te, senza sapere se avresti accettato le sue scuse.
>>
<< Io ho fatto peggio di quello che ha fatto Stede...
>>
<< E Izzy allora lo ha infilzato con la spada, vogliamo
stare qui
tutto il giorno per vedere chi ha le colpe peggiori? Non esiste meglio
o peggio in queste cose, esistono le persone con i loro sentimenti, e
se tu ci tieni ancora un minimo a lui allora sai che almeno devi
starlo a sentire, e parlargli a cuore aperto. >>
Aveva gli occhi lucidi ma un'espressione così seria e decisa
che Barbanera stentava quasi a riconoscerlo.
<< Grazie ragazzo >> disse appoggiandogli
una mano sulla spalla.
<< Tu mi stai ringraziando? >>
domandò sorpreso Lucius facendo ridacchiare il capitano.
<< Mi sei stato davvero utile, e penso tu sia anche molto
coraggioso. Izzy è stato fortunato ad averti al suo fianco.
>>
Il giovane deglutì il nodo che sentiva stringergli la gola.
<< Io lo sono stato o forse entrambi, non lo so.
>>
<< Da quello che ho capito non ti è
indifferente >>
disse Edward, le guance del giovane si colorarono di rosso.
<< Ho avuto l'occasione di vedere il vero Izzy, e non mi
è dispiaciuto per niente >> rispose sorridendo.
<< Anche a me piaceva >> disse il capitano
ricordando tempi ormai lontani.
<< Ci siamo trasformati e allontanati... >>
<< Siete ancora in tempo per rimediare >>
disse sorridendo Lucius.
<< Tu dici? >>
<< Ne sono certo. >>
In quel momento Izzy mugugnò stringendo gli occhi e
attirando
l'attenzione di entrambi i pirati, aveva cominciato a sudare e si
lamentava, Lucius lo scoprì un po' nel caso avesse caldo e
ne
approfittò per guardare che sulla benda non ci fosse sangue.
<< Odio quell'uomo >> disse Lucius
corrugando le sopracciglia.
<< Almeno non potrà più fargli del
male, anzi non
lo farà più a nessuno >> rispose
Edward.
<< Sì ho sentito che Stede li ha fatti
catturare. >>
<< E io mi sono assicurato non fuggisse più
>> disse
con tono cupo, il giovane non diede subito peso a quelle parole ma poi
si voltò a guardarlo con una domanda scritta in faccia.
<< Ci ho provato a lasciare perdere, ma il pensiero che
quel
bastardo potesse fuggire e vivere serenamente dopo aver fatto questo a
uno dei miei uomini non mi dava pace, per Stede la prigione era
sufficiente ma tra i pirati funziona così, la giustizia non
è contemplata se non quella personale, e io faccio parte di
questo mondo da troppo ormai per cambiare le regole del gioco.
>>
<< Stede lo sa? >> domandò
Lucius di getto.
<< Sì, non ha detto nulla a riguardo, credo
capisca il motivo delle mie azioni. >>
Il giovane pure lo capiva e non sapeva se spaventarsi di se stesso non
sentendosi minimamente dispiaciuto per le sorti di quell'uomo.
<< Anche io le capisco, forse questo non fa di me una
brava persona... >>
<< Andiamo Lucius non dire idiozie, guardati, parli con
me dopo
quello che ti ho fatto e sei sempre disposto ad aiutare tutti. Non
lasciare che questa storia ti avveleni facendoti credere cose che non
sono vere. >>
Lui sospirò annuendo appena.
<< Non mi sembra giusto nascondermi dietro di te, tu hai
fatto il
lavoro sporco mentre io me ne sto qui a essere soddisfatto che quello
non ci sia più. >>
<< Ragazzo sei sopravvissuto a una tortura, direi che hai
fatto abbastanza. >>
<< Ma ne ha pagato le conseguenze lui >>
disse Lucius
lanciando un'occhiata al primo ufficiale e trattenendo le lacrime.
<< E a te hanno sparato, non è una fottuta
gara, qui
l'unico che deve fare i conti con se stesso sono io, l'ho ucciso a
sangue freddo senza provare la minima esitazione e solo
perché
sentivo di volermi vendicare per quello che aveva fatto. Vuoi un
consiglio? Vai avanti e dimentica tutto. >>
<< Nemmeno tu sei una cattiva persona Edward
>> disse
guardandolo intensamente, in quelle due pupille chiare vedeva tutta la
dolcezza utilizzata da Stede, gli venne da sorridere, aveva trovato un
equipaggio degno del suo nome.
I due pirati non si erano resi conto che il primo ufficiale aveva
aperto gli occhi, ma era troppo debole per parlare, così in
un
atto di coraggio allungò debolmente il braccio fino a
raggiungere le dita di Barbanera e sfiorarle, lui ovviamente si
voltò spalancando lo sguardo seguito a ruota da Lucius.
<< Non...andartene >> riuscì a
dire con una voce
talmente sottile da essere appena udibile, il capitano rimase fermo
senza dire una parola, la sua mente era diventata improvvisamente
bianca e vuota, a un tratto non sapeva più quali fossero le
parole giuste, Izzy travisò completamente quel silenzio e
tolse
immediatamente la mano dalla sua.
A quel punto intervenne Lucius appoggiando la mano sulla
schiena
di Barbanera in un gesto che voleva essere incoraggiante, era felice
che Izzy fosse sveglio e voleva dirgli tante cose ma non era il suo
momento, Edward si voltò a guardarlo e lui annuì.
<< Puoi farcela, lui ha bisogno di te adesso
>> gli disse
sotto voce, poi si avvicinò al primo ufficiale chinandosi.
<< Sono felice ti sia svegliato >> sorrise
senza dargli il tempo di ribattere.
<< Te ne stai andando? >>
domandò Barbanera
allarmato, improvvisamente terrorizzato di dover rimanere solo con
qualcosa che sentiva essere più grande di lui, il ragazzo
gli
fece l'occhiolino sorridendo.
<< Non avere paura Edward, sei in grado di affrontarla
una
conversazione >> detto questo uscì fermandosi
dietro la
porta per respirare, sentiva il cuore martellargli nel petto, era
felice ma anche spaventato, sperava che quei due non finissero per
azzuffarsi ma Edward aveva ucciso per vendicare Izzy e quest'ultimo
sembrava aver capito i suoi errori, si allontanò sentendosi
più leggero, qualcosa gli diceva che questa volta le cose
sarebbero andate bene.
Il capitano era rimasto immobile a fissare la porta chiusa per qualche
istante, poi si voltò, strinse i pugni e prese un grosso
respiro
avvicinandosi e sedendosi sul materasso, era da tempo che non
condividevano uno spazio così ristretto, da più
giovani
non avevano timore di invadere la bolla personale l'uno dell'altro,
erano amici e rappresentavano l'unico conforto i quelle notti troppo
fredde, da quando Izzy si era unito alla sua squadra sentiva di non
aver trovato solo un valido alleato ma anche un vero amico.
Parlavano schiena contro schiena, si spintonavano giocosamente e
ridevano, non ricordava più l'ultima volta che aveva visto
il
primo ufficiale ridere di gusto, adesso quel contatto era quasi
imbarazzante, si sentiva come se stesse superando una sorta di limite
non imposto nemmeno da lui, ma doveva superarlo, altrimenti non
sarebbero mai andati avanti.
Doveva romperlo lui il silenzio, non solo come capo ma in nome di
quella cosa che prima avevano e adesso non c'era più.
<< Iz... >>
<< So che sei arrabbiato >> disse l'altro
mantenendo il
viso voltato dalla parte opposta, la sua voce era ancora molto debole e
roca per i giorni in cui non era stata usata.
<< Non appena...mi sarò ripreso
andrò via...- >>
Edward scosse la testa.
<< Chiudi la bocca, io non voglio te ne vada.
>>
Izzy strinse le labbra e arricciò i pugni stringendo le
coperte, quel dannato nodo alla gola era tornato a fargli visita.
<< Sono debole Edward e praticamente inutile adesso.
>>
<< Vuoi tac... >> prese un respiro e si
voltò dalla sua parte.
<< Guardami Izzy >> disse ma lui non si
voltava, allora gli
afferrò il mento con le dita costringendolo a voltarsi,
quando
furono occhi negli occhi si pentì subito di quel gesto
brusco,
lo sguardo del primo ufficiale era lucido e con una vena di timore
all'interno, lo lasciò appoggiando la mano in corrispondenza
del
petto, chinò la testa sospirando.
<< Possibile che io e te non conosciamo altro modo per
comunicare. >>
<< A me è sempre andato bene >>
rispose con la voce spezzata.
<< No Izzy >> si voltò verso di
lui, adesso era
semplicemente Edward, non c'era più traccia di quel
controllo
che pensava di dover avere in certe situazioni.
<< Lo capisci che è sbagliato? Ti ho sempre e
solo usato...- >>
<< Mi andava bene...- >>
<< Iz...- >>
<< Edward mi andava bene, mi è sempre andato
bene cazzo,
avrei accettato qualunque cosa da te >> disse mordendosi
le
labbra.
<< Odio dover parlare in questa posizione...
>>
<< Vuoi sederti? >> domandò
Barbanera e l'altro
annuì, lo aiutò a sedersi, il suo corpo era
debole e
dolorante ma riuscì a tenere quella posizione con un cuscino
dietro la schiena.
<< Forse non dovremmo nemmeno parlare adesso, ti sei
appena svegliato. >>
<< Ce la faccio >> rispose Izzy debolmente.
<< Non devi sempre mostrarti forte. >>
<< E' quello che tu mi hai chiesto di fare dall'inizio!
>>
disse sollevando lo sguardo verso di lui, deglutì pentendosi
subito di quella risposta.
<< Credevo fosse giusto, mi avevano insegnato che un
pirata non
deve mai mostrare le proprie debolezze, non sapevo se ero d'accordo o
meno, seguivo semplicemente questa cosa perché non avevo
altra
scelta. Poi sei arrivato tu ed eri la persona più vicino ad
un
amico...- >>
<< Pensavo che Calico fosse tuo amico >>
rispose con una nota di amarezza e forse gelosia nella voce.
<< Perché credi abbia fatto diventare te primo
ufficiale? >>
Izzy si strinse nelle spalle e scosse la testa.
<< Sapevo che lui se ne sarebbe andato, che mi avrebbe
mollato
lì come un idiota seguendo la sua strada, lui ha scelto la
carriera, tu l'amicizia. Quando ci siamo incontrati io e te ho capito
subito che eri diverso, e non dirmi che sei rimasto solo
perché
ero Barbanera, ero praticamente all'inizio della mia carriera da
capitano. >>
Dopo qualche istante di silenzio il primo ufficiale rispose.
<< No, io ti ho seguito perché mi piacevi
Edward, mi
piaceva il tuo modo di comandare, eri amichevole rispetto agli stronzi
che avevo incontrato prima. >>
Il capitano sorrise intenerito da quelle parole che mai da quell'uomo
gli erano state rivolte.
<< Anche tu Iz...ma quello che è successo dopo
ha creato un divario che sembra impossibile da chiudere.
>>
<< Con il mio ruolo non potevo...- >>
<< Fanculo il tuo ruolo Izzy! >>
sbottò allargando lo sguardo.
<< Ci tenevi davvero a me o era solo una finta? La nostra
amicizia è mai contata qualcosa? So che tu pensi questi non
siano discorsi per persone come noi, ma io sono stanco di questa merda,
tenermi tutto dentro mi ha portato ad essere una specie di...idiota che
gli altri vedono come un fottuto pagliaccio che se ne va in giro con
nove pistole. >>
<< Quell'immagine però ha contribuito a
tenerti in vita! >> lo accusò.
<< No Izzy, sei stato tu, io e la mia ciurma a salvarmi
le
dannate chiappe ogni volta, sono le persone che fanno la differenza.
Andiamo ti sembra che la mia cazzo di testa fumi? >>
Il primo ufficiale nascose un sorrisetto.
<< Bè una volta ti sei dato fuoco alla barba.
>>
<< Già...e ho rischiato di farmi saltare tutta
la faccia. >>
<< Ti abbiamo dovuto spegnere >>
ridacchiò Izzy, Edward sorrise poi lo vide molto pallido.
<< Ehi...forse dovresti sdraiarti. >>
<< Sto bene. >>
<< Iz... Possiamo continuare a parlare più
tardi. >>
<< Edward ti prego. >>
Barbanera sollevò gli occhi al cielo.
<< Come vuoi, ma al prossimo cenno di debolezza ti
rimetti a letto senza discussioni. >>
<< Agli
ordini capitano... >> rispose ironicamente incrociando le
braccia, Edward lo spintonò leggermente.
<< Ti consideravo davvero un amico Ed... >>
confessò
guardandolo poi spostando nuovamente lo sguardo verso il basso
<< Non ho mai finto... >>
<< E allora perché quel cambiamento
improvviso? Il fatto
che ti avessi promosso non significava che le cose tra noi sarebbero
dovute essere diverse, potevamo continuare a essere amici.
>>
<< Non potevamo... >> rispose afflitto
abbassando le sopracciglia.
<< Hai preso troppo sul serio i tuoi compiti.
>>
A Izzy tornarono in mente le parole di Lucius sul fatto che
indipendentemente dalla sua decisione di rimanere o meno, avrebbe
dovuto parlare con Edward e dirgli quello che si era tenuto dentro per
anni, quella verità di cui si vergognava e che in parte lo
aveva
reso l'uomo freddo e distaccato che era diventato.
<< Sì, forse è per quello
>> sollevò le spalle. >>
<< Iz c'è altro? >>
Il primo ufficiale sospirò, era più difficile di
quanto
pensasse, ormai lo aveva superato o almeno credeva fosse
così,
perché riaprire vecchie ferite si domandava, che cosa
sarebbe
cambiato se gli avesse raccontato quella parte di storia della quale
era
all'oscuro?
<< Lascia perdere, non è importante
>> rispose, il
ragazzino gli avrebbe dato il tormento se avesse saputo che non aveva
avuto il coraggio di parlare, ma lui non poteva certo capire che cosa
si prova a trovarsi davanti a una leggenda che sembra essere
interessata a tutti meno che a te, almeno non come tu vorresti.
<< Izzy io vorrei davvero che giungessimo a un punto, non
mi sono
comportato bene con te...nemmeno con gli altri e...- >>
<< Hai fatto quello che dovevi, ci sono passati addosso
troppi
anni per poter cancellare tutto e ricominciare da capo. I noi stessi
del passato sono morti e sepolti ormai, se tu poi sei riuscito in
qualche modo a passarci sopra buon per te. >>
Edward sospirò.
<< Potresti riuscirci anche tu. >>
<< Io non voglio >> rispose il primo
ufficiale guardandolo negli occhi.
<< Che cosa mi ha portato essere tuo amico? Niente di
più
di quello che avevano gli altri, anzi forse qualcosa in meno e ad un
tratto arriva un idiota qualunque, tu perdi la testa e ti dimentichi di
tutto, sei disposto a rinunciare a me per stare con lui, allora sai
cosa ti dico Edward vattene a fanculo con Bonnet e lasciami in pace.
>>
Izzy aveva gli occhi lucidi, le labbra gli tremavano per il nervosismo
che quella situazione gli provocava, Barbanera si accorse che quelle
parole non erano dettate dalla rabbia, che non le aveva pronunciate con
odio come faceva di solito, ma sembravano essere uscite direttamente
dal cuore di quell'uomo più giovane con cui un tempo adorava
fermarsi a
parlare nel cuore della notte.
Per la prima volta dopo anni vide due grosse lacrime solcare quelle
guance ora pallide e scavate.
<< Izzy io...sono innamorato di Stede >> e
si rese conto
che quella era la prima volta in cui lo diceva a qualcun altro.
Il primo ufficiale divenne rosso in viso per un attimo.
<< Vaffanculo Edward! >> lo spinse e in
malo modo
tentò di togliersi le coperte e scendere dal letto, solo che
era
debole, incespicò sui suoi piedi e quello con la ferita
più fresca gli inflisse una fitta di dolore costringendolo
ad
appoggiarsi a uno dei grandi mobili.
<< Ehi! >> gridò il capitano
raggiungendolo, lo
prese per le braccia reggendo il suo peso di modo che l'arto mutilato
non subisse altri urti.
<< Che cosa ti prende? >>
<< Lasciami! >>
<< Izzy >> lo chiamò
prendendogli il viso tra le mani,
cercava il suo sguardo che però gli sfuggiva sempre.
<< Guardami dai... >>
<< No cazzo, lasciami stare e vattene dal tuo dannato
Bonnet. >>
Piangeva, ormai non poteva più nasconderlo e provava un
senso di
vergogna che lo faceva sentire esposto e fragile, odiava sentirsi
così in presenza di Edward, soprattutto se c'entravano cose
che
aveva sempre nascosto di provare, che cosa avrebbe pensato il suo capo
se avesse saputo? Come lo avrebbe considerato? Sarebbe rimasto
disgustato ritenendolo un debole? Qualcuno che si era illuso di poter
essere ricambiato da una grande leggenda come lui.
<< Non ho bisogno della tua benedizione >>
rispose Barbanera.
<< Lo so, infatti ho intenzione di andarmene e lasciarti
finalmente in pace. Era quello che volevi no? Finalmente ti libererai
di questa palla al piede. >>
<< Qual è il tuo problema con Stede!?
>>
Izzy lo spinse ma fu praticamente inutile, era privo di forze.
<< Lui ha avuto quello che non hai mai dato a me!
>> gridò stringendo i pugni.
<< Che cosa significa? >>
<< Ma non è solo questo il problema Edward
>> deglutì abbassando lo sguardo.
<< Tutti hanno avuto qualcosa in più, tranne
io, sono sempre stati più importanti gli altri...-
>>
<< Eri mio amico Izzy! >>
<< Non era abbastanza! Ho desiderato per mesi che mi
guardassi in
un altro modo, e per un certo periodo di tempo ho creduto fosse
così e invece erano sempre gli altri gli oggetti delle tue
attenzioni, ecco perché mi sono allontanato se tanto volevi
saperlo. >>
Il suo sguardo era amareggiato e lucido ma il rossore sulle sue guance
faceva intravedere il senso di vergogna che provava, Edward era
evidentemente scioccato da quella rivelazione, mai si sarebbe
aspettato che il suo primo ufficiale provasse quel tipo di desiderio
nei suoi confronti.
<< Iz li usavo e basta, non erano nemmeno tanti come tu
credi,
non avevano alcuna importanza per me. Davvero preferivi ti trattassi
come loro? >>
<< No... >> rispose dopo qualche secondo di
silenzio.
<< Forse desideravo qualcosa in più...non lo
so. >>
Edward lo prese per le spalle.
<< Andiamo a sederci >> disse, l'altro non
oppose troppa
resistenza, si sentiva stanco e indebolito da tutte quelle confessioni
che aveva tentato con tutto se stesso di tenere per sé,
decise
di rimanere in silenzio, ormai si era esposto abbastanza e non c'era
modo di tornare indietro.
<< Mi dispiace Iz...Non me ne sono mai reso conto.
>>
<< Non importa, ormai è passata e me ne sono
fatto una ragione. >>
<< Non mi pare >> rispose Barbanera
guardandolo.
<< Se ti riferisci a Bonnet c'è l'ho con lui
perché è un idiota e non volevo ti rendesse un
rammollito. Come
ha fatto poi. >>
<< Non ti avrei mai potuto dare quello che ti
dà lui lo so, ma
quando hai smesso con quella roba di cercare distrazioni...Io credevo
che saremmo potuti essere finalmente una vera squadra, ero io la
persona più importante. >>
Edward sospirò.
<< Izzy che tu ci creda o no lo sei sempre stato, ma non
puoi
competere con Stede perché per lui provo cose che mai in
vita
mia ho avuto l'occasione di sentire. Credimi Iz mi spiace di non
essermi accorto di niente, sono stato superficiale ma non volevo
nemmeno
rovinare la nostra amicizia trattandoti pari agli altri. Pensi che
quelli con cui sono andato mi piacessero? Erano tutti uguali, bastava
fossero disponibili e per me andava bene. Io non ti avrei mai trattato
come loro, eri di più perché ti consideravo mio
amico.
Questo non significa che tu non sia attraente...- >>
<< Oddio basta Edward >> fece una smorfia
tappandosi le orecchie.
<< Quindi lo hai perdonato? >>
domandò sollevando lo sguardo.
<< Sì e ho perdonato anche te, la domanda ora
è se tu mi hai perdonato. >>
Izzy sussultò sorpreso.
<< Per cosa? >>
<< Per il piede, per essermela presa con te facendoti del
male...- >>
<< Edward sei il mio capitano, tu... >>
<< No Izzy, io non ho il diritto di farti questo solo
perché sono in una posizione superiore, le cose cambieranno
su
questa nave e tu sei il benvenuto a restare anzi voglio che resti, ma
non te lo ordinerò e soprattutto non ti sognare di rimanere
credendo che faremo razzie e ci pugnaleremo a vicenda, quei tempi sono
finiti. >>
<< Se tu vuoi possiamo tornare a essere amici, avere un
rapporto
decente, ma non ti obbligherò come non costringerei mai
Stede a
rimanere se volesse andarsene... >>
<< Ma per lui ti dispiacerebbe. >>
<< Anche per te Iz... >>
<< Per lui piangeresti e io resterei comunque il numero
due, perché la sua presenza non ti lascerebbe mai.
>>
Edward gli appoggiò una mano sulla spalla.
<< In realtà Iz saresti l'amico numero uno, ti
basta questo? >>
Il primo ufficiale ci pensò su, sapeva che non poteva fare
nulla
contro Bonnet per toglierlo dalla testa del suo capitano, non gli
restava che capire se rimanere e vederli insieme lo avrebbe portato a
una lenta follia, quei sentimenti che aveva provato un tempo non
c'erano più e si era reso conto che nell'ultimo periodo
aveva
sviluppato un senso di controllo nei suoi confronti, ma anche da questo
il suo capitano era sfuggito.
<< Non sognarti che ti lascerò raccontarmi di
come ve la spassiate tu e quell'altro. >>
Barbanera emise una risatina.
<< Sicuro di non volerlo sapere? >> lo
prese in giro.
<< No! >> sbottò arrossendo.
<< D'accordo >> Edward allungò
una mano, Izzy la guardò a lungo poi prese un respiro e la
strinse.
<< Amici? >> domandò Barbanera,
l'altro annuì
semplicemente, incapace di spiegare come si stesse sentendo.
<< Dai ora rimettiti a riposare, il ragazzo mi uccide se
scopre che ti ho fatto stancare così. >>
Izzy lo guardò storto.
<< Quale rag...Spriggs. >>
<< Già >> sorrise apertamente
alzandosi dal letto
per far sì che l'amico si infilasse sotto le coperte.
<< Sembra siate diventati molto amici voi due
>> disse con un ghigno compiaciuto, Izzy
diventò viola.
<< Lui non è mio amico, io non sono il suo e
tu puoi andartene a fanculo. >>
Edward rise di gusto.
<< Va bene Iz, ti lascio riposare. >>
<< Aspetta...un'ultima cosa >> lo
fermò il primo ufficiale.
<< Dimmi. >>
Lui titubò un po', si morse nervosamente le labbra poi lo
guardò, gli apparve più sereno come se tutta la
rabbia
che aveva sfogato e inflitto fino a quel momento fosse svanita,
sicuramente era successo qualcosa ed era abbastanza certo c'entrasse
quel damerino, vederlo così gli diede il coraggio che gli
serviva.
<< Davvero hai...ucciso Ace? >>
Per un attimo Barbanera apparve confuso non conoscendo il nome
dell'uomo a cui aveva tolto la vita, presto unì i puntini.
<< Sì l'ho fatto >> rispose
deglutendo.
<< Perché? >> domandò
Izzy.
<< Scusa io...non volevo origliare ma mi ero svegliato e
non...- >>
<< Non c'è bisogno di scuse, l'ho fatto
perché non
potevo tollerare l'idea che ti avesse ridotto in questo stato.
>>
Il cuore di Izzy prese a battere forte non credendo alle sue orecchie.
<< Perché solo tu puoi... >>
<< No Iz! Nessuno deve farlo, nemmeno io cazzo, mettiti
in testa
che non sei un fottuto giocattolo su cui sfogarsi. L'ho fatto per
vendicarti, perché sei mio amico e anche se avevamo litigato
pesantemente ho capito che ci tenevo ancora a te. >>
<< Ed...io non so cosa dire >>
sussurrò tremando.
<< Niente, non c'è bisogno che tu dica nulla.
>>
<< Ma... >>
<< Izzy...è finita okay? >>
disse addolcendo il tono, il primo ufficiale annuì.
<< Edward...grazie >> la voce
uscì quasi spezzata,
Barbanera sorrise, gli fece un occhiolino e poi uscì dalla
stanza lasciandolo solo, Izzy respirò profondamente e si
lasciò cadere sul materasso sperando che in quel momento non
entrasse nessuno, aveva bisogno di rimanere con se stesso, la
conversazione con il suo capitano lo aveva lasciato stordito, svuotato
di ogni forza ma riempito da un sentimento di affetto che non si era
più sognato di provare, esausto si appisolò ed
era bello
addormentarsi sentendo il cuore più leggero.
...
Edward Teach era sempre
stato un pirata
molto cauto e attento, i suoi abbordaggi erano studiati nei minimi
dettagli, niente veniva lasciato al caso e anche se qualche pazzo osava
sfidarlo invadendo il suo spazio finiva in mare nel giro di pochi
secondi, proprio perché il capitano Barbanera pensava a
tutto,
prevedeva le mosse dei nemici e anche i loro stessi pensieri, conosceva
il modo di agire dei sanguinari più famosi ed era in grado
di
capire come avrebbero attaccato i vari nemici.
Tutto questo però non lo aveva preparato a ciò
che stava
per succedere, per quanto fosse previdente non si sarebbe mai aspettato
di subire un agguato nei corridoi della sua stessa nave, una mano lo
afferrò per il braccio strattonandolo all'interno di una
stanza
semi buia, la porta venne chiusa con un tonfo e lui spintonato contro
di essa, dopodiché un paio di labbra calde attaccarono le
sue
facendogli passare quel senso di allarme che aveva provato,
lasciò cadere la mano dal manico del pugnale e
artigliò
quei fianchi che conosceva bene.
<< Stede... >> ansimò.
<< Sì capitano? >>
domandò lui sollevandosi
in punta di piedi di modo che fossero ancora più vicini e a
contatto.
<< Sei impazzito, avrei potuto colpirti >>
sussurrò sulle sue labbra.
<< Come vedi non te ne ho dato il tempo, era tutto
perfettamente
studiato nei minimi dettagli, ho avuto un buon maestro sai
>>
disse accarezzandogli il petto, da quella posizione poteva sentire il
cuore di Edward che batteva all'impazzata.
<< Però se non ti dispiace puoi sempre
colpirmi in un
altro modo >> soffiò con voce roca spingendosi
verso di
lui, Edward vide bianco, lo afferrò per il bacino e
ribaltò le posizioni, ora era il pirata gentiluomo ad essere
premuto contro la porta.
<< Stede porco cazzo mi fai girare la testa, prima sei
ingenuo e
insicuro poi mi parli in questo modo come se dalla tua bocca non fosse
uscito altro che cose sporche e fottutamente eccitanti. >>
<< Distrarre e confondere il nemico, non è
così che
si fa? Anche se tu non sei un nemico, ma il senso è lo
stesso
no? >>
Il pirata biondo soffiava sulle sue labbra senza mai raggiungerle e
nemmeno sfiorarle, questo stava facendo impazzire Barbanera.
<< Mi sei mancato così tanto >>
disse sfiorando i
loro nasi insieme, Edward deglutì ingoiando un gemito.
<< Ci siamo lasciati solo due ore fa. >>
<< Decisamente troppe >>
sussurrò Stede.
<< Sai Ed pensavo a una cosa, dovremmo prenderci un
giorno solo
per noi due, giuro che non ti farò uscire dalla stanza
nemmeno
per mangiare. >>
Edward premette la fronte contro quella dell'altro.
<< E io ti farò dimenticare come cazzo ti
chiami. >>
<< E' una promessa Edward Teach? >>
domandò mugolando e sfiorandogli il viso con le mani.
Barbanera lasciò scivolare le sue mani sulle natiche di
Stede e
azzardò una stretta, il pirata gentiluomo emise un mugolio
che
arrivò dritto al bacino di Edward oltre che alle orecchie,
era
certo che si sarebbe affezionato troppo in fretta a quei mugolii e che
durante la giornata gli sarebbero mancati.
Si baciarono nuovamente accogliendosi nelle rispettive bocche, erano
diventati un groviglio di corpi e labbra umide e calde, quello che era
considerato il flagello dei mari si scioglieva ogni qual volta l'uomo
che amava gli passava le dita tra i capelli, sollevandosi poi per
baciarlo ancora meglio, il tempo non aveva importanza, quando si
staccarono non sapevano nemmeno quanto ne fosse passato e nemmeno gli
importava.
<< Ciao... >> sussurrò
sorridendo, gli occhi
nocciola persi e innamorati, l'altro pirata deglutì
sentendosi
completamente travolto da quelle emozioni, non aveva mai provato una
cosa simile e non ne aveva mai abbastanza, quel mero desiderio carnale
che aveva sperimentato nei confronti di altre persone non era niente in
confronto a ciò che desiderava fare con quel pirata dai
capelli
dorati, sentiva il desiderio di sperimentare anche per lunghe ore,
studiare ogni punto di quel corpo bellissimo e appuntarsi mentalmente
le reazioni.
<< A cosa stai pensando? >>
domandò Stede a bassa voce percependolo distante.
<< A te >> rispose sentendo improvvisamente
le corde vocali
troppo secche, Bonnet arrossì credendo che non si sarebbe
abituato forse mai a sentirsi dire certe cose, il suo petto era caldo
ma non in senso fisico, percepiva un tepore che gli abbracciava il
cuore facendolo stare immensamente a suo agio, in un impeto di audacia
gli baciò il naso aspettando poi di vedere la sua reazione,
erano entrambi estranei a quel tipo di attenzioni ma il pirata
gentiluomo stava scoprendo che gli venivano naturali quasi come
respirare.
<< Ed erano pensieri belli? >>
domandò facendo
uscire quell'insicurezza che ancora non era sparita del tutto, Edward
abbassò la testa facendo in modo che le loro fronti si
sfiorassero.
<< Molto, talmente tanto che mi spaventano.
>>
<< Non voglio tu abbia paura Ed... >> disse
socchiudendo
gli occhi e inarcando il collo all'indietro di modo che le loro labbra
fossero ancora più vicine.
<< Non sei tu quello che temo, ma se tutto questo dovesse
improvvisamente finire >> rispose stringendo le mani
intorno ai
suoi fianchi.
<< Perché dovrebbe? >>
domandò l'altro.
<< Non lo so, sembra così tutto troppo bello
per essere vero, come la prima volta. >>
<< Ti prometto che lotterò fino allo
sfinimento per far
sì che niente e nessuno ce lo porti via >>
disse e lo
baciò incapace di resistere ancora, Barbanera rispose al
bacio
abbassando le palpebre, si rilassò nella stretta gentile del
pirata del suo cuore.
Fuori dalla porta si sentì una voce.
<< Edward? >>
Stede aprì gli occhi.
<< Ti cercano >> disse.
<< Sembra di sì >> rispose, si
leccò le labbra e accarezzò la schiena del pirata
biondo.
<< Per quanto mi secchi allontanarmi da te ho una
promessa da mantenere. >>
<< Quale promessa? >> domandò
Bonnet.
<< Io e William dobbiamo andare al largo come ai vecchi
tempi, prima che riparta. >>
<< Oh giusto >> rispose tentando di
nascondere la fitta di gelosia che lo aveva colpito.
<< Allora dovresti proprio andare >> si
staccò appena ma le mani forti di Barbanera lo trattennero.
<< Stede? >>
<< Mh? >>
<< Non ti chiuderai in camera vero? >> la
sua voce celava un cenno di ilarità.
<< No Edward,
non ne vedo il motivo. >>
<< Edward? Che fine ha fatto Ed? >>
domandò sollevando il sopracciglio sale e pepe.
<< Tornerà quando ti vedrò risalire
sulla nave
>> rispose cercando di mantenere il tono di voce stabile.
<< Avanti Stede, credi davvero che potrei lasciarti e
andarmene? Dopo tutto quello che ho...che abbiamo passato.
>>
<< No... >> si strinse nelle
spalle.
<< Solo che mi mancherai. >>
<< Adesso non fare il ruffiano >>
ridacchiò Edward, poi il suo sguardo si illuminò.
<< Ho un'idea! Facciamo una scommessa, se torno sulla
nave tu
dovrai salire in vedetta e urlare a tutti di essere profondamente
geloso...- >>
Stede arrossì fino alla cute della testa.
<< Avanti Ed...questa cosa è infantile.
>>
<< Anche chiudersi a chiave lo è
>> rispose poi lo tirò verso di sé
ghignando.
<< O forse hai paura. >>
<< Io non ho nessuna paura >> disse
infastidito Stede, incrociò le braccia al petto.
<< Fifone >> lo accusò
bonariamente Barbanera.
<< E va bene facciamo questa cosa! >>
sbottò pentendosene il secondo dopo.
<< Se però non torni che cosa succede?
>>
<< Questa possibilità non esiste
>> rispose Edward.
<< Ma se facciamo una scommessa dobbiamo considerare
entrambe le
ipotesi >> constatò sbattendo quelle
bellissime ciglia che
contornavano gli occhi nocciola, Barbanera sbuffò alzando i
suoi
al cielo.
<< Va bene Stede, se io non dovessi tornare sei
autorizzato a prenderti la mia vecchia nave. >>
<< Io non la voglio la tua nave >>
squittì irritato l'altro.
<< E' te che voglio >> disse poi addolcendo
il tono.
Edward fece finta che quella frase non lo avesse toccato per niente,
anche se le sue ginocchia avevano tremato.
<< Allora sei autorizzato a cercarmi e prendermi a calci
in culo davanti a tutti, contento? >>
<< Sì >> rispose Bonnet
abbassando le palpebre con
aria solenne, allungò la mano per sigillare il patto, Edward
sputò sopra la sua ma quando stava per stringere quella di
Stede
lui la ritirò facendo una smorfia.
<< Che schifo Ed! >>
<< Come sarebbe!? >> domandò
sgranando gli occhi.
<< Guarda che per un'ora non hai fatto altro che
succhiarmi la
lingua! >> urlò indignato, in quel momento in
corridoio
stava passando Lucius e visto il tono da usignolo utilizzato da
Barbanera udì forte e chiaro quella frase, rimase
immobilizzato
davanti alla porta.
<< Oh dio >> mormorò.
Si tappò le orecchie allontanandosi ripetendo
<< non ho sentito niente. >>
Stede deglutì in ricordo di quei caldi baci.
<< Quello è diverso >>
tentò di spiegare, ma Edward era molto più
testardo di lui.
<< E se vogliamo andare oltre a un certo punto la saliva
serve. >>
Bonnet lo guardò confuso per qualche secondo arricciando le
labbra.
<< In che modo...- >>
<< Bè sai se devi infilare qualcos...-
>>
<< Sì ho capito, ora mi è chiaro!
>>
squittì il pirata gentiluomo fermando le mani di Barbanera
che
stavano gesticolando in modo veramente troppo realistico.
<< Però anche in quel caso le cose sono
diverse >> spiegò.
<< Scusa ma che differenza fa? >>
domandò Edward.
<< Perché sputarsi addosso quando non ce
n'è bisogno dico io? >>
<< Sei veramente un rompi palle Bonnet! >>
Stede si allontanò da lui di pochi passi.
<< Scommetto che il tuo amico non lo chiami mai per
cognome! >>
<< Ancora con ques... >> ringhiò
avvicinandosi, lo
prese per la maglietta e lo spinse contro la porta divorandogli le
labbra, Stede mugolò compiaciuto stringendogli le spalle.
<< Hai ancora dubbi? >> domandò
con voce roca, il pirata biondo scosse solamente la testa.
<< Siamo d'accordo quindi? >>
<< Sì... >> mormorò
Stede senza fiato.
<< Allora io vado, preparati a perdere >>
disse sicuro di
sé, Bonnet stava per ribattere quando Barbanera gli prese il
viso tra le mani e gli baciò la fronte lasciandolo
visibilmente
intontito, si appoggiò contro la parete posandosi una mano
sul
petto nel tentativo di calmare il cuore che batteva fortissimo, una di
queste volte gli sarebbe venuto un infarto, ne era certo.
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Capitolo 15 *** Bagno di luna ***
Bagno
di luna
Attesero ancora un giorno Edward e William prima di riuscire a
concedersi la loro piccola gita, visto che una pioggia intensa aveva
iniziato ad abbattersi sulla Revenge senza dar cenno di volersi
fermare, finalmente poi quando i raggi del sole fecero capolino da
quelle grosse nuvole, i due pirati partirono di buon mattino.
Stede passò le ore successive scrutando l'orizzonte alla
ricerca
di un segno, le sue dita si artigliavano alla balaustra di legno mentre
stringeva forte la mascella, sapeva sarebbe tornato ma aveva comunque
paura, capì allora come doveva essersi sentito Edward quella
notte al molo, solo e insicuro, quando ogni rumore ti faceva credere
che finalmente chi stavi aspettando era arrivato.
<< Tornerà >> disse una voce
alle sue spalle, lui si voltò di scatto.
<< Lucius >> sorrise.
<< Io... >> sospirò rilassando
il petto, poi
guardò verso il mare che cristallino brillava formando
piccoli
giochi di luce sulle increspature delle lievi ondine che lo muovevano.
<< Non mi sto comportando molto bene vero? Dovrei
occuparmi di
voi mentre invece me ne sto qui a pensare ai miei problemi.
>>
<< Lo hai fatto Stede, stiamo tutti bene, ci hai dato le
cure di
cui avevamo bisogno, il riposo, cibo e non vedo come avresti potuto
fare di meglio. >>
Si leccò le labbra poi continuò.
<< Avevo quasi perso le speranze quando ero tenuto
prigioniero,
siete arrivati quando stava per accadere il peggio e io già
mi
vedevo morto...- >>
<< Mi dispiace moltissimo Lucius, abbiamo fatto il
più in fretta che potevamo ma non sapevamo...-
>>
<< No Stede quello che voglio dirti è che
anche quando
sembra tutto perduto le cose possono migliorare, tu ed Edward sembrate
essere tornati a comportarvi come due persone adulte >>
disse con
un sorrisetto e di rimando il sorriso si allargò sul volto
del
capitano.
<< Sì noi...ci siamo chiariti, presto vi
parleremo di
quello che intendiamo fare, penso proprio che abbiamo bisogno tutti
quanti di ritrovare un equilibrio. >>
<< Ed mi ha detto di aver parlato con
Izzy, che hanno chiarito le cose, anche se non è entrato nei
dettagli. >>
Lucius annuì.
<< Ieri Izzy sembrava più sereno, non mi ha
raccontato
niente, anzi gli unici momenti in cui era sveglio li usava per mangiare
e andare in bagno, penso solo che necessiti di tempo, poi Edward
è tornato a trovarlo quindi questo mi fa ben sperare.
>>
Il volto di Stede si rabbuiò dietro un'ombra di
preoccupazione,
strinse l'asse di legno che era ancora sotto la sua mano poi
tornò a guardare il giovane.
<< Lucius...comunque siano andate le cose non so se Izzy
deciderà di rimanere. >>
<< Per me non ci sono problemi, ma ovviamente
deve comportarsi bene con tutti altrimenti sarò costretto a
cacciarlo. Non voglio pericoli oltre quelli che già corriamo
navigando. >>
<< Lo capisco Stede ma qualcosa mi dice non
tornerà a essere lo scorbutico di prima. >>
<< Sarebbe fantastico e credo che farebbe bene anche a
Ed, però se decidesse di andarsene tu cosa farai?
>>
Gli occhi chiari del pirata apparirono pensierosi, le pupille si
mossero come alla ricerca della risposta giusta nella su mente.
<< A dire il vero non lo so, qui c'è Pete, ci
siete voi e
poi non so se lui mi vorrebbe con sé. Credo di dover prima
parlarci, mentre eravamo prigionieri noi...Non ci crederai ma siamo
riusciti a parlare normalmente o quasi >>
ridacchiò.
<< Mi ha confidato delle cose, sono consapevole
però che
potrebbe mettere di nuovo le distanze, per questo prima di dire
qualsiasi cosa preferisco parlare con lui. >>
<< Penso sia la cosa migliore Lucius >>
rispose sorridente il capitano.
<< Senti stavo per raccontare agli altri della mia
disavventura,
ti va di unirti a noi? Almeno stacchi un po' la testa da questo
>> domandò guardando l'orizzonte,
annuì.
<< Andiamo >> disse dandogli una leggera
pacca sulla schiena e insieme si allontanarono verso il resto della
ciurma.
Tutti ascoltarono quel terribile racconto in silenzio raccolto come se
stessero pregando, Lucius e Pete si intervallavano la storia, inserendo
dettagli e a volte quest'ultimo si lasciava un po' andare alla fantasia
ingigantendo un racconto che non aveva bisogno di ulteriori aggiunte
per essere spaventoso, il giovane scriba parlò del suo
passato
che era poi la causa di quello che era accaduto, Elizabeth non si era
mai fatta andare giù di essere stata ingannata e per tutti
quegli anni aveva meditato la sua vendetta.
Però più di questo c'era qualcosa che aveva
lasciato
stupiti gli altri, ovvero il comportamento del primo ufficiale,
solitamente così odioso e incline a ucciderli tutti.
<< Davvero Izzy ti ha difeso? >>
<< Sì >> rispose Lucius
sorridendo.
<< Sicuramente lo avrà fatto per salvarsi la
pelle >> intervenne Franchie.
<< No ragazzi anche io credevo così
all'inizio, vi
assicuro che se ci foste stati anche voi non avreste alcun dubbio a
riguardo >> il giovane dai capelli castani parlava
reggendosi a
una cassa di legno, e nella sua voce non c'era traccia di dubbio, Pete
annuì in risposta.
<< Io ero sicuro ci avrebbe venduti andandosene poi per
conto suo >> spiegò.
<< Ma stranamente non lo ha fatto. >>
<< Questo significa che è nostro amico adesso?
>> domandò lo Svedese.
Stede li ascoltava attentamente senza dire una parola, era rimasto
più indietro rispetto a loro spostando lo sguardo su chi
prendeva la parola, simile a un padre che osserva i suoi figli mentre
giocano sentiva di dover dare a quei ragazzi lo spazio necessario, in
fondo si erano ritrovati da poco ed era giusto avessero la
possibilità di sapere o chiedere, come era altrettanto ovvio
che
Lucius e Pete non fossero obbligati a raccontare niente che non
volessero, ma entrambi sembravano ben disposti, forse il semplice atto
di parlarne fungeva da terapia permettendo a quella vicenda orribile di
non gravare solo sui loro cuori.
Le chiacchiere si interruppero quando qualcuno vide salire Ed sulla
nave e attirò
l'attenzione di tutti che si voltarono dalla sua parte, anche Stede si
girò e il sorriso gli illuminò il viso per un
secondo, ma
sparì non appena vide l'espressione cupa del suo co-capitano.
<< Oh oh, ho già visto questa scena
>> mormorò Lucius a bassa voce.
<< Edward >> il pirata gentiluomo si
alzò andandogli
incontro, ma l'altro non parlava, si limitò a lanciarsi tra
le sue braccia
scoppiando in un pianto disperato.
Doveva essere successo qualcosa ma Stede non aveva alcuna idea, con
molta probabilità Will era
coinvolto, forse il suo compagno era solo triste di essersi
separato da lui anche se quella reazione gli sembrava fin troppo
eccessiva, la ciurma si riunì intorno a loro, i visi
preoccupati e
incerti, che cosa potrebbe essere mai accaduto si domandavano,
possibile che non avessero mai un attimo di pace.
Fu Barbanera a rompere il silenzio una volta esaurite le lacrime, si
asciugò prima gli occhi e poi il naso, alzò lo
sguardo
verso di loro ma la voce sembrava averlo abbandonato, provò
più volte a dire quelle parole dolorose ma sembrava si
rifiutassero di uscire
<< Will è... >>
iniziò, di nuovo scoppiò a piangere, Stede lo
riprese tra le braccia.
<< Vuoi che ne parliamo in privato? >>
domandò e l'altro annuì mugolando parole
incomprensibili.
<< Okay ragazzi voi siete liberi, vi aggiorno
più tardi d'accordo? >>
Gli uomini annuirono osservando i loro capitani ritirarsi all'interno
della nave, doveva essere successo qualcosa di veramente terribile per
aver ridotto il grande pirata in quel modo, si guardarono l'un l'altro
indecisi sul da farsi, Olu disse che la cosa migliore era dargli il
tempo per parlare e che presto sicuramente sarebbero stati messi al
corrente di tutto, ma nessuno aveva più voglia di fare
niente,
il morale sembrava essere crollato di nuovo a terra e la preoccupazione
era palpabile.
Dopo un tempo che era sembrato interminabile Stede uscì di
nuovo
sul ponte, anche lui aveva l'aria di chi aveva appena perso qualcosa.
<< Ragazzi purtroppo devo darvi cattive notizie, Will
è...Lui ci ha lasciati >> disse sospirando
dolorosamente.
<< Nel senso che è ripartito? >>
domandò Roach.
<< Temo di no, è morto... >>
Sul volto di tutti si era disegnata una o di triste sorpresa.
<< Cosa? >>
<< No ma come... >>
Stede calmò gli animi con un gesto delle mani.
<< Era molto malato, quella che ha vissuto con noi
è stata
la sua ultima avventura, sapeva che probabilmente non sarebbe
sopravvissuto oltre e proprio per questo motivo aveva deciso di
aiutarci, desiderava morire da vero pirata ma io credo sia morto da
eroe. Se non fosse stato per il suo aiuto e quello dei suoi uomini non
so se ce l'avremmo fatta a trovarvi >> disse rivolgendosi
a
Lucius e Pete che erano lì presenti.
<< O se ce la saremmo cavata così egregiamente
>> continuò facendo un debole sorriso.
<< Ma avrebbe potuto sopravvivere se non avesse
combattuto? >> domandò Wee John.
<< No, Edward mi ha spiegato che sarebbe successo in ogni
caso, non era qualcosa da cui poteva guarire. >>
<< Oh... >>
Alcuni abbassarono il visi, Lucius appoggiò la testa sulla
spalla di Pete che lo strinse, Buttons si fece avanti.
<< Vorrei fare le mi condoglianze al capitano se
possibile >> disse.
Stede annuì e sorrise intenerito.
<< Potrai farlo e avremo occasione di porre il nostro
cordoglio
anche agli uomini di William, seguiremo la Golden fino all'isola dove
voleva essere seppellito e insieme gli daremo l'ultimo saluto
>>
spiegò il pirata gentiluomo.
<< Edward è andato a dirlo a Izzy visto che si
conoscevano
bene anche con lui, poi ha chiesto di voler essere lasciato solo fino a
quando non arriveremo. Io gli starò vicino, voi avete solo
il
compito di seguire l'altra nave, se avete bisogno di qualcosa venite a
bussare nell'ultima stanza in fondo, sarò io ad aprirvi.
Tutto
chiaro? >>
Tutti annuirono.
Quando giunsero sull'isola il cielo aveva assunto un colore innaturale
rispetto agli animi degli uomini che lenti e infila lasciavano la loro
nave, indaco e violetto erano le sfumature che aleggiavano su di loro e
rendevano il mare quasi di un grigio profondo ma bellissimo da
ammirare, si radunarono in semi cerchio le due ciurme come se in quel
momento facessero tutti parte di un'unica squadra, avevano aiutato Izzy
a scendere che si sorreggeva su due bastoni.
I pirati della Revenge mostrarono la loro vicinanza a quelli della
Golden che avevano appena perso il loro capitano, un uomo buono che pur
essendo duro a volte non li aveva mai trattati come schiavi o
nullità, aveva sempre rispettato tutti loro considerandoli
indispensabili, queste erano alcune delle parole che il primo
ufficiale di William aveva rivolto prima che venisse adagiato in quella
fossa che era stata scavata non appena erano arrivati, anche alcuni
membri della ciurma di Stede dissero qualcosa in merito e lui stesso
tenne un breve discorso.
Si susseguirono momenti toccanti e silenzi interrotti solo dal grido di
qualche gabbiano o cinguettio degli uccellini che abitavano quelle
zone, Edward parlò elogiando le qualità
dell'amico ma il
suo discorso veniva continuamente interrotto dalle lacrime, una volta
finito da parlare raggiunse il pirata gentiluomo che gli avvolse un
braccio intorno alle spalle stringendolo a sé.
Finita la cerimonia Izzy venne avvicinato da uno della ciurma di Will,
si conoscevano di vista, il primo ufficiale lo salutò
tenendo
entrambi i bastoni con una mano, di modo che con l'altra potesse
stringere quella dell'altro.
<< Suppongo che continuerai a navigare con Barbanera
>>
disse quello ricevendo in risposta uno sguardo interrogativo.
<< Perché me o chiedi? >>
<< Bè vedi il nostro capo parlava molto bene
di te, quindi
volevamo farti sapere che se ti servisse cambiare aria sulla nostra
nave saresti ben accetto, come nuovo capitano si intende.
>>
Izzy rimase incredulo.
<< Scherzi? >> domandò infatti.
<< No affatto, ne abbiamo parlato tra noi, qualcuno che
prenda il
posto di Will ci serve per forza e secondo i suoi racconti tu potresti
essere quella persona. Sempre se ti va, ci ha anche detto quanto sei
legato a Barbanera ma ci abbiamo voluto provare lo stesso. Cosa ne
dici? >>
...
Le due navi erano pronte a
salpare dopo
gli ultimi saluti, gli uomini piano piano salivano a bordo e sull'isola
erano rimasti Stede, Edward, Lucius che parlavano con il primo
ufficiale della Golden, a loro si aggiunse Izzy avvicinandosi con
un'aria seria, l'uomo dell'altra ciurma si congedò nel caso
avessero da dirsi cose che non lo riguardavano.
<< Sulla Golden cercano un capitano e hanno chiesto a me
di
esserlo >> confessò senza troppi giri di
parole, sul viso
degli altri tre si aprirono espressioni di stupore, Stede
sollevò le sopracciglia, Barbanera abbassò le
spalle e
temette che avesse accettato, gli dispiaceva perderlo dopo che avevano
chiarito le loro incomprensioni, quello che ci rimase peggio
però fu Lucius.
<< E tu hai accettato? >>
domandò non riuscendo a nascondere il tono allarmato.
Izzy lo guardò poi spostò lo sguardo su Edward.
<< Iz sai che sulla Revenge sei il benvenuto, se ti devo
dire la
mia preferirei tu restassi ma non devi farlo per me, noi siamo a posto
e se quello che desideri è andare per la tua strada non
sarò io a tarparti le ali. >>
Il giovane scriba lo guardò scioccato, poi in preda al
malumore
strinse i pugni avviandosi verso la nave, Stede lanciò
un'occhiata a Edward che annuì e lui seguì il
ragazzo
lasciando i due amici da soli a parlare.
<< Tu credi che sarei in grado di comandare ridotto in
queste
condizioni? >> domandò, il suo capitano si
strinse nelle
spalle poi sorrise.
<< Per me saresti capace di fare il culo a chiunque anche
se ti mancasse una gamba. >>
Ridacchiarono insieme mentre sulla nave si stava consumando un dramma.
<< Andatevene non voglio parlare con nessuno!
>>
<< Lucius avanti non puoi fare così.
>>
Il giovane era seduto su un barile con le braccia incrociate, dava le
spalle a Bonnet e Pete, si girò a fissare il capitano per un
secondo per poi voltarsi di nuovo.
<< Ah! Senti da che pulpito. >>
<< Quello che voglio dire è che nemmeno hai
ascoltato la sua decisione. >>
<< Ma cosa sta succedendo? >>
domandò Pete sentendosi confuso.
<< Ti spiego dopo >> rispose il biondo.
<< Era abbastanza chiara Stede e tu non hai fatto niente
per impedire a Edward di dire quelle sciocchezze. >>
<< Ascolta Lucius per prima cosa Ed aveva le sue ragioni
per
parlare così, e comunque non lo ha certo sbattuto fuori ma
gli
ha dato la possibilità di scegliere, tu non avresti fatto lo
stesso? >>
Sapeva bene che il suo capitano aveva ragione, si sentiva un tale
egoista in quel momento ma una parte di lui non voleva smettere di
pensare che qualcosa avrebbero potuto fare per convincere Izzy a
rimanere con loro.
<< Non mi va di parlarne >> rispose secco.
<< Che sta succedendo qui? >> era la voce
di Edward ad aver
parlato, Stede benedisse il suo arrivo provvidenziale e si
allontanò di
qualche metro lasciando Pete con il giovane.
<< E'arrabbiato perché abbiamo lasciato andare
via Izzy
>> in quel momento proprio lui li raggiunse sentendo
tutto il
discorso.
<< Dov'è quell'idiota? >>
domandò proprio a
pochi passi da Lucius che sentendo la sua voce si voltò
sorpreso.
<< Izzy... >>
<< Sei rimasto! >> squittì con
forse fin troppo entusiasmo, poi si alzò avvicinandosi.
<< Sono stato tentato di andarmene ma poi ho pensato che
questi due >> indicò Edward e Stede.
<< Sarebbero sicuramente morti senza di me.
>>
<< Oh...ehm...io sono contento >> disse
Lucius sorridendo
ma quel sorriso non arrivava agli occhi, e il suo tono nascondeva una
punta di delusione.
<< Ed, Pete venite un attimo con me >> i
due pirati
seguirono il gentiluomo, Izzy all'inizio parve confuso, si
guardò intorno a disagio poi fissò quello stupido
ragazzino dall'aria così afflitta, odiò quello
che
stava per fare ma dentro di sé si era accesa una nuova
consapevolezza, un sentimento che non poteva ignorare o lo avrebbe
trasformato come la prima volta e lui non voleva più
ricaderci.
<< Spriggs. >>
<< Sì? >>
<< Mi reggeresti i bastoni un attimo? >>
<< Certo >> rispose e lo raggiunse
prendendoli, si
guardarono per un istante, Lucius appariva confuso non sapendo il
motivo di quella richiesta.
<< Che co... >> non fece in tempo a
terminare la frase
perché Izzy lo aveva afferrò per i lembi della
giacca
tirandolo a sé facendo scontrare le loro labbra, il giovane
pirata rimase con gli occhi spalancati, si aspettava di tutto ma non
quello, poi li chiuse giusto il tempo di godersi quel breve contatto.
Quando il primo ufficiale si staccò lui sollevò
le
palpebre sfarfallandole, le mani dell'uomo erano ancora aggrappate alla
sua giacca e Lucius non aveva parole, per la prima volta in vita sua
non sapeva come reagire.
<< Se lo dici a qualcuno ti ammazzo >> fu
la minaccia di
Izzy, anche se nel suo tono non c'era alcun segno di questa.
<< S-Sì certo...sicuro >>
deglutì in risposta.
L'uomo più grande lo lasciò.
<< Ridammi i bastoni adesso >> disse
riprendendoseli, voltò le spalle e mosse qualche passo verso
il ponte.
<< Aspetta Izzy >> Lucius lo raggiunse.
<< Questo cosa vuol dire? >>
domandò mordendosi le labbra carnose.
<< Ah...Non tediarmi con le tue stupide domande adesso
>>
rispose seccato, ma il ragazzo almeno una cosa doveva chiederla, la
più importante.
<< Succederà ancora o... >>
<< Dipende >> disse stringendo i manici dei
bastoni.
<< Da cosa? >> domandò il
giovane.
<< Se tu vuoi che succeda >> non lo stava
guardando, si
sentiva ancora troppo vulnerabile per trattare certi argomenti a cuore
aperto.
Lucius sorrise.
<< Sì che lo voglio >> rispose
con la voce che tremava leggermente.
<< Bene >> disse Izzy tirando su col naso.
<< Adesso cosa dovrei...- >>
<< Sta zitto e lasciami andare, ne riparleremo dopo.
>>
<< Sì...d'accordo >>
annuì Lucius e rimase
fermo a guardare il primo ufficiale che si allontanava, sentiva le
labbra formicolare ancora, sorrise mordendosele leggermente e
ritornò con la mente al pensiero che solo pochi giorni prima
aveva fatto, tutto si sarebbe sistemato aveva pensato e stava
succedendo esattamente questo.
...
Passò
esattamente una settimana
da quel giorno, la Revenge navigava verso la prossima isola che a detta
di Barbanera sarebbe stata una sorpresa per tutti, era un luogo
meraviglioso dove era praticamente impossibile succedesse qualcosa di
brutto, pochi erano i pirati che lo conoscevano ed essendoci una sorta
di magia che riempiva quel posto nessuno mai osava mancargli di
rispetto, era come una zona di pace rispettata da tutti.
Mentre l'equipaggio lavorava sul ponte impaziente di arrivare una voce
richiamò la loro attenzione, si voltarono scoprendo poi che
era
quella del capitano Bonnet, salito sul cesto di vedetta sembrava stesse
per tenere un discorso.
<< Ehm-ehm...Posso avere la vostra attenzione per un
momento. >>
Alcuni uomini posarono a terra ciò che avevano in mano,
altri si
fermarono da ciò che stavano facendo senza mai distogliere
lo
sguardo.
<< Molto bene, grazie. Sapete dov'è Ed...oh
eccolo
lì perfetto >> arrossì ma
fortunatamente nessuno
poteva vederlo.
<< Che cazzo sta succedendo? >>
domandò avvicinandosi agli altri Barbanera.
<< Non vorrà buttarsi? >> chiese
guardando uno di loro poi rivolse di nuovo lo sguardo al pirata
gentiluomo.
<< Stede! Non starai pensando di buttarti!?
>>
<< No tesoro, devo solo...dire una cosa >>
urlò di rimando.
<< Cosa hai detto? >> gridò in
risposta Edward che non aveva sentito niente.
<< Forse ho scelto il posto sbagliato >>
mormorò tra
sé il biondo, poi si affacciò decidendo di usare
tutto il
fiato che aveva nei polmoni.
<< Ho detto che devo dire una cosa! >>
Roach ridacchiò sgomitando lo Svedese.
<< Lo ha chiamato tesoro >> i due presero a
ridacchiare
distraendo gli altri, vociare che finì quando Barbanera
lanciò loro uno sguardo omicida.
<< Bene ora che siete tutti qui posso cominciare
>> disse
ad alta voce prendendo l'ennesimo respiro di incoraggiamento.
<< Cristo fatemi sedere >>
borbottò il primo
ufficiale cercando una cassa o qualcosa su cui appoggiarsi, Lucius
ridacchiò aiutandolo.
Stede cominciò il suo discorso.
<< Avrei dovuto farlo molti giorni fa ma come sapete
anche voi
è successo qualcosa di molto triste per tutti e non era il
caso,
avevo fatto una scommessa con il mio co-capitano, ho perso e ho
intenzione di mantenere la parola. >>
Edward sbiancò.
<< Non posso crederci. >>
I ragazzi cominciarono a borbottare tra loro incuriositi da quella
novità.
<< Shh così non sentiamo niente!
>> urlò Lucius.
<< Stede non c'è bisogno che tu lo faccia!
>> disse
ad alta voce Barbanera incontrando lo sguardo di Bonnet che gli sorrise.
<< Invece sì Edward, lascialo pure fare
>>
ghignò lo scriba e tutti seguirono il suo entusiasmo
battendo le
mani e incoraggiando il loro capitano, quando le urla si calmarono
Stede colto da una nuova forma di coraggio riprese.
<< Avrei dovuto salire qui e dire che sono profondamente
geloso... >> confessò stringendo la ringhiera.
<< Ohh >> fu l'eco di tutti.
<< Il che è vero, io sono geloso di quello
splendido uomo
che è laggiù in mezzo a voi, questo
perché sono
follemente innamorato di lui, ti amo Edward Teach e sono stato uno
stupido per tutto il tempo, mi sono comportato in maniera infantile
perché non sopportavo l'idea che qualcuno potesse portarti
via
da me. Che io sia pazzo di lui lo sapete già da tempo, molti
di
voi lo avevano capito anche da prima che lo confessassi quel giorno
davanti a tutti, ma quello che nessuno sa è che Edward
è
stato il primo uomo che ho baciato, a dire il vero è stato
il
primo di molte altre cose... >> disse spostando lo
sguardo poi
tornò a guardare loro, in particolar modo gli occhi scuri
che
conosceva tanto bene e continuò.
<< Ma soprattutto è stata la prima persona di
cui io mi
sia veramente innamorato, è così, sono un uomo
adulto
che in vita sua non aveva mai conosciuto l'amore fino a quando un
pirata vestito di pelle e dal cuore buono mi ha travolto lasciandomi
frastornato e confuso a chiedermi che cosa fosse quel calore che
provavo tutte le volte che mi stava accanto. E adesso sono qui non solo
per chiederti perdono per non essermene accorto prima ma per
prometterti
che mai più ti lascerò andare. Quindi a questo
punto non
mi resta che chiedertelo, Edward Teach detto Barbanera vorresti essere
il mio fidanzato da adesso fino ai giorni che ci restano e lasciarti
amare da me come meriti, forse in modo goffo e a volte infantile, ma
sincero come mai prima. Lo vuoi Ed? >>
La ciurma era silenziosa, tutti fissavano i due capitani senza emettere
un fiato, Barbanera teneva i pugni stretti, il suo viso era teso,
scosso da
piccoli tremiti, gli occhi arricciati nel tentativo di non far scendere
le lacrime, sembrava arrabbiato.
<< Bonnet vieni giù di lì
>> urlò.
Il pirata biondo deglutì tornando serio, forse aveva
esagerato e
adesso Edward era di nuovo arrabbiato con lui, iniziò la sua
discesa e titubante si avvicinò con passo lento senza
smettere di
guardarlo negli occhi.
A quel punto l'espressione dura si sciolse lasciando il posto ad un
pianto liberatorio, abbassò la testa e i lunghi capelli
grigi
gli ricaddero verso il basso, le lacrime solcavano il suo bel naso
finendo in piccole goccioline umide sul pavimento di legno.
<< Ed? >> mosse qualche passo preoccupato
verso di lui.
<< Sei un piccolo stronzo, bastardo e imbecille e io ti
amo
così tanto >> mugugnò per poi
lanciarsi tra le sue
braccia, Stede sorrise sentendosi più sollevato e lo
strinse,
gli baciò la nuca chiudendo gli occhi e respirando
quell'odore
che era solamente suo, salsedine e tabacco.
La ciurma si era stretta intorno a loro, alcuni piagnucolavano
commossi, altri battevano le mani e sorridevano felici di vedere
finalmente quei due insieme senza più liti, segreti o bugie,
Lucius che si era seduto vicino a Izzy posò la testa sulla
sua
spalla beccandosi un'occhiataccia, la spostò subito
leggermente
ferito ma presto il primo ufficiale andò a stringere la sua
mano, il giovane si voltò a guardarlo sorpreso trovandolo
con le
guance rosse e un mezzo sorriso imbarazzato, Lucius sorrise di rimando
stringendola a sua volta.
<< E comunque sì accetto, voglio essere il tuo
fidanzato
per il resto della mia vita >> disse Edward tra le
lacrime, i
ragazzi applaudirono urlando felici e in un moto di gioia sollevarono
entrambi inneggiando canti marinareschi, ci furono poi lunghi
festeggiamenti che andarono avanti fino a notte fonda.
Il primo ufficiale si ritirò nella sua vecchia cabina quando
ancora le risa e i canti erano nel pieno della vivacità,
quella
gente sembrava non stancarsi mai, sbuffò sedendosi sul
letto, si
tolse la cravatta e l'anello che vi teneva legato scivolò a
terra richiamando la sua attenzione, lo raccolse rigirandoselo tra le
dita e guardandolo attentamente quando un bussare alla porta lo
distrasse dai suoi pensieri.
<< Avanti. >>
Una testolina castana che conosceva bene fece capolino, due occhi
azzurri come il cielo lo scrutarono, lui strinse l'anello nel pugno e
si alzò in piedi sentendo un'improvvisa vertigine, il cuore
gli
batteva forte e quel pezzo di metallo nella sua mano sembrava aver
preso a bruciare.
<< Spriggs pensi di rimanere lì impalato per
tutta la notte? >>
Lucius entrò completamente chiudendosi la porta alle spalle,
sorrise avvicinandosi all'uomo più grande.
<< Sempre così carino, finirò per
abituarmici
>> disse ironicamente ma quella volta Izzy non rispose,
sembrava pensieroso.
<< Ehi...qualcosa non va? >>
domandò il ragazzo.
<< Senti Spriggs >> iniziò
improvvisamente guardandolo.
<< Io non so come cazzo ci si comporta in questi casi, ma
potrei avere la tua mano? >>
Lucius sbatté più volte le palpebre.
<< In che senso? >> domandò, il
primo ufficiale lo guardò stranito e vagamente irritato.
<< Dammi la mano >> ripeté
allungando la sua con il palmo aperto verso l'alto.
<< Oh... >> lo scriba obbedì
facendo come gli era
stato chiesto, vide diversi colori mutare sul volto di Izzy, qualche
lieve gocciolina di sudore imperlava la sua fronte, sospirò
più volte prima di schiarirsi la voce, sollevò il
pugno che
teneva chiuso aprendolo e tra il pollice e l'indice faceva bella mostra
di sé un anello che senza esitare troppo fece scivolare
nell'anulare del giovane lasciandolo a bocca aperta.
Faticava a pensare, respirare, la lingua anzi tutta la sua bocca era
secca e il battito cardiaco gli rimbombava persino nelle orecchie, la
sua mente era completamente vuota non aspettandosi minimamente un
risvolto simile.
Izzy arricciò le sopracciglia, si sentiva quasi sollevato da
quell'improvvisa reazione di mutismo.
<< Prima che tu faccia domande stupide questo anello fa
parte di
un tesoro che trovai parecchi anni fa, era il mio primo bottino e vista
l'importanza che aveva me lo legai al collo con l'intento di donarlo
solo a qualcuno per cui ne valesse davvero la pena. Pensavo fosse
Edward quella persona, eravamo buoni amici e...Ad ogni modo mi sono
reso conto che non era lui quella persona, non ero importante allo
stesso modo così me lo sono tenuto addosso finendo quasi per
dimenticarmi del suo significato. >>
Si schiarì la voce di nuovo.
<< Poi sei arrivato tu e questo stupido anello mi
è
scivolato dal collo, è stato in quell'istante che mi sono
ricordato delle mie parole e dire che in questi anni l'ho tolto e
rimesso ogni fottuta volta in cui mi vestivo, ma lo avevo cominciato a
trattare come un pezzo di arredamento, almeno fino a ora
>>
confessò sollevando lo sguardo su quegli occhi azzurrissimi.
Il primo ufficiale si aspettava di essere travolto da una valanga di
parole o domande, ma Lucius era troppo sconvolto per parlare, gli prese
il volto tra le mani e lo baciò schiacciandolo poi contro la
parete, Izzy mugolò in quel bacio profondo che mai si erano
scambiati, si baciarono a lungo fino a quando il giovane non
esaurì il fiato, si staccò ansimando ma rimanendo
a pochi
centimetri dal quel viso ispido, dalle labbra lucide e gli occhi
languidi.
<< Spriggs cazzo... >> ansimò.
<< Tu ti rendi conto che mi mancano due dita dei piedi e
non ho la tua età? >>
Lucius socchiuse le palpebre con un espressione simile ad un gatto
intento a fare le fusa.
<< E' bellissimo Izzy, lo adoro >>
soffiò premendo i palmi delle mani su quel petto forte.
<< Ti...piace sul serio? >>
Annuì abbassando il viso, un ciuffo di capelli castani
sfiorò la fronte del primo ufficiale.
<< Uhm...bene. Un'ultima cosa, non è
più necessario
che tu, che noi nascondiamo questa...quello che c'è tra noi,
scordati che io faccia una scenata come quella di Bonnet ma puoi dirlo
ai tuoi amici o non lo so ma, puoi essere esplicito ecco.
>>
Cazzo quanto era difficile pensò tra sé, Lucius
ridacchiò intenerito da quella scena, era tutto nuovo per
lui ma
almeno ci stava provando.
<< Sono davvero felice di questo Izzy, vedo quanto ti
stai
impegnando e sai, l'anello sarebbe stato sufficiente a tenermi zitto un
altro po' >> disse ridacchiando.
<< Gli altri impazziranno e crederanno mi sia inventato
tutto. >>
<< Bè cazzi loro, almeno non mi romperanno le
scatole >> sbuffò spostando lo sguardo.
<< Pete comunque lo sa già. >>
Quella frase attirò di nuovo l'attenzione del più
grande su di lui.
<< Non i dettagli ma a lui dovevo una spiegazione.
>>
Izzy annuì.
<< Sì capisco, strano non abbia ancora provato
ad uccidermi. >>
<< Amare qualcuno significa anche lasciarlo andare
>> spiegò Lucius con un sorriso leggero.
<< Stronzate >> sbuffò Izzy.
<< Io non ti lascerei andare così facilmente
>>
sbottò senza nemmeno rendersene conto, il giovane
spalancò gli occhi chiari.
<< Stai dicendo che... >>
<< No io non ho detto niente, e ora levati, voglio
riposare >> disse spingendolo appena.
<< Ti spiace se resto vicino a te >>
domandò Lucius cantilenando un po' la voce.
<< In silenzio? >> chiese Izzy sedendosi
sul letto, il giovane annuì.
<< Allora va bene >> rispose l'altro.
...
Il tappeto di stelle sopra
di loro era
come una grande coperta blu che ricopriva i loro corpi, il clima era
mite, perfetto per rimanere sdraiati sull'erba di quell'alta collina
senza avere freddo, il mare luccicava all'orizzonte mentre la Revenge
dondolava placida cullata dalle lievi onde.
<< Quella si chiama Stede >> disse Edward
allungando il
braccio, con l'indice indicava una stella molto luminosa,
più
grande e bella di tutte le alte.
<< Te lo stai inventando >> rispose il
pirata biondo ridacchiando, voltandosi poi verso di lui.
<< Affatto, è la verità
>> ribatté
l'altro, Stede allora si girò d'un fianco, infilando le mani
chiuse a preghiera sotto la sua testa a mo di cuscino.
<< Ah sì? Allora vediamo... >>
cercò con lo
sguardo tra tutti quei puntini luminosi il più adatto ma
nessuno
sembrava essere all'altezza di quell'uomo meraviglioso che amava
così tanto, poi finalmente posò gli occhi su
quella
giusta.
<< Quella! >> gridò quasi
allungando il braccio.
<< Piccolo quella è la luna >>
disse ridacchiando
Edward, aveva preso l'abitudine di chiamarlo così di tanto
in
tanto e a Stede piaceva da morire.
<< Appunto >> rispose attirando
l'attenzione del suo compagno che voltò il viso verso di lui.
<< Quindi io sarei la fottuta luna? >> rise.
<< Perché ridi? >>
domandò mettendo il broncio.
<< Non so se prenderlo esattamente come un complimento,
se mi stai dicendo sottilmente che sono lunatico... >>
A quel punto il pirata gentiluomo si tirò su mettendosi
seduto a cavalcioni su di lui.
<< Ed ecco il mio sole >> disse Edward
vedendo coperta la
luna dalla testa di Stede, i raggi bianchi gli contornavano i capelli
dandogli una sfumatura quasi argentata, era bellissimo, così
tanto da mozzare il fiato e sembrare una creatura mistica, gli
sfiorò il viso con le dita non riuscendo ancora a credere
che
dopo tutta quella sofferenza e pianti fosse lì tra le sue
braccia.
<< La luna governa il mare come tu fai con il mio cuore.
>>
<< Oh questo sì che è sdolcinato
Bonnet >> lo
prese in giro accarezzandogli quel bel ciuffo biondo che adorava tanto.
<< Stammi a sentire Edward, prima che arrivassi tu ero
sempre
in tempesta, non sapevo dove andare o cosa fare, non riuscivo ad
ascoltare il mio cuore perché era sempre macchiato dalla
paura
di fallire, ma da quando ho conosciuto te mi basta averti vicino
perché tutto torni al suo posto >> prese la
sua mano e
baciò l'indice dove stava l'anello con la pietra rossa.
<< Il problema è quando sei lontano, prendo
decisioni
stupide senza di te, ma ci sto lavorando >> disse un po'
in imbarazzo.
<< Stede sappi che non sarò mai troppo
lontano, qualunque
cosa accada raggiungimi o aspettami...Non ti lascerò mai
solo.
>>
Il pirata gentiluomo sorrise deglutendo il magone che sentiva
stringergli la gola.
<< Lo so amore >> disse con un fil di voce,
gli occhi di
Barbanera si addolcirono ulteriormente diventando lucidi, non riusciva
a resistere quando lo chiamava così, si alzò per
baciarlo
poi rivoltò le posizioni, ora era Stede sdraiato sulla
schiena e
lui si appoggiò al suo petto con le mani tenendo il viso
sollevato per guardarlo.
<< E così il temibile pirata si
innamorò della fanciulla... >>
<< Io sarei la fanciulla Edward? >>
domandò
ridacchiando e spostandogli una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
<< No ma in quel racconto è così
>> rispose annuendo.
<< E' vero, quella storia finisce anche con il pirata che
finisce in prigione se non ricordo male >>
<< La ragazza però lo aspetta per tutta la
vita vero?
>> domandò Ed già scontento di quel
finale.
<< In realtà no, lei si sposa con un altro.
>>
<< Oh ma che cazzo Stede! >>
brontolò sdraiandosi su quel tappeto erboso facendo ridere
il suo compagno.
<< Le tue storie fanno schifo >> mise il
broncio incrociando le braccia.
<< Nemmeno l'avessi scritta io! E poi tu volevi una
storia su i
pirati, la maggior parte di queste non finisce bene. >>
Barbanera rimase in silenzio con le sopracciglia corrugate e un'aria
pensosa.
<< Ed? >> lo stuzzicò Stede con
un filetto d'erba
prima di ritrovarsi di nuovo schiena a terra fronteggiato dall'uomo che
amava.
<< Se ti sposi con un altro ti ammazzo. >>
<< E' una minaccia signor Barbanera? >>
<< Ovviamente >> rispose serio ma nel viso
del pirata
biondo c'era un sorriso pieno di ilarità, gli
scostò di
nuovo i capelli dal viso.
<< Sappi che sono molto spaventato, ma sai se tu finissi
malauguratamente per essere catturato io prenderei la mia spada, mi
arrampicherei a mani nude sulla torre fino a raggiungere la tua cella,
taglierei le sbarre in qualche modo e ti porterei via di lì
saltando su una carrozza. >>
Mentre raccontava questo gli aveva preso il mento con le dita, di modo
che i loro occhi fossero di fronte, gli accarezzava con l'indice quella
barba grigia che Edward aveva deciso di non far crescere più
di
tanto.
<< Quanto è alta la torre? >>
domandò Barbanera.
<< Molto >> rispose Stede socchiudendo le
palpebre, il suo sguardo era così perso e innamorato.
<< Allora è pericoloso saltare
>> constatò
Edward senza rendersi conto che il suo compagno si era avvicinato
ulteriormente e gli stava guardando le labbra.
<< Non importa sopravviveremo >> disse
distratto, ormai troppo preso dall'uomo che aveva davanti.
<< E poi come faresti a...- >>
<< Shh >> lo zittì Stede
avvicinando le labbra fino a che non furono a un soffio di distanza.
<< Ma le sbarre...- >> insistette Barbanera
<< Shh baciami adesso, baciami >>
sussurrò
impaziente, non gli importava più di sbarre, prigioni o
castelli, desiderava solo le labbra di Edward sulle sue e le ottenne,
si scambiarono un lungo e appassionato bacio sotto i raggi di quella
splendida luna piena, quando si staccarono entrambi sorridevano
guardandosi con gli occhi pieni di amore.
Barbanera sbadigliò sfregandosi gli occhi.
<< Sei stanco tesoro. >>
Lui annuì.
<< Dormiamo allora >> disse Stede
accarezzandogli i capelli.
<< Mi racconti una storia per aiutarmi a dormire?
>>
domandò guardandolo con due occhietti colmi di sonno, il
pirata
gentiluomo si intenerì.
<< Certo >> rispose.
<< Però una che finisce bene >>
ribatté Edward.
<< Ce n'è una che preferisci? >>
gli chiese Stede.
<< Quella del ranocchio e la principessa. >>
<< Mmm quella è molto bella sì,
sdraiati che prendo la coperta. >>
Barbanera obbedì rannicchiandosi mentre il suo compagno si
alzò per andare a prendere quella bella coperta sottile che
avevano appoggiato ad un albero, quando tornò indietro Stede
si
meravigliò di quanto quell'uomo che era considerato il
terrore
dei mari da tutti sembrasse così piccolo e indifeso in
quella
posizione.
<< Eccomi qui >> disse mentre lo avvolgeva
con quella calda
stoffa, gliela rimboccò sdraiandosi poi accanto a lui e
prendendolo tra le braccia, Barbanera appoggiò la testa sul
suo
petto.
<< Allora cominciamo, in un regno molto...-
>>
<< Non iniziava così, devi dire c'era una
volta. >>
<< Oh giusto. >>
Edward sbadiglio chiudendo gli occhietti sereno.
<< C'era una volta... >>
La storia proseguì non senza interruzioni.
<< Ma perché la strega ha trasformato quel
tipo in un
ranocchio se non aveva fatto niente di male? >>
domandò
aprendo un occhio, Stede gli accarezzò i capelli.
<< Perché era cattiva >> rispose
pazientemente.
<< E la rana come faceva a parlare come noi, voglio dire
se fosse possibile anche tutte le altre potrebbero. >>
<< Amore è magica ecco perché
può, chiudi gli occhi adesso e lasciami continuare.
>>
Edward obbedì per i successivi cinque minuti almeno.
<< Ma dai vuoi farmi credere che davanti a una rana
parlante una
ragazza non si spaventerebbe? >> domandò
ridacchiando,
Stede sollevò pazientemente gli occhi al cielo.
<< Certo che si è spaventata tesoro ma poi ha
capito che non era un ranocchio cattivo. >>
<< Oh giusto >> rispose riappoggiandosi al
suo petto, il
biondo continuò speranzoso di riuscire finalmente ad andare
avanti.
<< E quando l'orologio...- >>
Barbanera sollevò nuovamente l'indice.
<< Ed giuro che se mi interrompi ancora te la racconti da
solo la
storia >> sbottò leggermente spazientito ma
anche
parecchio divertito da quelle interruzioni così infantili ma
tremendamenti tenere.
<< L'ultima cosa giuro >>
mormorò Edward sollevando il viso e guardandolo con gli
occhioni.
<< E va bene amore dimmi. >>
Sorrise Edward ponendo la sua domanda e accoccolandosi poi tra quelle
belle braccia che lo facevano sentire al sicuro, sorrideva mentre
ascoltava la voce dell'uomo che amava narrargli di quelle peripezie
inventate che gli piacevano tanto, se lo avrebbe interrotto ancora?
Sicuramente sì, le sue curiosità erano genuine ma
ancora
di più gli piacevano gli epiteti con cui lo nominava Stede
quando gli rispondeva, amore, tesoro, dolcezza, erano musica per le
orecchie di Ed che per una vita intera avevano sentito solo parole
brutte, adesso la musica era cambiata, il suo intero essere veniva
coccolato da quella creatura meravigliosa che era Stede Bonnet, il
pirata gentiluomo per tutti, l'uomo del suo cuore solo per lui.
...
Sul ponte della Revenge la
maggior parte
dell'equipaggio dormiva beato, chi sulle amache, chi invece nelle
cabine a loro destinate, gli unici svegli erano Ivan che era stato
messo di guardia e Buttons che insieme ad Olivia si godeva un meritato
bagno di luna piena.
<< Disturbo? >> disse una voce dietro di
lui.
Buttons si voltò e vide che si trattava del giovane scriba.
<< Dimmi ragazzo, ma ti prego di fare in fretta
perché
stiamo facendo una cosa importante >> poi gli rivolse
un'occhiata
curiosa, infatti Lucius era a torso nudo, indossava solo i suoi soliti
pantaloni e le scarpe.
<< E' proprio per questo che sono qui, mi chiedevo se
potevo unirmi a te. >>
Olivia cinguettò
<< A voi >> si corresse il giovane
corrugando le sopracciglia.
<< Oh curioso, hai capito anche tu i benefici che
può dare
lasciarsi baciare dalla luna? >> domandò
Buttons.
<< A dire il vero tempo fa ho fatto una promessa, quando
ero
ancora prigioniero... >> guardò l'anello che
portava al
dito, luccicava sotto quella bella luce chiara, sorrise.
<< E sono qui per mantenerla >> concluse.
<< Ma se vuoi puoi raccontarmeli tu > disse poi.
Buttons gli rivolse uno sguardo condiscendete.
<< Magari dopo, ora fa come dico. >>
<< Apri le braccia così >> e
fece il gesto, Lucius lo imitò.
<< Chiudi gli occhi e lascia entrare tutta l'energia
della luna in te. >>
Il giovane apparve confuso ma fece come gli era stato detto, davanti
alle sue palpebre chiuse si susseguirono una serie di immagini, tutto
quello che era accaduto nell'ultimo periodo, molte delle cose erano
terrificanti e le doveva ancora superare ma aveva accanto a
sé
una vera famiglia, fatta di persone a volte un po' strane ma pronte a
tutto pur di guardarsi le spalle a vicenda, sulla Revenge l'amore aveva
finalmente trionfato e ora non restava a tutti che godersi il viaggio.
Fine
Note:
Grazie a chi è arrivato fin qui, spero che la storia vi sia
piaciuta, a me mancherà tanto la mia bambina ma sono felice
di
poter scrivere la parola fine perché questa era una sfida
personale con me stessa. Un grazie particolare va a genius_undercover per
avermi ispirata in uno dei nostri scleri a un Edward logorroico che
riempie di domande Stede invece di dormire, quindi il merito della
penultima scena di questo capitolo è tutto tuo tesoro, e
naturalmente spero che questa piccola avventura ti sia piaciuta, che ti
abbia fatta almeno un po' sorridere ed emozionare, ti si vuole un mondo
di bene.
Mi dileguo per ora, sì è una minaccia XD No
scherzo
nessuna minaccia, ma tornerò davvero perché non
sono
ancora stanca di scrivere a proposito di questi pirati adorabili e
strampalati, un salutissimo.
Ineffable.
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