Let's Switch it Up!

di juliettewp
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Sei anni prima - King's Cross, binario 9 3/4

 

Avevo atteso il mio primo giorno di scuola con ansia, ma quella mattina la mia unica preoccupazione era stata assicurarmi di non morire.

Mio padre aveva da poco acquistato un'automobile babbana, un aggeggio che mia madre definiva "infernale", e si divertiva oltremodo ad accellerare nei momenti meno opportuni.

«Malfoy, è tua la BMW parcheggiata lì fuori?», chiese un tizio dai capelli scuri scompigliati.

Lo conoscevo. Era Harry Potter, un vecchio compagno di scuola di mio padre, nonchè il Bambino Sopravissuto.

Sapevo che ai tempi di Hogwarts non erano andati d'accordo, ma qualche anno prima avevano dovuto lavorare insieme ad un caso importante e avevano fatto amicizia.

«Geloso, Potter?», rispose mio padre con un sorrisetto.

Mia madre gli diede un colpetto sulla spalla, poi sorrise con fare gentile al signor Potter.

«Ciao, Harry. Ginny è qui con te?», gli chiese con il suo solito tono dolce.

«Ciao a te, Astoria... Ginny è con Hermione e i ragazzi», rispose lui, poi cominciò a chiacchierare di lavoro con mio padre.

«Vieni, Syrene. Andiamo a salutare alcuni amici», mi disse mia madre, afferrandomi la mano e trascinandomi con sè verso un gruppo numeroso di teste rosse e nere.

Mi accigliai appena, ma non mi opposi. Conoscevo appena i Potter e gli Weasley.

«Astoria!», esclamò la signora Potter lanciandosi addosso a mia madre per abbracciarla.

Mi spostai di scatto, sperando di venire ignorata da quella che mio padre chiamava spesso "la piovra". Non potevo dargli torto. I suoi abbracci erano quasi fatali.

«Ginny, cara, falla respirare», la riprese dolcemente una donna dai capelli castani pieni di boccoli. Era davvero molto bella.

«Va tutto bene, Hermione», ridacchiò mia madre prima di salutare anche la castana. «Come stanno i vostri ragazzi? Agitati per il primo anno?».

«Questi due bambocci lo sono, mentre io non ho paura di niente!», esclamò un ragazzino dai capelli scuri, scompigliando i capelli di quello che probabilmente era suo fratello.

«James, ti ho detto mille volte di non chiamare tuo fratello e tuo cugino in quel modo!», lo riprese la signora Potter.

«Anche perché sei tu quello che lo scorso anno non ha fatto altro che piagnucolare perchè ti mancava la mammina», rise una ragazzina bionda poco più alta di lui al suo fianco.

James la guardò con aria offesa, poi le disse qualcosa che non riuscii a sentire e la bionda cominciò a seguirlo per tutto il binario sventolando la bacchetta per aria con fare minaccioso.

«Ignora mio fratello e Dominique... sono sempre così», disse l'altro ragazzino dai capelli scuri. «Io sono Albus. Tu sei la figlia del signor Malfoy, vero? Mia madre parla sempre di voi».

Albus aveva dei bellissimi occhi verdi e delle fossette dolci quando sorrideva. Sembrava davvero adorabile.

«Sono Syrene», mi presentai rivolgendogli un sorriso sincero. «Sei del primo anno anche tu?».

Albus annuì e indicò il ragazzino al suo fianco. «Io e mio cugino speriamo di essere Grifondoro», disse facendo spallucce. «E tu?».

Il ragazzino dai capelli castano chiari mi guardò con il sopracciglio alzato, poi storse piano il naso. «Sicuramente a Serpeverde, come la sua intera famiglia», commentò con disprezzo.

Io lo fissai confusa per un attimo, poi mi morsi il labbro offesa. «Ci sarebbe qualcosa di male, in quel caso?».

«Serpeverde è la casa dei maghi oscuri, lo sanno tutti».

«Rome!», lo riprese Albus, colpendogli la spalla. «Non puoi dire queste cose alle persone!».

Rome fece spallucce, poi si voltò e cominciò a parlare con una bambina dai capelli rossi e le guanciotte paffute e piene di lentiggini.

«Tuo cugino è antipatico», dissi ad Albus, aggiustandomi il cerchiello posizionato tra i capelli biondo cenere.

«Lo so... è così da quando zio Ron e zia Hermione si sono lasciati», sospirò appena.

«Beh, non lo giustifica», borbottai facendo per tornare da mio padre, ancora impegnato a parlare con quello di Albus.

«Ti va di sederci nello stesso scompartimento? Rome si è portato dietro dei libri da leggere e io odio essere ignorato».

Lo guardai per un attimo, poi accennai un sorriso. «Va bene... ma solo se posso portare mia cugina con me».

Elthanin mi aveva chiesto di occupare uno scompartimento da dividere con lei... ma ero sicura che un po' di compagnia in più non l'avrebbe infastidita.

 

***

Salve a tutti!

Come avrete notato (per chi ha letto la mia altra storia), ho deciso di abbandonare The Way I Love You (per ora) per poter iniziare questa gender-swap story.

Questo breve prologo serve a introdurre i nostri personaggi principali e a farvi capire le dinamiche diverse tra le varie famiglie.

Spero abbiate voglia di seguirmi in questo nuovo viaggio!

Fatemi sapere che ne pensate!

Un bacio,

JV

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Non avevo mai amato particolarmente leggere.

In effetti, se avessi avuto scelta, non avrei mai perso troppo tempo dietro ai libri, ma... beh, non avevo scelta.

Avevo passato gli ultimi sei anni della mia vita a leggere più di quanto fosse necessario, e il tutto solo per poter essere la migliore. Il tutto solo per poter sempre dire di essere più intelligente di quel grandissimo idiota di Roman Weasley.

«Sta ancora dormendo?», sentii mormorare mentre il mio corpo si rifiutava di muoversi. Ero distrutta.

«In realtà credo si sia addormentata più o meno un'ora fa», mormorò qualcun altro, avvicinandosi a me abbastanza da farmi stringere le coperte con la mano.

«Vuoi dire che è rimasta tutta la notte a leggere?», chiese ancora la prima voce, questa volta senza preoccuparsi di mormorare.

«Esatto. Credo sia finalmente impazzita», rispose la persona che ora mi stava accarezzando i capelli.

«Beh... che facciamo? Non possiamo lasciarla qui!».

«Potrebbe farle bene riposare un po'. In fondo non dorme sul serio da... due settimane».

Mi mossi piano sul letto, cercando di non farmi notare, ma ovviamente quel movimento non sfuggì a nessuno dei due presenti.

«Sisy, sei sveglia?», chiese uno dei due, facendomi sbuffare appena.

«Se rispondo di no ve ne andate?», domandai coprendomi il volto con le lenzuola.

Li sentii ridacchiare, poi le coperte sparirono dal mio corpo e io fui costretta a spalancare gli occhi.

Davanti a me c'erano i miei due migliori amici: Albus Potter e mia cugina, Elthanin Zabini.

«Vi odio», borbottai stropicciandomi gli occhi.

«Abbiamo il test di Pozioni, oggi», rispose Nin facendo spallucce. «Vuoi davvero saltarlo?».

Scattai in piedi a quelle parole e corsi nel bagno che condividevo con mia cugina e altre due ragazze di Serpeverde.

Mi preparai in fretta, usando la magia anche per le azioni più semplici, e quando fui pronta li raggiunsi indossando la mia divisa. «Sono pronta!», esclamai.

Albus mi guardò con il sopracciglio alzato, mentre Nin scoppiò a ridere.

«Che c'è?», chiesi confusa.

«Sembri un clown», rispose mia cugina appellando uno specchio portatile.

Fissai il mio riflesso con espressione incredula, poi sbuffai e decisi di struccarmi. Non lasciavo mai il mio dormitorio senza trucco, ma non avevo tempo per tentare di aggiustare quel disastro.

«Ok... nessun commento, chiaro?», li guardai con aria minacciosa.

Nin fece segno di chiudersi la bocca, mentre Al fece spallucce. «Sei bellissima con o senza trucco, Sisy».

Gli sorrisi, poi gli scompigliai i capelli. «Ecco, è per questo che sei il mio migliore amico».

 

***

 

Entrai nell'aula di Pozioni da sola dopo aver abbandonato i miei amici in Sala Grande per la colazione.

Preferivo sempre essere la prima in classe per poter scegliere la postazione migliore, soprattutto per Pozioni.

Avevo imparato che il professor Lumacorno preferiva gli studenti che si sedevano ai primi banchi, quindi occupai il banco centrale in prima fila e cominciai ad organizzare i miei strumenti con calma.

«Malfoy. Dovevo immaginare che ti avrei trovata qui», sentii dire da qualcuno alle mie spalle.

Mi voltai di scatto e assottigliai lo sguardo vedendo Roman Weasley appoggiato alla porta dell'aula con i capelli mori scompigliati e gli occhi color mare leggermente assonnati.

Non dissi niente e tornai a voltargli le spalle per concentrarmi sui miei preparativi, ma lo conoscevo bene. Odiava essere ignorato, soprattutto da me.

«Che c'è? Nemmeno mi mandi al diavolo?», chiese divertito avvicinandosi a me.

«Non penso valga la pena perdere fiato con un idiota, tutto qui», risposi continuando a dargli le spalle.

«Eppure lo hai appena fatto», mi prese in giro, poi appoggiò i suoi strumenti nel posto accanto al mio.

Sussultai e spalancai gli occhi prima di voltarmi a fissarlo. «Che diavolo fai?!», sbottai allontanandomi appena, come scottata.

«Preparo la mia postazione», rispose lui con nonchalance.

«Voglio dire... che diavolo fai qui, accanto a me!», dissi ancora.

Roman alzò il sopracciglio, poi mi fissò intensamente senza dire niente per un paio di secondi. «Era da tanto che non vedevo quelle lentiggini», disse come se niente fosse.

Lo guardai sbigottita, poi cominciai a toccarmi i capelli nervosamente. Sapevo di essere arrossita, ma cercai di non darlo troppo a vedere.

Lui tornò a concentrarsi sui propri strumenti, mentre io cominciai a considerare di cambiare postazione. L'aula era ancora vuota, fatta eccezione per noi due, quindi avevo decisamente la possibilità di farlo.

Cominciai a raccogliere le mie cose, lentamente, ma il moro al mio fianco si voltò a fissarmi.

«Che fai?», chiese confuso.

«Cambio postazione», risposi facendo spallucce e dirigendomi verso i due banchi accanto.

«E per quale motivo, esattamente?», chiese incrociando le braccia al petto.

Lo guardai alzando il sopracciglio. «Fai sul serio?», domandai stranita.

Roman accennò un sorrisetto divertito. «Non dirmi che ti agita l'idea di starmi vicino durante il test».

«No. Mi preoccupo di poter far esplodere qualcosa con l'intento di ucciderti. Non vorrei cedere alla tentazione e prendere un brutto voto per colpa tua», replicai con finta espressione dispiaciuta.

Lui fece per ribattere, ma proprio in quel momento venimmo raggiunti da un gruppo di suoi compagni di Casa.

Da anni non esistevano più vere e proprie rivalità tra Grifondoro e Serpeverde - ad eccezione dei tornei di Quidditch -, ma io e Roman eravamo in qualche modo simili ai nostri padri.

«Ehi, Rome, tuo fratello ha allagato il corridoio del secondo piano», disse uno dei suoi amici, Jordan Finnegan.

Roman sbuffò un insulto a Merlino, poi scosse la testa. «Non sarò affatto stupito quando arriverà la notizia della sua espulsione».

«Certo, perché la McGrannit si permetterebbe mai di espellere un Weasley», commentò un ragazzo dai capelli ramati e gli occhi color sabbia, avvicinandosi poi a me. «Ciao, piccola».

Sorrisi al mio ragazzo, Aiden McLaggen, e gli lasciai un bacio a stampo. «Ti siedi con me?», chiesi cominciando a sistemare la mia nuova postazione.

Aiden fece spallucce, poi scosse piano la testa. «Devo copiare. Mi siedo all'ultimo banco», disse prima di baciarmi in modo un po' troppo esagerato e portando la mano sul mio sedere per stringerlo piano.

Era il suo modo di marcare il territorio e mi infastidiva, ma quando glielo ricordavo dava sempre di matto e quello non sembrava il momento per una scenata.

«Stai bene? Sembri diversa, oggi», disse poi, fissando il mio volto struccato con espressione confusa.

«Sto benissimo. Ho solo deciso di non truccarmi...», risposi leggermente sulla difensiva.

«Peccato, stai meglio truccata», disse lui prima di darmi una pacca sul sedere e andarsi a sedere al proprio posto.

«Che classe», commentò Roman senza farsi sentire da Aiden.

Io, però, mi voltai a fissarlo con aria minacciosa. «Hai qualcosa da dire, Weasley?», chiesi inviperita.

Non avrei mai ammesso quanto mi infastidisse il carattere di Aiden, specialmente non al mio peggior nemico.

Lui alzò le mani in segno di resa, poi si mise a ripassare in silenzio. Lo imitai, anche se avevo imparato a memoria tutti gli argomenti trattati a partire da settembre.

Albus e Elthanin entrarono in classe per ultimi, seguiti da un anziano Lumacorno, e si sedettero rispettivamente accanto a Roman e a me.

Mia cugina sembrava nervosa, mentre Al infastidito. Avevo la sensazione che avessero litigato per qualche motivo, di nuovo, ma decisi di ignorare la questione. Ogni volta che finivo in mezzo alle loro liti ero costretta a comportarmi come la figlia di genitori divorziati.

 

***

 

«Credo proprio che passerò il resto della giornata a dormire», disse Nin stiracchiandosi dopo essere uscita dall'aula di Pozioni.

«Abbiamo lezione fino alle tre», le ricordai alzando il sopracciglio, ma lei si limitò a fare spallucce.

Dietro di noi, Roman e Albus stavano parlando di Quidditch. Parlavano sempre di Quidditch.

«Io vado in Infermeria», dissi a mia cugina e ad Albus dopo aver controllato l'ora. «Ho promesso a Madama Scamandro che l'avrei aiutata, oggi».

Avevo cominciato ad offrimi volontaria come assistente dell'infermiera perché volevo essere pronta per quando avrei cominciato i corsi di Medimagia. Dovevo ammettere che mi piaceva davvero molto.

«Ci vediamo a pranzo», sbuffò Nin incamminandosi verso l'aula di Divinazione.

Albus la seguì in silenzio dopo avermi rivolto un cenno, a distanza di sicurezza da lei. Avevano assolutamente litigato.

Comminciai a camminare verso l'Infermeria, ma mi resi conto di essere seguita.

«Che fai, Weasley?», chiesi senza voltarmi e senza fermarmi. Non volevo perdere tempo.

«Vado in Infermeria», rispose tranquillamente.

Strinsi le mani a pugno e mi costrinsi a voltarmi verso di lui. «Per quale motivo?», chiesi infastidita.

Lui fece spallucce. «Non posso dirtelo. Sai com'è... privacy».

Ringhiai appena, infastidita, poi tornai a dargli le spalle camminando a passo spedito.

Quando raggiunsi l'Infermeria esitai un attimo prima di aprire la porta. Roman era ancora dietro di me.

«Syrene, cara, ti stavo aspettando! Ho una sorpresa per te!», esclamò l'Infermiera con un sorriso a trentadue denti.

Era la madre dei fratelli Scamandro. Mio padre mi aveva raccontato di quanto fosse svitata ai tempi della scuola. Dovevo ammettere che continuava ad esserlo.

«Ehm... davvero?», chiesi senza troppo entusiasmo. Luna Scamandro era la persona più imprevedibile del pianeta.

«Da oggi avrai un po' di compagnia!», esclamò infatti, facendomi rabbrividire.

Mi immobilizzai, incredula, poi sentii una risata terribilmente familiare alle mie spalle. «Oh, zia Luna... credo proprio che la sorpresa sia molto gradita», commentò quell'idiota di Roman Weasley.

Merda, pensai cercando di sorridere alla donna, anche se sentivo il bisogno di urlare.

 

§§§

 

Ecco qui il primo capitolo!

Siamo al sesto anno e Syrene e Roman sono... beh, non esattamente amichevoli.

Spero che il capitolo vi piaccia! Lasciatemi una recensioncina, se vi va!

JV

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