Con te partirò in questa terra promessa divenuta incancellabile

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il trauma del silenzio ***
Capitolo 2: *** Il trauma del ricordo ***
Capitolo 3: *** Il trauma della rivalità ***
Capitolo 4: *** Il trauma della cattiveria ***



Capitolo 1
*** Il trauma del silenzio ***


Erano passati anni da quando io ed Heric avevamo deciso di vivere insieme.
Un lungo amore sbocciato tra mille difficoltà che adesso guardo con sorriso, con un futuro gioioso pieno di soddisfazione.
Ma quel momento sembra essersi accantonato per sempre.
Una volta che ci siamo trasferiti negli Stati Uniti, io ero divenuta una consulente di marketing mentre Heric si era tuffato nello sport.
Per la precisione, allenava una squadra di football di ragazzini che si divertivano ad inseguire una palla ovale in mezzo a quel marasma e a quel dolore.
In fondo dovevano farsi le ossa in uno degli sport più brutali di sempre e mentre il mio giovane fidanzato aveva continuamente la mente occupata per il suo lavoro, io mi sentivo sola.
Non riuscivo a capire il motivo del suo distacco e ogni volta che cercavo il suo amore o il suo consenso per sapere se ancora mi rispettava, ricevevo solo del dolore misto ad indifferenza.
Non voleva far parte di quelle responsabilità che lo potevano contraddistinguere, come ad esempio mantenere il nostro appartamento vivibile.
Io facevo di tutto per costruire una famiglia, ma sembravo una separata in casa.
Quel trauma silenzioso che va avvolgere i miei pensieri mi hanno fatto pensare che il mio futuro non sarebbe stato negli Stati Uniti, ma in Giappone.
Una terra che ancora non avevo capito che cosa potesse significare e tutta la sua arte e quella gente così fiera e felice mi spingevano a credere che in fondo quella era la mia dimensione.
Ma come poterne parlare con Heric? Come pensare di far breccia nel suo interesse se non mi guardava nemmeno?
Tutto questo dolore dovevo accantonarlo cercando di prendere il toro per le corna.
Cercando di bloccarlo una di quelle tante sere che si apprestava ad uscire di casa misteriosamente, ecco che il mio ardore prese il sopravvento in mezzo a quel silenzio.
< Ehi, dove vai? >
< Vado un po' a svagarmi. Anche oggi è stata una giornata molto pesante. >
< E non puoi svagarti rimanendo accanto a me? Magari facendoci qualche coccola o guardando un film insieme. >

< I film che guardi tu Rossana non mi piacciono affatto. Sono troppo melensi. >
< Allora possiamo guardare qualcosa che ti piace. Per me l'importante è rimanere assieme. >
< Non ti piacerebbe perchè tutti i film che preferisco trattano di sport. >
< Farò un eccezione questa sera. >
< Mi dispiace Sana, ma ho davvero bisogno di rimanere da solo. >
Non riuscivo a capire cosa lo potesse disturbare e la mia presenza doveva essere un pensiero fisso per lui quella sera e la vicinanza nomn poteva mancare.
< Heric, è da molto tempo che ti comporti in maniera strana. Si può sapere cosa ti succede? >
< Non aspettarmi alzata. Farò tardi. >
Non venivo considerata.
Non accennava minimamente a rispondermi.
Tutto ciò non potevo soffrirlo, anche a costo di separarmi definitivamente da lui.
< Ho detto che tu rimani qui! Chiaro?! >
< Sana, non ho voglia di litigare... >
< Invece io sì. E tu starai qui anche a costo di inchiodarti al pavimento. >
< Con ciò non risolveresti niente... >
< Ma voglio capire che cosa ti succede! Perchè ti comporti così? Mi stai facendo piangere. >
< Mi dispiace farti provare un certo dolore, ma io... >
Improvvisamente, la voce di Heric si ruppe.
Lui voleva parlare, ma c'era qualcosa che lo tratteneva.
< Avanti Heric, parlami. >
< Tu stai già soffrendo per la mia presenza. Ma non possiamo continuare così. >
< Vuoi forse mollarmi? >
< Non farmi una simile domanda. Ti prego... Io non riesco a provare quei sentimenti che un tempo ci univano e ci contraddistinguevano. Non ce la faccio proprio. Credevo che venire fin qui avrebbe dato un futuro diverso alle nostre possibilità, ma quello che provo adesso è... frustrazione. >
< Frustrazione? >
< Voglio fare quello che mi pare. E tu non puoi niente contro il mio volere. >
In quel momento mi balenò l'idea che potesse avere qualcun'altra.
< Tu mi stai tradendo. >

< Cosa? >
< Perchè allora non mi dici cosa fai quando non siamo insieme? >
< Perchè sono fatti miei. >
< Non puoi comportarti come un ragazzino ribelle. Adesso sei un uomo. E quindi ti devi comportare come esso! Io sono quella che ha deciso di mollare tutto per inseguire il sogno di rimanere insieme a te. E tu non puoi fare quello che ti passa per la tua mente stupida e frivola. >
< Ah sì? Sarei quindi frivolo e stupido^? >
< Non volevo dire ciò, Heric. Scusami. >
< Eppure l'hai fatto. >
< Perchè mi hai spinto a farlo! > gridai inviperita < Non riesco a riconoscerti più n0on vedo più quel ragazzo senza emozioni di cui mi sono innamorata. Sei troppo diverso. >
Mentre lo guardavo riflettere sulle mie parole, Heric, mi guardo con il suo solito sguardo senza emozioni con occhi spenti e privi di interesse.
< Allora? Non vuoi dirmi niente? >
< Che cosa vuoi che ti dica? Hai già fatto tutto tu. Io me ne vado. >
Tirandolo per il braccio contro di me dopo averlo preso a schiaffi, non c'era modo per fargli cambiare idea.
< Credi che picchiarmi potrà cambiare qualcosa tra di noi? >
< Sì se cercherò di fare breccia nella tua mente. >
< Non voglio più considerarti, Rossana. Ormai non fai più parte del mio essere. Io ti lascio. >
Quelle ultime parole furono come la distruzione di una vita.
Una vita fatta di sacrifici che mi aveva spinto verso di lui per cercare di comprenderlo e di stargli accanto nei momenti più difficili.
Ma solo adesso avevo capito che avevo solo perso tempo con lui.
Solo adesso ho creduto che il mio dolore sarebbe stata l'unica possibilità della mia lontananza.
Ormai non voleva più saperne di me.
Io per lui non sarei più esistita.
< Adesso avresti ancora il coraggio di bloccarmi? O posso andarmene liberamente? >
< Devo proprio risponderti? >
Con gli occhi iniettati di sangue e le mie lacrime che non smettevano di colare, non volevo assolutamente starlo più a sentire.
< Ti ucciderei se potessi. Ma non potrei macchiarmi di sangue solo perchè sei un vile egoista che mi ha preso in giro per tutto questo tempo. <
< Mi dispiace. Ma non avrei mai pensato che tu mi mettessi dinanzi ad un fatto compiuto. >
< Hai deciso tutto te! Bastardo! Ti odio! >
< Lo so, Sana. Non sono mai stato l'uomo per te. Io sono molto problematico. >
< No. Tu sei solo un figlio di... >
< Dillo, se vuoi. Non me la prenderò. >
< Sai cosa ti dico, Heric? Vattene. E non fare mai ritorno qui... Prenderò il primo volo per tornare in Giappone e fino ad allora non avrai il permesso di tornare nel nostro appartamento. Non voglio più vederti. Non voglio più sfiorarti. >
< E' giusto. Prenditi tutto il tempo che vuoi. >
non riuscì nemmeno a dirmi addio.
Non riusciva nemmeno a guardarmi negli occhi, come se quel legame voleva interromperlo solo lui.
Io era diventato il suo male.
Quella parte marcia da eliminare assolutamente.
E dopo che finalmente ha sputato tutto il suo veleno contro di me, dovevo assolutamente tornare a vivere.
Ma c'erano troppi ricordi che mi legavano a lui.
Troppi momenti che mi facevano ancora soffrire.

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Capitolo 2
*** Il trauma del ricordo ***


Non riuscivo a dormire.
Avrei dovuto preparare immediatamente le valigie e fare il più in fretta possibile per fuggire dal mio presente e da colui che non mi aveva mai amato né considerato.
“Non posso dire così. I suoi sentimenti erano sinceri. Lo intuivo dai suoi occhi.”
Non potevo sbagliarmi. Che in fondo al cuore di Heric c'era tutta la malvagità necessaria e tutta l'indifferenza che mi spingevano lontano da lui.
Quel giovane ragazzo divenuto uomo sapeva amare, solamente che non voleva confessarlo.
Non voleva forse farmelo capire nel mezzo di tutto quel disastro che era divenuto il nostro rapporto.
Un rapporto spezzato dal mio pianto e dal suo odio, senza parlare della sua inettitudine a non parlarmi dei suoi reali problemi.
Entrare nel suo cuore era divenuto per me impossibile, come se fosse una montagna insormontabile che non poteva essere scalata.
Perchè tale odio?
Perchè comportarsi così?
E mentre il mio sonno stava avendo impercettibilmente il sopravvento a causa della troppa stanchezza, ricordo ancora quel momento in cui mi fissava con occhi sinceri.

 

 

Passeggiare nel parco non poteva che farmi bene per cercare di distrarmi un po' e prendere aria fresca allo stesso tempo.
Le lezioni erano diventate snervanti e il modo in cui potevo cercare rifugio è fare quello che mi piaceva di più.
Potevo correre. Potevo ascoltare la musica facendo magari merenda.
Ma il mio pensiero era un altro.
Mentre aspettavo con impazienza il suo arrivo, sentii il mio cuore esplodere da un emozione che prima non avevo mai assaporato.
Dal primo momento che l'avevo visto ho subito pensato che era un ragazzo antipatico a cui era meglio rimanerci alla larga.
Ma conoscendolo meglio e intraprendere un viaggio all'interno dei suoi pensieri, ho capito che era un ragazzo semplice, passionale e pieno d'amore.
Emozioni che dinanzi ai suoi stretti compagni potevano comprometterlo, ma non potevo pensare che mi trattava malamente come se fossi la peggiore reietta.
Un ragazzaccio dal cuore nobile che aspettava soltanto di essere capito. Di essere salvato.
E mentre non facevo altro che fissare il mio orologio, ecco che spuntò improvvisamente dietro di me facendomi sobbalzare.
< Mi stavi forse aspettando? >
< Accidenti, Heric! Mi hai spaventato! >
< Scusami. Venire dall'altra parte del parco è stato molto più rapido per me. >
Mio fissava con sguardo enigmatico ed io non riuscivo a capire se era felice o arrabbiato.
< Va tutto bene? >

< Sì. Perchè? >
< Perchè sei sempre serio. Ed io non capisco mai... >
< Tu mi capisci, Sana. Mi capisci più di qualsiasi altra persona. >
< Tu dici? Veramente io... >
Ero paonazza dall'imbarazzo e non riuscivo a trattenere i miei veri sentimenti per lui.
< Adesso cosa ti succede? >
< Ecco. La tua presenza mi fa' sentire... diversa. >
< Spero solamente di non farti sentire male. Anche perchè non so come riuscirei a salvarti. Chiamerei subito l'ambulanza ma intanto cosa potrei fare? >
< Tu mi hai curato, Heric. Mi hai fatto capire che la tua vicinanza è la cosa che mi può far sentire completa. Tu sei l'unico uomo che può davvero capirmi. Ed io... oh, scusa. Mi sento come una sciocca.”
Mi si rompevano le parole in gola come se dentro di me ci fosse un groppone che non riuscivo a digerire.
I miei sbalzi d'umore mi rendevano debole ma allo stesso tempo protetta.
Ma perchè allora Heric non voleva avvicinarsi a me?
< Posso mettermi seduto sul tuo tappeto? >
< Certo! Non aspettavo altro. >
Il suo sguardo si stava distendendo mentre le sue parole erano nascoste dai suoi fatti.
< Non so cosa mi stia succedendo. In certe situazioni parlo troppo e non so come comportarmi... >
< Sii te stessa. È l'unico modo per comportarsi come una persona normale. Cosa che tu sei. >
< Io normale? Ahahah. Allora non mi conosci affatto. >
< Vedi di essere un briciolo pazza perchè la tua adolescenza te lo permette? >
> Ecco, più che pazza, direi più abitudinaria. Non voglio dirti che sono noiosa, ma il mio divertimento e il mio modo di rilassarmi sono leggere libri o ascoltare musica. In questo momento non mi viene in mente altro. >
in altre occasioni avrei pensato che qualsiasi ragazzo sulla faccia della terra mi avrebbe trovato noiosa e senza alcuna possibilità di poter conversare con me.
Ma Heric sembrava diverso e i suoi occhi mi facevano capire che mi stava inspiegabilmente ascoltando.
< Non è vero, Sana. Tu sei una ragazza solare e credo anche... speciale. >
< Speciale? In che senso? >
< Ecco, non so trovare le parole adatte ma credo che il tuo modo di cercare di farmi sentire diverso da quello che sono realmente, ti facciano sentire davvero speciale... Almeno per te. >
Fui davvero felice di sentirglielo dire.
Ancora non sapevo cosa mi poteva trattenere, ma le sue belle parole stavano distruggendo quel muro invisibile che si era creato tra di noi.
Ed appena avvicinò la sua mano per toccare la mia, i miei freni inibitori andarono in tilt.
Improvvisamente, mi piombai contro di lui baciandolo con tale passione come non avevo mai fatto prima d'ora.
Un vero e proprio bacio che non avrei mai potuto dimenticare mentre Heric assaporava quel momento e non aveva assolutamente intenzione di staccarsi.
Dovetti farlo io per cercare di riprendere fiato in mezzo a quel momento che non era più imbarazzante.< Ti sei già staccata? >
< Scusa. Le emozioni troppo forti mi stanno investendo. >
< Capisco... Però ti è piaciuto? >
< Moltissimo. io... >
< Vedi di non cercare le parole che ti farebbero solo perdere tempo. Io so benissimo come ti senti... Potrei dirti appagata, ma non è così. Forse ti senti una nuova persona. >
< Esatto. È proprio così. >
< Sono davvero felice di sentirtelo dire e la tua compagnia non può che essere un toccasana per me. >
< La stessa cosa vale per me. >
Non la smettevo di sorridere mentre Heric non faceva altro che fissare i panini che avevo preparato.
< Oh, scusami. Avrai fame, penso. >
< Sì. È da stamattina che non metto qualcosa sotto i denti. Mangiamo qualcosa? >
< Certo. Ecco, questo è per te. >
< Che cosa? >
< Ti ho preparato qualcosa da mangiare. Spero che ti piaccia. >
< Veramente io... avevo i miei panini. Ma tu... >
< Scusami. Speravo che ti avrebbe fatto piacere. >
Heric sapeva di essere stato inopportuno ma non fece niente per farmici rimanere male, mangiando di gran gusto il panino che avevo preparato mentre con tale ingordigia e felicità si sentiva rinato.
< E' davvero buono. >
< Ti ringrazio > risposi sorridente < Sono contento che ti piaccia. >

< Sei davvero bravissima. Ma c'è una cosa che non sai fare? >
In quel momento non sapevo cosa rispondere e i suoi complimenti velati mi facevano davvero sentire a mio agio.
< Non saprei. Magari un giorno me lo potresti dire tu. >
< Un giorno? >
< Certo. Conoscendoci meglio con il passare del tempo potremmo dire molte cose su di noi. Non trovi? >
< Certo. Ma non credo che tu abbia molti difetti o non sai fare qualcosa che ti impedisce di essere speciale, Sana. >
< Ti ringrazio, Heric. È bello sentirtelo dire. >
E mentre riaprivo gli occhi cercando di ricordarmi quel bellissimo e spensierato momento, ecco che finalmente ho capito cosa non so fare realmente.

 

 

“Non ho saputo amare. Non ho saputo essere la persona speciale che Heric mi diceva.
O forse il passare del tempo mi ha trasformato in una persona diversa?
Non potevo crederci, anche perchè ero rimasta sempre la stessa.
Ma allora perchè vuole che ci lasciamo? Perchè si comporta come quel ragazzaccio senza emozioni di cui mi sono innamorata?
Credevo di aver cambiato i sentimenti e il carattere di Heric, ma solo adesso ho capito che non è così.
E mentre mi alzai dal mio letto per prendere un bicchiere d'acqua e cercare di rilassar,mi, ecco che lo vidi dalla finestra della nostra camera intento a baciare sotto un lampione un'altra donna.
Il mio cuore si spezza in mille pezzi e viene gettato in un oblio.
Un oblio in cui non avrei trovato nessuna via d'uscita e la luce avrebbe fatto posto all'oscurità.
Se non fosse per lui.
Se non fosse per quel momento in cui mi aveva preso la mano per farmi assaporare quel tocco caldo e sincero.
Mi mancano quei momenti.
Mi manca lui.

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Capitolo 3
*** Il trauma della rivalità ***


Il sole del mio futuro ormai è tramontato e le lacrime non possono smettere di sgorgare.
L'ho visto mentre la baciava.
Ho visto come ha distrutto il nostro futuro.
E mentre quei passi diventavano sempre un futuro sempre più incerto, non potevo smettere di pensare che lpo avrei affrontato di nuovo.
Quello sguardo da ragazzina frivola che ha sempre fatto in modo di mettersi tra di noi. E adesso che è giunta a rovinare quello che di più grande ho al mondo, non potevo continuare a rimanere in silenzio.
Stava tornando.
Sentivo la toppa della chiave che girava nella serratura ed io che ero distesa per terra a crogiolarmi nel mio dolore.
Il buio mi avvolgeva fino a quando Heric accese la luce e mi vide in mezzo a quel tripudio dannato.
< Che cosa ci fai ancora qui? >
< Non ho avuto la forza di andarmene. E adesso, ce l'ho meno che mai. >
< Che vuoi dire? >
Alzandomi con il dolore che s'impossessava di me, vedevo lui e quell'indifferenza avvolgermi ancora una volta senza una presupposizione e senza che lui potesse dirmi la verità.
< Devi dirmi qualcosa? >

< No, Sana. Tutto quello che ti ho detto l'ho fatto qualche ora fa'. Io pensavo che al mio ritorno a casa non ti avrei trovata... Ma il modo in cui vuoi continuare ad affrontate il tuo futuro che ormai non ci lega più... >
< Ti ho visto. >
< Che vuoi dire? >
> Hai baciato... Hai baciato Alyssa. >
< Oh, per favore. Adesso ti metti pure a spiarmi? >
< E' stato un caso. Il destino voleva che io sapessi. >
< Sana, io non ti amo più. Quante volte te lo dovrò far capire. Questo non puoi sottolinearlo come un tradimento visto che ti ho confessato che ti avrei mollato. >
< Io non sto parlando di tradimento ma di comportamento irrispettoso. Come puoi metterti con quella puttana?! >
< Non parlare male di lei. Mi hai capito?! >
Non lo riconoscevo più.
Stava facendo tutto per farmi soffrire e farmi del male. Ma perchè mi faceva questo?
< Se vuoi lasciarmi e continuare a non amarmi e ignorarmi fai pure, ma non accetto che tu ti metti con quella l'. >
< Quella lì, come la definisci tu,. È colei che mi ha fatto riscoprire la voglia di vivere. >
< E in che modo?! In che modo ti fa' questo?! >
< Lei è passionale e non ha mai smesso di amarmi. >
< Nemmeno io l'ho fatto! >
> Sana, non è colpa mia se non riesco più a provare i sentimenti di un tempo. Sono cambiato. Adesso sono un altro uomo. >
Avrei voluto tanto che il destino mi avesse ridato quel giovane ragazzino indifeso di cui mi ero innamorata.
Quel giovane ragazzino di cui ero profondamente attratta e che continuava a proteggermi e stringere la mia mano.
Ma non riuscivo a capire quel suo dannato sentimento e quello sguardo perso nel vuoto.
< Sei solo un bastardo senza cuore. Se solo io potessi ti ucciderei con le mie mani. >
< Rossana, sai cosa stai dicendo? >
< Vattene via da questa casa. Non voglio più sapere di te. Non voglio più vederti. Per me sei un uomo morto. >
Lo sbattei malamente tra grida fuori dal nostro appartamento.
Non m'importava se i nostri vicini ci avessero sentito, ma non potevo sopportare quel continuo scempio e quella dannazione che ci aveva colpiti.
Non riuscivo più a guardarlo negli occhi.
Quell'uomo ormai era diventato il male in persona ed io non potevo sopportarlo.
< Va da lei! Tanto è questo che vuoi! >
Heric non mi rispose, sentendo il suo respiro flebile che ascoltavo al di là della porta.
Un muro invalicabile era sorto tra di noi e mentre le mie forze diventavano sempre più residue, io ero sola.
Sola senza nessuno che mi avrebbe consolato.

 

 

L'indomani, cercai di non pensare ad altro facendo finta che il nuovo giorno e il modo in cui i raggi entravano di prepotenza nel mio appartamento, mi facevano credere a qualcosa di diverso.
Mi sarei voluta rifugiare in un universo parallelo dove gli uomini crudeli come Heric non esistevano e il modo in cui sentivo il mio cuore affliggersi di dolore sarebbe sparito per sempre.
Ma guardandomi intorno mentre la sua presenza era ancora vivida nei miei occhi, dovevo cercare di andarmene da quel luogo in cui il mio presente opprimente era la mia maledizione e cercare di ritrovarmi in un luogo aperto dove l'aria fresca mattutina mi avrebbe fatto soltanto bene.

 

 

Mentre uscii dal mio appartamento con lo sguardo chino sul pavimento, la mia vicina di casa mi diede il buongiorno domandandomi che cosa fosse successo la sera precedente.
< Mi dispiace se io e il mio ormai ex fidanzato abbiamo urlato e sbraitato. Ma lui ha deciso di intraprendere una strada molto diversa dalla mia mollandomi per un'altra ragazza. >
< Mi dispiace, ragazza mia. So come puoi sentirmi. >
< Gli è capitato la stessa cosa anche a lei? >
< Più di vent0anni fa' e non ho mai smesso di odiare quella persona che mi ha tradito per il solito motivo che ha fatto Heric. Da quel momento mi sono sempre girata dall'altra parte ogni volta che lo incontravo in questa grande città e se da un lato mi sentivo rinata, dall'altra mi sentivo incompleta. >
< Incompleta? >

< Esatto. Non riuscivo a non pensare a lui. A quel ragazzo che aveva dato tutto al mio cuore e sentirmi che ci fossimo divisi per sempre, rendeva la mia esistenza davvero inesistente e senza un valido motivo per continuare ad andare avanti.
Ma adesso sono qui e la mia vita ha preso una strada solitaria che quando ci ripenso, mi pento di tale scelta. >
< Ma Signora, quell'uomo l'ha tradita... >
< Lo so, Rossana. Ma in certi momenti della vita bisogna anche imparare a perdonare. Ed io purtroppo non l'ho mai fatto. >
< Mi sta forse dicendo che io dovrei dargli una seconda possibilità? >
< Dico solo che non dovresti abbandonarlo e fare finta di niente conducendo la tua vita senza il tuo amore perfetto. Perchè da quello che ho visto e capito, tinei molto a lui. >
< Lo so... >
Ripensando a quelle parole che la mia vicina mi confessò, mi spingeva a credere che il mio futuro non era poi così buio come potevo credere.
Ma diversamente però da quello che potevo credere, la mia situazione era molto diversa da quella della mia vicina.
Ma volevo credere che il mio destino da zitella sarebbe stato spazzato via con quel perdono.
Volevo fare ancora breccia nel cuore di Heric cercando di capire che cosa lo potesse aver spinto lontano da me.
E dovevo scoprirlo. Il prima possibile.
< La ringrazio per questa bella chiacchierata. Mi ha dato molto da pensare. >
< Figurati, Sana. È un piacere avere accanto al mio appartamento così vuoto e silenzioso due giovani ragazzi che si amano concretamente. Pensa a quello che fai e cerca di fare di tutto per il tuo amore. Ma se davvero il tutto risulterà impossibile, allora sarà giunto il momento di guardare avanti e pensare al proprio futuro senza avere il coraggio di guardarsi indietro. Mi hai capita, vero? >
< Certo. Ma spero vivamente che ciò non accadi mai. >
< Lo spero tanto per te. >

 

 

Mentre mi recai al supermercato a fare la spesa visto che non avevo più niente in dispensa, il destino beffardo si stava ancora prendendo gioco di me.
Lei era lì che stava parlando con una sua sospetta amica e mentre cercai di distogliere lo sguardo su di loro, ecco che lei mi vede.
Dovevo fuggire.
Dovevo fare in modo che quel momento potesse rivelarsi incancellabile.
Ma ormai era troppo tardi: mi aveva visto.
< Rossana. >
Sentendomi chiamare con quella voce che mi faceva accapponare la pelle per la rabbia, volevo che la sua presenza potesse evaporare seduta stante, ma purtroppo non fu così.
< Alyssa. Mi dispiace averti interrotta con la tua amica. >
< Nessun problema, tanto se ne stava andando... Allora, credo che ormai Heric... >
< Ti prego. Possiamo evitare di parlare di lui. Non vorrei fare una tragedia greca dinanzi a tutti mettendomi a gridare dalla rabbia... Tu me l'hai portato via. Finalmente dopo tutti questi anni ce l'hai fatta. >
< Lui mi ha sempre amata. L'ho capito facendo breccia nel suo cuore confessandomi che sono stata l'unica donna che l'ha realmente capito. >
< Sono tutte bugie. Non è vero! >
< Allora fattelo dire da lui. Ormai tra di voi è finita. Sarebbe meglio andartene se non vuoi continuare a soffrire impunemente... >
Mentre i miei freni inibitori andarono a farsi fottere, la inchiodai al muro senza che nessuno potesse vederci, minacciandola che gli avrei reso la vita impossibile se non mi fosse rimasta lontano.
< Credi di sentirti bene dopo questo tuo colpo di testa? >
< Ti strozzerei con le mie mani, Alyssa. Ma non posso macchiarmi di un simile fatto. Heric ed io ci apparteniamo e che ti piaccia o no, noi due torneremo insieme. >
< Davvero? Io non ne sarei così sicura. >
< Tu non conosci il rapporto che abbiamo coltivato assieme tutti questi anni. Noi due ci amiamo davvero. >
< Non è così, Sana. Ormai è impossibile. >
Vedendo avanzare Heric verso di noi, non potevo credere che potesse confessare tutto ciò con lei presente.
< Hai sentito? Ormai Heric ha fatto la sua decisione. >
baciandosi proprio dinanzi a me mentre avrei desiderato scomparire per sempre, non potevo rimanere con loro presente.
Non potevo continuare a credere che tutto ciò sarebbe impercettibilmente cambiato.
Ormai Heric aveva davvero fatto la sua decisione: una decisione in cui io non mi specchiavo minimamente e il male comune che ci ha diviso per sempre aveva vinto finalmente la sua battaglia buttandomi fuori dalla sua vita.
Ma ciò che non riuscivo a sopportare era il perchè di tale fulgido cambiamento.
Guardandolo ancora negli occhi, potevo supporre che c'era qualcosa che non andava.
Il modo in cui si baciavano e si tenevano per mano sembrava tutto finto.
Che Heric potesse fingere?
“No. Tutto ciò è impossibile. Devo ricredermi prima che sia troppo tardi. Non c'è modo in cui io posso perdonarlo. Non ce n'è minimamente motivo. Tra noi due è davvero finita.”
E mentre i due novelli fidanzati si allontanavano da me, avrei voluto sapere che cosa si sussurravano per immergermi in quei segreti maledetti e in quei pensieri che sicuramente riguardavano me.
Ma non potevo mettermi di mezzo a mia volta. La mia forza di volontà non sarebbe riuscita ad essere più forte con l'irruenza di quella donna che mi aveva rovinato per sempre la mia esistenza. E il mio amore per Heric.

 

 

< Non ti permetto una simile scenata in sua presenza. Stavi realmente esagerando. >
< E' lei che mi ha trovato, Heric. Ed io non potevo cogliere questa situazione. >
la voce prorompente di Alyssa scosse non poco l'animo di un uomo ancora ferito per un legame che l'aveva davvero segnato.
< Sei la solita bastarda. Non ti è bastato che io e Sana ci lasciassimo... Adesso devi rovinare la sua esistenza. >
< Lo sai cosa andresti incontro se tu e lei steste ancora insieme. >
< Ti prego di non ricordarmelo. >
< Allora vedi di comportarti come un bravo bambino, altrimenti la mia furia sarà implacabile... Hai deciso di proteggerla, Heric. E questo ti fa onore. Ma lei non lo saprà mai. E non deve saperlo. >
Mentre Heric la fissava con sguardo truce e rassegnato, non poté che stringere la mano di Alyssa per tutto il supermercato, mostrando a tutti i presenti l'unione di una coppia che si proteggeva dall'oscurità che si celava dietro.

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Capitolo 4
*** Il trauma della cattiveria ***


I giorni seguenti furono solo un transito per cercare di pensare al mio futuro.
Heric non era tornato a casa ed io non ero ancora riuscita ad andarmene.
Ma perchè andare via? Lasciare il mio ex fidanzato nelle grinfie di quella smorfiosa? Non potevo sopportarlo.
E poi quel dolore doveva assolutamente essere rimarginato, altrimenti sarei davvero rimasta una zitella come la mia vicina di casa.
E cercando di trovare quella pace adatta, l'arrivo improvviso di mia madre mi fece aprire gli occhi.
< Mamma! >
< Ciao tesoro, come stai? > fece mia madre abbracciandomi subito dopo < Sono arrivata il prima possibile. Non potevo sopportare di sentirti al telefono piangere per colpa di Heric. >
“Mia madre: la persona che chiama sempre nei momenti meno opportuni... Anzi, a dire la verità, ogni giorno era sempre meno opportuno. Ma fa lo stesso”
< Sono contenta di vederti ma... non occorreva che tu venissi qui. >
< Certo che dovevo, amore. Non potevo pensare che tu stessi soffrendo da sola in questa metropoli. E poi New York è una delle città più pericolose al mondo per delle donne fragili come te. >
< Ma mamma! Io non sono fragile come dici! >
< Davvero? Allora perchè non ri sei ripreso Heric? >
< Perchè lui... non mi ama più. >
< Ah ah! Questo è impossibile. >
< E come fai a dirlo? >
< Lo so per certa. Quel ragazzo non può smetterti di amarti dal giorno alla notte. C'è sicuramente qualcosa sotto. >
< Il suo malumore va avanti da molti mesi. E io non te ne ho mai parlato. >

< Avresti dovuto, Sana. Così io ti avrei aiutato a risolvere la situazione. >
< Non avrei mai creduto che mi mollasse senza darmi spiegazioni. >
< Non ti ha dato spiegazioni? Allora c'è sicuramente qualcosa sotto. >
< Mi ha solamente detto che non provava più i sentimenti di un tempo. Tutto qui. >
< E tu gli credi? >
< Ho voluto indagare per fare breccia nel suo cuore, ma ha innalzato un muro invalicabile che io non posso scavalcare. Si è chiuso in sé stesso e non vuole più saperne di me... Anche se l'altro giorno al supermercato in compagnia di Alyssa... >

< Che cosa?! Si è messo insieme con la tua ex compagna di classe?! >

< A quanto pare, sì. Lei non ha smesso mai di amarlo. E come dargli torto? >
< Allora devi agire. Subito! >
< Mamma, adesso smettila e datti una calmata. >
< Non starò calma nel sapere che mia figlia è stata mollata su due piedi senza una valida spiegazione. Rimarrò qui a casa tua finché la situazione non si sarà ristabilita. Anche a costo di interrogare quel ragazzo personalmente. A proposito, adesso dove si trova? >
< Non ne ho la più pallida idea. Sono giorni che non torna a casa. >
< Ma tu l'hai cacciato? >

< Ho dovuto. Non potevo più sopportare la sua presenza. >
< Questo è un male... Sicuramente deve trovarsi insieme a quella donna. Sai dove posso rintracciarla? >

< Non lo so, mamma. Mi dispiace. >
< Allora è giunto per me il motivo di indagare. Vedi di non aspettarmi alzata. >
Piombando fuori dal mio appartamento con tale rapidità proprio come era arrivata, non ebbi il tempo di dargli spiegazioni e sapere dove volesse andare a parare.
< Mamma! Fermati! >
< Vuoi venire anche tu, tesoro? Guarda che ti aspetto volentieri. >

< Non conosci New York. In questa metropoli è facile perdersi. >
< Non ti preoccupare. So badare a me stessa. Allora vieni? >
Non avrei mai permesso che mia madre potesse girovagare da sola in una città grande come New York.
E mentre il mio cuore per Heric ricominciò improvvisamente a battere, decisi di seguirla, anche se trovarlo ci sarebbero voluti giorni.
< Va bene. Arrivo. >

 

 

La sua presenza gli dava il voltastomaco, soprattutto sapendo delle minacce che avrebbe recato a me se l'avesse lasciata.
< Heric, che ne dici se io e te... >
La ragazza lo toccava ovunque mentre Heric cercava in ogni situazione di rimanergli alla larga.
< Perchè ci hai fatto questo? Perchè ci hai voluto dividere? È solo per amore o c'è altro? >

< Diciamo che non ho mai sopportato quella ragazzina. E l'unico modo per farla soffrire davvero era portargli via il suo fidanzato. Ovvero tu. >
< Alyssa, se vuoi che io e Sana non stiamo insieme, posso benissimo tornare in Giappone. Lì non avremo mai un futuro insieme. >
< Credi davvero che io mi fidi di te? Voglio controllarti, Heric. Voglio avere tutto sotto controllo. >
< Tu sei pazza, Alyssa. >
< Lo so bene. Sono pazza di te. >
Spogliandolo contro il suo volere, Heric cercava di respingerla in ogni modo, provocando in lei rabbia repressa.
< Non puoi starmi alla larga! Non te lo permetto! >
< Basta, Alyssa. Adesso sei andata oltre. >
< Davvero?! >
Tirando fuori una pistola dal suo cassetto, Alyssa la puntò contro Heric minacciandolo che se lui non l'avesse voluto, non avrebbe mai avuto nessun'altra.
< Puoi scegliere, Heric. Ma vedi di farlo saggiamente. >
Ad Heric tremavano le gambe e la voce ma non poteva continuare con tale dominazione.
< Alyssa, se abbassi la pistola... >

< Tu vuoi solo disarmarmi. Vuoi togliermi di mezzo prepotentemente dalla tua vita come hai fatto in passato fidanzandoti con Rossana. Ma io non posso permetterlo ancora. Tu mi appartieni. >
< No, Alyssa. Tu sei malata. Hai bisogno di qualcuno che ti ama davvero. Ed io non quello che credi. >
< No, Heric. Ti stai sbagliando. >
Ed improvvisamente, mentre la paura fece spazio al coraggio, Heric confessò ad Alyssa che l'unica persona che amava davvero ero proprio io.
< Io non posso stare senza di lei. È più forte di me, Alyssa. Mi dispiace. >
Non avrebbe mai trovato le parole adatte, andandosi a scontrare con una furia repressa che non aspettava altro che esplodere.
< Se questa è la tua decisione... >
E mentre il silenzio veniva rotto da uno sparo, Heric fu colpito all'altezza della spalla e i suoi occhi improvvisamente videro il buoi.
Un buoi forzato dove avrebbe trovato la sua dimensione.

 

 

Svegliandosi in ospedale in mezzo ad alcuni infermieri che lo stavano curando, Heric non riusciva ricordare quello che gli era accaduto.
< E' stato molto fortunato che il colpo non abbia inferto il suo cuore., e poi una ragazza ha chiamato velocemente i soccorsi e l'abbiamo visto stramazzato a terra in mezzo alla strada. >
< Io? In mezzo alla strada? >
< C'è qualcun altro che possiamo chiamare? >
E fu in quel momento che l'idea di ricongiungersi a me gli balzò all'idea per un futuro diverso.
< Chiami questo numero, la prego. Mi sento ancora molto debole > fece Heric componendo il mio numero.
< Certo. Nessun problema. >
< E poi le farei una richiesta: mi tenga lontano una persona di nome Alyssa. È lei che mi ha sparato. >
< Sarebbe meglio dire tutto alla polizia. Credo che sarà qui a momenti... Pronto? >
“Evviva! Sana ha risposto!” pensò Heric ritrovando la serenità.
Non riusciva a tenere gli occhi aperti e ad ascoltare la conversazione.
Troppo stanco. Troppo provato per gli ultimi avvenimenti.
Desiderava solo svegliarsi con me dinanzi.
Erano questi i suoi veri pensieri sul mio conto.

 

 

Passarono le ore ed Heric era ancora sotto sedativi e tranquillanti.
Cercai di piombare in ospedale il prima possibile ma a causa del traffico caotico e dal fatto che eravamo dall'altra parte della metropoli, non riuscii ad arrivare in tempo per potermi stringere a lui.
Il mio cuore era colmo di tristezza, ma anche di speranza.
Heric ha davvero rischiato la vita e questo teneva da parte tutti gli attriti e le divisioni che ci hanno tenuti lontani.
Dovevo agire e dovevo ritrovarlo al più presto per ricercare la verità, anche se sapevo chi fosse davvero il colpevole di tale scempio.
Ma dovevo correre.
Dovevo arrivare prima di lei.

 

 

L'ombra che mi circondava.
L'ombra in cui il male diventava sempre più grande dinanzi a quegli occhi assonnati.
Heric era ancora dormiente nella sua stanza e non aveva nessuno vicino a lui.
Sentiva solo il rumore di alcuni passi e subito dopo improvvisamente l'incubo.
L'immagine nitida di quella persona che mi guardava con disprezzo e il modo in cui cercava di rigettarlo nel buio.
Heric cercava di gridare ma veniva soffocato dall'impeto di Alyssa che voleva toglierlo di mezzo definitivamente.
Cercava di liberarsi come meglio poteva ma è la mia corse sfrenata mischiata alle mie grida che finalmente riesco a scaraventarla per terra lontano da lui mentre la polizia l'arresta con quegli occhi iniettati dal diavolo sanguinario.
< Ormai è finita, Alyssa. Marcirai in prigione lontano da noi. Via! >
Mi sentivo potente dopo averla fatta arrestare mentre il povero Heric soffriva per il mancato ossigeno.
Adesso lo stringevo accanto a me mentre mi madre arrivò subito dopo.
< Adesso va tutto bene, Heric. Ci sono qui io accanto a te. >
< Rossana, stai bene? >

< Sì, mamma. Adesso va tutto bene. >
Avevo finalmente ritrovato la serenità.
Finalmente avevo ritrovato il mio Heric e nessuno me l'avrebbe mai portato via.
In primo luogo Heric cercò di confessare il motivo di tale divisione, ma io non volevo ascoltarlo.
Non volevo assolutamente ricordare quei momenti così truci e quella cattiveria che ci avevano avvolto spaventandoci e senza che noi potevano fare qualcosa per contrastarla.
Ma ora io e quel suo tocco divenuto freddo doveva essere riscaldato.
E quel futuro che solo con te partirò in quella terra promessa che diverrà incancellabile volevo solo vedermi.
Io insieme a te. È questo l'unica cosa che contava per me.
Perchè io ti amavo. E ti avrei amato sempre.
< Anch'io ti amo, Sana. Per sempre. >

 

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