Gentlebeard di ineffable (/viewuser.php?uid=1196505)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Paura dell'acqua ***
Capitolo 2: *** Nei miei sogni ora sei ***
Capitolo 3: *** I think I'm in love ***
Capitolo 1 *** Paura dell'acqua ***
Tanti auguri a te,
tanti auguri
a te,
tanti auguri
feliciiiii,
tanti
auguriiiii aaaa teeeeee!!!!!
Questa piccola raccolta di shottine è per una
persona speciale che oggi compie gli anni.
genius_undercover volevo fare qualcosa di speciale, che
in qualche modo fosse solo tuo, come quando
sai che a una persona piace qualcosa e gliela prendi.
Ci ho pensato tanto a come rendere una fanfiction
in quel modo e po mi è venuta l'idea, mi sono
ricordata di quando abbiamo fatto la lista delle
cose che avremmo voluto vedere in ofmd, ho
ricercato quei messaggi e preso le cose che
avevi detto tu riguardo i nostri zucconi preferiti
quel particolare giorno e le ho messe su carta.
In questo modo potrai leggere quello che vorresti
vedere nella serie. Lo so, io non sono David e
sigh non posso ingaggiare Rhys e Taika per
far loro girare le scene, ma spero con tutto il cuore
di aver fatto una cosa carina, che ti faccia sorridere.
Ci tenevo davvero tanto a fare qualcosa di speciale,
perché tu meriti tutte le cose belle del mondo, meriti
di avere un sole personale e se potessi ti porterei un
Rhyssino tutto per te. Ti voglio bene, anche se non
ci conosciamo da tanto, anche se siamo lontane, mi
sei entrata dentro al cuore in un momento in cui
pensavo non sarebbe più successo. E non ti
ringrazierò mai abbastanza per questo. Ovviamente le
storie sono tutte a lieto fine, quel poco di agnst serve
solo a far avvicinare di più quei due pirati dolcissimi.
Detto questo la smetto di rompere e ti lascio alla storia
spero veramente ti piaccia. Ci leggiamo alla fine, sì ti
farò gli auguri anche lì sappilo U.U
Paura
dell'acqua
Stede Bonnet aveva sempre avuto paura dell'acqua, sin da bambino ne era
terrorizzato e non aveva mai voluto imparare a nuotare, motivo in
più per suo padre di dargli del rammollito buono a nulla, i
suoi
amichetti lo prendevano in giro e più di una volta avevano
tentato di spingercelo dentro.
Il mare però gli era sempre piaciuto, amava tutti quei bei
racconti di marinai e pirati, mostri marini e sirene narrati in quei
bei libri che aveva dovuto imparare a leggersi da solo prima di
dormire, perché
certo i suoi genitori non avevano tempo e voglia di dedicarsi a
un'attività che togliesse loro del prezioso tempo alle loro
faccende, sognava di raccogliere conchiglie insieme a un'affascinante
sirena, mentre un tritone gli insegnava come cavalcare le balene, con
il kraken invece ci lottava ma non era una lotta vera e propria,
sembrava giocassero, a volte vinceva lui mentre altre volte il mostro
marino aveva la meglio rispedendolo con i suoi lunghi tentacoli sulla
spiaggia da cui era venuto.
Quella distesa azzurra di acqua salata e profonda l'aveva sempre
guardata con rispetto e ammirazione, immaginando che un giorno anche
lui, superate le sue paure avrebbe potuto tuffarsi
e sfidare le onde, nuotare fino agli abissi più sconosciuti
e
osservare le stelle marine colorate, sfiorare i coralli e contare la
moltitudine di creature che abitavano gli abissi e davano colore al
mare.
Una volta un ragazzino aveva provato a insegnargli a nuotare, doveva
avere all'incirca la sue età o poco di più, i
capelli
castani portati fin quasi
a toccare le spalle, la pelle abbronzata e un paio d'occhi scuri e
profondi, quelli lo avevano colpito più di tutto, erano
tristi,
come se in quelle due pozze color dell'inchiostro si nascondesse un
terribile segreto, questo però non gli aveva impedito di
avvicinarsi a lui, un biondino impacciato, vestito bene che non aveva
nemmeno il coraggio di avvicinarsi a riva.
<< Paura dell'acqua? >>
Stede si era voltato di scatto verso quella figura, non lo aveva
nemmeno sentito arrivare.
<< Un po' >> rispose con la voce insicura.
<< Scommetto che non sai neanche nuotare >>
disse l'altro incrociando le braccia.
Il piccolo Bonnet si era limitato ad annuire pensando gli sarebbe
arrivata l'ennesima presa in giro sulla sua debolezza, ma
ciò
non accadde.
<< Posso insegnarti io, se vuoi. >>
Glielo aveva proposto con una genuinità a cui non era
abituato,
Stede si voltò comunque spaventato e scosse la testa.
<< Guarda che è facile, iniziamo dalle basi,
io sono un
ottimo nuotatore sai? Una volta ho persino nuotato insieme ai delfini.
>>
Stede lo guardò con gli occhi sgranati, possibile che quel
ragazzino l'avesse davvero fatto, e se fosse stato abbastanza
coraggioso anche lui un giorno avrebbe potuto provarci?
<< Dici davvero? >> domandò
accennando una lieve curiosità.
<< Ovvio! >> rispose l'altro bambino
sollevando le sopracciglia scure.
<< Dai vieni, mettiamo solo i piedi in acqua
>> disse
porgendogli la mano, lui titubò per qualche istante poi la
strinse.
Si avvicinarono con passo lento al bagnasciuga, il biondino si
ritrasse un attimo ma la presa sicura di quel ragazzino più
alto lo
convinse a provarci, allungò un piede e con le dita
provò
a testare l'acqua.
<< E' fredda! >> strillò facendo
una smorfia,
l'altro bambino rise intenerito e le guance rosee di Stede diventarono
presto rosse.
<< E' normale che sia così, ma dopo ti
abituerai >>
gli spiegò, Bonnet mese su un broncio poco convinto sicuro
che
se non ci avesse provato quel bambino lo avrebbe tenuto lì
fino
a sera, così finalmente mise entrambi i piedi in acqua dopo
che
entrambi si erano tirati su i pantaloni alle ginocchia per non
bagnarli, un brivido gli salì lungo tutta la schiena ma
presto come per magia le sue gambe si abituarono alla
temperatura e lui riuscì a rilassarsi, quando
però il
bambino che gli era accanto tentò di lasciargli la mano lui
preso dal panico gliela strinse più forte.
<< Non lasciarmi! >>
<< Guarda che qui non affoghi >> disse
addolcendo lo sguardo.
<< Sicuro? E se viene un'onda e mi trascina al largo?
>>
<< Il mare è calmissimo >>
rispose il ragazzino dai
capelli castani con aria solenne, e senza sapere il motivo Stede decise
che di lui poteva fidarsi, così gli lasciò la
mano
godendosi la freschezza cristallina che gli bagnava le caviglie,
sorrise di un sorriso genuino che illuminò anche l'altro,
contagiato da quel ragazzino che sembrava degno
erede del sole, rimasero per un po' in silenzio, poi il più
grande spiegò a Bonnet alcuni segreti sul mare che il biondo
accolse con entusiasmo e curiosità.
Presi da tutti quegli accadimenti si dimenticarono di presentarsi, ma
si diedero appuntamento al giorno dopo, il piccolo Stede già
vedeva in quel bambino un rifugio sicuro che lo teneva lontano dai
bulli che lo perseguitavano e gli davano il tormento, ed era strano
perché si conoscevano nemmeno da un giorno.
La stessa cosa si replicò il pomeriggio successivo stavolta
con
più fiducia e coraggio, il bambino si era complimentato
promettendogli che se avesse continuato così, presto avrebbe
potuto iniziare a nuotare nell'acqua bassa, dopo essere stati un po'
con i piedi
a mollo andarono a sedersi sulla sabbia, Stede aveva portato la
merenda e il ragazzino più grande aveva giurato di non aver
mai
assaggiato niente di così buono.
Guardarono il mare, osservarono il volo dei gabbiani che gracchiavano
nel cielo limpido e azzurro, inseguirono le farfalle e poi si fermarono
ad ammirare la bellezza di un gruppetto di fiorellini viola, gli occhi
scuri del nuovo amico si illuminarono così tanto che a Stede
venne un'idea.
<< Ti piacciono? >> domandò,
l'altro annuì quasi timidamente.
<< Anche a me ma...Gli altri ragazzi mi prendono in giro
>> ammise arrossendo.
<< Sono solo stupidi, lasciali perdere >>
replicò con convinzione il ragazzino dai capelli castani.
<< Mi piacerebbe farti una collana con tutti questi fiori
oppure
una corona >> disse il piccolo Bonnet, l'altro si
rabbuiò.
<< Grazie ma sono troppo belli per me >>
quei profondi
occhioni scuri si inumidirono, allora Stede decise che era il momento,
raccolse un fiore sotto lo sguardo curioso dell'altro e glielo
posò dietro l'orecchio, le sue labbra si stirarono in un
sorriso.
<< Ti dona >> disse con la voce sottile e
le guance rosse,
l'altro bambino si accarezzò il lato dove era appoggiato il
fiore con titubanza, sembrava ancora poco convinto allora Stede lo
prese per mano conducendolo vicino all'acqua.
<< Guarda tu stesso. >>
Il ragazzino si specchiò e vide la sua immagine riflessa,
quel
bel fiore viola spiccava dall'alto, gli scappò un sorriso,
era
la prima volta in cui si vedeva così, come se anche lui
potesse
toccare le cose preziose senza rovinarle, si voltò verso
l'amico
e lui ricambiò il sorriso, rimasero in silenzio per qualche
istante poi fu Stede a prendere parola.
<< Non ti ho nemmeno chiesto come ti chiami.
>>
Lui si riscosse da quelle sensazioni piacevoli e dai suoi pensieri.
<< Oh è vero che sbadati, io mi chiamo Ed
>> rispose
allungando la mano, Bonnet la strinse sorridendo, stava per presentarsi
a sua volta quando una voce burbera e lontana lo interruppe.
<< Ragazzino muoviti, dobbiamo andarcene! >>
Improvvisamente il viso di Ed sembrava preoccupato.
<< Scusa devo andare ora >>
lasciò la sua mano e
iniziò a correre verso il punto in cui proveniva la voce.
<< Ma domani ci vediamo vero? >>
urlò Stede mettendo le mani a coppa vicino alla bocca, Ed si
voltò.
<< Puoi contarci! >> gridò
fermandosi un attimo, sorrise, poi corse via di nuovo.
Il piccolo Bonnet abbassò le braccia guardando quel
ragazzino
trasformarsi in un puntino via via che allontanava, qualcosa dentro di
sé non lo faceva stare tranquillo, fu l'ultima volta in cui
lo
vide.
<< Mi chiamo Stede comunque >>
mormorò al nulla,
improvvisamente sentì una stretta al petto e gli venne da
piangere, abbassò lo sguardo e vide il fiore viola che aveva
Ed
tra i capelli, lo raccolse e lo portò a casa, lo mise in un
piccolo contenitore di vetro con l'acqua in modo da non farlo morire,
il giorno dopo lo avrebbe riportato al suo legittimo proprietario.
Mentre faceva quel pensiero sentì di nuovo quella brutta
sensazione, non mangiò quasi nulla a cena, si
coricò
prima del solito impaziente di tornare in spiaggia il giorno dopo e
vedere il viso sorridente di Ed che lo aspettava.
Quella sera era scoppiato un terribile temporale che durò
tutta
la notte, il sonno del giovane Stede fu scosso da incubi,
sognò
il kraken che con i suoi tentacoli lo trascinava giù in
fondo
agli abissi nelle acque scure, davanti a sé però
comparve
una luce e una mano afferrò la sua tirandolo su e portandolo
lontano da quel mostro, non aveva visto il viso del suo salvatore ma
era abbastanza sicuro si trattasse del suo nuovo amico.
Il giorno dopo corse alla spiaggia ma non c'era nessuno,
deglutì
tentando di non pensare al peggio, sarebbe arrivato ne era sicuro,
camminò avanti e indietro, prese a calci qualche sassolino,
sfiorò l'acqua limpida con le mani e infine
ammirò i
fiori ma in tutto questo nessuno arrivò a tenergli compagnia.
Affranto e infreddolito se ne tornò a casa con gli occhi
gonfi di lacrime, il petto che gli faceva male e un'immensa voglia di
essere abbracciato, sulla strada incontrò i Badminton
insieme al
loro gruppetto di amici che ovviamente non persero occasione per
schernirlo e spingerlo a terra, lui strinse forte il fiore viola che
teneva in mano per proteggerlo, corse a casa tra le lacrime e si
fiondò sul letto con il suo corpicino scosso dai singhiozzi.
Si addormentò e sognò quell'adorabile bambino che
voleva
insegnargli a nuotare, una volta risvegliatosi dal sonno decise di
mettere il fiore a seccare tra le pagine del suo libro preferito,
così tutte le volte che lo avrebbe aperto si sarebbe
ricordato
di Ed e della sua gentilezza, convincendosi che non era stato solo un
sogno ma che era reale.
...
Si erano fermati al primo
porto che
avevano trovato sulla loro strada perché necessitavano
assolutamente di provviste, sulla Revenge non era rimasto
più
nessuno e dopo essersi occupati dei doveri ognuno si poté
godere
qualche ora libera concessa dai capitani, Stede aveva trovato una
spiaggia libera e deserta e supportato da Edward avevano deciso di fare
una piccola festicciola e mangiare tutti insieme per festeggiare la
buona sorte che li stava accompagnando ormai da parecchio tempo.
Visto che faceva caldo e il sole era alto nel cielo molti di loro
decisero di correre in mare e farsi un bel bagno, l'acqua era
splendida, così chiara da poter vedere il fondo e
distinguere
ogni conchiglia e pietruzza colorata, Stede si tirò su i
pantaloni al ginocchio e si avvicinò al bagnoasciuga
lasciando
che le onde si infrangessero sui suoi piedi rinfrescandoli, venne
presto raggiunto dal suo co-capitano e ormai anche compagno di vita che
gli posò una mano sulla spalla.
<< Entriamo? >>
Bonnet si irrigidì al solo pensiero.
<< Oh no, preferisco rimanere qui, ma tu va pure.
>>
Edward gli lanciò uno sguardo confuso, ormai aveva imparato
a
capire quando quel bel pirata dai lineamenti buoni aveva qualcosa che
non andava.
<< Tu non vieni? Se ben ricordo non abbiamo mai fatto il
bagno
insieme, sarebbe divertente, prometto che non ti faccio scherzi
>> ridacchiò provando ad alleggerire qualsiasi
peso o
pensiero si stesse portando addosso il suo compagno, ma Stede si
limitò a sospirare e abbassare le spalle.
<< In realtà io...non posso farlo
>> confessò
arrossendo e voltandosi verso Barbanera con le guance arrossate.
<< Perché no? >>
<< I-Io...Non so nuotare >> disse e fu come
togliersi un peso dal petto.
<< Oh... >> fu la risposta di Edward.
<< Sì lo so è stupido, sono un
capitano di una nave pirata e...- >>
<< In realtà molti pirati non sanno nuotare
>> gli
disse il suo compagno con un sorriso comprensivo sul volto, Stede era
il solito, credeva sempre di essere il peggio di tutti e una vergogna
in qualsiasi cosa facesse, quando si perdeva in quei pensieri toccava a
lui riportarlo a galla facendogli capire che non era così
diverso da tanti altri pirati che si imbarcavano e che era migliore di
molti, anzi per lui era in cima alla lista.
<< Davvero? Come è possibile? >>
domandò corrugando le sopracciglia dorate.
<< Alcuni di noi si imbarcano quando sono dei semplici
ragazzini
che non hanno ancora imparato a nuotare, mentre ad altri non interessa
e pregano solo di non affondare. >>
<< Ti piacerebbe imparare? >> chiese poi,
Stede lo
fissò per alcuni istanti poi guardò l'orizzonte,
il cuore
gli batteva all'impazzata.
<< Sì >> sussurrò, Ed
sorrise.
<< Posso insegnarti io se vuoi. >>
Nella mente del biondo qualcosa scattò facendo tornare a
galla
varie immagini che aveva nascosto in un angolo del suo cervello dove
non potevano fargli male.
<< Che c'è? Ho detto qualcosa di sbagliato?
>>
domandò Barbanera preoccupato del cambio d'umore che aveva
visto passare sul volto del suo fidanzato.
<< No è che...E' la seconda volta che qualcuno
si offre di
insegnarmi, e la prima non è andata molto bene
>>
spiegò torcendosi le dita delle mani in un gesto nervoso,
gli
era presa la paura irrazionale che se Edward avesse cominciato a
insegnargli poi sarebbe scomparso anche lui.
<< Era un cattivo insegnante? >>
<< No anzi, ma lui è...semplicemente sparito.
>>
Alla parola "lui" Barbanera si era impensierito, chi era costui? Un
semplice insegnante o per Stede aveva rappresentato qualcosa di
più.
<< Avevi una cotta per lui? >>
domandò a bruciapelo,
meglio essere schietti in queste cose si era sempre detto, il povero
pirata gentiluomo assunse tutti i colori del rosso.
<< No Ed, era poco più grande di me,
avrà avuto sì e no quattordici anni!
>>
<< Oh bè...e tu quanti ne avevi?
>> chiese tentando
di nascondere il sollievo che aveva immediatamente provato dopo quella
spiegazione.
<< Dodici...Mi vergognavo da morire ma lui è
stato così gentile con me. >>
Edward sorrise e allungò una mano.
<< Ti fidi di me Stede? >>
Il biondo deglutì, certo che si fidava, ma la paura era
grande.
<< Non devi temere, una volta ho nuotato con i delfini,
quindi sei in buone mani. >>
Bonnet lo fissò in credulo, deglutì poi
riaprì la bocca, ricordava bene quella frase.
<< Qualcuno mi ha già detto una cosa del
genere >> disse più a se stesso che a lui.
<< Oh sai a volte capita di trovarsi...- >>
<< Ed... >> mormorò guardando un
punto lontano, perso in chissà quale ricordo.
<< Eh? >> domandò l'altro
confuso, Stede a quel
punto lo guardò come se lo avesse conosciuto da sempre, e in
quello sguardo c'era quel ragazzino dodicenne che non aveva mai smesso
di aspettarlo.
<< Ed >> possibile riuscisse a dire solo
quello?
<< Dimmi, io non...- >>
<< Sei tu >> disse faticando a trattenere
le lacrime, il suo cuore stava per scoppiare.
<< Io cosa? >> Barbanera era sempre
più confuso.
<< Devo farti vedere una cosa! >>
esclamò prima di
prenderlo per mano e correre via verso la nave, Edward non capiva cosa
stesse succedendo ma lo seguì comunque, si fermarono davanti
alla libreria, Stede sembrava davvero euforico, le sue pupille
svettavano svelte tra quei volumi scrutandoli uno a uno, il volto si
illuminò quando trovò quello giusto, lo prese
aprendo la
copertina, dentro spiccava un piccolo fiore essiccato, conservava
ancore delle lievi sfumature violacee ma era praticamente tutto
marroncino dorato.
<< Tienimelo un attimo >> disse passando il
volume al suo
compagno, poi si rimise a cercare, afferrò un libro di
botanica
e aprì alla pagina giusta dove faceva bella mostra di
sé
un bellissimo fiore viola, era solo un disegno ma era fatto molto
bene, Edward spostò lo sguardo da quello all'originale.
<< E' lo stesso >> spiegò il
pirata gentiluomo.
<< Quando eri piccolo non ti è mai capitato di
insegnare a qualcuno a nuotare? >> domandò
speranzoso.
Barbanera ci pensò su.
<< Sì...forse una volta. >>
Il sorriso di Stede si accese.
<< Ricordi qualcosa? >>
Edward si sforzò di scavare a fondo nella memoria e qualche
immagine sbiadita cominciò a risalire facendogli riemergere
chissà per quale motivo il colore giallo, un sorriso dolce e
il
sole ma non sapeva come collegare questi indizi tra loro.
<< Era un bambino ma non ho mai saputo il suo nome
>> disse guardando altrove mentre si concentrava a
pensare.
<< Io non conosco il nome completo del ragazzino che ha
aiutato
me >> confessò Stede, ormai certo su chi si
trovava davanti a
lui, Edward lo fissò forse più incredulo che
incerto.
<< Riesci a descriverlo? >>
domandò Bonnet.
<< Non lo so Stede...è passato così
tanto tempo
>> rispose arricciando le sopracciglia, ma poi vedendo il
volto
speranzoso del suo compagno decise di provarci non volendo deluderlo.
<< Lo superavo in altezza credo e aveva i capelli castano
chiaro, no biondi sì erano biondi e poi... >>
<< Poi? >> lo incalzò il pirata
gentiluomo.
<< Abbiamo visto dei fiori, assomigliavano proprio a
questo >> disse indicando il disegno.
<< Io gliene ho messo uno tra i capelli >>
gli
raccontò Stede trattenendo il sorriso, Edward di rimando si
toccò il lato dell'orecchio dove molti anni prima c'era
stato un
fiore.
<< Proprio lì >> disse il biondo
ormai faticando a
trattenere la commozione, Barbanera a quel punto lo guardò.
<< Non posso crederci >> i suoi occhi scuri
lo fissavano
tentando di riconoscere nell'uomo che aveva davanti quel piccolo ed
esile ragazzino.
<< Come si chiamava? >> domandò
Barbanera sentendo che gli
serviva la prova definitiva a quella coincidenza che sembrava essere
troppo bella per essere vera.
<< Ed...si chiamava Ed >> rispose con
l'emozione nella voce.
Edward chiuse il libro e lo posò sullo scaffale, le lacrime
luccicavano negli occhi, Stede fece lo stesso con il suo e si
avvicinarono contemporaneamente l'uno all'altro, piano, come se
avessero paura che il sogno potesse infrangersi di colpo, Barbanera gli
posò una mano sulla guancia, tremava.
<< Sei tu, non posso crederci che sei veramente tu
>> la voce si incrinò, si morse il labbro
inferiore.
<< Ti ho aspettato tutto il pomeriggio >>
confessò Stede con gli occhi lucidi.
<< E ho deciso di conservare quel fiore perché
una parte
di me sapeva che ti avrei rivisto >> continuò
sorridendo,
una lacrima scivolò via andando a scontrarsi sulla mano di
Edward, lui sorrise anch'esso con gli occhi pieni di lacrime.
<< Mi dispiace io...Sarei voluto venire ma...
>>
<< Che cosa è successo Ed? >>
Barbanera deglutì sentendo il petto pesante.
<< Ricordi l'ultima volta che ci siamo visti?
>>
Bonnet annuì.
<< Quella notte ho...ucciso mio padre. >>
<< E poi troppo sconvolto per ciò che avevo
fatto mi sono
nascosto sulla prima nave che mi è capitata a tiro, la
mattina
dopo ho scoperto a chi apparteneva, era la nave di Hornigold ed era
già salpata quando mi sono svegliato. Lui mi ha trovato e ha
deciso di tenermi come suo erede, anche se la possibilità di
scappare me l'ha data. Quando ci siamo fermati in un porto lui ha
ordinato a tutti di scendere lasciando solo me, io però mi
vergognavo troppo per tornare da mia madre e così sono
rimasto.
>>
Il pirata gentiluomo ascoltò quella storia con il cuore in
gola,
incapace ancora di credere a quello che stava accadendo, di trovarsi
davanti a quel bambino ormai cresciuto che era stato così
buono
e che aveva considerato suo amico anche se si conoscevano da pochissimo.
<< Oh Ed...mi dispiace così tanto
>> disse, poi
incapace di resistere ancora lo abbracciò stringendolo forte.
<< Avrei tanto voluto tornare Stede, eri l'unico ad
avermi trattato come una persona >> singhiozzò.
<< E tu sei stato l'unico vero amico che abbia mai avuto.
>>
Edward si scostò di poco asciugandosi le lacrime.
<< Sei arrabbiato? >> gli domandò
Stede scosse la testa.
<< Come potrei esserlo? Sono solo felice di averti
ritrovato >> disse prendendogli le mani.
<< E ancora non riesco a crederci totalmente che quel
ragazzino
sei tu >> continuò il biondo baciandogli poi
le nocche,
Barbanera sorrise sentendosi più leggero, gli sembrava quasi
di
poter volare da quanto era felice.
<< Credevo ti fossi stufato di me, per questo non eri
venuto
>> confessò titubante, ma Edward gli prese il
viso tra le
mani.
<< Stede non avrei mai potuto stufarmi di te, mi piacevi
tantissimo, sei stato l'unica parentesi felice della mia infanzia.
>>
<< Peccato sia durato così poco, ma adesso
siamo qui, di
nuovo insieme >> disse Stede avvicinandosi per baciarlo,
il suo
compagno ricambiò all'istante assaggiando quelle belle
labbra che
sembravano avere un sapore diverso ogni volta che le toccava.
<< Ed? >>
<< Sì? >>
<< Ti va di insegnarmi a nuotare? >>
<< Con vero piacere capitano >> rispose
Edward baciandolo,
poi ridacchiarono e si avviarono all'esterno per tornare alla spiaggia.
<< Però sono un po' deluso che non avessi una
cotta per me. >>
Stede gli abbracciò un fianco pizzicandolo leggermente.
<< Sciocco, non prendermi in giro. >>
<< Dico davvero >> disse Barbanera
fermandosi di fronte a lui con un'espressione furbetta sul volto.
<< Bè se ti può consolare Edward
Teach adesso
non ho solo una cotta, ma sono follemente innamorato di te, e non ho
paura a dirlo perché è la verità. Ti
amo
così tanto che non riesco più a immaginare la mia
vita
senza di te. >>
<< Stede. Mi vuoi fare piangere cazzo >>
mugugnò spingendo la fronte su quella del biondo.
Il pirata gentiluomo si alzò in punta di piedi per baciargli
il naso.
<< Solo se posso asciugarti le lacrime con i miei baci.
>>
Edward a quel punto premette le labbra sulle sue.
<< Ti amo anch'io cazzo. >>
<< Sarebbe un tantino imbarazzante a questo punto se non
fosse così >> ridacchiò Stede.
Si sorrisero e tornarono alla spiaggia tenendosi per mano, passarono il
resto del pomeriggio nell'acqua bassa a esercitarsi, il biondo era un
ottimo allievo ma ogni tanto si lasciava distrarre dal corpo bronzeo
del
suo
fidanzato incantandosi a osservare quei lineamenti per lui perfetti,
cicatrici e tatuaggi rappresentavano solo un valore aggiunto ma i suoi
sogni ad occhi aperti venivano ogni volta bruscamente interrotti da una
cascata d'acqua che gli finiva sulla faccia.
<< Edward! >> gridò asciugandosi
inutilmente con la mano e spostandosi i capelli all'indietro.
<< Ti eri di nuovo perso amico >> lo
rimproverò il compagno ridacchiandosela.
<< E' solo colpa tua, se non fossi
così...così >> si morse le labbra
rosee e lucide.
<< Così come Stede? >>
domandò avvicinandosi con quelle dannate goccioline d'acqua
che
scintillavano lungo l'intero corpo, il pirata gentiluomo
rabbrividì deglutendo un gemito che sarebbe stato
decisamente
inopportuno, ma Edward gliela leggeva negli occhi quella fame che era
anche la sua, lo prese per i fianchi tirandolo in un bacio salato e
caldo.
<< Voi due idioti volete venire fuori o no?
>> gridò la voce del primo ufficiale dalla
spiaggia.
<< Se non ve ne siete accorti sta per venire
giù il cielo! >>
I due capitani si staccarono di malavoglia, osservarono le nuvole che
effettivamente non promettevano nulla di buono, e dire che
poco
prima c'era un sole che spaccava le pietre, Stede aveva una strana
sensazione ma non ebbe modo di darle peso perché il suo
fidanzato lo illuminò con il suo sorriso più
bello.
<< Continuiamo sulla nave? >>
domandò con un brivido nella voce.
<< Cosa di preciso? Che mi insegni a nuotare o altro?
>> chiese con malizia il biondo, Barbanera lo spinse in
acqua.
<< Idiota >> ridacchiò
aiutandolo ad alzarsi poi rispose.
<< Ovviamente il resto >> soffiò
sulle sue labbra.
<< VOLETE MUOVERVI ACCIDENTI! >>
strillò Izzy
<< Andiamo prima che gli scoppi il cuore >>
disse con una
lieve ilarità Bonnet facendo ridere il suo compagno, quando
uscirono il primo ufficiale gli tirò addosso due asciugamani
<< Copritevi per l'amor del cielo >>
ringhiò e loro ridacchiarono iniziando ad asciugarsi.
Una volta indossati gli indumenti si avviarono verso la nave ma il
braccio destro di Edward fermò Stede tirandolo
verso di sé.
<< Devo parlarti. >>
<< Cosa c'è di tanto urgente da non poterne
discutere sulla Revenge? >> domandò il biondo
sfregandosi
i capelli con l'asciugamano.
<< Tu Bonnet. >>
Stede sollevò gli occhi al cielo, stava per ribattere ma gli
venne impedito.
<< Chiudi quella boccaccia e ascolta, ti rendi conto di
essere un
peso per i tuoi uomini e soprattutto per Edward? Lui non te lo fa
capire perché ha perso la sua dannata testa, ma io lo vedo,
è esasperante starti dietro. Un capitano ha dei doveri e non
deve
fare da balia ai suoi dipendenti come fa con te. >>
Quelle parole ovviamente lo colpirono, non si era mai fermato troppo a
pensare al modo in cui il suo fidanzato lo trattava, e quanto dovesse
costargli avere un co-capitano da istruire invece che qualcuno su cui
poter contare.
<< Sono anche io a capo della nave >>
ribatté accigliandosi.
<< A maggior ragione cazzo, non solo deve insegnarti a
combattere
e salvarti il culo, adesso pure insegnarti a nuotare! >>
<< Molti pirati non sanno farlo, me lo ha detto lui
>> si difese Stede sentendosi piccolo.
<< Ma tu vuoi o no essere un cazzo di pirata degno di
questo nome!? >> sbraitò.
<< Se finissimo in una tempesta ed Edward morisse per
tirarti fuori dall'acqua come ti sentiresti!? >>
Stede deglutì senza rispondere.
<< Pensaci Bonnet >> disse infine
allontanandosi.
E lui ci pensò, per tutta la notte, mentre sentiva la
pioggia
zampillare sulla vetrata della sua camera da letto, mentre un ricordo
terribile riaffiorava dalle profondità della sua mente, era
in
una notte come quella che Stede aveva perso Edward, fortunatamente non
era morto ma erano rimasti separati a lungo, non avrebbe lasciato che
riaccadesse anche perché questa volta avrebbe potuto non
essere
così fortunato.
Il giorno dopo era in cima alla scogliera, non quella più
alta
ma i metri che lo separavano da quel blu intenso erano comunque al di
fuori della sua portata, la ciurma lo aveva visto inerpicarsi su per
quelle rocce e Lucius era corso a chiamare Barbanera pensando fosse
l'unico in grado di far ragionare quel testardo, e anche il
più
adatto a trarlo in salvo se fosse accaduto il peggio perché
sapeva nuotare molto meglio di tutti loro.
<< E' salito lì sopra e non vuole saperne di
scendere >> spiegò allarmato.
Gli occhi di Edward si spalancarono non appena videro quella figura
colorata che faticava a stare in equilibrio su quelle punte acuminate,
c'era troppo vento per i suoi gusti e il mare stava lentamente
cominciando ad agitarsi.
<< STEDE CHE CAZZO STAI FACENDO!? >>
<< Voglio tuffarmi! >> gridò in
risposta, l'aria gli
scompigliava il ciuffo biondo, sarebbe stata una visione celestiale se
non fosse per il pericolo che correva, iniziò a spogliarsi
sicuro che la sua fosse la cosa migliore da fare, non poteva continuare
a contare sul suo co-capitano, doveva imparare a sbrigarsela anche da
solo.
<< E' TROPPO PERICOLOSO E TU NON SAI NUOTARE!
>>
<< Mi hai insegnato le basi, posso farcela!
>>
<< NO STEDE CAZZO NON PUOI! IL VENTO E' FORTE, RISCHI DI
FINIRE
CONTRO LE ROCCE, IL MARE SI STA AGITANDO E TU NON SEI ANCORA BRAVO!
>>
Si stava sgolando, sentiva la gola tagliata dalle urla di disperazione
che lanciava, gli faceva addirittura male, anche i ragazzi della ciurma
provarono a fermarlo ma non c'era niente che potessero dire utile a
fermare quel pazzo da quella follia.
<< Edward io posso farcela! >>
<< CERTO CHE PUOI AMORE, MA NON ORA! >>
<< TI PREGO STEDE. >>
Il pirata gentiluomo si tappò il naso, chiuse gli occhi e
cominciò la sua discesa.
<< NO! >>
Finì in acqua, l'impatto fu più forte del
previsto e
il salto lo portò molto in profondità,
più di
quanto si aspettava e così iniziò a sbracciarsi
per
risalire ma la pressione in quel punto era molto forte e più
si
muoveva più gli sembrava di finire sempre più in
basso,
era stato stupido? Sì, sicuramente e se ne rendeva
conto
proprio mentre le ultime gocce d'aria nei polmoni tenevano in vita il
suo corpo.
Edward...
Chiuse gli occhi.
Poi sentì qualcosa afferrargli il polso e d'istinto li
riaprì, vide una chioma grigia che fluttuava davanti a lui,
due
mani lo tirarono e lui preso dallo spavento aprì la bocca,
ma
invece di sentire l'acqua entrare percepì solo la morbidezza
di
un paio di labbra che conosceva bene.
Edward.
Lo stava baciando, anzi gli stava dando il suo fiato per tenerlo in
vita, Stede si aggrappò con tutte le sue forze a quel bacio
desiderando di non morire e di ricambiare lo scambio, si strinse alle
spalle di Barbanera che iniziò a muovere piedi e gambe per
trarre entrambi in salvo, per miracolo uscirono con la testa fuori
dall'acqua e presero lunghe boccate d'aria ma non erano ancora fuori
pericolo.
<< Aggrappati a me piccolo >> disse Edward
prendendo il
viso di Bonnet tra le mani, lui fece come gli era stato ordinato e
tentò di aiutarlo sbattendo i piedi, riuscirono ad arrivare
a
riva, Edward lasciò scivolare il biondo che finì
di
schiena sulla sabbia e lui gli si sdraiò accanto.
<< Ed >> mugugnò tossicchiando,
Barbanera si
tirò su a fatica, il corpo scosso dai tremiti e dalla paura
che
aveva avuto vedendo quell'idiota tuffarsi.
<< Sono qui >> rispose con voce roca
avvicinandosi, era
arrabbiato, voleva insultarlo ma Stede aveva il viso rigato
dalle
lacrime, si fiondò tra le sue braccia iniziando a
singhiozzare.
<< Mi dispiace, mi dispiace. >>
Le spalle di Barbanera si rilassarono, con una mano accarezzava la
schiena pallida del compagno mentre l'altra la faceva scorrere tra quel
groviglio di capelli dorati, era incredibile come il nervosismo gli
fosse già passato semplicemente tenendo tra le braccia quel
pazzo incosciente che amava tanto.
<< Shh. >>
<< Scusami i-io ti ho messo in pericolo >>
singhiozzò staccandosi e asciugandosi il viso bagnato,
Edward
gli prese il mento con le dita e si avvicinò fino a che le
loro
bocche non furono a un soffio di distanza.
<< Zitto e baciami Stede. >>
<< Ma tu dovresti essere furioso >>
piagnucolò,
l'altro gli prese il volto tra le mani accarezzandogli gli zigomi, gli
baciò una per una le palpebre, poi posò le labbra
sul naso e
infine sulla fronte, scostò un ciuffo biondo in modo da
avere
chiara la visuale di quel bel viso che amava da morire.
<< Non fare mai più una cosa simile pazzo
sconsiderato
>> lo rimproverò continuando a imprimere
piccoli e teneri
baci su quella pelle arrossata.
<< Perché lo hai fatto? >>
<< Io volevo...essere alla tua altezza >>
tirò su
col naso guardandolo con due occhioni che fecero girare la testa a
Barbanera.
<< Ma... >> sospirò.
<< Tu già lo sei... >> disse.
<< No. >>
<< Sì cazzo, non hai bisogno di...-
>> si interruppe.
<< Stai tremando. >>
Stede scosse la testa.
<< Hai le labbra viola, dobbiamo andarcene da qui
>> ma il
pirata biondo sembrava dell'idea contraria perché si
aggrappò alle braccia del fidanzato trascinandolo di nuovo
seduto.
<< Resta con me >> supplicò, in
quel momento la
ciurma li raggiunse con almeno un paio di asciugamani, Edward avvolse
Stede nel suo prima di asciugarsi lui stesso, poi gli
accarezzò
una guancia.
<< Se restiamo qui rischiamo di prenderci una brutta
febbre. >>
Una volta giunti nella loro cabina si fecero un bel bagno caldo e si
misero vestiti asciutti e puliti, Bonnet però era rimasto
tutto
il tempo in un profondo silenzio, si era infilato la vestaglia rossa e
rannicchiato sul letto, il suo fidanzato aveva rispettato la sua scelta
ma adesso ne aveva abbastanza intuendo dove stessero andando i pensieri
dell'altro, si accomodò vicino, sfiorò una ciocca
ribelle
con le dita.
<< Ehi... >>
<< Sono uno stupido >> mugugnò
Stede appoggiando la
testa sul petto caldo di Barbanera, gesto che fece sciogliere il suo
cuore ora non più triste e avvolto dall'oscurità.
<< Sì lo sei, ma non ti amerei così
tanto se tu non fossi così >> disse
baciandogli la nuca.
<< Anche io ho fatto cose avventate mettendo a rischio
molte vite. >>
Due occhi nocciola si puntarono su di lui.
<< Ma mai della persona che ami >>
piagnucolò.
Edward rimase qualche istante in silenzio, con la mano sfregava
delicatamente la spalla fasciata da quella vestaglia rossa piena di
disegni e ricami, era
rilassante ma la cosa che lo tranquillizzava di più era
avere il
corpo del suo fidanzato tra le braccia, non importava se triste e col
muso, ciò che contava era che fosse vivo, sospirò
pesantemente.
<< In realtà sì, ricordi io avrei
dovuto ucciderti. >>
<< Ma non è lo stesso Ed >>
abbassò le spalle in un respiro di sconforto.
<< Se avessi portato a termine il mio piano avrei passato
la vita
a odiarmi. Stede ascoltami bene tu per me non sei un peso, insegnarti a
combattere è stata una delle cose più divertenti
che
abbia mai fatto, per non parlare di tutto il resto, amo prendermi cura
di te, rendi la mia vita degna di essere vissuta e non credere che tu
non mi stia insegnando niente. >>
<< E che cosa ti starei insegnando a parte come cenare?
>>
domandò un po' irritato e frustrato più con se
stesso che
con il compagno.
<< Ad amare Stede, tu mi insegni ogni giorno cosa
significa
volere bene a qualcuno, mi mostri la tenerezza e la gentilezza con ogni
tuo gesto e questo vale molto di più che saper nuotare o
combattere con la spada. >>
Il pirata gentiluomo rimase molto sorpreso da quella frase, lo
guardò con gli occhi grandi e lucidi, le labbra dischiuse e
le
guance rosse, sentendo il cuore accelerare nella gabbia toracica,
forse poteva smetterla davvero di preoccuparsi, a Edward sembrava non
importare quanto goffo e imbranato fosse, aveva deciso di rimanere con
lui e questo doveva pur significare qualcosa.
<< Io ti piaccio davvero? >>
domandò corrugando
quelle sopracciglia sottili che formarono una rughetta sulla radice del
naso.
<< Altrimenti perché ti avrei baciato? Io sono
innamorato
di te, non capisco perché ti sembra così strano,
sei
fantastico, tu sei unico Stede mettitelo in testa, nessuno mai ha
catturato il mio interesse così tanto come hai fatto tu.
>>
Stede deglutì.
<< E' che sei così forte e coraggioso, conosci
tante cose,
hai visto il mondo con altri occhi e sai come funziona tutto questo. Io
rappresento solo un fardello per te, e se morissi a causa mia non me lo
perdonerei mai. >>
<< E tu ne sai tante altre, che importa se non sei forte
come me?
Sono sollevato che non conosci questo mondo fino in fondo,
perché finisce per cambiarti dentro ad un certo ponto, e io
non
voglio che accada, posso continuare ad insegnarti così
saprai
difenderti oppure possiamo dire addio a tutto e vivere una vita
tranquilla. >>
Bonnet lo fissò.
<< Lo faresti? >> domandò.
<< Andrei in qualunque luogo purché con te al
mio fianco. >>
Stede lo abbracciò rannicchiandosi contro di lui e infilando
il viso nell'incavo del suo collo.
<< Scusa se a volte sono così piagnucoloso.
>>
Edward gli posò un bacio tra i capelli trattenendo
lì le
labbra, respirò il suo profumo che in quel momento sapeva
molto
di lavanda.
<< Mi piace, è una scusa per consolarti.
>>
<< Sei bravo, mi sento già molto meglio
>> disse il
biondo arrampicandosi e stringendosi a lui come un koala, Ed
ridacchiò e alla fine si sdraiarono insieme scambiandosi
baci e
coccole fino a che la stanchezza non li prese facendoli addormentare.
Nei giorni seguenti ci furono molte altre lezioni di nuoto, che
continuarono di isola in isola ogni qual volta si fermavano da
qualche parte, Stede era migliorato moltissimo e il suo co-capitano gli
concesse il permesso di tuffarsi da uno scoglio non troppo alto, anzi
lo
fecero insieme tenendosi per mano, perché è
così
che avevano deciso di affrontare la vita.
L'acqua era azzurra e cristallina, una volta scesi in
profondità
aprirono gli occhi guardandosi, Stede con quei biondi capelli che
fluttuavano come preziose alghe nuotò verso il fidanzato,
gli
prese il viso tra le mani e si scambiarono un bacio bagnato e salato,
tra quel blu che li circondava, le mani che si muovevano creavano
piccole bollicine che salivano verso l'alto e alcuni pesci si
soffermarono qualche secondo accanto a loro per poi schizzare via.
Era bello e particolare baciarsi in quel modo, con la pressione marina
che ti faceva fluttuare come se fossi nel cielo, Bonnet ci aveva preso
gusto e tutte le volte che si tuffavano finiva per divorare quelle
labbra di cui non era mai sazio, quando risalirono si guardarono negli
occhi, erano arrossati per via del sale ma non meno belli, Edward
nuotò verso di lui accarezzandogli poi i capelli e
sorridendo.
<< Sei diventato proprio un pesciolino, finirà
che l'allievo supererà il maestro. >>
Stede lo guardò soffocando una risatina.
<< Qual è il mio premio? >>
soffiò a pochi centimetri dal viso dell'altro.
<< Mmm fammici pensare, potremmo nasconderci in quella
grotta e
darci dentro >> rispose Barbanera divertendosi a guardare
il viso
del fidanzato cambiare colore, gli lanciò un'occhiata
peccaminosa e si avviò verso riva, a quel punto Stede
capì che non scherzava affatto e così si
affrettò
a raggiungerlo, l'altro lo aiutò a tirarsi in piedi poi
senza
preavviso lo prese in braccio, il biondo lanciò un gridolino
sorpreso aggrappandosi al suo collo.
<< Che fai? >> domandò
arrossendo.
<< Ti porto in salvo dal terribile kraken
>> scherzò Edward sollevandolo meglio per
aggiustare la posizione.
<< Ma non c'è nessun kraken, non
c'è vero? >> chiese Bonnet allungando il collo
verso il mare.
<< No piccolo, semplicemente mi stuzzicava l'idea di
portarti in
braccio, è così che fanno i mariti con le mogli
giusto?
>> domandò mentre si incamminava verso la
grotta.
<< Sì ma noi non siamo sposati
>> disse Stede stringendosi a lui.
<< A questo c'è rimedio >>
spiegò Barbanera
fermandosi all'ingresso, il suo fidanzato lo guardò confuso.
<< C'è un'altra cosa che devi sapere sui
pirati >> aggiunse Edward assottigliando lo sguardo come
un gatto.
<< Pronto? >> domandò poi, Stede
sorrise e annuì.
<< Con te sempre >> rispose ed Edward mosse
il primo passo
verso l'interno di quella profonda grotta dove rimasero per tutta la
notte, solo le pareti rocciose di quel luogo seppero cosa accadde
realmente ma l'indomani, quando ne uscirono, entrambi avevano un
sorriso raggiante stampato sulla faccia, gli occhi lucidi ed erano
più innamorati di prima.
E così quel bambino solo e triste che non sapeva nuotare non
solo imparò, ma conobbe anche l'amore della sua vita che lo
riempì di talmente tanta felicità e gioia da
cancellare
le cose brutte del passato, non esistevano più,
ciò che
contava era solo quel pirata che lo aveva salvato in un milione di modi
diversi e avrebbe continuato a farlo per sempre.
Fine
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Capitolo 2 *** Nei miei sogni ora sei ***
Nei miei
sogni ora sei
" In piedi su quel molo maledetto
ad
aspettarlo con il cuore gonfio di speranza, un rumore alle sue spalle,
si voltava e lo vedeva allontanarsi su quella piccola imbarcazione che
aveva rubato per loro due, lo chiamava a gran voce ma non c'era mai
niente da fare, Stede remava lontano da lui, a volte sollevando lo
sguardo sprezzante nella sua direzione e si allontanava sempre di
più fino a diventare un puntino invisibile, a niente
servivano
le sue urla che lo supplicavano di rimanere e dargli quella
possibilità che fino a poche ore prima era sembrata
così
reale."
Ogni notte da quel giorno faceva sempre lo stesso terribile incubo, la
sua mente non gli dava mai tregua riportandogli a galla quel tremendo
dolore che di giorno tentava di soffocare con alcol e cattiveria
sperando così di convincere se stesso di aver dimenticato
chi
era quel biondo che gli aveva strappato via il cuore dal petto e
ricordato chi era lui veramente.
Ma non c'era verso di ingannare il suo cervello, e così nel
mondo onirico si presentavano situazioni diverse con un'unica costante,
Stede se ne andava ogni volta o lo tradiva, spesso lo pugnalava al
cuore con un coltello dorato e lui si svegliava urlando per la
disperazione, allungava il braccio in uno stupido desiderio di trovare
qualcuno che lo abbracciasse ma rimaneva deluso, non importava dove si
addormentasse, il lato accanto a sé era freddo e vuoto.
Non c'era mai nessuno ad asciugare le lacrime che prendevano a
scendergli copiose, si rannicchiava e singhiozzava tutto il suo dolore
sentendo il petto stringersi in una morsa soffocante, si odiava in quei
momenti e odiava Stede il cui viso in quegli incubi era stato
sostituito
da una macchia scura, nemmeno lì gli era concesso vederlo,
era
troppo prezioso per uno come lui, una volta aveva pianto
così
tanto che le lacrime avevano formato una piccola pozzanghera sul
pavimento e lui l'aveva asciugata via con la manica della vestaglia
rossa che indossava solo di notte, quando nessuno poteva scoprire
quanto ancora fosse fragile.
E quella notte non era diversa, si era addormentato sfinito dopo aver
combattuto a lungo, aveva fatto un bagno insaponandosi con l'unica
stupida saponetta alla lavanda che era rimasta, si era asciugato
avvolgendosi poi in quel tessuto che amava tanto indossare in segreto e
il sonno lo aveva preso da subito, ma la stanchezza non era sufficiente
ad impedire a quelle immagini terribili di presentarsi, questa volta
Stede camminava verso di lui su quel piccolo ponte di legno, si fermava
ma prima che potesse dire qualcosa uno sparo glielo portava via
facendolo stramazzare ai suoi piedi, ed ecco che Edward si tirava su a
sedere, squarciando il buio con un grido di terrore, gli occhi sgranati
con già le lacrime pronte ad uscire e una mano che gli
artigliava il petto nel vano tentativo di calmare il cuore che batteva
all'impazzata, respirava a fatica preso dal panico di essere solo, ma
questa volta...
Questa volta un fruscio accanto a lui, una mano delicata che si posava
dietro alla sua schiena e un'altra che gli spostava una ciocca di
capelli
dal viso, quel profumo che ormai da sere era diventato famigliare, una
costante dei suoi risvegli e quella voce gentile che lo riportava
dolcemente alla realtà.
<< Ed? >>
<< Un altro incubo tesoro? >>
domandò scostandogli i capelli dietro l'orecchio e cercando
il suo viso.
Edward annuì solamente con gli occhi ancora puntati verso
l'ignoto, come se ancora non credesse di averlo lì accanto e
temesse di voltarsi per paura di trovare quel vuoto che lo aveva
soffocato per mesi interi, le lacrime scendevano senza tregua, Stede
come ogni sera gli accarezzò la guancia asciugandole via,
facendo attenzione a non fare movimenti bruschi, la prima volta che era
successo si era beccato un pugno ed era finito giù dal letto.
Per questo aveva imparato ad andare piano, il suo Edward era ancora
molto scosso, il fatto che lui fosse tornato ormai da più di
due
mesi non significava che il trauma che gli aveva lasciato sarebbe
sparito con il perdono e la loro appena cominciata relazione, al pirata
biondo si spezzava il cuore ogni volta che la serenità del
suo
compagno veniva spezzata così, c'erano giorni in cui
sembrava
vicino a guarire ma alla notte i mostri tornavano, lui c'era e ci
sarebbe stato sempre, lo aveva promesso.
<< Sono qui piccolo, puoi voltarti. >>
<< No >> mugugnò Barbanera
stringendo gli occhi e
afferrandosi i capelli, allora Stede appoggiò la testa su
quella
spalla grande e forte che tremava, con l'indice seguiva i contorni
della vestaglia fino ad arrivare alla mano tatuata, tracciava dei
piccoli segni sentendola rilassarsi e poi tornava verso l'alto, nel
mentre con la voce lo guidava tentando di riportarlo indietro da lui,
cantandogli una piccola canzone inventata sul momento, che era
diventata presto la loro canzone.
<< Segui quella stella e non scordarti mai...
>>
<< Che nel cielo brillerà per te...
>>
<< Segui quella stella e ricordati che... >>
<< Ci sarò sempre io accanto a...
>>
Edward si morse le labbra, Stede lo scosse appena sorridendo.
<< A... >> ripeté.
<< Te >> gemette Ed mandando giù
l'ultimo singhiozzo, il pirata biondo sorrise spostandosi di fronte a
lui, gli prese i polsi scostandoli appena, voleva vedere il suo viso e
lo trovò, un paio di occhi scuri e lucidi lo cercarono
trovando
quelli nocciola, proprio come diceva la canzone.
<< Accanto a te. Bravo Ed ce l'hai fatta visto?
>>
L'altro deglutì poi si fiondò tra le sue braccia
stringendolo e singhiozzando, Stede lo strinse a sua volta
accogliendolo in un abbraccio pieno di calore, sapeva quanto quei mesi
di solitudine lo avessero distrutto, Edward si era aperto con lui poco
alla volta, raccontandogli degli incubi e della solitudine che provava
ogni volta quando si svegliava in una stanza fredda e vuota, lui gli
aveva promesso che mai più sarebbe andata così.
Ogni sera accendeva il camino assicurandosi che la stanza fosse calda
prima che il suo fidanzato entrasse, gli preparava un bagno caldo che a
volte condividevano, mentre altre si prendeva cura di lui lavandolo e
asciugandolo per bene, Barbanera col passare del tempo aveva tentato di
dirgli che non c'era bisogno di tutta quella preoccupazione credendo lo
facesse solo per l'enorme senso di colpa che sentiva, invece Stede ogni
volta gli diceva che gli faceva piacere prendersi cura di lui e allora
lo lasciava fare, godendosi quei momenti fatti di tocchi delicati e
gentili.
<< Ti stancherai prima o poi di svegliarti nel cuore
della notte per colpa mia. >>
Stede scosse la testa accarezzandolo dolcemente sul viso, gli
baciò la fronte asciugando le ultime righe di lacrime che
gli
bagnavano le guance.
<< L'unica cosa che voglio è che tu stia bene,
non mi
importa se dovrò svegliarmi ogni notte. Vorrei sapere come
aiutarti perché mi si spezza il cuore vederti
così
spaventato, ma ti prego di non pensare che mi pesi, io ti amo Ed e ci
sarò ogni minuto di ogni secondo fino a che non mi manderai
al
diavolo quando non mi sopporterai più >>
ridacchiò
appoggiando la fronte su quella del compagno, anche lui sorrise appena
e sospirò.
<< Resta >> disse solo, con la voce
talmente sottile e
difficile anche da udire, come se fosse una preghiera silenziosa che
andava sussurrata per non perderne l'effetto, Stede lo riprese tra le
braccia appoggiando la guancia sulla sua tesa e chiudendo gli occhi.
<< Te lo prometto, sarò sempre accanto a te.
>>
<< Ogni volta che ti volterai è lì
che mi troverai amore. >>
Quella era la promessa che gli faceva ogni notte dopo che le lacrime
erano state spente e l'animo in subbuglio di Barbanera si era calmato,
poi si addormentavano stretti l'uno all'altro, solitamente era il
biondo a stringerlo a sé, come se fosse un cucciolo da
proteggere e non un uomo adulto, inoltre si erano detti che tutte le
volte che Stede aveva bisogno di alzarsi durante la notte lo avrebbe
svegliato avvisandolo del suo spostamento.
Al giorno era più facile gestire la lontananza del
fidanzato,
anche se il senso di costrizione al petto lo prendeva comunque se non
lo rivedeva nel giro di mezz'ora, ma riusciva in qualche modo a
distrarsi e dare fiducia alle parole che l'altro gli rivolgeva in
continuazione, la notte invece ancora era troppo dura da
affrontare da solo, troppi i fantasmi che lo tormentavano e nulla a cui
aggrapparsi se si svegliava in un letto vuoto, aveva provato a farsi
forza anche in quella situazione ma gli ci voleva solo più
tempo.
Stede era bravo e paziente, tutte le volte che capitava di doversi
alzare, anche se gli si stringeva il cuore gli accarezzava dolcemente i
capelli, poi il viso e lo chiamava fino a che quei grandi occhioni
scuri non si puntavano su di lui, quella notte però era
stata preceduta da una giornata terribilmente faticosa.
Una ciurma di pirati assetati di sangue li aveva attaccati, avevano
rischiato di perdere uomini e ferirsi tutti gravemente, ci era mancato
poco che Stede non finisse con una pallottola nel cuore ed Edward dopo
che erano riusciti a vincere era caduto nel panico, era rimasto tutta
la giornata con i nervi tesi e nemmeno il bagno caldo lo aveva aiutato
a calmarsi, era riuscito a prendere sonno per miracolo e anche il
biondo era crollato poco dopo.
Mentre dormivano un suono fece aprire gli occhi nocciola che vagarono
nell'oscurità alla ricerca del potenziale pericolo, una
volta
accertato che non c'era nulla da temere si tranquillizzò ma
si accorse
di avere una gran sete, si alzò accendendo la candela e si
avvicinò al giaciglio dove Edward si era rannicchiato
tirando a
sé tutte le coperte, aveva le sopracciglia corrugate ma
sembrava
starsi godendo quel sonno che con fatica aveva raggiunto.
Gli si strinse il cuore all'idea di chiamarlo, credendo che la veglia
avrebbe riportato quelle ansie del giorno impedendogli di
riaddormentarsi, e Barbanera anche se non voleva ammetterlo aveva un
disperato bisogno di dormire come si deve, così decise di
sbrigarsi, uscì silenziosamente dalla stanza dirigendosi
verso
la cucina, nemmeno avesse l'istinto di un gatto Edward si
svegliò, allungò la mano come sempre faceva e
trovò il lato del letto vuoto, panico.
Iniziò a tremare come una foglia sedendosi sul materasso e
accartocciandosi su se stesso, possibile che tutti quei giorni fossero
stati solo una finzione partorita dalla sua mente distrutta dall'alcol
e dal dolore? Sembrava così vero, lui sembrava reale quando
lo
consolava, i baci, le carezze, il suo profumo, prese il cuscino e
ispirò a pieni polmoni, gli sembrava di sentirlo ma forse se
lo
stava solo immaginando, cacciò un urlo di totale
frustrazione lanciando il cuscino verso la porta.
In quel momento entrò il pirata gentiluomo che con
chissà
quali riflessi riuscì a schivare il proiettile morbido
evitando
anche che finisse sulla fiamma accesa.
Edward lo fissò ad occhi sgranati, con le lacrime agli
angoli e il respiro affannoso.
<< Ed! >> squittì il biondo
posando la candela su un tavolino lì vicino.
<< Dove diavolo sei stato Stede!? >>
gridò balzando
in piedi e raggiungendolo in pochi passi, i pugni chiusi e stretti, e
il volto digrignato in una smorfia di rabbia e dolore, Stede si
sentì morire dentro, aveva lasciato che accadesse, si
pentì subito di non averlo svegliato ma ormai era troppo
tardi.
<< Sono solo andato a prendere un bicchiere d'acqua
>> rispose scusandosi con lo sguardo.
<< Dormivi così bene e io non...-
>>
<< Lo avevi promesso Stede! >>
<< Cazzo me lo avevi promesso >>
piagnucolò
abbassando il viso con le lacrime che lo rigavano, il suo fidanzato
allungò il braccio per sfiorarlo ma Barbanera lo respinse
con un
gesto della mano.
<< Edward... >>
<< Ti avevo chiesto una cosa sola >>
singhiozzò.
<< Una cazzo di cosa e tu nemmeno quella sei riuscito a
fare! >>
<< Lo faccio ogni notte Ed >> rispose con
voce pacata,
crogiolarsi nel senso di colpa non faceva bene né a lui
né al suo fidanzato, doveva imparare a reagire altrimenti
sarebbero rimasti imbrogliati in quella matassa di autocommiserazione
che li avrebbe portati soltanto a distruggersi.
<< Ma non questa! >> strillò
Barbanera sollevando il
volto, immaginò che l'altro si sarebbe ritratto ma
ciò
non accadde, Stede non aveva paura di lui.
<< Lo so e mi dispiace che tu ti sia svegliato non
trovandomi, ma se...- >>
<< NON VOGLIO ASCOLTARTI! >>
<< Scuse, scuse le tue sono sempre cazzo di scuse come se
fossero sufficienti a...- >>
Stede stufo di quelle grida e recriminazioni lo prese per i polsi
spingendolo contro la parete e fissandolo dritto negli occhi, non c'era
rabbia nei suoi, mentre in quelli di Edward c'era una tacita domanda,
un pizzico di dolore e tanta confusione.
<< Adesso basta Edward! Ho subito le tue urla in silenzio
per
gran parte del tempo da quando sono tornato, ho accettato tutti gli
insulti che mi rivolgevi, i duelli che non finivano mai senza battere
ciglio, e poi quando mi hai perdonato ti ho fatto una promessa che ho
continuato a mantenere ogni giorno! Quindi mi dispiace di averti
lasciato solo per cinque minuti una notte su mille, e se vuoi ti chiedo
scusa per aver pensato a te, che avessi bisogno di riposo!
>>
<< Lasciami >> ringhiò Barbanera.
Poi abbassò il capo.
<< Stede ti prego lasciami >> e il biondo
gli liberò
i polsi e si allontanò di qualche centimetro, gli
posò
una mano sulla guancia.
<< Sono qui amore e adesso hai potuto vedere che alla
notte
funziona come di giorno, se mi allontano poi torno, tornerò
sempre da te. Te l'ho detto l'affronteremo insieme ma dobbiamo farlo,
non sai come sto in agitazione quando ti sono lontano e mi preoccupo
che tu possa andare in crisi, non riesco a concentrarmi totalmente e
questo finirà per metterci in pericolo entrambi,
perché
anche tu non sei sereno quando sono da un'altra parte. >>
<< E se dovesse accaderti qualcosa perché sei
distratto
sappi che ti resuscito e poi ti ammazzo con le mie mani
>> sulle
labbra aveva un lieve risolino che contagiò anche Edward,
alzò il viso puntando i suoi occhi profondamente scuri in
quelli
nocciola.
<< Stede tu non riusciresti ad uccidere nemmeno una mosca
>> borbottò avvicinandosi di qualche passo.
<< Chi ha parlato di omicidio? >>
domandò corrugando
le sopracciglia dorate, la sua espressione fece capire al suo fidanzato
a cosa si riferisse.
<< Cristo non puoi sempre cavartela così!
>>
brontolò andandosi a buttare sul letto, il lunghi capelli
sale e
pepe sparsi sul suo cuscino, Stede salì sul materasso
gattonando
verso di lui, si sdraiò al suo fianco appoggiandogli la mano
sulla pancia, Ed invece gli affondò le dita in quel
groviglio
biondo e morbido che amava tanto.
<< Mi spiace di aver urlato >> disse mentre
gli accarezzava la testa.
<< E a me di averti spinto contro il muro.
>>
<< Bè non mi hai proprio spinto, te l'ho
lasciato fare >> ribatté con le guance
arrossate.
<< Ma davvero? >> domandò Bonnet
salendogli in
grembo, Edward annuì giocando con il suo viso, fece scorrere
l'indice prima lungo il naso, poi tracciò il contorno delle
labbra spostandosi sulle guance fino a salire toccando la fronte e le
sopracciglia, era una cosa che lo rilassava moltissimo, come se volesse
imprimersi nella memoria il viso dell'uomo che amava in ogni modo
possibile, il biondo chiuse gli occhi godendosi quei tocchi leggeri che
però avevano l'effetto contrario, alimentavano il fuoco che
aveva dentro, infatti molte volte erano finiti a fare l'amore subito
dopo che Ed aveva concluso la sua esplorazione, quella notte
però fu diverso, perché entrambi avevano bisogno
d'altro.
Da quella volta Edward cominciò a dire sempre più
spesso
a Stede di non chiamarlo se si alzava per bere o andare in bagno,
c'erano state volte in cui si era svegliato e non trovandolo aveva
sentito salirgli il panico ma fidandosi sempre di più del
suo
fidanzato aveva trovato un modo meno doloroso per attenderlo, si
abbracciava al suo cuscino e inspirava forte l'odore lasciato dall'uomo
di cui era innamorato, spesso quando il biondo rientrava in camera gli
saltava in braccio mentre altre volte riusciva ad aspettarlo sul
materasso.
Stede tornava sempre proprio come aveva promesso.
I giorni cominciarono a divenire mesi e presto passò un
anno, le
cose tra loro migliorarono decisamente e le ansie e timori diminuirono
a vista d'occhio, certo c'era qualche piccolo momento di crisi che
però erano diventati bravi a gestire, in quei
trecentosessantacinque giorni ne erano successe di cose, Olu e Jim si
erano sposati, Pete e Lucius avevano deciso di concedersi una meritata
vacanza rimanendo per un mesetto su un'isola ed era lì che
stava
andando la Revenge per riprenderli.
Franchie era riuscito ad accarezzare un gatto per strada, certo subito
dopo si era gettato in un fontana ma almeno ci aveva provato, Izzy che
dopo il ritorno di Stede aveva abbandonato la nave era tornato con
delle scuse borbottate e il desiderio di ricominciare da capo, e
così tutti quanti lasciati alle spalle i brutti momenti
poterono
finalmente godersi il viaggio in tranquillità, e
chissà
dopo aver recuperato i due piccioncini avrebbero potuto dirigersi
davvero in Cina o altrove, l'importante era farlo insieme, come una
famiglia.
Fine
|
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Capitolo 3 *** I think I'm in love ***
I
think I'm in love
Stede negli ultimi tempi era più strano del solito, sembrava
facesse di tutto per farlo impazzire con i suoi comportamenti assurdi,
tutto era cominciato dopo la sera di quella dannata festa su quella
nave di ricchi snob, e glielo aveva pure chiesto se fosse tutto a posto
ma l'altro ogni volta gli rispondeva agitando la manina e
trafiggendolo in pieno petto con un dei suoi sorrisi.
Era ovvio ci fosse qualcosa che non andava, il problema era che
sembrava essersene accorto solo lui, gli altri continuavano il loro
lavoro come se fosse tutto nella norma e non ci fosse un evidente
gigantesca balena sulla loro nave, certo, sicuramente erano abituati
alle stramberie e all'eccentricità del loro capitano ma qui
si
stava andando oltre ogni caratteristica personale.
Insomma come facevano a non vedere il modo in cui lo fissava per poi
distogliere lo sguardo, quando
leggeva le storie non aveva occhi che per lui e non era una
cosa
che lo metteva a disagio anzi, gli piaceva avere quelle due perle
nocciola tutte per sé, un tempo avrebbe trafitto chiunque
avesse
osato guardarlo un secondo di troppo ma con Stede era diverso, tutto
con quell'uomo rappresentava una novità della quale voleva
ubriacarsi.
Lo trascinava continuamente in passeggiate ed escursioni in mezzo a
quella dannata natura che lo pungeva e gli faceva prudere ogni parte
del corpo, quando capitava di tornare alla nave con qualche eritema o
rigonfiamento le mani delicate ed esperte del pirata gentiluomo erano
su di lui per prendersene cura, e ad Edward piaceva, dannazione se gli
piaceva, si sarebbe tuffato di faccia in un campo di ortiche se avesse
significato avere tutte quelle attenzioni.
Andavano da soli nella maggior parte dei casi e lui aveva iniziato a
sperare fosse per avere un po' di intimità, la prima volta
aveva
pensato lo avesse portato così lontano per baciarlo, la
terza
volta pure ma non accadeva mai come se Stede gli ruotasse intorno senza
mai trovare il coraggio di fermarsi, lui ci avrebbe pure provato a
prendere l'iniziativa se l'altro fosse rimasto fermo per più
di
cinque minuti, e poi forse non era ancora il momento giusto, non si era
creata quell'occasione perfetta e temeva che facendolo nel momento
sbagliato avrebbe potuto rovinare tutto.
Si era offerto di insegnargli a leggere e scrivere così
avrebbero potuto passare i momenti in cui il mare era in tempesta per
via di un temporale e non potevano stare fuori senza annoiarsi, lui
aveva accettato, non gli era mai importato molto di quelle
attività ma l'idea di passare il tempo con Stede
così
vicino, a pochi centimetri l'uno dall'altro lo stuzzicava, era tutto
bellissimo come se si trovassero in una di quelle fiabe romantiche
dalle atmosfere da sogno, solo che la realtà non sempre
corrispondeva a quelle belle fantasie.
C'erano giorni in cui l'umore del pirata biondo precipitava
visibilmente, si rattristava senza un motivo apparente o diventava
isterico e scostante, Izzy aveva preso a chiamarlo prima donna e in
quei casi cominciavano a battibeccare come due cagnetti inferociti, a
lui
il compito di separarli o tentare una tregua, solo che se patteggiava
per uno l'altro puntualmente si offendeva rimanendo chiuso in camera
senza rivolgergli la parola per tutto il giorno, viceversa quello per
cui non prendeva le difese si metteva a sbraitargli contro rifiutandosi
di
dargli una mano a gestire l'equipaggio.
Erano finiti spesso nei guai per quel motivo, ultimamente lui non aveva
molta voglia di occuparsi del suo lavoro, preferiva lasciare tutto
nelle mani del primo ufficiale prendendo decisioni solo nei momenti
più decisivi insieme al suo co-capitano, e se era vero che
Izzy
si comportava spesso da stronzo era vero anche che Stede non faceva
sempre le scelte migliori soprattutto quando era sotto stress.
Aveva perso il conto delle idiozie proposte da quel biondo sexy e
folle, da uno scivolo per entrare meglio in acqua e divertirsi a una
sauna, tutte le cose che gli passavano per quella testolina
riccioluta gliele proponeva come se fossero idee geniali e
lui
doveva dissuaderlo senza ferire i suoi sentimenti, come se fosse facile.
Poi c'era stata quella volta in cui voleva dipingere l'intera nave di
viola, ora era il turno degli animali e se aveva ceduto quando si erano
fatti fare quell'orribile ritratto adesso non ci sarebbe stato verso di
convincerlo a cambiare idea, il problema non era il quadro in
sé ma che
quel pittore dipingeva da schifo e lui somigliava più a un
uomo
pesce che a un essere umano, ma Stede era così contento che
non
se l'era sentita di smorzare il suo entusiasmo, però questa
volta non avrebbe ceduto.
<< Ti prego Ed. >>
<< No. >>
<< Eddai! >>
<< Ho detto di no e non cambierò opinione
>> borbottò rigirandosi nel divano dove era
sdraiato.
Il biondo sbuffò come se fosse un bambino capriccioso, aveva
le
guance arrossate e un ciuffo di capelli gli ricadeva in avanti sulla
fronte, era adorabile, per questo Edward si era voltato dall'altra
parte, sapeva che non avrebbe resistito a lungo a quel broncio
indispettito.
<< Guarda che sono anche io capitano di questa nave, e se
voglio
prendere un cane posso farlo, è mio diritto! >>
<< Eh no! >> sbottò Barbanera
alzandosi e raggiungendolo.
<< Ricordi quando hai pensato fosse una buona idea far
costruire una catapulta? >>
Stede annuì spostando lo sguardo.
<< Che cosa è successo? >>
domandò il pirata vestito di pelle.
<< Siamo quasi affondati >> rispose l'altro
sommessamente.
<< E? >>
<< Roach si è fatto male >> di
nuovo la vocina del biondo.
<< E poi? >>
<< Va bene Edward ho capito era una stupida idea
>> disse, poi continuò.
<< Ma qui non si tratta di qualcosa di pericoloso!
>>
Barbanera respirò profondamente facendo appello a tutta la
poca
pazienza che aveva, conscio che un'altra persona sarebbe già
finita all'inferno, ma non Stede, con lui ci avrebbe discusso anche per
giorni interi.
<< I cani mordono >> tentò.
<< Prendiamo un gatto allora. >>
<< Oh sì certo adesso le cose cambiano
>>
sbottò ironicamente Edward ma l'altro non colse il tono di
voce
derisorio e si illuminò come se fosse una meravigliosa
stellina
nel cielo che spicca nel blu infinito.
<< Davvero!? Ho visto che c'è una signora...-
>>
<< Stede scherzavo! >> lo interruppe.
<< Ti pare che ci prendiamo un dannato gatto?
>>
<< Vale la stessa cosa per tutti gli animali, mordono,
hanno le pulci e portano malattie! >>
<< Quindi la tua risposta rimane no? >>
domandò il
pirata gentiluomo incrociando le braccia e corrugando le sopracciglia.
<< Sì, niente animali sulla nave
>> intensificò la frase con un gesto secco
delle mani.
<< Peccato che già ci siano, ancora prima che
arrivassi tu >> disse Stede guardandosi le unghie.
<< Parli delle galline? >>
Stede annuì facendo ciondolare il ciuffo dorato.
<< Allora c'erano, non ci sono più
>> rispose Edward.
<< Cosa!? >> gridò l'altro
guardandolo sgomento
<< Che cosa gli hai fatto!? >>
<< Calmati non le ho uccise, solo lasciate andare
>>
spiegò ma questo non sembrava calmare quel piccolo vulcano
di
energia che era Stede Bonnet.
<< Ma ci davano le uova fresche! >>
<< Vorrà dire che le compreremo le dannate
uova, come se fino ad ora non lo avessimo fatto! >>
Il viso del biondo era più indignato che mai.
<< Quando lo hai fatto? >>
<< Da un po' >> rispose placido Barbanera.
<< Perché io non ne sapevo niente?
>>
<< Ho chiesto di non dirtelo sapendo avresti dato di
matto, senti Stede...- >>
<< Stede un corno, io mi prenderò un cane e
rivoglio anche
le mie galline! >> sbottò spostandosi e
facendo fluttuare
quella bella vestaglia dorata, non dovrebbe trovarlo così
affascinante anche mentre litigavano si disse Edward.
<< Gli animali su una nave soffrono! >>
<< Oh sì adesso fingi che ti importi? Ma non
credo fossi
così dispiaciuto quando hai deciso di mollare
chissà dove
i miei poveri pennuti. Se io adesso prendessi Izzy e lo buttassi fuori
dalla nave che faresti? >>
Barbanera sollevò un sopracciglio.
<< Che c'entra Izzy adesso? >>
<< Niente era un esempio... >>
<< E poi io mica le ho spinte fuori dalla...-
>>
<< Ho detto che era un esempio! >>
<< Ora se non ti dispiace vorrei rimanere solo
>>
mormorò voltandosi di spalle a braccia incrociate, un passo
avanti e due indietro, come se stessero ballando un valzer di cui
Edward non conosceva le mosse, ecco com'era il loro rapporto
ultimamente, si alternavano momenti dolci dove sembravano uniti
più che mai mentre si mangiavano con gli occhi a giorni in
cui
non facevano altro che bisticciare, certo poi facevano sempre pace e
tutto tornava come prima ma questo tira e molla stava diventando
sfiancante.
<< Anzi sai una cosa, me ne vado a fare una passeggiata!
>>
e se ne uscì con la schiena dritta e il viso puntato verso
l'alto, Edward si buttò sul divano con un gemito frustrato,
come
doveva fare con quel benedetto ragazzo, sperava vivamente che non
facesse ritorno dal paesino con qualche creatura pulciosa pronta a
riempire di pelo l'intera nave, gemette ancora sfregandosi la faccia
con una mano, possibile che non gli venisse nessuna buona idea, dopo
poco a mettere fine ai suoi tormenti fu Lucius entrando in
cabina.
<< Stede? >>
<< Oh Edward ci sei tu. >>
<< Bene perché siamo a zero con le provviste.
>>
<< Per questo siamo attraccati qui >>
rispose Barbanera con
ovvietà, non prestandogli nemmeno troppa attenzione.
<< Sì bè, ci siamo appena accorti
che abbiamo bisogno di rifornimenti anche per i cannoni.
A quel punto il capitano lo guardò alzandosi e andando verso
di lui.
<< Come diavolo è possibile? Non abbiamo
praticamente sparato a nessuno. >>
Lucius abbassò lo sguardo tentando di tergiversare.
<< Ragazzo parla. >>
<< Potrebbe darsi e dico potrebbe, che qualcuno si sia
liberato
delle nostre munizioni per fare spazio a molti altri barattoli di
confettura e miele piuttosto pregiato. Non si può dire che
sia
cattivo, l'ho assaggiato e...- >>
<< Lucius! >>
<< Oh sì giusto, comunque i fatti sono questi.
>>
<< E' stato Stede? >> l'aveva posta come
una domanda ma non lo era affatto.
<< Io non l'ho detto >> si difese il
giovane.
<< Bè è abbastanza chiaro
>> disse Edward
alzando e abbassando le braccia, ma non aveva la forza di arrabbiarsi
anche per questo, in realtà le pazzie del biondo le aveva
sempre
trovate affascinanti, solo che si era reso conto che alcune volte li
mettevano seriamente in pericolo, come quando erano stati attaccati e
non avevano la polvere da sparo.
<< Comunque in ogni caso prenderemo anche quelle
>> aggiunse, Lucius stava per congedarsi ma venne
trattenuto.
<< Uhm ragazzo. >>
<< Sì? >>
<< Hai un momento? Dovrei parlarti di una cosa.
>>
Il giovane rimase stranito da quella richiesta, sollevò le
sopracciglia corrugandole verso la radice del naso e annuì
nuovamente.
<< Certo >> rispose.
<< Si tratta di Stede. >>
<< Io mi chiedevo se anche tu lo vedessi strano in
quest'ultimo periodo. >>
<< Più del solito? >>
domandò Lucius
mettendosi le mani sui fianchi, Barbanera non poteva certo dargli
troppo torto per quella domanda.
<< Già...E' solo che non so come avvicinarmi a
lui. >>
Edward si grattò la barba poi continuò.
<< Con tutte queste idee che gli vengono in
continuazione, poi un
giorno è felice, l'altro triste e se gli dico no per
qualcosa
finisce per prendersela e andarsene. Le volte che provo a parlargli
della situazione lui dice che...- >>
<< Bacialo. >>
Barbanera si ammutolì sbattendo le palpebre.
<< Cosa? >> domandò.
<< Bacialo Edward, prendilo per quei graziosi vestitini
che
indossa e togligli l'aria dai polmoni. Sono mesi che aspetta tu lo
faccia, e a dire il vero tutti noi ci aspettavamo ti saresti deciso
molto prima, per la cronaca mi hai fatto anche perdere una scommessa ma
comunque ti perdono, comprendo non sia facile prendere l'iniziativa.
Credimi però che se non lo fai tu lui certo non si
sognerà mai di farlo, piuttosto si castiga reprimendo i suoi
sentimenti, preferendo la punizione al ricevere un no come risposta,
quindi capitano hai la benedizione di tutti su questa nave, metti fine
alla tortura di quel pover uomo e anche alla tua e bacialo.
>>
Edward aveva ascoltato tutte quelle parole a bocca spalancata, non si
aspettava certo che quel giovane e a detta sua tutta la ciurma
conoscessero quello che fino a poco tempo prima anche per lui era un
segreto, aveva iniziato a provare dei sentimenti per Bonnet da un po'
ormai ma ci aveva messo del tempo per capirli lui stesso e non gli
sembrava di essere così trasparente.
<< Io... >>
<< Non cercare di negarlo >> lo
rimproverò bonariamente lo scriba.
<< Stavo solo dicendo che non posso fare quello che mi
dici, si
spaventerebbe e se non volesse più avere a che fare con me
poi?
E comunque non puoi avere la certezza che anche Stede...Che anche lui,
bè hai capito. >>
Lucius sollevò le sopracciglia.
<< Fidati Ed, sono un esperto in queste cose, capisco
tutti i segnali. >>
<< Ma se ti spaventa così tanto baciarlo prova
con qualcosa di più semplice. >>
<< Tipo? >> domandò il capitano.
<< Una cena fuori, qualcosa di romantico...
>>
<< Fate una passeggiata, lo prendi per mano e...-
>>
<< Io non le so fare queste cose >>
ribatté Barbanera stizzito.
<< Ascolta, Stede apprezzerà qualsiasi cosa
farai,
è un uomo di cuore, lui non farà mai nulla per
primo
perché si sente inferiore a te. Non lo hai visto piangere
quando
te ne sei andato con quell'idiota di Calico Jack, tu gli piaci, come ti
avevo già detto. >>
Il capitano rimase in silenzio qualche secondo con il cuore che gli
batteva forte.
<< Ha davvero pianto? >>
Lucius annuì.
<< Ma non dire che te l'ho detto. >>
<< Io potrei dire la stessa cosa, come fa uno come
lui...- >>
Lo scriba sapeva già dove voleva andare a parare il grande
Barbanera e lo fermò subito.
<< Vuoi o no che Stede si apra con te? >>
<< S-Sì >> rispose.
<< Allora buttati, se non funziona potrai pugnalarmi
>>
disse sicuro facendo ridacchiare il capitano, che poi gli
lanciò
uno sguardo serio e pericoloso che fece tremare le viscere del giovane.
<< Lo farò >> rispose
accigliandosi, Lucius deglutì e una volta da solo
pregò che il suo biondo
capitano non facesse lo sciocco negando i suoi sentimenti, sarebbe
stato troppo pericoloso per lui rimanere sulla nave a quel punto.
...
Quando il pirata gentiluomo
tornò
sulla Revenge si sentiva ancora molto ferito dalla discussione avuta
con Edward, non si sentiva capito e non comprendeva perché
fosse
così contrario, un cucciolo avrebbe rallegrato l'umore della
ciurma e se ne sarebbe occupato lui, il suo co-capitano non avrebbe
dovuto muovere un dito, forse però il problema non era la
bestiolina in sé ma il fatto che non riuscisse a trovare il
modo
di avvicinarsi a quell'uomo grande e potente, il problema erano i suoi
sentimenti e il suo stupido cuore che aveva iniziato a battere in
maniera diversa e totalmente incontrollata.
Il suoi pensieri vennero interrotti proprio dal soggetto da cui erano
dominati, che non vedendolo voltarsi capì che il suo umore
era
ancora quello di quando se ne era andato, prese un profondo respiro e
si avvicinò, o adesso o mai più.
<< Stede. >>
<< Cosa vuoi? >> domandò
incrociando le braccia e
stringendole a sé, non capiva perché gli stesse
venendo
da piangere, ma non era una sensazione di tristezza anzi tutt'altro,
sentiva come se qualcosa volesse a tutti i costi uscirgli dal petto
solo che non riusciva a dargli un nome.
<< Sei ancora arrabbiato? >>
<< Sì >> rispose mordendosi le
labbra.
Edward rilassò le spalle.
<< Ti va di cenare con me? >> gli chiese
con il cuore in gola, enormemente spaventato da un possibile rifiuto.
Stede rimase qualche istante in silenzio poi si girò appena.
<< Cenare? >>
L'altro annuì spiegando poi.
<< E' più un pic-nic a dire il vero.
>>
<< Lo so si fanno di giorno ma... >>
A quel punto il biondo si era voltato del tutto.
<< Sì voglio cenare con te >>
rispose senza lasciargli finire la frase.
Il viso di Barbanera si illuminò di gioia.
<< Davvero? >>
<< Fantastico, allora possiamo andare adesso.
>>
<< Ma non dovremmo chiedere agli altri di prepararci
qualcosa?
>> domandò giustamente Bonnet che stava
già
sentendo la rabbia scivolare via, era emozionato, sì lui ed
Edward avevano condiviso molti pranzi e cene ma non erano mai andati
fuori, certo in cabina quando mangiavano erano solo loro due ma
comunque la ciurma c'era sulla nave, mentre ora sarebbero stati soli,
arrossì al pensiero.
<< No è già tutto pronto.
>>
<< Non sapevo se mi avresti detto sì.
>>
<< Ma ho pensato di far preparare tutto nel caso lo
avresti fatto. >>
<< Così non dobbiamo perdere altro tempo.
>>
Spiegò Edward senza quasi una pausa tra una frase e l'altra,
stava cominciando a essere nervoso, un conto era pensare di uscire con
l'uomo di cui era innamorato, diverso era farlo davvero, Stede sorrise
rischiando di farlo morire di crepacuore per quanto era bello e dolce,
ora che ci pensava era un po' di tempo che non vedeva quel tipo di
sorriso, aveva capito in fretta che dietro quello stiramento di labbra
c'era qualcosa di particolare e non era come i soliti che gli
rivolgeva, ci aveva sempre letto di più ma ne aveva anche
dannatamente paura perché non sapeva se quel di
più
rappresentava ciò che lui sperava.
<< Andiamo allora >> disse il pirata
gentiluomo con una vibrazione particolare nella voce.
Uscirono fuori e mentre stavano per scendere dalla nave Barbanera si
voltò vedendo Lucius che alzava i pollici verso l'alto e gli
faceva l'occhiolino, lui deglutì facendo un lieve sorrisino
nervoso, prese un bel respiro e seguì il suo co-capitano
sulla
piccola scialuppa che li avrebbe portati nel luogo che aveva scelto, il
viaggio fu breve e relativamente silenzioso, si scambiavano sguardi
ricchi di parole e questo bastava, era una cosa nuova per entrambi e
non sapevano come gestirla.
Quando arrivarono Stede non poté credere ai suoi occhi,
c'era
una piccola collinetta con accanto un bosco e dall'altro lato un gruppo
di scogli e il mare che gli scrosciava contro, sull'erba era stata
posata una bella tovaglia viola, contornata di fiori
colorati e
candele accese, alcuni cestini erano appoggiati lì di fianco
pronti per essere aperti, i membri della ciurma che avevano preparato
tutto e rimasti ad attendere il loro arrivo li salutarono con un cenno
e se ne andarono lasciandoli soli.
<< Ed...tutto questo è incantevole
>> disse
guardando quello spettacolo che gli stava davanti, gli occhi
luccicavano, si voltò a guardare l'amico che non
riuscì a
non pensare a quanto fossero meravigliosamente stupendi, sorrise
sentendo le guance che gli pizzicavano e un tepore al petto.
<< Ti piace sul serio? >>
<< Sì >> rispose annuendo, si
morse le labbra
trattenendo quell'emozione così forte che gli faceva venire
voglia di abbracciarlo e non lasciarlo più andare.
<< Allora sediamoci...Vieni >> disse lui
accompagnandolo a sedersi.
La tovaglia in realtà era un'enorme coperta sottile dove al
centro era stata formata una lettera con i petali dei fiori.
<< E questa? >> domandò Bonnet
indicandola, quando Barbanera la vide imprecò a denti
stretti.
<< Cazzo...Doveva essere una esse, avevo dato indicazioni
precise dannazione! >>
Stede ridacchiò intenerito e sorpreso da quel gesto
così tenero.
<< Gliel'avevo anche fatta vedere e Lucius aveva
approvato, dovevano solo seguire quelle >>
sbuffò.
<< Non preoccuparti, Ztede come nome non è
male. >>
Edward sollevò un sopracciglio irritato.
<< E' orribile, scordati che ti chiamerò
così. >>
<< Lo apprezzo tanto Ed, davvero >> disse
poi addolcendo lo sguardo e sorridendo.
<< Mangiamo? >> domandò l'altro
prima che gli
venisse un colpo, non sapeva se sarebbe riuscito a reggere un'intera
serata senza baciarlo, tecnicamente era lì per quello,
però il ragazzo aveva detto che per iniziare andava bene
anche
solo una serata romantica, si grattò la testa nervosamente,
incapace di riflettere.
<< Edward sembra stiano per fumarti le orecchie.
>>
Quello sbatté le palpebre fissando l'uomo che gli stava di
fronte.
<< Sembri così nervoso >> si
spiegò accarezzandosi le braccia fasciate dalla camicia
azzurra.
<< Hai freddo? >> domandò il
pirata vestito di pelle
allarmandosi che qualcosa potesse andare storto e che l'altro potesse
non stare bene.
<< No E...- >>
<< Ti do la mia giacca >> disse alzandosi
mugugnando per
via del ginocchio, anche Bonnet si tirò su allungando le
braccia
per farlo rimettere a sedere.
<< Sto bene Ed, tranquillo. >>
<< Sicuro? Perché sennò io...-
>>
<< Va tutto bene, rilassati >> lo
tranquillizzò e l'altro finalmente si rimise seduto.
<< Non so da dove iniziare >>
confessò sentendosi piccolo e impotente, odiava quella
sensazione.
<< Perché non guardiamo cosa c'è di
buono qui
>> disse Stede prendendo il cesto, c'erano formaggi,
pane, frutta
e tante altre cose buonissime che vennero disposte in mezzo a loro,
entrambi non avevano molta fame per via del nervosismo che gli
attanagliava le viscere ma si sarebbero sforzati, doveva essere un
momento bello e probabilmente la tensione sarebbe svanita man mano che
la serata procedeva.
<< Wow ti sei impegnato tanto >> si
complimentò
sorridendo e guardandolo negli occhi, l'altro arrossì e
sorrise
timidamente.
<< Ci sono più cose fredde perché i
pasti caldi avrebbero finito per rovinarsi. >>
<< Oh Ed...sei meraviglioso. >>
Barbanera sbatté le palpebre più volte.
<< Cosa? >>
Stede resosi conto di ciò che aveva detto arrossì
vistosamente e balbettò delle scuse.
<< Io volevo dire che sei stato fantastico e tutto questo
è eccezionale >> deglutì
rumorosamente, l'amico
annuì sentendosi un po' deluso ma stranito da
quell'improvvisa
agitazione, decisero di cominciare a mangiare ma le loro mani si
incontrarono su una tartina, le loro dita si sfiorarono ed entrambi
sentirono una scossa pervadergli l'intero corpo.
<< Oh mi dispiace, prendila tu. >>
<< No, no prendila tu. >>
Andarono avanti così per alcuni minuti fino a che il pirata
gentiluomo non la prese dividendola a metà, una parte per
lui e
l'altra la porse a Edward.
<< Ecco fatto. >>
Mangiarono per un po' in silenzio poi chiacchierando su frivolezze,
argomenti leggeri e vivaci che li facevano ridacchiare o sorridere,
sembrava che la tensione del battibecco avuto diverse ore prima fosse
svanita lasciando il posto alla tranquillità di godersi la
buona
compagnia reciproca.
<< Non ho mai fatto un pic-nic >>
esordì Stede pulendosi le mani sul tovagliolo.
<< Mmm io solitamente quando qualcuno mi offriva un pezzo
di pane
per strada me lo andavo a mangiare sotto un albero, era un posto
tranquillo e...Comunque non so se valga come pic-nic, forse no
perché solitamente si fa in compagnia. >>
Bonnet si leccò le labbra, il suo animo buono si era
intenerito
di fronte all'immagine che gli aveva appena fornito l'amico,
incredibilmente erano stati molto simili anche da bambini, entrambi
soli e senza un vero amico.
<< Con i tuoi uomini non avete mai fatto qualcosa
insieme? >> domandò genuinamente.
<< Amico la Queen Anne non è la Revenge
>> rispose ridacchiando.
<< Gli unici nostri divertimenti erano bere fino a stare
male. >>
<< Oh...Non sembra una cosa davvero piacevole
>> disse il biondo facendo una smorfia.
Edward sospirò abbassando le spalle.
<< No infatti, ma non conoscevo altro modo di fare
pirateria fino
a che non sei arrivato tu, con la tua nave sfarzosa, i vestiti eleganti
e mi si è aperta una nuova visione di tutto. Ero
già
stufo della vecchia vita, stare con te mi ha fatto capire quanto
finirei per odiarla se ci tornassi. >>
Stede sentiva un conflitto nel cuore, una lieve paura che avrebbe
preferito tenersi per sé ma che era troppo pungente per non
esprimerla.
<< Per questo sei rimasto? Perché io
rappresento un'alternativa... >>
<< Oh no amico io sono rimasto... >>
Lo realizzò in quel momento, già lo sapeva ma il
pensiero non aveva mai raggiunto la sua mente cosciente.
<< Sono rimasto per... >>
<< Te >> disse spostando lo sguardo su di
lui, il biondo
rimase sorpreso da quella rivelazione e sorrise, emise un suono di
stupore poi prese un respiro cercando le parole giuste, si sentiva
travolto da quelle emozioni che lo attiravano verso l'amico.
<< Ed è... >>
<< Io sono felice di sentirtelo dire, temevo davvero te
ne saresti andato e non lo avrei sopportato...- >>
<< A volte sembra che non sopporti me >>
disse Barbanera cercando il suo sguardo.
<< Ma cosa dici, solo perché discutiamo non
significa...- >>
<< Con gli altri non lo fai >> lo
interruppe guardandolo con quegli occhi scuri e intensi.
<< Perché degli altri non mi importa quanto te
>>
gli uscì senza nemmeno rendersi conto di quello che stava
dicendo, i suoi occhi nocciola erano lucidi e piani
d'intensità,
non c'era traccia d'ilarità al loro interno.
<< Stede... >>
Il biondo però si agitò, improvvisamente colto
dal panico di aver parlato troppo.
<< Scusa Edward io...Perché non beviamo
qualcosa >>
prese le bottiglie e versò il liquido ambrato all'interno di
quei bei bicchieri di cristallo, Barbanera sospirò
maledicendosi
per non aver colto l'occasione, avrebbe potuto almeno parlargli dei
suoi sentimenti, sembravano avvolti da una sensazione così
intima, Stede si stava aprendo e poi come sempre si era innervosito
allontanandosi nuovamente da lui.
Coraggiosamente decise di non buttare tutto alle ortiche, avevano
ancora tutta la notte davanti, e se non ci fosse riuscito oggi avevano
sempre la vita intera e lui giurò a se stesso che si sarebbe
impegnato ogni giorno per mettere quel biondo insicuro e dolcissimo a
suo agio.
<< Brindiamo! >> esordì alzando
il calice al cielo.
<< A cosa? >> domandò Bonnet.
<< A noi >> rispose, l'altro sorrise
arrossendo lievemente e fecero tintinnare i bicchieri.
Un sorso tirava l'altro e presto le bottiglie vuote, tra vino e altri
liquori, finirono per diventare parecchie abbandonate accanto a loro
che avevano iniziato a ridacchiare come due sciocchi, dicevano una
sciocchezza, ridevano battendo la mano sulla spalla o sulla gamba
dell'altro, la distanza fisica che prima li divideva era svanita, si
erano avvicinati senza nemmeno accorgersene.
L'alcol assunto poco alla volta aveva abbattuto totalmente le barriere
mentali che solitamente impedivano loro di dire cose imbarazzanti o che
li mettessero in una posizione scomoda, con quel coraggio liquido che
gli scorreva nel corpo tutto sembrava alla loro portata e non
esistevano timori troppo grandi da essere scavalcati.
<< Fallo di nuovo, fallo di nuovo! >>
<< D'accordo >> Stede singhiozzò
barcollando,
raccolse un bastoncino lì accanto e si mise a scuoterlo
fingendo
di prendere a calci l'erba.
<< Dannata natura! Detesto queste stupide foglie, e
fiori, e zanzare! >
<< AHAHAHA SONO IO, SONO IO >>
gridò Edward tenendosi la pancia dal ridere.
<< Indovinato! Ora tocca te >> disse Bonnet
accomodandosi e prendendogli il bicchiere di mano.
Barbanera si mise in posa.
<< Se io dico che ci divertiremo, ci divertiremo! E non
voglio
sentire obbiezioni! Vi trascinerò in una giungla sconfinata,
facendovi camminare per ore e ve lo dovrete far piacere
perché
lo dico io! >>
Stede scoppiò a ridere quasi sputando il liquore che aveva
in bocca.
<< Questo sono io! >>
<< Braaavo! Non so come hai fatto a indovinare
>> biascicò.
<< Talento neutrale >> rispose il biondo.
<< Forse volevi dire naturale >> lo
corresse l'altro sedendosi accanto a lui.
Il pirata gentiluomo corrugò le sopracciglia pensandoci,
contemporaneamente il suo corpo si spostava verso quello di Edward.
<< Amico stai cadendo >> gli disse fermando
la sua corsa con una mano.
<< Oh...Non me ne ero accorto >>
borbottò osservando
la sua posizione inclinata, poi fissò l'altro, la sua barba,
gli
occhi scuri, quel naso che gli piaceva tanto e scoppiò a
ridere
seguito a ruota dall'amico.
<< Ne ho una divertentissima! >>
esordì schizzando
in piedi, il ciuffo dorato si spostò con il suo movimento,
corse
sull'erba preparandosi all'imitazione.
<< Uhm.Uhm. >> Si schiarì la
voce.
<< Vi odio tutti! Siete dei villani, incapaci e babbei,
vi
ucciderò nel sonno mettendo fine alle vostre inutili vite!
Vi
detesto così tanto perché siete tutti
dannatamente
più alti di me! >>
Barbanera scoppiò in una risata fragorosa.
<< IZZY, QUESTO NON PUO' CHE ESSERE LUI! >>
Anche Stede prese a ridere.
<< Indovinato di nuovo >> disse mettendosi
a sedere.
Edward gli passò una mano in quel ciuffo di capelli dorati.
<< Oh Stede ti adoro >> disse con lo
sguardo languido e perso.
<< Anche io Ed, non ho mai riso così tanto in
vita mia. >>
Entrambi sorrisero, poi il pirata gentiluomo spostò lo
sguardo per puntarlo nuovamente poco dopo su di lui.
<< Ti va di fare un altro gioco? >>
domandò Bonnet.
L'altro annuì bevendo un sorso di vino.
<< Chi baceresti tra Lucius... >>
<< Mmm vediamo, Jim e Izzy. >>
Il pirata si grattò la barba pensandoci, si
sistemò meglio stendendo bene le gambe.
<< Bè Izzy mi pugnalerebbe in un occhio se ci
provassi. >>
Stede ridacchiò annuendo.
<< Comunque penso che è te che bacerei
>> disse
guardandolo in quegli occhi nocciola, Bonnet sorrise credendo che la
risposta fosse dovuta all'alcol e l'amico si fosse confuso.
<< Ma io non ero nella lista >> lo corresse.
<< Non ha importanza, sceglierei sempre te
>> rispose serio
Edward facendolo arrossire, Stede si leccò le labbra
mordendosele e poi disse.
<< Io invece sceglierei te anche se spuntasse un altro te
stesso. >>
Barbanera si accigliò confuso.
<< Un gemello dici? >>
L'altro scosse la testa, si tolse la giacca azzurra sentendo
improvvisamente caldo.
<< No intendo proprio un altro te. >>
<< Come sarebbe possibile...- >>
<< Non lo so Ed, ma saresti sempre tu la mia scelta.
>>
Edward soffocò una risatina.
<< Ti immagini due me in giro per la nave.
>>
<< Quanti scherzi >> disse il pirata
gentiluomo sorridendo.
<< Una volta mi sono nascosto nei corridoi segreti
fingendo di essere un fantasma >> confessò
arrossendo.
<< No! >> esclamò Barbanera
spalancando gli occhi scuri.
<< Sì, sai mi annoiavo. >>
<< Tu sei incredibile >> disse Edward.
<< E gli altri ci sono cascati? >>
domandò poi curioso.
Stede annuì.
<< Decisamente, me li sono trovati tutti in cabina a
dormire con
me però >> spiegò grattandosi la
chioma dorata.
<< Ti prego lo rifacciamo insieme? >>
domandò con gli
occhi da cucciolo il pirata che doveva essere il terrore dei mari.
<< Ma certo >> rispose l'amico sorridendo.
<< Sai io qualche volta avrei voluto fare gli scherzi, ma
Izzy
diceva che era una cosa stupida e che gli altri mi avrebbero guardato
con meno rispetto se mi avessero scoperto. >>
<< Lui è stupido >> disse il
biondo arricciando il naso.
<< Sarà il primo a cui faremo uno scherzo
>>
esordì con aria solenne facendo illuminare il volto di
Barbanera.
<< Seriamente? >>
Bonnet allungò una mano.
<< Parola di gentiluomo >> disse, l'altro
la strinse sorridendo.
<< Pirata gentiluomo ormai >> aggiunse
Edward con un sorrisetto.
<< Stede hai qualcosa sulla faccia. >>
<< Oh dove? >>
Barbanera allungò la mano sfiorando la guancia ben rasata
non riuscendo però a prendere niente.
<< Sicuro ci sia qualcosa? >>
domandò giustamente il biondo, l'altro corrugò le
sopracciglia.
<< Certo è propri qui >> poi
alzò il viso
vedendo la luna bella e luminosa proprio sopra di loro, emanava un
fascio di luce, e una parte colpiva proprio la guancia dell'uomo che
aveva davanti, arrossì vistosamente mettendosi poi a ridere.
<< E' la cazzo di luce della luna >>
borbottò.
<< Cosa? >> domandò Bonnet.
<< La luce fa un effetto strano, e io credevo fosse...
>>
<< Ah lasciamo stare >> esordì
mettendosi una mano
sul viso e abbassando la testa, una ciocca di capelli brizzolati
ricadde in avanti.
<< Ed... >> iniziò Stede con
già la risata pronta.
<< Stavi per caso cercando di togliermi la luna dalla
faccia? >>
L'altro alzò il viso e vedendo la smorfia divertita anche le
sue labbra si stirarono in un sorriso.
<< Sì io stavo >>
sputacchiò una risata, poi
entrambi scoppiarono a ridere a crepapelle, tenendosi la pancia e
appoggiandosi l'uno all'altro, risero fino a sentire dolore all'addome
poi si guardarono continuando, la risata iniziò a scemare
lentamente, lo sguardo da divertito divenne intenso e languido, si
avvicinarono prendendosi il viso con le mani e si baciarono, chiusero
gli occhi entrambi lasciandosi cullare da quel contatto voluto ma
inaspettato, si baciarono a lungo mugolando e spingendosi verso
l'altro,
non lo approfondirono ma anche se rimaneva un bacio delicato era ricco
di passione e desiderio.
Quando si staccarono rimasero comunque vicini, con le mani strette
attorno alle reciproche guance.
<< Ed abbiamo combinato un casino? >>
soffiò quella
domanda sentendosi incredibilmente preoccupato di aver rovinato una
bella amicizia, non voleva che Edward se ne andasse a causa di quello
che era successo, ma la situazione avrebbe potuto diventare
imbarazzante e lui non era pronto ad affrontare tutto quello adesso.
<< No, no Stede questa è la cosa migliore che
potesse
accadere stasera >> sussurrò Barbanera con la
voce rotta
dall'emozione, gli rubò un altro bacio.
<< Dici davvero? >> domandò il
biondo sentendosi più sicuro.
<< Sì cazzo sì. >>
<< Edward io...Io ti voglio così tanto.
>>
<< Siamo ubriachi non dovremmo dire queste cose adesso
>> disse poi.
<< Ubriaco o no io ti voglio sempre Stede.
>>
Il pirata gentiluomo strinse le labbra dove c'era ancora il sapore del
suo compagno, appoggiò la fronte su quella dell'altro.
<< E se poi le cose andassero male e finissimo per
litigare, non voglio tu finisca per odiarmi. >>
<< Non esiste che ti odi, non potrei mai, ti desidero
praticamente da quando ho messo piede sulla tua sfavillante nave, ti
adoro come persona, come amico...come tutto. >>
Bonnet abbassò lo sguardo, quelle parole gli fecero
aumentare i
battiti del cuore che già martellava nel suo petto
all'impazzata.
<< Sta succedendo tutto così in fretta
>> sussurrò.
<< Sei spaventato? >> domandò
Edward accarezzandogli delicatamente il viso.
<< Un po'... Io non ho mai provato nulla del genere
>>
confessò accoccolandosi a lui, la sua mente diceva una cosa,
mentre il suo corpo ne desiderava un'altra e lo faceva capire con
segnali ben distinti.
<< Vuoi che smettiamo? >> chiese Barbanera
con
l'avvilimento nella voce, ma sarebbe stato pronto a rinunciare ai suoi
sentimenti per far stare tranquillo Stede.
<< No, vorrei solo che la mia testa smettesse di pensare
a quali catastrofi...- >>
Edward lo baciò nuovamente e Stede si dimenticò
presto
delle sue paure, dei timori, esistevano solo le labbra dell'altro che
lo baciavano gentilmente, le mani che si spostavano dai suoi capelli ai
suoi fianchi, andarono avanti a lungo impacciati e impazienti di
divenire più esperti, senza sapere quanto tempo era passato
si
addormentarono abbracciati e con i volti vicini, l'indomani quando
aprirono gli occhi il sole splendeva già alto nel cielo
mentre
una faccina ammiccante si stagliava su di loro.
<< Buongiorno capitani dormito bene? >>
Entrambi sussultarono tirandosi a sedere.
<< Lucius >> mugugnò Stede
grattandosi la chioma,
Barbanera sbadigliò diviso tra la voglia di uccidere quel
ragazzo e il desiderio di baciare ancora il suo co-capitano.
<< Volevo avvisarvi che è pronta la colazione.
>>
Il capitano si scostò una ciocca sale e pepe da davanti agli
occhi fulminandolo con lo sguardo.
<< E sei venuto fin qui solo per questo? >>
Il giovane deglutì sentendosi a disagio, poi si
schiarì la voce.
<< Sì, no, cioè veramente eravamo
preoccupati per
voi. Buttons continuava a dire che vi eravate mangiati a vicenda o che
vi aveva ingoiati un mostro marino, lo Svedese ha iniziato a intonare
una canzone triste mentre Franchie lo accompagnava con il liuto, Izzy
si è innervosito e glielo ha spaccato a terra, Jim gli ha
tirato
un coltello ma lui lo ha schivato in tempo, in quel momento
però
stava arrivando Roach con un piatto pieno di cupcake che si sono presi
una bella coltellata e...Abbiamo bisogno di voi, per favore tornate a
bordo. >>
I due capitani erano rimasti a bocca aperta.
<< Ho mal di testa >> disse Bonnet con lo
sguardo perso nel vuoto.
Lucius annuì.
<< E' comprensibile. >>
<< Quando è successo tutto questo?
>> domandò Stede con voce stridula.
<< Stamattina >> rispose lo scriba.
Barbanera si tirò su sbuffando, aiutando il biondo ad
alzarsi e
rimpiangendo la sera prima dove erano loro due da soli senza nessun
problema da risolvere, poi gli venne un'idea.
<< Ehi ragazzo ti va di essere capitano per un giorno?
>>
Lui sollevò il sopracciglio castano.
<< No ma grazie per l'offerta. >>
Stede diede una pacca sulla spalla a Ed.
<< Dai risolviamo questa cosa >> disse
sorridendogli.
<< Manderò qualcuno a sistemare qui
>> li
informò il giovane mentre si avviavano, poi
guardò Edward
di sottecchi mentre Bonnet era più avanti di loro.
<< Allora? >> domandò
sgomitandolo ma il capitano lo ignorò deliberatamente.
<< Sembra sia andata bene >> aggiunse con
un sorrisino malizioso.
<< Ragazzo se non la pianti ti butto giù dalla
scogliera >> ringhiò.
Lucius si zittì mentre il pirata gentiluomo si
voltò verso di loro.
<< Che avete voi due? >>
<< Niente! >>
<< Niente tesoro >> a Edward
sfuggì quell'epiteto e
se ne pentì amaramente, perché non solo Stede
divenne
viola ma quel dannato ragazzino ampliò il suo sorriso
insinuante
e gli fece l'occhiolino allontanandosi velocemente verso Stede.
Lo avrebbe ucciso, prima o poi avrebbe messo fine a lui e al suo modo
di fare ne era certo.
...
Quando tornarono sulla nave
la
situazione era anche peggiore di quella che gli era stata descritta, lo
Svedese aveva perso un altro dente per via di una gomitata che gli era
arrivata per sbaglio, Franchie piagnucolava stringendo tra le mani il
suo strumento rotto, Izzy non si sapeva perché aveva un
enorme
bernoccolo sulla fronte e tutti stavano litigando dando vita a una
confusione senza pari, i due capitani si guardarono un istante,
entrambi d'accordo per fuggire e non farsi rivedere mai più,
ma
non potevano farlo davvero o quei ragazzi si sarebbero scannati a
vicenda,
<< Okay fate silenzio adesso >>
gridò Edward.
<< Silenzio ho detto! >>
Le baruffe terminarono e tutti si voltarono nella sua direzione.
<< Franchie possiamo comprarti uno strumento nuovo,
Svedese per i
tuoi denti c'è una soluzione parlane con Ivan, Jim smettila
di
tentare di colpire Izzy e tu >> disse rivolgendosi al
primo
ufficiale.
<< Metti del ghiaccio su quel bernoccolo. >>
Izzy si avvicinò ringhiando.
<< Mettilo tu il ghiaccio fottuto cazzone.
>>
<< Ehi! Modera il linguaggio, ricorda che è il
tuo
capitano >> lo rimproverò Stede, a Barbanera
tremarono le
gambe sentendole come se fossero due budini.
<< Chiudi la bocca Bonnet, io uso il linguaggio che mi
pare. >>
<< Non in mia presenza >> disse serio e
l'altro rise.
<< Credi di farmi paura? >>
<< D'accordo adesso basta >>
provò Edward ma la
discussione del pirata gentiluomo con Izzy fece ricominciare anche gli
altri a battibeccare, Barbanera gridò ancora ma la ciurma
era
troppo presa a raccontargli che cosa era accaduto, il problema era che
parlavano tutti insieme e non si capiva niente.
<< Stede ed Edward hanno fatto sesso. >>
Il gelo cadde sulla Revenge, gli uomini si voltarono verso Lucius che
non si
aspettava che tutti, ma proprio tutti lo avessero sentito, almeno aveva
funzionato e li aveva zittiti, purtroppo quella rivelazione
scatenò le ire di Barbanera che ringhiò
stringendo i
pugni.
<< Ragazzino sei morto. >>
<< Ahh Pete! >> gridò il giovane
mentre correva per
sfuggire dalle grinfie di quel pirata che lo voleva sottoterra, certo
non era vero che erano stati fisicamente insieme ma si erano baciati, e
quel moccioso non aveva diritto di fare certe insinuazioni senza
pagarne le conseguenze, Lucius raggiunse l'altro capitano e si
riparò dietro di lui.
<< Stede ti prego proteggimi, non volevo dirlo davvero e
nemmeno so se è la verità >>
ansimò deglutendo
nervosamente quando vide Edward avvicinarsi.
<< Che importa se è la verità o no,
tanto ormai gli altri
ci credono! >> sbraitò Barbanera, la sua paura
era che
Stede si fosse sentito a disagio, non avevano parlato praticamente di
niente, non sapeva nemmeno se avrebbero continuato a esplorare i loro
sentimenti, e quell'idiota aveva sbandierato qualcosa di troppo intimo,
soprattutto per il suo co-capitano.
<< Lascialo stare Ed, in fondo non ha detto nulla di
grave e sono
sicuro che da ora in avanti rifletterà sulle parole giuste
da
dire. >>
<< Ma Stede non possiamo lasciarlo impunito
>> brontolò l'altro.
<< Infatti accompagnerà Franchie a comprare un
nuovo liuto
e questa sera aiuterà Roach in cucina, dopodiché
laverà i piatti. Va bene Lucius? >>
<< Idiota non devi chiedergli se gli va bene
>> lo rimproverò Izzy incrociando le braccia.
Il giovane annuì.
<< Grazie capitano. >>
Meglio essere puniti dal pirata gentiluomo che da Barbanera
pensò il giovane.
<< Bravo, stai diventando un vero capitano
>> si complimentò Edward dandogli una pacca
sulla spalla.
<< Ti ha dato di volta il cervello!? Queste ti sembrano
fottute
punizioni, tu gli avresti fatto pulire il pavimento con la lingua!
>> sbraitò il primo ufficiale stringendo i
pugni.
<< Datti una calmata Iz, fa il bravo e preparaci un the,
portacelo in camera >> disse il pirata vestito di pelle
prima di
rivolgersi al biondo del suo cuore con un sorriso dolce e rilassato.
<< Andiamo? >>
L'altro annuì ma prima disse.
<< Venite da noi uno alla volta e vi aiuteremo a
risolvere tutto, d'accordo? >>
Così uno dopo l'altro i ragazzi della ciurma si diressero da
loro, non fu facile starli a sentire tutti e trovare una soluzione per
ognuno, ma con calma e pazienza riuscirono ad arrivare a capo del
problema stabilendo finalmente la pace sulla Revenge, verso
sera
dopo aver cenato i due capitani si sedettero vicini sul divano, svanita
l'ebrezza dell'alcol era terminata anche l'audacia che li aveva portati
a baciarsi togliendo loro ogni freno inibitorio.
<< Come ti senti? >>
Stede alzò le spalle stringendosi le mani in grembo, gli
occhi
nocciola vagarono per tutta la stanza prima di trovare un punto su cui
fermarsi, si sentiva in preda all'agitazione, non avrebbe mai
immaginato che le cose sarebbero state così difficili quando
c'erano dei sentimenti in mezzo.
<< I-Io non lo so, mi sento solo strano. >>
<< E ho paura Ed... >>
<< Di cosa? >> domandò lui
corrugando le sopracciglia.
<< Di quello che potrebbe accadere se ci lasciassimo
andare. >>
Deglutì.
<< Di non essere abbastanza capace, so che sembra
terribile, ma
io e mia moglie non eravamo innamorati. E' la prima volta che mi trovo
davanti a un sentimento così grande, non so come gestirlo.
>>
Tremava.
Allora Edward gli posò una mano sulla sua.
<< Anche per me è la prima volta, sento delle
cose e non
so dargli un nome, anche se un'idea ce l'ho di cosa possano essere.
Quello che so di per certo è che voglio ci sia tu accanto a
me,
in qualsiasi modo, possiamo procedere con calma, un passo alla volta e
vedere come va. >>
Il biondo si leccò le labbra guardandolo leggermente
insicuro.
<< Se non andasse tu rimarresti comunque qui, sarei tuo
amico lo stesso? >>
Barbanera lo illuminò con un sorriso genuino.
<< Certo Stede, è una promessa. Questa
è solo una
prova, non inciderà mai sul nostro rapporto, sei la persona
più speciale che conosco Stede Bonnet e non sarò
così stupido da perderti. >>
Il pirata gentiluomo sorrise, poi arrossì a causa di un
pensiero, un tempo non lo avrebbe mai esposto a voce alta ma...visto
che ci stavano provando.
<< Posso darti un bacio? >>
Lo sguardo di Edward si accese e con esso anche il suo sorriso.
<< Tutti quelli che vuoi. >>
Si baciarono, prima con titubanza poi le loro labbra che già
si
conoscevano iniziarono ad esplorarsi con maggiore intensità,
entrambi avevano paura di fare un gesto azzardato che potesse
spaventare o allontanare l'altro, soprattutto il pirata dai capelli
brizzolati, solo dopo che il suo compagno gli fece capire di voler
continuare prese coraggio e gli infilò una mano nei
capelli,
causando un mugolio compiaciuto da parte di Stede.
Andarono avanti così per parecchio tempo, misurando ogni
parola
e azione, non avevano detto niente alla ciurma anche se alcuni di loro
avevano iniziato a comprende cosa stava succedendo, passarono alcuni
mesi in questo modo, dove non avevano dato ancora un nome a
ciò
che provavano ma lo esprimevano con gesti e parole dolci e romantiche,
Stede era diventato più sicuro e sereno, molte volte
prendeva in
mano la situazione e col passare del tempo il loro rapporto era
diventato anche fisico, molto fisico.
La prima volta lo avevano fatto nella stanza della musica, non sapendo
nemmeno come ci fossero finiti lì, Edward lo aveva preso in
braccio sbattendolo contro la parete e aveva iniziato a baciargli il
collo.
<< Ed... >> ansimò il biondo
accarezzandogli i capelli.
<< E' la mia prima volta >>
confessò con imbarazzo
aspettandosi di essere lasciato lì come un idiota, ma
Barbanera
alzò il viso, le labbra lucide e gli occhi colmi di
desiderio,
sorrise mettendolo giù e andando a baciargli la punta del
naso.
<< Anche per me piccolo. >>
Stede corrugò le sopracciglia confuso.
<< Ma...Calico aveva detto che voi due... >>
Edward sbuffò una risatina.
<< Pff gli sarebbe piaciuto a Jack. >>
Il biondo senza sapere esattamente il motivo si sentiva sollevato.
<< Davvero non avete mai... >>
<< Nemmeno una volta, lo so che sembra stupido, ma volevo
farlo
con la persona giusta. Anche se non ero molto certo che l'avrei trovata
in mare, però ho aspettato comunque e ne è valsa
la pena,
non avrei potuto chiedere di meglio. >>
<< Non è affatto stupido >>
disse il biondo col
magone nella gola, gli accarezzò il viso barbuto tentando di
non
far scendere le lacrime che premevano di uscire.
<< Anche io avrei voluto aspettare ma non ho potuto.
>>
<< Questa
sarà la mia prima volta non solo con un uomo ma con la
persona
che amo. >>
Barbanera sgranò gli occhi, sbatté più
volte le
palpebre incredulo, la testa gli girava per quello che aveva sentito.
<< Stede tu hai...hai detto che... >>
L'altro annuì deglutendo, il cuore gli galoppava nel petto,
non
sapeva nemmeno se sarebbe riuscito a parlare talmente era emozionato.
<< Sì ho detto che... >>
<< Io ti amo Edward Teach. >>
<< Non può essere che questo quello che provo.
>>
Edward gli stampò un bacio sulle labbra, entrambi chiusero
gli
occhi e la saliva si mescolò con le lacrime del biondo, che
quando si staccarono si rifugiò tra le braccia del
più
alto, come se avesse bisogno di essere protetto e convinto che
ciò che aveva detto non lo avrebbe portato via da lui.
<< Anche io ti amo Stede >>
confessò baciandolo sull'attaccatura di quei capelli
profumati.
<< Non devi dirlo se...- >>
<< Stede >> lo chiamò
afferrandolo delicatamente per le spalle e cercando il suo sguardo.
<< Ne sono sempre stato convinto da quando ho realizzato
di
provare qualcosa per te, solo che dirlo ad alta voce era spaventoso e
soprattutto non volevo affrettare le cose finendo per spaventarti. Ma
adesso lo urlerò al mondo, ogni giorno, la gente
saprà
che il grande Barbanera si è preso una cotta per il pirata
gentiluomo e lo ama più di qualsiasi tesoro nascosto,
più
di qualunque fottuta cosa ci sia su questa terra. >>
Bonnet si morse forte le labbra trattenendo i singhiozzi, poi si
avventò su quella bella bocca che amava tantissimo e un
vestito
alla volta finirono avvinghiati facendo l'amore con lentezza e
passione, si goderono ogni minuto e istante, da quel momento in poi non
persero occasione per battezzare ogni angolo della nave, più
acquisivano esperienza più trovavano nuovi modi per finire
nudi
e sudati, tanto che non c'era lato della nave che non avessero
esplorato.
Correvano via come due ragazzini dopo aver dato gli ordini e si
rifugiavano in una delle stanze, la notte anche i corridoi erano stati
testimoni del loro amore, la ciurma era esasperata perché a
volte erano abbastanza rumorosi e non si curavano di chi potesse
sentirli, ma erano totalmente felici e il loro umore ricadeva
inevitabilmente anche sugli uomini che navigavano con loro.
...
Izzy Hands si stava godendo
la su
meritata pausa nella cucina della Revenge, aveva preso una fetta di
pane e un frutto, si mise a tavola pregando che uno di quegli idioti
non decidesse di farsi uno spuntino proprio adesso, ma mentre sbucciava
la mela iniziò a sentire dei rumori che si trasformarono in
mugolii e gemiti, poi delle voci.
Strinse il coltello tentando di capire quel suono che appariva ancora
indefinito.
<< Ah...Sì Edward proprio lì.
>>
<< Stede...sei fantastico, continua ti prego.
>>
Sbiancò.
Lasciò cadere il frutto e il coltello inorridendo, le
viscere
gli si contorsero, si alzò di scatto facendo cadere la sedia
a
terra, adesso ne aveva abbastanza.
<< NON NELLA FOTTUTA DISPENSA! >>
strillò.
<< Voi due schifosi pervertiti, lì
c'è il cazzo di
cibo che mangio cazzo! >> gridò avvicinandosi
alla porta
aprendola di scatto, già preparato all'orrore che avrebbe
visto,
si sarebbe lavato gli occhi col sapone ma doveva mettere fine a quelle
oscenità.
Trovò Edward e Stede sì ma...erano completamente
vestiti e ridacchiavano.
<< Te l'abbiamo fatta Iggy! >>
<< Cosa? >> domandò il primo
ufficiale ancora
incapace di credere che al mondo esistessero due imbecilli come loro.
<< Sì ci sei cascato Iz! Dovresti vedere la
tua faccia >> scherzò Barbanera
Poi i due felici di averlo messo nel sacco sgusciarono via defilandosi
e lasciandolo lì come un idiota a chiedersi cosa avesse
fatto di
male per meritarsi questo.
<< IO VI AMMAZZO RAZZA DI IMBECILLI, GIURO CHE LO FACCIO
>>
gridò dopo essersi ripreso, certo che prima o poi gli
sarebbe
venuta una crisi di nervi, in cucina entrò Lucius che
arricciò le sopracciglia fissandolo.
<< Che hai da urlare tanto? >>
domandò prendendo la mela sul tavolo.
<< Sta zitto, non ti ci mettere anche tu! >>
<< E quella è la mia mela. >>
Lucius sogghignò.
<< Non più >> la morse e
fuggì via quando
Izzy cominciò ad inseguirlo, se non poteva prendersela con i
capitani su qualcuno si sarebbe dovuto pur sfogare e quel ragazzino era
perfetto visto che non perdeva occasione per fare il furbo.
Quando i co-capitani tornarono in cabina Edward prese una scatoletta,
si avvicinò al suo fidanzato porgendogliela.
<< Questa è per te. >>
Stede alzò il viso sorpreso, spostò lo sguardo da
lui alla scatola, la prese delicatamente titubando.
<< Avanti aprila. >>
Fece come gli era stato detto e una volta tolto il coperchio i suoi
occhi si illuminarono scintillando come pietre preziose.
<< Oh Ed... >> deglutì
più volte non riuscendo a trattenere le lacrime.
<< E' davvero per me? >> mugugnò
con la voce che tremava.
<< Certo, ti piace? >> domandò
Barbanera dolcemente cercando i suoi occhi.
<< E' bellissima... >>
La prese con delicatezza, lasciando poi la scatola su un tavolino, era
una piccola tartarughina che stava a malapena sul palmo della sua mano,
le accarezzò il minuscolo guscio ruvido e quando col dito
sfiorò la testolina quella guizzò al suo interno,
Stede
sorrise intenerito poi si rivolse all'uomo che amava.
<< Avevi detto niente animali... >>
Edward si strinse nelle spalle guardando quella piccola creatura.
<< Bè sai ho pensato di poter fare
un'eccezione, in fondo
lei non perde peli, non morde, non può prendere le pulci e
soprattutto cresce lentamente e poi possiamo farla stare sulla spiaggia
quando ci fermiamo, direi che è un buon compromesso.
>>
Stede era al settimo cielo.
<< Dove l'hai presa? >>
<< L'ho trovata in un punto tra alcuni scogli dove non
avrebbe
dovuto essere, ho capito che si era persa >>
spiegò
toccando il piccolo guscio.
<< Non me la sono sentita di abbandonarla così
l'ho presa dandole una seconda opportunità. >>
<< Come è successo a me >> disse
poi sorridendo e guardando il pirata biondo con tenerezza.
<< E a me >> disse Stede.
<< Sei un uomo meraviglioso Teach e io già
adoro questa
piccolina >> si buttò delicatamente tra le
braccia del
fidanzato per poi baciarlo, un bacio dopo l'altro, amava fare
così, a Edward tremavano sempre le ginocchia e doveva
reggersi a
qualcosa per non finire a terra a causa di tutta quella dolcezza.
<< Grazie amore, questo è il dono
più bello che
abbia mai ricevuto, dopo di te ovviamente >> disse
guardando la
tartarughina, Barbanera gli avvolse un braccio intorno alle spalle.
<< Come la chiamiamo? >> domandò
il biondo.
<< Mmm...che ne dici di Gentlebeard? >>
propose Edward.
<< Oh... >>
<< E' l'unione dei nostri nomi, Barbanera e il pirata
gentiluomo
>> spiegò, a Stede si illuminarono gli occhi.
<< Sì mi piace! >>
<< E' perfetto >> sollevò
l'animaletto fino a portarlo ad altezza occhi.
<< Ti piace piccolina? >>
<< Adesso siamo genitori, dobbiamo essere più
responsabili >> disse Ed.
<< Oh sì, basta scherzi >> poi
si guardarono e scoppiarono a ridere.
<< EDWARD TEACH DEL CAZZO! >> l'urlo del
primo ufficiale tuonò fino alla loro stanza.
<< Dici che ha trovato il secchio d'acqua sulla porta?
>> domandò Stede.
<< Mmm probabile >> rispose Barbanera.
<< Nascondiamoci! >> dissero in coro e
corsero nell'armadio
segreto, Edward si appoggiò alla parete con la schiena e
Stede
si appiccicò a lui che lo strinse, si sentirono i passi
furiosi
di Izzy e le imprecazioni.
<< Dovremmo tapparle le orecchie >> disse
Bonnet rivolgendosi alla tartarughina.
<< Oh no lascia che le impari, le serviranno se
dovrà difendersi >> rispose Ed.
<< Giusto >> disse Stede sollevandosi in
punta di piedi per baciarlo poi rimase a pochi centimetri dalle sue
labbra.
<< Forse dovremmo finirla con gli scherzi a Izzy.
>>
<< Sì... >> rispose Edward
cercando quella bella bocca, era perdutamente innamorato.
<< E diventare meno rumorosi. >>
<< Sì... >> deglutì
sentendo il fiato dell'altro su di lui.
<< E smetterla di farlo in ogni stanza. >>
<< Sicuramente... >>
<< Lo faremo Ed? >> soffiò
guardandolo languidamente e appoggiandosi di più a quel
corpo tiepido.
<< Sì, ma ora baciami cazzo >> e
il biondo lo baciò finalmente.
Non mantennero nessuna delle promesse fatte, continuarono a fare
scherzi a Izzy soprattutto quando si comportava da stronzo, ogni stanza
della Revenge e corridoio continuava a essere testimone delle
più svariate posizioni, presentarono la piccola Gentlebeard
alla
ciurma che l'accolse con entusiasmo, Franchie ringraziò non
si
trattasse di un gatto e continuarono la loro vita navigando insieme
senza mai smettere di amarsi, addolcendo i momenti amari dei giorni in
mare con la dolcezza delle labbra dell'altro, con le coccole notturne e
le passeggiate sulla spiaggia.
Osservarono la piccola tartarughina crescere e muovere i primi passi
nel mondo, il loro mondo, promettendole che l'avrebbero sempre protetta
e così fecero, ormai erano diventati una famiglia, una di
quelle
speciali che nascono per caso senza che te lo aspetti e quando ormai
hai perso ogni speranza che qualcosa di bello accada, e in
più
aggiunsero una bandiera con disegnata una tartaruga, accanto a essa un
cuore e un coltello.
E chissà forse un giorno il mondo avrebbe veramente narrato
di
Barbanera e il pirata gentiluomo che si innamorarono perdutamente e
adottarono una piccola tartarughina che come loro era nata sentendosi
sola ma aveva presto trovato qualcuno da amare e che l'amava a sua
volta.
Fine.
Note autrice: Questo
capitolo si sarebbe dovuto intitolare Gentlebeard
come la
tartarughina, però poi ho pensato che sarebbe
stato carino
visto che gentlebeard è anche uno dei nomi
della ship
intitolare tutta la raccolta, così il titolo generale
avrebbe fatto
riferimento sia a Edward e Stede, sia alla
tartaruga che
viene fuori nel finale. In questo modo è come
se ci fosse un
collegamento dall'inizio alla fine di queste tre
shottine.
"Ormai erano diventati una
famiglia, una di quelle speciali che
nascono per caso senza che te lo aspetti e quando
ormai hai
perso ogni speranza che qualcosa di bello accada."
Questa frase
è molto autobiografica, ti ho sempre detto che voi del
gruppo siete come
una seconda famiglia per me.
Non avrei mai
immaginato di conoscere qualcuno come te, mi hai
sbloccato
qualcosa dentro che credevo non potesse più essere tirato
fuori.
Tesoro ti auguro
di nuovo un gigantesco Buon Compleanno,
Ti voglio un
mondo di bene e verrò a romperti anche in chat
ovviamente. Spero
veramente che la vita ti doni tutto ciò che
meriti,
perché sei una persona di gran cuore. <3
Mi auguro che
queste piccole storie ti siano piaciute e ti abbiano
fatta awwware un
pochino.
Mi dileguo ma non
del tutto muahahahaha U.U
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