Gentlebeard

di ineffable
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Paura dell'acqua ***
Capitolo 2: *** Nei miei sogni ora sei ***
Capitolo 3: *** I think I'm in love ***



Capitolo 1
*** Paura dell'acqua ***


Tanti auguri a te,
tanti auguri a te,
tanti auguri feliciiiii,
tanti auguriiiii aaaa teeeeee!!!!!




Questa piccola raccolta di shottine è per una
persona speciale che oggi compie gli anni.
genius_undercover volevo fare qualcosa di speciale, che
in qualche modo fosse solo tuo, come quando
sai che a una persona piace qualcosa e gliela prendi.
Ci ho pensato tanto a come rendere una fanfiction
in quel modo e po mi è venuta l'idea, mi sono
ricordata di quando abbiamo fatto la lista delle
cose che avremmo voluto vedere in ofmd, ho
ricercato quei messaggi e preso le cose che
  avevi detto tu riguardo i nostri zucconi preferiti
quel particolare giorno e le ho messe su carta.
In questo modo potrai leggere quello che vorresti
vedere nella serie. Lo so, io non sono David e
sigh non posso ingaggiare Rhys e Taika per
far loro girare le scene, ma spero con tutto il cuore
di aver fatto una cosa carina, che ti faccia sorridere.
Ci tenevo davvero tanto a fare qualcosa di speciale,
perché tu meriti tutte le cose belle del mondo, meriti
di avere un sole personale e se potessi ti porterei un
Rhyssino tutto per te. Ti voglio bene, anche se non
ci conosciamo da tanto, anche se siamo lontane, mi
sei entrata dentro al cuore in un momento in cui
pensavo non sarebbe più successo. E non ti
ringrazierò mai abbastanza per questo. Ovviamente le
storie sono tutte a lieto fine, quel poco di agnst serve
solo a far avvicinare di più quei due pirati dolcissimi.
Detto questo la smetto di rompere e ti lascio alla storia
spero veramente ti piaccia. Ci leggiamo alla fine, sì ti
farò gli auguri anche lì sappilo U.U
 











Paura dell'acqua


Stede Bonnet aveva sempre avuto paura dell'acqua, sin da bambino ne era terrorizzato e non aveva mai voluto imparare a nuotare, motivo in più per suo padre di dargli del rammollito buono a nulla, i suoi amichetti lo prendevano in giro e più di una volta avevano tentato di spingercelo dentro.
Il mare però gli era sempre piaciuto, amava tutti quei bei racconti di marinai e pirati, mostri marini e sirene narrati in quei bei libri che aveva dovuto imparare a leggersi da solo prima di dormire, perché certo i suoi genitori non avevano tempo e voglia di dedicarsi a un'attività che togliesse loro del prezioso tempo alle loro faccende, sognava di raccogliere conchiglie insieme a un'affascinante sirena, mentre un tritone gli insegnava come cavalcare le balene, con il kraken invece ci lottava ma non era una lotta vera e propria, sembrava giocassero, a volte vinceva lui mentre altre volte il mostro marino aveva la meglio rispedendolo con i suoi lunghi tentacoli sulla spiaggia da cui era venuto.
Quella distesa azzurra di acqua salata e profonda l'aveva sempre guardata con rispetto e ammirazione, immaginando che un giorno anche lui, superate le sue paure avrebbe potuto tuffarsi e sfidare le onde, nuotare fino agli abissi più sconosciuti e osservare le stelle marine colorate, sfiorare i coralli e contare la moltitudine di creature che abitavano gli abissi e davano colore al mare.
Una volta un ragazzino aveva provato a insegnargli a nuotare, doveva avere all'incirca la sue età o poco di più, i capelli castani portati fin quasi a toccare le spalle, la pelle abbronzata e un paio d'occhi scuri e profondi, quelli lo avevano colpito più di tutto, erano tristi, come se in quelle due pozze color dell'inchiostro si nascondesse un terribile segreto, questo però non gli aveva impedito di avvicinarsi a lui, un biondino impacciato, vestito bene che non aveva nemmeno il coraggio di avvicinarsi a riva.
<< Paura dell'acqua? >>
Stede si era voltato di scatto verso quella figura, non lo aveva nemmeno sentito arrivare.
<< Un po' >> rispose con la voce insicura.
<< Scommetto che non sai neanche nuotare >> disse l'altro incrociando le braccia.
Il piccolo Bonnet si era limitato ad annuire pensando gli sarebbe arrivata l'ennesima presa in giro sulla sua debolezza, ma ciò non accadde.
<< Posso insegnarti io, se vuoi. >>
Glielo aveva proposto con una genuinità a cui non era abituato, Stede si voltò comunque spaventato e scosse la testa.
<< Guarda che è facile, iniziamo dalle basi, io sono un ottimo nuotatore sai? Una volta ho persino nuotato insieme ai delfini. >>
Stede lo guardò con gli occhi sgranati, possibile che quel ragazzino l'avesse davvero fatto, e se fosse stato abbastanza coraggioso anche lui un giorno avrebbe potuto provarci?
<< Dici davvero? >> domandò accennando una lieve curiosità.
<< Ovvio! >> rispose l'altro bambino sollevando le sopracciglia scure.
<< Dai vieni, mettiamo solo i piedi in acqua >>  disse porgendogli la mano, lui titubò per qualche istante poi la strinse.
Si avvicinarono con passo lento al bagnasciuga, il biondino si ritrasse un attimo ma la presa sicura di quel ragazzino più alto lo convinse a provarci, allungò un piede e con le dita provò a testare l'acqua.
<< E' fredda! >> strillò facendo una smorfia, l'altro bambino rise intenerito e le guance rosee di Stede diventarono presto rosse.
<< E' normale che sia così, ma dopo ti abituerai >> gli spiegò, Bonnet mese su un broncio poco convinto sicuro che se non ci avesse provato quel bambino lo avrebbe tenuto lì fino a sera, così finalmente mise entrambi i piedi in acqua dopo che entrambi si erano tirati su i pantaloni alle ginocchia per non bagnarli, un brivido gli salì lungo tutta la schiena ma presto come per magia le sue gambe si abituarono alla temperatura e lui riuscì a rilassarsi, quando però il bambino che gli era accanto tentò di lasciargli la mano lui preso dal panico gliela strinse più forte.
<< Non lasciarmi! >>
<< Guarda che qui non affoghi >> disse addolcendo lo sguardo.
<< Sicuro? E se viene un'onda e mi trascina al largo? >>
<< Il mare è calmissimo >> rispose il ragazzino dai capelli castani con aria solenne, e senza sapere il motivo Stede decise che di lui poteva fidarsi, così gli lasciò la mano godendosi la freschezza cristallina che gli bagnava le caviglie, sorrise di un sorriso genuino che illuminò anche l'altro, contagiato da quel ragazzino che sembrava degno erede del sole, rimasero per un po' in silenzio, poi il più grande spiegò a Bonnet alcuni segreti sul mare che il biondo accolse con entusiasmo e curiosità.
Presi da tutti quegli accadimenti si dimenticarono di presentarsi, ma si diedero appuntamento al giorno dopo, il piccolo Stede già vedeva in quel bambino un rifugio sicuro che lo teneva lontano dai bulli che lo perseguitavano e gli davano il tormento, ed era strano perché si conoscevano nemmeno da un giorno.
La stessa cosa si replicò il pomeriggio successivo stavolta con più fiducia e coraggio, il bambino si era complimentato promettendogli che se avesse continuato così, presto avrebbe potuto iniziare a nuotare nell'acqua bassa, dopo essere stati un po' con i piedi a mollo andarono a sedersi sulla sabbia, Stede aveva portato la merenda e il ragazzino più grande aveva giurato di non aver mai assaggiato niente di così buono.
Guardarono il mare, osservarono il volo dei gabbiani che gracchiavano nel cielo limpido e azzurro, inseguirono le farfalle e poi si fermarono ad ammirare la bellezza di un gruppetto di fiorellini viola, gli occhi scuri del nuovo amico si illuminarono così tanto che a Stede venne un'idea.
<< Ti piacciono? >> domandò, l'altro annuì quasi timidamente.
<< Anche a me ma...Gli altri ragazzi mi prendono in giro >> ammise arrossendo.
<< Sono solo stupidi, lasciali perdere >> replicò con convinzione il ragazzino dai capelli castani.
<< Mi piacerebbe farti una collana con tutti questi fiori oppure una corona >> disse il piccolo Bonnet, l'altro si rabbuiò.
<< Grazie ma sono troppo belli per me >> quei profondi occhioni scuri si inumidirono, allora Stede decise che era il momento, raccolse un fiore sotto lo sguardo curioso dell'altro e glielo posò dietro l'orecchio, le sue labbra si stirarono in un sorriso.
<< Ti dona >> disse con la voce sottile e le guance rosse, l'altro bambino si accarezzò il lato dove era appoggiato il fiore con titubanza, sembrava ancora poco convinto allora Stede lo prese per mano conducendolo vicino all'acqua.
<< Guarda tu stesso. >>
Il ragazzino si specchiò e vide la sua immagine riflessa, quel bel fiore viola spiccava dall'alto, gli scappò un sorriso, era la prima volta in cui si vedeva così, come se anche lui potesse toccare le cose preziose senza rovinarle, si voltò verso l'amico e lui ricambiò il sorriso, rimasero in silenzio per qualche istante poi fu Stede a prendere parola.
<< Non ti ho nemmeno chiesto come ti chiami. >>
Lui si riscosse da quelle sensazioni piacevoli e dai suoi pensieri.
<< Oh è vero che sbadati, io mi chiamo Ed >> rispose allungando la mano, Bonnet la strinse sorridendo, stava per presentarsi a sua volta quando una voce burbera e lontana lo interruppe.
<< Ragazzino muoviti, dobbiamo andarcene! >>
Improvvisamente il viso di Ed sembrava preoccupato.
<< Scusa devo andare ora >> lasciò la sua mano e iniziò a correre verso il punto in cui proveniva la voce.
<< Ma domani ci vediamo vero? >> urlò Stede mettendo le mani a coppa vicino alla bocca, Ed si voltò.
<< Puoi contarci! >> gridò fermandosi un attimo, sorrise, poi corse via di nuovo.
Il piccolo Bonnet abbassò le braccia guardando quel ragazzino trasformarsi in un puntino via via che allontanava, qualcosa dentro di sé non lo faceva stare tranquillo, fu l'ultima volta in cui lo vide.
<< Mi chiamo Stede comunque >> mormorò al nulla, improvvisamente sentì una stretta al petto e gli venne da piangere, abbassò lo sguardo e vide il fiore viola che aveva Ed tra i capelli, lo raccolse e lo portò a casa, lo mise in un piccolo contenitore di vetro con l'acqua in modo da non farlo morire, il giorno dopo lo avrebbe riportato al suo legittimo proprietario.
Mentre faceva quel pensiero sentì di nuovo quella brutta sensazione, non mangiò quasi nulla a cena, si coricò prima del solito impaziente di tornare in spiaggia il giorno dopo e vedere il viso sorridente di Ed che lo aspettava.
Quella sera era scoppiato un terribile temporale che durò tutta la notte, il sonno del giovane Stede fu scosso da incubi, sognò il kraken che con i suoi tentacoli lo trascinava giù in fondo agli abissi nelle acque scure, davanti a sé però comparve una luce e una mano afferrò la sua tirandolo su e portandolo lontano da quel mostro, non aveva visto il viso del suo salvatore ma era abbastanza sicuro si trattasse del suo nuovo amico.
Il giorno dopo corse alla spiaggia ma non c'era nessuno, deglutì tentando di non pensare al peggio, sarebbe arrivato ne era sicuro, camminò avanti e indietro, prese a calci qualche sassolino, sfiorò l'acqua limpida con le mani e infine ammirò i fiori ma in tutto questo nessuno arrivò a tenergli compagnia.
Affranto e infreddolito se ne tornò a casa con gli occhi gonfi di lacrime, il petto che gli faceva male e un'immensa voglia di essere abbracciato, sulla strada incontrò i Badminton insieme al loro gruppetto di amici che ovviamente non persero occasione per schernirlo e spingerlo a terra, lui strinse forte il fiore viola che teneva in mano per proteggerlo, corse a casa tra le lacrime e si fiondò sul letto con il suo corpicino scosso dai singhiozzi.
Si addormentò e sognò quell'adorabile bambino che voleva insegnargli a nuotare, una volta risvegliatosi dal sonno decise di mettere il fiore a seccare tra le pagine del suo libro preferito, così tutte le volte che lo avrebbe aperto si sarebbe ricordato di Ed e della sua gentilezza, convincendosi che non era stato solo un sogno ma che era reale.



...


Si erano fermati al primo porto che avevano trovato sulla loro strada perché necessitavano assolutamente di provviste, sulla Revenge non era rimasto più nessuno e dopo essersi occupati dei doveri ognuno si poté godere qualche ora libera concessa dai capitani, Stede aveva trovato una spiaggia libera e deserta e supportato da Edward avevano deciso di fare una piccola festicciola e mangiare tutti insieme per festeggiare la buona sorte che li stava accompagnando ormai da parecchio tempo.
Visto che faceva caldo e il sole era alto nel cielo molti di loro decisero di correre in mare e farsi un bel bagno, l'acqua era splendida, così chiara da poter vedere il fondo e distinguere ogni conchiglia e pietruzza colorata, Stede si tirò su i pantaloni al ginocchio e si avvicinò al bagnoasciuga lasciando che le onde si infrangessero sui suoi piedi rinfrescandoli, venne presto raggiunto dal suo co-capitano e ormai anche compagno di vita che gli posò una mano sulla spalla.
<< Entriamo? >>
Bonnet si irrigidì al solo pensiero.
<< Oh no, preferisco rimanere qui, ma tu va pure. >>
Edward gli lanciò uno sguardo confuso, ormai aveva imparato a capire quando quel bel pirata dai lineamenti buoni aveva qualcosa che non andava.
<< Tu non vieni? Se ben ricordo non abbiamo mai fatto il bagno insieme, sarebbe divertente, prometto che non ti faccio scherzi >> ridacchiò provando ad alleggerire qualsiasi peso o pensiero si stesse portando addosso il suo compagno, ma Stede si limitò a sospirare e abbassare le spalle.
<< In realtà io...non posso farlo >> confessò arrossendo e voltandosi verso Barbanera con le guance arrossate.
<< Perché no? >>
<< I-Io...Non so nuotare >> disse e fu come togliersi un peso dal petto.
<< Oh... >> fu la risposta di Edward.
<< Sì lo so è stupido, sono un capitano di una nave pirata e...- >>
<< In realtà molti pirati non sanno nuotare >> gli disse il suo compagno con un sorriso comprensivo sul volto, Stede era il solito, credeva sempre di essere il peggio di tutti e una vergogna in qualsiasi cosa facesse, quando si perdeva in quei pensieri toccava a lui riportarlo a galla facendogli capire che non era così diverso da tanti altri pirati che si imbarcavano e che era migliore di molti, anzi per lui era in cima alla lista.
<< Davvero? Come è possibile? >> domandò corrugando le sopracciglia dorate.
<< Alcuni di noi si imbarcano quando sono dei semplici ragazzini che non hanno ancora imparato a nuotare, mentre ad altri non interessa e pregano solo di non affondare. >>
<< Ti piacerebbe imparare? >> chiese poi, Stede lo fissò per alcuni istanti poi guardò l'orizzonte, il cuore gli batteva all'impazzata.
<< Sì >> sussurrò, Ed sorrise.
<< Posso insegnarti io se vuoi. >>
Nella mente del biondo qualcosa scattò facendo tornare a galla varie immagini che aveva nascosto in un angolo del suo cervello dove non potevano fargli male.
<< Che c'è? Ho detto qualcosa di sbagliato? >> domandò Barbanera preoccupato del cambio d'umore che aveva visto passare sul volto del suo fidanzato.
<< No è che...E' la seconda volta che qualcuno si offre di insegnarmi, e la prima non è andata molto bene >> spiegò torcendosi le dita delle mani in un gesto nervoso, gli era presa la paura irrazionale che se Edward avesse cominciato a insegnargli poi sarebbe scomparso anche lui.
<< Era un cattivo insegnante? >>
<< No anzi, ma lui è...semplicemente sparito. >>
Alla parola "lui" Barbanera si era impensierito, chi era costui? Un semplice insegnante o per Stede aveva rappresentato qualcosa di più.
<< Avevi una cotta per lui? >> domandò a bruciapelo, meglio essere schietti in queste cose si era sempre detto, il povero pirata gentiluomo assunse tutti i colori del rosso.
<< No Ed, era poco più grande di me, avrà avuto sì e no quattordici anni! >>
<< Oh bè...e tu quanti ne avevi? >> chiese tentando di nascondere il sollievo che aveva immediatamente provato dopo quella spiegazione.
<< Dodici...Mi vergognavo da morire ma lui è stato così gentile con me. >>
Edward sorrise e allungò una mano.
<< Ti fidi di me Stede? >>
Il biondo deglutì, certo che si fidava, ma la paura era grande.
<< Non devi temere, una volta ho nuotato con i delfini, quindi sei in buone mani. >>
Bonnet lo fissò in credulo, deglutì poi riaprì la bocca, ricordava bene quella frase.
<< Qualcuno mi ha già detto una cosa del genere >> disse più a se stesso che a lui.
<< Oh sai a volte capita di trovarsi...- >>
<< Ed... >> mormorò guardando un punto lontano, perso in chissà quale ricordo.
<< Eh? >> domandò l'altro confuso, Stede a quel punto lo guardò come se lo avesse conosciuto da sempre, e in quello sguardo c'era quel ragazzino dodicenne che non aveva mai smesso di aspettarlo.
<< Ed >> possibile riuscisse a dire solo quello?
<< Dimmi, io non...- >>
<< Sei tu >> disse faticando a trattenere le lacrime, il suo cuore stava per scoppiare.
<< Io cosa? >> Barbanera era sempre più confuso.
<< Devo farti vedere una cosa! >> esclamò prima di prenderlo per mano e correre via verso la nave, Edward non capiva cosa stesse succedendo ma lo seguì comunque, si fermarono davanti alla libreria, Stede sembrava davvero euforico, le sue pupille svettavano svelte tra quei volumi scrutandoli uno a uno, il volto si illuminò quando trovò quello giusto, lo prese aprendo la copertina, dentro spiccava un piccolo fiore essiccato, conservava ancore delle lievi sfumature violacee ma era praticamente tutto marroncino dorato.
<< Tienimelo un attimo >> disse passando il volume al suo compagno, poi si rimise a cercare, afferrò un libro di botanica e aprì alla pagina giusta dove faceva bella mostra di sé un bellissimo fiore viola, era solo un disegno ma era fatto molto bene, Edward spostò lo sguardo da quello all'originale.
<< E' lo stesso >> spiegò il pirata gentiluomo.
<< Quando eri piccolo non ti è mai capitato di insegnare a qualcuno a nuotare? >> domandò speranzoso.
Barbanera ci pensò su.
<< Sì...forse una volta. >>
Il sorriso di Stede si accese.
<< Ricordi qualcosa? >>
Edward si sforzò di scavare a fondo nella memoria e qualche immagine sbiadita cominciò a risalire facendogli riemergere chissà per quale motivo il colore giallo, un sorriso dolce e il sole ma non sapeva come collegare questi indizi tra loro.
<< Era un bambino ma non ho mai saputo il suo nome >> disse guardando altrove mentre si concentrava a pensare.
<< Io non conosco il nome completo del ragazzino che ha aiutato me >> confessò Stede, ormai certo su chi si trovava davanti a lui, Edward lo fissò forse più incredulo che incerto.
<< Riesci a descriverlo? >> domandò Bonnet.
<< Non lo so Stede...è passato così tanto tempo >> rispose arricciando le sopracciglia, ma poi vedendo il volto speranzoso del suo compagno decise di provarci non volendo deluderlo.
<< Lo superavo in altezza credo e aveva i capelli castano chiaro, no biondi sì erano biondi e poi... >>
<< Poi? >> lo incalzò il pirata gentiluomo.
<< Abbiamo visto dei fiori, assomigliavano proprio a questo >> disse indicando il disegno.
<< Io gliene ho messo uno tra i capelli >> gli raccontò Stede trattenendo il sorriso, Edward di rimando si toccò il lato dell'orecchio dove molti anni prima c'era stato un fiore.
<< Proprio lì >> disse il biondo ormai faticando a trattenere la commozione, Barbanera a quel punto lo guardò.
<< Non posso crederci >> i suoi occhi scuri lo fissavano tentando di riconoscere nell'uomo che aveva davanti quel piccolo ed esile ragazzino.
<< Come si chiamava? >> domandò Barbanera sentendo che gli serviva la prova definitiva a quella coincidenza che sembrava essere troppo bella per essere vera.
<< Ed...si chiamava Ed >> rispose con l'emozione nella voce.
Edward chiuse il libro e lo posò sullo scaffale, le lacrime luccicavano negli occhi, Stede fece lo stesso con il suo e si avvicinarono contemporaneamente l'uno all'altro, piano, come se avessero paura che il sogno potesse infrangersi di colpo, Barbanera gli posò una mano sulla guancia, tremava.
<< Sei tu, non posso crederci che sei veramente tu >> la voce si incrinò, si morse il labbro inferiore.
<< Ti ho aspettato tutto il pomeriggio >> confessò Stede con gli occhi lucidi.
<< E ho deciso di conservare quel fiore perché una parte di me sapeva che ti avrei rivisto >> continuò sorridendo, una lacrima scivolò via andando a scontrarsi sulla mano di Edward, lui sorrise anch'esso con gli occhi pieni di lacrime.
<< Mi dispiace io...Sarei voluto venire ma... >>
<< Che cosa è successo Ed? >>
Barbanera deglutì sentendo il petto pesante.
<< Ricordi l'ultima volta che ci siamo visti? >>
Bonnet annuì.
<< Quella notte ho...ucciso mio padre. >>
<< E poi troppo sconvolto per ciò che avevo fatto mi sono nascosto sulla prima nave che mi è capitata a tiro, la mattina dopo ho scoperto a chi apparteneva, era la nave di Hornigold ed era già salpata quando mi sono svegliato. Lui mi ha trovato e ha deciso di tenermi come suo erede, anche se la possibilità di scappare me l'ha data. Quando ci siamo fermati in un porto lui ha ordinato a tutti di scendere lasciando solo me, io però mi vergognavo troppo per tornare da mia madre e così sono rimasto. >>
Il pirata gentiluomo ascoltò quella storia con il cuore in gola, incapace ancora di credere a quello che stava accadendo, di trovarsi davanti a quel bambino ormai cresciuto che era stato così buono e che aveva considerato suo amico anche se si conoscevano da pochissimo.
<< Oh Ed...mi dispiace così tanto >> disse, poi incapace di resistere ancora lo abbracciò stringendolo forte.
<< Avrei tanto voluto tornare Stede, eri l'unico ad avermi trattato come una persona >> singhiozzò.
<< E tu sei stato l'unico vero amico che abbia mai avuto. >>
Edward si scostò di poco asciugandosi le lacrime.
<< Sei arrabbiato? >> gli domandò
Stede scosse la testa.
<< Come potrei esserlo? Sono solo felice di averti ritrovato >> disse prendendogli le mani.
<< E ancora non riesco a crederci totalmente che quel ragazzino sei tu >> continuò il biondo baciandogli poi le nocche, Barbanera sorrise sentendosi più leggero, gli sembrava quasi di poter volare da quanto era felice.
<< Credevo ti fossi stufato di me, per questo non eri venuto >> confessò titubante, ma Edward gli prese il viso tra le mani.
<< Stede non avrei mai potuto stufarmi di te, mi piacevi tantissimo, sei stato l'unica parentesi felice della mia infanzia. >>
<< Peccato sia durato così poco, ma adesso siamo qui, di nuovo insieme >> disse Stede avvicinandosi per baciarlo, il suo compagno ricambiò all'istante assaggiando quelle belle labbra che sembravano avere un sapore diverso ogni volta che le toccava.
<< Ed? >>
<< Sì? >>
<< Ti va di insegnarmi a nuotare? >>
<< Con vero piacere capitano >> rispose Edward baciandolo, poi ridacchiarono e si avviarono all'esterno per tornare alla spiaggia.
<< Però sono un po' deluso che non avessi una cotta per me. >>
Stede gli abbracciò un fianco pizzicandolo leggermente.
<< Sciocco, non prendermi in giro. >>
<< Dico davvero >> disse Barbanera fermandosi di fronte a lui con un'espressione furbetta sul volto.
<< Bè se ti può consolare Edward Teach  adesso non ho solo una cotta, ma sono follemente innamorato di te, e non ho paura a dirlo perché è la verità. Ti amo così tanto che non riesco più a immaginare la mia vita senza di te. >>
<< Stede. Mi vuoi fare piangere cazzo >> mugugnò spingendo la fronte su quella del biondo.
Il pirata gentiluomo si alzò in punta di piedi per baciargli il naso.
<< Solo se posso asciugarti le lacrime con i miei baci. >>
Edward a quel punto premette le labbra sulle sue.
<< Ti amo anch'io cazzo. >>
<< Sarebbe un tantino imbarazzante a questo punto se non fosse così >> ridacchiò Stede.
Si sorrisero e tornarono alla spiaggia tenendosi per mano, passarono il resto del pomeriggio nell'acqua bassa a esercitarsi, il biondo era un ottimo allievo ma ogni tanto si lasciava distrarre dal corpo bronzeo del suo fidanzato incantandosi a osservare quei lineamenti per lui perfetti, cicatrici e tatuaggi rappresentavano solo un valore aggiunto ma i suoi sogni ad occhi aperti venivano ogni volta bruscamente interrotti da una cascata d'acqua che gli finiva sulla faccia.
<< Edward! >> gridò asciugandosi inutilmente con la mano e spostandosi i capelli all'indietro.
<< Ti eri di nuovo perso amico >> lo rimproverò il compagno ridacchiandosela.
<< E' solo colpa tua, se non fossi così...così >> si morse le labbra rosee e lucide.
<< Così come Stede? >> domandò avvicinandosi con quelle dannate goccioline d'acqua che scintillavano lungo l'intero corpo, il pirata gentiluomo rabbrividì deglutendo un gemito che sarebbe stato decisamente inopportuno, ma Edward gliela leggeva negli occhi quella fame che era anche la sua, lo prese per i fianchi tirandolo in un bacio salato e caldo.
<< Voi due idioti volete venire fuori o no? >> gridò la voce del primo ufficiale dalla spiaggia.
<< Se non ve ne siete accorti sta per venire giù il cielo! >>
I due capitani si staccarono di malavoglia, osservarono le nuvole che effettivamente non  promettevano nulla di buono, e dire che poco prima c'era un sole che spaccava le pietre, Stede aveva una strana sensazione ma non ebbe modo di darle peso perché il suo fidanzato lo illuminò con il suo sorriso più bello.
<< Continuiamo sulla nave? >> domandò con un brivido nella voce.
<< Cosa di preciso? Che mi insegni a nuotare o altro? >> chiese con malizia il biondo, Barbanera lo spinse in acqua.
<< Idiota >> ridacchiò aiutandolo ad alzarsi poi rispose.
<< Ovviamente il resto >> soffiò sulle sue labbra.
<< VOLETE MUOVERVI ACCIDENTI! >> strillò Izzy
<< Andiamo prima che gli scoppi il cuore >> disse con una lieve ilarità Bonnet facendo ridere il suo compagno, quando uscirono il primo ufficiale gli tirò addosso due asciugamani
<< Copritevi per l'amor del cielo >> ringhiò e loro ridacchiarono iniziando ad asciugarsi.
Una volta indossati gli indumenti si avviarono verso la nave ma il braccio destro di Edward fermò Stede tirandolo verso di sé.
<< Devo parlarti. >>
<< Cosa c'è di tanto urgente da non poterne discutere sulla Revenge? >> domandò il biondo sfregandosi i capelli con l'asciugamano.
<< Tu Bonnet. >>
Stede sollevò gli occhi al cielo, stava per ribattere ma gli venne impedito.
<< Chiudi quella boccaccia e ascolta, ti rendi conto di essere un peso per i tuoi uomini e soprattutto per Edward? Lui non te lo fa capire perché ha perso la sua dannata testa, ma io lo vedo, è esasperante starti dietro. Un capitano ha dei doveri e non deve fare da balia ai suoi dipendenti come fa con te. >>
Quelle parole ovviamente lo colpirono, non si era mai fermato troppo a pensare al modo in cui il suo fidanzato lo trattava, e quanto dovesse costargli avere un co-capitano da istruire invece che qualcuno su cui poter contare.
<< Sono anche io a capo della nave >> ribatté accigliandosi.
<< A maggior ragione cazzo, non solo deve insegnarti a combattere e salvarti il culo, adesso pure insegnarti a nuotare! >>
<< Molti pirati non sanno farlo, me lo ha detto lui >> si difese Stede sentendosi piccolo.
<< Ma tu vuoi o no essere un cazzo di pirata degno di questo nome!? >> sbraitò.
<< Se finissimo in una tempesta ed Edward morisse per tirarti fuori dall'acqua come ti sentiresti!? >>
Stede deglutì senza rispondere.
<< Pensaci Bonnet >> disse infine allontanandosi.
E lui ci pensò, per tutta la notte, mentre sentiva la pioggia zampillare sulla vetrata della sua camera da letto, mentre un ricordo terribile riaffiorava dalle profondità della sua mente, era in una notte come quella che Stede aveva perso Edward, fortunatamente non era morto ma erano rimasti separati a lungo, non avrebbe lasciato che riaccadesse anche perché questa volta avrebbe potuto non essere così fortunato.
Il giorno dopo era in cima alla scogliera, non quella più alta ma i metri che lo separavano da quel blu intenso erano comunque al di fuori della sua portata, la ciurma lo aveva visto inerpicarsi su per quelle rocce e Lucius era corso a chiamare Barbanera pensando fosse l'unico in grado di far ragionare quel testardo, e anche il più adatto a trarlo in salvo se fosse accaduto il peggio perché sapeva nuotare molto meglio di tutti loro.
<< E' salito lì sopra e non vuole saperne di scendere >> spiegò allarmato.
Gli occhi di Edward si spalancarono non appena videro quella figura colorata che faticava a stare in equilibrio su quelle punte acuminate, c'era troppo vento per i suoi gusti e il mare stava lentamente cominciando ad agitarsi.
<< STEDE CHE CAZZO STAI FACENDO!? >>
<< Voglio tuffarmi! >> gridò in risposta, l'aria gli scompigliava il ciuffo biondo, sarebbe stata una visione celestiale se non fosse per il pericolo che correva, iniziò a spogliarsi sicuro che la sua fosse la cosa migliore da fare, non poteva continuare a contare sul suo co-capitano, doveva imparare a sbrigarsela anche da solo.
<< E' TROPPO PERICOLOSO E TU NON SAI NUOTARE! >>
<< Mi hai insegnato le basi, posso farcela! >>
<< NO STEDE CAZZO NON PUOI! IL VENTO E' FORTE, RISCHI DI FINIRE CONTRO LE ROCCE, IL MARE SI STA AGITANDO E TU NON SEI ANCORA BRAVO! >>
Si stava sgolando, sentiva la gola tagliata dalle urla di disperazione che lanciava, gli faceva addirittura male, anche i ragazzi della ciurma provarono a fermarlo ma non c'era niente che potessero dire utile a fermare quel pazzo da quella follia.
<< Edward io posso farcela! >>
<< CERTO CHE PUOI AMORE, MA NON ORA! >>
<< TI PREGO STEDE. >>
Il pirata gentiluomo si tappò il naso, chiuse gli occhi e cominciò la sua discesa.
<< NO! >>
Finì in acqua, l'impatto fu più forte del previsto e il salto lo portò molto in profondità, più di quanto si aspettava e così iniziò a sbracciarsi per risalire ma la pressione in quel punto era molto forte e più si muoveva più gli sembrava di finire sempre più in basso, era stato stupido? Sì, sicuramente e se ne rendeva conto proprio mentre le ultime gocce d'aria nei polmoni tenevano in vita il suo corpo.
Edward...
Chiuse gli occhi.
Poi sentì qualcosa afferrargli il polso e d'istinto li riaprì, vide una chioma grigia che fluttuava davanti a lui, due mani lo tirarono e lui preso dallo spavento aprì la bocca, ma invece di sentire l'acqua entrare percepì solo la morbidezza di un paio di labbra che conosceva bene.
Edward.
Lo stava baciando, anzi gli stava dando il suo fiato per tenerlo in vita, Stede si aggrappò con tutte le sue forze a quel bacio desiderando di non morire e di ricambiare lo scambio, si strinse alle spalle di Barbanera che iniziò a muovere piedi e gambe per trarre entrambi in salvo, per miracolo uscirono con la testa fuori dall'acqua e presero lunghe boccate d'aria ma non erano ancora fuori pericolo.
<< Aggrappati a me piccolo >> disse Edward prendendo il viso di Bonnet tra le mani, lui fece come gli era stato ordinato e tentò di aiutarlo sbattendo i piedi, riuscirono ad arrivare a riva, Edward lasciò scivolare il biondo che finì di schiena sulla sabbia e lui gli si sdraiò accanto.
<< Ed >> mugugnò tossicchiando, Barbanera si tirò su a fatica, il corpo scosso dai tremiti e dalla paura che aveva avuto vedendo quell'idiota tuffarsi.
<< Sono qui >> rispose con voce roca avvicinandosi, era arrabbiato, voleva insultarlo ma Stede aveva il viso rigato dalle lacrime, si fiondò tra le sue braccia iniziando a singhiozzare.
<< Mi dispiace, mi dispiace. >>
Le spalle di Barbanera si rilassarono, con una mano accarezzava la schiena pallida del compagno mentre l'altra la faceva scorrere tra quel groviglio di capelli dorati, era incredibile come il nervosismo gli fosse già passato semplicemente tenendo tra le braccia quel pazzo incosciente che amava tanto.
<< Shh. >>
<< Scusami i-io ti ho messo in pericolo >> singhiozzò staccandosi e asciugandosi il viso bagnato, Edward gli prese il mento con le dita e si avvicinò fino a che le loro bocche non furono a un soffio di distanza.
<< Zitto e baciami Stede. >>
<< Ma tu dovresti essere furioso >> piagnucolò, l'altro gli prese il volto tra le mani accarezzandogli gli zigomi, gli baciò una per una le palpebre, poi posò le labbra sul naso e infine sulla fronte, scostò un ciuffo biondo in modo da avere chiara la visuale di quel bel viso che amava da morire.
<< Non fare mai più una cosa simile pazzo sconsiderato >> lo rimproverò continuando a imprimere piccoli e teneri baci su quella pelle arrossata.
<< Perché lo hai fatto? >>
<< Io volevo...essere alla tua altezza >> tirò su col naso guardandolo con due occhioni che fecero girare la testa a Barbanera.
<< Ma... >> sospirò.
<< Tu già lo sei... >> disse.
<< No. >>
<< Sì cazzo, non hai bisogno di...- >> si interruppe.
<< Stai tremando. >>
Stede scosse la testa.
<< Hai le labbra viola, dobbiamo andarcene da qui >> ma il pirata biondo sembrava dell'idea contraria perché si aggrappò alle braccia del fidanzato trascinandolo di nuovo seduto.
<< Resta con me >> supplicò, in quel momento la ciurma li raggiunse con almeno un paio di asciugamani, Edward avvolse Stede nel suo prima di asciugarsi lui stesso, poi gli accarezzò una guancia.
<< Se restiamo qui rischiamo di prenderci una brutta febbre. >>
Una volta giunti nella loro cabina si fecero un bel bagno caldo e si misero vestiti asciutti e puliti, Bonnet però era rimasto tutto il tempo in un profondo silenzio, si era infilato la vestaglia rossa e rannicchiato sul letto, il suo fidanzato aveva rispettato la sua scelta ma adesso ne aveva abbastanza intuendo dove stessero andando i pensieri dell'altro, si accomodò vicino, sfiorò una ciocca ribelle con le dita.
<< Ehi... >>
<< Sono uno stupido >> mugugnò Stede appoggiando la testa sul petto caldo di Barbanera, gesto che fece sciogliere il suo cuore ora non più triste e avvolto dall'oscurità.
<< Sì lo sei, ma non ti amerei così tanto se tu non fossi così >> disse baciandogli la nuca.
<< Anche io ho fatto cose avventate mettendo a rischio molte vite. >>
Due occhi nocciola si puntarono su di lui.
<< Ma mai della persona che ami >> piagnucolò.
Edward rimase qualche istante in silenzio, con la mano sfregava delicatamente la spalla fasciata da quella vestaglia rossa piena di disegni e ricami, era rilassante ma la cosa che lo tranquillizzava di più era avere il corpo del suo fidanzato tra le braccia, non importava se triste e col muso, ciò che contava era che fosse vivo, sospirò pesantemente.
<< In realtà sì, ricordi io avrei dovuto ucciderti. >>
<< Ma non è lo stesso Ed >> abbassò le spalle in un respiro di sconforto.
<< Se avessi portato a termine il mio piano avrei passato la vita a odiarmi. Stede ascoltami bene tu per me non sei un peso, insegnarti a combattere è stata una delle cose più divertenti che abbia mai fatto, per non parlare di tutto il resto, amo prendermi cura di te, rendi la mia vita degna di essere vissuta e non credere che tu non mi stia insegnando niente. >>
<< E che cosa ti starei insegnando a parte come cenare? >> domandò un po' irritato e frustrato più con se stesso che con il compagno.
<< Ad amare Stede, tu mi insegni ogni giorno cosa significa volere bene a qualcuno, mi mostri la tenerezza e la gentilezza con ogni tuo gesto e questo vale molto di più che saper nuotare o combattere con la spada. >>
Il pirata gentiluomo rimase molto sorpreso da quella frase, lo guardò con gli occhi grandi e lucidi, le labbra dischiuse e le guance rosse, sentendo il cuore accelerare nella gabbia toracica, forse poteva smetterla davvero di preoccuparsi, a Edward sembrava non importare quanto goffo e imbranato fosse, aveva deciso di rimanere con lui e questo doveva pur significare qualcosa.
<< Io ti piaccio davvero? >> domandò corrugando quelle sopracciglia sottili che formarono una rughetta sulla radice del naso.
<< Altrimenti perché ti avrei baciato? Io sono innamorato di te, non capisco perché ti sembra così strano, sei fantastico, tu sei unico Stede mettitelo in testa, nessuno mai ha catturato il mio interesse così tanto come hai fatto tu. >>
Stede deglutì.
<< E' che sei così forte e coraggioso, conosci tante cose, hai visto il mondo con altri occhi e sai come funziona tutto questo. Io rappresento solo un fardello per te, e se morissi a causa mia non me lo perdonerei mai. >>
<< E tu ne sai tante altre, che importa se non sei forte come me? Sono sollevato che non conosci questo mondo fino in fondo, perché finisce per cambiarti dentro ad un certo ponto, e io non voglio che accada, posso continuare ad insegnarti così saprai difenderti oppure possiamo dire addio a tutto e vivere una vita tranquilla. >>
Bonnet lo fissò.
<< Lo faresti? >> domandò.
<< Andrei in qualunque luogo purché con te al mio fianco. >>
Stede lo abbracciò rannicchiandosi contro di lui e infilando il viso nell'incavo del suo collo.
<< Scusa se a volte sono così piagnucoloso. >>
Edward gli posò un bacio tra i capelli trattenendo lì le labbra, respirò il suo profumo che in quel momento sapeva molto di lavanda.
<< Mi piace, è una scusa per consolarti. >>
<< Sei bravo, mi sento già molto meglio >> disse il biondo arrampicandosi e stringendosi a lui come un koala, Ed ridacchiò e alla fine si sdraiarono insieme scambiandosi baci e coccole fino a che la stanchezza non li prese facendoli addormentare.
Nei giorni seguenti ci furono molte altre lezioni di nuoto, che continuarono di isola in isola ogni qual volta si fermavano da qualche parte, Stede era migliorato moltissimo e il suo co-capitano gli concesse il permesso di tuffarsi da uno scoglio non troppo alto, anzi lo fecero insieme tenendosi per mano, perché è così che avevano deciso di affrontare la vita.
L'acqua era azzurra e cristallina, una volta scesi in profondità aprirono gli occhi guardandosi, Stede con quei biondi capelli che fluttuavano come preziose alghe nuotò verso il fidanzato, gli prese il viso tra le mani e si scambiarono un bacio bagnato e salato, tra quel blu che li circondava, le mani che si muovevano creavano piccole bollicine che salivano verso l'alto e alcuni pesci si soffermarono qualche secondo accanto a loro per poi schizzare via.
Era bello e particolare baciarsi in quel modo, con la pressione marina che ti faceva fluttuare come se fossi nel cielo, Bonnet ci aveva preso gusto e tutte le volte che si tuffavano finiva per divorare quelle labbra di cui non era mai sazio, quando risalirono si guardarono negli occhi, erano arrossati per via del sale ma non meno belli, Edward nuotò verso di lui accarezzandogli poi i capelli e sorridendo.
<< Sei diventato proprio un pesciolino, finirà che l'allievo supererà il maestro. >>
Stede lo guardò soffocando una risatina.
<< Qual è il mio premio? >> soffiò a pochi centimetri dal viso dell'altro.
<< Mmm fammici pensare, potremmo nasconderci in quella grotta e darci dentro >> rispose Barbanera divertendosi a guardare il viso del fidanzato cambiare colore, gli lanciò un'occhiata peccaminosa e si avviò verso riva, a quel punto Stede capì che non scherzava affatto e così si affrettò a raggiungerlo, l'altro lo aiutò a tirarsi in piedi poi senza preavviso lo prese in braccio, il biondo lanciò un gridolino sorpreso aggrappandosi al suo collo.
<< Che fai? >> domandò arrossendo.
<< Ti porto in salvo dal terribile kraken >> scherzò Edward sollevandolo meglio per aggiustare la posizione.
<< Ma non c'è nessun kraken, non c'è vero? >> chiese Bonnet allungando il collo verso il mare.
<< No piccolo, semplicemente mi stuzzicava l'idea di portarti in braccio, è così che fanno i mariti con le mogli giusto? >> domandò mentre si incamminava verso la grotta.
<< Sì ma noi non siamo sposati >> disse Stede stringendosi a lui.
<< A questo c'è rimedio >> spiegò Barbanera fermandosi all'ingresso, il suo fidanzato lo guardò confuso.
<< C'è un'altra cosa che devi sapere sui pirati >> aggiunse Edward assottigliando lo sguardo come un gatto.
<< Pronto? >> domandò poi, Stede sorrise e annuì.
<< Con te sempre >> rispose ed Edward mosse il primo passo verso l'interno di quella profonda grotta dove rimasero per tutta la notte, solo le pareti rocciose di quel luogo seppero cosa accadde realmente ma l'indomani, quando ne uscirono, entrambi avevano un sorriso raggiante stampato sulla faccia, gli occhi lucidi ed erano più innamorati di prima.
E così quel bambino solo e triste che non sapeva nuotare non solo imparò, ma conobbe anche l'amore della sua vita che lo riempì di talmente tanta felicità e gioia da cancellare le cose brutte del passato, non esistevano più, ciò che contava era solo quel pirata che lo aveva salvato in un milione di modi diversi e avrebbe continuato a farlo per sempre.


Fine






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Capitolo 2
*** Nei miei sogni ora sei ***


Nei miei sogni ora sei


"In piedi su quel molo maledetto ad aspettarlo con il cuore gonfio di speranza, un rumore alle sue spalle, si voltava e lo vedeva allontanarsi su quella piccola imbarcazione che aveva rubato per loro due, lo chiamava a gran voce ma non c'era mai niente da fare, Stede remava lontano da lui, a volte sollevando lo sguardo sprezzante nella sua direzione e si allontanava sempre di più fino a diventare un puntino invisibile, a niente servivano le sue urla che lo supplicavano di rimanere e dargli quella possibilità che fino a poche ore prima era sembrata così reale."
Ogni notte da quel giorno faceva sempre lo stesso terribile incubo, la sua mente non gli dava mai tregua riportandogli a galla quel tremendo dolore che di giorno tentava di soffocare con alcol e cattiveria sperando così di convincere se stesso di aver dimenticato chi era quel biondo che gli aveva strappato via il cuore dal petto e ricordato chi era lui veramente.
Ma non c'era verso di ingannare il suo cervello, e così nel mondo onirico si presentavano situazioni diverse con un'unica costante, Stede se ne andava ogni volta o lo tradiva, spesso lo pugnalava al cuore con un coltello dorato e lui si svegliava urlando per la disperazione, allungava il braccio in uno stupido desiderio di trovare qualcuno che lo abbracciasse ma rimaneva deluso, non importava dove si addormentasse, il lato accanto a sé era freddo e vuoto.
Non c'era mai nessuno ad asciugare le lacrime che prendevano a scendergli copiose, si rannicchiava e singhiozzava tutto il suo dolore sentendo il petto stringersi in una morsa soffocante, si odiava in quei momenti e odiava Stede il cui viso in quegli incubi era stato sostituito da una macchia scura, nemmeno lì gli era concesso vederlo, era troppo prezioso per uno come lui, una volta aveva pianto così tanto che le lacrime avevano formato una piccola pozzanghera sul pavimento e lui l'aveva asciugata via con la manica della vestaglia rossa che indossava solo di notte, quando nessuno poteva scoprire quanto ancora fosse fragile.
E quella notte non era diversa, si era addormentato sfinito dopo aver combattuto a lungo, aveva fatto un bagno insaponandosi con l'unica stupida saponetta alla lavanda che era rimasta, si era asciugato avvolgendosi poi in quel tessuto che amava tanto indossare in segreto e il sonno lo aveva preso da subito, ma la stanchezza non era sufficiente ad impedire a quelle immagini terribili di presentarsi, questa volta Stede camminava verso di lui su quel piccolo ponte di legno, si fermava ma prima che potesse dire qualcosa uno sparo glielo portava via facendolo stramazzare ai suoi piedi, ed ecco che Edward si tirava su a sedere, squarciando il buio con un grido di terrore, gli occhi sgranati con già le lacrime pronte ad uscire e una mano che gli artigliava il petto nel vano tentativo di calmare il cuore che batteva all'impazzata, respirava a fatica preso dal panico di essere solo, ma questa volta...
Questa volta un fruscio accanto a lui, una mano delicata che si posava dietro alla sua schiena e un'altra che gli spostava una ciocca di capelli dal viso, quel profumo che ormai da sere era diventato famigliare, una costante dei suoi risvegli e quella voce gentile che lo riportava dolcemente alla realtà.
<< Ed? >>
<< Un altro incubo tesoro? >> domandò scostandogli i capelli dietro l'orecchio e cercando il suo viso.
Edward annuì solamente con gli occhi ancora puntati verso l'ignoto, come se ancora non credesse di averlo lì accanto e temesse di voltarsi per paura di trovare quel vuoto che lo aveva soffocato per mesi interi, le lacrime scendevano senza tregua, Stede come ogni sera gli accarezzò la guancia asciugandole via, facendo attenzione a non fare movimenti bruschi, la prima volta che era successo si era beccato un pugno ed era finito giù dal letto.
Per questo aveva imparato ad andare piano, il suo Edward era ancora molto scosso, il fatto che lui fosse tornato ormai da più di due mesi non significava che il trauma che gli aveva lasciato sarebbe sparito con il perdono e la loro appena cominciata relazione, al pirata biondo si spezzava il cuore ogni volta che la serenità del suo compagno veniva spezzata così, c'erano giorni in cui sembrava vicino a guarire ma alla notte i mostri tornavano, lui c'era e ci sarebbe stato sempre, lo aveva promesso.
<< Sono qui piccolo, puoi voltarti. >>
<< No >> mugugnò Barbanera stringendo gli occhi e afferrandosi i capelli, allora Stede appoggiò la testa su quella spalla grande e forte che tremava, con l'indice seguiva i contorni della vestaglia fino ad arrivare alla mano tatuata, tracciava dei piccoli segni sentendola rilassarsi e poi tornava verso l'alto, nel mentre con la voce lo guidava tentando di riportarlo indietro da lui, cantandogli una piccola canzone inventata sul momento, che era diventata presto la loro canzone.
<< Segui quella stella e non scordarti mai... >>
<< Che nel cielo brillerà per te... >>
<< Segui quella stella e ricordati che... >>
<< Ci sarò sempre io accanto a... >>
Edward si morse le labbra, Stede lo scosse appena sorridendo.
<< A... >> ripeté.
<< Te >> gemette Ed mandando giù l'ultimo singhiozzo, il pirata biondo sorrise spostandosi di fronte a lui, gli prese i polsi scostandoli appena, voleva vedere il suo viso e lo trovò, un paio di occhi scuri e lucidi lo cercarono trovando quelli nocciola, proprio come diceva la canzone.
<< Accanto a te. Bravo Ed ce l'hai fatta visto? >>
L'altro deglutì poi si fiondò tra le sue braccia stringendolo e singhiozzando, Stede lo strinse a sua volta accogliendolo in un abbraccio pieno di calore, sapeva quanto quei mesi di solitudine lo avessero distrutto, Edward si era aperto con lui poco alla volta, raccontandogli degli incubi e della solitudine che provava ogni volta quando si svegliava in una stanza fredda e vuota, lui gli aveva promesso che mai più sarebbe andata così.
Ogni sera accendeva il camino assicurandosi che la stanza fosse calda prima che il suo fidanzato entrasse, gli preparava un bagno caldo che a volte condividevano, mentre altre si prendeva cura di lui lavandolo e asciugandolo per bene, Barbanera col passare del tempo aveva tentato di dirgli che non c'era bisogno di tutta quella preoccupazione credendo lo facesse solo per l'enorme senso di colpa che sentiva, invece Stede ogni volta gli diceva che gli faceva piacere prendersi cura di lui e allora lo lasciava fare, godendosi quei momenti fatti di tocchi delicati e gentili.
<< Ti stancherai prima o poi di svegliarti nel cuore della notte per colpa mia. >>
Stede scosse la testa accarezzandolo dolcemente sul viso, gli baciò la fronte asciugando le ultime righe di lacrime che gli bagnavano le guance.
<< L'unica cosa che voglio è che tu stia bene, non mi importa se dovrò svegliarmi ogni notte. Vorrei sapere come aiutarti perché mi si spezza il cuore vederti così spaventato, ma ti prego di non pensare che mi pesi, io ti amo Ed e ci sarò ogni minuto di ogni secondo fino a che non mi manderai al diavolo quando non mi sopporterai più >> ridacchiò appoggiando la fronte su quella del compagno, anche lui sorrise appena e sospirò.
<< Resta >> disse solo, con la voce talmente sottile e difficile anche da udire, come se fosse una preghiera silenziosa che andava sussurrata per non perderne l'effetto, Stede lo riprese tra le braccia appoggiando la guancia sulla sua tesa e chiudendo gli occhi.
<< Te lo prometto, sarò sempre accanto a te. >>
<< Ogni volta che ti volterai è lì che mi troverai amore. >>
Quella era la promessa che gli faceva ogni notte dopo che le lacrime erano state spente e l'animo in subbuglio di Barbanera si era calmato, poi si addormentavano stretti l'uno all'altro, solitamente era il biondo a stringerlo a sé, come se fosse un cucciolo da proteggere e non un uomo adulto, inoltre si erano detti che tutte le volte che Stede aveva bisogno di alzarsi durante la notte lo avrebbe svegliato avvisandolo del suo spostamento.
Al giorno era più facile gestire la lontananza del fidanzato, anche se il senso di costrizione al petto lo prendeva comunque se non lo rivedeva nel giro di mezz'ora, ma riusciva in qualche modo a distrarsi e dare fiducia alle parole che l'altro gli rivolgeva in continuazione,  la notte invece ancora era troppo dura da affrontare da solo, troppi i fantasmi che lo tormentavano e nulla a cui aggrapparsi se si svegliava in un letto vuoto, aveva provato a farsi forza anche in quella situazione ma gli ci voleva solo più tempo.
Stede era bravo e paziente, tutte le volte che capitava di doversi alzare, anche se gli si stringeva il cuore gli accarezzava dolcemente i capelli, poi il viso e lo chiamava fino a che quei grandi occhioni scuri non si puntavano su di lui, quella notte però era stata preceduta da una giornata terribilmente faticosa.
Una ciurma di pirati assetati di sangue li aveva attaccati, avevano rischiato di perdere uomini e ferirsi tutti gravemente, ci era mancato poco che Stede non finisse con una pallottola nel cuore ed Edward dopo che erano riusciti a vincere era caduto nel panico, era rimasto tutta la giornata con i nervi tesi e nemmeno il bagno caldo lo aveva aiutato a calmarsi, era riuscito a prendere sonno per miracolo e anche il biondo era crollato poco dopo.
Mentre dormivano un suono fece aprire gli occhi nocciola che vagarono nell'oscurità alla ricerca del potenziale pericolo, una volta accertato che non c'era nulla da temere si tranquillizzò ma si accorse di avere una gran sete, si alzò accendendo la candela e si avvicinò al giaciglio dove Edward si era rannicchiato tirando a sé tutte le coperte, aveva le sopracciglia corrugate ma sembrava starsi godendo quel sonno che con fatica aveva raggiunto.
Gli si strinse il cuore all'idea di chiamarlo, credendo che la veglia avrebbe riportato quelle ansie del giorno impedendogli di riaddormentarsi, e Barbanera anche se non voleva ammetterlo aveva un disperato bisogno di dormire come si deve, così decise di sbrigarsi, uscì silenziosamente dalla stanza dirigendosi verso la cucina, nemmeno avesse l'istinto di un gatto Edward si svegliò, allungò la mano come sempre faceva e trovò il lato del letto vuoto, panico.
Iniziò a tremare come una foglia sedendosi sul materasso e accartocciandosi su se stesso, possibile che tutti quei giorni fossero stati solo una finzione partorita dalla sua mente distrutta dall'alcol e dal dolore? Sembrava così vero, lui sembrava reale quando lo consolava, i baci, le carezze, il suo profumo, prese il cuscino e ispirò a pieni polmoni, gli sembrava di sentirlo ma forse se lo stava solo immaginando, cacciò un urlo di totale frustrazione lanciando il cuscino verso la porta.
In quel momento entrò il pirata gentiluomo che con chissà quali riflessi riuscì a schivare il proiettile morbido evitando anche che finisse sulla fiamma accesa.
Edward lo fissò ad occhi sgranati, con le lacrime agli angoli e il respiro affannoso.
<< Ed! >> squittì il biondo posando la candela su un tavolino lì vicino.
<< Dove diavolo sei stato Stede!? >> gridò balzando in piedi e raggiungendolo in pochi passi, i pugni chiusi e stretti, e il volto digrignato in una smorfia di rabbia e dolore, Stede si sentì morire dentro, aveva lasciato che accadesse, si pentì subito di non averlo svegliato ma ormai era troppo tardi.
<< Sono solo andato a prendere un bicchiere d'acqua >> rispose scusandosi con lo sguardo.
<< Dormivi così bene e io non...- >>
<< Lo avevi promesso Stede! >>
<< Cazzo me  lo avevi promesso >> piagnucolò abbassando il viso con le lacrime che lo rigavano, il suo fidanzato allungò il braccio per sfiorarlo ma Barbanera lo respinse con un gesto della mano.
<< Edward... >>
<< Ti avevo chiesto una cosa sola >> singhiozzò.
<< Una cazzo di cosa e tu nemmeno quella sei riuscito a fare! >>
<< Lo faccio ogni notte Ed >> rispose con voce pacata, crogiolarsi nel senso di colpa non faceva bene né a lui né al suo fidanzato, doveva imparare a reagire altrimenti sarebbero rimasti imbrogliati in quella matassa di autocommiserazione che li avrebbe portati soltanto a distruggersi.
<< Ma non questa! >> strillò Barbanera sollevando il volto, immaginò che l'altro si sarebbe ritratto ma ciò non accadde, Stede non aveva paura di lui.
<< Lo so e mi dispiace che tu ti sia svegliato non trovandomi, ma se...- >>
<< NON VOGLIO ASCOLTARTI! >>
<< Scuse, scuse le tue sono sempre cazzo di scuse come se fossero sufficienti a...- >>
Stede stufo di quelle grida e recriminazioni lo prese per i polsi spingendolo contro la parete e fissandolo dritto negli occhi, non c'era rabbia nei suoi, mentre in quelli di Edward c'era una tacita domanda, un pizzico di dolore e tanta confusione.
<< Adesso basta Edward! Ho subito le tue urla in silenzio per gran parte del tempo da quando sono tornato, ho accettato tutti gli insulti che mi rivolgevi, i duelli che non finivano mai senza battere ciglio, e poi quando mi hai perdonato ti ho fatto una promessa che ho continuato a mantenere ogni giorno! Quindi mi dispiace di averti lasciato solo per cinque minuti una notte su mille, e se vuoi ti chiedo scusa per aver pensato a te, che avessi bisogno di riposo! >>
<< Lasciami >> ringhiò Barbanera.
Poi abbassò il capo.
<< Stede ti prego lasciami >> e il biondo gli liberò i polsi e si allontanò di qualche centimetro, gli posò una mano sulla guancia.
<< Sono qui amore e adesso hai potuto vedere che alla notte funziona come di giorno, se mi allontano poi torno, tornerò sempre da te. Te l'ho detto l'affronteremo insieme ma dobbiamo farlo, non sai come sto in agitazione quando ti sono lontano e mi preoccupo che tu possa andare in crisi, non riesco a concentrarmi totalmente e questo finirà per metterci in pericolo entrambi, perché anche tu non sei sereno quando sono da un'altra parte. >>
<< E se dovesse accaderti qualcosa perché sei distratto sappi che ti resuscito e poi ti ammazzo con le mie mani >> sulle labbra aveva un lieve risolino che contagiò anche Edward, alzò il viso puntando i suoi occhi profondamente scuri in quelli nocciola.
<< Stede tu non riusciresti ad uccidere nemmeno una mosca >> borbottò avvicinandosi di qualche passo.
<< Chi ha parlato di omicidio? >> domandò corrugando le sopracciglia dorate, la sua espressione fece capire al suo fidanzato a cosa si riferisse.
<< Cristo non puoi sempre cavartela così! >> brontolò andandosi a buttare sul letto, il lunghi capelli sale e pepe sparsi sul suo cuscino, Stede salì sul materasso gattonando verso di lui, si sdraiò al suo fianco appoggiandogli la mano sulla pancia, Ed invece gli affondò le dita in quel groviglio biondo e morbido che amava tanto.
<< Mi spiace di aver urlato >> disse mentre gli accarezzava la testa.
<< E a me di averti spinto contro il muro. >>
<< Bè non mi hai proprio spinto, te l'ho lasciato fare >> ribatté con le guance arrossate.
<< Ma davvero? >> domandò Bonnet salendogli in grembo, Edward annuì giocando con il suo viso, fece scorrere l'indice prima lungo il naso, poi tracciò il contorno delle labbra spostandosi sulle guance fino a salire toccando la fronte e le sopracciglia, era una cosa che lo rilassava moltissimo, come se volesse imprimersi nella memoria il viso dell'uomo che amava in ogni modo possibile, il biondo chiuse gli occhi godendosi quei tocchi leggeri che però avevano l'effetto contrario, alimentavano il fuoco che aveva dentro, infatti molte volte erano finiti a fare l'amore subito dopo che Ed aveva concluso la sua esplorazione, quella notte però fu diverso, perché entrambi avevano bisogno d'altro.
Da quella volta Edward cominciò a dire sempre più spesso a Stede di non chiamarlo se si alzava per bere o andare in bagno, c'erano state volte in cui si era svegliato e non trovandolo aveva sentito salirgli il panico ma fidandosi sempre di più del suo fidanzato aveva trovato un modo meno doloroso per attenderlo, si abbracciava al suo cuscino e inspirava forte l'odore lasciato dall'uomo di cui era innamorato, spesso quando il biondo rientrava in camera gli saltava in braccio mentre altre volte riusciva ad aspettarlo sul materasso.
Stede tornava sempre proprio come aveva promesso.
I giorni cominciarono a divenire mesi e presto passò un anno, le cose tra loro migliorarono decisamente e le ansie e timori diminuirono a vista d'occhio, certo c'era qualche piccolo momento di crisi che però erano diventati bravi a gestire, in quei trecentosessantacinque giorni ne erano successe di cose, Olu e Jim si erano sposati, Pete e Lucius avevano deciso di concedersi una meritata vacanza rimanendo per un mesetto su un'isola ed era lì che stava andando la Revenge per riprenderli.
Franchie era riuscito ad accarezzare un gatto per strada, certo subito dopo si era gettato in un fontana ma almeno ci aveva provato, Izzy che dopo il ritorno di Stede aveva abbandonato la nave era tornato con delle scuse borbottate e il desiderio di ricominciare da capo, e così tutti quanti lasciati alle spalle i brutti momenti poterono finalmente godersi il viaggio in tranquillità, e chissà dopo aver recuperato i due piccioncini avrebbero potuto dirigersi davvero in Cina o altrove, l'importante era farlo insieme, come una famiglia.


Fine

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Capitolo 3
*** I think I'm in love ***


I think I'm in love


Stede negli ultimi tempi era più strano del solito, sembrava facesse di tutto per farlo impazzire con i suoi comportamenti assurdi, tutto era cominciato dopo la sera di quella dannata festa su quella nave di ricchi snob, e glielo aveva pure chiesto se fosse tutto a posto ma l'altro ogni volta gli rispondeva agitando la manina e trafiggendolo in pieno petto con un dei suoi sorrisi.
Era ovvio ci fosse qualcosa che non andava, il problema era che sembrava essersene accorto solo lui, gli altri continuavano il loro lavoro come se fosse tutto nella norma e non ci fosse un evidente gigantesca balena sulla loro nave, certo, sicuramente erano abituati alle stramberie e all'eccentricità del loro capitano ma qui si stava andando oltre ogni caratteristica personale.
Insomma come facevano a non vedere il modo in cui lo fissava per poi distogliere lo sguardo, quando leggeva le storie non aveva occhi che per lui e non era una cosa che lo metteva a disagio anzi, gli piaceva avere quelle due perle nocciola tutte per sé, un tempo avrebbe trafitto chiunque avesse osato guardarlo un secondo di troppo ma con Stede era diverso, tutto con quell'uomo rappresentava una novità della quale voleva ubriacarsi.
Lo trascinava continuamente in passeggiate ed escursioni in mezzo a quella dannata natura che lo pungeva e gli faceva prudere ogni parte del corpo, quando capitava di tornare alla nave con qualche eritema o rigonfiamento le mani delicate ed esperte del pirata gentiluomo erano su di lui per prendersene cura, e ad Edward piaceva, dannazione se gli piaceva, si sarebbe tuffato di faccia in un campo di ortiche se avesse significato avere tutte quelle attenzioni.
Andavano da soli nella maggior parte dei casi e lui aveva iniziato a sperare fosse per avere un po' di intimità, la prima volta aveva pensato lo avesse portato così lontano per baciarlo, la terza volta pure ma non accadeva mai come se Stede gli ruotasse intorno senza mai trovare il coraggio di fermarsi, lui ci avrebbe pure provato a prendere l'iniziativa se l'altro fosse rimasto fermo per più di cinque minuti, e poi forse non era ancora il momento giusto, non si era creata quell'occasione perfetta e temeva che facendolo nel momento sbagliato avrebbe potuto rovinare tutto.
Si era offerto di insegnargli a leggere e scrivere così avrebbero potuto passare i momenti in cui il mare era in tempesta per via di un temporale e non potevano stare fuori senza annoiarsi, lui aveva accettato, non gli era mai importato molto di quelle attività ma l'idea di passare il tempo con Stede così vicino, a pochi centimetri l'uno dall'altro lo stuzzicava, era tutto bellissimo come se si trovassero in una di quelle fiabe romantiche dalle atmosfere da sogno, solo che la realtà non sempre corrispondeva a quelle belle fantasie.
C'erano giorni in cui l'umore del pirata biondo precipitava visibilmente, si rattristava senza un motivo apparente o diventava isterico e scostante, Izzy aveva preso a chiamarlo prima donna e in quei casi cominciavano a battibeccare come due cagnetti inferociti, a lui il compito di separarli o tentare una tregua, solo che se patteggiava per uno l'altro puntualmente si offendeva rimanendo chiuso in camera senza rivolgergli la parola per tutto il giorno, viceversa quello per cui non prendeva le difese si metteva a sbraitargli contro rifiutandosi di dargli una mano a gestire l'equipaggio.
Erano finiti spesso nei guai per quel motivo, ultimamente lui non aveva molta voglia di occuparsi del suo lavoro, preferiva lasciare tutto nelle mani del primo ufficiale prendendo decisioni solo nei momenti più decisivi insieme al suo co-capitano, e se era vero che Izzy si comportava spesso da stronzo era vero anche che Stede non faceva sempre le scelte migliori soprattutto quando era sotto stress.
Aveva perso il conto delle idiozie proposte da quel biondo sexy e folle, da uno scivolo per entrare meglio in acqua e divertirsi a una sauna, tutte le cose che gli passavano per quella testolina riccioluta  gliele proponeva come se fossero idee geniali e lui doveva dissuaderlo senza ferire i suoi sentimenti, come se fosse facile.
Poi c'era stata quella volta in cui voleva dipingere l'intera nave di viola, ora era il turno degli animali e se aveva ceduto quando si erano fatti fare quell'orribile ritratto adesso non ci sarebbe stato verso di convincerlo a cambiare idea, il problema non era il quadro in sé ma che quel pittore dipingeva da schifo e lui somigliava più a un uomo pesce che a un essere umano, ma Stede era così contento che non se l'era sentita di smorzare il suo entusiasmo, però questa volta non avrebbe ceduto.
<< Ti prego Ed. >>
<< No. >>
<< Eddai! >>
<< Ho detto di no e non cambierò opinione >> borbottò rigirandosi nel divano dove era sdraiato.
Il biondo sbuffò come se fosse un bambino capriccioso, aveva le guance arrossate e un ciuffo di capelli gli ricadeva in avanti sulla fronte, era adorabile, per questo Edward si era voltato dall'altra parte, sapeva che non avrebbe resistito a lungo a quel broncio indispettito.
<< Guarda che sono anche io capitano di questa nave, e se voglio prendere un cane posso farlo, è mio diritto! >>
<< Eh no! >> sbottò Barbanera alzandosi e raggiungendolo.
<< Ricordi quando hai pensato fosse una buona idea far costruire una catapulta? >>
Stede annuì spostando lo sguardo.
<< Che cosa è successo? >> domandò il pirata vestito di pelle.
<< Siamo quasi affondati >> rispose l'altro sommessamente.
<< E? >>
<< Roach si è fatto male >> di nuovo la vocina del biondo.
<< E poi? >>
<< Va bene Edward ho capito era una stupida idea >> disse, poi continuò.
<< Ma qui non si tratta di qualcosa di pericoloso! >>
Barbanera respirò profondamente facendo appello a tutta la poca pazienza che aveva, conscio che un'altra persona sarebbe già finita all'inferno, ma non Stede, con lui ci avrebbe discusso anche per giorni interi.
<< I cani mordono >> tentò.
<< Prendiamo un gatto allora. >>
<< Oh sì certo adesso le cose cambiano >> sbottò ironicamente Edward ma l'altro non colse il tono di voce derisorio e si illuminò come se fosse una meravigliosa stellina nel cielo che spicca nel blu infinito.
<< Davvero!? Ho visto che c'è una signora...- >>
<< Stede scherzavo! >> lo interruppe.
<< Ti pare che ci prendiamo un dannato gatto? >>
<< Vale la stessa cosa per tutti gli animali, mordono, hanno le pulci e portano malattie! >>
<< Quindi la tua risposta rimane no? >> domandò il pirata gentiluomo incrociando le braccia e corrugando le sopracciglia.
<< Sì, niente animali sulla nave >> intensificò la frase con un gesto secco delle mani.
<< Peccato che già ci siano, ancora prima che arrivassi tu >> disse Stede guardandosi le unghie.
<< Parli delle galline? >>
Stede annuì facendo ciondolare il ciuffo dorato.
<< Allora c'erano, non ci sono più >> rispose Edward.
<< Cosa!? >> gridò l'altro guardandolo sgomento
<< Che cosa gli hai fatto!? >>
<< Calmati non le ho uccise, solo lasciate andare >> spiegò ma questo non sembrava calmare quel piccolo vulcano di energia che era Stede Bonnet.
<< Ma ci davano le uova fresche! >>
<< Vorrà dire che le compreremo le dannate uova, come se fino ad ora non lo avessimo fatto! >>
Il viso del biondo era più indignato che mai.
<< Quando lo hai fatto? >>
<< Da un po' >> rispose placido Barbanera.
<< Perché io non ne sapevo niente? >>
<< Ho chiesto di non dirtelo sapendo avresti dato di matto, senti Stede...- >>
<< Stede un corno, io mi prenderò un cane e rivoglio anche le mie galline! >> sbottò spostandosi e facendo fluttuare quella bella vestaglia dorata, non dovrebbe trovarlo così affascinante anche mentre litigavano si disse Edward.
<< Gli animali su una nave soffrono! >>
<< Oh sì adesso fingi che ti importi? Ma non credo fossi così dispiaciuto quando hai deciso di mollare chissà dove i miei poveri pennuti. Se io adesso prendessi Izzy e lo buttassi fuori dalla nave che faresti? >>
Barbanera sollevò un sopracciglio.
<< Che c'entra Izzy adesso? >>
<< Niente era un esempio... >>
<< E poi io mica le ho spinte fuori dalla...- >>
<< Ho detto che era un esempio! >>
<< Ora se non ti dispiace vorrei rimanere solo >> mormorò voltandosi di spalle a braccia incrociate, un passo avanti e due indietro, come se stessero ballando un valzer di cui Edward non conosceva le mosse, ecco com'era il loro rapporto ultimamente, si alternavano momenti dolci dove sembravano uniti più che mai mentre si mangiavano con gli occhi a giorni in cui non facevano altro che bisticciare, certo poi facevano sempre pace e tutto tornava come prima ma questo tira e molla stava diventando sfiancante.
<< Anzi sai una cosa, me ne vado a fare una passeggiata! >> e se ne uscì con la schiena dritta e il viso puntato verso l'alto, Edward si buttò sul divano con un gemito frustrato, come doveva fare con quel benedetto ragazzo, sperava vivamente che non facesse ritorno dal paesino con qualche creatura pulciosa pronta a riempire di pelo l'intera nave, gemette ancora sfregandosi la faccia con una mano, possibile che non gli venisse nessuna buona idea, dopo poco a mettere fine ai suoi tormenti  fu Lucius entrando in cabina.
<< Stede? >>
<< Oh Edward ci sei tu. >>
<< Bene perché siamo a zero con le provviste. >>
<< Per questo siamo attraccati qui >> rispose Barbanera con ovvietà, non prestandogli nemmeno troppa attenzione.
<< Sì bè, ci siamo appena accorti che abbiamo bisogno di rifornimenti anche per i cannoni.
A quel punto il capitano lo guardò alzandosi e andando verso di lui.
<< Come diavolo è possibile? Non abbiamo praticamente sparato a nessuno. >>
Lucius abbassò lo sguardo tentando di tergiversare.
<< Ragazzo parla. >>
<< Potrebbe darsi e dico potrebbe, che qualcuno si sia liberato delle nostre munizioni per fare spazio a molti altri barattoli di confettura e miele piuttosto pregiato. Non si può dire che sia cattivo, l'ho assaggiato e...- >>
<< Lucius! >>
<< Oh sì giusto, comunque i fatti sono questi. >>
<< E' stato Stede? >> l'aveva posta come una domanda ma non lo era affatto.
<< Io non l'ho detto >> si difese il giovane.
<< Bè è abbastanza chiaro >> disse Edward alzando e abbassando le braccia, ma non aveva la forza di arrabbiarsi anche per questo, in realtà le pazzie del biondo le aveva sempre trovate affascinanti, solo che si era reso conto che alcune volte li mettevano seriamente in pericolo, come quando erano stati attaccati e non avevano la polvere da sparo.
<< Comunque in ogni caso prenderemo anche quelle >> aggiunse, Lucius stava per congedarsi ma venne trattenuto.
<< Uhm ragazzo. >>
<< Sì? >>
<< Hai un momento? Dovrei parlarti di una cosa. >>
Il giovane rimase stranito da quella richiesta, sollevò le sopracciglia corrugandole verso la radice del naso e annuì nuovamente.
<< Certo >> rispose.
<< Si tratta di Stede. >>
<< Io mi chiedevo se anche tu lo vedessi strano in quest'ultimo periodo. >>
<< Più del solito? >> domandò Lucius mettendosi le mani sui fianchi, Barbanera non poteva certo dargli troppo torto per quella domanda.
<< Già...E' solo che non so come avvicinarmi a lui. >>
Edward si grattò la barba poi continuò.
<< Con tutte queste idee che gli vengono in continuazione, poi un giorno è felice, l'altro triste e se gli dico no per qualcosa finisce per prendersela e andarsene. Le volte che provo a parlargli della situazione lui dice che...- >>
<< Bacialo. >>
Barbanera si ammutolì sbattendo le palpebre.
<< Cosa? >> domandò.
<< Bacialo Edward, prendilo per quei graziosi vestitini che indossa e togligli l'aria dai polmoni. Sono mesi che aspetta tu lo faccia, e a dire il vero tutti noi ci aspettavamo ti saresti deciso molto prima, per la cronaca mi hai fatto anche perdere una scommessa ma comunque ti perdono, comprendo non sia facile prendere l'iniziativa. Credimi però che se non lo fai tu lui certo non si sognerà mai di farlo, piuttosto si castiga reprimendo i suoi sentimenti, preferendo la punizione al ricevere un no come risposta, quindi capitano hai la benedizione di tutti su questa nave, metti fine alla tortura di quel pover uomo e anche alla tua e bacialo. >>
Edward aveva ascoltato tutte quelle parole a bocca spalancata, non si aspettava certo che quel giovane e a detta sua tutta la ciurma conoscessero quello che fino a poco tempo prima anche per lui era un segreto, aveva iniziato a provare dei sentimenti per Bonnet da un po' ormai ma ci aveva messo del tempo per capirli lui stesso e non gli sembrava di essere così trasparente.
<< Io... >>
<< Non cercare di negarlo >> lo rimproverò bonariamente lo scriba.
<< Stavo solo dicendo che non posso fare quello che mi dici, si spaventerebbe e se non volesse più avere a che fare con me poi? E comunque non puoi avere la certezza che anche Stede...Che anche lui, bè hai capito. >>
Lucius sollevò le sopracciglia.
<< Fidati Ed, sono un esperto in queste cose, capisco tutti i segnali. >>
<< Ma se ti spaventa così tanto baciarlo prova con qualcosa di più semplice. >>
<< Tipo? >> domandò il capitano.
<< Una cena fuori, qualcosa di romantico... >>
<< Fate una passeggiata, lo prendi per mano e...- >>
<< Io non le so fare queste cose >> ribatté Barbanera stizzito.
<< Ascolta, Stede apprezzerà qualsiasi cosa farai, è un uomo di cuore, lui non farà mai nulla per primo perché si sente inferiore a te. Non lo hai visto piangere quando te ne sei andato con quell'idiota di Calico Jack, tu gli piaci, come ti avevo già detto. >>
Il capitano rimase in silenzio qualche secondo con il cuore che gli batteva forte.
<< Ha davvero pianto? >>
Lucius annuì.
<< Ma non dire che te l'ho detto. >>
<< Io potrei dire la stessa cosa, come fa uno come lui...- >>
Lo scriba sapeva già dove voleva andare a parare il grande Barbanera e lo fermò subito.
<< Vuoi o no che Stede si apra con te? >>
<< S-Sì >> rispose.
<< Allora buttati, se non funziona potrai pugnalarmi >> disse sicuro facendo ridacchiare il capitano, che poi gli lanciò uno sguardo serio e pericoloso che fece tremare le viscere del giovane.
<< Lo farò >> rispose accigliandosi, Lucius deglutì e una volta da solo pregò che il suo biondo capitano non facesse lo sciocco negando i suoi sentimenti, sarebbe stato troppo pericoloso per lui rimanere sulla nave a quel punto.



...


Quando il pirata gentiluomo tornò sulla Revenge si sentiva ancora molto ferito dalla discussione avuta con Edward, non si sentiva capito e non comprendeva perché fosse così contrario, un cucciolo avrebbe rallegrato l'umore della ciurma e se ne sarebbe occupato lui, il suo co-capitano non avrebbe dovuto muovere un dito, forse però il problema non era la bestiolina in sé ma il fatto che non riuscisse a trovare il modo di avvicinarsi a quell'uomo grande e potente, il problema erano i suoi sentimenti e il suo stupido cuore che aveva iniziato a battere in maniera diversa e totalmente incontrollata.
Il suoi pensieri vennero interrotti proprio dal soggetto da cui erano dominati, che non vedendolo voltarsi capì che il suo umore era ancora quello di quando se ne era andato, prese un profondo respiro e si avvicinò, o adesso o mai più.
<< Stede. >>
<< Cosa vuoi? >> domandò incrociando le braccia e stringendole a sé, non capiva perché gli stesse venendo da piangere, ma non era una sensazione di tristezza anzi tutt'altro, sentiva come se qualcosa volesse a tutti i costi uscirgli dal petto solo che non riusciva a dargli un nome.
<< Sei ancora arrabbiato? >>
<< Sì >> rispose mordendosi le labbra.
Edward rilassò le spalle.
<< Ti va di cenare con me? >> gli chiese con il cuore in gola, enormemente spaventato da un possibile rifiuto.
Stede rimase qualche istante in silenzio poi si girò appena.
<< Cenare? >>
L'altro annuì spiegando poi.
<< E' più un pic-nic a dire il vero. >>
<< Lo so si fanno di giorno ma... >>
A quel punto il biondo si era voltato del tutto.
<< Sì voglio cenare con te >> rispose senza lasciargli finire la frase.
Il viso di Barbanera si illuminò di gioia.
<< Davvero? >>
<< Fantastico, allora possiamo andare adesso. >>
<< Ma non dovremmo chiedere agli altri di prepararci qualcosa? >> domandò giustamente Bonnet che stava già sentendo la rabbia scivolare via, era emozionato, sì lui ed Edward avevano condiviso molti pranzi e cene ma non erano mai andati fuori, certo in cabina quando mangiavano erano solo loro due ma comunque la ciurma c'era sulla nave, mentre ora sarebbero stati soli, arrossì al pensiero.
<< No è già tutto pronto. >>
<< Non sapevo se mi avresti detto sì. >>
<< Ma ho pensato di far preparare tutto nel caso lo avresti fatto. >>
<< Così non dobbiamo perdere altro tempo. >>
Spiegò Edward senza quasi una pausa tra una frase e l'altra, stava cominciando a essere nervoso, un conto era pensare di uscire con l'uomo di cui era innamorato, diverso era farlo davvero, Stede sorrise rischiando di farlo morire di crepacuore per quanto era bello e dolce, ora che ci pensava era un po' di tempo che non vedeva quel tipo di sorriso, aveva capito in fretta che dietro quello stiramento di labbra c'era qualcosa di particolare e non era come i soliti che gli rivolgeva, ci aveva sempre letto di più ma ne aveva anche dannatamente paura perché non sapeva se quel di più rappresentava ciò che lui sperava.
<< Andiamo allora >> disse il pirata gentiluomo con una vibrazione particolare nella voce.
Uscirono fuori e mentre stavano per scendere dalla nave Barbanera si voltò vedendo Lucius che alzava i pollici verso l'alto e gli faceva l'occhiolino, lui deglutì facendo un lieve sorrisino nervoso, prese un bel respiro e seguì il suo co-capitano sulla piccola scialuppa che li avrebbe portati nel luogo che aveva scelto, il viaggio fu breve e relativamente silenzioso, si scambiavano sguardi ricchi di parole e questo bastava, era una cosa nuova per entrambi e non sapevano come gestirla.
Quando arrivarono Stede non poté credere ai suoi occhi, c'era una piccola collinetta con accanto un bosco e dall'altro lato un gruppo di scogli e il mare che gli scrosciava contro, sull'erba era stata posata una bella tovaglia viola, contornata di fiori colorati e candele accese, alcuni cestini erano appoggiati lì di fianco pronti per essere aperti, i membri della ciurma che avevano preparato tutto e rimasti ad attendere il loro arrivo li salutarono con un cenno e se ne andarono lasciandoli soli.
<< Ed...tutto questo è incantevole >> disse guardando quello spettacolo che gli stava davanti, gli occhi luccicavano, si voltò a guardare l'amico che non riuscì a non pensare a quanto fossero meravigliosamente stupendi, sorrise sentendo le guance che gli pizzicavano e un tepore al petto.
<< Ti piace sul serio? >>
<< Sì >> rispose annuendo, si morse le labbra trattenendo quell'emozione così forte che gli faceva venire voglia di abbracciarlo e non lasciarlo più andare.
<< Allora sediamoci...Vieni >> disse lui accompagnandolo a sedersi.
La tovaglia in realtà era un'enorme coperta sottile dove al centro era stata  formata una lettera con i petali dei fiori.
<< E questa? >> domandò Bonnet indicandola, quando Barbanera la vide imprecò a denti stretti.
<< Cazzo...Doveva essere una esse, avevo dato indicazioni precise dannazione! >>
Stede ridacchiò intenerito e sorpreso da quel gesto così tenero.
<< Gliel'avevo anche fatta vedere e Lucius aveva approvato, dovevano solo seguire quelle >> sbuffò.
<< Non preoccuparti, Ztede come nome non è male. >>
Edward sollevò un sopracciglio irritato.
<< E' orribile, scordati che ti chiamerò così. >>
<< Lo apprezzo tanto Ed, davvero >> disse poi addolcendo lo sguardo e sorridendo.
<< Mangiamo? >> domandò l'altro prima che gli venisse un colpo, non sapeva se sarebbe riuscito a reggere un'intera serata senza baciarlo, tecnicamente era lì per quello, però il ragazzo aveva detto che per iniziare andava bene anche solo una serata romantica, si grattò la testa nervosamente, incapace di riflettere.
<< Edward sembra stiano per fumarti le orecchie. >>
Quello sbatté le palpebre fissando l'uomo che gli stava di fronte.
<< Sembri così nervoso >> si spiegò accarezzandosi le braccia fasciate dalla camicia azzurra.
<< Hai freddo? >> domandò il pirata vestito di pelle allarmandosi che qualcosa potesse andare storto e che l'altro potesse non stare bene.
<< No E...- >>
<< Ti do la mia giacca >> disse alzandosi mugugnando per via del ginocchio, anche Bonnet si tirò su allungando le braccia per farlo rimettere a sedere.
<< Sto bene Ed, tranquillo. >>
<< Sicuro? Perché sennò io...- >>
<< Va tutto bene, rilassati >> lo tranquillizzò e l'altro finalmente si rimise seduto.
<< Non so da dove iniziare >> confessò sentendosi piccolo e impotente, odiava quella sensazione.
<< Perché non guardiamo cosa c'è di buono qui >> disse Stede prendendo il cesto, c'erano formaggi, pane, frutta e tante altre cose buonissime che vennero disposte in mezzo a loro, entrambi non avevano molta fame per via del nervosismo che gli attanagliava le viscere ma si sarebbero sforzati, doveva essere un momento bello e probabilmente la tensione sarebbe svanita man mano che la serata procedeva.
<< Wow ti sei impegnato tanto >> si complimentò sorridendo e guardandolo negli occhi, l'altro arrossì e sorrise timidamente.
<< Ci sono più cose fredde perché i pasti caldi avrebbero finito per rovinarsi. >>
<< Oh Ed...sei meraviglioso. >>
Barbanera sbatté le palpebre più volte.
<< Cosa? >>
Stede resosi conto di ciò che aveva detto arrossì vistosamente e balbettò delle scuse.
<< Io volevo dire che sei stato fantastico e tutto questo è eccezionale >> deglutì rumorosamente, l'amico annuì sentendosi un po' deluso ma stranito da quell'improvvisa agitazione, decisero di cominciare a mangiare ma le loro mani si incontrarono su una tartina, le loro dita si sfiorarono ed entrambi sentirono una scossa pervadergli l'intero corpo.
<< Oh mi dispiace, prendila tu. >>
<< No, no prendila tu. >>
Andarono avanti così per alcuni minuti fino a che il pirata gentiluomo non la prese dividendola a metà, una parte per lui e l'altra la porse a Edward.
<< Ecco fatto. >>
Mangiarono per un po' in silenzio poi chiacchierando su frivolezze, argomenti leggeri e vivaci che li facevano ridacchiare o sorridere, sembrava che la tensione del battibecco avuto diverse ore prima fosse svanita lasciando il posto alla tranquillità di godersi la buona compagnia reciproca.
<< Non ho mai fatto un pic-nic >> esordì Stede pulendosi le mani sul tovagliolo.
<< Mmm io solitamente quando qualcuno mi offriva un pezzo di pane per strada me lo andavo a mangiare sotto un albero, era un posto tranquillo e...Comunque non so se valga come pic-nic, forse no perché solitamente si fa in compagnia. >>
Bonnet si leccò le labbra, il suo animo buono si era intenerito di fronte all'immagine che gli aveva appena fornito l'amico, incredibilmente erano stati molto simili anche da bambini, entrambi soli e senza un vero amico.
<< Con i tuoi uomini non avete mai fatto qualcosa insieme? >> domandò genuinamente.
<< Amico la Queen Anne non è la Revenge >> rispose ridacchiando.
<< Gli unici nostri divertimenti erano bere fino a stare male. >>
<< Oh...Non sembra una cosa davvero piacevole >> disse il biondo facendo una smorfia.
Edward sospirò abbassando le spalle.
<< No infatti, ma non conoscevo altro modo di fare pirateria fino a che non sei arrivato tu, con la tua nave sfarzosa, i vestiti eleganti e mi si è aperta una nuova visione di tutto. Ero già stufo della vecchia vita, stare con te mi ha fatto capire quanto finirei per odiarla se ci tornassi. >>
Stede sentiva un conflitto nel cuore, una lieve paura che avrebbe preferito tenersi per sé ma che era troppo pungente per non esprimerla.
<< Per questo sei rimasto? Perché io rappresento un'alternativa... >>
<< Oh no amico io sono rimasto... >>
Lo realizzò in quel momento, già lo sapeva ma il pensiero non aveva mai raggiunto la sua mente cosciente.
<< Sono rimasto per... >>
<< Te >> disse spostando lo sguardo su di lui, il biondo rimase sorpreso da quella rivelazione e sorrise, emise un suono di stupore poi prese un respiro cercando le parole giuste, si sentiva travolto da quelle emozioni che lo attiravano verso l'amico.
<< Ed è... >>
<< Io sono felice di sentirtelo dire, temevo davvero te ne saresti andato e non lo avrei sopportato...- >>
<< A volte sembra che non sopporti me >> disse Barbanera cercando il suo sguardo.
<< Ma cosa dici, solo perché discutiamo non significa...- >>
<< Con gli altri non lo fai >> lo interruppe guardandolo con quegli occhi scuri e intensi.
<< Perché degli altri non mi importa quanto te >> gli uscì senza nemmeno rendersi conto di quello che stava dicendo, i suoi occhi nocciola erano lucidi e piani d'intensità, non c'era traccia d'ilarità al loro interno.
<< Stede... >>
Il biondo però si agitò, improvvisamente colto dal panico di aver parlato troppo.
<< Scusa Edward io...Perché non beviamo qualcosa >> prese le bottiglie e versò il liquido ambrato all'interno di quei bei bicchieri di cristallo, Barbanera sospirò maledicendosi per non aver colto l'occasione, avrebbe potuto almeno parlargli dei suoi sentimenti, sembravano avvolti da una sensazione così intima, Stede si stava aprendo e poi come sempre si era innervosito allontanandosi nuovamente da lui.
Coraggiosamente decise di non buttare tutto alle ortiche, avevano ancora tutta la notte davanti, e se non ci fosse riuscito oggi avevano sempre la vita intera e lui giurò a se stesso che si sarebbe impegnato ogni giorno per mettere quel biondo insicuro e dolcissimo a suo agio.
<< Brindiamo! >> esordì alzando il calice al cielo.
<< A cosa? >> domandò Bonnet.
<< A noi >> rispose, l'altro sorrise arrossendo lievemente e fecero tintinnare i bicchieri.
Un sorso tirava l'altro e presto le bottiglie vuote, tra vino e altri liquori, finirono per diventare parecchie abbandonate accanto a loro che avevano iniziato a ridacchiare come due sciocchi, dicevano una sciocchezza, ridevano battendo la mano sulla spalla o sulla gamba dell'altro, la distanza fisica che prima li divideva era svanita, si erano avvicinati senza nemmeno accorgersene.
L'alcol assunto poco alla volta aveva abbattuto totalmente le barriere mentali che solitamente impedivano loro di dire cose imbarazzanti o che li mettessero in una posizione scomoda, con quel coraggio liquido che gli scorreva nel corpo tutto sembrava alla loro portata e non esistevano timori troppo grandi da essere scavalcati.
<< Fallo di nuovo, fallo di nuovo! >>
<< D'accordo >> Stede singhiozzò barcollando, raccolse un bastoncino lì accanto e si mise a scuoterlo fingendo di prendere a calci l'erba.
<< Dannata natura! Detesto queste stupide foglie, e fiori, e zanzare! >
<< AHAHAHA SONO IO, SONO IO >> gridò Edward tenendosi la pancia dal ridere.
<< Indovinato! Ora tocca te >> disse Bonnet accomodandosi e prendendogli il bicchiere di mano.
Barbanera si mise in posa.
<< Se io dico che ci divertiremo, ci divertiremo! E non voglio sentire obbiezioni! Vi trascinerò in una giungla sconfinata, facendovi camminare per ore e ve lo dovrete far piacere perché lo dico io! >>
Stede scoppiò a ridere quasi sputando il liquore che aveva in bocca.
<< Questo sono io! >>
<< Braaavo! Non so come hai fatto a indovinare >> biascicò.
<< Talento neutrale >> rispose il biondo.
<< Forse volevi dire naturale >> lo corresse l'altro sedendosi accanto a lui.
Il pirata gentiluomo corrugò le sopracciglia pensandoci, contemporaneamente il suo corpo si spostava verso quello di Edward.
<< Amico stai cadendo >> gli disse fermando la sua corsa con una mano.
<< Oh...Non me ne ero accorto >> borbottò osservando la sua posizione inclinata, poi fissò l'altro, la sua barba, gli occhi scuri, quel naso che gli piaceva tanto e scoppiò a ridere seguito a ruota dall'amico.
<< Ne ho una divertentissima! >> esordì schizzando in piedi, il ciuffo dorato si spostò con il suo movimento, corse sull'erba preparandosi all'imitazione.
<< Uhm.Uhm. >> Si schiarì la voce.
<< Vi odio tutti! Siete dei villani, incapaci e babbei, vi ucciderò nel sonno mettendo fine alle vostre inutili vite! Vi detesto così tanto perché siete tutti dannatamente più alti di me! >>
Barbanera scoppiò in una risata fragorosa.
<< IZZY, QUESTO NON PUO' CHE ESSERE LUI! >>
Anche Stede prese a ridere.
<< Indovinato di nuovo >> disse mettendosi a sedere.
Edward gli passò una mano in quel ciuffo di capelli dorati.
<< Oh Stede ti adoro >> disse con lo sguardo languido e perso.
<< Anche io Ed, non ho mai riso così tanto in vita mia. >>
Entrambi sorrisero, poi il pirata gentiluomo spostò lo sguardo per puntarlo nuovamente poco dopo su di lui.
<< Ti va di fare un altro gioco? >> domandò Bonnet.
L'altro annuì bevendo un sorso di vino.
<< Chi baceresti tra Lucius... >>
<< Mmm vediamo, Jim e Izzy. >>
Il pirata si grattò la barba pensandoci, si sistemò meglio stendendo bene le gambe.
<< Bè Izzy mi pugnalerebbe in un occhio se ci provassi. >>
Stede ridacchiò annuendo.
<< Comunque penso che è te che bacerei >> disse guardandolo in quegli occhi nocciola, Bonnet sorrise credendo che la risposta fosse dovuta all'alcol e l'amico si fosse confuso.
<< Ma io non ero nella lista >> lo corresse.
<< Non ha importanza, sceglierei sempre te >> rispose serio Edward facendolo arrossire, Stede si leccò le labbra mordendosele e poi disse.
<< Io invece sceglierei te anche se spuntasse un altro te stesso. >>
Barbanera si accigliò confuso.
<< Un gemello dici? >>
L'altro scosse la testa, si tolse la giacca azzurra sentendo improvvisamente caldo.
<< No intendo proprio un altro te. >>
<< Come sarebbe possibile...- >>
<< Non lo so Ed, ma saresti sempre tu la mia scelta. >>
Edward soffocò una risatina.
<< Ti immagini due me in giro per la nave. >>
<< Quanti scherzi >> disse il pirata gentiluomo sorridendo.
<< Una volta mi sono nascosto nei corridoi segreti fingendo di essere un fantasma >> confessò arrossendo.
<< No! >> esclamò Barbanera spalancando gli occhi scuri.
<< Sì, sai mi annoiavo. >>
<< Tu sei incredibile >> disse Edward.
<< E gli altri ci sono cascati? >> domandò poi curioso.
Stede annuì.
<< Decisamente, me li sono trovati tutti in cabina a dormire con me però >> spiegò grattandosi la chioma dorata.
<< Ti prego lo rifacciamo insieme? >> domandò con gli occhi da cucciolo il pirata che doveva essere il terrore dei mari.
<< Ma certo >> rispose l'amico sorridendo.
<< Sai io qualche volta avrei voluto fare gli scherzi, ma Izzy diceva che era una cosa stupida e che gli altri mi avrebbero guardato con meno rispetto se mi avessero scoperto. >>
<< Lui è stupido >> disse il biondo arricciando il naso.
<< Sarà il primo a cui faremo uno scherzo >> esordì con aria solenne facendo illuminare il volto di Barbanera.
<< Seriamente? >>
Bonnet allungò una mano.
<< Parola di gentiluomo >> disse, l'altro la strinse sorridendo.
<< Pirata gentiluomo ormai >> aggiunse Edward con un sorrisetto.
<< Stede hai qualcosa sulla faccia. >>
<< Oh dove? >>
Barbanera allungò la mano sfiorando la guancia ben rasata non riuscendo però a prendere niente.
<< Sicuro ci sia qualcosa? >> domandò giustamente il biondo, l'altro corrugò le sopracciglia.
<< Certo è propri qui >> poi alzò il viso vedendo la luna bella e luminosa proprio sopra di loro, emanava un fascio di luce, e una parte colpiva proprio la guancia dell'uomo che aveva davanti, arrossì vistosamente mettendosi poi a ridere.
<< E' la cazzo di luce della luna >> borbottò.
<< Cosa? >> domandò Bonnet.
<< La luce fa un effetto strano, e io credevo fosse... >>
<< Ah lasciamo stare >> esordì mettendosi una mano sul viso e abbassando la testa, una ciocca di capelli brizzolati ricadde in avanti.
<< Ed... >> iniziò Stede con già la risata pronta.
<< Stavi per caso cercando di togliermi la luna dalla faccia? >>
L'altro alzò il viso e vedendo la smorfia divertita anche le sue labbra si stirarono in un sorriso.
<< Sì io stavo >> sputacchiò una risata, poi entrambi scoppiarono a ridere a crepapelle, tenendosi la pancia e appoggiandosi l'uno all'altro, risero fino a sentire dolore all'addome poi si guardarono continuando, la risata iniziò a scemare lentamente, lo sguardo da divertito divenne intenso e languido, si avvicinarono prendendosi il viso con le mani e si baciarono, chiusero gli occhi entrambi lasciandosi cullare da quel contatto voluto ma inaspettato, si baciarono a lungo mugolando e spingendosi verso l'altro, non lo approfondirono ma anche se rimaneva un bacio delicato era ricco di passione e desiderio.
Quando si staccarono rimasero comunque vicini, con le mani strette attorno alle reciproche guance.
<< Ed abbiamo combinato un casino? >> soffiò quella domanda sentendosi incredibilmente preoccupato di aver rovinato una bella amicizia, non voleva che Edward se ne andasse a causa di quello che era successo, ma la situazione avrebbe potuto diventare imbarazzante e lui non era pronto ad affrontare tutto quello adesso.
<< No, no Stede questa è la cosa migliore che potesse accadere stasera >> sussurrò Barbanera con la voce rotta dall'emozione, gli rubò un altro bacio.
<< Dici davvero? >> domandò il biondo sentendosi più sicuro.
<< Sì cazzo sì. >>
<< Edward io...Io ti voglio così tanto. >>
<< Siamo ubriachi non dovremmo dire queste cose adesso >> disse poi.
<< Ubriaco o no io ti voglio sempre Stede. >>
Il pirata gentiluomo strinse le labbra dove c'era ancora il sapore del suo compagno, appoggiò la fronte su quella dell'altro.
<< E se poi le cose andassero male e finissimo per litigare, non voglio tu finisca per odiarmi. >>
<< Non esiste che ti odi, non potrei mai, ti desidero praticamente da quando ho messo piede sulla tua sfavillante nave, ti adoro come persona, come amico...come tutto. >>
Bonnet abbassò lo sguardo, quelle parole gli fecero aumentare i battiti del cuore che già martellava nel suo petto all'impazzata.
<< Sta succedendo tutto così in fretta >> sussurrò.
<< Sei spaventato? >> domandò Edward accarezzandogli delicatamente il viso.
<< Un po'... Io non ho mai provato nulla del genere >> confessò accoccolandosi a lui, la sua mente diceva una cosa, mentre il suo corpo ne desiderava un'altra e lo faceva capire con segnali ben distinti.
<< Vuoi che smettiamo? >> chiese Barbanera con l'avvilimento nella voce, ma sarebbe stato pronto a rinunciare ai suoi sentimenti per far stare tranquillo Stede.
<< No, vorrei solo che la mia testa smettesse di pensare a quali catastrofi...- >>
Edward lo baciò nuovamente e Stede si dimenticò presto delle sue paure, dei timori, esistevano solo le labbra dell'altro che lo baciavano gentilmente, le mani che si spostavano dai suoi capelli ai suoi fianchi, andarono avanti a lungo impacciati e impazienti di divenire più esperti, senza sapere quanto tempo era passato si addormentarono abbracciati e con i volti vicini, l'indomani quando aprirono gli occhi il sole splendeva già alto nel cielo mentre una faccina ammiccante si stagliava su di loro.
<< Buongiorno capitani dormito bene? >>
Entrambi sussultarono tirandosi a sedere.
<< Lucius >> mugugnò Stede grattandosi la chioma, Barbanera sbadigliò diviso tra la voglia di uccidere quel ragazzo e il desiderio di baciare ancora il suo co-capitano.
<< Volevo avvisarvi che è pronta la colazione. >>
Il capitano si scostò una ciocca sale e pepe da davanti agli occhi fulminandolo con lo sguardo.
<< E sei venuto fin qui solo per questo? >>
Il giovane deglutì sentendosi a disagio, poi si schiarì la voce.
<< Sì, no, cioè veramente eravamo preoccupati per voi. Buttons continuava a dire che vi eravate mangiati a vicenda o che vi aveva ingoiati un mostro marino, lo Svedese ha iniziato a intonare una canzone triste mentre Franchie lo accompagnava con il liuto, Izzy si è innervosito e glielo ha spaccato a terra, Jim gli ha tirato un coltello ma lui lo ha schivato in tempo, in quel momento però stava arrivando Roach con un piatto pieno di cupcake che si sono presi una bella coltellata e...Abbiamo bisogno di voi, per favore tornate a bordo. >>
I due capitani erano rimasti a bocca aperta.
<< Ho mal di testa >> disse Bonnet con lo sguardo perso nel vuoto.
Lucius annuì.
<< E' comprensibile. >>
<< Quando è successo tutto questo? >> domandò Stede con voce stridula.
<< Stamattina >> rispose lo scriba.
Barbanera si tirò su sbuffando, aiutando il biondo ad alzarsi e rimpiangendo la sera prima dove erano loro due da soli senza nessun problema da risolvere, poi gli venne un'idea.
<< Ehi ragazzo ti va di essere capitano per un giorno? >>
Lui sollevò il sopracciglio castano.
<< No ma grazie per l'offerta. >>
Stede diede una pacca sulla spalla a Ed.
<< Dai risolviamo questa cosa >> disse sorridendogli.
<< Manderò qualcuno a sistemare qui >> li informò il giovane mentre si avviavano, poi guardò Edward di sottecchi mentre Bonnet era più avanti di loro.
<< Allora? >> domandò sgomitandolo ma il capitano lo ignorò deliberatamente.
<< Sembra sia andata bene >> aggiunse con un sorrisino malizioso.
<< Ragazzo se non la pianti ti butto giù dalla scogliera >> ringhiò.
Lucius si zittì mentre il pirata gentiluomo si voltò verso di loro.
<< Che avete voi due? >>
<< Niente! >>
<< Niente tesoro >> a Edward sfuggì quell'epiteto e se ne pentì amaramente, perché non solo Stede divenne viola ma quel dannato ragazzino ampliò il suo sorriso insinuante e gli fece l'occhiolino allontanandosi velocemente verso Stede.
Lo avrebbe ucciso, prima o poi avrebbe messo fine a lui e al suo modo di fare ne era certo.



...


Quando tornarono sulla nave la situazione era anche peggiore di quella che gli era stata descritta, lo Svedese aveva perso un altro dente per via di una gomitata che gli era arrivata per sbaglio, Franchie piagnucolava stringendo tra le mani il suo strumento rotto, Izzy non si sapeva perché aveva un enorme bernoccolo sulla fronte e tutti stavano litigando dando vita a una confusione senza pari, i due capitani si guardarono un istante, entrambi d'accordo per fuggire e non farsi rivedere mai più, ma non potevano farlo davvero o quei ragazzi si sarebbero scannati a vicenda,
<< Okay fate silenzio adesso >> gridò Edward.
<< Silenzio ho detto! >>
Le baruffe terminarono e tutti si voltarono nella sua direzione.
<< Franchie possiamo comprarti uno strumento nuovo, Svedese per i tuoi denti c'è una soluzione parlane con Ivan, Jim smettila di tentare di colpire Izzy e tu >> disse rivolgendosi al primo ufficiale.
<< Metti del ghiaccio su quel bernoccolo. >>
Izzy si avvicinò ringhiando.
<< Mettilo tu il ghiaccio fottuto cazzone. >>
<< Ehi! Modera il linguaggio, ricorda che è il tuo capitano >> lo rimproverò Stede, a Barbanera tremarono le gambe sentendole come se fossero due budini.
<< Chiudi la bocca Bonnet, io uso il linguaggio che mi pare. >>
<< Non in mia presenza >> disse serio e l'altro rise.
<< Credi di farmi paura? >>
<< D'accordo adesso basta >> provò Edward ma la discussione del pirata gentiluomo con Izzy fece ricominciare anche gli altri a battibeccare, Barbanera gridò ancora ma la ciurma era troppo presa a raccontargli che cosa era accaduto, il problema era che parlavano tutti insieme e non si capiva niente.
<< Stede ed Edward hanno fatto sesso. >>
Il gelo cadde sulla Revenge, gli uomini si voltarono verso Lucius che non si aspettava che tutti, ma proprio tutti lo avessero sentito, almeno aveva funzionato e li aveva zittiti, purtroppo quella rivelazione scatenò le ire di Barbanera che ringhiò stringendo i pugni.
<< Ragazzino sei morto. >>
<< Ahh Pete! >> gridò il giovane mentre correva per sfuggire dalle grinfie di quel pirata che lo voleva sottoterra, certo non era vero che erano stati fisicamente insieme ma si erano baciati, e quel moccioso non aveva diritto di fare certe insinuazioni senza pagarne le conseguenze, Lucius raggiunse l'altro capitano e si riparò dietro di lui.
<< Stede ti prego proteggimi, non volevo dirlo davvero e nemmeno so se è la verità >> ansimò deglutendo nervosamente quando vide Edward avvicinarsi.
<< Che importa se è la verità o no, tanto ormai gli altri ci credono! >> sbraitò Barbanera, la sua paura era che Stede si fosse sentito a disagio, non avevano parlato praticamente di niente, non sapeva nemmeno se avrebbero continuato a esplorare i loro sentimenti, e quell'idiota aveva sbandierato qualcosa di troppo intimo, soprattutto per il suo co-capitano.
<< Lascialo stare Ed, in fondo non ha detto nulla di grave e sono sicuro che da ora in avanti rifletterà sulle parole giuste da dire. >>
<< Ma Stede non possiamo lasciarlo impunito >> brontolò l'altro.
<< Infatti accompagnerà Franchie a comprare un nuovo liuto e questa sera aiuterà Roach in cucina, dopodiché laverà i piatti. Va bene Lucius? >>
<< Idiota non devi chiedergli se gli va bene >> lo rimproverò Izzy incrociando le braccia.
Il giovane annuì.
<< Grazie capitano. >>
Meglio essere puniti dal pirata gentiluomo che da Barbanera pensò il giovane.
<< Bravo, stai diventando un vero capitano >> si complimentò Edward dandogli una pacca sulla spalla.
<< Ti ha dato di volta il cervello!? Queste ti sembrano fottute punizioni, tu gli avresti fatto pulire il pavimento con la lingua! >> sbraitò il primo ufficiale stringendo i pugni.
<< Datti una calmata Iz, fa il bravo e preparaci un the, portacelo in camera >> disse il pirata vestito di pelle prima di rivolgersi al biondo del suo cuore con un sorriso dolce e rilassato.
<< Andiamo? >>
L'altro annuì ma prima disse.
<< Venite da noi uno alla volta e vi aiuteremo a risolvere tutto, d'accordo? >>
Così uno dopo l'altro i ragazzi della ciurma si diressero da loro, non fu facile starli a sentire tutti e trovare una soluzione per ognuno, ma con calma e pazienza riuscirono ad arrivare a capo del problema stabilendo finalmente la pace sulla Revenge, verso sera dopo aver cenato i due capitani si sedettero vicini sul divano, svanita l'ebrezza dell'alcol era terminata anche l'audacia che li aveva portati a baciarsi togliendo loro ogni freno inibitorio.
<< Come ti senti? >>
Stede alzò le spalle stringendosi le mani in grembo, gli occhi nocciola vagarono per tutta la stanza prima di trovare un punto su cui fermarsi, si sentiva in preda all'agitazione, non avrebbe mai immaginato che le cose sarebbero state così difficili quando c'erano dei sentimenti in mezzo.
<< I-Io non lo so, mi sento solo strano. >>
<< E ho paura Ed... >>
<< Di cosa? >> domandò lui corrugando le sopracciglia.
<< Di quello che potrebbe accadere se ci lasciassimo andare. >>
Deglutì.
<< Di non essere abbastanza capace, so che sembra terribile, ma io e mia moglie non eravamo innamorati. E' la prima volta che mi trovo davanti a un sentimento così grande, non so come gestirlo. >>
Tremava.
Allora Edward gli posò una mano sulla sua.
<< Anche per me è la prima volta, sento delle cose e non so dargli un nome, anche se un'idea ce l'ho di cosa possano essere. Quello che so di per certo è che voglio ci sia tu accanto a me, in qualsiasi modo, possiamo procedere con calma, un passo alla volta e vedere  come va. >>
Il biondo si leccò le labbra guardandolo leggermente insicuro.
<< Se non andasse tu rimarresti comunque qui, sarei tuo amico lo stesso? >>
Barbanera lo illuminò con un sorriso genuino.
<< Certo Stede, è una promessa. Questa è solo una prova, non inciderà mai sul nostro rapporto, sei la persona più speciale che conosco Stede Bonnet e non sarò così stupido da perderti. >>
Il pirata gentiluomo sorrise, poi arrossì a causa di un pensiero, un tempo non lo avrebbe mai esposto a voce alta ma...visto che ci stavano provando.
<< Posso darti un bacio? >>
Lo sguardo di Edward si accese e con esso anche il suo sorriso.
<< Tutti quelli che vuoi. >>
Si baciarono, prima con titubanza poi le loro labbra che già si conoscevano iniziarono ad esplorarsi con maggiore intensità, entrambi avevano paura di fare un gesto azzardato che potesse spaventare o allontanare l'altro, soprattutto il pirata dai capelli brizzolati, solo dopo che il suo compagno gli fece capire di voler continuare prese coraggio e gli infilò una mano nei capelli, causando un mugolio compiaciuto da parte di Stede.
Andarono avanti così per parecchio tempo, misurando ogni parola e azione, non avevano detto niente alla ciurma anche se alcuni di loro avevano iniziato a comprende cosa stava succedendo, passarono alcuni mesi in questo modo, dove non avevano dato ancora un nome a ciò che provavano ma lo esprimevano con gesti e parole dolci e romantiche, Stede era diventato più sicuro e sereno, molte volte prendeva in mano la situazione e col passare del tempo il loro rapporto era diventato anche fisico, molto fisico.
La prima volta lo avevano fatto nella stanza della musica, non sapendo nemmeno come ci fossero finiti lì, Edward lo aveva preso in braccio sbattendolo contro la parete e aveva iniziato a baciargli il collo.
<< Ed... >> ansimò il biondo accarezzandogli i capelli.
<< E' la mia prima volta >> confessò con imbarazzo aspettandosi di essere lasciato lì come un idiota, ma Barbanera alzò il viso, le labbra lucide e gli occhi colmi di desiderio, sorrise mettendolo giù e andando a baciargli la punta del naso.
<< Anche per me piccolo. >>
Stede corrugò le sopracciglia confuso.
<< Ma...Calico aveva detto che voi due... >>
Edward sbuffò una risatina.
<< Pff gli sarebbe piaciuto a Jack. >>
Il biondo senza sapere esattamente il motivo si sentiva sollevato.
<< Davvero non avete mai... >>
<< Nemmeno una volta, lo so che sembra stupido, ma volevo farlo con la persona giusta. Anche se non ero molto certo che l'avrei trovata in mare, però ho aspettato comunque e ne è valsa la pena, non avrei potuto chiedere di meglio. >>
<< Non è affatto stupido >> disse il biondo col magone nella gola, gli accarezzò il viso barbuto tentando di non far scendere le lacrime che premevano di uscire.
<< Anche io avrei voluto aspettare ma non ho potuto. >>
<< Questa sarà la mia prima volta non solo con un uomo ma con la persona che amo. >>
Barbanera sgranò gli occhi, sbatté più volte le palpebre incredulo, la testa gli girava per quello che aveva sentito.
<< Stede tu hai...hai detto che... >>
L'altro annuì deglutendo, il cuore gli galoppava nel petto, non sapeva nemmeno se sarebbe riuscito a parlare talmente era emozionato.
<< Sì ho detto che... >>
<< Io ti amo Edward Teach. >>
<< Non può essere che questo quello che provo. >>
Edward gli stampò un bacio sulle labbra, entrambi chiusero gli occhi e la saliva si mescolò con le lacrime del biondo, che quando si staccarono si rifugiò tra le braccia del più alto, come se avesse bisogno di essere protetto e convinto che ciò che aveva detto non lo avrebbe portato via da lui.
<< Anche io ti amo Stede >> confessò baciandolo sull'attaccatura di quei capelli profumati.
<< Non devi dirlo se...- >>
<< Stede >> lo chiamò afferrandolo delicatamente per le spalle e cercando il suo sguardo.
<< Ne sono sempre stato convinto da quando ho realizzato di provare qualcosa per te, solo che dirlo ad alta voce era spaventoso e soprattutto non volevo affrettare le cose finendo per spaventarti. Ma adesso lo urlerò al mondo, ogni giorno, la gente saprà che il grande Barbanera si è preso una cotta per il pirata gentiluomo e lo ama più di qualsiasi tesoro nascosto, più di qualunque fottuta cosa ci sia su questa terra. >>
Bonnet si morse forte le labbra trattenendo i singhiozzi, poi si avventò su quella bella bocca che amava tantissimo e un vestito alla volta finirono avvinghiati facendo l'amore con lentezza e passione, si goderono ogni minuto e istante, da quel momento in poi non persero occasione per battezzare ogni angolo della nave, più acquisivano esperienza più trovavano nuovi modi per finire nudi e sudati, tanto che non c'era lato della nave che non avessero esplorato.
Correvano via come due ragazzini dopo aver dato gli ordini e si rifugiavano in una delle stanze, la notte anche i corridoi erano stati testimoni del loro amore, la ciurma era esasperata perché a volte erano abbastanza rumorosi e non si curavano di chi potesse sentirli, ma erano totalmente felici e il loro umore ricadeva inevitabilmente anche sugli uomini che navigavano con loro.


...


Izzy Hands si stava godendo la su meritata pausa nella cucina della Revenge, aveva preso una fetta di pane e un frutto, si mise a tavola pregando che uno di quegli idioti non decidesse di farsi uno spuntino proprio adesso, ma mentre sbucciava la mela iniziò a sentire dei rumori che si trasformarono in mugolii e gemiti, poi delle voci.
Strinse il coltello tentando di capire quel suono che appariva ancora indefinito.
<< Ah...Sì Edward proprio lì. >>
<< Stede...sei fantastico, continua ti prego. >>
Sbiancò.
Lasciò cadere il frutto e il coltello inorridendo, le viscere gli si contorsero, si alzò di scatto facendo cadere la sedia a terra, adesso ne aveva abbastanza.
<< NON NELLA FOTTUTA DISPENSA! >> strillò.
<< Voi due schifosi pervertiti, lì c'è il cazzo di cibo che mangio cazzo! >> gridò avvicinandosi alla porta aprendola di scatto, già preparato all'orrore che avrebbe visto, si sarebbe lavato gli occhi col sapone ma doveva mettere fine a quelle oscenità.
Trovò Edward e Stede sì ma...erano completamente vestiti e ridacchiavano.
<< Te l'abbiamo fatta Iggy! >>
<< Cosa? >> domandò il primo ufficiale ancora incapace di credere che al mondo esistessero due imbecilli come loro.
<< Sì ci sei cascato Iz! Dovresti vedere la tua faccia >> scherzò Barbanera
Poi i due felici di averlo messo nel sacco sgusciarono via defilandosi e lasciandolo lì come un idiota a chiedersi cosa avesse fatto di male per meritarsi questo.
<< IO VI AMMAZZO RAZZA DI IMBECILLI, GIURO CHE LO FACCIO >> gridò dopo essersi ripreso, certo che prima o poi gli sarebbe venuta una crisi di nervi, in cucina entrò Lucius che arricciò le sopracciglia fissandolo.
<< Che hai da urlare tanto? >> domandò prendendo la mela sul tavolo.
<< Sta zitto, non ti ci mettere anche tu! >>
<< E quella è la mia mela. >>
Lucius sogghignò.
<< Non più >> la morse e fuggì via quando Izzy cominciò ad inseguirlo, se non poteva prendersela con i capitani su qualcuno si sarebbe dovuto pur sfogare e quel ragazzino era perfetto visto che non perdeva occasione per fare il furbo.
Quando i co-capitani tornarono in cabina Edward prese una scatoletta, si avvicinò al suo fidanzato porgendogliela.
<< Questa è per te. >>
Stede alzò il viso sorpreso, spostò lo sguardo da lui alla scatola, la prese delicatamente titubando.
<< Avanti aprila. >>
Fece come gli era stato detto e una volta tolto il coperchio i suoi occhi si illuminarono scintillando come pietre preziose.
<< Oh Ed... >> deglutì più volte non riuscendo a trattenere le lacrime.
<< E' davvero per me? >> mugugnò con la voce che tremava.
<< Certo, ti piace? >> domandò Barbanera dolcemente cercando i suoi occhi.
<< E' bellissima... >>
La prese con delicatezza, lasciando poi la scatola su un tavolino, era una piccola tartarughina che stava a malapena sul palmo della sua mano, le accarezzò il minuscolo guscio ruvido e quando col dito sfiorò la testolina quella guizzò al suo interno, Stede sorrise intenerito poi si rivolse all'uomo che amava.
<< Avevi detto niente animali... >>
Edward si strinse nelle spalle guardando quella piccola creatura.
<< Bè sai ho pensato di poter fare un'eccezione, in fondo lei non perde peli, non morde, non può prendere le pulci e soprattutto cresce lentamente e poi possiamo farla stare sulla spiaggia quando ci fermiamo, direi che è un buon compromesso. >>
Stede era al settimo cielo.
<< Dove l'hai presa? >>
<< L'ho trovata in un punto tra alcuni scogli dove non avrebbe dovuto essere, ho capito che si era persa >> spiegò toccando il piccolo guscio.
<< Non me la sono sentita di abbandonarla così l'ho presa dandole una seconda opportunità. >>
<< Come è successo a me >> disse poi sorridendo e guardando il pirata biondo con tenerezza.
<< E a me >> disse Stede.
<< Sei un uomo meraviglioso Teach e io già adoro questa piccolina >> si buttò delicatamente tra le braccia del fidanzato per poi baciarlo, un bacio dopo l'altro, amava fare così, a Edward tremavano sempre le ginocchia e doveva reggersi a qualcosa per non finire a terra a causa di tutta quella dolcezza.
<< Grazie amore, questo è il dono più bello che abbia mai ricevuto, dopo di te ovviamente >> disse guardando la tartarughina, Barbanera gli avvolse un braccio intorno alle spalle.
<< Come la chiamiamo? >> domandò il biondo.
<< Mmm...che ne dici di Gentlebeard? >> propose Edward.
<< Oh... >>
<< E' l'unione dei nostri nomi, Barbanera e il pirata gentiluomo >> spiegò, a Stede si illuminarono gli occhi.
<< Sì mi piace! >>
<< E' perfetto >> sollevò l'animaletto fino a portarlo ad altezza occhi.
<< Ti piace piccolina? >>
<< Adesso siamo genitori, dobbiamo essere più responsabili >> disse Ed.
<< Oh sì, basta scherzi >> poi si guardarono e scoppiarono a ridere.
<< EDWARD TEACH DEL CAZZO! >> l'urlo del primo ufficiale tuonò fino alla loro stanza.
<< Dici che ha trovato il secchio d'acqua sulla porta? >> domandò Stede.
<< Mmm probabile >> rispose Barbanera.
<< Nascondiamoci! >> dissero in coro e corsero nell'armadio segreto, Edward si appoggiò alla parete con la schiena e Stede si appiccicò a lui che lo strinse, si sentirono i passi furiosi di Izzy e le imprecazioni.
<< Dovremmo tapparle le orecchie >> disse Bonnet rivolgendosi alla tartarughina.
<< Oh no lascia che le impari, le serviranno se dovrà difendersi >> rispose Ed.
<< Giusto >> disse Stede sollevandosi in punta di piedi per baciarlo poi rimase a pochi centimetri dalle sue labbra.
<< Forse dovremmo finirla con gli scherzi a Izzy. >>
<< Sì... >> rispose Edward cercando quella bella bocca, era perdutamente innamorato.
<< E diventare meno rumorosi. >>
<< Sì... >> deglutì sentendo il fiato dell'altro su di lui.
<< E smetterla di farlo in ogni stanza. >>
<< Sicuramente... >>
<< Lo faremo Ed? >> soffiò guardandolo languidamente e appoggiandosi di più a quel corpo tiepido.
<< Sì, ma ora baciami cazzo >> e il biondo lo baciò finalmente.
Non mantennero nessuna delle promesse fatte, continuarono a fare scherzi a Izzy soprattutto quando si comportava da stronzo, ogni stanza della Revenge e corridoio continuava a essere testimone delle più svariate posizioni, presentarono la piccola Gentlebeard alla ciurma che l'accolse con entusiasmo, Franchie ringraziò non si trattasse di un gatto e continuarono la loro vita navigando insieme senza mai smettere di amarsi, addolcendo i momenti amari dei giorni in mare con la dolcezza delle labbra dell'altro, con le coccole notturne e le passeggiate sulla spiaggia.
Osservarono la piccola tartarughina crescere e muovere i primi passi nel mondo, il loro mondo, promettendole che l'avrebbero sempre protetta e così fecero, ormai erano diventati una famiglia, una di quelle speciali che nascono per caso senza che te lo aspetti e quando ormai hai perso ogni speranza che qualcosa di bello accada, e in più aggiunsero una bandiera con disegnata una tartaruga, accanto a essa un cuore e un coltello.
E chissà forse un giorno il mondo avrebbe veramente narrato di Barbanera e il pirata gentiluomo che si innamorarono perdutamente e adottarono una piccola tartarughina che come loro era nata sentendosi sola ma aveva presto trovato qualcuno da amare e che l'amava a sua volta.


Fine.


Note autrice: Questo capitolo si sarebbe dovuto intitolare Gentlebeard
                     come la tartarughina, però poi ho pensato che sarebbe
                     stato carino visto che gentlebeard è anche uno dei nomi
                     della ship intitolare tutta la raccolta, così il titolo generale
                     avrebbe fatto riferimento sia a Edward e Stede, sia alla
                     tartaruga che viene fuori nel finale. In questo modo è come
                     se ci fosse un collegamento dall'inizio alla fine di queste tre
                     shottine.
                     
                   "Ormai erano diventati una famiglia, una di quelle speciali che
                    nascono per caso senza che te lo aspetti e quando ormai hai
                    perso ogni speranza che qualcosa di bello accada."
                   
Questa frase è molto autobiografica, ti ho sempre detto che voi del
                   gruppo siete come una seconda famiglia per me.
                   Non avrei mai immaginato di conoscere qualcuno come te, mi hai
                   sbloccato qualcosa dentro che credevo non potesse più essere tirato
                   fuori.
                     
                     
                     Tesoro ti auguro di nuovo un gigantesco Buon Compleanno,
                     Ti voglio un mondo di bene e verrò a romperti anche in chat
                     ovviamente. Spero veramente che la vita ti doni tutto ciò che
                     meriti, perché sei una persona di gran cuore. <3
                     Mi auguro che queste piccole storie ti siano piaciute e ti abbiano
                     fatta awwware un pochino.
                     Mi dileguo ma non del tutto muahahahaha U.U  
















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