For her honor (versione italiana)

di gt26
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Esmeralda avrebbe dovuto sapere che si sarebbe messa nei guai danzando davanti al giudice Claude Frollo. Avrebbe dovuto saperlo! Ma con quello sguardo che aveva sul volto, le stava praticamente chiedendo di avvicinarsi, sedersi sulle sue ginocchia e stuzzicarlo con un bacio. Era così divertente farlo arrabbiare.
Credeva di sapere in cosa si sarebbe cacciata. Era pronta a scappare quando Frollo ordinò alle sue guardie di arrestarla. Pensò di averli seminati quando si infilò nella cattedrale attraverso una porta laterale.
Ma no, il capitano delle guardie l'aveva vista e l'aveva seguita. Sapeva come difendersi, ma scoprì che non ne aveva bisogno. Phoebus era gentile e amabile con lei. La trattava come una signora, invece che una "zingara".
Frollo entrò in quel momento. “Ottimo lavoro, Capitano. Adesso arrestatela.”
Esmeralda non riusciva a crederci. Pensava che Phoebus fosse qualcuno di cui potersi fidare. "Mi hai ingannato!"
Poi, con sua grande sorpresa, Phoebus reclamò asilo per lei. L’arcidiacono della cattedrale ordinò a Frollo di andarsene e scortò Phoebus fuori. Esmeralda pensò, sbagliando, che i suoi guai fossero finiti.
D’improvviso, le sue braccia vennero tirate all’indietro. Sentì la voce di Frollo all’orecchio, troppo vicina per i suoi gusti. Diceva di essere un uomo paziente, ma Esmeralda ebbe la sensazione che fosse tutt’altro mentre le annusava i capelli. Ricordò di avere un pugnale con sé, legato alla vita, ma non riusciva ad afferrarlo; la presa di Frollo su di lei era troppo forte.
“Riconosci questa, zingara?” Le fece penzolare davanti un pezzo di stoffa familiare. Ovviamente Esmeralda riconobbe la sciarpa rosa con il sole e la stella. "Servirà a qualcos’altro per me." Cominciò a legarle le mani dietro la schiena. "Se anche solo piagnucoli, questa sciarpa non sarà l'unico tuo oggetto usato contro di te." Estrasse il suo pugnale dal suo posto e glielo premette contro il collo. Lei rifiutò di mostrare paura nella sua espressione, anche quando lui applicò più pressione e sentì un rivolo di sangue caldo e umido scivolarle sulla pelle.
Frollo le slacciò la camicetta e le sollevò la gonna finché non si fu ammucchiata intorno ai fianchi. La baciò dappertutto, lasciando scie di saliva. Ansimante, si slacciò le vesti. Esmeralda chiuse gli occhi. Poteva ancora sentire il freddo metallo del suo stesso pugnale sulla carne. Poi Frollo entrò dentro di lei. Rimase senza fiato, ma resistette all'impulso di lottare; finché Frollo aveva il suo pugnale, era impotente. Adesso non provava più paura, solo odio, puro e ribollente.
Dopo che Frollo si fu saziato, lasciò cadere il suo pugnale sul pavimento con un rumore metallico. La lasciò sdraiata lì, con le mani ancora legate. La sua minaccia le risuonava nelle orecchie. "Metti un piede fuori e SEI MIA!" Come se non l'avesse già reclamata. Come se non l'avesse già presa, contaminata e lasciato un segno su di lei. Le enormi doppie porte si chiusero sbattendo, e solo allora Esmeralda lasciò che le lacrime le rigassero il viso.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Il campanaro di Notre Dame si presentò presto a Esmeralda. Le mostrò la stanza che si era fatto nel campanile e le disse che sarebbe stato lieto di rinunciare al suo letto per lei. Esmeralda si sentì grata per la sua generosità. La notte, sognava di essere sdraiata sul pavimento con le mani legate e il morbido materasso aiutava a dissipare gli incubi al risveglio.

Quasimodo si chiese perché avesse scelto di restare con lui nella cattedrale. “Se vuoi la libertà, perché non te ne vai? Posso farti passare oltre le guardie di Frollo.”

Esmeralda avrebbe voluto tanto poterlo fare, ma non voleva ammettere che la paura di Frollo era l'unica cosa che la fermava. Ricordava ancora il suo avvertimento. Era arrabbiata per il fatto che potesse farla sentire in trappola senza nemmeno essere nello stesso edificio con lei.

Passò un mese. Un giorno un uomo salì le scale del campanile. "Esmeralda! Mi chiedevo dove fossi andata! Ti ho persa quando sei fuggita dal festival.”

"Chi è questo?" chiese Quasimodo.

“Questo è mio marito Pierre. Pierre, questo è Quasimodo, il campanaro", Esmeralda presentò i due uomini.

“Ci sono almeno una ventina di soldati appostati fuori dalla cattedrale. Stanno sorvegliando qualcosa?” chiese Pierre.

"Mi stanno cercando", disse Esmeralda. "Non ho modo di uscire."

"Mi sono offerto di portarla sul tetto e di lasciarla in una strada laterale", disse Quasimodo.

"E se una guardia alza lo sguardo nel momento sbagliato?" Esmeralda scosse la testa. “Non voglio…”

"Non vuoi cosa?" si chiese Pierre.

"Non voglio farmi beccare di nuovo", concluse finalmente Esmeralda.

“Allora ho un'idea”, disse Pierre. “Tornerò qui domani sera con un mio vestito in più. Lo indosserai e travestita da uomo potrai sgattaiolare fuori con me dopo i vespri. Nessuno sospetterà nulla”.

"Va bene", disse Esmeralda. “Se sei sicuro che non se ne accorgeranno.”

La notte successiva, Pierre si presentò come previsto. Esmeralda indossò in fretta gli abiti da uomo, con tanto di cappello sotto cui infilare i lunghi capelli, e iniziò a scendere le scale con Pierre. L'arcidiacono li vide mentre spegneva le candele. Sorrise. “Buonasera, signori”, disse.

"'sera", rispose Pierre, spingendo Esmeralda fuori dalla porta. Tornarono di corsa alla Corte dei Miracoli. Esmeralda era così nervosa che si sentiva male. Tuttavia, nessuno cercò di fermarli.

"Cosa ti avevo detto?" disse Pierre quando furono di nuovo nella loro stanza. "Un travestimento infallibile!" Tolse il cappello dalla testa di Esmeralda. “Per averti salvato, penso di meritare un favore. Lascia che ti coccoli come un uomo dovrebbe coccolare sua moglie.”

“No, grazie.”

“Esme, siamo sposati da quasi quattro anni, e non ti ho toccato nemmeno una volta! Se non ti arrenderai, esauriremo del tutto il tempo!”

Era così la maggior parte delle notti, specialmente ora che i quattro anni del loro matrimonio volgevano al termine. Esmeralda disse a Pierre quello che gli diceva ogni volta che glielo chiedeva. “La nostra prima notte di nozze, ho detto che ti avrei fatto sapere quando sarei stata pronta. Fino a quando non ti informerò che è arrivata quell'ora, puoi dormire accanto a me. Emise un sospiro. “E poi, non mi sento bene. È stata una lunga giornata e mi sento stanca. Buona notte."

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Esmeralda si sentiva ancora male la mattina dopo. Quando cercò di alzarsi, fu travolta da un'ondata di vertigini. Si rassegnò a sdraiarsi di nuovo. Aveva la sensazione che qualcos'altro non andasse. Poi si ricordò. Le mestruazioni, non le erano ancora arrivate questo mese. Questo spiegava le vertigini e la nausea...
Deve essere lo stress della scorsa notte, pensò. E comunque il mio ciclo è infrequente. Non è niente se sono in ritardo di una settimana. Si rifiutò di prendere in considerazione qualsiasi altra possibilità.
 
***
Pochi giorni dopo la fuga di Esmeralda, tutta Parigi era in fiamme. Frollo appiccava incendi e arrestava zingari a destra e a manca. “Tutto a causa mia. Non posso farmi scoprire. Ma se continuo a nascondermi, Frollo continuerà a perseguitare la mia gente". Esmeralda decise di girare per Parigi avvertendo il maggior numero di zingari possibile, rimanendo allo stesso tempo fuori dalla vista di Frollo e delle sue guardie.
Arrivò alla casa del mugnaio appena in tempo per vedere Frollo sbarrare la porta d'ingresso e porgere una torcia a Febo. Il suo stomaco si contorceva. Febo avrebbe bruciato davvero la casa? C’erano dei bambini dentro! Con suo sollievo, Febo spense la torcia in un barile d'acqua.
Frollo, disgustato, prese un'altra torcia e diede fuoco all'edificio. Nonostante l'incendio che scoppiò rapidamente, Febo si tuffò all’interno della dimora per un audace salvataggio. Grazie a lui, il mugnaio e la sua famiglia ora erano vivi e illesi. Che eroe.
All'improvviso, Febo fu costretto a inginocchiarsi. Un altro soldato alzò una spada sopra la sua testa, aspettando l'ordine di Frollo di colpire.
Esmeralda sapeva che doveva agire in fretta. Raccolse una pietra da terra e la mise nella sua fionda. Facendola roteare, sperò di non rovinare questa possibilità di salvare la vita di Febo. Rilasciò la pietra, che atterrò direttamente sul groppone del cavallo di Frollo. Questo mandò Frollo a ruzzolare a terra. Febo balzò in piedi, afferrò le redini del cavallo e salì su. Galoppò lontano da Frollo, indignato.
"Prendetelo! E non colpite il mio cavallo!" Frollo urlava ai suoi soldati.
Febo era arrivato al ponte quando una freccia lo colpì da dietro. Lo shock improvviso gli fece perdere l'equilibrio. Scivolò giù dal cavallo di Frollo, oltre il lato del ponte, e nell'acqua sottostante.
Esmeralda corse giù verso la riva del fiume. Si nascose contro un muro di pietra dopo aver sentito la voce di Frollo. "Lascia che il traditore marcisca nella sua tomba d’acqua. Trova la ragazza! Se devi bruciare la città, così sia!"
Non appena Frollo e i suoi soldati furono fuori dalla vista, Esmeralda si tuffò in acqua. Faceva così freddo che tornò immediatamente in superficie ansimando. Si tuffò una seconda volta. L'armatura d'oro lucido di Febo era facile da individuare. La staccò. Afferrò Febo sotto le braccia e iniziò a sollevarlo in superficie, continuando a nuotare verso l'alto. Il corpo dell’uomo scivolava dalle sue mani. Riemerse in superficie, e vide un uomo che passava. Era un altro zingaro che viveva alla Corte dei Miracoli. "Ernest! C'è un uomo in fondo al fiume! Ho bisogno del tuo aiuto per tirarlo fuori!"
Ernest non esitò. Lui ed Esmeralda si tuffarono e, assieme, riuscirono a portare Febo sulla riva del fiume. Giaceva completamente immobile, senza nemmeno respirare. Ernest lo girò e gli schiaffeggiò la schiena tra le scapole per cercare di espellere l'acqua dai suoi polmoni. Il suo tentativo di rianimazione però, non andò a buon fine. "Mi dispiace, Esme", disse infine Ernest. "Se n'è andato".
La testa di Esmeralda girava. Un gemito strangolato come quello di un animale ferito uscì dalla sua gola. Si rese conto di essere a terra.
"Stai bene, Esme?" Ernest la scosse dolcemente. "Sei svenuta."
Esmeralda non rispose. Si sentiva più stordita che mai. Non riuscì a stare in piedi subito. Si avvicinò strisciando verso il corpo di Febo e baciò le sue labbra fredde e grigie. "Il mio Febo."
Ernest la aiutò a rimettersi in piedi. "Lo amavi?"
"Mi stava intralciando!" La voce di Frollo rimbombò dalla collina sopra di loro. Condusse i suoi soldati verso la coppia. "Credevi davvero non avessi pensato che qualcuno avrebbe cercato di salvare quel traditore?" si rivolse a Esmeralda. "Ora che è definitivamente fuori dai piedi, mi accompagnerai al Palazzo di Giustizia".
"Dovrai passare sul mio cadavere!" Ernest esclamò, mettendosi tra Esmeralda e Frollo.
“Lo vedremo", disse Frollo, e fece un cenno con la mano. Una guardia estrasse la spada e attraversò Ernest. Cadde ed Esmeralda urlò di terrore per una carneficina così a sangue freddo.
Frollo fece un passo intorno al suo cadavere e prese il braccio di Esmeralda. "Vieni, mia cara", gridò. "Ho preparato una cella per te."
Esmeralda rabbrividì e lo seguì.
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Frollo accompagnò Esmeralda fino alla sua cella nelle segrete sotterranee del Palazzo di Giustizia. Una volta dentro, ordinò alle guardie di andarsene. Esmeralda tremava di disagio. Ebbe visioni dell'ultima volta che era rimasta sola con quell'uomo: pietra fredda sotto di lei, mani legate dietro la schiena, impotente.

"Sai perché sei qui?" Chiese Frollo.

Esmeralda non volle dargli una risposta.

"Sei qui, zingara, perché hai osato sfidare la mia autorità, davanti a centinaia di persone! Tale mancanza di rispetto non può essere tollerata. Inoltre, la tua performance al festival ti ha visto apparire sul palco in una sorta di nuvola di fumo soprannaturale, ovviamente un'opera del diavolo! La pena per la stregoneria è la morte sul rogo! E poi c'era la tua danza stessa". Frollo strinse le mani davanti a lui. "Indossavi un costume orrendo e ti muovevi in modo tale da rendere chiaro che volevi essere fissata. Beh, ha funzionato." Strinse le sue mani. "Non ho mai visto nulla di così bello come il tuo corpo in tutta la mia vita." Le sue mani cominciarono a tremare. "Vederti ballare alla luce del sole ha mandato un'ondata di calda passione attraverso il mio corpo. Se solo sapessi com'è il mio amore per te! È fuoco, piombo fuso, mille coltelli nel mio cuore! Sarebbe un destino peggiore della morte se non potessi averti!" Frollo non riusciva più a controllarsi. Allungò la mano e la accarezzò sotto il mento.

Il cuore di Esmeralda ribolliva di indignazione. Non doveva più lasciare che Frollo avesse potere su di lei! Lo schiaffeggiò sul viso, mettendoci dentro tutto il suo dolore e il suo dispetto. Il suono riecheggiò in tutta la prigione, poi ci fu un silenzio tombale.

Frollo si portò la mano sulla guancia, respirando pesantemente. "Salope!  " la maledì.

Digrignò i denti. "La tua esecuzione arriverà presto, ragazza zingara! Alla terza alba da oggi!" Spalancò la porta della sua cella con un bang!, chiuse a chiave la porta e si allontanò.  

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Pierre incontrò Esmeralda nella prigione il giorno dopo. "Ho un piano che può salvarti dall'esecuzione. Dobbiamo solo chiedere a un'ostetrica di dichiarare che sei incinta!"

"Pierre, sappiamo entrambi che non è possibile." Esmeralda ignorò le dita del buon senso che solleticavano la sua mente. I sintomi, i sintomi.

"Non ti preoccupare. Ho quello che serve per ottenere un'affermazione", disse Pierre, accarezzando il sacchetto di denaro appeso alla cintura. "Ho legami con una sorella di un amico di un amico. Una donna di nome Bridget. Farò in modo che sia lei a controllarti. Sarà probabile che simpatizzi con la nostra situazione e sia aperta a un po ' di..." Abbassò di nuovo lo sguardo verso la cintura: "Corruzione. Non preoccuparti. Devi solo dirlo e io farò la mia parte. Niente può andare storto!"

Due giorni dopo, prima dell'alba, tre soldati di Frollo arrivarono nella cella di Esmeralda. Uno di loro le gettò una semplice camicia bianca. "Mettila", ordinò. Almeno le diedero un po’ di privacy mentre si cambiava d'abito. Poi, una guardia aprì la porta della sua cella. "Dai. Il giudice attende".

Esmeralda stava per essere condotta alla sua esecuzione. Il piano di Pierre era davvero l'unica cosa che poteva salvarla? Smise di camminare quando era fuori dal Palazzo di Giustizia.

"Qual è il problema?" scattò la guardia principale.

"Non sono in condizioni di essere uccisa", disse Esmeralda esitando.

"Oh, davvero?" La guardia non sembrava impressionata.

"Perché sono incinta!" Esmeralda sbottò.  L'hai fatto ora, pensò.

Le guardie sembravano stordite. La pretesa di essere incinta non doveva essere presa alla leggera, Esmeralda lo sapeva. "Ne parleremo con Frollo", disse infine la guardia principale.

***

"Dici di essere incinta?! " chiese Frollo incredulo.

Esmeralda annuì. Era troppo tardi per fare marcia indietro dalla sua menzogna ora.

Il volto di Frollo era un misto di rabbia e... Preoccupazione. "Dobbiamo avere un professionista che la controlli." A Esmeralda disse: "Hai un marito?"

"Sì", disse Esmeralda. "Vive con me nella Corte dei Miracoli. Il suo nome è Pierre Gringoire".

"Portalo qui", le ordinò Frollo. "Guardie, andate con lei e badate che ritorni!"

"Non devi venirmi a prendere, sono proprio qui!" Pierre era tra la folla che si era radunata per assistere all'esecuzione di Esmeralda. "Bridget, vieni con me."

"Tutti voi, seguitemi!" Frollo si voltò per tornare all'interno del Palazzo di Giustizia. "Risolveremo questo problema".

 

***

Esmeralda era sola in una camera interna con Bridget. "Pierre mi ha informato della tua situazione", disse l'altra donna. "Informerò Frollo della 'genuinità' della tua 'condizione', ma c'è un test che viene eseguito di routine per mostrare prove fisiche. Posso mostrare risultati positivi prestabiliti, ma devi fare la procedura, solo per dire che l'hai fatto. " Bridget le fece vedere una piccola borsa. "Devi urinare sui semi di grano, e se sei incinta, i semi germoglieranno tra pochi giorni". Mise la borsa sul pavimento di fronte a Esmeralda. "Vai".

Tremante, Esmeralda si accovacciò e sollevò il vestito. Era così nervosa che era difficile far rilassare la vescica, ma alla fine ci riuscì. Quando finì, Bridget raccolse la borsa. "Ci rivediamo presto."

 

***

Bridget tornò di corsa al Palazzo di Giustizia pochi giorni dopo in preda al panico. Si precipitò nella stanza dove c'erano Esmeralda e Pierre. "Esmeralda, pensavo mi avessi detto che tu e Pierre non avete dormito insieme."

"Certo che no."

"Il contenuto della mia borsa dice il contrario." Bridget lo aprì e rivelò il grano appena germogliato a Esmeralda e Pierre. "Questi sono gli stessi semi per cui hai fornito un campione di urina. Questo cambia tutto. Devo avvisare il ministro Frollo".

Quando se ne andò, Esmeralda chinò il capo. "No, no, no", sussurrò. I sintomi che aveva avuto si erano ora dimostrati innegabilmente veri: in realtà era incinta.

"È stato – è stato Frollo, non è vero?" Pierre chiese malinconicamente.

"Sì", ammise Esmeralda. "Mi sono nascosta in chiesa dopo il festival, ma non è servito a ripararmi da lui".

Bridget tornò in quel momento con Frollo e l'arcidiacono di Notre Dame. "Il vecchio pazzo ha avuto la sfacciataggine di parlare contro l'esecuzione della strega!" Frollo mormorò a nessuno in particolare.

"Stavano avendo una conversazione molto accesa quando sono entrata", ha spiegò Bridget. "Quando l'arcidiacono ha saputo che eri davvero incinta, mi ha detto che avrebbe parlato solo con voi tre". Fece una rapida uscita e Frollo, Pierre ed Esmeralda furono lasciati nella stanza con l'arcidiacono.

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Note: Il test di gravidanza che Esmeralda fa si basa su un antico metodo egiziano: la donna deve bagnare una miscela di grano e semi d'orzo con la sua urina. Se l'orzo germogliava per primo, avrebbe avuto un maschio. Se il grano, una femmina.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


L'arcidiacono si rivolse da Esmeralda a Pierre a Frollo come se dovesse decidere chi interrogare per primo. Alla fine si rivolse al giudice. "Claude Frollo, ti ho dato ordini precisi di rispettare il presunto santuario di Esmeralda! Aggredendola, non solo hai violato lei, ma anche la santità della Chiesa!"

"Ha un marito!" Frollo esclamò. "Il bambino è probabilmente suo."

"So per certo che non lo è!" Pierre puntò il dito accusatorio contro Frollo. "Esmeralda e io non abbiamo mai consumato il nostro matrimonio. E ora tu, il Ministro della Giustizia, che dovrebbe essere l'esecutore della legge nella nostra città, vai a rubare i miei diritti su di lei come suo marito tre settimane prima della fine del nostro matrimonio!"

L'arcidiacono alzò una mano per il silenzio. "Il tuo matrimonio sta per finire? Ti prego, spiega."

"Pierre si è imbattuto nella Corte dei Miracoli per caso un giorno", ha detto Esmeralda. "Visto che era un estraneo, sarebbe stato impiccato, a meno che una delle zingare non volesse sposarlo. Non volevo che morisse, così mi sono fatta avanti. Secondo le nostre usanze zingare, una brocca è stata gettata a terra durante la cerimonia. Si è spezzata in quattro pezzi, a significare che saremmo stati marito e moglie solo per quattro anni. Tra tre settimane, quel tempo sarà scaduto".

L'arcidiacono annuì. Tornando a Frollo, disse: "Azioni come quelle che hai intrapreso macchierebbero per sempre la tua reputazione se rese note al pubblico. Sarebbe anche un motivo per la tua scomunica".

Le mani di Frollo si strinsero in pugni così stretti che le sue nocche divennero bianche.

"Tuttavia, non è quello che ho intenzione di fare", continuò l'arcidiacono. "Ho deciso che, non appena il tempo del matrimonio di Esmeralda con Pierre sarà scaduto, la sposerai."

"Cosa?!" Esmeralda sbottò. "Perché? Non voglio sposarlo!"

"Esmeralda, devi capire perché sposare Frollo è la cosa migliore per te. Dopo che Pierre ti lascerà, sarai sola. Sposando Frollo, tu e tuo figlio sarete curati. La ragione più importante è che devi essere protetta dal dagli altri. Anche se non sei in colpa in questa situazione, le persone ti tratteranno comunque come una prostituta per essere incinta fuori dal matrimonio. Questo è il modo in cui eviterete la vergogna e la disgrazia".

L'arcidiacono parlò di nuovo a Frollo. "Frollo, mi aspetto che tu la tratti bene. Sta entrando in questo matrimonio per il suo onore".

Frollo annuì e apparve esteriormente sottomesso, ma Esmeralda vide il bagliore malizioso nei suoi occhi. "Sì, vostra grazia.".

"Tu e Pierre potete andarvene ora", disse l'arcidiacono a Esmeralda.

Si diresse fuori dalla porta, ma non prima di aver colto il sorriso squallido di Frollo. "Ci vediamo tra tre settimane, mia cara."

Esmeralda uscì dal Palazzo di Giustizia, non guardò dietro di lei.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Pierre accompagnò Esmeralda alla cattedrale il giorno del suo matrimonio. Frollo aveva bruciato tutti i suoi vestiti, quindi indossava ancora la camicia bianca che le era stata data nelle segrete.  Non dovrei sposarmi in bianco, pensò.
Pierre la accompagnò lungo il corridoio, poi la lasciò in piedi davanti all'arcidiacono con Frollo. L'arcidiacono spinse Frollo a pronunciare la sua parte dei voti. Frollo prese le mani di Esmeralda, unì le sue dita alle sue e cominciò. "Io, Claude Frollo, prendo te, Esmeralda, come mia sposa, prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vitafinché entrambi vivremo, secondo la santa ordinanza di Dio.
Esmeralda voleva togliere le mani da quelle di Frollo, ma l'arcidiacono non glielo permise. Pronunciò i suoi voti. "Io, Esmeralda, prendo te, Claude Frollo, come mio sposo, prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita (i suoi voti richiedevano anche che lei dicesse "e obbedirti", ma non l’avrebbe mai incluso!)finché entrambi vivremo, secondo la santa ordinanza di Dio.
All'arcidiacono o non importava o non si accorse che aveva tralasciato la parte sull'obbedienza a Frollo. Tirò fuori due anelli e diede l'anello dello sposo a Esmeralda e l'anello della sposa a Frollo.
Frollo mise l'anello di Esmeralda al dito e disse: "Con questo anello ti sposo".
Fu il turno di Esmeralda. Notò che, sebbene Frollo indossasse normalmente molti anelli ingioiellati che proclamavano il suo rango di Ministro della Giustizia, quel giorno le sue lunghe dita ossute erano nude. Fino a quando Esmeralda mise la fede nuziale dello sposo sul quarto dito della mano sinistra e disse: "Con questo anello ti sposo". Con quelle parole, si legò a Frollo per tutto il tempo che visse, agli occhi di Dio e della santa chiesa. Frollo baciò la sua sposa ed Esmeralda rabbrividì.
 
***
Salirono sulla carrozza di Frollo per tornare a casa sua, una spaziosa dimora vicino al Palazzo di Giustizia. Quando la carrozza si fermò, Frollo scese e tese la mano a Esmeralda per aiutarla a scendere, ma lei lo ignorò.
La cena era tranquilla. Né Frollo né Esmeralda hanno fecero alcun tentativo di conversazione. I servi spettegolavano tra loro, accogliendo la nuova moglie del giudice e, conoscendo molto bene i pregiudizi di Frollo, meravigliandosi del fatto che fosse una zingara.
Subito dopo cena, si ritirarono a letto.  Letto, oh no.  Frollo si tolse i vestiti e guardò Esmeralda in attesa. "Beh, mia cara? Non hai intenzione di presentarti a me?"
"No." Sembrava di nuovo la situazione con Pierre, ma un incubo cento volte peggiore.
Il volto di Frollo si oscurò. "Ti stai dimenticando che ora sei mia! Il mio tesoro da tenere e adorare! Solo la mia! Ti ordino di giacere con me! Oggi hai fatto voto di obbedirmi, e mi aspetto un'obbedienza completa e immediata!"
"Non ho fatto nulla del genere. Ho promesso di essere tua moglie, ma non ho menzionato la parola “obbedire".
"Hai promesso di amarmi!"
"Se vuoi che ti ami, devi dimostrarti degno del mio amore, e pretendere il mio corpo per la tua gratificazione non è il modo corretto! Puoi dormire da solo stanotte!" Si sdraiò sul pavimento, così com'era. Frollo fece una mossa per afferrarla, ma lei gli ricordò: "L'arcidiacono ti ha detto di onorarmi. Costringermi a fare qualcosa contro la mia volontà non è onorevole. E ricorda", aggiunse con un sorriso compiaciuto, "sto portando in grembo tuo figlio. È tua responsabilità prenderti cura di entrambi".
Frollo dormì da solo quella notte. E la notte successiva. E ogni notte. Esmeralda era pronta a resistere per sempre. Non si sarebbe mai concessa volentieri a Frollo. Il loro stato civile non avrebbe cambiato la situazione.
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Esmeralda aspettò che Frollo le procurasse dei vestiti nuovi, ma lui non lo fece mai. Non poteva indossare la stessa camicia bianca ogni giorno. Il giorno in cui si accorse che la sua pancia era diventata una protuberanza morbida, pianse. Piangeva perché ora c'erano prove visibili del bambino che cresceva dentro di lei. Piangeva perché non voleva questo bambino. Ma almeno ora Frollo le avrebbe comprato i suoi vestiti.

Si avvicinò a lui e gli spiegò i suoi bisogni. Frollo borbottò qualcosa su "un inconveniente". Esmeralda si chiedeva se stesse parlando di dover spendere soldi per lei o per il bambino. Ad ogni modo, aveva alcune parole per lui. "Mi hai violentata, te ne assumerai la responsabilità. Come ha detto l'arcidiacono, in quanto tua moglie, ho bisogno di essere curata". Era così che Esmeralda teneva Frollo in riga, ricordandogli costantemente gli ammonimenti dell'arcidiacono. 

Funzionava ogni volta. Frollo le comprò dei nuovi vestiti e la lasciò sola.

 

***

Frollo trascorreva le sue giornate al Palazzo di Giustizia, quindi Esmeralda veniva lasciata a se stessa fino a quando lui non tornava a casa la sera. Aveva esplorato ogni centimetro della sua casa - in realtà, ora era la loro casa. Non riusciva ancora a pensare a questo fatto. La sua stanza preferita era di gran lunga la biblioteca. Non sapeva leggere, ma le piaceva guardare i caratteri decorati e le illustrazioni colorate. C'era un angolo imbottito vicino alla finestra dove si sistemava mentre guardava attraverso i libri di Frollo. Una volta visto tutto quello che c'era da vedere, però, si annoiò in fretta. Si sedeva vicino alla finestra a guardare la gente per le strade che passava.

Con la noia arrivò la solitudine. Oltre alla servitù, Esmeralda era l'unica persona in casa per la maggior parte della giornata. Dal momento che i servi non potevano parlare con lei, aveva pochi contatti umani. Frollo continuava a prestarle poca attenzione. Stranamente, Esmeralda era arrabbiata per questo. Forse non amava Frollo, ma era sua moglie… lui avrebbe dovuto farla sentire amata e rispettata, ma non stava facendo nulla a tal fine. Stava diventando troppo per lei.

Quando Frollo arrivò a casa un giorno senza nemmeno un saluto a Esmeralda, lei lo riprese. "Nessuna parola? Niente da dirmi? Nemmeno: "La cena è tra dieci minuti, zingara"? Solo perché mi rifiuto di fare sesso con te, mi stai ignorando! Nessuno si preoccupa di me. Anche Pierre mi ha trattato meglio di te! Non avrei mai voluto una vita così! Sono infelice, ed è tutta colpa tua!"

"Silenzio!" Frollo urlò.

E così fu. Le emozioni represse di Esmeralda non potevano più essere soppresse. Lei voltò le spalle e fuggì al piano di sopra nella loro stanza in un diluvio di lacrime. Frollo rimase in piedi in un silenzio attonito.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Tutto ciò che Claude Frollo poteva fare era guardare su per le scale. Era inorridito. Non aveva mai visto la zingara piangere. Nemmeno quando l'aveva messa alle strette in chiesa e l'aveva violentata. Ora, con un solo grido, l'aveva fatta scoppiare in lacrime.

E aveva ragione. Aveva più ragione di quanto potesse immaginare. Frollo sapeva che non poteva usare la forza contro la ragazza, quindi aveva adottato un approccio diverso: negligenza. Se l'avesse ignorata abbastanza a lungo, forse lei avrebbe ricercato il suo affetto e si sarebbe concessa a lui.

Ma Frollo era sicuro che la zingara avesse fatto i suoi piani, in fondo gli ricordava l'ordine dell'arcidiacono ogni singolo giorno. La minaccia di scomunica era ciò che gli impediva di comportarsi male nei confronti della zingara. Era anche ciò che lo faceva provare paura per la sua anima.

Claude Frollo era normalmente un esperto nel sopprimere le sue colpe, ma la zingara tirava sempre in ballo il suo errore! Con tali continui richiami, come poteva non soffermarsi su tutto il male che aveva fatto? Aveva bramato la zingara - in un primo momento, aveva razionalizzato che lei aveva fatto un incantesimo su di lui, ma era solo lui che cercava di dare la colpa a qualcun altro - al punto che l'aveva costretta ad avere rapporti sessuali con lui. Ciò l’aveva portato a generare un figlio che sarebbe nato fuori dal matrimonio se l'arcidiacono non avesse organizzato il loro. Anche dopo, era stato così concentrato sull'ottenere gratificazione dalla ragazza che era stato disposto a fare tutto il necessario perché lei dormisse con lui. Ma questo aveva solo messo a dura prova la loro relazione ancora di più.

È tutta colpa tua!  Lei gli aveva urlato contro. Aveva ragione. Era l'unico da incolpare. "Sono io che sono il peccatore, lo zingaro", disse dolcemente a se stesso. Anche quando le parole uscirono dalla sua bocca, la sua coscienza lo accusò di un'altra trasgressione: disumanizzare la ragazza. Lei aveva un nome, e lui sapeva  fosse, ma non glielo aveva mai detto in nessuna delle sue interazioni con lei. Né lei lo aveva fatto con lui. Si odiavano così tanto che non si chiamavano nemmeno con i loro nomi.

Per la prima volta nella sua vita, Frollo fu divorato dal senso di colpa: condannato del senso di colpa.  Che mostro sono. L'arcidiacono mi ha fatto sposare Esmeralda per  la sua protezione, ma finché sono in giro, potrei essere un pericolo per lei.

Frollo sapeva cosa doveva fare. Non era auspicabile, ma era convinto che fosse l'unico modo per smettere di ossessionarsi con Esmeralda. Andò nel suo studio e frugò in giro alla ricerca di carta, penna d'oca e inchiostro. Sperava di essere in grado di comunicare i suoi sentimenti attraverso la scrittura. 

Inoltre, aveva bisogno di eseguire il suo piano il prima possibile. Lasciò il biglietto dove lei potesse vederlo.

Frollo si diresse al piano di sopra. Aprì con cautela la porta della camera da letto. Esmeralda era nel letto, addormentata. Sembrava tranquilla, ma Frollo poteva vedere macchie bagnate sulle sue guance, date dal pianto. Desiderava aggiustarle i capelli dietro l'orecchio o avvicinare la coperta intorno a lei - un gesto di affetto! Ma sapeva che anche un solo tocco avrebbe riacceso le braci fumanti della lussuria nel suo cuore. Ne aveva avuto abbastanza. Mise il suo biglietto sul comodino, appese il cappello al chiodo e si voltò per andarsene. Si fermò sulla porta per guardare sua moglie un'ultima volta. "Addio, Esmeralda."

La notte era buia e tranquilla. Frollo uscì di casa dalla porta sul retro in modo che nessuno lo vedesse. Vagava per le strade di Parigi, allontanandosi sempre più dal cuore della città. Ben presto lasciò le strade di ciottoli e camminò attraverso la campagna. Non c'era un'altra persona in vista. Il suono dell'acqua che scorreva stava diventando sempre più forte e Frollo sapeva che si stava avvicinando alla sua destinazione.

Presto si trovò sulla riva di uno stagno. Era uno stagno profondo, e durante il giorno, si poteva pagare una piccola tassa per remarci intorno in una piccola barca a remi. Il proprietario della barca viveva in una modesta casa sul lato opposto.

Quella notte, un quarto di luna illuminava l'ambiente deserto. Era giunto il momento per Frollo di portare a termine il suo piano. Aveva paura di farlo, ma doveva: era necessario per purificarlo. Era infiammato dalla passione, ed ecco l'acqua per spegnere il fuoco nella sua pelle. Eppure esitava. Dubitava che Dio lo avrebbe lasciato entrare in Paradiso una volta che tutto questo fosse finito. Sapeva di essere grandemente carente della rettitudine di cui era solito vantarsi. Doveva chiedere perdono.

Si inginocchiò e assunse una postura di preghiera. "Santo Padre in cielo, la mia iniquità è grande. So che tutte le azioni che ho affermato di compiere nel Tuo Nome sono prive di valore ai Tuoi occhi. Nessuna punizione terrena può espiare la gravità della mia malvagità. Così, dico addio alla mia vita e libero il mondo dal mio peccato. Ti chiedo solo che, nella Tua misericordia, Tu risparmi la mia anima dai fuochi del tormento eterno. E Ti chiedo di tenere mia moglie Esmeralda sotto la protezione della Tua mano. Non merita tutto quello che le ho fatto passare. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo", concluse, facendosi il segno della croce, "Amen".

Si alzò e camminò in acqua. Sentì le sue vesti diventare pesanti per aver assorbito l'acqua dello stagno. Quando l’acqua gli arrivò sulle spalle, pronunciò un'ultima supplica verso il cielo. "Dio abbia pietà della mia anima!" Poi si arrese. L’acqua si chiuse intorno alla sua testa.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Nel buio della notte, Esmeralda si svegliò da un sonno profondo. Poteva sentire un trambusto provenire dal piano di sotto. Cercò, nel buio, una candela; quando ne trovò una, la accese. La luce rivelò un pezzo di carta sul comodino, ma lei non ci badò.

Scese le scale e vide tutti i servi ammassati nell'atrio. Nel loro brusio di conversazione, riusciva a distinguere chiaramente solo una parola: "Frollo".

Quando videro Esmeralda, divennero silenziosi e si separarono in modo che potesse camminare tra la folla. Arrivò al centro del folto di persone lì riunite e la luce della sua candela vacillò mentre cadeva su uno spettacolo terribile: due uomini che trasportavano il corpo del giudice Claude Frollo. Esmeralda ha lanciò un grido di paura.

"È vivo, ma a malapena", disse uno degli uomini che lo trasportavano. "Non riuscivo a dormire stanotte, così ho guardato fuori dalla finestra. Ho visto qualcuno che camminava nell’acqua, immediatamente sono corso fuori per salvarlo. Possiedo una barca a noleggio che le persone possono portare fuori sullo stagno, quindi vivo nelle vicinanze. Quando ho visto che era Frollo, quasi non riuscivo a crederci. Non ho mai pensato che fosse il tipo di persona che si suicida. Per fortuna, il suo tentativo non ha avuto successo, quindi l'ho riportato qui. Tu sei sua moglie?"

Esmeralda decise di prendere in mano la situazione. "Sì, sono sua moglie. Portalo al piano di sopra e mettilo nel nostro letto". Gli uomini fecero come lei aveva detto. "Grazie per il vostro aiuto. Ora, vorrei essere lasciata in pace. Posso prendermi cura di Claude da sola".

Quando gli uomini se ne andarono, Esmeralda si rese conto che aveva chiamato Frollo con il suo nome! Lo aveva fatto inconsciamente, ma era comunque sorpresa di quanto le fosse venuto naturale.

Tirò su una sedia e si sedette vicino al letto. Il viso di Frollo era bianco e le sue labbra erano blu-violacee dal freddo. Esmeralda gli tirò addosso la coperta. Le sue azioni la lasciavano perplessa. Detestava essere sposata con quell'uomo, quindi perché, quando aveva cercato di annegare, stava occupandosi di lui perché tornasse in salute?

Mentre Frollo era in preda all'incoscienza, Esmeralda pensò a quanto fosse vulnerabile. Incapace di muoversi o parlare, completamente dipendente da lei, la sua badante. Poteva facilmente premere un cuscino sul suo viso e affermare che era morto per i postumi del suo tentato suicidio. Sarebbe stata libera dalle sue crudeltà, ma a quale costo? Una coscienza sporca? Sapendo che si era abbassata al livello di un'assassina? No, non era così crudele. Non avrebbe mai potuto uccidere Frollo, non importa quello che le aveva fatto.

In quel momento, sentì una strana sensazione svolazzante, come bolle nello stomaco. Mise una mano sul suo ventre delicatamente gonfio e si rese conto che era il bambino che si muoveva. Il suo bambino che, proprio come suo marito in questo momento, che le piacesse o no, dipendeva da lei per cure e protezione. La stessa vulnerabilità che vedeva nel volto bianco di Frollo. La stessa vulnerabilità che le aveva fatto desiderare di salvargli la vita. La stessa vulnerabilità che l'aveva spinta a chiamarlo Claude.

***

"Esmeralda?"

La testa di Esmeralda si alzò. Si era appisolata, ma al suono del suo nome, era di nuovo vigile in un istante. L'alba stava cominciando a tramutare il cielo con strisce grigie e arancioni. Suo marito era sveglio. Si avvicinò per mettergli una mano sulla spalla. "Sono qui. Sei al sicuro... Claude."

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Esmeralda fece preparare del brodo per Claude e lo aiutò a berlo. Sembrava turbato, proprio come lei. 

"Perché hai cercato di ucciderti?" Doveva saperlo.

"Ho lasciato un biglietto per spiegazione", ha detto Claude. "Non l'hai letto?"

Esmeralda abbassò la testa. "Non so leggere."

"Oh", era tutto ciò che Claude poteva dire.

Esmeralda lo guardò implorante. "Me lo leggi?" Prese il pezzo di carta dal comodino e glielo porse.

Claude si sentiva molto a disagio nel leggere il suo scritto ad alta voce, ma in quale altro modo sua moglie avrebbe saputo cosa c'era nel suo cuore? Con un po' di esitazione, lesse.

 

Cara Esmeralda,

Hai uno spirito ardente che, tanto quanto la tua bellezza diabolica, mi lega  a te. Ho bruciato tutta Parigi per trovarti, eppure mi hai continuamente eluso. Quando finalmente ti ho trovato e ti ho portato a me, ho messo a nudo i pensieri che ogni ora consumavano la mia anima: della tua bellezza, del mio desiderio di averti come mia e solo mia. La mia straziante confessione è stata accolta con uno schiaffo in faccia. Guardando indietro, vedo che era ben meritato, ma in quel momento, ho capito che mi odiavi. E ti ho odiato  per questo. Ti ho odiato e amato, ma temo che l'odio superi l'amore. Odiavo il fatto che tu portassi in grembo un bambino, segno del mio peccato.

Eppure volevo ancora la libertà di sottometterti. L'unica ragione per cui non ho approfittato del fatto che tu fossi mia legittima moglie sposata è perché mi hai fatto venire in mente il potere dell'arcidiacono di scomunicarmi dalla chiesa. E ora il tuo recente scagliarti contro di me è stato un punto di svolta nei miei pensieri. Vedevo te come una peccatrice e me come un santo; Ora le nostre posizioni si sono invertite. Ora so di non essere migliore di un mostro. Il mio capitano delle guardie, Febo, avrebbe potuto essere il tuo cavaliere in armatura splendente, ma l'ho ucciso per gelosia. Ora non c'è più nessuno a proteggerti da me. Ma devo fare qualcosa per impedirmi di farti del male, anche se le misure che prendo sono drastiche.

Quando leggerai questo foglio, il mio corpo sarà in fondo al laghetto in campagna, e mi aspetto che la mia anima sia tra il fuoco all'inferno. Probabilmente non ti interesserà. Potresti anche essere sollevata. Ho lottato molto su questa decisione, ma sono convinto che sia il modo migliore per porre fine alla tua sofferenza per sempre.

Mi scuso profondamente per averti violentato, per non essere il buon marito che dovrei essere e per averti urlato contro quando mi hai richiamato per le mie azioni peccaminose. Quella spacconata era solo per coprire il senso di colpa che provavo. Se mai riuscirai a perdonarmi, questa è l'unica consolazione che ti chiedo prima di morire.

Sappiate soprattutto questo, mia cara Esmeralda: ti amo, anche se non sempre conosco il modo migliore per esprimerlo. Ho pregato per te, amore mio, e per nostro figlio. Il Signore vi benedica, vi custodisca e faccia risplendere su di voi il suo volto.

 

Tuo marito,

Claude Frollo

 

Esmeralda rimase senza parole. Non sapeva che Claude fosse capace di mostrare emozioni così forti. Lo aveva sempre conosciuto come freddo e stoico. Poi pensò a quel giorno nella cella con lui. Claude aveva confessato i suoi sentimenti verso di lei, ma lei non voleva nulla di tutto ciò. Era stato vulnerabile con lei anche allora, e lei non lo aveva riconosciuto. "Mi ami?"

"Con tutto il mio essere."

"E tu eri convinto che il suicidio fosse il modo migliore per proteggermi?"

"Durante la nostra prima notte come coppia sposata, mi hai detto che dovevo dimostrarmi degno del tuo amore. Mi sono reso conto che era qualcosa che non avrei mai potuto fare. Ho agito orribilmente nei tuoi confronti".

"Ma hai cercato di ucciderti! Quando ti ho visto pallido e quasi senza vita, ho capito che non volevo che tu morissi. Se ti preoccupi abbastanza di me da essere disposto a porre fine alla tua vita, mi preoccupo abbastanza di te da volere che tu la mantenga".

"Potresti mai imparare ad amare un mostro come me?"

"Se puoi imparare ad amare una zingara come me." Esmeralda prese le mani di Claude e unì le sue dita alle sue. "Prometti di badare al mio miglior interesse con cuore sincero, di tenermi lontano dal male al meglio delle tue capacità e di trattarmi con la cura e il rispetto di cui ho bisogno e che voglio?"

"Sì", disse Claude. "Prometto di essere fedele ai miei voti matrimoniali questa volta. Ma non ti terrò a nessuna promessa".

"Devo mantenere la mia parte dell'accordo", insistette Esmeralda. "Prometto di fare del mio meglio per amarti incondizionatamente e per trattarti nel modo in cui vorrei essere trattato".

Un angolo della sua bocca si alzò in un sorriso. "Ora che abbiamo ripronunciato i nostri voti, penso che dovremmo risigillarli anche noi". Lei si sporse in avanti, e Claude chiuse gli occhi e inclinò il mento in anticipo. Il loro bacio mandò un brivido attraverso entrambi i loro corpi. La mano di Claude si posò sulla piccola schiena di Esmeralda. Il bacio si fece sempre più profondo, ed Esmeralda era riluttante a separare finalmente le loro labbra. Pierre non l'aveva mai baciata, e questo era qualcosa di completamente nuovo ed eccitante per lei. Pronunciò le parole che sapeva che suo marito voleva sentire. "Ti voglio bene, Claude. Spero un giorno di poterlo dire e di farlo sul serio con tutto il cuore".

Rimasero seduti lì per un po', con le mani giunte. Poi Esmeralda disse: "Quando starai di nuovo completamente bene, c'è qualcosa che vorrei che tu facessi". Claude le fece cenno di continuare. "Vorrei che tu mi insegnassi a leggere e scrivere."

"Certo che lo farò, mia cara", le sorrise Claude. "Ne sarei felice."

Esmeralda aggrottava le sopracciglia. "Potresti evitare di chiamarmi 'mia cara'? Mi ricorda... cose brutte".

Claude annuì. Certo che sì. L'aveva chiamata "mia cara" quando l'aveva bramata. "Sì, ti darò un nuovo soprannome affettuoso. D'ora in poi, sarai mon étoile brillante ".

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Claude si riprese completamente e iniziarono le lezioni di lettura di Esmeralda. Lui era un insegnante paziente e lei imparava velocemente. Dopo solo tre lezioni, aveva memorizzato l'alfabeto e riconosciuto le lettere che componevano il suo nome.

Leggere e scrivere non erano le uniche cose che Esmeralda stava imparando. Claude era davvero cambiato, e questo le rendeva facile dimostrargli affetto. Quando lui le disse che aveva liberato tutti gli zingari che aveva ingiustamente imprigionato, lei gli gettò le braccia intorno e lo baciò in un improvviso scoppio di passione. E mentre andava e veniva dal Palazzo di Giustizia ogni giorno, lei lo abbracciava sempre prima che se ne andasse e quando tornava a casa. Lo baciò ogni volta che ne aveva l'occasione; condivisero anche un bacio della buonanotte prima di andare a dormire. Esmeralda non sentiva mai il desiderio di andare oltre, e Claude non la sollecitava. Fino a una sera.

Erano seduti fianco a fianco a una lezione di lettura quando il bambino iniziò ad essere molto attivo. Esmeralda rimase senza fiato. Non riusciva ancora ad abituarsi alla sensazione del bambino che si dimenava nel suo grembo. Si mise una mano sulla pancia. "Claude, il bambino sta scalciando!" Gli prese la mano e la mise nel punto in cui aveva sentito l'ultimo movimento. Un sorriso si diffuse sul viso di lui quando il bambino scalciò di nuovo. Si asciugò una lacrima dagli occhi con l'altra mano.

"Ci emozioniamo per essere un futuro padre qui, vero?" Esmeralda lo prese in giro.

Si aspettava che Claude trovasse qualche scusa come avere la polvere negli occhi, ma invece disse dolcemente: "Sì, un po'. Sono eccitato per questo piccolo. Non vedo l'ora di incontrare il nostro bambino.  Nostro figlio, Esme!"

"Odiavo dover essere incinta di questo bambino", ha ammesso. "È stato concepito perché mi hai violentato. Ma ora che ci siamo mossi verso il perdono l'un l'altro, non vedo l'ora che nasca".

"Se potessi tornare indietro e cambiare la nostra storia, lo farei. Sono totalmente immeritevole del tuo amore, eppure hai scelto di darmi una seconda possibilità. Non posso esprimere la mia gratitudine per la tua gentilezza nei miei confronti".

Dopo cena, le diede un foglio di carta con parole semplici da copiare per esercitarsi nella sua calligrafia. Esmeralda si dedicò al compito con vigore, tracciando ogni parola con il dito prima di ricalcare attentamente le lettere con la penna. I suoi precedenti tentativi di scrivere erano stati disordinati, quindi voleva che questo fosse perfetto per Claude.

Quando finì, si prese qualche secondo per ammirare il suo lavoro. Solo una parola era storta, e aveva accidentalmente scritto alcune delle lettere al contrario, ma nel complesso, Esmeralda sentiva di aver fatto un lavoro decente. Si alzò per trovare Claude e mostrarglielo.

Non era nel suo studio, o nella loro stanza. Esmeralda guardò anche nella rimessa, ma anche lì non c'era. C'era solo un posto che non aveva controllato. Una piccola stanza senza finestre accanto alla porta sul retro. La porta era leggermente socchiusa. Esmeralda lo aprì ed entrò. "Claude, ho finito il mio--"

Si fermò e arrossì in volto. Claude aveva scelto questa stanza per fare il bagno. Era seduto in una vasca di metallo piena d'acqua. Rimase senza fiato, scioccato dall'intrusione di Esmeralda, e coprì con le mani le sue parti inferiori.

Esmeralda non riusciva a distogliere lo sguardo. Claude sembrava vecchio, ma aveva un petto ampio e un corpo ben definito. Non aveva mai visto un fisico come il suo. Sembrava così invitante.

Alla fine Esmeralda scappò dalla stanza e corse in camera da letto. Beh, correva il più velocemente possibile a causa della sua pancia. Non era così grande come sarebbe diventata più tardi durante la sua gravidanza, ma stava già iniziando a sentirsi sgraziata. Aveva visto Claude nudo. Erano sposati. Andava benissimo. Le era piaciuto. Voleva vedere di più.

Quando Claude entrò nella camera da letto, lei lo stava aspettando. "Sento che dovrei scusarmi per averti visto nudo nella vasca da bagno", iniziò, togliendosi la gonna. "Ma volevo farti sapere che mi è piaciuto molto quello che ho visto." La sua voce assunse un tocco seducente mentre si toglieva la camicetta. "Sono pronta a consumare il nostro matrimonio". L'unico capo di abbigliamento rimasto era la sua biancheria intima. La tolse e la mise da parte. Ora era in piedi davanti a Claude in nient'altro che la sua pelle nuda.

Il viso di Claude stava lentamente diventando rosso. "Sei sicura di volerlo, Esmeralda? Non c'è pressione se vuoi rimandare il momento un po’più a lungo. Non voglio farti del male".

Esmeralda si avvicinò a suo marito. "Non mi farai del male. Dai, Claude. So che lo vuoi. Lo vedo nei tuoi occhi". Si premette contro di lui e ridacchiò quando lo sentì diventare duro sotto la camicia da notte. "Lo sento anch'io!" Strofinò il suo rigonfiamento con la mano. Claude gemette piano. "Ti voglio", gli sussurrò all'orecchio.

Esmeralda gli tirò su e sopra la testa la camicia da notte, poi lui si tolse le mutande. Entrambi nudi, si sistemarono sul letto per godersi i dolci frutti dell'amore. Claude non era più timido. Scivolò facilmente dentro di lei, e lei era così eccitata per lui. Le strinse i fianchi, godendo dei suoi strilli mentre la portava al suo climax. In seguito era calmo e pacifico. "Sono venuto nel mio giardino, sorella mia, mia sposa*", citò Claude. E così "giardino" divenne la loro parola in codice per "letto matrimoniale".

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*: Claude cita il Cantico dei cantici, 5:1.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Esmeralda stava ora cominciando a leggere dal Cantico dei Cantici e dalla Bibbia. Le parole più grandi e i nomi strani erano frustranti per lei a volte, ma persisteva per compiacere Claude. Le piaceva leggere la poesia dei Salmi, e il Nuovo Testamento rendeva la lettura più facile. Un verso in particolare la colpiva. Le piacque così tanto che lo memorizzò per sorprendere Claude.

Mentre erano seduti insieme nella biblioteca, consegnò a Claude la Bibbia, il segnalibro era sul libro degli Efesini. "Controlla la mia recitazione rispetto al versetto. Siate gentili gli uni con gli altri, di cuore tenero, perdonandovi gli uni gli altri, proprio come Dio per amore di Cristo vi ha perdonati. Efesini capitolo quattro, versetto trentadue."

Claude sorrise, compiaciuto. "Parole perfette. Ben fatto, Esme."

"Mi fa pensare al nostro matrimonio. Una volta che ci siamo perdonati l'un l'altro, è seguita la tenerezza ed è stato facile essere gentili".

"Sì, certamente. Sai, il mio più grande desiderio era che ci sposassimo. Quando l'arcidiacono ci sposò, il mio sogno si era avverato, ma non ero ancora soddisfatto. Non mi amavi e questo ha rovinato la mia felicità. Ma ora condividiamo l'amore reciproco e la mia gioia è completa".

" La nostra gioia, Claude. Condivido la tua felicità".

Si godettero un tenero bacio. Claude aprì le labbra ed Esmeralda spinse la lingua dentro. I versi che lei faceva erano così bisognosi d’amore da lui. "Forse dovremmo continuare questo al piano di sopra nella nostra stanza", suggerì. Esmeralda annuì vigorosamente, e lui la portò via verso il loro santuario.

 

***

Mentre Esmeralda si avvicinava alla data prevista per il parto, Claude espresse il desiderio di trovare una buona ostetrica per assisterla. "Quella donna che ti ha aiutato con il test di gravidanza - Bridget. Cosa pensi di lei?"

"Andrà bene qualsiasi persona, immagino." Esmeralda appoggiò la mano sulla pancia. "Prenderò chiunque, purché possa aiutarmi ad avere questo bambino in sicurezza".

Bridget venne chiamata prima del previsto. Una mattina presto, Esmeralda fu svegliata da un intenso dolore alla pancia. Quando Bridget arrivò, cronometrò quanto duravano i dolori. "Esmeralda, stai avendo falsi dolori da parto", la informò la donna. "Sono iniziati nell'addome e sono stati subito fortemente dolorosi. Le vere contrazioni iniziano deboli e gradualmente diventano più forti e più vicine. Inoltre, i veri dolori del travaglio iniziano tipicamente nella parte bassa della schiena. "

Esmeralda era frustrata e un po' delusa. Si sentiva come se avesse portato in grembo questo bambino per sempre, ed era pronta a incontrarlo di persona.

La volta successiva, quando iniziò ad avere dolori, non lo disse subito a Claude nel caso in cui fosse di nuovo in falso travaglio. Cercò di leggere un libro mentre Claude sedeva accanto a lei, ma era difficile concentrarsi su qualcosa oltre al dolore alla schiena.

"Claude, puoi strofinarmi la schiena, per favore?"

"Certo, étoile."

I muscoli di Esmeralda erano così tesi. Cercò di rilassarsi sotto il dolce movimento della mano di Claude, ma il dolore non cessava. Arrivò al punto in cui non riuscì a trattenersi dall’emettere un piccolo gemito.

"Stai soffrendo così tanto?" Chiese Claude, preoccupato. Esmeralda allungò appena la mano. Non riusciva a parlare. Improvvisamente, sentì uno zampillo di liquido tra le gambe. Il volto di Claude impallidì.

"Bridget mi ha parlato di questo", disse Esmeralda con voce tremante. "Le mie acque si sono rotte. Ciò significa che il bambino sta arrivando. Nessun falso allarme questa volta. Il bambino sta davvero arrivando!"

Claude convocò un servo. "Chiama Bridget. È ora". Poi aiutò Esmeralda a cambiarsi in una camicia da notte leggera e a sistemarsi sul loro letto.

"Claude, ho paura", disse.

"Sono un po' nervoso anch'io, e non sono nemmeno io ad avere il bambino!" rise.

"No, ho davvero paura. Fa già male, ma so che peggiorerà prima che finisca. E se qualcosa va storto? Ho conosciuto una donna alla Corte dei Miracoli che è morta di parto".

"Esme, ti fidi di Bridget?"

"Sì, certo."

"È una professionista. Farà tutto ciò che è in suo potere per prendersi cura di te nel caso in cui qualcosa vada storto. Ma è improbabile che accada qualcosa di brutto. Quella donna era un caso raro, giusto?"

"Sì. Nessun'altra donna è morta di parto nella mia vita".

"E i loro figli sono cresciuti ed erano sani. Proprio come il nostro bambino sarà sano. Bridget se ne assicurerà".

La porta della camera da letto si aprì ed entrò Bridget.

"Eh. Parli del--"

"Non dirlo", lo ammonì Esmeralda. "Non dirlo nemmeno, Claude."

"Devo chiederti di uscire dalla stanza, Claude", disse Bridget con calma. "Una nascita è un evento per sole donne."

"Per favore, non lasciarmi, Claude!" Esmeralda pianse.

"Sei in buone mani, Esme", la tranquillizzò Claude. "Sei forte e coraggiosa. Puoi farcela". Le prese la mano. Lei rimase senza fiato e improvvisamente gli strinse forte la mano mentre un altro dolore le devastava il corpo. Claude si aspettava che le sue ossa si rompessero da quanto fosse stretta la sua presa. Quando finì, legò i capelli di Esmeralda in una folta coda di cavallo. "Ti amo". Le diede un bacio e uscì dalla stanza.

Rimase vicino alla porta della camera da letto per tutto il travaglio di Esmeralda. Sentiva ogni grugnito, ogni gemito. Lei non urlava mai, nonostante Bridget la rassicurasse che andava bene urlare se ne sentiva il bisogno. "Devo essere coraggiosa per Claude", insisteva Esmeralda.

Mentre la giornata passava, si chiedeva quanto più coraggiosa potesse essere. Le sue contrazioni duravano ormai sessanta secondi e il dolore le toglieva completamente il respiro. Il sole tramontava su Parigi, e poi sentì la pressione, il suo corpo le diceva di sopportare. E così fece. "Bene, Esmeralda, spingi ogni volta che senti quella pressione", le disse Bridge.

Dopo poche spinte, Esmeralda si stava stancando. Non sapeva quanto di più avrebbe potuto procedere. Si sentiva così sola. "Ho bisogno di Claude."

"Ma Esmeralda, ci sei quasi", protestò Bridget.

Esmeralda non stava ascoltando. Ancora nel bel mezzo di una contrazione, urlò il nome di suo marito. “Claude!”

Claude irruppe attraverso la porta ormai aperta ed entrò di corsa, dritto al fianco di Esmeralda. "Mi chiedevo quando mi avresti chiamato." Le fece un sorriso dolce. Prima che potesse dire di più, lei iniziò a urlare.

"La testa del bambino sta uscendo!" Bridget esclamò eccitata.

"Owww, Claude, aiuto!" Esmeralda si lamentò. "Brucia! È come il fuoco!"

"Spingi, Esmeralda!" Bridget comandava.

Esmeralda si sporse in avanti e Claude la sostenne. Spinse con tutte le sue forze, e improvvisamente la pressione scomparve. Il pianto di un bambino riempì l'aria. Esmeralda cadde sul cuscino, esausta.

"Congratulazioni. È una bambina", disse Bridget mentre tagliava il cordone ombelicale. Pulì la bambina, la fasciò e la consegnò ad Esmeralda.

Esmeralda coccolò sua figlia e si meravigliò di questa nuova creatura che lei e Claude avevano creato. La bambina aveva i capelli neri e fini sulla sua piccola testa. I suoi occhi erano stretti e la sua piccola bocca si apriva e si chiudeva. Claude le toccò la mano e le sue piccole dita afferrarono il suo mignolo. "È bellissima."

"Come si chiamerà?" chiese Bridget ai neo genitori.

"Ho detto a Esmeralda che poteva scegliere il nome", ha detto Claude. Guardò sua moglie.

Esmeralda non riusciva a staccare gli occhi dalla figlia appena nata. "Lisette."

"E il suo secondo nome?" Bridget chiese in attesa.

"Joy", risposero Claude ed Esmeralda all'unisono.

I rintocchi delle campane di Notre Dame suonarono, annunciando l'arrivo della mezzanotte. Claude immaginò che stessero suonando per la nascita di sua figlia. Guardò Lisette, che riposava tra le braccia di sua madre. I due erano immersi nel morbido e bianco splendore della luce della luna. Mentre li guardava e si univa a loro in quel bagliore caldo e amorevole, avrebbe potuto giurare che quella che li illuminava dovesse essere la luce del Paradiso.

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