La leggenda di un amore

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un passato ancor più tormentato per conoscere il suo stesso presente ***
Capitolo 2: *** Non esiste intesa e amore se si deve essere imprigionati ***
Capitolo 3: *** Il momento della svolta ***
Capitolo 4: *** La richiesta respinta ***
Capitolo 5: *** A ferro e fuoco nella notte del giudizio ***



Capitolo 1
*** Un passato ancor più tormentato per conoscere il suo stesso presente ***


Castello Coppet

Sulle rive di un lago magico dove la bellezza cristallina di un lago blu si mescola allo splendore di un sole, una bambina tanto carina quanto curiosa, si diverte a giocare a nascondino con i domestici del castello mentre la madre è occupata a rendere il futuro di quella stessa figlia generoso e allo stesso tempo responsabile.
Sì perchè i duchi di Ginevra non godono di un bellissimo presente e l'avidità di una donna va a mescolarsi con un divorzio e la conseguenza perdita di prestigio che il Castello di Coppet poteva regalare a tutta quella gente che aveva lavorato una vita all'interno di quella dimora.
E mentre le campane suonano a festa durante un bellissimo giorno di domenica, Carla fissa con austerità quella figlia piccola che ancora non può capire.
La piccola Anastasia vorrebbe solo capire perchè sua madre non l'accompagna mai a fare passeggiate e scampagnate vicino a quel castello così magnifico.
Ma la tristezza della bambina non può minimamente essere offuscata dalla sua infanzia innocente che, dopo aver perso un padre che non l'aveva mai davvero amata, si sentiva libera più che mai.
Libera e padrona del mondo e del suo destino.
Ma tutto ciò questo sua madre non lo poteva permettere.
Il tempo trascorreva imperterrito e le casse della famiglia Steele erano sempre più vuote.
Come chiedere aiuto in quel frangente nonostante non si spargesse troppo la voce?
Il fato e il destino giocò un ruolo importante quella mattina di domenica mentre una misteriosa carrozza arrivava al castello.
Dapprima, nessuno capiva chi realmente c'era dentro, ma la sorpresa e la curiosità della madre e della bambina ebbero il sopravvento.
Nessuno si aspettava tale arrivo e la piccola Anastasia non poté rimanere immobile di fronte al misterioso ospite.
Colui che scese da cavallo era un giovanotto scaltro e di bello aspetto, capace di abbuiarsi e di fissare quello che aveva dinanzi con specifica riverenza.
Quello sguardo buio sorprese non poco la piccola Anastasia, che con grande sorpresa, non aveva mai visto prima d'ora quel giovane ragazzino.
< Buongiorno. Ben arrivato al Castello Coppet. Posso esserle utile? >
Il ragazzino capì subito che quella ragazzina graziosa non era altro che la figlia della padrona di casa, ma la sua felicità e il suo buon uomore destabilizzarono non poco il nuovo arrivato.
< Sto cercando la signora Carla Adams. Sa dove si trova? >
< Ah, ma lei sta cercando mia madre! > replicò sorpresa la bambina < Deve trovarsi all'interno del castello, da qualche parte. E purtroppo mia madre non ha mai tempo per giocare con me e non riesco a capire il perchè. Forse oggi potrò avere la risposta... >
< Nessuno di questa dimora aspettava il mio arrivo, piccola duchessa. Nemmeno lo sguardo di sua madre che come ben conosco, non riesce a farsi sfuggire nulla. >
< Per caso io e lei ci conosciamo? >
< Non ancora. Ma magari in un futuro non troppo lontano potrebbe celarsi un qualcosa che ci possa avvicinare... Ma ora non voglio dirle altro. Non ho tempo da perdere. >
Anastasia capì subito che il giovane ragazzino era un vile maleducato e non si aspettava davvero che potesse parlare con così tanta riverenza in giovane età.
Sembrava istruito e pronto per qualsiasi cosa, anche per tenere testa ad una duchessa di ghiaccio come la madre di Anastasia.
Nessuno del castello però sapeva dove si trovava la Duchessa Adams, troppo riservata per farsi trovare dalla gente comune.
E fu per quello che dopo aver assistito alla scena della conversazione tra sua figlia e quel giovanotto, la duchessa Adams non perse tempo ad andare a curiosare tra la mentre di quel giovane pulsello.
< Mi stava cercando, Conte Hyde? >
Girandosi di scatto, il ragazzino non poté immaginare di trovare la donna con tutta la sua superbia e tutta la sua magnificenza.
< Com'è possibile che la servitù non sappia mai dove si trovi nel suo stesso castello? È alquanto inusuale, non credete? >
< Perchè so nascondermi molto bene da chi non voglio essere trovata. Così non potrebbero disturbarmi affatto > replicò piccata la donna < Ma lei non è qui per sapere cosa faccio e non faccio nel mio castello. >
< Potete ben dirlo. Potremmo scambiare qualche chiacchiera in privato? O dovremmo rimanere qui all'ingresso del castello in modo che tutti ci possano sentire? >
< Passeggiare all'aria aperta potrebbe essere una buona idea. >
< L'importa è rimanere da soli, duchessa. Non voglio curiosi o occhi fastidiosi che possano guardare e sentire cosa ci diciamo. >
< Non succederà. Glielo prometto. >
Uscendo dal castello, il Conte Hyde non riusciva ancora a credere come quella vispa bambina lo potesse guardare con tanto riniego.
< Quella è sua figlia, duchessa? >
< Sì, conte. Venga con me. Gliela faccio conoscere. >
< Non importa > la interruppe subito il ragazzino < Ho già avuto a che fare con lei. >
< Oh, molto bene... Se non altro, solo adesso riesco a capire che cosa siete davvero venuto a far qui, Conte di Sion. >
< Bene. Finalmente... La bellezza di vostra figlia è ineguagliabile, Duchessa. Per di più mi è giunta voce che lei e la sua famiglia non navigate in acque sicure. >
< Mio marito se n'è andato molto tempo fa' senza una valida ragione, lasciando me da sola a badare ad una figlia che non faceva altro che crescere e fare molte domande. Le settimane e gli anni passavano senza che io potessi fare niente, fino a quando non sono arrivata alla conclusione che l'unico modo per ritornare alla posizione in cui questa famiglia si merita, è poter cercare le alleanza adatte. Non crede anche lei, Conte? >
< A tal proposito, prendermi cura di lei e di tutta la sua famiglia, potrebbe essere per me una sfida a cui non potrei mai rinunciare. >
< Sapevo che lei mi avrebbe capito al volo > rispose la donna smorzando un sorriso di comprensione.
< Ora i tempi non sono ancora maturi... Ma un giorno chissà. Magari sua figlia potrà vedere in me quel futuro radioso che i suoi occhi innocenti guardano attorno a sé. >
< Finché sarò in vita, mia figlia non sarà mai un problema per lei. Può benissimo considerare tale alleanza sancita. Un matrimonio in grande stile... E' questo quello che ci vuole. >
< Rubare la spensieratezza e l'adolescenza ad una bambina come Anastasia può essere molto arduo > mormorò il conte Hyde con convinzione < Ma strappare quel sorriso per arrivare alla cruda realtà è quello che mi piace. Sapevo che io e lei avremmo sancito un accordo che non sarebbe mai tardato ad arrivare. >
Baciando la mano della duchessa come segno di riverenza, il Conte Hyde tornò all'ingresso del castello scortato dalla donna, scambiando ancora uno sguardo a quella bambina piena di energia e spensieratezza.
> Sì, duchessina. Io e lei ci rivedremo molto spesso. Con il volere di un destino che solo noi possiamo scrivere. >
< Mi farà molto piacere > replicò Anastasia con un piccolo inchino < Spero che il suo breve soggiorno sia stato di suo gradimento. Mia madre non è una persona facile con cui parlare. >
< Sua madre è molto obiettiva duchessina, proprio come me. Per questo siamo andati subito d'accordo. >
< Mi fa' davvero piacere sentirlo > replicò la bambina senza capire con quale dannazione il suo destino si sarebbe presto macchiato.

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Capitolo 2
*** Non esiste intesa e amore se si deve essere imprigionati ***


Con il passare degli anni, la giovane Anastasia era alla ricerca di risposte.
Risposte che non giunsero mai alla sua verità, vedendo solo quel misterioso ragazzino diventare uomo e una madre che riusciva a marchiare il suo futuro senza che la povera duchessa potesse accorgersene.
Il tutto però salto fuori durante una serata di gala dove le più grandi autorità della nazione era giunti sulle rive del Lago di Ginevra per un annuncio importante che solo la Duchessa Adams e il giovane Hyde erano a conoscenza.
< Anastasia, che cosa stai aspettando? >
Lo sguardo malinconico della ragazza era tutto un programma.
Da qualche tempo a questa parte aveva delle strane sensazioni che nemmeno lei sapeva trovare risposta e l'ingombrante ombra di Hyde era diventato un macigno altterttanto pesante.
< Madre,. Che cosa mi sta nascondendo? >
< Di che diavolo stai parlando, Anastasia? >
< Perchè Jack Hyde non fa altro che giungere nel nostro castello come se fosse lui l'unico padrone? >
< Anastasia, non riesco a capire che cosa ti dice il cervello ma ti assicuro che ti stai sbagliando. Jack Hyde è solo un mio grande amico che in futuro potrebbe diventare qualcosa di veramente importante per la nostra famiglia e il tuo futuro. >
< Che cosa vuole dire con questo, madre? >
< Non voglio spifferarti altro, Anastasia. Lo saprai questa sera. Ma se rimarrai dinanzi a quello specchio con quello sguardo affranto, non lo saprai mai. >
Convinta dalle parole della madre, la giovane Anastasia si cambiò velocemente sotto lo sguardo attento di una madre che non perdeva nemmeno un momento di quella figlia che dentro il suo cuore, non era mai riuscita davvero ad amarla.

 

 

Giunta nel salone principale del castello, Anastasia si assorbì tutti gli occhi addosso di tutti gli invitati.
La sua bellezza e il suo sorriso sincero non avevano eguali in quella serata, vociferando anche che non fosse nemmeno la vera figlia della Duchessa Adams.
Ma quelle voci frivole non ebbero nessun effetto in quella serata, mentre il galantuomo Jack Hyde con il suo sguardo truce e concentrato, si apprestava prendere la mano di quella giovane ragazza per farla danzare in una gabbia d'oro in cui sarebbe stata involontariamente rinchiusa.
Anastasia si sentiva libera come non mai e sembrava davvero che quel giovane ragazzo che aveva conosciuto tanti anni fa', sembrava finalmente cambiato.
< Conte Hyde, quando riuscirà a dirmi il suo segreto? >
< Quale segreto? Non so davvero di cosa sta parlando. >
< Perchè i suoi continui viaggi verso questo castello? Non che mi dispiaccia, ma mi piacerebbe capire meglio i suoi interessi nei miei confronti e in quelli di mia madre. >
Lo sguardo di Jack andò a spostarsi verso la Duchessa Adams.
La giovane ragazza stava ormai capendo tutto e questo non poté che essere un piccolo intoppo nel loro piano.
Ma Jack mantenne lo stesso la calma continuando a danzare come se niente fosse, nascondendo le sue vere intenzioni mascherandolo con un sorriso che faceva davvero venire i brividi.
Mentre la musica si acquietava in attesa del discorso, Jack strinse la mano della giovane Anastasia come non aveva mai fatto prima d'ora.
Sembra concentrato e non vedeva l'ora che la Duchessa madre potesse ergersi nella sua magnificenza sancendo quel legame che da tanto tempo bramava.
< Cari amici > cominciò a dire la donna < Un caro saluto a voi e a tutti gli invitati.
Ci tenevo a congratularmi per il vostro impegno che la casata Steele è riuscita ad intraprendere durante questi anni di difficoltà.
Grazie a voi mi sono sentita importante come prima dell'addio di mio marito, superando le avversità e le difficoltà che il nostro nome portava appresso.
Ma i miei ringraziamenti vanno verso un giovane uomo che in tutti questi anni non mi ha mai abbandonato e che finalmente potrò celare a tutti voi come la rinascita in una luce speranzosa per questa famiglia: Jack Hyde. >
Mentre gli applausi si andavano a mischiare a quel silenzio, il giovane uomo spinse verso di sé Anastasia verso sua madre in modo che tutti li potessero vedere.
< Eccoli qua: la nuova coppia che tutta la Svizzera aspettava da molti anni. Un unione sancita dall'affetto e dal rispetto delle proprie azioni. Senza dimenticare i propri doveri che le loro rispettive famiglie devono adempiere per non venire seppelliti... E mentre il matrimonio sembra alle porte di un nuovo futuro, il vostro supporto non può che essere per me l'unica garanzia che mi spinge ad andare avanti. >
Sotto lo sguardo atterrito mischiati a continui applausi, Anastasia non riusciva a credere alle parole della madre.
Fuggendo da quel presente, Carla Adams cercò di andare dietro a sua figlia intimandola di fermarsi subito.
> Ma cosa sta facendo, madre?! Come ha pensato che io e Jack potessimo avere un futuro insieme?! >
< Ma come Anastasia? Pensi davvero che io non abbia capito? Tu e Jack sembrate una coppia affiatata. Una coppia che sancirebbe la rinascita di questa famiglia che il suo nome è stato del tutto seppellito dalla polvere. >
< Che cosa sta dicendo? >
> Credi davvero che l'addio di tuo padre sia stato tutto rose e fiori? Le nostre difficoltà sono iniziati da quel nome che ogni giorno che passava andava sempre di più affievolendosi. Le terre e il buon nome che era riuscito a conquistare, andava sempre di più sparendo. Ed io non potevo rimanere inerme per rendere il mio futuro e il tuo degno di essere vissuto. >
< Quindi Jack centra molto su questa sua decisione. Non è così, madre? >
< Anche se fosse, non devi preoccuparti di questo: il conte Jack Hyde non può che essere un ottimo partito per te e per il tuo futuro. Con il suo nome potrai costruire un futuro roseo dimenticando per sempre il nome di tuo padre. >
> Ma io non voglio dimenticare mio padre! >
< Ah giusto... Come puoi visto che quell'uomo non è mai riuscito ad amarti come tu credevi? >
< Ma cosa sta dicendo? Lei sta vaneggiando, madre. >
< Credi davvero che io non sappia il modo in cui non ti guardava e ti denigrava? Lui avrebbe preferito un uomo che potesse continuare la sua dinastia centenaria. Ma ciò non è successo e alla prima occasione ha cercato di andarsene come se niente fosse.
I primi anni ho cercato di tenere duro, rimanendo solo in quell'afflizione in cui il buio e l'oscurità mi aveva gettato... Ma grazie alla mia sola determinazione e all'aiuto di Jack Hyde, sono finalmente riuscita a voltare pagina in quegli anni bui che non vedo l'ora di dimenticare. >
< Lei madre... ha fatto di tutto per i suoi scopi senza pensare davvero alla mia felicità. Ho sempre creduto che mi sarei sposata con chi amavo davvero e che la mia infanzia era solo l'inizio di un ciclo di felicità e spensieratezza che avrei portato avanti con gli anni... Ma solo adesso capisco che non è così. Il tutto per colpa sua. >
< Vorrai dire per colpa di tuo padre! >
< Mio padre è fuggito perchè non sopportava più le vostre angherie. Anche se non è mai riuscit0o davvero ad amarmi perchè ero una donna, questo non vole dire che fosse un uomo senza cuore e crudele. Come sta dimostrando lei, madre. >
Inorridita dalle parole della figlia, la Duchessa Adams non poté far altro che dargli uno schiaffo.
< Non poso assolutamente che qualcuno mi possa mancare di rispetto in questo modo. Né tanto meno mia figlia... Cercherai di pensare a mente lucida sul tuo futuro mentre Jack Hyde sarà il tuo unico futuro e la tua unica luce. >
< Ah sì? Vorrà dire che vivrò nel buio più assoluto senza barattare con nessuno la mia unica felicità di esistere. >
Costernata e inviperita per quella serata trasformatasi da bellissima a maledetta, Anastasia fuggì lontano dal castello inseguita solo da Jack, infervorato per quell'amore malato non ricambiato come lui avrebbe voluto.

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Capitolo 3
*** Il momento della svolta ***


Anastasia si sentiva sola e senza nessuna via d'uscita.
Mentre quel legame maledetto della madre si stava pian piano avverando, la giovane duchessa non aveva nessuna intenzione di uscire dalla sua stanza.
Ella non riusciva a mangiare e aveva intimidito la sua servitù di non disturbarla penma la condanna a morte.
La madre invece, libera con le sue macchinazioni, stava riacquisendo nuova popolarità in quelle terre e il suo potere ristabilito come un tempo.
Il tutto grazie aòl giovane Jack Hyde, rimasto al castello per prendere mano ai suoi nuovi doveri prima di essere nominato del tutto il nuovo erede della casata Steele.
Ma il giovane uomo doveva anche riuscire a far breccia nel cuore della piccola Anastasia, ferita a morte per la sua continua prigionia.
Giunto nei suoi appartamenti privati dove la servitù avvertì il giovane Conte, l'uomo non voleva sentire ragioni, anche a costo di sfondare la porta della camera della duchessa.
Ma con sua grande sorpresa, la porta della camera di Anastasia era aperta e il giovane uomo la trovò intenta a leggere un libro immersa nel silenzio più totale.
< Che cosa ci fa lei qui? Se ne vada immediatamente! >
Facendo un respiro profondo, il giovane Jack vide come quella ragazza si era ridotta e mentre si avvicinava a lei, la giovane donna non aveva nemmeno la forza di ribellarsi.
< Prendermi a schiaffi non servirà a niente, duchessa. Ha i suoi doveri che la stanno aspettando e la sua sorte di ribellione evitando di mangiare, non servirà a niente. Anzi, si farà solo uccidere. >
< Vorrà dire che morirò impunemente. >
< Avanti, non faccia la stupida. Non serve a niente. >
< Troppo tardi ho capito le sue reali intenzioni. Le vostre e quelle di9 mia madre. Ma non riuscirete ad averla vinta. >
< Lei non può fare niente, duchessa. Mi dispiace. >
< Le voglio ricordare che lei si trova in terra straniera. Quindi ho molta più influenza di lei. Caro conte. >
< Mi dispiace ancora, ma sua madre ha cambiato molte cose. Infatti sto familiarizzando con la gente giusta in modo che, quando salirò al potere con o senza di lei, mi farò trovare pronto. >
< Le parole di mia madre non ha assolutamente potere > replicò Anastasia facendo un piccolo risolino < Sono io l'erede designata. >
< Ma quale erede? Nemmeno suo padre voleva saperne di lei. >
< Che diavolo ne vuole sapere? >
< La smetta di fare l'ignorante e mi ascolti una volta per tutte. >
< Esca subito di qui o mi metterò ad urlare! >
Non riuscendo in nessun modo a far breccia nel cuore della giovane ragazza, il Conte uscì da quella stanza con disprezzo senza che il suo cuore scalfisse le sue reali ragioni.

 

 

Non c'era modo di cambiare il corso del presente.
Non c'era modo di ribellarsi a quelli che doveva essere i suoi doveri, ma la giovane Anastasia rimase il più possibile in disparte ai doveri della corte senza dare il minimo preavviso o la minima scusa.
Durante però uno dei tanti balli che al castello venivano organizzati, la duchessa Carla Adams non perse nemmeno tempo a cercare una figlia indegna, troppo presa ad intrattenere i suoi importanti ospiti.
La donna pensava che la sua vendetta e la sua ribellione sarebbe stata ripagata a tempo debito, senza lasciare la figlia una via di fuga che in quel momento stava cercando assiduamente.
Mentre i corridoio che conducevano alle sue stanze furono liberati dalla servitù impegnata al ballo, la giovane Anastasia si guardò intorno per uscire dalla sua stanza per cercare di prendere una boccata d'aria.
Il suo piccolo viso sembrava sciupato dalla fame e dalle notti insonne, ma questo non riuscì a fermare la giovane duchessa.
Ma gli imprevisti erano all'ordine del giorno e un incontro inaspettato cambierà per sempre il suo destino.
Scontrandosi con un uomo che a prima occhiata si era perso nei corridoi del castello, inizialmente Anastasia fu rabbiosa contro questo sconosciuto che non riuscì a dire una parole vendendo subito attaccato.
< Se qualcuno mi scopre che sono uscita dalla mia stanza, faranno in modo di trascinarmi a quel dannato ballo! Quindi si tolga di mezzo, per favore. >
Il giovane uomo non riusciva a capire tanta fretta e tanto astio nei suoi confronti, ma cercò di essere il più galantuomo possibile per riuscire a capire la situazione.
< Non capisco come mai lei non vuole andare al ballo, Duchessa Steele. >
< Come fa a sapere il mio nome? >
< Mi hanno parlato di lei. Semplice. >
< Spero in senso buono visto che presto verrò unita in un matrimonio combinato dove la mia libertà verrà cancellata per sempre. >
Guardando gli occhi della giovane, l'uomo capì tutta la sua afflizione e il suo sconforto in una vita libera mentre il dolore scorreva ancora nelle sue vene.
< E' inaudito sposarsi contro il nostro volere. Ci si dovrebbe sposare per amore... Ma la nostra posizione ci porta a scendere a compromessi a cui non possiamo rifiutarci. >
< Nessun compromesso per me! La vita è una sola e io non posso sprecarla accanto ad un uomo che non amo e accanto ad una madre che fa di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote. Ho avuto un'infanzia difficile con l'addio di mio padre, ma ho sempre cercato di pensare in positivo cercando di vivere più felice che posso. Ma crescendo di più con i miei doveri che si accumulavano, non ho potuto fare tutto ciò. E di conseguenza eccomi qui: fuggire da una prigione per cercare di trovare una libertà che in questo momento è solo un miraggio. Spero solo che lei non faccia la spia e mi conduca verso coloro che odio. >
Lo sguardo e il sorriso dell'uomo furono confutate dal fatto che lo sconosciuto non facesse niente del genere.
< Io non la condurrò dai suoi oppressori... Ma almeno mi può condurre fuori da questi corridoi labirintici? >
< Con grande piacere > fece la giovane duchessa ritrovando il sorriso < Per giunta conosco un posto perfetto in cui noi possiamo rimanere da soli. >

 

 

Usciti dal castello, Anastasia si sentiva diversa come non gli era mai capitato prima d'ora.
La compagnia di quel giovane misterioso risvegliava in lei quella voglia di vivere che aveva quando era bambina prima di conoscere il suo promesso sposo Jack.
Parlando in maniera fittizia per paura forse di venire scoperti, Anastasia non la smetteva di sorridere.
< Duchessa, da quando ci siamo visti poco tempo fa', lei non ha mai smesso di sorridere. Dovrebbe farlo più spesso, sa? >
Fu in quel momento che quel presente tanto bellissimo fu riaffiorato da quel passato così tanto vicino a lei che non potevano lasciarla in pace.
< Non so nemmeno quale è il suo nome. >
< Christian Grey, duchessa. >
< Vede Christian, mi piacerebbe spiegare le mie ragioni, ma non so se è conveniente alla sua persone. >
< Mi parli, duchessa. Senza paura. Io sono un libro aperto per lei e anche se ci siamo appena conosciuti, lei deve provare a fidarsi. >
Le sue parole erano piene di sentimento.
Quel sentimento che la giovane donna non assaporava da tempo.
< Vede Sir Christian, io molto presto devo convolare a nozze con una persona che non amo e che mia madre ha scelto per me e per il mio rango... Talvolta questa vita può essere davvero ingiusta e non so davvero come potrei sottrarmi a questo dovere. >
Christian aveva in mente cosa avrebbe potuto fare per lei e mentre gli stringeva la mano e la guardava con affetto, la paura di Anastasia scomparve improvvisamente.
< So molto bene che fuggire in queste situazioni non è il massimo, ma se la sua libertà è più forte di qualsiasi altra cosa, allora deve provarci. >
< Anche a costo della mia stessa vita? Lei Christian non conosce mia madre. Arriverebbe a tutto per far accondiscere i suo desideri più oscuri. >
< Mi piacerebbe parlare con vostra madre. Davvero. >
< Non credo che sia una buona idea. La potrebbe far arrestare. >
< Con quale accusa? >
< Non so. Ma l'espediente lo trova sempre. >
Tale afflizione stava diventando insopportabile per Christian che vedeva la giovane donna sempre giù di morale.
< Un giorno di questi vorrei vederla nel mio castello libera dalle catene che la affliggono qui. >
< E come potrà mai succedere? Mia madre deve avere il totale controllo su di me. >
> Ma in questo momento, a parte me, nessuno sa dove lei si trova, duchessa. O forse mi sbaglio? >
< No, non si sbaglia. Infatti credo che mia madre stia davvero impazzendo. >
Alzandosi di scatto, Anastasia prego il suo nuovo “amico” di riportarla subito al castello prima che l'ira di sua madre potesse accanirsi contro di loro.
< Duchessa > fece l'uomo fermandola improvvisamente < Io ho fatto una promessa e gradirei che fosse esaudita. >
La giovane donna avrebbe voluto dire un sacco di cose.
Come ad esempio quanto si era innamorata di quell'uomo malgrado lo conoscesse da poco.
Era il momento di cambiare nella sua vita e quel Christian era la chiave di tutto.
Ma l'occhio perpetuo di una madre non poteva permettere che tutto ciò accadesse.
Una volta rientrata al castello, la madre di Anastasia se la strattonò contro di sé do,mandandogli dove fosse stata.
< Jack ti stava cercando dappertutto. Possibile che devi sempre nasconderti?! >
< Mi lasci, madre! All'istante! >
Prima che la situazione potesse degenerare, Jack prese la povera ragazza verso di sé cercando di calmarla.
< Dovete lasciarmi in pace! Tutti quanti! >
E urlando con tutta la forza che aveva in corpo, la libertà di Anastasia diventava sempre un miraggio mentre la vergogna più macabra avvolgeva i sentimenti di Carla Adams.
< E' inaudito. Come può comportarsi così quella ragazzina? >
< Lasci perdere, duchessa Adams. Lasciamo sbollire la sua rabbia. >

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Capitolo 4
*** La richiesta respinta ***


Nei giorni seguenti, Anastasia sembrava più rilassata ma allo stesso tempo riflessiva come non mai.
Non disdegnava dei suoi doveri e le sue presenze costanti per il bene della sua famiglia, lasciarono perplessa sua madre.
< Anastasia > fece sua madre fermandola nei corridoi < Da qualche tempo a questa parte sei più raggiante che mai. Ti sei convinta del tuo destino? >
La giovane duchessa rise sommessamente alle parole della madre, facendo quasi finta di nulla.
< E' lei che non conosce il vero futuro che mi spetta, madre. Se solo sapesse... >
< Che cosa vorresti dire? >
< A tempo debito riceverai una visita di un signore che mi syta aprendo le porte di un futuro diverso, ma ciò non vuol dire che la nostra famiglia verrà penalizzata. >
< Non ti seguo, Anastasia. Che cosa stai farfugliando? >
< Mi lasci in pace, madre. E lei vedrà con i suoi stessi occhi. >
Sentendo alcuni passi felpati di una carrozza che stava arrivando in cortile,. La Duchessa Adams non sapeva di ricevere delle visite quel giorno.
< Credo proprio che l'ospite atteso sia arrivato, madre. Ci vediamo più tardi. Vi lascerò parlare in santa pace. >
La Duchessa si senti9va confusa ma sapeva anche che doveva stare molto attenta alle trappole della figlia.
Dirigendosi verso l'ingresso del castello, la donna ricevette la visita di un giovane uomo composto e alquanto seducente.
< Buongiorno, Duchessa Adams. Mi presento, il mio nome è Christian Grey, conte di Berna. >

< Conte Grey? Io non credo assolutamente di conoscerla. >
< Ed ecco per questo che io so qui, Duchessa. Per fare la sua conoscenza. >
Il giovane uomo si aspettava tutte le riverenze del caso dalla donna, ma la freddezza della duchessa lo fecero stare in guardia.
< Sono stato qui l'altra sera durante la festa e ho fatto la conoscenza di sua figlia. Abbiamo parlato molto del nostro futuro... >
< Non so cosa le abbia detto mia figlia, ma sta di fatto che è già impegnata, Signor Conte. Tra poco si sposerà con il Conte Hyde. >
< Tale matrimonio però non è sancito dal suo desiderio. >
< Certo che no, Conte. Perchè mia figlia deve sistemarsi con il miglior partito della Svizzera e il Signor Jack Hyde è l'uomo giusto che tutte le donne di tale rango desidererebbero. >
Christian ascoltava bene le parole della donna e il muro che alzò cpontro di lui non lo spaventava affatto.
< Mi lasci intendere che sua figlia potrebbe avere un futuro diverso, mia Signora. >
< Ah sì? E per quale motivo? >
< Il motivo lo dice il suo sorriso > sottolineò l'uomo < Non ha visto anche lei come la sua felicità, la sua spensieratezza e la sua compostezza abbiano dato al suo umore un buon monito per un futuro diverso? Io conosco molto le sue intenzioni duchessa e se sono qui oggi... >
< E' una totale perdita di tempo da parte sua, Conte > fece la donna interrompendolo < Io non tornerò mai sui miei passi. Non sarebbe doveroso per la mia persona e per quello che io e il Conte Hyde ci siamo detti. Non può piombare così in casa mia in modo che io manchi di rispetto al mio migliore alleato. >
< Ma lui vuole solo sua figlia per comandarla e sottometterla. >
< E anche se fosse? Ne avrebbe tutto il diritto dopo il matrimonio. >
Christian vide nello sguardo della donna quel modo di fare inverosimile che spingeva il suo essere a rovinare la vita degli altri, per giunta quella di sua figlia.
A tal punto il giovane Conte, dovette ribellarsi a tali parole, spingendo la giovane Anastasia nelle sue braccia e in quella libertà che tanto agognava.
> Molto bene, duchessa. Credo che lei non mi lasci altra scelta. >
< Che cosa vuole dire? >
< Se lei non sarà così accondiscendente come in avrei pensato, ci penserà sua figlia a farlo. A cominciare da adesso. >
< Non capisco di che diavolo sta parlando, Conte. >
< Lasci che mi spieghi meglio: in questo momento sua figlia sta facendo i bagagli per un futuro lontano da qui. E lei non farà niente per trattenerla. >
Rimasta scioccata e derisa da tali parole, la duchessa non potè pensare altro che il giovane conte stesse vaneggiando.
> Lei è soltanto pazzo, Conte Grey. Non potrà portare via mia figlia come se niente fosse! >
< Oh, ma io non sto portando via nessuno. È lei che decide del suo futuro. >
< Mia figlia non farebbe mai uno scempio del genere. >
< Allora le consiglio di vedere con i suoi occhi nel cortile del castello. >
< Conte, le consiglio di non sfidare la mia pazienza > replicò la donna digrignando i denti.
< Io non sto sfidando nessuno, duchessa. È lei che si sta mettendo contro di me e sua figlia. E nemmeno il potere di Jack Hyde cambieranno le cose. >
< Non sia mai! Lei non può farlo! >
Sicuro di tali parole, Christian si diresse verso la sua carrozza in attesa di quella donna e di un futuro diverso per entrambi.


 

Nel mentre Christian era impegnato con la duchessa, la giovane Anastasia si dovette scontrare contro il suo futuro marito con quello sguardo truce e quel sorriso meschino che l'uomo non capiva.
< Stai forse facendo i bagagli, Ana? >
< Cos'è tale riverenza e tale rapporto. Io per lei sono la duchessa. >
< Mi perdoni. Ma non riesco a capire. >
< Me ne sto andando, Jack. Con o senza il permesso suo e di mia madre. >
< Se ne va? E dove? >
< Lontano da lei e da tutto questo schifo. Ho finalmente trovato il mio futuro accanto ad una persona che sa realmente capirmi. >
Indignato e ferito da tali parole, Jack non avrebbe permesso che una donna potesse mancargli di rispetto.
< Ho visto l'altra sera lei in compagnia di un uomo. Sa bene che tutto ciò che desiderate non è possibile. >
< E chi lo decide? Lei, Conte? >
Prendendola per il braccio prima che potesse sfuggirgli, Jack si trasformò in una creatura ferita in attesa di vendetta e di rivalsa.
Egli non avrebbe mai permesso che un damerino potesse portargli via l'unica cosa che davvero lui amava.
> Mi sta facendo male, Conte. >
< Le consiglio di lasciare immediatamente i suoi bagagli se vuole davvero avere un futuro, cara duchessa. Né io né sua madre saremmo contenti di questo suo colpo di testa. Ma saremo disposti a chiudere un occhi se... >
< Non riuscirete mai a farmi cambiare idea! Mai! Aiuto! >
Urlando e cercando di divincolarsi tra le braccia dell'uomo, la giovane donna fu soccorsa proprio dal giovane Conte che si stava preoccupando del suo mancato arrivo.
< Anastasia > fece Christian salvando la giovane ragazza dalle grinfie di Jack Hyde < Sta bene? >
< Adesso sì. >
< Conte Grey, lei non sa contro chi si sta mettendo contro > mormorò Jack digrignando i denti in segno di rabbia < La duchessa Anastasia è stata imbambolata dalle sue parole inopportune. Ma lei sa meglio di me quale è il suo futuro. >
< Lontano da questo castello e dalle suo grinfie, Conte Hyde > fece Christian di rimando < Adesso cerchi di essere furbo e ci lasci andare. Lei e la Duchessa Adams non potete fare nulla contro di noi. >
< E questo chi lo decide? >
< Volete forse ucciderci? Fate pure. Ma ciò manderebbe in fumo i vostri piani: lei non avrebbe un soldo da tel eredità e matrimonio, mentre la duchessa Adams morirà in disgrazia e le voci di tale rovina si spargeranno in tutto lo stato. Volete questo per il vostro futuro. >
< Vhe sta succedendo?! > tuonò la duchessa Adams raggiungendo la camera di sua figlia.
< Avete le mani legate. Tutti e due. Fermateci se volete, ma la mia influenza è molto più dirompente e reale di quanto voi possiate credere. >
Sentitasi rincuorata da una protezione che non era abituata a ricevere, la giovane Anastasia fu scortata fuori dal castello tra le braccia di Christian, mentre il fervore di una tremenda vendetta ribolliva nelle vene di Jack Hyde e della Duchessa Adams.

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Capitolo 5
*** A ferro e fuoco nella notte del giudizio ***


< Un tale sgarbo non sarà ammesso! >
La rabbia della Duchessa Adams nei confronti del Conte Grey e del sangue del suo sangue, si scaraventò contro quel poco di ingiustizia che la sua mente riaffiorava.
< Nessuno può portarmi via quello che è mio! È giunto il momento che il Conte paghi per le sue malefatte! >
Jack Hyde, dal canto suo, non sapeva ancora come si sarebbe potuto comportare.
Egli non conosceva il Conte Grey, sottolineandolo come un misero ribelle di una casata che in Svizzera veniva rispettata.
Ma tale supremazia nel Castello di Coppett era troppo, persino per un uomo come lui.
< Dobbiamo agire alla svelta duchessa, questo è certo... Ma come possiamo farlo con in mezzo quell'uomo? Soprattutto se c'è anche sua figlia in mezzo. Le sue intenzioni sono molto chiare e non sarà assolutamente facile fare in modo di riportarla a casa. >
< Conte Hyde, io non passerò sopra questa insolenza. Nessuno può essere padrone in casa mia, né tanto meno mia figlia. Quel Grey pagherà per tutto quello che ha fatto, a costo di ucciderlo con le mie mani. >
< Ucciderlo va più che bene Duchessa, ma sua figlia? Che ne sarà di lei? Se per qualche strana situazione dovesse rischiare la vita, il nostro patto sarà nullo per sempre. >
Indignata dalle parole del conte Hyde, la duchessa Adams sguainò la sua spada ferendo lievemente l'uomo.
< Ma è forse impazzita?!b >
< Non lascerò che nemmeno lei usi questo tono di riverenza. La sua amicizia è legata con un patto è vero, ma la sua irriverenza la spinge solo per i suoi affari. Se in tutti questi anni sono sopravvissuta, non è certo grazie a lei. >
< Ah, davvero? >
< Certo. Questo castello e il nome della mia casata dopo la morte di mio marito è sempre riuscita ad andare avanti nonostante chi davvero voleva affossarci. E non permetterò nemmeno adesso che un uomo senza onore come lei Conte, possa adempiere a tale diritto. >
< Duchessa, lei non sa cosa sta dicendo. >
< Oh, io invece lo credo bene. >
Combattendo e sguainando la sua spada, il Conte Hyde non avrebbe mai creduto di doversi difendere.
La sua ferita al braccio non gli faceva molto male, ma l'irruenza della sua sfidante prese il sopravvento.
< O lei è con me o contro di me. Le sue parole irrispettose mi hanno fatto capire che non ci si può fidare di nessuno. >
< Duchessa, cerchi di ragionare. >
< Non posso ragionare con una figlia lontano da questo castello in attesa che possa sopprimere la sua casata e tutto il suo passato. Non posso permetterlo! >
La furia della duchessa era implacabile e nemmeno un bravo spadaccino come Jack Hyde poteva fermarla.
Scaraventato a terra, l'uomo non tentò nemmeno di rialzarsi, troppo ferito nell'orgoglio.
< Uccidermi la farà sentire meglio, Duchessa? >
La sua pena non farà alcuna breccia, Conte. La vostra inutilità non riuscirà a fermarmi per nessun motivo. >
Il Conte non tentò nemmeno di ribellarsi, prendendo la punta della spada della duchessa e infilzandosi dritto al cuore come segno di arresa mentre la vecchia duchessa si ritrovò ancora da sola mediante un passato tornato ad essere presente.
“Io da sola ricostruirò la mia casata. Con o senza mia figlia.”

 

 

Castello Grey

 

Giunta nella dimora di un cavaliere così splendente che rifletteva tutta la sua perfezione, la giovane Anastasia non si era mai sentita così felice prima di allora.
Vedere tutto quel verde e il sole che faceva capolino ad una giornata perfetta, spingevano la dolce duchessa a riscoprire la voglia di vivere.
Christian, dal canto suo, fece di tutto per far sentire la sua nuova ospite, ovvero la sua nuova amata, come se fosse a casa sua.
< Tutto ciò è bellissimo, Christian. Non avrei mai creduto che tutto ciò sarebbe stato possibile. >
< Per me l'impossibile non esiste e vederla lontano da sua madre non può far altro che compiacermi. >
< Adesso lasciamo perdere le nostre distanze e diamoci del tu, Christian. >
< Come vuoi tu, Anastasia. >
La giovane donna non perse tempo nel cadere tra le braccia del giovane Conte, evitando di vedere tutti gli appartamenti e i giardini che il castello poteva offrire.
Voleva rimanere in compagnia del suo amato, senza pensare a niente.
Ormai sua madre e Jack Hyde erano un lontano ricordo.
Un ricordo che sarebbe stato per sempre offuscato.
< Io ti amo, Anastasia Steele. Ti ho sempre amato dal primo momento che ho messo gli occhi su di te. Un incontro che non potrò mai dimenticare. >
Tale amore venne sancito da momenti intimi che la giovane donna voleva solo scambiare con lui.
Ma mentre il giorno stava facendo spazio alla notte, la stanchezza della donna si stava facendo sentire.
< Siamo sempre rimasti rinchiusi qua dentro Ana, dimenticandoci di cenare > fece Christian rivestendosi.
< Ma io non avevo per niente fame. Mi sei bastato tu, Christian. >
< Ti ringrazio, Ana. Ma non è rispettoso. Fortunatamente i miei genitori vengono solo domani per conoscerti. >
< Quindi abbiamo molto più tempo per noi. >
< Certo... Non so che ore siano, ma che ne dici di scendere la piano di sotto? Vorrei farti vedere alcune stanze del castello davvero bellissime. >
< Magari più tardi > replicò Anastasia con tono sensuale < Ho ancora voglia di te. >
Nel corso degli anni, Anastasia era sempre rimasta da sola.
Una solitudine che l'aveva per sempre mutata in una donna depressa e stanca di vivere che non avrebbe mai voluto essere.
La compagnia di Christian l'aveva fatta rinascere una volta per tutte in mezzo a quell'ardore e a quell'amore che non aveva mai conosciuto.
Ma l'avvento misterioso di un individuo mascherato, ruppe quel momento romantico e pieno d'amore, lasciando spazio allo spavento.
< Chi è lei? Come osa entrare nelle mie stanze frantumando la finestra? >
L'individuo misterioso non ci mise molto tempo a rivelarsi.
La sua cattiveria andava ben oltre il suo nascondiglio.
Nascondiglio che avrebbe fatto spazio alla vendetta di una donna a cui era stato sottratto di tutto, anche la carta della figlia.
< Madre, chje cosa sta facendo? >
< Sono venuta a riportarti nel posto in cui meriti, Anastasia. Questo posto non ti appartiene minimamente. >
< Se ne vada alla svelta! Ora! >
Le grida di Christian on sortirono alcun effetto contro quella donna vogliosa di rivalsa.
Lei attendeva solo la figlia. Una figlia che gli aveva disobbedito per troppo tempo.
< Madre, non complichi la situazione. Castello Coppett non è più casa mia. Io adesso appartengo ai Grey. >
< Ha sentito signora? >
< Io non permetto che tu rinneghi il tuo passato. Vuoi forse distruggermi? >
< E' lei che si sta distruggendo da sola, madre. Solamente che non riuscite a capirlo. >
< Come osi parlarmi in questo modo?! Se tu non verrai con mke, ti trascinerò con la forza. Anche a costo di ucciderti. >
Sentendo quelle parole, Christian non poté rimanere inerme.
Doveva difendere la sua amata e l'unico modo che conosceva era quello di eliminare il problema di sua madre una volta per tutte.
Ma la donna sapeva difendersi molto bene mentre l'orrore di una fine tragica si stava impadronendo di Anastasia.
< Christian, basta combattere! Dobbiamo fuggire alla svelta! >
< Non me ne vado di qui sapendo che tua madre potrebbe rovinarti la tua esistenza quando vuole. Dobbiamo porre fine a tutto questo. >
Ma Christian non conosceva quella donna.
Carla Adams sarebbe arrivata a tutto pur di riprendere sua figlia.
Uccidere quell'uomo era il suo solo unico pensiero, mentre la credenza di non poter essere felice si addentrò dentro la mente di Anastasia.
Venendo ferito a causa di vari colpi brutali e veloci, Christian si ritrovò improvvisamente disarmato.
Il giovane Conte non si sarebbe mai arreso e avrebbe difeso il suo castello e la sua amata anche a costo di morire.
< Madre! Si fermi! >
< Hai firmato la tua condanna a morte, Anastasia. Non c'è altro che io possa aggiungere! >
Prima che Carla potesse colpire il giovane Conte, costui trovò le poche forse necessarie facendo cadere un candelabro nella sua stanza scatenando un incendio che circondò la povera duchessa.
< Questi suoi espedienti non gli serviranno a niente, Conte! >
Ma ormai la donna era intrappola.
Intrappolata dalle fiamme che la stavano bruciando ardentemente.
Anastasia e Christian non potevano rimanere a godersi tale scena macabra mentre il fumo si stava avvampando velocemente come il fuoco.
Anastasia si limitò a fissare quei pochi secondi il corpo di sua madre prendere fuoco come se la sua punizione di essere gettata nell'inferno fosse giunta prima del dovuto.
L'incendio fu solamente domato alcune ore più tardi mentre della stanza del povero Conte non rimaneva che un cumulo di macerie.
Anastasia si sentiva ancora spaventata da quel cumulo di accadimenti, ma sentirsi tra le braccia del suo amato, non potevano far altro che rincuorarla.
< Adesso Ana avremmo un futuro solo io e te. E nessuno ci potrà mai fermare. >
La leggenda di un amore macchiato dalle fiamme dell'inferno, non è riuscito a cancellare quel presente e il nuovo inizio di una coppia felice, sarebbe stato il preambolo di una felicità raccontata solo dai ricordi di famiglia.

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