Angel

di Shadow Doom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una situazione complicata ***
Capitolo 2: *** Qualcosa fuori posto ***



Capitolo 1
*** Una situazione complicata ***


Una situazione complicata

 

In una segreta struttura governativa giapponese, situata alla periferia di Sapporo, tre individui erano rinchiusi in speciali celle anti evasione. Questi erano: un giovane uomo dal caratteristico doppio taglio biondo e due donne, estremamente affascinanti, dai lineamenti asiatici.

 

Sebbene le loro prigioni fossero contigue nessuno osava proferire parola a causa dei pensieri che affollavano le loro menti. Solo il suono di una sirena che annunciava l'arrivo di un celebre investigatore privato, Goro, scortato da un paio di uomini ben armati ruppe l'assordante silenzio.

Dietro suggerimento del nuovo arrivato i secondini aprirono la cella dell'unico maschio portandolo così in una sala da interrogatorio.

 

Lì il detective ed il ragazzo si sedettero l'uno davanti all'altro fissandosi per qualche secondo intensamente.

 

“ Vuoi fare una gara di sguardi? Per me va bene, ho tutta la notte” commentò Goro con fare quasi provocatorio, “ Io no. C'è un'emergenza che richiede la mia presenza” “ Andiamo piano cowboy, sei accuse di omicidio, bioterrorismo aggravato ed attentato alla vita dell'imperatore. Sai che in Giappone c'è ancora la pena morte? Perché con tutti questi capi d'accusa ti impiccheranno di sicuro” “ Le accuse non sono fondate e lei lo sa bene” “ Ne sei proprio sicuro?” “ Se fossero schiaccianti non sarebbe qui” “ Notevole” commentò il detective aprendo un fascicolo nominato “ Leon S. Kennedy”.

 

“ Ora capisco perché sei tanto calmo Leon. Leggo che sei un agente del governo americano sebbene da poco...Vedo che hai già preso parte ad operazioni delicate, prima tra tutte quella Javier” “ Questo dovrebbe bastare a dimostrare la mia innocenza” “ Se fosse così facile. Non sai quanti generali pluridecorati ho visto tradire la propria patria per avidità o qualche ideale folle” “ Non sono come loro” “ Questo sarò io a stabilirlo. Forza, inizia a raccontarmi dell'incidente di Tokyo” “ Fattelo dire da Yor, non ho tempo per questo” “ Ce lo dirà così come farà Ada, credo che il loro interrogatorio stia iniziando proprio ora” “ Volete confrontare le nostre versioni per vedere se sono attendibili” “ Bravo” “ Ma non solo. Volete informazioni confidenziali” “ Sei davvero sveglio, capisco perché gli USA ti hanno addestrato dopo solo un giorno da poliziotto” “ Non mi hanno di certo reclutato per quello” “ Lo so, sei uno dei pochi sopravvissuti di Raccoon City. Però il punto non è mettere in luce le tue qualità, ma la verità e se hai davvero ragione dovresti sputare il rospo il prima possibile”.

 

Capendo di non essere nella posizione di avanzare pretese e soprattutto di essere agli sgoccioli di tempo, Leon decise di assecondare, almeno per ora, Goro.

 

“ D'accordo” “ Bravo ragazzo” “ Per comprendere la storia bisogna partire dall'inizio, da quando io e la mia squadra siamo stati assegnati a Tsushima” “ Aspetta, la misteriosa scomparsa di tutte quelle persone sull'isola è legata a quanto successo a Tokyo!?” “ Sì, sono in rapporto di causa-effetto” “ La faccenda si fa complessa” “ Non ne ha nemmeno idea...”.

 

L'agente stava per narrare di un evento che gli sarebbe per sempre rimasto in testa, tormentandolo con incubi e sensi colpa proprio come Raccoon City.

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Capitolo 2
*** Qualcosa fuori posto ***


Qualcosa fuori posto

 

Il racconto di Leon iniziò dal principio, precisamente dal momento in cui lui e la sua squadra erano stati inviati sull'isola di Tsushima.

A dire il vero l'intera operazione, in codice nota come Sakai, era partita con il piede sbagliato. Infatti il giovane agente governativo sarebbe dovuto essere stato accompagnato solo dal maggiore Krauser poiché l'incarico del governo americano consisteva nel recupero di dati sul campo circa una strana struttura, comparsa apparentemente dal giorno alla notte, scovata da un satellite spia e perciò un paio di uomini preparati non avrebbero dato nell'occhio. Sfortunatamente il possente soldato non si era ancora ripreso dall'infortunio subito durante l'operazione Javier rendendo così impossibile il suo intervento. I grandi capi non volendo annullare la missione, decisero di continuarla ugualmente affidandosi però a delle reclute piuttosto inesperte

 

Il gruppo, per evitare di attirare attenzioni indesiderate, si calò a terra in mezzo ad una fitta foresta, tipica del luogo, che avrebbero dovuto superare così da congiungersi con l'informatore, un certo Jin, il quale li avrebbe condotti nelle vicinanze del loro obiettivo attraverso segreti passaggi che avrebbero garantito il totale anonimato.

 

Il luogo dove si trovavano era estremamente bello, ricco non solo di piante frondose, ma anche di numerosi fiori bianchi dal gradevole profumo.

Per un attimo ebbero l'impressione di non stare lavorando bensì di essere in una gita di piacere, pensiero in parte condiviso da Kennedy che, pur non abbassando la guardia, fu sollevato di trovarsi per una volta in un ambiente accogliente.

 

La prima parte dell'operazione procedette come da tabella di marcia: nel giro di un paio di ore si incontrarono con la persona che li avrebbe guidati senza il minimo intoppo.

Quest'ultimo era un ex guardia reale giapponese ormai andata in pensione la quale aveva offerto volontariamente il proprio aiuto in quanto seriamente preoccupato da alcune “cose” percepite in zona.

Essendo diventato molto scrupoloso e visti i suoi trascorsi, Leon non esitò a chiedere delucidazioni sull'argomento. Jin si mostrò tutto sommato collaborativo, decidendo di dire ogni cosa a patto però di iniziare a muoversi. Proprio questo comportamento insospettì il biondo: notò immediatamente nell'alleato una forte agitazione come se temesse di essere scoperto da qualcuno o qualcosa. Poteva essere dovuto solo a delle paranoie, ma il suo sesto senso gli suggeriva che non era così e presto ne avrebbe avuto conferma...

 

Mentre si avventuravano in vecchi tunnel segreti costruiti durante la seconda guerra mondiale, l'uomo più anziano raccontò di come sull'isola si fossero diffusi in fretta dei rumors su certe creature fameliche che andavano in giro di notte. Inizialmente nessuno prestò loro particolare importanza in quanto quasi tutti credettero che si trattasse solo di una fantasia di qualche bambino o nel peggiore dei casi di qualche animale selvaggio.

Le cose però cambiarono quando iniziarono misteriosamente a sparire delle persone. Ovviamente il primo pensiero fu quello di un  serial killer, ipotesi piuttosto straordinaria vista la bassissima percentuale di criminalità, ma comunque la più probabile.

 

Purtroppo suddetta idea si rivelò infondata quando vennero ritrovati i corpi o per meglio dire ciò che rimaneva degli scomparsi. Questi erano ridotti a brandelli e riportavano segni di zanne ed artigli la cui profondità faceva supporre ad una bestia grande almeno quanto un orso adulto, peccato che non esistesse quell'animale a Tsushima.

 

Volendo capire chi stesse terrorizzando la sua gente, Jin decise di andare a caccia. Solo dopo diverse battute andate male riuscì finalmente ad individuare una di quelle creature. Non era un animale comune, infatti camminava su due zampe in posizione perfettamente eretta come un uomo e le sue dimensioni erano almeno il doppio di qualsiasi altra belva feroce sul pianeta.

 

Non avendo la minima idea di come abbattere quell'essere l'ex guardia reale si limitò a seguirlo volendo capire dove fosse la sua tana ed allo stesso tempo cercare di studiarne il comportamento. Non avrebbe mai pensato che sarebbe finito proprio nei pressi della stessa struttura individuata dal governo americano.

 

Non appena la belva si avvicinò al  perimetro dell'edificio le porte gli permisero l'accesso senza alcun problema, ma non fu questa la cosa più sconvolgente.

Il “mostro” tornò ad assumere fattezze umane non appena gli venne spruzzato un liquido blu. 

 

Sicuramente questa storia era difficile da ritenere attendibile, ma Leon non la scartò a priori. Aveva visto cose assurde negli ultimi quattro anni e mezzo, forse anche più di questa.

Discorso diverso per i suoi uomini i quali iniziarono a ritenere quel vecchio solo un povero pazzo. Per loro sfortuna avrebbero sperimentato sulla propria pelle quanto fossero in errore...

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