Il legame di un figlio

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una notte diversa ***
Capitolo 2: *** Un nuovo Joker ***
Capitolo 3: *** Il messaggio nascosto ***
Capitolo 4: *** Senza responsabilità ***
Capitolo 5: *** Un nemico in comune ***



Capitolo 1
*** Una notte diversa ***


Il bambino aveva a malapena pochi mesi e aveva bisogno di cibo e di essere cambiato.
Pur sistemando il bambino come poté, Alfred Pennworth riuscì a cullarlo e a metterlo a dormire.
< Come ci sei riuscito, Alfred? > gli domandò Bruce mentre stava utilizzando la sua camera.
< Quando era molto piccolo, ho fatto un po’ di pratica con lei, signorino Bruce. >
< Lo hai cambiato e gli hai dato da mangiare. Avevamo del latte in polvere per il bambino? >
< Mi sono organizzato e ho comprato tutto l’occorrente prima di tornare qui alla villa. >
Bruce fu davvero entusiasta per come Alfred si era comportavo con il bambino, domandandosi come aveva fatto a trovarlo.
< Non lo so nemmeno io > spiegò Alfred < E’ stato un caso. Stavo passando dinanzi alla Cattedrale di Gotham City e mi sono imbattuto in qualcosa che stava dinanzi al portone.
In un primo momento pensai che si trattava di una bomba di qualche pazzo criminale, ma avvicinandomi vidi che era una culla di un bambino.
Il pargoletto non faceva altro che piangere in maniera straziante e sapendo di non riceve aiuto da nessuno, ho deciso di prendermene cura. >
< Hai fatto bene, Alfred. Però dobbiamo rintracciare la madre o il padre del bambino. Ci penso io. >
< Bene. Perché credo che avrò un bel da fare con il piccoletto. Mi voglia scusare. >
< Stai tranquillo, Alfred. Non ti potrei mai disturbare in un momento così delicato > ribatté l’uomo sentendo piangere il bambino < Non riuscirei mai ad essere un padre come te, Alfred. >
< Veramente io… >
< So che non lo sei mai stato, ma sono sicuro che ti sarebbe piaciuto. >
< Ho seguito una vita molto diversa dall’ideale di essere genitore > spiegò Alfred < Ma di sicuro non mi pento di tale scelta. Sono contento di stare dalla sua parte e di aver servito la sua famiglia in tutti questi anni. >
< Ti ringrazio, Alfred. Significa molto per me…. Adesso vai prima che il bambino rompa qualche vetro a causa dei suoi urli. >
Rimanendo da solo, Bruce non era riuscito a superare il momento in cui la sua amata Vicky Vale era misteriosamente scomparsa.
L’ultima notte insieme fu così appassionata e perfetta che non si sarebbe mai immaginato che la donna potesse scomparire improvvisamente senza lasciare alcuna traccia.
Mettendo in campo tutte le sue influenze e conoscenze, non era riuscito a sapere niente di lei e dai suoi amici.
Solo il sospetto di Aleksander Knox, un collega della donna, aveva suscitato non pochi dubbi su di lui.
< Ebbene è scappata anche da lei, Signor Wayne > fece l’uomo con tono di sdegno < Non è la prima volta che accada, sa? >
< Si spieghi meglio. >
< Forse lei non lo sa, ma anch’io avevo una storia con la signorina Vale. Una storia molto platonica, ma che si sarebbe potuto trasformare in qualcos’altro se non fosse stato per lei che l’aveva desiderata così tanto. >
< Io non l’ho desiderata > replicò bruscamente Bruce < E’ lei che non si staccava da me. >
< Certo, tutte scuse le sue… In fondo le donne sono vulnerabili e molto imparziali, ma sempre pronte a trovare l’uomo che l’avrebbe sistemata. >
< Peccato che sia scomparsa nel nulla senza lasciare alcuna traccia. Che cosa mi può dire di lei, Signor Knox? >
< Niente di quello che lei sa già… Insomma, l’ultima a vederla è stato lei, Signor Wayne. Spero che la vostra ultima notte sia stata di grande conforto perché trovare un’altra come lei è impossibile. >
Di quelle parole che sapevano di condanna, Bruce ne era estremamente certo.
< Se ha qualche notizia di lei, la prego di dirmelo subito. Ho bisogno di rivederla. >
< Non si preoccupi. Non la sto tenendo nascosta contro la sua volontà. Non mi va di finire in una sudicia prigione accusato di sequestro di persona. >
< No… Lo immagino anch’io. Buona giornata, Signor Knox. >
< Altrettanto, Signor Wayne. >
La ricerca prolungata nei mesi successi avevano cambiato lo stato d’animo del più importante uomo d’affari di Gotham City, staccandosi dalla sua azienda e dalla sua realtà.
Alfred, il suo maggiordomo, on faceva altro che rimanergli accanto nei momenti difficili riuscendo con grande successo ad allontanarlo dall’alcol. >
< Signor Wayne, la signorina Vale non avrebbe mai voluto che lei immergesse i suoi sentimenti in questo modo. >
< E allora perché si è allontanata da me? Cos’ho fatto di male? >
< Lei non ha fatto niente di male, Signor Wayne. Magari era la ragazza ad avvertirla in qualche maniera riuscendo a sfuggire ai suoi tentativi di mettersi con lei. insomma, poteva avere molti segreti che l’avrebbero messo in cattiva luce da tutti gli abitanti della città. Sappiamo bene che la Signorina non era di Gotham City e la sua improvvisa scomparsa potrebbe essere legata al suo passato. >
< Se solo mi avesse detto tutto, avrei potuto aiutarla. Non l’avrei mai abbandonata… >
< Magari lei non voleva essere aiutata… Ci ha mai pensato? >
< Non lo so. Non ci capisco più niente. >
< Adesso quello che le consiglio è un po’ di riposo da tutta questa storia. Vedrete che il giorno dopo si sentirà molto meglio. >
Ma nemmeno il giorno dopo e quello ancora erano stati sufficienti a Bruce di poter dimenticare definitivamente quella donna.
Dopo più di sei mesi da quella ricerca estenuante, era tornato a pensare ai suoi affari cercando di dimenticare per sempre quella donna.
Ma prima o poi il suo passato sarebbe tornato a bussare incessantemente alla sua porta, come fu dato dal fatto dell’arrivo improvviso di quel bambino.
“E se fosse lei la madre? Se avesse lasciato il bambino ben sapendo che l’avremmo trovato io e Alfred?” pensò l’uomo “No, non ha senso. Altrimenti l’avrebbe portato qui a Villa Wayne. Ma allora chi è questo bambino? E di chi è?”
Molte domande senza accurate riposte mettevano Bruce su un binario molto delicato e pieno di segreti, in una notte che non avrebbe mai potuto dimenticare.

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Capitolo 2
*** Un nuovo Joker ***


Il giorno dopo Bruce si alzò di buon mattino per prepararsi la colazione e andare al lavoro.
Ma mai si sarebbe immaginato di trovare il suo maggiordomo mentre stava dando da mangiare al piccoletto.
< Buongiorno, Signor Wayne. Bella giornata, non trova? >
< Ma cosa? che ci fa il bambino sveglio a quest’ora? >
< E’ l’ora della pappa. Vede com’è affamato? >
L’unica cosa che Bruce riuscì ad intravedere erano gli stessi occhi di sua madre.
“No. questo bambino non può ricordargli lei.”
< Devo andare subito al lavoro, Alfred. Rimarrò fuori tutto il giorno e non so quando tornerò. >
< Vuole che l’accompagni? >
< No. Pensa piuttosto al bambino. >
< Non si preoccupi, Signor Wayne. È quello che farò. >

 

Mentre i suoi investitori si erano riuniti nella sala riunioni, l’arrivo improvviso del giornalista Alexander Knox lo fece sorprendere.
< Buongiorno, Signor Wayne. Sono felice di rivderla dopo tutto questo tempo > fece l’uomo stringendogli la mano.
< Buongiorno, Knox. Cos’è venuto a fare nella mia azienda? >
< Io e il mio reportage saremmo ospiti alla sua conferenza di oggi. Insomma, sta per donare una grossa somma di denaro che servirà a risanare il debito pubblico e aiutare molti bisognosi di questa città dimenticata da tutti… Ma per fortuna non da lei. >
< Certo… Ha qualche notizia da darmi di Vicky Vale? >
< No, Signor Wayne. E sinceramente non ho più indagato su di lei da molti mesi ormai. Ho capito che facendo delle ricerche, perdevo contatto con la realtà attuale: perché farsi del male sapendo che la donna non tornerà mai pià? >
< Sì… E’ la stessa cosa che mi sono detto io. Fino a quando un bambino… Lasci stare. >
< Signor Wayne! Non credevo che lei fosse padre! >
< Infatti non lo sono. Il mio maggiordomo sta facendo il baby - sitter ad un figlio di un mio caro amico che non vedo da tempo… E subito ho pensato come sarebbe stata la mia vita se avessi avuto un figlio tutto mio con Vicky. >
< Gli manca molto lei, non è così? > domandò Knox fermando Bruce prima di raggiungere i suoi investitori.
< Ogni giorno che passa mi domando se non ho fatto qualcosa di male che abbia fatto scappare lei dalla mia vita. Non sono molto afferrato con le donne, ma lei è l’unica che ha cambiato la mia vita e non posso dimenticarla. >
< Già… Ha cambiato la vita a tutti e due, Signor Wayne… Ovviamente io ero solo un amico per Vicky. Non pensi il contrario. >
< No… Sicuramente. >

 

Dovendo essere impegnato alla conferenza del signor Wayne, Alexander sentì un forte istinto pervadere la sua figura oscura che si stava impossessando ancora di lui.
Legato anch’egli a quella donna, aveva deciso un solo modo per riuscire a trovarla: allearsi con Jack Napier .
< Che cosa sei venuto a fare? > gli domandò Joker con tono fermo.
< Per chiederle aiuto, Signor Napier. Per una donna. >
< Addirittura? E dimmi, che cosa lega questa donna ad un viscido come te? >
< Il suo cuore e la sua bontà… Ma senza le dovute conoscenze, non potrò mai trovarla in questa città. Per questo ho bisogno del suo aiuto. Per ritrovarla e poter finalmente… stare con lei. >
< Mi sa tanto che sei diventato cotto di quella sconosciuta oltre ad essere un perfetto stupido… Dimmi Alexander, da quanto tempo ci conosciamo? >
< da quando mi ha fatto trovare il lavoro più importante della mia vita nella redazione del giornale principale di Gotham. >
< Esatto. E sai meglio di me che posso sottrarti quella carica chiamando il direttore per farti licenziare… Adesso, se io ti aiuto, cosa mi potresti mai dare in cambio? >
< Ha bisogno di soldi? Purtroppo non è ho molti. >
< Non è una questione di denaro… Ma vorrei sottoporti ad un importante esperimento che cambierà per sempre la tua vita. Vieni con me. >
Facendogli vedere il suo laboratorio, Alexander non avevea nessuna intenzione di sottoporsi come cavia ad una ricerca folle.
< Non ti devi preoccupare Alexander, non ti succederà niente. O sai? Dopo che sono guarito dall’essere Joker, ho capito che qualcuno poteva prendere il mio posto. E quello sei tu. >
< Io? Diventare un folle che ride senza una ragione? No, Signor Napier. Non posso farlo. >
< Sei già abbastanza scellerato così come sei. Perché non vuoi diventare una persona migliore? >
< Perché non potrei mai esserlo. Vicky Vale si è innamorata di me così come sono. >
< Vicky vale non ti ha mai amato! > gli sgridò il signor Napier facendolo rabbrividire < E’ l’ora che tu te lo metta in testa e cambi i sentimenti che ti rendono solo debole. Epotrai farlo diventando un uomo migliore.
< No. non posso farlo. >
< Lo farai… Pensa alla tua amata. Lei sì che voleva vederti sotto un’altra prospettiva. >
< Non è vero! >
< Tu ti sottoporrai a questo esperimento che ti piaccia o no! >
Legando il suo corpo su una barella, alcuni scienziati gli iniettarono la sostanza che l’avrebbe per sempre trasformato in un pazzo scatenato con la mania della risata.
< Finalmente ha smesso di urlare come un forsennato. Non riuscivo più a sopportarlo. >
Appena Alexander si risvegliò dall’esperimento, sentiva che non aveva più bisogno di vicky, ma di essere una persona molto diversa da quella che è.
< Allora Alexander, come ti senti? >
< Non mi sono mai sentito meglio prima d’ora. Ahahah… Ora Gotham City conoscerà la pazzia di un uomo che ha sempre voltato le spalle. Le istituzioni dovranno darmi ascolto nel fare la voce grossa. Non mi farò mai più mettere i piedi in testa da qualcuno. Mai! >
< Ottima decisione, ma sarai il vero pazzo Joker al momento opportuno. >
< Signor Napier, non credo di capire… >
< Se tutti scoprissero chi sei veramente, finiresti ad Arkham molto prima di aver attuato il nostro folle piano. E sai di che si tratta? Far fuori l’uomo pipistrello che distrugge i miei affari illeciti facendo arrestare i miei uomini… Dimenticati per sempre di Vicky vale. Adesso è di te che devi preoccuparti. >
< Tutto sotto controllo, Signor Napier. Gotham City conoscerà la più grande era di crimine che abbia mai visto. Ahahah. >

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Capitolo 3
*** Il messaggio nascosto ***


Quando Bruce Wayne tornò a casa, la sua mente era talmente piena di pensieri che a malapena riusciva a concentrarsi.
< Buonasera, Alfred. >
< Buonasera, Signor Wayne. Com’è andata la conferenza? >
< A meraviglia. Abbiamo ottenuto gli investimenti necessari. Molto presto la Wayne Enterprises sarà molto di più di un’azienda da miliardi di dollari: sarà la benefattrice di questa città. >
< Sono davvero contento per lei. I suoi genitori ne andrebbero fieri. >
“Già. I miei genitori.”
< Pensavo che avresti guardato il notiziario. Alexander Knox potrà fare un bel articolo il giorno dopo. >
< Mi dispiace per essere mancato a tale appuntamento ma il bambino mi ha dato molto da fare. >
< Certo… Mi ero dimenticato che avevamo un ospite in casa > replicò il giovane uomo nascondendo la sua irritabilità.
< Spero che per voi non sia un problema, Signor Bruce. Insomma, in attesa di riuscire a trovare la madre… >
< Non credo che si rifarà viva, Alfred. Ormai dovremmo tenercelo noi per quanto la faccenda mi possa seccare. >
Alfred non riusciva a capire perché il giovane rampollo dei Wayne fosse così serio e contrariato.
< Signor Wayne, io non capisco… >
< Non è colpa tua, Alfrd. Quel bambino mi ricorda in qualche modo Vicky. I suoi occhi e quello sguardo innocente… Mi da molto fastidio nel vederlo in casa mia. >
< So che me ne pentirò amaramente, ma essendo sua questa villa potremmo pensare di metterlo in un orfanotrofio. >
< No > rispose frettolosamente Bruce < La madre del bambino ha voluto lasciare il piccolo davanti alla cattedrale in attesa che tu riuscissi a trovarlo. È stato tutto organizzato. >
< Ma su quali prove pensa questo? >
< In altre circostanze se quel bambino sarebbe rimasto anche un paio di minuti in più al freddo, sarebbe molto sicuramente. La madre sapeva che lei passa ogni giorno vicino alla cattedrale per fare della commissioni per me. E chi può saperlo se non Vicky? >
Alfred rimase sconcertato nel sentire tale ricostruzione.
< Signor Wayne, supponiamo che sia vero… >
< E’ così, Alfred. Ci ho pensato mentre stavo tornando da qui in auto e passavo dinanzi alla cattedrale. E mi sono detto: e se fosse tutto organizzato? Ora mi resta da scoprire dove si trova quella fuggiasca e perché ha voluto lasciare questo bambino a noi. >
< Signor Wayne, non si dimentichi che dobbiamo scoprire anche il padre. >
< Alfred, visto gli ultimi avvenimenti successi, io preferirei non saperlo > replicò Bruce prima di chiudersi nel suo studio.

 

Ritornando ad accudire il piccoletto, Alfred riusciva a tenergli compagnia e a farlo ridere con delle stupide canzoncie che molti bambini adoravano.
< Adesso è l’ora di cambiarti, giovanotto… Ora che ci penso dovremmo trovarti anche un nome. Che ne dici di Leopold? >
Nel sentirlo, il bambino assunse un espressione di disgusto prima di mettersi a piangere.
< Non ti piace? Allora possiamo provare con Frederick. >
Ma neanche quel nome entusiasmo il piccolino.
< Lo sai? Questi erano i nomi che i miei genitori volevano darmi al momento della mia nascita. Peccato che non te ne piaccia uno… Mi piacerebbe chiamarti Bruce ma poi come ti distinguerei con il padrone di casa? Signorino Bruce suona molto bene. >
Mettendosi a ridere delle parole di Alfred, il bambino fu molto lieto di accogliere quel nome.
< Ti piace Bruce? Va bene, allora ti chiamerò Bruce junior… Sinceramente non è che suona molto bene > replicò serio l’uomo < Ci penserò su questa notte quando andrò a dormire. >
Urtando improvvisamente la culla in cui Alfred aveva trovato il bambino, riuscì a trovare un messaggio nascosto posto sotto una coperta.
Il maggiordomo, non avendolo notato prima, fu molto sorpreso della scoperta.
Quando lesse le prime parole, vide che era firmata con il nome di Vicky Vale.
“Non è possibile. Allora il Signor Bruce aveva ragione.”
Accorrendo verso di lui per la notizia, Alfred entrò nel suo studio senza permesso.
< Alfred, cosa succede? Sono al telefono > ribatté severo Bruce.
< Signor Bruce, la prego di scusarmi, ma ho trovato qualcosa che la scioccherà. >
< La richiamo più tardi, Signor Petersen > replicò Bruce agganciando la chiamata < Spero che sia importante. Mi ha fatto interrompere… >
< Questo messaggio che tengo in mano… E’ stato scritto dalla signorina Vale. >
< Che cosa? >
Porgendogli il biglietto scritto molto malamente e di poche parole, recitava solamente di prendersi cura del bambino finché la giovane donna non sarebbe ritornata a riprenderselo.
< Lo sapevo che era figlio suo! L’ha scaricato a noi in maniera molto furbesca. >
< Ma perché la signorina Vale avrebbe fatto questo? >
< Non lo so, Alfred… Ma sarà mio dovere scoprirlo. Questa notte stessa… >
< Il vostro costume da Batman è pronto, Signor Wayne. Stai molto attento.
< Alfred, anche se sono mesi che non lo indosso, credo di riuscire a badare a me stesso. >
< Ne sono convinto. Era una sorta di buona fortuna per la sua missione > replicò il maggiordomo prima di lasciare la sua stanza.
< Alfred? >
< Sì, Signor Wayne? >
< Grazie per tutto quello che stai facendo con me e con il bambino. >
< Voi siete la mia famiglia. E non c’è cosa più importante di ella. >

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Capitolo 4
*** Senza responsabilità ***


Camminare nella notte come se egli potesse vegliare sulla città come aveva sempre fatto.
Questo era Batman, ma la sua missione di quella sera era trovare una persona: Vicky Vale.
La giovane donna che aveva stregato il cuore del magnate miliardario si nascondeva là fuori in mezzo a quella malsana solitudine.
Continuava a domandarsi il perché della sua fuga, con il pensiero fisso che prima o poi sarebbe tornato da lui.
Ma alla fine non avrebbe aspettato molto, anche se l’avesse salvata contro la sua volontà.
Gli occhi pieni di sorpresa di Batman si andarono ad incrociare nello stesso momento in cui riuscì a intravedere Vicky Vale uscire da una macchina sospetta.
“Non posso crederci che faccia la prostituta.”
Con la rabbia che si riversava nelle vene, Bruce non poteva mostrarsi con il suo solito costume. E con la sua auto super accessoriata in stile eroe all’avanguardia.
Solo con la sua normale persona sarebbe riuscito a trescare la giovane bionda che vestita in quel modo gli dava quell’aria frivola e senza importanza.
< Ciao, tesoro. Andiamo a fare un giro? > gli domandò Vicky con tono sensuale.
“E’ proprio una puttana” pensò Bruce.
< Salta su. >
Incredibilmente, Bruce era riuscito a nascondere il suo volto all’ignara Vicky mentre la giovane donna stava entrando in azione.
< Allora, dove mi porti? >
< In un luogo speciale che tu conosci bene. >
< Puoi ben dirlo. Gotham non ha segreti per me. >
“Ma hai segreti per il tuo Bruce” pensò l’uomo parlando in terza persona.
Mentre si stava avviando verso il vialetto di casa Wayne, Vicky si sentì improvvisamente a disagio.
< Ehi, ma dove mi stai portando? >
< Nel posto in cui meriti. Accanto a me. >
Appena la giovane donna vide lo sguardo sorpreso di Bruce, gli intimò gridando di accostare immediatamente.
< Non ci pensare nemmeno. Tu torni immediatamente a casa e mi spieghi perché fai la puttana. >

< Mi dispiace per te, ma non ho ascoltato il consiglio. >
Una volta riuscito a portarla con la forza dentro casa, Bruce evitò d’imbattersi in Alfred che era troppo impegnato a badare al bambino.
< Bravo. Adesso che mi hai rinchiuso in camera tua cosa vuoi farmi? Scopare? >
< Non sarebbe una cattiva idea visto che sono a stecchetto da quasi un anno. Per colpa tua. >
< Certo. Addossami tutto quello che vuoi. >
< Adesso ti accomodi sul letto o sul divanetto e mi spieghi perché sei finita a fare la puttana. >
< E se mi rifiutassi? Tesoro, non ho tutta la notte a disposizione. Il mio pappone sentirà molto la mia mancanza. E se mi da per dispersa, sono cazzi nostri. >
< Sì può sapere come diavolo parli? La Vicky che conosco non direbbe parole volgari. >
< Quella Vicky non esiste più… Non dopo quello che è successo > replicò la donna accendendo una sigaretta.
< Adesso fumi anche? >
< Ti dispiace? Prometto che non ti brucio nulla. >
< Vicky, per favore… Ho bisogno di sapere perché sei fuggita da me. Spiegamelo. >
< Non avrei mai pensato di aver fatto colpo su un uomo. È la prima volta che mi succede. >
< Forse sono stupido nell’ammetterlo, ma io ti amavo veramente. E tu hai deciso di mollarmi di punto in bianco. >
Dopo aver finito la sigaretti in un solo minuto, Vicky fissò gli occhi curiosi di Bruce, iniziando a raccontare la sua storia.
< I giorni successivi in cui continuavamo a fare l’amore mi sono sentita improvvisamente male.
Non ero più me stessa e non riuscivo a capire i miei continui cambiamenti d’umore.
Ho provato a confrontarmi con l’unico amico che avevo in questa città: Alexander Knox.
Ma per quanto mi volesse bene, non riusciva a sollevarmi il morale.
Mentre le mie stranezze continuavano ad aumentare, decisi di andare dalla ginecologa dopo che avevo anche scoperto che non mi erano venute… E sai quale era il responso? Io ero incinta.
Da quel momento il mondo mi è crollato addosso.
Non sapevo cosa fare e dove andare, immaginando che tu mi avresti sbattuto la porta in faccia appena ti avessi dato la notizia. >
< Mi dici perché hai pensato una cosa del genere? Non potevo sapere che un bambino era fonte di gioia per me. Avremmo per sempre legato il nostro amore sincero con una nuova vita… Quindi dopo che avevi intenzione di fare? >
< Ho deciso che l’unico modo per far nascere il bambino era andarmene dalla città per un breve periodo. Ho viaggiato per l’America in cerca di lavoretti che mi potevano mantenere, finoa a quando non ho fatto nascere il bambino in un ospedale squallido che non mi ricordo il nome.
In quel momento ho capito che la mia vita ricominciava da quel bellissimo giorno, ma non potevo farlo insieme al mio bambino. >
< E così hai deciso di abbandonarlo dinanzi alla Cattedrale di Gotham in modo che fossimo io o Alfred a trovarlo, giusto? >
< Voi eravate le persone migliori che conosco che avrebbero fatto crescere il piccoletto sano e forte… Dopo questa incombenza, ho pensato che il modo di racimolare soldi era fare la prostituta, un business che qui a Gotham pagano molto, e mi sono buttata nella mischia… Fino a quando non sono riuscita a ritrovarti, dannazione. >
< Doveva succedere prima o poi visto che Gotham è la mia città. In tutto e per tutto… Tornando al tuo lavoro poco raccomandato, avevi intenzione di farlo per quanto tempo? >
< Non lo so. Non ci ho mai pensato… Il mio scopo era fare più soldi il prima possibile, senza chiederti niente. >
< Anche perché non te le avrei mai dati. >
Prendendo il braccio della giovane donna, Bruce gli intimo di cambiarsi e di farsi una doccia sotto la sua supervisione.
< Perché dovrei fare una cosa simile? Sono abbastanza pulita. >
< Tu dici? Quel profumo che hai addosso è nauseabondo. E credi di acchiappare degli uomini con questo? >
< Ehi, frena la lingua > ribatté adirata la giovane donna < Vorrei ricordarti che tu ti sei fermato. >
< Solo perché ti ho riconosciuta all’istante… Però voglio ricordarmi la Vicky Vale di un tempo e non questa donna sconosciuta. >
Convinto dalle parole di Bruce, Vicky obbedì senza discussione.
< Dopo che mi sarò sistemata potrò vedere il mio bambino? >
< Certamente > replicò l’uomo entrando in bagno con lei.
< Devi proprio stare qui? >

Sbuffando contrariata per i modi bruschi del suo ex fidanzato, si limitò a dirgli di non guardare.
< Tranquilla. Non hai più segreti per me. >
< Non stiamo più insieme, pervertito! > gridò la donna lanciandogli addosso i vestiti.
< Ok, va bene. Non ti guarderò. >

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Capitolo 5
*** Un nemico in comune ***


Dopo che finalmente Bruce Wayne poté godere della ritrovata Vicky Vale in tutta la sua naturalezza, il giovane uomo ne fu ancora ammaliato più di prima.
I suoi tratti delicati e il suo corpo perfetto lo rendevano innamorato quanto vulnerabile.
< Che hai da fissare in quel modo? > domandò la donna con tono serio.
< Niente. È che sei rimasta la donna bellissima di cui mi sono innamorato. >
< E’ passato solo un anno, mica venti. >
< In un anno possono cambiare molte cose, sai? >
< Ma tra questi non sono io… Posso vedere mio figlio? >
< Certo. >
Accompagnandola in cucina dove Alfred stava accudendo il piccoletto, il maggiordomo fu sorpreso dalla visita del suo padrone, ma soprattutto dall’arrivo della signorina Vale.
< Oh, chiedo perdono > mormorò il maggiordomo cercando di ricomporsi < Non vi aspettavo… ecco… >
< Tranquillo, Alfred. Siamo venuti qui per vedere un attimo il bambino. >
Anche se non era passato molto tempo, Vicky era assolutamente felice di vedere il suo bambino cresciuto.
< Ciao, piccolino. Sei davvero bellissimo con quegli occhi grandi… Mi ricordi tuo padre. >
Nel sentire l’ultima parola, Bruce divenne più curioso che mai.
< A proposito di padre, sarebbe meglio che adesso tu ci dicessi chi è il padre di questo bambino… Anche se posso immaginare la risposta. >
mentre Vicky non ascoltò minimamente le parole dell’uomo, fu invece molto grata ad Alfred per tutte le cure riguardevoli al piccolo bambino.
< Spero che non mi giudichi una cattiva madre per aver abbandonato mio figlio > mormorò la donna con tono innocente < Non potevo dargli un futuro da sola… Ma adesso che si trova qui è tutto diverso. >
< In altre circostanze l’avrei definita una madre irrespo0nsabile. Ma capisco i suoi timori e le sue paure… Il suo bambino sarà al sicuro come lo è stato Bruce Wayne negli anni della sua infanzia. >
< Adesso mi sento più sollevata > rispose Vicky sorridente.
< Vicky, dobbiamo parlare di una cosa importante. Starai con il tuo bambino più tardi. >
< Grazie ancora, Alfred. >
Mentre veniva trascinata fuori dalla cucina, la rabbia di Vicky si fece ancora sentire.
< Vicky, aspetta… >
< Sta succedendo tutto troppo in fretta , Bruce. Non credi di darmi un po’ di tempo per riordinare le idee? >
< Ho già aspettato abbastanza e non credo di poter resistere ancora. Dimmi chi è il padre di quel bambino e chiudiamo la faccenda qui. >
< Che cosa succederà una volta che ti avrò detto la verità? >
< Ci penseremo dopo. Magari troveremo tutti insieme una casa per questo bambino… Non può rimanere qui per sempre. >
< Perché? Cosa c’è che non ti piace in lui? Ha un viso innocente e sono sicuro che può volerti bene come te ne ho voluto io. >
< Sono due cose diverse l’amore di un bambino e di una donna che ti ha fatto perdere la testa, non trovi? >
< Sì… Su questo hai ragione… Ma perché non ti piacciono i bambini? >
< Io non ho mai detto una cosa del genere. >
< Bugiardo. Si ved benissimo che non sopporti la sua presenza. >
< E con ciò? Se tu mi dicessi che non è il mio bambino, perché dovrebbe continuare a rimanere qui? >
< Perché il tuo maggiordomo lo ama incondizionatamente. Hai visto come l’accudiva, Nemmeno una madre esperta potrebbe fare meglio. >
< Non parliamo del maggiordomo ma parliamo di noi!>
Esasperato, Bruce aveva capito che Vicky stava facendo di tutto per sviare i suoi discorsi.
< Va bene Bruce, ti confesso chi è il padre del bambino. Ma tu promettimi che non ti arrabbierai. >
< Avanti, parla. >
< Il padre del bambino è… >
ma nel mentre Vicky si apprestava a confessare, un individuo irruppe nella stanza rompendo la finestra in mille pezzi.
< Ciao piccioncini, vi sono mancato? >
Guardandolo con faccia sconvolta, Vicky e Bruce videro che era Alexander. >
< Ma che diavolo… >
< Avete visto la mia faccia? Ho fatto un operazione di chirurgia grazie all’intervento del Signor Napier e sono tornato come nuovo. Ahahah. >
Quella risata incontrollabile e snervante ricordavano solo una persona a Bruce.
< Il Signor Napier? Ma credevo fosse… >
< Morto? Anche i più grandi cattivi hanno i loro segreti, non pensi anche tu Bruce? Ma tu ne vorresti conoscere uno più importante, giusto? Vicky, ho forse interrotto qualcosa? >
Prendendola come ostaggio, Bruce si sentiva inerme sotto lo sguardo pazzo di quell’uomo.
< Come hai potuto trasformarti come un matto scatenato? >
< Perché lo sono sempre stato, Bruce. Io sono questo… Ma la mia mente ha cominciato a svarionare quando ho capito che Vicky era incinta di un bambino… E sai cosa ho fatto? Gli ho dato la caccia per un anno e ucciderla per il suo tradimento nei miei confronti. >
< Ma cosa stai dicendo? >
< Alexander, lasciami andare! >
< Sono Joker adesso, Vicky! E ora che impari che essere rinnegati non piace a nessuno! >
Mentre Joker si apprestava ad accoltellare la donna con il suo coltello, Bruce gli saltò addosso riuscendolo a disarmare.
< Che cosa credi di fare, Bruce? Credi di farmi paura? Ebbene, non hai ancora conosciuto la mia pazzia. >
Mentre al piano superiore stava succedendo di tutto, Alfred prese il bambino con sé per capire cosa stava succedendo.
< Signor Wayne, ha bisogno d’aiuto? >
< No! porta via il bambino da qui! Subito! >
Ma appena Joker vide il motivo della sua rabbia, non poté che catturare anche Alfred.
< Allora lo tenevi nascosto nella tua dimora, Bruce… Credi che mi faccia piacere vedervi così uniti quando sono stato io per primo a innamorarmi di Vicky? Lei mi ha fatto molto soffrire quando mi ha detto che si era innamorato di te, senza che io potessi riuscire a portarla a letto per farti dimenticare.
Ma quando mi ha detto di aspettare il bambino, non ci ho più visto dalla rabbia.
Quel bambino è tuo, razza di stupido! So che non l’avevi ancora capito. Lo si capisce da come mi stai guardando… Adesso sì che ho un valido motivo per uccidere qualcuno. Cadrà da un altezza di un paio di metri, mettendo fine alla sua piccola e breve esistenza… Allora Bruce, tanto a te cosa vuoi che te ne importa? Non hai mai voluto diventare padre. Tu disprezzi i bambini. Ma ti farò un grande piacere. Saluta il piccoletto. >
Ma prima che Joker lo potesse lasciare andare, Bruce si avventò verso di lui e Alfred riuscendo a liberarli dalla presa.
< Mossa sbagliata, Bruce. Vorrà dire che a farne le spese sarà la tua amata. >
< Lascia stare la mia famiglia!>
Mentre Joker si apprestava a colpire a morte Vicky Vale, Bruce riuscì a farlo cadere dalla finestra del terzo piano uccidendolo all’istante.
Anche senza il suo travestimento di Batman e i suoi gadget che portava sempre con sé, Bruce era riuscito a salvare le persone a cui teneva moltissimo.
< Stai bene? > domandò l’uomo a Vicky.
< Credo di sì… >
< Alfred, tu e il bambino? >
< Abbiamo avuto momenti migliori, ma non ci lamentiamo. >
Ora che il piccoletto aveva smesso di piangere, Bruce poté intravedere come gli somigliava moltissimo.
Accarezzando quel viso angelico e innocente, il cuore di Bruce riuscì a conoscere l’amore per suo figlio.
< Alfred, ci pensi tu a cambiarlo? Credi che il bambino… >
< Sì, ho sentito anch’io degli strani odori. Provvedo immediatamente. >
rimasto da solo in compagnia di Vicky, la donna non poté che provare un segno di riconoscenza verso il suo amato.
< Mi dispiace, Bruce. Non avrei voluto che tu lo sapessi così. >
< Non ti preoccupare. L’importante è che nostro figlio stia bene. >
< Spero che tu un giorno mi possa perdonare. Avevo paura di darti una responsabilità che tu non avresti mai voluto. >
< Ed hai pensato bene di fuggire da me? >
< Io… ero molto confusa e spaventata… >
< Me l’hai già detto > taglio corto l’uomo < Adesso spero che rimarrai per sempre qui. La nostra famiglia si è appena formata. >
< Non ci sarà niente che mi farà cambiare idea. >
Dopo aver ritrovato il sorriso, i due amanti si scambiarono un bacio di riappacificazione che avrebbe per sempre sancito la loro unione.
< Adesso meglio andare da Bruce junior. Voglio vedere come si cambiano i pannolini e come Alfred se la cava. >
< Bruce Juniro? Come hai potuto dare un nome così stupido al nostro bambino? > domandò contrariata la donna.
< Non sono stato io, Ma Alfred. Io non sono molto bravo con i nomi. >
< Vedremo con quale nome poterlo chiamare… Ma Bruce Junior è fuori discussione. >
< D’accordo. Su questa cosa ti do ragione.

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