Never again

di Legeia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 21.5 ***
Capitolo 23: *** 22 ***
Capitolo 24: *** 23 ***
Capitolo 25: *** 23.5 ***
Capitolo 26: *** 24 ***
Capitolo 27: *** 24.5 ***
Capitolo 28: *** 25 ***
Capitolo 29: *** 25.5 ***
Capitolo 30: *** 26 ***
Capitolo 31: *** 26.5 ***
Capitolo 32: *** 27 ***
Capitolo 33: *** 27.5 ***
Capitolo 34: *** 28 ***
Capitolo 35: *** 28.5 ***
Capitolo 36: *** 29 ***
Capitolo 37: *** 29.5 ***
Capitolo 38: *** 30 ***
Capitolo 39: *** 30.5 ***
Capitolo 40: *** 31 ***
Capitolo 41: *** 31.5 ***
Capitolo 42: *** 32 ***
Capitolo 43: *** 32.5 ***
Capitolo 44: *** 33 ***
Capitolo 45: *** 33.5 ***
Capitolo 46: *** 34 ***
Capitolo 47: *** 34.5 ***
Capitolo 48: *** 35 ***
Capitolo 49: *** 35.5 ***
Capitolo 50: *** 36 ***
Capitolo 51: *** 37 ***
Capitolo 52: *** 38 ***
Capitolo 53: *** 38.8 ***
Capitolo 54: *** 39 ***
Capitolo 55: *** 40 ***
Capitolo 56: *** 40.5 ***
Capitolo 57: *** 40.6 ***
Capitolo 58: *** 41 ***
Capitolo 59: *** 42 ***
Capitolo 60: *** 43 ***
Capitolo 61: *** 44 ***
Capitolo 62: *** 45 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


chapter 1
Never again
Autore: Legeia  

Titolo provvisorio - Endless

Questa fic l'avevo scritta tempo fa per un progetto, ma l'avevo sempre accantonata senza riprenderla. La mia migliore amica mi ha convinta a pubblicarla come è, dicendomi che secondo lei vale la pena metterlo. Quindi eccolo. Sarà di molti capitoli perchè il testo è unico lunghissimo e devo dividerlo. Per cortesia essendo un lavoro vecchio che non ho più ripreso per correzioni o altro, evitate critiche aspre e senza argomentazioni, è solo un esperimento su pressione della mia amica. I generi li ho indicati come appaiono per essere generica e non specifica nel caso qualcuno non ritenga la storia puntata verso quello specifico genere.

Chapter 1 - Conflitto

Vennero tutti spostati in maniera concitata in un enorme edificio posto alla periferia più profonda della città. Non erano stati ancora conteggiati, catalogati, registrati e settorializzati.
In file di due per volta sono indirizzati verso l'enorme porta in metallo che conduceva in uno spazio così ampio che non riuscirono a capire la vastità.
Sembrava diviso in tre aree, a destra dell'entrata vi era una suddivisione in due livelli, in basso come una sorta di cucinino con qualche sedia e tavoli sottili dal piano tondo distanziati tra loro da lasciare lo spazio centrale per un grosso quadrato metallico. Un divanetto color pelle, forse davvero di pelle, e vari oggetti che sembravano a un primo occhio elettrodomestici ma erano tutti color argento, forme minimal e di difficile interpretazione. Due scale per lato che partivano proprio davanti i tavolini portavano al livello superiore, che sembrava una zona di relax con divanetti e una sorta di scrivania  nella parte centrale,  e quasi addossati ai muri laterali quelle che sembravano scalinate sportive. Il piano superiore era recintato da una ringhiera argentata. Oltre la scrivania si vedeva una grande finestra quadrata da cui entrava parte della luce nell'edificio. Infatti vari quadrati per la zona più lunga permettevano una buona illuminazione anche se strane lampade erano poste sul soffitto e al livello di quello che era il piano superiore per migliorare la visibilità nelle zone più basse.
la zona centrale invece era uno spazio vuoto dove però vari uomini armati osservavano e smistavano i nuovi arrivati.
Li indirizzavano verso la zona a sinistra dell'entrata, che a prima vista sembrava più vasta. Anch'essa di due livelli, era divisa dalle altre zone da una sorta di parete di vetro lucido e trasparente che arrivava quasi fino al soffitto. Anche in questa zona vi erano due piani raggiungibili da delle scale dopo il muro trasparente.
Il piano di sotto sembrava simile a quello dall'altro lato ma si capiva che era più capiente, anche se più tavoli e sedie riempivano di molto lo spazio.
Era presente anche una zona con dei tavoli da biliardo e biliardino, altri oggetti non visibili subito avvicinandosi e gli stessi parallelepipedi argentati.
Il vetro permetteva di vedere il piano superiore, pieno di letti a castello a tre posti. Ed erano tanti.

"Qui da me cortesemente nome, cognome, data di nascita, collocazione lavorativa e se di fa parte di un nucleo familiare"

I primi cento che furono condotti all'interno dovettero fermarsi davanti uno degli uomini al centro dell'edificio, quello con una sorta di tablet grigio scuro. Ai suoi lati due uomini con altri tablet e quattro pesantemente armati.

"A cosa vi servono queste informazioni? Chi siete? Dovè la polizia?"

L'uomo che aveva chiesto le informazioni guardò malamente l'uomo che si lamentava. Osservò l'uomo alla sua sinistra e quello scosse la testa in maniera negativa. Quando si levarono altre lamentele accadde la stessa cosa, il primo uomo si voltò verso l'altro e questa volta invece di muovere la testa disse chiaramente all'altro di non dire niente.

"ha detto di non informare nessuno per adesso, verrà e parlerà a queste persone spiegando la situazione. Non deve accadere prima. L'accordo dice questo"

" Hai sentito" disse l'uomo con il tablet che voleva le informazioni "il nostro capo ha detto non subito, saprete tutto quando arriverà"

"E quando verrà questo individuo? Dovè il sindaco? Qualcuno della nostra polizia? Perchè ci avete fatto uscire a forza dai nostri quartieri dicendo che di nuovo sarebbe accaduta un'incursione?"

"Vi verrà spiegato tutto, il nostro capo vuole parlarvi di persona, pazientate! E per la vostra polizia, il vostro governo..."

"No, ha detto che lo faceva di persona. Stai dicendo troppo. Prendi solo i dati, non voglio vedere i suoi occhi taglienti e il suo silenzio punitivo perchè li abbiamo fatti impaurire di più"

L'uomo con il tablet al centro guardò di nuovo quello alla sua sinistra, torvo, sbuffò e disse qualcosa che i presenti capirono come "non ci tengo ad essere punito alla sua maniera e senza sapere quali diavolerie si inventerà per farci capire l'errore. Queste persone lottano contro quella gentaglia da anni, solo un paio di mesi fa altre cellule hanno fatto ir...."

"Konrad basta, questi sono ospiti, non membri nuovi dei ranghi. Anche se parli a Jason lo stai facendo davanti a loro. Vuoi che glielo dica? Devi solo registrarli e catalogarli. Se ci sono membri di famiglie divise devono essere riunite con l'altra sezione. Nient'altro"

L'uomo con il tablet, konrad,  sobbalzò e guardò verso il cucinino piccolo, seguito dagli altri presenti. Un uomo dai capelli castano chiaro raccolti indietro e un un'aria indecifrabile stava seduto a uno dei tavolini, quello più verso il muro di fronte agli ospiti. Non lo avevano visto quando erano entrati. 
Sbiancò, quasi atterrito e balbettò un "N-no, Jd. Inizio subito!" e iniziò a richiedere i dati alle persone di fronte a lui.

"perchè devo darvi i miei dati? Non so neanche chi siete. Mi rifiuto, state ottenendo con l'illecito elementi della mia privacy che..."

"No, non è così"

Si voltarono di nuovo tutti e Jd, l'uomo che aveva rimproverato bonariamente gli individui con i tablet si alzò con molta calma dal tavolino dove stava facendo qualcosa, lasciando anche una tazza di ceramica bianca.

"Risistemò la sedia, lasciando però la tazza dove si trovava, e guardando negli occhi l'uomo che si lamentava continuò a parlare.

"Non vorrei essere sfacciato ma vista la situazione, lamentarsi di infrangere la privacy è esagerato. Si è rischiata la guerra dei continenti per poco,  tramite i vostri apparecchi smartphone scaricate la qualsiasi senza badare a quali dati e quali parti private del vostro telefono spiino. O rubino o controllino. Persone che non avevano e hanno le basi per la vita in rete regalavano ogni tipo di informazione, dalle generiche alle più intime possibili e molte aziende private di vari continenti, esterni quindi alla giurisdizione del vostro governo e le sue leggi, hanno saputo tutto di voi. Letteralmente tutto. La guerra attuale è la conseguenza di molti errori commessi dalle persone per l'ebrezza della facilità, rispetto al passato con i pc ad esempio, di usare un apparecchio come mai prima. Dati medici, personali, privati o di vari settori che non dovevano essere diffusi sono invece finiti in mano ad aziende, soggetti non individuati e anche governi di altri continenti che hanno portato il vecchio tipo di spionaggio a livelli allucinanti. Gli oggetti che voi tutti tenete in mano, e che qui non funzionano perchè siamo schermati per ovvie ragioni, vi hanno reso chiari  come libri stampati a persone che non dovevano conoscere certe informazioni. Documenti personali e riservati di lavoro, certificati importanti o cartelle mediche e ogni altro dato importante è passato per le reti e in mano a molte persone. Persone che le hanno usate per gli attacchi ormai ben noti, almeno nel vostro Paese. Le cellule che hanno attaccato negli ultimi anni sapevano dove andare e cosa colpire per questo motivo. Non mi dilungo ma ogni persona che ha messo qualcosa in rete è vista negativamente. Vuoi per religione, per mire politiche, sociali, per le temute guerre dei continenti cercano di colpire persone o luoghi che possono destabilizzare un Paese o una cultura. Domani potevate essere voi stessi, con le vostre foto di sorrisi felici, di celebrazione di quella giornata particolare o altro ancora, possono scegliervi perchè vi trovano i bersagli idonei o perchè con altri che si taggano in un determinato luogo, elementi di un numero di nuovi sacrifici in nome di cosa credono o vogliono.  Avete visto la vostra città? Come molte altre porta i segni delle cellule per quello che vogliono dire e portare. Sarà il nostro Comandante a spiegarvi la situazione ma posso assicurarvi che lavoriamo al fianco del vostro Governo, avete visto i membri delle forze armate del vostro paese per le strade. Vero? Loro si assicuravano di controllare e vegliare sulle operazioni di svuotamento della città. Da mesi siete diventati uno dei porti franchi, come li chiamate, per le vostre forze armate sia di questo paese che di quelli che hanno un accordo di libera circolazione e addestramento dei vostri territori. Noi facciamo parte di qualcosa del genere ma siamo qui per aiuto. Resterete qui in attesa di registrarvi e tenervi insieme a famiglie e amici, mentre la vostra Polizia e sezioni armate vi sostituiranno nelle città. Una volta vi erano i bunker protettivi contro i nemici, ma eravate sempre dentro la città. Adesso nel pieno silenzio vi proteggiamo spostandovi in zone sicure. Questa è una di quelle, una delle prime Tappe. Una volta che vi sarete registrati e saremo sicuri che familiari e amici sono tutti insieme nello stesso posto, in quel caso vi sposteremo dove sono loro in maggioranza, riceveremo la visita del vostro Governo per terminare le operazioni di svuotamento. Non so quanto durerà finchè non tornerete nelle vostre case ma...  come ogni conflitto o guerra la colpa è sempre di regole non rispettate. Ma chiarirà meglio il nostro comandante, prima dobbiamo inviare al vostro Primo ministro i dati delle persone che sono al sicuro e confrontarli con le loro e portarvi via. Qui avrete quello di cui avete bisogno e ci sono edifici che contengono beni subito utilizzabili, quindi dopo che vi sarete registrati e avrete preso il vostro letto e i vostri spazi, potrete richiedere le cose di cui avete bisogno."

Rimasero tutti in attesa di ulteriori spiegazioni ma l'uomo restò ad osservare gli ospiti. Poi spostò lo sguardo verso Konrad e questi quasi scattò sull'attenti rigidi e chiede i dati. Alla fine, persuasi da quelle parole i primi cento acconsentirono e furono indirizzati verso le scale al piano dormitorio. Davanti la paratia di vetro vi era una grande porta anche questa trasparente con  intelaiatura in metallo, sorvegliata da due uomini, uno di quali aveva una strana macchinetta che erogava bigliettini stampati. L'uomo che si era lamentato ricevette prima un bigliettino appena stampato e subito dopo un braccialetto.

"Eccovi anche il braccialetto. Il chip al suo interno è registrato a voi come riportano i codici sul bigliettino. Include anche il numero branda e quali parti del mobilio vi appartengono per le vostre cose. Capirete che è una cosa momentanea e avrete l'indispensabile e necessario, ma è stato tutto calcolato in modo che possiate avere tutti i vostri oggetti con voi ben riposti. Se avete denaro o oggetti di valore in esubero abbiamo una zona di sicurezza ove riporle, con il vostro codice indicato sul bigliettino. Sarebbe meglio tenerlo sempre con sè e non perderlo, ma con il braccialetto possiamo comunque stamparne un altro. Per qualunque richiesta, dopo che tutti gli ospiti saranno registrati e nella zona Living, il personale addetto alla vostra zona abitativa e a voi dedicato verrà per aiutarvi e registrare le vostre richieste. Come vedete cè una zona cucina e ristoro, dove potete anche cucinare qualcosa voi, altrimenti riceverete le pietanze in programma per tutti gli ospiti, avvisateci però prima, e il necessario per passare i l tempo finchè il vostro Governo non comunicherà la vostra nuova tappa. Buona permanenza".

Gli ospiti iniziarono a scorrere uno dietro l'altro dopo aver finito la registrazione verso il dormitorio.

"Non cè privacy neanche per questo" disse un uomo guardando le tantissime cuccette senza divisori ne altro.

"E' assurdo, ci sono donne e bambini. Non possono fare uno stanzone pieno di gente senza dividere gli spazi".

"Lo faremo tranquilli. Come ho detto la nostra intenzione è quella di riunire famiglie e gruppi che si conoscono e che preferiscono restare vicini. Dopo che avremo registrato tutti faremo una sorta di censimento e divideremo con appositi divisori ogni zona per la vostra privacy. Abbiate solo pazienza".

Le persone ancora in piedi a guardare l'enorme fila di letti si voltò verso la voce, vedendo di nuovo l'uomo chiamato Jd.

Uno degli uomini ringraziò con un cenno del capo e portò alcune persone, forse la sua famiglia, verso una zona del dormitorio. Quando si furono appartati una delle donne con cui gli chiese se gli credeva.

"Non lo so, anche a guardarli non è cè da fidarsi. Non hanno neanche detto chi sono e hanno parlato di un accordo di qualche tipo"

"Per non parlare del fatto che diceva sempre il vostro governo, come se non fosse uno dei nostri" disse un uomo che passava e sceglieva un letto in basso vicino a loro.

"Quindi non lo è"

Rimasero a fissare accigliati Jd che tornava verso le scale, mentre controllava le persone che entravano.  Era di altezza media, non molto alto rispetto a loro, paragonato a loro che erano sul metro e settantacinque circa. Quindi doveva essere poco più basso visto gli scarponi che portava. Si vedeva che era abituato ad allenarsi ma non era minimamente come gli altri, molto pià muscolosi e grossi. Portava indumenti  leggeri a prima vista, pantaloni larghi di gamba verde militare abbinati ad una maglietta con le maniche e un pò di collo beige o un colore simile, non ne capivano di colori e due cinture di pelle.  Una ai pantaloni e una per varie armi ai fianchi e dietro la schiena.

Quando tutti gli ospiti entrarono iniziò un ol di confusione per l'entrata di varie persone. Tutti dello stesso gruppo videro, dagli abiti e atteggiamenti.
L'uomo chiamato Jd vide entrare e andare nell'altra zona dell'edificio alcuni uomini di diverse stazze finchè non salutò e si appartò al centro, dopo aver fatto portare un tavolo e delle sedie, con altre tre persone. Sembravano amici ed erano di aspetto totalmente diverso dall'altro. Un uomo enorme, davvero grosso e molto alto torreggiava su quel gruppetto e stava con le braccia incrociate a guardare. Jd parlò con un pò con un altro uomo, magro e più alto di lui, dal naso pronunciato e adunco e lo sguardo arrabbiato. L'altro era a metà tra Jd e quello più grosso, si vedeva che faceva molta palestra e pareva parecchio allegro e faceva da spalla a quello secco e accigliato.

"non sono vestiti tutti allo stesso modo. Se noti quel tizio sta con altri e sono vestiti uguali. Quelli là sono tutti in nero. E quelli che portano roba dentro hanno altri colori. Vuol dir qualcosa?" chiese l'uomo dalla sua cuccetta in basso a quello con la famiglia.

"Non saprei ma sembrano tutti dello stesso gruppo. Ha un significato? Quello che mi fa incazzare è che i cellulari non prendono qui. Nessuno. ' assurdo, voglio contattare qualcuno  ma non posso"

"Hanno detto che hanno qualcosa per bloccare il segnale. Per ora non sono tranquillo ma cerco di apparire tale e vedere che succede. La cosa però che ho trovato strano è che sembrano militari ma si comportano in modo diverso. Hai visto come si muovono e interagiscono tra loro? E con noi? Di solito quando vedi militari sembra sempre che lo siano fin nelle ossa anche a riposo. Ma non questi."

"Non capisco cosa vuoi dire. Non vedo niente di strano"

"Osserva bene. A me non sembrano militari, vediamo tra un pò se colgo le stesse cose"

"A me non sembrano diversi dai normali militari. Io voglio solo andarmene da qui, non starli a vedere"

"Invece dovresti osservarli bene e capire chi sono e cosa vogliono da cosa fanno e dicono"

"Perchè. Lo ripeto, non vedo niente di strano. E comunque tu chi sei per dire di capire queste cose?" avvicinandosi all'uomo disteso nel letto in basso mentre la sua famiglia restava in piedi ad ascoltare la conversazione, come le altre persone che prendevano posto vicino ai letti loro assegnati. Cèra chi sedeva solamente sul letto e guardava fisso davanti, chi era seduto ma ascoltava, chi stipava le cose che aveva portato dietro nel comodino vicino, nel cassetto a lui assegnato o nei piccoli armadi a fianco dei comodini, che facevano anche da distanziatori tra i letti.

"Io sono Joseph, ex militare. Ecco perchè lo so."

"Buon per te Joseph, io ho fatto il militare molti anni fa ma non riesco a capire cosa vuoi dire"

"Te lo spiegherò. Fammi vedere come va a finire la cosa"

Non vi fu risposta però perchè, mentre molti uomini erano affaccendati a portare casse e altre cose, sono arrivati degli uomini in pantaloni neri e camicie bianche trafilati, annunciando ai vari gruppi che lavoravano al centro qualcosa, agitandoli.

"Inoltre hai notato che attualmente non ci sono donne?"

L'uomo con la famiglia si voltò di nuovo verso Joseph sorpreso per poi osservare lui stesso.

"Vero, niente donne"

"Per me è strano..."

Poi videro Jd alzarsi e parlare con gli uomini in bianco e nero, mentre gli altri erano agitati e lavoravano di corsa per terminare presto cosa stavano facendo.
nella zona cucinino dall'altro lato vedevano alcuni uomini prendere qualcosa da quello che sembrava un frigo, cucinare in un microonde o scaldare da una fiamma qualcosa su quella che sembrava una mini cucina. Anche questi smisero di affaccendarsi vedendo l'agitazione intorno e si fermarono.

"Il comandante è arrivato. Terminate in fretta o lasciate tutto. Karl per favore tu continua a montare i pannelli e i computer, ci serviranno. Preparatevi tutti."

Gli ospiti videro dalla zona rialzata del dormitorio Jd e il suo gruppo avvicinarsi al centro e fermarsi, mentre gli altri brulicavano di lavoro. Poi di aprirono le due porte di nuovo, entrarono un gruppo compatto di persone che ridevano e parlavano e poco dopo un uomo parecchio grosso e serio, vestito in rosso sopra e kaki sotto, pesanti scarponi e con varie armi  come gli uomini sopra. Era alto, più degli altri, parecchio robusto e dal passo leggero e continuò a camminare anche quando il gruppetto davanti a lui, che era chiaro parlava con quell'uomo dietro di loro, si erano fermati in due ali.

"Hai visto?" Chiede Joseph all'uomo "Da come cammina sembra incedere con forza, pesantezza, ma se fai caso poco dopo che quegli uomini si sono fermati non si sentono i suoi passi. E' silenzioso, eppure vedi come è muscoloso. Interessante"


"..."

L'uomo con la famiglia continuò a fissare i nuovi arrivati, finchè non fece una smorfia.

"QUindi quello è il comandante? E' giovane e sembra il classico palestrato dalla pistola facile. Non mi piace"

"Non mi sembra dalla pistola facile" disse Joseph ridacchiando "interessante anche questo"

L'uomo che stavano osservando arrivo da Jd, si diedero caldamente delle pacche l'un l'altro e parlava e sorrideva con calore agli altri vicino Jd, per poi voltarsi verso quelli che erano venuti con lui. Questi esultarono, si abbracciarono e parlarono con il comandante facendo anche ridere lui e Jd. L'atmosfera era molto tranquilla e amichevole di quell o che sembrava prima.

"Non capisco, perchè ora ridono e scherzano?" chiese l'uomo con la famiglia

"E' parlate tanto e non ascoltate, se fate silenzio lo capite"

"Margherite, chiedi scusa per quel tono accusatorio"

"Ma mamma... " la bambina si voltò indietro verso una delle cuccette dove cèra una donna seria in viso che la guardava con rimprovero.

"non si preoccupi signora, ha ragione. Invece di parlare dovevo prestare attenzione, non la sgridi a causa mia"

"Visto mamma? Avevo ragione"

"Marghi!" proruppe la donna indignata, poi rivolta all'uomo con la famiglia "la scusi, agisce sempre d'impulso"

"Nulla, nulla" disse l'uomo alzando una mano per calmare la situazione, per poi riportare lo sguardo verso il centro dell'edificio.

"Sembra che ora parlino di cose serie. E guardano verso le porte. E di nuovo, sono militari in missione?"

L'uomo si voltò verso Joseph serio in volto per poi tornare attento verso glo uomini sotto di loro, che si erano voltati verso le porte, questa volta seri in viso, imitati da tutti gli altri là dentro, rigidi e composti.

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Capitolo 2
*** 2 ***


chapter 2 Capitolo 2

Ricordo che è un vecchio progetto e mi hanno consigliato di postarlo. Non è stato rivisto o modificato.

***********************

Rimasero tutti a osservare l'entrata e delle ombre in avvicinamento, finchè tre persone non apparirono, fianco a fianco, parlando e discutendo su un tablet. Al centro vi era una donna, gli altri due uomini le stavano spiegando qualcosa, che arrivava a  sprazzi per il leggero vociare degli ospiti.

"Fate silenzio per favore" urlò l'uomo con la famiglia.

Tutti fecero silenzio pian piano, accorgendosi che tutti gli uomini al di sotto li stavano osservando attirati dallo scompiglio.

La ragazza si voltò verso di loro mentre gli altri due ancora parlavano con il tablet in mano e le stavano al passo.
Quello chiamato Jd urlò di salutare il Comandante e per primo fece il saluto che non era quello che conosceva, seguito dagli altri. Faccia a faccia, la ragazza chiese lo stato della sistemazione mentre firmava sul tablet con un pennino digitale, ridandolo ai due uomini dietro di lei.

Dopo qualche secondo di silenzio Jd le rispose qualcosa, non comprensibile perchè sembrava un'altra lingua e lei continuò brevemente la discussione in quel modo.

"Seriamente? Comandante quella ragazza? ma non dovrebbero essere militari di una certa esperienza e anni di comando?"

Joseph spostò gli occhi verso l'uomo con la famiglia, che non si era mai degnato di presentarsi, e sorrise sfacciatamente.

"Cosa avevo detto fino a poco fa? Questi mi sembrano tutto fuorchè militari. Il loro comportamento non ha due livelli"

"Che intendi dire?" voltandosi di scatto quasi urlando.

"fa silenzio, così come noi sentiamo loro se parlano abbastanza forte, anche loro possono farlo con noi. I militari di solito hanno uno e un solo modo di porsi. Da militare. Anni di addestramento, regole ferree, comportamenti che devono adattorare e il sapere sempre che ci sono delle posizioni da considerare e rispettare... cerco di rendertela chiara ovviamente... bhè, per farla breve solitamente ci sono quelli che restano militari fino al midollo e lo sono anche nel privato, ci sono quelli che riescono a tornare  loro stessi fuori dall'ambiente militare e quelli che proprio non riescono ad apparire almeno dei militari. Ecco cosa intendevo. Sono stati ben coordinati nel saluto, davvero bravi, ma se vedi attentamente anche la discussione tra quella ragazzo e quel tipo chiamato Jd, è parecchio informale. Quindi le cose sono due, o quei due sono molto, molto amici e non è un mistero per come si atteggiano tra loro davanti agli uomini, oppure non seguono o non sono capaci di seguire regole militari. Ecco spiegato nel modo più semplice possibile cosa intendevo" sistemandosi sul letto con le mani intrecciate dietro la testa, come a suo agio.

Non vi fu risposta ma tornarono a guardare di sotto. La donna si voltò verso di loro mentre tornarono tutti e occuparsi delle loro faccende. Solo Jd e chi stava con lui restarono dove si trovavano.

La donna si avvicinò e scorreva lo sguardo sui due livelli, sulle persone che occupavano sia la zona dormitorio che la living. L'uomo con la famiglia la osservò bene, incerto.  Poteva avere dai venti a trent'anni, anche se pareva comunque giovane si comportava come fosse più matura. E vestiva in maniera strana per lui, impedendogli di capire oltre. Aveva pelle molto chiara, occhi grandi ed espressivi verdi, capelli castano chiaro corti un tagli oad angolo che sfioravano la guancia destra, gli altri corti, lisci. La cosa che colpiva subito di lei erano proprio gli occhi che sembravano osservare tutto e tutti, soffermandosi varie volte su varie cose. Quando si voltava colpiva il naso all'insù, la cui punta rialzava il naso ad arco dando un senso armonico e diverso al viso di fronte, ovale. Di fronte colpivano gli occhi mettendo in secondo piano il naso mediamente grande, non piccolino, e la bocca dalla forma che gli sembrava a cuore. Come muovesse le labbra, e lo faceva molto mentre osservava e sembrava riflettere, restava sempre in primo piano il centro con il labbro inferiore più gande del superiore. Sembrava quasi un cuore, più visibile se imbriciata. E di nuovo si trovò gli occhi di lei su di sè, indagatori e gli mettevano inquetudine. Erano grandi senza rovinare l'insieme e profondi, sembrava che restassero a fissare un'eternità qualcosa e l'unica opinione che si fece era che non davano modi di capire cosa pensasse, ma facevano notare molto bene il suo umore, come le sopracciglia  non sottili e ben tenute, ch si muovevano molto con l'espressione che assumeva. E poi qualcosa lo colpì.
Quando rifletteva invece si capiva, socchiudeva di poco gli occhi se qualcosa la faceva riflettere e allora assumevano un aspetto più a mandorla enfatizzando il taglio superiore dell'occhio con le ciglia, e la testa la inclinava in due modi diversi. Di alcuni gradi di lato se osservava le cose, non sapendo se con curiosità o altro, ma quando rifletteva voltava il volto, non tutta la testa mostrando principalmetne un lato del viso, come quando anni addietro gli spiegavano come mettersi per le fototessere. Poi ricordò, era il busto ad esser e leggermente girato ma lei lo faceva con il viso. Anzi, ora che lo rivedeva notava che voltava il viso alnzando leggermente il mento, così che l'effetto fosse di notare prima l'occhio e la mascella. Poi si voltò indietro e vide che inclinava di nuovo la testa, questa volta, osservando la gente che lavorava.

Alla fine tornò con gli occhi verso gli ospiti e iniziò a parlare. Senza accenti particolari e in maniera chiara.

"Buongiorno, signori. Intanto mi presento, sono il Comandante Kianta e sono io che gestisco il processo di prelevamento e messa in sicurezza di questo settore. Ossia di questa città, ma molti nostri gruppi stanno svolgendo la medesima cosa nelle città vicine più piccole. Voi siete stati indirizzati qui, il nucleo principale dell'operazione. E per essere chiari, siamo stati incaricati dal vostro governo di procedere con lo svuotamento delle città in sua vece, avendo certe... specializzazioni che ci permettono di operare per loro. Le sue truppe invece sono occupate a riempire le strade e controllare zone ed edifici per scovare eventuali cellule nascoste e non giunte qui. Oltre che controllare che evenuali sciacalli possano cogliere l'occasione per entrare nelle vostre case. Il governo ha bisogno di voi, vuole proteggere voi ma anche le vostre cose. Dico questo perchè sia chiaro che la città non sarà incustodita. Vi verrà dato l'avviso ufficiale per voi dal Primo ministro che indica tra le varie cose anche questo elemento. Se vi saranno intrusioni ed eventuali furti, è chiaramente indicato che se ne prenderanno la responsabiltà dopo analisi e considerazioni della situazione. E avrete il loro aiuto in caso di perdite. Questo perchè oltre che cercare di salvare voi, hanno intenzione di proteggere le vostre proprietà, che sia beni materiali e di risparmio, per il vostro ritorno ma anche per le tasse. Ma troverete tutte le informazioni nel bollettino."

Mentre parlava faceva un piccolo tratto in circolo, prima con le mani tenute strette dietro la schiena, poi muovendloe per enfatizzare il discorso. Dritta di schiena ma elastica, sembrava non fosse la prima volta che faceva un discorso a qualcuno. E mentre faceva quella piccola passeggiata tornando indietro e rifacendo il percorso, intervallato da momenti in cui si fermava per guardare verso gli ospiti, passava accanto a Jd, mostrando come fosse più bassa di lui. Una spanna buona sembrava, ma il tipo di calze che portava rendevano impossibile  capire l'altezza esatta.
Portava infatti degli stivali alti a metà coscia di pelle scura, dalle suole si vedeva che erano usati e non nuovi ma la pelle che cirondava le gambe non sembrava consunta o rovinata, ma tenuta bene. Il piccolo tacco quadrato, forse cinque centimentri, impediva di capire l'altezza esatta. I pantaloni erano verde oliva con tasche dietro e trattenevano una camicia nera,  un piccolo colletto e maniche strette fino a quasi il gomito da laccetti e poi   un taglio ampio fino alla spalla. Sopra questa, un corpetto in pelle senza spalle che si fermava sopra il seno, decorato in vari modi e stretto da lacci a un fianco. Una strana cintura a due strisce teneva sia i pantaloni che alcune armi, diversamente dagli altri che avevano una cintura per i pantaloni e un'altra per le armi. Teneva nella mano sinistra, nell'anulare un anello color argento ma non si vedeva altro e non portava altri gioielli all'infuori di una collana argentata con una strana perla quanto mezzo dito, tutta bitorzoluta, che splendeva con le lampade.
Che abiti strani, pensò.

"Restere qui con noi il tempo di ricevere dal Governo l'autorizzazione a condurvi al sicuro nel luogo che vi hanno predisposto, quindi abbiate pazienza perchè è solo temporaneo. Alcuni uomini passeranno in determinati momenti della giornata per sapere se avete bisogno di qualcosa, se volete che siano i nostri cuochi a prepararvi i pasti o volete farlo voi. A tal proposito come avrete visto avete elettrodomestici a vostra disposizione in qualunque momento, e cibi disponibili e riforniti nei due controlli al giorno. Questo per venire incontro alle vostre esigenze e voglie durante la giornata. I bagni sono nella parte posteriore, per ogni piano e divisi già in donne e uomini e sono sufficienti per un utilizzo igienico. Vi è una zona per giochi, sia vecchio stampo che videogiochi, alcuni cabinati e computer saranno portati tra poco, ma non vi sarà collegamento internet ne telefono. Se cercate qualcuno che conoscete, chiedete all'uomo con un Compilatore e vi saprà dire se è registrato e dove si trova, e nel caso provvedere a spostare qualcuno per farvi stare insieme. Prima che lo chiediate, internet e telefono sono  schermati, almeno per voi ospiti, questo perchè è proprio a causa di questo che la situazione è peggiorata, e in alcuni casi, precipitata. Essendo una sistemazione temporanea e l'attesa è esclusivamente per ricevere l'autorizzazione del vostro Primo Ministro per condurvi in una zona sicura, vi prego di comprendere e aspettare. Per qualunque cosa, come già vi sarà stato detto, vi sono dei gruppi atti a occuparsi di voi ed essere a vostra disposizione.
Per ultimo, la zona che vedete di fronte a voi" voltandosi dall'altra parte dell'edificio "è predisposta per i Sorveglianti e Gestori, ossia chi tramite i compilatori può rispondere alle vostre domande, se in loro facoltà, e provvedere ai vostri bisogno ove possibile. I sorveglianti invece sono le squadre di controllo e protezione, non vanno disturbate e passeranno il tempo nell'altra zona, appunto. Se ve lo state chiedendo, vi sono altri edifici, solamente destinati a noi e uno per la zona docce, raggungibile da quella porta" indicando nel piano inferiore una porta opposta a quella di ingresso ma sempre all'interno del perimetro dei vetri. 
"Spero di aver chiarito le linee principali per questa temporanea situazione. Se vi sono domande sono a disposizione, altrimenti i Gestori resteranno fino al cambio disponibili qui. Ultima cosa, per parlare con qualcuno, potrete farlo attivando l'interfono vicino la porta, che sarà sempre chiusa per sicurezza ma aprta e utlizzata principalmente per i Gestori e le squadre di pulizia e ricambio beni. Se volete parlare con qualcuno premete l'interfono che avviserà un gestore che sar a vostra disposizione. Come vedete la parete, che è un vetro particolare anti proiettile e ingrangibile,  non è montata tutta fino al soffitto e non abbiamo deciso di isolare acusticamente la vostra zona perchè no nsiete reclusi ne carcerati. Ma vi prego di non urlare o avviare discussioni a voce troppo alta perchè, come voi sentite noi anche con la porta chiusa, noi da qui sentiremo voi. L'aria è gestita da ventole e regolata da un apparato che gestisce un valore di umidità e temperatura adeguati. Se volete uscire fuori per una boccata d'aria, oggi non sarà possibile ma provvederemo domani per una zona sicura per voi all'aperto. Sarà solo per poco tempo al giorno, dobbiamo proteggervi, ma sarà nostra cura cercare di allievare le vostre pene per la situazione al meglio. Secondo le nostre possibilità. Ci sono domande particolari?"

Un silenzio profondo riempì l'edificio, il comandante Kianta passò con gli occhi in rassegna i volti uno  a uno finchè non non fece un cenno di comprensione.
"Molte bene, se vi vengon o domande o richieste, vi ricordo di nuovo dei Gestori. Sono il gruppo con gli abiti blu scuro e bianco, non potete sbagliare. Il gruppo di igiene e controllo dei beni sono in rosso e bianco. Questi sono i gruppi che sono a vostra disposizione. Tornerò più tardi per parlare ancora con voi, ma per ora volevo solamente darvi il benvenuto e spiegarvi che siete al sicuro e sotto le direttive governative. A dopo".

Con un cenno del capo salutò e si voltò, osservandosi intorno.

"Kianta" disse Jd "non sono ancora stati portati tutti i suppellettili di base, ma entro un'ora sarà tutto pronto. Armiamo adesso il primo gruppo di sorveglianza?"

"Vuoi cambiare adesso le attrezzature?" osservando due degli uomini armati fermi rigidi vicino la porta di vetro.

"preferirei di si, sono le nuove che Jessamine ha prodotto. Quelle che abbiamo per ora secondo me vanno controllate e aggiornate"

"Conviene davvero armare con queste adesso, con un solo test di prova?"

"Sei stata tu a decidere che fosse la loro squadra a testarle" sorridendo divertito.

"Lo ricordo bene, intendevo equipaggiarle adesso con i pattern satellitari"

"Non abbiamo ancora montato del tutto la Consolle ma sono arrivati i Crell. Se hai bisogno di attivarli puoi farlo dal tuo ufficio, la porta  sotto la prima scala" indicando verso la prima rampa di scale della zona dei Sorveglianti, una porticina anonima."

"QUindi l'ufficio è pronto? Bene, li attiverò da lì. Procedete con le consolle, là sopra " indicando il piano rialzato con le gradinate

"Vuoi davvero lì? Avevo dato indicazioni per qui dietro, di fornte le porte lasciando quella zona per..."

"Ho capito, ma secondo me è meglio lì, cè già la scrivania e direi che gli schermi vadano meglio lì sopra, così che siano visibili sia da sopra che da qui. Ora fatemi vedere le casse" andando verso una serie di casse dietro Jd, facendolo sorridere per come aveva posto fine alla discussione.

La vide parlare con uno degli uomini accanto ad esse, farsi aprire una di quelle in alto e controllare il contenuto. Lei prese l'arma, una grande
6p62 di ultima generazione, totalmente automatico e collegabile in via satellitare per funzioni aggiuntive, anche tramite cavi assiali. Scelti perchè rietnuti antiquati e quindi ormai poco utilizzati, ottimi per sistemi non subito hackerabili. Una delle decisioni del loro Leader.
Kianta sistemò l'arma prima sulla spalla attivando il pannello a cristalli liquidi, poi sull'anca , controllando sempre le informazioni sul display.
Jd chiuse gli occhi e fece un sospiro sonoro.


Un anno e quasi nove mesi prima , municipio.

Arrivarono con l'AirOl vicino la spiaggia, con mare mutevole a causa del vento. Non pioveva ma il cielo era plumbeo, nonostate fosse Aprile inoltrato e in quella zona le temperature erano sempre più alte del normale.
Uno dopo l'altro corsero in fila aspettando il leader e le istruzioni. Jd, con Lubo, il gigante del gruppo, il sempre critico Alaric e Brayden controllavano, essendo tenenti, la squadra.
Il leader scese dall'ereomobile e si fermò a controllare il tempo, sotto gli occhi di Jd. I suoi lineamenti slavi, o almeno le sue origini come diceva lui, trasparivano quando era meditabondo e accentuavano i tratti sottili e acuti del viso. Anche se definirlo era difficile, nonostante lo conoscesse da anni e sapesse il minimo che l'uomo aveva rivelato. Di origine diceva, aveva preso i tratti della madre più che del padre, anche se le labbra sottili sembravano non molto adatte per quei tratti affilati di profilo che sembravano divergere dall'aspetto del viso, che pareva più ampio. Era una cosa che Jd non aveva mai capito, quella della genetica. Come poteva un viso di una certa grandezza di fronte, presentare tratti come ravvicinati al centro. Detta così, si disse, dipingeva un mostro ma non era quello il caso. Se lui stesso aveva tutto proporzionato anche se non si vedeva come un 'bell'uomo ma nella media, i tratti del Leader sembravano differire se visto di lati diversi. Sembrava aduto e serissimo di profilo per i tagli affilati di naso, occhi e bocca, ma di fronte sembrava diverso. Le prime volte che lo aveva visto lo aveva confuso per un russo o un americano classico, o almeno i vecchi corrispettivi delle nazioni dei Continenti. I capelli biondo cenere naturali erano tenuti tretti in una coda bassa, molto diverso da anni prima che li teneva più corti, fino a metà orecchie. Adesso li curava un pò ma a volte le ciocche frontali sgusciavano dalla legatura e e gli ricadevano ai lati delle tempie, come in quel momento, dando un altro aspetto al suo viso. Per molti stava meglio così che tutti raccolti.  La zona delle sopracciglia pareva più sporgente  e rendevano gli occhi grigio scuro come più profondi rispetto al resto del viso. Per Jd però a rompere il tutto era la bocca, davvero troppo sottile per quel viso, perfino la smascella per niente affilata risaltava, dando a tutto il viso come una prospettiva di linee dal centro che in realtà non cèrano.  Come diceva sempre, il leader era un soggetto difficilmente catalogabile. Era come un puzzle di fattezze diverse ma armonioso allo stesso tempo, un pò come il naso di Cleopatra. Anche se da ragazzino lo aveva visto il profilo dalle foto delle monete e non gli sembrava una donna così magnifica da catturare l'attenzione della gente. Ma poi gli tornò in mente una cosa, anche se gli uomini la trovavano bella, Cleopatra splendeva per il carattere e le sue qualità intellettive. Stesso cosa per il leader.

Il suo pensiero fu rotto dall'arrivo del Leader davanti la fila di uomini pronti. Diede le indicazioni riepilogative della situazione e mostrò il suo phonvlet, collegato alle telecamere degli elmetti della primaguardia, che dovevano aprire la pista di avvicinamento.  L'avanguardia ruppe le righe dopo il saluto e iniziò ad avviarsi con cautela. La zona era sicura, il municipio distava circa 250 metri e giungere dinnanzi con un mezzo era più rischioso. la polizia li avrebbe fatti passare senza problemi, il perimetri di un kilometro era stato reso zona rossa.  La cellula aveva già fatto saltare un lato dell'edificio con il plastico, facendo cadere già una porzione del prrmo piano, più le colonne che ornavano la facciata e l'interno. Un'opera antica ancora in piedi.

"Jd e Alaric, portate i vostri gruppi in posizione e procedete per le entrate che abbiamo deciso. Ci hanno chiesto di prenderne qualcuno vivo dei soggetti ricercati e nel caso andarcene con loro, senza fare altro."

"Phw, dovremmo fare piazza pulita e ci dicono solo di prendere due capocce e scappare come conigli. Spero almeno che ci paghino bene!" Esclamò snervato Alaric, mostrando indignazione perfino con il naso, che si dilatava a ogni parola peggiorando la vista adunca e un pò grossa, mentre gli occhi piccoli lampeggiavano irati. Con l'umidità i capelli grossi e crespi lo facevano sembrare Einstein. Quei capelli non avevano forma come diceva, pensò Jd. Lo facevano sembrare più vecchio ma lui non voleva tagliarli più corti, "sembro un idiota" diceva. E il naso non aiutava, visto anche il mento quasi inesistente.

"E' tutto ok" disse con calma il leader "ci hanno chiesto questo, mi hanno assicurato che le forze di polizia hanno l'ordine di lasciarci passare e agire solo quando avranno il segnale, ossia quando saremo di ritorno AirOl. Semplice."

"Se lo dici tu..." poco convinto, Alaric si portò l'arma più vicina e strinse i denti.

"Ne riparleremo allo Chateau. Ora andate", portandosi una sigaretta alle labbra senza ancora accenderla.
Se Jd non avesse saputo che non era una normale sigaretta ma qualcosa creata dal Dottor David, avrebbe avuto da ridire. Per il loro lavoro erano un cancro ai polmoni già dall'inizio, ma non era questo il caso. Sapeva solo che non erano nocive come quelle comuni o quelle elettriche vaporizzanti. Ritenute dannose da anni per le composizioni liquide troppo simili a quelle classiche. Ma quelle erano diverse, doveva chiedere in seguito informazioni, si disse. Sapeva che molti uomini ancora fumavano le classiche o quelle vapo e a volte si notava dalla voce o respiro troppo profondo dopo l'addestramento mensile, invece di eliminarle le usavano per scaricare i nervi.

"Quali nervi, poi...?" si chiese guardando di sfuggita le file vicino a lui. Una volta fumava, poi aveva smesso dopo un ricovero in ospedale allo Chateau perchè lo faceva stare peggio. E ne era contento adesso, anche ancora adesso dopo tanto tempo, l'istinto di rigirarsi una sigaretta immaginaria gli era rimasto e se ne accorgeva solo perchè gli altri lo fissavano ridendo. E il pensiero di quali nervi facessero, proprio loro, non lo capiva.

"Andate... "

All'ordine del Leader scattarono tutti in formazione, ogni gruppo si preparò e si avviò da direzioni diverse. Jd come il resto del gruppo originario era a capo e condusse gli uomini per i metri mancanti fin all'esterno del municipio che era situato vicino a un piccolo parco verde di fronte  e una piazza usata perlopiù per arrivo e partenza dei mezzi pubblici elettrici a lato. Una volta si chiamavano autobus, si disse, ed erano un arancione orribile. Adesso erano automatizzati e di due categorie. Uno elettrico senza pilota che seguiva una linea a terra elettrica a vernice e su quella si muoveva, era usato per le prenotazioni dei cittadini dalle loro case o altri posti, mentre quelli pubblici in generale erano monitorati e gudati da varie telecamere da personale umano, ma aveva funzioni ripetitive indipendentemente se cèrano persone o meno. NOn vide la vernice da nessuna parte che attivava il mezzo, quindi non passavano da lì quelli, che sono a volte confusi con i vecchi taxi.

Intravide la polizia all'esterno disposta distante dal cerchio che avevano fatto sulla zona. C'erano urla e sporadici spari, ma il tutto avveniva all'interno.

"J, qui A. Quella breccia che hanno creato è pulita, stiamo entrando. Anche L è entrato, dalle finestre a ovest, tanto erano già devastate. Mancate voi, senza di voi non possiamo fare rastrellamento. Procedi e indica la posizione".

"Si, qui J. Ci stiamo avvicinando all'entrata, nessuno."

Jd si voltò verso i due uomini con lui. Pensava fossero troppo pochi ma a lui era destinata la missione principale, recuperare i due soggetti mentre gli altri erano di copertura e fare pulizia in caso di problemi".

"Andiamo, Dame con me. Pip tu vai da retroguardia. Dieci passi. Gairdaci le spalle."

Pip restò fermo dopo aver dato l'ok, Dame seguì Jd fino all'entrata principale.

" J la polizia qui non fa niente ma ci tengono d'occhio. Sicuro che non faranno niente vedendoci entrare?"

"Confida nel leader, gli dissi" e dal silenzio sapeva che era così. Tutti si fidavano del Leader.

Jd e Dame entrarono nell'atro, un quadrato ampio con delle colonne a dividere l'ambiente. Alla sua sinistra una parte era crollata, la zona dove avevano aperto una breccia e vide sulla scala di marmo più avanti, alla balaustra del piano superiore uno dei gruppi che li guardava e facevano segnalazione. Procedevano.

"Dame, proseguiamo di sotto. Loro sono di sopra, se trovano anche uno dei due ci avvisano, noi cerchiamo sotto."  poi attivando il collegamento chiamò il Leader.

"Qui J, posso sapere se ci sono informazioni sulla posizione dei soggetti?"

"Qui Alpha, negativo. Sappiamo che hanno preso l'edificio e parte del personale per accedere a delle informazioni, non sappiamo ancora quali ne dove si trovano. E' certo però ci sono due uffici importanti per loro, anagrafe e  uno sezione catastale. Un impiegato ha fatto una telefonata cercando di nascondersi, dicendo che volevano informazioni da questi uffici ma poi la comunicazione è stata troncata. Niente altro. So per certo però mi è stato segnalata l'ubicazione degli uffici. Uffici catastali al pianterreno, hanno una stanza adibita alla catalogazione e conservazioni delle visure catastali e mappe per i beni architettonici. Ufficio anagrafe e di stato civile, primo piano, terza porta zona ovest.  Indicami la posizione":

"Atrio, seconda colonna verso destra, stavamo controllando dopo la prima squadra il pianterreno. Richiedo ordini".

"procedi, A ha riferito di controllare con l'altra squadra il primo piano, dove partono ancora sparatorie. Riferisce di aver steso tre soggetti nel corridoio. Raggiungi l'ufficio catasti"

"Ricevuto" Poi di voltò verso Dame "Proseguiamo agli uffici qui sotto. Loro si occupano di quello sopra. Pip cambio di programma. Tu resta qui, noi controlliamopiù avanti. Sii la boa per noi" mentre quello acconsetiva.

"Ok, ma quanto è grande questo posto?" chiese Dame.

"So è che è alto più di tre metri d'altezza a piano, anche a causa degli alti soffitti, come vedi" alzando gli occhi verso il soffitto a vela suddiviso dalle colonne "e comunque non so la dimenzione esatta. Ma l'hai vista da fuori, fattene un'idea"

"Va bene... qui però è parecchio silenzioso a parte i ragazzi sopra. Perchè?"

Jd si fermò ad un angolo, guardò brevemente il compagno e poi usò lo spiecchietto per osservare il corridorio. largo una persona e mezza, contava tre porte da un lato, il sinistro, quattro a destra e una alla fine di fronte. Un'ombra passò da una delle porte, fugace ma cèra.

"Prendi il termoscanner, cè qualcuno".

"Prenderà con queste mura così antiche e spesse?" estrando l'oggetto, un quadrato poco meno grande di uno smartphone con una bacchetta allungabile dietro.

"Certo, dovrebbe"

Ne era sicuro, allo Chateau funzionava. NOn doveva essere diverso dal tipo di costruzione dove si trovava, pensò.

Dame lo puntò e iniziò a osservare la situazione.

"Ci sono delle figure, vedo che un paio stanno quasi volando..." rise leggermente "deve esserci una scala, corrono veloci.

"Sanno che siamo qui..." poggiò un dito all'orecchio "Qui J, Alpha mi confermi che cè una seconda scala nella zona posteriore dell'ediificio?"

"Alpha, confermo, meno grande ed elaborata di quella dell'atrio, di servizio, porta ai piani superiori. Avviso anche che le stanze posteriori presentano collegamenti tra loro, oltre le porte verso il corridoio."

"Ricevuto" poi si voltò verso il compagno "scala più piccola, stanze comunicanti alla fine,n on cè solo il corridoio"

Un urla e delle imprecazioni si levarono dal fondo.

"non veniva da su. Cè qualcuno" disse Dame.

"Procediamo" incitò Jd.

Avanzarono, le prime due stanze avevano dei cecchini di vedetta, che fecero fuori una con un gas stordente e una con un colpo secco in testa.

"bel colpo, sei sempre il migliore cecchino, amico" rise Dame mentre avanzava cauto verso le altre porte "Quello l'ho sistemato con il gas, non abbiamo neanche bisogno di chiudere la porta"

Jd si voltò di nuovo verso l'altro. Avevano una divisa che sembrava pelle ma era un materiale che Brayden chiamava solo "strafigo" senza mai ricordare il nome. Guanti speciali e caschi li proteggevano sia per gas e varie sostante che per restare nascosti. Il casco sembrava un tipo di maschera a gas totale con vetri allungati  e senza filtro esterno. Erano interni come l'apparecchiatura di comunicazione. La zona dell'orecchio presentava una attivazione a pressione come aveva fatto, dove sceglieva il canale. Sorrise anche lui al ricordo che Brayden la prima volta che ebbero quel nuovo casco correva per il dormitorio con quello indosso e la nuova divisa urlando che gli alieni erano tra loro. E anche la punizione del Leader, prendere in consegna la sera gli stivali di tutti e dargli una ripulita. Ancora ricordava le lamentele dell'amico per la puzza e l'aver finito all'alba. Non erano affatto pochi eppure era riuscito a pulirli tutti e pure deodorarli in una notte intera. E dovette pure seguire l'addestramento senza dormire fino a fine giornata.

"J, qui cè una porta che da verso le altre. Deve essere comunicante"

Jd si portò verso l'altra e osservò "anche qui".

"Quanto cazzo è grande e collegato questo posto? Siamo in due, cazzo."

"Lo so, li senti i ragazzi su? Stanno pulendo, nel caso chiederemo rinforzi."

"Spiegami questa situazione, perchè Noi dovremmo prendere questi tizi in queste condizioni"

Tuttavia Jd non potè rispondere perchè altre urla giunsero dal fondo. proseguirono veloci per un'altra serie di porte ma nessuno.

"Perchè non cè nessuno, cazzo" urlò al microfno Dame e Jd ringraziò che i caschi isolavano anche per l'esterno. Stavano giungendo alla scala a sinistra, adesso visibile che precedeva la porta di fronte. Vedeva anche una libreria a vetri dopo la scala e prima della porta.

Un colpo schizzò verso il muro di fianco a Jd e si accovacciò pronto a sparare.

"Chi siete, parola d'ordine"

Jd e Dame si voltarono verso l'altro, anche se di fatto vedevano solo una fisionomia sfocata. Era possibile con attenzione vedere vagamente la zona degli occhi ma finiva lì, ma sapevano di fissarsi negli occhi. La voce proveniva dalla penultima porta, quella a destra e prima della porta di fronte. La porta era chiusa mentre quella da dove veniva la voce era aperta, come le altre.

"PAROLA D'ORDINE!"

"..." i due restarono fermi.

"So che siete lì stronzi, e so che ci sono anche sopra. Abbiamo degli ostaggi, se non volete che muoiano fatevi vedere allontanando le armi. O spariamo"

"J,  che facciamo, chiamiamo i rinforzi?"

Ma prima di rispondere all'amico un rumore di scarponi li sorprese alle spalle.

"Cazzo i collegamenti del..." urlò Dame girandosi e sparando al tizio che stava mirando.

Jd si spostò di lato verso la stanza vicina e restò sulla soglia mirando con l'arma.

"Era solo? Solo Questo?" sbraitò nel panico Dame.

"D, calma. Respira a fondo e torna concentrato."

"Cazzo, J. Ci stava alle spalle. Era dietro! QUanti ce ne sono? In due come facciamo a controllare tutte le stanze collegate?

Uno scricchiolio e Jd si voltò, venendo preso in pieno al fianco sinitro e volando per un metro all'indietro, finendo nel corridoio. Aveva scordato di controllare la porta comunicante.  Dame sparò come copertura mentre ai suoi piedi l'amico era ancora disteso.

"Uno giù" urlò ma un altro seguiva e sparò a Jd di nuovo, questa volta al casco. "Crepa!" urlò Dame eliminando anche questo.

"J, è tutto ok? Cazzo, siamo in una trappola. Stai bene?" agitandosi e puntando intorno a sè in cerca di bersagli.

"Si... credo..." cercando di rialzarsi.

Tutto taceva, anche se si sentiva un lieve vocio smepre dal fondo. E rumori.

"ero sicuro di aver sentito degli spari cazzo, dai J... alzati"

Jd cercò con difficoltà di rimettersi almeno a sedere, il casco ticchettava a ogni movimento perchè rotto in un punto con pezzi penzolanti. Jd sembrava in difficoltà nei movimenti e Dame si voltò veloce verso di lui.

"Il casco...come hanno fatto? Di solito resiste a più colpi. Stai bene?"

Jd aveva la parte sinistra non a pezzi ma quasi, un buco frastagliato metteva a nudo la mascella, dei fili tenevano come potevano dei pezzi non ancora caduti, varie crepe colpivano i vetri e parte del casco, ma peggio nei vetri. E peggio quella che loro chiamavano "divisa" ma che altri avrebbero chiamato tuta, aveva squarci e brandelli svolazzanti.

"Come diavolo... non è possibile, di solito non..."

"Sono le Oliver Twist..."

Dame perse concentrazione e tornò con lo sguardo verso Jd, proiettili ad Azoturo di piombo e lame, una versione peggiore dei Devastator. Ma arrivare a fare questi danni al nostro equipaggiamento, pensò? E se hano queste armi, miragliette e armi non moderne, come potevano sparare quei distruttori?

Due soggetti giunsero dalla penultima porta a destra e li puntarono, gridando loro di buttare di lato le armi e alzare le mani.

"Avanti, stronzi. Anche con voi come ostaggi riusciremo. Avanti, avanti!"
incitò uno coperto dall'altro.

I due amici restarono zitti e fermi, anche se Jd ansimava parecchio e mugolava di dolore.
Un colpo di arma da fuoco. I membri della cellula si bloccarono rigidi, quello di copertura si voltò ma tutto taceva. Poi alcuni rumori profondi

"Che succede? Noah! Cosa succede?" urlò quello che li puntava all'altro.

Dame cercò di approfittare dello sguardo dell'uomo puntato verso l'altro spaventato, ma questi tornò a puntare e urlò di fermarsi e che li voleva vivi per ottenere cosa volevano. Dame dovette allontanare l'arma, sapeva che non si poteva fare ma pensava prima a Jd.

"Eh, Car..." ma l'uomo di copertura che si era voltato verso l'altro fece un balzo come se qualcosa lo spingesse dal centro delle  spalle e finì a terra ai piedi dell'altro. Questi si voltò ma non vide nessuno. Uno sparo, potente gli risuonava nelle orecchie, fucile a pallettoni, pensò. Era l'arma di Dominic?

Niente, si voltava con l'arma puntata per ogni porta, poi un rumore lo riportò con gli occhi e l'arma verso la porta da cui erano venuti e avevano sparato all'amico. Fece un passo titubante verso quella direzione, poi un gemito di Jd lo riportò agli uomini armati e li osservò. E poi strabuzzò gli occhi, gli divennero enormi e li rovesciò.

Dame restò sconvolto dal momento in cui vide quella figura spuntare alle spalle del tizio.  Giungeva non da dove avevano sparato all'altro ma dalla stanza di fronte. Jd al suo fianco ansimava parecchio e gli posò un braccio sulla spalla, dame cercò di  richiamarlo e tenendolo stretto con le mani sulle spalle.
"Tutto ok, J?, Ehi..."

Jd voltò come poteva il corpo e poi la testa verso la figura che giaceva a terra con occhi così fuori dalle orbite da far paura. Un coltello da caccia spuntava dalla sua nuca, creando una fontanella che stava inzuppando il collo. Alzò la testa e vide una persona che allungava una mano e tirava con forza il coltello, che uscì con un rumore da far vomitare. Un fucile a canne doppie era rivolto verso di loro che puntellava il bacino, il piede ancora sulla schiena del morto per tirare fuori il coltello.

E due occhi grandi e profondi che li fissavano, una ragazza.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Chapter 3 Chapter 3

"Lui quando verrà? Cosa facciamo? Sei qui solo per dare un'occhio? Cosa..."

Alaric con il broncio iniziò a fare domande a raffica. Incollerito, con le braccia incrociate e fissando Kianta. La quale inclinò il viso verso il basso come per riflettere ma osservandolo alzando gli occhi verso di lui, con uno sguardo serio. Poi sorrise sollevando solo un angolo della bocca.

"Sono qui perchè Lui ha cambiato il mio ruolo, come sempre..." facendo una smorfia leggermente contrariata. "Comunque se non sbaglio sono io che gestisco tutto, come allo Chateau, quindi perchè questo malumore? Avevi già iniziato a farti idee per rafforzare il tuo gruppo come capo e già pensavi di avere qui il tuo spazio?"

Lei continuò a sorridere poi si avviò sulla scala in fondo e salì al piano con le gradinate, seguita da Jd che che allargò le braccia prima di salire verso Alaric per chiedere "ma che fai?" e il resto del gruppetto.

"Quanto manca per terminare il montaggio dei plasma e il Tavolo consolle? I Crell ci sono, le linee Li-Fi sono già installate, la connessione satellitare anche. Se mi confermate che anche questa è terminata aggiorno il Leader"

"Tecnicamente abbiamo già terminato i plasma, che sono installati a parte. La consolle è già semi montata, ma dovremo cablare i vari terminali per le connessioni." rispose uno degli uomini che stavano sistemando i pannelli vicino la ringhiera. "Inoltre, comandante, come mai avete deciso di installare il mainhub proprio qui? NOn sarebbe meglio...."

"Questa volta il Leader ha pensato che, con i nostri ospiti, questo edificio è il più sorvegliato del Polo, è l'edificio meglio controllato...quindi logico che sia così! Anche l'idea di unire due complessi in uno. Non cè modo migliore che mettere zona pausa qui, mentre controllano gli ospiti e la loro sicurezza. Terminate che lo aggiorno per le connessioni."

Kianta parlava con i due uomini che stavano sistemando come dei computer, ferma facendo peso su una gamba rilassata, con il braccio sinistro sotto il gomito destro agitando la mano destra per accentuare cosa diceva. Poi voltò prima la testa a destra, sempre con la gamba sinistra come perno e peso, ruotò il corpo per vedere la zona degli ospiti. Qualcuno era davanti la porta battendo i pugni.

"Vado a vedere" disse Jd ma Kianta lo fermò con la mano destra con un gesto e avanzò lei decisa, mentre gli altri si spostavano dalle scale.

"Che succede?" chiese quasi davanti la porta della zona ospiti.

"Vogliamo parlare con te! Devo chiederti una cosa." Disse un uomo giovane accompagnato da un uomo e una donna più anziani e altre persone accalcate dietro la porta".

Di nuovo inclinò la testa di lato con fare curioso, osservando e l'uomo con la famiglia in alto associò quel gesto ai movimenti dei cani con orecchie grandi e dritte in testa. Gli era venuto di colpo, ricordando anche un cane che viveva vicino casa sua da ragazzo che faceva così quando osservava le persone. Poi la vide abbassare la testa  un pò verso il petto e studiare quelle persone guardando in alto con gli occhi. Si concentrò ad ascoltare appena lei aprì bocca.

"A cosa devo questa richiesta, signori? Qualcosa manca? Qualche problema? Qualcuno di voi ha bisogno di pasti o qualcosa specifico per qualche malattia?"

"Dobbiamo parlare con te!"

Lei alzò il sopracciglio destro e chiese cosa volessero, era a disposizione. Ma l'uomo giovane  chiese di parlare in privato. Era importante.

"Kianta, forse..."

Jd la vide voltarsi verso di lui per essersi intromesso ma restarono a fissarsi qualche secondo. Poi l'uomo alto che tutti avevano confuso come il comandanti si fece avanti, lamentandosi.

"Se dobbiamo metterci a sentire ogni persona che ha una lamentela finiremo quando se ne dovranno andare e avremo perso tempo prezioso"

Lei fissò lo sguardo, socchiuso e nervoso verso questi, facendo poi una smorfia. Spostò gli occhi di lato a guardare le persone dietro la porta.

"E' chiaro che avremo solo grane con questa gente" sputò fuori con rancore l'uomo alto "si sono già lamentati di tante cose, ho sentito, e li stiamo salvando! Se non fosse per noi sarebbero come quella gente di due mesi fa, nella bara. Perchè..."

"Per favore, taci!" proruppe lei inchiodandogli occhi infuocati di sopra "sono nostri ospiti, si sono visti allontanare dalle loro case e le loro città e sono confusi. Vogliono certezze e qualcosa che allevi le loro pene, credo sia.."

"Oh ma per favore. Sei sei sempre politically correct e bla bla bla, pro tutto. Qua non siamo allo Chateau e se lui..."

"Ora basta!" esclamò rabbiosa voltandosi totalmente verso di lui.

L'uomo con la famiglia osservò la scena dubbioso. Da quando era arrivata era sempre stata pacata, sicura, che trattava tutto e tutti con professionalità, come se per lei fosse routine quotidiana, senza mutamenti alcuni di umore o azioni eccessivi. Se sembrava aver preso con ilarità, pacata, i rimbrotti dell'uomo con il naso acquilino  e i capelli  pazzi,  invece con l'altro sembrava snervata e pronta alla rabbia. E, con le sopracciglia aggrottate, occhi arrabbiati e bocca pronunciata con gli angoli all'ingiù, sembrava un'altra.

"Non mi importa se sei suo fratello o meno, basta! Vuoi far polemica anche qui, adesso? Accomodati pure ma tu non ci sei mai quando cè bisogno di un Capitano che svolga il suo lavoro. Dove eri stamattina? A ridere sguaiatamente con i tuoi uomini e a scorazzare per le strade con loro, in cerca di chissà chi invece di prendere posizione dove ti avevo indicato. Un'ora fa dovevi essere qui per controllare l'afflusso di ospiti e invece..."

"Oh ci risiamo, io sono il capo di testa della compagnia di testa. Facevo il mio lavoro, ero di ronda..."

Kianta sussultò sorpresa, perdendo per qualche secondo l'espressione irata, gli occhi grandi si fecero sorpresi e leggermente sgranati, più di quanto fossero già grandi. Si voltò verso Jd, lo fissò un istante mentre l'uomo alto continuava a sbraitare, leggermente inclinato in avanti per guardarla in faccia, essendo lei alta fino al suo mento, e poi disse qualcosa forse in un'altra lingua a Jd.
L'uomo con la famiglia fu sicuro che suonava, anche se non sapeva cosa avesse detto, come un "ma mi sta a piglià per culo?" come diceva sempre suo padre. Il suo vecchio amava i dialetti del suo paese, li studiava, aveva anche scritto dei libri sulla lingua nella lingua delle persone comuni, come lo diceva, e purtrrppo imparava anche  certe frasi poco signorili.

Jd fece un sospiro sonoro e alzò le mani, i pami verso loro due, mentre gli altri uomini intorno erano tesi, chi si metteva una mano sulla fronte, chi scrollava la testa, chi li fissava corruciato o con gli occhi al cielo.

"Sentite, come sono andate le cose, pensiamo agli ospiti che..."

"Ma qui faccio tutto io, sono io che controllo che vada tutto bene. Io e il mio retroammiraglio... era controammiraglio, vero?" chiese di colpo l'uomo alto verso l'altro di fianco a lui, che era atterrito e la bocca disegnava una linea tesa e dura. Poi si vide lo sguardo addosso, prima guardò l'uomo alto, poi la ragazza, poi di nuovo l'altro.

"Ecco si, ma..."

"quello è un grado della marina, folle fuori di testa!" sbraitò Kianta con le braccia conserte "E non coincide proprio con i vostri.  Lui era in marina prima è un'altra cosa" disse esasperata,alzando poi le mani fino alle spalle come a dire "ma serio?" e voltandosi verso la porta. Scrollò il capo sconvolta.

"Ma certo che lo so, io parlavo con il mio secondo. Perchè devo sempre farmi rimproverare da questa isterica" voltandosi a sua volta dandole le spalle con le braccia conserte, mentre lei voltava il capo di scatto con la bocca socchiusa dallo stupore.

"Ma lo senti questo lupastro incavoloso?"

"Kianta, non usare le parole di Beppo per..."

"Sono appropriate, direi..." rispose amara a Jd per poi continuare guardando l'altro in cagnesco "fa sempre il lupo solitario col mal di zanne  quando gli conviene, poi convince tutti ed ecco che li trovi in giro a fare casino. Non si può andare avanti così" aggronttando le sopracciglia quandando sempre Jd. Il quale si grattò la testa sbuffando.

"Glielo spieghi tu " continuò Kianta, guardandolo con la mano sinistra su un fianco, il busto leggemente in avanti e la mano destra a indicarlo "cosa significa essere rear admiral, visto che gli piace tanto, e avanguardia? Fagli anche un disegnino nel caso, visto che con le parole non riesce a capire. Digli perchè Lui gli dà sempre questi compiti. A chi altri potrebbe darli se non a un lupastro fuori di testa o coyote, come Beppo lo vede. Anche se a me dispiace confondere quel soggetto con i nostri fratelli lupi"

"Tornano di nuovo a pungersi come scorpioni" bofonchiò aspramente Alaric.

Jd sorride scuotendo la testa, vide che l'uomo alto si girava incollerito e lo fermò bisbigliandogli qualcosa, mentre Kianta osservava gli uomini dietro la porta.

"Va bene, parlerò con voi, ma solo tre persone. Ho già abbastanza problemi per..."

"Ehi aspetta, ho fatto il mio lavoro oggi facendo la ronda per la città a ovest..."

"Tu non dovevi fare nessuna ronda" disse amaramente all'uomo alto "non è neanche nei tuoi compiti in questa sede. Abbiamo un contratto con il governo, sono loro che controllano la città, se continui senza ragionare ti vedranno come un problema che sfora gli accordi. Tu sei a capo della prima  falange oplitica, non un branco di sbarbatelli che vogliono buttare un occhio sui tipi loschi per le strade"

Si fronteggiarono un pò faccia a faccia poi lei si voltò e chiese di aprire la porta. Le due guardie ai lati azionarono il meccanismo e solo il giovane con i due anziani uscirono. Erano visibilmente a disagio, sotto gli occhi di tutti ma la ragazza fece un cenno con la testa e con la mano sinistra indicò da una parte.

"Venite, prego. Parleremo nel mio ufficio..."

Ma prima che facesse da ospite ai tre, Jd la fermò, dicendo di colpo "non puoi andare sola con loro".

Lei si fermò e si voltò verso di lui, rispose che andava tutto bene e stava per proseguire ma Jd la fermò di nuovo. Raggiungendola e parlandole in una lingua che non si comprendeva. Poi lui tornò chiaro a tutti.

"Gask, accompagnala e fai tu da guardaspalle, io terminerò di organizzare le ultime cose"

Lei si lamentò, dicendo che poteva fare da sola e lui era l'ultimo adeguato. Ma Jd restò fermo nella convinzione, le consigliò di non restare mai sola e che la scelta migliore come suo somatophylakes fosse proprio lui. Spazientita fece un gesto con la mano e avanzò verso il suo ufficio, quella porticina sotto le gradinate vicino le porte principali. La seguirono i tre ospiti e il ragazzo alto.

L'uomo con la famiglia restò a fissare la scena titubante. Si voltò indietro  quando qualcuno gli parlò, ma era concretato sulle persone sotto.

"Come dici? Non ascoltavo" disse all'uomo che aspettava una sua risposta. Si erano radunati tutti quelli che erano a quel piano dietro di lui, sui volti chiaramente paura e incertezza.

"Volevo sapere se cè qualcosa che dovremmo fare. Ci dica cosa fare, Sindaco, e noi lo faremo".

Calò il silenzio, con centinaia di occhi sopra di lui. Ma non sapeva che fare. Lo avevano prelevato da casa come gli altri in fretta, dopo l'ultimo anno di cellule che colpivano anche la loro città. I morti non avevano il tempo di riposare e far dimenticare il terrore qualche mese che riappariva qualcuno armato o pieno di cariche esplosive. E si sentiva niente fra i nessuno, visto che sapevano chi era ma era stato ammassato in quel posto senza interesse da nessuno, nenache da quella ragazza strana.

"Sindaco, eh? Interessante, interessante... allora ci dica, sindaco"  accentuando l'ultima parola "cosa facciamo adesso?" chiese Joseph con scherno.

Il Sindaco rimase però a fissare le persone sotto,  maggiormente quel Jd,  la ragazza che tutti chiamavao comandante e l'uomo alto chiamato Gask. Il ragazzo sembrava un giocatore di basket per l'altezza ma sotto steroidi, facendogli avere spalle e braccia massicci come le cosce che chiamavano attenzione prima del resto. Sembrava una clessidra a causa della  vita stretta rispetto gli altri, che erano più proporzionati.  Capelli  neri o comunque scuri e lisci erano sempre portati indietro con una mano quasi inconsciamente, per poi cadele a ciocche davanti  piano piano, necessitando di nuovo la mano per riportarli in ordine. Quelli che ricadevano davanti erano lunghi massimo fino alle sopracciglia, e sembravano finissimi, in confronto a quello chiamato Alaric e la ragazza. Le sopracciglia sembravano sempre come inclinate verso il basso alla radice del naso, non curate ma dalla forma precisa  che finivano rade verso le tempie. Il naso di fronte sembrava una freccia bombata nella punta e le narici, come a patata, ma di profilo era dritto fino alla punta, un pelo alzata. Diverso da quello della ragazza, una specie di arco dove si vedeva una lieve gobbetta per l'osso nasale, ma se si faceva attenzione. Gli occhi erano affilati e taglienti ogni volta che posava lo sguardo, con la coda palbebrale che andava verso le tempie, una forma che non sapeva definire meglio. Di solito avrebbe definito occhi così per gli asiatici ma ovviamente erano diversi. Sapeva solo che vi erano molte forme degli occhi, definiti anche dalla posizione e inclinazione, ma lui li aveva che convergevano verso l'alto. E color nocciola che con il sole sembravano ambra. Il mento leggermente pronunciato non metteva in seconda luce la bocca,  larga ma così definita che sembrava fatta fatta con la squadra, linee nette. E indossava delle specie di maniche nere fino a metà bicipite che sembrava in contrasto con il resto.

Si voltò alla fine verso le persone in attesa per assumere di nuovo la sua figura di Sindaco.

 Dentro l'ufficio, davvero stretto e lungo, Kianta si sistemò dietro la scrivania mentre l'uomo, Gask, chiudeva la porta dietro gli ospiti e si sistemava a metà della stanza, vicino uno schedario. Lei era su una poltrona forse in pelle nera con i braccioli, accostata al muro in fondo, davanti la scrivania in metallo. Al lato sinistro quando si entrava vi era uno schedario in metallo leggero diviso in una colonna più stretta da cassetti e quella più larga come da pannelli rettangolari. Sulla scrivania vi erano carte e alcuni oggetti forse da ufficio, ma lei stava  posando una sorta di tablet davanti a lei e osservava lo schermo.
GLi ospiti attesero e poi i due anziani si voltarono verso Gask, poggiato con gomito sullo schedario reggendo il suo peso con il braccio.

Alla fine il giovane degli ospiti fece un passo avanti Kianta e le chiese "sei tu vero?"

Kianta alzò gli occhi sorpresa e dubbiosa, fissò gli occhi dell'ospite per poi posarli su Gask, che fissava interessato l'altro uomo. Quando lui incrociò gli occhi di Kianta sembrava quasi che stesse dicendosi qualcosa.

"La domanda è rivoltà a me?" chiese alla fine lei al giovane, posando il braccio destro al lato del tablet e lasciando disteso quello sinistro, sulla scrivania.

L'uomo anziano si fece avanti, baffi e capelli ricci bianchi e la guardò negli occhi. Fece la stessa domanda alla ragazza ma lei inclinò di lato la testa e li fissò con sguardo accigliato. Restò un pò a riflettere poi si sistemò sullo schienale, il busto obliquo, le gambe accavallate.

"Lo ripeto, state chiedendo a me... cosa?"

"Vogliamo sapere se sei tu, come fai ad essere qui"

Lei profondamente esitante e chiaramente persa scosse la testa e poggiò le dita della mano destra sulla guancia, mentre continuava a fissarli meditabonda.

"Partiamo dall'inizio per favore, perchè non comprendo. Potreste spiegarmi il perchè di queste vostre domande? Perchè mi guardate come se vedeste un fantasma e questa richiesta così... uffh... spiegatemi"

"Voglio sapere se tu sei mia figlia" disse l'uomo anziano.

Lei inclinò maggiormente la testa verso destra, poggiata ancora sulla mano, dubbiosa e sbattendo le palpebre alcune volte, fissandoli uno ad uno.

"Vostra figlia? perchè mai dovrei essere vostra figlia?"

"Lei le somiglia tantissimo, davvero molto. Anche se lei aveva una cicratrice di tre centimentri all'epoca mal cucita perchè piccola, una diagonale  proprio in mezzo alla fronte. Anche la voce sembra la sua e...."

"Una Attimo" esclamò Kianta al ragazzo che stava spiegando "e dovè lei adesso?"

"E' morta..." bisbigliò la donna anziana.

Lei voltò la testa con le sopracciglia sollevate verso Gask, che li fissava anche lui esterrefatto. Si scambiarono delle occhiate, poi Kianta iniziò a balbettare confusa.

"Mi... scusate...  è morta?!?"

"Si è morta  due anni fa, ma lei è identica, sembra davvero lei!"

Kianta sbattè due volte le paplebre, confusa, scosse la testa e buttò un'occhio su Gask. Il quale alzò un sopracciglio, mentre i tre ospiti li guardavano a turno silenziosi.

"Ok, ascoltate..." sospirando e stringendo entrambi i braccioli con le mani "mi dispiace per la vostra perdita, ma forse le assomiglio. Tutto qui. Capisco magari la vostra sorpresa ma... se è morta, non siamo la stessa persona. Sono desolata."

I tre la fissarono in silenzio, poi la donna anziana si avviò verso la porta. L'uomo anziano le disse che sembrava davvero in tutto la figlia e uscì anche lui. Solo il giovane restò, a fissare. Kianta dal canto suo tornò a posare lo zigomo sulle dita a pugno, con il gomito sul bracciolo.

"Anche lei si metteva in posizioni come quella" disse il giovane "e stava sempre con il broncio e seria. Non rideva mai e accusava sempre noi per tutto quello che le era capitato.  L'unica cosa che vi differenzia è che lei aveva capelli ricci e lunghi, voi siete liscia. Anche gli occhi sono di colore diverso ma anche come mi guardate adesso è lo stesso."

Kianta lo stava fissando poggiata con lo zigomo e lo sfuardo tagliente e duro, poi si scosse a quelle parole e si raddrizzò.

"Come ho detto mi spiace, ma se dite che è morta allora l'avete seppellita"

"E' così, la sua bara è al cimitero. Anche se lei voleva la cremazione ma i nonni hanno voluto le esequie religiose. E lei non era religiosa nel modo che lo siamo noi"

Kianta spostò a sinistra lo sguardo serrando la mascella.

"L'avete seppelita in un modo che non voleva? Triste per lei, mi spiace. Ma se è stata seppellita io sono... come si dice? Una delle sette copie nel mondo? magari è solo la somiglianza che vi fa confrontare me con lei..."

"Si. grazie" e uscì anche lui dietro i due anziani.

Si sporse dalla porta aperta una delle due guardie fuori e lei chiese di riaccompagnarli dopo aver chiuso la porta. Dopo che fu serrata, lei voltò gli occhi verso Gask, girando poi il busto con la sedia girevole.

"Cosa cè" chiese lei al ragazzo che si grattava la testa confuso.

"Davvero ti hanno chiesto se eri la figlia morta? E non hanno detto neanche il nome..."

"E' morta, basta. Dovrebbero metterci una pietra sopra!" sussurrò aspramente lei, fissando un punto della stanza come persa in un pensiero.

Gask si poggiò con le mani sulla scrivania e la fissò, facendole tornare lo sguardo su se stesso.

"Così come la storia di Eve che mi hai raccontato?"

"..."

"Yo! ci sei?"

lei ripotò l'attenzione su di lui, chiuse forte gli occhi un attimo e abbassò la testa sul compilatore.

"Si e no..."

le sopracciglia di Gask si strinsero pensierose ma lei non continuò, così si raddrizzò e le disse "meglio tornare, vediamo se hanno terminato anche la consolle e parliamo con Lui. Avrei preferito sinceramente essere in Persia ma..." grattandosi la mascella.

"Anche tu hai iniziato a usare quei nomi? " esasperata e con un punta di rabbia.

"NOn ti piace la questione, ma siamo sinceri. E' per colpa nostra se i vecchi paesi sono andati, perduti, caduti. Come vuoi definire la cosa. Il meglio delle vecchie nazioni deve risplendere, così dice. A me poco interessa, io voglio sono essere dove devo essere, come dici sempre tu" sorridendole mentre lei serrava la mascella "il resto... Lui sa cosa fa, quindi non mi preoccuperei"

"Davvero?" chiese lei girandosi verso di lui con la poltrona "veramente mi vuoi dire che ti va bene la caduta di tutto per... "

Si fermò, sospirò profondamente e cercò di calmarsi.

"Per ora non ho voglia di parlare, sono qui per accontentare Lui e le sue intenzioni, ma avrei preferito fare la Raccolta come avevo voluto da mesi. Invece ora iniziano tutti a lamentarsi nonostante li stiamo salvando e pure mi dicono che somiglio a una figlia morta!" parecchio scocciata, sistemandosi con la schiena nella poltrona.

"Bhe, però..." ma Gask non continuò perchè Jd entrò di colpo e richiuse la porta. Lo fissarono in attesa, poi lui chiese "Allora, che volevano?" porgendole un compilatore.

"Altra roba? Uffa, sono due ore che controllo protocolli e compitori, e pure ci sono state lamentele degli uomini perchè i dormitori sono in un settore e il Polo in un altro. Lui ha deciso così per tenere a tenaglia la città, anche con l'accordo ma da chi vanno adirati? Da me..."

Gask sorrise e lei lo fissò accigliata e con la bocca imbronciata.

"Mi spiace, ma di solito sei tu che fai il controllo finale con siglatura per l'archiviazione. I Crell non sono stati ancora collegati, quindi non posso neanche chiedere a Helias di catalogarli per passarteli nel Phonvlet. Ma fai con calma, fino a questa sera dobbiamo ancora temrinare le sistemazioni strutturali e di controllo nel Polo, preparare la cena e provvedere al cambio squadriglia. Si lamentano sempre, ma poi ti seguono lo stesso, quindi non te la prendere. A tutti manca lo Chateau, sia che è arrivato ieri che una settimana fa. Per la Raccolta magari potresti andare tra qualche giorno e..."

"Spererei che tra qualche giorno il contratto fosse già concluso. Ho paura che il governo ci dirà che che le zone di contimento per i propri cittadini non sono pronte, cè qualche problema o altro e noi dovremo star qui a tenere a bada gli ospiti e la loro rabbia. Perchè esploderà se non saranno una manciata di giorni. E sinceramente piuttosto che stare dietro ai civili preferisco le mie giornatine piene allo Chateau o nelle missioni, anche pericolose, ma in campo che con loro..."

"A proposito, cosa volevano quei tre?" cercando di cambiare discorso perchè si era arrabbiata.

Lei lo fissò un secondo, chiuse con molta lentezza le palpebre e poi rispose laconica con le labbra, imbronciata.

"Volevano sapere se io ero la figlia morta!"

Jd sussultò visibililmente, tanto che anche Kianta e Gask lo guardarono sorpresi.

"La figlia morta? In che senso?"

"Non lo so, dicevano che ero identica alla figlia, morta, e mi chiedevano se ero io. Strano, vero?" guardandolo profondamente con gli occhi.

"Si, strano..." mormorò JD di rimando con sguardo vacuo "Però l'hanno seppellita quindi erano presi solo dalla sorpresa di vederti"

"In effetti si, hanno detto che l'avevano seppelita..." malignò lei continuando a fissarl o stranita  "anche se voleva  ben altro metodo e senti un pò.... aveva una cicatrice sulla fronte e capelli diversi. " restando a fissarlo con molta attenzione.

"Oh...sanno che è morta quindi..." con un sorriso affettato "magari per evitar loro altro dolore perchè gliela...ricordi... bhe, vieni poco qui allora ..."

"Jd...." iniziò lei ma l'altro invece le chiese cosa volesse fare adesso. Il tempo passava  e doveva ancora inviare vari protocolli a Lui.

Lei fece un sospiro profondo, rassegnato e disse solamente "poi ne parlerò con Helias, per il resto se prima non completeranno la consolle non voglio contattarlo...."

"Ma dai, vuoi davvero parlare con Helias di una ragazza morta?" bofonchiò Jd, alquanto impacciato e lei restò a fissarlo accigliata.

"Vedrò... nel frattempo per favore vedi se quegli individui là fuori hanno bisogno di qualcosa, già so che sarà una lista immensa, e assicurati che abbiano il necessario, così che durante la notte non venga in mente a qualcuno di loro di chiedere qualcosa o voler uscire. Bagni e docce sono terminate e funzionanti, vero?"

"Si, le loro docce hanno ora anche l'acqua calda e l'asciugatore e divise per sesso, con divisori ulteriori per i timidi. Si sono già lamentati dei pochi asciugamani ma non hanno come noi gli asciugatori e dovremo spiegarglielo, o chiederanno continuamente asciugamani a persona per deteergersi dopo la doccia. Con un enorme spreco di tessuto, acqua e sapone per il lavaggio quando con gli asciugatori consumiamo solo la corrente dai pannelli. Ma molti non capiscono... "

"purtroppo molte cose che per noi ormai sono la norma per loro sono diavolerie." disse  lei acida " Come accadde per il bidet! E sono paesi civilizzati da primo e secondo mondo. Comunque per favore mandami un messaggio appena la consolle è attiva e verrò per il collegamento
come lo pronuncia Beppo..." sorridendo.

"Già, quel ragazzo se ne inventa di cose... ultima cosa. Vuoi che faccia portare dal caveau tutti i Crell o ne vuoi qualcuno in particolare?"

lei rimase a riflettere un pò poi disse "per ora direi solo Helias e Alcione, gli altri successivamente".

"Ricevuto, vado a recuperarli e ti aggiorno appena la consolle è operativa. Tu..." disse Jd a Gask "esci dopo di me, vero? con uno sguardo particolare.

"Certo, arrivo..." disse voltandosi verso Kianta poi verso Jd. "Vengo a controllare, oppure posso preparare un'oretta di addestramento con i ragazzi..."

Kianta non disse niente, fece un gesto con la mano con sguardo perso da qualche parte perchè aveva capito che volesse dire e Jd uscì, per primo. Poi però tornò di colpo dicendo "Senti cè un piccolo problema, lo stavo dimenticando... i ragazzi delle cucine hanno scoperto che... insomma, volevano preparare le omelette con riso e chili della ex Malesia, che ai nostri piace ma si sono chiesti se anche per gli ospiti era una buona idea. Per sicurezza hanno deciso di fare due tipi di petanze diverse, solo che, ecco...le uova che sono arrivate non sono di gallina".

Kianta lo fissò interdetta, sollevò un sopracciglio e chiese di quale uccello fosse, se avevano preso quelle troppo piccole rispetto che le comuni di gallina, era già successo.

"Veramente no, nella cassa hanno trovato quelle di struzzo"

Kianta si schiaffò una mano sul viso nera di rabbia "non erano quelle che dovevamo mandare..."

"no, no" la fermò Jd " hanno proprio sbagliato le nostre. Quelle sono in viaggio come previsto. Sono arrivate di struzzo, punto. L'altra volta di piccione e pure di falco. O erano aquila? Comunque deve essere stato Nico, al solito non si mette gli occhiali e spedisce roba. Continuiamo con quelle di struzzo o dico di preparare altro per gli ospiti?"

"Non lo so, e avevi detto di leggere con calma..." facendolo sorridere "guarda, ormai per oggi lascia stare. Digli che preparano le omelette e dite che sono di gallina, molto speziate. Che io sappia qui non ne mangiano affatto, tranne negli agriturismo... dagli quelle"

"FAtto!" ed uscì.

Gask restò finchè la porta non fu chiusa e si voltò verso di lei

"Senti, che dici se dopo cena..."

"Qui?" chiese con sguardo rattristato.

"Gli uomini di turno saranno qui a controllare e passare il tempo. Quelli liberi saranno sicuramente qui pure loro, visto che tu e Lui avete deciso di unire le due cose...quindi non cè bisogno di supervisione... ma davvero volete che i ragazzi parlino, giochino, si divertano davanti a loro?"

"... secondo lui era meglio così. i classici due piccioni con una fava invece di spezzettare in varie sezioni come facevamo sempre. Dice che non siamo un campo da baseball.." ridacchiando "comunque questa è una prova. TUtto dipende da quello che accadrà da questa esperienza"

Lui fece un cenno con la testa e si affrettò verso la porta "capito, fammi sapere per dopo, magari per leggere qualcosa..." mentre lei acconsentiva con la testa.
Dopo aver aperto la porta  iniziò ad urlare "sei sempre puntigliosa  e isterica, non si può così" infilando di nuovo la testa dentro, e dopo aver urlato le fece l'occhiolino e uscì definitivamente.

Lei sorrise e si quasi spalmò sulla poltrona per la stanchezza.


Un anno e quasi nove mesi prima

Jd e l'amico rimasero a fissare la ragazza davanti a loro. Ricci castani danzavano pendenti finchè questa non si rimise dritta e li fissò dall'alto, seria.

"Che diavolo... proruppe Dame esterrefatto.

"Voi chi sareste" chiese lei inclinando la testa di lato.

Due ciocche sulle tempie erano tirate dietro da qualcosa, lasciando ricadere gli altri boccoli naturali su spalle davanti e dietro. Si allontanò con una smorfia dal caduto, controllò l'altro e poi tornò su di loro.

"Allora? Non siete dei loro, quindi chi siete?"

"Siamo la cavalleria..." rise amaremente Dame 

"Solo voi due? E vi avevano quasi steso?" avvicinandosi a Jd.

"Gli altri sono di sopra, noi cercavamo qualcuno, un tipo con il pizzetto e la faccia butterata..."

"Ah, si. E' di là..." facedo un gesto con l'arma che stringeva con la sinistra verso le stanze in fondo. "Lo avevano lasciato con noi, ma era così snervante che l'ho colpito perchè stufa delle sue urla continue. Si lamentava di tutto. Dopo che è caduto come uno straccio vecchio a terra ho detto agli altri di uscire dalla finestra e sono rimasta io"

"Vado a vedere e lo portiamo dal leader" disse Dame a Jd rallegrato "mezza missione fatta!"

"Aspetta..." disse Jd stringendo i denti e sando parecchio per il dolore "ha detto che lo ha colpito"

Dame si fermò dopo essersi alzato in ginocchio e dopo un attimo di riflessione si voltò verso la ragazza.

"Aspetta... lo hai colpito come?"

"Con il mio anello tiralama, piccolo ma utile, e meno male che lo avevo dietro..." tirando con il dito medio che teneva il coltello un laccetto dalla taschina mini dei jeans . Uscì un oggetto argentato, un anello con una piccola lama ad uncinofacendolo oscillare per aria. "meglio prevenire che curare..." fini', come se fosse perfettamente normale. E lo era, dopo gli ultimi anni.

"Lo ha fatto fuori? Jd, lo ha fatto fuori?" sbraitò dame terrorizzato guardando l'amico.

"Cosa chiedi a me, dillo a lei... come ci sei riuscita?"

"In parte per voi... gli altri piangevano come agnelli e alla fine quando questi sono venuti da voi, dopo che l'altro gruppeto era salito su, ne ho approfittato. L'ho colpito con la lama al collo ma, non essendo letale perchè poco affilato, ho preso un oggetto dalla scrivania dell'impiegato e l'ho preso sulla nuca. bam, steso a terra."

"Lui ci ucciderà..." inizò Dame " lo avevo detto che tutto andava in vacca" scollando la testa disperato

"Chi altri cèra con te?" chiese Jd, ignorando l'amico ma cercando di restare lucido. Gli chiese anche di fare silenzio.

"Alcuni impiegati di quelle stanze in fondo e cittadini come me, che avevano bisogno di aver rilasciati dei documenti. Mio padre mi aveva accompagnato in macchina qui fuori e doveva parcheggiare, presumo sia là. Comunque, avete bisogno di una mano?"

Jd gemette per il dolore, allora la ragazza disse a Dame di darle una mano e lo trascinarono fin dietro una scrivania che da una porta comunicante non era visibile.

"E' pericoloso quel fucile, dammelo" disse Dame dopo aver sistemato Jd seduto a terra poggiato al legno della scrivania.

"Ti ringrazio, ma so come usarlo. Sono carabina e pistola al poligono da anni, ho vinto anche alcune medaglie, poche per via del lavoro e studio e poi... per problemi miei... ma ho anche sparato con uno vero una volta..."

"Quindi sai sparare" chiese Jd stringendo i denti "ora capisco, anche se non so come tu abbia questo sangue freddo nel freddare quei tizi"

"Diciamo che è stata la rabbia o... odio... ad alimentarmi. Provo un odio viscerale per chi fa del male altri usando armi e/o la forza, sentendosi migliori. Nessuno, o credo se ce ne sono  davvero pochi quelli che nascono puri e sinceri al mondo, come dicono alcune religioni. Quante volte ho desiderato fal del male per far provare almeno qualcosa di quello che infliggevano agli altri... ecco come ci sono riuscita..." fissandolo negli occhi, mentre controllava la ferita.

"Che fai, non restare qui e scappa. Ti copro le spalle..." urlò Dame ancora accalorato

"Ti ringrazio ma devo restare... ho delle cose da fare. Ma prima voglio aiutare il tuo amico, aspetta un attimo..." e si alzò andando in un'altra stanza nonostante le lamentele di Dame, che restò con Jd. Quando lei tornò, stringeva una grossa borsa di jeans, non nuova e pesante. Rovistò dentro e tirò fuori un quadrato di plastica blu, un tubetto di qualcosa, un barattolo di miele e una piccola pochette.

Prese la pochette e raccattò dall'interno una salvietta sigillata e una piccola boccetta, dicendo a Jd che era acqua ossigenata e che voleva pulire la ferita. Ma appena andò a pulire, dopo aver versato un pò di disinfettante, tenne fra le dita un proiettile, studiandolo.

"La tua tuta o quello che è lo ha fermato fino a un certo punto, ecco la coda, quello che ne resta. E' questo che ti ha fatto questo buco, ma non profondo o non sarebbe uscito solo con qualche gesto. Ritieniti fortunato che non avrai bisogno di chissà quale operazione, solo che ti ha lasciato un bel buco. Stai fermo che finisco."

Dopo la seconda salvietta prese dalla borsa anche una bottiglia di alcool, dicendo che lo usava oltre che per la disinfezione anche per lisciare l'argilla delle sculture. Aprì il quadratino blu e si rivelò un mini kit da cucino completo con quasi tutto, pure mini forbicine e pinzette. Sterilizzò con un accendino e l'alcool  un ago dopo aver messo il filo.

"Ragazza ma che stai facendo?" urlò Dame isterico tra uno sguardo alle porte e a lei.

"calmati, il sangue continua ad uscire e non è una ferita da poco, come hai indicato tu stesso. Saranno pochi punti ma ne ha bisogno. Tieni d'occhio là fuori.

"Jd, non... chiama Lui e digli che vogliamo sapere cosa fare..."

"Io non posso" disse il ragazzo mostrando cosa restava del casco

"Il casco, senti "verso  Dame"  toglilo così starà meglio"

Dame incerto lo tolse e poi tornò all'arma e alle porte.

lei iniziò a cucire mentre Jd malediceva le ferite. ansimava e stringeva con forza la sua arma, con la sicura, a volte sbattendola a terra.

"Sono solo quattro punti, e sta venendo bene, siamo all'ultimo. Toglimi una curiosità, come mai non hai protestato per i punti?"

"perchè conosco le ferite e s edallo specchietto che mi hai dato ho visto giusto, dovevi mettermeli. Ma essendo sul costato potrò muovermi poco. Quindi ora sarò una zavorra." poi si voltò verso dame "Dame, contatta A e digli della situazione e che abbiamo bisogno di aiuto".

Dame eseguì, teso dal nervosismo, poi comunicò che l'altro gruppo aveva trovato dei civili e li aveva scortato fuori. Subito dopo alcune persone dal loro piano erano salite, o meglio scappate verso l'alto, e altri tre uomini erano stati incaricati di proteggerli fino all'uscita.

"Accidenti, resta solo il suo gruppo allora, oltre noi?"

"Te lo avevo detto che era un casino. mai, nessuna missione prima era iniziata come questa... Lo dicevo io..." fissando le porte inqueto.

"Faresti meglio ad andar da loro, spiegare la situazione e raggungere il tuo amico ferito. Non so se nelle stanze in fondo cè qualche altro pistolero, io avevo lasciato la borsa nell'altra stanza per sicurezza, quindi non so comè la situazione in quelle in fondo. Questo posto è un dedalo di stanze e corridoi secondari." disse la ragazza mentre continuava a cucire.

"Ha ragione, vai. Lei finisce e ti aspettiamo"

"Ti devo lasciare qui con lei? Ma..:"

"Vai, D. Non mi sento affatto bene" debolmente all'amico.

Dopo qualche minuto di incertezza imprecò e con l'arma puntata fu fuori verso le scale e, sperava Jd, il gruppo di Alaric.

"Tu chi sei?" le chiese dopo un pò che la fissava.

Lei alzò gli occhi castani verso di lui seria, tornò al punto che aveva iniziato e terminò dietro improperi per gli idioti che lo avevano reso un formaggio bucato.

"Solamente una persona che si è trovata qui." respirando affaticata dopo aver tagliato il filo. "Questo filo è sintetico non di cotone. Meno male che porto sempre con me qualcosa e avevo comprato queste cose prima. ora termino con una mistura e questa serie di cerotti, non ho altro. Se non tengono provvederò con altro."

Poi si fermò, cadde dalla posizione sulle ginocchia a seduta a terra e respirò profondamente.

"Qualcosa non va? E' la vista del sangue?"

"no" disse lievemetne "diciamo che ho una malattia e ora dopo aver preso qualcosa per alleviarla, è tornata prepotente.

"malata? hai bisogno di qualcosa?"

"no... ma dovrò prendere un altro antidolorifico o starò peggio. Durano sempre meno ma fino ad ora mi sono mossa parecchio...  se prendo anche questa ne resterò solo una..." guardando un blister ormai vuoto in mano.

"Cosa ti affligge?"

Lei voltò la testa, sudando per il dolore come faceva lui, prese una bottiglietta d'acqua dalla borsa e mandò giù la piccola "che importanza ha un nome? La malattia è malattia. Comunque ho problemi a nervi e muscoli, sindrome da fatica cronica e dolori lancinanti ogni istante della giornata, ti basta? Ma queste mi aiutano un pò..." rimettendosi sulle ginocchia "finisco qui e aspettiamo il tuo amico."

Prese un bicchiere di carta che trovò in un cassetto della scrivania e mischiò aloe vera dal tubetto e miele e, dopo aver pulito con alcool le mani, applicò un pò di sostanza sulla ferita, fermando con quanti cerotti poteva. Poi si accassciò con le spalle al muro e ansimò forte, con la fronte imperlata di sudore.

"Mi dispiace" bisbigliò Jd "per la tua malattia e questa situazione. magari se usciamo posso chiedere al Leader se il nostro dottore..."

"No" lo interruppe lei "sono rimasta per un motivo. Uno, e devo raggiungerlo. basta che mi lasciate libera"

"Non capisco... comunque mi chiamo Jd" salutandola con la mano alzata.

"Jd... sei americano?"

"No, il mio nome vero è Leon, ma da quando faccio questo mestiere ho avuto parecchi compagni di gruppo e alla fine perchè il mio vero nome non piaceva, mi hanno affibbiato questo. Ed è rimasto, non mi dispiace.  Con il leader, visto che molti cambiano nome perchè si sentono meglio con uno diverso o vogliono cambiar vita, è rimasto... semplice"

"Capisco... Io sono Lia."

"Mi hai detto che hai vinto medaglie al poligono con la carabina..."

"Si ho... avevo il porto d'armi ed ero brava. Ma con questa malattia ogni movimento  è un dolore lancinante e sono finita a non poter più fare niente. Anche alzarmi dal letto o mettermi una maglietta è difficile... ero qui proprio per un nuovo documento visto chenoo posso lavorare."

"E usi la creta?"

"Ah.. si. lavorando manualmente, anche se le mani dolgono da morire, riesco a rilassarmi mentalmente e afforntare meglio il dolore. Ma solo poco tempo al giorno. Anche stare seduta o a letto è doloroso. non cè mai un posizione che mi aiuta..."

"Mi dispiace...e sei finita proprio oggi qui..."

"No, anzi. Alla fine ne sono contenta, magari... tutto finirà oggi..:" sorridendo e chiudendo gli occhi.

"Che vuoi dire?"

"... sono stanca, tanto stanca. FIn da piccola ho sempre fatto quello che gli altri volevano perchè fossi accettata. I miei volevano un certo tipo di figlia e decisero per me il tipo di scuole con materie come la musica, imparare a suonare degli strumenti, impiegare il mio tempo in cosa per loro era per il mio futuro... ma queste cose non erano compatibili come ne, nel senso che non erano per me e sono stati anni così difficoltosi da sentirmi nella disperazione nera. I professori si adiravano perchè rispetto agli altri non giungevo a certi risultati o non ero capace. i miei genitori non hanno mai visto o sentito, anche se ho urlato e detto come potevo i miei malesseri. Ma loro irremovibli, era per me, dicevano... tutti i miei sacrifici si univano al fatto che non ero come le altre bambine e ragazzine che dovevano essere perfette e brave in tutto. NOn ero o sono un maschiaccio ma non sono portata molto per essere una ragazza come vogliono tutti. E così piano piano nella mia vita sono rimasta sola perchè diversa. Tutti i miei sforzi per la musica e ogni attività che volevano per me,  non ha portato altro che stress e disperazione perchè io sapevo, lo vedevo e sentivo, che non erano per me, non vi ero portata... e poi dopo il diploma il mio corpo ha iniziato a cedere. So che è per questo, almeno credo, ma la mia malattia mi ha presa pian piano. Se sono in piedi è per antidolorifici e medicine che mi danno e mi tengono su, per poche ore. Ma ho perso tutto. Il poligono che amavo e avevo deciso io di prequentare nonostnate i lo or dubbi anche se alla fine ho dovuto abbandonare. Ho studiato e mi sono sacrificata in tutto quello che volevo per i miei, per gli altri... e ora non ho scopo, non ho un motivo per niente. Ad aggravare tutto io sono una neutra, non ho mai incontrato qualcuno che mi portasse a considerarlo come un compagno, e per me il matrimonio e figli sono fuori discussione. Quindi se normalmente per gli altri questi fattori sono un nuovo scopo, per me sono la fine. Per fortuna non cè più il matrimonio obbligatorio, anche se dagli undici anni non fanno tutti altro che ripetermi che devo trovare un uomo, sposarmi e fare figli. Perchè altrimenti stare soli è brutto, ecco cosa mi dicono. E io rimango così sconcertata che non comprendo come possano pensare che queste cose siano per tutti e che sposarsi pur di non restare soli sia la scelta migliore.  NOn vedono o sentono me e cosa o chi sono. Cosa desidero.. ovvero desideravo e cosa ho perso. Ho speso la mia vita per far contenti gli altri e non farmi sentir dire sempre che non ero come le altre, per finire così.." guardandosi una mano "un tempo avrei voluto degli animali ma loro non li amano, cavalacare ma no, la musica è meglio. Arti marziali anche con armi, ma no.. sono una ragazza e il futuro è giusto con la musica. E ora non ho più niente, muovermi è una sofferenza, non posso fare nulla o inizio a provare nausea forte per quanto dolore provo, la gente mi guarda in malo modo di nuovo perchè ora sono una delusione totale... insomma tutto va in vacca come dice il tuo amico. E poi ecco, io sono qui e loro vengono con le armi spiegate... e capisco. Può essere un aiuto..."

"Aspetta... vuoi che ti sparino?" sorpreso per poi stringere i denti dal dolore.

"Scusa, ti darei l'ultimo antidolorifico ma altrimenti non potrò raggiungerli sul tetto..."

"Sono sul tetto?"

"Alcuni dicevano di si, alcuni cecchini, ma non so se sono ancora lassù, ma vorrei provare..."

"ma sei sicura..."

"Si, con i miei è solo litigi anche adesso, perchè non vedono o sentono, non ho soldi se non qualcosa che chiedo dopo lamentele, ragionano in un modo particolare dove tutto va risparmato e neanche qualcosa di buono per alleviare la sofferenza vale... insomma non mangio gelato o pizza per fare due esempi da cos' tanto tempo perchè costano, loro cucinano male e secondo i loro gusti. Era così prima e non è cambiato. In pratica non ho soldi miei dopo tanti sacrifici, urlano perchè chiedo sempre qualcosa di buono ma ingrassa e fa male, per loro tutto è nocivo... solo la famiglia, le altre persone sono negative e tanto altro, forse non capiresti... resta il fatto che con loro è ancora peggio. E non ho scopi nella vita, non più. Con la malattia è come se tutto si fosse fermato. Camminare è doloroso, vestirmi è doloroso, stare a letto è doloroso, non ho soldi per niente e pensa che una volta mi ero comprata le mie patatine al pomodoro ondulate  preferite, non le classiche,  e mi hanno vista mentre tornavano a casa. Litigi per una settimana perchè tutto fa male e sono porcherie. Ed è come vegetare in un gel senza uscita. Non cè niente che mi aiuti veramente, ma qualcosa come modellare o guardare dei film fa qualcosa,  ma è solo per passare il tempo. Qui le persone sono molto, molto all'antica e vedono le cose solo in bianco o nero, se vedi in altri modi sei sbagliato. Sono dovuta restare qui dopo il diploma perchè volevano i figli vicino a loro, no e mai fuori. Vicini e basta, la famiglia è importante perchè le altre persone sono pericolose. QUindi sono stanca, non ho amici perchè tra i miei che non vogliono altri in casa, la mia malattia che mi impedisce tutto e che sono diversa... vorrei solo uscirne."

"... che dovrei dire? nella mia carriera ho visto tanta sofferenza, tanti mali in vari luoghi del mondo. E ho visto compagni ritrovare qualcosa sposandosi o nei figli. Anche chi per qualche incidente è rimasto paraplegico ha trovato forza nella famiglia. Ma se per te non sono importanti... e poi cè la tua malattia..."

"Si, mi ha tolto tutto. Se prima i miei con il loro che poi è ben altro, dopo è venuta pure la malattia. E ho cercato con ogni mezzo di crearmi la mia vta, niente. Ed  è come essere bloccati. Quelle rare volte che esco è perchè sono obbligata e dopo quelle patatine comprate in un negozio vicino casa, dopo che avevo chiesto di farmi scendere prima, ho evitato. Loro aggrediscono le persone con urla e discussioni dure e non vedono la sofferenza. E io sono arrivata al limite. Se non avessi nulla me ne sarei andata, ora è un altro modo di andarnese che spero... l'antidolorifico sta facendo effetto ma durerà poco di nuovo e l'ho assunto prima delle sei ore indicate. Ma non ce la faccio più... e a volte penso a tutte quelle persone che per qualunque motivo nella vita finiscono come me a dipendere dalla famiglia, e sono bloccati in un'esistenza che non dà loro niente di quello che desideravano, mi viene da piangere. Ogni cosa per me è dolorosa o impossibile, non cè modo di mangiare qualcosa che non sia con pochissimo sale e senza spezie che cucinano, che odio e non cè nulla che io possa ottenere perchè ogni cosa deve essere fatta come dicono loro. DAl prezzo di un oggetto all'orario per fare le cose. QUindi appena torna il tuo  aimco lasciatemi andare e nel caso consideratemi una colpa del nemico. Pulito e semplice e non sembrerà che l'abbia fatto io stessa. Odiano anche questo..." alzandosi in piedi con fatica.

"Mi dispiace, davvero... ho conosciuto molti amici che avevano avuto una vita dure per il luogo dove erano nati, con pregiudizi, convinzioni religiose, modi di pensare... ma proibirti i cibi perchè dannosi è davvero troppo... o le persone che ti evitano perchè diversa..."

"Avrei voluto un tempo trovare persone che mi accettassero, diversamente da quell, che vivono qui, trovare un luogo che avrei considerato casa, il luogo dove dovevo essere... ma sono anni che soffro per la malattia e non cè stata cura che abbia funzionato. Sono stanca. Se loro fossero stati diversi, se avessi potuto godere almeno ogni tanto di quello che desideravo, con qualcuno a cui volessi bene... anche questa è un'altra cosa, però.... " con sguardo triste "per questo prepariamoci per i tuoi amici e poi lasciatemi andare... quello che loro non sarebbero mai capaci di fare..."

Jd non rispose, la vide mettersi in piedi con varie smorfie e con fatica e poi scoppiò un boato da far tremare i muri, urla e rumori si spari provenienti dal priano superiore.

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Capitolo 4
*** 4 ***


chapter 4 Chapter 4

Piccola nota: Ricordo che questi testi sono una storia scritta per un progetto, o meglio concorso con premi e mi avevano spinta a partecipare. Sono arrivata fino ad un certo punto che metterò, ma mi sono fermata quando, leggendo questa bozza perchè è questo, anche se la mia amica dice che merita almeno la pubblicazione, alcuni amici hanno deciso che non era adatta e mi hanno fatto scrivere un'altra cosa. Inutile dire che ho partecipato ma niente, è stato un paio di anni fa ma questa è rimasta e non l'ho più toccata.

************************************************


Quasi un anno e nove mesi dopo

"i tuoi amici hanno problemi?"

"Mi auguro solo che siano abbastanza da non rischiare come me..." le rispose dopo un gemito.

"Ancora non capisco come siete riusciti voi due a farvi impallinare da quei pazzi scatenati. Dovreste essere più preparati di quattro scemi che si sono allenati qualche settimana in qualche buco per il reclutamento, perchè vogliosi di aiutare i poveri paesi schiavizzati... "

"Ok, capisco il tuo sarcasmo ma diciamo non era giornata...!" imbronciandosi.

"Aspetta..." disse lei ridacchiando mentre rimetteva tutto in borsa "mi stai dicendo che ti hanno preso come un'anatra nel periodo della caccia pechè non era una buona giornata? Di solito non prendete in giro le donne per i momenti no?"

"Carino...!" con amarezza "però vedi, io sono adatto per il lavoro secondario... da un angolo..." poi accorgendosi che lo guardava malamente, come se credesse di essere presa in giro continuò "Ho capito, ascolta. Ci sono persone che come hai detto tu, sono portate per una cosa invece che un'altra. Io sono bravo con i fucili da cecchino per esempio, con l'arco... sono bravo con occhio e coordinazione. Ma la mia situazione attuale conferma che sono negato nella squadra d'assalto..."

"Allora... perchè sei qui?

"Il nostro leader ha avuto un contratto e io sono dei Capitani, ha messo noi tutti in questa missione per... già, per quale motivo? Anche Alaric se lè chiesto. Di solito non siamo in prima linea."

"E quei tizi che dovevate prendere?"

"Ero ironico poco fa, certo che riguarda loro e i dati in mano loro"

"I dati?"

"Analizzare e comprendere cosa volessero è importante. Anche loro vogliono cambiare il mondo..."

"..."

Rimasero a fissarsi, lei cercava effettivamente di voler dire qualcosa ma scosse la testa e chiuse la borsa.

"Ok, non ti chiederò altro, meglio non saperlo. Decidiamo invece cosa dobbiamo fare perchè il tuo amico non torna"

"Aiutami ad alnzarmi, prima..."

"Sei rotto fino a questo punto?" sorridendo sorniona.

"Diciamo che ho un livello del dolore basso"

"la famosa soglia del dolore..."

Rimesso in piedi, si avvicinò con difficoltà al corridoio, ma sembrava non ci fosse nessuno.

"Che giornata del cavolo, ora qui non cè nessuno. Mi stanno prendendo in giro?"

"Tieni,  e se ci avvicinassimo alla scala per controllare chi arriva e nel caso fare qualche centro?" porgendogli il fucile e la pistola.

"Non male, anche se senza un antidolorifico fa un male cane e il fucile non sarà facile da maneggiare"

"Non lagnarti, dai. Devi uscire di qui. Cerchiamo di fare qualcosa e non restare ad aspettare chi magari non arriva"

"Dame tornerà..."

"Forse... lo senti là sopra che casino?"

"Tu che dai forza e inciti me in questa situazione. Il colpo al casco deve aver fatto parecchi danni, di solito le ferite non creano questo effetto. E ancora adesso non capisco come tu abbia colpito senza problemi quei tizi."

"Con una doppietta anche un ragazzino riuscirebbe a fare centro. E io sono già bassa.... Di base fa tutto lei, basta premere il grlletto e sapere del rinculo. Non è così difficile. Mi chiedo tuttavia perchè armi così vecchie siano ancora usate in queste situazioni"

"Perchè determinati paesi o commercianti d'armi riforniscono queste brave persone...  il problema maggiore però è il prezzo, non trovare le armi. Comprano alcuni gioiellini di ultima generazione ma conviene un gran numero di armi più vecchie come quelle, o uzi o mitragliette semplice a poco. Quelle ci sono sempre e sono ottime per tutti gli scemi che vogliono partecipare con ardore a qualcosa che non capiscono veramente ma solo per il credo o per scacciare paesi più forti.. E come dici tu è vero, basta qualche settimana e sanno sparare, ma è diverso dall'avere padronanza delle armi. I fucili per me sono facili ma è con un buon fucile da cecchino che le cose cambiano"

Lei non rispose ma si vedeva che stava riflettendo. Si sistemò la borsa sulla spalla, per poi ripensarci, tenendola in mano.

"Altra cosa..." le chiese guardandola "dopo che sarò tornato dagli altri, tu davvero..."

"Cortesemente, non essere come i buonisti e benpensanti che non è giusto, è sacra..."  facendo imitzioni in falsetto "la gente non è empatica, non è capace di comprendere un'altra persona  neanche per sbaglio. Non sempre una persona che si ritrova in una certa situazione può avere un lampo di positività. Le vite e le storie sono tutte diverse dalle altre. Come ho detto prima, se una persona si ritrova come me  potrebbe anche fare un sorriso come piace ai buonisti o psichiatri e pensare ... Non sempre è così. Si, ci sono persone che affrontano momenti neri per cui la loro testa ha un blackout e tutto sembra finito, ma sono davvero quelli e loro  che avrebbero bisogno di una mano tesa, per ritrovare un pò di luce. Ma le menti e le vite di esempio dieci persone sono differentifra loro, pensa miliardi di persone... unica e differente  come le stelle in cielo.  Io non voglio figli in nessun modo, non credo nel matrimonio e non voglio un fidanzato come tutte le altre. Avevo una volta delle cose nella vita da voler fare, ma con la mia malattia è fuori discussione, è una sofferenza anche riuscire a prendere sonno... quale sarebbe la mia vita se continuassi ancora? Sarò sempre sola perchè la gente ha grossi problemi, se sei diversa è un fastidio perchè la gente vuole amici senza problemi, come i genitori con figli facili da crescere. Affini, per divertirsi, che siano in linea con cosa sono. Amici simili insomma. E chi credevo amiche mi sfruttavano e basta, per poi finire a trattarmi malissimo quando ho iniziato a star male, dicendo che cercavo solo attenzione. Ecco le belle persone! Così come in famiglia, che non credevano fossi malata e sono stata sola ad affrontare tutto, finchè un medico non ha detto . Che cosa sconvolgente nonostante gli anni prima a soffrire come una scema. Quando ho potuto finalmente frequentare il poligono e fare delle gare, ecco che iniziano i sintomi e pian piano mi ritrovo ad aessere brava e con medaglie a non riuscire a tenere in mano neanche la pistola, o stare in posizione per i dolori ovunque. E sono pure stata presa in giro da questo ufficio l'ultima volta, perchè ho dolori alle mani e mi è difficile usare i telefoni touch, non uso app di comunicazione come tutti. Infatti non ho telefono... "

Mostrò le tasche dei jeans senza forma di cellulare e continuò "l'ho lasciato a mio padre perchè tanto sarebbe difficilee lo avrebbe fatto lui, ma è rimasto fuori...ed è umiliante. E' vergognoso vedere ridere di scherno qualcuno sapendo che tu sei in una situazione nera. E ancora oggi la gente che mi incrocia, che siano parenti o conoscenti, mi chiedono se ho qualcuno e quando mi sposo e figlio, come fosse doveroso e l'unica soluzione per me per essere una donna nella società. Come credendo che i figli, secondo loro, possano portarmi via la malattia. Tutto quello che ho studiato con sacrificio e sudore, che non era per me, non vale più  perchè ridotta così, se non prendo come poco fa qualcosa, non servo più! Dove sarebbe per una come me la positività e vedermi invecchiare,  aggiungendo tutto il marcio della vecchiaia su tutto questo? Sentendo ogni giorno tutti dirmi che dovrei buttarmi sopra il primo che passa, mi hanno anche detto così... purchè mi sposi e sia donna. Io sono donna solo con queste cose per la società ... e ovviamente se dico che sono di genere neutro chissà che potrebbe accadere... cosa cè di bello nella mia vita e vedermi un futuro unico e possibile dove... dovrei di nuovo chinare la testa e fare cosa dicono gli altri, pur di non soffrire dentro perchè non sono accettata come sono? Finirò la mia vita in casa loro, con le loro regole e tutto perchè non posso essere automona in molte cose!  Prima non potevo essere libera ma stare in famiglia, e adesso sono persa! La mia vita fino alla mia morte sarebbe ingoiare medicinali, invecchiare peggiorando la mia situazione, non avere considerazione da nessuno ma sentirmi dire che cosa fare e come vivere la mia vita secondo loro. Avere difficioltà a muovermi e non essere autonoma,  sapendo che ho speso gli anni importanti per accontentare gli altri. Ho deciso per non vedere i loro volti delusi a fare cosa volevano e sono io che sono finita nella melma, con il rimorso di non aver vissuto nulla che mi rendesse felice, e ci fosse un buon ricordo dentro il mio cuore. Se già adesso io sento rimpianto,diventando vecchia su una sedia a rotelle sentirò nel cuore un enorme tormento perchè nei momenti peggio a volte sono dovuta ricorrere a un bastone!. Quell oche provo quando sento parlare o vedo di sfuggita le persone che mi hanno fatto del male e vivono la loro vita, con il sorriso,  mi monta una rabbia cieca. Quando ero pronta ad aiutare gli amici e pensavo mi volessero bene,  non ho avuto poi nulla quando ho avuto bisogno ed ero disperata, anzi sono stata pure insultata e derisa con persone che non conosco amiche loro perchè volevano determinate cose e non potevo, passando per stronza. . Secondo te è giusta questa afflizione dell'animo che sarà per sempre,  mentre la gente intorno mi rimprovera perchè non voglio andare con loro nelle loro vacanzine al mare o altro? Soffro con qualunque sedia o poltrona ed peggio ore messa allo stesso modo, ma non capiscono. Mi vogliono con loro per forza e devo stare male tutto il giorno... ma sono ingrata!! Anche questo mi è stato urlato, che non sorrido mai nelle feste con la famiglia, nelle foto che devono farsi o quando siamo con nonni e zii. Non ho pià la forza di... nulla, niente, vedo solo un'esistenza alla giornata soffrendo ogni istante della malattia, solitudine e..."

Scosse il capo amaramente, voltandosi verso un punto lontano "E' deprimente che pure la famosa famiglia, così tanto considerata, sia delusa per un sorriso che non riesco a fare, vedendoli invece a loro agio in cosa credono. Il problema è che non è così per me, ma non cè empatia per me come invece pretendono loro o per altri. Devo essere io a sorridere e fingere di essere felice secondo loro per far star bene gli altri, nonostante la mia condizione" riportando lo sguardo su di lui "fin da piccola mi sono sempre sentita come un pesce fuor d'acqua con loro e volevo andarmente per una vita mia, tra persone che fossero felici della mia presenza e dell' affetto per loro, nel luogo dove dovevo essere. E invece guarda..." urlando rabbiosa "l'antidolorifico sta già non facendo più l'effetto maggiore, sento di nuovo tutto, l'ago curvo mi ha aiutata e la ferita era profonda ma piccola,  ci sono riuscita ma sento ora le mani che fanno malissimo come se avessi centinaia di colpi di coltello profondi, per non parlare del resto... a casa ho persone che si lamentano sempre che io non ringrazio mai di quello che ho, quando sarei stata felice di dare tutto a chi lo meritasse e ne avesse bisogno. Secondo loro sono egosta quando la mia vita l'ho spesa per farli felici e non sentir dire loro frasi come e tanto, tanto altro... non ho fatto che ascoltare per tutta la vita le persone che mi giudicavano e paragonavano come se dovessi essere tutti copie conformi e non persone. Che sia giusto che se tu sei nell'inferno per tutti i tuoi problemi,  devi fare la persona felice a forza per gli altri altrimenti o si offendono. Queste parole mi hanno rotto il cuore sempre di più, sempre più in profondità e così come la gente non è in grado di lasciare liberi e lasciar andare, non capirà la mia sofferenza per davvero...  ma farà tutta l'erba un fascio come i psichiatri. Ti catalogano ed etichettano secondo i loro libri e dicono sempre le stesse cose. Vedi positivo che la vita da tanto. Il problema è che non siamo tutti uguali e non vogliamo tutti le stesse cose. I tipi di felicità sono diversi come i tanti tipi di amore, ma sono così tante che vedono solo bianco o nero, considerando come unico qualcosa ed è giusto questo. Io non vorrò mai per come sono un matrimonio e figli, ma una vita che mi appaghi e renda felice, tutti hanno difficoltà ma è diverso da quello che ho io o chi perde un arto o resta bloccato a letto, o a una poltrona elettronica a vita. Quelle persone normalmente fanno fatica ad avere una vita che non sia affrontare ogni giorno, sperando che ci sia qualcosa che gli faccia piacere. Sempre accuditi, sempre con gente intorno che devono fare tutto al posto loro, senza libertà o qualcosa che li renda davvero felici. Sono privati di tante cose perchè devono vivere tantissimo.  E lo dico perchè ho visto in tv parecchi programmi e documentari con queste persone, devastate e che sono in vita solo per le macchine. Il problema è quante persone tra queste stanno vivendo una vita che al momento della morte possono considerare con un sorriso? Io non ho un giorno o un periodo felice, nel momento in cui io me ne andrò non avrò un sorriso caloroso per un momento che mi scaldi il cuore. Per la gente vita, vivere significa continuare a respirare e andarnsene in modo naturale, ma per molte persone come me è solo una sofferenza. Un peggioramento con gli anni che passano, visto che peggioro sempre di più. E non posso prendere medicine come sto facendo ora per restare in piedi, ma allo stesso tempo io rispetto ad altri non ho modo, motivo o scopo per guardare avanti e pensare a un futuro che mi aspetta. perchè non ce ne sono per me che potrò avere o fare. Qui non ho nessuno che mi accetti per quello che sono in ogni sfaccettatura, e finirei solo per non soffrire fino alle lacrime come ora accontentando sempre tutti e rompendomi dentro fino alla fine, come un incubo orrendo. E' questo che anche tu pensi con il concetto di vita? Restare a respirare su una sedia o letto, con medicine e aiuti chimici come possibile, fino a che la vecchiaia non mi prenda? Purchè viva molto?  Senza niente di felice?"

Jd respirò forte e chinò la testa, senza parlare.

"Guarda, anzi non voglio sapere niente. Ho sempre...   sono il tipo che considera pareri e modi di pensare degli altri ma è diverso quando devi obbligare e premere per i tuoi modi di vedere le cose, sulla vita degli altri. Non tutti accettano e vogliono continuare una vita che non gli appartiene, che non è almeno soddisfacente e...  sono troppo stanca per tutto, quindi pensa solo a tornare a casa" gli disse controllando il corridoio e facendogli cenno di seguirla.

"Ho paura però di aprire la ferita..."

"Vieni, dammi un braccio, ti do una mano a camminare ma tieni almeno la pistola. Sei bravo hai detto a far centro, no?"

"Direi di si" camminando vicini con lei, che teneva attorno al collo il suo braccio destro "comunque vuoi sapere cosa penso di quello che hai detto?"

"..."

"Ok, forse dopo..."

Giunsero alla scala, e sentivano chiaramente scontri a fuoco e urla. Fecero un giro nelle stanze adiacenti finchè lei non fece sedere il ragazzo in un angolo.

"Resta qui, li farò venire da te. Hai qualche parola o modo di fargli capire che davvero eri con me e possono fidarsi?"

"Vuoi  raggiungerli e portarli qui?"

"Tanto rischio qualcosa?" scherzosa

"NOn posso... anzi non voglio impedirti di fare come credi, ma fai attenzione"

"Quello che mi turba parecchio è che non hai altri modi per comunicare con loro, nel caso il casco diventi come i giocattorli dei bambini il giorno dopo natale. Possibile che non avete neanche un walkie tolkie?"

"Teoricamente dovevano resistere maggiormente, a quanto pare hanno proiettili nuovi o comunque diversi da quelli che hanno testato. Jameson non ne sarà felice!  E per essere più specifici, ho qualcosa per comunicare con il Leader ma avvisa solamente che è necessaria un'evaquazione forzata. Ossia mi vengono a prendere in modo rapido in un luogo all'aperto"

"Capito, un mega pulsante megagalattico che se premuto urla "cacchio-venitemi-a-prendere-me-la-sto-facendo-sotto- muovete-le chiappe! e vengono con l'elicottero nero tipo swat. Meglio che niente...."

"Ahahahah" lamentandosi poi dei dolori "più o meno, ma ricordati che bisogna raggiungere l'esterno"

"Ricevuto, vedremo di farlo. Allora, cè qualcosa che possa convincerli che sei con me?"

"... digli questo... Contraia, l'uomo dei dragunov è ko, seguitemi..."

Lei si fermò leggermnete turbata, con la bocca in una smorfia. "Spero non sia uno scherzo..."

"E' lunga, te lo spiegherò quando torni se cè tempo, ma capiranno..."

"Certo, signor cecchino. Facciamolo andare bene... torno presto"

Con la doppietta si avviò malamente verso le scale ma Jd la fermò, stringendo i denti. "Sei sicura di riuscire a reggere finchè non li trovi? Non inizi a stare peggio?"

"L'effetto diminuisce e se sarà il caso userò l'ultimo , me la caverò altrimenti... qualche scemo là fuori sarà così gentile da aiutarmi..."

"... perchè mi stai aiutando se per te era importante spingere qualche scemo a fare quello che vuoi? Facevi prima a..."

"Vuoi la verità?" voltandosi di nuovo verso di lui, mostrando segni di disagio e poggiandoi sbuffando poggiando la schiena allo stipite " se accetti la cruda verità, vedendo voi due agitarvi come procioni beccati a rovistare nel bidone fuori casa. Mi avete fatto pena, sopratutto l'altro... sembravate gattini contro dei pastori tedeschi..."

"..."

"Mi spiace, ma volevi sapere la verità..."

"Ok, vai... non so ancora perchè sto mandando una civile al mio posto, ma sto troppo male..."

"te lo dirà il medico perchè, incrocia le dita che anche i tuoi amici non siano gattini sperduti pronti a unghiare chiunque..."

"..."

"A dopo" uscendo.

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Capitolo 5
*** 5 ***


chapter
Quasi un anno e nove mesi prima

Alaric digrignava i denti per la frustrazione. Il gruppo con il secondo agnello designato si era rifugiato nella parte posteriore con degli ostaggi, resistendo.
Avevano eliminato un blocco di sei persone che cercava di accerchiarli tramite le comunicazioni tra le varie stanze, riuscendo  a non farsi ferire. Eppure non riuscivano ad avanzare.

" A, che facciamo? I civili continuano a piangere, li senti?" mentre Alaric effettivamente continuava a sentirli, senza avanzare.

"Sta arrivando qualcuno secondo il termoscanner" il gruppetto si agitò.

Due figure  secondo lo schermo stavano muovendosi a destra,  lo scanner individuava anche avvighiati insienme da quanlche parte in fondo una massa di corpi rossi e aranzio. Dovevano essere gli ostaggi mentre le forme longinee alzate semoventi erano i membri della cellula.

Il loro problema era che non si vedeva nessuno vicino le porte per comprendere cosa avessero o altro, vedevano solo la forma tramite calore dei loro corpi e dove erano posizionati in quel momento. Alaric diede un vaffanculo alle tecnologie cieche come quella, poteva usare l o scanner solo per individuare se cèra qualche forma di vita ma non altro e si chiedeva a che serviva a questo punto quell'oggetto costo se erano ciechi su altro.
Controllò lo scanner che teneva in mano Frederick, confrontando con cosa vedeva dal corridoio, per capire come agire. Il corridoio apriva in varie stanze, diviso a metà da uno spazio largo  con un paio di panche di legno di fronte le scale. Poi continuava fino alle stanze in fondo, dove sicuramente erano barricati i topi che voleva stanare.

"Le due figure stanno arrivando, destra, sembra seconda stanza...."

"Arrendetevi stronzi... o vi sparo in fronte!" urlò qualcuno con voce roca davanti a loro.

"Venti metri, stanno vicino la porta e... oh, strano"

"Cosa, cosa!" urlò spazientito Alaric

"... a volte il sensore sembra captare tre soggetti ma questo... sembra lontano..." poi un fragore e del fumo iniziò a giungere davanti a loro sempre più in alto.

"sono stati loro? Perchè usare fumogeni?"

" a me sembrava uno dei nostri, veramente"

"Come può essere uno dei nostri"

"J e D?"

"D poco fa ha comunicato con noi, ma non ho capito cosa diceva"

"E' strano che non comunichino più, A..."

"Taci, il fumogeno è ancora in funzion..."

Poi degli spari  nella loro direzione li fecero accovacciare dietro la barrucata di fortuna con scrivanie e panche di legno. Alaric avrebbe voluto avere almeno la metà della bravura di Jd nell'ideare piani velocemente o aver la capacità del leader di sfruttare stratagemmi, per cambiare le situazioni a proprio favore. Sempre agli altri, pensò...

"Ci avete lanciato dei fumogeni ma siete stupidi perchè noi siamo qui, o vi arrendete o veniamo con le maniere cattive!" sbraitò quello che cercava di beccarlicoprendo gli altri con gli ostaggi.

"Negavito" urlà Alaric, "liberate gli ostaggi o finirete come i vostri amici riversi qua fuori"

Un altro fumogeno scoppiò più avanti, con altro fumo. Si sentì imprecare e poi uno dei due si sporse con la mitraglietta e sparò dei colpi verso di loro. Risposero al fuoco ma l'uomo era già protetto dallo stipite della porta. Poi si vide l'arco di qualcosa in volo e una molotov artigianale si infranse contro la barricata, prendendo fuoco. Alaric pensò subito che se la traiettoria fosse stata diversa sarebbe finita addosso a loro, o dopo vari lanci il fuoco avrebbe finito per mangiarsi il legno o dargli un impedimento visivo in favore degli stronzi dall'altro lato. Evitavano di agire per paura di cosa sarebbe successo agli ostaggi, presi solo perchè volevano i dati ed erano entrati in azione troppo presto del loro arrivo. Almeno, Alaric pensava così.

Mentre le fiamme erano ancora vive, l'uomo fece una corsa con scivolata verso la port a di fronte a lui e riuscì ad arrivare dall'altro lato.

"B, coprici, evitate che ci giunga alle spalle. Voialtri occhi aperti per l'altro".

Il termoscanner mostrava dove si trovavano ma ora erano in due posizioni diverse, e Frederick doveva voltarsi a destra o a sinistra per seguire uno o l'altro. Poi quello rimasto a destra sparò e si nascose, sicuramente cercando di tenerli occupati mentre l'altro provava a colpirli di sorpresa.
Siete davvero stupidi voi, pensò Alaric. Non temeva il fuoco addosso, perchè quello che indossavano gli rideva in faccia, proteggendoli, ma diverso sarebbe stato per il tempo dell'alcool che bruciava comunque sopra, che li avrebbe resi cieci per le fiamme o fumo. Ma erano protetti, era tranquillo su quello.
L'uomo a destra puntò per un terzo lancio di molotov, prendendo la cima la barricata mentre alcool e fiamme chizzavano ovunque e poi, prima che Alaric potesse dire di fare fuoco, sperando di beccarlo in quella testa marcia, lo videro sussultare con la braccia  all'infuori come per alzarle per arrendersi, poi un colpo forte e la testa dell'uomo schizzò vià sbattendo sul muro poco dopo la porta di fronte. Rotolando un paio di volte con il collo dilaniato.

Si fermarono sconvolti e si sentì quasi urlato un "urca vacca, manco Maria Antonietta..." e rimasero freddati dalla situazione.
Alaric aveva sentito chiaramente un fucile la seconda volta, ma non la prima. Era accaduto mentre la bottiglia si rompeva? E lui non se ne era accorto?Qualcosa sfrecciò ad arco verso la porta di fronte, infrangendosi.  Un lampo di luce e fumo comparve dalla porta a sinistra, poi delle urla strazianti e l'uomo che tentava di colpirli nel loro lato sinisto uscì urlando con un braccio e la zona dell'orecchio coperto da fiamme. Cercava scuotendosi di fermare le fiamme, cadde e a terra e si rotolò come un disperato.
Alaric non capiva, diede un colpo a Frederick per il termoscanner e a quanto pareva un'altra sagoma rossa e arancio si notava a destra.
Voleva urlare che  uscisse fuori ma fu anticipato, qualcosa  compariva lentamente a metà dello stipite, come a farsi vedere. Era uno dei loro caschi e Alaric pensò che fosse Dame.

"D, muoviti, dobbiamo..." ma la frase gli morì pian piano quando, mostrando metà del davanti, il casco non fece degli scossoni come sballottato e capicollò sbattendo varie volte per terra con un rumore sordo, mentre una mano pallida si agitava come per prenderlo. Si fermò vicino al corpo del tipo arrostito che ancora si agitava, ma meno, mugolando. I membri del suo gruppò iniziarono ad agitarsi.

"E' il casco"
"è solo il casco..."
" dove... "
"A... "
"che..."

"Zitti" Alaric sbraitò nei caschi fissando quello ruzzolato male a terra.

"Contraia" disse una voce a destra del corridoio "il vostro cecchino ha qualche problema, vorrebbe una manina..."

"A, è la stessa voce dopo che quel tizio ha perso la testa" disse Frederick "e deve essere la figura nel monitor"

"Esci fuori, subito"

"Un altro fumogeno e sono lì, mi manda Jd comunque, prima che abbiate la malsana idea di sparare"

Sfrecciò per il corridoio un altro fumogeno, dallo scanner videro la figura avvicinarsi, anticipata da una mano oltre lo stipite e la frase "abbassate le armi, ho solo bisogno di parlarvi, Dame vi confermerà"

"Dame?" chiese Alaric irrequeto "che diavolo è successo? CHi sei?"

Comparve allora una ragazza, dal viso tirato e molto sudato, come se fosse tornata da una maratona, col fiatone e dalla pelle chiarissima, vestita con jeans e maglietta, capelli ricci lunghi legati in alto dalle tempie dietro, e il resto sciolto. Teneva di fianco stretto ben saldo nelle dita una doppietta e nell'altra, la sinistra, un fumogeno. Li squadrò velocemente, aggrottando le sopracciglia in modo diverso a ogni occhiata, poi chiese dove fosse Dame.

"è da te che voglio saperlo, come lo conosci e di cosa parlavi..."

Lei si fece ancora più seria chinando poco la testa in basso e guardandoli alzando gli occhi, li osservò di nuovo e disse un semplice "no... se fosse qui vedrei una lepre terrorizzata col fucile davanti al naso come un cieco". Sporse la testa verso la sinistra, dietro il gruppetto, come se cercasse qualcosa poi tornò verso Alaric, l'unico in piedi e che sembrasse il capo dai modi di fare. Sospirò abbandonandosi con un piccolo tonfo allo stipite della porta con una spalla, trasalì lievemente con un broncio e un "accidenti". Si massaggiò la spalla ma si riappoggiò, mettendo da parte il fumogeno.

"Senti, è chiaro che quell'incapace terrorizzato anche da se stesso non è qui, e la cosa non mi piace. Ho uno dei vostri, Jd, che è messo male e ha bisogno di qualcuno che lo prenda e lo porti fuori..." accompagnando il senso con l'indice e il pollice come a prendere qualcosa e posarlo in un punto immaginario " almeno, devo dire che voi siete più seri e dall'apparenza militari di quei due, però se posso... " prendendo di nuovo il fumogeno non attivo e buttandolo verso uno degli uomini che lo prese al volo "sarebbe meglio controllare la scala, togliere eventuali borse con oggetti pericolosi per voi stessi e avanzare. Stando qui a tre metri da dove si nascondono in stallo, per me è una perdita di tempo. Capisco gli ostaggi ma, e questi non me ne vogliano, se questi tizi sono pericolosi, meglio metterli a cuccia, anche con qualche rischio civile piuttosto di rischiare di perderli e peggiorare le cose..."

"Quale borsa?"

"Oh, di tutto il discorso pensi alla borsa..W inclinando la testa verso destra guardandolo fisso "... cè una borsa che richiama la vostra tuta abbandonata e aperta. E' da lì che ho preso i fumogeni, e ho trovato anche cose interessanti, come un teaser..." uscendolo dalla tasca posteriore e facendolo scoppiettare "è pericoloso, dico io, per questo inizio a pensare che neanche voi siete così professionali.." con delusione.

"No, ti ho chiesto della borsa perchè avevo lasciato un mio uomo là di vedetta"

"Non cèra nessuno, sono salita con attenzione e ho trovato la borsa da sola, aperta... quindi sono due che mancano, andiamo bene..." con una smorfia

"Tu chi sei..."

"Sei A, vero? Sono una degli ostaggi che si è rotta le scatole di sentire urlare con armi puntate contro e ha fatto scappare gli altri. Ho trovato Jd e Dame perchè loro avevano attirato l'attenzione di quegli idioti e ne ho atterrato uno con un colpo sul coppino. Purtroppo per voi, era uno di quelli che cercavate. Jd però è rimasto ferito e Dame doveva cercarvi per aiutarvi e tornare dall'amico, ma vedo che non cè e manca un tizio..."

"Che vuoi dire che lo hai atterrato?"

"...morto, defunto, andato... è stato forse un incidente, io volevo colpirlo con una cosa che cèra sulla scrivania direttamente sul nido di capelli che aveva in cima, era un ottimo bersaglio, ma ha abbassato la testa e per sbaglio è caduto dopo un secondo... di naso. Anche se fosse vivo non so se è possibile recuperarlo, comunque quelli con me di sotto sono scappati dalla finestra. Jd aveva il casco andato, non poteva chiamarvi, anzi è proprio quello..." indicando il casco che prima le era scappato di mano finendo vicino al morto "e Dame aveva detto che correva da voi per poi portarvi da Jd... insomma peggio di una soap opera, ma a quanto pare si è perso... vorrei quindi, se per te va bene, tornare da Jd e portartelo qui se riesco, tanto siete fermi da no nso quanto tempo ad aspettare loro...

Si spostò verso l'altro stipite, poggiandovisi con la schiena, per osservare oltre le scale da dove era venuta e le stanze in fondo. Osservava ogni angolo seria e senza dire niente.

"Stai giù o ti prenderanno..." urlò uno di loro ma lei sorrise con un angolo della bocca e si voltò verso di loro. Li osservava come se vedesse qualcuno che la faceva ridere e la sua faccia sembrava dire "ma dove dovete andare". Alla fine guardò di nuovo quello che doveva essere Alaric, visto che le visiere non permettevano di capire.

"Non avete i comunicatori nei caschi? Non dovresti chiedere a chiunque nella tua linea se hanno visto Dame e quel tizio sulle scale?"

Alaric restò a fissarla, era contrariato dentro di se perchè quella ragazza comune sembrava prenderli in giro. Non era bellissima  ne una che diresti "bella" con enfasi, appariva banale...  eppure in mezzo alle gente, che fossero uomini o donne, si notava per quel qualcosa quando si muoveva e guardava. Aveva due occhi grandi castani che ti guardavano come se fossi uno qualunque senza importanza,  a volte una delusione o disgusto comparivano e mutavano in altro. Quando sembrava pensare o valutare, posava i suoi occhi sul soggetto,  fissavano dritto negli occhi senza paura o altro sentimento da farle voltare lo sguardo.  Il taglio degli occhi rendevano lo sguardo profondo e duro, pungente e arrabbiato, anche dal trucco che sembrava leggero. Quella linea o codina corta di eyeliner aumentava l'effetto, poco ombretto azzurro e blu scuro sfumato che risaltava forma e colore degli occhi.  Il naso sembrava un pò grosso ma era addolcito da rotondità come a patata e la punta, che svettava in alto formando un arco, spezzato lievemente dall'osso nasale. Le labbra non erano grosse, il labbro inferiore più corposo di quello superiore e poco più largo del naso faceva capire che non erano sottili ma neanche carnose, formando come un cuore.  Davano un aspetto particolare allo sguardo duro, se non sorrideva con un angolo all'insù, un sorriso divertito ma non arrivava agli occhi ma sembrava di scherno. Per il resto sembrava quasi che la linea della bocca scendesse ai due lati all'ingiù, mostrando  il centro della bocca a cuore maggiormente, come le vecchie bambole di sua nonna.  Sembrava una bambola imbronciata, pesò Alaric, e il mento sembrava all'insù anche quello, come se seguisse il naso se si guardava di tre quarti, ma era poco pronunciato e dava un aspetto meno ovale al volto. I riccioli castani lunghi oltre le spalle aumentavano l'effetto che richiamava nella sua mente di bambino sulle bambole che sua nonna teneva. Che lo inquetavano, un rivolo di ghiaccio sulla schiena lo faceva rizzare di terrore nelle stanze dove fissavano come a seguirlo, lui e chi vi entrava. Erano belle, di tipo ricercato e pregiato, ma terrificanti e inquetanti allo stesso tempo e lui riprovava quelle sensazioni. Eppure non era bella come tutte le ragazze che vedeva in giro in licenza o sui social, dalle tremila foto che si facevano, ma gli facevano venire in mente la frase "un volto antico",  come quei quadri ottocenteschi, anche per i capelli con le ciocche alzate ai lati.
Poi ricordò dove aveva visto un viso simile oltre le bambole di sua nonna. Armandello, l'italiano o ex italiano, che si era abituato a quel nomignolo del suo nome amava vedere con i figli quei film per bambini e portarseli per rivederli e ricordare i momenti con loro. E a volte obbligava dietro pacchi di birre e drink a chi li vedeva con lui, a sorbirsi ore di quell'intrattenimento che per lui era per bambini. Punto. NOn capiva come l'amico di amasse, li rivedesse tante volte e a volte sembrava piangere di commozione. Lui accettava solo perchè non gli andava di faticare e per il beveraggio gratis, e stava lì a scocciarsi anche a volte rideva per certe scene. E vedendola ricordò. Quel film su tarzan, quello spigoloso che definivano un classico disney che lui trovava assurdo per come skeitbordava sui rami come se non avesse piedi umani. E ricordò la scena, quando adulto Tarzan torna nella casa dei genitori e vede il ritratto, con la cornice in legno. La donna, la madre, sembrava simile alla ragazza, solo con abiti modermi. E sudò freddo mentre lei lo squadrava muovendo le sopracciglia in pensieri muti..
Ogni occhiata accigliata che dava a qualcunqe persona o cosa, sembrava che avesse tante rotelle in funzione la situazione della somiglianza con le bambole e quel disegno dei genitori di tarzan gli venne un senso di odio. La odiava.

La vide di colpo accigliarsi maggiormente, quelle sopracciglia non spesse ma presenti lievemente ad ala di gabbiano, come si chiamavano, come se di base le avesse avute rotonde ma si era cercato di farle più moderne senza essere artificiali. Anzi sapeva dalle donne che frequentava, che le tagliavano in forme squadrate che lui odiava, le vedeva se erano tagliate, ma non quelle della ragazza. Erano solo modellate togliendo l'eccesso senza stravolgerle troppo. Si vedeva dalla parte superiore che non erano ad ala naturale ma portate senza eccessi e lunghe natuali. E poi la sentì e vide dal viso arrabbiata e spazientata. E le chiese cosa avesse detto.

"Sentite, non so chi siete ma è chiaro che dovete prendere a calci quei tizi là e ho cose da fare. Me ne torno al piano inferiore a vedere Jd e cercare quell'altro della borsa che..."

"Ferma, dove vai" urlò Alaric di colpo "sei un'ostaggio e dobbiamo portarti al sicuro..." ma lei si voltà mostrando tre quarti di un viso offesso e scocciato, sembrava che pensasse "stai scherzando". Fissandolo dalla testa ai piedicon gli occhi perplessi, le labbra in fuori in un broncio color porpora chiaro, sembrava a lui, dato dal rossetto. Inclinò la testa di lato studiandolo.

"Forse non ti è chiara la questione. Sembrate dei bambini dell'asilo dopo aver ideato un piano per rubare la torta alla mamma, ergo sembrate degli incapaci anche se Jd continua a dire che è solo la giornata ad esser storta. Per sbaglio ho mandato a giocare a calcio con i suoi santi e peccatori uno dei tizi che volevate vivo, mi scuso, e ho eliminato due sotto e uno qua poco fa. Perchè pericolosi- Anzi, non so come ma forse ho avvicinato troppo le canne al collo, anche loro sono incapaci a quanto pare che non sentono o controllano alle spalle, ed è volata la testa. Mi spiace di nuovo, anche se non  a me,  visto che ferivano e uccidevano senza rimorso gente innocente. Ma visto che avete comunicatori e ogni cosa tecnologica, e vi comportate invece da scarafaggi terrorizzati davanti lo spray nebulizzato, è chiaro che non finirà bene. E ho cose da fare che stare in un angolo mentre voi giocate a guardia e ladri. QUindi se permetti..." con la mano sinistra con il dorso  parallelo al pavimento verso l'altra porta della stanza "... io andrei sotto e vi porto Jd. Nel mentre, chiama chiunque sia il capo della combriccola e digli che state facendo schifo... buon lavoro.." andandosene dop un cenno del capo con un angolo della bocca alzato.

"Ma... la lasciamo andare? E s elo avesse ucciso lei, Gordon? E se..."

"Taci" urlò Alaric via comunicatore all'uomo che chiese cosa fare "non ho tempo da perdere con ragazzine isteriche. Dobbiamo prendere quel tizio, se è vero che l'altro è morto,  procediamo e sistemiamo le cose. Mi sono stufato..." sbraitò, ma in verità era corroso di rabbia dentro. Non capiva se era l'espressione della ragazza, il suo modo di fare, le sensazioni che gli dava,  o il chiaro definire lui e gli altri come incapaci, mentre lei aveva eliminato se con fortuna o meno, quattro persone, salendo e scendendo tranquillamente scale come se fosse a un party. Ed era una civile. Non gli quadrava. Digrignò i denti e ordinò di avanzare con i lacrimogeni in loro dotazione e armi pronte.


Jd dopo un tempo che non sapeva comprendere per il dolore, la stanchezza e la voglia di qualcosa che non gli facesse venir voglia di urlare dalla frustrazione, la rivide tornare. Era incavolata, parecchio sia dall'espressione e dalla bocca, ma anche dal modo di fare. Aveva notato che quando era tesa e nervosa, i suoi comportamenti erano rapidi come raffazzonati per la rabbia, ove poteva, e duri. Inoltre sudava parecchio, aveva la fronte imperlata di sudore, faceva smorfie a ogni gesto e ansimava aprecchio e aveva problemi a chianarsi e rimettersi dritta.

"I tuoi amici, perdona se lo dico, sono incapaci sempre, o solo oggi avete un attacco collettivo di incapacità e supidaggine?"

"Cosa è successo" chiese lui chiudendo gli occhi stanco, anche se non voleva realmente saperlo.

"Lascia stare... su alzati, ti porto da loro. E' chiaro che perfino i militari di una cittadina come questa sono visivamente pronti e capaci di voi... senza offesa"

"ti sorprenderà, ma noi realmente abbiamo alle spalle anni di addestramenti, missioni e professionalità..."

"a come parli, sembra di sentire più un gruppo di venditori porta a porta che militari..."

"Ridi" vedendola con un sopracciglio alzato e un angolo della bocca in un sorrisino "ma non hai idea di cosa ho visto e da cosa sono sopravvissuto..."

"Ah, siete come i falsi magri... quando dicono che non si ha idea di quanti sacrifici e lotta dentro i camerini con i capi stretti..."

"Ehi, sono serio...!" ridendo

"Anche io, e parlo per esperienza..." con un gesto del viso, come un cenno del capo per dire che capiva.

"Davvero...?" squdrandola ma lei gli diede un leggero ceffone al capo e poi gli mise tra le braccia la sua roba. Jd si impallò mentre cercava di stringere l'arma, le cinture cosciali con le sacche per l'equipaggiamento e quelle da torso che si era tolto per sedersi più tranquillo. In più lei gli gettò in grembo anche la sua borsa che non era leggera. Era di jeans grande e larga.

"perdonami, ma dentro ci sono gli ocggetti che possono ancora servirci e che ho già usato su dite, più alcuni che ho comprato per lavorare l'argilla... li ho pagati..." alzando le spalle " e poi è anche leggera in senso lato, ho finito gli antidolorifici e ne vorrei uno subito..." respirando faticosamente con la bocca, incapace di rialzarsi dalle ginocchia.

"Le tre che hai preso hanno giù finito l'effetto?"

"Già, sono passate tre ore..?  e ne ho prese tre... e se riuscirò a portati su sarà già un traguardo. Dai muoviti..."

"Aspetta..."  di colpo, come sconsapovole di qualcosa "hai detto che sei andata al piano di sopra, hai parlato con loro e sei tornata? Senza rischi? Senza qualcuno che ti sparava?

"Purtroppo no " con una smorfia delusa, mostrando labbra pià piene "sono tutti nascosti delle stanze infondo, si sentono rumore e voci ma non cercano un confronto. Per questo sono fermi e con alcuni lacrimogeni ho nascosto i miei movimenti..." alnzando le spalle.

"E' assurdo, significa che stanno davvero cercando a ogni costo quelle informazioni? E..." scostandole le mani che dovevano aiutarlo e guardandola negli occhi" e hai hai davvero intenzione di..."


Lasciò il senso a disperdersi senza terminare la frase e si fissarono per un pò. Lei tremava per lo sforzo di stare in piedi, leggermente chianata in avanti per aiutarlo, poi chiuse gli occhi con molta lentezza, sospirando. Allungò di nuovo la mano per farlo tirare su, incitandolo con un gesto del braccio, e quando lui si rialzò con accortezza, ansimando anche lui, si voltò a guardarlo serissima.

"Ne tu ne gli altri siete me, avete la mia testa, il mio modo di vedere le cose e accettarle... nessuno è me e nessuno può capire infondo e veramente cosa provo, cosa avverto di perso e peggio, il niente che vedo in quello che tutti invece chiamerebbero futuro. Non si comprende mai qualcuno, la sua situazione e il perchè di quello che dice e desidera se non ha avuto un'esperienza simile. Simile, nel senso che capisce la mia situazione fino a un certo punto perchè similare, ma non può comprendere tutto. Non potrà mai accettare e vedere con chiarezza quello che ho dentro, che mi rosicchia e devasta ..."toccandosi il petto con il palmo della mano sinistra.
"molti usano la pietà e le solite frasi fatte di compassione, ma non hanno davvero mai avuto tutta la mia esperienza e la mia mente. Se alcuni riescono ad andare avanti pensando che tanto avranno almeno moglie o marito e figli, e per loro è un senso di vita, per altri lo è continuare cosa amavano in altri modi come le persone paraplegiche o con varie patologie. Ma riescono comunque grazie alla tecnologia. INun modo o nell'altro questi riescono ad amare la vita amando cosa li rende vivi" la tecnologia attuale può far camminare, danzare, praticare tantissimi sport a chi ha perso l'uso di arti o non può muoverli, e sono felice per loro. Ma poi ci osno quelli come me che, a causa del tipo di malattia, è impossibile fare qualcosa perchè non hanno perso una parte di corpo, ma è come se questi gli si rivoltasse contro, oltre il dolore la sofferenza che già si ha. Quello che ho fatto fino ad ora è stato possibile con gli antidolorifici e più tempo perso per muovermi. Anche quest'arma mi ha massacrato la spalla, eppure anche solo impungnadola mi ha richiamato alla mente quanto ero felice al poligono e cosa mi davano concentrazione e unione, con l'arma e il risultato. Anche se preferisco le armi bianche, principalmente il Bo e i Sai, ho optato per il poligono perchè da noi non cèra nessuno che li insegnasse oltre il karate. Solo karate... ed è già stato difficile isscrivermi al poligono e andarci... non hai idea quanto ho pianto e ho sofferto nelle discussioni con i miei, perchè per loro non era una buona idea. Già, nessuno può capire, comprendere veramente fino in fondo il... e poi il domani. Il domani o futuro per me è solo buttar giù pillole che fanno poco effetto e star malissimo dopo una piccola camminata, pensa nel vestirmi o altro... e se ti stai domandando come faccio a sopportare il dolore in questi momenti è perchè qualcosa mi porta a una ferrea speranza, la speranza di veder finire tutto in un modo in cui io non sia la principale... che non sia fatto con le mie mani.. per avere tutti ancora a pensar male di me." fissandosi le mani. "vorrei buttarmi da qualche parte e dormire, se non fosse che cerco di autorilassarmi con la visualizzazone, e non avessi quel desiderio...


"Quindi..."

"Quindi Jd, non mi importa cosa tu o i tuoi amici pensate, ma devo trovare un pò di pace. Vivere con genitori, fratelli e nonni e vedere sempre le loro facce deluse, che riflettono cosa sono ora ,lo star malissimo dopo esser riuscita a scendere dal letto dopo i dolori di per esser rimasta distesa, la giornata dove ogni cosa è un dolore... tutto quello che ho sopportato per gli altri e a causa degli altri, e ora dopo aver perso ogni speranza, ogni cosa che io potessi avere dalla mia vita, voglio solo pace... sono stanca di sentirmi dire che devo sposarmi e fare figli perchè è il destino di una donna, me lo ripetono, suggeriscono, sussurrano tra loro sapendo che ascolto come se fosse la verità della vita... quando non è la mia. Ho seguito cosa loro volevano, dalla musica ai corsi di parruccheria perchè per loro erano sbocchi lavorativi facili e danarosi per l'inizio, fino all'università perchè l'avvocato mangia tanto e ha un posto in società... ma guardami, io non sono questo... tutto quello che volevo fare lo lasciavo in un angolino di me per quando sarei riuscita a scappare di casa, con la scusa dell'università, ma hanno premuto per giursprudenza proprio qui perchè i figli non devono lasciare i genitori. Volevano che io restassi a ogni costo e sono incatenata così e non cè verso di uscirne, grazie alla mia malattia...  E alla fine non ho potuto fare altro che chinare la testa, ho avuto la malattia e sono trattata male ancora ora cmonme se fossi una persona irriconescente e fastidiosa quando soffro per cosa non sono e non ho! Dicono di fare ogni cosa per amore dei figli ma non vedono e sentono il mi o dolore.. Musica e i corsi... ho fatto quello che volevano perchè non dicessero più che gli altri erano meglio di me, per essere accettata come lo erano a occhi chiusi gli altri.  Volevo quegli stessi sguardi che puntavano sugli altri su di me, e ora cosa ho... cosa ho!?!"

Jd restò a fissarla mentre lei sputava il suo dolore, sopratutto nell'ultima frase. Era visibilmente stanca, tremava per lo sforzo fatto e i suoi occhi mostravano tutto il suo dolore, nonstante fosse accigliata per la rabbia. In certi momenti era come se il suo sguardo, parlando di certe cose, fosse perso in qualche posto e spento, per tornare come vivo in altri. Era come perduta per metà in un post e ancora bruciante di vita per l'altra metà.  La vide prendere la doppietta e allungare un braccio mentre, di nuovo sopra di loro, si sentivano colpi e urla.

"Te lo chiederei, non ho problemi a farlo... una cosa veloce con l'arma di uno di quegli scemi, come se fossero stati loro. Ma non riesco a chiederlo a te... quindi l'unico mio modo di scappare da questa vita di catene dalla malattia e famiglia, perchè con la scusa del buonismo non mi lasceranno mai andare, come non lo hanno fatto quando non ero malata, è andare fino al terrazzo sperando che qualcuno là sopra mi scambi per voi. Tutto finito... io non resterò a peggiorare in una sedia o in un letto, quando sto peggio, con loro che vedono solo una delusione, che non mi hanno mai ascoltata ne hanno visto davvero le cose... non sanno neanche cosa mi piace e non chiedono mai "perchè pensi questo o credi in quello"... se non sei religiosa sei sbagliata, se non ti sposi qualcosa non va, se non vuoi figli ha qualche problema... io sono considearata  come parecchie delle altre che per loro la vita è nascere, arrivare alla maggiore età, sposarsi per sistemarsi.. oh, quanto odio questo termine che usano tutti, e fare figli... non l'ho mai voluto e non li voglio in nessun caso, non sono adatta a queste cose e l'unico che .. bhe, lui l'h mandato a quel paese perchè voleva qualcosa che io non potevo e volevo darglie dopo l'ennesimo "tu non sei come le altre" sono tornata ada essere sola. La gente crede che sia io ad aver problemi, non arriva a capire che ci sono persone diverse quanto diverse sono le specie di fiori esistenti... la società vuole invece tutti simili e io no nriesco... " scuotendo il capo con sguardo terrorizzato.

"E  che succede se ti colpiscono non subito e..."

"Tra un'agonia di anni e quella di molto meno tempo, preferisco la seconda"

"Io vado avanti per cosa la vita mi offre ogni giorno, a volte sono giornate come questa, altre davvero belle. NOn ho i tuoi problemi, sono contento di stare dove vivo con gli altri, il lavoro mi piace e posso dirmi soddisfatto fin da ora. Certo, noi viviamo in un modo un pò particolare ma non me ne lamento, anche se non dovessi trovare la donna adatta a me ma una accettabile, non ne sarei triste perchè tutto il resto mi ha dato qualcosa di bello. QUindi posso cercare di capire il tuo... niente? Siamo troppo diversi e le nostre vite altrettanto, e non riesco a immaginare cosa tu abbia vissuto e sofferto per decidere questo, ma da quello che vedo non sei una persona isterica in un momento no, che è solo caduta e può rialzarsi con una mano tesa... se davvero non riesci a stare in nessun modo allora sono felice di aiutarti, se questo rende felice te. Se le cose erano diverse, se capivo che era solo un momento nero ma risolvibile, sarei stato contrario, ma capisco..."

Si girò a guardarla dopo aver sistemato il suo braccio intorno al suo collo e la vide stringere i denti e incupire lo sguardo. Era di nuovo come spento e distante, e si chiese se fosse per le sue parole, solo la malattia o entrambi. Ma poi lei fece un cenno con la testa e capì che anche se la malattia la divorava  e lo stava aiutando soffrendo maggiormente, era triste per la sua vita.

"Andiamo ti porto da loro, o non ne usciamo più. Abbiamo perso tantissimo tempo e sono sicura che non si sono mossi molto. Saranno ancora là..." ma si fermò di colpo.

Stretti fianco a fianco, una che teneva il braccio dell'altro intorno al collo ad ascoltare. Sembrava che un branco di mucche stesse assaltando il posto. Prima udirono al loro livello dei boati ritmati e poi una valanga da sopra fiondare verso di loro. Lia cercò di nascondere Jd dietro la scrivania di nuovo, ora il frastuono come vari colpi di pallone pesante sul cemento si fecero chiari. Rischiò di cadere per il dolore a un ginocchio e finì bocconi a terra, aiutata da Jd che le diceva di calmarsi e respirare profondamente, mentre lei andsimava con occhi sbarrati. Un certo numero di persone che correva, questo avevano avvertito. Jd le disse di nascondersi perchè nelle sue condizioni era impossibile far qualcosa, dopo un attimo di incertezza come se valutasse qualcosa,  decise di mettersi in ginocchio al suo fianco. Cadde però di sedere con un tonfo, facendo un gemito lungo per il dolore e con molta sofferenza si tirò contro la schiena di Jd. Uno scrutava da dietro la scrivania da un lato, lei dall'altra. Armi pronte. Ma Jd che era teso e fermo si agitò di colpo, attirando l'attenzione di lei che si voltò solo con la testa con un gorgoglio,  chiedendo cosa accadesse.

"Ci siamo..."

"Cosa... Jd che succede"

"Ho riconosciuto la sua voce..."

Ma lei non riuscì a chidere di chi che un gruppo di persone apparve dalla porta dalla quale guardavano. Alcuni uomini abbigliati come Jd spostarono le armi da un lato all'altro del corridoio avanzando, anche verso la stanza dove si trovavano. E qualcuno di loro li vide. Jdriuscì a spostare la testa in fretta prima che un paio di pallottole la colpisse, finendo invece per conficcarsi spandendo polvere nel muro, davanti a loro.

"Incapaci anche in questo.. perfino un corgie riuscirebbe a fare un salsicciotto col didietro dentro un buco di un campo da golf, ma loro...." sbottò lei fssando le pallottole che avevano scavato dei buchi slabbrati nel color giallo paglierino della stanza, con la bocca in una smorfia disgustata.

Jd scoppiò a ridere a crepapelle, gli cadde anche l'arma di mano incapace di riacchiapparla per le lacrime agli occhi. E lei lo fissava offesa. Cosa cèra da ridere, si chiese, mentre i suoi amici frementi di sforacchiare gente, li facevano fuori? Voleva quello, ma non per sbaglio dal fuoco amico, pensò. Seriamente non cèra uno che si salvava, si domandava scuotendo il ragazzo che rideva e rideva, passandosi la mano sinistra sulla fronte no nriuscendo a guardarla.

"Jd, tutto ok?"

I due si fermarono, un pò di più lui, quando qualcuno fece il nome del ragazzo. Poi questi rispose ridendo, dicendo che andava tutto bene ma voleva sapere chi erano i due che avevano sparato, che poi li avrebbe puniti per bene per avergli quasi fatto un taglio basso.

"Aiutami ad alzarmi se riesci, ora mi brucia da morire..." le chiese e lei prima si alzò in ginocchio goffamente, poi fece da sostegno finchè questi non fu quasi in piedi.

"Ricordami quali apprezzamenti hai fatto al tuo gruppo, perchè ancora stento a capire in cosa siete bravi..."

"Ragazza di poca fede..."

"no, neutra con considerazioni oggettive..."

Rise ancora, quando si rimisero davvero in piedi con fatica, si voltarono verso la porta dove un uomo li fissava. Jd iniziò a camminare lentamente tenendosi il fianco verso di lui, salutandolo. Lia lo seguì, non riluttante ma guardinga, con la doppietta in mano. Nel corridoio, lei si appoggiò sbuffando al muro con la schiena, ossercanvo Jd e quell'uomo, con una tuta diversa ma simile  e l'aria composta e quasi regale. Non riusciva a capire ma sentiva come a pelle qualcosa di brutto su quell'uomo. Mentre quei due parlavano lei si intromise a disse a Jd che lei andava. Non voleva perdere altro tempo.

"Vero, dice che ci sono persone sul tetto..." disse immediamente Jd a quell'uomo, che portò la sua attenzione su di lei. Sembrava riflettere ma lei iniziava a stare peggio e disse che non poteva più stare. A quel punto Jd comprese e le chiese di aspettare con un gesto, poi allungò il collo verso uno degli altri e disse qualcosa. Si voltò verso di lei dopo che aveva ricevuto un oggetto e lo allungò a Lia.

"Usa questo, dovrebbe aiutarti..."

Vedendola incerta e ferma a fissare l'oggetto, le disse che era un antidolorico che producevano loro e sicuro, pratico nell'uso anche con una mano perchè simile alla penna dei diabetici. "Basta che lo premi sulla coscia o su un braccio, bottone in cima ed è fatto" disse sorridendo. Lei però fissava lui, l'uomo e l'oggetto. Non sapeva se fidarsi o meno, poteva essere qualunque cosa ma iniziò a sentire le gambe tremare da sole per il dolore e lo sforzo, la schiena e le spalle urlare dolore da farle venire una nausea pazzesca, come le capitava sempre, e alla fine lo prese, mostrando con l'espressione il suo tentennamento. Lo poggiò sul braccio sinistro e, premuto lo stantuffo, un ago la punse leggermente e le iniettò il contenuto. Anche un ago le provocava ramificazione di dolore, che a volte duravano anche un quarto d'ora, e sentiva dentro la testa come una palla pulsante. Non era emicrania, era tutto il dolore del corpo che correva al cervello e la faceva stare peggio. Doveva andare, se peggiorava sapeva di finire con nausea così forte da voler rimettere, le costole come prese a pugnate e sentiva già come pietre dure sotto i piedi. L'effetto dell'antidolorifo stava finendo, non sapeva quale dei tre ma se stava peggio, erano finiti tutti.

"Ok, grazie, ora vado" rispose con un gesto della testa e ciondolando un pò per voltarsi e andare.  I muscoli delle gambe sembravano come pieni di tagli aperti lunghi e profondi, questo sentiva sia a ogni passo che ferma, e doveva calmarsi e fare un pò di autorilassalmento, come era necessario fare di solito per reggere il dolore. Voleva farlo mentre saliva le scale fino al tetto, stringedo l'arma ma senza portarsi la borsa. Alla fine non le serviva, pensò. Jd le chiedeva di non farlo, ma lei lo salutò di spalle con due dita  e si avviò. Le sembrava strano che nessun altro le dicesse niente e mentre avanzava, si voltò un attimo mentre si appoggiava al muro per predenre fiato, e vide Jd discutere con quell'uomo. Ma non le importava e andò verso il tetto. Nessuno la seguiva e sentiva voci man mano che affrontava ogni singolo gradino, reggendosi al corrimano con molta forza delle braccia, ogni piede doleva come se stesse su un acciottolato durissimo, questo sentiva sotto i piedi.
Restò ferma ai piedi della scala ansimando, guarò verso l'alto e poi si voltò verso Jd, che discuteva con quell'uomo. Iniziò a salire, doppietta lunga al suo fianco, usandola a volte come puntello per non cadere a causa del ginocchio che urlava peggio dell'altro.
E poi arrivata al piano superiore udiva in fondo voci e rumori vari, ma nessun combattimento... alla fine erano risuciti? Quanto tempo ci hanno messo pensò, e proseguì. Arrivò al primo gradino per l'altra rampa, verso finalmente il tetto e sussultò di colpo, occhi sgranati, sorpresi. Qualcosa non quadrava, se ne accorse dopo aver fatto i pochi passi dalla prima rampa alla seconda, guardando dove cèrano prima quegli uomini e poi con gli occhi fino alle stanze infondo, dove cèrano gli ostaggi con quella gente. Aveva ragionato mentre saliva e ora li vide,  due uomini in ginocchio, compagni di Jd, armi in pugno verso di lei ma l'avevano riconosciuta e per qualche ragione non avevano ne urlato ne sparato. L'avevano seguita con lo sguardo e basta. E mentre lei rifletteva questo,  si accorse di quella cosa per davvero per come muoveva il collo.

Sembrava essere... in paradiso. Si, in paradiso. Questo pensò mentre era consapevole che i dolori svanivano come eco per poi non sentirsi. Ancora ad ogni movimento provava qualcosa, ma guardandosi la mano libera, muovendola,  fu evidente che i dolori erano sempre più tenui. Ogni volta che muoveva una mano o oslo le dita, normalemtne sentiva fitte correrle dalle dita al polso, il dorso le faceva sentire ogni movimenti dei muscoli e tendini con fitte e  e colpi lancinanti. Ora scemavano, la testa stava meglio, ragionava meglio, la nausea e i dolori alle costole svanivano e le gambe non tremavano come disperate. Rimase a bocca aperta, si sentiva... come una persona normale.

Voltò lo sguardo verso quegli uomini, che avevano calato le armi anche se sempre pronte,a la fissavano. Lei sorrise, a ogni respiro il dolore che svaniva come se cadesse in polvere fino ai piedi e guardò la rampa di scale, doppietta al fianco. Anche quell'arma era sempre più facile da tenere e stringere. Fece un grosso respiro e andò avanti, fino al tetto. Ma rimase interdetta. La porta in metallo era aperta a metà, si sentivano i rumori esterni e decise di andare avanti. Ora poteva affontare gli ultimi minuti senza soffrire, andarndose da essere umano invece che una cosa dolorante. Sorrise, quasi le lacrime agli occhi per quanto stesse bene,  dopo tanti anni e avanzò. Si ritrovò fuori senza l'arma, che aveva lasciato appoggiata alle scale, e osservò intorno. Sapeva che cèrano poliziotti a osservare con qualche fucile da cecchino nelle vicinanze e apalzzi con buona visuale, ma lei era un ostaggio, si vedeva, non temeva da loro. Anche se un errore da loro andava bene nel suo piano, sarebbe stato il colmo esser presa in pieno perchè scambiata con uno di quei soggetti fuori di testa. Nessuno da nessuna parte, il tetto aveva un parapetto fino ai suoi fianchi, era molto grande ma era tutto visibile e nessuno era presente. Il vento era uno dei rumori che sentiva, che soffiava a intervalli portando odori. Era chiaro che lì non aveva niente da fare e iniziò a sudare dal terrore. Se non cèra nessuno, allora erano tutti stati uccisi o presi.
Cosa le restava adesso? Non poteva certo sfruttare l'altezza, avrebbero visto tutto e indicato che era stata lei. E non voleva che la gente dicesse che lo avesse fatto con le sue mani, le era bastata per tutta la vita le accuse e recriminazioni per cosa era e voleva nella vita. Per certe persone e per la religione era negativa, non voleva quella macchia, anche quella, sulla sua fine.

E poi sentì qualcuno alle sue spalle, una voce frammentata dal vento. Si voltò e si accigliò.

Quell'uomo, quello che Jd aveva raggiunto, a cui aveva mostrato chiaramente sicurezza e vicinanza. Era chiaro da come si era comportato che non era un superiore, come si vedeva di solito, un uomo impettito che trasudava potere e comando come apapriva con un suo subordinato, Jd. E parlava, le parlava. Poi le fece cenno di seguirlo con una mano e tornò dentro, ma sempre visibile.

Lei osservò intorno, i palazzi e ogni cosa   visibile parapetto permettendo, e si voltò. Ormai sapeva che aveva due strade, o trovare qualcuno di quella cellula nascosto e provocarlo o provare a farsi colpire in qualche modo mostrando che erano stati altri, non lei, a farla fuori. Tornò dentro, chiudendo gli occhi per il cambio di luce improvviso e vide l'uomo con le mani dietro la schiena ad aspettarla, parecchi uomini posti per la scala come se fossero saliti tutti. Due uomini per ogni gradino. Trovava la cosa inquetante perchè vedeva solo i caschi e le tute o divise, come le intendevano, armi al petto e la scala che scendeva con tutta quella gente. Non temette di mostrare disturbo in cosa vedeva e le sembrava vedendo quella scena, scosse la testa e guardò l'uomo. Che alla fine parlò, con sguardo tranquillo e pacifico.

"Jd mi ha detto molte cose, e spiegato molte cose. Sapevo che il tetto era sgombro, ci avevamo già pensato noi giungendo  da fuori ei miei uomini sono scesi da quella porta verso l'altro gruppo che hai incontrato. MI dispiace, sei salita prima che potessi avvertirti. Vorrei dirti alcune cose, ma prima vorrei presentarmi. Jd mi ha detto il tuo nome ed è giusto e corretto che io mi presenti a te, visto che hai salvato due miei uomini. Abbiamo trovato Dame, aveva scoperto che uno degli ostaggi con te era rimasto sotto la finestra dalla quale erano scappati gli altri, e nessuno se ne era accorto, era disteso a terra con le mani sulla testa dopo aver sentito degli spari, ha riferito... immagino dalla storia di jd che fossero i tuoi o l'altro gruppo al piano di sopra. Ma era con lui, quindi è salvo..."

"E bravo, te la sei scampata..." pensò Lia ridacchiando dentro di se, immaginando Dame come una talpa nel giochino con nove buchi , la talpa spunta con la testa e devi prenderla con un martello giocattolo. E quella talpa per lei era Dame, non sapeva il suo volto ma per lei era lui. Quatto quatto aveva sentito l'uomo piagnulante e si era messo a riparo. Bel professionista, sentenziò.

"QUindi, Lia, prima di dirti una questione che ora mi preme, ti ringrazio per i miei uomini. Io sono Milan, si pronuncia Màilan, molto piacere, e vedo dal tuo viso e dagli occhi che l'antidolorifico ha fatto effetto, Quindi ora ascoltami..." voltandosi verso la scala dove vi erano assiepati i suoi uomini e uno di questi si avvicinò e si fermò di fianco Milan, di fronte a lei.

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Capitolo 6
*** 6 ***


Chapter 6 Chapter 6


"Jd dice che... hai una sorta di desiderio. Abbiamo parlato in privato qualche minuto e ho deciso di aiutarti..."

"Aiutarmi?" guardando tutte le persone silenziose ma attente dietro di lui. Anche lui si voltò verso di loro e tornò a parlare.

"Mi ha detto quello che vuoi... Noi eravamo entrati anche da qui.  Se ne è ricordato quanto ho chiarito la cosa e ha chiesto di aiutarti. Ho capito e sono qui per dirti che non ci sono problemi, da parte mia. Concordo con Jd, bisogna considerare la questione nel suo totale, non come gli psicologi..." sorridendo serafico "e non siamo buonisti. Accetta il nostro aiuto..." indicando con la mano l'uomo che si era avvicinato.

Calò il silenzio tra loro due e Milan continuò, riportando le mani dietro la schiena, mantenendo il suo sguardo acuto e aperto.

"L ti accompagnerà e ti aiuterà. Semplice. Lascia che ti dia un ulteriore dono per ricambiare cosa hai fatto. E tra l'altro, complimenti.... è raro che qualcuno conosca le basi mediche antiche. E hai cucito una ferita senza battere ciglio. Hai fatto un buon lavoro in generale, nonostante tu non sia un medico. Il nostro ha detto che rimarrà una cicatrice a causa del tipo di proiettile ma è ben chiusa e, per cosa hai applicato, non ci saranno problemi finchè non torneremo. Quindi, grazie."

"Antiche...?" incerta.

"Si, noi definiamo così le conoscenze antiche della medicina. Certo, noi abbiamo sviluppato, come hai potuto provare con la penna medica, una medicina più chimica, ma anche noi utilizziamo quella antica allo Chateu o comunque non in missione. Definita da alcuni... popolare. Scambiata per omeopatia. E di questi tempi, chi conosce le basi mediche per una cura rapida con quello che si ha è notevole..."

"Amo i prodotti naturali, non ho fatto nulla di così strano. Io stessa utilizzo quei prodotti per varie cose e altri per pelle e capelli. Ninete di così difficile, secondo me. Comunque grazie, spero che il tuo uomo sappia... coprire come fosse loro..." indicando con il mento la tromba delle scale e Milan capì. Fece un cenno con la testa e restò in attesa.

"Mi domando tuttavia perchè questo" concitata, sorpresa e incredula "sembrate intenti a proteggere le persone, se è davvero questo che fare,  e poi mi dai l'unica mano che speravo dalle persone?"

"perchè ho visto tanto marcio, tanto male, tanta disperazione  e persone perdute che non si era in grado di aiutare. Ho visto morire persone che credono come me nel risultato che vogliamo ottenere, o rimaste in uno stato pietoso da aver bisogno dei migliori specialisti mentali per continuare...  inoltre lo ammetto, è capitato che qualche civile facesse del suo meglio per sopravvivere e avere una buona forza interiore per farcela, ma tu sei l'opposto. Hai una mente critica, fredda, hai preso la situazione come una possibilità per qualcosa che volevi e l'hai ribaltata. Per tuo interesse. Per certi versi siamo simili. NOn hai fatto una piega ad eliminare quegli individui..."

"Aspetta... come ho detto a quel tipo, A, il primo è stato un errore. Era fastidioso e quando hanno cercato di proteggere la stanza dandoci la schierna, ho agito. Colpa sua che si è abbassato... "alzando le spalle con noncuranza "e quello della testa... non so come è accaduto, ma volevo solo ferirli. Tutto qua. Anche se è vero che non piangerò certo per cosa ho fatto, mi spiace di essere arrivata a tanto, ma non erano brave persone e non nego quel che penso. NOn erano tipi da rieducazione da carcere..."

"Hai usato i loro proiettili. Hanno una capsula esplosiva  che procura danni irreparabili. Come stava per capitare a Jd se non avesse avuto la speciale tuta. Ma senza quella e accostandola al collo come hai fatto, il risultato è stato terrificante"

"Era la spalla il bersaglio,  ma la mia spalla destra mi ha quasi ammazzata dal dolore e non ho retto l'arma, che si spostata e il resto è stile rivoluzione francese. Così è stato principalmente per il proiettile, pensavo fosse normale"

"Dipende dall'arma, ma con cartucce normali non sarebbe saltata a quel modo. Resta il fatto che ti ha aiutata essere una sportiva, al poligono intendo. Di norma sarei impressionato e sorpreso di tutto quanto, ma considerata la tua situazione e cosa desideri,  non posso fare altro che ricambiare e darti cosa cerchi..."

"Quindi seriamente...?"

"Io mantengo le promesse, una delle cose in cui credo è l'onore di una persona e la parola data. Chiunque mi conosca sa che ogni mia parola è verità e correttezza. E vedendo come sei adesso dopo il nostro antidolorifico, capisco il perchè del tuo desiderio. Puotroppo non è disponibile per chi non è con noi, quindi non è vendibile ne cedibile all'infuori dell'organizzazione. Se Jd vedesse il tuo viso, il tuo modo di muoverti e i tuoi occhi adesso, dopo che ha fatto effetto, sarebbe assolutamente concorde. Ma non lo è, io però cerco di comprendere e L si è offerto. Non ho spiegato molto, ma credo in lui e ha accettato anche perchè è grande amico di Jd.  E ricambia anche lui " mentre l'uomo scuote la testa in accordo "QUindi grazie, sinceramente, faremo in modo che la colpa sia data a loro... e buon viaggio dall'altro lato. Ti daremo anche il saluto che riserviamo ai nostri, perchè te lo meriti."

Fece il saluto militare e poi portò le tre dita centrali della mano destra sulla spalla sinistra.

E per sempre o fratello saluto
solo, per dirti addio
e pace per sempre, io
che in te avevo il solo e vero
amico, fratello mio.
I Creatori 
benevoli ti incontrino, 
che tu possa trovare la mano giusta del Padre
e l'abbraccio di luce della Madre
ti diano il benvenuto a casa, l'Oltre
Alla volta de la Soglia un giorno.
E Per Sempre O Fratello Addio
terra incognita, nisì
parádeisos
verso casa del nostro spirito.
Comèra e così sarà, addio.
Fraterno Addio.

lei si ritrova a fissarli parecchio turbata e incacapace di pensare, mentre pronunciano quelle parole, in tono greve. QUando  terminarono
 chinarono la testa come un saluto, tutti, da Milan a quelli appena visibili dalla fomra della scala e poi silenzio.

"...okkeeeyyy..." biascicò lei sorpresa.

"Ti salutiamo alla nostra maniera, era la formula breve e non la pronunciamo mai per estranei. Risale a un antico rito  celtico di saluto del defunto, con parole... più moderne. Voi lo chiamate funerale, per noi è un saluto, perchè al termine del nostro percorso terreno, li rivedremo passata la Soglia, per esistere come spirito al fianco del Padre e la Madre."

"E'... la vostra religione?" spostando gli occhi da lui agli altri con la bocca aperta.

"Qualcosa di simile si, ma per noi il termine religione è diverso. Te lo spiegherei meglio,  ma crediamo un qualcosa che è all'origine dell'esistenza umana. La creazione per noi è un concetto più naturale. Mascolino e femminino, il potere della creazione dato da due poli, due polarità di un’unica entità che è nuovo. Per noi è sacra la natura, poichè essa è la nostra generatrice e vita, sia come nascita che sopravvivenza. Danneggiarla, distruggerla, inquinarla, per noi è un peccato grave e vogliamo contrastare quello che fanno gli uomini nel mondo. "

"...ne avrete di cose da fare..." bofonchiò lei ragionando.

"Consideriamo gli altri animali fratelli, li rispettiamo e con loro coabitiamo, cercando di non uccidere se non necessario. E crediamo in qualità energetiche rinnovabili e di nuova generazione. Da un lato usiamo tecnologie nuove, in altre naturali. Come il nostro AirOl che si alimenta con due dispositivi, simili. Capaci di generare energia dalla luce e dall'ombra, tramite elettroni eccitati che sfruttano oro e silicio per voltaggi che diverranno quello che attualmente è la benzina. E le prestazioni sono eccellenti. Così come studi medici hanno permesso metodi di cura e trattamento sicuri e veloci. Come le bende biodegradabili al Collagene che sono state usate su Jd per le ustioni dal proiettile.  Per le nostre cerimonie ai Creatori usiamo le Blood lamp, che si illuminano con il sangue, strettamente legato alla nostra connessione con la natura e non usiamo altro se non il fuoco in quei momenti.  O come non citare il propulsore a plasma generato da aria ed elettricità, che è la medesima se non superiore potenza di un propulsore jet comune. La nostra religione, se così la vuoi chiamare, non verte solo di noi, umani, ma su ogni tipo di creatura vivente, che sia mono o pluricellulare."


"e come la mettete con i pidocchi, i vermi parassiti e tutte queste creature infestanti e pericolose..."

Milan prima la scrutò serio, poi sorrise divertito. "ammetto che per queste soluzioni scegliamo il male per loro. Come ho detto rispettiamo e trattiamo come fossero nostre pari le altre creature, sempre che non sia necessario agire diversamente. I parasiti in genere se pericolosi li ,  ma se fosse stato un altro tipo di animale come lupo, coyote per esempio, avremmo scelto metodi di convivenza trovando il modo di non darci fastidio a vicenda. O tramite decisione di spostare l'animale in luoghi lontano da noi e sicuri per lui. Agendo sempre in modo da non fare nulla di più di quello che serve. Come avviene invece fino ad ogni nel mondo" con una smorfia di disapprovazione" Sei perspicace, complimenti. Mi hai messo spalle al muro con quel discorso ma posso solo risponderti che cerchiamo sempre di fare il meno che danneggi, ma a volte come per la natura in sè, il necessario potrebbe essere l'ultima soluzione. Noi dovremmo andare, il nostro contratto è terminato e dobbiamo lasciare la zona per i militari governativi. L ti aiuterà e poi ci seguirà. Buon viaggio."

"Certo... ancora ho dei dubbi e perplessità su cosa hai detto ma... ok, grazie... buon... qualunque cosa dobbiate fare..." gesticolando con una mano scuotendo la testa,  avviandosi con l'espressione perplessa e accigliata.

Spronò l'uomo che si nascondeva dietro la visiera e si apprestò a scendere,  in quella striscia libera della scala che si apriva tra gli uomini, che si spostavano per farla passare.
Lia si chiese quanto sapevano, avevano sentito da Jd? Ma poco le importava. Alla fine, forse, non sarebbe stata considerata negativamente, almeno questa volta. Sarà diverso, pensò,  salvando il suo nome dalle malelingue familiari e della città. La gente volta lo sguardo quando stai male e hai bisogno di qualcosa, ma è pronta a puntare il dito e spettegolare se alla fine scegli per te, pensò, scendendo. Perchè alla fine per lei e quelli come lei, in situazioni come la sua, è una scelta. Per se stessi. Ma la gente pensa che sei egoista, ingrato, irrispettoso verso chi resta, gli stessi che non erano capaci di ascoltare e aiutarti nelle piccole cose, che molte volte davvero aiutavano. Invece tutti pronti con frasi fatte, simili e banali, accusatorie e tu finisci per strisciare nella melma da sola, ancora, verso un niente. A volte per alcuni un aiuto è qualcosa che la gente può e ancora fare, ma  è più facile per loro pensare che sei tu che sei contro gli altri, senza vedere. E sei solo, altrimenti certe cose non le faresti pensò. Nel suo caso, non cèra proprio niente.

Miilan, il Leader, osservò la ragazza ed L scendere in mezzo ai suoi uomini. Poi ridiscese anche lui dopo un pò, dopo esser rimasto a fissare lo scenario oltre la porta verso l'esterno, pensando a quante cellule ancora stavano per innescarsi. Raggiunse il pianoterreno dove lo attendevano Jd, Alaric e gli altri del gruppo dei capitani ai piedi delle scale posteriori. Ed erano torvi in viso, si erano sfilati i caschi, inquieti.

"Milan, abbiamo un problema. Un gruppo della polizia è stato abbattuto da un altro gruppo della cellula ed è qui fuori. A quanto pare cercano lui..." disse Alaric con rabbia, indicando l'uomo legato, bendato e seduto contro un muro,  che riuscirono a prendere vivo. "e con lui abbiamo i dati, almeno una parte. L'altro uomo è stato ammazzato da quella ragazza folle, e ora abbiamo i suoi amici alle calcagna. Cercano di entrare e al solito la polizia in generale non serve a niente."

Jd rise alla battuta, zoppicando "invece lei pensa che siamo noi ad essere delle schiappe!"

"Ed io mi chiedo, signori, come mai le cose sono andate in questo modo. Sbaglio o vi siete comportati come novellini? Cosa è capitato per far finire le cose in questa maniera?" chiese Milan serio guardandoli in volto uno ad uno. Tranne Jd, gli altri calarono la testa sconfitti, e questi decise di dire al Leader che era meglio discutere la cosa in altre sedi, indicando con un pollice l'uomo  a terra. Era bendato, ma non sordo.

"E' passato... quindici minuti e 20 secondi da quando avete deciso di sistemare la questione di quella stronzetta. Possiamo andare? O dobbiamo aspettare L ancora per molto?"

"NOn è una stronzetta, Alaric. Ha fatto più lei nelle sue condizioni che noi messi insieme. Glielo dovevamo!" sputò Jd mentre stringeva i denti per il dolore dello scatto fatto contro l'altro.

"Quali condizioni?" Lubo chiese abbassandosi verso Alaric all'orecchio, essendo più basso di lui.

"Te lo spiegherò allo Chateau, rimettetevi i caschi e andiamo" rispose Jd e si incamminò verso l'ingresso con gli altri, sorretto e aiutato. Ma un'esplosione improvvisa davanti a loro portò  fumo e una corrente, sia vibrante nella struttura che di vento, a colpirli.

"Sono qua, sono QUA..." squittì Alaric atterrito, mentre tutti cercavano di rimettersi i caschi. Un gruppo dei loro scese le scale a proteggerli e Milan chiamò subito l'AirOl  perchè fosse pronto al loro arrivo. Il gruppo predisposto per avanguardia si preparò e iniziarono a procedere verso l'ingresso, tra calcinacci e fumo residuo, fino ad aprire il fuoco contro i nemici.
L'uomo preso in ostaggio iniziò ad agitarsi per cercare di scappare, ma Lubo lo colpì in un punto mirato del collo e questi svenne, lo prese di peso  e iniziò ad avviarsi verso un punto riparato, in attesa degli ordini di MIlan.

I capitani rimasero con Milan, dirigendo i propri gruppi tramite la comunicazione radio e le telecamere di alcuni di loro.
"Ci siamo, dentro sembra siano in sei, non sappiamo quanti sono all'esterno..." urlò Ribert, concitato.

"nessun problema per l'esterno, ho ricevuto notizia che sono riusciti a prendere quelli che erano rimasti come palo per la fuga, gli stessi che avevano eliminato quei poliziotti. Una cosa personale, ha detto. Ma ha ricevuto un avviso che un altro pezzo di quel gruppo era in un'altro luogo ad aspettare e forse essere di supporto,  in strada, e hanno iniziato a sparare a caso per avanzare. Vogliono davvero quei dati..." spiegò Milan mentre la squadra avanti continuava lo scontro.

"Un'altra? Erano tre?" urlò Ribert.

"No, credo che fossero una unica cellula, divisa in tre per sicurezza e ora vogliono i dati a ogni costo. perchè?"

"Per adesso cerchiamo di portare il topo in gabbia e studiare i dati. Lui ci darà anche una mano. E' la nostra priorità..." e dopo l'ultima parola di Milan rimasero tutti in silenzio in attesa dell'ok dell'avanguardia.

Qualcuno alle loro spalle stava giungendo e si voltarono. Rumori di stivali e slittate sul marmo e si udì un paio di colpi di arma da fuoco. . Un gruppo di uomini armati proveniva dalla parte posteriore dell'edificio, dalle stanze in fondo.

"Che diavolo..." proruppe Alaric sparando. Alcuni colpi nemici andarono mezzi a segno sulle loro tute, ma non pericolosi, mentre tre uomini proteggevano Milan nelle scale.

"Tre... forse quattro... occhio, potrebbero essere di più!" urlò Jd, seminascosto in una stanza perchè senza casco, poi si ricordò di una cosa e annaspò, scivolò in avanti con la testa verso il corridoio e iniziò a urlare, Agitato "vengono dalla parte posteriore, è dove L e Lia sono andati. Vengono da dietro..."

"Fateli fuori, chissenefrega della stronzetta..."

"Ma cèra L con lei!" urlò Jd e Alaric imprecò.  

"Ne ho abbattuto uno!"  urlò Ribert e lo stesso Lubo, che proteggeva con il suo corpo enorme il loro ostaggio.

"Uno forse due, ripeto uno forse due..." annunciò Alaric quando due tizi iniziarono a correre nel corridoio armi spianate. Ribert colpì uno di questi che fece da scudo all'altro poco dietro, che si slanciò e scivolò dentro la stanza vicina, di fronte da dove venivano.

"Uno, uno... cazzo, ne è rimasto uno, pare" ansimò Alaric e tutti rimesero in silenzio in attesa.
Poi una scarica di colpi, un urlo srmorzato, un'altra raffica e  il silenzio.

I tre davanti le scale, che proteggevano Milan, si fecero inqueti e anzanvano di un passo,  tornavano in posizione. Alaric ansimò come un mantice, con lo sguardo fisso a ogni cosa semovente, gli altri chiesero nei caschi istruzioni. Ma poi una figura fece capolino dalla porta come al rallentatore, prima con l'arma puntata, poi abbassandola. L era tornato.

"L, andato tutto bene? Risolto il problema della ragazza?" domandò  Milan scendendo le scale. L'uomo rispose con un cenno del capo, anche Jd gli chiese informazioni ma Milan voleva andare via. Anche dall'ingresso dell'edificio sembrava che avessero finito di pulire.

"Mi riferiscono che provenivano da est e sono entrati da finestre posteriori. Dall'altro lato da quelle da cui sono scappati gli ostaggi, Dame è con loro e stanno bene ma non li ha visti entrare. Non erano sulla sua visuale. E sembra che sapessero già cosa fare. Non sono stati fermati perchè hanno eliminato..."

"Cazzo, hanno fatto fuori anche gli altri che ci coprivano?"

"... un gruppo militare che doveva intercettarli... " con disapprovazione nella voce e Alaric si fece piccolo piccolo "a quanto pare a causa del tipo di munizioni in loro possesso, sono stati in grado di cambiare la situazione e stanno cercando i loro compagni, o forse i dati."

"Cosa hanno questi dati di così importante?" domandò Jd scrutando l'ostaggio.

"Non ha importanza, proseguiamo e giungiamo all'AirOl, abbiamo già fatto abbastanza per il contratto."

Milan avanzò con sei uomini, tre davanti e tre dietro e tutti iniziarono a convergere all'entrata. L guardò tramite la visiera Jd e fece un cenno con il pollice alzato per proseguire. Ma Jd era incerto e si mosse solo perchè Lubo chiese cosa lo rallentasse.
Il gruppo raggiunse il portone aperto, mentre vari corpi riversi punteggiavano il pavimento e li scansavano con attenzione.

"NOn dovrebbe esserci un'uscita di emergenza? Di solito questi edifici hanno..."

"Si" lo interruppe bruscamente Milan "l'abbiamo controllata ed era ancora chiusa dall'interno. Stranamente non hanno mai usato quell'uscita... preferisco evitare sorprese e proseguire dalla via controllata. Il nostro compito è stato completato, non cè scritto nel contratto che si deve far pulizia anche all'esterno.... "

"Troppe clausule, troppe pretese..."

"E' il nostro lavoro..." rispose pacatamente MIlan "pagano o assolvono a nostre richieste. Tanto ci basta e per noi dovrebbero essere semplici come  mangiare un piatto di frittelle "voltandosi verso Alaric per far comprendere cosa voleva dire. Quel giorno era stato disastroso su molti punti. E colpi di pistola erano udibili vicino.

Jd restava indietro con sguardo rapito da qualcosa, tanto che anche Milan se ne accorse, ma ricevette una chiamata e la sua attenzione cadde sull'interlocutore. Chiuse la telefonata, ordinò di avanzare rapidi verso l'AirOl perchè stavano arrivando gli Scudi ed entrarono un gruppo di loro uomini, con degli scudi enormi.
Spari e grida dall'esterno giunsero a loro, Milan chiamò qualcuno poi chiuse la comunicazione e avvisò che cèrano ancora conflitti vicino, ma dovevano proteggere i dati e il prigioniero. Il resto sarebbe venuto dopo.

Riprodussero la formazione di prima ma con gli scudi, proteggendo il Leader da ogni lato tranne dall'alto, ma era sufficiente. Al centro vi erano Milan e gli scudi, intorno come una freccia tutti i gruppi, finendo con la retroguardia di quattro persone. Avanzarono speditamente e in silenzio, intervallato e rotto solo sporadici avvisi di "libero" e "procedere" finchè qualcuno non iniziò a sbraitare. Alaric rallendando il gruppo, sbraitò contro L per essere fuori asse, ma Milan urlò che dovevano muoversi. Un'esplosione colì l'edificio e Jd si lamentò del fatto che un antico edificio srtistico veniva demolito senza motivo.

L'ultima parte del gruppo appartenzente alla cellula era alle loro spalle, secondo la telefonata. Aevano già ucciso due persone, civili,  perchè affacciate a un balcone nonostant el'avviso via megafono della polizia e tre poliziotti finirono morti per una granata.
Corsero verso l'aeromobile, ma dei colpi li raggiunsero, erano molto dietro ma li avevano visti.  E sentiti, il prigioniero aveva perso in qualche modo il bavaglio e urlava come un forsennato qualcosa che in pochi capivano, ma i suoi amici si.
Vedevano di sfuggita la polizia  nelle loro divise cercare di accerchiarli proteggendo loro. Ma più che altro erano appariscenti e goffi nello stare al riparo e sparare, sperando nella fortuna di fermarli. NOn era la stessa cosa, essere un poliziotto in una città e un militare esperto  facente parte di un gruppo capace. Tranne quel giorno...

"L'airOl è aperto, muovetevi" urlò Milan e proseguirono. In formazione, la retroguardia che si fermava per sparare e lasciarli proseguire e poi si ricompattavano, mentre colpi volavano intorno. La polizia urlava le medesime frasi, inutilmente. Non erano capaci neanche di fare da esca, pensò amaramente Alaric.

Poco all'aereomobile, i primi ad entare  furono Milan e il suo gruppo di scudi, che attesero che lui entrasse, poi si misero in posizione a proteggere gli altri. A gruppi di due alla volta senza intoppi iniziarono a scorrere all'interno, alcuni uomini si misero a sparare agli inseguitori riparati dagli Scudi, che ricambiavano con bombe e scariche di proiettili.


Corsero all'interno finchè non si sentì di nuovo Alaric urlare, era incavolato di nuovo con L. Stava fuori a sparare invece di entrare, secondo l'ordine stabilito. Questi si voltò e corse dentro, mentre gli Scudi procedevano camminando all'indietro protetti dagli scudi. Erano danneggiati ma ancora integri e fecero ultimo muro prima che il portellone si rialzasse.
L'airOl già avviato, si alzò velocemente in orizzontale fino ad una certa quota, poi i prolsori con fiammata bianca a azzurra portarono lontano il mezzo.

Tuti si assicurarono un posto a sedere nella larga pancia del mezzo. Chi si toglieva il casco, chi sbraitava da solo o verso altri dell'accaduto, Lubo che chiudeva in una speciale stanza dopo la cabina il prigioniero, Milan che era andato nella cabina di pilotaggio a parlare con i piloti e Alaric che sbatteva a terra furente il casco e malediva quella giornata. Jd era appoggiato come mezzo morto al freddo della paratia, seduto malamente, che sudava e respirava a fatica, tenendosi il fianco. Il medico si avvicinò a lui e controllò il fianco, dicendo qualcosa.

"Che merda di giornata, ne abbiamo avute di schifose ma oggi è stato veramente il colmo. Da dove cazzo hanno preso quei proiettili? E in comuni armi basiche? Mi state dicendo davvero che hanno modificato le armi per quei proiettili?"

"No, Alaric, non sono le armi ad essere modificate ma le cartucce..." rispose uno con calma tenendo fra due dita un proiettile intero "era uno di quelli che aveva la ragazza, per la doppietta, ed è modificato nella parte esterna, cè un'aggiunta per copiare i devastatori, senza dover mettere mano alla meccanica delle armi. Chiunque sia  è stato davvero bravo. Anche quella ragazza, ha tenuto solo i due nell'arma, poi l'ha tenuta scarica e non ha dovuto fare niente altro... due colpi, due centri, ecco perchè cè riuscita. Il problema però è chiedersi quanta disponibilità di armi hanno  e chi è che è riuscito a fabbricare questi proiettili artigianali, perchè loro sono, basta guardarli, funzionanti con armi più vecchie..." mostrando a chi era vicino l'oggetto.

"maledetti stronzi, lasciatelo a me che l oscuoio per bene e gli faccio mangiare  cosa ne ricavo in un sandwich!" bofonchiò pungente Alaric, ricevendo sguardi negativi dagli altri"

"non sei buono neanche in questo amico, lascia stare... " rise un uomo in fondo, con un naso che di profilo sembrava a S, con una gobba pronunciata più della punta del naso che riusciva dopo un assottigliamento, formando quella strana forma a lettera. "perfino quella ragazza saprebbe far atterrire quello stronzo, le palle le ha..." ridendo con altri che lo seguivano.

"quella stronzetta..." sbraitò di rimando Alaric "l'unica cosa buona è stata sparare a una sagoma al tiro al segno e sapere come premere il grilletto. Il resto lo hanno fatto i proiettili, cosa cè da elogiare in quella, che ci ha definiti cani nel nostro lavoro? Ci ha deriso..."

"Ha giudicato cosa ha visto, e non aveva torto, lo ha detto anche Milan "disse Jd guardandolo male "Dame e io siamo stati una vergogna, per me so di non essere bravo all'infuori di compiti di cecchinaggio o mira... e pochi hanno brillato oggi, quindi non aveva tutti i torti..."

"e nonostante la brutta ferita non si è sentita male, ma ha addirittura ricucito. lavoro fatto di fretta e non esperto, ma fa ancora il suo dovere e l'aloe e il miele attrettanto... perfino alcuni di voi vomitano alla vista di una ferita orrenda o scappano in lacrime per qualche punto..." fissando Alaric come per dire che parlava proprio con lui.

"Così la pensate, bravi... ha avuto solo culo, CULO DA NOOBIES... niente di più! E non vi siete accorti che somigliava alla madre di Tarzan?" urlò indignato.

Tutti alzarono lo sguardo verso di lui, chi non aveva il casco rimasero di sasso, zitti. Alaric si alzò e li fronteggiò voltandosi verso tutti.

"Quella stronza pazza malata che ha guardato con schifo e superiorità quelli che aveva maciullato, come fossero cacca di cane, ci ha trattati come incompetenti e solo io l'ho guardata e mi ha ricordato le bambole di mia nonna e la madre di tarzan?"

"La madre di chi? Cè uno tra noi che si chiama Tarzan?" chiese uno senza capire guardando gli altri.

"ma no, cretino! tu sei uno di quelli che vedono quei film spaccamaroni di 
Armandello, che gli ricordano tanti i figli. Eravamo una stanza piena e nessuno l'ha riconosciuta?"

"Hai preso un colpo in testa? Che cèntra 
Armandello?"

"No, Bron, lui parla... forse ho capito. 
Armandello invita sempre tutti quelli che vogliono stare nella sala video a vedere qualcosa, hai presente? Lui però mette sempre film che vede con i figli, perchè gleli ricordano e li sente vicini. Forse Alaric parla di tarzan, il film di animazione..."

"Quel tarzan? perchè si vede la madre? La madre non muore di parto subito?"

"Quella è la storia originale, se parla del film della disney che abbiamo visto tre volte, l'ha messo tre volte, la madre muore con il padre per una pantera..."

"Non era tigre?"

"BASTA!" urlò di colpo Alaric fermando il gruppetto che stava parlando "parlo di quello, uno di quei fastidiosi film che ci deve proprinare e cèra la madre..."

"Alaric, amico, tu accetti solo perchè bevi e mangi cosa offre. Io non ricordo, ma tu invece si? Quello che fa fuori più pacchi di patatine degli headshot che fa e si scola un pacco da sei di birre da solo?" facendo l'occhiolino e una sgomitata all'amico vicino.

"Smettila di fare lo scemo, non si ricorda nessuno dei genitori, della foto e lei che somigliava alla madre. Sarai tu che lo credi, erano disegni..."

"sinceramente non ricordo, ma era bona almeno? Magari non me la ricordo perchè guardavo il tavolo con il cibo" rise un altro.

"Dove vuoi arrivare, Alaric?" chiese stancamente Jd spalmato sul sedile e paratia dietro di lui, mezzo morto. "Sento te sbraitare ma non hai detto dove vuoi arrivare. Lia non ha fatto niente di strano se non mandare al diavolo quella gente come poteva e aiutarci, senza aver paura perchè aveva un motivo per non averne... avesse agito davvero in modi strani, avrei pensato a qualche persona che si spacciava per quel che non era, ma non era in grado neanche di fare le scale velocemente o muoversi normalmente , non vedo quale problemi tu trovi..."

"NOn vi sembra strano che una pazza scatenata sia membro di un poligono, spari senza remore e rimorsi alla gente, prenda in giro militari addestratissimi che potrebbero renderla irriconoscibile pure a sua madre e somigli a inquentanti bambole antiche e a un disegno di un film per bambini?" mentre tutti si guardavano straniti "nessuno? avete accettato tutto senza problemi? anche come si rivolgeva a Milan?"

Alcuni sbuffarono, uno si appoggiò al metallo e chiuse gli occhi come per dormire, Jd scosse la testa e chiese al dottore al suo fianco qualcosa per la febbre, anche se questi gli disse che non ne aveva, alcuni risero e presero a bisbigliare e confabulare. Altri semplicemetne attesero seduti a osservare l'atterraggio cercando di non farsi mettere in mezzo.
E poi L rise, rise apertamente e di gusto, richiando l'attenzione su di se,l'arma  tenuta dritta con una mano vicino al ginocchio destro. La diede a quello che stava due sedili dopo alla sua destra, si chinò in avanti con i gomiti sulle ginocchia, mani penzoloni,  finchè non si portò la mano sinistra sul casco, senza smettere di ridere.

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Capitolo 7
*** 7 ***


Chapter 7 Chapter 7


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Ricordo ancora che questa storia fu scritta per un concorso anni fa, mai più toccata o modificata perchè mi avevano consigliato di scrivere altro, e determinate cose sono studiare e spiegate a tempo debito, se all'inizio sembrano strane o lacunose. Sto semplicemente dividendo tutto il testo in capitoli senza modificare niente, preferisco che rimanga come era l'idea senza fare altro e cè un motivo per ogni cosa.

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Alaric sbraitò di nuovo, mentre L rideva e si teneva il casco, come se ballasse.

"Cosa cè, anche tu sei pro quella stronzetta malata? Sono sicuro che ora rompe le palle pure alle divinità. E Milan che ha osato ricambiare a quel modo e farle il Saluto!

L non smise di ridere, si voltò verso di lui poi scosse il capo. Strinse la mani fra loro con nervosismo, chinando la testa in avanti come oppresso da qualcosa. Alaric scosse la testa infastidito, si risistemò sul sedile con sguardo offeso verso tutti e sbuffò sonoramente.

"Ah! Si è pure offeso per una completa sconosciuta, cha ha fatto fuori senza tante cerimonie... io l'avrei lasciata viva ad odiarci in eterno e..."

"Che fastidio!" sbottò L. Alaric, come gli altri si voltarono verso di lui.

L si portò le mani sul casco, la sinistra dietro e la destra davanti, aprendolo a conchiglia secondo la congiunzione. Sfilò il casco con un gesto rapido e si riportò col peso sulle ginocchia con i gomiti scuotendo la testa, scrollando i capelli. Poi alzò il busto e fissò Alaric. Questi amsimò come senza aria, fece uno scatto verso la sua destra e cominciò  a chiamare Milan per nome, urlando. L prese il casco e lo tirò con molta forza verso Alaric, che si era alzato come per andare verso la cabina di pilotaggio e fu preso in pieno, cozzando contro la paratia vicina.

"Sei così fastidioso che ti legherei da qualche parte e ti sparerei 50 piombini con la pistola per divertimento, venticinque per chiappa!" si lamentò risistemandosi con le braccia sulle gambe. "idiota!"

"...Lia..." sussurrò Jd rimettendosi a forza dritto sul sedile con gli occhi sbarrati, sconvolto.

Lei però si voltò verso gli altri che si agitavano e prendevano le armi, cosa la fece sbuffare ancora, indignata. Uno degli uomini, parecchio grosso, si alzò e le chiese dove fosse Luke, e lei comprese che si trattava di L. Lo fissò con sguardo duro, senza però mostrare paura o altro. Passò gli occhi sugli altri, tesi e pronti a scattare e sorrise amaramente tra sè. Alaric continuava a chiamare Milan...  inutile pensò lei. E poi lui comparve scorrendo la porta e osservando la scena. Lei girò la testa, inclinandola,  e si scambiarono uno sguardo.

"Alaric alzati per favore, se hai il fiato per urlare allora non è così grave"

Il silenzio divenne più disturbante del vociare di pochi minuti prima, mentre Milan giungeva nella zona dei passeggeri, attraversando tutta la pancia dell'aeromobile. Mantenne lo sguardo su di lei, che ricambiava, finchè questa non si alzò in piedi, fluidamente e senza mostrare segni di sofferenza, e lo fronteggiò, testa alta. Ma il primo a dire qualcosa fu sempre quell'uomo, che ringhiò la stessa domanda.

"Dovè Luke? Perchè tu sei qui?"

Lia si voltò di poco, anche il corpo, verso di lui, che le stava dietro, seria e silenziosa. COn gli occhi guardò Milan, altrettanto serio e imperturbabile. Poi abbassò la testa e mise la mano in una delle tasche della tuta, sulle cosce. Sia l'uomo dietro di lei che gli altri misero mano alle armi, alzandole, tranne Jd, il medico e Alaric.
Tirò fuori una sorta di involto bianco, spesso e lo soppesò con lo sguardo, velandolo con tristezza. Si voltò verso Milan, sguardo addolorato e pietoso, porgendoglielo. Lo osservò, allungò la mano e lei con la sinistra prese l'oggetto dalla destra dove era prima e lo poggiò, con delicatezza e quasi riverenza, in quella di Milan, aprendolo.
La faccia di Milan pian piano mutò, apparve incerta, sorpresa e infine consapevole. Passando gli occhi da lei a cosa teneva in una mano.

"Cosè... non vogliamo regali ma sapere dovè Luke"

"Si direbbe sia abbastanza chiaro, Robert
." disse serio e con accettazione Milan, allungando la mano verso l'uomo dietro Lia.

Si avvicinò, guardando torvo la ragazza, mutando in orripilato osservando cosa teneva il leader nella mano. Divenne blu in viso, fece respiri profondi, poi cadde su un ginocchio vomitando come un dannato, intevallato da singhiozzi.
Il medico si alzò di colpo prima per assisterlo, poi cambiò idea e controllò cosa conteneva quell'involto bianco. Sbiancò in viso, guardò Lia, poi Milan, che gli fece un cenno con la testa, e infine si abbassò verso l'uomo piangente sul pavimento.

Lia fece una smorfia disgustata all'ennesimo conato e voltò di metà il capo di lato, chiudendo gli occhi come una cosa che le facesse male o fastidio, non lo capivano. Tutti iniziarono a lamentarsi per sapere cosa cèra, perchè il loro amico si sentiva male e  dove fosse Luke.
Jd si alzò lamentandosi per il fianco ma osservò anche lui, iniziò a corrugare la fronte sempre di più, aprendo la bocca ma non pronunciando nulla. Solo Lia infranse quei momenti.


"Mi dispiace... ha fatto una cosa sbagliata. Quando sono entrati quelli... mi ha ordinato di stare nascosta, anche se gli dicevo di andarsene. Mi ha detto che dovevaproteggermi e fermarli... Mi ha detto di stare ferma in un bagnetto delle ultime stanze. Era il posto ottimo, disse, così sembrava che stessi scappando. Ma mi lasciò là e si avvicinò alla porta, uno di loro entrò e lo sorprese, mirandolo. L... Luke, ha sparato allo stesso momento, mentre udivo urla fuori dalla stanza. Si sono accasciati entrambi, era partito uno scontro fuori e ho deciso di portarlo lontano da lì,troppo visibile, sperando fosse vivo. E' stato alla gola..." mostrando uno squarcio bruciacciato come quello di Jd, alla base della gola che si notava poco essendo più piccola e su di lei faceva delle pighe e Jd capì cosa lo disturbava quando la vide "ho provato ad aiutarlo, gorgogliava qualcosa, gli ho promesso mentre ancora muoveva gli occhi che avrei chiamato qualcuno di voi,  e... . Eravamo dietro una grande scrivania e vi sentivo urlare, almeno credo foste voi. E mi è venuto un pensiero e alla fine l'ho messo in atto. " alzando le braccia con i palmi in alto.

"perchè questa stronza lo ha lasciato là e si è messa la sua tuta? perchè!" urlò di colpo Robert, con rivoli di vomito sul mento, occhi rossi, viso gonfio e rosso.

"in quel momento non ho pensato altro che fare questa cosa, non so perchè, all'inizio dicevo che dovevo fare come per Jd, lui si era salvato..." voltandosi verso Milan, guardandolo negli occhi "posso dire che mi sia venuto spontaneo. Non so spiegarlo altrimenti. L'ho spogliato e poi mi sono accorta che..era morto. Gli occhi aperti e spenti, ho provato a sentire il battito al polso e collo, ho provarato sul petto e con il mio spcchietto non cèra neanche un fievole fiato. E poi vidi che aveva quelli..." indicando l'involto ancora tenuto da Milan "Ho pensato che fosse rinoscibile magari, ma ancora di più scambiato per quei tipi. Così ho preso il coltello che aveva nel cosciale e..."

"e hai asportato i tatuaggi..." finì Milan, con un cenno del capo, riguardando cosa aveva fra le dita, con del sangue che macchiava la stoffa bianca. "Quanto abbiamo impiegato dal momento in cui loro due sono scesi a quanto è tornata con la la tuta da noi?" guardandosi in giro.

"Ho calcolato 23 minuti dal momento che ci hanno raggiunto alle spalle a quando ci siamo avviati all'esterno.." rispose uno.
Milan rimase a fissare la mano, perplesso e perso in qualcosa. Il medico li controllà toccandoli, cosa che fece stare male molti.

"Si vede che è stato tagliato male e di corsa, ci sono le scalanature di ogni passata di lama, per il resto però non è male per il poco tempo... sempre che fosse morto"

"Lo era. Ho provato vari modi come ho già detto, per valutare se davvero lo fosse. Avevo già visto delle persone decedute e quegli occhi erano spenti. Torni indietro e controlli se vuole..." disse lei al medico con una mano verso il luogo da dove provenivano, grave.

"E poi sei venuta da noi..." continuò Milan come se non seguisse il discorso.

"Si... so che a volte non si vuole che i propri agenti finiscano in mano delle polizie locali col rischio che siano riconosciuti o altro e... non volevo che venisse trattato in malo modo, rispetto a un civile. Ha rischiato la sua vita per me, che è un peso..." sputò con enfasi adirata. Poi respirò e riprese il controllo "un'altra volta, è stata l'unica cosa che sentissi di fare, quando era chiaro che era morto per niente, niente..."scuotendo la testa " Li ho tolti scorrendo il coltello alla svelta, li ho conservati in qualcosa che cèra su una parte della scrivania e L e la cosa mi sembrò un pò ironica "sorridendo solo con angolo della bocca per poi tornare seria e rattristitata " e gli ho messo i miei abiti..."

"Lo hai vestito come te?" biascicò Jd per la prima volta dopo tempo.

Lei fece un cenno di assendo col capo "si, così invece di lasciarlo in boxer che avrebbe destato sospetti, lo avrebbero preso per un civile, magari ambiguo, ma meglio che niente. Anche se io indossavo alla fine dei jeans e una maglietta unisex. Niente di speciale, tranne per le misure... e finito di fare questo, mi sono rivestita sperando che nessuno entrasse e l'ho lasciato dietro la scrivania, come se si fosse riparato là... per voi è facile comunque recuperarlo, no?" voltandosi verso Milan speranzosa. "voglio dire, cosa sarà mai per voi scambiare i corpi e riportarlo con voi..." diventando incerta, come se non fosse sicura che la questione fosse semplice.

"ma sentitela... dice a noi cosa fare quando è colpa sua..."

"Silenzio, Alaric" proruppe Milan serissimo, tagliente "ne tu ne gli altri avreste fatto qualcosa di simile. E' corretto? " notando le loro facce sbigottite, come colte alla sprovvista da quanto sentito "Si, avreste cercato di portarlo con voi ma se fosse accaduto qualcosa che ve lo impediva, avreste fatto lo stesso? Con la stessa forza e privi di sconvolgimenti pur di non rischiare che venisse separato e trattato diversamente dagli altri?"

"Ma lo ha lasciato là, potevamo prenderlo e portarlo con noi, mi stai riproverando per qualcosa che ha fatto lei! Ce lo ha fatto abbandonare! E ha trovato una scusa per seguirci e..."

"Veramente no!" si intromise lei menter Alaric  irato esprimeva il suo disappunto sulla questione "non volevo uscire vestita.... da voi, è la cosa che mi è venuta in mente per caso. Non so spiegarlo neanche a me stessa, volevo andarmene, avevo pensato di usare quella tuta per scappare come non ero riuscita in anni... ma anche non lasciare quell'uomo con simili riconoscimenti, magari trattato come membro della cellula  e in chissà in che modo per accertamenti. Non credo che la polizia di qui vi ami molto, vero?"

"stai scherzando?!?"

"affatto, inoltre non puoi capire i miei gesti e le me decisioni sbraitando e credendo che ogni cosa che gli altri facciano è contro di voi.."

"hai abbandonato dopo averlo devastato mentre potevamo ancora portarlo con noi..."

"Ho pensato che, vista la situazione,  lui fosse ormai caduto e che avreste potuto riprenderlo anche dopo, non era salvabile e vi avrebbe rallentato, ma opportunamente camuffato, ove possibile era sicuro che lo avreste trovato ad aspettarvi tra i civili morti, magari con riverenza, riprendendolo con sicurezza e facendogli un funerale meritevole. Invece, come tutti quelli della mia vita, di chiedere delle domande importarti per arrivare a chiarire, come, per cosa e perchè... perchè detto e fatto le cose?" con qualche modifica nella voce alterata "E poi credo la decisione sia venuta dopo la penna medica, perchè volevo chiederti due oggetti" fissando Milan, aspettando di vedere cosa rispondeva.

"Ecco, visto?!? Ora vuole regalato chissà cosa. Vorrà una macchina e dei soldi... un classico!" sbottò Alaric, sempre dietro Milan, guardandola torvo.

"GLi idioti che chiedono auto o elicotteri sono poveri illusi. Seriamente dopo gli anni '80 ancora pensano che possano, con mezzi dati dalla polizia, scappare? Anche con ostaggi? Se non hai davvero assi nella manica già preparati e sicuri, come scambi veloci e nascosti di auto, è da folli. NOn so come facciano ancora a chiedere queste cose...." fissandolo con quardo inespressivo facendo capire chiaramente che pensava "sei un caso perso".

"allora cosè che vuoi" scimmiottandola per sfregio, mentre gli altri si voltavano in direzioni diverse, desolati.

"posso dirtelo? Lo sai che se sei così adesso, un giorno sarai uno di quei vecchi cinici, lagnosi, sprezzati e fastidiosi che tutti vorrebbero prendere a pedate nel chapet?" con franchezza e tranquillità, inclinando la testa e fissandolo negli occhi, diretta.

Prima che Alaric potesse rispondere, con ira negli occhi e voglia di attaccarla verbalmente per l'atteggiamento, e le si avvicinava, mentre nell'aeremobile si udivano risatine e bisbigli, Milan  gli tese un braccio davanti, guardando Jd che sempre in piedi esprimeva il suo parere, creando confusione.

"E' chiaro che qui, adesso, non è possibile affrontare questa questione, già particolare. Risolverò la cosa discutendo con calma con i miei capitani e te" guardando Lia "per il momento silenzio e calma. Agitarsi non serve a nulla, crea solo confusione inutile"

"Ma noi non siamo agitati, reagiamo solo a come Alaric è..."

"Taci idiota" urlò Alaric dando una spallata a Lia per affrontare il compagno che stava chiaramente dicendo qualcosa di fastidioso contro di lui "dopo aver vandalizzato un nostro compagno, dobbiamo tenerci questa pazza scatenata..."

"Ti prego, dimmi che posso vedere dall'alto come cade un lamentoso cinico senza paracadute... posso lanciarlo attraverso il portellone posteriore?"

Lia lo chiese con apparente timidezza rivolta a Milan, , mostrando invece un'attesa impaziente di qualcosa di straordinario che poteva fare dietro concessione. Milan sorrise ma non rispose, qualche movimento dell'aereomezzo e alzò dopo poco lo sguardo verso il tetto perchè il pilota stava dando una comunicazione. Perturbazione temporalesca che stavano attraversando, niente di problematico ma qualche sobbalzo era inevitabile. Tutti si aggrapparono di lato alle maniglie agganciate al tetto, sopra i sedili, o si sistemarono con la cintura. Alaric dopo un sobbalzo, affrontò lo spazio che li divideva, e si staccò dalla maniglia per discutere con Milan ma lievemente si inclinavano verso l'alto, e lo videro quasi scivolare verso il fondo cercando di guardagnare quasi pattinando una maniglia vicino Milan e Lia. Fallendo miseramente perchè cadde di sedere e scivolò verso la fine dell'aereo girando su se stesso sul sedere un paio di volte, abbracciando una cassa legata che riuscì ad avvinghiare. Il tutto imprecando contro la giornata storta, Lia e la gente stupida.

Lia, come gli altri che lo fissavano con vergogna e disonore, alzò un sopracciglio sbigottita e incredula, voltò la testa lentamente e chiese a Milan "ma siete dei militari professionisti per davvero? Serio?"

"Siamo militari professionisti, ma non nel senso che conoscono tutti" venendo osservato con perplessità e disorientamento da lei.

"Stento a crederlo..."

" E se ti dicessi che la Carta degli stati Alleati, oriente islamico e occidente europeo è stata da me creata e portata a termine?"

Lei sbarrò gli occhi tentennante, mostrando dopo due secondi un'espressione seria, come stesse rimurginando su una questione controversa accaduta pochi mesi prima.
La carta dei continenti, come venivano chiamate in quel periodo le zone  private della sovranità che divideva gli ex Paesi. I singoli governi sovrani erano stati in qualche modo compromessi, uno stato militare/politico cercava di riprendere in mano la situazione ma si stava arrivando a una centralizzazione degli ex Paesi in continenti, appunto.
Europa e asia (l'Eurasia ulteriomente divisa), Africa, America del nord e quella del Sud, Oceania, Antartide. Erano tornati ad essere società riunite, le sovranità esistevano ma le maglie del potere vecchio andavano rompendosi a causa dei disordini e per tenersi insieme collaboravano divenendo un continente. E la Carta era stata istituita da qualcuno in qualche modo per portare una tregua di religioni, in uno sconquasso politico come quello. Si era in qualche modo bloccato l'operato delle maggiori isituzioni religiose, obbligando a cancellare odio, contrasti e distanziamenti causati da ideali dettati da credi che frantumavano di fatto diritti e libertà voluti dai Padri delle ormai ex repubbliche.
Le antiche case reali erano state smantellate e si erano perse le tracce sia dei membri di tali famiglie nobili, anche al di fuori della linea di successione, che tutta l'organizzazione della Corona di ogni paese. Qualcuno era riuscito a far crollare i governi americani, russi, cinesi, europei e di tutta l'africa quasi allo stesso momento, portando l'apparato militare ad essere autonomo nella gestione del rispettivo paese e istituendo una sorta di  dittatura di emergenza. Di fatto di tutti i Paesi esistenti, si era assistito a un ridimensionamento a soli sette governi totalitari filo-militari con un accentramento straordinario e affermavano, temporaneo, dei poteri in un solo organo, monocratico o in alcuni casi collegiale.

Aveva assistito ad avvisi televisivi straordinari per annunci delle messa a riposo delle cariche istituzionali maggiori e minori per un organo speciale, dettato dal rischio di una guerra politico-religiosa che veniva vantata per un decennio ma mai arrivata.
Se normalmente la religione non doveva tenere le dita nel campo politico, vi era invece immersa dando fondi, mezzi e persone per dirigerne i lavori, trovando invece impedimenti e alontanamenti nel nuovo assetto. Una cosa fino ad allora mai vista, considerando che anche gli stati denominati laici erano invece governati da elementi reiligiosi e pronti a tenere le proprie idee su tutti, anche contro la Repubblica stessa.
Alcune ex nazioni fino alla Frattura,  erano alleate e collaboravano per trafugare con ogni mezzo dati e informazioni da utilizzare per manipolare altri governi e raggiungerli dall'interno, avviando una conquista profonda e lenta, ma inesorabile, difficile da contrastare portando alla frantumazione del governo, per soppiantarlo con uno nuovo, gestito dalle loro mani.

Era accaduto così nel continente africano, dove il governo asiatico era riuscito a imporsi, avanzare e portare propri credi e leggi da essere alla fine accettati dalla popolazione a discapito di quello vigente.
Prima della Carta, il governo asiatico aveva asiatizzato come lo definivano, un terzo del continente. La cosa allucinante era che la popolazione, vedendo una lenta e laboriosa introduzione, in anni, del cambio  lo trovò alla fine normale e accettato, non si erano opposti a nulla. Per loro in quel modo le vite erano continuate senza cambiamenti di forte rilevanza, con adesioni e accettazione di leggi, religione di stato e concetti nuovi, soppiantando i vecchi anche se mescolati.
Tradizioni e credi erano accorpati con quelli dei nuovi vicini e nuovi governanti fantasma, uniti finchè non diventavano realtà odierne. Mescolando anche le etnie senza alcun problema, creando una coesistenza pacifica di facciata ma tollerata e finendo per asiatizzare anche popolazioni prima differenti e lontane.

Anche il continente in maggioranza musulmana aveva cercato di globalizzare la loro religione e la loro presenza negli altri Paesi. Accettata e tollerata dagli atei o comunque gruppi non adesi ad altre religioni e per nulla contrari, ma ostracizzati da quellei religioni forti nel paese, nonostante fosse di fatto laico.
Le cose peggiorarono quando estremisti, di vari livelli, di gruppi oscuri di quella religione sfruttarono le  libertà e diritti dati a ogni persona sul suolo del Paese per contrastare coloro che erano osservanti ma anche semplici laici, di tutte le altre religioni.
In poche parole si urlava alla distruzione della società a causa di persone lontane o contro i loro credi, rei di aver portato falle e pericoli a tutti loro, chiamati l'esercito di Dio. Figli del Dio in cui credevano che non erano protetti, cercando cambiare lo stato delle cose secondo la loro volontà. Su tutti, indistintamente.
 Ciò portò a dar spazio e voce a  movimenti, gruppi di protesta e  veri e propri scontri di vario genere nelle piazze nelle città maggiori. Assembramenti, distruzioni e veri e propri atti di vandalismo e pestaggio, arrivando anche a peggio, divisero i paesi in vari frammenti contrastanti. Questo a causa della velocissima connessione mondiale e locale di internet e smartphone, che unirono tutti i credenti religiosi a unirsi e protestare nello stesso momento in vari paesi del mondo. Senza capire che stavano solo aiutando il peggio, sia per loro stessi ma per chi voleva solo liberta normali.

I paesi caddero a causa anche di movimenti sociali o politici che approfittarono dei gruppi già nelle strade, nati prima o durante la Frattura, mesi prima,  per rianimare e attuare le ideologie malsane contro l'uomo e le libertà. Per un nuovo Domani secondo le loro idee. L'incapacità dei governi di prevedere, contrastare, fermare e gestire queste lotte intestine anche a causa di molti che avevano cariche istituzionali e quindi agivano dentro, che furono invece alimentate dall'esterno, si disse portarono alla rottura e perdita dei Poteri, la scomparsa delle figure istituzionali esistenti. Una settimana dopo circolò notizia ufficiale della presa in mano di tutto da parte di gruppi militari che scalzarono religiosi e gruppi pericolosi.
Almeno, queste erano le notizie che comparivano nei telegiornali quotidiani, su internet e giornali cartacei. E internet era controllato, blocchi e restrizioni per smartphone e siti web e pene salate per chi osava scrivere o trattare elementi vietati.
In un certo senso però, lei stessa aveva visto come le cose non erano cambiate molto se non i divideti di trattare quegli argomenti in qualunque modo tranne che non fosse approvato, e l'obbligo per i gruppi religiosi, antisemiti, anarchici e altri di fare manifestazioni pubbliche o private o di lamentela perchè, note ufficiali, di fatto ledevano diritti e libertà di ogni cittadino. Su religione, genere, credi e tutta una lista di temi che a loro detta, cercavano di proteggere e fino a quel momento fortemente penalizzati e attaccati.
E lei che era agnostica e neutra era felice di questo, aveva studiato sia a scuola che per sue ricerche tramite documentari e libri di governi e vari regimi politici contro i diversi, arrivando a repressioni orribili.
Già per la sua famiglia ma anche la città dove viveva avevasubito recriminazioni per cosa credeva o non credeva e in chi fosse realmente, non chi doveva apparire o mostrarsi, secondo gli altri. Lo aveva fatto per anni, sentendosi dire sempre le frasi "cosa diranno gli altri, cosa devono dire gli altri, cosa deve dire x se fai quello, dici questo, pensi quell'altro. perchè sei così? Cosa cè stato di sbagliato..." e tanti altri discorsi orribili, che l'avevano portata ad avere terrore puro per cosa dicesse o facesse e il comportamento degli altri verso di lei. Aveva assistito troppe volte a persone che la trattavano freddamente, negativamente o in modi per lei negativi solo per come appariva o questi vedessero. Per quel motivo dopo che si era aggravata per la malattia, aveva annullato qualunque impegno che fosse di lavoro o sociale. Non usciva più, non parlava più con nessuno e la cosa non le pesava visto che per molti lei era solo utile per cosa sapeva e riusciva a fare e basta, ignorandola altri momenti o facendole capire che non era gradita. E l'unica sua colpa era essere diversa dagli altri, niente di più.
Così gli ultimi due anni, tranne qualche acquisto quando aveva qualche soldi dato dai nonni o visite mediche, usciva raramente  e non voleva più avere contatti con le persone, la infastidiva anche chi incontrava per strada le poche volte o i dottori stessi.
Provava rancore per i rimprovoveri dei famigliari sul perchè non sorridesse, non si mostrasse tranquilla o felice nelle riunioni festive obbligatorie anche quando avrebbe voluto stare sotto le coperte a leggere e non soffrire. Da sola, lontano da tutti e chi le procurava quel dolore, anche se affermavano che era lei la colpevole e loro facevano tutto per il famoso Amore. O dormire, quando riusciva, perchè parte del suo dolore veniva lenito e sembrava di aver perso qualche peso che la opprimeva, la appena tornava in mezzo a loro, tutto riaffiorava da loro parole ed espressioni.
E con quello sconquasso politico mondiale temeva che qualcuno contro determinati generi di persone potesse crearle problemi, come se già non ne avesse.
E si era chiesta chi e perchè avesse portato a tutto quello ma non si sarebbe mai aspettata, povera ragazza ormai inutile e senza valore, di incontrare qualche figura che avesse contribuito a tutto ciò.

"Cortesemente, potresti ripetere quello che hai detto?" compassata visto l'argomento e chi aveva di fronte ma sbigottita dentro e con un terrore nascente che forse, quello che Jd aveva accettato di lei senza scomporsi, non fosse tanto ben visto come i nuovi governanti, che nel profondo avrebbero portato rivoluzioni terrificanti.

"Ho detto quello che hai sentito, sono io che ho creato e lavorato affinchè la Carta fosse attuata, oltre gli sconvolgimenti politici che hai vissuto. Ed è solo l'inizio" dichiarò  sicuro, flemmatico con tono ed espressioni quasi orgogliosi di quanto detto.

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Capitolo 8
*** 8 ***


Chapter 8 Chapter 8

Si fronteggiarono in silenzio assoluto, fissandosi rigidi e senza muovere un muscolo.
Non era la prima volta che Milan vedeva sul suo viso un'espressione circospetta e di valutazione, con una bocca atteggiata in una sorta di U non detta, le labbra formavano semplicemente una lettera non pronunciata che accompagnava il lavorio del suo cervello. A quanto pare era una cosa che faceva sempre senza accorgersene e le dava un aspetto imbronciato con la bocca a cuore in un muto pensiero.
Milan sorrise e, essendosi stabilizzato il volo, lasciò la maniglia per prendere qualcosa dall'interno della giacca ma Lia sganciò dalla fondina la pistola di L e la puntò precisamente su un occhio di Milan, facendo scattare tutti in piedi o accovacciati mirando lei.

Il Leader scosse la testa e gli altri si rilassarono, ma sempre pronti.

"E' a te quindi che si deve al casino dei governi, alla soppressione di ogni forma di azione per qualsiasi gruppo nemico delle libertà?"

"Confermo. Sono un Phýlakas, un Guardiano della Carta. Noi difendiamo la verità, la giustizia e il diritto per tutti. Tutto ciò che è in nostro potere, in mano nostra è per il servizio degli altri e il mondo che vorremmo. Noi non potremo mai arrenderci anche quando la speranza sembra svanita. La Madre è definita anche la Signora della Fede, intesa come tutto è un circolo e si rinnova, ritorna, così la speranza. Anche nel più fluido nero di terrore cè una flebile luce che indica la via. E quella Luce siamo noi. Un tempo, o meglio ci sono ancora ma non hanno più potere come prima, vi erano certe sette massoniche e ordini mondiali per cui tutto doveva muoversi come era nei loro desideri. Ora hanno capito che non tutto è così..."

"Tutto scorre con la corrente..."

"...prego?"

"è una cosa che dico sempre, la vita a questo mondo è stare in mezzo al fiume e vedere come tutto gira secondo lo scorrimento del fiume... tutto va come deve andare... anche se io preferisco pensare che agire contro quella forza non è così negativo come ti insegnano da piccoli..."

"Interessante..." sussurrò Milan, riflessivo "diciamo qualcosa del genere. Per troppo tempo tutto è stato in mano a pochi, una manciata di individui... manciata rispetto ai dieci miliardi di umani nel mondo, che detevano più di quanto avessero gli altri quasi novemila. Loro e chi avevano sostituito nel secolo precedente. Attualmente gli stessi soggetti sono intenti a riprendersi cosa gli è stato tolto, e non hanno neanche compreso chi... quando le cose sfuggono loro di mano perdono la testa senza accorgersi di chi hanno al fianco..."

"Non capisco, tu lavori per chi?" continuando a puntargli l'arma

"...per il mondo... ho agito in un certo modo fino ad oggi per cambiare le cose. E tu sei un testimone di questo... io e altre persone che ci definiamo Phýlakas, i guardiani, siamo il nuovo ordine contro le vecchie..."

"Avete creato un ordine che controbilancia un altro ordine per governare il mondo... non è assurdo? Non siete la stessa cosa?"

"no..." rispose tranquillamente "noi cinque ci siamo uniti per togliere dei poteri che detenevano dopo i predecessori da un centinaio di anni, monopolizzando il mondo, l'economia, le altre persone. Tutto era gestito da loro, su tutti i paesi in cui erano giunti da cento anni. Tutti, quindi. NOn puoi immaginare quante decisioni prendevano bevendo un liquore costoso in una stanza riccamente ammobiliata, con maggiordomi e servitori, scegliendo linee di condotta per persone e mercati. Lo sapevi che in certe crisi chi è già ricco triplica la sua ricchezza a discapito delle persone normali, che finiscono tra i poveri? Che..."

"Quindi fammi capire, tu lavoravi per un ordine segreto... come i Rosacroce o qualcosa del genere, e li hai fregati cambiando le loro carte in tavola? "

"Conosci i Rosacroce. O meglio quelli che sono rimasti, che sono solo una quarta parte dopo l'assimilazione dell'ordine... E' un discorso troppo lungo, comunque si. Ne faccio parte, ho agito contro di loro con altre quattro persone con gli stessi scopi, che dovevano essere quell odi questi gruppi segreti andati in malora nella morale, e abbiamo cambiato il mondo. Lo stiamo cambiando... la Carta è solo il primo gradino. Facciamo il secondo... fortunatamnete ci sono tante persone come me, credono e pensano come me, che non mettono i propri interessi come quegli individui al primo posto, ma il bene della vita in generale. Cambiare i mercati per i propri guadagni, pressare certe figure nel mondo per i propri scopi, decidere per proprie convinzioni che alcune persone sono immeritevoli rispetto ad altre, vederli ebbri di potere per cosa hanno nelle loro mani perchè..."

"E sei riuscito a fermare i governi nello stesso momento introducendo una tua forma chiamata Carta? Chi sei Carlo Magno e Giovanni senza Terra? E che ne è stato di..."

"Non sono stato solo, ma è quanto dici. Per nostra fortuna le nuove generazioni non sono come le vecchie, ancora al potere in vari settori. Si, è stata una cosa congiunta e sono orgoglioso di questo. Dal momento dell'ufficialità in ogni Paese, i poveri sono stati aiutati, molti tagli a pensioni o stipendi così elevati che neanche un impiegato normale avrebbe visto in cinque anni sono stati invece riconvertiti per strutture sanitarie e beni di prima necessità per chi si trovava sotto una certa soglia. Senzatetto tolti dalla strada con una sistemazione dignitosa senza i pericolosi ex rifugi che terrorizzavano quei poveri derelitti più di vivere in una angolo di strada. Anziani e persone sole hanno ricevuto un aiuto, sempre pronto in ogni necessità prevenendo morti silenziose, ossia quelle che venivano scoperte dopo molto tempo, a volte anni. Strutture per orfani o bambini con passato o famiglia problematica sono trasferiti in strutture scelte e sistemate ah hoc perchè siano seguiti e aiutati meglio di una casa famiglia sovrannumerata ed oberata per assistere tutti.
Molti stipendi bassi o minimi sono stati innalzati per migliorare il lavoratore e vederlo più efficiente, con premi in base a certi requisiti..."

"Tu lo sai che, la storia umana insegna, tante belle parole a volte non sono accompagnate davvero da cambiamenti positivi nel tempo. Vedi certe idiologie che hanno descritto il loro operato come te e invece hanno peggiorato la situazione. In più ci sono persone che non cambieranno mai il loro pensiero o non si adatteranno creando disagi e problemi. Tutti piangeranno una vita che odiavano ma trovavano per chissà quale ragione migliore della nuova. Come per certe ideologie, ci saranno individui che inneggeranno a ciò portando venti nefasti per le persone senza cervello, persone vuote dentro li seguiranno senza capire davvero cosa credono. Salvare le persone... permettere a tutti di avere una vita dignitosa... con una Carta davvero pensi di riuscirci?"

"La stiamo già attuando... come hai detto tu, abbiamo contrastato pacificamente ma con forza a proteste e manifestazioni con idee contrarie alle libertà delle persone. Abbiamo dato a chi aveva bisogno, un tetto e beni di prima necessità, perfino libri e istruzione e assecondato quelle persone che avevano desideri che magari erano utili, ma dandogli un pò do felicità. Ci sono stati radioamatori, ingegneri, meccanici, fisici e non solo, che per l'economia orribile degli ultimi anni si sono ritrovati con lauree e specializzazioni ottenute con molti sacrifici, ottenendo invece impieghi e possibilità economiche miseri. Senza possibilità di un futuro. E a me servivano molti soggetti nella mia organizzazione per gruppi corposi da inserire in progetti e studi vari. E non ho guardato, solamente intendo, il curriculum e cosa hanno fatto. Prendo solitamente con me persone che reputo particolari e di certe capacità. Ci stiamo espandendo ma ovviamente non posso andare per il mondo e assumere tutti. Ecco perchè approfitto anche io di certe missioni come quest'oggi per incontrare persone che potrebbero trasmettermi quel qualcosa, affinchè diventi mia seguace..."

"Seguace... tu sei il leader... dimmi che non siete una qualche setta relgioso-politica che..."

"Non siamo una setta. Non siamo fanatici, Non siamo pazzi. Siamo un'organizzazione militare non governativa, ma anche più di questo. Non abbiamo ideologie distruttive ma di protezione e salvaguardia delle Persone, sopra religioni e credi passati..."

Lia rimase a fissarlo tramite la tacca di mira dell'arma, poi socchiuse gli occhi sospirando sonoramente e abbassò l'arma verso il pavimento, braccia parallele, verso la sua sinistra. Rimase a fissarlo posata. Rilassando sia il corpo che l'espressione.
"Mi auguro sia così, odio i credi religiosi e ideologici dove le Persone non valgono ma vengono esaltate parole di libri e diari che distruggono tutto ciò che è l'Uomo. O peggio travisano parole e considerazioni attuando azioni contro ogni sanità mentale perchè per loro le cose vanno in un certo modo o niente. Pensieri di millenni e epoche passate che tutto erano tranne umane. Se tu sei davvero la persona che ha contribuito a proteggere e cambiare le situazioni ancora vigenti, bene... ho anche notato che voi no n avete pregiudizi su certe cose da farmi pensare il contrario..." guardando Jd "... per questo motivo, capisco. Se realmente sei chi dici di essere e cosa credi, non ho motivo di odiarti. Dal fatto che mi avresti dato una mano a quel modo sembra proprio che tu finalmente sia una persona capace di portare la razza umana a un'evoluzione migliore" rimettendo la pistola nella fondita, inclinando la testa guardando Milan.

"Io non mento, queste stesse persone mi seguono per quel che voglio cambiare e portare nel mondo. Non certo per il compenso, almeno, non solo per quello " sorridendo gioioso marcando con il sorriso i suoi tratti slavi "e se a te sono sembrati tutto fuorchè professionisti, è per un mio errore. Solo mio. Sono dieci giorni che cerchiamo di fermare e stringere a morsa le cellule che in varie parti di questo Paese, o ex Paese, cercano qualcosa... e puotroppo è da ieri che non dormiamo a sufficienza per ricaricarci da ogni incarico. E il governo provvisorio attuale non è così collaborativo..."

"Non dovrebbero lavorare per te?" chiese lei scuotendo il capo dubbiosa "se hanno portato la Carta che tu hai redatto, se ho capito bene, perchè i vostri accordi per questo compito?"

"bella domanda, brava... " con le braccia dietro la schiena, sorridendo "come ho già detto molte persone che si sono unite a noi hanno contribuito alla disgregazione del vecchio governo, portando i patti di stabilità dei continenti. Ebbene, in primo luogo e per farla breve, molte di queste persone erano già membri del vecchio governo, hanno semplicemente cambiato bandiera perchè chi seguivano non rendeva le promesse fatte. Il problema maggiore in certi casi, e situazioni come questa, è che alla fine chi è al potere  tende sempre a credere che vi resterà per sempre e, anche se loro fanno capo a me, io di fatto in verità non esisto... Il mio nome, la mia identità come quella degli altri è segretissima e chi per ora nel collegio attuale, non sa minimamente che lavora per me. Ma non ho intenzione di farlo sapere, come si dice meno il tuo lavoratore sa di te, meglio è... questo comporta i problemi che hai visto. Loro emanano un contratto di prestazione per cui dobbiamo soddisfare le richieste in cambio di qualcosa e pretende risultati. E io, che figuro come presidente e generale di questa organizzazione, devo mantenere la faccia affinchè io sia al sicuro e protetto, mandado loro successivamente ulteriori ordini e richieste per il loro operato futuro. Ma restando sempre l'umile Leader di un gruppo privato di professionisti, lamentandomi di incarichi tediosi e fastidiosi celando di sapere più di tutti... Questo però significa fare triplo lavoro, perchè devo assolvere al mio compito di Guardiano, leader per tutta l'organizzazione e generale per gli incarichi. E loro sono il mio gruppo di diamante, me ne dolgo ma ho avuto bisogno di loro per questo importante compito in giorni senza fine. Recuperare sia alcuni soggetti importanti che i dati che vogliono, in poco tempo e in luoghi diversi... quindi capirai che non siamo proprio in piena forma..."

"Tu sembri più scaltro del diavolo, se posso permettermi" sorrise lei diabolicamente "sei peggio di una volpe, quindi fai questo... Agisci come un fedele servitore ma invece sei il proprietario di tutta la pagnotta, lavorando comunque sodo e in prima persona, e questo è lodevole, ma ridendo beffardo per come li raggiri..."

"Messa così è orribile, ma hai preso in pieno..."

"QUindi questi sono i tuoi migliori uomini..." guardando le persone intorno a lei studiandoli.

"Volevi sapere perchè uno come Jd avesse un incarico non adatto alle sue capacità e come potevamo essere quel che dicevamo, quando sembriamo ubriachi incapaci... siamo stanchi. QUesta formazione è composta da gruppi che ho messo insieme con i miei migliori uomini ma anche chi ha iniziato tutto questo insieme a me. In pratica siamo noi " aprendo le braccia a indicare tutti loro " ad aver creato l'organizzazione e tutto il resto... noi abbiamo proseguito partendo da questo numero e le nostre conoscenze e capacità. E mi fido solo di loro per certi incarichi, questo mi ha portato ad aver bisogno di tutti loro sul campo, non potevo mettere Jd come Puntatore all'esterno se già vi era la Polizia, ed essendo a capo di tutto sapevo bene quali erano i loro compiti, le loro posizioni... Jd mi serviva all'interno ma siamo lontani dallo Chateau da una settimana, da un sonno decente come il cibo. Siamo sempre vestiti al completo e sempre pronti a scattare. Questo ci ha tagliato le gambe e ora ho un uomo sulla coscienza, seppur era in pratica l'ultimo ad essere arrivato nel cerchio dei ventinove... intendo il numero di persone che mi ha seguito e creato tutto quello che ti ho detto. Ho valutato le cose in una prospettiva errata e..."

"No, qui il fattore nefasto è lei" sputò rabbiosamente Alaric puntando il dito contro Lia "è per colpa sua se Luke è morto e..."

"sarebbe capitato a chiunque, anche a me, o a te e ci saremmo sentiti da schifo e peggio..." lo interruppe Jd  "abbiamo deciso di creare dei gruppi che hanno limitato le nostre capacità pur di non dividerci e restare noi con il bottino in mano. Io sono stato ferito prima che lei ci incontrasse, lei ci ha aiutato e mi ha perfino cucito una ferita che mi avrebbe dissanguato. Non avrei retto con quella perdita di sangue e..." e poi sbiancò.

Tutti rimasero a fissarlo interdetti, passò gli occhi su tutti, per tutta la pancia dell'aereomobile, si fece grigio in volto e scattò con la testa verso Milan quasi disperato.
"Milan... dovè Dame? Dove..."

"Calmati, si trova nella cabina magazzino. Per aver agito senza rispettare gli ordini, fare comunicazione e aver creato tutti i problemi che conosciamo, perchè lo so che invece di essere la tua spalla si è fatto prendere dalla paura, gli ho ordinato per punizione di redigere un rapporto completo di tutto quello che è accaduto, ha detto, fatto e non fatto. Valuterò anche i vostri e deciderò il da farsi, ma molte cose sono andate a rotoli perchè non abbiamo prestato la massima cura in questo compito.... ed è anche colpa mia, ma lui non ha agito come avrebbe dovuto. Non lo abbiamo dimenticato, tranquillo..."

Un sollievo si levò tra i presenti, chi era felice di non averne abbandonato uno dopo aver perso l'altro, chi diceva che se lo meritava perchè era scemo e basta, chi avrebbe voluto pestarlo per la rabbia che non avesse cervello. Poi il pilota annunciò l'imminente atterraggio e tutti si apprestarono a sedersi o tenersi per le maniglie.
Lia guardò Milan perplessa ma lo vide sedersi e spingerla a fare attrettando, così si sistemò su un sedile che dava alla vista all'esterno. E notò che stavano avvicinandosi a qualcosa di pietra antica e poi del verde.
Man mano che scendeva e si sistemavano con le ruote, vedeva chiaramente enormi blocchi di pietra o davvero grossi mattoni color sabbia.

Si alzarono tutti borbottando tra loro, si sistemarono in due file ordinate e attesero l'ordine di Milan. Il quale però si sistemò la giacca, si voltò verso Lia e le disse con un sorriso che dovevano discutere della questione con calma e le fece cenno una mano di accomodarsi verso il portello che si era nel mentre, aperto. Lia  si fece coraggio, perchè non si fidava, e si avviò verso l'esterno. Quando mise piede sul portello adagiato a terra e avanzò, scrutò  davanti a se. Perplessa.
Erano ad una certa altezza, un ampio cerchio, così sembrava, più che pista di atterraggio semplicente sembrava  il luogo di fermo non avendo visto la discesa  finale come negli aerei che aveva già preso, ma era sceso tranquillamente in verticale. Un basso muretto che le arrivava al ginocchio faceva da parapetto che si gettava poi verso la zona sottostante.
Avvicinandosi al parapetto scorse una macchia di verde abbastanza grande da essere un piccolo bosco, raggiunto da stradine chiare in confronto al verde di vita che dividevano in settore quella vasta area. Sembrava dall'alto i giardini di Versailles, solo con una confusione allucinante. In fondo, molto in fondo, vi era qualcosa che sembrava metallo a formare l'orizzonte, poi zone di verde come divise in settori ospitavano persone in varie attività. Così tante da sembrare un formicaio in estate. Voltandosi a destra notò un enorme edificio  che sembrava davvero per la dimensione quello francese. Era composto da una sezione centrale enorme in stile antico, inglese forse, e poi altre strutture a forma di C che si intersecavano tra loro formando un disegno che dall'altro sembrava geometrico ma fatto da un bambino. Ogni C aveva al centro una zona verde ma con altro, che non vedeva bene. Quella struttura era davvero imponente, nonostante fosse più in alto della stessa e pareva circondata da kilometri di verde da non riuscire a calcolare la vastità.
Osservando bene le persone sotto si accorse che vi erano gruppi a cavallo, gruppi che sembravano allenarsi, camioncini o vecchi carretti trainati da cavalli giravano o si fermavano in piena attività di qualcosa.
Urla e vociare si mischiavano al nitrire dei cavalli, al cinguettio di vari uccelli, a tanti rumori che non capiva. Ogni zona verde già ampia di suo e  destinata forse a qualcosa, e  così le era sembrata, adornata da una statua alta senza però una collocazione precisa. Alcune erano in un angolo, altre al centro, senza avere un senso. Ma quando notò che si muovevano , capì che erano uomini, armati e lei li stava vedendo di spalle, perchè altri erano posizionati in modo da avere una visuale aperta e chiara, solo voltandosi. Perchè fare in questo modo, si chiese?
E poi uno stridio strano la colse come alle spalle, si voltò ma cèrano solo  MIlan e gli uomini che si sistemavano in una zona del tetto di quello strano edificio. Un altro di quello strano rumore  le fece alzare lo sguardo di colpo, notando che vi erano degli uccelli ernomi che stridevano e emettevano suoni volteggiando sopra di loro. Scesero poi a diversi livelli, finchè uno di questi, il più grosso, non giunse planando verso il basso, artigliando un braccio protetto di pelle di un uomo a cavallo che li fissava, mentr e l'uccello raccoglieva le ali distro e fissava intorno. Erano molto in alto ma sembrava che quell'uomo col suo uccello e quelli che lo seguivano a cavallo, fissassero lei.

"Siamo arrivati, vorrei terminare la nostra discussione con calma nel mio studio, quindi proseguiamo..." facendole cenno con la mano verso l'altro lato dell'aereomobile. Milan sorrise serafico e la attese finchè non si avviò verso un'apertura nel pavimento, una scala che scendeva verso il basso. Vi era un pannello elettrico rinforzato che si alzava e abbassava per chiudere l'apertura. Ma non vi si fermò davanti,  invece attese in una zona del parapetto mancante, un largo rettangolo privo del muretto. Comparve di colpo quello che sembrava un grosso ascensore a vetri e metallo che stonava con la struttura.

"Loro scenderanno con l'ascensore, noi andremo insieme, per di qui..." disse Milan lasciando gli uomini in fila ordinata per entrare e raggiungendo la scala che Lia aveva visto prima. "Ho delle cose da dire che preferirei non far sapere ad altri..."

Nonostante la perplessità lei lo seguì, senza proferire parola, ma facendo attenzione a ogni cosa intorno a lei. E poi si accorse che stavano utilizzando una scala di pietra, una grossa anima circolare  da cui partivano i gradini che scendevano. Alla sua destra si notava chiaramente il lavoro dei muratori con i blocchi di tufo e delle finestre semplici ma arrotondate per snellire la rigidità della struttura.
Poi giunsero in una specie di livello che scendeva  in basso con l'altra rampa, ma era grande quanto l'edificio dove si trovavano dimezzato però dall'inizio e la fine delle rampe di scale che si stringevano per lasciare posto a due semi cerchi. Due uomini occupavano due posti diversi, ai lati opposti dello spazio ricavato dal restringimento delle scale e avevano ciascuno un'ampia vetrata con sezioni apribili, che utiizzavano per mirare e sparare. Degli schermi piatti parecchio grandi erano collegati da cavi a dei pc a torre, simili a mainframe ma più piccoli.
Questi si fermarono, fecero un saluto tra il militare e un inchino e li osservarono proseguire. Percorsero un'altra rampa di scale che terminava come la precedente, che conteneva però degli enormi box quadrati o rettangolari di metallo pesante, con un portellone come per i camion frigo della carne, e quattro uomini a torso nudo spostavano pacchi, sacchi di iuta e altri prodotti in quei box come se avessero una suddivisione.
Anche questi si fermarono e fecero quel saluto, e come gli altri due fissarono Lia sconcertati e frastornati. Milan salutò e proseguì, Lia al seguito raggiungendo però l'uscita, finalmente.
All'esterno, Lia si voltò spalle verso MIlan per osservare la struttura che avevano percorso e si accorse che sembrava a metà tra un faro e una vecchia torre delle fiabe. Le grandi vetrate portavano a un giro completo di balaustra e balcone, mentre la zona con i box aveva solo le vetrate. Anche se sembrava costrutita da molto tempo, pareva ben curata. In alcuni casi si notavano i quadrati di legno tipici dei tetti di legno, ma non ricordava di averne visto qualcuno.
Milan interruppe i suoi pensieri, guardando con  lei la struttura.

"Bel lavoro, vero? i miei uomini sono bravi anche in questo..." poi vedendola sorpresa, continuò "Ho comprato questo luogo che era una sorta di rudere da anni e anni di incuria e inciviltà. Siamo fuori dai centri abitati, secoli fa era una dimora nobiliare, poi fu abbandonata e lasciata così. i costi del restauro erano proibitivi, e di questi tempi la gente vuole case nuove e moderne... inoltre nel tempo, i continui sciacallaggi avevano spogliato completamente lo Chateau..." indicando l'enorme edificio alla loro sinistra.

Prima che Lia potesse  studiare la facciata, Milan continuò a parlare "come ti ho detto prendo le persone che son sicuro diano il meglio che possono, vogliono e che altri non vedrebbero. Diresti mai, guardando questo posto, che saremmo riusciti in un anno a renderlo così?" alzando le braccia verso lo Chateau. "è chiaro che cè ancora tanto da fare, ma ti sarai accorta degli edifici minori collegati a quello maggiore dalla forma particolare. Sono tutti nuovi, usando però le tecniche antiche , cercando di amalgamare le nuove ale al corpo originale. Qualcuno a volte si perde se ha la testa tra le nuvole, ma in verità è molto lineare nell'uso che facciamo di ogni parte. In un anno abbiamo ristrutturato e riparato l'edificio originario, tanto che sembra tornato al suo splendore, creando i cinque corpi secondari allacciandoli con il vecchio, sistemato gli ettari di parco davanti  e giardino posteriore e..."

"Ma vedo che ci sono galline, pecore, mucche e altri animali in giro là..." indicando il parco davanti lo Chateau, dove una sorta di zoo diviso da recinti di metallo a rete ospitavano persone che badavano agli animali "mentre là ci sono gruppi di persone che si allenano come fossero membri della swat... perchè questo casino?"

Milan rise, incamminandosi verso l'edificio ma continuando a parlare "Come ti ho detto il restauro e la messa in uso del'edificio originale più i nuovi ci è costata un anno. Ci siamo trasferiti totalmente una manciata di mesi fa e ancora cè molto lavoro da fare. Quegli animali sono qui perchè proprio da quando ci siamo trasferiti una gestione corretta e lineare non cè stata. Sono stato molto occupato e diciamo che qui si sono autoregolati. I paesini e villaggi dei dintorni ci vedono negativamente e sono ancora intimoriti da queste persone che appaiono per quel che sono, anche l'acquisto ci è stata difficile. Il problema maggiore è stato fare rifornimento. Attualmente abbiamo un solo AirOl che è invisibile ai radar per ovvie ragioni, quindi lo utilizziamo come nel caso odierno. per aerei convenzionali ci vogliono autorizzazioni, piani di volo e un luogo dove farli atterrare. Alcuni di questi uomini hanno vissuto per vari conflitti in molte zone dei paesi balticio mediorentali, dove popolazioni che noi consideriamo primitive sopravvivevano a quelle moderne. E loro si erano abituati  a uno stile di vita rurale, alimentadosi con cosa cèra a disposione o gestendolo e facendolo crescere. A te adesso sembrerà strano, ma se noi abbiamo avuto per varie questioni problemi con le approvvigioni, immagina in pieno conflitto, con bombe sulla testa pronte a colpire vicino a te, guerriglia e città distrutte e sventrate, con quello che hai a disposizione. Io stesso l'ho visto, anche se non ero un combattente sul campo, e portandoli con me ho notato come erano così abituati da..." indicandoli con il mento, mentre provvedevano agli animali "continuare in quel modo."

"E ora che sei qui perchè non sistemi le cose?"

"Lo farò, non hai idea di quanto spazio abbiamo, ma devo ammettere che non avevo concatenato le cose per come sono avvenute, di mia volontà. Prima avevo la sede nella Federazione Russa, per una questione di amicizia... molti di loro sono stati miei sostenitori e ne hanno aggregati altri..."

"Amo la Russia in un certo senso fin da piccola. Abiti, edifici straordinari, grandi tzar e tzarine... So leggere anche il cirillico, anche se non ho studiato di fatto la lingua..."

"Seriamente?" la fissò sbalordito "io ho avuto problemi a insegnare il russo ai miei uomini. Sembra strano ma se vuoi avere una lingua poco compresa, utilizza il russo... io ne parlo una variante per le mie origini, ma cerco sempre di invogliarli a parlarla, ma il peggio è con il cirillico, non gli entra..:" scuotendo la testa sconsolato.
"Ad ogni modo per un certo periodo ho tenuto una parte del mio gruppo in europa, uno nelle americhe, e uno in Russia per le zone vicine. A causa dei confini e dogane, sai... adesso non cè più bisogno, e sto spostando il grosso qui, lasciando solo le TOrri..."

"le torri?"

"E' così che chiamo un luogo in quel detemrinato posto su cui appoggiarmi in caso di bisogno. I miei uomini le chiamano ambasciate... ma qui sono più tranquillo..." sussurrò, vedendo un gruppo di uomini a cavallo trottare rigidi, perfetti in riga che lo salutavano voltando il capo verso di lui e un gesto di un braccio, mentre proseguivano...

"Ma perchè usate i cavalli?" chiese lei in un soffio, osservandone uno con interesse e con un sorriso sulle labbra "poco fa ho visto  tanti gruppi a cavallo..."

"E' uno.. come posso spiegare..". accigliandosi "l'ho già detto, considero molto importanti determinate cose del passate da volerle riprendere, sempre mantenendo uno stretto legame tra natura e uomo e il rispetto e l'amore per la vita. Ma andiamo a parlarne meglio nel mio ufficio..." sorrise "mentre proseguivano verso lo Chateau.

"Tutto quello che hai detto, lo sai che non ha spiegato tutto o molto?"

"Si, ne sono consapevole, ma tu devi andare..." guardandola in viso mentre proseguivano "è chiaro che non ti importerà molto, del mondo o delle persone... di tutto. Non so cosa credi nel dopo la Soglia, ma ti lascerai tutto alle spalle, indietro, senza che ti importi più..."

"E la reincarnazione? Cosa dice la tua religione? Io non voglio reincarnarmi, non voglio tornare, per questo una volta chiesi a una parsona di polverizzare la mia anima... ecco perchè chiedo, perchè a questo punto dopo che li lasciati indietro, temo di tornare..."

"Ottimo quesito, se fosse per me non morirei mai, anche se in tanti hanno questioni filosofiche su questo... per il discorso della reincarnazione noi vi crediamo. E per la cronaca, non tutti del mio gruppo seguono i Creatori, ho tolleranza e non ho problemi per altri credi, io mi riferivo a me e chi con me crede in qualcosa di più..."

"Si ho capito cosa intendi, è qualcosa simile alla Wicca, anche ciò che è oltre il materiale ha un collegamento con cosa noi abbiamo qui. Il dualismo creatore di ogni cosa, il legame con la natura che deve essere considerato e rispettato... si, lo so. Bè io non voglio reincarnarmi..."

"Wicca, reincarnazione.. frantumazione dell'anima... come conosci queste cose..." le chiese arrivando alla scalinata che conduceva al grande portone in legno intagliato e decorato. Ai lati due uomini armata fecero il saluto. Li superarono.

"Conoscevo delle persone che dicevano di capirne... e accadevano anche cose strane quando parlavo con loro.  Eall'inizio anche a loro ho chiesto di aiutarmi, per non vedermi giudicare negativamente da chi abitava vicino a me anche e sopratutto dopo la morte... dicevano di avere libri, capacità, un potere nato da varie incarnazioni, una di loro era... qualcuno di speciale... dicevano tante cose cui io credevo per un verso e non molto dall'altro.. e alla fine gli veniva il buonismo rifiutandosi. Mi hanno detto più volte di no. In parte potrei capire il loro punto di vista, ma mi hanno lasciata sola, più di quanto lo fossi prima, a fare i conti con una realtà con cui non riuscivo più a lottare. Così anche loro, via... come per Rò, mi sono fatta forza e ho deciso che la solitudine era la migliore strada per me. Se chi diceva di volermi bene non era capace di lasciarmi andare e aiutarmi in una cosa così... non serviva continuare nulla con loro se il bene per me, dicevano, era che continuassi. Peccato solo che alla fine come la mia famiglia e tutti quanti, significava strisciare le unghie giorno dopo giorno in qualunque appiglio per non impazzire. Non hanno voluto capire che così mi uccidevano in modo più lento e doloroso. Quante persone nei secoli sono morte in questo modo... anche mio nonno. Lui chiedeva di far cessare il dolore, il tormento, gli stavano tutti intorno rimproverandolo di stare zitto dal chiedere quello... intanto lo tenevano in un letto imbottito di medicile e flebo, sofferente come mai in vita sua... sai, diceva sempre che non si era mai ammalato come facevano i giovani pari mia... si chiedeva come potessimo essere così fragili. E poi lui è morto dopo un'agonia di mesi bloccato a tubi, sentendosi rimproverare di voler solo morire da uomo e umano, non una cosa sofferente come sarei stata destinata io. E' soffocato, non si sa se mentre dormiva o era vivo... quando sono andati dopo una o due ore per lasciarlo riposare era andato e questa cosa mi ha turbata molto. Sapere che la gente decide per la tua vita o come te ne vai, nel modo peggiore intendo come un miserabile che per me sono la feccia dell'umanità. E lui non lo meritava, avrebbe sofferto di meno.  Io non mi sono mai sentita viva per essere femmina, donna di qualcuno, madre e polvere. Ma la gente non lo ha capito. Preferisce vedermi deperire e frantumarmi nell'anima, soffrire e distruggermi mentalmente, inneggiando alla bontà delle decisioni di Dio e del buonismo. in unaesistenza che mi porta via ogni pezzo di che altro. Mi accompagnavano a una lenta e tormentata dipartita che a qualcosa di meritevole. Come non sia stata meritevole la mia vita..."

Si fermarono davanti la maestosa scalinata a due bracci di marmo e legno che portava al piano superiore, fermandosi a metà su una balaustra che si affacciava all'entrata, con una vetrata alta fino al soffitto, per arrivare all'alatro livello. Sotto la balaustra vi era una porta a due battenti  in legno che conduceva da qualche parte, a destra e a sinistra proseguivano le ale dell'edificio. Si fermarono su una decorazione del pavimento come a mosaico con vari pezzi di marmi di vari colori, e si voltarono l'un l'altro.

"Anche tu sei così? Hai voluto aiutarmi... perchè? E perchè hai accettato stoicamente la mia presenza  e mi hai fatto giungere fin qui, informandomi di cose che altri non dovevano sapere..."

"Per di qui..." indicandole la scala verso il piano superiore "parleremo meglio nel mio studio..."

" NO... io voglio andare, non so neanche quanto tempo durerà quell'antidolorifo che mi avete dato. Mi sento... così bene, così in pace, così... è come se stessi sognando temendo di svegliarmi. E' stato tutto così assurdo, ho sempre cercato ogni modo possibile di andarmene, e poi sono rimasta incatenata con persone che..."

"Andiamo nel mio studio..."

"Non voglio andare nel tuo ufficio, io..."

"ho detto studio, non ufficio...due cose diverse" mettendole una mano sulla spalla per farsi seguire ma lei si agitò.

"Non toccarmi... NO" urlò paonazza "non mi toccare..."

"scusa, come ho detto ho uno studio e un ufficio, sono due cose diverse per usi diversi... andiamo" voltandole le spalle per proseguire.

"Io voglio solo due cose. Due oggetti..." ansimando come in preda alla paura "e me ne vado..."

Lui si voltò accigliato, con la luce del sole della vetrata che lo colpivano mostrando la schiena e una parte del volto in oscurità, aumentando l'espressione come seccata.  Fece un cenno con la testa e ripetè l'invito, dicendole che l'avrebbe accontenta. Alla fine tenendosi la spalla ansimando con la mano sinistra, lo seguì, vedendo varie persone nei corridoi, affiarsi dalle persone seguendoli con gli occhi.

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Capitolo 9
*** 9 ***


Chapter 9 Chapter 9

Lia lo seguì fino al piano superiore, attraversarono corridoi ariosi,decorati a rilievo nelle pareti e tetti e dipinti dai colori vividi ad affrescare alcune sezioni, quelle  dove si intersecavano i corridoi. Le porte erano di legno massiccio intagliate e i pavimenti lucidi marmi venati.
Dipinti  veri di persone, nature morte, animali e paesaggi riempivano a intervalli  il colore chiaro degli ambienti, risaltati dalle cornici in legno o colorate d'oro, non capendo se i muri fossero color crema chiaro o burro naturale.
Milan raggiunse una doppia  porta infondo al corridoio che stavano percorrendo e la aprì, facendola entrare per prima. L'ambiente dava un senso di accoglienza particolare, calda, come se la persona che lo usasse lasciasse un qualcosa. Vi era un vero camino, spento, dalla forma come lo disegnavano i bambini e motivi o linee che abbellivano dentro e fuori la sagoma. Bianco con decori neri, una grata metallica era posta davanti. Sopra il camino, alto quanto lei circa, vi era una sorta di grosso stemma con vari disegni che sorreggeva tramite dei fermi, una sorta di spada.
Di fronte vi era un divanetto con due poltrone e un tavolinetto, dopo verso la parete cèra una ricca libreria a L che terminava poco prima della porta, piena zeppa di libri di vario tipo, in pelle colorata in prevalenza, che creavano un caleidoscopio di colori strabiliante. Il mobile era intagliato con fregi naturali, come la scrivania poco dopo il caminetto, più verso il fondo della stanza. Sembrava un ponte dalla sua prospettiva, un mix  di antico per il legno chiaramente pieno e scuro, con quella forma e liscezza lucida di qualche lavoro dei giorni moderni, semplice e lineare. Ma era grande, l'arco era abbellito come da una merlettatura che copriva maggiormente le gambe, anche se si sarebbero notate se qualcuno vi era seduto. La fine dell'arco finiva come con delle linguette all'insù. Il piano superiore era imgombro di vari oggetti, molti in pelle, legno e carte varie.

Due Finestre erano coperte a metà da tende pesanti e molto elaborate, come damascate, e un lampadario antico troneggiava sopra il centro della stanza, attorniato da pitture e rilievi che quasi ampliavano l'altezza. pannelli in legno fino alla sua vita riscaldavano l'ambiente chiaro dei muri. Un grosso mappamondo in legno era alla sua sinistra, vicino la porta.

Milan entrò e andò verso la scrivania, sorridendo e fermandosi davanti il caminetto, alnzando gli occhi verso lo stemma.

"A casa... vi eravamo tornati solo per poche ore per cambi e ricariche per le armi. E sembra che sia finita per ora... ma prego avvicinati e siediti, io..."

"Te l'ho già detto, voglio solo due oggetti, un favore e me ne vado..."

"Già" esclamò sorridendo ma le fece cenno con una mano di avvicinarsi "ma prima voglio che guardi qualcosa..."

Lei si avvicinò con il broncio, gli si fermò accanto e seguì il suo sguardo, sullo stemma con spada. Milan rimase fermo a guardare, e Lia notò il ticchettio ritmato di qualche orologio, ma non si voltò a cercarlo con gli occhi.

"Sai, il mio nome, il vero nome non è Milan. Ma Mihajlo  una versione serba di Mikha'el  e mia nonna diceva sempre con orgoglio che aveva un nipote con il nome che diceva "Chi è come Dio". Ero brillante per la mia età, maturo e responsabile. Adoravo la scienza, le storie antiche di cavalieri ed eroi e cosa portavano di buono con la forza, la spada e il loro credo. E divenni Milan per mio fratello, che non so per quale motivo, era molto attaccato a certe città, come Milan, legate invece che al medioevo al rinascimento. E così sono diventato MIlan. Quasi nessuno lo sa, tutti credono che sia il mio vero nome, quando invece era un nome deciso da mio fratello..."

"Tuo fratello?"

"Già, siamo uno lo specchio dell'altro, due volti della stessa medaglia. RIspetto a me, se io ero pacato, lui era focoso. Se io volevo risolvere le cose in modo corretto e pacifico, per lui il modo di contrastare i problemi era prenderli di petto e con le armi. E tutti e due però amavamo i libri del ciclo Arturiano, le storie del rinascimento, dei cavalieri o i grandi geni che cercarono di portare il mondo a uno stato migliore, superiore. Purtroppo non è andata proprio così, di base l'uomo è rimasto parecchio selvatico in vesti di gentiluomo. Amore, empatia, fratellanza.... chi voleva portarle non è riuscito a farlo veramente e l'essere umano è tornato sempre lo stesso. Io voglio cambiare le cose, e come me mio fratello..."

"Perdonami... prima hai detto che tuo fratello era... è forse morto?"

Milan rise di gusto a quella frase, sembrava un normale ragazzo in quei momenti e poi la guardo con un sorriso sornione.

"No, non credo che uno come lui possa morire, in nessuno modo. Le sue idee chiare lo hanno sempre portato a vincere e proseguire nel cammino... lo incontrerai un giorno, lavoriamo allo stesso progetto ma sei posso considerarmi il Leader ossia la mente, lui preferisce essere le stesse mani che agiscono. Lui è rispetto a me sempre da qualche parte ad agire, mentre io seppur come oggi, sono più un burattinario. Mettiamola così. Inoltre, riguardo te, volevo dire una cosa..." guardandola.

Lei cambiò espressione, stizzita e contrariata, e posò gli occhi sul camino mentre questi parlava.

"Luke... lui è morto per salvarti e ho capito che non provi per lui esattamente alcun ringraziamento. Anzi." voltandosi a guardarla anche se lei stava fissando più i decori che altro "Comprendo il tuo stato d'animo e lo vedo nei tuoi occhi quella sorta di... odio?... per qualcuno che ha sprecato la sua vita per un'altra che non voleva essere salvata. Lo comprendo. Come ti ho detto già detto,  ho visto qualcosa di simile negli occhi di chi a causa di incidenti di varia natura o per ferite da armi da fuoco è rimasto un niente, bisognoso di tutto e una vita che gli dava poco di cosa desiderava. A volte anche solo potendo muovere gli occhi, altri la testa, chiedendo di cancellare quella sofferenza perchè raggiungessero la Soglia per un Ritorno degno. Qualcosa di simle a quello che provi tu. Anche se sono sorpreso che quella particolare medicina abbia avuto così effetto su di te... sembra quasi che tu sia nuova dalla testa ai piedi" ricevendo un'occhiata da lei, senza muovere altro, fissa di fronte il camino.

"Quel particolare medicinale non è un normale Farmaco antalgico o oppiaceo, ma il risultato di veri e propri studi su particolari persone. Vi erano individui che avevano mutazioni in un gene,che agiva a sua volta su  altr che producrva un enzima che influisce su una sostanza chimica centrale per la sensazione di dolore, umore o memoria. Insomma questi geni controllano  gli altri indicativi del dolore.. Infatti controllano l’attività di  geni, alcuni dei quali sono coinvolti nel rilevamento del dolore. Il risultato è quello che tu stai sperimentando, in pratica introduce una forma mutata di quel gene che controlla quelli necessari ad avvertire il dolore. Spegnendolo. Cè, ma non lo si avverte. Può essere ovviamente pericoloso, esempio per Jd non è detto che sarebbe stato positivo. La pallottola ha distrutto il rivestimento della tuta con la mini carica esplosiva e grazie alla sua forma è entrata tutta fra le costole di Jd, causando una notevole fuoriuscita di sangue. Non so ancora cosa è stato colpito ma lo stanno curando, grazie alla nostra medicina. In quel caso questo particolare farmaco gli avrebbe cancellato il dolore ma non la perdita di sangue, ecco perchè la somministriamo considerando la situazione. Se si hanno ossa rotte o qualche problema che non ti procura morte in poco tempo, è consigliato. Molti miei uomini si sono salvati assumendolo insieme all'adrenalina. Hanno riportato qualche periodo di riposo per la guarigione, ma niente di pericoloso. Al contrario se in casi di massicci riversamenti di sangue si assume il farmaco, il dolore sparisce ma si continua a camminare con l'emorragia e non è consigliato. Nel tuo caso però agisce magnificamente..."

"Ho provato tantissime medicine, alcune anche pericolose per il cuore ma per i medici sicure per curare la mia patologia, ma non hanno funzionato. Questa..." osservando la mano, muovendola.

"E' chiaro che questo nostro farmaco agisce dove davvero serve, mentre gli altri magari non erano compatibili con il nucleo del problema. Resta il fatto che, anche se sono io, non posso dare questo farmaco.."

"Si lo so" lo fermò lei, voltandosi "come ti ho detto voglio solo due oggetti e un favore. Poi non mi rivedrai mai più..."

"Se mi è possibile, nessun problema. Dimmi pure quale favore e quali oggetti chiedi"

"Il favore... vorrei che, dovendo andare a recuperare Luke, inscenassi una sorta di... finta morte. I miei vestiti sono su Luke stesso, non sarà così difficile per uno come te, oltre il fatto che sei il Leader, rilasciare un corpo e un documento falsi per chiudere una questione...."

"Vuoi che io affermi tramite il governo attuale la tua dipartita consegnando un certificato di morte e un corpo falsi?" sorridendo malignamente "è questo quello che chiedi? E' così che vuoi allontanarti dalla tua famiglia?"

"Ci ho pensato tante volte negli anni, e la cosa che mi ha fermata sai qualè stata? Oltre il fatto che temevo di non riuscire per qualche problema e ritrovarmi giudicata senza capirmi, finendo peggio. Come quel tizio caduto da un grattacielo e si è salvato per miracolo, quelli che si sparano ma non sanno neanche dove e sopravvivono sfregiati,  o quelli che tentano di impiccarsi o buttarsi da qualche parte e invece sono salvati e a volte finiscono in inferno peggiore, fatto di cure mediche mentali  e per l'errore anche sedia a rotelle. E il giudizio associato a occhi sdegnati che ti bruciano. Mneentre se fosse scappata,   loro avrebbero denunciato la mia scomparsa, sarebbe nata una ricerca su vasta scala anche a causa dei giornalisti nel Paese che cercano uno scoop interessante... ma la cosa peggiore sarebbe stata portare all'attenzione della gentaglia, quella feccia che mi ha fatto del male, della mia scomparsa e di dettagli che non ho mai voluto fossero conosciuti. Come la mia malattia, ma peggio, il far loro sapere che io per gli altri non sono diventata... niente. Anni fa vidi i loro profili su facebook con foto dove facevano quella cosa divertente, erano da quella persona a cena o a  qualche festa, mangiavano determinate cose in quel locale o in quell'altro, foto di gruppi felici tra fecce, foto in barca e tanto altro... cose che io non ho mai fatto e non vedrò mai.  Anche a causa dei miei... Sorrisi e foto con gente che magari non lo sa cosa hanno fatto ad altre persone, come le hanno fatte sentire, scherzi e prese in giro vergognose... Quante volte mi sono chiesta cosa ci fosse di divertente, da ridere, da vantarsi con altri per certe azioni contro gli altri. E quanta rabbia mi è venuta sia vedendoli di persona per caso o in quelle foto e vedendo me... così, e ho pensato che andarsene per qualche incidente o altro avrebbe portato i miei a non sbandierare la cosa. Non far sapere niente. E sperare che come da me scritto in un testamento biologico nel portafoglio finissi per ricerche schientifiche. A volte ho sperato in qualche ladro, sai, punzecchiandolo magari avrebbe fatto il lavoro per me per sbaglio... ma niente..."

"Capisco. Non è difficile, basta che il corpo non sia riconoscibile visivamente giusto?"

Lei lo squadrò con le labbra serrate, sospirò e fece un cenno assertivo, incrociando le braccia. "in effetti sarebbe meglio, non so se vorrebbero vedere le condizioni o meno. Magari un prova del dna con una comparazione per sistemare meglio la cosa..."

"nessun problema, consideralo fatto. Per i due oggetti..."

"Vorrei due siringhe. Una con un rilassante, un calmante, qualcosa che  porti un pò di torpore da non sentire nessun dolore ne niente ma non renda inerti, che permetta di fare certe azioni. E una siringa vuota..."

"Ho la netta sensazione di sapere a cosa ti servono.  E' tutto qui? Non vuoi altro?"

"No" scuotedo la testa, chiudendo gli occhi.

Milan rimase a riflettere, poi si avviò verso la scrivania, pigiò qualcosa e disse a voce chiara "Clarissa, potresti andare dal Dottor John Benneth Kraiton e portarmi una siringa con un sedativo non troppo forte? E'necessario che si possa muovere chi lo assume, e una siringa vuota? grazie mille" poi tornando da lei continuò "posso chiederti dove andrai una volta fuori di qui?"

"Sinceramente non so neanche dove ci troviamo, me la caverò..."

"Siamo in Bretagne,  nord-ovest della Francia. nella tua lingua Bretagna. Siamo tra montagne e pochi kilometri l'oceano atlantico...."

"Francia?!? Credevo fossimo ancora..."

"Per il tempo del viaggio? Si il nostro aeremobile è davvero stupefacente. Dal mar mediterraneo all'oceano atlantico in soli 33 minuti in linea retta. E non stare a bocca aperta, noi non siamo civili, abbiamo altri mezzi..." mentre sentivano bussare alla porta.

Una donna con i capelli ben raccolti con un fermaglio luccicante per la lungheza della banana dietro entrò, porse a Milan un sacchetto trasparente rettangolare con due siringhe, Milan le disse di attendere fuori per riaccompagnare l'ospite all'uscita e questa  scomparve di nuovo nel corridoio, chiudendo la porta.

"Ecco qui, per il finto Saluto me ne occuperò io. Basta che mi lasci un pò di dna per per la comparazione fittizia..."

"nessun problema, ti direi ma credo anche anche questi vadano bene..." tirandosi una ciocca di capelli dalla radice con uno strattone secco "essendoci il bulbo non dovresti avere problemi.

Lia prese la busta la svuotò tenendo le siringhe in una mano e sistemò i capelli al loro posto, riporgendola a Milan che la guardava tra il basito e l'immusonito. La soppesò, guardò lei corruciato ma non disse nulla, Lia a quel punto si congedò.

"Direi che questo è tutto, spero davvero che tu sia corretto tra quel che affermi e le tue azioni. Ferma le disuguaglianze, l'odio, le differenze solo nelle menti e rendi l'umanità migliore. Se davvero vuoi creare un mondo unito e non diviso come hai iniziato... auguri... non so che altro dirti. Mi auguro davvero che tu riesca, e dico così e non perchè quando dico va tutto al contrario..Addio..."

Se ne andò lasciandolo in piedi vicino il camino, richiuse la porta dietro di sè e seguì la donna con il tailleur grigio perla fino al ginocchio e tacchi verso le scale e poi il portone. Lia comparve fuori, passando vicino i due militari appostati di fianco la porta e si fermò a guardare quello che accadeva. Vedeva la strada asfaltata che portava dalla grande porta dalla quale era uscita, in linea retta, verso forse l'esterno, ed era bordata da una fila di uomini in varie uniformi dritti e seri, mentre altri guardavano da varie parti del patio in vari gruppetti. Scorgeva gruppi a cavallo, gruppi a piedi in varie attività, su carretti o camioncini fermi che fissavano la situazione in quel momento. Davanti a lei, un metro dopo gli scalini vi era quella che sembrava una biga, a cui vi era attaccato un cavallo ernome, color bianco e cioccolato, enomi zampe,  criniera e coda lunghisshime e ondulate. La biga color nero e bianco nelle rifiniture, con decori e rilievi in argento,  era sistemata in modo che lei potesse salirvi subito, con il cavallo che guardava verso  la strada,  legato al mezzo da lunghe cinghie e redini nere con borchie e fibbie argentate. Lo stupore la assalì restando a guardare quella cosacome bloccata, per alcuni minuti, anche se scuoteva la testa e le labbra dicevano come un sbalordito, quando le si avvicinò alla sua destra qualcuno. Lei si voltò e mutò l'espressione in offesa e adirata vedendo chi le si era avvicinato con un sorriso marpione, come compiaciuto.

"Dimmi che non sono da qualche parte a dormire chissà quale sonno artificiale e questo è cosa sto partonendo nella testa..."

"Questo è un onore! Il kilometro e mezzo verso il cancello, in questo caso, è il Cammino del Rispetto. Il cammino è un privilegio per alcuni, è un omaggio che si fa ai nostri capi, o come nel tuo caso, ai meritevoli. E' una cosa diciamo simbolica, un ossequio a qualcuno per tener fede al rispetto dovutogli, per la sua posizione, meritata, o come nel tuo caso a cosa ha compito. Molti di noi hanno avuto il Cammino dell'eroe, Milan stesso per molte feste ha avuto riservata la Biga o il miglio o chilometro dell'Onore. Tutti quelli che hanno già saputo di te e cosa è accaduto si trova qui e ha preso posto in fila fino al kilometro e mezzo per poi arrivare al cancello. Molti dell'antica Credenza, quella che tu chiami religione, hanno questo onore, ospiti illustri che ci hanno sovvenzionato, aiutato, sostenuto... sarebbe come per i tempi moderni la folla che solleva il Grande del momento osannandolo. Qui il rispetto è dato da inchini, riverenze, rituali o cerimoniali che sostituiscono il o altre forme di ringraziamento e celebrazione. Per carità, in feste non ufficiali o poco formali anche noi qui facciamo chiasso e siamo meno abbottonati, ma il Rispetto e il Ringraziamento sono importanti. E' lunga da spiegare ma per riassumere questo è  un cerimoniale onorifico. Ci sono stati tanti civili che in un modo o nell'altro hanno aiutato, facendo anche cose straordinarie che per molti dei miei compagni è un qualche atto eroico straordinario per.. delle persone comuni. Senza addestramenti... Ma tu non solo hai riso in faccia al nemico, hai trattato come casinisti i membri di questa organizzazione, per non dire cosa hai pensato davvero "con una faccia addolorata "hai preso a caschi in faccia Alaric e sei giunta fin qui, fronteggiando Milan ricevendo pure questo onore. E sei riuscita  a farti arrivare qui come un'ospite importante, chiedendo che venissi omaggiata fino ai cancelli. Un commiato con gli onori posso dire..."

"Cavolo..." soffiò via lei con il repiro sconvolta "Mi spieghi perchè tu sei qui e non in infermeria? guardando Jd senza capire.

"Ci sono stato e mi hanno già curato. Hanno tagliato i tuoi punti e corretto la cucitura con una a stringhe, sai quelle con un tessuto di base artificiale con delle viti di plastica che..."

"Si ho capito di quali parli, ma sei già in piedi? Non hai un qualche versamento interno di sangue o..."

"Te l'ho detto, mi hanno curato e messo a riposo un paio di giorni, sono però sgattaiolato via il tempo di salutarti e ritornare, dopo che ho telefonato a Milan per avere informazioni e saputo da Clarissa che stavi andando. Così eccomi qui..."

"Sei scappato dall'infermeria per... e se era pericoloso?"

"Ma non lo è e tu stai andando... non mi dirai dove andrai, vero? Andrai una volta per tutte?"

Lei fece di assenso con la testa, gli mise una mano sulla spalla e gli augurò fortuna e felicità. Poi si voltò con la testa verso la biga ma strinse le labbra in una linea sottile con un'espressione generale che sembrava dire "ma guarda cosa sto vedendo" e guardò di nuovo Jd.

"Grazie, davvero, magari salendovi sopra potrei sapere cosa provava qualsiasi faraone o imperatore romano e... insomma, ne sono lusingata ma preferisco andare a piedi...." vedendo l'espressione grave di Jd comprarire "e non iniziare, non è qualche pensiero negativo su di voi ma... per la prima volta dopo tantissimi anni mi sento come non ricordavo affatto. Non so quanto durerà cosa mi hai dato da iniettarmi, ma vorrei godermi questo benessere facendo qualcosa che non mi era possibile da tantissimo tempo. Camminare godendomi alcuni momenti. Quindi non ti offendere, e neanche loro, ma ho le mie ragioni, non perchè pensi che per me è assurdo. Sarebbe divertente anche... " osservando la biga e il cavallo "ma voglio vivere questo momento..."

"Capisco, che la Madre e il Padre ti mostrino la Luce nel cammino, allora..."

"Tu... anche tu credi quindi nella religione di Milan?"

"Non è la religione di Milan. Mica è un santone, semplicemente qui in molti credono in una religione più vicina a noi delle altre. Vicina a noi nel senso materiale nella natura intorno e in cui viviamo. Tutte le altre credono in un'entità o Dio che ci osserva e decide per noi fino alla morte. Circondato da creature chiamate angeli o demoni ed ex persone che per la loro Fede sono finiti per essere degli angeli speciali chiamati Santi, capaci di cose grandiose come Dio stesso. E io... ho visto troppe cose schifose e devastati per credere in un'entità del genere che osserva e basta e... mi sono sentito più vicino con il concetto primordiale dell'uomo del Padre e della Madre, quella che una volta chiamavano celtica. Vivendo qui e nel nostro modo, mi sento più vicino a loro come forza generatrice della vita e della morte di quanto lo fossi da bambino dentro una chiesa. Un'entità così grandiosa per i preti ma così distante e incomprensibile che risiedeva là dove non possiamo andare se non da morti, sperando che decida benevolmente per noi. Qui invece ho scoperto che posso essere figlio della Madre e anche del Padre in molti modi, fare qualcosa per ringraziarli e... sentirmi vivo io, credo."

"Mh..." scrollando la testa "non riesco neanche io a credere ad un Dio che vive lassù da qualche parte che gioca come sembra dai libri sacri a the Sims con noi, capriccioso e puntiglioso... le cose fatte in suo nome, cosa decretava e cosa faceva in quei testi e poi noi gente normale o peggio innocenti là fuori che soffrono come non saprei neanche immaginare mentre lui guarda e basta. Fin da piccola perchè dovevo essere una brava fedele a forza, gli chiesi per anni e anni di scambiare la mia anima con quella di qualche altro bambino allora o persona dopo che meritasse il mio corpo e la mia vita, perchè magari aveva avuto una brutta esistenza prima di morire e per lui era già Vita. Che in qualche modo ci fosse qualcuno che godesse di quello che avevo e rendesse grazie mentre io sarei svanita, volevo davvero donare quello che per molti è poco della nostra società mentre per altri tantissimo e renderlo felice e che meritasse una nuova vita... quel poco che avrei voluto era solo persone che mi amassero veramente senza legami di sangue e ainfluenzarli e la possibilità di godermi qualcosa che mi rendesse felice. Non di certo come adesso che si disperano per uno smartphone o roba costosa, ma qualcosa che avrei voluto mangiare, vedere, fare e vivere con chi volessi bene fin da bambina.... Ho lottato così tanto per quello che gli altri volevano che fossi cercando di riuscire e anche per me stessa, ho affrontato di tutto eppure la gente mi giudicherebbe solamente come perdente e ingrata, che sputa sulla sacra vita, che è una vergogna per chi lascia quando sono gli stessi che mi vedono soffrire lamentandosi anche di tante cose. Dovrei io nella sofferenza massima pensare a chi voglio lasciare indietro sperando in una mia pace..."
Si mise a scuotere la testa guardando qualcosa sul marmo chiaro.Alla fine alzò la testa verso il cielo.
"...puntandomi col dito dicendo che sarei debole e... semplicemente un'inutile e stupida perdente solo perchè sono stanca di lottare per nessuno scopo o motivo. Ho letto online tante volte di etichette come perdente e stupido a persone che non avevano neanche loro più forza e sono riuscite a mandare a quel paese tutto e tutti. Purotrppo sono un pò ipocrita anche io, ma solo verso la gente che piange e frigna su problemi che invece sono superabili e non necessitano di certi pensieri, di quelli che si buttano a terra in lacrime come se avessero perso tutto come me e invece hanno subito uno sgarbo, perso qualcosa e non qualcuno attenzione, o qualche periodo NO.... Cè gente davvero debole e incapace di lottare e poi ci siamo noi che per colpa dei primi non siamo capiti. hanno bisogno di tutto facile, sicuro, senza incidenti o sassolini sul percorso che si lagnano per qualcunque cosa, mentre io ho dovuto inghiottire, sopportare e accettare tanto e tanto... Per ogni anno in più di niente è stato un supplizio peggiore e bruciante, mentre tutto peggiorava e io urlavo, piangevo e mi disperavo con chi mi stava intorno,  ma mi rimproveravano solo per... lascia stare. Se questa tua religione ti da pace e aiuta, ben venga. Non la conosco bene ma se si avvicina al concetto della Madre preistorica e della wicca forse la capisco e sono felice per te..."

Si fronteggiarono alcuni istanti, poi lui sorrise e scosse le spalle, dicendo che capiva e trovasse la sua pace. Ma prima che lei rispondesse lui chiese un'ultima cosa.

"Non pensi di restare?" con uno sguardo triste e malinconico.

"..." basita "neanche mi conosci, magari a loro là non piaccio neanche come non sono mai piaciuta a nessuno e guardami, sono un rottame che sta in piedi. Appena terminerà quell'antidolorifico io tornerò ad aver bisogno di una sedia, un bastone nei giorni peggiori al cambio delle stagioni, senza dormire o trovare pace tutto il giorno con il senso di nausea costante... hai visto come in un'ora e passa ho avuto bisogno di tre antidolorifici comuni per reggere...e non mi sono bastati. Sarei solamente peggio di un gatto, vivere a sbafo senza avere utilita!"

"Li odi proprio i gatti vero? Mentre aspettavamo e parlavamo ne avevo compreso un pò la portata ma credevo che i gatti fossero positivi."

"dormono sempre, fanno le cose come vogliono loro, alle loro regole, pretendono e se non ottengono urlano ed escono le unghie, pochi cacciano i topi e alcuni sono passati alla storia umana come sterminatori di uccelli che hanno portato loro all'estinzione, cercalo è vero...  e si lasciano avvicinare, toccare o considerare se e quando vogliono loro. TU però devi trattarli da dei, dar loro cosa vogliono e stanno sempre a fissarti con quegli occhi da diaboloci disgraziati come se pianificassero qualche vendetta. come televisioni o altro distrutto con le loro zampate o la tua morte... sono terribili i gatti!"

"Ok, ok..." ridendo forte da farsi del male al fianco "ahio... sei prorpio amante dei cani, eh?"

"Sono alcune razze..." offesa e sbuffando così forte da gonfiarsi le guance creando un broncio divertente. Senza volerlo, guardando in modo tagliante Jd che fece ridere ancora di più lui, portandolo ad appoggiarsi al muro per stare in piedi "e come mai cè questa razza di cavallo alla biga?"

"Lo ha detto Milan" cercando di contenersi mentre lei si accigliava di più "lo ha chiesto perchè quando siete arrivati ti ha vista fissare due cavalli in particolare e ha scommesso che li preferivi" e vedendola irritata e pensierosa continuò "E ha detto anche che sei chiara in quel che pensi..."

"Buona fotuna, Jd... a te e agli altri..." voltandosi di scatto, serissima e tagliente

"Buona Pace, Lia..." facendo un inchino con la schiena.

Lia si avviò a piedi verso il cancello che non vedeva ancora, situato da qualche parte molto davanti a lei, mentre attraversava quella fila di persone ferme e dritte al bordo della strada. Al suo passaggio tutti facevano man mano il saluto militare, urlando e restando così, mentre lei avanzava, come un'onda creata dal vento che continua fin sulla spiaggia. Lia sospirò ma come trovando una sorta di calma, percepì una sorta di pace dal vento odoroso di natura, che trovò strano con tutta quella gente, il cinguettio e lo stridore degli uccelli, quella sensazione reale di benessere la faceva sentire bene e carica e pensò alle due siringhe, a un angolo di pace e finalmente la cancellazione del dolore.

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Capitolo 10
*** 10 ***


Chapter 10 Chapter 10

Presente

Jd sapeva che quel momento sarebbe arrivato, che gli ospiti avrebbero iniziato a dare di matto. Era sempre quella la fine della storia, non importava se loro fossero i buoni e facessero di tutto per aiutarli. Dovevano esserci sempre casini!

Erano già tre i ragazzi assegnati agli ospiti che cercavano Kianta per sapere cosa fare, come comportarsi, come evitare di strangolarli per la disperazione.
Cèrano le madri che urlavano che i loro figli avevano bisogno di aria fresca e giochi normali all'aperto, i vegani che pretendevano cibi "normali" e non volevano vedere o sentire nulla di carni e derivati dei vicini di tavolo o di sistemazione. Molti avevano preso la maledetta abitudine di portarsi i pasti nella zona superiore mangiando a letto o a gruppetti, per terra o con sedie come a un pigiama party. Con conseguenti lamentele di sporcizia o azioni maleducate verso gli altri e disturbo, per urla e risate troppo alte a causa di alcool o mini festicciole davanti i letti.
Nonostante la zona living di sotto con tavoli e sedie egonomici! Con una cucina con l'essenziale ma che ti permette di sederti con chi vuoi e avere cosa ti piace a pochi passi, invece di improvvisare sfilate con le braccia piene di roba per tutte le file di letti che dovevano attraversare, al piano superiore.
Cosa cèra di così difficile nelle zone giorno e notte? COn la possibilità di chiedere ore d'aria e spazi supplementari indicando la motivazione?
Per non parlare poi delle coppiette anche clandestine che pretendevano di girare per i bagni, divisi per sesso, per appartarsi o altri escamotage fantasiosi che dovevano fermare.
Il Sindaco aveva iniziato anche a fare storie, richiedendo continuamente ad ogni ora un incontro con il Comandante o il Leader, cèrano persone che millantavano questa o l'altra carica importante ma era limitata solo alla città. Chi tentava atti vandalici per ottenere tutto quello che voleva e scoppiavano piccole rivolte se qualcuno di loro veniva portato via in una zona di isolamento per la quiete di tutti, con l'accusa di trattarli come prigionieri.
E come aveva detto Kianta, "Jd, puoi essere felice nell'aiutare il prossimo, ma non sempre otterrai indietro un ringraziamento. Anzi, preparati al peggio, sopratutto per chi è cresciuto nelle famiglie, le moderne. Ci metto due minuti a metterli tutti in mini stanze con solo il bagnetto e farli stare là dentro finchè non si calmano. Anche a costo di essere odiata, ma se non comprendono nel modo allora trattiamoli per come si mostrano. Bestie. Punto. Quando saranno tornati alla ragione umana, ci sarà dialogo oltre quello che diamo sempre. Ma non iniziare con i buonismi come quelli che tu e Milan considerate sempre. Con certi soggetti non cè storia, perfino gli animali selvatici alla fine ti ringraziano..."

"Quanto hai ragione..." bofonchiò irato, vedendo di nuovo un Gestore chiamarlo per un'emergenza nella Tana, come gli uomini chiamavano quella costruzione. Ancora non sapeva esattamente come la definissero Milan e Kianta, ma era sicuro che era qualcosa di particolare, come sempre. Bastava vedere come lo Chateau era cambiato radicalmente dal momento in cui Milan diede le chiavi di tutto a lei e le disse che poteva fare le modifiche e sistemazioni come meglio credeva, sicuro che lasciava il tutto in buone mani. E così era stato. Quello che era prima lo Chateau, si poteva definire ormai una cittadina autonoma, autosufficiente,  a misura di tutti quelli che vivevano e lavoravano. Quella che Milan definiva ,

"Cosa succede" chiese a Bernard, visibilmente a disagio.

"Ecco..." mentre rientravano nell'edificio "alcune donne hanno avuto un alterco perchè alcune preparano dei piatti a detta loro e altre hanno iniziato a lamentarsi per la puzza e il tempo impiegato, impedendo loro di preparare altro. Un altro gruppo, misto questa volta, ha fatto rovinare a terra una teglia di qualcosa appena uscita dal forno, dicendo che erano cancro per tutti, un altro gruppo pretende di sapere dove e come sono coltivate le verdure perchè mangiano solo bio. Un gruppo di genitori poi ha iniziato ad assalire la porta blindata manifestando rabbia per una sola cucina, a discapito loro che devono preparare pappe e merende ai figli e non è possibile. Mentre alcune persone sono adirate per la loro dieta che non possono continuare per mancanza di particolari cibi e strumenti di cottura. Nei bagni le cose vanno peggio... due donne si sono accapigliate per il marito di una, alcune donne hanno lamentato la poca privacy per le docce e i cubicoli per i gabinetti troppo , affermando che si sentiva propri e degli altri. Peggio ancora, due donne hanno attaccato una famiglia proprio nella loro zona letto, strappando perfino le tende divisorie, urlando di pochissima igiene quando hanno visto  delle ragazzine e altre donne delle stesse famiglia fare la doccia con... ehm.... le loro cose..." bisbigliando l'ultima parte rosso in faccia "dicendo che i germi restavano nei piatti della doccia per le altre, che avrebbero usato quelle docce in particolare subito dopo. Che è vergognoso non usare le... i... aspetta..." consultando qualcosa sul suo dispositivo "ecco... le coppette... sono per pulizia, igiene, rispetto per l'ambiente e gli altri. Questo mi ha riferito una donna. Altre donne invece hanno lamentato di zero pulizia del corpo di molti, hanno detto proprio così, perchè sempre per qu...quelle cose non si lavavano perchè temevano blocchi e per armonizzare la zona...non ho capito..."

"io si, anche se qui cè bisogno del comandante! Ma sistemeremo la situazione appena indicata. Cè altro?"

"oh, si..." rispose desolato il ragazzo "il Sindaco continua a pretendere di colloquiare con il comandante, con lui il seguito che lo appoggia,  altrimenti pena uno sciopero..."

"Sciopero... grandioso. Che altro?" chiese Jd grattandosi la testa vedendo qualche subbuglio nella zona degli ospiti. Era una parte enorme, su due piani, eppure la gente all'interno pareva che vivesse in qualche prigione delle zone arabe recenti, che aveva visto con i suoi occhi. Quelli erano buchi infernali in tutti i sensi, non sapevano davvero i privilegi ricevuti e quanto avevano, rispetto a cosa aveva visto negli anni passati. Anche le prigioni asiatiche non scherzavano ma quelle erano più moderne, qualcosa di molto diverso. Fra le peggiori ricordava amaramente le asiatiche come buone, quelle nelle zone russe più povere come comunque decenti... ma quelle arabe delle zone in conflitto o povere erano da incubo. In confronto una volta scherzando con Kianta, disse che forse gli uomini preistorici avevano prigioni più . E invece erano al secondo giorno e i tafferugli in soli due piani di edificio sembravano richiamare interi quartieri poveri e abbandonati a se stessi. Non cèra unità in quella gente neanche in situazioni come quelle, dove un conflitto   poteva scatenarsi se Milan non faceva attenzione, dove avevano quasi tutto quello di cui avevano bisogno, gratis e con persone che facevano tutto al loro posto.
Cucina, pulizie, 
perfino scuola  come Kianta aveva deciso per certe fasce d'età, per tenerli buoni. Gli schiamazzi di bambini poco educati dai genitori disturbavano tutti, non importava l'età che avessero, ma si sentivano liberi di comportarsi come meglio credevano. E ricordava ancora la mattina, quindi poche ore prima, dove Kianta aveva avuto un confronto non proprio liscio con alcuni , adirati perchè lei e alcuni Gestori avevano rimproverato i loro pargoli, anche se alcuni superavano i quindici anni ma per come si comportavano sembravano averne molto meno. Con conseguente litigio aspro dove decise di confinare in un'altra zona quelle famiglie, da sole e in isolamento, dicendo a tutti mentre venivano spostati che in giorni come quelli educazione, vicinanza, considerazione dell'altro ed empatia per capire quando e come comportarsi in mezzo ad altri, erano la chiave per dimostrare di essere e migliori della gente che li aveva privati della loro normalità e case.
Cè un confine, disse, tra stupidità e genitorialità, tra guide di vita e amebe che figliano e insegnano ad essere incivili ed egoisti. Potevano comportarsi come persone o alla stregua degli animali, ossia seguendo istinti che però erano nocivi per quella situazione. Quando li fece portare via rimproverando genitori colpevoli e quelli che assistevano,  di generare figli senza dare loro delle linee guida per capire anche da soli i comportamenti corretti, di base, minacciò di fare lo stesso con gli altri, giurando che sarebbero rimasti tutti in pochi metri quadrati per giorni senza uscire, senza tv ne altro mezzo se non il dialogo tra loro.  Se volevano essere come gli esseri che distruggevano per ideali odiosi erano liberi di andarsene ma da soli, a piedi, verso la loro case e con l'avviso alle forze governative che pattugliavano le strade che quelle persone  meritavano un isolamento pedagogico. Dopo le prime proteste lei fece vedere dei video della loro stessa città in quei due giorni, indicando che gli esseri umani civili erano loro mentre quelli che lei odiava e che portavano quanto stavano sperimentando da alcuni anni, erano i distruttori di tutto ciò che è umano. Terminò dicendo che perfino gli animali sapevano creare dei gruppi o colonie organizzate e funzionanti, ma essendo animali e vivendo per istinti, prevaleva il più forte dove gli altri morivano velocemente o di stenti. O per altri motivi, ma non certo dignitosi. E che l'essere umano fosse qualcosa di diverso e si dimostrava nell'empatia, nell'insegnamento di linee base di comportamento e civiltà, solidarietà e capacità positive, non distruttive e limitative. Potevano urlare di limitazioni quanto volevano, ma non avevano idea disse, di quello che ricevevano e godevano in pochi giorni rispetto ad altri, che mostrava mentre parlava.  E come esseri umani il rispetto e l'aiuto recproco erano essenziali, la comunione di spazi, cibo o altra necessità facevano tutti degli esseri umani. Le persone menefreghiste, egoiste e cattive erano il male della società umana, peggio le moderne. Cosa noi facevamo, indicò prima di andarsene, era un'unione di queste cose. Li proteggevamo, aiutavamo, trattavamo come ospiti e per alcuni anche amici, come era capitato con alcune guardie che scherzavano e ridevano con molti di loro e che facevano uscire per un gruppetto  con qualche bottiglia, carte o altri passatempi, ragionò Jd. Vi era integrazione per superare insieme tutto e dimostrare cosa fosse l'essere umano. E poi Kianta se ne andò avvisandoli un'ultima volta che avrebbe punito duramente e senza problemi.

"Ecco... Jd, abbiamo bisogno del comandante, noi..."

"Vuoi dirmi che non siete in grado di sistemare la situazione?"

"Jd...capitano..." disse lui avvicinandosi a pochi centimentri come disperato "anche con l'introduzione  di certe...
... rispetto a prima, ancora noi uomini abbiamo dei compiti e... cercare di trattare certe donne non è facile. Arnold e alcuni del suo gruppo volevano picchiarle male per tutta la questione che ti ho detto, perchè pretendevano che fossero loro a pulire, anche quello che lasciavano delle loro cose, trattandoli come meri schiavi, offedendoli!... perchè sono professionali come ci ha insegnato il comandante, ma un'altra volta non se la sentono. karol ha dovuto sturate dopo un'ora uno scarico di un orinatoio perchè qualche... un tizio parecchio educato ha buttato un preservativo usato. Non si capisce qundo ma abbiamo le registrazioni da controllare, ha deciso bene di far sparire certe tracce. Alcune donne hanno gettato i loro cosi mensili nei water, sono stati messi in lista di riparazione due ore fa e non capiscono che esistono i cestini per un motivo. Uno ha pure vomitato, un altro è stato preso a palettate di ferro per cucina. Palettate! perchè ha cercato di calmare un gruppo di donne davanti la cucina. Alcuni uomini hanno cercato di fare a botte  per gli avvisi di buona educazione, verso alcuni membri delle loro famiglie. Vincent è stato assalito per il tipo di cibi che doveva portare in cucina, per rifornirla. Li lasciamo affamati, dicono  alcuni, altri che non serviamo un menu decente e... Calogero si è visto consegnare una lista immensa di prodotti di vario tipo di bellezza, assurdi, e quando ha detto che magari non tutti meritavano di essere lì, visto che non erano di prima necessità, è stato insultato malamente. Gero invece portava con una Stiva lenzuola, asciugamani e altra roba pulita per sistemare i letti PER LORO, e dei ragazzini hanno fatto scempio del bucato, perchè non morbidi secondo loro e ha dovuto riportare indietro tutto per un nuovo lavaggio. Per non parlare dei loro abiti, le donne urlano che gli indumenti intimi non dovrebbero lavarli gli uomini e se li tengono per troppo tempo con lamentele per certo odori, altri pretendono  certi servizi di lavanderia che neanche per noi... Il Sindaco non aiuta, anzi fomenta, affermando che siamo noi che pestiamo i loro diritti e il rispetto che meritano come cittadini e..."

"Calmati, ho capito. Fan un bel respiro e rilassati. E loro sono dei civili cittadini, eh? Non è il primo Recinto che facciamo su ordine del governo, ma è davvero la prima volta che già dal primo giorno scoppiano questi caos ingestibili. Di solito dopo una settimana ma sono lamentele e richieste più umane che questi... Ora siamo al secondo giorno e a sentirti sembra stiano qui da due mesi."

"la situazione è cririca e..."

"Ho capito, pazienza. Devo parlare con Kianta, sai dovè?"

"E' da un'ora che la cerco  e ho scoperto solo che ha lasciato il Ranch con un mantello scuro da pioggia e alcuni dei cani, poi nessuna notizia."

"Da che parte?"

"Eh... se non sbaglio verso sud ovest, si... credo avessero detto che era andata a piedi verso sudovest."

"A piedi? Non credo, ma vedrò di parlarle. Per ora cercate di provvedere come sapete alle questioni principali. Ci pensiamo noi al resto"

"Va bene..." disse il ragazzo sconsolato, tornando a vedere e sentire il casino nell'edificio.

Jd uscì e andò verso le guardiole nell'ingresso elettrificato, protette dallo speciale schermo invisibile e pretese maggiori informazioni. Chiese che gli portassero subito un mezzo per uscire e alla domanda su quale preferisse, decise per un van con l'ampio spazio dietro privo di sedili. Aveva un presentimento e preferiva andarci preparato. Dopo aver atteso cinque minuti e aver parlato ancora con i ragazzi di guardia, si mise alla guida e si diresse sicuro verso un luogo, velocemente. Nonostante vi fossero guardie a presidiare le strade, nessuno lo fermava o bloccava perchè conoscevano i loro mezzi e il suo van era nero profondo, con fasce color perla e uno stemma inconfodibile. Una fiamma di base bianca con metà riflessi azzurri e metà neri.
Proseguì sicuro  finendo al lungomare, lastricato di veri mattoni con muretti in parte in marmo e in parte in pietra, che accedevano alla spiaggia. QUando notò qualcosa poco più avanti di dove scrutava,rallentando, si fermò e inseguì la figura. Che trottava sulla spiaggia seguendo i gabbiani.

"Negal...qui bello!"

L'asino somalo, che lo aveva già visto  trottava verso di lui, gli andò lesto incontro, con sulla groppa uno dei loro mantelli neri e bianchi. Col suo bel muso sagomato e lungo cercava le sue mani per le coccole, aveva il naso nero che sfumava in bianco per poi scurirsi fino agli occhi, il manto grigio/cannella  perlato e le zampe dalle caratteristiche striature nere orizzontali come una zebra.

"Eri qui invece che con Ninib ed Ea, eh? Che ci fai qui?" mentre il mulo santellava davanti a lui sulle quattro zampe dalla contentezza, poi corse verso l'acqua e iniziò a dare zampate alle onde che si infrandevano sul bagnasciuga, giocando.

Jd fece scorrere lo sguardo verso a sua destra e notò  i due cani messicani nudi che lo fissavano, mentre una persona stava ferma ad osservare l'orizzonte. I due cani stavano seduti  sul posteriore rivolti verso di lui, con i loro musi neri neri, seri e dagli occhi dorati, con il resto del pelo color castagna, dallo sguardo come incavolato e attento. I due maschi sicuramente erano di vedetta, anche se sapeva che non avevano avuto comandi a tal proposito, lo erano di natura. Rispetto alle altre razze che avevano, questa era giocherellona ed estroversa ma mai come un labrador. Se non erano a casa loro erano guardinghi. Allo Chateau erano allegri e giocavano volentieri, erano pazienti con tutti i membri, ma erano legati ad alcuni in particolare. Ma fuori stavano sempre con le orecchie dritte dritte pronte a captare qualsiasi cosa, fermi e fintamente rilassati, ma in verità pronti e sicuri verso qualunque cosa che avveniva intorno a loro. Del gruppo dei cani messicani loro due adoravano stare con lei e Milan, quando li vedevano o questi li prendevano apposta, restavano al fianco, gradendo coccole e grattini ma mai troppo rilassati. Più seri di un pastore tedesco ma affettuosi come bulldog francesi.  Non erano cani da lancio del ramo o palla per intenderci, anche per l'addestramento ricevuto,  ma sapevano essere di buona compagnia e affiatati con gli umani.
Jd si avvicinò a loro, lo osservarono meno severi e gli leccarono le mani, alzandosi e girandosi per andare verso di lei, rivolta verso l'orizzonte. I cani però iniziarono a giocare con il mulo,  cercando di colpire le onde. Jd  considerò che forse con lui lì, erano più tranquilli da giocare e voltare la schiena.
La osservò mentre era ancora di spalle, un abito lungo azzurro polvere all'apparenza, che era invece cangiante alla luce con riflessi di blu, azzurro in varie tonalità e bianco. La scollatura a barca era impreziosita da ricami in rilievo forse di viticci e motivi floreali color argento su tutto il corpetto e nella gonna verso la fine.  I decori segnavano anche il bordo delle maniche, sotto le spalle, ampie  e ariose che arrivavano al gomito. L'abito scendeva con una gonna ampia, vaporosa e leggera al minimo soffio di vento, drappeggiandole i fianchi per poi gonfiarsi e avvitarsi come una coda seguendo il vento. In vita una fascia  di seta argentata annodata sottile e arrotolata come una cintura con decori argento e a rilievo come l'avito, e capelli lisci lunghi ondeggianti al vento impreziositi da fermagli argentati a forma di rami d'albero. Come sempre aveva indossato una parrucca, e Jd sorrise.

si chiese tra se Jd avvicinandosi.

"Sapevo di trovarti qui. Non dirmi che sei scappata da quel casino"

"No, volevo semplicemente stare qui..." restando a guardare il mare.

"Non poteva essere altrimenti, per questo sono venuto subito qui. Se fosse per te saresti là, sotto il mare a guardare i fondali..." voltandosi a guardarla, ricevendo da lei  un mezzo sorriso prima di rivoltarsi. "e ancora non ci credo che vuoi finanziare la costruzione di un impianto a più settori di un centro di ricerca sottomarino..."

"Io finanzio, io posso andare là sotto a studiare i fondali di varie zone dove saranno costruiti, senza chiedere il permesso a nessuno.  E possiamo studiare...

"Ma da dove li prendi i soldi? Non hai uno stipendio come noi"

"oh, Jd... Milan mi versa un bonus speciale quando gli va e per il mio lavoro.Non ho uno stipendio come tutti, decisione che hanno preso,  ma posso contare su molti conti dell'organizzazione e altri suoi privati, da dove mi concede pieno utilizzo senza chiedere spiegazioni. Per sua fortuna uso quel che prendo per i miei animali, le poche spese di abiti e altro personale e niente da mantenuta. Mi ha donato un conto speciale per finanziare progetti in corso e nuovi. Ricordati una cosa..." voltandosi verso di lui, fissandolo,  sorpreso per quanto ascoltato "... se io sono qui, in questo grado e con queste possibilità, è perchè sa che non farei mai niente contro di lui. Io non lo pugnalerei alle spalle e lo sa, sempre che non accada qualcosa, che..."

"Cosa... e davvero esistono tutti quei conti?"

"Si, per la seconda domanda. Non viviamo con solo acqua e aria e tu dovresti saperlo bene, visto che eri tu prima ad aiutarlo. Adesso siamo una Cittadella, produciamo e creiamo noi oltre il sessanta percento del nostro fabbisogno e necessità, ma vendiamo e barattiamo anche... tutti gli agganci e tutti gli incarichi sono una delle entrate che ci permettono ogni cosa è presente allo Chateau. Necessitiamo di soldi, donazioni, finanziamenti, compensi e... "scuotendo la testa vagando con lo sguardo sul mare lievemente mosso e schiumoso "e dobbiamo conservarne una parte, investirne un'altra, far fruttare un'altra ancora! Tu non sai più cosa cè dietro ma io si, ho accesso a cose che forse non ti piacerebbero, ma ci permettono di continuare a realizzare quel desiderio. Un sovvenzionatore, un conte pensa un pò, ci ha definiti sognatori ma spera che se non lui, i suoi figli possano non vivere in questo mondo marcio, perchè cambiato. Lui è un uomo buono e se non fosse per il suo stato di nascita e cosa ha ereditato, non credo avrebbe fatto strada. Resta comunque il fatto che lui odia la gente che deve trattare e incontrare, pronta a tutto per i propri profitti. Bugie, sotterfugi, azioni malavitose... ne ha raccontante a Milan parecchie, viste anche con i suoi occhi e non li condivide, ma ha fatto capire chiaramente che se non faceva bon viso e cattivo gioco come poteva, sarebbe caduto come altri. E così ci finanzia perchè vi sia un cambiamento. Ha definito i nostri sforzi come ma spera che davvero ci siano risultati. Gran controsenso! E quei soldi dove vanno? In parte alle casse di gestione dello Chateau, in parte a studi ed esperimenti di David e tutto il team. Sei fuori da molto dall'ufficio di Milan eppure... eppure dovresti immaginarle certe cose!"

"Certo che lo so, ma  ricordavo meno possibilità in mano al Leader. Le cose sono cambiate molto da allora e son passati quasi due anni. Sono sempre sorpreso di tutto quello che introducete e migliorate ma... ammetto di non aver voluto pensare a cosa ci fosse dietro..."

"Anche gli accordi con Madame e gli altri ci portano profitti..."

A quelle parole Jd rimase di sasso, rigido. Madame! Uno dei nei lungo la Strada per il cambiamento. Uno dei compromessi che Kianta odiava ma doveva accettare a capo chino. NOn si otteneva niente per ninete, come diceva sempre, e voleva sperare che tutto ciò che sfruttassero , che rientrava nelle negatività che dovevano invece fermare, finisse  e iniziasse davvero la rivoluzione umana.
Lasciò che il silenzio cancellasse gli accordi che sia lui che Kianta non approvavano ma, come diceva Milan, ogni possibilità è un gradino in più per arrivare. Bisogna sfruttare le cose per voltarle in positivo. Ma Jd si chiedeva se era davvero così giusto.

"Posso chiederti perchè hai intossato l'aqua? Qui? Milan non si incavolerà?"

"..." osservandolo solo con gli occhi, restando con il viso verso il mare "stavo per dirti scaramanzia, ma io non sono una persona del genere. Però in un certo senso cercavo un'ispirazione. O un qualcosa per non aver paura..."

"paura di cosa? Pensi sia una missione pericolosa?"

"Oh, no. Intendevo... per la Ruota dell'anno..."

"Non capisco, perchè hai paura?"

"Perchè si deve scoprire la Dama del Tempo dei canti, per la stagione dell'Ombra prima di Samain. E dell'anno nuovo..."

"Aspetta... se vieni scelta per questo mese qualè il problema?"

"Non è per questo mese, ma per Samain, per essere la Signora del nuovo anno, che deve portare la Rinascita. E se accade che io... che sono... cosa..." iniziando a balbettare.

"Lo avevo dimenticato, si vede che sono un fedele pessimo..." sorridendo malamente cercando di smorzare la preoccupazione che le leggeva in volto "Sarai questo mese... che poi non capisco perchè Djordje ti ha scelta come Dama, non bastava essere Fanciulla? NOn capisco come Milan permetta a suo fratello una cosa del genere. Le Feste, il Tempo, le celebrazioni... le capisco e le accetto ma non alla stregua di 
Djordje, per me sono esagerazioni. Vuole eseguire tutto come gli Antichi, ma per me è troppo. Anche la Rinascita, tutte le ragazze che sta scegliendo per la simbol..."

"Io non voglio essere personinficazione della Signora dell'anno, che sarebbe arboreo. Mi è bastato assistere alla Fine dell'inverno e al Tempo di cervi. Quelle non erano celebrazioni... " mostrandosi disgustata, amareggiata "cosa ha accettato che i partecipanti facessero per il rinnovamento... ho deciso di dire a Dorde, mi pare strano che tu lo chiami con il nome originale e non l'abbreviazione che usiamo tutti, che io voglio restare solo una Fanciulla di 
Dorde. Basta. Non voglio essere una Dama, nè una Figlia del Padre e..."

"Eh? Sei anche una Figlia del Padre? ma perchè?"

"Chiedilo a Milan e 
Dorde..."

"Mi sembra parecchio strano che tu sia sia Musa o Figlia, e Fanciulla. Come funziona? Non dovrebbero essere..."

"Le Fanciulle di 
Dorde dovevano all'inizio essere le Muse o Figlie. Ricordi quali sono, almeno?"

"...Mh! Se ricordo bene rispetto alle muse mitologiche, queste sono legate più a premonizioni e misticismo. Sono le entità che la nostra organizzazione utilizza per certe cose..."

"Già" adirata, stringendo con forza le braccia con le mani "Questa cosa non mi è mai piaiciuta e la trovo assurda. Le religioni le ho sempre odiate per tante cose e il fatto che sia Milan che 
Dorde utilizzino queste cose magiche mi fa incavolare! Una cosa è accettare l'idea che questo mondo va considerato con una scintilla data dal dualismo creatore, da nostro Padre e Madre e va tutelato, rispettato, protetto. Ma pensare che esista un piano o filo sovrannaturale da copiare le religioni che non sopporto... Ho accettato solo per Milan, ma non mi va... io non credo di essere affatto una Figlia o Fanciulla..."

"In verità il fatto che tu sia una Musa di Dorde non è un concetto sbagliato. E' il fatto che lui abbia scisso le due cose, Fanciulla per essere le sue personali e le Figlie o Muse, non lo capisco. Non siete la stessa cosa?  E' per te, se esistono molte cose. No?" guardandola con un sorriso leggero "Se ricordo bene le nove Figlie o Muse sono coloro che conducono, che indicano,  qualcosa di  Richiesto.  Le muse sono... colei che invita, 
colei che invoca, colei che mente, colei che punisce,colei che predice,colei che appassiona, colei che cela, colei che insegna. colei che crea. Entità ispiratrici per tutti, vere e proprie streghe forti, capaci, neutre e dedite a rituali mistici. Studiano, tessono e presiedono gli avvenimenti consigliando i Guardiani. Usano le parole per arrivare alla risposta che si chiede loro.  Il cerchio è l'incontro  delle dame, ma anche il luogo di celebrazioni di date speciali come i solstizi o gli equinozi. Al loro posto giungono le Fanciulle di Dorde, rappresentazione della ruota annuale, dei momenti stagionali che viviamo. Dotate anch'esse di qualcosa di speciale, si abbigliano e compiono rituali di ringraziamento o invocazione d el Padre e la Madre portando le festività tra noi. E' come ho capito da Milan per Dorde le Fanciulle sono molto di più di questo..."

"infatti, non è la stessa cosa dei preti? Alla stregua di altre religioni dove si pensa al magico? Perchè dovrebbero esserci personificazioni di un periodo e che fa riti in stile messe religiose? E' vergognoso! Così come le nostre armi che sono fatte in Weben o 
Benben e in Uakitite, perchè secondo Milan donano qualcosa di magico al proprietario. Serio?"

"Sai come la pensa Milan, che a questo mondo oltre il materiale cè dell'altro. E lui vuole accaparrarsi tutto il positivo che può. Tu sei più materiale, pratica, rifiuti queste cose e posso capire che vuoi lasciare tutto, se non vuoi farvi parte diglielo. E Basta. Cosa può accadere..."

"La Fanciulla della rinascita sai perchè si chiama così? O Peggio e cosa temo, la 
Signora del nuovo anno?"

"No, lo sai che partecipo molto di rado
 a queste nuove celebrazioni, tranne le feste al falò. Quelle non me le perdo" mostrando un sorriso smagliante.

"Conosci Serena no?"

"Si, la mora. Anche se ha il pancione e ormai dovrebbe partorire,  adora occuparsi dei giardini..."

"GIà. Era la 
Signora del nuovo anno...! Guardala come è adesso..."

"..." restando un attimo turbato con la bocca aperta mentre lei lo fissava nera in volto.

"
Signora del nuovo anno... aspetta! Non può essere quello che ho capito io!"

"Secondo te qualè il compito delle Fanciulle del Tempo delle invocazioni e Fine dell'inverno?

"Cavolo non lo ricordo. E' il periodo marzo fino maggio, con due Fanciulle come rapprentazioni... è il mese dei semi e impiantamento, rinnovo..."

"e accoppiamenti! presenziano nell'abito creato ogni anno per rappresentare..."

"No, aspetta! Dici quella ragazza che ho visto con quell'abito color verde foglia chiaro, con gonna a palloncino a strati come petali, dal più scuro a trasparente perlescente sopra? il fiocco lunghissimo fino a terra con le due stringhe  come strascichi? i ciondoli come campanelle a forma di fiore che tintinnavano, il velo stretto alla testa da un nastro con quei ciondoli? Coi capelli sciolti lunghi e le scarpe con un tacchetto? Che assisteva durante le settimane della monta degli animali? Per le nascite estive?"

"Si!" con il broncio "davvero non segui più molto la vostra religione! Uno dei compiti di quelle Fanciulle è rappresentare lo spirito della rinascita e dell'arrivo del periodo di Luce. L'anno scorso non cèra?"

"In effetti non a questi livelli. Cèra, ma questa è la prima volta che sento queste cose. Si è portato agli estremi il concetto dell'antica religione. Ricordo che ero d'accordo sulla credenza di ringraziare il dualismo creatore e ricordo te, quel giorno, in cui hai chiesto allora la scintilla della vita o particolla di Dio e il big bang cosa fossero, visto che non erano proprio un dualismo. Ho riso per ore. E quando hai continuato dicendo che una volta in un acquario era nato un cucciolo di squalo, ma non vi erano maschi e hanno scoperto che forse sono in grado di procreare per partenogenesi non riuscivo a smettere. E anche qui, hai messo in dubbio la questione. E Alaric che si scontrava con te dicendo che sei pazza perchè non credi in certe cose e in Milan. Cosa accadrà se scoprono che non sarai più Fanciulla?" ridendo di gusto.

"..." guardandolo malamente come se volesse chiedere cosa ci fosse di divertente "non cè niente da ridere. Sono rituali assurdi, va bene festeggiare ma non con gravidanze e feste baccanali. Andiamo....  Per augurare prosperità e buon anno  non cè bisogno di certe cose. E le urla di felicità e isterismo di certi video della gente, appena sente che altri sono incinta. A me viene la pelle d'oca, lo sgutter nel vederli urlare e fare cose pazze solo perchè tizia è gravida. Perchè tanta felicità su una cosa NATURALE! Succede a TUTTE, a meno che non ci siano problemi, ma ormai sono per la maggior parte sistemabili, ogni femmina di questo mondo ... oh, ma diciamo la cosa correttamente. Se tu sei sposata, con pieno accordo delle famiglie e tutto, è accettato. O sei una donnaccia per la società e mi spiace per loro, ma fanno o possono farlo TUTTE! Che poi che schifo, cavolo! Se capita in qualche modo che scopro di esserela Signora del nuovo anno, brucio tutto! Altro che onore essere queste cavolate!"

"Lo sgutter... di nuovo quella parola per non dire , non la sentivo da un pò" scoprendo che l oguardava malissimo "Dai, calmati" alzando le mani vedendola furente, nervosa "Milan non lo permetterà, ha anche il Giuramento sull'onore di quel giorno, se mai dovesse accadere..."

"IO NON VOGLIO QUESTE CAVOLATE! Anche Alaric dice che non è normale odiare quello è naturale, rigirandomi le mie stesse parole. Ti ci metti anche tu?" fronteggiandolo con rabbia.

"No, non ho detto questo. Sai che non lo farei mai, men che meno con te, Kianta. So che odi quel discorso e non trovo giusto da parte di Milan e Dorde una cosa del genere. Nessuno ti chiede un sacrificio, e non dovrebbe neanche Milan. Nessuno ti toccherà, ne dovrai soffrire per queste cose. QUindi calmati, non devi starci male" stringendole le braccia e cercando di calmarla, cercando di guardarla negli occhi nonostante lei non volesse il contatto visivo "Se vi saranno problemi cercheremo di sistemare le cose. Ok? Ma Lui cosa dice contro le decisioni di Milan?"

A quel punto lei sussultò sorpresa, alzò finalmente gli occhi su Jd e restò qualche istante, aggrottando la fronte, nel capire la domanda. Poi si allontanò con decisione dalla stretta gentile di lui, che rimase con le mani alzate dove tenevano le braccia. Tornò a fissare la sabbia, perplessa e silenziosa, finchè non guardò il cielo.

"Perchè è importante sapere Lui che ne pensa? Comunque non gliene ho parlato e preferisco evitare..."

"Perchè?"

"...perchè!" disse lei voltandosi di scatto verso di lui, serissima "so già la risposta, la conosco e non mi interessa. Non deve accadere, in nessuna situazione, non esiste che finisca così per me. Non... non.." scuotendo la testa disperata "sarebbe tremendo per me, una cosa..."

"da noi non esiste l'obbligo, e lo sai. Anzi, ne è contemplato solo uno, l'Uno, e nessun altro di davvero... insomma, anche per te questo è stato possibile  e quell'Uno è un vincolo scelto e voluto da chi accetta. Poi per il resto tutti eseguono per gratitudine, rispetto e perchè vi seguono per davvero. Ci credono. E lo avete costruito voi. E non posso pensare che Milan possa accettare che tu..."

"Non riesco a capire come fa la gente ad essere felice nel farsi avvicinare e peggio ancora a fare figli, e intendo dal lato della donna. Dovrebbe essere, essendo umani, qualcosa ben diversa dall'accoppiamento degli animali in generale e...

"Fa niente, non pensarci perchè non accadrà." proruppe lui, per evitare di un discorso che aveva già fatto con un'altra persona e non sapeva mai come rispondere, cosa dire, come trovare un equilibrio in una conversazione così particolare da non farle venire le paure "Hai anche il dispositivo nel braccio che lo evita, quindi pensiamo a queste... cosa voleva Milan? Eventi? Perchè ti ha mandato degli abiti con accessori e gioielli da festa?"

"... ci saranno dei ricevimenti per i nostri fondi" iniziò lei calmandosi piano piano" il Conte ha deciso di organizzarne due lui e uno un alto governatore della ex america. Ancora non so come Milan riuscirà a cambiare certe cose, ma ha detto che è importarte la nostra partecipazione, ecco perchè dell'AerOl con tutti i vestiti. Di tutti i veterani, quindi preparati. Mi ha mandato anche i gioielli migliori..." toccandosi la collana. Un intreccio come dei rami sottili di fili di platino che abbracciavano il collo formando come un girocollo spesso quattro dita, che correva intorno al collo come due braccia di rami che da dietro si aprivano in avanti e terminavano poco sotto il solco del collo, con una grossa gemma blu che sembrava uno scorcio di universo.

"Oh, è la collana con la tanzanite? bella, sta bene con l'abito!"

"No, è Heelal..."

"COSA?!? Ma dici il diamante blu?"

"Si, il cugino dell'Hope, trovato nella stessa miniera qualche anno fa e donato a MIlan per finanziare il Progetto. Solo che, vedendolo, ha deciso di tenerlo perchè a causa delle sue la gemma ha l'aspetto di una foto di qualche sonda mandata nell'universo profondo, e l'intagliatore olandese ha dato ad essa un leggero taglio e il nome appunto di Heelal, universo. Dopo che fece creare questo abito, l'aqua, ed altri sempre sui toni del blu con le migliori stoffe per degli eventi dove dovevo essere presente, mi ha dato anche questa collana da usare a mia scelta con ognuno di essi. Era insieme ai rubini, opali australiani, cianiti e tanzaniti da abbinare agli abiti"

"Cazzo, Kianta...! E' un cazzo di diamante che vale miliardi, e non andare al mare!"

Le lo fisso freddamente, alzando il sopracciglio destro "non stavo prendendo il sole, non facevo un bagno, questa zona è controllata dai nostri e cè Helias attivo a controllare ogni cosa. Calmati. L'ho indossato apposta, per fargli un dispetto, sapendo che lo avrebbe saputo..." dicendo più lentamente l'ultima parte, guardandolo.

Jd capì a cosa si riferiva, qualcuno diceva a Milan quello che faceva e ammetteva che lui stesso aveva detto qualcosa perchè il Leader agisse pro Kianta per determinate questioni. E quando lei lo fronteggiava. Era l'unica a farlo, la sola con gli attributi che tanti di loro invece avevano di natura ma non usavano con lui, da guardare quel'uomo negli occhi e dirgli cosa non piaceva, cosa non andava e pretendere un cambiamento.
Tuttavia, Kianta era Kianta, come Milan era Milan ed entrambi sapevano come trattare l'altro. E Milan sapeva che Kianta non lo affrontava per qualcosa di preteso come fosse un'egoista pretenziosa o altro, agiva e chiedeva sempre per l'organizzazione o qualcun altro, essendo più di semplice di molti altri. E semplicemente sapeva cosa voleva e come e chiedeva l'appoggio dell'amico, perchè questo erano ormai.
Anche Jd era suo amico ma sapeva bene che lei aveva come... dei livelli di amicizia, un pò come i livelli di spazio della zona privata di una persona. Come quella lezione sulla comunicazione e interazioni personali, tra le altre che rano obbligatori, che lei faceva fare a tutti per istruirli e migliorarli. Lei adottava la stessa cosa e quindi teneva diversi tipi di amici, come diverse erano quelle zone. La zona intima, zona personale, zona sociale, zona pubblica. Sapeva che se stesso e Milan come i veterani, facevano parte della zona personale. La zona sociale con tutti i membri dell'arganizzazione, il gruppetto degli Andere in tedesco o Diversi, come li chiamavano gli altri e tutti quelli che si facevano avvicinare da lei senza timori. Perfino Madame era in questa categoria. E poi cèrano quelli della zona pubblica, tutti quelli che non voleva tra i piedi se non per lavoro,  ossia fuori dagl i altri spazi. E la zona intima, o più vicina a lei... non era di nessuno. Almeno, ricordò, prima di otto mesi prima, forse di più. Cèra solo una persona in verità, che era riuscita a superare quella linea netta tra lei e tutti gli altri, se stesso compreso, che sapeva aver raggiunto una vicinanza di... niente. LA persona speciale, LA personale più vicina come per altri erano uno dei  nonni, genitori, migliori amici per sempre, qualunque persona che restava per sempre nel cuore e spalla con spalla. E sospirò duramente, per questo.

"Quindi fammi capire. Sapendo che Milan lo scopriva hai indossato una abito costoso, il diamante che è il gioiello più costoso di tutti beni dell'organizzazione, in tema di oro e pietre, e sei venuta qui a guardare il mare  per protesta?

"Ho pensato che fosse più appropriato e... di certo non potevo venire vestita di tuttopunto, con pelle e tessuti pesanti. Questo periodo è perfetto , non ancora troppo caldo ma cancellando il freddo. Sapevo che venivamo qui e ho deciso di farlo, visto che Milan mi ha chiesto anche di partecipare a determinati incontri, mandandomi alcuni abiti da indossare. Lo sapevi? Vuole che sia presente come sua accompagnatrice, anche se sa che odio quegli eventi, e ho deciso di godermeli un pò. Mi sentivo di mettere questo e osservare per un pò..." facendolo ridere.

"Ok, lasciamo perdere... Cosa stai guardando da quando sono arrivato?" le chiese, vedendola di nuovo fissa in un punto, mentre i cani e il mulo giocavano contenti intorno a loro.

"Il Castello di mare, quell'antico bastione che si può vedere in giorni come questo. Ormai è dirocatto, peccato..." stringendosi le braccia tra se.

"Vuoi andarci?"

"No, come ho detto è diroccato e in epoche passate era anche una prigione sull'acqua. Sarebbe pericoloso e poi... se è come ho letto, magari quel posto è anche oscuro. Meglio di no..."

"Allora torni con me?"

"Mi spieghi perchè ho trovato al canile Sin e Anu? Sono Xolo quetzal, anche se rientrano nei cani da guardia non li ho messi..."

"Lo so io..." la fermò subito "Milan a quanto pare, quando stavano caricando i cani nell'AerOl , mentre il resto dei gruppi che dovevano venire nell'AirOl, ha chiesto che questi due signorini fossero con te come guardie extra. A quanto pare è per la tua sicurezza, sono addestrati e buone Ombre,  inoltre sono i cani destinati alla sicurezza personale di pezzi grossi... quando uno dei ragazzi mi ha detto che è stato Milan, ho capito che ormai sono i vostri protettori. Seguono sempre te o lui dove serve, quindi ha senso..."

"Ma abbiamo altre razze per questo compito, loro valgono tantissimo ed è certo che hanno meno problemi dentali dei cugini in messico ma... che senso ha portarli qui?"

"Non capisco perchè ti lamenti..." disse lui pensieroso, intrecciando le mani dietro la testa, facendo piccoli passi intorno a lei "li alleviamo a addestriamo per essere i cani personali di gente ricca e snob, questi due sono rimasti sempre insieme a voi due quando volevate un'Ombra, non sono stati mai venduti a nessuno e ora li manda qui per te. Direi che ha preferito un'ulteriore incentivo di sicurezza nei tuoi riguardi. Ha mandato anche altre 
razze per le ronde e controllo, ma questi sono considerati i cani sacri e di persone di alto rango aztechi, erano la  guida delle anime dei proprietari. Essendo Milan... Milan, ci credo che lo reputi l'unico tipo di cane meritevole di stare al suo calcagno."

"Già, essendo Milan quel che è..." rispose lei lievemente piccata, facendo il broncio dopo aver espirato con forza da gonfiarsi le guance, assumendo un'espressione arrabbiata. Facendo sorridere Jd.

"Non so il perchè di questo tuo malumore ma... ti ha pensata, ha voluto un' altra carta alla tua sicurezza, e a me va bene. Quei due ti sono fedeli e ti stanno vicina con le orecchie tese. Io sono tranquillo, quindi non preoccuparti per loro e il loro valore. Che poi, parli tu che per lamentarti indossi un abito e un gioiello milionari" ridendo guardandola "Alla fine penso che Milan consideri il tuo valore sopra il loro " fissandola di sottecchi "e credo che reputi davvero importante questa missione da mandare anche te, anche se non era il caso. Ma ti guarda le spalle tramite loro, quindi non pensarci. Ok? Però, perchè sei venuta fin qui su Negal?"

"Guarda che non ho cavalcato questo muletto!" voltandosi a guardarlo con le sopracciglia alzate "mi hanno dato un passaggio, loro compresi, i ragazzi del gruppo scout. Negal aveva già smangiucchiato buona parte dell'erba di una delle zone che dobbiamo ripulire, così l'ho portato con me. Lui è uno dei pochi che non ha visto il mare a casa. Secondo te dove li mettevo scarpe e copriabito?"

"Quali scarpe?"

Kianta si voltò in cerca del mulo e lo trovò a raspare la sabbia giocando con le onde con i due Xolo, sul dorso il corpiabito sghembo, col rischio di scivolare. Guardò ovunque intorno a lei, arrabbiata, dicendo "ma... ma..." preoccupata. QUindi aveva indossato le Constantine di raso color azzurro con tacco e tonde in punta, il completo insomma,  e Jd rise immaginando la faccia di Milan vedendole rovinate e pensando al loro costo.
Quegli abiti e accessori erano per determinate situazioni ma Kianta aveva il vizio di metterli quando pensava fosse lecito come una protesta, ma alla fine non li rovinava mai, era attenta su certe cosa. Ma se accadeva qualcosa anche se davvero raramente, andavano puliti e riparati e visto il loro costo, Milan non sempre ne era felice. Ma chiudeva un occhio perchè li comprava per lei e per avvenimenti in cui si richiedeva quel tipo di dresscode, per poi riporli nel guardaroba dello Chateau. IN pratica cèrano abiti creati apposta per tutti i veterani, Kianta e Milan compresi, con tessuti particolari o pagati cari a stilisti meritevoli, e bravi,  che venivano indossati solo qualche volta, anche una, e messi in un luogo speciale,  e lei trovava la cosa triste. Pensava troppo a chi non aveva niente rapportato al costo di quelle creazioni e considerava importante non sprecare. Anche se li indossava per protesta silenziosa, era sempre rispettosa di tutto, così come cèra la regola in tutta la compagnia,voluta da lei,  che tutto era riparabile e non si gettava nulla. Aveva istruito, creato i cosidetti Angoli e Spazi e nominato artigiani, in grado di creare e riparare di tutto, riutilizzando tutto evitando sprechi o dando nuova vita a ogni cosa, fino a che non si poteva far nulla. Ed erano così bravi che ti restituivano cosa gli portavi come fosse nuovo, a volte se non sapevi che erano riparati sembravano in ottimo stato.
Così aveva dato occupazione, guadagno e dignità a tante persone, ma anche un valore agli oggetti che prima erano persi, costruendo la Cittadella partendo dallo Chateau. Solo gli abiti speciali erano disegnati e creati da artisti fuori dallo Chateau e costavano cari, e in effetti pochi sapevano di questa cosa, appunto i veterani e le guardie dei membri della Testa dell'organizzazione. Kianta odiava mostrarsi in intimo per le misure e creava sempre questioni per non essere toccata, ma finanziava e sosteneva la creatività e le capacità sartoriali interne, come per tutte le altre attività, con ottimi risultati e non capiva perchè Milan dovesse pagare esterni e anche migliaia di dollari per abiti che sarebbero serviti solo una manciata di volte. Così per protesta, sia per quel che si lamentava, sia per questo spreco secondo lei comrpando lui spesso nuovi abiti e accessori, gli faceva sapere che i famosi abiti erano usati anche... per vedere il mare! Per farlo reagire ed essere convocata. Ma Jd non sapeva mai come andava a finire realmente perchè in generale scopriva sempre la decisione di Milan dal comportamento di lei o l'attuazione di cosa lei chiedeva.
Quindi lei dava importanza al riutilizzo e ad abiti veramente adatti alla persona e no nsolo belli, cosa che quelli non erano per e su di lei ai suoi occhi. Ma per Milan doveva indossare quando richiesto cosa lui voleva e, contro Milan, lei li usava per mostrare disappunto su qualcosa. Amava solo alcuni abiti, che aveva creato, scelto e voluto proprio lei stessa e li aveva pagati con soldi suoi, conservati da vendite e altre cose, e considerava tantissimo quegli abiti come , adatti a lei. Gli altri erano doni di Milan per essere utilizzati in certe occasioni e, anche se magnifici, non capiva perchè tutti quei soldi spesi in capi conservati poi in stanze controllate in temperatura e sicurezza, senza altri utilizzi. Calcolava che molti di quelli potevano non essere creati e pagati, potendo indossare sempre gli stessi ma...
 Milan era diverso, pensava sempre che un abito facesse il monaco, sopratutto agli occhi degli altri e indossare sempre gli stessi davanti alle stesse persone fosse... da poveri. Diceva che conosceva la povertà da piccolo in un certo senso e quella di apparire era un'arte,  erano anche un modo per dimostrare cosa era diventato dal niente. Per questo secondo lui una persona aveva bisogno di un certo numero e tipo di abiti per ogni occasione e pagarli di più,  con un risultato stupefancente anche sulla persona, era un piccolo prezzo da pagare.
Ma odiava anche i danni e problemi agli abiti, e questo creava piccole incompresioni se lei faceva protesta, anche se essendo pudica in una certa misura lo faceva come quel giorno sulla spiagga, lontano dagli occhi degli altri.Se lei faceva come credeva, con il risultato di qualche piccolo danno, MIlan diventava di malumore per molto tempo. Per lui gli abiti belli e curati erano... un'ossessione? Poteva metterla così?  Secondo il Leader, certi abiti esistono per essere ammirati o sul corpo di una donna o su un manichino espositivo. Erano opere d'arte, diceva, e i loro costo aveva un senso. Anche lui indossava certi tipi di abiti e di un certo costo, e diceva che gli uomini di un certo livello normalmente vestivano italiano e la qualità era qualcosa che rifletteva loro stessi. Per kianta non era proprio così, al massimo dovevano esserci due abiti identici se proprio lui voleva applicare queste convinzione, ma pensò che era un punzecchiarsi, tra quei due, su argomenti che alla fine a lui non interessavano, si preoccupava solo del rimprovero che lei avrebbe avuto per i danni. Stava pensando troppo su argomenti che non gli competevano,

"le cerco io, tu riprendi quei tre e andiamo. Ho il van a pochi metri. Cè bisogno di te in quel delirio!"

"No, ti prego. Ero venuta qui per un pò di pace, anche..."

"Non posso farci niente, questi qui sono pazzi già dopo un giorno e i ragazzi stanno andando fuori testa. Devi proprio venire..." pregandola con le mani unite e lo sguardo triste. "ti prometto che questa sera avrai finito. E sarai libera! Ma vieni a sistemare la questione. Inoltre il peggio lo danno le donne, e i ragazzi assegnati come Gestori sono in lacrime. Giuro... torna!"

Jd andò a cercare le scarpe mentre Kianta sospirava desolata, odiava quelle persone per come si comportavano con tutti loro. E non comprendeva come considerassero il loro aiuto e protezione come una prigionia, quando le cellule distruggevano e portavano terrore sotto le loro case. Scosse la testa scocciata e richiamò i due cani e il mulo, che ancora fronteggiavano le basse onde spumose.
Jd fece un sospiro di sollievo per cosa trovò, notando che le scarpe erano dentro le bisacce che Kianta aveva messo al mulo, una fascia che teneva due sacche, tutto di pelle, che contenevano varie cose. Ma in quelche modo questi li aveva fatti cadere, anche se non si spiegava il mantello. Ringraziò che lei fosse una persona avveduta e corretta, la osservò mentre passeggiava andando al van con i cani, mentre il mulo scorazzava intorno al mezzo, e disse che in fondo Milan aveva torto. Gli abiti andavano ammirati sulla persona per cui erano statio realizzati, come tutti gli altri. Sorrise pacifico con le bisacce sulla spalla e avanzò verso il van e Kianta, continuando a osservarla mentre il vento  le carezzava il corpo e giocava con l'abito.


Sei ore dopo.

Gask sistemò i contenitori che aveva sgraffiniato dalla cucina del campo in una tascapane in pelle, un regalo fatto da alcuni suoi uomini che sapevano trattare il pellame e utilizzarlo per vari oggetti. In questo caso alcuni di loro sapevano cucire e pressare la pelle con varie decorazioni ,per produrre vari capi d'abbigliamento, oggestistica e vari tipi di zaini e borse. La volta precedente aveva ricevuto dei bracciali in pelle scura che fungevano sia da paracolpi per la corda dell'arco, anche se non lo usava mai, ma anche per pugnali, coltelli di vario tipo o attrezzi di lavoro. Su pressione di Kianta aveva imparato l'arte del chiavistello, un modo carino per dire scassinatore, secondo lei. Con vari piccoli attrezzi fatti appositamente, sempre da alcuni di loro, era in grado dopo un corso pressante, di aprire qualsiasi cosa. E quei bracciali erano utilissimi! Aveva anche imparato ad utilizzare alcuni aggeggi, non ricordava mai il nome, per far scattare le serrature, allarmi e altri apparecchi elettronici. Era penoso con i computer e i macchinosi passaggi per hackerare le telecamere, ma aveva scoperto di non essere male con serrature varie di base, chiavistelli e ogni cosa chiusa da una chiave. E si divertiva a volte a metterlo in pratica, sopratuttto per gli scherzi.
Rise mentre costeggiava il BeauSejour, come cavolo l'aveva nominato Milan. Suo fratello era un uomo straordinario e lo pensava giorno dopo giorno, dal primo momento che si era conosciuti, ma quando si trattava di cose mistiche e nomi da dare, era allucinante. Aveva peggiorato le sue fissazioni dall'arrivo di Kianta, così si era lasciato sfuggire Jd,  e la mania dei simbolismi e parallelismi e non sapeva proprio da dove e cosa cosa provenisse quel nome. E preferiva non chiederlo, neanche a lei, perchè perfino Kianta stessa alla lunga alzava gli occhi al cielo per questo colorito modo di chiamare tutto di Milan. Era così difficile chiamarlo... edificio principale? No, non lo era pensò, anche se in verità mentre si guardava intorno, ricordò che la Consolle e i Crell era posizionati lì e Kianta vi aveva il suo ufficio. Ma allora il Torrione? Non capiva, ma aveva evitato di chiedere a chiunque perchè sapeva che le spiegazioni sarebbero state lunghe e vaghe, per lui.
Sapeva di non essere una cima su tante cose e sorrise al ricordo di una risata di Kianta,  vedendolo interdetto su una cosa che non capiva. Rideva sempre lei, quando lo vedeva perso, spaesato, su un argomento che non gli entrava in testa e con una smorfia come per dire e se prima si imbronciava perchè preso in giro, poi comprese che era per ben altro, e alla fine gli piaceva vederla ridere. Visto che di solito non lo faceva.

"Ehi Victor, hai slacciato quello che ti ho detto?" disse al phonvlet chiamando qualcuno.

"Ah ah ah, Capitano... si, ho staccato, staccato, le cam a infrarossi e termiche e messe quelle manuali. Posso sapere perchè lo hai chiesto e non il Comandante?"

"E' il comandante che ha voluto così. Stiamo facendo un addestramento di emergenza per una cosa, e non vogliamo allarmare tutti col rischio di esser visti e invalidare le cose... insomma, tiene quelle esterne finchè non te lo dico"

"Ma... capitano mi permetta, è un'infomrazione vaga. Come dovrei registrare questo cambio dei..."

"più tardi il comandante verrà lì a dirtelo, dobbiamo provare una cosa! Tu fà quella cosa, abbiamo bisogno di fare dei test per una cosa... stacca. Ok?"

"una cosa di una cosa... capitano, io lo faccio perchè è Lei ma spero che davvero il comandante verrà a confermarmi la modifica al registro. Altrimenti sono io che mi prendo la lavata di capo e non voglio che il comandante..."

"Victor! Tranquillo, registra pure questa cosa e poi il comandante ti dirà tutto, non ho tempo. Tu stacca, eh?"

"Si capitano, procedo. Riceverà sul suo dispositivo l'avviso quando saranno disattivati o modificati come sempre. Buona serata"

"Si, si..." più a se stesso che all'uomo al telefono "spero solo di convincerla..." alzando lo sguardo verso l'alto.
Si sistemò la tascapane intorno al collo, facendola cadere sul fianco destro, poi iniziò la scalata della parete dopo aver ricevuto l'avviso sul  phonevlet. Aveva studiato tutte le pareti per bene per sapere poi come muoversi per tutta la giornata, visto che il giorno prima avevano dovuto terminare il campo e quell'edificio. Ora sperava che fosse dove sapeva.

Arrivò in cima, si issò sulle braccia pentallando i piedi dove era possibile, cercando di non scivolare sulle zone prefabbricate del tetto. Lisce, di un materiale tipo plastica ma di tipo diverso, al solito non ricordava,  uno sul grigio tondenggiante ma calpestabile a forma di quadrato, con l'altro tipo trasparente in un bell'oblò da cui si vedeva l'interno. Di quelle sezione ve ne  erano sei in una fila di due, al fianco altre sei quindi, per un totale di dodici di questi quadrati grigi con l'occhio, come li chiamava lui, che formavano il rettangolo del tetto. Niente, ricordare nomi e la matematica e cose attinenti, non gli riusciva.  Inoltre l'edificio che avevano eretto in poche ore con il meglio della loro tecnologia era così grande e con tanti oblò da non sapere se cèra cosa cercava.
Si alzò, notando come già dei piccioni aveva insudiciato alcune parti e iniziò a camminare guardandosi intorno. E poi la vide, attraverso una di quelle bolle, distesa con il naso all'insù. L'aveva già sentito arrivare?

"Credevo non venissi" disse Kianta in un soffio, restando a guardare le stelle, mentre lui avanzava. Era distesa vicino ad una bolla, con un braccio destro dietro la testa e l'altro, il sinistro,  che teneva il ginocchio destro poggiato sull'altro.

"ieri non ci siamo più visti, così ho pensato che oggi eri libera e sapevo di trovarti qui..."

"Uffh, tutti sanno sempre dove trovarmi..." disse debolmente lei, incrociando le mani sull'addome con il broncio.

"Hai visto che già i pennuti hanno..." ma si bloccò quando, a pochi passi da lei, la vide distesa su qualcosa e tacque.

"Certo che lo avevo visto, ecco..." si alzò sul gomito, rovistò in una borsa al suo fianco e prese un qualcosa color grigio ripiegato, che distese finchè non si mostrò come un telo dei loro, di un materiale come tessuto idrorepellente, antipolvere o sabbia che usavano anche per alcuni tipi di indumenti. Sorrise e, posata la tascapane, si sistemò sul telo al suo fianco, distendendosi a guardare le stelle anche lui.

"oggi..." iniziò lui frantumando il silenzio a quell'altezza "... a quanto ho saputo hai sedato dei gruppi inviperiti e pronti alla rivoluzione con polso fermo e deciso, portando nuovamente la pace e..."

"Come parli forbito, quest'oggi" sorridendo e continuando a guardare in su.

"Ho avuto un'ottima maestra, sono acculturato adesso!"

Lei rise piano ma poi scoppiò in una risata che cercò di nascondere fra le mani. Rise anche lui e poi incrociò gli occhi di lei scambiandosi un sorriso. Si sentiva nell'aria qualche voce,  latrati lievi di qualcuno dei cani, qualche risata portata dal vento degli uomini in pausa e alcuni odori di cucina. Sicuramente dalle cappe dalla parte opposta dell'edificio.
Lei si voltò di fianco, verso di lui che rimase di schiena ma allungò una mano, la sinistra, per portala sulla schiena di lei, posando il gomito sul suo fianco, accarezandole la parte bassa della schiena.

"grazie..."

Lui rise, massaggiando con le dita la schiena di Kianta , sentendo i suoi muscoli rilassarsi. Sentiva il suo respiro leggero e il calore a contatto con la sua mano, rispetto alla brezza fresca di quel periodo che gli giungeva sulla pelle.

"Sembra quasi alla Lacrima della Luna, a casa. Se non fosse per quella gente là sotto, troverei questa missione anche piacevole..."

"eh eh, si ho sentito che li hai strapazzati per bene. Adesso credo ti odino per come li hai puniti. Sembra che quando entri tu, cali il silenzio, adesso."

"ben gli sta. Odio il casino di gente maleducata e volgare. E i danni che hanno fatto... avrei capito per popolazioni più arretrate che sono abituate al loro stile di vita spartano, ma loro... ho provato vergogna per loro. Peccato solo che ancora sono convinti di quello che dicevano e facevano, per loro siamo tiranni. Spero che con la mia lavata di capo stiano al loro posto. Sono ospiti ma non vuol dire che devono danneggiare i beni comuni o creare disagi a quel modo.  Ho saputo che due dei Gestori sono dovuti andare in infermeria per aver sistemato il bagno delle donne. Me ne dispiace. Avrei dovuto far loro visita ma dopo averli presi di petto e punito alcuni, mi sono dovuta chiudere in ufficio per parlare con Milan, con i tenenti per l'andamento delle attività allo Chateau e... mi girava la testa. Accidenti a loro! E ancora non so se i bagni sono stati riparati, come alcune sedie e il piano cottura della zona ristoro. Sono..."

"Non ci pensare! Per i bagni so che adesso il water è libero e un phon che avevano staccato della doccia durante una lite è stato sostituito. Jd mi ha detto che sei rimasta là a controllare e guardare con occhi cattivi gli ospiti, finchè non ti hanno detto che mancava poco. E che sei stata tu a rifornire la cucina davanti a loro, con una rabbia nei gesti e sguardo che hanno osservato ammutoliti. Una ragazzina, Margherite, ha detto che quando stavi posando dei broccoli enormi bianchi interi nel frigo, hai guardato chi era presente di loro in un modo che temevano glieli avresti tirati in testa!" ridendo di gusto. Poi la guardò e la vide al solito ombrosa, con le guance gonfie per espirare di rabbia, che le davano sempre un aspetto buffo più che pericoloso.

"L'ho fatto perchè in questo modo volevo vedere se osavano aprire bocca con me! Quel povero di..."

"Sta bene!" la calmò lui "Aveva solo paura delle donne sataniche, così ha detto!"

"bah... trattati coi guanti, con camerieri, persone di servizio e ogni genere di confonto e hanno quasi devastato un edificio! Ora voglio sapere da Milan chi pagherà per i danni!"

"QUalche finanziatore, tranquilla. Metterà quelle spese in qualche voce per quella gente come servizi extra o simili, lo ha già fatto"

"Questo non vuol dire che loro devono distruggere tutto! O perchè non possono seguire le loro diete, iniziare dei litigi come quelli di oggi. E sono loro le persone civili, vero?" disse lei con foga, alzandosi sui gomiti per guardarlo.

"Credo da oggi si limiteranno..." ridendo soddisfatto. "margherite diceva che era contenta che i cattivi erano stati puniti. E secondo lei cè anche altro che..."

"Da quando tu parli con quella ragazzina?"

"Da quando siamo amici e non mi fido più delle apparenze" le rispose, alzando la mano sinistra per carezzarle una guancia con il dorso delle dita.  "e poi è simpatica, arguta, per certi versi mi ricorda te"

"oh, devo preoccuparmi?" chiese lei inclinando la testa di lato guardandolo negli occhi "credevo che con Aline ci fossero fuochi d'artificio!"

"Aline? Ma non parlo con lei da tanto... non sono andato più al villaggio!" sulla difensiva.

"Oh, dai! E io che stavo preparando la festa di fidanzamento" disse di getto, buttandosi di schiena per le risate.

"Non scherzare, alcune volte mi ricordava una persona al campo militare di quando ero bambino..." con aria afflitta.

"mh, scusa. Non dovevo toccare certi argomenti, però sai che sono seria. Vi vedevo bene insieme, puoi cercare di superare certe cose e pensare alla tua felicità" lisciandogli i capelli con una mano all'indietro, con delicatezza. "E' una brava ragazza, sa impiegarsi in mille cose, è una che si rimbocca le maniche e con te va molto d'accordo. Dovresti farti avanti di nuovo"

"Vedremo" rispose laconico, poco convinto "anche se so che non è per me..."

"non ci credo" gli sussurò all'orecchio, vicina vicina.

"seria? Allora non ti do cosa avevo portato, peccato..."

la vide sollevarsi sui gomiti curiosa, come una molla, perchè era sicuro che si immaginava cosa potesse essere. Allungò la mano destra e prese dalla tascapane dei contenitori di plastica da cibo che riutilizzavano, per evitare sprechi di piatti in plastica. Sembravano quelli dei bento ma fatti da loro riciclando in modo da contenere cibo più europeo. Le diede un contenutore viola, dandole poi coltello, cucchiaio e forchetta in metallo chiusi in una busta trasparente. Ne prese altri due e glieli mise vicini, prese quelli per se e si sistemò come lei a sedere.
La vide scoperchiare ogni contenitore e squittire contenta per ogni cosa che scopriva. Le si vedeva in faccia la contentezza del regalo e del suo contenuto.

"oh, boeuf bourguignon!E con patate e patale con crema! Ed è pienissimo! ma chi... quando è stato fatto?"

"Il braccio destro del Re della cucina ha preparato questo per te e noi capitani. Diciamo che l'ho chiesto io e gli altri veterani hanno spazzolato la pentola! Inutile dirti che Alaric si è messo la pentola davanti con prepotenza dopo che hanno servito gli altri?"

"Cosa? E nessuno ha fatto niente?!?"

"Gli spettava, così ha detto. Per le fatiche della giornata"

"Dovrò dirgli qualcosa... mangiare dalla pentola! E che fatiche poi? E' un capitano, mica un Gestore... Mah" scuotendo la testa con gli angoli della bocca in giù.

E Gask rise, sapendo che sarebbe finito con un cazziatone che ormai lui non doveva subire più. Povero Alaric pensò subito, ma poi cambiò idea perchè per come si comportava per certi versi, Al non meritava considerazione. COme lui non ne provava per altri. Sorrise con gusto preparando le posate.

"Macedonia al liquore! CON PANNA!" squittì di nuovo di felicità per poi restare a bocca aperta con l'ultimo contenitore "Oooh, biscotti al burro di Pasta frolla montata con ciliegie o cioccolato! Ma siete pazzi? Solo per noi di grado superiore?"

"anche gli altri hanno mangiato bene, di questo puoi star sicura. Ma vista la situazione di oggi ho chiesto qualcosa di speciale"

"urca vacca!" esclamò lei guardando i contenutori sul telo. Era raggiuante, contenta, con il cucchiaio in mano e gli occhi luccicanti.

Poi calò il buio e la luna a metà mostrava poche forme, aiutata dalle cupole che eruttavano luce da dentro l'edificio.

"E ora che succede" bofonchiò lei irata nel buio. Le luci principali esterne, alte e fredde si erano spente e si levarono lamentele umane e canine.

"Cavolo!"

"Cosa! Gask, che succede?" la sentì dire mezza irata.

"Aspetta..." poi vene illuminato dal phonvlet che teneva in mano e fece una chiamata. Parlò con qualcuno, poi le passò l'apparecchio dicendole che era per lei. Kianta si portò il phonvlet all'orecchio, chiudendo sempre più gli occhi in fessure irate che piroettavano da lui e i cortili sotto di loro.

"Confermo, riaccendete solo le luci principali, vi richiamerò io!"

"Ecco..." balbettò lui quando ricevette indietro l'apparcchio e due occhi fissi e cattivi lo aggredirono. Peggio quando le luci tornarono attive e potè notare come digrignava i denti muovendo la mascella, come faceva quando cercava di calmarsi. "Ok, colpa mia! Volevo solo stare un pò in pace senza essere visti... lo sai, che..."

"basta! O ci sentiranno. Lasciami mangiare in pace... poi discuteremo della tua abitudine di sfruttare le tue autorizzazioni per fare casini " buttò fuori con un sospiro affondando nel piatto di carne il cucchiaio.

"Senti, è vero che Milan ha intenzione di partecipare a degli eventi portando anche te?"

"Si... e NOI. Ci siamo tutti i veterani... sono arrivati gli abiti che indosseremo"

"Chi, io? Mi stai prendendo in giro al solito..." osservandola, ma vide solo uno sguardo accigliato, non i sorrisi quando gli faceva qualche scherzo.

"Sono serissima, vuole anche noi per presentare il meglio dell'organizzazione. La cosa che mi lascia perplessa è che non saremo abbigliati con le divise da parata ma con abiti elegantissimi. I tuoi sono blu..."

"Non vengo, non mi piace quella gente!"

"Tu verrai, primo perchè lo vuole Milan, e secondo perchè so che a tuo fratello non dirai in nessun modo. Siete troppo pappa e ciccia sempre e per tante cose e... quando, dimmi, gli hai detto di no per qualcosa?"

Gask rallentò nel masticare la sua cucchiaiata, ragionando. In effetti dal loro incontro non era accaduto che rinunciasse a qualcosa chiesto da Milan. Anche se effettivamente erano sempre missioni e incarichi. Solo una manciata di volte si era vestito chicchettoso, come lo definiva lui, per Milan. Per accompagnarlo sia ad aventi speciali che in una sorta di club per uomini. E si era già rotto i marron glassè, per definirli in maniera chiccosa alla Beppo visto il luogo, a stare seduto a bere liquori, fumare ogni cosa presente su un tavolo riccamente preparato. La cosa che gli faceva storcere il naso era la presenza di sostanze che un tempo era obbligato a prendere per sopravvivere.
Ecco, ci stava ripensando, ma realmente non era adatto a nulla che al suo lavoro di sempre, che aveva messo poi a servizio di MIlan e, pensando ancora, si sentiva in colpa stando in quel momento con lei. Quello che era successo quei giorni ancora gli bruciavano e sperava che in qualche modo lei potesse perdonarlo. Ma non poteva cancellare quello che era e cosa non poteva fare. O meglio, non erano per lui, adatti a quello che era.
Molti suoi uomini, che facevano capo a lui da decisione di Milan, anche se non si sentiva affatto bravo di gestire come lui e Kianta un gruppo di persone, erano stati capaci di non solo migliorare le loro competenze naturali e di base, ma apprenderne di nuovo e farle proprie. ANche se non diventavano i migliori o specialisti nelle nuove abilità, vi riuscivano. Lui invece, restava sempre quello, al massimo era stato capace di leggere qualcosa e imparare come forzare serrature.
E si rendeva sempre conto vedendo lei, considerando MIlan e tutte le persone nello chateau, della loro capacità di plasmarsi e modificarsi per molto di più, apprendere cose nuove per definirsi meglio. E lui... si vedeva sempre lo stesso con le bugie, le incapacità, la sua nullità in tutto tranne per una cosa. L'Esecutore. E niente altro.
Nonostante vedesse i progressi fatti proprio per Kianta, grazie a lei, solo per tutto quanto fatto, si rivedeva la mattina o la sera allo specchio, lo stesso specchio da mesi, e vedeva eppure un individuo che  si sobbarcava le stronzate dei padri prima e del capo dopo.  E adesso, in questo presente, Milan. Eppure non cambiava, non riusciva, restava sempre lo stesso. Eppure MIlan... Suo fratello e amico. La sola persona prima DELLA persona, per cui decidere e scegliere, invece di chinare la testa e sopravvivere per inerzia.
Ma credeva che quella fosse vita, gliel'avevano impiantata sempre più in profondità con ogni sevizia e costrizione.
Eppure non gliene fregava nulla, all'epoca, credeva fosse il mondo normale. Loro erano i prescelti e gli altri alla stregua di cani parassiti.
E poi arrivò quella persona quel giorno a discutere con il Capo, quell'uscita per andare a quest'incontro in un luogo che gli sembrava... alieno!
E ora viveva e si godeva momenti che non conosceva prima e ogni giorno in istanti, come quello, si chiedeva se fosse giusto come non pensava prima, come quelle persone normali che non contavano sino a quell'incontro con il Capo.
Ma chi era veramente lui? E Milan? E Kianta, che accadevano sempre cose strane?
Ma valeva pensarci in quel momento?
Valeva rovinare quella frazione di tempo, di vita, con tutti questi dubbi?

"E' proprio necessario vestirsi da pagliacci per fargli un favore di immagine? Per far vedere che siamo persone diverse per accontentare puzzoni fighetti..."

"Si dice gente con la puzza sotto il naso" rispose lei con una patata puntata verso di lui, scherzando.

"ma si quella cosa lì, andiamo... è proprio necessario? L'ultima volta per quel pasciotto non respiravo quasi!"

"panciotto, e stavi bene direi... con gli ultimi doppiopetto che ti ha fatto mettere non eri male. Forse non ti farei più indossare quelli chiari, stai meglio con quelli scuri. E poi è per Milan e il Domani..."

"..." guardando il cielo "... ci sei anche tu, vero? metti quello color borgogna?" guadagnandosi un'occhiataccia e un broncio, anche se sapeva che lei forse arrossiva ma lo celava. Non le piaceva molto mostrarsi in abiti da donna, non si sentiva a suo agio.

"Vediamo, non ho ancora deciso e non voglio sentire storie da te e Milan, non siete voi che dovete andare con scollature davanti o sulla schiena, visti da tutti"

Lui rise, scosse la testa e continuò a mangiare con lei, parlando di ogni cosa, prima che qualcuno li cercass e per disperazione causata dagli ospiti. Dal tetto si sentivano molte cose e già temeva di sapere cosa.

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Capitolo 11
*** 11 ***


Chapter 11 Chapter 11

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Ricordo che ogni capitolo non è stato modificato ne rivisto da quando era stato messo da parte in una chiavetta. Scritto per un concorso di scrittura ma non convinceva, è per come era stato ideato e scritto e le vicenze sono sequenziali, frammentate da flashback, e scritte man mano che mi venivano le idee.

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Giorno 3

"Comandante...Comandate!"

Kianta sospirò avvilita e chiuse gli occhi qualche istante dopo aver visto correre come un pazzo uno dei Gestori fuori dall'edificio dove era diretta. Aveva dormito male a causa delle chiamate continue per le intemperanze degli ospiti. Altro vandalismo, altri litigi, altri schiamazzi con ovvio intervento di guardie e gestori per sedare i malumori.
Per cosa?
Per incapacità di condividere spazi non ristretti ne angoscianti, provvisti di tutto, zona cucina e ristoro che ospitava anche più persone di quelle ospitate solo lì, proprio per dare modo a tutti di non sentirsi stile sardine in scatola.
Per loro tutto ciò era inconcepibile, ma loro stessi vivevano in questo modo anche allo Chateau, in base ai gradi e alla permanenza, si poteva stare con altri nelle stanze con letto a castello, sala ristoro e quella da pranzo in comune, bagni in comune... tutto in comune. Eppure doveva dire che i suoi uomini litigavano più per gli scherzi che si facevano, cose da uomini, che malumori per come vivevano. Ma contrasti su oggetti presi in prestito senza chiedere, per aver sfruttato qualcosa per egoismo e altro non ne esistevano.
Le regole dello Chateau erano chiare e accettate, si rispettavano le Costrizioni, come le chiamava Milan. Scritte per il giusto comportamento, corretto e approvato dal Leader stesso. Presentavano esempi e spiegazioni relativi a psicologia, medicina, senso figurato (significato  metaforico) , politica, familiare (elementi di sociologia e antropologia) .  Linee guida quindi di convivenza, rispetto e socializzazione, istruendoli con lezioni supplementari perchè conoscano e comprendano l'empatia e tutte le possibilità esistenti di situazioni,. Per riconoscere l'approccio corretto ed evitare scontri e malumori, da accorpare alle regole minitari tradizionali ma gestite "alla Milan", come dicevano tutti. Il Leader sapeva farsi ascoltare, obbedire, era capace di oratoria e incitare e spingere le persone a dare il proprio meglio.
Ma era di vitale importanza che il migliaio di membri sapessero stare al loro posto come militari e condividere varie cose, saper gestire le situazioni e trovare compromessi adeguati.
I malumori, l'odio e altro erano gestiti e affrontati in modi diversi ma il punto era che dopo uno o due mesi nell'organizzazione, tutti ma proprio tutti erano in grado di pensare alla - comunione dei beni - o del comune (stanze, bagni, sale da pranzo, zone cucina libera, sale di ristoro, di lavoro, angoli liberi ect), il dividere con altri.
Con il risultato che, non importava che soggetti fossero e da dove venissero, ma anche una bottiglia di liquore diventava un bene da offrire e far girare, anche se comprato da uno solo o dono di premiazione per le squadre (in quel caso il Leader donava ovviamente più di una bottiglia e sempre di ottima qualità, mai scadenti) col risultato di un cameratismo più sociale, accettato e ben voluto.
Ma il discorso era lungo, ampio e Kianta si accorgeva che stava cercando di pensare ad altro che il nervoso per le emergenze notturne, eppure le venne in mente, mentre quel ragazzo la raggiungeva, che tutto il discorso con Milan sull'andamento dell Torre della sera prima non aveva toccato mai una delle cose che lo irritavano. Chi non lavorava come lui voleva, chi rovinava le cose e chi non portava rispetto e trattamento adeguato a chiunque.
L'aveva sfangata perchè preso da altre cose o non si arrabbiava se lei lo contrastava? Se poi metteva le Costrizioni?
Una delle cose che lei aveva portato all'inizio era la lezione, un nome generico per tutta una serie di incontri con specialisti per dare a tutti, ma sopratutto a certi soggetti, conoscenze, informazioni e spiegazioni su come comportarsi sia tra loro che con altre persone. Anche perchè molti non avevano neanche seguito le scuole da piccoli perchè cone di guerra o altre questioni. Se sapevano scrivere il loro nome era un miracolo ma altro, nisba.
Inolre li aiutava a valutare le persone con elementi specifici tratti dalla psicologia e con psicologi e psichiatri, riunendoli  nel Teatro, una zona ampia apposita utilizzata per vari scopi ricreativi ma anche di studio. Prima come zona di incontro per le lezioni, ma gli uomini stessi dopo piccole punzecchiate per invogliarli, avevano usato le loro nuove Abilità per renderlo un Teatro a tutti gli effetti. Alla fine crearono tendaggi e decori in stoffa, affreschi con la tecnica 3d, ossia creando il bassorilievo con cartongesso con un effetto 3d straoredinario, divenendo sempre più bravi. Uno dei mestieri che aveva giovato sia agli uomini che alle entrate, era uno stile a rilievo dove le figure, qualunque esse siano, “fuoriescono” dalle pareti per un aspetto tridimensionale attraverso l’impiego di diversi strumenti tra cui coltelli, taglierini, scalpelli e spatole, tutti di vari tipi, modellando il materiale tra gesso, stucco e altri sulla parete. Creando queste raffigurazioni di qualunque genere con una maestria che migliorava ad ogni lavoro, che fosse muro o tele speciali da applicare alle pareti.
QUindi  fregi e rilievi di vario tipo, poltrone e zona musicisti, rendendo un rettangolo giantesco  anonimo una sorta di rivisitazione dell'800, dopo che erano rimasto affascinati dalle lezioni sulla rivoluzione francese, con la famosa galleria degli specchi voluta da Luigi XIV e i teatri che visitava Maria Antonietta.
Poi dopo psicologia avevano anche studiato teatro, recitazione e comportamento per sapersi meglio approcciare a ogni situazione ed era scoppiata la mania di ricreare opere e libri, tra adattatori e interpreti scelti da loro stessi. erano bravi dopo mesi di prove e storie presentate la sera ma molte volte ci stavano anche troppo.
Le lezioni vennero spostate in aule apposite allo Chateau, in uno degli edifici nuovi, creando anche qui con le loro mani tre stanze che riprendevano quelle ottocentesche con pannelli in legno a cassetti cesellati e intagliati da loro, che ricoprivano le pareti fino ad un certo punto perchè dei fregi a rilievo staccavano i pannelli in legno dal tetto, in varie tipologie in legno o stucchi, affrescati da applicazione delle tele, riprendendo quello che è lo Chateu originale, quindi il corpo centrale.
Il tema era libri, bambini che studiavano e cose così.
Restava il fatto che le Lezioni, le Costrizioni e il leader stesso avevano creato una sorta di armonia generale, che si restringeva in tanti gruppi affiatati di amici o comunque di uomini che erano vicini a pelle, ma non inficiando il rispetto e convivenza, elementi chiave tra loro.
E quel ragazzo le ricordava che una società mal gestita e mal compresa creava delle bestie, perchè lei non vedeva in quella gente esseri umani, ma bestie. Punto. Perfino gli animali erano tremila gradini sopra quegli esseri antisociali e distruttivi, anche quelli definiti pericolosi per l'uomo. Tranne la zanzara, quella era un'altra figlia di satana come i gatti. Ma perfino questi due esseri animali che odiava a morte erano superiori a quelli là dentro. Per lei la questione era chiusa.

"Comandante, scusi se è stata chiamata nuovamente ma ci sono di nuovo disordini"

"Bestie..." bofonchiò irata, superandolo ed entrando. E già mettendo un piede oltre la soglia, appena aperto uno dei battenti, fu investita da urla e schiamazzi, rumori di oggetti colpiti e le intimazioni di calmarsi da parte dei suoi uomini.
Eppure appena sfrecciò a passo quasi spedito verso la zona degli ospiti, una marea di - sh sh sh - si levò là dentro, finendo per far zittire tutti.
Questo perchè, spazientitta dal terzo brusco risveglio notturno, aveva fatto portare tre gabbie per animali di grosse dimensioni, mettendole in fondo, vicino il muro trasparente. In preda alla rabbia per aver scoperto il frigo divelto, letteralmente privo delle porte, a causa di scontri tra vegani e onnivori, perchè i primi non volevano che il proprio cibo - salutare - venisse infettato da carne e derivati di animali.
Nonostante fossero ben divisi per livelli in quello che era un frigo imponente, con zona ghiaccio e abbastanza capiente, quello usato per la ristorazione insomma, per soddisfare tutti per la quantità e le tipologie di cibi che poteva contenere.
Invece loro, i vegani, che lei rispettava ma che non fossero nazivegani come in quella situazione, smembrarono il frigo perchè le loro care verdure si contaminavano, sporcavano con le particelle cancerogene e mortali di carcasse di animali morti, come dicevano.
Lei stessa e anche per le posizioni dello Chateau sul cibo dovendo produrlo e prepararlo per il consumo, gestiva il concetto della carne in un certo modo. Senza sofferenze, una morte indolore e un rispetto enorme in vita, rispettati e trattati come se fossero dei loro. E vedere delle persone che si reputano vegane per amore degli animali, gettare beni di prima necessità come del cibo, peggio il loro che rispettavano dalla nascita alla morte, ringraziando a ogni pasto il loro sacrificio, per terra, per rabbia le faceva venire la voglia di fargli male.
Ed erano gli stessi esseri che dicevano che lei stessa perchè cavalcava e allevava cani e cavalli di vario genere, sfruttava e maltratta gli animali perchè questi erano, da loro parole, forzati e spinti con dei premi a fare cosa voleva. Che facevano fare cose innaturali.
Queste persone non sapevano e non volevano comprendere che da loro tutti gli animali erano importanti, tranne le zanzare. Quelle erano cose sataniche che andavano trattate in... un certo modo. Sorelle dei malefici gatti, ma quelli doveva tollerarli. Ma non le zanzare. Tutti gli uomini accettavano, tramite le Costrizioni, di considerare come fratelli gli animali, che provassero dolore psicologico e fisico e che vi era un beneficio nell'interazione con loro. E andavano ringraziati per ogni uovo, litro di latte o fetta di carne ma non oltre l'eccesso messo in atto dalle aziende. SOlo quello che davano e senza togliere piccoli o fare niente per aver loor le materie prime.
NOn avevano un mattatoio come si usava dove centinaia di bestie venivano sgozzate e fatte dissanguare vicini, sentendo il dolore degli altri e il proprio. Condivideva l'idea della caccia corretta, perchè a volte la praticavano vivendo in mezzo alle montagne e i boschi ma solo cibo. Anche se altri derivati venivano usati per altri scopi, non uccidevano per divertimento, mai. Ma anzi aiutavano e curavano quelli selvatici che trovavano con problemi. Inoltre credevano che un animale non andava - cacciato - procurandogli paura e dolore finchè non lo finivano, ma se selvativo con un colpo diretto in testa, senza che si accorgesse di nulla. Quelli che allevavano con un saluto formare con inchino,  un beverone per addormentali e finirli con una pallottola. Unica, veloce, indolore.
Certi mattatoi usavano ancora le pistole pneumatiche ma se pensavano che l'anime era bello che andato, si sbagliavano. Erano storditi ma vivi.
Loro non badavano ai soldi, come altri nel mondo che macellavano o scuoiavano per le pellicce, che ancora accadeva, che usavano picchiarli a morte perchè una pallottola costava troppo.  Era invicile, inumano, vergognoso. Eppure accadeva ancora e poteva comprendere fino ad un certo punto quelle persone, ma aveva spiegato chiaramente la questione.
Ergo, sentirsi dare della massacratrice anche per avere una simbiosi con i cavalli che li trattava coi guanti, senza metodi o strumenti antichi dannosi, premiandoli anche dopo l'addestramento, non doma che odiava.
Ma la gente confondeva sempre doma con addestramento, pensando che fossereo la stessa cosa. Lei come tutti gli uomini dell'organizzazione non obbligavano, non spingevano, non si permettevano di far uscire un cavallo completo di tutto se vedevano che non era una buona giornata. Così come mucche, capre, pecore, solo per alcuni esempi, non soffrivano di mastite, non macellavano mai cuccioli come si faceva con agnelli, capretti e manzi ma solo a una certa età. NOn davano ormoni, avevano zone vastissime intorno per tenere tutti gli animali che curavano. Niente mastite o problemi, niente puntoni elettrici ma seguivano e correvano da loro con affetto, avevano richiami finladesi che le radunava solo cantando. Spazzolati, puliti e massaggiati ogni giorni.
Sentirsi dare della torturatrice pone fine alle gentilezze, pensò.
Fu così che tre di quelli che crearono litigi e devastazione finirono dentro le gabbie per ore, chiedendo loro di provare una vera prigione come accade nel resto del mondo. Uno spazio ristretto, con niente a disposizione rispetto all'hotel, in confronto, dell'alloggio temporaneo che avevano fornito. Per pochi giorni erano impazziti.
E ancora, fece una ramanzina aspra ai vegani dicendo che loro si pavoneggiavano di amare gli animali ma il poco rispetto nel trattare come spazzatura la carne e i derivati finiti sul pavimento, li rendeva bestie. Quegli animali non avevano sofferto come tutti gli altri, erano ben curati, controllati, liberi in una certa misura perchè vivevano comunque in zone apposite ma più liberi di altri posti. Era una mancanza di rispetto assurda quella di rendere come spazzatura il loro sacrificio per far vivere loro.
E peggio, la loro bella verdura, qualunque fosse, era in commercio dopo aver ucciso o fatto del male o allontanato vari tipi di insetti, talpe, conigli e ogni animale nel raggio dei prodotti che usavano. Venivano impiegati dei prodotti chimici perchè apparissero belli corposi e lucidi, nati da semi sterili venduti da multinazionali  che modificavano quei semi, sia per essere un danno per il contadino che non poteva ricavare nuove piante dai semi ricomprando, sia perchè la varietà era sempre quella, identica geneticamente, ben diverso dalla natura. QUindi questi miracolosi prodotti bio e tutto non esistevano, non sapevano quanti prodotti con dicitura bio erano una fregatura, così come tutti gli animali come rane, topi o altro finivano nei prodotti marchiati vegan e non lo sapevano. Era successo ma la gente malata continuava a dire che proteggeva e rispettava gli animali, quando non era così. Nessuna considerazione reale.
Come per l'esser e umano in generale, e la sua fine per quella mentalità. Quinoa o avocado o altri prodotti immessi nel mercato ogni anno targato vegan, che erano divenuti una privazione per le popolazioni che li consumavano normalmente nella loro dieta prima della moda. I prezzi schizzati alle stelle per il nuovo mercato più redditizio hanno portato alla fame milioni di persone, rese schiave e povere, sfruttati ogni singolo giorno perchè li producano per i - vegan -.
Coltivavano invece  loro stessi tantissimo e svariate cose, senza uso di nulla che non fosse naturale per scacciare lo scacciabile, anche con trucchetti come le coccinelle e altri insetti predatori o prodotti naturali non amati da parassiti e roditori. E di nuovo attaccata da folli che consideravano cosa gli veniva fornito come pericoloso, gettandolo a terra.
Quindi da amichevole era tornata Kianta.
Dal momento dell'isolamento di alcuni e le gabbie, le questioni parevano calmate. Eppure quel giorno doveva parlare con una persona in particolare.

"Signor Sindaco... Caro, Signor Sindaco. Come va oggi? Sempre irrequieto?"

L'uomo alzò lo sguardo dal tavolino nella saletta ristoro dove si trovava, suo esclusivo scoprì Kianta. I suoi tirapiedi  avevano istituito delle regole per il Sindaco che lei odiava. La guardò dall'alto in basso, notando che lei Indossava abiti simili ai primi giorni ma visibilmente diversi. Camicia bianca gonfia nelle maniche, che restringe ai polsi, un colletto strano ma elegante. Busto stretto in una sorta di bustino di pelle, altri non sapeva dire, da sotto il seno ai fianchi, con decori pressati e lacci davanti, intrecciati in un modo particolare, quasi artistico. Pantaloni morbidi e non stretti sul corpo neri erano chiusi da stivali decorati come il bustino fino quasi al ginocchio, molto belli. Non sapeva esattamente come si chiamassero quegli abiti, non erano chiaramente moderni, ma gli davano quel no nso che di - maschile - che lo disturbava.

"Mia cara ragazza, come ieri e il primo giorno. Ci state confinando in questo luogo... che ci fa sentire non graditi e, peggio ancora, come reclusi come fossimo clandestini. E sono preoccupato per i miei concittadini"

Il suo tono sembrava rispettoso ma sapeva che lei come i giorni prima, aveva avvertito la nota pungente. Anche l'atteggiamento annoiato e ammonitore gli aveva sempre consentito di far sentire gli altri nervosi, per ottenere una soluzione migliore in tutto. Ma comparve una chiara espressione stupefatta su di lui quando notò che lei sorrideva.
Si, sorrideva malignamente come era già capitato, guardandolo direttamente negli occhi, con quel suo modo di chinare la testa in avanti alzando gli occhi verso il soggetto che sembrava voler colpire con una sola occhiata. E aveva notato, accadeva quando qualcosa le sembrava strana o qualcuno per lei faceva il furbo. E stava accadendo, col mento in direzione del petto, gli occhi grandi ancorati su di lui, con il sorriso che arrivava fino agli occhi come se conoscesse un segreto.

"i suoi concittadini... si, è nobile proteggere i diritti e le necessità di chi l'ha eletto. Massimo rispetto" facendo un cenno del capo verso di lui, ma poi sorrise di nuovo malignamente e guardò le persone a lei visibili oltre il vetro, girando di scorcio il viso verso la sua destra "Tuttavia pensavo che le interessasse maggiormente riunirsi con i suoi amici... lasciare i bifolchi per nuove avventure politiche per i suoi alleati..."

Il Sindaco si rabbuiò, si alzò e, seguito da chi lo sosteneva che lei chiamava leccapiedi, si avvicinò al vetro,  guardandola alzando il mento, sfoggiando quasi un'espressione schifata.

"Signorina, quel che afferma è una calunnia!"

"EHi, basta con quel sognorina. Lei è il Comandante, dai  rispetto ai gradi di chi ti si trova di fronte" proruppe, quasi urlando, una delle guardie vicino la porta al Sindaco, muovendo di poco l'arma come a sollevarla pur restando in posizione di turno. Poi l'altra guardia disse solo "No" piano e si voltò a guardare Kianta. Fece di corsa il saluto militare, scusandosi per l'intromissione.
"Perdoni, comandante, ma trovo irrispettoso rivolgersi a lei come a una comune civile, anche se è da figura politica come la sua nella città. Volevo solo che gli ospiti non fossero insolenti almeno con Lei."
Lei solamente lo fissò,   fece un lieve cenno verso destra e il soldato si mosse rigido verso l'amico che stava ancora fermo dal suo lato della porta, mettendosi in fila, perchè si mettesse al suo posto di fronte al Sindaco per parlargli meglio.

"Mi dispiace, non volevo mancarle di rispetto" rispose lui freddo

"Oh, non si preoccupi, Signor Sinsaco. MA sono venuta per sapere se ha già preparato tutti i bagagli per raggiungere i suoi amici. Volevo salutarla..."

"NOn comprendo..." alzando il mento

"Davvero? Allora la partenza è stata rinviata?" rispose lei assumendo un'aria triste e fintamente accondiscendente.

"Ehi, smettila di attacare il Sindaco. Lui è un Signore, ci protegge, si batte per noi contro voi canaglie..."

"Come?" chiese lei falsamente innocente rivolta alla gente che si avvicinava a loro due, sempre dal lato del Sindaco, per fargli da scudo "Voi siete arrabbiati con me? Pensavo foste adirati con lui, non far squadra per onorarlo"

"Ma di cosa parla" urlò la donna con un ghigno rabbioso contro di lei "ringrazia che non cè il parroco, o il cardinale, loro si che ti metterebbero in riga, stronzetta"

Kianta sorrise come divertita nel vedere quella donna che si definiva madre e poi agiva in quel modo con i figli stretti a lei, chiamando in causa altri due bei soggetti. Si portò la mano chiusa a pugno sotto il naso, col pollice sulla bocca,  come a bloccare una risata, guardandola.
"Oh, si che conosco queste... grandissime figure" enfatizzando l'ultima parte con un cenno della testa ma sorridendo apertamente "abbiamo discsusso parecchio, sono andata all'altro punto di raccolta e hanno fatto un bel gruppetto isterico. Ma io sono io, signora, e se loro - dicono - di pensare alle vostre anime, lasci che le dica che sto cercando invece di preservare i contenitori di queste anime... oppure Lei preferisce il tanto agognato momento di incontro con il Figlio di Dio? Secondo quanto credete, è il momento clou della vita, quindi nel caso scelga posso tranquillamente mandarla a casa perchè possa incontrarlo quando quella gentaglia farà esplodere qualche altro ordigno. Ma voi sarete protetti dal sangue e volere di Dio, raggiungendolo, no?"

"Come si permette di..."

"Ma il vostro dio è orgoglioso del giochino del vosto sindaco? E' questo quello che vuole per voi, lasciandoglielo fare?"

"Di che cosa parli, è grazie a lui se qui cè un paradiso dentro una prigione" si intromise un uomo tra la piccola folla intorno al sindaco.

"AH Ah AH..." rise lei "e io che credevo che i piccoli focolai folli si stessero spegnendo per le punizioni di persone incivili e nevrotiche..."

"VOI CI AVETE BUTTATO IN QUESTA PRIGIONE MENTENDOCI SUL GOVERNO" urlò un altro battendo i pugni sul vetro.

Kianta sospirò alzando gli occhi al cielo, si voltò solo con il viso verso la sua destra e disse "Helias..."

Dietro di lei comparve come una figura che si sollevava dietro la sua testa. Divenne alto tanto che lei gli arrivava al petto, sembrava quanto quel ragazzo muscoloso, confrontando l'altezza di lei con tutti quelli che avevano visto.
Comparve atterrendo le persone dietro il vetro.
Apparvero prima delle corna che in verità erano similissimi a dei rami, arcuati verso l'alto, con tre ramificazione, quella in alto più corta delle altre, quella al centro più lunga e quella in basso media da cui terminava come una V date dalle "dita" dei rami, formando così tre V e sette "dita". Il viso era qualcosa di strano, se si poteva definire come tale. Un teschio perlaceo dalla forma tonda che si allunga in un muso affusolato e fino, quasi a punta, con una sorta di mento appuntito, la canna nasale che saliva in maniera liscia senza alcun tipo di scalino, orbite dalla forma quasi un parallelogramma con angoli arrotondati. La mascella toccava l'occhio con uno dei tre spuntoni finali, uno che formava il lato corto dell'occhio come appariva, gli altri due come tre spine dalla forma, nascondevano la rotondità finale del cranio, mostrando qui una mascella lievemente rotonda ed esterna di quella che nel totale del cranio era una goccia.
Si, il cranio compreso di mandibola sembrava una goccia coricata.
La prima forma che appariva era questa goccia perlacea, con una dentiatura composta come da piccoli denti perlacei, lunga che finiva quasi alla fine dell'orbita, la cavità nasale e una textura liscia generale. Risaltava l'occhio, o almeno, una sorta di pupilla senza nient'altro color azzurro che si muoveva nel nero dentro l'orbita. E sembrava  sorridente, non faceva paura, non era chiaramnete un lupo o un felino, eppure mostrava qualcosa di particolare e terrorizzante allo stesso tempo.
Indossava un cappotto Frock grigio perla lungo fino alle caviglie, con varii decori in argento lucente ma , quelle più ricche erano le rifiniture a spirale sulla parte anteriore per tutta la lunghezza, intorno ai bottini.  Tutte le spirali sembravano formate da tante V spesse, bottoni traforati arricchivano l'indumento, maniche risvoltate ove il risvolto spesso aveva  un taglio a V  che apriva la manica e ricadeva  ampia, come se richiamasse i voilant francesi ma qui erano più - puliti - e davano un aspetto antico al cappotto. L'ampiezza  mostrava a volte dei pantaloni color panna come il panciotto, ricamato con catenella lasciata cadere a semicerchio, la croatta o cravatta come si chiamava odiernamente anche se in verità una sciarpa da uomo chiusa alla Opulent Paisley Ascot, e stivali alti lucidi grigio topo.
Poteva sembrare un uomo del diciannovesimo secolo, ma non era questa la prima impressione, nonostante il tipo di abito.

La gente inizò ad urlare, le donne a stringere i bambini a sè, dicendo loro di chiudere gli occhi. Alcuni iniziarono a recitare il rosario o altre preghiere, tutti urlavano - demone -. Kianta restò a guardarli come se pensansse - avete molto da fare? -. Non era chiamaramente sorpresa o altro, stava lì a fissarli, scorrendo gli occhi su tutti, vedendo le loro reazioni. Se molti restavano a guardare Helias come cervi abbagliati dai fari di notte, la maggior parte divenne isterica invocando Dio.

"Helias..."

"Si, Madre?" rispose questi con una voce calda e gentile "cosa posso fare per te?"

"Anche se per ora sono ancora fuori di testa, potresti per favore mostrar loro il comunicato del primo ministro? Grazie..."

"Certamente, Madre..." rispose lui con un inchino con il braccio, il palmo in alto e la flessione busto.
Poi tra Kianta e gli ospiti apaprve un rettangolo nero, come dal nulla, per materializzarsi il primo ministro che parlava ai cittadini. Tutti ascoltavano il comunicato, dove chiedeva a tutti di essere forti, coraggiosi e ascoltare e farsi aiutare dal gruppo militare approvato dal governo stesso, mentre le forze armate fronteggiavano l'attacco,  o meglio si corresse, gli attacchi contro la società, il paese civilizzato e forte. Che andavano contro, con i loro atti vili, al progresso umano contro l'arretratezza mentale, religiosa primitiva, dello sviluppo umano. Questi individui vogliono portare, continuava, i paesi primi nel mondo per libertà, diritti e dignità umana usando la forza, tecnologia militare e soppressione dell'identità della persona..."

"Il classico toro che da del cornuto all'asino, i paesi che giudicano quelli arretrati come lo erano loro prima. E sono andati avanti proprio grazie i non religiosi..." bofonchiò Kianta facendo ridere di gusto Helias.

Il discorso terminò con il Primo ministro che giurava di preservare il governo che lavorava per tutti, proteggere i cittadini sia nella ventina di città colpite e assaltate, sia dove ancora non erano giunti ma avevano visto una fuga in cerca di un luogo sicuro. Le persone che li accudivano, continuò, erano lì per loro al posto del governo, chiedeva quindi per finire collaborazione, rispetto da cittadini quali erano e condivisione tra fratelli.
Alla fine della trasmissione lo schermo divenne nero per poi sparire. La gente iniziò a bisbigliare a gruppetti finchè Helias non fece un passo verso Kianta per dire qualcosa e scoppiò il caso.

"E' il demonio! Vuole entrarci nella testa con questi filmati e rubare la nostra anima"

"Cercano di dividerci dal governo"

"Non guardate, è un lavaggio del cervello come gli americani"

"lo sapevo che era strana, è posseduta"

"Oh, madre di tutti salvaci... prega per noi..."

"Satana, appari perchè Lei ci ha catturati e dati a te. Cosa le darai? Quale premio le hai promesso?"

"Pregate, recitate le sacre invocazioni! Scacciamolo..."

Si levarono urla isteriche, pianti e cantilene disperate e Kianta mostrava chiaramente angoli della bocca in giù per il disgusto. Ogni volta che incrociava gli sguardi di qualcuno le mostravano croci, rosari, santini o facevano loro stessi la croce con le dita. La maledicevano dicendo che Gesà non avrebbe più potuto salvarla, che era perduta.

"Sai Helias...ora capisco perchè l'umanità non va avanta mentalmente. La tecnologia sale i gradini della civilizzazione ma viene usata da schifo dalla marea di gente malata, inclusi questi. Piangono solo perchè sei apparso... senza fare domande o capire come mai ti vedono..."

"Se posso dire madre..." aspettando che lei facesse un cenno del capo in assenso, mentre la baraonda peggiorava "trovo questa situazione interessante, curiosa, ne sono affascinato. per ora sto scorrendo tutti i manuali di psicologia e psichiatria per definire questa situazione, ma posso dirlo...  Una notevole manifestazione di psicosi collettiva scaturita da pregiudizi e indrottinamenti infantili, un fenomeno da studiare."

"Calmati... se tu lo trovi affascinante, io vorrei schiaffeggiarli solo per far scemare questo delirio. E poi la gente si chiede perchè le società fanno schifo. Invece di fermarsi un attimo e porre le giuste domande, tutti lì a pregare. E cè gente che osanna i santi, perchè martiri per qualcosa in cui credevano. E guarda dove siamo arrivati"

"Oh, madre. Il tuo cinismo non sarebbe accettato dal Leader. Lui troverebbe affascinante questa cosa, perchè lo ritiene a un legame viscerale con le paure ancestrali del primordio, del..."

"per favore, non voglio sapere niente di queste menate religiose. Helias!... irrorali!

L'essere inclinò la testa tondeggiante ramificata da un lato, aprì leggeremente la bocca amplificando l'effetto sorriso, l'occhio azzurro o pupilla o quel che era sembrò lampeggiare e poi gli irrigatori antincendio si attivarono alla massima potenza, generando fiotti d'acqua sulle persone che venivano spinte a terra.
Altre urla e lamenti giungero, mentre Kianta sospirava e si controllava un'unghia che sembrava scheggiata, benchè fossero quasi corte e poi diede lo stop ad Helias. La pioggia quasi cessò, terminando dopo che la gente era accasciata al pavimento. Sorpresi, storditi, impauriti, imbevuti fino alle ossa, ma ci erano calmati. Solo dei singhiozzi e qualche imprecazione, ma ora lei poteva parlare.

"Allora... non vi è sembrato come di essere là, nel Mar Morto con Mosè e provare dal vero storie così vecchie che sono raccontante dai babilonesi e messi in certi libri, solo perchè presi da racconti millenari? Di altre popolazioni poi... E scritti poi circa quattrocento anni dopo Cristo, aggiungo..." voltandosi verso Helias e rise.

"Sei pazza! Ci facevi affogare, ci sono bambini..."

"Ma smettila! Non ho mai sentito in nessun paese che per il sistema antincendio morisse qualcuno soffocato dall'acqua. Neanche avessimo alluvionato la zona ospiti con litri di acqua. Almeno però vi siete calmati... siete impazziti voi non appena avete visto Helias, senza fare prima le domande fondamentali. Come... cosa è? Da dove viene? E' pericoloso?... e via dicendo!" accompagnando il discorso con movimenti della testa e le mani "bastava un minuto di silenzio, le domande magiche ed ecco... che si risolveva tutto! Se questo fosse accaduto tanto tempo fa non avremmo avuto il periodo buio o medioevo che, per carità ha portato davvero tante innovezioni e bla bla, ma come per tutto quello che noi abbiamo oggi, creati, studiati e dati a tutti perchè aiutassero la vita di tutti, da persone che se ne fregavano della chiesa e la religione. Così come cè la credenza che tutto debba andare secondo natura come i generi della persona o sessuali, quindi il fatto che io vesta così... peccato solo che, seguendo questo ragionamento nessuno di voi dovrebbe usare medicinali, occhiali, apparecchi uditivi, abiti sintentici, tutti gli oggettini elettronici che vi piacciono tanto e con cui fate vaccate. Tra l'altro..." inclinando la testa.

Iniziarono ad apparire volti arrabbiati, offesi ma lei continuò lesta, perchè non la interrompessero.

"E' facile puntare il dito contro gli altri dicendo che sono o fanno quella cosa contro le regole, la morale... eppure sono loro stessi a vedere certe cose in determinate maniere, ad odiare, ad allontanare senza il dialogo. Dialogo reale, onesto, neutrale, perchè una persona non è leggi bibliche e morale. Quanta gente che si professa giusta e poi è marcia dentro, ma...! "alzando il dito indice verso l'alto, vicino la testa "il punto qui è uno. Vi siete disperati, avete invocato esseri mistici per... un ologramma..." scuotendo la testa sconsolata, mostrando che provava pena per loro.

"Quel demonio cosa sarebbe? Lo vedo, è reale, lo vediamo tutti!"

"Si, come tutti vedono il sole lampeggiare nel cielo in luoghi mistici o credono a cosa dice la chiesa e poi, se si studiano bene le parole dei famosi - veggenti - di due luoghi di culto, le cose erano un tantino diverse. Ma il punto è che state stringendo a voi simboli sacri e pronunciate parole di aiuto per... un programma! Lui è definibile come un programma, un ologramma..." muovendo la mano verso l'essere per affondarci la mano. Chiaramente era intangibile.

"Bugiarda, i demoni vivono nella loro dimensione ma si fanno vedere con i loro poteri. Si sta nutrendo di noi e vuoi sviarci"

Lei alzò le braccia guardando l'essere come a dire - non so più che fare - ma alle continue lamentele lei scosse la testa, si fermò con le mani lungo i fianchi e, con gli occhi chiusi si rilassò. INiziò dopo poco a muovere in maniera poco visibile  il busto a destra, sinistra, poi destra e si sporse in avanti a sinistra come se danzasse. Appena aprì gli occhi, alzate verso l'alto come se fosse concentrata, tutto l'edificio apparve all'improvviso come un campo o collinetta di verde. L'erba crebbe in ogni piano, verde e lucente, sospinta da un vento invisibile e non avvertibile, alternata a fiori di ogni specie e colori che si levavano chiusi e si aprivano a quello che sembrava un sole in un angolo. Alberi da seme nella terra divennero adulti frondosi e ricchi di gemme, ospitando vari animali che si udivano e vedevano fra i rami. Volpi, conigli e alcune specie di uccelli apparivano e scappavano. Il rumore di un ambiente reale si scopriva man mano che aumentava e Kianta sembrava come immersa in qualcosa, lo sguardo distante e poi da dietro un albero apparve... il Sindaco.
Sorpresa si levò tra la gente, che guardava l'uomo inzaccherato sorpreso e quello ben vestito e asciutto al di là del vetro.
Kianta chiuse gli occhi, disse a Helias di continuare lui e li riaprì, puntandoli sui presenti.

"Anche questo vi sembra l'apparizione di un demone? la realtà è che  solo un ologramma come Helias, nulla di più. E' un altro programma che mi permette di far apparire quello che creo nella mia mente, è reale solo l'insieme di 1 e 0 che sta alla base di quello che permette questo..." indicando il luogo verde che ancora era presente, con il sindaco che stava fermo ma chiaramnete si muoveva impercettibilmenete, non era statico, sembrava attendesse qualcosa. "Avete provato una paura e un terrore per la vostra anima inutile e che ha solo creato scompiglio in altri. Ripeto, è come un programma o le app che tanto amate, visto che ormai di computer non ne sa quasi nessuno, considerando anche i costi che lievitano..." si lamentò amareggiata verso Helias.

La gente non diceva nulla, guardava solo intorno quella vista pacifica e lussureggiante, gli animali così reali che sembrava davvero come vederli e sentirli, e l'uomo che sembrava il sindaco come vivo. Alcuni cercavano di toccare qualcosa ma, ocme per Kianta prima, le loro dita attraversavano l'illusione, senza però deformarsi o altro. Sembrava tutto reale, vero, anche quando cercavano di toccare, le mani venivano come - tagliate - dalla figura che volevano percepire con il tocco, si capiva che era finzione ma era fatta così bene da confondere chiunque.

"Uff... ora che siete tutti calmi, posso dirvi cosa..."

"Perchè quello sembra un demone, allora?"

"io non sono un demone, sono un Crell, una sorta di IA autoespandente per ogni conoscenza che apprendo, sono senziente e logico, curioso e autogestente. Io..."

"Quello che vedete come fisico" intervenne Kianta guardando gli ospiti in faccia, perchè sapeva che Helias per come era avrebbe continuate per un'ora "è solo il suo - corpo - olografico, che ho creato come per gli altri. La testa è presa da un Domestic Pig o piglet cucciolo. Sono rimasta affascinata dallo strano teschio dopo una macellazione, sempre  umana e senza sofferenza..." rimproverando con lo sguardo chi sapeva avrebbe frainteso "e l'ho usato come modello per Helias. Lui è il Crell che all'inizio doveva occuparsi dell'interazione con noi per aspetti oltre il fisico, come lo definisce il nostro Leader, l'Extranormal ma, intergendo e interrogandolo varie volte anche per questioni comuni, è divenuto un Personae, un Crell generale e autonomo che interagisce con tutti, rimanendo comunque legato e interessato alle questioni dell'- oltre fisico -. Il maiale è l'animale ritenuto più vicino a noi dopo la scimmia, ecco perchè vedendo il suo teschio, ho deciso di usare quel porcellino come ispirazione. Tutto qui. La sua testa è ramificata proprio come un albero che dalla terra si protende verso il cielo, a richiamare proprio il legame con il fisico e piano astrale o l'oltre fisico. Adesso siete più tranquilli?"

La gente si guardò perplessa, quando Kianta chiese ad Helias di fermare la visualizazzione tenuta attiva, questi fece scomparire tutto.

"Sarebbe lungo spiegare cosa ho fatto, ma anche questo era un programma, puro e semplice. Dei micropriettori ricreano come i pixel di uno schermo, l'immagine in totale, risultando come... se vedeste un film. Solo che non è piatto. NOn cè nulla di demoniaco, quindi ora ascoltatemi. Perchè sono già stanca! Il vostro Sindaco tra poco ci lascerà, quindi spero davvero che possiate salutarlo nel modo opportuno..."

"Dove lo portate?"

"Lo state punendo?"

"Calma signori, calma. Non ho detto che lo spostiamo e, mi rincresce per le punizioni, ma se le persone non sono civili ed educate e sono un fastidio o problema per gli altri, ho il diritto di prendere provvedimenti. Qui il punto però è che il Sindaco è in attesa di suoi... cari amici, per andare in un luogo da cui collegarsi con il governo. Mentre voi resterete qui"

Confusione si materializzò nelle loro facce. Il Sindaco si alterò e, voltatosi verso gli altri, chiese loro di non credere alle parole sciocche di una ragazzina. 

"Davvero? Le mie parole sono sciocche? Helias, cosè che dicevano ai loro amici? Fammi ricordere, ho una memoria così labile..."  mostrando presa in giro verso il Sindaco.

Helias aprì la bocca, gli occhi lamperaggiarono e, come per il messaggio del ministro, si materializzò un video che mostrava la zona relax esterna. Due dei leccapiedi del sindaco stavano parlando tra loro ma, zoomando e ascoltando bene, si notava un cosa interessante. Uno nascondeva un mini telefono da carcerati in mano, fingeva di mangiare qualcosa mentre l'altro interagiva con l'orecchio vicino cercando di far credere che parlasse con l'altro. Ma l'audio era chiaro, come fosse vicino, e si comprendeva meglio la situazione.
Discutevano con qualcuno al mini telefono e dicevano chiaramente che il Sindaco doveva uscire, a chiunque fosse, per portarlo in un luogo decente. Gli altri non aveva importanza, loro e il Sindaco però necessitavano del loro aiuto perchè vivevano in maniera incivile e si non poteva espletare le sue funzioni politiche e associative.
Terminato il video, lo schermo fittizio scomparve e la gente guardava senza capire l'uomo, che la fissava malamente.

"Se non avete compreso, i loro amici  a cui chiedevano aiuto per andare chissl dove a fare chissà cosa, sono quei simpatici u omini  riuniti in  una associazione criminosa segreta, a carattere iniziatico, retta dalla legge dell’omertà e regolata da complessi riti che richiamano le compagnie d’arme dei signori feudali, 
strette da legami familiari e percorsi iniziatici peculiari che ciascun appartenente, detto affiliato , è tenuto a rispettare. Spero abbiate capito... il nocciolo della questione è che sta preparando le valigie e leccapiedi per svignarsela e andare da qualche parte a fare la bella vita e rompere le scatole allo stato, per gli scopi cari a quell'organizzaizone,  abbandondovi in qualunque cosa siate finiti. Anche se, per vostra fortuna, è il vostro stesso governo che ci ha designati vostri protettori mentre, il carissimo Sindaco, sfrutta la sua posizione e i suoi amici per svincolare il sistema e fare quel che vuole. E andarvi contro, aggiungo. Se credevate davvero che le telefonate esterne fossero bloccate e pensavate, stupidamente, che non sapessimo nulla.. "alzando le spalle con il sorriso tirato "QUindi, signori, salutiamo il Sindaco. E' già pronta per lui la macchina che lo condurrà al luogo dell'appuntamento, abbiamo anche quello, così chei suoi amici possano - salvarlo -. E per inciso... caro, sindaco... " portandosi l'indice della mano destra sulle labbra come se pensasse, guardando altrove "abbiamo già provveduto a mandare tutte le informazioni al governo, Lei sarà seguito di nascosto nel viaggio con i suoi amici ma non posso dirle come. Così come se accade, per qualche malaugurata situazione, che lei possa... avvisare i suoi amici che impauriti scappano lasciandola sul posto, giungerà una punizione. E non scherzo, sopratutto per i suoi concittadini presi in giro e perchè odio tutti i tipi di organizzazione nel mondo che danneggiano e agiscono per ideali del cavolo. QUIndi si faccia furbo, scenda dall'auto e vada via con loro. In quel caso a nome nostro e del governo, ne uscirà pulito o... risulterà che Lei è stato costretto in qualche modo a farne parte. Ma se così non fosse e dovessero scoprire in qualunque momento il gioco, cambiando i piani, o ce ne accorgiamo, i miei uomini appostati in luoghi specifici hanno precise regole di comportamento. Non faccia stupidaggini..."

Il Sindaco strinse la mascella, serrò i pugni e sgomitò i suoi uomini, salendo al piano superiore. Gli scagnozzi la fissarono come se volessero ucciderla, ma lei sorrise come un'innocente, per vederli poi correre dal loro capo per preparare loro, e non lui che stava solo seduto sul letto, le valigie. La gente mormorava piano ma si comprendeva una rabbia crescente, e Kianta intervenne.

"Signori, tutti! Mentre il Sindaco provvede a preparare i bagagli, voglio chiedervi di mostrarvi Voi dei Signori, porgendo un saluto per il suo viaggio nei modi più civili possibili. Ha fatto molto per voi e lo... farà anche dopo. Forse... Signor Sindaco, avete massimo mezz'ora, non di più..."

DOpo cinque minuti il Sindaco scese, furente e col mento alzato al massimo, seguito dagli uomini a lui fedeli, quattro compreso l'autista personale però pagato dalle casse del comune, e le valigie. Sia dal piano superiore che fino alla porta, dovette procedere come in una passarella creata da due ali di persone, che in silenzio lo fissavano con sguardo omicida. Si levarono alcune parole negative, augurio di finire male, ma niente altro. Dinnanzi alla porta fissò Kianta così profondamente che i suoi uomini temettero potesse lui, o qualcuno dei suoi, fare qualcosa e serrarono i ranghi vicino, più vicino, ma lei era calma, pacata, quasi giocosa con il sorriso.
Lo videro sfilare ancora fino all'esterno, rigido e sguardo in avanti, mentre gli uomini che tiravano le valigie si fermavano con la scusa di prendere meglio le maniglie per fissarla selvaggiamente d'odio, come se le augurassero qualcosa in futuro.

"Signori... i vostri mini telefoni funzioneranno tra qualche metro, ma se fossi in voi non li userei perchè siamo intorno a voi e possiamo friggerli in un attimo. Ma in quel caso se dovessero telefonarvi accorgendosi che sono inattivi, comrpenderebbero qualcosa. Quindi lasciateli funzionanti, ma non chiamate nessuno e non avvisate nessuno. Nessuna parola in codice ne altro o interveniamo e voi... sparirete! E sapete che siano seri come i vostri amici su certe cose. Buon viaggio..." vedendoli poi scomparire oltre la luce esterna.

In quel momento però entrò un soldato che raggiunse di corsa Kianta, arma abbassata e vestito tutto di nero.

"Comandante, è arriva una persona con tutte le autorizzazioni del Leader. Dice di voler parlare con voi, si è presentata come Sorella Rhona. Quali sono i suoi ordini? Per il momento è ospitata alla Squadrella."

Kianta chiuse gli occhi di rabbia, strinse forte le labbra formando una linea, si grattò il braccio destro poco sotto la spalla e vagò un momento per l'ambiente. Sospirò forte e disse all'uomo di darle il Benvenuto e lasciarla là, che sarebbe andata subito. Dopo il saluto, l'uomo uscì veloce per eseguire, lasciandola ferma nei suoi pensieri.

"Cari ospiti. Le cose tra noi sono iniziate con il piede sbaglio e non per colpa nostra. Vorrei quindi, dopo avervi mostrato chi davvero era contro di voi e non vi supportava realmente, sistema rele cose. Ma..." camminando con in cerchio davanti la zona ospiti, continuando "Vi chiedo solo la pazienza e gentilezza di venire incontro a noi che, seppur militari, vi abbiamo trattati come al Ceaser's Palace. Non potete dire di no! Inoltre come avete appreso dalle parole del primo ministro, sono solo una manciata di giorni. POchi. Sarete trasferiti in un luogo sicuro gestito dal governo. Non siete prigionieri, non siete in mani nemiche, è un'attesa in ore, non settimane. QUindi se avete richieste o qualche bisogno in particolare fattibile, siamo a completa disposizione. Ma comprendete anche che questa è un'istallazione temporanea, eretta per ospitarvi e siamo sotto contratto con il primo ministro per la vostra sicurezza. Dovevano impegnare tutte le loro risorse per fermare o trovare ogni cellula, e per ora ne hanno contate cento, che hanno colpito varie città gli stessi giorni. Avete avuto coprifuoco e controlli militari per le strade ma continuano a colpire e vogliono agire. Queste minacce sono peggiori di quelle che abbiamo sentito negli anni in altri paesi, perchè non si tratta di un colpo solo di avvertimento, reclamato da questa organizzazione religioso-militare che si reputa dello Stato, a noi ben conosciuto che si è alleato con certi paesi per fermare l'America e la Russia. Il problema è che, sembra brutto da dire ma questo è anche peggio, si scontrano in altri paesi come il nostro. NOn è chiaro se questo atto è appositamente studiato per farvi entrare in guerra o meno, ma invece di un colpo solo ne organizzano più di uno alla volta. Voi ne avute avuto alcuni esempi, a colpire sono stati anche occidentali che hanno cambiato bandiera per simpatizzare con questa gente, senza capire che non è assolutamente una cosa positiva combattere al loro fianco contro il loro stesso paese, o altri nostri alleati. Perchè i buoni rapporti ci portano ad essere alleati. Contro voi,  le vostre case, famiglie, amici. Favorite tutto quello che stanno facendo perchè vi dividete tra voi. Quindi, cari ospiti, uniamoci contro quegli individui, contro tutti coloro che vi vedono come nemici da eliminare e non persone. Che vogliono togliervi tutto perchè credono che la loro religione è giusta. Contro tutto ciò che lede la dignità e la persona. Aiutateci. Grazie..."
Alcuni fecero cenni lievi di assenso, altri mormorarono qualcosa, altri rimasero in silenzio ma nessuno per fortuna inveì o la accuso di qualcosa. Così ne approfittò per chiedere a un Gestore di parlare con tutti uno ad uno per aiutarli ove possibile e dargli le ore di aria.


Poi si recò alla Consolle,  dove un uomo la attendeva con una valigia argentata in mano. Kianta la aprì e portò alla luce una sorta di cilindro in metallo scuro a diversi livelli circolari in rilievo scuri e più rientrati trasparenti, con dei codici stampati sulla parte tondeggiante in alto, con la scritta in chiaro Crell. Lo inserì  finoad un certo punto in un apposito alloggiamento nella Consolle e dopo varie immagini in un plasma, di caricamento, e quel che fuoriusciva del cilindro brillava di azzurro, mostravano che era pronto. A quel punto Kianta pronunciò "Sterling" e come per Helias, si materializzò qualcosa.

Un uomo. Pelle olivastra, aspetto mediterraneo da mascalzone, sopracciglia che andavano ispessendosi verso le tempie e nerissime come i capelli, uno dei contributi per quel viso, mostrandosi pienamente sopra gli occhi grigi.  Mascella regolare con un mento lievemente sfuggente, dando un viso allungato ma di bell'aspetto. Capelli tagliati alla maschietta lunghi fino a metà per orecchio, con il ciuffo più grande e lungo  verso la sua destra che taglia la fronte perdendo qualche ciocca sfuggente. Lisci e e leggermente scompigliati. Bocca spessa e piena e naso sottile e piccolo.
Un vestito Blu Scuro. Indossava giacca con due bottoni sulla pancia, taglio squadrato e non classico, taschino, panciotto lavanda che si intravede sotto la giacca di qualche centimetro seguendo la forma della giacca, pantaloni classici senza pieghe, camicia bianco perla, doppio polsino con gemelli; colletto diplomatico senza bottoni. Scarpe nere stile Oxford  No Brogue con tomaia decorata e di alta qualità in pelle di vitello.

"Sterling, attiva tutti i tuoi processi, ottieni da Helias tutti i privilegi per l'amministrazione della Torre e resta in MOnitoraggio"

"Come desideri, Madre. Prenderò io in carica l'amministrazione della Torre" rispose gentilmente e servilmente, inchinandosi e rialzandosi, sorridendo.

"Helias, torna in modalità Personae e resta disponibile. Accreditati i privilegi di sorveglianza delle telecamere e registra quel che faccio finchè non ti dico di terminare"

"Certo..." apparendo dietro di lei.

"Signori..." continuò lei, scendendo le scale e parlando con gli uomini di guardia nell'edificio "vado per un impegno importante. Il mio secondo è Jd, ma per qualsiasi cosa per primo chiedete a Sterling quel che vi serve o volete sapere. Sarà lui nel caso ad aiutarvi se possibile o comunicherà con Jd, che sarà subito qui. Tornerò presto...".

Tutti fecero il saluto, rimettendosi in posizione mentre lei lasciava l'edificio.

"Madre, perdona un mio parere..." disse Helias attraverso il phonevolet come faceva sempre quando era all'esterno, restando collegato e sorvegliando con ogni apparecchio presente "Sei sicura di aver fatto bene con il SIndaco? Non ci saranno ripercussioni? NOn temi che quella gente, i suoi amici, possa crearci problemi, sapendo dove siamo?"

"Chi ha detto che sanno dove siamo. SOno venuti con un Cellar blindato e oscurato dall'interno e adesso è stato..." continuando a camminare per il Campo verso la Squadrella, la prima zona vicino l'ingresso come un contenimento sigillato. Una costruzione ideata apposta per chi giungeva e deve essere controllato o chiedeva un incontro e non si voleva far vedere il Campo. L'aspetto era a L con l'ingresso nella parte lunga, un ambiente con frigo e il necessario per qualcosa di veloce da offrire e una porta, che conduceva alla parte piccola della L, senza finestre e più blindata, che somigliava a una stanza interrogatori classica con delle sedie diverse in base a chi vi è ospitato.  Fece una pausa osservando gli uomini intorno nei vari compiti che stavano svolgendo "...diciamo scortato con un'auto apposita oscurata all'interno. Bloccato, quindi non apribile dall'interno e con un divisore corazzato per l'autista. Tutto ok, quindi. Rilassati. Se hai visto abbiamo centinaia di uomini di guardia o in giro per questo o quell'incarico, che comunque controllano sempre intorno. Le telecamere di vario tipo permettono ai Controllori di osservare ogni cosa nell'ufficio che occupano, e ci sei tu come Sterling. Inoltre noi dobbiamo aver paura di un'organizzazione di un Paese che il massimo che sa fare è far esplodere macchine, picchiare la gente perchè li paghi e occupare altri paesi portando la loro malsana mentalità anche là? Io non ho paura, per niente..."

Intravide Gask ridere con alcuni uomini vicino i furgoni blindati, i Cellar. Se ricordava doveva trattarsi del gruppo che doveva ritirare dall'AerOl gli approvigionamenti e cosa inviavano dallo Chateau, che atterrava sul lungomare. Bottiglie in mano, sghignazzi, pacche sulle spalle e adavano a parlare e fare casino anche per ore. Poi lui si alzò da dove era poggiato, prese una sacca accasciata a terra e se la mise in spalla, salutando. Mentre proseguiva per uno degli edifici la notò e e fece dei gesti con le mani camminando, il linguaggio dei segni. Lo vide voltarsi circospetto per quello che faceva, controllando se qualcuno se ne fosse accorto, ma lei rispose con un cenno negativo della testa. La vide irata, la guardò dubbioso ma lei scosse di nuovo la testa, gli fece un gesto con le mani e proseguiì verso la Squadrella, mentre lui camminava tranquillo all'apparenza ma perplesso dentro,  verso un'altra parte.
Raggiunse l'edificio ed entrò, dirigendosi subito verso la zona di contenimento.

"madre, resterò in modalità passiva. Per qualunque cosa sono in ascolto"

"Ok, ti dirò io quando ritirarti"

Attivò il pannello d'entrata e dopo essersi avvicinata con la testa, la partò scattò e il complicato meccanismo a ganasce iniziò a rilasciarle una  ad una finchè non si aprì in due ante scorrevoli sparirono nell'intellaiatura, o meglio dentro gli spessi e robusti muri in ferro. All'interno di era una donna, abbigliata in nero con un abito largo a due pezzi. Una gonna lunga a campana e una sorta di giacca che giungeva massimo sopra i fianchi. Alcuni decori leggeri in grigio chiaro sui bordi. La testa era coperta da una sorta di turbante che formava come una decorazione sul lato destro, ma le frange cadevano sulla spalla sinistra. Quella decorazione sembrava una treccia larga con una sorta di S più visibile grande che partiva dal centro della testa nell'intreccio e cadeva sotto l'orecchio. Inoltre il foulard rispetto l'abito aveva varie strisce nere e grigie e, per come era indossato, sembravano dei capelli bianchi con strisce nere e grigie. Almeno ad un'occhiata lontana.
Sul turbante portava come delle collane con vari ciondoli danzanti a ogni movimento e sopra il collo alla asiatica dell'abito vi era una collana larga e articolata con pietre, come un pettorale egizio ma tutto fiori e viticci.

"Sorella... che piacere" proruppe la donna severamente. Era già in piedi, dritta come un fuso, osservando le pareti con dei quadri senza vetro. La fissò rigida e composta, quasi aggraziata anche per il suo aspetto, filiforme  e minuto, come il viso, dei tratti arrotondati e gentili.

Kianta guardò l'altra con disappunto, mostrando irritazione apertamente. Fece qualche passo dentro la stanza così che la porta si chiedesse e osservò che la sedia che le avevano dato per sedersi era quella normale, non come le altre che avevano lievi difetti impercettibili, non visibili da chi non sapeva, che rendevano ogni posizione fastidiosa, peggiorando con il tempo, aumentando il disagio di chi vi si sedeva così che parlasse. Anche l'ambiente era studiato, con quadri che mostravano disegni di roshak camufatti da arte astratta e moderna.

"Sorella Rhona...Colei che invita! Qual vento ti porta qui invece di intortare qualcuno che interessa a Dorde o Milan?"

Kianta restò in piedi anche lei, visto che, anche avvicinandosi alla sedia la donna era rimasta ferma più indietro, stringendosi le mani davanti il ventre.

"Sorella Diandra, Colei che insegna. Purtroppo chi insegna qualsiasi cosa nel mondo è anche una persona... piccata, redarguente, ammonente... che vede un velo ostile su chiunque. E tu non fai eccezione. Presumi che io sia qui per qualcosa di negativo..:"

"E cosa posso pensare di una Figlia o Musa che fa visita a qualcuno. Essendo una di voi so bene che il vostro compito è sia di consigliare e indirizzare, sia di agire perchè le cose vadano... secondo le vostre previsioni. Vi celate dietro le vostre abilità chiamate doni, ma in reatà non fare niente di diverso di un Esecutore. Eppure siete amate, ammirate, considerate come altri fanno per sacerdoti di altre religioni. E non sono d'accordo. Una cosa è ringraziare la Terra credendo in due forze generatrici  e che si lega con la scienza, ma siete andati tutti oltre. L'idea della Figlie per me è troppo! Inoltre siete tutte riccamente abbigliate con sete, stoffe pregiate e gioielli. Vantate abilità che usate con le carte o cristalli o altri giochini da prestigiatore e siete immischiate in ogni cosa vi sembra del vostro incarico. E Milan e Dorde vi lasciano fare. Ciò è sbagliatissimo perchè finchè si tratta di persone che mantengono conoscenza e prepararo le feste è un conto. Spacciarsi per portatori di parola del Padre e la Madre, che per me non sono altro che raffigurazione di una cosa naturale, come foste sacerdoti e simili è da vergogna. Si sta tornando al medievo? Il Segno dell'Uccello è davvero necessario? "

"Cosa trovi di negativo in noi? Vuoi forse dire che siamo come le fattucchiere che prendevano in giro le persone? Ci reputi tali? Anzi, ti reputi tale? Sei una di noi..."

"E' stato Milan su suggerimento di Dorde a farlo, non per mia volontà come per voi. Siete voi che vi siete presentate a loro dicendo che avevate dei Doni, che eravate sensitive, spitiche e altre cavolate e, convinti delle vostre prove, vi hanno scelte come testimoni dei doni del Padre. Ossia di abilità naturali. Posso capire fino ad un certo punto, Sorella Rhona, che qualcuno nasce con qualcosa, ma portarlo in adorazione come facevano e faranno ancora in India con le Dee bambine, è da problematici qui" battendosi un dito su una tempia.

"Tu stai offendendo proprio i Doni del Padre. Noi prediciamo, noi vediamo nel futuro o leggiamo la verità che il Padre ci invia, anche chiamando i cari vicini e spiriti di Luce. Non siamo truffatrici. Anche tu stessa sei testimone di qualcosa, ecco perchè sei tra noi. Hai o non hai visto dei morti?"

"NO! POsso anche aver visto dei piedi... erano dei cavolo di piedi, accidenti. E non è detto che davvero veda cose" sbattendo le mani sul tavolo prensente in mezzo alla stanza, urlando "vi basate troppo su misticismo e soprannaturale. E' sbagliato o si ritorna al medievo per davvero"

"Mh" mormorò la donna osservandola "posso capire che non approvi nulla di queste cose perchè richiamano un retaggio culturale dal quale provieni, ma..."

"Ah!" sclamò rabbiosamente Kianta, alzando gli occhi dal tavolo, furenti e una linea per bocca "vedo che Milan parla troppo, veramente troppo su cose che non vi interessano e che non dovrebbe dire a nessuno. Non me ne frega un cavolo delle tecniche popolari primitive che usavano o che alcuni membri della mia famiglia dicessero o sapessero cose che potevano apparire predizioni. Capirai, sul tempo o una sensazione. Io e tutti quanti le abbiamo. Usare olio o uova per cacciare le negatività? Avrei voluto tirare i piatti che usavano per queste medievalate in testa a tutti. o il fatto che non potevo dormire con i piedi verso la finestra come desideravo, perchè è così che si mettono i morti... quante cazzate, cazzate, CAZZATE! TUTTI DITE CAZZATE invece di studiare il mondo intorno a noi con occhi non totalmente scientifici, ma magari mezzo. Almeno quello. E invece no, predizioni! Ma andate..."

"Sorella,  mi rincresce molto che tu sia adirata per certe cose che le persone fanno, perchè è così che si fa, l'altra volta hai detto così. Hai detto tu stessa che molte cose del passato sono efficaci e buone come quelle..."

"QUello che volevo dire è che molte cose anticamente andavano bene per quel livello culturale e scientifico e che, avendo la gente fatto comunque esperimenti e osservazioni, era buone. Come sappiamo quali funghi sono mangerecci? Perchè la gente li provava e crepava. Ecco! Quali erbe ancora oggi usiamo come elisir e liquoiri medicali? Perchè la gente li provava e sapeva, eppure era arrivata la religione e le persone che ne sapevano più dei medici, con le mani legate dalla chiesa che accettava salassi e pietre sminuzzate che facevano male che bene, e sono diventati diavoli. E quelle cose sono arrivate a noi è per la gente che voelva conoscere e aiutare, ma vallo a spiegare ai preti. Si è arrivati al punto che molti uomini seguono più voi per sapere di salute e metodi per sistemare tante cose, che ai nostri medici che sono i MI, GLIO, RI! La gente se gli diamo figure come le vostre, scappa da voi! Perchè crede che alleviate anche l'animo quando date semplicemente speranze contro la sicurezza di qualcosa è che conprovato e addirittura usavano prima. ma no, ci siete voi che con qualche foglia di te o fondo di caffè predicete il futuro, avete visioni, vedete nei cristalli qualcosa o li usate per curarli. FOLLI!"

"Non era nostra intenzione sostituirci a medici o scienziati, eppure noi non prendiamo in giro. Abbiamo dei doni, come tu che sei riuscita a vedere una persona deceduta notando un particolare. La parte finale delle gambe. QUindi scarpe e pantaloni dal ginocchio in giù. E magari ne hai visti tanti ma non hai capito la differenza perchè dal racconto di MIlan ho capito che per te era vedere... me, adesso. Nitido, hai scambiato quelle gambe per il tutor che controllava il lavoro vicino a te. Ma non cèra nessuno vicino, erano tutti dall'altra parte della stanza a discutere di qualcosa, e tu eri la sola al pc vicino la porta, nell'angono opposto. Eppure per te era chiaro come quel che vedi adesso. Quindi di cosa parliamo? Sei tu che non lo accetti. Noi abbiamo ricevuto dalla Madre la vita e dal Padre dei doni. Ci sono tuoi uomini che sanno lavorare il ferro, altri ingredienti di cucina, altri ingredienti di chimica e via dicendo. Tu hai sostenuto il loro lavoro e gli permetti di esprimere creatività e capacità di migliorarsi. Hai pensato alla Raccolta e procedi ogni settimana, dando loro modo di scoprire chi e cosa sono. E cosa hanno ricevuto dal Padre, e tu stessi agisci come noi. No, Milan mi rimprovererebbe. Afferma che tu sia la Prima Figlia o Musa da lui scelta e a parte il nome rispetto a noi, che lo hai voluto tu, ti ha dato il Dono che ti riflette. Ma lascia a me il mio. Il sono Colei che Invita, che sussurra quel è meglio, che porge la mano per condurre dove serve. Io traghetto, io accompagno, io incontro per conoscere noi e quel che è giusto. E le nostre sorelle hanno accettato questo nostro incontro, anche se sono adirate. Si sentono tradite da una di noi, poichè MIlan ci ha detto al Cerchio che tu abbandoni la posizione. Colei che invoca, Luned voleva un incontro da noi tutte. Colei che appassiona, India, sente che in te non cè più  cosa ti animava. Colei che crea,  Asseda, cè tristezza perchè non hai più aiutato a dipingere il Mondo Nuovo.  Colei che cela, Comagia, voleva far qualcosa contro di te insieme a nostra sorella, Ressona, colei che punisce. E infine colei che mente, Corentin, vuole risolvere noi la cosa e nascondere il tuo abbandono totale agli occhi del Leader e Dorde. Ma per noi queste ultime due soluzioni sono categoricamente bocciate. Se ci avvaliamo delle Sorelle del mentire e del punire è per casi estremi contro l'umanità. Mentre tu sei la favorita di entrambi, preziosa e importante per tutti. Meriti rispetto e..."

"Oh, fatemi capire. QUindi sarei stata zittita una volta per tutte da voi? Si è arrivati a questo? Siete peggio degli esecutori e Milan e Dorde ve lo hanno permesso?"

"Non adirarti, non siamo assassine. Tu stessa non uccidi certe persone, ma dai loro una fine peggiore dell'abbraccio della Madre per il ritorno a casa, nel mondo spirituale. Le altre sorelle hanno paura di cosa potresti fare ora che la tua parte di te dell'essere sta venendo fuori. Stai riacquistando quello che hai perduto con le Scans e questo ci fa paura. Perchè cè una porta che tu non devi aprire, che Milan teme e anche noi. Tu sei un fastidio per certi versi, Diandra, perchè sei imprevedibile, agisci e pensi in modi diversi da quelli che crediamo che faresti tu, come Kianta. Dorde è teso e Milan ti teme. E noi come Figlie abbiamo dei compiti da svolgere, ma se apri quella porta trovando la chiave, molte cose finiranno"

"Ma di che diavolo parli, siete voi che rovinate tutto il lavoro svolto. Inoltre mia cara sorella, io non ho mai incontrato Dorde, come voi stesse. Non so che faccia abbia, che voce ha, niente. Parlate con lui per telefono, vero? Infatti è per Milan che ho accetto questa.. pagliacciata. Perchè è tale. L'idea che la gente abbia bisogno di rassicurazioni e speranze che poi non sono realistiche o vere, è profondamente triste e denigrante. La società da in mano alle famiglie la vita e la mente delle generazioni future ma non sempre, anzi quasi possiamo dire solo una percentuale è davvero definibile come la scelta giusta per crescere nuovi uomini. Ma la maggiorparte vuoi per religione, vuoi per problemi loro, vuoi per tante cose nascoste dietro le tradizioni, le cose si fanno così, la nostra vita va data a dio e i genitori, e dobbiamo fare tutto quello che secondo loro è giusto... anche a discapito di noi stessi. La società è sbagliata e gestita da persone troppo legate a cose personali,e che vogliono facciano e credano tutti, che il giusto per ogni persona al mondo. Noi dobbiamo cambiare quella società, o meglio quelle società in una  a misura per tutti, perchè con piccole accortezze è possibile. Non inbrigliare la gente con la scusa dell'amore famigliare, degli che devono avere, del fatto che se sei nato in un posto devi essere quello che gli altri credono sia giusto. Come il Re leone. Bel film ma un pessimo esempio per questo. No, Simba, Tu non puoi vivere come vuoi perchè sei nato Re e devi essere Re. Non esiste altro, è il tuo destino. Begli insegnamenti..."

"Sei troppo rigida, sorella. E troppo piena di rabbia. Noi..."

"Non osare dirmi che sono rigida o altre stronzate. Stiamo diventando come una setta religiosa o pseudo tale sporcando tutto il lavoro fatto finora. Perchè dovete usare la ruota dell'anno per riportare nella realtà un concetto che dovrebbe onorare la natura. Celebrazioni e festeggiamenti che un tempo erano sentiti e fatti da noi, adesso sono aperti a tutti quelli che Milan convince, e ora pagliacci vestiti come preti fanno casino in qualcosa di serio. Perchè? Perchè usare i cromlech rituali per cose fuori logica? Perchè Milan ha iniziato ad usare la religione naturale per attirare finanziatori e non solo, rovinando qualcosa di..."

"Le persone hanno bisogno di speranza. Se ben sai le vecchie religione sono nate da persone che onoravano così tanto coloro che volevano cambire le cose o far conoscere la religione in cui credevano in modo diverso, da generarne una nuova a loro ispirata. Per portarla in altri paesi e soppiantare quelle esistenti, si creò il culto della Madre di Dio prendendo in prestito le effigi di Iside, con il figlio secondo la storia di questa Dea egizia ed ecco che tutto prese maggior piede la madonna. Le altre religioni sono state e sono tutt'ora sanguinarie e pericolose per i suoi estremisti e pazzi, che credono di parlare e agire per Dio. Un Dio non naturale, ultraterreno a tal punto da essere messo su un monte come l'Olimpo o un posto nei cieli così in alto che si può raggiungere solo morendo. Quasi come fosse un individuo di un'altra galassia ed ecco che diventa alieno. Le società plasmano dei e santi a loro piacimento per i propri scopi..."

"Si lo so bene. COme le tremila madonne diverse che fanno tremila cose diverse, come se in realtà fossero tremila dee diverse. Guarda caso a santi e madonne hanno dato poteri e capacità al pari di Dio ma non lo capiscono. O come l'idea secondo molti che è giusto e corretto accettare che un Dio invisibile per tutti e con l'umore variabile come nel loro Libro, ci usi come il gioco The Sims per il proprio diletto, ci indichi cosa siamo e dove andare e noi ad ubbidire a tutto. Anche se siamo infelici, soffriamo, sopportiamo quello che fanno altri come fossiamo niente, perchè Lui vuole così. E' una cosa vergognosa e miliardi di persone prima di noi hanno sofferto da cani per i dettami delle religioni. O come attualmente dagli anni '70 alcuni paesi arabi sono passati ad essere al livello nostro a peggio del medioevo. E io non posso tollerarlo. E' per questo che ho accettato l'idea che la Natura possa essere associata a divinità, però sempre legate ad essa, mai qualcosa di lontano da noi. La religione celtica o antica la accetto ma non quello che state facendo. State diventando come i preti e sacerdoti che aborro e vorrei veder spariti. Persone vuote e incapaci neanche di capire chi sono, che agiscono da pazzi seguendo un libro di millenni che parla di regole e vite così vecchia da essere vergognose, eppure per loro è sacro. Quello che cè scritto lo hai mai letto? Io si, ecco perchè da piccola ho iniziato a non volerci avere niente a che fare. Miliardi di persone uccise da Dio solo perchè non erano le pedine che voleva vedere, perchè come dice il libro sono - i nemici di dio -. Ma se Dio li ha creati che nemici sarebbero? Solo perchè non accettano i dettami sacri? Addirittura per fermare cose ritenute abominevoli si fanno cose altrettanto abominevoli, che però sono considerate giuste. O Come una volta una conversazione con certe persone, dove consderavano i santi perchè si erano sacrificati per qualcosa in cui credevano, come fece l'uomo a cui si ispiravano e io non potevo credere alle mie orecchie. Lodare e ricordare persone che sono morte perchè credevano in un Dio invece che ad altro, creando casini all'umanità. Lo capisci? Considerare santi soggetti che muoiono per qualcosa X invece di qualcuno che ha fatto qualcosa per altri perchè ama gli altri. Quante persone nella storia dell'uomo meritavano un ricordo migliore e sono finiti come macchiette e santi che molti erano solo inventati con ossa di pollo, o altri animali, adorati e venerati con lacrime con poteri divini. Odiare e uccidere in modi atroci altri per una religone. COme Ipazia, che voleva proteggere la conoscenza che invece i cristiani hanno estirpato e modificato, perchè si adattasse a loro libro ottuso. Libro scritto quattrocento anni dopo l'uomo che predicava... quanto cè di vero in quelle storie? Oh ,ma lui è morto per noi, il suo sangue lava tutti i peccati solo che secondo loro chi nasce è già un peccatore. E allora la storia dell'abate Saunière, che si imbatté in una serie di reperti a Rennes, che dicono il contrario? Che il famoso figlio di dio non morì ma... capisci che significa? Un prete che appena fa una scoperta cambia le sue convinzioni e crea edifici rivelatori in quel modo, se non fosse vero? CHe gente vuota dentro si è fatta ammazzare in modi altroci e ha portato a guerre e dolore per secoli, per ninete. Gente che ha sofferto tutta la vita per regole che gli altri gli imponevano oppure era feccia. Se l'abate ha cercato davvero di avvisare la gente insieme alla sua perpetua, fino alla loro morte, sai cosa significa? Che io avevo ragione e non quelle persone, che mi fecero rabbrividere nel vedere come si infervoravano per gente che si è immolata per qualcosa di invisibile e non verificato, rispetto alla natura e al mondo che ci ospita e ci fa vivere. persone anche che credono, seguono e latinano preghiere e rosari e poi non conoscono la chiesa e il Libro, eppure si dicono fedeli a quella religione. Che senso ha se credi in un Dio, che dice secondo certuni certe cose, e poinon te ne frega di cosa cè scritto. Preghi solo perchè temi il dopo. Non stai pregando un Dio che pensa una cosa, ma tu ti allontani dal libro? E che fedele sei? E' un controsenso perchè a quel punto cosa o chi stai pregando? Come l'idea che una donna che allatta e schifoso da vedere e deve velarsi, perchè visione impura, ma tengono quadri con la Madonna con i seni di fuori per allattare. Lì va bene! E tante, tante cose assurde...  QUante donne sopratuttto sono morte nella sofferenza e nelle catene messe da altre..." svuotendo la testa amaramente.

"Sorella, comprendo..."

"No, tu non comprendi." voltandole le spalle "Tu sei venuta qui per farmi cambiare idea o sbaglio? Non stai facendo la stessa cosa? E Milan lo accetta? State sporcando quello che è in verità un sentimento di ringraziamento e rispetto per ciò che ci circonda e ci ha creato. Un pò romanzata ma comprensibile e accettabile, ma sta degenerando da quando è finita in mano vostra. Quando eravamo solo io e Milan a gestire tutto, era qualcosa di bello per tutti, adesso è peggio di un baccanale.  E io me ne vado fuori, trovatevi un'altra - colei che insegna -. Non mi cercate più per idiozie. E non tentate di farmi fuori, voi siete niente perchè senza chi vi ascolta non sareste niente. Non siete me e non lo sarete mai..."

La lasciò sola facendo scattare la serratura di nuovo alle sue spalle. Camminò lentamente per il corridoio respirando profondamnete, cercando di calmarsi ma non riusciva. Le cose stavano sfuggendo di mano, macchiandosi di nero a causa di altri. Milan sbagliava a scegliere chiunque lo attirasse per dargli degli incarichi, che meriterebbero invece persone che non mutassero troppo la base. Stava diventando qualcosa di negativo alla pari delle civiltà primitive o azteche con cerimonie particolari. Questo le veniva in mente, nel partecipare negli ultimi tempi o sapere come si sarebbero svolte. E non capiva come Dorde e Milan li accettasser,o ma loro non si agitavano come lei. Milan partecipava come sempre con gran sorrisi e ebenvolenza per tutto quello che si svolgeva e non capita. Kianta non comprendeva come potesse essere ben visto un culto che stava cambiando così rapidamente e per lei in peggio. Stavano davvero diventando tutto arcaico...
Si fermò non appena fu fuori. Non le importò se qualcuno la vedeva, ma alzò il viso verso il cielo azzurro con nuvole paffute che scivolavano su quel manto ceruleo, come fosse stato incerato e queste giocassero come su uno scivolo. Si, pensa in positivo si disse.
Ma appena chiuse gli occhi per fare un respiro profondo per rilasarsi le apparvero scene che voleva cancellare. Un grosso gufo, un uomo intonacato, una folla, dei rettangoli scavati per terra, cantilene e urla.
No!
Aprì subito gli occhi nervosa, fece tre respiri profondi e poi scosse la testa scendendo con lo sguardo verso il basso. No, doveva pensare a qualcosa di bello, di bello... chiuse gli occhi e cercò il primo ricordo che fosse bello. QUasi...

Mesi prima

kianta si trovava all'esterno di  una villa del XIX secolo situata  vicino un paese, in una provincia che stavano usando come Torre in quel paese. Negli anni post costruzione fu un edificio molto curato in Stile Eclettico, con annesso un grandissmo ed esteso giardino. Aveva contaminazioni di altre architetture come quella bulgara, moresca o rumena. La villa si sviluppava su quattro piani, esternamente decorati a rilievo in manira squisita, con cucine, cantine e lavanderia nei sotterranei, sala da pranzo e sale per gli ospiti al piano terra, le stanze padronali al primo piano e gli alloggi per la servitù al secondo. Per riscaldare adeguatamente i locali erano presenti molti camini e soprattutto si studiò un sistema di tubature complesso per fare scorrere l’acqua calda attraverso le pareti.

Essendo un edificio dell'Ottocento,   presentava  delle mura molto spesse e l'usura causata dagli agenti atmosferici non riusciva consumarla per intero, come altre abbandonate. Lasciata per un secolo all'abbandono, si chiamava Casa o Dimora rossa per l'ex colore della facciata. Lei amava quella villa, da quando l'aveva vista per il loro progetto di salvaguardare i tesori lasciati al degrado mutandoli in Torri.

Vecchie ville, case, edifici in generale che meritavano non l'incuria ma il ritorno allo splendore ed un uso appropriato. E, in quel paese, lei aveva scelto proprio quella come se la conoscesse già. Invero aveva come ricordato l'interno, con un camino bellissimo appena visto l'edificio da fuori, eppure era certa che fosse la prima volta. Le scale senza corrimano le sembravano familiare come altre parti. Forse le aveva viste in foto? Era un dejavù per questo motivo, anche se aveva scorto l'interno da alcune foto mesi prima, senza badarvi troppo e ora tornavano? Non ricordava, era stanca anche se primo pomeriggio a causa degli allenamenti della mattina, ma le sembrava comunque un qualcosa di già visto. Scosse la testa per scacciare quelle immagini e attese gli uomini.
Era bellissima dalle foto, che attraeva come una calamita e lei si disse che era solo quello. Era la prima scelta tra tutte e voleva farla rivivere. Le faceva male dentro nello scoprire come perle del passato erano lasciate al disastro e i vandali, senza considerazione, mentre si elogiavano quegli orridi e squallidi nuovi efidici moderni in acciaio e vetro o stili severi che erano un pugno in un'occhio e li odiava. NOn capiva come certa gente amasse i grattacieli o nuove costruzioni che non erano fatte per essere ammirare e per durare, come quello di fronte a lei. E si dispiacque per l'architetto morto prestissimo e prima di veder utlimata questa sua opera. Chissà quali altre opere avrebbe lasciato.

GLi uomini la raggiunsero dall'automezzo che li aveva portati in quel luogo, portandosi tutti gli attrezzi necessari per iniziare i lavori. Aver scovato dopo un pò di ricerche gli attuali proprietari e aver comprato per poco rispetto a quanto volevano l'edificio, la rendeva felice.

"Comandante siamo pronti.
Io, Grégoire, Jean-Luc e Julien abbiamo tutto. Maximilien ci aspetta nello scantinato dove abbiamo già impostato una Consolle e il necessario per iniziare i lavori. Se per lei va bene vorrei fare un incontro all'interno, stanza per stanza, e finire con la facciata,... tenerla alla fine..."

"Certo, anche se ricordati bene che la prima cosa necessaria è la messa in sicurezza di ogni parete, pilasto e pavimento. E' la cosa principale. I puntoni che abbiamo messo sostengono i tetti per il momento ma è la primissima cosa che devi studiare. Devi anche analizzare ogni rimasuglio di decorazione in rilievo e ricrearlo..."

"nessun problema, stia tranquilla. Abbiamo già studiato la struttura e le piantine, sappiamo i danni causate dai vecchi tubi dell'acqua e dai vandali. Abbiamo delle vecchie foto su cui basarci, quindi non perderemo molto. Non siamo riusciti ad ottenere i progetti originali, sembrava che fossero conservati dai discendenti, ma fino ad ora nulla. Vedremo in seguito. Per i muri e pavimenti ho un dubbio. Abbiamo già studiato la miscela necessaria per rinforzare la struttura, usata dalle altre due Torri già iniziate, ma ho non so.... Dovremo studiare dopo analisi la calce usata per ogni edificio e adattarla per ogni singolo edificio?"

"No, quella che usiamo è una ricetta antica e che si rinforza decennio dopo decennio. Dovrebbe plasmarsi con la vecchia rendendo la costruzione solida,
indistruttibilie e addirittura più duratura con il passare del tempo. QUindi attenetevi alle parti da miscelare. Secondo me non dovremmo cambiarla..."

"Abbiamo già
ammassato nello scantinato la cenere e sedimenti di roccia vulcanica,  calce viva da cottura di pietre calcaree, e l' acqua di mare.  Le proporzioni precise rimangono ancora inesatte, il che rende tutto molto indefinito. Secondo Vitruvio, il rapporto ideale per realizzare un’ottima miscela era tre parti di cenere vulcanica e una parte di calce. Noi abbiamo fato varie prove, ecco perchè chiedevo quale utilizzare. Mescoleremo poi la miscela con pezzi di mattoni o tufo all'occorrenza o riempiremo crepe, fessure se ve ne sono o ricopriremo muri e pavimenti già esistenti. Il piano più alto però è caduto, quindi dovremo ricostruire la parte mancante con barre di ferro o legno come anime interne e proseguire a tappare la parte che ha rovinato verso il basso. Tutto è andato liscio con le altre due Torri, abbiamo addirittura provato con armadi pesanti sopra quei punti, mettendo dei materassi impilati nel piano sottostante, nessuan crepa, nessuna cedevolezza. Nulla. per sicurezza ogni due anni provveremo a smattonare senza rompere le piastrelle, sistemate apposta in quel modo, e rirroreremo di acqua di mare per aumentare la composizione chimica per indurire meglio la struttura. Durerà altri secoli se ben tenuta..."

“Inespugnabile alle onde marine e ogni giorno più resistente del giorno precedente”.   .. grazie Plinio! Io direi però di non usare anime di legno o ferro. Il secondo si può arriggire per l'cqua di mare, le prove che abbiamo fatto lo dimostrano. Anche il legno lo sconsiglio, ma usiamo invece proprio mattorni o tufo fatti da noi come barre lunghe e tonde, che si legano meglio e non ingrossano e crepano nulla. Nel caso manderò una squadra per questa produzione qui direttamente o lo faremo allo Chateau, e ve li manderemo con l'AerOl. Ma la cosa che dovete fare innanzitutto è scoprire come sistemare l'anima come direzione, quale è la migiore stanza per stanza, seguite la costruzione originaria. E non pensate come diceva Milan di mettere pilastri in mezzo alle stanze per reggere i pesi al centro... non siamo in un pantheon e non voglio colonne tra i piedi nelle stanze. Inserite da punta a punta le anime e poi provvedete a realizzare i pavimenti. Controllate i muri per riempire le fessure e..."

"Comandante, scusi..." disse Jean-Luc interrompendoli, mentre studiavano una piantina cartacea tenuta dall'uomo "
Maximilien dice che deve parlarle assolutamente ed è necessario. Subito. Dice che una cosa da dirle assolutamente prima di iniziare qualunque  ..."

"ok, capito... ascolta."rivolta all'uomo con cui discuteva sulla cartina "Mentre io parlo con
Maximilien, tu controlla il piano più alto, così appena torno possiamo discutere  quel che dobbiamo adottare. Julien, signor architetto, lo segua e schizzi le sue impressioni e metodo di lavoro insieme a lui. Studi bene l'idea dell'anima in materiali da costruzione che non siano legno e ferro. Per le scale posteriori fatte attenzione, sono rimasti solo  gradini e temo che, se non faremo attenzione, un volo verso il basso ce lo becchiano... posso andare o avete bisogno di discutere altro? però ripeto come durante il volo, io studio con voi le questioni ma siete voi architetto e ingegnere capo, voglio solo essere sicura di fare un piano di recupero. Non voglio rubarvi il lavoro..."

"Non si preoccupi capo, lavorare con lei è interessante e stimolante. Sa tante cose e confrontarci con lei è di ispirazione. Saremo al piano superiore dove è possibile arrivare e studieremo i locali. Sistemeremo i piani dall'alto verso il basso come deciso. Stia tranquilla"

Kianta salutò con un cenno della testa e si avviò all'interno dell'edificio per raggiungere il seminterrato e le zone e gallerie scavate e armate, per reggere il peso superiore dell'edificio. Oltre quindi alla ghiacciaia e scantinato originale avevano ampliato la zona sotterranea oltre la dimenzione reale dell'edificio ma metri e metri più in fondo, lasciando una zona di terreno naturale intatto e poi una sorta di bunker, come altri lo avrebbero definito, con pareti di base rinfonzate a cui avevano sopraposto dei muri in legno decorato. All'interno era come... una casa. Chi lo avrebbe visto ad una prima occhiata avrebbe creduto di essere di un appartamneto molto grande.

Qualcosa la fermò appena varcata la soglia, quando alcuni uomini all'interno, che stavano pulendo le macerie e danni causati dai vandali, corsero ad affacciarsi alle finestre. O meglio, al quadrato rimasto per via della perdita della finestra in legno. Si voltò sorpresa e vide che si era fermata un'auto, e si innervosì per il casino all'esterno. E chi poteva mai essere, si disse? Se non Alaric, cèra solo lui.

Giungeva con alcuni suoi uomini da dentro una delle macchine convertite in idrogeno a zero emissioni. Ormai non avevano più alcuna auto a benzina o a combustibili dannosi, così come non usavano più gas per cucinare e riscaldarsi. Allo chateau avevano installate sia le vecchie caldaie a legna o carbone, sempre ben mantenute per emergenza, sia le installazioni eoliche, ad acqua e solari per l'energia elettrica necessaria a far funzionare tutto. Ed erano non sufficienti, di più, potevano contare su una sorta di magazzino che avevano creato con la corrente autoprodotta in eccedenza.  
La Mirai blu notte metalizzata era ferma dietro l'automezzo che usavano, un van per il trasporto di persone e oggetti grandi. Tutti salutavano i nuovi arrivati con calore e Gask fermò il nugolo di persone in mezzo allo spiazzo per parlare, indicando con un pollice verso la macchina qualcosa, mentre parlava. Lei osservò qualche attimo, finchè mentre parlavano lui non scambiò uno sguardo con lei, e allora capì. Chiamò a voce gli uomini all'interno radunandoli e diede loro un paio d'ore di liberta, essendo stata informata che ormai avevano terminato le pulizie più fastidiose.  Avevano sgombrato quasi tutto, dovevano solo fare controlli strutturali perchè gli architetti e ingegneri mettessero firma ai lavori.
Li pregò di non eccedere con l'alcool, sicura che sarebbero andati a qualche bar o meglio pub locale, i loro preferiti, perchè a volte vi era anche intrattenimneti canori. Però non erano a casa loro, doveva ricordargli di essere educati e non attirare troppo l'attenzione. Gask e gli altri venuto con lui li raggiunsero e lei chiese che il gruppo andasse in pausa lunga prima del lavoro di studio fino a sera con gli altri. Fermò però Gask e gli chiese di stare con un paio di suoi uomini perchè doveva parlare con Maximilien e voleva anche lui presente.
Gli uomini quindi presero il van, mentre la macchina l'avrebbe usata Gask di nuovo per raggiungerli dopo poco. Lei poi entrò dentro per andare da Maximilien, seguita da Gask e tre uomini.
L'interno era ormai spoglio per l'azione di pulizia che stavano attuando gli uomini, prima cosa dopo aver acquistato l'edificio. Restavano, al loro primo arrivo,  solo oggetti rotti a terra ma sporadici in mezzo a calcinazzi, parti franati di varie dimensioni e sporcizia lasciata da vandali e visitatori vari. Adesso era tutto così pulito che l'eco dei loro passi faceva paura.

"Come mai hai dato loro due ore?"

Lei voltò di poco la testa mentre camminava per guardarlo , rallentò un pò e chiese ai tre uomini di agire in due modi. A due di precederli per controllare che gli uomini avessero ripulito tutto fino al seminterrato e l'altro prendere la macchina e andare ad acquistare alcuni oggetti scritti in un foglio che gli passò. Lasciò i due avanzare nervosi verso i loro compiti,   controllando corridoi, stanze e zona scale fino a ghiacciaia o scantinato e  il terzo verso l'uscita. Lei proseguì  con calma e con una buona distanza, verso il basso, attraversando la villa fino alle zone della servitù. Dovevano raggiungere due scale diverse e vicine per due locali differenti. QUindi vi era una zona con due scale a chiocciola, larga per due persone e non troppo ripida, vicine che portavano a due ambienti diversi, uno più piccolo che era la ghiacchiaia e, diviso da un muro che separava le scale, l'altra che conduceva alla zona inferiore e interrata della villa.

"Ho dato loro due ore perchè cè una questione che vorrei sistemare e Maximilien ha urgenza di parlarmi, quindi è una cosa seria. Devi essere presente sia perchè sei terzo al comando, sia perchè sei il fratello-amico di Milan e voglio che senta anche tu in casi di problemi"

"problemi di cosa?"

"lo vedrai" gli disse davanti la scala. Proseguì, seguta da Gask che le stava vicino ma, arrivati al seminterrato tornò a stare ad una certa distanza.

L'ambiente era ampio e diviso per sezioni. Una molto in fondo e protetto era la cantina, con botti su una rastrelliera apposita come le bottiglie, sistemate per anno dall'alto verso il basso. Ovviamente non erano presenti prima, ma portate da loro perchè Milan voleva farci, di quel luogo, un ambiente raffinato per invitare alleati e finanziatori. E  riserva per le altre Torri in quel paese, nn solo come base di appoggio per ogni sistuazione futura. Anticamente veniva suddiviso in cantina, zona rimessa per vari oggetti, lavanderia  e magazzino viveri non deperibili. In pratica un rettangolo diviso in quattro zone. Loro avevano dimezzato quell'ambiante lasciando la cantinetta e zona magazzino per varie cose, dividendolo da quello in cui avevano attrezzato l'angolo di lavoro e di computer.
Alcuni computer stavano su una scrivania a sinistra dell'altrata, verso il muro, In fondo verso il divisorio vi era la Consolle, A destra della fine delle scale entrando vi era il tavolo da lavoro da architettura per studiare i progetti e decidere i metodi di ristrutturazione con tutti gli attrezzi necessari. Dopo questo tavolo e tra la scrivania e la Consolle vi erano enormi armadi metallici con serratura, per riporre attrezzi e materiali per non lasciarli nelle stanze per i giorni successivi.

Al centro vi era Maxilien che lavorava su un computer portatile in mezzo ad altra attrezzatura connessa da fili, mentre i due che li avevano preceduti gli porgevano qualcosa. QUando li vide entrare, scattò in piedi e richiamò l'attenzione dei due sul computer.

"Comandante, capitano, vi ho chiesto di venire subito perchè cè un avviso. I sistemi hanno avvertito nelle vicinanze un aggancio e non so che pensare. E...."

"Calmati, nessun problema. Racconta per bene..."

"Avevamo già visto segni recenti nell'edificio di visitatori, per questo ci ha chiesto di installare sensori invisibili e installare la Consolle con un Crell. Wuodan o come lei lo chiama per sintetizzare Woden, ha rilevato però in quelli esterni e nell'apparecchiatura di rilevanza Ellissi, dei segnali in avvicinamenti che prima non cèrano..."

"non ho capito..." disse di colpo Gask interrompendolo e venendo guardato male da Kianta. Scosse la testa esasperata e disse "Ellissi, metodo utilizzato per la rete cellulare o mobile che permette la telecomunicazione. Hai presente i telefonini e i phonvlet? Ecco. Noi possiamo individuare entro una certa area la presenza di cellulari agganciati alle celle vicine, triangoliamo la posizione in base a dove ci troviamo per sapere se cè qualcuno nelle vicinanze"

"Come nei film?"

Lei lo fissò rigida e fredda, e Maximilian temette iniziassero una discussione come sempre. QUindi tagliò in principio sul nascere un possibile litigio e si buttò sul portatile, iniziando un discorso.

"Si, il comandante ha detto bene e il capitano ha fatto una domanda interessante..." vedendo però lei fissarlo con occhi a fessura, incrociando le braccia "Beh... ecco, ho riscontrato cinque segnali. Con la nostra attrezzatura possiamo individuare e scoprire tutti i pacchetti, o dati se preferite, trasmessi dalla cella al dispositivo. Io non l'ho fatto, volevo prima istruzioni da voi, ma se vedete" girando il portatile verso di loro con una grafica che individuava due sezioni. Una come un radar con dei pallini che si muovevano piano piano e un'altra con delle righe di testo che cambiavano "cinque dispositivi viaggiano a bassissima velocità, forse a piedi, verso di noi..:"

"come fanno a camminare a piedi i dispositivi? vuoi dire che qualcuno cammina..."

"no, vuol dire che questi oggetti sono portati dai gufi di harry potter.... ma certo che vuole intendere che cè qalcuno che si sta avvicinando con dei dispositivi, che si collegano alle celle vicine..." si incavolò lei verso Gask, allargando le braccia con i palmi in su "ti prego maximilien, continua..." voltandosi. Si arrabbiò maggioremnte quando alle sue spalle sentì Gask chiedere cosa fossero i gufi di poter e Maximilien e i due risero, fermandosi per ricomporsi.

"Si... ho scoperto tramite i tabulati a cui noi possiamo attingere... ah, il potere del leader, comunque sembra che un'altra volta questi dispositivi hanno agganciato quella cella. Gli stessi, riconosciuti dai codici dei telefoni, alle medesime celle. Questo significa che o stanno venendo qui, esattamente in questo luogo, oppure in una zona vicina. Comunque un'area che di fatto fa parte di questo possedimento. La cella a  noi più vicina è stata montata per le vicinanze, ma in totale le celle in un raggio di due kilometri è di sei celle, un mix tra omnidirezionale, bicellulare e tricellulare. Ogni antenna è al centro di un cerchio ipotetico di 1,35 km max. Tutte queste antenne con questi ipotetici cerchi si incrociano tra loro dandomi modo di sovrapporrele a una mappa dell'area, e quindi sapere via, zona e altri fattori.  Questo mi mermette di sapere dove vanno e se ci superano, ma dalla direzione e velocità, sembra che stiano giungendo qui. Non ci sono altre soluzioni. Perchè non lo so..."

"Lo so io..." proruppe Kianta seria "dovresti averlo capito vedendo lo stato della struttura..."

"Mi spiace comandante, ma io sono un risultato della Raccolta, non so molto di altro al di fuori di quello che ho imparato grazie a lei. E il prima era riferito al mio vecchio me. Ma non ho capito perchè verrebbero qui..."

"Urbex, contrazione di Urban Explorer... ecco di cosa si tratta. Negli ultimi anni in vari paesi cè stato il boom di esploraizoni di luoghi abbandonati, meglio ancora se antichi. Ci sono urbex che hanno trovato ville, case, edifici con tutto lasciato come se le persone si fossero allontanate,  anche se cinquanta anni prima. Chiese e fabbriche, miniere e ogni luogo lasciato a se stesso. E questo ne è un esempio. Cè qualche traccia per sapere chi sono?"

"esplorazioni... quello che fa lei, comandante?"

"Io lo faccio per valutare gli edifici da acquistare... " facendo il broncio, piccata,  ma gask si intromise.

"però anche tu vagabondi in vari posti a scoprire che cè dentro e standoci un sacco. Jd dice..."

"Basta! smettila" sussurò furente a Gask che si zittì. Allora lei si rivolse a Maximilen.

"Continua a motorarli. Verifica che giungano davvero qui e fammi sapere nell'auricolare" rovistando  tra le apparecchiature e trovando una capsula a scatto per tenere gli auricolari. "stai attento e avvisami. Inoltra controlla e aggiornami sui dati che si scambiano i cellulari con le celle per sapere chi sono" mentre questo faceva il saluto militare.

"Quanto a voi, invece di ciondolare senza far niente" disse lei verso i due uomini rimasti" voglio che raggiungiate di corsa i piani superiori, con le armi, anche se dovete tenerle con la sicura, e controllate i movimenti dall'alto. Solo quando qualcuno entrerà e vi parlerò, dovete scendere in silenzio, fin dove potete ma siete ben addestrati per questo, e accerchiarli nel corridorio principale. Uno a destra e uno a sinistra. Chiaro?" i due accennarono con la testa la risposta e andarono, prendendo da una sacca a terra due fucili neri.

"TU mi segui e stai al mio fianco. Anche se sei un pò tocco, per Milan sei una ottima Ombra quando serve, quindi datti da fare e resta al mio fianco"

"E pensare che tu sei la sua Ombra..." ridacchiò Gask facendola incavolare. GLi chiede un colpo di gomito al fianco e si apprestò a salire le scale "e prendi quella sedia in legno intagliato che avete portato qui per MIlan, mi serve. Caricatela addosso, vedi tu, e seguimi. E ricorda..." gli disse guardandolo negli occhi dall'altro dei primi gradini, come se stesse comunicando anche altro "
lui ti mandato qui come mia ombra ma devi fare come ti dico o ti faccio tornare a modo mio a casa...

Lui restò, fermando anche il respiro, a fissarla mentre si girava e saliva, con tristezza. Di nuovo arrabbiata con lui, di nuovo quelle espressioni e quel - stai lontano da me -. Poi corse a prendere la sedia, con uno schienale alto e intagliato, color legno scuro, con seduta in pelle e ganbe a cavatappi bombato, non sapeva come considerare quel ricciolo stretto alla fine. Grande di spalle come era non ebbe problemi a metterla sotto braccio e seguirla per le scale, mettendola poi di fronte a lui per non rovinarla. Era sempre un'opera dei loro uomini, dono che avevano fatto a MIlan. E lui non voleva danneggiarla.


Cinque ragazzi marciavano allegri tra sterpaglie e alberi selvatici, per giungere alla villa. Ridevano e scherzavano ma ammutolirono vedendo materiali da costruzioni all'esterno, con tracce di ruote nello spiazzio anteriore.

"Pensate che ci sia qualcuno?"

Aguzzarono le orecchie, si guardarono  intorno ma non si udiva ne vedeva nulla. Si guardarono nervosi e incapaci di decidere, finchè il capogruppo, Cesare, non li spinse a provare.

"Dai ragazzi, anche se primo pomeriggio non sembra esserci nessuno. L'altra volta non cèra niente ma forse la devono ristrutturare. MOtivo per cui è necessario entrare e filmare tutto prima dei cambiamenti. No?" chiese lui voltandosi verso lo smartphone alzato dal bastone per preparare un vlog.

"se ci scoprono che facciamo?" chiese una ragazza timidamente

"Tranquilla Ivana. La casa è grande e ci siamo già stati, anche se abbiamo esplorato solo il piano inferiore. Vediamo le bellezze di questa casa come ho sentito... e poi ci sono i fantasmi..."

"Yeah" urlò uno che si bloccò. Gli era scappato e ora tutti erano col fiato sospeso. Ma ninete, silenzio.

"Ok, ragazzi, entriamo dai. Prima che torni qualcuno"

Gli altri lo seguirono dubbiosi ma restarono sorpresi appena giunti nell'androne. Tutto pulito, pareti spoglie e lavate e di nuovo chiare e senza più scritte orribili, pavimenti spazzati e liberati dai detriti. L'eco che ricordavano era più sonoro adesso.

"Cesare... non è normale"

"Calmatevi, devono aver comprato la casa, o stanno facendo qualcosa, non so. Ma questo ci permette di vedere come è l'edificio senza macerie. Guardate" alzando le braccia e guardando lo schermo dello smartphone per il video "si vedono ancora i decori, i colori sono sgretolati in più punti ma si vede ancora come erano. I camini... riprendiamo tutto e documentiamo questa esplorazioni. Potremmo non poterlo fare più..."

"non era così che lo ricordavo. la distruzione che avevamo visto rovinava tutto..."

"GIà..."

"SI. E' vero.."

Passarono attraverso porte senza stipiti ma con ovali con cornici in rilievo al di sopra, cornici dei tetti con affreschi e stili liberti dipinti.

"Quale scala prendiamo? Quella col pozzo rettangolare o torniamo indietro nella principale?

"quella in fondo, così riprendiamo anche quella parte. Prima torniamo dai camini, perchè meritano. Ho paura che li tolgano"

"QUale camino?"

"Ivana, ti ricordi la sala del camino rosso con quel tetto con le foglie?"

"Quello della stanza rettangolare con due grandi aperture e il decoro rosso nel tetto?"

"Si la stanza rossa, quella che abbiamo ammirato per le cornici di foglie con il camino e gli affreschi a sezioni rossi."

"Ah, si. é la sala in fondo" indicò più avanti.

Raggiunsero in fretta quella sala, per poi andare al piano superiore per continuare il giro. Ma appena Ivana e Cesare passarono insieme per la porta, o quello che ne restava, rimasero fermi di botto, tanto che i ragazzi dietro non se lo aspettavano e li spinsero in dentro, finendo nella stanza.
Cesare e Ivana erano gelati per la donna seduta quasi di fronte, nel muro tra le due aperture che doevano essere finestre ampie. Due porte per entrare nella sala e loro erano in quella di fronte alla donna. Lei li guardò con un mezzo sorriso biricchino, con le gambe accavallate, di scorcio con la schiena contro una sedia che ben stava in quella casa. Lo schiernale alto la rendevano più bassa di quello che sembrava, con i capelli corti alla maschietta con una scriminatura da un lato che faceva pendere una grande frangia liscia dall'altro lato, addolcendo l'ovale. Tagliato anche da due occhi grandi e taglienti, un naso un pò grosso all'insù che sembrava un arco convesso, la punta del naso che scendeva in maniera netta cone una c formata da due linee per giungere alle labbra non sottili con il labbro sotto più grande e poco più larghe del naso.
nel suo complesso sembrava una bambina monella e li scrutava con forza.

"Ci scusi..." balbettò Cesare arretrando, spingendo anche gli altri che erano basiti, scoprendo però che non poteva scappare. ne lui ne gli altri. Un uomo armato si stagliava dietro di loro, nel corridoio e guardarono verso l'altra porta, inutilmente.
Un uomo dalle spalle larghissime e muscolose,  vita molto più piccola, gambe molto robuste da come sembrava dai pantaloni, occhi con un taglio che sembravano ancora più taglienti di quelli di lei. Se quelli di lei erano grandi e linea dritta detta neutral, i suoi erano all'insù verso l'esterno, i cosidetti positive.

POggiato con la schiena e braccia conserte alla parete in fondo, di fronte al camino che stava alla solo sinistra, controllava i presenti, e la seconda porta vicino a lui. Cesare vide dal taglio di prospettiva che gli permetteva, un altro uomo armato ad aspettarli fuori , nel corridoio oltre la seconda porta"

"ci spiace... ecco, non sapevamo che cèra qualcuno. Togliamo il disturbo..."

"Cesare Enea Bortolotti..." disse lei come se cercasse di sentire il nome per intero, per qualche motivo "vlogger, youtuber, signore come dicono alcuni delle esplorazioni di questa regione. Gli urbex..."

"ma che caz..."

"Calmati, voglio solo parlarti" disse Kianta sorridendo, sistemandosi bene sulla sedia, mentre le aperture irradiavano la luceche  la incorniciavano come in una zona d'ombra tra due chiazze di luce.

"Senta, non sappiamo niente di cosa fare. POtete spacciare, vendere roba al mercato nero o..."

"Ehi, smettila di fantasticare" disse lei amabilmente "non siamo spacciatori o gente del genere. Lo pensi solo dalle armi? Sono le mie guardie del corpo. Ho comprato questa villa... In verità è un regalo dei miei genitori che mi hanno donato il denaro necessario. Questa casa merita, l'hanno distrutta e intendo sia le intemperie sia i vandali ma... affreschi, applicazioni di marmo, bassorielievi, sono in parte ancora fruibili e da lì si può restaurare il tutto. Questo rende questo luogo una proprietà privata. Anche se di fatto ci sono cencelletti e cartelli di avviso, no?" chiese con dolcezza e quasi una punta di simpatia.

"Signora, come fa a conoscere il mio nome e..."

"Oh, ti prego. Chiamami Lianna. A mia madre piaceva il nome Anna da mia nonna, a mio padre Lia dalla zia preferita morta giovane... Lianna. E come detto, sono la nuova proprietaria. Per la tua domanda... io amo l'urbex e ne conosco alcuni che seguo, compreso te!" iniziò a snocciolare nomi di urbex famosi di quel paese e lui con la faccia preoccupata accennava con la testa un assenso, indicando che li conosceva.

"lo segue davvero?" chiese Ivana di colpo

Kianta sorrise e cambiò gamba sulla sedia, in una posa accattivamente ed enigmatica insieme, per via del suo aspetto. Camicia color perla con maniche strette ai polsi con strani decori come il collo, bustino di pelle, pantaloni scuri che sono stretti da stivali oltre il ginocchio di pelle con un tacchetto. Portò  i gomiti sul ginocchio accavallato e le mani intrecciate a sostenere il mento, sorridendo gioiosamente.

"Ragazzi, ragazzi... sono sincera e sono contenta che troviate importante questo luogo, da meritare un'esplorazione ma dovete anche considerare che possono esserci dei rischi. Non potete andare così" schioccando due dita "e fare i video. Li conoscete i video dove un urbex si è trovato nascosto in una stanza a caso, al buio, mentre della gentaglia lo cercava per punirlo di aver ficcato il naso? O quei due che hanno trovato un involto particolare a forma umana con del sangue, sbirciando dentro da una finestra? O altri che sono stati picchiati da un senzatetto per proteggere il luogo dove dormiva? O quello che per aiutare una sua iscritta è andato a casa di questa, abbandonata ma con una vecchina in affitto ancora presente, e sono accadute cose assurde con bambole e presenze? Quest'ultimo è un caso limite, ma sono tante le persone che fanno come voi  e gli è finita male. Le mie guardie del corpo sono pagate per proteggermi , non sono le persone negative che pensavate. Ma voglio che vi accertiate per il futuro che il luogo sia sicuro. Sono stata chiara?"

"Eh, si... certo. Non volevamo, ce ne andiamo..."

"Aspettate..." disse lei puntando lo sguardo su Maximilien che entrava dalla porta vicino Gask "potreste dare al mio uomo il cellulare per cancellare il momento in cui varcate quella soglia? Tutti per favore..:"

"COsa?"

"E' matta?"

"NOn può farlo"

"Ragazzi..."proruppe  lei con autorità, rizzandosi con testa e schiena "siete su una proprietà privata, che lo è sia prima dell'acquisto ma ancora di più adesso che io, muratori, architetti e uomini, siamo qui. E' come se voi andaste in vacanza per mesi senza dire niente a nessuno e io entro nella vostra priorità, perchè sappiamo che è vuota. Informarsi, capire... inoltre sia per la mia famiglia che per la mia personalità, non amo vedere me ma anche i miei uomini, che per ovvie ragioni sarebbe meglio non appiano in giro e non voglio rischiare che per qualche stupidaggine accada. O finisce come il revenge porn, foto e video anche nascosti, fatti girare e impossibili ormai da togliere da internet. Se permettete, non voglio rischiare..."

"Volete prendervi i nostri telefoni?"

"No, verrà cancellato solo il pezzo che ci riprende perchè non pensiate che con i telefoni messi in quel modo" indicando con il mento i ragazzi che tentavano di riprendere fingendo però che li tenessero solo in mano "non stiano riprendendo perchè non mi fido. il mio uomo terrà il telefono davanti a voi, taglierà il video e vi lascerà la parte prima..."

"prova a prendere i telefoni e chiamiamo la polizia..." urlò Ivana.

"perfetto! Allora visto che siete d'accordo la chiamerò io e farò denuncia, chiedendo che vengano requisiti i cellulari..."

"Ehi, piano piano... anche tu finirai male perchè hanno armi e..."

"Cesare! i miei uomini hanno ogni autorizzazione per averle e utilizzarle.  Inoltre anche se avete i video dove dite che volete esplorare, è visibile che cè il proprietario e i lavori in atto. Quindi posso denunciare anche per furti, sai quante volte accade che nei cantieri di cerchi di rubare qualcosa" disse Chianta con concuranza.

"Vuoi davvero denunciarci?"

"Come ti ho detto ho visto così tanti video in varie lingue da sapere come agite, anche con persone in giro. Quali erano le vostre intenzioni? Lo deciderà la polizia, intanto però sarete fermati, magari la notizia può scappare e finire su qualche blog o giornale con i vostri nomi..."

"ehi, vuole farlo davvero?"

"Chi, io? Sai al commissariato quante persone ci sono che vi bazzicano per essere il primo a rilevare una notizia interessante? E come ho detto, cosa finisce su internet balza in così poco tempo ovunque. E come li cancelli? Come per i video della vendetta, appunto. Oppure possiamo fare un accordo..."

"quale" chiese Cesare zittendo gli amici che, nervosi e spaventati, gli dicono di scappare "cosa ci proponi"

"Semplice" gli sorride "voi permettete a noi di cancellare solo la parte in cui entrate in questa stanza, davanti a voi e no nfacendo altro. Vi lasciamo la parte già fatta e..." alzando l'indice sinistro, cambiando di nuovo gamba "e vi permettiamo vi fare un giro completo, documentato, controllandovi ovviamente, perchè venga ripreso un'ultima volta questo luogo allo stato grezzo. Perchè considero l'urbex positivo per un motivo. Anche se sarebbe opportuno e consigliabile visitare luoghi pubblici abbandonati, rispetto alle proprietà private, è comunque utile che bellezze, perle, merav,  di ritorno alla grandezza. Dico lustri perchè ho visto tante volte edifici che sono stati riportati a splendore e poi considerati solo un problema perchè ritenuti edifici storici. Questo in città, se fosse stato possible anche per questa dimora si sarebbe salvata, ma il punto è che almeno è una sorta di testimonianza, documentario di cose che attestano la grandezza dell'uomo nelle sue capacità lasciate all'incuria, perchè i nuovi proprietari da eredità non vogliono perderci tempo e non vendono, o altri motivi. Quanti ne ho viste che meritavano di essere apprezzate, ammirate e invece finite a pezzi in mano a balordi per le loro stronzate. E intendo per i motivi che pensavate voi, non i poveri senzatetto che per colpa della società perdono tutto e hanno solo quei tetti malconci come casa. Per questo..." poggiandosi alla spalliera unendo gli indici mentre gli fissava "voi ci fate tagliate i video, solo la parte in cui parliamo, potete riprendere tutta al villa per come è adesso ma avvisate tutti che adesso è di privati e non è più visitabile. Anche perchè, vista questa visita, è chiaro che metterò dei custodi  e telecamere con server lontano da qui come deterrente"

"Vuoi lasciarci i video, tagliati, farci fare comunque l'esplorazione dicendo che questo luogo è ora taboo per tutti? E ci controllerete anche se sembrereà come se non ci foste?"

"E' chiaro che i miei uomini non finiranno nel video, controlleranno i vostri movimenti a distanza e basta. L'accordo che voglio fare è proprio questo. Per ora vi lasciamo fare l'esplorazione, basta che non diciate nulla di questo nostro incontro ma avvisiate che da domani è off limits. Al termine salutate e ci permettete di tagliare le nostre presenze. Avverrà davanti a voi, qui, non ci metteremo molto e vi lasceremo tutto tranne alcuni minuti. Ripeto, sotto i vostri occhi. Se questo non vi convince posso mettere sul piatto un'altra cosa. Posso dirvi altri luoghi davvero interessanti da esplorare, perchè voi accettiate i tagli e avvisiate su questo luogo. Sono luoghi che volevo acquistare, che conosco e, anche se ho detto che è consigliabile luoghi pubblici, meritano di essere visitati. Questo vi fa gola?"

"seriamente? Ci dici dove possiamo andare dopo?"

"Come ho detto amo le creazioni dell'uomo prima dello scempio moderno. Oltre architetti, ingegneri, muratori e tutta una serie di categorie classiche, farò restaurare colori, decori, elementi... questo luogo era una perla amata dal proprietario. I migliori artisti avevano dato del loro perchè prendesse forma, come per ogni edificio antico e io amo le abilità dell'uomo nel creare da zero con le loro mani. Vetrai, scalpellini, modellatori di gesso e stucco, pittori e decoratori e via dicendo... pagherò tutti loro perchè il lascito di quell'uomo non muoia totalmente..."

"lascito?"

"Si Cesare, rispetto a cosa la società inculca in testa fin da piccoli, il lascito non deve essere per forza, per tutti, il generare figli. Il dovere per forza fare figli perchè altrimenti sei monca, imperfetta, sbagliata, addirttura definita difettosa. Riferito anche per uomini ovviamente, ma il punto è che le persone sono così tante quante sono i cuori nel mondo. Ci sono persone che non possono fare figli per problemi di salute ma gli va bene anche non averne. Ne ho conosciuti che non gli sono arrivati,ma va bene, hanno vissuto la loro vita rendendosi felici con ciò che volevano vivere, vedere, provare e via dicendo. Hanno impiegato cosa non davano a figli ipotetici a se stessi. Ed erano sempre felici, sorridenti, con sorrisi veri e non quelli finti che fai per l'occasione. Erano felici lo stesso, si amavano lo stesso, non si sentivano incompleti perchè non vedevano necessario figliare per determinare quanto fosse il loro amore. O che necessitassero di figli per saldare o migliorare il loro legame. Il loro amore o legame erano loro e dicevano sempre che non si pentivano di niente. Di no naver provato con medicine, con inseminazioni, con adozioni e via dicendo. Erano impegnati in mille cose e avevano permesso la creazione di quella cosa, la realizzazione di quell'altra che di sicuro sarebbero rimasti nel tempo con i loro nomi. I lavori o opere di tanti del passato che sono rimasti e giunti fino a noi. Il lascito nel mondo. Per molte persone restare nel mondo è sfornare una copia di se stessi, carne della loro carne... peccato solo che poi sono persone nella testa e personalità ben diverse. Si nasconde nell'idea di dare ai figli quello che non si ha avuto, non si è stato ect... gettando su di essi tutto i l se dei genitori. Sono copie di se stessi de futuro che potrebbero avere quella vita che magari non hanno avuto, vissuto... ma questo è a discapito dei figli e nipoti, perchè anche i nipoti non sono salvi. i figli non sono  una sorta di rinascita di se stessi. Non si continua a vivere nel mondo perchè hai lasciato figli. Ma per cosa rimane dopo di te che parla di te. Artisti, statisti, politici, sovrani, inventori e gente geniale... e la lista è lunga. ma il punto è che loro continuano ad esistere nel loro pronfondo in quello che ci ritroviamo noi oggi. Dipinti, statue, edifici ma anche la corrente elettrica, i telefoni, invenzioni che noi utilizziamo ancora oggi, libri, anche seguaci. Si perchè anche organizzazioni e periodi storici portano il nome di chi ha portato il cambiamento. i figli portano una parte del nostro dna, neanche tutto. Ancora oggi molte caratteristiche genetiche derivano da variazioni del dna, come gli occhi blu adesempio, che sono finiti ai figli, questi hanno lasciato fino ad oggi questa caratteristica ma... cosa ci dicono del primo che ha avuto quella mutazione genetica? Nulla. Cosa ci dicono le cose lasciate fino ad oggi, qualunque essa sia? Le abilità della persona, le sue capacità, cosa pensava, cosa vedeva... per le persone in queste società attuali è importante la generazione successiva solo per motivi sopra citati. Che il nostro dna continui anche dopo la morte, che poi in realtà è il dna di miliardi di gente prima, mica una cosa solo nostra. A meno che non cè un motivo perchè si venga ricordati, tutti quelli che finiscono nella storia dell'uomo lo sono per motivi diversi dai figli. E i luoghi che voi esplorate sono... lasciti di tutti quelli che gli hanno dato forma. Va bene una maiolica, un dipinto, un fregio, una vetrata, qualunque cosa. Ogni oggetto parla di chi l'ha voluto creato e chi lo ha creato. Ecco perchè io vorrei preservare questi luoghi, ma il mio nome non interessa a nessuno, invece esempio l'architetto e tutti coloro che hanno dato corpo a questa villa si, loro sono rimasti e nei documenti. E amo questa villa per come è e l'ha vista prima su carta l'architetto. E per me vale cosa hanno creato, unito a quello che vedeva e voleva il primo proprietario. Rispecchiava lui, sapete, oltre le abilità dell'architetto? QUindi, vi va bene questo accordo?"

I ragazzi non erano d'accordo ma Cesare invece, ragionando, alla fine parlò per tutti. Dietro lamentele degli altri.

"Se giuri che taglierete solo dove ci siete voi davanti a noi, senza toccare o prelevare altro, va bene. Non parleremo che siete qui adesso, diremo che questo luogo è escluso da domani e visiteremo i luoghi che ci dici tu se sono sicuri"

"Sono sicuri e sai perchè? Conosco i proprietari e so che neanche gliene frega nulla. Hanno fra le mani una ricchezza che non sanno di buttare a tarli e topi. Voglio che resti testimonianza della loro esistenza. Anche se nella situazione in cui le hanno ridotte. Chiedo solo di tagliare noi e che nessuo venga più. E potete restare tutto il tempo che vorrete ma nei video non ci devono essere foto, sequenze o audio...."

"Affare fatto! Potete anche controllarci, nessun problema ma che usciremo da qui senza problemi"

Kianta rise divertita vedendolo così spavaldo e forte, mentre gli altri stavano alle sue spalle con gli occhi impauriti. Aveva notato che osservavano sempre le armi e poteva anche capirli, ma lui capegiavva davvero come capo tra loro. Decideva per tutti ma per uscirne bene. E le piaceva questo.

"Bene, Cesare. Innanzitutto piacere, come ho detto mi chiamo Lianna e sono una benefattrice e sostenitrice di una delle cose che rende grande l'uomo. Le capacità in varie forme. Ho un mio lavoro, un finanziamneto di mio padre che anche lui sostiene molte cose e... odio vedere queste meraviglie in mano alla gente che credevate fossimo. Puoi star tranquillo. Anzi, voglio sostenerti perchè ho visto che descrivi, analizzi, consideri ogni cosa che vedi, la storia del luogo, il periodo e quello che contiene. Anche le vite di quelle persone dai loro oggetti... Ti aiuterò con mezzi di ripresa migliori e i luoghi dove recarti, perchè ho molti agganci con varie persone e per qualunque cosa posso intervire, se mai dovrebbero vederti. TI va bene?"

"Perchè fai questo?"

"Perchè ho conosciuto una persona che spiccava tra gli altri, mostrando bravura e capacità ma non aveva i mezzi per migliorarsi. Tu apprezzi le stesse cose che noterei io in quei luoghi, i tuoi amici sono un buon aiuto nelle tue analisi. Vi darò modo di renderli ancora più professionali e in stile documentaristico, con una fonte veloce per studiare ogni elemento presente di che epoca, stile e via dicendo. Posso anche farti accompagnare da esperti che puoi spacciare per amici e possono dare un senso diverso ai tuoi video, fruibili anche da altre fette di pubblico. Perchè è questo che tu vuoi... no?"

"Faresti davvero questo per un vloggher di urbex?"

"Ho i miei motivi, ma inerenti a cosa ho detto. Affare fatto?" alzandosi e porgendogli la mano.

"Va bene, non mi sembri una persona negativa come sembrava, taglierete i video e ci sosterrete per i futuri urbex. In pratica sei una filantropa?"

"Si, su varie cose. Ma ne parliamo un altro giorno. Adesso hai un'esplorazione da fare..." indicando con la mano la porta"

Il gruppo  iniziò a discutere animatamente ma Cesare riuscì a far capire le sue intenzioni e perchè aveva deciso di fare l'accordo. Di malavoglia Ivana uscì dalla stanza urlando che dovevano iniziare, mentre gli altri si accodavano scoraggiati. Cesare fissò Kianta, non si comprendeva se rifletteva, se voleva dire qualcosa o altro ma restò lì a guardarla, mentre lei inclinava di lato la testa.
Gask notò quel gesto come mille altre volte dal suo arrivo, il modo in cui fissava nel mentre le persone come se volesse scoprire da qualche parte cosa voleva sapere. Gli sembrava sempre che in un dato momento, mentre fissava flettendo la testa, i suoi occhi si perdessero da qualche parte, come andasse oltre con la mente e a volte, come accaduto quel giorno, quando Jd le parlava, lei  respirasse per un attimo pronfondamente e - tornasse - in se. Come un sussulto sorpreso sposando lo sguardo su chi le parla e i suoi occhi mostrano quella scontilla tornata. E quegli sguardi che parlano più delle parole. Si, pensò, cèrano attimi in un cui si capiva quel che pensava e perchè fissava in determinati modi, e altri invece non si capiva effettivamente cosa le passasse per la testa. E quindi, si chiese, cosa volevo e pensava  facendo quella proposta e fissando quel ragazzo a quel modo?   Milan le aveva dato carta bianca anche su quello? E se si, perchè dare attrezzatura e uno dei loro esperti a estranei?  Era vero come dicevano Milan e Jd tutto il discorso del visualizzare?
E perchè quei sorrisi divertiti ad estranei o solo a Milan e Jd, e non in altre situazioni?

"Mi raccomando, conctrolla anche a terra. Ho fatto pulire ma ho ordinato che chiari pezzi di decorazione andassero conservati. Troverai dei teli nelle stanze con fregi e parti ancora salvabili..."

"Ordinato... ok, grazie." come pensasse qualcosa " Quando abbiamo finito tornerò per sapere cosa ci farai avere e chi sono quelli che ci manderai. Saranno professori d'arte?"

"Tranquillo, avrai attrezzatura di qualità in comodato d’uso gratuito purchè tu continui con il tuo lavoro. E magari chissà, potresti anche lavorare con altri uerbex in giro per il paese senza sbottonarti troppo... ovviamente" sistemandosi in maniera elegante sulla sedia, fissandolo con un sorriso leggero e uno sguardo che faceva capire il non detto "per spostamenti più lontani ti verrò incontro con i miei mezzi, quindi viaggerai gratis e raccoglierai informazioni su luoghi anche visitati da altri, ma che tu esplorerai con... il tuo modo di apporcciarti nei video. Esperti che lavorano per me che sono preparati sull'arte, parecchio istruiti, ti illustreranno durante le visite tutto ciò che vedrete. E chi lo sa, magari grazie a questi miei aiuti potresti avere una possibilità per il lavoro che sogni. Potresti diventare docente..."

"..." Cesare aprì la bocca sconvolto, pronto a dire qualcosa ma si fermò restando però nervoso "come sai che..."

"Lo dici spesso. Indiana Jones e Sydney Fox insegnano, vero? Sono felice che tu abbia questo sogno e se riesci con questi aiuti a diventarlo... magari potresti essere il nuovo Howard Carter, con una nuova scoperta sconvolgente e ricca. E sarei felice di questo... se a te va bene."

"si...è quello che vorrei. hai davvero visto i miei video a quanto pare, non mentivi. Di solito la gente non fa qualcosa per altri senza avere qualcosa indietro, lo so perchè per chiedere collaborazioni o luoghi da visitare, chiedendo ai proprietari, ricevo solo domande su cosa do io in cambio. E per certa gente esser eindicata nei video non basta, pretende sempre qualcosa..."

"Si, ho i miei motivi ma non come quella gente. L'unica cosa che ti chiedo è non dire mai a nessuno di me e chi vedrai. Presenterai chi ti affiderò ma non altro. Mi restituirai un giorno, quanto potrai comprare roba tua, tutto l'equipaggiamento ma finchè nei hai bisogno io sono a disposizione. Niente di negativo, credimi."

"Mi fiderò... " non finendo la frase perchè i ragazzi lo chiamavano da qualche parte nella villa "tornerò quando finiremo"

Kianta scosse la testa in senso affermativo e lo seguì con lo sguardo mentre usciva. Guardò gli uomini armati che la fissavano per istruzioni e lei con la testa indicò i ragazzi e  li seguirono, restando a distanza.
Restò nella stanza con Maximilian e Gask.

"Comandante, cosa devo fare?"

"Controllali dalle cam e prepara un dispositivo per collegarlo ai loro smartphone e tagliare solo le parti dove ci siamo noi. E... blocca ogni collegamento verso internet..."

Maximilien capì e corse verso il seminterrato, lasciandola seduta, spalle a quella parete mentre la luce del sole irradiava ai due lati la stanza.

"Sei seria?"

Kianta si scosse quasi impercettibilmente e si voltò verso Gask, fissandolo malamente. Chiuse gli occhi una frazione di secondo voltando la testa in altri punti, come per evitarlo ma lui continuò.

"A cosa serve a Milan o ai nostri scopi questo ragazzo? Dargli anche mezzi e persone per vedere vecchi edifici cadenti?"

kianta si alzò lentamente e con sempre quel suo modo leggero e delicato, quasi elegamente, di muoversi. Restò a guardarla mentre gli si avvicinava con delicatezza senza fare rumore con i passi e la vide incrociare i suoi occhi con i propri. E gelò perchè dardeggiavano di rabbia. Gli arrivava massimo al mento, se avesse abbassato la testa l'avrebbe sfiorata, eppure nonostante fosse tra i più bassi di tutti i membri dell'organizzazione, , Gask notava che corporature come la sua erano niente in confronto a come appariva lei in una stanza.  E cosa si provava quando era adirata e si comportava in quel modo. Anche senza che Jd lo avisasse, aveva scoperto e imparato sulla sua pelle che, se lei era parecchio incavolata e non tollerava più certe cose, cambiava atteggiamento e comportamento.
Quando si muoveva con leggerezza, pacatezza, sinuosità addirittura era meglio fare attenzione. Era segnali come quando non parlava, che lei aveva superato la soglia della tolleranza e pazienza e avrebbe agito. Tutti prima del suo arrivo temevano quella ragazza, eppure anche se quel giorno che gli tornava sempre in mente aveva visto un chiaro esempio, era passato un mese per scoprire certe cose. Bastava osservarla sia come moviementi del corpo che del viso.
Se agiva in un certo modo, meglio cercare di no nfinire nel suo radar.
E in quell'istante si chiese cosa dovesse fare mentre lei lo fissava, girando la testa per guardarlo con il viso a 3/4, a volte da un lato solo o voltandolo dopo un pò dall'altro lato e continuava così. Movimenti lenti e rotondi, ed eleganti che nascondevano come una molla quel che sarebbe successo dopo. Ma lo stupì.

"Cosa te ne viene nel sapere questo. Cè un motivo per cui tu sia qui per fare commenti?"

"Eh.. Milan mi ha mandato qui per farti da Ombra e riportarti a casa... "

"Si, so di questa cavolata ma io voglio sapere perchè ti interessa quel che faccio e dico. Vuoi andare da Milan e apparire migliore di quello che sei?"

"Non voglio niente del genere, per niente...." biascicò lui cercando di indietreggiare, finendo però per aderire al muro. Ma perchè indietreggiava davanti a lei, si chiese?

"Stai a sentire, apri le orecchie perchè è chiaro che le cose ti si devono dire chiaramente o non arrivano nel tuo cervellino chiuso. NOn mi fido di te, sei ambiguo e non credo a una parola di quello che hai detto. Puoi fregare Milan e Jd perchè troppo buoni, troppo pronti a vedere tutti come fratelli, ma non io. Le stesse voci che girano su di te sono chiare e non permetterò che i tuoi giochetti o quelli del tuo capo crepino l'organizzazione. Tu e io non andiamo d'accordo, sei un orso rimbambito e pericoloso per tutti. Non pensare minimamente di prendermi in giro..."

"Non prendo in giro nessuno. Quel giorno ho deciso e non capisco tutto questo astio"

"solo astio? sei una piaga perchè non sai niente, non sai fare ninete, vivi abituato ad avere tutto e che tutti facciano le cose al tuo posto, ma non qui. Me ne frego se per Milan sei il fratello che non ha avuto, smettila con giochetti. Se scopro che lui sa  quello che è accaduto oggi, me lo ricorderò!"

"..."

"Ti avviso di nuovo" puntagli l'indice contro, nonostnate fossero poco fistnati, all'antezza del suo petto, , sfidandolo con lo sguardo. E Gask aveva la testa abbassata verso quella ragazza che gli arrivava al petto ma aveva l'irruenza e le palle di un armadio della sua stazza. "Quel giorno non mi fidavo, anche quello che hai fatto mi ha portata a volerti fare avere la sua stessa fine, perchè sei una bestia sguaiata e ignorante. Devi solo ringraziare la freddezza tra Milan e Dorde, altrimenti saresti a farti un volo di nuovo da quella serpe del tuo capo a calci in culo. E questo per Milan e Jd, perchè a quest'ora se fosse stato per me staresti galleggiando a cubetti nel trogolo dei maiali. Ecco dove dovresti essere, anche se fosse stato per me veramente ti avrei legato come un salame e lasciato nel crogiolo con loro e stare lì, a vedere cosa ne facevano di te. magari ti usavano come punchball... invece devo stare zitta e farti stare con noi perchè hai le tue qualità. Che stronzate..." scosse la testa disgustata e gli diede le spalle per andarsene.

"perchè mi tratti così? Da quel giorno ti ho chiesto scusa e Milan ha..."

"Tu hai chiesto scusa a me? Dovevi chiedere scusa a lui. Sei... lascia stare " cercando di calmarsi respirando profondamente "non è il luogo ne il momento, ma è vergognoso che tu ancora mi rivolgi la parola come se nulla fosse"

"Sono passati mesi e pensavo di aver ripagato quello che Jd e Milan..."

"mannaggia al chiurlo e quando ti abbiamo fatto entrare. Solo questo e sempre così con tutti quanti. Abbracciamo tutti, accogliamo tutti, anche certa gente che non merita altro che un volo da un dirupo, ed è pure poco. Sei uno sballato, un disadattato come quegli spocchiosi che si sentono simil gangster con le pose, i gesti, le armi inclinate ma poi non valgnono niente. E ti schifi a guardarli per strada, sulle loro macchinine pacchiane che si sentono napoleone ma sanno solo sparare frasi schifose.  L'unica cosa che tu hai saputo dare è casino allo Chateau. Da quando sei arrivato è quasi tornato tutto come prima e non lo tollero. QUindi stai al tuo posto. Se Milan ti dice che sei la mia Ombra e basta, tu sei ombra e basta. Rispetto a me tu non dici ninete. Sono stata chiara?" dandogli sempre le spalle.

Gask restò a guardare la sua schiena come fosse un cane bastonato. Come se volesse dire qualcosa ma chinasse la testa docile. Docile. Sapeva che lei odiava quella parola per qualche motivo, eppure si sentiva così quando lo aggrediva a quel modo.
Aveva fatto quell'errore, causando quella dipartita ma come diceva smepre, non era causa sua. Un incidente. Ma per lei era una risposta classica degli stronzi, diceva sempre che gli incidenti sono tali riferito ad altri tipi di persone
, non per lui.
E si sentiva sempre attaccato, lo assaliva sempre quando lui non voleva. Desiderava dire qualcosa ma non riusciva, gli moriva qualcosa dentro e non era in grado di farlo uscire più e stava lì, fisso, impalato, incapace.
Era davvero una pazza sociopatica o psicopatica, dipendeva dai giorni, come diceva Alaric? Anche loro non andavano d'accordo, ma sembrava sempre che lei lo odiasse in maniera diverda. Alaric in effetti non aveva commesso quell'errore. Non aveva visto per qualche minuto il suo volto devastato e i preda al pianto, mutato poi in odio puro e voglia di ucciderlo. Lui, non Alaric.
Alaric era pungente e cinico, ma come diceva Jd quei due erano simili su certi aspetti e si scornavano in maniera naturale, ma alla fine erano parte di un gruppo compatto e si tolleravano, e rispettavano anche. In un certo senso.
Cèra comunque qualcosa che ammansava quel loro scontrarsi. lei riusciva a stare nella stessa stanza, nello stesso tavolo per mangiare e discutere con lui senza problemi di chissà quale tipo
, ma ciò era impossibile con Gask. Questo disse Jd quandìo ne parlarono da soli una sera, bevendo. Per lei era intollerabile la sua presenza e non riusciva a capire perchè.
Vedeva i suoi sorrisi e il viso, nelle sue espressioni di fiducia e contentezza, quando cèra Milan. Aveva notato come, anche se con Jd e Milan lei mostrava cose diverse per l'uno e per l'altro, anche se non aveva capito in che senso, non accadeva verso altri.
Peggio, mai per lui. Neanche una volta rivolto a lui. Perfino verso Alaric o altri con cui aveva qualche bega, aveva un mezzo sorriso divertito o monello da mostrargli. Gli uomini stessi, ragionò, dicevano che lei non sorrideva quasi mai, tranne per Milan e allora sembrava una fanciulla innamorata, e per Jd, che molti dicevano fosse un legame particolare. Poi litigavano tra loro su chi avesse ragione e chi fosse l'amante.
Gli uomini in generale parlavano spesso del comandante e si inventavano tante cose. Dicevano che era quel che era per la sua relazione con Milan, per venire attaccati da altri che dicevano che no, la sola persona che lei abbraccia e tratta in un certo modo è Jd.
Dicevano che MIlan era come un politico, perchè vendeva se stesso come reputazione e azioni, ma meglio e vero di quella categoria che eranosolo serpi. Jd era una persona capace e ben voluto, ma più avvicinabile come posizione di Jd. Quale dei due, si chiedevano?
Gask invece vedeva veramente i comportamenti rivolti a uno o all'altro ma non capiva, non li considerava come chiacchiere da alcool, ma come qualcosa di misterioso. Perchè solo solo due?
Anche se a volte ringraziava Lubo con una stretta al braccio o una pacca amichevole, o quei suoi quattro strani amici che invece Milan odiava, era qualcosa di diverso. Jd diceva che l'amicizia con quei quattro, non approvata da Milan tanto che non li voleva allo Chateau, aveva dei retroscena particolari, ben diversi da altre amicizie. E il legmae che cèra tra lei e Milan era... difficile da spiegare. Non riusciva. Poi dopo un pò diceva - non posso -.
Con un tono e una faccia strani, per poi diventare allegro e sorridente quando si parlava di altre cose e cèra sempre lei nel discorso.
E perchè con lui solo astio?

"Dimmi cosa devo fare"

"Dovrei dirtelo io?" sbottò lei voltandosi "hai tre nomi che parlano per te, dicendo quanto sei grandioso e professionale e chiedi a me cosa fare? Ti ha detto di essere ombra? Sii ombra e basta"

"Capito" abbassando la testa, mani a pugno lungo i fianchi e sguardo in basso " a proposito..."

"Cosa cè ora?

Lui infiò la mano in una tasca dei pantaloni e la allungò poi per mostrare cosa stringeva. Lei restò parzialmente voltata a fissare la mano, aggrottando le sopracciglia.


"So che l'altra volta la pietra o mola diamantanta professionale per affilare i nostri strumenti non l'hai voluta,  quando si è danneggiato uno dei tuoi coltelli e avevi dimenticato la penna affilatrice. Ma l'altra settimana nelle gallerie della metropolitana, per quella missione, hai perso il Karambit, quello blu. Con quello che è successo non ho avuto modo di dirti..."

"Mi vuoi dare un contentino per placarmi?"

"... no, con la mola volevo ringraziarti per avermi guardato le spalle. Ma doveva avere problemi e l'affilatura si è frastagliata, ma comunque mi hai aiutato. ma nelle gallerie sei scesa anche se non dovevi per aiutare gli uomini. E ci hai rimesso molto. Volevo solo porgerti..."

"non voglio nulla da te, ne nessun ringrazimento. Se io sono scesa o ho fatto qualcosa, è per una questione relativa alla missione" quasi gli urlò contro restando mezza voltata "e trovo vergognoso che tenti di pacificare per non vedermi andare da Milan per dirgliene quattro. Io non ti volevo qui, non mi piace averti tra i piedi e per giunta essere mia Ombra, ma che tenti di mitigarmi con...."

"Volevo solo darti un dono di ringraziamento, non comprare la tua amicizia..."

"Amicizia... ma smettila. Vuoi dirmi che magicamente vieni da noi e tutto ciò che eri sparisce? Sei un cuccioletto fraterno con gli altri e buono? Seriamente? Vuoi davvero trattarmi da scema come fai con loro?"

"Io..."

"Va al diavolo, doni di sto cavolo. Tutti agite alla stessa maniera per i vostri fini e lo so che stai giocando per il bene per il tuo capo. Perchè..."

"Comandante..."

Kianta si fermò a fissare Gask e si voltò con la testa verso Maximilien, che era arrivato trafilato perchè erano richiesti allo Chateau, l'AerOl sarebbe partito al suo segnale  perchè ed era necessaria la loro presenza in loco.

"Digli che ci metterò un pl, avviserò subito quando potranno partire. Ma devo finire alcune cose qui."

"Certo, eh.... ehm" rimase fermo, con un braccio su uno stipite, a fissarli. Erano ancora vicini, e si vedeva il suo tentennamento in quella situazione spinosa, la lite palpabile.

"maximilien..." facendolo drizzare per la paura "... torna giù e prepara il computer. Sto venendo" con un'espressione chiara sull'ordine. Lui balbelttò la sua risposta e corse via.

Gask restò con la faccia avvilita e triste a guardarla, mentre lei ancora era voltata verso la porta. Strinse il coltello, il Benchmade SOCP Hook, che aveva visto nella fucina e gli avevano regalato. A lui regalavano sempre tutto, non accettavano mai soldi e gli dispiaceva visto quanto erano bravi e ci vivevano anche con i soldi delle vendite,  ma lo aveva trovato davvero perfetto e aveva accettato.
Aveva sperato che almeno quello lo accettasse, visto che quei coltelli li adorava, come quello perso.
 E invece si sentiva come se gli avesse sputato sulle scarpe. Non sapev a che dire o cosa fare, finchè lei non si voltò, la vide arrabbiata e masticando, almeno il movimento della mascella per i  lnervoso che le vedeva a volte, e gli disse di muoversi a fare il suo lavoro, ma non voleva sentire altre idiozie.


Restò a braccia penzoloni, mogio, stringendo i pugni e ricordato quel dannato giorno in cui era avvenuto quell'errore. E maledì quello sbaglio perchè credeva che...


Continua
 










Colei che invita Rhona-
colei che invoca  Luned-
colei che mente   Corentin
colei che punisce   Ressona-
colei che predice  Gwenael -Nolwenn
colei che appassiona India-
colei che cela  Comagia-
colei che insegna   Diandra-
colei che crea. Asseda-


























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Capitolo 12
*** 12 ***


Chapter 12 Chapter 12

Presente

"Seriamente sono giunte fin qui?" si sbalordì Jd, restando a bocca aperta.

"Si, una di loro è arrivata fin qui per dirmi che sono un fastidio e volevano addittura far qualcosa per fermarmi. Ci crederesti?"

Kianta era in piedi nel piccolo ufficio, con le braccia conserte e nera di rabbia. Jd era appoggiato con la schiena allo stipite della porta, chiusa, ed era ancora inebetito dalla situazione.

"Ma possono farlo?"

"No, ovvio. Il loro dovere sarebbe solamente quello di studiare il tempo, i loro giochini magici, di vedere il futuro o scoprire le cose con spiriti ... boh, io non ci credo, e tutta la questione della religione, del tempo inteso come..."

"Si questo lo so, anche io ritenevo il dovere relativo al tempo, ma portarsi a funzioni che..."

"Ascolta..." lo fermò lei seria "loro devono solo occuparsi di religione e cose magiche che piacciono tanto a Milan e Dorde. Punto. Invece hanno iniziato ad agire di testa loro su tutto, con la loro posizione troppo accettata dagli uomini. Infatti senza problemi prendono un AirOl o ottengono facilmente qualsiasi passaggio ovunque e fanno quel che vogliono. E non deve più accadere. Inoltre con la scusa del loro tipo di incarico, come Colei che invita che mi ha gentilmente raggiunto qui, si prendno la briga di interferire con tutto ciò che facciamo, senza neanche sapere nulla del nostro lavoro. Questa stessa che invita, dovrebbe solamente occuparsi di aiutare nelle scelte, invitare verso la giusta strada, consigliare e tutte queste cose... invece lei ha inteso che può andare dove vuole a invitare e consigliare la gente verso la nostra causa o anche verso la vostra religione. Senza nessuna autorizzazione, così come una certa Musa che punisce insieme alle altre, si porta alcuni uomini dove vogliono andare e agiscono negativamente su persone che non sono state diciamo corrette con noi. Il caso di Ravenswood lo conosci, no?"

"Aspetta, sono state loro? Ma quelli sono rimasti in ospedale..."

"Esatto!

"Ma Milan..."

"Quando ne abbiamo parlato non ne era affatto felice, considerando che loro sono gestite da Dorde. Anche gli uomini che obbediscono loro, senza pensare che dovrebbero chiedere prima a noi. Ma il peggio è che si avventurano ovunque, recandosi da questa e quella persona per decidere e agire, come se fosse lecito. E la cosa deve finire, loro si occupano solo delle menate psicologico-religione. E se continuano non mi faccio problemi anche contro Dorde e Milan, eliminandole."

"Avendole scelte loro, direi che dovresti prima parlarne per sapere cosa fare e comportarti, ma effettivamente non sapevo che in quel caso cèrano loro. In quei giorni ero nella repubblica cinese, ho saputo da Alaric e Lubo la questione, ma non nei particolari. Anche io sapevo che non si occupavano di politca, reclutamento vario... e far del male alle persone poi, senza sapere se Milan volesse o meno. Le cose stanno andando troppo oltre, in effetti..."

"Non permetto azioni di testa oltre alla necessità in nessun nostro uomo, quelle stronze... non devono più permettersi di andare da ragazzini e bambini e portarseli via, quando siamo stati incaricati di recuperarli da genitori divisi, questioni familiari, tenerli in luoghi sicuro se di famiglie particolari e altri fattori. Queste gentili ragazze hanno avuto la brillante idea, un tot di volte, di andarsene dove volevano a rompere a noi le scatole, agendo perchè hanno avuto quella visione, hanno avvertito quello, hanno sentito quello spirito del cavolo che parla loro e quindi sanno che fare... BASTA! O partono in gruppo lontano dallo Chateau e ordiniamo agli uomini di finirla con questa pagliacciata e di fare quello che dicono, oppure agirà da sola. Questa storia della religione è sbagliata, come le altre. Ruota del tempo legata a semina e riproduzioni e altre, va bene... diciamo che ci sta! Ma si sta andando oltre e poi non mi si dica che esagero, perchè quelle donne agiscono esattamente come quei cavolo di preti, rabbini, imam e cavolate varie. E la storia dell'umanità se ne ha avute di disgrazie e stermini insensati per la religione. Una cosa è credere in ciò che è legato alla natura, un'altra agire per spiriti, visioni e stronzate varie. Te lo sto dicendo perchè vorrei che voi veterani foste d'accordo con me per parlarne a Milan e farla finita"

"Ok, però non puoi togliere la religione e basta, alla gente serve..."

"A chi chiedi perchè agisce in un certo modo anche se non è corretto verso gli altri, quindi giudicando e agendo negativamente per cosa dicono le parole di un libro, cosa rispondono? . Questa indifferenza è peggio di uno schiaffo, di uno sputo, di tutto ciò che ti ferisce. Mi dirai, ma ci sono stanti nella storia casi di governi assurdi e totalitari che hanno fatto lo stesso e la gente li ha seguiti. Concordo, è vero ma pensaci. Una cosa è trovarti, se non accetti volontariamente questo schifo, in un momento in cui prende il potere un pazzo o un gruppo di folli e devasta tutto per odio e rabbia, un'altra vedere un testo e sentire un gruppo di tizi che riportano parole di un'entità straordinaria ma non si sente, vede, percepisce o altro, che dice di odiare, scacciare, opprimere e altro schifo altre persone, perchè a lui non piace, non vuole, non tollera e altro... quale è davvero peggiore? Quelli che non accettano ideologie malsane per non dire altro e agiscono alla lucein un modo
, ma si oppongono nell'ombra, oppure gente che accetta di buon grado gente che dice di parlare per qualcosa che è collerico, vendicativo, che punisce quelli che lui stesso dice di creare e giudica per qualcosa che lui stesso ha dato. Una cosa è insegnare ai bambini o ragazzi come agire correttamente in determinate situazioni, un'altra è tirare pietre alla gente e sputargli addosso perchè ritenuti fuori natura, ripeto fuori natura, sbagliati, peccatori, gentaglia e via dicendo, per un testo scritto quattrocento anni dopo una determinata storia, mixando cose prese da altre religioni. E' corretto? Quale è davvero peggio? Un gruppo di stronzi si possono far cadere e picchiare a sangue, ma gente assatanata che crede che qualcosa debba farci nascere ma trattare come pupazzetti come in the Sims, no. E sta accadendo la stessa cosa da noi. No. E' impensabile vedete gente che dice di essere credete, a volte raramente praticante, che pretende che tutti rispettino le obbligazioni apprese da preticelli, che seguono testi rielaborati da concetti medievali, formulati da credenze dell'età del ferro, mescolate a racconti orali primitivi di gente arcaica e misogena che credeva in cose adatte al loro tempo. Non da usare come catene per tutti e in società moderne e che si definiscono civili. Mi spiace dirlo ma molte culture e società passate per certe cose, erano più civili e corrette di quelle che hanno oppresso. Ogni persona è diversa, educare è una cosa, creare gente lobotomizzata e ignorante è devastante per quello che deve esser el'essere umano. QUindi basta religioni che governano la vita reale di una persona. Decidi per conto tuo, ma è come la gente che cerchiamo di fermare, lo stesso, che senso ha allora?"

"Quel che hai detto è vero, hai ragione e lo dico io che seguo solo la Ruota e non altro. Ma sai benissimo che non tutti siamo uguali, vogliono credere che esista anche altro e cè possibilità oltre il materiale. Lo sai che ci sono persone che in periodi brutti o che non vedono come buoni per vari motivi, si avvicinano alla fede e stanno meglio?"

"Oh se lo so, ma vedi... loro non stanno bene perchè cè qualche cosa magica e spirituale che discende e li cura o salva o altro. Semplicemente pensano come le cure palliative, per vedere chi finge di essere malato con un placebo, che le cose sono migliori. ma Perchè? Perchè si convincono che cè qualcuno che al loro posto fa questo, quello, angeli, santi e tanti unicorni che li osservano e proteggono. Ma le cose cambiano davvero? No, come vediamo quando agiamo noi stessi. QUindi, di che parliamo? L'autoconvincimento è una cosa, consapevolezza che bisogna usare la propria forza, i momenti giusti e buoni, che cè altro che la speranza che scenda una mano divina a risolvere tutti i problemi. Non cè, ma la reatà si. Se tu fai una sorta di censimento dei fedeli, e non lo dico io, la maggior parte di questi sono gente non semplice, ma vuota nel cervello. Per loro tutto è fare quello che la società e religione dicono. Stop. Se qualcosa va contro quello che gli hanno inculcato è sbagliato. Tutto si risolve con preghiere e fede. Se fosse stato così, tanto dolore nel mondo per secoli non ci sarebbe stato. Ma la gente vuota va avanti e fa cose, contro gli altri. Credere che cè un piano superiore dove esistono varie cose che guardano e risolvono, tu devi stare a pregare e basta no nva bene. Loro non lavorano al posto tuo, non provano sentimenti che dovresti provare ma nascondi, non ti portano il pane a casa ne i soldi per sentirti vivo. Ne altra cosa. E' una positività che loro generano dentro, non altro. Sarò stronza e mi odieranno, ma quando va detto, va detto" sbuffando.

Jd rise e si avvicinò alla scrivania, guardandola divertito. Lei lo fissò accigliata e perplessa.

"Ho già sentito queste frasi, ecco perchè rido. Ti dò ragione, anche io credo che è tremendo far soffrire gli altri per fede rispetto alle altre opzioni. Diverso è che un altro essere umano malato di mente riesce a far diventare vero il suo problema contro gli altri. O quando per una divinità si fanno cose terribili e inimmaginabili. Ricordo ancora quelle lezioni che hai fatto fare dove Emlien mostrava... ci credi che a volte ho ancora gli incubi? Quello che facevano contro la gente perchè ritenuti contro natura o contro dio è spaventoso. Come quel rito maia o azteco con il cuore ancora funzionante. Ma queste erano civiltà che non sapevano neanche cosa fosse il sole, quindi da un certo punto lo capisco. Ma è stato... tragicomico quell'episodio in romania a cavallo, là ancora sono mezzo nella natura e mezzo nel progresso quindi usano i cavalli, in cui cèrano gli uomini che ti scambiavano per ragazzo e tutte le donne che ti guardavano così male da volerti svitare la testa per colpa degli abiti. Le donne che indossano abiti che là sono per uomini. E' stata un'esperienza... non so neanche descriverla ma per la religione, là così forte, tu eri contro natura per loro. Certo, eravamo in una zona distante dalle grandi città, ma ammetto di esser rimasto basito e sconvolto un simile atteggiamento. Per loro il tuo modo di essere, vestire, pettinarti e trattare le persone era esclusivo degli uomini. Le donne non ne hanno voluto sapere, tranne qualcuna giovane, di parlarti o avvicinarsi. Ed è stato triste, solo per l'abbigliamento. Eppure, anche se di solito è il contrario, gli uomini alla fine ti hanno accettata e considerata. Strano ma interessante..."

"Si, perchè mi avevano definitivamente considerata un maschio. La loro scusa era che capita in alcune zone, come anche in luoghi slavi, romania e vicinanza, che un'antica legge permetta ad una donna di diventare uomo sotto la legge e con l'accettazione di un certo numero di uomini. Essendo zone ancora definitive antiche, si seguono ancora certe leggi, per questo io ero come una Vergine Giurata. Hai presente? Bene. Ho chiesto più volte agli uomini come alle donne, qualche spiegazione maggiore del perchè le donne non possono vestire come me..." indicandosi con le mani "e mi hanno risposto che esiste una legge millenaria. UOmo e donna, due cose diverse, due ruoli diversi, due comportamenti e vestiari diversi. Molte ragazze però non erano dello stesso parare, e spero che in luoghi più rurali come quelli non vi siano ancora tra alcuni anni, ma esistono. Ecco perchè spero che Milan riesca a cambiare le cose ovunque. "

"Anche adesso in molte società avanzate accade. Conoscevo una persona che era sempre rimproverata perchè portava i pantaloni e magliette. Amava le camicie ma disdegnav ale gonne perchè le piacevano ma non erano adatte a lei. Chiudeva un occhio a gonne di jeans scure ma indossava sempre pantaloni. E veniva sempre rimproverata da piccola come da adulta perchè poco femminile. Le dicevano anche che nessuno la guardava e l'avrebbe voluta se non attirava i maschi... e tanto altro. Storia lunga... " voltandosi per cambiare discorso e non guardarla "ma il punto è che si possono considerare come primitivi un gruppo sociale ma sappiamo tutti che in verità anche nelle parti avanzate cè ancora tanto pensiero simile. Anche le Muse o Figlie e le Fanciulle vestono con abiti e non..."

"Lo so!" tagliò corto lei "ecco perchè non voglio farne parte. Una cosa è che far contento Milan e seguire quello che è il rito, la festa, un determinato dress code, un'altra è che mi si giudichi solo per gli abiti che indosso. E le stesse donne, come tante altre cose, sono le prime a far ogni cosa negativa perchè tu ti pieghi. Siamo esseri umani eppure ci comportiamo come bestie..."

"Già, lo diceva anche quella persona" diventando triste "ecco perchè noi tutti seguiamo Milan. Molti di noi per l'aspetto, come ci mostriamo 
, siamo visti negativamente come fossimo pericolosi..."

"le cose non cambiano da sole. Lo sa la storia umana. Ma è degradante vedere volti disgustati e giudicanti perchè dei libri dicono che si è divisi il soli due gruppi, devono essere in und eterminato modo altrimenti sono sbagliati. E poi, la cosa che mi fa ridere, è che questi concetti portano ad amanti che si mostrano ed appaiono così feminili secondo i canoni, da essere cercate da uomini che no nsi fanno problemi a pestare sotto le scarpe promesse e giuramenti solo perchè gli sale l'ingrifo perchè quella donna mostra cosa piace a loro, mentre magari la moglie no. Le amanti guarda caso chi e cosa sono? Sono la versione desiderata dagli uomini, che siano gente che si è sposata per obblighi sociali o anche chi ama un ideale di donna... la moglie per varie cose cambia giustamnete col tempo e vuole ancorarsi con il suo ideale di amore e sesso. Chi lo presenta? Soggetti femminili che utilizzano tutto ciò che è la mentalità passata solo buttandosi su cosa ama l'uomo in generale. Il Sesso. Tra madri all'antica, tra religione, tra matrimoni per essere visti socialmente e figliare, tra altro le donne non accettano di dare se non come obbligo. Perchè di fatto non è la persona per loro, non vogliono, non hanno interesse in ciò, così tra l'occhio e la voglia, ecco perchè esistono le amanti. Si, anche il pizzico di senso di avventura di qualcosa di proibito... ma hanno fatto unpromessa, hanno stipulato un giuramento, ancora di più, a quel dio che dicono grande e bla bla. E quindi, di che cosa parliamo? Se ci pensi la donna ha basato sempre il suo modo di porsi, vestirsi, essere in base ai desideri dell'uomo, in quella società dove esistono non due soggetti con attributi sessuali diversisolo ma persone. No, cè un individuo maschile che può tutto e un soggetto femminile che serve l'altro, è un soggetto inferiore, il suo compito principale oltre essere servile è essere un'incubatrice con le gambe, essere e presentarsi come gli uomini vogliono che siano. E donne sottomettono altre donne in tutto questo. Perchè? Perchè babbuini rincoglionitisolo millenni fa, hanno deciso che cè un essere maschile che può tutto, che l'uomo deriva da esso mentre la donna dall'uomo. QUindi cè una catena di sottomissione e deficienti figli o conoscenti di babbuini, hanno partorito questa cagata come fossero animali, mantenendo tutto per millenni fino ad oggi. E nessuno, tranne quelli che poi erano zittiti dai cretini, hanno cercato di cambiare le cose. Per chi? per seguire mentalità arcaiche di malati mentali. Per chi? Perchè girava voce, ma erano dette da altri uomini, che le cose stavano così perchè dette da un dio che va contro anche la natura stessa. Come i passi dove gli animali sono stati creati per servire l'uomo, che la donna deve essere quel che sappiamo e tanto altro che fa venire i brividi. Ma la gente li segue e questo fa male dentro. Veramente. E non deve accadere che da nostri lavori si riporti a queste cose per una religione data in mano a oche mentecatte. Questo è... punto"

"parlerò a Milan e con i ragazzi, ammetto che anche io non sono molto d'accordo con tutto questo. Loro dovrebbero occuparsi di altre cose, non recarsi da certi soggetti, parlargli a nome di Milan o del gruppo e agire come cani sciolti. Essere vicino alla Natura è una cosa, effettivamente, mischiare religione con la vita vera in tutto, supera il limite massimo. Tranquilla, risolviamo"

"Lo spero... "

"Ci sono novità per spostare gli ospiti?"

"Ancora non lo sai? I primi gruppi che il governo stesso aveva evacuato da un centro urbano parecchio colpito, nascondevano in seno tre soggetti che hanno agito dall'interno. Inutile dirti di... PUMM" mimando un'esplosione con le mani "dolore, sangue, devastazione. NOn eccessivo, solo due locali come i nostri danneggiati e alcuni feriti e morti. Fortunatamente hanno agito in un momento particolare, senza saperlo, in cui vi erano dei controlli sanitari in un'altra zona, quindi altra struttura a pochi metri, e questi erano rientrati dallo spazio all'aperto incui passavano alcune orelibere. Si erano portati all'esterno sotto gli abiti l'oggetto, non avendo controllato i loro bagagli, e appena rientrati come loro piani, hanno attivato. Ma non sapevano he erano in un gruppo successivo per un controllo improvviso per strani casi di malessere, e si son ritrovati ad andarsene nei loro campi elisi facendo pochi danni, effettivamente. Ma hanno dovuto ricostruire, andare a controllare ogni persona ospitata in quei giorni, perquisire le loro persone e quel che è stato possibile trovare dei bagagli. Insomma, la questione è molto grave. Per come ne parliamo noi, sembrano cretini con qualche petardo e qualche schiamazzo per le strade, ma non è così. Era cominciata allo stesso modo nei paesi arabi anni fa. E ora stanno migrando qui per quello in cui credono. Anche questo, sempre legato a quanto detto, è giusto? QUindi cerchiamo di fermare da prima quello che finirà come ciò che già conosciamo..."

Comparve di colpo Helias come una macchia d'inchiostro strisciata nell'aria, finchè non prese forma un paio di passi dopo, come se si componesse camminando. Kianta restò a fissare il completamento della forma, seppur di pochi istanti, poggiandosi con le mani al'indietro sullo schienale di una sedia, di fronte la scrivania, gambe incrociate. Helias, tramite le telecamere presenti nella stanza, squadrò i due presenti, muovendo il muso come se guardasse veramente loro, ed esordì con tono serio.

"Madre, Jd, perdonatemi ma ho un messaggio dallo Chateau"

"Dì..."

"Si, madre... Jakart ha avvisato che sono giunte delle persone allo Chateu chiedendo un incontro con il Leader. Dopo varie pretese per farsi ricevere senza aver proferito parola sulla motivazione, il Leader ha accettato l'incontro, dopo conosciuto le generalità. Sono rimasti nel salotto ricevimenti per mezz'ora, dopo il Leader ha annunciato di assentarsi per un certo periodo e che sarebbe tornato presto. Jakart ha però detto che, dopo aver ordinato di lasciarlo solo con gli ospiti, è uscito e inteso che sarebbe andato da solo. E, da sue parole, quegli individui sembravano loschi, le loro azioni parevano come intimidatorie sul Leader. Ma questi ha tranquillizzato ed è andato con loro, abbandonando lo Chateau senza istruzioni. Jakart ha inteso avvertirti per precauzione, non avendo avuto informazioni maggiori per il tracciamento di quelle persone..."

"non hai detto che erano state identificate?"

"Hanno lasciato delle generalità che il Leader pare abbia riconosciuto. Secondo Jakart, che si è scritto i loro nomi come gli son sembrati detti, sono Gheburim, crede, e Anacim. Il terzo pare Marbas. Sono giunti su una Maserati Levante Nera con inserti cromati e sono usciti con il leader. Aveva i finestrini oscurati, quindi sa di questo particolare perchè era uno delle ombre di oggi e gli è stato accanto fino all'auto. Poi ha sciolto l'incarico, indicando di restare in attesa per il suo ritorno..."

"Cazzo..." sbotto Kianta buttando la test a indietro adirata, restando sempre con le spalle verso la scrivania, con le braccia a poggiarsi sulla sedia dietro.

"Cosa... se lo fa sempre. Non..."

"Jd, andiamo... non essere come Gask. Già dai nomi si capisce che persone... uff..." sospirò chiudendo gli occhi "maledetti esoterici. Ecco perchè li odio. Ha di nuovo ascoltato quella gente ed è andato con loro per chissà che rituale o altro. Sono stanca di questo. Nell'ultimo periodo è peggiorato, perchè secondo quale motodo di scrutamento di astri e futuro, ci sono momenti specifici per fare le cose. Che tristezza... " scuotendo la testa con una faccia quasi schifata "non capisco perchè gli piaccia questo, che non si attegga più ai metodi classici e normali..."

"Aspetta, intendi quella setta o come si chiama, che lui frequenta? da cui ha preso con Dorde l'aspetto mistico delle fanciulle e Figlie? Ma non aveva..:"

"NO! Non ha mai smesso. La questione di Wartburg secondo te, chi gliel'ha messa nella zucca? Accidenti..." sbottò, incrociando le braccia e camminando nello stretto corridoietto tra gli armadietti e la scrivania "Non sono mai riuscita a fargli levare questo vizio di legare tutto a queste stronzate. Già mi fanno incavolare quelli che vanno da maghi e cartomanti per sapere ogni pelo di quello che devono decidere, fare, pensare. E perdono tutto per avere, secondo loro, uno scorcio veritiero sul futuro e ogni aspetto della loro vita, per poi piangere se incantesimi e malie non funzionano e hanno perso sacchi si grana... che gente! Ma Milan? Una persona con il suo 
carisma, saggezza, intelligenza, e... una persona così completa come lui non può cadere in queste cose, sopratutto se ha uno scopo così grande. E io che mi preoccupavo per le gallinelle che gli svolazzavano intorno e la contessina..."

"A me non sembra molto cambiato. Forse intendi fare qualcosa? La setta, intendo"

"per prima cosa devo sistemare la Figlie, loro sono una spina nel fianco..."

"No...! Per favore, evita... cosa hai intenzione di fare? Eliminarle?"

"In verità mi era passata per la testa l'idea di far giocare su di loro un orso, o magari un leone di montagna incazzoso, o..." ossevando in alto co gli occhi come se stesse pensando a un elenco già fatto.

"Kianta..." sussurrò lui preoccupato.

"E che sarà mai... tutti desiderano abbracciare gli orsi, no?" sorridendo birbamente "scherzavo, avevo pensato veramente a furetti addestrati alla caccia, ma di Figlie..." sorridendo a 32 denti. Poi tornò seria "sto già escogitando qualcosa, ma non ti agitare, niente di troppo truculento. Ma devono imparare..." fissandolo in un certo modo e Jd comprese. Si portò le mani tra i capelli come tirarseli indietro e alla fine scosse la testa. Non cèra altro modo.

Dopo alcuni istanti di silenzio, Jd continuò come se trovasse opprimente l'assenza di dialogo.

"Ci sarai questa sera? I ragazzi vogliono fare un falò di viaggio e sembra si stiano preparando."

"Si, mi avevano chiesto l'autorizzazione, e ho concesso visto che ancora molti gestori sono turbati da quanto accaduto. Ma lo avevo intuito quando hanno portato i ventagli nelle cucine. Da quando li hanno fatti fare dal fabbro non mancano mai e... sono felici. Che sarà mai un coso di ferro che sembra un rastrello, ma senza denti ricurvi per cucinare cibi salati o dolci sul fuoco? Si divertono a cucinare, fare festa... Quello che mi fa preoccupare è che intendono farlo all'interno del corpo della Torre. Sarà sicuro attrezzare un vero falò nella zona centrale, visto che gli ospiti sono stati parecchio vivaci?"

"Vivaci? A me sembravano l'incarnazione di Attila... secondo loro farlo all'interno farà in modo anche agli ospiti passino il tempo e divertirsi. Ci saremo noi comunque, ormai è una tradizione per i nostri, gli ospiti vedranno solo un pò... di folclore dello Chateau. Non penso sia un male"

"Se lo di ci tu..."

"Ascolta, prova a cercare Milan e capire la situazione. Così decideremo con gli altri il da farsi. Io vado a controllare i ragazzi per il falò che stanno preparando, per iniziare tra qualche ora. Per il resto, ci veranno nuove idee e magari con un buon vino frizzante a metodo Charmat, parleremo meglio. Il tuo preferito" facendole l'occhiolino.

"Mh..."

"A cosa pensi adesso? La tua testa ruota così velocemente che certe volte non so quale balzo hai fatto per impegnarti di nuovo in qualcosa..."

"pensavo a Milan, alla questione di quella gente e a quest' epoca dell'ostentazione del nulla. Ho scoperto che oltre gruppi di mamme pazze, antivaccinisti, terrapiattisti, gente col cervello andato per le diete vegane o fruttarianiane, che usano social e azioni eclatanti per apparire e avere i 5 minuti canonici, e gente che agisce in modo allucinante pur di essere conosciuto, mettendo a rischio anche figli o se stessi. A volte è stato assurdo quel che ho visto e letto e sono preoccupata. Ma cè un boom nuovamente di credenti in pratiche magiche e affini. Quel gruppo che Milan supporta... pare abbia nuovi adepti ogni giorno, che devono o abbandonare le famiglie oppure portarle con loro sotto l'ala di... perchè la gente non riesce a essere completa e ricca da invece, aver bisogno di riempire i vuoti mentali e di vita con fandonie di gruppi e sette, che promettono cose? Voglio dire... Milan stesso! E' acculturato a un livello superiore alla media, è un ottimo militare stratega e amministrativo, ha capacità sociali e politiche e... " stringendo le labbra creando una linea, con un'espressone incerta e confusa "a volte sembra quasi essere due individui diversi..."

"Si, Gask mi ha detto la tua teoria." poi vedendosi fissare con occhi stupefatti e le labbra come se pronunciassero una U continuò "sai, siamo amici... parliamo molto come fate voi due, e mi ha detto che iniziava ad avere dubbi. Nati dopo una discussione con te. Ha detto che per te Milan sembrava avere come una dualità contrapposta. Mi ha esternato concetti con frasi così ben strutturate e ricche che non sembrava più lui. Non ti chiederò cosa è accaduto, ma è cambiato. E tanto..."

Lei restò a fissarlo un istante sorpresa, poi pian piano iniziò a sorridere con calore, guardando un qualche punto che vedeva lei, oltre il materiale. La sua espressione si addolcì, i suoi occhi sembravano brillare come se volessero piangere, dando un senso di affetto e calore per cosa stava pensando. Jd si trattenne qualche momento vedendola, mentre il suo volto si scaldava di qualcosa, una cosa insolita, restando fissa a guardare ciò che vedeva solo lei. E continuò.

"Chiaramente anche lui è cambiato. Solo che Milan, al contrario, è cambiato peggiorando. Anche io con gli anni passati insieme, prima del tuo arrivo, lo sapevo interessato a certe cose ma restava con i piedi per terra. Ora.. lo vedo ancora più preso dalla cosa, in tutto e totalmente. Tutto quello che hanno isituito racchiuso nella religione antica... a volte la cosa mi puzzava. Un pò come la sua idea di creare le Fanciulle di Dorde come rappresentazioni della ruota dell'anno, celando invece delle guardie del corpo personali altamente qualificate. Ma quella incinta... questa cosa sta peggiorando. E le fanciulle che sovrintendono i vari periodi in quel modo... è raccapricciante e mistico allo stesso tempo. Ma sono guardie del corpo che, con la scusa della ruota, accompagnano Milan e Dorde ovunque. E quello che mi hai raccontanto... cosa facciamo, Kianta?"

"Tu hai mai visto Dorde?"

Jd sussultò di sopresa, voltandosi totalmente verso di lei, staccandosi dalla parete dove si era sistemato. Fece un passo tentando di formulare una risposta, ma nulla.

"Jd, come hai detto e Gask ti ha riferito, Milan mi sembra sempre come due persone diverse. Un giorno agisce e dice una cosa un altro o anche il giorno dopo appare come sorpreso, come non riconoscendo cosa dico, come se avesse un'altra personalità. Io non ho mai visto o parlato con Dorde, mi si risponde sempre che verrà il giorno... E se non esistesse?"

"ANdiamo... mi è capitato di far parte del gruppo amministrativo prima del tuo arrivo e lui era presente..."

"Quindi lo ha visto? Gli hai parlato?"

"Visto no... lui..." incerto,grattandosi il mento "lui era dietro qualcosa o in un'altra stanza e interveniva e dava ordini mentre discutevamo. La voce era diversa, Milan mi ha detto che..."

"Non voglio sapere cosa ha detto MIlan. Da quando sono qui ho ricevuto da lui messaggi e ordini, mai vocali, e non mi è permesso incontralo. E parlando con Gask neanche a lui è mai accaduto. E se sia Milan a..."

"Calmati. A far cosa, fingere che esista? Inventarsi le cose? Milan era con me in quelle riunioni, vicino o di fronte e la voce di Dorde veniva da altri punti..."

"Poteva essere lui a farla e non lo vedevi, esistono dei ventroloqui bravissimi. Ci sono anche persone con doppia perosnalità che sanno switchare da una all'altra.. o.. non lo. La cosa mi ha sempre puzzato di strano..."

"Vuoi farmi credere che sei sicura sia come quegli artisti ocn le marionette? No, non credo. Sono certo che esista, che davvero gli ho parlato... non pensare a questo ora. Concentriamoci su così più importanti e pericolose...

"Parliamone in seguito, avesso dobbiamo occuparci degli ospiti come degli uomini. I nostri non devono mai scoprire nulla, ok? Se alcuni hanno dei vuoti da seguire la religione e le Figlie così tanto, da lasciarle fare cosa vogliono senza reali autorizzazioni, che accadrebbe se Milan... Se..."

Jd strinse il suo braccio con dolcezza con una mano e le sussurrò calmo "parliamone con calma ma troviamo una soluzione. Dopo che mi hai fatto leggere i libri dell'ancella, mi è venuta la pelle d'oca al sol pensiero di una società del genere, oppressa dalla religione. Non in quel modo, non a noi. So che odi i paesi con costituzioni laiche che invece ostentano funzioni religiose per tutti, infastidendo tutte le persone che non credono, seguono, considerano la religione principale a discapito di funzioni di stato per tutti. Ma troviamo una soluzione..."

Kianta scosse la testa in segno di assenso e rimase silenziosa. Lo vide salutarla e uscire, senza però chiudere la porta, che venne aperta da Gask, perplesso in viso. Lei sorrise calorosamente al nuovo arrivato, ricambiata, e si sentì chiedere cosa non andasse. Ma silenzio.
Le disse di mettersi comodi e si sistemarono contro il muro di fronte la porta, dietro la scrivania, schiena sul muro, sguardo di fronte, a parlare. Come facevano sempre. Lui le pose di nuovo le domande, vedendola tentennante, e aspettò. Ma Kianta poggiò la testa sulla parte e iniziò a pensare, occhi chiusu. Si sentì il pollice della mano sinistra stretto dalla mano più grande di lui, sorrise e voltò gli occhi nella sua direzione. Lo vide girarsi e poggiare la nuca sul suo petto, come altre volte, rilassato. Lei gli cinse il collo con le braccia, poggiando il mento sulla fronte, silenziosi e calmi. Le sussurrò di non pensare al negativo, e nel caso parlarne per stare melgio. Lei, dopo un momento incerto, dove stava per dire qualcosa ma si fermò, si liberò degli spettri che la opprimevano, anche quelli non ancora raccontanti, e sperò che le desse buoni consigli, o comunque idee.


Due ore dopo


Dorde si voltò verso la porta, restando ad osservare e poi controllò il suo phonvlet. Era nascosto da una sorta di separè o Paravento in legno e seta creato e dipinto dagli uomini dello Chalet, per dare una sorta di intimità se vi era più di un presente. Ma quella funzione nel suo caso serviva per restare celato.
Alzò lo sguardo di fronte a sè, ispirando profondamente chiudendo gli occhi. Il luogo in cui si trovava era sempre di ispirazione per lui ed era felice di averne voluto la sua costruzione, dopo che Lei pose idee per vari ambiti.
Grande all'incirca come un campo da calcio, presentava mura create in pietra rettangolare chiara, intervallate in orizzontale da cornici decorate e vari settori che ricordavano una chiesa.
Il nucleo principale era un locale rettangolare adibito a Riflettorio 
e terminava i una una sorta abside dal particolare coronamento a gola, ed intorno vi erano cappelle in successione per tutta la lunghezza maggiore, creando delle nicchie piene rotonde, piene di iscrizioni. Ogni parte alle cappelle si apriva per mezzo di un arco ribassato. Vi erano sezioni rettangolari aggiunte verso l'esterno, sezionate in sei o sette loculi o cappelle, divise da uno stretto corridoio a una persona che collegava i settori nuovi con ivecchi.
Una vecchia sezione era sotto il livello del suolo, definita “cripta” o nartece, riservata alle Fiamme e il Leader. Il nartece era raggiunbile da una porta in ferro squisitamente elaborata, tramite chiave che conservavano solo due persone. Per tutti gli altri dello Chateau che visitavano quel luogo, era ignoto cosa contenesse. Sapevano solo che lo spazio era profondo, decorato e alto metri.
Gli spigoli del muro esterno avevano un elemento decorativo staccabile e collocabile per nuovi ampliamenti. Sulla sinistra del muro perimetrale, una grossa pietra squadrata e una colonna incisa con dei motivi vegetali.

La Casa delle Lapidi, una costruzione interamente decorata da lapidi realizzate dai loro artigiani, esperti nell’arte della scultura in pietra, era un luogo non definibile sacro ma di meditazione. Le lapidi marmoree, non funerarie, portavano incise delle epigrafi scritte in varie lingue, recanti messaggi profondi o spirituali,morali, che esortavano a riflettere sul vero senso della vita e sul valore del trascendente, dalla nascita alla morte. Incitamenti o messaggi dall' inquietante al liberatorio, che nulla avevano a che fare la religione, anche se apparentemente poteva sembrare. Tutte le iscrizioni a parte il messaggio inciso, erano quadrati o rettangoli con frasi racchiuse da cornici riccamente intarsiate.
In tutte le pareti, interne ed esterne, erano inglobate lapidi o epigrafi, decorate con simboli geometrici, strani e vegetali che arricchievano questi marmi, le cornici dividevano in parti orizzontali le pareti.
Era stato costruito solo con le mura e si era chiesto agli uomini che man mano aumentavano, per chi imparava e mostrava abilità in quel mestiere, di donare a chi visitava da fuori l'edificio, ma anche chi lo usava per meditare e cercare una risposta per determinati giorni o momenti, di lasciare qualcosa di profondo e particolare per tutti. E ognuno creava a proprio gusto e abilità ogni avviso, consiglio, avvertimento, esortazione, monito, rimprovero, ammonizione, insegnamento, o qualunque frase e considerazione si volesse dare. Quaunque uomo dello Chateau poteva andare dal Comandante o Leader e chiedere di porre una iscrizione determinata, scrivendola o declamandola e indicando decori o altro per il lavoro finale. Era possibile anche chiedere direttamente agli scalpellini e marmisti, ma di solito chiedevano un parere a loro due e la posizione migliore.
Quel luogo era rischiarato giorno e notte, vista la poca presenza di finestre a feritoria in alto, da torce a fuoco e un sistema di illuminazione dato da un particolare piccolo corridoio incassato nei muri, che fungeva anche da decoro, che prevedeva delle scanalure scavate nel muro rettangolare, che seguivano tutta la forma dell'edificio anche nelle nicchie o cappelle e, riempito da elementi infiammabili. Si attivava con un meccanismo azionabile entrando, accendendo in successione tutta questa fascia coperta da decoro, illuminando maggiormente oltre le torce gli ambienti, con fiamme calde e danzanti. il fuoco a parete durava quanta sostanza vi era, ricaricabile dall'esterno o dall'interno con meccanismi appositi.
In quel momento tutto il corpo centrale interno come il primo livello aggiunto esterno, che era diventato parte dell'edificio, erano pieni di lapidi da cima a fondo. Le lapidi esterne erano, dopo la prima aggiunta di un nuovo livello destro e sinistro, collegate a una sorta di muro creato appositamente, che sistemavano contro la parete esterna del nuovo livello e facilmente staccabile per i successivi.
Anche le cappelle erano piene, quelle del primo livello, mentre molte del secondo, recentissimo, presentavano qua e là qualche lapide. E ogni epigrafe era aggiunta non in successione ma in luoghi che sipiravano in quel momento.

Lui si trovava nel fondo del corpo centrale, non era andato nel Nartece e continuava a guardarsi alle spalle. Poi la discussione che aspettava giunse. Le figure avanzarono.

"Buongiorno, Dorde. E' un piacere parlarti"

"Rhoda, voglio delle spiegazioni per oggi. Qualè la tua argomentazione?"

"Per cosa devo dare spiegazioni?"

"Seria, Rhoda? Quest'oggi ti sei recata in una Torre, usato anche come Punto di raccolta d'emergenza, per parlare con vostra sorella Diandra. Queale autorizzazione hai avuto per prendere un AirOl, che doveva recarsi da programma, per parlarle? E con quale potere tu e le altre avete giudicato un'altra sorella come inadatta per liberarvene? Indicami le motivazioni!"

"Caro Dorde, sorella Diandra non è solo una Sorella, ma anche la governante, di fatto, dello Chateau. E' anche una tua Fanciulla e..."

"So bene che ruoli ha, ma siamo stati io e Milan e decidere chi e per cosa fosse idonea. Io, la Fiamma cinerea, e il Leader. Nessuno dovrebbe mettere in discussione questo e la sua presenza. E' chiaro il concetto?"

"Perdonami, o Fonte. Non volevo andare contro la Fiamma Cerulea. Ma la Matrice, la Fiamma femminile appunto, va in conflitto con le altre posizioni. Noi stesse non ne abbiamo altre..."

"Mi state forse dicendo che la vostra ira deriva da invidia o simili? O che la Matrice non è in grado di assolvere ai vari doveri?"

Dorde era nascosto dal Paravento, il viso verso quello che pareva l'abside di una chiesa, semicircolare che prendeva luce da tre monofore a metà altezza. Lo slancio era dato da due portanti sorrenti un arco a tutto sesto che incorniciavano l'abisde e la svettavano verso l'altro. Davano un aspetto più alto alla costruzione.
Le donne, tre ma solo una parlava, erano ferme poco dopo l'entrata, a guardare il paravento. Non accadeva mai che Dorde si mostrasse, ma alcune persone potevano comunque parlargli come in quel caso.

"No, o Fonte, non lo faremmo mai" rigida e seria, mentre le altre la guardano in un modo strano "Tuttavia ella è Comandante e Governante dello Chateau, Fiamma, Fanciulla e FIglia. E..."

"Ripeto nuovamente, forse il flebile eco di questo luogo vi ha fatto smarrire le mie parole. Quale importanza hanno per voi le sue Funzioni? Scelte da me e dal Leader? Per mia decisione, scelta, volere. Se continuerete con questo atteggiamento dovrò decidere come sistemare la cosa. Avete fatto u n buon lavoro, ne ero contento, eppure avete mal interpretato di proposito di vostri Doveri, sforando i limiti. Dovete finire qui i vostri asti. Se lei vuole abbandonare la Sorellanza, è una questione tra me, Milan e lei. Devo ripetere tutto di nuovo? Perchè tanto accanimento su quali..."

"Perdonami o Fiamma..." si intromise di colpo e con affanno colei che invoca, Luned "sono qui per richiedere a te e al Leader di udire la nostra voce e comprendere le nostre parole. Ella non può essere così tanti..."

"Luned!" sbottò lui, facendole sussultare "vuoi usare la tua posizione contro di me? Quale parte delle mie parole non hai compreso? Nessuno deve permettersi di giudicare, decidere e agire contro colei che è sorella Diandra. Mai!"

"Ti prego, rispondi a questa domanda. Merita quelle Funzioni?" chiese colei che punisce, Ressona.

"Ressona, Ressona... ancora osate sapere e intromettervi in cose che non vi interessano. Non vi competono. E tu, colei che punisce, una di coloro che hanno osato avventurarsi là Fuori e agire contro persone con cui stavo trattando. Ho lasciato in sospeso il Giudizio e tutto il resto, ma ora state peggiorando la vostra posizione. Le vostre Funzioni sono inerenti l'antica religione e i seguaci. Null'altro. E chi vi ha permesso di utilizzare i mezzi dell'organizzazione impunemente, senza autorizzazioni ne altro? E come vi siete permesse di andare alla TOrre, affermando che avevate le autorizzazioni, per attaccare un'altra sorella che è anche a voi superiore? Chi tra me e il leader vi ha confermato lo spostamento, utilizzo di mezzi non destinati a voi e attacco alla Fiamma?"

Le tre rimasero mute, un silenzio nervoso e rabbioso, rotto bruscamente proprio da Dorde. Che da dietro il paravento e nascosto, ma visibile tramite l'ombra creata dalla luce che si gettava dalle monofore, si muoveva e parlava. Potevano vedere questa forma scura ma non altro ed era pericoloso, sapevano, tentare di vederlo.

"Non deve mai più accadere qualcosa di simile. Ogni vostra azione deve essere accordata da me. Ogni decisione, ogni volontà, ogni azione... tutto. Che non accada mai più, ragazze, perchè voi siete importanti ma non a tal punto da essere intoccabili. Ci sarà sempre nel mondo qualcuno che può sostituirvi, ma ci sono persone che non possono avere surrogazione. Avete compreso?"

"Cosa cè di così speciale in quella ragazza?" chiese tagliente Ressona, acida e rabbiosa

Milan rallentò i movimenti, non si capiva se era di spalle o meno ma lo videro, tramite l'ombra, voltarsi e agirare una mano. Poi si avvicinò al paravento e rispose deciso e iroso, alzando il tono "Tu non vali la metà della ragazza che lei è... ne tu, ne Rhoda, ne nessuna altra. Non esiste surrogazione per chi è come lei, per nessuna nel mondo, rispetto a voi che potete essere scambiate con un'altra, con le vostre abilità o doni. NOn avete altro oltre quel Dono del Padre, eppure vi permettete di contraddire la Fiamma Cinerea e il Leader, contro la Fiamma Celurea, che riveste anche altre Funzioni. Se è così per mia..."

"NO, o Fonte. Abbiamo compreso. Non tenteremo più atti al di fuori delle nostre competenze. Stia certo. Possiamo tornare ai cromlech, per la riunione sul giro della Ruota dell'anno e altre Funzioni?"

"Rhoda, ultimo avvertimento. Pensate davvero che apparire così servili celi quel che pensate? SOno in grado di notare le cose e le vostre risposte rivelano la verità. Ancora uno sbaglio e finirete altrove, sostituendovi con qualcuno con abilità simili, che aderisce all'antica religione e si astiene da superare il limite. Chi crea problemi, va fuori come si dice di norma. E non dirò più nulla. E, ultima cosa, accadrà lo stesso agli uomini, chiunque di essi proverà a rifare quel che è accaduto. Voi non prendere più mezzi militari per spostarvi, richiederete le mie vere autorizzazioni, chiederete la possibilità di agire per qualsiasi cosa... tutto deve passare sotto le mie volontà. Ora andate..."

DOpo aver sentito le porte in legno attese ancora, ma una voce lo fece uscire nal paravento.

"Che dire, possiamo sperare che non si mettano più in mezzo..."

Milan apparve dalle scale che portavano al Nartece, chiavi in mano del cancelletto e sguardo divertito.

"Milan... mi spiace averti mandato laggiù di corsa nonostante fossi appena tornato dal Cinecolo per incontrarli. Comunque, non cè niente da ridere, sono serio. Si sono permesse di andare da persone con cui trattiamo per affari e affiliazioneCinecolo per invitarle o pressarle. E' grave quel che hanno fatto, quel che è accaduto in quegli episodi e mi spiace per loro, concordo con Kianta. E' impensabile che figure come le loroCinecolo solo legate a al gestire la Ruota e la religione, debbano interessarsi di elementi non inerenti. Napoleone stesso si lamentava della figure di preti, vescovi e cardinali che parlavano di un altro piano, spirituale, ma toccavano come le loro mani come pazzi tutto ciò che era legato al materiale, anche verso politica, istruzione e altre situazioni che non dovevano rientrarvi..."

"Vedo che Kianta ti ha fatto cambiare idea"

"Non ho cambiato idea, fratellino. Diciamo solo che una mente matura è capace di essere elastica e aperta. Dalle idee e appunti che mi hai passatoCinecolo che aveva preparatoCinecolo ho capito che deve esserci un divario su molte cose tra quel che tutti chiamiamo religione e tutto ciò che non vi compete. Ecco perchè ho ridimensionato molte cose, ma ho anche erroneamente lasciato che quelle ragazze sapessero le mie considerazioni su molti aspetti dei riti. Ma non accadrà più. Dobbiamo credere solo in noi, Milan, e Kianta e i nostri amici del Cinecolo. Nessun altro..."

"E Gask"

"Gask è un ottimo soggetto ma non l'ho ancora inquadrato bene. Ultimamente è parecchio strano"

"Dorde, anche tu sei dell'idea che meriti di stare con noi. Anche per la sua compatibilità e capacità. Puoi pensarla come vuoi, ma per me è come un fratello. Ce la intendiamo e andiamo a braccio in tutto. Può non piacerti, ma voglio anche lui nel cerchio."

"Come vuoi, potremmo non essere fratelli affiatati e unitiCinecolo da essere una cosa sola come prima, ma ricordati chi è il fratello di primo sangue e chi di secondo. Abbiamo lottato e costruito tutto questo insieme, cambieremo questo mondo insieme e termineremo tutto insieme. Ma come ho detto, in questo periodo lui sembra... cambiato!"

"Cambiato in che modo, non mi sembra..."

"Tu sei parecchio impegnato e preso da tutti i membri delle antiche case reali che stai portando al tuo fianco. Capisco che sei sempre stato affascinato da re e principi, il potere nel sangue di governare... ma non è nel nostro caso, nel nostro mondoCinecolo e non credo che il giorno che riusciremo, saranno ancora così felici di stare dalla nostra parte. Posto per governanti, sovrani, membri di sangue blu e simili sono aboliti"

"Si, lo so, come la rivoluzione francese. TUtti fratelli, tutti cittadini, tutti..."

"Esatto. La differenza nelle società è data dalla posizione che rende la gente intoccabile pr famiglia illustre, soldi, malaffari. La società vuole dislivelli e strati tra la gente. Va avanti chi riesce a prendere una buona posizione, eliminando gli altri. Questo mai più. Come dice Kianta è impensabile che un lavoro importante come spazzino e Gestore stradale come esempio, debba essere visto come infamante e vergonoso. La gente che si pensa migliore di altri, ma non immagina cosa sarebbe la bella società e i loro comodi civili, senza chi si occupa di determinati lavori. Sono vitali, importanti, da non surclassare, perchè permettono a molti servizi e comodità che tanto amano, di esistere. Mai un ringraziamento, un comportamento gentile per queste persone che svolgono un lavoro difficoltoso per molte cose e vitale. Meglio considerare scopo di vita un cantante, un attore, uno streamer e fa video in generale che siano intrattenimento senza altro, un calciatore o sport che comunque sono un passatempo da seguire. Non un qualcosa di vitale importanza nella propria vita e salute. la gente dimentica facilmente certe cose, come la qualità di vita con strade sporche, piene di spazzatura e germi prima delle figure che invece dovremmo ringraziare e sono pagate poco. Uno svago, un passatempo dagli impegni della vita sono invece osannati. Come ho potuto vedere anche con Kianta, le cose sono andate oltre il concetto di divertimento nei tempi liberi. Professioni come insegnanti, studiosi, scienziati e via dicendo sono derisi, non considerati, contestanti anche. E la cosa terrificante è che quasi ogni società divide le persone in meritevoli e altre in fastidio, basandosi su idiozie. E le seconde sono considerate come le mosche. Antipatiche, inferiori, che non valgono e non meritano nulla, quando sono persone. Che siano senzatetto, extracomunitari, orfani o persone che scappano dalla vita che li faceva soffrire, per un luogo giusto. Ma non è così. E parlo delle persone normali, non i furfanti che meritano ben altro che considerazione. per questo dobbiamo essere pronti alla rivoluzione ovunque..."

"Lo so, ci sono anche io nel progetto, ricordi? Anche io voglio tutto ciò, anche io voglio che chiunque abbia una vita meritevole non importa l'origine, cosa e chi è, come è e viva, come dice sempre Kianta, là dove deve essere. Solo mi sembra... tutto va a rilento, o sbaglio?"

"Non esiste, fratellino, un tempo giusto e corretto per far avvenire qualcosa del genere. Ogni cosa al suo tempo, come dice lei, tutto scorre con la corrente. Andrà come deve andare, senza fretta, senza pressioni. Le cose graduali sono le migliori. Ricordatelo"

" E con loro, quindi, cosa facciamo? Se permettiamo alle Figlie di agire come vogliono, anche altri..."

"Esatto! Solo quattro persone possono, non gli altri. Ma per una questione di svolgimento delle situazioni. Esattamente come le persone che contestano medici, vaccini, studi, professionisti con teorie campate per aria o spiegate all'acqua di rose, che buttano nel fango secoli di evoluzione di arti e medicina, e... Se tutti ci immischiassimo senza motivo o con parole sbagliate in tutti i campi sarebbe il caos. Chi sa fare il suo lavoro, lo faccia, lasciando a chi sa fare un altro il suo. Come allo Chateau. Con il suo arrivo tutti hanno iniziato a sentirsi adeguati, ascoltati, considerati. Hanno trovato il loro posto, il loro lavoro, abilità, capacità, gruppo di amici... come mai prima. Kianta è stata una cosa positiva. Ammetto che non credevo possibile migliorare il regime militare, non è accaduto qualche fatto increscioso dagli uomini come poteva accadere prima del suo arrivo e ne sono compiaciuto. Tutto sono contenti e tranquilli. Ecco perchè noi siamo diversi dalle altre compagnie militari e paramilitari. Perchè loro sono con noi, non e solo per i soldi, ma qualcosa di più. E unisce di più. Ma con le Muse ad agire oltre il loro limite è possibile che gli altri pensino che forse anche a loro è permesso far cosa vogliono. Ormai gli uomini si sono abituati a venire da te e Kianta per qualsiasi cosa, segno di comunicazione, fiducia e desiderio di ascolto per una risoluazione. E sono più felici, quindi accettano volentieri ordini e lavori assegnati. Se scopriamo ulteriori errori, finiranno altrove, non più allo Chateau. In qualche Torre per altre mansioni, che sia da esempio. Mettere dei paletti è importanti, come le leggi. Senza siamo peggio degli animali"

"Capito... Ma possiamo fidarci di tutte e otto? Io temo che possano commettere..."

"Ho dato un ultimatum e sanno bene cosa accade a chi sbaglia. E sanno qual è il destino di chi si mette contro Kianta. Non commetteranno ulteriori infrazioni. Adesso vado di sotto, voglio star solo. Ci vediamo, fratellino..."

"SI, Dorde. Io devo recarmi in ufficio. Il Conte vuole presentarmi altre persone interessate... a stasera..."

Si salutarono e Milan si voltò a guadare le lapidi, chiedendosi dove stesse andando Milan, dopo aver raggiunto l'auto. Gli venne un lampo di quacosa e controllò le ultime aggiunte nelle cappelle nuove. Poi, si ritrovò all'esterno anche lui, colto da un venticello parecchio freddo e pungente, e osservò le Figlie andarsene in lontananza seguendo il cammino delle scale. Esattamente tre come all'epoca, adirate come quella volta, insofferenti verso Kianta. Come quel giorno. Alzò gli occhi al cielo batuffoloso, come diceva Kianta, che le ricordavano sempre zucchero filato, nonostnate in quell'istante fosse propenso a una bella nevicata. Almeno era quello che ci si aspettava.
Spostò lo sguardo verso il basso, verso la scalinata e la pendenza, e tornò con la mente a un giorno simile con quella persona che saliva.


Un anno e due mesi prima

Gask affrontò la collina lievemente ripida, nonostante gli scalini in pietra, e notò avvicinarsi un gruppetto di tre donne rigide come serpenti incazzosi, che stavano come a dire "stai lontano o ti smozzico l'anima". Disagio, questo gli procuravano alla sola vista.
A pochi metri, le riconobbe. Erano le donne che presenziavano alla religione seguita da Milan, con dei nomi strani. Sia il nome del gruppo che loro stesse. Fortunatamente l'Organizzazione accettava tutti, in termini di religione e non. Lui non credeva in nulla, eppure andavano tutti d'accordo. Così come vi erano tanti credenti in varie religione e non vi erano litigi, questioni, odio o altro. Anzi parlavano, si confrontavano, discutevano come amici. E jd diceva grazie a Kianta, ma non sapeva come e perchè.

Lui non credeva in nessun dio ma nel presente da affrontare con unghie e denti, con tutte le proprie forze. Non esistevano esseri da qualche parte a cui chiedere aiuto. Il mondo reale era tremendo e duro di suo, non esisteva altro.
Le vide guardare in avanti con ira, abbigliate al solito modo, con dei copricapi a fasce multidecorati con catenine, ciondoli, pietre o fiori. Ognuna aveva una abito e copricapo diversi. Prima no sapev ache per copricapo esistevano altre cose a parte cappelli e foulard. Quella al centro indossava uno shayla scuro, addobbato sul capo, al di sopra, da catenine varie con ciondoli. Le altre due ai lati avevano invece delle fasce, uno stretto una e uno più largo l'altra, che toccavano fronte e capo, ricamato e con fiori uno, pieno di perline strane che non conosceva e applicazione dorate pendenti. Ne aveva viste anche con delle veline a coprire il viso e aveva scoperto che lo usavano anche le donne Fuori per i fumerali, ma lì era per altro.
Non ricordava mai come si chiamassero e a cosa servissero, ma davano un aspetto.. da zingare? Per gli abiti, stessa diversità. Quella al centro un abito castigato lungo fino ai piedi, che dal collo tipo coreana abbottonato e maniche a tre quarti, rivelava una camiciola o tunichetta sotto. Le altre avevano una un bolerino con gonna ampissima, l'altra una camiciola con aperture strategiche per una sorta di reggiseno colorato e gonna dritta fino alle caviglie. Anche le scarpe erano strane e diverse l'una dall'altra, ma preferì non fissarle a lungo, perchè erano parecchio suscettibili e fastidiose. E le odiava. Ecco perchè non partecipava quasi mai ai riti della Ruota, questo lo ricordava, e aveva inteso con loro chiaramente che dovevano lasciarlo in pace. Avevano tentato anche con lui vari approcci, perchè divenisse seguace e stesse al fianco di Milan, ma lui non ne voleva sapere. Che gli dei stessero al loro posto, se esistevano, e gli lasciassero vivere le cose come voleva. Poco tollerava già le regole ma alla fine, divenntado amico di Kianta e parlandole, aveva capito perchè esistevano. Prima credeva fossero obblighi del Capo di turno, suoi regolamenti per evitare che la gente lo scavalacasse e basta. Tutto dipeso dal Capo, il suo volere, legge. NOn credeva che regole e Comportamento avessero un senso.


GLi passarono accanto come senza degnarlo di un'occhiata, ma anzi discutevano a mezza bocca tra loro acidamente. Di sicuro non lo facevano per non farsi sentire, ma il livello basso delle loro voci era come più riflessioni a tre.

"quell'algida stronza..."

"laida arpia lontana dal Padre"

"maledetta impicciona..."

"non so come riesca a intortare..."

Proseguirono così, bofonchiando rancorose contro qualcuno e in quel frangente non capì, scuotendo il capo chiedendosi chi fosse la povera anima che avesse ricevuto la loro ira. Si diceva che imponessero regole ma anche punizioni e penitenze in stile epoca vittoriana. Non sapeva di cosa si trattasse, ma aveva bene in mente come uscivano dalle Stanze delle Sorelle molti che credevano nell'antica religione. Le arpie, come le chiamava Kianta, consideravano il corpo un qualcosa di importante, contenendo l'anima. E se l'anima si sporcava per qualcosa fatta in maniera negativa, bisgnava chiedere perdono con punizioni autoinflitte o somministrate... o era un altro termine? NOn aveva mai chiesto a nessuno di loro cosa fossero queste punizioni e penitenze, ma aveva chiaro in mente il momento cui, osservando Kianta e Jd discutere non sapendo fosse vicino, di uno di loro che usciva dalla casa della Terra o del Cielo, due costruzioni una legata alla Madre e una al Padre. Ricordò il commento di lei, amareggiata, dicendo "alcuni di quelle sono alla stregua di cosa si fa da Madame, ma in negativo e al sol pensare cosa fossero le punizioni nel periodo di Vittoria, mi vengono i brividi". Secon o la loro discussione si chiese in cosa consistessero finchè lei non disse a Jd crucciata, che doveva guardare le loro ginocchia o come camminavano o si muovevano. E fini', prima di andarsene rabbiosa "Legno di betulla, salice o nocciolo, acque e sostanze, legumi e radici e questo è solo una base. Là dove neanche io punisco, pensa in questo modo senza motivo, giungono loro. E mi chiedo, la Madre e il Padre, anche se sono simbolismi, approverebbero? Perchè si dovrebe tornare al pensiero che il corpo sia un tempio e ci si deve comportare in modi arcaici con esso? Le cose vanno così... peggio..." E poi lasciò solo Jd e se ne andò.

Riportò lo sguardo in alto, dopo esser rimasto a fissare le loro schiene più rigide di un pesce nella ghiacciaia sotterranea dello Chateau e lo vide. Il grande portone a due battenti che sembrava indiavolato. Alto tre teste oltre lui, inquetava per le figure scolpite che uscivano dal fondo, in pose e atteggiamenti diversi. E lui aveva sempre avuto paura di queste sculture lignee nelle porte. Sembrava sempre come lo aspettassero per bloccarlo e buttarlo dentro quell'edificio che non amava particolarmente.
La Casca delle Lapidi. Il luogo dove molti andavano per riflettere, leggere le massime incise su marmo o pietra e capire la propria situazione. Si diceva che aveva l'atmosfera di un tempio tibetano per la pace, l'aria calma quasi carezzevole che provavano molti in riflessione là dentro, e gli odori di fiori, incensi, e risultati odorosi del laboratorio chimico
, che uilizzavano stando lì in meditazione.
A lui veniva il mal di testa per mezz'ora quel giorno con Milan che glielo mostrava e non era più entrato. Non sapeva cosa gli dava fastidio, quale essenza o odore gli procurasse un cerchio alla testa e voglia di cercare aria affannosamente, e per questo se ne stava alla larga.
Aveva altri luoghi per se.
Tuttavia iniziò a sudare freddo ed innervosirsi avvicinandosi alle porte intagliate e scolpite come fossero un quadro sulla primavera o baccanali, con applicazioni in ferro battuto sia per rinforzo che decoro, e quella maniglia rustica in ferro battuto rifinita in Nero Antico a ricciolo, cavo dentro e attorcigliato. Milan aveva detto che tutto ciò che era a twist, attorcigliato, a ricciolo o simili era voluto da Kianta. Adorava quella forma nei gioielli, nelle opere, decori architettonici e altro. Si chiese perchè le piacesse quella cosa ma non gli parlava, lo guardava con supponenza e accidia verso di lui. E non capiva, non riusciva a parlarle da quella volta che dovette obbedire a Milan per l'infermeria.
Sembrava soffiare sempre come un gatto, ma sapeva da Milan e Alaric che li odiava. Non li tollerava molto e Alaric stesso una volta disse che era come le suocere e le vipere. Tra loro non si mozzicano e al massimo sarebbe morta la vipera. Lo stesso per igatti e Kianta. Non capiva il nesso, ma quel tizio era di un fastidio tale che lo lasci parlare e pensi ad altro. Così faceva e gli era sembrato che facesse anche lei, anche se i battibecchi tra quei due erano leggenda, sopratutto perchè lo affrontava con atteggiamenti e parole da metterlo sempre Ko. E ammetteva tra sè, che a volte era davvero comico vederli fronteggiarsi anche gli sguardi.

Allungò la mano verso la maniglia mentre ancora pensava a ciò, quando questa si abbassò per rivelare, aperta la porta, Milan che lo fissò stupito.

"Ciao, MIlan. Sono tornato adesso da quell'edificio rosso e volevo fare rapporto"

Milan rimase interdetto, guardò verso le sue spalle incerto, perchè non sapeva se Dorde era ancora all'interno, nascosto ad origliare. ma poi pensò di aver sentito il cancello. Avevano affrontato insieme le Figlie per l'introduzione della sesta musa, quindi che avevano scelto, e le lamentele di quelle già in carica su Kianta. Ma aveva controllato la nuova aggiunta nella cappella di destra della nuova sezione a ovest e non sapeva se era ancora lì o meno, e non gli paiceva parlare con Gask davanti il fratello maggiore.
Ed era felice che le Figlie fossero andate vie, erano brave e serie ma facevano perdere la pazienza. E l'odio per Kianta...
Milan sapeva che, senza volerlo veramente, Kianta si imponeva parecchio su tante cose perchè, alla fine era vero, aveva idee e progetti da voler mettere in atto o da inserire al posto di altro, meritevoli. Questo aveva portato a disaccordi con le Figlie in generale perchè, se loro seguivano Dorde e i suoi ragionamenti, lei voleva che agissero in altro modo. Le cinque Figlie erano adirate e scontente, il problema per loro era che alla fine Dorde ammetteva che Kianta aveva avuto buone sensazioni, idee e pareri da cambiare. Ma le altre della Cerchia aderivano alle ideologie della Fiamma cinerea, portando a lamentele e scontri. Infatti non era raro che Kianta saltasse gli incontri al Cerchio e non apparisse in molti riti. NOnostante fosse la Fiamma cerulea, la controparte femminile dei capi dell'antico credo. Lei non voleva essere nulla, ma per Milan e Dorde accettò tutti gli incarichi indicati e, quando si dovette scegliere Colei che insegna, Dorde aveva solo un nome. Kianta. Diceva sempre che l'unica persona in grado di insegnare qualcosa ed esserne rappresentate nell'antica religione era solo lei. Nessun'altra sarebbe stata in grado di fare altrettanto, se non avesse avuto un carattere, vita e conoscenze adeguate. Ma l'età sarebbe stata molto in là rispetto le altre, giovani. I malumori crescevano con l'arrivo delle altre che mancavano al numero di nove. E da un pò Milan voleva aggiungerne altre, superando il mito delle Muse, per inserire altre categorie di portavoci del piano superiore.Kianta era ben felice di lasciare il posto e così volevano anche le altre, che trovavano assurdo che qualcuno superiore dovesse scendere dei gradini per una posizione diversa. Eppure alcune di loro si erano lasciate scappare qualcosa. La Fiamma non mostrava caratteristiche di nota rispetto a loro.
Tutte loro erano capaci di perpecire almeno una caratteristica dell'altro piano, trovando un posto dove nella società dalla quale provenivano erano considerate barzellette. Spiritiste, medium, veggenti, lettrici di segni in varie cose, comunicanti con spiriti o capaci vederli e altre abilità oltre il materiale. Ma non Kianta, dicevano. Milan stesso aveva commesso un errore spazientito, aveva rivelato che lei era in grado di vedere e percepire qualcosa, secondo i suoi racconti. Ma aveva sbagliato. Primo, perchè era... di un'altra persona quel racconto. E secondo, non aveva manifestato molto o dato prova di qualcosa perchè le altre l'accettassero. Anzi si vedevano sempre scavalcate, perchè voleva cambiare questo, rivedere quello, non vedeva di buon occhio quell'altra cosa.
Era odiata, non voluta, e Milan temeva che la cosa peggiorasse. Ed era passato poco dalla fondazione di tutto ciò.

"Cè qualcuno dentro? I ragazzi mi avevano detto che poco fa sembrava che fossi sceso e ti dirigevi al parco macchine, ma Frank di pattuglia alla Via del Cielo, diceva che invece eri ancora qui. Non ti aveva visto scendere. Si confondono sempre..."

Milan sussultò, lo fissò ancora con la maniglia in mano e la porta aperta a metà e riflettè.

"Mi hanno visto dirigermi poco fa verso le macchine? SI... si, ma avevo dimenticato una cosa e quelle tre mi hanno assillato fin qui, le ho dovuto mandar via..."

"Come fate a tenerle ancora con voi? Non mi piace quello che fanno."

"Tutti hanno bisogno di aiuto nell'anima..."

"Davvero? Sinceramente trovo più utile 
il muro per appendere i desideri e un distributore automatico per acquistare le carte, i cui soldi sono rimessi per i riti, che questa storia di Muse e penitenze del corpo..."

"Il Muro del pensiero lo ha voluto Kianta e direi che piace..." osservando la collinetta vicino, dove vi era un muro a semicerchio pieno zeppo di foglietti attaccati a file, colorati, piene di scritte che notava da dove si trovava. "la gente in generale, anche se non frequenta questo luogo, si reca al Muro per scrivere, imprimere su carta tutto ciò che pensa e sente dentro. E lo mette là. E' un muro rustico composto da pietre prese vicino a laghi e ruscelli, quindi carichi spiritualmente, e molti lo trovano un modo per parlare a qualunque Dio esista. Chiunque può scrivere un desiderio, un dolore che prova, un sogno, una promessa che ha fatto o vuole fare, anche propositi o cose da eliminare per l'anno nuovo... di qualunque religione sia. R tanti scrivono cose diverse e come dice Kianta, tanti foglietti diversi come tanti sono i cuori dell'uomo. E ha ragione quando dice che l'uomo esprime meglio il suo cuore con le parole veergate a mano, con elementi naturali. E' come una connessione con qualcosa di più grande..."

"Ma lei non ama queste cose. Almeno ho capito così..."

"Mpfh..." sorrise MIlan chiudendosi la porta alle spalle definitivamente "lei è molto più profonda, spirituale e contorta di quel che sembra. Quella che vedi è l'armatur che ha creato per svolgere le sue funzioni di Comandante e Governante. Ma le cose sono molto diverse..."

Lo vide confuso, incapace di dire qualcosa e allora Milan sospirò, allungò una mano sulla schiena di Gask e lo tirò con sè, riaprendo la porta della Casa delle lapidi e facendolo entrare con lui. Gask si irrigidì e camminò incerto per la navata, come una chiesa, non enorme ma capace di tenere delle panche in legno come le chiese, sedie con schienale sempre in legno, paravento e anche cuscini per meditare seduti a terra.
Quelle lapidi incise gli facevano rizzare i peli delle braccia, mentre sembrava che a Milan non facesse effetto. E poi spiegò perchè.

"Amico, se tu vedi questo posto come una chiesa, avrai sempre la pelle d'oca e finirai, per l'ansia, per vedere anche cose che non ci sono. E' una questione mentale... inoltre queste non solo lapidi, ma parole 
di chi ha voluto lasciare una testimonianza di trascendenza. Infondo, cosè una lapide? Pensaci... Alta citazione di Dorde... ora calmati e seguimi..."

Gask si fermò e si accorse che Milan non era vicino o poco dopo di lui, ma si era allontanato per recarsi verso le scale che portavano alla parte inferiore. Sapeva che quel luogo era off limits per tutti, tranne che poche persone, tra cui Milan stesso. Questi lo vide fermo, rigido, a fissare le scale e lo ammonì di seguirlo e calmarsi, perchè era tutto ok e stava con lui. E così lentamente e in maniera innaturale per la tensione, arrivò davanti le scale. Non erano normali scale per un seminterrato, ma un'opera come il resto, di bravura artigiale con corrimano in legno bombato e con rilievi tondeggianti, inferriate in legno martellato e lavorato a mano con motivi che non conosceva, marmo scuro con chiazze chiare che no nsapeva come nominare.
Milan rise e gli disse di seguirlo e così affrontarono la scala fin davanti il cancello.
Era più largo di lui, con parte superiore ad arco. Il mezzo cerchio superiore conteneva una lavorazione come se vi fosse un sole raggiante, . Il disegno partiva dal basso nella linea che fomrava la mezzasfera con una specie di mezza ruota da carro decorata. 
Un mini mezzo cerchio con disegni greci era il livello successivo, sovrastata da una mezza sfera più grande con tanti ghirigori di qualche stile vecchio con gocce a raggiera con forme a foglie dentro. E poi dei lavori che richimaavano i raggi che con le punte seguivano il mezzo cerchio della parte superiore, incluendo tutto al suo interno.
Il resto della porta era formato da tre cose che non sapeva definire che gli ricordavano le graffette per i fogli, con dei ghirigori nella parte arrontondata e a metà di questa forma allungata un qualcosa che gli ricordava gli stessi medievali a gigli o fiori. Questa forma rettangolare arrotondata si fermava sopra un rettangolo pieno con richiami alla religione che seguivano, mentre la parte superiore e centrale era traforata e mostrava cosa cèra dietro. Il colore di questo cancello era il più strano che avesse mai visto. Era come se qualcuno avesse avuto un pennarello evidenziatore mezzo scarico e, colorandolo tutto, avesse lasciato alcune parti più chiare per poco colore e altre parti scure per un momento di botta di inchiostro. Così lo vide. Era una miscela di color rame, ottone e bronzo sfumati tra loro e senza un senso. Dava quindi un aspetto color dorato che virava a caso verso il bronzo scuro per schiarisi di poco in ottone.
Chi e come lo avessero fatto non lo sapeva ma era inquetante.

Milan prese una chiave e aprì una serratura, con una seconda sbloccò il cancello, rivelando che proteggeva un'altra porta. Questa era una porta di legno color caffè con un intricato disegno in ferro scuro che non aveva mai visto. Sembrava che vi erano delle colonne ripetute in successione in orizzontale sulla porta, a una certa distanza dal centro e vi partivano tantissimi viticci attorcigliosi grandi. Al ventro vi era un cerchio decoratissimo con una maniglia a cerchio come un battente delle vecchie porte e sempre in orizzontale da due lati del cerchio partivano altre colonne, ma più piccole e in successione con altri viticci piccoli che rendevano quella porta bella ma un caos e un casino per la vista.Era tutto un ghirigori tondeggianti.
Milan inserì una sorta di chiave ma fatta in modo strano sul muro vicino lo stipite sinistro, prese l'anello tra le dita e fece dei giri specifici come fosse una cassaforte, finchè non si udì un lavorare di meccanismi e la porta si aprì da sola, un poco. Fu MIlan e spostare con il peso sulla spalla sinistra cosa restava per entrare, e Gask restò a bocca aperta per quello che vide.

La stanza sembrava uscita da qualche storia medievale.
Innanzitutto l'illuminazione. Sembrava che vi fossero fessure o pozzi luce dall'esterno o da qualche parte molto al di sopra come feritorie che mandavano lame di luce all'interno. Non capiva se fosse dalla costruzione, 
l' edificio giustapposto, dotato di quegli ambienti seminterrati o dall'esterno. E si chiedeva in giornate soleggiate come fosse, nel caso, perchè la luce artificale cèra ma era come faretti tra gli incroci degli archi a cupola nel soffitto. Vi erano delle lampade elettriche e quella a fuoco che rischiaravano di luce calda rispetto a quella fredda, che veniva da qualche parte, raggiungendo punti non accessibili a quella dalle feritorie.
La pianta sembrava un fiore dai grandi petali, ma se si guardava bene come fece lui entrando, ogni parte che sembrava un petalo grande, in realtà era una parte di un grosso 8 che partiva dal centro dove troneggiava una statua, fino a quella nicchia tonda. Chiaramente vedeva un 8 come forma e la parte centrale, dove si intersecavano i due cerchi per la figura svettava una sottile colonna dalla forma strana, che si ergeva fino ad incontrare un tetto a palloncino, così lo chiamava lui, un arco bianco con decori.
Guardando bene l'insieme, vedeva questa statua al centro da cui si diramavano cinque 8, formando altrettante capelle o petali, non sapeva cosa fossero. La vista era una serie di livelli di pronfondità, sia nelle pareti che nel pavimento. Il pavimento eraun susseguirsi, seguendo le figure, di rintranze e zone di cammino, dando maggiore profondità all'ambiente. Il pavimento aveva due tipi di colori, uno bianco perlaceo e 'laltro dello stesso materiale delle scale, nero con chiazze chiare. E come si muoveva, notata che erano perlescenti, sia il marmo chiaro che nero. E vi era una sorta di divisorio tra la zona centrale e quella dei petali come li chiamava lui.

"Quello che calpesti è marmo perlato da varie zone del mondo e quello scuro è definito Blue Pearl, o granito labradorite del madascar o altri paesi. E' il preferito di Kianta, ovviamente esiste in molti colori ed è uno degli elementi decorativi del suo ufficio e altri posti. Dovresti averlo visto..."

"E chi lo ha visto il suo ufficio? Mi odia..."

"E' sulla difensiva, tu non sai cosa significa essere odiati da lei..."

Gask si voltò verso l'amico, dalla sua espressione era chiaro che si aspettava di non dover spiegare una cosa così semplice e epr evitare di fare brutta figura, continuò ad osservare. Quel marmo labrado-qualcosa era quello che formava gli otto e decorava altre parti del pavimento, posizionato in zone più basse, mentre il marmo perlato era rialzato e costituiva il camminamento.
Quel granito blu era così bello mentre camminava che sembrava fatato, sbrillucciava e mandava bagliori grigi, color perla e blu di varie tonalità.
Seguì un otto e si trovo davanti questa strana inferriata che correva intorno a tutta la struttura in linea retta, e non seguendo la forma. Formava quasi un quadrato, toccava a malapena il pavimento con il bordo inferiore, era costituita da sezioni sottili, altissime quasi ad arrivare alla fine delle colonne con vari ghirigori tondi e sottili che sembravano allungarsi sinuosi verso l'alto, lasciando vari spazi per vedere oltre. "Questa struttura color oro", disse Milan, "è quasi ascetica secondo Dorde, come un velo per quel che collezionava oltre". Sulle pareti, dando quel senso di velata suddivisone tra realtà e arte. O almeno così pensava Dorde, disse ancora.

E Gask osservò meglio cosa celava quel divisorio in ferro dorato. Quadri, dipinti e ilustrazioni. Vi erano rappresentati Milan, qualcuno con il viso non dipinto o somigliante a Milan e Kianta. A volte insieme, a volte come ritratto a singolo. Stupefatto avanzò verso le altre parti dell'ambiente e sempre dipinti, tantissimi, a più livelli su tutta la superficie con diversi soggetti o insieme, in situazioni o pose diverse. I muri avevano un aspetto a onde verticali da cima a fondo, ondulatura come fatta a mano con un attrezzo scendendo o salendo, creando un ambiente in movimento per l'effetto ottico che contrastava con i quadri. E anche qui, come per il pavimenti di erano parti rientrate.

Poi per non mettere un piede in fallo nelle parti rientrate sul pavimento, seguì le figure, finendo per dare un'occhio alla statua. Si bloccò di colpo, rimanendo come gelato a fissarla. Si riscosse dalla visione quando Milan gli si avvicinò, per contemplarla anche lui.

"Si, è Kianta. IN un certo senso..." si voltò verso l'amico scorgendo con la coda dell'occhio che si era voltato a guardarlo "La pietra di Vicenza è questo marmo avorio magnifico terminato il lavoro, che vedi in questa opera. La usava Canova... So che ti sembrerà strano ma questo è l'angolo di Dorde... "allargando le braccia e facendo un giro per abbracciare tutto il luogo.

"angolo di Dorde? IN che senso?"

"Inizialmente esisteva questo posto. Pensavamo si trattasse di un primitivo Ground Fridge, frigorifero sotterraneo per la servitù. Questa zona era punteggiata di casette di chi lavorava come guardiano, manovale, giardiniere e via dicendo. Poi furono abbandonate, caddero per il tempo ed elementi e li abbiamo rimossi anni fa. QUando abbiamo scoperto una scalinata che non è quella che abbiamo usato, coperta di terra, abbiamo scoperto questo luogo. Doveva essere la cappella privata sotterranea, si usava così, ma doveva esserciuna costruzione sopra, ma non vi era traccia. Così Dorde ha decido di creare qualcosa e una persona gli ha proposto un luogo meditativo. Per tutti, per tutti i credenti di qualunque religione, capace di portare pace e calma. Cè voluto un pò e molti professionisti per coprire il tempo con più persone possibili, all'epoca i nostri uomini non sapeva fare molte cose, ma dopo poco tempo è stato modificato. Ricordo com'era ed è stato tolto tutto, chi vi riposava traslato in un cimitero vicino con il prete e tutto e... è divenuto un luogo appartato per lui. Neanche Kianta sa cosa cè qui, aveva pensato solo il sopra, e lui ha unito le due cose. Ha modificato solo lo stile dei pavimenti, che erano piastrelle che ora sono trovano nello Chateau, inserendo questo e dando quella forma ondulata alle pareti e l ostile degli angoli. Ah, e le feritorie per la luce naturale, provengono dall'esterno del corpo principale..."

"ma perchè ci sono quadri di Kianta, te e questa statua..."

"Lunga anche questa..." lo interruppe sorridendo "quelli alle pareti sono dipinti e ritratti, non foto, fatti sia da Dorde stesso che è in grado di creare quadri iper-realistici, ma anche su commissione. La statua invece riprende un momento che vide Dorde per caso, nella POlla celeste, uno dei laghi. Doveva fare rilassamento e meditazione durante l'addestramento,  ma lei è negata. Totalmente, per davvero. Così come esegue la Visualizzazione per gli ologrammi, muovendosi. Riesce in quel modo, così come quando combatte è in grado di sovrapporre quei momenti con altri nella sua testa. La sua mente si perde, svanisce e avverte solo un qualcosa che non spiegare, ma il dolore e sofferenza se ne vanno, come in quel mondo. Un tempo aveva creato nella mente un mondo diverso, dove lei era diversa, un luogo divenuto reale quanto il dolore e dove si rifugiava. Questo le ha permesso di sviluppano la Visuliazzazione ad un livello più alto della media, quando hciude gli occhi vede cose che non ha mai neanche pensato ed è tutto come reale, come se vedesse da un monitor. E' in grado di ricreare chiunque e qualsiasi cosa nella sua mente quasi come fosse reale. Ma riesce a farlo muovendosi, ecco perchè quei movimenti. Quel giorno non riusciva a meditare, stare ferma, lasciarsi andare. Non è per lei.. e dice che è rimasto colpito dalla posa che assunse, questa, e dal fatto che tutti facevano yoga o meditazione ma lei no, eppure riusciva a fare cose difficili per gli altri... Ma ne parliamo meglio un'altra volta. Perchè oltre me, cè anche lei? Semplice..." guardandolo in viso con calma e un sorriso "...perchè è grazie a lei se esiste quello che vedi e conosci. Anche per un'altra persona, all'inizio, ma all'epoca eravamo militari abituati a tende, campi nei luoghi dove dovevamo stazionare come lo chateau comèra, e luoghi di fortuna dove vivevamo ammassati. Io e Dorde avevamo messo in piedi un gruppo militare professionale ma la vecchia sede era concessa dai quattro collaboratori che avevo ricavato. Loro hanno dato i soldi, loro una parte dell'armata, loro quella sede. Poi per una serie di cose l'abbiamo abbandonata per non avere problemi acquistando questo luogo. Abbiamo fatto ampliare con le sezioni nuove e... eravamo comunque ancora allo sbando
, in un certo senso. Abituati in un modo di vivere, avevamo gestito le cose nella maniera sbagliata. NOn è il nostro forte l'amministrazione e gestione, infatti questo luogo sembrava, come le parole di quella persona, un campo profughi o campo militare temporaneo che altro. Quello che tu hai visto dal primo giorno e conosci, è dato da quella persona e Kianta che, con idee e pareri, ci hanno convinto a fare dei cambiamenti. Noi pensiamo come militari sempre di corsa e capaci di gestire degli uomini, ma..."

"Aspetta... quindi quello lo che Chateau è come lo conosco è per Kianta e chi altro.. va bene. Ma perchè Dorde tiene queste cose su di lei?"
fermandosi di fronte la statua. Ad altezza reale, forse poco più grande, mostrava Kianta in una posizione strana. Era seduta, con la gamba sinistra che si piegava sotto la coscia destra, con il tallone che la toccava e la gamba destra che la sovrastava. Piegata ad angolo essendo seduta, penzolava. Le braccia allargate un pò di lato, con le mani voltate per mostrare i palmi, in una posa rilassata e leggera, ove i dorsi delle dita poggiavano sulla la base della statua. Il viso leggermente voltato verso destra, in una espressione calma, con labbra socchiuse come se avesse espirato per rilassarsi. Somigliante in modo impressionante a lei, sembrava averla congelata in un istante di bellezza, calma e viso che sembrava rievocare le poche volte che l'aveva vista truccata e abbigliata come chiesto da Milan, che la faceva sembrare a un elfo dal viso ovale. L'abbigliamento sembrava un top con scollo a V, maniche a sbuffo che arrivavano a metà bicipite con una serie di rouches, vita elasticizzata con un livello di rouches o volants lungo che copre la pancia. E pareva avere dei pantaloncini.

"Te l'ho detto. Dorde ha questa cosa che... come posso dire, rende omaggio a persone che meritavano. Vedi molte cose, stanze, mezzi o altro nominate come i cognomi di importanti personaggi storici, che hanno fatto molto per l'umanità. Grandi donne e grandi uomini che hanno sfidato le società incatenanti e la religione, per dare all'umanità, agli altri tutto ciò che ha migliorato la vita fino ad oggi. Vuoi un esempio? Lo sai che i lampioni all'epoca al mercurio, che poi si è evoluto a gas, comunque la prima forma, furono attaccati sia per il creatore che per chi li applicava per le strade, perchè per i Papa e religiosi la notte era stata creata così da Dio, ed era andare contro di lui con le luci notturne? Eppure grazie alle luci le città sono diventate quell'alveare luminoso e affascinante di notte che conosciamo. Grazie alle luci le persone possono andare a lavoro o muoversi senza problemi, quando prima si dovevano portare fiaccole, lanterne e altro. Meno rischi per incendi e incidenti... ma anche telefono, corrente elettrica, anche il povero Tesla come gli è finita, quando voleva dare energia illimitata per tutti. Aveva ideali come i nostri. Tante creazioni e tecnologie contrastate, perchè andavano contro la morale, religione, pensiero delle società. Eppure, poi i loro creatori vivono in perpetuo proprio perchè hanno dato all'uminatà qualcosa che poi era fondamentale, di aiuto, miglioramento. E così una persona e Kianta. Adesso lo Chateau non è il quartier generale di tutta l'organizzazione, è il cuore si ma anche una cittadella. Una città. La nostra. Creiamo produciamo, studiamo, addestriamo e alleniamo, lavoriamo in vari ambiti in un luogo che prima era un antico edificio nobiliare. Una magione ristrutturata e ammodernata, per servizi di prima necessità e per più persone ma che, prima di Kianta e dell'altra persona, era solo come... una caserma. Con regole e gestione da militari ma ben diverso da tutto ciò. E da quando Kianta è venuta da noi, le cose son cambiate così in meglio che ammetto di essere felice di dove vivo, più di tutta la mia carriera. E ho rivestito varie figure... "

"...da quando è arrivata?"

"..." Milan sorrise divertito, sospirò e guardò la statua "... la prima volta che ho incontrato Kianta è stato davanti all'ospedale..."

"Il nostro ospedale?"

"Si, all'epoca non era al livello che conosci. La vidi ferma su uno dei tre scalini, che portano alle ampie porte automatiche per l'osperdale. Lì, ferma con lo sguardo perso a guardare fuori, un foglio stretto, aperto, tra le dita mentre la gente si muoveva intorno a noi per le proprie faccende. E lei osservava l'allora spiazzo cementato con qualche albero ed erba, non vi erano lavori di paesaggistica, nicchie e simili... eppure sembrava vederli per la prima volta. Quando mi avvicinai mi notò, sbattè gli occhi due o tre volte, come se non mi conoscesse, abbassò gli occhi sul foglio e quando li rialzò sembrò sapere chi ero. E... e poi mi sorrise. Un sorriso sincero, come non ne aveva mai fatti prima. Da quel momento qui è come se fosse passato un ciclone. Una piccola catastrofica rivoluzione che cambiò tutto e ci portò ad essere ben diversi, e ben più che semplici militari e mercenari al serivizio di chi paga le nostre capacità. E' divenuta un membro del gruppo amministrativo, dopo averlo creato ovviamente e ... è cresciuta, All'inizio sembrava come appena svegliata, una bambina che non sapeva ancora niente, e fu preparata e addestrata dal gruppo che chiaimamo veterani. Si sono scelti loro il nome, con a capo Jd e Lubo, Alaric e gli altri. Gli è piaciuto così, anche perchè man mano che arrivavano forze nuove e noobies, loro addestravano con le loro conoscenze ed è finita che... erano i veterani dello Chateu. Kianta.... " continuando a guardare la statua con una strana espressione "aveva delle conoscenze, eppure imparò come fosse un foglio bianco. Imparò tante cose, capì capacità e limiti, cosa era adatto a lei e cosa era meglio conoscere, ma da lasciare a chi ne era maggiormente capace a farle... ma era importante sapere. E da lì nascquero le Lezioni, istruzione e conoscenza aiutano e salvano la vita in ogni situazione, dice sempre. Cominciò a imparare, a capire tanto e... crebbe e divenne sempre più graziosa. Ma attenzione..."

Posò una mano sul braccio di Gask, guardandolo ma tornando a fissare la statua,
"Kianta è cresciuta e divenuta bella non per l'aspetto esteriore. Insomma, la sua bellezza è particolare. Ben diversa da quella che si conosce per canoni della società e neanche delle ragazze che frequentano glo uomini. Anche senza trucco è molto graziosa, e preparata con parrucca, trucco e abiti appositi è davvero meravigliosa, lei non si che vede che... passabile. Mi pare lo definisca così e non ti azzardare a parlare mai di questo argomento. Davanti a lei bellezza e simili, sono tabù, promettilo..." stringendogli il braccio on forza finchè questi non lo fece.

"
 Il concetto della bellezza di Kianta...per noi qui allo chateu, chi l'ha conosciuta dal primo giorno, lei è cresciuta ed è divenuta bella in altri termini. La bellezza di Kianta per noi è intesa come lo sboccio di qualcuno di grande, da ammirare e considerare. Anche noi siamo diventati più belli e grandi, non l otrovi?" si pavoneggiò slacicandosi la giacca e facendo un giro completo ridendo "NOn sono diventato bello? Non siamo amici e fratelli per la bellezza che abbiamo? Anche tu, sei cresciuto e divenuto grazioso. Anzi fai un mezzo giro,perchè... Non bello, cè ancora tempo, ma quando impareai tanto, cambierai e diverrai la persona che dovevi essere qui con noi, magari anche lei ti troverà bello come lo vedo io, e non sarà arrabbiata..." ridendo con lui, divertiti mentre lui si riabbottonava"...La bellezza di cosa è, cosa è in grado di fare, creare, dire, ragionare, agire e via dicendo... Cresceva insieme a noi, con legami diversi in base a chi aveva intorno, ed era semplicemente lei, senza maschere o segreti per paura di essere giudicati. Era lei, si... lei era lei, pura e chiara come doveva essere... . Imparava molte cose e stava diventando sempre più bella, lo ridico, inteso come persona e quel che aveva dentro.Io, David, Jd e gli altri usammo tutta la nostra conoscenza militare e politica, medica e altro, rispetto e considerazione e... tutto il nostro affetto affinché Kianta potesse essere la persona che doveva essere, e divenisse capace di essere. Così, mentre riceveva conoscenze, capacità e nuove menti o come si dice ,che importassero modi diversi di vedere le cose, così che potesse imparare a riflettere come ci aveva insegnato una persona, lei iniziava a modellare una riproduzione in scala del nuovo mondo. Ed ecco lo Chateau, oggi.. Ma come è possibile che per una persona si dice "imparava, cresceva e diventava sempre più bella". Kianta era felice, se stessa, senza limiti e restrizioni imposti su di lei perchè donna... e regole e leggi erano spiegati e discussi tutti insieme, perchè capisse lei e ne studiavamo ogni sfumatura noi. Si sentiva accettata, voluta..."

"non era voluta prima?"

"... no. NOn ho mica detto questo! Era voluta e anche tanto da tutta la famiglia in generale. NOn è questo il motivo... per voluta intendo come sè, persona, essenza... Si, era voluta ma passando gli anni e crescendo... diciamo che non la accettarono per quella che era. In questo senso. Non accettavano che fosse diversa rispetto come la volevano e doveva essere nella società. Comunque, tornando al discorso, fu accompagnata quasi per mano giorno dopo giorno, incoraggiata a scoprire e imparare, e determinare e creare se stessa da sola, cosa la circondava e le esperienze. La sua bellezza era la sua personalità, le cacapcità naturali e quelle che svilupava con la sua caparbietà, dopo allenamenti e duro lavoro. Le varie capacità che acquisiva o scopriva, il suo Io seppur mezzo artifiale, creava un individuo pensante e capace di considerare varie cose, anche se modellati e strutturati in pochissimo tempo. kianta non era più una mente vuota progammata fin da piccola e pensare in un modo, perchè per la società legata alla religione le cose andavano a un solo binario.. Ma qualcuno che pensava e si determinatava, che dava, interagiva, prendeva decisioni, provava setimenti e si comportava di conseguenza in qualunque situazione. Non una copia di altre, tutte uguali come escono la maggior parte dei bambini nelle società normalmente, che sono, vestono, ragionano e dicono cavolate identici, perchè hanno avuto quell'imprinting. L'individuo che dopo nato sperimenta, scopre e comprende da determinare se stesso in tutti gli aspetti così che, sia unica e formata da tante sfaccettature, è diverso. Vera essenza umana, piena, profonda. Che non ha bisogno di religione o libri modellati nel testo in secoli, per essere mentalmente corretto, aperto, consapevole, che conosce la morale, l'empatia, l'autodeterminazione e capacità di riflessione. Kianta divenne bella perchè da quel momento era parte del mondo e lo viveva, diveniva qualcuno che le persone conoscevano e amavano per come era lei. Crebbe e divenne Kianta, una perosna migliore, mi spiace dirlo ma è così, di molti uomini e donne nel mondo. Che hanno bisogno di tante cose, date dagli altri per sentirsi un pò vivi, lei non ne ha bisogno..."

"Ehm... non ho ben compreso tutta questa cosa..."

MIlan scosse la testa ridendo, lo prese in giro sulla sua vita passata a venerare qualcosa considerato quasi un dio indottrinato dagli altri. Denaro, potere, il Capo. E doveva iniziare a rilassarsi, aprire la mente e usarla, perchè gli serviva e glielo chiedeva come amico. Gli disse di prendere esempio se non da Kianta, Jd o altri, almeno da lui, che lo considerava un caro amico."Divieni una Persona, non un umano standard medio della società". E poi continuò, appoggiando una mano sulla statua e voltandosi con busto per averlo di fronte.

"Appena uscita dall'ospedale, veramente imparò tanto e anche disse molto. Appunto, tutto quello che oggi vedi allo chateau, cambiamenti e cambi di rotta. Rinsaldò molto questo posto, e parlò delle persone. QUando lei arrivò eravamo un gruppo militare specializzato, diviso in gruppi ma seguendo i modelli già esistenti. Poi divenimmo in settori di abilità o compattando un nucleo, con i membri che coprivano le mancanze o le non abilità degli altri. In pratica un gruppo di specialisti di diverse capacità, che soppiantano le mancanze degli altri. Invece di accorpare gente capace che sembrava idonea mobbizzando che bisogna essere coesi, si aggregarono membri già affiatati ma non solo per esperienza passata insieme, ma di amicizia e fiducia. Una cosa diversa, credimi. Nacque appunto un comportamento non e solo prettamente lavorativo,ma..."

"ho visto che l'aria è diversa, anche se lavorando per il Capo, posso paragonare il vostro modo di essere un gruppo totale unico come quasi... diverso dall'ex associazione per cui io lavoravo..:"

"Si, ma la tua per quanto grande e ben organizzata, ha un tipo di vita media dei membri come le bande di strada in quartieri terribili. L'ultimo luogo dal quale vieni è quello, qui invece è un posto dove la gente cè non per paura o per lavoro in generale. O perchè ha bisogno di soldi e corre qui per la voglia di farsi un conto in banca e poi sbuffa perchè non gli piace, non si sente a suo agio, lavora male. Ma perchè sentono di star bene qui. E, assurdo, molti che hanno la famiglia, eppure passato tantissimo tempo qui come fossero ancora scapoli. Amano i loro figli e li seguono, ma passano un sacco di tempo qui per come si trovano, cosa hanno, cosa ricevono, le persone che sono diventati i loro amici. Alcuni hanno chiesto, o meglio, richiesto, di potersi fidanzare o sposare qui, affermando che ci tengono a vivere parti delle loro vite civili, qui. Le costruzioni, i giardini, gli angoli naturali, la paesaggistica, le fontane... e questo mi rallegra. Vuol dire che abbiamo un buon lavoro se la gente ama dove vive. Il punto è che questo è avvenuto grazie a quella persona e Kianta. ma la cosa è lunga, dovrei spiegartelo rifacendo un giro turistico e spiegarti tutto. Dal suo arrivo, quindi, cè stato molto miglioramento, ma è dovuto a lei. Ha un carattere che... si impunta, risalta, trova il suo posto non con la forza, ma con le abilità e la capacità di legare la gente. Lei ha unito molti piccoli gruppi in uno grande. E ho paura che se ne andasse, quel gruppo generale come quelli piccoli legati per la sua influenza, cessino di esistere. Certo rimane il solito giro di amici-colleghi di prima per i più vecchi, ma da quel giorno questo posto divenne una famiglia. Dopo qualche settimana che avevamo terminato grossi lavori di manutenzione, costruzione delle parti attuali o edifici e definizione dei progetti, la gente iniziò a vedere le cose come una cittadina, trovava il suo posto, il lavoro adatto e amava, senza imposizioni, cambiaando carattere e approcci con tutti. Tutto divenne più leggero. Avevamo il nostro simbolo, il nome, la definizione di squadre e gruppi divisi per specializzazioni e abilità, nuove categorie di abilità, organizzare l'amministrazione dello chateau e delle quadre, del settore cucina, bagno, magazzino... un lavorone insomma. E molte idee e consigli vennero proprio da Kianta. E il giorno che terminammo il grosso, quando tutta la parte anteriore non aveva più recinti per animali, zona accampata con tende e cucinini come facevano molti, zona garage che prendeva un sacco di terreno... Kianta su Bluegrass corse dall'ala mafuttariera con una bandiera con il logo definitivo, sventolandola e urlando che erano ufficialmente un'organizzazione completa, ufficiale nel mondo e con il nome fittizio di Retus Sniegė. E tutti quelli che ancora lavoravano, sbrigavano faccende, erano nello chateau si fermarono, la videro e sentirono, e urlarono alzando i pugni in aria, felici, mostrando che si sentivano parte di qualcosa e andavano fieri. Credevano e ed erano felici, legati. Ammetto che neanche io provai qualcosa del genere da piccolo, negli anni o con mio fratello. Urlavano tutti il nome... Ovviamente non è il nostro nome, ma come ci conoscono ed è stata sempre idea di Kianta. I governi e altri gruppi militari ci riconoscono con quel nome, ma l'originale renderà noi un'altra organizzione, lavorando meglio su più fronti..:"

"Sinceramente non ho capito perchè due nomi..."

"Amico, hai potenziale ma il cervello occupato da altro, come un cavallo che pensa solo al paddock. Sii più ricettivo o Kianta ti..."

"Lo farebbe davvero... ?" incerto, toccandosi una spalla

"... preferirei non rispondere. Posso solo dirti che il suo animale totem è il lupo. Anche se la questione è particolare,secondo altri no....comunque un canide, come te. Comunque, fai te... anche se fin da piccola ha avuto..."

"Sai del suo passato? Ma.. e non ho capito il fatto che lei era un foglio bianco."

Milan restò a fissarlo, poi sorrise "Kianta ha avuto... una amnesia. Si, amnesia. Era come una bambina piccola che doveva scoprire, conoscere e capire tante cose. Ma lasciamo perdere questo. Come è andato oggi?" voltandosi e ammirando i dipinti.

"oggi ha detto cose strane..."

"parli sempre di Kianta?"

"Si. Prima si è interessata a un gruppo di ragazzi che faceva urbex, che si chiami così, non ho capito..:"

"Ah, gli esploratori. Anche lei ama farlo, ma a differenza loro è molto più preparata in caso di casini. Non a caso si porta uno o due esemplari di Cirneco dell'Etna da caccia, cugino dello Xolo e chiamati entrambi i figli di Anubis. Quindi mi spiace per quelli che incontra, che pensano di vedere una ragazza stupidotta con un cagnetto innocente... Ha trovato gente interessante presumo, altrimenti mi diresti che son finiti male..."

"Oh no, la questione è l'opposto. Gli ha parlato e ha fatto un accordo con loro, promettendogli aiuti ed equipaggiamento per andare avanti con cosa facevano"

"Ah aha ah... tipico di Kianta. Riuscire a rivoltare una situazione per lei in positivo... Se non fosse negata, sarebbe un'ottima mentalista, ecco perchè ama cercarli e portarseli con sè. Io non amo i mentalisti, è come essere a nudo con loro... Io non ho nulla da dire. avere informazioni utili dai civili e averli dalla nostra parte è positivo. Grazie a urbex abbiamo scoperto molti eidfici antichi e abbandonati che sono diventati Torri, no n ti credere. In verità li ha cercati lei spulciando ogni video in base all'area che cercavamo, e ce l'ha fatta. NOn è uno spreco di tempo e soldi, non credere che anche adesso non ci serviamo di civili. No... rettifico. Evitiamo fraintendimenti. Cbiediamo ai civili un aiuto. Semplice. Conosci ancora poco della nostra politica interna ed esterna, quindi fai bene ad avere dubbi, pensare e porti domande. Kianta questo lo adora, dice sempre che in pochi fanno questo ma giudicano, puntano il dito senza riflettere sulle cose. Così può darsi che facciate pace..." con un sorrisone all'amico.

"e sul fatto che ha usato un nome diverso? Qualcosa come Lianna, che la nonna era forse anna e la zia... non lo so!"

"Ha usato quel nome? seriamente? Strano... " parendo rigido e insicuro

"perchè ne ha usato un altro?"

"E' una delle sue personalità, come alcuni uomini che lavorano fuori lo Chateau. Lei ne ha diversi in base a cosa deve fare. Niente di nuovo... anche se è strano che abbia usato quello..." riflettendo

"E per quanto riguarda una frase strana? Ha detto tipo , credo...non so se l'ho pronunciato bene..."

"Si, ho capito a cosa alludi... a volte quando è arrabbiata, tanto, tende a dire cose del genere. NOn ho mai capito se fosse riferito a una volta all'addestramento quando dormiva all'aperto e gli uccelli erano fastidiosi. Credo... a volte si inventa parole presa dalla rabbia. NOn farci caso... come 
di solito ha il vizio di definire i personaggi di sesso femminile, peggiori, capaci di vario schifo... come puttane. E lei rispetta le prositute, tanto, almeno quelle fanno quel mestiere per disperazione e obbligo. Non quelle di un certo livello che l ofanno perchè amano i soldi e giocare con uomini e sesso. Fosse per lei le aiuterebbe tutte. Le donne che sono una vergogna per il genere e l'umanità sono... puttane. Non so perchè usi quella parola in modo diverso dalla società. Anche qui non so da dove vengano come gli per gli scarafaggi. Li definisce così, stronzi correnti... quanto ho riso. Ma questo non lo sapevo, me ne ricorderò per sapere che significa..."

"ma... in che lingua sono?"

"Ah è vero" disse, dopo aver fissato sorpreso Gask un attimo, voltandosi di nuovo "noi, quelli che in molti definiscono veterani dell'organizzazione, parliamo varie lingue, Kianta compresa. Tu ne conosci un paio diverse, ma non hai avuto modo di conoscere questa. E' italiano, comunque... segui le lezioni. E' una lingua particolare, ricca, con parole dal suono molto bello e la creazioni di frasi in questa lingua è... secondo me
, meritevole. I testi che scrivevano poeti e scrittori prima, e poi con la moderna, sono meritevoli e musicali. Riesce a creare concetti ricchi e forti con un uso delle parole non comuni. Tu sai che esistono tre diversi tipi di lunguaggio per qualsiasi lingua? In questo caso tre. Abbiamo le seguenti tipologie di lunguaggio... aulico, comune o volgare. Il primo utilizzato da determinate categorie come avvocati, giudici e comuqnue tutti quelli che lavorano in quel campo, medici, scienziati, studiosi e via dicendo. Il comune è quello parlato dalla maggior parte della popolazione che ha studiato, capace di ottimi testi e discorsi, e poi il volgare, quello utilizzato dalla gente che non ha voluto studiare o non ha potuto, per varie cose, e mischia il comune che conosce con il dialetto. Il risultato è, come dice Kianta, raccapricciante. Non a caso odia da morire i dialetti. Tu conosci dell'inglese che stiamo parlando ... il comune ma non molto. So che dove hai vissuto non hai potuto studiare molto e parli lingue locali, perchè le parlavano...e ci si abitua. No? Ma non sai scriverle e..."

"So scrivere, non nero così piccolo. So scrivere il mio nome, leggo un pò e..."

"Ma livello scuola elementare. No? E neanche finita. Ecco perchè appoggio Kianta sul fatto che tutti voi nello Chateau dovete partecipare alle Lezioni e studiare, capire, imparare. E' una cosa che non darebbe nessun altro. Se non per certi scopi, molti apparati militari danno alcune opportunità ad alcuni perchè vogliono che vadano e siano cosa vogliono. Non noi, lo facciamo perchè dovrebbe essere per tutti, poi devono essere le capacità e abilità a parlare, non uno che sembra promettente per qualcosa e si lasciano indietro gli altri. Per politici e religiosi, la conoscenza va tenuta per alcuni. Gli altri che non conoscono e sanno, quindi cosa pensare e comportarsi, cè oslo una strada. Seguire chi sa. Una volta accadeva e sembrava fosse cambiato con le repubbliche. Scolarizzazione di tutto il paese è una risorsa di base. Scopri così chi ha abilità e capacità naturali e vanno accompagnati nel percorso giusto.prima invece vere perle finivano nelle carceri, in lavori umili e degradanti per il corpo, schiavi e altro senza sapere cosa potevano essere e dare al mondo. Perchè non cèra molta strada. Invece dal nuovo millennio le cose sono peggiorate, quando sembrava che si giungesse all'evoluzione ultima... di nuovo la gente non è scolarizzata e non sa nulla, eppure urla e strepita in piazza giudicando cose che realmente non sa. Ma, seguendo chi dice di sapere, si ripercorrono passi della storia umana che sembravano superati. Che tristezza..." scuotendo la testa afflitto, osservando un ricco dipinto pieno di verde magnificamente realistico con cornice a ghirigori e fiori "ma non dirlo a Kianta... non parlare mai con lei di alfabetizzazione relativo a paesi e mondo, povertà, religione e famiglia. NOn lo fare. La sua rabbia, odio e frustrazione usciranno fuori e inizierà ad agitarsi per discutere di queste cose, e volerle cambiare. Giò fa molto con la Raccolta, non peggiorare le cose. L'unica cosa negativa è questa, ecco perchè Jd fa sempre da mediatore. Se lei si arrabbia iniziano i casini, evitiamoli..."

"Non capisco. Io... perchè si agita con questi argomenti? Cosa accade se si arrabbia..."

"Parlane con Jd, ma non con lei vicino o parlando di queste cose con lei. promettilo... E' necessario che lei stia serena, che non agisca prima del tempo, perchè se lei perde la pazienza e l'odio e vendetta la colgono così tanto... evitiamo" uscendo e chiudendo la porta e poi il cancello.

"Ok...anche se non capisco"
 risalendo verso la Casa delle lapidi

"Un giorno te ne parlerò... " fermandosi in mezzo alla navata, sistemandosi il blaser da eventuali granelli di polvere, così come la sciarpa da collo in stile ottocento che si stagliava su un colletto club tondo. Gask no capiva mai come quegli abiti che avrebbe detto vecchi fossero invece perfetti su uno come lui. Poi Milan si portò le mani dietro la schiena e si voltò verso le porte "...ho saputo che non sei molto convinto del tuo Spanish Mustang. QUalcosa non va? Kianta ti aveva affidato un esemplare di questa razza scegliendo tra Zumo o Loda, ma ho saputo che invece ti ha obbligato a prendere Loda. Ottima cavalla, ben addestrata ed equilibrata, ma la reputo... troppo ottimo carattere e disciplinata per te. Ti avrei visto con uno stallone nervoso..."

"Speravo che mi desse un'auto veloce o una modo tipo quei barbosi motociclisti, invece... lei dice che non so cavalcare ma solo strattonare i cavalli. Quindi devo iniziare come un bambino con una cavalla che addestri me... io ero nello stato nord islamico afgano, ho usato cavalli ma lei dice che sono un torturatore..."

"per auto e moto abbi pazienza, sei nuovo e anche se mio amico, vorrei che tu seguissi le nostre regole. Accadrà... per i cavalli, per noi sono ottimi amici e compagni del muoversi. Sono la storia dell'uomo, tutto è stato creato, conquistato, costruito e combattuto a cavalli. Come i cani, sono vicino a noi da così tanto tempo che vogliamo rendere gli spostamenti all'antica in auge. Ovviamente per più lunghi mezzi ecologici come i nostri, ma andare a cavallo è... come un contatto con la natura e il tempo." con un'espressione che sembrava sognante " E... Cerca di capirla. lei rispetta tutti gli animali.. forse tutti tranni gatti e zanzare, mettiamola così, ma il punto è che conosce e ha visto con i suoi occhi cattiveria e schifo degli umani sui cavalli che non immagini. Ha studiato tante scuole equestri insieme, trovando un equilibrio e le parti migliori di queste in una sola, che rispetta e protegge il cavallo. Morsi, barbozzali, e nasali punitivi e severi, tanto da ferire e danneggiare il cavallo. Oltre che fargl male ogni secondo che lo indossa. E poi la gente si lamenta che i loro cavalli perdono la testa. E quanti metodi coercitivi e punitivi
, perchè secondo la testa di molti il cavallo deve obbedire e basta. Non esiste per loro, ed è contemplato nell'alta scuola equestre, che deve esistere l'addestramnento non coercitivo ma di coesione del cavallo con l'uomo...come un legame, un dare e ricevere, una connessione tra due creature che creano qualcosa di mangnifico... " poi vedendo che Gask non sembrava capire, sospirò e continuò "in parole povere i cavalli venivano picchiati, costretti a morsi e attrezzi sul naso con punte, i nose band, perchè obbedissero, facendo però male. O pratiche dell'uso del passo spagnolo per cavalli che per loro morfologia non sono adatti a questi movimenti, idonei appunto a cavalli spagnoli e basta. Danneggiano le altre razze, quando modi per ginnasticare le spalle ce ne sono e sono anche divertenti per i cavalli... o usano dispositivi come Taser e altri elettrici per dargli una scossa e obbligarli. O il terribile Big Lick, una cosa tremenda. Inutile dirti che tutti quelli che facevano questo schifo e lei ha raggiunto, non sono finiti bene, vero?" con un tono che voleva dire come "tu mi capisci"

"Vuoi dire che li ha uccisi? Che li ha..."

"lei non uccide, tranne che per proteggersi se necessario. Ma non capita mai, si può dire. Per la gente che meritebbe la morte, lei riserva trattamenti che sno terribili fino alla fine dei loro giorni. Un'agonia peggiore del carcere, e se lo meritano... quante volte la gente non ottiene giustizia per chi ha amato che è morto o ha subito cose brutte ed è finita così. Con questi dovrebbe andarci pesante, solo... Quasi... posso dire che li fa piangere. Molto. A volte qualcuno potrebbe dire che esagera, e l'ho detto che non deve farlo, ma è capitato che..." passandosi una mano sui capelli tirati indietro e legati "desse corpo ai suoi incubi e odio, riversandoli sulla gente che fa del male ad altri e animali, solo perchè sono marci dentro o perchè gli piace. E non hai idea di quello che subiscono finchè le cose non cambiano. Perchè no, non va là una volta, constata la situazione e punisce e se ne va. Controlla più volte tramite fidati. A volte le persone sono così nere dentro che davvero lei riversa su di loro tutto così che la alimenta di rabbia. E non hanno idea ne di quello che realmente fanno perchè pensano che sia corretto, ne di quello che fa lei se incavolata... infatti non ne escono bene. Ma non giudico, non posso immaginare quanto hanno sofferto quelle persone e quegli animali, ecco perchè agisce con mano pesantissima. Perchè con molti individui non è possibile il dialogo o la minaccia semplice. Come dice lei - che la nasa continui a cercare vita intelligente su altri pianeti, perchè su questo pianeta si sono rassegnati, ormai -. E non ho nulla per fermarla o rallentarla, perchè non voglio. Ho visto tanto schifo già dalla mia infanzia, che non tollero e voglio cambiare il mondo proprio per questo motivo. Ti ricordi che la rivoluzione francese nacque perchè il 90% della popolazione di quel singolo paese era costituito da povera gente, per chi aveva dei soldi per il lavoro ma si vedeva tassato da far paura, chi si vedeva togliere casa, beni e altro perchè la casta, quella piccola percentuale, li vedeva come oggetti... " poi lo vide di nuovo in faccia, non sapeva di che stesse parlando. Chiaro dalla faccia incerta accompagnata d a una smorfia che non lo seguiva "in pratica prendi un paese con cinque milioni di persone "accompagnato dalla mano aperta per fargliela vedere "e sai che solo un milione è ricco, potente, può tutto. Noi dobbiamo riportare cinque milioni ad essere cinque senza persone più ricche, famose, che si ergono su altri decidendo su di loro o danneggiandole. Dare davvero quel che serve per una vita dignitosa senza soffire per la mancanza di beni essenziali e sentirsi persone. Sembra impossibile, difficile ma non è così... ma te ne parlerò presto. Il succo è che ho vissuto in un luogo parecchio arretrato, la mia patria non è proprio un paese sviluppato, peggio in luoghi piccoli ancora con le catene delle tradizioni e superstizioni. Ecco perchè ti chiedo di non parlare con Kianta di quei temi, perchè per lei sono maggiormente negativi e finirebbe a litigio come già accaduto. Io no nvoglio che altri soffrano in questo nuovo millennio, ma intendo portare il mondo a sotterrare le classi sociali che ancora esistono. E non parlo solo dei paesi che tu io e conosciamo. La gente pensa che in molte repubbliche democratiche vi sia una sottile linea per la classificazione delle classi, rispetto secoli prima. Non sanno quanto si sbaglino, quindi si cambia il mondo. E davvero questa volta...."

"Ma..." ma furono interrotti da una chiamata e Milan prese il phonvlet per rispondere, portando quella discussione a svolgersi più avanti.


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Capitolo 13
*** 13 ***


Chapter 13 Chapter 13

Un anno e due mesi prima

Paddock orientale. Gask aveva preso l'abitudine da qualche giorno di stendersi da qualche parte, alle pendici del boschetto, a guardare i cavalli liberi che scorrazzavano, giocavano, si meritavano il momento di libertà in quel grosso pezzo di terra recintato a legna.
Era davvero rilassante, scacciapensieri, quello spettacolo di creature che vivevano con l'uomo e sembrava seri e ligi quando serviva, per poi scoprirli come cuccioli eterni e divertenti. Rapivano la tua attenzione, senza che te ne accorgessi, pensò.
o forse si stava facendo influenzare?
Fin da piccolo aveva avuto cani e altri animali intorno. Li aveva osservati, ma se alcuni facevano pena per come erano tenuti e trattati, alcuni per sfide e  per scommesse, altri erano pericolosi e poco inclini a gentilezze. Colpa dei proprietari, di come li facevano crescere, ma non erano affatto animali che, guardandoli,  ci si rilassava.
Odiava perfino il persiano peloso e dalla faccia che vagava nell'ufficio del Capo, e spadroneggiava come voleva. Se capitava qualcosa, da oggetti rotti o bisogni fatti in ogni angolo,una volta sulla scrivania o su un divano, ci andavano di mezzo gli uomini che stazionavano a turni nella stanza, come guardie.
Urla, punizioni e sopportazione di essere picchiati era routine quotidiana. A quel gatto niente, gli uomini che non pulivano o sistemavano in tempo schiaffoni, bastonate sulla schiena fino al peggio,  e pensare al vero distruttore... quelle erano cose di poco conto.
Lui non rientrava in quelle mansioni e non gli capitava mai di essere anche solo sgridato per quelle faccende, ma quelle volte che doveva restargli al fianco e fissava il gatto, tanto non cèra niente che dovesse fare, non era rapito da quel qualcosa che invece assaliva  il Capo direttamente. Passava il tempo a fissarlo mentre si toelettava, stiracchiava, assopiva, girava e dava fastidio graffiando tendaggi e mobili, aggrappandosi addosso alle guardie con unghie affilate e altre diavolerie che gli venivano in mente.
Viveva sempre là dentro, con tanto di cuccia regale, e gask non capiva cosa rilassasse nel vedere quel muso sempre scontroso, libero da ogni problema, stare in quel luogo facendo casino e rompendo le scatole.
E poi rise per l'altro giorno, ripensando al momento in cui uno dei gatti degli uomini, che tenevano in giro e che uscivano nel parco, si presentò miagolando mentre cèra un addestramento con Kianta presente, e si buttò di pancia davanti i piedi degli uomini in posizione.  Caso voleva che i giardinieri e paesaggisti stessero rinnovando alcune zone dello spiazzale laterale allo Chateau, dove facevano la chiamata mattutina , e avessero tolto i cosi, non ricordava mai cosa fossero, per scacciarle con gli ultrasuoni gli animali sotto terra.
Cosa erano, si chiese. Conigli? Quali altri animali stavano sottoterra? Comunque non erano attivi e quindi un animale sgusciò da un buco vicino e sfrecciò fra gambe degli uomini. Il gatto rimase là a miagolare, muovendo pigramente la coda e guardando tutti, compresa quella cosa che cercava di raggiungere dei bulbi messi da parte in un angolo, estratti dalla terra per essere piantati altrove.
No, proprio non ne capiva di giardinaggio! Il fatto però era che ne aveva preso uno fra i denti e cercava di tornare. Kianta fissò rabbiosamente quell'animale senza dire niente ne muoversi, mentre gli uomini avevano rotto le righe per acciuffarlo, e capitò che inciampò vicino il gatto, perdendo quella radice. Vicino il Gatto. POco distante da Kianta.
Il micio guardò la radice, fissò l'animale che prima si finse morto, e poi miangolò chiudendo gli occhi qualche volta come se non fosse successo niente.
Gli uomini chiedevano cosa fare a Kianta, la quale fissava il gatto con voglia omicida. Era chiaro.
L'animale che non sapeva definire si mise in piedi, o meglio sulle zampette, si avvicinò al gatto, si annusarono e via a prendersi la radice e andarsene, sfrecciando tra la gente.
Kianta non aveva fatto niente e non aveva dato ordini, era rimasta solo guardato il gatto dall'inizio alla fine, accigliata, angoli della bocca in giù.
Poi quando gli uomini non sapevano che fare e improvvisavano nuove file, Jd si avvicinò a lei e le disse qualcosa. A quel punto lei lo guardò, si voltò dall'altro lato guardando alle spalle Lubo e gli chiese il kit di lavanderia con il lavatoio o lava panni in legno più ondulato che trovasse.

"Kianta... perchè ti serve?" preoccupatissimo, stringendole un gomito.

"Mi serve uno spaventapasseri da regalare a zio Tommoliver per il cambio stagione. Devo però pulirlo, farmi dare un meccanismo con il ruggito di un leone e che faccia muovere la cosa come un indiavolato con denti a sciabola e occhi luminosi..." contando sulle dita cosa le serviva ma Jd la strattonò di nuovo. Ancora più preoccupato.

"per favore, è solo un gatto. Quello che vuoi..."

"Poprio perchè è un gatto..." dicendo l'ultima parola comeun insulto "... e perchè o impara o smamma. Non mi interessa. Me ne frego se i gatti non si fanno addestrare facilmente. O fa qualcosa o lo faccio volare io da qualche altra parte. Il loro compito sarebbe spaventare le bestiole, tanto questi cosi con la supponenza non ammazzerebbero manco un sorcio, così che non devastino nulla. Spevantare. Eì cos difficile? GUarda, GUARDA!!!" indicando il gatto che si rotolava per terra "perfino le capre, le oche, le galline, qualunque animale abbiamo qui e alla fattoria ricambia le cure, il cibo, ogni cosa facciamo per loro. Non li sfuttiamo, prendiamo solo cosa danno senza ormoni, schifezze, allontanare i piccoli e altro schifo che fanno altrove. E va tutto bene.  Pure le piante carnivore ci pappano gli insetti molesti. Ma loro, questi botoli gonfi di senso di divinità non fanno altro che essere in ogni angolo a rompere e rovinare e pasciarsi al sole. E rompere perchè hanno fame. BASTA! Se loro vogliono i gatti per loro amore per questi figli di satana, che se li tengano nelle stanze o negli edifici appositi e non me li facciano vedere. Ma s etrovo un altro che è inutile a tal punto, lo uso come nuovo tipo di drone spia che spaventa con molti optional, ma almeno ricambia un minimo. Condivisione e scambio, ricordi? Loro non lo fanno. Avviso te, avviso loro..." rivolti agli uomini che cercavano di non fissarla "e che l o diciate a tutti. Topi, bestie infestanti e gatti non li voglio vedere. Se voglio un animale che non fa un cavolo dalla mattina alla sera mi prendo un cigno, un pavone, pure un procione che almeno è simpatico. E altri tipi di animali ma i gatti no. Adesso voglio che mi sentiate bene, vi ho mandati il programma per oggi. Alle sette e zero zero voglio che siate in mensa per la colazione dopo il riscaldamento giornaliero, poi che seguiate le istruzioni. Se avete problemi parlatene con Jd, il vostro capitano o con me. Oggi ho cose da fare che andare per tutta la residenza a controllare che siate diligenti nei vostir compiti. E abbiamo degli ospiti. Procedete e andate...."

"Kianta, ma dire queste cose agli uomini e all'alba...."

"Sanno perfettamente che nella vita ci si impegna e si ottiene. Chiedo forse troppo? Loro sono pagati per lavorare, addestrarsi, istruirsi..."

"Si, va bene..:" cercando di calmarla "ma la questione è che non puoi minacciare un gatto di farlo diventare un... qualsiasi cosa volessi fare solo perchè sta disteso a terra!"

"Si che posso, mica che ho detto che lo uccido. Gli faccio applicare le cose dopo averlo lavato, visto quanto era sporco, e lo faccio legare a un drone e lo mando in volo a controllare le zone e spaventare animali che potrebbero danneggiare qualcosa. Non uccido nessuna delle due parti, faccio in modo che quelle creature fastidiosefacciano almeno qualcosa di davvero prezioso per tutti e..."

"Senti, lo so che hanno ucciso alcuni uccelli delle voliere che lasciamo liberi alcune ore intorno e che te ne sei trovato uno in camera tua perchè aveva scalato l'albero di fronte... però non è un pò troppo? Non fai questo per nessun animale. E dire che Warden è un disastro cosmico a volte..!"

"Si, ma lui come tutti gli animali se ben addestrati, capiscono cosa devono e non devono fare e si riesce a tenerli a bada. O li fai giocare, spompare, stancare finchè non corrono loro come dovrebbe essere nel loro spazio personale per dormire e star calmi. Semplice. Quelle piccole disgrazie ambulanti invece vedono tutto come loro, rubano cose o le rovinano. Bello quel che è accaduto a decorazioni e suppellettili antiche, originali o che i nostri uomini hanno prodotto con impegno e materiali pregiati sotto unchie, denti e spruzzi di urina. Dimmi, è giusta una cosa del genere? O visto io gatti che usano con le zampe sporche e i didietro e coda sulle tavolette dei water   per distendersi e piùvolte sono finiti a sciacquettare dentro perchè caduti nel sonno, sporcando tutto. E la gente li usa senza che siano puliti e sterilizzati. Per non parlare come ho trovato una delle dispense della cucina piene di schifo come fosse la loro sabbietta. Sacchi vandalizzati con i prodotti da buttare, i cuochi si girano pensando non ci siano bestie malevole e spuntano su impasti e tavoli d'acciaio zampe come per magia. E' corretto? Se per te è corretto io ti lascio volentieri la Albert con tutte le chiavi e codici di accesso per lo Chateau e me ne vado..."

"Sai che MIlan non ti farebbe mai andare via, ma il punto è che... Si, hai ragione. Non è igienico, non è corretto vedere mobili, tene, muri rovinati a quella maniera. Ma sono gatti!"

"E io sono io e ripeto, o io o loro. Non me ne frega. Se lascio loro far quello che vogliono dovrei permetterlo a tutti gli animali e anche agli uomini. Sarebbe anarchia e casino. Come era all'inizio!"

"Va bene, ma anche alla fattoria sono viziatissimi. Vedi le capre. Se la mattina non escono e ricevono un abbaccio forte, se sono piccole alzate e strette, fanno casino. I maiali grattate quando le vogliono. Le mucche i massaggi con spazzole al posto di quelle elettriche..."

"Buon per loro, qua invece si trattano quei gomitoli isterici come dei in terra facendo cosa vogliono. E graffiano, soffiano, fanno casino... mi sono rotta. Basta. O cambiano o fuori..."

Jd sospirò e... che doveva fare? Aveva ragione anche se perdeva facilmente la pazienza su certe cose.

E anche Gask aveva capito, anche con discorsi con Alaric, che poteva essere la calma fatta persona per poi diventare più velenosa di una serpe s ele giravano.  E ammetteva che, come per quel gatto, non trovava i felini poi così simpatici.
Ma anche con altri animali non andava meglio. Aveva da sempre avuto poca interazione con la parte animale, solo visti da lontano e usati per scopi umani. Con le persone sempre diffidente, vi stava lontano e trattava poco chiunque.
Ma con le persone bastava stare alla larga o fare come volevano, e tutto era apposto. Con gli animali che aveva scoperto ovunque in quel posto...

Si era ritrovato dubbioso e incapace con quella femmina di cavallo che quella testarda femmina gli aveva appioppato.

Strinse le labbra. Stava di nuovo inconsciamente quasi scimmiottando la gente per cui lavorava, prima etichettando le persone con certe parole, poi considerandole meno di niente. Si grattò la testa rabbioso, mentre un cavallo nitrì così forte da portarlo a fissarlo.
Che cavallo era quello? Poteva essere... Luma? No, non pareva quello. Poteva essere di Orson, l'uomo che lo spalleggiava da qualche giorno con un'emozione negli occhi inquetante?
No, forse il cavallo che raspava con la zampa e nitriva doveva essere di Silvain o Travis, due nuovi che erano del gruppo... si sistemò con rabbia con il corpo contro il tronco, non riuscendo a ricordare i nomi assurdi che il Leader dava a ogni cosa. Erano della divisione C, nome base che almeno ricordava, ed erano dell'Arme dell'aereonatica.

"Che casino..." incrociando una sull'altra le gambe distese, cercando di capire meglio il posto dove si trovava e come vi vivevano.

Quel dannato posto constava di migliaia e migliaia di persone, non tutte presenti ma dislocate in vari luoghi sia della Francia che del mondo, e suddivisi per prima cosa in quale formazione militare servissero. Si mise a guardare il cielo per ricordarsi le cose che gli aveva spiegato Orson.   Fanteria,  Cavalleria, Divisione corazzata, Marina, Aeronautica, Carabinier o Gendarmeria. Erano tutti? Boh, non gli veniva in mente altro. E questi erano solo i miliari. Cèrano così tante categorie di lavoro che gli venne voglia di pensare ad altro. Si erano messi a  suddividerli in tantissimi gruppi più piccoli detti Specializzazioni, ognuno con caratteristiche diverse. E lui che abituato a un migliaio di persone buone.

"E chi se li ricorda. Io ero abituato alla semplice..."

"Adesso parli da solo?"

Gask quasi si strozzò con la sua stessa saliva per il colpo. Si voltò verso Jd, che camminava piano e silenzioso come uno come lui sapeva fare. Di quale vecchio squadrone specializzato veniva? Forze speciali tipo navy seals o  altro? Erano francesci comunque, ricordò.

"cercavo solo di rilassarmi..." borbottò col broncio.

Jd rise e si sistemò a terra vicino, con un ginocchio piegato a sostenere una mano e la testa. Nel mentre i cavalli si inseguivano, li guardavano o facevano versi come per chiamarli.

"Come mai sei qui? E' successo qualcosa?"

Gask voltò gli occhi verso l'altro, tenendo le braccia alte e mani incrociate, per non poggiare la testa contro il tronco.

"Volevo solo staccare un pò dopo oggi. Tutto qui."

"Lo facevi anche prima?" armeggiando con le tasche dei pantaloni come in cerca di qualcosa.

"Quando non dovevo lavorare me ne stavo nell'appartamento o girovagavo per la casa. Cèra qualche posto che... insomma, me ne stavo là da solo, per non vedere gli altri e quel che facevano"

"Mh..." uscendo un coso di legno che Gask aveva già visto. Sembrav a una scatoletta di legno formata da varie parti e con dei buchi.

"Mi spieghi cosè? L'hai suonata varie volte e sembra che a Kianta piaccia"

"Davvero non la conosci? E' una CH Double Ocarina, uno strumento a fiato generalmente in terracotta o legno. Ma questo non è una semplice ocarina, ma una doppia. E in legno di valore. Ossia ha due camere e quindi due imboccature che equilvagono a due strumenti. In base a cosa si suona, è possibile suonare questa al posto di due strumenti..."

"... ok..." poco convinto. " E senti... che sarebbe Camova?"

Confuso, jd lo fissò incerto, non capendo cosa potesse significare la domanda.

"Oggi Milan mi ha spedito in una nuova Torre dove Kianta stava iniziando i lavori di restauro. Credo. Sono successe delle cose e alla fine ne ho parlato con lui. Mi ha detto tante cose e mi ha fatto vedere delle cose..."

"Tanto cose, eh?" ridendo di gusto, anche se Gask sembrava crederlo uno sfottimento.

"... E ha parlato di un Certo Camova che aveva usato dei marmi... qualcosa sulle statue..." restando sempre vago.


"Ah, Canova! Si tratta di un grandissimo artista. Uno scultore. So che non sai nulla, o meglio, molte cose  io stesso le conosco per via di Milan e Kianta. QUindi non preoccuparti...."

"Vuoi dire che era come Bronson?"

"bravo... anche se il nostro scultore è particolarmente suscettibile. Iroso, collerico e crede che le sue doti pittoriche meritino la medesima stima delle opere scultoree.  Ma è chiarissimo che non lo è... è solo geloso"

"Geloso di cosa? Da quello che so in molti gli hanno chiesto vari lavori, tanto è bravo..."

"Si, ma con la pittura non ci sa fare. Come me. Non so perchè, ma dammi una chitarra o un'ocarina e so arrangiarmi. Dammi qualunque altro strumento, un computer o armi bianche e sono negato. Anche se te, Kianta, Milan, Lubo e via dicendo vedete altrte particolarità in me. Col corpo a corpo sono vergognoso" sorridendo amaro "Mi è bastato l'altro giorno con un addestramento straordinario per te. Sei bravo in quasi tutto, con le armi da fuoco, i fucili pesanti te la cavi meglio. Però lasciami dire che se con armi come bastone e a lama non sei male, con arco e corpo a corpo non ravvicinato degli lavorare... Per il resto sei un'ottimo acqusito. Davvero molto, e sei così bravo che tieni testa ai migliori con armi più leggere e più facili da impugnare. Ma col corpo a corpo, anche grazie al tuo  Acinaces o Akinakes è tutta un'altra cosa. Quella spada persiana sembra da ridere, ma è per quella che sei stato Egeo. No?" ridendo beffatamente.

"Smettila di usare quel nome.  Me lo avevano dato ai rastrellamenti e non mi piace. Mi ricorda troppo quegli anni" imbruttendosi nel viso per le smorfie come di dolore che faceva.

"Bhe, non è che Gask sia meglio. Sappiamo bene che significa. Ma perchè ancora te lo tieni?"

"Non l oso, ormai lo sento più mio che Egeo. E poi è stato il Capo a darmelo quando rilevò tutti quanti. E' il nome che mi ha dato lui..." sussurrando con la testa chiaramente persa altrove.

"Capisco. A me non dispiace, è solo che non capisco perchè darti un come così. Milan l'ha trovato interessante per come alla fine suona bene su di te. E..."

"Se ho capito bene, tutti qui avete nomi che vi siete dati o che vi hanno dato per il vostro lavoro..."

"Si e no... quando fai un mestiere come il nostro capita, spessissimo come vedi qui, che alla fine per come ti senti o gli altri ti vedono, di cambiare il nome di nascita con qualcosa di più adatto o che abbia un significato in qualche modo. Milan stesso ha un soprannome, Lubo, Alaric, Bronson..."

"E Kianta? E riguardo al mio?"

"Uhm... riguardo al tuo, per come lo vede? Niente direi. Per lei un nome, è quello e lo usa. magari le può venire la domanda nella testa del ma come hai visto non giudica in base ai nomi. Anzi credo che anche lei lo trovi adatto come suona a te. Tutto qui..." vedendolo stupito "Credevi che ti odiasse per il significato del nome? Naaa... solo per quello che hai combinato quel giorno! E' stata grossa, per uno come Milan se fosse accaduto al suo avrebbe detto ..."

"Davvero direbbe questo? Lui...!?!"

"Non ti credere.  Può sembrare affabile, gentile, interessato e premuroso... ma per ogni sua azione cè sempre un motivo. Ah! Se Kianta fosse qui inizierebbe un suo monologo sulla questione... rispetto a Kianta, Milan davvero aiuta e si dimostra vicino a tutti solo per delle motivazioni. Ma la vera preoccupazione, interessamento... lo ha dimostrato veramente solo con due persone. Facciamo tre..." guardando Gask serio "... resta il fatto che, come ti ho detto, ed essendo tu, avrebbe manifestato profondo fastidio ma anche  soppiantato cosa ha perso. Anche se ammetto che dall'arrivo di Kianta è cambiato un pò e credo che la sua affezione per te sia dovuta a questo.  Non per dire qualcosa di male ma lui ti vede... per fare un paragone, come Kianta senza tette, versione maschile in toto. Metà questo e metà suo fratello maggiore. Dorde..." pronuncia quel nome con un tono e un modo di dirlo quasi schifato, rabbioso o altro. Gask non capiva.

"Non ti seguo..."

".... non dovrei dire certe cose. Insomma, sono i miei capi, chi mi da il cibo, soldi, un posto fastastico come questo. Anche se cè da dire grazie a Kianta per questo... il succo è che Dorde non mi piace. E questo l'ho capito per Kianta. Lei...non si fida facilmente. Anzi, per niente. Studia e analizza tutti e tutto quel che fanno e, se prima per me Dorde foss euna figura extra, che stava sempre fuori dallo Chateau e l'organizzazione... Dopo è diventato più centrale che il leader stesso. Milan, per Kianta, è come succube di Dorde. Almeno così mi ha detto.  E Milan esegue cosa Dorde decide, dice, ordina. La stessa questione della religone che abbiamo qui è per Dorde. Milan è più neutrale. Crede alle basi ma non al resto. E' Dorde il marionettista. Almeno, Kianta crede questo. Milan prova una sorta di ammirazione per il fratello maggiore, da quando scapparono dal paese dove erano nati. Un posto medievale, come direbbe Kianta, troppo attaccato a tradizioni e a tempi decantati dai vecchi ai nuovi, per giungere anche solo a metà dei centri urbani meno moderni. Milan e Dorde fecero tutto quel che poterono per scappare e sopravvivere, insieme. Se ci fu un momento in cui Milan divenne grande e capace da essere pari del fratello, fu scoprendo e migliorando le sue abilità di base. Eppure, nonostante Milan sia in grado di fare ed essere più del fratello in certe cose, come l'essere un ottimo militare e aver creato tutto questo... Dorde ha sempre supremazia. Chi lo ha aiutato alle spalle per avviare tutto? Dorde. Questo è quello che ho capito io in anni al suo servizio. Milan desiderava essere chi sta al fianco del fratello maggiore, mentre non è così. Non conosco Dorde affatto, mai visto, ma so che è straordinario su molti aspetti e che Milan nutre sempre un senso di inferiorità, nonostante tutto. Eppure Kianta... eppure lei pensa che..." riflettendo, stringendo la mano sul ginocchio a pugno sotto il naso, dopo aver alzato un pò il mento.

"Spiegami..."

"Meglio se ne parliamo un'altra volta. Inoltre ho paura che Kianta scopra una discussione del genere..."

"Kianta... Milan mi ha detto una cosa oggi. Ma non l'ho capita..."

"Cosa..." chiaramente sofferente alla cosa.

"ha detto delle cose su quanto è arrivata. Che a causa di un'amnesita era... aspetta... Era pura e innnocente come doveva essere... una cosa del genere. Perchè?"

"...uff. Kianta è quella che è per... quell'amnesia. Amensia! " sorridendo come se non ci credesse "Comunque, per quel che le era accaduto prima di arrivare lei... provava rabbia e odio, insicurezze e senso di inutilità. Kianta, hai presente no? Per la società là fuori lei era un problema, un niente, qualcosa, bada bene non qualcuno, da cambiare a forza perchè sbagliata. Invece dopo quell'amnesia lei divenne... cosa doveva essere. Senza quelle esperienze e accadimenti che le procurarono tutte quelle cose. Per loro lei era niente, per noi qui è una persona insostituibile. Qualcosa che sembra impossibile. Lei là non era che sbagliata e incapace di niente, eppure l'hai vista...."

"Si. Quindi voleva dire questo. Perchè la vedevano come inutile?"

"perchè la società là fuori... molte cose non sono cambiate in secoli. Ecco perchè. E di nuovo, non aprire quei discorsi con lei per favore. Evita..."

"Sei già il secondo che me lo dice"

"Si e saremo in tre con Alaric. Il punto è che sono temi... negativi, non parlarne con lei o davanti a lei. Ok?"

"Si, ho capito..." guardando i cavalli "eppure non capisco come il capo dopo Milan di questo posto, che sa tante cose, è stata capace di..."

"Quello che tu sai adesso non è quello che cè là fuori. Tu stesso la prima volta non l'hai trattata per come merita, solo perchè donna...." vedendo la sua faccia mortificata e colpevole "Anche tu, adesso, stando qui, la pensi così. Ma come all'inizio e come vivono là, una persona che nasce è un nuovo membro della comunità che dovrà essere in un certo modo. Se non lo è, diverrà sbagliato. Tutto quello che volevano su e per lei, non le era adatto. E così era inutile. In passato la gente inutile veniva sbattuta per strada o negli istituti per malati mentali. Non che adesso vada meglio, ti mandano dallo strizacervelli. La questione è però che per Kianta relazioni, matrimonio, sesso e figli sono cose così assurde e distanti da lei, come essere, che poco tollera chi le ricorda cosa il suo corpo dovrebbe fare.  Per lei pensare a queste cose è come... un orso che balla. Non so se ne hai mai visto uno, ancora adesso in molte parti li sfruttano e maltrattano per la bile e spettacolini per soldi, ed è una cosa contro natura. E per lei la stessa cosa. Fin da piccola doveva trovare un uomo che la sposasse e con cui fare figli. Doveva procreare la nuova generazione della famiglia. Ma per una come lei, che trovava una sofferenza l'esser vista e considerata per aspetto e necessità, l'idea, solo l'idea, di ricevere attenzioni sessuali, proposte e inviti a fidanzamenti e matrimonio era orribile. E peggio fare figli. Poco accetta tutto il sistema biologico della procreazione..."

"E' per questo che non assiste mai ai periodi della riproduzione degli animali? Ne ho sentito parlare gli stallieri l'altro giorno, affermavano che di nuovo lei non avrebbe per nulla al mondo assistito, che fossero cavalli o altri animali."

"Si, prova ripugnanza e orrida repulsione al pensarlo o assistervi. E una cosa  per lei, se fosse stato per i secoli passati ove si cercava con ogni mezzo di obbligare a queste cose... sarebbe finita in due soli modi "voltandosi a guardarlo "farla finita o cadere in disperazione, depressione pre e post parto e peggio. Non avrebbe retto. E ama poco i bambini come i cuccioli. Raramente vuole avere a che fare con soggetti troppo piccoli che siano uccelli, cani, cavalli e via dicendo. Odia il concetto di essere piccoli e ignoranti..."

"Ignoranti?"

"lei si rifugia in una sorta di studio pazzo e disperato per conoscere ogni cosa del mondo, vanno bene solo le basi, ma che sappia. L'idea che si è piccoli, ignoranti, incapaci di sapere, la porta alla rabbia. Ecco perchè poco tollera te e altri che dimostrano di non sapere molte cose. Ma bada bene, non chi è ignorante perchè non ha potuto come te ad esempio, ma chi lo è perchè... perch non voleva.  Per lei molti mali del mondo esistono proprio per questo. Perchè la mente becera della società pensa che donne e bambini non debbano sapere certe cose per l'età e il sesso. E così vi sono rapimenti, violenze e morte. Per lei non spiegare già da piccoli, con le parole giuste, ma  insegnando è come considerare stupido, incapace di usare il cervello e impossibilitato in molte cose il bambino, ragazzino o adolescente. La negazione di tante cose ha portato alla fiducia o debolezza e alla fine che... sappiamo cosa capita a molti bambini, no? Kianta odia con tutta se stessa il periodi dell'infanzia e l'ingnoranza. Se fosse per lei si dovrebbe nascere già adolescenti. E con una certa conoscenza. Ma non è così..."

"capisco..." ma sembrando incerto.

"Ti dico una cosa. Se vuoi migliorare le cose qui per sentirti a tuo agio, cerca di non farti considerare maggiormente negativo da Kianta. Gli uomini si fidano di lei e, anche se stravedono per te adesso,  molti di loro le sono legati. Lei non lo sa, o meglio non lo ha voluto vedere o capire mai, ma sono tantissimi quelli che le devono molto e le vogliono bene. "

"Per la Raccolta, vero?"

"Anche, ma non solo per quello. Lo stesso Bronson deve la sua bravura e abilità a Kianta. Prima usava la creta ma lei ha sempre spinto la gente a provare altre cose e... facendo una Lezione sulla scultura e pittura, Bronson è partito in quarta. Ha scoperto di saper scalpellare il marmo, il granito, lavorare e lisciare questa materia rispetto alla creta e pennello. Cosa interessante è Kianta che ha abilità di modellazione con la creta sintetica. ha la capacità di creare sculture con il metodo dell'aggiunta... ma non come Bronson!"

"kianta sa creare sculture?" sorpreso calando le braccia

"Si, è una cosa che faceva per dimenticare. Ed era brava. Da quando è qui lo fa di rado e in posti tranquilli. Come nella zona ristoro davanti le rose blu. Cè un tavolo e delle sedie come molt angoli nel giardino, e ci passa qualche ora. Non è affatto male,  devo dire. Ma è solo un passatempo. Adora guardare gli altri creare, finanzia molti artisti e creatori nel mondo, ovviamente per arte che ha senso. Non moderna e simili, ma pittori e scultori capaci di veri capolavori degni dei migliori artisti passati. Non hai idea di quanta gente ha avuto aiuto da lei. "

"Ma quanto spende? Ha davvero tutti quei soldi? Quanto la paga Milan?"

"Ah ah, no. Lei non riceve una sorta di stipendio come noi. NOn viene pagata da Milan, non ha mensilmente una retribuzione per il lavoro svolto...."

"In che senso? non ha un compenso?" mettendosi a sedere esterrefatto.

"No, è così. Giuro. Lei ha una sorta di patto con Milan. ottiene una sorta di dono quando va a Milan, che lei usa per sue spese personali e per i suoi animali. Quelli personali intendo. O per donarli a chi ha bisogno o ha necessit di un sostegno per continuare il lavoro, come gli artisti di cui ti parlavo. Ma è raro... forse non raro, ma solitamente usa dei soldi messi in un conto da Milan per l'amministrazione dello Chateau e spese necessarie. A volte civili, specialisti in vari campi, docenti e ricercatori e via dicendo, sono tutti sul libro paga di Kianta con i soldi conservati in quel  conto.  Non hai idea quante perosne hanno avuto aiuto, vero, da lei nel mondo e sono riusciti a rialzarsi mentre il mondo a loro vicino li guardava e voltava il capo schifati. Se hai e fai, sei considerato un Signore. Se hai problemi, potresti essere chissà che figura che davvero da al mondo ma non puoi, o accade qualcosa tutti spariscono. Ma il discorso è troppo lungo. Lei agisce. Riceve soldi da chi vuole protezione, ricerche di vario tipo, e tanto altro che offriamo e li mette a disposizione di chi ha bisogno davvero. NOn hai idea di qwuante gang, spacciatori e gruppi pericolosi nel mondo ha fatto fuori e salvato zone o quartieri... altro che la polizia locale. Lei..."

"Li ha fatti fuori?"

"Ormai dovresti sapere che lei non uccide nessuno. Ha solo..."

"Si, questo ormai lo so ma trovo assurdo che abbia..."


"Senti, volevo dirtelo da prima. Ma tu non dovresti essere dagli Handler? Anche se Milan gongola che ti ha nell'organizzazione, capiscimi... Dorde e Kianta non sono molto felici..."

"Cazzo! A che ora era?... perchè Kianta non è felice?" iniziando ad alazarsi.

"lei odia quelli come te...." rispose piano, candidamente, guardandolo alzando gli occhi dall'ocarina.

"Perchè...?"

"Credevo che lo avessi capito anche dalle sue stesse parole. Oltre il casino di quel giorno, e anzi credevo che finisse davvero male, lei odia quelli come te. Quello che sei. Poco importa tutto il resto, il suo odio per ciò che rappresenti la porta a vederti solo una piaga, un chiodo nello stivale, un fastidio pericoloso. Tu incarni quello che lei odia..."

"Ma perchè, non lo capisco!"

"Davvero? Eppure lei mi èsempre sembrata chiara dal primo momento. Presta attenzione a cosa, chi ti sta intorno e cosa viene detto. Tendi troppo a vedere solo te stesso e odi le complicazioni. fai come ti dico e capirai. Ora corri, o gli Handler faranno rapporto, se hanno troppa paura di Kianta"

"E tu che farai?"

"Io... sono qui perchè il mio Zool ha perso stranamente un ferro. Messo male, dicono. ANche se sembra strano, visto che Batter è bravo nel suo mestiere. Ma lo ha perso tornando e ora è stato messo qui nel paddock in attesa che i cavalli da mostra e competizione fossero pronti. Prima loro, ha detto il nostro Battitore. Mangiamo anche per queste cose, il mio invece Zool può giocare tranquillo qui! E quindi..."

"Ma anche tu usi solo i cavalli?"

"No, ovviamente. Rispetto ad altri io ho un solo cavallo. Ottimo esemplare e bello da vedere, non sarà al livello di Rasmusen di Milan ma ci siamo affezionati a vicenda. Ho anche una macchina mia ma ammetto che è da tanto che è nel parcheggio dello Chateau. Insomma, vado dove mi mandano o vado in giro con i paesini e cittadine qui vicino. Giro poco da solo. E ci conoscono, quindi non è strano che andiamo con i cavalli e non inquiniamo. Anche se andiamo ad idrogeno... adoro però più che le macchine , i motocicli. infatti ho un Motociclo Bmw con Sidecar e un scooter Manurhin . Vivendo qui da anni, li tengo qui, ovviamente. Li uso alcune volte al mese entro un certo tot di kilometri, ma sai... ho imparato con Zool che se hai un buon rapporto con un cavallo, questi è un'ottima compagnia. Anche se la gente riderebbe,  non sa cosa significa. Una motocicletta la usi, la fermi, la lasci lì e basta. E' solo un mezzo. Un cavallo è diverso..."

"Se lo dici tu. Io con quella cavalla che chi sai tu mi ha imposto, non mi sono ambianto per niente"

"perchè vedi il cavallo come faresti con una macchina o scooter o altro. Non sono , come ho detto. Ascolta bene, ricordi?" vedendo l'altro fare un'espressione quasi offesa.

"Come mai il tuo si chiama in quel modo? I nomi li inventate?"

"Ah aha ha... sai, cè stato qualcuno che ha detto qualcosa del genere. Tempo fa " mostrando un sorriso come un pensiero felice "in questo caso è stata proprio quella persona a darglielo. Vedi? "indicando un cavallo maculato bianco e nero "è un paint e si chiama così sia per il suo carattere che colori. E la smania di mangiare zucchero. Lei diceva che le ricorda un gioco dell'infanzia, Zool appunto. E così ha deciso di lasciarglielo. Tutto qui..."

"Odia ricevere regali?"

Jd lo guardò incerto, restando qualche secondo a riflettere sulla domanda. Guardò i cavalli, poi in direzione dello Chateau e sospirò.

"Perchè lo chiedi..."

"Uno dei ragazzi mi ha consigliato di farmi perdonare, e da sempre so che i regali sono ben accetti dalla gente. Così ho deciso di regalarle una cosa che le può servire. Così ho fatto fare questo pagandolo con il primo stipendio, ma mi ha aggredito..." mostrando il coltello, per poi guardandolo amareggiato, fra le sue dita.

"Aspetta.... ahhh!" grattandosi il naso "on dovresti mai, con lei, agire senza sapere. odia le sorprese, odia la gente che fa le cose per proprio tornaconto, odia... come ti viene in mente di chiederle scusa regalandole cose? per carità, è un bel gesto, ma lei non è come gli altri. NOn cambia idea o cade nell'amicizia per cose regalate o gesti gentili. Devi essere... cerca altri modi per farle perdere l'odio. Lavora sodo, impegnati, fai cose giuste. E mettilo da parte, un giorno magari... ma occupati di cambiare per far parte di questo posto." gestisolando, mostrando apprensione.

"Hm...."

"Sbrigati, se cè Kianta agli addestramenti lo sentirò da qui, il suo incazzamento.  Non peggiorare le cose"

Gask sospirò, lo salutò con la mano e lo lasciò là, seduto sotto un albero intento a suonare il suo strumento in legno, mentre i cavalli nitrivano e camminavano seguendolo, finchè il recinto del paddock lo permetteva.
Jd restò a suonare ma lo faceva meccanicamente, guardandolo andar via, ripensando  amomenti come Zool, i requisiti per l'introduzione di nuovi membri e... quel giorno.


Un anno e quasi nove mesi prima

Inquetanza. Ecco come la chiamava lei. Quel mix di inquetante e incapacità di adeguarsi subito a quanto accadeva, che rendeva irrequeti.
Mentre se ne andava, una mano nella tasca che stringeva le siringhe, osservava le facce degli uomini che, fianco a fianco, formavano una fila compatta come un plotone di saluto, per tutta la strada mezza asfaltata fino all'uscita. Anche se ancora non la vedeva, tanto era lontana dall'edificio.

"E io che mi lamentavo delle stravaganze degli scemi che dicevano di essere una gilda di magia. Andiamo, pare di essere di un horror fatto da ragazzini con attore incapaci di tutto"

Lo diceva tra sè sussurrando, o meglio borbottando amaramente mentre vedeva le facce che le scorrevano da entrambi i lati. FAcce bieche posavano gli occhi su di lei.  Chi di traverso, chi visibilmente male, chi altro minacciosamente, anche storto e torvamente. Anche se sembravano espressioni simili, si notava quando uno guardava malamente da uno in maniera minacciosa. E tutta quella gente sembrava guardarla negativamenteper qualche motivo o spiegazione. Eppure a loro non aveva fatto niente.
E ancora ad aggravare la cosa, il modo in cui parlavano era cantilenante, annoiato, scocciato, sputato come per presa in giro e alcuni pure sorridevano selvaggiamente.  Ad un uomo che sorrideva e basta, guardandola direttamente, lei salutò mimando il saluto militare con il dito medio, facendogli cancellare il ghigno all'istante. Come confuso.

Dopo aver superato quel tizio di altri due colleghi, si avvertì un fischiare e chiamare dallo Chateau, tanto che gli uomini in fila si voltarono a guardare.  Lia si voltò per capire, chiaramente il tranbusto non era normale da come si comportavano gli uomini intorno. E poi si sentì come un passarola, qualcosa biascicato tra le fila.
"E' Milan."
"Jd si sta sbracciando"
"ma non aveva una spalla rotta?"
"Il leader chiama dalla finestra?"

Tra lo sbigottimento generale, perchè non si capiva chi chiamassero e perchè, giunse Ribert di corsa col fiato corto, fermandosi con una slittata che lo fece chinare in avanti. Respirò a pieni polmoni e alzò un braccio verso lo Chateau.

"Lia... anf... ti... vuole..! Jd dice... anf... che devi andare... il... Leader... vuole.... parlare... conte!" soffiò le parole a intervalli,  cercando di farlo velocemente, mentre Lia restava a fissarlo accigliata.

"Perchè devo ritornare?"

"per favore, mi sono fatto dal suo ufficio fino ad ora al massimo della velocità, e ho bevuto un pò perchè in pausa. Torna... per favore..."

"Quanti anni hai per bere al punto che una corsa ti fa stare così? Non dovresti essere allenato?"

"Carina, Ribert al massimo sa fare le scale e per lui è già troppo. AH ah ah! Se non fosse per la sua bravura con l'elettricità sarebbe fuori. E' un peso morto!"

"primo, chiamami carina di nuovo e ti faccio spuntare le due cose che credi preziose dalle orecchie. Secondo, il fatto che uno non sia portato per le attività fisiche non significa che sia inutile o stupido. Anzi, a volte valgono due volte di quelli che si pompano solo per apparire... " proruppe lei, confrontandosi faccia a faccia con il tizio che aveva parlato "chi lo sa che chi si pavoneggia solo per i muscoli un giorno non finisca a pedate nel culo fuori da qui, perchè troppo vecchio e questo qui non diventi il vice del Leader. A ognuno la sua caratteristica. Ragiona così e sei solo stronzo..."

La discussione si interruppe, mentre l'uomo si incavolava come un pazzo, per qualcosa che si conficcò vicino a loro. Quasi un metro, forse poco più prima di dove stava discutendo e l'uomo arretrò, guardando l'oggetto. Lia fissò la cosa. Una freccia con un piumaggio particolare tremolava dove era riuscita a conficcarsi, mostrando qualcosa di bianco, legato.

"Ma in questo posto fate tutto fuori dall'ordinario? Un telefono? Un messaggio? Qualcosa di istantaneo?" disse Lia rivolta al ragazzo e guardandosi intorno, fissando chi la attorniava.

"Il tiro con l'arco è..."

"Si, si. Sarei stata più colpita se avessero preso qualche tacchino pomposo anche su una coscia, non proprio su una chiappa..." guardando l'uomo con lui stava discutendo sorridendo "ma mi aspettavo  cose più veloci di una strepitata alla finestra, spolmonandosi da un kilometro. Sono sicura che tutti voi avete un telefono. Per carità, di questi tempi è più sicura e privata una lettera sparata con una freccia, fa molto altri tempi, ma in questo caso pure Giulietta e Romeo si sentirebbero mortificati per voi..."

Si avviò, dopo aver sbuffato, verso lo Chateau e rifece al contrario il percorso, vedendo man mano avvicinarsi Milan alla finestra e si chiese cosa gli passasse per la testa per far scoccare frecce e urlare da decine di metri. E notò Jd alla porta. Perchè stava tornando indietro, si chiese? Poteva benissimo andarsene e tanti saluti.
Eppure fu una decisione fatta d'impulso.
Raggiunse il giovane sulla soglia del portone principale e, alzando la mano per farlo tacere, lo superò, avviandosi per le scale. Perfino la donna che l'aveva accompagnata strampolava sui tacchi per raggiungerla sulla scala, ricevendo un silenzioso proseguire non degnandola e indirizzarsi verso l'ufficio di quella persona.
Assurdo lui, assurdo questo posto, assurdo quanto le persone più strambe siano quelle che erano capaci di grandi cose. Come far cadere in ginocchio il mondo a quel modo.
E a me, cosa importa? Fu una domanda intima comprensibile, eppure era perplessa. lei doveva andarsene, punto. Perchè le era sembrato strano quel comportamneto solo per attirare la sua attenzione? E fermarla?

"ma chi ha scoccato la freccia?" sbottò tra sè ma che fu udita dalla donna,

"Oh, il nostro Leader. E' un ottimo arciere, tanto che ha vinto molti tornei, anche perchè lui utilizza archi e frecce vecchio stampo, non quegli arnesi moderni che lavorano per te..." poi vedendosi guardata malamente dalla ragazza rispose più piano "così dice lui!"

"Ha un arco in ufficio? Seria?"

"Ha una stanza attigua dove mette in mostra le armi che ha collezionato, personali, di un certo pregio.  Credo che abbia usato quello fatto a Mano di  Legno mongolo, di pregio che usa solo per dimostrazioni con amici  e clienti. O magari era quello..."

"Si, ok. grazie. ora può andare, conosco ormai la strada..." disse tagliente verso la donna che sembrava adesso quasi incerta su cosa fare.

Non la sentì per niente finchè non raggiunse l'ufficio, bussò con le dita e si fiondò dentro, senza aspettare l'invito. Un'azione che fece infuriare la donna, lamentandosi di maleducazione. E questo non piacque a Lia.

"Senta, conosco benissimo, e perchè sono io, la giusta educazione e come comportarsi ni molte situazioni. Ma direi che, dopo aver visto un tizio scapicollare come un indivolato per chiamarmi, mentre una freccia gli sfrecciava sul capo per fare la stessa cosa, rendano la diligente attesa della risposta del padrone dell'ufficio, irrilevante. Ora, se vuole retrocedere e permetterci di conferire..."
allungando una mano tesa verso la porta, aperta dopo che era entrata,  fissando la donna con severità. La stava mandando fuori meglio che poteva, ma lei era ancora sulla soglia, sfregandosi le mani.

"FUORI!" facendola sobbalzare e scappare, sbattendo la porta.

Una risata cristallina proruppe nella stanza e Lia si voltò, mezza infuriata. Quella donna prima la trattava con superiorità e poi, perchè era stata richiamata, come se dovesse accompagnare qualcosa di pericoloso che non sa gestire. E Lui rideva.

"Se continui così finirai davvero per litigare malamente con qualcuno. E rischi davvero che una delle tue paure prenda forma..."

"A cosa devo i tuoi richiami... folcloristici"

"EH, lo so. Guarda, guarda questa meraviglia..." mostrandole un grosso arco sopra la scrivania, poggiato su panni che sembravano velluto. Tre tipi di legno di colori diversi svettavano contro il tessuto " Preciso, magnifico, di valore... Arco Tradizionale Mongolo in fibra e legno, adatto anche ad allunghi superiori e fino a 32 pollici, ambidestro. Non è uno dei più preziosi per legni e materiali, ma ha il suo costo e comprato proprio da un vero artigiano. non quelli che si trovano adesso che sono fatti in serie e non calibrati per il portatore. Questo... è personalizzato! Ma... si, ok. Ti ho chiamato perchè avrei bisogno di parlare con te. " accorosi alla fine che sembrava offesa e scalpitante per l'attesa.

"Di cosa. Della tua collezioni di armi? Mi hai fatto tornare per questo? Io dovrei.."

"Si, si. E' proprio di lui e alcune cose che hai detto, che vorrei... chiarire?!? Discutere? O..."

"Cosa vuoi..." incrociando le braccia nervosa e stanca.

"Mi auguro che già l'effetto non sia svanito. Vorrei parlarti dei discorsi su questo posto che ti sei lasciata sfuggire...  Ho riflettuto, mentre tu parlavi con Jd di sotto ho chiamato velocemente  mio fratello e... Ho deciso di trattare certe cose con te per capirle meglio. Come ha detto mio fratello, mi hai aperto un mondo..."

"Ah... addirittura..."

"Non fare la polemica. Siediti qui" indicandole una delle poltrone "perchè ho bisogno di un altro parere, mente, occhi... Su, non abbiamo tutto il giorno!" prendendo carta e penna dalla scrivania e dirigendosi verso la zona con divani e poltrone.

"Eh, anche per me!"

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Capitolo 14
*** 14 ***


Chapter 14 Chapter 14


Ricordo che è una storia scritta di seguito, anni fa, senza rileggere ma postata perchè mi hanno detto che valeva. Ma non è riletta o modificata o simili.

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"prima, dobbiamo andare da una parte..."

"Dove..." spazientita.

"Parlarne qui non ha senso, devo mostrarti una cosa e là saremo più comodi" prendendo dei libri dalla libreria di fronte e qualcosa dalla scrivania.

"ossia?" parecchio irritata

"..." fissandola per un momento "non quello che credi. Non ho ancora fatto fare delle modifiche più... moderne a questo ufficio! Anche perchè ormai passo più tempo lì che altrove, o in questo posto negli ultimi tempi. Quindi ho bisogno della Sala delle Analisi  e Pianificazione. Non puoi immaginare le cose che ho fatto mettere lì.."

"Ma stai a dire che hai una stanza dove pianifichi e analizzi?... lasciamelo dire! Non me lo aspettavo..."

"Non mi sfottere, un ufficio è un ufficio. Mica posso portare tutti i membri del consiglio qua dentro. Fanno già casino abbastanza in generale, non qui. Grazie"

"Quindi sarà una stanza della guerra con computer e roba simile?" sfottendolo.

"Ma va, pensavi fosse la sala controllo per il lancio della Nasa?... io non ci capisco niente di tecnologia, faccio fare agli altri. Magari potessi essere un genio che crea roba da se che  rimangono nella storia!... "facendola sorridere "Ma posso vantare qualcosa di simile, con i sacchi di grana..." facendole l'occhiolino sfiorandosi le dita ad indicare i soldi "... aspetta però che non trovo la scheda..."

"Mi devo preoccupare per caso? Questo ufficio maestoso, tutto in perfetto ordine e non trovi una scheda?"

"La scheda di accesso! Per entare! NOn siamo tutti perfetti, permettimi di dimenticare dove metto le cose, dovendo correre sempre... ah! Eccola.  Perchè l'avevo messa qui? Boh, il punto è... "chiudendo il cassetto e avvicinandosi a lei "che qualcosa in testa mi dice di chiederti delle cose..."

"Mh... almeno non sono pareri di trucco e moda, sono negata...." atteggiandosi a spavalda che prende in giro.

"Simpatica... ma potrei anche dirteli i miei segreti. So che alludi a quello! Ma prima..." alzando il dito indice della sinistra per poi premere un pulsando nascosto in un pannello di legno inciso, che rientrò "...  cè qualcosa che voglio tu sappia!"

Lia restò a fissare una parte del pavimento che scorreva sotto la libreria, rivelando delle scale. Si trovava nello spazio tra la libreria, la finestra e l'angolo più vicino della scrivania, e lo aveva visto camminarci sopra, senza notare niente. Si vedeva prima, questo panello o quel che era, se si osservava per curiosità?

"Tu non puoi immaginare i passaggi segreti, le stanze chiuse senza finestre o sbocchi, i mini corridoi che danno verso le altre stanze sparsi per il maniero. Credimi, sono ovunque e senza che te ne accorga, tanto che l'hotel di H. Holmes in confronto è una casa di bambole.  Molti cèrano, altri li ho fatti fare io, neanche i Capitani e tenenti della cerchia del consiglio dello Chateau ne sanno niente. Diciamo che, a parte i miei tre amici e mio fratello, solo io qui attualmente ne conosco ogni ubicazione e modo per attivarli o entrarvi."

"Fammi indovinare, è il modo che usi per tenerti, e mantenere, le tue amanti all'oscuro degli uomini? Magari mentre strepitano che vogliono un paio d'ore libere per... ricrearsi, mentre tu hai l'harem qui sotto?"

"Se fossi stata un altro me la sarei presa, ma sei tu e... levati quel sorrisetto dalla faccia. Non faccio queste cose e io... non ho bisogno..." con un sorrisetto malizioso "ma te lo spiegherò, andiamo per ora. Devi vedere... " iniziando a scendere. Lia guardò prima lui mentre scendeva, poi la stanza intorno a se, chiedendosi se la parte scorrevole si sarebbe richiusa.
Eppure, nessuna paura. Così affrontò le scale. Da quello che sembrava un luogo in penombra, si attivarono in qualche modo delle lampade a luce fredda da farle chiudere gli occhi un attimo per ambientarsi, e scoprì che non erano in un ambiente nuovo, ma in una sorta di corridoio stretto che prendeva varie vie. Quelli che sembravano oggetti erano invece dei pannelli di legno o ferro scorrevoli.

"Te l'ho detto che è un ambiente antico. Questo... quelli che vedi sono gli antichi metodi per spiare e controllare la gente nelle stanze.  Ci sono dipinti o decorazioni con degli spiragli ove guardare. Si spengono qui le luci, si fanno scorrere silenziosamente questi pannelli e vedi e senti cosa accade dall'altra parte. IN alcuni ci sono solo dei tubi per sentire solo la voce, come per i fari nei primi del  secolo scorso sai. Tubi che attraversano le stanze collegate ad aperture mascherate nelle stanze che finiscono in questi corridoi, con una sort adi piccolo cornetto dove appoggiare l'orecchio. "

"E' per questo che non lo sanno gli altri? Hai paura che ti controllino?"

"Ni... tranne chi decido io, nel corpo principale, questo, ci vivo solo io e i capitani nelle ale. Ho un appartamento enorme diviso per vani come Maria Antonietta, infondo siamo in Francia e questo edificio è stato modificato nei secoli, ma tutti gli altri vivono nelle nuove ale. Solo i capitani vivono nelle due braccia dell'edificio originale, ma nei piani più bassi. Io e chi decido io, nelle stanze in alto e solo io attualmente conosco questi passaggi. E si, molti conducono anche in molte camere tra i vari piani, ma non li uso quasi mai. Sai, è difficile trovare qualcuno di cui ti fidi tanto da rivelare certe cose..."

"E lo stai dicendo  a me..." rispose di colpo lei, scostandosi da una feritoria dove si notava una stanza pregna di tessuti color porpora e divani imbottiti. Almeno era quello che aveva intravisto per un attimo.

"Non hai forse detto che te ne stai andando? Dovrai sigillarlo nella tua mente, portandotelo dietro fino alla tomba perchè due persone possono mantenere un segreto per sempre, solo se uno di loro è morto. E tu, è quello... che vuoi, no?" sorridendo beffardo.

"e tutte le azioni più sinistre che hai fatto? Mi stai dicendo che me le racconti e ti liberi solo perchè io li conserverò nella morte?"

"Oh, che parole poetiche. Ni..." ridacchiando

Milan proseguì per vari corridoi, sempre seguito da lei, finchè non usarono altre scale varie volte. Era chiaro che stavano attraversando i vari piani, nascosti da quelle pareti segrete.

"Milan, dove siamo diretti?"

"Al Core dello Chateau. Là dove nessun altro se non mio fratello ed io entriamo, tranne rari casi. Solo in un ambiente ho portato Jd, ma avevo bisogno che tenesse una cosa. Ma adesso vedrai..."
Scale su scale, sembravano interminabili, tanto che lei iniziò a sentire le gambe stanche e si preoccupò che l'effetto del medicinale fosse finito. E Milan continuava a parlare, parlare.Sembrava ad un certo punto che lei si sentiva il fiatone, che Milan si fosse fermato e non vi erano altre scale. 
L'ambiente che trovarono alla fine dell'ultima scala era nettamente più moderno. Telecamere e porte a pressione azionate da codici, con pavimenti di metallo e muri bianchissimi. Milan digitò, si fece scansionare le retine e oltrepassò con lei tre porte simili, ma con metodi di apertura differenti, dagli occhi, alle impronte delle dita a quelle delle orecchie. E ogni volta che lui si voltava, la trovava con le sopracciglia aggrottate a fissare ogni cosa con la testa reclinata di lato, a volte con l'orecchio parallelo alla spalla.

"Vadiamo, da cosa possiamo cominciare il tour..:"

"Perchè dobbiamo fare..:"

"Sh! perchè voglio io... vieni, ti mostro la Sala della Tela"

"Tela..."

Dopo l'ultima porta si erano trovati in una sorta di spazio circolare enorme, suddiviso da porte,  con un pilastro così grosso da far paura, circondato da piante decorative, così come gli angoli rientrati tra quelle che sembrano porte per qualcosa. Tutto era bianco lucente, quasi innaturale contro il colore delle porte in ferro massiccio e i pavimenti caldi di qualche marmo scuro ma non nero.Quell'ambiente circolare era così enorme, che se non vi fossero state le zone di luce direttamente a muro sul tetto come in penombra, senza apliche o vere e proprie lampade esterne, non avrebbe visto la fine.

"Ma quanto è grande?"

"Quanto tutto lo Chateu, nuovo e vecchio insieme. Se ricordo bene dovrebbero essere 29 acri e più, adesso però non ricordo se compreso i boschetti... mi hai fatto venire il dubbio adesso, non ricordo se sono anche nostri! Controllerò, comunque qua sotto si estende anche sotto i giardini... Ah e per la cronaca, non ho preso l'ascensore che non hai visto, ma siamo parecchio,  parecchio in pronfondità che non riuscirai mai a capire quanti metri sottoterra siamo da quelle scale. Ma diciamo che, anche senza i rinforzi di questo posto, mai, nenahce per un terremoto, lo Chateau crollerà qui."

"Aspetta, tutte quelle scale..."

"Non te nei sei accorta perchè parlavamo, ma siamo così in basso che lo Chateau a confronto, se visto da qui ha le dimensioni di un campo da calcio. E lui ne supera... accidenti, non ricordo se otto o dodici in dimensioni totali. Si vede che non prendo le carte da un pò... comunque..:"

"Non ci credo. E' come se fossimo in una miniera? Ma quelle scale..."

"Secondo te perchè ho parlato tanto? Quando la mente è occupata tempo e spazio cambiano, vero? Che scendere e basta... però come ho detto siamo davvero tanto in profondità. Se avessimo preso l'ascensore avremmo fatto molto prima, ma no nsarebbe stata la stessa cosa. Io stesso uso le scale per un motivo. Mi permettono di pensare nel frattempo... puoi ancora non crederci, ma siamo tantissimo sottoterra. E ora, andiamo alla Sala della tela."

Si appropinquò verso una porta in fondo all'ambiente e la azionò, entrando. Lia scoprì che era un immenso atelier. Decine e decine di abiti protetti da cellophane, divisi in appendiabiti a barra come si vede nei cinema con le rotelle. Una barra a ruote  con decine di abiti affiancata ad un'altra, disposti uno a fianco all'altro, quasi a riempire quella stanza gigantesca e altri alle pareti su quei nastri trasportatori tondi da lavanderia che si innalzano verso l'alto. Sembrava di essere in qualche set cinematografico o  magazzino di mostre su abiti.

"la Sala della Tela. Non chiedermi il nome, mi è venuto così per renderlo figo" prendendosi una strana occhiata da lei "qui teniamo  abiti di varie epoche e stili, ovviamente con le stoffe migliori. Sono di qualità superiore degli stessi atealier, sia storici che moderni. Questi abiti costano quanto il debito pubblico di una nazione, e non tutti. Solo una parte..."

"ma perchè..."

"Perchè amo gli abiti e indossarli. Te l'ho detto. Da piccolo ero povero, mettevo addirittura gli abiti di mio fratello quando non potevamo prendere di nuovi, sopratutto quelli della domenica per la messa. O per le feste dove dovevi essere vestito meglio.  Ho un debole per abiti fatti su misura, anche per quel motivo, e delle stoffe migliori. E amo lo stile settecento o ottocento. Come vedi da cosa indosso, prendo spunto da quegli stili e li ritengo davvero grandiosi per un uomo. Anche ora grandi industriali, presidenti, pezzi grossi si vestono con giacca, cravata... NOn saprei dire... mi sento a mio agio quando li indosso!" guardando le fila di abiti intorno.

"Ma tutti questi abiti sono tuoi?"

"Ah ah ah, no. Ci sono miei, ma anche di Dorde e  da donna. Abbiamo avuto bisogno di qualcuno che ci accompagnasse e facesse bella figura, così prendiamo uno di questi abiti col patto di ridarcelo non rovinato, subito dopo. Anche perchè, molti sono di stilisti famosi e di stoffe che costano un rene, in base al metraggio utilizzato. Ma non solo, abbiamo organizzato per certi soggetti danarosi e potenti anche feste in maschera e di compleanno particolari. E ci vogliono gli abiti adatti, sopratutto se sei l'Ospite, l'organizzatore.  Ci sono stili medievali, rinascimentali..."

"Vuoi dire che qui hai una collezione di abiti storici?"

"Di ispirazione storica, si. E non a caso sono amante ed esperto di scherma moderna e medievale, o storica, come vuoi metterla. Molti uomini qui allo Chateau conoscono queste antiche arti di combattimento, ma non solo, e le utilizzo per spettacoli in queste feste. Non puoi lontanamente capire quanto piaccia alla gente qualcosa del genere. Evadere dalla quotidinità moderna per ore di immersione in feste di stampo antico. Anche i cibi sono di rievocazione storica, così la musica... Ma gli abiti, quelli sono importanti. Ci sono stati anche premi per gli ospiti con abiti migliori. Certo, mi è costato un pò organizzarle. Ma tra la musica, gli spettacoli di danza, combattimento e tornei, le cibarie e altre minori, non sai quanto invece ho ricavato. Perchè mascherato da prezzo di partecipazione ho messo su un gruzzolo niente male, alla fine."

"Aspetta, se hai speso un tot per organizzare tutto..."

"Camerieri, cuochi, guerrieri, ballerini, altre figure di servizio sono tutti miei. Quindi darò loro un extra ma ben diverso dal pagare totalmente tutta una serie di figure esterne.  Le cibarie, molte già pronte,  me le procuro a poco da persone che conosco che mi fanno un buon prezzo, sopratutto che compro all'ingrosso. Sempre però di qualità, ma comprando grandi quantità mi costano meno. Poi i miei cuochi preparano il resto.  A volte le feste avvengono qui allo Chateau o in un'altra dimora, ma dipende, appunto, dalle persone. POche conscono e vengono qui. il punto è che come in passato anche adesso, l'abito fa il monaco. Come si dice nella tua lingua. Se qualcuno vedesse un uomo trasandato, automaticamente lo etichetterebbe come povero, magari malvivente e simili. Ma uno come me, osservato adesso, sarei magari considerato qualche manager o pezzo grosso. Senza sapere nulla di me. E di chi si fiderebbero tra i due? Quindi ecco... "Abbaracciando con le mani aperte verso gli abiti la stanza "... perchè ho questo tesori. per me sono tesori, molti creati proprio da modelli originali e illustrazioni di epoche passate, maggiorando con le stoffe il valore. Quelli in vendita o in affitto da sartorie storiche valgono un quarto o un terzo di questi.  Magari cè qualcosa per te che..:"

"NO! Non credo... io e gli abiti femminili non andiamo d'accordo,  semplicemente perchè addosso a me non rendono. Mi sono bastati gli abiti che mi obbligavano ad indossare, che sul mio fisico o in generale su di me,  non andavano.  Li lascio volerntieri a donne in tutti i sensi..:"

"...! Come vuoi. Allora ti porto in un altro settore. La Sala dell'Arte"

Uscirono da quella ed entrarono in un'altra opposta, completamente piena in ogni angolo di dipinti, statue, anche trittici di legno o intere pareti sradicate e posizionate lì dentro. L'unica differenza con l'altra era che ogni tipologia era divisa in stanze con pareti trasparenti.

"Come per l'altra, anche qui cè un ambiente controllato e adatto. Per i dipinti un controllo mirato di temperatura e umidità, diverso dalle altre categorie dell'arte. Qui ho tutta una selezione di creazioni artistiche di vario tipo, dal più antico al moderno. Ci sono anche dipinti e opere che ho recuperato dal bottino nazista da..:"

"nazista?"

"oh, si. Forse lo sai, ma le opere venivano portate in treni specifici dritti in germania. COn la caduta, molti gerarchi scapparono o vennero aiutati a cambiar vita, tenendo per sè però certi segreti. Come stazioni sotterranee abbandonate segrete e bunker mai svelati.  Molti hanno vissuto fino alla morte in pace in paesi caldi con altre identità, portando la gente di quei luoghi a non immaginare quali demoni avessero vicino. Altri sono stati scovati, anche da persone che conosco e sono riuscito a farmi dire alcuni segretucci che neanche il governo attuale tedesco ne è conoscenza... così ho trovato una stazione segreta in germania con ancora vagoni e treni interi,  lasciati come erano anni prima, ricchi di cose! Ed eccoli, conservati qui. Tesori rubati tornati alla luce e protetti..:"

"Quindi stai dicendo che tieni qui sotto opere considerate perdute e che nessuno sa esistano ancora?"

"Esatto, esatto. Perfino il governo russo continua la ricerca della leggendaria e preziosissima camera d'ambra del palazzo della grande Caterina di Russia. Ma anche ori e pezzi del valore incalcolabile presi e mai ritrovati. Quelli, nonostante abbia tentato come un disperato perchè amo l'arte come mio fratello... bhe, ho fallito. Ma questo non ha interrotto l'amicizia, l'appannaggio e legame con quel paese. Sanno bene che se avrò notizie, loro li riavranno. Ma questi non posso certo ridarli ai proprietari, chiunque ora siano. Significherebbe dar conto a tutte le autorità possibili di chi erano le fonti, cosa ho trovato in quel luogo e perchè non ne ho dato notizia. Ah,  se lo avessi visto. Una stazione splendida, nascosta da un muro, dopo aver sradicato traverse e binari.  Finora solo io e altre persone conosciamo quel posto, che cela quello splendore di ingegneria dei primi del novecento e treni immacolati e straordinari, non toccati dal tempo. Hanno un certo valore ma sai, li sto conservando..."

"per rivenderli ad appassionati del genere al doppio..."

"No... fin da piccolo ho sempre sognato un treno e un binario mio. Come nei libri di Agatha Christie o gli Zar o altri regnanti, con il loro treno e vagoni personali per viaggiare veloci, indisturbati e comodi. Bene, voglio istituire una linea personale per me o altri che decido, vogliono fare un viaggio in treno in stile... originale. Ecco perchè li conservo..."

"Oh... ora capisco. Interessante... ma per te sarà facile, sei un pezzo grosso, no?"

"Esatto, esatto... diciamo che dopo aver faticato tanto, voglio un pò di frutti. Ma non quelli di ogni riccone del mondo. Si può dire che io desideri piccole cose che un tempo erano possibili solo a ricchi, adesso fanno ridere. Ma per me sono il sogno di un bambino povero  che le desiderava e ora le rende reali. Ecco perchè in un certo senso capisco cosa desideravi e hai perso... "

"..."

"Ti mostrerei le opere una ad una ma staremmo ore, cè moltissimo da dire su ognuna, meriterebbero davvero giorni. ma tu hai un... appuntamento. No?. Vieni proseguiamo per un'altra sezione. La chiamo Sala della Luce"

Varcarono la porta di un'altra mostruosa stanza che pareva interminabile, piena però di teche di vetro di vario tipo di gioielli e tesori,  di materiali preziosi.
Milan passò lentamente davanti a tutte le teche, mentre Lia in silenzio vedeva monili di ogni tipo, foggia, stile, età. E quella enorme stanza ne era satura, riempiendo ogni teca che si elevava ad altezza uomo sia se quadrata che rettagolare.

"Qui conservo ogni... diciamo pagamento che mi è stato fatto. Ci sono persone che non conservano nei caveau denaro, ma beni materiali di questo tipo e li usano per pagare. Ho anche venti piani di lingotti d'oro, piani nel senso dell'altezza dei lingotti, ma come questi gioielli, avendo per altri lavori risorse liquide e veloci, li porto qui.  Nessuno conosce questo luogo, sa come entrarvi, ha i più moderni e pericolosi metodi di protezione, quindi posso tenerli così, senza caveau. Non sono meravigliosi? Ho pezzi romani, vichinghi, egiziani ma non solo, per passare a ogni epoca passata. Molti pezzi mi sono stati dati proprio per il loro valore sia storico che dei materiali. Ho anche i pendenti della memoria, quelli in argento che all'epoca valeva, con ciocche di capelli e foto di chi si voleva ricordare. Anelli maschili e femminili con zone cave segrete, un anello romano in oro che è il mio preferito e vorrei farne fare una copia. Ci sono pezzi come questo che da quando li ho visti ho deciso che mai li venderò. Qualcosa mi attrae e lega a loro,  ma per evitare che mi venga voglia di indossarli, sia mai che si rovinino dopo secoli senza danni, li tengo ben custoditi qui. Ma una copia la voglio. Pensi che stia esagerando?"

"No. Anche io volevo degli oggetti, in argento visto che indosso solo questo materiale, a cui tengo. Come un ciondolo antico, composto al centro da una labradorite fire blu, con una ghiera sottile a torchon, formano come quattro lati quattro onde,  una specie di foglia o qualcosa di simile a forma di S si collega all'altra formando da una parte una sorta di semicerchio apppuntom  e dall'altra a formare una punta. Quattro volte onda e quattro una punta. Il tutto circondato da decori in stile filigrana che terminano con archi e punta. ma dovresti vederlo per capire. Ma ci sono affezionata e avrei voluto indossarlo. E poi orecchini a forma di ricciolo, braccialetti a cerchi concatenati e l'anello dal quale non mi separerei mai...."

"Un regalo importante?"

"No, non è antico, solo quel ciondolo lo è,  ma dal momento in cui l'ho visto ho avuto il bisogno di averlo. Mi piacciono molto i giochielli chiamati Scripta, gioielli di varie tipologie e fogge con delle parole incise a mano sopra. Quello che amo dei gioielli, quelli fatti davvero bene, sono da orafi che creano un solo gioiello con le loro abilità e le capacità di incidere, con strumenti a mano, senza quelli meccanici, parole e incisioni vari. Trovi un bravo orafo se è capace di usare i bulini. Se sa incidere e creare lettere e disegni con quegli strumenti a mano, hai un ottimo orafo... ama anche le filigrane antiche... "

"buono a sapersi. Quindi hai fatto fare l'anello?"

"No, ammetto che facendolo fare da me era impossibile. Non ci sono più orafi che fanno cose come un singolo anello con una scritta sulla fascia, peggio se bombata. usalno solo le macchine e per la bombatura non riuscivano. Così hanno detto. Facevo una ricerca e ho trovato per caso l'anello della St. Justin in argento, chiamato Welsh love ring. Ne ho uno che lo ricorda che portai anche in Irlanda con quella persona, e tra l'altro ancora non ho capito come fosse sparito mescolato fra la roba che avevo in quel cassetto e poi magicamente ricomparso. E lei che diceva che potevo essere io ad aver incasinato le cose, quando lo mettevo sempre in un a ngolo a sinistra,  proprio per prenderlo facilmente. Comunque sul'originale...Ricordo che l'ho guardato e ho detto, è mio. Poi ho letto la descrizione e il significato delle parole e l'ho desiderato ancora di più. Senza motivo, ma qualcosa mi diceva che era mio..."

"Cosa diceva quella scritta?"

"Un fodrwy i ddangos ein cariad; Un fodrwy i’n clymu. Un anello per mostrare il nostro amore; Un anello per legarci. A quanto pare è ispirato al vero anello di Llywelyn che discendeva da Lady Godiva, che si innamorò di Joan,  figlia del re Giovanni d'Inghilterra, nel 1206. Uno dei più famosi e amati Signori del Galles e l'anello d'amore gallese,  incarna l'amore tra queste due persone nella loro lotta per scongiurare le invasioni dall'Inghilterra. Inoltre da cosa ho letto sembra che fosse da questo che un certo scrittore prese e modifico, e allungò,  una famosa frase per descrivere una storia famosissima del fantasy legata a degli anelli. Eppure senza leggere quel testo, vedendo solo le foto,  sai sul motore di ricerca nella sezione immagini, l'avevo considerato per me. Mio. Fu così che tentai di averlo ma era di un brand gallese. Comunque un giorno volevo averlo, ma penso che non accadrà mai. Comprarlo da là costava davvero tanto, arrivava al prezzo di una fascia in oro, pensa. E non avendo soldi ho solo desiderato averlo,  come quel ciondolo e basta. QUindi quel che dici non è assurdo. Non sono poi persona che giudica su queste cose, sono ben altre le questioni su cui gettare un pensiero"

"Mi spiace che tu non abbia potuto avere cosa desideravi, ammetto che io ho qui tutto questo, eppure non mi interessano affatto tranne quell'anello, eccolo." mostrandole un antico anello romano,  ma prima che potesse vederlo, lui si ricordò di una cosa e la chiamò in un'altra vetrina.

"Il pezzo di maggior pregio di questo posto, che da solo vale miliardi attuali, è questo.  L'intagliatore ha a quanto pare a comprato grezza questa gemma dandole il nome Heelal, universo, per le inclusioni. Era appassionato di stelle e universo, quindi eccolo... Più che pagamento è stata una donazione di una persona che da povero è divenuto abbastanza ricco da averlo. Parlo ovviamente del solo diamante..."

"Un diamante... blu? Come l'Hope?"

"oh, lo conosci! E' raro che,  parlando con qualcuno, questi capisca tutto ciò che dico..."

"Credimi, siamo in due. Una volta sono stata pure trattata malissimo al liceo per una cosa che riguardava una stampante... ignoranti!"

"Stampante?"

"Si...  eravamo in una classe con un pc e al solito quelle che se la tiravano e prendevano smepre più di tutti,  facevano le professorine , quando non se sapevano invero nulla. Accadde così... Una, Maria, faceva la scema al solito dicendo che quando arrivava a casa sua il tecnico per controllarle il pc,  gli avrebbe fatto tante di quelle domande che, parole sue, sarebbe stata tecnico anche lei. Ebbene, io dagli undici anni avevo a che fare con i pc dal famoso pentium e pentium due, che da noi arrivavano sempre più tardi. Fatto sta che da sola, essendo sempre sola, imparai  e lessi così tanto da aprirli e ripararli da sola. Dopo un pò comprai io stessa i pezzi dope aver studiato le caratteristiche e assemblarli. Mai capitò una volta che un mio pc avesse problemi, tranne di vecchiaia,  diciamo. Studiai anche il funzionamento dei modem, e altre cose comprese le stampanti. Al tempo ai miei il pc serviva per lavoro, era obbligatorio, quindi accettavano di pagare. Non compravo roba costosa ma la fascia era buona e non scarsa e non avevano mai problemi. Tranne appunto se usati troppi anni. Quel giorno l'altra, la famosa Elisabetta del cento su cento, disse che doveva provare la stampante nuova che suo padre aveva comprato,  ma era così straordinaria da far foto  meglio di quelle del fotografo. Al che io,  sapendo le differenze tra bubblejet, piezoelettrica e laser, oltre a quella ad aghi, le chiesi quale versione fosse e quanti ugelli avesse, così dal numero potevo calcolare le prestazioni... ebbene,  mi guardarono tutti con schifo, risero di me e mi trattarono negativamnete. NOn sapevano neanche di che parlassi, quelle che prendevano più di tutti e si vantavano di sapere sempre tutto e io, stando sempre sola, non avevo compreso che per loro ugello significasse altro. Ma per loro la figura vergognosa l'ho fatta IO! Come quella volta che quella Maria non sapeva far funzionare l'audio del pc con le casse e , tornata a posto, disse che non cèra niente da fare ed era rotto. io allora mi alzai, andai nella vaschetta di windows in basso, aprì la scheda delle impostazioni e controllai i driver, aggiornandoli nel caso. Ebbene, dopo aver chiuso e averli sentiti che mi prendevano in giro perchè  tu ... ebbene, riaprì il brano che aveva spostato in documenti ed ecco che funzionava senza problemi. Ricordo ancora il silenzio di tomba perchè avevano fatto una figura tutti di cacca che volevo ridere... quante cose ci sono così, eppure alla fine sono stata sempre io quella strana e sbagliata. E  sapevo sempre di cosa altri parlavano, come il fatto dei biscotti. Il marito di un'insegnante chiese a tutti se sapevamo perchè si chiamassero così,  e io alzai la mano e dissi che era così per la doppia cottura. Ebbene tempo dopo si parlò del fatto che io sapessi cosa significasse latente, mentre loro no, e ripeto primi anni delle superiori, e mi dissero che dovevo aver barato. Come per la questione dei biscotti,  la famosa Elisabetta disse che lei aveva risposto prima di me e io avevo copiato la sua risposta, vantandomi. Non hai idea la voglia di morderla al collo che avevo..." mostrando uno sguardo irato e omicida

"Capisco... e comprendo anche il perchè di tanta tua rabbia! però posso constatare che realmente sai sempre di cosa parlo e a cosa mi riferisco,  mentre loro... potrebbero dire lo stesso?"

"Non credo, il problema è che questi nella società hanno famiglia e carriere e sono visti meglio di me. Non per niente da piccola mi rivedevo in Leopardi e e il suo passero. Quanto lo consideravo e al tempo stesso odiavo Leopardi per le sue poesie. Sai, cè stata anche una cosa con una sua poesia tra l'altro..."

"Ossia?"

"La poesia A Silvia... alle medie. Le prof mi odiavano a morte perchè non ero come le altre e ricordo bene che quella ci disse di aprire la pagine dove vi era la poesia e leggerla noi, a mente, per vedere cosa ne pensavamo. Ricordo che iniziai a leggerla e vidi che vi erano tante domande a questa persona,  ma sembrava come se non vi fossero risposte, anzi, come un qualcosa di chiesto ma non detto, solo pensato. E poi la continuai.  QUando la prof ci chiese cosa ne pensavamo iniziò a parlare una stronza che si chiamava proprio Silvia che era uno schifo di persona disse solo, e non posso dimenticarlo . Io rimasi un pò così, perchè invece di pensare come me che cèrano tante domande verso una persona,  ma non sembrava esserci mai una risposta, lei aveva solo puntualizzato che cèrano... punti interrogativi! E sai cosa disse la prof? Le fece i complimenti per l'acutezza di mente e che lei era così sensibile da aver capito la poesia, mentre puntandomi con gli occhi come un seguio su un fagiano, disse come proprio a me ma doveva essere a tutti, che non tutti purtroppo avevano un animo e una sensibilità del genere. Quanto mi venne da piangere,  ma mi trattenni. Ma d'altronde, è la stessa prof che  mi mise col banco a solo perchè secondo lei ero una distrazione per gli altri, e un giorno chiesi di andare in bagno e al solito modo sgarbato me lo concesse. Al mio ritorno,  che avevo dovuto aspettare una ragazza, mi sbraitò con occhi furenti chiedendomi dove fossi stata. Non credo di essere stata fuori che cinque minuti o un pò di più, ma nenahce dieci. Eppure davanti a tutta la classe mi inseguì quasi urlando come una pazza dicendo che mi ero permessa di andare al piano superiore, per noi off limits, ed ero una poco di buono. Che approfittavo della sua gentilezza per fare cose proibite. Io, che rispetto davvero a certe puttane merdose dentro, non facevo niente di male ne mi azzardavo, se non dopo aver chiesto. Se alle elementari avevo compagni stronzi che riuscivano a circuire le maestre, alle medie erano le isnegnanti vergognose e le stronze e stronzi le seguivano. Prendevano esempio. Sempre, anche se io non cètrano niente, finivo per essere incolpata di tutto e isolata. Magari io alla fine stufa rispondevo e affrontavo le compagne o i compagni più stronzi, ma ecco che le deficienti di insegnanti comparivano magicamente in quel momento, non quando mi facevano o dicevano le cose, no... e i miei incazzati perchè dovevo comportarmi a modo!  per questo mi dispiacevo per Leopardi, perchè un pò ci rivedevo me e odiavo la cosa. Per questo ho amato e odiato di Luigi Pirandello. Ridordo la prima volta che l'ho letta in classe, e a quanto desiderai davvero e anzi, giurai a me stessa che mai mi sarebbe accaduto ciò che era per il protagonista  e Leopardi, essendo già simile a loro. Ma così non fu. E finì davvero con la visualizzazione, per fare come Belluca, scappando in un mondo da me creato, vero quanto il dolore, per non soffrire la realtà. E sentirmi come Leopardi. Quanto ho lottato e quanto invece sono finita come loro..:"

"Mi spiace, la vità è amara e ingiusta con chi invece merita. Però sei qui..:"

"Io sono qui perchè hai voluto a tutti i costi parlarmi di qualcosa,  e invece di lasciarmi andare, mi fai vedere il tesoro che custodisci nell'intestino di questo posto"

"Tu credi al destino?"

"Intendi agli accadimenti che avvengono, nefasti, dopo che la gente ha gufato contro di te? Non lo so, un tempo conoscendo una certa persona, avrei anche detto forse. Magari certe cose alla fine accadono perchè speri e ci credi... Ma ora non più. non credo in divinità che tessono la tua vita e la decidono e non voglio che ne esista anche solo una,  che lo faccia. Non credo che esista il Karma e  simili. Da sempre ho voluto crearmi io tutto, raggiungere le cose non importa con quanta fatica e quante avversità... tempi ormai remoti!"

"Bè, avresti mai immaginato però di visitare le viscere di un antico castello come questo?"

"Effetivamente no. Quella persona amava dire che viveva in un castello e avrebbe voluto viverci davvero, ma solo suo. Io nella realtà non ho niente. Solo in quel mondo avevo qualcosa..."

"Beh, io posso dirlo. E che castello... sai, era di Jeanne d'Arc per passare poi in mano a successori o nuovi proprietari,  che lo modificavano ogni volta..."

"Aspetta! Giovanna d'Arco? Quella?"

"Si, pochi lo sanno ma non è mai morta..:"

"Si, so che scovarono diversi documenti dove figura la sua firma e molti ritratti ed effigi,  con le informazioni che furono eliminate durante la prima guerra mondiale..:"

"...per cancellare il fatto che invece non perì mai quel giorno, ma fu scambiata e salvata. Vedi la diversità di firme nei documenti del processo e quelli datati dopo. Si sposò con un guerriero fedele a coloro che l'avevano spalleggiata in guerra e comprò e vendette addirittura alcuni possedimenti. Ci sono documenti antichi che recano la sua firma, così come altri che parlano dei fratelli che chiedevano permessi, soldi e pedaggi per raggiungerla. Altri affermano che loro la riconobbero come la vera Jeanne d'Arc. nel periodo della prima guerra mondiale, per cercare stimoli per i francesi, si scelse di riesumare la figura di quella donna come pungolo e così avviarono una sorta di pulitura dellle tracce che la raffiguravano o ne parlavano. O la chiesa non avrebbe mai acconsentito se scoprivano che i loro predecessori si erano lasciati fregare. Bruciarono un'altra e lei visse nobile. E la fecero santa proprio per tutto ciò che cancellarono. le carte che ho visto e letto io,  che conosco, sono uscite fuori per caso o da archivi vari. Altri sono scomparsi, sia una tavola raffigurante lei e il marito, sia dipinti e incisioni che ne riportavano il nome. E in Francia dopo quanto sappiamo, era impossibile, impensabile che una donna anche di un certo ceto come era divenuta per matrimonio, potesse e le fosse concesso l'uso di quel nome. Se non fosse lei, se non fosse riconosciuta. La pucelle, come era riconosciuta lei e solo lei, poteva firmare in quel modo solo se fosse la vera. E il marito chi era? Lo aveva conosciuto proprio tra generali e fedeli del principe che concessero titolo e matrimonio a loro due. Coincidenze? Non credo, eppure ho atti antichi che dimostrano come fosse suo... e ripeto. Avresti mai pensato di camminare tra mura antiche, perchè quelle ci sono ancora immutate, di un luogo che lei..."

"Ma non siamo in Borgogna?"

"Si... e sai qualè la cosa bella? Prima apparteneva proprio a uno degli uomini che volevano ucciderla. Col marito comprò il possedimento e lo fece suo in questa regione, di fatto facendosi beffa di lui e quelli con lui. NOn sai quante cose riuscì ad acquistare e far suo,  che appartenevano a coloro che la vedevano come contro natura e da eliminare. Buffa la vita, vero?"

"Quindi questo posto..."

"Quel che vedi è il risultato di secoli di proprietari e stili cambiati,  e aggiunti. Ma hai visto come è adesso. Due ali intorno a un quadrilatero e successivamente fu installata una torre centrale. Stile , o megli odetto costruita con pietra calcarea locale in stile giacobino,  rivestita con bathstone. Copre un'ampia facciata simmetrica sporgente al centro e alle ali esterne. L'ingresso principale centrale è un grande portale ad arco in legno Tudor, con oculi congiunti, volute e capolini a spirale, che danno l'impressione di una grande e bella dimora di campagna. I bovindi emergono dalle ali anteriori, che poi si ripiegano dietro per creare una pianta generale a forma di U  con grandi cortili arieggiati. L'edificio nel suo complesso e originario, forma un quadrato completo che racchiude un  giardino ed è circondato da terreni ventilati da una parte, un boschetto da un'altro, e alle spalle la montagna!... Sembro una guida turistica, vero? Ma dovendolo spiegare ad ogni ospite, ormai lo so a memoria. Ma il punto è che... non va bene. L'ho fatta riportare diciamo al suo splendore,  ma non basta. E jd mi ha detto delle cose, dopo che avete parlato e stavi per andartene..:"

"Ma che avete una connessione telefonica incorporata? Anche prima hai detto di aver parlato con lui e tuo fratello,  ma non mi è sembrato..:"

"Siamo abituati a comunicare velocemente e a parlare in maniera succinta ma completa. Forse detta così non suona bene. E quanto pensi di aver fatto, quanto tempo, dal momento in cui lo hai salutato fino a quanto non ti ho fatto chiamare?"

"Oh, stavo per divenire una porchetta arrosto, poco più a sinistra e finivo come San Sebastiano..."

"Donna di poca fede! Mi offendi! SOno uno dei migliori, sai? Con l'arco sono davvero bravo, non ho colpito neanche..:"

"Si anche lui... hai avuto fortuna che non abbia fatto movimenti inconsulti..."

"Eppure sei tornata, nonostante stai mostrando dall'inizio insicurezza sulla fiducia e il fatto della freccia..."

"COme dici tu, non è da tutti dire di esser stati in questo posto, aver parlato con il capo del casino che è successo in quella che si può chiamare la terza guerra mondiale lampo, riveduta e corretta e..."

"Mh.. sai che mi sfagiola questo modo di presentarla? Ma... non è e non è stata una guerra..."

"però sei riuscito non so come a far cadere tutti i governi esistenti per uno solo  nelle tue mani..."

"Vero, vero... ma non è così facile e da liquidare così in poche parole. Ancora è in corso, ancora ho tanto da fare. E ho bisogno di un tuo parere..."

"Perchè io... non hai generali o..."

"QUi io sono il generale, e si, ho parlato con tutti i miei..."

"E allora perchè io!"

"perchè è da quando ho parlato con te che voglio i tuoi pareri. NOn è come con gli altri, e voglio sincerarmi di alcune cose..."

"basta che ti sbrighi però, non voglio ritrovarmi con il buio..."

"Cè tempo, cè tempo... intanto, visto che ami le pietre e gemme blu, ti va di tenere il mano il diamante blu?"

"Ma sei serio? Un diamante che non varrà mai neanche tutti gli organi che avrei potuto vendere al mercato nero, tutti insieme varrebbero solo la polvere di quella gemma..."

"Lo so, tu sei la prima a vederla al di fuori di me, Dorde e... l'ex proprietario. Jd lo sa, a volte con lui parlo di molte cose ma tu, come dice, ne capisci di gemme e gli hai detto una cosa che mi interessa..." vedendola perplessa e preoccupata insieme.

"Accontentami..." sbloccando con una chiave e un codice la vetrina e dandogliela in mano "ha gli stessi carati della Hope attuale. Ne ha persi così tanti che pure i dietologi si sono commossi nel sapere quanto si è snellita da unproprietario all'altro. Ed  è un peccato, secondo me. Quando valore e quanta bellezza distrutta! Ma per ora voglio che la tenga in mano e mi segua...alla Sala pianificazioni..."

Lia osservò quella noce, era proprio grande come la noce più grossa che avesse visto in tutti i giorni di natale passati, potendole mangaire solo per quell'occasione. Blu con inclusioni che la facevano assomigliare all'universo tempestato di stelle. La luce mofidicava la tonalità di blu e non era molata e lucidata, ma  tagliata in un modo strano. Dalla forma sembrava sopra come le patatine pringles, quella forma a  paraboloide iperbolico arcuato con le estremità verso il basso. Mentre la parte di sotto era l'opposto. Si poteva definire come la parte superiore concava come le patatine,  mentre in mano la forma inferiore era convessa, annidandosi bene nel palmo della mano. E le facce erano una distesa di quadratini, non sapeva definirla meglio perchè non le piacevano i tagli delle pietre, li preferiva solo molati e lucidati, ma sembrava una patatina luccicosa blu con i tagli sulla parte superiore a scacchi, quadratini per tutta la superficie. E quei quadratini o faccette davano alla pietra, anche grazie alle inclusioni, un'aspetto particolare.

"Mi spieghi perchè  è stata lavorata così?"

"Chi me l'ha donata l'ha comprata così, che l'aveva comprata dall'intagliatore di cui ti ho parlato..."

"Che al mercato suo padre comprò..." ridacchiando" ma non so che forma sia..."

"per ora sentila nella mano e guardala... le belle cose questo meritano... e ora via, alla Sala..."

"E gli altri posti? NOn hai aperto le altre porte..:"

"Preferisco che si vada a vedere certe cose poi... Sei qui per quello... mi era sembrato che il giro turistico nelle viscere di casa mia dovesse essere veloce..."

Lia gli fece la linguetta di schierno e uscì,  mentre lui rideva e teneva la grossa porta aperta ma era pronto a bloccarla con il pannello.

"Tu scherzi, ma cè davvero poca gente che merita di vedere quanto ti ho mostrato... "

"Eppure sembra che tutti ti amino, hai gente che ti dona diamanti dal valore astronomico e preziosi, dici che ci sono donne..."

"Ma non è la stessa cosa,  di persone,  di fiducia e meritevoli... andiamo..."

La porta si chiuse dietro di loro e Milan si avviò verso la porta più centrale di tutte e di fronte da dove erano arrivati. Camminarono nell'enorme ambiente principale, passando per il pilastro gigantesco.

"Un giorno, voglio parlarti di questo pilastro..." guardandolo rallentando un pò "...ti interesserà.... come gli altri"

"intendi che verrai a parlarmi sulla tomba? Sei gentile, ma non credo che alla gente piaccia un libro intitolato , visto che affermi che certe cose vanno dette solo a pochi e a chi muore..."

"Sei impossibile... e mi spiace che certa gente non abbia visto te. E per te intendo te... andiamo. Cè della strada da fare, altrimenti potrei prendere la ferrovia.." pensando tra sè a voce alta guardansosi intorno " si, potremmo..."

"Aspetta... ferrovia?"

Lui rise, inserì un codice ed le fece cenno di proseguire mentre la porta si apriva.

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Capitolo 15
*** 15 ***


Chapter 15 Chapter 15

Un anno e due mesi prima

"Avete visto Kianta?"

"COme?"

Gli uomini nell'anfiteatro si voltarono a guardare Jd che si avvicinava spedito, verso di loro.
Composto da 15 "gradinate" per sedersi, era una sorta di anfitratro moderno, dalla forma originale di un ferro di cavallo, tagliato però successivamente nell'estremità chiusa. Per permettere alle persone si accedervi anche da quella direzione, quindi creando un corridoio al centro, aperto da entrambi i lati. Situato al lato dell'ala destra dello Chateu, prendeva una quadratura del complesso che si affacciava sul lato libero, ma che si riversava su boschetti più lontani che dall'altra lato. Ed era visibile dalle finestre della mensa, cucina e locali collegati, tutti verso la sezione verticale laterale dell'edificio originario, l'opposto della zona dei Capitani,vicino ai boschietti del complesso stesso. Già di buoni dimensioni in totale, prendendo un'area non utilizzata se non per precedenti addestamenti all'aperto, presentava al centro uno spazio sufficiente per feste e spettacoli di vario tipo, che divennero la norma nell'ultimo anno.  Poteva contenere un massimo di 15.000 spettatori stipati per bene e stretti come sardine. In aggiunta era possibile possizionare panche e sedie per maggiorare il numero, principalmente fatto per grosse feste o per accogliere ospiti da metter ein un punto di privilegio. Le gradinate non erano in pietra ma somigliavano a quelle americane sportive e guardavano sia gli spalti di fronte, sia quello che vi era al centro. Vi erano infatti installati identici elementi, composti da due colonne rimovibili che sostenevano due Helios Fire Vessel, contenitori ispirati a quelli greci ove si accendevano fiamme per l'illuminzione. Creati però da loro,  in granito grigio-blu non levigati con un bordo inclinato lucido e liscio per contrasto, che creava giochi di luce per le fiamme danzanti sopra. la capienza massima della bowl era di 14 kili o altrettanti litri massimo di materiale infiammabile, solido o liquido.  Era aggiungibile anche una lastra piegata della esatta dimensione e forma della bowl in vetro temperato per i liquidi, sfruttando quindi sia gas naturale o gas propano che fuochi a legna o carbone o altri conbustibili solidi, ottenendo così fiamme e tipo di fuoco diverso in base a cosa si voleva ottenere e l'effetto della luce. Per aggiutna di composti naturali o chimici per giochi particolari di luci e spettacoli notturni. Posizionati a un terzo da un lato e un terzo l'altro,  della lunghezza del corridoio, mentre al centro vi era installato un dispositivo di forma quadrata creata dai tecnici dello Chateau, che creava una sorta di monitor a quattro facce proiettato, sospeso fino a un certo punto. Quindi un quadrato visibile ma vuoto al centro, tramite proiezione dalla base verso l'alto con una qualità 4k al pari di monitor di ultima generazione. Visibile maggiormente di sera o notte, era fruibile anche di giorno, ma veniva azionato un panello fisico che si innalzava, simile a quelli dei cinema bianco come base, su cui si proiettavano video e altro. La proiezione così era visibile da qualunque altezza della gradinata perchèsi fermava a metà dell'altezza delle gradinate, e sia alle due estremità, dove vi era il passaggio. Alle estremità libere a volte vi si sistemavano sedie o sedili in legno stile camping per i capitani o ospiti, messi con onore al "capotavola".  Difatti, utilizzato quasi sempre per la cena con buon o ottimo tempo degli uomini, invece di usare la sala dei pasti, ma anche epr le pause per stare insieme in un luogo tranquillo e per loro, per desinare. Vi erano volte in cui ospiti o i capitani che non si mischiavano sulle gradinate, venivano accolti e sistemati di lato delle estremità.  Avevano sedie o panche con eventuali tavoli piccoli o lunghi da abbinare alle panche stesse, per desinare o scrivere o altro. Metnre sulle gradinate era possibile avere una sorta di tavolinetto con un meccanismo che somigliava alle sedie da studio con scrittoio o vassoio da università o sala conferenza, mettendolo a comparsa o facendolo scomparire da apposite fessure che da occhio non esperto sembravano da divisorio tra una seduta e l'altra. Quindi erano nascosti in basso vicino ogni seduta, formando una sorta di base o appoggio con un lato nero per sedersi, nel caso dovessero esserci più persone. Ogni seduta aveva questo segnale nero dato dai bordi del tavolinetto per delimimitare i posti, con più persone faceva da appoggio evitando fessure scomode per più persone, una vicino l'altra.

"Avete per caso visto Kianta?... " esclamò avvicinandosi, vedendo Lubo, Gask, Brayden e Ribert, l'esperto di comunicazioni dei veterani, a scherzare e vociare con altri uomini posizionati in varie sedute delle sue ali, mentre vi era forse un film attivo nello schermo.

"Si trova in sala mensa per le pulizie settimanali di frigo e conservatori. Mezz'ora fa l'ho lasciata lì mentre puliva il pavimento della cella frigo della carne. Abbiamo finito le scorte della settimana e domani il rifornimento dalla fattoria arriva presto. Così stasera preparavano le ultime scorte non congelate e stava dando una pulita..." affermò tranquillo Lubo.

"Il comandante puliva la cella frigo?" un uomo interruppe, sorpreso.

"Non è una novità, è sempre da qualche parte a pulire e sistemare" rispose Brayden tranquillo.

"Seriamente? Lei? ma è un Comandante, la figura più alta dopo il Leader, no?"

"Sempre che nel mentre non si spazzoli tutto ciò che è rimasto nel frigo..."

Alaric pungente rise e borbottò qualcosa dopo quella sua uscita,  facendo contrariare Jd, che sbuffò e scosse la testa.

"E' inutile che fai così, ancora sono sorpreso che non sia accaduta qualcosa come per le olive o o polipi..." rimproverò Alaric a Jd

"Quello..."

"Io ancora sono sorpreso che il comandante  faccia le pulizie..." disse un altro dalla parte opposta.

"Ti è già stato detto che lo fa sempre. L'altro giorno l'ho vista che puliva tutte le selle e la ammorbidiva per la settimana. Carlos l'ha vista che sistemava i box di ogni cavallo mentre gli stallieri si occupavano di portare i cavalli dal veterinario o maniscalco o altra roba. A volte pulisce la sala dei pasti, e ancora la si vede in armeria ad oliare e pulire le armi. E altri esempi... lo fa spesso da quello che ho visto, pulisce perfino i pavimenti o le finestre!" disse un altro

"io per la punizione ero alla fattoria e l'ho vista un giorno venire su Warden e mettersi a disposizione del Vecchio, finendo per raccogliere ortaggi o frutta, o anche alla semina. Franco ha detto che per la sua volta l'ha vista lavorare per ore alla lavorazione dei pomodori."

"Io l'ho vista che impastava pane e impasti vari per il Signor della Cucina..." sfottendolo imitandolo per ridere "mentre parlavano. da quello che ha detto RIchardo, che quella volta lavava le stoviglie nella macchina, quei due parlano e passano tempo insieme cucinando o altro. "

"Davvero? Solo io non l'ho vista mai lavorare?"

"Tu non guardi neanche cosa hai nel piatto a momenti. Neanche io, ma se per questo non l'ho mai vista combattere una..."

"Signori, se non sapete nulla non parlate. E per cortesia..." urlò Jd

"Posso chiedere cosa è la storia delle olive e dei polpi?"

Jd si grattò la nuca e tentò di dire qualcosa ma Alaric al solito, cogliendo l'occasione, iniziò a narrare le cose come sapeva fare lui. Con presa in giro e cercando di denigrare gli altri.

"Allora... è successo che all'inizio, quando si iniziò nuovamente a preparare i pasti come conosciamo adesso..."

"Che significa? perchè, come si preparavano?"

"Prima non era così..." disse uno all'altro che aveva interrotto il racconto.

"Si, prima ognuno o piccoli gruppi cucinavano per se stessi, oppure si mangiavano le razioni pronte militari. Io sono entrato prima di voi e ho visto il periodo appena dopo il ritorno delle cucine e la sala dei pasti. Ormai è una cosa che si sta dimenticando, ma effettivamente è così..." rispose un altro

"Posso?!?" brontolò Alaric contro quei tre " Allora. Dicevo... avevamo all'epoca un altro cuoco, pace all'anima sua..."

"E' morto? Che gli è successo?"

"Il comandante lo ha buttato fuori dalla cucina a pedate nel culo, e ha poi trovato..."

"Sentite, sto solo cercando..." disse Jd spazientito

"QUando dici preso a calci in culo, intendi..."

"letteramente, e quello fu solo l'inizio... infatti..:"

"Mi fate parlare  o no?" pestò i piedi Alaric guardandoli tutti "Dicevo... avevamo lui che faceva il cuoco e iniziammo a rivedere la sala mensa piena e con il servizio attivo tutto il giorno. Cèra questo pranzo, con degli antipasti perchè era domenica e come sapete quel giorno cè un'impostazione diversa, ed erano già messi in apposite ciotole per ogni tavolo. Kianta ha questa fissazione che ogni cosa ha la sua ciotola e contenitore e la presentazione è importante.  Vi erano se ricordo bene peperoni in agrodolce, formaggi vari, e altra roba. E le olive... Siccome quella certa persona ama le olive condite, con il sedano e altre cose, ha avuto la geniale idea, e non si è più tolta quel vizio, di andare al tavolo dei capitani e arraffare roba prima del tempo. Cèravamo noi in attesa del cuoco per sapere se potevamo già sederci e altri... quanti erano... comunque, alcuni uomini che aspettavano dietro di noi, vicino le porte. Lei invece al solito entrava ed usciva dalla cucina e si fermò al tavolo, il nostro dei capitani, e con forchetta arraffò due olive in una volta e se le mangiò. Che cosa epica... "tutto spavaldo e ridendo "... mentre quel poveraccio usciva, lei masticò e inghiottì, fece una faccia strana, sbianco, iniziò ad annaspare come una matta come in cerca d'aria e... ecco!!! Stecchita, morta, finita a terra come un topo rigido che quasi a tutti venne un infarto.  Accorsi, lei stava con gli occhi sbarrati,  respirando malissimo, agitando le mani davanti la faccia. Jd iniziò a non sapere se chiamare Milan, il dottore o farle il massaggio cardiaco. Sembrava avesse un infarto! Di colpo lei afferrò la gamba del tavolo per tirarsi su e iniziò a imprecare... contro l'aglio! Non erano le olive che piacevano a lei e avendo un odio e incapacità di mangiare aglio e cipolla, l'effetto del primo era così forte che la mise Ko. Restò rintronata e incapace di fare qualcosa, se non ansimare per dieci minuti buoni meldicendo l'aglio, mentre io..."

"mentre tu urlavi a Jd ..." disse ridendo Lubo divertito, facendo sobbalzare il suo corpo massiccio.

"Che colpa ne ho se mangia come un lupo in qualunque momento. E il fatto dei polipi? Un altro mezzo infarto! Vede una cosa sul tavolo, mette in bocca e poi inizia a sentirsi male perchè il gusto e la consistenza dei polipi la schifano... e Milan che temette ci fosse qualcosa che non andava nel cibo. Avariato o avvelenato! E' lei che si deve rinchiudere, è un pericolo vero quella lì!!!"

"Alaric, basta..."

"No, jd, non iniziare. E' da quel giorno che dico e ripeto che è un pericolo pubblico su tante cose.  E poi..."

"Io so invece che tu fremi dalla gelosia e la rabbia per non essere chi e cosa vorresti. E lo sai. Calmati un pò. Devo cercarla perchè i ragazzi che sono in Afganistan, vicino il confine col pakistan, non rispondono da un pezzo. Milan non è in sede e non risponde, quindi devo parlarle."

"Aspetta! E' là che Konnor è andato con gli altri. Che significa che non rispondono?"

"Ah, adesso ti sei calmato! Si, non abbiamo notizie da ore e invece di scomodare l'altra squadra a duecento kilometri da lì, devo sapere cosa fare"

"Jaldak.... giusto?" chiese uno, interrompendo Alaric e Jd

"Esatto. Dovevano prendere sostituzione di una squadra statunitense per..."

"perchè dobbiamo sostituire altri reparti e squadre militari di altri paesi? Perchè dobbiamo correre quando chiamano? E in un posto che con noi non cèntriamo niente. Noi..."

"Basta, non sono cose ti riguardano. Ma ho bisogno di contattare almeno Kianta. E' necessaria l'autorizzazione per una squadra per controllare..."

"Ma perchè abbiamo davvero bisogno dell'autorizzazione di uno dei due? Io e te siamo definiti Capitani, ma sappiamo bene che la nostra posizione e grado sono maggiori..." sbraitò ALaric

"So benissimo quali sono i nostri gradi e ruoli. Alaric, la situazione è questa. Per situazioni come questa è necessario che loro sappiano, non possiamo mandare gente a caso appena pensiamo che sia giusto fare qualunque spostamento e..."

"Si, che palle. Abbiamo più esperienza di lei, qualifiche, capacità... e devo sottostare a quella pazza scatenata nonostante il mio grado ed esperienza. Che palle! In pratica se non la si trova, i ragazzi sono fottuti! E pure non la trovi!"

"Scusate, ma anche se sono il membro delle comunicazioni, se dovete contattare il Comandante, non è facile chiedere ad Helias?" disse candidamente Ribert, l'esperto di comunicazioni dei veterani.

Tutti si voltarono verso di lui, facendogli credere di aver detto una fesseria, quando Alaric rise di gusto, spezzando il momento. Ancora ridendo iniziò a sfottere Jd per aver chiamato  e poi cercato di persona, senza usare la testa.

"Anche tu, però..." disse piccato e sospirando Jd

"Fastasma cornuto... Eliasss! O Come ti chiami, vieni...."

"E smettila di sbraitare come un koala in amore. Sei fastidioso e maleducato..."

Tutti saltarono per aria quando comparve dall'altra parte Kianta, seguita da un Helias ridente. E si capiva perchè la sua testa sussultava e... sentivano il sonoro. Apparve forse venuta dall'edificio, altrimenti l'abbigliamento sarebbe stato diverso, con solo una camicia e pantaloni. La camicia era realizzata in cotone percalle, color bianco luminoso. Il colletto, basso e dritto quasi simile alla coreana ma meno rigido,  era ricamato anche ai bordi,  e sagomato in modo da lasciare delle piegature che formavano delle decorazioni in chiaro-scuro a raggiera,  plissettato. Legato tramite bottoni in color argento pendenti, chiamati ,  il tipo di chiusura non era classico ma con dei gancetti argentati, e i bottoni erano di forma deltoide tridimensionali che pendevano come ciondoli ai due lati. Tuttavia chiudendosi restava comunque una parte della pelle sotto vicibile in un rombo dato dalla plisettatura.  I polsini, con applliche in macramè larghe una mano, stringevano maniche molto ampie e gonfie, a campana. I pantaloni erano scuri, aderenti e con gamba dritta, nascosti da stivali alti quansi al ginocchio colore naturale.

"Eccola, come hai fatto a venire al momento giusto? E che bei vestiti.... oggi hai messo roba che costa quanto il debito pubblico della Namibia? Che chic!"

"non sono mica Milan..." disse lei con una faccia che mostrava disgusto e rassegnazione a cosa era Alaric "E comunque questa è stata preparata e cucita dai nostri uomini. E' una "su ghentone", bestia!" in italiano, facendolo sbiancare.
Milan indossava abiti in stile antico che però gli si addicevano, preferendo per incontri fuori dallo Chateau classico completo e cravatta. Che costavano parecchio perchè i migliori e di sartoria, su misura. Fuori dalla cittadella, in paesi famosi per l'alta sartoria.
Kianta invece indossava abiti come li voleva lei, ma confezionati dai sarti che erano militari stessi, ma avevano scelto quel mestiere perchè portati o appassionati, o trovati nella Raccolta. Ed erano di tessuti comuni ed economici, quasi mai usava materiali pregiati come Milan, e per di più un lavoro fatto nella cittadella era considerato positivamente ormai, sia per il lavoro che si dava all'interno ma perchè i prezzi erano bassi e per tutti. QUindi fruibili sia all'interno ma anche vendite al di fuori.
Di rado tutti i membri compravano roba di qualunque tipo fuori, tranne che per le visite in famiglia,  se non li producevano loro. Inoltre già prima del cambio, Milan acquistava stoffe di vario tipo in stock a pochissimo, direttamente dalle aziende, senza intermediari e sostenendole, ma anche permettendo alle botteghe interne di avere stoffe peri lavori primari, ma anche pagate dai lavoratori a poco per creare roba loro e venderla all'esterno, creando così un guadagno.
Molti sarti, ricamatori e cucitori, di entrambi i sessi, erano persone che già avevano quelle conoscenze o avevano appreso dopo,  ma che si erano rimessi in piedi prorpio per le opportunità date da Milan e Kianta. Alaric sapeva bene che Kianta pagava tutto quello che indossava di tasca sua, anche se molte volte gli uomini desideravano regalarglieli, ma lei era categorica. sapeva bene il valore del lavoro, della dignità e del corrispettivo meritato che non doveva mancare.
Se Milan spendeva tantissimo in abiti e accessori, sostenendo esperti arigiani in varie parti del mondo, Kianta permetteva all'interno di migliorarsi e prosperare.
Molti prodotti interni in esubero finivano nel mercato, con buone vendite. Anche i paesini e cittadine vicine li conosceva e acquistavano di buon grado i loro prodotti, perchè i qualità ottima e ben fatti e ne erano contenti. Vendite  e guadagni erano totalmente dei lavoratori se avevano acquistato le materie prime, o divise a metà tra lo Chateau e gli artigiani in caso contrario.
Se Alaric voleva prendere in giro Kianta sull'abbigliamento, pensando fosse di acquisti esteri a caro prezzo, si rese conto di aver deriso un lavoro dei suoi stessi fratelli d'arme, e la loro riuscita personale. NOnchè dei buoni propositi della stessa verso di loro. Una volta tanto si zittì e mostrò una faccia colpevole.

"Ti ha avvisato Helias prima, vero?" chiese Jd andandole incontro per fermate la lite

"Si, ha detto che qualcuno si stava scaldando parecchio, ma mi cercavi per una cosa estremamente importante e dovevi vedermi subito!"

"Abbiamo anche lo spione..." sputò acido Alaric sedendosi di schianto sul primo gradino della gradinata.

"Mi rammarica tale pensiero da parte sua, Signor Alaric. Mi duole e affende, aggiungo. Il mio compito è...."

"Oh, no ti prego. Non parlare così da riccone o professorone..."

"Desolato che il mio linguaggio non si addica alla sua levatura, Capitano. Scenderò con le abilità linguistiche di cui sono dotato, per il linguaggio comune... così va meglio? Ti sei incavolato perchè l'ho chiamata subito o ti rode per mio controllo su..."

"Stronzo come lei... "

"La colpa non è di  Helias se parli come un pescivendolo arabo...." sputò lei ad Alaric, incrociando le braccia.

Jd rise cercando di nasconderlo, Helias alzò la testa e, aprendo la mandibola, scoppiò a ridere fragorosamente agitando il petto, anche se era una proiezione comparsa dal dispositivo di proiezione al centro.

"Non ho capito il fatto del linguaggio..."domandò uno degli uomini dall'alto.

"A Kianta piace parlare forbito e con linguaggio aulico, per intenderci come professori universitari o dottori, o politici.."

"Grazie, Brayden,  ma tu non sei autorizzato a chiamarla per nome. O Sbaglio..."

"Scusa Jd, ma pensavo stessimo parlando in maniera informale... comunque dicevo che lei si intrattiene con persone che discutano in un certo modo, di tante cose... non ama molto gli ignoranti perchè, come dice sempre, ai tempi della Rete è incomprensibile che la gente leggendo, vedendo film e serie tv, o altro, sia ignorante da far paura. Dal conoscere la biologia di base al sapere cosè la penicillina. Si lamenta sempre che la gente non conosce le basi. Le basi, dice, e puoi tutto..."

"parli della gente che viene sempre per parlare con lei, e passano tanto tempo al settore chiamato Grand Trianon?" chiese uno.

"E secondo te..." iniziò Alaric "perchè è chiamato così? per la Signora, come la chiamano ancora alcuni, si diletta in tal luogo con ospiti di varia risma, come maria Antonietta con i suoi amichetti..." con chiaro tono sfottente.

"Alaric, basta. Sai che non è così" lo rimproverl Jd. "Ma non mi interessa adesso, e voi smettete di parlare del Comandante. E' meglio..."

"Scusate... io sarei qui!" disse lei alzando una mano all'altezza della testa, con un sorriso stirato ma nel suo modo, come di rimprovero.

"Si, hai ragione. Ti cercavo perchè non abbiamo notizie del gruppo..."

"Si, lo so bene. Helias me ne ha dato notizia. Karim Al Nadiar è il capo con cui siamo in contatto. Avete provato a contattare anche lui?"

"Nessuna risposta da nessun Node, silenzio totale. E la cosa è strana perchè è uno del Grande dodecaedro. E per quell'incontro, per cui noi dovevamo fare da Abbàsidi durante tutto il trattato..."

"Scusate cosa sono gli Abbàsidi?"

"Un tipo di guardie di protezione come vengono denominate là, in onore di un..."

"Questo ve lo raccontate dopo. Cè altro?" troncò lei, guardando Jd.

"Veramente si. A duecento chilometri il gruppo di supporto non scambia da ore nessuna notizia con, appunto, i Node concordati. Chiedono quindi istruzioni su cosa fare."

Kianta rimase a osservare in basso per riflettere, ma Helias si intromise di colpo, dopo che un suono di connessione informatica bruciò il silenzio di quel momento. Helias alzò la testa verso l'alto, poi si voltò verso di lei.

"Madre, ho una comunicazione dal gruppo di supporto. Oltre la richiesta di istruzioni, affermano di aver ricevuto via radio una comunicazione Morse, probabilmente dei nostri, ma affermano che è la frequenza utilizzata dal Generale Al Nadiar. Pertando potrebbe anche arrivare da qualcuno dei suoi. Vuole sapere se può ritrasmetterlo"

"procedi, utilizza i sistemi attuali al massimo"

Helias chinò il capo e dal sistema subwoofer e surround già presenti, fece risuonare un lungo messaggio Morse. Rimasero tutti ad ascoltare in silenzio assoluto, convertendo mentalmente i segni con le parole. Helias riprodusse varie volte il messaggio, perchè senza istruzioni non si azzardava a intromettersi nei discorsi importanti,  finchè Jd e Kianta non iniziarono a discutere.

"Ok" iniziò lei "gruppo, stop, lancio, Glanis, distrutto,caduti,..."

"Glanis... si, sono due linee e un punto. G. Un punto, linea, due punti. L. Un punto e linea. A. Linea e punto, N. Due punti, L. Tre punti..."

"Si Glanis" confermò lei. "Si tratta di quel missile chiamato come il pesce che era stato venduto dai russi come nuova arma, in dodici unità e mai ritrovati, almeno, alcuni. Da quello che sapevo non dovevano essere qui..."

"Già. Si sapeva di cinque in nostro possesso,  tre in eurpoa e due in Cina per studiarli..."

"Milan dovrebbe saperlo. Perchè ancora questi tizi, diciamo al potere, fanno questi affari e si tengono questo tipo di armi?Con l'unificazione..."

"Calmati, ricordati che è anche un controllo che fa, per erigere una verifica reale di ogni armamento ed equipaggiamento presente...."

"lo so..." disse lei di colpo, guardando tutti intorno, e Jd comprese "ad ogni modo come mai è stato utilizzato senza che ne sapessimo niente?"

"Bella domanda. Faccio rapporto a Milan?"

"Si... preparalo ma se è così, la situazione non è delle migliori. Se non  è il solo..." abbassando la testa a guarda il basso con con l'indice piegato davanti le labbra, come faceva sempre "il raggio di quel dispositivo è..." rallentando mentre parlava. Poi di colpo alzò la testa, fissò Jd con aria perplessa e incavolata "Gladis..?!?"

"Si, hanno indicato quel nome"

"Jd, sveglia. Gladis. Ricordo che ne avevamo parlato perchè ti dissi, per scherzare, che era un buon nome per qualche animale della fattoria..."

"Cazzo, vero. Ne discutevamo per l'invio al seguito del nostro "plotone di Seguito", di armamenti per ogni evenienza, visto ancora le aree da bonificare contro..."

"Si, due unità carrellate con un blister di sei SSM e due SRBM, proprio perchè dopo che due generali avevano lasciato alcune zone, quella gentaglia pseudo religiosa li aveva riconquistati, vanificando tutto. E ancora io perdo tempo dietro menti così brillanti che adorano le parate fra gente festante, che pensare al dopo. Come se il sacrificio in tutti i sensi dei loro uomini non fosse servito a niente. E il Generale doveva andare proprio..."

"Avviso Milan?"

"No... ho la vaga sensazione che quell'avviso fosse dei nostri e la specificità di quel missile mi fa pensare che qualcosa è andato storto. Ma è una cosa nostra. Devo capire..."

"Dove vai" vedendola fare dietrofront e andare via di corsa. Lei si fermò, si voltò esitante e poi tornò a fronteggiarlo.

"Chiama a raccolta tutti i Capitani e secondi. Digli di raggiungermi alla Sala delle Pianificazioni con la lista dei migliori per un recupero, con armi anti carrellati, attrezzi per climbing che dovranno usare, quindi i migliori anche in questo e..."

"Frena, frena... di cosa parli"

"ANdiamo a controllare ed effettuare il recupero, e magari a salvare le chiappe del genereale..." con tono aspro.

"Hei" urlò Alaric "Buona lì, Milan ha categoricamente vietato missioni con te come Comandante. Non sei tale sul campo, perchè non vuole che tu ci sia... al massimo andiamo..."

"Oh, Alaric. La tua impaviditià mi inorgoglisce... se lo fossi!" facendolo incazzare "E comunque, Capitano, quando tutti quanti voi avete bisogno di qualcosa, eccome se venite da me a rompere le scatole varie volte..." cambiando le frasi in un'altra lingua che in molti dei presenti non compresero.

"Sto dicendo, scema, che Milan ci manda ad acchiappare coccodrilli a mani nude se ti portiamo con noi. Tu non devi venire, sei il Capo, diciamo così, ma non sul campo"

"Io ricordavo di si, vedi le altre volte..."

"Si, le volte che sei sgattaiolata via perchè nessuno può dirti di no, per il tuo grado. Ma Milan dice NO!"

"Milan dovè?"

"Non lo so, non è qui. QUindi dicci cosa dobbiamo fare e..."

"Appunto, Milan non cè, la cosa è seria e siete tutti sotto la mia responsabilità. Anche quegli stupidi che sono sicura hanno combinato qualcosa con quel missile.... Una volta che ho ricevuto la comunicazione, è mio compito provvedere alla risoluzione. No?" voltandosi solo con la testa, ma dando le spalle a Jd e Alaric "QUindi Jd, richiama tutti e digli di preparare i propri squadroni. Tre soggetti ognuno con tutta l'attrezzatura necessaria..."

"ma mi senti? Tu devi stare qui?" iniziò a sbraitare Alaric, ma Jd lo zittì con la mano sulla faccia.

"Ok, Kianta. Ti ho sentita. Ma perchè attrezzatura da Climbing?"

"Loro si trovavano in una cittadina, nuova e piccola ancora, ma nuovo punto eretto proprio dai due Generali di quella zona come base, rispetto alla vecchia. La detonazione si espande perla taratura preimpostata,  ma è una testata particolare dalle altre, proprio per questo adatta per l'essere umano... anzi, contro. La base con la quale è progettata è per danneggiare fortemente tutto ciò che si muove nel suo raggio d'azione, non far esplodere e disintegrare..."

"Si, ricordo vagamente il suo funzionamento ma..."

"QUesto significa che, per costruzioni nuove e ben progettate come le nostre, in mattorni forti e tufo, ben diverse dalle moderne, in parte hanno un maggior impatto contro le Esplosioni. O meglio, protezione per dispositivi come appunto il Gladis, restando maggiormente in piedi ove possibile. E quindi..."

"QUindi, dalle informazioni in mio possesso e i test effettuati, le costruzioni erano in minima parte danneggiate, al massimo danneggiate al cinquanta percento. IN un paio di casi questi missili concepiti per non esplodere e devastare, giungevano cadendo nei piani più bassi degli edifici coinvolti, sfondando per il peso i vari pieni fino al più basso possibile,  scatenandosi dopo il tempo indicato per attivarsi. La parte centrale dell'edificio cadde, ma rimasero però le mura perimetrali e parti di stanze e pilastri, che ressero. Altre invece distrussero rovinarono mezzo edificio, altre solo la parte esterna. Mentre cosa contenevano quei missili si scatenò per ferire, uccidere o rendere inoffensivi ove possibili tutti i soggetti viventi nel loro raggio" si intromise Helias, poi guardò i presenti e abbasò la testa come intimorito "Tuttavia, Madre, ho da fare una precisazione. Il raggio di questi missili non è un chilometro stardard dei corti,  ma tra i cento e duecenti metri massimo. Tuttavia la dozzina di missili aveva tarature differenti, cento metri, tre ducento, tre cinquecento.... Quelli da noi recuperati prevedevano ..."

"Significa che non cè un chilometro di devastazione..." ragionò Jd "ma questi missili diversamente dagli altri agiscono..."

"Seguono la logica dei pallettoni. Munizioni da caccia per fucile di certi calibri caricate con palle multiple di grande diametro, di varie materiale. Studiate per creare una rosata ampia e con parecchi centri proprio per le sfere presenti in ogni cartuccia. L'inventore di questo tipo di missile voleva evitare danni troppo estesi per le deflagrazioni di enorme portata dei precedenti, capaci di distruggere anche edifici e costruzioni di vario tipo, sopratutto di pregio..." continuò Healis.

"Ok, quindi in pratica sono come enormi pallettoni che dopo un tot che sono caduti da qualche parte, sparano pezzi sferici per colpire chiunque sia nel suo raggio" 

"Si, Alaric. E' proprio questo il sunto..." rispose sorridendo Helias "il concetto base era creare qualcosa che danneggiasse poco il solido e ferisse malamente i soggetti viventi nel raggio di azione. In quei test avevano provato edifici in legno, mattoni, cemento e altri materiali inserendo all'interno animali di vario tipo, studiando poi il risultato. Ne è emerso che edificazioni forti in mattoni o tufo per esempio, erano in grado di assorbire i pellettoni creando solamente dei fori nel minore dei casi, arrivando come ho detto a distruggere le viscere di due edifici ma non le pareti esterne. Anche alcune camere erano in tutto o in parte fruibili, ma in pratica era come se l'esplosione del missile stesso avesse creato un pozzo luce della quasi grandezza dell'edificio, diminuendo la sua forza in certi punti e lasciando in piedi senza problemi l'esterno..."

"Ferma, quindi ci troviamo di fronte ad armamenti che potrebbero non aver fatto i danni che all'inizio pensavamo, anzi qualcuno potrebbe essere rimasto illeso per questo motivo..."

"Esatto Jd, ed è per questo che voglio che fai equipaggiare tutti con attrezzature idonee a scalare dal basso verso l'alto o viceversa edifici e ruderi, in base a cosa troveremo. Se abbiamo ricevuto quel messaggio, qualcuno è rimasto..." disse Kianta.

"Ma se cè già la squadra di supporto ad alcuni chilometri, mi spieghi perchè dobbiamo andarci noi?"

"Alaric, hai una mente brillante ma la tua ottusità la costringe peggio di una sardina nella scatoletta tra altre cinquanta. Loro sono di supporto al gruppo nuovo che abbiamo inviato, ma il loro compito principale è quello di Forza governativa a supporto dei Generali. E attualmente gli altri sono vicino a loro, li controllano e proteggono finchè girano per la gestione delle loro zone e i Trattati. NOn ho intenzione, nel caso fosse il primo di tanti, di scoprire le loro spalle richiando un collasso del Grande dodecaedro. Jd, manda un avviso dettagliato dell'accaduto senza però menzionare esattamente il nostro operato. Istruiscili sui rischi che corrono e si preparino a un Seguito più serrato"

"Capito, tu adesso dove vai?" vedendola andar via.

"Te l'ho datto, vado a prepararmi. Ci rivediamo tutti alla Sala delle Pianificazioni. Nessuno escluso, anche se ha la licenza pronta e in procinto di andar via. Se sono nella lista che stilerete, devono venire. Sbrigatevi" andandosene, seguita da Helias.

"Seriamente? Deve venire con noi?" sbraitò Alaric a Jd.

"Così pare..." poi guardando gli altri intorno "Voi tutti, tranne i capitani e membri delle comunicazioni, andate per adesso, devo discutere con loro di alcune cose"

"Andiamo noi..." sospirò Alaric anzandosi, dopo essersi seduto

"No, andate per favore" rivolto agli altri.

Pian piano tutti quelli che non erano inclusi nella discussione si allontanarono, lasciando Alaric, Lubo, Gask, Brayden e Ribert, compreso Jd, a parlare.

"Vorrei solo dirvi una cosa. Alaric ha già espresso la situazione, ma non voglio obbligarla a restare. Le altre volte..."

"Vuoi davvero confrontare lei a noi? Lei non dovrebbe neanche stare tra i veterani, pensa..."

"Alaric,sai di chi stiamo parlando, vero?"

"Certo che lo so, ne sono consapevole da quel famoso giorno. E Come da quel giorno, io mi oppongo a considerala come noi e metterla alla nostra testa come...."

"lei non è una sprovveduta, l'abbiamo addestrata noi stessi, anche tu Alaric..." si intromise Lubo, indicandolo, sulla scalinata di fronte a se dall'altra parte "e sappiamo le sue abilità. Ha caratteristiche diverse dalle nostre, perchè il suo corpo è femminile, prima del suo arrivo addestravamo e preparavamo i novellini, ma tutti maschi. Adesso che ci sono anche le donne, conosciamo possibilità e tecniche differenti e fattibili, diverse da corpi come i nostri.
E inoltre lei ha quelle cose, che noi non abbiamo. Milan non la vuole sul campo per quei motivi, ma se fa solo da Gestore non mi oppongo..."

"Non ha materialmente l'esperienza come la nostra per affrontare le cose. Avr anche ragione che la conoscenza aiuta, lo so benissimo. Alcuni miei stessi ragazzi si sono salvati la pellaccia per le sue Lezioni, ma continuo a dire che non deve venire, perchè se è capace di comandare, non deve farlo nel bel mezzo del campo. inoltre volete che accada di nuovo quella cosa? Volete che finisca in vacca come quella volta? E se non riusciamo, cosa succede?"

"Dirigerà solo le operazioni da un luogo sicuro..."

"Jd, apri gli occhi. Chi la ferma? Tu? Vuoi davvero farmi ridere? Tu saresti capace di fermarla con ogni mezzo se le viene una bella idea come le solite?"

"Pensala come vuoi, ma non l'abbiamo addestrata a tal punto per niente. Se davvero è accaduto qualcosa ai nostri armamenti, la cosa non sarà pericolosa. E inoltre lei ha capacità di gestione e può indirizzare le squadre..."

"Ma siamo già capaci. Perchè deve esserci anche lei presente?"

"Alaric... Vuoi ricordarti la lezione sulle strisce che ha tenuto tempo fa?" si intromise Lubo, serio.

"Per favore, quello è stato un teatrino ridicolo..."

"Non è vero, ogni volta il Comandante ci mostra cose importanti e necessarie a dimostrazione che è capace di essere unottima testa. E in missioni precedenti ha dato prova di esser eun ottimo militare e che i nostri insegnamenti pagano. E al nostro pari..."

"Sei serio?" urlò Alaric contro Bryden, che si trovava dietro Lubo, sul gradino superiore "Sarà anche brava a menare e far piangere la gentaglia ma... Andiamo, non può essere a capo... Cavolo! E ok, cosa dice serve, ma spiegami il nesso tra le sue capacità in mezzo a noi e cosa cè di importante e necessario, nel vedere lei che pesca due tizi a caso tra noi mentre cèra la Giostra mensile, e si mette a fare siparietti stupidi?"

"Scusate di cosa parlate?" chiese Gask innocentemente.
Jd sospirò e alla fine cedette, spiegando.

"Forse tu quel giorno non cèri, ma Kianta mise a freno e questo è vero, una sorta di diatriba sui corpi maschili e i muscoli. In pratica durante appunto la Giostra mensile, nello scontro fisico di quel momento iniziò un battibecco tra Orlando e kron, i quali si vantavano di avere forza e capacità superiore agli altri. Che potevano tutto, per stringere. E non accadeva tra loro due, ma contro Joakim e Yamir, ma poi entrò anche Ravi, per cui il loro tipo di fisico, più asciutto e snello fosse migliore, perchè meno pesante e limitante. Quando i toni iniziarono ad inasprirsi e volarono i primi pugni di dimostrazione, arrivò Kianta che li obbligò ad ascoltarla al centro dell'Arena. Prese quattro strisce di nastro per muscoli lunga quanto il suo avambraccio e li fece mettere tutti e quattro,  i principali, uno fianco all'altro. Poi alle loro spalle posizionò il nastro adesivo al centro, avendo cura di rivoltare la parte finale così che avesse una linguetta facile da tirare. Linguetta... la fece bella alta così che fosse facile prenderla. E iniziò a parlare a tutti dicendo di osservare e valutare cosa stava per mostrare. Chiese quindi ai quattro di portare un braccio o entrambi indietro per prendere la striscia da sopra attaccata o dalla linguetta in basso e mostrarla. Il risultato? I due più corpulenti, come te... anche s eloro sono peggio, perchè tu hai un fisico già di tuo così, mentre loro lo hanno pompato al massimo da sembrare dei bodybuilder, ma peggiori. Sono il doppio di te, e tu hai già una corporatura appunto ampia di spalle e strutturata poi da lavoro e allenamenti, ma addirittura ti battono. Ebbene, dicevo, loro non riuscirono neanche a sfiorare la striscia, nonostante i mille tentativi, i muscoli impedivano di fatto al braccio anche solo di sollevarsi oltre una certa. Infatti chiese loro di stringere la parte posteriore del collo nella mano, non riuscivano a far toccare col palmo il collo. Mentre gli altri due, con fisici come il mio o loro" indicando Bryden o Alaric "staccarono la striscia senza problemi, anche se avevano dei muscoli ben presenti. Eppure la cosa fu davvero sorprendente in questa dimostrazione. ma non finì qui, dopo aver fatto portare dei ferri di cavallo da uno dei presenti, Kianta li porse a  Orlando e kron, chiedendo loro di modificare la forma come volevano, come agli altri due. Risultato, Orlando e kron riuscirono a creare un cuore e l'altro a raddrizzare, come potevano a due mani, i due ferri mentre Joakim e Yamir, provarono e riprovarono ma ninete. MOrale, Kianta disse che litigare sui tipi di fisici era assurdo perchè per vari fattori alcuni di loro erano capaci di svolgere determinate cose e altri ulteriori, differenti. E questo si proiettava nel lavoro. Le Giostre inoltre, non dovevano essere luogo di odio e litigi ma di svago e divertimento mettendo alla prova , appunto, le loro abilità, come amici. Essere migliori perchè si ha un fisico pompato non prova di essere migliori, ma i risultati di quello che si può realimente fare si. I Punti delle Giostre come i punti Theet e Bee erano extra personali, non da scontri. Rivalità e confronti vanno bene ma non da portare ad attaccarsi l'un l'altro... ma se continuo a spiegarti, non la finiremo più. Te lo racconterò meglio in seguiro. Il succo è che giudicare certe cose e sentirsi come migliori degli altri, e sugli altri, è controproducente per tutti."

"Mh... e dovè la cosa stupida? per me è logico"

"Cazzo, una sclerata, un pazzo sadico... siamo messi male e io lo dico sempre..." borbottò incavolato Alaric andandosene.

"Ehi, dove vai? Dobbiamo andare alla Sala con la lista" chiese Jd guardando la sua schiena andarsene, allargando le braccia.

"Appunto, la stronzetta vuole farci sgobbare e devo pure sentire idiozie da quell'altro... Me ne vado perchè non vi reggo!"

Jd sospirò, restò a fissarlo un pò per mandare gli altri a preparare tutto per la missione. Ma chiese a Gask di restare.

"Resta un attimo, mentre scrivo la lista e gli ordini... vorrei discutere con te un attimo"

"Come vuoi, dimmi..." distendendosi fin oa toccare con la schiena il gradino superiore, poggiandovisi per allargare le braccia, mentre Jd scriveva sul suo dispositivo.

"Le ho chiesto il fatto del nome, ti ricordi? nella Dimora rossa? Ebbene, mi ha detto sorpresa che non vi aveva fatto caso, le era uscito così..."

"Alaric ha detto che cèra l'influenza di... Lia?"

Jd alzò la testa di scatto, fissandolo sbalordito, per poi mutare l'espressione in irata. Stirò le labbra per formare una linea di disapprovazione e si distense anche lui, guardando il cielo.

"Se Kianta fosse qui, direbbe che parliamo tutti troppo, ma Alaric davvero non riesce a comprendere la differenza tra dire le cose di getto e ragionare, prima di dare certe informazioni. NOn avrebbe dovuto parlartene"

"Ma chi è?"

"Oh, tu non l'hai conosciuta... e di solito i lsuo nome non viene mai pronunciato."

"perchè, era una persona nemica o che altro?"

"No, è stata la prima ad aiutare noi e Milan per lo Chateau. Ma non parliamo mai di lei perchè... è una storia ormai morta e sepolta. IN un certo senso..."

OK, ma rifaccio la domanda. E' finita perchè era una persona negativa o..."

"No, semplicemente ci salutò e se ne andò! Con il tacito accordo di Milan, diciamo. In realtà ne lui ne noi volevamo, ma lei si impuntò per andarsene e... s ene è andata. Kianta ha... come posso dire, rilevato le redini dell'inizio lasciate da Lia, portando tutto a cosa conosci. Anche Bluegrass era di Lia..."

"Q...quel Bluegrass?"

"Si, esatto. Era il dono di Milan per Lia, ma chiese che fosse dato a qualcuno di meritevole e finì per essere il primo di Kianta..."

"Cazzo" mormorò, passando una mano sui capelli per tenerli indietro

"Si puoi ben dirlo. L'amministrazione, Bluegrass, altre cose sono una sorta di testamento di Lia. Kianta sa vagamente della precedente... insomma di chi cèra prima di lei. E in un certo senso riteneva e ritiene tutt'ora un dovere morale mantenere certe cose ben salde e controllate. MIgliorarle si, ma non deviare dalle tacite basi create da Lia perchè le approva anche lei."

"Era per caso una delle donne di Milan?"

A quelle parole Jd lo fissò senza capire, poi rise lievemente per finire in una fragorosa risata, abbandonandosi totalmente contro il gradino dietro. Quando si calmò, fissò l'amico.

"per niente. Lia... era una persona particolare. Non so dirti in negativo o per eccentricità o altro. Definirla? Difficile in modo chiaro. Una cosa posso dirla. Condivideva con Kianta una cosa. Oltre la testardaggine e la sicurezza di cosa voleva, sapeva ed era. Ossia odiava la vicinanza con le persone e le relazioni con queste. peggio se intime. Se Lia era categorica sul non volere nessuno vicino, ma era lei a decidere cosa concedere come amicizia e informazioni... Kianta non saprei dirlo con sicurezza. Rispetto a Lia è più spontanea, estroversa, sorride di più ed è più espansiva... diversa dal riccio chiuso di Lia. Penso che se si iniziasse a fidare, parlerebbe  senza problemi e potrebbe anche andare oltre l'amicizia, cosa impossibile con Lia.

"Voi due non siete amici'? E con Milan?"

"Si, ma non quello che tu o altri potreste pensare. Kianta è più amica, e con più persone che Lia. Hai conosciuti i suoi amici, no?"

"Quelli che Milan odia? Quelli fuori dallo Chateau?"

"Esatto.  Lia era vicina solo con me e Milan, e basta. Kianta è più naturale. Eppure, il suo passato continua a tornare, ecco perchè  non ha nessun compagno..."

"Credevo l'avesse, per gli anelli" Jd parve perplesso per una frazione di secondo, poi comprese

"Ah, parli di quegli anelli. Quelli... hanno una storia particolare. Diciamo che li voleva da sempre ma non poteva comprarli mai. Uno è definito... aspetta, anello dell'amore gallese, qualcosa del genere. Ha una frase in gallese appunto scritto, ed è una riproduzione moderna di un antico anello veramente esistito. Kianta afferma che lo porta per qualche motivo, del tipo che ha fatto un giuramento per cui lo terrà al dito finchè non capirà che è possibile provare sentimenti e cè una persona speciale che merita fiducia. Altrimenti si fiderà solo di se stessa. Il giorno che non lo porterà più,  dimostrerà quanto inciso sull'anello. Lo so, sembra contorto o il contrario di quello che dice la frase, ma se ho capito la cosa è questa. L'altro al medio della destra, è un anello tipo fedina però con con ai bordi una fascia a torciglione per tutto il giro, quindi una sopra e una sotto, e tutta la parte centrale una serie di linee in rilievo. Ma non so cosa significa, so solo che è l'altro suo preferito. Mentre ne ha un terzo, che scambia con quello con il tirciglioni, che è una forma a mandorla con al centro una pietra all'interno di una stella, intorno un cerchio. Il tutto in entrami i lati tipo specchio una forma che sembra una S tagliata a metà che tocca in alto del cerchio e finisce nella fascia inferiore dell'anello. Il cerchio centrale inoltre ha in cima, in basso e poco  prima della S  dei segni che non so cosa significano. me li fece vedere quando gli orafi glieli diedero e ne era felice.  ma di certo non so bene il significato e  che 
non cè qualcuno di importante per lei. A tal punto da definirlo come tale. Se dovesse accadere sarebbe... quello che molti chiamano miracolo. Io lo ritengo solo la prova che invece qualcosa cè per tutti. Alla fine. Anche se Lia non ci credeva per niente e Kianta non sa come prenderla. Ma non fida molto degli altri oltre l'amicizia..."

"Non ti seguo"

"Kianta non crede nell'amore, quello che tutti intendiamo con un partner, nel matrimonio, fidanzamento, e odia terribilmente il concetto di maternità. Per alcuni sarebbe pazza e fuori natura,  per altri... non so dirti. Non è l'unica qui come donna biologica che non vuole figli, ma se alcune poi alla fine potrebbero capitolare, lei mai. Lo so perchè non è davvero quel tipo di persona. Prova ribrezzo, orrore puro nella nascita come concetto, per quanto riguarda i mammiferi, e... come avviene. Lei è quel tipo di persona che prova a superare le sue paure. Vedi gli allenamenti che fa per le altezze, ad esempio. O avvicinarsi e toccare un polipo o seppia" ridendo divertito "e ha provato a guardare e capire il concetto della nascita come la conosciamo noi umani da donne partierienti che si mostrano ai medici all'università. Almeno, così ho capito. Mi è stato detto che un ginecologo che deve far nascere non è che studia sui libri e poi di colpo lo mettono a tira fuori i bambini. E lei odia vedere e pensare a questo, come avviene per noi o altri mammiferi. Ma niente, schifata e negante. Vuole solo scappare e non pensarci. Infatti non assiste mai a quello che Milan e altri della fattoria concepiscono come . Odia i bambini e i cuccioli e il fatto che sono ignoranti di tutto. Lei lo rifugge come l'altra cosa terrificante che non deve accadere mai..."

"Sarebbe?"

"Quello... dovresti chiedere a lei. Questo è meglio che sia lei a parlarne, se mai riuscirai a farle cambiare idea su di te. Ha avuto una discussione con Alaric su questo argomento, un altro motivo per cui lui la vede come fuori di testa. E' comprensibile, lui è maschio e lei è femmina. Eppure nonostante possa essere la risposta, Kianta ha un modo di pensare particolare, non da femmina.  E per questo è ancora più difficile avvicinarla. E uno di quegli anelli è legato a questo."

"... non ho ben capito, ma ok... ma quella Lia, quindi non verrò più qui?"

"No, non credo. Lei... l'ho detto, non era una persona come le altre"

"Era...quindi è morta?"

"... se ti dicessi forse, probabilmente sarebbe... troppo riduttivo per spiegare la situazione. Lei diceva sempre che era una morta vivente e Milan l'ha sempre definita una persona indefinibile dai canoni comuni. Era una persona perennemente sola a causa della società, sola ammantata di odio e rancore. Una essenza tormentata che era abituata a usare unghie e denti per non soccombere alla società e cosa il mondo voleva che fosse, divenendo negativa senza in realtà esserlo mai, anzi. Inquieta, una forza irrefrenabile che lentamente soccombeva a se stessa, perchè incapace di reggere il suo stesso essere. Kianta è lo specchio opposto, possiamo dire qualcuno che poteva essere, se avesse davvero infranto le catene che le avevano messo indosso, per essere come volevano che fosse... Eppure nonostante questo, entrambe si portano nel profondo un fardello che è stato impossibile cancellare, nonostante tutto. Una forza impossibile da sradicare..."

"...." Gask osservò Jd parlare, mentre questi sovrapesiero guardava il cielo "... quindi non tornerà per affiancare Kianta e Milan nel desiderio del mondo nuovo perchè morta. Kianta usa il suo nome anche se non la conosce e no si parla mai di lei..."

"Eh?" come riscosso "Oh, no. NOn tornerà, a meno che non accada qualcosa... ma non preoccuparti. Lia... Lia non deve tornare, perchè altrimenti sarebbe un disastro..." mostrandosi in un modo che Gask non capiva. Rattristato? Spaventato?

"OK, anche se non ho ben capito..."

"Se un giorno riuscirai a parlare a Kianta... chiedile di parlarti del Dottore e di sua figlia. Quel giorno, capirai un pò di più di Milan, il dottor David e Lia"

Jd si alzò, si spazzolò con le mani i pantaloni e si stirò.

"Resta il fatto che Kianta non è come appare, almeno non quella incazzosa e rancorosa come sembra. Come nella sua vita passata, la si definisce nei modi sbagliati per l'aspetto che trae in inganno e come si pone. Ma non è così come sembra. E' la persona che tenta di tenere le persone unite, di appacificare e sistemare le cose. Che come Milan desidera un mondo dove le persone siano loro stesse, crescano nel modo giusto, che non vi siano traumi e dolore dato da altri, con guide di vita e nel rispetto del mondo intorno. Il fatto che odi a tal punto quelli che fanno del male ad altri, o commettono orrori, da agire nelle maniere che hai scoperto... diciamo che è una cosa profonda. Non uccide, questo ormai lo sai, ma tollera poco la gente che combattiamo e cerchiamo di fermare. Se fosse per lei aiuterebbe tutti, vedi la Raccolta. E' nata per lei, anche se l'inizio lo ha dato Lia. ma le voci che sentirai dagli uomini, qualunque voce, non credere a meno che non lo chiedi a me, Lubo o ne parli con Kianta direttamente. Milan... Kianta ti direbbe di non chiedergli mai certe cose. Perchè? prova a riappacificarti con lei, allora sarà lei a dirti le cose, se sentirà che lo vuole. E..." girandosi mentre toccava con il tacco il gradino sotto, guardandolo in faccia "Non parlare mai più di Lia, con nessuno. non chiedere più di lei. perchè se Lia dovesse tornare maturando di nuovo odio, sarebbe il peggio..." scendendo e allontanandosi.

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Capitolo 16
*** 16 ***


Chapter 16 Chapter 16

Un anno e nove mesi prima

"E' davvero assurdo che tu sia ancora qua, non è..."

"Una cosa fattibile? Concordo, eppure guarda. Lui come loro, è riuscito a usare la carta della colpa, i cavolo di sensi di colpa,  per convincermi. E ha pure pretese...."

Lia rispose ad Alaric, di fronte a lei, nel tavolo di quella che doveva esser una sala mensa. Ma sembrava un posto squallido e mal curato. La risposta di Jd, quando si sedette accanto a lei, fu che Milan non girava mai per l'edificio, non mangiava con loro e controllava le condizioni di certe parti dello Chateau. Una cosa che lei non comprendeva. Aveva scoperto che l'edificio era stato rinnovato, ma nessuno puliva e il tempo, i fumi e lo sporco si attaccavano all'intonaco mutandolo in beige e poi più scuro, col tempo. I pavimenti neanche a dirlo.
Lubo rispose che da quando iniziarono a inseguire quei tipi per tutto il paese, Il Leader non aveva più prestato attenzione a loro e dove vivevano. Le altre aree di nuova costruzione non lo vedevano da tempo, la zona cucina e spazi come quella sala, non venivano da lui controllate perchè di fatto abitava piani sopra, luoghi dove invece vi era pulizia, ordine e gusto. E come mangiava? La cucina era parzialmente utilizzata da quella donna che aveva conosciuto. Tra le mansioni, era le a preparare i suoi pasti e quelli di Milan, ma sono con attrezzi e stoviglie di suo utilizzo.
Perchè allora, chiese, se siete militari e vivete con le regole di disciplina e organizzazione, sembrava un ritrovo di tossici e malavitosi di quart'ordine? Semplice, disse Jd. Ammise che la colpa era anche loro, dei Capitani, perchè chiedevano rispetto degli orari e le attività quotidiane, ma avevano voglia rasente lo zero di interessarsi al resto, se non per i propri spazi.
Loro pulivano e tenevano in ordine i loro alloggi, distanti da quelli degli altri, ma per il resto si era accocolati sugli allori. L'importante era che vi fosse disciplina e correttezza nel lavoro. Lubo pose fine al discorso di Jd in quel modo. Bene, rispose lei, quindi vi va bene quelle scene e questo squallore, oltre che inutilizzo e poca pulizia.
Ma fare il proprio dovere di militari non è un obbligo? E non vi sentite uno schifo addosso, dopo l'esservi seduti su quei posti, quei tavoli, camminato in quegi ambienti così sporchi da far paura? Con batuffoloni di polvere aggrappati a qualunque superficie e che svolazzano sui pavimenti, così grossi e sporchi da competere per dimensione ai gatti? La disciplina la mettete solo per queste cose? I militari non era quelli così pignoli da far paura alla peggior massaia, madre tiranna del mondo per pulizia, ordine, attenzione a ogni minima cosa e pulizia personale e degli ambienti?
POse quella domanda attenta a non toccare molto, chiedendosi quali malattie esistenti potessero esserci in quelle tazze, posate in metallo contro i piatti di plastica usa e getta. Non era mai stata in vita sua in un posto così deprimente e triste, indicando menefreghismo.

"Cosa hai, sempre quella fobia dello sporco?" strafottente, mentre beveva da una bottiglia di birra

"Sei simpatico come un'unghia incarnita. La mia non è fobia, semplice prevenzione..."

"Non hai detto che in macchina con quel tipo hai avuto un litigio proprio per i germi e sporcizia?"

Lia sospirò e scuotendo la testa, si guardò intorno. Ma poteva anche non farlo, quasi nessuno da quello che sapeva andava in quegli ambienti, il concetto di mensa e cucina non era contemplato. Raramente alcuni lo usavano per avere un posto tranquillo dove parlare liberamente, e lei lo trovò ancora più squallido. Ognuno cucinava per se o in piccoli gruppetti, in piccoli cucini nelle stanze come le celle di una prigione, o consumavano pasti preconfezionati militari. NOn a veva voluto assaggiarli, odiava già abbastanza la non cucina della sua famiglia che, a parere suo, non sapeva nenahce mangiare, vivendo in una regione famosa per il cibo meraviglioso dall'antipasto ai dolci. Eppure lei non ne mangiava mai. Sempre roba pronta, sugo in barattolo, roba surgelata e altre schifezze che non amava. Tranne se aveva cioccolato, allora quello non era male.

"Non so come facciate a bere e mangiare qui dentro, figuriamoci cucinare. Non voglio sapere nemmeno come è ridotta la cucina senza utilizzo. Cosa siete, carcerati che avete cucina e frigo nelle camere? Guarda questa stanza... " indicando l'ampio ambiente suddiviso da tavoli e panche "e state lì a scartabellare cibo precotto che già a guardarlo fa venire la nausea. Se non fosse stato per quelle barrette al caramello, frutta secca o fresca,  avrei patito la fame...."

"Che vuoi, siamo in pochi a usare lavastoviglie e piatti e posate. Siamo civili, vedi?" indicando il piatto con dentro le posate alla rinfusa e intorno carte e involucri del cibo militare.
Stava pensando ad altro ma lasciò perdere, quando era arrabbiata usava le parolacce per indicare meglio il suo scontento e a quanto pare a JD non piaceva sentirle.

"Si, siete chef! Resta il fatto che qui è un porcilaio e mi chiedo se vivete così anche quando tornate in famiglia..."

"Credi che altrove sia diverso? Ragazza, tu non sai là fuori come è stato vivere in tende o posti come questo, perchè dovevo stare là, dividendo i pochi bagni con centinaia di altri, una cuccetta ta tante in una stanza con più persone, zero intimità e mostrare uniforme e tutto l'equipaggiamento sempre pulito mentre a turno bisognava pulire e sistemare controvoglia, sapendo che dopo pochi minuti il turno che andava in pausa risporcava tutto."

"Quindi perchè eri abituati a vivere allo stesso modo, non vuoi stare meglio e sentirti meglio cambiando le cose?"

 "A me non piacciono le pulizie di casa in generale, al massimo lo faccio fare a qualche altro previo pagamento. Insomma, mi godo la mia carica facendo fare agli altri, credono di guadagnarci, e godendomi il tempo libero. Il resto... che s ela vedano loro. Io sto bene dove sto..."

"Che bel modo di pensare. Come l'altra gente là fuori ed ecco che tutto va da schifo. Per la gente con un cervello... sono loro a soffrirne poi. Ma seriamente " guardando Lubo e Jd "a voi due va bene questo? POssibile che non ci sia nessuno che..."

"E di nuovo. Te l'ho già detto. Tutti noi veniamo da addestramenti e lavoro per questo o quel gruppo, che sia governativo  o per nostra richiesta in privati. Ma vuoi sapere una cosa? Milan resta nel suo orticello di belle cose, ben puliti, con abiti di ottimo prezzo... mentre noi siamo un pò stanchi di una vita dove dobbiamo sempre dare e non riceviamo niente. Mi pagano per cosa so fare, dò quanto devo perchè riceva i soldi... Basta. Se non lo avessi ancora capito, noi siamo un'accozzaglia di gente da tutto il mondo, che è stata assunta qua per un progetto che non sappiamo neanche se riusciremo mai a mettere in cantiere. Si, il Leader è un grande ed è riuscito dove altri hanno fallito, ma siamo sinceri. Nessuno sa di noi, nessuno lascerà un monumento o altro con i nostri nomi, nessuno ci ringrazierà uno ad uno per cosa abbiamo fatto. Eppure io come altri ho rischiato la pelle e l'osso del collo in zone di guerra e finite nel cesso, dove vivevamo male, non come qui, ma ci stiam momento un pò di pace. Andavamo avanti con cosa avevamo, ci davano, sperando che non fosse l'ultimo giorno di sole. NOn puoi immaginare cosa ho visto, quanta gente morta in modi orribili e che nessuno sa nemmeno fosse là, per aiutare e scacciare quella merda che ancora..."

"Alaric, per favore..." si intromise Jd "quello che vuole dire è che siamo un pò sottotono, come hai giustamente detto nella Sala delle pianificazioni e prima, quando ci siamo incontrati. Siamo demotivati, ecco. Milan ci ha dato e fornito tutto ciò di cui avevamo bisogno, ma stava a noi gestirlo e provvedere al resto. Come ha detto Lubo, non controlla o visiona nulla. Sa che non esiste la mensa, serivizi di pulizia e manutenzione. Ma lo capisco anche, è più quotato in politica e relazioni sociali, per questo impegno gravoso che si è preso da trovare difficile la gestione di tutto questo.  E non ne è bravo. E così lascia tutto in mano a noi. Siamo colpevoli lo so, ma come hai capito anche noi andiamo in giro o siamo impegnati. Abbiamo un gruppo di addestramento, un altro per..."

"Ok, basta. QUindi mi state dicendo che lui ha una sorta di segretaria, i piani superiori solamente suoi e gestiti in una certa maniera, mentre il piano inferiore dove siamo, del corpo principale, e gli altri sono lasciati... agli occupanti. Nessun controllo, gestione, regole di condotta oltre quelle normali trovabili ovunque ma...

"e non vi pesa vivere come rifugiati trasandati e alla buona?"

"invece di parlare di queste cose, dicci!" INiziò ALaric furibondo "parlaci di quando ti vedremo di nuovo percorrere il  sentiero fino al cancello per andartene. Era questo che volevi fare, no? Già ti vedevo allontanarti, eri un puntino...!"

"Si, anche io non sono contenta, ma per Milan devo ricambiare cosa è stato fatto. E comunque tranquillo, se quell'uomo non riesce, non mi vedrai più per davvero. Potrai crogiolarti nel tuo letame dove ti senti a casa, e morire incrostato di schifo e stronzaggine. Mi domando però come facciano le donne che frequenti a non avere da dire..." con un sorriso beffardo, sistemandosi sulla sedia con una gamba accavallata sull'altra.

"Cosa! Tu che ne sai..."

"Ma se ne parlano tutti!" disse lei fissandolo malamente "Alaric, forse non te ne frega, ma passando con Milan e Jd per i corriodio o i luoghi che considerate casa, ma sono lerci peggio di una casa di senzatetto, poveretti loro, ho sentito discorsi allucinanti. E, se sono abituati a parlarne mentre io, un'estranea, guarda in giro, immagina normalmente. Però davvero, non so come facciate ad avere una vita sessuale e sociale per come siete combinati. Davvero tutti voi frequentate certe donne?"

"ha parlato quella che ha litigato con l'unico che se la poteva fare, perchè i sedili della macchina erano sporchi, quindi non se ne parla..." ridendo di gusto mentre lei mutava il viso in rabbia e sguardo duro come se vedesse qualcosa di schifoso

"Alaric, i discorsi che abbiamo fatto, dovrebbero essere personali. Come tu odi che si parli della tua sfera privata, per favore non urlare certe cose, di altri, come fossimo al mercato"

"Seriamente? Mi fai la paternale, JD? Questa ha chiesto come mai ci fossero signorine in giro, le ho risposto e ne è nato un dibattito. Qualè il problema?"

"le uniche donne, tra l'altro" velenosa e assumendo un'espressione di disprezzo

"Che tu hai il vizio di parlare a tutti per vantarti di cose che dovresti tenere per te, e lo sai. Più di un volta qualcosa è uscita dalla tua bocca, mentre ti divertivi ad avere consensi degli uomini del tuo gruppo..." intervenne Jd, mentre Lia scuoteva la testa con aria schifata facendo dei tik tik con la lingua per disapprovazione

"Vi siete coalizzati contro di me, tutti e due!" si incavolò Alaric, sbattendo la bottiglia sul tavolo mentre Jd e Lia si guardavano ridendo, come però se prendessero in giro un bambino

"Oh, Alaric. Se il Dio in cui credi, qualunuque sia, ti ha fatto mediocre come militare quanto basta per guadagnare, si è risparmiato su altre cose. Sia prima, nella discussione con Milan che pochi istanti fa, hai detto che io non potevo capire cosa hai visto, sopportato, lasciato alle spalle che non augureresti a nessuno. Benissimo! Primo, quelle signorine come le chiami tu sono esseri umani. POssono essere come tu le vuoi, ma come te odia e vorrebebreo di meglio. Secondo. Come dice il detto degli Inuit, non puoi capire cosa prova e sente l'altro, come è quello che ha affrontato per lui,  se non hai provato a metterti nei suoi stivaletti. Significato simile a quello che ho detto io. Si può cercare di comprendere, ma non si può capire se non si è provato quello ha passato un altro e come lui lo vive. Esattamente come me. Cè gente spocchiosa, ma ci sarebbe altro da dire, che afferma che ciò che io desidero sia da deboli, inutili, incapaci di vivere. Conigli. Schifosi. Che noi, mi riferisco a quelli come me che tanto hanno fatto e di più, eppure hanno deciso, ripeto deciso e non una cosa all'ultimo secondo, che lasciano volentieri la gente in quello che gli va bene. Per noi non cè sconfitta, non siamo conigli che fuggono in quel modo dalla vita. Noi abbiamo affrontato la vita e la gente di merda, perchè questo è, a testa alta e come potevamo. Ma il dolore e la sopportazione sono stati così tanti, e talmente distruttivi, che vogliamo solo andarcene come vogliamo noi, con dignità e l'ultima cosa che noi decidiamo. Essere noi a decidere. Semplicemente perchè a causa della società e di altri i nostri sforzi, più di quella gentaglia stessa, non sono serviti ad altro che farci finire sempre più nelle sabbie mobili nere. Come le defnisco io. Eppure, se chiediamo solo di andarcene come essere umani, con la consapevolezza che  un mondo bellissimo e merita di esser visto e vissuto, ma per noi era impossibile causa terzi... e non iniziate con i buonismi sulla speranza, ch e cè qualcosa di buono per tutti perchè non è vero. Sono realista e so di cosa parlo. Ho conosciuto o sentito parlare di persone anche vicine di casa che hanno avuto solo schifo, finendo peggio di come eravamo noi. Se ce la si faceva a fine mese stringendo sempre, anche se una pizza oqualcosa di buono ogni tanto poteva starci visto i tagli su tutto, so di gente che non riusciva a pagare le bollette e, roba vera, non mi invento nulla, chiedevano al prete della chiesa candele perchè non avevano corrente elettrica. Si arrangiavano per cucinare con le bombole quando le avevano, ma stavano senza acqua calda e luce sopratutto in inverno. E parlo di questi giorni giorni, non dopo la guerra! Perchè o pagano una bolletta o l'altra. E questo raccontato dalle mie zie che stavano sempre in chiesa e sentivano e sapevano tutto. Donne lasciate sole dai mariti con figli, dovevano andarsene fuori regione per un lavoro, lasciando alla madre sola anch'essa, i pargoli e queste con le loro età e problemi, dovevano badare ai nipoti come potevano. Anche con i pochi soldi mandati dalla figlia. Io non ho mai avuto problemi con sacrifici e periodi un pò neri, anche perchè ne ho fatti tanti e ne ho avuti di più, ma ho sempre avuto la convinzione che  la tenacia, volontà e il continuare, erano la cosa gisuta da fare per giungere a cosa si voleva. Eppure eccomi, guardami, e dimmi se una come me può accettare lo schifo che le hanno versato addosso. Perchè io non lo accetto. Ho desiderato tanto e chiesto a tutti gli dei conosciuti una sola cosa. Dare il mio corpo a qualcuno morto o che stava morendo perchè avesse una vita migliore di quella patita. Avesse, quella eprsona, l'opportunità che non poteva avere e io semplicemente svanire. Anzi no, desideravo andare da quello schifo di esseri che si definivano umani e tormentarli uno ad uno fino alla pazzia. Ma qualcuno che era morto o doveva morire, meritava di continuare con quello che avevo,per lui sarebbe stata una vita che gli andava bene. Perchè ci sono, ma non è vita per me, quella che ho lasciato. Un pò come la gente che è sicura di esistere prr figliare e vederli sposati e continuare il ciclo, vivendo come portatori di geni. E quanti ne ho conosciuti, ci ho anche vissuto e pretendevano che io dessi discendenti a loro. p Prima una vita a dirmi che se avessi fatto qualcosa con qualcuno, prima del matrimonio, mi avrebbero rotto le ossa, non mi invento niente, e hanno giudicato altre mie coetanee o poco più grandi o piccole come buttane per questo. Perchè l'ho sentito, ho visto le loro reazioni a vedere quelle ragazzine con la carrozzina. E io no n capivo perchè giudicare una persona, solo perchè aveva preso la decisione di vivere. Così come prositute. Io provo pena per loro, ma nello stesso tempo le rispetto e considero molto. Perchè loro sonostate forti e capaci di fare ciè che io non farei mai. Morire con le mie mani che dare la mia parte materiale a schifosi, che considerano le persone come oggetti per i loro divertimenti. Quelle donne, quelle la gente normale giudica negativamente, non vede o non vuole capire il perchè, lo ha dovuto fare. Ogni volta che sentivo in film, notiziari o la gente intorno a me sputare sentenze o dire -ma è una prosistuta- come se fosse la fogna che sono invece loro... provavo odio per la società. Viene più considerato chi ha soldi, si è fatto facendo cadere gli altri, trattando gli altri come spazzatura e guadagnando e prendendo posizione nascondendo lo schifo fatto. Mentre chi arriva a fare quel mestiere per disperazione, soldi, necessità, perchè la società non a tutto da le opportunità, è solo feccia. Che bello questo mondo...  E ancora a dirmi che dovevo trovare un fidanzato ricco , senza sapere che io sono diversa dalle altre già di mio. Quanto ne ho viste e subite perchè io non seguo la lista della spesa della vita, dove si deve nascere, crescere come dice Dio, ci si sposa e si figlia e la tua vita la passi per questo. Cè gente che esiste solo per questo, fare figli e morire pensando che fosse questo lo scopo del loro nascere. Sacrificano cosa vogliono fare, cosa sono, come vorrebbero vivere veramente e magari chi sono veramente, per far felici gli altri, morendo con mille rimpianti. Io non voglio arrivare ai quaranta anni, peggiorando sempre di più già di mio per la mia malattia, rimpiangendo il doppio di quello per cui già mi dolgo. Quindi, vuoi sapere cosa voglio dirti?"

"Ok, spara, perchè ho da dirti una cosa io"

"Benissimo. Hai detto che non posso capire te e cosa ti porta a fregartene di alcune cose, basta che hai il tuo piccolo... Senti me, adesso. Io non son ouna vigliacca, non voglio andarmene perchè ho paura del mondo o non sono capace di stargli appresso. Perchè non scherzo, nella mia città io ero la più giovane che trattava l'informatica e tutto ciò che abbiamo oggi in anticipo sui tempi. Quando ho fatto il mio primo corso dopo il diploma, ero l'unica da quel corso in poi, a sapere dagli undici anni a far qualcosa non avevo bisogno di lezioni.Le seguovo, ma sapevo già tutto. La gente ancora non sa dove mettere mano al pc, adesso,  pensa questi n nuovi telefoni per loro alieni come gli smarthphone e come usarli. Già no nsanno usare i tablet. Ebbene, io ragionavo e pensavo diversamente dagli altri fin da piccolina, eppure ero vista come sbagliata per questo. Adesso guarda, mi si diceva che usare un pc era fonte di malattie, problemi, faceva male, non portava a niente e invece adesso? Perfino voi avete apparecchiature che non ho mai visto, ho qualifiche che mi pongono al di sopra di altri non per il pezzo di carta, perchè quelli mi sono serviti solo per attestare seriamente cosa potessi fare. Ma quello che so fare. Eppure cosa me ne è venuto? Gente che mi guarda e non crede che sia in grado di creare pagine web dal codice da zero compresa la grafica, che possa contrllare e riparare un pc, benche meno costrutirlo io da zero scegliendo i pezzi. Sapendo cosa facevo e come comprendere i dati. Poi arrivava tizia o tizio X che avevano il mio stesso attestato o lauera  ma sapevano solo chattare e smanettare il poco sul pc, che mi fregavano posto e meriti perchè più capaci a intortare e farsi amare dalle persone. Ma erano serpi dentro. Ho subito tanto dalla gente solo perchè superficiale di merda a considerava l'aspetto o modo di porsi, e io alla fine non ho fatto altro che fingere di apparire come loro e... non ci riesco. Perchè non sono capace e adatta a mettermi una maschera come loro. Le prese in giro e sberleffi anche con gente che non consocevo ma sapevano tutti di me, perchè amavo i minerali e cristalli e li collezionavo come potevo, perchè non erano roba da femmine e mi prendevano per lesbica o matta. Per le mie collezioni. I pennini o dip pen, di vetro o legno e metalli o altre cose che mi paicevano. Le risate, perchè adoro scrivere a mano invece che in programmi al pc, con inchiostri tanninici e pennini in vetro. Loro che non sanno neanche scrivere due righe, io  che sono stata elogiata davanti a tutti all'esame di maturità, prendendo il massimo e discorsi positivi al presidente di commissione. Ma gli altri? muti?Quando mai. Ho dovuto far parte, per i miei, di un gruppo di volontariato e lascia perdere lo schifo, non consiglio mai di farvi parte anche se non serve a niente. Gente della peggior risma, l'unica seria e che considerava comunque il volontariato qualcosa di importante... ero io. Ci andavano per la diaria della benzina che la facevano diventare un guadagno, roba gratis perchè ne facevano parte, cose sottobanco e vergognose che io vedevo, ma ero corretta e trattata da schifo. Con le mie qualiiche ero diventat segretaria e assitente del presidente facendo di tutto, dal preparare documenti alla riparazione delle apparecchiature informatiche. Mai una volta che mi avessero detto grazie, almeno quello... ma mi hanno fatta sballare perchè due stronze, che i colleghi dicevano se la facevano con il presidente, si sono prese il mio posto, mi hanno buttata a fare lavoro vergognoso mentre loro, ogni volta che entravo in quell'ufficio, che facevano? Chattavano. Si sentiva dalle casse il rumore dei messagi in  arrivo e sapevano tutti che non sapevano neanche quasi mandare una email. Finito lì, questo capitolo? No, perchè mi hanno messa a controllare la gentaglia della città come sorveglianza, facevo il mio lavoro come potevo per la malattia e molti colleghi maschi mi consideravano e salutavano alla fine con piacere, parlavano del servizio e dei loro problemi per fare quel lavoro, mi rispettavano, almeno quello. ma proprio perchè io facevo! Tanto che anche i guardiani dei parchi o luoghi dove svolgevamo il compito, venivano a dirmi che erano lieti che ci fossi io di turno. Eppure peggioravo, e quando andavo in ufficio, vedevo la stronza più vecchia parlottare con l'altra con le gambe sopra la scrivania, con la sedia pendente, facendosi i fatti loro. Ed erano le stesse che mi rimproverarono più volte e ho scoperto per altro da quei colleghi, sparlavano, del fatto che io quando avevo finito tutto prendevo il libro dell'università e studiavo alla scrivania in attesa di altro lavoro. Questo al presidente e a loro non andò giù, non ero come quelle due e quindi buttata fuori. Io che studiavo! Mentre loro facevano le mammine faciline. Ed è inutile dirti tutto quello che tentarono di fare per avere la scusa di buttarmi fuori con disonore, ALla fine me nen sono andata io a testa alta, anche se stavo malissimo. Ma perchè, non mi amavano? Perchè, oltre la solita superficialità,  i miei mi obbligarono a dire solo determinate ore, determinate giornate disponibili, questo non farlo, quell'altro no, facendoli incazzare di più. E questo è solo un racconto. Ne ho centinaia. Ma non è questo il punto. So bene che non è paragonabile a cosa hai visto per il tuo lavoro ma sto parlando sia come altra voce, che come persone che voi definite donna biologica"

Fece una pausa voltandosi verso la sala per vedere se cèra qualcuno, poi tornò a guarda Alaric e continuare.

"Io non posso capire, comprendere come ti sentivi quando sono accadute certe cose e che impatto hanno avuto per te per essere... così. Tuttavia anche tu non puoi comprendere ed essere capace di empatia per come sono e sento, e affronto le cose. Io non accetto, non permetto, non abbozzo a niente. Se me ne voglio andare non è come altri. per una minima cosa lo fanno, creando problemi a noi che veramente loconsideriamo come un'ultima decisione, non una fuga. Mi sono stufata, mi rotta cosa non ho, la considero l'unica decisione mia totale contro la volontà altrui. Quelli fuggono, io voglio andarmene alle mie condizioni, come voglio e quando voglio, dicendo agli altri vaffanculo. Ma tornando al discorso di poco fa, perchè io devo soffrire per le decisioni di altri? Si, ho trovato strano che vi fossero solo, come donne, le vostre amichette, ma non sono una persona come i frustrati di merda, che rimangono turbati dalle scene di sesso perché hanno mentalità malate o tanto odio per l'altro sesso, che hanno vissuto venti, trent' anni senza rendersi conto che esistesse il sesso nella vita. Perchè incapaci..."

"Sbaglio o tu rientri proprio in quella categoria?"

"Tu sei un idiota" rispose acidamente lei, fissandolo, " parlo degli incel, religiosi e gli stressati dalla vita che sono dei babbioni così tanto da pensare che tutto gli sia dovuto, che loro debbano avere qualcuno che li consideri e che devono fare sesso. O Che non si debba fare se non procreare. Che l'essere umano, perchè un t esto del cavolo di pastori ignoranti e bogotti che hanno pure cambiando i testi originali, chiamati  testi apocrifi, per diffondere il loro, di messaggio. Infatti si dice Cristiano o Cattolico. Ma il Punto èche non è il mio caso. Cè gente che dice che è una delle cose più belle del mondo. Chissà. Io non sono tipo da frenare le proprie reazioni o risentimento, quindi posso capire in parte il tuo discorso. Ma appunto, non puoi comrpendere me e come sento certe cose, perchè sei un uomo e perchè non ti sarà mai capitato. Sempre che tu non sia gay, allora forse potresti. Tu non hai subito fin da piccolo il processo della società per cui ti imprimono nella testa cosa devi essere, se non hai un carattere o personalità come il mio, per cui devi esser in questo modo e fare quest'altro. Altrimenti sei sbagliato. L'avevo detto a Jd, ma te lo spiego, così mettiamo fine a questa cosa. Dagli undici anni non ho fatto altro che subire bombardamenti continui da tutti, familiari prima e poi scuola e società dopo, per cui io dovevo essere donna, religiosa, moglie e madre. La donna lavora solo se cè bisogno di altri soldi a casa. Poi la mia famiglia non è molto bella, nel senso che pensa queste cose ma è chiusa come non puoi capire, se non vi vivi dentro. Per tutta la mia vita ci sono stati solo loro con i miei nonni e massimo zii. Le persone al di fuori sono cattive, negative, schifose, da tenere alla larga. Nessun amico tranne un paio da sentire solo per telefono ma negli ultimi tempi, tutto solo famiglia. Non mi mandavano neanche al mare con i miei zii perchè quelli poi guardavano tutto ciò che fai, dici e hai e giudicano e sparlano con altri. Sempre e solo a casa, soli, con loro. la sera mai uscire tranne feste religiose. Mi sono dovuta fare due giorni senza dormire appresso a queste feste del cavolo finchè ho detto basta, perchè per loro era importante. QUindi io ero sola, contro i compagni a scuola e contro gente con cui non avevo esperienza perchè ero già diversa di mio e di abitudini. E sola ancora perchè, pena botte e punizioni, dovevo essere come volevano. Una santa senza parlare, rispondere, zitta anche se mi sfottevano o mi dicevano il peggio davanti, educata e con la testa sempre china a terra. Sorridere e apparire una principessa insomma. Eppure non lo sono e la mia vita è stata un inferno in casa come fuori. Tutti si aspettavano una copia conforme alle altre, peccato solo che le altre erano schifo, che manifestavano mentre gli adulti erano distratti o lontani. Ho odiato la scuola, l'essere piccola e non sapere niente, la mia paura e terrore di urla, punizioni e di essere picchiata perchè finivo sempre la colpevole di tutto. Se facevo una cosa nella mia ignoranza di bambina era tremendo e punita senza spiegazioni. Se le merde dicevano ai grandi che ero io, senza sentire altro, ero una brutta persona. Sempre io, anche se non vi rientravo o no avevo detto o fatto niente. Quante cose spiacevoli ed è pure poco cosa sono stati per me, che ho subito. Ma il peggio era il sentir loro dirmi che tutti facevano schifo e dovevo stare lontana dalla gente, poi dagli undici anni a ritepermi che dovevo avere il fidanzatino e, passati gli anni, a ridere e schernirmi tutti perchè non lo avessi. Eppure guardavo quelle che lo avevano fatto per far contenti gli adulti, e per seguire lui, perchè anche i maschi nonsono messi meglio, e hanno fatto roba, finendo per essere marchiate a vita. Si, dicevano così, marchiate. Come cavalle. E vuoi sapere una cosa? So bene di avere problemi legati alla paura viscerale e terrore di essere giudicata, e marchiata come le altre. nato da loro. NOn hai idea quanti sacrifici e rinunce ho fatto per non essere etichettata, e ho perso anni ed esperienze della mia vita. Non ho mai avuto un amico perchè non risucivo a fingere, e come ero non piaceva alle persone. Sono una persona di merda? Si, ma dopo anni e maturando disprezzo, inimicizia,  risentimento, astio, rifiuto, intolleranza, e tutto ciò che vuoi appiopparmi anche tu. Ma nessuno in uttta la mia vita mi ha ascoltata, si è fermata e ha fatto le domande fondamentali, per capire le situzioni o le motivazioni. Cosa provassi, cosa comportavano per me tutte quelle cose, alla lunga. Ho sofferto come non saprei nenache descrivere, perchè le sole parole non basterebbero... eppure ho continuato a testa alta, affrontando tutto. E sono sempre caduta, sempre più giù, non per causa mia. Tutte le paure, i terrori mi hanno condizionata in ogni cosa, impedendomi di essere tanto e in tante cose. Quella è la mia colpa. Aver permesso alla paura di farmi diventare vuota. Se fin da piccola ero aperta e sempre felice, perchè scoprivo e vivevo ogni cosa come una meraviglia, dalle medie sono diventata cosa vedi. Ho odiato tutte le frasi contro il sesso che ho dovuto sentire in famiglia, eppure orgogliosi e pronti a dirmi che il ciclo fosse una cosa preziosa e importante. Per me è stato solo un ulteriore legaccio che mi ha rovinata anni. Costretta a dolori terrificanti per cui non vi erano antidolorifici, perchè non ascoltandomi non capivano quanto soffrissi. E niente medicinali. Cosi che mi obbgligavano ad usare, per risparmiare , cose così grosse e fastisiode che se avessi preso una maglietta ripiegata al loro posto, stavo meglio. Tu non puoi capire, per ridire le tue parole, cosa significa per una come me il ciclo, e quale limitazione sia. io che fin da piccola non comprendo perchè dovrei essere un essere umano figliando, essere una donna se non mi definisco tale e tante stronzate che sono l'opposto di me.  Il fatto stesso che io, essere umano, non posso decidere per me e il mio corpo, ma sono gli ltri a farlo, mi fa incazzare. perchè non cè modo di fermare il ciclo se siamo esseri umani e sopra il livello  istintivo degli animali? Una come me deve essere obbligata a subirlo? Per la natura devo subire questo schifo per una cosa che non voglio, non desidero, non accetto. Eppure sono un'essere umana, tutti dicono che siamo sopra e diversi dagli animali. Sono peggiorata con gli altri, anche per la paura delle loro reazioni. I miei persone in casa, non ne volevano, mai,  e la gente mi considerava matta per colpa loro per le cose che pensavano. E poi cèrano i maschi. Puoi tu capire cosa significhi essere palpati sul seno, ogni volta,  perchè per essere bulli di merda, se la ridevano con la classe perchè io rispetto alle altre le avevo morbide? bello anche questo, eh Alaric? Considerata sbagliata perchè non avevo il fidanzato, come se fosse obbligo ma senza farci niente, perchè altrimenti tu, non lui, sei una vergogna. I maschi che non facevano altro che guardarti come una vagina che cammina e basta. E io non provando niente, per nessuno, vedendomi sbaglaita anche in questo. Come se non avesse desiderio o sdilingurmi per qualsiasi uomo che pssasse per la tv o in giro fosse da malati. Fin da piccola mi chiedevo perchè dovessi chiamare mamma e papà, o nonni o zii persone per cui non provavo niente...."

"...."

"Sono uno schifo di persona? Sicuro, Perchè normalmente se ti muoiono i nonni dovresti sentirsi disperato, come se ti mancasse una parte di te o altre cose del genere, come amano dire tutti. Ma io... li ho visti morire, nell'attimo in cui non vi era niente in loro, come pensano in molti, e l'unica cosa che pensavo per uno  era . Uno è morto in un modo che mi ha portata a capire come la famiglia fosse la tua tomba, già da prima. Sempre forte come un toro, senza un raffreddore, è peggiorato in poche settimane senza una motivazione, diventando di fatto incapace di muoversi. Ricordo l'ultima volta che lo vidi prima del giorno della morte, tutti a rompere le palle a mettergli flebo, a fare di tutto per tenerlo in vita, in quel modo miserevole. COn i muscoli di anziano andati del tutto per le ultime settimane, con il pannolone, secco secco, la faccia lascia perdere... e pieno di tubi e medicinali sul comodino, da far paura. E che urla, urlava cavolo,  di lasciarlo andare e mettergli un cuscino sulla faccia perchè no nsoffrisse più. Questo urlava. Uno come lui, che non l'avevo mai visto malato o altro ma sempre anzi spavaldo e con battute pronte, ridotto a chiedere un gesto de genere. E mi raggelai a sentire le risposte. Gli dissero di finirla e stare zitto, che doveva fare le flebo per stare bene. Ma ciò non accadde. Quando lo vidi morto da pochi minuti, come era ridotto e quanto avevano martoriato il suo corpo per tenerselo in vita loro, facendolo soffrire, facendolo morire nel sonno per soffocametno come si scoprì, mi fece male per me, e per tutti quelli obbligati a cure e mantenimenti, in vita in quel modo. Capìì anche dalla mia malattia che sarebbe finita così per me, che non erano capace di dire addio e auguare a chi dicevano di voler bene, un modo dignitoso e più umano di andarsene. L'ho visto urlare dal letto e chiedere di trattarlo da umano, ma morì devastato più dall'agire di chi avev aintorno che dalla vecchiaia improvvisa. Io non provavo cosa doveva provare una persona normale, come dicevan che doveva essere. E l'ho visto, come gli altri, come coinquilinio con cui dovevo vivere. Faccio schifo, sono merdosa, lo so e lo comprendo. Non ho provato cosa avevo visto da compagni, a cui erano morti i nonni anni prima, e si disperavano in classe e piangevano. E io non sapevo se fossi sbagliata. E poi l'altro, morto di colpo per un'arteria scoppiata, provai solo contentezza che non avesse subito quello che avvenne sull'altro. Anzi, ricordo che tornai a casa e mi sedetti in cucina, ero allegra e tranquilla perchè non  aveva sofferto, non avevo davanti quelle scene deliranti e supplichevoli. E poi... Io, già stando male per la malattia, iniziai a star male dentro. Quale sorte mi sarebbe toccata? Se da sempre fino a poche ore fa, erano loro a decidere tutto della mia vita, dal cibo agli abiti, a quanti soldi avere in mano o tenerli loro conservati... cosa sarebbe accaduto per gli anni a venire? Mi hanno sempre rimrpoverata nell'ultimo tempo,perchè non accettavo più le cavolo di medicine e terapie che mi avevano peggiorata seriamente. Mi davano la colpa di stare così e non fare niente, quando ho subtio anni non hai idea, per fare cosa volevano sul mio corpo, per guarirlo a loro dire. Senza sapere cosa ne pensavo e cosa volessi. Rispetto chi vuole guarire e prova di tutto, ma nessuno là fuori ha rispettato e considerato cosa volessi io o intendessi fare o meno. Dimmi, quindi Alaric, sono io malata mentale come pensavano tutti?"

"...."

"Già certo, non hai niente da dire... allora continuerò con l'ultimo punto. Tu non puoi capire quando non provi ninete per nessuno eppure desideri avere qualcuno vicino, perchè l'uomo è un essere sociale. Ma alla gente io non sono piaciuta mai, sia come ero veramente prima di tutto questo, sia dopo. Non cè stata nessuna persona amica, perchè alla fine chi pensavo meritevole e che mi vedesse diversamente, era stronza o peggio. Vedi esempio all'università cosa hanno fatto, mentre io stavo malissimo, alle mie spalle, anche. Ma il fatto è che non provavo niente per nessun maschio e la gente, famiglia e altri, pensavano fossi qualcosa che per la società è sbagliato. Contro natura. Gisutamente, senza dialogo ne niente non ti interessa parlare con quella persona e capire, ma giudichi subito senza problemi. E poi conobbi Rò. Era stato sia l'unica persona con cui fu naturale avvicinarmi, sia l'unico maschio che non mi dava fastidio avere vicino,  o da cui farmi toccare. Cosa puoi capire tu, dopo una vita ad essere sola, me, pensando di aver davanti una persona che forse poteva essere importante per me come amico e fidandomi? E intendo nessuna paura, nessun timore di essere me stessa, libertà di parlare e direla mia veramnete, non le solite frasi clichè che dicono tutti perchè è così, di avvicinarmi a qualcuno. Il problema è che io desideravo avere al fianco qualcuno con cui parlare, condividere le cose, avere vicino per ogni momento della vita ed esperienze... lui alla fine si rivelò come gli altri. Se all'inizio mi sentìì desiderosa di essere me stessa, mi accorsi pian piano che qualcosa non andava.  Tranne che al corso, non voleva fare una cosa che desideravo tanto. Uscire di casa, e fianalmente con qualcuno vicino a me. Andare al cinema, vedere posti interessanti, musei o anche solo negozi. Mi è sempre piaciuto guaradre in  un negozio, anche solo scoprire la merce, così come un bambino al negozio di giocattoli che vuole vedere tutto dall'inizio alla fine,  come vedesse cose nuove e straordinarie. Hai mai visto Mamma ho perso l'aereo a New York? Quel negozio di giocattoli? Da vedere tutto? Ecco... Invece ero sempre rimasta a casa, tranne dove dovevo andare per la musica. Ah, la musica. Anche quello, qualcosa che mi ha portato via pezzi di me. Il punto è che iniziò a dire di no, meglio di no. Ci sentivamo online per lo più, e poi scoprì perchè. Era stato fidanzato e si era lasciato dopo casini perchè per la sua ragazza non era al livello che voleva. Insomma non era ambizioso e voglioso di soldi, come voleva lei. Anche se non stavano più insieme, erano  in stallo e la famiglia di lei non accettava come lei, una persona con una lavoro banale, così creava problemi. Lei si vergognava di uscire con lui e passare del tempo con gli amici, perchè ogni vlta si chiedeva tra tutto e lei non voleva dire che era meno. E mi venne a dire che non usciva con altri perchè aveva paura che la famiglia di lei lo vedesse, in giro, con altre persone e montasse un casino, dopo anni di fidanzamento e tutto. Sai la cosa divertente? Mi disse però che nel caso, se volevo diventare più amici in quel senso, non cèrano problemi ad incontrarsi, da qualche parte, in segreto. Io ovviamente non la presi bene per tante ragioni, ma era l'unica persona per cui non provavo fastidio e nervosismo, andavamo d'accordo. Gli dissi solo amici, poi si vedeva. Poi una volta ci incontrammo ad un corso, dove venne per vedermi lontano dalla strada. Prima mi abbracciò dicendo che era felice di vedermi, e io anche se non sicura di cosa provassi, e del fatto che non mi dava fastidio, accettai. Venne altre volte ma le cose cambiarono quando scoprì che alcuni che frequantavano quel posto lo conoscevano e iniziì a diventare nervoso e irascibile, dicendomi che mi comportavo da bambina se scherzavo o ero me stessa. E poi un giorno...  Ricordo che cèra un bagno per le ragazze, e vicino una stanzetta mai usata e mi chiese di parlare lì. Io non sono tipo da nascondermi, così che la gente non mi veda. Se mi piace stare in un posto per tranquillità e perchè va a me, ok, ma non mi sentivo a mio agio di nascosto. Perchè avevo un sentore... Ebbene, mi chiese, indovina di fargli cosa? INiziammo a discutere e lui mi disse che se davvero gli volevo bene, dovevo dimostrarglielo. Puoi immaginare la mia perplessità per un concetto del genere. io, sola da schifo da sempre, arriva la prima persona concui non mi sento in negatività come con gli  altri, ho il mio modo di essere e conosci... e chiedi con instistenza questo! E mi rimproverò anche, una delle tante volte, lamentandosi 
sempre del fatto che mi diceva sempre , ma io no, solo ti voglio bene. Il problema è che io stessa glielo dicevo ma col dubbio, perchè non ho mai capito cosa bisognasse provare e come capirlo. Anzi, si lamentava sempre anche di questo. Le altre questo, le altre così, le altre fanno, dicono, dimostrano. Diceva che era impossibile che io non capissi se e cosa provassi, che se mi abbracciava questo, se tentava di baciarmi quell'altro. ma io non sapevo cosa rispondere a me stessa, pensa a lui. E c'erano loro, la mia famiglia e chi mi chiedeva sempre perchè non ero con il fidanzato, perchè non cèra nessuno, che intenzioni avessi. Non è che cè rischio che diventi come sua zia, chiedevano tutti a mia madre anche se ero lì e potevano rigirarla a me. Ho una zia mai sposata per fatti suoi, e tutta la famiglia e chiunque, a dirsi preoccupati e increduli per questo. E che anche io potessi - fare quella fine -. Dopo il diploma i miei, che rompevano perchè a quell'età erano molti quasi sposati mentre io non mi ero arrisicata a interessarmi a nessuno, meglio se ben messo economicamente. Vedi tizia, caia e sempronia? Sono già sposate e con figli. Quando ci dai dei nipoti. Quando. E poi le colleghe all'università, che stufa di sentirmi chiedere quando lo avessi fatto la prima volta e quante volte, dissi alla fine che non era mai successo e non mi interessava. Come finì?  Che dopo aver detto questa cosa a tre, quelle con cui credevo fossi amica stretta, l'han saputo tutto il gruppo in generale ,ed è inutile dire tutte le frasi che ne risultarono, no? Come si fa gente, che sfotte le religiose e perbenine, prendere in giro una persona solo perchè diversamente da loro non si son passate mezza città. E per alcune era così. Invece di chiedere ma come mai... Cosa è successo... con amicizia, non saprei! No, risate e presa in giro. Mi presero per scema, per pazza per essere ancora così, incredule perchè pensavano che scherzassi, iniziarono a sfottermi sul fatto che era strano che non mi piacesse nessuno, neanche un cantante o attore, e non mi venissero le voglie che divevano di avere. Ma io realmente non provavo e sentivo niente  e non mi interessava. Ero stata sempre sola e avevo terrore della mia famiglia e del giudizio per qualunque cosa avessi decido di fare in generale. Questo mi limitò parecchio, troppo,  ma per loro ero strana, per tutti gli altri o ero lesbica  o avevo qualche problema. Non cèra altro. Ricordo che me ne andai pensando solo una cosa, il giorno che dissi stufa la verità a quelle tre. Che la mia famiglia aveva fatto di tutto per inculcarmi che la gente faceva schifo, non cèra niente di buono nel mondo se non nella famiglia o nei fatti prorpi, che non bisognasse dire o far sapere niente alla gente. E che dovevo esser come la società e la gente voleva. Io credevo nel mondo, quello che mi faceva brillare gli occhi per ogni cosa che vedessi e che aveva sapito creare prima di me,  e volessi scoprire, eppure questo mondo non fece niente per sbugiardare quegli stereotipi, affermare che non era tutto così negativo come pensavano. Farmi vedere che cèra una faccia, oltre quella dell'odio e distanziamento. E invece..."

"Che è accaduto poi" chiese Lubo, mentre lei si incupiva e i lsuo sguardo era perso da qualche parte

"Semplicemente, dopo una di quelle giornate di festa in cui si deve stare in famiglia, in cui mi bombardarono di paragoni tra me e altre, cosa avevano fatto loro della lista della spesa e cosa io no, manifestando timore che potessi diventare come quella zia e sofferente di mio per la malattia e l'università. che non andava più come avevo cercato di mantenere, non riuscì a reggere anche a Rò. Pressava per vederci per fare roba, voleva fatto questo e quello, rabbia perchè non dimostravo l'affetto che cèra per lui, e mi comportavo in maniera strana. Il problema è io ero persa in una vita non mia, una...  e poi, non ero io ad esser diventata strana, semplicemente soffrivo per esser costretta da tutti a fare cosa volevano, a subire pressioni per qualcosa per cui non ero incline. E così... per disperazione alla fine gli dissi si. Non ce la facevo più a sentire tutti con le loro richieste, se contrario a cosa tu vuoi, le colleghe di università che invece di ascoltarmi e vedere che stavo male e aiutarmi, mi sfottevano sempre e si infuriavano se io dicevo qualcosa sui loro fidanzati... virtuali. Si, perchè queste grandi signore, erano tutte fidanzate con gente che abitavano altrove, conosciuti in chat mentre si divertivano con altri  in città. Questo l'ho scoperto quei giorni in cui, invece di studiare come chiedevo, erano diventate così amiche da dirsi tutto.  Ora, una di queste aveva come me una malattia, la sua le aveva portato a malformazioni delle gambe e camminava male e si vedeva che qualcosa no andava. E lì io la capisco, se la gente non la considerava per l'aspetto fisico passi il fatto che cerchi altrove qualcuno che no vi badi. Anche se anche questa ne ha combinate da far impallidire. E' arrivata a spedire a questo tizio orologi da polso, cibo nostro tradizionale e altro in pacchi non assicurati e, siccome li comprava con me quando facevamo due passi vicino tra le lezioni o le ore nostro di studio, ero presente. E sudavo se non arrivavano, perchè questa aveva anche come me problemi di denaro e i soldi glieli davano i genitori, malati come lei, sperando che quel tipo la accettasse davvero e si sistemasse. E poi sfotteva me per l'amicizia con Rò, dicendo che non è normale che un maschio sia il migliore amico... comunque mettete queste cose insieme, aggiungeteci lui che invece di parlare e fare qualcosa per distrarci dai casini personali, rompeva che voleva una foto intima, questo e quello... Un giorno mi dice che i suoi genitori erano tornati a casa accompagnati da un parente, perchè si erano sentiti poco bene nella casa in campagna e la macchina del padre era rimasta là. E doveva riprenderla. Con la sua semi ex si parlava ma non da chiederle questa cosa e quinid... alla fine gli dico ok. All'epoca ancora guidavo un poco e mi aveva detto che mi faceva vedere la famosa casa della sua infanzia, che amava, e nel mentre lo aiutavo a riportare la macchina in città. Mi venne a prendere e andammo là... il tempo di farmi vedere la sala da pranzo che cominciava a strofinarsi su di me. L'unica cosa che provavo era voglia di uccidere qualcuno, ma dopo una discussione dove di nuovo anche lui mi diceva che sono una donna, e come tale ci sono cose che devo fare... in quel momento lui disse che bisognava approfittare delle occasioni, e ho sbroccato. Gli ho detto che non sentivo niente e non provavo niente, ma lui sordo. Mi disse di seguirlo e mi condusse nella cameretta dove ormai andava solo per dormire, quando stava con i suoi in estate ma stop, era ancora come l'aveva sistemata da ragazzino. E simpaticamente disse che era qui che portava le fidanzate prima dell'ultima. E già non ero in vena prima, mi spiace dirlo ma mi venne lo sgutter, ossia lo schifo a pensare a ciò. E si, inutile che fai quella faccia..." disse ad Alaric

"Stavo solo pensando..."

"Si, al fatto della macchina. Quella volta che mi disse di salire in macchina, alla fine del corso, che mi dava in passaggio. Mi portò invece in un post isolato e mi disse che finalmente eravamo soli ed ero tutta sua. Mi disse anche che in quel posto onn ci abitava nessuno e se volevo potevo, come disse lui tranquillamente, cavalcare senza paura di esser visti. Simpatico, vero? Ennesima discussione, perchè io primo non volevo, non mi andava. Secondo, voleva che mi spogliassi per fare almeno roba meno grossa e io ribattei che eravamo in una macchina, senza qualcosa per proteggere la pelle dai sedili. Apriti cielo, cosa accadde... inveì contro di me perchè riteneva impensabile questo mio pensiero. Era assurdo, urlava, che io pensassi a qualcosa di così stupido, invece di fare roba e terminò con . Fu in quel momento, quell'incessante, di tutti, paragonarmi ad altre e lo mandai a quel paese. E quella volta, tempo dopo,  in quella casa, non reggevo più a ninete e gli dissi va bene, vediamo sta cosa. Ricordo ancora il lettino con il copriletto chissl con quanta polvere e roba di sopra, e mi disse mentre apriva la finestra . Così, come un ordine dato a un cane. Non capì neanche quando lo guardai storto e dopo il cantilenio di altre frasi uguali  accettai controvoglia. Non si degnò neanche di togliere il copriletto... " si fermò arrabbiata, mordendo con rabbia il labbro inferiore

"Non cè bisogno che spieghi tutto" disse Jd


"Ah, io non ho nulla da vergognarmi, se è questo che pensi. Così come per la tua storia non ne hai tu. Non è quello... è solo che pensarci fa male... NOn dirò oltre il basico. Ma non fece niente di particolare, ne io, non quello, ma quando vide che  non facevo altro che guardare i muri, dopo un pò, si alzò e disse prima di uscire di sistemarmi e raggiungerlo. Mi sistemai e rimasi seduta sul letto, senza sapere cosa dovevo mostrare. Il suo tono e il modo in cui se ne andò,con un tono come deluso o non so che altro. Sapevo solo che volevo distrutgere tutto e sfogare cosa provavo in una volta sola. Lui non aveva fatto niente di particolare, eppure oltre i dolori, guardando il muro opposto, non risucivo a pensare che a una cosa, Anzi due. Che fossi rigidissima e nervosa, che al confornto un baccalà sotto sale era elasticissimo e due, che mi sentivo con lui come con tutti gli altri, solo un qualcosa per cosa gli interessava. I miei e famiglia in generale, non facevano altro che dire che mi amavano, che cosa dicevano e facevano era amore, senza però mai chiedermi o parlare con della cosa, quali fossero i miei desideri e cosa odiassi.Non li sapevano. NOn capivano il dolore che procuravano alla mia psiche con i confronti, dicendo che altri padri, madri, nonni si vantavano con loro di figli e nipoti e loro non potevano farlo. Come se, nonotante i miei voti e successi sudatissimi, per la mia malattia che mi limitava, non meritassi qualcosa. La società voleva come la famiglia che io rispettassi gli imperativi obbligatori di donna e poi lui, la persona che credevo avessi vicina e con cui all'inizio mi sentivo a mio agio, a parlare e che mi rendeva contenta perchè cèra, mi aveva fatta sentire in meno di mezz'ora un niente. Insapore per cambiare parola. Mi aveva obbligata a fare cose che non sentivo e volevo, che non venivano da me, dicendo che non era normale, mi aveva spinta a permettergli di toccarmi senza niente, senza altro. Finchè non si incavolò e se ne andò. LAsciandomi così, senza parlare, senza chiarimenti, senza vedere e capire che ero nervosa, non a mio agio, in preda ai terrori di quella paura che mi ha sempre accompagnato. E mi chiesi se non fossi davvero sbagliata nel credere che a qualcuno importasse di cosa volessi e cosa provassi. La prova era lì, perchè mi ero bloccata, rigida come un bastone solo perchè mi toccava e non lo guardavo, automaticamente si era offeso o che altro e non gli andava più bene. Chissenefrega se magari cè qualcosa che non va. Quella fu la cosa più devastante sul sesso che ha peggiorato i miei rapporti con quella paura. Paura e incapacità a reggere tutto, il concetto del sesso ecosa dovevo essere per gli altri contro me stessa. Sentito come obbligatorio da sposati, imperativo per fare figli per gli altri, mentre vietato e mal giudicata tu se pensi anche solo di fare qualcosa. Solo scoprire della mammine pancine e cosa scrivevano mi facevano stare peggio. I doveri. Lo stare con gli occhi chiuse, mute, oggetti inanimati fra le mani di altri... DOpo la scuola media mi venne il terrore del giudizio degli altri, perchè i miei continuavano a urlare che dovevo apparire così, vestita in quel modo, non dire e non rispondere mai a nessuno a davanti ad altri, sorridere e mostrarmi sempre affabile, educazione non onnormale ma ai massimi livelli e mai, mai atteggiament equivoci. Dopo le insegnanti e compagni delle medie, iniziai a soffrire la vicinanza con gli altri, da rifugiarmi smepre più in me stessa. Sempre sola, sempre così dispiaciuta. Nessun amico o qualcuno con cui capire le vicinanze, le affezioni e cosa significava e se cèra da provare qualcosa, con la vicinanza fisica. Se non provavo fastidio con lui, mi dissi che forse significava qualcosa. Invece quel giorno è rimasto come un incubo, sempre sull'attenti quando un maschio si avvicinava o capire le sue intenzioni. Sempre fredda e sempre distante, questo ero prima e peggio dopo. L'ultima volta che lo vidi fu quando decisi di troncare tutto. Quel giorno mi ritrovai al piano di sotto con lui, che chiudeva tutto e come se neinte fosse mi disse di montare in macchina e tornare a casa sua. Lasciai l'auto sotto casa, mi ringraziò e saluto dopo che mi riaccompagnò e tornai a casa. I nostri discorsi per lui dovevano virare sempre su quello, senza mai, mai, accennare a quanto accaduto e cosa comportò per me. Io stessa non ho mai capito l'unica cosa che provai da quel giorno in poi. Un dolore nel petto da mancare il respiro, un disagio e tremore assurdo, al sol pensare a lui e come mi sonosentiva, come un niente, là... il vuoto e il respiro tremante perchè non volevo, e poi l'aver visto lasciarmi sola . Di nuovo sola, di nuovo niente. Quell'ultima volta, qualche settimana dopo, perchè avevo mandato a quel paese le colleghe di università, fu la fine. Anche loro, invece di aiutarmi o che altro, come vedevo fare a tutti gli altri ma per me mai nessuno, mai verso di me, mi denigravano e dicevano di non credere che stessi male, nonstante camminassi male e mi venisse una nausea paurosa per i dolori. Così, per disperazone perchè i miei volevano risultati, gli dissi di aiutarmi, e accettò. Avevo una sorta di stanza da basso che era di mio nonno, facente parte della casa originale, la parte di sotto rimasta a lui, Morendo è andata a noi, ma non la usavamo mai, quindi cèra stanzetta con tavolo, letto e bagno. Cè da dirvi forse come finì?"

"avete litigato" rispose Jd

"eh... " sorridendo amarmente" neanche il tempo di entrare e sederci che, notato, il letto, cercò in tutti i modi di farmi spogliare per fare roba. Arrivò a spingermi, mentre io arretravo provando quella senzazione per quella volta, e togliermi i vestiti. Proprio cercò di togliermeli. Quando colpì la parete con la schiena, mi resi conto di come annaspavo terrorizzata e l'ho spinto via, tremando. E' accaduto così, a ricordarlo non so neanche io esattamente come si sentissi in quei pochi momenti. Volevo urlare, andar via, anche piagere. Mi sentivo disperata. Discutemmo, tanto che temetti di esser udita dalla mia famiglia di sopra, che sapevano di lui e pensavano chissà cosa da prima. E di nuovo senza parlarmi. Discutemmo seriamente, lui dicendo di essere deluso marcio e che ero cambiata, io sempre più sconvolta da cosa diceva. E di nuovo, non ero io ad essere cambiata... semplicemente agivo come me, non come ero abituata con gli altri. Solo che mi aveva conosciuta all'inziio con quella maschera che tento di mettere sempre per apparire simile agli altri e pensava seriamente che fossi una scemetta ingenua, caruccia e  solo timida. Anche dopo tantissimo tempo, dopo che doveva avermi consociuta davvero in chat, e nelle poche volte di persona, non ha mai capito che i miei comportamenti erano genuini e spaventati. Non volevo niente, se una cosa non viene da me in generale non vogli ofarla e lui invece pensava fossi solo... non so neanche io cosa. Non parlammo mai davvero della cosa, perchè quando tentavo di farmi ascoltare, come tutti gli altri glissava e si lamentava invece lui. Quella volta volevo piangere per una cosa. Alla fine tutti, tutti quanti, non facevano altro che dire che ero una delusione, un fallimento, sbagliata. Lo mandai via e poi per messaggi nel cell per giorni, mi scrisse di perdonarlo e di parlare di nuovo.Quelli di cui ti raprlai con cui andai in Irlanda... Quel viaggio è l'unica cosa che ho sentito viva e reale, io che cèro, si tutta la mia vita. le uniche volte in cui ero contenta e mi ricordo con un pò di rimpianto è quando compravo quacosa che desidaravo o mangiavo quello che mi piacev dopo secoli. All'epoca parlavo con Zay e Ric, conosciuti per un interesse comune online e che veramente, anche rispetto a Rò, sono stati diversi nel considerarmi. Fu parlando con Zay che capì che non ero io ad essere in errore, come mi facevano pensare tutti. Che tutto ciò che... " scuotendo la testa  "mi parlò delle sue esperienze e degli uomini in generale, e del fatto che non era sbagliato il mio rifiuto di non fare cosa non mi andava. Che io avevo ragione. E Rò considerava quella mia comprensione come cambiamento, quando dall'inizio io parlavo, dicevo e niente... come tutti gli altri, che fossero famiglia o gente che avevo conosciuto. Furono quel giorno in quella casa, e quell'ultimo incontro nella mia, che ne uscì peggio in tutti i sensi ed è da allora che non ho contatti con nessuno in generale. E odio la gente, non voglio contatti o altro.  Anche perchè io ero peggiorata, e anche uscire per qualche ora di casa mi procurava dolori assurdi, sopratutto camminando.  E così, eccomi. Una persona che odia i contatti con la gente, il sesso per queste sue esperienze e, lo dico una volta sola come dissi a Rò che non voglio fatto niente, non a me, non lo tollero per me. La gente può fare cosa vuole, basta che non danneggi gli altri, non lo giudcio se non appunto come ricatto, uso per propri scopi o simili. Non come quegli idioti là fuori.  QUindi come vedi, no nsono come quelle persone di cui ho parlato prima che detestano il sesso e l'altro sesso perchè la gente li ha rifiutati. Io detesto gli obblighi, di più se legati al sesso. Ma su di me. E se Milan è davvero un Signore. serio e manterrà la parola, mi fiderò della sua promessa..."

"Ti viene ancora da piangere al pensiero?"?"

"No" rispose a Jd "l'ultima volta che ho pianto davvero, da non riuscire a fermarmi o fare altro, standoci male per un pò ancora,  fu quando scrissi una lettera a Zay e Ric. Furono gli unici a cui raccontai molte cose e che considero amici, anche perchè li incontrati di persona, e a cui devo rispetto per come si sono sempre comportati ocn me. Ma abbiamo litigato per come ragionavano su cosa volevo e non accettavano, so non veramente,  e... Avevo chiesto aiuto.Non hanno mai compreso, ne sono sicura, che ho troncato anche con loro perchè non riuscivo a reggere più niente.Strisciare a quel modo in questo mondo, non aver mai niente di cosa desideravo per far contenti gli altri e sentirmi pure rimproverare di essere una delusione. Ancora oggi i miei non hanno mai compreso le mie parole e urla, se dovessi farcela, non capiranno mai perchè desideravo essere ascoltata e che vedessero la verità. E a loro, sarò stronza anche se so che facevo tutto per la prole, appunto i figli in generale e non me, non voglio dire addio, Voglio adanre da questo mondo a modo mio."

"Ma sono i tuoi genitori..."

"Puoi considerarmi stronza, schifosa, merdosa, indegna e qualsiasi cosa ti venga in mente. ma fin da piccola non provavo niente per loro. Gli accadevano cose, non mi sentivo dispiaciuta come lo mostravano gli altri quando facevano casino intorno a me. SOno arrivata al punto di trovare disgustoso il loro toccarmi per sbaglio, anche passando... dovevo pulirmi il braccio per esempio o parte di cosa indossavo. Dividere il bagno con loro era disgustoso. Non volevo che mi toccassero il letto per rifarlo o togliere le lenzuola. Se da piccola per me erano persone con cui dover abitare, fino a ieri erano individui da cui avrei voluto scappare, ma non riuscivo. Perchè usavano i sensi di colpa come arma. Ma se glielo dicevi ti dicevano che eri stronza e altre cose a pensare ciò. Eppure le cose le dicevano, per poi ritrattare. Sembrava di vivere come le storie dei laureandi con i coinquilini. Sono legata a loro per il sangue, ma non mente e cuore. Fammene una colpa..." disse lentamente e con incisione ad Alaric, poi continulò, sempre guardandolo negli occhi.

"...Sarei stata davvero forte e capace come dicono gli imbecilli contro chi non vuole più reggere le stronzate, se li avessi affrontati e fatto davvero come volevo io. Ancora ieri, continuavano a dire che io avevo fatto sempre cosa volevo, contro il loro parere. Io! Che non ho mai fatto cosa desideravo e ci ho rimesso. IO! Sarebbero, lo so, come altre persone che piangerebbero per il fatto che le hanno abbandonate, che sei andato via e li hai lasciati. Cosa ha portato la persona a quella decisione, cosa è avvenuto perchè accadesse, perchè non si fidava di loro e ha preferito fare da sè... e tanto altro. Penserebbero solo che eri egoista fancedoli soffrire come se fosse una ripicca. Tutti i miei tormenti e dolori... si pensa solo a chi resta che cosa gli è stato tolto, cosa gli serve per vivere e continuare ma non ha niente. I cretini che non ascoltavano e vedevano si, loro meritano compresione, tu che eri sull'orlo della disperazione no. La gente è così bloccata nei ragionamenti... Ad ogni modo quei due lo so che non sono contenti che abbia troncato, ma non capiranno che le mie paure dei contatti con le persone sono peggiorate, non risucivo a reggere anche solo parlare con loro. Vedevo loro, come altri e come continuavano ad andare avanti e avevano le possibilità per farlo, che fossero aiuti o i loro meritati sforzi ripagati. Ma io, dal liceo a cercare di rendermi in qualche modo autonoma e capace, per andare via di casa e liberarmi di loro... sono riusciti a tenermi a casa, con loro, come volevano, incatenata senza vedere. Anzi, vedevano sempre che il mio umore peggiorava, non gli parlavo, non ridevo più e per le dannate feste con la famiglia mi obbligavano a rimproveri e parolacce, a fingermi sorridente e felice, con nonni e tutti gli altri. E io stavo male. Ma non riuscivo, mi snetivo peggio, stavo da schifo dentro e mi rimproveravano tutti quanti perchè rovinavo la festa. E quella di batosta di Rò e cosa è nato in me da quell'esperienza. Ciechi fino alla fine. Parlando con Zay mi ero pure illusa un pò che forse, qualcosa per me cèra, che cèrano persone per me alla fine, che ci fosse qualcuno allla fine speciale veramente. Non ho mai avuto vicino una persona che mi portasse ad essere felice perche vi fosse, e che fosse felice che io cèro,,, e che condividesse con me qualsiasi cosa, stando solo vicino. Come le amicizie eterne, uniche, indistruttibili. Loro due erano miei amici e tali rimarranno, ma parlavamo dopo quell'unica volta di persona, solo online. E io non ce la facevo. A casa sempre peggio, sempre e sempre e mi sentivo sola sempre di più. Non hanno compreso che non mi aiutava o bastava, più, solo online quando potevano. E poi non ce l'ho fatta. Speravo che mi aiutassero a non soffrire  più di quanto non fossi devastata e sola e invece... Non volevano. Lo capisco, ma quella rottura alla fine era inevitabile. per una votla che desideravo che qualcuno facesse qualcosa per me, per mio egoismo se volete metterlo così..."

"E cosa cèntra con le signorine che ci fanno compagnia?"

Lia guardò Alaric come se vedesse qualcosa di ripugnante.

"Perchè lo sto dicendo a voi? Come detto le uniche persone a cui avevo detto queste cose, sono quei due. Nella mia vita nessuno ha mai voluto ascoltarmi, fermarsi e usare i lproprio tempo per darmi ascolto, attenzione. Quelle persone lo avevano fatto, ma come gli ho scritto, ho impresso nella carta quello che riuscivo a mettere stando male parlandone, perchè usaressero anche gli occhi e il cervello, cèra poco per me, che potesse aiutarmi. Ormai. Io non sono solo parole al vento, capirmi come per chiunque altro è qualcosa al di là di quello che si pensa. Come per le poesie... che esprimono l'inconscio di una persona. Per terapie o altro ti dicono , è perchè nelle parole le persone riescono a imprimere se stessi e cosa provano. Specchio dell'incoscio, del cuore, interiore profondo della persona. E ti vengono le domande per capire mentre leggi, cosa ha portato quella persona a scivere quello che il foglio custodisce. E chi sa leggerle, comprende senza bisogno di incontri. Ed ecco anche perchè la carta, la penna, l'inchiostro sono per me elementi materiali della mente di chi li usa.
Ma adesso, qui, l'ho detto perchè mi ricollegavo a quel discorso nella Sala che hai fatto. Su quelle donne. Possono mostrarsi carine, dolci, coccolose, caruccette... tutto ciò che ti piace. Loro possono apparire, apparire non essere, come tu le vuoi.... ma sono persone. E così, come poco fa tu ne hai parlato, per te estesso, io ho detto il mio lato, il mio punto di vista, l'altra faccia dell'essere umano, come tu lo intendersti, femminile. Io tra non molto no ci sarò più, è un dato di fatto, perchè non mi fermo. Non accadrà come per altri che, perchè qualcuno arriva e regala un tipo di vita che alla fine non fa schifo, sono felici e dicono di essere rinati e comprendono il perchè e percome della vita. Di storie così ce ne sono molte. Ma io non sono quel tipo.Io so, ne sono consapevole, ho ben chiaro quali sono i miei problemi, traumi, paure, dolori e profondo odio. Che non ho sperato e non può accadere, ancora adesso parlando, mi vengono i timori e paure dell'esser giudicata. Il mio passato non mi lascerà mai. Mai. E adesso, temo il vostro giudizio ma non posso lasciarti dire che quelle persone sono solo passatempi o trastulli... QUi avete alcune cose che mi hanno interessato nella mia vita e non ho potuto avere, ma questo non significa che schiocco le dita e urlò .... No! Da ciò che sono e sono diventata, non può nascere niente di buono perchè non cè nietne di buono. Anche adesso, vedendo quelle cose, per come sono adesso, non cè nessun desiderio di approfittarne e accettarle. Perchè non ho niente da desiderare ora, sperare, voler vivere. Altri ne avrebbero approfittato e sarebbero anche riusciti a trovarsi uno squarcio di tranquillità per ripartire, ma non per come sono rotta. Per questo Milan può pensare cosa vuole, Zay e Ric possono vedere cose pucciose e cuoricinose per come sono, e pensavano che andassero come epr altri. Ci sono cose e persone, per loro speranze che possono ripartire dal ninete, come un seme nato in un buco della strada, e attecchisce. Ma non da un qualcosa  fracassata come me. Di certo, potete cercare di riparare un sado di fiori con tutte le colle che volete. Ma perderà sempre acqua, diventando solo utilizzabile come ornamento alla meglio. E basta.Come quel giorno a casa sua, è come essere vuoti, un contenitore, come voi vedete le donne. Non ho nula in questo mondo, non cè nulla per me in questo mondo, il mondo non mi vuole.  Perchè farmi tirare dai desideri degli altri, ancora una volta, perchè vogliono che io viva... mi colpevolizzo di tutto , sono la colpevole di cosa sono diventata, nonostante siano stati gli atlri, gli artefici della mia disperazione, e io gliel'ho permesso. Eppure, nonostante la maschera che mi viene maturale. per paura, usare con altri, non riesco ad essere omologata al gruppo sociale e... quindi, perchè dovrei rincorrere un mondo che non mi vuole? E ora, incacapce di far qualcosa, dovrei fare cosa?  No, Milan può pensarla come vuole, ma deve arrivare a dove sono ora io, per comprendere che non cè nulla da salvare, risanare, riparare... quello che volete.
Le persone possono solo provare. SOlo. Provare. NOn riuscirci. Ma deve esserci il tempo e la possibilità. Che per me sono finiti. Si, è un senso di arrendevolezza e negatività. Come tutto, ne sono consapevole. E per questo che io sono insanabile. Io, inquanto, Lia, non ho motivo di andare avanti perchè sarebbe solo strisciare per il mondo mentre gl i altri camminano, danzano, saltano, corrono... ma io sono sempre là, in fondo, nel basso a guardare l'altezza degli altri. Rispetto a me."

"ma perchè ti lamenti tanto!" iniziò a sbraitare Alaric stringendo nella mano la bottiglia che sbatteva sul tavolo nell'enfasi del discorso "Quelle donne fanno quel lavoro, noi le paghiamo. A loro piacciono i soldi, a noi i loro lavoretti. Non credo che le donne possano essere brave o migliori noi nel nostro lavoro, se è così dimostratemelo. Altrimenti smettila di lagnarti, il mondo è pieno così di storie come la tua, e domani arriverà qualcuno che avrà vissuto peggio, eppure vede positivo. NOn so perchè, anche dopo le discussioni nella Sala, il motivo per il Leader ti ha voluta. Stavi andandotene! Eppure sei qui, hai tutto ciò che avresti voluto disposizione. Approfittane e zitta. Come a noi va bene, anche tu puoi almeno fare cosa desideravi, e non ti hanno fatto fare. E magari trovi almeno uno tra noi con cui dimenticcare quel tipo che ti voglia fare. Approfittane, sarà facile..."

Lia restò in silenzio, profondo mutismo, a guardarlo. La sua espressione era sempre più calamitata su di lui. GLi occhi che si allargavano a ogni frase, le sopracciglia che scendevano come la testa. Mentre gli occhi mutavano quell'aspetto, notò Jd suadando,  inziava ad arrabbiarsi seriamente. Affilati, taglienti, grandi eppure feroci come un lupo. Le labbra strette, immutate da prima, eppure si notava che era rigida. Quando arrivò all'ultima frase non terminata, schiuse le labbra guardando questa volta Lubo in modo strano, alzò il mento, e voltandosi ancora sulla sedia col busto, alzandosi se ne andò sbottando "Ma Vaffanculo, Va..."

"Ma veramente?!?" disse Jd alzanndosi, allargando le braccia, guardando l'amico pieno di birra e contrariato, aggrappato alla bottiglia

"l'ho sempre detto, misantropia...." borbottò Alaric chinandosi con i gomiti sulla tavola

"perchè sei così scemo..." disse Lubo

Jd corse dietro a lei, che se ne andava in un'andatura che sembrava militare e rabbiosa, non sapendo come proseguì Lubo all'altro, lasciandoli là.






Un anno e sei mesi prima

Kianta si ritrovò sulla soglia dell'ospedale, indecisa su cosa fare. dove andare. Voleva dare un'occhio al luogo, vederlo.
Il dottor Gorman le aveva chiesto di restare ancora un pò, almeno fino a sera, per capire se stava bene e si era ripresa. Ma lei sentiva qualcosa di fastidioso nel ritrovarsi là, nel letto, immobile in attesa del controllo dell'infermiera o del dottore stesso.
Per quanto la stanza fosse una delle due speciali, destinata solo ed escluivamente  al Leader, comandante ed ospiti, senza destinarla mai agli uomini, non riusciva a restare senza far niente, nonostante le possiiblità di passare il tempo previste nell'arredamento. Dormire per lei era negativo, e non voleva più avere medici intorno.
Jd, Alaric anche se controvoglia, Lubo, e Bryden erano andati a vedere come stava e gli aveva parlato, ma dopo quella visita in tandem, aveva ancora più voglia di uscire. E così, dopo essersi vestita e aver dovuto ordinare all'infermiera di calmarsi, che tutti i controlli erano andati bene e se si sarebbe sentita poco bene avrebbe chiamato o sarebbe tornata, salutò anche il dottore nel corridoio e uscì. Fuori.
L'aria buona e odorosa la investì, ben diversa da quella che entrava dalla finestra, più lieve. Lì, con un viale a più corsie contornanti da zone verdi, con alberi alti e ricchi di chioma verde, con alla base composizioni artistiche, panchine o  cespugli o agglomerati di fiori, si sentì più leggera, perdendo la pesantezza che le mura bianche e i corridoi lucidi le davano.
Nonostante vi fossero molte persone che camminavano, parlavano, si muovevano ovunque guardasse, svolgendo attività di vario tipi o solo restando in gruppo, non vi era confusione. Le voci le giungevano, alcune lievi come sussurri, altre forti come urla, ma sempre gioiosi, con risa e complicità, senza infastidire.
Si voltò ad osservare l'edificio che stava lasciando. La facciata sembrava di un edificio antico, con decori in rilievo di pietra o legno. La porta stessa era un rettangolo ampio a due ante, resa in legno chiaro e vetro, per non stonare con l'edificio, con un ernome arco spesso che scendeva fino a terra a contornare la porta e nascondere il meccanismo scorrevole. Le aveva spiegato tutto l'infermiera che, anche in tensione, l'aveva accompagnata fino all'esterno e le aveva spiegato la stranezza di quell'entrata. La porta originaria era quella con i battenti aperti completamente verso l'interno, in legno massiccio a cassettoni e parti in metallo a decorazione che veniva chiuso e sigillato al bisogno. Mentre per l'entrata facilitata era stato costriuto un meccanismo in ferro mascherato. Le porte ad apertura automatica che rientravano ai lati erano si, in le gno e vetro, ma la zona di apertura era una sezione aggiunta all'originale. Che dava all'esterno un aspetto di porta che usciva fuori, data dall'arco largo e e decori esterni ad esso, che mascheravano l'aggiunta. In pratica emulava le vecchie case antiche con i portoni massicci e imponenti, ma all'esterno le porte a scomparsa si attivavano con il laser con la presenza di qualcuno sulle scale, contornate da decorazioni appplicate successivamente. Gli scalini avevano dei rialzi centrali per permettere a lettini e lettighe di esser portati con facilità dentro.

Tirò fuori dalla tasca la lettera che aveva letto e riletto e la dispiegò, osservò la calligrafia fina e corsiva, con le sue rotondità ma incisiva, non leggera o femminile. Si notava sulla carta il punto in cui finita la frase, l'inchiostro avev lasciato un puntino in più alla lettera, segno che chi l'aveva vergata non aveva usato una penna normale. La carta non era quella sottile e trasparente delle stampanti o fax, ma più corposa al tatto. Anche l'odore che emanava solo leggendola era particolare, come l'odore dell'inchiostro.
Osservò le parole ancora per lei da capire in toto, per decidere cosa fare veramente.

Non andartene docile in quella buona notte.
Infuria, infuria contro il morire della luce.
Sfarfalli e brillii, una lampada ilcui cono protegge zona calma
togliendo il freddo e buio, sei come lei
Caldo e tenue rilassato tempo, mentre attorno infuria il freddo scorrere
Osservi e guardi, parli ma non puoi niente
spettro e fantasma significa questo, 
rassegnata, la sua parte va perduta nell'infinito del tempo e del niente
entità effimera sfuggevole
la luce si spegnerà come le lampadine, l'accadimento è dovuto
condannata, spenta la luce, spenta l'essenza
Davvero l'uomo può solo provare?
Improvviso, un lampo
echi della compagna della disperazione
E, da vuoto e nulla, 
tremolio e vibrio, pensieri e parole si fanno carne e ossa
Un urlo nel silenzio, dopo si spegne ma il suo eco rimane nella mente
fino a quando non si può fare a meno di ricordarlo
e così l'urlo diviene eterno.
Tangibile e vita
E la luce non danza più

P.S. Spero che tu stia bene. Ci incontreremo d'innanzi il cuore pulsante dell'oceano, baciati e schiariti da luce e funghi, che ci scaldano di dorato e pace. Immergiti

Kianta restò qualche attimo a riguardarla, solo quello, sapeva già il testo. Incurante degli uomini e donne che formicavano intorno, che la guardavano e basta, scorrendo.
Jd lo aveva letto prima di posarlo sul comodino, dicendo dopo averlo scorto che non capiva il significato alla fine, ma il testo lo comprendeva. Eccome. E rispecchiava l'autore. Le descrisse anche il significato, per quella lettera ricevuta quando si era sentita meglio, proprio dall'amico Jd.
Gli era stato chiesto e aveva mantenuto l'onere, eppure per tutto il tempo in cui era rimasto nella stanza con gli altri, aveva mantenuto un comportamento rigido e preoccupato. Prima per il suo stato, dopo per quella lettera.

No, si disse, Tutti i discorsi, anche con Alaric e Milan che era venuto dopo ed era uscito con loro, non dovevano occuparle la mente.
Desiderava capire l'ultima parte e dove recarsi. Doveva andare nell'oceano? O in un acquario? Cèra un acquario là, questo lo ricordava. Ma i funghi? E poi, con la coda dell'occhio, percepì qualcuno.
Milan era fermo sorridente ad osservarla.
Appariva tranquillo. I capelli legati a coda di cavallo media,  e chiusi in chignon, con qualche ciuffo caduto davanti. Di solito li portava sciolti allo Chateau, con onda grande da un lato o riga laterale o al centro, senza sminuirlo nell'aspetto. Ma quando andava in giro li teneva legati in modi diversi. Coda media, coda bassa, chignon, semi raccolto con uno chignon con una aprte dei capelli e gli altri che scivolavano sulle spalle.
Indossava un abito, mezzo Tight pareva, mentre per lavoro preferiva più classico. A tre pezzi,  composto da una giacca in tessuto broccato con disegni e foglie in varie tonalità di porpora, che non davano fastidio all'occhio. 
Con inserti di raso sui revers della giacca, li usava poco per lavoro, qui erano presenti.   Aveva  sei bottoni solo nella zona alta da entrambi i lati perchè si portava aperta, con colletto e stile coreana,e  . Dello stesso tessuto, che arrivava a metà pancia, rispetto agli altri più lunghi  più elaborato con i rivolti superiori angolari. Aveva tre bottoni e chisura laterali, rendendolo retto alla fine e non aperto come gl ialtri a V.
Usava anche quelle a un solo bottone sul petto, normalmente, mentre al lavoro le classiche, che lasciavano intravedere la parte media e bassa del gilet sottostante s enon chiudeva i bottoni superiori. Pantaloni sempre senza risvolto, grigio perla, ma non lucidi. Come sempre gemelli e cravatta, questa con stesso design della giacca e gilet ma chiusa a foulard con un fermo in oro al centro, nascosta alla fine dalla giacca. Portava come le volte in cui non lavorava tra estranei, anche un bastone con pomello argento con decori e materiali diversi, in base alla giornata o i completi.

"Buongiorno, socia..."

"Buon giorno a te..." sorrise caldamente lei

"Ti sei ripresa, vedo. Ero venuto per vederti e sapere i dati clinici. Ma noto che sei informa, come sempre"

"Nulla è cambiato da quando sei venuto"

"Eh...?" sorpreso e  rimasto un attimo incredulo "Mh, si vero... QUindi tutto nella norma. Ottimo. Sarei contento di riverti allenare e lavorare al solito, per sapere come ti sei rimessa. Ma è meglio se almeno oggi ti riposi. Domani comincerai la giornata normale..."

"In verità volevo fare un giro di tutto e..."

"Sicura di star bene? Che non ti verranno vertigini o altro? Evita eccessi, sei appena stata dimessa. Riposati, invece. Vai in camera tua. Va bene anche rivedere i progetti e lavori che dovevi svolgere, ma stando sempre attenta a non esagerare. Il dottore non aveva detto che non ha riscontrato disturbi o problemi? Inoltre in questi giorni verranno Madame e tuti gli altri per il Disegno. Dovrai essere in forma per riprendere dove è stato lasciato tutto. E per farlo, devi prima controllare tutto il materiale..."

"Si, hai ragione. Meglio documentarmi prima. Se verranno, sarà meglio che sappia tutto in anticipo. E' solo..."

"Sempre curiosa, sempre imprevedibile" disse ridacchiando "ma ascolta... Non è stato un incidente, però sei finita in uno stato simile al coma per parecchie ore. Ti sei risvegliata senza problemi, danni o altro e questo è straordinario. Nella tua situazione, altri sono finiti male. Ma..." alzando il bastone verso di lei dopo averlo mosso co la mano per i ldiscorso "se tu non ingrani nella maniera corretta ed eviti scossoni alla testa improvvisi, che siano fisici o mentali, rischi di tornare non qui dal dottor Gorman, ma da David. Sono stato chiaro?"

"Capito. Se torno da David rischio di restarci per un pò...e non lo voglio. Sei stato chiarissimo"

"brava ragazza. Sia io che i veterani ti abbiamo già illustrato tutto, dall'inizio al momento del risveglio. Corretto? E questo poche ore fa... corretto di nuovo?" ponendo ensafi sull'ultima parte

"Esatto, sei ore fa. Era prorpio per questo che volevo guardare e approfittare della luce rimanente..."

"Non sono un dottore, ma preferire che tu ti riposassi in un ambiente familiare e tranquillo. Ti farò portare cosa ti piace in camera, anche se per fortuna nostra e per voi, il cibo qui non è come negli ospedali normali. Quindi nessuno muore di fame o di rimpianti. Ma dovrai mangiare e stare tranquilla, perchè domani possa svegliarti bene al cento per cento. Non andrai in giro di tua inziativa, vanificando tutto?"

"No, ho capito. Credi che io sia così imprevedibile?"

"E' perchè sei tu che questo è avvenuto. Positivamente, certo, ma se esageri nel fare come vuoi tu anche per forza, finirai per ritrovarti davvero da David o ad ottenere un risultato sbagliato o non voluto. Io, mio fratello e Lia non abbiamo fatto tutto il lavoro solo per capriccio. Tu sei qui, sai fare cosa è necessario per migliorare, non peggiorare, ma sii accorta e costante nei piani. Il tuo essere così non è negativo, così come il suo. E perchè sei tu, come per lei, non metterò mai qualcuno a controllarti o spiarti. Fiducia tr anoi, ricordi? Però, se non sei in forma, se esageri tanto da dover chiamare David in anticipo dalle turnazioni, ci rendi difficile ogni cosa..."

"Capita la paternale, vado subito in camera, prometto ed eseguo"

"Di nuovo, brava! Adesso vado comunque dal Dottor 
  Gorman, ma seriamente... riposati. Tutto ciò che hai è per metà nostro, ma anche tuo. E sai a cosa intendo..."

"Si, Signore" facendo un saluto militare

Milan rise e la osservò andarsene, finchè non si fermò e voltò verso di lui, lasciandolo stupefatto.

"Senti... cè un acquario qui, vero?"

"Certamente, uno nella sala del tempo libero e l'altro..."

"ok, ma... ci sono dei funghi vicino?"

Milan la squadrò incerto, dubbioso. Restò qualche istante in silenzio, forse riflettendo, poi chiese il motivo.

"Nulla, è solo che mi veniva in mente e volevo sapere dove li avevo visti"

"Non che io ricordi... non ci sono funghi vicino gli acquari. Che siano decorazione o altro"

"Capisco, domani vedrò... buona serata" andandosene.

Kianta percorse i corridoi dei piani superiori dello Chateau principale, trovando la sua camera. La porta di attivò e sganciò in automatico al suo avvicinamento, senza bisogno di sbloccarla con il tastierino, metodo secondario alle chiavi. La porta di legno in stile vittoriano si socchiuse e lei la aprì, osservando l'interno.
La camera di Kianta presentava un salottino, con un divano angolare alla sua sinistra che toccava un angolo sporgente del muro, un tavolino al centro,  rivolti verso lo schermo posizionato sulla parete di fronte ad essi alla destra di lei, ferma dopo aver chiuso la porta. Di fronte a lei, dopo il televisore, vi era una grossa finestra con una tenda a pannello, in voile trasparente e leggero,  che cadeva morbido, arricciata sui passanti, donando leggerezza all'ambiente. 
Il colore era tinta unita color menta. Si, quello er ail nome del tessuto, lo ricordava. Che si accordava con la tinta alle pareti di un celestino polvere delicato.La stanza era tagliata  dopo il divano, da una rientranza senza accesso, stringendo lo spazio e impedendo di proseguire dietro il divano verso l'altro lato della stanza.

A dividere quella stanza dalla camera da letto  vi era un divisorio particolare, voluto da lei. Pannelli divisori per interni in un materiale simile al plexiglass, due lastre unite a formare una sorta di parete scorrevole da ambo i lati opaca. Il meccanismo però era più particolare. Un'anima, tra le porte, azionava due possibilità di utilizzo. A scomparsa da un lato , di solito quello verso il divano o 
Rototraslanti o basculanti. Oltre la possibilità di renderle come panelli scorrevoli, formando una parete opaca sull'azzurrino, bloccando una parte di solito quella che mostrava il letto, bloccandola fissa, vi era una seconda.  Le due lastre diventavano una, girando su se stesse con un gesto per aprirla ruotando. Nascondevano o meno la camera successiva. Il perno si ancorava alla base e in alto,  in una fessura apposita, e i panelli uniti insieme, formavano una porta che ruotava di novanta gradi alla volta, scattando alla volta un meccanismo di blocco per passare, per poi farla ruotare di nuovo in senso orario o antiorario. Qundi come le porte basculanti, posizionato al centro dell'apertura e si voltava in linea con i muri o divideva l'ampiezza del passaggio a metà.
In quel momento il pannello era aperto basculante e, toltasi le scarpe per metterle nell'armadio tra la porta e i pannelli, cambiandole con un paio vicino la porta, si svestì, posizionando gli abiti nella parte superiore. Si avviò in intimo nella camera da letto. Della stessa dimensione dell'altra, era semplice. 
Si notava a sinistra, di fronte,  il letto poco distante dal muro per scendere anche da quel lato. Una piazza e mezza e ben curato, con una coperta con tema marino e un cuscino di lattice con una fodera di seta. Per evitare ai capelli di elettrizzarsi e la pelle perdere acqua durante la notte, come accadeva per tessuti come il cotone. Ed eliminava i segni del cuscino.
La parete dove il letto era poco distante, conteneva dellle illustrazioni in alto e a metà parete delle mensole con degli oggetti sopra. Ma Kianta non si soffermò a guardarli. Dopo il letto scorrendo verso destra, vi erano un comodino con cassetti sotto e spazi per poggiare vare cose. Sopra, pieno di oggetti come lampada, una sveglia con orario mensile verticale, con info su umiditià, temperatura  e altre opzioni. Degli apparecchi che Kianta riconobbe come il vassoio per il phonvlet e un multipresa verticale,  piedistallo verticale dotato di slot per le spine degli apparecchi, prese usb per connettere altri dispositivi per carica o sola alimentazione per l'utilizzo attivo. E altre cose, ma non vi badò. Tra comodino e finestra vi era un armadio in legno in stile antico, ante sorpa e cassetti sotto. Notò una zona sporgente dopo la finstra , che toglieva spazio dalla sezione di fronte l'armadio. Una poltroncina si trovava nell'angolo tra armadio e finestra. Una finestra  che sembrava una window seating, ossia una finestra in stile inglese con un muretto per sedersi, mettere dei cuscini, appoggiare cose, guardare fuori o leggere sotto di essa. Molti invece proprio di un muretto tenevano un mobiletto alto fino alla base della finestra con cassetti e cuscini sopra, questo invece sembrava una finestra con una base particolare.
Kianta si avvicinò, il bordo del muretto aveva una sorta di decorazione che invece, appena l'ebbe presa, si confermò come una maniglia che, girata a novanta gradi e si spingeva verso fuori, azionava un meccanismo che creava un nuovo ambiente verso l'esterno. In pratica quella che pareva la finestra si alzava diventendo la parte superiore, laparte della maniglia si modificava al contrario e diventava la nuova finestra, mentre la parte profonda che sembrava prima il muretto, faceva da spazio calpestabile. L'effetto era come un rettangolo di finestre che si proiettava verso l'esterno, pavimento non trasparente, mentre a vetri davanti, di lato e di sopra. Restò a fissare la struttura che sembrava delicata, ma era resistente e del miglior materiale, mentre i vetri erano resine speciali come per i ponti cinesi, trasparenti e sospesi nel vuoto ma sicurissimi, e in grado di reggere grossi pesi.
Riusciva a vedere come fosse a un balcone, tranne le intellaiature, ma senza ventoe simili, e avvicinava chi vi restava seduto a terra o in piedi, all'albero del viale sotto che arrivava fin lì, rispetto alla posizione normale. La finestra che compariva nella versone chiusa era aprible, ma anche quella di fronte, cambiando aria anche con la struttura aperta.
Dopo un pò ad osservare il lavorio degli uomini dalla sua posizione, indietreggiò e riprese la maniglia, girandola e andando indietro, richiudendo tutto, riportando il tutto alla v ersione finestra all'inglese con muretto. Alla sua sinistra vi  era la porta bagno, piccolo all'apparenza ma, anche con lavabo, wc, bidet in successione e doccia nel muro di fronte la porta, aveva abbastanza spazio per contenere dei porta asciugamani pendenti, di fronte il lavabo. Un mobiletto sotto di esso con due ante e un piccolo mobiletto di fronte il water, a metà del muro,che si poteva spostare all'occorrenza per chè fatto in legno. Composto da quattro tavole di legno spezzo e lucidato, aveva la tavola superiore come appoggio, due sotto parallele tra loro che si incastravano con il sopra e l'ultimo al centro di queste due, per poggiare altre cose. la tavola superiore era più larga dell'ampiezza della "gambe" così alzando da quei lati, si metteva dove non dava fastidio. la larghezza, nonostante il mobiletto, della zona vuota era una persona e mezza.
Aperta la porta, si trovò un ambiente differente dalle altre stanze. la zona lavabo era un rettangolo in marmo che iniziava dal muro a sinistra con una zona libera per compiere operazioni o poggiare sopra i prodotti. Sopra questa zona, proprio ricavato da spazi scavati nel muro, degli comparti fino al soffitto divisi tra loro da divisori in legno, con dei prodotti in ognuno. Il rettangolo era largo dieci centimentri o più e fino al soffito. Dopo, il lavabo, fatto in marmo come una ciotola incassata nel piano, con un rubinetto vicino il muro dopo la ciotota,   a L semplice come un tubo a gomito e due pomelli per l'acqua. Sopra il rubinetto sul muro vi era uno specchio che prendeva metà del mobiletto in marmo e alto altrettanto, con una cornice in legno che pareva rustica, delle piccole assi di legno tra loro a sovrapporre l'altra  girando a orologio, ma ben lavorati e belli da guardare.
Il mobile era vuoto al centro, invece di altro marmo, di un colore scuro e luminescente  da ogni angolo, e presentava una zona con due sportelli sotto il lavabo, mentre l'altra metà, sotto la zona libera, dei ripiani per poggiare le cose.

Il wc e il bidet non avevano nulla di particolare, erano molto arrontondati e carini, non quelli economici.
La doccia, 
dopo il bidet, in marmo aveva un piccolo muretto  altezza fianchi con un vetro opaco fino  all'arco che chiudeva la cabina doccia. Uno scalino e prendeva tutta la parte finale della stanzetta. Infatti le finestre erano spostate rispetto la stanza originale, una verso il televisore e l'altra all'tezza della testa del letto, così che dal cuscino si vedesse fuori, lasciando lo spazio del bagno, non piccolissimo ma completo. La zona aperta della doccia si chiudeva con una parete trasparente in vetro che si apriva verso l'altra porta. Nella doccia vi erano una maniglia di sicurezza, mattonelle in marmo scuro come il mobiletto, che riluceva in molti colori alla luce in base a dove ci si metteva, i rubinetti e il phone erano accanto al muretto. Una piccola finestra  a sporgere verso l'esterno si trovava dallo stesso lato delle altre più grandi dentro la doccia, mentre un'altra sulla stessa parete, guardava di fronte wc e lavabo, n el mezzo. che davano luce ed aria. Ma nella doccia era comunque presente una aplique poco sporgente tonda.
                                                                                                                                                       
Prese degli asciugamani da sotto il lavandino, nella zona senza antine, si fece la doccia, prese i ricambi puliti posti in delle ceste di vimini intrecciate sul tavolinetto in legno e li indossò. Aprì l'armadio alto quasi la soffitto e largo, che prendeva lo spazio tra il comodino e la finestra, senza oscurarla perchè questa si trovava a metò tra lo spazio esistente dall'armadio alla rientranza del bagno. Le ante nascondevano abiti per lo più maschili, di vari tessuti, composti da pantaloni di vario tipo, camicie di vaerie fogge e alla base magliette e altro piegati. La zona sotto con i cassetti contenevano divisi in zone    apposite, indumenti intimi, neri per il giorno e color carne per la notte o lo stare in camera. Come i reggiseni, medesimi colori per gli stessi usi. Calzini di varie lunghezze e tipologie stavano in un cassetto sottostante. Nell'ultimo, il terzo, vi era tutto ciò che non rientrava nelle categorie sopra, guanti, sciarpe, scaldamuscoli e altro invernale.
Scelse una maglietta semplice, con un corgie stampato, senza capire perchè ve en fosse una così, e un paio di jeans morbidi. Dopo essersi vestiva e spenta la luce della stanza per stare nell'altra, l'occhio le cadde su cosa restava accesso nell'oscurità alle sue spalle. All'entrata non se ne era accorta perchè aveva acceso subito tutte le luci per osservare l'ambiente, ma ferma sul divisorio, attrata da quella luce strana, si voltò per guardare meglio. Un ventalgio di luce partiva da qualcosa che era attivato dietro 
il multipresa verticale, attaccato nelle prese non visibili perchè posteriori. Illuminava dal basso quel che era una delle illustrazioni appese alla parete. Infatti, oltre il muro parallelo al letto, ve ne erano altre fine all'armadio, tutte con paesaggi marini o scene di costruzioni  umane sottomarine. Invece di guardarle tutte, si fermò su quella in luce, osservò il multipresa girandolo ed era una lampada da parete a led, quelle piccole notturne. una composizione di tre funghi centrali con gambi sottili e lunghi,  con le cappelle in silicone trasparente opaco, e fogliame e fiori intorno, che irradiavano luce  in una zona ristretta. Il fungo centale cambiava colore della luce ogni tot di secondi. Senza luce nella stanza il cono creato, indicava un quadro senza cornice, proprio sopra il comodino, di un ambiente sottomarino a livello del fondale. Coralli e creazioni organiche dalle fome particolare coabitavano a stretto contatto, in ampie conche intervallate da corrugamenti e dorsali che sono molto  simili a piccole catene montuose emerse,  ospitanti sopra creazioni marine vegetali e non, attorniati da pesciolini. Forme coralline o simili dai vari colori, rocce con colori sgarcianti, strane forme vegetali che parevano piume ramificate, strani cactus marini dalle varie forme tondeggianti o quello che pareva un cervello, o elementi arancioni tubolari in successione... e altre cose che consoceva e la tennero fissa a osservarli. Ogni elemento presente era qualcosa di straordinario. Notò anche una stella marina e poi una cosa strana.
Sopra di essi, nella parte superiore, vi era una sorta di ponte, corridoio metallico o altro, che nasceva da due costruzioni appena visibili ai lati dell'immagine. Era una foto? Reale?  E una persona. Si, cèra qualcuno con una sorta di muta da sub, ma camminava sopra questo strano ponte, in due colori, ma la lampada a funghi non permetteva di capire bene.
E poi comprese. La lettera.
Ma cosa significava, se intendeva quello, con il termine immergiti?
Toccò con la mano il vetro seguendo la forma del fondale e osservò l'altro. Anche in quello, se era davvero una foto, vi era un ambiente marino ricco di vita variegata e poi una torre o altro, non si capiva, in fondo a uan sorta di sentiero a gola bassa, con tante luci. Si spostò di poco per tornare ad osservare l'altro e si accorse di una cosa.
I quadri erano forse formato A4, non avevano cornici ma erano semplice base in legno appendibile dai gancetti con un vetro, nel mezzo le foto. Eppure il secondo che guardava aveva un aspetto normale, quello sotto il cono di luce, osservandolo di lato, presentava come uno spazietto tra il vetro e la foto, e la base in legno.
Kianta prese con delicatezza il quadro dopo aver acceso la luce. Si, presentava quello strano difetto.
Tolse allora i gancetti metallici,  il vetro e la foto e, al centro della base in legno con sopra un foglio bianco, vi era attaccato con dei pezzetti di scotch sottile qualcosa.
Era una micro sd, però già inserita nel lettore e adattatore più grande. Sganciò la scheda dall'adattatore ed una memoria grande come un'unghia da soli otto gigabyte. Perchè doveva esserci un lettore così piccolo di giga, nascosto tra una foto e la base di un quadro, indicato in una lettera?

E dove doveva metterlo? Andava guardato?

Controllò il multipresa a torretta, aveva otto facce, quattro ampie per ospitare le prese, diverse in base alla nazione, e quattro più piccole intervellate alle grandi, per inserire usb, in fila per l'altezza. Lo alzò e trovò sotto la base un foglio incollato, con la stessa grafia della lettera. Un promemoria?

Dei simboli con accanto delle descrizioni indicavano voltaggio, potenza, frequenza, tipi di uscite e le caratteristiche. protezione da sovratensione, da sovraccarico, evitamento carico opposto, protezione dal corto circuito, ripristino protezione, da interferenza del campo elettrico, evitamento cavi incrociati. Dodici prese di corrente di vaerie nazioni, suddivise per le quattro facciale  e varie porte usb, normale, micro e mini.
niente di utile, non andava bene per la scheda di memoria.

Mentre si voltava, notò dall'apertura della porta la tv ampia e collegata al muro. Sotto vi era un mobiletto con vari apparecchi, tra cui  lettori dvd e blue ray, consolle di videgiochi e altro visibili dalle ante in vetro.
Doveva accendere uno di quelli, o andava bene la tv?
Decise di controllare prima la tv, se non andava bene avrebbe provato qualche apparecchiatura da basso.
Trovò subito gli slot sul pannello laterale alla sua destra, mentre controllava stando di fronte, i codici della tv.
Oled altissima definizione, cinquatacinque pollici se ricordava la lettura del codice sulla cornice, sottile, con slot per vari dispositivi collegati. Anche quello per le schede di memoria.
Lo inserì e il canale attivato si spense nel bianco.
Kianta non capì perchè no nvi fosse nulla, non si sentisse nulla, per qualche momento. Così decise di allungare la mano e sganciare la scheda, per provare con cosa conteneva il mobiletto sotto lo schermo.
E poi apparve qualcosa.

Una scheda che riconobbe come identificativa utilizzata dall'organizzazione, con la sua foto e le informazioni.
Nome, nomi in codice, abilità specifiche, conoscenze e poi il video iniziò a frizzare.
Rettangoli dell'immagine iniziarono ad apparire, cme se la stessa fosse corrotta con un sonoro fastidioso cme crack, ftz e poi silenzio.
Kianta osservò ancora la sua foto sulla scheda che si squadrava... di quando? E le informazioin che erano comparse riga dopo riga e riempivano le sezioni di quella scheda a colonne e righe, indicava anche i dispositivi che indossava.
E una voce risuonò dal televisore, d'improvviso, mentre leggeva la sezione tecniche e capacità.
Femminile, ferma, familiare.

Ti stavo sperando da così tanto tempo.
E ho atteso questo momento.
Ho bisogno di te, proprio come e quanto tu hai bisogno di me.

Procediamo nella strada insieme.
Costruiamoci insieme, tu ed io.
Io sono te e tu sei me, eppure due esistenze diverse.
Cresci, definisciti e vivi, io ti accompagnerò e veglierò su di te, nella forma adatta.
Fintanto che cammineremo insieme, ti proteggerò.
Nella identica maniera della discendenza mentale umana, tu sarai ciò che lascerò a questo mondo, la personificazione delle mie intenzioni e della vita che per me, meritava di essere ed esistere.
Divieni cosa senti e desideri, ti concederò i mezzi e qualcuno che ti seguirà e proteggerà, come fossi io.
Ascolta, ragiona sui suoi consigli e pensieri, poichè sono i miei, come una madre farebbe come guida di vita, una vera guida e madre, per la nuova vita che deve far camminare nel mondo.
Io ti seguirò e aiuterò nelle sue vesti.
Trascorri, conduci, prova, senti, sperimenta e tutto ciò che il tuo corpo ti da, quello che questo mondo materiale ti permette.
Affronta le paure e i timori, sei forte e hai tutte le armi che ti servono.
Combatti, le insicurezze tagliale via e prova.

Esisti e vivi, come io non ho fatto.
Buona fortuna, sii come essere umano e modella il mondo, perchè anche gli altri, possano...

Lo schermo continuò a mostrare la scherda con evidenti glitch e problemi, mentre quella voce era chiara e gentile. Dopo che il messaggio terminò, un'altra voce comparve, me dietro di lei. Prima di girarsi, avvertì qualcosa di strano nel collo, portandosi una mano sopra, trovando fastidio.
Kianta si voltò di scatto di scorcio e vide qualcuno che conosceva. Un teschio dagli occhi azzurri, tondeggiante, rami come corna, un abito e accessori che lo rendevano nel corpo come umano. La guardò inclinando la testa, poi fece un inchino, aprendo la mandibola.

"Madre, al tuo servizio. Sarò il tuo assistente e mezzo per svolgere i tuoi compiti. Sono la prima forma IA di gestione dell'organizzazione, eppure sono al livello dei miei fratelli, dividendoci le abilità e qualità. Io sono e sarò, agirò e dirò, osserverò o resterò in disparente, come tu vorrai. Il Master principale latente sei tu, secondi il Leader e i Capitani. Ma sarai tu l'amministratore come il mio creatore e tu, tu soltanto varrai in cima agli ordini. QUindi, Master. Disponi di me"

Kianta ascoltò l'essere  osservandolo da sopra la spalla sinistra, obliqua, ma i suoi occhi erano puntati poco dietro di lui. La sua espressione di sorpresa per Helias, questo il suo nome, ricordava, mutò osservando oltre lui, divenendo confusa e sconvolta. Deglitì e si voltò totalmente. Guardandola.


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Capitolo 17
*** 17 ***


Chapter 17 Chapter 17

Un anno e due mesi

9 ore prima

"Ehi, Jd..."

Jd correva trafilato verso la torre di volo secondaria, gemella dell'altra e sua opposta, perchè dall'altro lato, più vicino alla cosiddetta caserma, o zona alloggi. Cercava di telefonare mentre percorreva in una leggera corsetta con un borsone,  la tuta e l'equipaggiamento personali, verso il settore di carico per l'AirOl. Nel mentre con gli occhi scorreva gli altri, nei rispettivi gruppi distanziati,  che andavano in file di due, ordinati e calmi, verso l'ingresso dell'ascensore esterno in vetro. Sentendosi chiamare, si voltò e maledì l'apparecchio.

"Jd aspetta..."

Gask corse, vestito anche lui con l'equipaggiamento nero e blu più recente, non con  l'esoscheletro ipertecnologico che pensavano di indossare.

"Mi spieghi perchè non abbiamo l'esoscheletro? perchè dobbiamo mettere le nostre copie del Gorka Suit?"

"...perchè è il nostro modello. Il Nozh..." andandogli incontro, vedendo il suo stuolo di uomini e fedeli che gli stavano dietro. Li fissò e Gask capì e li mandò avanti, restando soli.

"perchè hai queste remore"

"perchè se davvero cè rischio, abbiamo bisogno dell'equipaggiamento adatto" rispose Gask arrabbiato

"le nostre tute Nozh sono idonee a quel territorio, più delle altre e Kianta lo sa. Ecco perchè ha ordinato di mettere queste.Non ti senti sicuro? Scommetto che lei nel mezzo del volo, dirà di indossare più livelli sotto la tuta per maggiore protezione e, nonostante questo, per come è progettata, sarà comunque comoda nei movimenti.  E' studiata apposta in stile cipolla per adattarla a ogni evenienza con i livelli supplementari. Ha comunque piastre di rinforzo protettive combinate in alcune zone e il materiale è silenzioso. Non capisco..." proseguendo con Gask al fianco

"e se hanno rubato..."

"Se temi che possano aver rubato il nostro armamento... no. Non credo." stoppandollo con una mano e fermandosi uno di fronte l'altro " Non capisco perchè non ci abbiano ancora contattato via satellite ad esempio, se era impossibile in altri modi. Il fatto stesso che abbiano usato radio e codici... non mi convince, ma Kianta ha ragione. E' meglio controllare"

"Appunto, è quello che dico, ma facciamolo per bene. Con il giusto equipaggiamento e non questo..."

"Non ti fidi di lei?" dubbioso e interessato

"Al contrario, ma sapendo come è la situazione in quei luoghi e cosa può capitare..."

"Ascolta. L'unica cosa che non condivido della squadra di controllo che si sta imbarcando è la sua presenza. Lei non deve esserci e Milan farà casino perchè si sta impuntando. Lui non vuole, lei non dovrebbe neanche pensarci ma puntualmente parte davanti a noi e non possiamo fare o dire nulla. E' il capo. Se la vedrà con Milan dopo, ma dobbiamo comunque farle anche da protezione e..."

"Ma non ci sono già Zidgi, Kovacs e Django? Non sono le sue Ombre?"

"Sono le Ombre, ma sono anche quelli che le sono fedeli da più tempo. E ora andiamo, devo ancora trovare Kianta, che neanche risponde..:" tornando a litigare con il phonvlet

"Aspetta... ma i fedeli a lei non erano dei Raccolti?"

Jd sospirò, si voltò scoccioato e sbottò "I Raccolti lo sono di Kianta, ma quei tre come altri, sono quelli che hanno creduto in Lia da principio e coloro che hanno aiutato a cambiare..."

jd si rese conto di colpo di cosa aveva detto e la sua espressione si bloccò, cambiando al comparire di Alaric, gasato e frizzante. E quindi Gask vide Jd guardare Alaric come increduto, oltre che ancora arrabiato per aver parlato troppo.

"Ehi Jd. Lo hai portato? hai portato l'aglio come ti avevo detto? Glielo diamo? Glielo somministriamo in qualche modo e la mettiamo Ko. E la scordiamo sull'aereo. Eh...? Allora?" parlando veloce e agitato

Jd chiuse gli occhi arreso, passandosi la mano destra dalla fronte al mento con disperazione. Allontanò Alaric con una mano, facendo cenno verso gli altri e dicendogli di parlarne dopo, che non aveva ninete per fare certi scherzi e sapeva che non li condivideva.

"Ti sei dimenticato la trovata dell'altra volta, giusto una settimanella fa... quando sotto una pioggerella passeggera si è messa a fare MOrticia morta trale frasche, con quella mantella lunga con cappuccio in pura seta bianca, giusto un regalo modesto di Milan, e ha creato lo scompiglio tra gli uomini di guardia? Camminava nel giardino e si sono terrorizzati... non ho dimenticato, io no cime altre cose, per questo vorrei inguattarmi dell'aglio..."

"Alaric, ti prego. Quella volta era arrabitissima e ha fatto due passi in giardino, per smaltire... e ha deciso di mettere quel mantello. Per la pioggia..."

"sappiamo tutti e due che non è così" fronteggiandolo "quella pazza scatenata per protesta ha sempre la tendenza a fare cose che urtano la persona fautrice del suo malumore. Sempre. Ti rompe la sveglia presto? Lei ha armato alcuni nottambuli tra gli uomini,  pagando in drink e altre cose gli andavano bene, e li ha nominati Knocker up, con lunghi bastoni particolari in legno per bussare  alle finestre da fuori. Rompendo le scatole all'alba. E questi erano i primi. La seconda ondata è dagli altri cretini che passano per i corridoi a suonare l'alzata con tutti gli strumenti a fiato più fastidiosi. E ti suonano proprio davanti la porta, se non è già aperta! la terza ondata è nei bagni, mentre ti stai lavando per svegliarti, arrivano questi stronzi maledetti che su suo ordine iniziano a sbraitare il programma della giornata e incitare a sbrigarsi. Non è bello! E non posso neanche mandarli a quel paese che hanno una sorta di immunità che neanche io, un Capitano, posso..."

"Declamare il programma non è sbagliato. Svegliare in modi rudi ed essere fastidiosi fa parte della vita militare. Le tue argomentazioni sono inutili, sappilo!"

Alaric fissò Gask con disprezzo, si voltò e se ne andò inveendo contro di lui, Kianta, tutto il sistema militare.

"Quando fa così alimenta solo la ragione di Kianta e non lo comprende" disse arreso Jd a Gask, ringraziandolo con il capo per quell'intromissione che lo ha mandato via "e tuttavia, se ha apertamente torto perchè lei agisce esattamente come in altri ..."

"Anche io non ci trovo ninete di strano, utilizza metodi particolari, ma ci sono Maggiori, Tenenti e Generali da incubo. Lui si lamenta per niente"

"i metodi possono apparire antiquati, ma come dice sempre Milan  e lo disse anche a Lei, l'uomo ha voluto e quasi dimenticato molte cose del passato o le ha soppiantate totalmente, per il futuro e tecnologia. E meno fatica. E per apparente sicurezza.  Ed ecco che noi possiamo invece farne tesoro e utilizzarli, sicuri che no siano facilmente compresi dagli altri"

"Ancora non mi sono abituato a porte vecchio stampo con mazzi di chiavi, messaggi via piccioni, corvi o altri pennuti, o via persona direttamente. E a lavorazioni fatte da zero a mano come una volta... qui cè parecchio lavoro di gomito e schiena, e mi sembra di essere alla mia infanzia, come quando ci svegliavano a pedate. Immagino che se lo dicessi ad alta voce, qualcuno lo prenderebbe come ottima idea, sopratutto per Alaric..." disse scherzando ma guardandosi in giro se cèra Kianta.

"Da un lato Milan e Kianta hanno ragione. Tutti i mezzi attuali, anche decantati come moderni e pro tutto, non lo sono poi molto. I nostri sono una tecnologia pulita ancora non per il mercato e già son costati parecchio. Kianta optava per i mezzi elettrici, non durano molte ore ma meglio degli altri mentre Milan desidera il dualismo cavallo e uomo. In paesi come india e medioriente, in primis, ancora li usano ma alternati in base alle esigenze con mezzi a motore. Ma ce ne son o altri dove un somarello è ancora vitale.E lui sfrutta questo per la sua idea di binomio umani e animali. Ma...diciamo che è molto fissato su certe cose. Ma se puoi pensare che è strano questo, fa molto di più. Ha deicos di aiutare chi ha problemi ad avere un minimo di modernità dando servizi extra. Ha introdotto anche i bagni pubblici e terme, a pagamento ma a basso costo per tutti, come luoghi di pulizia e igiene ulteriori. Ancora ci sono persone, perchè ovviamente non è facile occuparsi di ogni singolo angolo di ogni paese,  che hanno ambienti e possibilità di pulizia personale inutilizzabili o danneggiati. O manca l'acqua corrente o l'elettrici per vari motivi. Con poche monete in qualunque valuta, con sconti per più persone, dai senzatetto, a chi non può usufruirne in casa o vuole un tipo di lavaggio giapponese o arabo, ha a disposizione..."

"Si ma, perchè ha intenzione di mettere dei limiti per l'utilizzo della tecnologia"

"Non è che mette limiti, ma chiede linee guida perchè la tecnologia non si ritorca contro le persone stesse. Due esempi? Bambini morti perchè dimenticati in auto, mezzi che con tutto centralizzato non obbligano più le persone a controllare non solo l'interno ma anche le portiere stesse. Così come se il sistema elettrico sballa, sei appiedato, perchè è tutto collegato. E, con nuove attrezzature è possibile clonare e attivare auto di qualunque fascia di prezzo e accessori, solo craccando il segnale. Per esempio dalle chiavi o direttamente avvicinandolo alla console della macchina. Una cosa più macchinosa  era aprire e accendere un'auto vecchio tipo, senza chiave fisica. Milan ha detto di aver fatto fare delle prove. Le vecchie auto, il cui utilizzo per tutto era la chiave fisica, necessitavano di tempo e capacità per essere rubate. Si, alcuni ci mettevano poco, ma quando è stato più facile? Con le auto più recenti. A quanto pare lui ha fatto provare diversi tipi di auto, per anni di uscita  diversi, e il risultato è stato che, più l'auto era diciamo recente, più era facile aprirla e prenderla. Parole sue... così come, dice, per la sicurezza della casa. Ormai tutti hanno porte blindate ed elettriche, tutte con lo stesso sistema che sia in un paese o in un altro. Anche lì ha fatto fare delle prove, ha fatto provare un sacco di cose, e le porte più nuove e recenti, definite sicure, in verità erano più facili da attivare e forzare delle vecchie, a scatto e con chiave con dentatura antica. Inoltre, da uno sguardo in vari paesi, è emerso che tutti i ladri attuali conoscono e sono in grado di aprire e forzare finestre e porte di recenti generazioni con facilità, ma le abilità di scasso che conosciamo noi, con i vecchi attrezzi... non più. Ormai hanno porte, finestre, proprio montati in luoghi appositi dove si allenano ma tutti moderni, con strumenti per la corrente elettrica, telecamere e sblocco del sistema di chiusura automatica... ma se dai loro una porta come le nostre, non sanno dove mettere le mani.Ma la tecnologia non è solo utile e figa, anche pericolosa. Baby monitor, telecamere private, violati e controllati con facilità. Ma anche telecamere nascoste, altri congengni usati contro le persone. Cellulari e telefoni hackerati, che tra le altre cose come i laptop diventano strumenti di controllo e spionaggio contro i proprietari. E la lista è lunga. Lui non ha tutti i torti a voler mettere un controllo, almeno quello, su tutto ciò che viene rilasciato nella società. I nostri sistemi sono, quando ci sono, diversi e più sofisticati di quelli trovabili altrove, ma là fuori ci sono apparecchiature, camere e dispositivi presi e controllati contro gli altri facilissimi ormai da hackerare. Una volta si facevano i forellini nei muri per controllare l'interno, adesso non cè più bisogno. Basta entrare nel sistema delle cam già presenti o spiare il telefono e sai tutto della vittima. Ti ricordi l'ultimo gruppo che abbiamo sgominato, che controllava profili social e cellulari per trovare schiave del sesso di qualità alta, per certi clienti ricchi e che volevano donne..."

"Si, ricordo anche cosa è accauduto quando Kianta è arrivata a sorpresa. Per loro, però..."

"Già... " controllando le procedure di carico attrezzatura nelle casse, nell'ascensore, per metterle nel mezzo " capita spesso che lei faccia la comparsa all'improssivo, se è qualcosa che la manda in bestia e vuole regalare a quei tipi qualche ora di terrore, per davvero. Milan non la vuole sul campo per alcuni motivi, Alaric ha paura che accada di nuovo quello e io non so come comportarmi. Lei è in pratica nostro superiore. E adesso non sono contento..."

"Mi sono ricordato di quella volta in sud america dove cè stato quel... non so neanche come chiamarlo, dove cè stato bisogno di David e lei..."

"No, per favore. Vorrei che quell'episodio venisse dimenticato. E' meglio. E che nessuno sappia"

"Jd... quella era Lia, vero? Mi sono ricordato di quel nome perchè l'ho sentito quando lei hai parlato. Tu..."

"Gask, per favore! Ti avevo chiesto di non parlare mai, mai più di Lia. Da tempo è un argomento diciamo tabù e non voglio che a Milan arrivi notizie su di te o altri che chiedono di lei."

"Quello che non capisco è proprio questo. Hai chiamato quello che è accaduto Lia, non lo hai negato. Sento di una persona prima di Kianta che cambia le cose ed è morta, finendo per sparire..."

"Lei non è sparita. Solo che parecchi di quelli che sono intorno a noi non sanno nulla, non cèrano e non devono sapere nulla di una persona che non voleva esistere"

"Chi non desidera esistere? Ho visto persone morire intorno a me, anche amiche. Individui che non meritavano neanche una fossa dopo morti. Ma tutti, tutti loro, volevano restare sulle labbra della gente per molto tempo, che il loro nome continuasse e venissero ricordati. Loro, anche se lo schifo in forma umana, volevano esistere più di quanto meritavano"

Jd rimase ad osservarlo, dopo aver controllato le fasi di carico e gli uomini diligentemente messi in fila, in attesa, mentre Alaric sbraitava ordini a destra e a manca e gli altri veterani stavano a fissarlo con tristezza. Lo squadrò con cipiglio e poi sorrise.

"Mph... Kianta adora le persone con sale in zucca, capacità mnemoniche, di comprensione e analisi. NOn a caso resta affascinata alle Lezioni quando ci sono i mentalisti ad addestrare membri nuovi. Per ciò che eri visto prima, come eri conosciuto, e cosa hai fatto quel giorno, lei prova odio per te. Ma non per te come Gask, ma per cosa rappresenti. Ma se si calmasse e vedesse la testa che hai, sarebbe diverso. A volte ha il vizio di provare rabbia e malcontento verso le persone che sono come lei avrebbe voluto essere. Anche se detta così, suona molto male! Voglio dire che il più delle volte si comporta con interesse, ammirazione, è ammaliata dalle capacità della gente. Ammirare e cogliere cogni cosa che vede. Si sente a volte orgogliosa del'aver visto, ci esserci stata, nell'aver avuto la possibilità di vedere persone con abilità, qualità, doni, capacità di fare cose che magari non immaginava, non aveva visto prima in altri...e lei non sapeva fare. E' felice di averli intorno, è anche per questo che a volte viene sbeffeggiata con l'idea che . Non so chi abbia iniziato a far girare queste idiozie, ma una parte del senso cè. Quello che viene definito Trianon non è altro che un edificio, ma non suo ma è lunga la storia, dove lei, nei giardinetti intorno, si intrattiene con artisti vari, osserva o ascolta le loro abilità e..."

"Allora perchè si comporta in certi modi, con altri?"

"Ecco..." incerto su come dirlo "lei non prova invidia. Non come la consociamo noi. Come ho detto stravede per esisbizioni, mostre, fiere, dove ci sono persone che condividono con gli altri le loro doti. E le va bene così, non è tipo da desiderare essere chissà cosa e chi, per mostrarsi. lascia che chi le ha e merita mostri cosa è capace. Per lei l'idea della scuola come mezzo per far scornare gli alunni su chi è bravo e ha i migoliori voti... è per questo che accadono le schifezze e la gente prevarica come può gli altri. Per lei chi è in grado, è capace anche dopo impegno e forza di volontà va premiato, ma non si deve invidiare e desiderare di essere come gli altri. E' più felice nell'ammirare, assitstere e spesso sostenere e a iutare economicamente o indicandoli ad altri. Ma..." velandosi di tristezza "ma se si va su persone che mostrano capacità di empatia, affetto di vario tipo, sono particolarmente estroversi, capaci di essere accettati e amati dagl ialtri..." guardando Gask come per voler dire qualcosa con gli occhi "se quelle persone sono state capaci di provare e mostrare esempio quelle cose, la situazione cambia. Il suo non è odio, non è rancore, è altro mascherato da questo...."

"Perchè ho l'impressione che tu stia parlando di me"

"..." sorridendo "una delle cose che Kianta non vuole vedere è che non sei affatto stupido o come ripete sempre. Non chiedere il significato, lei lo saprebbe indicare meglio. Ma il punto è che ha unito l'astio che prova per chi è stato definito in un certo modo a quanto ho detto. Nel tuo caso le voci che giravano, la tua nomea. Cosa hai fatto quel giorno. Mettici anche latua capacità di inserirti ed essere accettato e amato come è avvenuto con semplicità, senza fare niente di speciale... e al fatto che per Milan sei diventato come un fratello di primo sangue!  Se prima Milan era distante, una persona sopra gli altri, capace e astuto ma troppo fuori dalla nostra portata... con te ha iniziato cambiare alcune cose del suo comportamento, passatempi, azioni. Credo sia dovuto al fatto che non aveva amici da piccolo se non il fratello, che lo ha influenzato parecchio. E tu hai fatto qualcosa che nessuno si aspettava. Non credo che Kianta sia gelosa di questo, ma del fatto che non comprende perchè non li ha mai provati, certi aspetti dell'amicizia, fratellanza, fiducia ed empatia. E, se la si può definire gelosia, lei tende a provare distacco e odio verso le persone che ne sono provviste o riescono dove non è riiscita lei in termini umani e di gruppo.Ma..." osservando gli uomini che tornavano a riempire, dopo le casse, l'ascensore per salire "definire questa cosa in poche parole è impossibile, perchè lei ne risulterebbe negativamente. La cosa invece è molto più intricata e, mi spiace dirlo, ma non so neanche se le cose possano cambiare. Non importa se cerchi di essere caruccetto come  dice Bryden. Lui lo dice per tutto quello che è gentilezza tra persone, è buono e giovane e vede tutto rosa, possiamo dire. Il contrario di Kianta... ma è sicuro che finora hai sbagliato molto e hai fatto pessimi passi avanti"

"Ok... cosa hai detto mi ha fatto capire meglio certe cose. Ma... Lia?" vedendo Jd sofferente, sospirando, calando le spalle come se si accartocciasse "sbaglio, o volevi sviare dalla domanda di prima?"

"AH ah ah...se Kianta non si impuntasse nella rabbia verso di te, vedrebbe qualcuno che potrebbe rivaleggiare con Milan per intellingenza. Come ho detto, Kianta ama le persone intellingenti. Come disse Milan una volta, lei ha un tipo di cervello che va a una certa velocità. E molte volte si dimentica che non accade agli altri, che il suo ragionamento chiaro e corretto dentro di lei, non può essere visto e compreso in un attimo da tutti. Milan e  Kianta vanno d'accordo perchè hanno due capocce così" allargando le braccia per indicare tra le mani aperte una grandezza "e con tutte le cose che sanno, perchè amano leggere e conoscere, sanno imbastire discorsi e dialoghi per ore su tantissime cose. perchè hanno quel pò che basta, in base all'argomento, per capire tutto il discorso. A saltare, prendendo qualcosa da un discorso e collegandosi ad un altro... come la prima volta. Milan spiegava dello stesso Chateau e altre cose, e lei sapeva bene di cosa parlava, non tutto come MIlan, ma aveva chiaro a cosa si riferisse..." sorridendo osservando lo Chateau.

"E' colpa mia lo so. Se non avessi..."

"Si e no. E' solo che lei che in certe situazioni allontana. E' solo arrabbiata per varie cose e non vuole ascoltare e vedere. Abbi pazienza..."

"ok... ma non ho ancora capito perchè Lia è morta. Anche se non ho capito anche questo, visto che le hai parlato!"

Jd si passò una mano sul viso, controllò intorno che i vari gruppi fossero saliti e poi lo guardò in faccia, serio.

"Ti ridirò le parole di Milan su Lia, dette una volta. Lei non riusciva più ad avere la felicità o trovarla, per se stessa, dopo cosa ha dato. E' finita... per diventare un'eco nella testa suotata, sfinita, di tutte le cose fatte,  date, perse senza rilasciarne per sè per avere uno scopo. La sua profonda se stessa urlava dentro, divenendo appunto un'eco, mentre le paure la bloccavano e incatenavano. Pezzi di lei rotti, perduti, impossibili da ricreare o trovare. Soffriva talmente tanto da lasciarla vuota. L'abitudine e chi laveva portata a ciò, le avevano creato un riflesso pavloviano tale, da farla comportare sempre alla stessa maniera con altri che fosse un saluto della gente o... Dove viveva tutto era come ci si aspettava, ecco perchè la sua maschera era sempre attiva. Perchè tutti pensavano e agivano come era insegnato. Per lei ormai era abitudine già comportarsi in un modo che osse incontrando una persona, la sua famiglia o in un negozio... ma sarebbe lunga spiegarlo.  I bambini non smettono mai di chiedere ciò di cui necessitano. Nemmeno da adulti. E lei chiedeva solo di essere ascoltata e accompagnata dove voleva, doveva, andare. Ma non è mai accaduto. Lei disse sempre che . Diceva sempre... che doveva forzare un sorriso ogni giorno della sua vita, finchè non è riuscita più a farlo. MOlte volte non ho proprio un motivo per alzarmi dal letto, quale motivo mi porta a fare qualsiasi cosa se sono consapevole di essere inutile? in primis per me? E poi calano le delusioni su di te e tu ne sei affogato. Classici discorsi inutili, hai tante cose da fare nella vita, ma sono parole vuote per l'altro e finisci per scivolare verso una strada già delineata per te. Ma che ti affossa prima ancora del tuo tempo. E nel modo peggiore. Dentro. Ogni cosa perde di senso, niente speranze, le persone sono un peso per te, è un ciclo grosso e corrosivo che è come le sabbie mobili. E continuava... provo cose contrastanti se noto che le persone sembrano amiche. Mi trattano bene e non so cosa pensare, perchè? perchè non ci sono state persone amiche per la mia vera me. Quando, con entrambi le mani, credendo di avere davanti qualcuno e non una bestia, abbassavo la maschera che mi ero creata verso il basso, le cose cambiavano. E io restavo di nuovo sola ad osservare quella maschera per me odiata e orrenda. E' un paese malato di mente, in cui la fanno da padrone l’individualismo, l’egocentrismo, il narcisismo e la cieca ignoranza. Bigotti."

Si interruppe perchè Alaric inveiva contro un gruppo che si era accalcato nell'ascensore per salire prima. Anche se aveva ragione, per sicurezza e rispetto delle regole sul numero massimo, il suo modo era fastidioso e odioso. Kianta aveva ragione ma lui stesso sapeva che anche Alaric aveva le sue ragioni per essere così. Si voltò di nuovo verso Gask, che aspettava.

"... Milan le diceva sempre... Non rovinare il tuo presente per un passato che non ha futuro. La vita è già molto complessa e molto più semplice allo stesso tempo, non permetterle di frammentarti. E lei rispondeva... Quasi la metà di tutte le nostre angosce e ansie derivano dalla preoccupazione dell'opninione altrui, peggio se ti hanno fatto crescere assemblandoti con brandelli della loro visione di te. Che ti facevano scivolare come sul sapone invece di armarti. Il mio essere è invecchiato dalla tristezza, divorato dalla rabbia, devastato dalla pazzia, sbriciolato dalla perdita, svuotato da, indurito da, devastato da, rovinato da, violato da, corrotto fin nel cuore. Cè stata sempre qualcosa per farmi perdere per strada un pezzo e nonostante tutta la forza che ci mettessi, mai... mai, ho recuperato qualcosa. Io li conosco. Conosco quegli occhi allo specchio. Sono gli occhi di chi è sola. Gli occhi di chi non crede più. Che non cè sempre un modo per sistemare le cose. Conosco i Domani che speravi, che non arrivano mai.  Io li conosco. Ho vissuto i giorni che passano uguali e uguali e scritti da altri. Scheletro retto solo... da cosa? Un passo e una corsa in quel mondo che hai creato. Io li conosco i momenti in cui ho dovuto, dovevo, andare in quel mondo. Giorni odiati, domani non voluti. Fatti di speranza vana, sonno e dolore. E allora, per dimenticare il dolore, costruire e costruendo sognando, ho creato quel mondo. Io sono e vivo in questo mondo. Dove mi libero  dalla sofferenza. Mi libero dal dolore. E dal senso di colpa. Dove creo me stessa come doveva essere.  Quello che immagino e vedo lì, quel mondo, quel posto, è reale quanto il dolore. Perché rinascere vuole dire costruire.  Non più debole, inutile, senza scopo, come se io non fossi mai stata.  Quando il mondo diventa troppo crudele, allora ci rifugiamo in un uno nuovo, dove siamo veramente noi. Può essere un rifugio, o potrebbe essere un inferno. Può essere manifesto, può essere una condanna. Ma sempre gli verrò conferito un significato."

"Mondo di cosa?"

"Spero di essermi ricordato bene delle sue parole e cercherò di farlo di nuovo. Un mondo nella mente. lei lo aveva costruito nella sua mente, un livello oltre la realtà. Si dissociava in una realtà alternativa e sfuggiva lì a tutto. Combatteva ogni cosa lì, come lo avrebbe fatto se non fosse stata corrotta. Ha combattuto per qualcosa, diceva che se non combatti per qualcosa, ti ritroverai con niente. E lo diceva perchè era quello che era avvenuto per lei. Ingabbiata da sempre, da stereotipi e aspirazioni altrui,  decise di ingabbiare a sua volta gli altri in un altro mondo. Divenne così un individuo cinico, impositivo e terrificante. Era una persona molto pacata ed introversa, ma già dagli occhi si poteva notare una forza di volontà d'acciaio. Ma giudicava le azioni negative altrui su cosa le era stato fatto, riversando tutto il suo dolore, rabbia e frustrazione su coloro, altri, che si erano macchiati anche di peggio, desiderando che soffrissero. La sua non era malvagità, ma voleva che la gente provasse cosa infliggeva agli altri. Perchè così, diceva, possano capire. Non cambieranno, ma sapranno su di se cosa hanno fatto. Non era negativa o cattiva o altro, lo ribadisco ma tutto ciò che covava dentro la rendeva chiusa e il suo pensiero era sempre per chi soffriva, più di lei. Ma odiava la sofferenza e voleva che gli altri provassero tanto e più, quello che era accaduto a lei. Ogni volta che cèra un discorso sull'amore lei diceva sempre una cosa. Tutti dicono che l’amore fa male, è vero. L'amore genitoriale fa malissimo perchè l'egoismo e cecità sono mascherati da amore. Ma cè anche altro. La solitudine fa male. Il rifiuto fa male. Perdere qualcosa fa male. E allora Alaric, ci credersti?... Alaric rispondeva piccato che tutti confondono queste cose dolorose con l’amore, perfino lei. Ma in realtà  l’amore è l’unica cosa in questo mondo che copre tutto il dolore e fa sentire ancora vivi... Lui si riferiva a stare con una donna, una sua visione dell'amore diciamo. Alaric sa essere stronzo e metterci più cinismo possibile nelle cose, ma sa cosa dice ed è più intelligente di quello che vuole mostrare. E andava contro Lia perchè, secondo lui, non faceva altro che mostrare, troppo, la cappa di tutto il rancore che la ammantava, vedendo ogni cosa, anche quelle belle, negative. Ma come per Alaric, anche lei aveva i suoi motivi.  Non aveva avuto mai buoni rapporti con gli altri perchè superficiali e stupidi, provava odio e repulsione per il concetto e la vicinanza con gli altri.  Se Milan diceva che esisteva il mistero del cuore umano, lei rispondeva solo che tutto era programmato dal cervello. Le emozioni erano solo derivati dai neurotramettitori. La dopamina ti faceva vedere tutto nero. La serotonina felice. Adrenalina e noredralina ti pompavano in caso di bisogno.Se ricordo bene..." incerto " lei si era rifugiata nell'ottica della scienza per allontanarsi da tutto ciò che poteva essere dolore o qualcosa che non capiva. E diceva sempre che se non vi era la mentalità di tenerla in casa, con la famiglia, pregando Dio per il suo cambianeto, sarebbe finita come molte altrenegli ultimi cento anni, nelle cliniche degli orrori, o posti dove impazzisci per davvero. Orima erano chiamati manicomi, ora cliniche. i manicomi si riempirono di persone accusate di essere libertine, indocili, irose, smorfiose o, snaturate. Dove si i considerati problematici. E spesso  vi finivano le donne. Posti nati per il comportamento di chi appariva diverso. Per rieducarli o farli tornare normali. Se lei avesse vissuto in un paese o posto dove era considerato... ammetto che non so davvero come sarebbe fiinta. Adesso vi portano a forza, anche adesso,  chi  ostinatamente si ppone a influenze su come sono e si sentono. Peggio per gay e altre categorie di genere.  Cè chi non vuole che gli altri siano diversi, non vuole cambiare le proprie idee e vuole che caratteristiche biologiche di nascita e le attività sociali del loro genere siano quelle e solo quelle, per tutti. Un pò come er Lia per cui giovare con i maschi e amare le armi e le arti marziali... Che se nasci di un sesso devi essere dalla A alla Z come dicono gli altri. E Lia è finita per odiare e portare rancore per questa cosa. Diceva con rabbia che una persona dovrebbe avere piena libertà del suo corpo e farne ciò che vuole, con chi vuole, senza che la società o il pensiero religioso la reprimano, la insultino o la giudichino. E ancora, che la società e la famiglia dica nulla su dite, dietro la scusa che sanno come è meglio per te. Ed è finita... come è finita."

"Quindi..."

"tutti i significati, tutti gli obiettivi, e ogni cosa che sia stata mai desiderata, andati. perduti. E lei torna ad essere dispersa. NOn è bastato essere qui, aver incontrato Milan e nulla... si portava dietro troppo per voltare senza sentirti rotta. Le era stato fatto credere che lo fosse, sbagliata, incapace di parecchie cose quando non era vero. E l'hanno odiata per il suo non sapere, se li provava, e riconoscere sentimenti e...  in pratica una volta era andata in un viaggio in Irlanda con un'amica. Quel viaggio... ricordo che si chiedeva ancora come potesse essere accaduto che la lasciassero andare per pochi giorni, le fece capire che forse tanto inutile non era. Diceva che non aveva avuto paura o altro, si sentiva come finalmente esistente e reale. Lo vedeva ancora come fosse stato un sogno e on la realtà. Quando tornò a casa vedeva le strade, il quartiere e casa sua come posti non conosciuti. E poi a diventare qualcosa di non suo divesse quel viaggio, perchè tutto le ripiombò addosso e finì per definirlo solo un sogno. E quelle lei, solo un miraggio.  Per alcuni ritardi per andare dove interessava ebbero problemi col treno, lei provava solo frustrazione e carica, mentre la sua amica era arrivata a piangere. E diceva che non sapeva come comportarsi. la vedeva accasciata sul sedile del treno mentre lei era in piedi, a fissarla e chiedendosi che doveva fare.Non capiva perchè lei fosse in quelle condizioni.  Alla fine fece la cosa che sentiva. Le disse che piangere non portava a niente ma non era nulla perso o sbagliato. Avevano perso una coincidenza, avrebbero recuperato sul pulman e dormito, così che sarebbero arrivate senza problemi. lei non si sentiva scoraggiata, impaurita ne altro. Avrebbe solo voluto prendere l'idiota che aveva permesso ciò e pestarlo malamente. Andava avanti a volte senza accorgersi se l'amica la seguiva o no, si sentiva come mai prima. Sicurezza? Forse, ma non ebbe tempo di cementarlo dentro di lei e capire altro che tornò a casa. E fu peggio. Ma se quello l'aveva resa forte, l'aveva anche rotta di più. Cosa sarebbe successo se lei fosse andata via davvero come voleva da tempo, invece che vedere la sua famiglia sempre a tirarla perchè doveva stare con loro? Dopo quel viaggio, voleva andare via di nuovo, affrontare ogni cosa, camminare e sentirsi come era accaduto nel viaggio, poi aveva perso tutto. Cosa aveva perso? Cosa aveva buttato via per la famiglia, per cui no nprovava niente? Quando incontrò Milan e vide questo posto" voltandosi a guardare lo Chateau "ebbe la possibilità di restare ed essergli utile. Non per migliorare le cose, quello venne insieme, ma era diventata qualcuno che a Milan serviva. Qui cèrano cose che le erano sempre piaciute, le aveva desiderate e magari poteva anche diventare molto di più. Ma lei non sentiva quel qualcosa che permette agli altri di reinventarsi e cambiare. Semplicemente perchè gli anni di influenza della famiglia e della società dove viveva arretrata su certi aspetti, l'avevano portata ad avere desideri e forza nascosti dentro di lei, ma incapace di tirarli fuori per reiiniziare. E così il suo dolore e i suoi sentimenti pieni di sofferenza, il vedere qualcosa che voleva così vicino ma... era incapace di metter via quella maschera e quella finzione che le avevano inculcato per vivere veramnete come voleva. E così il suo corpo e il suo cuore non riuscirono a reggere, e si fermò..."

"Ma quella volta..."

"E'... una cosa difficile da spiegare così. Ma non perchè sei stupido, anzi. Io sono perspicace nelle cose  ma tu hai dimostrato grande capacità di apprendimento, memoria e adattamento cognitivo. La differenza tra me e te è che io sono più bravo nelle analisi ma per lo studio e simili sono negato. TU non hai potuto. Ecco perchè ogni volta che Kianta e Milan parlano e si capiscono su tutto, perchè sanno cosa l'altro dice, io mi sento un pò meno di loro. Ma divento importante per analizzare le cose, con Kianta lavoriamo molto cervello vicino cervello, quindi come gruppo ci completiamo. Se tu studiassi e partecipassi alle Lezioni, secondo me..."

".... Che cosa voleva dire. Quella che hai chiamato Lia..."

"Tu e la tua memoria... il principio di Locard mi viene in mente per questo. AD ogni azione si lascia una traccia sull'altro, anche se il contesto di cui lui parla è differente, è la base ad essere simile. In questo caso intendeva che, sapendo della sua storia e la speranza mai avverata, io potessi nel Cambiamento, vedere e aiutare chi lo aveva desiderato. Che quel che pensava, era e voleva continuasse tramite Milan, e i suoi progetti. Chiunque avrebbe voluto una Mano, avrebbe trovato me o chiunque di noi, a tenderla ed essere quell'unico Dio, l'unico dei tanti che lei invocò anche solo per una spinta, perchè solo quello voleva, per avere cosa desiderava. Ma non rispose mai. Ne invocò tanti ma senza risultato, visto che tutti le dicevano che solo a Dio si chiedeva e solo in lui vi era speranza. Ed è anche per questo che odia le religioni.  Lei voleva che con cosa aveva fatto per lo Chateau e i progetti di Milan, ci fosse la Mano per chi ne aveva bisogno. Così che, anche dopo la sua morte, il suo lascito sarebbe stato questo. Una Mano sempre presente, altro che Dio, e sarebbe rimasta immortale nelle idee. Perchè le idee... quelle non muoiono mai! lei non era riuscita a superare quello che l'aveva traumatizzata o bloccata o... non aveva motivazioni come in quel viaggio in Irlanda,  per mandare tutto all'aria, perchè lei poteva farlo per come era, e ridefinirsi. Ma mancavano scopo o quel qualcosa che spinge a spaccare teste se si deve. La vicinanza difficile con le persone, l'incapacità di volerle accanto dopo quanto sopportato e il suo ragionamento su alcuni temi. E' arrivata perfino a vedere la sporcizia e i germi ovunque, lasciati dagli altri, anche dai suoi stessi famigliari e a non volersi sporcare con essi. Trovava fastidiosa la presenza e vedeva tutto sporco a causa degli altri e questo è nato tutto dal suo passato. Per questo lei non sarebbe riuscita..."

"Capitano! Capitanoooo!"

Jd e Gask si voltarono a quelle urla. Jack Rum si sbracciava come un disperato mentre alle sue spalle Alaric tuonava contro Kianta, che stava camminando incurante di lui . Saltellava intorno a lei  fuorioso, ma Kianta stava solo osservando lo schermo del Phonvlet.

"Se mai volessi altre risposte, chiedile a Lei. Io... non voglio più parlarne. quindi davvero, per cortesia, non farmene più. Non su Lia. Non su quel giorno, non importa cosa ricordi. Non a Milan. Se riuscirai a sfumare la sua rabbia verso di te, è lei l'unica che può darti delle risposte. perchè, anche se crede di no, io so che sa più di quanto lasci intendere a Milan. E' solo che, per qualche motivo, lei tende a nasconderlo"

Detto questo, lasciò Gask da solo, tirò su la sacca e corse verso quei due. Kianta faceva orecchie da mercante alle proteste di Alaric, mentre le girava intorno urlando a tutto spiano e minacciando cose assurde. L'ultimo gruppo rimasto era fermo vicino l'ascensore, incerto, forse in attesa che fossero loro a salire prima. Lubo, Bryden e gli altri camminavano dietro Kianta, visibilmente contrariati dall'acceso dibattito unidirezionale. Alzando gli occhi, dal muretto della torre di volo, si vedevano le teste degli altri già vicino l'aereo e che si godevano la scena.
Quante scommesse stavano facendo, si chiese Jd, mentre li raggiungeva e notava che Kianta aveva alzato gli occhi vedendolo.









9 ore dopo


Kianta si svegliò lentamente, con difficoltà. La coperta lercia e puzzolente che aveva indosso con altra roba la teneva al caldo dal freddo del condotto. Ricordava quelli che sembravano indumenti maschili, se li era drappeggiati indosso come poteva, come fossero mentelle, a più strati. Ma la coperta?
Si sentiva sporca, da far schifo.  Decise che, dopo tanto tempo, e il luogo, era giusto togliersi tutto di dosso come era possibile.
Così frugò nel sacchetto sotto la tenda improvvisata e trovò maglietta a maniche lunghe, leggera e dei pantaloni che sembravano di una tuta più grande di lei, ma avevano alla cintola stringhe per regolare la larghezza. Decise di controllare anche la montagna che lui aveva accumulato sopra degli scatoloni poco vicino lo sbocco alla cantina, e individuò una camicia in stile scozzese maschile di franella, senza sporcizia o cattivo odore. Con gli indimneti inimi? E con i calzini?
Sbuffò, prese tutto infilato in una borsa e uno dei lenzuoli puliti che avevano messo da parte. Si avviò verso la cantina, cèra più fresco e si notava come tutto fosse ancora bagnato per la pioggia. Non si era sciugato nulla, nonostante alzando lo sguardo, intravedeva luce dorata metri e metri sopra, che si barcamenava tra scheletri di ferro e cemento in alcune parti, resti di mobili pendenti e parti distrutte. Tremava un pò per il freddo, ma non voleva più stare in qeullo stato. Chissà che schifo e quali colture terrificanti si stavano motiplicando su di lei. Non riusciva più a stare.
Mentre si controllava in torno con circospezione, notò delle cunette strane, che poche ore prima non cèrano. Si avviicnò nervosa e la sua prima impressione ebbe conferma. Erano corpi imballati con ciò che era stato rivenuto e con una specie di lapide di fortuna con i nomi scritti a pennarello o pennello largo un centimentro o più. Lasciò lo sguardo vagare su quelle figure dritte come mummie, sei, finchè si voltò sussultando.

"Ti sei svegliata. Visto che non sei diventata un ghiacciolo, nelle ore notturne? Ho trovato anche una coperta e altra roba, come hai visto..."

Vide Gask comparire dal condotto dietro di lei, da dove era arrivata, con roba in mano, finendo per poggiarla a terra. Indossava roba in più, per riscaldarsi, sicuramente.

"NOn hai lamentele da fare per batteri e schifo vario? Per lo sporco? Che è successo...?"

"Mi sono svegliata ispirata... non esagerate!" con tono freddo, osservando amaramente cosa aveva davanti imballato e con lapide.

"E..." anzandosi e guardando cosa lei osservava "li ho trovati avventurandomi fin dove potevo senza perdermi, per scovare un altro passaggio. Due avevano delle porte che non sono riuscito ad aprire. Non avevo gli attrezzi e cèra buio, ci sono solo in alcuni punti delle lampade da parete  in alluminio con grata, quelle tipo aplique, ma fanno una luce fioca giusto per sapere come mettere i piedi. E non avevo niente per illuminare in maniera precisa qualcosa"

"Come se non fosse normale per te, lasciare che sia il tuo secondo il mulo da soma con il necessario.Tu corri ovunque come un pazzo, in stile brutta copia di di un DOn Chisciotte con le tasche vuote. E stupido il tuo vice che fa da facchino per te..."

"Lo so, è stato un errore. Me lo ricorderò..." facendo sbuffare lei, che si voltò a guardarlo con un sopracciglio alzato "questa esperienza mi farà ricordare di fare come te. Tutto dietro. Ma non sono abituato a tenere roba in tasca tranne le armi. Prima non ne avevo bisogno.."

"prima era prima, adesso è il presente e tutt'altra roba..." acida "eppure... Grazie! Per aver portato almeno loro fuori da quello schifo..."

Gask si sollevò dai talloni, lasciando la cernita in corso sulla roba trovata. La guardò allibito, poi vedendo che si era accorta dei suoi movimenti, tornò giù a rovistare. Niente di utile. Carta sporca, oggetti vari poco utili tranne qualche coltello e forchetta, cocci rotti, pezzi di mobili. Un telefono fisso. Se solo vi era una presa, pensò.

"Non sono riuscito a proseguire perchè il canale è pieno di acqua oltre le caviglie minimo,  per arrivarti alla vita nei punti peggiori. E ancora ci sono parecchi passaggi, ma dovrei avventurarmi meglio equipaggiato. E le lampade a muro grigliate aiutano quel che basta. ma per prendere altro dovrei andare oltre il massimo in cui sono arrivato, giungere dove eri prima tu e trascinarli come è fattibile in questa situazione. Loro erano i più vicini, non so perchè trasportati dall'acqua o per altro motivo. Alcuni... " diventando triste ".. alcuni era sicuro che erano ancora vivi, ma morti dopo. E i topi non hanno aiutato"

"quindi siamo vivi per loro."

"Come ho già detto, hanno mantenuto stabili le funzioni vitali, bloccato ferite o altro. Magari tu sei caduta su qualcuno dei nostri morti o chiunque fosse nell'abitazione prima ed era finito di dosso" vedendola di spalle ma notando come aveva abbassato la testa a guardarsi i piedi, comprese le spalle, cone le mani che penzolavano lasche.

"nesuna notizia? Intendo... so che tu non hai mai niente e io ho lasciato il mio dispositivo a Jd. Ma di solito dovreste avere sempre..."

"Non so dove sono. Te l'ho detto! A volte li do a lui per andare io in avanscoperta"

"Si, al tuo vice! E sei un professionista! Ah vero, tu con la tecnologia sei zero..."

"Il fatto che perfino Milan  sia in grado di essere più capace di me,  non significa nulla. Puoi credermi quando dico che mi sentirei idiota a picchiettare su lastre di vetro che fanno colore. "

"Non cercare di formulare frasi complesse per parlare con me, perchè non ha senso se non lo vuoi tu"

"...I vecchi telefoni sono così da buttare?"

"Non sono da buttare. Io stessa utilizzo poco  il mio apparecchio, se non per contattare gli altri. Ma, per visionare file, archivi e amministrativi velocemente è necessario. Inoltre non capisco questo tuo fare casino. Ti compri un cellulare base e hai risolto, basta che rispondi e sei reperibile" un pò stizzita

"I miei uomini mi hanno regalato quel coso che sbologno sempre a lui. Si attiva sempre in tasca, è grande quanto una tavoletta di cioccolato e lo trovo fastiodioso da tenere in mano, come fanno sempre loro..."

Kianta si voltò a guardarlo, distogliendo l'attenzione dai piani smembrati di fronte a dove era ferma. Sembrava come voler dire qualcosa con sguardo indeciso, poi fece un respiro profondo chiundendo una frazione di secondo gli occhi e tornò a guardare cosa le interessava prima.

"per quanto sia fastidioso, ti ricordo una cosa. Anzi, guardati le mani. Sono il doppio delle mie. Come fai a trovare fastidioso un apparecchio identico a uno smartphone ma con caratteristiche diverse, quando maneggi sempre pesi, armi..."

"per me è fastidioso quel coso sempre in mano. Non posso metterlo nelle tasche verticali  dei pantaloni per esce e rischia di cadere a ogni movimento. Se mi siedo è una pala nella coscia o cade. Non ho tasche di solito nelle maglie, e le tasche che utilizziamo nei pantaloni..."

"ho capito. Come ho detto, non ti è stato mai negato un telefono base, basta che tu sia reperibile"

Gask rimase accovacciato a rovinastare tra la roba trovata, dividendola in mucchietti in giro, imbronciato, scrutando la testa di tanto in tanto mentre Kianta osservava con attenzione la sezione di fronte. Una parte dell'edificio presnetava ancora una parte di stane e delle porte per forse altre zone ancora intere. Loro si trovavano al centro, nello sbocco della fogna e forse cantina,  di quello che era quell'enorme edificio, il centro dilaniato  e le mura esterne e parte di stanze ancora in piedi o mezze cadenti. Ma presenti. E quattro piani smembrati sopra, penzolava un paracadute con una cassa,  che loro  mandavano al volo per supporto in quelle zone se non avevano in registro atterraggi. Arancione, mezzo al vento e mezzo attaccato a una barra di ferro del pavimento. Essendo una stoffa resistente, stava aggrappata a quel ferro ritorto e faceva oscillare un pò la cassa.

"E' impossibile prenderla. Anche se ho provato ad arrampicarmi per i piani, le sporgenze che ho tentanto di raggiungere hanno ceduto inclinandosi e impedendomi di proseguire. Peso troppo e, prima di arrampicarmi e tentare altre cose ho deciso di aspettare che fossi sveglia, così nel caso mifosse successo qualcosa, lo sapevi."

"Già, perchè se ti succede qualcosa va tutto bene lo stesso! E' assurdo che tutte le scale e possibilità di salire siano andate così e i piani superiori siano inaccessibili normalmente. peggio ancora siamo almeno due piani sotto il livello stradale e nessuno, nenache uno che passi di qui e possa sentire e viceversa! Quell'imbecille di generale finirà male, questo è sicuro. La prova di potenza gliela ficco su..."

"Agitarti non serve a niente. Comprimi tutto ciò che provi per quando lo incontri. Adesso è importante trovare il necessario per fare come quel tizio che dici sempre... e fai Lezioni apposite per essere capaci con qualunque cosa a disposizione..."

"MacGyver e tu non ci sei mai"

"Lo so, e ci sarò d'ora in poi!"

"Lo dico solo per non farmi incazzare con la tua inutilità o ti senti sinceramente colpevole di mancanze create dalla tua stupidità e sinceramente capisci quanto siano importanti?"

"...se dico entrambi che succede?!?"

Lei si voltò a guardarlo con una espressione che lui non capiva, restò in attesa di qualcosa, qualunque ma niente. Sembrava interessata più a studiare i piani.

"Come hai fatto a finire allo Chateau?" chiede di colpo tentando il momento.

"..."

"Se non vuoi, qualunque cosa..."

"Io non sono finita, allo Chateau. Io sono nata allo Chateau..."

"QUindi hai dei genitori?"

"mh... sempre che tu non sia nato  per partenogenesi, chi non è nato da genitori?"

"I... figli in provetta?" tentennante

"EH?"

"niente!"

"bene..."

"Milan ha detto delle cose e..." incominciò di nuovo

"Andiamo bene! Non solo Jd, ma anche Milan non riesce a tenersi nulla in pancia..."

"Ha detto che tu gli hai sorriso il primo giorno che lo hai visto e sei cresciuta e formata come doveva essere. Che quando tu indossi gli abiti da donna sei bellissima e..."

"Quante sciocchezze"

"A me è sembrato che lo dicesse con affetto"

"AH! Milan? Con affetto? A me? Serio?"

"..." incerto "Si, sembrava sincero. Ha detto che sei cresciuta bella, ha detto che sei diventata sempre più bella nel senso di persona e che sei vitale per..:"

"ma per favore... che paraculo!"

"Che vuoi dire" attento, ancora sui talloni, con quello che sembrava un quadro rotto tra le mani

"Non credo affatto che Milan mi consideri importante per qualche tipologia di affetto. Tutte queste cose sulla bellezza e quanto ho imparato è solo per il suo interesse scientifico. Io sono ancora qui perchè lui aveva bisogno di me, per quelle cose. Un test, una cavia. Volontaria, ma questo è... come te. Tu sei finito con loro e risultato compatibile perchè tu dovevi vivere perchè tiene a te. Te. Io senza Milan e David tornerei a come ero. E' vitale che io continui ad essere monitorata da David, che è finanziato da Milan e Dorde. E ancora io sono importante per lui perchè sono l'unica come sua seconda, deciso da lui per questo, a non avere mai possibilità di pugnalarlo alle spalle o tradirlo perchè non è da me e non ho interessi a farlo. Se io non fossi finita come test, sarei ancora con quelle dannate medicine, come una drogata che ha bisogno della dose. SOlo che io ne avevo bisogno per non soffrire e invece sono finita per essere necessaria, per cose che interessavano a lui. Milan guarda sempre le persone come opportunità semoventi da utilizzare come gli serve. E la bellezza... tu hai visto come va girando? Per carità, anche io trovo che sia un piacere guardarlo con quegli abiti e che gli uomini siano decenti anche in modo più sbrio che mezzi pazzi straccioni come vanno in giro adesso. Più di una volta ho assistito a scenate di civili perchè la gente vuole essere libera di andare in giro come vuole, in qualunque situazione. Io come Milan ritengo che per ogni cosa vi sia il modo idoneo di vestire, sia per rispetto della situazione che norme sociali. O una società non esisterebbe! So che ci sono geni e scienziati che diventano scemi se li fai vestire bene, ma in certe occasioni formali è tanto chiedere di apparire più, di rozzi individui menefreghisti? SOlo io mi sento meglio se vesto bene e mi sento bene dove mi trovo??!?" urlò guardando in alto, come a prendersela con chiunque fosse in ascolto o no "E' così orrendo guardarsi allo specchio e piacersi? Sistemarsi e trovarsi bene? E non intendo diventare modelli o modelle, influencer e strafighi .. intendo mettere qualcosa e sentirsi a proprio agio e bene in mezzo agli altri. Vedersi come qualcuno che potrebbe essere e fare, ogni... Milan si veste in quel modom formale per tuttim perchè gli piace, lo fa sentire bene e se stesso. Inoltre come si veste lui non fa ridere ma è elegante e signorile.  NOn condivido la spesa, ma quando lo guardi, vedi una persona che è forte anche per quello che indossa. Passi la comodità, passi lo stile libero ma la cosa orrenda nel vedere un'ammucchiata di uomini pompati è che sono tutti stazzonati o con indumenti mal messi, anche quando vorresti che nelle feste o in altre occasioni vi sia un certo dress code, che vorresti buttarli da un burrone in massa. Io stessa non mi vedo esempio truccata e imbellettata come ama dire Milan, pechè non è nel mio stile..."

"Sto iniziando a perdermi..." vedendosi fulminato, raggelò

"Intendo che la famosa bellezza di cui parla come estetica, nei miei confronti, è solo per una cosa. Non appaio quando mi trucco, ed è raro, come una bambola di porcellana strafinta, o un mostro terrificante per i siliconi iniettati in faccia. Come le donne che corteggia per  i suoi interessi ma dice sempre che sono terrificanti solo a vederle.  Quelle che sono poco rifatte si fanno un mascherone con tollennellate di prodotti sfruttando il contouring, che però ti modifica tutta la faccia. Tutta. E' appunto un gioco di luci e ombre ma artificiale, dove spingi gli occhi altrui a osservare parti di te modfficate. Il risultato è o artificiale come se fossi fatta di plastica e non vera o, se abbinato a troppi ritocchi, e troppo pompati, per un mostro di palude, uscita da un incontro ravviicnato tra una rana e..."

"Scusa, non sei truccata in questo momento?" fissandola interdetto, guardandole la faccia

"Cosa guardi! Certo che non sono truccata! E' per questo che Milan ha detto quella cosa sulla bellezza, perchè io non uso bottiglie di prodotti da creare per lo spessore maschere di siliconi. Che se lo tengono per due giorni, per togliere tutto quello schifo, viene via uno trato come fosse un guanto da cucina in silicone."

"Guarda che sei truccata! Ha le linee nere agli occhi"

"..." sbattendo  gli occhi confusa, mostrando piano piano  che stava comprendendo a cosa alludesse "tu stai parlando dei tatuaggi, allora."

"E' un tatuaggio quello? Credevo ti truccavi ogni mattina..." sbalordito

"Seriamente?" guardandolo come a chiedergli con la faccia se scherzava "davvero pensi che una come me, lavorando tra caproni, orsi e scimmie, perda tempo la mattina a mettermi la matita o altro? E non parlavo della fattoria..." muovendo il dito indice per dire no

"Quindi quello che hai adesso.." fissandola

"E' un eyeliner semipermanente, un tatuaggio che sembra mezzo naturale e mezzo un trucco leggero. E' stata un'idea di Milan e, visto che non mi sarebbe costato truccarmi sempre come consigliava, ho fatto. E' comodo si più dire, e mi dimezza anche lo sclero quando Milan vuole che mi trucchi per feste o altro, in cui devo comparire con abiti e trucco e parrucco femminili e non voglio sembrare una battona. Senza offesa per le signorine della notte, non lo farei mai. Ma io sto malissimo troppo truccata.  E non fissarmi così, anche Milan è truccato, quindi cosa guardi!"

"Cosa?!?" saltando quasi all'indietro dalla posizione accovacciata

"Ehi, e tu sei il suo amicissimo fratellino acquisito? Non ti ei mai accorto che anche lui ha qualcosa di simile? Io ho sia eyeliner che tightlining tutto in uno, lui solo il secondo, migliorando il suo sguardo con il colore leggermente più scuro delle ciglia sulla rima superiore. Anche i politici lo fanno e lui non è molto diverso. Inoltre si trucca, leggero, ma... cosa cè!" vedendo Gask non confuso, sconvolto "Che faccia fai, serio che non lo sapevi? Ma l'altra volta hai visto quando aveva bisogno di aiuto con i capelli!"

"Ah vero, lo hai pettinato. Ed era truccato?"

"lui è sempre truccato!" gelida  "Sfrutta il trucco naturale usato nei film. Si chiama trucco naturale o nude make up o no make up, insomma roba del genere. Bisogna sapere cosa usare di vicinissimo alle proprie tonalità e come, per non farlo vedere. Secondo te, perchè sembra sempre così perfetto e tutti gli altri intorno degli sciattoni?"

"Non è carino cosa dici..."

"Non è da me essere offensiva su persone con bisogni e problemi, ma lo divento se vedo agglomerati di carne che non si curano capelli, barba, peli del corpo" dicendolo con espressione disgustata come faceva sempre e rallentando all'argomento peli "e accozzano roba senza senso che no nso neanche da dove l'hanno presa. E diamo delle divise. Indumenti vari eper ogni occasioni e li vedi con maglie malconce o troppo strette con scritte e disegni improbabili e pantaloni a volte così usurati che se usciressero in boxer sarebbe lo stesso! O con le infradito! Allo Chateau! maglietta assurda, pantaloncini vari al ginocchio e infradito! Dove lavori!..." incavolatissima" Non chiedo molto, ma perfino per le raccolte gli uomini stessi hanno visto gli abiti di alcuni zingari che chiedevano denaro e hanno commentato..."

"Questa la so, l'altra volta l'ho sentito. Albino ha detto che era stupito di come apparissero meglio loro, di alcuni di noi. E non dico che hai torto, però loro amano stare comodi..."

"...ognuno di voi ottiene tre cambi per ogni tipologia di completo estivo, invernale, divisa formale, abiti fuori dal lavoro... allora mi spieghi da dove escono le  vagonate di roba uscita da un mercatino cinese che è da rabbrividire e che a volte mi è costata una brutta figura con alcuni ospiti?!? O quando si fregano, perchè non chiedono, i cavalli a loro assegnati, o gli asini e a cavalcioni su di essi se ne vanno nei paesi o in città vicine... Senza chiedere, vestiti come turisti fuori dal mondo che pure io mi vergogno e non sono una come Milan! Chiedo troppo o sono rompiballe io..."

"..." accorgendosi che parlava con lui "... ehm... io sono abituato a vestire semrpe alla stessa maniera, quindi non ne so molto di mode o simili. Posso solo dire che  loro si divertono a vestirsi in certi modi. Fanno scommesse e sfide su chi è più... non ricordo come dicono ma è qualcosa di moda, comunque. ma non puoi lamentarti, lo Chateau è diventato come una cittadella, ed è merito tuo e di Milan. Abbiamo anche quel mercato nel quadrato là, dove commercianti affiliati a noi portano merci che noi non produciamo o possiamo fare... "

"Ah, quindi è da lì che arrivano?"

Gask finse di osservare con interesse la base di una scacchiera, come per vedere le condizioni, per non dirle che molta roba effettivamente di scarsa qualità e che non le piaceva vedere, era i lrisultato di vendite al quadrato. Non vi andava mai e non ricordava mai quel nome, i nomi erano l'unica cosa che non ricordava con facilità, ma dirle cosa girava era fuori discussione. Se non sapeva, ultimamente non aveva controllato. Meglio tacere su certe cose e lascare che fosse lei a indagare. Aspetta, era forse Favo?

"Perchè non rispondi?... Ho capito, dovrò andare a controllare e strizzare un pò di didietro di persona..." gironzolando in giro

Ecco pensò Gask, i ragazzi non ne sarebbero stati felici, ma aveva evitato di farla diventare un orso incazzoso.

"Era così terribile prendere le medicine?" vedendola voltarsi  verso di lui

"...è una salvezza ... e una condanna quello che Dadiv ha fatto... come le medicine, ma quelle sono peggio. Ecco perchè, anche senza controllo ravvivinato, trovo lo scambio un'ottima soluzione. Senza David e Milan, non potrei fare cosa faccio, proprio nulla. Non sarei cosa sono! Essere cavia per la Draper e quelle, seconda di Milan che manda avant tutta la pagnotta fisica, ossia la base e le Torri... ci vale! Perchè non li ha nessuno, tranne i governi più grandi, che però o hai familiari vicini o collegati e possono procurarteli oppure... "

"E ora sono in mano a Milan..."

"Se saprà non lasciar cadere le redini, si..."

"...Chi era Lia...?"

Gask si accorse che lei aveva come risucchiato aria bloccando poi il respiro, creando un silenzio tremendo. Alzando gli occhi, bluffando dal suo tentativo di apparire tranquillo e poco interessato, la vide fissarlo ancora più pungente e tagliente. O uno dei due e stava solo sudando freddo, non capiva.

"Come sai quel nome!"

"..."

"Fammi indovinare... Jd!"

"E...Milan. Ne ho parlato con lui..."

"Davvero? E ti ha parlato di lei? Che doveva essere qualcosa di morto e sepolto?"

"Non capisco perchè una donna morta non deve essere nei discorsi e perchè è morta se Jd le ha parlato quella volta?"

"Sono cose che non ti riguardano"

"Ma almeno sapere chi era..."

"Era... una persona che Milan aveva conosciuto. Condividevano qualcosa di simile al Disegno di Milan e così lo aiutò. Ma nonostante le proposte di Milan di sfruttare tutto ciò che lo Chateau e la sua posizione di aiuto le consentissero, lei sapeva che il suo Sogno non poteva mai giungere. Non poteva prendere qualcosa che non le spettava o la aiutasse veramente. Così lo aiutò, e presa una decisione solenne, al momento che reputò giusto,  fece ciò che desiderava da tempo. Trovare pace..."

Mentre parlava, Kianta era ferma su alcuni cumuli più in alto di lui, con la posa che utilizzava sempre qaundo doveva appare ferma e sicura, forte e di alta carica. Dritta, di fronte, con le mani una che raccoglieva l'altra di sotto, messe a formare un anglo con la base dai pollici. Era una cosa che Milan faceva e non aveva ancora capito perchè. Sapeva solo che l'altra che entrambi utilizzavano quando dovevano mostrare la loro posizione o grado era il corpo di fronte agli interlocutori, mento alzato con gli occhi dritti in quelli dell'altro e le mani rilassate vicino ai fianchi con me mani in pugno leggero. Anche quella aveva una motivazione, ma abituato a gente che si comportava diversamente con le stesse cariche, ne sapeva poco.

"E quale era il suo sogno?"

"..."

"Cosa cè?"

"Il Sogno di Lia era... la cosa è molto ampia ma di base quello di poter avere le possibilità mai avute prima. Vivere come voleva. Essere quello che era. ma, anche allo Chateau poteva finalmente averle, era troppo rotta per ... non si sentiva meritevole, capace di crearsi una nuova vita perchè le paure e i tormenti non l'aveva lasciati nel luogo che aveva abbandonato. E tutto ciò che le grava di sopra, non l'avevano abbandonata. La gente non la amava, e non risuciva a cancellare le negatività che vedeva negli altri. ogni volta che vedeva qualcuno messo male in qualche modo più o meno come lei ma bastonato ancora dalla vita e la società che odiava, soffriva così tanto che non risuciva a togliersi quelle immagini dalla mente. Quando vedeva cosa le piaceva e poteva fare finalmente così vicino a lei... diciamo che non risuciva a provare cosa doveva. Felciità, sollievo, gioia o altro. le parole, gesti, azioni, concetti che tutti le avevano vomitato addosso la frenava, incatenandola a un passato che voleva, cercava, di lasciare indietro e rifarsi su tutto e tutti. Ma non riusciva. Rinascere... era impossibile, non come intendiamo noi. E così, dopo aver progettato tutto, se ne andò, sperando che quella rinascita avvenisse in altri modi e tutto ciò che aveva fatto aiutasse altri come e peggio di lei..."

"Per tutto il discorso non lo guardò mai, ma vagava nervosa e contrita  con lo sguardo ovunque, finchè non vide i corpi imballati e sospirò, tornando a guardare la parte più vicina per altezza ai piani superiori, come studiandoli. Gask pensò che fosse finita lì, invece lei continuò.

" Sperava... di validare il concetto di essere umano in una società adeguata. Voleva vivere in un posto dove non nascevi dall'egoismo delle persone, di continuare ipoteticamente nei figli, portandoli a fare cosa loro volevano e credevano, con la paura e sensi di colpa. Insomma, dei piccoli MIni Me fatti e finiti. Desiderava ridare a se stessa una seconda opportunità. Come per gli altri. Dare agli esseri umani la possibilità di scelta e decisione, opportunità e genuinità dell'essere se stessi. E cancellando il concetto delle classi sociali in base ai soldi, eliminare tutto ciò che rendeva la gente bigotta e giudicante. Evitando i clochard e simili, in primis. Perchè  fossero ancora persone, che la società fosse di esseri umani. Invece i sensatetto e persone cadute nei peggiori dei modi in disgrazia e per strada, erano visti come rifiuti, non esseri umani. Lei voleva che tutti, anche fossero panettieri, pulitori ecologici sopra e sotto le strade, dirigenti e manovali... qualunque persona si sentiss eimportante per la società per il lavoro fatto, che non esistesse lavoro si serie A o D, che definissero la persona. Voleva che tutti avessero dignità, rispetto, integrità personale indipentenmente da denaro o posizione. Tutte le vite che hanno sofferto nel peggiore dei modi a causa degli altri, tutti quelli che si sono visti spintonati e messi in pericolo senza aver riconosciuti meriti e capacità in favore di altri meno e/o vuoti, ma più manipolatori, avessero cosa meritassero. Lia non accettava il piegarsi, inginocchiarsi ad altri solo perchè familiari o persone più anziane o ricche ma stronze dentro, solo perchè per la società se hai soldi e una buona posizione, puoi tutto. Quante ne ha viste, di scene, dove persone che per la società erano brava gente in realtà... e facevano male ad altri in vari modi. Voleva togliere tutto questo. Anche il concetto del primo e secondo sangue che Milan vuole mettere... l'essere umano non deve essere inferiore ad altri  solo per nascita, denaro o capacità di manipolare. Uguaglianza come individui non diversi, non giudicati tranne rari casi. Omicidio, furto, danneggiamento altrui e beni altri, raggiro per scopi loschi, violenze fisiche sessuali a donne e bambini.. ma già li conosci. Le regole sono vitali, importanti, necessarie in una comunità viva e sana. E secondo te tutti gli studi di psicologia e psichiatria, come sono nati? Studiando persone in base alle loro azioni e da cosa sono scaturite... guarda caso abusi dall'infanzia, vita infima e pericolosa, carenza di elementi primari e povertà e delinquenza dilagante. Tutti i serial killer, assassini, politici e persone ricche che hanno sol ofatto schifo sugli altri... hanno vuto qualcosa che ha innescato ciò! Sofferenza, privazioni, dolore. Questi sono i fattori chiave. O bullismo, genitori incapaci di esserlo, adulti o altre persone che hanno agito per far del male e il soggetto è andato avanti con quel qualcosa che lo ha portato ad agire in quei modi. O ancora, quanti geni e individui capaci di dare all'umanità tanto, sono stati silenziati, costretti ad essere e fare cose contro le loro stesse abilità naturali,  minacciando o portando quella persona a fare come gli si veniva indicato per sopravvivere, per non perdere qualcosa... "

"..."

"...lei volev a metere fine a tutto questo. E la colpa di chi era? Religione, società sbaglaita, famiglia, interessi... dalla nascita della prima comunità di uomini a oggi sono cambiate le società, ma è un modo di dire. Non essere quello o la gente parla, ci fai fare brutta figura, cosa diranno di te e noi. Non v abene, non è naturale, è sbagliato. Sappiamo cosa è meglio per te, è fatto per te, è questo che devi fare e basta. O ancora quante persone nei secoli sono rimaste a chinare la testa nonostante avessero vere qualità e doni, solo perchè la nascita, il sangue, la religione hanno deciso a priori da prima che respirassero cosa e chi dovevano essere. Che senso ha una vita, diceva, se l'unica cosa che può fare in questa esistenza è seguire la strada già decisa dagli altri o voluta da gente vuota e arida, perchè invidiosa. O ti vede solo come suo mezzo per qualcosa di personale? Siamo esseri umani,  ma perchè viviamo come gli animali sottostando al più forte, temendolo, accontentandosi delle briciole che questi gli danno? Secondo te, il brigantaggio, i malviventi, i senzatetto e chi no ha nulla, perchè esistono? Perchè lo vuole la società! Una società che si considera mderna e aperta, come può tenere per le strade persone senza nulla di primario, venendo ignorate e trattate male? E poi gente meschina che ha fatto finire in quel modo tanti, che no nha dato paghe decenti, che ha trattato male altri, che vede tutti gli altri inferiori e immeritevoli, piena di soldi e potere solo perchè sono arrivati in cima a quelle classi sociali che ancora continuano ad esistere...  quelli sono amati, ben visti, ammirati e accontentati in tutto. Anche nelle cose losche. In alcuni paesi ancora cè la schiavitù ufficiale dove comprano figli  o giovani con la scusa di aver bsogno di comestici ma sono schiavi! Mascherato da lavoro, le persone non possono studiare perchè lo studio costa, non possono  realizzarsi se non hanno un colpo di fortuna mastodontico che arriva al momento  giusto. La società intera è frastagliata dalle famiglie, che pensando a cavolo loro su certe cose crescendo idioti e incivili, decerebrati che vedono solo la famiglia e se stessi, e non gli altri. E sono esseri umani, meno male. Eppure, perfino gli animali selvatici, e ci sono esempi, sostengono il gruppo e i singoli della loro comunità, come possono. Lei ha sempre visto l'essere umano come qualcosa di superiore ma non come lo vedono gli altri, ma come individuo senziente, intelletto superiore e capacità di controllare i propri istinti, capirli e superarli.Allungare una mano e dare parte di cosa si ha a chi ne ha bisogno dovrebbe indicare qualcosa. Invece ho visto perfino gli animali portare cibo a umani che meritavano solo di marcire loro sotto i ponti... raccontava asempre a Jd o gli altri della storia della vergine cuccia, di quando la studiò a scuola  e come le veniva da piangere a leggerla, per quel povero uomo. Vedeva foto sui libri di storia di gente povera che viveva con niente e non capiva come potesse esistere tutto ciò mentre altra gente aveva anche troppo di cosa aveva bisogno. Eppure era vista negativamente..."

"..."

" L'essere umano dovrebbe avere empatia, capacità comunicativa, cognitiva, raziocinio e aggregazione, sostegno e vicinanza sociale più degli animali. Perchè dovrebbe andare oltre l'istinto degli animali. Ma non è così... voleva cambiare quindi queste cose, voleva ridare a se stessa una seconda vita con le possibilità, scelte e prove suoi. Decisi da lei. Voluti da lei. Crescere e definirsi come se stessa, non cercando di modellarsi a quello che gli altri volevano. E Milan per caso, era una persona che voleva la stessa cosa. Se prima lei vedeva il Sogno di uomini naturali come personalità ed esistenza, una comunità umana per davvero, e la possiiblità di trovare il suo spazio alla fine, poi tutto divenne impossibile. Rassegnazione. Provava solo questo. E poi venne Milan. Lui la vedeva come elemento di prova per scienze di David, un test umano consenziente e senza diciamo passato a cui dar ragione. Ma poi lei iniziò a dire che era meglio cambiare certe cose, se voleva davvero che il suo ingranaggio militare e politico non si inceppasse. Ed ecco lo Chateu come lo conosci tu, o meglio la Cittadella, con annesso continengente militare, sezione artigiana e commerciale, ippica e il Favo, per gli esterni. Prima era solo tutto abbozzato e mal gestito, adesso siamo l'organizzazione conosciutissima e quasi rivale dei gruppi militari più famosi e pericolosi e con due nomi, quindi siamo double-action. Ciò ci protegge a metà e rafforza nell'altra da quella gente. Ma le idee e i progetti li ha messi Lia, prima. Sperava davvero che Milan potesse realmente cambiare le cose, visto il suo passato e il suo desiderio reale di non vedere fame, povertà e diritti calpestati. Per Lia il concetto di discendenza non era di sangue ma di idee, civiltà, nuovi esseri umani. Lei temeva la reincarnazione, non la voleva er paura di dove fosse finita, ma desiderava che, nel caso avvenisse realmente, vi fosse ad accoglierla un giorno come anima reincata, una società superiore alle bestie che siamo attualmente. Voleva che gli esseri umani fossero... desiderava non vedere più nessuno soffrire, perdere tante cose e morire con rimpianti e dolore dentro. Odiava quando sentiva video delle telefonate alla polizia nel mondo,  dove cèrano nelle voci e le situaizoni il peggio del mondo e chi le subiva. Ancora di più su bambini, che chiamavano come ultima speranza per non vivere in quello schifo. O fermarlo. Schifo voluto dalla stessa società, perchè non si mette il naso nelle famiglie e quindi chi se ne frega, mi volto la faccia. Lei  desiderava per i futuri nati in generale un mondo privo di inquinamento, spazzatura, morte e disperazione dato dalle classi sociali, paesi vergognosi e individui forti per soldi e potere, che ridono mentre vedono un povero disgraziato per strada su stracci che cerca di dormire. E magari gli viene la brillante idea di mettere installazioni dannose a panchine e luoghi pubblici perchè non vi dormino. Senza empatia, vicinanza, compassione... cè tanto da dire di schifoso a questo mondo che noi abbiamo visto, e odiava il concetto della giungla. Non capiva perchè una società umana dovesse credere ed accettare che per vivere in maniera dignitosa senza tremare per perdere casa,  calore in inverno, acqua, cibo e luce dovesse vedere tutto come una giugla in cui sopravvivere facendo tutto e di più di vergognoso possibile, per non perderli. per non finire in quartieri o luoghi orribili in mano a gang e gruppi criminali, vedere o vedersi futura prostituta per avere pochi spicci al giorno per mangiare, fare da schiavo a gente ricca per poco, crescere vedendo che sei solo un Mini Me di genitori e famiglia, gravando sulle tue spalle tutte le aspettative e desideri loro. Portandoti a fare scelte contro te e la tua volontà. Altrimenti vomitano colpevolizzazione per cosa hanno fatto per te, come se dovessi dire grazie quando sei nato da loro egoismo, e cavoli tuoi ad essere sbagliato. Se non fai o sei come dicono loro, ti voltano le spalle o peggio e ti ritrovi solo, in un paese che si definisce moderno e aperto, ma chiuso e religioso a sgomitare per una fetta di gentilezza. E laico ma poi si chinano a novanta alla religione. E tanto altro... ecco cosa sognava, desiderava, voleva. per se stessa ma anche per eventuali domani e per gli altri. Sveglairsi al mattimo con uno scopo, suo, sapendo che avrebbe vissuto e affrontato qualsiasi cosa senza aver paura dei sacrifici e impegni, ma perchè cèra un motivo. Suo. E togliere il male e marcio fin dove possibilie nel mondo. Voleva che, se nessuna sua speranza fosse vera, sarebbe rinata in un mondo creato dalle ceneri del vecchio e degno di un essere umano, in collegamento con la natura ma vivendo con tecnologia e benessere a misura di tutti, del mondo stesso per non danneggiarlo e..."

"Fammi capire. lei voleva che l'essere umano si elevasse?"

Lei si voltò di scatto, sorpresa. Lo studiò un attimo, mentre questi tentava di ingobbirsi e fingere di lavorare col broncio, poi voltò anche il corpo, verso di lui.

"lei trovava assurdo, impossibile che un essere umano dovesse piegarsi come gli animali col pià forte, a non avere decisione e scelta per se stesso e il suo corpo. Se gli animali dovevano subire madre natura, peggio per le femmine che dovevano accoppiarsi a forza e sempre, l'essere umano deve abbozzare a società e Dei che sanno per te. Tu sei un contenitore da plasmare. E lo trovava vergogonoso. L'incontro stesso con Milan fu qualcosa di fuori da ogni logica. Di fatto, quale avvenimento simile può avvenire nel mondo, di questa portata? Lui che ha circuito gente per creare un congresso unico mondiale a cui fanno capo i presidenti eletti dalla popolazione, ma che devono essere i portavoce del Paese ..."

"Si, lo so. ogni Paese ha un presidente o sindaco, come lo si vuole chiamare. Tutte le funzioni principali sono rimaste invariate, tranne che non eisstono più paesi sovrani, ma zone geografiche ed emisferiche di un unico grande popolo. Come voleva Milan. Il governo unico controlla e protegge, e la Natura prende il posto delle vecchie divintà umane.  Controllando tutto il mondo perchè i dirittu dell'uomo, del cittadino, dell'essere vivente e della Madre Terra siano garantiti. Così come libero mercato, libero passaggio, sempre dietro ovvii controlli, e cancellazione delle aberrazioni sotto culturali ancora persistenti. Non a caso da quello che ho capito è per te che Milan ha abbracciato anche l'avanzamento di gruppi semi militari e scientifici ovunque, con specialisti socioculturali, per sradicare infibulazioni, circoincisioni solo per maggiorenni e sani di mente, abolizioni di matrimoni al di sotto della maggiore età e solo su libera scelta dei contraenti. E cambiamenti degli assetti socio culturali per la questione delle famiglie. In India e.. dove, non ricordo, eliminazione di schiavitù ancora esistneti,  e vendita e tratta di bambini per lavori minorili, passando la tutela a Stato e Governo nel bisogno. Libertà per le donne di qualunque paese e cultura di decidere del proprio corpo e scegliere cosa fare di organi riproduttivi o  loro standbye, fino a gravidanza se voluta. Cancellazione quindi di pressioni e obblighi religiosi. Assistenza e istruzione sessuale e psicologica, senza giudizi o altro ma rendendo le persone realmente coscienti e capaci di comprendere i loro gesti. Hai tentato di far venir meno, per questi progetti, i poter di tutte le cariche religiose del mondo, dando quello che la gente chiedeva nelle preghiere, ove possibile. Liberalizzazione sempre con insegnamenti dell'argomenti  a ogni orientamento di genere e sessuale ovunque, condanne per atti verbali o di altra natura contro tutte le libertà alla persona. Tutte. Eppure sembra che la gente non abbia preso negativamente, almeno non come ci si aspettava, la cosa. Controlli ad ogni angolo di strada di milizie e guardiani non privati, controllati attentamente in ogni aspetto della vita e mentalità prima dell'assunzione. Assistenze di vario tipo perchè bambini e anziani non siano mai soli, ne trattati malamente da personale sottopagato e sbroccato. Paghe decenti. Almeno, così dice Alaric. E, come dice Jd, si va a una forma di società unica dove un bambino con una borsa di gioielli in mano, non deve aver paura, di alcun genere, ma camminare tranquillo, come accade in Giappone, senza rischi di alcun genere. Era così, vero? Che donne, persone di orientramenti diversi si sentano bene sia a casa loro, che per strada. Che ogni persona a questo mondo, possa morire, per qualunque motivo, senza subire torti vergognosi da bestie. perchè nenache gli animali..."

Kianta rimase a fissarlo con un'espressione indecifrabile, poi sempre guardandolo e seguendolo con gli occhi si accostò a un muretto, o quel che ne restava, dove poggiarsi e vi scivolò contro, per sedersi con la schiena contro l'intonaco screpolato e le braccia raccolte tra le gambe, piegate verso il petto.

" Se posso dire la mia è bello il progetto di Milan unito al tuo. Ma siete sicuri che realmente la gente non inizierà rivolte o altro? Finora non ve ne sono state..."

"A parte che non ho chiesto il tuo parere. Trovo già strano che tu riesca a formulare concetti del genere in questo modo... perfetto. Dove hai imparato termini e..."

"Capisco che tu sia ancora arrabbiata per quel giorno. Che tu sia convinta che io sia lo stereotipo che credi solo per il mio vecchio lavoro..."

"io non credo. Lo so che la gente non può cambiare" arrabbiata e pungente

"E gli uomini? So da tutti che sono cambiati, parecchio, da quando ci sono stati i cambiamenti allo Chateau. Che sono meno selvaggi, incivili, comèra l parola..." fermandosi dal tirare fuori quello che sembrava uno straccio con due dita, facendo rabbrividire lei dallo schifo "cazzeggianti? Qualcosa del genere. Comunque Alaric stesso afferma che sono tutti più..."

"Come gli animali. Se le persone trovano un ambiente decente, capace di sviluppare determinate sue aree cerebrali perchè si adegui e migliori, si comporterà di conseguenza. Se noterà che otterrà giovamenti vari dai cambiamenti, questi li accetterrà. Meglio ancora se elargiti... in determinati modi. ma con gentilezza e... conducendolo ad aprire o cchi e mente...."

"Significa?" dubbioso stendendo lo straccetto sporchissimo davanti a lui per capire cosa fosse

"Ecco, dicevo io..." fissando la scena con disgusto "significa che devi trattare certa gente come i bambini o i cuccioli, insegnando loro le cose in determinati modi perchè guardino nel modo corretto. Controllare che dove divono non decada in squallore o la mentalità della gente e i loro comportametni muteranno di conseguenza. Allo Chateau quando sono sopraggiunti i cambiamenti e rinnovamenti, ovviamente non erano molto propensi a modificare quella che è di fatto una routine consolidata e su cui si erano adagiati, possiamo notare ciò. Uomini e cavalli, stessa cosa... rendi le cose una consuetudine sicura, stimolante  e con garanzie e otterrai la loro fedeltà"

"Non si chiama lavaggio del cervello?"

"Quanto vorrei tirarti qualcosa su quella testa di broccolo... ma sono tutti davanti a te" guardandolo torva torva, stringendo con forza le gambe tra le braccia "Il lavaggio del cervello avviene quando cercano di cambiare il tuo passato, il tuo essere, i tuoi pensieri con cosa essi vogliono, per un loro fine. Non mi sembra che i miglioramenti nello Chateau non abbia dato a loro qualcosa. Cibo di ottima qualità coltivato, allevato e lavorato da loro. Ma Gratis, sempre che non acquistino loro degli extra. E i menù non sno le sbobbe terribili militari che trovano altrove, al confronto è come se mangiassero da Chef Ramsey ogni giorno. Per davvero. Sempre disponibili sono saponi e prodotti personali, indumenti, accessori e perfino gioielli se collaborano alla lavorazione e produzione della materia prima.Punti Bee e Theet gli consentono di avere vantaggi di vario tipo. passano i momenti liberi o in licenza a fare casino nelle zone a loro dedicate, bere e scommettere, sfidarsi e fare quello che gli uomini di solito fanno. Ma non in un porcile. Anche loro sono saliti di gradino come comportamenti. Un tempo sembravano  squadroni pezzenti del bronx, adesso..."

"secondo alcuni di loro, adesso si sentono al pari degli sgherri di Al capone. Di classe, sopratutto quando seguono Milan vestiti bene in giacca e cravatta. Con le tue Lezioni conoscono bon ton, savoir vivre che si chiamava così, galateo nei vari paesi in qualunqnue situazione.. . Sanno anche La mise en place o simile. E si sfidano sul fare un gioco per cui scambiandosi con camerieri veri, sono in grado di prendere per il naso i ricconi snob. Tanto che adesso pure mangiare una coscia di pollo viene fatta come essere a tavola con l'inossidabile Regina Elisabetta. Hanno imparato ed apprezzato tanto l’art de la table che ammetto di sentirmi come le sere delle cene del capo con gente importante. Li guardavo e mi chiedevo come... ora so che anche gente come noi riesce. e Alaric continua a prendenrti in giro dicendo che ti senti tanto Caterina de’ Medici, duchessa di Urbino, nuova Signora di Francia..."

"..." fissandolo malamente "Da come dici certe cose, sembra che siano diventati chissà che soggetti. Sono migliorati ma di certo non farebbero mai parte del Ballo delle Debuttanti"

"Ma la cosa divertente è stato vedere i cambiamenti di tutti da quando sono arrivato ad ora, dopo le Lezioni che fai seguire. Adesso le conversazioni sono su argomenti che neanche sapevano. E la gente scopre di capirle, di esserne portato e vuole dare il suo contributo. Riuscendo. .."


 "Direi che più che disagi, hano trovato solo ricchezza. Per davvero. Non a caso adesso abbiamo ex militari che si sono appassionati a scienza, medicina, chimica, botanica, economica, per andare a lavori specifici nella fattoria, quando sapevano solo essere militari. Questo perchè? Perchè fin da piccoli non si spinge i bambini a provare varie cose per comprende su quale binario, o binari nel caso, sono portati. A scegliere e comprendere se stessi e le opportunità che potrebbero avere e dare. Per se e altri. Eppure in questo tuo discorso, non ti includi mai..."

"perchè non credo che per me le cose valgano. L'ho detto bene valere,  giusto?" confuso in faccia e preoccupato, mormorrando la parola per capire se era corretta.
Kianta lo fissò da sopra le ginocchia, senza rispondere, finchè la sua attenzione non fu catturata da qualcosa che zampettava in giro. Alzò un poco la testa per restare con la bocca aperta a quella vista. Tre topolini si rincorrevano e forse giocavano in piccole pozzanghere d'acqua. NOn sembravano sorci di fogna, ma erano con le zampette fini e si muovevano aggraziati. Gask si accorse dell'atmosfera mutata, da fredda e con loro a due poli opposti, distanti, a un silenzio strano. La vide con la faccia stupefatta e seguendo lo sguardo, li notò. Ma lei, notò, non urlava, non scalciava, non appariva terrorizzata o altro come altre persone, come avveniva normalmente. Li seguiva con gli occhi, spalancati,  la bocca schiusa in stupore, calma.

"Non ti fanno paura, vedo. Credevo di si, da come ne parlavi ore fa"

"Eh..." riscossasi, guardandolo "non ho paura dei topi. Sono portatori di cose brutte, quelli si. E in gruppi, possono essere pericolosi. Se non sono topastri o ratti delle fogne come quelli che avevo visto, quelli peggiori, non ci sono problemi. Quelli farebbero paura a chiunque per quanto sono grossi. ma questi... sembrano più da cantina o solaio"

"Devono essere proprio da casa, forse sono caduti o sono usciti, perchè tutti i pavimenti sono andati...."

"perchè continui a rovistare tra quella roba? Non vedi quanto è lercia? non sappiamo neanche se era là da prima o che altro. Rischi qualche malattia..." catturando la sua attenzione dai topi. Gask osservò il cumulo che si era rimpiccolito mentre divideva la roba. "Già odio pensare di avere questo schifo addosso. Poi guardo te, e mi viene voglia di prendere quei dementi a calci dove dico io..."

"Fatti una doccia allora"

Lei lo fulminò con lo sguardo,  ma con calma parlò mentre controllava quella che sembrava essere una bottiglia di plastica con qualcosa dentro "Ho trovato una vasca da bagno e l'ho spostata dietro quell'angolo, perchè cè un grosso tubo d'acqua principale che perde chissà da quanto tempo, e la vasca è sempre piena. Puoi usare  quella che scende come doccia e ti pulisci. Io l'ho fatto e ora sto bene..."

Si bloccò, perdendo di mano la bottiglia sporca, quando vide isuoi occhi carichi di rabbia, che lo fissavano. Gask rimase interdetto, poi sussultò quando la vide alzarsi, fissandolo sempre, per andare da quella parte.

"T-troverai un vecchio mobiletto mezzo intero dove ho messo qualche lenzuolo o aciugamano pulito, trovato fin dove sono riuscito a spingermi. Quelli che ho usato io sono già lavati e messi ad asciugare..:"

"perchè, pensi che resteremo qui per molto?"

"..." alzò gli occhi verso l'alto, incerto "Dai movimenti della luce è chiaro che siamo qui da parecchio. Abbiamo passato la sera, la notte e ora siamo a mattina inoltrata. Nessuno di noi due ha qualcosa che ci permetta di comunicare la nostra posizione. E, assurdo che sia, neanche i nostri o quelli avevano sui corpi qualcosa di funzionante. Tu hai camminato nelle fogne per molto, magari ti cercano in un altro edficio e per risalire al piano terra dobbiamo cercare di..."

"Si, si. lo so anche io. Solo che ti vedo da un pezzo giocare con quella roba invece che fare altro..."

"Aspettavo che ti sentissi meglio, così da tentare qualcosa. Non posso andare, o almeno tentare, di uscire da qui,avventurarmi per le fogne a casaccio, lasciandoti da sola"

"Non sto così male..."

"Allora perchè vomiti e sembri sempre stanca"

"perchè quello stronzo ha fatto qualcosa e ora sono tutta scombussolata. Te l'avevo detto..."

"Si, ma non credo sia solo quello"

"Che vuoi dire" restando nell'angolo senza svoltare, a fissarlo con le mani sui fianchi

"Che ti ho vista rombare come un treno in corsa anche ferita. Come direbbe Alaric incazzatissima, se non è mortale te ne freghi. ma ora sembri frenata da qualcosa, a cui non puoi andar contro. Quindi non è affatto, e solo, quello che ti ha fatto stare male"

"Da quando in qua tu pensi"

"sai che non voglio farti arrabbiare o litigare con te. Ma non sembri affatto in forma il tanto che basta per tentare di uscire. Se no nso cosa ti crea problemi, ho le mani legate"

"Adesso si atteggia a conoscitore di grammatica e fatti, e fine osservatore. Incredibile" falcando verso l'angolo

"potrei provare a cercare qualcosa per aiutarti. Ancora continui a non fidarti..."

"Certo che non mi fido" fermandosi e andando spedita verso di lui irosa "dopo quel giorno, dopo il tuo strano comportamento per finire con noi, dopo che ho visto Milan..:"

"non è colpa mia e lo sai" arretrando "è anche per Milan che non posso fare niente. Da quello che ho capito sei importante per lui. Ci tiene a te..."

Kianta si fermò, dopo aver rallentato. Lo fissò e poi iniziò a ridere, sempre più forte e la bocca spalancata, alznando la testa verso l'alto.

"Tu non hai capito niente e non hai sentito nulla di quello che hodetto. E mi sembra strano che Alaric e Jd, coloro che no ndovevano dire ma parlavano sempre, non ti abbiano chiarito questa cosa. Io non sono importante per Milan, anzi... se fosse per lui sarebbe importante e vitale solo il suo desiderio di gestire tutto come vuole lui, rendere orgoglioso il suo caro fratello maggiore , che non si è mai visto e che lu iafferma essere come un gemello. Ma gemelli non sono. Eppure, dopo tante persone e tante possibilità di conoscere altra gente,  che lo porti fuori dal circolo vizioso di Dorde, ecco te. Così spontaneo, così cazzaro... perchè lo so che hai mentito tutto il tempo. Puoi raccontare storie a chiunque, Milan può crederci ma non io" agitando le braccia per la rabbia per enfatizzare il discorso, per poi puntargli addosso un dito indice, chinandosi con il busto per guardarlo ad un'altezza simile "Fa sempre a dire che era come te, che voleva un fratello che ti somiglia di carattere e tutto, o un amico da considerare un fratello che sognava nell'infanzia. E fate i casini insieme. Fate saltare i nervi a me perchè ti porta sulle sue belle aiuto a divertirvi insieme,  e io resto come una scema a fare il suo lavoro. Sei tu ora il suo primo consigliere per tutte le missioni e... vaffanculo! Pensi davvero che io valga qualcosa per quel rintronato dal fratello? Sarebbe anche una bella persona se l'unica cosa che gli corre nella testa non fosse e voglio il .  Tutte le cose che ho fatto, che ho proposto io, hanno dovuto passare l'assenso suo e di Dorde, e si sono convinti solo perchè era necessario dare alla gente qualcosa su cui focalizzarsi per non fare casino per i cambiamenti in atto. Imbecilli che erano pronti alle armi e fare rivolte perchè gli levavano il patriottismo, togliendo il sovranismo unico. Ma fermi e vogliosi negli occhi di soldi e cose. Si sentivano meno qualcosa, senza pensare che forse togliendo il marcio che gli faceva paura dell'altro, si sentivano al sicuro. Fa ridere pensare che prima tutti si lamentano che sono controllati dal governo e hanno violate privacy e altre menate, per poi incazzarsi che il loro amato governo, prima odiato a morte, fosse cancellato per un mondo unico e umano. Che ipocritini. Ma anche Milan lo è. Pensi davvero che lui consideri di primaria importanza i nostri uomini?  Davvero non hai capito che sia lui che il caro Dorde, il fantasma rompiballe onniprensente dove non dovrebbe, siano positivi? Apri gli occhi invece di bendarteli per divertimenti e cazzeggio"

"ma avete fatto tanto. Sei il suo secondo. Si fida di te tanto da darti montagne di soldi e potere. Si preoccupa per te..."

"AH AHA AH... non hai davvero compreso nulla. Soldi? Io li uso solo per l'amministrazione, non sono mica roba mia. E non li prenderei mai così, come farebbero altri. Ecco perchè mi permette di attingervi. Il suo secondo perchè io faccia cosa non vuole fare. Si preoccupa... Quello che gli interessa è cosa ho addosso. Il Draper e le Stoddarde che abbiamo, quello gli interessa. Se eri convinto che qualcuno potesse accettarmi e considerarmi tanto da rendermi così speciale... quanto sei stupido. Io e te siamo i due compatibili. Ma tu sei stato solo un tentativo per non perdere il suo amato fratello putativo. Sei qui, a ronzare fastidioso, perchè ha voluto tentare il tentabile. E sei risultato compatibile"

"E tu?"

"Ah... solo perchè ha scoperto per caso la mia compatibilità ha deciso di tenermi allo Chateau. Poi, proponendo cose e perchè Jd glielo aveva chiesto, sono diventata suo secondo, ma solo per fare lavori a lui scomodi. Lo hai mai visto scomodarsi per amministare qualcosa allo Chateau? Eppure arriva bel bello e si aspetta di trovare tutto come fosse Re Luigi quindicesimo in persona. Questo  pronto, quello lo avete preparato. Bene, Kianta, ottimo lavoro come sempre. Meno male che ci sei tu! Si, certo. perchè altrimenti era tutto un porcilaio come prima. Col cavolo che sostenitori e quelle ragazzine, non sarebbe scappate schifate per come era prima quel posto..."

"Quindi lui ti considera non perchè siete amici o altro..."

"perchè sono una pedina. Come tutti. Tranne te. da quello che so erano importanti i tre con cui si coalizzò per iniziare il grande piano. Ma..."

"cosa"

"..ora ci sei tu. E siccome sei tu, resterai al suo fianco... ora dovè quella tubatura che voglio levarmi questo schifo di dosso..."

"Aspetta , non sapendo è meglio se ti do delle lenzuola per fare..." ma il tempo di rimettersi in piedi e lei era già via.

Kianta voltò l'angolo, passando per quelle che dovevano essere delle stanze, ma di cui restavano solo parti dei muri, a volte solo un angolo o parte centrale. E poi la vide. Una vasca bianca con i piedi rotti e sostituiti da mattoni. In quel posto si usavano molto le vasche dalla forma a nocciolina o peanut con i piedini dorati di varie forme. Gli piaceva molto, le consideravano un lusso. E quella era chiamaramente scheggiata, avvicinandosi, con i piedi  riparati con i mattoni e piena da straboccare dall'acqua che usciva da un tubo in alto, rotto e inclinato, largo da cui fuoriusciva una piccola cascata continua. Quella zona era nuova, quindi tubature e filtri facevano il loro lavoro, versando acqua pulita e chiara.
Doveva averlo spostato in qualche modo, pensò. Ma come? O era di uno o due piani prima, caduta e ha dovuto solo avvicinarla, senza perderci troppo tempo?
Si guardò. Aveva addosso roba messa giusto per pulirsi dallo schifo di ore prima e fremeva dal disgusto. NOn faceva caldo, anzi,  ma era abituata a usare acqua fredda per tonificare i muscoli. Stringere i denti, solo quello.
Si tolse tutto, dopo aver trovato quel mobiletto sbilenco e fratturato in legno, che conteneva la roba più pulita trovata nelle macerie. Sembrava un mobile da cucina e conteneva un paio di lenzuoli bianchi leggeri, tovagliette e strofinacci da cucina. Puliti, già quacosa di miracoloso. Ma poi si ricordò che quello era una sorta di zona privilegiata dei generali e seguito, nuova e con personale in attesa di incontri e tavolate di amministrazione. NOn certo un agglomerato di poveri.
Niente sapone o altro. Si tolse, vicino la vasca, il grosso strofinando con  uno strofinaccio che pareva nuovo togliendo il grosso, sporcandolo. Chissà cosa aveva addosso dopo quel vagabondare là dentro.
Dopo aver  cercato di togliere via con la stoffa quello che poteva e vedeva, prese un lenzuolo bianco, di cotone robusto, e lo tenne aperto dietro di sè, entrando nella vasca, immergendo fino a sopra il ginocchio, il corpo nell'acqua chiara. NOn si distese o altro, lasciò solo che l'acqua  scendesse e la lavasse, restando in piedi e cercando di pensare che era nel suo bagno, che tutto lo schifo con il pensiero e l'acqua chiara se ne andasse e non le venisse qualcosa. E la rabbia le si sbollentasse.
 L'acqua le cadde sulla testa per pulirsi i capelli, sul collo inclinando la testa nelle varie direzioni, sul petto, muovendosi perchè si lavasse tutto, tenendo sempre i lenzuolo aperto dietro di lei, con le braccia aprte, e pronta quando si sentiva, di uscire e stringervisi dentro, come un accappatoio. Non lo era, stava gelando, ma voleva davvero credere di essere a casa, con del cibo ad aspettarla invece del ninete. E non mangiava da ore.
Nonostante la pelle d'oca e il freddo dell'acqua che le scivolava addosso , cercava di farsi colpire dalla cascatella ovunque. Il lenzuolo pendeva alle sue spalle senza toccare terra, coprendola prima e asciungandola poi, quando si sarebbe apprestata ad uscire. Per non sentire il freddo e convincersi che era pulitissima, cercò di usare la visualizzazione, fingere di eseguire movimenti di Ats che conosceva e faceva quando cercava di non pensare. Quelle tecniche per lei erano naturali, avevano effetti benefici su corpo e mente, erano ottimi per l'elasticità e migliroare la muscolatura e ci si perdeva. Le piaceva, la rendeva felice e usava in casi dove era nervosa e sola.Come in quel caso. Così iniziò a creare figure e movimenti da ferma, sentendo l'acqua scivolare o colpirla là dove muoveva un fianco o il petto. Tentò di dissociarsi e pensare a un livello diverso della realtà, vedendo nella mente luogo e situazione differenti dimenticandosi il freddo. Dove si trovava realmente.
Quando tornò aprendo gli occhi e si osservò, decise che davanti poteva essere pulita, e si apprestò a voltarsi.
Spostò il lenzuolo con le braccia verso destra, per voltarsi e metterselo davanti, usando il getto sulla schiena, ruotando con l'acqua alle ginocchia. Ma sussultò e si bloccò quando, guardando  appena voltata di poco da un lato, non si accorse di qualcosa alle sue spalle. Vide Gask , con delle lenzuola in braccio,  fermo come un palo a bocca aperta, mentre lei era di schina appena di scorcio, con il lenzuolo stretto tra le dita ma morbido al centro. Per i lgesto di  voltarsi e guardare, faceva un arco che scedneva mostrando la schiena fino in basso. Si tirò addosso il lenzuolo, anche se si  bagnò tutto, e si fissarono.

"Mi spieghi che cavolo stavi facendo?" biascicò lui stupito

Dopo una faccia sconcertata dall'uscita del ragazzo, lei mutò in negativo, chiedendo a lui cosa stesse facendo fermo come un baccalà marinato.

"perchè il baccalà marinato? Non ho mai capito i paragoni che fai..."

"Preferisci una coscia di pollo? O la tua testa che galleggia nella salamoia?così quando vorrò sfottere qualcuno verrò davanti il tuo barattolo e ti osserverò mentre volteggi nel liquido, e ti ricorderò quanto sei scemo? Ti rendi conto che ancora sei lì a parlarmi, mentre io sto togliendo tutto lo schifo di quel posto? prontoooo!"

"Calmina, però! Ero venuto a portarti dei lenzuoli per rendere questo posto... insomma, per farti avere privacy. E ti vedo che ti dimeni dietro a  un lenzuolo sotto l'acqua. Posso essere turbato dalla cosa?"

"Stai scherzando! Sei ancora qui, continui a restare anche se ti ho detto di andartene che mi sto lavando,  e mi chiedi cosa stavo facendo? Sei turbato... da cosa? i tuoi amici imitano Freddy Mercury o Elvis in tutto nei bagni o sotto la doccia, e fai la morale a me? Vattene!"

"... pensavo che stessi male... me ne vado..."

"balle! E lo sai anche tu. Seriamente stai uscendo come un gambero all'indietro, continuando a guardare? Serio?!? Devo odiarti pure perchè sei tendente alla scopofilia?"

"Non capisco se è una malattia, qualosa da mangiare o mi stai offendendo" rimasto imbambolato a fissarla confuso

"Imbecille! Se scopro che sei pure affetto da voyeurismo del cavolo, te la faccio pagare tre volte quello che desidero farti adesso. Adesso vai o no?" passandosi le mani sopra i llenzuolo per il freddo

"Mi spieghi perchè tu non hai problemi a sfottere la gente per la nudità, mentre se riguarda te non si può fare?

"Cosa?!?"

Kianta uscì dalla vasca insaccandosi di più nel lenzuolo, furiosa perchè era finito il momento pulizia, coprendo il possibile, come un'abito romano. Si nascose dietr una parete rovinata e rimasta in piedi all'altezza del suo collo, e vi si nascose dietro.

"E' assurdo che sei ancora qui e mi lanci queste frecciatine!"

"Non sono frecciatine. Tu sei quella che ha fatto spaventare a morte i ragazzi perchè temono sempre un tuo arrivo, in qualsiasi momento. Ti ricordi quando hai fatto irruzione nello spogliatorio e docce per la terza volta perchè alcuni trattavano le reclute come domestici?"

"Certo che lo ricordo, è una cosa che non accetto e lo sapevano. Il nonnismo è un comportamento che per me vale anche l'espulsione. Non ho fatto niente di sbagliato, ho solo preso in mano la situazione e posto un ultimatum...e lo fanno tutti i superiori"

"Io conosco la storia diversamente. Hai fatto venire a tutti la strizza e gli hai pure detto che sono ridicoli come i vermi nudi... " grattandosi la testa "il loro ego è finito sotto le scarpe"

"Ci sarebbe stato ben altro sotto le scarpe per alcuni di loro. Obbligare i nuovi per le loro posizioni superiori a fare da schiavi e inservienti, quando nonlo erano, è da stronzi. E poi non ho detto niente di sbagliato. Voi siete ridicoli nudi, e non è per sfottimento o altro, ma un uomo nudo fa ridere per come è... basta. Così come alcuni di loro hanno la bella trovata di emulare gli atleti greci ungendosi come polli, e nudi, con oli, cospargere con lo strìgile dandosi un tono e poi fare a gara, sempre nudi, su chi merita il premio di miglior olimpico tra tutti. Per me non ha senso, se per te lo ha dimmelo e spiegamelo. Qua siamo oltre l'assurdità psicoanalista del bodybuilder che mostra quello schifo bitorzoluto. Sono convinti che più emulano i greci nudi e virili, meno ridere fanno. E sono io da criticare? Una cosa è lavarsi alla giapponese, per cui il corpo non ha nulla di tabù e simili, come per i nudisti. Loro no nhanno problemi, non ci sono neanche stupri e simili perchè non hanno preconcetti, e non giudicano l'altro. Ma quando cè da dire che un corpo nudo è ridicolo, lo è. Da vestito fa più figura..." urlando mostrando solo la testa fino al collo e battendo la mano dal nervoso contro il muretto davanti a lei

"Questa discussione è totalmente assurda. E tu ti stai nascondendo dopo quanto hai detto... perchè? Non hai niente da nascondere perchè hai rimrpovato due volte, mi sembra gli uomini, negli spogliatoi, in qualunque condizione fossero. Le altre non lo so , ma la terza perchè già cèro e me lo hanno detto. Non hai avuto problemi di sorta e li hai pure presi per vermi pallidi. E perchè tu ti nascondi?"

"E' una discussione assurda e ridicola. Se io non amo chi fissa come un allocco, avrò il diritto di incavolarmi. Io non li guardavo ma sai, erano tutti mezzi nudi o nudi, ma non mi sono scomposta o altro perchè non sono il tipo. E li guardavo in faccia, il mio discorso era per l'uomo in generale. E ora che neanche cèri, fai la morale. Non ti sei fatto annunciare, non hai detto nulla, non so neanche da quanto tempo sei rimasto lì allampanato e mi hai pure presa per pazza... cosa stavi facendo!" sciommiottandolo "quando stai in mezzo a gente che si pavoneggia nuda dicendosi degni rappresnetanti nel fisico a abilità ai vecchi greci, col gamberetto di fuori e pure unto e parli di me. E sarei io la fuori di melone per cercare di non sentire il freddo?"

"Ah... sembrava all'inizio che stessi male o che ondeggiavi per un malore, poi sembrava troppo strano e mi ricordava quelle tizie mascherate e le gonne enormi. Ma mi sono detto che non era possibile, figurarsi se tu...."

"Cosa...!"

"Niente... ti lascio le cose qua. Tu... esci quando vuoi, non guardo più! E comunque ti stavi solo lavando non cèra niente di sconcio o altro..." borbottando

"Che vuoi dire... aspetta! Mi senti, ti sto ordinando di fermarti e dirmi le cose in faccia invece di sbottare andandotene..."

"Non vuoi che ti parlo mezza nuda, ti lascio ricomporti e parlare tra civili. Hai detto così, no?"

"Grrr...."



Accovacciato a legare vari stracci tra loro e ad un'asta di ferro della costruzione, Gask non si accorse di Kianta, finchè non sentì come ringhiare alle sue spalle. Non ebbe il tempo di dire nulla che lei con tutta la sua forza alzò in avanti il piede, dopo averlo portato all'indietro, e lo indirizzò sul sedere del ragazzo, facendolo slittare in avanti a faccia a terra.

"prova di nuovo a dirmi quelle cose e uso la tua bocca come scavatore manuale per uscire di qui...."

Gask squittì di dolore sia per la pedata, sia per la botta alla faccia. Grugnì alzandosi sui gomiti.

"ma che cazzo fai!" pulendosi la faccia e toccandoli il naso "potevo finire con il collo nella corda o infilzato dalla barra o..." ma si fermò dall'inveire cnotro di lei quando si votò a fronteggiarla, sulle ginocchia, e iniziò a sputacchiare come se stesse cercando di fermarsi.

"Mph!...mph!...ph ph... ah aha ha!"

"Cosa... Che hai adesso?"

Kianta aveva indossato gli abiti che lui aveva messo insieme alle lenzuola per fare un separè. Dei pantaloni viola melanzana, la tunica che usavano gli uomini lunga fino il ginocchio, e quel gilet verde squallido con tante tasche fino ai fianchi. Mancava solo il cappello e dall'espressione incavolata la potevano scambiare per uno di loro

"Ah... mph... nie..te.." cercando di non ridere

"perchè ridi! i miei puzzano di... fogna. Non avevo altra scelta! Solo tu hai trovato abiti mezzi decenti, vero? E' da quando mi sono svegliata che lo noto, tu hai trovato qualcosa, io mi devo accontentare di sembrare... bah" andandosene

"però mi hai fatto male..."

"ma finiscila, non te l'ho data così forte..."

"Si, lo so che non sei a posto, altrimenti per dove mi hai colpito sarei senza più niente, là sotto. NOn ti ho sentita..." pulendosi con una pezzuola "e comunque sarebbe ora che mi dicessi qualè il problema o non posso andarmene di qui..."

"E perchè non vai! Io posso aspettare qui senza problemi. magari vado a farmi un giro e sbuco fra i piedi di qualcuno come un coniglio... li beccherò prima o poi..."

"e le tue condizioni non credo che riuscirai..."

"Cosa ne sai delle mie condizioni. Non sei stato svibrato da quello stronzo..."

"No, ma i sintomi che mostri non sono secondo me legati a quello..."

lei si voltò a fissarlo, irata. Invece di rispondere gli diede le spalle, mise le mani sui fianchi e inizìò a osservare la zona più scalabile per andare ai piani superiori.

"perchè no nvuoi dirmelo..."

"Te l'ho già detto ore fa. Ho avuto le vertigini, tremori, nausea e...."

"quello è il prima, adesso non hai quei sintomi. Vomito anche se on hai mangiato, come se stessi buttando fuori pure l'anima, dolori addominali che ti fanno piegare in due, impossibilità a camminare, stanchezza, peggioramento col freddo..."

"..."

"dovremo allora aspettare..."

"Perchè... solo perchè non hai le risposte che vuoi? Tu pretendi da un tuo superiore cose?"

"Io non pretendo, chiedo la motivazione dei tui sintomi per sapere come gestire la cosa per uscire. Sei un mio superiore, ma stai meglio solo adesso... devo ricordarti..."

"Non voglio ricordare ninte. Ok, vuoi sapere? Oltre i sintomi di quella cosa che mi ha fatto, ho quelli del ciclo. Ti va bene? Riesci a compreder ecome ti sento o giustamente non puoi..."

"Aspetta... hai il ciclo? Ma se facevi..."

"Ooohhhh quanto sei tardo! Non ho quelle cose, per mia fortuna. Ma i sintomi. Tutti! Ci manca pure che mi vengono... ma non dovrebbero, non è possibile, eppure i sintomi ci sono..." iniziando a discutere e lamentarsi camminando in cerchio rabbiosa

"Ok, hai solo i sitnomi, ora ho capito. Ma esattamente come puoi averli? Voglio dire..." vendola voltarsi con occhi nervosi verso di lui "so che tu odi la tua condizione e avevi... insomma... tolto tutto!"

"Chi ti ha detto questa cosa? Secondo te se avevo tolto tutto potevo andare nel panico perchè ho i sintomi e temo che vengano? ovvio che no! Ho un dispositivo nel braccio, digitale, che rilascia un farmaco bloccante come le pillole normali anticoncezionali. Solo che dovrebbe durare anni e sicuro, rispetto a quelle. Fatto su misura per me, diciamo. Ma ora ho quei sintomi..."

"E se non fossero quelli...?"

"Purotrppo si riconoscono...." depressa

"magari è solo cosa si trascina dai precedenti. Magari è solo la pancia per..."

"se ti dico che sento che sono quelli, è così!Tu non puoi acpire come si sente in tutti sensi, quando è quello..."

"Lo senti...?!?"

"Basta!" fermandolo con una mano "cè qualcosa di importante da fare, invece che parlare di schifo e farmelo ricordare. Non mi verrà, nonci saranno e io starò bene..." come se lo dicesse a se stessa per convincersi "adesso cè altro da fare..."

Gask seguì il suo sguardo quando la vide restare fissa su qualcosa, e vide che la sua attenzione era legata al paracadute con l'approvigionamento ancora attaccato. E lei lo stava studiandolo, per poi incamminarsi verso una zona dei piani inclinata e più vicina.

"Inutile che ci pensi. io ho tentato di giungere ai piani sopra, ma come puoi vedere a terra, non ha retto il mio peso e ho preferito vedere se, sveglia, potevi avere altre idee...."

"Il tuo corpo è troppo massiccio e... il mio parkour è meglio del tuo..."

Gask non ebbe tempo di dire nulla che la vide fare una rincorsa e, con il piede, fare leva sul muro per effettuare una corsa laterale e raggiungere la pendenza del piano superiore, aggrappandocisi. Issata su, dopo che lui è corso sotto, la vide correre seguendo quello che per loro poteva essere un percorso e affrontarlo, mentre calcinacci e rumori del pavimento chelei calpastava protestavano. Ma reggevano.

"Cosa fai, scendi! Se tu rischi..."

"taci, devo concentrarmi...."

La seguì con gli occhi mentre si aggrappava a una parete con una rientranza per seguirla, con le mani, e giungere al punto che le interessava.

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Capitolo 18
*** 18 ***


Chapter 18 Chapter 18

Un anno e 9 mesi prima

Lia camminava lentamente e in pace con un abito leggero in stile peplo, con i piedi sull'erba fresca, tenendo in mano le scarpe. Le gladietor, come le chiamavano e le avevano dato, che correvano fino al ginocchio tramite le tante stringhe, in cuoio morbido, con un tacchetto. L'abito sventolava libero intorno a se, come i capelli ricci e lunghi. In stile greco, l'abito in chiffon azzurro polvere aveva lo scollo a V, con le spalline con decorazioni a placca in argento filato e lavorato lungo cinque centimetri o poco più. Da lì alla vita il tessuro era stato modellato a piegoline, che coprivano il seno come una decorazione, terminando in una placca a fascia sottoseno in fiili grossi d'argento. Un cordoncino d'argento era legato sopra e intorno alla fascia fino al fianco destro, creando quattro livelli aggiuntivi intorno al corpo che finivano sul fianco con una decorazione simile alle placche d'argento, con due parti pendenti che seguivano il movimento. Il resto dell'abito scendeva morbido sul sotto abito, bianco perlato che si intravedeva sotto, coprendo da poco sopra il seno a metà coscia. Lo schiffon sopra l'abito, dalle spalline alla gonna, era lavorato a pieghe fitte sul seno, presenti e morbide dai fianchi in giù, creando movimento anche da fermi. Un chocker in tessuto e la stessa placca in filo d'argento lavorato costituivano la collana, da cui pendevano delle gocce color azzurro. Delle sorte di maniche partivano dalle spalle e si agganciavano a metà avambraccio, creando una sorta di  drappeggio nella parte interna tra braccio e busto, scoprendo la parte esterna dell'arto. Da dietro il chocker, partiva un doppio strascico allargandosi e raggiungendo la gonna, e un paio alla fine delle placche decorative delle spalline che scendevano e s finivano legati alle dita crando una sorta di mantella a due parti ampia al centro che si restringeva dove si legava.
Si voltò, sentendo i l vento che le colpiva la schiena, e vide coloro che la seguivano felici e allegri con degli oggetti in mano e cantando. Continuò quindi verso il luogo, una zona recintata da un muro e un cancelletto, aperto, ove sostavano altre figure.
Lia sorrise e li raggiunse. Riconobbe le persone che facevano parte del gruppo, tra cui Ric e Lei, Zela e parlò con loro.

"Pensavo non sareste venuti, visto la continua titubanza e il dissenso più volte manifestato. Se siete qui significa che cè più tra noi delle parole che possono dire dei familiari di sangue. Sarò più felice se ci sarete anche voi."

"Sai quello che pensiamo" disse Ric

"Si, si" velocemente e sorridendo superandoli "ma come ha detto tua moglie, è giusto che io sia egoista, per me stessa e più,qualche volta. HO pensato troppo agli altri  da sempre, calpenstandomi. E le volte in cui mi sono sentita forte e viva abbastanza da quell'insegnante di pianoforte, ho solo avuto casini con la mia famiglia sentendomi uno schifo. Senza di loro non ci sono più ripicche, colpevolizzazioni, sensi di colpa inesistenti, urla, schiaffi o oggetti sbattuti o altro. Mi sento meglio, ma allo stesso modo comprendo come non sono capace di esistere e vivere per ciò che non riesco a cancellare. Come marchiata nel profondo, la gente non comprende che se loro non li hanno o li superano subito non è lo stesso per gli altri. Credevo, da quel viaggio con lei in irlanda, che allora vi fosse una possibilità, allontanandomi da loro, di rinascere come ME.  Ma in verità..." incaminandosi con lentezza "me ne sono andata scomparendo, senza dir nulla, e questo non ha aiutato ugualmente. Sono riusciti a mettermi delle catene che non riesco a togliere, a spezzare, perchè per come sono io andarmene davvero e rinascere significava dir loro le cose chiaramente e salutandoli. Un addio per sempre. Il problema è che, e l'ho accertato prima e adesso, avendo sempre dubbi, non riesco a lasciare indietro persone che mi odiano o mi odieranno per cosa, secondo loro, ho fatto e al dolore che gli procuro. Per loro era impensabile che me ne andassi via altrove lasciandoli là, vivendo la mia vita senza più contatti. Dicevano che sapevano cosa significava per lavoro e studio andare in altre città lontane e voler tornare a casa. Non hanno mai capito tuttavia, non hanno voluto accettare, il fatto che le persone ragionano e provano cose diverse dalle loro. La gente diversa da loro faceva schifo, tutta, non si fermavano solo alle teste di cavolo e peggio, che davvero fanno schifo e meritano il peggio. Ho vissuto sola tra quattro mura tranne che per scuola e impegni che loro mi obbligavano a fare, volendomi vicino a loro,sotto l'ala, sempre. Senza essere guide di vita, senza insegnare davvero ma anzi fare esattamente le stesse cose che facevano la gentaglia di fuori, come dicevano, quindi ipocriti, senza dare nulla di importante prima e nel cammino della crescita, cosa dovevo costruire e..."

Si fermò un attimo, voltandosi verso Ric, Zay e gli altri.  Fra le lapidi e monumenti funebri di squisita realizzazione e ricordo della persona al di sotto o dentro.

"Dentro di me cè ancora la persona che doveva essere, forte come non mai, ma per non soffrire, per non essere picchiata, per non sentimi dire che ero sbaglaita, cattiva, una delusione quando non era così, ho modellato un'armatura che odio. Il problema è che no n riesco a toglierla, non riesco a romperla e andare avanti. Come a casa tua, con tua madre e tutti gli altri. Ogni volta non sapevo se ero essere me stessa o usare quell'armatura anche con persone così distanti da dove vivevo, e sono sicura che risultavo come sempre. Mai libera, mai me stessa" guardando Zay "per tal motivo, anche adesso che ho abbandonato quel posto e quelle persone, ho fatto cosa desideravo tanto, mi sento comunque incatenata. Perchè una delle mie paure si fa strada ogni istante. Mi urla nelle orecchie che non potrò mai essere leggera e felice, sapendo che odieranno cosa non ho fatto per loro, come sono sparita anche se credono un incidente, che saranno arrabbiati e sofferenti a modo loro, perchè io non ci sono e penseranno sempre e comunque che io dovevo restare con loro. Che me ne fossi andata io là con le mie mani, che con un incidente, penseranno sempre che non ero attenta, che gli volevo male, che li ho lasciati soli nella sofferenza. Come tutte le persone e famiglie fuori da questo cimitero. Io che per loro non provavo cosa dovevo per il concetto di tutti, non riesco a sopportare il giudizio e il pensiero che ogni giorno e magari dopo la morte mi odieranno. Chi se ne va per disperazione, per un momento o per qualcosa come me, finirà sempre per esser ricordato come debole, ingrato, da deridere per molti perchè credono sia da fessi andarsene per propria volontà. E altri che era troppo presto, piccolo angelo, e che cèra tanta vita davanti. Poveri idioti. A me fanno pena loro, non quelli come me. Ma non lo capiranno mai. Perchè sono gli stessi pronti, se finiscono nella melma, a dare il prorpio corpo a pagamento per sopravvivere, a fare lo schifo anche inconcepibile per seguire l'istinto della sopravvivenza. Lo reputano lottare quello. Ma lasciamo stare, è un discorso troppo ampio e duro, non oggi. " sorridendo a lroo fermandosi un attimo prima di proseguire.

"Ma sono lieta, felice per davvero, che siate qui a salutarmi ed essere artefici della mia pace. Capisco quanto siate combattuti, ma io ho lottato, ho avuto momenti neri, solitudine e ogni volta sono andata avanti eper dimostrare a me e a tutti che non ero come giudicata e considerata. Ma niente... sono la stessa che mai,IO se fossi finita per strada o sotto i ponti, mai mi sarei venduta per un pezzo di pane. Da un lato ammiro le donne costrette a questo per i figli, o per una speranza dentro di loro che spero davvero giunga per tutte loro, un giorno o l'altro. Veramente. Ma ho sempre ritenuto l'uso della bassezza di quel livello per una persona, come per i poveri schiavi dei romani, come fine ultimo per speranze animalesche. la forza interiore, il concetto di guerro non è come pensano tutti respirare e fre ogni cosa per sopravvivere. Quello fino ad un certo punto. Ma di nuovo, è una cosa troppo ampia da discutere. Venire a patti, per me, con qualcosa che mi garantiva ciò che desideravo e più, perchè io continuassi a vivere con tutto ciò che mi porto... non lo accetto. Significa altro che lottare. Per questo sono qui, e voi qui con me" sorridendo e alzando le braccia verso di loro come a un invito.

Poi però vide le loro facce, oltre le sue spalle, e si voltò. Quella persona, lui, era là. In fondo al sentiero a pavé piatto, in attesa vicino a dove dovevano andare. Guardò gli altri che le fecero un cenno e si avviò verso di lui. Li video parlare, lui mostrare una cosa in una mano, che però Lia richiuse subito dicendo qualcosa. Si apprestò a prendergli l'altra mano e con un movimento veloce e leggero si portò dall'altro suo fianco, tirandogli la mano stretta nella sua,tirandolo per continuare, per poi alzare verso gli altri un braccio in segno di seguirli.
Lia sorrise e corse con lui verso il luogo dove andare, seguiti da tutti.

Lia e lui raggiunsero quel luogo. Attorno ad un albero maestoso, in una zona più isolata dalle altre tombe, vi era un tipo di sepoltura a raggiera, con otto sezioni o loculi  in un circolo che seguiva l'albero, ad una certa distanza da esso. Ogni loculo interrato era particolar e diverso dagli altri. Era una sezione di due metri e cinquanta per ottanta centrimenti, di profondità di un metro. Tuttavia era anomala rispetto alle altre classiche per tutto il cimitero. Era lastricata di pietra, con un fondodi un materiale sintetico come un'imbottitura scura. Dal lato corto verso  l'albero si notava  a metà, come una discesa che partiva a metà dell'altezza verso il fondo,con dei solchi a metà .
Lui scese per prima, aiutando Lia a raggiungere il fondo, dopo che si era rimessa le scarpe,e tenendola ancora per le mani, la aiutò a sistemarsi. Il fondo e una parte della parete inclinata  erano imbottiti di materiale sintetico. I due solchi vennero riempiti con quelli che sembravano dei piccoli cuscini a salsiccia che si insinuavano nelle due fessure e restavano fermi. Lui risalì con un salto e facendo leva con un piede, poi come Ric, la moglie e gli altri, si fermò sull'apertura. Lia si sistemò per bene, sedendosi in pratica sull'imbottitura con la schiena poggiata sulla parte inclinata e la testa sui due cuscini infilati nei solchi.
Alcuni di quelli che la seguirono scesero nello spazio dopo i suoi piedi e iniziarono a inserire oggetti, gli stessi che tenevano in mano. Erano lementi che parlavano di lei, che la caratterizzivano e amava. Lia nel mentre si voltò, prima verso il gruppo di amici, principalemtne Ric e la moglie. Li ringraziò e chiese loro di vivere le loro vite senza il peso del suo ricordo, non voleva che anche loro come la famiglia di cui perl non importava molto, pensassero a lei con rabbia o tristezza.

"Mi porto già, come per gli ultimi anni, il peso di legami che ti inchiodano e sensi di colpa che loro ti fanno sbocciare dentro, che non riesci a toglierti. Non riesco a vivere una vita nuova, proprio per ciò che non provo e desidero o cerco,  sapendo che provano odio, rancore o altro per averli lasciati, per cosa ho fatto o non ho fatto per loro e tutto il resto. Non sarebbe una vita per me, l'ho già visto e sperimentato. Di giorno mi assalgono colpe non mie ma che sono nate dal mio passato, e la notte ho incubi su di loro e mai cose felici. Mai. Se non posso superarle e vivere, vivere una nuova vita, il mio vero e principale sogno, allora il mio desiderio di andarmene è più impellente che mai. Devo farlo, o come prima, striscerò giorno dopo giorno con dei fardelli che non ho la forza di rompere, non sono forte come vorrei, per troncare e non guardarmi più indietro. Ecco perchè odio il concetto delle famiglie, anche per questo. Perchè fino al giorno in cui tu muori loro saranno le tue croci. E io sono già stanca adesso, nonostante tutte le belle cose che dite e pensate per me. Se io non riesco, se la notte ho solo incubi con loro, non ha senso. Se avessi avuto la fortuna di dimenticare, azzerrare la mia mente, allora il discorso poteva essere diverso. Sarebbe stata una scappatoia, meschina forse, ma la mia mente non sarebbe stata aggravata da queste cose e dal peso della mia anima sempre bloccata. Se l ocapite, se volete per me la pace e non vedermi soffrire ancora giorni dopo giorni, che conosco come meschini e non gentili, salutatemi e non pensate più. Avete cose per voi importanti da considerare e il futuro che sognavate, avete costruito e persone che amate. Io ho sempre visto e non provato diversamente e non è vita per me."

Loro non risposero ma sorrisero, e Lia cercò di non vedere l'amarezza di quel gesto. Voleva essere egoista, sii egoista per una volta, per davvero, si disse. Poi si voltò verso di lui, dall'altro lato.

"Tu che sei la mia persona speciale, quell'unica così preziosa, fammi l'ultimo dono d'affetto se davvero... se pur senti qualcosa nei miei confronti, allora salutami e vivi la vita che meriti. Io non sarei mai stata quella che ti avrebbe dato cosa necessitavi, volevi. ogni uomo desidera delle cose, e ogni persona desidera un'altra speciale che gli dia delle cose. Io non sono quella persona e mai lo sarò. E' per questo che devi andare, vivere la strada che vuoi e ti sei scelto, trovati una persona idonea e costruisci quello che tutti voi persone, di qualunque sesso e genere, desiderate. Quelle cose non erano per me e mai lo saranno. E no sarei mai stata la persona che avrebbe accompagnato la tua felicità, visto che non avevo nulla di ciò, per me e da darti. Sarei stata solo una zavorra.ma solo felice che tu sia stato al mio fianco fino ad ora, perchè lo volevi perchè ti piaceva cosa ero e chi ero. E' stato già il dono più grande che potessi darmi e riempire quel vuoto che credevo restasse così. QUindi grazie. Di essere stato con me, spalla a spalla, schiena contro schierna contro le cose o insieme per altre. Quindi ne tu, e ne loro, dovete essere tristi, perchè io non lo sono. In questo momento mi sento felice e colma di qualcosa di tranquillizzante. Sono con me, al  io fianco le persone che mi hanno voluto bene davvero, realmente, perchè ci univa ben altro che il sangue. Qualcosa di più profondo e tutta la gente là fuori pul dire cosa vuole, ma per me il vero amore o affetto, o qualunque sentimento che lega due o più persone, è profondo e sincero più  che una traccia genetica. Come ho detto a loro, non ero felice neanche andandomene e non lo sarei mai stata. SArei stata solo un fastama che cammina, incapace di sapere cosa si prova su certe cose e come scrollarsi di dosso... adesso però sono qui, e posso essere finalmente in pace. Grazie a voi" sorridendo. Poi parlò ai due che stavano sistemando gli oggetti e quelli che guardavano dall'alto. Coloro che la sua amica sperava di avvicinare, e che fosse considerata.

"Grazie anche a voi, per gli oggetti che mi hanno rappresentata in vita e parlano di me, qui con me. Anche se ammetto che per voi ero solo l'amica di... non ho davvero concluso nulla accettando di fare questa cosa per lei e il vostro buonismo, ma almeno ho potuto avere un aiuto e un addio in pace. Come non lo avrei vuto dove stavo prima.  E lontana da loro.  QUindi, continuate con i vostri... quelle cose lì becere ed etichettando le persone. Grazie. Sono stata molto, molto felice di essere solo stata e trattata come tale. Ho gustato molto anche il vostro amichevole impegno, pregno di giudizio, di benvenuto, nonostante vi indichiate aperti e migliori dei comuni. Ottimo lavoro" alzando il pollice sinistro vestro le persone intorno all'apertura e che ancora finivano di sistemare gli oggetti.

Ric e Zay  la apostrofarono un pò sul tono della polemica, ma lei se ne fregò e attese che finissero e uscissero. Dopo, Lui le porse qualcosa, in una boccetta, che lei prese e dopo un secondo ad osservarla, e aver guardato lui e gli amici, stappò e bevve.

Si distese, semisdraiata per l'inclinazione, e ringraziò ancora gli amici, raccomandando quanto detto e Lui, a cui chiese dell'ultimo dono.

"Non lo permettere..." in un soffio, per poi chiudere gli occhi e finire lì tutto. Attesero qualche minuto, anche per l'arrivo di alcune persone che Ric, la moglie, Zela conoscevano e Lui prese l'oggetto che le aveva mostrato prima argentato e lo conficcò con forza, dopo essere sceso di nuovo, nel cuore di Lia, lasciandolo.  Tolta la mano, si mostrò come una spilla a forma di libellula fedele alla realtà e in argento 925, come decoro dell'abito, anche se aveva un altro scopo. QUando gli altri chiesero spiegazione, lui disse che l'ultima cosa che Lia voleva era NON risvegliarsi, per qualunque motivo e ritrovarsi lò sotto. Ricordò loro quando odiasse, provasse quasi terrore, all'idea anche data da notizie vere nel mondo, di persone che si erano risvegliate nella bara e morte dopo ore di orrore, finendo per lasciare segni sul coperchio che poi venivano ritrovati per spostare le ossa. Lei non voleva quella fine, disse, sapeva di non esser emolto fortunata su tante cose, e non voleva che ciò accadesse. Per questo, continuò, un anno esatto da quel giorno, sarebbero tornati per cremare i suoi resti e spargerli nell'oceano dove il fondale era magnifico. Quell'anno sarebbe servito solo ai Piangenti, anche se non l ovoleva. Coloro che continuavano a pensare che avere una tomba su cui piangere o visitare fosse imperativo. E quindi un anno per loro, per non essere troppo stronza. Ma un solo anno, e poi il fuoco a purificare il corpo che non aveva retto a ciò che era.
Lui le sistemò le mani una sul'altra , poggiando con la parte esterna sul ventre, non come si faceva normalmente,  a formare anche con i pollici sovrapposti un triangolo, e le sistemò tre fiori come un ventaglio sul petto,ibisco, giglio e un altro, tutti di colore bianco e azzurro.

"Uno per la tua pace, uno per ringraziarti di ogni cosa, un altro per accompagnarti dove devi andare e non reincarnati, come volevi"

Eppure Lia era ancora lì, non capiva come ma sentiva tutto ovattato e non vedeva nulla. Sentiva il suo tocco sulle mani e poi rumori di una scalata, delle voci. E poi avvertì una presenza. In qualche modo aprì gli occhi e si ritrovò sola senza il coperchio, come invece doveva essere. Era notte, luna e stelle brucianti nel cielo e poi una figura su di lei. Milan che si fermava a guardarla dall'alto con cappa, cappello e bastone, serio, a fissarla con gli occhi chiari.

Lia sussultò e aprì gli occhi, avvertendo quel fastidioso batticuore  di ogni volta che faceva male, come un'aritmia dolosa al petto a ogni risveglio da un incubo. O un sogno ,anche se per la prima volta non presentava persone che la portavano a ritenerlo un incubo.

Respirò a fondo varie volte, per calmarsi ma qualcosa non quadrava. Avvertiva qualcosa di anomalo e si accorse che giungeva della luce, dal salottino oltre la porta.NOn l'aveva lasciata accesa. Si alzò a sedere nel netto e squadrò la figura seduta comodamente vicino il letto. Milan, con abito completo di blazer, gilet a V con quattro bottoni, pantaloni tutti grigi con camicia bianca e cravatta. Cappello modello classico in feltro con falda media  grigio scuro e fascia in tessuto dello stesso grigio dell'abito, più chiaro, a contrasto con una piuma che usciva dalla fascia. Terneva la gamba in orizzontale sull'altra, ben comodo, nella poltroncina già presente nella stanza dall'inizio e con la destra teneva poggiato a terra e dritto, un bastone con pomo in osso bicolor. La cosa che colpì Lia non non fu solo la sua presenza, ma anche che sembrava un Milan diverso. Dall'attegiamento più forte, rigido e dal viso. Oppure era solo il chiaroscuro della penombra?

Oh, sei sveglia. Scusa, ti ho svegliata?"

"Cosa fai tu qui"

"Sono tornato poco fa e pensavo di parlare con te di alcune cose, quei progetti.." con noncuranza "ma volevo anche essere sicuro che tu fossi sicura e capace nelle proposte che hai fatto"

"Io non ho fatto proposte. Ho solo detto cosa secondo me andava fatto, cambiato o..."

"Io..."

"ma la cosa che mi preme sapere di più, in questo momento, è sapere cosa fai tu qui, perchè sei con i vestiti e scarpe sporche nella mia camera da letto, oltre che appartamento, e per quale assurdo motivo sei seduto lì con quegli abiti. Che con il tutto ti fanno sembrare un molestatore molestissimo" aggredendolo con forza e impeto

Milan fece una faccia scioccata, spingendosi verso lo schienale della poltrona come se temesse che lei scinvolasse dalle coperte per saltargli addosso irata. O non si aspettasse la sua sfuriata.

"Calma, ragazza. Volevo solo vederti nel tuo ambiente naturale..."

"Davvero? Non sapevo che, tra altre cose, cèra uno zoo qui"

"Mph..." sogghignando per poi ridere apertamente, cosa che fece stranire Lia, che trovava la risata diversa "Ah ah, visto cosa e chi siamo, si potrebbe dire che in parte siamo in uno zoo... raro. Qui io e mio fratello abbiamo radunato tutte le persone capaci, intelligenti, e altre caratteristiche che riuscivamo a trovare, spingere e...."

"Da quello che ho visto non ci sono solo militari... giusto?"

"Non so se alludi agli altri o gli scientiziati e..."

"i primi... ad ogni modo, perchè sei qui, veramente" aspramente, tenendo vicino a se il cuscino

"non guardarmi così, qualunque cosa tu pensi, non lo è. Come dico sempre? Ah, si. Ho i miei gusti... non che tu non possa raggiungerli ma per me sei troppo spinosa. Capisci cosa intendo?"

Lia lo fissò facendo una faccia per dire " la stessa cosa per me" e alla fine gli chiese che volesse.

"Comunque mi auguro di stare tranquilla. Con quel giuramento che hai fatto, mi aspetto che valga fino alla morte, sempre che non lo cambiamo. Quindi mi fiderò..."

Lui la fissò stranito, come se stesse usando il cervello per capire che cosa dicesse, qualcosa balenò nella mente di Milan, come se non capisse il contesto poi fece solo un cenno di assenso.
Lia si avvicinò il cuscino, doppio per il letto a una piazza e mezzo che non usava, stringendolo a se con il braccio destro mentre si fissavano.
Milan si alzò e sorrise, le chiese come mai così nervosa, pungente. E si scusava se aveva sporcato il suo concetto di camera personale e pulita.

"Quindi ti piace un ambiente stile giapponese? Scarpe fuori, abiti diversi dall'esterno, per stare nel salottino, e pigiama solo in camera da letto. Se ho capito bene... Hai così tanto senso della pulizia? E come mai così agitata? Solo per me?"

"Perchè mi sono svegliata da un incubo o sogno o non so come definirlo...

"Ti capita spesso di averli"

Lia resò a fissarlo un pò, con chiudnendo lgi occhi un attimo continuò "sempre, sogno sempre la mia famiglia in una continuazione di vita ada sveglia perenne, anche la notte. Non ne esco mai. Così come la gente che mi ha fatto del male..."

"Mi spiace..."

" E mi sveglio.. e mi ritrovo qui con te, senza permesso, nella stanza a me assegnata, che mi fissi come un... come dovrei definirti? Sembra la stessa cosa accaduta in Irlanda . Inoltre sai cosa odio, quindi perchè sei qui..."


"Ho trovato interessante, oltre cosa è accaduto davanti  a David, il fatto della cianite e tutto quanto, anche questo. Come hai fatto senza soldi ad andare in Irlanda? Avevi messo soldi da parte?"

"Si e il resto lo ha fatto lei, anzi ho cercato come potevo di renderle di nuovo i soldi dopo. Ma il punto è che sei tu a trovare tutto meraviglioso, sei sempre stupito e con la faccia interessata di cosa dico..."

"perchè come ti avevo detto, ogni persona testata  è diversa e non sempre accadono cose come... quelle! E... cosa è accaduto in Irlanda?"

"Alcune cose, che ammetto non so come spiegare tra le varie opzioni, ma non è questo il punto. Ho cercato di aiutarla nel suo sogno, mentre io sono rimasta dove...."

"Ma tu puoi realizzare il tuo sogno. In cambio, ti diamo la possibilità di realizzarlo"

"Tu non capisci, come tutta la gente là fuori che si congratula e dice cose positive sulla chi continua, nonostante i problemi, ad andare avanti. Senza pensare che dipende dalla persona e cosa sogna, desidera, ha dentro di se per andare avanti. COme MIchael J. Fox, che con tutto il rispetto è stato un grande, grandissimo attore e interprete, ma si fa di tutta l'erba un fascio. Lui ed altri che sono finiti sui giornali sono sempre presi ad esempio per spingere la gente come me a fare cose che per loro sono giuste. Tuttavia mi piacerebb tanto, tantissimo, ricordare e far presente a questi buonisti che tutto dipende dalle tue condizioni fisiche, psichiche e monetarie. Facile prendere soggetti con alcune patologie come appunto quell'attore, quando alla fine lui può continuare per i suoi nuovi  sogni, fattibili, sui soldi per realizzarli, seguito da infermieri e dottori specializzati, farmaci e via dicendo. Non può alcune cose ma soppianta con altre.Ha detto pià volte che ha cambiato i suoi desideri del domani con altri ma cè riuscito. perchè poteva.  Che vuole, desidera e realizza. Ricordo che per curiosità ho controllato tutte le info sulla sua vita e, anche se speravo che vi fosse una cura unica e immediata perchè tornasse a recitare, alla fine non credo che il suo vissuto dall'inizio della malattia, sia così triste e deprimente da meritare incoraggiamenti e confronti. E' forte e tutto ma ha adattato cosa lo spingeva a vivere. Cè l'ha ancora! Perchè se prendi me, che non avevo nulla ad aiutarmi che funzionasse per me, finendo per sembrare uno zombie incazzatissimo e rigido, la cosa è diversa. Abbandonare pistola e carabina, non poter guidare ne poter finalmente seguire cosa volevo fare perchè, lasciando ciò che ero costretta a fare, e mi sentivo meglio dentro abbandonandoli, mi era impossibile poi accontentare me. E prendo quell'attore come esempio perchè sono sicura che tutti lo conoscono, anche tu, ma lui ha potuto comunque permettersi,  per i suoi vecchi film, i diritti a ogni irpoduzione e via dicendo, di trovare una via di mezzo per non perdersi molte cose della vita. Io non avevo amici, ne persone vicino tranne la famiglia, soldi e motivi per alzarmi al mattivo... ma quella non conta perchè pensano sol oal sangue quando, se fossi stata all'esterno della famiglia , sarei stata una merda come tutti. E non lo capiscono."

"Lo so, la società tende sempre a non voler cambiare perchè si sente sicura di quello che già conosce, anche se non è positivo"

"Io sarei stata come tutti gli altri ed etichettata allo stesso modo.La gente non amava la mia
 me originale, quella che ho costruito nemmeno, perchè non sono riuscita come altra feccia a fingere, e quindi mi hanno sempre considerata in molti modi. Sbagliando. Non voglio uomini ne altro, per me potete andare tutti a fanculo e ho dovuto dire addio a computer, scherma moderna e italiana, equitazione, visitare fiere e musei, concerti di musica classica e teatri e via dicendo. Sia perchè dovevo  fare cosa dicevano loro per il mio futuro, non cèrano soldi, quindi niente. Non sono mentalmente a posto per pensare a questa cavolata, nessuno di voi vuole comprendere che il buonisomo non si può applicare a tutti. Come tante cose. Cè chi ha un motivo, una volontà per qualcosa che desidera, fare o vedere o altro, o semplicemente crede che respirare e avere persone importanti intorno sia il tutto, benissimo. Io non ho vissuto molte cose e non ho avuto vicino persone che mi facessero cambiare idea della cosa. Come per Ric e Zay,  dove loro volevano e spingevano, ma dopo quel viaggio ho capito che le cose erano diverse e no nera possibile."

"ma eravate amici, no?"

"Si, esatto. Ma mi spingevano a vedere il bicchiere sempre pieno, quando non è così. Volevano che pensassi a un futuro quando io non ne avevo. Che rstando in contatto oslo online tutto fosse bello, quando non era così.  E ci siamo lasciati con loro offesi per qualcosa che NON avevo detto. nel senso che avevo sempre indicato come il TUTTO della società attuale come una lista della spesa... nascere, crescere, sposarsi, avere soldi, fare figli ed essere un fedele figlio e nipote fino alla fine. Tutto per i figli e genitori. Loro sono tutto. E non mi invento nulla, ho letto tante volte nel web questi discorsi e li ho sentiti io stessa. Gente che cercava l'anima gemella adatta solo per mantenere tutti e avere una vita non di odio, e prima i figli pure dei coniugi. I figli sono un bene prezioso dicono, cè gente che ha fatto lo schifo piiù assoluto su altri perchè non avessero problemi e fossero il loro continuare dopo la morte. Ma l dolore degli altri non gliene fregava ninete. Tutto per i figli, perchè erano il loro sange. E io non l'ho mai accettato.  E peggio, tantissimi,e se seguono una religione, pensano veramnete che appena sposati si è totalmente del partner e appena si hanno figli, tutto passa ai figli.- Se stessi - non esiste più, tutto per i figli. Questo l'ho sentito io stessa dai miei, dire che non avevano comprato quella cosa che volevano per i figli, non compravano abiti nuovi per i figli, mettiamo soldi da parte per questo quando io nonostante tutte le loro belle parole con non ho avuto molto lo stesso. E non intendo ricchezza, cosa belle e costose ma cosine anche di pochi euro che mi facevano contenta. Fare attività che davvero mi piacevano e rendevano contenta. Vedere e frenquentare altra gente oltre solo l'a faimglia.  Abiti da schifo, da pochi euro come volevano loro e ovviamente li tenevo per anni, e non mi stavano enache se ti trincavi la peggior vodka del mondo. Scarpe lo stesso, parrucchiere lo pagavo io con i quattro spicci che mi davano i nonni per le feste, e me li dovevo far durare tutto l'anno. Se chiedevo soldi per qualcosa che mi piaceva, urla e casino perchè non dovevo spendere soldi per niente. O per cibo. Sempre sola, tutto, ogni cosa era uno spreco e poi cmrpavano stronzate.  Quando loro compravano per loro stessi cose buone e le mangiavano di nascosto. Per me dicevano. Non mi sono mai divertita nella mia vita, dicevano di non comprare e fare cose che piacevano a loro per me, quando io  lo stesso! Avrei rispettato di più quelle persone se le cose erano leggemente diverse. Sono andata alla scuola superiore dettata dai professori delle medie perchè dicevano che er ail mio solo posto, che non valevo nulla e quindi tanto valeva andare una scuola che secondo loro non impegnasse la mia vuota mente. Questo i miei non lo sanno, che ho deciso di andare dove, secondo i professori, non li avrei fatti soffrire per la mia inutilità? Non hanno voluto ascoltare e non sanno nulla Che tutte le cose di musica che mi facevano fare erano solo dolore e disperazione per me, perchè riceveo IO rimproveri, punizioni, pres ein giro da tutti e loro non sapevano ninete per una cosa per cui non ero portata. E passavo ore e ore, giorni di festa e momenti d'inferno per qualcosa che odiavo. Ma dovevo fare.  Mi sono diplomata con una media alta nonostante tutti fino alle medie dicessero che ero vuota  stupida, quando no n era così."
Lo fissò con rabbia, continuando.
"Ti ho raccontato alcuni esmepi con momenti sulle poesie, ma facevo anche le mie domande, di cose che volevo sapere e ricevevo solo mortificazione perchè non erano attinenti con il programma. Ed ero vuota, dicevano...  ALla scuola si impara, domandi... Non ho sentito da tutti nella mia famiglia mai un grazie, brava, complimenti, hai fatto de tuo meglio e hai superato le aspettative. Volevano il meglio quando io ero sola a lottare contro uttti e avevo bisogno di imparare le cose a modo mio. NOn avevo bisogno di molto e non chiedevo molto. NOn avevo mai nulla che mi piacesse da loro se non schifezze, mettevo sempre roba vecchia e non per me, se mi vedevano una cosa nuova che avevo comprato con difficoltà, sbattevano porte e le urla si sentivano per ore. QUindi io, che fin da piccola non volevo avere figli e non capivo, dalle elementari, perchè tutti dicessero che un giorno sarebbe stata la nostra felicitò, ho odiato la famiglia ancora di più.Dicevo tra me che questi comportamenti li capivo da chi non ti consoceva, un estraneo ma...  Il loro rimproverare, secondo loro, per giuste cose ma razzolare male. Quando avevo problemi e volevo qualcuno vicino, non ci sono mai stati veramente. Solo rimproveri senza spiegare ne altro. E così ho deciso che no navrei mai avuto una famiglia, per tutti loro. Non hanno mai visto il mio dolore, la mia infelicità, solitudine... e mi si ripagava sempre con la carta della colpa, del senso di colpa di un figlio ingrato. perchè anche loro pensavano che tutto va al figlio, per il domani. E così, a quei due, a ric e Zay, dissi che poteva andare anche bene che avessero una famiglia, fossero sposati e con figli e ne parlassero sempre positivamnete. Ma ricordavo loro che erano tappe della lista della spesa che ti inculcano fin da piccoli, che temevo che perdessero se stessi per i marmocchi. Non sentendoli da molto tempo non sapevo nulla della loro vita, e così è finita che anche loro come per altre cose da altri,  mi hanno rimproverata, anche per quello. POssono dire quello che vogliono, ma mi hanno rimproverata varie volte e come si dice carta scritta canta, e ancora non hanno capito nulla di cosa avevo detto. Non solo io mi preoccupavo che per i figli abbandonassero loro stessi per il futuro, cosa voelvano e meritavano di vivere,  che tutti riversavano nella prole. Ma si sono offesi credendo che io li mischiassi agli altri e facessi la paternale. E così mi sono stufata definitivamente e non li sento più. ogni volta con tutti è la stessa cosa, io parlo, dico cose ma la gente ascolta solo cosa vuole sentire e capisce quello che gli interessa. Ho detto più volte che loro non erano nelle mie lamentele sulle persone che odiavo. La gnete che avevo conosciuto nella mia vita come comenti che penavano realmente nel web di tantissimi estranei, cosa pensavano e facevano, tutto il male fatto negandolo nonostante le prove. E anche da loro due ho ottenuto sempre rimproveri, contestazioni e concetti mal interpretati. E volevo solo un aiuto per andarmene perchè non si capisse che fossi stata io... una volta avevo chiesto a Fib, quell'idiota che diceva di essere un conoscitore di cose arcane per famiglia, sai quelle cose che si tramandano in generazioni di magia e superstizione, se potesse far qualcosa lui con i suoi libri megafantastici. Diceva che cèra un libro adatto ad ogni cosa. E io, nonostnate non credessi molto a certe cose ma ragionassi col fatto che magari qualcosa cèra e non andava tutto negato, chiesi di aiutarmi. Niente. Quei due niente... e così tutti sono andati avanti con le loro vite, hanno sempre frainteso me e io come una scema... così!" allargandole braccia per mostrasi.

"Quindi non ami il concetto di famiglia, figli e partner anche per questo, oltre che non senti il desiderio di queste cose. FIn qui posso capire, ma perchè quegli amici non hanno capito cosa intendevi?"

"Perchè... bella domanda. Dicevano come la mia famiglia che mi conoscevano, sapevano tutto di me e altre stronzate. Ecco cosa erano, stronzate. Perchè alla fine di me, cosa sapevano? I miei imenticavano tutte cose, non sapevano cosa mi piaceva e cosa pensavo realmente. In famiglia dovevo nascondere tutto per subire urla, e  star male  dentro. Ogni volta per me era come una coltellata e un pezzo che si frangeva, perduto. Andavo a peggiorare ogni giorno. Con loro era un'amicizia nata per caso e continuata nel web, ma alla fine compresi che non poteva durare. Dicevano che mi conoscevano ma sono sicura che a oggi sanno qualcosa solo dalle conversazioni scritte e neanche sanno il mio compleanno. Non me ne importi, io non lo festeggio dal liceo, ma solo per dire che sicuro conoscono solo la superficie. E basta. Ero lo stesso sola, appena tutti andavano a farsi la loro vita e staccavano dal web, e non vivevamo vicino. Vedevo che tutti  ragigungevano parti della lista della spesa che non volevo per me, e trovavo misere e... loro ne erano felici. Ma come per Caterina, una che credevo amica all'università ma mi ha fatto solo male, alla fine sono io che ho ricevuto altre batoste. Invece di capire cosa dicevo e comprendere che mi preoccupavo per cosa mettevano da parte o abbandonavano per figli e famiglia, si sono offesi credendo che parlassi di loro mettendoli al piano della gente cheera pessima e odiavo. E lì, ho capito che era meglio finire del tutto. Ero di nuovo sola. Eppure come fece Jd, se mi si chiedesse quale fu la cosa più bella di tutta la mia vita dire... quel viaggio a casa di Zay e poi in Irlanda. Non felice, definirlo così non lo so. Non so nemmeno io come definire un ricordo bello, da tenere in eterno nel cuore. Solo che fu l'unica cosa che mi fece sentire bene e non spazzatura, come in  tutta la mia vita. Di sicuro posso dire che la prima e unica cosa che intendo per positiva prima del poligono fu proprio quel viaggio. POi il poligono anche se fu per pochissimo. Raggiunsi con difficoltà i livelli di altri che cèrano da anni ma..."

"E in quel viaggio..."

"Quel viaggio mi ha fatto scoprire cose pro e contro di me. Inoltre non siamo animali che abbiamo delle tappe prefissate da portare a termine, come fanno migliaia di persone, perchè la società dice così e tutto deve essere così. Un conto è non far del male agli altri, non uccidere, non rubare, non molestare e via dicendo. Dovrebbe essere qualcosa giò nella mente della gente. E' vitale per la società. Obbligare  persone e  decidere sul loro corpo, o le persone e la loro vita quello no. Anche adesso, certe cose e persone premono nella mia testa per cosa mi hanno fatto e come sono andate. Ho faticato anni e tutto ciò che potevo per cambiarlo, ma non è servito. Se tu, come Fox e altri volete vivere ogni cosa potete e riuscite con soldi e persone vicino, benissimo, sono felice per voi. Anche darvi qualche consiglio per sistemare questa caserma che sembra  un porcilaio, fatto. Ma non iniziate a dirmi che potete realizzare cose, perchè non sono come gli altri. Non voglio case giganti, servitù, marito ricco o ricchezza, potere o altre cose come volete voi. E che tutti intorno a me no navevano capito. In Irlanda lo stesso, io e lei avevamo visto delle case, belle per carità ma dopo che le abbiamo lasciate e fino ad oggi, mi sono chiesta a che pro avere una casa se poi i giorni sarebbero stati gli stessi. Giorni che già conoscevo solo in un ambiente diverso. E lei non lo ha capito. Una casa è una cosa, ma trovare il posto in un luogo è un'altra. E io non l'ho mai trovato. Anche se andavo a vivere da sola in una bella casa per qualche motivo miracoloso, che avrei fatto poi? Sempre impossibilitata a muovermi, fare cosa volevo... nessuno ci pensa. Tutti vogliono solo buonismi e sentire di gente che fa questo e quello nonostante i problemi, definendoli positiviamente... quando quelli hanno potuto, ci sono riusciti perchè avevano possibilità, denaro, persone intorno che li sostenevano e motivi, scopi, un perchè per sfidare ogni convenzione. Ma io non ho nulla di ciò, ho perso tutto ciò. QUindi smettila, te l'ho già detto oggi"


"Capisco. Eppure David dice che un aiuto, una spinta potrebbe esserci per te. Questa volta non è buonismo. Questa volta potresti essere come Fox che nonostante tutto, ha avuto in mano elementi per alzarsi e andare avanti come poteva, essendo comunque felice. Ricordi il discorso nella Sala delle Pianificazioni? Le tue remore le capisco ma... come dici tu, provare non costa nulla. Puoi pensarci e se non lo ritieni per te, farò un'eccezione e non ti obbligherò ma... comè che disse quella tua amica che hai accompagnato in Irlanda? Andare contro quella gente, quella che ti ha fatto del male, e mostrare che alla faccia loro la tua felicità? Con le tue forze, sia chiaro. Ma con una spinta. Quando era possibile, ma finalmente averla. Ed essere più di loro e..."

"Lei intendeva che lo vedessero, che vedessero che fossi felice e sorridente perchè questo li avrebbe sconfitti e non avrebbero più riso davanti a ciò che ero diventata. Rispetto a loro. Belle parole anche le tue, ma siamo sempre là. Sono troppo rotta e frammentata nel profondo per fare ciò. Anche quando io ero realmente, veramente, superiore a loro e l odimostravo finivo sempre col sedere per terra, mentre questi se la ridevano e prendevano i miei meriti. Quindi di che stiamo parlando. Una volta che io sono morta sulla carta, che senso ha mostrarmi? Il bello di essere qui con voi è proprio questo, che non vi mostrate, tranne te per ovvie ragioni di lavoro, e resto celata dall'organizzazione. Quindi..:"

"Mai sentito parlare di sosia nel mondo? Con alcune modifiche moderne potresti anche risultare simile ma un'altra persona"

"Togliendo la mia malattia, di nuovo, non è il fisico ad essere corrotto. Ma io stessa. E in questi tre giorni che sono qui, nonostante tanto e tante cose che un tempo mi avrebbero resa felice solo a vederle, e magari poterle fare, adesso non più. Perfino Bluegrass è... non mi rende felice. E questo mi corrode di più. Ogni cosa mi riporta in mente istanti della mia vita che mi hanno procurato solo dolore. Momenti felici? Quali... davvero, a parte qualcosa come l'inizio finalmente del tiro a segno che è durato qualche setitmana perchè stavo troppo male, la scherma da bambina per pochi mesi perchè era gratuita per la mia scuola e poi si doveva pagare.... poi solo musica. Musica e io che mi dannavo per qualcosa che no nera per me. Qualche cosa comprata che mi rendeva contenta ma... felice? Anche quando parlavo con loro nel web,  poi tutto cadeva male perchè tornavo alla realtò sentendoli urlare, sentndo le persone che camminavano per strada in modi che non avevo mai fatto e... Perfino alle feste mia madre si metteva vicino a me, con i cavolo di parenti, e controllava ogni cosa che mangiavo o mettevo nel piatto. E poi urla, recriminazioni ed epiteti perchè mangiavo troppo quando solo a natale e capodanno potevo. Perchè erano comprati e già pronti quando non volevano cucinare e io ne approfittavo. perchè non capitava mai. Anche la pizza, mai comprata.  E poi urla, urla e urla. Si, ho così tanti motivi per continuare, come no. Mangiare cosa mi piace. Gran sogno, eh!. E poi?  Imparare cosa volevo fare. Dovendo sempre somministrarmi il vostro intruglio? Guarda, sono gasata! ... E poi che altro? Cosa cè, altro?" guardandolo rabbiosa

"..."

"Sono una persona pesante, ma è ciò che è nato dalla società e chi diceva di amarmi..."

"..." alzando le mani come per dire che non aveva detto nulla e non aveva nulla da aggiungere

"Io non sono forte su certe cose e lo so bene, ma trovo fastidioso l'essere considerata, vista, indicata come debole, stupida, coniglio e altro. La forza di una persona non si misura in quanto tempo rimane in vita. Cè gente che ammira e dice che son ostati guerrieri quelli che si adattano. Potete dire quello che volete, ma come certi uomini che spacciano, fanno roba schifosa per sopravvivere e donne che per lo stesso, si vendono e vivono nello schifo, non sono guerrieri o forti. Sono adattati e sopravvivono, si accontentano della melma per andare avanti. Ammiro i loro sogni e cosa sperano con cosa mettono da parte, i sacrific, anche per il fatto che le donne danno il loro corpo per soldi e sopravvivere un altro giorno... ma dal mio punto di vista no nsono guerrieri oltre un certo tempo. Si accontentano e vanno a compromessi per andare avanti. Ed è lo stesso con i malati che affrontano malattie gravi e va bene, ma si affidano alla scienza provando tutto. E so di cosa sto parlando perchè per non sentirli urlare, che non faccio questo e quello, che sono ritrosa ormai sulle cure, che ho patito sulla mia pelle e sul mio corpo gli effetti di farmaci che mi hanno devastata peggio di come stavo, so. Si può chiamare guerriero il tizio x che per sopravvivere è pronto a qualsiasi cosa? Da una parte direi di si ma ormai si è abusato di quel termine, perchè se è uno che solamente prova questo e quello, sperando di sfangarla contro un altro tizio che nonostante la malattia fa cose che meritano davvero rispetto e considerazione... perchè dichiarare forti e guerrieri quelli che seguono l'istinto di sopravvivere a ogni costo e in qualunque modo? e io che accetto, sono consapevole e capisco che non ho nulla per cui continuare, che sono un più a cui dare risorse che andrebbero date a gente che ne habisogno, sono etichettata come coniglio e debole, che non merito nulla? Questa è la situazione. Ho letto negli anni commenti di persone, a chi ce l'ha fatta ad andarsene, ma invece avevano bisogno di aiuto da terzi, che quindi erano agli sgoccioli con la propria forza e avevano solo bisogno davvero, solo di una spinta... altri meschini e vergognosi sfottevano marchiandoli come scemi, vergognosi, deboli dimenticando empatia, considerazione di una situazione che ha portato a ciò e cosa davvero chi poteva e doveva, non ha fatto. Perchè come per me in parte, non cè dialogo e ascolto.  la società riesce a buttarti in mezzo allo schifo per bigottismo e giudizio facile,  e poi giudica se quelli non ce la fanno più. E poi cè gente come me che davvero non ha nulla che la spinga a continuare, messi sulla stessa bilancia, quando siamo cose diverse. QUindi cosa..."

"Era sbagliato il discorso nella Sala?"

"...ma un punto rimane comunque... io non accetto, odio, non abbozzerò mai di fronte ai paletti mentali delle persone per cui tutti sanno cosa è meglio per me, il mio corpo, la mia vita e decidano quando e come devo andarmene. Peggio ancora se mi viene detto che tutto decide Dio, decide lui questo e quello. NO. .."

"COn la scienza moderna e tecnologica magari, quel sogno potrebbe avversarsi. Ma solo da noi...e metti via quell'arma, l'ho capito che oltre la coperta fino al collo, tieni quel cuscino per averla pronta"








Presente

Kianta entrò nella zona ospiti trafelata, osservando prima gli uomini di guardia al centro e davanti la porta, e poi le pareti della sezione Ospiti, contraccambiando gli sguardi. Mandò via le guardie in eccesso, lasciando solo  le due alla porta. Quando si voltò verso la zona del personale, notò due  sulle gradinate vicino l'entrata, e corrugò la fronte. Si diresse quindi verso le scale e andò al piano superiore, da quelle figure.

"Sono io..." disse lei a uno dei due.

"Si, lo so. Me lo ha segnalato il Draper. Pensavo che restassi in Sala comunicazioni per cercare Milan..."

Kianta fissà per un attimo Gask con sguardo tagliente, poi lo spostò verso l'altra figura vicino a lui, Marguerite.

"Tu cosa fai qui fuori..."

"Stavamo solo giocando... non facevo niente" si giustificò lei.

Tra le mani teneva un pad speciale, come Gask, che proiettava davanti a loro quello che sembrava uno dei giochi tanto amati dagli uomini. Chiaramente Gask stava sfidando la ragazzina.

"I bambini e ragazzini sanno essere parecchio infingardi..." tendendo la mano verso il pad della ragazzina

"Oh, andiamo. Lo stavo stracciando. Non è molto bravo a giocare, sai?" ridendo e tendendolo, borbottando che non lo rompeva

"Ah, se lo so..." rispose lei guardando Gask, con mezzo sorriso cattivo "gli viene meglio con giochi sportivi di macchine e moto, ma è una frana a giocare ad altro. Per questo i suoi punteggi sono bassissimi!" ridendo

"Sei tu che quasi sembri cheattando, involontariamente, ma a volte lo penso. Sei capace in queste cose, io non ci ho mai giocato prima. E lo sai. Sei tu che ami giochi fps e strategici..." offeso e col broncio

"Dopo mesi e mesi di riscaldare il divano e uno dei pad, pensavo che potessi competere con una ragazzina..." sfottendolo mentre si sedeva sulla sedia alla scrivania

"Sfotti pure, vediamo ai giochi room escape se riesci? Lì non sono male, ti batto anche. Ma non li consideri mai. Perchè ti rode! Ogni volta che ti blocchi sono io che ti dico che forse quella cosa va bene... come quei giochi della serie Dark Fall che ami tanto, sui fantasmi, che non facevi da secoli e non ricordavi come andare avanti..."

"Erano passati anni e mi sono bloccata solo per trovare dei codici..." mentre digitava alla consolle

" O i giochi stealth. Metal gear, splinter cell, giochi simili dove nascondersi e fregare il cattivo di turno. O ti beccano sempre o corri la maratona ogni mezzìora spettando un momento giusto per te, ma noioso per la lunga attesa. Dai amettilo, sei meglio a sparacchiare e basta!"

"..."

"Fa lo stesso, io li trovo sempre subito i rusultati e non cago addosso perchè non so quando uscire per andare avanti. Ci riesci, ma dopo aver noiosamente guardato ogni singola cosa del gioco. Ore passate a guardare e poi ti scordi cosa fare..."

"..." guardandolo come se gli volesse dire con l'espressione "devi fare molto?"

"Io ti batto, basta"

"Disse quello che non sa fare andare il personaggio in uno sparatutto avanti e indietro e gli fa sempre rompere le gambe perchè cade da qualunque altrezza. Te lo concevo, sei grande come Alaric con i dettagli e l'uso della materia grigia all'istante, io mi faccio tremila ragionamenti nel mentre e perdo più tempo, ma il tuo stesso lavoro dove eccelli, lo perdi quando giochi..."

"E io non so come fai a comandare in quella maniera con i tasti direzionali i pg, come se fosse facile e ti muovessi tu stessa... sbaglio l'avanti con l'indietro..."

"E hai detto niente..." ridendo mentre digitava

"Ti batterò... ci riuscirò. Mi sto allenando proprio per questo..."

Kianta allontanò lo sguardo dallo schermo per fissarlo, con la stessa espressione di domanda non espressa, ma chiara dal suo viso. Gli angoli della sua bocca si sollevarono maggiormente e scuotendo la testa tornò a fissare gli schermi.

"Non mi credi? Chiedi ad Healias che ci ha seguito per..."

"Ha seguito le vostre partite? E chi ha dato l'autorizzazione tra te  e lui per far uscire la bambina?"

"Sono ragazzina..."

"..." guardandola "sono felice che ti proietti in una persona più adulta, ma questo significa aggravarsi di maggiori doveri e responsabilità. Ricordatelo. Crescere mentalmente è una buona cosa, purchè divieni un'adulta consapevole, capace di sapere e fare cose da sola per camminare senza perderti e inciampare..:"

"Sta facendo la paternale da donna adulta?" chiedendolo a Gask

"perdonami... ti darò allora subito un bel mutuo e le bollette, come si conviene ad un adulto!"

Kiantafinì la frase e li fissò con occhi a fessura e fredda, chiudendo gli occhi per un paio di secondi come se pensasse o si stesse dicendo di calmarsi e tornò allo schermo. marguerite adottò la tattica dell'offesa e si mise imperterrita a giocare con Gask, che invecealzava sempre gl iocchi verso Kianta.

"Dai concentrati, non mi diverto così!" urlò a Gask, vedendolo deconcentrato "non voglio sentire paternali, se la guardi ricomincia!"

"Se vuoi conoscere la verità, devi avere il coraggio di accettarla. Lo dico sempre... fanne tesoro..." rispose Kianta fredda

"ma insomma, non sono piccola, non sono tua figlia e noi stavamo giocando..."

"Che tu non sia mia figlia mi rende felice, non per te, ma sapere di non averne mi rincuora..."

"Che significa..."  domando confusa a Gask la ragazzina

"Non dovresti ridarci il pad e andare a studiare? Non cè qualche classe attualmente operativa nella sala mensa?" ferma con gli occhi sullo schermo ma parlando con lei

"perchè non posso tenerlo io? Gask mi ha detto che non ha funzioni collegate al vostro..."

"Perchè è comunque un nostro dispositivo di lavoro, anche se alcuni lo utilizzano per sfidare gli altri ai giochi...Non è un pad normale e mi spiace dirlo anche a te, siete ospiti ma bisogna sempre fare attenzione"

"ora torna da tua madre..." le disse Gask

"perchè? Posso restare?" ma Gask le prese il pad e le indirizzò col braccio le scale

"Allora, hai trovato Milan?" le c hiese mentre la ragazzina se ne andava

Kianta sospirò, poi scosse la testa, pensierosa. Stirava le labbra come faceva sempre se norvosa, se non tormentava il labbro inferiore con gli incisivi, creando come delle fossette.  E sembrava tenere lo sguardo sulla tastiera, ma vedendo in realtà ben altro.

"Mai dimenticare chi è una persona, per davvero. Sempre si trova qualcosa che sfagiola la gente a tal punto da deviarla dalla strada. Cè sempre..."

"Tranne te..." disse lui di colpo

Kianta alzò lo sguardo verso di lui, incerta. Ma lui stava guardando il pad.

"Milan dice così, io non lo so."

"Lo dico anche io. COn tutto quello che hai in pugno, cosa potresti vivere con le risorse che hai a disposizione, sei più frugale e monacale tu di chiunque altro che dica di amare e servire il suo Dio e seguire lo stile di vita del figlio incarnato. Almeno, ho visto sia con il Capo che con Milan parecchi preticelli come li chiami tu, mai nessuno pio e buono da far schifo. Solo una volta ho visto quel monaco con il saio scuro e i sandali, ma sono una cosa diversa, ho capito. Tutti gli altri vivono meglio di te. Si vestono con tutti i completi degli altri dal costo di seimila euro tutto, hanno proprietà anche a nomi di altri e i soldi gli volano dalle mani in tutti i modi. Mentre tu vivi come una modesta.  Ancora non riesco a credere che esista qualcuno che cammini con mila e mila euro o dollari indosso."

"Perchè siamo semplici, come hai detto. Cardinali e simili indossano tantissimo tra abiti, stoffe, ricami in oro o argento e gioielli. Dicono che è la loro posizione a richiederlo. Se Gesù fosse qui adesso li metterebbe tutti in fila e sputerebbe la saliva divina in ogni occhio che gli si pari davanti. Se davvero cè qualcosa di vero, e non quell'altro soggetto storico realmente esistito che ha fatto lo stesso, allora no avrebbe mai amato ori e ricchezze nei secoli della chiesa. Anzi..."

"Aspetta quali dei messia parli..." ridendo" Simon Mago, Apollonio, Horus o Mhitra? Perchè hanno tutti la stessa storia, guarda caso,  e sembrano avere più validità storica e vera di quello che credono attualmente..:"

"Spiritoso... parlavo di Apollonio di Tiana, colui che in verità realmente visse. So che nelle zone egizie e africane si cercò di portare la stessa storia cambiando gli dei Horus e la sua vergine madre in quella della religione più conosciuta, ma parlo di fatti. Gente vissuta realmente."

"Rimane comunque la questione che vestono più riccamente di me e e te messi insieme. Forse Milan può avvicinarsi. Ma non ho mai indossato nulla di costoso. Il Capo vestiva italiano ma era per quello che era, e mi aveva regalato oggetti in oro, ma non mi interessavano..."

"Anche lui ha condizionato cosa sei e cosa fai. E' normale..:" accigliata

"Me ne dimenticherò, l'ho detto. Ero stanco di essere attorcigliato al suo mignolo. È una perdita di tempo per se stessi essere in pugno, controllati come una marionetta,comandati, vivere dietro di esso... perdi del tempo che non riavrai mai più. E' questo che ho imparato stando con voi...per questo è cambiato..." sorridendo

"Già!" con un tono come se non volesse parlare di qualcosa "E Milan, a proposito, ancora tutto tace"

"Che sia con un alleato?"

"Se fosse per me lancerei una ricerca massiccia sfruttando i Crell, ma per Jd è troppo presto ed esagerato. Mi ha detto . E' Milan, dice. Ma se andava per i fatti suoi me lo comunicava sempre in un modo o nell'altro. Anche dopo che era giunto da qualche parte, ma lo faceva, così che io prendessi in mano la situazione delle Torri in sua assenza, oltre lo Chateau."

"da quanto manca, esattamente?"

"Settandue ore... un'ernomità per i suoi canoni. Non è mai sparito per così tanto tempo e... non mi piace. Questa storia del cinecolo e di quello che ho sentito! Se dovesse essere cosa penso..."

"Hai il piano B e C, no? Calmati" stando disteso con la schiena e le braccia allargate contro il gradino dietro "E poi quella gente cosa può fare? Non penso che siano in grado di rovinare il laovro che lui ha fatto in questi anni. Non cè da preoccuparsi..:"

"Il tuo eccessivo ottimismo non mi aiuta... non sai niente del Grove, del Cirnecolo e il Compendium. Anche nelle sue Memorie, lei diceva che era meglio attenzionarsi. A me queste cose fanno gelare il sangue e le odio, lui lo sa eppure la sua brama di..." portandosi le mani al viso, sospirando

"La tua apprenzione per me è ingiustificata. Tu hai sempre assi nella manica a go go, al massimo andiamo in quel circeco o come si chiama e procediamo a una bonifica. Se tu non te la senti, me ne assumo la resposabilità, ma Milan capirà e se ne farà una ragione... e la finiremo con Ole del Grande Ghiaccio e Bakari della sabbia infinita. Che nomi poi, Milan se li sceglie proprio bene gli Alfieri...Se quei due stanno lavorando insieme, scambiando con te gli stessi dubbi per l'Impegno, non c'è niente di cui preoccuparsi. Hai le spalle coperte"

"Quanto mi piacerebbe avere la tua ingenuità, eppure non è così e mi divora il pensiero di cosa portano queste cose. Quella gente è pericolosa, come lo sono state le altre nella storia umana. Come per altre cose dovremmo fermare queste meschinità, eppure..."

"Come dice Milan, sfrutta tutte le strade negative per cancellarle dall'interno. Ribaltale contro di loro..." poi vedendo l'espressione di Kianta negativa, cambiò discorso "Aspettiamo, magari è con qualche donna che lo appoggia o sta pianificando qualcosa. Si riconnetterà. Tu invece, hai mangiato? Vuoi qualcosa? I ragazzi hanno portato dalle cucine porzioni di verdura in crosta, da riscaldare."

"Non lo so" abbandonandosi allo schienale "vorrei solo che tutto il progetto fosse arrivato alla fine e avessimo sistemato le cose. Invece per menti torte,siamo ancora a..."

"una volta lo hai detto tu stessa. Il mondo va modificato con la lentezza e gentilezza. mentalismo, no?" portandosi un dito su una tempia

"Forse, ma più andiamo avanti, più lui incontra sostenitori come questi, e maggiormente si mette in in contatto con gentaglia e dovrebbe sopprimere nelle idee. Cavolo..."

"Io vado a prendere qualcosa da mangiare. Forse cè ancora qualche dessert di frutta, se non vuoi le verdure. Vuoi vino, birra..." alzandosi e dirigendosi verso  le scale.

"no... non mi va nulla"

"Se ripeti questa cosa più tardi, il Signore della Cucina farà una sfuriata. Saprà che non hai mangiato "fermandosi davanti le rampe, con le mani nelle tasche "vuoi avere un altro battibecco con lui?"

"proprio no, ma non voglio nulla!" mettendosi in piedi irata e sistemandosi sugli scalini al posto suo "Sono stanca dei pazzi, di quella gente..." indicando dall'altra parte con un dito "degli uomini che hanno bisogno di istruzioni per qualunque cosa, dei casini di questo mondo..."

Gask si fermò dopo un paio di scalini, voltandosi a guardare mentre la vedeva intenta a fare qualcosa e si sistemava, poi andò giù verso la zona ristoro e controllò frigo e portavivande. Prese due contenutori in bambù che usavano al posto delle ciotole di plastica e, con due birre, si avviò sugli spalti. ore prima avevano fatto, lui e la sua squadra, un pasto tutti insieme fra interventi urlanti e risate su ogni cosa. In pratica per altri era perdere tempo in attività futili come schiamazzare e creare confusone in una ventina. per loro era solo stare insieme, eppure adesso quel posto gli sembrava vuoto e silenzioso. GLi accadeva sempre così in luoghi del genere, come a casa.
Tornato al piano, la vide distesa di traverso sulla gradinate, sistemata come sempre su una copertina e un cuscino tubolare che teneva attaccato di nascosto in un punto dell'impalcatura, e usava per non sporcarsi. Sul fianco sinistro, semirannicchiata, con la testa verso il petto e la mano desta chiusa a pugno al solito, come dormiva sempre, davanti le labbra con le falangi intermedie. Sembrava sempre come a protezione o qualcosa del genere. E dormiva, doveva essere davvero stanca. Ormai sapeva la differenza rispetto il semplice rilassarsi, e quindi capito che dormiva, si sistemò vicino come si distendeva sempre e, pad in mano di nuovo, attivò un libro e si mi se a leggere.

"Si è addormentata così"

Gask alzò gli occhi di sorpresa da cosa stava leggendo e vide la ragazzina dall'altra parte, divertita. Sedeva sulle gradinate opposte, ridendo, con del cibo e bottiglie d'acqua vicino. Aveva preso dalla zona sottostante qualcosa ed era salita in silenzio dall'altra scala.

"Sei riuscita a sgattaiolare senza che me ne accorgessi. E' chiaro che qui mi sento troppo tranquillo e dovrei fare attenzione..."

"Sono stata brava?" mangiando quella che Gask riconobbe come la mattonella al cioccolato e vari strati che aveva visto nel frigo

"sembra di vedere Beppo. uguale..."

"Oh, parli del ragazzino? Quel Beppo?"

"Si, è impossibile e capace di inventarsene sempre una nuova per  gioco. Voi due vi somigliate molto su certe cose."

"E perchè cè un ragazzino con voi?"

Gask guardò Kianta che dormiva a fianco, stava sempre con la mano chiusa con le dita piegate contro le labbra e sembrava on aver sentito il discorso, anche se parlavano piano.

"Diciamo che è riuscito a convincere qualcuno perchè lo tenesse e trattasse come uno di noi. Ecco perchè vive con noi allo Chateau"

"Intendi con voi... "

"Noi militari. Ma non lo addestriamo, diciamo che è la mascotte di tutti. Chiama tutti zio e partecipa alle Lezioni. La storia è lunga ma lui sarà cosa vorrà essere, senza pressioni o influenze. Così dice Kianta." guardandola sorridendo

"Quindi..."

Ma Marguerite non finì la frase, perchè Helias apparve e chiese a Gask di poter parlare con Kianta, per una faccenda importante. gask gli disse che era meglio lasciarla dormire, perchè nelle ultime notte si era riposata poco. Gli disse quindi di discutere con lui, andare altrove, ed Helias concluse che lo avrebbe atteso nel magazzino blindato, sparendo. Chiese a Marguerite di non fare rumore o qualcosa in generale, come toccare pad o qualsiasi cosa senza autorizzazione. Ottenuta la promessa le sorrise, guardò un'ultima volta Kianta dormir e si avviò verso l'uscita, indicando a due uomini di guardia la sua mancanza per poco tempo, che sarebbe tornato, vedendoli drizzarsi e mettersi in posizione di guardia.

Marquerite si mise a giocare di nuovo con il pad tranquilla, finchè la porta non si riaprì. Immaginò che fosse Gask nuovamente, poggiando il pad ridendo.  Ma così presto, pensò? E poi vide sei persone vestite in maniera comune che osservavano il posto con curiosità. Appena la porta si fu richiusa alle loro spalle e le due guardie chiesero la parola d'ordine, i sei mostrarono le armi che avevano dietro in delle borse da palestra.

"Buoni ragazzi, due novellini come voi non vorranno finire male..." rise uno di mezza età.

""Noi siamo...."

"lo so ragazzo, chi siete...." disse l'uomo a uno dei due, che tenevano le armi verso i visitatori ma erano in minoranza "Le cose sono due. POtete anche sparare a me, ma poi verrete presi. E prenderemo anche questa gente..."

"Marquerite..."

L'uomo si voltò verso la donna che, dietro la porta protetta dai due uomini incerti sul da farsi, urlava verso la parte opposta dell'edificio chiamando la figlia con terrore.

"Controllate...." ordinò l'uomo a quelli che stavano dietro di se, mentre osservava le persone che lo fissavano dall'altra parte del vetro.

Marquerite si spaventò, guardò verso Kianta ma, non si era resa conto come e perchè, lei non fosse più dove stava dormendo. Si era alzata sulle gradinate e poi verso il parapetto, e Kianta era sparita. Vide due uomini correre e salire i gradini verso di lei e restò bloccata dalla paura.

"Adesso cari signori, poggiate le armi o la bambina si farà male. Non vorrete rischiare agendo da eroi, di farle la bua" ridendo, mentre le due guardie correvano con gli occhi verso la zona controllo e guardia, dove doveva esserci anche il Comandante. Ma dove era? Uno guardò l'altro facendo un segno negativo, era chiaro al secondo che parlare di lei era pericoloso. La conoscevano ormai troppo bene per sapere che sarebbe successo il delirio, se avessero lasciato fare. Così poggiarono l'arma a terra e alzarono le mani, mentre Marquerite veniva portata al centro con loro. Vicini, osservarono gli uomini.

"E così il posto sarebbe questo... interessante. Lo immaginavo diverso"

L'uomo di mezza età, rotondetto di vita, con giacca e pantaloni, sembrava un professore di scuola bonario e col sorriso. Ma gli occhietti vispi erano troppo intelligenti e cattivi.
Si voltò e guardò di nuovo la zona degli ospiti, facendo commenti sul fatto che fossero tanti topini in gabbia. Bastava aprire la porta e sceglierne qualcuno per i loro scopi. Questo agitò la gente all'interno, urlando che avevano ragione. Erano in gabbia, erano ostaggi e tutti i discorsi negativi dell'inizio. L'uomo sogghignò verso Marguerite e disse di prenderla e tenerla come scudo, nel caso qualcuno volesse fare il furbo.
Tuttavia uno degli altri, sembrava più giovane, iniziò a lamentarsi e domandare perchè. Non sapeva che bisognava fare qualcosa alle persone. Tutti gli altri lo fulminarono, portandolo a zittirsi, mentre tenevano Marguerite con una lama al collo, accompagnato da un altro armato da un fucile enorme.

"Perchè mai alla gente piace così tanto vedere gli altri piangenti e tremanti, per le loro schifezze"

Tutti si fermarono di colpo, le persone che urlavano e scappavano nella zona ospiti e i sei uomini più Marguerite. Dietro i due uomini di guardia con le mani alzate, verso la parete di fondo, Kianta era seduta tranquilla a giocare a scacchi con nessuno. Aveva la scacchiera con i pezzi messi come a partita avviata, osservandola riflettendo con sguardo accigliato. per poi portare gli occhi verso gli ospiti. I nuovi.

"O forse so perchè.. perchè eccita l'eletricità nelle vene di quel che accade e di avere controllo quasi divino sugl ialtri. SApere di essere così in alto che la gente ti prega come fossi in DIo..."

"Alzati e mostra le mani" urlò l'uomo rotondetto, mentre gli altri armati si mettevano a cerchio intorno a lui.

"Ospiti inattesi. Affascinante..." disse lei allontanando il dito indice dalla guacia mentre rifletteva per la mossa successiva e li guardava "considerato che nessuno conosce questo posto e non dovrebbe essere in grado di entrare senza esser notato. Almeno, così volevano....  per favore, spiegatemi cosa volete. Il come siete qui e come sapevate di noi, al dopo...." tornando alla partita, .

"Tu chi cazzo sei e come sei arrivata lì, che avevo controllato tutto!"

Kianta voltò lo sguardo verso uno di loro, grosso, con capelli a spazzola e aspetto da drogato disperato ma pericoloso. Occhi cerchiati di rosso, barba di qualche giorno e le braccia di uno che sembrava pestare la gente come le era capitato di vedere, trattando con certa gentaglia. Chiaramente era lo scagnozzo spaccaossa. Invece fissò l'uomo di mezza età e sorrise. Si alzò e fece qualche passo, fissandolo sempre, mentre luomo dall'aspetto di un drogato ma col fisico di lottatore le puntava la pistola.
I due uomini di guardia sussultarono quando la videro, poi chinarono la testa guardando in basso, rimanendo così.

"Credo di sapere chi tu sia... se hanno utilizzato quella posizione con te... tu sei la puttana di quel biondino. Quella che non amano in molti, ma spacca culi..."

"Nonnino, posso chiamarti così" parecchio fredda ma chiaramente stava cambiando atteggiamento dalle parole dell'uomo "il fatto che tu mi conosca mi induce a pensare che vieni per qualcosa. Specifico. Non sei dei nostri nemici, quelli comuni. Quindi...."
 
"... detta La Signora di Zamok o Novymir! Colei che guida il castello o il mondo nuovo, come viene accorciato. Sono sicuro sia tu..."

Kianta si zittì. Lo fissò, alzando il mento , inclindando la testa verso sinistra un pò,  guardandolo fisso senza muovere gli occhi. Cambiando anche la sua espressione e modo di considerarlo. E mutando l'atteggiamento.

"Adesso mi preme sapere davvero tu chi sia. Sporcare così questo posto con la vostra presenza, utilizzando quel nomignolo davvero imbecille che qualcuno dei ricconi che il leader tratta, ha coniato. Così, perchè non aveva altro di intelligente da far masticare al suo cervello. Se tu lo conosci, se sei qui con queste piattole, mi conosci e comprendi chi sono immediatamente, finisco qui di giocare. E' chiaro che tu sia qui per qualcosa di preciso, corretto?"

"Quelli come noi non giocano mai. SOlo gli stolti giocano con gli altri"

"Sbagliato. Se tu ragioni così allora sei proprio la feccia che immagino, la tua  intelligenzz è melma come la tua capacità empatica. Tu sei uno di quelli che spara ed elimina senza battere ciglio, corretto? Freddezza celata da educazione. Tu sei della risma dei Puliti, organizzati. Ho già capito come sei, quindi perchè no... torniamo a giocare. Benvenuti nella Torre, spero che possiate dimostrarmi davvero le vostre abilità...." allargando le braccia come un invit o caloroso con un sorriso.

E sorrise, sempre più malignamente mentre due degli uomini, tra cui il drogato, alzarono le armi verso di lei mirandola. Ma qualcosa cambiò, nebbia rossastra di levò di colpo intorno a tutti, ammorbidendo l'ambiente alla vista, rendendolo più ovattato sia nel suono che in cosa l'occhi vedevano.

"State calmi" urlò l'uomo di mezza età "è  illusione, lei crea illusioni" urlando per farsi sentire, mentre si voltava a gardare tutti gli altri impauriti dalla strana nebbia improvvisa "guardate, è illusoria, guardate solo bene e non fidatevi delle illusioni "muovendo la mano intorno, mostrando che attraversava la nebbia, non la spostava ne sentiva.

Kianta calò gli angoli della bocca studiandolo, voltò il viso verso la spalla destra, sempre senza mai muovere gli occhi come faceva quando ragionava, lasciandoli fissi sull'uomo, come se qualcosa macchinasse nella sua testa. Poi qualcosa si mosse intorno a lei. Una coppia di serpenti squamosi e brillanti, con riflessi arcobaleno e testa tonda, striscianrono verso le sue spalle attorcigliandosi a spirale sopraa braccia e busto. lei non si mosse ne altro, guardò solo l'uomo. I due serpenti si portarono ognuno sopra una spalla e poi aprirono la bocca, mostrando zanne e normi e occhi brillantissimi.

"Non vi fidate, continuate a tenere l'obiettivo...." urlò l'uomo

Kianta rialzò gli angoli della bocca verso l'alto, in un ghigno demoniaco, e i due serpenti con una testa e il corpo grandi quansi quanto quella di lei, non riaprirono la bocca, mostrando sputi dritti e veloci verso gli uomini rumorosi. I due che la tenevano sotto mira vennero investiti da qualcosa che l ifece urlare , imprecare, lasciare le armi che finirono a terra.
L'uomo di mezza età li guardò mentre si torcevano con le mani verso la faccia e collo, tornò poi verso di lei, ma era sparita nella nebbia rossiccia. Poi si guardò intorno. I due uomini aveva conficcati nella faccia, negli occhi o vicino, sul collo, aghi lunghi e spessi che svettavano contro la pelle. Erano paurosi, non usciva sangue ma la pelle intorno diventava rossa. Cercarono di uscirli tirandoli, uno dei due ne aveva uno in un occhio, al centro, un altro nell'orbita e sparsi su viso e collo. L'altro uomo si era voltato e chiamava il nome di qualcuno, forse un altro di loro, ma invano. Gli altri si erano radunati intorno all'uomo che sembrava il capo, con le armi spianate.
L'uomo che teneva Marguerite tramava visibilmente, teneva il coltello un pò lontano ma era comunque un rischio, pensò una delle due guardie ancora ferme con le mani alzate.

"Non ti muovere, lei farà finire tutto in casino ma non dovremo fare ninete..." disse l'altro che sembrò intuire i pensieri dell'amico"

"Eì prorpio perchè potrebbe finire inv acca che ho paura"

"Io mi fido di lei... come sempre. E' per questo che ha quella carica..."

"Spero tu abbia ragione"

I due uomini, ancora con le mani alzati, non si mossero di comune accordo e lasciarono fare al Comandante.

Quello con il coltello di colpò mugolò, quando qualcosa come una palla scura e grossa, arrivandogli aquasi al ginocchio, rotolò vicino a lui, poi intorno.

"Lasciala a me, altrimenti non tornerai a casa, oggi" docelmente.

Si votò vedendo Kianta vicinissimo a lui, con una mano aperta a indicare la ragazzina, con un sorriso abbozzato ma cattivo. QUando questi rimase come un cervo abbagliato dai fari, sconvolto per quella cosa che rotolava vicino a loro, sudò freddo. E Kianta rimase a guardare, spostando gli occhi a terra. L'uomo tremante, guardò vicino a lui e quella cosa che rotolava sembrò una palla bulbosa, per poi smembrarsi muovendosi. Si slegò dalla posizione con schiocchi terrificanti, alzandosi e mostrando un corpo umano solo muscoli e ossa. Un essere scuoiato, però del color cenere, si mosse dalla posizione a palla quasi slogandosi gli arti, anche se non era così, per divenire qualcosa di più alto, longineoo e pieno solo di fasce muscolari. Solo una frangia marroncina che pendava dall'inguine a metà coscia, copriva le parti basse. La testa era un teschio con occhi vitrei come le bambole, con una bocca non umana ma formata da denti acuminati nella parte laterale e sul davanti solo due aculei sopra e sotto, con il teschio che sulla zona dove normalmente gli umani avevano la raggiera di denti, l'osso del cranio che formava la base degli aculei, con avvallamenti spigolosi. I due denti davanti superiori combaciavano chidendo la mandibola con quelli di sotto, ma l'essere aprì la bocca fissando fittamente l'uomo, muovendosi come se le articolazioni andasse male. Allargando le braccia,  come l'uomo vitruviano, urlò con un suono che somigliava al verso umano sotto colpi di teiser elettrici e brillò, come una supernova, illuminando a giorno pieno tutto il posto, come fosse lui l'astro del cielo e la terra.  Tutti furono abbagliati ma urlarono in tanti una preghiera di aiuto.

L'uomo che teneva la ragazzina cadde a terra sconvolto, ansimando, dimenticandosi di lei e osservando l'essere che camminava accanto a lui fissandolo, incurvato a terra,  con gli arti ripiegati come un gatto nell'atto di studiare l'avversario prima di scattare.

"Suvvia, vuoi davvero restare lì terrorizzato e tremolante? Dimmi perchè siete qui e chi siete, e lo manderò via"

Kianta apparve accanto all'essere, che si sollevò sulle lunghe gambe fasciate di muscoli a fissarla, ma non per intimorirla, ma quasi come un cane che attende istruzioni e guarda mani e viso dell'addestratore per ordini.

Marguerite nel mentre, veniva tirata in silenzio indietro e poi sotto le gradinate, in cunicoli celati dove si insinuarono. Si fermarono e tirò un sospiro duro per guardare poi la persona che l'aveva salvata. Era Kianta, che le porgeva qualcosa dopo averlo preso da una qualche scatola appesa, e le intimava con un dito sulle labbra di far silenzio. La ragazza guardò lei, l'altra Kianta che si ergeva davanti l'uomo che prima la teneva come ostaggio e restò con la bocca aperta. Kianta le diete un colpetto con le dita su un braccio e le mostrò sotto l'orecchio sinistro un apparecchio, le fece segno di silenzio e si mise a osservar ela scena. La ragazzina la imitò, stringendo nella mano una sorta di contenitore cilindrico sottile.

"Non è con lui che devi parlare. Sono io che ho le risposte..."

Kianta tra gli uomini nella nebbia rossigna, si voltò verso l'uomo che aveva parlato. Sempre l'uomo di mezza età e sorrise.

"Semplice dire così, facendo credere che gli altri sono solo pedine vuote. Nulla sanno e nulla dicono. Ma è davvero così?" voltandosi verso l'uomo ancora terrorizzato che fissava la creatura, che spostava la testa verso chi parlava "ci sono cose che sarebbe meglio accertare, sai?" disse lei a quello bocconi vicino ai suoi piedi.

"Che...come mai che Joseph dice che sono illusioni, siamo finiti così?"

"Sono solo illusioni, stupido. Alzati e riprenditi, non abbiamo tempo!" gli urlò il capo, spronandolo.

Kianta rise guardandolo, dicendo perchè l'uomo a terra si riprendesse e seguisse l'ordine. Ma quando questi si rimise sulle ginocchia, Kianta riguardò il capo, fece dei passi indietro e sorrise malignamente. E fu allora che la nebbia rossiccia si fece bianca intorno all'uomo non ancora rialzatosi. E questi urlò, disperato, disumanamente, con urla strazianti e movimenti incmprensibili. E una nebbia e un suono di pressione che lo avvelgevano. L'essere si rifece palla e rotolò intorno alla massa bianca e forte, finchè non si fermò!
In quella zona la nebbia rossigna venne meno e l'uomo che aveva tenuto Marguerite in ostaggio era come vegetale, con le braccia nella posizione del pugile, bruciato e crostoso sulle zone della pelle esposte, mentre i vestiti fumavano. I usoi lamenti di dolori erano gutturali e come spinti da rantoli di dolore. Tremolava, forse anche per lo sforzo di respirare, ma era ancora vivo. I suoi movimenti convulsi che si erano visti mentre infuriava quella strana nebbia bianca a pressione, ora erano insesistenti, tranne la respirazione e il tremolio.

"Che peccato. E' prorpio vero che le illusioni molte volte nascono solo dalla mente...." sussurò Kianta con dolcezza, scuotendo la testa con amarezza guardando l'uomo a terra,camminando alla sinistra degli altri uomini, che si spaventarono e si strinsero tra loro, aiutando anche quelli con gli aghi che cercavano di estirparli tutti con sommo dolore e difficoltà. Lei portò le mani dietro la schiena, guardandoli tronfia, con un ghigno, per poi osservarli uno a uno come se scegliesse un cucciolo da portare via.

"Chi sarà la persona che Hævn non colpirà, se spiegherà questi piccoli dubbi che rosicchiano la mia mente?" scherzosa, doldolandosi sui talloni

L'essere ancora a palla scivolò verso di lei e si rislegò alzandosi, guardandola in attesa, per poi fissare loro. Aprì leggermente la bocca, mostrando una lingua che vibrava al sibilo che emetteva, come un umano sofferente e in agonia, tra la vessura a V dei denti, netta, peggiorata dai denti come quelli di una tigre.

"Vedete, è già strano che lui conosca perfino quei nomignoli stupidi chela gente mi ha dato, per quelle volte in cui ho dovuto partecipare alle stupidaggini del Leader. Era suo ordine, l'ho fatto. Ma mi chiamavano in quel modo per il mio ruolo là dove erano ospitati. Come fate voi a conoscerli se non è stato qualcuno di loro, a mandarvi?"

"Per favore zio diglielo, diglielo... non volevo venirci, non sono adatto a queste cose!!!"

"Stai zitto!!" urlò iratissimo il capo verso il giovane, che daquando era entrato, lagnava la sua non desiderata partecipazione e la volontà di andarsene. Kianta spostò lo sguardo verso il giovane, fece un cenno con la testa verso di lui e l'essere guardò il giovane e si riacquattò per avanzare.

"Non so come tu faccia a rendere reali quelle illusioni, ma farci del male non  aiuterà a..."

"Fare del male... io non voglio fare del male. Io voglio far sbocciare in voi orrore e terrore, disperazione e tormento perchè adesso so chi siete. Ho tutte le vostre schiede e informazioni. Non ho bisogno di farvi torturare per averle. Ma cè una cosa che mi manca..."  apparvero davanti a lei luminosi dei rettangoli  che sembravano pagine con foto e informazioni che si componevano. Erano gli uomini nella stanza, tutto ciò che era conosciuto era presente in quelle pagine a mezz'aria di colore azzurro, e loro stessi le videro. I loro volti, molte informazioni di lavori e abilità. COn due dita Kianta voltò a destra a sinistra le pagine che tralucevano illuminandola e scorrendo. A ogni gesto, le pagine scorrevano nella direzione che faceva con le dita e scrutava cosa vi era scritto.

"Voglio sapere come avete quelle informazioni e perchè siete qui. Troppo facile conoscere me, che dovrei essere solo un vago dato, questo posto e loro" voltandosi verso gli ospiti dietro i vetri "siete andati a colpo sicuro, non siete stati visti dai miei uomini, e li striglierò per davvero più avanti. Con le spazzole per cavalli tra l'altro, così avranno impresse per bene le mancanze dopo addestramneti e tutto il resto. A che servono uomini qualificati, che poi scarafaggi come voi si intrufolano lo stesso? Però, voglio solo i tre pezzi del puzzle. E li voglio. Chiaro? Se tu conosci quei nominativi e altro, allora sai come im comporto con gente come voi..."

"Ne ho un sentore..."

"NO" apostrofò lei fissandolo con occhi grandissimi e seri "tu non devi avere sentore. Tu devi sapere cosa accade alla gentaglia che lavora ed esiste solo per il male degli altri. Le vostre fedine penali sono da Pulizia. E mi assicurerò che accada. Ma ancora non ho deciso se meritate  il ricondizonamento o solo la vista dei vostri amici è un deterrrente idoneo per farvi capire che io non scherzo. QUando si è superato un limite. Avete ucciso della gente anche ignara di voi, e perchè sono morti dopo aver anche sofferto. Interessante. Vorrà dire che proverete su di voi la stessa cosa, lo stesso modus operandi per ogni giorno di vita su questa terra. Troppo buonisti i governi che tengono lo schifo come voi in luoghi dove alla fine hanno comodità, televisione, internet, passatempi... mangiano e bevono bene, sapete? Oh, alcuni di voi lo sanno a quanto pare. Non è stato poi male andare dietro le sbarre, visto che ne siete usciti bene e avete fatto anche peggio dopo. Ho sempre pensato che, tranne per alcuni casi, la maggior parte di voi, melma vivente, non meriti riabilitazione e seconda chance, che tenga. Non con me, non da me!"

L'essere si portò davanti a lei, fissando il ragazzo. Poi gli uomini udirono qualcosa alle loro spalle. Ringhi vagavano fra la nebbia rossiccia, divenendo corporee orecchie lunghe e diritte, scure. Due cani si trovavano dietro di loro, ringhiando. Il ragazzo urlò terrorizzato e si strinse allo zio, che tentava di calmarlo e dirgli che erano tutta finzione.

"Ambiorige, Vercingetorige! Seduti" ordinò lei chiundendo con un gesto secco il pugno dentro nella mano sinistra, con braccia parallele al pavimento. I due cani obbedirono subito, leccandosi i baffi. Erano cani di grossa taglia, ben sviluppati e con ottime muscolature. Occhi intelligenti e vigili.

"Bravi ragazzi. Manca Viriato, ma due sono idonei ugualmente. Tutti i nostri cani sono addestrati fin da cucciolotti. hanno mansioni diverse, questi non sarebbero da combattimento e missioni, ma sanno cosa fare con la melma..." sorridendo agli uonini con malignità "sono Belgian Malinois, una razza che in pochi pensano di conoscere. Più fini ed eleganti della versione tedesca, meno paiocconi diciamo, ma sono molto apprezzati dopo che li abbiamo proposti come cani addestrati e preparati per vari compiti. Come i cugini tedeschi, sanno fare il loro lavoro nell'ambito militare e di protezione. Quindi fate attenzione..."

"Stupidaggini, sono finti, immagini virtuali" sbraitò uno degli uomini con ancora una pistola, uno di quelli scampati agli aghi e il vapore bollente, che però sapeva solo lei. "ora ti sparo in quella testa di cazzo e la finiamo qua!" urlò, puntandole contro l'arma, nonstante l'incitamento del capo alla calma e a non fare nulla di stupido

"Verci... per favore, procedi. Anche tu Ambi...." disse lei come se un bambino stesse facendo i capricci, alzando gli occhi al cielo facendo dei gesti con le mani.

I due cani di tutta risposta scattarono, Verci si portò sotto l'uomo, che tentò di girarsi verso di lui con l'arma vicino al petto per prenderlo. Ma il cane afferrò con i denti l'arma dalla mano, colpendo con le zampe il petto dell'uomo, sbilanciandolo. Si portò a terra senza problemi, tenendo ancora la pistola in bocca, guardando Kianta. L'uomo aveva avuto il tempo di cadere di sedere a terra che Ambi gli mozzicò un ginocchio con forza, la rotula precisa tra le zanne e lo ferì. Poi mentre l'uomo cercava di allontanarlo e tenersi il ginocchio tra le mani, Ambi corse intorno, spaventando gli altri, e azzannò l'altra rotula con forza, finendo il lavoro mettendosi vicino all'uomo, seduto. Verci lo raggiunse con l'arma ancora in bocca.

I due cani si sdetterò e attesero altri ordini. Uno con il manto cannella e nera tutta la testa con orecchie, che scendeva, solo al petto, come una macchia.  L'altro, Verci, aveva un manto quasi tutto nero con sprazzi di cannella, con una forma naturale  come di uccello bianco sul petto, con testa e ali spiegate. Muso lungo e forte e orecchie grosse grosse e dritte sulla testa. Verci attentissimo con orecchie così dritte che sembravano disegnate a triangolo, Ambi come ali di farfalla come diceva Jd,  per quei lembi alla base che allarvaga la forma.

"Bravi! In Attesa!" ordinò lei con altri gesti, e i cani restarono a guardarla ma facendo attenzione agli uomini vicini, tanto che Ambi vedendo i movimenti degli altri, ringhiò  contro di loro, per poi fermarsi e osservare la padroa. Quello ferito alle ginocchia piangeva disperato, ma Kianta lo lasciò stare.

"Allora. Come vanno le mie illusioni!"

"Come diavolo sono entrati. Come fai a...:"

"SONO IO CHE FACCIO LE DOMANDE!" tuonò lei, cambiando atteggiamento ed umore "adesso basta, sono stufa. Voglio sapere come hai quelle informazioni e cosa volevate fare. Adesso!"

Ma il silenzio pervase il luogo e Kianta iniziò a muovere la mascella come se masticasse pianissimo. Alla fine sospirò spazientita, li guardò irata e chiese nuovamente di avere quelle informazioni. Nulla, rimasero tutti, tranne i feriti, silenziosi a fissarla.

"Helias, per favore fai tu qualcosa prima che perda la pazienza e li picchi col pelapatate!"

"Come vuoi tu, madre..."

Gli uomini sussultarono a quella voce nuova e senza una direzione precisa, finchè non ebbero un attacco come di tosse e caddero a terra come sacchi di patate.

Alcuni minuti passarono, finchè gli ospiti non compresero che era finita. La madre di Marguerite iniziò a battere i pugni sulla porta perchè venisse aperta, per cercare la figlia. Kianta si voltò verso di lei, guardò i due uomini della guardia rimasti in disparte e ordinò di aprire. E questi accorsero ad eseguire l'ordine. QUando la donna uscì fuori, vide Marguerite che usciva dalla zona cucinotto con Kianta e si voltò verso il luogo dove aveva visto la ragazza l'ultima volta. NOn cèra più vicino i cani, che erano sempre seduti, a fissare attentamente la scena. Era con la figlia. Marguerite andò verso la madre e si abbracciarono. Anche un ragazzino scappò dalle due guardie e andò a guardare gli uomini a terra, agitando un pò i cani. Kianta fece dei gesti verso di loro e restarono fermi e più calmi.

"Tu cosa fai qui fuori" chiese lei al ragazzino

"Come hai fatto. Sei magica? Sei magica sei come Harry potter o una strega come dice sempre il prete? Che sono cattive?"

"Il prete..." sputò lei quasi schifata "Qualè il tuo nome"

"Mi chiamo F..."

Una donna chiese di passare alle guardie e quando Kianta la vide, fece cenno di assenso e la vide correre a rimproverare il figlio, avvicinandosi. Kianta fissò la donna attentamente, poi guardò il ragazzino che doveva  avere poco meno di Marguerite e disse con calma qualcosa.

"Sei forte e coraggioso ragazzo. Interessante come sia venuto fin qui a guardare questo..." indicandolo con una mano

"Ma ora ce ne andiamo. TOrniamo all'alloggio" disse la madre,  contrastando le proteste del ragazzino

"Come mai volevi vedere loro" gli chiese

"perchè siete fighi, fate le cose diverse dai film e no nfate troppe sparatorie e tanto sangue. Credevo vi fosse una sparatoria, invece quello che hai fattoè... cosè, magia? Esiste davvero? E' possibile farla senza le bacchette come..."

"Quest anon è magia ragazzino. E' capacità e tecnologia. E' così che molte cose sono state cambiate, come le sorti umane. Nel bene e nel male"

"Anche io voglio fare il militare" attirando le proteste della madre.

Kianta rise e dopo aver fissato la madre, che fissava lei in un modo strano, sorrise a disse qualcosa al ragazzino che ascoltava attento.

"L'importante è che consideri chiave studiare. Si, magari molte cose non le userai o ci saranno argomenti che saranno considerati solo conoscenza generale, ma non è mai detto nella vita cosa potrebbe accadere. Sappi che, sopratutto nella società moderna, nulla è sicuro. Molte persone si sono trovate da situazioni sicure a doversi reinventare. E sai cosa? Quello che avevano studiato, imparato, è servito. Un esempio? Chi aveva studiato chimica al liceo e università, ha trovato impiego come rappresentante o comunque ha avuto un'opportunità in campo farmaceutico. Può sembrare strano ma non è così. O per la propria passione ha aperto un negozio con tutti i permessi e certificazioni per i propri prodotti, per detersivi ecologici, sapone vegetale per la persona e non, sartoria e via dicendo, facendolo da sè. Chi invece conosceva libri, leggeva molto, ha trovato impiego in siti e blog del settore, scoprendosi anche bravo.  Mentre prima voleva essere altro ma ha perso il laovro per vari motivi. Ma anche in cucina, sport, e via dicendo. Quello che leggi, studi e apprendi non è detto che non serva. Come la matematica. TUtti che urlano che nella vita la matematica non serve più. Intnato i conti mensili e annuali devi conoscerli. Come calcolare esempio gli sconti per vedere se i negozianti hanno fatto i furbi. Questo per dirti che devi fare quello che senti, vuoi essere, ma ricordati sempre che sapere ti porta più in alto. Anche nei lavori normali se hai lauree, corsi specialistici vari scali i livelli lavorativi. Sapere è la chiave, ricordatelo. E non comprare diplomi e laurea con quei mezzucci delle pubblicità che ti aiutano, pagando molto, ad avere i titoli. Solo se sei bravo e capace allora puoi farlo se non hai tempo per lavorare e studiare. Chi è un brocco si vede e fai cattiva figura..."

Kianta guardò la donna, sorridendole in modo strano.

"E non pensare che il modo per andartene da casa, se non ti senti a tuo agio lì, è sposarti e credere di aver risolto. Non sfruttare i nonni per avere soldi dietro inganni vari e sii sempre una eprsona gentile ed educata. NOn uno stupido, non un fesso, non un sempliciotto. Educazione, ma senza farti mettere i piedi in testa!"

Fissò ancora la donna, poi la porta si aprì e comparve Gask trafelato, correndo in modo strano, finendo per fermarsi quasi slittando per cosa cèra a terra. La nebbia finta era sparita da un pezzo, si sentiva mugulare l'uomo ustionato, mentre gli altri erano a terra. Fermi.

"Cosa... helias mi ha teso uno scherzo e quando ho capito, sono corso qui."

"Scherzo... dovevo solo seguire gli ordini!" disse lui offeso comparendo

"Ha solo eseguito gli ordini di base. QUando eri lontano abbastanza ti avvisato di cosa accadeva e ti ha chiesto di non mostrare nulla per non attivare la curiosità degli uomini. Ma come vedi è tutto risolto" ridacchiando. Poi guardò i due uomini davanti la porta e disse loro di andare fuori le porte e controllare che non arrivasse nessuno e nel caso mandarlo via, che avrebbero risolto loro la situazione. I due uomini fecero il saluto e si avviarono, chiudendo la porta esterna dietro di loro.
Kianta guardò la donna tirarsi il ragazzino, mentre Margurite parlava con lui tornando nella zona ospiti e così decise di chiedere a Gask di aiutarla e sistemare quei soggetti particolari.
Gask però volò verso di lei sorprendendo tutti, i quattro si fermarono scorgendolo correre verso il centro, come se la morte lo stesse alle calcagna, e afferrò le braccia di Kianta, all'altezza dei bicipiti, e scuotendola un pò le urlò addosso.

"Che è successo. Sei ferita? Hai qualche pallottola da qualche parte? Cè bisogno di qualcuno?" sfornando domande a raffica, guardandola e girandola per controllare che non avesse ferite.

"Smettila, non ho nulla. Cosa credevi, che facessi Bob Sparamincentro? Non sono un figurino 3d da addestramento" ridendo e stringendogli le mani per staccarle dalle braccia, che iniziavano a farle male. "Tu piuttosto, cosa hai fatto a quella"

Kianta indicò la gamba sinistra che stava un pò piegata rispetto all'altra, e anche mentre la teneva e scuoteva leggermente, tutto il peso era su un solo braccio, più dell'altro.

"Nulla" bofonchiando.

"Eravamo all'altezza del Bronco quando l'ho avvisato di come stavano andando le cose. Gli ho chiesto di non far capire nulla ma si è fatto a passo spedito tutto i l tragitto come una locomitiva a carbone, schivando la gente e dicendo che tutto andasse bene, che aveva un'urgenza. Credo che gli uomini siano rimasti confusi sul tipo di urgenza...ancora di più perchè sembrava un maratoneta con un gluteo intorpidito" sghignazzò Helias comparendo vicino a loro, agitado la testa in alto divertito. "Si è preso una storta o altro per la fretta"

"Lo avete reso troppo umano"

Kianta rise, vedendo Gask offeso delle azioni di Healis e come lo prendesse in giro. Helias era una IA autoapprendente che imitava alcuni tatti umani che considerava divertenti o si divertiva lui stesso, parecchio razionale,  per le manifestazioni umane.E azioni che reputava strane e incomprensibili, come quella di Gask.  Kianta rise e pensò a una cosa, che questo momento era per "Who will save us now". Pensò a questo, questa idea, mentre vedeva Helias ancora ridere e Gask guardarlo offeso mentre zoppicava un pò.
Si portò quindi, facendo il giro alle sue spalle  perchè era alla sinistra, alla destra di Gask, tirò il braccio verso la sua spalla destra  e gli disse di usare solo quella buona, e da stampella avrebbe provveduto lei. Che . Ridendo di gusto, mentre teneva il braccio destro di lui intorno alle sue spalle e con l'altro braccio lo reggeva sulla schiena.

"Pensavo agli ospiti" balbettò mentre si faceva trascinare verso la zona ristoro, dall'altro lato.

"Bugiardo. Ormai ti conosco" rispose lei tranquilla, senza guardarlo ma non riuscendo poi a tenere la serietà sul viso.Scopiando a ridere, quasi sputacchiando.

"Mi ero dimenticato che non hai bisogno di aiuto. Ho visto che Verci e Ambi sono qui. Sono entrati dalle zone di emergenza?"

"Esatto. Helias li ha chiamati per me imitandomi con l'aspetto  e sono corsi qui. Caruccetti. Avranno un premio, dopo"

Gask fece un verso gutturale con una faccia poco felice e Kianta rise. Si erano dimenticati degli ospiti, della porta aperta, de i quattri che invece di rientrare stavano a vederli parlare, facendo qualche passo verso la prima sedia che trovavano.

"Non dirmi che sei geloso e non potrai avere un premio."

"No. io... No"

"Se sei sempre così impetuoso e... sempre irruento come un toro, che per correre a giocare con i nostri combina un disastro. Non puoi prendertela con i cani. Prendi esempio da loro, così davvero ti diremo bravo e avrai un bel premio"

Gask si fermò, portandola a fermarsi a sua volta perchè il braccio che teneva la tirava indietro. Si guardarono. Lei sorpresa, sbattendo gli occhi grandi confusa, lui serio fisso  a guardarla. Aveva detto qualcosa di strano? Credeva si capisse che scherzasse.

"Lo capisci che se qualcosa andava male, saresti stata sola con quella gente? Con Marguerite usata contro di te, come sarebbe finita? E l'impetuoso sarei io? Mi sono spaventato a morte quando Helias mi ha detto che dodici soggetti si erano introdotti di nascosto ed erano entrati nel cuore della Torre. Anche se quelle volte tu hai risolto tutto a modo tuo, finendo per fare più figura di noi, ora eri sola con della gente da proteggere. Cosa sarebbe accaduto?"

"Eri preoccupato?"

"cazzo, si. Avevo intenzione di entrare da uno delle vie di emergenza ma... poi ho pensato di fare da esca per sviare l'attenzione dalle porte. E quando ho visto tutti a terra, e quegli ospiti accanto ai corpi, ho pensato al peggio"

Kianta sorrise, con un viso diverso dal solito, quando erano soli. Sembrava un bambino monello che stava ridendo per qualche marachella. Gli strinse il polso e gli diede dello scemo per non aver pensato con lucidità, ma essersi pure mezzo azzoppato.

"Comunque, grazie di esserti preoccupato" continuando a sorridergli "ma sai bene che quel tipo di preoccupazioni non rendono lucidi. NOn siamo le altre persone, abbiamo fiducia nell'altro e siamo spalla a spalla, schiena contro schiena, contro le cose. Ma sappiamo di non dover proteggere l'altro come si farebbe con un civile comune. Trovo sempre il modo di sistemare le cose, dovresti saperlo. Quindi la prossima volta, pensa solo a quanto male puoi fare agli stronzi che vogliono andar contro di noi. Quello che subiranno sarà così profondo che resterà traccia nel codice genetico, e i loro discendenti ricorderanno ancora, tra generazioni, come se lo avessero subit loro e cosa significa essere melma e cosa comporta. Ricordi le Lezioni, no?" contenta, guardando i corpi a terra. Sopratutto quello del ragazzino

"Come lui.... poteva avere una strada diversa, era diverso. Si può salvare? Forse, dipende da lui, però. Tutto dipende sempre da se stessi, no?" continuando a fissare il ragazzo ridacchiando "quel che resta di noi dipende dalle scelte. le scelte e le prese di coscienza. Nulla più" continuandolo a fissarlo, disteso a terra.

"E noi, noi cosa lasceremo?"

Kianta si voltò stranita, lo guardò dritto negli occhi all'inizio confusa, poi sorrise di nuovo a quella maniera. Strinse di nuoov forte il polso che teneva e la mano sulla schiena e guardandolo disse solo una cosa.

"Noi lasceremo qualcosa di indelebile. Impresso così in profondità da segnare le nostre anime e il tempo. E quelle degli altri. Memorie impossibili da veder sbiadite, istanti mai scalfiti, momenti felici che sono solo tali e basta. Tutto sarà in noi, quel che lasceremo, così forti come fuoco che incide tutto,  inesorabile, inevitabile. Ineluttabile contro tutto. E se davvero ci si reincarna, se davvero vi è un circolo del genere, ciò resterà non importa le epoche, ere, l'età trascorsi. Saranno in noi, più forti delle ossa millenarie, più profondi di qualunque buco si possa fare nelle terra o quanto lo siano i buchi neri. Ne ricordi cancellati e ne le reincarnazioni possono configgere.E negli altri, a noi bastano i sorrisis e veder la gente felice, questo cambia altre persone e via dicendo. Un circolo che continua, che parte da noi e se tutto andrà bene, avvolgerà il mondo.  Ecco cosa lasceremo"

"QUindi... le pieghe del tempo o lo schifo della gente non potranno nulla?"

"Non in questa vita, perchè giungeremo al Cambiamento per salvare tutti gli altri, e in quel caso noi compresi, perchè ne per il Ciclo sarà possibile, se riusciremo"

"Giungeremo al Raggiungimento come i nostri NOI desiderano?"

"Adesso e nell'Oltre. Ecco cosa lasceremo."

"Il posto, la famiglia che abbiamo scelto e nella quale siamo felici, il domani che sarà diverso da quello che conoscevamo e sarà nuovo? Un domani accettato, che conosciamo come il sole?"

"E tanto altro, ma che abbiamo creato, costruito, ambito, voluto. Reale..." disse lei sorridendo con affetto

"E la gente sarà felice, non consocerà la cattiveria ma una mano giungerà verso un'altra? lasceremo un mondo che avrebbe voluto noi e quelli come noi? E se ci reincarniamo, troveremo a nostra volta, come nostro lascito ed eredità?

"Tutto ciò che ti rende felice e ti fa sentire vivo ed esistente, in questo mondo. E io sarò con te, come la famiglia che ci siamo scelti e amiamo... come una macchia, cambieremo il mondo per avvicinarci alla Terra e all'anima..."

Gask sorrise con gioia  "una vita dopo aver lasciato a Milan quella che gli piace e sentirsi finalmente in un mondo voluto e che ti vuole. Dove non sei solo un puntino da mantenere o scrostare via con l'unghia..."

Kianta sorrise proseguendo, per arrivare ad una sedia in fondo, perchè lui vacillava mentre pensava, quando Helias avvisò dell'arrivo di qualcuno. Si vide il braccio che stringeva a sè e sulle spalle tirato via, lui che si spostava e camminava malamente verso un altro posto. Restò dopo essersi voltata lentamente, sorpresa, triste e come con una delusione mista a mancanza. Ma sapeva e capiva, solo non tornò composta e padrona di sè subito. Si voltò solo nuovamente per vedere chi entrava, sapendo di fingere che nulla fosse stato detto e fatto, finchè non fosse venuto il giorno buono.
Ma delle armi le furono puntate addosso, mentre qualcosa di pesante finiva a terra , poco distante, portandola a guardare senza capire.

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Capitolo 19
*** 19 ***


Chapter 19 Chapter 19

presente - giorno 5 - un giorno prima dell'intrusione alla Torre


Jd cercò Kianta per tutte le Zone della Torre. Andò ai Polmoni e Bronchi, Fegato e Reni, nell'Adipe nel caso stava combinando qualcosa delle sue, e anche controllò le registrazioni dell'appendicite. Nulla. ogni volta si sentiva stupido a dare quei nomi in codice alle Zone per informazioni ai suoi, e ad altre squadre. Ma cèra poco da fare. Se non erano battezzate da Milan in un certo modo, non avevano quel non so che... ci perdeva secoli per davvero a decidere cosa mettere. E quanto, spazientita anche Kianta, si stancava, decretava il primo nome che gli veniva in mente. QUindi un giorno a colazione, gli era venuta la brullante idea di confondere le persone estranee indicando le zne di qualsiasi loro campo, fisso o temporaneo, con i nomi di zone del corpo umano. Adducendo a non sapeva Jd stesso che significati. Non era Kianta che amava sapere tutto, non era come Milan che stravedeva per l'antico e riportarlo ove possibile. Non era Gask con la sua memoria assurda, capace di ricordare tutto tranne i nomi. Quello non lo aveva mai capito, ma con i nomi era un disastro. E si sentiva meno un pò di tutti loro, perchè per lui cosa faceva Milan era eccentricità al cubo.

Alla fine l'unico posto che non aveva controllato era il Cervello, dopo il Cuore. In quest'ultimo le avevano detto che l'avevano vista dai monitor di sorveglianza poco prima, che girovagava per dare istruzioni. Altro non sapevano.

Così entrò nella zona ospiti e vide un gruppetto di uomini, nelle ore di pausa, tutti assembrati al centro davanti il proiettore sistemato tra di loro, a fare casino vedendo qualcosa che non riconobbe. Almeno non avevano fatto un barbeque come il giorno prima, di sera, a cantare e bere facendo baldoria con alcuni degli ospiti con cui avevano stretto amicizie. Kianta non ne era felice, più per il casino dell'odore e fumo creato da tutto quello che avevano buttato sulle griglie, che la camerata brilla creatasi.

"Capitano, Capitano... stiamo rivedendo il meglio di Cian, registrato. E' troppo forte, riesce a farmi morire ogni volta" urlò Konnor a Jd vedendolo entrare, riferendosi a uno degli uomini che amava fare il comico e cabaret, riuscendo anche meglio del previsto. Sapeva fare il meglio con le voci di bambini, mettendoli in certe situazioni comiche con gli adulti impersonando tutti, o parlare di suoi fatti personali in un modo coinvolgente ed esilarante. Era stato uno di quelli che aveva chiesto a Kianta di "prendere in prestito" alzune zone dello Chateau per la proposta alla fidanzata storica del liceo e matrimonio.
A quel punto Kianta rimase basita e incapace di proferire parola. Quello era uno scenario che,non voleva in verità,  non aveva messo in conto per i progetti di miglioramento. Tutto ciò che era amore tra persone come storie di relazioni, fidanzamenti, matrimoni e figli non rientava in nulla di ciò che le stava intorno. Dava permessi, anche premio, agli uomini per recarsi dalle famiglie a rivedere parenti e figli, ma non accettava molto la presenza di figure sotto di diciotto anni se non rari casi, e persone che tubavano come piccioncini. In quelle situazioni, se fosse dipeso da lei, avrebbe dato un calcio nel didietro a tutti per dirgli di andare altrove. La cosa coerente, pensava Jd, era che lei faceva tutto questo con chiunque di qualuqnue sesso e genere. NOn giudicava, accettava qualsiasi tipo di persone e vedeva tutti positivamente sempre che no facessero male a nessuno. Provava non disgusto di baci, effusioni in generale, ma rifiuto nel vedere innamorati di qualunque tipo fare dimostrazioni in pubblico, perdeva la pazienza su argomenti inerenti o di figli, di famigliari che pretendevano agli uomini o donne di andare avanti con la lista della spesa e via dicendo. Lo sapevano tutti e si informavano a mezza bocca i nuovi, se capitavano di incrociarla per la tenuta per gli impegni quotidiani, nella mensa le poche volte che appariva e altre situazione dove lei era presente. Sapevano tutti delle regole per cui, se iniziano problemi di qualunque tipo per eventuali relazioni tra le fila di militari, non importa del grado o sesso o altro, sarebbe scoppiato il casino. Grosso. Aveva già manifestato in un paio di occasioni di litigi e ripicche tra alcuni per relazioni private, sfociate in casino pubblico, pieno disprezzo per l'incapacità delle persone di essere matura abbastanza da sistemare le questioni senza comportarsi da stronzi o bambini. Kianta aveva preso provvedimenti seri e che ancora, dopo mesi e mesi, tutti ricordavano e non volevano affatto finirci in mezzo. Subitrlo. Ma non sol oper questioni di relazioni varie tra il migliaio di membri sotto Milan, ma per ogni cosa.
Kianta sapeva punire in modi assurdi, per altri a vederli esilaranti o da non provare mai, solo per far capire l'errore ed evitarlo in futuro. Milan stesso quando nominò Kianta suo sostituto, placò gli animi facendo un discorso dinnanzi a tutti lgi uomini radunati e in fila dinn'anzi lo Chateau. Motivo? Il malumore perchè una donna aveva iniziato a dettar legge nel loro ameno paradisello. Perchè i problemi e dubbi, erano questi, su cosa fosse ai loro occhi e che fosse estranea. Donne giunte come compagni d'arme di pari livello e chi dava ordini. Si erano ormai assuefatti ad una autogestione lasciata un pò a se stessa, che piaceva. Eppure, dopo Lia e poi con Kianta, Milan aveva deciso e capito che prendere in pugno di nuovo le redini della sua organizzazione era importante. Se non vi era pianificazione e struttrazione di tutto ciò che già aveva, perchè fosse una macchina ben oliata e autonoma nel modo giusto, tutti suoi progetti futuri andavano di pari passo. E Milan, con Dorde, aveva capito di aver lasciato tutti i gruppi a se stessi troppo tempo, per gestire piccole inbombenze. E, se si sfasciava la sua forza interna, quella esterna cadeva.
E le proteste erano iniziate. Seppure Zidgi, Kovacs e Django, dopo un primo incontro un pò burrascoso, per loro, avevano accettato all'inizio Lia, gli altri non volevano donne tra i piedi. Tanto da rifiutare ordini che di fatto erano accettati da Milan stesso.
E questi, stufo di vedere offendere non solo i cambiamenti di Lia, mancandole di rispetto perchè lui stesso aveva acconsentito a tutto, ma  essere oltraggiato nel suo stesso volere e posizione, diede un ultimatum. Già la loro posizione e accettazione dell e condizioni per entrare nella sua organizzazione significava -a vita  , a meno che Milan stesso si accordava con la persona per uscirsene prima. A Lia la questione non piaceva, e faceva discussioni sulla condizione, anche per la Raccolta, affermando che solo sette e gruppi oscuri legano a se le eprsone a vita. O tramite accordi pre firmati. Ma nulla, Milan pensava che la loro missione fosse per la vita.
E quindi si incavolò. E, essendo tutti parte dell'organizzazione, era sottitenso dall'inizio anche per il passato negli eserciti del mondo da cui venivano, che gli ordini erano tali, chiunque li avesse dati, purchè fossero gradi superiori. Ma tutti non accettavano quella donna, nonostante lei chiedesse, non ordinasse, di non considerare i dati biometrici di nascita, ma cosa era quel che faceva, nulla cambiava. Quella estranea che era giunta con l'inganno, affermavano dai passaparola, e aveva deviato il Leader.
Come se deviare il Leader fosse facile, penso Jd, anche per una come Lia e poi Kianta, che era contro i mezzucci e le scalate per trucchetti sessuali. perchè il malumore era dato da questo. L'essere donna, non essendovene perchè prima il leader e loro pensavano che erano solo dei fardelli fastidiosi, e l'ordinare cose che non accettavano. E Milan mise fine alla questione, ordinando di vedere e comprendere, non chinare il capo ma odiare alle spalle.
La cosa divertente per Jd fu, dopo aver assistito a scioperi, sberleffi anche dinnanzi a lei, e piccoli sabotaggi, il godersi dei cambiamenti andati avanti, anche dopo il confronto faccia a faccia con Lia. Perchè lei non stava mai bella comoda da qualche parte a scarabocchiare firme e fregarsene. Lei girava e controllava ogni cosa, assisteva a lavori e riparazioni, affrontava occhi negli occhi tutti lgi uomin che si mostravano recalcitranti. E, dopo i test per l'accordo da cavia, aveva imparato le basi del combattimento e manipolazione. Amava assistere al lavoro dei mentalisti e mediatori e, seppur non si sentiva brava, era sicura che una discussione cambiava tutte le situazioni. Certo alcune, come capitò, mettendo a frutto anche gli insegnamenti che Alaric, Lubo e Jd stesso le avevano impartito fino a quel momento, considerando le regole militari di ogni secolo, mettendoli in ginocchia con la forza.
Confrnonti di forza e abilità e i l più bravo e capace, se atterrava l'altro, aveva ragione e vinceva le questioni. Accadeva da prima, con litigi e confronti di forza, armi, giochi dove anche si scommetteva, per porre fine alle controversie. E a volte finiva così, con Kianta che guardava con supponenza quello che aveva atterrato, affermando che per la legge della Lama, come veniva ancora chiamato da secoli come regola tacita negli eserciti, aveva vinto l'attenzione di tutti. Fortunatamente accadde poche volte, contabili su una mano, perchè vedendo i miglioramenti e il luogo che cambiava faccia, si erano ricreduti e piacque a tutti la nuova vita. Come diceva Lia, ogni luogo se sistemato e ben trattato, migliorava il tipo di persone che vi vivessero. Cambia faccia a zone tipo il bronx e cambiano anche le persone, così sono gli uomini. Così come quartieri e zone di città nei secoli erano cambiati in meglio o peggio, proprio per l'azione di qualcuno. E così era lo chateau.
Altra questione negativa sulle modifiche era che, a detta degli uomini, tutto sarebbe cambiato in freddo e inospitale, quelle cose moderne che sembravano belle ma a viverci veniva la pazzia. Si riferivano a sedi come quelle che conoscevano per lavoro passato, dove tutto era asettico, professionale, in metallo e moderno da dar fastidio alla lunga. Molti lamentavano che vivendo in quei luoghi, si sentivano sempre come in un ospedale. La questione era molto lunga, ma Lia dimostrò che non era così, che si poteva migliorare o creare qualcosa di diverso dove non ci si sentiva a disagio. E questo era legato all'antico. Paragonava le regole tacite militari ai luoghi antichi. Il potere della mente e della sicurezza, ma quello era un altro discorso troppo lungo,pensò Jd.
E aveva dato a molti un motivo per continuare senza dover impugnare armi, dato scopi, qualcosa per cui valeva l'esser entrato nell'organizzazione. PArecchi uomini avevano il PTSD, dove tutti i problemi mentali e psicologici influenzavano completamente o in parte le persone. Non era un problema solo nell'organizzaizone di Milan, ma ovunque... persone che il lavoro, la vita o situazioni avevano rovinato o peggiorato, peggio per il tipo di lavoro.
Inoltre, raccattare veterani con profondi problemi psicologici su proposta di Lia, portò Milan a rimpinguare le fila in caso di necessità, e nello stesso tempo, avere persone consenzianti per terapie per provare ad aiutarli. Potevano stare in un luogo a loro familiare ma sicuro, affrontare terapie ed essere allo stesso tempo un elemento dell'ingraggio senza metter pi mani alle armi per usarle. Secondo gli esperimenti di David. In praticolar eil progetto Noûs. Allacciato anche a test fatti per il Teatro, che venne usato per molti scopi e tutte le attività attivate.
Il conflitto con Lia non era sparito ma mitigato, supportata anche dai tre, i primi con cui aveva battibeccato e che aveva spinto a ragionare, che usare le parti basse per... niente. Come diceva lei. Quando nacque Kianta, molte modifiche erano già state effettuate e in corso di attivazione, e lei dovette mettersi in pari per far contento Milan, nominandola suo secondo.

Ricordava bene quel giorno, quando si aprì un fiume di litigi tra tre persone. Milan, Kianta e Alaric.

"Trovo doveroso, visto che ti sei definita così bene e in poco tempo, affidarti un compito importante. Visto che cè ancora tanto lavoro da fare e io ho compiti chiave e impellenti a cui badare, ti nomino mio secondo. Sarai Comandante di tutto e Gran Maestra della Casa, ossia rappresenti una guida e detti le regole per questo grande ingranaggio che è l'organizzazione." disse Milan, nella Sala della Pianificazioni, sorprendendo prima lei, e poi tutti i Capitani presenti.

"NOn...non ho capito!" buttò di colpo Kianta esterrefatta "cosa hai fatto?"

"Ti ho nominata mia seconda. COme ho sempre detto a chi sappiamo, io non sono bravo alla gestione e cose simili. Adesso, dopo che i primi progetti di miglioramento sono andati a buon fine e me ne compiaccio, si deve continuare. E chi meglio di te, che è, nonostante tutto, semplicemente Lei." compiaicuto

"Ferma ferma..." iniziò a urlare Alaric "tu hai deciso veramnete di dare a questa pazza scatenata, nonostante tutto quello che è successo, il grado di capo qui, dopo di te? Di farle fare cosa vuole? Ti ricordo che lei è, come amate dire tutti, appena nata e ha preso mano a tutto solo da poco? Perchè...! Qui ci siamo noi che siano con te da anni. Perchè quella di prima e ora questa devono fare..."

"Perchè vi ho dato questi impegni. Ma non ne siete stati in grado, come me. O sbaglio. QUando chi sapete voi è arrivata qui, eravamo poco organizzati e tutto andava avanti solo perchè si copiava la struttura militare conosciuta alla meglio, perchè io ero troppo occupato altrove. Ma diciamocelo, e l'ho capito con le sue critiche, eravamo tutti sistemati all'acqua di rose... ma vi ho dato queste mansioni, in quanti siete..." alzando le mani a contemplarli tutti e cinque. Lubo, Alaric, Jd e Bryden si comportarono in modo diverso alla questione, chi era preoccupato, chi colpevole, chi offeso. "Ecco perchè, anche con Kianta, appena ripresasi e sistemata, si continua con la fiducia, perchè è lei può sostituire chi sappiamo. Inoltre i nuovi progetti mi intrigano e vorrei espandere già nel cuore dell'organizzazione tutte le opzioni, prima di metterle a frutto nel Cambiamento!"

"Non ho ben compreso l'ultima parte, ma a nche io ho da ridire sulla cosa. Non so e non voglio sapere nulla di Lei, ma io voglio imparare e crescere con i miei ritmi e capacità. Non so neanche se sarei in grado di fare qualcosa meglio di loro" puntualizzò Kianta, non convinta.

"Ti sbagli. E' vero,sei nata da poco e devi ancora definirti... ma hai già visto i progetti, hai già..."

"Qualsiasi cosa io abbia detto, sono nata proprio perchè io possa determinarmi senza che vi fossero influenze. Era questo che pensavate... o sbaglio! Allora indicami chiaramente, chiariscimi, i motivi per cui vuoi che mi faccia carico di impegni e questioni che non voglio. Come non le voleva Lei, non le voglio io che sono nata per il nuovo domani..."

"Kianta, io..."

"NOOO!" urlò Alaric, di colpo, sbattendo con forza le mani sul tavolo delle discussioni, fermardo il dialogo tra Milan e Kianta "se lei non vuole niente come quell'altra fuori di testa, non la si può obbligare. Avete progetti e piani? benissimo, ridividiamo le mansioni, dividiamole in più parti quanti siamo noi Capitani, e ristabiliamo la suddivisione del potere"

"Ma già cè. Voi avete già i vostri gruppi, uomini che comnadante e di cui siete responsabili. Avete dall'inizio degli incarichi, per i vostri gradi, e se noti i piani di nuovo, vedrai che Kianta dovrebbe solo essere una sorta di fusione della Governante e Gran maesta della Casa. Sovrintende  tutte le funzioni, controolla i meccanismi, la formazione delle sezioni militari e non. E' a capo di tutto e svolge, governa e controlla... è lei ad avere il compito della manutenzione e svolgimento di ogni attività qui e in ogni Torre. E' lei a portare tutte le chiavi della casa e avere accesso a ogni locale. A suo carico vi è tutto. Lei rende conto solo al padrone di casa. Me. Se io sono un generale, che capeggia l'organizzazione militare e politica, lei è il secondo con  il suo piccolo o grande esercito di sottoposti, servitori e  sovrintende allo svolgimento delle mansioni, guida l’esercito al mio posto.  Si può considerare uno Steward, un sovrintendente, consigliere del padrone di casa. Agisce a nome del padrone, governa chi è sotto di lei  e la gestisce in modo plenipotenziario" mentre Kianta guardava la parete di fronte a sè come volesse sparire in quel momenti, con una faccia come se avesse acido allo stomaco.

"Sbaglio o sotto lo Steward venivano governante e maggiordomo? QUindi se per te io sono Governante, comè che dici che sono come lo  Steward?"

"Simpatica..." sorrise Milan a Kianta, sentendo la frecciatina "ma vorrei ricordati che non speigavo a te, ma a loro. Ed ecco che l ofaccio... Il maggiordomo era il capo dei servi di sesso maschile, gli  venivano affidare le chiavi della cantina e cosa era prezioso della dimora. Gli erano affidati incarichi come ricevimento degli ospiti, direzione del personale durante cene e ricevimenti. Doveva essere esperto di galateo, impeccabile e capace di distinguere gli ospiti in base al loro nome, aspetto o rango, per stabilire il tipo di trattamento da riservare. Governante è la versione femminile, ma visto che Kianta è anche lei una neutra, ho fatto un mix delle due figure. Resta comunque, qualunque sia il titolo, mio secondo. Voi siete dopo di lei solo perchè siete state capre, come diceva Lei, nel sostituirmi. Cosè che Lei diceva? Che vivevate da rozzi maschi basici, alla giornata? Aveva forse torto? Vi devo elencare le cose che andavano male?"

"No, Milan. Tu hai ragione non ho nulla da dire. Abbiamo mantenuto il rigore e le regole a cui eravamo abituati  spendenvamo il tempo vuoto, in attesa di ordinie assegnamenti, a fare nulla. Come diceva Lei, vivevamo lala giornata. Ora siamo cambiati, abbiamo compreso, anche dopo che ha tirato le orecchie a tutti. E anche Lei non voleva compiti, perchè non si sentiva meritevole di impegni del genere, non facendo parte del nostro gruppo. Perchè vuoi obbligarla a sobbarcarsi qualcosa che non vuole?"

"Sbaglio, come diceva sempre Lei, i militari per cosa sono devono sobbarcarsi ordini che magari non vogliono eseguire? Gli stessi uomini alla fine hanno chinato il capo e compreso, accettato, che si ubbidisce ai superiori, anche se non si accetta l'ordine. Inoltre devo ricordarle che lei è nata proprio per un accordo? A cui segue il giuramento sull'onore e sulla vita da parte mia, per mantenere la sua persona e la sua sicurezza, qui. Dobbiamo continuare questo assurdo dialogo a lungo, o posso continuare a lasciare disposizioni, prima di partire per impegni molto, molto importanti per cosa vogliamo raggiungere?"

Calò il silenzio, Kianta guardò Jd poco convinta, mentre Alaric borbottava infuriato. Lubo e Bryden, semplicemente chinarono il capo come era da protocollo d'innanzi ai superiori.

"Dicevo... come ne avevo discusso, ho atteso di vedere la situazione di Kianta fino ad oggi, da quando è nata. Visto i risultati e la prosecuzione dei progetto Noûs, ho preso con mio fratello una decisione definitiva. E così ho detto. Se vi sentite dei Footmen, sono cose vostre, perchè non è ciò che intendenvo..."

"Che cosa è?" sbuffò Alaric, facendo alzare gli occhi al cielo a Kianta, far assumere a Jd un'espressione vergognata e facendo stizzire Milan.

"Si tratta di una mansione molto antica, traducibile con il nostro lacchè o cameriere, che in base alle situazioni era una sorta di apripista, precedeva la carrozza a piedi per aprire la strada, o la persona a piedi per controllare la situazione più avanti. Controllare la sicurezza del percorso, fare luce o annunciare l’arrivo della persona importante. Mantenne dopo il Primo maggiordomo suo ruolo di “uomo che cammina”accompagnando fuori i padroni, all’esterno della carrozza,o a piedi, a fare acquisti e commissioni. Erano loro a svolgere la mansione di guardia della casa e dei padroni, sempre al loro fianco,  così come quello di buttafuori quando gli ospiti si comportano male. Noi li chiamiamo Ombre. Non cè bisogno che vi spieghi cosa sono, corretto? QUindi se credete di essere diventati scagnozzi e simili, avete sbagliato considerazione di me. Vi bastava rivedere i progetti per lo Chateau, per capire e non offendervi" definiì, guardando Alaric.

"Continuando, vorrei mettere un punto su una cosa consigliata da Lei. La livrea. IN verità non disse proprio così, ma era corretto secondo lei dare a ogni tipologia di posizione, un indumento adeguato e riconoscibile. Definire colori e insegne per gradi, posizioni e compiti così che...

"Vuoi davvero fare questa cosa? Non bastano le divise classiche?"

"...un abbigliamento specifico  per riconoscerli facilmente, identificarli come appartenenti a una determinata posizione, grado o mansione. I colori e forma identificano ogni soldato..." continuò quando ringhiando all'intromissione di Alaric.
"per questo motivo, leveremo il classico mischione accozzato di grigio topo fatto da pantaloni larghissimi multitasche e maglia anonima con colletti osceni, rivedendo tutto l'abbigliamento, anche l'intimo. Ogni divisa deve ispirare orgoglio e meritocrazia, ogni grado puntato con una spilla sulla divisa di base della categoria, un motivo di vanto. E per l'accordo" disse, voltandosi verso kianta "eccoti le Chiavi della Casa con il simbolo del Primo, già legate alla Albert d'argento con l'orologio con l'effige dello Chateau..." porgendo a Kianta una catena lunga in stile edoardiana, formata da sezioni tubolari lisce intervallate da sezioni con veri e propri nodi lavorati, con due moschettoni e una barra a T all’estremità, che andava inserita dalla parte anteriore attraverso l’occhiello del gilet da uomo. Allegate ad essa vi era un orologio a cipolla  in argento pieno, grande poco più di una moneta da due euro, con sopra lo stemma della fiamma bivalente, alla fine della catena agganciato al moschettone. E delle chiavi, collegate all'anello grande della barra a T, tutte diverse con due carte moderne sottili e in metallo, con le bande magnetiche di lettura.
Kianta iniziò a protestare, senza approdare a nulla.

"Per chi avesse obiezioni, assegnare la Albert con lo stemma è un atto di primaria importanza e definisce la persona che la porta, per la gestione di questo luogo, che è la base di tutta l'organizzazione." Disse Milan continuando, gurdando gli altri, mentre Kianta malediceva l'eccesivo amore di Milan per i protocolli e ranghi, e pensando che prima criticava tutti i ricchi sfondati per la fila di domestici con mansioni, abiti e tutto quanto, come bacchettoni rompiscatole,  per fare peggio "Se chi ha rimostranze si crede capace di proporre, apportare modfiiche e introduzioni, richiedere disciplina e rispetto più di chi ho nominato, si faccia avanti che otterrà un pari ruolo, ma maggiore responsabilità!..." guardando tutti "Altrimenti si tace. Io ho parlato!" finì come faceva sempre con una frase sua tipica, per indicare che quel discorso era terminato con quanto detto e ordinato.

"Da questo momento tu prenderai il ruolo che, non molto voluto, apparteneva a Lei, perchè so e ho visto che sei capace di portarlo a compimento e continuarlo. Questo significa però che, a parte svolgere le tue funzioni qui, dovrai gestire le Torri e gli alfieri o  vessilliferi come li chiamiamo, esterni di persona. POtrai usare i mezzi che preferisci, purchè sia per la gestione e l'organizzazione. Ma non dovrai andare in missione, far parte di nulla sul campo, se non sono io a indicartelo,  perchè ancora per David sei..."

"in rodaggio. Ho capito" sbuffò lei.

"Non era questo che intendevo... Lui sta ancora cercando di capire la situazione, non sa cosa potrebbe accadere nel lungo tempo e non ha mai visto risultati simili. L'accordo è importante, cerca di ricordartelo, ma se rischi la vita per esser ein prima linea o recarti dove mandiamo gli uomini a fare il loro lavoro, esponendoti a ferite o peggio, mandi a monte tutto..."

"ho capito, tuttavia converrai con me che nel caso di problemi, visto proprio cosa sono, è lecito un mio intervento qualora sia necessario..."

"Quale parte del -preferirei che tu non rischiassi- non hai compreso?" le chiese, guardandola serio, sistemandosi la giacca accostandola, coprendo il panciotto.

"Mh...la seconda?" scherzò lei guardandolo negli occhi "ho capito il tuo punto di vista, ma sei davvero sicuro che l'accordo valga qualcosa, o meglio, faccia chiarimenti adesso, se non provo?"

"Per il momento niente. Voglio dati concreti da David, tu continuerai l'addestramento che loro ti daranno, così che David possa studiare a lungo termine..."

"Va bene, ok... almeno posso avere via libera per me stessa?" stufa e con rabbia

"Come l'accordo sottintende, oltre gli impegni che io ti ho appena affidato, puoi crescere come vuoi. Sei libera di fare quel che più ti aggrada... non sprecare questa opportunità!" ricevendo da lei un'occhiataccia.

Kianta non sembrava convinta e sicura della cosa, ma evitò di continare, guardando Jd, ma Milan non aveva terminato.

"Cambieranno molte posizioni, categorie, livelli... In base all'impiego o posizione, saranno introdotti i ranghi. Come  il rango di nipote per i nuovi e gli  Handler. Gestore, quindi, che non riguarda i ranghi militari, ma tutti gli altri. Voi siete e rimarrete a capo delle varie sguadre militari e in generale al pari di Kianta. Nuove figure saranno introdotte, quindi preparatevi. E come disse Lei, le riunioni verteranno su punto essenziali. E cosa importante,  mi dovrete riferire cose essenziali. Direte cosa non funziona e direte cosa funziona. Mi riferirete i problemi, le decisioni che avete preso e per elementi gravi,  della quale è necessario un giudizio totale, sarò io a dare conferma o meno. Tutto chiaro?"

Tutti concordarono e quella fu la prima riunione ufficiale del nuovo Chateau e della neonata Retus Sniegė.
E da quel giorno, se già Alaric e Lia si scontravano e si scornavano perchè non si piacevano,  e il primo trovava sempre cose negative su di lei, con Kianta fu peggio. Se una volta, quando ancora Lia era viva, Alaric aveva trovato uno scherzone, dove entrando in sua camera accendendo la luce urlò terrorizzato, con Kianta fu peggio. La prima volta,  lo scherzo di Lia consisteva in decalcolmanie di fastasmi e donne orribili,  visibili però solo con la luce diretta. QUindi,  ancora adesso non sapeva se lei stessa o qualcuno per lei, erano state applicate questi grandi film per vetri di giorno, quindi non visibili di nascosto. La sera, tornando in camera, Alaric aveva acceso la luce notando esseri orribili alle finestre, cacciando un urlo che fece quasi scattare l'allarme generale. Non era stato solo uno scherzo in verità. Quelli minori, se si possono dire così, consistevano in immagini orribili appiccicate dentro il suo water nel bagno privato, quando doveva andare in bagno, guardando dentro e trovando strane fotografie di tutti i tipi. A volte falli assurdi di animali, altri di donne che ridevano di gusto indicando davanti a se. Altri attaccati alle sue giacche, sulle spalle, con epiteti da far sganasciare tutti ma incavolare di brutto lo stesso Alaric. Sapeva che era lei, aveva fatto parecchie lamentele a Milan, ma questi chiedeva prove e puntualmente ne le registrazioni ne testimoni confutavano le accuse. E lei, anche se affermava di essere una pessima attrice, per il suo viso da bambina, mostrava sempre espressioni sorprese e sconvolte, a volte dispiaciute. per poi,  appena tutti si voltavano per parlare e fuori dalla Sala delle pianificaizoni, lanciare a Jd sguardi e sorrisini eloquenti. E Jd si schiaffava una mano in fronte mentalmente.
Con la nascita di Kianta, gli scherzi non erano mica finiti, proprio a causa di Alaric e il suo non fermarsi neanche una volta morta Lia. Se la cosa proseguiva era di Alaric stesso la colpa, ma nulla, e Milan a quel punto lo rimproverò affermando che, continuando anche con la morte di Lia, era chiaro che cèra qualche uomo che voleva vendicarsi di qualcosa. Conoscendo Alaric, diceva, era chiaro quanto offensivo, vendicativo e odioso fosse per sua natura, e gli rammentava piccoli episodi ancor prima di Lia. Anche dopo morta Lia se la rideva di gusto alle sue spalle, su cose di quando non cèra ancora.
E a quel punto Jd riceveva da Kianta nuovi mezzi sorrisi complici, anche se lui non lo era per niente. E si assisteva ogni mese a qualche scherzo nuovo.
Una volta d'inverno per esempio, Alaric si trovò con la finestra davanti la sua porta, del corridoio, aperta con segni di neve e cinque piccoli pupazzi di neve a semicerchio alti una sessantina di centimetri, con naso, occhi e sopracciglia tutti indicanti rancore, che guardavano male chi apriva la porta. E i segni di neve come strisce bianche, sembravano indicare che erano entrati,  come lumache con la bava,  dalla finestra per darlgi un cattivo buongiorno. In verità non accadde una volta, ma tre, in periodi diversi, ma quella volta le braccia erano formate da rami, quindi avevano questi arti rispetto gli altri, con mani modellate in qualcosa che puzzava di sterco con il dito medio alzato.
Dito che compariva nel suo letto random, formato da scarafaggi finti un giorno,  composti a mò di mano con quel dito alzato o vermi di cartilaggine, o dette caramelle gommose, colorati o altre cose. O scritte. Una sul muro sopra il suo water,  con freccia verso lo stesso, indicando che doveva scivolare già con lo scarico. Un'altra con fantocci come spaventapasseri messi davanti le sue finestre, o dentro la camera che, entrando, spaventavano chiunque avesse visto quella sagoma, a volte fatta di soli vestiti su appendiabiti fatti con cosa cèra di disponibile, aprendo la porta, provocavano infarti. E ancora olio per macchine sintetico sulla sedia abituale della mensa,  che no si notava sul legno se non si guardava,o una volta sotto la tovaglia del tavolo, appena finito di mangiare,Alaric si alzò trovandosi machciato di rosso come sangue sulla patta dei pantaloni e cosce. Andò fuori di testa, slacciandosi i pantaloni per vedere perchè perdeva sangue,  mentre tuti erano in tavola. ma si trattava di uno scherzo. Qualcuno aveva messo nel suo solito posto,  una striscia di scotch sporca di qualcosa di rosso e, una volta sedutosi, il poveretto di turno, si sarebbe sporcato perchè la parte interna della tovaglia con quella striscia, toccava i pantaloni. Non avendo barriere di legno o altro, penzolava normalmente, ma una volta seduti e la tovaglia toccava le gambe per la sua lunghezza, accadeva il casino. E per finire, come ultimo esempio degli scherzi più memorabili che si rievocavano, cèra la coda. Avevano attacato una cosa sottilissima alla base della giacca di Alaric nel dentro,  che giungeva fino al bacino poco sopra il sedere,  che però dove era prima agganciata al muro, non si notava. In qualche modo una volta presa e indossata, questa era caduta, mostrando, mentre si sistemava e muoveva, questa cosa penzolante che semrbava proprio uscire dal didietro, facendo ridere mezzo Chateau alle sue spalle per ore, prima di avvisarlo. E lui era nervoso per lo strano comportamento, senza notare quella cosa color carne con la fine biforcuta,  che ballonzolava mentre faceva le sue faccende.
Kianta ne era sempre uscita pulita, ma ogni volta Alaric si lamentava di questo o quello scherzo, peggiorando il suo odio e contrasto con lei, anche per il fatto che si sentiva sminuito e poco considerato per una diabolica stronza qualunque, come la apostrofava, che aveva osato mettersi gli abiti di un suo amico morto e infiltrarsi, prendendolo sempre per gli zebedei anche dopo morta. Tutta colpa della neonata Kianta, urlava. "Stronza e pazza come l'altra. NOn dovrebbe stare a capo di tutti. Noi per cosa ci siamo rotti la schiena" sbraitava?
Ma era indubbio che tutto ciò che avevano dagli ultimi due anni, era proprio grazie alla coalizione Lia e Milan e poi Kianta e questi, creando una sorta di piccolo mondo,  che piaceva a loro e tutti gli altri amavano. All'inizio lo chiavamo al Paesello, poi Cittadella.

Il ricordo svanì quando la vide in lontananza, andarsene a zonzo con un cane, vestita in un certo modo, sgambettando con sguardo acuto in giro,  finchè non entrò nella zona ospiti. Sospirò inqueto e corse dietro di lei, perchè come era abbigliata lo metteva in agitazione.
Entrò, trovando la squadra della Guardia all'interno due alla porta e gli altri al centro a fare casino, e chiese dove fosse Kianta, non vedendola da nessuna parte. Nel suo ufficio, gli risposero. E quindi entrò, senza bussare e con impeto.

All'interno del piccolo ufficio,  Kianta era in piedi vicino lo schedario, mentre Gask stava seduto sulla sedia dietro la scrivania, con i piedi sulla stessa, giocando con qualcosa che teneva tra le mani. Chiaramente nessuno sapeva che era lì, entato di sicuro dall'uscita di sicurezza segreta.

"Kianta, potrei sapere dove stai andando?

La domanda e l'intrusione improvvisa la lasciò congelata in cosa stava facendo, portandola a osservare chi era giunto con sgardo colpevole. Stava fissando qualcosa a una cintura in vita, con un 'espressione mezzo a sorpresa e mezza colta in fallo.
Indossava una tuta di loro progettazione che somigliava a quelle per le moto, intera, realizzata in pelle nera e bianca, con inserti traforati per una perfetta ventilazione. Completa di gobba protettrice,slider removibili a fisarmonica su gomiti, ginocchia e schiena, fodera interna, maniche precurvate, neoprene sul colletto per assorbimento del sudore. Insomma quello che indossava quando sgattaiolava via,  per fare urbex ed esplorazioni in giro.
Jd chiuse la porta, vi si appoggiò contro e chiese che intenzioni avesse. "Tu stai andando dove immagino,  vero?"

"..." guardandolo come un procione colto sul fatto e gelato sul posto. E quindi Jd continuò.

"Avevi detto sulla spiaggia che in quel posto non ci volevi andare perchè rischioso, pericoloso e pericolante. Che quel vecchio castello o quello che è,  era anche un brutto posto per te, perchè era stato usato per tenervi dentro gente poco raccomandabile. Tu non sei quella che odia le fissazioni spirituali di Milan? Allora perchè ci vai? Perchè so che tu vai lì. O non avrei... ah,  sono due!" dise Jd vedendo vicino Kianta il Belgian Malinois Verci e Alkeides, Cane lupo ceco slovacco. Poi lo guardò meglio, non aveva colori castani, quindi era il cane lupo Bri.

"Ti stai portando due cani addestrati nelle ricerche e protezione, vestita tutta in pelle rinforzata,  per guardare dei muri caduti e abbandonati? NOn era un monumento che doveva essere valorizzato ma mai portato a termine? Che accade se ti succede qualcosa e..."

"Non vado solo lì, comunque. Esiste una sorta di zoo e zona verde che vorrei visitare, prima della montagna. Dopo sarò lì. E non ho affatto voglia di restare bloccata in qualche posto. Ho con me i guanti, Verci e Bri, e voglio tornare per la cena che il caro Signore della cucina ha promesso. Quindi di che parliamo..."

"Parliamo di te che, contro ogni ragione normale, sei stata assegnata alla missione da Milan,  che non voleva che tu scendessi in campo, e te ne vai a fare... cosa? Escursionismo? Scoperte? Sparendo per ore? E tu..." guardando Gask "davvero le permetti di andar via? Non le dici nulla?"

"Non mi interessa nulla di cosa dite" si intromise lei prima che Gask parlasse, sempre che lo stava facendo, visto che era rimasto muto a osservare ma non intromettersi "Ho passato gli ultimi cinque giorni a desiderare di sputare nell'occhio di quegli incivili e ingrati là fuori, venendo etichettata come carceriera, maligna per loro e abusatrice di animali... tutto il giorno lavoro qui e sistemo i casini, vado allo Chateau o alle altre TOrri letteralemtne al volo, mentre il caro Leader  è sparito. Lui, si, non si sa dove sia e non si fa sentire. QUindi posso avere qualche ora per me, o devo fare come sulla spiaggia sciopero e farlo incazzare,  così che possa avere l'attenzione che merito? Io non ho pause se non la sera, che però serve per dormire,  e quella gente ha sempre qualcosa in mente per fare casino. QUindi lasciatemi in pace..." facendo un gesto con le mani  aperte per dire basta alla discussione.

Jd guardò Gask che sostenne il suo sguardo ma non disse nulla, continuando a giocare con cosa armeggiava tra le dita. Vedendolo da pi vicino, capì che si gingillava con quei rompicapo in legno,  che facevano gli uomini,  e avevano livelli di difficoltà diversi in base alla forma.

"Dimmi, hai saputo cosa è accaduto a Cordova, in Spagna?" chiese Jd, come se stesse riflettendo per un dubbio atroce.

"Intendi le care Muse? Si ho sentito..." controllando carrello e caricatore della sua Ksc Cz75 based version full metal, la sua preferita modello originale,  delle prime stampe della prima versione, migliorata dei primi anni '80, ma rimasta identica nella forma. Le altre versioni della stessa casa madre non le piacevano e a detta sua,  si sentiva meno sicura con quelle, seppur più moderne e qualità dei componenti maggiore, e si affidava alla qualità del lavoro originale del passato, i controlli e migliorie del reparto manutenzione e balistico dello Chateau. Se non il revolver speciale che aveva, la prima scelta era sempre l'arma della Ceska Zbrojovka. Prima usavano tutti modelli della Beretta, perchè quella classica dai vari reparti nel mondo tra le scelte in armeria, poi lei fece entrare anche i vari modelli di quella casa d'armi ceca. Quello che preoccupava Jd senza rivelarlo ad altri, meno che Milan, era che la stessa arma come il Dragunov SVD, erano i preferiti di Lei, che aveva usato per l'addestramento dei Test, e trovati da Milan,  apposta su sua richiesta,  come preferiti per iniziare. Avevano un senso e un motivo per Lei, diceva. Ciò che gli fece scattare dei campanelli i primi tempi, dopo la nascita di Kianta, fu quella richiesta specifica di quelle armi affermando guardando Milan , che fosse stato Jd a chiederle se volesse le stesse. Ma la cosa non era mai accaduta e lui stesso, presente al dialogo, aveva cercato di mascherare lo stupore, iniziando a chiedersi mille cose.

"NOn sei preoccupata?"

"Di che cosa? la lavata di capo che riceveranno, che sarà maggiore di quella fatta per aver cercato di andarmi contro? Puù darsi che adesso tengano le mani e i piedi a posto..."

"Kianta, smettila con il teatrino. So che tu cèntri con questa storia e ormai io so riconoscere quando fingi. Freghi Milan forse ma non me..E' troppo assurda per essere casuale dopo quanto accaduto..." proruppe Jd nervoso, fissandola serio e rigido.

Lei voltò lo sguardo verso di lui, poggiandosi col sedere alla scrivania,  mentre Gask guardava entrambi con attenzione, continuando a giocare con le dita con l'oggetto che muoveva. Sorrise, segno che aveva smesso di giocare alla stupita e colta in fallo da lui, come sempre.

"Solo perchè sei tu, Jd... non mi va di giocare. Sai, all'inizio avevo pensato a qualche orso messo nella riserva di recente che aveva troppa voglia di abbracciarle e... accidenti, che guaio. Quell'orso era lì troppo presto, troppo selvatico...un incidente! e sto parlando della riserva protetta in america dove Milan voleva tenere l'annuale festività di Beltane, facendola anche là per inaugurare quel piccolo paradiso strappato dalle mani di imbecilli distruttori. E sai... sarebbe stato un ricordo immemore,  come quella di Timothy Treadwell. Però... poi ci ho ripensato anche per no nfalre finire come martiri, alla fine sanno fare il loro lavoro di coltivatrici e ispiratrici per quel senso di desiderio spirituale che hanno tutti" dicendolo come se fosse un capriccio di bambino "e sostituirle,  significava rifare tutto l'iter preparatorio, addestramento e preparazione per le nuove che dovevano essere un ponte tra il piano spirituale con la Madre Terra e il Padre Cielo e il nostro mondo, materiale e fisico. Anche se ne Lei ne io,  volevamo una cosa troppo chiamante preti e sacerdoti... comunque, secondo Milan sono brave come medium e ponti per le loro abilità, sono capaci di empatia e bravura nel parlare con la gente... alla fine sarebbe stato uno spreco cacciarle o farle diventare amiche degli orsi incazzati!"

-o forse non volendo e sapendo uccidere odiando la brutalit gratuita dici questo solo per mascherare tua rabbia verso di dandoti un tono perch le rispetti loro bravura su certe cose=""-pensò Jd cercando di non sorridere

"Kianta, capisci che tutto il casino che è accaduto,  a quanto ho capito,  lo hai messo in piedi tu? Hai spinto delle persone a continuare le istruzioni delle Muse,  nonostnate gli avvisi che queste avevano avuto da Milan e Dorde, facendo proseguire senza intoppi il loro piano. Hai preso le dichiarazioni di quelle persone che ammettevano di fare cosa gli veniva detto,  e lo hai rimesso in carreggiata, portandoli a raggiunger e ferire l'obiettivo,  per mostrare cosa volevano fare per Milan,  colpevolizzandole maggiormente."

"Colpavolizzandole maggiormente? Jd, forse non ti è chiara una cosa. Come diceva sempre Bonaparte I,  contro i preticelli, è che loro urlavano tutto del mondo spirituale mettendo però le mani su tutto ciò che era materiale, comprese le vite delle persone. Lei aveva chiesto a Milan di non rendere la religione,  che voleva riportare proprio lui,  ai livelli delle attuali. Con sacerdoti,  che in base alla religione hanno dei nomi specifici, che avevano potere su tutto e tutti con la scusa di portare la parola di DIo. Un Dio che è da millenni che non si fa sentire,  se non da libri scritti da gente che ha messo su pariri la parola di pastori ignoranti e beoti, come si evince da tutto quello che cè in quei dannati libri. Quel Dio che ha sterminato gente a iosa,  solo perchè gli stavano sugli divini zebedei,  mentre quel Satana tanto odiato... uno solo, per scommessa. Adesso, quando Milan mi ha chiesto di essere la sua seconda anche a gestire la questione rella religione, altra cosa che non volevo fare, dovevo essere controllore di quelle Muse. Coloro che originariamente dovevano essere, come i preti millenni fa, ascoltatori e consiglieri per l'animo umano. Poi la religione dalla preistoria ad oggi è diventata la prima cosa per miliardi di persone,  dimenticando tutto il resto per prostrarsi a un essere invisibile rovinandosi le vite proprie edegli altri, dove soggetti come sacerdoti, ma che chiamano preti, sciamani, rabbini e via dicendo, ordinano e obbligano altri ad agire secondo parole di un essere che non ha neanhce chiesto perdono alle vittime tutte della sotria. Peggio per le sopravvissute,  perchè quelle morte non lo sappiamo, all'olocausto. Se esisteva, doveva ricomparire e dire Mea Culpa. Come per tutte le morti della storia umana. Per questo le muse dovevano essere la versione umana della Casa delle Lapidi, come Uditore e Guida per l'ambito spitiruale e di collegamento con la Terra. Milan voleva qualcuno capace di  perpecisse con il suo collegamento reale l'altro piano, questi fantomatici medium, e aiutasse e sostenesse gli uomini tutti dello Chateau e poi del mondo, dopo il Cambiamento, faccendo ben più delle mere parole dei preti che dicono solo prega e spera. Doveva essere così all'inizio per Lia, come psicoanalisi spirituale senza andar eoltre. Ma lui no, voglio delle persone che solletichino l'animo umano a migliorarsi e vedere e sentire oltre l'umano, con le loro capacità, come facevano le famose Muse con gl i artisti. Perchè ama l'arte. Ed ecco fatto, le Muse. Poi pensava che ci volessero delle Figlie della Terra come elementi chiave per le festività maggiori e minori, che fossero anch'esse con capacità legate all'altro piano e d elemento d'onore per quei giorni. Ecco le Fanciulle di Dorde, volute da lui perchè gli era sempre piaciuto vedere nelle feste,  da dove veniva,  la persona scelta per incarnare il motivo dei festeggiamenti. Cosa lunga a quanto pare, io l'ho sempre associato tipo alle reginette della festa adesso o quelle maya e simili,  dove la festa verteva su queste figure.A quanto pare però poi Dorde cambiò idea, perchè cercarono di fare un agguato a Milan, non mi hanno mai voluto spiegare altro se non che la difficioltà di una persona che vuole cambiare il mondo è quella di sopravvivere per vederlo realizzarsi. Insomma, a quanto pare si è sentito minacciato in quelle feste prima di Lia,  e una volta dopo Lia, ed ecco che Dorde ha un'idea. Creiamo un pool di fanciulle chiamate Fanciulle di Dorde che richiamino ognuna una festa in particolare, mettendo l'attenzione su di lei che dovrà stare sempre accanto al Leader,  come se entrambi onorassero con la propria presenza l'altro e la festa, ma in realtà sono guardie del corpo ed assassine specializzate che, con la scusa di essere l'anima della festa e vicina a Milan, gli facessero da guarda spalle. Una al fianco in base alla festivitò con la seconda come valletta, le altre come parte dei festeggiamenti pochi passi dietro come corteo.  Mentre le vere Fanciulle con capacità e tutto erano le seconde, un passo dietro ma che aiutavano e facevano con e per la Fanciulla finta, perchè la festa fosse sentita per davvero e in fondo. Insomma l'accompagnatrice era quella vera,  e la Fanciulla una finta per scortare Milan e proteggerlo. Poteri e capacità, se ne hanno, sono delle seconde e per Milan e Dorde la connessione e il ringraziamento nella Festa ci sono ugualmente,  perchè quella in carica, lo specchietto delle allodole fa solo da scenario, mentr el'altra esegue tutto il legame... roba da pazzi, ma da due anni continua e la gente non vede e capisce nulla. E le Muse? Sono le seconde ospiti d'onore al pari delle altre Fanciulle al corteo, che usano le feste per svolgere il loro compito già che ci sono nelle tende delle Consolazione. Anche il famoso rituale dell'uccello... preso come idea dal Grove,una pazzia!... si sceglie uno degli uccelli che ha dimostrato un legame con le Muse e lo si utilizza per le decisioni importanti. Capisci? Le muse preparano tutto, si mettono in fila e quella che per il compito che incarna l'elemento princpale fa la domanda a voc alta,  d'innanzi ai presenti e all'uccello di turno che sono di fronte. Un Gufo, falco, aquila e altro che hanno mostrato connessioni con loro, come non lo so dire, e gli chiedono di alzarsi in volo dal sacro trespolo,  fatto fare apposta e, in base a cosa l'uccello prende con le zampe da due ciotole, quindi sceglie lui secondo loro, è la risposta divina... secondo te, come dovrei prenderla per questa cazzata immane?" arrabbiatissima.

Jd rimase impassibile non sapendo cosa dire. Anche lui, che credeva a qualcosa di più grande ma non sapeva cosa, trovava queste cose troppo... assurde. Capiva l'animosità di Kianta per cosa erano diventate le Muse. Se prima dovevano essere solo le figure del cuore e dello spirito, avevano invece preso al contrario il loro compito e, in base al titolo che avevano, decisero di aiutare il leader sul campo agendo come agenti segreti. Consigliavano la gente, punivano la gente con gli uomini che credevano in loro, giudicavano la gente, ispiravano la gente parlando di cosa volevano che sentissero e via dicendo. Gente fuori dallo Chateau, all'oscuro di Milan e Kianta prendendo gli arei nelle rotte programmate con l'aiuto di fedeli e andavano dove volevano. QUando il loro posto era solo lo Chateau.
 Tutte le figure che dovevano essere secondo quanto Lia aveva chiesto a Milan, per evitare tutto questo, era andato perso perchè questi si fidava di loro, aveva visto che credevano in lui e in cosa lui credeva,  e di conseguenza avevano avuto via libera per interpretare il loro ruolo esattamente come Lia prima e Kianta dopo non volevano. la libertà che Milan diede loro, lo portò a varcare i confini dello Chateau.
Niente sacerdoti che dicessero per quella divinità e obbligassero a fare e non fare. Consigliare e indicare erano una cosa, diceva Kianta, spingere e obbligare altra. Loro dovevano essere portratrici di conoscenza e amore, fratellanza tra umani e sostegno e aiuto per qualcosa che Lia e Kianta non sentivano e credevano. Il piano spirituale e dell'anima. Quello che secondo tutte le figure sacerdotali dle mondo,  faceva parte del Dio e loro dovevano provvedere a ciò. Ma la storia, diceva sempre Lia, è cristallina su cosa accade a alsciare in mano a queste figure pazze  legge e società. E le Muse non dovevano essere altrettando, le paragonava sempre a infermiere, ma per l'anima.  per chi cercava aiuto in quel senso. E invece era finito in malo modo, con lei considerata traditrice di tutti i valori e contro Milan, avversata e additata,  che cercava di fare il giusto per tutti, mentre la Muse scorazzavano senza controllo dalla gente che Milan, aprendosi con loro per il ruolo rivestito, indicava come avversari, negativi, pericolosi, contrari ect ect. E agivano come fossero una mafia religiosa. Per fortuna, seppur mai incontratisi, Dorde dava ragione a Kianta e Jd era felice di questo, consapevole che quelle donne brave e capaci,  andavano però a immischiarsi ed agire contro ogni logica, su cose che non gli competevano.
Anche le prime volte che aveva assistito alla cerimonia della Scelta, fatta da un uccello, non capiva. Kianta non aveva mai voluto assistere a qualcosa che per Milan era sentito, se non le feste maggiori in cui credeva perchè rispettava la Natura. Per lui gli animali erano connessi più degli umani all'altro piano, un pò come per l'idea della fata della casa di certe donne squilibrate diceva Lia, e la mancanza di Kianta gli faceva notare come, tutte quelle persone sul cerchio della Terra del luogo che usavano per certe manifestazioni religiose,  agivano come le società che alla fine avevano fatto solo danni.
Lia diceva sempre che perfino Baffetto Tedesco aveva unito la sua idelogia malata al supernaturale, cercando manufatti ritenuti magici e divini per averli come potere maggiore, per considerarsi anche lui unto dal Signore ma materialmente,  con oggetti che avrebbero ingrandito il suo piano per il mondo e il mezzo per farlo.
Che il soprannaturale, l'altro piano come li chiamava lei,  erano elementi dannosi per ogni società che portavano solo il peggio. Le reliquie non erano altro che ossa di animali o scheletri a caso o chimica. Che non vi era prova vera di molte cose, e anche se esistevano, andavano lasciati così come erano e si doveva ringraziare solo la Terra conosciuta,  e le cose positive. E invece si era giunti a quel punto e da quello che aveva capito da una comunicazione con Milan prima del tutto il silenzio, Dorde aveva fatto pressioni perchè tutto ritornasse a prima, come era stato deciso e voluto. E Milan dovette abbozzare al fratello, così l'aveva intesa lui, minacciando cose terribili se osavano ancora farlo. E Kianta, un pò perchè era poco, poco vendicativa e indispettita, aveva orchestrato un piano con le persone coinvolte facendo non sapeva che accordo, in una azione non ancora portata a termine delle Muse, perchè si vedesse, davanti a tutti, cosa significava andare oltre certi limiti. Voleva dimostrare, e Jd lo capiva come tutte le punizioni che dava, quale era la soglia massima e minima, gli accadimenti e il significato delle azioni per se stessi e altri, qualunque fossero.
Queste cose però non erano molto piaciute ad Alaric e altri all'inizio, che iniziarono a darle degli epiteti un pò stronzi.
"Distruttrice di buon senso, regina della tirannia femminista, urlatrice del becero, la tizia in fissa coi deboli, Signora dei perfettini, Dea dell'occhio per occhio, tiranna nata dalla pazzia, mamma dei cretini". E solo alcuni, molti usciti dalla bocca di Alaric stesso con quelli che lo seguivano. I usoi preferiti erano tiranna nata dalla pazzia,  per come era nata Kianta,  e l'ultimo, Mamma dei Cretini.
Perchè diceva lui, per stare con e tra deficienti, devi essere deficiente. O cretini, perchè da allocchi correvano a fare come diceva.
Perchè Kianta come Lia,  odiavano il concetto di maternità di sangue, preferendone uno legato ai sentimenti, dove la figura genitoriale era inglobata nel concetto di Guida di Vita ed entrambe credevano che chiunque può imparare e insegnare, come insegnare ed imparare. Purchè siano cose giuste e corrette.
E se prima Alaric definiva entrambe pazze colpite da gravidanza isterica arrivando al cervello, dopo Beppo e cosa faceva per gli uomini, proprio per punizioni, Lezioni e confronti diretti con dialoghi,  finì per coniare la Mamma dei Cretini. Perchè per Alaric, chi non pensava come lui e secondo lui da se, era un cretino. E siccome alla fine la gente credeva in Milan e seguiva le regole e consigli di Kianta, ecco che lei divenne madre di tutti e tutti i cretini.Tranne MIlan, lui venerava Milan e la vedeva come dannosa e pericolosa per il Cambiamento.
E poi vennero gli altri epiteti, a valanga. E, Kianta non lo sapeva, ma le definizioni - La Signora di Zamok o Novymir. Colei che guida il castello, o il mondo nuovo, come viene accorciato il secondo titolo - erano proprio nati da Alaric.Li aveva sussurrati per inziare il gioco del passaparola dove, dalla prima frase, si arrivava a cose assurde e totalmente slogate dall'originale, ma pensava finisse per infangarla. Finendo solo per diventar equei due titoli.
 Essendo uno dei Capitani, si presentava tutto acchittato perchè poteva, ai ricevimenti e feste d Milan, approfittando di ogni cosa. Anche a quelli dove Kianta era costretta a aprtecipare come Maestra della Casa, gestendo tutte le Torri, vestita e ingioiellata con i capolavori che Milan collezionava e le permetteva di indossare.
Lui, il Leader,  invece si presentava sempre con donne meravigliose al braccio, con abiti e gioielli stupendi, come regine. Ma perfino Alaric sapeva che quelli, seppur costosi più di tutti gli organi che poteva cercare di vendere al massimo al mercato nero, valevano meno di quelli che Kianta doveva indossare. Quelli dell'accompagnatrice di turno erano della stanza usata solo per contenere cosa le donne che voleva al suo fianco in ogni apparizione avrebbero messo, accompagnandolo esecondo il suo gusto, non quello della dama. Se prima lui usava ragazze di Madame, accuratamente selezionate per aspetto e portamento, le successive dell'ultimo anno erano donne che in qualche modo erano legate a uomini suoi collaboratori, seguaci o contro di lui, perchè vi si avvicinasse. E usava gli stessi abiti, magari facendoli modificiare un pò dai sarti dello Chateau dopo averli riavuti dalle ragazze di Madame, per donarli alle nuove compagne di presenza ricche e facoltose. Ma mai  nessuna indossato abiti e gioielli delle Sale,  sotto la base dell'organizzazione. Milan diceva che, essendo Kianta suo secondo e colei nata da chi lo aveva spinto a pedate,  per davvero, verso una direzione migliore e permettendogli di arrivare dove era giunto sulla scala del Cambiamento, la voleva presente e con i l tesoretto che custodiva dove solo una manciata di persone potevano entrare.
A Kianta non piacevano le feste, le persone che non conosceva, l'apparire e avere attenzioni. E sudava freddo per davvero e ogni volta era Jd stesso a dirle di calmarsi, al pensiero di avere indosso oggetti dal valore incalcolabile, in tutti i sensi. Gioielli antichi o copie perfette dal valore astronomico come la tiara che Kianta stessa adorava per la forma e guardarla,  non metterla. Si trattava della copia esatta della The Khedive of Egypt Tiara, e Kianta amando spirali e twist nei gioielli, la guardava sempre. Così Milan ne fece fare una pià sottile e leggera, molto simile ma alta solo due dita e senza il bordo superiore, perchè la indossasse quando lui la voleva presente, perchè acconciava i capelli solo in un modo, sempre. Capelli superiori sopra l'orecchio tirati indietro inin forme varie con due ciocche sui lati e gli altri buttati da un lato, di solito sulla spalla sinistra. E quella tiara nuova aveva quindi anche dei pendenti solo dal lato destro o anche era possibile dall'altro, per colpare la zona senza capelli e dare lustro all'acconciatura.
Così come aveva deciso di prendere dei fermacapelli a forma di rami realistisi e d'argento pieno,  e darglieli con gli abiti adatti per le occasioni importanti.
E Kianta fremeva di terrore perchè non voleva sudare dentro gli abiti e rovinarli, non voleva perdere per sbaglio qualche gemma o qualcosa e stava tesa come un ciocco di legno. E odiava tutte quelle feste per ricconi, come le definivia.
Milan aveva iniziato negli ultimi anni a preparare sontuosissime feste per festività maggiori o compleanni o altro, che secondo lui lo aiutavano a farsi vedere e a raccogliere seguaci e consensi. Oltre che avvicinarsi a persone ancora distanti. Ma doveva ogni volta, prima,  affittare palazzi o sale specifiche e degne, per fare bella figura. Con le Torri non vi fu più bisogno. Aveva a disposizione dimore antiche rimesse a nuovo e dalla bellezza spettacolare, persone per ogni mansione a disposizione dando loro anche una gratifica,  e ciò che gli serviva. Univa questo a beni scambiati con altri con aziende o investitori,  cibarie, suppellettili, servizio di catering dai bicchieri al cibo pronto,  e tutto ciò che serviva per l'accoglienza, e rispariava tantissimo a lungo termine.
Dopo le idee iniziali di ventole eoliche e centrali idroelettriche, seguì invece uno dei desideri di Lia. Creare una sua prima centrale geotermica capace di alimentare ottomila case sfruttando il calore della Terra in un  punto dell'oceano pacifico e nel contempo, aggiungervi un centro di ricerca e studio sottomarini. Lia adorava l'ambiente sottomarino, diceva sempre che un tempo passato le sarebbe piaicuto indossar eun di quelle tute da palombaro moderne e passeggiare sul fondo marino,  osservando tutto ciò che viviva o era giunto per colpa dell'uomo. Oltre che stare su un sottomarino. Pulire e salvaguardare quei luoghi. Ed avere una sorta di base per studire il fondo del mare e gli oceani, essendo meno considerati dello spazio, e guardare dalle finestre il mondo intorno a quell'abitat sottomarino,  mentre persone lavoravano per la conoscenza e il futuro. Avrebbero studiato anche i movimenti tellurici marini, una delle cause dei terremoti superficiali e tanto altro. Se ve ne erano altre, creare come una rete sottomarina di controllo di navi e pescherecci che ogni anno distruggevano per danni o pesca,  tonnellate di pesci, vita marina e mammiferi marini, inquinavano e toglievano troppa vita dai mari per finire nella spazzatura se non venduto, mentre i pescatori pulivano tutto ciò che finiva nelle loro reti,  intascandosi comunque soldi. Per tornare di nuovo e prendere tonnellate di pesce che non era, come dicevano molti politici, sempre tutto consumato. Insomma, lei credeva che il controllo ovunque fosse l'unico modo per fermare molte cose, e aiutasse nello studio di varie branche scientifiche e mediche.
E la prima centrale geotermica scelta quando ancora Lia era viva, già  esistente ma acquistata da Milan alimentò le prime feste che divennero leggendarie, susseguendosi e vedendo tutto il meglio del potere e della ricchezza di tutto il mondo nelle nuove sale delle Torri. le nuove che fece fare invece, sostituirono la vecchia e la indirizzò, per i progetti di aiuto nel mondo con altre, per portare corrente ai paesi sudamericani e africani senza luce. Era di fatto un'energia pulita e quasi gratis, perchè Lia gli aveva detto che tutte le donazioni che ricevevano, molto alte, per i suoi progetti e feste che a volte faceva pagare come era giusto, erano nate su sue bugie. Lui prometteva, o meglio grazie al potere della manipolazione faceva intendere a ogni persona cosa desiderava per il  dopo, ricevendo corrispettivi in denaro o doni costosi o prezzi di entrata per feste di vario tipo, anche piccante, rimettendo il guadagno in altre operazioni. Fornendo lui, gli diceva,  per conto delle società che gestiva, tutto ciò che serviva a delle persone di terzo mondo, diventava il loro punto di riferimento. Più le eprsone ricevevano e più sostenevano il benefattore. ma Lia gli chiedeva anche di metterci del suo come aiuto vero, non solo guadagno,  per apportare i cambiamenti.
Così tra centrali geotermiche ed eoliche, la corrente giunse ovunque. Piante modificate geneticamente ma sicure dai loro laboratori arrivarono là dove l'acqua cèra,  ma bisognava estrarla e costava, per quella gente. Anche l'acqua, grazie alle tecnologie, venne estratta dall'aria, o riciclata per le coltivazioni o purificata, diventando non oro  ma un diritto. Ed era solo l'inizio.
Ben presto Milan si accorse che i sostenitori on erano solo i ricchi e proseguì con tanti progetti ricevendo consensi e sostegno dalla gente comune, che si univa a tutti gi altri. Le feste d'alto livello continuarono mentre nascevano festività e giorni per la gente comune amatissime, trovandosi sempre di più persone importanti da ogni parte del globo che brindavano in suo onore e volevano fa rparte di quella sua società o nell'altra, sostenerlo o vedere il mondo nuovo per ottenere loro, pensavano, i benefici che volevano.
E per feste maggiori come capodanni per esempio, o quelle che introduceva lui per le feste della sua religione, voleva Kianta come Maestra della Casa ad accogliere gli invitat, i presentandola come l'artefice materiale e organizzativa della festa e Custode della casa dove si svolgeva il tutto. E Kianta odiava tutto ciò, non le piaceva fare la passerella e conoscere gente che guardava solo lei per l'abito, acconciatura e gioielli e non la vera se stessa. Che se non avevi un portafoglio, eri un poveraccio invisibile, come i loro camerieri e addetti alle sale. O peggio le feste che chiamava piccanti ma erano di tutto e troppo per lei, dando a Madame un posto nelle organizzazioni ma controllandola, divendo anche amiche.
Ma in quelle feste a volte accadeva di tutto, da invitati troppo brilli, a gente che faceva parte di diverse coppie che si appartava con altri, scommesse, giochi vari per tutte le stanze dello chateau anche se Kianta non voleva a servitori degli invitati che facevano casino, compreso Alaric, che cercava di sminuirla facendo passarola. Ma alla fine, nonostante tutto il suo impegno, veniva fuori solo qualche termine. Come la puttana del biondino, anche se Alaric stesso sapeva che non sarebbe mai accuduto perchè la gente pensasse che avesse quel posto solo per averla data a quei due nomi decisi dagli ospiti per l'ambiente e le serate che passavano e la ringraziavano all'arrivo e al momento di andar via. E Alaric rosicava, mentre Kianta appena erano tutti via correva in una stanza privata e bloccata da chiave magnetica per togliersi tutto e mettere ogni cosa al sicuro, terrorizzata che il più piccolo elemento potesse perdersi. Per lei quegli oggetti valevano quanto altri beni per molta gente, ed essendo non suoi pregava sempre Milan di chiuderli nelle casseforti speciali prima di andarsene con quell'amico o quelle amiche con cui voleva passarela serata altrove.
Non conoscendola comunque, alla fine, quei titoli e nomi le erano rimasti e li odiava.

"Ritengo però che tu abbia esagerato. So che avevano giò ricevuto due giorni fa un rimprovero nientemeno che da Dorde in persona. Così non rischi che le fanno andare via e dovete nominare di nuove?"

"No, tranquillo. Quando è accaduto,  avevo già parlato con Milan e quel rimrpovero era poche ore prima del fattaccio. Così ho detto a Milan che loro dovevano restare nelle loro posizioni perchè,  alla fine,  ci conviveniva non sostituirle, anche per le feste che stanno per giungere mezze organizzate, procedendo però in un modo. Ho incaricato alcuni uomini di cui mi fido e so che come me non credono e seguono quest cose di essere... le loro ombre. Ogni Musa ha adesso due uomini a testa che le seguono ovunque e tengono le orecchie aperte,  perchè è vietato loro anche il telefono per un mese. Spero non siano recidive da farmi incavolare davvero, ma questo giochetto mi è servito per far capire loro che, e credono sia andata così, cosa hanno avviato non poteva essere fermato, e stava finendo in tragedia. Per fortuna quell'uomo era un cecchino, lo avevano scelto per questo,  pensando che tolto quell'odiatore di Milan le cose sarebbero cambiate, e quindi su mia richiesta lo ha solo ferito non mortalmente. Risultato? Loro hanno avuto conferma che le cose posono sfuggire di mano, in modo peggiore, e Milan ha avuto un nuovo contratto di servizi di protezione perchè caso volle, alcuni miei uomini erano là per recarsi da un cliente e lo hanno visto giusto nel moneto in cui è stato colpito. Così quell'uomo non ferito gravemente, ha constatato la professionalità di quelle persone, proteggendolo e portandolo al sicuro, scoprendo che erano guardie del corpo e lavoravano per un uomo che consoceva di un'agenzia di alto livello. Mentre la ragazza, come il cecchino, che aveva anch'essa dei compiti, con il mio accordo, saranno puniti lievemente e posizionati altrove affermando che erano le Muse a volere il tutto, come erano i piani, ma avendo... un patteggiamento. QUindi alla fine, pensando a chissà quale attentato, ci ha ingaggiati e ci siamo avvicinati come Milan voleva..."

"Sei impossibile!" disse Jd sorridendo

"Cerco sempre di mettere una pezza ai casini che fate. Non sono brillante, persicace, non ho la prontezza mentale tua o di Gask su certe cose, ma come sempre vi salvo le arance" facendo ridere Jd, che però poi tornò serio.

"E cosa mi dici di quello che è successo alla Torre di salataggio sulla punta a ovest?"

Kianta si fermò dal sistemare nelle tasche gli ultimi oggetti poggiati sulla scrivania vicino a lei, fissandolo con forza. La sua espressione sembrava dire qualcosa come -e che cosa avrei fatto di male=""-.

"A cosa si deve la tua acrimonia? Su cosa verte la tua lamentela?" gelida

"Su quello che hai fatto su quella gente..." guardandola serio, per poi fissare Gask, che sembrava perl no nsaperne nulla.

"Affermi quindi che sia stato un atto... meschino? Cattivo? O altro?"

"Kianta..." cercò di discutere lui con calma, avvicinandosi "Hai radunato quella gente tutta in un posto per un motivo specifico, no? Per mia curiosità ho chiesto ai gestori di quella torre e mi hanno riferito che i nomi li hai scelti tu, per quelli da destinar là. ma perchè hai fatto questo a quelli e non ai tizi di là?"

"Esattamente, cosa secondo te ho fatto?" lgli chiese, irata, mentre ancora riempiva le tasche con gli oggetti, che come sempre si portava ogni cosa perchè pensava che potessero sempre tornare utili, mentre i due cani guardavano ora uno e ora l'altro, quando parlavano,  un pò nervosi per l'umore dei due.

"Capisci che quell'atteggiamento è stato eccessivo? Hai creato traumi a quella gente..."

"FINISCILA! Traumi a loro!?! Meritano anche considerazione, adesso?" lo affrontò di petto avvicinandosi ulteriormente, agiando i due cani e Gask, che mise i piedi a terra,  studiandoli. IN verità a lei non piaceva sporcare con i piedi tavole e scrivanie, ma le aveva promesso che avrebbe passato un panno con l'alcool, che lei teneva ovunque, subito dopo, lasciandolo di nuovo lindo.
Jd  le rispose calmo fronteggiandola.

"Hai usato la visualizzazione e l'impianto virtuale per modellare una scena da terrore puro. Hai fatto apaprire come se entrasse, una donna, con un abito che sembrava da sposa nero, con tanto di velo. Sai quello che ho visto dalle registrazioni, con il corpetto interamente di pizzi francesi a petali di fiori a raggiera sul petto, che faceva a V capovolta sul davanti alla fine sotto la pancia, gonna ampia modellata da quel decoro,  a meà altezza, t di tulle e gigli neri come festoni pendenti, con velo lungo e tutto pizzo tenuto da una corona di gigli neri sul capo. Che è entrata con alcuni dei nostri uomini, reali, a cui hai dato disposizioni di agire in una certa maniera, mostrandosi agli ospiti. Poi tramite la sua proiezione hai pescato, o meglio piluccato solo le persone che volevi,  portandole al centro della struttura, essendo allo stesso modo di questa, in un cerchio color sangue stile roba satanica che hai fatto apparire sotto di loro, terrorizzandoli. E poi, per farli finire dallo strizzacervelli, con musiche allucinanti, hai urlato che si erano macchiati di gravi crimini, che avevano rovinato la vita di alcune persone con la loro ignomìnia meschina. Gli uomini portavano spade, elsa vera e lame finte, solo una barra  sottile con un meccanismo, che con il programma di realtà virtuale che usi sempre, hai reso autentiche alla vista. A cerchio, uno di fronte all'altro, consocendosi o meno, hanno ascoltato dalle labbra artificiali una condanna per crimini di adolescenti, dove hano creduto di rischiare la morte per le azioni passate, vedendo le lame alzarsi. Un uomo al fianco per ogni colpevole, dopo aver legato un braccio stretto al busto, con l'altro lungo il fianco, mentre altri li tenevno sotto tiro se scappavano. Hai promesso loro la vita ma subendo la giusta punizione. E sono rimasti. Seguendo le lame, finte ma non lo sapevano, fino a che non si sono abbattute sulle loro braccia. Toccandole solo, ma facendo loro provare dolore per il colpo ricevuto. Grazie al gioco di luci e  suggestione, hai fatto credere loro che quella spade tagliavano loro le braccia, il destro, vedendolo cadere, anche se fintamente, vicino a loro e il sangue che sgorgava, muovendo pure le dita pochi attimi. Ma non l osapevano. Hanno visto sangue su di loro, dato dalle spade finte con del liquido di scena, e mentre quelle canzoni assurde continuavano, loro urlavano, si dimenavano, erano terrorizzati da quanto subito. NOn potendo toccarsi con l'altro braccio legato erano impazziti. Credevano di provare dolore per qualcosa che non avevano perso, ma che vedevano a terra vicino a loro..."

"Sindrome dell'arto fantasma, solo creduto nella mente... niente di così assurdo!"

"Kianta..." le disse tenendola per un braccio mentre questa, noncurante, si voltava "davvero mi stai dicendo che della loro salute mentale non ti importa? Che quella donna che sembrava una sposa in abiti funebri fosse gisuta, mentre pronunciava quei discorsi? Guardava gli altri che stavano dietro la zona a vetri, commentando tranquillamente che cosa si è fatto, e perchè... davvero ricade  anche col passare degli anni? Anche se avevi messo i bambini fuori a giocare con nostri uomini, quindi non presenti, hanno subito uno shock senza precedenti..:"

"Che cosa vuoi, davvero, Jd?" stringendo a sua volta il braccio di lui, ancora intorno al suo "quella gente l'ha rovinata, ogni giorno hanno rotto un pezzo del suo essere, l'hanno resa intuile come tutti gli adulti. Le hanno tolto ogni cosa, impedito di avere cosa meritava così tanto che è impossibile togliere tutto ciò. E lo sai bene. Come dice Milan, tutto il dolore e la sofferenza sono così radicati che perfino il lavoro di David non è riuscito, oltre quello che è accaduto due volte. Eppure ci sono e saranno sempre. Perchè MIlan stesso dice che se non è neanche David, allora è così nel profondo che potrebbe essere fin  nell'anima. E lì, non lo può eliminare nessuno. Quella melma nera cèra e rimarrà sempre. Affermi che hanno subito degli shock? Allora lei non merita un pò di vendetta? Almeno un briciolo di giustizia?"

Jd rimase impassibile  guardando i suoi piedi.

"... lei si è portata dietro così tanto schifo, incapace di risalire la china perchè fino a che non vi ha conosciuti, hanno coninuato a gettargliene e fermenta ancora, e mi vieni a dire che ti spiace per quella feccia? Io non uccido nessuno Jd, ma non permetto allo schifo delle persone di fermentare,  a questo mondo,  come cosa hanno lasciato in Lei. E chi ne paga ancora le conseguenze. Essere buoni ok, ma fessi no. Quella gente l'ho vista dalle telecamere comunque tranquilla, vantando soldi, momenti belli che voleva rivivere in quel posto mentre aspettava di ritornare a casa propria, con quella gente, belle posizioni nella società e molto altr, o che non dovevano invece meritare. E' corretto quindi che loro insieme agli insegnanti e tutti quelli che sono venuti dopo il liceo,  l'abbiano affossata e tagliato le gambe, che hai conosciuto una persona perduta, ma non si devono toccare? NOn devono avere un marchio nell'anima come è toccato a lei? Che non cèntrava nulla davvero e non meritava tutto ciò? Mi stai forse dicendo che lei era una pessima persona anche prima,  e che è corretto vederli pavoneggiarsi, anche ancora con tutto ciò che cè in rete che hanno messo loro e amici loro, sopra tutto ciò che lei non ha mai avuto o vissuto? benissimo, se la pensi così vai da Milan e denuncia cosa ho fatto..."

"..."

" Se Lei fosse qui, cosa le avresti detto? L'avresti ammonita perchè il suo odio e rancore dovevano rosicchiarla ancora e ancora, restando ferma a guardare chi l'aveva rovinata,  e proteggendoli pure senza fare niente? Per cosa stiamo cambiando il mondo, Jd? Come i tedeschi dopo il secondo conflitto, che sono stati aiutati dall'america e altri paesi a scappare e rifarsi una vita,  dopo accordi per avere informazioni, scienziati e le tracce di oro e beni rubati e sequestrati in anni? Tu sai come me, per il nostro lavoro, cosa hanno fatto quei paesi a quella merda vivente,  su altri,  che hanno vissuto davvero un inferno. E ancora ci sono stronzi che affermano che non era vero, quelle foto sono falsi  e non vi è stato quello sterminio in quei luoghi orribili. E' un vergogna e sono pure gentile.  QUanti sono scappati avendo una seconda chance, una vita, famiglia, prole, rispettibilità in un nuovo posto? Sapendo cosa avevano fatto? E che cosa è accaduto a quelli che hanno preso? Niente, in confronto a quanto fatto. Se mi rimproveravi di aver davvero menomato quella feccia o se fossero finiti senza vita, avrei detto ok, Mea Culpa! Ma non è così. Cosa hanno assaggiato, loro, è stato solo momentaneo, come un cerotto. Gli basta, finito questo piccolo conflitto perchè questi stronzi di folli mezzi religiosi sono ovunque, tornare a casa e ricominciare la loro vista per come stiamo cercando di far ripartire tutto e in meglio, vivendo fino alla fine dei loro giorni qualcosa che per loro è vita e felicità. Figli, nipoti, parenti, amanti, soldi, vacanze, non importa cosa siano, ma li avranno di nuovo dopo questi giorni. Concinueranno a VIVERE, Lei non ha avuto niente. NIENTE! Ha vissuto tra quattro mura per incompetenza delle sue guide di vita, odiando e venendo odiata solo perchè non era conformata agli standard che la società voleva. perchè non era capace di fingere. E dovrei rattristarmi per quella feccia? E di Beppo che cosa mi dici? QUindi vaffanculo Jd, e qualunque cosa buonista tu stia pensando. Non avrei comunque fatto altro, lasciando loro solo questa macchia, questo piccol ospavento, magari non riuscendo davvero a fargli neinte e fargli capire cosa hannofatto,  perchè torneranno da chi amano e sono amati, a quella vita fra pochi giorni, vivendo dimenticandosi di lei, cosa hanno fatto. Perchè come per loro era una cosa chiusa e quasi dimenticata, lo sarà questa esperienza. E questo mi fa incazzare. Ma non venire da me con i tuoi buoni propositi di buonista del cazzo,  dopo cosa molti nostri uomini sono stati e hanno fatto. Quello che facciamo noi è solo dolci e arcobaleni. lei non ha avuto gisutizia. lei sarà sempre ricordata come sbagliata, ingrata e colpevole di ogni cosa per gli altri, e che secondo loro hanno sofferto a causa sua. Se ti ha dato fastidio cosa ho fatto, vai da loro e ricompensali come vuoi e parla con Milan, me ne frego di tuti voi. ma qui... " indicandosi la mente "qui non dimentica..."

Si sistemò, controllò che avesse tutto e si affettò ad andare,  chiamando i cani e facendo una carezza a Bri.

"Vai da sola? Lui non viene con te?" disse veloce Jd, guardando Gask, che scambiò lo sguardo ma non disse ne fece nulla. Non si alzò o altro,  indicando che l'avrebbe seguita.

"perchè dovrebbe! Non mi ha proposto di seguirmi ne ha accennato a qualcosa di simile. Non obbligo ne spingo le persone a stare al mio fianco, al di fuori del lavoro. QUindi si, vado da sola" perentoria e fredda come il giaccio, sputando le parole come volesse picchiarlo

"Aspetta. Se per qualunque motivo e situazione dovessero prenderti, hai documenti o altro con te non cripato?"

"..." guardandolo come se l'avesse offesa "Dovresti sapere come vado in giro. No? Tengo soldi e carte finte con me da sempre, da Lei per l'esattezza. Scadute o false, come i soldi, così che si fregano da soli. Io non temo mai niente. E comunque, giusto per terminare la questione..:" avvicinadosi al suo orecchio tornando dalla porta "Alla fine loro non hanno subito nenche un decido di cosa è gravata su di Lei finchè non se ne è andata, anche dopo che vi ha conosciuti. Loro, tornati dietro il vetro, non hanno perso realmente nulla. E' stato come assistere a un horror con gli occhialini tridimensionali o il Vr. Realistico ma finzione.  Col gas sono svenuti e al risveglio si è finto che avessero bevuto per sbaglio acqua sbagliata che andava in infermeria per le operazioni.  QUindi non venire a fare la morare, da militare che ha assistito a cento volte peggio e parlando di quella persona. Perchè una eprsona morta dentro,  non deve essere messa sulla bilancia con quattro urli di quella merda umana..."

Gli fece un buffetto sulla spalla sinistra e uscì con i due cani, per andare a fare esplorazione dove le andava, sola.

"Tu non dici nulla?" chiese a Gask dopo qualche secondo, che la porta si era richiusa, restando loro due da soli, voltandosi verso di lui.

Gask continuò a gingillarsi con l'oggetto che smuoveva in varie posizioni, tornato con le gambe sulla scrivania, calmo e rilassato. COn la domanda, si fermò dopo poco da cosa lo teneva occupato,  per guardare l'amico.

"parli delle sue esplorazioni o cosa è accaduto all'altra torre?"

"Mi riferivo alla torre..."

"Che cosa dovrei dirti? Da un lato ha pienamente ragione. Dall'altro,  anche s e ha esagerato e ha alsciato andare tutti i suoi incubi nella visualizzazione come piace sussurrarle sempre Milan quando deve usare le proiezioni, non posso biasimarla e fare il buonista come dice sempre,  senza pensare al tutto. Sai anche tu che certe cose non è possibile estirparle, lei è ne la prova. So bene come tormentino, dopo tempo e..." fermandosi a guardare l'oggetto che aveva in mano, come rotto nel tono "...ci sono cose che non si possono riparare, superare. Ed è difficile vivere a causa di esse. Io stesso so cosa si prova su certe ma se IO, dopo avervi conosciuto ed esserle divenuto amico, sono riuscito ad accantonarle e superarle, lo stesso non è per lei. NOn possiamo giudicare le sue azioni in maniera generale per pensare ad altri, come se questi meritassero più di lei. Mi fido di lei, credo in lei, come penso tu stesso perchè le siamo amici. E se ha fatto quel che ha fatto, cè un motivo e non è accaduto a cuor leggero.Lei rimurgina, pensa, usa la testa più di me e te messi insieme  se ha agito così, sentiva che doveva farlo. Non so  Milan, se lo metti al corrente della cosa, si arrabbierà, le parlerà o altro. Ma non dico nulla oltre questo sulla questione,  perchè so cosa si prova, cosa resta dentro e agendo per la vendetta, cosa ti lacera peggio o meno,  dopo. Lei per certe cose resterà sempre distante, con me, lo so e non posso fare e dire nulla. Me ne aveva parlato e fatto vedere le registrazioni, quindi so bene di cosa parli. Inoltre quelle musiche allucinanti non erano altro che Forsaken e System. E poi, sicuro che alla fine quella fosse veramente lei e non Legeia? Che Kianta non abbia solo... permesso la cosa, acconsentendo, evitando eccessi?"

Jd sussultò, guardò negli occhi Gask, contrabbiando con uno sguardo eloquente, per poi alzarsi, pulire la scrivania e ponendo il gioco in un cassetto e posare la mano sulla spalla opposta a dove lo aveva fatto Kianta, passandogli vicino, dicendo solo una cosa.

"Per me si è solo sfogata, anche se fosse stata veramente lei in persona e non Legeia. Ha solo dato sfogo, in entrambi i casi, a cosaè finito insito nella sua anima, se Milan ha ragione. E' anche per colpa di quella gente che tu non puoi avere un'amica più serena e io una compagna più vicina. Laciamola fare, fidandoci. Come sempre e che ci lega. Se io non sono andato con lei, era solo perchè avevo capito che era un momento suo,  un modo per stare sola e dimenticare per un pò questo posto e cosa significa. Non ho proposto o imposto la mia presenza per darle il suo spazio e modo di riflettere, bilanciarsi. Capisco la tua domanda, ma se non l'ho fatto e non ho detto nulla per stare con lei, anche per me, cè un motivo. Quindi tranquillizzati e aspettiamo il suo ritorno. E poi la aspetta una cena coi fiocchi che Bompass le ha promesso. Vuoi che non torni?" ridendo complice.

"EH... Alaric dice sempre che basta suonare la campana per mangiare e lei ricompare di botto. Quella campana che era stata trovata  tra le cianfrusaglie vecchie della tenuta e Bompass aveva deciso, così, perchè gli era venuto, di metterla fuori da una delle finenstre della mensa e suonarla, tirando la corda come un forsennato, per richiamare al rancio. E Kianta aveva trovato la cosa divertente e ogni volta la prende sempre in giro sul fatto che, ovunque sia, la campana la richiama al cibo..." ridendo.

"Kianta pensa con la pencia... si, Alaric è sempre il solito..." ridendo per uscire

"Aspetta, sicuro che vuoi uscire adesso? Ci sono i ragazzzi fuori!" vedendo gask fermarsi di botto e passarsi una mano tra i capelli, non aveva ancora aperto la porta e lo vide sospirare con le spalle che si abbassavano. Si era dimenticato di uscire dall'altro lato e non farsi vedere "Inoltre ricordati anche che è meglio non usare il termine compagna con Kianta vicino o nei paraggi. O con qualcuno che parla troppo. Sai come la pensa, sai non ama e accetta certe cose e..."

"Tranquillizzati" con un gesto delle mani mentre lo superava e andava verso la scrivania, aggirandola da dietro e gli schedari "sa che con quel termine mi riferisco al -compagna d'arme compagna di missioni strada=""-non d'altro. E comunque, lo dicevo con te, non cè da preoccuparsi. Acnhe se era in altri termini, in quel caso, significava che andava meglio..." sorridendo e aprendo il vano segreto per uscire da là "ma quello è una cosa che riguarda me e lei. Preoccupati invece se inizia a non parlarci più..." lasciando solo Jd, che si portò le mani sul fianco, fece una faccia strana e chinò la testa verso terra.

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Capitolo 20
*** 20 ***


Chapter 20 Chapter 20

Un anno e nove mesi prima

"Veramente avete questo coso...qui sotto?!?" chiese lei vedendo la mini ferrovia, visibilmente sorpresa nell'ammirare anche lalocomotiva che teneva, per trainarli, due vagoni, uno con i sedili e l'ultimo come vano portaoggetti, aperto ma con un rialzo di ferro.

"Non è spettacolare? Acquistati apposta e messi qui, dopo aver fatto sistemare la linea che gira tutto intorno allo chateau e da cui partono e arrivano in e da molti posti. E sai da dove mi è venuta l'idea? Dalle miniere. Che ho fatto, eh?" gasato come un bambino che mostra i giocattoli migliori agli amichetti "Ho sempre avuto una sorta di desiderio di vedere le miniere, anche abbandonate, e molte volte facevano vedere miniere in tv, ancora attive con carrelli e mini trenini, per portare in giro il carico. Ed ecco... quello che stai vedendo è un ex treno a trazione Diesel, ora ad accumulatori o elettrico. Ho preferito farlo preparare multi opzioni di alimentazione perchè non si sa mai...  Forse sono rimasto ammaliato dall'ieale russo per cui tutto va fatto bene, una volta, e con una funzione o attivazione manuale di emergenza,ausiliario, perchè non si sa mai... adesso molti motori e meccanismi sono piccoli, quindi che vuoi che sia far cambiare l'interno! E' per questo modo di pensare che ancora oggi molte cose funzionano nelle lande gelide, si migliora quello che cè già. Perchè se no nparte come dovrebbe normalmente, lo si avvia in un altro modo e si ripara, ma comunque partirà... I vagoni originali erano tutti a due assi senza freni, ossia con binario classico e non si fermano da soli se non cè quella magnifica mini locomotiva di testa!" indicando una locomotiva con la parte anteriore rettangolare con griglie e sportelli vari, con dopo una sezione più alta che era la zona di guida, senza ante ma aperto ambo i lati. Teneva legato a se un vagone con dei sedili, due accoppiato formando due file, con l'entrata laterale da chiudere con uno sportello e uno spazio tra i sedili per le gambe. Dieto quello per eventuale carico.
 
"insieme a questo gioiellino cèrano vagoni specifici, anche a carrelli, per i vari tipi di trasporto e di servizio. Cè, nella rotta dei binari, una zona deposito apposita con una pedana girante per far rientrare all'indietro il trenino di testa, farlo entrare in retromarcia nel deposito e agganciarci cosa ci serve. Ho ancora ma poco usati, a tramoggia per lo scarico automatico, cisterne per liquidi, piatti per materiali voluminosi o per trasporto persone come questo. Poi lo si sistema su quella pedana girevole a trecento sessanta gradi e si riparte... Ci sono anche sezioni per lo scambio di direzione, ossia zone vuote o corridoi dove, lasciato me se ci sono addetti specifici, e li ho ma sanno solo cosa cè davanti la porta dove mi lasciano, fanno retromarcia, azionano lo scambio binario per immettersi in retro nella sezione di scambio, si scambia di nuovo la direzione e si ritorna, anche se si può girare tranquillamente con le porte aperte per una direzione sola. Per tutta l'aera con la linea attiva. Di base ci vengo io, Dorde, Jd se ho bisogno di una mano per prendere qualcosa di importante e ho bisogno di aiuto, se è necessario che mi sposti velocemente. Per le sezioni sotterranee che non siano i Caveau, ho degli addetti con trenini come questo in ogni sezione. In pratica sotto lo Chateau ci sono diverse sezioni, usando anche gallerie naturali rinfozate e modificate, creando una sorta di figura. Non ti dirò quante sono ma mettiamo un pentagono, lo hai in mente? Bene, fai conto che ogni punta è una sezione, che ospita un laboratorio o settore, e da ogni punto parte una linea, e la linea è la rotaia. E' a una sola direzione e ad uso esclusivo di pochi, quindi non ci sono affatto scontri" ridendo" Ora che ci penso anche David la usa, lui può, comunque cè un trenino di testa per ogni sezione, usando la pedana si può andare sia a destra che a sinistra. Se ti chiedi come si sa chi e quanti usano un trenino, nel caso, non lo hai visto   cèra un pannello a muro che indicava le locomotive in funzione e dove si trovano, così non ci sono problemi. Uso carrelli diversi raramente, e a volte solo i laboratori... nel deposito ci sono anche quelli per grossi oggetti, ma per lo più mi servo di questa carrozza che chiamo per fare velocemente, che a piedi, la strada"

"Ok" confusa da tutta la spiegazione, quasi urlata "hai illustrato chiaramente la tua meravigliosa ferrovia personale. Ma andare dove? Quale strada?"

"Curiosa? La sezione che stiamo per lasciare "indicando la porta metallica rettangolare che stava per chiudersi, piena di perni che si azionavano uno dopo l'altro che si incastravano  "è quella del Caveau privatissimo e supersorvegliato. Non so se hai visto, ma ci sono telecamere in alcune zone, corridoio, davanti le porte e le sezioni di linea come queste. QUindi ci stanno vedendo, e perchè sono con te non hanno avvisato la squadra speciale, addetta alla sorveglianza di questa sezione. Ci sono nelle sezioni di scambio delle guardie, che vedremo sicuramente, e che girano per la linea da un luogo all'altro quando non ci sono mezzi in movimento, controllano sempre dagli schermi. E si, se passiamo hanno lo spazio per camminare senza spalmarsi sul muro, tranquilla, ma meglio che non girino troppo quando sono in viaggio" ridendo "... Oltre questa zona che abbiamo solo sbirciato ci sono i laboratori, divisi a quadrifoglio come pianta con le uscite solo veso i binari, i corridoi per entrare e uscire dallo Chateau direttamnete o in punti speciali al di fuori, un magazzino speciale e una sorta di bunker per le emergenze..."

"..." lei lo fissò a bocca semichiusa con un sopraciglio alzato, nel sentire cosa era presente sotto il terreno, e di fatto intorno a loro, continuando la spiegazione di prima."Davvero cè tutta questa roba qui sotto?"

"Siamo molto, molto in profondità, non cade niente quindi tranquilla e se te lo chiedi prende tutta la proprietà che comprende un boschetto, la sezione anteriore fino ad un certo punto, i giardini.. la proprietà è vasta e cèrano gallerie sotteranee naturali. Già secoli fa le usavano e io ho migliorato. ma ammetto che è stato... prima di lasciare tutto in mano ai ragazzi, perchè mi piace di più l'altro lato di questo lavoro" con rammarico "lo ammetto, mi piace che gli altri facciano cose e per me mi occupi delle persone, basta!"

Milan si introdusse nella locomotiva di testa, entrando in sala macchine, che non avev aporte d'entrata. Un pannello collegato alla sezione rettangolare davanti moderno, che faceva a pugni con l'esterno venne attivato. Pigiò e toccò alcune cose, mentre la locomotiva iniziava a fremere e tremolare sul binario, poi scese e si accomdò con lei vicino sulla carrozza passeggeri, compiaciuto.

"Spero che adorerai questa gita. Non la vede e conosce quasi nessuno, e ogni volta è divertente starci sopra. Diciamo che mi godo quello che non ho potuto da bambino! Ho preferito mandar via l'addetto alla guida, per parlare meglio. Pochi sanno e meglio è... ho sempre pensato di far mettere per tutta la lunghezza dei tunnel  e sezioni, della carta da parati speciale con dei panorami spettacolari. O dei monitor ginanti ma David dice che costano troppo. COme per l'Orient express... quanto ne avevo sentito alla tv, di quel viaggio in treno stile vittoriano! L'ho fatto, sai?" guardandola al suo fianco "è advvero qualcosa di mirabolante, entusiasmante. Ho scoperto con quel treno come il concetto di tempo, viaggio e mondo al di fuori del finestrino, siano dimenticati e diversi. E' un'esperienza da fare, ti cambia le percezioni delle cose che non sai usando i moderni. E per il panorama. Ecco perchè ho fatto mettere questo piccolo fratellino dell'originale. Qui. Invece di ascensori o mini car per i lgolf,  come ho visto in case giganti di alcuni clienti e sostenitori. Non è la stessa cosa, credimi..." agitando una mano con una smorfia delle labbra, come per dire che gli facecano senso.

"Devo ammettere che è... caratteristico. Ma come hai hai deciso di comprare questo posto, metterci i cavalli, zone sotteranee e una ferrovia..."

"Perchè l'ho desiderato fin da bambino..." sorridendo beato "Vedi, come già ti ho detto sono slavo di nascita, povero e cresciuto in un posto un pò troppo legato a superstizioni, tradizioni, che si usavano sempre perchè si doveva fare così! La città per noi era  grande e fuori dal mondo, dove andavamo per le spese grandi e vedevamo dal la televisione. La nostra era di tipo vecchio, a tubo catodico gigantesche che prendeva tutto un mobile per spessore e dimensioni. IN quella televisione vedevo di tutto, perchè non cèra molto da fare, dove vivevo io,  se non lavorare e passare il tempo in famiglia. Un mortorio, di gente che lavorava dalla mattina alla sera, cercava di tirare avanti e pregava. Le feste cèrano ma erano religiose, dove la felicità di bambino e ragazzo per i balli, i divertimenti giovanili e le belle ragazze... non potevano coesistere. Da noi si usava ancora anche il pagamento in merci, col dottore o in città. La città non era una metropoli, ma per me all'epoca era un mondo a parte. Cinema, negozi diversi e specifici per tipi di cibi, che non avevo mai assaggiato a volte, abbigliamento, generi vari... ricordo che mia madre si facev aportare con l'unica macchina disponibile, vecchissima anche per quegli anni e sgangherata, impolverata, per comprare tutto ciò che quei due negozietti da noi, non avevano sugli scaffali. E ogni mese, quel giorno, per me e mio fratello era la scoperta del paese dei balocchi. Veramente! Guardavamo le vetrine, dopo aver chiesto ai nostri genitori se potevamo passeggiare per le strade, anche senza comprare nulla, ammiravamo cosa contenevano e la gente che all'interno acquistava. Per farti un paragone, ho visto una cosa simile in film e telefilm americani dove le fattorie derano distanti e andavnao come noi in città qualche volta, come un altro pianeta. Mia madre andava sempre nei soliti negozi che la conoscevano e che accettavano i doni della nostra terra, e di cosa acquistava e scambiava coi vicini, per cosa cèra bisogno in casa. Diceva sempre che in quel modo rispamiava denaro vero e faceva contenta la gente della città, perchè i nostri prodotti erano più freschi di quelli del supermercato. Ed era vero, e alla gente andava bene. In altre città, di altri paesi, storcerebbero il naso per le questioni sull'igiene, ma da noi non era così. Carne, derivati, verdure, come presi, raccolti, macellati e conservati e portati in città. Addirittura conosceva persone che, sempre scambiando beni diversi, le procuravano abiti per tutti e lei ne era felice. Adorava cambiare abito o averne qualcuno di bello e nuovo per le feste. E i gioielli erano sempre, come abiti e scarpe, di seconda mano e di scarso valore. Ma le piaceva metterli anche solo in casa e sentirsi una di città. I soldi che metteva da parte erano proprio per un appartamento in città e magari una vita sopra quella che facevamo. Facevamo parte degli slavi meridionali, anche se il mio aspetto è molto simile al russo, e non si viveva che di lavori della terra, fallegnameria, pesca... "

"Ma slavo non è indicazione geografica precisa..:"

"Quasi. Si intende una tipologia etno linguistico dei popoli indoeuropei. Se mi chiedi il luogo vero e proprio... non è che mi vergogni, ma preferisco sempre idnicarmi come Slavo e basta. Già il mio paese di origine ne ha viste... Posso dirti però, in via confidenziale, che sono diciamo connazionale di
Nikola Tesla, perchè siamo della stessa categoria etnica, in linea generale, anche se di stato diverso. Ma medesima popolazione slava meridionale." Facendola sorprendere "resta il fatto che tra noi e gl ialtri del luogo dove vivevamo, ci sostentavamo con i prodotti della terra, bestiame e dei laghi quando ci spostavamo per piccoli lavori stagionali. Cereali vari, patate e barbabietole. Viticoltura nelle aree lungo i fiumi a chiamata. Alberi da frutto come prugno da cui si ricavava  un distillato tipico .Lamponi come se piovesse. Da noi paeselli e piccole cittadine diventano comunità, così ogniuno faeva la sua parte assegnata se si trattava di bestiame, lavori stagionali... ma tutti avevano una zona di terra lontano dalla casa. Mia madre era brava con lavori femminili, sai ricami e simili, e quando mio padre era impegnato con gli altri della sezione coltivazione, lei lavorava e lavorava per mettere da parte merce ricamata o sferruzzata da scambiare, insieme a tutto ciò che era di più nella dispensa. Eravamo poveri di soldi, ma ammetto che il resto non mancava, anzi. Mangiavamo e ci vestivamo quello che bastava, anche se non di primo acquisto. Mentre i soldi servivano per le tasse, oggetti non scambiabili, materiale scolastico e il famoso appartamento in città. Mia madre odiava i lavori della terra in generale, voleva vedere se stessa e tutti noi in una città dove si guadagnava con mestieri più puliti. Come li chiamava lei. Sai,  su certi temi della pulizia per cui ti inalberi,  rivedo lei... sta di fatto che vivevamo come paesani alla giornata. Anche il cibo dipendenva dalla quantità alla raccolta e cosa potevamo mettere da parte, la percentuale nostra con tutti gli altri compaesani, dal totale per la vendita. E poi venne la televisione. Mio padre aveva comprato in città un decoder di seconda mano, almeno così disse il negoziante, e la nostra tv prese anche cose che no avevo mai visto. E in lingua inglese. Grazie alla scuola, anche su quello cè tutta una storia ma sarebbe troppo lungo, ho iniziato a seguire telegiornali con mio fratello in inglese, programmi che mi ipnotizzavano. Essendo non nocivi per i bambini, mia madre non disse mai nient e ne sono felice. E poi... mi innamorai di cosa vedevo dell'inghilterra. Gente vestita in modo classico, elegante, con una grazia regale e sicurezza. Io, che ero abituato a uomini piegati dalla fatica, dalla vita e il lavoro che facevano che li ingobbivano un pò, con lo sguardo serio e triste quando pensavano di non esser guardati. Ma vedevo la tristezza nei loro occhi per avere il minimo per non morire di fame, per non morire di freddo d'invernoe farcela a malapena alla fine del mese. E mia madre voleva sempre un appartamento in città. Sognava le pellicce morbide chela rendessero una Signora. osservavo le notizie sulla famiglia reale inglese, restavo ipnotizzato dalle divise militari degli uomin intorno a loro, la polizia a cavallo, le carrozze, i cavalli magnifici e e come chi li guidava fosse grandioso e fiero, che vestisse la divisa, o fosse un nobile. Noi, che avevamo una macchina scorreggiante, come la chiamavamo sempre io e mio fratello. Avevo visto matrimoni, cerimonie, apparizioni pubbliche. Abiti e divise, comportamenti e regole, dette anche etichetta. Io, piccolo, guardavo come rapito quela televisione che mi mostrava qualcosa di così alieno, diverso, lontano. E così regale e nobile. E amavo le divise sia dei nobili, le uniformi reali,  che delle guardie con loro. E in bilbioteca, ricordo ancora, trovai dei libri sulla storia militare e i corpi militari nel mondo. E vidi le divise del tuo paese, sopratutto i carabinieri, quelli con le cappe e mantelli. Quelle divise sono spettacolari, così come quelle davanti il vostro parlamento credo, i reggimenti e non so, non capivo molto e ma vedevo quelle immagini e ho amato sempre di più le divise militari. Ricordo che vidi anche immagini della versione francese..." sembrando meditabondo, come se cercasse di ricordare" comunque tranne le divise greche, le altre erano bellissime. E mi chiedevo come fossi io con quelle indosso. Se apparivo uno stupido, se non mi donavano, se sembravo uno scemo mentre quelli sembravano magnifici e come i nobili nei dipinti. Quanto amavo sfogliare i libri in biblioteca e guardare foto di vecchi ritratti e, se di storia, i dipinti delle persone. Come erano lì..."

"lo sai, vero, che molte volte ordinavano all'artista di farli molto meglio di come erano nella realtà? Ricordo di aver letto  libri dove esempio per i matrimoni si mandavano dipinti o piccoli ritratti in ciondoli dello sposa o sposo, che non si erano mai visto, e poi di presenza erano così diversi da svenire... ahahah in effetti non dovrei ridere, visto che erano matrimoni obbligati e e la gente doveva stare a forza vicino al consorte. Che vita grama che facevano. E trovo penoso e orribile l'obbligo,  secondo la natura,  sopratutto delle femmine del regno animale,  di abbassarsi a subire gli accoppiamenti. Bah..:" scuotendo il capo per disgusto.

"Certo che lo so, ma certi quadri erano magnifici. Lo sai che Dorde, mio fratello, è un grande artista? Ama dipingere e il suo stile si chiama iper realismo o realista.  Io amo guardarla l'arte,  non farla..."

"quindi lui crea? Imprime su tela l'anima delle persone? una volta si diceva così, che i grandi artisti sapevano prendere qualcosa dal soggetto e segnare indelebilmente la tela con ciò che faceva parte di quella persona. E' anche per questo che si dice che molti quadri ospitino, altri dicono possiedono, l'anima del soggetto originale. Della serie che tu muori dici...Mh, perchè andarmene. Ho quel bel quadro che qull'artista mi ha fatto,  che posso possedere per guardare la gente. Mi diverto per alcuni secoli..:"

"Ah aha ah, sicuro qualche personalità del passato l'avrebbe pensato.Comunque, sai quando mio fratello, che era bravo nel disegno, decise di cimentarsi nell'arte vera e propria? Con il nuovo decoder e la tv. Guardava con me vari canali nel mondo e vedeva le notizie inglesi e non, e ungiorno il telegiornale mostrò un nuovo ritratto della Regina, preparato ed esposto per  celebrare il Giubileo d’Oro della sovrana d’Inghilterra. E con quel quadro si mostrava la galleria con i suoi dipinti, dal giorno dell'incoronazione. Sembrava una sovrana dei tempi andati con la cappa e la corona, giovanissima, fino a quello, l'ultimo, dove lei in bianco e i gioielli del suo titolo, mostrava la potenza di una persona e un regno. Dorde guardo quei quadri, amando il primo e altri, dove la regina era una figura quasi divina, regia, un testamento di qualcosa di forte e straordinario. Così diceva. Non aveva mai visto con me i libri e i ritratti e poi recuperò, iniziò ad aiutare mio padre, essendo più grande di me di pochi anni, per avere dei soldi suoi. Per fortuna mio padre non ebbe di cui lamentarsi, anche se era un bambinetto non ancora adolescente. E faticò molto, si presentò a tutti concittadini per proporre il suo aiuto in cambio di qualche moneta o banconota e, seppur pochissimi, faticò per comprare prima fogli e colori economici quando andavamo in città, poi arrivò anche ad aiutare mia madre con cucito e ricamo, diventando bravino, tanto da aumentare i lavori che lei vendeva. Con quel qualcosa in più, comprò la sua prima tela e, seppur sovrappose varie versioni perchè sperimentava e creava e non poteva comprare troppe tele, alal finefece  un ritratto di nostra madre. Dopo prove e impegno su fogli, quello venne davvero bene. Tanto che mia madre ne restò affascinata. Grezzo e non come gli iperalistici di adesso, eppure era davvero bello. E continuò, lavoro in entrambe le mansioni, a volte andando a dormire con le dita doloranti, ma comrpò colori e carta. Poi mia madre scambiò molto per prendere quando poteva tele, anche per qualche regalo dei nonni, e lui migliioaava, ritraeva. le ragazze più carine da noi o quelle che incrociava per strada, gli uomini di qualuqnue età che gli davano delle sensazioni. Comprava quaderni economici e li riempiva. Quel vecchio rattrappito che mostrava nei solchi di viso e mani la pesanteza della vita, la donna che si considerava chiccosa ed era invece una fotografia della vanità. E molti altri soggetti,s empre quelli che per lui sulla tela dessero tantissimo.  Insomma, da quando vide quel servizio con quei dipinti, e la sala dove erano esposti quadri di varie persone, decise di dipingere anche lui..."

"Quindi... è un artista? O è solo un hobby"

"Anche. Lui è sempre stato più brillante di me , è partito prima per fare il militare e ha avuto un'ottima carriera. Ametto che so poco di cosa ha fatto prima che io venissi chiamato,  da lui,  per entrare a mia volta. I nostri genitori non erano felici,  ma non volevamo vivere come voleva la mamma. Gente semplice, in un posto troppo semplice per noi. E ammetto, io alla fine ho fatto poco per tutto questo progetto. A iniziare il desiderio di cambiare le cose fu all'inizio proprio Dorde perchè, nonostnate la sua sfolgorante carriera militare, in pochissimo tempo, assistette come superiore a molti atti di nonnismo  e..."

"Ma allora, chi ha deciso davvero di iniziare tutto questo progetto?"

"Lui odiava lo schifo che vedeva fuori dal nostro nido d'infanzia. Si può dire che quel posto dove vivevamo, seppur senza soldi, era più sicuro e protetto del mondo fuori. E lo capì andandoci. Quando io entrai pure, felice di afforntare un mondo che avevo visto alla tv, scoprì sulla mia pelle le cose che mio fratello aveva solo odiato. Perchè io iniziai dal basso, lui aveva partecipato a una sorta di reclutamneto che si faceva tramite richieste scritte e piacque a un colonnello che presenziava alla cosa. Adesso non si fa più, ti parlo di alcuni anni fa e nel mio paese. Ogni anno anninciavano l'apertura delle richieste per entrare nell'esercito, come fossero un'agenzia di collocamento, affermando di dare un posto sicuro, denaro, possibilità di carriera. Non nelle grandi città, furbamente, ma in luoghi più provinciali. Comunque lui decide di andare e, per quello che so, fu preso in simpatia da quell'uomo ed entrò, lavorando con lui, facendo addestramento riservato a gruppi speciali, saltando le basi. Che io mi sono fatto, solo perchè all'epoca non ero come adesso..." sorridendo sornione "vedi, il militare è come... come la prigione. Forse non lo sai,  ma se non sei pappamolla o troppo innocente, puoi imapare pagando o scambiando con tutti gli altri che te lo permettono, capacità e abilità. E così è il militare. Se ti fai il tuo gruppetto, puoi imparare come essere più carismatico, puoi apprendere trucchetti e capacità degli altri per migliorare, ancor meglio da quelli più grandi... credi che quello che so io l'ho imparato raccogliendo frutti? La tv è stato solo un trampolino. Grazie a mio fratello comunque, dopo aver superato il periodo da recluta, sono finito in.. qualcosa più interessante che il campo di battaglia. Almeno,  dal lato dell'amministrazione. NOn per questo significa che io sia una schiappa con le armi, sono anche bravo, sonostato l'elemento di testa di molte squadre... ma non nei grossi conflitti. Ho fatto la mia gavetta sul campo, ammazato nemici, ammiinstrato squadre e gruppi e frequentato specializzazioni particolari. Dorde non amava i conflitti vissuti in prima persona, infatti non è mai stato là, se non al fianco dell'uomo a cui deve tutto anche adesso, per la sua carriera lontana dai pericoli. E' un tipo più..."

"Fermo, aspetta. Fammi capire bene. Lui è diventato un militare ma come... più un colletto bianco. Anzi,  solo come tale e mai, rispetto a te, è stato un colletto blu"

"Superlativo! Come è bello parlare con qualcuno sapendo che comprende, e non vedere facce ebeti di gente che non sa neanche, molte volte, in che posto si trova sul globo. Sono contento! Sul serio. A parte Jd  e mio fratello, a volte anche la gente ricca e famosa è una capra e basta, come ti piace dire. A proposito, perchè capra?"

"Ah, è un detto comune perchè le capre sono testarde, ostinate, usano letteralmente la testa con le corna per affronatre qualcosa che non gli piace. Insomma, capra per individuo ottuso e stupido, che non impara perchè non vuole... e so a cosa ti riferivi. La gente mi ha sempre vista malamente perchè io non amavo le discussioni frivole di gossip, cose da donne, uomini e altre menate. Si parlava sempre di questo, se no ndi famiglia e figli. Almeno, quei beoti di dove vivevo... mai parlato di cose interessanti e si incazzavano se li guardavo con limitata sufficienza. Anche con Rò, se all'inizio ero felice che vi fosse qualcuno che finalmente voleva parlare con me, stare al mio fianco, non mi vedeva in maniera... come tutti gli altri!" guardando la pietra che aveva in mano "invece è stato solo uno schifo!"

"Perchè?" domandò, mentre il trenino scorreva tranquillo e a moderata velocità,  vedendo dei soldati in punti strategici come avva anticipato Milan.

"Perchè io non sono come gli altri. io non credo di aver mai provato qualcosa che sapessi definire come amore. Amore nel senso di sentimenti, perchè amore si può dividere in molti modi. Amore filiale, amore genitoriale, amore fraterno, amore romantico, e via dicendo. So che chiunque rabbrividirebbe sentendo che io non ho mai provato nulla per la mia famiglia o altri. Ho visto alcuni nonni morire ed ero solo felice per uno,  che era morto senza soffrire mentre l'altro..., ho odiato condividere la tavola con i miei, il bagno con tutti i maschi di casa mentre mia madre aveva l'altro oslo per lei, ma anche se si usava la logica e io usavo quello, mi avrebbe fatto lo stesso schifo. Non so perchè,  ma da sempre ho provato schifo per averli vicino, pensare di essere nata in quel modo orribile, da lei, il sapere che cosa indossa lei era lavato insieme ai miei... odiavo perdino per esempio il modo di muovere le labbra e mangaire o beere di mia nonna e madre. E anche essere sfiorata mentre passavano per esempio, non mi piaceva. Trovavo tutto sporco, che sporcava anche me. So che sarò presa per stronza, mi urlerebbero ingrata e meschina, ma non sono mai riuscita a cambiare queste cose,  così come so che non ho mai provato affezione come gli altri. Anche Rò, è stato l'unico maschio con cui mi trovavo a mio agio come vicinanza, che non mi dava fastidio quando mi metteva la mano sula schiena o voleva abbracciarmi. All'inizio, almeno.Ero contenta che finalmente qualcuno non si fermava, quando sentiva i miei gusti o hobby, cosa pensavo di cose che alle altre fregava poco e...non si allontanasse parlando male di me alle mie spalle. Sono stata trattata malissimo perchè adoro i minerali e cristalli e li collezionavo, gli orologi meccanici manuali scheletrati, sai quelli dove si vede prorpio il meccanismo nel quadrante... la scrittura o calligrafia e il collezionare e usare pennini di vario tipo, come in vetro, e usarli con l'inchiostro nella boccetta. Leggere. Molte leggevano solo libri che tutti reclamizzavano come straordinari e poi erano cose sui vampiri o ricconi pazzi malati,  da lasciarti con il dubbio che qualcosa non andasse bene nelle loro menti o libri sessuali scritti ispirando a quelli dei vampiri, che di bello non avevano niente. Non leggevano altro, mentre io leggevo di tutto. Con prsone che credevo amiche,  alla fine fidandomi  dicevo tante cose... Mi sarebbe piaciuto parlare con qualcuno di queste cose e altre, ma mi guardavano male e si allontanavano. Era impensabile che iodicessi certe cose sul lasciare le radici e la famiglia, o hobby che erano... da maschi. Mi dicevano così! Queste non sono cose da ragazze. O mi piaceva seguire corsi professionali o proprio laurearmi in ingegneria meccatronica. Insomma, non ho mai avuto fin da piccola, anche per i miei che non amavano la gente e ci hanno cresciuti con la raccomandazione di tenere la gente fuori dalla nostre vite e da casa nostra, qualcuno con cui giocare prima e parlare dopo  e vivere come una persona , come volevo. Perchè ero diversa, perchè nella mia solitudine leggevo e poi con internet, mi avivicnavo a cose che la gente aveva solo indirizzi di genere. orologi meccanici scheletrati? Ma non vanno bene quelli a batteria classici da donna? Non metti mai le gonne? perchè non ti vesti più femminile? i maschi così,  come ti vedono? Non parli di trucchi, vestiti, famiglia, figli, fidanzati, mariti, matrimonio e bla bla? Ma da dove vieni? Insomma non ho fatto altro che guardare gli altri alla distanza,  perchè etichettata come sbagliata, anche per come ragionavo. Volevo capire, pensare, determinare me, il mio pensiero e le cose,  leggendo più fonti diciamo..." continuando a parlare mentre metteva la pietra controluce, vedendoci attraverso.

"Ricordo al liceo come,  per capire meglio la cavolata delle religioni, mi misi a leggere elementi della cabala ebraica, perchè è da lì che deriva il cristianesimo oltre il mito di Mithra e Iside e suo figlio. La gente non lo capisce,  ma una delle religioni peggiori e più presenti, perchè seguita a forza dai loro antenati, è nata come un minestrone di altre. Ebbene, ricordo bene come vi fu un tema sulla conoscenza e l'essere umano. Scrivere e spiegare il come e perchè la conoscenza e l'intelletto dell'uomo fossero determinanti e da cosa... alla fine scrissi un tema di pagine e pagine, tante, prendendo vari elementi della storia, psicologia e altro, compresa la relgione,  e vi misi anche la differenza dell'idea di intelletto e conoscenza per le varie religioni. L'insegnante mi mise un punto interrogativo e davanti a tutti mi disse che era dispiaicuta,  ma non capiva proprio da dove avessi preso le informazioni sulle altre religioni. Alla fine snervata dalle pressioni e risate coglione dei miei compagni, le diedi il libro da dove avevo preso quelle informazioni e iniziò a fare un pippone madornale sul fatto che non dovevo leggere quelle cose, ero al quarto liceo, e che non poteva definire il mio tema per quegli elementi. Me lo fece rifare e io feci come da piccola, quando le maestre, turbate da come fossi diversa e di mente diversa, mi mandarono da una psicologa. Ricordo benissimo, quella volta. La psicologa mi fece entrare, sedere di fronte a lei,  e mi fece domande. Poi mi chiese di disegnare qualcosa e io, ricordo benissimo ancora, pensai -come le maestre vuole qualcosa devo disegnare cosa vorrebbe che disegnassi per non esser vista male facciamo la sirenetta magari piace=""-e così feci. Le disegnai un fondo marino, che mi piaceva, ma ci misi i personaggi disney, utilizzai la scusa del mio amore per le bellezze sottomarine e la dottoressa divenne rggiante e dolce. E finì che disse ai miei genitori che io non avevo proprio niente, anzi, e che le pazze erano le maestre. Quando loro glielo riportarono, nuovo inferno per me. Ebbene, al liceo per questo caso del tema, feci la stessa cosa, espediente usato quando volevo sbrogliarmi la gente scema. Rifeci il tema e lo scrissi come voleva lei, levandoci cosa era mio. E presi un ottimo voto. QUindi oltre varie situazioni di anni prima, capìì che i voti e le situazioni volgono a tuo favore se fai come la gente vuole. Non cè nulla di genutino, naturale, vero. Ma anche questo ricordo, quel tema,  mi aumentò quel vuoto dentro, nel petto, che  è difficile da spiegare. Già come mi sentivo io, la musica del cavolo che dovevo fare e mi dava solo dolore e sofferenza, i compagni merdosi che all'epoca,  bullismo non esisteva come concezione, eri tu quella sbagliata.... Credevo che tutto dovesse esser così, per continuare a strsciare a questo mondo senza troppi problemi...

"..."

"Ma dopo il diploma, dopo aver conosciuto quell'anno l'insegnante di piano,  che mi trattò diversamente, mi feci forza e cercai di essere come volevo. Inutile dire che iniziarono i problemi grossi con i miei e la gente. Il mio problema principale è che mi sento sempre in colpa per tutto, dato da quei gentili dei miei, che dovevano essere guide di vita. Perchè non me ne sono andata prima? Il mio malessere cè dalle medie, crescendo e crescendo, mentre la mia tristezza pegiorava dall'essere sola e trattata come diversa. Perchè non credente. Perchè non ero una ragazza canonica. Perchè pensavo diversamente da come dovevo. E perchè tante cose che trovavano tutti negative. Il fatto che fossi sincera sempre, che non mi facevo problemi a superare certe cose sociali, lottando contro la maschera che mi ero creata. Quindi calpestando quella aprte di educazione becera in cui credono. Solo perchè sei una merda non vuol dire che non devo dire niente e lasciarti fare. Ma per questo... la gente mi ha trattata sempre male come colpevole, quando ero la vittima, solo perchè mi ribellavo. Ero io trattata come diabolica e cattiva,  perchè non abbozzavo alle merde e mi scoprivano gli altri, professori e adulti in generale, perchè vedevano me arrabbiata o a rispondere in vari modi a quella feccia,  ed ero io rimproverata. Non potevo fare nulla che mi piacesse perchè senza soldi, senza possibilità, avevo solo qualche libro che cèra in casa e la mia mente. Fu così che mi creai un mondo, un mondo diverso e gestito da me, dove mi rifugiavo chiudendo gli occhi e, prima con la musica e poi senza, vivevo come non facevo nella realtà. Un mondo reale quanto la sofferenza che provavo. Per i imei andava tutto bene, ero solo maleducata e in vena di fare casino. E sono peggiorata sempre di più. Avevo bisogno di capire ogni cosa per comprenderla e questo mi aveva creato problemi a scuola,  finchè non ho mandato a fanculo mia madre, che doveva seguirmi per forza  e quando no ncapivo,  mi piacchiava in faccia o sulla schiena. Non ero intelligente diceva, ero una vergogna, come per mio padre non poteva vantarsi di me,  e fin da piccola mi diceva che le altre donne avevano avuto il dono di figli meravigliosi e io non lo ero. Sentendo maestre, professori, i miei, tutti quei confronti,  mi ero creduta stupida e cretina. Eppure io non mi sentivo così veramnete, ma secondo tutti io avevo problemi alle interrogazioni orali, non per colpa loro ma eprchè ero inetta io,mi distraevo facilmente quando invece soffrivo. E poi scappavo là, in quel mondo,  per non sopportare tutto ciò che mi pioveva adosso dal mattino... strascicavo i piedi ogni giorno verso luoghi dove non volevo andare. E ho sempre dovuto fare cosa gli altri volevano, sempre. Ho dovuto sempre fare... Dopo, il primo anno dell'università mi sentivo diversa. Ma tutto sarebbe finito male, ovviamente. Caterina, quella stronza che credevo amica,  mi trattò male quando iniziai a dirle che il suo fidanzato online, che non aveva mai conosciuto,  forse andava trattato con i piedi di piombo. Da quel momento sono finita lo zimbello delle colleghe, che anche non conoscevo,  perchè non erano nel gruppo e con cui  lei aveva legato,  e ho sofferto, tanto. Questo dopo che anche la figlia dell'insegnante del famoso tema sulla conoscenza, mi aveva dato due di picche per persone più affini a lei, trattandomi male. E tornai ad essere sola. Prima di mandare al diavolo Caterina, lei conobbe Rò con me perchè facevamo un corso speciastico, e poi all'università si era iscritta per me, eprchè la credevo amica e volevo condividere con lei anche questa cosa. Non essere sola... Quando seppe che lui era mio amico e parlavamo tramite chat online,  ogni giorno,  fece a me la paternale. Diceva che parlare con lui che era fidanzato era vergognoso, che non esisteva amicizia tra uomo e donna, che non dovevo permettermi di dire cose contro il suo fidanzato fantasma,  come lo chiamavo io,  e che era assurdo parlare di tutto, tutto, con un maschio. Solo perchè mi lamentavo con lui della mia condizione di vita, del fatto che dovessi avere il ciclo anche se non volevo figli. per lei era inaccettabile tutto ciò, con gli uomini non si dicono queste cose. lei però lo faceva col fidanzato online, che era ufficiale perchè i genitori sapevano, ma mai incontrati. Ok, dicevo, si sente solo un pò così. NO! Dopo l'ultima cosa che mi fece, sbeffeggiandomi davanti a tante colleghe che non conoscevo,  ma a quanto pare conoscevano me, lei si lamentò che io non avevo ricordato a lei, Caterina, un incontro con gli assistenti di un professore e io, iniziando già ad avere i primi sintormi della malattia, dimenticai. Nessuno di loro, che credevo amiche, quelle del mio giro di studio, mi aiutò o trattò bene, mentre vivevo l'inizio di un altro incubo. Io che avevo aiutato tutet loro con i miei appuntp, che prendevo di tutto e chiedevano, con l'aiuto che avevo dato a Caterina stessa per cose che doveva fare per quel fidanzato online o per lo studio... ancora una volta soffrivo, ma nessuno vedeva e non avevan  empatia per capire e non esser stronzi.Di nuovo sola, cornuta e mazziata.  Quante cose ho sopportato prima e dopo,  e sono stata trattata solo da schifo. NOn so molto di quello che hai vissuto lasciato casa tua, ma non augurerei a nessuno il mio dolore e tutto ciò che ho dentro. Poco tempo dopo, sola e disperata per come stavo per la malattia, decisi di entarare in un gruppo su un'opera e l' conobbi alcune persone. Mandato a quel paese Rò dopo cosa mi fece qeul giorno a casa sua, che mi portò a stare peggio. Ero in una fase negazionista di me e la mia vita, acconsentì ad aiutare Zay ad andare in irlanda per un suo sogno. Lo feci e... diciamo che dopo mi sentii peggio ancora accumulato a Rò, perchè... confrntai me e lei, la sua vita e el persone che avevo visto e conosciuto essendo sua amica.  Non so spiegarlo neanche a me stessa, ma iniziai a provare cose negative e positive,  su una vita diversa per me, su come mi ero comportata in quel viaggio che non credevo e..alla fine non cè l'ho fatta. Non sono cambiata, non è andata in meglio ne altro. Nulla è cambiato nella mia famiglia, tra le rpesone che ho conosciuto,  e quel posto resta becero e stronzo. Io invece mi sono rotta e frammentata sempre e sempre...  e ora vorrei solo pace. Solo non svegliarmi più la mattina volendo piangere,  per essere ancora viva, per saper eche quel giorno sarà uguale e che conosco, come gli altri. E non vorrei mai lo stesso per nessuno, che nessun altro soffra. Se tu davvero riuscirai a cambiare le cose, fallo per le persone come me. Cambialo anche a costo di fare casino. Ma sveglia la gente!"

"E come...non è facile cambiare le cose velocemente. Vedi appunto la strategia nella Cina in Africa..."

"Facendo quello che fece Dio..." guardandolo negli occhi come se questi potesse intuire.






Un anno e due mesi prima

Jd si ritrovò in una situazione che non gli piaceva. Di nuovo era accaduto un fatto che Kianta aveva predetto e sarebbero iniziati i casini.

Quei quattro uomini avevano l'aria di tipi pericolosi, si vedeva che erano deliquenti della peggior lega, solo osservandoli mentre gli parlavano. Lui già li aveva visti qualche settimana prima, ma vederli ora, la sensazione era peggiore.
Sguardo bieco, grossi, uno addirittura sembrava obeso ma era la stazza, non il grasso,tatuati e armati.
QUello più distante stava appollaiato al cofano della macchina nera,  metri più in là. Kianta aveva autorizzato l'entrata perchè gli aveva detto al telefono che era curiosa di sapere cosa avrebbero detto e fatto nel loro territorio. E quando Kianta voleva osserva e giocare, cèra da sudare.
NOrmalmente andavano minacciati armi in mano e fatti andar via. Invece, dopo che la squadra al villaggio ebbe avvertito, prepararano la zona con una delle formazioni. Voleva davvero giocare, facendo credere che fosse una casa come un'altra... o aveva altro in mente?
Ed erano arrivati al cancello quattro tizi in una macchina nera tipo suv, urlando alle quattro guardie di passare.
Utilizzando le mura e costruzioni originali, vi erano varie postazioni o posti di guardia in vani tondeggianti, senza porta, dove le guardie di turno restavano ad osservare il perimetro. Quegli spazi tondeggianti, vecchie guardiole da esterni senza porta in mattoni e resi lisci, erano collocati nelle mura esterne, fatte in due sezioni, un muro prima con uno spazio e poi l'altro muro dopo questa intercapedine non usufruibile, anche se Kianta aveva vuto la mezza idea da modificarle per fare qualcosa tipo un labirinto. Era molto da lei, ma tutti avevano espresso chiaramnete disagio perchè erano militare e non è detto che brillassero di capacità di orientamento. Sicuro, quella volta pnesò Jd, che qualcusi si perdesse dentro quelle fessure larghe una persona e iniziassero i deliri. Quindi quello spzio era controllabile solo dall'alto delle mura e non erano percorribili. Ancora.
La profondità della postazione quindi era data dai due muri  e lal oro distanza. Avevano bordature decorative per richiamare quelle del muro e delle fessure che davano verso l'interno,  per parlare con le guardie dall'altro lato, con un divisorio in ferro che si apriva e chiudeva. erano tutti antichi e originali, ossia presi o comprati da comuni e città e portati lì. Esistevano ancora in molte città nel mondo e Kianta se ne era appropriata dando un tot a quella città con un contratto odve si era vincolati a spendere quei soldi per sistemare veri problemi cittadini. E, mandando ispettori, ormai loro potevano, si era controllata la cosa e che nessuno intascasse nulla.  Così erano state portate lì, posizionate in certi luoghi, e sistemate in luoghi strateici, per proteggere le vedette dagli agenti atmosferici. Anche se erano sopra tondeggianti, alcuni scherzosamente le chiavano supposte, per ridere del fatto che fossero cilindrici, a volte dei ripiani all'interno per poggiare qualcosa, con un tetto tondeggiante, senza porta, e bianchi. A volte erano posizionati  vicino o poggiati a sculture e creazioni paesaggistiche per mimetizzarsi un pò, ma chi le notava, poteva vederle quasi come capsule che si ergevano dal terreno o appunto supposte. E non le chiamavano così davanti Milan o Kianta, ovviamente, ma si sussurravano guardandosi in giro chiedendo -oggi sei in una supporta=""-e un altro -si , quella a ovest vicino il trianon=""-, ottendo ocme risposta -che palle l ci si annoia=""-.
E poi cèrano delle costruzioni in muratura a secco,  che sembravano antichi ruderi per alcuni o casette di pietra per altri. Invece erano fortificazioni militari a forma circolare, con quattro archi esterni,  che coprivano le forme portanti interne che salivano fin sopra come una decorazione. Un muro di un metro terminava lasciando una sorta di finestra rettangolare per ogni lato, meno di mezzo metro, chiusa da un tetto di meno di un metro, sormontato dalla parte terminale degli archi. Quattro feritoie quindi,  da cui osservare a trecentosessanta gradi, in una struttura grezza data dale pietre lavorate a rettangolo grossolanamente. Nello stile e nelle zone di paesaggistiche fatte creare, sembravano farne parte senza sembrare pugni in un occhio, anzi, dando quel senso di antico che mascherava cosa era in realtà quel luogo.

Dopo aver chiamato l'interno,  Jd rispose subito perchè già impegnato con l'addestramento dall'altro lato, e chiese di far aspettare pochi minuti e parlò al telefono con Kianta. Mentre quelli in macchina scalpitavano,  si accordavano e davano disposizioni a tutti i gruppi e reparti perchè seguissero le formazioni di emergenza, ripulendo dalle persone tutta la parte anteriore dello Chateau in un paio di minuti.
Uno dei metodi usati, oltre a certi suoni stabiliti che imitavano certi uccelli, vi era anche il corno, suonato  proprio di fiato e a cavallo, correndo, perchè fosse comprensibile agli uomini,  ma non da altri. E vi erano anche altri metodi,  ma i quella situazione, la squadra ranger del controllo della proprietà, della montagna e della riserva naturale vicino erano di ritorno dal turno, che giravano a squadre e si occuparono dell'avviso. Fu quindi ordinato di suonare i corni che avevano sempre dietro e, a corsa di cavallo, in pochi minuti fu svuotato il viale principale, che collega la villa al sentiero che dopo un chilometro arrivava al cancello.

Dove aspettavano gli scagnozzi di uno dei trafficanti che volevano raggirare.
Quella pericolosa organizzazione di trafficanti aveva accettato,  come tutte le altre, una collaborazione secondo loro fruttuosa. Milan su idea di Lia tempo addietro, aveva utilizzato il suo potere di controllo in ogni paese per fingere di avere mano in polizia, servizi speciali e sezioni anti droga, prostituzione, tratta di umani, medicine e articoli vari medici,  da mercato nero e altra merce. Comprese armi. Milan aveva fatto capire loro, anche dopo aver dimostrato come la caccia e la ricerca nei loro confronti erano finite su suo ordine, che potevano accordarsi. Una sorta di Mafia della sicurezza. Loro lo pagavano e lui bloccava qualsiasi azione nei loro confronti, permettendogli di continuare a "lavorare". Ma era un tranello ed era andato liscio con molte altre. Ossia finite, tolte. Logicamente eliminata una, un'altra minore cercava di prendersi il uso spazio e il gioco ricominciava. A Milan divertiva, a Kianta meno. Se fosse stato per lei, Jd pensava sempre, sarebbero finiti come cavie per vedere veramente quanto tempo gli squali se li fossero presi con test di vari tipi di gabbie e quanto la carne umana davvero piaceva a quella specie. La volta che lo disse, a prima,  scherzava, ma le altre, quando aveva visto cosa avevano fatto quella gente, con isuoi occhi, lo aveva ripetuto più come una minaccia vera che come scherzo. NOn lo avrebbe mai fatto, a meno che non fosse andato qualcosa storto. Si andava avanti solo con i piani originali. E per fortuna, diceva tra sè Jd.
Significava permettere a questa gente di fare i loro comodi, portando poveri disgraziati in giro come meri oggetti perchè lavorassero per loro per niente. Dando letteralmente tutto di se stessi, in tutti i sensi, maschi e femmine,qualsiasi età. E, seppur Kianta sapeva che la colpa della circolazione di sostanze illecite fosse per gli imbecilli,  che la compravano per fuggire dalla realtà e credere di fare qualcosa per se stessi, non sopportava che quella roba fosse commercializzata. Ma la colpa la dava a chi la comprava e usava, non gli spacciatori. Diceva sempre che se un prodotto vende, gli sciacalli ne approfittano, non è colpa di chi vende al cento per cento, ma di chi fa domanda. La odiava inoltre, perchè diceva chef aceva diventare tutti come bimbi scemi, li rendeva come i vecchi. La questione era lunga, pesò Jd, cosa diceva Kianta era vero... ma il senso di come lo esponeva era chiaro più a se stessa che agli altri. Il suo cervello lavoava diversamente e pensava che tutti gli altri andassero alla stessa velocità. E così finiva sempre per sforzarsi nel seguire i suoi discorsi, che però erano più chiari di quelli di Milan. Lui... era un caso a parte. Tranne certe volte, quando pareva ispirato ed era più flemmatico, chiaro, pareva muoversi e esprimersi in maniera più controllata e lenta. Kianta trovava la cosa strana, più volteì avev aespresso dubbi sui momenti di Milan, tanto che aveva paura che si drogasse o fumasse qualcosa che odiava, per essere così... diverso. E di solito lei aveva ragione su molte cose.
Come in quel caso.

La macchina era stata scortata  da quattro uomini, inizialmente, fino a quando quando avevano sgommato fin quasi sotto il portone, allarmando le guardie. Una di queste avev aintimato loro di fermarsi e, invece di prendere le armi, le aveva affrontate di petto. Morale? Quando quattro imbecilli che lavorano per trafficanti stendono un militare addstrato come loro, non cè da chiedersi come mai qualcuno prima e Kianta poi, prendesse in giro proprio la categoria. Vedere, arrivato sul posto, dovendo pure dire a tutti di abbassare le armi, uno dei tuoi steso a terra peggio di un pugile dopo tutti i round, utilizzato come una zampogna da gentaglia, non ti fa fare bella figura come organizzazione militare e di protezione. Per niente. E Kianta avrebbe provato disgusto per gli scemi che si ì fanno zampognare da imbecilli. Il risultato del suo sfogo sarebbe stato quello, Jd lo capì vedendo lo scemo a terra,  e gli imbecilli che minacciavano tutti con le armi, che si erano portati dalla macchina.

E si, Kianta aveva ragione. Tutti stavano diventando troppo allegrotti abbassando la guardia, vedendo Milan fare lo stesso.

"Senti stronzo, quel pupetto del tuo capo, sai quello biondino, dalla faccia da stupido e vestito e incipriato peggio di una puttana, quello! Aveva promesso di sistemar eil casino che alcune guardie hanno fatto con dei nostri carichi. Nostri! Capito? Dove sono. Il mio li rivuole!"

"Il nostro capo non è come lo descrivi e il vostro carico era stato sequestrato da una retata non ufficiale, quindi ve lo riconsegneranno, ma ci vuole tempo. Sapete bene che l'accordo non è proprio pulito e fatto alla luce del sole. NOn può prendere roba registrata agl i atti e spostarla senza mettere una scusa. Poi,  se vuoi riaverla tu, vai a farlo a modo tuo, ma non mettere di mezzo il nostro Leader. E' sempre stato di parola. O sbaglio?"

"Quel moccioso aveva detto che la rilasciava,  ma è passato tempo e ancora nulla. Capisci che ci lavoriamo e ci serve? Quando siamo venuti qui, cèra quella stronzetta che pareva scema quanto il vostro capo, che era indicata come la sua seconda. Il nostro capo vuole assolutamnete la sua roba e, visto che il vostro damerino non riponde, vuole che sia la stronzetta a risolvere. E siamo qui. Pretendo la nostra roba o facciamo casino. E siamo pronti a farlo!" eslamò con una rabbia profonda, mirando a Jd con il suo Uzi, come fecero gli altri, rivolgendo però le canne verso gli uomini intorno.

Jd sospirò. Ecco perchè Kianta andava ascoltata e Milan non doveva invitare la gente, per stordirla con cosa gli faceva vedere e le parole, per indicare bene la sa posizione, proprio al quartier generale. Almeno, la gente non lo sapeva, ma pensav ache fosse proprio casa sua e che quindi venendo qua,  sfondava le porte del suo territorio per mandare un messaggio. Aveva già mandato via molte guardie che di solito stazionavano in luoghi specifici, aveva fatto in modo che da quel punto, dall'entrata  al cancello e la facciata, ci fossero così poche persone da credere che fosse realmente solo una casa e non il putno cruciale di un'organizzazione intera. Erano stati, di corsa, tutti mandavi dentro o nella zona dei giardini, fermando ogni attività e lasciando un tot di uomini, spacciandoli per normali guardie. Come esercitazioni e piani di formazione in casi di emergenza. Sempre su idea di Kianta. Se uno non era stupido, capiva comunque qualcosa, se era invece scemo come un cavallo diceva, crederà allo specchietto per le allodole creato ad Hoc. E questi cretini pensavano che il carico o comuqnue, qualcosa di pari valore, fosse lì? E fossero a casa proprio di Milan? Davvero il mondo è un chichè pazzesco?
Intorno a lui cèra, perchè arrivati i Capitani come doveva essere, compreso Gask nuovo arrivato.

"Pensate davvero che il vosto carico sia qui? O che possiamo darvi altro di ugal peso e tipo,  in sostituzione,  con le nostre scuse? Scherzate?"

"Senti, pezzo di merda, io credo che mi stia prendendo in giro. Conto fino a  dieci, o mi dici che avet un risarcimento per noi, per scusarvi del fatto che il  vostro capo no risponde, o distruggiamo questa casa e ci prendiamo tutto. TUTTO! Siamo potenti e pericolosi, non costringetemi a chiamare la cavalleria in questo buco perduto di merda,  che ci arrivano i carretti di legno del cazzo. VOGLIO. LA. ROBA!!"

"Invece di sbraitare e rovinarmi il thè delle cinque, perchè non mi spiegate la questione e la risolviamo da persone civili. Sarebbe il minimo visto cosa state scatenando"

Jd si voltò e vide apparire dalla porta Kianta, abbiglita con maglia azzurra a sbuffi su ogni bordo, con pantaloni e stivaletti decorati.
Rimase ferma sul primo scalino a guardare con aria tetra la scena. L'uomo a terra che si contorceva e quei tre, più il quarto qualche metro prima.
Lei discede gl iscalini con calma e compassata, fermandosi vicino l'uomo stordito, con quell'espressione priva di mutamenti, che sembrava guardare tutto con noia e fastidio, e si chinò sulle ginocchia per guardarlo bene. Gli prese tra le mani il viso, chiedendogli s eandasse tutto bene, questi le rispose malamente,  che dovevano averlo colpito con qualcosa di duro per fargli così male. lei mosse solo gli occhi e vide che tra le dita, l'uomo he sbraitava, teneva un tirapugni.
QUando Jd la vide chiudere gli occhi e restare ferma un pò così, capì forse cosa stava facendo e si chiese se Milan non l'avesse influenzata troppo con le sue idee strane. La sentì poi chiedere all'uomo come stava.
Restò in quella posizione finchè l'uomo con l'uzi non sputò minacce contro di lei.

"Senti un pò, troia! Sono qui perchè al capo è finita la pazienza e ame pure. Il tuo amichetto coglione credeva che non ricordassi come si tornava qua, invece eccomi. E voglio che sia reso cosa spetta al capo. Sono stato chiaro? O devo farti ricordare io, come faccio con le puttane, cosa singinca obbedire al capo? Non farmi metttere mano alla cintura e farti ricordare che non sei niente. Senza il pavone biondo tu sei niente, e devi obbedire agli accordi come fossi lui. Sono stato chiaro o devo darti un ceffone per capire meglio?!"

Jd cominciò ad aver paura che lei si inalberasse, e che con il sistema visuale facesse un casino, forzando il loro cervello come faceva sempre per impazzire. Si guardò intorno e vide gli uomini a semicerchio intorno di malumore, pronti a prendere le armi che avevano a dispozione se necessario, ma sempre attenti a non agire prima. Sembravano tesi e guardavano Kianta. Sapevano che Kianta era casinista quando si incazzava, e la cosa era peggiore se la sua espressione assumeva l'aria di marmo, come in quel momento. Se non mutava espressione,  ma sembra come le botolinate, come scherzava Milan, con gli occhi grandissimi aperti a fissare il soggetto come se se voless eimprimersi ogni elemento, era meglio star fermi.
Gask invece, che si trovava dietro Jd, lo spostò per sfidare l'individuo ma venne fermato. Jd strinse il braccio di Gask così forte da farlo voltare per la sorpresa, ma JD non guardava lui, guardava Kianta.

Si era voltata con una lentezza allucinante, solo la testa, fissandolo in volto senza ancora mutare espressione. E Jd sudò, Lubo sussurrò qualcosa ma lui negò.
Kianta si sollevò dalla posizione accovacciata,  sempre con estrema lentezza, tenendo lo sguardo fisso sull'uomo e pronunciando parole dure e così fredde che l'acqua dell'artico sarebbe stata tiepida, al confronto.

"Bravo manzoniano dei miei stivali e spazzino tre punto ZEROOOHH..!!!! " in piedi con occhi sgranati e viso immutabile, ancora "IO, non sarò mai NIENTE!!! Non sarò mai un NIENTE, H OOOOOOOOHHHH!" e la sua voce rimbombò,  come un altoparlante mal settato,   il suo verso finale di ira vibrò nell'aria tutto intorno, e Jd sudò ancora, stava usando il sistema visuale, pensò. Kianta fece passi avanti, come un carro merci verso l'uomo con la rabbia a mille, mettendo un piede sulla pancia del disgraziato disteso a terra prlando con voce grossa "Fai attenzione alle tue parole, o straccione del cazzo, perchè sei tu che non vali niente!! Bada al tuo vomito schifoso mascherato da discorso, perchè stai proprio sotto alla scala piramidale del valere, pustola sul sedere! Sei tu che senza il tuo capo e la organizazione schifosa non vali ninete e saresti uno stronzo qualsiasi in carcere. Perfino i senzatetto valgono più di te e significa tutto!!!".
 Avanzando verso di lui ancora, occhi negli occhi "Io sono un'antica, quello che io sono tu non lo saresti mai in tutta la tua vita, neanche se lecchi il culo del capo dello stato russo. OOOOOOOOOOOOHHHHHHHHH!!!!" e di nuovo il verso vibrò nell'aria come uscito da altoparlanti "Io sono mille volte te e ancora ce ne stanno di qualità, in capo a te!!! Parla ancora e una cintura me la faccio con la tua pelle,  dalla pancia in basso a girare fino alla schiena a strappo,  e ti ci strozzo. Schifo di essere! Sparisci tu o ne uscirai a modo mio. IO sono NIENTE???"

Si fronteggiarono, ornmai vicini e mostrando la differenza di altezza, mentre tutti intorno trattennevano il fiato, gelati e rigidi.

"Fanculo, non mi faccio urlare da una che spara cazzate, non so nenache che hai detto. Il mio capo vale più del tuo!"

"Rispondimi spalatore di merda del tuo capo, hai osato davvero venire qui, a casa MIA, a prendere a pugni un mio uomo e minacciare di..cosa! Ripeti un pò cosa hai detto. Voglio solo sentire di nuovo la scaletta di cazzate che hai intenzione di fare QUI!" così rabbiosa che le sue urle si sentivano ovunque e per un attimo Jd si calmò, sicuro che stava solo, solamnete, facendo una ripassata a parole. Poi notò alla sua sinistra il branco che si avvicinava di soppiatto tra gli alberi, in fondo, ma lo aveva notato. Gli uomini che pretendevano la loro roba erano quasi di spalle epr vederli.
Jd si voltò alla sua destra, accortosi di versi strani e vide Alaric spalmato contro la schiena di Lubo, terrorizzato, che chiedeva all'amico su cui era inchiodato se no nera quell'incubo di nuovo, non stava accadendo.
Jd sent' freddo, Gask gli chiese cosa no nandasse, se doveva fare qualcosa, ma Jd si mise davanti a lui avanzando,  e sperando che non lei finisse come l'altra volta. NOn sembrava, ma cercò di anticipare le cose. Eppure non sembra come l'altra volta, disse Lubo, non è a quel livello.

L'uomo la fissò contrariato, rispondendo a tono, urlando di volere maggior rispetto, poi rise aspramente e le disse che era divertito e avrebbe lasciato correr l'affronto,  se l'accordo veniva saldato subito. In quell'istante.

"Non siamo noi i leccaculo del del tuo capo. E' il TUO che lecca il culo al mio" disse lei e si voltò per andarsene, ma vedendo Jd agitarsi, si rivoltò verso l'uomo.
Le puntava una pistola su un occhio, anche se stavano a poco meno di un metro di distanza, mentre gl ialtri avevano preso le loro.

"Senti stronza, non permetto questo tono e questa mancanza di rispetto ancora, mi hai rotto le spalle e ho perso la pazienza, e non capita neanche con la donna chemi  sbatto per ora che pretende sempre, e stiamo insieme da più tempo delle altre. Adesso concludi l'accordo e me ne vado,  senza rovinarti il faccino, o ti ficco una cazzo di pallottola nell'occhio e andrai al creatore da deturpata!"

Se prima lo gardava da sopra la spalla destra dandogli laschiena, Kianta si voltò di più, con la spalla in direzione dell'uomo, lentamente. Sebrava rigida, fredda ma stava per azzannare, Jd lo capì. Quando l'uomo sbraitò di nuovo,  allungando l'arma pronto a sparare, lei alzò velocissima la gamba destra con un saltello, accompagnata dalle mani che tennero la pistola, e colpì la piegatur del gomito violentemente col ginocchio, per poi usare lo slancio del ritorno drizzando la gamba e colpndolo in viso col tacco. Tenne l'arma e il braccio dell'uomo mentre questi cadeva a terra per il colpo e, dopo aver rimesso piede a terra, sparò all'uomo che stava alla sinistra di quello caduto, dietro. Sent' mugolare quello a terra e spinse col piede il braccio con forza all'indietro. L'uomo piegato a terra sentì il braccio scrocchiare di brutto per la posizome violenta assunta dallo stesso. Kianta tirò un coltello calibrato alla spalla dell'altro che la stava puntando, sotto la clavicola,  e opi tornò ad occuparsi del braccio. Lo prese e lo ruotò con tanta forza contro natura da romperlo ancora una volta in un'altra posizione. Sembrava ringhiare di rabbia e disse a quello a terra "Come dicevi? Puoi ripetere? non ti sento... Ti smucino solo l'anima!!"

"Parla in italiano, lo sapevo!!" squittì Alaric nascondensosi ancora dietro l'amico, ma Lubo fece no con la testa a Jd, capendo cosa voleva dire.

Kiantasent' qualcosa balbettare, e portò lo sguardo all'uomo inchiodato a pochi metri, l'autista, che stava con la bocca aperta e la mani a caso non sapendo che fare, urlando che avrebbe chiamato aiuto. Kianta iniziò subito a incamminarsi verso di lui, con occhi grandi apertissimi,  guardandolo però col capo abbassato in basso col mento verso il petto, come sempre pensò Jd quando incazzata, e i denti come se masticasse. Lubo continuava a dire No.

Jd sembrav in crisi, portò le mani sulla testa no nsapendo che fare, respinrando velocemente e urlando agli uomini si stare indietro e no nfare assolutamnete nulla. Mentre Gask stava come un fesso a guardare i tre che si dimenicavano come fesci fuori dall'acqua, come sorpreso da qualcosa che non si aspettava. Alaric faceva il piagnone urlando di non volere la stessa cosa dell'altra  volta. Non la stava vedendo, non sarebbe successo, urlava disperato a se stesso. Lubo invece, calmo e pacato come sempre, chiese a Jd di nuovo la stessa cosa.  Non cèra bisogno di  prepararla.

"No, non sembra, aspetta e vediamo che accade"disse Lubo

"Che cazzo succede...?!?" domandò Gask esterrefatto, seguendo con lo sguardo Kianta,  che puntava l'uomo che aveva iniziato a correre come un disperato verso la macchina. E lei, alla fine, altrettanto. Si lanciò come un lupo a caccia verso l'uomo, che cercava di raggiungere la portiera, muovendosi in maniera così scomposta per lo shock,  che riusc' ad aprila quando lei era quasi arrivata. Riuscì ed entrò,  chiuse subito e tentò di di accender ela macchina, ma le chiavi parevano ubriache per la tensione alle mani.
L'uomo urlò per un urto alla macchina, Kianta stava acquattata sul cofano, e dopo aver preso un Sai che teneva negli stivali, usì il pomo a forma di quadrato smussato per colpire il parabrezza, creando enormi crepe per l'angolatura della forma, a cerchio. L'uomo fece un verso, cercò di mettere in moto,  ma ulteriori colpi al vetro che si crepava male gliele fece cadere. Tentò di uscire dall'abitacolo, ma Kianta con un forte calcio laterale, facendo perno sulle gambe e le braccia sul parabrezza, lo riportò dentro facendogli colpire la testa sul finestrino, grantumandogli addosso il vetro. Usò la punta per ultimare i vari fori dove aveva colpito e crepato, e dopo usò i lemmi dei Sai per inserirli e tirare, facendo saltare una forma di parabrezza. NOncurante dei vetri, lei afferrò l'uomo con entrambe le braccia, facendo leva con piedi e gomiti, e iniziò a tirarlo per farlo uscire dal buco, ferendolo malamente ovunque. Lo sterzo faceva da blocco per le gambe e bacino, mentre con le mani l'uomo cercava di prendere qualcosa per fare da freno. Lei con la punta del Sai lo ferì affondando, prendendo il Sai con la curva tra pollice e l'indice un lemmo, tempestandolo di ferite all'altezza del glena. Poi tirò e tirò, qualcosa fece un crack pazzesco mentre trascinava l'uomo con tutta la sua forza, scivolando dal parabrezza, facendolo urlare come un dannato.

"Vieni, non ti faccio niente! Ti smaciullo fino all'anima!!" disse tra i denti, con rabbia in italiano, arrivando a tirarlo per i capelli . Quando lo tirò fuori e lo mise bocconi a terra, si accorse che quello con il coltello si era alzato e voleva mirarla, chiamandola puttana. lei inclinò la testa di lato e sorrise malignamente, finchè l'uomo non si voltò di scatto. Dei grossi cani simili a lupi, un piccolo branco, gli ringhiava contro arrivando da dietro.

"grazie, fratello lupo..." pensò Kianta, giungendo alle spalle dell'uomo che si era girato per fronteggiava i lupi, e con un balzo gli portò le mani sulle usandole come ancoraggi e piantò un morso sul collo dell'uomo da farlo urlare. Questi finì in ginocchio, lasciato il morso,  prese velocemente un Sai assestandogli un colpo di pomo sulla schiena, in un punto preciso, facendolo vacillare per il dolore. Lo mise a terra di faccia con una ginocchiata e poi ialzandosi, caricò con tutta la sua forza un calcio al cavallo dei pantaloni che, nonostante fosse disteso a terra, centrò dove doveva.
Quello ferito con la pistola dell'altro si alzò malamente.
 Si pulì la bocca con una pasata di polso e lo fissì.

"Kianta..." chiese quasi lacrimoso Jd, mentre passava accanto verso l'altro obiettivo "hanno capito, basta!"

"E' solo una messa in regola alla Army of me!" gli rispose per proseguire

"Il capo te la farà pagare per quello che hai fatto..." urlò l'uomo che si era tirato via il coltello mentre il braccio dondolava, cercando di scappare, mirando anche agl uomini alla sua sinistra.

Lei gli arrivò vicino, ascoltandolo e inclinando il capo di lato verso la spalla come sempre, per mollargli una calciata frontale all'altezza del ventro, da farlo sbattere all'albero dove aveva cercato di nascondersi.

Kianta si voltò verso gli uomini, flemminatica sia nell'espressione che nel modo di camminare per tornare dentro. Passò vicino l'uomo ancora a terra aiutato dagli altri, lanciandogli un'occhiata dall'alto come distaccata e gli disse "mi spiace per poco fa, ma dovevo far scena e mi hai aiutata. Grazie. Hanno creduto di aver a che fare con la povera gente che li teme. peggio per loro. Non hanno capito che con me si scherza poco..." sistemandosi la maglia e tornando dentro, salendo gli scalini e giungendo vicino l'ampio portone.

"prendete quella spazzatura" indicando l'ultima parola con disgusto, girandosi quel che bastava per osservare Jd e gl ialtri dalla spalla, e chiamate Justify e Giordi. Li voglio qui subito!"

"Se hai delle cose da fargli fare, ci sono già qui io. Non sono stato un ex seal,  ma so fare altrettanto bene il mio lavoro!" proruppe Gask, mettendosi a disposizione, ma ricevendo solo una fulminante occhiata di tacere da lei.

"Ho richiesto Justify e Giordi... cè da dire altro, capitano Jd?"

"No, certo che no..." balbettò Jd di rimando, più preoccupato che confuso. Sapeva bene cosa significava la richiesta di quei due.

Appena Kianta scomparve oltre l'entrata visibile, Alaric si buttò su Jd collerico, mentre Lubo cercava di tratterlo.

"Vuoi davvero accontentarla e servirla subito? Hai visto che ha fatto?!?!" salendo di ottava ogni parola che diceva, buttandosi anche lui le mani ai capelli,  vedendo quei quattro feriti gravi, la macchina sfasciata in mezzo al viale e la prospettiva di un disastro perchè la signorina aveva le ovaie girate.

"Posso sapere che cavolo è successo? Avevo visto qualcosa ma..."

Gask restò a fissarli tutti e tre, come a pretendere una spiegazione e Jd, per evitare di dire qualcosa in presenza di altri, se li portò da un'altra parte affidando il compito di portare quei quattro in infermeria nella zona sicura. Pulire e tornare ai propri impegni, che erano ormai troppi ad osservare, anche nelle zone limitrofe, lasciando gli impegni in sospeso. Anzi, era sicuro che avevano scommesso, come sempre e peggio di sempre. Era la prima volta, per molti, che vedevano Kianta all'opera. Se prima molti si chiedevano come mai una come lei, all'apparezza come la vedevano, fosse Comandante e di grado sotto solo al Leader, senza avere qualifiche ed esperienze, ora potevano farsi un'idea. Adesso avevano di che parlare e temere.Il problema è che si era solo limitata, non aveva usato i guanti, nè l'apparato visualizzatore.

"Muovetevi.... " esortò i quattro che gli correvano dietro per trovare un punto, nello Chateau al piano inferiore, tranquillo. Entrò con una card in uan porta nella sezione prima degli alloggi per i Capitani,  e li trascinò dentro. E iniziarono le discussioni.

"Lo sapevo!! Lo dicevo che era una piaga biblica, una catastrofe naturale, uno tsunami di devastazione, un..."

"E smettila!" lo aggredì Jd controllando le finestre, nel caso qualcuno era vicino nella zona interna dell'edificio, che giungeva ai giardini "lo hai detto già quel giorno. Non è il momento!"

"Non è il momento, non è mai il momento... ma guarda che ha combinato. E come facciamo con Milan?"

"Cosa dovremmo fare? E' lei a gestire queste cose,  no? Kianta gli aveva sempre detto che portare qui certa gente come ospiti era sbagliato, che era meglio utilizzare solo le Torri secondarie, così che vedessero solo quelle. Ed eccoli che ci hanno trovati, e quelli della peggior risma..:"

"E questi non faranno niente,  se andiamo a bussare armati e con le tute,  a casa loro?"

"Kianta non vuole andare a bussare. Vuole andare a pulire!" facendo sussultare Alaric, che non lo aveva capito.

"Lo ripeto, fare entrare lei e quell'altra pazza è stata una pessima idea. Ha infangato il nostro amico, si è attaccata qui come una sanguisaga e si ciuccia la nostra sanità mentale facendo boiate. L'ho sempre detto! Quella volta..."

"Quella volta è stata colpa tua e degli altri imbecilli. Le voglio dare ragione e lo fece anche Milan..."

"Parlate della notte del blackout?" chiese Lubo

"Si" malamente Jd confermò "proprio quella. Ma avevano torto marcio!"

"Potete spiegare anche a me?" i tre guardarono Gask,  che era rimasto incollato alla parete, piedi accavallati e braccia conserte a osservarli.

"Oh, qui cè pure quello magico e alla fine ti ha trovato. ma tu..."

"Anche con lui! Cè qualcuno per cui non hai rimostranze?" lo rimproverò Jd stufo "Finiscila, abibamo cose più serie che le tue lagne"

"Perchè ha reagisto a quel modo?"

"Perchè a quella scema finta non le si può dire che non vale niente!!" rispose a gask uno stizzito Alaric, mentre Jd lo rimproverava.

"basta, parlaimo di cose serie..."

"Ragazzi, spiegatemi prima della notte del black out,  così posso capire di cosa parlate...:"

"La notte del black out fu un accadimento che Lia mise in moto per ..."

"Lubo..." lo interruppe Jd, non volendo parlare di certe cose all'ultimo arrivato, anche se per Milan era un amico ormai prezioso e doveva sapere certe dinamiche.

"Scusami, volevo dire" scusandosi con Jd ma poi prlando con Gask  "che una persona di cui non parliamo mai , punì tutti gli uomini che si erano rifiutati di obbedire ai suoi ordini, mettendo in scena una punizione fuori dal comune. E lo fece da sola!"

"Una persona... vuoi dire quella Lia di cui parlavi?"

Jd si portò una mano al viso, per nascondersi forse, o trovare coraggio, Gask non capiva. Alaric si buttò su una sedia in legno con sedile in pelle bullonato senza braccioli e schienale basso, e mormorò cose a raffica incavolato nero. Lubo chiese scusa a Jd, mortificato e questi gli disse che poteva succedere a tutti prima o poi,  e che poteva continuare. Ormai il danno era fatto.
Così Lubo, alto quanto Gask, gli parlò vicino e con calma della questione.

"mesi fa quella persona aveva ricevuto da Milan il compito di sistemare questo posto, così che non sembrasse un campo Rom,  come lei diceva sempre. Eravamo, possiamo dire, un pò lasciati a noi stessi, che ci rilassavamo dietro a una quotidianità sempre uguale e collaudata, alla militare, vivendo pensavamo comunque bene. Ma poi venne quella persona, che trovò da derelitti quel modo di organizzarsi e, credo anche a causa della gente di prima che non la sentiva mai e la rpendeva in giro per le manie di pulizia, cambiò molte cose. L'organizzazione e la concatenazione dei compiti sono opera sua. Noi eravamo rimasti alla tranquilla..."

"Ancora continuate ad elogiare quella folle squilibrata, mentecatta,  psicopatica lunatica dopo cosa ha combinato. Quella pazza furiosa aveva controllato pure la zona lavanderia e visto le mutande di tutti e qualche macchiett, a le aveva sistemate distese sul collo interno del water di ogni proprietario,  con sopra un adesivo che diceva-il prossimo sei tu se metti a lavare questa zozzeria .  le mutande nel cesso  url sbattendo i palmi sul legno dell tavolo vicino=""-- questo come te, uguale  -

"ahahahahah" rise diverito Lubo "ogni volta rido ancora per come lei diceva certe cose arrabbiata e schifata. -quegli stacci con le sgommate marroni anche dopo lavate buttate in mezzo all'altra biancheria che sia lenzuola asciugamani o altro ma siete scemi=""-ahhhaaaahh" ridendo di gusto, mentre i muscoli si muovevano come una montagna per le risa

"Cosa ridi. Cosa ridi! Perchè come si lavano le cose... spiegatemelo perchè non capisco. Si mette tutto in lavatrice e via..."

"Vista con gli occhi..."

"Con i suoi occhi, devi dire!" Alaric interruppe Jd sputacchiando offese "siete scemi a cambiare per una pazza, femmina, e psicopatica, che fa quelle cos elà fuori  perchè le girano le ovaie, urlando però che siamo sporchi per delle mutande. Che facciamo, non le mettiamo?"

"ma scusate... non abbiamo una zona lavanderia professionale con..."

"Aspetta..." gli disse Jd stoppando Gask "prima spieghiamo la questione di quella notte, così è più chiaro. Come ha detto Lubo, Milan voleva cambiare le cose qui,  perchè aveva capito che il suo intento di rendere le società migliori non poteva partire, se quella che aveva creato lui qui, sembrava una accozzaglia di gente di vari paesi che, con i propri angolini tenuti a caso, aveva un aspetto da agglomerato zingaro che..."

"Questo lo diceva lei...e tutti adesso a dire che bello avere dei bagni così, che bello la cucina che sforna sempre prelibatezze, che belle le attività e i luoghi che ha sistemato... come mi sento bene con abiti sempre puliti, saponette profumate e..."

"Hai finito? Anche tu ne usufruisci e ne affrofitti quando devi andare dalle tue accompagnatrici. le usi e le sfrutti!" lo apostrlò Jd, per poi scuotere la testa e tornare a Gask "i cambiamenti sono stati radicali. Se all'arenza tutto sembrava gestito alla militare, in verità sembrava di essere a casa propria. Si mise insieme architetti, paesaggisti, muratori, elettricisti, falegnami, incisori e tagliatori e via dicendo. anche la zona lavanderia che dici tu, non era così. Ma ora ci arrivo. Così accontentò Milan in cosa voleva mettere e..."

"Quando, cosa, esattamente, Milan voleva mettere cose che non fossero sue indicazioni"

"Tu dove eri nella Sala delle pianificazioni, con le piantine all'epoca ancora solo cartacee, mentre Milan diceva che voleva come quel palazzo, quella cosa, o quell'altra perchè l'aveva vista da quell'ospite a casa sua o...lo sai anche tu che lui infarciva tutto con cosa vedeva in giro e cosa ha visto lei era il risultato..."

"Aveva idee, non le imponeva come la pazza...quella nana, quel tappo incastrato nei colli delle bottiglie,  quel puffo, quel sorcio,quella..."

"Anche la missione di quel giorno era voluta da Milan con noi, i Capitani, direttamente sul campo e non dietro le quinte a dirigere... "

"E' sempre lei. All'epoca non eravamo quanti siamo adesso...eravamo..."

"Tutti sul campo, si... ma p finita sempre da schifo lo stesso per le sue decisionidi fare tutto allo stesso tempo... diamo a Cesare quel che è di Cesare..." butto là Jd stufo.

"E' lei... smepre, sempre lei... E' lei che ordina, lo so che lo ordina, di bloccare le telecamere per cosa combina, sempre lei lgi scherzi con la neve o quella volta che mi ha fatto trovare la camera piena di semi e stronzate per uccelli, e tutti i volatili dentro. La MIA camera! O quella volta che ho trovato un naialino nano che dormiva dentro una barchetta nel mio cesso e una scritta -lui è pi utile di te=""-. SO che è lei. Sempre lei..." bofochiò continuando "Siamo militari. MILITARI. Dovremmo vivere come tali, invece siamo in un cavolo di hotel super lusso cinque stelle, dove gli addestramenti ed esercitazioni nei campi appositi, seppur duri e faticosi da impazzire, non fanno ninete. Qua è come essere al Neverland di Michael Jackson, basta. Siamo lo zimbello dei militari!..."

"A me sembra siamo triplicati e migliori, ma magari vedo male io..." disse Lubo ridendo a Jd, ma Alaric continuò.

"...Sono sicuro che non fanno niente perchè dopo settimane, un mese, quasi due mesi là in base a cosa devono fare, poi tornano qui e ti stai beato tra mille comodità. Cosa siamo, principidi di galles? Siamo duri militari!"

"Dillo a MIlan..." disse Lubo, mentre Jd continuava a parlare per non essere sopraffatto da Alaric.

"...e dai la colpa a lei. Ha provato a proteggerlo da vandalismo e azioni, perchè era riconoscibile e la colpevolizzi di tutto ma non lui, che non volevamo seguire, stanchi morti per le ultime settimane, anche quell'azione, di presenza poi... smepre lei, vero?"

"RAGAZZI!!" urlò Gask, facendoli zittire

"Sempre. Ora e sempre...lei" sputò ALaric con gesti strani della testa

"Già, e bevi e mangi di gusto adesso, però. Altro cosa avevamo prima! utilizzi l'Alveare per le tue cose e con le tue amichette, però! Hai sempre roba pulita e profumata addosso, quando prima alcuni sniffavano le ascelle o i pantaloni sul cavallo e rimettevano tutto chissò per quale giorno. Lavavano quando gli pareva perchè si faceva personalmente senza regole, mentre ora hai obblighi e capacità di farlo con le tue mani quando è giusto. I bagni e le docce adesso le userebbero pure i capi di stato senza problemi, se no nsapessero dove sono ubicate, così come sfrutti ogni cosa che è stata messa. Da lei. Lui ha solo preteso, non ne voglio a Milan, ma di fatto dopo che una persona è giunta qui, e ha visto il casino dove vivevamo e ha consigliato di far bella figura dentro per poi sistemare il fuori, lui ha avuto solo richieste per ogni cosa gli piacesse da mettere, e basta. Siamo seri, Alaric. E sii meno ipocritino"

"Ehi, quest' ultima frase la dice sempre lei, pure le battute! Ci rinuncio..." si offese lui, incrociando le braccia e voltando la sedia verso una finestra, dando loro le spalle

"ragazzi, per favore...potete continuare quel discorso?" domandò Gask stufo. Ogni volta che si apriva un discorso Alaric iniziava a mitragliare tutto ciò che odiava di Kianta e cosa cèra allo Chateau, quando se la godeva per bene. Stava continuando a pensare, ma Jd parlò.

"Comunque quei progetti non includevano solo la creazione del Teatro, L'alverare, il Favo, le scuderie attuali, i Quartieri e tutto ciò che hai visto. Ma anche migliroamento dei bagni, docce, cucina, locali come gli alloggi..." ma Lubo si intromise.

"ha inserito cambiamenti dal punto di vista organizzativo e gestionale, ha introdotto le Lezioni, la Fattoria, ma non solo quello. Nei Quartieri ha introdotto Stamperia, sartoria e filatura, Apicoltura, decorazioni e collegati, lavorazione del legno, ricami, distillerie distillati e birra, forni a legna di vari tipi,
Frantoi, oggettistica d'autore, manifattura di articoli in legno e pelle, Carni e insaccati, raccolta e selezione di frutti e tartufi in base alle stagioni, Laboratorio Orafo, laboratorio pipe e articoli fumatori, molitura di cereali ed erbe, artigiani di vari tipi, lavorazione marmi, pietre e graniti, pastai, pasticceri, panettieri e altri prodotti da forno, Società Agricola chiamata in generale la Fattoria, sezione, vitivinicola nei terreni più in là oltre lo Chateau,
Vasai  terraglie,  amanuensi o scrivani, e non solo..."

"ma... seri, che cè tutto questo qui?" chiese confuso Gask

"Credevo di averti fatto fare un giro esplorativo. Hai visto le dimensioni di questo posto? Costeggia tutta una metà della montagna, prende tutta la proprietà dello Chateu ma non solo. Abbiamo ex vilalggi e cittadine. Abbiamo fatto lo stesso anche in Italia e altri paesi, ad esempio. Interi villaggi e paesotti sono stati negli anni pasati abbandonati per le città, perchè la gente non amava più fare lavori... diciamo vecchi, come li definsicono. Quelli che ha elencato Lubo e altri. Abbiamo riabitato quei paesi e cittadine minuscole. Abbiamo preso le case o acquistate, se ancora con un proprietario, e abbiamo indirizzato la notifica di riattivazione di quel luogo perchè tutto fosse legale sulla carta. Noi siamo  quelli che le hanno fatto rivevere, come quei piccoli borghi diventati fantasmi. Case tutte in pietra, dal sapore antico risitemate senza togliere quello che sono. Botteghe e negozietti hanno riaperto, mettendo la nostra roba in vendita. E così in altri paesi. Se vedessi come erano quei posti prima, resteresti proprio incredulo da quel che sono adesso. Ovviamente in realtà anche quelle sono delle Torri, ma molti sono uomini anche di quelli reclutati dalla Raccolta e dalle liste di malati di PTSD, includendoli, se consenszienti, ai test per la cura sviluppata da David. Quella gente è finita là, e  ora è tranquilla, non ha crisi ne altro. Anche quei posti, tranquilli, senza troppo casino di luci e suoni moderni, pressioni e fretta, colpevolizzazioni e ritmi di una metropoli,  con un ambiente positivo e allegrotto, aiuta. Sono inoltre occupati con i mestieri per cui si sono rivelati bravi... la lista che lui ha fatto non è tutta incentrata qua. Ti ho mostrato la zona dei Quartieri, quella sezione aggiuta che è tutta negozietti..."

"Ah, aspetta. Tutto quell'edificio dove ogni ex stanza o due insieme, sono adibiti a laboratori e mestieri? "

"Esatto! Hai presente la zona manutenzione, quella balistica e via dicendo? Quelli sono diciamo i maestri che hanno insegnato quelle cos e a tutti lgi altri, che sono in giro per il mondo e svolgono là il mestiere. Poi abbiamo capannoni e zone apposite in quei paesi, dove conservare tutti i prodotti così che, in quel paese invece di comprarli o ricettarli da altri, li abbiamo a nostra disposizone e di nostra manifattura. Abbiamo macchinari di tutto rispetto per vari tipi di fabbricazione, tranne rari casi, e in pratica non compriamo più prodotti esterni. Tranne alcuni, ripeto. Per quelli esiste il contratto del commercio equo e solidale fatto da noi, non tramite altri, ad acquisto diretto, dove diamo un buon prezzo per le materie prime per portarle qui o dividerle prima, per le varie Torri, garantendo una vita degna a coltivatori ed artigiani nel loro paese, prodotti di prima qualità per noi senza intermediari, e un guardagno extra da quella somma da investire per migliorare piantagioni o laboratori e via dicendo. Inoltre in molte zone, lei ha portato proprio nostri uomini che hanno voluto accettare quella missione, per andare a fermare gruppi di guerriglia e ribelli che non facevano altro che far del male alla popolazione innocente invece di fare qualcosa di decente, come dice lei. Visto che Kianta odia tantissimo la gente che dice di lottare contro certe cose, essendo quindi nel giusto, ma finendo invece solo per spadroneggiare sui civili,si incazza e prende provvedimento. Fanno cose ai civili.. lascia stare! Insomma una volta, dopo aver fatto casino alle multinazionali che tenevano loro guardie in quelle zone per raccattare tutti i prodotti a niente, maltrattando i lavoratori, lei tramite leggi e restrizioni, facendoli emanare dai governi che ora hanno la strizza, visto che lavorano in pratica per quel Consiglio di cui fa parte Milan, ha messo fine alla cosa. Le società straniere dovranno fare un regolare contratto co lgoverno e con i lavoratori dando non spioccoli, ma qualcosa di decente per vivere, tenendo lontani guardie privati e simili, con un controllo diretto nostro. E per prevenire giochetti tra i nostri con mazzette e simili, ha dotato tutti di cam e un controllo diretto del Crell della guerra, ove se vi fossero modifiche ai video, blocco improvviso e senza senso di collegamento diretto o altro, scatta un avviso. E Kianta ha già dimostrato a fatti, cosa accade s chi vuole giocare sporco alle nostre spalle e sulle spalle della povera gente"

"Significa?"

"Significa che la scema dalle gambe corte ha minacciato tre volte, in tre zone diverse, gli uomini dall'accettare ancora accordi, o anche solo pensarci, alle nostre spalle..."

"Vuole dire" disse Lubo per calmare Alaric "che è accaduto che multinazionali e aziende con molto potere hanno cercato di riscavare la loro fetta di risparmio,  pagando un dono ai nostri per chiudere un occhio e agguantarsi maggior prodotti a niente per non spendere troppo e avere solo ricavi alla fine sulle spalle dei consumatori. Se prima pagavano ad esempio,  così capisci, 1 dollaro a settimana un lavorante, adesso la somma è 10 dollari più un extra a scelta dell'azienda, per sostenere lo sviluppo e miglioramento di quell'attività. Questo andrebbe nei pro dei prodotti finali e qualità, ma le aziende estere non ci stanno. Già con 10 dollari alla settimana una faimglia in certe zone vivrebbe meglio, i figli andrebbero a scuola, tasse e altre cose sarebbe saldate e non esisterebbe la povertà assoluta unita allo sfruttamento. Ma per i profittatori è poco, così cercano di comprare, come facevano con le guerriglie, tramite mazzette,  i nostri. E' capitato che alcuni dicessero di pensarci e, prima che accadesse il nuovo incontro, Kianta stessa è andata là con il trio dell'Ave maria, per mettere le cose in chiaro"

"Il cosa?!"

Lubo rise divertito dal vedere come Gask non sapesse ancora come si chiamassero, quindi spiegò.

"Zidgi, Kovacs, Django. Sono i tre che si sono presentati come volontari per affiancarla come Ombre. Come hai visto sono quelli che le stanno accanto di solito, altrimenti è sola perchè non ama avere gente intorno. Ma Milan le disse che doveva avere qualcuno che le guardasse le spalle e quei tre si presentarono di loro iniziativa.Ebbene, diciamo che è meglio se lei non agisce in prima persona. .."

"Molto meglio... cazzo!" commentò Alaric disperato, facendo volare le sopracciglia di gask l'una contro laltra se era possibile per quanto non capiva la situazione

"QUando deve andare in giro, loro sono sempre con lei e sono loro che agiscono al suo posto. E dopo alcune cose, sono chiamati il trio dell'Ave maria... perchè dopo per miracolo tutti si calmano. Bè... per quelle tre volte ha fatto capire in modo chiaro agli uomini come si poco accettato un comportamento come quello. Ad un l'ha legato in alto facendogli assumere la posa dell'impicatto delle carte dei tarocchi. Con sotto una piccola sorpresina così che la cosa entrasse bene nella testa. La seconda volta ha messo quelli che sembravano voler accettare mazzette e far trattare male le persone dentro un quadrato delimitato da una rete metallica a maglai fitta, quindi con piccolissimi fori. Ne ha fatta metter un'altra creando un altro quadrato esterno e tra le due reti ha fatto uscire una marea di topi grossi come pantegane. Ha quindi detto loro che stava mostrando la realtà di cosa volevano fare loro. Loro dovevano pensare di essere quella povera gente sfruttata e poverissima, i topi erano  gli scagnozzi delle aziende e lei era... loro. Avrebbe permesso a quei topi di andare da loro, dietro una finta mazzetta, perchè  i topi facessero facessero cosa volessero. Essendo loro povera gente che non valeva nulla per gli altri, lei stava solo ad asservare gustando la mazzetta fittizia, vedendo intanto i topi ricavare cosa volevano daidisgraziati. La terza è stata... particolare" con un'espressione strana, mentre Gask notava che Jd e Alaric erano tesi, al ricordo "ha messo i tre che avevano accettato le mazzette in un grosso contenutore metallico con dei fori tondi. Li ha fatti portare in una zona che loro non sapevano e avvertivano solo rumori strani all'esterno. POi videro dellaluce da quei fori perchè erano stati aperti, e... in pratica lei per fare un altro confronto con cosa avevano fatto, li aveva ricnhiusi in una scatola metallica con dei fori e li aveva piazzati in un magazzino dove mettevamo lo stallatico per i campi. Quei tre quindi si sono ritrovati letteramente in mezzo a cumuli di sterco, mischiati a compostabile messo là a mecerare per esser epi messo nei campi e fertilizzare, che li affumicavano per ore. La scatola aveva un dispositivo per ascoltarli ed essere ascoltati. Così lei disse a quei tre che dovevano pensare di essere quei poveri disgraziati che erano letteralmente nelle mani di quelli che li vedevano solo come macchine del lavoro, che quell'odore e quegli effluvi erano la foma gassosa di cosa pativano e che li danneggiava e che lei era l'azienda che voleva solo cosa gli interessava. Una cosa un pò cortorta ma dopo alcune ore, di sentirli improrare di uscire e che avevano capito, li mandò alla fattoria nelle mani di quella persona. Inutile dire che tornarono raddrizzati e pronti a non farlo più..."

"Li ha seriamente.." iniziò Gask con occhi enormi dalla sorpresa, con le sopracciglia così in alto che potevano unirsi ai capelli. 

" Ehm..." continuò Jd "Da un lato aveva tutto il diritto di fargli capire cosa sbagliavano... Noi diamo un'ottima paga, anticipiamo se giustificano  per eventuali acquisti importanti per la famiglia o se stessi, ma che sia utto chiaro, e siamo flessibili ove possibile per feste, giorni liberi e via dicendo. Kianta ha anche messo una zona, quella che lei chiama Esodiaco, dove gli uomini hanno un ambiente..." come incerto su cosa dire di quel posto.

"Ha messo un puttan tour! Ecco cosa. E' una sezione per quelli che vogliono compagnia, sono controllate da quella grande Signora, e per  la tarantola isterica è meglio che vederli andare in giro a cercare signorine prendendosi varie malattie... poi dicono che è santa!"

"Per questo lo frequenti! Ma smettila, che quando le tue amichette non ti chiamano sei là! Se no nfosse che lei ha messo dei paletti e delle regole, tu e altri sareste prima sempre in città a cercare gonne e ora sempre e solo in quelle stanze con le ragazze..."

"Scusate, state parlando del bordello in cui vanno i ragazzi?"

"beh, chiamalo come vuoi. Ine ffetti quello è...! sospirò Jd "l'idea non è affatto male. Nel senso che lo ha messo una persona, non  Kianta,e diceva che era sempre meglio dare alle persone cosa gli necessitava, che proibirlo e poi ritrovarsi come certi soggetti..."

"Tutto è nato il terzo giorno che era qui, dopo aver visto Jhonny e magnum con i loro problemini" rise Lubo

"Ridi poco" disse Jd serio,  ridacchiando però anche lui al ricordo "era epico, vederla camminare per guardarsi in giro critica al suo solito, bloccarsi di colpo e arretrare come un'indiavolata, facendomi sbattere addosso a lei. Quando ho chiesto,  si è girata, mi ha tirato via, e ha chiesto un lanciafiamme..."

"grandioso, mi faceva sempre ridere come faceva" rise di gusto Lubo "me lo ricordo. Era terrorizzata e schifata allo stesso tempo, e chiedeva del fuoco per sterilizzare quello schifo. Quando le hai chiesto per cosa, lei urlò -ma hai visto quel tizio=""-e tu -si... ? era jhonny ottimo ariete quando serve cosa=""-, e lei -ma hai visto cosa si muovevano aveva delle robe in testa che dimmi non era quello =""-. Tu ti girasti, guardasti lui nel gruppetto,  dove stava parlottando, e dicesti candidamente -ah , parli dei pidocchi non me ne parlare cerchiamo di farglieli levare da tempo siamo alla terza rasatura ma nulla conosco ormai bene la sua scheda e stai sicuro che stiamo lontani abbiamo usato prodotti puntualmente gli rispuntano so li ha anche in altre zone=""-e senza farti di finire di parlare lei sbiancò e divenne incavolata nera. Chiese sconvolta se non fossero le piattole, e Alaric disse senza problemi che se li prendeva sempre per alcune che frequentava in città, quando era libero. Amava troppo quelle due e nnostante tutto, andava sempre e ancora. Poi quando parlò anche di Magnum che aveva la sifilide con le bolle in bocca. Curati, li riavevano di nuovo. Dopo un attimo dove sembrava bollire di rabbia, lei chiese se era normale quella situazione. Quando Alaric le disse che capitava sempre anche dopo curati, che erano comunque un gruppetto solo loro,  e loro stessi non li trattavano molto, ma erano comunque seguiti da un medico, chiese di incontrare quel medico. Diciamo solo che dopo poche ore,  lo ha fatto finire male"

"nel senso che è morto?..Che ha fatto gli ha sparato? Lo ha gettato da qualche parte..."

I tre si guardarono seri per un attimo, poi scoppiarono a ridere. Tutti. Compreso Alaric.

"No, no. Ma quale ammazzare! Se no nfosse che sono pericolosi, non ucciderebbe neanche zanzare e alcuni insetti. Ma quando mai... anche alcuni animali infestanti come talpe, ragni e altri li fa prendere e portare lontano, basta che siano a chilometri..." disse jd, con un gesto della mano per dire che era fuori da quel posto "Non uccide mai, non è da lei... diciamo solo che per finire male si intende altro. Ma non importa ora... la questione era che qui come molti altri accampamenti militari, cè anche qualcosa di brutto..."

"Avevate sul serio questi problemi? QUi?" chiese Gask a Jd confuso

"Ti dirò la stessa cosa che dissi a lei. Tu sai anzi, di cosa parlo. QUella persona, no! Siamo stati quasi tutti in conflitti recenti, paesi e zone dove ancora... meglio evitare questo argomento, Kianta certe volte a sentire alcuni rapporti vuole prendere una bomba e fare piazza pulita. E' stufa di tutto questo. Lo dice solo per rabbia, ma lei ha visto cosa cè in quei posti. Cè andata, anzi ha voluto presenziare per capire. L'altra persona non cèra mai stata. E così no nsapeva che se vivi in campi in quelle zone, anche solo per le ronde tra la gente senza stare attento, ti prendi qualche bestiolina...e poi te la porti a casa. Anche se in quei due casi erano per donne di qui... ma all'epoca eravamo tutti sempre in giro e tornavamo, quindi eravamo un pò a noi stessi. Noi sappiamo che capita, anche per la sezione cinofila che controlla sempre i cani se turnano per strada e poi sezionano il mantello per controllare. IN certi posti, dove non cè il tipo di igiene che abbiamo qui e come è trattata e insegnata, puoi rischiare di tutto. E' successo, quante cose sono successe e ci saranno. Ci si abitua a una routine per cui..."

"Jd.. s eti sente fa casino. Non mettere questi discorsi perchè anche se sembra che esagera,  ha pure ragione. Se hai abitudini e hai le dovute attenzioni, non ti capita. O lameno non come all'epoca. Era colpa di tutti e cèra voluta lei per darci una scossa. Ricordo ancora la squadra inglese che ci aveva affiancati, ti ricordi? Parevano tutti perfettini e snob tipici degli inglesi, e poi cosa erano sotto le divise..:" interrupe Lubo.

"...Lei però era incredula sul fatto che qui, in Francia, i militari fossero così... zozzi, come diceva bonariamente..." fermandosi mentre Lubo gli parlava "comunque vero, uno che viene in visita in qualunque caserma crede di trovare un certo rigore, pulizia, disciplina. Ah, se sapesse cosa cè dietro. Oltre quel tuo ricordo "disse guardando Lubo "cè anche quella volta che era attesa come collaboratrice in Italia per concordare..."

"Ah, ho capito. Quando è andata in quella caserma, ha chiesto di fare una visita ma da sola, per constatare le tante sciorinate qualità di quel reggimento e alla fine ha fatto un casotto" rise sguaiatamente Alaric "Volevo esserci, cazzo! Anche solo da come cè entrata. Ha visto una camionetta piena che rientrava per strada, perchè stà sempre a farsi i cavoli suoi..."

"Era in giro per la Raccolta, smettila di dire cavolate" lo rimproverà Jd, ma quello continutò.

"Fece un gesto e li fece accostare, quando quelli la stavano mandando al diavolo con le armi, lei ha mostrato il distintivo speciale che abbiamo per muoverci con il nostro grado,  con una dispensa speciale che ci fa rientrare allo stesso grado alto in qualunque seizoni militare, non importa chi cè a capo. Quando lo videro, il trio dell'ave maria lo ha raccontanto, sbiancarono perchè avevano iniziato a dirle cose contro. Vedendo quella nana col broncio accipigliato credevano chissà cosa. Uno che stava dietro,  la riconobbe da una precedente visita e la invitò dietro con loro. Cèrano tre seduti davanti, mentre gli altri erano nel..."

"Si, e invece di farle posto come doveva essere per i gradi, lei accettò di stare dietro con gli uomini e iniziò a parlare con lui per tutto il viaggio restante, mentre gli altri fissavano sia lei che pareva fuori posto, che le sue tre ombre, che a vederli sembrano tutto fuorchè militari. Ti piace proprio questa parte, vai al sodo..." sbottà Jd alterato.

"Mi diverte vedere quanto è stronza sempre e con chiunque, almeno altri l'hanno sopportata mentre qua stavamo meglio. Comunque..:" precisando,  guardando poi  Gask, girandosi un pò sulla sedia "lei è stata ricevuta con tutto i lriguardo per il suo grado e titolo e bla bla, insomma cercavano di fare i leccaculo,  perchè per le collaborazioni con reparti, sezioni ect vi è una sorta di premio e gratificazione che aumentano nella relazione finale in base al comportamento, risultati e via dicendo. Questo era stato fatto perchè  fossero tenuti sotto controllo, vi fosse una ricerca nascosta da esercitazioni speciali o missioni corporative di elementi interessanti per noi, che vedere in cosa peccavano e dargli una raddrizzata. Il Consiglio deve sapere, dice Milan, che ogni paese ha uomini sempre pronti e che sappiano fare. Se prima dice, tu completavi con dei risultati o punteggi ed avevi i gradi e posizioni e tutti pensavano che per questo valesse, non è detto che tu valga davvero in casi speciali. E' capitato che, incorporati a certi reparti, alcuni elementi non fossero in verità in grado di lavorare in certi ambienti, con pressioni e situazioni pericolose o dove hai solo pochi secondi per reagire. L'addestramento è una cosa, la realtà è un'altra. Il problema è che poi, veramente sul campo, molti non erano così bravi o straordinari come sembrava. Erano ciocchi di legni con le fattezze da coniglio. Così lei ha avuto la geniale idea di prendere quei tre, senza dire nulla subito a nessuno, e partire per alcune basi e bla bla che avevano o alti riscontri positivi,  su carta,  o negativi e chiarire. Dopo che ha visto certe cose, da sola con i suoi occhi dice, ma non ha mai rivelato cosa, è andata dritta in sala comunicazioni, ordinando o meglio sbraitando o latrando come preferisci, al microfono per il sistema..."

"Mamma mia, quanto ti ci vuole per spiegare. In pratica ha dato comunicazione immediata di comparire nel cortile dell'adunata, per tutti. Quando le hanno chiesto il perchè, lei ha aspettato che fossero tutti e ha iniziato a..."

"ragliare. Ragliare mi piace di più.." si reintromise Alaric mentre Jd cercava di tagliare i ldiscorso "dicendo che facevano pena su varie cose, che alcuni erano stronzi da fare nonnismo, spaccio di oggetti..."

"Regole. E' quello che servono, ecco stringato. Ha trovato non solo irregolarità, ma molte cose che accadevano anche apertamente,  mentre i superiori come noi erano a fare altro invece che controllare. E cose poco igieniche, Non sappiamo esattamente cosa, non lo ha detto nenache a Jd, ma quando è tornata è re iniziato il casino con i controlli, quindi dopo è accaduto il fatto degli spogliatoi. Quando ha capito che succedeva qualcosa anche qui è entrata senza pensarci due volte in camere, spogliatoi, docce, lavanderia, ovunque senza annunciarsi es enza interessarsi a chi vi fosse, per verificare che non accadessero fattacci. Che sono avvenuti, e anche colpa loro che pensando fosse in giro,  riprendervano con le cavolate anche alimentati da qualcuno "guardando male Alaric, che fece orecchie da mercante. "Ora si son dati una calmata ma appunto, dopo che alcuni sono finiti male..."

"Male nel senso...?" domandò Gask a Lubo che aveva appena finito.

"QUando non le partivano le frasi da pazza psicopatica,  che gelavi e pensavi...."

"Alaric, basta!" sbottò Jd, chiedendosi perchè stava sempre in mezzo quando dovevano parlare di cose importanti "Comuqnue si per prima, alcuni uomini andvsano in città per passare del tempo... come piaceva loro. E accadeva che prendevano qualcosa e poi qui dovevamo curarli. Ma ci volevano mesi a volte e si finiva per fare comunella in gruppetti, col rischio di vanificare tutto. Non era colpa del medico, ma degli scemi che invece di pensare alla salute loro e degli altri,  se ne fregavano. Ammetto che anche quel medico aveva le sue colpe. Adesso ne abbiamo uno che è rigido e inflessibile per ogni cosa, scelto da Milan e Kianta insieme,  e se scopre qualche infezione o altro, chiama subito loro due e il tizio viene messo in quarantena in stanze apposite. Anche a forza, su questo non si transige...ovviamente il tempo che ci vuole,  perchè non sia contagioso verso altri se cè rischio, ma Kianta pretende questo per evitare problemi. Siamo molti di più ora,  e dice sempre che le bestioline non considerano come noi le regole dell'igiene e sicurezza. Loro ragionano da... bestioline. Comunque dopo quei due,  vi fu un altro caso, e cèra già Kianta. Così lei prese le idee e proposte di quella persona e mise insieme quel posto con una costruzione nuova e apposita, con regole e controlli,  ma dove gli uomiin possono trovare il loro...sfogo. Come lo definisce lei. Così hanno quei posti, le ragazze che gli aggrada per varie cose, sono sicure e controllate,  loro come gli ambienti,  e il resto. E in effetti con tutti i cambiamenti, i giorni liberi passati in città sono stati diversi. Sono finiti quei problemi e Kianta è contenta. Odia quella roba, vorrebbe strangolare chi si fa contagiare per stupidità,  e addirittura in quel posto ci sono preservativi gratis insieme ad altra roba, l'importante è che non facciano cavolate.... ecco la questione..."

"E perchè quel nome?"

"Mi pare che lo aveva letto da qualche parte e richiamava il famoso viaggio biblico... per lei andare là,  significa vedere frotte di uomini in esodo verso la promessa....capisci, no?"

"In effetti non mi è sembrato di averti mai visto lì..." se ne uscì  Alaric voltandosi, guardando Gask con un'espressione curiosa da comare, facendogli fare però una smorfia.

"Se ti stai chiedendo come mai le faceva casino per l'organizzazione e gestione di gruppi addirittura in altri paesi, ti abbiamo già risposto. Alcuni di noi hanno distintivi, documenti,  anche tatuaggi conosciuti sono da alcuni livelli militari che attestano che siamo diciamo ispettori e controllori, oltre il resto, e la nostra posizione è superiore, da maggiore in su... Tornando al discorso iniziale..." inziiò Jd, guardando male Alaric che stava per parlare oltre la domanda fatta, di cattivo gusto pensò  "Molte persone qui non sono solo militari, o non lo sono più perchè hanno trovato uno scopo in qualcosa che non pesavano adatti a loro. Ecco che, come hai visto bottai,  stagnini o calderai , che provvedono a tutto ciò che serve direttamente qui. Abbiamo penstole in vari materiali, perfino in rame per caramelle e altre cose... calzolai che provvedono a tutte le scarpe dell'organizzazione, cestai, fabbri, maniscalchi che provvedono a ferri ai cavalli,  falci, zappe ed altri attrezzi per la Fattoria. Come mai ti chiedi? perchè si è scoperto che anche oggetti costosi di marca in verità no era la qualità che vantavano e he facevano pagare. Fu così che si decise di comprare la materia grezza e fare noi, quello che cèra dale analisi nei nostri laboratori, anche per pentole ad esempio come ci si cucinava... lascia stare. E ferri per cavalli! .Anche se molti cavalli adesso utilizzano ferri in plastica o silicone,  in base all'attività che devono fare, ancora per molti di loro vi sono i ferri classici. E per tenere oggetti naturali vicino algi animali, si usano corde, vimini e bamboo che vanno lavorati per ceste, sacchi per i pastoni da mettere in testa e altro. Lavandai con mansioni diverse che sappiano davvero come dividere i capi, cosa lavare e con cosa in base a temperature e prodotti,come trattare certe macchie o tessuti preziosi, come stirare sia a mano che con le macchine in base alle stoffe, quindi qui sappiamo anche noi ora con le Lezioni come si piegano i capi pe gli armadi e cassetti... prima diciamo si buttava tutto nelle lavatrici, condivise, a gettoni..." disse un pò imbarazzato "si fa in molti posto, tutto nella macchina senza distinzioni. Mentre qui abbiamo lavatrici per capi intimi e solo per quello, anche se cè tutto un regolamento.. troppo lungo. POi  pastori per i vari bestiami,ricamatori e sarti che producono tutto ciò che cè di tessuto qui e nelle Torri. Il sarto addirittura è diventato così bravo e forte del suo mestiere, che non rivela nulla su abiti e misure di nessuno, tanto che Kianta stessa, che non ama mostrare nulla del suo corpo, va a farsi misurare e preparare gl iabiti. Vanno così d'accordo che dice che non si vergogna molto adesso, ma solo con lui e non è tipo d aprir bocca. Abbiamo addetti alla stalla e sellai che creano la sella  ed il basto prsonalizzati sia per il cavallo, non esistono selle standard qui, che per il cavaliere. Così briglie di cuoio, cavezza e pettorale solo per dirti cose che consoci ma producono anche qualsiasi cosa in pelle come cinture, borse, portafogli, accessori vari.... E realizzano anche gli accessori e addobbi vari per i cavalli nelle cerimonie e feste. Abbiamo anche i Carrettieri,i camionisti dei tempi passati se le distanze onn sono lunghe e non si deve prendere strada o autostrada. Infatti abbiamo per varie destinazioni, le ippovie, sai? Solo a cavallo o pattini o biciclette e la gente nei posti vicini lo sa. Abbiamo pure artisti, una piccola scuola o conservatorio di musica, dove cè pure lo zampognaro che le piace tanto. Così danza, specialisti di varie materie scientifiche e storiche e tanto altro. Insomma, qui tocchiamo davvero ogni mestiere e tipologia di lavoro, dall'intellettuale, al militare, all'artigiano, per finire in semplice coltivatore o pastore. E tutti possono provare per un tot di tempo qualsiasi mestiere e magari scoprirsi gioielliere o orologiaio, a proposito, ci sono pure questi! ma provano senza pressioni o altro e decidono. Alcuni lo fanno nei tempi liberi, altri solo questo lasciando anche il ruolo di militari e via dicendo. Quii ognuno per davvero può trovare il suo posto, il suo ruolo, il suo ambiente... Ma per questa cosietà molte di queste figure non valgono per niente, per noi si. Abbiamo anche i caramellai, cioccolatai e addetti a dolci e simili..." continul Jd finchè Alaric non si intromise come canticchiando

"Dove trovi il comandante se non dove dovrebbe? Nel laboratorio pasticceria o in cucina... lei va dove vuole i lsuo stomaco.  Dove cè cibo, cè Kianta. Lei ordina e ammonisce, alimentata e spinta dalla sua indole vendicativa, arruffapopoli, e buonista per forza. Protettrice dei deboli a modo suo, la spezzatrice di teste. Lei sa annoiare in almeno tre lingue e la gente, come fu per Beppo, non è che la prendono per strega e cercano di accopparla..."

"Alaric, non dovevi fare mutismo?" intervenne Jd a fermare gli sproloqui dell'amico

"Mutismo! Io! Certo, mi muto ma ricordiamo di certe volte, invece di elogiarla tanto, come si è visto dai volantini con la mia faccia e zoom sui miei capelli, che li portavo più lunghi, con la scritta -fai swishare oltre i capelli anche l'anima sarai un uomo migliore purificando il tuo dentro=""-. hai ragione, non è mai lei...Ed è quella che trova goldern retriver e labrador stupidi e pozzi senza fondo e non idonei qui, perchè divorano tutto e mangiano come aspirapolvere, mentre gl ialtri cani mangiano in modo normale e senza ansia da carestia da fame.E sono da considerare.  Seocndo me è solo che sono solo troppo simili a lei e teme di avere concorrenti..."

"Ok, a parte le stronzate, qualè il nocciolo della cosa? Mi sono perso..." sbottò Gask, frenando il litigio tra i due, stando sempre con le braccia incrociate-

"... Doveri e impegni. Correttezza e buonsenso..." disse Lubo come tra sè " E con queste possibilità, nascquero anche doveri e impegni, che la gente iniziò a non amare e volere..."

"Si, tutti la odiamo e vorremmo vederla volare già da un aereo senza paracadute...Hai notato come la mattina cè un tipo di... levata particolare, vero?" cbiese Alaric, facendo diventare tutto il discorso un casino.

"Intendi i ragazzi che fanno il giro alle prime luci,  bussando alle finestre?" chiese Gask "E poi la chiamata con la tromba? E per finire quelli che ti vengono a chiamare a calci dentro la stanza? Eccome, Milan ha insistito perchè avessi una camera come Capitano, ma prima stavo con altri ragazzi. E ho avuto questi... dolci risvegli. Non mi svegliavo così presto da... anni!"

"Quella è stata una delle conseguenze della notte del black out." disse Jd facendo cenno col capo per confermare la cosa "Non so a che ora ti alzassi prima, ma adesso la sveglia è alle quattro di mattina per i giorni di addestramento e allenamento intensivo,  e normalmente alle cinque e mezza. I primi giorni quella persona vide gente scomposta che si muoveva come zombie a momenti diversi. Cèra la chiamata all'adunata, ma era un pò dopo... alle sette..."

"Aspetta! Siete passati dalle sette di mattina, ale quattro o cinque e mezza? Davvero?" stupito, Gask osservò basito Lubo e Jd. "davvero non avete avuto problemi ad alzarvi?"

"Il problema non era questo, chi già per il suo passato lo aveva fatto e non aveva problemi, gli altri..."

"La verità è che i giovani di oggi non sanno alzarsi la mattina presto,  perchè gridan che la notte è giovane e vogliono andare a letto alla stessa ora di quando devono alzarsi. Prima si presentano per l'anno o due di leva volontaria, per poi pentirsi delle regole e l'alzarsi presto!" sbuffò Alaric troncando cosa Jd stava dicendo.

-ma stai zitto che fai comunella con quelli ti seguono e bevi come un gatto in cantina vene perso per una settimana mentre è morto fradicio poi ha problemi la levata stare piedi di giorno da pulpito=""-pensò negativamente Jd, vedendo la faccia di bronzo dell'altro che vantava chissà cosa lagnandosi degli altri, e poi faceva peggio. Per non parlare di di quando sta con le donne, continuò nella testa disgustato.

"Lo sai che stai offendendo gente poco più più piccola di te, vero? Qualche anno non ti fanno un quarantenne o un sessantenne..." scuotendo la testa disperato "molti di noi, tranne i nuovi, sono abituati, anche per il tipo di addestramento. Il problema è come!"

"E direi. Prima di sbattono quel coso sulle finestre che sembra stia per cadere la casa, poi ti strombettano alla porta,  e pure hanno la facoltà di prenderti di peso e buttarti fuori dalla porta o bagno, non importa dove sei, se ritardi. E' da malati!"

"Alaric! Sai che in qualunque..."

"Si, si, che tutti i militari devono alzarsi al suono della trombetta. Ma così ti viene l'ansia!"

"Scusate ma quale sarebbe il problema..." ripetò confuso Gask "Adesso mi sveglio prestissimo pure, senza bisogno di essere chiamato..."

"Il problema..." iniziò Jd, parecchio a disagio nel dire costava per rivelare "non è l'orario o il come. Come qualcuno continua a suggerire!" guardando male Alaric con un tono da rimprovero "ma il fatto che Kianta su certe cose è intransigente. Il motivo dell'accanimento nela chiamata è che da quando ha permesso il teatro, l'angolo delle gradinate che qui chiamano in mille modi, lascia perder dirli tutti, e le varie attività ricreative... le cose sono un pò sfuggite di mano. Colpa degli uomini, ovviamente. Kianta ha sempre la tendenza di sparire la sera, anche senza la cena nella mensa, e quindi... i ragazzi fanno sempre cosa vogliono, pensando che lei magicamente sparica e possono tirare un sospiro dalle regole. Ma già lo sai, visto che ti sei integrato tanto" sorridendogli divertito, guardandolo.

"... mi invitano a bere, guardare film e altro, parlare..." si giustificò lui

"Tranquillo, lo fanno tutti ormai. Ma questo significa che passano più ore a divertirsi e fare casino che andare a letto all'orario giusto. E poi sono zombie, la mattina..." a disagio "E quindi ha  minacciato più volte di abolirli la sera. Ma poi cambia idea..."

"L'ho sempre detto, lunatica da far paura..:" sputacchiò Alaric, infastidito

"perchè...!" continuò Jd, guardando male l'amico "perchè quelli sono progetti vitali per la salute psicofisica degli uomini. Sono attività che anche Lia aveva previsto come... aiuto. Toglierli significa perdere molto"

"In che senso" chiese un turbato Gask, che non capiva a cosa si rifesse

"ma cosa deve capire lui. Un egoista, ottuso, testa di capra che ha gli stessi problemi degli altri... ma di cosa parliamo" urlò Alaric, indicando con una mano aperta Gask, per poi girare di nuovo la sedia, dandogli la schiena

"Esattamente, quale sarebbe il problema? Perchè oggi è successa quella cosa? Davvero lei fa quello? Voglio dire, quella volta che è venuta dal Capo... Ha, insomma... ma non credevo...."

"Non so cosa è accaduto, testardamente è andata da sola. So solo che era stata obbligata da Milan. Ma posso dirti che non lo fa sempre..."

"Solo quando ci sono persone che odia. Se le ha davanti, si limita a volerle bruciare o far loro del male, senza ucciderle. Ma sono solo pensieri, soprauttto se... deve contenersi per seguire i piani. ma se perde la pazienza come oggi, allora si. Lo fa. Si sfoga e e agisce anche per conto delle vittime di quella gente. E oggi si è limitata..." continuò Lubo tranquillo, sovrapponendosi a Jd.

Gask si stupì di più, incapace di dire o fare niente. Alaric rise di gusto, mentre Jd si grattò la testa.

"Tu l'hai vista, quel giorno che hai combinato quel casino. Sei qui da più di una settimana, ma...."

"NON HAI ANCORA VISTO NIENTE!" urlò Alaric, sempre dando le spalle,  dando pugnetti al tavolo vicino

"E quindi..:" iniziò Gask, tentennando, finchè Alaric non intervenne di nuovo

"Cè tanto che non sai. Hai solo sgrattato la punta dell'iceberg. Siamo messi bene se sono Lei e Milan a voler cambiare il mondo..." scuotendo la nuca, perchè non si era ancora girato. Ogni tanto in base a come si muoveva, si vedva il naso gobbuto e lungo.

"Ma... tu non sei un seguace fedele di Milan?" domandò stupito Gask

""Certo, sempre!!" disse stizzito l'uomo "Ma so anche io che ha tendenze infantili, narcisistiche e pretenziose..."

"Ed è stato largo.." sussurrò Jd più che a se stesso che agli altri, che però sentirono e la sua espressione era... mezzo da disperato e mezzo da rassegnato

"Non capisco. Milan mi è sembrato un pò troppo preso da certe cose, sopratutto su se stesso ma..."

"Forse per l'amicizia che vi lega, hai visto altro. Ma... diciamo che ha tendenze come ha detto lui, parecchio... come posso dire..." tornando a grattarsi la testa "...ama il classico, diciamo così, è incline a volere tutto ciò che gli piace. Anche ammucchiare a guazzabuglio le cose perchè le vuole anche lui. E' capitato così prima di..." fermandosi per non dire altro.

Alaric fece un verso animalesco buttando le testa indietro comea disagio e Lubo voltò il capo dall'altra parte. Sembrava che stessero parlado di qualcosa o qualcuno che però li metteva in difficoltà nel continuare.

"Cosa" chiese Gask dopo un pò

"Diciamo solo che Mlan non è capace di gestire niente, a meno che non sia il suo lavoro. Come dirigente delle risorse umane ok... ma come per se stesso, ha bisogno di qualcuno che gli sistemi le cose e le gestisca. Si era affidato a noi, ma..."

"NOn ce ne fregava niente, diciamocelo. Ci siamo basati sulle routine che conoscevamo prima e le avevamo applicate, abitudine. Basta e avanza! Poi arriva quella... quella!!..." minando un appallottolare qualcosa tra le mani con ira "e lui si gasa e decide che tutto va cambiato. Che è giusto romperci le palle con regole, obblighi, doveri, aaahhhh!!" sbattendo un pugno sul tavolo vicino.

Non è molto contento della gestione attuale" riassunse Lubo, con un ghigno cattivo

"ma piangeva poco fa.. lo faceva per il dispiacere?"

Jd si congelò di colpo alla domanda di Gask, Lubo rise come se fosse divertente e Alaric girò la testa con un'espressione contrariata, fulminando Gask per la domanda.

"No, piangevo per cosa è capace quella disgrazia con le zampe. Quella  ruspa divoratrice. Quel labrador con la faccia da stronza. Quella..."

"Come mai questo astio?"

"Perchè quei due sono simili, stesse teste, e quindi vanno in conflitto. Solo che uno è egoista e menefreghista, l'altra il contrario. E quindi se una deicde una cosa per tutti,  che però prevede divieti o permessi stabiliti, lui non lo accetta. Voleva la vecchia vita..."

"Andava benissimo! Tutto perfetto! Arriva lei e non è possibile usare i sottoposti per fargli fare cosa dovevi fare tu. A che serve essere un superiore che devi sbatterti tu... ah....Ha fatto paura a tutti e non posso più..."

"Non può più schiavizzare nessuno. L'ultima volta con i newbies, lei è intervenuta urlando nelle docce degli uomini e si è portata i novellini,  che erano stati messi a pulire e sistemare. Questo ovviamente all'inizio diciamo, ma la cosa è girata e ora tutti, nuovi e vecchi che non avevano le palle di farsi valere, ora lo fanno. Niente nonnismo, niente soprusi, nessuno che agisce oltre una certa soglia..."

"Oh, sveglia! Sai perchè non lo fanno?!? Perchè hanno la fifa di quale dannato metodo di punizione si inventa! Quella volta le pietre, l'altra imparare a riconoscere le erbe,   quell'altra ha messo un collare con la chiave a quel  povero disgraziato di Dougal e l'ha legato al Toro. TORO! E sai perchè?" guardando Gask voltandosi sulla sedia, mettendosi a cavalcioni "...perchè quando era stato mandato per punizione a fare un pò di fatica e ragionare su cosa aveva fatto, ha picchiavo le mucche perchè non l oascoltavano per tornare nella stalla. E vivendoci vicino, secondo quella pazza furiosa, e vedendosi addosso come toro lui stesso il trattamento di un altro che doveva badargli, capiva cosa significava fare del male alle creature, e solo perchè tu urli e basta. Alla Fattoria hanno canti finlandesi, si... canti finlandesi per richiamare lle vacche e le addestrano perchè capiscano cosa fare. Ma lui non sapeva fare nulla, capirai... altro che canti, quando ci ha provato sembrava  un pinguino, li hai sentiti i pinguini quando sbraitano?" sghignazzando "e così aveva preso un rametto sottile e le spingeva o le colpiva. E all'isterica non piaceva, affatto. -non si trattano gli animali in quel modo=""-, sbraitava!... come per i cavalli basta spingerli con un gomito o mano, diceva. E così ha trovato il modo di disagiare quel poveraccio. Per non parlare di quando ha mandato Jeshaia con un lanciafiamme a togliere la neve dai camminamenti..." scuotendo la testa, schifato, pensando alla scena mentre quell'uomo, solo, cercava di togliere la neve con indosso un lanciafiamme pesante, e doveva tirarsi pure un carrellino con le bombole, per pulire la sezioni acciottolate o lastricate dell'esterno.

"Come, scusa?!" domando Gask con gli occhi sbarrati.

Si voltò e vide che Jd teneva le labbra tirate cercando di non ridere, stava pensando alla situazione, mentre Lubo non era riuscito e se la rise, divertito.

"Ce ne sono state di epiche, ma mai quella delle zanzare. Quella era... era.." ridendo, non riuscendo a fermarsi, trascinando anche Jd che esplose, dopo aver cercato di non farlo.

"Quali zanzare?"

"Lei ha finanziato alcune aziende americane per l'allevamento e la vendita di zanzare sterilizzate, ossia che non possono procreare..." cercando di calmarsi mentre parlava "Lei le odia, insieme ai gatti, e così come punizione ha acqusitato un stock di certi attrezzi..." ma non riuscì a finire perchè scoppiò di nuovo a ridere
perfino Alaric non era riuscito e non poteva fermare le risate. Dovevano avere a mente proprio, quelle scene.

"Una volta si è arrabbiata perchè gli uomini continuavano a fare casini, rovinando muri, aiuole, le zone di paesaggistica, sporcando... oltre tutto il resto che combinavano" ma Alaric sovrastò Jd.

"E basta fare le bibbie ame, eh?! Quella squilibrata si è incazzata perchè non vuole che si danneggi niente, non è corretto perchè dice che è una sorta di casa di tutti. Ogni cosa ha un valore e quindi non deve essere rovinata, danneggia e via dicendo. Così o te le fa pagare per risistemarle, o riparare da te o pure e strofinare in base a cosa hai fatto o peggio ancora, si inventa punizioni da fuori di testa. Da TSO! E quella volta ha comprato mille, mille!... racchette elettriche anti zanzare e siccome le odia ed era estate, ha avuto l'idea di armare tutti quelli coinvolti,  anche con due a testa,  e dovevano colpire più zanzare possibili e riflettere nel mentre,  a cosa avevano fatto. Diceva che per capire il danno, eliminavano altre cose dannose e capivano le conseguenze. Logica..."

"Sai che aveva un senso!"

"Quello che credi. ma la scena... cazzo!" passandosi una manosulla faccia "quella scena era surreale. Decine di uomini, militari, con due racchette a testa alla volta che avevano assegnata una zona e dovevano fare come forsennati con quei cosi per eliminarle. Sembravano degli stupratori schizzoidi...-portano malattie portano disastri sono una disgrazia=""- urlava. Quando la disgrazia è lei... e sai lei che faceva?" chiese a Gask sporgendosi in avanti sulla sedia, con rabbia "lei era sistemata su una sdraio di legno a bere qualcosa, leggendo, mentre osservava come una suocera acida quei disgraziati che parevano con problemi motiri e urlava se notava, da dove era, quelle sanguisughe con le ali che gli svolazzano intorno. E volev apure contati  icadaveri!  Apriti cielo se vedev vicino a sè una... poi chissà comè, le zanzare la attaccano come attirate dal miele. Pensavo fosse acida e velenosa pure nel sangue, ma quelle la cercano come disperate...."

"Cioè, è quel tipo di persona che attirano le zanzare?"

"Si, ecco perchè ha ideato quella cosa. Odia che venga toccata anche da loro e peggio se la pungono. Perchè è così bianca e la pelle è così sensibile che le vengono ponfi grossi come... come... non lo so. Ma sono enormi. E il suo umore peggiora!" disse Jd

"ok, ma quindi..." chiese di nuovo Gask "ha fatto cacciare a quegli uomini le zanzare,  con delle racchette elettriche per punizione, per..." cercando di capire il senso

"per far capire loro che come le zanzare erano un danno agli altri..." disse Lubo, non cancellando quell'aria di stranimento da gask.

"a volte..." iniziò Jd, incapace sembrava di trovare le parole adatte "...diciamo che considera le punizioni un modo per portare la gente a riflettere su cosa hanno fatto. Per lei le punizioni corporali sono solo un peggioramento, non insegnano e non portano a comprendere. Incrementano solo l'odio, danneggiano la persona e rovinano tutto quanto... per questo decide di dare lavori fisici e mentali e... quello era questo..!" alzando le spalle e la braccia come a dire che non cèra altro da dire.

"E cosa hanno imparato?"

"Devo dirti..." gli rispose Lubo "anche io pensavo che non servissero a niente, ma gli uomini metnre lavorano, se sono più d'uno che hanno fatto cazzate, parlano, discutono e di confrontano nel mentre. Più volte lei ha detto che il dialogo e i confronti tra le persone sono importanti, nel Teatro, fa lavorare gli psicologi con gli uomini perchè facciano uscire ciò che hanno dentro cposì che gli altri lo vedano e sentano e loro stessi comprendono il dolore, problemi e disagio degli altri. Pare contorto ma no nlo è... e le punizioni hanno una loro logica.... E da quando ha imposto a tutti di consegnare un oggetto importante ad un altro scelto a caso dalla boccia, prendendone uno a sua volta, perchè siano conservati e trattati bene come fossero propri capendone il vlaore, sembra che l'idea sia andata in porto. Anche lei che sporcava la notte le cose,  in vari modi,  perchè trovassero al mattino gli ambienti mal ridotti, ha portato a risultati..."

"Aspetta..." chiese Gask stringendosi la radice del naso con le dita, restando in quella posizione "mi stai dicendo che ha fatto scambiare oggetti importanti tra gli uomini, a caso, imponendo di occuparsene come se fosse loro, se ho capito bene, e già che cèra ha fatto cose lei perchè trovassero gli ambienti..."

"...come li trattavano loro, magari sapendo cosa odiavano e facendogliela trovare, perchè comprendessero che vivendo in comune, era necessario aver cura dello Chateau su molte cose. E gli oggeti era un modo per capire in un altro senso l'empatia, m'importanza delle cose, del valore...E, ancora, portandoli a capire che pulire e rendendo gli ambienti ospitali, stavano loro meglio..."

"JD! Ma davvero credi a queste cagate???" sbottò Alaric "io so e ribadisco che fanno i bravi solo per evitare le sparate di quella pazzoide. Si stava bene anche prima, come trattavamo le cose e se qualcosa non andava si cambiava... ora si aggiusta..." facendo il verso con l'ultima parte di Kianta

Lubo guardò Jd, che mostrava chiaramente di non condividere quel modo di pensare.

"lascia stare. La odia e fa di tutto per andarle contro, in qualunque modo. Anche a lui piace come si vive ora, si sta molto meglio e a me piace. Direi che invece è solo invidioso di..."

"Io non sono invidioso! Trovo tutto quello che fa da malati di pulito e da pazzi  con problemi seri. Prima andava così bene!"

-andava bene perch potevi fare quello che volevi con gli uomini ora non ti è pi possibile e sei ocntrollato quando scappi per andare dalle donne=""-pensò Jd, contrariato.

"E Milan? Gli va bene? Lo permette?" chiese Gask per fermare la lite

"Milan si diverte. Adora da pazzi vedere come si comporta Kianta in base alle situazioni. Dice che vederla è come uno studio e una commedia insieme. E che non ha trovato altre persone come lei che gli fanno quell'effetto.  All'inizio anche lui non era convinto, abbiamo vissuto sotto le armi conoscendo bene comè la vita lì. Qui è molto, molto diverso e quando si è reso conto che alla fine le cose andavano come non credevamo, lascia fare. Anche se sembrano..."

"PAZZIA"

"...assurdi..." terminò Jd, stanco di Alaric "le cose sono... come le conosci adesso. Molto diverso,  vero? E Milan ha pensato che si poteva fare anche con il Progetto. E così... eccoci!"

"E perchè sembravate sull'orlo del terrore quando lei ha agito in quel modo?"

Di nuovo,s embrava che a quei tre si mozzasse il respiro, sembravano sudare freddo.

"Diciamo che temiamo capiti qualcosa che non ci piace?" disse Jd, non guardandolo.

"Cioè?"

"Senti, altro pazzo malato" disse Alaric puntandogli il dito contro, e Gask aggrottò le sopracciglia "spero di no, ma un giorno capirai. Non fare altre domande, MAI. Dimentica. Non è successo niente!A meno che non accada, lascia stare"

"Io invece..."

"Ascolta. Puoi piacere a Milan come un fratello,  quanto ti pare. Resti sempre il tipo di cui tutti parlano e un pazzo scatenato anche tu. E sai perchè lei non ti ha mai messo in punizione? non ti ha mai fatto fare cose fuori di testa? per MIlan. Se no nera per lui  lascia stare cosa si inventava per te. Sicuro ti avrebbe fatto fare la fine dei monaci russi"

"Perchè, che fanno i monaci russi?" chiese Gask curioso, vedendo però loro a disagio, ancora.

"Cosa fanno?" continuò Alaric, beffardo "Quei tizi fino a un secolo fa, avevano la malsana pratica di passare la loro vita, dopo aver preso i voti, sotterrati nella terra fino al collo nelle cripte in loculi a loro destinati, lasciando tutto ciò che erano a Dio. Pregavano e passavano la vita, anni, sotterrati fino al collo, con solo la testa fuori, patendo freddo, caldo, qualsiasi cosa. Si facevano imboccare della minestra schifosa e dell'acqua,  quando qualche novizio scendeva da loro e il resto era... questo. L'odio che lei prova per quelli come te, anche se non è vero ma è testa dura, perchè l'ho capito quello che sei, è così grande, anche dopo cosa hai combinato, che ti farebbe fare quella fine. Lo so, ti avrebbe sotterrato fino al collo da qualche parte e ti avrebbe fare qualche giorno o settimana in quel modo,  guardandoti dall'altro, proprio sopra il tuo corpo coperto dalla terra, con quell'espressione di disprezzo che le esce da tutti pori. E sarebbe rimasta là, a guardarti in piedi, anche seduta, su di te in pratica, a guardarti negli occhi mostrando tutto il suo repertorio di denigrazione e sopprusi che può farti. Per darti quello che lei pensa meriti, sfoderando la sua sufficienza per..."

"Si, si. IN pratica Alaric vuole dire che se fosse stato per Kianta, avresti provato l'esperienza di quei monaci, senza la Chiamata. E ti avrebbe guardato finchè non decideva che era abbastanza." rise Lubo. Gask non capiva se rideva per la cosa assurda o per i l fatto che l'avrebbe messo in pratica realmente.

"ma... siete seri o cosa?" guardandoli uno per uno stupefatto.

"No, Gask" continuò Lubo "per una volta quello che Alaric ha detto è vero!"

"Cioè avrebbe... ma dai! Divertente questa! E a quanti lo avrebbe fatto?" ridacchiando.

Ma smise di farlo quando vide le loro facce, prima si osservavano tra loro con gli occhi e poi guardando altrove. Dopo che Gask si ammutolì, lo fece il gurppetto intero, mentre solo quache raschiamento di gola volava per la stanza, e domande inespresse  che lui voleva fare, rimasero nella sua testa.

"Ehm.. mi spiegate cosa cè da ridere su alcune cose che avete detto? Non sembravano..."

jd guardò gask attentamente, lanciò un'occhiata che Lubo che scattò a ridere di nuovo, voltando il capo. Cercando di celare una risata anche lui disse una cosa.

"Parliamo ovviamente delle punizioni e simili... Comunque, semplice. Li abbiamo vissuti. In terza persona ma in quei momenti. E' molto, molto diverso. Ecco perchè..."

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Capitolo 21
*** 21 ***


Chapter 21 Chapter 21

Un anno e quattro mes prima  - paddock esterno

"Davvero è il suo cavallo?" domandò Gask appoggiato con i le braccia alla staccionata non grezza,  che recintava la zona libera per i cavalli.
Seppur un ampio spazio, si erano avvicinati e brucavano, giocavano e saltellavano vicino lui e Jd, che aveva raggiunto.

"Eh, si. Bello vero?"

"Non avevo mai visto un cavallo come quello. Dove vivevo da ragazzo si usavano, per questo non ho avuto problemi, dovevo solo ricordarmi come si faceva,  ma i cavalli erano... diversi"

"No, ti prego. NOn dire più che dovevi ricordarti come si faceva. Non se cè Kianta in giro" voltandosi anche di busto in tutte le direzioni, per controllare che non giungesse a tradimento su o con Warden al fianco. Sembrava disperato o preoccupato.

"Parli della storia del trattare bene gli animali? A me avevano insegnato così..."

"E sbagliavi! Non per colpa tua, ma il tuo assetto era totlmente sbagliato e danneggiava il cavallo,  e tiravi le redini come un dannato, colpendo le barre e non le convessure labiali. I danni che i cavalli accumulano li danneggiano. Se quelle volte si è incazzata con te, per come è e la conosco, non era per te come tu persona, ma come ti comportavi a cavallo. Non cè peggio di un cavaliere che fa del male a un animale, anche non sapendo di farlo. Come per le leggi di un paese, l'ignoranza non ti mette al sicuro da un rimprovero. Sempre meglio lei incazzata però di Milan o Dorde... E Kianta continua a sfidarli...mpfh"

"In che senso"

Jd prese dalle tasche un pacchetto rettangolare fatto a mano con del cartone particolare,  che fabbricavano,  e prese una sigaretta, portandola sulle labbra. ne offrì una anche a Gask, ma questi non accettò.

"Non è una sigaretta normale... non è nemmo rollata con erba... hai capito quale!"gli disse, guardandolo negli occhi

"Ma allora che sono? Droghe?"

"Mh..." mormorò lui come pensandoci, accendendola "un tempo molte spezie erano identificate come droghe. Poi il nome venne dato a certe sostanze capaci di dare.. certi effetti..." disse per poi aspirare e trannere un minuto. Espirò "sono così abituato a usarle che ormai mentalmente,  conto un minuto preciso. Secondo le regole dell'utilizzo. Come mi ha insegnato Lia, milleuno... milledue... e sei più preciso!" mormorò, quasi come stesse riflettendo mentre osserva il fumo.

"Chi? Davvero funziona fare così?"

Jd  si riscosse sentendo il nome, poi voltò il viso guardando i cavalli "Una persona... è da lei se so che prima -  droga  - era un termine ben diverso. Ammetto che è stato interessante la Lezione sui commerci, l'uso e la considerazione sulle spezie e droghe, la via della seta... Comunque queste non sono sigarette normali o rollate alla furbetta. Sono diverse..."

"E cosa cè dentro? Se ho capito non cè droga"

"Oh, no! Lei..." corrugando la fronte, aveva capito di aver parlato di nuovo troppo "una persona aveva chiesto di non utilizzare sigarette normali, quelle furbette e droghe varie. Non le amava, perchè per suoi problemi voleva la mente lucida. Diceva sempre che voleva provare e capire quando e se provava al cento per cento, e offuscando il cervello non poteva accadere. Provava vero disgusto per chi usava droghe ed erbe particolari per sballarsi. La gente lo faceva per togliersi in genere i pensieri brutti e divertirsi, secondo loro, ma in verità lei diceva che solamente spegnevano il cervello nel modo sbagliato. Cancellavano ciò che potevano provare senza veramnete divertirsi per poco temo, per ripiombare nella relatà come caduti di faccia a terra...e. perchè non ricordavano in quel tempo! Per lei i ricordi erano importanti, definivano la persona e cosa si portava nella tomba. Diceva smepre che avesse avuto...." sospirando forte "se avesse avuti bei ricordi, sarebbe morta col sorriso sulle labbra, nonostante tutto. Ma non ne aveva. E odiava chi cancellava dalla sua mente e vita ricordi e memorie,  usando le droghe o fotografando e basta. Diceva sempre che non si vive di ricordi, ma coni ricordi. E con le droghe, chi ricorda cosa ha fatto? Anche ubriacandosi, ovvio. E secondo studi che lei ha fatto rifare a quelli di David, chi fa solo foto senza godersi davvero i momenti,  non ricorda nulla. I risultati parlavano chiaro. Più foto si fanno senza osservare, guardare, far lavorare il proprio lato critico, non si aveva in memoria niente di quello che cèra nelle stanze che avevano preparato e usato per il test. E lei non la prese bene. Era diversa, la sua mente stava sempre in fuorigiri, pensava, pensava, guardava le cose per imprimersele nella mente e ragionare. Era fatta così! Diceva sempre che i soldi e le carriere si possono guadagnare, ma i ricordi e i momenti,  quelli no! E già odiav aquando beveva quel suo vino preferito, quello rosso frizzante che le piaceva tanto. Le piaceva,  ma si dava una regolata per come poi sentiva se stessa e la testa,  poi. Oh lei poteva reggerlo l'alcool, ma... Non le piaceva il senso di ebrezza che dava l'alcool e non le piaceva ancora di più chi usava quello, come per droghe ed erbe, per andare fuori di testa e non pensare, uscire con la metne dalla realtà che non gli paiceva. Lei lo faceva in un modo... particolare. E non capiva come la gente non potesse fare lo stesso. Io cambio piano e loro non possono? Milan la chiamava... dissociazione. Si, dissociazione... con la dissociazione Lia si rifugia altrove, un mondo diverso e completo,quanto lo sarebbe lei, e quello che accade lì a volte la consola. memorie che avrebbe dovuto avere in questa realtà. Un luogo di un altro piano o realtà alternativa, dove almeno lei..." parecchio corruciato e meditabondo.

"così la dissociazione?" facendolo tornare alla discussione

"Una realtà alternativa dove si andava... con la mente. Mondi così reali come il dolore,  dove si può scappare solo volendolo. COn la musica o meno. Livelli, livelli di realtà alternative da sovrapporre per scappare. Essere e diventare. Avere qualcuno vicino almeno là...Ma quelli comunque erano ricordi, sensazioni addirittura, che lei teneva e le restavano. Alcool e droghe non possono, diceva. E vedeva come lagente si riduceva, assumendoli"

"E' per questo che ci sono ma con rigore? Ho notato che girano ma..."

"Perchè lei aveva dato a tutti quanti motivi, e aveva creato le Lezioni e faceva parlare in modo giusto chi incaricava. Uno degli elementi del dialogo, diceva, è il tono. Il tono giusto dice tutto, con quello sbagliato,  sbagli tutto. E non riesci a dire nulla. Il tono è la differenza. E cosa dai in sostituzione. Ecco perchè il teatro e tutto il resto. Aveva dannatamente ragione! Una persona comune che parlava,  perchè sapeva dalle sue esperienze e aveva ragione, più degli psicologi e specialisti che avevamo. E queste cose che abbiamo adesso... come le possiamo chiamare? Il risultato del senso o motivo di vivere? Un dono oltre quello naturale? Trovare il dono, diceva sempre. E metterlo in pratica. Lo scopo è quello di trovarlo, viverlo e se si vuole, donarlo. E nè la dissociazione e ne le droghe o alcool avranno più senso!"

"ma di chi parli?"

"Nulla...volevo solo dire che quello che sto fumando è il metodo nuovo di.. sfogarsi? Le sigarette alla fine,  cosa sono? Una sorta di vizio che ci scaccia il nervoso, per l'atto in se di portare alla bocca, tirare e sentire il fumo dentro di noi, per cacciarlo fuori. Come se si cacciasse via la melma nera da dentro che ci rovina. Lo dicev asempre. Ma si danneggia solo se stessi,  così... e quando nei nostri laboratoires sono uscite queste, Lia le ha letteralmente regalate come prova a tutti. Ed eccoci... hanno creato queste, che sembrano in tutto sigarette vere,  ma sono fatte di resine o incensi come vuoi chiamarle e vitamine, fatte a pasta. Non mi chiedere il procedimento,  ma sono sicuri. A quella persona piacevano tantissimo gli incensi, sia di resine che di erbe, perchè il fumo che producevano era pure salutare. Ed ecco quindi una sigaretta salutare e poi ci sono quelle chiamate ad eareosol. Una sorta di sigaretta fredda che permette di inalare i prodotti liquidi, vitamine ma anche altro, attraverso una sorta di areosol sicuro. Senza sostanze nocive ma sicure e prodotto dalla nostra Fattoria. E' quindi.... una sigaretta medica, che fornisce vitamine essenziali per la cura, ce ne sono vari tipi, e poi ci sono quelle d'aiuto, dalle energizzanti con caffeina alle rilassanti , anche per dormire. Cè gente che non ama le gocce da prendere, sai... o quelli che non sono in grado perchè hanno il sneso di vomitare, le pillole. Ecco quindi come noi risolviamo, e rilassa. Ma è un palliativo, diciamo, quando tutto ciò che ha proposto non andavano o avevano bisogno di qualcosa..."

"E tu? Di cosa hai bisogno per fumare?"

"In verità non lo so. Tante cose e nulla in particolare. Una volta fumavo, non tanto, qualche sigaretta al giorno,  poi lei arrivò pure a picchiarmi le mani quando mi vedeva con quelle fra le dita, o solo i pacchetti. Poi arrivarono quelle sigarette, io avevo diciamo cercato di smettere, dopo che fece portare una serie di veri, ripeto veri, polmoni umani affetti dal risultato del tabagismo. Vedere realmente davanti a te una serie di polmoni di persone che erano vive, e poi morte con quello dentro ha fatto il suo... effetto. Molti hanno smesso e hanno avuto non incubi,  ma temevano di sapere come fossero i loro, dentro. E' stato un brusco avviso, ma ha funzionato. Ma la mente aveva bisogno, come zuccheri e piacere, di qualcosa che gli assomigliasse, quindi l'idea delle sigarette salutari è andata.

"e da dove li ha presi i polmoni veri?"

Jd per un attimo sembrava ancora lontano, con gli occhi come se ricordasse anche dopo aver parlato, poi fece una smorfia per non ridere e si voltò verso Gask, tenendo la sigaretta fumante in basso, appollaiandosi di piùsulla staccionata abbassandosi con busto.

"Da cadaveri, da dove secondo te? E prima che inizi a pensare che abbia fatto chissà cosa, no. Almeno, non in quel caso..." disse con convinzione ma cera qualcosa di velato,  che sembrava voler scacciare con quel prolungamento di una frase come se non volesse lasciarla a metà "comunque lei è in contatto con università e centri di ricerca,  che ricevono i corpi di persone che hanno lasciato nel testamento il desiderio di donare il proprio corpo alla scienza. O semplicemente viene chiesto alle famiglie se vogliono donare gli organi,  e prelevano tutti quelli che possono per mandarli a noi, per le Lezioni. Forse non vi hai mai assistito, ma quando sono dispobili,  lei da un contributo per le ricerche che fanno e li porta qui, perchè siano mostrati mentre un relatore parla. Vedere certe cose ti cambia, davvero. Per poco fa, si. Era sul punto di pagare e promettere aiuto ad alcune ragazze drogate, incinte, perchè si prestassero a mostrare dal vivo un parto nelle Lezioni. Un parto. VERO!" disse lui come rianimato, ridendo "promettendo aiuto a loro e i bambini, purchè non usassero più quello schifo. Diciamo che noi Capitani ci siamo impuntati parecchio per evitarlo. Non credo che tu abbia mai visto un parto, anche solo in video..." con un disagio come se avesse visto qualcosa che non andava visto.

"Che vuoi dire... lo ha fatto o no?" chiese Gask ridendo per la scena

"Non era felice del divieto che pure Milan le diede. Diciamo che lui non sarebbe stato uno di quei padri che trovavi in sala parto, pronto a vedere subito il figlio appena... uscito. Così lei si incavolò, fece fare riprese molto, molto ravvicinate mascherandolo come dicumentario e l fece vedere al alcuni gruppi che seguivano le Lezioni, per il tema sulla sessualità!..." chiudendo gli occhi un attimo "vuoi davvero sapere cosa è successo?"

"... dalla tua faccia ora non sono più sicuro!"

"Mh..." passandosi il pollice sulle labbra come lontano ocn la mente, con il mento sull'altro braccio "diciamo che abbiamo dovuto trovare secchi per tutti, e quando non arrivavamo, pulire per bene il pavimento. Sai cosa ha detto alla fine, quando li ha riuniti tutti di nuovo per parlare? Che colpire, picchiare, uccidere perfino sembrava facile e senza danni. Che per i militari, dopo il primo, gli altri erano facili come cambiarsi gli slip. E... da quando cèra lei e poi Kianta,  ora tutti si cambiano gl islip, usano le Lezioni anche sull'igiene personale come fosse la bibbia. Adesso come dicevano le regole, mutande per la notte, mutande per il giorno, da cambiare assolutamnete anche tre volte al giorno dopo gli impegni o se chiaramente sudate. Ma cambiarle. Sai perchè dico questo? Perchè nonostnate l'igiene sia importante,  cè gente che usa un paio tutta la settimana, notti comprese, o un solo paio al giorno, e se le rimette dopo la doccia, già usate. Con lei queste cose sono cambiate, dopo che ha mostrato con i raggi UV con una lampada costosa, cosa si annidava nei loro indumenti, usati o lavati, ma male. Ho imparato la cosa anche io, mi è bastato cosa abbiamo visto..."

"Cioè?"

"Cioè... ha chiesto a due volontari di prendere degli slip, magliette e calzini che lei aveva portato puliti, cambiarsi dietro un paravento che si tiene lì per le Lezioni, se serve, e darli a due scienziati lì per quella Lezione. Loro hanno consegnato gli indumenti usati, e ricordo..:" scoppiando a ridere quasi sputacchiando e poggiando la fronte sulle braccia sussultante per le risa "ricordo la sua faccia quando vide le mutande con quella che chiamava la -  fiammata color mattone  -, per non esser volgare. Avrebbe voluto strozzarli, lo so perchè si vedeva. Si teneva a distanza e usava telecamere apposite che proiettavano su schermi. Gli scienziati hanno quindi preso gli indumenti e prima, dopo aver spento le luci, mostrato cosa si notava con gli UV e dei liquidi che spruzzavano sopra,  per rivelare materiale biologico meno visibile. E poi hanno tagliato, e tenevano i guanti eh, dei ritagli e messo sotto un microscopio con incorporata una cam, non so ocme funzionano ma lo avev agià integrato. Ebbene, da quel momento anche io ho seguito le regole dell'igiene. La regola delle tre spugne, slip da cambiare in certe circostanze e anche la notte, ossia slip diversi per la notte e per il giorno. E anche per il bagno, fare e titare o meno lo sciacquone, ma sempre prima di tirare l'acqua chiudere il coperchio perchè cosa esce durante il lavaggio finisce ovunque. Hanno fatto dimostrazioni anche di quello. Fu così che per tutti il bagno assunse una visione diversa" ridendo "ah, dimenticavo. Se esci fuori dallo  Chateau per varie cose, qunidi là fuori, mettiti sempre intimo nuovo senza segni di danni, tempo o altro. Non rammendati o con vistosi segni di sbiadimento o sporco. Se succede qualsiasi cosa, diceva Lia, se finisci in ambulanza o all'obitorio, non è bello andarci con roba messa male. Anche se per lei aveva un senso... E io ridevo all'inizio alle sue battute, poi capì.. che no nerano battute. E facciamo molte cose che diceva. Ma quella del parto, tornando al discorso è stato... descriverlo, come? Disse chiaramente che è facile, come i superficiali, basarsi sull'esterno e quindi vedere qualcosa di distante e familiare. Che per gli uomini era bello e desiderato quell'angolo delle donne epr i loro divertimenti, ma che loro stessi nascendo hanno fatto qualcosa. Aveva mostrato i risultati a video di come si erano sentiti, quanti gli stessi sintomi e quali no o altri. Diciamo che venti persone a gruppo hanno sporcato quella stanza come non immaginavo, sembrava un cazzo di lazzaretto quando sono entrato,  perchè mi avevano chiamato per il danno. E Lia... lei era là, seduta in fondo, contro il muro sul quale cèra il monitor, e li guardava tra l'impassibile e il disgusto, per chi sapeva coglierlo. Li osservava, con le gambe accavallate, le braccia conserte sul ginocchio, sguardo come se vedesse degli idioti, mentre il medico specialista in sessualità cercava di aiutare uno,  ma gli altri diciannove vomitavano, si sentivano male, alcuni piangevano. Quel video era fatto così bene che mancavano solo gli odori, e aveva fatti stare male parecchi di loro. Non tutti, cèrano quelli che guardavano gli altri sgomenti e semrbavano pensare  -  ma, soggetto, che stai a fare, era così disturbante?  -. Reagivano in modo diverso o per loro natura non si scandalizzavano. Ma sono stati male, davvero. E quel giorno, dopo averli riuniti tutti di nuovo,  e tremavano per sapere cosa avrebbe combinato, lei invece parlò. Solamente. E disse una cosa che ricordo ancora. -  Con quale facilità nelle vostre carriere prima dell'essere presi da Milan e durante, avete picchiato, ucciso, ferito in vari modi. Per gli ordini, ma lo avete fatto. E come vi siete sentiti? Cosa vi ha dato dentro quello che vedevate e facevate? Eppure, per una semplice nascita, vi siete sentiti male. Come mai, per quale motivo, gente come voi,  avvezza alla violenza e a fare danni, hanno reazioni del genere alla vista... della vita. Come la chiama la gente buonista, il miracolo della vita. Che poi, il miracolo della vita vero e proprio avviene prima, lo avete studiato cosa accade quando vi divertite dentro una donna e nesusno dei due ha fatto qualcosa per evitare che accadesse. E poi si sviluppa, per il miracolo di madre natura, la vita su questo pianeta, quel coso che sarà vostro figlio per fare un esempio, e dovrà poi uscire. E dovrà poi distruggere in tutti sensi quella cosa che vi piace tanto,  che finirà per semrbare il traforo del monte Bianco... sembra il foro lasciato da una siringa...a proposito, ecco come appare...   - e mise una, due foto del segno  o il buco che lascia una siringa nella pelle,  zommato tantissimo. Poi lo ha guardato, si è corretta, ha chiesto scusa, ha cambiato foto e ha mostrato...ma lo sapevo, come sempre lei, che era fatto apposta..."

L' non ce la fece più, rise tantissimo da non riuscire a fermarsi, finchè non cercò di calmarsi, riprendere padronanza di sè e continuò, sempre con i muscoli che volevnao andare in su

"Mostrò due foto, una di una vagina vera in un collage dopo un parto, quando avevano dovuto tagliare alcune parti per fare uscire il bambino e l'altra cucita. Cazzo, se faceva schifo "disse, passandosi una mano sulla faccia "e l'altra era... mh... un ano di donna dopo aver praticato per molto tempo una pratica che lo allarga molto. Credo che non ti interessa il nome come e il resto, ma faceva davvero impressione,  non sembrava quella parte là come la si conosce normalmente. Sembrava un buco osceno con della massa rossa e... lei li guardò, per farlo si era girata dando loro le spalle, poi si voltò e disse alzando le spalle -   Uguale.... Uguale!  -. E guardò le espressioni degli uomini. E con un dito li indicò tutti e disse -  eppure vi vedo, state mostrando schifo, orrore, disgusto, raccapriccio... ma prima vi piacevano. prima li volevate. Quando uccidete, quando ferite, quando fate male gli altri non pensate a corpi per terra e cosa sono, persone la maggior parte dei casi,  e altri bestie che meritavano peggio... ma ora non è importante, ma erano persone che sono prive di vita. Se li uccidete sono sacchi di carne, scemi prima, ma questo. QUando togliete la vita, create di sacchi di carne inutili. QUando ferite non pensate a cosa avviene dopo a quelle ferite e come diventano. E ho visto cosa vi combinate,  quando vi affrontate per pugilato e altri vostri passatempo. Poi vi guardate con gli ematomi e ridete. Come cretini, ma lo fate, vi prendete in giro su ocme vi conciate. E allora perchè, spiegate, uomini grossi, forzuti, pompati, addestrati e che hanno ucciso senza problemi seguendo gli ordini, cadono stecchiti a terra o vomitano,  o stanno male per vedere un parto, la stessa cosa avvenuta per mettervi al mondo, o vedono quello che succede dopo le vostre pratiche al corpo altrui,  e vorreste solo toglierle e vedere fighe strepitose per rifarvi gli occhi. Perchè danneggiare anche in modo irreversibile qualcuno non vi crea nulla, ma anzi ormai per voi è routine,  e vedere una testa uscire dal buco che vi piace tanto, vi fa chiedere l'aiuto di un prete per l'estrema unzione? Per me siete esagerati. Ho assistito io, di persona, ad autpsie, ho visto vari tipi di cadaveri veri, ho visitato i musei della decomposizione. Ho voluto capire cosa fosse prima e dopo un corpo umano, mi sono chiesta se davvero quei ventun grammi perduti dopo la morte di qualcuno avessero così rilevanza, visto che molte religioni vogliono che il corpo sia inviolato per le .. coff, cagate, coff.. religiose. Scusate aveva qualcosa qui..- indicandosi il petto. E io volevo ridere, lo ricordo, ridevo ma nello stesso tempo avevo la pelle d'oca per quello che disse. E continuò. -Mi fa ridere come padri, che hanno cresciuto i loro figli amandoli,  anche pronti a dare la vita o fare di tutto perchè non finissero in carcere o altro... e poi, se scoprivano che non erano figli loro, biologici, li cacciavano via e non li volevano più vedere,  come se i sentimenti che provavano prima fossero polvere da togliere dalla giacca. Quello che tu provi non dovrebbe affatto cambiare, li hai cresciuti, hai insegnato cose...sono uomini e donne che tu hai creato con la tua conoscenza e affezione. Diciamo, ci sono molti che non sono capaci di farsi una doccia e vogliono crescere un bambino, ma avete capito il senso... sono figli tuoi in tutti i sensi tranne che non dal tuo seme. Ma sei stato una guida di vita. E questo si riallaccia alla questione. Perchè per quei padri è così facile dare anche la vita o fare schifezze per salvare i figli da galera o che fanno le porcate grosse, per poi disconoscerli e andar via lui o mandar via loro, se scoprono che non sono nati da quello che han fatto nella moglie? Perchè per voi è così facile guardare un corpo morto a terra per esempio, non fare una piega e pure sfotterlo, ho visto le registrazioni delle cam che ho fatto mettere,  non fate i vaghi, e poi avete quelle reazioni per vedere la vita nascere? Non dovrebbe esser eil contrario? No? Dovreste guardare interessati un parto, scherzarci anche se per caso il bambino esce prima un'orecchio e lo ha a sveltola, guardare come sono orribili i bambini appena nati e scherzare che sembrano l'Omino Michelin.... vedere cmunque quell'atto come positivo, normale. Che quando fanno versi sembrano una foca,confrontate le foche e vi smebrano neonati che fanno versi. Dovreste guardarli nascere, venire al mondo, vedere cosa avete fatto a vostra madre e trovarlo.. normale, naturale. E vomitare e avere i sintomi che avete mostrato per corpi uccisi, cadaveri, gente picchiata male... O come il corpo di un uomo o una donna, in base al vostro partner, che volete fare tutti i giochi sessuali possibili,  con roba sempre più grossa e sicuro sareste compiaciuti delle prove, e poi fate le facce che vi ho visto... per il corpo di qualcun altro,  che è stato modificato dagl ialtri. Per il piacere degli altri, magari anche della persona ovvio, ma diventa in quel modo. E magari poi trovate l'altra persona troppo slabrata, aperta, col culo baffuto dopo aver visto certe parti o altro per voi e passate ad un'altra persona perchè la cosa non vi piace e vi disgusta. Sapete dare una spiegazione? Sapete perchè succedono cose che nella realtà sono così,  ma dovrebbero essere al contrario? Perchè siete così freddi e scostanti con isacchi di carne vuoti e fate così,  con quello che è per tutti voi, il miracolo della vita?    -.

Jd si fermò per un paio di minuti, guardando i cavalli, poi guardò Gask, rimasto fisso a guardarlo, con il collo di uno che ha lavorato al suo corpo,  girato da un sacco verso di lui.

"Sai perchè ammiro Kianta e quella persona? Sai perchè non vado contro Kianta o faccio nulla? Sai perchè ho lasciato fare oggi,  a quello sfogo? te lo dico semplicemente, perchè non so se Milan te lo dirà mai. Ammiro Kianta perchè lei fa quello che molti nel mondo non fanno. Lia diceva sempre che era necessario, necessario, fare ciò che si sentiva gisuto dentro, perchè qualsiasi cosa tu possa fare vi sarà sempre critica. Da parte della gente intorno a te e, se esisteva, da quel Dio che guardava sempre e non si mostrava mai. E quindi, qualsiasi cosa tu faccia, per le leggi divine, sarai dannato se lo fai, o dannato se non lo fai. Nel dubbio fai e buttati. Almeno sei sincero con te e con il dopo, accettare eventuali conseguenze non sarà così doloroso. Quel che davvero dovevi fare, lo hai fatto e ti va bene così. Perchè peggio della condanna degli umani e quella divina,  ci sono solo i rimorsi.  E lei lo aveva il coraggio, come Kianta. E ancora diceva una cosa, legata a quello che era diventata e cosa aveva sopportato. Affermava che il coraggio non manca, ma era la paura, quella, a fregarti malamente. La paura aveva preso quasi possesso di lei e l'aveva portata a non fare e a non essere, distruggendosi pian piano, per far felici gli altri. La paura del giudizio, la paura delle urla, paura delle botte, la paura di essere quello che dicevano fosse ai loro occhi ma... non era così! Ma lo ha creduto finchè non ce l'ha fatta. Lei non ha superato e il dolore che aveva,  l'ha perseguitata fino alla fine. Diceva sempre che s ele cose fossero accadute prima, cèra ancora speranza, ma a quel punto era inutile pure pensarci. Eppure osava. Era capace di infilare pure la testa da qualche parte per vedere cosa cèra dentro e... quello che ammiro di Kianta è che rispetto agli altri,  non si fa indietro. lei dice le cos ecome le pensa e come stanno per lei, non tira via la mano se tira la pietra, non finge e se si incazza ti affronta di faccia dandoti pure una testata, Già che cèra,  se sei proprio stonzo.Ci osno persone che si lagnano tanto delle cose, urlano sui social cose che necessitano fatti,  ma niente. Hanno paura. La paura frega. La paura, diceva Lia, è molto più potente dell'amore. La paura di perdere cosa si ha non ti fa più protestare, urlare, far sentire la tua voce, affrontare tutto pensando solo a quello per cui lo si fa. Ma non Kianta. Affronta chiunque a testa alta, va di faccia, alimentata da cosa prova dentro, affrnotnando anche la morte, a volte sbeffeggiandola o invitandola. Come Lia non ne ha paura, anzi e la cosa mi fa sudare freddo, tuttavia... è la sola persona, più di Milan, che se si mette in testa una cosa la sfida, agisce, mette se stessa anche come vita,  e non si lascia mettere i piedi in testa. Se Lia era frenata dalla paura che gli altri le hanno messo in testa, Kianta di contro deve superare se stessa e vede tutti come stronzi semoventi da togliere. Ha le sue motivazioni ovviamente che condivido, le azioni insomma, ma tutto le si può dire se non che fa più degli altri. C gente che dice peste e corna di altri, che si definiscono in alcuni gruppi pro questo e quello ma di fatto no nfanno nulla se non odiare il genere umano a prescindere. Lei incontra tutti e giudica dalle azioni, non le parole. Come lei diceva smepre,   sono sempre e solo le azioni che fanno capire chi sei, non le parole. Le sole parole sono aria, dicono chi credi di essere ma volano nel vento, le azioni sono brillanti come il fuoco... Insomma, cosa ha fatto è dipeso da tante cose"

"Owswald diceva che lo ha fatto perchè arrabbiata con Milan, non vuole che lui porti gente qui e questo era il risultato"

"Si, ci stavo arrivando... è anche colpa di Milan. Gli piace ostentare e mostrare le cose. Lo ha sempre fatto, ma per questo si è superato. OK le Torri, ci sono anche per quello, ma questo posto... adesso sono sicuro che lo capirà. Dopo il tuo capo, te e quei tizi cambierà opinione. Spero solo che a Kianta non venga in mente di fare un altro dei suoi scioperi e segnali di negazionismo, facendo qualcosa che non piace a Milan o Dorde. Ho paura che inizi a dire che l'arte di Dorde fa schifo..."

"l'arte di Dorde?"

"Eh...!" fece come verso Jd, con il viso strano "tempo fa alcuni uomini iniziarono a provare la pittura e si è scoperto che qualcuno era bravo, migliorava molto e una volta Kianta era presente. Così l'insegnante che lei aveva chiamato, un pittore esperto che era conosciuto per copie perfette degli originali e che aveva venduto opere sue come le vere, ovviamente quelle non in musei ma da privati,meno conosciuti come locazione,  le aveva chiesto se, invece di usare un busto o un modello vero scelto a caso, potesse farlo lei. Non ne fu felice ma... dopo insistenze, accettò. Devi sapere una cosa. Kianta se fotografata o filmata non appare come è nella realtà. E' una di quelle persone definite non telegeniche o fotogeniche. Insomma fotografata o altro viene da schifo. Sembra proprio un'altra persona, così tanto che all'inizio per le feste che si organizzano qui, furono sviluppate le foto. E si, qui si usano ancora rullini da sviluppare nella camera oscura e perfino dagherrotipi. Quel tipo di fotografia ancora più antico... non ne capisco molto ma li fanno. Abbiamo un vero e proprio laboratorio per l'arte della fotografia,  dalle origini ad oggi,  e per Kianta la fotografia classica, quindi a rulluni o polarodi sono le migliori. All'inizio quindi accettò di far foto con tutti noi, ma dopo aver visto troppe volte come veniva male, malissimo, decide che non ci sarebbero mai state altre sue foto. La storia è un pò lunga ma... diciamo che non ne vedi in giro per questo motivo. Milan ha dipinti e foto sue ovunque, al solito... E Dorde è un grande amante della pittura e dello stile iperealista. Così si mise in testa di usarla come modella per vedere come lui riusciva. Kianta l osa perchè Milan un giorno portò nella Sala delle pianificazioni un dipinto che la ritraeva. Era davver fatto bene, tanto che sembrava una foto, non un dipinto sai dove vedi le pennellate. Tutti noi che lo guardavano eravamo sorpresi, non credevamo non fosse una fotografia. Ma lei lo guardò fredda, mutò l'espressione in rabbia e non lo volle più vedere. Seppe così che Dorde stava sfidando la fotografia con la sua arte, che era rimasto colpito dal fatto che sulla pellicola vi fosse un'altra persona, che semrbava diversa da lei, nel senso che se dal vivo ti sembra in un modo, là no. E a lei non piaceva. Vi fu anche la questione di quell'altro quadro, dipinto non so, un fotogsamma ricordato da Alaric che ho visto anche io... e poi non so come,  Milan riuscì a farsi vendere un esemplare da uno dei Disneyland, non so dove per regalarglielo..."

"intendi quei posti per bambini?"

"Si esatto. Cavolo, era davvero identica. E per identica, dico proprio come se l'avessero presa a modello. La donna e l'uomo di quel ritratto sembra che siano stati presi da una foto vera, non scherzo, si vede che sono troppo... reali. Troppo. Più che di tutti i film che hanno fatto. Il bambino invece è palesemente disegnano,  ma loro... E lei è proprio identica. Se non fosse stato erp Alaric che ha sempre gli occhi di falco,  non ne avremmo saputo niente. E quel dipinto di Dorde non le piacque molto"

"non ho capito di cosa parli..."

 "lascia stare. In realtà la questione toccava un'altra persona ma... insomma, quel giorno accettò malamente di posare e tutti cercarono di usarla come modello. Brew, questo i lsuo nome, ormai lo conosci, dipinse qualcosa che era definito realista, non ne capisco nulla se era dello stesso tipo di Dorde, ma quando finirono,  e Kianta con quell'insegnante passò per osservarli, si notò la sua bravura. Kianta mi chiamò e io arrivai e la vidi un pò strana, mi indicò un dipinto e lo osservai. Le somigliava molto, si vedeva che era acerbo ma era davero bravo. E poi Kianta se ne uscì con una frase infelice..." disse Jd in preda all'angoscia.

"Lo ha rotto? Non le era piaciuto? Ha fatto, che ne so, quello che voleva fare a quello di Dorde?"

"No. Non avrebbe mai distrutto un'opera,  non è da lei. E poi lei ama i ritratti e la pittura, credo che le sarebbe piaciuto se non posare, guardare all'opera un genio. NOn lo sai,  ma lei gira molto per i laborator creativi e resta proprio a guardare lavorare le persone, le piace molto. Quindi no, mai. Ma disse... affermò che quel dipinto trasmetteva più di uno di suo conoscenza. Disse...-   la tua arte è più calda di quella Dorde. Calda e vibrante, dà vita. Non è una copia e basta dell'originale   -. Fu in quel momento che scattai senza pensarci, la presi per un braccio e la tirai via, sperando che il danno non fosse grosso. Non ho mai incontrato Dorde,  ma so che diverso da Milan e decide lui molte cose. E non cè peggio, per un artista, quando qualcuno afferma certe cose e dice che altri sono più bravi di te. Il dipinto di Dorde... lei aveva ragione, quel quadro, il ritratto del fratello di Milan, sembrava una fotografia. E la fotografia ferma il tempo di un momento. ma il quadro di Brew colpì Kianta e in effetti sembrava avere più forza che in quello iperrealista e assurdo di Dorde ma... Kianta dice piatto. Sembrava quasi che lo avesse fatto una stampante,  ma non trasmetteva se non stupore e ammirazione. Ma Kianta dice sempre che il potere di un dipinto, più un ritratto, è portare il soggetto sulla tela. E non parlava del concetto di bellezza..."

"Quindi?"

"Quindi Kianta è andata contro Milan e Dorde molte volte. Un altro avrebbe tentato di tenersi il posto, la posizione, il potere, tutto quando con le unghie e i denti, leccando il culo di quei due e se donna come quelle che frequentano, facendo le gatte morte. Ma non lei. A lei va bene pure che la mettono a sistemare la stalla, non le importerebbe, basta che le lasciano solo quello che la fa sentire viva. Lei non ha certi bisogni degli altri. Non le importa di case come proprietà, considerazione, ricchezza, posizione, potere, e bla bla. Questo significa anche però che, togliendo quanto serva a quei due e a David, quello che fa sugli stronzi, per essere gentili, è poca cosa. Poca. E rispetto anoi, non uccide. A meno che..." con amarezza.

"A meno che...?"

"Chiedilo a lei..."

"Senti e quella volta che sono venuti quei quattro che volevano la loro roba, è intervenuta Kianta e li ha letteralmente mandati in ospedale? Cavolo, non pensavo di vedere una cosa del genere..." ridacchiando "Mi riferisco ne vedere davvero quello che sa fare e come lo mette in atto. Però mi chiedo cosa significano le cose che aveva detto... quando diceva che non dovevano affermare che fosse niente, che lei era antica e che non sarebbero mai stati al suo livello"

"Mh... quello" passandosi una mano sul viso mentre la sigaretta si consumava tra le sue dita senza essere più toccata,finendo cenere. Così la spense sul legno buttandola sull'erba "speravo di dimenticarlo. E lì si è trattenuta... ha colpa sia il suo passato che Milan.Per la sua vita prima, ha odiato il termine -  essere niente, non valere ninete  -. E chiunque si permette di affermare che lei non può essere o fare qualcosa, perde la pazienza. Odia il classismo, la suddivisione per genere e via dicendo, quindi se le dicono che, essendo i suoi dati biometrici femminili, non dovrebbe essere o fare certe cose, lei... come posso dirlo..."

"gli altri finiscono come quelli?" disse Gask divertito

"cè poco da essere divertiti. Può essere una persona calma, paziente, anche di bella compagnia. Ma se si mettono in discussione certe, perchè si ragiona per bigottismo,  o si guarda solo il suo aspetto, credendo di avere a che fare con una stupidella ingenua e troppo piccola e debole, ha la tendenza, se si continua a dirlo, a far capire all'altro quanto sia idiota con un pò di forza. Pochino..." dicendolo anche se poco convinto " anzi, ne sono usciti bene, devo dire. Avevo paura che i nostri chirurghi non potessero metterli in senso, ovvero che non avessero l'ordine di sistemarli. Devono ringraziare i nostri laboratori e la sezione ospedaliera, perchè se era per Kianta come aveva ordinato all'inizio, sarebbero usciti da un ospedale comune con l'invalidità. NOn che la fine che hanno fatto ora sia meglio. Anche Milan a volte si lascia trasportare un pò. Per la storia dell'antica, Milan crede nella reincarnazione e per alcune cose che Kianta, diciamo, sa fare o almeno lui crede, la chiama antica. Anche lì una storia lunga e difficile, ma già che cè,  Kianta per darsi un tono si mette a elencare molti titoli. Non che a lei interessino, anzi, ma hai visto cosa ha fatto per far chiarire il concetto a quella gente. Alla gente piace sentire titoli e credere d'innanzi persone di un certo livello. I titoli sono importanti, anche a quelli che resta niente, se li elencano in continuazione, qaulcosa trovano. Camminare con noncuranza su uno dei suoi stessi uomini, sciorinando titoli, con la voglia di di farli diventare omini dei crash test , fa il suo effetto. E quando dico omini del crash test non lo dico tanto per... lo sono diventati per davvero. Mi fanno pena..."

"E il resto? Quello che loro non possono essere rispetto a lei?"

"Mh... Kianta è qui per un motivo in particolare. Per Dorde, Milan e David. Ecco perchè altri per loro sono insignificanti e valgono meno. Per una volta che qualcuno la considera, non è per lei stessa ma per per la casualità e ci soffre. Lei è utile. E non è affatto come sembri all'inizio, di seconda in carica alla gestione di tutto perchè una militare, con una lunga serie di esperienze e capacità come noi. Almeno, le capacità le ha, ma le ha apprese dopo che è nata. Non ha una carica di Comandante per meriti militari,  è capace da meritarla, più di Milan, e lui si fa invece i fatti suoi sapendo che altri lavorano per lui. Ma ci osno cose nascoste alla superficie, che ti fanno percepire il mondo in modo diverso. In questo caso, che il nostro non è così chiaro come sembra. Una persona diceva sempre che è meglio stare sul bordo di uno specchio, che in una sola delle sue facce. Perchè vivendo sul bordo dello specchio, potevi vedere si, lo scintillante e bel mondo che rifletteva, ma poter esser lì, notavi anche l'altra parte, il retro. L'altro lato dello specchio. La realtà. Il lato sporco, pericoloso, vergognoso. Quello che molti definiscono la polvere nascosta solo lo zerbino..."

Di colpo sussultarono perchè Alaric sbraitava correndogli incontro, dalla stalla. Jd mutò espressione e si voltò verso l'altro, seguito da Gask. QUando Alaric fu vicino, urlò ancora.

"Indovinate? Diventerò ricco!"

"Davvero puoi diventare ricco?" chiese ingenuamente Gask

"Eccolo!" bofonchiò quello con le labbra arricciate di vergogna "Lo sai Jd? E' appena nato! E sarò ricco! Me lo pagheranno bene!"

"Chi? Quale delle donne che frequenti ha figliato?" chiese Gask facendogli i complimenti, ingenuamente.

"Ma che cazzo dici! E' nato il figlio del mio cavallo! E' come lui, piacerà e lo compreranno adesso, in attesa che abbia tre anni..."

"Tre anni per cosa? Ti pagano quindi tra tre anni? Conviene?"

"Ma tu hai capito di cosa parlo?" lo aggredì Alaric, inviperito

"Te lo spiego io" si intromise Jd, proprio anche fisicamente, facendo da paciere con le mani aperte davanti a loro per fermarli "Vedi, i cavalli qui servono per le gare, per le parate militari o ricevimenti, per trainare, per supportare le guardie a cavallo che ci sono da tempo anche in Francia e altro. Molti cavalli sono di Milan ma, pagando una somma concordata, diventa della persona a cui sono assegnati. In questo caso quel cavallo " indicando uno stallone particolar eche si notava tra gli altri liberi,  e che Jd osservava quando Gask arrivò "E un cavallo Knabstrup o Knabstrupper,  non ricordo e non so pronunciarlo mai,  è un cavallo danese famoso per il mantello maculato. E' un incrocio con appaloosa e altri non so e gira molto. Piace."

"Ah parli quindi di quello che sembra un dalmata"

"Che ha detto?"chiese Alaric offeso

"Calma! Si, anche a te Alaric, sembra un dalmata dai! Ha anche le puntine delle orecchie nere... e comunque questo lo ha scelto lui quando Milan iniziò a comprarli,  e quindi è con lui da anni. Lo ha comprato ed è suo di diritto e i puledrini che nascono sono metà di Milan e metà di Alaric. Nel senso che le puledre sono di Milan o se non suoi perchè li ha ceduti, di uno degli altri, e quindi ogni puledro, col prezzo della vendita esterna o di chi di noi vuole averlo, è diviso a metà. Considera che un cavallo può costare anche quindicimila dollari, ma se è una razza partiacolare. hai presente quello di Milan?"

"Intendi quello dorato che sembra il colore dello champagne?"

"bravo! Si chiama Absent, in onore di un altro cavallo della stessa razza, Akhal Teké o qualcosa del genere. Il prezzo del suo cavallo? Lo ha comprato già addestrato e preparato secondo le sue esigenze con i comandi da guerra, sai cosa voglio dire, e lo ha pagato più di ventimila euro. Non  so la cifra esatta ma sopra i ventimila. Non so il valore di quello di Alaric ma se lo vende, avrà la metà di quanto pattuito. OVviamente, come quello di Milan, il valore se il prorpietario lo desidera, copre anche l'addestramento in base all'uso che si deve fare. E addestramneto, non sbagliare. NOn facciamo doma, qui. Mai.

"Oh, e il mio cavallo?"

"lo stallone? Quello che alla fine Kianta ti ha dato? Sai che razza è rispetto la puledra che hai ricevuto?"

"Ma non aveva detto che glielo voleva levare per ridargli la cavalla?" chiese Alaric

"Veramente no... da piccolo come ho detto ho usato cavalli ma erano tutti... normali. Non ho mai visto neanche uno simile a quello di Milan." rispose gask, non ascoltando Alaric

"E' un murgese, un particolare cavallo italiano NOn ti ha dato un cavallo a caso, nè per le sue qualità, ne per cosa è rispetto a un fisico come il tuo. Poteva darti un cavallo più grosso, non come Warden, ma uno Shire sicuro, come Lubo. INvece ti ha dato un Murgese"

"E cosa ha questo cavallo? Perchè lo ha dato a me? Perchè potrebbe ridarmi la cavalla?"

"Il perchè... non voglio sbilanciarmi. Ti odia ma non ti darebbe mai un cavallo a caso, non lo farebbe con nessuno. Il tuo cavallo ha arti forti con appiombi perfetti e zoccoli duri, capaci di sopportare peso e superfici di vario tipo, per sua natura. Questo per dove è nato. le sue caratteristiche vengono per il  territorio in cui vivono di nascita, e da secoli non è cambiato nulla, lasciandoli allo stato brado e libero nei terroritori difficili, forgiando quindi arti e zoccoli forti, come facevano in antichità, dove non usavano ferratura. Il tuo cavallo vale, secondo il range che ricordo tra i tremilaesettecento e i cinquemila euro, non addestrato. Siccome il tuo acavallo è addestrato a vari tipi di attività, il suo valore aumenta di molto, perchè con lui puoi fare spettacoli e parate, dressage e ha pure partecipato a un paio di pali di giostre di quelle che creiamo noi o a cui partecipiamo. Insoma, è un cavallo più cazzuto di quello di Alaric" ridendo divertito, mentre l'altro non lo faceva.

"Cosa sfotti, io ho l'altro. Questo è mio, mio! L'altro lo uso per queste cose. ANche Kianta non ne ha uno solo, e con questo?"

"Scherzavo. Dicevo solo che il tuo non lo metti in situazioni dove può ferirsi per giochi e spettacoli vari. Però è interessante la faccia che sta facendo, vero?" sgomitando Alaric, per guardare insieme la faccia di Gask alla notizia di quanto vale il cavallo che gli è stato affidato.

"Quel cavallo vale tutti quei soldi? Serio?"

"Serissimo. Non so da bambino quanto valevano quelli che hai visto, ma anche se li usiamo diciamo allo stesso modo per muoverci, i nostri non hanno problemi di schiena, assetto, non sono malati e sono addestrati perchè qualcosa che gli vola vicino le zampe o un rumore non li spaventi. NOn muovono un muscolo. Quindi trattalo bene, perchè Kianta non ti ha dato un brocco!"

"Alaric diceva sempre che era stronza e poco fa lo ha ricarmato. E lei mi ha sgritadto varie volte per come trattavo prima i cavalli. E mi dà quel cavallo che vale quanti soldi che non ho mai avuto?"

"Visto che le cose non son mai come le apparenze? con una faccia da complice






Un anno e nove mesi prima

Lia si trovava nel lavatoio, intenta a pulire Bluegrass dall'addestramento che stava facendo. Lo stallone metà shire e metà  pembroke dal manto scuro, era calmo e placido mentre lei lo strigliava dopo il bagno. Dopo quattro giorni che stava in quel posto, aveva imparato cosa significava occuparsi di un cavallo di quella stazza. NOn era stanca, non le dava fastidio, le piaceva,  ma l'essere troppo bassa era fastidioso. COn la testa non arrivava al suo garrese, in pratica arrivava all'altezza della spalla o spatula dell'animale, er aun esemplare molto alto, e pulirlo era disagiante per lei. Parecchio.
Mentre era impegnata a passare la spazzola sul collo,  stirandosi e mettendosi sulle punte, perchè quando era lavato stava sempre con la testa tanto in altocome se non adorasse che si giungesse al viso, sentì qualcuno ridacchiare  alle sue spalle. E si voltò.

"Grandissima!" esclamò Alaric, chiaramente prendendola in giro 

lei lo fissò con gli occhi socchiusi, mostrando chiaramente che pensava quanto fosse scemo,  e l'averlo vicino era fastidioso. Sembrava rassegnata, quando chiuse gli occhi un attimo e li riaprì.

"Ti ho vista dopo che portavo Walldo in scuderia e ho deciso di chiederti una cosa. Che mi tengo dentro da molto..."

Lia si voltò di nuovo a guardalo parecchio prevenuta, squadrandolo come se vedesse un disagiato che sparava cazzate. Bluegrass sbuffò e calò la testa.

"Volevo chiederti da un pò..." sistemandosi con la braccia conserte sulla palizzata di legno "So che questo cavallo te lo ha dato quel giorno. Anche se è davvero... troppo per te..." ghignando

"Cosa vuoi Alaric. E' chiaro che hai qualcosa che pizzica la lingua..." prese una spazzola dallo sgabello accanto, toccando la spalla del cavallo che alzò l'arto anteriore vicino a lei,  autonomamente. Era stato addestrato in modo che con un gesto particolare,  alzasse lo zoccolo perchè fosse controllato o pulito. Passò la spazzola speciale che usava dopo il bagno, per dare un'ultima pulita all'unghia e ferro e loro interstizi.

"Ok, sarò brusco! Davvero una come te vuole perderla con un cavallo?"

Lia rimase incerta, lasciò l'arto, che il cavallo rimise in terra, e si voltò verso di lui, con un'aria dubbiosa in volto. Fece una smorfia con le labbra, indicando che stava riflettendo, non capendo cosa avesse detto.

"AAHHH! Che sei tonta. OK, ancora più brusco" le disse, mentre lei lo guardava come fosse un'idiota.

"Alaric,  ti stavi annoiando? non hai uomini stupidi che ti vanno dietro da trattare male,  o donne con cui sollazzarti?" tornando a pulire il cavallo, chiedendo la zampa dietro dello stesso lato.

"Carina, carina..." con un sorriso "so cosa pensi di me, ma me ne frego! Ma tu, vuoi perdere la verginità cavalcando? Seriamente? Quando ho saputo che ore dopo,  lui ti aveva regalato questo cavallo e avresti avuto lezioni, mi chiedevo  se non foste tutti pazzi. Davvero..." girandosi, poggiandosi sul legno della palizzata a tronchi, con le spalle e gli avambracci "e trovo assurdo che una come te, che non ha mai fatto niente, si metta a cavalcare quella bestia enorme,  rischiando di perdere quella cosa. Io non lo avrei fatto"

Lia si voltò totalmente verso di lui, con la faccia sconvolta,  per poi mutarla in  disgusto e considerazione di bassezza da parte dell'altro.

"Cosa cè.. " disse lui girando la testa a guardarla "non ti aspettavi che mi interessassi? A Milan non sembra interessare, come a nessun altro e non hanno toccato l'argomento. Ma non potevo stare zitto. Perchè rovinarti solo per cavalcare quel coso? E' fastidioso per me, pensa per te..."

"Tu davvero... realmente?" che sembrava balbettare,  ma in verità si stava trattenendo dal picchiarlo male "...seriamente l'unica cosa che ti è venuto in mente è questa... cagata?" sbottò, usando l'ultima parte come se invece parlasse di lui e non dell'argomento.

"Ma sei seria?" voltandosi totalmente, sconvolto "Mi stai dicendo che a te non interessa niente e se la perdi, te ne freghi?" veramentre stupefatto, tanto che lei in quell'istante capì che non la stava affatto prendendo in giro, era serio.
Lia sbattè le palpebre alcune volte e sospirò profondamente.

"Sinceramente no! Nè anni fa e ne ora mi importerebbe troppo di una membrana che esiste solo per protezione, non per l'idiozia religiosa. E credevo che bigotti su queste cose fossero quelli dovevo vivevo... Se mi stai parlando così, hai capito che io non ho problemi a discutere di certe cose,  anche con voi..."

"Si, lo so bene. Nella Sala,  mentre Milan era fuori,  i ragazzi hanno parlato di se stessi in quel modo. Assurdo... Come han fatto Jd e gli altri  a dire quello al gruppo,  per spiegare... Bah! E come hai fatto tu a parlare di certe cose. Siamo davvero alla frutta in questo mondo..."

"Fammi capire, per te parlare di sesso e biologia è terrificante? Davvero sei così, come quelle che pensavo fossero amiche , che vedevano i fidanzati online,  come gli unici con cui parlare di certe cose? E non con persone vere , che consideri amici speciali? Che una donna non dovrebbe discutere di queste cose e gli uomini non dovrebbero farlo davanti le donne? Cosa siamo, puritani? Vittoriani? Tu non parli di certe cose con le tue donne?"

"Con loro..."

"Senti, con quelli come te è come parlare con... Ah!" portandosi una mano al viso "Come hai detto,  io non ho affatto problemi..."

"Si, ma parlare di andare in bagno a fare la numero uno o la due, ti da fastidio. Vero? Chi è che ha problemi a dire che fa ppì o la cacca, che non parla del funzionamento e tutto il resto? Tu, solo tu. Che io conosca sei l'unica, non importa se uomo o donna, che si vergogna di dire che deve fare una dei due. Cosa cè da nascondere? Sei seria?"

"Non è un argomento che mi piace. E si, trovo normale parlare di sesso che quello, qualè il tuo di problema? E perchè mi chiedi questa stupidaggine? Davvero pensi che una donna perda la verginità facendo attività sportiva o agonistica? E sui cavallI?"

"Io so così!"

"QUindi secondo questo concetto, tutte le ginnaste, ballerine di danza classica o altri tipi, cavallerizze e di altre discipline, dove cè molto da muoversi,  perdono la verginità, tutte, automaticamente? Da dove ti è uscita questa cosa?"

"L'ho sentito da molte. QUando dicevo che avevo un cavallo, che era mio perchè l'ho pagato, mi hanno chiesto se conoscessi qualcuna che cavalcava. All'epoca no. Qui mai nessuna donna. Quando chiesi il perchè della domanda, mi dicevano che accadeva e volevano sapere a quante che conoscessi. E, anche se le mie amiche  le ho conosciute non vergini, dicevano che doveva essere brutto perderla per cavalcare"

"ma chi hai incontri, con le figlie illegittime di preti? Davvero siamo ai concetti per cui,  se quando hai il ciclo non ti ci si lava perchè si blocca, quando invece è un meccanismo fisiologico naturale, e non accade niente di grave? O che non si devono toccare le piente in quei giorni o queste muiono? O ancora peggio e mi vengono bridivi tripli, che il ciclo non è ovulazione,  ma una sistema solo della donna si perdere sangue che puzza per disintossicare l'organismo da tossine, da espellere. E l'uomo non cè l'ha perchè migliore? Queste cose ti fanno male proprio nell'anima..."

"Cosa dicono?!?"

"Nel primo caso che,  se esempio ti fai una doccia o un bidet, automaticamente il ciclo si blocca! QUindi non si lavano là per tutto i ltempo perchè altrimenti la zona si stressa... io resto senza parole e con lo schifo! La biologia questa sconosciuta! E sono convinte, sai perchè? Perchè glielo dicono madri e nonne. Altre pazze ignoranti, quando solamente cè la biologia che spiega queste cose e lavarsi e pulirsi ti fa stare pure bene. . Ma che scherzi? Basta che dicono che le donne che studiano e non figliano subito e non sono sposate sono donnacce. Poi cè la seconda. Se sei in quei giorni, sei velenifera per le piante. Una idiozia bella e buona, ma la gente ci crede come oro colato, e dice che la scienza è menzogna. E poi la ciliegina, l'ultima. Che riescono a non farsi venire più il ciclo per diete ferree o qualche stile di vita dannoso e sono contente, perchè pensano che sia innaturale che esca sangue perchè è solo un modo per espellere tossine. E sai da dove vengono queste cagate? perchè questo, sono... e lo posso dire perchè ho letto molti libri più validi della nonna del cavolo, che affermavano che certe considerazioni sul ciclo della donna erano divulgate demonizzate da religiosi. Perchè si, anche la famosa storia di gesù lo dice, che Maria dovette far passare quei famosi giorni prima di andare nella chiesa dell'epoca,  perchè impura per la nascita del figlio. Per i religiosi tutto era impuro, si svegliavano con una cavolata e dicevano che era cosa brutta. E tutti terrorizzati e facevano come ordinato. Quindi la donna era impura con il ciclo, sia durante,  che prima o dopo il parto e doveva essere tenuta lontana. E in alcuni paesi con società primitive o da terzo mondo cè ancora questa cosa. Allontanano le donne con il ciclo,  facendole vivere tutti quei giorni in luoghi fatiscenti,  perchè ritenute sporche, peggiorando le loro condizioni. E quante ce ne sono, di cavolate che vengono credute e obbligate. Un'altra delle cose che mi fanno odiare la famiglia. Se la nonna, zia, madre pensa in questo modo da ritardati, le figlie seguono e figliano a loro volta e istruiscono altre dementi. Perchè si deve essere dementi per credere a queste cose con la scuola , i documentari, internet,  dove puoi trovare tutte le informazioni vere e corrette, o i dottori stessi. Molte volte mi hanno fatto pena con cosa sentivo o leggevo. Decine d'anni a studiare come matti per trovarsi decerebrate con idiozie,  che neanche li sentono. E i riti magici religiosi di qua, credenze popolari da sporcizia di là, e pure tu che credi alle deficienti che frequenti e l'unica cosa che ti importa è sapere come mai accetto una cosa del genere..."

"Quindi non hai sentito cosa ti ho consigliato di fare quel giorno in mensa?"

"Cioè di fare come le tue amichette? Approfittare di baldi giovani e divertirmi?"

"Ora ci capiamo"

"No che non ci capiamo. perchè se tu avessi ascoltato almeno un attimo, dei miei dicorsi, non mi offenderesti così! Mai uno che mi ascolta..:"

"Allora qualè il tuo problema. hai detto che della verginità non te ne frega niente, sei la prima donna collega con cui ho a che fare e chiedo..."

"Non ci credo che sono l'unica donna, se sei un militare che ha fatto parte di molti corpi speciali nel mondo e in vari..."

"Ehi, che io ho trattato. Quelle che ho avuto modo d'incrociare erano frigide col manico di scopa su per là sotto, non il didietro, che però la liberavano e la rendevano disponibile per i superiori. Loro si..." con una nota di odio

"Ah... allora dillo! Ti rode che non ti calcolavano. E magari non avevi i gradi che hai adesso per la gentilezza di Milan..." ghignando, tornando ad occuparsi di Bluegrass

"Sono stato sergente maggiore, luogotenente e prima che conoscessi Milan anche Tenente da poco..."

"Mh, non so come ci sei riuscito, e non te la davano lo stesso! Fattele due domande... "

"Fai poco la spiritosa tu... sono sicuro che Milan assegnerà presto il grado di Comandante a qualcuno,  e cerco di dimostrare il mio valore..."

"Ancora non ho ben capito qui come sono strutturati i gradi.."

"Milan ricopre quattro grandi in uno. Lui è generale, che incorpora in sè generale di corpo d'armata, generale di divisione,generale di brigata. Sotto di lui ci sarebbe il COmandante che ricopre le qualifiche di Colonnello, sotto Generale di corpo d'armata, di divisione,di brigata. Mentre i Capitani Tenente colonnello,Maggiore, Capitano. I vice nostri,  tenenti e sottotenenti e via dicendo."

"Ma... ha accumulato più gradi in uno? E sto parlando di MIlan, perchè ormai ho capito che è lui la mente geniale dietro certe trovate."

"Già, vuole meno persone,  fidate,  ma sicure..."

"in pratica, al diavolo la suddivisione dei poteri. A meno che non lavorino al suo posto... ho capito!"

"A me non dispiace, meno gente scema e più noi, i migliori, al fianco di Milan. Ma dopo il casino che Jd e quell'altro hanno fatto, penso che potrei essere Comandante. Lubo è troppo bonario e tranquillo, per un ruolo del genere"

"..." voltandosi solo a scrutarlo da sopra la spalla

"Comunque sono sorpreso di constatare che tu sei un tipo che ti freghi delle convenzioni e pensi a te stessa. Brava. Anche se... io qualche domanda per sapere cosa succede la farei al medico" stando sempre con la schiena alla palizzata.

"Hai un chiodo fisso" perdendo la pazienza, pettinando la criniera

"Non sono femmina, non ho quella cosa, e ho dubbi. Non ti credere, anche io sono cresciuto in famiglie dove le donne dovevano essere pure e caste, arrivare come mamma le ha fatte all'altare e solo il marito poteva toccarle..:"

"Come nei paesi arabi, dove un dottore maschio non più toccare le pazienti? O vederle? Che belle mentalità retrograda"

"Non in quel senso... però sono sincero, e curioso. Hai già adocchiato qualcuno di noi di interessante? Hai detto che prima di peggiorare, avresti voluto sapere come er auna cosa che quel tizio di ha fatto odiare. Oltre che la tua lingua, parli con noi in inglese e vuoi imparare tedesco e russo. Ci sarebbe un tuo connazionale che..:"

"Cosè che vuoi veramente?" domandò lei, sbattendo la spazzola nella cassetta degli attrezzi per la puizia del suo cavallo "ho avuto già a che fare con stronzi che,  perchè sono ancora quello, rompevano le balle. Anche Rò, parecchio, e ha iniziato ad agire facendomi odiare quella cosa. Per come ho avuto modo di vedere, potete tenervelo qeullo schifo, visto che rispetto a me non avete problemi a lasciarvi andare. Mi va bene, non sono una stronza religiosa che punta il dito su queste cose. A meno che no nsiano usati contro gli altri. Ma cosa vuoi davvero, facendo queste domande?" ritrovandosi a osservare il profilo di Alaric che si era girato per risponderle, con un dito nella narice ampia, disgustandosi

"Jd dice che siamo troppo ostili. Mi ha consigliato di essere amichevole e di larghe vedute. Ora in parte sei una di noi, anche se solo per quelle cose per David. E così eccomi... e per dimostrarti che non giudico ne altro, ti sto ponendo delle domande a cui io non ho risposta..."

"Esiste internet per quello. Inoltre hai le tue amichette. Loro di sicuro sanno molte più cose di me, e intendo nell'atto pratico. Se non sei qui per giudicare o rompere puoi restrare..."

"Gentile..." vedendola palpare gli arti del cavallo per vedere se aveva dolori "però lasciamelo dire. A volte per come ti comporti ti definirei un maschiaccio, certe femmine che ho conosciuto che di femminile non avevano niente. Eppure queste facevano le difficili su chi darla  o meno proprio come le femmine normali. Avevano comunque questa cosa della prima volta, l'uomo speciale..." facendo il verso " E mi sono sempre chiesto, comè avete questa cosa della verginità visibile e capire quando..."

"Andiamo, non hai altri discorsi seri per cui essere di compagnia? Se davvero era questo che volevi fare... o hai solo approfittato di un consiglio di Jd per rompere" passando un panno un muso del cavallo, con attenzione agli occhi

"Sai, gli uomini non ti vedono di buon occhio. Ti trovano sempre a curiosare in giro come una pettegola col naso infilato ovunque. Si chiedono perchè dovresti stare in mezzo a noi e dire come si devono fare certe cose, che noi facciamo da sempre in un modo. Milan ti da un cavallo che è alto più di te, e sembri ora ancora più bassa di prima al suo fianco, e affermi che se per la sella o altro perdi quella cosa, te ne freghi. Alcuni hanno scommesso che sei frigida, altri che te la fai con Milan, altri che per cosa dici e fai che sei un trasgender..."

"Non sono un transgender, me ne frego da sempre del concetto di verginità, così tanto che da anni ormai uso la coppetta al posto degli assorbenti esterni. Quelli interni nenache a parlarne,  che possono essere pericoli."

"pericoli?"

"Se la coppetta è di lattice o silicone medicale non vi è nessun rischio di infezione, sindrome di shock allergico o shock tossico. Quelli interni in cotone possono essere un rischio. Ci sono state donne che hanno rischiato la vita o hanno perso arti, per questo. Dillo alle tue amiche, giusto perchè l'uso della coppetta sia capito per bene, invece di quello schifo in cotone, esterno o interno. Se tutte usassimo quelle, ci sarebbe meno impatto ambientale perchè gli assorbenti inquinano, più pulizia e comodità,  perchè è stata la cosa migliore che potessi fare. Assolutamnete..."

"Aspetta, hai appena detto che non hai fatto niente, mai, e ti sei messa quella cosa nella patata?"

"Che finezza... si, qualè il problema? Te l'ho detto che non mi interessava molto la verginità... ho dovuto pensare a una scelta. Ancora non ero malata, a causa delo schifo della società,  mi facevano schifo tutti di conseguenza, e ho dovuto scegliere tra comodità, pulizia e sicurezza contro l'idea dell'immacolata situazione inferiore. I miei non so neanche se lo sanno, me ne frego. Anche se pensassero a stupide cose religiose, è il mio corpo, non il loro. Posso affermare che la coppetta è stata la cosa migliore che abbia mai deciso, seriamente, e non ho pensato minimamente e ne mi sono pentita, da quel giorno. QUindi, come puoi capire, se l'ho ancora, perchè ho letto che molte usandola non lo hanno rotto, mi interessa poco di romperla per qualche cavalcata. Per i tuoi amici, dì pure loro che stiano con i soldi tranquilli,  perchè non sono nulla di ciò che pensano,  anche se sono neutra non vincerebbe nessuno. Che Milan per me è attraente come una zecca e neanche se non vi fossero più uomini decenti, e per il giuramente, se qualcuno osa anche pensare qualcosa... glielo faccio strappare via da uno dei cani e lo vendo a quel museo dei corpi plasmati. E se qui sono tutti dei buoni cani, faccio fare una retata dai gruppi che organizzano combattimenti tra cani illegali, ne prendo uno e lo addestro e gli ordino di mozzicare tutti i gamberetti che osano anche solo fare battute. E sai bene che lo farei senza rimorsi o altro... hai compreso bene, o devo ripeterlo in modo più chiaro?"

"Si, chiarissimo. E' chiaro anche, che sei più di legno di quelle stronze e forse non ti farai mai nessuno. Anzi, a questo punto è interessante sapere se ci sarà mai qualcuno che ti farà cambiare idea..." ridendo per sfotterla

"Come si vede che non ti è mai capitato quello che ho dovuto subire... non lo capiresti. L'odio e lo schifo che provo per gli uomini e quella cosa,  perchè l'unico che avevo avvicinato, per cui credevo di provare qualcosa, ha cercato in tutti i modi di spingermi a..." scuotendo la testa con dolore "... credo proprio che i consigli di Jd, con te e quelli come te, siano inutili. Anche se qualcuno si apre con te, per qualsiasi motivo, tu trovi divertente anche il dolore e lo uso contro quella persona. E poi chiami gli amici per distruggere ancora di più quel che resta della persona. E' chiaro che tu non meriti nessuna posizione, da nessuna parte. Perchè se tu sei responsabile di altri deviati come te, capisco perchè i militari sono tutti imbecilli. Ed è dir poco..."

"E piantala, stavo solo..."

Si fermò, portando Lia a voltarsi, addolorata in viso, scoprendo che stava guardando qualcuno arrivare verso di loro.






Un anno e nove mesi prima

"Mi hai messo curiosità, sai?" domandò interessato Milan "ma siamo arrivati e dobbiamo sbrigare delle cose."

Lia non capì, perchè giunsero a un passaggio chiuso da una porta enorme in metallo, affiancati da una pensilina con qualche gradino, un rialzo che conduceva ad una porta.

"mi spieghi come mai siete pochi a usare questa ferrovia sotteranea, se avete dei luoghi sottoterra? Dove sbucano o come le persone entrano e passano da una zona all'altra?"

"Semplice, nessuno passa da una zona all'altra perchè non ha motivo di farlo se non me, david, Jd e altri selezionati. ogni sezione è a se stante tranne questa ferrovia e le entrate e uscite sono verso l'esterno, controllate..:"

Milan scese e, pronto ad aiutarla con la mano tesa, la vide scendere con nonchalance da sola, guardandosi intorno. Sembrava di essere nelle gallerie abbandonate di una metropolitana, l'atmosfera era quella, pensò, dalle volte che vide documentari sia sulla stessa che sui fantasmi che si dicevano soggiornassero sotto quella inglese.
Milan rise, si avviò verso gli scalini continuando a parlare, ma lei lo ascoltava a metà, non capiva dove fossero rispetto alla zona superiore.Possibile non vi siano mappe o indicazioni come per le catacombe francesi, si chiese?

"Devi conoscere una persona. Il caro David, diciamo che siamo in parte soci, io gli fornisco i contributi necessari per cosa gli serve, lavora e si occupa di cosa ho bisogno. E in cambio lui porta avanti i suoi esperimenti, ammesso che no nsiano davvero contro l'etica. Ritengo che un conto sia lavorare e studiare con il consenso di tutti, altro prendere persone e usarle al posto dei conigli o altri animali. E capita... non puoi sapere quanti gruppi affiliati alle case farmaceutiche nel mondo, usano cavie prese per strada o comunque persone disattate o senza nessuno,  perchè tanto nessuno vorrebbe cercarli. Ora molti di quei dottori un pò svalvati lavorano per me, almeno mettono a frutto bene le loro qualità..." disse Milan portandola oltre la porta, aprendola con una carta magnetica, mostrando uno stretto passaggio fatto di sezioni di pietra. Lia si voltò verso il passaggio appena abbandonato, constatando che sembravano due sezioni diverse. Quella che lasciavano con il trenino ormai fermo, come tunnel moderni ma che davano un'aria di metropolitana inglese anni addietro, non recenti. Mentre quei muri oltre la porta, sembravano lavori antichi, quando ancora le costruzioni erano fatte con roba solida e non cemento liquido e ferro, che reggevano meno dell'opera monumnetale umana passata.

La condusse per un serpente largo due uomini e in piera, che serpeggiava  fino a delle scale. Nel mentre Milan continuò a sciorinare entusista di persone con evidenti problemi, ma ottimi scienziati, che aveva stanato in retate contro la tratta di umani come schiavi, da sessuali a di lavoro, a donatori per scopi medici. Da esperimenti a donazioni vere e proprie, ascoltò da lui, che stavano subendo un grosso problema perchè l'allevamento di maiali per questo scopo,  con impiantate cellule umane del bisognoso, o organi artificiali, stavano facendo cadere il sistema. Era più sicuro, anche a fini medici, un maiale o un organo artificiale che si stavano sviluppando, che un organo comprato al mercato nero,  senza davvero sicurezza per malattie e problemi. Ma quella gente era ancora viva, ove possibile, e tenuta in condizioni misere. E trovandole,  avevano beccato anche chi li teneva là e i medici.

"QUindi, fammi capire. Spero di aver compreso male. Tu hai preso con mani proprio dento la gente quei medici , o comunque scienziati in base a cosa stavano facendo e invece di legnarli sul coppino, e sarebbe poco, li hai semplicemente presi e messi... dove, nei tuoi laboratori? Che siamo, gli americani con gli amici tedeschi della seconda guerra? Comprendi che da un lato, se dici di fare cose gisute, dall'altro la cosa non quadra molto..."

"No, ti sbagli" disse lui voltandosi, che camminava un passo avanti, offeso "io in qualche modo li ho puniti. Facevano quelle cose per guadagno o per studiare determinate cose, che per le leggi mondiali sono inumane. E lo sono ancora adesso, per me, ma se li ho portati qui, non li faccio uscire mai, e per mai intendo mai, non sentono e vedono la loro famiglia da molto, e sono costretti a fare cosa chiedo io. Se un loro esperimento lo considero idoneo per vari aspetti, trovo volontari e persone che accettano qualunque rischio da quei test, ma sempre su base volontaria, per sapere i risultati. E attualmente ne abbiamo vari, anche il Monarch..."

"Il controllo Monarch? Stai sperimentando questa tecnica orribile?" chiese lei fermandosi, guardandolo con rabbia.

"Tu sai cosè?" domando lui sorpreso, sistemandosi la giacca.

"So cosè, conoscere almeno le basi, come dico sempre. Se è vero che ancora continua, capisci che stai facendo qualcosa di grave? Se quello che so..."

"Fermati, e lasciami spiegare. Molti ritengono che il controllo mentale sia invenzione del secolo scorso. Sbagliano. Fin dall'antichità si è cercato di condizionare le menti. Vedi i bambini,  perchè diventino cosa necessitava e fin da iccoli erano più idonei, che spingere la gente adulta a fare determinate cose. Addirittura il figlio prediletto di maria Antonietta d'Austria, la famosa regina ghigliottinata, fu trattato e indottrinato a tal modo dalle fonti, che dimenticò chi fosse e divenne un acceso rivoluzionario che si dice maledicesse la donna della Torre, esser poi sua madre. Cè chi dice che non è attendibile, nel senso che ricordava e faceva solo cosa gli dicessero... altri che era possibilissimo, cos' come nella storia umana preti, gente che si professava profeta o religioso erano riusciti a deviare le menti deboli di alcune persone,  perchè li seguissero e credessero in loro. Quanti ce ne sono stati, anche famosi come Menson. Ora, quello di cui tu parli è il progetto Mk-ultra,nome in codice di un programma illegale e clandestino di esperimenti sugli esseri umani, non di privati ad esempio. Ma del governo stesso. SI iniziò con bambini e malati di orfanotrofi e case di cura mentali,  e di varie patologie, dove la morte era di casa per varie e normali ragioni all'epoca, e quindi nessuno parlava. Si voleva creare sia soggetti pronti agli ordini e mai mentalmente svegli, sia la gestione di interrogatori e controllo mentale di persone interessanti, gestito dall’ufficio della Scientific Intelligence. Il nome deriverebbe anche dal tedesco Mind Kontrolle,controllo della mente, nato e consigliato proprio, per il governo americano, da quei carinissimi come dici tu, tedeschi presi e salvati e portati in vari paesi amici d'america,  perchè dicessero tutto sui piani e su cos stavano facendo. In pratica si appropriarono di menti brillanti, senza ucciderli, ma portandoli dalla loro parte. Ecco che si scoprirono alcuni altarini tedeschi. Si decide di provare, capire e.riprendere alcune delle pratiche mediche naziste durante gli esperimenti effettuati nei campi di concentramento. Infatti si voleva cambiare la mente di coloro che non appoggiavano l'ideologia ma anche nemici, per metterli sul campo ricondizionati. Erano ricerche per il controllo delle menti al fine di creare un individuo in grado di fare le veci di una spia e anche uccidere, a seguito di un ordine.  Dopo la verità che venne portata alla luce più di venti anni dopo, nacque il Progetto Monarch dalle sue ceneri, quindi dagli anni settanta in poi che, con l’uso surrettizio di molti tipi di droghe,  metodi di influenza, e atti anche fisici si cercò di manipolare i singoli stati mentali e di alterare la funzione del cervello. Morale? Volevano cancellare la personalità originale dell'individuo per crearne una o altre,  che servisse ai loro scopi, perchè le spie e le persone in genere, pensavano, erano troppo -  umane  - e volubili su certe cose. Amore, libertà, vita tranquilla, famiglia erano tutti elementi che influenzavano il soggetto e rovinavano i piani di una nazione. Così si decise di prendere tutti i dati dell'altro esperimento e ricrearlo in chiave nuova. Anzi, dagli anni quaranta facevano anche esperimenti su animali, sempre scoprendo i piani germanici, dove droganavano anche delfini e altri animali, addestravano animali di vario tipo per essere sia spie e all'occorrenza anche come kamikaze, con esplosivi addosso e fare danni. Tutto vero, non mi invento nulla. Grazie a Dorde non hai idea di quanti documenti secretati..."

"Ok, ma anche tu stai facendo questa cosa?"

"Fammi finire! Grazie a Dorde ho avuto modo di leggere parecchie cose, ma questa cosa è SHHH! Resti tra noi, visto che è ancora là. Comunque, scoprimmo varie cose. Questa tecnica di controllo mentale espone il soggetto ad un trauma così violento,  che la sua mente crea una dissociazione... hai presente quando una eprsona subisce uno shock o un dolore così elevato,  e impossibile da sopportare che... impazzisce, perde la memoria, torna in stati infantili. Insomma la sua mente cambia. Quello avviene diciamo in maniera naturale, l'altro è invece artificiale. Il cervello diventa debole e, in alcuni soggetti idonei, non tutti, anche con più personalità, nel senso che all'occorrenza è possibile prepare esempio un giardiniere,  che spia,  o un corridore di formula uno,  senza alcuna paura. Sono esempi ma è possibile... tramite il trauma quindi, viene modellato tramite informazioni e techiche,  educato da manipolatori appositi, gli Handler, che fanno emergere la personalità che più li aggrada, riattivandola all'occorrenza. Come.. come le tecniche di ipnosi,  dove la tua psiche viene ingabbiata in uan sorta di zona oscura,  e la tua mente sovrascritta per fare ed essere cosa serve, attivabile o meno da parole chiave. COn l'ipnosi però non è possibile far fare atti contro natura del soggetto, ma in questo modo, si potrebbe anche convincere qualcuno ad uccidere. E lo farebbe, perchè sarebbe sovrascritto. Durante la loro rieducazione, i soggetti sono esposti a numerosi simboli ed elementi chiave per l'attivazione, disattivazione e programmazione. Si usano di solito alberi, animali,  labirinti, farfalle, ecc. Anche film sono elementi chiave della programmazione e usati per la modellazione e/o attvazione, che contengono simboli specifici  o -  attivatori  -. Alcuni titoli sono il Mago di Oz e Alice del paese delle meraviglie, e molti altri film Disney, che sono usati prima, facendoli vedere e poi alcuni elementi in essi usati come attivatori."

"Si,  alcune di queste cose già le sapevo, ma torno a chiedere... seriamemente mi stai dicendo che tu fa queste cose? Allora, tanto buono non sei!" con voce fredda.

"Pensi che io l ofaccia per avere schiavi, gente come lobotomizzata? Sbagli. DI grosso. Ti ho già detto che ho avuto la mia esperienza sul campo e ne ho visto gli effetti su molti uomini, che conoscevo e ne sono usciti male. Lo stesso degli scemi di guerra e i veterani del vietnam, ad esempio..."

"Aspetta... parli del post traumatic stress disorder? Il PTSD?"

"Che bello non dover spiegare tutto, almeno che la persona sappia le basi! Esatto, quello. Ho visto molti veterani, ho assistito alle reazioni di quegli uomini a cui avevo dato ordini e che, non per causa mia ma per decisioni dall'alto, anche io ero pedina alla fine, erano finiti in malo modo. Quando ho preso in mano copie degli incartamenti di quei progetti, ho pensato una cosa. E se usassimo queste tecniche non per scemi da usare come burattini,  ma persone a cui si toglie tutto il dolore, la sofferenza, lo shock così grave da... rincretinirsi, perdere memoria, avere scambi di personalità...Ecco, perchè lo stiamo facendo. E non usando traumi, abusi, situaziomi di stress elevato per avere quegli effeti del cervello, nulla del genere. Ma usare la tecnologia per proteggere le menti..."

"Cosa?"

"Poi te lo spiego, intanto vieni..." disse MIlan, che erano giunti ad una porta. Sempre con una carta, diversa, e Lia si chiese quante tasche avesse in quella giacca e panciotto per tenerne tante, attivò la porta che li condusse in una piccola stanza. Sembrava una spartana stanza militare. Alle pareti piccole riproduzioni di varie bandiere del mondo. Un tavolo di legno semplice, qualche sedia di legno, una lavagna di gesso  vicino la finestra e qualche mobile e cestini di carta classici. Nulla di rilevante. Ma la lavagna in gesso, si chiese lei?

"Allora...SHH! Seguimi e dammi corda. Nessuno deve sapere dei passaggi segreti e se chiedono, noi eravamo qui prima che loro arrivassero" disse Milan comportandosi come un ragazzino che ha paura che la madre lo senta dall'altra stanza.

"Chi non dovrebbe sapere? Se hai detto che JD..."

"Jd!" disse concordando risoluto "GLi altri no. Almeno, non ancora... poi si vedrà. Ma pochi sanno meglio è, per davvero è meglio..."

"parli di gente come Alaric. Di certo non Lubo, mi pare si chiami"

"Si, e Bryden, anche se è un novellino rispetto gli altri . Ma ci sono persone che come...si, Alaric in effetti, troverebbero la cosa così straordinaria da fare giri perlustrativi ovunque nello Chateau, se scoprissero che ci sono. E io voglio evitarli. Sono gli stessi che si inoltrano sempre nella zona della foresta in cui vorrei fare qualcosa per le feste, ma non ho mai tempo. E così, loro vanno in giro nei tempi liberi. Disobedendo, ma questo fa parte dell'eccitamento dellla cosa. E sapessero che qui..."

"Si, si. Ho capito. Non alimetnare i cretini"

"AH Ah Ah....Ah! Hai proprio ragione. Quanto odio la gente che pensa di essere migliore e intelligente e fa il contrario,  credendo di essere rivoluzionario o controcorrente per non esser euna pecora. Senza pensare che a volte un motivo cè. Ancora di più s enon cè ditttatura. Ma loro la vedono sempre"

"non lo dire a me... nel mio paese si crede alla terrapiatta, ai vaccini che fanno male, agli amichetti invisibili dei medici che sono i batteri e virus,  ma per loro non vedendoli non esistono,  e usano la scemenza dell'omeopatia e altre cose. Danneggiano altri, ma lorosi sentono però migliori..."

"Che tempi orrendi. Se Giordano Bruno, Galileo e gli altri fossero qui,  si chiederebbero se sono finiti in uno scherzo divino o qualche velo di maya subdolo.E peggio, per cosa si sono immolati. Sicuro non ci crederebbero"

"Lo so, nenahce io credo davvero di esistere nello stesso momento di quella gente. Solo al ricordare alle cos eche ho letto online di gente,  che pensa che i doveri coniugali debbano esistere, al fatto che ancora oggi una persona è solo cosa dice Dio,  e che cè la stessa aria dell'inquisizione... mi viene da piangere"

"Bè, non farlo adesso. Abbiamo cose importanti da fare" finì lui,  aprendo la porta e avanzando in un'alta stanza.

Entrarono in una stanza molto più grande che sembrava divisa in due. Un ampio spazio era stato suddiviso da un divisorio a vetri, chiudibile o apribile con ampie porte, dove dall'altro lato cèra una zona con lunghe file di sedie e una porta a doppio battente in fondo. Era vuota la zona e chiusa la porta. Loro si trovavano prima del divisorio, vicino un tavolo quadrato molto grande al centro, con un monitor che sembrava grande quanto un televisore a centicinque pollici, rialzato e inclinato per essere visualizzato da una persona, in piedi, con tastiera e mouse nella piccola zona prima del bordo del tavolo e lo schermo. Un grande quadrato prendeva tutta al parte centrale del tavolo, tranne quel monitor, e sembrava quasi la zona di una nave o sottomarino dove si prendevano misure e si calcolavano rotte e distanze. Delle sedie, posizionate ordinatamnete sotto il tavolo, mappe e cartine geografiche alle pareti e il quartetto di Capitani, che prima si voltarono spaventati e poi stupiti dal vedere quei due spuntare alle loro spalle.

"ma da dove diavolo venite" chiese Alaric guardando verso la stanza da dove erano usciti.

"Eravamo qui prima. Abbiamo discusso. Le ho mostrato delle cose e..."

Milan continuò a inventarsi roba e Lia si chiese quante cavolate stessero svolacchiando per la stanza,  in pochi secondi che erano entrati. Se mentiva così facilmente, che altro cèra di falso?

"Milan, ti ricordi cosa ti ho detto a telefono? Guarda. Guarda!!" urlò Alaric correndo da Milan, come fregandosene di cosa diceva, interropendolo.
Milan lo guardò con sufficienza, sospirò impettito e poi guardò lo schermo el dispositivo di Alaric. Lo fece qualche minuto, poi strabuzzò gli occhi, osservando meglio. Alzò la testa verso Lia, poi tornò al dispositivo. Mormorò qualcosa con Alaric, poi disse altro a questi che andò ad avvicinare il dispositivo a una sorta di computer affiancato al muro,   dove era posizionata la porta dell'altra stanza, e attese. Lia non aveva notato quello schermo grandissimo attaccato alla parete, un altro, in quella sala grande.

"Avevi ragione, ma voglio guardarlo meglio" disse Milan ad Alaric avvicinandosi al tavolo, davanti lo schermo inclinato, seguito dagli altri.Mentre lo schermo si accendeva e compariva qualcosa, Milan chiese a Lia di avvicinarsi a lui, quindi di fronte, anche se cèra il grande tavolo di mezzo, a quel monitor enorme.

Lia, dopo essersi sistemata viicno Milan e Jd, guardando quest'ultimo come a chiedere cosa cèra, vide nello schermo una sequenza. Sembrava un video e diceva nel minutaggio, che era composto solo pochi secondi, una decina. Si vide come una scimmia grossa che guardava qualcosa a terra e poi un ritratto rotto, dove comparvero tre soggetti. Lia notò, in quella breve sequenza qualcosa che la stupì parecchio. Portando a dire la prima cosa che le era venuta in mente.

"Aspetta, ma sono io?" chiede di sfuggita, con tale sorpresa e stupore da volerlo rivedere.

"ho di meglio, ho trovato un fermo immagine montato" disse Alaric e con bravura, cosa che Lia non credeva, collegò di nuovo l'apparecchio accostato al computer e il monitor cambiò.

"Davvero vi basta avvicinarli?"

"si, si connette come un telefono normale, come simile il bluetooth ma noi..:" iniziò Jd, ma Alaric disse di fare silenzio e Milan le chiese di nuovo di guardare.

Dopo il video, o meglio il frammento rimandato,  dove si notava una panoramica sui tre soggetti, comparve la singola imamgine e Lia vide un ritratto in seppia di tre persone. Vi erano un uomo, una donna e un bambino. L'uomo era in giacca e cravata, capelli impomatati con una riga laterale, uno sguardo particolare e dei baffi in stile antico. Conosceva la moda antica da riconoscerla come dell'ottocento, con barba e baffi uniti in quella che sembrava una mutton chops mischiata allo stile Franz-josef, il modo di portarli dell'imperatore marito di Sissi. Il bambino sembrava un neonato ma Lia guardava la figura femminile. L'abito sembrava dell'ultimo ventennio dell'ottocento, con il sellino posteriore, mentre la donna aveva un aspetto che la lasciò a bocca aperta. Superò il tavolo, andando quasi sotto il monitor per vederla meglio, e Alaric ancora continuava a fissarla con un ghigno.

"Da dove l'avete presa..." chiese lei senza distogliere lo sguardo dal monitor.

"A quanto pare Alaric ha ricordato una cosa vista con gli altri e l'ha cercata..." disse Milan, rimasto dietro di lei.

"In verità ho scaricato proprio tutto il film e..."

"Tu sai che è illegale, vero?" domandò Lia con cipiglio.

"Calma carina... era solo per uno scopo particolare, mica devo rivederlo. Avevo bisogno di quella sezione e basta" bofonciò Alaric offeso. Lia tornò all'immagine.

"ma non mi avete detto da dove l'avete presa"
girandosi verso gli altri,  alle sue spalle

"da un film Disney. Incredibile ma vero, Alaric si è ricordato che lo aveva guardato da uno dei ragazzi,  per ricordarsi dei figli,  e appena ti ha vista ha ricollegato quel frammento"

"Non  è vero" rispose Alaric subito, interponendosi a Milan "dopo un pò, ricordavo di averla vista e alla fine ho visto nei suoi movimenti quella scena. E l'ho cercata...però avevo ragione!" disse tronfio.

"E' la prima volta che vedo qualasiasi cosa che... non era mai successo in video o foto che vedessi me,  per come mi vedo." restando a fissare la donna che le somigliava così tanto,  che sembrava fosse stata disegnata da lei direttamente. Stessi capelli anche nell'acconciatura, viso, espressione. Le sembrava di specchiarsi, quasi.

"Nel senso?" chiese Milan curioso.

"Che io nelle fotografie e video vengo... diversa. Non mi riconosco mai, è strano ma  quella che io vedo nelle foto e video è come un'altra persona. Ai miei diciotto anni, in quel vergognoso compleanno della maggiore età da far piangere, mio padre fece dei video. Il giorno dopo li controllò sulla tv e...." disse voltandosi dal guardare Milan allo schermo "... quella che vidi era un'altra. Non posso dimenticare come, se era da tempo che non guardavo foto o altro di me,  perchè li odiavo, mi apparve una persona che io non riconoscevo. Per niente. Sorrideva in maniera forzata e a disagio, sempre fingere e fingere e quella non ero io. Lettralmente all'inizio stavo per chiedere chi fosse quella, ma poi vedendo qualche minuto ho lasciato morire quelle parole nella testa. Non vedevo me, per niente. Non so per quale motivo,  ma nelle foto non vedevo mai cosa vedo nello specchio, affatto, ma vedendo questo... perchè vedo me in questo ritratto? Perchè appena l'ho visto, la prima cosa che mi è venuta in mente è come mai io fossi lì?"

"Nelle foto vieni diversa? Veramente? Interessante..."

"la cosa che mi turba è... avete detto che è in un film del topo?"

"Si esatto" risposte Alaric prontamente "è uno degli ultimi che lui ha guardato mesi fa, per questo me lo ricordo. Il film è molto ormai  vecchio ma è di quella casa di animazione"

"Allora è strano, molto strano" disse lei, con la fronte aggrottata.

"Perchè..." chiese Jd avvicinandosi e commentando quanto effettivamente sembrasse lei.

"Perchè se è di un film di animazione, è strano che ci sia questo! Ho visto questi film per i compleanni dei miei cugini, alla tv con i parenti che si vedevano cose per tutti... ne ho visto molti, non questo a quanto pare, ma non ricordo affatto ci fosse un qualcosa del genere così, così... reale. Ecco. A vederla sembra un ritratto artistico di qualcuno preso dal reale. Anche se disegnato da artisti, questi film di animazione sono sempre coerenti anche nelle foto. In linea con il character design del tutto. Allora perchè questo, se davvero è di un loro film, sembra più una copia di una foto reale che un disegno della casa del topo? Guardate! Il bambino si vede subito che è finto, che è un disegno. Mentre quei due hanno uno stile diverso,  ecome appunto copiato da qualcosa di reale. Anche nei trailer che si vedono in tv di quei film, non cè mai una foto che non raffiguri i persoanggi che ci sono effettivamente nel film. Alaric, hai ancora quel film per intero?"

"ovvio che ce l'ho. Cosa cè, adesso che l'ho scaricato non hai problemi?"

"Divertente" mostrando invece che non si divertiva affatto "intendo che volevo vedere come mai questa foto cè e come sono i persoanggi nell'intero film.

"Non è come pensi. Quelli della foto, rivedendo velocemcente il film, compaiono solo nella parte iniziale. Forse dieci minuti. Guarda..." con poca collaborazione.

Lia osservò l'inizio dal dispositivo di Alaric, sempre più accigliata e stranita. Poi lo fermò e si voltò verso gli altri, chiaramnete contrariata.

"Avevo ragione. L'inizio mostra due soggetti che poi, agganciandosi con la parte mostrata prima da Alaric, sono ripresi da questo frame. Peccato solo che la donna in realtà non le somigli molto nel film, mentre l'uomo sembra abbozzato da quello del frame. E' strano..." disse lei, confrontando i due schermi, mentre Milan si avvicinava e andò per sbaglio a toccarle la spalla.

"Ehi!" guardandolo male e irrigidendosi, lo vide alzare le mani dicendo che voleva solo guardare e parve calmarsi, tornando al video. Poi lo alzò un pò perchè Milan e Jd guardassero,  riproducendolo mentre sull osfondo vi era quel frame "osservate bene queste scene. Dall'inizio del film, se noi non sappiamo di quel disegno, abbiamo questi due soggetti che finiscono lì. E ok. Ma quando quella gorilla guarda quel disegno,  che sarebbe una foto rotta a terra, abbiamo due persone che ricordano vagamente quelli in foto. Se non fosse per la barba e il mento, non sembrerebbe lo stesso uomo se non sapessivo come finisce quell'intro. Mentre la donna che mi somiglia non è affatto quella del film, per niente. E' totalmente diversa e non ricordo affatto di altri classici del topo che abbiamo quadri così discostanti dai personaggi. E quel bambino...è come se fosse un pezzo aggiunto dopo o..."

"...O?" chiese Milan vedendola riflettere, come se avesse ingranaggi all'opera.

"La sensazione che mi da quel frame è di un disegno dal vero o comunque da qualcuno di reale, con uno stile totalmente diverso da tutto i lfilm,  tranne per il bambino. Se guardate questo bambino cosa vi ricorda, se avete guardato qualche foto vittoriana?"

Milan riflettè. Jd fece una smorfia,  come per indicare che non sapeva che pesci prendere. Così chiese ad Alaric, affermando di non voler danneggiare nulla, di farle una ricerca. Quello si mostrò poco collaborativo am lo fece. nello schermo grande, collegato al dispositivo, comprarve un sito che mostrava vecchi scatti vittoriani e Lia gli fece ingrandire alcune. Chiese alla fine cosa vedevano.

"Ok..:" rispose Milan, stando al gioco "vedo dei soggetti in bianco e nero o seppia e..." fermandosi di colpo mentre scorrevano le foto ".. non può essere quello che pensi! Andiamo! Anche io trovo strano questo, non sembrano molto loro, se non quei baffi e il mento come hai detto  del film, ma questo..."

"Posso sapere anche io?" chiese Jd

"Quelle che vedi sono delle memento mori...Postmortem photography come si dice normalmente. Erano foto fatte a cari morti, messi in posa con i vivi per ricordarli, visto il costo all'epoca delle fotografie. E hai appena visto, tra le altre, almeno tre foto con dei neonati in culla o in braccio alle madri. E bambini, ragazzini, uomini adulti. TUtti morti e anche messi in piedi,  perchè restino di loro imamgini perpetue con i loro cari"

"Quella è gente morta? Davvero?" Non sembra da qui."

"Sembrano addormentati o aggiungevano post foto degli occhi finti, se guardi bene però si vede dal pallore e da certe pose,  che non sono proprio fiorellini..." commentò Milan per spiegare a Jd cosa stavano vedendo.

"E quindi.. cosa cèntra con cosa Alaric ha trovato?"

"NOn posso dirlo per certo, può essere di tutto ma..."

"Aspettate. Alaric fa un'altra ricerca" disse Lia e sbuffando lui esegu', scrivendo cosa lei dettava e mostrando a video. Comparvero schizzi e sequenze solo disegnate di quel film,  dove i personaggi erano quelli che avevano visto in quello completo. Continuarono la ricerca per un pò, finchè Lia non chiese di affiancare tutto. Milan allora andò a quello schermo inclinato e, usando mouse e tastiera, affiancò le foto prese dal dispotivo di Alaric, osservandole.

"E' chiaro che gli schizzi iniziali di lavorazione e quelli del film finale sono gli stessi, e cozzano come dicevi tu con quel disegno. Quel disegno sembra l'unico, anche se non ho visto il film, realistico rispetto le scene che abbiamo visto. Quindi, cosa possiamo supporre?"

"So che stiamo perdendo tempo e direi di chiudere qui la cosa, perchè voglio sapere cosa avevi tanto da dire, ma posso affermare da persona esterna che, se si tratta di un artista molto estroverso che ha consegnato quel disegno e lo hanno approvato a caso, dopo che gli hanno detto di fare un ritratto ipotetico della famiglia per la storia che... " voltandosi non finendo la frase per riguardare quel frame "sembrano troppo fuori dal film, sembrano ritratti di persone vere,  come prese da una foto vera,  e che quel bambino, se prima per ipotsi in quella foto non cèra, è stato aggiunto dopo per allacciarsi al bambino del film. Ma se cèra, ipotizzando che non è una cosa inventata perchè è troppo strano, allora sembra riprendere un memento mori con occhi finti messi ai morti,  perchè venissero in foto meno... morti. Quindi siamo i fronte o a un bravo artista per qualche motivo ha creato due soggetti, uno che sembro io per davvero, così reali e vivi, guardateli come sembrano come la Monna Lisa vibranti di vita... oppure un copiare una vecchia foto usata per ispirazione,  visto il periodo della storia, aggiungendo un bambino che somiglia al protagonista o... modicando un vero memento mori, rendendo solo il bambino più vicino al character design, perchè... nonsi spiega! So che ci sono stati cosplay di persone che hanno ricreato molto bene personaggi di quei film, ma sono partiti da disegni e sequenze chiaramente artistiche che sono troppo diverse da... questo! Ed erano truccati. E quei disegni non raffiguravano come questi personaggi quasi palpabili, vivi..."

"Sai, se per ipotesi l'artista è stato non davvero bravo ma ha copiato, direi che hanno ripreso una tua sosia antica o... magari una tua reincarnazione!" scoppiò a ridere Milan "io credo nelle reincarnazioni. Anche io ho i miei dubbi, guardando tutto quello che avete cercato, ma senza parlare con l'artista interessato, on possiamo saperlo. La somiglianza è davvero assurda, sembra di vedere un disegno di Dorde che fa alle persone,  e vengono così. QUindi posso anche darti una certa ragione su questa teoria, ma credendo anche alla reincazione, chissà!"

"Un altro che ci crede" sbottò Lia "mi è bastata una eprsona che ci credeva,  e avevo pensato che magari potesse avere ragione, ma basta!Alaric, metti da parte queste foto, per favore. Voglio vederle dopo. Sarebbe la prima votla che tengo qualcosa che mi ritrae e dove mi rivedo. Neanche in quei video..." scuotendo la testa a disagio.

"Di cosa dovevamo parlare allora" chiese Jd, mentre Alaric riprendeva l'apparecchio e Lubo e Bryden, rimasti indietro senza parlare, ascoltavano.

"Lia dice che per cambiare le cose nel nostro progetto... dovremmo fare come Dio" annunciò Milan tronfio sistemandosi la giacca, mentre sul viso di tutti compariva lo straniamaneto.



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Capitolo 22
*** 21.5 ***


21.5

Meno di un anno prima

"jd mi ha detto di chiederti della novella della figlia e del dottore. Senza dirmi altro. MA cosa sono le novelle?"

"Ti ho dato un dizionario, prova a cercarlo"

Gask si trovava sul tappeto a terra,al centro della camera di Kianta. Era nella posizione del loto, come aveva scoperto si chiamasse, e teneva un libro in grambo e altri sparpagliati intorno a se aperti, un tavolino da letto bianco e nero su cui erano appoggiati inchiostro, pennini vari, carta e altri articoli di cancelleria. Alle sue spalle vi era un comò dove Kianta teneva alcuni indumenti, tovaglie e altro, elaborato nella scultura e in color legno naturale, fatto dal laboratio. Alla destra di Gask, per come era seduto, vi era la finestra e poco prima la porta del bagno. Nella zona di fronte uno spazio lasciato libero perchè si muovesse libero, poco a sinistra l'armadio, anche quello in legno pieno e naturale con rilievi e sbalzi, e verso destra un comodino con tante cose. Poi alla destra totale il letto.
Lei si trovava sul letto, intenta a scrivere sul tavolinetto da letto con quattro piedi, un leggio inclinabile in varie posizioni, zona in gomma antiscivolo e spazio per un bicchiere a sinistra.

"Mh...aspetta..." cercò tra tutti i libri aperti, finchè non lo trovò, cercando la lettera. Aveva capito come si cercava in un vocabolario e cercava sempre ogni parola che gli venisse in mente, oltre che conosceva. Dopo averla trovata e aver letto le rispose "ah ecco, ho capito. Sarebbe un pò come le favole di Esopo?"

"HAi capito la differenza tra novelle e favole?"

"AH, aspetta..." disse, andando a cercare anche quella parola "forse ho capito, credo...La novella ha un impianto realistico ed è priva di componenti magici, mentre la favola è una sorta di antico fantasy, tipo biancaneve, la bella addormentata. ... ed ha forma breve. Giusto?"

"Hai trovato scritto anche il fatto del fantasy?" chiese lei ridendo

"No, l'ho capito io. Credo... comunque è giusto, no?"

"Si, esatto. Le novelle sono storie ispirate alla realtà, senza magia e cose fantastiche. Ecco perchè Milan le chiama così..."

"Ho capito. E cosa dice quella che ha detto Jd? Ha detto che ce ne sono tante, ma mi ha detto di chiederti del dottore e la figlia,  per capire quella situazione..."

Kianta si fermò, pulì la punta del pennino in vetro nel tampone e poggiò delicamente tutta la penna nel contenutore tondo,  elaborato in vetro,  con una finestra a oblò inclinatocon dell'acqua. Lo fissò, poi si girò con tutto il corpo, con la gamba destra sotto di lei e l'altra penzoloni. A Gask ricordava la statua e, mentre anche lui si girava a guardarla, restando sempre con le gambe in quella posizione, ripensò a quella discussione. Quel giorno le parlò della statua e lei lo fissò sorpresa. La descrisse, le disse cosa aveva detto Milan sulla testa,  e dopo che restò a riflettere con gli occhi puntati in un punto a caso ma con l'espressione di una che sembrasse osservare oltre, assorta in qualcosa, tornò con gli occhi su di lui e disse semplicemente una cosa. Con un tono e una calma strani.

"No. Quella non ero io"

"Non è possibile! L'ho vista, ti somigliava molto, anche Milan ha detto che eri tu e che Dorde aveva immortalato un momento in cui le regole non avevano validità, secondo lui. Era..."

"No" ripetè lei, voltandosi così veloce che la veste frusciò sui pantaloni e i lembi del gilet sbatterono al ritorno peril movimento "Quella non ero io"

Gask rimase stranito dalla cosa, rissandola, ma lei si voltò e tornò a volgere lo sguardo verso i piani, studiando quella sorta di pozzo divelto che dovevano scalare.

"Allora..." iniziò lei, dopo aver preso una caramella a testa alla carruba dal comodino, dal cassetto nella zona suddivisa, e gliene tirò una, mettendo in bocca la sua "la storia è legata al progetto di Milan. All'inizio lo voleva chiamare Mystocrite, poi so Kobno Prius... secondo me così, a caso" ridendo e facendo ridere lui "... ma anche con il nome attuale, resta sempre un progetto sulla mente. Ad ogni modo, vi era un dottore, un neurologo, neuroscienziato e aveva come moglie un'ingegnere meccatronico. Avevano una figlia, unica. Un giorno sua figlia ebbe un incidente all'uscita con un'amica, andando in coma. Suo padre lavorava per una clinica, così dall'ospedale dove era stata ricoverata, la portò con sè per controllarla meglio. Passarono mesi ed ella non si risvegliava, oltre questo dagli esami scoprì che l'impatto aveva portato danni al suo cervello. Conosceva colleghi che avevano studiato il cervello e le sue cure,  tramite macchine speciali. Erano in fase sperimentale, ma dicevano che tramite onde elettromagnetiche, elettriche con dei sieri che avevano creato, potevano aiutare il cervello a rigenerare alcune parti. Ma questo significava che quelle parti erano nuove, vergini, e se riguardavano le zone della memoria, del linguaggio, apprendimento... allora tutto ciò che vi era dentro, era perduto. Uno di loro era anche un seguace del transumanesimo, e uno dei suoi test era proprio quello di copiare il cervello umano, portarlo in digitale e immetterlo in corpi sostitutivi. Il problema, disse, era che il cervello come memoria era solo pochi megabyte, nulla di che... il grosso de problema era il supporto che avrebbe dovuto processare e utilizzare quei dati. Il cervello è una delle aree ancora così ignote alla scienza,  che non era sicuro come effettivamente fosse possibile attivare... una persona. L'adattamento, diceva... ne parleremo meglio di questa cosa, ora continuiamo con la novella.
Dopo aver discusso con icolleghi, prese una decisione, dopo che passò un anno. Sua moglie temeva che quel coma, come annunciato all'ospedale, nascondesse una speranza vana. Voleva sua figlia, e disse una cosa. Che colpì l'uomo. Rivoglio mia figlia come la ricordo, se dovesse perdere la memoria dopo il risveglio, se davvero come ha detto quel dottore, per alcuni processi chimici, non dovess ricordare o avere problemi, la perderei..."

"Che significa"

"Che quella donna amava la figlia come era come personalità . Che se la ragazza non ricordava i momenti passati, cosa avevano fatto, lei avrebbe perso sua figlia. E così l'uomo iniziò a ragionare. Ancora di più a causa di episodi dove le consdizioni della ragazza sia ggravavano. Così chiamò i suoi amici, chiese di fare uno dei loro esperimenti su di lei e provare a scaricare quei pochi megabyte per salvare almeno quello. Con un'apparecchiatura di loro creazione, eseguirono e ottennero un file di circa e quasi quattrocento megabyte,  che salvarono. Fu la volta del tentativo di rigenerare le parti del cervello, ma il giorno che dovevano iniziare, la ragazza peggiorò e morì. Avevano perso quindi la figlia. Sembrava tutto perduto, pensò l'uomo, finchè non giunse nella sua clinica una ragazza quasi della stessa età della figlia, in coma irreversibile che doveva controllare ed eventualmente curare come poteva. E una notte insonne ebbe un'idea! parlò con la moglie, lei non era d'accordo ma dopo varie discussioni la convinse. Era un primario, aveva in mano molte possibilità e così andò avanti col piano con l'aiuto dei suoi colleghi. Un giorno finse che la ragazza fosse morta, le macchine registrarono quella presunta morte, la famiglia vide la ragazza come morta senza le macchine,  e con la certificazione del decesso. Non cèra bisogno di autopsia, così lui disse alla famiglia che avrebbe provveduto, come un servizio normale della clinica, alla preparazione fino alla bara, e questa sarebbe stata consegnata all'impresa funebre. Ma dentro la bara, sigillata per bene, fu consegnato un ammasso di oggetti che arrivavano al peso della ragazza, inseriti in un sacco da morto chiuso, che mimasse un corpo. Sudando freddo, attese la sepoltura, che avvenne senza incidenti. La ragazza invece, era  in una stanza apposita con un altro nome. Aveva stilato e preparato tutte le carte perchè passasse per un'altra persona, assistitita da un'infermiera di cui si fidava,  che non aveva visto la ragazza prima. QUalche giorno dopo, constatato che la ragazza era in condizioni migliori della figlia, fece venire i colleghi con l'apparecchiatura e la moglie, che aiutava per le sue qualifiche. Utlizzarono il siero e le apparecchiature per stimolare il cervello e le cellule inserite a riparare quanto possibile,  e dopo lastre e controlli, sembrava aver funzionato. Utilizzarono onde e cicli elettrici per rimodellare tramite la cromatina, cellule engramma. Insomma secondo loro avevano rotto le sequenze chimiche che formavano i ricordi e li avevano fatti ricostruire vergini. Quando secondo i loro calcoli, il cervello era pronto e più sano di come era arrivata, le agganciarono l'apparecchiatura per la rilevazione dei segnali elettrici del cervello, e facendo un test mai fatto prima, inviarono a impulsi  i dati,  presi dalla figlia del dottore, andandoli a indirizzare nelle aree deputate alla memoria. NOn sapevano se era possibile, se avevano danneggiato qualcosa o meno, ma provarono. Dopo qualche giorno il dottore fu chiamato e scoprì, correndo nella stanza, che la ragazza era sveglia. Non aveva detto nulla, avevano visto solo lei sveglia che muoveva occhi e viso, osservando intorno. Quando lui si avvicinò gli occhi della ragazza reagirono, dopo un pò sembrò riconoscerlo e, stupefatto anche lui, lo chiamò papà. Dopo qualche giorno e vari test, lei sembrava rispondere a ricordi ed elementi della figlia dell'uomo, sembrava ricordare e comportarsi come lei. Non le diedero mai uno specchio, temevano che vedere un aspetto diverso creasse qualche problema e... semplicemente cercarono di farla tornare all'autosufficienza. Lei rispondeva, pareva migliorare, tutto bene. I colleghi non erano molto felici, perchè la loro prima scoperta e test, non poteva essere assolutamente reso pubblico, visto che la ragazza doveva essere morta. Passò del tempo, l'uomo e la donna erano felici perchè la ragazza sembrava star bene e l'avevano portata a casa. Sembrava ricordare molte cose, riconoscere la sua stanza e varie cose, e non mostrava nessun problema di sorta. Tuttavia, qualche mese dopo, notarono come la ragazza sembrasse malinconica e come depressa. Aveva iniziato ad avere atteggiamenti strani. Per evitare che qualcuno la vedesse uscire da casa loro o capisse che vi era una ragazza, insegnavano tutto ciò che sapevano in una specie di home schooling, chiedendole di non uscire mai. E pensarono che fosse quello, il motivo. Ma lei divenne sempre più inqueta. Suo padre nel mentre, ossessionato dai file, quei pochi megabyte della figlia, continuava a tenere nel suo studio, sia una copia della macchina del collega che aveva chiesto nel caso la nuova figlia stesse male, sia altri files. Avendo pagato una buona somma ai due per finanziare le loro ricerche come riniscimento per l'aiuto, aveva ottenuto l'apparecchio con un pò di rimostranze, ma vi riuscì. E oltre il file, che era la scansione della figlia, anche i report dei test registrati quei giorni , che tenetavano nella stanza della clinica in formato video, che una sorta di programma, creato sempre dai due colleghi, che serviva per diciamo ripulire la mente del soggetto per il nuovo impianto, che usava sempre le onde elettromagnetiche ed elettriche sul cervello, tramite quei dispositivi. E ogni sera, puntalmente rivedeva tutto, come un'ossessione. perchè capiva che qualcosa non andava."

"..."

"La ragazza aveva iniziato a voler vedere se stessa in uno specchio, affermava di sentirsi a disagio molte volte quando dicevano qualcosa del passato o la trattavano in un certo modo, e lei affermava che non sentiva, provava, credeva di essere come la facevano apparire. Che la bugia dell'incidente e del coma, che le avevano detto, la faceva sentire strana. QUesto peggiorò sempre di più, mostrando ai due genitori, una persona che iniziava a discostarsi dalla figlia che ricordavano. E quando i due non la scoltavano, la rimproveravano, le intimavano di capire che era solo confusa, lei si nascondeva in camera e piangeva. Non capiva, ma sapeva che qualcosa non andava. Voleva bene a entrambi, per lei erano i usoi genitori come ricordi e sentimenti, ma qualcosa la turbava, E così, una sera, dopo che suo padre uscì dall'ufficio per andare a letto, attendendo nascosta che andasse nell'altra stanza al piano superiore, vi si recò. Guardando in giro, vide l'apparecchiatura, e il pc ancora acceso. Non lo spegneva mai, sapeva, perchè per il suo lavoro doveva essere reperibile sia per il telefono che dati per le cartelle cliniche, tac e altri esami da visionare subito, se in casa. E guardò le ultime cose che aveva aperto. E guardò. Ascoltò. Capì. Si rese conto che in verità, lei non era chi credeva. Attivò la webcam e per la prima volta si vide. Non sapeva chi fosse, cosa fosse, chi doveva essere. Nei suoi ricordi lei era molto diversa da quella che vedeva. Così, riguardò i video, dove suo padre registrava i test e riportava tutto ciò che faceva. Vedendo quella persona, che vedeva dall'anteprima della webcam, nel letto mentre facevano i test, sentì che stava piangendo. E si sentì sbagliata. Neanche vuota, perchè non lo era..."

"..."

"Quel dolore la rendeva paralizzata e tradita. Era troppo addolorata e aveva il terrore di cosa fosse in realtà. Che ricordi erano suoi, e quali erano impiantati? Cosa era lei,  in base ai ricordi? Così piena di dolore, non sentendosi completa, incapace di credere e capire, passò due ore in quella stanza a guardare ancora i video, camminare senza sosta per riflettere, osservare la macchina. E poi si sentì male, sbagliata. Collegò l'apparecchiatura alla corrente, la sistemò sul divanetto, che era una specie di casco con una valigetta vicino collegati da cavi, e si sistemò, mettendoselo. Con un cavo, lo collegò al pc e avviò il programma della pulitura del cervello. L'attivazione finale era nel casco stesso e così, premendolo, venne investita dalle onde. Era doloroso, come mille aghi nella testa. L'apparecchiatura procurò un sovraccarico che pense la corrente pochi secondi,  per riattivarsi di nuovo, ma il casco non si era fermato. Il sistema elettrico della casa tramite il salvavita,  aveva spento e poi riattivato autonomamente il sistema. Ma l'uomo aveva ricevuto nel cellulare, collegato, l'avviso e dove si trovava il problema. Il casco continuò a lavorare,  mentre lei piangeva per il dolore e come si sentiva la testa. Non gliene importava se era una cosa da fare da addormentati o svegli. Voleva togliersi la morta dalla testa. Questo pensava, lei aveva una morta nella testa. E poi li vide, che erano accorsi, i genitori che amava davvero, anche se non era figlia loro. Era nato in lei un sentimento vero, nei mesi, e non riusciva ad odiarli o volergli male, ma non poteva restare come la metà di una morta,  e l'altra metà come ignota. E così, quando le chiesero cosa avesse fatto, non sapendo cosa fare perchè l'apparecchiatura era ancora attiva, lei disse qualcosa. Si sentiva come stanca, come se avesse bisogno di dormire, tanto, e così sorrise e li tranquillizò. -  Non siate arrabbiati, non vi voglio male. Ho capito, ragionando in queste due ore,  e non provo per voi che ringraziamento e riconoscenza. Sono viva e sto bene,  per voi. Ma come figlia... non posso. Adesso non mi sento bene, voglio rilassarmi, mi sento le palpebre scendere quasi da sole, ma non fermate nulla. Lasciate che il programma cancelli una persona morta, che deve invece vivere dentro di voi. Non chi ero, e non so chi sono ora. Ma so che voglio diventare me, quando mi risveglierò. Perchè non morirò, lo sento. Se volete me come vostra figlia, ma in maniera genuina, allora accoglietemi in casa come una figlia nuova. Datemi un nuovo nome e crescetemi come se nascessi da quel momento. Per essere unica. Altrimenti, se volete vostra figlia e basta, va bene così. Prima che io mi risvegli, portatemi lontano, in altre città o luoghi, lasciatemi di notte da qualche parte,  perchè sia trovata e soccorsa. Non so come finirà quando cercheranno di sapere chi sono, ma se non posso essere chi ero, fate in modo che non cerchino il mio passato. Io...voglio essere me, non qualcun altro. Se mi volete bene, se tenete a me oltre la figlia che volevate che fossi, portatemi da qualche parte perchè io rinasca. Lasciatemi... essere... me..."   -. INiziò a svenire e così perse i sensi. Quando il casco si fermò, l'uomo lo tolse e vide la ragazza incosciente e capì che aveva perso la figlia di nuovo. E non sapeva se aveva tra le braccia un'estranea, a quel punto, o una persona che aveva imparato ad amare. Che quello che aveva fatto,  poteva essere sia positivo che negativo, ma tacendo e nascondendo, aveva solo rovinato tutto. Si chiese, cosa sarebbe successo se le avesse spiegato. Avrebbe accettato quel sentirsi strana? Non avrebbe sofferto, da arrivare a tanto? Non si sarebbe sentita tradita? E molti altri pensieri..."

"Come finisce?"

"Termina così, queste novelle sono state create per diffondere un messaggio e porsi delle domande, diciamo esistenziali. Basati sul reale. Come le favole avevano una morale, anche queste ce l'hanno. Ce ne sono altre, magari poi te le racconto..."

"E quindi, qualè la morale o altro di questa storia?"

"Mh..." pensò lei, fissandolo "Ti direi che a volte il troppo amore fa male, ma...Facciamo così. Pensaci fino a domani, e poi mi racconti cosa hai pensato, cosa ti ha trasmesso, cosa hai capito!"

"Ed è collegato a qui, vero?"

"Esatto"

"Ma... per caso riguarda Lei?"

"... riparliamone domani. Vorrei che ci riflettessi e creassi un'idea tua"

"Ok..." guardando i libri sparpagliati intorno a lui "me la daresti una mano con la copiatura? Mi piace molto quella filastrocca dei contrari. Magari, mentre mela leggi,  io scrivo e poi mi racconti qualcosa del prima"

"E perchè?" domandò lei che stava per rimettersi al centro del letto, davanti il tavolino "inoltre, non è tardi? Non dovresti andare in camera tua?"

"Si, ma volevo finire questo. Ho notato che alle Lezioni i ragazzi adesso si divertono a mostrare chi sa cosa, quanto, gareggiare per le domande e portano cosa hanno saputo fare. Vorrei arrivare al loro livello, ma sono arrivato molto tardi..."

"Vuoi quindi metterti in pari. Ho capito. E vuoi mostrare la bella copia della filastrocca?"

"magari non la conoscono" disse lui con un sorriso a trentadue denti "e ho trovato cose interessanti da scrivere. E ho scoperto che hanno aperto un corso di papiri..:"

"Ah si, ho approvato perchè mi pareva una cosa carina. Ma a te interessa solo dipingere o anche farli, i papiri..:"

"Intendi farli da zero? Non lo sapevo. Con queste cose manuali non so se sono capace, però non sarebbe male. Si tratta di intrecciare, no?"

"in verità vengono dati proprio i corpi dei papiri che v anno sfogliati, fatti asciugare, intrecciati, battuti, fatti asciugare ancora... è un procedimento lungo. Inoltre hai mani grandi, devi impegnarti molto per essere agile, non sei molto bravo con la manualità" rise lei, guardando altrove come colpevole.

"Lo so. i ragazzi dicono che con certi mestieri, si possono rovinare le mani. E' vero?"

"Si, se non si usano i guanti. Ma già per il tuo lavoro hai calli e... rispetto a quelle degli altri, le tue sono più belle. Dovrai accettare che possano danneggiarsi"

"Ho delle belle mani?" chiese lui guardandosele "ma con le tue creme si curano e proteggono, no? QUindi non ci sono problemi"

"In parte è vero... prova! Vedi se te la cavi bene anche nel fabbricare i papiri, altrimenti diverrai uno di quelli che provano a dipingerli e basta. L'unica cosa che non volevo dire è che a volte, per intrecciare e lavorare certe cose,  ci vogliono dita sottili o almeno agili. Se ti senti, prova a farli, comunque. però adesso è davvero tardi" disse lei, guardando l'orologio da tasca preferito che teneva sempre vicino, che con il meccanismo meccanico, scandiva il tempo rompendo i silenzi "non dovresti andare a letto?"

"...posso restare finchè non finisco?" mostrando un broncio strano

"per quale motivo, gli uomini ti aspetteranno. Questa sera non ti sei presentato per il solito casino serale"

"perchè..." prendendo i libri fissandoli con lentezza"tutti vanno a letto nelle loro stanze e... poi la mia sembra vuota e silenziosa. Non mi va di starci troppo"

"..." fissandolo attentamente senza dire nulla, mentre si sentiva solo il ticchettare dell'orologio da tasca argentato.

"Come te, no? anche tu ti senti sola,  qui. E stavi sempre qui, pensando agli altri là sotto..."

"Resta quanto vuoi, ma devi dormire, però" tagliò corto lei troncandolo,  tornando al suo lavoro, impugnando il pennino di vetro, mostrandosi distaccata e seria.

"ok" disse lui sorridendo di ringraziamento "se ti va, mi leggi la filastrocca e la scrivo, e magari altro che gho già segnato in questi libri..."

Lei sorrise, restando in silenzio, scrivendo, finchè non mise un punto e decise di alzarsi,cambiarsi togliendo il piagiama e mettendo abiti puliti dall'armadio e sedendosi vicino a lui, dettandogli la filastrocca e le parti dei libri che gli piacevano.

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Capitolo 23
*** 22 ***


Chapter 22 Chapter 22


"quindi che dovrei fare? Cambiare i progetti? Perchè la gente è scema? Perchè non capisce cosa gli si spiega?"

"NOn sto dicendo questo, ma inserire... no nsaprei, un cartello, qualcosa... "

"Sei serio? Un cartello per i muri Ah-ah? E a che è servito allora farli fare?"

Kianta era poggiata al muro del Lueurdesoie, uno dei nomi dell'edificio dove Milan andava per incontri. Tutti i tipi di incontri. Era anche definito le petite Trianon perchè qualcuno aveva avuto la faccia tosta di affermare che sembrasse, all'inizio, esclusivo di Kianta  e la voce era partita con la definizione di -maria antonietta al suo trianon=""-. Peccato che invece quel padiglione fosse di Milan ma si sapeva, quando girava una cosa era difficile estinguere l'incendio.

Intorno a lei a ventaglio cèrano Jd, e gli altri capitani, compreso Gask che era l'ultimo arrivato, eppure con disappunto di lei, finiva sempre per essere considerato in ogni discussione e quindi presente. L'avevano intecettata mentre aspettava che la smorfiosetta dell'ultimo periodo uscisse per definirle chiaramente il suo ruolo e il suo posto là. Più volte l'aveva trovata a vagare verso zone che non doveva conoscere e solo perchè Milan la lasciava  nelle stanze del Casotto andandosene, non ricordandosi di mettere delle guardie pe controllarla. Essendo un luogo sicuro e privato pensava che anche la scema di turno capisse di tenere i piedi a freno dal vagare.
La penultima era stata buttata fuori, letteralmente nonostante le proteste di Jd, dal cancello principale su una macchina che la scortò fino a Parigi per direttissima, dopo che la scovò perfino dentro lo Chateau, ove non doveva andare senza qualcuno con lei, a infilare il naso nelle porte che trovava aperte. Mentre la precedente di questa, aveva osato varcare il ponte o i corridoi verso l'ala dove aveva la stanza, vagando dal salottino di Milan del lato opposto, perchè aveva voglia di esplorare, quando 
 non ci doveva stare.
E lei lo diceva e Milan orecchie da mercante! Di giorno lui stava sempre nelle sue stanze e le ragazze che gli facevano da accompagnatrici erano con lui nella sua ala, nonostnate le preghiere di non far vedere troppo alle donne. Le donne sono come i gatti, che sono come le serpi con le zampe, diceva sempre. E invece quella era finita pure nel giardinetto dello Chateau, quello al centro della struttura, che non dovrebbe essere aperto a nessuno tranne i membri, mentre quello grande in fondo era per gli ospiti, più lontano, sicuro e difficile da là, notare l'attività del corpo principale. E invece queste ragazze erano vogliose di ficcare il naso e con questa non ci sarebbe andata tanto per il sottile, o stava nel Casotto o negli appartamenti di Milan, senza muoversi da là o fuori dalle balle. Erano accompagnatrici, non militari o elementi della COmunità e si era stufata di fare il grande fratello con queste per controllarle.
Ancora di più se ogni volta che la vedevano si atteggiavano in faccette di sfottimento e derisione, mostrando più a lei che a Milan la mercanzia perchè, secondo il loro concetto inespresso pensava Kianta, le facevano capire quanto fosse meno di loro.
E lei odiava le donne che trattavano da schifo altre nate con quell'apparato sessuale, mostrando come tra persone dello stesso sesso non cèra da fare affidamento. Aveva odiato donne che avevano fatto cose impensabili contro altre donne e non capiva come potesse essere possibile. Lei odiava solo quelle donne che usavano gli altri con il potere delle parti basse e trattassero gli altri da fare schifo. Solo quelle detestava, e le amichette di Milan non erano da meno.
Una di quelle, visto che lui cambiava le accompagnatrici in base a cosa voleva mostrare in date circostanze, aveva avuto l'ardire di presentarsi nell'armadio di Milan mentre questi si vestiva e discuteva con Kianta di una questione, con il solo accappatoio messo senza coprire molto. E con delle pretese, che mutarono in offese.
L'embolo di Kianta partì via quando questa decise che la faccia che la mostrava, doveva essere di invidia e non altro come er ain realtà, e iniziò a fare riferimenti stronzi, che andarono fuori controllo. Le aveva dato della misera guardarobiera,  servetta ansimante per Milan, brutta, nana e invidiosa che non aveva nulla di donne vere come se stessa ed era finita a fare la schiava del leader per questi motivi, e disturbava con i suoi capricci. Per quanto Milan le aveva presentate solo in quel momento e senza dirle che aveva interrotto una cosa importante, la figa che se la sentiva aveva ordinato a Kianta di andare via perchè aveva già rovinato la sua doccia idilliaca con Milan, perche l'aveva fatta di corsa per parlarle e quindi si stava vestendo, e che andasse ad elemosinare attenzioni da qualche maschio disperato. A meno che non fosse lesbica, disse alla fine, ridendole in faccia, con gesti e pose da attricetta da quattro soldi.Visto e considerato che non erano cose sentite per la prima volta, e la macnanza di rispetto che le stava dando era la millecinquecentesima di sempre, Kianta se ne fregò di Milan, spinse la stronza verso un muro e la prese per i capelli.
Sembrava di vedere un lupo andato fuori dai gangheri che rimetteva a posto un gatto selvatico, ad altezze invertite.
NOonstante questa fosse sopra il metro e ottanta, venne trascinata dall'altra più bassa per tutto il corridoio fino alle scale, facendogliela letteralmente fare come un rotolo di carta igienica che scappa via per terra.
Quando vide il trio solito,  che le stava accanto su ordine di Milan che accorreva per la scala per le urla, ordinò di attaccare il cannello e prolungarlo davanti l'atrio, mentre faceva una versione casalinga della corsa e rotolamento  del formaggio famoso, fino all'ingresso, riprendendola per i capelli e spintonandola continuamente.
Quando fu giunta al portone, mentre gli uomini che lavoravano al piano da basso si fermarono o uscirono dalle stanze per la caciara che la ragazza faceva come se la scannassero, la spinse fuori, facendole fare i pochi gradini sul sedere, mentre l'accappatoio ancora indosso,  corpiva pochissimo per come si dibatteva.

"Tu non sei una di quelle stronze che adora essere guardata, ammirata, desiderata,  mostrando sempre anche le zone dove non batte il sole? Ecco! Eccolo il tuo pubblico che ti ammira per quello che sei. Spazzatura! ti permetti di lavarti, mangiare e dormire, qui, e a  offendermi in tal modo e darmi della sottona,  brutta e forse pure lesbica perchè non sono come te? permettimi di darti l rispetto che meriti, e per quanto mi riguarda puoi tornare a piedi con le cose che hai indosso fino al posto più vicino, perchè appena avrò due minuti,  prenderò il tuo schifo da sopra e verrò a tirartelo dietro,  uno per uno ficnhè no nfiniranno! Prova ancora a prenderti gioco di me e della mia persona,  solo per le apparenze,  e ti faccio conoscere gente peggio di me!"

"Stronza, come osi! guarad cosa mi hai fatto, sai io chi sono?" rialzandosi e urlando contro Kianta, come fosse una pescivendola al mercato, perdendo tutto ciò che la distinguevano come di classe, straordinaria, elegante.

"Oh, si! Una cagna in cerca di padroni danarosi che ti usino come giocattolino di lusso per la vista degli altri. Non sei altro che questo,  e rispetto altre che conosco e rispetto che sono SIgnore in petto a te, non sei altro che una capra ignorante, vanitosa e stronza,  che si permette di deridere e dare della cessa e forse lesbica a chi questo posto lo tiene in piedi. E hai esagerato ad offenredere Milan, il suo lavoro e tutti noi che lo seguiamo..." voltandosi verso di lui,che guardava la scena non proprio felice dalle scale"Ci sarà un'altra che meriterà di stargli al fianco, visto che sfotti i suoi collaratori e il suo lavoro! Girati e sorridi ai tuoi ammiratori!" disse lei con un ghigno mentre la rgazza si voltava e vedeva tutto il personale,  che in varie zone dell'ampio atrio e poi zona anteriore,  assistevano alla scena e a lei con il solo accappatoio, messo male.

"Mi hai tolto le mie cose, i miei momenti con Milan e non ho potuto finire la doccia per colpa tua, stronza lesbica del cazzo!"

Kianta guardò Zidgy con una faccia peggio di prima e gli urlò di dare la sua risposta alla .
"Pulite cortesemnte questa spazzatura in foma di gnocca, che non le ho permesso di pulirsi...?" con sdegno.
QUello prese da terra un lungo prolungo blu e lo puntò verso la ragazza che venne inondata da un getto di acqua gelata , mentre Milan scendeva dagli scalini della scala interna infondo,  e la raggiungeva sulla soglia della porta, chiamandola.
Kianta si voltò fissandolo arrabbiata,metnre la ragazza urlava e cercava di scappare, inciampando in modo stupido come fosse stato un film demenziale.

"..." la fissò per un istante come arrabbiato, confrontandosi, poi fece qualche passo dopo di lei e fece fermare l'acqua. Quando la ragazza riuscì a ricomporsi,  gli urlò arrabbiata che non aveva preso le sue difese e permesso a quello scimpanzè anemico, indicando KIanta, di farle quello.
Al che Milan parlò con tono serio e diretto che Kianta non aveva fatto nulla di sbagliato vista la situazione. Anche s eun pò estremo da prte di Kianta, lei invece aveva interrotto un colloquio importante e privato, aveva offeso lei e la sua posizione e aveva anche inteso qualcosa sul lavoro di MIlan come se nulla fosse,  mentre mostrava tutto, affermano che cèrano cose più importanti che fare i supereroi mascherati. Il dialogo tra MIlan e Kianta dopo fu non un diverbio, ma una chiarificazione delle cose.

"Lo capisci che mi hai messo in ridicolo davanti gli uomini?" le chiese furioso, sistemandosi la cravatta che prima non era riuscito a mettere per la foga di Kianta di buttar fuori la stronza gambelunghe, come la apostrofò.

"oh, ti sbagli..." disse lei stravaccata sul divanetto della cabina armadio/stanza "io ho salvato la tua reputazione e tutto i lresto..." notando che si girava a fissarla non comprenendo le parole "Quella donna è una delle tante che scegli per starti al fianco e mostrarla,e fin qui ok... ma lei ha insultato il tuo lavoro, te, me e tutti gli uomini là fuori e mostrando loro che non accettiamo prese in giro, offese e trattamenti del genere, ho chiarito come tu metti in primo piano loro, il tuo impegno, e persone che davvero vuoi vicino..."

"E te.." sorridendo.

"Mi ha dato della nana e di morta di gamberetti, oltre che scimpanzè anemico... non sono anemica!"

"Tra tutte le cose, ti sei offesa per l'anemica?..." ridendo di gusto. Era chiaro che aveva capito la cosa e non era più arrabbiato ma Kianta rincarò la dose.

"Se pensi che io abbia fatto male, và e gira come non fai molto tra gli uomini, ascoltali e commenta l'episodio per vedere se ho fatto male o bene. Una delle cose che insegniamo qui è il rispetto, la comunità, le singole persone, l'impegno, e il Desiderio, ossia portare finalmente questo mondo ad un salto moderno ed equalitario... e la prima cosa è far capire che no accettiamo ciò che pregna la società là fuori. Tu prova e poi mi dici..."

"Tenterò! Intanto..." sorridendole beffando "vedo che ti sei buttata sul divanetto per non leggere sul mio letto, eh? Questa volta cèra una lei con me e non ti è venuto come al solito di spiaggiarti sul mio letto di piume!"

"NOn amo che usi materassi di piume, anche se le nostre sono controllate e comprate apposta da poveri uccelli già morti e non vivi! Mi è bastato vedere con i miei occhi come prendono le penne dalle bestioline e quanto soffriranno per aver preso quegli animali, liberandoli, e aver fatto piangere quella gente! Ma io ho un materasso di lattice, tu di piume e a che ci sono... è comodo per leggere! Ma da oggi non più..." mostrando un'espressione schifata e rincagnandosi nella poltroncina con vero disgusto non celato, facendolo ridere.

Quella fu una situazione estrema rispetto le altre e ogni volta Milan sceglieva dalle scuderie delle signorine di classe, delle perfette imbecilli, per non avere problemi con le scaltre faine,  che cercavano di guardagnare cose con l'astuzia, ma purtroppo le scelte erano più sceme di un pagliaccio ubriaco. E a Kianta iniziava a pesare, il dover controllare quelle galline. Gli aveva più volte detto che era libero di fare cosa voleva e con chi, ma la cosa che la preoccupava era principalmente che fossero pericolose per diffondere elementi, segreti o altro che potessero ascoltare,  oltre che ricattarlo con altri. Ma a lui paiceva il gioiello da mostrare e quindi puntualmente tolta una scema, ne spuntava un'altra. Che fosse platinata, ramata, corvina o altro. Erano corpi e nulla più, degni del grande Crazy Horse,  ma con meno cervello se non giocare con le qualità naturali o meno, per ottenere i favori di MIlan o altri clienti. Tutte di gran classe ma fastidiose perchè  impiccione, prepotenti, giudicanti come tutti là fuori,  arrivando a offendere di fronte e dietro,  e sempre pretenziose. Anche i diamanti hanno le inclusioni che li sporcano, diceva Kianta. Ed era il minimo.
E così Jd quel giorno aveva saputo che lei era stazionata fuori dal Casotto, perchè non osava entrarci se cèrano Milan con,  o solo le sue amiche, per aggunatare la nuova e metterla in riga. Non sarebbe finita male, ma voleva evitare altri accompagnamenti forzati fuori dalla tenuta.
Con le altre no nera riuscito a fare nulla se non protestare, e ora voleva fermarla da qualche mattanza per i troppi nervi, visto che puntualmente le signorine se non offendevano le donne dello Chateau, cercavano di fare le gatte morte con tutti, con somma ira di Kianta, disturbando u nqeuilibrio tanto sudato. Voleva evitare gli altri spiacevoli casini. QUando si superava la soglia massima entro cui lei sopportava e somatizzava le cose, usciva fuori il suo lato profondo e vendicativo che portava a usare la forza o venir presa da istinti selvatici che neanche molti uomini loro o che cercavano di eliminare, avevano in un colpo solo. SOlo Gask e pochi altri, avevano mostrato di fare qualcosa di simile, ma erano situazioni in incarichi e pericoli nel lavoro che potevano avere un senso, dove dovevi dar fondo al tuo te stesso più profondo per farcela. COn Kianta era diverso, era come se fosse uno spirito inquieto che prendeva il sopravvento al massimo della rabbia. Ce ne voleva per farle scattare, normalmente, ma erano bastati Alaric, Gask, il vecchio cuoco per farle uscire il lato più nascosto, che Milan chiamava l'essenza del suo totem. E meno male erano pochi.

"Specificami" rivolta a Jd poco contenta, mentre Alaric sbuffava distro lubo "chi sono questi cretini, perchè sarebbe così, che non hanno capito un tubo di quelle costruzioni e tentano di scavalcarle, affermando che cè un errore strutturale! Per chi vuoi, chi è la capra?!?"

"Adesso non importa chi... il problema è che molti non conoscono questo tipo di..."

"Da quando sono qui?!? E quindi dovrei abbattere tutti quei muri, fatti specificatamnete, per quattro idioti patentati che..."

"Kiantaaaaaaaa!"

Si voltarono,  e Beppo correva verso di loro dalla sezione delle gradinate, al solito con tutto indossato a caso, capelli al vento e la solita aria contenta.

"Kianta, devo parlarti, vieni!" arrivando come un forsennato e tirandole un braccio.

"Beppo, stiamo discutendo di una cosa importante. Non puoi aspettare? Dieci minuti, promesso..."

"Ma è importante! Io prenderò cinque minuti, facciamo anche dieci! Solo..." tirandola.

"Vai, parleremo dopo dei muretti ah-ah!" disse Jd, dicendo agli altri di andare anahce loro, che dovevano controllare la partita nuova che stava arrivando. Quando invece avrebbero stazionato là davanti per evitare che Kianta tornasse e in qualche alterco, mozzicasse la sventurata. Poveretta per modo di dire, pensava Jd, visto che era stato inteso che no ndovevano mai andarsene in giro senza qualcuno ma ci provavano ugualmente.

"Perchè parlate dei muretti ah-ah? Qualcuno cè di nuovo caduto di sotto ed è rimasto come le capre?" chiese Beppo fermandosi,  mentre Kianta guardava Jd con uno sguardo eloquente.

"Spiegami comè che uno di dodici anni passati lo sa, e gente dai venti anni in su si appiccica come fossero l'uomo ragno per un sistema di difesa che dovrebbero conoscere!"

"Ormai tredici, non sono piccolo!"

"perchè o sono nuovi ,o hanno fatto turni e ronde in sezioni distanti dai muri e nessuno gli ha spiegato dicono..."

"Qualcuno mi spiega cosa sono questi cosi che fanno ridere?" domandò di colpo Gask fissando uno per uno tutti.

Il gruppo si voltò verso di lui mezzo stupito e mezzo incredulo, pensando che stesse scherzando,  ma fissava in faccia tutti come se aspettasse una risposta.

"Come fai a sapere che è una risata?" domandò di botto sospettosa lei.

"Credo sia per la nostra intonazione" disse Lubo improvvisamente, parlando al solito suo per pareri personali senza aver detto nulla prima "Ogni volta che lo dite, sembra che diciate una battuta di presa in giro..."

"Credo che abbia ragione" sorrise Jd, ripetendo come lo dicevano.

"Veramente già ne avevo sentito parlare da Django,  che mi aveva ammonito di non andare dopo quei muretti perchè sarei tornato solo in determinati posti specifici, ma dovevo consocerli..."

"E cosa altro ti ha detto" domandò Kianta come prevenuta e con gli occhi stretti stretti.

"Che ci vuole a sapere che sono? E' facile..." disse Beppo "Muro ha-ha a seconda dell’intonazione mima una risata sarcastica del ci sei cascato,  ma anche il disappunto dello scherzo, tipo, non fa ridere. Sarebbe un fossato e  un muro di chiusura, senza che sia visibile in lontananza. Evita ad animali ed estranei di penetrare nelle zone come prevenzione prima dei controlli e blocchi veri e prorpi.  In francese si chiama saut de loup, come sistema protettivo non visibile prima o come scherzi prospettici di continuità nel paesaggio. Lascia  l’illusione di essere liberi di vagare e continuare, senza recinzioni o fortificazioni finchè non è tardi.Il trucco si vede solo al confine, la barriera è invisibile perchè c'è una pendenza creata artificialmente della stessa altezza del muro. L'ho detto bene?" domandò alla fine incerto.

"ottimo, vedi come mostri di avere cervello?" disse lei, come una sviolinata a Gask,  guardandolo come fosse uno scemo a non aver cercato informazioni prima.

"Li ho visti e ho capito bene o male in funzionamento ma vorrei capire meglio, sono andato quasi al bosco delle lucciole e poi sono..."

"COSA?!" fossandolo male "Sei andato,  dove? Lo sai che quella è una zona vietata, vero?"

"perchè sarebbe vietata? non fa parte sempre della casa? Milan mi ha detto..." chiese Gask non capendo la questione.

"i posti definiti vietati, sono off limits per dei motivi che non è detto ti debbano essere spiegati. Se Milan non ti ha dato specifica autorizzazione e a me firmata, là non puoi andare. Già che sei andato in giro, a casaccio, vedendo quelle sistemazioni paesaggistiche e di protezione,  e ti sei attenuto a una spiegazione sommaria di Django è sbagliato. Dovevi chiedere maggiori spiegazioni e..."

"Va bene, la prossima volta domanderò prima e non scavalcherò questi muri. Lui me lo aveva detto dopo. E non andrò alla foresta..:"

"Scavalcherò?!? Non ho capito bene!"

Jd, mentre Kianta era voltata a fissare Gask con rabbia, fece no e mimò con la bocca a questi, portandolo però in confusione e facendolo restare zitto come uno scemo. Beppo attirò l'attenzione di Kianta su cosa voleva dirle e se la tirò via, lasciando il gruppetto solo.

"Posso sapere perchè ci troviamo qui,  nascosti come ladri,  a parlare di una cosa che dovremmo fare nella Sala?" chiese Gask sempre più confuso.

"Perchè è pazza, ecco perchè..." si intromise Alaric che era rimasto zitto fino a  quel momento.

"Ecco..:" iniziò Jd, vedendo gask confuso "lei attende... una persona. Per questo..."

"Ah, parli dell'amante!" constatò Gask rabbuendosi.

"CHI?"
"COSA?"
"..."

Jd, un istante dopo Alaric e nulla Lubo, che invece rideva, fecero le domande come urlante e con espressioni diverse. Il di Jd come se domandasse davvero chi fosse preso alla sprovvista. Alaric con un veraente sorpreso come se no nsi aspettasse fosse vero, e Lubo nulla, rideva.

"Come chi. Tutti la sera parlano di questo trianello e che Kianta è la nuova Maria antonietta, si dice cha la chiamano la signora del debito totale..." mostrando di non capirci davvero nulla, da cosa sapeva alle risposte di tutti.

"Ma davvero!" disse aspramente Jd,  voltandosi incazzato verso Alaric, che fingeva malamente di essere occupato a guardarsi altrove.

"Queste idizie da bevuta serale dimenticale. Questo luogo è un Casotto di Milan. Non ti è sembrato strano che dormisse poco nei suoi appartamenti? Che stesse sempre altrove?"

"Casotto... così lo chiama lui, è praticamente un palazzo di due piani e una mansarda nascosta, il trianon di Milan!"

"Basta!" urlò Jd ad Alaric che si era intromesso di nuovo "E' dall'inizio che metti ingiro cose false e Milan non ha gradito la pubblicità al uso luogo privato. E continui... lo so che sei stato tu che lo hai detto ai tuoi, che Lia chiamava scagnozzi, e a tutti gli altri di rimando. Sii adulto e ammetti la cavolata che hai fatto, che ha solo danneggiato Milan. E' dovuta diventare una zona proibita! Quindi taci!" facendo innervosire l'altro, per poi voltarsi verso Gask, indeciso su cosa fare o dire dopo quello scambio di battute, ma Jd continuò.

"Le fesserie che hai sentito sono totalmente sbagliate, inventate da qualcuno che aveva troppa voglia..."

"Chi sarebbe Lia?" domandò improvvisamente e tutti si accorsero dell'errore. Per la prima votla parlavano di lei a qualcuno, per la prima volta ritornava il suo nome dopo tempo e Gask per la prima volta lo sentiva,  dal poco tempo che era arrivato.

"Non capisco..." balbettò Jd mentre Alaric diceva che non aveva sentito nulla e Lubo voltava il capo, dopo aver fatto cenno di no con la testa.

"Ma hai detto..."

"Ascoltami, non badare a qualcosa che ti sembra di sentir male" sviando la cosa cosa con una mano, non facendolo voltare verso gli altri con una mano sulla spalla nonostante la differenza d'altezza "questo posto è il luogo privato di MIlan che..."

"me ne aveva parlato e fatto visitare,  ma non aveva mai accennato a nulla di ciò. Diceva solo che era la Porta dell'arte e della vita. E..."

"Ah, l'ha chiamato così! Sempre a inventarsi nuovo assurdi per posti che..."

"Alaric!..." urlando quel nome con un tono che non ammetteva altre repliche "Gask, voglio che tu capisca,  adesso! Questo Casotto, non importa come lui lo chiama veramente, è un luogo... privato di Milan. Non so se hai visto i suoi appartamenti, che prendono tutta una zona dell'ultimo piano dello Chateau,  nella zona sopra la nostra, la sezione sinistra dal davanti dello Chateau..:"

"Si mi ha fatto fare un tour dopo di te. Mi ha detto che tutta la zona sopra è sua e che guarda verso il boschetto e Parigi... almeno così ho capito..."

"Bene, tutto il piano è suo! Almeno quello dell'ala... Mentre ha adibito a stanze per gli ospiti tutte quelle dall'altro lato, dove cè Kianta. Inizialmente lui voleva far creare una nuova sezione, ossia unire le due ali nella zona finale per un nuovo corridoio che collegasse una punta all'altra..."

"negli gli appartamenti di Kianta, capito"

"No, lei non ha appartamenti! E non è per questo, lei sarebbe capace di andarsene a vivere nei casotti dei guardiano per quanto le riguarda! Immagina l'ala come un rettangolo con esempio dieci stanze in successione. Milan l'ha poi fatto fare ma a metà, sospeso sopra igiardini e non fruibile per nessuno tranne lui, le sue Ombre e Kianta.E gli inservienti..."

"Si con quelle porte nello stile dell'edificio che bloccano il ponte da entrambe le zone, ho capito"

"Esatto, ma Kianta non ha tutta l'ala. Non la volle all'epoca e non le interessa adesso. All'inizio un'altra persona aveva preso quella che dava di fronte alla porta del ponte sospeso, ma poi non so per qauale motivo scelse quella in fondo, l'ultima. E' stata sistemata da due stanze diverse, togliendo una parte di un muro, collegandole. QUindi ha un ambiente più grande della sola camera da letto ma è solo per l'esempio,  due stanze su dieci. Milan invece ne ha nove, quella più vicina all'angolo è diventata il suo armadio..."

"Quindi quello che ho visto da Milan..:"

"Era tutto ciò che è la sua zona. Si parte dalla prima stanza, ossia la seconda porta dopo la prima stanza svoltato l'angolo , la prima è divenuta l'armadio fruibile solo dalle altre stanze, chiusa dal corridoio. Ogni stanza di quelle è chiusa dal corridoio dall'esterno tranne una, quindi apribili solo dall'interno. Precauzione dice. QUindi si va dall' anticamera, salottino, camera da letto, bagno e sala da bagno, due cose diverse, che è l'ultima cosa alla fine dell'ala. La Camera da letto è  di fronte la porta del ponte. Il fatto è che di giorno usa quegli appartamenti, ma in altre occasioni se è qui,  preferisce questo edificio... " guaradandolo. Dalla forma tutta angoli, non ricordava la forma della pianta e che prevedva un ampio spazio luce al centro con delle balconate che giravano intorno che davano poi alle zone dell'edificio.

"L'ho visto da dentro e per le balconate sembra quello del Capo ma è... diverso"

"Quello è un edificio moderno in stile americano arricchito. Questo è progettato e studiato per richiamare lo stile ottocentesco dall'esterno, che sembra più austero ma moumentale, nel sneso che sembra più grosso di quel che è e,  all'interno richiama quello settecentesco. Se da fuori a Kianta piace, l'interno molto, molto meno..."

"Perchè? Anche il capo aveva cose simili"

"Il pacchiano moderno è un pugno nello stomaco seguito da quello in un occhio, dice. Il settecentesco stile Luigi XV, è famoso anche con il nome rococò, quello in cui ha vissuto Maria Antonietta e... se a Milan denota bellezza, arte, grandiosità e, boh, tutto quello che gli piace...  A Kianta richiama solo pacchianeria, ostentazione e... odia l'interno da non volerci mettere piede! DAlle decorazioni così oro che dice che le fanno male gli occhi, i decori floreali, le boiserie, coordinate per forme e colori, con gli arredi della stanza. E ogni stanza è diversa.Tutto richiama gli stili da Luigi XIV a Luigi XIV, quindi puoi immediatamente capire e riassumere..." ma vedendolo perplesso gli chiese cosa ricordasse dell'edificio interno "Come ti è sembrato l'interno?" gli domandò, portnadolo a riflettere.

"Cè qual grande spazio centrale bagnato dalla luce del tetto a vetro. Dopo che si entra dalla porta ci sono quegli strani scalini a onda o ferro di cavallo con gli angoli,  che scendono verso la zona centrale,  che si divide nella sezione inferiore, e quella superiore per le scale.  Al centro  in fondo delle scale epr andare al piano superiore, dove cè questa balconata che gira tutta intorno a questa parte centrale e...

" Ma io mi riferisco più al sopra... Ogni stanza ha una funzione specifica, come i suoi appartamenti e in successione. Cè la stanza da bagno, la sala da pranzo, il salotto per ricevere, gli spazi per intrattenersi e giocare, e così via. Tranne rari casi, dove Milan vuole sconvolgere l'ospite con lo Chateau, ospita e riceve le prsone qui. E Kianta gli sta lontano..."

"per non essere di troppo..."

"No, perchè le fa schifo che Milan sta con le sue amichette di sopra, difatti non vi è mai entrata. Se non all'inizio per sapere come fosse ma niente più. la zona circolare di sotto di cui tu parli è la zona concerti..." disse Lubo come se parlasse di quale macchinario usare per gli esercizi. Ma jd riprese la parola.

"Acolta, tu sei arrivato qui poco prima di Beppo. Abbiamo incontrato lui dopo quattro o cinque settimane dopo di te, ma da quel momento è passato abbastanza tempo per te per interessarti ad altro che allenamenti, serate e passatempi con tutti gli altri, voler aiutare Milan in tutto. Capisco che questo ti mancava prima e ti sei trovato bene, ma... magari tu sei quella persona speciale per lui, ma concentrati sul fatto che hai tuoi doveri  e impegni. Non te lo dimenticare"

"Ma..." disse Gask guardando strano Jd, andando con gli occhi verso Lubo per cosa aveva detto "credevo di aver già fatto molto. Kianta quanto ha fatto da quando è qui, come parità?"

"Cosa... lei è un'altra cosa" esclamò Jd prima confuso e poi indispettito "Non è un membro che possiamo dire regolare, non è una militare a tutti gli effetti anche se su quello..." mostrando quanto invece lei non ne fosse felice "tu e lei siete diversi. Tu sei un militare fatto e finito, lei no. La cosa è diversa. Kianta ad oggi è con noi da circa otto mesi, tu sei entrato pochi mesi dopo, una manciata, che non dimostrano nulla. Tu hai capacità ed esperienza alle spalle, sei venuto tu qui e hai giurato di fare del tuo meglio per il Cambiamento e il nostro stile di vita. NOn credo sia necessario ricordati tutte le regole, le promesse fatte quando sei diventato effettivo e..."

"Ma se è qui, allora lei è una di noi. Come noi. Perchè dite che non è così?"

"perchè rispetto a te, mi dispiace dirlo, non fa parte del nostro noi. Se per Milan tu meriti un posto tra noi, anche se sai essere pazzo quanto lei, non è possibile indicarla dei nostri. E' come un alieno..." cianciò Alaric ridendo di gusto

"Lascialo stare. Voleva dire che è... una figura diversa. Avere le nostre competenze e addestramenti passati, non la decreta membro effettivo delle forze armate, diversamente da te. Anche se... tu non hai come noi un curriculum regolare,ma la situazione è diversa. Non so cosa ti abbia detto Milan, ma uno dei motivi per cui Kianta è così scontrosa, ritrosa con i contatti umani e stare con e tra gli altri è dipeso da questo. Accettazione e categorizzazioni. Milan da un certo punto di vista vuole vedere lontano ma cade sempre nell'errore di voler posizionare la gente e tenerla in una ubicaione, in un ruolo,  e situazione a suo parere giusta. Ma questo porta a differenziazioni sostanziali anche nel come viene vista e trattata. Oltre al suo passato..." con una smorfia non felice.

"E quindi non è una di noi? E' come la segretaria di Milan?"

"NO!" quasi urlò Jd con le mani in aria come per zittirlo,  e si guardò intorno, vedendo Kianta che seguiva Beppo per chissà qualche discorso le volesse fare più avanti "La segretaria è segretaria, non è come Kianta perchè Kianta ha una posizione unica e difficile da spiegare. Ma non farlo, mai, mai più! Non devi mai paragonare qualcuno a Kianta o ti odierà di più, vorrà staccarti qualcosa e peggiorerai le cose. Lei anche tramite le lezioni cerca di insegnare che i paragoni nel lavoro,  come in qualsiasi altra cosa sono deleteri, offensivi, morlmente distruttivi. Ogni persona è unica, diversa e capace per sue qualità. Ma paragoni come si fa nella società là fuori dove tra due o più soggetti, i migliori sono quelli con i soli voti, mai. Qui trattiamo le persone diversamente, come è accaduto con te. Solo che tu nonostnate tutto il tuo background, hai un carattere opposto al suo, difatti anche dopo la corsa sulla sabbia, la gente qui ti ha visto meglio, gli sei piaicuto, sei amico di tutti e ti rispettano."

"Lo rispettano per quello che ha fatto secondo loro di figo, solo questo"

"Alaric!... ascolta, Gask non badarci,   qui da molto tempo abbiamo lavorato come un tot di persone fino a sfiancarci, per avere solo qualità! Ma abbiamo solo fatto peggio... poi abbiamo cercato di ingrandire il numero e sempre con persone che erano qualcosa per noi, non solo grossi numeri per apparire  o scegliendo solo i primi dieci dei test, come in altri. Ci sono persone che sanno dare in certe situazioni più che in altre, che non brillano in qualche cosa,  ma sono meno dei livelli che si vorrebbe normalmente altrove..."

"nel senso..."

"nel senso che la società là fuori cerca di aver tutti allo stello livello, o scremare solo con persone che i dati catergorizzano... seguendo delle tappe prestabilite con dei risultati prestabili, mentre gli altri che non riescono ad omologarsi, raggiungerli o essere per qualche motivo, ma che hanno altro che quelli là fuori non sanno vedere, sno scartati o trattati come inutili o peggio. E qui cerchiamo questi soggetti. I migliori per noi non sono quelli delle statistiche e risultati al voto più alto, ma quelli che danno frutti nei modi inattesi. Come te! Una delle cose che Kianta non ammetterà mai è che tu sei uno di quelli che potrebbe ammirare, che sono più capaci con le abilità melee, di forza e ingegno, come lei e visto chi sei, e le viene rabbia perchè come quel trio che ha sempre accanto, siete capaci senza armi..."

"Ah, il trio delle tre preghiere... se si muovono la gente prega davanti a loro e cosa possono fare. Ma in effetti fanno poco..:"

"Come il detto, il trio del'ave maria si fa pregare..."

Alaric e poi Lubo con il suo intervento, parlando tra loro, risero alle battute. Le battute facevano loro venire di continuare con le prese  in giro perchè di fatto erano le Ombre ma facevano poco, perchè Kianta non aveva bisogno se incazzata davvero, di far fare ad altri . Lei faceva sempre da se, al massimo quando non le andava di sporcarsi le mani e non cèrano alcool e salviette disponibili, ma sempre chiedendo se potessero farlo, come una richiesta e non un ordine. E gli altri ridevano, perchè dovrebbero essere impostati come ordini, ma lei con loro non lo faceva. Agivano,  ma solo in determinati moemtni, restando a braccia conserte ad assistere, solo in determinati momenti e situazioni loro mostravano l'interesse ad intervenire di fatto,  mettendosi a ventaglio davanti o dietro di lei.  Ma per poca roba, insoma gli altri ridevano perchè menavano o facevano didietro larghi raramente. Se intervenivano davvero però erano cavoli amari dei malcapitati, non a caso quei tre erano prima secondi di Lubo, Jd e un loro amico. Se da un lato per le posizioni era un onore essere un'Ombra,  anche assegnata a qualche ospite, per quei tre era un pò una barzelletta, visto che come Milan, Kianta li aveva sempre dietro ma usavano poco le loro abilità perchè non avevano bisogno di mani vere e proprie per agire, ma occhi in più.
Ma jd fece finta di nulla, continuanto la questione.

".. Se molti dei nostri sono abili con le armi che sembrano l'estesione di loro stessi, armi moderne e automatiche, noi siamo vecchia scuola. Tutti quelli di oggi sono preparati su armi moderne, le conosciute e facili da reperire o da avere negli addestramenti. Io, tu, altri siamo invece più in sintonia con armi vecchio stampo, metodi meno moderni, il mio fucile da cecchino non è di quelli attuali, superfighi che fanno tutto loro. Come dice Kianta, così è tutto più facile! Infatti noi cerchiamo persone che sappiano fare il loro lavoro indipendentemente dall'arma o equipaggiamento, perchè se fa tutto l'arma sei un militare a metà! Uno come te che usa più le pistole e le armi bianche, che i fucili e mitra come noi, è diverso. Soggetti diversi da quelli per cui si è addestrati oggi. Noi cerchiamo i migliori.."


"Va bene, ma la sostanza? Ho capito che cercate quelli che normalmente sarebbero scelti in secondo step,  perchè il militare deve essere quello che segue senza ripensamenti, tentenammenti, a occhi chiusi... lo so! Anche al Capo piacevano quei tipi..."

"Ma ha scelto te..."

"Mh.. " fece lui con una smorfia "diciamo di si...  ma gli altri dovevano essere in un certo modo, come so per qualunque gruppo speciale. Ho capito che non cè molta differenza, alla fine, è meglio il soldato che non sa pensare ma agisce su ordini,  che uno  capace di calcolare ogni situazione nelfrangente e decidere di suo come meglio agire... prima si cercavano persone come la prima categoria, ora sembra che facciano come voi! E' un soldato, guardia, guerriero, un essere che non è un'appendice del comando ma di più. Così diceva il Capo aggiornandosi tramite le sue reti sui vari reparti e gruppi militari del mondo. Devono saper affrontare la minaccia, sia interna che terroristica, anticipare ogni attacco, prevedere e adattare la propria condotta di conseguenza anche se diversamente dagli ordini ricevuti, purchè l'obiettivo sia raggiunto. Devono essere capaci oltre ogni possibilità di un soldato comune classico e moderno,  per intervenire e proteggere cittadini, territorio, soggetti specifici. Hanno l'incarico di pattugliare e osservare le aree sensibili, calde, con la differenza di un soldato normale è che non avendo un cervello vuoto,  possono vedere, cogliere, captare cose che quelli di base non noterebbero o scoprirebbero. Questo dice il capo e credo anche sapeva di voi, quando voleva trovare uomini nuovi e capaci negli ultimi due anni. Diceva che ormai si cercavano non fantocci ma persone con cervello. I livelli e risultati che prima erano la chiave per avere i migliori solo da alcuni lati, adesso erano tolti per lasciar spazio a persone veramente valide su molti aspetti. Non più fisicamente dotati sopra al top, efficienti, valenti solo sul piano fisico e comportamentale come prima. Dice sempre che ormai la gente vuole per davvero tipi brillanti e preparati oltre il fisico,  e a volte non è detto per forza su quello. Devono essere validi, intelligenti, ingegnosi, dotati e non soldatini come fatti in serie..."

"Ecco perchè Milan e lui vanno d'accordo! IN un certo senso se la intendono su certe cose. NOn a caso il tuo Capo aveva bisogno di elementi validi per i suoi affari e no nvoleva imbecilli qualsiasi... Il fatto è però che tu alla fine, perdonami se lo dico, sei più vicino all'apparenza del soldatino fisicamente perfetto e non altro, di cui il tuo capo parlava. Appunto, apparenza... Il tuo problema è che non hai avuto a quanto pare i mezzi per altre cose, ma con le Lezioni recupererai, vedrai. Anche se non capisco perchè tu voglia fare l'ombra di Milan, qando puoi impegnarti per il tuo obiettivo di essere migliore... "

"Voglio essere superiore agli altri per non trovarmi al di sotto... Che non vi siano persone più di me. Che non vi sia alcun male nel mondo sopra di me. E per non dover mai... voglio diventare qualcuno di speciale con i miei mezzi, i miei sforzi, le..."

"L'uomo che supera se stesso con la fatica, con la voglia e il desiderio di farlo. Crederci, usare tutte le proprie forze...  il problema è che tendi ad agire in un certo modo e non è positivo..." accennò in senso positivo Lubo.

"Cosa ho detto di male poco fa? Ho capito che ti riferisci a quello ma io..."

"Cosa hai combinato con quei muri?"

"Eh? Oh, ho solo deciso di risalirli per non dover fare il giro,  ammucchiando dei sacchi e arrambicandomi..."

"Ma li hai tolti spero... più volte capita che la gente per curiosità, trekking, ragazzini dei villaggi e paesi vicini vengano qui per il brivido del pericolo e tentino di fare Urbex... Se lasci quella roba per fare livello e scavalcare, non servono a nulla..."

"QUindi..."

"Toglili...senza dirle nulla!"

"Ma una delle regole non è chiarezza, fiducia..."

"Per te è meglio evitare, fai meglio...lei è quel tipo di donna che non ha bisogno di arrivare alle mani per tenerti sue spanne in basso rispetto a lei, e che all'occorrenza se le fai  girare sufficientemente i coglioni lei ti fa pentire di esser nato. Ma questo avviene finchè non si superi una certa soglia, dove tutto viene affrontato con molta calma, dignitià e classe comunque. Ma appunto finisce quando le cose dette o fatte rasentano o superano quela linea da non farle varcare mai, se si ripetono troppe volte le cose dimostrando di non aver capito e migliorato e una così grossa da farla arrabiare male e allora addio... Per questo vedi di capire come non farla..."

"Io faccio parte di voi, giusto? Come Capitano, adesso. Milan ha voluto che lo fossi, quindi ho responsabilità e doveri. E sono dei vostri come militare e membro di questa Comune! NOn ho intenzione di essere il super partes. Voglio esserlo come persona e abilità nel mio lavoro e percezione.Se siamo tutti uguali, lo sono anche io! Voglio superare me stesso, ma non in questo modo. Glielo dirò e chiederò a lei se è meglio toglierli o fare altro..."

"Aspetta, se lei scopre..." ma Gask era andato e seguiva Kianta e Beppo per parlare, mentre questi due erano più avanti e il ragazzino gesticolava e camminava come in diagonale, guardandola e parlando  eccitato o altro.

"Succederò il casino, lo sento!" rise Alaric,mentre Lubo faceva solo una smorfia, ma non smebrava di preoccupazione.

"Mi auguro che non accada qualche casino, ne ha già combinate e lei oggi non è di buon umore...." restando vicino il muro del Casotto, osservando i tre che si allontanvano.



Un anno  e quasi cinque mesi prima


Lia si vestì con cura. Un completo di pelle morbida, di ottima fattura sgraffign... no, pensò, presa in prestito. Si, era solo per poche ore, niente di che. La giacca nera con colletto ampio le cui punte arrivavano al taglio delle maniche e tutte bordate di zip dorata decorativa, le stava corta all'apparenza. Per lei, e come si vedeva. Non era abituata a mostrare molto prima, lo odiava, come aveva imparato ad odiare il suo corpo per sua madre e le altre compagne, dei vari anni. La chiusura era la metà della giacca, si fermava poco sotto il seno, lasciando uan zona scoperta a V, mostrando l'ombelico. Le tasche erano in diagonale e così piccole e strette che si chiese perchè farle proprio e non solo decorative. Chiuse la zip, in diagonale anche questa, che partiva come dal cuore e scendeva dal lato opposto a metà del busto. Tutte le parti metalliche erano dorate, non le andava mai il dorato ma cèra questo facile da prendere e doveva andar bene.
I pantaloni di pelle anch'essi avevano inserti di zip e decori in metallo dorato, come il bottone. Erano a vita bassa  e si domandò perchè bisognava vestirsi con tutta la pancia di fuori per moda, con pantaloni stretti come se fossero due taglie meno. Volendo le stavano bene, ma odiava sentirsi costretta che fossero fianchi, gambe, busto, braccia. La vestivano bene, era stata fortunata con la taglia, ma fece una smorfia delle sue gonfiando le guancie e le labbra chiuse notando come non si sentiva a suo agio, per niente. Ma doveva star zitta. Non poteva fermarsi in quel frangente.

Prese degli stivali alti fino al ginocchio sempre di pelle nera come il resto e si guardò. Mancavano i capelli e il cappello. Ah, gli orecchini, pensò. Prese enormi cerchi che per ampiezza sembravano cavigliere per elefanti, disse tra sè, ma poi si fermò. Prima la parrucca! Prese dalla testina il modello prescelto, che arrivavano a poco sotto le spalle, accarezzando il colletto ad ali aperto, e curò con massima attenzione la porzione anteriore, i baby hair sulla fronte e l'anima per la zona sopra l'orecchio. Aveva preso lezioni da Madame per molte cose, anche il comportamento, e ora valeva tutto in una notte, quella. I test comprendevano anche quelle lezioni, ma a che doveva stressarsi per sapere come muoversi come una donna gnocca, come diceva lei, doveva buttare tutta la mano sul tavolo e tentare. Doveva andare così!
I capelli erano identici, quindi non vi erano problemi. Così come abiti e accessori. Andava bene, dovev andare!
Controlò da varie angolazioni la parrucca, sembrava la sua testa naturale visto che costava veraente un occhio! Mai aveva avuto mille e seicento dollari nella sua vita in mano o forse in generale. Forse per anni dai regali dei nonni pensò, ma visto quanto le davano servivano 10 anni di risparmi dei regali dei nonni, per arrivare a quasi alla cifra. Quasi! E lei l'aveva in testa, invece. Però l'effetto era meraviglioso. Doveva ammetterlo.I suoi capelli naturali aveva deciso di tagliarli per levare una delle cose che l'avevano tormentata nel passato, sempre per chi aveva solo da lamentarsi e mai effettivamente dare una mano. Aveva odiato i capelli lunghi da bambina e poi ragazzina/adolescente.
La madre le urlava contro che faceva schifo a vederla rispetto le altre bambine. Diceva sempre così! Fai schifo a vederti. Non ti si può guardare. Non cè una cosa che sta bene. Le altre hanno avuto figlie che ci vuole il cuore a guardarle, mentre tu fai piangere i polli. Non calcolando che le figlie delle altre avevano abiti che stavano bene A LORO, mentre ne suo caso che piacevano ai suoi ma erano come accoppiare le cozze col bacon.
Una volta, perchè erano ricci particolari e avevano bisogno di cure che ne lei, che quella intelligente della madre conoscevano perchè li aveva lisci, l'avevano portata da sua nonna che riceveva un parrucchiere in casa che Lia stessa definì poi lo sterminatore di capocce. Le aveva tagliato, su indicazione dei geniotri e nonni, così corti quei poveri capelli che le erano poi cresciuti ancora peggio di prima. Sembrava un leone della savana con dei boccoli grossi che lievtinavano... e la situazione era peggiorata, perchè se prima non sapevano come gestire quei capelli, un riccio diverso da tutti, avevano decretato che era meglio tenerli corti. Ma tagliandoli in quella maniera come se fosse passato un decespugliatore con lame arrugginite, era risultata peggio, molto peggio dopo il primo shampoo. Era stata sempre lei a dover poi litigare con capelli che urlavano aiuto da tutte le parti. Avevano bisogno di cure particolari, e lei non aveva ne i prodotti ne le conoscenze per farlo. I genitori non ne volevano sapere di usare qualche soldo in più, ma urlavano come dannati perchè no nera di bella presenza, unito ai vestiti che sceglievano loro e i disastri ocn parrucchieri del cavolo. Quel tizio era parrucchiere da uomo e neanche in regola, andava in casa e le aveva devastato la chioma, ma a nessuno importava. Le urlano, i ceffoni e le cose sbattute o prese a pugni erano rivolti a lei che non sapeva apaprire bene. I capelli divennero di base molto più gonfi, difficili, i boccoli naturali grossi e pesanti avevano preso la brutta caratteristica di gonfiarsi e incresparsi ancora di più. E se lei non riusciva a gestirli, tutti urlavano contro di lei, senza davvero fare nulla, peggiorando il suo modo di vedere gli altri e se stessa. Ogni cosa era sule sue spalle, pesi che non poteva gestire senza denaro e conoscenze,  per qualcosa per sistemarli. E così aveva ormai una testa piena di boccoli ma come uscita dalla centrifuga di una lavatrice e ovviamente le stavano male senza le ciocche strategiche anteriori che tirava indietro. Come quel dannato ritratto trovato da Alaric, pensò.  E così da quel parrucchiere, ogni anno aveva inizato a contare le volte che i genitori la rimproveravano aspramente o la minacciavano di tagliarle i capelli di notte, pur di non vedere quello schifo sulla sua testa. E tutto si accamulava in lei, in negativo.
Ma non sarebbe un controsenso, pensava lei dai quattordici anni, quando aveva iniziato ad esserle stretta la vita, la scuola, la famiglia e la consapevolezza che era sola, sola con tutti intorno solo ad urlare e pretendere, quel dicevano e facevano?.
Vedeva le compagne di scuola o colleghe di quella cavolo di musica pomeridiana,  che la prendevano giustamente in giro per come la conciavano i suoi, ma non sapevano,  credendo fosse lei  e solo lei. Arrivavano tutti a dirle di star lontano da loro perchè faceva ridere ed era una persona pessima, senza neanche averla mai conosciuta veramente, come persona.
E urlavano e urlavano, ripensò lei guardandosi allo specchio, provando dolore sordo nel petto alle loro voci che risentiva identiche come fossero presenti. Che le ricordavano come fosse penosa rispetto le altre, che non permetteva di dire nulla con orgoglio ai suoi perchè per la disperzione non andava male a scuola, ma non le veniva di svenarsi sui libri oltre il necessario. IN musica non era portata ma loro credevano dovesse diventare chissà che asso famoso e no ncèra nulla in lei da vantare. E qundi come le dicevano tutti, non valeva niente e non era nulla. Aveva male da vivere dalle scuole medie ed era peggiorata.Lle lamentele delle sue compagne che le dicevano quanto faceva sfigurare la classe, oltre che loro,  con la sua presenza, vestita come una di mezza età perchè per i usoi gli abiti per la sua età non andavano bene. Con i capelli sempre gonfi che teneva legati con le mollettine ai lati, ma volevano cure perchè la mattina riusciva a sistemarli con vento, umidità e altro erano ingestibili. Il suo umore sempre disperato e triste che mascherava, fingendo come poteva, facendola apparire solo scema e svampita.
Ricordava ancora, seguendo con le dita la lunghezz adi quei capelli mossi della parrucca, come voleva solo piangere e urlare di voler morire, a tavola, sentendo i suoi sbraitare che faceva schifo e quei capelli dovevano eliminarli un giorno o l'altro, quando dormiva. Perchè erano stufi di non potersi vantare di lei in nessun modo, che nessuno dicesse belle cose su di lei, che la gente non parlasse di lei su niente se non come la facevano apaprire i coetanei e professori imbecilli. Lei li teneva lunghi sotto le scapole per cercare di imitare le altre, come tentava con tutto il resto, con risultati discutibili.
Lei non era fatta per mentire, fingere, nascondersi dietro una maschera. Quanto dolore ancora provava, dopo solo pochi mesi che era scappata, fingendo la sua morte. Eppure non le riusciva di guardarsi allo specchio, quasi mai, eprchè rivedeva solo la perduta, inutile, stupida, delusione vivente.
Sarebbe riuscita nel piano?
Voleva solo romprersi la testa là, quel momento contro lo specchio e... No, disse tra sè, guardandosi e pensando che doveva solo aspettare poco, il primo lunedì del quinto mese.
Sistemò gli orecchini e mise un borsalino nero con ampia fascia nera lucida,  e una tesa scesa da un lato.
Lo faceva anche per sè, disse a voce alta al suo riflesso. Aveva sognato tante volte che accadesse qualcosa per dimostrare ciò che era ma nascondeva per paura. Era solo per se stessa e cosa pensava, disse amaramente. Se era diversa anche per genere o altro, che sarebbe successo? Era una neutra, ma avrebbe peggiorato le cose?
 E di nuovo nello specchio vide qualcuno che non era lei e si chiese quanto di lei vi fosse ancora vivo dentro,  per riuscire a salvarsi.

"Nulla. Nulla ti dico..." amaramente.

Prese una borsetta di pelle nera e decori dorati, sempre un prestito, e mise dentro chiavetta, l'apparecchio che David le aveva dato, alcuni oggetti e uscì di corsa. Cercò di apparire tranquilla e non mostrare qualche segno che potesse attirare l'attenzione. Gli uomini erano tutti impegnati in varie cose o parlavano tra loro passeggiando.
Andò alla destra dello Chateau e si avviò verso la sezione sotterranea del garage e officina. L'officina più di lato nel piano terra, mentre poco più in là la sezione di uscita ed entrata macchine che venivano portate per la rampa a scivolo nelle tre sezioni di sosta sotterranee.
QUante grotte ci sono qui sotto, penso, da aver paura di finire inghiottita in qualche modo? O come dicono gli ingegneri sono grotte così in profondità che tutta la sezione sopra non crellerà mai?
COn una grotta enorme avevano creato tre livelli, non altizzimi ma abbastanza perchè i camion e mezzi più alti avessero passaggio.
Un livello per i mezzi pesanti, uno di mezzo per le missioni per tutti e l'ultimo, difficile da visitare, quello riservato ai mezzi speciali come macchine di un certo livello o di Milan. Era recente, prima vi era un'altra costruzione cadente ma in superficie, così si decise di mettere i mezzi in un luogo più sicuro e custodito, invece di un grosso capannone o in mezzo ai piedi come prima. i lavori erano andati veloci per via dei soldi. Sempre i soldi, pensò amaremente Lia.

Al solito era stazionato da due guardie armate che la riconobbero e la fecero passare senza domande. Ma fu uno dei custodi sotterrai, il lift-boy addetto a uno dei due ascensori, armato anch'esso anche se ocn una divisa diversa, a salutarla e chiederle dove volesse andare. Lia aveva ripreso come proposta l'dea degli ascensori anni venti e trenta, dove un addetto armato di chiave e codice da usare, era l'unico che poteva manovrarlo. Ogni piano aveva un codice e non la pulsantiera con i piani, e una direzione di chiave specifica. Senza questi due fattori nessuno poteva usarlo. Inoltre vi era una cam.
Lei chiese di usare una delle auto del piano riservato, dopo che questi ebbe visto il tatuaggio che lei aveva sul polso, una delle chiavi per l'organizzazione che la rendeva degna del livello alto. L'uomo annuì, prese la chiave, la inseriì nell'apposita serratura sotto il quadro della pulsantiera, la girò da una direzione e premette un codice specifico. L'ascensore si mosse in silenzio e dolcezza e lei si ritrovò al livello più basso, accolta da un altro addetto al piano, un custode diverso dagl ialtri due. Doveva controllare insieme ad altri, per turnazioni, quel settore, ed accertrsi che la persona che chiedeva un veicolo fosse idonea.
Mostrò prima il tataggio, poi l'uomo scansionò viso e iride con un pad e alla fine le diede l'apparecchio in mano. Lei lo avvicinò al viso, vicino la tempia, e un suonò scatto mostrando su schermata all'uomo che l'autorizzazione era accettata.
Non veniva dal centro di controllo, ma dal sistema direttamnete riconoscendola da que fattori. Poi il centro avrebbe controllato, nel tempo che lei fosse andata alla macchina e fosse giunta al passaggio di conferma, l'ultima tappa prima di uscire definitivamente dal garage, per lasciarla andare o mandare un avviso di blocco. Ma non avvenne, perchè sia la conoscevano e sia aveva i requisiti.
Così su indicazione del custode, che doveva capire le macchine e saper consiglaire come un bravo venditore di una concessionaria, le presentò un paio di autovetture.

"Capisco che lei voglia qualcosa di piccolo, poco appriscente ma che faccia effetto. E che abbia i migliori sistemi di controllo e protezione. Visto che è lei, le consiglio una delle ultime della scuderia. La Chevrolet Corvette C7 Front Splitter con sistema di bloccaggio di ultima genezione del sistema elettrico, delle portiere, della frenata e..."

"Voglio solo sapere se tiene bene in strada anche se si guida con tutte le qualificazioni di guida sicura, guida evoluta o di guida sportiva. Ho frequentato tutti i corsi ma logiacamente ho usato auto diverse! Inoltre, per qualunque situazione, qualè il prezzo di questa auto?"

"Se chiede quali sarebbero i costi in caso di... incidenti o piccoli danni... la quotazione attuale è di ottocentosessantamila dollari sul mercato del privato. Di più se nuova e con maggiori accessori. Ovviamente poi vi sono stati installati dei sistemi particolari di protezione. Nel lato sinistro dopo il cruscotto vi sono seizoni nascoste che comprendono..."

"Si, questo lo so... è che..." mordicchiandosi le labbra, incerta "Al diavolo, dammi questa. Spero che vada bene per me"

"Oh, stia tranquilla. E' adatta alle persone molto vivaci..." con un sorrisino divertito. Che però perse quando lei lo fissà in un certo modo, mostrando più professionalità e contegno.

"Dammi le chiavi e richiedi il permesso di uscita per il passaggio" gli ordinò con fermezza dandogli dell'idiota mentalmente.

Lia prese le chiavi, entrò e si diresse verso le rampe di uscita, passando lentamente verso il passaggio, l'ultimo baluardo di blocco e fermata con sistemi a scomparsa di arresto forzato del sistema dell'auto, sia fisici che elettronici. Quando constatò che il Centro non bloccava il passaggio, aumentò l'andatura e prese la strada riservata solo alle auto,  laterale,  per immettersi nel sistema autostradale su cui sboccava, in uan zona nascosta.
Sfrecciò seguendo la A6 per giungere Parigi, attivò il sistema Cirrine, la Ai integrativa di tute le loro auto che permetteva di avere gps, guida, comandi automatici di guida con un sistema di telecamere e il controllo in certi casi automatici del mezzo. Era anche una Ai di protezione, nel caso... si chiedeva se era stata una buona idea spingere all'inserimento di questa AI e quanto veramente capace, noontante test e prove...ma Milan al solito non andava di fare una fava, voleva solo il suo autista, un'auto con i contro marron glassè per godersi solamente i usoi successi e la comodità tra un impegno e un altro... ma andava tutto bene. Si, doveva. Non doveva pensare a null'altro.
Chiese a Cirrine di impostarle la strada per il quartiere Pigalle, perchè era più facile per giugnere dove doveva.
Si fermò in un punto stabilito e vide tre ragazze ferme un pò in disparte dalle altre, ad aspettare sotto un' insegna al neon in un rosso pulsante che le inondava da sopra.
Quel posto era pieno di negozi e aveva chiesto di mettersi in un angolo che non desse nell'occhio per non far insospettire. E invece erano sotto due negozi in successione,  chiusi,  e per di più sotto le insegne che le mostravano come un gioiello sotto le luci di una teca protettiva.
Stupide, si disse stringendo il volante. Irata suonò il clacson, poi con l'indice della destra segnò una per una le stupide che la stavano facendo innervosire e fece segno di avvicinarsi subito. Ognuna parti decisa, perdendo però tutto quando notavano il dito che si muoveva altrove. Si guardarono stranite, poi Lia suonò di nuovo e loro corsero. Salirono tutte e tre nella macchina un pò infreddolite per l'aria fresca che iniziava ad arrivare per la sera e rimasero zitte a guardarsi tra loro, intorno nella macchina,  e lei.

"Vi avevo chiesto di non insospettire, di comportarvi come persone normali ed evitare di essere riprese anche se siete camuffate dalla testa ai piedi. invece eravate tutte e tre insieme in uno stesso angolo urlando a chiare lettere dai vostri atteggiamenti -sto per fare qulcosa di stronzo=""-. Siete serie?"
urlò lei irata in francese, sbattendo la mano sul volante, facendole trasalire. Prima che potessero dir nulla, continuò.

"Sentitemi bene perchè non lo dirò più e se farete qualche stronzata, vi abbandono al vostro destino e Adios! Ciaone. Non ci conosciamo ne saprò niente di voi. Ho aiutato prostitute, donne in seria difficoltà e altre persone come potevo per pulire un pò questo mondo marcio e voi fate queste stronzate. E' per voi che l o faccio. Chiaro?" guardando le due dietro dallo specchietto e l'atlra accanto "HO DETTO CHIARO?!?"

"SI, si si" dissero in coro

"Ascoltatemi bene!.. o va bene stasera o ve la vedrete dopo voi, sole, perchè io non vi aiuterò. E' già molto quello che sto facendo e so io cosa potrebbe acccadermi per questa notte. Quindi ricapitoliamo bene e aprite le orecchie, se sbaglaite anche una cosa e se ne accorge, farò finre voi male. Non esiste che abbiate rimorsi o altro se volete ciò che avete detto. Chiaro?" poi vedendole acconsnetire, disse "ora inizerò io, voi nascondetevi vicino la casa, senza farvi vedere. Se vi scorge vi picchio con qualunque cosa ho a portata di mano! Seguite il piano come è stato stabilito, il resto toccherà a voi. Ok? Avete portato tutto?"

"Si, io ho quello che hai chiesto" disse una da dietro.

"Anche io" rispose timidamente un'altra

"Andate bene anche con solo i vostri. ottimo lavoro. Adesso ricapitoliamo l'ultima volta e poi in scena..."

Un'ora dopo si trovava in un locale frequentato da molte persone che mostravano soldi e spavalderia,  anche solo come si muovevano. Chiese al barista un cocktail e dopo un'occhiata finto annoiata in giro, lo vide. Prese il bicchiere e camminò svogliatamente guardandosi in giro, fingendo di bere ogni tanto, sorridendo qua e là ma proseguendo con snobbismo e facendo finta di sentirsela. Sperava solo che andasse bene, che le lezioni non fossero state un buco nel'acqua e che fosse una brava attrice nei movimenti e atteggiamenti. Indossava abiti di qualità alta, orecchini d'oro finissimo, ottimo trucco che migliorava e non appariva eccessivo e volgare,  e movimenti lenti e calcolati. Studiati.
Madame le diceva che con la visualizzazione e la cacpità di vedere nella testa moviemnti e tutto, l'aiutava. Ma era così?

Poi dopo aver superato un pò il tavolo, finse di spostarsi un pò, inclinandosi all'indietro per far passare altri clienti, e si appoggiò col sedere al bordo del tavolo, voltandosi e chiedendo scusa a chi lo occupava. Sorrise e fece la carina, scusandosi ancora per aver toccato e fatto traballare un pò il tavolo dove vi erano posati i loro rink e promettendo di offrirgliene qualcuno se si fossero versati sulla superficie. Ma questi declinarono, mentre sorrideva posò gli occhi sul target, alzando il bicchiere per un saluto.
Poi si voltò e tornò al bancone, perchè con la scusa aveva versato a terra il drink, e ne chiese un altro. Mentre lo a spettava, si voltò con la schiena e la braccia poggiati contro il bancone, guardando verso la direzione dei tavoli. Sorrise ad alcuni uomini che passavano e declinava gentilmente alcuni inviti, bisbligliado piano e vicino,  così che nessun altro sentisse o leggesse il labiale, restando sola.

Mentre gli uomini scorrevano intorno a lei o li mandava a quel paese, pensava tra sè quanto schifo le facesse stare tra quelle persone e quello che volevano. Se fosse stata il tipo, avrebbe volentieri bevuto per farsi forza, peggio quando cercavano di toccarla su un braccio o la schiena, con quei modi melliflui da... bleah. Pensa a cose belle, solo cose belle, cazzo. Non mostrare lo schifo, non pensare più di volerli bruciare tutti piano piano, non ricordare cosa  è stato fatto q eulle ragazze. Per odiare e vendicarsi cè ancora tempo.

Il barman le porse il nuovo bicchiere, e sorridendogli Lia gli porse il prezzo dei due, dicendo che voleva darglii subito una mancia per la velocità e ottimo servizio. Avrebbe preso qualche altra cosa ma l'uomo che aspettava acnora non si sentiva.
Per aumentare la copertura, mosse il braccio in modo che la manica del giubbetto mostrasse l'orologio automatico sketron qualità svizzera che aveva sgraffigniato..no preso in prestito Lia! Prestito cazzo, ti senti meno in colpa per quello che stai facendo. Era maschile per chi se ne intendesse ma era di una misura media e poco vistoso. A lei interessava solo che fosse scheletrato, vedendo quindi il meccanismo in funzione, senza batterie. Si sentiva più in sitnonia con questi orologi che quelli al quarzo. Era per lei come un qualcosa di vivente, che batteva insieme a lei un Bum Bum, scandendo il suo tempo, una frazione infinitesimale del tempo dell'universo, a cui dava carica tramite corona per quelli da taschino o con il suo movimento per quel tipo. Solo con il suo movimento, creava una carica automatica o perpetua, che lo alimentava. Ossia un peso metallico oscillante, o rotore, che tracciava il movimento e quando si muoveva, azionava gli ingranaggi che a loro volta avvolgevano la molla principale. Questo immagazzinava energia nella molla in modo che l'orologio continuasse a muoversi segnando il tempo. Se l'orologio non veniva mosso, nel normale movimento quotidiano, l'energia della molla principale si riduceva fermandosi.  Trovava questo traordinario anche solo a pensarci. lei stessa dava a un meccanismo che segnava il suo tempo mortale e in una simbiosi straordinaria. QUalcosa di simile con gli orologi a carica manuale tramite corona,  che aveva collezionato in quei pochi mesi, che la facevano sentire come parte di qualcosa di preciso e scandito. Trovava gli orologi a batteria così freddi e da dimenticare come che non capiva perchè usarli. Potevano essere precisi più di quelli meccanici, visto lo scarto dei secondi di max cinquanta secondi al mese se non regolato continuamente, ma trovava la cura e l'interdipendenza, un'interconnessione, inscidibile tra un orologio meccanico o automatico e la persona,  da farle sentire bene il movimento più accentuato dei meccanismi contro la sua pelle... tenere in vita un meccanismo che batteva, per certi versi come se stessi, come se avessero un cuore e un sistema particolare che andavano insieme, che dava il tempo e ricambiava quinid, per ricominciare il ciclo.
No, è una cosa che la gente prenderebbe per stupida si disse. La gente mi ha sempre odiata, compatita come fossi pazza o altro per le mie pasisoni e hobby, perchè ne ho parlato. Mi hanno lasciata sola e trattata da voler essere sola alla fine per mia scelta, lasciandomi a me stessa quando aveva bisogno. Non merita niente nessuno!
Finse di guardare con sempre più cipiglio l'orologio. Poi con un broncio studiato, poggiò il bicchiere come se no nvoless epiù nulla per la frustrazione. salutò il barman  dicendo che non aspettava più la gente sciocca e camminò spavalda verso l'uscita. Rimase un pò all'esterno, fissando l'orologio e controllando con la coda dell'occhio cosa accadeva. E poi era dietro di lei.
Si voltò vedendo quell'uomo giovane che sorrideva come uno stronzo per la finta, situazione e iniziarno a parlare.
non pensarlo come pieno di spilli nelle gengive immaginarlo impilato con un purchettun sardo non=""-diceva tra sè fingendo il comportamento delle tre.
Se fosse stata se stessa quel tizio, seppure lei fosse bassa rispetto alle altre, sicuro non le avrebbe detto nulla.Ne avvicinato ne altro, a meno che non fosse vestita e atteggiata ancora peggio per indicare -la do facilmente fatevi sotto=""-. Pernsò lei amaramente. Così truccata, imparruccata, vestita e atteggiata, doveva dar conto a Madame secondo cui perfino gli spicopatici seguivano...

Si avvicinò al uso orecchio e gli disse che, visto il terribile ritardo, l'altro poteva restare a bocca asciutta. ma lei voleva ancora qualcosa di bere, così gli chiese dove pensasse fosse interessante andare per cotinuare la serata in modo diverso.
Ma da me, rispose. "Ho un bell'appartamentino in un edificio tranquillo pochi isolati, di là. Ho i migliori liquori russi e so fare un ottimo frappé di assenzio, una ricettina che prevede assenzio con sciroppo semplice, acqua e ghiaccio tritato. Ovviamente, assenzio migliore del Canada, non uso più quello frncese... i miei ospiti sono pazzi per questa mia coccola di ospite!"

-mortacci tua e i frapp ti faccio sniffare fino all'ultimo stillato di intruglio con droga finch non schiatti te lo giuro=""-pensò tra sè, fingendo prima di pensarci con tanto di ultima occhiata all'orologio e poi accettando con piacere. Gli disse che con la sua macchina sarebbero arrivati in un lampo e lo vide restare senza fiato per quel gioiellino che nel mentre aveva suonato e intimato la gente troppo vicina di sloggiare.
 Sapeva che qualcuno poteva anche aver cercato di rubarla. Ma aveva la AI che gestiva le situazioni in base alla cam presenti nell'abitacolo dentro e fuori. Aveva collegamenti tramite il satellite e una serie di controlli automatici interni per fermare eventuali ladri o malintenzionati, anche con pilota all'interno. Era dotata di nebbia stordente come i moderni antifurto, gas soporifero e i sedili avevano degli inserti ad aghi nascosti che potevano sedare in pochi istanti la persona, una volta messa la cintura e bloccata la portiera.

Ma con lui non voleva. Doveva entare in casa. Notò la sue espressioni bramose per l'auto ed entrò, vedendolo accomdarsi e toccare con avidità come si si palpa la pelle delle donne gli interni, facendo versi stupiti. Le chiese ovviamente da dove venisse quel gioiello e lei senza giri di parole, gli disse di essere la figlia di un ministro e che era il regalo per tenere a freno la lingua dal dire alla madre delle scappatelle del paparino, ovviamente anche con altri. Sarebbe stato poco corretto far sapere di certe cose tutto il paese. Al che le chiese di che paese, in pochi mesi non aveva ancora digerito quella lingua che per lei pareva un'accozzaglia di parolacce e non amava. Sapeva che si capiva, ovviamente, e così cercò di buttarla sul ridere. La madre era italiana e il padre francese. per non aver eproblemi con gossip, aveva vissuto con madre e parenti di lei più vicini all'italia. Gli chiese così se conosceva l'inglese, perchè aveva studiato in inghilterra per avere diploma e lauera europei di maggior qualifiche. Inghilterra caput mundi, disse, affermando che se dicevi di avere titoli inglesi, la gente i vede diversamente.
Aveva migliorato quella lingua e una delle personalità che aveva progettato con David era proprio inglese. Etienette Prya, figlia di un ministro e una ereditiera italiana. Ma detta Prya e conocisuta con quel nome per scappare al nome francese. Voleva svagarsi e un amico l'aveva invitata dicendo che doveva vedere quel lato di Parigi,  che meritava. Almeno una volta, le disse. Ma le aveva dato buca? Non rispondeva ne altro e così alla fine... aveva trovato nuova compagnia, teminò sorridendogli.


"Ti va di collegarci su instragram, facebook e twitter? Hai un'ottima presenza e di sicuro farai un lavoro figo, più classico e interessante dei soliti che ho intorno. Mio padre vuole che sposi uno dei figli di quello o l'altro,  che seguono le orme paterne o sono amministratori o altro... sempre la solita cose. Pezzi grossi che però poi sono freddi e vuoti come un croissant sugerlato..:"

"hai mai mangiato un croissant rurgelato? Io mai...così so se è davvero come il paragone"

"Sono andata di nascosto in un viaggetto con amici e abbiamo preso un ostello, uno intero per noi. Siamo stati comodi e forse la nostra idea ha attirato un pò l'attenzione dei proprietari perchè sembravano aver compreso che eravamo ricchi. Comunque è stato divertente ma per colazione ci avevano fatto trovare tra le poche cose in cucina,  anche croissant surgelati... non so se era colpa nostra che non sapevamo usare il microonde che cèra nelle camere,  ma... non so come facciamo le persone normali a mangaire quella roba e dire che è buona. In inghilterra non li fanno come qui, ecco perchè torno, ma non erano assolutamente mangiabili quelli. Rimpiango di quel viaggio solo il cibo... " facendo una smorfietta di disappunto dpo esser andata in strada "Oh, ma scusa. non ti ho dato modo di parlare mentre io... scusa! Dimmi, indicami dove devo prendere...."

"nessun problema, anzi. Non sapevo che fuori dalla francia non fossero come i nostri. Io ho lo stesso problema con i liquori. Li adoro e molti sono obbligato a prenderli fuori dalla francia o... tramite amici, perchè qui sono vietati o di gradazione troppo elevata per le leggi. Non cè niente di meglio d un liquore di qualità, qui sono troppo leggeri..."

-si capir che no nsto giuidando come una donna normale sono troppo brava per qualunque giunta ricca e non devo immaginarlo mentre gli faccio sniffare i liquori dal naso vedere il risultato...basta=""-

"Io ho provato una volta la vodka russa..." disse amabilmente "Tutto un altro mondo, quella francese ad esempio, rispetto all'originale. Mio padre tra i vari beve la francese, ma io ho amici che mi portano quella della grande madreussia... quelli sono drink! Ho provato quella della Polonia, inghilterra... ma la prima era migliore secondo me,  tra le due. Le migliori sono appunto quelle artigianali che non prevedono fabbriche da litri e litri l'anno per i guadagni,  ma chi fa la vodka per piacere e passione. Come la birra. Quelle che bevono gli altri non meritano neanche di essere nominate tali. Tovaritch, quella è la migliore secondo me, anche se altri dicono..."

"Te la faccio provare io una ottima, quella che preferisco. Vediamo se ti piace"

"Oh non vedo l'ora. Adoro liquori particolari e confrontarli. non bevo molto, ma lo faccio per provare cose nuove! E poi, se vuoi, io sarà tra non molto all' oktoberfest! Se vuoi partecipare al -giorno degli alcolici consentiti al mondo=""-, prenotati adesso perchè stavo già discutendone con gli amici"

"Con piacere...eccol quella è la mia casa..."

Il palazzo era interessante già dall'esterno, accostarono e lei bloccò la macchina, Stava serena perchè la IA era settata in modo da attivarsi al suo nome e solo in quel caso, o per incidente o problemi che rivelava dalle cam per proteggere il pilota. Ma di solito era in modalità strealth. Lo seguì dentro e vide che vi era un citofono con telecamera più altre telecamere di sorveglianza. nessun problema.  Aveva già studiato la zona e i vicini.

Salirono, lui era all'ultimo piano e la fece accomodare in un bel salottino moderno,  in costrasto con l'edificio di stile antico tipici della zona.

"Adesso ti faccio assaggiare la mia specialità, solo un attimo e te lo porto..."

"Aspetto con impazienza. Lo sai" mentre le prendeva il cappottino "sono stata anche in russia e lì ho provato un liquore artigianale da infiammare e bere di corsa. Sfidando gli altri a che faccia fanno e quanto mostravano l'effetto di quel liquore assurdo, per quanto tempo. E' stato divertentissimo. I russi sanno divertirsi più dei tedeschi, sai?"

"Interessante, allora la prossima votla deciderò per un bel viaggio lì..."

"Ti darò tutte le informazioni e le tappe fatte. Vedrai, è qualcosa di stupefacente. Il modo migliore per usar ei soldi di papino perchè io non dica nulla..." rise lei in maniera cattiva, mettendosi con grazia sul divano, chiedendogli poi di scoprire quella sua perla.
Lo vide andare in un'altra stanza e lei sorrise. Prese il telefono normale che aveva scelto per la situazione e scrisse alle ragazze, una chat unica per tutte. Tutto andava a segno e si apprestò s sistemare tutto.
Lo sentì tornare e mise da parte il telefono, mostrandosi rilassata. Aveva portato due bicchieri, uno lo diede a lei e si sistemò accanto.

"Posso farti una domanda?" chiese lei in fase civettuola.

"Certo, intanto dimmi come ti sembra, ogni volta gli amici me lo chiedono sempre... magari posso darti una ricetta detagliata"

"Te lo dirò subito" disse lei ridacchiando, fingendo più di quanto abbia mai fatto con un uomo senza volerlo strangolare. Bevve un sorso, lo pasteggiò e poi mostrò un'espressione sorpresa in positivo. le era piaciuto molto.

"Adesso dimmi dove hai imparato questo... non so come definirlo perchè è qualcosa che non ho mai assaggiato" sistemata con le gambe accavallate con il busto verso la sua sinistra, con il bracio sinistro poggiato con il gomito sullo schienale. Lui teneva il drink con la sinistra ed era girato a guardarla.

"Mai provato l'assenzio?"

"non così..." sorrise lei, allungando la mano sullo schienale, sorridendo, fingendodi provarci "a vederlo lo avrei preso per una granita..è molto buono!" bevendone un pò, ancora, guardandolo negli occhi sopra l'orlo nel bicchiere,  come se nascondesse un segreto celato dal sorrisino.
"Ti prego dimmi una cosa. Per te non sono troppo bassa,vero? Mia madre lo è, è poco più bassa di me,pensa, ma era un amore di gioventù di mio padre. ora... non più, ma ho sempre avuto problemi. A volte gli uomini amano le donne alte con gambe lunghissime..." alnzando una gamba con molta plasticità e bravura in alto, come una ballerina.

"Hai fatto la ballerina?"

"Quale figlia di un pezzo grosso on ha iniziato con la scuola di danza... l'insegnante mi diceva che chi ha un corpo più basso, ha maggior controllo dello stesso,  e infatti le ballerine classiche più prestigiose e straordinarie non era alte. E' uno dei segreti, diceva..." disse lei con amarezza, guardando il bicchiere "adesso mi sta salendo un pò di tristezza, vorrei finirlo ma mi è venuto un pò, non so..." con un broncio stanco.

"Assaggialo finchè sei qui, quando tornerai a casa nnon lo troverai. I barman di solito non possono farlo, sai le leggi..." disse lui guardandola attentamente, sorseggiando il suo per spingerla. Parlando con una voce pastosa e vellutata, chiaramente finta, accarezzandoal.

"Mh..hai ragione. Come in russia..." lentamente e con sorrisini.

Di colpo il citofono ruppe l'atmosfera e lui saltò sorpreso, buttando il busto verso la porta. Sembrava incerto e rimase qualche istante fermo impalato, fisso verso la porta, finchè non suonò di nuovo. Lia allungò la mano tra la spalliera del divanetto e il muro, staccò la siringa dal nastro adesivo veloce esilenziosa e si alzò appena lo fece lui, direzionando l'ago verso il gomito, nascondendolo con la mano.

"Chi... non cè bisogno che ti alzi... saranno scocciatori, non ci sono per nessuno. Solo per te..." tornaod calmo e dolce con la voce.

"Non sei curioso almeno di vedere la faccia?" chiese lei fingendo con un pò di intontimento e sonnolenza, con il bicchiere vicino la bocca "Almeno ti accerti che non sia un fattorino..."

"Na... ci siamo solo noi" disse ancora più sicuro di prima, finchè non suonò ancora il citofono.

Mentre lui era di nuovo voltato, non capendo, lei tenne dritto il braccio, fermo e sicuro, e come nelle esercitazioni, diresse la punta dove doveva andare, ficcandola nel collo. La siringa era ad autoinizione, come le sue, una volta impizzata come le piaceva dire si toccava la parte finale e il sistema faceva il resto. Era stata ideata come una zanzara e l'idea era sua, poco più spesso come ago del normale ma aveva delle sorprese. Non era una siringa semplice come in farmacia,  ma solo loro. Micro sistema di inizione a scomparsa azionato dal corpo della siringa, una votla dentro e premuto il pulsante col pollice, l'ago che sembrava unico si apriva in sei sezioni. Due esterne che tagliavano la carne per una affondo migliore, insomma non era liscia come le normali, mentre le due successive si posizionavano come blocchi, sempre divaricati seguendo le altre, così che fosse difficile da sfilare facilmente e l'ultimo era l'ago vero e proprio che, tramite il micro sistema di propulsione nel corpo, spingeva lo stanutffo  e la sostanza,  in una freazione di secondo nel corpo ospite. Cèra voluto del tempo per metterla in pratica, sopratutto l'ago, ma funzionava ed essendo parte integrante ed azionato al corpo, l'ago non si buttava ma sterilizzato.
 Il tempo di appuntarla con forza e si toccava il pulsante, prima che la persona potesse alzare la mano e toglierla, gli aghi si aprivano e la propulsione li inondava prima che si strappasse via. E se veniva fatto prima di ripremere il pulsante per reinserimento degli aghi, i danni non erano pochi.


Lui non giunse in tempo con la mano. Lia lasciò e vide il processo attivo prima che lui la afferrasse per tirarla via,  ma si fermò appena toccata, perchè il prodotto, così vicino al cervello, faceva il suo dovere e non era rilevabile dai normali esami per droghe o altro.
Rimasero a guardarsi, uno stupito ma con un velo di rabbia e lei che sorrideva serafica, lucida e attenta, mostrandogli il bicchiere che toccava le labbra, beveva e inghiottiva. Lo vedeva, ancora capace di muovere i muscoli d'espressione, mentre non capiva perchè lei non andass egiù, mentre lui si paralizzava.
Tenne il bicchiere vicino le labbra, poggiato sulla gota, sorridendo sempre più malignamente, mentre lui non reggeva più la posizione e si afflosciava scomposto sul divano, fissandola, mentre le membra gli si facevano sempre più molli.Lei aveva osservato tutta la situazione con una calma assurda,  e con gli occhi sopra il bordo del bicchiere aveva seguito tutto, con gli occhi grandi che erano la sola cosa che lo seguivano, aperti e le ciglia finte, come se vedesse un bel film seduta con i popcorn.

"Ora sai come ci si sente drogati  epronti per lo stupro. Come sia aver eil corpo lontano da te da sentire come... come se si fluttuasse. Oh, starai lucido ancora per qualche attimo. I due composti non sono miscelati, ma sono divisi, un pò come olio sull'acqua. Così prima agisce il rilassante muscolare che stendenderebbe veramente un elefante. Sarai... come un giocattolino nelle mie mani! Come hai fatto con loro... e poi perderai conoscenza quando il secondo si attiverà nelle aree giuste del tuo cervello. E vagherai nel mondo di Orfeo... che ormai chi saprà chi èdi questi tempi?. La gente al tempo della conoscenza accessibile a tutti e facile,  è smepre più ignorante" si lagnò amareggiata. Continuò a fissarlo e lo vide sempre più sconvolto, e rise. Rise alzando la testa verso l'altro, poi all'indietro perchè le er venuta una risata di divertimento e forza che non riuscì a fermare.

Poi tornò su di lui e gli tirò sui marron glassè il  bicchiere come se centrasse un cestino "ah, tanto non ti farà male, non senti nulla! Ma se ti stai chiedendo perchè ancora sono in piedi, nonostante lo schifo che hai messo qui dentro... ti terrò a parte di un segreto. Diveramente dalle povere disgraziate che tu hai ridotto come sacchi di spazzatura, io ho Draper e Stoddarde che fanno il loro lavoro. Sputano in faccia alla tua merda!..." inclinando la testa verso la spalla "Ecco perchè ho dovuto partecipare di prima mano" disse voltandosi a poggiare il bicchiere sul tavolino da salotto vicino "perchè se mandavo qualcuno come Etta, sai che questo nome si legge come itta? Interessante... oppure avrei potuto incaricare Prisca,o Juria... ma poi mi son detta che loro diversamente da me soffrono gli effetti, come tutti. Queste droghe dello stupro sono una merda che solo strappandovi i testicoli a morsi di cane, si possono evitare. NOn sia mai che io tocchi le noci pelose della merda sotto forma di essere umano. In verità non so se ci sarà mai motivo per abbassarmi letteralmente... nel regalare qualcosa a qualcuno. DOpo lo schifo con Rò, non ci sarà mai nessuno che dirà che sono sua. E ne riceverà da me nulla, sempre che non mi dimostri di essere la persna speciale che merita il mio affetto... quell'unica persona che desidero nella mia vita. E non parlo di fidanzati o mariti del cavolo, se volevo ciò avrei abbozzato alla famiglia, facendo la schiava di un uomo e la sua famiglia, diventando un vegetale lobotomizzato che piace tante alla società. Quella che deve darla solo al marito e solo dopo il matrimonio, e dopo  i figli a subire i doveri con la bocca chiusa. O forse aperta, in base a quanto porco sarebbe stato... meglio la morte, se nonsono io a volerlo. Come in India o brasile dove le ragazze sono letteralmetne date dopo averle viste nude al primo scelto per interesse in cambio di doni. E se ti lamenti giù di botte. Se fosse capitato a me, una vita simile, meglio davvero la morte. NOn sono tipo, non accetto di stare ferma come la MOnna Lisa su un letto a fargli fare cosa vuole, con gli occhi chiusi e zitta, subendo. Se fosse per me cambierebbero molte cose, ma Milan non vuole! Essere senza palle!"

Sentì il verso prestabilito e si avviò in un'altra stanza, tornando con le tre ma fino al corridoio. Nella stanza dove lui era afflosciato, entrò sola dopo aver detto di far silenzio e lo guardò. Era sempre meno cosciente e notava che ancora era sveglio e capace di capire perchè la seguiva con gli occhi. Aveva chiesto una droga lenta apposta e ne fu contenta, quella normale era istantanea... lei assuns di nuovo la stessa posa, poggiando il peso del corpo su un'anca, testa verso la spalla e un sorrisino cattivo.

"L'hai sfangata finora. Ora, non più...  Spero che ti divertirai in cella. Eh..." prima di andar via, restando di nuovo come era, con il dito indice alzato verso l'alto, fissandolo negli occhi che si chiudevano pian piano "PRima che tu vada. Hogià provveduto a dare una scorsa alle carceri dove potresti finire. E in qualunque ti mandino, ho già pronto un regalino.... alcuni signori saranno molto arrabbiati per certe cose che gli farò sapere sulle loro figlie, sorelle e nipoti che potresti aver fatto... e  che è acclarato che siano poco generosi col didietro degli stronzi che gli stanno sulle balle! per davvero! Ricordati di me. Guardami bene perchè io sarò l'ultima cosa ti rimarrà impresso negli occhi e che odierai a morte. E sarò felice di questo, perchè saprò che ti avrò fatto a pezzi dentro! Ciao stronzo..." mentre lui cercava di lottare ma gli occhi gli si chiudevano. Dopo un pò che non si muoveva, Lia sorrise e guardò le ragazze, che erano rimaste zitte e ferme sulla soglia.

"Forza, muovetevi. Non abbiamo tutto questo tempo. Spero che vi siate sfilate abbastanza le calze e rovinato gli abiti..."

"A salire da quella scaletta rovinata? Puoi starne certa. Ho le mani che fanno malissimo..." disse una delle tre, lamentandosi. Ma Lia le fu vicino e guardandola negli occhi con rabbia la apostrofò.

"Cosa preferisci, sapere che questo stupratore pazzo malato la passi liscia e devasti altre come te, non pagando, o farti un pò male che guarisci in un paio massimo di settimane e vederlo soffrire fino all'ultimo suo respiro? Davvero le ferite di una scaletta veccihia, rovinata  ti sei srtusciata contro per salire dall'altro palazzo, sono peggio di cosa ti ha fatto? Allora no nstai poi così male dopo uno stupro se piangi per due taglietti..."

"Quello che lui mi ha fatto..." scatto, ma Lia la fermò con una mano, sempre più rabbiosa.

"Quell oche ti ha fatto dovrebbe alimentarti più di qualsiasi cosa al mondo per raggiunger eil fine che vi ho proposto. Deve essere il fuoco che ti arde dentro per volergli spaccare la faccia, rompere in mille pezzi anche dentro e quel che resta, per affrontare la vita a capocciate! Dovresti ridere su quelle ferite. Ora te lo richiedo di nuovo, altrimenti ti prendo a sberle e sarai fuori dal giro, fermando tutto anche per loro "indicando le altre due che erano terrorizzate dalla discussione "così che voi tre, come tutte le altre, lo sappiate libero e felice  a devastarne chissà quante,  e non saperlo ogni giorno a maledirci mentre conta quante volte gli fanno cosa ha osato su di voi... RIpetimi la tua decisione, che esco e non mi vedrete più!"

La ragazza stava per mettersi a piangere, poi vide le altre due che erano come lei, stringendosi le braccia intorno nervose, e si ricompose. Tiròsu col naso e rispose dura.

"Io sono qui, se non mi credi... farò più di quello che devo! Dimmi cosa devo fare... non lo lascio libero questro stronzo!"

"Allora seguiamo il piano e via... voi due andate a preparare la stanza e ricordate, i guanti! E tu.." di nuovo sulla ragazza "passami la borsa..."

La prese dalle mani della giovane e tirò fuori un portatile, degli aggeggi elettronici che la ragazza non capiva, poi due sacche sottovuoto con tessuti dentro.

"Indossa questi abiti, sono identici ai miei e grazie ai tuoi capelli naturali, sembrerà che sia tu quella entrata. Così che non debba preoccuparmi dei video di sorveglianza. Il cappello era sistemato in modo da non vedermisi il viso, il resto dovrai farlo tu, però! Tutto giocherà in primis dalla tua recitazione e da quella delle loro... indossali e metti ben piegati gli abiti che hai tranne le calze. Dirai che prima volevi metterti una gonna ma hai desistito per la temperatura. La scaletta ha fatto il suo lavoro rovinandoti dove hai toccato, anticipando le ferite."

Prese poi l'altro sacchetto sottovuoto e ne uscì un bellissimo cappottino sempre in pelle ma di fogglia diversa, con un pellicciotto che seguiva il colletto scendendo a V fin sotto il seno, con tasche inverticale sui lati, cerniera che scendeva dritta dalla fine del colletto a bordo del cappottino, che arrivava a metà coscia. La cintura sotto seno decorata in argento decorava il tutto. Cambiò anche cappello, prendendo un basco francese  e mettendoselo sui suoi naturali dopo aver tolto pa parrucca. Cambiò anche gl istivali con le scarpe della ragazza, avendole chiesto un numero preciso.
Strinse i denti perchè la cosa le faceva schifo,  ma per andare leggera, invece di mettere scarpe nella sacca, aveva optato per farle mettere alla ragazz, per scambiarle così che lei avesse anche gli stivali come il video.

Prese tutta la roba che no ndovevano indossare e la infilò nella sacca vuota, agganciando nell'attacco in plastica uno degli aggeggi, che tirò fuori l'aria creando una sottile busta da mettere nella sacca. Ordinò alla ragazza di mettere i guanti in lattice che aveva dato a tutte e di iniziare il piano anche in quella stanza. Tirò fuori dalla sacca, dalla taschetta estrena, le fascette di plastica e scotch, da usare all'ultimo. La ragazza quindi iniziò a sistemare una zona nella stanza con cuscini e bottigliette a terra, una catena con una manetta in un angolo di fronte la finestra, del lato dove cèra il divano e Lia andò nella stanza dell'ufficio dove iniziò a smanettare con il pc.
Agganciò uno degli apparecchi alle porte del pc e attivò così il Forcepunch, datole da David per forzare come bruteforce password e blocchi. Era del laboratorio e dai test aveva sbloccato ogni porta elettronica, pc e dispositivo protetto. Visionò alcune cartelle, poi per far prima collegò anche l'altro dispositivo, che conteneva due programmi lite, ossia senza installazione. Erano progettati per trovare immediatamente int utto il pc, programmi nascosti e criptati, di sorveglianza e con collegamento a deep e dark web conosciuti o tramite parole chiave e funzioni. Dopo aver ricevuto le risposte dal primo programma, lei forzò con il primo dispostivo password e pin, ottenendo i cloud e gli ultimi video delle telecamere in casa. Ma sapeva già che cèrano e fece un controllo dei filmati. Non erano in tutte le camere e per prima cosa, lei prese vecchi filmati copiandoli e inserendoli con nuove date e ora a quella sera. Il programma era in grado di modificare forzatamente i settaggi per camuffare con un altro video la registrazione che andava eliminata. Chiunque avesse cercato i video, e lei già aveva in mente di farli trovare facilemnte, avrebbe visto di quella notte lui, che era entrato con qualcuno ma guarda caso la cam aveva qualcosa che andava. Il video era falso ma datato correttamente.
Lasciò tutto, tornò dalla ragazza e le disse di vestirsi come lo era lei totalmente, e registrarono un finto video dove lei entrava dalla porta con lui. Controllarono che no vi fosse nessuno nelle scale e mimarono l'entrata, Lia davanti come fosse lui e la ragazza dietro, mostrandola chiaramente. Tornò poi nell'ufficio, prese il suo portatile e collegandolo a quello dell'uomo, usò tutta la potenza di quello preso dal laboratorio per qualcosa che non aveva mai tentato in vita sua. Il notebook era un rugged per impieghi pesanti , unico perchè solo sviluppato da loro con i soli componenti acquistati da aziene di avanguardia. Mentre fissava l oschermo, cercava di ricordare quanto fosse l'unico che potesse rispetto a un portatile comune, nell'intento. A partire dall batteria con durata straordinaria e design privo di ventole. Porte I/O sigillate, robusta struttura in lega di magnesio e alluminio, un hard disk anti-shock protetto da urti e impatti violenti. Studiato per le più estreme e diverse condizioni di utilizzo dove operavano, che fosse nelle zone del sud o nord del mondoe capace di eccellenti performance di elaborazione. In grado di gestire i dati acquisiti da una serie ampia di device per la raccolta delle informazioni.

Supportava efficacemente sia speciali software militari già utilizzati da altri che i loro, ed effettuava rapide conversioni di immagini 2D e 3D e un preciso posizionamento delle postazioni del nemico e delle proprie forze in campo. Per dissipare il calore dalla sede della CPU sulla scheda madre, vi erano dei tubi di rame pieni di liquido, permettendo al processore di mantenersi alla giusta temperatura e funzionare quasi a pieno regime anche a temperature esterne alte.  L’unità di espansione opzionale e all’interfaccia PCI /e integrata, gli permetteva di essere configurato per utilizzo a livello tattico o a livello di manutenzione di equipaggiamenti e mezzi militari con le opportune schede d’interfaccia, che fossero di qualuqnue unità del mondo che solo la loro. Tuttavia era protetto da un avanzato sistema Module per la protezione dei dati, una serie di codici e riconoscimenti, una connessione con qualuqnue tipo di segnale per connessione dati e il satellite. Era compreso, ma a parte, un cavo con dei convertitori per modulare i segnali dati di qulunque tipo più usati,  in modo da raggiungere il tipo interessato, che fosse via terra, via luce, gsm, via satellite, ect. Inoltre sfruttavano ancora, come molte altre cose, i vecchi sistemi di banda del canale telefonico sui 4 KHz; netta 300 - 3400 Hz. Tramite i segnali telefonici vecchi avevano operato senza problemi. Er per questo che avevano obbligato le compagnie a tenere ancora i vecchi cavi e tenerli a disposizione in appositi slot nelle cerntraline urbane o in edifici predisposti. Demodulando i segnali base era sicuro che la gente non potesse rompere le scatole, perchè ormai troppo presi da linee moderne in digitale, mentre loro operavano principalmente sulle modalità analogiche, se no nvi era necessità di grossi scambi di informazioni a livello di peso.

"non ho bisogno di grosso scambio di dati ora" disse tra sè Lia a voce bassa calmandosi. Stava facendo qualcosa che sapeva da alcuni missioni ma in prima persona e sola, era dvierso che da un video.

Infatti non doveva collegarsi a nulla, ma operare come Master su quello che aveva per rendere Slave quello del tizio, perchè facesse solo da ricevente. Prese quindi tutti video, vecchi e nuovi e grazie a quel pc e programmi fatti mettere apposta da David, creò dei deep fake così realistici che era difficile capire che non fossero veri, per chiunque non avesse abilità particolari e non usasse programmi e studi di sorgente specifici.Aveva fatto generare dei video falsi inserendo le ragazze precedentemente registrate e inserite adesso nel video di quella sera e in qualche giorno prima.
Chiamò le ragazze appena finito e dietro di lei, osservarono i video creati. Si stupirono nel vedere come sembrassero veri, loro registrate in quela stanza con sfondo verde, tranne l'ultimo, erano entrate in casa con il tizio, mentr einvece nell'originale  lui era solo. Le aveva fatte muovere con una porta che tenevano per le esercitazioni per gli scassinamenti, in modo che entrassero un pò di lato realisticamente, visto che dai pedinamenti e scaricamento vecchi video dall'esterno,  tramite i programmi di sorveglisanza, aveva notato come l'uomo apriva molto la porta ed entrava e chiudeva lentamnete, lasciando un margine per modificare il video. E così le tre ragazze erano entrate in quella casa in giorni diversi. Se fosse stato necessario, avrebbe studiato un modo per le camere dell'altrio, ma poteva farlo con calma dopo, solo se necessario volendoci davvero poco. Per quella sera era tutto pronto. Cancellò i video più vecchi dal cloud, così che comparissero sul pc i video modificati.
Fece un unltimo controllo e approvò i file. Utilizzò l'altro programma per cancellare dai cluster di salvataggio modifiche di sitema e attività,  tutti quei passaggi fatti e cambiare orari ad alcuni, perchè risultassero f atti da lui. L'ultimo controllo di pulizia prevedeva la cancellazione di collegamenti al pc fatti dai usoi dispositivi e il rugged e fece notare alle ragazze cosa celava quell'uomo. Collegandosi tramite programmi specifici riconosciuti e scovati dal primo programma, l'uomo entrava in gruppi di varie app e siti nell'internet sommerso per postare foto e video schifosi e commenti da far violtare lo stomaco. Alcuni sembravano video presi da qualche camerino e bagno.
Fu chiaro alle ragazze che dovevano andare avanti.

"Adesso tocca al'lultima parte, avete fatto cosa vi avevo chiesto?"

Le ragazze, mentre lei staccava tutti i dispositivi, assicurandosi che i guanti non avessero lasciato nulla, fossero messi bene e non vi fossero acpelli o latro, visto che li aveva nascosti sotto il basco, le mostrarono alzando gli abiti rovinati lividi, ferite e segni di diversi giorni. lei li osservò e non potè fare altro che ringraziarle per quel sacrificio e guardò quella che aveva scambiato gli abiti con lei.

"Sei pronta?" mentre questa faceva segno di si con la testsa.

"Si, assolutamente. Ho appena visto... ho visto che ha video di telecamere nascoste in bagni e spogliatoi di negozi e forse palestre. Se davvero quella roba è sua, allora è peggio di quel che credessi..e..:" come per piangere ma Lia la fermò.

"Mostrare segni di pianto e dolore va bene, devi farlo, alimentati con cosa nasce in te dopo aver visto quello e fatti forza per l'ultima parte. Se voi ragazze siete pronte, andiamo..."

Si recarono nel salottino, Lia mise via tutto nella sacca e rimase ad assistere mentre le due ragazze già ferite, si accordavano dandosi forza con la terza, che si era messa sopra quei cusciti e coperte ammucchiate nell'angolo in attesa, legandosi la manetta che era legata a una catena che finiva nella manetta collegata con la caviglia dell'uomo.

"Ragazze... dopo che me ne sarà andata, sarò tutto nelle vostre mani. Se avete tentennamenti, paura o altro, rivedete cosa vi ha fatto che ricordate e riprendete dalla mente quello che vi ho mostrato, su altre. Quei bagni con quelle ragazze ignare o spogliatoi dove le donne si sentono sicure e invece sono violate. E lui che vendeva e scambiava questo materiale. So che per te sarà difficile" rivolgendosi solo alla ragazza in piedi sui cuscini "ma sappi che, vista la società e il sistema giuridico attuale, l'unica maniera per fargliela pagare è farlo trovare con le mani non nel sacco, ma tutte le braccia dal gomito alle spalle dentro. Con la testa dentro, anche. E' brutto da pensare, è schifoso da credere,ma voi siete la testimonianza che i mostri possono farla franca perchè la gente giudica le ragazze per come sono vestite o la libertà che chiedono,unite a poche prove perchè siete scappate via e non avete fatto test e denuncia subito, mentre questi stronzi si fanno scudo dietro cavolate giuridiche e prove che devono essere necessarie,  altriementi cè un ragionevole dubbio. E sono fuori, mentre voi sarete etichettate come poco di buono, vergognose, da trattare come spazzatura. Lui torna a prima, oltre ad essere stato supportato da mentecatti come lui... fate nascere la forza da dentro di voi, perchè nessuna figlia di altri finisca come voi, come i vostri figli e nipoti e che sappiano che, con la forza interiore, si possono cambiare le cose e fermare lo schifo... l'unica forza che vi serve è chiudere gli occhi, tenendo vivo dietro di essi la sua faccia e quelle immagini, e incassare qualunque cosa ti venga addosso. Che sia ora o dopo con l'attivo del piano definitivo. pronte?"

Le due ragazze fecero cenno con la testa e iniziarono a picchiare la terza come potevano perchè avesse segni freschi e definiti su di sè. MentrePoi chiese alla terza appena picchiata e dolorante, di avvicinarsi e strofinare quelle mani e braccia su di se,  ferite fresche e qualche goccia di sangue, perchè restasse la sua pelle su mani e braccia di lui. Lo fece graffiare e ferire nahce sul viso. La legarono indossando tutte guanti, le mani e cavilgie della terza, facendola accodare sui cuscini.
Le due seguirono Lia nella stanza che avevano vandalizzato e con agli angoli opposti in fondo altri cuscini e coperte che avevano sporcato come potevano, anche con i loro bisogni perchè vi fossero elementi loro sopra. Le legò come la terza e dopo che si misero nei rispettivi angoli, parlò prima di terminare come da piano.

"Siete state gentili a non lavarvi i capelli e il corpo in questi igorni, come detto i vostri sacrifici porteranno alla vendetta. Se la società vuole questo, anche a causa delle stronze che usano questi drammi per le loro stronzate, non era possibile fare altro. Ricordatevi di recitare come ragazze disperate tenute qui da ore e giorni. Ogni telecamera che avete affrontato camminando fino a poche ore fa ha registrato altre persone, per modo di camminare, abiti e capelli. Rcordatevi di atteggiarvi diversamente e di mantenere il piano come lo abbiamo studiato. Siate pronte a qualunque domanda. Fate della vostra mente l'arma contro di lui, urlate nella vostra testa che quanto abbiamo definito è la verità, tutta la verità e fatela LA verità... è l'unico aiuto che posso darvi. Potevo mandare qualcuno a gonfiarlo male, ma era giusto che foste voi, con le vostre mani e volontà, a vendicarvi e rendervi giustizia. Quando avete paura e vi sentite incerte, richiamate tutto ciò che avete sopportato e visto delle sue azioni e lasciatevi pervadere in ogni vena e angolo dle vostro corpo dell'odio per le persone come lui. E combattete! Siate le nuove Franca Viola che cambiano la società! Almeno, non la parte che vede me! Ricordate che io e voi non ci conosciiamo, voi siete venute singolamente perchè lui vi ha minacciati e..." uscendo qualcosa dalla tasca del giubbino "questa er ain mano sua mentre vi ordinava di seguirlo e venire qui. Guardatela bene, imprimetevi nela testa quest'arma e siate la forza che altre come voi non hanno. E l'aiuto che altre del futuro non avrebbero avuto... "

Le due osservarono l'arma e fecero cenno di si con la testa. Lia prese uno strano oggetto e andò via, tornando  poco dopo con una specie di spazzolina a forma di goccia con dei lunghi denti in silicone,  azzurro. Spiegò che era una spazzola che si usava per pulire il viso come uno scub per togliere pelle morta, e lo aveva strofinato per bene sulla pelle dello stronzo, eprchè parti di pelle e cellule restassero sopra. Con attenzione passò i denti sorpa le mani legate delle ragazze e accertandosi che visibilmente e con una lampada a UV che aveva dietro, vi restassero più elementi rispetto alla prima ispezione, prima della spazzolina. Quando la lampada uv mostrò abbasnza materiale sopra le fascette di mani e piedi, fece cadere qualche capello di lui sui cuscini e chiese alle ragaze si passarci sopra le gambe perchè sembrasse reale. Poi le salutò alzandosi, diede loro le ultime istruzioni e uscì, chiudendo a chiave la porta. Con un vetro artificiale speciale che aveva dietro e aveva passato sui polpastrelli di lui, poggiò la zona delle orme sulla maniglia, controllando che vi fossero e ripetendo più volte il rpocedimento, finchè sul vetrino non si vedevano appena che delle sagome. Dalle prove dei laboratori funzionava bene e si doveva solo accertarsi che le orme delle dita giuste fossero nel posto giusto della maniglia. Fatto questo andò dalla terza. Le fece poggiare indosso sull oscotch e sullle fascette le mani direttamente di lui, così di lasciare elementi e impronte e andò vis, dicendo le stesse cose delle altre.

Si recò tramite le scale sulla sezione più alta, il tetto, e con attenzione passò sul bordo.Prese la scaletta che faceva raggiungere lacasa dello stronzo per via delle diverse altezza con quella affianco. Indossò i guanti speciali e si proiettò verso quello a fianco cercando di fare meno rumore possibile, sfruttando antenne e oggetti in ferro. Le case francesi di quei quartieri antichi avevano tetti particolari, detti con camini parigini. I tetti di numerose abitazioni di Parigi più vecchie, erano realizzati in lastre di zinco, sagomate piatte e spioventi, fino a coprire in basso e lateralmente, lo spazio delle mansarde. Parigi era un mosaico di grigio cangiante composto di ardesia e zinco in base al tipo di casa, e per fortuna pensò lei. Meno fatica per lei e le ragazze..  Camminò lentamente, finchè non giunse alla mansarda che aveva affittato e scivolò dentro con cura da una delle finestre. Aveva tutto pronto nell'appartamento per il ritorno, doveva solo attivare la fase Z e tutto sarebbe andato bene. La casa dell'idiota al fianco, il suo era stato un ottimo modo per scavalcare le leggi studpide e sbagliate, toccava quella in cui era e faceva molto per la scoperta.
La ragazza, dopo il tempo stabilito mentre Lia beveva un tè con calma nel mentre, aveva già iniziato a urlare e picchiare sui muri come il piano e lei scese trafelata nell'appartamemto sotto dove vi abitava una vecchina tranquilla e poco incline a farsi i fatti degli altri. Aveva scambiato con lei poche parole ogni tanto,  quando delineava il piano con ore di spionaggio e studio della stada, delle due case e dei soggetti interessati. Così si ritrovò la donna prepoccupatissima fuori dal suo appartamneto, turbata. Chiese alla donna se sentiva anche lei quei versi orribili e intimò di chiamare subito la polizia, perchè era orribile cosa si udiva.
Mentre la donna correva dentro a telefonare, aveva ancora un fisso, Lia fece un mezzo sorriso dei suoi , nascondendolo mentre altri del palazzo uscivano per sapere cosa accadesse. Si rpecipitarono da basso al piano dell'anziana,  raggiungendo Lia,  e iniziarono a discutere e cercare, con le orecchie sulle pareti, per capire da dove provenisse. Lia usò la personalità d Prya per mostrarsi una ragazza paurosa e preoccupata, agitandosi un pò e parlando come balbettando.
La polizia arrivò venti minuti dopo, con la noia che le derivava di stare in mezzo a quella gente, e Lia provò pena per la ragazza che urlava e batteva pugni e pedate sulla parte attaccata all'edificio dove era lei, finchè non giungesse finalmente qualcuno. Stringi i denti, disse tra sè, ma rivolta alla ragazza continuando a usare la personalità della civile comune.  I poliziotti prima si recarono nel palazzo dove si trovava Lia per parlare con gli inquilini, dopo aver ascoltato loro stessi le urla e colpi dall'altra parte, corsero nell'altro palazzo e finalmente dai rumori capì che erano entrati con le pistole. Avrebeb guardato con calma le registrazioni da remoto con le password del cloud.

-come è facile quando milan uno dei proprietari proprio di quella agenzia-impresa sorveglianza e sicurezza=""-ghignò dentro, anche se poi mutò lievmente l'espressione e si accigliò perchè così era più facile, troppo,  avendo i permessi amministratrivi. Faceva parte del piano, ma si sentì un pò inutile per certi versi. Avendo i permessi,  che non sarebbero comparsi nell'eventuale stampata sicuramente richiesta dalla polizia per orari e altro, non aveva problemi. Su quello era pulita, ma comunque era stato troppo facile e si rese conto che aveva dalla sua così tante opportunità e aiuti,  oltre le persone comuni,  che le sembrò di barare. E a lei non piaceva usare come gli altri là fuori scherzetti, scorciatoie e stronzate per fare le cose. Fatte da sè senza barare era il raggiungimento migliore, sudato e meritato. Ma poi con un sospiro, pensò che non era per lei. NOn aveva nessun vantaggio lei, ma quelle tre ragazze , come altre avrebbero potuto vederlo finalmente dentro una gabbia, invece che puntate di indice contro di loro perchè non avevano altre prove se non la loro parola, segni di abusi addosso ma nessuna prova regina per inchiodare lo stronzo. Contro ignoti, fu la dicitura messa sulla cartella di quel caso. L'uomo era rispettato e considerato, in tanti avevano detto che era un'ottima persona e come cittadino rispettato della società, senza prove di nessun tipo perchè era stato meticoloso, non era possibile incriminarlo neanche alla lontana. Poteva, forse, ma dalle telecamere, le celle dei cellulari... insomma gli avvocati trovavano sempre espedienti e mosse per salvare quella feccia. E peggio, lo stronzo aveva una donna come avvocato. Considerava giusto e corretto che le persone avessero un avvocato perchè li aiutasse se non colpevoli, a dimostrare l'opposto di quello che gli si imputava. Ma quel tizio era stato denunciato da tre persone, ragazze abusate,  e chiss quante che invece avevano paura di finire loro nella gogna. E quella donna sapeva, le era sembrato di sicuro dai video che aveva ottenuto da giornalisti, gendarmeria e altre fonti, aveva voluto studiare lui e l'avvocato per capire.
La sua proposta di istituire un gruppo speciale non cittadino per sistemare questioni del genere era stato vagliato ma ancora senza risposta, dal grande Milan e questo la preoccupava. Se non loro, allora chi?, si domandava, mentre cercava di non mostrare noia dalla situazione di attesa.
Gestualità, mimica e postura nel processo di comunicazione permettono a persone preparate su questi alementi a capire dai microgesti, micro espressioni e modi muovere occhi e mani, davvero gli altri, anche se cercano di mentire. Aveva studiato le basi della comunicaione interpresonale anni prima, e le era piaciuto leggere dei vari livelli o cerchi della persona, i metodi di comunicazione verbali e non verbali e altri elementi di quel libro. Ma quando seguì uno specialista allo Chateau per le Lezioni, scoprì che cèra un mondo che mancava a quel libro, ben più sottile  e capace. E aveva voluto quei video proprio per studiare ogni singolo elemento. le capacità che avev  aimparato e che l'istruttore specialista nel controspionaggio e relazioni per varie agenzie sapev a non fossero al top.
Anche per i test. Lia lamentava a David che da sempre ogni volta che cercava di sforzarsi per capire e imparare cose per lei difficili, finiva per snetire come... una barriera che premeva i lcervello, impedendole di ragionare come voleva. Era l'unico modo che sapeva, per spiegare come si sentiva quando svervellava e tutti i suoi sforzi non davano frutti, come si sentiva dopo tanto impegno. E lui aveva voluto capire anche per i test, ma non sapeva capire e spiegare nulla.
Erano utilizzate anche dagli avvocati stessi perchè, mettendo una persona capace durante la scelta della giuria e dopo, potevano sapere dallo studio delle persone cosa percepivano, sentivano, se odiavano  o meno qualcuno che testimoniava e via dicendo. Quello studio molte volte era alla base di arringhe e prove testimoniali, perchè colpissero determinate persone su altre. E questo era solo il minimo. Sapeva bene che specialisti del genere lavoravano in vari settori per sapere cosa riferire e come far muovere gli altri rispetto alle persone interessate.

E quindi, anche se aveva appreso molte cose,  ma sapeva di non essere davvero meritevole di darsi delle risposte senza quell'istruttore, voleva capire da sola, studiare quei due, superare quella sorte di barriera come poteva.
E le veniva lo schifo nel vedere quella donna che sapeva, Lia lo capiva da come guardava l'assistito o si comportava a domande e situazioni fuori dall'aula, e lo difendeva. Era ignobile il fatto che tu avvocato, che dovresti lavorare per la giustizia e sai che quella persona è feccia e deve pagare, lo copri e proteggi affinchè ne esca libero e pulito sapendo che poteva rifarlo. E se sei donna avvocato, ancora peggio. Se fosse capitato a qualche sua figlia o parente, chissà se faresti così o useresti tutte le armi che hai per i ltuo lavoro per farlo piangere, pensava.

Bello quando capita agli altri...

Lia era schifata dentro, perchè aveva usato di nuovo la visualizzazione là in mezzo alla gente,  per sua abitudine e le dava fastidio, perchè in quel caso non era cosciente delle espressioni che faceva...lo aveva fatto per analizzare le cose e rivedeva quella donna avvocato che o per ammissione, per prove o per suo istitnto sapeva e lo aveva fatto uscire. Per colpire di nuovo. E così si era travestita come le altre donne, sembrava che a lui piacessero abbiagliate e con certi atteggiamenti specifici ed era caduto, letteramente. Lui non voleva una storia di una notte e via, come sarebbe anche normale, luivoleva una bambola vuota da seviziare e poi lasciare andare, sapendo che non gli accadev nulla.
Come può un essere umano portarsi da un bar una persona,  eccitarsi e dire di divertirsi con qualcuno privo di sensi e vuoto, facendo un'azione schifosa e orribile? Non lo capiva mai, lei, e odiava le persone. Il problema è che alla setitmana di casi così ve ne erano molti e parecchi non erano denunciati. Voleva che la cosa finisse ma Milan diceva "no, pensa a cosa accade se cerchiamo di fermare di tutto qualcosa e dicontro quelli trovare altre stategie per fare la stessa cosa in maniera nascosta?"
"Quel vuol dire" chiedeva lei, "allora voi con le vostre menti e abilità, che vi state a fare?"
"Un sistema totalmente vietato porta ad altro in un sottobosco che potrebbe essere difficile per noi raggiungere. ma lasciar fare e agire come chiedi nascondendo che siano leggi ferree come una dittatura..."
"Ammesso che tu abbia ragione, mi stai dicendo che lasceresti tutto così?"
"Le leggi esistono, loro le aggirano. Se proprio vuoi che con la Raccolta crei una seizone apposita in ogni paese, a disposizione ma significa fare qualcosa che va anche contro le leggi. Creare situazioni finte non mi sembra una bella cosa, comunque"
"Quindi lasciamo rompere le persone perchè agire come ho consigliatova anche questo contro le leggi?"
Sempre di più, man mano che vedeva stando allo Chateau con loro, ancora più schifo e il peggio dell'umanità, voleva spingere Milan a fare davvero cose positive.. Vederlo più vicino che da televisine e film faceva ancora più male. Letteralmente.


Il suo telefono squillò. Dannazione pensò, si era di nuovo persona nella visualizzazione! L'anziana le stava vicino e rispondendo usando l'agitazione della personalità, disse alla donna che doveva andare per lavoro. Salì a casa, prese la sacca e scappò, dopo aver espresso rammarico che fosse assurdo che quelle cose capitassero dove abitava lei, e aveva nausea al pensiero di cosa fosse tutto quello.

-se sono davvero convincente adesso andr da madame e rider in faccia penosa ma ogni volta arricciava le labbra per come secondo lei ero incapace di fare la donna quindi una copertura poteva saltare=""-

Si avviò quindi verso il portone,  ma alcuni agenti la fermarono, chiedendo una sua dichiarazione. Venne anche l'ispettore incaricato e a quel punto lei gli diede un biglietto, dicendo di chiamare quel numero per avere spiegazioni. L'uomo la guardò stranito e visto che da lei non otteneva risposta, sfruttando la personalità per mostrare ansia, panico, incapacità di guardare negli occhie profondendosi in mille scuse ussurrate, telefonò.
Lia guardava i usoi piedi ma voleva alzare la testa e ridere come una pazza. L'uomo al telefono era un'alta carica della Guardia repubblicana, settore della Gendarmerie nationale francese,indirizzato a missioni cerimoniali, di guardia e di guardia d'onore alle più alte autorità dello stato e delle istituzioni della Repubblica francese. E ed era molto legato a Milan visto che era una sorta di Vip insilenzio e si usavano a vicenda per molte cose.  In pratica gli disse al telefono, dopo essersi dichiarato, che la persona che voleva fermare era inserita là in segreto, che era un loro incarico e che se la fermavano, interrogavano e inserivano nei fascicoli il suo nome o altre ifnormazioni, avrebbero creato un grave precedente per le indagini stesse. Non si doveva far parola della sua presenza, anzi cancellarla, e non si erano mossi sperando che loro non la fermassero.

L'uomo si presnetò di nuovo e confermò che lo conosceva e riconosceva la voce, Lia mostrò nel mentre in un angolo appartato il distintivo che teneva con sè per precauzione e chiese scusa di nuovo al telefono, disse frasi di circostanza a la termine,  le disse che si scusava ma er ail suo lavoro. Le disse chiaramnete che non sapeva chi fosse e non capiva come mai fosse in quel luogo in silenzio, ma vista la telefonata e cosa aveva mostrato, era importante che se ne andasse subito così che in pochi la notassero e ne parlassero. Lei ringraziò e si affrettò ad andare.

Anche quello, era un sotterfugio che usò più per sfruttare quell'uomo che doveva più di un favore a Milan e si conoscevano, essendo giunto all'ammodernamento della Chateau come ospite gradito per ammirare Milan e cosa aveva. Non le piacev ache la gente andasse proprio allo Chateau e non in altri luoghi mascherati da base, ma lui era così. Ostentare. E così lo aveva chiamato, consocendo il lavoro di Milan per la sicurezza e altro, e gli avev achiesto che, in caso di telefonata di qualcuno per una di nome Prya, dovesse coprirla con una scusa, affinchè facesse il suo lavoro.
Sapeva che era rischioso,  se quell'uomo scopriva cosa era accaduto alla casa accanto e facesse due conti, ma alla fine le era sembrato più divernte fare così che andrsene per i tetti come una ladra di notte, per usarlo. Che ricambiasse cosa riceveva, pensò. Aveva donato all'uomo un beò week end da Madame in anticipo, così che tramite quella donna avesse anche qualcosina per rimetterlo in riga.

-a questo si deve andare con gli altri favori e regalini se fanno i capricci non perch sentono in colpa ma per avere loro guadagni usavano mezzi forti della paura di vedersi come nuovo zimbello sociale style="text-decoration: none;"-Pensò amaramente mentre camminava tranquilla per strada, allontanandosi.  Era assurdo che tuttosi riduceva a interessi personali e paura per tenerli nascosti, ma così era. Ed era anche poco, disse, quell'uomo meritava di peggio ma er aun pezzo grosso, aveva protetto i figli varie volte dallo schifo che facevano e Milan lo aveva coperto altrettante, ripulendo le cose al posto suo. Lui non si faceva pagare da alcuni, ma faceva dei patti di silenzio e aiuto reciproco perchè  aveva in mano materiale scottante. Non l odiceva o faceva capire,  ma gli altri sapevano e accettavano di essere dispobili per qualunque cosa, bastav che tutto venisse insabbiato. Era più sicuro lui di altro. E odiava Milan per questo. Ma lui diceva smepre che era un piccolo passettino per un grande passo di eliminare questa gente. Non devi fare come la polizia, ma diventa dei loro e fai in modo che la colpa di qualcosa ricada su altri, allontana da te gli indizi. Sii invece il loro punto di riferimento perchè vengano da te per aiuto e consiglio. Ed era così che era entrato con suo fratello in certi giri, per giungere a quell oche era. Diceva che molte oganizzazioni ti lasciano espandere e diventare sempre più grosso e capace se ti mantieni con le loro regole e proibizioni. Se dimostri di essere quello che hai giurato. E Milan era riuscito sempre a far risultare colpevoli altri, uscendosene come uno di cui ci si poteva fidare. Senza pensare che invece li mordeva dall'interno.-a questo si deve andare con gli altri favori e regalini se fanno i capricci non perch sentono in colpa ma per avere loro guadagni usavano mezzi forti della paura di vedersi come nuovo zimbello sociale style="text-decoration: none; font-family: Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: 13.2px; font-style: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; background-color: rgb(255, 255, 255); color: rgb(0, 0, 0);"-

-non devo pensare a questo ora no tornare=""-disse amaramente e riprese la macchina e se ne andò via.

Trovò strano che la macchina fosse dove l'aveva lasciata, anche s emolti curiosi vi giravano intorno. All'interno, la AI le disse che aveva dovuto attivare il sistema Shoskwave. Ossia alcuni elettroni dagli atomi metallici che la compongono inizialmente sono neutrali,  ma artificialmente tramite la vernice della carrozzeria, venivano privati di qualche elettrone caricandosi negativamente ,assumendo quindi un certo potenziale elettrico. La persona restava  un  potenziale costante o neutrale di base. Attivando quel sistema, tramite la vernice conduttrice usata anche per circuiti veloci da dipingere a pennello e la pittura specifica, la corrente tendeva a fluire  scaricandosi sul soggetto neutro. Si trattava di molte migliaia di Volts in effetti,  un amperaggio bassissimo, che però veniva aumentato se si tentava ancora di toccarla. Si sviava con dei guanti ma era solo uno dei sistemi e se si aveva cervello. E aveva dovuto fare la scossa a molte persone.

"Fortuna che ci sei tu, mi sono risparmiata di controllare. Beh... altrimenti non ti avrei presa, stasera. Adesso controlla se hanno cercato di agganciarsi a te per la localizzazione..."

"Confermo. Tentativi di localizzazione tramite gps, satellite, celle. Numero di volte, diciotto. Confermato tramite risposta della chiamata di aggancio, non avevo ricevuto ordini su come comportarmi."

"tranquilla, così doveva andare. Far loro sapere dove mi trovo era importante. Sanno che non me ne andrei a caso, ma se la ricerca è stata così tanto ripetuta, saranno stati Jd o Milan a richiederlo con impazienza. Manda un segnale di ritorno, mantieni la guida manuale..."

"Ricevuto. Ho rilevato segnali dei canali della polizia che parlano di un accadimento all'indirizzo dove ci trovavamo. Sono stata segnalata come macchina sospetta e ho mandato l'avviso allo Chateau, i quali hanno già diramato la segnalazione di macchina protetta da segreto di stato."

"Tutto secondo i piani. Torna in modalità beckground e avvisami solo se ci sono novità di segnali e comunicazioni"

"Ricevuto, entro in modalità Stealth"

Sfrecciò tornando al contrario verso lo Chateau. Poi le venne un dubbio, avrebbe potuto benissimo andare per la A6 verso Digione o fare la strada verso Chagny. La distanza iniziale era uguale che fosse l'una o l'altra località, per poi dirigersi verso lo Chateau. Sui 315 kilometri per tre ore e passa di tempo, anche se lei sfrecciava al massimo e tramite i sistemi di bordo aveva un rilevatore radar di qualsiasi cosa vi fosse per una portata di max quaranta metri. Aveva due sistemi radar, a onde radio inviando un segnale ad una specifica frequenza e analizzando la frequenza di ritorno considerando anche il possibile efetto Doppler, determinanando posizione, distanza e velocità degli ostacoli.E poi cèra anche quella a  impulsi luminosi ad infrarossi per misurare la distanza e la velocità, ottenendo dati potenzialmente più precisi ma in base a determinati fattori era meglio il primo. Con questo dispositivo attivato, aveva sullo schermo sempre davanti dietro il volante eall'occorrenza in quello di bordo al centro, cosa cèra più avanti potendo decidere come muoversi, evitando collisioni o incidenti in anticipo. All'occorrenza era la IA stessa a prender ein mano la situaizone se il pilota non sembra mostrare segnali di autoconservazione. Questo le permetteva di andare al massimo senza rischi e in caso di autovelox, la machcina poteva rilevarle prima e inviare un segnale che fermava la macchina dallo scattare foto per eccesso di velocità. Erano in pochi a sapelo ma molte macchine blu e dello stato avevano questo sistema, così che si sapeva poco della velocità e posizione da multe.

Giunse ben prima delle tre ore ed entrà dal cancello principale, dopo che ricevettero in anticipo l'avviso di avvicinamento dalla AI, facendola procedere senza fermarsi. Parcheggiò l'auto davanti la Court yard, prima dell'ingresso principale dello Chateau. Dopo la porta grande principale cèra il vestibolo,  ma stranamente vide davanti solo le due guardie classiche che facevano guardia a turnazioni ocn altri. nessun altro.

Di colpo sbucò proprio dall'ingresso principale Lubo, che corse da lei essendo stato avvisato dal suo telefono mentre guidava. Sempre con comandi vocali, ma aveva deciso di chiedere a lui di accoglierla.

"bentornata. Aspettavo al patio dall'altro lato...dai le chiavi a me, ci penso io" si offrì. Lia gli sorrise, la cosa strana era che nonostante la stazza, naturale, che da lontano poteva essere scambiato per un lottatore di sumo senza panza o girovita come quei giapponesi, era invece gentile e disponibile. Anche l'ambiente e le persone stesse da Milan e Jd no erano stronzi come di solito si diceva dei militari o film, e questo smebrava aumentare il senso di stranezza in lei, perchè sembrava più un sogno o altro che la realtà, facendole credere che non esistssero persone simili ma solo nelle finzioni. E invece comunque erano tutti cordiali, gentili, amichevoli e pronti a fare gruppo  Sempre nei limiti dei militari, ma la cosa che lei constatò dall'inizio era che stranamente gli uomini, almeno i Capitani e amolti, non erano feccia e gentaglia. Potevano apparire rozzi e pesanti orsi, ma sapevano essere corretti se li trattavi in un certo modo. Quanta fortuna ho avuto, pensò?

"Grazie per aver atteso. Mi auguro che chi sai tu non sia adirato..." facendo una smorfia, dandogli le chiavi.

"Vai in ufficio, ancora non sa da me che sei tornata, e non credo glielo abbiano ancora detto. Ho chiesto di lasciar fare a me..."

"Ho capito, grazie" disse facendo qualche passo oltre lui, per poi fermarsi davanti il fanale sinistro e guardarlo ferma a tre quarti.

"Lubo..." vedendolo fermarsi dal salire in macchina, anche se si chiedeva quanto ci entrasse davvero e quanto comodo fosse"So che tu come gli altri non sarai, se non già da ora, convinto e comprensivo su quello che ho fatto oggi e lealtre volte... ma io sto per andarmene...!" disse in italiano, sapendo che lui era uno dei pochi che masticava la lingua dei pochi più vicini, meno di Jd e Milan, ma sapeva parlarla e capirla "...Non sono una di quelle persone che pensa a se stessa punto e basta. Credo fermamente che pensare così equivalga alla morte dell'essere umano. Una vita spesa per se stessi e basta, e intendo solo se e la famiglias tretta,  non porti da nessuna parte. Con quello che ho fatto io oggi e le altre, mi auguro di aver fatto quel poco di buono per il mondo. Una piccola parte, ma se lecose vanno come spero,  allora avrò fatto qualcosa di giusto e che valeva. Per altri. Una vita spesa all'egoismo non fa per me. Se me ne andrò e le cose per quel che ho fatto, gireranno correttamente, avrò speso del tempo nel modo giusto. A me non viene nulla, ma quelle ragazze e altre saranno vendicate e altre salvate. E se il tuo capo è la persona che dice di essere, se il mondo cambia davvero e ci sarà meno dolore relativo a cose imputabili ad altri e all'ignoranza, sarò ancora più in pace. Voglio che tu comprenda che, seppur non te ne freghi nulla o magari hai trovato le mie azioni di oggi sbagliate o stupide, inutili magari, sappi che ho preferito usare questi sforzi per salvare e aiutare qualcuno, che starmene in panciolle aspettando quel momento,  e di fatto rubare risorse senza far nulla. Non mi importa come gli altri trattano le situazioni e il prendere soldi e cibo,  facendo poco in tutta la giornata, ma io mi sono guadagnata quello che ho mangiato e usato, e come quelle mie preghiere a Dei sordi o meschini se esistono, ho voluto dare ciò che potevo,  perchè altri che ne avevano bisogno potessero avere chance. Con la raccolta ho già fatto qualcosa, meno di quel che volevo, ma posso andarmene senza rimorsi. Rimpianti parecchi, troppi. Che non potrei cancellare o colmare vuoti in me,  neanche in tutti gli anni che mi rimarrebbero. Colpa mia, ok, ma se Dio non mi ha ascoltata visto che dicevano che dovevo affidarmi a lui, allora che faccia quel che posso perchè non abbia rubato o altro, cose, senza meritarli.... Troverai nel cassettino delle cose che ti lascio. Non so se ci rivedremo,  ma volevo ringraziarti per essere stato un Signore anche tu, lasciarti qualcosa perchè tutto non vada sprecato... se qualunque Dio mi avesse ascoltato, questo corpo e questa vita non sarebbero andati sprecati così! QUalcuno potrebbe averlo occupato ormai da tempo e avrebbe vissuto come meritava, invece di portare me a un dolore senza fine... mi auguro che non mi reputi in nessun modo negativo e resti con Milan, ok?"

"OK" disse lui, ma prima che potesse continuare lei alzò una mano e gli disse con la testa. La discussione terminava in quel modo.

Camminò dentro lo Chateau non ascoltando nessuno, visto che quando incrociava qualcuno già dalle due guardie al portone, volevano dirle qualcosa, ma non le inportava. Invece si diresse senza fermarsi mai, neanche per la segretaria di Milan, nell'ufficio. Aprì con foga le due porte allo stesso momento,urlando contenta.

"splendete meravigliose stelle, perchè la notte si avvicina e diverrà il vostro palcoscenico, sbrillate..!" dicendo quel sbrillante a modo suo quando univa più parole, in quel cavo voleva dire bruciate come baluginii eterni ma le venne quella.

All'interno Milan er aseduto dietro la scrivania, mentre gli altri in piedi in un angolo della stanza come sempre. Quando lei entrò veloce, aprendo le porte e alzando le mani al cielo, rimasero spaventati.

"Dove eri finita! Sono ore che cerco di contattarti..."

Lia rimase ferma a metà stanza sorridendo tranquilla, sempre con la testa inclinata di lato verso la spalla, si tolse il cappottino che era lo stesso dei giorni che si recava in quella casa di giorno, per uscire dai tetti e scappare allo Chateau nascosta da Lubo, e lo buttò sul divanetto alla sua destra.

"Sembra che stiate discutendo di qualcosa. Cose serie? Ora vado... vorrei cambiarmi tra l'altro!" con una smorfia scrollandosi i vestiti per indicare che voleva cambiarsi.

"Da dove è venuta l' idea di prendere vestiti, oggetti, auto e andartene a parigi come s enulla fosse a fare casini?" unendo le dita con i polpastretti inclinandosi in avanti per parlarle.

Milan sembrava parecchio seccato, ma non così adirato come lei pensava. Avrebbe pensato di vederlo sbraitare come un forsennato sbattendo le mani sul tavolo, o pugni, come acadeva a casa sua. Invece era rimasto misurato, incollerito, ma non come si aspettava. Ed era una cosa che alcune volta odiava, quel comportamento calmo anche quando si doveva prendere gli uomini che facevano cazzate, grosse, e picchiarli finchè ci si chiedeva quante volte il sole fosse calato e risolto. E invece lo amavano perchè era comprensivo...mH! Eppure lei lo era stata tantissime volte, ma quando puniva si offendevano tutti. Lui non puniva, ammoniva, e per molti sembrava una cosa migliore, ma puntualmente le cose riaccadevano. Ergo, non comprendevano e imparavano ma si beavano del cuore di mIlan troppo aperto. Come diceva sempre lei, il troppo amore fa male!

"Conoscendoti, so che mi hai seguita con i dati della macchina, e... presumo sappia cosa è accaduto e dove mi trovavo!"

"E da dove ti è saltato in mente di inscenare un rapimento per vendetta,  da parte di quel soggetto per le tre che lo avevano denunciato? la gente controllando si chiederà come mai non si notano telecamere che mostrano la situazione..."

"Oh, Milan. Uno dei tuoi difetti è anche quello di non considerare tutta la gente scema, tranne te..." disse indicandolo, pe rpoi sedersi a metà della seduta del divano, restando eretta e in posizione con le gambe come aveva imparato da madame, per una Signora.

"Oh so bene che tu hai studiato tutte le cose, anche con Helias, anche se ancora è un prototipo. Ma voglio essere sicuro che non vi siano falle nella tua idea, perchè altrimenti..."

"Avere te è come... un altlante sul mondo, per davvero! Con i tuoi agganci e collegamenti, anche per Helias, non è stato poi così difficile mappare le telecamere cittadine, registrate per negozi e privati,  e quelle non indicate con un controllo fisico. Ho mappato tutto in uno schema così da capire dove potessi mandarle per una settimana o più, come per dire che erano regolari. ovviamente posti diversi..."

"QUindi non dovrebbero esserci telecamere! E la terza? Come ha fatto a farla salire senza avere problemi? Se lo chiederanno..."

"La terza lo aveva denunciato ma non era apparsa come le altre due, aveva cambiato capelli come taglio e colore, dopo l'abuso aveva già programmata da settimana una rinoplastica correttiva e medica. Lei dirà che lo aveva riconosciuto ma lui non aveva riconosciuto lei, anzi. Quel choker che portavo e messo su di lei, lo mostra in... certi atteggiamenti! Alcuni reali di ieri sera, altri pre registrati con un attore con un fisico identico e poi... deep fake!Ma usando la nostra apparecchiatura sono più veri dei veri. Lo sai bene anche tu... quindi no problem!E certo, Il fallimento non è il contrario del successo, ma parte di esso. Ma in questo caso puoi dormire su tre guanciali!"

"Sempre meglio quello che gli hai fatto, di quelli che hai fatto pestare a sangue in un modo che gli resterà per sempre dentro... il tuo aspetto li fa cadere in errore e per la prima volta finiscono male. QUando ho avuto i resoconti delle tue Grandi Cacce con Etta e le altre due, che li attiravate e poi li facevate diventare... no nso bene cosa, le foto non sono proprio belle! Se lo meritavano, anche peggio, Ma...  e so che gli ordinavate di guardarle stando bene attente a fargli ricordare ogni vostro discorso, gli avete marchiato a fuoco cosa pensavate... Ho avuto paura, giusto un pò, che facessero i vostri identikit. Per fortuna tu sei tu, hai usato protesi per modificare alcuni tratti del viso,lentine, parrucche, trucco contouring per cambiare la percezione dei tratti... ma sai che quegli uomini hanno sporto denuncia contro ignote, donne, affermando di essere vittime?"

"Non più... " in modo vellutato e orgoglioso.

"Non più?!? Mi sono perso qualcosa? L'ultima volta sapevo di trenta stupratori, conosciuti o che sono saltati fuori per caso, che erano diventati come gli omini Michelin ma come in un negativo fotografico, che piangevano come agnelli di cosa gli era capitato per delle scapestrate... Illuminami quindi, li hai fatti pestare di nuovo?"

"Non più... ... quello era solo l'anticipo" disse lei offesa "grazie al deep fake che mi hai gentilmente prestato, i giornalisti hanno ricevuto video interessanti di nuove vittime e durante i loro abusi video..."

"finti, vero?"

"Alcuni, altri invece erano veri purtroppoNon più...  ripuliti e migliorati, delle retate di video anche snuff e dell'interpool. lavorati in modo che nessuno se ne accorgesse, che mostravano tutti ciò che avevano fatto. I video erano veri,alcuni verissimi, altri con le teste no..."

"Non voglio sapere quali attori hai ingaggiato per finti stupri, guarda non voglio saperlo!"

"Nessun finto stupro, erano tutti sessioni fetish sui finti stupri. Sembravano veri, almeno pe quelli a cui li testati,  ho usato registrazioni di varie angolazioni delle Velvet room, facendo indossare cappucci verdi come un nuovo tipo di fetish..."

"i clienti..." sussurrandolo sbigottito  "hai usato i video dei clienti a loro insaputa? Non capiranno che..."

"Nnaaaa! Innanzitutto entrambi avevano i cappucci in stile bdsm in lattice secondo il tipo di stanza, e poi è stato solo necessaro un tocco di lavori digitali per modificare qualche cosine, eliminare nei o tatuaggi o altro riconoscibili, aggiungerne altri..."

"Ti prego basta, Meno so in questo caso, meglio è... e voi basta ridere!" disse ai ragazzi che ridevano dei resoconti su cosa era accaduto. "Non avrei accettato questa cosa se ne ero a consocenza, capisco i tuoi test, Lia, ma così sei andata oltre e quindi basta! Al massimo studieremo qualcosa on lgi uomini, ma non così! Ma Lia continuò.

"Le ragazze non volevano fnire sotto i giudizi dei bigotti...  hanno paura di mostrarsi per colpa della società, ma saputo dei che mostrano chiaramente esattamnete cosa loro facevano alle vittime, con le loro facce hanno cambiato idea! per una volta gli avvocati non portanno dire che non ci sono prove "sorridendo malignamente "Ho preso tutti i resoconti delle vittime, ho usato i miei cari amici di test e... Le ragazze poi si sono fatte avanti proprio grazie a quei video, affermando fossero loro e facendo un didietro a tarallo a quelle Bestie... I taralli grandi ovviamente. i piccoli sono così buoni" come se riasumesse una fiction per finire come se sognasse di mangiare i taralli al finocchio.

"Uff, e quindi che dovrei fare? Se fosse stato uno degli uomini dovrei darti una punizione, come facciamo adesso, per davvero. Ma in verità tu non sei uno di noi in quel senso..." facendo capire la situazione. Lia  si mise un pò di traverso, con la testa sul bracciolo, con uno svolazzo di braccio.

"Fà conto.. che sia l'ultimo desiderio di una moribonda, come un'ultima sigaretta o ultimo pasto. Semplice" con un sorrisone monello recitando come fosse Rossella O'hara..

"Stai scherzando!" urlò Alaric sbattendo i pugni sul tavolo di fronte Milan, che da che rideva, lo guardò sorpreso e contrariato "ha fatto una cazzata e deve pagare, come tutti. Sta qui con noi nell'organizzazione e deve esser epunita, non esiste l'ultimo desiderio... mica va al plotone di esecuzione. Magari!!!"

"In verità è così... David mi darà l'estrema unzione medica e io sparirò..." contaccambiò lei, prima gettandosi il braccio sinistro sugli occhi con teatraltà mentre poggiava con la testa acnora sul bracciolo, per poi fare POOOUPPH mimando un'esplosione con le mani.

"CAzzate, l'accordo non prevede questo! David ha sempre fatto mezzo flop, mi spiace dirlo ma è per questo che piagnucola di cavie. E restarai qui come una piattola fastidiosa nel culo a rompere le scatole..." mentre Milan lo rimproverata del linguaggio.

"bla bla bla "fece lei mimandolo "credi quindi che david non sia capace? A chi devi la tua salute attuale? Se sei mediocre come militare e ti fai sempre la bua, sempre, non farti ricoverare  ma prega tutti i santi che ti vengono in mente per guarire e invece dici poi -grazie a dio=""-ma invece è Grazie David, senza di te sarei un groviera. E io odio i formaggi foracchiosi come emmenthal, lerdammer..." facendo una smorfia di disgusto.

"Io ringrazio il dottore che mi cura, ma per farti andare via ci vogliono uno sciamano indiano, un esorcista, un disinfestatore e un demologo tutti insieme... e prego perchè bastino!"

Lia guardò lui che era rosso in viso, mentre Milan cercava di non ridere da dietro la scrivania, con il mento poggiato su una mano,  Jd e Bryden  invece osservavano Alaric con una punta di vergogna.

"Quindi non ti mancherò? Non ti dispiacerà la mia morte?" gli chiese fingendo tristezza e imitando una ragazina svampita.

"come dicono alcuni da dove vieni, ma và a morì ammazzata...!" disse uscendo e scacciando con la mano qualcosa per aria, mentre si richiudeva la porta alle spalle con Lia che urlava un-ti lovvo anch'iooo=""-
Eppure se all'apparenza poteva sembrare un'uscita infelice di Alaric, Lia e Milan risero divertiti ma capendo, mentre Jd si portava una mano in faccia.

"Quindi non siete incazzati?" chiese lei nel momento in cui Lubo rientrava.

Guardò tutti, si affacciò dalla porta e poi girandosi disse "Io no, Alaric sembra di si. E' per questo motivo, vero?"

Lia rise, si mise seduta e riguardò Milan, scontrandosi con una sfida di occhiate finchè non sorrisero.

"Tu forse non hai ancora saputo o visto, ma il tuo amichetto lasciato spanciato sul divano, almeno credo che sia caduto di pancia non saprei, si è svegliato dalle urla della ragazza e dalla porta devastata dall'intrusione della polizia. Un pò intontito, immagino tu abbia calcolato la dose sui quei poveri di Morty e Scorcy, e mi spiego come mai parevano due ebeti per due giorni, si è risvegliato prima di quello che credessi dall'ussunzione del farmaco ma ripeto, non so quanto gliene hai dato. Il nostro ovviamente, non quella roba che usano. E affermava serio e convinto che cèra un'altra stronza in casa sua, che le tre sono comparse senza speigazione e lui era innocente!   E si è visto la polizia contro con le pistole pronte, sangue e ferite su braccia, mani, abiti e faccia, la ragazza nell'angolo urlante e strepitante ferita malamente e altre due che erano legate e tenute prigioniere in una stanza accuramente sistemata come cella... Ora, capisco la vendetta, ma solo tu, giuro veramente sulla Madre e il Padre potevi..."

"esagerato.." fece lei con una smorfietta

"esagerato? Chiuque altro lo avrebbe preso e spiaccicato di botte come tutti gli altri, come solo tu sai fare quando perdi la pazienza" butto lì, facendole alzare un sopracciglio.

"...io non ho parole"disse a voce più alta Milan per continuare e farsi sentire "ad appostamenti, prove con quei due poveracci e piani con le ragazze, per farlo trovare letteralmente con le mani nel sacco. Sai che poteva andare male per un minimo errore? Quel tizio non ha avuto bisogno di prove o interrogatorio, preso per direttissima, tutte le prove video trovate e fisiche erano inequivocabili. E se la casa fosse stata diversa? Se in quel momento vi fossero persone che vi vedevano arrampicarvi? Se... non so nenache io inventarmi una qualuqnue possibile causa di fallimento! NOn è come  anni fa dove non c'erano telecamere come adesso o senza telefoni come quelli attuali. O qualcuno passava e vi vedeva o altro. So benissimo che lo hai fatto apposta di chiamare quella persona e dirle di coprirti in tutti i modi possibili con una telefonata o due massimo. E non dirmi come lo hai convinto, ho la minima, piccola, teoria che riguarda le sue passioni segrete... Dovresti ricambiare molto Madame per quello che ti ha dato, per tu arrivare a... questo! Ma mi domando, questi favori riuscirai a ricambiarli prima di andare via? Manca davvero  poco..."

"E' già tutto sistemato, tranquillo. Lei l osa. Io lo so. Tutti siamo felici e contenti. Anche lui! Oh, se sarà felice... anche se mi fa schifo, chi sono io per togliere a un uomo un seno caldo come fosse un neonato,...  se la donna è consenziente! Anche se essere un adult babies... mah"

"Un che?" chiese Lubo guardando tutti, ma Jd gli chiese di non fare altre domande. Meno sapeva, meglio era. Per quello.

"Quindi è tutto ok? Ha fatto una buona cosa, vero?" chiese ancora, ricevendo l'occhiata di tutti. Stranita di Jd, ridente di Bryden, esasperata di Milan per come Lubo fosse così zen, e con il pollice alzato da Lia.

"Diciamo che chiudo qui la cosa o la discussione sarebbe troppo lunga..:" pungente e indispettito, Milan fece finta di riprendere in mano la situazione, ma Lia gli rise, dicendogli che sapeva che si era divertito a seguire le sue mosse dopo la lettera lì, sulla scrivania, lasciata prima di andare.

"..." non rispose, sbuffando, ma non mostrava rabbia. Si, pensarono i ragazzi, non aveva avuto da dire visto il piano che era andato in quel modo ed essendo Milan, era stato come vedere un film in attori veri. Un bel passatempo per vedere di fatto una recluta come lei mettere in pratica le Lezioni.

"Sing me to sleep, Sing me to sleep... I'm tired and I, I want to go ...Don't try to wake me in the morning ... 'Cause I will be gone... Don't feel bad for me... I want you to know... Deep in the cell of my heart... I will feel so glad to go... I don't want to wake up... On my own anymore... Don't feel bad for me... I want you to know…"

"quindi il tempo è finito. Sono le tue ultime parole?" chiese mentre Lia cantava un brano che le piaceva sempre intonare "Ehi, smettila di intonare Asleep e ascoltami..."

"There is a better world... There must be...Well, there must be..." più letnamente e con tristezza, finchè non si fermò, si alzò e andò alla scrivania, posizionandosi di fronte Milan. Poggio il peso sulle mani aperte a contatto con il legno,  e mentre parlava scivolava con le stesse, allargando le braccia e scendendo di altezza mentre gli parlava.

"Grazie!... per quello che sei ed è già un miracolo che abbia trovato quel giorno i militari più anormali del mondo. E' qualcosa che capita una volta ogni duemila, ma grazie di quello che sei tu e loro" inclinando la testa verso la spalla destra mentre scendenva piano piano "E grazie!, per essere colui che esaudirà il mio desiderio... anzi, devo dirti -ti voglio bene=""-perchè tu sei l'unico che mi ha donato l'unica cosa che desideravo e per cui avevo pure pregato! A me ormai importa poco, se vi mancherò un pochino o meno, quello dipende da voi, ma sono sicura che una come me non mancherà a nessuno!. non sono un militare come non lo sarei stata nella vita reale per un centimentro e un punto..., per via del fatto che in una manciata di mesi nonostante quanto imparato, non potevo definirmi ninete. Ero niente e tale sono rimasta... "

"Veramente, no. E' normale che non fossi chissà che fenomeno, sopratutto per i salti..." mettendosi a ridere senza risucire a fermarsi "ma non sto ridendo per tutte le volte in cui all'inizio della prima settimana,  non riuscivi a saltare il muro e con la corda dovevi tirarsi su di più per allungare un braccio o una gamba per issarti..." poi non ce la fece e sbattè una mano sul tavolo per le risa,  ricordandole scene dove lei malediva la sua bassezza, essendo stato costruito un percorso per altezza un pò più... elevate.

"Ehi, tu non ridere" girandosi verso Jd che rideva sputacchiando "che sei poco più alto di me e sei pessimo in azione corpo a corpo. Un nano che ride un una nana... bravo!" lo rimbrottò applaudendogli davanti.

"E' che non avevo mai visto una recluta muoversi come te, come una tarantola perchè non ci arriva... Mphhh.. scusa, davvero ma non posso dimenticare quando Alaric ti disse per gli anelli,  senza avvisarti che le prime volte per la tua altezza dovevi fare salti e prese allungandoti molto... ahahaha" ridendo poi come un matto,  ricordando i voli nel fango di sotto perchè erano posizionati troppo larghi, i muri affrontati come se li dovesse mozzicare per scavalcarli e le isole, zone circolari sospese su cui si doveva saltare per non cadere in acqua, che raggungeva per miracolo.

"Ho però risolto da sola e in poco tempo, senza il vostro aiuto! Bello ridere di me se avevate preso prima uomin molto più alti e calibrato per loro i percorsi! Quelle cose non le fai nella società normale, è ovvio che non sapessi la prima volta valutare le cose con voi che urlavate di fare veloce..."

"E' così che si fa nell'esercito! Rapidità, coordinazione..:"

"Si, si belle cose! Ma ci osno riuscita e meglio di molti uomini con la gamba lunga...ora..." voltandosi verso milan, mentre Jd era confuso sulla frase uscita un pò strana " Se non hai di che rimproverarmi, andrei. Non manca molto al mio Addio, per questo motivo vorrei riposarmi un pò, bisogna andare contro la morte di faccia e al massimo..."

"Vuoi sapere perchè non mi lamento e ti punisco, come dovrebbe essere in realtà?" mentre lei alzava gli occhi con un mezzo sorriso "perchè volrvo vedere come andava a finire. Capire se riuscivi a usare tutte le carte a tua disposizione dopo questi pochi mesi qui, aver imparato da noi e aver deciso da sola di vendicarti in modo pittoresco di uno stupratore seriale..."

"Pittoresco... avevo avuto altre idee, ma come sempre la società del piffero avrebbe comunque colpevolizzato le ragazze. Come sempre. Abiti troppo corti, voglia di divertirsi e vivere, un sorriso o un'occhiata, anche solo toccarsi i capelli con fare civettuolo come ho letto, essere libera, indipendente e aperta da voler essere donna e persona con diritti, anche sessuali... perchè una ragazza che desidera solo vivere ma viene trovata da uno strupratore,  ha colpe? magari io stessa posso condannare in parte l'uso di droghe e troppo alcool. Fa veramnete schifo vedere una persona che sia maschio o femmina,  non sapere chi è e dove si trova, camminare in maniera vergognosa, vomitare e buttarsi a terra in qualunque angolo della strada o peggio, per aver bevuto, fumato o sniffato così tanto da essere come un lobotomizzato. E peggio è che dicono sia per divertimento ma poi non ricordano nulla e hanno perso, di fatto, una parte della loro vita. Quella è davvero esagerazione e mi spiace dirlo,  lo condanno, ma se una donna vuole vivere una bella serata con giusto pò di alcool e senza droghe, non importa come è vestita, non devee ssere giudicata. Neanche se si fa offrire un drink e questo è drogato. la colpa ricade su chi commette l'atto schifoso, non chi lo subisce e si ritorna negli anni ancora sessanta e settanta,  per cui una donna era veramente marchiata e bollata a vita come vergognosa per colpa degli uomini. Ho letto di donne che sono state ingravidate dai fidanzati, carabinieri, medici, di persone che dovevano avere cervello e invece sfruttavano la ragazza di turno, si divertivano con la promessa di sposarle e invece appena incinta, bam! ciaone e tante care cose. E in quei libri di vita vera,  ho letto come fino alla loro morte sono state additate e giudicate anche davanti, con il figlio da crescere da sola e trattata come invece meritava l'uomo. Lui invece bello tranquillo a farsi una nuova vita. Per me questo deve finire! A cominciare dalle famiglie. Basta! Ammetto che mi spiace andarmene prorpio quando ho pregustato qualcosa di divertente da fare alla feccia, ma so che poi veramnete come disse Alaric, andrei oltre,  perchè vorrei solo guardarli negli occhi e leggere in loro dolore e disperazione, quella che secondo me non esiste dopo la morte. Non cè inferno, non cè paradiso. nessuno pagherà davvero, dopo! Solo un piano diverso per poi, se è davvero così, ci si reincarna. TUtto dimenticato e si rivive di nuovo. Prima di farlo, devono sputare anche le budella! E i denti. E qualche costola..."

"Se non sapessi che non uccideresti, quasi ti crederei... al resto, non alle budella e costole. Ed essendo un militare non mi sconvolge la cosa, mi spiace solo per loro nel caso fosse successo.." disse Milan meditabondo. Poi rise "Sarei stato curioso di vedere i nostri fare una cosa del genere da soli! E' chiaro che non è stata una cosa corretta quello che hai fatto, verso di noi. Hai preso oggetti,  non solo costos, i ma che avevano chiara indicazione militare..."

"Qualcuno che è appena uscito da là poco fa la chiamerebbe la super cazzola per coprire uan cosa che alla fine ti ha divertito..:"

"Ehi, non abusare della mia pazienza bimba. Avrei portuto fermarti prima di arrivare a Parigi e lo sai, anzi sono sicuro che te lo aspettassi! ma volevo sapere. Se avessi ocntinuando con pazienza fino all'ultimo punto, se quel punto Z lo avresti raggiunto sfangandola, oppure se il tuo odio, rancore e schifo verso persone come quello,  ti avrebbero portata davvero ad appenderlo come un trofeo di caccia sul bancone con la posa da uomo Vitruviano,  come avevi schizzato negli appunti, con sulla pancia legato uno schermo che riprendeva tutte le sue malefatte... e sei tornata,  possiamo dire,  vincitrice! però, Lia, una macchina da ottocentomila dollari e un computer da settemila più programmi e funzioni dal valore incalcolabile,  per un comune là fuori!!"

Milan si alzò dalla sedia, si sistemò gli abiti e si mise a guardare fuori dall'ampia vetrata dopo la scrivania, dando le spalle ai capitani.

"Come Alaric ha detto, avrei dovuto avere il pugno duro, visto che lo hai preteso per gli uomini. Eppure... uno solo di loro al tuo posto sarebbe stato capace,  da civile per prima ,  e dopo per quello che hai fatto oggi, di cavarsela allo stesso modo? Anche con tutto ciò che hai utilizzato..."

"Se pensi che io sia intelligente o altro, non fare brutte figure. Le insegnanti invece di aiutarmi perchè avevo una mente diversa da quei tarati tutti uguali, mi portarono a credere di essere problematica, con qualche disabilità, pazza addirittura,  solo perchè leggevo, sapevo e capivo in modo diverso. E ne ero così sicura che prima di quell'insegnante di pianoforte, pensavo che sarei stata all'altezza delle persone che, lavorando esempio come netturbini, al mercato e altri lavori bassi nella società, sono etichettati come falliti e inutili. Che non valgono nulla credono e quindi fanno quei lavori. Quando invece si scopre che nei fast food e prorio in quei lavori,  cè gente con la laurea ma non ha avuto il treno, ossia quell'occsione che ti capita e sfreccia vicino,  e devi cogliere,  se hai la fortuna di avertela sulla strada. Le possibilità di un passaggio del treno, dico sempre. E io per quella gente valevo meno di quelli. Perchè dicevano che loro almeno il pane a casa lo portavano, mentre io potevo andare bene solo come schiava e incubatrice in un matrimonio... ho solo fatto ciò che credevo e usato quello che tu avevi messo a disposizione. Niente di più. Loro, quegli uomini per cui ti ho chiesto di cambiare atteggiamento, sono invece qualcosa per questo mondo,  se davvero sei intenzionato a cambiarlo! Ognuno di loro vale quanto cento di me e se io cadessi in qualunque caso,  visto che volevi darmi quella carica, sarei facilmente e senza problemi sostituita. Sai quante persone ci sono che hann idee e te le buttano sul piatto? Ma non molti come Jd, Lubo, anche Alaric, o tutti i ragazzi là fuori. Perfino Django e gli altri due possono rispetto a me. Io ho imparato in pochi mesi le basi dell'addestramento standard, che gran cosa. Si ho preso alcuni oggetti, usato il prototipo del Crell e fatto una cosa che non mi ha fatto venire strizza o altro,  nel caso mi cioccavano. Anzi, non posso non negare che quando sono riuscita fino alla F, e lo avevo davanti caduto come un gelato sciolto, ero orgogliosa di quel poco che avevo fatto. Non sono all'altezza e non so se mai sarei riscuita a essere mediocre come Alaric, almeno quello, ma lo rifarei! Oh, se lo rifarei con ogni merda vivente sarei pronta a rifarlo e rischiare con tanto altro. Ma non ho fallito,  per cosa avevo. la AI dell'auto, il rugged, tutte possibilità che mi hanno permesso di scoprire telecamere,  altrimenti avrei dovuto fare solo di perosna studiando ogni strada, ogni cosa. Non so se sarei stata capace senza queste cose quindi non fare paragoni. Anche perchè come dico sempre, una persona non vale quanto il titolo di studi,  che sia prer grado militare o il pezzo di carta di una università, no vale di più come persona, non qualifica la persona solo la carta ma la consocenza è importante...e come ti dissi di fare con i nuovi membri, non guardare i voti che gli altri conteggiano molto, osserva cosa quei dati dicono!...  ma questo non significa che uno qualunque di loro, rispetto a me, non avrebbe saputo farlo allo stesso modo, qualcosa in meno o di più! Io hostudiato per settimane la cosa e l'ho abbozzato a modo mio, voi siete specialisti e magari altri avrebbero pure fatto qualcosa di straordinario davvero! Quindi Milan non dire queste cose. Sono solo la tua cavia preferita, non mettermi abilità e intelligenza che invece non ho..."

"Come vuoi, ma cercavo qualche epitaffio capace di descriverti per quando saresti andata..."

"Non mi serve un pezzo di marmo con una scritta,  per lasciare qualcosa... non lo voglio neanche,  perchè neppure io so chi fossi abbastanza per pensare di lasciare traccia di me..." inclinando la testa verso la spalla.

"E quindi? Cosa devo fare?" le chiese voltandosi verso di lei, la quale guardò jd e gl ialtri.

"Abbiamo tardato per il pranzo, andiamo a mangiare?" disse lei tranquilla, faacendoli ridere di colpo per l'uscita.

"E' stata una notte dura, fai uno degli ultimi pasti con noi?" chiese Lubo "Voglio tutti i dettagli..." uscendo,  seguito poco dopo che Jd e Bryden ridenti, mentre Milan scuoteva la testa. Prima di uscire Lia si ferm ò incollata alla porta, come se pensasse.


"Secondo te,  Alaric ha ragione o no sul fatto che dovresti mettere me sul piano degli uomini per cosa ho fatto? Tuttavia ho pensato..." guardandolo per bene,  mentre lui faceva finta di spostare cose sullas crivania "se tu no nvolevi determinate cose, non mi avresti dato codici e autorizzazioni... avresti potuto bloccare perfino la macchina tramite l'autopilota integrato , dopo i codici di arresto e blocco totale,  o farla muovere in remoto tramite satellite... e questi sono solo due modi con la macchina dopo che sono uscita. Sia prima quando ancora sgattaiolavo dentro lo Chateau o in qualunque momento, potevi revocarmi ogni autorizzazione e lasciarmi ferma da qualche parte, anche coe punizione. Avresti potuto mandare qualcuno dei ragazzi o quei tre a riprendermi, facendomi vedere da tutti  come la pecorella nera che torna all'ovile cornuta e mazziata... Ma non hai fatto nulla! Hai lasciato fare. Hai aspettato. hai osservato..!"

"Come te... come hai fatto con tutti! DA quelli che ti hanno rovinata agli uomini là fuori. Hai osservato e ascoltato, quando altri avrebbero punito o urlato di rabbia. Ti sei fermata invece di colpire. Hai ragionato invece di lasciar uscire fuori il tuo totem. Almeno, per tutti tranne che per quella gente. Il punto è che a quelle persone là fuori hai dato altro, hai ascoltato, non hai giudicato e tutto ciò ha pagato. Hai ripulito le mie idee e messo di nuove, ma quelle persone adesso sanno di essere e che saranno ascoltate, che cè un posto per  loro. 
E quindi perchè no nfarlo per te..."

E quindi mi chiedo, chi tra Alaric e me ha torto per quanto accaduto? Io che ho sfruttato  senza permesso qualcosa per cui credevo molto,  oppure Alaric nel non aver calcolato queste cose e volermi rendere un militare e uno di voi, quando non lo sono?"


"Non lo sei? Non sei una di noi...?" chiese, fermandosi calmo e distaccato, per drizzarsi e guardarla.

"bella domanda... chi tra me, te e lui ha la risposta? la verita? Sono arrivata qui come ...cosa? Cosa sono essendo cavia? Cosa sono dopo addestramenti e preparazioni in questi mesi? In quale classificazione dovrei essere? Chi vorrebbe passare del tempo con me, volermi  vicino in qualunque situazione e non sentirsi a disagio? Chissà se fino al momento in cui me ne sarò andata, qualcuno saprà dire e farmelo sapere..."

"Magari è stato prima di quel che pensi, o semplicemente la gente capisce le cose solo quando sono perdute..."

Lei rimase con la maniglia stretta nella mano, ferma a guardare un angolo vicino il divanetto, poi tornò a guardarlo.

"Ci sarebbe mai stato un posto per me da qualche parte, dove fossi davvero accettata e voluta? Come pari? Senza etichette? Cè mai stato per me,  lontano dal posto nel quale sulla carta sono morta? E ci sarebbe stato per un'altra, nuova me stessa?"

"..."

"Non esisterà mai un posto per me, giusto? Perchè anche qui, come voi stessi avete detto, io non sono una di voi per varie cose, mentre in altre sembrate rimproverarmi di consdierarmi come un'esterna"

"..." fissandola.

"Siete davvero militari nei modi ma anche diversi dentro rispetto agli altri? Ho conosciuto stando con voi molta feccia con la divisa. Parecchia, ma fuori di qui e proprio qui... cosa sono o cosa vedono in me? E' per questo che mi hai lasciato fare? Per darmi una... sostituzione? o qualcosa di simile?"

"Ho nella mia cantinetta dell'ottimo Sorbara doc Secco,  e ho intenzione di discutere con te di alcune cose, tra cui queste. ovviamente solo considerzioni e... speculazioni. COnsiderato che è arrivato il momento del tuo viaggio finale, un ultimo bicchiere insieme? Posso aspettarti nel mio salottino, metri più in là?"

"...Mh!...può darsi, ma davvero mi daresti qualche risposta? Non cambierebbe nulla per quel momento, tanti istanti sono andati persi, ma è per capire se davvero sono una persona di merda, schifosa, egoista, stronza, ignorante, mentecatta e con problemi autistici,  come mi hanno sempre detto tutti nella mia vita... e se avessero ragione o fossi io, ad averla..."

"Quelli sono degli imbecilli, lo hanno detto anche i nostri psicologi, più quella di quando eri bambina. Essere diversi non vuol dire essere malati o autistici, altrimenti io e altre perosne che hanno dato a questo mondo cosa ha e cosa daranno in futuro, non avrebbero portato la tecnologia e tutto ciò che abbiamo ora. Einstein, Mozart, Darwin, Emily Dickinson,sono definiti tali per varie cose e perfino Thomas Edison fu mandato via dal maestro perchè riteneva che la metne del giovane non andasse bene con gli studi... autistico!.. eppure sappiamo entrambi come quegli idioti con problemi veri dentro " toccandosi la testa" cosa non  hanno dato, cosa e chi non erano, e quanto meritassero rispetto rispetto a perosne come me e te. Tu non lo sei, hai modi di ragionare e vedere le cose diversi. Tutto qua..."

"Mh... questo non cambia una cosa fondamentale..." facendolo di nuovo alzare lo sguardo su di lei, e ormai soprgeva solo una mano e la testa fino a poco le spalle, il resto nel corridoio "che parlate tanto, ma è da quando sono qui che... non è che abbia trovato un posto, anche temporaneo, per me. Perchè alla gente non andava bene! E quindi , che è cambiato? Comunque a stasera in camera tua. Devi ancora parlarmi di David..."

E sparì, chiudendo la porta, mentrte Milan sospirava e tornava a guardare dalla finestra "forse il tuo passato non ti ha permesso di essere libera e sei tornata a isolarti..." bisbigliò osservando gli uomini al di sotto.

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Capitolo 24
*** 23 ***


Chapter 23 Chapter 23


Un anno e due mesi prima

"State scherzando? Da quando ha incasinato le cose, qui cè solo un enorme cantiere. Ha cambiato le cose nei bagni, le docce..."

"Di cosa ti lamenti. Tu hai il bagno privato. Che cosa vai cianciando..."

Kianta riprese Alaric dal suo solito lagnavarsi dei cambiamenti. Prima vivevano come un campo iraniano sotto la guerra, nonostante i lgioiello che avevano intorno. Si erano lamentati di qualunque cosa e si era ovviato a certi inconvenienti con ottimi espedienti. Ma la gente no, doveva per forza rompere le scatole anche nelle cose buone, pensò Kianta.
Era distesa su uno dei divanetti in vellutino dell'ufficio di Milan, dopo che Alaric stesso aveva preteso quell'incontro tra le capocce dell'organizzazione. Almeno, i soliti. E così tutti i capitani, Kianta e Milan si trovavano là.

"Cosa cèra di brutto nelle tovaglie, asciugamani, accappatoi che indossano per tornare alle camere? Cosa sono questi saponi attaccati ai cordini che pendono come palle di cavallo dagli scaffaletti dentro le docce? Le confezioni di shampoo e doccia fanno schifo? Questi tappetin antiscivoli dei miei stivali privati, che ognuno deve averne uno personale e deve toglierlo e portarselo in camera. E..."

"Insomma, si migliora lo schifo e la gente si lamenta. Non è bello vedere i resoconti medici e scoprire che parecchi di voi hanno i funghi o altro schifo ai piedi! E che cavolo, alcuni con i piedi schifosi così giravano per i corridoi senzas scarpe, non solo sporcandoseli di nuovo come se la doccia non servisse a niente, ma creando problemi a tutti gli altri, perchè scemo uno, tutti che seguono come pecore. Prima lei, ora io. Tutti a lamentarvi,  però le scorte di creme e smalti antifungini sono più che dimezzati, e stanno diventando inutili. Avrei anche io optato per una bella fiammata sulle crape pidocchiose, e non è un termine a caso, per non dire altre zone pelose piene di sgorbietti schifosi, ma si è usata la mano forte e ora sono scomparsi. Ed è stato orribile scoprire che queste cose in certe zone arabe sono normali, ma peggio qui! E che non usavate bidet, dai!!... Con il lavaggio decente, cambiando le cose con le macchine a gettone per altre migliori e un controllo e gestione migliorata, non ci sono germi, sporco, perdite di colori da fare le cugine di Barbie per tutto quello che buttavate in una volta dentro e, ancora meglio, nessun passaggio di batteri da intimo ad imtimo perchè ancora devo capire come facevate a passarvi cose tra voi con i lavaggi. Ho chiesto informazioni a Corbat, visto che lui è uno dei collegamenti con le  varie forze militari di terra solo francesi, ed è assurdo che pure là ci sono problemi, in modo minore e controllato, ma succede. E sempre a causa delle uscite o persone che non capiscono la pulizia. QUindi basta! Niente asciugamani se non quelli intimi anche se siete maschi, apparecchiature ad aria calda per asciugarvi subito e senza traumi finita la doccia. Pochi attimi e siete pronti per vestirvi. Senza germi, tessuti di troppo. Milan ha finanziato quell'azienda di servizi energetici perchè uno dei loro siti geotermici divenisse di nostra proprietà, perchè se ne costruissero un altro o acquistassero cosa volessero. Quinid la corrente non è più un problema,  non appena ci sarà la firma. Per questo  potete spararvi l'aria calda davvero in tutti gli angoli, se vi piace, usando qualche minuto i più, perchè l oso che alcuni giocano con le cazzate sfruttando le novità. Ma meno lavaggi, meno cesti della biancheria pieni da lavare e sterilizzare, meno lavoro. Almeno per la questione bagno. Le tovaglie intime personali da lavare con il vostro lotto di roba e non tutti insieme, come prima. Dimmi rompiballe, e dove sarebbe il fastidio per te,  che hai il bagno a singolo e ti è stato già installato quello più piccolo... che vuoi!"

Lo fissò malignamente dal divano, facendo gesti le mani  mentre parlava. Alaric scuoteva la testa e borbottava, mentre gli altri erano zitti e fermi. Gli altri in piedi con Alaric e Milan seduto dietro la scrivania che se la rideva.

"Milan,  non hai nulla da dire? Te la ridi mentre questo mi sputacchia contro"

"Ti sputerei davvero per cosa hai fatto! Cèra bisogno di insegnare agli uomini il cucito?"

"Non devono mica fare i nuovi Valentino o Dolce e Gabbana. Gli è stato insegnato per ora a riparare qualche buco creato dagli artigli per dita dei piedi che hanno, o rimediare ai tubi di scappamento che devastano le loro mutande in poche settimane in caso di servizio fuori da qui. Il tempo di vedere come gestire il problema vestiario. Quello vecchio, se scuro, perdeva colore e non è salutare per chi li mette e la natura. L'altra sezione delle Lezioni, riguarda il minimo impegno di fare un segno di riconoscimento per i propri capi, visto che non li laveranno più loro di perosna mettendo la monetina, ma come dovrebbe essere, ci saranno degli addetti al lavaggio, stiro e piego che faranno il lavoro relativo solo a lenzuola, tende e altro reparto tessuti. ma melgio andare in sicurezza marchiando la roba intima. Quelli personali come l'intimo, li levaranno sempre loro, ma è stato creato un programma di apprendimento su come comportarsi con lavatrici e asciugatrici. Devo ricordarvi le mutande rosa a stampa marmo o nuvolette?"

"Ma chi li vede sotto la divisa?"

"Tu hai seri problemi. Decoro, disciplina..."

"Non cè bisogno che mi elenchi le caratteristiche di un ottimo uomo dell'organizzaizone..:"

"io parlavo del militare base..." rispose lei acidamente, portando le mani sotto la nuca. Milan ridacchiava e muoveva un pò la poltrona di pelle con braccioli che ruotava. Aveva piedi di legno ma nascondevano delle rotelline che gli permettevano di spostarla senza strusciare sul pavimento prezioso. Ma come faceva quando era di buon umore, ruotava la seduta a destra e sinistra.

"Certo, tutti impegnati con ago e filo e ricamare disegnini e iniziali..."

"Devo ricordarti cosa è successo più volte, raccontato dagli uomini, dove per sbaglio nel cestone che tenevate nel bagno,  finivano mutande, calzini e altro e non si capiva di chi fossero? E non voglio sapere che ve li scambiavate, ti prego, ho pregato di risparmiarmi questo dolore!!!! Cose che capitavano,  nella stessa camerata prendevano a caso a terra o altro posto e lavavano la roba degli altri, insieme? Ciechi es tupidi. Lei aveva ragione, deve esserci criterio nel lavaggio ed evitare mischiamenti e simili. E finora quel medico che sappiamo, ha detto che i dati sono più che positivi..."

"stronzate, si stava bene anche prima"

"anche prima dei barbieri indiani??? Mi risulta che ami, anzi letteralmente adori ogni giorno farti sistemare la faccia da schiaffi da loro... comè che dicevi per i trattamenti che sono da donne..."

"Chi è l'uomo che si fa massaggiare i muscoli, bagni gelati o bollenti, manicure e pedicure..."

Kianta guardò Milan che finse di non seguire la cosa e contraccambiò "chi è l'idiota che si lamenta che la cura della pelle ai tempi del cancro e danni permanenti, unghie con segni marroni sopra che chiedono solo di esser considerate... se pensi che quei bagni che invece sono teraputici, massaggi medicali, trattamenti e controlli di mani e piedi siano da femmina come vai cianciando, non dovresti essere uno dei primi dal barbiere indiano,  che qualcuno che odi ha fatto mettere,  a farti massaggiare e trattare la pelle che sembra appena uscito come il culo di un bambino! Minimo un quarto d'ora per farti la barba quando invece ti fa proprio un trattamento rilassante e curante per i prodotti usati. Andiamo, sei ipocritissimo...!"

"Ehi, è un barbiere che..."

"Cazzate!" sbottò lei sbattendo un pugno sul ginocchio "e non vuoi ammetterlo. Asciugamani caldi, massaggi all'indiana, trattamenti vari ogni giorno che sono anche necessari,  e tu dici sono da femmina! Per questo tutti ci vanno, se li fanno fare e s ela ridono per quanto gli piace. E se pensi che,  come il piangere,  sia cose da deboli e femmine, allora puoi benissimo non andare più a queste cose e fartele fare... da nessuno. Sai bene che se continui a rompere le scatole con l'asessualizzazione dell'uomo quando non è così, è solo vivere questa vita difficile,  specialmente per voi, senza godersi piccole cose che fanno stare bene e senza metterci in mezzo concetti di genere. Ti faccio bannare e buttare fuori da ogni angolo. Ti giuro che lo faccio, perchè porti solo rotture di balle per quelli che hanno la metne labile da sentire a te, che sei Capitano, e andarti dietro quando invece guardano disperati quelle cose, pensando che siano contro natura! Se pensi che sia tutto contro natura solo perchè da piccolo ti hanno detto che il maschio deve essere e fare solo certe cose,  e basta, che avere fragilità e momenti dove perdi un pò la tua corazza, sei un imbecille, cretino e sfigato puoi benissimo fare per te. Su queste cose non osare mettere becco. E metto i cartelloni grossi così con scritto che tu non devi entrare!!"

"Ma è pazza!!" Alaric andò davanti Milan e questi alzò le mani dalla scrivania quasi allontanandosi dalla foga dell'altro, come se avesse paura che per la rabbia scavalcasse o altro "Milan perchè questa, che non è una militare, non è una di noi, è come un criceto in gabbia, debba dare lezioni a noi come l'altra fuori di melone, e cambiare cose che erano buone e giuste prima? Si è mai sentito che un uomo facesse cose del genere per migliroare e curare la pelle, per i muscoli e altre cavolate?"

Milan restò a fissarlo, voltò gli occhi verso Kianta che con un sorrisetto malizioso poggiò il mento sulla mano semichiusa, presisamente su indice e medio piegati, reggendosi con il gomito sul ginocchio. Socchiuse ridente gli occhi e attese, guardandolo come a dire -avanti ,digli che non è cos strano da sempre l'uomo sicura e tu sei diverso-.
Jd cercò di no nridere perchè anche lui sapeva come si trattava bene il leader, non cèra nulla per lui di negativo, sbagliato o altro. Anzi nelle vasche di trattamento che avevano nella zona bagni, ampia e con varie vasche in stanze singole o i bagni alla giapponese e turche, Lia prima e Kianta poi amavano fare degli esperimenti, mentre gli uomini ci si rilassavano e si sentivano meglio. Al solito però lei appena finivano tutti, andva a sperimentare..
Aveva chiesto al laboratorio che si occupava di saponi, creme e prodotti per la perosna di prepararla varie cose per testarle, come l'idea che si era messa in testa di preparare delle bombe da bagno da associare ai getti dell'idromassaggio per i bagni gelati per tonificare il corpo. Prodotti anticellulite e massagianti ad effetto freddo,creme particolari,  per citare quelli più strani, e voleva usare tutte queste cose con la vasca apposita per migliroare le prestazioni del bagno gelato. SOlo che aveva dimenticato alcune capsule di bombe in una selle stanze da bagno. Aveva usato come cavie quei poveri disgraziati di Morty e Scorcy, le sue due opzioni preferite perchè erano sinceri, non avevano paura sapendo che non faceva niente contro di loro e potev chiedergli cosa provavano, sentivano, come si ritrovavano in base a cosa gli chiedeva di fare.
Inoltre da persona pratica quale era, pensò Jd mentre Milan faceva ancora facce di supponenza, e perchè era lei, test come quelli in vasca si facevano anche da nudi. E visto che lei non scandalizzava ne altro e quei due non erano pudici, senza malizia o altro, era capitato che avessero dimenticato i costumi e provassero i prodotti nudi, entrando o uscendo senza che lei dicesse nulla. E visto che anche loro erano... loro, ossia dei tipi tranquilli, in un certo senso come lei non avevano pensieri o questioni dove bastava un nudo per fare e dire stronzate, lei era tranquilla. Non trattava con gli altri per quei test proprio per evitare problemi. per gli uomini, non per lei, come era accaduto. Aveva anche lei la fobia della vicinanza e l'intimità e non voleva nessuno vicino che potesse provare qualcosa.
Gli uomini sono uomini, diceva, cresciuti con certe mentalità malate e per rimetterli in riga cè bisogno in molti casi di astuzia o la forza. Quando si ritrovano qualcosa conficcata nelle carni, e li fissi come se vedessi uno insetto molesto schiacciato, gl iviene la strizza e ci pensano due volte di rifarlo, diceva. E cosìquei due erano gli unici con cui era tranquilla.

Ed era capitato purtroppo sia con Lia che con Kianta , di gruppetti di nuovi sopratutto,  che volevano vendicarsi per varie cose, in gruppo. Come voi che si vendichino gli uomini offesi? Con gli amichetti come branchi di bestie. peccato per loro che una volta Kianta aveva i guanti, e quindi letteralmente e realmente elettrificò,  stringendoglieli con tutta la sua rabbia , i gioielli di famiglia finendo per cadere in ginocchio in preda alle scosse e pure lei non mollò, gli prese la faccia e gli disse, mentre gli altri guardavano, che se questi o lui in futuro, avessero continuato, l'elettricità a bassa frequenza non sarebbe stata l'unica cosa che avrebbe usato.
Mentre Lia aveva avuto la brillante idea di farsi fare un oggetto pieno del peggior liquido urticante e quando gli uomini cominciarono a protestare e fare gli stronzi,  sia con lei che facendo nonnismo fregandose delle regole e delle Lezioni, entrò incazzatissima nei bagni e affrontò gli imbecilli. Che lo erano davvero,  perchè credendo che lei scherzasse e fosse indifesa sempre l'apparenza,credevano che comportandosi come animali  avrebbe urlato o fatto come le donne normali, divertendosi come  gradassi,  denudandosi. Il primo che la affrontò a pirillo di fuori per farla andare via,  si ritrovò prima con il naso rotto e poi una spruzzata di quell'urticante là sopra, per finire poi schiacciato col piede nel collo contro il muro, mentre lei urlava agli altri. -osate ancora sfruttare la nudit come arma contro me o le donne che ora ci osno e ve  lo faccio pagare! 
E visto che dalle orecchie la questione non vi entra, vi stacco il naso a morsi e così avrete una apertura nuova diretta al cervello per compesare. Se qualcuno ha ancora rimostranze, osi dirlo adesso o dopo pagherà per tre volte l'insolenza!-
Gonnor fu il secondo imbecille che cercò di protestare con i soliti commenti sessisti e del fatot che forse loro erano poco per lei,  visto che Milan aveva i soldi e potere, lo aveva di fatto d'oro! Mentre magari loro erano banali militari e ed frigida per questo.
Liacome Kianta aveva abbastanza pazienza, ma se la perdeva  quando la si giudicava su quelle cose, scattava il lato feroce, cosa che avvenne. 
Gli chiese di spiegarle perchè,  avvicinandosi e sorridendo cattiva. E visto che gli idioti tali sono e tali restano, sempre nudo perchè anche lui uscito dalla doccia per il casino che aveva fatto per come trattavano i nuovi e le donne, aveva iniziato a fare solo quel che era. Aveva alzato la testa, aveva fatto un respiro profondo e con tanta forza gli prese con gli stivali con tacchetto le dita dei piedi, peggio il mignolino, dandogli poi una ginocchiata nei gioielli metnre questi urlava di dolore, per finirlo al lato del collo col gomito. Quando fu giù tossendo, guardando gli altri e dicendo loro che o si stavano calmini o lei gliela faceva pagare, diede una pedata a un gluteo dell'idiota facendolo sfacciare a terra,  e alzò il braccio destro, dando una bella spruzzata al didietro ovviamente messo a ponte come diceva lei, così per lasciargli un ricordo dicendo -questo non è zenzero figging se qualcuno sa cosa questo fa male alle mucose voglio che scemo due provino le conseguenze finch composto ne avrvoglia tutto il mio incazzamento vi sar damonito per futuro.. .se volete fare i bulli gli stronzi come ragazzini pessimi invec edi essere accettando gli accordi se condo cui un'orgeanizzazione troverio un modo farvi finire altro vefondamentale l'aggregazione l'unit dosoleopzioniuno faccio volare andarvene con solo scarpe mutande poche cazzate siete portati perch ciavete indossousat eappartiene all'organizzazione ma direte una sola parola qui verra cercare mitroverete notte seduta sull'angolo del vostro letto guardarvi torvo fissa facendovi pregare la mia collera sia sparataurticante sugli zebedei oppure seconda accettare uomo esseri umani persone civili e societ liniziate vedere vita in diverso continuate cos sarete vecchi merda orribili spero gente sputii nocchio ogni giorno. perch fuori quella leccaculo o ha molto dare agli altri farli stare accanto si ritrova muor fra infermiere in a cidit e stronze e dandranno cose no me scheda fini rutti grupp i militari noi associati giuro rabbia seguir capirete merde altrimenti restate pulite trattat nuove regole on pattumiere zampe  vivete accettate tutt i trattate merita lovoi torner gusterete vita prima credevate esistesse dev o impeperocinare qualcun altr  o sono stata chiara -
Quando nessuno rispose nonostante gli sguardi in cagnesco, dimetnichi di dove si trovasero e come non fossero proprio vestiti lei disse, come passeggiando sulla spiaggia per uscire dalla porta a slide
"E ti accorgi che l'unica cosa che avrai è quello che crei…" lasciandoli sorpresi e a guardarsi su quell'uscita.

Jd rise, non seguendo più la discussione ma ricordando come gli uomini non fossero contenti, di quanto fosse fastidiosa da calma e tranquilla il quasi totale delle volte, quando sembrava che nulla la smuoveva e pure ti incazzavi per il suo comportamento, composto e anche divertito, con frecciatine e prese in giro già che cèra, ma che  ti inculava in tutti i sensi lo stesso, in modi inaspettati e peggio. Ma stavano tutti guardinghi, quando ti faceva sentire come qualcosa che odiava solo a parole era ancora ok, ma se la pazienza scemava proprio,  era capace di picchiare sempre in modi inattesi e che si facevano ricordare. Sempre peggio,  con certi oggetti, e faceva più male quando riprendeva la calma e ti dava la morale del suo gesto, insegnando il perchè delle loro azioni e come cambiare. Il tutto con la sua espressione tipica che faceva più paura delle azioni. Sapeva guardare in malo modo,  facendo capire quando è meglio smettere.
Lubo lo capiva subito quando le sue espressioni verso gli altri, che fossero in una discussione o in altro, comunicavano di finirla lì. E smetteva di stare rilassato. Con lei non si era mai sicuri di quando e se scattasse, e cercare di toglierle il malcapitato era inutile, finiva quando voleva lei, o meglio quando aveva fatto capire la questione a chi aveva tra le mani. Erano poche volte contabili su una mano, ma era difficile capire se avrebbe fatto rimpiangere l'altro o se diceva con le espressioni -basta , dai finiscila e tutto va a posto-.
E pure dava fastidio a molti, come non si facesse problemi a vedere nudi degli uomini, mostrare espressioni di cattiveria e agire in certi modi per una così bassa che per molti di loro arrivava appena al petto,  senza tacchetti negli stivali o scarponcini. E dopo altri piccoli episodi anche di gruppo, dove pensavano che da sola potesse esser epresa e punita, lei non solo iniziò a picchiarli male, ma accorsero i cani che trattava da alcuni giorni nell'addestramneto e la conoscevano
, per proteggerla.  E pure Django e gli altri due,  quando se ne accorsero,  non li trattarono bene. Ma fecero poco, perchè il grosso lo aveva già fatto lei e di nuovo a sfotterli che sembrano solo belle statuine. E poi furono dalla sua parte i membri delle Raccolte, chi si trovava bene e chi accettava le nuove regole senza problemi.
Si odiava il fatto che se lei viveva in un posto, doveva avere standard di un certo tipo,  per la salute di tutti e il buon vivere, un meccanismo ben oliato e funzionante. Quelli come Alaric rovinano un pò tutto.
Milan se la rideva, diceva che era il suo spettacolo preferito, il vedere cosa si inventava ogni volta e cosa combinava,  lo faceva divertire. E affermava  che contenerla poteva essere difficile, ma era impulsiva solo nei casi in cui la sua epressione diventava tutta occhi con una velata voglia di ammazzare qualcuno, e non cèra niente di negativo perchè le sue azioni avevano sempre un motivo ed erano pure poche. Al massimo rimetteva in riga quelli che sbagliavano, ed era contento che quasi sempre fosse invece una persona pragmatica, posata, concreta, volitiva, di grande rigore, poco incline ad accettare l'idea del diverso nelle teste degli altri, di comportamento sbaglaiti o pericolosi. Almeno, er a la sua lista, diceva.
Era  riflessiva, non era facile entrare nel suo mondo di emozioni, visto che se a prima vista sembrava chiara come un libro aperto, non l oera. E lo faceva ridere quando gli diceva -mediare e a risolvere le controversie potresti fare almeno questo milan -lamentadosi che lui ormai faceva poco. Ma a Jd affermava che lasciava quelle incombenze a lei perchè seppur introversa e restia al contatto con gli altri, le facesse bene. Era una persona che ascoltava e valutava, guardava oltre le apparenze e metodica in certe cose, cosa necessitava a quelle persone e che lei aiutasse più di quanto credesse. Loro in primis, visto che avevano cominciato a vederla diversamente per come si fermata ad ascoltarli e rtovare le soluzioni o altro, e lei per vedere la sfaccettatura umana e superare paure e le apparenze. . La sua velleità migliorava e cambiava,diceva.
Diceva che era  pacata e solitaria, ma un vulcano pronto ad eruttare e questo suo lato riguardava il suo totem e tutto ciò che oscurava il suo Io interiore, sfogandosi sugli imbecilli. Kianta  affrontava le difficoltà con serenità e con meno timori di Lia, ma il carattere restava quello. Rispetto a LIa era sempre cauta sia nella gioia che nella collera, diceva ma quando una pedata ci vuole, ci vuole. Ponderata fin quasi allo sclero quando non mostrava rabbia o altro come una faccia di bronzo,  ma ti faceva una lavata di capo con un sorrisino da tremare o diventava esigente e come una bomba a mano,  se cèra qualcosa che davvero la rompeva dentro, come una valanga.
Ma diceva anche quanto fosse  malinconica, restia alla gente, sull'attenti e negativa. Sapeva essere alla mano con le persone di cui si fidava, ma affermava che fosse sicuro che la sua parte mai venuta fuori prima con Lia e ora con Kianta,  sarebbe rimasta incatenata, tranne cambiamenti.
Ma si poteva restrignere cosa era Kianta in queste poche definizioni di Milan? Tutti questi ricordi dei suoi commenti sparsi, definivano una persona in quel modo? Si capiva cosa e chi fosse in realtà? E come la gente che la odiava sbagliava?
Lubo,  il poco che diceva , era  -una malinconia riflessiva e una contenuta passionalit- Aveva capacità empatica, di accettazione e rispetto per l’altro. Comunicava i suoi pensieri e le sue emozioni con spontaneità e chiarezza, ma che aveva l'abitudine di parlare come se volesse mordere l'altro per tutto ciò che stava legato al suo interno. Il poco che lui diceva era questo.
Il problema, si chiese Jd, gli altri lo capivano? Vedevano oltre il velo dell'apparenza?
 
Con la Raccolta e tutti i cambiamentivelo di Maya per molti era stato un balzo in avanti
, da una vita tra tende e suoli di guerra, dove proprio non si viveva con comodità e potevi beccarti qualcosa se non stavi attento, alla vita allo Chateau o nelle Torri se lì assegnati. E poi cèrano quei paesini che avevano reso loro, mini torri spacciati per luoghi normali
E poi dopo aver messo barbiere indiano, vietnamita e tailandese, divenuti nel loro paese esempi di trattamento per uomo accettati e cercati, non solo più solo taglio ma molto di più, e la gente pareva più contenta. Nessuno si vergognava più di andarci.
QUando Lia lo aveva detto pareva uno slogan per dei prodotti, ma cliese di fare delle prove o test come piacevano a lei. All'inizio andò per la Raccolta in quei paesi e trovò delle persone che sapevano fare davvero quel mestiere e se li portò allo Chateu,  facendo aprire nella sezione botteghe e laboratori, la C aggiuntiva di mezzo. Eran barbieri con caratteristiche diverse in base al paese e come lavoravano là. E fece provare e studiare alcuni soggetti indicati per un mese , che andavano ogni giorno a farsi fare la barba e i trattametni. Aveva ragione, erano a cominciare dallo stile indiano, lavori che sembravano da terzo mondo e sporchi per l'ambiente originario,  ma erano prova di grande maestria e raffinatezza. Invece di pettini e forbici speciali usavano le dita per misurare e un rasoio tempi andati, sempre perfetto e controllato ogni giorno. E anche Jd stesso vi andava, come molti, perchè come ti tratta un barbiere indiano, dicevano alcuni, non ti tratta nessuno, e Kianta aveva ragione a rimproverare Alaric. Era uno di quei tradizionalisti che letteralmente distruggevano il progresso, lo odiavano. Non si trattava di spa o estetista, come faceva apparire lui, ma taglio, barba e massaggio unito a trattamenti.

 Usando l'antica tradizione ayurvedica, dando importanza anche al massaggio alla testa, era in grado di favorire l'equilibrio energetico su tutto il corpo grazie alla stimolazione e manipolazione dei punti Marma presenti su testa, viso, collo e spalle.Permettendo di iniziare la giornata più carichi, rilassati e tranquilli. E questo secondo Lia era importante per la salute psicofisica di gente del genere.
Lia aveva optato per questa cosa invece di barba e lamette da fare nei bagni in comune, perchè ogni giorno si stimolava sistema muscolare, circolatorio linfatico,pressione sanguigna, rilassamento delle fibre muscolari solo con i trattamenti viso all'indiana.
A Jd piaceva l'indian head massage e Ajit era davvero un portento. Si era preso assistenti e avev aisnegnato ad altri perchè lo aiutassero o andassero nelle Torri, visto che piaceva a tutti quel risveglio dopo il riscaldamento mattutino e prima della colazione
E la realtà batteva Alaric. Non era detto che essendo uomini, si doveva considerare negativo e quindi privarsi di qualcosa che faceva bene. Anche quelli tailandesi e cinesi non erano male, e purotrppo per Alaric le idee di Lia prima e Kianta poi,  erano state solo positive. L'umore migliroava, anche i cani solitari erano di umore migliore e avevano trovato il loro posto, per gli addestramenti e allenamenti cèrano meno reticenze e quei trattamenti li facevano stare meglio dalla mattina presto fino a sera, restituendo  dati di tutti in positivo. Ed erano solo quell idella mattina, poi cèrano le terapie appunto in vasca, i massaggi a gambe, mani e piedi, usando la riflessologia plantare con le conoscenze cinesi,  per terapie diverse dai medicinali.
Funzionava. E poi, pensò Jd ea forse Alaric non l osapeva, Milan stava sempre quasi ogni giorno, in base al paese dove stava, in qualche spa o centro benessere  che conosceva ed era quel che appariva poi come risultato, perchè si prendeva cura di corpo e mente. Non sapeva chi dei due aveva fatto la cosa prima, se Lia l'idea o Milan per sua vanità, ma funzionava e costava meno di goccine e terapie psichiatriche e altro che danneggiavano solo, mentre gli uomini erano sempre carichi e più sani di testa.
 Nulla di sbagliato quindi,  e serviva a quegli orsi con le emorroidi come diceva Lia, un pò di  quilibrio mentale e fisico. Ma se Milan a dorava quei trattamenti moderni e costosi, lei non li approvava,  ma aveva proposto quelli secondo lei corretti e migliori, classici ma che avessero un senso, non le cremine all'oro come aveva scoperto di Milan e quanto costavano. Milan non era tipo e no ngli paiceva l'idea di andare anche nel miglior barbiere indiano o tailandese, costoso che fosse, ma preferiva luoghi superiori come diceva e pagava perchè pensava sempre che il costo valesse. Al solito, Lia aveva dimostrato che non era vero ma su di Milan era categorico, il meglio. Poi vedendo i risultati era fiero dell'idea per gli uomini ma quelli un pò più basici.  E Lia rosicava,  perchè trovava uno spreco e un'idiozia cosa faceva su di se e come aveva accettato dopo i risultati dei primi mesi di idee più... poracce, parola che Lia usava per tradurre i pensieri dell'altro. Sugli altri. Su di lui le cremine che costavano due reni, non uno.


Jd si riscosse e sentì ancora Alaric sbraitare sul fatto che erano militari, uomini duri, dovevano tenere sempre e comunque un modo di pensare e vedere il lavoro,  e i momenti liberi in un certo modo. Si ammollavano, diceva.  Kianta aveva uno sguardo strano, guardando non si sapeva cosa con esattezza e Jd sudò, che pareva dire -per favore qualcuno gli passi sopra con una mototrebbia -,  e ancora -altrimenti rognoso come è capace di risollevarsi e rompere ancora -. Lo diceva davvero, e quella faccia sembrava dire quello senza esprimersi a parole.

"Alaric, basta. Devi accettare che l'uomo non è un aniamle pazzo e selvatico,  che per mantenere il genere definito naturale, deve puzzare come un caprone, tenere i capelli come un cane dopo aver giocato in un parco umido, avere le unghie rotte, rovinate e senza controllo per i segni di problemi anche di cancro, e lunghe come un gatto incazzato. Che deve vestirsi come un rapper drogato e atteggiarsi da buzzurro mafioso. Noi qui vogliamo coltivare l'uomo del futuro, non del passato!  Capisci che un militare secondo i canoni normali e corretti dovrebbe essere u ntipo marziale,  tirato a lucido e pulito, che si muove e comporta in un certo modo e non come ubriachi rincoglioniti, con una classe particolare,  nonostnate si atteggi a snob con la scopa su per il benenato. Anche i ranghi più bassi devono rappresentare l'organizzazione e un militare curato, che sa comportarsi come una persona di u ncerto livello, quindi capace nel suo lavoro ma anche di distirguersi dai buzzurri e militari alla buona che compongono gli altri gruppi armati, vale... Se per te uomo significa essere stronzo, bigotto, sessista e patriarcale, egosita, lurdo come un... lascia stare...  che si cura di se come un labrador lasciato a se stesso... e potrei continuare!... Se lo stato psicofisico delle persone che dovresti seguire e amminstrare non ti interessa, lascia perdere il lavoro, se te ne freghi di chi invece dovresti gestire e a cui dare l'esempio, puoi dimetterti da Capitano e lasciare il posto a qualcuno che merita..."

"Cosa?!? Tu sei Comandante solo perchè Milan lascia a te i suoi doveri per occuparsi di politica e lavori in prima persona. Se tu non avessi la blue box e i mostriciattoli, saresti in una cella imbottita , come dovrebbe essere. E non sono il solo a pensarla così! Io ho affrontato addestramento, primi anni difficili, missioni e lavori in luoghi schifosi dove potevano ammazzarsmi in pochi attimi. Io sono stato nello schifo arabo e asiatico. E tu, dove sei stata per essermi superiore e guida patetica?"

"Inibitelo..." disse lei alzando gli occhi mostrando irritazione e Lubo gli posò una mano sulla spalla pregandolo di calmarsi ma Alaric continuò.

".. massaggiare con le cremine mani e piedi, come le orecchie aiuterebbe... cosa? Rende solo froci e femminucce..."


Kianta si alzò incazzata e gli si piazzò con il viso a pochi centimentri, sempre di fronte la scrivania di Milan che faceva smorfie di esasperazione, dicendogli che se sbraitava ancora parole offensive verso gay o altri esempi di genere, offendendo persone, non gusti sessuali a prescindere, lo avrebbe reso come i poveri cavalli castroni. NON più maschi, non più cavalli perchè perdendo i testicoli si rovinava l'animale fin dentro.

"Ti piacerebbe se io ti levassi i testicoli e andassi da tutti a riderti dietro,  affermando che ora sei una femminuccia e non più un uomo? Questo è solo un esempio ma gli sfottimenti, le prese in giro, le colpevolizzazioni solo perchè si è diversi da quei cazzo di convincimenti antiquati e religiosi,  uccide dentro più di un coltello o una pistola. E' per colpa di molte cose come questa che lei è andata, kaput! E tu dopo che ne hai conosciuta una che è morta per questo, altri uomini che hanno iniziato a sentirsi meglio dopo aver compreso cosa erano, cosa volevano e che no nerano sbagliati... sai che cè? Tu, non mi interessa cosa pensano gl ialtri, sei solo..."

"Io non la trovo una cosa negativa, anzi..." iniziò Lubo per frenare quella che aveva compreso fosse una minaccia e una constatazione, ma non bella da dire. SApeva cosa stava per dire per la rabbia, e Alaric lo meritava, ma accusandolo di certe cose, affermando quanto basso fosse,  mentre altre persone avevnao taciuto in famiglia e per entrare nell'esercito,  per non eser sbattuti fuori o allotnanati,  lì avevano ritrovato una pace e un posto sicuro dove essere se stessi,  senza paura ma venendo accettati. E alcuni avevano conosciuto qualcuno da amare, senza che tutti gli altri membri dell'organizzazione pensassero male o montassero lamentele.
Le relazioni erano accettate, purchè almeno Kianta e o Milan lo sapessero,anzi era categorico ma dopo si poteva essere più liberi anche di colpe, e dovevano indicarloper aver chiara la situazione per eventuali problemi futuri. Per il bene dell'associazione e altri. Tutti potevano essere e sentirsi chi e cosa erano. Per chi come Alaric aveva fatto casino, Kianta aveva scoperto alcune cosette e per chiarire bene la situazione del bullismo e omofobia, aveva usato quelle cose per far capire come ogni persona aveva quel qualcosa che nella società fuori,  era sbaglaita. Anche solo vedere film proibiti, amare certe pratiche non dannose, sentirsi di amare qualcuno senza paure, e per aiutare tutta quella comunità ad essere più aperta e capace di riflettere,  prima di sparare cavolate, avevano fatto le scalinate esterne perchè parlassero, si aprissero, dicessero tutto quanto insieme, crescessero e si supportassero come fanno i bambini che non guardano diversità o stranezze morali, sempre che non siano influenzati dagli adulti.
Terapie però mutate da liberi passatempi.
Quelli che offendevano anche da picolissimi, trattavano male, bullizzavano e additavano cose su altri, lo facevano perchè avevano avuto una base alle spalle da famiglie o comunque da adulti. Mentre altri che non avevano avuto instillati o non avevano imitato gli adulti su certi pregiudizi, erano aperti e pronti ad accettare e amare chiunque. E le Lezioni vertevano anche su questo, inclusione e accettazione anche di cose che là fuori erano da eboli, sbagliate di natura su concetti arcaici.
Kianta faceva sempre l'esempio dei bambini che dicono che hanno dei gemelli per gli abiti anche se di etnie diverse, ma sono felicissimi di qualcuno che ama le loro stesse cose e si abbracciano, diventano amichetti perchè non le vedono come gli adulti. Che trovano il migliore amico in uno di cultura diversa senza vederci nulla di strano. Altri che aiutano e sostengono altri capendo e scoprendo problemi e situazioni,  e lo fanno perchè non sono ottusi e idioti. Il diverso non doveva esistere, a meno che non fosse un danno per gli altri. Tutti loro, diventati una comunità con fini uguali e che accettava tutti, non potevano  accettare le diversità, segnali e atteggiamenti contro le persone per mere vecchie categorizzazioni e l'unità era la chiave sia nel lavoro che la vita e la persona.
Le parole di Alaric quindi erano solo un'offesa a chi era andato in carcere, torturato, aveva subto l'alimentazione forzata con imbuti e tubi per gli scioperi della fame, di trattamenti e ogni azione, che avevano leso chi aveva protestato anche con la vita per le libertà e i diritti almeno minimi delle persone. Chiunque fossero. i pregiudizi non erano accettati ma spiegando, porgendo esempi, discutendo insieme e usando certe cose delle persone ritrose perchè comprendessero meglio. E da tempo, anche dopo che le donne ginsero a ricoprire medesimi ruoli nell'organizzione militare, le relazioni di qualunque tipo di legame erano accettate e dovevano essere indicate. Pura trasparenza diceva Kianta, così come facciamo con voi ma che nessuno osi additare o prendere in giro o peggio coloro che adorano massaggi, prednersi cura di se stessi, colori indosso del vestiario o altro che discrimina tutti. Se un uomo etero amava pantaloni rosa o farsi sistemare le mani rovinare dal lavoro, non doveva essere visto in modi negativi, così come uomini o donne di altri generi. Perfino le persone che non avevano acnora cambiato sesso o no nvoleva farlo ma si sentivano altro, potevano ed erano liberi di usare il bagno del sesso in cui si ritrovavano senza lamentele o altro da nessuno. Anzi, tutti erano amici e si aiutavano, con somma pace di Milan per un'equilibrio che era la chiave dell'organizzione stessa. E Lubo lo sapeva, rompere alcuni meccanismi inficiava gli altri e tenere buono Alaric e quelli come lui, facendoli deviare in modi corretti era necessario.

"Io invece parlerei di altro..." iniziò Milan e tutti si zittirrono, Kianta tornò al divanetto,e Lubo stava ragionando sulla qustione e no nsi era accorto che la cosa stava degenerando.Kianta e Alric si guardavano in cagnesco, stizziti, mentre Jd faceva da paciere nel mezzo. Se cèra una cosa che Kianta non perdonava era il pensare, trattare e far del male agli altri con la voce e con i fatti. E avere la testa in un certo modo da credere fosse giusto così, perchè vi si ritrovava anche lei tra le persone prese di mira.

"Solo un cretino come te non vede come gli accordi con madame, quei barbieri, le terapie, le occupazioni e le possibilità che ci osno qui,  hanno aiutato molti e stanno meglio e lavorano pure meglio. E tu..."

"Solo una pazza come te,  che no sa nenache cosa sia, che non è una militare e non è una di noi,  ma è solo una cavia, può pensare che la gente possa accettare..."

"Tu stai sminuendo la salute e il benessere..."

"Le cremine da mettere la sera e la mattina per la pelle'!? Cosa siamo fighettine con la pelle morbida?"

"Se vuoi il cancro alla pelle per le volte che state senza maglie e la parte sopra, fai pure TU, ma non gli altri..."

 Kianta era sul divanetto, a fare una faccia schifata e infelice. Alaric continuava con il suo pippone moralista dicendo sempre le stesse cose e mostrando come,  riavere la vita che conosceva, gli andava bene e lo faceva sentire sicuro,  in un mondo  più semplice e con regole naturali,e voleva cancellare quanto conquistato.
Milan continava ad ascoltare e basta, Jd sbuffava sonoramente per farsi sentire senza successo e bryden preferiva stare lontano, essendo il più giovane sia d'età che di tempo. E Kianta dopo aver fatto il gesto del medio ad Alaric chiamandolo capra, si buttò sul divanetto mostrandogli che se ne infischiava delle cose che diceva. In pratica per fortuna, fece Jd, la linea non era stata superata e siatteggiava a una calma, una placidità n pò infastidita ma non rotta.
Peccato solo che faceva pensare strano Lubo, lei sentiva tutti e dava a tutti il modo di esprimersi e dire la propria, discutendo poi in belle interazioni. Ma con Alaric era diverso. Lui si sentiva minato su varie cose da lei , la sua presenza e la carica che sperava di avere, sia come posizione che per i suoi uomini del suo gruppo, di cui era incaricato. Sempre più spesso rispetto agli altri capitani, i suoi uomini chiedevano a lei, Jd o Milan,  quando disponibile,  per varie cose che a lui. E la gente che lo seguiva con reverenza e Lia chiamava scagnozzi,  era smepre meno. Lui aveva perso tanto quanto conquistato da mero soldatino inutile a sopra Capitano e con una posizione che sentiva meritata e cosa ne derivava  Lo consideravano ma no nera più la punta per loro a cui vedere.


"Cagate, stronzate, bubbonate,  scemenze, corbellerie, baggianate, assurdità, fesserie.." diceva Kianta mentre Alaric inveiva contro tutti perchè non lo ascoltavano. E Lubo non sapeva che fare. Guardò Kianta.
Milan finalmente prese davvero la parola.
Era rivolta con i piedi verso la porta, che era di fronte la scrivania di Milan, quindi lei non poteva vederlo per niente. Dopo il divano su cui stava cèra una libreria, tutti gli altri stavano alla sua destra e in piedi. Ed erano interessati e sull'attenti per Milan, come se attendessero ordini. -quando parlo io non è mai cos -pensò lei rabbiosamente.
Milan non le piaceva per varie cose. Non capiva davvero come Lia potesse averlo ritenuto amico da fidarsi di lui e non vedere cose strane. Era una cosa che non capiva e aveva intezione di scoprirlo.
Ma Lei era troppo pragmatica e sfuggente, non pronunciava parola con facilità ma rerstava a fissare come gelata da un tempo immemore, rivelava a spizzichi e bocconi solo quel che le usciva per rabbia, sbottamento o parere personale.
No, era difficile capire Lia se Legeia non si sbottonava. E su quello che aveva pensato e voluto mettere nelle proposte che Milan aveva e le aveva fatto avere come copia. Ma capiva molte cose.
Altre no. Come apputno fidarsi di un tizio che diceva di voler fare cose buone, se poi ne faceva altre negative. Permetteva e sosteneva ciò che diceva di voler eliminare. Che veniva fatto dopo, troppo tardi, pensava Kianta. E i suoi atteggiamenti da stronzo viziato e spocchioso dandy...

"Ho accettato di portare una delle proposte di Kianta, per Madame, qui. Al Vestris che ormai è quasi ultimato, in onore della..."

"Aspetta" disse di colpo Kianta,restando però distesa a guardare il soffitto "mi stai dicendo che è quella cosa che le ho detto per lei, perchè non accettasse servizi oltre una certa soglia, proponesse altre cose senza dover per forza farla dare!!! E tu vuoi portare quella proposta qui? In quella che sarebbe una base militare? Come voleva Lei?"

"Abbiamo il Favo, il mercato dei nostri collaboratori che vendono roba esterna qui, per gli uomini così sono controllati e non debbano andare nei paesi e città vicini,  o più lontano per cosa gli serve. Oltre che avere un mercato più ampio che tocca varie categorie che nel nostro interno..."

"Bla, bla bla. Dì invece che è stato fatto perchè rompevano un pò troppo quelli come lui, che volevano anche roba da fuori, ma dovevamo controllare. Il Favo è il nido delle vipere che vogliono vendere la roba del mercato nero o un pò meno pulito,  e con cui tu fai affari..."

"So che non sei molto felice di questo ma..."

"oh, sicuro... ma non è questo il punto di adesso. QUando Madame mi volle conoscere per sapere come ero venuta fuori, mi aveva spiegato molte cose. E tra una battuta e l'altra per il suo business,   le dissi del burlesque come intrattimento supplementare per richiamare altri clienti, anche donne o altri generi, per intrattenersi in modo diverso, divertente, sexy,   visto che piacevano quei servizi e... Ah, al diavolo. Glielo dissi perchè come ama dire tanto Alaric di me, lei davvero sembra avere una scopa su per il beneamato. Altro che sfottere la sottoscritta! Ma il punto è che lo dicevo proponendole di essere la stella,   visto che ama il teatro... aveva già la forza lavoro, magari era un ulteriore busness che io accetto maggioremente e volentieri. Ma portarlo qui? Non basta quel posto che Lei ha chiesto di aprire,   per far sfogare i pruriti degli uomini che facevano solo casini in giro? Come malattie, piattole, gravidanze con rabbia delle famiglie, tutti i casini per davvero che ho letto nelle relazioni e resoconti. Gli avvisi, punizioni, segnalazioni, rischiami e altre cavolate che fate qui. Non sono bastati per niente, eppure alla fine devo darne atto che l'idea di Lia di fare quel posto particolare qui,   ha dato i suoi frutti. Non posso dire niente. Aveva un ragionamento e cè maggior controllo. Ma addirittura aprire un angolo burlesque? Qui?"

"E' ovvio che non è quello dell'origine da proprio da Madam Vestris ad oggi. Secondo le vecchie proposte cèra il Teatro ed elementi per aiutare gli uomini, ma poi avevamo pensato anche a qualcosa del genere che..."

"Eh?!?" urlò lei alzando i piedi per mettesi seduta sul divanetto per fissarlo meglio, mentre Milan continuava con dei fogli in mano

"Ho qui i vecchi appunti di chi sai tu, che propone l'utilizzo di quel luogo anche per spettacoli settimanali per sviare la testa bacata degli uomini. Esattamente come dice il foglio scritto di suo pugno, e questi sono gli originali che tengo qui perchè lei è l'unica oltre me ad usare una stilografica a immersione e fa piacere vedere la bella grafia contro la fredda stampante... dice che così si promuoveva, tra gli altri che avev ain mente, l'arte della danza con spettacoli che avrebbero attirato molti senza scadere troppo nel volgare. Avvicinando alla danza come disciplina e altro metodo per gli allenamenti, spettacoli di burlesque per non farli andare in giro a cercare altra mercanzia e dare anche del alvoro onesto e sincero alle persone, perchè sempre meglio del prostituirsi, dicevo. E non proprio volta, il burlesque è l'arte del..."

"Si, si, lo so!"

"... volgare celava invece il nudo, questa era permessiva, divertnete, per tutti e non creava casino e sporcizia, se capite cosa voglio dire. Questo perchè è nato? perchè Madame aveva visto i nostri accordi come metodo per usare parecchia... manodopera diciamo, che aveva trascorsi nella danza. Quindi sapeva cosa fare. L'idea alla fine era nata non per creare un bordello, parole sue qui, ma qualcosa che fosse un angolo divertente, irriverente ma non volgare e simili, che desse uno stipendio ad alcuni e passatempi meno pericolosi per gli uomini. Qui dice.... prendere l'uomo per il secondo cervello senza eccessi,   permette di calmarli, divertirli senza rischiare di vederli uscire per andare chissà dove a fare casini con le signorine meno controllate. Così meno droghe, spinelli, cazzate varie, e... mh... il resto meglio ometterlo!" disse posandolo con una faccia un pò perplessa "il nucleo della cosa è che anche io posso usufruire di alcune di quelle persone per i miei piani, usandoli com eincentivo per..."


"non è sempre una forma di prostituzione?" chiese lei di colpo, con i gomiti sull ginocchia, corpo in avanti e sguardo negativo verso Milan "di cosa stiamo parlando. Anche lei aveva optato per questo mezzo più... artistico,   per sollazzare gli uomini senza intasare quel posto. E dover avere una scuderia di professioniste a rotazione visto quanti siete, non significa che no nsia sempre prostituzione e sfruttamento delle persone. Se il tuo commento riguardava i tuoi amichetti che ti pagano,   pensando di aver trovato la gallina dalle uova d'oro, siamo messi male. Guarad caso tutti pensano che esaudirai i loro desideri di ricchezza, potere, altre schifezze perchè sei al centro di molte cose. E sai che odio queste persone..." disse lei guardandolo in un modo particolare "Ma sappiamo entrambi cosa significa. Sta di fatto che porti qui quella gente, li confondi col delirio inebriante di donne, potere, ricchezza, grandezza perchè siano invece i tui portafogli umani sempre gonfi. Qundo siamo noi a creare le situazioni,   perchè credano davvero di aver fatto un'ottimo affare. Che idioti. Ma la cosa che mi preoccupa è che in questo ci saranno ragazze, donne, uomini perchè non voglio una cosa a una direzione ma per tutti, sia chiaro, se davvero volete farlo, che se vengono da Madame offriranno determinate cose ma da loro scelta."

"Sai che la scuderia di Madame ha gente di livello che lo fa perchè ama il sesso, farlo e darlo. Non sono poveri disgraziati che sprano di sopravveirci, per quelli ci pensiamo già!"

"Cosa cambia se hanno esperienze nella danza,   per questo progetto di rendere questo posto un porto franco e isolato dal mondo per cosa sappiamo, se portiamo gente esterna che non dovrebbe vedere niente a sbavare per spettacoli di quel genere... cosa cè, dopo che finalmente ti sei deciso a render eper ogni paese legatilizzata,   e con tasse e retribuzioni di anzianità e lavoro per le donne regolari, la legge su quei mestieri che meritano considerazione e protezone... e cambierai questo posto in un bordello a dieci stelle come mascheramento?"


"Kianta..."

"No, ascolta. Odio lo sfruttamento della gente, in qualunque modo e lo sai. Madame già mi sta qui per questo" indicandosi la pancia con il tagli o della mano "Anche se alla fine è un'ottima persona... ma che devo fare! Se non portiamo più quel posto e queste cose, gli uomini torneranno a fare cazzate. Non pensavo veramnete che nelle caserme o basi ci fossero,   ma invece accade anche là le cavolate tra relazioni clandestine, cose che si scambsiano e altro e lo trovo penoso. Ma sarebbe lunga la questione, ma fare qui spettacoli sexy misto teatrali,   per evitare che gli uomini escano per scorazzare come hanno fatto prima? Quel pub di stampo inglese a pochi chilometri da qui è pronto col fucile, lo so, per quando ci vanno adesso. E sono tutti col guinzaglio dopo gli altri casini. Anche se sono meno da quando avete cambiato le cose, sai che le cavolate segrete e fatte di nascondono fanno ardere la gente. Che accade che invece si foraggiano in alcuni certe fantasie, manie, schifezze? Inoltre..."

"Scusate" disse la segretaria di Milan, dopo aver bussato. A Kianta non piaceva, era il tipo di segretaria che tutti volevano, per vari aspetti, ma trovava assurdo che lui avesse quella donna al suo servizio tenuta distante da tutti e tutto per le regole e questioni. Jd notò che Kianta la fissava male, e si chiese perchè tanto animo per una segretaria. Non aveva detto cosa non le andasse della donna, ma sembrava sempre come un gatto col pelo arruffato in sua presenza per la rabbia.

"Mi perdoni, signore, ma domani verrà Eugênio Epitácio Azevedo.Gli aveva promesso un icontro con tutti gli onori per quegli accordi e ha contattato indicando l'orario di arrivo..."

"Oh, si. Perfetto, dobbiamo preparare il padiglione..."

"OOHH!" solo lei faceva quel verso per lamentele o richiamare l'attenzione "Ma stai parlando di quell'uovo che è a capo del cartello..." chiese Kianta scattando con il busto in alto e girandosi per guardanrlo, con un tono arrabbiato.

"Si, lo riceverò al padiglione Helvétius,   facendogli anche fare un tour dello Chateau come gl ialtri..:"

"Ripeto, stiamo parlando del che è a capo di quel fastidioso cartello che opera in operazioni illecite nelle borse a livello mondiale, appalti, spaccio di droga, omicidi, usura, traffico internazionale di armi, prostituzione, frodi bancarie e racket,  traffico di esseri umani, sfruttamento di gente povera e di bambini..."

"Si, l'uomo che hai trattato male quel giorno e, che se ho ragione ha con sè quel Egeo che volevo trovare..:"

"Scherzi? Devi per forza farlo venire qui? Ma dai..." protestando animatamente metnre la segretaria la fissava malamente. No, non si piacevano tra loro.

"Verrà qui, noi faremo il lavoro solito e poi quando sarà come un tacchino pronto sul piatto, prendermo tutto ciò che era suo e sistemero la gente che lavora per lui, smantellando tutto. Semplice... a meno che tu non abbia qaulche obiezione da fare..."

Kianta fece un verso e girò la testa, mostrando un'espressone che per Jd sembrò strana, poi sentì Lubo parlare con Milan.

"QUindi quel tizio è davvero con quel capo del cartello? Esiste davvero?"

"A quanto sembra... Kianta quando è andata là, da sola..." enfatizzando il suo disappunto su quello, ma Kianta dopo aver tirato su col naso,  aveva solo girato lgi occhi verso destra restando distesa, con le mani dietro la nuca "ha visto una persona e il capo l'ha chiamato Egeo. QUindi non so dire altro, se è la stessa persona o uno che si chiama allo stesso modo. So solo che la situazione mi ha portato ad aumentare gli affari con lui e invitarlo, e alla fine dopo aver avuto contatti e false vendite e acquisti, l'ho spronato per conludere nuovi affatti perchè si fidasse nel raggiungermi sul mio terreno di caccia. Con la nostra doppia facciata, una organizaazione militare e l'altra di azioni poco pulite, non è stato difficile. Non mi resta che valutare se quell'Egeo è chi sapevo e si vedrà...!" disse, teminando la frase così, per far capire che il resto era ancora da scrivere..

Jd riguardò Kianta, che fissava il soffitto, aveva sempre una faccia strana, che non sapeva decifrare. Si chiese su cosa o chi avesse da ridire.

Kianta di suo non aveva voglia di sapere niente perchè odiava i traffici con quella gente anche se era solo per acchiapparla e levarla dal giro. E ricordava il momento in cui, senza dare il minimo rispetto che si confaceva alla sua persona ed era stata lasciata ad attendere in una sezione con balconata sopra, aveva visto alzando gli occhi quella persona. Stava ammonendo i due idioti  che le facevano schifo solo a guardarli e pretendeva di passare immediatamente o avrebbe fatto casino, per avvertire qualcosa che non andava e alzare lo sguardo. RIpensava a quell'uovo umano seduto su quella sedia pacchiana dorata e poi lui, che prima l'aveva controllata dall'alto seguendo i suoi movimenti spostandosi da destra a sinistra,  vedendolo un'ultima volta con la testa china verso il basso sporgendosi, mentre si avviava dall'uovo centenario con le zampe con i pantaloni color pomodoro. 

"Kianta"

Varie scene le passavano per la testa e senza un senso temporale ma erano così, dietro gli occhi, come sempre, come fosse un film.
Che fastidio era stato quel tizio che non le semrbava nuovo ma non capiva, stare al piano sopra, aggrappato alla balconata a seguirla e sentirla,   mentre strapazzava quei due e poi ritrovarselo al centro e poi a sinistra della balconata, e scambiarsi un'occhiata perplessa mentre finalmente era ricevuta dal supplì pieno di colonia. Odiava quell'uovo con il parrucchino.

E ancora lui dall'alto che sembrava un cane da caccia tra le siepi a spiare la situazione. Occhi nocciola, detti pure hazel o honey in base alla tonanità. Ricordava che a Lei piacevano e li voleva per sè, quanto aveva desiderato quel colore, più dei capelli lisci. E poi quel tizio che la fissava dalla balconata di quella casa sibaritica che le faceva schifo. E ancora quando apparve alla sua sinistra...

"Kianta.." lei sussultò e si voltò a guardare Milan, mentre Jd la fissava dubbioso "ti ho chiesto cosa farai per..."

"salep..." rispose tranquillamente.

"eh..?. intendi... i tuberi di orchidea essiccati che vengono macinati per fare da agente addensante?" domando Milan allargando le mani sopra la scrivania per capire che significasse 

"salep milk alla cannella o il gelato turco con ka'keh. Mh... forse meglio senza..."

Milan fece una faccia stralunata, scuotendo la testa, mentre gli altri ridevano e Alaric buttava là un -e te pareva che non pensava al mangiare -.







Un anno e nove mesi prima


"Ti fermi un attimo?" chiese Jd a Lia che, dopo aver mandato a quel paese Alaric che era più ineressato al liquorozzo che a discorsi coerenti, si faceva un giro, testardamente, per i fatti suoi.

"zndsfoj fpoajfr fdgdpogk"

"Cosa?!?"

"Mannaggia a me e quando ho deciso di ascoltarvi e darvi una chance!"

Jd le stava dietro e lei dignignava i denti e diceva cose che non riusciva a capire, finchè non gunsero in un angolo anteriore della tenuta. Da un lato aveva la zona con alcuni tizi con delle bestie  da pascolo e cortile in recinti fatti a cavolo,   e altri che addirittura stavano su sdraio a bere, ciarlare e fare casino. Dopo quelli che aveva visto dalla finestre e le parole di Alaric, si incazzò. Si avvicinò a quelli che si godevano il sole e si fermò qualche metro prima, fissandoli male. Uno di questi la vide, poi notò Jd che arrivava di corsa e si alzò per salutarlo.

"heilà, Capitano... siamo tornati ore fa e stavamo riposando. Alla fine non ci siamo stancati troppo e..." ma Jd non lo ascoltava, s enon per fargli un saluto con la testa e parlare a Lia in italiano. L'uomo non conoscendo la lingua  e ne la ragazza rimase in piedi, che nel mentre si era avvicinato, con la bottiglia di birra in mano.

"Veramente vivete così?" chiese lei a Jd osservando intorno.

Quel tizio con altri due stavano stravaccati su delle sdraio in legno malandate, che chissà come, riuscivano a sostener la loro stazza. Si trovavano accanto l'edificio della Sala delle Pianificazioni, ove intorno vi era una zona ampia piena di roba da addestramento, da sezione per esercitazioni di tiro, una parte che sembrava l'allestimento delle olimpiadi, il carro armato che lei aveva visto dalle finestre.

"Ma quel coso, non l'ho chiesto prima, funziona davvero oppure... lo usate come fioriera o zona di fumo? Non mi pare ben messo da essere in funzione"

"Ti assicuro che funziona e lo usiamo per esercitazioni. NOn sai quanti ce ne sono nelle zone di guerra e in asia... credimi.

"E per quanto riguarda gli imbecilli che facevano imbecillità, come fossero a casa loro? Quello è normale?"

"Erano nel loro tempo libero..." cercò di giustificarli lui "anche i militari fanno cazzate nel tempo libero. Ci sono quelli che si mettono a filmare le zone al buio o in mometni di calma, per veder se ci sono fantasmi! Alcuni dicono che in certi edifici che occupano nelle zone arabe, hanno i fantasmi..."

"E quindi?"

"riprendono zone che non dovrebbero, girano quando non dovrebbero ed è capitato che qualche anta di armadio  o altro si apriva non si sa come, e loro postavano online. Chiaramente non potevano..."

"E Milan, che fa...eh?"

"Ha tolto loro la paga per due settimane perchè tutti capissero..."

"E basta?"

"Per ora.. si..?!? Voglio dire, ha deciso lui...qui siamo abituati ad essere liberi nei momenti liberi appunto, mentre ovviamente la serietà deve essere piena in servizio..." come cercando di arrampicarsi sugli specchi.

"HO qualche dubbio..." poi guardò l'uomo che trincava la birra, fissandolo torva, finchè non l osquadrò per bene.

Sembrava il classico tipo da palestra pieno di steoridi, con quei muscoli visibilmente finti che sembrano nuvole sghembe, a causa dei prodotti usati. Chiaramente sembravano innaturali, eppure lei guardò più come erano vestiti, l'ambiente e il loro atteggiamento.
Pantaloni e maglie con cappuccio da maniaco sbiadite, su sedie con tessuto che reggevano a stento e legno scheggiato, in mezzo ad attrezzi e panche da palestra che tempi migliori li avevano visti secoli addietro, in una zona che doveva essere asfaltata, ma il grigio era così smorto e il pavmento bucato e rovinato che si chiedeva quante scarpe cambiassero ogni settimana per l'usura su quel disastro. Ok, pensò, che fossero molto dietro e lontano dal corpo centrale ma così era esagerato! E Jd le diceva che le sezioni addestramento militari erano fatte di terra, fango, fatica! 
Sembrava a vederlo, un classico campetto disastrato delle zone più povere e brutte delle città che si vedevano in tv, e la zona sport con canestri erano presenti. Quindi erano prorpio ad hoc per il paragone.
Eppure, pensò lei, le tute o divise di poche ore prima, come volevano chiamarle non mostravano persone che vivevano un pò così. Avevano un costo, manutenzione, qualità. Ma a vedere quei tizi buttati come spiaggiati morenti in quel posto, con altri che ragliavano per davvero ma in realtà ridevano e facevano i cretini tra loro, si chiese dove si trovasse veramente.

"Quindi questo è... cosa, la zona addestramento? Quella di cui parlavate prima?"

"No, o meglio... la zona addestramento vero e proprio è altrove. Qui è dove ci si riscalda la mattina o è zona relax..."

"O è zona relax o zona riscaldamento. Non è che puoi stare come loro a goderti l'aria fresca con altri tizi, come quelli, che sudano come maiali e tu inali i loro effluvi. NOn è chanel, sai..." disse lei, dopo aver indicato gli altri uomini poco in là che letterlmente cazzegiavano seduti a caso ovunque, pure sulle panche, attrezzi o poggiati al carro armato.

ma Jd non riuscì a rispondere, perchè si tornò a parlare in inglese con l'uomo che chiese se qualcosa no andasse, vedendo la discussione tra i due. Lia lo guardò, come se vedesse qualcosa zozzo e lercio, guardandolo dai capelli ai piedi e disse una cosa. In inglese.

"A te, va bene vivere così? Stare così?"

L'uomo non capì. Fissava lei e poi Jd come chiedendo un aiuto, girandosi la bottiglia tra le mani, mentre la maglia col cappuccio, che a senso suo doveva essere larga, lo era solo in vita, tirando da matti sulle nuvole obese che si ritrovava per braccia e spalle. Lia fece una smorfia di disgusto e scosse la testa. Fissò gli altri due buttati sulle sdraio, e poi si voltò da quelli che facevano gli scemi. Erano tornati anche quelli che scorazzavano in quel modo idiota quando lei li guardava dalle finestre, scambiando soldi tra loro, finendo per seguire le dita o le teste che facevano un gesto, nella loro direzione, votandosi tutti.

"Davvero quegli scemi trovano la sottoscritta strana qui, come una scimmia capitata per caso tra loro?" in italiano.

"Te l'ho detto, qui niente donne. Quindi si, per loro sei..."

"Tutto bene Capitano? Chi è lei?" domandò di nuovo l'uomo in inglese, ingollando di nuovo la birra rimasta.

"Non ti viene fastidio a stare qui, così e in questo modo, a vedere passare paffute nuvolette che sfottono i tuoi muscoli?"

"Cosa?" chiese lui, guardando di nuovo Jd, ma lei si portò le mani aperte, non a pugno, sui fianchi, e tornò di fronte a lui, fisandolo negli occhi.

"Ti ho chiesto se davvero sei contento, ti piace, vivere così, in questo niente disastrato e disagiante, pezzo di discarica... non ti senti di perdere attimi della tua vita in questo modo? Immagino però..." voltandosi verso Jd "che visto l'ambiente, i neuroni non si perderanno molto, sparuti, galleggiando sempre allo stesso modo..."

"hei carina, che cazzo dici? parla come le persone normali..." disse uno dei due seduti, come sfottendola.

"Django, per favore..." iniziò Jd, ma lei fermò una mano davanti la sua faccia per zittirlo.

"Se non hai capito bene cosa ho detto, lo ripeto nel linguaggio dei minorati... Vi sentite bene stando qui, vestiti come drogati gonfiati, bevendo roba che sembra urina di gatto per la qualità, in un accumulo di robaccia che sembra presa da una discarica? Sembra di stare in un sottopassaggio da senzatetto che accumulano roba, per mascherare lo schifo in cui vivono. Ma loro li capisco, la società fa schifo  e non si può aspettare che faccia niente, ma voi non siete militari? Non avete un pò di amor proprio da pensare che forse,  vivere in un posto migliore, un ambiente meno desolante e squallido, faccia bene anche ai neuroni?"

"ma questa da dove è uscita? Capitano, non avete intenzione di prendere un'altra segretaria... quella mi sembra molto meglio. Se è cuoca, spero almeno che cucini decentemente" disse l'altro ancora seduto, che Jd apostrofò, chiamandolo Zidgi.

"Capito, chissà in famiglia che discorsi intelligenti faranno!" girando di poco il capo verso Jd "E non credo proprio che le madri li facciano vivedere così. Faranno le sguattere per loro su tutto, mentre si godono l'hotel gratuito..."

"hei, cosa stai dicendo su mia madre!" squittì quello in piedi, che Kd chiamò Kovacs.

"Dicevo..." inclinando la testa di lato, verso la spalla sfidandolo "che ho pena per lei. Che mi dispiace che si sacrifichi per qualcuno che vive qui, in un posto del genere, nel pattume. per davvero. Questa roba di sicuro la trovo nelle stesse condizioni nelle palestre e luoghi di pugilato malfamati, dove ci stanno quelli della peggior specie, dove basta che ti siedi e prendi dodici malattie in una botta!"

"Perchè... che ha questo posto? Ci piace stare qui"

"dove...! Dimmi dove ti piace stare, perchè oltre l'usura visibile, ed è la cosa piùblanda, noto solo quanto sembrate quelle gang di strada sfigate, che vivono nella spazzatura ma si atteggiano a boss alla Capone. Dove la trovi la differenza? E' qui che perdete tempo?"

"Capitano, chi cazzo è? Perchè non ho molta intenzione di litigarci. Secondo il leader le donne non vanno toccate mai e..."

Ma mentre Kovacs si rivolgeva furente verso Jd, Lia gonfiò il petto in un impeto di rabbia,  per essere snobbata e trattata come inferiore,  e caricò con tutta la sua forza la zona del tacco dritto sul ginocchio, facendogli perdere l'aria nei polmoni per il dolore. Lei fece due passi superandolo e gli mollò di nuovo un colpo con tutta la sua forza all'indietro, con la stessa gamba destra , diretto al distale dello stesso suo ginocchio sinistro. Si voltò e gli sfilò il coltello che teneva legato alla gamba, che lei aveva notato prima sia come forma sotto i pantaloni, che quando lo aveva colpito che si era alzato l'orlo, perchè la stoffa aveva seguito la direzione. Appena impugnato, gli mollò una pedata sul didietro facendolo slittare verso il basso, mentre urlava dal dolore.
Jd aveva visto che gli altri, quelli che stavano in gruppo, si erano alzati e fssavano la scena, mentre Zidgi e Django si erano sistemati sempre seduti verso avanti, con le braccia sulle ginocchia, come pronti ad intervenire. Ma jd non fece e disse nulla, quindi tutti quanti restarono fermi.


"E non fare così!" disse lei sentendolo lamentarsi tanti maledetta qualcosa per il dolore, perchè aveva preso dei punti caldi  "Con la massa che ti ritrovi dovresti sentire poco, anche se ti ho colpito in punti dolorosi. E sai cosa odio delle donne?" dise lei, guardando il coltello in mano. Aveva la lama segrettata in su, con il dorso nella parte bassa, quindi al contario, la guardia nera che faceva verso il basso una V, mentre sutto il resto del manico era color giallo canarino con tre solchi per una presa migliore "primo che meritano cosa accade loro invece di alzarsi e fare casino davvero come quelle prima di loro che hanno subito e tanto, non piagnucolare e basta! E poi... il fatto che si fanno lobotomizzare fin da piccole, che vogliono a tutti i costi credere che sono realizzate con le cazzate. E' forte come l'odio per la morte,  l'idea che se non riescono a sposarsi e figliare, non sono niente, non valgono niente e non avranno un posto in società e non saranno considerate. Queste merde, perchè lasciamelo dire sono queste, affermano che le donne non sposate e, o senza figli, non valgono niente e quelle con problemi di fertilità sono difettose. Che neanche femmine sanno figliare... queste amebe cigliate osano giudicare gli altri quando poi sono loro stesse delle stronze merde del cazzo. E ti dirò di più..." disse lei, continuando  a parlare fissando la lama fra le mani finchè non se la girò stretta nel pugno con la lama verso il gomito, portandosi dopo un giro completo intorno a lui, di fronte "queste stronze, vuote, che hanno bisogno di queste che tali non sono, sono le stesse inutili creature che si fanno riempire di botte e insulti, oltre le corna, affermando che sono doveri e hanno sempre torto, piangendo poi però perchè sono picchiate. Se la sono cercata, volevano l'uomo maschio alpha che le mantenesse e trattasse da regine,  credendo alla facciata e accettando il primo che le sposasse e sembrasse ok... Ma non è che queste si fanno forza e sfondano la faccia dello stronzo che si sono sposate loro, spaccandogli qualche osso magari,  facendo capire quanto l'altro è schifoso, no... nascondono, truccano, celano le cose dicendo che così è la vita. Spinete dalle madri di merda e famiglia in generale perchè il matrimonio è sacro e la donna deve abbozzare all'uomo per i doveri! Che così è il matrimonio, o scappano cercando aiuto finendo poi per morire male. COme mai dirai, non ci sono istituzioni o altri che le aiutan? Oh, come le altre merde di dottori pro vita obiettori di coscienza, anche le istituzioni sono composte da persone di merda, che perdono la laicità del loro ruolo per una repucclica laica, per far posto al morale del cazzo! Perchè questo succede... e ci rimettono anche i figli. Invece di dire basta, di rischiare anche il carcere qualche anno, ormai le cose sono così, provando a cambiare le cose,  finendo le infamie dello stronzo e salvando se stessa e i figli, continuano a piagnulare per una società che loro stesso hanno accettato e alimentato. Prima sono tutte felici di essere donne come viene imposto ma poi piangono... povere disgraziate che hanno rischiato tutto nel passato per quei diritti che questi religiosi e bigoti del cazzo calpestano..."
fece una faccia schifata, chinandosi verso l'uomo fissandolo negi occhi.
"Perchè purtroppo le situazoni  stanno così e circano come un ciclo, è facile dire come le cose sono sbaglaite e poi abbozzare per sopravvivere e facendo i conigli paurosi. In questa società le donne non sono istruite con le basi della biologia,  pensa saper montare una ruota o provvedere a piccoli inconvienti senza dover chiedere al primo che passa aiuto, rischiando. Non sono istruite sul sesso, contraccezione, rischi di malattie, come agire in determinati casi o spappolare gli zebedei agli stronzi! " con un toto strano "No, e non è possibile educare il maschio a rispettare e trattare le altre perosne, donne o altri in generale anche con differenze, ragionando come un essere umano. Un uomo deve essere una merda e basta a causa delle famiglie! No, lasciamo che siano le famiglie a educare le nuove generazioni,  con poi le notizie tristi che si sentono ogni giorno. Lasciamo che la feccia ordini fin da piccoli ai bambini che sposarsi e figliare è imperativo o sono nulla, e ancora di più accettare le botte e le umiliazioni perchè tutto deve essere lavato in famiglia, e se vai a chiedere aiuto non cè nessuno che le aiuti... Insegniamo ai figli ad essere feccia e poi proteggerlo dando della troia a quelle che hanno subito!... non insegniamo alle ragazze tra un cambio di ruota e un controllo veloce all'auto per capire da sole cosa non va,  e sapere cosa fare, oltre altre cosucce, anche legnare la feccia che le vede solo come vagine ambulanti da abusare...Odio,  delle donne,  che sono da sempre migliori degli uomini per ogni cosa, ma schifosamente si abbassano a schiave, giudicano e scagliano la prima pietra ad altre donne ree di essere diverse, quando dovrebbe esserci coalizione tra donne. Che non accettino e le cose e non hanno intenzione di subire, ma agire. O sei tu mordi l'altro per salvarti, o sarai sbranata, questa è la politica della società. Quello che ti ho fatto, tutte le idiote non lo sanno fare, o non pensano che è meglio rompergli naso e denti, che aspettare l'aiuto di gente, anche forze dell'ordine, che invece di proteggerti e fare qualcosa, ti giudicano e ti lasciano sola... Ora, vogliamo discutere di cose serie, o dobbiamo continuare con le cazzate?"

"Io sto bene qui..." disse quello mettendosi su un ginocchio a terra.

"per questo posto cosa è...? Casa? Discarica? La casa non è un edificio e basta ma il luogo che sentiamo caldo e importante per noi, e può essere qualsiasi luogo... la casa esiste come concetto ed è li per ricordarci chi siamo davvero. È il luogo attraverso cui ci definiamo. Da cui si parte ogni giorno e dove si torna.
 La casa ci assomiglia, vive e si trasforma insieme a noi, seguendo i nostri umori, le esigenze, le voci che l'abitano, gli affetti e le emozioni. E quindi, per te questo posto ti rappresenta, ti da qualcosa oltre non fare niente o percepisci in te il vago desiderio di avere qualcosa da vivere e tenere dentro per quando sei vecchio e ricorderai di qui, solo, la spazzatura che ci circonda ma per gli uomini è sempre roba buona?"

Lui rimase zitto come a riflettere, si volto verso gli altri due che fecero cenni che lei non sapevo, poi finì con Jd. lei allora continuò, sistemandosi accovacciata, come se stessero parlando di un segreto solo loro.

"vuoi restare qui a perdere come sudore che evapora la tua vita in niente, oppure accetti una mano e migliori le cose?"

Kovacs erano rimasto a fissare lei e Jd, rosso in viso per la rabbia un mometno e l'altro come se pensasse, acnora a massaggiarsi per i dolori al ginocchio, davanti e dietro.

"Ti ho chiesto, e lo stesso ai tuoi amici qui intorno, ed è l'ultima volta, che sono rimasti come scemi a guardare, con solo la voglia di vendicare l'affronto, invece di usare il cervello, se ti va bene tutto questo. Se davvero vuoi passare momenti della tua vita in un posto del genere, a bere e fare cazzate invece di qualcosa che ti resti dentro. Che non sia tempo perso, che non siano istanti della tua  breve vita, perchè oltre il tuo lavoro anche cento anni non sono così tanti per certi versi, a perdere tante cose che potresti invece vivere e ricordare di bello... Tu e i tuoi amici, davvero mi volete dire che questo posto misero riempie le vostre giornate e vi va bene? Non cè altro che potete fare che vi renda felici, vivi ovi faccia sentire di esistere, vi appassioni, vi dia significato a pezzi di giornate che alla fine... sono niente?"

Kovacs rimase perplesso, guardò i suoi due amici ancora,  seduti che però  si alzarono in quel momento per raggiungerlo. Gli altri si guardavano tra loro. Lia allora si voltò verso Jd.

"ho capito benissimo che loro sono stati fermi e muti solo perchè cèri tu. E ok, quello che ho fatto so e ho deciso di farlo proprio perchè non volevano chiaramente agire davanti a te. Sembra che ti rispettino e ascoltino, ma anche tu, come Capitano, davvero ti va bene rispetto a Milan, passare le tue giornate, se non in missione, in un niente cosmico perdendo di fatto istanti preziosi e ormai perduti? Noi siamo niente rispetto al dell'universo, e non sappiamo se davvero, come la vostra o le altre religioni, esiste una seconda vita nei prati celesti o la reincarnazione. Ma davvero volete perdere tutto ciò che la vita può dare, che io per esempio no nho avuto, che potete avere, vivere, e ricordare prima di morire o nei periodi di vecchia, che non diventino solo amarezza e rimorso per non aver fatto questo o quello? A tutti voi" urlò, girandosi piano piano su stessa guardando tutti "siete davvero soddisfatti e contenti di vegetare in questo modo mentre altri vivono in ambienti migliori e hanno in mano i loro momenti liberi, alla faccia del lavoro? Siete davvero così poracci da accettare il niente che scorre intorno a voi, e perdervi tante cose? Siete militari, ma quello è il vostro lavoro. Potete decidere di avere una vita da militare ogni secondo, ma non in questo modo. Il tempo che perdete non lo riavrete più, esso scorrerà e voi incecchierete e non è vero che le cose si possono fare a ogni momento della vita. Se non hai il culo di avere una buona salute, il momento giusto e altri fattori, non potrete fare e vivere le cose, mai più! Guardatevi, sarà per il vostro lavoro e cosa avete vissuto, ma avete facce che meriterebbero una cera migliore. Volete essere poracci o militari che vivono?"

"EHm, Lia..." disse Jd, qando tutti si voltavano tra loro cercando di capire la parola poracci "credo che non abbiamo capito qualcosa.

"Come lo traduco poracci..." disse lei accigliata, poi disse  "Poor guy,people poors..." fissandoli di nuovo meglio. Poi allungò un braccio indicando "quel campo di basket o gli attrezzi che sono ammassati là, vi sembrano adatti e in buone condizioni per usarli o lavorarci? Peggio per allenarsi? Passi l'ambiente con terra e fango, ma quando vi prendete qualche malattia per ruggine e altro, voglio vedere se siete felici! Questo luogo è pieno di danni, roba che andrebbe riparata, sistemata o cambiata proprio. E voi due " guardando quelli che dalla finestra facevano casino "davvero quello per voi è divertimento, rischiando la vita degli animali, la vostra per... cosa, denaro? Scommesse? Giocare e divertirsi è una cosa, rischiare e danneggiare un'altra. Perchè no nchiedete a Milan di far sistemare questo posto? Perchè no fate cambiare cose rotte? PERCHE' quel tizio sta uscendo dal carro armato,  con la faccia come se fosse uscito dall'ibernazione preistorica..." urlò, facendo girare tutti verso il carro armato, da cui usciva in quel momento  dalla torretta aperta una faccia che sembrava mezza addormentata e mezza drogata.

"Quello dormiva dentro il carro?"

Jd, si passò una mano sulla faccia, mormorando che non stavano affatto facendo bella figura, finchè Django non si intromise.

"Non so chi sei e non ho detto nulla per rispetto per il Capitano. Ma non ho nulla da dire. Noi stiamo qua molte ore al giorno tra allenamenti, pasti e altre mansioni giornaliere. Il Leader non viene da tempo a visitare le varie zone, così ocme non ci sono più controlli e ne ispezioni. lavoriamo bene e nessuno si è lamentato. Ci rilassiamo, cosa non va..."

Lia inspirò lentamente, guardando male quell'uomo forse della sua età, con la mascella così squadrata e scesa da sembrare finto. A parte l'altezza con i due amici, che erano alti tutti in maniera diversa ma molto più di lei, , per il resto era simile, se non identico. Stessi abiti trasandati, odore non proprio da persone curate, capelli corti ma chiaramente solo ascugati con un asciugamano velocemente o una mano, occhi infossati e pesanti come uno stanco morto, muscoli e atteggiamento.

"Non vi è mai venuto in mente che magari esistono molti passatempi che potete richiedere, quindi attivandoli, corsi, attività... nulla che vi intrighi e desiderate fare invece che stare così? Migliorare voi stessi, oltre il fisico, in altri modi?"

"Facciamo palestra, riscaldamento, esercizi, allenamento, ronda, guardia, turni vari... questo è..." disse lui alzando le spalle.

"Non ne caverò un ragno dal buco, vero?" disse lei a Jd, che fece un cenno pure lui con le spalle per dire che quello era.

"Fate almeno outdoor training?" ma gli altri si guardarono per poi dire che non sapevano cosa fossero,  finchè Jd non le disse che alcuni facevano parte degli allenamenti settimanali.

"Art-Door" chiese di nuovo a Jd, ma questi disse che non sapeva cosa fosse.

"Cooking Training Management"

"Un che?" chiese Jd ancora più perplesso

"Dammi un pad o carta e penna... e voi" voltandosi verso i tre, più vicini ma facendosi sentire dagli altri poco lontano "vi va di capire cosa intendevo nell'atto pratico, o volete restare a spiaggiarvi come trichechi imbruttiti?

"...Mh...e cosa dovrei farci con questo?"

"Non lo so, usarlo come carta forno, forse..." come prendendolo in giro ma in maniera bonaria.

"Ok, fammi capire esattamnete cosa devo farci con questo..." osservandola mentre lei girava e guardava ovunque, e gli uomini la guardavano in cagnesco per il suo atteggiamento.

"Tu quanto conosci quei soggetti?"

"So i loro punteggi, conosco..."

"No, no! Io parlo della persona, non la sua figura di esperto, militare o come vuoi indicarlo..."

"So che alcuni di loro bevono molto, altri fumano peggio dei turchi, qualcuno..."

"Te lo dico più chiaramente. A quanti e a chi di questi, daresti in mano la tua vita? Chi sai che è corretto. Fedele. Forte d'animo o chi invece è capace di andare nel casino mentale per qualcosa... Perdonami se lo dico, mettiamo caso che io creda all'idea che veramente voi eravate gli unici disponibili per Milan in quel momento per quell'incarico. Poniamo questo fatto come assodato! Nessun altro a parte voi Capitani e chi era con voi,  e dovevate prendere gli idioti... ammetto che trovo strano che tutti, utti i vostri elementi fossero da tutt'altra parte... ma Milan conosce bene i vostri punti di forza e di caduta, in base alle situazioni? Tu sei penoso a quanto dici, e visto, negli scontri ravvicinati ma sei un asso con il cecchinaggio. Bene... tu sia prima che dopo la sorpresina che ti hanno fatto in petto...e tra l'altro che cosa ti hanno dato per essere così in forma, già...non eri proprio al pieno delle tue facoltà mentali ore fa. Volgio dire, è chiaro che tu in mezzo ai casini non sei propriamente un rambo..."

"Il dottore ha detto che non era nulla, sbruciacchiato ma non abbiamo la medicina classica degli ospedali cme pensi tu. Sento che fa male ma non come doveva essere senza i nostri.."

"Ok, ma rispondi al resto!" quasi scontrandosi con lui per guardarlo di fronte "Veramente quella persona vi ha scelto a caso dicendo -oh , c da fare questa cosa di corsa e tu vesitevi che andiamo forza -... dimmi che non è andata così e lui sa, calcola, conosce le persone per mandarle allo sbaraglio!"

"Certo che lo sa, ma credimi che per i conflitti..:"

"Si, si. Non so nello specifico come voi, ma li sento e leggo i giornali in tv e cartacei. Ma la questione è un'altra. Con che criterio ha scelto voi..."

"Cè stato un errore di informazioni. Ci avevano detto che un dato obiettivo stesse cercando dei documenti in una città che suonava come la tua, e visto che fu detta in una comunicazione veloce vocale e non altro modo, è stata intesa male! Così un gruppo andò a quasi cinquecento chilometri dalla tua, restando là perchè nel mentre avevano scovato degli elementi..."

"Fammi capire! la tua risposta è che siete venuti a cavolo e come gruppo senza senso,  come fossivo i sette nani... perchè la vera squadra è stata dirottata altrove e siete stati gli scemi presi a caso, piluccati praticamente, da sua maestà il leader per far fornte al tempo?"

"EH:...!" fece un verso lui, sudando come un matto "possiamo metterla così... voglio dire... Io e i Capitani eravamo allo Chateau con Milan, l'AirOl era tornato indietro con dei feriti per quella retata di..."

"E allora perchè, se l'aereo è tornato , vi ha caricati, non poteva andare indietro a prenderli di nuovo nello stesso tmepo e portarli altrove?"

"Perchè i ragazzi come ti ho detto erano giò bloccati avendo scoperto da un informatore che..."

"belle scuse, ma non è ancora chiara la questione..:"

"Si che la questione è chiara. Non hai visto tutta la polizia e i militari presneti da prima? L'avviso a noi è arrivato e Milan ha subito ordinato tramite comunicato ufficiale del tuo paese,  che nessuno di loro dovesse muoversi, che sarebbe giunta una quadra speciale. Questo perchè la perosna che cercavamo era proprio nel gruppo di quell'edificio dove tu dovevi chiedere i documenti nuovi"

"Ferma! capisci anche tu che non quadra lo stesso? Lui presente, voi che siete i superiori in rpatica presenti, mentre altri erano altrove, ma non posso credere che non foste tutti occupati..."

"Altri avrebbero accettato e chiuso la cosa..." borbottò Jd e lei urlò un offeso che lo fece zittire "voglio solo dire che sei troppo puntigliosa, capisci che siamo militari, tu no, e non posso rivelarti molti elementi ancora adesso, nonosntatene le parole di Milan? Quello che ha detto.."

"E tu capisci che quel che affermi non ha senso? Va bene che molte cose siano segreto ma non così, perchè non ha senso!"

"Ti avevamo detto che siamo in pochi in un certo senso..:"

"Pochi quanto! Se mi dici che siete quattro gatti letteralmente,  per un'organizzazione come l'ha annunciata quella persona..."

"Non pochissimi ma... tranne quelli che restano fissi alo Chateau... quelli che hai visto eravamo... gli unici disponibili in quel momento!"

"..." guardandolo malissimo

"Senti, prenditela con Milan. Siamo militari, mica manager delle risorse e..."

"Ma è questo il vostro compito di voi capitani o sbaglio?"

"Noi gestivamo le risorse dalla base, le reclute e..."

"WHAAA!" Basta così! Ora voglio solo un tè, voglio farmi un tè..." mentre Jd guardava l'orologio.

"Non mi sembra che tu sia inglese e ormai direi proprio che possiamo pure prepararci per la cena, cosa te ne fai di un tè un paio di ore prima della cena?"

"Qui a che ora si cena?"

"L'orario non ha un... insomma..:"

"Cosa..."

"Milan ha detto che essendo un'organizzione ma anche una comune..."

"Che vuol dire una comune?" sempre più incerta dalla conversazione.

"Sai... una comune,  un'organizzazione della vita e del lavoro in un collettivo, ove la proprietà e la gestione dei mezzi e dei servizi è in comune e la ripartizione dei ricavati, di qualsiasi genere, per il lavoro svolto si reiveste in miglioramenti e altro.."

"ma... non è un luogo autogestito dalla comunità, indipendente, e presenta uno status pseudo legale?  All’interno della quale vi sono dei collettivi per l'amministrazione  delle differenti attività , come le commerciali, di produzione, le attività culturali e ludiche, ecc?"

"Si, insomma, sono..." ma lei alzò una mano mentre continauva, guardandolo male.

"Quei posti stile anni ottanta, non quelli moderni che non prevedono affatto  gerarchia interna? Dove l’equilibrio dei rapporti è basato sulla tacita accettazione delle fondamentali regole della convivenza quotidiana e sul rispetto reciproco tra tutti i membri? Quelle altre, tipo setta?"

"Mh... cosa, chi... perchè dici così?" come se cercsse di sviare la cosa.

"non siete quei gruppi che capisco anche,  che hanno tutte una cosa in comune e si fondano sulla più antica delle esigenze umane come la ricerca di un proprio posto nel mondo? Lui diceva qualcosa del genere, senza dire la parola Comune... Se si parla di ricreare nuovi patti sociali, nella distruzione e ricomposizione di concetti tradizionali come famiglia e casa, in una percezione sociale verso l’equilibrio in tutti i sensi, ok....Ma perchè ho lavaga impressione che non sia così?"

"perchè non è così, è un'idea che..."

"E fammi capire, oggi avete detto che non esiste più la mensa... una cosa che va contro ciò che hai appena detto!"

"La mensa è stata fermata perchè dopo aver preso i migliori e quelli adatti dai vari..."

"piluccando gente dai gruppi degli altri, ho capito...."

"e richiamando uomini ancora giovani, ottime qualifiche e..:"

"richiamando i veterani, taglia corto..."

"...tutti si erano abituati al cibo dove avevnao prestato servizio anche per anni, chi preferiva i fast food della città vicina, chi si è portato i usoi animali da quei luoghi, ed essendo militari Milan ci istribuisce i pasti militari e non vi era il motivo di una mensa e..."

"i suoi animali?" indicandosi l'orecchio come se non avesse capito bene.

"Avevo cercato di dirtelo! Quegli animali che hai visto sono di alcuni uomini che Milan ha scovato in Iran, Iraq, in..."

"QUindi aspetta! Vuoi dirmi che quelle bestie non sono di qui, del posto,  trovate e raggruppate ma con le tende messe vicino appargono a quei tizi torvi che..:"

"Corretto. A molti sembrerà strano ma quelli che superano i sei mesi di incarico e restano là anche per anni, come è capitato, diciamo che fanno i loro affari là e... da quello che so proprio di quegli uomini,  è che avevano il loro giro di gente un pò losca, facevano lavori extra,  gli incarichi e sebbene si pensi che le squadre militari in guerra siano organizzate, unite... insomma non è proprio così per tutti. Questo corrisponde a gruppi speciali e non quelli..:"

"Quel che ho appena capito è che quella gente è stata raccattata da Milan perchè i milgiori in affari loschi, sporchi, sono in pratica gli sniffatori del marcio nonostante fossero militari regolari di un'altro paese,  e si son fatti i fattacci loro, creandosi una specie di cosa, business?"

"Qualcosa del genere. A parte gli ordini, la levata e le esercitazioni,  non cè molto collante tra tutti, ognuno sta per fatti suoi e quando va meglio diciamo che ci sono gruppetti. SUl lavoro nulla da dire, sono professionisti... E poi gli accordi con Milan perchè lo seguissero e quindi dare le dimissioni, erano di potersi portare  tutto, ma proprio tutto ciò che era loro. Senza esclusioni. Anvendo noi gli AerOl per spostamenti di merci  e grossi gruppi... non sapeva prima della cosa, ma visto che eravamo in questo posto..."

"Eh certo. Già che siamo in una palude, mettiamoci altra spazzatura... cosa vuoi che sia..."

"Non dicevo questo ma..."

"E quindi quelle tende non sono di qualche cosa che dovete fare..."

"Sono la loro sistemazione"

"Fuori lo Chateau..."

"Esatto e quegli animali sono alcune delle loro proprietà. IN quei posti dopo la guerra avere animali e i loro prodotti è già un bene prezioso. la vita prima, dagl i anni ottanta a ora era diversa, più moderna e si viveva come negli altri paes. POi si è trovato oltre a scppare a far di tutto per vivere e rimettersi,  ad avere animali era un bene ricco. Da quello che so oltre denaro, oggetti preziosi e non so  cosa, ottennero come risarcimento per andare via subito anche quegli animali e visto che loro affermano che i cibi militari non li mangiavano già da prima,  perchè erano solo schifezze e contengono...insomma,  mangaino solo prodotti naturali e dai loro animali, così..."

"E' un delirio... quindi quelli mangiano cose fatte da loro?E altri lo schifo dei cibi militari precotti?"

"Esatto, come noi nelle camere abbiamo una cucina dove cuciniamo e riscaldiamo quei cibi che..."

"Anche questa cosa, chi è l'imbecille che ha pensato bene di rendere quelle stanze che no nvoglio vedere, mi farebbe ribrezzo, delle fottute celle tipo da carcere con delle cavolo di cucine..."

"EH.. mh..."

"No, lasciami indovinare. Lo stesso,  lasciamo perdere cosa,  che ha ha deciso che una comune militare fosse meglio di una vera organizzazione militare..."

"Guarda che in molte caserme e basi si stanno pensando a cambiamenti per i tempi moderni che..."

"Ma chi le inventa queste cazzate? Io ho visto nella mia città girare dei militari che hanno le ore libere giornaliere e si comportavano da militari anche fuori!...e non penso che nella caserma vi fosse un'idea alla hippy del genere! NOn prendermi per gli zebedei che non ho! E quindi voi qui oltre lo schifo che ho visto, come mangiate?"

"Con le razioni o le provvigioni che Milan acquista per cucinarle da noi per..."

"Sempre?"

"Si, ormai è da tempo che..."

"E io voglio un tè, dove dovrei andare?"

"Nella camera degli ospiti che ti ha riservato  vi sono dei bollitori, così come nelle stanze di tutti. Se vuoi un tè posso preparartelo io che ne ho uno nuovo e per la cena... cosa, dove vai..:" le disse sempre più preoccupato, inseguendola mentre lei gli teneva davanti l'indice ritto e uno sguardo da omicidio scappando via dicendo qualcosa che non sentiva.

Kianta adocchiò i tre che prima aveva incontrato, Zidgi, Kovacs, Django, chiedendogli solo se volessero davvero cambiare qualcosa e fare qualcosa che valesse a partire da quel momento. Jd li vide incerti e quando l'aveva raggiunta lei stava  andarsene di nuovo con quei tre dietro,  nella zona anteriore dello Chateau.


"Tu sei Kovacs esatto?" domandò a uno che fece segno positivo con la testa "dimmi, hai per caso il contatto con Milan?"

"Ce l'ho io.." disse Jd e quando lei si girò con fare arrabbiato,  gli fece cenno di darle il telefono.

"Sembra uno smartphone... fammi il numero e metti il vivavoce..:"

"Perchè il vivavoce, puoi..."

"Perchè è tuo, ci hai appoggiato l'orecchio tante volte e chissò cosa cè sopra quel coso. Se no navete dell'alcool novanta gradi tu lo tieni, tu chiami e metti il vivavoce..."

"ma Lia, perchè..."

"Cosa ti ho chiesto?!??"

"Spiegami cosa vuoi fare e perchè il mio telefono deve essere..."

"Silenzio! Dopo cosa mi hai detto questo posto mi sembra più infernale da quello cui sono scappata. Facevano  cose da farmi schifo e qui è allo stesso modo! Me ne frego se con gli occhi ti sembra pulito, io pulisco sempre gli oggetti che tocco  con l'acool medico, mi pulisco le mani con l'alcool medico quando ho tocato qualcosa fuori la mia stanza, pulisco pure il water con l'alcool prima di usarlo e il telefono è una delle cose più sporche..."

"Ma se hai preso armi e..."

"Taci! So benissimo cosa stai per dire e so che è diventato un problema, ma quando sono nervosa e cè troppa gente vicino,  mi viene questa cosa... ora, puoi per favore chiamare quel... Milan e chiedergli di parlarmi?"

"Ok, ma..."

"Muto"

"Allora chiamo..."

"Muto! E chiama?"

"Ma che ti è preso..."

"Muto!"

jd sospirò e chiamò Milan, il quale rispose subito e disse che potevano aspettare,  perchè stava per tornare da una cosa importante. Ma Lia si accostò al telefono e intervenne in un modo non proprio piacevole.

"Sentimi bene, tu hai davvero intenzione di farmi stare qui?"

"Ci siamo detti alcune parti dell'Accordo e..."

"No, fammi parlare! Se vuoi che resto e non metta una bomba in questo posto, voglio che mi dia carta bianca per certe cose adesso,  e dopo se ne parla."

"Perchè vorresti..."

"Cosa ti ho chiesto?"

"Vuoi che ti dia carta bianca?" mostrando chiaramente turbamento

"Si, subito"

"Per fare cosa, scusa. Se abbiamo detto..."

"Se non mi dici che posso fare delle cose con la tua approvazione, prendo a sberle alcuni imbecilli e poi me ne vado! E mando all'aria i tuoi test del cavolo! Non mi interessa dove sei per ora,  ma sicuro meglio di questo porcilaio! NOn dissi nulla in Irlanda su alcuen cose e  finsi di essere come tutti gli altri perchè Zay non mi prendesse per pazza, ma ora no! Sono peggiorata e ho meno pazienza. Non ho alcuna intenzione di stare dieci minuti di più nelle condizioni che mi ha detto Jd!!"

"Quali condizioni ti ha detto....?" con un tono non proprio felice, ma prima che questi rispondesse Lia continuò gelida.

"Cosa ti ho chiesto?"

"Se non mi dici su cosa vuoi carta bianca non posso fare nulla. Appena riesco torno come sai e..."

"Al diavolo, vogli oche tu mi dia carta bianca nel caso i tuoi uomini abbiano da ridire. ORA!"

"Se prometti di non fare casini..."

"lo ha detto!" urlò lei alzando le mani a Jd e i tre "Lo ha detto, testimoni tutti che ha dichiarato che posso agire liberamente...." andandosene.

"Jd che cosa succede? Perchè ha urlato? Dovè?"

"Se ne è appena andata, non  molto contenta di alcune cose e..."

"Capo, noi che dobbiamo fare?" chiese Django visto che ancora era con il vivavoce

"ma chi è? Chi cè con voi?" parecchio urtato.

"Sono..."

"Adesso non importa. Dove è andata?"

"Sta andando... Cazzo, il vecchio Noah!" jd sbottò vedendola falciare metri su metri verso il vecchio orso.

"Noah? Il vecchio marine che è tornato ad essere come suo nonno?"

"Quello! Cosa..."

"Capo, ci dica cosa fare"

"Jd, ma chi cè con te?"

"Lo stavo per dire prima, ha voluto che Zidgi, Kovacs, Django la seguissero per qualcosa e..."

"E  perchè loro?"

"Abbiamo avuto delle discussioni, capo. Non so chi sia ma vuole che la seguiamo. Ci dica cosa fare e noi..."

"Voglio che le stiate incollati. Incollati!! Ed evitiate che si faccia male, qualsiasi cosa accada. Mi avete sentito? Io torno tra poco..:"

"Ma..." Jd si fermò perchè Lia urlava a quei tre di raggiungerla con gesti incavolatissimi "E' meglio se torni subito, per favore..."

"Lascio David appena riesco a arrivo. Tienila ferma da qualche parte che devo parlarle e..:"

Ma Lia tornò e dicendo a Milan -tante belle cose a dopo-prese il telefono , chiuse la chiamata e  se lo portò con sè, ordinando ai tre di stare al passo.

"Non millimetri, almeno un metro. Chiaro?" sbottò con loro fermandosi e vedendoseli quasi spiaccati dietro, che si erano avvicinati troppo per seguire gli ordini.

Jd si mise le mani ai capelli e si guardò intorno, vedendo tutti quelli che erano là fuori a girarsi e osservare le cose. la vide fermarsi dal vecchio, che ormai faceva da specialista e collaboratore al bisogno per i suoi trascorsi,  e parlargli. Lui negava con la testa, lei continuava a discutere, finchè non la vide voltarsi verso di loro, ordinare qualcosa e fermarsi ad aspettare, finchè Zidgi non tornò con qualcosa. Uno sgabello e dei tessuti bianchi, così sembrava ma non vedeva bene da quella distanza. La vide dispiegarne uno, controllarlo con una somrfia e metterlo sullo sgabello per poi sedercisi con una mossa veloce e decisa. I suoi capelli lunghi si muovevano , dando come forza maggiore ai suoi gesti, come se rendessero più incisivi e teatrali le azioni e imovimenti anche se non sembrava il tipo da farlo apposta.

Il vecchio Noah le disse qualcosa puntandole una lama contro ma non per minaccia, stava facendo qualcosa prima,  e ora discutevano con lui che agitava l'arma come lei con le mani e braccia,  per enfatizzare il piccolo diverbio.
Discussero almeno per cinque, forse dieci minuti. Jd era così teso che non aveva controllato l'ora e sudava freddo.

"E quindi è così" rispose il vecchio con molta calma. In inglese come Lia, anche se si capiva che lei dall'accento e dalla pronuncia di certe parole non era di madrelingua. E usava l'inglese parlandolo in modo ritmico come degli ordini, parola per parola.

"Tu che ne pensi?"

"E' davvero questo che dici? Sicura?"

"Se Milan mantiene le sue promesse,  si..."

"oh, se le mantiene! O io e altri non avremmo questo, cosa vedi e tutto i lresto "disse lui allargando le braccia per intendere la sua tenda, tutto ciò che Lia vedeva di fuori e dentro, dal mezzo lato aperto dove l'uomo stazionava su una seggiola e il recinto con gli animali che facevano casino. Si trovava lontano dall'ingresso dello Chateau ma era comunque visibile e non era una bella vista, ma tornò a fissare lui.

"Cosa ne pensi, infine? E' vero quello che questi tre hanno detto?"

"Se è ciò che hanno detto, è la verità. I giovani sono tutti molli, svogliati, non hanno scopi precisi e pensano a divertirsi che sistemarsi il futuro..." vedendola sorridere con un cenno affermativo del capo.

"Su questo sono d'accordo a metà, sull'ultima parte intendo ma il punto è..."

"Scusami ma il capo che dice di questo?" chiese Zidgi a Lia abbassando il busto per parlarle più vicino. Lia aprì gli occhi sgranandoli per la rabbia, voltò la testa in un modo che ai tre parve come un gufo e li intimò di far silenzio due minuti. Solo due e avrebbero potuto parlare. E lo fece come se urlasse un ordine imperioso, con le braccia incrociate, con la testa che pareva scattare e girarsi al massimo verso la schiena e la spalla destra, per raggiungerli negli occhi,  fissandoli uno a uno come se volesse picchiarli male.

" ma il capo ha detto..."

"MUTI! Muti dovete stare o prendo questo sgabello,  lo butto via e dovrete riportarmelo dieci volte e ancora lo farei,  e voi dovrete farlo ancora, perchè è questo che vi ha detto. Il vostro Capo! Lo stesso che invece di avere capacità gestionali, manageriali e organizzative,  e utilizzare la ripartizione dei poteri, ha deciso che non gliene fregava niente, NIENTE, della logica e sembra di essere in un campo profughi. QUindi muti e silenzio o finchè no nviene Milan, o vi faccio fare i cani da riporto!"

Si guardarono e il vecchio rise, di gusto. Si alzò, andò dietro la tenda, non dentro,  e dopo vari rumori, tornò con un contenitore che mostrò a Lia.

"Era da tanto che non vedevo qualcuno comportarsi come te qui. bei vecchi tempi quelli! E trovo divertente il fatto che una piccoletta come te li controlli così"

"Ah! Se fosse per gli uomini e sopratutto i militari, ogni persona che non fosse come loro sarebbe niente. Senza offesa, ma ho notato che con  me cèra uno dei Capitani, eppure vi si rapportavano come tra amiconi..."

"Questo è il nuovo ambiente militare. Credi che in certi luoghi sia diverso? le gerarchie ormai sono più sulla carta che nell'atto pratico. Il leadre stesso preferisce farsi chiamare capo o per nome che deterinare per davvero la sua posizione, che sarebbe di generale. E come hai detto tu, cè meno ripartizione dei poteri e meno persone a gestire questo posto. Non siamo molti, qui presenti, ma molti sono assegnati a vari compiti che..."

"Questo per ora non mi riguarda. Io voglio sapere il tuo parere!"

"Si! La mia risposta è Si. Sia per la prima questione, che la seconda. E mi premunirò di ampliare la questione agli altri. Sarebbe interessante vedere come va a finire."

"per la prima, per ora prendo questi e dopo aspetto il resto. Mi auguro che siano come hai detto! Per la seconda, se anche tu consideri l'onore e la parola data come importanti, procedu pure. Domani aspetto notizie..."

"Cercherò per gli altri. NOn posso prometterti sul numero ma so che potrebbe andare..."

"Ottimo! A dopo allora, non far tardi e fai portare tutto, mi raccomando!"

"Come fosse un ordine, tranquilla"

"E faccio finta che tu non mi abbia dato della nana..."

"Piccoletta, è diverso!"

Lia fece una smorfia alzando un sopracciglio, alznandosi e guardandolo per qualche istante, poi allungando una mano e stringendola con il vecchio, per formare un pugno unico. E poi disse agli uomini di riemttere tutto a posto tranne un asciugamano, dell'acqua ossigenata che avevano preso e lo sgabello. Alcool non ce ne era.
Si  recò da Jd, vedendo arrivare dal portone Milan trafilato e gli porse il contenutore ancora chiuso, dicendogli che erano per dopo e che dopo un paio di ore si dovevano rivedere nel corridoio davanti la mensa. Jd guardò quel contenitore fresco, chiednedole da dove veniva per essere così freddo.

"Chi gli ha dato l'autorizzazione a farsi, melgio scavarsi,  un freezer permafrost nella zona anteriore dello Chateau? Vorrei tanto sapere chi..." domandò furiosa "Dietro la tenda, ci credi? IN quella zona della tenuta! Assurdo..." mentre vedeva Milan correre da loro, con passo svelto e non facendosela di corsa, ma aveva un buon mentenimento e Lia si chiese quanto si allenasse al giorno rispetto agli altri.

"Eccomi, cosa è accaduto?" passando in rassegna con gli occhi i presenti. Lia, Jd con in mano un contenutore con la faccia disperata e i tre.

"Nulla, allora... di cosa volevi parlarmi?" domandò lei come se tutto andsse bene.

"Vieni, facciamo un giro..." disse, allargando il braccio sinistro per mostrarle la direzione, mentre con la destra si chiudeva la cravatta che Lia non capiva da dove venisse. Come e qaundo l'aveva cambiata?

"Adesso? E per dove? A che ora tramonta il sole, qui?"

"Andiamo!" disse perentorio lui e Lia si incamminò davanti, senza guardare chi la seguisse ne altro.

"Poi voglio che mi spieghi che diavolo è successo!" disse categorico a Jd che fece solo segno di assenzo con la testa.

"Voi tre dove andate, è una cosa privata. Voglio sapere anche da voi la situazione e..." ma Jd gli mise un braccio sulla spalla, anche se Milan er apiù alto, e chiese sottovoce cosa cèra che era cambiato.

"E' diversa da prima, dopo che ha saputo alcune cose qui, ha iniziato a comportrsi diversamente. Più perentoria, impavida, testa più alta e sguardi... diversi!" scuotendo la testa mentre lei camminava e sembrava rimproverare alcuni uomini nel suo cammino "Cosa succede? Perchè sembra diversa da qualche ora fa?"

"Perchè non ha più l'influenza e l'ambiente di casa sua" terminò Milan, sistemandosi la giacca e, dopo aver guardato Jd con un'espressione particolare, "troncata la catena, il suo carattere, una parte viene fuori" si avviò anche lui.

Jd sospirò e cercò di comprendere quelle parole, finchè i tre non gli diedero delle cose. Erano l'acqua ossigenata e l'asciugamano di prima.

"Li ha usati per pulirsi le mani dopo aver stretto la mano al vecchio Noah e averti portato le uova"

"Le cosa?" domandò Jd scuotendo lievemente il contenitore.

"E ti era caduto questo..." porgendo un bloccheto che aveva perso,  dove Lia aveva appuntato delle cose, le lesse per la prima volta e sospirò, guardansosi intorno incerto su cosa fare, mentre sventolava la pagina che diceva non coeprto dalle sue dita:

l’area più esterna è quella relativa al , il cerchio che contiene  è quello relativo alla mentre il terzo più piccolo è il . [...]L'handler  nomina un soggetto o un’attività e il chiamato deve porsi nei confronti del termine nominato,scegliendo il cerchio per lui adatto. Alal fine ognuno deve spiegare di fronte agli altri perché si sente in quel modo e sta in quel cerchio.

[...]
estrae un biglietto, lo apre e legge la caratteristica a voce alta, dopodichè sceglie una persona che pensa si adatti meglio a quella specifica caratteristica e spiega perché.
Toccherà poi a questa persona alzarsi ed estrarre un altro biglietto, per fare la medesima cosa che aveva fatto il collega.
Il processo continuerà fino al termine dei nomi e tutti indicano cosa pensano dei colleghi, del perchè della caratetristica e conforntandosi..
[...]

Fidarsi, elemento chiave!!

Finendo con la frase:

"Questo mondo non puà cambiare perchè nessuno ascolta o capisce... tutto è solo un incubo eterno che dura ogni istante senza molte cose..."






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Capitolo 25
*** 23.5 ***


23.5
"Sei davvero sicuro di voler mostrare questo a quella gente? Sai che non mi piace cosa sono..."

Milan la fissò dall'alto del suo portamento altezzoso mentre passava fra le ali di case e persone curiose. Lia era su Blugrass ed essendo un cavallo alto e massiccio più dell'Akal teke di Milan, risuciva nonostante la sua... altezza ad arrivargli allo stesso piano, uno o due passi dietro il Leader, mentre la carovana procedeva a passo di dressage su quella zona lastricata.

"E' chiaro che tu e queste cose andate d'accordo. Anche se non mi piace, anche s eho paura che possano... Capisco cosa mi hai detto quel giorno sulla terra sacra del DIo Gufo, ma speravo vivamente che non ti mettessi con gente del genere..." si lamentò lei, guardando la gente intorno.

"La spiritualità fa parte dell'essere umano, che ti piaccia o meno. L'uomo ha bisogno sempre di un legame col divino, con l'altro piano, ciò che sono e fanno queste persone..."

"Per me valgono come cartomanti e fattucchiere farlocchi. E lo sai! E' assurdo che tu trovi importante legarti con queste figure e cosa fanno,  perchè si abbia una sorta di prolungamneto con l'altro lato. Trovo..."

Lia e Milan parlavano in italiano e pochi a parte Jd, Lubo, qualcosa Alaric li capivano,  e anche perchè essendo in fila di tre, arrivava male agli altri la loro discussione. QUando non volevano farsi sentire parlavano sempre in italiano o in russo, le uniche due che lei preferiva per farsi capire meno. Stranamente il russo, per i l alvoro in certi luoghi, era più compreso, ma lo preferiva al tedesco, peggio le altre lingue. Milan le aveva spiegato che poteva anche imparare la lingua serba o romeno,slovacco, croato,ceco, bulgaro, quasi simili tra loro da apprenderle più facilmente perchè le parlavano in molti. Ma preferiva il russo, che le suonava anche divertente da pronunciare e sentire.
Ma cosa faceva sospirare Milan era la discussione, il tema, considerando che nonaccettava improperi sul suo interessamento a quelle cose.

"Siamo quasi arrivati, sono stati così gentili da permetterci di accamparci per questa visita su un campo di loro proprietà e di raggiungerli a cavallo. La gente di oggi crede che tutto il moderno sia figo, ma ancora l'entrata in scena a cavallo con i propri uomini è tutt'ora qualcosa,  che emoziona..."

"Se sono come tu dici, ci credo tanto!" disse amaramente "mi sembrano troppo le parole di Zay su certe cose, troppo come il passato e a me non piace. All'epoca mi sono fidata delle sue parole e le sue credenze per capire quel... diciamo suo mondo e per i miei esperimenti. Comprendere qualcosa che ritenevo ormai solo facente parte di leggende e superstizione. E poi volevo credere perchè cercava qualcosa, desiderava qualcosa e sapendo cosa significa non poter avere e raggiungere i propri, decisi di credere e seguire il corso delle cose aiutandola. Volevo vedere, capire! Quindi è diverso..."

"E le cose che pensi di avre sperimentato?" domandò lui come se stesse cercando di farle capire che davvero forse qualcosa cèra

"Quale intendi?"

"La parte in cui era in camera tua, avevi discusso con lei su cosa volevate fare con quella gente negativa,  e poi ti sei sentita come se qualcosa ti bloccasse al muro e strozzasse"

"Sai come la penso, se quella cosa fosse vera o meno, credo dipenda dalla mente. Un pò come l''Hoodoo. Se credi davvero, questo lo percepisci come reale. Quella volta fu molto strano, lo ammetto. Sembrava davvero, veramente reale, che qualcosa mi avesse spinta, sbattuta contro il muro e tenesse là con una mano sul mio collo. Se per strozzarmi o meno non saprei ma rimasi così per molto, finchè non mi incazzai e iniziai a immaginare di prenderlo a legnate di brutto, contrastarlo con la mia energia finchè non mi liberai. Come tutte le altre cose, è stato alla fine divertente e mi viene solo da ridere alla cosa, non avevo paura ma rabbia per la situzione. La cosa brutta delle religioni e supersizioni è la mente. Più restavo in contatto con loro e credevo alle loro cose, più mi sembrava che qualcosa fosse vero. Che accadessero le cose. Comè che poi magicamente le cose sparirono quando mi arrabbiai per non aver aiuto,  per  l'unica cosa che volessi? E poi appena li ricontattai per le lettere di addio, ricomincò qualcosa, poi niente, poi dinuovo per la seconda e ultima... è la mente Milan. La mente è capace di rendere reali molte cose,  se si finisce a crederci e la si aiuta ad accettare certe cose..."

"E spiegami anni prima quella presenza che hai visto, senza nessuna influenza, quei piedi in primis e poi il resto in quella casa..:"

"Erano case vecchie tramutate in uffici e aule di corsi professionali. Anche se ero sicura e percepivo che vi fosse qualcuno vicino a me, massimo lontano un metro, ne vedevo chiaramente le scarpe, le gambe dei pantaloni e io... l'ho visto varie volte finchè non mi sono voltata definitvamente e messo fine alla cosa,  urlando nella mia testa che no, non cèra nulla e nessuno. L'ho visto e non lo nego, ho percepito chiaramnete che cèra qualcuno perchè pensai fosse il tutor che guardava vicino a me cosa facessi. Ero l'unica di quella fila di pc, ma non significa nulla. Suggestione magari,  perchè  odiavo che la gente guardasse cosa stessi facendo, ossia i cavoli miei..."

"E pensi sia suggestione?"

"Assolutamnete, come quella volta ! Perchè significherebbe che otlltre quest a vita da schifo esistano altri piani dove la battaglia non ha fine. Dove si è sempre in un angolo a scontrarsi con qualcosa o qualcuno,  che sia piano fisico o meno , e no ncè mai fine a ciò. Sempre combattere e affrontare, alla lunga stanca!"

"Eppure, qualcuno ti direbbe che proprio tu che hai voluto capire e approfondire ciò che ti diceva la tua amica, hai cercato di credere per tua conoscenza e capire lei e poi cosa hai vissuto, è reale. Quelo in cui io credo e mio fratello, sono veri. Siamo cresciuti in ambienti dove queste cose erano vere, sentite, temute, ancora agendo di conseguenza... tu non hai risentito dell'influenza dei tuoi in quel senso,  per quello che sei, io l'ho sentito, visto e provato tutto. Che questi accordi possano..."

"Milan, questa gente è quelli là. Voglio credere che essi non esistevano, che ti stia solo accompagnando come con lei e..."

Ma quando giunsero davanti l'ampio spiazzo dell'efdicio che dovevano raggiungere, notò delle figure e rimase sorpresa.

"Cè qualcosa che non va..:" sussurrò per poi sentirsi come se le cose scivolassero  a una velocità diversa. Sembrava come uno spettatore in una sorta di film che vedeva dall'interno. Non può essere, pensò. Che sia di nuovo...

Seguì la scesa dal cavallo, quell'edificio che svettava  verso l'alto scuro e lucente come ossidiana decorata e allerita dai vetri, sembrava richiamare il duomo di milano ma era diverso, solo l'aspetto apparente richiamava l'altro ed era opprimente nella sua forza e aspetto.
Si voltò verso Milan che aveva lasciato il suo cavallo per andare versi gli scalini, lei stranamente si trovava già davanti le scale verso l'alta costruzione e lo seguì con gli occhi mentre la superava e salutava delle figure che non le piacquero molto.Si, aveva capito e sentito che non era normale...lei si sentiva come sempre in quei frangenti.
 Fecero dei saluti strani, loro che sembravano buffi in quegli abiti ampi e si avviarono dentro, Milan con le sue Ombre travestite da sacerdotesse e alcuni degli uomini.


Lia rimase ferma ad osservare la scena, sembrava che intorno a lei vi fosse visivamente qualcosa come una pioggia o una nebbia che saliva,  in verticale,  ma non sapeva spiegarsi. Poi sulla spalla sinistra le si posò un avambraccio. Lui si era avvicinato poggiando l'arto piegato verso il suo petto, con l'avambraccio su di lei e la mano chiusa a pugno che toccava il suo petto. Si era chinato un pò per la differenza d'altezza e le disse qualcosa. Le sembrava davvero reale quel sussurro, come quando ancora parlava con Zay e avvertiva qualcuno sussurrarle con tanto di aria del respiro vicinissimo all'orecchio,  e le venne la pelle d'oca. Troppe cose che mi mescolano pensò, ma si voltò verso di lui.
Sorrideva al suo modo, che altri avrebbe preso per sbruffone, invece era solo il suo carattere ben diverso dal suo. Il osrriso diceva Milan, corrisponde sempre alla personalità, il tuo è sempre accennato o tirato. Sapeva che cèrano moemtni in cui sorrideva davvero, di cuore, ma sembrava tutto confuso e irreale finchè no nsi voltò di nuovo verso di Lui e lo vide ancora con un sorriso a bocca aperta dove per l'appunto mostrava il suo carattere.  Si, sorrisi diversi, pensò lei.

"Stai ancora chiedendoti cosa gli frulla in testa?"

"Innanzitutto dove eri finito! Dovevi essere al tuo posto nella fila  dall'altro lato di Milan, ma non cèri... e poi...Io  non ne ho di risposte, mai avute e ne avrò, perchè Milan tiene sempre questo lato quasi più per sè che per il Cambiamento... "

"Secondo me è perchè lo abbracciano poco..." disse lui come uno sfottimento, che però fece strorcere il naso a lei "Sai intendo qualche tenerezza dimenticata delle braccia della madre..:"

"e da cosa ti viene questa strana poesia?" chiese lei con una nota quasi di disgusto

"A tutti piacciono gli abbracci, ma ci sono quelli che li anelano da impazzire" disse lui quasi sussurrando mentre lei gli lanciava un'occhiata "e poi ci sono quelli che per la loro mancanza fanno cose..."

"Oh, dai. NOn ti metterai a parlare di nuovo del suo passato, di quanto gli manchi e va compatito, dicendo che rispetto a me cè..."

"Cosa pensi di aver sempre detto? Io ti ascolterò comunque, ma lo faccio anche con lui. In modo diverso ma lo faccio. Siamo amici, anche siamo con lui quasi per sbaglio, ma questo non vuol dire che non senta..."

"Sempre la tua tendenza ad a cquattarti da qualche parte a dormire,  e sentire le cose, eh?" prendendolo in giro, ma non molto bonariamente.

"Le orecchie mi funzionano, non è che perchè la gente non mi veda io sparisca..:" facendole stringere le labbra in una linea.

"E dimmi, cosa pensi che capiresti del mio parare con Legeia,  se per caso tu fossi spalmato a crogiolarti al sole come le lucertole? Se tu dovessi sentire qualcosa che non ti va, mi prenderseti e buttassi via,  perchè non sono quel che vuoi che io sia?"

"comè che hai detto una volta?" sorridendo sempre a quel modo con gli angoli della bocca che saettavano verso sopra,  in una risata aperta, che altri avrebbero preso nel modo sbagliato "Come puoi imparare ciò che non è stato mostrato?"

"Quello riguardava un'altra cosa..." rispose amaramente, poggiando la testa sull'avrambraccio ancora là "cosa capiresti da certi discorsi? Comprenderesti cosa mi fa star male e del fatto che no ho voluto rincorrere un mondo che non mi vuole..."

"E... quale mondo no nti vuole? Magari cè nè uno che invece non è così stronzo!"

"Davvero esiste un mondo che mi permettere di ottenere un sentimento che sia reale? O un momento che sia reale? Rispetto a quel passato che ho lasciato? NO, non ottenere... provare, sentire... perpecire cose per tutti dicono sia importanti nella vita! ma reali!!... Raggiungere quelle cose che non sento .Mi snetivo prima come una randagia che è costretta a stare in un ambiente a lei ostile e negativo,  perchè ci sono dei muri che gli altri le emttono. E ora in un cambiamento che non so a dove porti vista la situazione...  Quanto vale un sogno?"

"Vale tutto ciò che puoi mettere e di più. E poi, se non sei sola lo trovi quel posto..." facendola girare verso di lui.

"Voglio fermarmi e sentire di appartenere a qualcosa! Pensi che troveraio mai un luogo per te?" girandosi a guardare quella gente.

"Non un luogo per noi?" vedendo la sua smorfia
 "Molte volte le catene possono essere anche mentali..." rispose noncurante per poi correggersi vedendo che lei aveva cambiato espressione, anche se vedeva solo il suo profilo "voglio dire, come la storia della caverna di platone. O il concetto della continuità di una persona. Mi riferivo a quei casi. O come per te, paure e sensi di colpa che ti mettevano addosso da pensare che non esistesse qualcosa per te. Loro sono quelli che rimangono sempre uguali,  su vari sensi, mentre tu sei qualcosa che cresce oltre le loro aspettative  o limiti, non so bene come intendere questa cosa.. ma tu sei tu ed è ottimo così!. E Milan che dice di questa tua situazione mentale'?"

"Tu dove lo vedi?"

"Insieme ai preticelli?"

"Appunto!"

"E cosa vuoi fare? Cosa facciamo?"

"Come ho detto ho smesso di rincorrere un mondo che non mi voleva come ero, qui cè cosa cercavo ma anche un sentiero che stiamo costruendo pietra dopo pietra per qualcosa... pensi che la troveremo? Sbagliamo noi a desiderare un luogo che sia un posto...?"

"Direi di no, tutti vogliano un pò di felicità e...

"Per Milan si deve vedere prima la strada che si decide di percorrere e poi tutto il resto. Secondo lui si vive per seguire un sentireo per la felicità. Ma non sono sicura di accettare questa cosa. Afferma che da piccolo la mentalità chiusa, ristretta e all'antica del posto dove abitava, compresa la città, faceva capire che non può esistere nulla che non sia tangibile, spiegabile, riscontrabile dello specifico anche fisicamente. In parole povere gli dicevano che la sicurezza della vita era la famiglia, le attività che continuavavano con le generazioni, i pezzi di carta con valenza legale..."

"parli della lista della spesa della società là fuori? Tutte quelle cazate come anelli, doni materiali invece di quelli più importanti e che possono davvero perdersi, la sicurezza del lavoro del padre, del nonno, del parente di chiss à che nome e..."

"Eh!" fece lei con rabbia "tutto ciò che è tangibile, verificabile, materiale, vedibili da tutti... mentre lui desidera un mondo che di fatto bsognerebbe crearlo in altri modi. Togliere differenze che notava su di se e di quelli che erano in città e poi quando è partito per il militare... e lui li chiama  -il mondo deifinti nornali=""-, ma per me aaridi e vuoti... Mentre io aggiungevo alla mia disperazione quelli che mi  dicevano chi essere, cosa essere, perchè non ero ciò che volevano vedere. Non vedevano come sbagliati per me quei traguardi della vita che chiamo liste della spesa,  che per me non avevano valore. Volevo dei valori diversi ma invece di abbracci e affetti, ho ottenuto solo ordini, richieste forzate, attese obbligate e dimostrazioni perchè mi avevano fatto nascdere, cresciuta, ero il loro futuro. Io dovevo tutto a loro. E questo solo i parenti... Il mondo andava avanti,  secondo loro,  quando invece stavano molto indietro, e io sognavo me in un altro  dove non ero quel niente che ero divenuta. NOn facevano altro che parlare, sussurrare come segreti, mentire perchè io mi spingessi dove volevano senza capire che sarei morta ancora di più dentro, finchè non sarebbe giunto un crack così sonoro da uccidere solo me, con un gran botto, ma senza colpire gli altri. Se prima ogni giorno sentivo eco delle loro parole penose e colpevolizzanti, adesso acora di più perchè pensano che io sia stata egoista e stronza da lasciarli soli,  in un dolore grande , non pensando a loro. A me però prima non aveva pensato nessuno..." con molto dolore nella voce.

"So che non è stato facile e che ness'un altro a parte me e gli altri hanno creduto in te,  e so che sei quel che vedo, la realtà. Questa è una realtà. Un mondo dove emerge solo... te! Il tuo mondo è come il mio, quello di Milan, quello dei ragazzi, e non come quello degli altri che  attraversiamo, diversamente da come farebbero. Posso dire consapevoli e liberi?""

"di cosa parli?"

"Di quello che io sono e sarò. Di ciò che tu sei e sarai. Tu vedi le cose che loro non vedono. Sei come loro non sono. Siamo altro. Siamo l'anticipo delle persone che non ci sono ancora. Che non ti spezzerai fintanto che sai e sentirai chi sei,  e questo non te lo possono togliere, come si è visto. Tutto ciò che volevi potresti esserlo, così come per me. Siamo amici eppure vaghiamo nel mondo come... mh... se dico esseri diversi dagli umani è troppo pretenzioso?"

"Ti vedi non come un essere umano?" sorrise lei

"Se i vegani pensano di essere più che uomini, noi siamo ancora sopra...E poi io ti conosco, siamo amici,  e non hai paura. QUindi sono più che un uomo... ci siamo detti chi siamo,  ci siamo aiutati ad essere noi perchè non pensiamo a cambiare le persone come fanno gli altri, curandoci ed essendoci. Con Milan a bbiamo visto cose che gli altri, i comuni, non potevano... DAi, siamo migliori degli altri.." ridendo a modo suo, dandole una spintarella con l'avambraccio, facendola ridere.

"Se iniz a fare come dici e come Milan, ti lascio qui e me ne vado..:"

"E per dove? Quale altro luogo oltre con noi cè, per te? E mi lasci qui?"

"Magari... esiste un mondo che vede solo ,te... e chi vuole vivere davver con te senza pregiudizi e regole passate..."

"Tu sai che qaundo giungerò il momento che cosidererò massimo, io me ne andrò? Milan ha promesso di aiutarmi e tu resterai solo solo il tempo di andare avanti e trovare la tua vera strada. Quando parlavamo di un posto per noi era solo per immaginare... ma io non riesco a restare. Anche con te, anche... non è pi un posto per me, questo mondo" disse sospirando doloramente.

"Quando sentirai di andare, si vedrà! Quel giorno... non so come considerarlo"

"Tu non sei come me, intendo come carattere e persona. Se siamo simili in alcune cose, in altre proprio no e... rispetto a me tu non hai tanto ricordi e dolori che con il tuo carattere fanno a pugni da fermarti. So che perderei momenti, situazioni, istanti con te ma... io sono ormai rotta. Insanabile. Se tutto questo significa andare avanti e costrutire un mondo dove tu possa essere felice e vivere come meriti, resterò il necessario, ma sperando che tu provi per me un'affezione che ti porti al mio fianco, quel giorno quel momento. Ma sai che un noi come amici speciali in un psto nuovo come due persone così strette da sognare un paradiso per loro per viverci per sempre... non è mai stato praticabile. Se il tuo affetto per me è forte e vero,  mi auguro davvero che tu sia felice per me per andarmene serena e con chi volevo al fianco, anche quel giorno."

Lui no nrispose per un pò, guardandosi intorno.

" E questo di oggi... quel mondo..." disse sussrrandolo " non è quello che Milan vuole fare? Quel mondo che sogniamo per chi verrà dopo?" riflettendo insieme assorti

"MA lui... lui..." come se volesse dire qualcosa ma temesse.

"Ragazzo, andiamo, ti pare il momento?" chiese di colpo Jd apparendo da dietro, guardando Lui e il braccio, come un rimprovero "Ricordate cosa siamo? Composti" sorridendo però.

Lia sorrise e allungò il suo di avambraccio,  ma destro rispetto a Lui che era il sinistro,  e gli si appoggò sulla spalla e Jd ridendo disse "DAi, che facciamo il trenino davanti a quella gente? Siamo qui per mostrare cosa siamo o parlare di cose nostre in quel modo? Capisco che vi sentite... come senza poteri davanti alla sua decisione, ma siamo quel che siamo no? Più dritti!"

Lia sorrise ampiamente poi... rimase con il sorriso gelato un attimo, cèra qualcosa di strano e lo capiva. Perchè quei discorsi strani? Si guardò intorno e poi vide di nuovo quelle figure e Lui le chiese cosa avesse, mentre Jd smebrava svanito.

"Qualcosa non va?" le chiese così vicino,  che la sua spalla sinistra colpiva il suo addome essendo pià alto.

"Che i morti risorgono, si levano alte le trombe di battaglia e infuria la tempesta del cambiamento..." rispose lei scambiando occhiate con quelle figure.

"Cosa cè, che succede per dire così?" le chiese allungando il braccio sinistro verso la spalla destra di Lia perchè si voltasse verso di lui.

"Qui non cè qualcosa che non va" dissè lei e tutto scivolò via come liquido in uno scarico.

Era  poi in un corridoio che dava in una grande stanza rettangolare ammobiliata in legno. All'interno vi erano delle persone mentre lei era al buio con Lui. Gli toccò l'avambraccio per fargli cenno senza parlare di star fermo,  mentre udivano la conversazione. Poi di colpo qualcuno pose una domanda.

"ma quelle luci erano spente anche prima?"

QUando tutti si voltarono verso il corridoio che dava da un'altra stanza, opposta alla porta da cui erano entrati loro ed era chiusa in quel momento, Lui accese lo zippo che teneva sempre dietro, mostrandosi alla luce calda e più debole di una lampada della fiamma, facendo sorprendere tutti. Era poggiato con la spalla destra al muro, rilassato.
Lia invece sbucò da dietro di lui e si avviò verso la tavola rettangolare che prendeva buona parte della stanza.

"Come andiamo, si cospira, qui, eh?!"

Si avvicinò al lato meno pieno di gente e osservò i mobili,  si sistemò  sulla prima poltroncina che era disponibile, modello Savonarola in legno massello, finemente intagliata, pieghevole a struttura incrociata, modello Rinascimentale.

"Davvero interessanti queste sedie! Non le fanno più, purotrppo in quel mondo imbecille. non che prima fosse meglio, ma parlo a livello di intellingenza... come abilità e maestria erano oro!" disse tra sè, sentendo sotto le mani i braccioli intagliati e scrutandosi intorno, mentre Lui si metteva accanto a lei e si ppoggiò di nuovo come prima ma nell'angolo del muro prima del corridoio, essendo seduta sul lavor finale del tavolo.

"ma tu non dovresti essere morta?" domandò di colpo Ric, bloccandola mentre provava la sedie. POi fece una smorfia.

"Stà sedia è una piscina però, chi l'ha fatta e per chi? Qui ci si potrebbe sedere Lubo tranquillamente,  al contrario,  e con le spalle entrerebbe bene!" alzandosi mentre Lui ridacchiava.

Lia andò verso la finestra, una di quelle che erano dietro di lei da seduta, e guardò fuori, poi si rivoltò guardando i presenti. Conosceva solo alcuni di loro, gli altri immaginava chi fossero.

"Sei sempre così, Ric. Ma immagino che tua moglie, se è vero quello che dice, sapesse già che la sottoscritta ancora swishava in questo mondo..."

"swi...cosa?"

"sfrecciare come un serpente, va bene? Lo preferisci?" disse sbottando Lia, sospirando e mormorando "Sempre l'uomo delle capre..."

Poi restò in piedi, abbigliata diversamente da ore prima all'arrivo. Se prima indossava giacche particolari in pelle come tutti gli altri, per poi togliersi la giacca per andar via a piedi, ma questo le semrbava chiaro ma non ricordava fosse accaduto, avendo un gilet di pelle nera perfettamente smanicato e sagomato, con una zip al centro che chiudeva in liinea con il taglio dritto dell'indumento, con pieghe dic cucitura e tasche oblique, con lacci ai lati vicisbili. Mentre in quel momento aveva pantaloni diversi e un gilet più corto, con un taglio dritto nella parte dietro e laterale per poi aggancirsi tramite le cuciture che scendevano sopra i seni con un motivo a treccia, alla parte anteriore, che scendeva a punta chiudendo la zio. Il colletto questa volta era presente che somigliava a quello di una giacca di pelle e dietro e dalla fine del giubetto si notava che aveva qualcosa sotto, anche dalle maniche. Vestiva sempre di nero e color pelle scura.

Cosa vedono i miei occhietti! L'allegra combriccola alla fine si è riunita, tranne Zela a quanto vedo, ma il vostro sogno si è finalmente avverato!" guardando Zay "mi auguro però che questi scarafaggi siano meglio di come li percepivo io. Sei sempre stata troppo buona, troppo cuoricinosa da credere che esista gente buona sotto la feccia che li maschera..." mentre qualcuno si alzava e lamentava.

"MUTO! SIlenzio! O ti tappi quella bocca o ti prendo per quel parrucchino che ti ritrovi e ti faccio provare se l'uomo può volare davvero tramite la vostra magia del cavolo o meno! Ti faccio appendere a quella finestra del secondo piano per un piede e vedrò se il tema "I believe I can fly" esiste anche per voi preticelli! Ora ti siediswishava come quegli altri che prendevano in giro loro in chatswishava o devo incazzarmi davvero?"

"Lia, cosa è stato detto" iniziò il tizio ma lei stoppò con una mano e aspettò che quello che comparve alla finestra si fermasse.

"Gilgamesh, vieni qui" disse lei ma prima che Lui le gettasse il bracciale per falconeria,  che prese da qualche parte dalle tasche, l'uccello balzò sul tavolo, pomposo e col petto in fuori. Alla domanda dell'uomo che cercava di parlare, lei rispose che era solo un assiolo facciabianca settentrionale, dal corpo sotto bianco, tutte le piume superiori di varie sfumature dal grigio al nero con una sorta di sezione come guance nere in contrasto con il viso bianco e gli occhi di una rancio fiammante.

"Andiamo Gilgamesh, sai che non mi piace che state sui tavoli di legno!..." proruppe lei preoccupata per il tavolo "potevi appizzare le zampe sulle teste di quegli imbecilli là, no sarebbe uscito di certo nulla e non sarebbe stato un guaio, ma non su tavoli di legno se snon pure antichi..." ma l'uccello non aveva ntenzione di saltare sul braccio, guardandosi invece intorno.

"Ecco perchè non amo le cose fatte come le decide Milan" disse con tono piccato a Lui,  allungando le braccia con le mani a indicare l'uccello che se ne fregava di lei "si è voluto portare l'unico uccello vanaglorioso come lui perchè il suo preferito!" sbattendo poi la mani sui fianchi con un ringhio di gola.

"Giuro che lo faccio sparare da qualche cannone antico della sala dei Cimeli!" disse mentre l'uccello la guardava male "Se avessi preso il caro Nibelungo, invece di te..." disse tr ai denti.

"Gilgamesh!" disse Lui e l'uccello lo guardò e volò sul suo di bracciale messo apposta, lasciando Lia a muovere la mascella irata, voltandosi con le mani sui fianchi a brucare con gli occhi altrove per non spennare la bestiolina.

"Alaric dice che quelli che sono come te si comportano così,  come te..."

"Chi ha parlato.." sbraitò lei, andandogli vicino e tastandogli le tasche finchè non prese qualcosa e si avviò alla finestra. Accese la fiamma e fece dei segni particolari, finchè non fece un gesto cattivo come di buttare via qualcosa e con rabbia borbottò un-v èffanculo agli uccelli spocchiosi pure=""-- span=""-

QUando si voltò,  appena dopo il gesto e mentre ancora borbottava,  vide Lui come spaventato, lo guardò come non capendo e gli rimise l'accendino in una tasca. Lui toccò e fece un sospiro di rilassamento, ma la cosa lei la vide e quando si sedette lofissò con occhi a fessura. quando l'uccello fece il verso lei si girò piccata.

"EHHHK, cosa!!" sistemandosi nella sedia savonarola, avvicinadola al tavolo "boriosi, tutti. Tutti!"

Quando lo stesso persoanggio si lamentò di nuovo con lei, lo zittì di nuovo dcendogli che se continuava lo andava a rasare la notte.

"Poi voglio vedere spelato come becchi le stronze... ah, dimenticavo. Ti cercano oslo le approfittatrici..." poi si voltò verso Ric e Zay "' chiaro che come si dice, la ruota del tempo gira e pare mutare, ma torna sempre indietro. E quindi oggi ci siamo rivisti, ma mi auguro che non crediate veramente che le cose possano cambiare nel senso che volete voi. Io ormai seguo una persona..." facendo però una stana faccia sull'ultima parola "Il mi oessere qui è solo connesso al mio desiderio di un mondo veramente di esseri umani. Pertanto la mia vita è collegata quella persona e al Cambiamento. Posso... Posso affermare sicura che la mia vita è collegata a Milan e al Cambiamento! Là non poteva accadere. E adesso Fintanto che le nostre intenzioni collidono,  resterò al fianco di quell'uomo e lo sosterrò, ma questo vuol dire solo una cosa. Che le nostre strade non si incroceranno di nuovo,  se andranno ancora parallelamente a fianco per le idee. Adesso sono io che faccio le scelte, interamente mie, e io scelgo. Questo nostro incontro di adesso non è affatto per i vecchi tempi, sapete come ci siamo lasciati, per quale motivo e come l'ho presa alle vostre risposte per quelle lettere finali. Anche verso la fine, le persone non hanno saputo far altro che farmi dispiacere. Le vostre parole, anche se per ipotesi non volevano affatto dire quello, sono state taglietni come rasoi e mi hanno provocato dolore. Che vi piaccia o meno, è stato così e mi avete fatto capire che le nostre considerazioni comuni su un mondo diverso e più giusto arrivavano... solo fino a un certo punto...."

mentre parlava l'uccello ebbe la bella idea di svolacchiare fin sulla tavola e passarle davanti come in una marcetta, frapponendosi con la sua andatura particolare,  tra lei e le persone che stavano di fronte, perchè aveva voltato la sedia verso la sua destra per essere di fronte. Lei lo seguì con gli occhi da sinistra a destra finchè questi non si fermò, si girò e con gli occhi la fissò intensamente. Lei sembrava sul punto di staccargli la testa a morsi per l'astio che provava, alnzando le sopracciglia e guardandolo come una sfida di sguardi.
Lui si staccò dal muro, mosse la mano sinistra dietro di lei senza capire per far cosa e lei sospirò ampiamente, chiuse gli occhi pochi secondi per girarsi e seguirlo nell'avvicinarsi al tavolo, porgere il braccio e portarsi l'uccello con se di nuovo,  appoggiato al muro. Non fu detto niente, ma dai modi di fare e gli sguardi fu chiaro che Lui aveva posto fine alla cosa. Infatti lei si calmò, nonostante il suo discorso non mutò molto.

"...I vostri discorsi secondo cui io non dovevo guardare quella feccia che mi fece del male, che non dovevo incavolarmi nel vedere loro che facevano cose mentre io ero nella melma... voi come quelli che ho lasciato alle spalle non avete avuto ls testa di capire che, dire a una persona come me che no ndoveva guardare loro dal vivo,  perchè visti in giro o in foto,  e odiare, significava offenderla lo stesso. Non vi è passato in quel cervello che forse sentirsi dire che vedere quella feccia in luoghi vari, a cena con ltra gente, con grossi sorrisi in quel posto o a fare quello,  non doveva significarmi nulla ma fregarmene, faceva male auguale a tutto il resto? IO AVREI VOLUTO UN BRICIOLO DI QUELLO CH E QUELLA MERDA FACEVA E MOSTRAVA,  E INTENDO VIVERE QUEL POCO CHE VOLEVO!!!" urlò sbattendo un pugno sul tavolo, facendo innervosire l'uccello che aprì le ali.

"Deisderavo la compagnia di qualcuno, volevo che qualcuno stesse al mio fianco, che vi fosse qualcuno che mi accettava per quello che ero,  che  potevo essere e non la perosna schifosa o altro che giudicavano, ero solo diversa. Mi sono sentita, per tutta la vita, presa i giro davanti e dietro perchè amo gli orologi meccanici a carica manuale o automatici, che si vedono i meccanismi. I minerali e gemme da collezionare e guardare. Opere che mi colpivano. La scrittura a mano, i pennini in ferro o vetro e il loro uso con l'inchiostro nel calamaio. La scrittura antica! E tutto quello che amavo e mi piaceva...  e per queste cose ero giudicata come sbagliata!! Avevo sperato che quell'imbecille di Rò fosse diverso, che il mio fstidio nell'avere vicino le persone a causa dei miei l'avessi superato, visto che con lui non lo provavo. E invece mi ha portata solo a peggiorare, a odiare il contatto con gli altri anche solo per caso,  uscendo o con quelli con cui vivevo. Ogni persona per me era sporcizia che mi sporcava e giù di alcool e qualunque cosa pulita per togliere lo schifo che sentivo addosso. Quando dicevo che il mondo non mi volesse nonostante credessi in lui, che da piccola volevo abbracciare tutti e volerli amici, e che non mi avesse invece dato ragione, non aveva fatto nulla per le parole di quelli con cui vivevo... tutto è andato nella melma. Avete osato dirmi che non devo pensare che il mondo mi dovesse qualcosa ma fregarmene e andare avanti! ma complimenti... Qunindi il mondo è quello schifo non deve importare... ma vi rendete conto dell'imbecillità di cosa avete detto? Io ho vissuto la mia vita in una casa in cui non si vedeva mai nessuno, MAI,  tranne i cazzo di nonni e zii di primo grado massimo, perchè tutti gli altri, tutto il mondo era merda e non cèra nessuno che meritasse. Sola, semre, ogni giorno, isolata come loro... Nessuno!"

fissò i suoi ex amici negli occhi

"Sono stata sola prima e sola dopo di voi, er questo, desiderando da piccola avere amici e abbracciare tutti mentre i miei dicevano che importava solo la famiglia, soffrivo. Famiglia che mi è sempre andata contro perchè diversa! COn le vostre parole mi avete fatto male ancora una volta! Io che ero diversa da loro, che non riuscivo a stare senza desiderare qualcuno vicino a me, senza uella solitudine opprimente e quel vuoto di quelle stanze. Ero sola e in un posto vuoto,  nonostante quelle persone che vi abitavano! E poi dalla scuola in poi non ho ricevuto altro che merda, schifo, sputi e comportamenti merdosi. Sia per colpa dei miei,  per come mi obbligavano a comportarmi o mi picchiavano, sia per come mi vestivano e sia perchè avevano regole e non si cambiava, avevo solo schifo di rimando. Nessuno a casa nostra, io con nessuno anche se non cèra nessuno che mi volesse, dopo le sette di sera non si usciva a meno che non vi fosse qualche stronzata religiosa. E io sola come una cacca stagionata mentre sentivo in classe o  i pettegolzzi, cosa facessero gli altri, quelli che mi distruggevano piano piano. Facevano questo, quel'altro,  tizio, caio e sempronio erano là, facevano questo, mangiavano pizza ogni settimana, il gelato quando volevano, avevano la paghetta per togliersi sfizi che i grandi non davano... I fratelli o i miei genitori che compravano cose e le nascondevano per mangiarle loro quando dopo i pasti mi chudevano in camera perchè i dottori dicevano che non dovevo ingrassare perchè con i medicinali che mi buttavano letteralmetne di sopra rischiavo di avre problemi di salute. Sempre, tutta la mia cazzo di vita, ho desierato cose che per altri erano normali. E voi mi dicevate quello?!?

Guard altrove e non loro perchè sembrasse che volesse far male a qualcuno.

"Avrei voluto magari un terzo di quelle cose, una cazzo di briciola di quello che quella merda umana ha vissuto! Avrei voluto che il mondo dimostrasse a quelle persone, la famiglia,  che non ero io sbagliata a desiderare qualcuno vicino e che il modo in cui volevo vivere non era stronzo. Che nel mondo ci fossero persone meritevoli e con cui passare momenti della vita. INVECE NIENTE! Invece mi hano solo pestata e presa a pugni, sia in famiglia che fuori!. Avevo quel poco in più dei poveri,  veramente,  e ho cercato di meritare quella piccola fortuna di non essere finita in una casa popolare, in un quartiere orrendo con la sola possibilità di vita di essere schiava a niente per qualcuno o prostituta. Come sentivo sempre. Meglio la morte! Ma tutti i miei sforzi e quello che sapevo fare valeva niente per tutti, obblighi, sensi di colpa, rimproveri e botte, vessazioni psicologiche... sempre confrontata con gli altri, sempre a dirmi tutto l oschifo possibile pensando che così diventassi come la persona che voelvano come figlia/nipote/consocente... Come dovevo cambiare in quella maniera? Un'altra al mio posto sarebbe diventata un'altra merda,  in quella società schifosa... invece non solo tutto quello, mi sono pure ammalata così tanto da non poter fare nemmeno quel poco che volevo,  perchè era solo dolore e sofferenza anche fisica! Sono arrivata ad ammalarmi per quanto soffrivo e di nuovo nessuno capiva o voleva vedere E POI VENITE VOI A FARMI LA MORALE SUL MIO ODIO PERCHE' VEDO LA GENTE SCEMA CHE VIVE E NON DOVREI PARLARE!!! QUindi vaffanculo con i vostri modi contenti di vedermi perchè non è reciproco! Potete benissimo darmi della stronza, ingrata, schifosa, tutto quello che vi viene in mente perchè ci sono abituava, come facevano tutti loro ogni giorno, ma meglio così che essere solo uno zerbino!"


"ma ora sei in piedi..."

"Vaffanculo!" urlò alzandosi "lo devo solo a quell'uomo e al fatto che in quel giorno ha creduto in me,  da allungare una mano e dirmi di camminare come meglio credevo facendo un accordo con lui. Quel poco che volevo e nessuno mi aveva dato, ma anzi rinfacciato, l'ho avuto dopo e solo perchè avevo fatto una promessa a lui, l'unico che voleva aiutarmi a trovare pace finalmente, che voleva e poteva farlo... E' questo che volevate sentire? Oh, è rinata e sta bene, ha uan vita che le va bene..." per avvicinarsi al tavolo e posare le mani aperte su di esso "se pensi veramente che sia come dicevate, vi sbaglaite. Perchè quello che sto vivendo è un riflesso di quello che potevo avere, bastava solo che gl ialtri avessero fiducia in me, mi lasciassero quel pò di libertà di cui avevo bisogno e sostegno senza urla e altro...me ne andassi, trovassi la mia strada, con tutti i sacrifici del caso, ma non quello che ho sopportato e pure sentito!  Se io sono qui, così, adesso non è per voi, non per il vostro bel buonismo e non esiste affatto una rinascita come accade ad altri , che alla fine, vaffanculo, non fanno altro che raggiungere quel sogno di lavorare,a vere una casa, figli e le solite menate che vi siete fatti pure voi, e quando ho espresso preoccupazione che potevate annullarvi e cancellare tutto ciò,  che volevate e itnendevate fare per i figli, mi avete trattata da schifo! Io sono quello che sono adesso davanti a voi per questo "toccandosi la tempia" non per voi, non per nessuno! COnsocendovi ho solo capito che la mia vita era più schifosa di quello di cui ero sicura, con voi e con quel viaggio ho solo capito di essere più miserevole fuori e dentro di prima e che non avrò mai nessuno che mi vorrà davvero bene da aiutarmi ad andarmene se fossi ancora in quel posto. Se stavo ancora in quel posto, anche parlando ancora con voi, solo la tomba mi avrebbe aspettato,  perchè questo era! ma arrivando con più sofferenza ancora, rispetto di un aiuto da qualcuno che mi volesse bene. Facile dire che per amore si può fare tutto, ma io ho visto con i miei occhi e so per esperienza che l'amore per tutti voi stronzi è solo teneerti incatenata anche in condizioni pietose per il vostro buonismo per VOI. TUTTI FOTTUTI VOI! E voi lo sapete quando ho pregato tutti, tutti li chiamati prima, implorati e poi maledetti poi, quei dannati Dei, perchè non davano questo corpo e quella vita, meno della media, ma sempre qualcosa di grande per altri, a qualcuno che lo meritasse, che invece della morte potevano vivere ciò che restava a quel corpo edessere felici. Se avessi potuto con i mezzi di Milan, avrei volentieri barattato in tutti isensi la mia vita con un'altra persona! Veramnete... ma ho avuto solo pedate da tutti e frasi e commenti da voi da farmi incazzare di più!

Si rimise seduta, guardandoli come se volesse mettere una bomba sotto di loro e farli esplodere tutti.

"Davvero esiste un mondo che mi permettere di ottenere un sentimento che sia relae? NO, non ottenere... provare, sentire... perpecire cose per tutti dicono sia importanti nella vita! ma reali!!... Raggiungere quelle cose che non sento .voglio fermarmi anche per un attimo ma capire, sentire di appartenere a qualcosa e non come una randagia che è costretta a stare in un ambiente a lei ostile e negativo perchè ci sono dei muri che gli altri le emttono. " ma si fermò di colpo, qualcosa non andava e ne se rendeva conto. Ma continuò conunque la discussione, cercando di fare attenzione a piccole cose.

"E pure nella morte sarei stata solo la stronza egoista che non pensava mai agli altri,  ma solo a se stessa, quando io per me stessa non ho fatto altro che decidere solo per la coppetta,  niente altro di veramnre rilevante per la mia vita: solo per gli altri, per non sentirmi trattare di merda. Ancora finoa ad oggi quegli imbecilli non sanno neanche che scelsi quel liceo perchè alla scuola media le insegnanti mi dissero che io,  con i miei problemi di dialogo, quando avevo solo paura degli altri e come mi trattavano, e come secondo loro non capissi niente, meritavo solo una scuola chev aleva come me. Zero. E mi convinsero solo per delle frasi. Mi dissero che l'unica cosa che potevo fare per i miei genitori era, visto che ero una pessima figlia oltre che essere umano, andare in un posto dove il mio poco cervello non dovesse essere usato. Altrimenti non lo avrei fatto mai, nessuno che sa che anche dopo tutti i miei urli per farmi sentire nessuno mi abbia mai detto grazie, complimenti per i tuoi sforzi lo capiamo, o altro... NIENTE!!!! "

Sentì Lui parlare, ma fece finta di niente.

"La vita non è fatta per gli spettatori, se resti solo a osservare ti accorgerarai tardi che hai lasciato scivolare via la tua vita senza aver... vissuto nulla!! Per quanto mi riguarda tutti quanti potete anche crepare, mi spiace dirlo ma da quando mi si sono rotti i marron glassè,  che erano così gonfi da non passare dalle porte, me ne frego se poi appaio una merda atomica! ma sappiate che dalla scuola elementare ad oggi sono fottutissimi anni e anni che subisco, sopporto, mi tengo dentro,  perchè parlavo p facevo schifo o ero trattata peggio. Mi sono pure ammalata e ancora cè QUALCUNO che non ritenevo la feccia là, che mi fa discorsi dell'asilo! Anzi i bambini dell'asilo tranne quelli traviati dai grandi, sono più inclusivi e aperti degli alduti. Pertanto mi dispaice se anche per tutti voi io no nsono stata una persona come volevate,  ma sapete comè, dopo tutto quanto, non farei una piega se avessi un'astronave fuori l'atmosfera terrestre e vedessi la razz aumana estinta... E tra l'altro, dopo le belle frasi che vi ho sentito dire direi poco tempo fa, le ultime volte che vi sentitivo, grazie di quello che avevate fatto e come mi avevate vista all'ultimo, e volevo dirvi avvio! e ve ne siete usciti così... se fossi andata via di casa molto prima, se avessi incontrato qualcuno come Milan, Jd, Lui" indicandolo " io non sarei diventata QUESTO, che piace meno ancora della me originale! La mia colpa,  e lo ammetto,  è proprio quella di aver deciso di mandare trutto affanculo, di non aver tentato oltre dopo i fiaschi in marina e carabinieri, per un fotutto centimentro o un punto per cui sarei entrata. E quel cazzo di viaggio fatto con te che per paura di quello che mi apsettava a casa, sono tornata come una invasata rifacendo un biglietto e fui cazziata per quei soldi!  perchè hanno scoperto quello che eri per colpa dei medicinali, per tutto quanto,  che mi hanno rovinata di più! Non ho avuto nulla MAI, neanche alla fine!  Oltre Rò, lui è pure da aggiungere...QUindi andate a quel paese tutti e se foss eper me farei saltare questo posto in un botto solo, così la finiamo pure con le cazzate di Milan di..."


Si fermò perchè Lui parlava in russo , qualcosa che gli altri non capirono ma sembrava russo, e senza guardarla, diceva qualcosa. Lei mosse la mandibola, come riflettendo, piena di rabbia e odio, si sollevò dopo esser stata china col busto, e incrociò le braccia.

"Vi dico solo una cosa, vedete di fare andare bene tutta questa manfrina con Milan così non vi vedo più e lui è contento di questo cavolo di accordo, che..."

Lui continuò a dire qualcosa in russo, e ogni volta che lo faceva lei sembrava perdere la rabbia, sbuffava e stava con le rbaccia conserte così duramente strette,  da vedere i muscoli tesi. Ma mentre lui diceva qualcosa accarezzando l'animale, lei si voltava di più con la schiena verso lui e gli altri, finendo per guardare la finestra, finchè non sbottò, ma er apiù calma di prima.

"Eccovi qua alcune cose perchè quei pretacci decidano meglio. Non sono da parte di Milan ma miei, solo dei piccoli incentivi ulteriori e che devono essere a lui segreti, perchè la cosa vada meglio in porto. Queste persone indicate qui valgono, se io scopro che non saranno prese in considerazione come personalità, quel che diranno e sono pronte a fare, torno e manderò tutto alla'ria che da cinquecento chilometri lo prenderanno per fuochi d'artificio..."

"poydem, my opozdayem ..."

"QUindi sbrigatevi, così mettiamo fine a questa storia e tutto torna come prima..."

"ya s toboy.Kogda ya s toboy, ya khochu tam i ostat'sya. Poydem v eto mesto."

lei voltò poco sopra la spassa sinistra il viso, chiaramente indirizzando l'attenzione a Lui che diceva qualcosa. Sembrava aver perso tutta la rabbia, era solo parecchio infastidita.

"Yarost', kotoruyu ty chuvstvuyesh', pover'..." ma lei alzò una mano dritta con tutto il braccio, perpendicolare al apvimento e concluse l'incontro fissandoli come con suffiecienza.

"Mi auguro solo che degl iscarafaggi come voi abbiamo detto almeno un frammento di verità, per questi due essere qui... Perchè se sono qui solo per vostri comodi, giuro che faccio venire qui i miei Artropodi di David e Imogen,  e vi faccio gettare dentro il primo vulcano ancora attivo esistente e con un drone guardo cosa accade... e non scherzo!"

Voltò il viso verso Zay e Ric mentre Lui diceva "Poyekhali. Nas zhdut lyudi" staccandosi dal muro e aspettandola all'imbocco del corridoio. Lia si avviò con passo deciso e lesto, senza correre però, verso l'altro e sparì nel corrodio.
Quando raggiunsero un'altra stanza, Lia si voltò e lo guardò con una strana faccia. Qualcosa le pareva strana ma non capiva cosa.

"Vale la pena prendere certe strade che magari sembreranno ahche più rapide e interessanti, ma il cui prezzo è disumano...? Che tipo di persona sono a questo punto? Davvero è solo colpa mia e devo fare la scema mostrando solo sorrisi e pace, ma non interiori?"

Lo sentìì dire qualcosa, ma quando cercò di vedere il suo viso era sparito,  e poi tutto il resto.

Lia si svegliò come se mancasse qaulcosa, come se qualcosa la richiamasse indietro. Suonava la sveglia, dalla finestra non vide che i primi barlumi di alba spostare l'oscurità della notte. La stanza era illuminata dalla piccola luce da notte con i tre funghi. Tre bei funghi con i lcappellino in silicone color panna, di cui una lucetta che cambiava colore, circondati da fogliame. Era la sola luce che teneva la notte per vedere il necessario,  se doveva alzarsi.
Respirò profondamente per svegliarsi e si rese conto che era solo un sogno. Solamente un parto della sua mente, non un incubo in cui comparivano ttte le persone che le avevano fatto male come sempre, ma comunque qualcosa... cosa voleva dire?
Erano passate poche settimane da qaundo era scappata da là, eppure ancora sognava cose assurde. Assurde perchè non le voleva rivivere o affrontare, seppur in quel modo.

"Le parole non servono, la gente ascolta solo quello che vuole e la gente ne paga le conseguenze... se vi fossero davvero persone come le vorrei vicino..."

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Capitolo 26
*** 24 ***


Chapter 24 Chapter 24

ricordo i capitoli 22 e 23 messi insieme



Un anno e un mese prima

Kianta era seduta non sull'erba,ma sul bordo artificiale che dava sul lago della zona inacessabile. La Pozza delle lucciole. L'ultimo angolo di speranza per quegli insetti bioluminescenti che gli scienziati davano per spacciati. Svanivano sempre di più in molti paesi. A causa della costruzione folle umana, dei luoghi sempre più visitati e abusati,  con la scusa di piccoli angoli da picnic o giornate di famiglia, degli idioti che inquinavano con ogni tipo di rifiuto ambienti possibili per loro. Ecosistemi finiti nella pattumiera. Tanti motivi, ancora, che portavano un'altra specie all'Adios finale. Si temeva per le api, lo si diceva dall'inizio di quel nuovo secolo, a causa dei pesticidi introntrollati per aumentare la bellezza e la quantità delle coltivazioni, per la vendita,  a discapito della natura ma anche le lucciole stavano sparendo.
Per fortuna a Milan queste cose interessavano, ed era un fiducioso sostenitore di organizzazioni e movimenti pro e per la salvaguardia non solo mondiale, ma di singoli ecosistemi e luoghi naturali in ogni paese. Oltre che le specie. Inoltre dopo varie discussioni, si era deciso che in ogni paese dovesse esservi, varata ed approvata, una legge che prometteva una bella somma di denaro o premi a chi filmava, portava prove, o consegnava chiamando particolari gruppi di controllo, la gente che gettava rifiuti ovunque, maltrattava o uccideva animali di qualsiasi tipo se non pericolosi, danneggiava irreparabilmente un luogo naturale e chi lo abitava. Era già stato fatto per i senzatetto, prima di apportare delle contromosse per quelle società cieche stupide che li odiava, che permettevano che la gente finisse per strada nel peggior modo possibile solo perchè ad esempio si era dovuto curare e senza più soli, o perchè tasse o probemi vari avevano ridotto ad avere nulla nelle tasche, ect. Per situazioni di povertà da perdere tutto e chiunque accettava addirittura che si commettere reati contro questi disgraziati senza battere ciglio.
Kianta stava con un piede penzoloni da quella riva o sponda creata appositamente per sedersi e godersi l'acqua calma,  evitando sporgenze di roccia troppo levigata o altro. Era una specie di mini conca, scavata a forma di cucchiaio sul bordo roccioso, lisciatoe piacevole al tatto, presente in una rientranza a semicerchio che si alzava dal pelo dell'acqua di dieci o quindici centimentri ocn una bordatura di pietre chiare. Di solito lei stava seduta in quel semicerchio, proprio al centro della conca, per poi vedere il resto del lago tutto naturale, che continauva in una forma non proprio rotonda, con i bordi frastagliati che scendevano fin dentro l'acqua o ne venivano solo lambiti. Era una zona che era stata ripulita e sistemata un anno prima, perchè gli animali selvatici intorno all'enorme montagna sul quale poggiava una bella fetta di Chateau e altre zone che gli appatenevano vi trovassero ristoro e aiuto senza paura degli umani. Era capitato che prima del cambiamento allo Chateau fosse usato parecchio dagli uomini al loro modo, a casaccio, facendolo diventare non proprio un gioiello naturale ma... un ritrovo per fare casino, sporcare e rovinare un pò in giro. Lei non capiva perchè l'essere umano fosse così stupido e sporco da danneggiare qualsiasi cosa gl icapitasse intorno, dicendo di volersi godere qualcosa di bello, per andarsene che lo ha ridotto a latrina. Lei non aveva visto come era prima, ma avev aletto i resoconti registrati. Aveva capito che quel lavoro della conca e quanto fatto dopo era necessario, che gli alberi e l'ambienete erano stati curati. L'acuqa era stata ripulita dall'utilizzo di prima e non voleva sapere come fosse. L'unica cosa in più che fu messa, che fosse sia per umani che animali selvatici che vi passavano o lo usavano per trovare acqua, era una specie di cascatella artificiale alla sua sinistra da dove era seduta in quel momento, che mandava sempre acqua fresca, scendendo, verso un fiumiciattolo artificiale che avevano fatto nascere e che andava in un'altra direzione. Vi era un grosso ammasso roccioso naturale che era stato scavato in cima in una direzione specifica dopo che avevano scoperto dell'acqua naturale che usciva da una zona della montagna in alto. Con dei lavoratori che avevano scalato alzune zone, avevano creato una sorta di canaletto di scolo che giungeva fin su quell'ammasso proprio, usando quel solco artificiale, che portava del bel rivolo, che si lanciava verso una base a forma di conchiglia grezza con delle pietre maltate. Confluiva in quel nuovo canaletto che portava acqua in un'altra zona controllata dalle guardie forestali  loro, che controllavano tutta la zona della montagna, della riserva naturale controllata che circandavano la montagna.

Muovendo pigramnete il piede nell'acqua, pensò agli ultimi casi di homeless che le erano capitati un pò da tutto il mondo. La cosa brutta da avere Milan come uno di quelli che faceva parte del Consiglio e poteva avere tutte le informazioni da qualunque governo che loro finanziavano, era questo. Sapere quanto schifo cèra nel mondo, che fosse primo o terzo, non importava.Era brutto, qualcuno le avrebbe detto -e perch li guardi=""-ma voelva sapere. Chi voltava occhi e orcchie per non  vedere e sentire il mondo intorno era solo u negoista e peggio.
 La gente che soffriva, per colpa degli altri, era incalcolabile. Aveva scoperto che le varie giurisdizioni di polizia anche di un solo paese, avevano nell'archivio digitale, che poteva consultare, centinaia e centinaia di schedature di senzatetto morti di fame che nessuno voleva, e voleva vedere. Se andava a cercare nelle informazioni seguendo i dati fiscali e previdenza sociale, si apriva un mondo fatto di disperazione e solitudine anche se prima erano persone normali. Peggio se erano individiu nati già nello schifo e non erano riusciti ad uscirne. Le vite di quelle persone, tutte quelle schede di segnalazione, furti, arresti, avviisi di vagabondaggio,  la facevano sar male. Era intollerabile per lei vedere a volte foto del prima o del dopo, se reano caduti in disgrazia in tutti i sensi, o se fin da piccoli, e il male che l iaveva svuotati e distrutti, prima nell'animo, poi nell'aspetto. Il peggio era leggere, come quei casi che erano arrivati, di uomiin dalle foto sfatti e sporchi, con abiti luridi e sguardi impossibili da descrivere, sapendo come erano finiti in quel modo. Uno era finito con stracci,  dati da qualche associazione di volontariato e in qualche angolo con altri sventurati,  perchè per il divorzio l'ex moglie lo aveva lasciato in mutande per davvero e lui, non potendo piu avere il minimo per i soldi che doveva dare alla donna e ai figli, era caduto male, mentre lei aveva trovato un altro tizio e non faceva nulla. Lui era finito bevendo mentre altri erano presi da  rabbia che usciva dopo aver sopportato molto. E questo individuo era finito per strada con una valigia col poco che gli era rimasto, dal buco dove era in affitto, per bere dalla disperazione e aveva perso pure il lavoro, e infine la valigia,  rubata da altri senzatetto che si appropriavano edelle cos edegli altri per sopravviere.
Non era una novità, perfino i centri per dormire la notte aperti a questi poveri disgraziati avevano una sorta di mafietta e se dormivi con qualcosa indosso, pure ti ripulivano. O peggio, alcuni riportavano bambini che di giorno andavano a scuola e il pomeriggio e la sera stavano per strada a seguire la madre o il padre, chi avevano ancora, per cercare qualche modo per dormire al sicuro, lavarsi poi per il giorno dopo. A volte questi genitori avevano un lavoretto, ma era così sotto pagato o in nero, che non avevano niente da dare per affitto e ttasse varie mensili. Poi cèra chi si era drogato ed era finito male, quello che si era ripulito per un'amante e questa era passato al nuovo pollo lasciando l'altro con ninete e una vita misera e chi, sempre l'ultimo che aveva letto quel giorno, che era stato pure denunciato e cercato dall'ex moglie per avere soldi per mantenerla, perchè no nera per i figi ma per lei,  che non voleva lavorare, e pretendev che la polizia lo costringesse a pagare. Con cosa, si chiese lei? Cosa poteva pagare l'uomo da quella avvoltoia che aveva visto in quelle foto, che sembrava più un derelitto lui,  dei militari devastati da superiori idioti con le medaglie o incarichi che li avevano distrutti, con cui David lavorava?
Quegli uomini erano riusciti a riacquistare un viso sollevato dai pesi e follia, a mostrare interesse e voglia di nuovo di vivere e si stavano reinserendo con gli altri. La cosa era dura, ci voleva davvero molto diceva David e per queli che erano così per danni cerebrali,  da creargli problemi di memoria e comportamento, si era riusciti a dargli qualcosa per cui continuare, aiutandoli.

Allora perchè le società tanto pubblicizzate come moderne e aperte, giuste e socialmente impegnate, permettevano l'accattonaggio non come fenomeno da contrastare con architetture contro o poliziotti a buttarli in gabbia, facendolo proliferare e non fermarlo?
Aveva letto i resoconti di Lia, dove si chiedeva come fosse possibile, togliendo i profittatori, quelli che per qualunque buona propostadi aiuto e sostegno alle persone povere o con problemi vedevano propri tornaconto, che la gente non solo accettava i senzatetto senza porsi delle domande sulla comunità umana e cosa doveva significare, ma che non li degnava di un occhio se erano agli angoli delle strade, e per loro erano o inesistenti o solo feccia da eliminare. Cmome le prostitute, come se non fossero donne e figlie di qualcuno come i loro. I loro meritavano, gli altri no.
Aveva letto rapporti di individui che si manifestavano brave persone e Signori,  che trattavano malissimo quei poveracci. Ragazzi anche di buona famiglia che fceva cose vergognose a quella gente, addirittura derubandoli, come se non stessero già al'inferno. Altri che li usavano come profitto per orgranizzazioni di facciata di aiuto, che invece erano altro. Ed erano solo esempi, cèra molto dietro.
La gente odiava e preferiva scacciare quella gente perchè ritenuta sbaglaita e non della società, accettava quelle idiote costruzioni per homeless che proponevano tanto per farli stare al caldo, ma nessuno che pensava di fare davvero qualcosa per loro, nel vero senso della parola, e far finire questa piaga. IN molte società dove paghi anche l'aria quasi, scriveva Lia, va benissimo che si butti, proprio su ordne di banche e comuni, le persone da casa loro perchè le avevano perse per problemi vari o non potevano pagare l'affitto e invece gli squatter, coloro che entravano di forza in una casa anche rompendo serrature, appropriandosene e vivendo lì portandovi bambini e donne incinte per legittimare la cosa, la facevano franca e no nsi muoveva nessuno.
Di solito erano individui della peggior specie che con l'inganno, appunto usare bambini o donne gravide o malati in modo grave, entravano in una casa comunale  di proprietà che fosse, e non volendosene andare affermando che era loro diritto starci per quelli che vi hanno messo dentro. E i proprietari legittimi, che si erano assentati per vari motivi per poco, si ritrovavano senza un posto e la polizia per le leggi non poteva far nulla. Aveva letto di casi dove chi aveva diritto di vivere in quelle comunali o di proprietà, finiva male per pagare avvocati e segnalazioni senza poter riavere l'immobile per viverci per mesi o anni. Per i diritti umani si diceva che gli squatter dovevano stare là perchè bambini, donne gravide o malati non potevano stare per strada, ra ingiusto buttarli fuori di casa, e molti profittatori del genere lo facevano con gli affitti,  mentre gente hce per soldi, malattie o altro aveva perso davvero tutto,  finiva male per le stesse leggi,  per strada,  ed era diventata spazzatura.

Aveva scoperto da tempo che le cose erano davvero messe male. Perchè queste perosne alla fine per sopravvivere cercavano di fare di tutto, anche cose che non avrebbero mai fatto prima, rinfoltendo i ranghi della malavita. Loro non erano come la feccia che lei odiava, ma erano urtarelli o altro che aggravavano città e quartieri. Era allucinante cosa aveva letto dai rapporti che poteva consultare.
Questa era la magia di organizzazioni o società segrete che hanno le dita ovunque, diceva sempre Milan. Affermava che ammirava Alessandro Magno e Attila, o i Romani, per fare un esempio che , volevano fare un impero uinco e compatto. Ma non perchè volesse fare qualcosa del genere ma li usava da esempio perchè diritti, doveri e correttezza fossero ovunque, contro religioni e usi e costumi di molti paesi ancora arcaici.
 La cosa positiva di questo progetto era che tutti i posti del mondo che facevano parte dell'impero avevano le stesse leggi di base, che fosse in Germania o l'Africa, non importava. Le leggi, i diritti, i ragionamenti illuministi sarebbero comparsi nei libri di legge di qualsiasi paese ed erano obbligatori e ufficiali. Niente abusi su animali, scuole e insegnamenti veri su come si trattano, usano o addestrano gl ianimali. Così come le persone e l'interazione tra persone. Che non esistono persone di serie A e B sopratutto per il denaro o ceto, da livellare anche quello.
Altro che fattorie, Stati, allevamenti e via dicendo. No, diceva lui, i bambini fin da piccoli dovevano essere istruiti da persone giuste e non dalla famiglia, perchè avevano fermato molto schifo proprio per conduzioni famigliari o private che vantavano i migliori metodi, e poi cèra solo maltrattamenti e sfruttamento fino a che potevano. Poi uccisi o abbandonati. No, gli animali, tutti, che vivevano con gli umani e da questi mantenuti, dovevano essere controllati e registrati fino alla morte. Se la famiglia o il centro che si occupava di un settore che prevedeva l'uso degli animali lamentava una fuga di questo o strani comportamenti o altro, partiva un'indagine. Quanti animali venivano spompati per pochi anni rispetto alla loro vita naturale e poi lasciati morbiondi da qualche parte, abbandonati, fatti morire per eutanasia da veterinari più cani di quella gente. E Milan ridendo un pò diceva che cani era un modo di dire di Lia e non offendeva quei poveri animali, ma er aper dire che erano bestie, e basta. Bestie è peggio degli animali. E quindi era necessario prendere provvedimenti. Telecamere cittadine a ogni angolo, anche nascoste, per inquadrare tutto, così come pattuglie di vari settori di controllo e di polizia, muniti di cam che no ndoveva mai essere fermata o modificata, che giravano dall'ultimo anno più tempo  che in cinque anni passati. Vi erano gruppi di quartiere, specializzati per dove eranoassegnati e più controlli ovunque. E questo solo per gli animali, per gli umani e l'ambiente cittadino cèra di più.
Ma questo bastava?
Nell'ultima ora non sapeva più cosa pensare. Più cercava, anche in quel luogo, di cancellare dalla mente dei visi e quelle vite disperate e peggio stava. Ripensava a molti uomini che avevano avuto anche loro maretta nelle loro vite, a quelle che cercavano di aiutare con i cambiamenti e poi pensò a Lia.
A una frase che aveva letto nei rapporti. Sul problema dei senzatetto. Della solitudine, dell'avere niente!
Aveva scritto che -grazie a molte e alla poteva capitare tutti di finire con da soli visti ocme potenziali ladri o delinquenti quando non sarebbe accaduto neanche in una giusta vederli per solo l'aspetto il no nessere la societ perch sapeva trovarti se voleva te pretedenva ma poi ti discoscenva vedeva un certo modo avevi diventavi nessuno come ratto pericolsoo le strade sicure della gente bene quella che aveva succhiato via quei poveri disgraziati cosa potevano andare su latri , senza badare hanno lasciato gli animali carucci piccoli regalati fossero oggetto abbandonati si erano fatti grossi vecchi malati avevano trovato nuovo giocattolo vecchio andava ecco natura fosse capitato i parenti schifosi nci chiamavano trattavano volta l'anno bisogno qualcosa regali dic ompleanni altre stronzate mi ha schifata dicevano ero strana sbaglaita li avrei trovati raggiunti anche rubato potevo benzina dato fuoco alle auto lasciando biglietto sulla merda feccia visto avevo niente finita strada prima molto guardata disgusto altro mentre faceva brillare occhi aprire bocche elogiarle sterco verit fatto bordello allucinante vendicarmi cercando farlo sfangarla fino ad arrivare all'ultima me ne sarei andat amodo mio divertita bruciargi macchina è lo stesso voluto fargli meritano peggio ormai ho capito sono importanti telefono machcina avessi scoperto ancora caro tranne persone distrutto quello andata stata dicevo io fine armato volont qualche disperato fare gruppo vendicarsi riflesso sicuro sarebbero stati felici uguale capir mai stanno vivono,e veramente vive se.e chiedono aiuto merde devi farglieli vivere possano capire puoi guardarli piangere cacca sotto pioggia sciorinando lorosventure chiedendosi loro guardi schifo fomra umana puzza pi perh credono migliori degli altri voglio considerazione pena fanno vorrei tanto divertirei guardare rivotla dei senzatetto buttano appropriarsi delle cose mondo capovolto dove meriti capacit davvero considerati premiati leccaculo alcuni devono gustarsi l osterco oltre didietro milan parecchi sembrano cani lingua fuori vedono lui profitti gambe lascia cadere soldi sopra=""-.
Il fatto che Milan usasse questi tizi, facesse accordi e patti con gentaglia   per avvicinarsi, usarli e poi metterli fuori gioco era divertente all'inizio. Il problema era che si alimentava e aiutava quello che chiamavano mercato nero e cose collegate per molto tempo, affinchè si potessero avvinghiare tutti, come un polpo che stringe a se con i tentacoli tutto ciò che sono, per distruggerli. Ma le cose negative continuavano e loro invece, dovevao fermarle.
Inoltre Kianta trovava la questione religiosa, di collaborazione con politici e gentaglia che odiava, le pazzie di Milan per tutto ciò che lo gasava... eccessivo, assurdo, inacettabile.

Voltò la testa di scatto per alcuni rumori alla sua destra, verso dietro e fissò con la fronte aggrottata Gask che arrivava, agitato dal fare attenzione a dove mettesse i piedi e le parti superiori, nel colpire rami, vegetazione alta e altro.Essendo più alto e largo di lei, i passaggi che lei usava di solito avevano molti rami e arbusti troppo lunghi che andavano potati ma aveva spettato e in quel momento lui pareva odiare la vegetazione. Vi era un camminamento di pietre, lui invece aveva vagato a caso per la foresta intorno al laghetto ripercorrendo i passi suoi, sempre che non si fosse perso al suo solito. non amaa molto i giardini e le zone di verde dove il suo fisico era un imgobro.

"possibile che in quanto orientamento sei negato? Non azzecchi mai una strada giusta..." disse lei come a caso, tornando a muovere il piede nell'acqua

"E tu invece sparisci sempre al solito. Per ora cè casino perchè vogliono cambiato il percorso di addestramneto. Sempre uguale, sempre un giochetto, dicono. Per ora i Capitani li stanno rimettendo in riga ma vorrebbero qualcosa di diverso. Ammiro però che pretendano un percorso nuovo, nuove sfide e impegno..."

"Interssante come dei militari, che dovrebbero odiare il passare tempo sempre in quei posti, vogliano invece variare i percorsi e farne di nuovi. E protestano perchè ogni giorno si annoiano... la gente normale riderebbe!Io invece ne son orgogliosa""

"Dicono che si divertono, sopratutto per quelli settimanali o mensili.E la mattina ormai per alcuni è uno spasso. Per loro è abitudine stare al Muro del Riscaldamento. Imitare le pose di arti marziali o yoga dipinte per tutta la sua lunghezza finchè non si arriva alla fine e si va a mangiare. Ormai si scommette pure per quanto tempo riescono a stare a fare quegli esercizi mattutini,  e quanto riescono a restare in quelle posizioni. Volevano mettere pure me nella lista con la mano tesa dicendo che si guadagnava bene certi giorni. E' divertente fissarli mentre partono dall'inizio di quel lungo muro con la prima posizione e avanzare per giungere alla fine,  per far fluire il sangue e sciogliere i muscoli prima di iniziare ad allenarsi. La cosa che mi ha rotto un pò all'inizio è stato l'orario. Cazzo, le quattro e mezzo di mattina" sbuffando.

"A volte le cinque e mezza! Prima ti alzavi a quell'ora, prima del tuo Capo. Quindi era solo tornare a vecchie abitudini. Io non sono una militare, non mi alleno con voi, ma mi alzo sempre prima ugualmente..." vedendolo allungare verso di lei, prese dalle tasche che lui aveva nei pantaloni, delle stecche di radice di liquirizia in carta leggera. Iniziò a mordicchiarne e succhiarne una rilassandosi mentre lui si sistemava accanto.

"Si, lo so. I ragazzi in scuderia se la ridono ogni mattina, mentre urli al tuo cavallo, che è un vero diavolo con pelliccia. Ne condina di cose... Comunque seriamente, che siano le quattro e mezza i giorni di addestramento reclute o allenamento normale un'ora dopo, non è troppo presto? Mi sto abituando ma buttarsi giù dal letto prima, quando la sera prima..."

"Colpa tua e degli uomini che fate casino la sera. le regole esistono per un motivo...E' necessario la mattina..."

" Si, si... essersi riscaldati,  prima movimenti molto leggeri di simulazione degli esercizi che si sta per fare,   allo scopo di sciogliersi mentre si lavora anche sulla memoria muscolare.... mezz'ora max al muro... Ancora col buio... le figure illuminate dai faretti alla base mentre tutti si sbracciano e fanno esercizi per iniziare... mi sono sempre allenato e addestrato, a mio ritmo. Tornare a una vita militare non mi fa felice..."

"l'ora in cui ti alleni cambia il tuo orologio biologico e ti permette di prendere il meglio che i lcorpo ti dà... prima dell'elettricità e orari prestabilit, l'essere umano, a meno che no nfosse un ricco di quelli... che faceva fino anche la mattina tanto non doveva alvorare, l'essere umano ha sempre utilizzato i nomali cicli biologici, seguendo i ritmi del tempo. Ossia dormire appena fa buio, alzarsi al ritorno del sole. E noi facciamo questo, oltre che seguire delle tappe giornaliere per mantenere quanto creato. Anzi, sono già contenta che tu sia uno di quelli che no nusa lo schifo sintetico per pomparsi. Lo ammetto, ti ammiro per questo, è roba di costanza e sacrifici, non sei muscoloso come una massa tumorale anormale come molti che, nonostante ho vietato quello schifo spiegando quanto si rovinavano, ancora sembrano bulbosi e... bleah. Quanto odio la gente gonfiata senza senso, peggio se poi ha sintomi osceni per cosa si iniettava o prendeva. I chetoni... insomma, li approvo ma senza abusarne. Ancora là non ho vietato perchè dicono, la cerchia dei medici all'ospedale e centro di ricerca, che sono più sicuri. Speriamo... E' passato tempo da quando sei arrivato, vedi di abituarti meglio all'orario. Come nuovo membro dei Capitani, visto che Milan ha insistito, essendo anche uno degli ultimi della Pank-Gil dovresti dare l'esempio..."

Gask sbuffò, emettendo un verso di esasperazione, mentre si sistemava accanto a lei dopo essersi tolto gli stivali per non bagnarsi, arrotolato le gambe dei pantaloni e controllato la zona. Nel mentre fissandola che si gustava una radice di liquirizia. Ne uscì un'altra dal secondo sacchetto che teneva in tasca, altrimenti sicuro lei se non avesse visto la confezione non li avrebbe accettati, e se ne mise una in bocca imitandola, chiedendosi cosa cèra di divertente e migliore di una rotella classica.

"Perchè sei così inqueto qui?"

"...gli animali. Non sono tranquillo sapendo che questo posto è un loro ritrovo..."

"Hai ancora paura dei lupotti, i conigli fulvi e lepri, volpi..."

"i ragazzi mi hanno detto che ci possono essere torbiere, linci, camosci, galli cedroni, bestie che non ricordo il nome e che gira la voce che hai lasciato liberi dei furetti qui intorno, addestrati per sbranare, gli intrusi..."

Kianta si voltò esterrefatta mentre masticava nel lato destro la radice con i denti, con la faccia di una che aveva sentito un'assurdità, che la sconvolgeva.

"Io no naddestrerei mai furetti per lasciarli poi liberi, ma li terrei da noi! E quello che hai elencato potrebbe esserci ma dipende dalla zona, dalla curiosità delle bestie o del cibo che cercano... inoltre sono presenti in tutta la borgogna, mica solo qui... i lupi ormai ci conoscono e hanno imparato ad essere amichevoli anche loro. A volte un pò reticenti con la gente che non consocono bene, ma sono ormai di casa qui. Diamo loro da mangiare a volte con gli addestramenti di caccia. Molti animalisti ci odieranno per questo, ma ci sono livelli di addestramento per cui è necessario provare prima in certi ambienti e, in base a cosa cacciano gli uomini, il ricavato lo regaliamo ai lupi, nulla va sprecato. Così in inverno hanno cibo pure loro e non uccidiamo se non al primo colpo. Togliamo pelle e cosa ci serve e diamo loro tutta la carne, e muoiono in modo meno doloro che sbranati. per gl ialtri animali mettiamo cibo qui nelle veste e ormai si fidano e sono diventati amichevoli. Con noi, almeno. So che in alcuni villaggi ne hanno paura, ma abbiamo lavorato molto per tenerli qui e non farli scendere. Ecco perchè uniamo l'addestramento ai doni per loro, sopratutto in inverno. E la gente nei villaggi è tranquilla e non ci sono cacce al lupo. Come prima... per gli altri animali puoi stare tranquillo, qui, ci sono più erbivorori e piccoli carnivolri come appunto volpi, gatti selvatici, qualche cinghialetto ma niente di serio. non ti mozzicano se hai paura di questo... Ormai mi conoscono e sanno che posson stare qui mentre ci sono io senza problemi. Hanno smepre cibo nei periodi di magra e se vuoi superare la paura puoi dar loro da mangiare. Condividere anche con loro... quindi smettila di girarti e scattare come terrorizzato a ogni suono. Fai un respiro e goditi questo lago..."

"E' vero che questo posto Milan lo ha preservato per cose antiche..."

"non si tengono nulla nella pancia, eh? Si... nel periodo di pulitura, cura e sistemazione di questa zona sono stati torvati resti di cultura gallica, o comunque del  mondo celtico. Questo lago non è molto visitato, ma nell'altro che usa per la religione, cèrano molti oggetti trovati nei lavori, che parlavano dell'antica religione. E quindi per lui è stato chiave,  per creare la porta della zona di Luna e Cielo. Alla fine si è deciso che questo posto era importante per la fauna per l'acqua e cibo. E basta... calmati..." vedendolo sussultare a ogni scricchiolio o rumorino.

Un coniglio gironzolava in un angolo alla loro sinistra, vicino la cascatella. Mentre qualche altro stava nascosto tra i cespugli o in una zona verde. A Gask non piacevano ancora alcune zone perchè si sentiva esposto a cose che no conosceva. NOn trattava molto gli animali se non cani e cavalli, perchè li conosceva, e si sentiva a disagio con quei cosi che gironzolavano liberi.

"Mi è stato detto dal Signore della cucina che stasera cè una cosa che avevi chiesto, il râpée morvandelle. Ha detto ai ragazzi e me di provarlo, se mai mangiato prima, perchè èuna delle cose che fa di solito. Non so cosa sia ma dice che è un piatto che hai scelto per il periodo e che ti piace. Ha riso dicendo che qualunque piatto con patate tu lo divori ed era meglio se prendevamo una bella porzione altrimenti se comparivi, saresti stata capace di prendere tutta la teglia dalsuo alloggiamento scavato e portartelo. Non ho mai visto quelli che lavorano alla cucina mettere quelle teglie in quella specie di muretto con dieci sezioni a forma delle teglie scavate, ma ha detto in risposta alla mia osservazione che se ti facevo incazzare, sicuro li avrei lavati e cambiati io. E..."

"Oh, vai piano! Sembra quasi che tu non parli con qualcuno da mesi!"

"Veramnete.. con te si! Stavo solo dicendo che quel tizio è strano e... non so, non mi sembra affatto un cuoco"

"Invece è molto bravo e si merita il posto dove sta ora e la posizione. MOlto meglio del vecchio, quell'imbecille!"

"Mi è stato detto che gli è finita male perchè ti sei incazzata con lui"

"Un giorno saprai cosa ha fatto e cosa gli ho fatto. Sappi solo che non si gioca con la responsabilità ricevuta e cose come la salute. Poi dalla raccolta ho conosciuto lui e gli ho dato la carica di primo cuoco e gestore della cucina. Quello che si dice sputare in un occhi alla vecchia società! Non immagina nemmeno quanta gente di valore si è lasciata sfuggire e cosa ha perso..."

"Abbiamo guadagnato noi, buon per l'organizzazione, no?"

"..." fissandolo seria "questo non cancella cosa ha passato, subito, sopportato. Se non l'avessi fermato quel giorno con quei piedi sulle sbarre forse... comunque adesso è qui..." sgranocchiando il bastoncino.

"Anche lui i primi giorni mi ha squadrato e chiesto se facevo uso di steoidi o cose simili. Sentendo gli uomini tu e lui avete un buon rapporto e anche lui odia il cibo spazzatura, quello pieno di schifezze, e chi si bomba per apparire massiccio. Pensava all'inizio che lo fossi anche io, ma quando gli ho detto che non facevo cose del genere come te si è tranquillizzato e mi ha detto che mi riempiva lui di proteine e roba buona. E ha detto che la gente che rispetto a me si gonfia è solo fallata nel cervello" sentendola ridere "e mi domando cosa possono pensare gli altri là fuori di noi. Per loro saremmo... come?"

DOpo qualche minuto, lei non aveva riposto e la vide come riflettere con un'espressione non proprio felice, ma non seppe capire cosa la tormentasse di quella domanda. Restarono ancora un pò in silenzio e in quella piccola pace finchè non le chiese se poteva azzardare una domanda . Lei parve un pò infastidita e gli chiese per quale motivo fosse sempre e ancora intorno, per parlarle e le ricordò che non lo odiava più, così cedette. E le sparò la domanda senza ulteriori preamboli.

"Dimmi la verità, tu sei felice? Almeno, per quello che si può dire felicità?"

"..." sembrò pensarci su "Si, posso dire dire di esserlo. Sono felice. Si... e prima che magari ti viene in testa qualcosa del tipo -come fai a dire dirlo se non hai vissuto l fuori=""-. L'ho fatto. Sia per la Raccolta che per altre cose io sono stata là fuori. Ho girato per vedere musei e palazzi antichi, che osservare le persone come vivevano. Ho visto il lato scintillante e moderno, tanto elogiato, ma anche quello sporco, e degradante, dell'altro lato dello specchio. Ho visto persone passeggiare a fare shopping, o altre cose accanto ad animinali e persone in tristissime condizioni accasciate in angoli per strada, senza vedere nulla come se non esistessero. L?invisibilità della povertà e del niente.  E ho notato di primi occhi come si mobilitavano subito per scappellarsi, ossia salutando cerimoniosamente anche come togliendosi il cappello se lo avessero avuto, per gente che aveva solo soldi, potere e sotto sotto andando a cercare informazioni su quelli, solo schifo ben nascosto come la polvere sotto i tappeti. Ma il rispetto e l'attenzione che avevano rispetto agli altri... Ho seguito perchè mi ci sono trovata vicino, gente che salvava per associaizoni di aiuto animali abbandonati da ex padroni che meritavano le peggiori torture. Persone trattate malamente solo perchè finite per strada, o povere, o perchè considerate diverse. Ho visto lo sperpero di chi dovrebbe amministrare soldi pubblici e per i cittadini per se stessi, opere che non avevano veramente motivo di esistere e cose fatte sotto banco. Ho visto lo spreco di cibo gettato nella spazzatura a fine giornata perchè le regole non permettono di donarlo, fregandosene della fame e della disperazione di persone che son odi fatto intorno a loro. E automaticamente si giudica un vestito per ciò che è la persona,  senza rimorsi dopo. Non ho assistito, tranne pochissime volte, a una mano tesa di aiuto. A piccoli aiuti. I cavolo di gatti sfamati da tutti si, però! E parlo di gatti che poi, seguendoli giusto per capire, avevano una casa o cibo da più persone e se la cavavano meglio di cani o uomini per strada... ovunque mi girassi cèra gente che lasciava cibo ai gatti, non ad altri animali che pure giravano, o persone, ma gatti! Io stessa per comprare delle cose, perchè non vestivo secondo le mode ma così, come noi, sono stata trattata con freddezza, anche con prese in giro da impiegate e titolari perchè ritenevano che io valessi poco. OVviamente i negozianti di oggi non hanno più occhio per notare una stoffa di pregio, pelle di alta qualità anche vegetale che usiamo, madreperle e altro..." gettando le fibre della radice da cui aveva succhiato tutte le proprietà in acqua di malavoglia.

"... Conoscendo solo marchi e mode passeggere del momento, ecco cosa sono le persone adesso. Un tempo osservando sapevano distinguere le stoffe e le qualità delle cuciture e particolari che noi invece facciamo, mentre se non hai un marchio in bella vista originale o vesti preciso come gli altri sei un barbone".. non hanno riconosciuta una griffe e così mi hanno... trattata male. Così più volte me la sono giocata. E' capitato che ricordassi che a qualcuno serviva un particolare oggetto e da quella particolare città era un buon dono. Ho portato una pipa di un negozio a uno, i lacci all'americava quelli per colletto ad un'altro, stivali o altri oggetti perchè per gli uomini avevano detto tr aloro che speravano di comprare queste cose..."

"Aspetta... ho capito di cosa parli, allora li hanno perchè glieli hai presi tu?"

"molti di loro sono della Raccolta o persone che stanno diciamo vivendo finalmente un pò di respiro finanziario proprio da noi. E lavorando per me e con me non ho problemi a ricompensare chi merita...comunque. Una volta ho dato un assegno a una delle ragazze, l'unica che mi aveva trattato con gentilezza e rispetto di quella o quelle che mi stavano seguendo negli acquisti, affermando con tono alto che una persona di un certo livello, se si vedeva trattare a quel modo solo dall'apparenza, era chiaro che solo una là tra i presenti meritasse un premio, e gli altri dovevano poco lavorare ancora nel settore. Ho anche buttato là che avrei potuto comprare negozio e tutto, sai che potevo farlo, perchè controllato qualche minuto sul Phonvlet, ero a conoscienza di tutti i dati del negozio, pure i nominativi di chi pagava tasse e tutto. Noi piammo quindi... E così facendo i nomi giusti, non sai che risate ma anche amare, quando i titolari quasi facevano inchini, si perdevano profusamente in scuse e me ne andavo solo dopo averli guardati con sdegno, schifo e aver detto loro che l'indomani avrei consigliato amici, facendo nomi potenti, di andare là vestiti davvero da pezzenti per vedere cosa accadeva e sarebbe stata pubblicità negativa ovunque. Diciamo che si saranno dovuti cambiare gli slippini tantissimo! Se usano gli slip....Resta il fatto che sono solo pochi esempi ma che mi hanno fatto odiare quel mondo già solo dai negozi...Rispetto ed educazione zero"

"Quindi..."

"Non mi sono trovata bene. Ho svolto con alcuni dei ragazzi delle incombenze in giro per le città e quante cose ci sono accadute da quella società che tanto reclamizzano come... lasciamo stare"

"E quindi qui cosè per te? Sei felice della vita che conduci qui?"

"...Cè quacosa qui che mi porta ad amare sia quell'edificio come casa mia, che merita anche per la sua bellezza, che per cosa mi fa sentire. Per molti casa ha un significato quasi preciso, per me il luogo in cui voglio tornare seppur non è di famiglia o di mia proprietà. HO una vita che mi lascia libera anche se la gente da fuori potrebbe pensare che non sia così. Milan mi lascia libera. Così come fu per lei. Sai, la fece andare con Jd per un viaggio che lui aveva fatto. L'Orient express, sia tratta classica che la Trans-sibérien Orient Express per raggiungere Mosca. Le disse che era come vivere gli anni venti  e trenta del secolo scorso. Vi era un lusso estremo e sfrenato, visto anche i prezzi! Ogni tot di anni si mandano al restauro ogni vagone e ogni carrozza per ripristinare lo splendore secolare e i migliori comfort moderni, mascherati. Le carrozze sono diverse e si contraddistinguono per la loro eleganza, raffinatezza.Gli arredamenti all’interno del vagone e delle cabine richiamano lo stile coloniale degli anni d'oro. Il treno dell‘Orient Express è attivo dal milleottocentoottantatre, sai? Per tratte che comprendono Parigi, Vienna e l’allora Costantinopoli, l’attuale Istanbul. Londra, Innsbruck o  Praga,  Cracovia o  Dresda, Venezia e molt altre che si possono giungere a metà o nel durante del viaggio. Dai resoconti Milan glielo aveva consigliato e le disse dopo i primi addestramneti, anzi le permise di fare quel viaggio di una settimana perchè, come le raccontò dai suoi report, valeva farlo almeno una volta e voleva vedere cosa accadeva in determinate situazioni..."

"I resoconti, quindi li hai letti"

"I resoconti non sono solo scritti" guardandolo negli occhi "ci sono anche quelli, sempre legati a quel codice o giornata, che sono più istintivi e a video"

"Quindi in pratica ti... sei vista? Parlare?"

"Si, anche se in verità come ti ho sempre detto, il fatto che abbia o meglio... io abbia il mi ostesso viso non vuol dire niente. Per me come per gli altri, lei è lei e io sono io. Siamo due persone diverse. E infatti lei ha fatto quel viaggio..:"

"Con Jd..." domandò lui aggrottando la fronte

"Si, Milan la lasciava libera ma non vuol dire senza controllo. Così prima di ogni cosa che tu sai, le permise di far quel viaggio dandole soldi, abiti, possibilità. Scrisse che per lui, consigliarle questo era una delle cose che gli piaceva fare a chi lo meritava, perchè non lo faceva con molti. Lui... vede gli altri come meschini, falsi, mezzi psicopatici e inferiori perchè oscuri e negativi, insomma la gnete che cerchiamo di fermare e trattando sempre con questi non può consiglaire certe cose che adora.  Consigliava e consiglia le cose che gli sono piaciute, valgono, che vuole condividere con persone che meritano. E visto che lei non era come le galline che conosceva, ma una delle poche persone con cui parlare di tante cose e che lo capiva, visto che gli altri come diceva lui erano polli scemi, le raccontava molte cose. Ha i suoi difetti, ma Milan ha parecchi pregi. Ha solo dato corda per vedere dove giungeva lei prima e io poi. Io non ho ricordi, momenti, così negativi da fermarmi..."

"Che vuoi dire. intendi per lei?"

"Vi fu un momento di tanti anni fa che lei cadde nella disperazione, ma non da un giorno all'altro. Viveva in un ambietne per lei oppprimente, non positivo e capacitivo. Insomma per una come lei era opprimente, negativo,triste... Le persone intorno a lei volevano cambiarla perchè fosse come volevano, come doveva essere secondo loro, non amavano il suo essere, la sua personalità e così loro come la società. Per alcuni versi erano ancora fermi a decenni prima, dove una eprsona doveva stare zitta e calma e se si ribellava, se aveva un suo pensiero diverso, lontano dal loro, qualcosa non andava. La punivano, le urla la portarono a isolamento autodeterminato e pian piano la sua psiche si crepò. Lei non voleva figli, lei non si sentiva donna come lo intendevano gli altri, per lei determinarsi ed essere erano passi della strada di una persona che dovevano essere sentiti, voluti, affrontati e non forzati con mezzi poco umani. Obblighi, urla, botte, minacce, e pure le buttavano acqua santa addosso o da piccola la oblbigavano a strane cose con piatti e olio o respirare cose che odiava, come l'aglio, perchè autavaa dicevano. E una delle cose che scrive era che se glieli rinfacciava si stupivano e a estranei potevano sembrare sinceri nel negare le cose. Ma non è che lei se le inventava, per loro erano normali perchè avere figli con problemi non piace a nessuno, aveva capito..."

Sorpirò, prese un'altra radice di liquirizia e tra una smozzicata e un'altra continuò.
"...Almeno sono cose presenti nei report. Sapeva che cèrano persone che subivano molto, molto di più e ancora peggio, ma l'atmosfea in famiglia era, come riporta, da scartavetrare l'anima. Così lo intendeva. Nulla di positivo, litigi, ricatti, toccavano sempre il senso del confronto, umiliazione e colpa. usavano sempre la tattica della colpa e di come fosse sbagliata per cosa no nfaceva per gli altri che... crollò emotivamente. Tutto ciò ovviamente fu altalenante, anni di sbalzi di momenti del genere unitoalle persone fuori dalla famiglia,  che invece di dimostrare l'opposto di cosa le mettevano in testa, le facevano vedere lo schifo dell'esser eumano in una società sbagliata. E così sia dentro casa che fuori non fece altro che subire,  e se si ribellava veniva vessata e attaccata come... quella che non meritava nulla perchè il contrario di cosa doveva essere. Non aveva fidanzati, quidi era sbaglaita o quacosa no n andava. Forse era la terribile cosa dell'altra sponda? Finirà male come quelle donne zitelle? Che cosa orribile dicevano,  e così tentavano di fare e dire cose perchè lei mutasse. Non voleva figli, ha avuto qualche trauma da piccola? E tanto altro. Più il suo Se interiore si crepava e più provava disperazione e più il suo fisico cedeva per questa oscillazione di sentimenti così forti. Questo è uno dei motivi che la portò ad accettare l'Accordo di Milan e aiutarlo a cambiare le cose, perchè le persone fossero umane e se stesse, lontano da religione e bigottismo... Voleva scappare ma aveva vissuto stando in una ambiente dove la situazione di altre,  che erano andate via con qualcuno e si erano, per quegli adulti, macchiate di cose orribili, erano troie dicevano, e questo donne stesse, perchè avevano osato una cosa che solo queste fanno. E lei stava male nel sentire quelle cose perchè non credeva come un umano, donna perfino, dicesse e pensasse queste cose accettando le visioni pazze di quella società.  Perfino la figlia di una vicina gli ultimi anni, aveva fatto in modo di andarsene in inghilterra e la prima cosa che dissero... della madre, nonna e zia su quella ragazza che, testuali parole, -sar à andata a fare la buttana l per cosa altro ci andava=""-. E queste, come altre cose, la rompevano dentro. Anche perchè anche lei voleva trovarsi la sua strada lontano da una famiglia e vita non per lei. Ma loro ciechi, sordi, menefreghisti. Gente che se ne andava per la disperazione, se veramente come lei era l'unico modo ovviamente, erano marchiati a vita in molte maniere poco positive e lev eniva detto che se capitava qualcosa del genre,  con lei,  le avrebbero rotto le ossa o altre belle frasi poco gentili. E questo dagli undici anni, poi dicevano che scherzavano ma era un modo pr educarla a non fare certe cose.  Era sempre sola, sempre disperata, sempre incapace di migliroarsi e alzare al testa ma sovrastata da tutti e tutto, perchè urlavano o peggio perchè doveva sempre stare zitta e calare la testa, quest aè educazione. E il suo corpo ne pagava perchè si ammalò così tanto che ogni movimento, cosa che faceva era un dolore senza fine tutto i lgiorno. Ed era uno dei sintomi. E invece di avere pace venendo lasciata stare, ancora di più! Non potè pi studiare ed ecco ancora confronti con le altre. La riempirono di medicinali anche dopo averla obbligata pure a fare esami per il cuore perchè forti, ed ebbero peggiori conseguenze. E così crollò così  tanto da desiderare la morte di tutti, si sentiva una merda umana al pensarlo,  ma odiò così tanto tutti quelli che le stavano intorno da desiderare che se ne andassero visto che lei non riusciva a morire in nessun modo. Ma poi si dava della schifosa perchè era lei che non riusciva a vivere in quella societò. Ogni volta che era disperata, piena di sofferenza, incapace di fingere di non odiare e stare nervosa,  puntualmente veniva aggredita verbalmente, zittita con urla e segni di rabbia. E si rompeva sempre di più..."

"E perchè non era scappata..."

"Se fosse stata in salute lo avrebbe fatto, anche a rischio di vivere alla buona come poteva. Mai però in quella città o vendendosi, questo mai. Preferiva farla finita prima che fare una cosa del genere. Trovava penosi quelli che pur di sopravvivere e strisciare ogni gorno dopo l'altro in quei modi, accettavano ogni compromesso dando ogni cosa, perchè significava far vincere quella gente. Loro avevano cosa volevano trattandoli solo da schiavi o spazzatura. E non era vita, come la sua prima. Meglio sputargli in un occhio e farla finita che essere cani di certa gente. Se avesse potuto, come cercò di fare, lo avrebbe fatto. Tentò con le forze militari ma per l'altezza e un solo punto dovette restare a casa, sentendosi pure dire che loro già lo sapevano e che ora poteva fare cosa secondo loro era corretto. Musica, scuole, scuola di musica, università, non fece altro che accontentare tutti sempre, anche per le piccolezze e sempre si trovava in risposta schifo. Ma per quella gente non era così, giuravano e spergiuravano che no era mai accaduto che dicessero o facessero qualcosa, quando invece era avvenuto. E lei covò voglia omicida, ma siccome non era una persona del genere trasportò tutto verso di se. Se tutto doveva finire, sarà come dico io e su me, pensava. Prima alle medie, poi le superiori e la musica, poi l'università. Stoccate di schifo ogni giorno, più volte al giorno dove dovea inghiottire così tanto che si ammalò. Cadde ammalata e anche la sua speranza finì rotta come la sua psiche. Desiderava solo la fine di tutto. Aveva cercato di alzarsi e rifarsi, crearsi qualcosa per andar via ma... in ogni modo,lei si rialzò, tante, tante volte. Eppure era sicura che l'avrebbero vista come un coniglio, una perdente, una stupida, una che non sapeva combattere,   come per molti che lo erano davvero per le cazzate rispetto a lei, per ciò che ormai desiderava. Solo quello. Le faceva male il cuore, quel dolore la distruggeva nel corpo e nello spirito perchè sola, disperata, bloccata come un animaletto nella gabbietta. Quella sofferenza la paralizzava in paure senza fine e nuove. INiziò a provare paura e schifo per i contatti umani coe la vicinan za, gli oggetti intorno, toccati o meno. Anche con la famiglia. Mettere un braccio sul bordo del tavolo significava sporcarsi la maglia... i piatti o posate toccati. Gli abiti per lei erano sempre sporchi. Il pigiama doveva essere usato solo nel letto e non doveva toccare nulla,  se esempio andava in cucina o bagno. Tutta la sua angoscia, tormento, tutto era finito in quel terrore di sporcarsi a causa degli altri. Le era venuto come un orrore profondo al pensiero che alla fine potessero romperla,  da farla diventare come tutte le idiote del mondo felici di essere solo robottini per le famiglie e società. Era così, troppo, addolorata e aveva il terrore di dover sentire ancora quello stesso dolore che le risuonava nel petto,  che non voleva più sentire nulla. Voleva cambiare vita dalle medie. Aveva cercato disperatamente persone che le volessero bene per cosa e chi era,  ma senza successo. A nessuno piaceva la sua vera se stessa. Era così distante da loro da anche bulluzzarla poi. Lia odiava le bugie, i voltafaccia, il trattare la gente con falsità da costruirsi una maschera e quindi perosnalità alternativa. Era circondata da quella gente da voler vomitare per lo schifo. Voleva scappare. voleva un mondo più vero, sincero, meno legato a stereotipi, generi e mentalità retrograde. Ma si rese conto che non esisteva affatto. Per niente. OVunque si girasse, in  qualunque modo provò e ritentò, ma perse ogni speranza e sperò solo di andarsene e lasciare a tutti loro il loro bel mondo... ma aveva paura che qualcosa andasse storto,che se lo fecesse molti...  le riderebbero dietro con l'idea che fosse un coniglio da voler morire perchè incapace, lei... si vide tutto sciogliersi come neve. Perse tutte le possibilità. L'unica cosa che le dicevano era che poteva sempre sposarsi e fare figli,  e comunque la sua vita era piena lo stesso, ogni giorno, mese, anno non facevano altro che dirle che se era così stronza da rompere le scatole per chiedere, seppur poche cose rispetto a quanto dava, poteva andarsene a casa sua. Casa sua sponsandosi. Se fosse riuscita da sola sarebbe stata una buttana ingrata e schifosa, siccome non era riuscita ma avevano vinto, perchè fino all'università avevano detto a tutti che lei no nsarebbe andata fuori, ma doveva restare con loro, ... a volte mi sento così felice di non aver avuto genitori da no ncapire per niente, affatto, tutti quelli che vogliono una famiglia così tanto da esser pronti a fare carte false..."

"Io col tempo ho dimenticato questo desiderio, volevo solo scappare..."

"Il suo conflitto interiore, creato da loro, l'aveva portata ad aver paura di ogni cosa. Ogni sua azione con la gente. Che se avesse fatto qualcosa di sbagliato sarebbe stata una vergogna. Le avevano messo in testa, non insegnato, ma proprio obbligata con le botte e pensanti rimproveri che doveva tenere la bocca chiusa su tutto e comportarsi come una mummia. Che doveva calare la testa e fare la persona educata, che educazione significava anche zittirsi e non fare o dire niente anche se ti mettevano sotto i piedi e ti usavano come zerbino. Così erano loro. E che era una stronza ingrata, sempre questo ingrata, schifosa, anche sempre quest'altra parola, vergognosa egoista che aveva sempre fatto cosa voleva, le urlavano, e sapeva solo pretendere. E lei moriva un poco più ogni volta. E dalle medie scappava con la mente altrove, si proiettava in un altro posto dove con la metne accadevano cose che lei non aveva neppure immaginato per se. COn Milan scoprì che lei semplicemente si dissociava  in un'altro livello di realtà e con una personalità differente. A volte capitava che tornasse così di corsa se qualcuno parlava con lei da agire come quella sua se stessa alternativa, e succedevano i casini. E lei scappava, si nascondeva in un mondo dove il dolore era tramutato in altro. E là non sentiva nulla del dolore che la rovinava ogni giorno che passava. Aveva imparato anche a prendere dalla mente i ricordi e figurativamente come bruciarli. Metteva quel ricordo come fosse una cartolina o foto nella mente e avvicinava una mano con un fiammifero e bruciava, cancellava come poteva quella sofferenza in ricordo. Non so se veramente quella cosa funzionava o semplicemente riusciva con quel metodo a nasconderli in fondo alla mente, perchè dai report afferma che poi quei pezzi diventavano sfocati come... una macchia di caffè sul tavolo alzando la tazzina. Ogni giorno credeva di no nfarcela più, il suo corpo dava segni di rompersi a sua volta e darle sintomi che la costringevano a stare sempre male. Il suo corpo, che già prima odiava anche per la madre e i suoi epiteti, sembrava non più il suo... non riusciva ad aprire gli occhi e accettare quella realtà. Era ormai una reclusa per l'odio che provava per il mondo per cosa le aveva fatto, perchè la famiglia la voleva sempre sotto la loro gonna come si diceva e ogni cosa per loro era sbaglaito. A volte seduta che a letto, non riusciva a muoversi o voltare la testa per il dolore fisico e profondo che provava da chiedere solo al suo cuore di fermarsi. Fermati, gli diceva. Poi lo pregava. Voleva piangere sperando che aiutasse a qualcosa,  ma non le riusciva e l'odio che le montava dentro anche per il suo corpo la spronava a trovare pace, finalmente, e fanculo tutti ma poi la paura di un errore e sarebbe andata peggio e scappava in quel mondo. Prima aveva pregato tutti gli dei perchè almeno uno,  se esisteva,  potesse aiutarla. Voleva, anzi chiedeva, che il suo corpo venisse dato a un'anima che meritava di continuare a vivere se morta o in procinto di esserlo, e la sua finisse semplicemente via. Senza tornare o altro. Svanire. Ma questo non accadde mai. Cèrano notti così orribili dove la disperazione la portava a darsi pugni sopra il cuore per causare una sorta di aritmia cardiaca irregolare, che poteva avvenire per dei colpi sopra il muscolo da farlo andare in tilt. Merito della lettura, afferma. Eppure tentò, provò, ma era sicuro che fosse dovuto non alla sua incapacità perchè non ci andava gentilmente, ma doveva essere dato dal di fuori e con un'algolazione particolare. E non sapeva che oggetto usare per causarlo. Anche perchè se avessero capito che lo avesse fatto da sola e non naturalmente, sarebbe stato suidicidio. E lei voleva evitare di farlo capire, perchè temeva che come suo nonno la sua fine sarebbe stata un calvario. E le avrebbero dato la colpa, come per tutti i disgraziati che erano riusciti, accusando loro di essere stati ipocriti e meschini per chi lasciavano. Ogni volta era così, si lementò nel report, tutte le testimonianze che avev aletto colpevolizzavano quei disgraziati di aver procurato dolore,  ma nessuno dei parenti del cavolo che diceva che si rammaricava di esser stato ottuso, imbecille, che quello aveva sofferto così tanto da andarsene e che andava capito. Mai una volta ma colpevolizzato del LORO di dolore.... Non capiva mai nessuno, aveva scritto. E così sarebbe stato per lei. Sarebbe stata come tutti gli altri, colpevolizzata, etichettata come coniglio e richiamata alla mente sempre e sempre e non lo voleva. Voleva sparire, come una bolla..."

"E cosa ha fatto quindi?"

"era chiaro che nonostante il suo sguardo fosse malinconico, sofferente, perso in un incubo senza fine perchè non l'avrebbero mai lasciata andare senza obbligarla a stare in contatto, voleva farla finita. A volte dopo Milan si chiedeva se era veramente convinta di voler perdere la mamoria e tutti i ricordi e... ma si rendeva conto che in realtà, in lei, veramnete, non cèra niente. Giorni felici che poteva ricordare,  non ne aveva. E non scherzava. TUtto ciò che qualcuno che la amasse davvero e aveva fatto per lei no nesistevano. Tutto il tempo in cui era stata con qualcuno non esisteva. Tutti i ricordi importanti, non esistevano. Altri avrebbero detto famiglia, compleanni... ma per lei non cèrano. Non sentiva i compleanni come cose da festeggiare. Non cèra nulla da festeggiare, non cèra  da festeggiare la sua nascita pensava, dopo aver visto cosa portava quelle feste orribili familiari. E quindi se no nesisteva nulla ma solo ricordi dolori, se tutti si fermasse e tutto sparirebbe.... cosa ci avrebbe perso?"

"Niente" disse lui conciso.

"Esatto. Dice che altri, quella feccia che òa bullizzava e trattava male, come li chiama che ha conosciuto, vantavano memorie e ricordi di estati felici agiocare con altri bambini per esempio. Parla di anedotti di un'ora dove doveva fare il bagno per cinque minuti lotnano da tutti,  con i suoi che rompevano per farla uscire  e poi tutto il resto del tempo ad asciugare il costume, perchè in macchina non dovevano affatto averlo bagnato. Questo era il mare per lei ogni estate, loro soli in pochi minuti di acqua e poi ad arrostire al sole... finchè dai quindici anni non vi andò più, i suoi cugini, che erano orribili, giocavano e stavano con amici e si divertivano. Racconta che sua zia invitava lei e fratelli al suo casotto al mare, che pagava e non so bene come funziona ma si invitavano tanta gente e passavano le giornate insieme al mare. I suoi genitori però odiavano avere contatti con la gente, non la fecero mai andare dicendo che avrebbero tutti quanti, perchè pettegoli da impazzire, a dire peste e corna di loro, cosa facevano, cosa avevano dietro, come erano vestiti. E così fu oslo un'ora qualche volta a settimana a bagnarsi solo e poi sotto il sole come unt acchino, come scrisse.  E odiò il mare ancora di più perchè quando doveva andare  e avev ail ciclo, non usava scnora la coppetta, la madre la obbligava ad andare con loro facendole mettere non solo degli assorbenti che semrbavano materassi e senza ali, che se usciva qualcosa erano botte per lei però, ma con il custume. Lei non voleva stare in costume senza andare in acqua e non le piaceva stare come una cretina su una tovaglia senza fare niente, così stava vestita e i suoi le urlavano contro con toni orribili perchè così si capisce, el dicevano, così sei una vergogna. E poi li mandò a cagare e no nandò mai, mai più al mare. Dai quindici anni non ci andò più, non visse nulla dell'estate e odiò tutto e tutti. Ricordava anche una delle ultime volte in cui una stronza, compagna di classe, la vide al mare e si comportò da far schifo con le sue amiche,  e i suoi genitori se ne fregavano. La vide per quel tempo che erano rimasti divertirsi, stare con altrte persone, essere qualcosa da ricordare invece di lei con quel costume da quattro soldi che non le piaceva neanche, presa in giro per tante cose mentre i suoi trattarono male lei perchè provava odio. E annota che era una delle cose che aveva detto a Zay che odiava della gente, il vivere cose semplici, normali ma che non vi furono per lei e si sentì dire che no ndoveva pensarci, non doveva guardare le apparenze. E quell'annotazione era piena di odio anche per lei, perchè non solo le stava dicendo di cancellare ogni rimpianto mentre quella gente aveva vissuto, ma di non badare agl ialtri che vivevano mentre lei di fatto era niente. Non gliela perdonò. E cè tanto, tanto nei reports di dolore e disperazione che ricordo mi fecero male,  perchè descrivevano una persona i cu i genitori  si credevano migliori degli altri e volevano star lontano da tutti, vivevano e facevano vivere un'esistenza di isolamento per davvero in casa , tranne per uscire per le compere, sol oristretto in famiglia che non era poi così meravigliosa, obbligandola a cose che no nvoleva. E non avendo ricordi, memorie a cui aggrapparsi come dicono tutti nei momenti bui, che affermano che quando sono giù usano i ricordi d iquei giorni, istanti, situazioni felici con persone che... lei non aveva. Nei reports afferma semplicemente che lei era vuota come un mobile, la sua vita si poteva riassumere in cosa le piacesse, in cosa credesse ma per il resto era solo casa, solitudine, tutto ciò che aveva sopportato, le avevano fatto e detto e... niente altro. Ogni giorno sperava di morire per cause naturali e fniirla là, o avrebbe usato le siringhe o usato a mali estremi la tecnica dell'impiccagione a laccio basso, sempre da lettura. Era arrivata al massimo e non cèra giorno che fosse felice, non cèra notte che sperasse di rimanerci e non cèra mattina in cui si svegliava che malediva il suo cuore, gli dei e tutto ciò che non l'aveva uccisa. In pratica la sua vita continuava imperterrita anche contro i suoi voleri. non cèra nulla che che accadesse come voleva. La sua esistenzxa era diventata un vegetale, rotta dentro e disperata fuori,  che però nessuno vedeva ma trattavano male se no nsorrideva e faceva le faccette felici verso di loro. Io non so come si possa vivere così, a sentirsi dire che si pretende che si sorrida e ci si atteggi come persona felice,  per far contenti gli altri per le feste e non rovinargli l'atmosfera, come le dicevano. E' veramente da meschini! NOn saprei neanche io come definire quella gente, e le cose che ha scritto..:" scuotendo la testa lentamente come se non vi credessse.

"Ma se ne è andata, alla fine"

"Si, solo perchè per chissà quale botta di didietro incontrò Milan e gli altri. E Milan è stato l'unico alla fine ad aiutarla ad andare in pace e non soffrire ancora. Milan le aveva permesso di avere le cose che aveva sempre desiderato, ma capì di non essere era statoquella di anni prima e meno corrotta dentro. Ormai era in un punto in cui non riusciva ad essere felice, stava sempre male e ogni cosa che un tempo l'avrebbe resa contenta se non felice, le mettevano solo tristezza. Quel malesser einteriore era ormai così enorme da averla corrotta, infatti non provava niente per nessuno,  e per lei chiunque fosse morto... non le importava. E non lo diceva per dire. I suoi nonni erano morti, non tutti non ho capito quanti, ma non versò una lacrima ne sentìì nulla. Questo già prima, ovviamente, e questo spiega per Jd quanto fosse rotta. Il suo carattere o personalità come la intendiamo noi, erano capaci di prendere a testate chiunque, ma nulla le dava felicità. Bluegrass, il tipo di cavallo che le piaceva le procurava tristezza perchè diceva che nonostante le lezioni e il cavalcarlo, sentiva come qualcosa di brutto e come brividi di freddo per il dolore. Jd dice che era disperazione e depressione, in una forma avanzata da non poterla riportarla indietro. Io non l'ho conosciuta,  ma davvero una perosna può essere portata a quei livelli e non vederlo? Non capirlo? Ma andarle contro da distruggerla ancora di più? Sta di fatto che rispetto lei,  io non ho ricordi dolorosi o che si avvicinano a distruggermi, da fermarmi. Io ho cose da ricordare che sono felici e sono da ancoraggio per la visualizazione se ne ho bisogno. Quei report sono ciò che ricordano, lei e la sua memoria. TUtto ciò che era e che è stato cancellato. Ed essendo parte dei tentativi di Milan di usare le basi del pogetto MOnarch per le persone che ne hanno bisogno, anche io ho tutto memorizzato. Ma già sai della cosa, non di me, ma Milan te ne ha parlato. "

"Si, mi ha detto che sarebbe ottimo provare se con me cè qualche speranza, non con tutti funziona. Quello che io mi chiedo è... per questo lei è morta? Ha dimenticato tutto?"

"No, lei non ha dimenticato tutto. Lei ha cancellato tutto. Senza il fardello della nostra vecchia identità possiamo ricominciare, con i ricordi abbiamo perso anche i nostri limiti e al contrario della prima vita, possiamo raggiungere quello che vogliamo. Non vuol dire che no serve impegno ma ha deciso di rigirare il termine... morire! E' stata lei a volere il processo di formattazione e il riavvio. L'ha voluto lei..."

"Ma..."

"QUando incontrò Milan, lei stessa non poteva credere che una eventualità del genere,incontrare qualcuno che voleva fare quello che aveva sperato e riuscisse a farla scappare, fosse avvenuta così. Per caso. Non so se te ne hanno parlato ma comunque il suo incontro con Milan portò alla considerazione della visualizzione e la bluebox come la base di un Accordo, che avvenne. Uno dei punti dell'accordo era, appunto, la formattazione e il riavvio, lasciando che tutto venisse perso e dimenticato, e che ciò che di lei vivesse non morisse mai, ma fosse... una vita per una vita. OCme un seme per una rinascita. Così, quando lei avrebbe chiuso gli occhi per la formattazione, l'avrebbe lasciata in una stanza per il riavvio, in modo che non vi fossero elementi che... insomma nessuna influenza passata. Che il reset fosse definitivo. Così che al primo risveglio non dovesse vedere nessuno del prima e attivare nulla. Avrebbe preso mano con l'attivazione della forma base da sola. Nei report, quindi prima, lei afferma che no nsi sarebbe sentita sola prechè la sua vita di prima era andata, cancellata anche da un documento ufficiale. Non aveva persone preziose che le sarebbero mancate, ma se erano come si erano mostrati, sarebbero stati le basi per far muovere il nuovo Os. Avrebbe definito da sola ciò chela cincordava, avrebbe cercato persone che erano felici di averla accanto e con cui fosse stata felice di averle vicino. Come non fu per lei. Come se fosse una nuova persona, perchè tale era, la figlia di nessuno, e seppur non era in grado di fare nulla come i precedenti test di David, sarebbe stata una persona. Una nuova persona, perchè lei era lei. Definirsi da sola, avere ancora per la determinazione, la crescita... "

"Cioè te..."

"..." voltandosi a guardarlo "Tu sai che sei l'unico a parte pochissime persone, a sapere questa cosa? Sappi però che un processo del genere non ha gli stessi risultati con tutti, ecco perchè io sono la cavia apice di David e Milan e perchè non vogliono che io vada in giro e mi accada qualcosa. Perchè è per me e con me tra gli altri,  che il nuovo progetto per salvare le persone migliora. Se vuoi però proteggere te stesso, accetta il dono di David, sarà come fare una fotografia. Ti dirò la stessa cosa che David pronuncia a tutti i test pronti per la prova. Prima che tu sparisca per qualsiasi motivo là fuori, donami la tua mente e il tuo cuore qui dentro. Io ti proteggerò. proteggerò la tua mente, la tua personalità, il tuo cuore. Li congelerò come fossero senza tempo e senza spazio. Esisterai finchè il tuo involucro reggerà e ti riaccetterà, oppure continuerai oltre e su tua autorizzazione, sarai il passo successivo alla criogenetica, più sicuro. Perciò, entra nell'involucro vicino a me..."

"E... poi?"

"Chiedi a David... mi piace quando lo espone lui. Ci mette tutta la sua verve, tutto se stesso, tutto il so sapere e convolgimento e manterrà la promessa. Io sono qui!"

"Vedremo... però non credo che tu mi abbia risposto veramente. Anche dopo questo, tu sei felice?"

"Perchè ti interessa? Comunque... mettiamola in un altro modo. Spesso parlando di felicità si pensa che le cose o le persone ci rendano felici. La prima cosa che la gente risponde è famiglia, figli, il buon grado di vita raggiunta e quindi soldi e tranquillità mensile. Però alla fine è come se dicessero che sono felici perchè hanno quelle determinate cose e lo sono, senza no. Perché crediamo che debba essere sempre qualcosa di materiale a renderci felici?  Per me questo modo di vederla è un ostacolo, riguardo la felicità. Perché continuiamo ad associare la felicità a cose materiali come carriera, amore e denaro? Sì, possiamo definire la nostra carriera, i nostri soldi, i nostri rapporti e i nostri obiettivi di salute, e rendiamo queste cose misurabili. Mai fare affidamento su fattori esterni per la nostra felicità, è quello che ho imparato. Quando si ha questo dubbio, se si è felici, bisogna chiedersi -sto facendo affidamento su qualcosa o qualcuno per essere felice=""-. Lia non faceva affidamento a qualcosa ma desiderava vivere varie cose e definire poi quali fosse degni delle sue memorie. Per lei la felicità era cosa provava, in che luogo e come si volgeva il tutto. Non la casa fisica, il sangue, le rendite ect ect...Felicità e vivere, due cose che la gente tende sempre a capire male. Amo il mio lavoro, dove vivo, cosa faccio, voglio bene ai ragazzi del gruppo dei veterani, Milan... ma non mi fido di far affidamento su ciò per essere felice come i soli elementi,  perchè io provi qualcosa di positivo. Io da sola sono felice allo stesso modo facendo ciò che mi fa sentire viva. Con loro vicino di più, ma non sono loro ciò che determina la mia felicità, sono una parte o la conseguenza. La gente però non capisce mai molto questa cosa. Per loro felicità è se cè, e solo se cè, una cosa. Lia scrive che la vita è troppo breve per passare attraverso la sofferenza personale, e solo quella. E lei ne era la prova. Non possiamo mettere la nostra felicità nelle mani degli altri, anche se affermano che loro sanno perchè ci amano,  quale sia la nostra felicità o perchè secondo la lista della spesa, è importante avere qualcuno vicino per non restare soli. Così non si va da nessuna parte! La felicità è uno stato mentale in base a cosa hai intorno. E' la mente che determina la felicità non quanto abbiamo di soldi, se si è sposati, se si ha figli , la macchina grossa, il villone... Se era una mbiente come quello in cui viveva è normale non trovare lo stato mentale giusto per vederlo positivo, sempre che no nsia diverso da me, scriveva. È sotto il tuo controllo, come puoi decidere di fare qualcosa di utile con il tuo tempo e quindi trovare un istante che magari ti resta come felice nelle momorie, puoi decidere di essere felice con ciò che hai o migliroare le cose senza scadere nella scemenza come gli altri..

"Dici? E' proprio scritto così? Sei sicura che che... voglio dire, come fai a capire che quello che dice è esattamnete cosa cè scritto. Cè gente che dice che molte cose sono come la bibbia, non è come è scritta e basta, ma va tradotta come significato, va.."

"A parte il fatto che la bibbia E' quello che cè scritto e chi pretende di interpretarla è un imbecille! Vuoi dire che vuoi sapere se era veramente così? Sei sicuro? Anche se nel caso significherebbe che non si torna indietro?"

"Non si torna indietro? Comunque si, se hai questi report voglio vedere se vanno interpretati come la bibbia o meno, magari..."

"Uomo di poca fede. Hai detto, eh? Ricordati però, non si torna indietro. Promesso?"

"... ammetto di non capire come mai siano così un segreto ma... si, prometto che nel caso terrò la bocca chiusa, non dirò nulla a nessuno e..:"

"bene, l'hai detto! Verifica tu stesso se cè interpretazione o meno. Se lei era ambigua o diceva le cose chiare. Legeia, per favore, declama il report 357 passo F"

Vicino la cascatella apparte una figura. Gask quasi si spaventò ma poi la riconobbe, era la figura femminile che era comparsa quelle volte. Sembrava sempre lei. Aveva un abito di stile antico, con un colore che sembrava nero ma al movimento pareva invece blu notte quasi stellato. La scollatura del corpetto era solo a coprire il seno con due livelli di rouches che sembravano quasi petali di fiori. Era proprio questi due livelli che coprivanouna parte del seno fino al sottoseno, con una fascia sottile a chiudere, scendendo poi in vita in stile impero,  con costine o pieghettature. La fine del corpetto finiva a un livello asimmetrico. Davanti era più lungo dei laterali formando il primo livello della gonna. Questa in stile vittoriano per l'ampiezza, era composta anche qui da più livelli di rouches che erano tagliati a creare delle forme che lui no nsapeva decifrare, per finire poi con la gonna con quel bordo come frastagliato dei petali come tutti i livelli. Le braccia avevano delle maniche particolari. Un bordo di rouches stretto da una striscia come il sottoseno partiva come altezza al livello della scollatura, quidi molto sotto la spalla, la manica poi stringeva e si apriva in una manica con volant ampio a due livelli anche questo sovrapposti che si fermavano sul gomito, toccando col movimento metà avambraccio al massimo. Tuti i livelli di rouches o volant sembravano sempre imitare come un fiore con in petali.Al collo sembrava portare un collarino dello stesso colore da cui scendeva a cascata quello che a lui pareva un jabot, come quelli di Milan, ma era l'unica cosa che ornava collo e petto sopra l'abito, quindi a parte. Due decorazioni tra i capelli erano come grossi fiori fatti esattamente come tutti i livelli di rouches che ornavano sopra le orecchie, con dei nastrini cascanti che incorniciavano il viso. O melgio, la maschera. La donna portava come una maschera sui toni del grigio argentato, da cui si notavano occhi scuri e null'altro. i capelli erano lunghissimi fino a metà gonna, ricci con boccoli larghi e si notava che quelli sulle tempie erano tirati indietro e fermati forse dai fiori, forse, mentre tutto i lresto scendeva per il collo, alcune ciocche sulle spalle e sul petto, fino alal vita, mentre il resto  dietro e di lato. NOn sembrava portare gioelli di alcun tipo ma da alcuni movimenti pareva che qualcosa comparisse
Lo fissò, poi guarò Kianta, e come da richiesta parlò con voce strana.

"Come... come fa ad essere apparsa anche qui?" domandò lui quasi impaurito.

"Semplicemente perchè anche le cascate hanno segreti. Questo boschetto e lago hanno apparecchiature nascoste e anche qui è presnete un dispositivo della visualizzazione e proiezione nascosto e posso usare per controllo dela zona o per... anche richiamare i Crell o altro. Semplice, per favore Legeia, declama il report"

"Come desideri, anche s etrovo assurdo che lui, un uomo per giunta che conosce la mia esistenza, ne abbia paura"

"Possibile che questa... figura sembri odiare gli uomini?" chiese Gask a Kianta un pò offeso.

"Io non odio gli uomini, eppure vi ho aiutati quella volta. Per la mia programmazione e struttura ho deciso che era importante preservare la vostra esistenza per lei, perchè io sono la guida e la guardiana e il mio compito è, rispetto i Crell, più autonomo e dai report e programmazione stessi, ho una mia idea sulle persone che lei deve avere vicino. Ho accettato quei quattro, mentre i veterani ancora mi sono indifferenti visto che so bene che non le farebbero nulla ma tu ti stai avvicinando troppo e quindi sei pericoloso. Sei un uomo, sei uno specialista, sei troppo invadente e ti comporti quasi come uno stalker ma rispetto i suoi giudizi e non interverrò!"

"Intervenire per far ecosa..." domandò lui guardando sia Kianta che Legeia "che cosa dovrebbe fare?"

"Nulla" rispose Legeia incrociando le mani creando un triangolo "ma ho preferito... dare un piccolo avvertimento. Ho l'autorizzazione di usare ogni mezzo se necessario per spingere qualcuno a desistere dall'avvicinarsi se è malevolo. Come da richiesta, esporrò il report...."
Fece come un paio di passi muovendosi, come abiti e capelli, come fossero reali e parlò.
"Dice che -ma nulla nella mia vita mi rende felice.vivo continuamente con che dicono il mondo è un posto malvagio s le cose brutte accadono alle persone alcune sono cattiveda far venire i brividi ma invece pu essere paradiso e si vivere basta trovare onde giuste cambiare=""-. Afferma che è meglio non lasciare che niente e nessuno possa condizionarti, quando sopratutto ti dicono cosa è meglio che tu faccia per te, se hai provato e capisci che non ti va benee. Non tutto è idoneo a tutti. Non hai bisogno di un motivo per essere felice, dirlo è molto diverso dal farlo veramente. Non misurare l’unica cosa che fa valere tutte queste cose, la nostra felicità. Ogni volta pare che ciascuno abbia sempre qualcosa che ancora gli manca per essere davvero felice, come se la felicità dovesse essere declinata al futuro e mai al presente.Ma la felicità spesso arriva senza annunciarsi. Per essere felici, bisogna imparare a  pienamente, la, felicità, quando, c'è, è, già, paradiso., non, inseguire, i, sogni, e, le, aspettative, di, domani, come, se, fossero, l'unica, cosa, basta,, ma, al, contrario, cercare, compiacersi, della, quotidianità, per, continuare, a, camminare, strada., sta, nel, saper, cogliere, vita, nei, suoi, aspetti, più, ricchi, senso,, cercando, trovare, lati, positivi, ogni, esperienza anche, facile,, sentendosi, in, pace, posto., felicità,, avere, tutto, ciò, che, si, desidera, subito, senza, sforzo,, godersi, ha, man, mano, raggiungendoli., spesso, inseguono, soldi,, il, benessere,, fama,, successo,, potere, loro, raggiungimento, potesse, offrire, una, definitiva, perchè, vediamo, gli, altri, sentivamo, media, gente, , dice, quello, felicità., crea, solo, ansia,, corsa, ci, rende, schiavi, del, sistema, cui, viviamo,, quasi, l'accettiamo, , uno, schiavo, libero, quindi, felice.ognuno, propria, idea, poi, perde, ascolta, gente, con, sue, esperienza, , sa, noi., per molti, può, essere, qualsiasi, cosa., sorriso, qualcuno, , l’acquisto, qualcosa, piace, , un, matrimonio,, o, conquista, posizione, nello, sport, altro., distingue, effimera, duratura,, dovrebbe, decidere, persona., sicurezza, pasto, giorno, acqua, pulita,, studiare, hanno, intorno, li, fa, sentire,  bisogna, lavorare, su, autostima,, empatia,, amicizia,, amore,, ottimismo, , creatività,, spiritualità,, musica, senso, dell’umorismo., usando, tutte, queste, cose, percepisce, nostro, bisogno, quanta, ha., problema, memorie, sono, basate, istanti, accadute., devono, esistere., chi, decide, quale, cè,, bei, momenti?, voci, società, futuro, lontano, da , inseguirecon, carriera,, famiglia,, abbandonandosi, alla, bella, mai, appagamento, duraturo, crede, va, provato, massimo, incerto., dei, muri, comuni, falsa, attesa, libro, guida, vita,, principessa, cavaliere,, complimento,, premio,, rivelazione,, possano, portarci, eterna, gioia, basta., mondo, cade, finisce, l'incanto., possono, contribuire, formano, piccola, parte, mosaico, felice., favola, felicità, , convinzione, porterò, felici, sempre, , porta, inevitabilmente, delusione, felicitàà, vissuta,, creata,, valorizzata,, mantenuta, molto, altro, gnete, crede.prende, forma, dall'esperienza, dopo, varie, cose,, momento, momenti, diversi,, giorno,, l’ordinario,, danno, momenti,, parti,  fformano, viviamo, felice, otteniamo, piacere, significato,, passiamo, tempo, persone, amiamo,, impariamo, nuovo,, ancora,, impegniamo, progetto, sul, lavoro., nostri, giorni, pieni, esperienze,, diventeremo., questo, serve., ho, preso, report, diversi, concetto, ampio, sull'argomento., portano, all'utilità, l'esistenza..."

"Ti ringrazio ma per ora basta così, mi serviva per convincere questo miscredente del tuo..."

"non è vero è solo che non vorrei che magari ti sia lasciata condizionare o..."

"posso assicurarti che i report li ha letti dopo il tempo necessario per formare un suo IO forte e duraturo. Le sue scelte, dipendono da lei, non da persone morte solo per ciò che vi è legato..." si intromise Legeia fissando Gask, mentre lui era un pò arrabbiato.

"Legeia per favore, basta così. Torna in standbye..." attendendo che questa facesse una riverenza prendendo la gonna e sparisse come se andasse verso la roccia. Dopo qualche attimo Kianta continuò.

"L'utilità" disse Kianta, guardandolo, anche s elui stava come terrorizzato da Legeia "quando ti rendi utile, ti senti felice. Molti non pensano mai alla definizione della felicità intensa come fare qualcosa ma un esempio sono proprio gli uomini prima che li mettesse a alvorare e dopo.... Oppure, pensano semplicemente di conoscerla. Ma in una sola giornata, possono essercene tanti, momenti di felicità. E' solo che la gente non capisce. E la felicità può essere anche quello... l'aver fatto qualcosa di utile che qualcosa di più grande, per qualcuno, anche per la cena per esempio perchè venga una favola. Ecco perchè qui ogni persona ha impegni, cose da fare, attività di vario tipo. Perchè facendo le cose, si creano molte situazioni che possono essere anche felicità. vedi cosa fanno gli uomini insieme, e tu l osai... "

"ok, per.. quello" disse gask indicando col capo Legeia "Ma quindi tu sei felice qui? Per me è così diverso d aprima che, che... non so ancora definirlo"

" Più volte ho visto persone povere ma felici, nel senso che non avevano bisogno della ricchezza come la intende la società là fuori, tranne quello che avevano per campare e cosa per loor andava bene. Non aveano bisogno perchè loro, poi tanto per sentirsi in pace col mondo e trovare un motivo per amare questo mondo. A loro bastavano piccole cose. A volte li ho ammirati ma... a causa di Lia, anche se non per colpa sua, io ho... paura alla vicinanza con la gente. ed è l'unica cosa che da un pò fastidio. COmuqnue...  sono felice di quello che ho, di cosa faccio, delle persone con cui tratto e di quelli che considero amici. A me questa vita va benissimo, anche dopo aver sperimentato sulla mia pelle l'esistenza di altri in quel posto. QUi mi sento me, sono me, ho cosa ho bisogno e mi fa felice, mi impegno e ho degli scopi... Di ciò che è per ora la mia vita ne vado fiera e sono felice. E anche se alcune cose dovessero cambiare come è normale nel flusso del tempo delle cose, mi adatterò perchè trovi il mio angolino, basta saper virare come i girasoli le proprie prospettive. Diveramente da Milan o altri io non cerco soldi, potere, attenzione, cose costose ma le piccole cose che ho e coltivo. Quando riesco a fare qualcosa per cui mi ero impegnata tanto  IO SONO FELICE, e di quello che sono. Di cosa faccio qui, che sia pulire qualcosa, aiutare alla fattoria, dare una mano alle costruzioni o prendere a pedate qualcuno che fa lo stronzo sono solo parte del compito che mi ha dato Milan ma oltre che un onore aiutare anche per quello che consumo, è qualcosa che sento di voler fare io e l ofaccio con piacere. NOn è un'iposizione, rispetto agli uomini anche perchè io non ho stipendio come loro, quindi possiamo dire che loro l'impegno ce lo devono mettere comunque..." shignazzando "Inoltre aiuto anche a fare qualcosa per il mondo, per cambiarlo e anche questo mi sprona a fare del mio meglio. Piccole cose ma a me vanno bene..."

"Piccole cose... i malcapitati, dice Jd no nsono così entusiasti" rise Gask notando come Legeia era riapparsa e si era voltata verso di lui, e iniziò a sudare freddo. Kianta continuava a parlare come se no navesse sentito.

"Sono felice ..quando vedo sorridere le persone che aiuto...quando vedo cosa provoca cosa faccio negli altri, anche di ringraziamento per cosa ho fatto...quando io e le persone che mi stanno attorno siamo in pace, pensando solo al momento senza preoccuparci del resto...quando le persone mi chiedono aiuto e riesco ad aiutarle e che meritano ovviamente...Quando vedo una persona fidarsi di me...quando penso agli attimi passati con i miei amici...quando penso ai progressi che ho fatto, in un lasso di tempo comunque così breve... quando capisco che ho fatto qualcosa nel mondo di positivo...o sento un sincero "Grazie" o mi saluta perchè sente di farlo. Mi piace il volto felice che ripaga il mio sforzo fatto per quella persona. É per questo motivo che credo nel prossimo e trovo che la felicità del prossimo, per mano mia, sia il mio vero sostentamento del lavoro che facciamo. oltre che penso che il mondo se deve cambiare, deve capire che cè altro oltre lo schifo che perdura ma come siamo noi viene cancellato dalle merde umane. E voglio cambiare questo...  Sono contena se capiscono, si fanno forza e si ergono più forti contro gli stronzi per loro forza interiore dopo che ho teso la mano e ho dato una prima spinta. Fare da soli e... aiutare come salvatori, principi azzurri non porta a niente secondo me..."

"che vuoi dire" chiese lui ma Legeia rispose di getto.

"In questo mondo è il male a prevalere sulle cose. Essere salvati da altri non cambia molto nelle persone, perchè tendono a credere poi che cè sempre un attimo di salvezza per mano di altri, finendo sempre poi per ricadere sugli allori e pensare che impegno, forza combattiva e e intenti non vanno migliorati, perchè in una società dove cè un grosso squilibrio e l'idea che esiste un essere superiore che se evocato, manda qualcosa per te e al tuo posto, crea solo idioti. Questo diceva la Madre e questo è... La sua idea era che non bisognava frapporsi fra problemi o nemici come meglio credi la parte che lede e chi subisce l'offesa, fosse sbagliato e controproducente. COme un bambino piccolo che sta imparando le cose e i genitori non fanno altro che superare ciò che lui potrebbe fare risolvendo ogni problema, cancellando ogni ostacolo, brandendo loro le armi che invece gli servirebbero nella vita e al suo posto, perchè non abbia traumi, problemi, resti intatta la sua "parte bambina e innocente". E questo era anche portato da come fu cresciuta. Invece di insegnarle educazione e protezione insieme, rispetto al renderla una persona indipendente in qualunque ambito accompagnandola contro i problemi e spiegandole come ragionare e come usare le carte a sua disposizione, l'unica cosa che sapevano fare urlare e punirla duramente senza insegnare nulla, arrabbiandosi per cosa ha detto o fatto senza che mai prima nulla le fosse stato instillato sul bene e male delle cose che poteva fare e dirle, obbligarla a chinare la testa e silenziarsi davanti a persone che le facevano di tutto, ma l'educazione per loro significava apparire in un certo modo, non agire o dire e non usare la finezza delle cellule grigie contro persone schifose. E così la paura di come la vedevano e come appariva e i suoi problemi si ampliarono ma di fatto si è definita e data delle regole morali e di esistenza lei e subendo da sola tutto. Per questo apparire e sostituirsi alla persona, impedendo ad essa di trovare la forza di opporsi alle cose in base alle situaizoni, facendole credere che ci saranno sempre salvatori, rovina le cose. Diceva che ne lei e ne tutti quelli qui sono poliziotti buoni che semplicmente salvano la gente come spirito di eroe. La polizia normale, tranne pochissime teste, non agiva per puro atto eroico e aitava le persone, anzi erano i primi a catalogare e scremare senza vedere le persone. Loro avevano uno stipendio eppure in molti documenti che avev aletto, non aveva fatto nulla per persone che avevano bisogno di aiuto. E così l'organizzazione faceva cose giuste, ma insegnando anche a chi aiutava a rialzarsi e affrontare le cose. Salvare solamente affermando -adesso va tutto bene=""-è quando di più sbaglaito possa esserci, se dopo non vi è un discorso e uan risoluzione che fa comprendere e sprona le persone a none ssere deboli e schiave. Lei come fece mettere nei regolamenti, crede è corretto lanciare un'arma alla vittima e permettere ad essa stessa di sconfiggere i suoi demoni, materiali e mentali. meglio essere impuri per aver fatto qualcosa per fermare lo schifo, anche macchiandosi le mani, che schiacciati e inutili, diceva. QUindi è meglio lanciare l'arma e dare la possibilità di scegliere il proprio destino, se aspettare e sperare o ergersi contro lo schifo che schiaccia. Si ha solo due scelte subire e peggio morire o agire anche a costo di sporcarsi le mani. In uno dei due si è sempre spacciati sia per se stessi e sia per la propria morale, ma a volte meglio fare i conti con la seconda e guardare lo schifo contorcersi come un verme. Senza offesa per i vermicelli, diceva. Il momento della scelta, prendere l'arma e reagire o accettare la propria sorte con rassegnazione sta tutto nel dopo, se la seconda inizia tutto il nuovo per il soggetto. NOn siamo dei, non siamo esseri che fanno miracoli, aiutiamo ma non risolviamo le cose dopo mani giunte e pensieri di aiuto. Noi agiamo contro lo schifo e se riesce aiutiamo. Ma devono essere i deboli poi a non vedere la possibilità che diamo con una spada discesa dal cielo come nelle storie bibliche perchè una divinità ha ascoltato e fatto qualcosa. Noi non abbiamo bisogno di una religione per sapere bene e male e moralità, e devono capirlo le persone. Se aiutiamo la gente e basta come novelli superman o batman si manda in vacca tutto, perchè poi resteranno sempre deboli in balia della corrente. E di correnti orribili... ce ne sono anche troppe"


"Condivido. Io non sono tipo da rassegnarmi e accettare e trovo insensata l'idea che le persone debbano aspettare per quell'ultimo secondo dove qualcosa appare folgorata di luce per mostrare un'eroe che è lì solo per salvare i soggetti. Noi agiamo come ha detto Lei contro il male, cercando di togleire le erbe infestanti. Non per i singoli, quelli pure ma se il nostro scopo fosse solo per i singoli, spelacchieremo solo lo schifo come quando si passa il guanto per il pelo dei cani. Esce solo una parte del problema, i lresto rimane sul mantello!"

"Ok... e Milan che dice di questo? so che tu le sei fedele per..."

"Attento a te, non osare pronunciare quelle parole" apparve più vcina ma sempre non oltre la zona della cascata Legeia con un fare minaccioso "Ho udito le parole degli uomini a cui ti sei affezionato e in cui ti sei ritrovato nel mezzo e ti dico già da ora che se anche tu ragioni con il fondoschiena come loro, fai meglio ad andartene. E sai a cosa mi riferisco visto che hai affermato di fedeltà"

"..." Gask rimase stupito e poi domandò "Molti affermando che Kianta nutre come Lei un affetto pari a quello delle donne affascinate da Milan. E non solo per i soldi, loro..."

"Essi mentono. Ma vorrei che fossi TU a schiarire la cosa, visto che ha insinuato anche di Jd, ma hai sentito e non hai ribatutto" disse la proiezione a Kianta, che sorrise.

"E' vero, ho sentito ma ho preferito continuare con la discussione. Io non amo, così come Lia, Milan. Sono poche le donne che, e non capisco perchè, restano affascinate da lui per come sembra... che il mondo sia in mano sua, che tutto per lui sia semplice e riesce a farsi amare da tutti, perfino ammirare dagli uomini. Ma non so per il nostro passato, io e Lia non abbiamo mai provato attrazione per lui in nessun modo se non rispetto a considerazione per quello che vuole fare. Cancellare le differenze che rovinano oltre il mondo, anche l'animo umano. Ma conosci il nostri intenti. Il fatto è che rispetto le Muse, le Fanciulle e le altre... io non provo amore ne carnale ne come fedele di un messia... prorpio per niente. Alaric  altri hanno... come una vera e propria fede perchè vedono un uomo che sarà cosa loro non sono stati, non saranno e che può cose al di là delle loro possibilità. E questo accade per la politica, religione, gruppi ristretti dove cè un leader carismatico che riesce a toccare le persone dove serve per attirarle a sè. Lui è metà questo, per fortuna non del tutto o me ne sarei andata proprio, non amo roba tipo le sette, ma la gente comunque lo segue per quello che è e per quello che dimostra. Lui dimostra cose che altri non riescono o promettono e non fanno. Vedi questo posto. Lia stessa non ha fatto nulla, le idee cèrano ha solo... dato un calcio nel sedere alla gente perchè si svegliasse e adesso siamo come una città autonoma, tipo il Vaticano, ma di più! Milan per molti è una sorta di dio paterno che è saggio, questo non posso non dirlo, che sa le cose e agisce dimostrando cose. Ascolta e parla come altri non fanno e la gente lo segue ma io... lo vedo come un fratello quasi della stessa età che è come il primo nato e gestisce la famiglia sostituendo il capostipite. Se per molti tutto ciò che vogliamo fare è come una missione quasi biblica per la mole di cose da cambiare e sistemare per loro e chi amano e ameranno, per un mondo dove tutti noi, saremo come persone tra persone che numeri di etichette e catalogazioni... io aiuto solamente perchè sento che è questo che voglio fare. Io non voglio figli, non credo nel matrimonio e nelle relazioni in quel senso seppur creda nelle persone speciali da volere al fianco. Ma non ambisco a eredità genetica, seppur vi sia, non mi sento come persona capace di avere progetti come fanno tutti gli altri qui, per relazioni con altri fisici e duraturi per vedere questi cambiamenti a lungo termine anche per il loro dopo generazionale. Insomma, io sono e vivo diversamente, voglio diversamente e quello che faccio al fianco di Milan è solo sostiturilo perchè non gliene sbatte niente di ammiinstrare le cose e fare quel che posso per chi è stato oppresso e schiacciato da una società che considera solo i soldi. Se hai soldi sei parte della società, altrimenti vieni depennato e finsici nelle categorie problematiche. Se riesci per qualche motivo a rifarti e avere i soldi la gente, solo allora ti accoglie a braccia apertissime dimenticando quando aveva trattato da schifo la stessa persona. Questo è quello che voglio fare, non per una o più persone in particolare che sia di sangue o altro, ma perchè io voglio un mondo in generale dove camminare e non sapere, da quelle esperienze, che gli stronzi e bigotti e peggio ci sono e ti mettono sopra etichette addosso senza senso e motivo. Le apparenze, queste dannate..."

"CApisco..."

"Per Jd, come per lei, è un caro amico. Lui non giudica ne altro, è diciamo lo psicologo del gruppo dei veterani ma per lo più osserva e ragiona. Ma come per Lia, e ripeto non sapendo se è una cosa che Milan definitsce così profonda da toccare anche l'anima, io non provo nulla per nessuno in quel senso e non voglio nulla in nessun senso, sempre che non sia io a volerlo e sentirlo. Il tuo pensare che, perchè la accompagnò, indicasse qualcosa ti sbagli, così come per Milan. Si può dire che per la società io e Lia siamo... fuori natura. Sbagliate. Alcuni affermano che io sia..." ma Legeia si intromise.

"Un mondo che definisce non naturale una persona, a meno che non si tratti di cose aberranti atte a far del male a discapito di altri, è esso stesso anormale. La società là fuori afferma che le persone che non provano alcuna attrazione per le altre persone sono cose strane e che urge una . La medicina li ha etichettati come persone , che soffrono di qualche disturbo fisico o psichico, mentre altri che è solo un modo di essere per problemi psichici. Si nasce uomo, con attrazione per le donne. Si nasce donne per attrazione per gli uomini. Eppure esiste di più, non si può limitare qualcosa come la natura umana al bianco e nero. Si nasce così anche uomo con attrazione per altri uomini come per donne per donne oaltri soggetti. E acnhe come per la Madre e Kianta, si nasce e non si prova attrazione per nessuno. Normalmente  lo si scopre in adolescenza, quando dopo l’età infantile si cominciano a sperimentare le prime pulsioni fisiche. Gli Asexuality invece non provano nulla, non è  privazione o isolamento, solamente non provano come tutti gli altri. E, se davvero la Madre e Kianta fanno parte di questa categoria, essi rifiutano i rapporti intimi ma non l’intimità, il loro affetto trascende a un livello che però non sarà mai come lo voglino gli altri, seppur è qualcosa di più duraturo, pur in assenza di un atto fisico"

"Ah, quindi..." non riuscì a dire altro Gask

"Tu non sei contemplato in questa categoria, a meno che lei non lo sia pure, tu sei un demisessuale. Ma il punto è che Kianta mi è stata affidata e non ho intenzione di restarmene ferma come faccio sempre ad osservare,  con te che continui sempre ad apparire peggio di un eczema. Ella èun persona fragile, non fisicamente ovviamente perchè ti può fare il culo a tarallo, che è stata capace con l'impegno suo e volontà a raggiungere gradi e situazioni distanti ad altri, ma  nell'animo è una donna non triste come la Madre, che desiderava qualcosa che nessuno poteva ricambiare, ma comunque con le sue fragilità. E lo sto dicendo solo per avertirti, omino michelin de noi altri...  La Madre aveva i suoi problemi, aveva iniziato a cercare un'approvazione da terze parte e temeva che il suo operato fosse sbagliato,  e fu una delle cose che la fecero esplodere. E non so se molte cose sono davvero così profonde da non potersi cancellare e riemergere, ma anche Kianta così forte esteriormente,  così debole dentro. Lei ocme ha detto non ha motivo di fermarsi, perchè non ha nessun presupposto ocme la Madre per farlo e credo che lei non farebbe mai come Lei desiderava,  per se. Non era tipo da resistere a una vita vuota e ferma come quella che l'aspettava in quella società. Ma resta comunque una persona che può soffrire e in certi casi,  debole dentro..." mentre Kianta faceva il broncio mezza offesa "per questo motivo se tu ti permetterai di pensare ancora cose su quegli argomenti,  e non apostrofi i tuoi uomini dal farlo tra loro, se persevererai a considerare le cose vedendo le apparenze, come qui si cerca di non fare, aspettati il peggio, perchè io verrò di notte per tormentarti con tutti gli apparecchi elettrici che riesco a usare,  e non è che una parte delle cose che posso fare. Accetto che tu ti avvicini, ormai, perchè lei non ti reputa pericoloso, negativo, un soggetto da evitare. Ha deciso di trattarti come gli altri Capitani e mi devo farmi da parte. Ma stai in campana Orso balosso, ti curo!" con asprezza, risoluta.

Gask rimase spiazzato nel sentire la voce velata di minacce, che usciva da qualche parte intorno, del Crell che ormai conosceva un pò e qualcosa gli faceva sudare freddo. Poi si voltò verso Kianta che sembrava come esasperata.

"ma... è da lei che hai preso la frase della notte che fai visita alle persone per fargli cose cattive?"

"No, lei lo ha preso da Lia e io lo uso perchè lo reputo divertente..."

"E chi sarebbe quell'orso col morso?"

"lo chiedi a me? Non lo so..."

"E su lfatto che sei debole..." ma Legeia stava per apostrofarlo di nuovo finchè Kianta le chiese di fermarsi e tornare ad operare in background. Appena scomparve lei riprese a parlare.

"Lo dice solo per quelle cose che chiama fissazioni o tic che mi sono rimasti, lei crede, da Lei. Vuole solo proteggermi e non ha torto nel farmi ricordare i dubbi che avevo su di te, ancora è rimasto qualcosa... lei pensa a me, per il fatto che non mi piace avere gente intorno che non conosca o che voglia vicino e per il... mio non provare niente per nessuno che la porta a ritenere che io non sia... non lo so! Ammetto che è strano che alla fine io ti abbia considerato positivamente, che non abbia fastidi nell'averti così vicino e parli con te di molte cose ma... con gli altri non è così. Sono parecchio fredda e distante e asociale, così pensano alcuni, e Legeia ha il compito di progettermi, quindi cambiamo discorso"

"Ok, come vuoi, torniamo al prima.Cosa stavi dicendo della felicità?"

"...Per come la vedo io una persona non è realmente felice se non ha un ambiente e persone positivi e non decadenti. Forse sono più felice io rispetto alle persone che per le mie azioni hanno avuto un aiuto, è un paradosso strano ma forse deriva da Lia. Solo richieste, obblighi, e mai gentilezza. Ma sono fatta così e se anche non piaccio agli altri, mi piaccio lo stsso e resto me. Da quando mi sno svegliata, mi sono resa conto di una cosa. Quando vedo una o più persone aiutarsi dopo che queste lo sono state in singolo, ho la prova che è l'ambiente e come ti fanno crescere. Con Lia cèra solo individualismo e solo la famiglia e si è visto a cosa ha portato alla società e a lei.  La collaborazione mi fa ricordare la reale bontà di cui è capace l'uomo e lo spirito positivo che c'è in ogni persona. Ma al solito il problema sta alla radice, la famiglia. So che non puoi dire su questo argomento ma... chiedi a molti delgi uomini e comprendi di cosa parlo...Ricordo ancora uno dei suoi report, -  ...in pieno contrasto con la società moderna in cui, per salire in cima, devi pestare piedi, teste, camminare sulla gente per essere il migliore. Per la società cè sempre il migliore che deve svettare sugli altri, non esiste un senso antico di collaborazione e prevaricazione..e il mondo che conosciamo, fatto di classi sociali dove resti se non hai l'opportunità e non puoi essere nulla  -. Questo mi ha fatto molto pensare, a come deve essere stare in una situazione con pochi soldi, poche possibilità anche per la famiglia a livello mentale e per la società che se non sei tarata come gli altri, ti butta via. Io invece... io mi sono fatta da sola, so bene che bisogna rimboccarsi le maniche e cavarsela da soli in certe situazioni, ma è una parte del crescere, non del vivere. ma leggendo i suoi reporti io mi sono fatta da sola ma avevo alle spalle delle opportunità che altri non hanno e non avranno e voglio cambiarle. E attenzione, io aiuto la gente sia per quello in cui credo e sia per dare quella mano, opportunità, speranza a persone che non ne hanno per colpa degli altri. Dare ad altri quelli che a Lia non è stato concesso, dai suoi amici, quei due da cui chiedeva solo una mano e da altri..."

"Ma scusa una cosa, i nostri uomini non hanno famiglia e amici fuori di qui?"

"Si, e li frequentano ma ho notato come sempre più spesso dopo che tornano comprendono molte cose dei regolamenti e le Lezioni. Non so cosa accade ma sempre più gente cambiò idea e ora appoggiano tutto..."

"Capisco, però so che ancora hanno molto legame con le famiglie là fuori...Io non ho ricordi invece. RIcordo solo tutto il resto che vorrei scordare" disse Gask sovrappensiero.

"HO sempre trovato triste e strano il fatto che i momenti no si ricordano subito, mentre quelli felici li devi richiamare tu...Un momento triste lo si ricorda per tutta la vita. La felicità invece è meno incidente rispetto alla tristezza. Forse è perchè la mente viene quasi colpita più da un momento no, che da un tale episodio felice, da rimanere impresso nella nostra mente per sempre.Infondo credo che la vita dell'uomo è fatta di momenti, ed il non aver una felicitàche sia duratura o momentanea a...pazzia? Questo movimento verso ricerca della felicità muove il mondo. E poi ci sono io che ci penso."

"Quindi...."

"QUindi..." sospirando, non capendo perchè questo interesse "Sono utile, faccio cose che mi piacciono, che sono a me idonee e fattibile per le mie capacità, ci sono persone che nonostante tutto mi rispettano e mi vedono per quello che sono, tranne i nuovi, e ho un mio equilibrio. Là fuori invece sei sempre sotto giudizio, esame, se non sei in un certo modo allora ti ghettizano e finisci solo e disperato. QUin invece, questo è il luogo, posto, l'ambiente in cui mi trovo meglio. E' a metà tra una organizzazione militare con giuste regole e comportamenti, ma anche una Comune dove non cè astio, protagonismi, confronti tra persone e il concetto dei migliori. Sei valutato solo per gli errori fatti, ma è logico. E inoltre come è stato per te, la considerazione maggiore viene data nelle abilità e cosa si è fatto. le azioni. Ma viene insegnato che mai, mai, bisogna valutare i migliori o peggiori come deigli esami, perchè ognuno qui ha le proprie qualità e caratteristiche. Come per me quindi, questo luogo è IL posto, la casa, l'ambiente dove rinascere, evolversi, anche redenzione, si... per molti è stato questo. Trovare la possibilità di svolta e redenzione. Riqualificazione di se stessi. Torvare il prorpio piano di equilibrio. Se è felicità come viene definita e ho detto sopra non so, ma non lo cambierei mai con là fuori. Ho detto una volta a Milan che volevo provare a essere una ragazza come quelle là fuori. Me lo ha permesso, sotto controllo ovvio, ma non mi ha negato nulla e mi ha permesso di scegliere, fare i miei sbagli sempre però discutendone e vagliando tutti i pro e contro. Questo è diverso da là fuori. Ti insegnano, per modo di dire, come vanon le cose e devono essere così, ma non spiegano, discutono, chiariscono ogni aspetto della cosa. E' una cosa che ha portato Lia. NOn si ferma mai nessuno là, il tempo necessario perchè tu sia preparato, per davvero a ogni cosa. SAi che ci sono persone, sia grandi che piccole, che non sanno compilare un documento, qualsiasi cosa? io avevo solo paura di mettere cose errate, ossia sbaglaire il rigo e dover ricominciare. Invece la gente che ho visto, ascoltato, non sapevano nemmeno come compilare un documento, dove poggiar ela penna.... una cosa facilissima direbbe chiunque ma quella gente, che vive già là, non era preparata come me a... nulla! Quante cose la gente non sapeva o non sapeva fare. Ho lavorato in varie cose, per capire quel mondo e chi vi viveva. Mi sono mantenuta qualche settimana da sola, senza che nessuno facesse nulal per me o al mio posto, ho interagito con le persone e... ho trovato solo giudizio, pregiudizio, opportunismo, poca considerazione, divisione in classismi, sfruttamento e... non riuscivo a capire come la gente potesse accettare quel mondo  così freddo, opprimente, che sembrava quasi la società giapponese per test ed esami, che si doveva fare anche ogni secondo della giornata, ma non per pezzi di carta, intendo il giudizio di chiunque ti incontrava e già ti categorizzava a prescindere da tante cose. Li scoprivo a usare maschere e comportarsi da , solo per apparire come meglio credevano. Ho visto animali e gente maltrattata anche senza motivo, offese e azioni poco umane, nel senso che tale aggressività e cattiveria non ce l'hanno nenache gli animali. E se non protezione. . Mi aggredivano per qualsiasi cosa, che fossi cameriera, assistente, impiegata, addetta e via dicendo. Ho voluto testare vari tipi di lavori e ambienti e ho visto con i miei occhi come su di me e su altri, atteggiamenti ripugnanti. Donne che si comportavano in maniera orribile e facevano fuoco amico su altre donne, anche quando invece doveva esserci allenza femminile. E quindi..."

Si voltò perchè qualche animale camminava nel verde forse per bere, ma senza paura solo guardingo. Gask invece stava sempre sul chi vive, si era raserenato da quando era arrivato ma non in quel posto. E Kianta continuò porgendogli l'ultima stecca di liquirizia rimasta delle sue.

"...Non ho trovato affatto le libertà e una società tanto vantati. La gente letteralmente regala la propria privacy e sicurezza a qualsiasi cosa fosse di moda in quel momento. Spiattella tutto, proprio tutto anche di minori online e urla che i poteri forti cercano di usarli e trattarli come numeri e intendono monitorarli. Senza che te ne accorgi qualcuno fa foto e video senza permesso  o altro. Ho notato nei camerini dei dispositivi video che registravano chissà dove e in mano a chi, così come bagni e luoghi pubblici. E non parlo di telecamere di sicurezza. Hackerando i dispositivi tramite i nostri siamo risaliti e che bella gente, che a quest'ora è finita male loro, per  un nostro autoinvito da loro, capendo che significa giocare con certe cose. Ma abbiamo agito per il bene di donne e bambini. NOn era compito nostro, possiamo dire, ma non potevamo come detto prima no nagire contro lo schifo. E in alcuni test su affiti ho scoperto nella casa, così tante telecamere nascoste che la testa sott'acqua non è bastata a quei tizi per capire la situazione..."

"hai usato la tecnica..."

"E mi pareva anche poco, quello solo con uno. Uno avrà sempre addosso, a meno che non si faccia una plastica, il segno del mio malumore per aver trovato dietro lo specchio del bagno un aggeggino parecchio invasivo sulla privacy. I miei test sono durati solo un paio di ore, poi sono andata a prendere quei tizi e glieli ho fatti ingoiare, li ho  obbligati a dirmi tutto e che fine facessero quei video. Inoltre i loro dati e le prove di cosa facevano sono finiti nei notiziari con le foto e tutto come... l'interferenza di Max Headroom. Forse non lo conosci ma si trattò di una di tante interferenze televisive di terzi durante la normale programmazione che nessuno riuscì a risolvere. E così ho fatto altrettanto. Ammetto che è divertente giocare con... i giocattolini di Milan" sorrise "anche se a volte lo considero un pò come cheattare. Ma non ho fatto altro che bloccare la trasmissione televisiva più vista, mandare il nostro segnale con foto, nome, altre informazioni e tutto il materiale girato con le loro malefatte. E questo è solo una cosa. Ho anche fatto questo giochino con persone che in diciamo in gruppi di app parecchio negativi, scambiavano materiale preso di nascosto e... lascia stare cosa ne facevano. La cosa divertente è che pensano di essere anonimi. Poracci!! Lo hanno capito solo quando hanno visto la loro faccia, lo schermo del loro telefono hackerato ad arte da noi e cosa mostrava e conteneva, cosa diceva e il suo conto segreto dove andavano i soldi di vendite e scambi. Diciamo che ho vendicato abbastanza le vittime. E questo è solo una delle tante cose che ho fatto. non pulisce il mondo, ma non esiste privacy su cose fatte contro le persone e con immagini e video loro. Questo per me è da considerarsi come essere utile, oltre allo Chateau e alle Torri. Se fosse per me gli farei patire il peggio possibile, senza ucciderli ovviamente. no nsia mai...  così come ho sistemato bulli e stronzi di scuola, o lavoro facendo controllare ai Crell ogni post e discussione online con parole chiave, che fossero anche private, quindi non pubbliche. NOn hai idea quanti paia di slippini hanno cambiato e gli è venuta la strizza da calmarsi. Quella gente là fuori... capisce solo la paura!" esclamò con rabbia.

"Tutto questo quando è stato?"

"Prima e dopo il tuo arrivo, e la cosa continua. Tra la Raccolta e queste cose, posso dire di aver fatto qualcosa davvero. Io non son brava come voi come militari. I miei risultati sono davvero buoni ma non sono portata, dice Milan, a un'aggregazione a gruppo come voi, perchè afferma che ho il brutto vizio di distaccarmi dalla formazione e fare l'incasinatore"

"Non è possibile, ho visto un paio di volte che lo hai fatto..."

"Mi sono infliltrata nel gruppo per osservare la scena invece delle cam, e so come ci si comporta e come si agisce in gruppi scelti del genere. Ma odio particolamente vedere lo schifo che sa fare l'essere umano e star ferma dal volerli maciullare. Inoltre a parte quei tre, gli uomini non amano fare formazione con me perchè si sono lamentati che sono troppo elemento di testa, da agire per i cavoli miei mentre loro dovevano guardarmi le spalle e farmi copertura. Non sono abituati al mio modo di fare, hanno affermato che non era sempre chiaro come mi sarei mossa e cosa avrei combinato e... io so la verità, oltre cosa hanno detto! Il sottinteso era che sono un target troppo pericoloso da dover proteggere, anche per il mio agire in solitaria che... ho sempre trovato assurdo come, seppur complici e capaci di una formazione compatta, rapida e capace, siano così cagasotto da aver paura di guardarmi le spalle, perchè se la fanno addosso se mi capita qualcosa. E non esiste fino ad ora una compagine in cui possa far parte seriamente, che accetti me nel gruppo, non come elemento di testa ovvio, ma che possa dirigere le cose all'improvviso se decido così, col rischio che mi capiti qualcosa. Hanno paura di MIlan? Hanno paura che accada qualcosa e basta? Temono che, per sentito dire io sia importante per alcune cose, e non vogliono rovinar enulla... non lo so, ma sono sempre poi impacciati, in preda all'agitazione e fanno sempre a farmi da scudo come pazzi rincretiniti rovinando tutto!"

"Ma no nci sono Zidgy e..."

"Si, ma loro sono le mie Ombre. Fanno parte di una compagine già avviata e ben oliata, ma anche da loro richiesta sono... le mie guardie del corpo. non è la stessa cosa di un compagno di spalla o di schiena, dove sai che non hai bisogno di voltarti, controllare e accertarti che ci sia, che non vada fuori di testa o altro perchè teme che ci saranno conseguenze per una possibile negligenza. Non è che possono stare come nella formazione di un gruppo sia come Ombre che elementi. Non ha funzionato perchè tendono solo a fare le guardie del corpo e stanno sempre a ventaglio dietro di me, impedendo così all'operazione di svolgersi liscia come dovrebbe perchè sembriamo quattro idioti come fossimo un Re dei topi..."

"Un re... dei topi?"

"Si, sai quella situazioe in cui alcuni topi per vari motivi si intrecciano le code e non possono più liberarsi e riescono a sopravvivere poco formando come quest apalla di ratti in cui uno cerca di andare da qualche parte e gli altri devono andargli dietro, sedere con sedere, per non farsi male... la cosa sembra quella! Ed è... imbarazzante oltre che rischiosa. Milan non vuole che io rischi facendo parte di un gruppo, seppure sa pure lui che posso come tutti. Ma... me lo vieta e se impongo io gli uomini s ela fanno addosso. Si è troppo esposti, si caattura troppo l'attenzione ed è fastidioso per me non potermi fidare di qualcuno a tal punto, da saperlo come compagno d'arme mio pari e compagno di spalla. Non si può lavorare così! Se anche Milan facesse come me, so che sarebbe anche peggio. Per loro Milan è la persona che dal nulla si è costruita, migliorata, ha raggiunto vette alte ma agisce per cose giuste e corrette. Si, ama le cose belle, agisce a volte in un modo un pò... ma è comunque un brava persona e lo sanno. Lo vedono come un Leader da seguire per quell oche sentono e credono, ma è uno di quelli che scende in campo solo per determinate questioni e non è più sul campo davvero da secoli. Ma s elo facesse, credo si comporterebbero peggio che con me. Della serie io agisco per molte cose e molti di loro devono a me ciò che sono e hanno, ma Milan ha i soldi ed è quello che ha permesso me che ha permesso tuttoo. Siamo sempre là, alla fine. Rispettano e considerano molto Milan ma sarebbero i primi a dirgli di non esporsi e farebbero davvero da protezione con loro stessi se potessero. E questo è molto fastidioso alla fine, perchè no nsolo fa comprendere agli altri i ruoli, ma ttto diventa un casino..."

"Eppure quella volta hai fatto molto male all'autista..."

"A chi?..."

"Quei tizi che erano venuti per la loro droga e alla fine hai pestato male" ridendo "quello che però mi ha lasciato perplesso è... perchè te la sei presa così tanto con quell'autista? Con gli altri hai fatto meno, ma con lui.."

"Davvero non ti sei accorto che qeullo era il capo?" vedendolo trasalire "cosa guardavi? I due dietro quello che sbraitava, guardavano l'autista. Seppur appoggiato al cofano e solo spettatore e autista, in realtà era il capo. E non solo perchè lo avevo notato altre volte e avevo visto come si comportava, ma era chiaro che ogni votla che fingevano di apparire schifati e guardarsi intorno per precauzione, guardavano i suoi gesti e agivano. Così gli ho fatto capire cosa pensavo di loro. E sono fortunati che sono stati curati da noi, perchè fosse stato per me quei danni se li sarebbero tenuti per sempre come monito..."

"Alcuni non erano proprio..."

"Monito!" rispose lei e lui rise divertito

"Quindi ti senti felice, realizzata, viva qui... è questo quello che hai detto!"

"...utile, accettata, anche se..."

"Cosa"

"... non ho mai capito se a tutti loro io fossi... Non so! Se sono solo un capo mezzo scomodo, perchè no nsono una militare come loro eppure ordino. Se sono una persona che accettano per come sono, oppure mi tollerano e basta. So cosa ho detto, qui è un luogo veramente diverso da là fuori e lo sanno, infatti vogliono tornare sempre qui dopo gli incarichi o le visite in famiglia ma... io sono quella forse sbagliata. A causa di cosa distruggeva Lei, e che è rimasto in me, ho paura delle persone se vogliono avvicinarsi e ho sempre la sensazione che non accettano e vogliono. Non mi piace la vicinanza eccessiva della gente e a volte mi sembra che mi vedano solo come capo diciamo temporaneo, qualcuno a cui Milan ha dato possibilità di manovra ma presto ne arriverà un altro. E molte volte non so se fidano di me, oppure vedono solo la mia carica. Se quelli della Raccolta mi devono oltre la mano tesa che ho dato oppure..."

"Pensi che non ti vedano per quello che sei?"

"Oh, no! Loro sanno chi e cosa sono ma... la questione è l'accettazione e aggregazione nella Comune oltre la carica. Qui è diverso, da là fuori, ma qui si parla di paura per qualcosa e non capisco. Loro mi vedono solo come quella perosna a cui Milan ha lasciato tutto in mano perchè non gli va di fare niente? A volte è molto pigro pure se è qui, perchè afferma si è stancato di ammiinstrare il casino che sono i militari e nell'ultimo periodo è più portato per la politica e simili. Per carità, tutti i contratti, incontri e avvvicinamento con la gente che ci serve lo fa lui ma... qui diciamo lavora ormai sempre meno, come gestione e controllo di tutto. Lascia a me e ai veterani sempre più spesso ogni cosa anche se presente. Afferma che fare il Sovrano di questo piccolo angolo di vero paradiso umano non gli va molto, non è quel tipo, se non in piccole cose. Controlla, valuta, pone firma, lascia le sue decisioni su molte questioni, gestisce lui stesso problemi, controversie o altre questioni con gli uomini e ne sono felici, presenzia a feste e serate che fanno, anche le giostre ma... resta sempre il fatto che mi pare sempre e sempre, che per loro io sia solo quella a cui lui affida le sue in sue assenza e che gestisce quei broccoli con cosa fanno ma mi temono per altro. Ma... io sono considerata come persona perchè io sono io o cosa rappresento?"

"QUindi il tuo dubbio è se ti vedono tra loro e una di loro oppure no? Già Jd e gli altri avevano detto che tu non eri una di loro..."

"Già, in effetti sono parte della Comune e per il mio ruolo altri si sentirebbero super integrati ma... io non lo so. Sempre più spesso mi trattano solo come amministratrice di questo posto, non vogliono farsi sentire o vedere da me per evitare di essere rimrpoverati e non sembrano molto felici della mia presenza..."

"Te l'ho detto quel giorno. A loro piaci invece. Nel senso che ti devono molto e ti vedono più di Milan come Capo. Ammettiamolo, Milan non si sporcherebbe le mani come te nel fare le cose insieme a loro e come loro, lo dico pure io che con lui ho avuto un bel rapporto dall'inizio! E non è il tipo che si livella con gli altri ma tende sempre a staccarsene e... mi è sembrato che da quando si è realizzato, non si abbassi a quelli come noi. Rispetto a te non prende in mano le cose come elemento di testa e dirige le cose sul campo, ha lasciato l'amministrazione a te e ai veterani, limita la suddivizione dei poteri e mantiene uno stile di vita sopra quello degli altri. Beh, cavoli suoi con i suoi soldi, da come lo conosco adesso se li è meritati, ma l'unica cosa che ci allontana un pò il suo modo da... posso dire snobbetto? Che ha ormai adottati e gli va bene. Lui è l'ispirazione e la chiave per tutti per giungere allo scopo per cui fanno parte di questo ma ho l'impressione, che lui abbia una visione del mondo futuro leggermente diverso dal nostro. La nostra quotidianità non è la sua, Cè uno che afferma di essere stato al servizio del principe del Galles mi sembra... e che gli parevano uguali come atteggiamenti e modi di vivere la gionata. AM lui è contento, si sente bene in quella veste..."

"Finchè non fa male a nessuno, nel senso nessuno che lo meriti davvero allora è diverso, non mi intrometto molto. Se si sente felice così va bene, come lui lo pensò con Lia per il suo desiderio, che realizzò. A meno che non si tocca l'argomento -l 'altro piano=""-... ma parliano di adesso. Il materiale. Lui vuole vivere quanto può tutto ciò che lo affascina e ci sta, se lo merita. Sa bene che per quello che è, per l'organizzazione, perchè sono militari, può capitare qualsiasi cosa anche se abbiamo preparato dei reticoli organizzativi con i piani dalla A alla Z per qualsiasi pericolo, incidente o... cosa che può accadere. Ama i treni, da morire, ama gli abiti da uomo del secolo dei lumi come dice lui. Per lui quelle mise dei secoli passati sono l'emblema dell'uomo come dovrebbe essere. Un gentiluomo, un Signore e... ammetto che non mi dispiacciono affatto. Certo meglio di come si vestono adesso! Ho visto uomini, e parlo dei fisici attenzione non sono quel tipo di perosna che generalizza per sesso ma, cavolo! Come si vestono adesso è da piangere! Jeans così stretti da vedere pure la forma delle nocciole..."

"le nocciole..." rise lui

"Marron glassè, nocciole, gioielli di famiglia, chiamali come vuoi! Questi idioti non capiscono che il corpo umano ha dei bisogni.. basilari. Come Una certa temperatura per là sotto che con inquinamento, vite assurde e cosa prendono, poi hanno problemi a figliare o hanno picchi strani di ormoni. E piagnucolano... Con quei pantaloni con le gambe che si restringono così stretti alle cavlgie che non posso fare a meno di dirlo, stanno malissimo. Con i bomberini e questi pantaloni stretti di cavallo e di gamba, vanno correndo con calzini assurdi e scarpe ancora peggio. E cè gente che ride se scopre che Milan si prende cura della pelle e dei capelli, usa l'effetto cinematrografico per apparire al meglio e... bah! Non posso farci niente, ammetto che ho imparato a preferire l'abbigliamento dell'uomo classico e come chiamano molti vintage, che quello schifo. Io non sono adatta ad abiti da donna, ma gli uomini che appaiono in un certo modo si, li preferisco. Qui siamo militari e quindi non significano nulla le canotte e pantaloni larghi, gli servono! E stanno meglio di quegli imbecilli che sembrano fenicotteri sulle zampette secche col culo tirato su da pantaloni preformati!"

Gask rise, ma lei lo guardò prese il cellulare e gli mostrò alcune foto che aveva scattato quando andava fuori e lo vide fare una faccia strana.

"E questo è poco! Una cosa è la moda, un'altra sembrare appena usciti dalla Caritas di abiti usati dove hai preso cosa potvi come accozzaglia, e ti devi vestire con cosa hai recuperato. QUindi stili misti, ma per la società là fuori è questo! Ma... il mio stomaco non è mai preparato quando vedo questa gente. peggio se hanno quei corpi che... mi fanno schifo non posso farci niente, ma hanno quei busti lunghi quanto le gambe, quindi con un baricentro più basso e si vestono in questo modo osceno, stanno ancora peggio" guardando altre foto e facendogliele vedere "non mi piace visivamente il corpo dell'uomo con un busto così lungo. Milan ci scherza e mi dice che se un uomo non ha un busto alto quanto metà gambe, vomito. Quanto se la ride..." un p òaspra ma facendo capire se la ride ai loro scherzi "Ad ogni modo, si è andato  amio parere da un e ccesso ad un altro. Se si era partiti con abiti così punitivi da modificare totalmente il corpo di una donna con danni gravi a... neinte addosso, perchè più sei sexy meglio sei come persona nella società. Quella sbagliata, intendo."

"nel senso...?"

"vedi, a parte i puritani religiosi si è insinuata una generazione che ha portato si libertà sessuale e della persona per la donna, ma spinto anche la gente a pensare che più i tuoi attributi naturali sono mostrati, esacerbati a volte, ostentati allora sei al top. Che la bellezza viene confusa con sexy, ossia vestiti meno così da essere figa. Se tu non ti vesti in questi modi se vai in certi posti dove ti aspetti classe e begli abiti, vedi tette, culi, cosce e altro mostrati e messi su un piatto, perchè così fan tutte e con i social la cosa è peggiorata, non sei qualcuno. Io non sono puritana, per me le donne devono vestirsi come gli piace ma un conto è vedere un bell'abito e volerselo mettere corto perchè in una società corretta puoi vestire corto e apapri comunque una bellzza travolgente. NO. Tra reality, influenzer e persone che non valgono niente, se non per foto fatte in modo strategico per apparire meglio e doti naturali sfoggiate per avere ciò che si vuole, la gente va mezza nuda, ubriaca, drogata, aspettandosi di essere bella, bella, bella da far paura, ma fa venire lo sgutter. Sono io, ma i corpi nudi o mezzi non mi piacciono, anche con i costumi da bagno, poco ci manca che le donne fanno nudismo! ma sono io, non mi piace l'aspetto nudo dei corpi, preferisco qualcuno ben vestito che risalta il suo fisico, allora si, che gente con tutto al naturale aspettandosi di avere considerazione e apparire fighi e avere gente al seguito con la lingua di fuori. Non sono all'antica ne altro, ma come non posso vedere me nuda, non mi piace il corpo di chiunque nudo come apprezzamento, mi è indiffernete. Guardo e mi chiedo perchè la gente sbavi così appresso a una donna che sfrutta e usa certi elementi del suo corpo per propri fini, e donne che cadono in ginocchio di uomini basta che siano muscolosi e giovani. Mah!"

"Aspetta... quindi quando in mezzo alle rovine e con i ragazzi urlavi che erano ridicoli, e gli ridevi in faccia era per questo? A te non fanno nesuna reazione ma sono ridicoli? Non era perinfilarti apposta nei bagni?"

"COSA?!?" lo fissò sbalordita

"Allora no... loro pensavano che lo facessi apposta per farli vergognare, fargli venire i complessi e guardare uomini nudi con quella scusa... questa è bella!" esclamò guardandola prima sorpreso e poi ridendoci su, per poi smettere di ridere vedendola parecchio infastidita.

"Dimmi chi è che si inventa queste cos...No! Lasciami indovinare! Un certo naso a becco di pappagallo con i suoi scagnozzi! E' lui, sicura, mi ci gioco i miei orologi!"

"I tuoi orologi?"

"La mia collezione di orologi meccanici scheletrati. Non valgono quanto quelli di milan... per niente" disse tra sè con un'espressione strana "ma sono pronta a giocarmeli che è lui l'artefice di ogni pettegolezzo. Mi spiace dirlo, ma a meno che non abbiano idee complottiste, molti uomini non possono esserla presa per quelle due volte che sono andata a strigliarli negli spogliati. Che vuoi che sia, come se fossero gli unici ad avere il gamberetto con le noci! Solo perchè per i miei dati biometrici sono nata del sesso opposto si pensa solo due cose, o sono porca perchè li guardo con sufficienza se sono nudi o voglio che si sottostimino per... solo gliimbecilli possono pensare così, dopo che io ho fatto casino per le loro stronzate. Ho solo pensato che in un momento diciamo del genere, fosse il migliore perchè nei loro cervelli bacati si insinuasse il concetto che volevo sbattergli sul muso! A volte sono più i momenti chiave che fanno aprire le orecchie che il resto. Poi arriva Alaric e diventano tutti complottisti..." scuotendo la testa con aria schifata.

"E come mai tu invece hai, come si dice... aspetta. Ah, i complessi nel vederti nuda? Quella volta che Alaric fece casino nella laguna hai cercato di coprirti.  In mezzo alle macerie per toglierci lo schifo dellef ogne di dosso sei andata fuori di testa...:"

"Non sono andata fuori di testa. Ho solo mostrato indignazione sul fatto che mi sei piombato alle spalle senza fare rumore mentre mi pulivo. Cazzo se faceva freddo! E tu appari come i fantasmi chiedendomi pure cosa stavo facendo! NOn...."

"Ero sorpreso, non capivo cosa facevi. Poi però l'altra sera per l'invito di quel tizio ho capito! Ho visto l'anello, ho riconosciuto davvero quei movimenti e ho collegato. Non mi aspettavo che quella persona fossi tu, a vederti non sembri affatto una che ama ballare quella cosa tribal, AST o..."

"Ats! Mi piace. Per me è natuale e... ma perchè devo parlare con te di queste cose? Bah!" si lamentò alzandosi e sgranchendosi

"Siamo amici, non è naturale?"

"Amici? Io e te?!?" chiese lei con le braccia alzate, fermatasi dallo stretching per guardarlo

"Non siamo amici? Parliamo adesso e... beh, risolviamo. Io sono Gask, piacere..." allunga una mano verso di lei per salutarla, ricevendo in risposta uno sguardo come per dire-mai stai a dire sul serio=""-

"Ok, tentavo..." continuò lui alzando le mani come a giustificarsi "... capisco che per quel che è successo quel giorno..."

"per quel che è successo! Capisci cosa hai fatto perchè ti sembrava...?!?"

"Ho chiesto scusa, ho cercato di fare capire a te e a tutti che non volevo nulla di ciò che è successo e..."

"Si, si lo ripeti sempre. Ma come faccio a sapere che davvero tu non sei come tutti quelli a cui abbia fatto un culo quanto un secchio, perchè erano solo feccia!" sputò lei fissandolo, facendo un gesto con pollice e indice per indicare un grosso cerchio.

"Avevo immaginato, parlando da quel momento a ora, che avessi valutato chi sono. E' questo che pensi e insegni agli uomini, no? Dici sempre che -si fa subito a giudicare soprattutto dalle apparenze e dagli atteggiamenti ma non possiamo sapere cosa una persona veramente o si porta dentro solo per maglia gonna corta un giubotto borchiato barba lunga uno sotto depressione che vorrebbe morire ed è visto come debole tanti stereotipi la religione le menti bacate hanno portato=""-. Non è cosa dici?"

Kianta strinse la mascella, fissò l'acqua placida e qualche animale che andava  a bere là senza paura ormai, erano abituati agli umani e d'inverno li sfamavano o mangiavano dalle loro mani.

"..."

"Spiegami almeno perchè ci siamo ritrovati a scornarci in mezzo alle rovine, di un casino creato da due generali che si odiavano, per avere una conversazione come quella dell'ultima settimana, dal giorno ad adesso. Non ho mai capito perchè mi odiassi. Jd diceva che era solo per il mio lavoro prima, e posso anche capire. Di cosa ho combinato, capisco benissimo questo, però credevo di aver dimostrato come con tutti chi e cosa sono in realtà. E invece mi evitavi e odiavi che..."

"Non volevo ammettere certe cose. Tutto qui..."

"Ammettere cosa?"

"Perchè ti interessa tanto parlare con me?"

"Perchè da quel giorno che sei venuta e... come hai detto poco fa? Hai voluto fare il didietro del mio Capo come un secchio...."

"largo, come un secchio..."

"Si, l'avevo capito. Eri l'unica donna che era apparsa, sola, per affrontarlo e che aveva la faccia tosta e le palle più di tutti i suoi oppositori di..."

"Mi stava sulle balle che tentasse di fregare Milan, e visto cosa avevo sentito, volevo vederlo con i miei occhi. Poveri i miei occhietti!" fece, portandosi le braccia sugli occhi in gesto teatrale di orrore "Quella arancina a punta con le zampe... un'arancia di cacca con un uovo al posto della parte sopra..."

"Non so cosa siano ma..."

"Quelle palle panate e fritte con vari ripieni. Si che li hai mangiati!"

"Ah quelli, allora con la punta parli di quelli... con la carne? O erano spinaci?"

"Qualunque ripieno hai mangiato, quell'uomo era un'arancina semovente di sterco, con la punta che si fongiava a uovo che avrei voluto buttar giù con tutta la sedia. Nenache Milan ha una sedia, o meglio trono, così pacchiano da far male agli occhi!"

"E tu odi le cose dorate e come quelle che ci sono in quel Trianon" ridendo

"E basta con quel nome! Ha il suo. Se trovo chi è stato..."

"non vuoi saperlo, fidati"

"Ah! La mutazione da uccello a imbecille, vero? ora capisco. Ancora lui!"

"Cazzo, Jd mi uccide" accigliandosi ma la vide di profilo ridere e quindi continuò a parlare "Comunque ricordo che fui chiamato perchè dovevo essere presente per quell'ospite inatteso che aveva abbattuto una porta a calci..."

"Bubbole! HO solo sbattuto la porta un pò troppo forte sul muro, mentre volevo scotennare lo stronzo che non mi faceva entrare, pretendendo che aspettasi fuori! E chi sono, il postino? POrtavo messaggi ma non a mano..."

"Mhpfff!" vedendosi guardato male da lei, che avev asolo mosso gli occhi verso di lui "Comunque, quel giorno stavo scednendo e poi ti vidi làsotto, parlavi a quei due come se volessi staccargli la faccia a morsi, e li guardavi come fossero fango per terra su dove dovevi camminare. Era uno spasso. E poi..."

"Si, ma il punto è che non sei stronzo come mi ero impuntata prima, ma cosa mi dice che posso fidarmi di questa... amicizia?"

"Credevo anche quello che mi hai detto di Lei facesse parte del cambio di opinione su di me. Milan si fida di me, ce la intendiamo come fossimo amici da sempre. Non ti basta?"

"per lui sei come un fratello di primo sangue, ma non con me! Cosa mi dice che tu non abbia secondi fini e non ci ucciderai tutti nel letto? Non mi fido di quel rimasuglio di rosticceria avariata, e stranamente tu sei qui per tua decisione, affermi. Ma quello stronzo è lì dovè pee la sua testa. L'intellingeza lo ha portato lì così come lo schifo che ha dentro. Non si diventa capi di traffici del genere se non si fa l oschifo dello schifo. E sei venuto da noi così, per tua decisione lasciandolo bellamente a quella gente, che sapeva solo mettere i fucili come fossero i loro attributi? Che pessimo modo di usare quei cosi, tr al'altro... ma il punto è che fin dal'linizio ho sempre creduto che ci fosse qualcosa sotto. Quel tipo è come la triade cinese. Devi perdere e lasciare qualcosa come dimostrazione dopo anni e anni di schiavitù, per potertene andar via. E se te lo concedono. Cè gente che perde parti de corpo o elimina gente particolare, e tu vai via così?"

"NOn mi credi?"

"Anche noi non permettiamo agli uomini di andarsene, all'inizio come clausula per lavorare con noi ma abbiamo... degli incentivi, perchè restino con piacere. Ma anche Milan non lascia andare la gente.  Uno dei cartelli peggiori al mondo e per di più il capo, ti dice Ok, vai pure, ci sentiamo. Perdonami ma è da quando sei apparso là che trovo strana questa cosa"

"... Vuoi una risposta? Prima dimmi una cosa. Per quale motivo una persona vuole morire al punto da desidarlo per anni, ed è felice che qualcuno come Milan l'abbia aiutata, decidendo però di... far nascere te, come dite. Per i veterani tu sei un'altra persona, sei nata qui eppure come Lei non ti considerano come loro. Una miltiare tra militari. Non capisco..."

"Tu stesso non vivi giorno dopo giorno perchè senza scopo?"

"In verità... in verità ho iniziato a cambiare idea. Non voglio essere l'unico in questo posto a lottare per restare in piedi, senza davvero un motivo. Col Capo... a lui devo la mia salvezza, ma mi sono reso conto che da quando siamo venuti la prima volta, e la seconda da solo, cè qui qualcosa mi ha fatto capire quanto vuoto fossi e... Sono stato contento quando Milan la prima visita mi trattò in quel modo, era come se ci conoscessimo e... parlavamo senza problemi. Non mi era mai capitato e quando mi ha mostrato la sua collezione di armi, era come dueamici in un museo. Il suo modo di fare con me, non come uomo che lavora per lui o guardia del corpo di un tizio che potrebbe essere suo nemico, non credevo fosse possibile. E ho visto come quello che cè tra me e il capo è più freddo di quello che credessi. Lui non mi ha mai trattato come Milan ha fatto due sole volte che ci conoscevamo. Da quando sono venuto con lui, ho lavorato per lui ma solo dopo aver..."

"..." vedendolo fermarsi, come perso in qualche pensiero

"... Il modo in cui vivete, vi regolate, quello che ho visto in mezzo a gente che sono più che compagni d'arme. Provavo qualcosa del genere all'inizio, con i ragazzi con cui mi misero per quel primo gruppo. Ma fu tanto tempo fa e mi sembrò all'inizio come essere uno spettatore di qualcosa di simile. E poi mi accettarono quando da solo ho preso quel vice presidente e l'ho portato via eliminando quel gruppo che voleva rapirlo per un riscatto. Tutti mi hanno fatto capire che non credevano fossi in grado di farcela, solo, e che Milan mi mettesse alla prova"

"ma Milan non ti ha mai messo alla prova. Ha sempre contato su quelle voci e cosa gli hai trasmesso da quando sei qui. Il fatto che tu abbia concluso l'incarico in maniera brillante, con un pò di casino mediatico, ma salvando quell'uomo abbattendo come birilli quegli idioti, ti ha fatto passare per quell'Egeo capace, di cui si parlava. Ti hanno preso per un tizio bonario, casinista, alla mano, come un ragazzo non ancora cresciuto e ti hanno integrato. A vederti normalmente non si direbbe che tu sia la stessa persona addestrato da quell'uomo, famoso per il sangue freddo e la capacità spietata di far male e fare piazza pulita con ogni mezzo, per essere colui che ne esce. Vivo"

"Ho sempre creduto che esistere significasse, come per la mia vita, eliminare per vivere io. Eseguire gli ordini per continuare a stare in piedi. Dimostrare che sono più capace e forte degli altri per meritare di vivere. Questo mi era stato inculcato, che il mondo è una giungla feroce e spietata, come chi vi vive, e che per sopravviere bisognava essere forti, furbi, spietati e bruciare ogni cosa in noi per emergerne vincitori, e vivi. Poi con il Capo ho deciso che avrei fatto  quanto potevo per chi mi salvò. Ma... con Milan ho visto invece che esiste un altro mondo, oltre la giugla. Il male di quel mondo in cui mi avevano gettato esisteva, esiste, ancora. Ma cè possibilità di un tipo di vita diverso. Mi avevano detto che la mia vita valeva il tempo di un soffio, che poteva durare pochi attimi o anni, ma dipendeva da me. Cèrano volte in cui sarei stato felice di essere ucciso, perchè quella vita non mi piaceva ma... cèra sempre qualcosa ce mi faceva agire per sopravvivere, per tornare al campo e capire di star ancora respirando. Non capivo se era solo la selvaggia forza di sopravvivere di tutti o io che volevo vivere e lottavo contro quella giungla. Ma ora... ora ho visto persone che bruciano per un ideale, per una volta giusto, per dei sogni, dei progetti, desideri... QUalcosa che io non avevo e non pensavo. Vedevo la gente morire perchè volevano togleire di mezzo il capo, per tradimenti, perchè facevano il doppio gioco e molto altro. Eda quando sono con lui ho sempre creduto che il desiderio della gente fosse guadagnare, essere ricco, vivere nel meglio possibile e vendere beni, desideri, piaceri senza che vi fossero problemi. Invece cè qui molta gente che vorrebbe fare questo, quello, guadagnare si soldi ma per avere il permesso di Milan di attivare un progetto, un'occupazione che voelvano sempre fare o essere mandati làfuori per un posto che volevano da sempre. Ho sentito Nasa, Cia, Fbi, comitati scientifici, astronomi e altri che non so bene. Sono partiti da militari per motivi anche fuori dalla loro portata o dalla Raccolta, e hanno scoperto di avere ancora quella possibità tanto agognata. Quella forza bruciante che li spronava a stringere i denti e aspettare. Ho sentito le storie di molti e ho visto i loro occhi adesso. Ricorndo ancora quelli dei miei compagni del primo gruppo e quelli degli uomini con il Capo. Quello che cè qui, in occhi di questa gente, non è nulla di ciò che ho osservato prima. E mi son detto, anche vedendo Milan che vive come gli piace indifferente al resto del mondo, che forse anche io potrei avere qualcosa che mi invade come una forza per qualcosa a lungo termine. Ancora però non ho ben chiaro cosa, credo..."

"..."

"Quello che non capisco è cosa ha portato una persona che ha aiutato Milan a migliorare questo posto a... morire, desiderarlo così tanto da ringraziarlo. Jd dice che l'ha ringraziato prima di andarsene, dicendogli che per una volta qualcuno le voleva bene così tanto da darle qualcosa che la rendesse felice. Mlan mi ha detto, anche se non era felice di parlare di lei, che neppure un cavallo che le piaceva come razza, la collezione di orologi, di gemme e minerali, le escursioni sott'acqua e tanto altro, le hanno permesso di sentire come me e altri il desiderio di continuare nonostante tutto. Anzi a volte ad avere quelle cose le veniva male al petto, come un qualcosa di dolceamaro che la buttava giù e non capisco..."

"La sua infelicità era una sorta di accumulo di tante cose..." iniziò lei accovacciandosi con le braccia sulle ginocchia a osservare dei cervidi che erano giunti ad abbeverarsi, e cercando qualcosa nelle ceste agganciate agli alberi che d'inverno o appena iniziava il freddo erano pieni di cibo per loro "...nonostante mostrasse e urlasse chiaramente il suo mal di vivere uno stile di vita non adatto a lei, che la ingabbiava tra stereotipi e menefreghismo, chi le stava intorno fino a quando no nincontrò Milan, non fece nulla per lei. Doveva andare via da quell'ambiente prima, ma ogni cosa accadeva affinchè non vi riuscisse e accumulò, riempì come una pozza tutto dentro di se, così tanto, e per troppo tempo da finire per frammentar ela sua personalità. Tutto ciò che cèra di positivo, felice, gentile, allegro sparì. Tanto che vedendo che no nsorrideva più, non rideva più, non era più serena, le veniva detto, obbligato con rimproveri e punizione di sorridere e apparire felice davanti alla famiglia. Mentire e mettere una maschera. Finchè non ce la fece più. Essendo diversa come modi di pensare e gusti, la gente la allontanava. Lei aveva già una mentalità di ruoli, posizioni e comportamenti che alla nuova società non piaceva. Nel senso che intorno a lei vedeva persone trattare come non avessero considerazioe professori, persone in divisa, presidi e amminitratori sia a scuola che in luoghi dove ha lavorato o studiato. E molte volte senza vero motivo. lei stessa aveva studiato, aveva titoli di studio due volte superiori a quelle -persone per bene=""-e veniva trattata come spazzatura. Non veedva rispetto, educazione, considerazione dell'altro, empatia, condivisione e aiuto. Tutto per se e per la famiglia, gli altri sono feccia. Una votla ad alcuni colleghi si lamentò che verso superiori, professori  o altre persone non vi era rispetto e trattamento come doveva esserci per il ruolo dell'altra persona. I pratica..."

"NOn era rispettata e trattata come meritava, quindi"

"Non era solo questo. Per quella società là fuori devi essere come si aspettano da te. E se hai soldi fai parte della società, altrimenti sei un reietto e un rifiuto pure umano. NOn importa cosa ti ha fatto cadere o quanto soffri o stai male, se non sei come la gente si aspetta, sei niente. E tutti i ruoli, le posizioni sociali e il rispetto di conseguenza che avevno le perosne una volta,  dopo aver sudato sette camicie e avevano raggiunto qualcosa , ora sono sempliceemnte trattati alla stregua di una sorella o un fratello senza dare del Lei, aggredendo o rimproverando la persona senza badare a cosa è e le sue competenze. Questo ovviamente inteso per figure professionali e lavorative che negli ultimi decenni da una buona posizione sociale è diventata quasi a livello dei netturbini. Tranne avvocati e imprenditori arrivisti che hanno soldi e potere, tutti gli altri non valgono più nulla. Uno specialista, un ingegnere, un docente di qualsiasi livello, dottore, e via dicendo si vedono pure sputare in faccia,  mostrando come anni di sacrifici, studi, impegno e forza interiore non servano a niente perchè sei solo ormai solo forza lavoro sfruttata dall'alto e trattata da schifo da tutta l'altra gente. E parlo di gente per bene che viene trattata così. E ormai non è  più ammirata, persone di cultura e che sono la chiave del funzionamento della società snobbati per  gente che si denuda, ha soldi, attori e cantanti per cu ifanno di tutto. letteralmente. E così si vedeva passare avanti da gente arrivista, che non era al suo livello, che divideva il lavoro con gli altri e si prendevano ognuno l ostesso merito e punteggio del suo, avendo lavorato da sola mentre gli altri la metà o meno. A volte anche prendevano di più. Aggiungi che non piaceva alla gente perchè non amava e no nvoleva mentire e apparire cosa non era, che volevano cambiarla fin da piccola, che pretendevano anche con la scusa della colpa, con i sensi di colpa per cosa gli altri dicevano di fare per lei e... la sua famiglia viveva solo pe la famiglia. Non ricevevano e ne incontravano nessun altro. Stavano sempre a casa, soli. Odiò i suoi compleanni e poi non li considerò più prorpio a causa dei casini che nascevano per le festicciole. Tra parenti cèra sempre tempesta e sia prima, durante che dopo sempre urla e risentimenti per cose dette, fatte o regali sempre verso di loro, orribili e di pessimo valore. Non amò mai un compleanno e quello dei diciotto anni fu un incubo, per cui decise che no nvi era nessuna cosa da festeggiare..."

"..."

"non cè nulla da festeggiare, diceva. E' solo spreco di tempo e si energie per mascherarsi e sorridere, falsamente. Dandole i regali le dicevano che farglielo, facendoglielo passare come un peso, per dirle poi in altre occasioni che per lei avrebbero dato tutto. Ma volevano cambiarla, dirigerla, farla andare come voelvano loro, che si aspettavano, e che restasse sempre tra le loro gonne e sotto l'ala, come si dice. ogni riunione di famiglia era una coltellata nell'anima, ogni volta che compravano una torta di compleanno volevano che sorridesse e facesse foto,  e la trattavano malissimo se non riusciva ma avrebbe voluto solo piangere. Noonstante la malattia doveva lavarsi come dicevano loro, facendole perdere non solo più tempo ma facendola soffrire di più per la malattia per tutti i movimenti eccessivi che doveva fare,  solo perchè con la doccia si faceva troppa acqua a terra, perchè due soldi per una tenda che stesse ferma nulla. E così inventò la tecnica delle tre spugne, ma solo lavarsi fu un tempo assurdamente lungo, doloroso e inutile ma non si poteva cambiare. Ogni cosa era al risparmio  così tanto che le pentole erano inusabili, senza manici perchè rotti o ogni rubinetto da pochi soldi perdeva dopo solo qualche mese e lei urlava che sprecavano acqua,  a causa di quella che fuoriusciva da ogni parte, e quindi perduta. Ed era il minimo. Tutto non funzionava, nessuna logica e organizzazione nel frigo, dispensa, tenere le cose in ordine e se si azzardava a proporre qualcosa per migliorare le disposizioni e le facilità d'uso, veniva trattata malissimo. Meglio usare secchio e mocio a spaccarsi la schiena che una lavapavimenti a vapore più igienico dei prodotti chimici. Avevano modi di fare discutibili e la obbligavano a fare come dicevano, anche se come per la doccia, era solo una peggiorazione delle sue condizioni... poi era sempre sola, distrutta, abbandonata alla sua disperazione,  ma tutti pronti a urlare e rimproverarla se nno si sposava, se non figliava, se non era nei modi che volevano. Sempre ingrata, sempre vergogonosa, sempre immeritevole le dicevano. Finch tutto in lei non si spense..."

"..."

"Voleva una nuova rinascita ma sarebbe stata giusta tempo prima, molto prima che si frammentasse. Nenache cosa le aveva garantito Milan per l'Accordo la rendeva felice,  ma la portava in uno stato inqueto. Se si fossero incontrati prima, lei non avrebbe continuato a stare così male da volersene andare e io non ci sarei. Una sua amica, amica nel senso che fu una dei pochissimi dell'ultimo periodo della sua vita le disse di -non guardare con invidia chi ha pi di te non le apparenze sei una che giudica su questo lo fare=""-. Ma sbagliò a dire ciò perchè lei non invidiava, provava solo odio per chi l'aveva trattata come niente, bullizzata e sbeffeggiata,  mentre li vedeva per strada. lei doveva andare dai dottori e loro seduti ai bar a ridere e schrzare e mangiare con altri. O a comitive. O veniva a sapere di loro che erano stati visti in quella cornetteria, pizzeria, ristorante. O li vedeva dalle foto sui social e voleva solo bruciare quella feccia nell'inferno che avevano creato per e in lei. Aveva sofferto tanto che non voleva andare a scuola solo per quella gente o certi insegnanti, le veniva paura di sbagliare,  creata dalla sua famiglia a furia di dirle che era solo incapace e inutile,  e gli altri erano migliori. E se la fissavano,  rallentava e giù di giudizi. Lei che era corretta e seria,  veniva calpestata da quelle che definiva puttane, non le prostitute ma esseri con tette e vagina che si divertivano a sparare fuoco amico su altre senza vergogna o considerazione. Scavalcata, vedeva gente nullafacente e sfruttatrice dove prima cèra lei e l'odio aumentò. Quella amica, Zay, la frammentò di più con quella frase. lei non invidiava, urlava di rabbia sul fatto che avesse vissuto praticamente ninete.Questo cè scritto nei resoconti e dalle parole di Legeia"

"..."

"Guarda chi ha meno, sentiti fortunato" disse Kianta di colpo con tristezza

"Capisco" disse gask gentilmente

"SOlo obblighi, sacrifici, male amaro inghiottito e mai digerito,  mentre quella gente passava il tempo tra altre persone, accettate e ben volute. Vi fu una stronza, Anna, che era alle medie una vergogonosa maleducata e orribile, eppure insegnanti e molti compagni la trattavano bene e consideravano, mentre Lei veniva sempre vista come scema, stupida e da emarginare. Non capì mai perchè la gente vergognosa e schifosa vivesse  e lei dovesse rompersi dentro giorno dopo giorno. Non vi era luogo dove cosa era,  e chi era,  e gente che poi non meritavano neanche un briciolo che ciòche avevano stavano  tra gli altri. Mai quel giusto rimorso che nasce sbagliand avevano, diceva. Non si erano mai pentiti ne altro. Ma anzi sparlavano opi di lei come fosse chissà che persona. Quando invece quella più normale si sentiva lei. Tutta quella ipocrisia, mancanza di fiducia verso chi consideravano diverso, le maschere, le recriminazioni, bullismo, ineguaglianze... Ha passato la sua vita praticamente sola, nella sua stanza a leggere, imparare, giocare e fare tutto,  odiando le persone per la scuola e il lavoro. Lei, che trovav aingiusto cosa dicevano i suoi, ossia che tutti sono stronzi e scemi e solo loro i giusti. Che gl altri andavano tenuti lontano ma valeva solo la famiglia. Lei non credeva che fosse così ma,  crescendo, imparò su di se quanto la società fosse solo marcia. E così odiò. Così si recluse. Divenne come quasi una Hikikomori, e a volte si paragonava a Giacomo Leopardi e al suo passero solitario. Che fosse dalla finestra o quando usciva, lei vedeva la gente vivere, mangiare, fare cose e stare tra gli altri mentre lei osservava. Tutto sulle sue spalle però sacrifici e ogni cosa della vita ma senza nulla di bello. la famiglia la voleva stretta a se, mai lontano diceva. E così lei si ruppe e morì dentro piano piano,  finchè non divenne la persona cinica, fredda, vogliosa solo di vedere il dolore nella gente schifosa e che meritasse il peggio del mondo. Milan arrivò troppo tardi. In lei vi era solo tutta la tristezza del mondo..."

"..."

..."Le veniva da piangere nel vedere in tv la notizia di quell'anziano pensionato che aveva così poco come pensione,  che dovette sedersi per strada con i suoi libri e venderli, per avere i soldi per mangiare. Quell'uomo spendeva solo sei euro al giorno alla mensa, con quella cifra lui mangiava per tutto il giorno, non poteva comprare altro perchè era il calcolo al mese ed era dimagrito sedici chili. E peggiorava perchè non aveva soldi,  se non per le tasse o finiva pure per strada. O quell'uomo di un altro paese, così povero che doveva caricarsi cento chili di sacchi indosso,  e consegnarli ai negozi per una manciata di soldi che bastavano per delle cipolle per sfamare la famiglia. CIPOLLE! E quando Lia se ne lamentò con la sua famiglia, perchè secondo loro erano i poverelli di tutto il mondo, gli urlò che potevano almeno avere una casa e i soldi per mangiare, gli parlò del video e loro semplicemente le dissero che erano felici che lui potesse sfamare la sua familglia. Quella risposta le fece così male che urlò un -ma che cazzo dite ma lo avete visto quell'uomo pareva un vecchio portare quella roba pi pensate di lui da fermarsi tante volte per riposare solo e questo ogni giorno cipolle=""-E come aveva già capito, molte cose comunque non sarebbero cambiate nella società, se ancora così nella sua fmaiglia che altrove i poveri erano tutti ladri e furfanti , e tutte le donne costrette a prostituirsi solo poco di buono,  pronunciando la parola prostituta come qualcosa di orrendo come lo sterco. E tutto ciò di orribile che dicevano nel loro amato modo di sparlare degli altri,  di chi lasciava famiglia e tutto, li madnava a fanculo e se ne andava per trovare la propria strada. Comunque sarebbe andata, pensava lei, avevano provato e li rispettava. Ma per la sua famiglia erano una vergogna ed erano feccia come i delinquenti e prostitute. Mentre invece lei pensava con tristezza ai poveri che per campare in un modno di apparenza e soldi , che sono più di una laurea e capcità per la gente, finivano per fare certe cose e le donne, tutte, erano costrette in vari modi a svendersi anche tramite cam, pur di guadagnare. Ovviamente quelle che ne avevano bisogno, non le altre. lei vedeva cosa cèra dietro e le dispiaceva per tutti. E sentire quell'amica dire certe cose,  dopo cosa le era stato fatto e lei era nello schifo mentre gli altri vivevano quel poco, quel solo poco che voleva... la portò ad odiare anche loro. E restò sola del tutto. Sola in quella casa. Sola e basta creandosi un mondo suo, nato dla dolore dove scappare. Mentre sapeva che quello reale non sarebbe cambiato..."

"..."

"Vorrei regalarti un mondo diverso, che ha fatto la pace con la sua crudeltà. So  la sua massima sul mondo che deve rinascere dalle sue ceneri. E fu così che non vi fu mai nulla di così felice da tenerla forte abbastanza per voler continuare... E Rò, conosciuto prima di Zay e mandato al diavolo poco prima di restare sola del tutto, peggiorò le cose, tantissimo. E in lei cambiò anche quella parte..." pronunciò amaramente Kianta guardandosi i piedi.

"Chi è Rò?"

"la ragione per cui si allontanò del tutto dalla gente e Zay e Ric, le uniche due persone con cui parlò prima dell'isolamento, prima di barricarsi in un isolamneto voluto, questa volta. Voleva spegnersi da sola, soffrendo meno che in mezzo alle perosne che sapevano solo recriminare, accusare, colpevolizzare e buttarle addosso tutto ciòche potevano, rompendola. Rò fu la persona che la portò a traumatizzarsi tanto da schifarsi del contatto con la gente e portarla aquel'isolamento volontario, senza mai capire cosa fece. Non lo comprese mai, come gli altri non la scoltò mai nonstnate dicesse e spiegasse, per lui era lei che non dimostrava il suo affetto. E non comprese mai... Anzi, l'accussò di non trattarlo come voleva, di non volergli bene perchè no nsi prodigava a fare cosa voleva, e così lei odiò ancora di più e restarono solo due persone. Ma anche Zay e Ric la fecero sentire peggio, affermano senza volerlo, ma era così distrutta e stufa di dover sempre fare tutto per gli altri , per non farli indispettire e offendere,  che rimase sola. E poi venne quel giorno con Milan"

"... ma per quanto riguarda Lei, Rò è morto!" finì Legeia, alzando un velo da dietro e tirandoselo sul viso, seppur portasse una maschera e si voltò, dando le spalle al laghetto.

"Quel gesto non è uno di quelli per i morti?"

"Si, per Lei le persone così orribili meritavano solo l'etichetta di morte e dimenticate,  e così come i morti, non si dovevano vedere. E Così si voltava,  non si velava la testa,  come facciamo qui, è da questo che è nato quel rito, in una discussione o di fronte quella persona, per intendere che essa non andava guardata perchè come i morti, non esisteva più. E quindi non merita nulla,  se non di sparire in tutti i sensi. Dovresti ormai sapere che qui è come un esilio o una dimostrazione di grave offesa e onta pubblica che..."

"Si ho capito ma... cosa ha fatto questo Rò per peggiorare la situazione?"

"Ha preteso. Ha cercato di obbligare, per davvero anche fisicamente e quei due episodi hanno portato alla fine della sua fiducia anche verso gli uomini. L'ha portata alla disperazione  in sole due ore quell'ultima volta,  e non ha capito, non ha visto e lei è caduta col didietro ancora di più nella melma. Si è rotta di più e per lei qualsiasi vicinanza di un uomo,  era solo una cosa. Fu così che si isolò, ma i lgiorno che conobbe Jd e Milan pensò di avere fortuna. Che finalmente potesse andarsene. Seppur con quella paura dopo Rò, strinse i denti e si comportò come se loro fossero come e lei, come se non vedessero una donna... ma per come era fatta iniziò poi a sputare negli occhi di chi faceva della propria esistenza un... niente. Pretese una cosa dall'Accordo con Milan, visto ci teneva tanto e... se ne andò con la soddisfazone che nonostante tutto quanto, nonostante le parole di Rò, lei no nfosse stata di nessuno,  perchè no nera un oggetto da possedere,  o avere solo per quello. Scaricò tutta la sua rabbia sui pedofili, stupratori, liceali e universitari o collegiali che erano accusati di determinate cose e versò in loro,  tutto ciò che provava per chi le aveva fattodel male. perchè il suo dolore lo provassero anche altri, che però meritavano per cosa avevano fatto. E per Rò, la sua rabbia e rifiuto di quello,  divenne l'incubo di gentaglia che meritava..."

"E io che credevo alle discussioni degli uomini,  che stava con Jd" domandò di colpo Gask voltandosi a guardarla sorpreso

"COSA? Ma che dici! ANcora!" rispose di rimando lei furiosa, con una faccia come se volesse dire mai, mai ma.

"Nein, Nein, Nein" apostrofò Legeia rivoltandosi e scuotendo la testa con i ricci boccolosi.

"ma... io avevo avuto l'impressione che... ma sono andati sul treno isnieme..."

"Ma te l'ho spiegato! Che cavolo dici, lei non ha mai provato nulla in quel senso per nessuno e se non era una cosa che veniva da lei, non ha mai voluto nulla. Peggio dopo Rò, proprio per questo, rifiutò qualsiasi cosa. Anche se si fidava di qualcuno qui, non volle mai anche solo provare tnato per, trovava orribile il contatto fisico e peggio la paura che... neanche con Jd, ne con Milan..."

"Visto come molti hanno trovato i compagni con la  nuova sezione femminile, affermano che... OK, capisco. Ma è così anche per te?"

Kianta sussultò, stringendosi con le braccia di più, incurvandosi ancora e ancora con un volto quasi rabbioso "NOn capisco perchè ti interessa tanto! Anche se fosse, non dire ne pensare mai, MAI, cose del genere su me e qualcuno come per Lei. Lei aveva i suoi motivi, io i miei. Con Jd... ma per carità!"

"Ma le cose che dicono..." ma di fermò vedendola portare gli occhi, sol oquelli su di lui "Ok, quindi anche questo è falso, capito! Io ho sentito solo voci, non puoi pensare negativamente di me..."

"Allora, spiegami perchè cerchi sempre di parlarmi e di avvicinarti" urlò lei rabbiosa fissandolo come se volesse alzarsi e menarlo.

"Bhe, adesso volevo solo darti questo" porgendole una cosa, che lesse e si accigliò "Milan ha detto che voleva dare le parole a una canzone che stavano scrivendo i ragazzi per le cerimonie, ma non gli piacevano le parole. Dovrebbe essere una delle canzoni del Saluto. Quindi di Addio. Mi sono ricordato di varie canzone che sentivo dagli uomini e il loro significato e... ho pensato che andassero bene. Sono un'accozzaglia di frasi che ricordo, ma magari quelli che stanno componendo possono riusarle per un nostro Addio." alzando le spalle con noncuranza. Kianta prese a leggere.

Quando la fine del tempoi inizia a chiudersi, asciuga le tue lacrime fredde.
Sentirai i cori degli angeli,  la luce splenderà al tuo fianco, il tuo cuore sarà una danza nel vento, come una melodia immortale, estendendosi in perpetuo.
E nel silenzio del paradiso un giardino troverai, dove finalmente riposerai attraversando un mare di profumi di fiori e ascolterai questi salmi.
La luna riparata dall'oscurità, sussurra ninne nanne paralizzando chi arriva  a sentirle e cade in un sonno eterno
Arrivederci amore mio, Non tornerai, ora sei al di là del Terreno. La luce del mio cuore riempirà il vuoto che ti causa arrivandoti prima che voli.
Nel silenzio del paradiso, vi è ora casa tua, dove si trova la luna.
E alla fine sulla Via Lattea una nuova vita ti aspetta.
E la tua rinascita
Il tuo cuore si sta fermando portando via i ricordi, le dita tremano e riesci a sentire questo cielo incolore.
In lontananza puoi udire dolci voci e spero arrivino ai tuoi occhi chiusi i miei gesti d'amore.
La pioggia batte sul tuo corpo ma un calore ti aspetta.
Verso l’infinitamente distante luna, con l’eco di questa melodia per l’eternità.
Toccato dalla punta delle dita, sentirai l'ultimo mio gesto d'affetto.
Sono piccole gocce di luce in un mare nero.
Alla fine di un sogno, desidero solo rivedervi.
Per favore, lascia che duri in eterno da una lontana ma avvicinabile spirale di luce
Quello che cerco è semplicemente una risposta felice
Alla fine di un sogno, desidero solo quello

"Eh... ho dovuto faticare a capire cosa cè scritto, cosa..."

"E' difficile capirla?"

"ma tu l'hai riletta?" gli chiese, indicando come la scrittura era irregolare e mal fatta

"... lo so... non so farlo diciamo. SAi quando mi hanno preso e..."

"Non riesco a... finora cosa hai fatto alle Lezioni? A cosa hai partecipato?"

"Ho ripreso cosa non facevo da anni. Sono migliorato e ho scritto quella. Se dici che scrivo male mi offendo" facendo un broncio comico

"... tra gli errori e alcune parti che ho dovuto decifrare ricordi molte frasi, posso portarla ai ragazzi e vedere..."

"Allora va bene? Sono stato bravo?" con un sorriso da orecchio a orecchio compiaicuto che la lasciò un pò turbata.

"Calmati con questa euforia, bisogna vedere se riescono a farle accomodare con i brani, non è un lavoro facile ma chiederò... basta che ti calmi con quei sorrisi!"

"Sono contento, ho fatto qualcosa di utile! Non hai detto che è una delle cose importanti nella vita di una persona?" alzandosi "adesso però voglio che parli con me e mi dici perchè non possiamo essere amici"

Kianta lo fissò, lei ancora accovacciata e lui alzato. Rimase come a boccheggiare sorpresa,  poi si alzò anche lei e domandò perchè. Nessuno lo chiedeva mai e tutti non volevano avvicinarsi a lei. Per quale motivo, quale motivazione,  lo spingeva a tanto?

"Perchè qui siete tutti diversi e ho deciso di cambiare anche io. Anzi, Milan dice che io non sono mai cambiato, sono rimasto sempre all'ombra e basta. Ma mi sento come carico più di prima, piùdi sempre,  e poi ho visto che stai sempre sola, in disparte, non interagisci con gli altri se non per amministrare le cose al posto di MIlan,  e voglio essere tuo amico. E poi ammiro Milan e poi anche te. Agisci diversamente dagli altri. Io mi facevo spostare dagli altri mentre adesso ho scoperto di poter e saper decidere. Sei tu che determini te stessa, ho guardato come affronti le cose , alcunecome me, senza accettare la sconfitta e non hai un solo desiderio ma molti. Vivi con forza per tante cose. E io voglio essere così. Come te e Milan. Poi ho visto i ragazzi che vogliono fare tante cose, sudando e stando qui ho capito che il lavoro fatto di persona fa comprendere quanto valore abbia, qualunque esso sia, e cosa significa .Per questo voglio diventare tuo amico"

"Il tuo discorso è un pò... aspetta! Hai detto che sono sola?"

"E' quello che sei. A parte i veterani e i pochi che ti aiutano nelle cose di loro volontà,  non ci sei mai nelle feste, la sera, in tante cose. E quando ti vedo sei appollaiata da qualche parte a osservare e controllare. Il tuo atteggiamento è solo come Cane da guardia di Milan,  e ho visto e ho sentito dagli altri che hanno paura di averti nei gruppi perchè temono di essere giudicati, visto le tue rezioni a certe cose..."

"Come s enon sapessi cosa fanno e dicono" rise lei con offesa

"Dimostragli che non sei così paurosa. Perchè Milan deve essere visto come il Leader ma anche uno di loro, che sta in mezzo a loro quando gli va,  ed è ben accetto e tu no? perchè..."

"Ma possono esser fatti miei?"

"Se è così,  perchè sei triste quando sei sola?" osservando il suo stupore "lo vedo, vedo che faccia fai quando sei da qualche parte a osservare, lontana. Jd, Alaric, tutti gli altri stanno in mezzo al resto dei membri come amici nei momenti liberi o la sera, ricordandosi però come è giusto il grado, ma... vivono. Perchè tu fai come faceva lei, come se odiasse la vicinanza della gente? Eppure con quei quattro che sono venuti tempo fa, eri così amica che i ragazzi si sono stupiti,  ma per paura di cosa puoi dire e fare non ti dicono niente..."

"Basta, se hai finito vai a fare... cosa devi fare" voltandogli le spalle e infilando il foglio in tasca.

"Perchè sei così arrabbiata? perchè ti ho detto una cosa vera? Io..."

"Tu non sai nulla di me, eppure analisi psicologiche solo da come ti sembro da lontano. Come tu hai avuto la tua vita e i tuoi problemi, io ho i miei"

"Io mi sono integrato, mi sento... felice, si sono felice di essere con loro e cosa ho scoperto di essere per qualcuno , che prima vedevo come nemici. E ho scoperto che nemici generico come pensavo prima... ora ho capito cosa è una persona dafermare, rispetto a prima..."

"bene, sono contenta per te, ti sei integrato. Ottimo, parte dei tuoi problemi sono sistemati ma rest ail fatto che la tua storia mi puzza sempre e..."

"Cosa devo fare per convincerti che non sono venuto qui per chissà cosa..."

"perchè non mi guardi mai, mai quando dici queste cose, di questo argomento. Guardami negli occhi e dimmi, giurami, fammi capire che sei andato via, non si sa come, da uno come quel tizio e sei qui per cambiare vita e BASTA!"

"E io cosa ottengo se ti convinco?"

"Fammi capire, tu hai bisogno di un incentivo per... vuoi fare di tutto per convincermi,  senza una prova che noncè nulla sotto,  e vuoi pure qualcosa in cambio?"

"Si, sono sincero. Se io ti dimostro che sono qui perchè lo voglio io, che posso dire di essere felice qui con voi, di aver scoperto che posso anche io avere scopi che mi fanno vivere... se ti guaderò negli occhi e ti convincerai che io ho detto la verità, che sono qui per quello che ho e posso dare, posso vivere... diventiamo amici?" indicandosi con un pollice con una faccia così seria e determinata che lei alzò un sopracciglio, rimanendo zitta per un pò.

"A parte che mi sta vendendo il male di collo perchè sei troppo alto rispetto a me...Se riuscirai, se ci sarà un momento in cui mi guarderai negli occhi e capirò che sei stato sincero e tutto ciò che dici, tutto, corrisponde a verità, ti darò la mano e partiremo da zero"

Le fece segno di assenso con la testa, la salutò e si avviò di nuovo allo Chateau, lasciandola sola a pensare. Lo vide sparire litigando di nuovo con il verde troppo cresciuto e non curato, ridendoci ma tornando seria.  Sussultò per dei rumor, i ma erano solo degli animali, tra cui alcuni cervidi di specie diverse che cercavano nelle ceste appese qualcosa da mangiare.

"Ancora un pò ragazzi, l'autunno sta mangiandosi tutto ma avete ancora cibo prima di restare con poco,  e vi daremo qualcosa per l'inverno. Ma non fate la carità, siete orgogliosi cervi e daini, per carità. Non infilate sempre il naso nelle ceste in periodi come questo. Questo comportamento lasciatelo a certi umani..."

Si allontanò e si diresse verso le stalle, entrando e chiedendo se fosse tutto a posto. Aiutò a sostituire il cocco da alcuni box e a strigliare altri cavalli e notò Lubo che tornava col suo cavallo da una ronda,  per le ippovie. Anche se un capitano,  gli piaceva controllare di persona con i suoi le strade ogni giorno, dividendosene alcune con altri gruppi, perchè nessuno si intrufolasse e facesse scattare gli allarmi. Non era la prima volta e sempre gente curiosa o ragazzi che cercavano posti dove fare roba finivano nelle fotocellule facevano allarmare tutti. Era un luogo ormai segreto, per modo di dire quanto possibile, ma dopo alcuni che erano apparsi pretendendo qualsiasi roba,  perchè collaboratori o ospiti in precedenza per accordi, si era preferito non invitare più nessuno senza valido motivo. E restare quasi nascosti. Così erano turisti che giravano per conto loro, ragazzini e ragazzi in vena d'avventura, qualche ladruncolo e varia gente che affrontava tutti i lati per vedere cosa cèra ai piedi della montagna,  tra due ali di boschi. O erano ladruncoli in generale che sentivano parlare della vecchia casa ormai abitata e quindi sicuro uno ricco o gente dei paesini che sperava di avere fortuna. E le ippovie, essendo le autostrade che usavano loro,  zone all'apparenza isolate e chiare indicazioni per qualche luogo abitato nelle vicinanze, finivano adocchiate e seguite. Dopo due ore di lavoro, Lubo le disse che aveva avvistato qualcuno a ovest e che era scappato appena si erano mostrati. Nulla di serio,  ma a volte ci riprovavano con i telefoni e telecamere. E avendo regole feree per gli uomini su dispostivi di registrazione, era tassativo non far riprendere neanche uno scorcio da estranei, altrimenti finivano in rete.

"Sembri soddisfatto, non dirmi che li hai inseguiti a cavallo"

"Io? Assolutmanete no. Xerxes aveva voglia di correre,  ma non...." si interruppe per della confusione fuori, voltandosi verso le porte aperte "monta su, andiamo a vedere cosa succede" la spronò lui, dandole la mano perchè salisse dietro,  in uno slancio veloce per controllare.

In sella anche lei, essendo uno Shire non aveva problemi con il peso,  seguirono le urla, che venivano dalla zona delle gradinate e per il vento erano arrivate là., richiamando la loro attenzione. In pochi minuti furono vicino un gruppetto che urlava e scalpitava,  parlando come impazziti. Per farli calmare Kianta dovette urlare e quando si voltarono e si accorsero di lei, chiese cosa accadesse. NOn era insolito che facessero comunelle, casino,  se liberi in quella zona solo loro, ma non come in quel momento.

"Capo, non cè"

"E' sparito"

"Frank dice che ha passato i cancelli"

"Si è preso un sacco di roba lasciando la porta aperta"

"Ha..." dissero insieme e con foga.

"OOOHHH!! Basta! Silenzio! Uno alla volta, che cosa succede?" chiese Kianta, ancora in alto dietro Lubo sul cavallo, urlando per far finire quella caciara, lei odiava le urla normalmente.

"Capo" le disse Kovacs spostandosi tra la folla "Abbiamo ricevuto notizia che il Capitano Gask si è allontanato senza dire molto alle guardie dei cancelli. Aveva con se una sacca e ha solo detto che usciva. Uno dei ragazzi ha chiesto allora al citofono per l'interno se cèra qualche affare fuori, per sapere cosa dire alla ronda successiva e si è scoperto che nessuno sapeva nulla. Che no nvi erano incarichi e che hanno trovato la porta della sua stanza aperta e molte cose non cèrano, come la sua sacca preferita. E quindi non sappiamo dove sia, perchè e quando torna..."

Kianta fissò la direzione dei cancelli, iniziò a cambiare espressione mostrando paura e allarmismo e scese come una indiavolata dal cavallo,  urlando che le portassero Warden, ma quello come sempre era libero per i fatti propri,  che scorazzava in lontananza e lo chiamò. Anche senza redini corse verso di lui, visto che era addestrato anche senza e con il cerchio e vi salì in groppa, dicendogli di andare spedito,  e sfrecciò verso i cancelli. Ma ormai temeva che fosse troppo tardi, era uno di quelli che sapeva sparire e non farsi vedere e sacome fare certe cose.







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Capitolo 27
*** 24.5 ***


24.5 Un anno prima

Kianta puliva, in piedi sul letto nella zona vicino al muro, attenta a non finire nel piccolo passaggio che vi era, gli scafalli e bacheche a riquadri che ospitavano la collezione di minerali e gemme. Ogni settimana si impegnava a controllarli e pulirli, anche per evitare che i ragni,  che sembravano proliferare da nulla, decidessero che -mh , questo spazio tra questa pietra e il quadrato che lo ospita è ottimo per la mia tana="">, finendo per ritrovarseli a camminare sul muro vicino al letto, o peggio sul letto proprio. Era già accaduto e lo odiava. Ma  i ragni erano normali in un luogo come  quello così immerso nella natura.


Lei non li uccideva e sapeva che eliminavano insetti e cosi fastidiosi, pappandoseli, ma in mezzo alle sue cose, delicate come orologi o pietre, proprio no.
Ma non si poteva certo intavolare una discussione con i ragni sui limiti entro cui poggiare le zampe e peggio tessere.
All'idea assurda dei cartoni per bambini,  dove gli animali parlavano con le persone e si capivano, rise. Capiva il concetto dell'intrattenimento per i bambini e far passare l'insegnamento che anche gl animali sono esseri viventi, soffrono e meritano considerazione.
Ma se fosse stato così facile, non avrebbe dovuto controllare sempre se qualcuno di loro si infilasse da qualche parte. E strano ma vero, non cèra prodotto che li scacciasse che funzionava. Zero, pensò. Tranne qualche repellente naturale che odiavano ma durava poco, appunto qualche giorno.

Prese ogni cristallo o minerale con cura con una mano e passò il panno elettrostatico che facevano loro per bene, quindi non esterno, rimettendo nel suo angolino il pezzo. Per quelli più grossi sugli scaffali chiusi da una teca alzabile attaccata al muro, li prese con attenzione, spostandoli unattimo sul letto,  su una piccola tovaglia messa apposta e rimettendoli pulizia fatta.
Di solito puliva la sera, ascoltando la musica e rilassandosi. Con lei le pulizie funzionavano come modo per stancarsi prima, oltre la lettura, e dormire subito per bene. Non volendo nessuno nelle sue stanze, faceva tutto da sola e quasi nessuno vi era mai entrato. Spostava la cesta della roba da lavare da sola, facendola scendere con il piccolo montacarichi antico nella stanza della servità a fianco le scale, scendeva in lavanderia e lavava lei stessa tutto con le macchine, quelle della saletta per le camere del corpo principale, diverse da quelle del resto degli uomini nei palazzi nuovi.
Quelle lavatrici erano solo per i residenti del corpo centrale, Milan, lei e i capitani e per Kianta era meglio così. Faceva lenzuola, tendaggi, abiti e tutto ciò che era lavabile.
Poi caricava in una bacinella lavata e pulita dopo ogni uso,  e li faceva mandare col montacarichi nella zona dell'attico dove stendevano solo la roba dei residenti. Quelle di Milan e di eventuali ospiti erano trattati da personale apposito, tranne che per lei.
Per pulire la camera usava lavapavimenti e aspirapolvere, usando scarpe apposite solo per il salottino, altre solo per la camera da letto e riponendo quelle di fuori nell'armadio a fianco la porta di entrata, sul ripiano prima di un cassetto in basso,  e sopra vi appendeva giacche e altro.
Cambiava i tappeti ogni settimana appena lavava tutta la stanza,  e si occupava di mobili e finestre la sera, prima di lavarsi e mettersi a letto.
Faceva da sola e lo preferiva, non le piaceva che altri entrassero in un luogo così privato,  se non erano suoi amici stretti. Anche questa cosa rarissima.
Odiava entrare anche solo nel salottino con le scarpe di fuori, così come si cambiava subito gl iabiti e ne usava altri  solo per stare nelle sue stanze e basta, lasciando nell'armadio quelli utilizzati di fuori. Era detta una mania anche di Lia, ma tale non era perchè era una forma di pulizia e tranquillità. Per Lia e poi inspiegabilmente per Kianta, tutto ciò che cèra fuori non doveva entrare nel salotto,  e ben che meno in camera da letto e aveva saputo all'inizio che Lia, aveva preteso che facessero così anche gli uomini.
Stivali e abiti sporchi in una zona apposita vicino la porta, le tute che ricevevano per stare nelle camerate o camere singole in base al grado per starci. Scarpe da camera e mai per fuori, e per la doccia scarpe personali per evitare i soliti problemi che sapeva in bagni e docce di piscine e palestre della societàlà fuori. Il kit personale era ripiegabile e diventava piccolo con le maniglie e se lo portavano in doccia e spogliatoi,  e ormai erano abituati.
Questi accorgimenti avevano permesso un maggior controllo di germi, pulizia, comportamento e...

Kianta si voltò stranita per dei rumori da qualche parte, quando le sembrò di non sentirli più, tornò a calare la parte superiore di quella teca semplice,   chiudendo di nuovo i minerali sotto il coperchio,  e ammirò il lavoro.
Per tutti i minerali nuovi che comprava o scambiava o altro, sia per se che per il mercato che aveva avviato con alcuni uomini, si metteva di buona lena con bacinelle di acqua e vari prodotti naturali, spazzolino da denti usato solo per quello, e puliva tutti i campioni che le erano piaciuti così tanto da volerli, togliendo terriccio e sporcizia, facendo uscire i miracoli, quelli si che lo erano pensava, di Madre Natura.
Era rilassante, qualcosa che le piaceva fare e aveva scoperto addirittura nascosti dalla terra dei quarzi neri! ovviamente li pagò agli uomini, molti cristalli li scavavano loro in zone apposite, e se li accaparrò, ma non fu l'unico esemplare che nascondeva più tipi di minerali o cristalli insieme. E seppur non fosse che una piccola collezione, puliva ogni settimana ogni pezzo perchè desse il meglio di se a qualunque tipo di luce.
Odiava le gemme tagliate,  tanto care alle persone che si definivano normali. Lei preferiva le gemme così come erano, solo levigate, evitando di tagliare e rovinare un grosso pezzo come facevano con i diamanti,  che erauno una frazione del pezzo originale, solo per fargli le faccette del cavolo rovinando il resto. Una bella forma molata e i gioielli erano magnifici uguali. E invece no! Lo stesso cugino del diamante blu di Milan, il famoso Hope, erano stato tagliato così tanto d aver perso praticamente tutto i lsuo peso e la sua bellezza, solo per le facette di..., diceva Legeia quando rispondeva piccata.

Si voltò di scatto perchè sentì prima il segnale e dopo poco la finestra aprirsi, da oscchiusa, e vari rumori. Fece una sorta di girotondo con le pezzuole in mano, pronta a incazzarsi con qualunque cosa facesse rumore, per poi rimanere basita e confusa. Il segnale cèra, ma non poteva crederci!

"E tu ci fai qui!" esclamò a chi si affacciò, così colta alla sprovvista da rimanere di sale, in piedi sul materasso di lattice, incerta se prendere le armi che teneva smepre a portata di mano.

"Sono già tornato, ho lasciato Milan in camera sua e sono andato dai ragazzi alle gradinate, li ho salutati dicendo che ero stanco morto... e sono venuto!" esclamò Gask facendo un gesto tecnico incredibile per giungere dall'albero nel vialetto,  sotto alla struttura della finestra espansa, che però in quel momento era nella posizione ripiegata, con la sezione apribile accostata perchè quasi estate.

"Ma... non sapevo nenache che tornavate, che siete atterrati, nessuno mi dice niente! E poi non ho messo..."

"Calma! Pulirò tutto, adesso per favore fammi cambiare e lavare e ti racconterò tutto! Così come sono entrato con gli abiti da fuori senza la copertura che mi metti sempre che poi tolgo, pulisco i l davanzale e la cornice. Promesso! Ma stavi pulendo adesso?" le chiese, prima levandosi gli stivali poggiandoli in una sistemazione apposita vicino la sedia che usava solo lui, che stava tra il muro della finestra e l'altro armadio, bloccandosi nel togliersi gli abiti.

"Visto che sapevo tornavate domani, ho prefeirto controllare che non vi fossero ospiti inattesi in mezzo alla mia collezione, e devo ancora controllare gli orologi. Meno male che metto sempre gl iasciugamani al completo nel mobiletto sotto il lavabo. Il resto è dove lo trovi sempre, se ti serve qualcosa avvisami"

Gask si levò tutti gli abiti superiori rimanendo in mutande e canotta, e calze, poggiando sulla sedia a lui riservata,  quasi incuneata tra mobile e muro, che ormai tirava fuori di rado.

"Si, mi cambio e torno..." disse lui avviandosi in bagno, si sent' il rubinetto, silenzio e poi come correre, uscì veloce in canotta, mutante e calzette soltanto,  e andò spedito all'armadio di fronte il letto, vicino a lei, la quale si voltò sorpresa e lo squadrò mentre apriva le ante e rovistava dentro.

"Che fai..." gli chiese, sporgendosi col collo oltre l'anta aperta, voltandosi alla sua sinistra.

"Prendo solo la roba per cambiarmi e mi lavo, faccio in fretta"

"Non so se essere contenta che tu abbia capito di levarti subito la roba esterna,  o perplessa da come sei , o che rovisti nel mio armadio...  lavati per bene, non in fretta ma... mi spieghi da dove arrivano quei vestiti tuoi nel mio armadio? nella zona dove di solito metto..."

"Sono di emergenza, come adesso. Avevo detto che fingevo di andare in camera, prendevo la roba e tornavo,  e invece mi sono distratto e mi sono ritrovato ad arrampicarmi sull'albero senza niente. Per fortuna ho imparato da te ad essere previdente..." rispose trnaquillo finchè chiudendo l'anta non vide la sua espressione e sembrò in un cane bastonato "Avrei dovuto dirtelo, lo so, ma so che lì in basso non ci metti quasi mai mano,  ed era un ottimo angolo per la mia roba. E poi..."

"Sono alquanto turbata dal fatto che hai pensato di mettere biancheria tua qui, nella mia camera, come emergenza, senza che ne sapessi nulla e ancora che per te sia normale... cè qualche trasloco anomalo di cui devo venire a conoscenza,  o semplicemnte ti sei svegliato e hai trovato nella sacca qui quelli e li hai messi nel mio armadio?"

"Ehm..." vedendola parecchio scontrosa "posso dire che per il tuo aiuto a volte mi sono fermato qui e... per dormire meglio e non sporcare ingiro come dicevi, mi sono portato della roba in più che ho messo là e..."

"Quale parte del -siamo amici speciali="">includeva la tua istallazione qui? Perchè diciamolo, ormai sembra che tu non abbia una camera,  ma sgattaioli sempre qui anche per dormire e sai come la penso..."

"Si, odi le persone approfittatrici, che pensano che tutto,  perchè amici,  sia condiviso senza chiedere. E non esiste il superare quella linea tra amici speciali e altro, lo so e lo comprendo. E come vedi è solo roba per dormire di là se faccio tardi, e ti chiedo scusa per non aver chiesto,  ma lo faccio ora per il futuro. Posso lasciare qui della mia roba in casi di emergenza, come adesso, senza che occupi i tuoi spazi vitali? Non posso certo mettermi la tua roba, a meno che non abbia qualcosa di molto,  e dico molto elasticizzato che possa..."

"Basta! ho capito!" gli rispose sospirando chiudendo gli occhi e alzando una mano perchè si zittisse "Perchè sei tu, anche se avevo mutande da uomo in camera!..." un pò come disgustata "comunque se la cosa si riduce nell'aiuto che ti ho promesso e la disponibilità del salottino se fai tardi, puoi tenre roba per le emergenze qui. Quello spazio te lo do, essendo l'armadio per la roba leggera. MA...! Se ci fosse qualcosa di strano in quella testa, che ti frulla, che cè qualcosa che mi urta, ti poto l'anima... è chiaro?" cambiando tono nell'ultima parte, meno rigido,  ma non cambiando il succo.

"Non so come riusciresti a fare ciò, ma ho chiaro il fatto che lo faresti... quindi si, giuro e prometto che usufruirò della tua disponibilità per aiutarmi e dell'accoglienza qui o nel salottino senza crearti altri disagi..."

"Non mi riferivo a ma spero almeno che tu abbia capito il concetto! Non superare mai certi limiti, amici si ma attieniti ai livelli interpersonali..."

"Me la ricordo la Lezione, non giungerò mai al livello relativo alla zona privata o intima, giuro! Posso adesso andare a lavarmi?"

"Che ti devo dire, se avevi così agitazione da venire subito qui invece di... lascia stare. E non lasciare nulla di sporco in bagno. Ricordati le ceste per il bucato, chiudi totalmente il water e se cè acqua a terra..."

"passo lo spazzolone, ho imparato le regole dello Chateau! procedo alla doccia e poi preparo il campo per la battaglia, Capo!" urlò quasi con il saluto militare come poteva per la roba stretta a un braccio e camminò come un militare rigido fino al bagno.

"Oh, mamma" mormorò lei, girandosi per controllare se aveva finito e poi scendendo a sedersi sul letto. Non doveva pulire se non per un controllo quella zona, er ain pigiama e mise da parte il tessuto e si pulì le mani con alcool,  asciugandosi in una delle mini salviette quadrate che teneva nel cassetto del comodino. Prese da quello sottostante l'ebook e si mise a leggere.
Dopo venti minuti Gask si presentò già lavato, asciugato anche nei capelli e vestito con una canotta e pantaloni semplici del set fornito a tutti,  e preparò la zona centrale con l'occorrente messo da parte.
Piazzò nello spazio libero al centro della stanza un ernome tappeto di velluto corallo antiscivolo, quadrato di un metro e mezzo per lato. Design tatami giapponese, color caffè,  era uno spesso tappetto morbido in velluto corallo con imbottitura in spugna morbida che doveva aver chiesto nell'edificio manufattiere o comprato al Favo. Era lavato di fresco quando se lo caricò dall'albero ala sua finestra, senza capire come cèra riuscito.
Era tornata in camera e lo aveva trovato là, dopo che gli avev apromesso di aiutarlo,  ed era entrato due volte prima. Aveva fatto tutto da solo, dopo avergli promesso didargli una mano si era fatto trovare già apparecchiato con quel coso in mezzo alla stanza, colore per fare pandant con il mobilio disse, e si mise a fare le sue cose, spostandosi nel salottino solo se lei si addormentava o altro.
Kianta glielo aveva permesso, ma non era riuscita a dirgli di no dpo tutto il resto e lo fissò, togliendo gli occhi dal libro, indaffarato a sistemare quel coso a terra, prendere il tavolino da letto in plastica rigida con le gambe allungabili e un leggio ribaltabile,  e il necessario per mettersi a lavorare. Tra l'armadio di fronte il letto e il muro vi era un altro spazio e così lui aveva arrotolato e sistemato tuto in quel punto,  visto che lei non scendeva mai dal letto dal lato contro il muro, e avev ainsinuato la sua roba negli angoli , vicino al finestra e l'altro vicino il letto.

Alle proteste di lei per quel'incursione nella sua camera, con una da Capitano che aveva, aveva risposto che per la decisione di non far sapere che erano ormai amici,  era meglio se era lui ad andare da lei, visto che nessuno si avvicinava all'ala, mentre gli uomini che, familiarizzando così tanto con Gask, lo andavano a trovare in camera. E non voleva essere disturbato.

"Tu lo capisci che stai facendo davvero tutto tu" gli  chiese quel giorno,  dopo aver trafficato col tappeto "Come... hai deciso che dovevamo essere amici, dovevo aiutarti e che per prepararti era necessario venire da me. nenache Jd è mai venuto e tu entri da quella finestra come vuoi!"

"La lasci aperta perchè fa caldo, con la zanzariera messa, e mi hai detto che potevo venire. Perchè non posso?" rispose di rimando,  come titubante solo in quel momento delle sue azioni.

"... lascia stare" disse lei amareggiata, perchè non riusciva a dirgli di no "almeno potresti avvisarmi prima di entrare? Almeno questo..."

E da quel giorno, un mese e passa prima, aveva iniziato dopo aver passato la giornata e la serata con gli uomini per gli impegni, i pasti e il cazzeggio, ad andare su quell'albero ed entrare in camera sua, arrivando pure a usare il bagno, lavarsi e vestirsi con abiti che si portava dietro. la cosa che faceva turbare lei era che s efosse stato un altro lo avrebbe appeso per i piedi e pestato di botte. Con lui non riusciva e non capiva perchè.
Non voleva capire perchè.

Kianta sospirò, tornò al suo libro e continuò a leggere finchè con la coda dell'occhio lo vide alzarsi, nonostante avesse sistemato tutto, avvicinarsi e accovacciarsi vicino a lei. Essendo lavato e con abiti puliti poteva farlo, così si accostò al letto, poggiando i gomiti sul materasso e fissandola, porgendole una cosa.

"L'ho già pulito tutto, da cima a fondo, con l'alcool in bagno poco fa." sussurrò con un sorriso compiaicuto.

Kianta fece un sussulto per l'oggetto che avev ain mano che per altro, ormai era normale che lui si mettesse in quel modo quando parlavano, era abituata a vederlo comportarsi in quel modo. Teneva una scatola color schampagne così grossa che sembrava uno scrigno in una mano, visto che le sue erano molto grandi. Lo fissò cercando cosa chiedergli finchè lui non continuò a dirle di prenderlo, con uno srguando ancora tranquillo e in attesa.
Kianta lo prese incerta, non sapeva cosa aspettarsi e prese dal comodino il tappetino in silicone che usava sempre,  per poggiare le cose e non sporcare le lenzuola. Lo guardò, cèra una scritta a pressione dorata sopra e si apriva a conchiglia. Era un astuccio di un orologio da polso  meccanico. Cèra scritto da uomo ma poteva essere anche unisex.

"Acciaio inossidabile, fibra di carbonio.Dalla cassa ai meccanismi tutto color argento, non oro perchè lo detesti. Cristallo Flame Fusion. Quadrante nero Skeleton Center impreziosito da lancette luminose color argento. Fondello trasparente. Chiusura con linguetta. E' quello che ho trovato adatto per i tuoi gusti..." disse poggiando lebraccia sul materasso "Non è figo?"

"ma da dove lo hai preso? Avete di nuovo ripulito uno Soppresso?"

"ovvio che no, quello è andato bene. Milan aveva affari negli emirati arabi,  e per quel suo attivare un qualcosa per quel tizio con la tovaglia in testa ha ricevuto in regalo un orologio infarcito d'oro e pietre, non solo di oro. E così visto che dovevo aspettarlo, sono sceso nei negozi ai piani bassi dell'hotel e l'ho visto..."

"Frena!Emirati arabi?!? Ma non dovevate..."

"Si, eravamo a Bruxelles per quel Vertice importante in cui ha fatto accordi scritti, promesse, ricambiato cose, ... ma poi ha ricevuto una chiamata e così siamo saliti sull'aereo e siamo andati, anzi proprio atterrati,  su quell'edificio che credo fosse un hotel che tu definiresti tra pacchiano e quel brutto moderno. Prima ci hanno accolto in una specie di salotto dove le persone che doveva incontrare il tizio già parlavano, poi uno di questi  ha dato a Milan l'orologio dicendo che lo ringraziava di qualcosa,  per fare affari da qualche parte che gli ha sbrigato, e lo ha invitato nel suo studio, ma voleva solo poche persone. Hanno fatto entrare solo lui con le sue Ombre e quindi mi sono fatto un giro. Non sono mai stato in un centro commerciale ma credo fosse qualcosa del genere,  ma per i ricchi. Mi hanno preso per un militare forse di qualche loro cliente e passando ho visto quest'orologio,  mentre pensavo a quello che gli hanno regalato. Non so davvero chi e perchè qualcuno dovrebbe indossarne uno così, comunque mi sono ricordato vedendo questo,  che ne avevi solo uno ma lo avevi portato a riparare varie volte senza capire che avesse. A Jd avevi detto che se ne trovavi uno che ti colpiva davvero, lo avresti preso. Non compri cose che non ti piacciono davvero, solo per averli..."

"Tu cèri quando ne parlavo a jd?"

"Non so se ne avete parlato varie volte ma...una volta ti sei arrabbiata perchè, guardando il tuo orologio al polso, ti sei accorta che stava ancora indietro o aveva problemi a camminare,  e hai guardato uno degli orologi da parete stile Industriale bifacciale,  che alcuni chiamano vintage o retrò da stazione ferroviaria. Era quello col gallo con la zampa alzata e lui ti ha chiesto perchè non lo cambiassi con uno nuovo,  e hai risposto che erano smepre d'oro, color oro con meccanismi dorati,  ami solo ilcolor argento, come i gioielli e non volevi. Ha chiesto anche se fosse sempre e proprio quello e tu hai risposto di si, che finchè funzionava e non avendone trovato uno che ti piacesse da volerlo, avevi preferito farlo sistemare. Ma a quanto pare non serve perchè non lo metti da tempo..."

"Ho capito, è l'orologio da esterno che da sulle finestre della mensa vicino le gradinate... aspetta, come ti ricordi tutte queste cose? E ti sei accorto che non lo avevo più?"

"Si come il fatto che cambi tipo di collana e ciondolo ma mai gli anelli, quasi mai. Ne hai solo tre e li scambi a volte. Solo non ho capito il fatto di e proprio proprio acui si riferiva Jd."

"perchè quell'orologio" disse lei guardando il muro quasi di fronte, verso la sua sinistra, sopra il comò la bacheca con gli orologi "è uno dei due che Milan diede a Lei quel primo giorno qui,  per sostituire i suoi rimasti... nel suo vecchio mondo. Li aveva tolti e riposti nella borsa che però dovette lasciare là,  all'inizio perchè non poteva metterla o sarebbe apparso strano un militre con le vostre tute con una borsa color jeans da donna su una spalla. lei usava quella borsa solo per metterci quel poco di cose che riusciva a comprare di nascosto, non per altro ma quella volta vi aveva riposto i gioielli e tutto ciò che teneva sempre nelle tasche dei jeans... "
Kianta rimase a fissare gli orologi della collezione.
" e poi fu utilizzato come altro elemento per la morte apparente. Non avendo più nulla comunque a lei caro del passato, Milan prse dal suo tesoretto le uniche cose color argento che trovò di fretta e glieli regalò, come benvenuto e modo per farle accettare meglio l'Accordo.  Lei ne comprò altri due per sua collezione, ma da taschino, mentre rimase solo con uno da polso. Quando sono nata io e mi trovai davanti queste stanze,  mi sono appassionata anche io agli orologi meccanici e ho continuato con quelli che vedi. E contribuendo i primi guadagni degli uomini che lavoravano all'orologeria. Avevano acquistato tramite Milan e i nostri agganci lotti di pezzi vintage a ninete, ormai gli orologi te li regalano, sopratutto di seconda mano,  e così avevano due casse vuote e molti meccanismi che misero insieme e vennero fuori quei due orologi Filigree Half Hunter" indicando i due in alto della bacheca all'pparenza identici "con questo disegno tipo damascato di due parti riflesse che sembrano sia come farfalle  di fumo o qualcosa di floreale, che si ripete quattro volte, a ogni quarto. Dipende da chi li guarda, ma quando li ho visti ho detto solo una cosa, questi sono i miei orologi. Infatti sono i miei preferiti! Uno è color argento l'altro è quasi un gun metal,  ma più chiaro con quel vetro per vedere i meccanismi. Poi ci sono due di lei e due che ho preso smepre io con quelle forme strane. Ma in effetti non ho mai comprato orologi nuovi da polso perchè... nessuno mi piaceva..."

"Quindi Milan le ha dato all'inizio qualcosa che comunque le piaceva. Cioè ha preso due orologi come piacevano a lei,  per sostituire queli persi"

"Persi... si da un lato si, possiamo dire che sono solo rimasti.... indietro! E si, anche Milan utilizza orologi vecchio stampo, non moderni digitali ma solo qui o alle torri. Per far scena deve usare quelli moderni digitali davanti gli altri. A lui la tecnologia piace ma con Lia aveva tr ale varie cose in comune, quella dello scandire il tempo all'antica. Per Lia un orologio meccanico o automatico usato da una persona era... come uno scambio equivalmente. Mantieni attivo o in vita un meccanismo che quasi batte come il proprio cuore,  mentre questi ti mostra i momenti della giornata o vita, come vuoi metterli. Si era partito dall'osservazione della posizione del sole, le meridiane o i calcoli con le dita,  per quanto mancasse all'alba o tramonto, poi vennero gli orologi. Questi sono come i pc, entrambi si equiparano al funzonamento umano, ogni pezzo è un organo nostro,  ma sia Lia che Milan si limitano ai meccanismi tipo orologi perchè vi si sentivano più affini. A Lia piaceva avere accanto, davanti o indosso un meccanico e sentirlo scattare man mano che il tempo passava sulla pelle, prendersene cura ogni giorno caricandoli a corda e... per lei essi battevano esattamente come il suo cuore,  e come Lei doveva esserci qualcosa, qualcuno, perchè continussero a restare , che battessero e se per Lei non cèra molto perchè il suo cuore continuasse, il suo legame con gli orologi era qualcosa di diverso, dovevano continuare a funzionare."

"..."

"Comunque" riportarlo l'attenzione sull'orologio che avev ain mano "quanto hai speso per questo? Se non eri abituato a usare soldi prima, ad averne di tuoi, perchè da quando sei qui usi quelli che hai di stipendio per..."

"L'altro giorno hai detto -siamo amici no="">? Avevo bisogno di una cosa e me l'hai portata, mi aiuti e mi ospiti... diciamo che è un ringrziamento per queste quattro cose..."

"Quattro?"

"Siamo amici, dall'inizio mi hai aiutato quando avevo bisogno, me ne sono accorto e ora che siamo amici lo hai fatto ancora. Mi aiuti. Mi ospiti... quattro! Almeno è una spesa che tiha dato qualcosa che ti piace?"

"..." lo fissò, guardò l'orologio e sospirò "non so che dire, voglio dire... intendo dire..."

"Devi pur dire" buttò là lui ridendo

"Mh... questo sarebbe un regalo o un ringraziamento? Intendo quei doni che si fanno appunto per togliersi il debito, o..."

"Qualè la differenza?" accigliandosi, tenedndo il mento sulle mani

"nell'altra società un regalo è qualcosa che fai senza motivi,  o perchè  cè un motivo e davvero vuoi fare quella cosa a qualcuno. Senza costrizioni o obblighi morali o ricambio di qualcosa, che è il dono detto di ringraziamento. Ma nell'altra società non viene quasi mai fatto davvero perchè si vuole ringraziare ma per obblighi di varia natura. Lei era sempre arrabbiata perchè quando le davano i regali, erano per gli obblighi familiari. Aveva visto i suoi genitori o parenti fare doni per unf avore, qualcosa che altri avevano fatto e dovevano togliersi l'obbligo,  ma i commenti in famiglia poi non erano di un regalo o dono sentito. Insomma avevano pagato e dato per obbligo.  La cosa brutta della società familiare è cheun dono è bivalente. E' un obbligo per le feste e compleanni ed è fatto anche perchè sei del sangue. Ma lei era più che sicura che di sentito, di davvero fatto perchè Lei era Lei, per fare o donare qualcosa davvero col cuore e non perchè era la discendenza... insoma, non erano doni veri e propri ma cose fatte per abitudine e perchè del sangue. E non ha mai capito se in vita sua ha ricevuto davvero un regalo col cuore o perchè nascondeva dietro qualcosa..."

"Ho capito. Allora ho sbagliato!" parlandole serio, vedendola voltarsi confusa "questo è un dono perchè voglio fartelo. Un dono fatto per sdebitarsi e simili dalle tue parole non appare affatto bello, perchè in effetti mi sentivo.. come in debito,e cco. E' come se io dovessi fare un regalo grosso come quell'orologio del tizio con la tovaglia , per una cosa fatta e debba sdebitarmi per questa vita nuova..."

"Ma tu hai consegnato tutte quelle cose. Direi che hai fatto un regalo sentito, non per sdebitarti, quindi no cèntra, secondo me. A Milan hai dimostrato chiaramente..."

"Si, ma di fatto io invece dovrei sdebitarmi tantissimo, ancora, dalle tue parole. Io nei confronti di Milan, tuoi e di tutti lgi uomini ho un grosso debito ma dalla tua spiegazione sembra troppo... cosa ha fatto quel tizio nell'hotel o il Capo quando faceva..."

"Quindi...?"

"Quindi non mi piacciono di doni fatti solo perchè qualcuno ha fatto qualcosa che ci andava a genio,  senza davvero volerli fare. Sono obblighi, questi? Allora ho sbagliato a dire che era per ricambiare quelle quattro cose. Sarebbe la stessa cosa e io non sono così. Quindi no, ho comprato questo orologio perchè tu non ne avevi ancora uno,  e volevo farti questo dono per davvero, non per ricambiare cose. Si, anche per  ringraziarti dell'amicizia e delle cos eche ho detto, ma non sono obligo... spero di aver spiegato" apparendo un pò confuso "...per l'aiuto che mi dai posso ricambiare arrivando ai miei traguardi. Ala tua accoglienza qui posso ricambiare portandoti io la cena,  così non devi chiamare nessuno se non vuoi andare in mensa o aiutarti a sistemare qua. Per gli altri due vediamo... ma un dono o un regalo è diverso dal ricambiare un favore. QUindi è un regalo, basta!" finì lui sbattendo i palmi sul amterasso e alzandosi, mostrando la differenza di altezza ancora una volta,  perchè lei lo seguì con lo sguardo e dovette guardare molto in alto col collo.

"Intendi dire..." accigliandosi

"Che se l'orologio ti piace tanto da indossarlo sono contento, tanto, ma quello è un dono, non un ricambio di qualcosa. Posso ricambiare facendoti anche da Ombra o altre cose, ma un regalo è diverso da un ringraziamento  e... da quello che ho capito e come vivete qui, non è una cosa positiva usare il materialismo per cose del genere. GLi scambi per debiti e simili intendo. Quindi u ndono, prezioso e materiale va bene, und ebito o uno scambio è qualcosa di diverso. QUindi ora mi metto a lavoro e ricambierò il tuo aiuto raggiungendo il livello degli altri e magari qualcosa di più. Poi sistemo tutto così non devi fare niente..."

"Ma..." vednendolo tornare sul tappeto ".. io... "

Gask però si mise al suo posto, prese i libri e la penna di vetro e iniziò a imepgnarsi, lasciandola seduta al centro del letto così imbarazzata e sbigottita da non sapere cosa dire o fare.  Osservò l'orologio e si rese di non sapere dvvero cosa dire o fare, domandandosi come prendere quel gesto, anche rispetto  a tutto ciò che le davano Milan e Jd. Che differenza cèra, si chiese, tra le cose?
Sorrise, prese l'orologio e lo provò, lo guardò e la testa iniziò a fare mille questioni, mille domande. Come doveva prenderla? Si sentiva con uan pressione assurda e aveva nausea,  ma non capiva come comportarsi in un frangente del genere. QUando Milan o Jd le avevano dato delle cose, erano abiti o altro che le servivano per questo o quello, facevano cose gentili,  ma aveva sempre ringraziato, accettato e preso senza avere tutti questi dubbi.

Gask sussultò di colpò, portando lo sguardo verso di lei per una domanda che lei fece a bruciapelo. Fissò e cercò di giudicare il suo sguardo che trovava come indeciso, diviso tra cose da dire o forse fare, o appariva tremolante o congelato. Non capiva.

"Perchè sei qui? Perchè ti comporti in maniera gentile con me? E altre cose? Perchè nonostante le cose che ho detto e fatto, continui a cercare di parlarmi, avvicinarmi, stazioni nelle mie stanze per..."

"Perchè..." fece lui meditabondo, guardando altrove come per riflettere "...tu resti sulle tue e ti allontani,  e io penso che non sia giusto per te e tutti,  e così ti spingo a sopportarmi, a parlarmi e a essere amici,  perchè l'ho ritenuta una cosa giusta. Da cosa fai, dici e come ti comporti per cosa odi,  ho pensato che forse molte cose erano dovute a paura e isolamento dagli altri. E poi dall'inizio ho voluto esserti amico per tu sei tu, è per or al'unica cosa che so spiegare. In verità credo che non ci debba essere un perchè con le parole,  per descrivere tutte le variabili delle mie motivazioni, ma ritengo e sono persuaso che essere tuo amico e stare in uno dei livelli più vicini a te,  sia quello che voglio...."

"Cosa?"

"Sono diventato bravo con le parole, vero?" sfoggiando un sorriso a bocca aperta che pareva schietto ma appariva anche mascalzone "se continuo così sono sicuro di riuscire nel mio intento. A meno che tu non mi odi, agisca,  come fai con gli stronzi contro di me,  sbarrandomi l'ospitalità e mettendomi un'ordinanza di restrizione indicando i metri, non vedo perchè non possiamo essere amici e parlare. Non mi sembra che tu mi odi ancora per cosa credevi e pensavi di me, e con la mia dimostrazione di buona fede , sembra che tu mi accolga con positività. Pertanto, ascoltami bene. Cavolo quanto sembro figo con le frasi da snob..." ridendo, poi tornando serio guardandola "io no nsarei qui, non avrei il tuo aiuto e la tua amicizia se non mi vedessi positivamente lre cose, così come quelle volte quando ancora mi odiavi,  non mi avresti aiutato guardandomi le spalle quando sei intervenuta di persona in certi incarichi. Se mi odiavi davvero, se desideravi che io sparissi come la gnete che odi, non avresti agito in quella maniera. Ritengo quindi che, se tutti gli altri non sono persone capaci di meritare la tua fiducia, io credo di esserlo. Volevo esser etuo amico dall'inizio ma mi hai sempre rifiutato, eppure ora sono qui e perchè tu sei tu, questo non sarebbe successo facilmente con altri, se in verità non mi odiassi davvero ma avessi solo... quelli che nelle Lezioni chiamano preconcetti. Li hai avuti anche se sei il tipo da non averne, e inizio a credere per paura,  ma ti perdono e ti assolvo e il mio dono era vero e sincero..."

"Scusa?!?" disse lei buttando le gambe oltre il letto per sedersi,  sfiorando le scarpe con le dita dei piedi "lasciando stare tutto quello che hai detto che non capisco se stai mettendo a frutto il tuo lavoro lì, se sei uno psichiatra mancato o altro.  Mi perdoni e assolvi, davvero?"

"Eddai! Stavo imitando te normalmente, sono stato bravo, vero? Ammettilo, per questa parte ci hai creduto... aha ha ha... per il resto invece ero serio. Ho sempre avuto l'impressione che tu fossi triste e malinconica stando lontano,  e da certe tue decisioni, tenendoti  a distanza dalla gente. Per questo dopo i miei tentativi falliti... ho deciso di prendere in mano io la situazione!"

"Per questo sei sempre buttato da due settimane qui la sera? Combini le cose?"

"Lo faccio, ma se dovessi spiegare bene le cose attualmente non lo so. Quando sono venuto ho sentito storie di te che eri pazza, sclerata e fuori di capoccia. invece ho notato che ogni cosa che fai ha sempre un motivo e in olti casi i tuoi sfoghi dira avevano un senso.... Questo posto per me è per la prima volta una casa, una casa vera e che mi ha accettato,  e dove mi sento davvero di stare. Con il capitolo chiuso del Capo, ho capito che prima... " aggrontando la fronte e accigliandosi così tanto che le sopracciglia un pò spesse si muovevano come serpenti
"... adesso il mondo non è così schifoso, che ci sono davvero persone per cui valgo e stavolta veramnete. E voglio che quel dono sia per te questo, una dimostrzione di valere. Tu e Milan e Jd,  e Lubo,  e gli altri siete amici, e da tutto ciò che ho sentito dagli uomini sembrava che avessi come amanti prima Milan, poi Jd e poi quel tizio che è venuto con quei tre. Ma come per le relazioni con gli uomini o la gente in generale, te ne sei stata lontana e non cè nulla se non fiducia e amicizia. Lo capisco poco ma come me, ci sono persone che si allontanano dalle altre..."

"Con te qui non mi sembra..." bofonchiò lei

"Se è per paura o davvero non cè nessuno che ti interessa a quel punto mi porta a pensare che il tuo voler vivere le cose veramente,  siano più profonde della media. VOlgio dire, per la mia vita ho visto la gente che voleva come diceva,  tutto ciò che poteva finchè l'aveva, e i soldi, ma a volte o era troppo, troppo poco, e... non cèra una vera misura per me,  per capire se la libertà di provare e sperimentare in toto le cose fosse giusto in un modo o nell'altro. Da che ero partito  con un posto ora sono qui in uno che sembra qualcosa che non credevo esistesse. Poi cèra Milan che si gode tutto ciò che vuole e finchè, come dice lui, è giovane e se all'apparenza può sembrare come i lcapo, non lo è... e poi tu, l'opposto, che non provi o sperimenti le cose se non senti,  e non sai che lo vuoi. Insomma in che misura capire veramnete le cose?"

"Stai dicendo cose un pò contorte..."

"Già, mai hai capito che voglio dire, vero? Sono... non so come definire quello che provo se contentezza, felicità o altro sull'essere essere vivo, tutto intero, e prossimo a qualcosa che prima non credevo. Prima sopravvivevo all buona e credevo che il mondo che gli altri mi prospettassero fosse l'unico. Sono vivo in un mondo di merda, che per essere ripulito e migliorato cè bisogno di un culo quanto l'oceano e olio di gomito di giganti ma... adesso sono qui, con gente che vede me e non una risorsa e basta. Il mondo è quel che è,questo sì, ma sono vivo... e non ho più necessità di adagiarmi e accontentarmi su quello che dicono e...  -accontentarsi perch questo è il mondo="">. Il mondo ora so può essere un posto meraviglioso, basta trovare quel'angolo che altri chiamano paradiso. Se io sono qui ed esistete tutti voi, allora vivo un paradiso rispetto a prima,  e voglio fare del mio meglio per approfittare di cosa mi è ora permesso e dare anche io ad altri, come fai tu. Con la differenza però che rispetto a te non vedo perchè ossrevare e basta..."

"..."

"Che cè, mi guardi con quell'espressione come se mi volessi tirare il collo?"

"... non riesco a capire se vuoi imitare qualcuno, se sei così proprio o... comunque non sono sola. Non io. E' solo che non mi piace stare in mezzo alla gente o avvicinarmi troppo. Così come odio quando la gente dice -ah , si la  conosco.... per me quella parola, conoscere, vuol dire altro,  che so il nome e il suo aspetto e capisco di chi parlo. Ma si usa sempre questo vocabolo quando per me conoscere qualcuno è diverso..."

"Mi parli della novella La ragion perduta o il navigatore?"

"EH...perchè chiedi di botto questo?"

"Perchè per Milan esistono...sette mi sembra. Aspetta sono a quella dell'altra volta, Eredità perduta, l aprima. POi cè questa,Progetti contro persona, Ricostruzione da frammenti, personalities, Solitude. Si, dovrebbero essere questi. Lui dice che sono anedotti sulle personalità, l'aiuto che vorrebbe dare con la mente e il transumanesimo.

"Ho capito. Dunque La ragion perduta...basta che la finiamo di parlare di me" buttò là piccata  "narra di una fuga in un altro mondo e le scelte. Racconta di una persona, un giovane, era perduto nell'animo a causa della sua vita reale,  e che per sfuggire momentaneamnete a cosa lo angustiava prese parte ad alcuni giochi online , vi si buttava letteralmente dentro. Erano principalmente role play o mmorpg, ossia giochi di ruolo dove ti crei una tua identità virtuale e interagisci in un mondo sintetico. Il nome del suo personaggio era Avel che in greco significa , come quello che si tira quando ci si rilassa, quando va tutto bene. Quel nome non era scelto a caso. Creò il suo personaggio quindi con tutte le pistole e fucili e armi che gli piacevano, e si avventurava in quegli ambienti come se fosse la sua fuga reale dal mondo marcio in cui viveva. Per giocare utilizzava un Vr di ultima generazione, capace di captare i messaggi elettrici del corpo dell'utilizzatore per manovrare il personaggio, quindi per camminare bastava che lo pensasse e il pg avanzava e via dicendo. ma alcuni hacker saboratorono alcuni server del gioco e quel caschetto Vr ebbe una sorta di malfunzionamento,  che lo portò a rilevare gli impulsi elettrici del cervello caricando tutto ciò che rivelavano nel server di gioco. Il risultato fu del tutto inaspettato da chi aveva creato l'apparecchio, infatti aveva copiato uan sorta di del ragazzo come cervello, che finì completamnete caricata nel server, rendendo il personaggio come lui stesso. La sua mente era quindi come caricata nel gioco stesso, non aveva un mondo reale a cui tornare e non conosceva cosa era accaduto al suo se stesso originale. Sapeva solo e capiva che quello era una sorta di secondo Lui,  con corpo e mondo virtuali. Pensava, parlava, provava dolore e sentiva ogni cosa,  come se avesse un corpo reale perchè stranamente tutti i dati caricati dal VR copiarono quasi la mente,  che leggeva le informazioni di gioco come reali e quindi si adattava di conseguenza..."

"Ma come faceva s entire le cose come fossero reali?"

"Come ho detto quella sua mente fatta di dati er a la copia della vera , che era abituata a considerare i recettori del dolore, del tatto e via dicendo e cercava di mantenersi integra,  adattandosi a quel mondo. i giochi virtuali se ci pensi sono fatti in modo che le persone le vedano quasi come reali. Ogni paesaggio, edificio, gestione meterologica sono scritti in codice così da apparire nella visuale grafica più verosimili possibili al mondo offerto,  e che la gente vuole trovare. Con i VR e quindi con questi nuovi dispositivi che vibrano e interagisono fisicamente con l'utilizzatore, vi è un'immersione maggiore, inoltre con i guanti in dotazione al VR,  era possibile percepire gli oggetti acqusitabili e usabili nel gioco come se fossero stretti in mano. Alcuni usano delle bacchette o pistole di plastica, il concetto è quello, e l'interazione sembra davvero reale. Così il cervello di dati caricato nel server continuava quella finzione e Avel si trovò a voler decidere che fare. Qualunque fosse stata la sua situazione, non sapeva al suo IO originale stesse bene o che altro, cosa fare in quel mondo. Non sapeva come uscire dal gioco, come caricarsi come nuova partita o altro ma era là e là restava come fosse sempre online. E quindi inidiazono i pensieri... Doveva fregarsene di tutto e giocare e godere di tutto ciò che poteva? Doveva preoccuparsi dell'altro Io? Doveva considerarsi un'altra persona adesso? QUel mondo doveva essere il suo nuovo mondo e se si, viverlo come non aveva vissuto nella realtà? Doveva sentirsi imprigionato e falso,  o in parte reale e vivere là dentro? E molte altre domande... questa novella si ricollega anche ad altre, come Eredità perpetua. Quello che stanno studiando MIlan e David è qualcosa che dividerà il concetto di persona? Oppure darà davvero come vogliono,  un aiuto riportando indietro quella persona? In questo caso, vale il detto di godere di quello che si ha come u ndono inaspettato e viverlo?"

"... non so bene come prendere questa novella. NOn ho capito bene tutto il concetto della Continuità e del salvataggio di una persona riportandola indietro..."

"Te lo spiegherò, anche per le altre novelle. Servono appunto,  con queste storie,  a chiarire concetti particolari. Ma sono  importanti perchè in larga parte prendono anche elementi cari alle religione, altre al transumanesimo e la COntinuità. Dopo i test e le prove, se tutto va in porto,  chi lo sa per cosa Milan userà il Vector-cortex uploaded mindset unit, detto anche Vum. Se si utilizzerà il potere del Vum si aiuteranno molte persone,  ma come per ogni ogni cosa a questo mondo, ha i suoi lati negativi. E questo dipendono dalle mani che lo useranno. Ma a parte questo,  la qeustione di questa novella è l'individuo, la sua esistenza e gli ambietni dove si trova. Scelte. Il mondo è fatto di scelte e lo sai bene. Il chi si è come mente. COme per l'altra pensaci bene e immedesimati in Avel, cosa faresti, penseresti, che cosa scegliersti al suo posto? Penseresti al te originale o saresti beato di aver alsciato il mondo marcio alla gente marica,  che vi abita,  per un nuovo ambiente?"

"... è collegato per caso a Lei, vero? Cè un fondo di verità in questo? E' questo che Milan voleva dire con queste novelle?"

"Sai come è fatto MIlan. Adora fare le cose in modo... maestoso, a volte usa le allegorie e avolte altro per divulgare i suoi concetti,  e le Novelle ne sono la prova. Nascondono in se, come le favole, le originali non quelle dei cartoni, elementi ed aspetti che servono a capire, ragionare e approcciarsi alle cose"

"Dovrò pensarci bene allora, visto che Milan dice che il mondo sta cambiando e a lui non piace"

"Una delle cose che Lia e Milan condividevano era la visione  della freddezza e l'impersonalità del futuro che la gente stava portando. Tutta la bellezza, ciò che permeava le cose, l'umano che impregnava ognisua creazione,  finita via da un progresso che invece di esaltare le basi, le ha snaturate e cancellate. E sto parlando del concetto del tempo, delle culture antiche, della bellezza e magnificienza delle mani umani sostituite in toto dalle macchine e l'industrializzazione. Negli ultimi cento anni opere straordinarie come chiese, ville, edifici storici buttati giù o lasciati all'incuria perchè non moderni. Ammetto che anche io quando mi sono trovata in quelle scatole, perchè questo sono, di appartamentini con quei mobili stitici moderni,  e quei colori tristi... non so come vivano quei posti definiti moderni,  ma che che ti fanno ammattire come esser ein una stanza d'ospedale. Non so quanto è rimasto in me di Lia, se qualcosa come dice Milan è così profonda da toccare l'anima e anon andarsene via da influenzare anche me... ma amo il calore e cosa donano ambienti dai colori del legno, anche neri ebano,  ma sanno trasmettere cose. Unito alle capacità manuali degli artigiani, trovo piena di parole e concetti una stanza come le nostre,  che quelle cose moderne che di personale non hanno nulla. MObili e stili presi da riviste e case altrui, e fatti in serie che mostrano solo la squadratura perfetta delle macchine ma non l'animo umano o la persona che vi abita. Perchè la gente può dire cosa vuole, ma gli ambienti moderni così come grattacierli ed edfici degli ultimi anni non parlano di progresso, ma regresso. Il futuro come era per Lia, mi appare così simile all'inizio del secolo scorso con l'industrializzazione, il lavoro meccanico e sempre uguale e l'uguaglianza e sterilizzazione del concetto di lavoratori e perosne in..."

"E la casa del Capo come ti pareva?"

"Ah, quello era un richiamo greco portato al pacchiano,  eppure sai, per quanto mi facesse sanguiare gli occhi tutto ciò che vi era dentro, l'apoteosi del trash, del cattivo gusto e dell'amore per le cose alla Luigi, era più caldo e personale di case e mobilio nuovo. Non posso farci nulla, così come trovo brutti lgi ambienti sotterranei di studi e analisi che abbiamo... qui sotto!. Sono il meglio del tecnologico ma per me sarebbero una gabbia in ferro e vetro. Tutti uguali, tutti che urlano soldi e soldi,  ma per me sono buoni solo per film apocalittici. QUando vedo le nostre TOrri da fuori, come la Dimora rossa, ritornati all osplendore e alla magnificienza in cui l'architetto, chi l'aveva costrutira e i proprietario che avevano in mente, rimango sbalordita e ammaliata. Amo le nostre stanze" alzando gli occhi sul soffitto bend iverso dalle case normali "e passerei ore ogni giorno ad ammirare cosa altre mani,  finite ormai in polvere,  hanno saputo fare e cosa dicono ancora. Lo sai che nelle ristrutturazioni hanno trovato incisioni e messaggi nascosti delle persone che secoli fa hanno contribuito a ciò che cè intorno a noi? Parlavano di cosa provavano, cosa sognavano o erano solo nome e anno, per indicare che cèra anche lui o lei nella storia di questo posto. Ecco, cosa manca agl iedifici moderni, tutti ormai quasi uguali e generici per me, è la storia. E non da quanto tempo sono costruiti ma la storia di ogni elemento che continua come a cantare nel Tempo,  di menti e concetti, che siano di bellezza, di ristorazione delle arti e di chi ha voluto quella cosa in quel posto.  Anche i padiglioni o le sale con i nomi di persone,  che è giusto ricordare,  hanno il significato che meritano. La cosa triste è che i nuovi architetti pensano di creare qualcosa di grandioso che continua nel tempo, ma sono ammassi solo di ferro e vetro, e pessimo cemento armato,  o pareti squadrate da imbrattare con qualche colore moderno che poi, veramente, ti lascia con l'ansia se ci stai troppo tempo dentro. Vorrei tanto che vi fossero più edifici come questo, come la Dimora rossa, o l'ultimo acquisito, la villa a  Piovene Rocchette,  come nuova Torre inquel paese. E quelle scozzesi, inglesi, francesi, e via dicendo,  per finire con case più moderne ma ma i come quegli schifi attuali pure in africa e stati arabi. IN Asia non ne parliamo. Il punto è che cosa facciamo con questi edifici è quello che no nfa più la gente, preservare l'umanità. NOn la società bigotta e ignorante, ma quella parte che ha donato a questo pianeta gioielli senza tempo. L'arte perduta, volutamente dimenticata in nome della industrializzazione seriale..."

"E pensi che la gente vorrà riqualificare e rivedere tutto ciò che salvate,  al posto di quello che cè per ora? La definiscono spazzatura, roba vecchia, inutile..."

"Chi lo pensa, mi spiace dirlo, è solo un imbecille. Una cosa è considerare la tecnologia e il futuro la macchina al posto del carretto. Il treno e l'aereo al posto dei piedi. Il balzo tecnologico deve migliorare la vita quotidiana e aiutare l'uomo, non soppiantare tutto ciò che l'essere umano è stato e potrebbe essere ancora. L'uomo è ciò che crea, ma la distruzione che si sta apportando alla magnificienza dell'uomo passato... è l'unica cosa per me che va conservata, perchè le menti non è che fossero così a posot... La gente stravede per esempio per l'arte contemporanea  e poi vedi quadri che sembrano macchiati da qualche bambino iperattivo, oggetti di uso quaotidiano indicati come opere d'arte destrutturalizzati in chiave artistica, dipinti e sculture che, a meno che no nsiano derivate da prodotti di scarto ed esser emeritevoli di ammirazione, sono solo ammassi di roba con fome assurdo e stilizzate che dovrebbero dire qualcosa, ma non lo fanno. Un Canova o uno Stradivari non possono essere paragonati alla roba di adesso,  e non per il valore monetario, è da stronzi pensare all'arte in quel senso ma là è così, ma a quello che un essere umano riesce a creare da tela e colori. O da qualsiasi materia prima in prodotto finito. Ora è facile con tavolette artistiche digitali,  ma possono dire quello che vogliono, resta qualcosa che non può avvicinarsi neanche all'arte di Dorde. Sapessi fare cosa fa lui, seppur non sono contenta di lui di tante cose, mi sentirei come baciata da qualunque Dio esista. Invece non ho qualità o doni del genere, in nessun campo, se non fare il grillo parlante per Milan,  ma io amo l'arte e ogni espressione umana capace di creare e la sostengo. Gli esseri umani di adesso sono così freddi! Secoli fa si capiva perchè, ma adesso..."

"E noi possiamo cambiarlo, perchè ti crucci tanto?"

"..." guardandolo con titubanza "perchè cambiare i cuori delle persone non è facile. Perchè cambino davvero e capiscano, ci vuole tempo e tutta una società che cambia intorno a loro,  perchè vedano le cose oltre la solaloro testa. Lia aveva dei piani ma perfino Milan non volle più considerarli dopo tutti i pro e contro, perchè se fosse accaduto..."

"Cosa voleva fare"

"... è un argomento che loro non vogliono riprendere e non voglio che Lia torni, seppur fanno smepre a fare paragoni tra me e lei. NOn mi piace solo perchè a volte sembra che io non abbia ancora mostrato quello che sono,  mentre lei era riuscita a spingere Milan a sfidare molte cose. Se non ci si prova, non puoi sapere, diceva. E quando Milan dicsuteva con il gruppo dei passi successivi da fare, lei gli diceva che cosa vogliamo fare non era fattibile così, conoscendo la società là fuori. Ed era per questo che o si seguivano le azioni di Dio, quelle tanto cosiderate come oro colato per avere un fine milgiore, oppure la sua sola vita, quella di Milan, non sarebbe bastata per cambiare i cuori e le menti di tutte le generazioni attualmente viventi. Capirono che il suo cuore ed eradiventato così duro e tormentato quando quel giorno a quella retata,  li mandò fuori e dimostrò, anzi, come dice sempre Milan anche a me, dai corpo a tutti i tuoi incubi. E lei riversò tutti i suoi incubi quel giorno..."

"Di che giorno parli?"

"Della baia dei porci..." rannicchiandosi con le braccia a stringere le gambe "quel giorno lei volle essere presente e dopo cosa vide,  cambiò ancora..."

"Aspetta, io ho visto cosa fai quando intervieni di persona contro la feccia là fuori e..."

"Una delle cose che lei diceva a Milan e agli altri era che seppur militari e nonostante avessero visto e vissuto molte cose, non riuscivano a digerire ciò che lei riservava alla feccia. NOn era negativa, non uccideva, e come dice Jd, come me, le sue azioni avevano sempre un perchè e mai per distruggere la vita, ma la mente. Accade quella volta e altra solo,  con il programma di visualizzazione ma per dei militari, prima spara e poi fai domande, il suo modo era perfino sconvolgente. Nei reports lei scrisse che tutto il male del mondo l'aveva corrotta a tal punto da voler ridare,  tramite le sue azioni,  voce e forza alle vittime perchè vi fosse u nminimo di giustizia. Perfino il libro Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria avrebbe trovato un angolino per tutto ciò che lei portava fuori,  su quella gentalgia. Erano individui come il tuo capo che avevano vendut, ucciso, torturato, stuprato, fatto cose atroci o riprovevoli e seppur le sue azioni, Lei li rimandava indietro nella società con una biglietto, anzi una lettera. Nelle condizioni in cui credeva avessero patito abbastanza. Faceva in modo che i giornali e la gente sapesse chi erano, cosa avevano fatto, che erano perfino ricercati da interpool e fbi, o cia, e tutte le vittime i cui nomi erano conosciuti, se no come numeri aggiuntivi. Declamando come le vittime seppur morte ancora urlavano il loro dolore. NOn voleva essere una giustiziera, la portavoce di nessuno,  ma chi spariva non si ricorda più nessuno, perchè senza una tomba con epigrafe. Anche se non condivideva l'idea del cimitero come quello che la gente  accetta, voleva che quelle persone non fossero dimenticate. Anche senza un cognome, ma con quello che ridava alla società dell'essere che aveva fatto il peggio, voleva che almeno qualcosa restasse...

"..."

" Di individui a cui nessuno in verità,e per questo finiti in quel modo, importava niente. Ma a lei si e per questo nacque il Vuoto. La sua condanna meno profonda che tutti qui accettarono,  e che io condivido e attuo. Ma come per gli animali e cosa gli veniva fatto, lei non si dava pace per quello che cèra nel mondo e non capiva come non vi fosse una società meritevole del suo riconoscimento e interesse per il male, solo buttarlo in certe zone e stop. QUaluqnue paese ha una società fallata, all'apparenza migliore e moderna, che vede le persone come le vediamo noi, ma in realtà non è così. E poi vedeva come quella gente che si definiva giusta, civile,  sdegnasse le persone finite nel fango a causaproprio di tutti e come accettavano e seguono mentalità ritardate. Vedeva donne distrutte nel fisico e mente da cosa accadeva su di loro,  e nessuno faceva niente, non aiutavano loro come altre persone finite nelle zone peggiori della città o agli angoli. la gente si vantava del lato splrendente della loro becera società ma sputavano su altre persone finite dall'altra parte di quel riflesso opulento. Se no nhai soldi,  non vali. E chi li aveva era puntualmente, dati statistici alla mano, parte della gente che eveva fatto cose orribili schiacciando gli altri, ma considerata. Io stessa dopo cosa ho voluto vedere, come lei e lo seppi dopo, ho deciso di fare qualcosa e spendere parte edl mio tempo per cambiare quella società dai bassifondi. Quello che ho fatto a certa gentaglia e ragazzini imbecilli,  non mi porta a pentirmi ne reputarmi una persona orribile. Perchè se la gente non fa nulla, e parecchi arrivano pure a dire che le cose vanno così perchè lo vuole Dio,   proclamandosi brava gente religiosa e poi urlando puttana o miserabile a chiunque, merita solo il peggio. Sono peggio di me.L'umanità fa schifo e va smepre peggio e non l odico per cattiveria, ma per quello che vedo. Ho occhi e orecchie ovunque,   e ogni giorno ricevo resoconti di tutto quello che accade nel mondo ed è dastar male veramnete. Jd mi disse che dopo cose che Lia vide, con i suoi occhi,   anche di presenza, il suo umore peggiorò e la sua idea di un cambiamento radicale divenne... più forte. Lei però non accettava molto l'idea del transumanesimo e quello in cui Milan sta lavorando con David, seppur diede una mano, sprando che davvero fosse usato per il giusto. Io penso che se l'umanità invece di migliorare va smepre più giù, cosa cè da salvare oltre il piano materiale? Quanto dei miei sforzi davvero ripaga? A volte mi sembra come l'ossigeno che ci danno gli alberi e la loro ocntinua deforestazione, un confronto che avrà un solo vincitore..."

"Capisco cosa stai dicendo, ma cosa voleva fare Lia per preparare il mondo a un nuovo passo umano?"

"Lascia stare, la cosa ora che mi importa è che tu comprenda anche questa novella e... come la vediamo io e Milan. E cosa può comportare questi studi sul cervello e l'umanità nel futuro"

"Hai paura di cosa?"

"Che dopo la brama e la pazzia dell'essere umano per la tecnologia, social, smartphone degli ultimi anni si... ho paura di questo mondo moderno e sempre connesso,   ma sempre più distaccato dall'umanità. E' come se fossero tutti robot, feroci nel network e crudeli nella realtà. Perfino le maschere del passato stanno peggiorando. E io mi sento sempre più sola in un mondo che non mi piace, e intendo se volessi andar là fuori e mi domando come si sentisse Lia quando definiva le luci blu e verdi così fredde e piatte,   da no ntrovare riparo nel cammino futuro..."

"Ti senti sola normalmente o solo quando vedi la società là fuori?"

"..." guardandolo sbattendo le palpebre "non so più cosa pensare. Perchè ora, per colpa tua, se non cè qualcuno vicino,   mi sento come sperduta in enorme ambiente deserto e no nso più cosa pensare. O quali siano più le mie paure"

"Ti senti sola se non cè nessuno?" domandò cercando di capire il senso

"Da quando ti sei imposto come mio amico, quella solitudine che accettavo e mi faceva sentire bene è come stata spazzata via,   e se non ho con me quei tre o Jd,   o non sono qui come ora... mi sento vuota. Ed è colpa tua..."

"Vedrò di capire se è una cosa positiva o negativa,   e vedremo insieme come sistemare la cosa... se vuoi davvero come hai fatto con tutte le tue paure affrontarle" vedendola sorpresa "prendila come la paura delle altezze e l'addestramneto che hai fatto per almeno riuscire a..."

"Quello... è diverso. Non so neanche io perchè mi agito appena sono sola, ma la colpa è tua e mi dici di superarlo insieme?"

"Si... come hai aiutato me, ma questa volta lo faremo insieme. Siamo o no migliori della gente là fuori?" vedendola basita "e ora voglio copiare questo testo, metti per favore quella canzone che ascolti sempre,   così imparo meglio a pronunciare quella lingua"

"Non sei arrabbiato o offeso perchè ti ho detto che è colpa tua,   se mi sento così?"

"Secondo te, perchè io vengo sempre qui appena posso?" alzandosi e accendendo il dispositivo sul comodino,   che dalla microsd riproduceva i brani salvati all'interno "perchè passo le sere qui invece di camera mia, o non faccio più tarda notte tanne pochi casi, con i ragazzi alle gradinate ,  ma torno un paio d'ore prima e sto qui?"

"Cosa?" ma lo vide risersi sul tappeto con le gambe incrociate a copiare qualcosa mettendoci impegno, rstando ad abbracciarsi le gambe e incapace di acchiapapre qualcuna delle domande che la assillavano nella testa,   e trovarvi risposta.

"...Capirei la mia vita, Scoprendo dentro di me....Allo stadio, in un bar, in un gesto affettuoso....Che non ci capita mai...Vorrei regalarti un mondo diverso
Che ha fatto la pace con la sua crudeltà...Per arrivare più su ,Di questa piccola vita..." canticchiava lui cercando di usare bene la penna, scrivendo.

Kianta sospirò, rimase in quella posizione per un pò sentendolo cantare,   e cercare di trovare il modo di pronunciare correttamente l'italiano del brano. Invece di leggere, le era passata la voglia, restò là a fissarlo impegnato in ogni fibra a migliorare, domandandosi cosa avrebbe fatto Lia o una qualuqnue persona normale in una situaizone del genere, dove aveva davanti una persona che non odiava e sembrava agire più per istinto che altro. E si imponeva nella sua vita. E lei non riusciva ad allontanare come aveva fatto con gli altri.--

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Capitolo 28
*** 25 ***


chapter 25 chapter 25

Un anno e un mese prima
Sera, dopo cena.

Tutti gli uomini non di guardia, liberi o che erano rientrati quel giorno erano tutti riuniti alle gradinate, a vedere cose e fare casino. Se di giorno non si riunivano in gruppetti nel tempo libero, lo faevano la era ma in grande.
Se la spassavano con le loro cose, guardando, discutendo, ridendo, bevendo e alcuni mangiando, finchè troppo impegnati nello schermo centrale non notarono una figura che avanzava silenziosa da un lato della gradinata, vicino il muro dello Chateau, apparendo a fianco di quello di fronte dopo. Si era fatta dal muro alla parte della gradinata dove stavano Jd, Alaric e gli altri ma nessuno vide nulla.
Troppo impegnati a osservare e discutere dei pareri propri con gli altri.
Fu uno di loro dalla zona di Jd, che stavano su quella con le spalle verso la zona di bosco e i locali stalle più di un chilometro più in là, che si voltò per dire la sua, la vide, sbiancò e iniziò a volteggiare le mani per fermare tutti come fosse un elicottero impazzito.
Alcuni sbraitarono contro di lui, gliene dissero parecchie, credendo che volesse fare solo lo scemo o avesse bevuto troppo, finchè non fermarono gli occhi su lei. Che era fissa all'inizio della gradinata con roba in mano, a guardare gli schermi di proiezione laser a quattro facce. Teneva la testa inclinata al suo solito verso la spalla e pareva seria.
Alaric strattonò Jd che ancora non aveva visto, mentre Lubo stava fermo che se la rideva. Jd si alzò e le andò incontro mettendosi di fronte per parlarle ma Kianta allungò il malloppo di fogli sbattendoglieli sul torace, fermandolo prima che si frapponesse.

"Che programmino interessante questa sera. E io che pensavo foste più tipi da film d'azione..." con un ghigno mentre vedeva chiaramente una sorta di film troppo osè, con due donne e forse un uomo,era ogni tanto inquadrato ma in quei momenti non principalmente.

"Hanno voluto..." iniziò Jd ma Kianta lo fermò con un dito, guardando i fogli.

Mh..." fece lei con faccia non schifata ma poco ci mancava e allora Alaric ne approfittò per sfidarla. Restando seduto comodo con braccia conserte.

"Vuoi dirmi che sei una persona forte ma non da vedere un porno?"

Fece il tronfio finchè non mutò espressione perchè lei aveva lanciato un sorriso folgorante, ma maligno, tanto che Gask si sorprese di vederla sorridere così da che era là. Alaric parve confuso ma fu Jd a chiarire.

"Pensi davvero che una come lei, che sia la Marionettista di cosa facciamo, da dietro, non abbia visto certe cose?" mentre lei lo guardava con aria sorniona "Tu sai dei nostri accordi con Madame... ma tu sai cosa fa lei per davvero? Le Velvet room? Come fece chi sai tu a fare quei video falsi per intrappolare quei tipi? Secondo te, da dove li ha presi? Dalle camere in cui puoi guardare! Agli ambienti dei... gusti! Inoltre madame l'ha istruita sul mestiere così da riconoscere le persone e come sfruttarle... " poi vedendo l'occhiata del -ma che cavolo dici=""- che lei gli lanciò si correse "Così come le Lezioni qui, lei ha seguito Madame tempo fa imparando molte cose sul suo mestiere, quello delle sue pupille e come trattare con certa gente senza ovviamente..."

"NOn ho capito!" si intromise Gask confusissimo "Come addestramento l'ha seguita, facendo la battona?" vedendosi guardare male da parecchi, Kianta in primis, che sembrava con l'espresisone che volesse prenderlo a cinquine in faccia.

"Ti prego dimmi qualcosa, perchè non mi butti su di lui per strozzarlo male!" disse a denti stretti lei a Jd mentre questi le ricordava di pensare a cose belle, cose positive, o di pensare a tutti quelli che aveva terrorizzato a morte e avevano fatto schifo su donne, bambini, gente in generale.

"No, CAPRA!CAPRA!" fece lei con voce greve e a Gask, e questi si scansò in uno slancio istintivo temendo che gli sputasse, per il modo in cui lo dissecon un colpo secco della testa in avanti, ma era solo l'ira che aveva in gola "Lei mi ha istruita sul suo lavoro per sapere come operare in certi settori. IMBECILLE! Non permetto ne alle nostre donne e ne agli uomini, che per gl iaccordi lei vuole per i suoi lavoretti, e pensi che io faccia 'sta roba? Sei fuori?"

"Ah" fece lui come buttando via l'aria con l'ansia "avevo paura che come tipo di lavoro avevamo pure quelle cose sotto copertura, facendo robe varie..."

"Ma chi ha fatto entrare 'sto lama? Vorrei sapere chi!" sbottò lei sbattendo le mani sulle cosce

"L'amico tuo" rispose Jd facendo finta che fosse uscito a caso, guardando altrove "resta il fatto Alaric, che è stupido, sopratutto da te, e solo per farti bello davanti agli altri, mettere in ridicolo chi ti ha slavato il culo più volte e sai, di cosa parlo. E sai le cose che ha imparato e ha affrontato per essere non al pari, ma sapere in cosa manda gli uomini..." continuò Jd, ma Kianta fece una faccia di superbia e arroganza indicandolo con la mano aperta, continuò lei.

"Tu mi conosci bene, no?, per questo non ho affatto problemi. Anzi..." si voltò perchè intanto il filmato era andato avanti e i tre attori stavano sodo, e si sentiva. Lei si voltò, guardò e chiese "Allora, Alaric. Per quanto tempo devo fissare questi tre che si incaprettano? O ci sono scene per te peggio, che secondo te io dovrei guardare? Dimmi, dimmi, avvisami tu quando la smetto" ridendo alla scena sugli schermi, facendo fumare l'altro.

"Anzi,..." fece lei prendendo dalla tasca il suo Phonvlet sempre fissando, "non sia mai che usi scuse per evitare la sfida" fece lei e smanettò portandosi l'apparecchio in alto così da vedere insieme film e questo. Lei si voltò appena in tempo perchè apparissero delle scene e guardando Alaric disse "Dimmi Alaric, tu sei uno di quelli che schifa letteralmente certe cose. Tu sei uno di quelli che non volevano donne qui, non sia mai che alterino l'equilibrio ormonale e altre cavolate, dicevi. Divertente come le donne abbiano risultati interessanti, visto che tu già stroncavi tutte come fossero fesse casalinghe,q uelle che io odio. Che no nfanno esercizio manco a letto col marito... E non hai fatto i salti mortali quando è stato detto che erano ammesse relazioni ma che almeno Milan, io, e i capitani se volevano, sapessero. Per prenderli a pedate nel culo se iniziavano le cavolate che si sentono di coppie là fuori! E quando è toccato alle coppie gay, miste gender e via dicendo, hai avuto l'ardire anche di sbraitare per i baci che si scambiavano per la tenuta..:"

Alaric sbiancò, divenne paonazzo e Kianta gl irideva in faccia, mordicchiando un angolo delle labbra con gli ncisivi prima di continuare ma lui urlò di rimando come per pararsi il didietro.

"Anche tu odi vedere la gente per mano, sbaciucchiarsi, abbracciarsi se sono..."

"NON DIRE CAZZATE!!!" fece lei con lo stesso tono gutturale con GAsk, fissandolo come se volesse infilargli degli spilli negli occhi "a me da fastidio TUTTE queste cose fatti da TUTTI! E lo sai. Che siano etero, gay, di qualunque tipo e categorie, per me sono cose private e vanno fatte per i cavoli prorpi. Spettacoli niente! Tu ricordi le parole di quella persona quando si lamentava dei matrimoni e fidanzamenti vari a cui doveva assistere, al vergognoso BACI, BACI, BACI, che doveva sentire come tanti cafoni, bisonti, buzzurri e... ma tu lo sai. Milan ancora ne parla! Io le dò ragione. Ragionissima. Gente che non voleva farlo era costertta, con urla, colpi con coltelli sui bicchieri e piatti, casino di seggiole sbattute a terra per mimare tamburi... noi facciamo questo come indicazione di apprezzare un'orazione o nelle feste, ma è una cosa diversa. Quello è essere bestie. Punto. Tutta questa poesiola sdolcinata della società là fuori, e poi appena si girano a parlare con altri ti tirano fuori certe frasi che fanno paura. Veramente! Anche io le ho sentite, quando ho fatto esprienza là fuori, ricordi? DA schifo! Davanti facevano le amiche o gli amici, baci e abbracci e poi a gruppetti appena stavano soli, volavano i -quella donnaccia quello stronzo e altri epiteti che non ripeto=""-. Fanno sempre a leggere di roba romnatica ma loro di romantico non hanno niente dentro, pensa farlo per gli altri. Amano però lo spettacolo beceo e quindi... facciamo snetire da schifo due persone che vorrebbero passare una giornata speciale, felici e in compagnia di gente che gli vuole bene. Seeeh, quanto gliene vuole!" facendo un giro compreto su se stessa per guardare tutti mentre parlava "ma tornando al video, così come i baci di chiunque, qualuqnue coppia al mondo èpuò essere felice, non ha importanza formata da chi, per me non ne ha, basta che lo faccia per i fatti suoi. Poi... anche i video porno devono esser considerati allo stesso modo. E quindi se trovate sexy le donne che si baciano e fanno roba, perchè non anche di altri?"

"Ah certo, io amo le donne e dovrei vedere due gay che si baciano e fanno roba? Sei matta?"

"E vedere le donne che fanno roba con cani e cavalli quello, no, normalissimo" disse lei freddissima e irata "capisci anche tu che qualcosa nella vostra testa non quadra, che ritenete una cosa schifosa uno e che ivnece è naturalecon animali.... no, quello è giusto. Complimenti..." battendogli le mani davanti "e dimmi tutti voi ritenete che sia figo un video con due donne che fanno cose, vero? Hai visto che non ho avuto problemi a guardarlo. ma dimmi tu, e con tu, intendo anche gl ialtri, vediamo con un video sul bdsm come e quanto riuscite a guardare..."

A quelle parole la gente fece versi e segni di accettare, che andava bene. QUale era il problema? In parecchi quindi dissero che accettavano e sarebbe stato facile... ma Alaric sembrava fissarla strano. Gask si accorse che Jd sembrava trattenere il respiro fissando Kianta, e ALaric stesso due posti dopo di lui alla sua sinistra, sembrava sempre di più aprire gli occhi e la bocca in una maschera di terrore.
Infatti Alaric all'inizio a veva detto che nulla, voleva fare la sborona ma si accorse che lei rideva troppo, lei rideva ma sorrideva di rado di solito, a meno che non fosse con qualcuno che le andava a genio. O che stava per combinare. ma non in mezzo agli uomini e in situazioni del genre a meno che... nel caso... Se non vi fosse qualcosa sotto. E qualcosa gl iscattò in testa, facendogli fare una maschera di orrore facendogli urlare un -no , ho capito fermati non farlo che=""-. Ma era tardi, lei con un sorriso alla Jocker aveva attivato il video di nuovo, che aveva stoppato, proiettando scene che sapeva sarebbe apparse.Alaric sapeva che lei quando le partiva, sapeva essere subdola e uno degli indicatori era la faccia a sorriso come se si divertisse in una sfida. Parecchio.

E così il video proseguì mentre Kianta lo fissava sorridendo, per nulla turbata dalla visione, ma ridendo. Jd si voltò subito prima di star male, e sapeva che lei rideva non per cosa appariva nel video ma per la reazione generale della gente sulle gradinate. Vociare, versi e gemiti di orrore, terrore, schifo e ribrezzo, repulsione...

"Perchè vi comportate tutti così. SEDUTI!" urlò lei intimando un ordine e pretese che ubbidissero. Ancora le sequenze procedevano e lei fissava le gradinate voltandosi a sinistra a destra, intimando di guardare. Avevano iniziato una scommessa e doveva esser eportata a compimento!
"Vi guardate di tutto. TUTTO! Donne infarcite di ogni cosa e in ogni dove, lì va tutto bene. Non importa se animali, donne, uomini, vi piace. Anche il bdsm vi piace ma questo, questo video, adesso vi mette in crisi? Militari che nella vita hanno visto di tutto? Per un video alla Two girls one cup? Esagerati perchè io non mi schifo per ninete, non come voi. Mi volete far credere che sono io l'unica che ha cercato di superare schifo e paure per questo lavoro? Alaric, si il vostro capitano Alaric che ha iniziato la cosa, era quello che diceva che tutto ciò che avete qui adesso, vi rendeva molli. Volete quindi dirmi e dimostrarvi che come per il parto, questa facezia sia peggio di omicidi, squartamenti, morti seppellitti riesumati, e altro peggio e peggio , che avete fatto e visto, prendendo a pedate la gentaglia nel culo? Siete uomini, militari o cosa? Se siete uomini significa che capite quello che siete come razza e superate la soglia quell oschifo, e il primo che dice o pensa al colore della pelle invece si specie animale vivente sul pianeta lo faccio attaccare in una stanza e..."

"Ti prego non li minaccia..." chiese Jd tra sè ma ad alta voce, facendola voltare

""perchè hai paura che si traumatizzino se dico che gli strappo gli alluci a morsi? No, forse i mignoli dei piedi, quelli fanno male" guardandolo male.
"Tornando al discorso quindi, se siete esseri umani sapete allora discrnete tra bene e male e siete corretti, siete in grado di agire diversamente in base al tipo di persone che avete davanti. Ed evitare certo schifo che schiavizza una persona a subire...! Siete pietosi e caritatevoli ma spietati e in prima linea contro chi fa solo schifo. Se siete militari allora siete addestrati anche di stomaco a tantissime cose. Se siete altro, fatti vostri ma se mi venite a dire che io reggo e voi no, vi prendo a bastonate! Ora, riflettete perchè voglio le risposte ma non adesso, abbiamo altro!" terminò, tornando calma e fissando Jd con i fogli, mentre il video procedevea e la gente chiedeva di farlo finire, mentre i risultati di un clistere si vedevano nei quattro lati.

"Tutto qui? Hai finito? Tienic ancora quella roba?"

"Perchè, volevi che li prendessi a pesci in faccia? Anche letteralmente? Pensi che io sia stata troppo buona? Avrei ancora cose da dire, molti adorano perfino il figging e video di donne, ovviamente, che vuoi mettere, di clisteri ma no, questi, fino a questo punto, fanno schifo. Gli brontola lo stomaco.... Jd, veramente?" gli disse come a chiedergli se era serio o no.

"Anzi, si ho una cosa da dire" fece lei alzando il dito indice fissando tutti "la cosa che mi diverte di voi uomini che guardate i porno! Voelte saperla? Ebbenne, rido come un caimano dopo pranzo, quando vedo tutti infervorati per queste... robe" indicando con la testa lo schermo dove aveva riportato i lvideo di prima, erano così delicati pensò "... e poi non vi accorgete, non vedere l'unica cosa che gli attori porno fanno che un uomo dovrebbe sapere, e fare, ma che è scemo e non gli arriva al cervello. E intendo quello nella testa..." trovando qualcosa sul davanti della camincetta e pulendoselo con rabbia "E' assurdo ma vero! Non imparate neanche dai porno... che tristezza! Così come la convinzione che vogliono la prostituta porca e disinibita che faccia tutto ciò che vedono nei porno, fintissimo, e intendo anche i muccheggi e che vengano, senza sapere che una vera professionista non lo farebbe mai. Veramente... la metne degli uomini è assurda... ma cosè questa roba addosso. Jd che hai gl iabiti sporchi e hai sporcato me?" diventando leggermente alterata, odiando la roba sporca, peggio sui vestiti.

"Forse... o semplicemente dove sei andata prima di venire qui?" offeso.

"non so, portandogli dei fogli... forse potrei essere andata dal maniscalco? Che sforna fogli battendoli sull'incudine? Che dici?"

"Frena, basta con ste cazzate. Come se tu non ti sporchi girando come fai per controllare tutti! Manco al grande fratello... cosa significa quella cosa che hai detto prima?"

"..." Kinta fissò Alaric contraendo le sopracciglia, poi controllando bene le maniche disse "... ho solo detto un mio parere. E' interessante sai, sentire gli sfoghi delle donne sui loro uomini e le loro incapacità. SUll'imbecillità, ne dicono già a bizzeffe. Inoltre ho letto molte cose e ho scoperto una cosa interessante. L'uomo, come ho detto, non osserva bene l'unica cosa che può apprendere da un attore porno "sorridendo con sfottò all'amico "e fa sempre, sempre lo stesso errore. Poracci, vero?" guardando Alaric come se volesse punzecchiarlo.

"Proprio tu dici queste cose? Sembra una barzelletta! Vuoi fare la morale gli uomini su cosa... tu sai di cosa parlo, capisci che detto da te è assurdo" recitando la parte del tizio figo e incurante delle frecciatine

"E tu sai di cosa parlo quando avverto eco di... mancanze da alcune persone. DAl sesso femminile, che loro sanno, per esperienza diretta, questa cosa e si chiedono come fanno gli uomini che frequentano,dopo aver visto mille porno a non saper apprendere e fare quel'unica cosa che quei filmetti insegnano..."

"Con quale faccia tosta..."

"Meglio della tua, che osi fare il saccente su cosa io so, non so, posso capire..."

"cazzo, vieni qui a dire che la gente dovrebbe prendere esmepio da un attore porno! Su cosa non si vede..."

"E te lo devo dire io? NOn sei tu il grande esperto?"

"Ma io ti avevo chiesto del fatto della prostitura professionista..."

"E io stavo riprendendo il discorso da prima. perchè ha tutto un motivo. O credi che tutti gli altri tranne te siano scemi?!?"

"E tu che prendi per scemi gli altri su cose che sai di dover tacere, e su uomini che no nvedono in un porno e su prostitute professioniste che se sono tali non vengono...."

"Visto che per ora avevate attivato il secondo cervello, per attirare la vostra attenzione..." alzando le spalle con la mani aprte per dire che poteva fare quello"

"Ragazzi, basta..." disse Jd, ma più perchè gli uomini stavano parlando tra loro e iniziavano a volare certe domande "Comunque, sono sicuro che i ragazzi, SE ci vanno e sanno, sono consapevoli dei rischi e che, lavorando con noi, quelle sono persone abusate e tutto. LORO SANNO" urlò per farsi sentire bene e far capire dall'espressione che era serio, era un consigli o ma anche un ordine velato "e non agiranno da stupidi. Anche perchè, quello che cè qui per loro è una sostituzione giusta e corretta di quelle cose. Magari erano dati vecchi, comunque...

"Cosa pensi, che io non sappia cosa fate con le nostre connessioni? Tutte? Abbiamo più tipologie e almeno la metà è usata per vedere altro, oltre le ragazze di Madame, anche per il nuovo padiglione. Oh, siete liberi di usarli..." vedendo che qualcuno si passava la mano sulla faccia "e molti di voi sanno perchè lo permetto!"

"Capo, perchè così non andiamo a signorine per davvero?" rise uno alzando la mano come a scuola.

"no, Canh" disse lei, voltandosi verso l'altra gradinata "ma... perchè voi sapete, conoscete siti, posti, luoghi, anche oltre la superficie del web normale e dove andate voi, noi ci insinuaiamo. Posso capire che ... mettiamo che si accettano le voglie di alcuni, un pò spinte, ma ricordavo che Madame proponesse un nutrito Libretto d'Opera, anche per gusti particolari e per i singoli" ghignando guardando Jd "ma voi siete anche pro causa. La nostra... sapete bene che se volete, cercate qualcosa, basta chiedere e se non è omicidi, pedo e snuff, vi accontentiamo, purchè non facciate casini! E dovreste sapere che dove andate per noi è un modo giusto e lecito per acchiappare lo shcifo che gira nella società che sfrutta, utilizza, strizza come un panno lercio le persone per i loro guardagni...! Voi siete qui perchè credete in quello che facciamo, o per cavoli vostri?"

Calò un silenzio fragoroso che si avvertiva solo il venticell oe qualche respiro troppo forte. Kianta guardò tutte le facce seria, per poi ghignare di nuovo.

""Suvvia! Non fate quelle facce, quello che avete qui non è nenache paragonabile alle Maison Close di lusso dei periodi d'oro di ogni paese. Qui cè tutto quello che personcine a modo come voi possono volere, senza aver eproblemi! Certo, se tradite le fidanzate e mogli in vari modi, sono cavoli vostri... avete fatto un giuramento, un anello per mostrare la parola data ma chi sono io per fare la paternale!" rise divertita "Ma voglio solo dirvi questo, prima di spiegare perchè sono qui a... fermare i momenti tra voi!" si fermò, mano sulle anche, a guardare quei tre che ci davano dentro "Per me potete anche andare in quei siti. Siete adulti e vaccinati, per fortuna aggiungo io perchè con i genitori che passano da una decina d'anni cè rischio davvero di qualche peste imbecilloide e finiamo tutti stecchiti perchè hanno l'autista in testa, non nel vaccino! Siete uomini, nel senso di forti, coraggiosi, preparati, con menti e si spera intenti dignitosi che..."

"Si, ma falla corta per favore. E' da mezz'ora che parli..:" sbraitò Alaric toccandosi con l'indice l'orologio al polso, muovendo il mento verso gl ischermi

"Stavo dicendo, dopo averlo mandato a cagare anzi, poi io e te ne parliamo, dopo nel mio ufficio... Ri.dicevo! Siete persone adulte, con menti e cuori giusti. Avete anche certi bisogni e non vi è mai stato negato qualche visitina in certi posti. Anche se, scusate s elo dico ma veramente..." aprendo le braccia voltandosi verso tutti "abbiamo una collaborazione con Madame, persone che... adorano, letteralmente, questo lavoro da farlo come missione! Vi si portano cose che trovate solo in luoghi dove vogliono i sacchi! Di lusso, di tutto. Potete anche avere un servizio personalizzato che sia virtuale o ... reale. E mi cercate in siti dove sfruttano le donne che possono essere, senza che voi ne sappiate nulla, chi conoscete! A causa della crisi negli ultimi anni in pochi di voi forse sanno che molte laureande, liceali, madri e mogli, per la perdita del lavoro e lo schifo nella società là fuori, sono state costrette a mettersi una cam e lavorare, col viso nascosto o meno, ma hanno pensatoc he fosse l'unico modo per portare il pane a casa. Molti di voi so che avranno figli! Anche femmine. Se non li hanno già! Forse non sapranno affatto di qualche loro lavoretto in questo settore. Molte riescono a nasconderlo. Ma ogni ragazza, donna che si vede in quei siti è una donna che non fa questo lavoro perchè le piace, perchè è la sua scelta...
Continuò a fare il solito giro ovale che stancava ALaric, odiava anche i suoi pipponi di mezz'ora o più come una discussione di quelle fatte al liceo tra altre scuole su temi importanti.

"Perchè i soldi non sono l'unico modo per tirare avanti. Madame è una delle poche che sceglie e prende persone che non sono costrette a umiliarsi e abbassarsi a fare ciò, per dare ai figli del cibo, l'elettricità, il riscaldamento d'inverno! Ci sono donne sole, perchè gli uomini sono bestie, che devono crescere figli da sole con i pochi soldi di lavori umili e giusti, ma così pagati poco che devono scegliere d'inverno se comprare carne e cibi per i figli o pagare il riscaldamento o crepano di freddo! E voi che lavorate con noi, non per noi, ma con noi, sapete in che stato sono molte di quelle persone. Perchè molti di voi vengono da quell'ambiente. E quando so che vi collegate a siti non da noi approvati, perchè macchine del sesso e basta, ci dispiace. Per voi! Perchè non potete sapere s edietro quelle donne con le mascherine o quelle ragazze sorridenti con i visi visibili non vi sia qualche parente, qualche figlia di qualcuno che conoscete, qualcuna per cui magari voi fareste di tutto per non saperle lì! Ogni donna, ragazza, bambina per giunta perchè questo accade, è figlia di qualcuno. E' qualcuno che vale esattamente come voi. E magari quelle donne in generale non possono più credere agli uomini e alla speranza, per gente che si collega per vedere i loro corpi dimenticandosi la faccia, non parlo della bellezza, che le indica come persone. Molti di voi, e intendo tutti quell iche sono anche là fuori per incarichi, mantengono le proprie famiglie. Ma cosa accade se per ipotesi scoprite che qualcuno che amate si trova là perchè i soldi non bastano e non volevano darvi dispiacere. O... tornate a casa e per parlare con qualche vostra parente, scoprite che fa questo lavoro per non essere scroccona e dare la sua parte, perchè ormai cercano lavoratori capre, non persone istruite e intelligenti. Si perchè da qualche decina d'anni il pezzo di carta come si diceva che ti elevava, ti portava al livello di dottori e gente che aveva studiato e sapeva, non serve più perchè vi indicano come, subito, troppo specializzati, troppo preparati, troppo per quei posti di lavoro pagati due soldi e che se vi prendono, sono costretti ad aumentarvi il salario. E quindi non tu ma si a quel tizio che non ha potuto studiare, è un pò ignorante e che gli va bene la paga misera, romperà poco per i suoi diritti e si sforzerà i ltriplo di te per tenersi il posto. QUindi..."

Camminò in circolo per guardare entrambe le gradinate, vedendoli faccia a faccia tutti quelli che le capitavano sotto gli occhi.

"Se conoscete siti e altro, nessuno vi vieta di entrarci. Ma se lavorate per noi, credete in cosa crediamo noi, sapete bene che quei siti finiranno non down, di più! Molti di voi, proprio, sono stati mandati in retate mascherate da Swat per prendere a sberle la gente che tratta quelle persone, quelle donne di ogni età, come mera merce. Come guadagno semovente. Gli stessi che, sempre per ipotesi, vedono in difficoltà qualche donna della vostra famiglia, non si perde in ragionamenti ma subito la mette a lavorare. La sfrutterà finchè avrà uomini interessati, poi via perchè devo prendere un'altra che -rispetto a te mi fa fare soldi=""- Le donne che io e Milan abbiamo approvato tramite Madame, sono state controllate e fanno quel mestiere per... passione. Chiamiamolo così!"

"Dì ninfomani, amanti del sesso, del..."

"Si è capito!" sbottò lei ad Alaric "Sapete che quelle persone fanno qualcosa che vogliono fare, non hanno pudori o problemi su nulla. Sono loro e loro soltanto. E sapete che le donne che si presentano a Madame che lo fanno per soldi, perchè non vogliono fare lavori dove si è trattate peggio da uomini, ed è capitato, dove erano preda di battute sessiste, proposte schifose e peggio, hanno altre mansioni. NOn sono mandate via, ma non sono loro che... vi accolgono dove sapete. Io stessa controllo quelle persone e non approvo ragazze che necessitano di soldi e quindi si vendono. Certo, sta a loro decidere che mansione occupare nell'impresa di Madame, ma quelle donne e ragazze, maggiorenni, non fanno nulla di costretto, non sono oppresse ne schiavizzate. Anche perchè Madame sa bene che farei fare KABOOM a lei e alla sua impresa come ho fatto con molte altre! Ci metto duer secondi, e lei, voi e tutti l osapete! Mentre quelle di quei siti non sono proprio felici, perchè Madame va su nostra indicazione, una volta trovate, da quelle di questi siti che dimostrano che... amano davvero quel che fanno e non per necessità, e le arruola. Ma quei siti sono da noi oscurati e le donne aiutate come possibile..."

"E chi aveva i siti?" domandò uno, ricevendo uno sguardo vacuo da Kianta che rispose un laconico -e secondo te a quell icome lui che facciamo=""-

"Insomma dobbiamo stare in quello che ci dai tu!" disse Alaric offeso.

"Davvero tu e loro vi lamentate di cosa avete? Di cosa vi viene offerto? Siete seri?" ma per fortuna, di tutti, gli altri non condividevano l'uscita del Capitano e quindi Kianta parve tranquillizzarsi.

"Vi chiedo solo di riflettere su cosa fare online, delle visite e dei soldi che date ad altra gente, perchè in qualunque situazione la società attuale mette persone davanti a scelte che danneggiano solo loro. non potete sapere se qualcuno vicino a voi non sia costretto a finire in queste reti. E non parlo oslo online. Gente che fa il protettore di tutte le donne che gli capitano, perchè con problemi e simili, ce ne sono anche in quartieri normali. E voi per lavoro lo dovreste sapere, delle retate per acchiappare i pedofili, i finanziatori di video pornografici e snuff, e altro... lo sapete! Sono delusa solo per fatto che dopo quelle esperienze ancora credete e finanziate quei posti! Chiusa questa parentesi, andiamo a cosa ho portato..." indicando Jd con il malloppo di fogli, ma una mano si alzò.

Gask, che era rimasto fermo e zitto, aveva alzato un braccio come per chiedere qualcosa come era nelle regole. Kianta fece con le labbra una linea come se no nsapesse che fare, poi gli diede parola.

"Ma poi, con tutta questa gente che acchiappiamo, che cosa ne facciamo? Dove avevo iniziato io la lapidavano o li legavano..:"

"Niente di così cruento!" sbraitò lei, poi però alznado un dito "fisicamente!!!... Trova alla fine il suo vero posto nel mondo!"

Gask la guardò tetro, passò lo sguardo sugli altri, che parevano voler essere pure vicino la bocca di un vulcano che lì. Poi fece di nuovo la domanda sperando di capirci qualcosa. Kianta sbuffò, ma Jd le mise una mano sulla spalla e spiegò.

"Noi non uccidiamo. Tranne rari casi dove ci costringono noi non siamo come loro. Noi non infliggiamo niente di fisico. A meno che non vogliamo informazioni cruciali, ma anche lì qualcuno " guardando Kianta " trova più comodo anche per eventuali denunce fare tutto non visibile fisicamente. Come disse una persona, rompi la mente, non i fisici. E così visto che non era una persona sanginaria, decise di rigirare le cose a vantaggio del mondo. NOn so se lo sai, ma nel mondo tutta la tecnologia si basa su alcuni componenti importantissimi. Cobalto e iridio mi pare, per esempio. Questi elementi sono importanti per contatti elettrici per il cobalto, e la sostituzione del rame con l'iridio per i chip r microprocessori, per migliorare i contati e la trasmissione con gli altri componenti. Questo è quello che ho capito. Ma come si estraggono? Con schiavi e miniere e processi sempre più pericolosi , e con povere anime sfruttate fino al massimo. Un esempio? Nelle miniere del Congo migliaia di bambini pagano un prezzo altissimo per estrarre il cobalto e nessuno, neanche noi, sa quanti bambini siano morti estraendolo. Questi due metalli come altri, sono in quantità abnorme nelle terre africane e sempre più gente danarosa letteralmente rastrella bambini, adolescenti e uomini molto magri per entrare nelle gallerie in maniera più agevole, e non puoi immaginare i danni di tali lavoro. Attualmente i metalli più importanti, pregiati e che usano questi disgraziati per l'estrazione sono se ricordo tutta la lista... rodio, rutenio, palladio, osmio, iridio e platino, tellurio, renio, oro, bismuto. Ogni elemento ha varie utilizzazioni, dalla farmacia, alal scientifica, gioielleria, tecnologia e via dicendo. Il valore all'oncia di tali metalli in certi momenti è alle stelle e usarli per finanziare per esempio noi... ci permette di non basarci su accordi di natura monetaria, preferendo invece quella sociale..."

"NOn capisco. Hai detto che ci sono metalli che valgono tanto, che sono estratti da bambini africani e che qui li usiamo per non dover andare avanti con i soldi della gente, ma li portiamo dalla nsotra parte in altri modi... ho capito bene?"

"Esatto!" disse Jd con un sorriso "vedi che hai capito?" guardando Kianta per indicare quanto è stato bravo, ricevendo un'espressione non positiva.

"E allora che cèntra la gnete che catturiamo? E che non uccidiamo?" portando Kianta a riguardare Jd per dire he aveva ragione lei, Gask non aveva capito.

"Noi non ucidiamo. Noi proteggiamo le persone sia nel presente ove riusciamo, che nel futuro. Molti dell'altra società ci guardarebbe con disprezzo, ci indicherebbero come incivili. Facile parlare quando quasi mai cè giustizia con i loro processi a volte a farsa, le uscite così anticipate per buona condotta e altre cose, che di fatto pagano per pochissimo e ritornano liberi. Che gente che stupra o fa cose allucinanti, viene pure protetto e salvato dall'opinione pubblica, addossando la colpa alla donna, o perchè uan persona famosa, con soldi, che sapeva apparire in un certo modo e per tutti ha più valore la loro parola che dati clinici, e la parola di una donna abusata. E parlo del fatto che è un vero atto criminoso. Ma quella gente di solito continua a lavorare, stare in mezzo alla gente come se nulla fosse successo, mentre la vittima finisce in un inferno. O ci sono così tanti altri episodi che vedono gente pericolosa sempre libera e quelli normali che finsicono male, che cè da fare una collana specialistica di libri sul tema. Ed è sicuro che giudicherebbero noi come..." ma venne scavalcato da Kianta.

"I buonisti del cavolo! sanno solo urlare che tutti sono cattivi senza pensare che a volte chi lo fa ha i suoi motivi. E quelli che finiscono nelle nostre mani se lo meritano, anzi, sarebbe il peggio del peggio e noi siamo pure più che buoni. Ma saremmo noi gli inciviliper quella gente. la stessa gente civile che tratta malissimo gli altri solo perchè ha qualcosa di diverso dalla gente lobomitazzata che la società vuole. Se sei un pò diverso, se sai fare qualcosa di diverso dal tuo sesso, se ti vedono non in linea con cosa la società vuole, ecco che sei il capro espiatorio per tutto. Dici di no? Ti dico un fatto che ancora oggi deve esser epreso come esempio per il fanatismo e bigottismo della gente. I tre di West Memphis. Tre ragazzi, che cercavano di controbattere una dura realtà in cui vivevano, vennero accusati di un delitto orribile solo perchè... diversi dai canoni mentali della gente. La lroo vita distrutta letteralmente per quei dementi. Ed è solo uno. Ci sono persone che hanno subito ogni cosa possibile per la società bacata là fuori, e sarebbero pronti ad armarsi di cartelli contro di noi per qualche cosa pro fango. Quel fango che insozzava la loro società e abbiamo tolto. La cosa che odio di più è sapere che parecchi si battono per i diritti e certi trattamenti, che sono meritati, neiriguardi di gente che ha fatto l oschifo e ci sono le prove. ma trovano sempre fan, gente che gli crede, avvocati imbecilli e si salvano il culo, i proclamatori di diritti per quelle fogne umane. E intendo gente che davvero è copevole, non a casaccio. Non uccidere Caino. No questo. No quello. Per carità, ogni forza di polizia non ha santi e tratta ogni giorno la peggior feccia, cose che queli che sbraitano con i cartelli non vedrà mai. E purtroppo sbagliano. Ma hanno ragione nel trattare come meritano certe fecce. E poi giudicano noi..."

"Ok, fin qui ci sono. Ma cosa facciamo con la gente arrestata?" domandò Gask alla fine, guardando entrambi. I quali si voltarono tra loro, tornarono su di lui e Kianta fu sibillina.

"Liberiamo tutta la gente sfruttata, diamo scuola, acqua pulta e risorse per lavoare l'ambiente in cui vivono. Tutto ciò che gli altri non fanno. Diamo semi da painatare in molti campi perchè quel paese in questione, che sia Africa, brasile, venzuela e tantissimo altri, possano partire da cosa non hanno mai avuto. E..." alzando il dito incide "portiamo quella gentaglia a fare l'unica cosa che possono dare al mondo. Olio di gomito e lavoro utile. IN pratica liberiamo schiavi e usiamo quella feccia immonda per scavare, setacciare, lavorare il materiale che ci interessa. E tu dirai -capirai , scapperanno=""-!. No! Perchè gli viene impiantanto un sistema di avviso se superano un certo limite, SE per caso le guardie, i cani e i mezzi di controllo dovessero, sai, esser presi per il naso. Ma vuoi sapere chi cè che guarda quella schifezza umana? Le famiglie e le persone che hanno perso, sofferto e hanno subito proprio da quella gente. Li paghiamo e teniamo come controllori affinchè non se li lascino sfuggire. Per me, è giustizia! Tu ched ici..."chiese a JD accanto a lei, che rise.

"Hai detto che li prendete, li portate in queste...cosa, miniere,... e li fate lavorare al posto degli schiavi che avete liberato e supportato?"

"Ok, ci senti allora..." disse lei un pò triste "Comunque si, la gente che sfruttavano che abbiamo salvato in tempo, ottengono aiuto e supporto per migliorare lo sviluppo del loro territorio per cibo, materie prime, industrie ovviamente green, economia. Questo non significa che stiamo a guardare. Anche noi dobbiamo andare avanti e avere per voi ridare. Ci siamo accordati con loro secondo cui, tutto il ricavato dalla vendita di quei materiali che valgono e sono necessari alla cara Silicon Valley, questo per dire comunque tutto il panorama tecnologico e informatico, abbia necessità di quella roba. Insomma, ricaviamo il materiale facendoli lavorare, prendiamo i soldi e ne diamo una bella parte, per davvero, a quella gente che dopo decine d'anni hanno avuto acqua pulita, veri edifici, mateirali scolastici e di studio, informazioni su pulizia e igiene..."

"E se non viene da qui la lista di regole e igiene...! Se non lo insegnamo noi..." sbottò Alaric sbuffando

"ma stai zitto tu, che eri quello che usava pantaloni normali o del pigiama in bagno che gli cascavano alle caviglia pulendo il pavimento e poi rimettendoseli portando lo schifo da terra sul letto. Tutto il cavallo, le gambe dei pantaloni, tutto insozzato a terra! Nelle regole metto che dovete usare calziniper tenere ferme le gambe dei pantaloni e non farli strusciare a terra ma tu NO! Di coccio! Lo capite che anche con tutte le nostre pulizie cè sempre roba a terra? le Lezioni con le luci UV non vi ha insegnato nulla? E allora taci!" lo aggredì Kianta e Jd si mise tra lei e ALaric pregandola di tornare al discorso. E lei dopo un pò si voltò stizzita e riprese.

"... e tutto ciò che serve per avviarsi. Hanno potuto con il ricavato del lavoro di questi aiuti aprire picocli laboratori, pagare medicinali e sistemi per contrastare zanzare e mosche, malattie per noi occidentali quasi dimenticate per loro ancora presenti. Essi ora vivono sulla schiena di quella gente che ha solo ucciso, torturato, stuprato, arrecato danno in modi assurdi... controllati dai familiari e conoscenti delle loro vittime che hanno giurato sulla loro anima di essere lì, a tenerli d'occhio anche se ci vuole tutta la loro vita, sostenendo noi e gli ex schiavi con i l guadagno delle estrazioni, per vendicare anche un pò la gente africana usata prima e prima... se ti chiedi chi controlla i guardiani della feccia, noi! Che vuoi che lascio quella gente, seppur con un giuramento del genere, senza ulteriori controlli? Sarebbe un pò... brutto alzarsi e scoprire che per qualche motivo hanno accoppato uno o due tizi, o cè stato qualche accordo anche se non penso, per una fuga. Fidarsi è bene, avere piani B, c, e tutti è meglio!"

"MA quella gente non uscira mai da lì?"

"Chi lo dice che non imbocchiamo un pò di possibilità?" rispose Kianta con un sosrriso maligno "Più si cade dall'alto, più la caduta è terribile. NOn cè niente di meglio di un pò di speranza, per provocare la più grande disperazione. Sorella della disperazione è la speranza. Loro davano solo disperazione, togliendola la speranza. Noi la concediamo. Un pizzico di speranza dà il giusto gusto alla disperazione.Ma se si eccede, la cosa non è più buona. Noi non eccediamo. E' soddisfacente vederli arrabbattarsi per trovare questo o qull'altro sistema per scappare, vedendoli industriarsi mentre alle loro vittime non lasciavano neanche uno spiraglio di possibilità. Lei aveva ragione, non esiste un Dio che possa mettere correttezza nel mondo. Che amministri per davvero le cose. A volte la giustizia va corteggiata..." guardando Jd che fece facce strane.

"Tu non lo sapevi? Noi facciamo cose buone qui!" disse uno dietro Gask, abbassandosi per chiedergli questo, facendogli capire che anche loro sapevano e accettavano la cosa.

"No, ma quindi... noi sostituiamo i tribunali? La giustizia?"

"MAI!" tuonò Kianta, guardandolo duramente "Dove i trubunali e la giustizia tanto decantata non giungono, perchè anche le mele marce ci sono in quei posti, arriviamo noi. Uno dei servizi che diamo, che siano paesi di secondo e terzo mondo, che in luoghi orribili del primo, le tante glorificate città moderne e civili, è proprio quello di aiutare, proteggere e letteralmente al posto di chi dovrebbe.Facciamo al posto di altri. In quanti ci vedrebbero negativamente? Il problema è, chi se non noi, agisce come dovrebbe? Che guarda la statua della gisutizia e sa che davvero essa ha agito, anche contro soldi, potere, scambi, cose illecite... e chi per il giusto?"

Gask non disse nulla, mentre notava come intorno a lui, dalle gradinate che di fronte, tutti calavano la testa in segno di assenso.

"Torniamo a cose serie. Eccovi, diviso dal valente Capitano qui presente, i programmi per la settimana in linea generale, più per ogni singolo soggetto. Chiamerà per nome e controllerete i dati. Vi chiedo di attenervi ad essi e, nel caso vi sia qualcosa da discutere, potete chiedere di parlarne nel mio ufficio. E..."

Jd si voltò verso di lei metnre chiamava ogni persona indicata sui fogli per consegnarli, perchè si era fermata e guardava un punto particolare. Pareva attenta e all'erta, quando la chiamò lei parve sorpresa come se l'avesse distolta da qualcosa.
Kianta fece segno di non badarci e iniziò a spiegare alcuni elementi dei fogli man mano che gli uomini li ricevevano. Erano fogli fatti da loro, lavoravano anche la carta, ma per un motivo. La carta comune che si trovava in ogni negozio, che fosse quaderno, album o altro, era un tipo di scarso valore. Lo si vedeva da come si deteriorava nel tempo, dalla scarsa capacità di trattenere inchiostri più liquidi,dalla grana al tatto o controluce, a come si rovinava facilmente e la trasparenza alla luce.
La carta comune, pure da ufficio e quindi che prometteva chissà che qualità, era una fregatura. Negli ultimi dieci anni anche cartiere blasonate avevano cambiato, senza avvertire, metododi lavoro, riducendo quindi tutto ciò che davano i loro prodotti. La carta quindi era molto collata e con cariche minerali per diminuire la trasparenza, si ottenevano con pasta cellulosa di scarsa qualità e niente altro, portando a dei disagi per loro che scrivevano a mano e con inchiostri di tipo antico.
Poco assorbente, trasparente mostrando una grammatura troppo bassa o mateirali scarsi,abbastanza resistente allo strappo per una gomma da cancellare ma si rovinava facilmente e non riceveva bene l’inchiostro ferrogallico in primis. Che fosse di china, quello in barrette di puro nerofumo, ferrogallico, tempere di qualità etc la carta comune adatta epr scrivere era una fregatura. E così avevano ovviato usando prodotti e manodopera loro. Erano tutti prodotti da loro, con ricette e proporzioni date ad Hoc per ogni utilizzo. NOn esisteva infatti un inchiostro unico per tutti gli usi e per tutte le carte. ogni tipo di supporto, tipo di documento e mano avevano bisogno dell'inchiostro giusto.
Una delle cose che Milan e Lia consideravano era che ormai, la gente era così assuefatta dalla modernità, dalla tecnologia da aver dimenticato molte cose del passato, totalmente tolti come dati labili, da no nsapere che cosa fossero certi oggetti antichi, anche fino al millenovecentosessanta, utilizzo e cosa capirne. E peggio no nsapevano scrivere, che fosse grammatica o fare una bella lettera a mano. L'arte calligrafica diceva Lia, stava morendo come molte cose.
Avevano ripreso l'uso di molte pratiche antiche perchè la gente ormai si aspettava determinate cose e solo quelle.
Così che fossero messaggeri umani o animali, erano il mezzo usato per comunicare bypassando i normali contatti online.
Più sicuri e ormai dimenticati, rideva Lia, così come le segnalazioni luminose notturne. Avevano volpette e furetti, uccelli di vario tipo, cani, che erano addestrati e trattati come fratelli e mandati a consegnare la posta.
Vi era la piccionaia e falconaia, avevano con moltissimi esemplari addestrati e trattati come fratelli di vita, ospitavano elementi che facevano da spola in posizioni apposite per mandarsi messaggi. Scritti. Codificati. Corvi, piccioni, falchetti e altri esemplari facevano chilometri per portare e riportare messaggi, premiati con ottimo cibo, carezze e giochi. POchi lo sapevano ma come per i cani ad esmepio, gli uccelli adoravano i giocattoli, anche i peluche. E ogni uccello adocchiava un giocattolo nel mucchio che mettevano in una zona aperta per farli volare liberi, ore al giorno, e se li portavano nelle abnormi gabbie, davvero grandi, ed erano i loro preferiti. Cèra Rikobert, un intellingentissimo corvo che adorava il suo piccolo peluche di procione. I gufi poi erano, oltre socievolissimi, amanti con i pappagalli dei giocattoli che riproducevano miniature, come i carrelli della spesa formato mignon che spingevano, ove vi mettevano dentro le cose, e li scarrozzavano ovunque. Oltre che gironzolare, non volando, ma sulle zampe ovunque adoravano girarsi la tenuta o seguire le persone che gli piacevano, stare in braccio e giocare ogni minuto.
I gufi erano quelli che restavano volentieri fuori, giravano per ogni ambiente e venivano pure accolti con affetto e non se ne andavano, così come le volpi o altri animali.. Quindi non erano controllati tantissimo come delle balie. Certo se qualcuno voleva andare in natura erano preoccupati, erano animali salvati da allevamenti, vendita illegale e accoppimenti da far paura per soldi e quidni sempre in cattività, non preparati per la vita libera, ma l'ampia zona della montagna li poteva ospitare e potevano controllarli. Capitava molto di rado, ma con un richiamo tornavano e a volte restavano. NOn obbligavano, e facevano ogni adestramento come fosse un gioco. Insomma lavoravano giocando, qualunque animale avessero.
E si dimostravano riconsocenti e facevano del loro meglio senza obbligarli.
Portavano, addestrati, messaggi, accordi e altro tra le Torri e lo Chateu o con persone e collaboratori, gli Alfieri, in ogni dove. Se la tratta era troppo lunga, veniva indirizzata in una Torre specifica, e se cèra un oceano o un tratto anche troppo lontano per gli uccelli, si usava qualcosa di più antico, come il telegrafo. Avevano ripreso l'uso del telegrafo, ricreando se non avevano comprato abbastanza pezzi, dei riceventi/trasmettenti, per inviare codici e messaggi in Morse. Tranne poche persone e sistemi, erano ormai diventati sicuri e non di facile individuazione perchè la gente non pensava più che fossero un metodo e usato. E i sistemi di codifica erano diversi. Alcuni erano cifrario di Cesare, spettrogrammi sonori, codice esadecimale e binary o altri di programmazione, cifrario Atbash, cifrario di Vigenère, ect.
I messaggi quindi erano tutti scritti, tranne sonori, in appositi supporti cartacei e calligrafia speciale, con l'apposito inchiostro.
Alcuni tipi di carta erano di cellulosa e stracci, o cotone e misto, vergata e filigranata con delle grammature che partivano da cento a duecentoquaranta max.Il lavoro del cartiere richiedeva tempo, occhio e disciplina e ormai sapevano tutti calcolare la qualità di carta dal controluce e tatto, imparando dalle Lezioni.
anche che la grammatura, il peso della carta in grammi per unità di superficie lavorata, aveva un suo codice di utilizzo e ormai quasi tutti comprendno anche che tipo di testo vi andava scritto sol otoccandola. Venivevano realizzate tutte a mano, in una zona apposita, con il metodo artigianale dei catini e setacci in legno e ferro, pressatura e strizzatura per togiere l'acqua in eccesso e dare spessore e segni voluti sulla superficie. Carta semiopaca, spessa abbastanza e con elmeenti come gli stracci per trattenere e non far strabordare la scrittura con gli inchiostri. Riciclavano anche, come quella che stavano distribuendo, così da non usare troppo scorte e materie vergini da alberi e cotone, con sbiancamento meno chimico possiible e facendo tutto in favore della natura.
Anche gli inchiostri come molti tipi di penne a immersione e stilografiche a ricarica erano fatti da loro. Gli inchiostri partendo da nerofumo di qualità fatto da loro e non importato, detto di china ma per indicare solo il tipo. Poi il ferrogallico, fatto a mano, naturale, da testi e scritti antichi e migliorati. Avevano consultato e scritto tutti i riferimenti di testi trovati nelle biblioteche private e pubbliche, per annotarsi ogni elemento per capire come procedere e lavorarlo per i loro usi. Così avevano trovato delle ricette loro, partendo da macerazionedi galle di quercia,cerro, rovere, roverella, farnia raccolti da ogni angolo del mondo tramite le Torri e distribuite per la lavorazione di ogni specifico inchiostro.
Producevano circa una decina di prodotti, di colorazone e caratteristiche diverse, aggiunendo ai malli frutti di stagione, tannini da estratti vegetali, addensanti naturale, solfato di ferro in base alla miscela.
Avevano colore bruno o nero profondo, persistente, vivido. Tendente al blu per colorazioni aggiunte. Rosso. Dorato, bronzo ect, miscelando ad arte gli elementi. Gomme e lacche naturali, come resine, erano aggiunte per dare un aspetto ceroso o più protetto all'inchsiotro sulla carta, se per conservazioni di maggior tempo, sopratutto se documneti e atti importanti, a cui aggiungevano piegature e sigillatura a ceralacca con i marchi scelti.
Inoltre per documenti speciali e particolari si usavano supporti non di carta ma di pelle di pecora, atti e accordi scritti con un inchiostro particolare su questo supporto fatto smepre da loro, perchè ogni parte non andasse sprecata, permetteva di avere documetni o copie da dare agli alleati che non potessero essere contraffatte per la caratteristica di quella pelle. Le pelli fatte da loro che contenevano accordi e cotratti erano vincolanti per legge e a prova di presa in giro, dovevano essere identiche in tutto a prova di falsificazione e questo era dato dalle prove fatte prima di adottare questa soluzione.
verba volant, scripta manent, diceva Lia. Ma non vi erano solo due copie. Uno speciale Caveau contenva copie, come terze e sempre ufficiali, in sostituzionee tenute in una stanza sicura dello Chateau. Quella era mostrata agli alleati e se capitava qualcosa, ecco la copia sempre valutata originale e per concludere l'accordo andavano poste tre firme e tre sigillature. Se a qualcuno veniva in testa di cercare di prendere e distruggere quella nella stanza, la terza era al sicuro altrove, sempre recuperabile e utilizzabile.

"E' facile pagare qualcuno bravo per modificare accordi digitali come vanno adesso, usando anche la falsificazione cartacea, ma con triplice copia con codice registrato e valido, si impiccano..:" diceva sempre Lia, prevenendo le cose in anticipo, sapendo la malignità dell'essere umano.

Anche i marchi e sigillature avevano valenza e senso. Dei segni particolati, incisi sui sigilli, erano usati per comprendere a occhio il contenuto o il tipo di documento. Ogni elemento o sezione aveva un simbolo particolare. I Segni o sigilli avevano proprio un disegno che riportava il simbolo scelto con dei caratteri in stile romano o più antico, contornato dalla forma della cera sigillata. L'idea era nata metnre Lia e Milan disegnavano i simboli delle sezioni, anche s e lei in verità trovava la cosa un pò troppo complicata seppur ottima, a lui piaceva.
Così testando i sigilli fatti come prove, si erano accorti che visivamente la forma della cera schiacciata da sigillo, dava un aspetto particolare e provando e riprovando, disegnarono così i vari stemmi. Avevano fatto incidere alcuni sigilli, come il Favo, quel disegno che riportava le celle delle api che richiamavano proprio ciò che era. Ossia un luogo con queste stanze a forma di cella d'alveare ove ogni collaboratore o venditore esterno aveva un suo angolo, aperto in due zone/porte della cella per passare in un'altra, ove vendere e fare accordi con gli uomini. Vi si trovava tutto ciò che non producevano loro, da materie prime ad elementi di fuori, sempre che non fosse cosa illegale. Droghe, armi di un certo tipo, erbe e funghi particolari, prostituzione, materiale che non fosse certificato per prevenire schiavitù, oggetti sporchi di sangue, erano banditi. Anche per quello che erano. Per le droghe ed erbe tutte le attività che avevano creato servivano proprio per dare loro sfogo, scopo, motivi di passare le giornate senza annoiarsi, avere problemi e voglia di scappare usando quelle robe. Erano attività non obbligatorie ma di vari tipi, e che erano seguite e desiderate a tal punto che i vecchi usi ricreativi sballanti erano quasi a zero. Cèra chi era così dipendente da aver bisogno di aiuto e sostegno per uscirne, molti avevano dipendenze da farmaci, polveri ed erbe che per loro era una fuga dalla realtà perchè non accettava cosa vivevano. Ma era introdurne, renderli impegnati, utili, vivi e capaci per cambiare le cose.
E il Favo permetteva di trovare roba di ogni tipo, dall'antico al moderno, perfinomobili o ggetti d'anqtiquariato, che non fosse dannoso come le richieste di Milan. Se lui chiedeva qualcosa, tutti erano felici di farle. Lia sospirava sempre quando vedeva queste cose ed era contenta, del fatto che non fosse uno tipo baffetto tedesco. Milan per quanto sfarfallone sia per cosa gli piaceva che per tutti ori e svolazzi che vestiva, era serio e corretto, faceva le cose perchè le riteneva giuste. Almeno quello, pensava. Una cosa è quel che gli paice fare, seppur straboccante di dorato e bei vestiti, e belle donne, altre una testa malata.
Così il Favo era diventato un elemento dello Chateau, molti che tornavano dalle Torri fuori o da incarichi vi scambiavano, vedenvano, compravano e facevano affari. Bastava che fosse tutto trasparente e legale, nel senso che fosse chiaro cosa fosse, non vi fosse e ogni informqazioni dietro gli oggetti, molti con storie tragiche dove le pietre ad esempio, ech non vi fosse nulla di pericoloso o illegale come dalle regole di Milan. Non vi erano tasse sulle merci, bastava che fosse registrato tutto quanto in appositi documenti, nero su bianco con ogni particolare, e seppur i venditori che avevano una cella personale non pagavano nulla per essere lì, erano comunque coloro che facevano affari con Milan. Quindi per tenerli buoni, farli guadagnare e non fare le carogne, facendogli fare affari ottimi e con loro, lui stesso permetteva ciò, tenendo a sè cari tutti.
E il Favo aveva quindi questo singolo celebre delle celle di un alveare all'interno di quello che era un sigillo con i bordi sciolti della ceralacca dopo l'impressione.
Tutti i simboli erano così, non importa cosa vi fosse all'interno, il disegno base era la ceralacca sciolta in modi diversi per come apparvero nella prova finale con quei bordi arrotondati e che uscivano dalla forma circolare, con dentro il Simbolo che lo caratterizzava.
Cèrano animali, cèrano forme stilizzate che richiamvano le botteghe e le attività, perfino le unità militari avevano il loro simbolo e in molti casi per riconoscersi vi era un tatuaggio proprio fatto a quel modo. La ceralacca sciolta con al centro l'impressione el Sigillo del gruppo o mestiere di appartenenza, da mostrare. Ve ne potevano essere altri se si faceva parte di più cose e bastava mostrarli agli altri per farsi capire.
Ci si riconosceva dai tatuaggi senza parlare.
Così come Milan aveva donato come premi sia nei Cerchi o delle giostre che come ulteriore bonus di lavoro, oggetti con il sinbolo, se unico o il principale di appartenenza se in tanti, a coloro che facevano qualcosa di grande. Che fose un lavoro di bottega, un esperto militare di qualche sezione o altro, non importava. Perfino chi lavorava alla fattoria aveva ricevuto doni che potevano essere mostrati prima o con i tatuaggi , sia per riconoscimento e sia per feste o altro per avere maggiori rilievo o cosa lui decideva.
Questa cosa non piaceva molto a Lia, perchè se si erano aboliti tutti gli elementi divisori, come le liste e punteggi dei migliori,e altro perchè altrove vi fosse competizione, sfida e cercare di migliroarsi per apparire sopra tutti e non per altro, per Milan era solo come le medaglie che i governi davano come premio per qualcosa che si era fatto. Una sorta di ringraziamento da parte sua e colletivvo, di tutti, in una delle feste, perchè si potesse lodare e ringraziare la persona, così capace e tutto quanto. Era diventato un onore riceverle, così come altri oggetti come spade o coltelli di pregio da parata, pistole in stile settecentesco sempre da parata o dei mantelli o mantelle, più corte, che usavano per feste, giostre, tutte le volte che era concesso come segno distintivo. Lia temeva che questo portasse a pavoneggiamenti e divisioni, eppure non accadde finchè cèra.

Perfino gli edifici o i corridoi, iniziarono a portare targhe con il Simbolo che Milan aveva deciso di fare, con l'animale o cosa aveva attinenza e la scrittura intorno, che richiamavano quelle monete giudaiche, pre anno mille, norvegesi, Northumbria che lui aveva osservato. Avevano la forma di una ceralacca con sigillo o una piastra con una forma non perfetta, irregolare, che conteneva il simbolo e i caratteri in stile romano intorno. Molte volte tenuti da dentini da un cerchio che non si chiude ma scende a torciglione in caso di oggetti lunghi, ma usare. Davano quel non so che di antico e serietà che lui voleva, quel senso di regalità e perpetuità dei Mestieri, quelli antichi, umili e gloriosi, che glorificava. Se non fosse stato per essi diceva Milan, nulla avrebbero avuto di civile. E così oltre questi Stemmi e oggetti da mostrare,oltre che sulle pareti degli edifici, aveva fatto anche doni per i gruppi e non i singoli, come premio per tutta la categoria, che fosse militare o artigiana. Da usare nelle riunioni, feste o altro. Perchè le feste non erano solo per seguire e ringraziare il ciclo della Natura come gli antichi, ma cèrano giorni specifici per festeggiare i mestieri, i giorni speciali, invitati illustri e via dicendo.
Seppur la loro religione non fosse obbligatoria, e quindi cèrano tantissime religioni seguite e praticate allo Chateau, per le Feste erano tutti, tutti quanti accettati e benvolut, per ringraziare di cosa avevanoi. Una cosa che Lia e Milan condividevano come pensiero era che le religioni, essendo credenze personali, non erano pericolose, se non in mani sbagliate.Come si è visto dalla Storia. Allo Chateau anche per le Lezioni si era insegnato a tutti, qualunque divinità credessero, che coesistere poteva essere facilissimo e permesso. Se volevano ringraziare la naturacon tutti loro, tutti erano ben accetti e partecipavano ai banchetti, cerimonie e danze.I ringraziamenti partivano da piantare piante nuove ovnque nel mondo, salvare animali, ripulire, aiutare animali e persone che non avevano nulla, festeggiare le feste maggiori con danze, balli, spettacoli mostrando come vi fosse coesione tra natura e umanità con cosa utilizzavano e vestivano e molte altre cose.
Le danze erano a volte importanti, perchè per certi pensieri di Milan considerati magici e in sintonia con la natura, creavano un'energia che poteva andare ovunque. Diceva Milan, sempre con queste cose in tsta. E così si danzava, di giorno o di notte, in base all'occasione e la festa. Niente fuochi d'artificio, ninete paura e morti da infarto per nessun animale. Usavano invece da tempo i laser proiettori che ricreavano lo stesso effetto giungendo con la luce edi fuochi e laser, oltre il piano materiale.

Lia alcune cose si era trovava d'accordo, assecondava Milan perchè era pur sempre una religione e un modo di vivere il piano paranormale come lo chiamava lei, piùsano e giusto.
Ma in ogni occasione e festa vi erano sempre i simboli e segni dei gruppi, così come portati con orgoglio lo erano le cappe, mantelle, mantelli e stendardi che Milan dava. Potevano lavorare sodo per il mantenimento dello Chateau come era, per una produzione che non danneggiasse ma foss eproduttiva, per non usare cibi e materie prime che altrove danneggiavano e basta. Non usando pesticidi e simili chimici, ma coccinelle e insetti e animali che eliminavano quelli nocivi, non volevano mantenere colture, produzioni di qualunque tipo, per ocntinuare a danneggiare la natura. Le api morivano, gli animali finivano male e non era per loro fattibile, quindi per ogni Torre usavano terreni e luoghi di loro proprietà per produzioni in loco piùin sintonia con l'ambiente.
E così tanto il loro legame con gli animali e la natura che ripuliscono e sistemano luoghi aperti, salvano animali, raggiungono fattorie e simili privati in primis per sapere se vogliono aiuto e sostegno per un impatto più giusto per le loro produzioni. Invece di usare i semi monsanto o altre aziende sterili, che indipendentemnete dalla crescita, si devono ricomprare perchè le piante se nascevano, non potevano dare frutti e altri semi vivi. Un circolo dannoso per le persone e l'ambiente. Ed era solo uno dei problemi.

Invece di pregare e fare tutte le cose che facevano gli altri religiosi, tranne che no nvolesse il signolo nelle zone apposite come i Muri o la Casa delle Lapidi o i Cerchi in luoghi appositi, loro scrivevano e mandavano nell'oltre i loro pensieri e parole. Scrivevano su carta fatta da loro solo per questo,e Milan diceva che se la facevano loro avev apiù potere, ogni cosa hanno dentro e lo bruciano, anche la notte che per gli altri è Halloween, parlando a chi hanno conosciuto o a esseri positivi che invocavano. Per Lia era quasi la stessa cosa delle altre religioni, ma Milan diceva che era più vero e certo un qualcosa di più giusto, come spiriti ed entità che un Dio che sembra più un alieno che altro. Lui si sentiva più vero così, pensando che chi era morto e chi cèra che viveva sempre nell'altro piano fossero più reali, e aveva consigliato questa cosa, per varie feste, per dare a quelle persone un altro modo di scaricare dolori e problemi.
Loro non chiedevano scambi che Lia odiava, ossia chiedere che Dio o altri facciano qualcosa, facendo in cambio se avverato un'altra cosa. Lei odiava questa situazione, del -se tu fai io allora faccio questo=""-, perchè lo aveva visto troppo bene da vicino. Se tu fai questo per me, io faccio questo.
Loro non scambiavano, agivano scrivendo sempre in quei fogli i loro pensieri ma non si aspettavano dalle loro azioni qualcosa in cambio, mai. E Lia di questo era felice, avevano capito e imparato qualcosa dei suoi discorsi.
AIutavano i dimenticati e scacciati dell'altra società, chi aveva problemi con il peggio della parte nera della società, proteggendo o agendo perchè la gente non si aspetti solo aiuto da eroi, ma che combattessero le loro battaglie senza paura, perchè la feccia si faceva forza su quella. Ormai il pensiero loro era che i tanti sono la gente comune eppure i pochi finivano sempre per pestarli. Avevano paura, acconsetivano a tutto, perdevano tutto comprse le mutande per non essere eliminati, facevano cose per sopravvivere, ed erano sempre tenuti per i marron glassè dalla paura e l'accettazione che tutto andasse così. Il cambiamento diceva Lia doveva partire anche dalla mente e dal cuore delle persone, una visione diversa e più forza interiore.
Quindi aiutavano poveri, orfani, famiglie con problemi vari, i cancellati dalla società, ripulivano e curavano ambienti danneggiati dalla cretinaggine della gente e oltre, ma insegnavano anche a non inginocchiarsi e fare squadra per essere più forti dentro. E magari un giorno essere loro stessi a fermare tutto
Piccoli passi, a meno che non si usasse la ua visione delle cose, e su questo Lia era categorica. O il mondo cambia piano piano ma deve cambiare, o si fa come Dio.
Ma non si fermavano solo a questo,s enza chiedere a questa o quell'alltra divinità, qualsiasi favori o altro. Loro agivano come in vede della Madre o del Padre.
Loro non avevano giorni o obblighi di digiuno, carni o pesci o altro da non mangiare ne simili. Quelli ovviamente che seguivano la religione dello Chateau. Ma di loro volontà mettevano da parte il cibo dei loro pasti, proprio i pasti, per darli agli animali quello stesso giorno abbandonati o nei canili. Nessuno da loro usavano crocchette o cibo pronto per cani, quindi i cani che sfamavano si godevano lo stesso tipo di cibo di quelli che avevano loro e gl iumani, che allevavano e addestravano, ninete disparità.
Se non sostenevano con i loro soldi gl iaiuti, non consumavano parte o tutto un pasto eogni volta che volevano farlo, dar da mangiare o consegnare a chi lo faceva per aiutare chi non aveva. Ovviamente vicino, come alcuni canili, gattili, centri di salvataggio fauna selvatica raggiungibili velocemente per portarli. o per gli umani i rifugi e centri fatti apposta da loro. Altre volte che fosse per la Raccolta o meno, aiutavano gli abbandonati di loro iniziativa dando il necessario ai gruppi che lo facevano perchè recandosi nelle città in quei luoghi tristi e pieni di disperazione, chi non accettava la Mano potesse avere sempre qualcosa.
Ma comeper ogni cosa cèra la seconda faccia della medaglia. Ciò che no nsi poteva cancellare dal cuore umano affiorava e Kianta ne ebbe una dimostrazione in quei momenti, quando andava là fuori e vedeva cosa cèra.


La seconda volta che si fermò a guardare, mentre Jd chiamava, questa volta la zona opposta, Jd capì che cèra qualcosa che non andava, sopratutto perchè iniziarono ad avvertirti rumori come richiami di animali. Kianta sorridevamentre illustrava i piani settimanali, finchè dopo dieci minuti domandò se tutto fosse apposto, se vi fosse domande o altro.
Risuonò però qualcosa nel buio del boschetto, seppur tutta la zona camminabile fosse illuminata, poco la zona verde ma questo non significava che fosse senza controllo.
Kianta fece una smorfia di disappunto e urlò qualcosa che Jd non capì, voltandosi anche, come tutti, verso la zona che stava osservando. Quando Jd riportò lo sguardo su di lei, assunse un'espressione sconvolta e iniziò a metter mano alle armi, che avevano tutti in dotazione, ma lei, dopo essersi voltataa guardarlo e aver capito, alzò la mano.

Nessuno si era accorto della figura che si era avvicinata quatta quatta alle sue spalle ed erano pronti a sparare, ma lei tenne alzata la mano all'altezza della sua testa e si voltò appena per rimproverare la figura di fare gli scherzoni. Sotto lo sguardo allibito in primis di Jd e poi gli altri, con Gask che era arrivato alle spalle dell'amico per agire, lei gli si rivolse gentile, chiednedo ocme stava e la figura rispose.

"Oh, nostra amata. Era da tanto che non ci vedevamo..." disse in un accento strano che stava all'aparenza dietro di lei poco più basso, per poi alzarsi in piedi una volta scoperto, mostrando invece gambe secche e lunghe e un'altezza. Indossava quelli che sembravano una tuta nera economica, capello di lana ben calzato e una bandana sulla bocca. TUtto in nero, con dei guanti pure neri. Le stava dietro la schiena e chinandosi molto la strinse a sè, strfinando la guancia sulla fronte di lei "Quanto tempo, quel cattivo del tuo capo non ci permette più di vederci. Ci mancavi..."

"Ma... siete voi!" esclamò Jd, riconoscendo la figura "sapevo che non potevate più..." ricevendo un'occhiata dall'uomo. O meglio giovane. Si capiva dagli occhi e la mancanza di rughe che fosse sotto i quaranta o cinquanta, in base a come si portasse l'età.

"Tu credi a quello che lui ti dice? non ci ha voluti più, peccato per lui..." rispose a Jd.

"Parli di Milan? Cosè,una minaccia?" disse Gask parecchio irrequeto da quel soggetto così secco e strano, da sembrare uno degli insetti che alle Lezioni mostravano come stecchi degli alberi, per riconoscerli nei boschi intorno.

"Slank, come sei arrivato qui. Avete davvero fatto cosa vi avevo chiesto?" chiese lei al soggetto.

"Certo, nostra amata..." le risposte il tipo "come da tua richiesta... quello che tu chiedi noi facciamo..."

"Confermo" disse una voce dalla parte che prima guardavano e comparve un soggetto così grosso, massiccio, quadrato per davvero che sembrava come schiaciato da qualche pressain tutti i lati. A confronto Lubo sembrava un lottatore di Sumo seppur non lo fosse, quello era come disegnato con le righe. pareva di vedere quei soggetti nelle palestre di pugilato pesi massimi che fanno paura solo per la forma.

"Oh, Habyhorn... quanto tempo" disse Kianta sorridendogli calorosamente e andandogli incontro, abbracciandolo. Almeno, era quello che voleva fare, ma a Jd e Gask parve un pò comica perchè, seppur non alto come lo stecco di prima, superava il metro e ottanta almeno, se non di più, dalla faccia proprio quadrata come il corpo, con quella mascella n pò scesa e proprio dritta. Lei era bassa, gli arrivava se per Gask al petto, con questo questo tizio che era un poco più alto di lui, quando la abbracciò smebrò come se lei fosse una bambina con un adulto.

"Sembri star bene anche tu, spero che vi troverete bene qui..." gli disse allargando le braccia a indacare tutto.

"grazie..." avvicinandosi entrambi al centro più illuminato, mentre il primo si toglieva la bandana e il cappello.

Gask osservò i due. Sembravano tipi a cui era capitato qualcosa di brutto, uno con la faccia come devastata da una specie di acne bulbosa, lo stecco, che butterava tutto, unito alla magrezza assurda che aveva e l'altezza strana. Mentre quel grosso quadrato umano aveva il viso come una scottatura di qualche tipo gli avesse spellato e chiazzato tutto di verde e giallo, con visibili part di pelle chiara sollevata.
Kianta pareva contenta di vederli, li salutava abbracciandoli o toccandoli e Gask trovò la cosa strana perchè qualcosa come di paura a quella vista lo faceva se non arretrare, stare attento. Ma lei non pareva curarsene e fissò Jd che ricambiò lo sguardo e gli disse solo di aspettare.

"Possiamo cenare con te?" chiese lo stecco a Kianta agitato, si muoveva come una cavalletta in preda all'ansia, molleggiando gli arti come se volesse fare un balzo.

"Con piacere, ho già fatto preparare tutto, vorrei prima però sapere..."

"Ma brava, nenache ti degni di chiedere di me. Sei sempre così... bah" disse irato un osggetto che apparì da dietro la gradinata dove stavano i Capitani, allarmando Gask che si voltò con la mano sulle armi, ma i lsoggetto continuò "E' assurdo che dobbiamo fare noi il lavoro dei tuoi uomini. A cosa ti lieti, delle loro bravure, sli paghi a fare, se dobbiamo poi sbatterci noi? E quel tuo amato capo, che preferisce quei inetti a noi. Vergogna, vergnoso..."

Kianta sorrise "Le porgo le mie sentite scuse, illuminantissimo, straordinario, inimitabile Tenger. Me ne dispiace e mi prostro dinnanzi a voi, perchè possiate perdonate questa umile stupida, dall'aver scomodato le vostre graziose abilità per i miei capricci..." facendo una riverenza profonda all'uomo.
Gask rimase perplesso, perchè aveva capito che lei non si chinava mai davanti a nessuno ne si faceva mettere i piedi in testa se Milan non le chiedesse di farlo, ma sembrava davvero che li stimasse gli sorrideva sempre, cosa che feceva di rado e solo a Jd e Lubo. Gask rimase interdetto, con le mani sulle armisenza sapere che fare, vide che il nuovo si trattava di un uomo così basso e dagli arti strani, storti quasi come quei pony che scoprì che Kianta odiava, perchè le facevano pena perchè non potevano camminare e provavano dolore, da essere assurdo. Camminava, anzi proseguiva passo dopo passo come se facesse de saltellida un lato all'altro, seppur con testa alta, petto in fuori e comportamento regale.

"Vedi fare poco la spiritosa e fammi portare qualcosa da bere, è stato un delirio giungere fin qui per quella selva oscura che tenete come bosco! E alzati, smettila con questi piegamneti che neanche la mattina per riscaldamento, quelli piacciono a quel dandy del tuo amico... portatemi qualcosa da bere e una sedia! Possibile che qui siate tutti così preistorici da stare su cose di legno o dure?"

"Dovè Aegeon?" chiese lei pronunciandolo come Egheon, facendo voltare Gask. E jd rise.

"No, amico, non chiamava te. Si chiama scritto in un modo ma si pronuncia quasi come Egeo come te, ma non siete lo stesso... all'inizio lo avevamo scambiato per te. E invece..." rise, dopo aver alzato le spalle per dire -che vuoi fare pareva simile=""-

"Ok, ma questi chi sono?" domandò alla fine, facendo voltare tutti verso di se-

"Cè qualcosa che non va? Hai da dire qualcosa? Se devi fare un appunto su cosa ti passa per il cervello per quello che vedi..."

"Tenger, OOOHHH!" fece Kianta all'uomo minuto con un segno con la mano aperta di calmarsi "respira, prendi fiato, non ti riaffannare per una capra... Ci penso io!"

L'uomo si zittì e la guardò mentre lei parlava a tutti.

"Dunque, come avete visto abbiamo questi ospiti qui, che non sono solo ospiti ma anche nostri collaboratori. Sono collaboratori di vecchia data, che ora sono di nuovo con noi. Mi auguro che non vi siano problemi di alcun tipo, che li..."

"Cioè fammi capire, tu chiedi per favore di integrarci tra loro e non come un ordine?"

"Si, Tenger. Gli ordini non insegnano e aiutano in alcun modo. Io chiedo che, anche con le Lezioni, usino il cervello e la metne aperta per ovviare alle cavolate che instillano da piccoli. Per questo io chiedo, non ordino, di essere persone, non bestie, andare oltre le stronzate dell'altra società e vedere... voi. Semplicemente. Molti di loro che sia da piccoli, adolescenti, adulti, per l'idiozia degli altri,sanno cosa significa ma gli altri... sanno che qui esiste qualcosa che là fuori non cè e non si tollera però, tutto ciò che riguarda comportamenti lesivi e offensivi. Perchè sanno cosa significa se accade..." disse alzando la voce guardando tutti "Fatto questo, voglio vedere domani i risultati di questa mia speranza, ossia di vedere le persone capaci di pensare e cmprendere gli altri da sè, ora andiamo a cena. Vi ho fatto preparare qualcosa, di sicuro, di vostro gradimento..."

"Ti prego, dimmi non quella schifezza francese che no nsa di niente! Che orrore, per questo odio venire qui in questo paese... altrimenti torno in Germania che mangio bene! E non mi date quei formaggi francesi che sembrano buonissimi e poi ti fanno scoreggiare peggio di un elefante con le noccioline avariate!"

"NOn ti crucciare, ho già provveduto..." disse Kianta ridendo mentre intorno a loro altri rispondevano.

"Ma sono buoni. E poi così facciamo a gara coi cavalli... si vede che tu non c i stai vicino..."

"Per così poco! Vedesse la stanza con gl ialtri tre, con i letti a castello che sembra una fumeria d'oppio a momenti..."

"Così possiamo fare la base coi tanburi per le feste!"

Kianta si guardò intorno poco felice, non delle battute ma perchè confermavano che al solito, rispetto nulla. Una delle regole del buon vivere comune riguardava proprio quelle cose, uscendo o considerando gli altri prima di fare i botti di capodanno. Evidentemnete continuano a considerarla una cosa che fa ridere, pensò.

"Rivedete per favore le regole di buona condivisione ed educazione. Ragazzi, ricordate che molte volte, e anche per il tipo di intestini, può sfociare in fastidio, per gli altri. Voi mettereste mai il naso vicino al didietro di una capra, cane, mucca appena gli esce per ridere di cosa ha fatto? Mi metto al vostro livello di discorso e linguaggio, è divertente secondo voi, e salutare per molte cose, fare queste cagate, perchè questo sono, in camera con gli altri se siete in camerata o in ambienti tra altri? Lo vedreste Milan fare una cosa del genereper familiarizzare con gli altri? No. E perchè no? Perchè seppur naturale, è comunque qualcosa che può dare fastidio. E se parlate dei cavalli e i loro scoppi, allora sapete cosa significa quando gli parte e voi siete a terra, vicino. Rispetto, signori. E' un pò come per le donne e il loro -vabb il sanguinamento è naturale trovo normale che vado in bagno o nelle docce e non bado cosa capita a terra=""- Per fortuna di tutte e anche di quelle qui presenti tra voi, essendo la sezione femminile in questa parte del discorso, ci sono le nostre regole e vietano tassativamente di usare le docce senza protezione. Ora, molti di voi uomini che hanno relazioni sia qui che all'esterno, con donne in famiglia, sanno la questione ma voglio chiarirla per farvi comprendere come le buone regole e l bona educaizone permettono a tutti di vivere gli stessi spazi, lasciando comunque una certa libertà. Come sapete le donne hanno questa croce, questo incubo e per questo nei secoli e secoli si è cercato un modo per ovviare all oschifo di tessuti e stracci prima, e assorbenti vari dopo, da lavare o gettare. Oltre inquinando anche dovendolo nascondere. Nel millenovecentotrenta circa nacque la prima coppetta mestruale. Una rivoluzone, le donne finalmente anche grazie ai nuovi prodotti chirurgici potevano essere libere anche quei giorni... eh no! Perchè con l'arrivo delle industrie pesanti, e per pesanti intendo quelle grandi anche internazionali dove fanno di tutto per vendere e guadagnare a discapito di ogni cosa, vedete le famose bevande zuccherate che hanno distrutto posti e prosciugato d'acqua altri, hanno deciso che la coppetta fosse un ostacolo enorme ai loro introiti. Ed ecco che on hanno più avuto notizia, informazioni ne altro tutte le donne che potevano avere quella scelta. Se non lo sapete fino agli anni duemila nessuna conosceva questa cosetta che invece è davvero una manna dal cielo. Vennero infatti le prime picole imprese che tramite silicone o plastiche medicali, hanno iniziato a promuovere questi prodotti. Fu una persona, tempo fa, a decidere che era ora che gli dessero gisutizia e a volerla introdurre a tutte le donne qui e fuori. A fare in modo che in ogni scuola possibile e raggiungibile, vi fosse oltre l'educazione civica anche sessuale, anche la copetta. Non vi sto a dire le lamentele dei genitori e questa perosna che andò dai se a questi incontri ovunque fossero, mostrando dati statistiche e foto di gente vera che senza quegli insegnamenti importanti che a quanto pare loro, nonostante sapessero figliare, non erano in grado ne da piccola e da adolescenti..." parlò facendo una specie di torndo guardando tutti.

"Riuscì a convincere questi che invece meritavano solo mazzate a mai finire, che senza l'educazione civica alcuni loro pargoli erano ancora vessati e bullizzati, con prove alla mano mentre loro ebeti non sapevano nulla, e che senza educazione sessuale, grazie a questi genitori così perbenisti e religiosi del cavolo, l'aumento di malattie trasmissibili, gravidanze e altro erano in aumento... e non importava se loro erano sicuri di avere in casa una MAdre teresa di Calcutta o un padre Pio e poi non era vero. loro vedevano i figli come santi, ma gli si doveva togleir i lprosicutto dagli occhi. A quanto io e Milan vediamo dai resoconti mensili, così come i maschi sono animali inferociti, le donne non sono sante. Da un lato meno male, o torneremmo a quando cìra la pressione morale. Ma... informare, far vedere cosa accade, mostrare veramente le conseguenze delle azioni senza conoscenza precedente evitava molte cose. E siccome ai genitori e famiglie in general einteressa più cosa pensano gli altri e le apparenze, alla fine hanno ceduto. Anche perchè chiaramente come guide di vita non era proprio capaci di insegnare nulla! vedi regole di igiene! Io vorrei sapere come fa una donna che figlia a non capire e non aver voluto studiare il suo corpo e capire che un pò d'acqua da una doccia o il bidet ti frena il ciclo e ti capitano cose assurde, portando le figlie a crdere queste cose! E dovrebbero essere guide di vita! Ma pulizia zero..:" si lamentò adirata.

"E così mise in quelle lezioni anche l'utilizzo oltre la lista di opzioni, di possibilità per quei giorni, la coppetta. Ora, se cè una cosa che diceva quella persona è la seguente. -cos ì epr come ero ho trovato questo elemento cos pi igienico sicuro facile da far paura e sostenibile di quelle schifezze se posso io pu chiunque=""-. E ancora diceva chechi non conosce se stesso e il proprio corpo, al di fuori degli altri, non sa chi è. E discuteva con le donne che consideravano l'assorbente ed era meglio stare senza per lavarsi, affermando che era schifosa la coppetta, quando veramente è peggio quella cosa che comprano e devono cambiare sempre. Durano meno della coppetta, puzzano come fogne e se ti lavi, sopratutto in posto come la zona docce, devi stare senza ed ecco uno dei motivi per cui, ricollegandoci a questa cosa che vi fa divertire dei botti, è qualcosa che lede gli altri. Per quanto ti lavi, nella doccia restano sul piatto germi e batteri del sangue, anche se è obbligatorio qui le ciabatte personali in silicone che si lavano sempre, ci si mette comuqnue di sopra e poi restano sulla suola. Noi sterilizziamo ogni tot di orecon il vapore e i prodotti giusti, ma questo non vuol dire niente. E' poco igienico, devi stare là a cambiare tutto ogni tot ore quando con la coppetta fai dalle sei alle dodici... sporchi meno in giro, hai due scarichi dove gettare il liquido senza fare casino come prima, nessuno vede niente, paghi una volta sola questa cosina, non inquini con la plastica, non butti roba nei cestini,... e danneggi meno gli altri nei luoghi dei bagni, senza odori ne altro. E le donne hanno capito, non cè una che usa più assorbienti ne tamponi classici anche perchè non rischiosi, niente SST che hanno portato alcune donne a riachiare la vita o hanno perso arti... perchè è divertente affumicare gli altri, diciamo così, dando fastidio mettendola come una cosa divertente o in questo caso non usare la coppetta per menti bacate sporcando in giro... ma come per mucche, cani, qualsiasi animale è... gas o germi. E' così divertente? Tenger si lametnava che fosse fastidioso anche per se stessi, ok le battute ma... forse una Lezione per rinfrescare le regole non sarebbe male" facendo alzare gemiti di paura, fastidio, altro.

"Choose a good heart, not a good face" fece Babyhorn e Tenger acconsentì, dicendo la sua,

" Vai oltre l'apparenza per nutrirti di sostanza" disse agitando le braccine "Siete tutti un casino qui. Sarebbe questa la Comune che tanto vanta quella persona? Il posto unico al mondo dove tutti conoscono rispetto, amicizia, senso comune, unione e bla bla bla? Se questi qui sono ottime persone come te, allora sono anche miei amici" disse l'ometto indicando prima Kianta con l'indice e poi se stesso col pollice "ma sappi che se mi si giudica solo per cosa vedono, non mi starò zitto!"

"Stai tranquillo. Qui siamo persone, non bestie come là fuori..."

"Sono contento. E' per questo che io no nci vivo là..."

"possiamo andare a giocare nel tuo salottino? Ho portato un sacco di giochi..." disse il secco agitandosi, sentendo Kianta calmarlo dicendo forse, se faceva il bravo. Poi ci pensò e lei si voltò verso Babyhorn.

"Ma lui dove si trova? perchè non è con voi?"

"tranquilla" le disse l'omone "ha solo avuto dei piccoli problemi con dei lupi, gli hanno sgraffignato lo zaino. Dovevi vederlo mentre li inseguiva..." rise ma quando la vide sgranare gli occhi, si zittì.

"Fammi capire, ha avuto a che fare... con i lupi? Dove? Quali lupi?"

"NOn farti problemi, hai raccontato tanto degli animali che lui è rimasto indietro per barattare del cibo per i lsuo zaino..."

"Ma..."

"non farebbe male agli animali, sa che lo linceresti se non peggio..." le disse ma venne interrotto.

"Proprio così! Mi hanno fatto penare parecchio. Per fortuna hanno sbavato un pò fuori ma sta bene..." disse un uomo che apparve dagl ialberi in fondo, tenendo a distanza uno zaino da escursione carico di roba e pesante "si sono fregati un sacco del mio cibo migliore, temevo anche che mi addestassero il culo, l'ho temuto, ma per fortuna per voi erano pacifici... si sono però bituati troppo all'umano e agli oggetti, ho mtemuto di doverti chiedere di andar tu a prenderlo... Uno di loro mi guardava come se fossi un pollo..." ridendo

"Dubito che lo avrebbero fatto e saresti piaciuto. Loro vogliono sapore, tu sei... duro!" ghignò Kianta all'uomo, che arrivava vicino a loro, alto una testa buona più di lei, scuro di pelle, dal viso affusolato e naso sottile e capelli alla militare, una sorta di giacca di tessuto rigido come preformato con la zip, senza maniche e pantaloni molto larghi chiusi da degli stivali bassi, con guanti da motociclista "fai così tanti pesi che se ti azzannano gli rompi i denti, povere bestioline, non le spaventare..." vedendolo ridere dopo aver fatto una faccia stupita.

"Dovrebbero metterlo nella Georgia Guidestones, quella quasi stella di sopravvivenza che avete riportato qui. Siate coccolosi coi lupi, sono cucciolotti..." scherzò

"Let these be guidestones to an Age of Reason... Lascia che queste pietre guida conducano a un’Era della Ragione" disse Gask, indicando che ne era a conoscenza dalle Lezioni e da una copia presente in una sezione tra il verde.

"Esatto, a causa vostra qui di balla davvero coi lupi... va scritto! Comè che riportano? Che Lei voleva considerare?" chiese Aegeon parlando con Kianta alludendo a una persona che quei quattro avevano conosciuto, ma prima che lei potesse dire qualcosa Gask si intromise di nuovo.

"Uno. Mantenete l’umanità sotto i cinquecento milioni, in equilibrio perpetuo con la natura.. Due. Controllate e guidate la riproduzione in modo saggio, migliorando l’efficienza, garantendo salute e la diversità della specie.Tre. Unite l’umanità con una nuova lingua vivanon dimenticando le vecchie, mai,unendo però i popoli ocn una basica.Quattro. Dominate passione, fede, tradizione, e tutte le cose con ragione sobria e temperata.Cinque. Proteggete tutte le persone e le nazioni con leggi eque e corti giuste, imparziali.Sei. Lasciate il governo interno alle nazioni, internamente ma controllato da uno generale per tutti gi uomini del mondo, e le dispute internazionali da quella corte mondiale per un giudizio equo e giusto.Sette. Evitate leggi futili,poco importanti e funzionari inutili.Indicate ogni cavillo e ogni virgola che possa invalidarle o aggirarle Otto. Mantenete, bilanciati i diritti personali in equilibrio con doveri sociali, istruite e insegnate, sempre ad essere Umani. Nove. Apprezzate la verità, la bellezza, l’amore, cercando armonia con l’infinito senza prevaricarlo o sottometetrlo.Dieci. Non siate un cancro sulla Terra, lasciate spazio alla natura, siate in simbiosi con la natura. Che essa sia il vostro Dio... questa costruzione o posizionata in luogo geomagnetico e con linee che non capito indicata come il centro spritituale o cose simili. Alto quasi sei metri ha lastre equidistanti disposte verticalmente a forma di X, ai cui vertici si appoggia una lastra rettangolare di copertura, sorretta da un pilastro centrale. IN quello centrale come in altri ci sono delle cose strane, ad altezza uomo di quella centrale vi è collocato un foro in direzione della Stella Polare, mentre più in basso si apre una fessura allineata con i solstizi e gli equinozi solari. Sulla pietra sommitale uno spiraglio consente il passaggio di un raggio di luce, nel corso di tutto l’anno, a indicare il giorno dell’anno di non so cosa..."

"Esatto. Sei bravo...Ma non sono questi a rendere il monumento speciae. Oltre le dieci regole o consigli incise a scalpellino e riempite di oro credo in vaie lingue, vi sono uno strumento astronomico, ma non solo. La struttura serve da bussola, calendario e orologio. L'originale deve resistere agli eventi più catastrofici e diventare una guida per gli eventuali sopravvissuti della razza umana...avrebbero dovuto indicare la via per costruire un mondo nuovo, una civiltà che non finisse per autodistruggersi ma fosse a misura del vero Essere umano. E sepolto alle basi delle regole su come trattare animali e regole della sopravvivenza vere e proprie per qualunque cosa. Quella persona la volle qui perchè fosse consultata ogni volta che si pensasse che gli sforzi fatti per il Cambiamento avessero dellec repe, per riavere forza e fiducia ripetendo quei comandamenti come sicurezza di salvare il pianeta, l'umanità vera e un mondo nuovo. Non è l'unico, ogni statua che eisste qui ha delle effigi con elementi simili. Figure drappeggiate o con abiti particolari e con pose predefinite che riportano concetti ed elementi molto importanti. Il Cammino della consapevolezza, così fu ideato da Milan e quella persona, per leggere, riflettere, osservare le opere e seguire un percorso di apertura mentale e spirituale. Molti scambierebbero i giardini o le zone verdi divisi da questi monumetni come costruzione paesaggistica, ma basta osservare, leggere e proseguire per capire che è come un corso multisensoriale. Le piante e i loro odori, i rumori, e via dicendo. Una Comunità di stampo militare che è molto di più. Vi invidio per avere questo posto, visto che Milan se lo tiene caro..."

"Si adesso lo tiene caro, prima..." fece Kianta interrompendo l'ospite "Come mai ti interessa quel monumento?"

"L'abbiamo portata noi a vederlo, ricordi? Molti cimiteri e siti storici,anche abbandonati i ha visitati con noi tra un insegnamento el'altro. Voleva fare come i cinesi. Ricreare parti de mondo a casina loro, sia come parchi a tema con miniature delle città o luoghi famosi, sia come zone a grandezza naturale vivibili. Foto e studio sul campo su un'idea sua visto le suespecializzazioni in arte e beni culturali. Tanto che si sfotteva da sola affermando che si er spaccata la schiena finalmente per qualcosa che poteva sfruttare. Il muro di riscadamento mattuatino è cosa sua, come tutto il resto. Anzi mi sorprese come Milan accettasse di mettere tutte quelle cose, che per altri erano accozzagie di vecchiume e cose stupide da vecchi, ma come sempre non faceva mai cose a caso e studiava con architetti, ingegneri, psichiatri ogni cosa, cos come gli architettu paesaggisti. Capisco perchè Milan volesse fare i lgradasso mostrando tutto quanto, ma farlo vedere a cani e porci significava solo svilire il significato, mostrare solo la bellezza togliendo tutto il resto. E' come un museo senza guide o informazioni per capire cosa si staguardando, lasciando le persone a se stesse, da sole."

"Questo per dire?"

"Che osserviamo da un pò, e abbiamo notato come qui non ci sono attriti, musi lunghi, conflitti..." disse Tenger, fissandola negli occhi.

"ma... perchè, da quanto siete qui?"

"EH, sapessi! Avevi chiesto di analizzare e dimostrarti eventuali falle e buchi senza tecnologia. Eccoci... abbiamo visto gente amicissima, unita, bravi ma poco efficienti nelle ronde e controlli perchè impegnati a parlare e scherzare insieme..." fece l'uomo minuto bevendo.

Kianta fece una maschera di rabbia e fissò tutti i presenti cercandoli in viso uno a uno per poi dire "Per fortuna ho chiesto a quattro persone capaci di verificare le nostre difese senza tecnologia. Che devo fare adesso, visto che si sono presentati belli tranquilli , fino alla scalinata dove vi piace vedere roba zozza? Vi devo strappare a morsi le dita dei piedi a monito? Vi devo buttare in qualche buco lasicandovi lì dentro una settimana? Eh?" alzando la voce "Quanto devo incavolarmi perchè voi la smettiate di vedere questo posto una Comune di persone normali, e non militari come siete? Che cè, state tornando a prima dei cambiamenti, dove facevate cosa volevate basta che per gli incarichi andava bene? Che pareva l'anarchiae poi tutti amici con Milan. Vogliamo tornare a prima? Volete pasciarvi nel fancazzismo, sbattendovene dei vostri doveri, tanto per il Leader è una Comune dove tutti si vogliono bene, coniglietti e prati verdi?Voi siete militari, specialisti, da parte mia non esiste l'abbandonarsi senza stare in guardia comunque, facendo queste figure orrende con ospiti che si sono intrufolati tranquillamente sotto i vostri nasi!"

"Il vostro caro Milan non doveva fare qualcosa tipo civiltà greca, spartana, non ricordo...? per mia mezza fortuna non sono capitato membro del vostro gruppo, il fatto che ci odi un pò mi tranquillizza, anche se ammetto che qui l'atmosfera è davvero buona."

"Ehi, tu stai parlando male del nostro Leader, cosa ti fa pensare che sei ben accetto?" lo affrontò Alaric, scontroso.

"Alaric, non ci provare. Non metterti a fare lo stronzo con persone che rispetto a te sanno lavorare, hanno un motivo per dire certe e sono ospiti... mi auguro che tu non farai la spia a Milan per un parere personale. Ne faccio io stessa, ma sai che odio le spie. Dobbiamo litigare per forza io e te? Vuoi offendere gli ospiti?" disse lei all'amico

"loro non sono ospiti, Milan aveva un motivo per cui non li voleva qui..."

"Già e se non sbaglio io in una certa percentuale la condivido... eppure sono qui. Loro hanno avuto il permesso di Milan per effettuare questo controllo e avete fatto pena! E la colpa non la do solo a loro" indicando gli uomini "anche ai Capitani perchè ogni settimana io urlo che voglioche non si adagino sugli allori, le festicciole serali, compleanno, e quell'altro, risate e beveroni... dovete per forza farmi apparire come stronza nello spremervi per farvi ricordare che avete anche doveri e impegni per il vostro mestiere? Lo capite che siamo comunque un'organizzazione militare e non una Comune di hippie? Devo per forza fare casino e levarvi tutto? Volete deluderci così tanto da riportare una corte marziale totale come negli altri posti?"

Si voltà sempre verso le due gradinate a turno
"Se è questo che volete, fregarvene di quello che è giusto che dovete fare pretendendo di tutto, lasciandovi passare la gente sotto il naso ma lemnetandovi pure, dopo esser stati militari là fuori, che rompo le balle perchè pretendo che siate efficienti e vi meritiate tutto ciò che avete oltre lo stipendio, io me ne vado ad accogliere i miei ospiti e vi lascio nel vostro brodo!... ma se volete continuare con questa roba, benissimo. Io me ne vado, lascio tutto in malora, elimino tutte le attività e gli scopi che sono stati istituiti compresi bagni, barbieri, i contratti con Madame e la finiamo.Poi vi vedrò fumare come disperati le vostre sigarettine o le strisciette bianche per scacciare la rogna che vi era sparita! Non ho alcuna intenzione di esser epresa in giro da nessuno di voi, tutti, perchè volete mantenere cosa qui avete e fuori no, e ciondolare annoiati o svogliati, ritornando a prima. Se volete il pugno duro che vi tiene a posto a pedate nelle balle , potete tornare dai Special Air Service Sas, Navy Seal, Shayetet 13,Alpha Group, Gign, Col Moschin, Joint Task Force 2, Delta Force, Einsatz Commando Cobra, Special Services Group, Sayeret Matkal, Grupo operaciones especiales Maderal Oleaga, settecentosettesimo Commando dell’esercito sudcoreano, tigri bianche, Indian Black cats commandos... e questi solo alcuni. Se addestrarvi e allenarvi settimanalmente per il grosso e giornalmente, per mantenervi meglio de gisuto è troppo per voi, allora tornatevene da dove siete venuti senza ciò che umanamente vi offre la Comune di Milan. E vi avviso..." mentre stava per andarsene ma si voltò si scatto verso le gradinate "se scopro ancora che no nfate il vostro dovere, il più del giusto, non dimostrare di essere meglio che al top, anche visto che non usiamo le qualificazione a punteggi come gl ialtri e continuate a fare i fancazzisti prima che vi mandi a quel paese come gruppo generale, sbatto fuori senza chiedere a Milan quelli che si fanno fregare proprio davanti e vi butto per strada. Perchè se Milan ha permesso a ognuno di voi di far parte di varie elite riunite in una sola organizzazione con degli scopi, ideali di uguaglianza e nobiltà dei membri, per qualcosa di più grande di ciò che cè fuori... allora significa che voi siete come la feccia che sta rovinando l'umanità tutta e dovete sballare. E pii mando a fanculo, lo dico direttamente, tutti quanti che vi autoregolate da soli come prima. Voglio vedere poi voi e il Leader come fate. non siete bravi neanche in un'organizzazione decente, se no nquella base delle bestie che seguono il più forte.... se vi va bene così spedisco nello schifo là fuori chi ha solo il "me stesso" come valore e vi ritrovate con tutto smantellato e disdetto e a girarvi i pollici. Poi vi farete le cannette per scacciare la merd che vi rinasce dentro e riderò... perchè mi sono rotta gli zebedei a vedere imbecilli che si comportano da imbecilli nonostnate ciò che hanno, le opportunità e tutto, mentre lo schifò là fuori dilaga... quindi state in campana che vi osservo, perchè da domani le cose cambiano e loro, queste persone che il vostro caro Capitano Alaric ha offeso, saranno i nuovi istruttori e Guardiani. E riderò quando piangerete per esservi fregati di tante cose pretedentendo...Ragazzi, andiamo. Mi hanno già rovinato abbastanza la serata. Come si fa...hanno avuto rispetto, tante cose e l osapete... non veedre entare quattro soggetti visibili a chilometri di distanza..."

"grazie bimba, ora so che sono come un camion della coca cola ella pubblicità, la notte!" disse Tenger mettendosi in piedi e camminandole vicino

"non era un'offesa, ma se non vedon ovoi che siete... particolari, immagina con gente normale. O siete voi troppo per loro o non mi spiego!"

" Non siamo tutti uguali, avranno bisogno di lavorare molto..."

Kianta sbuffò, andandosene e fregandosene dei discorsi che si levavano alle sue spalle, anche chiamandola, lasciandoli nel loro brodo, mentre i quattro la seguivano per la cena tutti insieme.

"Ma quelli chi sono?" domandò Gask a Jd

"Vieni, devo controllare chi cè di ronda adesso in tutti i perimetri e capire come sono entrati, perchè domani accadrà il disastro...e ti parlerò di loro, perchè se è vero, saranno con noi da ora in poi. E poi domani ci sarà la festa e verranno i ballerini di varie discipline, tra cui l'Ats tribal fusion e tribal -ma che cavolo dic -lavorando -quella donnaccia quello stronzo e altri epiteti che non ripeto -no , ho capito fermati non farlo che rispetto a te mi fa fare soldi -e secondo te a quell icome lui che facciamo capirai , scapperanno -fare se tu fai io allora faccio questo che vuoi fare pareva simile -vabb il sanguinamento è naturale trovo normale che vado in bagno o nelle docce e non bado cosa capita a terra -genitori-cos ì epr come ero ho trovato questo elemento cos pi igienico sicuro facile da far paura e sostenibile di quelle schifezze se posso io pu chiunque style  e... chi viene, quelle wildcards Ats e quelle del ghotic? E il ballerino famoso Luy Romero del Campinho 2012, e ci saranno altri ospiti proprio per lui... Comunque ci sarà ancora più casino perchè verrà di nuovo anche quella in blu dell'altra volta ti ricordi?"

"Ah quella che danzava in quel modo facendo da testa ai gruppi... e cosa cè di terribile?"

"Che ci sono anche quei quattro e Milan non cè...ci sono persone che lei conosce di quelle discipline per questi artisti e... e ci ismao fatti fregare dai migliori che Milan odia... un casino!"













-a me non è sembrato="">-se mi dai pi roba stasera ti offro la cena e parliamo di una cosa importante=  ">-vieni me po 'nel crepuscolo notte d'estate raccontami storia poi mai raccontata in passato riportami dove nati miei desideri chiave aprire nelle tue mani paradiso nel vento impetuoso con ninna nanna terra miseria segno porta mistero dignit sto vagando verso basso cercando sole segreto fanatici trovano cielo nella tempesta auguri distruzione ninnananna la rinascita pu nascere dopo incendio senza una situazione particolare mondo continua perseverare nell oschifo ora è tempo del troppo presi da quadre calcio attori cantanti speculato preso delle cose importanti mi sono schifata dei fan quanti spesi un imprenditore d'informatica carit ne sapeva nuovi telefoni sempre alla fine pensato ai gloria memoria a chi penicillina cure mediche scientifiche non sanno di ada lovelace i padri della programmazione ce permesso cosa hanno li ricorda ma ricordano uno spillato loro soldi fregandoli pure inutile fai quella faccia preoccupata jd sia come consiglio io o vuole fare milan cambiamento deve avvenire troppa gente ha sofferto soffre soffrir se nessuno far nulla sar solo colpevolizzato , schiavo e tutto ci che sapete per il vostro lavoro siete militari queste cos eper voi dovrebbero essere facezie giusto= ">

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Capitolo 29
*** 25.5 ***


25.5 Un anno e nove mesi prima


"E' questo che combinate quando vi girate i pollici?" disse Lia col broncio

"Sempre così! Ci rilassiamo, noi..."

"Non fate un ciufolo qui, bugiardo! A parte girare come topi in quel campetto per le esercitazioni, non fate nulla, vi ho visto oggi!"

"Sei arrivata ieri e già sai?"

"Vi ho visto! Se non vi guardate i muscoli, no dite cavolate e bevete come spugne, non fate nulla di interessante. E a quanto ho visto, quello che ho detto ieri è servito a poco!"

"Sei sicura..." rispose lui con un tono che sembrava dire più-a me  non  è  sembrato >.

Si erano avventurati al lato est delloChateau, dove cèrano le cucine verso est per affrontare la foresta di quel lato. Jd aveva detto che cèra un posto che non aveva ancora visitato. Erano alla fine del pomeriggio, dopo la visita a David.

"Non so cosa sia accaduto con David ma Milan è al settimo cielo e ti ha già confermato la stanza, e ci ha letteralmente obbligati ad essere tuoi istruttori per insegnarti tutto! Vuole che registriamo letteralmente ogni seduta e risultati, da mandare a David, non so perchè, ma così ha detto. E inoltre..." proseguì mentre camminavano in un sentierino di acciottolato a segni geometrici che aveva visto tempi migliori, per ebacce e terra che a volte che quasi coprivano i ciottoli "Ha ordinati, letteralmente, che tu non uscissi mai da qui..."

"bene..." disse lei ironicamente

"...intendisamoci, il motivo è lecito. Tu, di base sei... morta! Per cancellar molti collegamenti col tuo passato dovremmo innanzitutto togliere quella cicratrice dalla fronte! Quella linea di due centimentri pare che non si noti, ma è più bianca di te! Alaric ti chiama la mozzarella di bufala..."

"Che onore! E' bona la mozzarella di bufala! Fosse stato il caffè mi sarei offesa!"

"Sai che se la dici davanti a persone di etnia più oscura si possono offendere? Sopratutto se non sanno che tu odi il caffè, anche come odore e ti vogliono far nera..." ridendo di gusto alle battute, parlando in italiano "Comunque, quella e le altre vanno eliminate..."

"Anche quella alla gamba sinistra?"

"Se intendi il taglio poco sotto il ginocchio si... non si sa mai che qualcuno lo sappia e poi , come hai fatto anche a farti quei segni sulle ginocchia?"

"Non credo che quelle piccole le conoscano, quella sotto il ginocchio me la fece mio padre con una pedata all'indietro col tacco. NOn volevo uscire mai con loro anche da piccola, erano solo fonte di vergogna per me per cosa dicevano e facevano e ho sbottato, così lui incazzato ha colpito a caso con la scarpa all'indietro, che salivo dietro di lui , e mi ha colpito là. Avevo ancora quei pantaloni tipo da completo sai, quindi osttili invece dei jeans, e il tacco non so come mi fece quel taglio. Mentre le ginocchia per andare in bicicletta. Per me er aun modo per stare lontano da casa ma non è che le strade fossero così ben messe. Così capitava che cadessi sulle ginocchia. Ricordo ancora il fatto dei cerotti per le ginocchia, quando la dottoressa mi spiegò che erano come gli assorbenti, appena erano visibilmente pieni di sangue andavano cambiati. E io che odiavo già quello schifo dell'essere donne odiai più e più tutto quello. Com mia madre che urlava perchè mi riducevo come me non doleva, perchè le altre appaiono sempre magnificiche, diceva. E poi smisi di uscire con la bici perchè avevo iniziato a odiare l'aver a che fare con la gente, altri del vicinato della mia età o di poco più grandi e piccoli che volevano provarla, fare, dire, altre persone... poi vidi che passavano alcuni miei compagni da là quando uscivano e basta... non sono uscita più. Già non cèra nulla di interessante, poi mi diedi al pc. Le cicatrici quindi sono per la maggior parte fino a max tredici anni. Quelle alle mani per il tagliare la creta artificiale Degas per i lavori quando potevo. Non credevo però che andassero eliminate, voglio dire..."

"Almeno quella sulla fronte, ma il problema non è solo quello! E' che il tuo viso non è comune o passa inosservato. Ecco il problema. Tu non hai fattezze basiche o che si amalgamano a quelle delle altre. Sai meglio di me chelà fuori sia per abbigliamento, trucco e parrucco le donne a volte si somigliano molto, a meno che come te non usino un trucco non invasivo. Milan te lo ha detto che odia il troppo trucco? Sopratutto le donne che appena si lavano la faccia sembrano un'altra persona. Una volta se ne è uscito dicendo che gli sembrava di scegleire un Dottor Jekyll per trovarsi poi, se la tiene anche la notte permetendole di usare uno degli appartamemti, un inquetante Mister Hyde" provcandole uno scatto di risa "Ah, sai chi siano, meglio così! A volte con alcune bisogna spiegare ogni virgola, come dice sempre lui. Comunque tu non ti amalgami alle persone e non per quello che stai pensando,ma la faccia. Non parlavo di quello che ti diceva prima la gente , ma dal fatto che non hai un viso appunto che si mischia agli altri. Ci sono casi di perosne che vengono scambiate per altre perchè hanno molte caratteristiche comuni, anche per abiti e capelli. Ma non tu. Sei facilmente ricordabile..:"

"Capito"

"NOn so qui come ti troverai ma... se hai deciso così, di accontentare Milan, spero che tu non abbia rimorsi per ambientarti in un luogo militare..."

"Non è che prima stessi meglio... Non mi piaceva stare in famiglia. Per lavarmi dovevo fare i salti mortali. Ho inventaot la tecnica delle tre spugne per essere ben pulita sopratutto d'inverno, che da gelo, ma ci mettevo mezz'ora o più! Come sia fattibile secondo il tuo cervello che una persona con i miei problemi e malattia farmi lavare in quel modo, sopratutto per le idiozie in cui credevano!...hanno speso soldi in medicinali che mi hanno solo rovinata nel fisico, lì andava bene perchè speravano che come con le preghiere, bastava questo e tutto si risolveva in uno step. Vedere, ancora di più ascoltarmi, e capire che il problema er apiù grosso e cèra altro da fare no! Mi buttavano addosso pure acqua benedetta o santa che tenevano in casa e facevano ogni anno perchè mi aiutasse! Questo andava bene, vedere che una eprsona soffriva, mettere elettrodomestici che aiutavano, lavarsi in modo decente, esser epersone corrette no... quindi quali problemi ti fai?"

Si ritrovarono in una radura dove il gruppo dei veterani stava seduto su un cerchio di pietre e cemento, con al centro un braciere. Era scavato di unpò, il fuoco quindi era stato acceso in questa buca contro il venticello, consopra delle griglie con vari pentolami a cuocere.

"Ma..."

"Ti piace? Questo posto viene usato di solito d'estate o come ora i primi d'autunno. Ma essendo più vicino alla foresta e poi al laghetto delle lucciole, peferiamo che non facciano casini fin qui dentro se non per motivi di religione o festa."

Lubo, Alaric e gli altri stavano là a riscaldarsi e discutere. Quando il secondo la vide e sbuffò, lamentandosi dell sua presenza, Lia ghingò e si atteggiò da regina salutando tutti tranne lui.

"Che caruccio che sei, ti preoccupi molto degli ospiti che sono spaesati e non a loro agio, in una strana Comune che pretedende di essere militare..."

"Tu, non a tuo agio? Ma se ieri ti sei coalizzata con tutti i dinosauri che stavano con noi come specialisti ed esperti solo per le pianificazioni, pretendendo che si riportino le cose alla maniera corretta!"

"Avevo fame, ho visto che questi tizi avevano roba fresca di giornata, vi ho aggiunto lo schifo che ho notato che non è da militari...Ho fatto una scelta. ho pensato che fossero i primi, proprio loro, a un ritorno a una forma rigida e seria militare, visto che i giovani che facevano stronzate..."

"Hai barattato le cose che ci andavano bene per del cibo..."

Lia fissò Alaric, mentre Jd le diceva di sedersi su tronchi che erano stati scavati a panca con schiea a L. lei si sistemò, squadrò di nuovo Alaric e rispose.

"Io non ho barattato nulla, almeno non quello che dici. Io ho chiesto in primis se volevano scambiare i loro prodotti freschi per una cena decente come ospiti, che magari non mangiavano da secoli altro che carne abbrustolita. Inoltre trovo assurda l'idea della Comune a meno che non sia gestita in un cert o modo ed ecco perchè ho approfittato di loro per girarmeli come volevo. Dovreste ringraziarmi....Visto lo schifo in busta che mangiate alcuni di voi..."

"Siamo militari, siamo abituati" disse Jd, posando lo zaino che aveva portato per utto il tragitto, uscendo roba

"Ma questa non è una comune? Voglio dire, di solito di queste congreghe, per ora le chiamo così, ci sono settori di lavoro in cui la gente può entrare e fa il suo dovere, dividendo tutto il ricavato, compreso il risultato del cucinare. Di solito non si mangia ognuno in casetta sua, ma in tavolate lunghe dopo che la gente ha sgobbato per preparare per tutti. Perchè voi non lo fate? Avete quelle cucine in acciaio intonse che solo quella... usa per cucinare a Milan. Chissà perchè poi..."

"Non so molto di lei, so solo che è una di quelle fedeli segretarie che non esistono da tempo, e di cui puoi fidarti ad occhi chiusi. E cucina per lui da quando nessuno voleva cucinare per centinaia di persone e chi si cimentava era... lascia stare. Trovare uno bravo che cucini tra militari pensi sia facile? E così si è deciso per le razioni, che non sono male..." vedendno però guardato male.

"Ma scusate, lui ha cercato la gente migliore là fuori prendendovi e portandovi qui, che ci vuole a trovare un cuoco bravo?"

"Vuoi sapere la verità?" fece Alaric di colpo "e te la dico io. Ci sono due punti per cui lui non ha voluto più una cucina funzionante e noi dobbiamo mangiare quella roba o qualche cosa dal barbeque dei ragazzi, quando lo fanno. Primo. A tutti quell ia cui ha chiesto, cuochi più o meno decenti, si è sentito dire che no, lavorare in un'organizzazione con le nostre regole significava non vedere più nessuno, non sentirsi libero e stare in soggezione per qualunque cosa, perchè alcuni hanno detto proprio che è solo un rischio lavorare per dei militari per giunta segreti, di cui no nsi sapeva nulla. Secondo. Doveva esserci una buona ragione per cui mettere uno chef o cuoco capo e poi tanti al suo servizio, senza temere qualche avvelenamento o che fossero di chissà che gruppo in incognito. QUindi quale era la scelta migliore? Mangiare roba già confezionata che si vede se è manomessa..."

"Tranne lui" fece lei, amaramente

"Devi anche capirlo, non molti da questi cento anni ad ora hanno più molti valori come un tempo. Vuole gente di cui fidarsi ma non è ormai facile. Tutti felici di andare dove il denaro li porta..."

"mh..." fece lei ascoltando Jd "allora ne troverò uno e poi tutti i nanetti tipo biancaneve come i fedeli assistenti al seguito, per le pulizie... Milan ha detto che per la Raccolta è d'accordo, quindi..."

"Cosè che vuoi fare? Dove lo trovi un cuoco bravo e fidato di questi tempi? Cosa sai che combina?"

"Vuoi davvero dirmi che dei militari hanno paura di un mischia di ingredienti di uno, senza pensare di osservarlo tramite spie travestite da sguatteri e telecamere? Che tristezza e voi sareste dei professionisti..."

"Siaom militari, non spie al ristorante, che credi..."

"Ragazzi, io ieri sono andata dal Vecchio come lo chiamate, gli ho chiesto i frutti dei suoi animali e orticelloper qualcosa di decente, visto che erano freschi che neanche al supermercato e gli ho detto chiamaramente se mi  dai  pi  roba  stasera  ti  offro  la  cena  e  parliamo  di  una  cosa  importante >... lui invece mi ha detto parlaimo ora di questa cosa e dopo ti rispondo per l'invito. Così mi sono seduta e gli ho esposto cosa pensavo di questo campo rom che nenache le baraccopoli dei poveri disgraziati in fuga... avete roba strausata e non riparata, messa male, che ha visto giorni migliori nella guerra quindici-diciotto. Quando ha sentito me che come lui e altri volevo sfruttare l'Accordo con Milan per sistemare un pò 'sto bordello, hanno deciso di accettare"

"Tu sei malata. Eravamo tanto contenti che non stavamo più in un rigido protocollo militare dove eri un oggetto, un burattino..."

"pensi davvero che sia solo questo? Credi che Milan voglia accantonare la sua idea di Comune a stampo militare, solo perchè io vedo gente rammollita che si bea al sole? Quello non cambierà, ma tutticollaboratori anziani che avete qui sono dalla mia parte per rivedere questo molto più organizzato, con la testa sulle spalle, e cè di più! QUi voi non siete per un ideale, un sogno, una desiderio, uno scopo che si unicsa davvero al Cambiamento. Siete persi quanto me e non ve ne accorgete, strisciate come me ogni giorno aspettando la pagae quei pochi passatempi che vi date. non vi fate un pò pena da soli? Inveec in quei vecchi, vecchi per modo di dire, avere più di trent'anni non vuol dire essere vecchi. Cè quel tizio con la barbetta di cinquatacinque che è più visto e acuto di me... comunque tutti loro hanno più lucee forza, volontà e desiderio negli occhi di tutti voi che avete usato l'accettazione di ogni cosa pur di andare avanti. Andiamo ditemi uno, solo una cosa o un desiderio che volete realizzare seguendo l'ambizione di Milan. Fatemi vedere che anche i vostro occhi brillano nonostnate tutto!"

"Tu sei fuori, te lo ridico.. Ma poi chi sei, chi ti vuole, cosa ci fai qui?" sbottò Alaric dando una pedata alla terra che un pò volò sul fuoco facendolo crepitare

"Io sono... niente. Io sono nulla. Eppure a quanto pare per Milan e David io sono un'ottimo elemento per quei test. E dico, e ripeto, se NON fosse stato per quei test io stessa sarei stata nulla anche per voi. Per qui. Ecco la verità! Eppure qualcosa mi ha detto rigirati le cose atuo vantaggio...Dicono cheposso fare qualcosa invece di andarmene subito e basta. Hanno messo di mezzo di nuovo come nella Sala con voi quel tizio che è morto, come se fosse colpa mia e gli debba qualcosa. Al solito senso di colpa a go-go. Ma non è stato quello a farmi decidere di restare..."

"E allora cosa. Ti ha promesso gioielli? A proposito cosa porti addosso? Un altro diamante che vale pi di tutti questo? Perchè ti da diamanti?

"ma ti calmi?" urlò lei vedendo ALaric come stafatto, fuori di testa "E' solo un gioiello con una labradorite bianca! Non vale nulla secondo quelli come te, che amano i brillocchi!... le aveva Milan tra le sue cose, quelle che no valevano niente perchè giustamente ti danno tremila cose come pagamento ma tu vedi dei magnifici moostone e dopo che te li hanno valutati, li butti in uan cassetta di sicurezza perchè non meritano... Lo strozzerei!"

"Non credo di aver capito..."

"Jd, ma tu non lo sai?"

"Si, so alcune cose, ma ovviamente non tutto.Quindi quello era in una cassetta di sicurezza?" guardando quel grosso ciondolo che sembrava antico con una pietra tonda quando l'unghia del suo pollice che mandva bagliori azzurri su fondo color latte.

"Si, quelli che valgono poco a suo dire, o li fa smontare per ricavare come in questo caso cose più piccole come doni, oppure li tiene conservati per chissà cosa... un vero peccato, a quanto pare questo era il centrale di una collana pettorale stile egizio per farti capire, e or è solo questo. Siccome ho dovuto lasciare tutto, tutto nella borsa, non avevo più nulla. Avevo pensato di togliermi i giorielli così nel caso se qualche idiota finalmetne mi aiutava, non potesse derubarli, nascondendoli in un punto che poi la polizia avrebbe trovato..."

"E dentro la borsa vi erano i documenti e tutto ciò che avevi indosso..."

"Io non esco mai, quando lo faccio e solo per andare dai dottori, usando la borsa. Se qualcuno mi conoscesse davvero saprebbe che io NON sono una persona che gira con le borse ma, se capitava che per impegni loro mi dovevano lasciare a casa velocemente dopo, sapendo che mancavano massimo un ora, vermanete sempre e solo un'ora, io riuscivo appena se ne andavano e mi facevo due passi per gli unici negozi vicinissimo girato l'angolo. Supermercato, un cinese e un negozio di casalinghi. POco più in là una gioielleria. Io la borsa la tenevo sempre e solo per quei momenti veramnete sporadici. E ci mettevo dentro quelle quatto cose che potevo prendere a 1 uero, se mettevo da aprte dai soldi dei nonni, perchè al solito non mi davano mai nulla e se chiedevo soldi, anche alla mia età, dovevo specificare per cosa e sempre più spesso mio padre mi accompagnava dove dovevo andare, scendeva e stava dietro di me finchè non finivo di comprare. Siccome non mi conoscevano mai, a aprte gli antidolorifici e una bottiglietta d'acqua, l'igienizzante e un cappello, non cèra dentro nulla. Sai, era brutto tenerla proprio vuota a far venire loro dei dubbi. Ma ieri ho deciso di togleirmi il mio orologio scheletrato, i miei braccialetti, i miei anelli e orecchini e cosa tengo sempre nelle tasche, per metterli al sicuro. Alla fine mica, con la tuta del vosttro amico, potevo uscire con la borsa a tracolla. Mi avreste sgamato..."

"Ehi, avevi detto che era successo tutto di fretta, che avevi agito d'impulso..." fece Alaric sorpreso

"Vero, me ne sono accorta appena dovevo mettere il casco. Ho guardato la borsa e ho capito che dovevo fare due scelte, continuare cosa l'istinto mi aveva fatto fare e finire la cosa, oppure tornare al prima e alla disperazione, tenendomi gli oggetti a cui tenevo che indossavo sempre e trnando in quel posto che chiamavano casa. Alla fine mi sono messa il casco..." disse lei gardando il fuoco e Jd disse.

"Milan ieri disse che non hai fatto altro che seguire cosa sei, che il tuo vero io è venuto fuori facendo stramazzare a terra quell'idiota imbracciando la sua arma per sterminare quella gente. E poi dopo aver incontrato noi è stata tutta in salita. Seppur non avevi motivi, tu danzavi con la morte per raggiungerla, ma poi te ne sei allotnanata alimentata da qualcosa, quella cosa che ti ha detto no, rialzati e agisci. Quel qualcosa che non ti ha permesso di farla finita tante volte..."

"Non ho mai fatto le cose come gli altri, provando e provando, per il semplice fatto che so bene per la mia sfiga che qualcosa sarebbe successo, che avrebbero capito fermandomi in qualche modo...non per la mia disperazione e il mio vuoto cosmico per cosa non erano riusciti a fare come guide di vita, ma perchè io fossi malata e quel gesto era come per tanta gente che per un momento no, fanno quella cosa. prima volevo andarmene senza soffrire, con davvero qualcuno che mi volesse bene al fianc, o che mi salutavae si assicurava che io morissi veramente. Che mi accompagnava sulla Soglia, sapendo che era questo che volevo. Dopo quei due ho deciso che no, ero sola e sola restavo, ne a nessuno importava della mia felicità prchè ne prima e ne dopo, cè mai stato qualcuno che facesse qualcosa perchè sapeva che sarei stata felice con quel gesto, quella cosa... volevano sempre tutti che iocontinuassi, sempre buonisti del cavolo, eppure in questi due giorni ho visto solo che con tutto ciò che Milan ha fatto e mi ha dato a disposizione "toccandosi il ciondolo e pensando allas tanza, al cavallo, alle cose bellissime che cèrano in quel posto "non provassi nulla di... felice credo! Stupita, stupefatta da cosa non vedevo di bello da tanto tempo e lo avevo invece d'innanzi, ma anche avendoli in mano come quegli orologi, o quel cavallo, o quelle stanze come piacevano a me di legni itnagliati, rilievi sui soffitti e mobili di quel tipo, solo per due esempi... in verità dopo quel quacosa che provavo per veedre tanta bellezza... non restava nulla. Ancora e ancora non riuscivano e non riescono a farmi desiderare di restare. Se cè davvero quel qualcosa che dici tu che mi fa continuare ad andare avanti, è olo un briciolo di autoconservazione per non soffrire. Come i tentativi. NOn mi fanno bruciare di vita. E inizio a credere che io sia corrotta così tanto che l'unica soluzione è andarmene. Perchè se non so che fortuna mi ha portato qui, allo stesso modo com sa mi piace proprio in mio pugno, sono l punto di prima. E.. allora cè poco da fare. Ho desiderato tanto farla finita ma in modo che sembrasse un incidente o qualcosa fatto dal di fuori. Per allontanrmi dalla paura di esere fermata, scoperta... La paura di qualunue cosa potesse rovinare tutto e io costretta a stare in mano ai medici. A giudizi senza neanche conoscermi e capire. Ancora adesso, dopo le promesse fatte prima a Milan e David non sono sicura, ma secondo il vostro Leader io posso aiutare prima di andarmene come voglio, in molte cose. Anche far soffrire come mai in vita loro la feccia che serpeggia in questo mondo. Mi ha detto che quei macchinari possono dar corpo, come quella prova inaspettata, ai miei incubi e che lui può renderli reali contro lo schifo. E inoltre..."

"Cosa ti ha detto" domandò Jd, osservando la carne che ancora friggeva quasi nella padella sul fuoco, mentre tutti la stavano solo ad ascoltare

"Mi ha detto che seppur non voglio pensarci, ho un debito per il vostro amico. Che la sua fine era stata un colpo improvviso abitudinario di proteggere e fare il suo lavoro, che il suo tremare mentre mi guardava ma on riusciva a sparare, ha fatto si che io arrivassi fin qui per fare la differenza. Quella che lui non poteva fare. Che seppur non posso essere una militare perchè ci vorrebbero anni perchè sia pronta come voi, posso rendere qualcosa e non vano il mio continuare per lui, quello che è mnorto per un atto di eroimo, e per chi ha subito devastando chi la lo schifo. Vendicandomi su questi tizi. Quei macchinari di David, le stoddarde, la Draper potevano farmi raggiungere l'obiettivo che gli Dei non hanno fatto..."

"che gli dei non hanno fatto?" ripetè Jd riflettendo.

"Milan nella discussione di oggi ha detto che io avevo chiesto a ogni Dio conosciuto, così nel caso uno giusto e vero lo beccavo, di fare lo scambio, di dare il mio corpo e la mia vita a qualcuno che meritasse di ritornare o che la potesse vivere come non aveva vissuto la sua, prima. Che non fosse sprecata ma anzi valorizzata perchè non era per me. Semplicemente. Ma se nessun Dio ha fatto nulla, allora perchè non sfruttare le macchine di David per questo? Una vita per una vita. E' questo che pensavo metnre lui parlava. IN verità lui diceva altro, ma allafine mi sono accorta che l'idea la potevo rigirare come volevo io. E quindi, perchè non fare una sorta di partenogenesi come quegli squali negli acquari che figliavano senza compagni? Ma in un modo tutto... umano!"

"Non capisco che vuoi dire. Tu stessa hai detto che non sei tipo ne intendi fare figli, giusto?"

"Non nella versione classica sessuata. Ma ricordi cosa ti dissi mentre aspettavamo i tuoi amici in quella stanza? Che per me i figli non sono quelli che generi tu dai gameti, ma quelli a cui dai un pezzo di te, il tuo vero te, perchè continui in loro. Figliando nel modo classico si usa i metodo sessuale, ma così non sei TU, ma una continuaizone genetica di gente che nessuno ricorda o conosce, a meno che tu non abbia un albero genealogico e fonti per ricordarli. Tu sei qui" toccando la testa "ma quando fai figli questo si perde perchè come epr il mio caso, non tuti i figli vengono com te e come fossero Mini Me in tutti gli aspetti. Gente come me potrebbe ritrovarsi figli di merda mentre gente di merda gfa figli che si lasciano educare nei modi sbagliati. E' un terno al lotto... Un figlio deve essere cresciuto in un certo modo o viene una merda umana. Sei diverso, un'anima diversa. Esattamente come i cloni. Condividi la genetica ma non ciò che sei veramente. Ma con gl istudi di David..:"

"Camla, ti sto seguendo sempre meno. Ci sono con il fatto dei figli facendo sesso, che però i figli poi non sono identici a te come testa perchè come sepsso accade sei diverso in molte cose dai membri della tua famiglia, e questo crea conflitti. E ok... il fatto della partenogenesi so cosè e come avviene, ma non capisco cosa collega il lavoro di David..."

"Tu sai dei test di David per ridare la mente alle persone che l'hanno perduta, no? Ai vostri ex commilitorni in giro per il mondo e i loro problemi..." disse a Jd seria, mentre gl ialtri ascoltavano solo

"Certo. I danni neurologici molte volte non sono perdita di materiale cerebrale , ma comunque non vi sono più..."

"le sinapsi o collegamenti, quei filamenti che sono anche il ponte per collegare le aree del cervell oe richiamare ricordi, memorie, infomrazioni.. detta in maniera spicciola. Se David usa questa tecnologia per resettare i cervelli e ripristinare una versiona di poche decine di megabyte, che è il peso in dati di un cervello umano, perchè non usarla per scambiare una vita con una vita?"

"EH?"

"Vuoi girare a tuo favore il volertene andare, non sprecare cosa ha fatto il nostro amico per te, sacrificando te per una vita nuova. Uno scambio senza perdite materiali..." disse Lubo come se avesse capito.

"SI!" urlò lei indicandolo con l'indice "Io voglio andarmene. ma non significa ho pensato oggi, vedendo il lavoro di David, farlo fisicamente perchè significa dar retta agli imbecilli che pensano che basta che respiri, non importa in che condizioni mentali e fisiche sei, per loro la vita è sacra anche se sei un vegetale, un demente che non capisce nulla o altro. Puoi essere in una gabbia medica per qualunque patologia e non poter parlare o se puoi, non faranno nulla per te. Basta che respiri. Se io me ne vado come voglio, questo corpo non respirerà più, ma se sfrutto David tramite l'Accordo come ho fatto ieri e confermato oggi, ho pensato mentre guardavo il suo lavoro, che posso dare una nuova vita a qualcuno che verrà dopo di me, senza smettere di far respirare questo corpo, dando letteralmente possibilità a un'altra persona che nascerà dopo di fatto, facendo quello che nessun Dio ha fatto perchè non esistono! Una nuova vita, una mente da zero, senza dar retta ai buonisti. E' chiaro. lampante. Così semplice e sarei anche nel giuso!"

"Mi fa paura come quel matto coi ricci del film frankenstein junior... cosa devo sentire" sbottò Alaric quasi schifato.

"Ma come, non sei contento? Io me ne andrò. Ma farò una cosa buona...."

"E perchè restare per aiutare Milan nei test senza fare tutto 'sto casino è troppo? O sei troppo sopra tutti per non..."

"Alaric" lo apostro Jd er poi parlare a Lia "E' davvero questo quello che vuoi?"

Lia rimase a rifletter un pò, mentre i ragazzi spadellavano il cibo,che stavano cucinando, mettendo poi le caraffe di caffè turco sopra la grata

"Si..." disse alla fine assorta "andarmene semplicemente perchè questi ricordi così dolorosi non mi lasciano pace, non ho stimoli dal crearmi scopi o motivi per vivere, e questo per me è male. Chiunque nella propria vita si crea, cerca, raggiunge o li vede da lontano scopi, motivazioni, i perchè loro continuano e perseverano. Se fosse stato tempo fa, prima, se quel giorno di ieri fosse accaduto prima, allora sarebbe stato diverso. Non provo più nulla e ne sento nulla di positivo in nessuna maniera, neanche ora che Milan per accontentarmi e farmi rispettare l'accordo, perchè l'ho capito che è per questo, mi ha dato e promesso ciò che mi paice e vorrei. Sono contenta di questi orologi "guardando l'orologio scheletrato argentato al polso "e questi oggetti in labradorite bianca spacciata per moonstone. Ma in realtà è labradorite bianca e punto. Io che ho studiato pietre e minerali, li ho raccolti come potevo ma ne volevo di pregio, so riconoscerli. CHi li vende o li tratta o è ignorante come ho scoperto, oppure lo sa e vende a prezzo maggiorato la labradorite con riflessi blu come pietra di luna, senza preoccuparsi dell'ignoranza della gente. perchè per far eun esmepio, io quando ho visto quest apietra come la ladradrite normale in quei gioielli, l'ho riconosciuta subito. Ce ne vuole scambiare l'adularia detta anche pietra di luna per la labradorite, ma la gente è scema. Ecco cosa porta l'ignoranza. E vorrei che l'ignoranza non esistesse più, che la conoscenza, lo studio non sia cosa è diventato per le nuove generazioni....Sol oche Milan mi ha dato questo e altri gioielli con le mie pietre preferite come fluorite, labradorite grigia, fire e bianca, occhio di tigre blu e altre anche perchè qualcuno non si sta zitto!" guardando male Jd.

"guarda che non è colpa mia, voelva un riassunto veloce sia prima che uscissi, che quando stavi camminando per andartene e siccome è lui, non ci ho pensato! Capisco che anche per il diamante..."

"Tu lo capisci che lui adesso, per la sua fissa della magia e simili, vuole farmi provare le pietre e altre cose, per capire se davvero ci riesco? Anche il passaggio di energia e la guarigione... stai un pò zitto! Io ti avevo raccontato quelle cose perchè già mi vedevo poco dopo andata, muerta, adios ect ect. E invece adesso mi trovo a sentire Milan che è appassionato di cose magiche e spritiuali, che vuole cambiare il mondo per renderlo non solo eguale ma equo. Che sono due cose diverse..."

"A me sembra la stessa cosa..." disse Alaric mettendosi in mano un piatto con la cena

"uguaglianza significa dare alle persone le stesse cose, ma questo non tratta le differenze e condizioni di quelle eprsone, mentre applicare l'equità permette a tutti di ricevere la stessa cosa pareggiando ma valutando le diffrerenze e appianandole. quello che io ancora non capisco è ocme lui voglia fare un'unione dei paesi in unico solo, tenenrli ossia con gestione locale ma con un nucleo centrale del Consiglio, cancellando tutte le leggi di prima mettendone nuove perchè tutti abbiano stessi diritti, doveri, possibilità...non calcolando tutte le variabili e la natural umana..."

"Che vuoi dire..."

"Che cè molto dietro una costruzione di una società che forse non avete idea veramente e ne avevamo parlat alla Sala, ma forse se domandi, ho la vaga imprssone che non hai capito che è molto diverso da ciò a cui siete abituati..."

"Parliamone un altro giorno, ti prego. Non vogli osapere Milan cosa vorrà fare..."

"E perchè" domando a Jd che faceva questi discorsi "non ti riguarda come sarà il mondo che vuoi cambiare?"

"Lo hai detto tu ieri nella Sala. le persone come chi mi ha spinto ad esser eun militare e molte altre, come cambieranno, dentro? Cambiare i cuori non è possibile, facile se si vuole fare come una legge. Perchè la gente deve capire, non seguire perchè si dice che non si fa. E' chiave portare il cuore della gente a vedere e capire invece che pressarli perchè seguano. Così come è corretto che loro capiscano sulla loro pelle e su quelle di chi amano cosa significa fare quello che credano giusto e invece è sbagliato..."

"Si, detto ieri. Sono sicura che sia corretto così. Non diveranno delle vittime come temevi. E' dalle esperienza di prima pelle che si comprendono le cose. Quante volte si è sentito quella persona o quell'altr dire che capivano davvero come si sentivano gli altri per cose che capitavano a loro o su chi erano della famiglia, e iniziavano a creare associazioni di aiuto e simili, SOLO perchè avevano provato su di se il significato. mentre prima e a volte dopo, ricadono comunque sugli errori senza crescere davvero, facevano tre voltre quello che capitava a loro. In questo caso è tremendo, orribile, mentre per gli altri è giusto così..."

"parliamone con Milan domani alla Sala, ok? non mi va di discuterne adesso. Invece vorrei sapere da tese cè qualcosa che rimpiangi di quel che hai lasciato alle spalle.."

Lia guardò Jd, riflettendo.

"Sinceramente solo i rimpianti di cosa mi sarebbe piaicuto mangiare, visitare, vivere e non ho potuto. lasciare in quella casa le poche cose a cui tenevo come gli orologi, pietre e minerali, la mia piccola collezione di action figure e la sezione underwater... come per me, io come essere vivente, non capirebbero il significato che avevano per me. Ma che devo fare. O restavo là a sciogliermi piano piano fino alla pazzia oppure seguivo l'istinto. Il posto dove vivevo era arretrato e bigotto molte volte da far paura. Quella gente mi ha giudicata in un modo vergognoso senza consocermi, e mi ha fatto male sapere che una perosna che conosco, brava come i suoi genitori, fosse diventato amico della feccia che andava al liceo con me. QUando mio padre voleva parlare online con il padre per un saluto per le feste ricordo che per caso vidi sul suo social le foto del figlio con quella marmaglia e rimasi male per come erano abbracciati, felici, si divertivano... e sono sicura che è stato influenzato dalle merde con le loro facce di bronzo. Quella feccia era ben vista più di me, eppure non ero niente di ciò che valutavano. Sono diventata così come sono ora dopo e di sicuro passerei per feccia io ma quanto vorrei vederli soffrire e presi dalla disperazione!"

"La cosa buona è che li hai allontanati, capisco che faa male vederli che vivono rispetto a te ma... come loro, come tutti gli altri, il uto pensiero di far comprendere le cose nel modo in cui lo hai esposto... è sicuro? Non avrà ripercussioni sulla metne delle persone?"

"Lubo, guardami e dmmi se era giusto, corretto che io subissi tutto quanto oslo perchè non ero inquadrata nello stereotipo che volevano. Non sarei qui se la mia vita fosse stata diversa. Ho cambiato tante volte, ho cercato di suerare ogni ostacolo e fatto cosa volevano e... perchè io mi sono dovuta rompere così e quella feccia come altra feccia può fare, deve continuare senza subire su di se e chi gli sta intorno lo stesso schifo? E' ora che le cose siamo spalmate su tutti. QUindi no, per me è giusto così, finalmente. O tutti o nessuno. Inoltre si, sono rimasta sola ma alla fine l'ho deciso io. ROu mi aveva fatto tanto male che non lo ha mai capito, ha sempre preteso e ho ceduto due volte anche perchè non ce la facevo più a sentire la gente che e lui che non ero... come le altre. NOn dico che non dovevo affrontare quelle volte, ma ora so che rompere un braccio o due o direttamente strappargli una palla è il modo migliore per vendicare certe cose, o nel caso di cosa abbiamo discusso ieri, di far provare a loro e a chi amano lo stesso che applicano sugli altri. Tanto sono gli altri... questa diea della famiglia che pensa a se stessa, dell'individualismo, del beneficio solo per il mio gregge minchione di sangue deve finite! Forse è vero che la violenza non si ferma con la violenza ma è anche vero che le guerre, tutte, anche quelle recenti, sono state fermate con un bel colpo di spugna facendogli il culo a tarallo a baffetto tedesco, ai re stronzi e tutto il resto. Certo, in alcuni casi è andato a schifo, ma quella è colpa della amsmada di capre e caproni che non sanno cosa significa regolarsi. Ma non sarà così. Subiranno e proveranno, riceveranno aiuto ma verranno portati faccia a faccia con chi ha ricevuto lo stesso male e si insegnerà cosa significa fare sugli altri tanto non è su se stessi. E' ora che i privilegi vengano meno e vi sia l'umana empatia e vicinanza. E i cuori si possono cambiare, se sono troppo aridi si usa il lubrificante..."

"..."

"Sono felice di sser rimasta sola, alla fine comunque...Quello che Zay e Ric non hanno capito, mai, neanche un attimo, è che loro si sono fatti la loro vita, si sono costruiti cose, hanno avanzato nella loro vita. io sono rimasta idem, tale equale a come ero quando parlavo con loro. Ne un passo avanti, ma tre indietro. Per causa mia? No, perchè non mi permettevano nulla. Fu anzii strano che accettassero di mandarmi in Irlanda, fu un evento strano. Ma poi, dopo che io mandai a quel paese tutti e tutte nulla per me cambiò. Ci ho provato. Solo io e chi, se esiste, mi ha guardato sanno quanto ho cercato di lavorare per andarmene, finalmente. Ma nulla. La musica mi ha tolto salute e tutto. Tutti i corsi e specializzazioni fatte non valgono più perchè ormai con lo smartphone il pc è superato. Mi ha detto proprio così una impiegata dell'ufficio di collocamento che, dopo averle detto della mia malattia e che non potevo usare lo smartphone, così come non posso usare bene le posate per i dolori e lo hai visto appena finisce l'effetto, mi ha guardata seria alla fine del colloquio e mi ha chiesto il numero di telefono e voleva altri documetni. Mandameli su quella app di scambio dati veloce. E io le dissi, ma guardi che le ho detto che non posso usare quel cell, non ho quella app. Mi guardò, rise e mi chiese come se la prendessi in giro se davvero non avessi la app. So io come mi sono sentita, come im trattò quella stronza, una che per lavoro doveva aituarmi e capire i miei problemi... sai, quando Ric e Zay mi hanno detto che non era possibile che io fossi come l'ultima volta, che loro avevano fatto cose e io non le sapevo, non hai pensato che forse io no navevo seguito ne guardato nulla dei loro profili e cose loro, che non sapessi nulla, ma solo la mia disperazione e schifo? Quanto mi hanno fatto male e non lo hanno capito. Come tutte le cose dette, che non hanno compreso ma hanno rimproverato e basta. E come i miei non hanno capito dove hanno sbagliato mentre tutti pretendono che io capisco i miei errori nei loro confronti... varrà anche il contrario dirai, no..."

"..."

"Mi hanno sempre giudicata "strana" o "diversa", ma la sai una cosa? Mi è sempre piaciuto da morire: non sopporterei essere vista come il resto del mondo... ora è tempo che sia il mondo ad essere visto e trattato come merita. Ad inziiare dalla feccia, e se con David posso rendere reale e dar corpo ai miei incubi e quello che gli altri hanno creato dentro me, lo aiuterò a sistemare le cose finchè mi piacerà! Io non ho più nulla da perdere, saranno gli altri a perdere tutto. Diciamo che aiuteremo il Karma ad agire..."

"Non è troppo?" domandò Jd preoccupato.

"Cèra una frase che nasceva in me nella mia rabbia e odio, nella visualizzazione. Anzi, un discorso, lo ricordo sempre vagamente ma solo alcuni pezzi ritornano quando sono adirata. ...- ti renderò più e più di quello che hai fatto agli altri, io sarò l'ultima cosa che vedrai e se sopravvierai, ricorderai scopito nella tua anima. Perchè la tua anima dopo sarà dannata come è la mia, e non avrò pace finchè tu e tutti gl ialtri come te non mi odierete da bruciare dentro, così come io brucio di rabbia e disperazone..." non ricordo il resto ma... questo è sempre quello che ritorna, ritorna. Zay diceva che era qualcosa legato a reincarnazioni e Milan a causa di qualcuno di nome jd, ne è rimasto entusiasta. E quindi vuole capire. Resta il fatto che se ho qui con voi la possibilità di materializzare per fare del bene tutto ciò di oscuro che provo, allora eccomi. Cè un testo che dice -vieni me  po  'nel  crepuscolo  notte  d'estate  raccontami  storia  poi  mai  raccontata  in  passato  riportami  dove  nati  miei  desideri  chiave  aprire  nelle  tue  mani  paradiso  nel  vento  impetuoso  con  ninna  nanna  terra  miseria  segno  porta  mistero  dignit  sto  vagando  verso  basso  cercando  sole  segreto  fanatici  trovano  cielo  nella  tempesta  auguri  distruzione  ninnananna  la  rinascita  pu  nascere  dopo  incendio  senza  una  situazione  particolare  mondo  continua  perseverare  nell  oschifo  ora  è  tempo  del  troppo  presi  da  quadre  calcio  attori  cantanti  speculato  preso  delle  cose  importanti  mi  sono  schifata  dei  fan  quanti  spesi  un  imprenditore  d'informatica  carit  ne  sapeva  nuovi  telefoni  sempre  alla  fine  pensato  ai  gloria  memoria  a  chi  penicillina  cure  mediche  scientifiche  non  sanno  di  ada  lovelace  i  padri  della  programmazione  ce  permesso  cosa  hanno  li  ricorda  ma  ricordano  uno  spillato  loro  soldi  fregandoli  pure  inutile  fai  quella  faccia  preoccupata  jd  sia  come  consiglio  io  o  vuole  fare  milan  cambiamento  deve  avvenire  troppa  gente  ha  sofferto  soffre  soffrir  se  nessuno  far  nulla  sar  solo  colpevolizzato  ,  schiavo  e  tutto  ci  che  sapete  per  il  vostro  lavoro  siete  militari  queste  cos  eper  voi  dovrebbero  essere  facezie  giusto >








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Capitolo 30
*** 26 ***


chapter 26 chapter 26

ricordo che sono stati scritti tempo fa, in forma di bozza di una storia intera, che divido e posto appena riesco ma non sono modificati, rivisti, riletti o altro.

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9  mesi prima

Turchia


"Ti avevo detto di no n fare cose avventate, ora guardaci! Sono dovuto venire con i miei dal settore sicuro, e ora ci siamo impantanati qui..."

"Scusa Jd, ma ti avevo detto di non venire. Che risolvevo io!"

"E come! Guardali!!!"

Jd parlava tra i denti con le mani alzate, davanti ai soggetti che dovevano snidare ma erano finiti invece in una trappola. Ma siccome Gask aveva la voglia di agire a modo suo perchè si annoiava, finendo per entrare con la sua squadra al momento sbagliato, senza chiedere prima supporto o autorizzazioni, Jd aveva dovuto mettere una pezza sopra bruciando le tappe pe dare supporto alla sua squadra.
Forzando la fase tre del piano dalla seconda entrata, facendo un casino. Il problema maggiore era che si erano divisi mentre discutevano per seguire uno della lista che dovevano prendere, appena si erano incontrati, ed erano rimasti lontano dalle squadre, finendo in una stanza, quella in cui stavano litigando.


"Dimmi in che modo ci siamo messi in questo casino, perchè non mi sono accorto neanche del fatto che ci siamo divisi dagl ialtri e..."

"Silenzio. Fate silenzio! Voglio sapere chi siete, ora o faccio saltare tutto!"

Jd e Gask guardarono il tizio, in mezzo ad altri quattro, che teneva in mano un dispositivo e aveva indosso delle cinture con dell'esplosivo.

"M i spieghi perchè gli arabi hanno smepre questa mania di far esplodere cose, se stessi, grandi scoppi?"

"E' diventata parte della loro cultura, da decenni! E una missione per Dio..."

"parlate, o fermo tutti i vostri uomini attivando questo! Chi siete. Come avete fatto a trovarci..."

Si trovavano in una zona isolata, in una costruzione antica e precedente abbandonata, occupata e convertita da quartier generale per una certa fazione di dominio religioso, che cercava di invadere i confini. Invece di far partire l'esercito turco, il Consiglio di tutti i paesi aveva chiesto a Milan di intervenire,in quanto diventato il gruppo d'armi di prima linea. Essendo un membro del Consiglio, nato di constrasto con quelli che la gente chiamava "poteri forti", stavano cercando di scavalcarli per una gestione corretta, per tutti gli esseri umani, la Terra e gli animali/vegetazione. Se prima era tutto legato a fattori privati/economici/religiosi dei singoli membri, uniti in un gruppo di avvoltoi che beccavano il mondo. Almeno, era questo che credeva il Consiglio, i cui membri non avevano retribuzione delle loro cariche come l'oggi in altri paesi,  anzi i costituenti non percepivano neanche  una sorta di minima indennità di presenza. E così era per gli ideali, anche percepire un valore pari allo stipendio di un operaio in regola era troppo, senza auto di rappresentanza, senza nessun guadagno a meno che no nfossero i rispettivi settori. Ma non era un guadagno per loro, ma un onore, un grande onore servire il loro Paese. L'unico, Paese. Tutti uniti.
Loro servivano qualcosa di più grande, ed era già un orgoglio essere parte di un Consiglio... lealtà, dedizione e onore! QUello che ripetevano sempre.
Era stato quindi un bisogno, quello di non creare conflitti tra i confini e isterici religiosi, creando solo casino. Meglio una cosa pulita e in silenzio.

"Se siamo qui perchè, secondo te?" disse Gask spavaldo, ridendogi in faccia

"Siamo qui..." disse diplomatico Jd dando un'occhiataccia a Gask"... sapete perchè siamo qui! State tentando di giungere oltre confine, nascondendovi qui, state..."

"Chi vi manda! L'america? Quale stato contro Dio state..."

"ma quale Dio, se lo sentisse Kianta gli sparerebbe in fronte e basta così..." rise Gask, abbassando le mani per fare una battuta

"Abbiamo un intento conciliatorio, diligente e salomonico..." urlò Jd per fermare Gask "...evitare l'attivazione delle misure turche per..."

"Parla chiaro! Non capisco che dici... O ti sbrighi o faccio saltare! Siamo tutti pronti a immolarci per fermare voi..."

"Ok, va bene..." dise Jd, iniziando a spiegare, fermandosi per rumori di spari in lontananza "Ci hanno mandato per fermare la vostra cellula che ha..."

"Allora non ci vuole altra spiegazione! Siamo felici di dare la nostra vita per..."

"Aspetta! E' chiaro che..."

Jd però non riuscì a proseguire perchè l'attenzione di quei cinque fu catturata alle sue spalle, mirando altrove. Si voltò, solo per vedere entrare unaa figura che non immaginava. Non in quel posto. Sembrava scivolare più che camminare, una ragazza con una maschera bianca con dei marchi scuri, capelli lunghissimi e boccoloni, un abito in stile antico vaporoso, color nero/blu notte con grandi decori come fiori, come dalie scure tra i capelli. Scorreva elegantemente mentre tessuto e capelli si muovevano nel movimento, ma Jd si accorse, abituato, che era una proiezione a levitazione magnetica. Era una sospensione magnetica, un metodo con il quale una barra di mezzo metro proiettava tutto intorno un soggetto, secondo programmazione al alta qualità/risoluzione,  sospesa su un altro oggetto la parte sottostante che si muove su rotelle. Questo proiettore di ultima generazione era utilizzato anche per comunicazioni tramite connessione audio/video, guardando l'immagine renderizzata del soggetto. Questo sistema era stato adottato dal Consiglio nel caso no nera possibile una riunione fisica, ed essendo un prodotto dei labboratori di Milan, li utilizzava per molte cose, anche per l'apparizione dei Crell se necessario, se non vi era l'impianto nella zona in cui servivano. Camminava autonomamente e questa barra scompriva all'interno della proiezione, mostrando un'immagine digitale molto realistico, esattamente come i video proiettori della zona delle gradinate.
Quindi era un loro prodotto, pensò Jd?

"Chi diavolo sei, chi sei!" urlò quello con il detonatore in mano mentre la figura si avvicinava.

La figura tuttavia, si avvicinò agli uomini armati, fronteggiandoli, si voltò di profilo e con la testa guardò Jd e Gask. Si, pensò Jd, era il modello con telecamere e microfoni per interagire e per i Crell, non quelli per le chiamate.

"Legeia...?!?" sussurrò stupitissimo Gask vedendola, veramente sorpreso.

"Ehi, chi diavolo sei. E come sei conciata? Chi ti ha fatto entrare? İsmail chiama gli altri, fai..."

L'uomo con il detonatore urlò a uno degli altri, ma qualcosa di tondo e azzurro polvere sfrecciò verso di loro dall'entrata e con alcuni balzi, come una pietra sull'acqua, saltò verso la mano dell'uomo, provocando innumerevoli schizzi scarlatti. La mano dell'uomo era stata tagliata a zig zag, eliminandogli di fatto il detonatore. La figura di Legeia si voltò col viso verso di loro, restando di profilo, emanando bagliori bianchi come un'aura, finchè allargando le braccia, buttando la testa indietro con i capelli che danzavano e l'abito come al vento, tutto l'impianto elettrico saltò, lasciando al buio, tranne la luce dalle finestre, tutto. L'elettricità era stata postata in quel luogo storico traite fili attaccati alla meglio ai soffitti con lampadine a bulbo pendenti e, pensò Jd, se non era stato fatto saltare un impianto in remoto, forse in fisico, ma aumentando la tensione così tanto che le lampadine esplosero, i fili fecero scintille azzurre, fumo che si levava da ogni punto bruciato.
Jd si era voltato attimi prima, spingendo Gask a farlo, sapendo che sarebbe accaduto, perchè non era la prima volta che gli capitava e sapeva a chi piacevano questi scherzetti. Li adorva proprio, far venire un coccolone a tutti!.

Quindi era un  modello  collegato via satellite ed avevano settato i sistemi di quel posto in loco? O qualcuno aveva manomesso l'impianto?  
Con la folgorazione del sistema di Legeia per creare un abbagliamneto, rese cieci quegli uomini, e quei due ne approfittarono per eliminarli e disattivare le bombe. Quello che deteneva il detonatore gli serviva ma unattimo prima di prenderlo si era sparato, vanificando tutto.

"Grandioso! Cazzo... quello era uno della lista che aveva i codici, e si è ucciso. Già so che chi sappiamo  ci spellerà vivi!" si agitò Jd disperato davanti il corpo del tizio, che prima voleva sfuggire da una finestra e poi, vedendoli arrivare, aveva urlato i suoi moti da pazzo sparandosi. Levò lo sguardo,  fissando intorno mentre la figura di Legeia pareva sparire e apparire altrove e la palla rotolava in giro "E che diavolo succede..."

"Io penso a qui, tu controlla cosa hanno indosso come armi, che ce le portiamo. E prendi le nostre che ci avevano requisito..."

"Si, per colpa di qualcuno! Ho dovuto appoggiare le armi a un muro per non farmi sparare, e solo perchè volevano sapere chi eravamo. Speriamo non abbiano comunicato con qualcuno per avvisare altre squadre. E quel tizioche ci serviva... Quanto lavoro per niente. Milan ci vorrà buttare in una piscina con i pirana, Kianta ci sputerà in un occhio dopo averci stterrato fino al collo lasciando le nostre teste a chissà che animale... E quei codici ora sono in mano a gente più difficile da acchiappare! Questo qui, qui, adesso, lontano dagli altri che li sapevano, era perfetto!" si lamentò, aspettando Gask che smontava le cinture.

Qualcosa rotolò viicno a lui, si girò e vide cosa era in realtà ed immaginava, che smettendo di rotolare si era mezzo sulle zampette e lo fissava. "
There is something awfully spooky about those big staring eyes..:" sussurò Jd ricordando gli schizzi, quando gli aveva mostrato un pezzo della sua solitudine, i siti che visitava ai corsi nei tempi morti perchè per lei una noia, gli unici siti che non fossero bloccati e poteva raggiungere dai pc dei corsi. Quell'animaletto tondeggiante e molto cricetoso che le piaceva, e disegnava nei tempi morti tra le altre cose.
Levò la vista da quegli occhi, ogni volta gli mettevano paura e spronò Gask a sbrigarsi, che già era accaduto un casino.

"Sono contento che tu ne sappia qualcosa, perchè sono già stanco di questo caldo, di questi odori, dl fallimento, di tutto! E io che dovevo fare da supporto secondario..." si lamentò Jd irato, mentre Gask staccava i pacchetti e i fili "più che altro.. dimmi perchè..." ma si fermò, perchè la figura con la maschera camminò verso la porta, come uscendo. Jd la guardò, Gask si sollevò e mettendosi i cavi in tasca fece qualche passo come per parlarle ma si zittì.
Jd rimase fermo a guardare ma poi, quando lei si voltò, spostò Gask con una spallata e si arrabbiò.


"Tu sei qualcosa che manda Kianta, vero? Che succede, come sei qui? Cosa..."

"Andiamo, non è il momento.." disse gask, prendendolo per un braccio,  rincorrendola.

"Gask...Ehi! Che significa..."

Lo seguì fuori, che seguiva Legeia. Il sistema di visualizzazione scorreva per i corridoi e stanze comunicanti, con un sistema di ruote a triangolo cingolate, nascoste dalla proiezioni, che gli consentiva, seppur con un sistema a gravitazione rettangolare senza angoli, di muoversi con agilità e di ocnseguenza Legeia sembrava correre agevolmente, con il programma che faceva muovere abiti e vestiti in modo realistico.
Gask seguì la figura fra porte divelte, corpi a terra e casini per l'irruzione dei suoi uomini, vedendola voltarsi, ossiail volto della figura, indietro per guardare che fossero dietro. E Jd che continuava a chiamare Gask, ma sembrava non sentirlo.
Fecero tutta la struttura a ritroso, e Gask in un momento in cui aveva voltato un angolo l'aveva vista vicina e chiese "Dimmi dove sono gli uomini, in che zona sono?"

Legeia si fermò, voltandosi facendo frusciare le gonne, e con la mano, vicino a un muro, fece come per pulire uno specchio appannato e comparve una proiezione sull'intonacatura del gruppo, i due gruppi anzi riuniti in uno, che sostavano vicino l'EirOl all'esterno. -sono gi  andati  ripiegando  pericolo -gli rispose lei.

"Mi spieghi che succede? Perchè ti sei fermato, io..." urlò Jd sbattendogli contro, finchè non vide la proiezione "Sono già fuori? Che cosa..."

"Jd, non ora. Andiamo!" seguendo Legeia, che era ripartita, facendo ondeggiare i capelli.

Giunsero nell'atrio aperto della struttura mezza diroccata, e sistematqa alla buona, non vendedo più Legeia. Doveva aver cingolato veloce da qualche parte all'ultimo angolo, e si pararono davanti a un gruppo di ultimi soggetti, che intimarono loro di fermarsi con le armi puntate, mentre prima guardavano in un'altra direzione..

"Grazie Legeia..." disse con rabbia Gask, come se fosse presente.

"Dove sono andati gli altri dei vostri. Come ci avete trovato..."

"per la vostra puzza!" disse una voce dall'alto, che sparò ad alcuni mentre una bomba abbagliante caduta tr aloro, li fermava temporaneamnete.

Kianta saltà giù, colpendo in un orecchio uno sotto, infilando la lama a becco d'acquila del suo set di coltelli da combattimento, atterrandolo e passandolo al successivo. Ancora abbagliati, li infilzò uno dopo l'altro, disarmandoli e atterrandoli.

"NOn ha usato il Wing Chun, ma il Danzan Ryu Jujitsu?" mormorò Jd sorpreso.

"oggi si" disse annoiato Gask

"Sbaglio o quella era una tua tecnica di combattimento? ri-mormorò Jd esterrefatto ma anche dubbioso

"ANdiamo!" lo tirò via, cambiando discorso,  rivedendo Legeia verso l'uscita.

Gask seguito da Jd, correva verso l'esterno oltre le costruzioni, mentre Kianta finiva gli ultimi.

"La lasciamo sola? Lei ono dovrebbe essere qui!"

"Lasciala divertire, sono gli unici che può sforacchiare. Se... è meglio che usciamo subito!"

"Gask, che diavolo succede!"

"Dovrei chiederlo io!" urlò Kianta irata raggiungendoli "Che diavolo avete combinato? Come vi è saltato in mente di far saltare la sezione di testa del piano, per questo sfacelo!" urlando come un'isteria "Voi due! Come avete fatto a lasciare chissà dove le vostre quadre per fare gli idioti! ..."

"Lo so, colpa mia, ma era in cima alle priorità che quello stronzo fosse preso e sgusciava ovunque... Jd mi ha seguito per spalleggiarmi, e lo so che ci siamo persi gli altri, ma ero sicuro di prenderlo ma... è finito in quella stanza e ha finito di imbombarsi il torso... quelli ci tenevano sotto tiro..."

"Ma davvero!" ringhiò lei

"Non urlare, non sappiamo se ci sono altri..." le chiese Jd

"...perchè le squadre sono tornate indietro, capeggiate dai vostri secondi?... e voi eravate chissà dove, uscendo proprio alle spalle dell'ultimo gruppo che voleva inseguire i vostri uomini. Dove avete la testa! Siamo di nuovo a questo punto, che chiamando la Sala dai Vecchi, che vi seguivano in digitale, scopro un altro casino!?! E siamo a cinque volte che arrivo io a snidare le cagate che fate!"


"La colpa non è mia! E' colpa sua che ha voluto anticipare i tempi sfondando il lato..." indicando Gask, che si grattò la testa

"E 'sti cazzi!" urlò ai due "Ho affiancato te a lui perchè sei lo psicologo dei veterani, dei Capitani, sei insimee a Lubo e Bryden, uno degli equilibrati. E invece siamo di nuovo a questo punto! Sono tanti, tante le volte che mi sono dovuta scomodare per essere qui perchè qualcosa va a quel paese e invece di sistemare, vi inguaiate ancora di più! Ero da un posto e son osalita subito sull'AirOl di corsa, portandomi del sostegno digitale per venirvi a salvare..."

"Si, l'abbiamo vista. E trovo strano  che tu abbia chiesto a lei di intervenire..." disse Gask con un tono e un atteggiamento che sembrava far interndere che parlava di u na cosa, che lei doveva capire e dare spiegazioni, senza dilungarsi eccessivamente

"Di che cosa parli io..." rispose lei adirata, in mezzo allo spiazzo. Poi le squillò  il celulare, lo prese con le labbra contorte dalla rabbia e quando vide il messaggio alzò lo sguardo, vide alla loro spalle Legeia, restando di sasso

"Ma che..." balbettò, facendo voltare Gask e Jd, e il primo la riguardò e tentò di dire qualcosa, ma un altro messaggio catturrò l'attenzione di Kianta che fece un verso di disperazione. Si guardò alle spalle, fece un giro di nuovo verso di loro e li tirò verso fuori, urlando di corre, correre, correre.

"Che succede"
"Ci sono altri? Dove sono?"

"Fuggite, sciocchi!" sbraitò lei, correndo come una disperata finchè non si fermò, facendo un verso di rabbia e voltandosi verso est, ricordando dove fosse l'aereo.

"Ma sei venuta da quella distanza a piedi? Da sola? Ma che diavolo..."

Ma Jd si sentì la frase morire in gola a causa dell'esplosione che spostò una potente onda d'urto, che li spinse a terra, coprendoli con una valanga di polvere, sabbia e detriti. Si ritrovarono bocconi, tossendo, cercando di vederci e rialzarsi, tra i frantumi di quella che era una vecchia costruzione turca storica. Quando Kianta riuscì a mettersi in piedi e guardare cosa restava alle sue spalle, cercando di pulirsi il viso con una mano, mugnando cose tra una crisi di pianto.

"Perchè non abbiamo usato le tute con i caschi integrali?" si lamentò Jd, con il cappello della divisa, meno tecnologia che avevano scelto per l'incarico, volato chissò dove e lui pieno di polvere.

"Che cazzo  è successo! CHE DIAVOLO ERA! perchè è saltato tutto in aria, avevo già previsto che quel gioiellino, parecchio malmesso ma recupebile, divenisse una TOrre. Era un gioiello turco! Una meraviglia! Era già uno schifo che quella gentaglia l'avessero reso la loro latirina, ma non questo! PERCHE?!"

Kianta sbraitava,  seduta a terra con le gambe di lato, a ottave sopra il normale, maledicendo tutto quanto dopo aver visto cosa era esploso.

"Qualcuno di loro deve essersi fatto saltare  in aria oppure avevano un sistema di sicurezza per far saltare tutto così che nessuno toccasse niente..." disse Gask scuotendo la testa, rialzandosi sulle mani "e io che pensavo li avesse solo quello stronzo"

"VOI! Vi dovrei spennare come le galline morte, con l'attack e tirare via! Esperimenti fai da te !. Vi dovrò spellare, guardate. GUARDATE!" indicando lo sfacelo rimasto dove cèra l'edificio antico "E' un cataslisma, un..:"

"Mi ero dimenticato quanto abbia... dispiacere per una eprdita d'arte... credo che nanche un archeologo, storico o membro dei beni culturali starebbe così male..." se ne uscì Gask, a disagio ma ridendo per come lei era disperata dalla perdita.

"Zitto!" intimò l'amico ocn un colpo sul braccio "O è peggio..."

"... Meno male che i nostri uomini sono già là, dietro quei..." continuò lui

"Allora raggiugiamoli perchè..."

"Cosa?!? Per fare cosa, adesso? Quel tizio è morto! Tutto quello che cèra là dentro ci serviva, andato!. Dovevamo prenderlo! O questi imbecilli religiosi del..." fuori dai gangheri, gesticolando come una pazza

"Adesso calmati, sei troppo agitata o finisce male! perchè sei venuta se hai mandato lei...?" domandò Gask, vedendola stordita rialzandosi, tenendola per i gomiti, fronteggiandola, per calmarla

"Io ho mandato cosa? Ti prego dimmi..." partendo incazzata, guaradndo poi la faccia di Gask, guardando dietro di lei

"Mi dite che cosa succede? Che state facendo?"

I due si voltarono dall'altro lato a guardare Jd incavolato, con ancora Gask che teneva per i gomiti Kianta, uno di fronte all'altro.

"E spiegatemi cosa è quel programma che è apparso  sfarfallando e tutto quanto..."

"Mi dispiace..." apparve Legeia dietro le rocce "Ma essendo due persone a cui tieni, ho deciso di utilizzare questo connettore e agire. L'ho ritenuto necessario, ho agito secondo le mie implementazioni... ho ritenuto di primaria importanza il mantenimneto vitale di queste... capre!" disse, guardando i tre, per poi definire i due che aveva salvato.

"Eh..." accorgendosi che Gask ancora la teneva e si staccò, guardando Jd, poi Legeia "Che cosa ci fai qui, come ti è venuto in mente di apparire"

"Come ho già detto, questi due eraon in pericolo, dalla sala avevano già ordinato la ritirata perchè avevano attivato un blocco di c4 con un timer e il tmepo era poco, ma voi non rispondevate... ho visionato le cam in tempo reale e nessuno sarebbe arrivato in tempo, visto che gli uomini, dalla Sala, sono stati ripiegati all'aereo, erano rimasti totalmente soli con dei deficienti con uno stoppino mezzo acceso. Ho ritenuto di agire come chi sai tu mi ha progettata..:"

"A fare danni..." respirò Kianta puntando le dita sulla radice del naso "chi ti ha vista?"

"Solo questi  due babbuini. E... quelli che sono morti in quella stanza. Volevano farsi saltare per aria e..."

"E quindi non è scoppiato quel giubbotto bombe?NOn era quello?"

"No, il detonatore è lì" rispose Legeia, sempre compita, allungando un braccio verso un punto.

Kianta si voltò, per notare il robottino blu che aveva tirato indietro la testa, come la capette di una decapottabile, di novanta gradi, mostrando una cavità con il detonatore e la mano, mentre una fila di dentoni appuntiti come uno squalo luccicava, ciò che aveva tranciato di netto la mano e per quello che era studiato.

"meepit demolitore?" chiese Kianta sorpresa e arrabbiata "ma che succede?"

"Non lo hai mandato tu? Che roba è?" domandò Gask confuso

"no, non l'ho mandto io. Altrimenti non sarei così incavolata!" mentre Legeia spiegava

"E' un robot che fu creato molto tempo fa su disegni di Lia, tra abiti e idee abbozzate nei momenti  di noia. Fu progettato un set di robottini che aiutano oslo nei laboratori, con quella forma, o al massimo come demolitore come spalla al posto dei cani. Questa specie di... criceto grande quanto un procione, con le zampe paffute e tonde e una testa che è particoare... come vedi" indicando ancora la bocca aperta che di profilo sembrava un pacman con i denti "There is something awfully spooky about those big staring eyes... come diceva lei! Questo... criceto ha occhi particolari, si arrotola per correre in giro, ha dei versi caratteristici e... "

questa è la prima volta che lo vedo in missione..." disse jd più a se stesso che agl ialtri


"Questo robot non doveva uscire dalle casse presenti sull'aereo. E' una risorsa da usare in determinati casi, perchè..."

"Kianta, l oso. Io no, Jd, nemmeno... è stato qualcun altro... qualcuno che ha deciso di intervenire..." guardando Legeia, portando tutti a fissarla.

"COme ho già spiegato, non potevo permettere che voi moriste per un attimo di gasamento... Giusto orso Yogi? H dovuto calcolare le probabilità, in funzione del timer, inoltre Kianta era già giunta e... ed era chiaro che non sarebbe stato possibile lasciare le cos ein mano vostra o della squadra che aveva ripiegato..."

"Cè una volta che sapete fare qualcosa di giusto?" rimproverò Kianta i due amici guardandoli malissimo "Non cominciate a dire che le situazioni come queste sono rare perchè è la quinta volta in un anno, con la mia presenza, senza contare il supporto in remoto..."

"Scusate il... mi spiegate che programma è quello? E voi due, che cosa succede?"Kianta e Gask restarono qualche attimo interdetti, poi Kianta si schiarì la voce.

"Eh... eh, eh,...si, ninte di che... ma ora vediamo alla questione di..."

"Se non hai mandato tu quel programma, come ha fatto ad essere qui ed agire in nostro favore? E' stato un Crell?"

"Io non sono un programma" disse Legeia con un tono di offesa "Io sono un Crell. Io sono la custode del passato e la guardiana di Kianta. NOn potevo permettere che tu morissi, essendo amico di Kianta e di Lia, e ho dovuto prendere delle decisioni. Inoltre è divertente vedere la gente scioccata e impietrita senza fare niente, per poi..."

"...un... crell?!?...Esistono altre AI?" rispose Jd smettendo di pulirsi

"Io sono una AI latente, pochi conoscono la mia esistenza, inquanto creata come Ombra..."

"Ma... E... come mai lui ti conosceva?" indicando Gask.

"Non... guardate, stanno arrivando alcuni dei nostri dalle montagne, ovunque sia l'aereo atterrato... andiamo a casa per ora! Poi ne parliamo..." smorzò Gask con una risata nervosa "SI... ne discutiamo alla foresta delle lucciole! ora zitti e andiamo dagl altri...e non dimenticate il Meepit!"

"La foresta...?!? Ma tu come sai le cose e sembri amico di Kianta e quel Crell?" mentre veniva spinto, insieme a Kianta, che mostrava di non voler dire niente "mi spiegate che succede?"

"eHm... ne parliamo, ok?"

"Kianta, ne parliamo ? COmè che siete amici adesso, quando fino a ieri gliene dicevi tante. E spunta quel sistema manovrato da un Crell ignoto, che voi dice conoscete, capace di disattivare a distanza dei sistemi e attivarne altri, tra i quali un robot d'aiuto! Prima che quella squadra ci raggiunge, mi potete dire..."

"Dopo..." rispose Kianta tra i denti " per favore! Ascoltaci, poi ti diciamo..."

"Capisci che tutto è strano? E' impossibile? Quella..." non potendo continuare, perchè il sistema pareva essersi fermato alla sua forma originale, il sistema motorio più quello sospeso bianco e argento. Si riattivò istanti dopo, mentre la squadra avanzava con attenzione, mostrando l'avatar di Helias, che salutò e si dimostrò disponibile per qualsiasi cosa. Se era necessario ancora l'appoggio per la missione, lasciava il posto al Crell della guerra.

"Ne parliamo poi... sta arrivando il tuo secondo... andiamo! Per l'esplosione stanno tornando per supporto" disse Kianta con un'espressione eloquente, camminando verso la squadra che era tornata a cercarli.

"Quindi... mi state dicendo che ci sono cose segrete che non so?" continuò Jd, facendo voltare Kianta e Gask, che le camminava un paio di passi dietro "che non mi sono accorto di certe cose?"

"Il mondo stesso è pieno di segreti, Jd. E sia Milan che Lia, credi che non ne avessero? Sei davvero sicuro di voler sapere certe cose?" gli domandò, mentre venivano raggiunti dagli altri.






Un anno e otto mesi prima

"Trovo quella proposta davvero interessante. Inoltre i russi sono dalla mia parte, avremo gli accordi che ci servono anche per quel settore..."

"E tu come pensi di conciliare, anzi, unire sotto un Circolo unico mondiale tutti i paesi,  se molti hanno... fantasie di supremazia e potere, controllo...Tutta la questione della guerra fredda, spie, sotterfugi tra paesi,  non ti mette un campanello d'allarme nella testa,  che sarà più difficile ruscirci se on fai come ti ho proposto, come Dio?"

Milan si fermò dal guardarsi nella specchiera dell'anta dell'ampio armadio bianco panna e oro. In stile barocco, che faceva venire le convulsioni a Lia ogni volta che entrava in quella o altre camere,  con quello stile. Bianco, bianco panna, color latte, oro, ecru, beige ect ect pieno di rilievi, decori con uno spessore sulla testata,  color oro zecchino pieno, su fondo chiaro che le faceva chiedere come non si rompesse la testa ad alzarsi in malo modo. No, quella testiera del letto con quei riilievi, troppo rilievi, dovevano essere fastidiosi per un movimento di testa sbagliato, o era impossibile mettersi con la schiena contro di essa. Che senso aveva, pensava, mentre lui sciorinva al solite cose come fosse monologo?
Lui era in calze di alta qualità. COme se non vi fosse qualcosa in qualità di gente normale, pensava ridendo lei. Era in boxer e camicia, e stava provando  allo specchio dell'anta, affianco al completo che voleva mettere per confrontare stoffe e tonalità. L'amradio era un coso mastodontico  di qualche tipo di bianco sporco o latte o altro, lunghissimo e alto, dalla froma arrotondata e tutta curve, slanciata e puntuto agli angoli. Pieno di intarsi e decori dorati che seguivano le forme, gli angoli, con pomelli per aprire le ante di lucidi swarowski. Almeno Lia credeva. Tutti i mobili in quella stanza erano orribili barocchi traboccanti di sfarfallanti e sinuosi decori dorati, sempre, comprese le pareti, che riprendevano i rettangoli in stile francese classici delle case nobiliari, che per Lia erano solo... un pugno negli occhi.
Fosse stato solo quello, non era poi così grosso, il problema.
Tappeti pelosissimi che sembravano gatti persiani spalmati a zampe aperte sul pavimento. E le moquette erano il suo odio profondo perchè lerr iteneva sporche.  Vicino i lati del letto, ogni lato, sotto l'armadio, ovunque. Panna, bianco latte o cose del genere. Quel bianco sporco strano che odiava, che era metà latte avariato e metà beige. Aggiungendoci tutto quell'oro e fioriture varie era come un coma glicemico, per lei.
Si aggiungevano anche i chilometri di stoffa per tende e copriletto, non la coperta, ma una sorta bi baldacchino minimal, che presentava molto sopra la testata una fascia in legno come tutto il resto bianco sporco e oro, da cui partivano dei lati di stoffa per fare da cortina per tutto il letto, che stavano ben sistemato su sue sostegni il legno anche quello decoratissimo alla stessa larghezza del letto, aprendosi come un sipario. Lei sperava fosse solo per le zanzare, ma non era tessuto da zanzariera.
Le veniva sempre il mal di pancia in quel posto. E lui aveva tutta una sezione con stanze comunicanti secondo i suoi gusti.
Da aggiungersi un tendaggio per le ampie finestre con balcone di quattro strati. Quello più vicino la finestra di leggero tessuto come o pizzo, in base alla stagione, poi uno strato in stile tenda da teatro che si teneva legato agli angoli come quello sul letto, mostrando la tendina di sotto e oltre il vetro. I due più esterni erano sistemati come tre semicerchi, uno più scenografico e uno per coprire l'aggancio con il bastone e gli agganci.
Lia lo trovava eccessivo al massimo, sembrava un teatro maggiore con un sipario riccaminete decorato, da strati e strati di stoffa decorativi, ma a lui piacevano.
Mentre il letto era in legno bianco color qualcosa con profondi fregi e rilievi in oro e bordature d'oro, con parti vuote nel disegno, con una fastidiosa trapunta con una bordatura che partiva dall'alto fino a terra di pieghe  e una trama damascata. Cuscinimoolto fapputi rettangolari e quadrati su susseguivano per seguire qualche disegno che lei non comprendeva, pieni di balze anche loro che sembrava la casa di una bambola vittoriana.

"per qualunque Dio esistente, proteggimi gli occhi. Tanta pacchianeria in uan sola stanza... " si ripeteva quando entrava, facendo ridere Milan.

Lui adorava le cose particolari, diceva. Amava la classe inglese ma la ricchezza francese. Il problema era che unire le due cose significava un gusto opinabile, chiassoso, sfarzoso che pure Maria Antonietta in persona si sarebbe sentita a casa. E Milan la prendeva in giro perchè aveva scelto un ambiente molto, molto più piccolo. Se lui aveva preso tutta la lunghezza di un'ala, lei solo quasi due decimi. Amava più mobili in legno naturale, marrone o scuri ma non neri, ben lavorati, intagliati e con dei decori, ma non allucinanti come quelli che invece l'amico amava.E niente oro. Massimo qualche decoloro in argento. Era più da mobili dall'ottocento in poi, ma non moderni, che in stile Luigi, rococò, barocco che per un neofita sembrano simili ma non era così. Come diceva Milan, ogni stile ha un periodo predeterminato, non come esempio il vittoriano che si indica dall'ascesa di Vittoria alla sua morte, senza indicare veramente i diversi momenti di quella fascia di tempo. Come invece accadeva per gli abiti intesi come momenti da tot anni a tot anni.
Così come un mobilio  Luigi quindicesimo era diverso di un quattordicesimo e via dicendo. POi cèrano barocc, neoclassico, impero. Lia lo sapeva ma sembravano abbaglianti negli occhi per lei da essere simili.


NOn sembrava seccato, tornò con lo sguardo allo specchio e si guardò con ogni mezzo giro come gli stava, accostato al completo sulla gruccia messo per dritto e non inserito in mezzo agli altri, come poggiato sopra gli altri, ma attaccato in un angolo fatto apposta. Ed era la zona solo camicie. NOn era l'armadio che conteneva tutto quanto, quello era in una stanza a parte, quegli abiti erano quelli , ossia quei completi, camicie, scarpe e altro più moderni per girare senza problemi e giudizi. E da visionare velocemente, essendo di taglio semplice, come i colori, senza pretese particolari.
Diceva sempre che sarebbe stato stranino vederlo girare per le strade o negozi che non lo conoscessero già, o vederlo scendere dall'aereo nell'aereoporto privato che usavano come scalo, con indosso abiti da dandy o completi più da cerimonia con accessori in stile più vintage, e con colori particolari.
E continuava "Ok lo stile, ma da tempo il buon gusto è finito dove non posso dire per vestiti assurdi, non si considera più l'abito per le cerimonie, per il lavoro, per lo svago, per la scuola e via dicendo. Ci si veste alla stessa maniera e in modi allucinanti. Io amo lo stile e l'aspetto curato, ma mi ci vedi a recarmi da collaboratori e altri nelle grandi città con i miei soliti abiti, come se avessi fatto un viaggio nel tempo? Per mia fortuna, ancora si usano giacca e cravatta, se non più il panciotto e tutto i lresto. Non sanno portarli, sempre quei grigi orribili con cravatte improbabili e col calzino bianco... un orrore! Un bell'abito fa il monaco, e non parlo di apparenze, ma come si presenta una persona e come riesce e sa essre in quei vestiti. Come te... tu non ti ci troveresti negli abiti da donna,  solo perchè non ne hai indossati di belli e adatti a te,  e ti rivedi sempre con quei... cosi che tua madre ti obbligava a mettere. E capisco. La questione è lì, come ti senti all'interno, come li porti e cosa ti fanno apparire. Io sto molto bene con i miei abiti, vero? Questi moderni semplici e impersonali mi fanno sembrano più un becchino che un uomo in affari...Comunque tornando a quel discorso..."

Si fissò sull'accostamento di due camicie vicino il completo, poi fece una faccia come di impotenza e la guardò, chiese un parere e ricevuto, mise via quella che non adava bene.
"So di cosa parli, i segreti di stato. La madre patria. La protezione dei confini e dei propri cittadini. Sicurezza nazionale.  Se vogliamo che l'essre umano si regolarizzi, si unifichi, si allinei per quanto riguarda diritti e considerazione umana, civiltà e rispetto, che tutti i paesi del mondo abbiano regole e leggi che insegnino come dici tu il valore di ogni persona e non vi sia il classismo... cè da lavorare parecchio..."

"Si, ma aspetta, come pensi, anzi... mettiamola così! Come farebbe una legge a risolvere un problema culturale? menti con idee e concezioni così radicati da non vedere una persona ma un qualcosa da estirpare, da aggredire, , da eliminare perchè ... quando quelli contro natura sono loro, perchè allora tutti i leoni, pinguini e altri animali dove due dello stesso sesso sono molto legati e si vede... sono contro natura? Così come i vegani. anzi, nazi-vegani, che affermano che tutti i carnivori sono contro natura, che uccidono erbivori per mangiarsi l'erba dei loro stomaci e altre cose assurde, e che tutti i carnivori si possono cambiare in vegani, iniziando dai gatti. Questo non è contro natura, voler cambiare qualcosa che è naturale? Ora, a causa della religione e menti bacate, le società hanno sempre sotterrato, letteralmente la gente. In tutti i sensi. Quello schifo è radicato qui" occandosi la tempia "e, seppur esempio la Cina è riuscita in parte,  da cambiare elementi socio-culturali e di linguistica, tanto che il francese non è più al top come prima, ci sono voluti decenni. E lo sai. Hanno fatto colonie in maniera lenta e insinuandosi, agendo non come gli imperi passati come quelli vittoriani. Lì hanno sterminato come niente,  come i conqistadores e chi andava in America per arricchiarsi, che potevano fare il bagno nel sangue di tutti quei disgraziati per decenni. Tutti quanti. Ma se quelle colonie erano prese con la forza, con gli assedi con le armi in pugno, quelli attuali sono in maniera dolce. Vuoi agire cosi?"

Lia stava seduta sul baule ai piedi del letto, in pandant col mobilio, con la schiena poggiata alla pediera, una bottiglia di vino frizzante italiano vicino, poggiato su un vassoio e un bicchiere in mano, a discutere con lui mentre provava abiti e accostamenti, doppio petto e cravatte. L'altro bicchiere era per il Cognac Excellence Rémy Martin con la sua bottiglia raggiata, uno dei tanti che lui beveva a veva voluto in quel frangente.

"Abbiamo la riunione tra due giorni per questo motivo, valutare i lavori attuali e come organizzarci per cosa vogliamo fare..."

"Ma tu... non hai intenzione di accorparti a quei gruppi,  di cui sai che la gente chiama o e cose del genere, perchè ti darebbero solo mazzate sulle gambe. Se non sei tu al vertice, non avrai fatto nulla! Ci sarà solo il loro interesse e capitale..."

"Di cosa vuoi parlare, Lia. Ho capito che stai girando intorno a una questione..."

"Bhe, vedi.."

"Aspetta, prima dimmi se questa camicia perlata sta meglio con questo! E devo cambiare anche le calze perchè stando seduto non fanno pandant con la cravatta..."

Lia rise, alzando le sopracciglia e un sorriso come per dire , bevve un sorso e restò seduta, gambe incrociate, sul baule a dargli consigli. Si stava davvero vestendo impiegando tempo e attenzione per quel babbuino di ministro tedeschen, così rigido e minimalista? Meglio qualcosa di classico, stile affilato e slanciante, sei alto ma vuoi apparire all'altezza della situazione?

"Che simpatica, innanzitutto ha parlato la persona che in poche settimane ha sostituito con ottimi risultati l'anello preferito al dito anulare della sinisra con le scritte in welsh, quello con il torchone al dito medio della destra, i bracciali con simboli piatti intervallati da catenine o i cerchi materllati in successione. Oltre l'orologio che ti ho dato. Anche adesso che mi parli e bevi, stai sempre a guardare quei meccanismi in movimento. NOn so bene come mai sei così affascinata dagli orologi meccanici, i meccanismi in movimento, cosa ti piace da ogni macchina e il suo funzionamento, ma più un orologio. Stai lì a guardare quegli anelli, di più quello in welsh, e qell'orologio. E' enorme per te, ma volevi un orologio con un meccanismo argento bello grande e visibile. Cosa ti ammalia tanto, in una dicusssione così seria,  nell'osservare con tanto sentimento quel sistema meccanico che si muove? Sentirlo scattare?E prendere in giro me?"

"Non lo so, è qualcosa per me... importante. Mi piacciono, tantissimo, come quel ciondolo antico con la labradorite centrale. QUanto mi manca... il fatto è che per me è naturale come respirare averli e guardarli, sentire l'orologio che vibra sulla pelle, il suono del suo cuore che batte con il mio, l'aiutarci a vicenda. Ed è così rilassante per me osservare e sentire un meccanismo d'orologio segnare il tempo. Un pò come per te... essere te stesso con tutto in ordine, ben vestito, e tutto che... ti diciamo... faccia apparire al meglio, che ti migliori. Che ti esalti..." ridacchiando.

"Sull'ultima parte si, confermo! NOn mi vesto a caso. Come adesso... quel tizio non merita l'attenzione che ci sto mettendo, ma devo comunque passare davanti a molti al palazzo di governo, mica posso..:"

"Si, lo so. Sembra che tu ti stia vestendo con sobrietà, ma non è così!"

"Corretto... ma sai, io sono alto nella media, ho imparato a svettare in latri modi ma non significa che debba mettermi qualsiasi cosa. Vuoi davvero che sempri un palo allampanato?"

"So bene come hai iniziato e hai scalato certe cose. Ma ho comunque paura che tu ti faccia... sedurre, sai... adescare, circuire, no... ammaliare. Ecco, ammaliare è meglio... da quei gruppi  che sai bene, che ti promettono cose magggiche!" facendo gesti con la mano per emulare qualcosa di magico.

"Andiamo, io ne sono appassionato ma on significa nulla. Così come non ho mai preteso che gli uomini diventassero credenti dell'antica religione in cui credo. Su questo ti do ragione,e  non ci sarà mai qui motivo di obbligo su questo punto. Ma lasciamelo dire, secondo te, è davvero così negativo rifiutare come fai tu, del tutto, quelle cose che non hanno spiegazione scientifica? Quella gente dice che sono quel che sono anche per quello..."

"Sei serio?!? Andiamo, MA-I-LAN! Mi riesci o stai ancora contemplandoti con quei pantaloni dal taglio perfetto, distraednoti? Io no nsno convinta che siano quei riti strani a farli ricchi, potenti, riusciti. Tu ci sei riuscito, ma non per quei riti. E scommetto nenache loro. Tidevo ricordare come sono chiamati alcuni? Mh, Lo squalo, la Tigre,  La Volpe, Il Falco ect ect... hanno pestato gente, in tutti i modi possibili e tu non valuti questo ma litanie e cose rituali..."

"E se fosse tutto vero? Se davvero quello..."

"Andiamo, tu sei capace di appassionarti a cose come quelle nel film The Haunting in Connecticut del 2009, col bravo Kyle Gallner. Adoro quel film, uno dei pochi secondo me ad aver preso una storia vera e aver aggiunto qualcosa di paranormale, scene ed lementi,  che alla fine mi paiono convincenti e... interessanti! Non tutte le altre stronzate dopo... Voglio dire lo sfruttar eil potere dei morti in quel modo, le paplebre, l'usare i corpi come raffornzante per... Oh, perdonami. Tu lo sai già..."

"Ripeto, e se fosse vero?"

"Ma credi davvero al Dio Gufo e quella gente ricca e ha fatto scalata sui corpi degli altri ... senti. Vidi anni fa un video del deep web. Ok? Te l'ho raccontato..."

"E l'ho visto! Quel rito dove uccidono un uomo, in lingua spagnola. Quei tre che osservano quell'uomo con la gola tagliata morirgli davanti, tutto davanti la cinepresa. Poi lo imballano con le mani legate in sudario, al centro di un cerchio con elementi rituali. E aspettavano dopo aver pronunciato una formula. Aspettano. Mentr escorrono le immagini in color seppia. Aspettano seduti, secondo il video, mentre indicano le ore che passano tra il morto stecchito e il ritorno..."

"Esatto. Quel videocon quei tizi in gilet o cravatta che stanno seduti in una stanza con quel tizio SE morto, e dopo ventisette ore questi si buttano addosso alla parete sconvonti, perchè il tizio si è rialzato fumando dalla bocca,  muovendosi come un cieco con le braccia verso di loro. Per poi ricadere in terra. Meno di un minuto dalla resurezione e dire qualcosa,  che è a terra. Trenta ore e il corpo è di nuovo immobile, con quei tre mezzi felici e mezzi sconvolti. Quaranta quattro ore e lo prendono da piedi e braccia e lo avvolgono in un lungo lenzuolo, perchè non si è svegliato più! E se vanno dall'inquadratura lasciando tutto là, a terra. Pensi sia vero?  E' più vero e lo sappiamo AL grande Bosco del Club. Purtroppo è più vero di quel che si pensi, basta ricordarmi di quel Boschetto e alle statute..."

"Sei con noi da settimane e sei sconvolta per quel posto? Senti,  parliamo di altro. Sei la prima persona nata secondo dati biometrici donna, che è nei miei alloggi e con cui parlo di cose che di solito tratto con i Capitani senza problemi, senza curarmi di paure di fughe, di problemi... sei l'unica persona fidata e sicura, perchè tu sei tu, con cui discutere di queste cose e sapere di pareri oltre la mia testa. E non solo. Sei l'unica donna che può darmi consigli, parlare da gatti ad armi, vedendomi pure cambiarmi e che non mi guarda in un certo modo,  o che tenta di fare la gatta morta per avere qualcosa..."

"Sui gatti proprio no, ma posso dire appunto che sono una di quelle che non va dietro gli uomin, i e ci può stare in mezzo senza problemi... anche come in questo caso! Per tua fortuna non mi fa ne caldo ne freddo. Bon per te..."

"Se chiunque altro non sapesse il tuo passato fin da piccola, dfarebbe congetture a iosa. Invece sei solo tu! Ammetto che non è da tutti i giorni trovare una come te, se non fosse per le donne ammetto che non mi vedresti così!" facendo un giro su se stesso con indosso la camicia, cravatta e i pantalon, i solo drappeggiati sopra le gambe "Ma togliamo gli scherzi. Il fatto che tu non sia come... le altre mi rincuora molto. E parlare adesso, anche se sono in déshabillé, e mi sto vestendo, posso pensare alle cose e non stare attento alle volpone e cosa fanno...   Non so nei tempi passati, ma aver ormai legame con le donne significa solo una cosa. E non perchè sono più audaci, ma perchè il significato di amicizia non esiste. Sono d'accordo con te sul fatto che amicizia non significa quello che intendono gli altri. L'amicizia tra uomo e donna per tutti non può esistere perché i due sessi percepiscono il loro rapporto in modi ben diversi. Per le donne cose serie e gli uomini cose occasionali. Tu... Tu sei della categoria che smentisce queste cose così come grazie la Drapper e tutto il resto, come la meditazione... trascendi le regole. L'affetto profondo ha l'ampiezza dell'oceano si dice. Io e te siamo amici. Certo, lo so, per carità, per te sono una sorta di pavone non troppo pomposodéshabillé  per cosa mi piace e cosa voglio fare, ma siamo qua. Mi fido di te così tanto che sei una dei pochi che può venire qui, parlarmi bevendo quel tuo vino frizzante che ti piace tanto, di qualità ovviamente non da una manciata di euro, e mi fai compagnia, parlando di tutto e un pò mentre mi vesto e mi svesto. Senza il bisogno di fingere d'interessarmi a ogni cosa passa per le loro testoline. Un amico può dirti cose che tu non vuoi dire a te stesso, corretto?"

"hai ragione. Milan, comè che diceva quel libro in biblioteca? L’amicizia è la saggezza e la consapevolezza del Saggio. Vi è il coraggio, la resilienza e la forza di un guerriero e il suo pari... La gratitudine, l’unione, l’identificazione e l’amore più forti di quelli di un'amante. La comprensione, la comunione, la nutrizione e la ricchetta propri della Madre e..."

"Si, l'ho letto anche io. Ma questo è come tutti gli scritti una sorta di categorizzazione. Odi i cosidetti psicominchia, gli strizzacervelli o psichiatri, perchè non fanno che settorializzare l'essere umano. Per carità, da Fraud ne è passata acqua sotto i ponti che l'isteria, la dimensione dei crani, l'aspetto fisico e del viso per determinare il soggetto. Per nostra fortuna non è più così, ma u certe cose la società è tarata. E come hai detto, finchè le menti non cambiano, contineranno le cose. Ecco perchè siamo qui..."

"Si, sempre che tu riesca. Non credere che non abbia fiducia in te, ancora mi sembra così strana questa situazione... quando mai capita alle persone,  come qualcosa di buono nella vita? Si, certo. Mi vieni a dire che quel tizio è riuscito, quell'altro anche... ma non a tutti capitano, non sempre e io rispetto a quelli non ho affatto i loro stessi motivi per continuare. E' assurdo che si comparino storie e persone come fossero la stessa cosa. Come per me, la mia storia, cosa sono, non è così, non si possono confrontare con qualcun altro. E qui si ritorna al concetto di amicizia. Tutti a urlare che non può esserci amicizia, affezione tra sessi diversi, e perchè questo? Perchè la gente mi spiace dirlo non è capace di capire sentimenti e tipi di affezione.Si  pensa solo che ci siano amicizie tra lo stesso sesso o amore con sesso. Basta. Ma cè di più e sno sicura che Fraud se fosse vivo gli sputerebbe negli occhi uno ad uno..." facendolo ridere mentre cambiava idea per la cravatta e ne provava un'altra "Un legame o affezione verso un'altra persona può toccare molti tipi di amore,ci osno così tanti tipi di amicizia, legami, sentimenti che etichettarli solo come questo, quello e quell'altro è triste.  Per tutti cè una persona speciale che può essere unica, insostituibile, impossibile da vedere lontano da se e che da molto anche se magari non lo sa. E per finire può essere un fratello, genitore, nonno o parente, amico speciale sopra tutti ,magari no nsi vorrebbe ma accade, una fidanzata o fidanzato ect.. Non lo decidiamo noi e a volte lo capiamo quando quella persona se ne va per la sua vita per varie cose del destino. Non si può ridurre tutto al sesso come sempre e come si fa. Ma nella realtà accade che siamo legati in modi strani a persone senza saper dire come e perchè, che hanno qualcosa per noi importanti e avolte che noi non riusciamo a spiegare. Ma senza sesso, perchè tutto deve contenere sesso....Insomma, io direi che etichettare facilmente dei legami sia sbagliato, senza chiarire e specificare come e perchè. Ci sono legami che vanno oltre tutto, anche il sesso, e non sono a questo legati o determini cosa sono insieme e/o vicino. Una persona speciale può essere diversa da un amico speciale, o possono riguardare la stessa persona con un sentimento ancor apiù profondo, ma non significa sesso, a prescindere. Ma la gente è di coccio...!"

"Mh..."

"E poi... chi lo dice che l'amore o il concetto di famiglia siano solo quelli che la società dice? Amore non deve per forza essere inteso come quello che cè tra uomo e donna a cui seguono matrimonio e figli.  Amore è anche ben diverso o oltre il sesso. Non vuol dire che non si ama se non si vuole fare niente, se non ci si vuole sposare, se non si voglio avere figli con l'altra perosna. Così come trovo assurdo che una come me, se prova affetto per chiunque indipendentemnete da sesso e genere, non sia amore.  O la famiglia. Chi dice che la fmaiglia è solo uomo, donna, figli? E' questo che mi ha rovinato la vita, vivere in un ambiente dove religione e concezioni vecchio stampo... bah"

"Si, lo so. Se la gente non vedesse solo sesso e soldi, sai quante rogne mi sarei risparmiato. E sai quanto avre voluto trovare  donne come te con cui fosse semplice, appassionante, interessante, di grande compagnia un dialogo,   come i nostri dove invece cè solo civetterie, interessi monetari e mostrarsi interessanti sotto altri aspetti, ossia il sesso. Insomma, io scelgo persone che possano accompagnarmi avendo certi criteri, io pago ma per il servizio  che mi rendono. Accompagnatrici di un certo livello. Il problema è che non tutte sono diciamo all'altezza, e non per la bellezza. Il portamento, la conoscenza del bon ton, etichetta a tavola e in mezzo a soggetti di un certo livello... che conosca le persone, un minimo di conoscenza per sapere come atteggiarsi e comportarsi. Molte che sono considerate d'alto livello non sono adatte. E non posso certo perderne una che sa come non sfigurare al mio fianco facendole capire che non mi interessa per altro, senza regali... mi spiace dirlo ma una donna di quella professione che ti odia è come avere uno spillo rimasto nei pantaloni sartoriali ed è lì che ti punge... si fa sentire per ricordarti qualcosa e poi devi controllare tutto l'indumento per rintracciarla..."

"Che sforzo intrattenerti con loro in luoghi di pregio per tenerle buone..." lo sbeffeggiò "ti mancherebbe giusto un luogo adatto anche qui... si tratta per caso di quel Casotto nel progetto di ampliamento a sinistra del giardino dello Chateau? Quello con nucleo centrale e livelli..."

"Si, esatto. ma sai, ho deciso di fare anche quello che avevi proposto. Questo è per te! Il tuo. Edificio decagono a dieci lati o dodici lati. Un'entrata, finestre per ogni lato, classiche e più ampie con il frame in stile classico. Con la cornice superiore e il tetto a cupola. COn quei fregi esterni ed interni. Bel progettino, anche la posizione dall'altro lato rispetto a quello che voglio fare."

"E perchè questa gentilezza. Per... tenermi buona perchè sia la tua cavietta peruviana? Perchè hai in un mano qualcuno più giostrabile di altri? Infondo, io non ho più legami là fuori..."

"Non osare! Non sei come quelli, semplicemente perchè tu sei tu, loro sono loro. Quelli cercano, accettano, per una via di scampo da cosa li tormenta, un pò come le preghiere dei tuoi a tutti i santi possibili o la miriade di medicine che ti hanno obbligato a prendere. Ma tu no, lo fai per altre cose, non per disperazione. E quando sarà il momento io sarò al tuo fianco per il grande Saluto, ti aiuterò in cosa desideri... anche se, perdonami, ma Alaric avrebbe anche ragione su una cosa. Tu sei una persona di mente aperta, libera. Cè bisogno di non approfittare di persone che alla fine non affatto male, da evitare qualunque amicia e... altro? Comè che quel tizio aveva detto?- Ti arrabbi con me, non mi dimostri il tuo affetto e poi un altro ti avrà?-... per quale motivo non approfitti, non avendo blocchi sociali qui, e non ti godi le cose? NOn credo che non ci sia qualcuno che non valga qui. A meno che non preferisca qualcosa..."

"Oh, ti prego! SAi bene perchè preferirei fare lo scalpo agli uomini piuttosto di farli avvicinare. A meno che non sia io a desiderare ciò! E se stai parlando di accompagnatori... ti racconto una cosetta. Mentre ancora parlavo con Rò avevo conosciuto in un corso professionale che frequentavo una collega, molto più grande di me, che dopo aver frequentato quei mesi aveva deciso che la sua vita con il marito stronzo era troppo orribile e così si era lasciata. Stava in una casa da sola e siccome era l'unica che non mi trattava da schifo tornando a casa passavano a casa sua, essendo di strada e all'inizio la aiutavo con il pc che si era comprata per iniziare una nuova vita. Ebbene... diciamo che lei ha iniziato a fare cosa le era stato tolto. Ha iniziato a chattare con tantissimi in varie chat, ha consociuto uomini e faceva... delle chat. Ricordo ancora nella testa le foto di certe sue parti quando aveva chiesto di sistemare un problema... lascia perdere, non è che fosse un bon bon e non così... insomma era in là con gli anta. Comunque, io non l'ho mai giudicata perchè per il suo caso aveva ragione. Io stessa se non avevo gli avvoltoi e un pò di soldi, extra nel senso che potevo spenderli, avrei tranquillamente pagato un tizio per fare cose che avrei voluto fare. ossia quelle che quell'imbecille di Rò non mi ha mai dato. Il suo tempo, che voleva passare con me, cose da fare con qualcuno, e... io sono il tipo che pensa che, visto che la gente si ricordava di me solo quando gli interessava, cosa voleva, ro buona solo per quello che voleva... a questo punto perchè non dare qualcosa come del denaro per avere qualcosa che nella prima categoria, non avevo? Perchè accettare che la gente sia falsamente gentile con me, sapendo che si ricordano che esisto solo se avevano bisogno gratis del mio di tempo. Perchè quindi ncon decidere io di dare qualcosa in cambio del tempo di qualcuno? Perchè faccia un briciolo per me? Fingevano gli altri ma non avevo nulla, quindi a questo punto preferisco questo. Ma senza sesso, dopo Rò è solo schifo..."

"Sei quindi decisa a non volere nessuno? Tu che sei di mente aperta, quella persona che è capace di accettare che ci sia qualcuno che di alla persona speciale quello che non puoi o non ti senti di dare, perchè ritieni che è da bestie togliere all'altro qualcosa, seppur non vuoi fare..."

"La questione è solo che per Rò ho capito che i compromessi sono importanti se davvero voluti e accettati. All'inizio mi chiedevo come dovessi comportarmi... era giusto nel caso accettare di fare cosa voleva perchè sia lui che la società dice che l'affetto vuole i compromessi? Voleva, chiedeva, pretendeva, premeva e io non riuscivo più. Si era lasciato diceva, che era mezzo libero però.  A me non interssava. Non volevo affato una relazione tipo fidanzamento e il peggio, no. Io volevo solo qualcuno che mi volesse bene perchè io ero io, che voleva stare al mio fianco perchè sentiva dentro che lo voleva, che fosse contento di cosa sono, di chi sono, e tutto ciò che mi rende questo... ho passato la vita da sola, anche dopo che ho mandato al diavolo Rò e quei due, anche se non mi credono, ho continuato a restare sola fra quelle mura. Giorno, dopo giorno, anche un altro giorno... Lui voleva da me qualcosa che non mi veniva, che... non sentivo e volevo. E diceva, ripeteva, urlava pure, che io non gli volevo bene. Non dimostravo il mio affetto. Non rendevo palese cosa dovevo essere e fare secondo lui. Potevo passare del tmepo con lui, uscendo solo mezz'ora e sai perchè?"

"Si, so perchè... perchè ti aspettava in macchina pensando di avere certe cose. Invece di uscire finalmente con qualcuno al tuo fianco, ti portava in zone isolate e buie, quando cercava di fare il polipo e tu non volevi, si incazzava, dicsutevate e ti riportava a casa. Ritrovandoti con i tuoi che ti guardavano chiedendo perchè così presto, chi ti aveva accompagnato e con una serata di contentezza almeno, andata a quel paese. E quei baci che tu descrivi come un lupo con le fauci aperte che tenta di leccarti la faccia. Non riesco a pensare..."

"Per favore. Mi fa schifo e rabbia ripensare alle volte che mi oblbigava e mi baciava con la forza. Non mi piaceva e come con i miei, lui non sentiva. Non ascoltava. Sono più che sicura che ancora oggi, dopo quel giorno che l'ho mandato la diavolo, creda che io fossi pazza, scema, stronza o qualsiasi cosa. NOn faceva altro che dirmi che mi desiderava, che mi voleva, che voleva stare con me ma solo di nascosto, solo ogni tanto quando era sicuro, diceva, che nessuno lo vedesse, che io fossi discreta e in silenzio. Niente telefonate, niente questo, ninete quello. E io sola e senza trattata di merda. Bell'affetto! Che amore. Che affezione! Quando aveva bisogno io cèro. Una volta gli ho dato pezzi non usati dei miei pc perchè doveva fare delle cose, si è imbestialito come una iena affermando che non funzionavano, mi ha trattato di merda. Di merda davvero! E io iniziavo a capire sempre di più. Una volta era venuto ai miei corsi, e quando gli stringevo il braccio mi urlava incazzato che non dovevo abbracciarlo o altro perchè la gente vedeva. Un'altra volta ha tentato in un corso di farmi fare cose, si è pure sacicato i pantaloni in un bagno non usato e quando una di un altro corso è uscita e lo ha visto svignarsela, mi ha beccata là dentro, incazzata morta con lui ma sono sicura che mi hanno giudicata come quella che non sono. Quella volta in casa sua è stata la prima delle due che mi hanno distrutta. E poi continuava a tenermi ferma per costringermi a baciarlo, a dimostrare... dimostrare! Ecco perchè non ho mai giudicato chi preferiva pagare qualcuno per il suo tempo, sapendo che non avrebbe preteso o voluto cose senza considerare te. Io volevo qualcosa di diverso. Diverso dalle altre. Diverso da cosa voleva lui. E trovo triste che tu le cambi come niente ma se per te va bene..."

"Si, ne abbiamo già parlato. Cosa ha fatto è stato uno schifo e so bene che tu non sei bloccata o altro. Che tu sei uno di quelli che se non provi non agisci. Per una cosa del genere, intendo. E' che sei la prima persona che non vuole una relazione  e che non ha problemi ad avere una persona al fianco se maschio che ne abbia una e non accetti di staccarsi da te come compromesso..."

"Io non credo non esista l'amicizia tra uomo e donna. Io e te siamo la prova. Io e Jd. Io e Lubo, io e quei tre che vuoi affibbiarmi... a parte le volte che voglio tirargli il collo, siamo... amici. mettiamola in questo modo. Ma sono sicura, non sento, non ho la necessità di avere qualcuno che sia come le tue amichette. Queste cose si capiscono, no? Da quello che tutti dicono si, quindi io non lo sneto, non mi interessa e tutti possono stare dove stanno. Oltre il fatto che io un tempo, prima, se avessi trovato una persona speciale, sarei stata ben felice anche se cèra sesso, anche se... mi sarebbe stato bene che avesse avuto un'altra, se gli dava cosa a me non andava o non volevo, purchè la conoscessi. Non avevo alcuna intenzione di pretendere promesse o simili, come si fa da secoli. Perchè all'inizio è facile fare promesse pensando cosa sta all'incrocio dei miei pali e le cagate da fidanzatini. ma io non sono così, se non lo sento io non ho alcuna intenzione di finire come le pancine ferme a stella, chiudendo gli occhi forte forte aspettando che finisca o accettandolo come u ndovere. DOVERE! Io non voglio doveri, compromessi e simili. Ne io li voglio fare e ne li pretendo. E io no nvoglio dare o fare volendo in cambio lo stesso. NOn sono il tipo che vuole obblighi o costrizioni. per me portano solo a cosa sappiamo da là fuori. Quindi non voglio nessuno, non voglio nessuno, non credo che incontrerò una persona speciale per me e sono io a capire e decidere se avere amichetti... "

"Capisco... sono però contento che tu non abbia rimorsi o altro e tutto ciò che ti è stato fatto, e hai sopportato, non sia considerato da te come un accumulo di pentimenti ed errori. Ma ti hanno formata e ti hanno fatto capire..."

"Si. Così come non posso pretendere che l'altra persona sia costretta a rinunce e perdite per me, visto che so bene come questo mondo faccia schifo, ci manca anche che io crei limitazioni, come facciano con me. Nessun errore, nessun pentimento, perchè mi ha fatto solo capire che in una certa misura i miei avevano ragione e questo mi fa incazzare, ma mi fa schifo questo mondo che ha permesso che cosa dicevano avessero fondamenta, ossia che non eistessero persone giuste e come me... Se sei ciò che affermi, allora sei una goccia nel mare e ne sono felice... certo che la gente che cè qui non è proprio un bijou ma... spero che si possano migliorare le cose! Da piccoli errori possono nascere grandi cose..."

Esatto!... è da errori e casualità di gesti sbagliati che sono nate le cose migliori! Concordo. Secondo te è stato d'insegnamento cosa ti è capitato e lo comprendo, l'odio e il rancore che ti accompagnano li comprendo appieno, anche questi. Ma sarebbe triste, ora che ti ho convinta a restare anche per il mio aiuto per il Saluto oltre che l'Accordo, non approfittare di tante cose. Ecco perchè io, non Alaric, lui è scemo, ti spingo ad approfittarne e..."

"Oh, ma certo. Aspetta, tu mi stai dicendo che sto aiutandoti nel casino che hai lasciato lievitare qui e, avendo a che fare con quei bei soggetti potrei anche pensare, perchè non mi interessa, di usarli come giocattoli? In quel senso? Quella gente? A parte gli orsi che sono, sarei comunque una tua collaboratrice e ti sembra corretto per me e loro?"

"E allora... chiedi a Madame di presentarti il suo feuille de choix per... dare le gratificazioni che voglio darti per i tuoi contributi in persone che ti diano... il tempo e la compagnia per giocare ai videogames, fare le cose, avere qualcuno vicino a cui tu vuoi dare qualcosa. nche s esoldi, ma va bene. Io faccio così! E questo perchè non cè donna che mi interessi, sopratutto ora che sto ancora lavorando per arrivare almeno ai primi punti. però resta sempre la mia domanda... se non è un grosso sforzo per te, che non ti causi dolore come lo è l'intimità con qualcuno, fai qualcosa. Entro quanto ti senti, ma vai..."

"Per favore, basta!" agitando il bicchiere per poi bere un sorso "Mi sembra di risentire Rò con le sue menate. E sei una donna. E ce l'hai, quindi usala. Sei femmina e non mi permetti di dimostrarti il mio affetto... dalla. DAlla. DALLA!" urlò incazzata, sbattendo il bicchiere sul vassoio che per fortuna non si incrinò.

"Calmati, non era questo. Certo, ti ho detto che potresti pensarci e... fare quello che lui ti diceva. on era la stessa persona che sbraitava perchè non volevi fare nulla e fargli nulla, quando pretendeva che almeno facessi cose a lui, che era orribile, diceva, pensare che tu potessi avere qualcuno. Farlo anche solo la prima volta con un uomo che non fosse lui. Mettiamo il caso che trovi uno della feuille che ti aggrada parecchio, che ti senti tranquilla e te stessa come fu per lui, l'unico. perchè non..."

"per favore, non ne voglio sapere. Non credo proprio che sia così! E mi riferisco al fatto di fare cosa fai alle tue amichette! Mi è bastato cosa aveva cercato di fare, cosa la disperazione di tutti che mi urlavano che non ero questo e quello mi ha portata! Sono contenta solo del fatto che quella volta non è successo nulla, come per le altre volte me ne sarei fatta una ragione e avrei accettato anche quello tra le cose che mi hanno fatta comprendere tutto. Mi viene l'ansia, tremo al solo ricordare quelle situazioni o pensare a stare con un uomo in quel senso. QUello... mi è bastato per tutta la mia esistenza, finchè e quanto sarà! Non..."

"Si, lo so dei tuoi attacchi nervosi e di ansia, quando ne abbiamo parlato ho compreso ma sei anche la stessa persona che lavorando all'addedstramneto di base ha cercato di superare certe paure e ansie dovute alla tua vita e gli altri. Certo, i tuoi blocchi erano mentali per cosa ti è capitato e ti sei solo sbloccata e ora stai meglio, ma non sono tutte e capisco. Però pensaci a quello che ti ho detto, consigliato, perchè è un vero peccato. Sopratutto per una come te! Libera, mente aperta, senza pregiudizi e considerazioni come gli altri. Ecco perchè voglio che tu sia il Comandante e Padrona della Casa..."

"Aspetta! Vuoi davvero continuare con questa idea? ok che ti aiuto, ma non sono una di voi. Sto seguendo l'addestramneto ma... non sono una di voi e non posso esserlo perchè per loro, quegli orsi, io non sono dei loro. Anche s etu mi dessi quella carica, che ricordavo andasse ad Alaric, cosa ti fa credere che loro mi..."

"Primo! Io sono il leader qui. Io decido. Io impartisc ordini. Io nomino e amministro. Alaric... a lui no ndarei neanche il mio bucato! Sai come mai si trova qui? Perchè seppur sembri pavido e stupido, ha invece fegato. Ma non darei una carina del genere... preferisco una come te. Hai dimostrato di saper gestire e sistemare molte cose e..."

"ma ci sono Lubo, o Jd! O i vecchi come li chiamate?"

"I vecchi... si è vero, ma sai perchè sono le teste del gruppo di consiglio della Sala delle Pianificazioni, no? E non tra i capitani? Hanno una mente troppo chiusa. Tra un bivio non guardano o studiano l'altro lato, ma solo quello che credono sia quello e basta. Sono... rigidi, tirati..." facendo dei gesti con ip ugni chiusi per chiarire il concetto, con mezza giacca penzoloni pechè non messa "e Jd e gli altri dei Capitani... hanno quel ruolo perchè mi fido di loro, ma ho bisogno di qualcuno come te. Che non considera il denaro, il potere, l'arrivismo, tutte le cose che gli altri volgiono. Un ruolo, qualunque sia, dai capitani in su non è solo prestigio e potere. Ci vuole responsabilità, comprensione e... come doveva essere per la repubblica del tuo paese, era un onore e un sacro compito quello di servire e gestire quel che stava nascendo e il popolo del paese. Essere un servitore di tutti seppur con una carica alta, tanto che all'epoca non avevano nenahce retribuzione. Ecco perchè non amo la distrubuzione del poteree non divido certi ruoli. Ho messo nelle mie sole mani tre posizioni perchè no nvoglio che mi si facciano le cose alle spalle, contro quello che ho costruito e voglio fare, e non mi di pugnali alla schiena. Non posso seguire i gradi dell'esercito lasciando parecchio potere nelle mani di troppe persone. NOn ho dato ai Vecchi, ossia i soldati che erano in pensione ma non volevano vivere come civili o stare o avere una famiglia, nulla perchè mi spiace dirlo... saranno anche competenti e cervelli chiave per i piani e le procedure,  ma non mi sento in fiducia! Alaric mi è fedele, crede in me e ci crede in tutto ciò che vedi e sai, è dalla mia parte ma non è affatto adatto per una posizione del genere. La sola fiducia e fedeltà non bastano. Ho più fiducia in Jd che a loro ma... ho bisogno di qualcuno come te, che reputa una posizione come un incarico..."

"Si, lo avevi già detto! Non so, non mi piace molto. Non voglio che mi vedano un'arrivista, un'esterna che ha nelle sue mani le giornate di tutti e... una cosa è incazzarsi per la scarsa igiene, regole e tutto ma... Non credo che io sia adatti, capace anzi. Ricordi cosa mi dicevano? Ero sempre..."

"lasciali perdere, quelli! Si è visto che mente brillante e deduzioni superlative nell'averti giudicata. Ho controllato tutti quelli che ti hanno fatto male, sai? No, no non fare quella faccia. Mi sono divertito. E non è che fossero chissà che geni o bambini indaco da fare due pesi e due misure... loro sarebbero stati capaci di fare cosa hai fatto?"

"Bah, non mi interessa. Voglio cancellare ogni cosa. bruciarli come i miei ricordi, buttare..."

"...quando qualcuno decide di buttare i ricordi nell'immondizia è perchè si è spezzato qualcosa, perchè ha rotto definitivamente con quello che amava. QUali cose vuoi eliminare del tutto? Non mi dirai che vuoi bruciare anche Rò o..."

"Tutto! Quel poco che amavo è andato via, rotto, spezzato, buttato! Vuoi che ti aiuti? Dammi carta bianca e la possibilità di fare come voglio..."

"Concesso! Però ora mi dai una mano con i capelli? Non voglio sfruttare le tue qualifiche di parrucchiera, ma quella carta ha dato isuoi frutti. Mi piace come sai prenderti cura della mia testa e mi sembra che no ti schifi come accadeva con gli altri...E comunque sono felice che quel letto ti piaccia, visto ti butti all'indietro su di esso. Lo fai solo perchè sai che lì io non sono con le mie accompagnatrici, giusto? Ma brava..."

"Si, lo faccio proprio per questo. Perdonami ma ammetto di essere felice che qui, in questo letto, non ci hai portato nessuna" alzandosi e prendendo un libro dalla parte inferiore del comodino, buttandosi sulla trapunta "E' che... qui è solo un posto di sosta per te. Il giorno però che deciderai di... passare del tempo con qualcuna qui, nel posto che tu consideri casa tua, anche s enon ci vieni con nessuna... fammela conoscere! No, anzi, voglio fare colazione con lei perchè se mai porterai qualcuna qua sarà per due situaizoni. Una, eri così di corsa o hai fatto qualche festa o altro qui, senza poter andare via, oppure due, starai qui con lei perchè merita! E allora si, che voglio conoscerla!" ridendo, poggiandosi coi gomiti per guardarlo "Sono curiosa davvero di vedere questa donna! Posso dire che non immagino per ninete te con una donna in una relazione, diciamo fissa... Che cosa abbia questa donna dall'aspetto alla personalità, la bravura, tutto..."

"E tu? Che genere di uomo ti piace?"

"Lo hai visto... così come ricorderai quelle battutine quando ho ricomprato quelle cose in edicola. Quell'illustrazione anni fa è stato... non so descriverlo, ma la prima figura maschile che mi piacesse come aspetto. Ed era al primo superiore, in quell'edicola dove andavo come rifugio la mattina e quando uscivo presto. Ed era là. Ma come descrivere cosa ho provato quando l'ho avuto fra le mani ed è rimasto fino ad oggi?..."

"Colpo di fulmine?... questo o questo?" chiednedole quale fazzoletto da taschino abbinare

"Spiritoso... comunque quello lavanda!... resta il fatto che non so per quale motivo, ma è stato quello che mi ha portata a prenderlo e guardarlo, sempre. E poi cèra Raiden, non so nenahce perchè di questo ma..."

"Il biondino, giusto? Ripetimi perchè..:"

"perchè... l'ho visto la prima volta in una rivista per pc, una delle rare volte che riuscivo a comrparne una e cèra... cèra metal gear solid 2 e poi girando pagina, bam! Cèra questa immagine di Raiden messo di fornte con la pisola in alto, all'altezza della testa ma non è la faccia che mi fece dire qualcosa del tipo  -aspetta ,  ma -ma la tuta. Non so spiegarlo ma era la tuta, il corpo,non so dirtelo ma quel'immagine, quell'unica immagine mi ha portato a tenerla vicino a quell'illustrazione. Non so perchè, non mi viene di spiegarlo meglio ma..."

"Questa è la prima volta che ti sento parlare di un tuo... interesse per un soggetto maschile. Un buon passo avanti, nel senso che con me finora hai incontrato parecchi uomini ma non ti ho mai vista con... quel luccichio con quel soggetto. Ma chi lo sa, magari tra Madame, il nostro lavoro, prima di andare potresti anche approfittarne! Io a che pago... posso lasciar andare quel ben di dio che mi fa fare bella figura senza prenderci anche io? Certo, migliorano il mio status ma... come te, anche io sono di mente aperta e posso dire di no?"

"Ah ma certo, non potresti!"

"Andiamo, tu non sei come noi. Pure io non dico di no a belle donne. Come da fanciullo, così adesso! Tu sei una di quelle che, a meno che ci sia qualcosa che ti colpisca o non provi qualcosa, non cè nessuno per te. Per la tua testa e il tuo cuore. Non so se tu sia demisessuale o asessuale, ma io penso che... bhe, lo sai! Perchè lasciar eil meglio agli altri?"

"Meglio?! Mah, se lo dici tu... A me non è sembrato tanto ma, divertiti. Chi ti dice nulla? Ma ricordati che su certe cose, vale il gusto personale?"

"Se quell'imbecille ha peggiorato le cose, non vuol dire che lui può adesso, dopo che lo hai mandato a quel paese, vivere e farlo con altre e tu no! Certo, capisco che tu non sei capace di fare lo stesso delle altre, ma ti direi... inizia a vedere se cè qualche accompagnatore interessante, poi si vedrà!"

"Milan, io non sono gli uomini che tu tratti ea cui rifili queste cose per attirarli a se! Piuttosto, non ti sembra esagerato avere rapporti di collaborazione con Madame e cosa... fa? Tu dovresti constrastare queste cose!"

"Alt! Io constrato lo sfruttamento in ogni sua parte, ma Madame è una delle ultime, o poche, che non accetta gente che fa quel mestiere per soldi, per tirare avanti. Se non è una loro decisione, non è cosa piace a loro, non assume!"

"Che vuoi dire! Quali categorie lei assume?"

"Ehm... persone a cui piace parecchio farlo? Insomma..."

"Milan! Ti prego, non dirmi...." rigandosi sulla schierna sul copriletto chiaro, depressa

"Ninfomani, soggetti in cura per sindromi sessuali... diciamo che lei asume persone sia che hanno dei, come dire, no! Sono particolarmente portati per dare servizi per loro gusto. Persone che sono mandate in cliniche per curare patologie che le portano a... volerne sempre, ancora. Capisci, no? Quelle persone che se vengono diciamo scoperte, sono etichettate e allontanate solo per questo. Donne o uomiin, non importa. Come per te, la prima cosa che la gente fa è volerli mandare in cura. Madame invece li assume perchè sfoghino e diano servizi..."

"F quello che io ti avevo proposto quindi per la Raccolta.."

"Corretto! Rendono di più e meglio. Lei non costringe, se decidono di finire, finisce il contratto. Per questo collaboro con lei, perchè è una donna seria ed è una delle poche o forse l'unica che non sfrutta. Perchè lei sa cosa significa essere certe cose e sostiene gli altri, guadagnandoci. Non come la tua proposta perchè a te non viene nulla, ma...Senti, fammi un favore. Sistemami i capelli, non mi va di andare dal mio barbiere per questa cosuccia. Voglio andare direttamente. Ho notato che quando mi accontenti, fai un buon lavoro. Quel corso che ti hanno fatto fare non è andato sprecato"

"Vero, ammetto che sei la prima testa che acconcio con piacere... passare da esperto e tecnico informatico di vari livelli e settori a parrucchiera per non sentirli... dai sistemati sulla poltrona..."

"Agli ordini. Non vedo l'ora di vedere questi due progetti ultimati, gli uomini li vedo davvero motivati. Da quando abbiamo attivato tutti i cambiamenti qui è diverso. Più vivo, accogliente, la gente non si droga, fuma roba particolare, si sbronza ma fa e partecipa alle cose con interesse. E sono contento! Quanto torno, adesso, vedo gente più felice, sempre sorridente, sempre che si chiama per andare a fare questo o quello e mi sorprende. Prima era come un formicaio ma solo... Mh... comunque, ho già pensato a quale mobilio mettere..."

"ti prego giurami almeno che no nfarai del casotto la tua porcilaia... fammi questo favore" mettendosi con lui davanti lo specchio grande, facendolo mettere sulla poltroncina e prendendo dal mobiletto l'occorrente "sono contenta che tu abbia i tuoi... passatempi, ma non vorrei che usassi quel posto solo per..."

"Nah, a parte che al centro di questo edificio ci sarà una zona tondengiante con i posti come un teatro greco, ma al chiuso... al centro ci saranno esibizioni e tutto quanto, non come il Teatro ma per ricevimenti, feste e simili, va più che bene! Possiamo anche accogliere gli alleati delle altre religioni..."

"Le religioni..." rallentando dal fargli la piega "ti prego, dimmi che non farai cose che..."

"Andiamo, io sono un membro onorario della Cconfraternita del Prosecco e spumante dop e altri titoli. Ricordi? I Cavalieri investiti che giurano con una solenne cerimonia in stile antico.Nel 1945 è stata fondata quella del prosecco, molto prima quella dello spumante del tuo paese per proteggere, mentere le uve originali e non moderne, non cancellare quel che è il prodotto dalle sue origini...una confraternita per proteggerlo e valorizzarlo. E siccome io acquisto prodotti di ottima qualità e ovunque tu vai i liquori e spumanti o champagne sono sempre presenti, perchè non far parte di quel circolo? Anche qui in francia io faccio parte di gruppi del genere, come in russia per la vodka e altri..:"

"E dimmi, state con le tonachine nelle vostre riunioni a bollicine..."

"Non ridere, sai bene perchè mi hai visto vestito, che abbiamo abiti e mantelle apposite. Ho solo una sezione dell'armadio grande..:"

"la stanza... non un armadio, la stanza-armadio" rise lei mentre gli faceva le sezioni per la coda

"La stanza... comunque, ho una sezione solo per gli abiti delle confraternite! Hai visto quelli russi? Resta il fatto che mi ci sento bene! E giusto per dirti, ho intenzione di farti un regalo per la tua prima festa tra noi della nostra religione..."

"Oh, ti prego. Non mi sento negli abiti da donna, te l'ho detto! E anche il fatto che avete abiti particolari..."

"no" rispose lui fermandola,  mentre la vedeva nello specchio mentre gli sistemava la coda bassa "io parlavo del tuo, abito" osservandola mentre si efermava per guardarlo nel riflesso "Si, proprio quello e non fare quella faccia. Ho preso i tuoi schizzi, i tuoi disegni quando ti annoiavi o eri contrariata alle riunoni con tutti. Hai presente quello in tile sirena con quelle particolarità e il corpicapo..."

"Ma perchè! Io lì dentro sarò la barzelletta. Non ho mai messo un abito da anni e non so come muovermici dentro. Ma cosa ti salta in mente, anche per il denaro... io..."

"Ascolta. COme ti ho detto io non ho nessuno qui, e mi spiace dirlo, a ciui dare la carica che comprenda anche la parte finanziaria. E non ti sto dando tutto per amminstrarlo, ho persone che possono farlo ma vglio che quel denaro, tutto in tutti i conti, siano in mano a una firma e una testa che sappia come gestirlo. Ora, tu seic l'unica qui di cui mi fido e so per certo che... non è interessata ai sodli. NOn sei il tipo, così come la scalata ect... Se tu fossi stata come gli altri, per comprarti quello che volevi e non hai mai avuto, avresti fatto ogni cosa, come quelle ragazze e ragazzine che si vendono. ma tu sei tu, saresti capace di eliminarti se finita per strada, che finire nel peggio e in mano allo schifo. Se fossero tutti come te avrei più bracci destri...Perchè diciamocelo..." mentre lei gli sistemava dei ciuffi davanti "mi fai i cuffi, davvero?"

"Ammettilo, ti donano. QUante non si terrano nei vestiti... farai furore dove stai andando... così giochi meglio, no?"

""Smettila di scherzare. Ti piace punzecchiarmi sulle mie amiche, che pago eh, ma restiamo amici..:"

"Amici di letto, mettiamoci i punti giusti..."

"Quello che sia, ma la mia amicizia è anche con altre donne. E non parlo di amanti, non voglio grane con le mogli e fidanzate di altri, ma questo no nsignifica che non debba trattarle con il rispetto dovuto. Sono un Signore, un gentiluomo, buona educazione e... Dai, lo sai! Rendere omaggio alle Signore e farle sentire delle regine non significa che sia un Casanova. Come ho detto non ho intenzione di avere problemi di quel tipo, ma sai meglio di me asnche io credo nell'amicizia tra uomo e donna. Loro sono mie amiche. NOn amichette, ok, ma amiche. Scambio di favori, considerazioni, il solito. Invitarle alle feste o festeggiare i loro compleanni o altro a mie spese. Questo paga. E tramite loro arrivano i mariti, fidanzati, padri, fratelli e tutti i legami, ci sono sicure possibilità di arrivare ovunque voglia giungere. Lo hai già visto, è così che sono arrivato.Dove vedi. Piccoli passi, persone giuste, corrette azioni. Si, qui ho fatto un casino abbandonando le cose a lroo stesse e me ne sono accorto solo in quella settimana che ti abbiamo conosciuta, ma ora lo vedi. Tutto si sistemerà. E riporteremo le cose giuste. la bellezza dell'essere umano..."

"La bellezza salverà il mondo, certo. Mi chiedo se questo mondo, sia degno della bellezza."

"Il mondo è un contenitore infinito di cose per cui incuriosirsi e meravigliarsi. Il mondo è un posto bellissimo. Certo per una come te è difficile non avendo scopi o motivi, ma tu che ami la grandiosità umana negli orologi, la meccanica, la capacità di comprendere la bellezza della natura... Non so se davvero la reincarnazione esiste o meno ma... io voglio vivere tutto. Come dici tu, bruciare totalmente anche se significa attimi invece che decenni, ma di non aver rimpianti di alcun genere, nel momento di scomparire fisicamente da questa esistenza. Se esiste la reincazione... allora spero di vivere intensamente ogni vita che mi è possibile avere rinascendo, ma tu, se  hai sfizi, vai e brucia come una supernova!"

"la sua la storia di quel tipo che sente di non appartenere a nessuna delle categorie sociali con cui si relaziona? Che sente la sua estraneità totale dal genere umano.... la sua stessa esistenza si riduce ad una consapevole, tragica farsa. Un perdente che si dichiara da subito portatore di una maschera, e crede di poter vivere ai margini della normalità che non riesce ad accettare né a rifiutare. E in questo, dove la vedi la bellezza? O pensi anche tu nel tuo bel discorso che sia come molti là fuori, che sfuggono alla normalità che distrugge e trafigge con sesso, droghe, sballanti, tutto i ltrovabile per scappare da quella realtà. O come faccio io, con la visualizzazione... "

"Bimba...Non posso salvarti io dal tuo mondo. Posso aiutarti, ma un po' di volontà devi averla anche tu. E sai per cosa serve questa volontà? A sistemare le cose, quei fantasmi, che ti logorano e..."

"Si, lo so. A volte passerà che sei spinto in una battaglia non per tua scelta. Una battaglia che non può essere vinta, non importa quanto duramente combatti. Alcuni scelgono di ritirarsi o arrendersi sapendo che la vittoria non può essere raggiunta e sono i deboli.Io no nsono di quelo stampo, io non mi arrendo, io ho deciso di fare qualcosa che mi fa più felice che continuare a sbattere le corna su un muro per non uccidere qualcuno. Ho scelto un'altra strada, combattere.Ma non in un modo normale. Combattere in due modi, e in entrambi è la mia fine. Arrivarci... È giunto il momento di smettere di farmi seguire dai miei fantasmi, non posso togliere tutto, ma ora im hai fatto capire che quasi quasi..."

′′ Le cose accadono per qualcosa. promettimi però che non sia cosa penso perchè... ok, lo so. Sei un soggetto  invecchiato dalla tristezza, divorato dalla rabbia, devastato dalla pazzia, sbriciolato dalla perdita, svuotato da certi soggetti, indurito da... devastato da... rovinato da... violato, corrotto fin nel cuore... Sei debole, inutile, senza scopo e ti vedi così!

"Quindi?"

"Accetta chi sei. Accetta le cose che ti rendono diversa, i tuoi difetti, i tuoi punti di forza, le tue preferenze, le tue esperienze, i tuoi punti di vista, i tuoi sentimenti. Se tu attui un gioco per vendicarti anche un briciolo su quella gente, cosa ti porterà?"

"tranquillo, amico mio" gli disse, abbracciandolo da fdietro poggiando una guancia contro quella di lui "sarà... solo due grammi di vendetta perchè io no nabbia rimpianti il momento in cui mi aiuterai e sarai al io fianco. E ti ringrazierò, ma con un sorriso a cinquantaquattro denti!" facendolo ridere

"Cosa vuoi fare...Ricordati che le persone deboli si vendicano. Le persone forti perdonano. Le persone intelligenti ignorano..."

"milan..." dandogli un bacio sulla guancia "io no nvoglio vendicarmi facendogli del male. Io voglio solo togiere loro qualcosa, come fecero a me. Fare in modo che non ottengano più del necessario... ti fidi di me?"

"Certo, mi fido. Altrimenti non saresti qui, non ti darei il secondo posto e..."

"QUindi... perchè a te interessa che io resti qui?"

“Perchè lo ritengo necessario. per tutti e tutto. Come ti dissi nella Sala con gli altri, quello che ha fatto quell'uomo per te, va ricambiato...”

“Ma no nsono stata io a dirglielo, ne a volerlo. Ha agito da stupido. Il suo tremare e l'incertezza, invece di fare l'unica cosa che avevo chiesto non mi porta ad aessergli debitore. Per questo mondo io devo essere debitrice a tutti, tutti, eppure nessuno che lo è nei miei riguardi, oltre che non vedo perchè devo ricambiare cose che non ho chiesto io. Perchè sono figlia o nipote, e hanno fatto cose perchè io fossi la loro ocntinuazione, ma non mi porta ad essere riconoscente a forza come credono debba essere. NOn lo trovo giusto. Inoltre da quello che ho capito anche a te, come agli altri, interessa la mia continuazione, per fatti tuoi. Per l'Accordo io sono accettata qui per uno scambio, non vedo cosa ci sia di riconoscenza verso lui, te o altri. E' come con Zay e Ric. Hanno affermato che la mia storia, quel mondo in cui scappavo mutando i l dolore in altro, fosse una bella storia. Bella, capisci? Solo bella, come fosse un racconto che interessa tanto per, che non abbia un significato! Non che è una storia di una miserabile in tanti sensi, di disperazione e tormento, che è sfociata in una fuga là, in un mondo che esiste solo nella mia testa, che inserisce varie cose che mi sarebbe piaciuto riavere in questa vita. Invece nulla...”

“Avranno capito male..:”

"Di tutto ciò che scrivo, capiscono male? Che definiscono la fuga di una pazzia, di tormento, in una bella storia? A volte mi chiedo se non sono stata stupida a credere alle loro parole. Alle vite precedenti, a una me che torna e ritorna, e tutto un ciclo a Oroborous che mi si abbatte sempre addosso.Sempre pressioni e nulla di bello. E a qualcuno che vorrei accanto, al mio fianco, al di là di amore e sesso come lo vedono tutti, che trascende queste cose... e questa sorta di mancanza che provo, che nessuno e neanhce loro, hanno lenito. E tu, anche tu, che credi a queste cose...Io non comprendo me, e dovrei comprendere voi, come testa e interessi?

“Io mi sono fatto dal niente. E lo sai. E se ti spingo un pò, non è per obbligarti, tranne alcune cosucce... Ma è perchè non fidandoti più di nulal e nessuno a volte sei rigida. Cosa potevi fare tu, senza tutte le paure e disperazione? Mille vie e altrettante soluzioni, che magari inglobano anche quello che loro hanno detto. Questo mondo è così profondo ocme un pozzo, per tutto ciò che contiene che forse... possiamo cercare delle risposte. non tutte, ma possiamo provarci. Ecco perchè credo nelle religioni come libri da consultare. Tu non credi nelle religioni ma al massimo alla natura esistente, e capisco che non vuoi assolutamnete credere in un Dio e una Dea, che personificano il potere della natura in questo pianeta. Ma cosa succede se... esiste davvero la reincazione e ritorni in altra forma?”

“Altra forma? IO non mi vedo in nessun'altra forma se non nella mia.E intendo viso, mani, dalle ginocchia in giù, secondo me le mie parti migliori. Io sono io, così come quel ritratto della casa del topo. Non avrei mai cambiato, seppur con le tecniche chirurgiche, alcun che. Mi vanno benissimo come sono il viso, le mani dal ginocchio ai piedi. Io mi vedo così sempr e comunque, ma non perchè è cosa lo specchio mi rimanda, ma perchè io mi identifico con queste sembianze come se... fossero le mie fin nel profondo. L'unica cosa che vorrei, veramente, è togliere cosa tutti i medicinali mi hanno messo addosso di schifo. Vorrei tornare a quello che ero veramente e non mi sentivo... così! Così da schifo, vorrei tornare a essere leggera e serena. ALmeno in quello. E tu mi parli di reincarnazione in altre forme! Io aborro quest acosa! Non voglio sentire di ritornare, peggio in zone del mondo schifose dove mi posson vendere al primo che mi sposa, come messico o India o simili, dove ti guardano nuda e ti giudicano per darti al primo che è un buon partito o pagano per te. E a cui appartieni. O Ai piesi arabi o peggio africani, dove cè l'infibulazione. E ancora non voglio reincarnami, tornare ne altro. Voglio sparire perchè ogni giorno mi accordo che questo mondo non cambierà mai davvero e pe quanti secoli passeranno, la religione e lo schifo perdureranno. Così come glorificano i testi biblici o di baffetto tedesco, seppur la gente e peggio le donne, stavano così male che preferivano crepare  che viverci, così torneranno sempre. Come le zone dell'iraq e iran. Che negli anni settanta erano come noi come livello, alcuni dicono acnhe meglio,ma la religione spazzò via tutto. Se il mondo sarà così e una eprsona come me passerà l'inferno, e non cambierà nulla perchèl a gente ti giudica negativamente perchè ti chiama egoista, o segue religioni di morte e non di luce, che se lo tengano questo mondo. Anzi mi divertirei di più fare il fantasma e osservare e far venire il cagotto, io mi sento meglio ad osservare e vedere le cose come vanno. IN questa vita mi hanno buttato addosso così tanta merda che le paura per tante cose mi schiacciano così tanto, che non me ne freg niente di lottare per le cose. Non più! E non ho decido perchè debole o incapace, perchè le mie lotte non hanno portato a nulla cntrno religione, società e menti bacate! E per una come me, che non ha scopi ne altro, questo mondo non offre neanche il minimo per continuare a respirare, come piace ai buonisti. E vuoi ancora parlare di nuova vita in reincarnazione? Te la vedi tu, non io...”

“Permettimi almeno il tempo per L'accordo, quando vorrai andare, ti aiuterò. Anche se... magari cè un altro modo per avere cosa vuoi tu, cambiando le cose con le tue forze...”

“Continui a fare il buonista?”

“No, continuo a fare colu che ti allunga la mano, per davvero, e ti propone un altro modo per raggiungere i tuoi scopi. Parla con David di quella tua idea, magari questa volta davvero cè qualcuno che ti porterà quei cambiamenti che volevi. Per quella mancanza che provi... quella non è possibile colmarla se non la senti tu scomparsa o altro. E il fatto che tu non abbiaincontrato mai una perosna speciale, che stesse al tuo fianco... io non posso fare niente, amen. Se cè, buon per te, altrimenti porta la tua rabbia, dai corpo ai tuoi incubi accettando il mio aiuto, sulle persone che meritano quella valanga! Diventa la mia spada, pistola, elemento di cambiamento. Domani vedrai David e mi dirai. Ovviamente prima dobbiamo fare richiami, controlli, vaccini, anche per capire se oltre quello che ti abbiamo dato, cè altro in nostro possesso che possa aiutarti”

“vaccini... e chissà, magari saranno loro a fare il lavoro per me, se faccio quello un pò rischioso... quelle cose poche cose che desideravo e odiavo quella gentaglia perchè le faceva e io no... avrei voluto tanto quelle poche cose e so che le rimpiangerò a vita. Il male che mi ha fatto vederli tra la gente, ridere e divertirsi, a cena o pranzo tra gl ialtri con cui davvero si voleva desinare, sentirsi in qualcosa, avere memorie e ricordi felici... e mometni da usare come conforto... niente, e ho paura che pure la speranza sia scemata... Se fossi andata via trovando voi prima, molto prima... invece di vivere solo in un mondo creato da me, restando con il corpo in un inferno mentre nessuno vedeva e capiva...”

"ora hai tutte le armi che ti servono... combatti!" le disse guardandola dal riflesso, mentre lei finiva i capelli, senza guardarlo ma voltandosi solo a quell'ultima frase "Sii la guardiana e l'angelo custode di te stessa. Il resto, cosa lascerai, lo siritroverà qui per molto, molto tempo. E forse, anche nel mondo là fuori. Il tuo vero lascito, la tua reale eredità, che è ben lungi dai figli...."

"A sentire te sembra facile!"

"Adesso, lo è" sorridendole, per poi alzarsi annuncinado che era pronto ad andare in America.








"E da quando sei tu che decisi le regole, caro Alaric..."

"da quando sono qui da più tempo di te, non so, da quando sono della classe dei Capitani e mi merito considerazione!"

"Alaric, tu sei lo stesso che è entrato qui perchè Milan quel giorno era andato ad ammaliare un altro tizio, Olarte tra l'altro, con ottimi dati, e tu sei riuscito a seguirlo e spiare la conversazione. E visto che quello aveva rinunciato, appena uscito hai marcato Milan affermando che sapevi tutto, perchè avevi sentito, e volevi far parte della cosa. NOn so come tu sia riuscito a non farti ammazzare, ma lui nonostante tutto ha elogiato la tua faccia tosta e non essendo malaccio ti ha preso. Ma nonostnate tutto non vali quanto quelli che hai sotto il tuo comando. Parla poco, perchè sei l'ultimo che può dirmi cose..."

"Come ti permetti. Non mi faccio trattare così da una frigida acida come te che si è davvero imbucata con l'inganno in mezzo a noi. E Milan ti ha ascoltato per devastare questo posto. Stavamo così bene, vivevamo così pacificamente ma no! Doveva arrivare questa sanguisuga e sballare ogni cosa. Regole, divieti, obblighi, pulizia di 'sto cavolo! Io non voglio stare alle tue regole!"

"ALARIC!" urlarono gl ialtri

"E' così orribile rispettare delle giuste norme di igiene e pulizia? Era meglio che cèra lo schifo, veramente? Ti sentizi a tuo agio nell' immondizia?" disse Lia, calma.

"Fosse solo per passare lo sterilizzatore al vapore, pulizia ogni tot di ore, Ausiliari per la toilette e bagno, o come si chiamano in inglese ,quei tizi che stanno sempre nel bagno come imbecilli in attesa che a qualcuno serva qualcosa, cambare rotoli, asciugamani, saponi vari... ma dove siamo? Hai suddiviso cariche e compiti come fossimo..."

"in una caserma. Sotto le armi. NOn so fai tu..."

"Tu..." disse sbattendo le palme sul tavolo della Sala "fai la morale a me, che ogni minuto hai tutti i tick e manie assurde, perchè la gente ti ha fatto lo schifo... e allora noi che dovremmo fare?"

"Non so, Alaric. Forse Jd per scappare da un amore stronzo è finito sotto le armi, tu per la tua famiglia ossessionata con ogni generazione sotto le armi, Lubo perchè avevano bisogno di soldi ed era la prima cosa che gli è parsa sicura dopo aver fatto di tutto. Bryden per la leva da volontario di due anni così, per non fare niente... ogni persona qui, e lo so, è finito a fare il militare in varie categorie per un motivo. per carità lo capisco, ma io non sono come voi e al vostro livello, non è vero? Per voi sono solo un porcellino d'india..." con un tono acido e incazzatissimo.

"BASYA" urlò Jd stufo, finendo per capire l'errore e correggersi "Cavolo, non... volevo dire basta! Lo so ho detto la cosa che stavo leggendo, ma..."

"Aspetta, la guerra o l'olio?" disse Lia ridendo, mentre  lui cercava si risistemarsi sulla sedia per continuare a leggere dal pad cosa stava studiando "Andiamo, da quando ho presentato quei progetti per i saponi artigianali con certi ingredienti e sia i posti strategigi comprando luoghi di interesse d'arte abbandonati, siete in fibrillazione perchè siete stati sugli allori da secoli. Esagerati. Ma voi non dovreste essere addestrati per stare sotto stress? Oh, capisco. Forse gli ultimi anni non è così perchè siete rimasti qui ad autogestirvi..."

"E smettila. Lo vedi questo preventivo?" sbraitò Alaric sbandierando dei fogli davanti a lei, seppur stavano divisi dal tavolo "sono i costi di tutto ciò che devi far comrpare a quel povero di Milan... una macchina a taglio a getto d'acqua non industriale capace di talgiare ogni cosa. Mobilio da ingresso per ogni stanza per mettere scarpe e abiti, cambiandoli, e l'obbligo di non mischiare lo sporco di fuori con le stanze... Siamo militari? ALlora spiegami perchè devono avere indumenti per stare nelle camerate o stanze e altri per fuori! Se cè un'emergenza che fanno? Perdono tempo a vestirsi?"

"Innanzitutto essendo professionisti, dovrebbero essere capaci o di cambiarsi abito in pochi attimi o valutare come agire... o no nsarebbero il livello che sappiamo... non credi? Inoltre... ricordo bene la prima votla qui in mezzo a voi. Cosa avevano alcuni appena tornati da missioni o incarichi, che avevano... animaletti tra i peli, e sappiamo quali! Non avevo mai visto, nella mia vita là fuori, qualcuno con quegli sgorbi schifosi tra i capelli. E non voglio sapere in quali altri peli.  Per non parlare dei problemi ai pieid per la piscina di allenamento o per le docce! Quello che cèra che si, era curato, ma volevano il tempo di sparire. E ora... guarda! Gente più pulita. Ninete bestioline. Niente sporcizia. Niente funghi o altro schifo. E da quando cè l'accordo con Madame, nessuno compeso te, va più da signorine ignote, che vi capitavano in giro o nei locali, che portavano solo problemi. Te lo ricordi quel gruppetto che in licenza se ne è andatoa divertirsi nella capitale e sono tornati con la sifilide? Curabile, ma l'avevano presa! E usando docce, luoghi con altri, cèra il rischio che molte cose venissero... sparse. Adesso facciamo noi i saponi, eco-compatibili. Sicuri senza chimica. Con opportune modifiche adesso, gli scarichi delle docce finiscono, grazie proprio a quei saponi, in delle cisterne che usiamo per l'irrigazione. Con gli accordi di Milan abbiamo quasi accesso a una centrale geotermica, dei pannelli solari e e meccanismi per acquisire corrente elettrica dall'acqua senza danneggiare l'ambiente. Questo ci permette di avere corrente elettrica privata, esclusiva, e se l'accordo va a buon fine, la centrale sarà nostra, pagando le spese per un nuovo progetto di quell'azienda. NOn solo, una zona sul mare è nostra, privata, questo ci ha permesso di avere una spiaggia piccola nostra e un luogo dove posizionare un dissalatore nostro, che ci permette di avere acqua a disposizione per tutto, che in parte viene reindirizzata, usata, per la Fattoria. Ovviamente agli animali non diamo quella, ma arriva dal dissalatore. E sopratutto water con stampe per fare centro... cè bisogno di mtterli?" allargando le braccia schifata e sdegnata  "
Per impattare meno, i bagni sono stati mofidicati ocn un water con un lavandino sopra lo stesso, con due funzioni. Uno, lavarsi le mani dopo aver... fatto cosa biosognava fare, con attivazione a cellula, così non si tocca nulla con le mani sporche. Si, ha il rubinetto, quindi doppio uso, ma meglio usare le cellule per l'erogazione automatica. E cosa resta del lavandino viene usato per lo scarico. Perfetto. i sistemi delle docce hanno di nuovo doppio uso, principale con il sistema elettrico con card e un tempo giusto di uso dell'acqua, saponi fatti da noi, di serie o comprati da loro con le fragranze ed elementi che gli interessano. Così cè un sistema di domanda e offerta con soldi che rientrano, costano pochissimo, ma si aiutano gli uomini retribuendoli. E questo è solo l'inizio. Le stalle aiutano, come gli animali della fattoria, alla fertilizzazione. Tutti gli erbivori mangiano una certa altezza dell'erba, permettendoci di lasciarli liberi in zone da ripulire e fertillizare con diversi... bisogni in base all'animale. Così ocme le galline. Ci aiutano a togliere insetti molesti e fertilizzano. Per i capi, ove non possiamo produrre, acquistiamo in equo e solidale noi stessi. Per la lana, come formaggi e carne, abbiamo la Fattoria. Animali liberi, senza gabbie o obbligo di cstalla,  in zone  libere a rotazione e con servizi di...massaggio, cura. Inutile dirti che molti si son oaffezionati agli animali da giocare con loro con le palle, a rincorrersi... quegli animali sono felici. E vengono abbattuti senza dolore, anche se mi dispiace, ma solo proteine vegetali non bastano. E lo sappiamo. Addestriamo in modi corretti senza picchiare o ridurre alla fame, far del male come fanno altri. Non lo permetterei. E sto parlando di poca cosa, rispetto a cosa abbiamo fatto! Perfino la nostra lana di lama, alpaca, pecora, capra, cane... quello di cane ha pro rispetto la classica perchè ulito, tiene più caldo, i cani che abbiamo salvato a pelo lungo, anche troppo, ci permettono di avere una base per gl iabiti e mi sembra che i primi maglioni siano ottimi. Jd stesso li adora..." mentre questo faceva si con la testa.


"QUindi Alaric, abbiamo queste cose più tutte le altre. Pulizia e sistemaizone, è così difficile? E ancora, cambio di ruolo d'uso  delle sezioni dello Chateau per altre destinazioni, relegando camerate e camere personali nelle due esterne, quella centrale per altre cose. E guarda qui le cose che servono..."

"Per non parlare di come hai gestito alcune scaramucce interne... impossibile non ricordare le due che si scornavano, o melgio una bullizzava con le amiche una nuova, e tu che hau detto -se vuoi  posso  darti  una  delle  mie  sberle  cos  pareggiamo  la  cosa -, uscendo velocemente il  pugnale ad artiglio -alcuni qui  non  volevano  il  vostro  reparto  femminle  perch  dicevano  che  siete  gatte  isteriche  stronze  micidiali  tra  loro  danneggiate  l'ambiente  volete  davvero  le  concezioni  patriarcali  fossero  vere  sbaglio  o  voi  militari  e  spie  donne  devono  usare  l'avvenenenza  quindi  devo  sistemare  la  cosa  ora,a  desso  dimostrate  stesse  mia  fiducia  quella  di  milan  è  ben  riposta  vi  forse  unite  a  noi  dopo  lezione  su  queste  cosine  dove  cèra  rappresentazione  realistica  in  resina  dell'apparato  cerebrale  nervo-spinale  dimostra  quanto  valga  pi  l'interno  l'esterno  renderti  al  suo  livello -e indicavi l'altra con problemi di acne "perchè non ci siano più diversità e quidi voi teste bacate la smettiate? perchè non ci metto molto a renderti un PIcasso, così non cè chi è più bella e più brutta. per me siete tutte professioniste e persone, ma se volete che la bellezza abbia la meglio, risolvo subito...- mostrando i pugnali. Alaric, quello che sto dicendo con questo esempio è che qui le cose stanno cambiando, non solo nell'organizzazione, ma anche tra noi. Adesso mi sembra... diverso, l'atmosfera e l'unione pare davvero diversa e sono contento di come Milan ha accettato alcune modifiche. Per non parlare della mensa, il cibo biologico non trattato e usiamo solo isnetti positivi che mangiano i negativi insieme a oche e galline, o i pesci nel riso... non vedo perchè sei così negativo. A me piace. A te Lubo? A te Bryden? E voi che siete i secondi? E voi i Vecchi?"

"io sono un Vecchio, come ci chiamate. NOn sarei qui ora, in mezzo a voi, se non mi andasse bene. Finalmente cè più marzialità e..."

"Certo. Voi siete per i militari freddi e rigidi, che si perdono tutto dalla vita per le regole... siamo una comune o no? Milan voleva dei militari che vivessero in un ambiente..."

"Una comune non significa perdere le cose che ci distinguono, la comunitò, l'amicizia, l'unione, un ambiente creato da noi... come una famiglia. MOlti sono felici di stare qui. Ma come ho sempre detto nei consigli in questa Sala, si stava perdendo quello che seecondo me ì l'anima dell'essere militari. Ed ecco perchè ho accettato di collaborare con quella ragazza. Ha dimostrato di credere più in certe cose di tutti voi che ci avete vissuto. Per lei le regole, il modo di ocmportarsi, essere, il sapere come vivere e sapere che leggi e regole hanno un motivo di esistere e migliora il gruppo... essere militari non è solo stare zitti e obbedire. Milan stesso ammira il sistema militare spartano, romano, greco... ma vuole partire a cambiare il mondo cambiando fino a un certo punto noi e questo posto. Questo è... l'ombelico del Cambiamento. Se tra noi, che lavoravamo gomito a gomito..."

"Se non si inizia da noi, mostrando che seppur con regole e comportamenti militari, è possibile una società umana e corretta, non cè storia. E' questo che dici?" chiese Lubo, guardando il Vecchio che era diventato amico di Lia da quelle uova e aveva chiesto di essere a capo della Fattoria.

"Esatto. Noi come militari dovremmo avere valori... tutti noi siamo qui perchè abbiamo virtù, meriti, bravure, doti, talenti, abilità, capacità, esperienze, competenze, preparazioni, pregio, funzioni! Inoltre ascoltando lei ho capito che cosa necessita questo posto, ma intenso come unione di persone che vivono e lavorano insieme è... onestà, moralità, integrità, incorruttibilità, morigeratezza, qualità, pregio, dote, merito, purezza, facoltà, potenza, potere, volontà... im sembra che in tutti i nostri discorsi sia la lista di cosa lei intendesse dire. E lo diceva anche Milan. Semplicemente lui ha tentato di iniziarlo ma non è riuscito per il suo lavoro sociale là fuori, e nessuno di voi ha voluto prender eil testimone. Un'estranea, certo per il suo carattere, ha dovuto prendere in mano le cose e prendervi tutti a pedate nel culo, letteralmente, perchè comprenderste che... voi cercava la pace, monenti di calma, di vita come la intendevate voi ad aspettare bevendo, fumando, drogandovi, andando a donne, cercando quel qualcosa che vi mancava, perchè qui le cose erano troppo..."

"Ma per favore. Sei vecchio, Vecchio!... le stai dando ragione, ma io trovo che qui ci siano solo più regole, leggi, comportamenti. Perchè no nci si alzava più ad un orario ha avuto l'idea di mettere alcuni con dei bastoni a farti venire un infarto la mattina, quando ha visto che la trombetta del cazzo non funzionava... regole per mangiare. Regole al mattino. Prima della colazione usare quel cazzodi muro per riscarldare i muscoli e fare il primo movimento. preparare il corpo alla giornata. E i bagni freddi e caldi. Le stronzate della pulizia. Tutto..."

"Quindi vorresti tornare al vuoto di prima?" Chiese il Vecchio, l'unico dei militari anziani che parlava, che ascoltavano "Io stavo nel mio angolino, la mia tenda, con il mio orticello, i miei animali... quelli sono cosa ho ottenuto come pagamento e me li sono portati. Ma da quando lei e Milan hanno acquistato quel posto per fare quella Fattoria... ho deciso che foss eil mio posto. La vita che volevo fare, anche se sarei tornato come ora per le riunioni per le mie conoscenze e capacità di tattica. E mi piace come vivo. E qui è come una città in miniatura. Vi siete accorti che tutti i progetti di impegno che hanno fatto, danno quello che mancava agli uomini per non sfuggire dalla realtà con quella robaccia? Hanno motivi, una luce negli occhi diversa, sono vivi, sono appassionati a qualcosa e hanno obiettivi. E prima? Quel prima che ti piace tanto, Alaric, cosa ti dava, veramente?"

"Ascolta, è chiaro che la vostra... autogestione" si intromise Lia "non ha portato a nulla e Milan se ne è accorto, anche a causa del basso numero del vostro... corpo militare! Adesso siete di più, Non cercate più per i migliori punteggi che altri corpi militari stilano, ma cercate qualcosa di più. Quel qualcosa che rende ogni professionista quel che è... Qui non cè il migliore, non ci sono statistiche ne altro. I risultati li vogliamo, nelle missioni e o in ogni cosa che vi verrà assegnato, ma l'ansia e cosa danneggiava per essere al top come altrove, non cè. E le differenze omogeneano i gruppi. Sia di lavoro che di comunità. NOn..."

"Ma stai zitta! Tu..."

"Ragazzi!..." disse Milan entrando "sempre a discutere. Oggi non dobbiamo parlare di queste cose, ma del Cambiamento e le società là fuori! E' ora di capire come agire..." aprendo la riunione per i passi da fare.












Lia si trovava nella stanza con quella gentaglia, con Zay e Ric. Si erano decisi ad accoglierli nel loro magnifico villaggio? Accettati un paio de marron glassè, pensò, visto che erano sempre trattati con le pinze, e pure quella gente si era permessa di prendere Lia e parlarle per sapere cosa voleva fare rispetto a quei due.

"Ritengo che sia stato solo per quei due, e non certo per un vostro vivo interesse, pertanto il mio essere qui non ha alcun senso, e penso che lo capiate anche voi. A che pro? Io sono solo l'amica, l'arbitro per trattare con lei quando avrei voluto mettervi una bolba sotto le sedie e farvi volare come fanno gli idioti nei giardini contro gli scaraggi! QUindi, con permesso, io me ne torno nella fogna da cui mi avete presa perchè, tra i due mali, preferisco il vecchio" guardandoli col mento alzato e gli occhi abbassati su quelle facce, dietro quel lungo tavolo.
Quei tacchini stavano vestiti da snob dietro quel tavolo, mentre lei era da sola di fronte, e tanta gente enlla stanza a guardare, tutto intorno.

“Che senso ha, vorrei sapere, il mio essere qui se poi continuate a fare i migliori, quando siete schifo come là fuori. Se fosse stato il contrario, se lo schifo fosse stato là fuori e avreste dimostrato davvero differenze sostanziali, allora sarei stata contente per quei due. Ma se esistete davvero e siete questo..:" detto con molti disgusto "allora per me potete crogiolarvi in questa latrina. Non è molto diversa dall'altra...”

Avendo un mentello nero come quello che le piaceva, che nascondeva il suo volerli strangolare uno per uno e mozzicarli sul collo, tenne a freno le mani,  raccolte a formare un triangolo.

Mentre quelli ribattevano, erano entrate delle persone e Lia fece un gesto con la testa stizzito e si voltò per avviarsi alla sua destra, poichè la porta era là, finchè non si fermò. La gente che era entrata pareva dover dire o fare qualcosa, ma lei restò di sasso vedendo uno di essi. CHiuse gli occhi in uno strano modo e dopo aver fatto un respirò li riaprì. vedendo che anche Lui lo aveva fatto. Lo fissò così gelidamente che il silenzio era più rumoroso di mille parole.
Poi gli disse qualcosa, che solo lui capì, in una lingua e fece dietrofront verso una porta-finestra che dava un giardino. Prima che potesse dire qualcosa, lei agì di testa sua e senza dar conto a nessuno, mentre Lui la seguiva per aver compreso il "vieni con me".
La seguì, metnre la gente restava incerta a guardare.
Alcuni passi otlre, verso quel giaridnetto, lei restò a dargli la schiena mentre Lui no nsapeva che dire.

DOpo che lei restò ferma qualche minuto, si voltò verso di Lui con un atteggiamento di negatività. Due erano stati mandati a riprenderla, ma lei era ferma a discutere in qualche lingua con lui, che rispondeva. Parevano conoscersi, seppur lui non era con quelli che l'avevano presa. Quando uno dei due le chiese in inglese di tornare dentro, perchè aveva mancato di rispetto agli ospiti, lei disse tr ai denti qualche altra cosa a Lui e prese l'arma al fianco di uno dei due, puntandogliela contro.
Era una spada corta, pareva come quelle militari più per cerimonia che altro, che loro tenevano per le loro consuetudini.
Lia continuò a parlare tenendola alzata verso di lui, finchè non cercò di colpirlo con la stessa, come se sapesse usarla. Fece varie mosse, mentre Lui schivava solo e cercava di parlare. Anche Lui aveva le armi ma non le sfoderava, ma urlava qualcosa in qualche lingua strana.

Di colpo lei si fermò, come se avesse udito qualcosa che la fece imbestialire di più e prese l'arma, e dopo averlo guardato con disgusto vero, la buttò a terra in un certo modo, come se avesse un significato il come, e tornò dentro a passo come militare, con il mento in alto, lasciandolo dove era.
Appena tornò dentro e fece qualche passo oltre la soglia, Lui tentò ancora di parlarle.

Dopo aver squadrato con altrettanto schifo la gente dietro il tavolo che parlava offesa per averli lasciati come allocchi, fece un mezzo giro verso di Lui, sputò a terra e dopo averlo guardato negli occhi, disse qualcosa con un odio viscerale e si incamminò altezzosa, col mento in alto, guardando davanti, avviandosi verso l'uscita.
Alcuni si misero davanti come a fermarla, lei fece un bel respiro alzando il petto e disse come una minaccia "intralciami ancora i lcammino e ti apro la pancia, ti strappo le budella e ti ci strozzo. E poi lo faccio al tuo amico qui" parlando del'altro al suo fianco, fissando in un certo modo il tizio che aveva affrontato.

Lia si svegliò di colpo agitata. La sveglia suonava e si era accorta che era di nuovo un altro sogno, un sogno slegato dagli altri. Se negli altri cèrano Milan e gli altri ma mischiati a persone del suo passato, qui cèrano solo i due che conoscevano, quelli che loro volevano incontrare e sempre qualcuno che lei sembrava conoscere.

"Ancora. Ancora faccio sogni come a casa dove tutto ha sempre quella fine! Devo ancora sognare persone che voglio cancellare!" urlò stringendo i pugni, per poi alzarsi per prepararsi.

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Capitolo 31
*** 26.5 ***


26.5


Lia si trovava nella stanza con quella gentaglia, con Zay e Ric. Si erano decisi ad accoglierli nel loro magnifico villaggio? Accettati un paio de marron glassè, pensò, visto che erano sempre trattati con le pinze, e pure quella gente si era permessa di prendere Lia e parlarle per sapere cosa voleva fare rispetto a quei due.

"Ritengo che sia stato solo per quei due, e non certo per un vostro vivo interesse, pertanto il mio essere qui non ha alcun senso, e penso che lo capiate anche voi. A che pro? Io sono solo l'amica, l'arbitro per trattare con lei quando avrei voluto mettervi una bolba sotto le sedie e farvi volare come fanno gli idioti nei giardini contro gli scaraggi! QUindi, con permesso, io me ne torno nella fogna da cui mi avete presa perchè, tra i due mali, preferisco il vecchio" guardandoli col mento alzato e gli occhi abbassati su quelle facce, dietro quel lungo tavolo.
Quei tacchini stavano vestiti da snob dietro quel tavolo, mentre lei era da sola di fronte, e tanta gente enlla stanza a guardare, tutto intorno.

“Che senso ha, vorrei sapere, il mio essere qui se poi continuate a fare i migliori, quando siete schifo come là fuori. Se fosse stato il contrario, se lo schifo fosse stato là fuori e avreste dimostrato davvero differenze sostanziali, allora sarei stata contente per quei due. Ma se esistete davvero e siete questo..:" detto con molti disgusto "allora per me potete crogiolarvi in questa latrina. Non è molto diversa dall'altra...”

Avendo un mentello nero come quello che le piaceva, che nascondeva il suo volerli strangolare uno per uno e mozzicarli sul collo, tenne a freno le mani,  raccolte a formare un triangolo.

Mentre quelli ribattevano, erano entrate delle persone e Lia fece un gesto con la testa stizzito e si voltò per avviarsi alla sua destra, poichè la porta era là, finchè non si fermò. La gente che era entrata pareva dover dire o fare qualcosa, ma lei restò di sasso vedendo uno di essi. CHiuse gli occhi in uno strano modo e dopo aver fatto un respirò li riaprì. vedendo che anche Lui lo aveva fatto. Lo fissò così gelidamente che il silenzio era più rumoroso di mille parole.
Poi gli disse qualcosa, che solo lui capì, in una lingua e fece dietrofront verso una porta-finestra che dava un giardino. Prima che potesse dire qualcosa, lei agì di testa sua e senza dar conto a nessuno, mentre Lui la seguiva per aver compreso il "vieni con me".
La seguì, metnre la gente restava incerta a guardare.
Alcuni passi otlre, verso quel giaridnetto, lei restò a dargli la schiena mentre Lui no nsapeva che dire.

DOpo che lei restò ferma qualche minuto, si voltò verso di Lui con un atteggiamento di negatività. Due erano stati mandati a riprenderla, ma lei era ferma a discutere in qualche lingua con lui, che rispondeva. Parevano conoscersi, seppur lui non era con quelli che l'avevano presa. Quando uno dei due le chiese in inglese di tornare dentro, perchè aveva mancato di rispetto agli ospiti, lei disse tr ai denti qualche altra cosa a Lui e prese l'arma al fianco di uno dei due, puntandogliela contro.
Era una spada corta, pareva come quelle militari più per cerimonia che altro, che loro tenevano per le loro consuetudini.
Lia continuò a parlare tenendola alzata verso di lui, finchè non cercò di colpirlo con la stessa, come se sapesse usarla. Fece varie mosse, mentre Lui schivava solo e cercava di parlare. Anche Lui aveva le armi ma non le sfoderava, ma urlava qualcosa in qualche lingua strana.

Di colpo lei si fermò, come se avesse udito qualcosa che la fece imbestialire di più e prese l'arma, e dopo averlo guardato con disgusto vero, la buttò a terra in un certo modo, come se avesse un significato il come, e tornò dentro a passo come militare, con il mento in alto, lasciandolo dove era.
Appena tornò dentro e fece qualche passo oltre la soglia, Lui tentò ancora di parlarle.

Dopo aver squadrato con altrettanto schifo la gente dietro il tavolo che parlava offesa per averli lasciati come allocchi, fece un mezzo giro verso di Lui, sputò a terra e dopo averlo guardato negli occhi, disse qualcosa con un odio viscerale e si incamminò altezzosa, col mento in alto, guardando davanti, avviandosi verso l'uscita.
Alcuni si misero davanti come a fermarla, lei fece un bel respiro alzando il petto e disse come una minaccia "intralciami ancora i lcammino e ti apro la pancia, ti strappo le budella e ti ci strozzo. E poi lo faccio al tuo amico qui" parlando del'altro al suo fianco, fissando in un certo modo il tizio che aveva affrontato.

Lia si svegliò di colpo agitata. La sveglia suonava e si era accorta che era di nuovo un altro sogno, un sogno slegato dagli altri. Se negli altri cèrano Milan e gli altri ma mischiati a persone del suo passato, qui cèrano solo i due che conoscevano, quelli che loro volevano incontrare e sempre qualcuno che lei sembrava conoscere.

"Ancora. Ancora faccio sogni come a casa dove tutto ha sempre quella fine! Devo ancora sognare persone che voglio cancellare!" urlò stringendo i pugni, per poi alzarsi per prepararsi.

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Capitolo 32
*** 27 ***


chapter 27 chapter 27

Milan raggiunse Lia, poggiata con un gomito su una pila di casse, con il mento sostenuto dalla mano, che seguiva le fasi si sgombero delle zone dei Vecchi, per quella che sarebbe diventata la Fattoria. La zona anteriore dello Chateau era diventato a macchia di leopardo, una sorta di zona camping con tanto di tende, recinti per animali, fosse che ospitavano le ghiacciaie naturali e tutto ciò che gli appateneva, prendendo un sacco di spazio.
Seppur un'aera enorme, con la distanza tra cancello d'ingresso e portone di più di un chilometro, era come veramente, un campo rom nelle periferie.
I Vecchi avevano accettato di buon grado la nuova sistemazione, invece della tendopoli individuale qua e là, dove cèra l'erba,erano  felici di un posto dove vivere come si erano abituati nei decenni nei paesi odve erano finiti, ma in un edificio grande come una fattoria americana. Il nuovo edificio era così grande, con tutto lo spazio per coltivazioni e animali, che non fecero questioni su stanze singole sotto lo stesso tetto.
Molti erano diventati parte dei villaggi o settori nei paesi dove avevano lavorato, conoscendo varie persone, integrandosi, parlando quelle lingue e facendo varie cose in cambio di altro.
Era così che aveva ottenuto animali e piante che fruttavano derivati, che si erano portati quando Milan li aveva abbordati per averli tra i usoi.
Dopo decenni, alcuni erano quasi arrivati al congedo per anzianità di servizio, richiamati a casa, lasciando quei luoghi. Il loro problema era che, una volta non più operativi ma comuni civili, si sarebbero dovuti sobbarcare i problemi di una vita a cui non erano più abituati. Di un mondo moderno e frenetico, totalmente l'opposto di quello dei paesi dove avevano lavorato, seppur con guerre,  richiedendo un prolungamento degli anni per loro competenze e capacità. Questo però comportava una situaizone a loro sfavorevole. NOn rientravano più in un certo senso nella questione dei gradi, avevano la loro posizione guadagnata negli anni, ma i superiori di solito venivano decisi e cambiati rispetto a loro, e a cui dovevano rispetto e tutto quanto. MOlto più giovani di solito, di vedute differenti, che vietavano loro interazioni, commerci, lavoretti per la gente del posto di cui ottenevano la fiducia.
Come ad esempio in Vietnam, era capitato che molti ufficiali come soldati semplici, erano riusciti a fare una sorta di comunella con gli indigeni, scambiando favori, lavori, situazioni.  Integrandosi. Trovandosi poi in patria totalmente fuori posto.
Molte persone dei paesi di primo e secondo mondo, non sapevano come andavano certe cose in quei posti dove guerra, conflitti, scontri diplomatici creavano un dissesto sociale. E non riuscivano ad aiutarli ad integrarsi, portandoli così a tornare  o restare là direttamente. Purchè no nsi ritrovassero tra la malavita o simili. Molti veterani non erano finiti affatto bene.
Inoltre si sentivano più necessari là dove avevano vissuto anni, dove la gente comune di varie classi sociali, aveva bisogno di aiuto per recuperare oggetti dalla casa in zone bombardate, distrutte, in pieno conflitto di fazioni. Ricercare persone. Protezione o altri lavori. Molti avevano il compito di pacificatori o intermediari, situazioni dove erano esperti a pagamento per varie questioni. Diventando i contatti di quei luoghi, vivendoci per molto tempo, erano i punti chiave delle squadre che stazionavano in punti specifici, e avevano bisogno di loro per conoscere ogni cosa non fruiibile dalle loro informazioni.
E molte volte operavano come le questioni per la popolazione, di nascosto, creandosi agganci che molte volte non erano conosciuti dai reparti di cui facevano parte.
Erano però stati scelti da Milan  anche perchè non erano quelli che facevano della loro posizione un modo per arricchirsi, agendo negativamente. Ottevano un compenso pulito, non come chi per arricchirsi come altri  trattavano droga o pietre preziose prese sulle spalle di altri o commerci in nero, ma come un giusto contributo per il tempo messo a disposizione. Milan li aveva voluti, riuscendo a ottenere il loro consenso a dare le dimissioni e andarsene con lui, solo portandosi le loro cose. Le tende se no vivevano in altre costruzioni, alcuni oggetti, le loro apparecchiature, costruite o comprare/ottenute con quei e gli animali. Si, perchè alcuni di loro ricevevano anche promesse come prodotti giornalieri di orti o animali che avevano o gli davano proprio degli animali come pagamento. Diversamente dai paesi di primo mondo, in molte zone asiatiche o africane/arabe erano importanti gli animali, perchè avevano un valore, erano la sussistenza monetaria per i loro derivati o prorio di cibo.
E qeugli uomini dopo anni e anni erano così abituati a prodotti freschissimi e a certi cibi, che avevano preferito portarsi gli animali e tutto ciò che avevano che accettare del cibo moderno che perloro ormai non sapeva di nulla. Come il caffè. Tantissimo uomini si facevano il caffè alla araba, alla turca, con quelle caffetterie come lattiere con manico, ma poggiare con la bevanda su braci attendendo la temperatura giusta, o con le caffetterie arabe con i colli a cigno e disegni straordinari.
E siccome Lia stessa aveva iniziato ad odiare certi cibi precotti militari, perchè senza sapore e avendo mangiato sempre male in passato, aveva voluto proporre a Milan l'autoproduzione,di energia elettrica e poi di cibo, rimettendo in funzone la cucina. Quegli uomini erano abituati a vivere e trattare gli animali, molti avevano sia prima che dopo l'arrivo allo Chateau, degli orticelli propri, perfino delle celle frigorifere di permafrost. Avevano ottenuto abilità dal loro vivere tra quelle persone, per cui erano in grado di fare letti, partendo da legno e rotoli di strisce di tessuto per serrande per fare una rete.Crearsi da sole le cose, preparare tutto all'araba come dicevano... Era così che loro facevano e dormivano. Ed essendo i Vecchi, quindi non più operativi per l'età, erano addestratori, strateghi, esperti che supportavano Milan dalla sala.

"Sembra che siano contenti del cambiamento..."

Alle sue spalle apparve Milan, con un completo blu scuro con revers in raso più chiaro. I capelli erano legati bassi, frangia indietro pure, con una treccia sottile sulla spalla. Lia lo degnò di uno sguardo appena, tornando a guardare i lavori.

"Non capirò ancora questo posto e come tu lo vorresti..."

"Voglio una Comune. Persone con addestramento militare che non dimentichino mai quanto hanno appreso, che restino sempre degli specialisti ma che vivano in un ambiente meno... degradante moralmente. Una comunità di militari, umani e non bestie come gli altri, che vede l'umanità come qualcosa da preservare, non distruggere indiscriminatamnete..."

"Tu lo capisci che ancora adesso mi sembra parecchio difficile, ciò... vero? Non riesco a immaginarmi gente del genere, ossia militari che hanno vissuto in un certo modo, far parte di una comunità... umana! Militari! In una Comune! Ma... contento tu!"

"Detto da colei che è diversa dalle altre..:" ricevendo un'occhiataccia, non alzando il mento dalla mano, ancora col gomito poggiato "Non mi guardare così, non ti amalgami, sei fuori dal coro, in modo positivo e intendo per fortuna nostra, sei una persona che si interroga sempre e ragiona laddove gli altri vanno avanti come pecore. Ed è quello che voglio. Io non ho mai voluto elementi scemi che seguissero lgi ordini ciecamente, ma pensassero e sapessero fare il proprio lavoro agendo con la testa in base alle situazioni, e non come automi. Che mi dicessero apertamnte cosa non andava e le loro idee, proposte... Quello che gli altri gruppi militari vogliono sono elementi che stanno fermi ad attendere ordini e non fanno nulla, devono essere gelidi ed efficienti..."

"Si, come gli ideali militari dei romani, lo so già"

"Esatto... e dici a me che è assurdo questo mio progetto? Che voglio individui specializzati che contrastino i militari o pseudo tali che devastano certi paesi, avversare con ?"

"Dico solo che per esperienza non è facile cambiare le persone. Che sia il loro cuore per i loro pregiudizi, cose insite in loro messe dagli adulti mentre crescevano. Credi davvero che sia facile cambiare quei militari che raccatti in giro in persone che contrastino Bestie? Mi auguro per te che sia così!"

"Sei qui da alcune settimane, giusto per restare in tema, e ho notato che hai... iniziato a provvedere a far sentire su di loro quel che facevano agli altri. Intendo assassini, stupratori, pedofili, gente che non fa queste cose direttamente ma che prende, rapisce, commercia in persone innocenti, facendogli accadere cose dandole a quei soggetti di prima... per come voglio il mondo nuovo, trovo una sorta di occhio per occhio un pò negativo... ma capisco il tuo punto di vista. Dopo aver visto e sofferto a causa degli stronzi prima, e cosa hai viso qui con noi, hai ritenuto che fosse ora di non aspettare la Legge ma agevolarla... ma era necessario fare cosa hai fatto con quei soggettini?"

"Ti stai lamentando? Se dici che non devo più farlo, non lo farò! Ma quella merda umana resterà a rovinare le persone e la società..."

"E' che..:" fece lui, abbottonandosi la giacca, stando lontano da spigoli che potessero rovinarla "chiedere prima a Madame Lalique nomi e e modi di trovare certi elementi che potessi, diciamo, unire in un gruppo per la Caccia..."

"l'idea mi è venuta da quella sera al Grove per le cerimonie del Dio Gufo... cosa rende ciò che faccio diverso da cosa fanno loro? E il tuo lavoro per loro?"

"Lo capisco, ma come per tutto, loro sono solo un gradino per continuare a raggiungere cosa desidero creare. Ma non è un pò troppo... non riesco adesso a trovare la parola esatta, per descrivere il gruppo di personcine che ridanno a chi fa cose contro innocenti, quel che hanno fatto?"

"..."

"Per quanto io sia un militare, come gli altri che sono qui, posso lamentarmi del tuo modo di fare, per spingerli a superare i limiti? Potresti evitare di mostrare loro video e Lezioni parecchio... disturbanti anche per lo stomaco, solo per spingerli a ragionare e capire i loro errori o il fatto che..."

"Milan, di cosa ti stai lamentando! Sono militari che sono stati addestrati a tutto. Alcuni di loro hanno fatto addestramento in zone specifiche uccidendo e bevendo sangue di serpenti, imparando come nuotare senza sforzo trattanendo il respiro nel modo migliore per sopravvivere... Hanno fatto e visto di tutto, secondo le loro schede che ho spulciato e trovo assurdo che trovino schifoso e inguardabile un parto o il mio voler far soffrire chi ha fatto soffrire, vedendo come me come negativa! Molti video che ho loro proposto era per verificare anche lo stomaco che avevano in certe situazioni oltre che rimetterli al loro posto, visto che non fanno altro che vedermi come più debole e vulnerabile di loro... Tu stesso anche per la visualizzazione e  l'impianto virtuale, hai detto di dar corpo ai miei incubi..."

"Lo capisco! Ma non è un tantino eccessivo che gli stupratori, qualsiasi, siano presi e letteralmente violati da gay enormi, facendogli passare l'inferno che hanno creato alle loro vittime, osservandogli, in un ambiente creato apposta nella Maison Close di Madame Lalique, con degli spettatori? O i pedofili, tramite  video e l'impianto che abbiamo, che assistono a un finto abuso delle persone a cui tengono, ed è solo l'inizio perchè poi sarò il peggio per loro? Era davvero necessario per i venditori e rapitori di persone che poi rivendono, fregandosene di cosa capita loro, preparare un finto rapimento dei loro familiari e anche lì, imitare su questi quello che capita a chi vendono e usare per fare quadagno? Peggio, il terrore psicologico che hai usato... O spacciatori della peggior risma, e non i pesci piccoli ma proprio di compra e distribuisce, far provare dei finti overdose, facendogli credere che stanno morendo e fingendo ancora che sono stati rianimati, e via così varie volte... per non parlare di tante altre cose che hai fatto con quella gente che hai assunto come boia moderni. Anche quei quattro che ho sempre chiamato..."

"Boia... non muore nessuno, io non uccido! E... Tegel e gli altri, nonostante i loro difetti, non erano convinti di agire in questa maniera ma quando ho mostrato loro cosa avevano fatto, le prove nude e crude, si sono convinti. Anche cosa hanno subito per i loro problemi genetici. Ho detto loro che nonostante li avessero addititati come mostri e fossero migliori e giusti delle merde in quella società schifosa, era arrivato il momento di gettare nella fogna lo schifo della società e loor erano le mie mani supplementari. Che lo facessero per loro, per quelli come loro e tutti quelli che soffrivano.... Vendicare quei bambini, donne, innocenti, tutti quelli che erano finiti nelle loro mani e non avrebbero mai avuto possibilità di nulla. Senza tomba, senza ricordo di loro... dove la Giustizia non arriva, ho detto loro che ci siamo noi. Le nuove leggi sono tutti pro delinquenti, diritti e considerazione per la feccia. Certo, questo era stato fatto per evitare che un innocente subisse lo schifo, il problema è che ne beneficiano quelle merdacce e la passano liscia sempre e sempre. Ora basta! Ho subito sempre e sempre calando la testa e quando dicendo, stufa, quanto facessero schifo, passavo per tutti come la peggiore, io, giudicata e cazziata mentre quella feccia erano i vessati. Ora basta, quello che sono adesso, è cosa è nato, creato, da tutti loro. Io, quella che sono, è il risultato dello schifo che loro hanno permesso, nato dalle azioni e parole negative. E' ora che paghino!"

"Anche chi ti ha fatto del male, facendoti diventare questo?"

"..." guardandolo di nuovo "non infilare il dito nella piaga, perchè se mi gira gliela farò pagare a mio piacimento! E per come sono adesso, lo faccio, come osservo cosa subiscono quella gentaglia"

"Quello che mi domando è... perchè resti a guardare..."

"... perchè così come ho io giudico e faccio punire, come una colpa, devo guardare perchè è giusto così! Sono già sporca, a questo punto che osservi cosa ho fatto e sia da conseguenza per me perchè mi ricordi il peso di certe cose. E anche perchè mi ricordi che quello che loro subiscono è un millesimo in realtà di cosa hanno patito i poveri disgraziati che hanno condannato, che fossero morti o il risultato, se vivi, di cosa hanno vissuto e vivono ancora. Voglio vederli nella loro agonia e sperare che fin nell'anima soffrano almeno un decimo di quanto meritano. Se Tegel e gli altri tre, più Aeagaon e quelli che ho assunto, visto che me lo hai lasciato fare, sfogano le loro perversioni su quella feccia... me ne prendo la responsabilità. Non muore nessuno, non come nel Grove, ma so cosa faccia e significa..."

"Come dici sempre, non possono cambiare, vero?"

"Se tu riuscirai a cambiare quegli orsi, ben venga..." indicando gli uomini che lavoravano "Ma fin a prova contraria la feccia che acchiappo tramite quelli che ho assunto, e cosa gli succede come punizione,  non li cambierà e sai perchè? Perchè quelli non cambiano. Sai, è interessante vederli assistere a finte sevizie a finti loro parenti, urlare che non è corretto, giusto, che sono innocenti, che siamo animali a fare queste cose per punire lui, mentre quelli che hanno distrutto psicologicamente o con la vita... chi se ne frega. Sono altri! Non parenti. Chi se ne frega se succede quacosa a estranei e ci si guadagna pure. Non valgono ninete!"

"...Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, a fare miracoli con la medicina, ma non abbiamo imparato la semplice arte di vivere come fratelli, come fossimo di primo sangue..."

"Già" gli rispose lei amaramente "comprendo il vostro concetto di primo sangue, nel senso in linea familiare, o di secondo sangue, come fratelli di umanità. Ma le persone ancora non sono cambiate abbastanza con le generazioni da accettare subito come me questa cosa. Io non ho mai visto differenze, che fossero rom, africani, arabi, asiatici e via dicendo. Per me tutti sono persone. Ho sempre provato schifo per tutti quelli intorno a me che dicevano puttana o battona a qualunque donna, che fosse libera sessualmente o che facesse quel lavoro davvero, fregandosene se erano costrette. Come fosse una loro colpa quella di doversi dare per dei soldi, senza pensare al loro vissuto e al perchè! Per me erano donne libere e povere disgraziate sfruttate. Persone per me erano tutti senza distinzioni, tranne chi commetteva cose orribili, quelli sono sempre state Bestie. Ma si sa, le società da un certo momento con la religioni che ancora ci sono regrediscono... e cè un dislivello e categorizzazione pazzeschi!"

"ne so qualcosa, a partire dai capelli. Ancora ci sono alcune persone che mi chiedono come mai così lunghi, perchè è concezione che il maschio li debba avere corti e basta. Massimo fin sopra le orecchie. Ma come dico sempre, se anche nel maschio i capelli allungano senza freni, perchè se stanno bene come a me, non averli lunghi?"

"Si, so bene anche che hai qualche concezione un pò particolare, e intendo fuori dal fatto dei capelli. Anche io lo credo, infatti non mi sono fatti questioni o problemi per i tuoi e per quelli degli uomini anche più lunghi dei miei. Solo che... cavolo, li avete più belli dei miei!" ridendo insieme, ricondando quando all'inizio a quelli che li avevano lunghi, lei si lamnetava apertamente davanti a tutti che non capiva come loro potessero averli così fantastici.

Di colpo si udirono dei fischi, che provenivano da fonti diverse.

Lia ricordava quando vi fu una riunione per cambiare le cose allo Chateau, e a un punto voluto da Milan sul togliere gli allarmi sonori. Disse che gli allarmi comuni lo irratavano. Fastidiosi, snervanti, che mettevano più agitazione che altro. per questo voleva, come per altre cose, avvisi di stampo antico e che loro capissero.
Fischietti in osso scolpito, di lunghezza diversa e quindi in base ad essa, i fori e come usarli, si otteneva un avviso specifico già definito. Di colore beige e marrone, erano ricavati proprio da ossa o corna degli animali, che già avevano i Vecchi perchè dell'animale non si buttava via niente che dalle regole della fattoria di riusare tutto. Lunghi un pollice più larghi e decorati o più di un dito di uomo e sottili, il suono era più pastoso, caldo e profondo, quelli grossi fatti dalle corna, per avvisi a lunghe distanze.
Fischietti militari napoleonici o da caccia, trovati come altri oggetti antichi e restaurati, sembravano quasi dei ditali. Lunghi e larghi un pollice, erano formati dall'anello per legarli a cui seguiva una cupoletta come cassa per il suono, un torchone e la parte del corpo del fischietto che ospitava lo sfiatatoio e il bocchino. Avevano decorazioni in rilievo che richiavano spirali e foglie e come delle foglie che sembrano anche fiammelle al centro dietro e davanti, mentre gli altri disegni arricchievano l'oggetto. Il suono era più acuto, penetrante, anche gazie all'antico metallo più puro e di qualità dell'epoca dei moderni, capace di formare segnali a morse più fattibili e facili.

Avevano comprato ovunque oggetti d'arredo, mobilio, antica oggetistica varia da restaurare ed usare e quelli erano parte del bottino. Sempre di più la gente non capiva il valore di certi oggetti e nei mercatini, siti di vendita in seconda mano o rispondendo ad annunci di sgombero case in inghilterra e Francia, avevano rinvenuto tesori di valore non per il denaro, ma per la qualità e condizioni.  Legni come quelli antichi ve ne erano sempre meno, i mobili moderni degli ultimi sessant'anni, se fatti a macchina, erano da frammenti di legno e colla, che non resistevano molto. Leggeri e di poca durabilità, legni masselli antichi, uniti alle lavorazioni a mano di veri artigiani erano trovabili a poco prezzo.
Gli arredi moderni avevano tolto tutta la grandiosità dell'uomo di rendere un pezzo di legno vero, un gioiello immortale. ormai tutti i mobili  in mano a ignoranti erano finiti nelle discariche o come aveva scoperto, rotti e venduti come legna da ardere o divenuti trucioli. Una grandite perdita sia per Milan che per Lia e gl ialtri che li volevano. Con il cambio delle stanze e camerate, erano stati tolti i supporti per le mini cucine che le facevano sembrare delle celle che camerate, e visto l'edificio e l'ambiente caldo e invitante che davano i mobili veri e ben fatti, molti si erano creati delle stanzette niente male. Che fossero a solo, che in camerate di quattro o sei persone.
Era accaduto che in base ai gusti, le camere singole avevano un aspetto che rispecchiava chi le occupava, le camerate invece di sterili e fredde come uno se le apsettava piene di mobili in ferro grigio,erano accoglienti con mobiletti e comodini a gusto di ogni singolo uomo di qualunque materiale e colore. Seppur diversi tra loro, ognuno si era fatto il suo stile personale nel suo angolinoaccanto al letto, eliminando i moderni industriali. Questo era dovuto alle Lezioni che spiegavano come riconoscere i materiali, quasi erano i migliori in termini di denaro e tempo, valore monetario ma anche di pregio.
Ed era anche legato all'introduzione delle botteghe per riprendere i vecchi mestieri, valorizzare la riparazione e restauro e non gettare materiali veramente di qualità che ormai non si trovavano più.Riuso, preservazione, considerazione della qualità e dellalbiente.  Come il legno.
I legni dell'ultimo mezzo secolo erano impiegati nel campo industriale del mobile erano tutti truciolati compositi in colle o legni masselli, quindni pieni e veri, ma di alberi troppo giovani, da coltivazione programmate e controllate a rapida crescita. Teneri e facilmente lavorabili si prestano molto bene per arredi semplici ed economici, ma proprio per la troppa tenerezza possono pregiudicare la qualità nel tempo. Come detto nelle Lezioni,  la densità e  la durezza erano la chiave per la resistenza del materiale, sia per cambi climatici, umidità e lo scorrere degli anni come l'utilizzo. E lo si riscontrava mettendo a confronto un mobile in legno giovane degli ultimi sessant'anni contro uno di un secolo prima, guardando la pasta e i cerchi. Nel legno porosità, l'anellatura, ossia gli anelli con il loro spessore, la quantità ed eventuale caratteristica della polpa risultante al tocco o strumenti erano indice di qualità o meno per un lavoro, in base risultato e per quanto tempo dovesse durare. Un legno massello insomma moderno non è per davvero quello che veniva decantato, per ninete.
Ecco perchè ricercarono veri mobili in vero legno e in stili e qualità per sistemare la nuova come la chiamavano, che volevano far tornare allo splendore, in chiave più attuale. Per rendere vivibile un luogo, diceva Lia, non era necessario mettere quegli sterili mobili semplicistici squadrati, che sembravano per ogni marca tutti uguali con materiali scadenti. Toccare mobili antichi era qualcosa che no nsi poteva più snetire con i nuovi, dicevano molti estimatori .
Ma prendere il mobile giusto, lavorato nel modo modo giusto ma mani esperte, assmebrando con altri un ambiente non opprimente ma accogliente. i vecchi mobili se usati bene, accostati bene in uno spazio adatto a loro, potevano rendere attuale e non vecchio o pacchiano una casa abitabile in quell'anno come cinque anno dopo e ancora e ancora.
Inoltre avevano recuperato che avessero ancora una bottega che si fossero ritirati, i migliori artigiani ancora esistenti, quindi non solo viventi ma fossero davvero bravi nel loro mestiere manuale e tramandatoda generazioni e ormai perduto, perchè istruissero dietro pagamento gli uomini che non volevano essere ancora militari,  che volessero esserlo ancora ma anche fare cosa gli piaceva che gli uomini della Raccolta, persone che vivevano per strada letteralmente che dietro ricerche sul campo e delle informazioni che trovavano erano persone che avevano una vita con dei mestieri prima e a cui volevano dare una Mano, perchè avessero la chance che la società non dava loro, ridargli digniità e la come la chiamaa Lia, ossia quando aiuti qualcuno ad alzarsi tirandolo dopo avergli dato la mano, che gli serviva per rimettersi in piedi. Solo che accadeva nell'organizzazione, dove restavano accettando i termini della proposta. Diventavano parte della comunità, mettevano a frutto la loro vita precedente o ne creavano una nuova, con una occupazione che li facesse risentire vivi, con sogni, desideri e speranze che avevano perso là fuori.
Rinascendo e facendo rinascere cosa stava morendo.

I veri artigiani e artisti davano al legno, metallo e ogni materiale il pregio giusto per essere atuale sempre, ripeteva quando vedeva però Milan adocchiare sempre la pacchianeria del barocco o l'eccesso dello stile impero. Era per questo che quegli stili stavano dove stavano, dove erano sue stanze preferite.
E quando stava troppo tempo in quelle stanze, si buttava disperata urlando -ho la glicemia a mille aiuto.troppo troppo=""-facendo ridere Milan perchè di contro trovava i mobili che piacevano a lei troppo semplici seppur molto cesellati e incisi, e il color legno poco interessante. Cèrano cose come la gente che si sbaciucchiava o mostrava troppo affetto ogli stili con troppo oro, effetto barocco e cose puffose come le definiva lei, ossia l'effetto tessuto ibottito tipico di alcuni mobili, veramente esagerato e troppo da stufarla dopo poco. Solo il letto di Milan con le piume aveva il suo interesse, e appena saputo che non cèra stato con nessuna, aveva chiesto se poteva stare sul copriletto per leggere, giocare o parlare  e se non dava fastidio. Odiava tantissimo i tappetti che a lui piacevano pelosissmi, puffosi e camdidi. Peggio se con decori in oro.
Avevano gusti agli antipodi ma adavano d'accordo, seppur lei si fidasse poco delle manie di Milan di lasciarsi tirare dalla gente che prometteva certe cose.

Le botteghe nella sezione centrale delle nuove ale,avevano iniziato a preparare e risistemare mobili rovinati proprio per riusarli in maniera più ariosa e meno rigida, come erano stati pensati. Non svilendo il lavoro dell'artigiano demolendo il suo lavoro come facevano i moderni che sverniciavano, toglievano e dipingevano con colori moderni orrendi di bianco e azzurro cipria, piccoli capolavori devastati, ma smontando per controllare lo stato di colle e viti o chiodi, staccando con attenzione rilievi e decori e rimettendoli in modo da essere meno severi ma esteticamente belli a qualunque tempo, senza distruggere ne rovinare. Mantenendo colori naturali senza gli artificiali moderni. Ma con colori appositi per legno se scurire o trattare se schiarli un pò e laccare ove necessario.
Invece avevano scoperto che molti mobili antichi erano finiti in mano di invasati che si erano improvvisati artisti del recupero, che avevano letteralmente devastato mobili di pregio in oscenità dai colori orribili, spacciandoli per restauri moderni.
Era capitato che Milan si era fatto accompagnare da Lia in un luogo a parigi, dove il precedente proprietario dei mobili che cercavano aveva venduto, per recuperarli anche pagandoli di più. Aveva dovuto con Jd quasi fermare Lia dal voler strangolare la tizia, perche aveva dipinto di pittura pesante rosa cipria dei mobili in stile impero, raschiando fasce a rilievo e rivendendoli come arredo da riciclo creativo. Cèra quasi  il terrore che la tizia chiamasse la polizia per la sfuriata di Lia per aver visto, mostrati con orgoglio, la devastazione vera e propria di qualcosa che nel mercato dell'antico aveva un valore di un certo rilievo.
Sopratutto per persone come lei, Milan e altri che li ricercavano per tutti i pregi che avevano era un peccato vedere lo scempio nel quale erano ridotti in mano a certa gente. Vederli rosa polvere, con i segni delle pennellate, con le fasce prima in oro scartavetrate togliendo il lavoro di scalpello, le ex colonne con decori a foglia in oro lisciate anche quelle, le bordature finemente incise con specifici disegni piccolissimi da minuzioso lavoro... tutto eliminato per fare tutto rosa, spacciato per moderno,  sotto strati e strati di pittura moderna orribile con alcuni disegnini fatti con stencil a spugna.
Il crimine che salì a Lia stava per ammazzare una idiota precisa, ignorante e rozza, visto che per al'accumulo di ricerche che facevano scoprivano che tutti i mobili che erano messi in vendita erano stati rotti, spaccati, divelti, venduti  per bruciare in forni che era pure illegale, ridotti truciolati o in mani di vandale come quella tizia.
Lia odiava chi buttava, rompeva, distruggeva le cose senza vero motivo, non capendone i valori, non uno ma molti, di oggetti antichi. Perchè come diceva lei, essendo artista e creando con l'argilla artificiale, ogni oggetto era stato creato da una persona con abilità che avev atrasmesso all'oggetto, per persone che li vedevano come oggetti di pregio e ci tenevano, perchè restassero per centinaia di anni almeno cose si usava nelle famiglie, lasciandoli in eredità. E perchè gli oggetti ben fatti erano quelli fatti a mano, da persone che sapevano il loro e ci voleva un tornado per romperle.
Un pò come, diceva Jd ridendo, delle lamentele di sua madre e sua nonna che si lagnavano  degli elettrodomestici nuovi rimpiangendo i vecchi, fino a una decina di nani prima, creati per durare e dare performance per davvero. Non i nuovi con materiali scadenti, che si rompevano in maniera programmata, erano delicatissimi come il frigo che si ammaccava o graffiava con ninete, o con forni sempre con problemi, lavastoviglie da incubo e via dicendo. Non era la stessa cosa, ma ogni volta che le sentiva lamentarsi di un acquisto andavo a mare, tornando in famiglia raramente, aveva iniziano a ridere tutto il tmepo che loro si lamentavano.
Lia diceva che nella spazzatura da vent'anni aveva scoperto, vi erano veri tesori di pregio per materiali e lavorazione letteralmente nelle discariche, irrecuperabili. Per far posto a mobili di qualità scadente per davvero, fatti a macchina senza anima che duravano se andava bene poche decine di anni, mentre mobili addirittura di secoli e secoli erano ancora ottimi e utilizzabili, perfino messi benino, se sistemati tornavano al meglio, mentre i nuovi appena le colle e truciolati si gonfiavano, tutto da buttare. E peggio elettrodomestici.
E seppur lei si calmò, metabolizzando come faceva sempre la stupidità umana come irrecuparibile in intelligenza, aveva trovato nella riunione in cui discuterono degli allarmi, assurda la questione di staccare quelli moderni. Infatti Lia prima guardò Milan mentre spiegava cosa voleva fare, poi spostò lo sguardo verso Jd, poi gli altri, per finire sui Vecchi che ridevano vedendo la sua espressione.
Gli chiese infatti staccandoli, come voleva sostituirli, visto che tutti avevano avvisi sonori con quei suoni che lui odiava. E lui aveva risposto,

-come facevano gli stiamo adottando anche su tua proposta soluzioni vecchio la gente nenache ricorda e come dici tu scema le pecore cieche sorde ora sono ignoranti del prima quante volte abbiamo scovato persone mettevano foto di oggetti noi conosciuamo per nostra istruzione personale ripescati in casa loro qualcuno della famiglia o mercatini non sanno neanchedi cosa tratti mentre si deciso riadattarci a metodi ocmunicazione lavoro stampo perch li conosce pi sicuri ormai troppo con telefoni testa programmi che fanno tutto al posto rispolveriamo altro tutti possono comprendere ilfatto se una sirena un allarme suona pu significare maggior parte avviso qualche tipo ma istinto gi indicare dei segnali sonori decisi da antichi avete presente quando indiani avevano quei sembravano richiami animali usavano comunicare i coloni sapevano significassero finiva casino sa poco passato gliene importa=""-

-ho capito qualche giorno prima di conoscervi ho seguito su youtube un video uno storico chiamato barbero a quanto pare molto preparato ma che non conoscevo parlava d'arco trovato interessante per studiare il fatto lei mor veramente ora visto solo quello quest'anno s giovanna e ancora altri suoi vuoi farmi capire parte gente come lui nessuno capirebbe dei antichi?...e poi vorresti fare questi segnali=""-gli chiese.

-abbiamo acquistato fischietti antichi di vario tipo da libri sulla falconeria ci sono informazioni su come adoperarli al meglio facendoli nostri vari materiali in base ai quali si possono istruire gli uomini a riconoscere suono significato del segnale viene eseguito e nessuno sa cosa dice o che avviso vi è anche i corni utili per le lunghe distanze perch usare tutto moderno la gente tratta quando poche decine anni fa arrovellavano cercare decifrare nuovi metodi comunicazione cifrati segreti vincere una guerra coloni contro indiani loro assurda caccia all'indigeno sua terra finendo dimenticarsene roba tutta uguale noi vogliamo fare un mondo tutti ma cuore mente non significa arrivare fino questo dimenticando strada l'uomo ha percorso =""-facendola storcere un pò il naso per il casino che significava, e perchè ui aveva sempre queste sparate che pure lei un pochino dubitava.

"Si, si lo so..." rispose lei, a un dialogo con Milan senza sentirlo veramnete, persa nei suoi pensieri.

"Cosa sai... ti ho chiesto cosa ne pensi di Sabine, ramo cadetto della Casa di Hohenzollern, ricordi, nipote di uno dei principi che si sono sposati morganaticamente e hanno perciò perso il loro posto nella linea di successione. Tuttavia ella è molto, molto vicina alla famiglia madre come grado ed è pure parente dell'ex marito della sorella del Principe di Monaco. E' parecchio al centro della cremè nobiliare e alto-sociale, molti conoscenti e parenti sono... membri onorari di certi circoli..."

"Oh, ti prego! Non altri gruppi loggio-massonici, rosacroce e simili, che giurano di essere antichissimi e potenti, di fare cose maggggiche, che promettono dietro riti e feste particolari, di dare certe cose... tu non ne hai bisogno, il tuo stesso lavoro ne è la prova lampante. Mi è bastato cosa mi hai detto al Grove, basta. Non voglio sapere che tu ancora circoli tra quella gentaglia che è vera come cartomanti e medium là fuori, che sono buoni solo a offrirti un caffè o un tè.  O come risorse per noi come ottimi mentalisti e di sicuro sarebbero più positivi con noi per la società, che altro..."

"Sei sempre dura con me. Tu stessa come con la tua amica prima, cercavi qualche sorta di risposta alle tue domande. Quelle che tu dici non vi saranno mai, mai nel famoso Libro, che sia ebraico, musulmano o cristiano/cattolico... è cosa risaputa per le loro origini che prendono dalla stessa radice e condivido ma... tu stessa hai il terrore del dopo la morte. NOn vuoi tornare, se davvero esiste la reincazione. Anzi, hai detto più volte che ti sfagiola l'idea  di restare uno spirito Osservatore, guardando e indagando incurante del tempo e spazio..."

"Farei lo stesso di ciò che ha caratterizzato quasi tutta la mia vita. Ho guardato gli altri fare ed esistere mentre io no, ho guardato e visto lgi altri ogni volta in cose che io non potevo, indipendemnete dall'età e periodo. Non ci sarebbe differenza, ma almeno lo farei per mio capriccio. Perchè andarsene sai, verso la lucina famosa che ti dicono tutti, quando vuoi vivere come fossi un vampiro per secoli vagando in giro, osservando le cose. Sempre meglio così, che avere un corpo di carne e sangue e non vivendo nulla!"

"... comunque, ci sono tante domande dai nostri discorsi! Perchè no nsfruttare la nostra scalata a certi scalini, e... vediamo se questi soggetti legati allo spiritismo e soprannaturale sono veri nelle loro parole o no. Ci sono video e loro membri che giurano e spergiurano che..."

"Sia come sia, l'unica cosa che accetto del nostro piano di mescolarci con la feccia, per poi schiacciarla, è togliere anche quelli! Ti ricordi della setta, perchè questo è, tanto amata dai vip e attori di hollywood, che è riuscita ad essere cosa è, per ciò che è riuscita a fare cancellandone le tracce ma agendo da far schifo.E ' arrivata dove la Chiesa stessa non è riuscita senza spargere sangue. E io no nvoglio che ciò accada con le nuove che nascono ogni cinque anni o le future. La religione, mi spiace dirlo, nei secoli non ha fatto altro che danni. Spiegazioni per gli accadimenti naturai e fisici? Religione e Dei, impedendo il proseguire della Conoscenza. Ricordo la biblioteca di Alessandria e Ipazia. Che orrore, cazzo! Accadimenti nella vita di una persona? Scelte degli Dei. Se Dio vuole che muori o soffri, devi accettarlo perchè lui ha diritto di vita e morte su di te. O Sofferenza e disperazione perchè sei andato contro le loro leggi. Se però decidi per te, vai contro di lui. Quei caspita di libri sono stati scritti secoli dopo questo fantomatico Jesus o se è davvero lui, Apollonio di Tiana, o derivano da Mithra o Krishna, perchè sembrano tutte maledettamente simili e pare si differenzino di pochi secoli. E' sicuro però che la storia che noi conosciamo è totalmente inventata rispetto i testi apocrifi. Gli stessi  cavalieri templari, di ritorno da quelle terre, scoprirono il vero credo di questo Je-suis se è esistito, e segretamente seguivano i precetti della più antica dottrina, rispetto a quella dettata dalla madre chiesa. E' risaputo che stando nella terra d'origine della storia che la Chiesa dà per vera, abbiano scoperto la versione originale e vi credevano anche tornati. Questo ci pone a una domanda chiave. Tutti i tizi che tu conosci che seguono questo o quell'altro credo... che vuoi sapere se è vero quello che dicono, che loro davvero riescono a fare cose lontane dalla scienza, quelle che nella bibbia sono vietate perchè contro Dio, mentr eloro stessi affermano di dare benedizioni e protezioni usando prorprio il potere di Dio... "

"Si, lo so. Controsenso per il fatto delle streghe e maghi. Loro che usano i poteri di spiriti creati da DIo stesso sono negativi e da uccidere o convertire... mentre loro affermano di fare cose in nome di Dio usando il suo potere o quello dei santi. Satana, demoni, spiriti vari nel loro concetto no nsono creati da Dio stesso? E quindi, se Dio li tiene diciamo esistenti, non avranno un motivo? Chiedere aiuto a santi, beati e la Madonna, creazioni loro, che differenza ha con le streghe tipo wicca che sono benevole? Mistero, ammetto che anche io stesso me lo sono chiesto, ma sappiamo bene da molti fatti come, grandi messe e simili, non danno mai frutti. Mentre secoli prima si dice che i santi riuscivano a salvare città intere da epidemie e catastrofi naturali e... dall'ottocento ad oggi nulla? Anche il fatto stesso della madonna e i suoi abiti, riportati esempio dai pastorelli o Bernadette, così impossibili per quell'epoca se non dagli anni cinquanta del novecento. Ma pensi davvero che, se piena di falsità una, un'altra non abbia qualcosa davvero legata all'Oltre?"

"A me non interessa. Ho imparato a causa di quella società che non cè ninete di buono nelle cose imposte come verità assoluta senza prove. Credo più ormai alla scienza e alla natura, vera e magica a suo modo, che alle stronzate che vogliono credere solo per avere quella vita meritevole dopo la morte, che pensano gli sia riservata. Rompono tanto e obbigano la gente a messe e catechismo, giudizio e ammonimneti altrimenti il peggio su di te, ma mai una volta che sia avvenuta la prova come accadeva, dicono, prima. Animali affamati che invece di mangiare si inginocchiavano davanti le croci, apparizioni di madonne e santi, cose volanti e altro. Perfino la storia della sparatoria al Papa non mim ha mai convinta, per quanto riguarda le parole mariane ai pastorelli. Unuomo vestito di bianco subirà una sparatoria. Ok, peccato che doveva intendere il Papa. termine e figura conoscitissima in ogni epoca perchè a capo della cavolo di religione obbligatoria. Seppur poveri e pastorelli, mi sembra impossibile che non abbiano mai sentito chi fosse il Papa, la parola...  Per quanto pastorelli e ignoranti, sulla religione ne sapevano, no? Allora possibile che quella figura definita la madonna e vestita in modo impossibile per l'epoca, abbia detto di un uomo vestito di bianco e non il Papa? Direttamente? O dobbiamo fare come Nostradamus e Baba Yaga che ogni loro premonizione si può adattare a tutto quello che accade?  La Madonna che sa tutto, che ha detto a quanto dicono a Bernadette che era l'immacolata concezione e lei non sapeva che significava, benissimo... ma perchè non dire cche il Papa subiva un colpo di pistola invece di dire che un uomo vestito di bianco subiva un attentato? Perchè se era la stessa persona, diceva a una termini difficili e a quei tre non il titolo del capo della chiesa?"

"Lia... ho capito dove vuoi andare a parare. Mettiamoci anche la lettera del diavolo scritto da quella suora... la situazione noncambia. Fin dall'antichità, vedi la Dea Madre scolpita nella roccia con gli attributi di fertilitàenfatizzati  fino ad arrivare ad oggi. Ora si pensa che noi deriviamo da esperimenti di laboratorio degli alieni dalla scimmia, per avere schiavi per l'estrazione di materiali che gli servivano... dove sta la verità? Esiste un dopo che può essere definito piano spirituale? O cè solo quello che è materiale e vediamo, tornando polvere di stelle per l'universo là fuori? Ecco perchè voglio scoprire, vedere, assistere..."

"Fai come vuoi. Per le tue amichette, idem. Mi spiace solo che molte, e intendo quelle di natali nobili o mezzo nobili di uomini rcchi e potenti, non siano propriamente adulte. Il fatto che siano a feste e altre stronzate vestite come... lasciamo perdere, in mezzo a tante cose, ma minorenni, non...."

"Cosa credi, che sia quel genere? Andiamo, mi conosci. A me interessa la loro amicizia per raggiungere scalini che altrimenti... per me sarebbe distanti. Come ho fatto per giungere fin qui. Poi, se qualcuna è davvero speciale e unica da meritare considerazione dentro il mio cuoricino, da condividere con le questo posto e la mia camera da letto..."

"bah, ma dai!"

"Tranquilla, se dovesse accadere ti avviso subito, prima che ti annidi sopra il mio letto per parlare, così non ti schifi"

"Ancora con questa storia, il tuo letto con materasso di piume alla francese con quei piumoni che usi hanno un effetto comodo...:"

"COme un gatto spaparanzato..."

"...come no! Io..."

"Si, per la tua malattia seppur la medicina che ti avevo dato, prima delle Stoddarde, ti avevo procurato un materasso in lattice e poi hai scoperto come era strano il mio materasso di piume quando abbiamo giocato a scacchi quella voltaper non metterci a terra. Visto che ti lamentavi dello sporco che poteva esserci... OK, OK" vedendosi guardare male "ma è diventato, oltre la cassapanca, il tuo posto preferito dove spiaggiarti. Mph! A me invece il tuo letto non mi piace, mi è bastata quella volta che ti ho aiutata a sistemare i mobili che hai scelto, invece di quelli già presenti ma non volevi altri fra i piedi. Come fai a dormire su quei materassi di lattice non lo so... io mi sono sdraiato sopra per riposarmi un poco e mi è bastato. Sembrava di scivolare da qualche parte giù, giù... per non parlare di quel copriletto ruvido..."

"Quello era già presente negli armadi! Quello che cèra di default era come i tuoi, con il gonnellino a pieghe che prendeva solo polvere e sporcizia dagl iabiti se ci passavi per sbaglio. Adesso ne uno uno semplice sui toni del blu e ne ho uno sui toni del viola, senza fronzoli alla Milan..."

"Grazie, sarebbe interessante avere uno stile con il proprio nome. Sai vittoriano, elisabettiano, edoardiano, Luigi...e snon solo i più famosi. Chissà..." comunque, ci sarai, visto che non vuoi parlare delle persone che voglio avvicinare...

"Donne e minorenni o se maggiorenni solo per i loro natali..."

"...anche se, alcuni mezzi valgono i fini, no? Ci sarai alla riunione per..."

"si, l'ultima, non ho ancora letto i punti..."

"Piccola anticipazione, allora....Voglio processare le idee e voglio una legge per non imporre il pensiero limitante delle libertà nelle scuole.A iniziare, per te, dal concetto di famiglia come unico e solo tipo, l'aborto, il senso dei termini e il fattore umanità. La famiglia è da sempre composta tra due soggetti uomo e donna e questo è indiscutibile? E allora non sono famiglia nonni o zii o adottivi che si fanno carico di minori? O di altre persone?  Poi ci sono le coppie omosessuali. Ci sono persone che dicono che- io non condanno, non giudico in quanto hanno diritto di esprimere come meglio credono la loro sessualità, però metto un paletto sull essere genitore perché ritengo che se fai una scelta e vuoi vivere la tua vita in modo congruo al tuo essere, non puoi e non devi avere pretese di riconoscerti diritti genitoriali per ragioni che ben conosciamo. Non è discriminazione è buon senso.  -  E non sono i gruppi pro vita e pro famiglia che sono nazi-isterici!"

"Se toccano la famiglia tradizionale si incavolano, urlano che si vogliono togliere crocefissi, famiglia, sesso, tradizioni ecc come se fossimo sotto l'imperatore romano anti cristiano. L'ho sempre detto che le religioni sono solo schifo..."

"So che tu odi tutta questa gente che urla che i loro diritti sono calpestati mentre si da corda e pubblicità a quelle di genere e sessuali e..."

"MA LORO HANNO LEGGI CHE LI PROTEGGONO! LE HANNO! Sono gli altri a no naverne, i loro diritti religiosi del cazzo ci sono... E' giusto urlare che non sono LORO ad essere rispettati?  che  NON SONO e POSSONO continuare ad essere MADRE e il marito PADRE perchè i derelitti fino a quel momento, pretendono adesso rispetto e diritti, chiedendo solo che loro, che siano gay o altro, ottengano la possibilità di essere riconosciuti come famiglia, genitori, legalmente e giursdizionalmente partner dell'altro? Cosa gli viene tolto se anche quell'altro tipo di legame è chiamato famiglia? Il rispetto va dato a tutti, ideali legittimi e sacrosanti che meritano parimerito con quelli definiti naturali, ma si urla al  ridicolo e  intolleranza al contrario.Che sono solo che facendo così alimentano l 'intolleranza. "

"Lia..." disse lui gentilmente, sapendo che si stava scaldando

"No. In questo caso sono IO che mi sento non rispettata in nessun modo perchè anche io pretendo, come fanno questi stronzi che seguono la religione di divisione, non di amore, il mio modo di vedere famiglia e amore. QUindi la famiglia che io desiderano non di primo sangue non va bene, perchè non è naturale. E' innaturale anche la tua Comune, perchè non ci sono famiglia classiche che fottono solo per figliare, permettini di essere volgare per esternare la mia, di incazzatura. -la sola famiglia reale è tra uomo e donna tutto il resto sono capricci umani dettati dall'egoismo=""-. Ecco come definiscono il nostro modo di vedere l'umanità, l'amore vero e l'unione tra Persone, non stronzi come quelli. Nella bibbia forse cè scritto tali stronzate, non in natura perchè essa stessa mostra figli di altri che sono cresciuti da altri soggetti. Ah no, perchè una femmina prende un figlio è sempre madre con figlio. pardon, allora tutti i nuclei di branchi che crescono tutti insieme i piccoli non sono naturali. I maschi di certe specie che covano i figli e li crescono mentre la femmina è via, non sono naturali. Le comunità di sole donne del passato che crescevano figli tutti insieme, accoppiandosi solo per avere le generaizoni successive non erano una grande famiglia per niente, perchè mancava il maschio capobranco... ma vaffanculo, va! Ti ricordo che sono sempre, sempre sono stata trattata da sbagliata perchè non volevo relazioni, non volevo figli, non credevo nei matrimoni e nel concetto di eredità prima come figli e poi come qualcosa da lasciare ad essi. Perchè cè differenza con il mio concetto di eredità, quel quacosa da lasciare a quelli che verranno dopo di te, che sia davvero importante e d'aiuto, qualuqnue sia il campo... per l'umanità, tutta. perchè io non penso alla famiglia in quel modo imbecille, ma per me famiglia sarebbe ben altro. E dovrei impedire diritti e altro a quelli come me, che non sono i canonici uomini e donne etero e stronzi, perchè lala gente religiosa del cazzo sta sul culo che ci sia altro, oltre le figurine che i preticelli proiettano sulle mura della caverna facendogliela passare come l'unica verità..."

"Il mito della caverna così modernizzato mi mancava ma..."

" famiglia era e resterà composta da madre padre e figli, scimmiottano queste scimmie! Dicendo che alle loro unioni gli dessero un altro nome ma non saranno mai una famiglia come il Dio comanda. Che il Dio se ne vada affanculo, e se esiste e gli rode, che scenda e si faccia sentire una buona volta. Oppure non si scatena uccidendo e sterminando come dicono i libri perchè non esiste? Lo schifo che cè scritto nella Bibbia di come la gente veniva uccisa o dat aper stupro è riprovevole e loro lo leggono come qualcosa di importante. I pochi messaggi che ci sono buoni sono mischiati allo schifo e perdono tutta la positività che avevano. E dovrei calmarmi quando mi danno della difettosa perchè non ho la cazzata della maternità? Che non sono come la scema classica, che poi si legge nelle storie della pancine da qualche tempo? Leggere loro è come fare un tuffo diretto nella concezione di secoli fa, ed è da paura. E leggi commenti come -io non ho niente contro di loro pero mi fanno schifo=""-e ti viene la pelle d'oca. A me succede! Se tu vuoi un mondo giusto, dove non vi siano imbecilli che figliano bulli per le loro stronzate basate sulle differenze, allora inizia a cambiare questa cosa. Anche se sarebbe meglio fare quello che ti ho detto, fai come Dio, visto che è buono solo a questo e vai sul sicuro..."

"Si, bè, Jd e gli altri non sono affatto convinti, diciamo che se la fanno sotto. Quindi mi hanno chiesto di soprassedere, ecco... per ora mi limiterò a proseguire i piani come decisi. Per la cara Sabine... come ti ho detto, molti che conosce possono essere ulteriori trampolini per..."

"Il culto interno di quei posti prevede e vige cdi dover raggiunger uno stato di virtù rispetto all'uomo. Chi ne fa parte deve raggiungeere un alto grado di virtù, trovabile in determinate cose. peccato che quei soggettoni lì sono poi per lo più feccia! Hanno fatto cose per avere ed essere, pari a quello che fanno quelli che considerano sotto di loro. E non capisco come vi possa essere differenza, ma sai ce significa raggiungere quelle scalate? Il culto interno, rispetto a chi entra nella loggia pretende standard di un certo tipo nelle figure che ha al suo interno, ma dalla nostra lista di soggettini particolarini, abbiamo tutta una pagina di reati e schifo, pendenti su quelle capocce da sgomitare letteralmente perfino con quel Capo Jonboy, quel soggetto che tu dici abbia tr ai suoi quello che ti interessa. Per favore, voltati prima a sistemare qui, poi si vedrà..."

"Luiz Leon Escanuela pare, ma non è sicuro, sia il vero nome di quel tizio, che gli apice farsi chiamare Capo Jonboy. Dorde mi ha detto che all'inizio credeva parlassi, non avendo specificato il contesto ma solo detto che avevo trovato Luiz Escanuela, e visto che lui segue artisti nuovi e vecchi,di uno che stava a osservare giovanissimo davvero, che sta partendo a farsi conoscere grazie all a tecnica dell'olio iperrealista combinata con esperimenti teorici sulla rappresentazione anatomica. Settore che lui ama, quando gli ho detto che parlavo di Capo Jonboy mi ha guardato strano..."

"Fammi indovinare, credeva che parlassi di quel Gonboy, quell'isterico talebano come lo chiamano molti così perchè è mezzo svitato..."

"Sai anche tu che Dorde quando lavora nel suo studio ed è concentrato sente le cose a spizzichi e bocconi..." vedendola irrigidirsi e mostrarsi arrabbiata "... e si, credeva che parlassi dell'uomo a cui hai quasi rotto la trachea in quella discussione animata sui ruoli..."

"Quell'imbecille troglodita religioso del menga ha osato urlare che non prendeva ordini da una donna, per giunta non coperta, con abiti da uomo e..."

"Ehi, la sua religione..."

"Sticazzi!" girandosi verso di lui scontrandosi di petto "mi stai dicendo che vuoi cambiare questo mondo e poi prendi le parti di una scimmia evoluta male? Che la tua parola, le tue decisioni, la fiducia in me non contano perchè per la sua religione e il suo cervello bacato io devo stare coperta, e lo sono già devo dire visto che non mostro ninete, che devo velarmi il capo, silenziarmi, non avere neanche i tacchetti, e mi è impedito per la tua pretesa di sostituirti, di dargli ordini perchè lui è uomo e da una donna non è possibile! Che ha riunito altri deminenti non religiosi ma stronzi nel'anima, perchè il mio ruolo non è accettato, compreso e voluto!"

"Non è per te o contro di te che parlavo, io ho paura per loro. Da quando hai superato i test sulle Stoddarde, ti ricordo che su di te hanno un lievissimo, lievemente, elemento di controindicazione per cui vi è uno squilibrio del sistema nei circuiti neuroanatomici o come ha detto David... doveva esser così. A te quindi in determinate situazioni diminuisce tutto compresa serotonina e aumentano cortisolo,norepinefrina,epinefrina , noradrenalina, testosterone, sbilanciando tutto verso questi facendo sballare l'amigdala... ecco, diciamo come dice Jd che sbarelli un pizzico. per poco la tizia modernista dei mobili ci rimetteva il filo della vita per la sua poco brillante idea di sputare sul buon gusto e quello che vogliamo salvare, ovvero le abilità umane di creare e dar testamento con queste qualità negli oggetti... il nostro Gonboy è quel che è, se perdi la pazienza facendo vincere le stoddarde siamo nei guai, perchè accadrà qualcosa di spiecevole. Il Programma  si attiva quando i tuoi livelli di adrenalina...superano uan certa soglia.Evitalo...Sai bene e lo ripeti altrettanto che cambiare i lcuore della gente è difficile e faticoso. Quell'uomo ha accettato la mia offerta perchè aveva casini là ed è qui per..."

"Oh, andiamo. Povero derelitto rifugiato di guerra perchè ha sterminato mezzo suo paese... e quando l'ho preso per il collo guardandolo negli occhi ero perfettamnete in me, o devo pensare che non hai davvero paura per loro e cè dell'altro?"

"Stiamo davvero discutendo per un arabo misogeno e mentalmente ristretto? Volevo solo dirti che le due reazioni, quella con la donna devastatrice e quella con Gonboy erano simili e dettate da rabbia e odio. Non sarebbe salutare ne producente per te, fare qualche danno agli uomini, i nostri, ora che stiamo sistemando le cose, perchè provi una repulsione viscerale per le menti come... la sua. Capisco che tu rifiuti solo la gente del genere, ma se stringevi un tantino di più, visto che gli avevi rotto la bottiglia sulla testa che in quel momento era convenientemnete scoperta dal suo copricapo solito... non era una discussione ma lo sfogo di tante cose su uno solo. E questo lo sai. Ma le Stoddarde non mi ascoltano, tu si. Per la donna, so che eri arrabbiatissima per la legna da ardere, poi i truciolati, poi la scoperta che molte opere e dipinti finiti in mani di gente inesperta e ignorante, erano stati rovinati irripetibilmente come quel Cristo, e sei contro ciò e quei mobili osceni perfino per me erano il top dell'assurdo... ma così non vinci."

"..." voltandosi dandogli la schiena ma lui sapeva che si stava calmando

"possiamo tornare ai punti sui cambimenti sociali che vogliamo fare?"

"... quando capitava per miracolo che io restassi a mangiare da sola per tutto il giorno, non cèra un momento in cui mi mancano, in cui provisso qualcosa come avviene per tutti che sono portati a pensare che sentono mancanza, che snetono di dire -ti voglio bene- almenoc un momento nella vita... io no, sono una persona di merda, stare sola per molte ore o dormire da sola quando capitava non mi portava mai a cambiare idea. le ore passate da sola per me era come quando cèrano anche loro, anche quando sono stati riscontrati brutti casi di malattie a  si sono dovuti operare, la prima cosa che ho pensato è che non volevo restare io con tutto sul groppone, come era su mio padre. Quando aveva dato notizia, la prima cosa che accadde su di me fu sospirare di disperazione perchè se non morivo prima,  tutto ciò che faceva solo lui, anche per l'inettitudune degli altri, finivano su di me. Non provavo altro che questo, fastidio se moriva prima qualcuno di loro, rispetto a me. Faccio schifo, lo so, questo è quello che sono e sarò per sempre. E sai cosa odio delle donne?"

"La loro falsità su certe cose?" strappandole un mezzo sorriso

"Donne ma che non meritano la D maiuscola, che erano niente prima e ora possono parlare e fare, per quelle che si sono immolate in tutti i sensi. Ci sono state donne che sono state incarcerate, alimentate a forza con tubi e imbuti perchè facevano sciopero della fame ed erano morte per infezioni ai polmoni. Picchiate e abusate nelle carceri perchè ritenute pazze, feccia per la loro speranza di diritti che a causa della società mischiata alla religione, non avevano. Cè ancora gente con la vagina che urla che la BIbbia è l'unico testo da leggere per poi non capire che all'interno cè scritto tutto lo schifo che altre prima di loro hanno sofferto, il peggio del peggio. Donne date letteralmente ad abusatori per non far del male a uomini, che magari s elo meritavano pure. Donne lapidate per false accuse o credenze. QUanto schifo e ancora ci sono donne che lo toccano e lo considerano, dimenticandosi le parti dove dice che la donna deve velarsi, stare zitta, muta, non merita lavori o possibilità di essere pari agli uomini, che essere picchiata e abusata dal maritoe suo oggetto ect ect... e ora si permettono di trattare male e dire certe cose a categorie ancora nello schifo, che chiedono solo di poter essere, amare, avere una famiglia come tutti. Patetico! Altro che sostegno femminile o le donne comprendono! Non capisco come facciano ad avere la faccia di bronzo di vivere come donne anni cinquanta, nello schifo orbe e sceme, e mettersi in attivo per impedire che altre persone, di fasce deboli e ancora nello schifo, possano... essere felici"

"La tua vita nella tua famiglia è esattamente come quella scolastica. Da cancellare, rifuggire..."

"Che asfissia che era la mia vita, lì. Mi alzavo, riuscivo a scendere dal letto e cambiarmi. Se dovevo mettermi un proteggi slip, per farti capire una cosa intima e stavo in camera, il tempo di cambiarmi e andare in camea per metterlo e niente, arrivava mio padre ad aprire la porta ed aspettare alla port acon la scopa in mano per scopare a terra! Capisci? Tutto il giorno sempre lì dentro, a guardare, controllare, a usare la finestra per guardare la strada, a rompere le palle, nno potevo vestirmi che si apriva la porta perchè cè cose devono fare negli armadi, altro. Niente intimità. tutto il giorno così. Urla e casino perchè per lavoro non si poteva mangiare tutti a pranzo, io ne sarei stata felice, non mi piaceva mangiare con loro ma invece si mangiava di corsa, a ingozzarsi proprio perchè cèra pochissimo tempo che poi uno doveva andare. Urla e casino perchè a uno piaceva lavorare di pomeriggio e ai miei no non è lavoro decente, perchè doveva stare a casa con lroo il pomeriggio per fare un cazzo. Il lavoro era la mattina... io non ce la facevo più! Sola, sola nella stanza, con loro smepre con le mani sulla maniglia della porta ad esntrare, stare là, toccare, ficcare il naso, rompere le palle, neanche cambiarti o stare d'estate in slip e maglietta perchè dici -sei tu non c nessuno in camera-  ma poi capici che invece casa tua è il colosseo, che entrano tutti perchè cè un armadio che entrava solo da te, dove tengono cose e quindi tuti là dentro o usare la cazzo di scopa che sollevava solo polvere ed eera sempre deteriorata al centro, e quindi che cazzo si portava dietro? Ancora sento nelle orecchie il colpo della parte in plastica per terra o ovunque perchè la passavano con forza a terra, come sbattendola o sulle barre in ferro del balcone per pulirla e bam, bam, bam... io che dovevo  vesrtirmi in fretta la mattina come una disperata e odiavo quel cazzo di bagno, che dovevo dividere con tutti i maschi di casa mentr equella stava da sola in quello purepiù grande, che dovevo portarmi tutti i vestiti, tutti, in bagno o sarei stata costretta a uscire in mutande in mezzo alla casa, perchè progettata col didietro. Ho ancora gli incubi sapendo che la porta si può aprire senza che nessuno bussi, che abbia paura di stare in intimo, in camera mia, perchè poteva entrare chiunque. Ho odiato il mio corpo, ho odiato il modo in cui mia madre ha fatto tutta la questione del ciclo, come naturale e il suo ossessivo controllo della cosa. Ho provato odio le volte che non volevo dirle che l'avevo, perchè rompeva che tutto le si doveva dire, e arrivava a toccarmi là sotto ala sprovvista per snetire seavevo l'assorbente. ALl'epoca non avevo ancor a comprato la prima coppetta ed ero costretta a mettere quei materassi, proprio materassi economici e giganti, fastidiosi, impossibili da tenere e che rischiavi di macchiare tutto perchè facevano proprio schifo. Risparmio.  Quanto l'ho odiata quando mi diceva che era il tempo di pensare a trovarmi uno, magari ben messo economicamente, perchè dovevo fare il mio. Si, dovevo fare il mio... Ossia parlava di matrimonio e figli e disse proprio queste parole -io il mio l'ho fatto ora devi farlo tu=""-. Mi si è gelato il sangue, mi è venuto il primo attacco di ansia forte da sentirmi il petto stringere, e unito a tutto quelli che dicevano e facevano per spingermi a farlo, ho odiato di più. Non voglio che altri provino lo stessso!

Milan prese il suo Phonvlet consultandolo per parlare.

"I temi attuali che ci sono sul tema famiglia sono -famiglia è per chi ama tuttavia come hai inteso l'altra volta esempio nella costituzione del tuo paesi si evince che nucleo sociale intende rappresentato da due o pi individui vivono stessa abitazione di norma sono legati tra loro col vincolo matrimonio rapporti parentela affinit quindi in democrazia gli qualsiasi orientamento politico religioso e sessuale dovrebbero essere garantiti allo stesso modo dallo stato infatti sembra alcuni pensino=""--   assolutamente,, il, familiare, forma, già, al, prima, dei, figli,, persone, sposate, una, famiglia., visto, così,, ci, può, sposare, dello, sesso,, ecco, fatto,  -. Sembra che parecchi la pensino come noi nella domanda del perchè si debba associare sempre il concetto di famiglia a uomo e donna con figli. Si può essere una famiglia anche senza figli e sposandosi con persone dello stesso sesso, il concetto di famiglia comprende un nucleo di persone contornato dall’amore nei confronti dell’altro. Punto.  Quante coppie etero non fanno figli per motivi personali o privati? Sono sempre famiglia, affermano. Il vero significato di non è quello dei quadretti religiosi"

"Alla buon'ora. Peccato siano pochi..."

"grazie all'introduzione di conferenze per ora ma poi saranno proprio lezioni civiche... ora alcuni giovani hanno detto la loro. Sanno che Esiste una definizione giuridica di famiglia da cui partire, quella che abbiamo detto, e va unito al buon senso, morale, etc non di.religione,..:" fermandosi vedendola fissarlo come se non avesse compreso il senso "Nelle conferenze si spiega come l'idea religiosa debba restare tale, che si tratta di una cosa privata, non di una comunità sociale dettata dal buon senso, moralità umana ect..."

"Loro che dicono tanto -  è la famiglia naturale  -... la natura è anche cannibale e matricida, la Mantide religiosa uccide il maschio durante l'accoppiamento. Così altri insetti o in molti mammiferi il maschio è solo come una provetta per quel tempo di farlo e ottenere la gravidanza. QUindi di che parliamo? Se il concetto di famiglia e matrimonio, essendo solo umana coi nostri canoni è una cosa condivisa da tutti ok, ma non mettiamo in mezzo una sacra famiglia che è totalmente inventata. La madonna stessa proviene sia da Iside dalle statue e raffigurzioni col figlio sulle gambe che da quella indiana... ma no, quella er auna vera famiglia, esistente in una società dove lapidavano le donne se l'uomo non er sicuro di essere il padre o finiva male comunque, e la storia di come erano trattate era lasciaperdere,  e quindi è naturale così... Dobbiamo dedure che tutto ciò che avviene in natura è lecito anche per gli esseri umani? Possiamo buttare nel water tutti i codici allora perchè un solo testo scritto quattrocento anni dopo questo fatidico tizio/momento, sono più veri del cuore umano? Una famiglia che non è sicuro sia esistita per come era composta... in quei secoli! Parlano di naturale quando la natura ci regala famiglie da flm horror..." facendolo sorridere

"Sii felice. COntinuo con altri pareri da queste conferenze...in una coppia omosessuale ci deve per forza essere il maschio e la femmina? Cambiare il pannolino al figlio è prerogativa da maschio o da femmina? Quando lo si accompagno a scuola,ovuqnue, gli si prepara il pranzo, si da pure la lavatrice, stendere, stirare, lavare i piatti ecc.. si fa l'uomo o la donna? o si è come gli Amish o progenitori dove a sporcarsi le mani in certe cose era la donna e l'uomo il re della casa, se toccava esempio un piatto era la vergogna? A fare queste cose nella propria casa e con i propri figli, si deve essere uomo o donna? E l'orientamento sessuale chi lo avrebbe creato, Topolino? La famiglia non ha nulla a che vedere con la genitorialità biologica, così come l'idea che igenitori sono solo quelli che li procreano e partoriscono. La famiglia per sua definizione non è solo quella dove ci sono figli, può essere anche composta da solo due persone. Due persone e un animale. Più persone di primo sangue o unite da affetto di secondo, valorizzando la natura vera umana.  Non è obbligatoria la prole per essere definita famiglia, può essere un nucleo.... Alltri affermando due soggetti che hanno procreato non hanno creato nessuna famiglia, hanno solo procreato. la famiglia è quella che vuole stare insieme senza soggetti che invece ne vorrebbero scappare via, dove ci sono legami veri... continuo a leggere?"

Lia sorrise ed emise un sospiro come di pace, continuando  aguardare i Vecchi che sbraitavano agl i uomini che stavano disfacendo quella che era casa loro, per spostarsi in una che avevano confermato come idea per una nuova vita, per sentirsi vivi e utili, in un posto per loro e loro.

"Sembra di vedere i vecchietti con i cantieri quando sbraitano credendo di saper fare meglio..." disse lei  con tranquillità

"Certe cose sono internazionali,sai?" rise lui alla cosa, mentre vedevano i più anziani sbracciarsi e rimproverare aspramente i più giovani nello sgomberare le loro cose, per la grande costruzione che avevano accordato come casa nuova, pur di togliere quella tendopoli che Lia trovava un pugno in un occhio per l'aspetto del posto." Comunque ci sono state delle... questioni con i genitori sul tema della famiglia, i ruoli e... una mamma ha detto-se uno si sente parte di un nucleo familiare pur essendo in due o non sposati buon per loro ma sono contraria perch quando ero sposata senza mi sentivo famiglia come lo intendo io ho raggiunto il concetto con i miei figli e trovo offensivo paragonare la mia quella altri soggetti diversi=""--  -

"Dimmi che posso bruciarle i piedi" disse Lia con odio ma lui continuò.

"Parlano anche con rabbia del tema sull'amore che è stato spiegato nelle conferenze. Ossia che non è vero che non esiste un tipo di amore, unico, ma diversi quanti sono i cuori delle persone. Esistono l'amore per i figli, l'samore per il coniuge, l'amore per la famiglia. Mnetre noi abbiamo insegnato che mai un amore verso una persona sarà identico ad un altro ma sono diversi e importanti comunque, in egual modo...l'amore è un concetto estremamente vago e non misurabile. Le leggi non possono considerare un elemento come l'amore. Le leggi si occupano di comportamenti non di sentimenti ed una società umana è fatta prima di tutto da soggetti e non membri di una religione, è corretto vedere le persone in altri termini che credenze. A questo sono piovute altre critiche... del tipo -adesso vogliono addirittura limitare la libert di pensiero=""-, perchè chiedevaom di essere più aperti e più disposti verso persone non canoniche secondo quanto si era educato prima..."

"Sono gli stessi dei capelli lunghi e l'orecchino negli uomini, quando nella storia umana sempre si sono portati lunghi,  e molti uomini in molte culture portavano orecchini. QUando si è tarati in testa...trovo avvilente il ragionamento per cui delle richieste in cui si dice "è offensivo dire noi siamo una famiglia e voi no. Siamo persone, amiamo, anche noi valiamo come famiglia" creino diversità. Per me la diversità è creata dal -famiglia è questo punto e basta voi non lo siete=""-, cancellando di fatto ciò che è la natura umana, l'essere un essere umano e un retrocedere come i gamberi a prima dell'evoluzione. perchè questo è..."

"Bhe, io comprendo il tuo modo di pensare perchè è come il mio. Anche io vedo la fmaiglia come un gruppo di persone che vogliono, sentono, scelgono di vivere insieme, creando una Comune facendo anche del bene..."

"ma la tua comune è assurda, è... Uff! Vuoi fare qualcosa che non so come definire..."

"Per me, se si sceglie, si è felici, si crea insieme quacosa allora  un gruppo in comunione  può anche essere una famiglia. Mi spiace solo che tu un giorno non ci sarai per quando saremo a buon punto..."

"Milan..." continuando a guardare il trasloco, con il mento sulla mano e il gomito sule casse che tenevano i prodotti fragili che dovevano spostare

"Dimmi..."

"Grazie. per quello che sei. Per quello che vuoi fare. Per cosa hai fatto per me... E cosa farai!"

"Di nulla, è quello che sentivo di fare..."

"Grazie per essere te. Se nel mondo vi fossero migliaia di persone come te, le cose sarebbero diverse. Ci sarebbe fratellanza  econdivisione e... Milan!"

"Si..."

"Dimenticati di me"

"E'questo quel che vuoi?"

"Non farmi preoccupare per te e per il Cambiamento. Giurami che continuerai, cambierai le cose, farai davvero ciò che è importante per i futuri soggetti e... i successivi noi..."

"I futuri Milan e Lia...e Jd, e..."

"Vuoi davvero che l'organizzaizone continui con i futuri soggetti che sceglierai, che prenderanno i nostri nomi come una gestione perpetua e immortale?"

"Si. Perchè ci sia sempre un Milan, una Lia, un chiunque con questo nome, che racchiude tutto ciò che siamo, che volevamo per gli altri e di riflesso per noi, e cosa si può fare..."

"Il nuovo MIlan..." pensierosa

"E la nuova Lia, se ci sarà! Otterranno questi nomi, come Jd, Alaric e via dicendo, raccogliendo un testimone pesante e a volte scomodo, ma s ei frutti saranno quell oche speriamo, saranno nomi portati con orgoglio. Il successivo Milan sarà il manutentore del mondo e preservatore di cose create..."

"Mi sono sempre chiesta se tu, acectti che la morte significhi salvezza in alcuni casi..."

"Se son o come per te o chi non ha più voce o possibilità totale di vivere qualcosa, bloccato totalmente allora si..."

Lia guardò il suo orologio da polso, sorridendo. Milan le chiese se stesse amando ancora quel sistema quasi vitale che scattava segnando un tempo, il loro,oppure osservasse colui che avrebbe segnato la fine del suo, di tempo.

"Ha le sue pulsazioni esattamente come me. Questo modello che hai scelto è semplice, nero e argento, da uomo, eppure alla fine mi rispecchia molto. Meccanismo a vista molto grande, lancette argento e bianco, fascia dei numeri grande quanto la ghiera con un motivo particolare alla luce, di neri e grigi con delle viti a intervalli che le girano intorno... un cinturino largo e nero di gomma, semplice. Da uomo eppure elegante e minimal allo stesso tempo. Ormai siamo inseparabili. Ormai lui batte le mie, di pulsazioni. E con quella decisione, questo resterà alla nuova persona che nascerà dal mio sacrificio. Sarà lì a mostrarle l'inizio del suo ciclo di vita e la sua durata. Sempre che lo voglia tenere. Ma spero che almeno lo tenga conservato e funzionante per il suo simbolismo con le ceneri dalle quali è nata..."

"però così dimenticherai di noi, di te qui, di tutto..."

"I ricordi... A volte  è necessario dimenticarli, ma nonscompaiono mai. Ecco perchè nonostante tutto mi assillano notte e giorno, mi rendono ciò che sono ora. Voi siete voi. Restere qui anche dopo che me ne sarò andata e ci sarà una nuova persona, che crescerà, imparerà, si svilupperà in maniera diversa, con concetti più ampi e aperti di là fuori. Si determinerà da sola oltre le materie di base. Ancora non ho capito se come per gli altri, ci sarà un azzeramento anche per me, ma... lei avrà tutto il tempo del mondo, grazie alle Stoddarde..."

"Come desideri. Mi spiacerà solo non avere più la persona appollaiata sul mio letto o sulla mia cassapanca, a parlare e con cui condvidere le cose. Resteranno loro, tornando un pò al passato..:"

"Magari con lei sarete buoni amici. E poi ci sono i Crell... Vedi, diversamnete da me, tu non sei solo. Non lo sarai mai, e la tua amicizia con me è così, perchè siamo così simili da essere capaci di discutere come... avere un doppione di fianco portando il parlare a se stessi ad un altro livello..."

"Cosa?" domandò lui scuotendo la testa, facendola ridere

"Un giorno ci sarà un'altra Lia, lo hai detto tu. Così come non ci sono due persone che si può amare alla stessa maniera, così ci saranno amici che faranno parte del tuo cuore con un livello simile, seppur mai uno potrà sostituire l'altro. E così sarà la nuova Lia che troverai, magari sarà più brava di me in molte cose e saprà starti al fianco senza farti il grillo sparlante..."

"non era grillo parlante?"

"No, io sono sparlante... quanto abbiamo parlato tu ed io? nella favola, è lui che bla bla bla..." facendo ridere lui di rimando "I nuovi Milan, Lia, le persone che sentirai di tenere al tuo fianco...Loro come i Crell, devono comportarsi come forze regolatrici della società, a differenza degli umani, l'ira e l'odio non influenzeranno mai le loro decisioni. E' a questo che stiamo lavorando. E' un mondo finalmente migliore, che dobbiamo creare e poi mantenere e per questo ci sono necessarie figure particolari. Ricordati che come la storia umana ha insegnato, una buoa figura di gestione e controllo può essere sostituina da una cattina, vanificando tutto. Per questo è necessario mantenere un circuito sempre oliato, sano, corretto, senza catene deboli che possano spezzare tutto e rimandare le cose a come erano nel passato, e come ora. Esattamente cosa stiamo facendo qui, una piccola macchina perfetta che tale deve restare, per una più grande... O tutto finirebbe come con baffetto tedesco e altri idioti.."

"Dovrebbero esserci i futuri Milan, Lia, Jd e altri, là fuori. Per interagire e seguire i Crell..."

"Sarà un lascito inalienabile per tutto il mondo" disse lei con un tono quasi materno "E so bene che nOn cè sicurezza senza armi, ma è un pò per questo motivo che esiste il tuo gruppo. No? Una forza regolatrice piccola, ma piena di forza e cuore che vuole contrastare quelle armi pericolose vaganti..." facendolo sorridere.

"per chi hai lasciato là, non vuoi fare altro?"

"per chi...? Loro che sbraitavano che avevano speso soldi per me, avevano fatti sacrifici ho già ripagato con una finta vincita in denaro che coprisse parte delle spese, così l'attaccamento ai soldi è sistemato. Non facevano altro che urlare quello,  i soldi spesi, cosa avevano speso che loro non si erano goduti.. che dovrei fare. Prendere uan fetta del mio culo e incattarglielo insieme alla mia dignità?"

"No, non intendevo questo. Però..."

"...ho vissuto desiderando la morte, come se sapessi dentro di me che non cèra nulla per cui continuare. E mi sono chiesta e richiesta, questa sicurezza di... una sensanzione, come di un tutto perduto di cui non sapessi perchè...ma cèra, lo sentivo, come   assenza di qualcosa come quando sott'acqua si cerca l'aria. Mancanza o... che parola potrei usare per spiegare?... cosa cèra che mi mancava, o che era sparito, o che altro, che mi faceva capire fin nel profondo di me, che nonostnate tutto ciò che potevo fare, nulla avrebbe colmato quel dolore,quel vuoto, quella sensazione di mancanza di qualcosa...
La gente ha sempre pensato che non ero grata, riconoscente ne ninete, ma anzi ingrata perchè il mio essere e la vita che volevo, non erano normali come quelli che si aspettavano tutti e peggio ancora, non volevo sposarmi, e non volevo figli. Non hanno mai fermato un passo e ascoltato quello che sono e doveva essee secondo tutti, e così non hanno mai voluto capire perchè odiassi la vicinanza della gente, e perchè mi veniva il terrore al pensiero di rapporti imtimi con qualcuno. Con Rò ho iniziato a capire che... le parole che mi diceva su quanto mi volesse bene, che mi desiderava ect, erano per una cosa sola e quando, non capendo un cavolo neanche lui, non ottenne nulla, cercò con ogni mezzo di spingermi a fare qualcosa che non era nei miei interessi. Non sentivo di voler fare, perchè io ricercavo altro, che non mi ha mai dato... Se prima non volevo, ora è ancora peggio. Io rifuggo molte cose perchè non mi sono piaicute quelle che ho provato. E' così sbagliato?" volando il capo verso di lui, fissandolo.
Lui fece di no con la testa e allora lei tornò a dire cosa pensava, sempre guardandolo.

"E per questo, se prima non volevo figli, per la mia famiglia, Rò e gli altri, rifiuto ogni cosa di più. I buonisti del cavolo sanno solo dire che non ci si deve uccidere, che è meglio cercare di prevenire i suicidi, ma dopo che hanno obbligato qualcuno a continuare, facendogli pure un tso, non hanno dai spiegato e dato ragioni valide per cui sarebbe meglio non commetterlo, tranne le solite menate... vuoi che ti elenchi le sempre, uguali, strausate frasi? "

"Mh,no, li conosco bene..."

"... resta comunque se per molti decidono di propria sponde di scegliere... si, decidere sulla propria vita, come nel mio caso, una delle cose che ho deciso io per me... ci chiamano miserabili. NOn persone con orgoglio umano di morire con dignità. E di solito lo dicono quelli che, seppur discutibili, hanno scopi, motivi, sentono qualcosa che vogliono raggiungere, avere, hanno la scintilla del domani. E poi cominciano col dire che la gente che ti stava intorno... soffrirebbero. Certo, alcune delle persone che con le loro parole, gesti e modi di fare hanno portato anche loro alla cosa...! Soffri come una bestia TU, costretto dai sensi di colpa che ti danno, ma devi di pensare a tutti quelli che ti hanno fatto soffrire, perchè loro poi stanno male. Chi è ipocrita, me o loro?... o ti idcono non mancheresti alla famiglia, agli amici? Mh, amici... quali amici? CHi...? E poi altra menata, l'amore. Se trovi l'amore non vorrai più morire. I figli salvano! Come se fosse un tappabuchi o loro sappiano che con queste menate, che però poi devi darla e fare figli,questo buco, questa mancanza che non mi spiego, si riempisse... tutti dicono sempre che la massima vetta da raggiungere è fare figli, che chi sposi e i figli curano tutto. A quanto pare queste persone non erano come, per permettersi di dire queste cose come spiegazione universale per ogni dolore. Come se ci fosse una medicina per tutto, e devi starti zitto. Il mio modo, il mio decidere di usare le capacità di David per morire si, ma in un modo... accettato da tutti, varrà a qualcosa?"

Gli uomini si erano fermati per una pausa e Lia li fisso, chiedendo a Milan cosa vedesse, ora, in quel momento. Ma prima che lui potesse dire qualcosa, lo fece lei.

"La feliciità non è neanche questa definita. Può essere una felicità normale che si avvicina a quella che vogliono tutti con una vita normale, matrimonio e figli... o ci sono felicità diverse che non hanno nulla del genere... la felicitàper uno può essere una inezia per un altro, ecco perchè dico che il concetto di felicità è diverso quanti sono i cuori, così come i tipi di amore. Sono soggettivi. Ma le leggi sociali non contemplano i singoli, ma una unificiazione delle menti e comportamenti. E dentro,  la gente urla di dolore... adesso che hanno occupazioni e stiamo insererndoli in vari progetti, che li prendono molto, sembra che abbiano una luce delgi occhi diversa, sorridono di più e sembra che abbiano più energia, come se prima no... E là fuori non fanno altro che urlare, imrpoversarti, darti medicine e fare i buonisti perchè tu faccia le stesse cose loro, naturali e corrette, e allora così sei felice...E poi non fanno altro che dire che chi vuole andarsene deve essere autato, aiutare per loro significa dargli una ragione per vivere, speranza, gioia. Il problema è... anzi, i due problemi principali sono. A. Non puoi dare tappe tutte uguali a tutti come fossero verità di felicità assolute e standard. I loro metodi con me non funzionano perchè con la mia malattia, senza il vostro prodotto, io non potrei fare nulla per i dolori. Poi io non voglio relazioni affettive, sono pro a quelle sessuali ma chi mi circondava no. Poi abbiamo i lfattore famiglia. Con loro non volevo starci ma per andarmene davvero, levarmeli dai coglioni senza che finisse come è finita,  che con la malattia hanno approfittato e sono rimasta bloccata con loro, mi sarei dovuta sposare. O sola, malata, non mi ci lasciavano. Sposandomi significava avere uno stronzo che dettava legge su tante cose, perchè la gente di là pensa così. E poi dovevo dargliela, e poi l'aspettativa di tutti dei figli... e B.  Ci sono diversi tipi di perosne che vogliono andarnese veramente e per veri motivi, e... la mia categoria non è come le altre. MOlti lo fanno solo per un momento nero, per solitudine, per qualche cosa,  ma momentanea e che potrebbe essere colmata. Si può cambiare la loro situazione perchè è solo per qualche motivazione superabile, e lì lo capisco se si vedono come è accaduto a me porte sbattute in faccia e menefreghismo finchè non tocchi le cose degli altri..., ma fanno di tutta l'erba un fascio... e queli come me sono accomunati agli altri, portandoci a sofrrire di più, costringendoci a restare. "

"Si, ho visto molti dei casi che tu controllavi e volevi aiutare..:"

"E resta il fatto che io non accetto che le basi naturali decidano su di me. Il ciclo, i cambienti nella testa della gente appena figlia piccoli stronzi, ossianel cervello che sono naturali per la prole, i sentimenti che dicono e ti cambiano con l'innamoramento, il senso di sopravvivenza... Io voglio decidere da me cosa fare con la mia vita, con il mio corpo, altro che Rò che mi diceva -ce l'hai usala=""-... quanto ho sofferto veramente e cosa mi ha lasciato ma non lo ha mai capito, nonostnate come con tutti, parlassi, urlassi...Io voglio provare, sentire decidendo io! Se io avessi fatto tutte le cose della lista della spesa che per gli altri sono tappe sacre, io sarei finita pazza. ..Io no nvoglio cambiare il mondo per migliorare la mia condizione e avere agevolazioni. Se ti aiuto è solo perchè dopo mi aiuterai ad andarmene, e intendo che non avrò la paura di prima. Che qualcuno mi possa fermar e in qualche modo, che qualcosa vada storto per finire in mezzo a medici e nuove cose, questa volta per la mia testa. La mia testa va benissimo,è il cuore e la miavita che sono rovinati, e sono gli altri che non capiscono che le cose non sono per tutti. E poi qui ho visto gente che sembrava spenta quanto me, andava avanti per inerzia, per vivere ancora quanto gli era possibile, ma nello stesso tempo sapendo che gli mancava quella Mano tesa... rispetto a me loro avevano speranza, davvero motivi e desideri per trovare una felicità normale, ma il loro laovro o le vite personali li avevano portati a... sopravvivere con il minimo sforzo. Così però non vivevano. E vivere secondo gli ideali d iun'altra persona è...terribile. Perchè come per i figli di mostri, vivi la loro vita buttata su di te.E senza la ragione per cui vivere, propria, non cè felicità. Per questo io faccio provare loro, ai tuoi uomini che sembravano solo fancazzisti, varie cose, così che possano scoprire, capire, trovare cosa riempie i loro vuoti e avere possibilità che prima non ne avevano..."

"..."

"E poi ci fu un episodio. Ero adolescente e non facevano tutti altro che ripetermi che tizia si era fidanzata, l'altra sposata... e sto parlando di persone conosciute, familiari, più grandi o mie coetanee col fidanzato, e quando non potei più, sbottai che non aveva senso sposarsi. E quindi loro iniziarono il solito pippone per cui sposarsi era imperativo perchè -stare da  soli  era  brutto  se  hai  bisogno  di  qualcuno -. Questa cosa mi faceva incazzare non poco. Comunque si commentava anche il matrimonio di una parentee mi lamentai del casino di gente che avevano invitato. Perchè invitare la gente, chiesi, a una cosa che non ha poi così tanto valore per me? Dovrebbero esserci solo chi è importante. E mio padre chiese -ma allora  solo  io  tua  madre -e io risposi sicura -
 Se, se ci siete  - e mi ricordo come fosse ieri che prese una cosa e me la tirò con odio, urlandomi che ero schifosa, che favevo schifo, senza chiedere che cosa intendessi, ossia che io non volevo sposarmi e non lo avrei mai fatto e la mia era una battuta per questo. Ma finì solo con tutto il giorno a inveire contro di me come fossi la più schifosa delle persone. E già che sedermi a tavola con loro era un fastidio, un sacrifio, non erano le persone che avrei voluto alla mia tavola con cui ridere, visto che non facevo mai, parlare, passare del bel tempo insieme... e così era per a prospettiva di feste e altro. Era sempre là, in mezzo a estranei per me, persone che non tolleravo vicino o a tavola, ma invece di capire i miei disagi, i miei problemi, quella mancanza o non soche altro termine usare, che non mi faceva tollerare loro per come erano e altri, ottenni solo schifo... "

"..."

"Questa sera ti va di mangiare in camera tua, e a che ci siamo proviamo quel gioco da tavolo cinese con i dadi?" guarandolo, vedendolo sorridere

"Farò mettere allora i lcorpiletto che ti piace tanto, stai più sopra il mio letto  che sulle sedie..."

"Quelle sedie imbottite con le molle fanno schifo, saranno belle ma usarle.."

"Questione di didietro, suppongo..." vedendola alzare le sopraccigilia, per poi ridacchiare

"Se ti avessi incontrato prima, solo un pò di tempo prima, anche quando ancora parlavo con loro e non ero rotta come adesso..:"

Rimasero a sentire altri sbraitamenti di come organizzare le cose, seguita da urla e lamenti degli uomini che non ne potevano più e iniziavano a ribellarsi, sporchi e stanchi. Milan si chiese se era il caso di intervenire. La sua COmune aveva preso la brutta abitudine di vedere meno il regolamento di rispetto e gerarchia per... una interazione più umana e meno bacchettona. Questo portava però molti a vedere alcune figure come padri cattivi e loro come figli vessati. E Lia era stata chiara, va bene una Comune, ma che non scada nel ridicolo buttando via regole e ruoli, comportamenti ed educazioni che erano chiare per la comunità di persone. Prima che potesse decidere se andare a fermare la caciara, Lia continuò a parlare.

"...lasciami riposare in pace"

"Allora farò in modo di dimenticarti"

"Se davvero si diventa spirito, non farmi voltare indietro per accertarmi delle promesse..."

"...così portrai andartene senza rimpianti? In questo modo non avrai nulla di cui rammaricarti?"

"Giurami che quanto ho fatto e farò qui, fino all'ultimo momento, non sia stato vano. E che le tue parole, da Signore e Uomo, valgano ora e per sempre. Per l'affetto che nutri nei miei riguardi, se esiste..."

"La nostra amicizia è quella che la gente fa finta di non credere. Noi siamo la prova che esiste. Che si può provare affezione e legame d'amicizia senza v isia il sesso, come invece urlano tutti. E inizio sempre di più a capire perchè tu odi il concetto del concepimento e i figli naturali, prediligendo più la crescita delle nuove generazioni, tra tutti i membri...I piccoli sono il tesoro delle vecchie generazioni, ma si è finito col creare mono gruppi chiamati famiglie, chiuse, strette, modellando la definizione -figlio uguale  mio  possedimento -. Capisco il tuo pensiero e come vedi le cose. Così come anche io odio i bugiardi e i traditori. La paroda data è sacra, le parole non sono vento, ma hanno un peso per me. Spezzarle significa essere come le persone là fuori... Proseguirò per i piani che abbiamo progettato. Ma farò in modo di voltare le spalle al passato perchè di te,  restino le prove tangibili, per gli altri. Mi impegnerò ogni giorno a vivere pensando al mio futuro in un mondo nuovo, che mi hai aiutato a cambiare. E come amico, ti sauterò quel giorno come se stessi facendo un bel viaggio, non come un addio ma con il sorriso. Se è questo il tuo desiderio, allora sarò con te fino a quel momento..."

"Se davvero per ipotesi la reincarnazione esiste, ed è inevitabile... allora, se non cè latro modo, vorrei ritornare nel mondo che ho desiderato, dando acqua alle sue radici di adesso. SI, noi siamo amici, amici di sesso diverso,  che si rispettano e si vogliono bene come persone, senza la cazzata del sesso che tutti dicono. E anche perchè non siamo... rappresentati del gusto personale dell'altro" gli disse ridendo, vedendolo farlo,  di rimando come per dire è vero "QUindi siamo la prova che le cose esistono. Le vere cose. NOn le stronzate di miracoli e apparizioni. Noi esistiamo. L'amicizia con te, con Jd e gli altri esiste. Noi siamo veri. Il mondo, per questo, può cambiare..."

"Si. Se riusciremo, le radici che hai creato saranno salde, profondi e generatrici abbastanza per tanto tempo..."

"Sai... se avessi un desiderio da rendere realtà, vorrei.... Se dovessi rinascere ho un desiderio ed è,quello di poter giocare ancora insieme a te.."

"nella prossima vita, se è davvero così,mi procurerò tutti i giochi da tavolo che riuscirò, i migliori così che tu possa giocare con me tutto ciò che non hai fatto da piccola, mai, e quello che non potremo fare da quando te ne andrai..."









-andiamo kianta  sei  troppo  dura  ha  fatto  quella  enorme  cazzata  quel  giorno  ma  non  è  come  gli  che  fanno  mestiere  mente  dice  le  cose  stanno  senza  pensare  a  far  del  male  agli  altri  vicino  lgi  uomini  conosciuto    una  persona  genuina  si  offre  di  aiutare  chiunque  ne  abbia  bisogno  dimostrato  essere  paziente  perch  ti  sbollisse  la  rabbia  e  continuassi  generalizzarlo  per  suo  lo  fai  con  nessuno  giudichi  plasmi  fossero  feccia  l  fuori  fidano  attento  interessato  cosa  viene  detto  anche  se  ammetto  molte  volte  accorge  accade  intorno  lui  meno  siano  gi  successe  gente  parla  ascolta  poi  impegna  nel  spinge  pi  finire  il  lavoro  importa  quale  lascia  mai  incompiuto.inoltre  fa  promesse  pu  mantenere  promette  ci  prover  risolver  fedele  alla  parola  solo  qualcosa  sicuro  poter  soddisfare  sa  dobbiamo  lottare  i  nostri  scopi  nella  vita  piccoli  personali  o  grandi  cambiamento  riuscire  raggiungere  scopo  significato  combattendo  stesso  coloro  sono  in  grado  combattere  da  stessi  compreso  giustizia  uguali  diritti  tutti  inoltre  pensarci  aspettarsi  nulla  cambio  sceglie  preferiti  giudica  han  orribili  insomma  dall'inizio  dico  definisci  anzi  sincero  malizioso  semplice  corretto  schietto  divertente  costruito  spontaneo--e ' affidabile ha la scorza dura se qualcuno critica qualcosa non lo prende come un attacco personale

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Capitolo 33
*** 27.5 ***


27.5 NOve mesi prima

Kianta  si svegliò lentamente, con il viso verso il muro, come in una strana sensazione. Non capiva se qualcosa l'avesse svegliata o era uscita da un osgno strano. Chiuse piano gli occhi di nuovo ma li sbarrò perchè, adattandosi alla veglia, si era resa conto di qualcosa che prima le arrivava come ovattato.

Irrigidita perchè stranita, percepiva vicino come un'apnea, dei versi di fatica, qualcuno che respirava a fatica. Si voltò lentamnete, il viso verso la spalla sinistra, per guardare dall'altro lato, alzò un sopracciglio, e si buttò sulla schiena, arrabbiata.

"Ma daiiii!!! Ma veramente?!? E' l'alba, tra poco vai ad allenarti prima di colazione e mi fai i piegamneti qui!!!" si incavolò, guardando Gask faticare negli esercizi, sudato e in mezzo alla stanza. Si fermò, la fissò come se nn avesse fatto nulla e fosse sorpreso della sfuriata, sedendosi a loto.

"Scusa... non riuscivo a dormire e così ho pensato di..:"

"E perchè non te ne vai nella tua, di camera?" sbraitò mettendosi seduta anche lei, buttando un occhio sul muro vicino, dovesembrava ci fosse un'altra ragnatela, l'aveva percepita come uno sbrilluccichio, ma sperava fosse solo venuto dalle pietre. Odiava le ragnatele, e in quel posto i ragni si annidavano ovunque, smebrava che aspettassero la sera o la notte per fare le loro cose ragnose. Zampettare sul suo letto, scorazzare sul muro o sulle mensoline. Gask vide la sua faccia e, passandosi un asciugamano, le disse qualcosa che lei non colse subito, così lui la ripetè.

"Perchè non montiamo subito le mensole che ti ho portato? Come piacciono a te,  e cambi quelle così semplici ma anche che contengono poche cose?"

Kianta fece il broncio, fissandolo con gli occhi socchiusi, guardando sopra l'armadio di fronte il letto, dove lui aveva posato la scatola che le aveva portato. Era derivata dai suoi schizzi per decidere come sistemare le sue collezioni. I quarzi del madagascar avevano punte troppo lunghe per entrare nella piccola bacheca della mensola semplice,  che occupava orizzontalmente il muro, e aveva intenzione di trovare un rimedio più attraente, anche.
Così aveva schizzato, mentre lui era impegnato a ricopiare testi, due tipi di idee. Una serie tre o cinque quadrati messi vicini , formando una composizione in base alle loro altezze rispetto gli altri, oppure il tema che le piaceva molto. Mensole esagonali in successione ad altezze diverse, a formare come un sistema a nido d'ape. Così da mettere oggetti, creando anche una bella composizione sulla parete. Una di queste composizioni prendeva tre in verticale, seguite da una, collegata a due, poi una in alto, spazio vuoto, una in basso, e altre due che saligano in diagonale. E alcune celle con una sezione in mezzo a tagliare la cella, come doppio angolo di supporto per gli oggetti. Era indecisa se in legno o in metallo. E ancora di più, quando farle fare se aveva deciso, perchè non voleva che gli uomini si affrettassero come sempre, a portare loro le cose per non farla faticare e pretendessero di montarli, entrando in camera. Non voleva nessuno nella sua stanza.
Ma ecco l'ennesima sorpresa. Dopo il tappeto e tutte le cose che si era caricato, non aveva ancora capito da dove, se finestra o porta, Gask aveva portato uno scatolone pieno di esagoni da montare a piacimento, per sostituire gli scaffali lineari già presenti.
Legeia le aveva detto che doveva mettere dei paletti con lui, perchè era diventato troppo audace, troppo pronto a fare le cose entando e uscendo dalla stanza come voleva. Aveva imparato come aprire la finestra dall'esterno, cosa che lei non aveva indovinato, visto che era un lavoro fatto bene, moderno, sicuro. E quando lei teneva aperto per far entrare aria, se lo ritrovava come un uccello che si insinua dentro cuorioso, chiedendo di essere aiutato, ma restando poi pure per dormire. Sul divano del salottino, più piccolo di seduta delle sue spalle, ma non si schiodava.
Aveva tentato di mandarlo via, ma essendo una persona sincera, leale,  che agiva come gli diceva la testa non vedendo o comprendendo cosa combinava come fastidio, essendo diventati amici e di cui si fidava sicuro, lo sentiva, non riusciva a fare quel che sarebbe accaduto ad altri. Prenderlo a legnate e lanciarlo fuori dalla finestra.
Jd non sapeva che erano amici, ma le ripeteva semrpre, credendo lo odiasse ancora, che era semplicemcente genuino e le spiegava perchè non doveva trattarlo male.  
-andiamo kianta sei troppo dura ha fatto quella enorme cazzata quel giorno ma non è come gli che fanno mestiere mente dice le cose stanno senza pensare a far del male agli altri vicino lgi uomini conosciuto  una persona genuina si offre di aiutare chiunque ne abbia bisogno dimostrato essere paziente perch ti sbollisse la rabbia e continuassi generalizzarlo per suo lo fai con nessuno giudichi plasmi fossero feccia l fuori fidano attento interessato cosa viene detto anche se ammetto molte volte accorge accade intorno lui meno siano gi successe gente parla ascolta poi impegna nel spinge pi finire il lavoro importa quale lascia mai incompiuto.inoltre fa promesse pu mantenere promette ci prover risolver fedele alla parola solo qualcosa sicuro poter soddisfare sa dobbiamo lottare i nostri scopi nella vita piccoli personali o grandi cambiamento riuscire raggiungere scopo significato combattendo stesso coloro sono in grado combattere da stessi compreso giustizia uguali diritti tutti inoltre pensarci aspettarsi nulla cambio sceglie preferiti giudica han orribili insomma dall'inizio dico definisci anzi sincero malizioso semplice corretto schietto divertente costruito spontaneo--;-

-ma stai descrivendo o meglio supportando quella persona per qualche motivo sembra quasi una campagna elettoral -

"No, intendevo... capisco che non ti piace la vicinanza della gente, ma con lui ti stai comportando come non faresti. per questo, lasciamo disrti le cose che tu apprezzi ma non vuoi vedere di lui. Persona autentica,  non cerca di piacere agli altri per forza..."

"non mi sembra..."

"Si, in effetti con te cerca di farsi perdonare... Sa chi è. Sa che piacerà ad alcuni ma non ad altri, a lui sta bene così.Ma con te nota attacchi d'indifferenza mischiati a odio, e lo vedo che è triste.Non giudica. Ha una mente aperta ma... ammetto che non si accorge delle cose che succedono, se qualcuno non gliel odice. Questo dipende anche dal suo passato e suo carattere, ovvio... Conosce il proprio percorso personale e no ngli interessano gioie e soddisfazioni dall'opinione degli altri in generale, ma ho notato come è spensierato e se stesso con Milan quando sono insieme, quanto è felice di ocme è stato trattato dal suo arrivo e non se lo apsettava, mentre è triste del tuo... pensiero nei suoi confronti.E anche io non capisco... è una persona generosa, si interessa davvero di tutti, tratta con rispetto, è diventato seguendo le nostre regole educato e rispettoso. Cosa importante... Non è motivato dalla cose materiali. Si può dire che è l'opposto di Milan...- ridacchiando, ma vedendo lei con lo sguardo riottoso guardare fuori dalla finestra,  continuò-e ' affidabile. ha la scorza dura se qualcuno critica qualcosa non lo prende come un attacco personale -
Quando è impegnato in un dialogo vi concentra tutta la sua energia, ne è assorbito. Non usando molto il cell, pensa che vantaggio! Non è guidato dall'ego. Ci sono due cosette, ammetto che pensono la bilancia un pò verso l'altro lato.. Non sarebbe ipocrita, lui mette in pratica quello che predica..."

-bisogna vedere cosa predica-

-calma , e non si vanta è tipo che sbandiera i suoi risultati per mostrarsi-

-ne sei sicuro è capitato che tornasse e iniziassero feste festini urla casino perch ;

-kianta , non vuoi vedere fors el'unica persona migliore di tanti noi certo per i lsuo passato ma anche cosa è perch lo giudichi identico alla feccia e quel giorno ha fatto una gran cazzata dimostrato col suo carattere tutte le scuse possibili ch ;

-tutto quello che hai detto pu benissimo essere spostato su te milan-

-non siamo la stessa cosa e te lo dice uno che è considerato positivivamnete qui-

"SAi, ho letto alcuni libri sui vampiri, in questi giorni. Quello originale, poi quelli che ti piacciono di...Anna Rice?!?... e altri. Lo sai, ho iniziato a pensare e... la nostra amicizia è come quella dei vampiri. Noi siamo come i vampiri"

Kianta lo guardò socchiudendo gli occhi, come meditabonda, ma non in senso positivo.

"prima di chiederti dei libri, perchè noi saremmo come i vampiri?"

"perchè..." stendendosi all'indietro cn la schiena, poggiandosi sui palmi delle mani portate indietro "...da quello che ho capito i vampiri mantengono sentimenti umani, ma invece di pensare come noi al tempo che scorre, ai matrimoni, figli, interessi di denaro o altro, fanno più attenzione al resto. Sono attenti con le persone, perchè si avvicinano, perchè restano al loro fianco, i tipi di affetti, il senso di affezione... Il senso dell'affetto, qualunque sia, mi è sembrato che fosse pi profondo ed eterno, insomma senza gelosie per tradimenti e senza i problemi dei figli e delle prestazioni sessuali, sono meno stressati..."

"Cosa?"

"Si, voglio dire. Ho notato che nei libri che ho letto le vicende riguardavano come questi vampiri gestissero oltre cosa fossero, le persone intorno a loro. Come i legami, di qualunque tipo fossero trattati diversamente e... mi è sembrato di vedere noi..."

"OK, io non..."alquanto a disagio

"non hai detto inoltre che secondo Lia e te, la vita eterna per voi, significava la possibilità di vedere, leggere, seguire, comprendere maggiormente tutto ciò che in una vita normale non è possibile? Che Lia deiderava essere come uno spirito, un fantasma per andare ovunque, vedere le cose, osservare e imparare, invece che vegetare come vivente?"

"Si, ma la questione è diversa dal fatto dei vampiri..."

"io non ne vedo. Noi siamo amici speciali. Non abbiamo problemi di nessun tipo su niente, a parte quella volta tra le rovine, quando dovevamo toglierci lo schifo addosso delle fogne ed era necessario lavarci..."

"Per favore, smettila..." lo rimproverò, schifata " comunque come hai fatto a leggere così tanti libri in poco tempo tra gli impegni..."

"Ecco... veramnete erano audiolibri, li sentivo tra un allenamento  el'altro, e..."

"Ma non è la stessa cosa! Tu devi leggere!"

"Lo so scusa, però dopo quelo che hai detto alle rovine.."

"Ancora con queste rovine e quella parte della doccia..:"

"Andiamo, erano fogne, noi ci eravamo caduti, ci siamo dati una ripulita come potevamo, e so per te che hai i problemi del contatto della gente, il pulirti continuamente... quello che non capisco ancora adesso è perchè sei neutrale con i nudi, qualsiasi, ma impazzisci se perfino per il sarti per i vestiti, la gente ti vede anches solo in intimo" vedendola con un broncio triste, girandosi, dandogli la schiena

"Come ti aiuterai facendo così? Anche con gli altri, non stai mai in mezzo a noi la sera, nelle feste, in nessuna cosa. Di giorno per le attività normali, ma nulla oltre il solito e per le feste dove puoi ballare quel ats e il tribal fusion bellydance, con la maschera tra le altre. Ti ho riconosciuta all'niizio per il neo a forma di fagiolo, grande, proprio al centro della schiena e gli anelli che dimentichi smepre. Ah, la cavigliera... e poi per come leultime due volte, hai quasi litigato con Alaric.... quando ti vesti da elemento di testa del gruppo delle ats, con la maschera con altre due, non parli ne cerchi di far capire chi sei. anche quando Jd suona la chitarra e ti fa da base musicale, tu giochi con lui ma senza far sapere chi sei. Perchè? Perchè non stai con tutti noi ma solo quando puoi con una maschera?"

"..."

"So che Jd ha ripreso a suonare la chitarra elettrica, scrivendo quel ritornello davvero allegro e porprio da lui... ho notato come ami quando suona ma so anche che aveva ripreso quando Lia aveva aperto nel Teatro delle sezioni per migliorare il cervello degli uomini con la musica. Seppur è indicata da bambini, ha deciso di tentare di spingerli a far qualcosa con le abilità artistiche musicali. E per molti è stato interessante, anche per quegli strumenti nuovi... e Jd ha ripreso dopo anni a impugnare una chitarra elettrica con i risultati che ho sentito. .:"

"NOn hai da andare a fare colazione?"

"siamo come i vampiri,  la nostra amicizia dovrebbe superare i problemi personali. Tu stessa mi hai detto quelle cose sul Capo..." vedendola osservare il muro con i ripiani di fronte a lei "

" la sua dichiarazione di guerra contro ciò è sbagliato. Ricordi? Credo che anche stare lontano dalle persone per varie paure, sia sbagliato..."

"Una volta Lia si è chiesta... -io cosa sarei se fossi stata sempre l- gli chiese, invece di avere una fortuna sfacciata di incontrare Jd e Milan. La risposta potrei darla anche io. Sarebbe appassita, avvizzita, si sarebbe perduta fibra dopo fibra in un posto che non era usa, che la teneva ingabbiata per la scusa dell'amore, che cercava di cambiarla per essere totalmente diversa.... il problema è che nonostante le abilità di David, Milan dice che una come Lia non svanisce così, a caso. Perchè se succede che perde la memoria volendolo lei stessa con però così tanto dolore, sofferenza e disperazione... l'anima stessa ne porterà quei segni per sempre. Non importa le amnesie naturali o la riscrittura di David. Io sono una di quelle persone per cui tutto ciò che fa parte dell'anima, non può essere cancellata e quindi i tic, le manie, i terrori e le paure no nse ne andranno mai... Lia parla di un'amica, Zay, che le diceva se la reincarnazione esisteva e molte cose che lei aveva di suo, senza influenza, fin da piccola è il risultato di cosa l'anima si è portata dalle vite precedenti. E Milan, interessatissimo a queste cose, concorda. Per lui tutto ciò che è simile a lei, che richiama quello che era e provava, è la spiegazione che cè più di carne e sangue, perchè non si spiegherebbe come mai tutti gli altri, che fossero amnesie naturali o da incidente o dei test di David, non avessero nessuna mania, preferenza o altro riemersa dell'altro Io, sviluppandosi come soggetto nuovo..."

"Questo l'ho capito, però seppur io sia l'unico che possa toccarti, continui ad avere..."

"E' tardi, devo sbrigarmi o la Levata la faranno senza di me, e al solito saranno mezzi rincoglioniti, vestiti a caso o facendogli gli scemi..:" rispose lei, passandogli vicino, chiudendosi in bagno.

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Capitolo 34
*** 28 ***


chapter 28 chapter 28


"E sono ancora qua...!"
dai resoconti di Lia



"Dimmi che va tutto bene..." domandò preoccupato Gask dal basso, osservando i piani sopra, dove lei era sparita.

Rimase in attesa, camminando come un disperato,  sentendo a volte qualche rumore ma nulla che potesse annunciargli che andasse tutto bene. Poi di colpo alcuni rumori, come metallici, finchè voltandosi di nuovo per fare il suo giro nervoso, non sentì cascare qualcosa di pensante, quasi sfiorandolo.
Come pioggia, vari oggetti iniziarono a planare a velocità intorno a lui foschiando, finchè non la vide letteralmente sbolognare al vuoto cassetti interi, senza badare al contenuto e su chi finisse.

"Ehi, io sono qui sotto!"

"E spostati! Che sei, aspetti che il pero ti casca in bocca?"

"Cosa?" chiese lui sconfuso

"Senti" disse lei un pò urlando due piani sopra "sto cercando di trovare roba che possa servirci, ed è chiaro che abbiamo poco tempo. Tutta colpa di quell'imbecille del generale. Ti piace ravanare ne cumuli di roba? Inizia a darti da fare, prima abbiamo qualcosa che possa servirci, prima ce ne andiamo. non possiamo certo uscire disarmati e senza nulla là fuori,  con quella gente..."

"Tu però vuoi ammazzarmi, è chiaro se svuoti la roba così di sotto senza avvisare..:"

"Stai forse dicendo che sono stronza come le casalinghe che lavano o scotolano,  senza controllare di sotto? Sono una persona di merda del genere?"

"..."

"non ti ho sentito" fece lei, acquattandosi sul bordo franoso del piano rimasto,  contro il vuoto "vuoi davvero provare ad uscire là fuori senza un minimo che ci possa aiutare, senza sapere chi sta girando per il casino che è venuto fuori da due teste di pisello?"

"... posso dire solo una cosa? Fà come vuoi..." urlò lui voltandosi, sedendosi su un pezzo di muro con i gomiti sulle gambe, ad aspettare.

Rimase fermo come a riflettere, finchè non si accorse che piovevano pentole e posate intorno a lui. Alzando lo sguardo la vide con il broncio, intenta a prendere la mira verso di lui, che era spostato dal cumulo fatto fino a quel momento.

"Che fai!"

"Che devo fare, ti mando roba utile. Altrimenti devi spulciarla dalla cunetta e perdi tempo. Non sarà come avere armi vere che sono sparite, ma il metallo buono aiuta sempre. Non sono zombie, ma meglio che ninete..."

"Mi stai tirando di nuovo forchette e coltelli!" mentre un coltello da chef si impuntava vicino a lui, facendogli inghiottire aria "EHi, ma che ti prende, scendi!"

Ma scomparve di nuovo, restò in attesa seduto, mentre guardava il semicerchio di roba poco davanti a se, chiedendosi se voleva accopparlo veramente o che altro. IN lontananza, gungendo dal cielo sopra di lui, si sentivano urla e spari, come esplosioni,  e si chiese che cosa accadeva e chi gestiva la questione senza Kianta o lui, per il suo gruppo. Poi di colpo si sentì chiamare con un "Ehi" e alzò la testa.

"Acchiappalo, ci serve..." mostrando un valigetta, per lasciarla andare appena lui si era alzato.

Gask sussultò,  fece per andare a prenderla al volo ma si fermò come se qualcosa gli avesse detto no, la vide cadere di angolo e aprirsi con un rumore sordo, vedendo volare a raggiera coltelli, una scacciacani o pistola vera e accette per carne. Qualcosa  si attivò e partì un colpo sonoro, che si conficcò da qualche parte. Gask istintivamente si buttò con busto di lato coprendosi torace e viso con le braccia, mentre Kianta si acquattò a terra. Non era un vero proiettile ma qualche fece, perchè il rumore non era a salve.
Il cumulo di armi e valigetta restarono fermi e zitti, mentre Gask fece qualche passo circospetto, per poi incavolarsi.

"Ma che fai, poteva beccarmi, o prendere te lì... ma che ti prende!"

"Ti avevo detto di prenderla, invece ti sei inchiodato. Era ben chiusa, evidentemente era difettosa o di scarsa qualità! Comunque tutto ok, prendo la cassa con il paracadute e scendo..."

"Che cosa fai?" iniziando a camminare nervosamente sotto i resti del pavimento dove lei si muoveva, vedendo cassa e paracadute ciondolare, e raggiunbili solo con un salto "fermati, ci accontentiamo con quello che abbiamo...sei al secondo piano da qui, ossia al primo da fuori, ci basterà per uscire in strada..."

"Eh, no! e sai perchè?! perchè cadendo non ha preso solo la parte centrale o pozzo luce, ma se noti già da lì, tutta la parte anteriore è andata, come un castello di carte, e per uscire da porte e finestre sulla strada, indovina...? Tempo e casino. Dobbiamo raggiungere il secondo piano, dove pende quella cassa e sperare che ci siano i nostri qui intorno..."

"Ma..." ma la vide tentare di salire ancora e la seguì con lo sguardo, in ansia.

Kianta usò qualcosa che lui non comprese subito, sembrava una sorta di griglia metallica con denti in fuori, attaccata a una corda larga, piatta e grigia. Pareva con intreccio fitto e fili robusti e grossi. Usò questo collage di oggetti per fare una sorta di rampino, agganciandolo da qualche parte che non vedeva bene, testarlo per vedere se reggeva, pensando che lo volesse usare per issarsi su.Invece lei si tirò abbastanza indietro tenendo la corda per fare poi una rincorsa, arrivare con la cordaa toccare con i piedi il muro che non poteva giungere,  perchè mancava parte del pavimento e con slancio, balzò ad afferrare la parte raggiungibile sopra, usando i piedi sul muro vicino per sistemarsi e rialzarsi.
La cassa pendeva sorretta dal paracdute, tenuto da una barra dei pilastri in ferro divelta, dondolando poco oltre il pavimento sopravvissuto.

"Di solito qui sono tutti in mattoni rossi, proprio la casa o quel che è con cemento e barre di ferro dovevamo beccare..." disse tra sè gask con ansia

Poi lei entrò dalla porta raggiungibile per uscirne pochi attimi dopo con una scopa, a cui era attaccato come un elastico o una corda. Fece dei tentativi allungando la scopa e cercando di infilare quel filo o altro a cerchio largo, legato alla parte in plastica con le setole. Appena riuscì a farla scivolare dal lato più stretto, seguendo quello lungo fino a metà, girò la scopa varie volte come un cappio ben stretto, tirando verso di lei. NOn fu un'impresa facile e ci mise circa un quanto d'ora, ma era stata in grado di prenderla verso di se, lasciando il paracadute come unico problema. Dopo aver litigato con il tessuto che non voleva scivolare via, questi cadde, e Kianta iniziò la ridiscesa.

Saltata al piano di sotto, una parte del pavimento ancora in piedi cedette, inclinandosi mentre lei si caricava la cassa, che aveva precedentemnete calato, rischiando di fare gli ultimi due piani di schianto.
Per tenersi lei lasciò la cassa, ma non trovò nessun appiglio, si vide andar già seguendo sulla pancia la parte di pavimento obliqua,  dopo aver ceduto, ritrovandosi ad allungare le mani in cerca di qualcosa invano, finendoil pavimento sotto di se. sfiorò vicinissima il piano di sotto, ma non ruscì ad afferrare le parti sporgenti e voltandosi col busto, mentre cadeva, vide sotto di se Gask con le braccia aperte, cercando di acchiapparla.
Seppur i tentativi e la ricerca mentale di soluzione, tutto accadde in pochi minuti, lei non sapeva quanti. IN quegli attimi si chiese cosa altro era possibile fare in secondi.
Cadde addosso a Gask, che si portò di lato per sbattere la schiena, atterrando più verso la spalla destra. Si portò istantivamente il braccio e spalla opposti a coprire se e lei, sentendo un grosso botto intorno a loro e detriti. Poi qualcosa lo coprì gentilmente, come una carezza di tessuto.
Si voltò, vedendo solo tessuto davanti ai suoi occhi, mentre Kianta già si agitava per torglierselo di dosso.
Gask restò disteso sulla schiena a respirareprofondamente, seppur vi foss epolvere intorno, chiedendo a voce alta, non a lei ma come in generale,se fossero morti e fossero da qualche parte.

"Vedi lucine, tunnel di luce, gente ombra, puttini, angeli con ali giganti o cose strane?" gli chiese agitandosi come un'anguilla per spostare il tessuro

"...Mh.. no!"

"E allora, siamo ancora qui! Ora so una cosa che nelle esercitazioni non cè, se il pavimento sotto di te cade sbattendo su quello sotto e hai pochi secondi, senza nulla a cui aggrapparti,  cè poco da fare. Scivoli e basta. Volevo impuntarmi con le gambe e allontanarmi ma sarei comunque caduta, sotto non ci erano parti, se saltavo dove finivo se non qui sotto? Almeno dopo quella discesa cèra solo un piano fino a qui...Potresti aiutarmi con questo stupido tessuto?"

"Tu non hai momenti di spavento da scacciare? Io ho avuto paura di non prenderti e vederti come un uovo rotto per terra..."

"Ehh!!! Esagerato! Fosse stato più in alto, potrei capire. Io che ci sono stata in mezzo, guarda... mi scoccia solo che sono tutta sporca adesso..."

Gask si voltò a fissarla in queella zona che avevano creato con le braccia, litigava con l'ampio paracadute della cassa, cercando di uscirne, solo arrabbiata e urtata per la polvere e sporco che aveva addosso.

"Non varrai lavarti di nuovo...:"

Kianta si voltò, sguardo arrabbiatissimo, abbassando le mani per girarsi meglio e guardarlo,  ma il tessuto cadde mollemente ri-adagiandosi su di lei, facendola imprecare.

"Mi sono lavata  perchè ero uscita da uno scarico fognario. NOn voglio pensare, NON VOGLIO, immaginare lo schifo che ho indosso e cosa dovrò fare per evitare malattie e altro. Era una cavol odi fogna! FOGNA! E tu cosa cosa cè nelle fogne?"

"Escrementi, ratti, liquami..."

"Appunto! Quello! Io non riesco a stare con lo sporco, seppur ho cercato con la sola acqua di togliere il possibile, mi sento uno schifo lo stesso, e ora sono sporca di polvere di vario tipo. E questo dannato tessuto!!!" sbraitò,  bracciando,  decidendo di andare carponi da un lato per uscire definitivamente. Si acquatò sulle ginocchia osservando fuori dalla cupola molle del paracadute la situazione, mentre Gask si era alzato i piedi, aveva afferrato la stoffa, iniziando ad appallottolandosela fra le braccia. Kianta osservava fuori con il tessuto sulla testa come fosse sotto le coperte e lo guardò male quando lui tirò anche quello che la copriva, lasciandola senza.

"Siamo ancora in piedi senza grossi problemi, abbiamo la pellaccia dura. Il problema sarà uscire abbastanz aarmati se quel gruppo è riuscito ad avanzare, visto che non sappiamo dove siamo..."

"QUello stronzo che correva... li ha lui le nostre cose. Devo trovarlo..."

"Quel tizio, ha modo di attivare i nostri cellulari per avere informazioni?"

"Di base no. Voglio dire, sono uno sviluppo alternativo solo dei laboratori di Milan dei cellulari comuni, ecco il loro nome, ma no nsono come quelli. In quanto a sicurezza i nostri sono ovviamente livello militare. Corpo e componenti interni sono studiati e testati per resistere a urti, cadute, danni anche da armi se possibile. Ovviamente non di grosso calibro o particolarmente..."

"Io parlavo per attivarli e vedere cosa cè dentro..."

"... e io ti stavo per rispondere. L'OS è il Pandora. Basato sulla storia mitologica, è una sorta di Crell muto, che può contenere come il famoso vaso dati e informazioni con crittografia e compressioni particolari, sperimentate solo da noi. Ergo se non cè una mente brillante all'interno della gente che li ha fregati, capace come fu nella seconda guerra di tradurre i codici crittografici e compressione, possiamo stare sicuri. Le chiavi non sono conosciute ma di nostra ideazione, così come i sistemi di sblocco secondari che vertono su iride, la blue box che abbiamo e scansione, dove quelli comuni hanno quello delle impronte, di particolari solo nostri che riconosce e sblocca. Ma appunto sono sistemi..."

"Davvero? Cè questa possibilità?" chiese lui stupito, piegando il tessuto "cè un Crell dentro i nostri telefoni? Fa scansioni di cosa, nostri..?"

"Ma tu dove eri quando te lo spiegavano?"

"Veramnete lo hanno consegnato e basta. Nessuno mi ha detto nulla..:"

"Come sarebbe! Gli addetti alle consegne dai magazzini e..."

"Come ti ho detto. E comuqnue non sono stati loro. A me ha consegnato alcune cose... Milan"

Lei fece come al solito quando cercava di controllarsi dall'esplodere, gran respiro, movimento di mandibola come se stesse masticando, osservazione di cose a caso. QUando lui pensava di ricevere una sgridata, la vide invece alzarsi e andare alla cassa, che aveva resistito all'urto.

"Mi auguro che tutto il casino per prenderla, non abbia dato invece... roba inutile!" sbottò lui, anche se speranzoso

"Se hai un Dio, prega che ci siano armi! Perchè ho voglia di impallinare come novelli gruviera due coglioni che si fanno chiamare generali e poi sono ragazzini pronti all'offesa..."

"Su questo non posso darti torto... la cosa che mi preme è uscire. Vedere da qui la luce e non decidere da che lato praticabile uscire..:"

"Usciremo dall'ultimo piano, cercheremo di raggiungere edifici vicini per ritornare fuori. Ho controllato la zona anteriore e non è messa nbene, perchè un edificio di fronte è finito su questo e rischiamo che cidava la facciata di questo o dell'altro adagiato contro questo, addosso... E' chiaro che non possiamo raggiungere la strada e basta. Dall'alto avremo una migliore visuale per studiare la cosa... quell'altro imbecille venuto da est potrebbe avere scagnozzi qua sotto e rischieremmo di essere presi..."

"Le torture di quei gruppi militanti-religiosi non sono affatto un passeggiata. Ma lo dico per te, perchè..."

"Cosa...! Anche io sono stata addestrata a sopravvivere alle torture e..."

"Questo lo so.  Jd ha anche detto per due volte,  anche se non capisco, ma non intendevo a quelle normali. Io parlavo della loro idea di prendere le donne, costringerle a convertirsi alla loro religione se non lo sono già e di venderle, proprio venderle, ai propri uomini o darle come premio ai migliori. E siccome Jd ha detto..."

"CHE COSA HA DETTO JD!" urlò lei, non guardandolo ma come gelandosi mentre sbloccava i ganci della cassa, fermandosi del tutto, come aspettando le risposte.

"...Ecco, volevo... dire..."

"CHE CAZZO HA DETTO JD!" sempre più adirata e piccata, con quel suo tono e modo di parlare tra i denti come s evolesse mordere.

"Ha... insomma, si parlava di Madame, dei vostri accordi con lei, di cosa cè là e... chiedevo come mai questo. Di solito queste cose gli uomini dove io sono stato li cercavano... beh, Alaric ha detto che era una trovata di Lia e Jd si era incazzato. Diceva che Lei non doveva essere ricordata, mai, così come parlarne, e quando ho chiesto del perchè...."

"..."

"Mi hanno detto che   la conoscevi, avevi mantenuto molte cose che aveva messo. Che anche tu come lei credi che rendere l'animo delle persone lieto e felice fosse un modo per gestirli meglio. Farli sfogare era cosa buona..."

"Stai dicendo una cagata dietro l'altra! Io non la conoscevo. Quelle cose sono rimaste perchè MIlan aveva visto chiaramente che effettivamente tutti i programmi messi, comprensi le ragazze di Madame Lalique, sortivano effetti positivi sulla psiche delle persone che lavoravano per lui. Anche i gruppi o squadre erano più coesi, e sono rimasti. Che cosa cavolo significavo io nel discorso..."

"...Mh... " portandosi le mani dietro la testa, intrecciandole, guadando in alto "... Alaric ha detto che solo una matta come te e quella persona potevate mettere certe cose in un gruppo militare, e siccome cè anche la..., si, la controparte maschile per la sezione femminile, ho chiesto se anche quel settore andava. Hanno detto di si, che era idea sempre di quella persona perchè i diritti sono per tutti. E così ho... chiesto se ne usufruissi anche tu..e..."

La vide voltarsi con lentezza, come a scatti come quei personaggi dei giochi e carillon che creavano in alcune botteghe, animati, dove riuscivano a fare anche i busti riproducenti i richiedenti,  che si alzavano dal basso scoperchiando, e con la musica giravano in cerchio. Li facevano come doni prsonalizzati e anche per memento mori per riprodurre le fattezze, fatte bene e con capacità di riproduzione di volti e aspetti fisici, come ricordo delle persone care. Ed era uno dei settori in cui si erano cimentati per guadagni extra e andava molto, seppur la gente pensava che il futuro come ricordo fossero pagine e siti in memroria delle persone. O i doni con un sistema per riprodurre la voce della persona, come era per orsacchiotti e simili, quelli erano doni speciali. Avevano progettato anche statue di varie grandezze con il totale, busti o composizioni cn cosa piaceva al defunto con o senza le loro riproduzioni, con effetti visivi o sonori. E quel modo di muoversi di Kianta, lento , per portare la testa e lo sguardo sulla persona che la faceva incazzare,  a volte lo metteva a disagio. Mancava solo un sonoro di porta cigolante o di meccanismo da film horror e lo spavento era completo. Perchè se faceva così, era così incazzata da volerti menare.

"Non ho capito..."

"EH... voglio dire... Milan so che paga le ragazze di maggior pregio di Madame,  o che conosce ragazze specifiche con requisiti adatti alle sue apparizioni,e.... insomma, alcune sono anche sue compagne di piacere per qualche periodo e... volevo solo sapere se anche tu usfruissi di... insomma, le nostre colleghe di varie età parlano tranquillamente di... aspetta, Reth, Dante, Remy, Enver,Eitan... sono quelli più richiesti. Dicono alcune che sono meglio loro di tutti gli uomini che hanno avuto... Ogni volta alle gradinate che gli uomini mettono un film spinto le donne si offendono che ci sono solo troppe donne e un uomo o due massimo, e..."

"Meno male che sono le donne pettegole! Gli uomini no! tu, Jd, Alaric,  tutti gli altri con cui fai comunella non parlate,  sparlate della gente peggio delle donne peggiori che fanno versi che sembrano cigni che vanno a morire..."

"Ma io volevo solo..."

"COSA, cosa volevi! Cosa te ne frega di me? E' dall'inizio, da quando parevi l'uomo ragno sulla balconata di là sopra che rompi le scatole!..."

"Veramnete ero curioso di vedere come andava a finrie tra te e quei due che piantonavano la porta dell'ufficio del Capo. E poi..."

"GIà, poi quando sei venuto con lui e hai conosciuto MIlan e lui così... OOOHHH, questo tizio ha un feeling con me come fossimo fratelli, OOHHH" mimando quasi l'ulrlo di MUnch però stupito "E poi quando sei apparso a rovinarci la vita. Dove cè casino ormai ci sei sempre tu! Prima cèra Alaric, ora vi siete dati il cambio. Cè festa alle gradinate fino a tardi? Ci sei tu. Gli uomini fanno qualche cazzata? Pure che non sei presente, la prima cosa che dicono è che avevano fatto qualche scommessa, gioco, proposta con te e via... facciamo le boiate perchè tu hai detto, fatto..."

"NOn credo che facciano..."

"Cosa... hanno attaccato un gatto delle nevi con delle carriole in fila per portare voi pazzi, dentro le carriole come sardine, fino alla fattoria per la festa dei formaggi a fare il gioco "rotola il formaggio",  come quella festa... ti sembra normale? Con te come guidatore del gatto! A farvi ammazzare tutti! O siete andati in quel laghetto lontano chilometri a ovest, quindi fuori dai nostri possedimenti, a fare pattinaggio senza controllare e senza avvisare nessuno, con te in testa, e avete fatto la fine dei baccalà congelati. Siete tornati che parevate giunti a piedi dal polo nord, con pure le mutande rigide che sono state tagliete via, tanto non piegavano e scendenvano. Devo continuare? perchè cè anche di peggio..."

"Ci divertivamo..." ceercando di frenare le risate

"Oh, certo!"

"Io non mi sono mai divertito tanto... non ricordo neanche quand'era cheavevo fatto..."

"Questo non significa che potete fare casino, siete liberi di passare il tempo come volete,  fuori dagli incarichi e allenamento o addestramento. Ma quell oche fate nei campi, nella palestra, nella fattoria con gli animali e tante cazzate! Ci sono tanti programmi per..." meno dura ma sempre adirata

"Ma li facciamo... però a volte i ragazzi dicono che facevano questo o quello da bambino, e vorrei provare almeno una volta io..:"

Kianta era chiaramente meno adirata, e Gask comprese che era stato per il discorso del suo passato. Si era accorto che diventava malleabile su argomenti del passato, cosa si è fatto e cosa no, cosa si era perso e il desiderio di fare qualcosa almeno una volta nella vita. Aveva ancora il broncio e le sopracciglia contratte, ma pareva meno incline a mozzicare qualcuno.

"Per i ldiscorso di te e gli uomini, prima si diceva tu e  Milan, poi con Jd perchè a volte lo abbracci e..." e si accorse di aver sbagliato, perchè di nuovo voltò il capo in quel modo verso di lui con occhi da omicida "... ecco, so che non sono affari miei, ma vedo Milan che fa cose, e poi te che stai allo Chateau tranne alcune volte, sei sempre da qualche parte a fare questo o quello ma nessun..."

"Cosa, nessun..." ribloccandosi, con lo sguardo su qualcosa e rigida di nuovo

"Sei l'unica donna di tutta l'organizzazione che no nsta con noi   nelle gradinate, ne alle feste, in sala mensa, nelle attività... tranne le feste dove sei la ragazza in blu e con la maschera che balla ma... nessuno sa di te. Se non fosse stato per gli anelli, il neo sulla schiena, la cavigliera e me nesono accorto solo io...  e la tua complicità con Jd quando suona le varie chitarre o quello strumento in legno con i fori, ballando a ritmo, come se foste ormai abituati... bè Alaric mi ha fatto capire una cosa dai suoi discorsi contro di te. Che tu e gli uomini come l'argomento del..."

"Ma a te cosa importa? Vengo da te a chiederti con quale ragazza dell Casa delle Sete sei stato?"

"Ah, uno di quei nomi. Avete uno strano modo di chiamare gli edifici, qui. Sempre nomi particolari, definizioni da... Boh"

"Ringrazia Milan, per questo!"

"Lo so, anche quel cane lupo cecoslovacco che hai a volte con te... lo chiami Bri, ma so che invece il suo nome completo è un altro. E io non saprei pronunciarlo..."

"Deriva dalla mitologia greca, se leggessi non saresti così ottuso!"

"Io non ho mai letto perchè nessuno mi dava modo di farlo, e..."

"Si, si. So la tua storia, la racconti sempre, ma credi che molti altri non abbiamo storie quasi simili? QUi da noi, voglio dire... allo Chateau, hai tutte le armi che ti servono per diventare una persona nuova e migliore. Hai le Lezioni, la biblioteca con i bilbiotecari e bramini a tua disposizione, cè Beppo che impara e molti seguono la scuola con lui..."

"Ci sono stato ma molte cose non le sapevo e  capivo e..:"

"Mi stai prendendo in giro?"

"no... dico semplicemente che da quello che ho capito, Beppo è passi avanti a me su tante cose. Io dovrei iniziare da altri punti e non ho voluto disturbare solo per me..."

"CAZZATE! Ci sono persone analfabete tranne le elementari, che sono riusciti a ottenere diplomi, ovviamente validi in europa, ci mancherebbe, e ora fanno i professori o bibliotecari. Quindi ituoi problemi sono solo cazzate..."

"... mi vergono a dire che da un certo punto non ho più studiato e..."

"Per favore, basta così! Le tue scuse, in questo anni, secolo, nel posto dove sei sono vergognose. Perchè pure MIlan esorta la gente a studiare e imparare. Vuoi restare un militare ottuso o quel che pensi di essere tutta la vita? Voglio dire, ci saranno settori che ti richiamano per fare, studiare, sapere..." infilando la testa nella cazza, tenendo alzato il coperchio un pò

"..."

"Mamma mia!" disse come se fosse disperata aprendo la cassa per poi ridire "MammaMIALAMANNAGGIA!"

"Cosa cè... perchè parli in italiano?" Kianta era visibilmente contrariata, fissando il dentro della cassa con rabbia "Comunque per quel fatto dei gigolò..."

"Ancora! Per me non sono... AAHHH, sono persone che lavorano nel campo dell'intrattenimento ravvicinato... basta!"

"E che vuol dire..." chiese lui avvicinandosi per guardare dentro la cassa "... si prostituiscono, che intrattenimento sarebbe? Fanno gl iaccompagnatori, se li chiedono non è mica come comici o..."

"..." fissandolo come fosse un idiota, dal basso "intrattenimento ravvicinato! Non che fanno spettacoli comici o artistici. Nel senso..."

"Ma si prostituiscono! Ho capito, non sono scemo, cosa vuoi dire, ma diamo a Cesare quel che è di sto tizio... che li chiami accompagnatori o gigolò o artisti del sesso, sono sempre la stessa cosa. E' come il senso di cortigiana che significa sempre quello!"

"..." lo fissò come con una punta di interesse "per una volta fai discorsi sensati, ma il nocciolo è che..."

"Che tu odi il sesso e non vuoi definire la gente come fanno quelli della società là fuori, ho capito, ma la verità nuda e cruda è questa. E lo sa pure Milan, con le sue amiche..."

"Quindi fammi capire. Perchè le ragazze con cui tu vai ti si concedono, non meritano una definizione migliore, perchè sempre quel  lavoro è... secondo me meritano rispetto, mentre tu usi quella base di stronzaggine che danno tutti?"

"...eh... io non vado con nessuna ragazza. Ne all'inizio ne adesso... perchè continui a dirlo?" come offeso, ma con sguardo quasi triste

"Forse perchè sei uomo e ti ho visto al Teatro con gli spettacoli e..."

"Si, ci vado con i ragazzi, ma sai anche tu che al Teatro non ci sono le ragazze per prostituirsi, ma spettacoli di vario tipo, che sia teatro, musical, burlesque... si chiama così? e vari tipi. NOn è mica la Casa delle Sete..."

"..." accigliata e imbronciata come prima

"... ammetto che per me non cè bisogno di chiamarle in modi più decorosi, perchè loro stessi ammettono e trattano il loro lavoro come... quello che è. Sei tu che vuoi per forza rendere giusti, corretti, puliti certi lavori... ma siamo militari, facciamo a volte le stesse cose della feccia seppure lo so, per il bene delle persone.... siamo più schietti della gente normale, che vuole vedere coniglietti, uccelletti canterini e l'eden che la realtà. E capisco anche che odi vedere la gente giudicare altra gente,  solo perchè più libera di fare certe cose e..."

"..."

"Senti, se hai problemi con gli uomini e il sesso, non significa che devi pretendere si che vedano le cose come le vedi tu..."

"COSA?"

"Volevo dire che..."

"Non ho capito la prima parte, innanzitutto..."

"Ho detto che se hai problemi con gli uomini e col sesso..."

"MA... ma si può sapere chi ti mette in testa queste cagate?"

"Ma i ragazzi hanno detto..."

"CHI, per qualunque DIo, CHIIIII!" alzandosi, dando una botta col piede alla cassa, allontanandosi da lui.

"Non ti piace che si dicano queste cose, ma Jd ha detto..."

"ANcora, e ancora! Ma che cazzo dite tu e Jd?"

"Anche ALaric, e Lubo, come Milan..."

"Ah, sono tutti! Ma cosè, fate i pigiama party confidandovi le cazzate sulla gente?"

"I cosa? No, alcune volte si è parlato di..."

"Alcune volte? Pure...!"

"..."

"Ascolta, te lo voglio dire adesso e mai più"  fermandosi in un punto e fancendo un uno con un indice "io non odio il sesso, per me la gente piò fare cosa vuole col suo corpo e le sue esperienze. Odio solo una cosa, che si usino le carte della seduzione e il sesso per i prorpi comodi, fare del male, ottenere delle cose!" indicando con le dita gli altri punti"Seconda cosa, io non odio gli uomini. Smettetela di far girare le cazzate, perchè sono sicura che ne Milan e ne Jd dicevano questo. Seppur amici e tutto, e mi conoscono, non credo che dicano queste cose. QUindi, a meno che non sia stato Alaric o qualcuno della tua combriccola a spararle grosse senza sapere, io rispetto tutti, a meno che non sia un bastardo su vari livelli. Allora si odio tali uomini, oltre gli scemi e... AHH, ma anchele donne con le stesse cose. Quindi il tuo discorso non ha senso..."

"Ma Lubo ha detto..."

"Lubo... io lui siamo amici ma come con JD e ancora di più MILAN, non credo proprio che dica cose che no nsa! Capisce le cose subito, è ottimo per parlare e mi fido, tanto da mettergli in mano la mia vita, ma non posso credere che possa arrivare a dire cose l'opposto di cosa sa.... "

"Ma allora..."

"Allora cosa, io non odio il sesso. A te che cazzo te ne importa, perchè mi parli e di cose personali?"

"Tutti dicono che tu odi l'amore, gli uomini, il sesso, le relazioni..."

"Io voglio conoscere la gente con cui parli... Penso che una relazione debba essere sincera e se vi sono giuramenti, vanno rispettati. Odio si gli uomini,  ma gli stornzi, che vogliono solo sesso e non lo dico e prendon in giro, che fanno giuramenti a Dio, davanti a tanti e poi hanno amanti, se ne vanno in questo o quel posto per fare roba, mentono, agiscono alle spalle, prendono in giro le compagne o mogli. Forse era questo i ldiscorso... per me un giuramento o promessa valgono, se li rompi senza dire nulla, ma anzi ti ci diverti pure, se un pezzo di merda. Su certe cose io non metto bocca però, perchè ci sono tanti dei nostri che hanno fidanzate, mogli ect e si divertono con le ragazze. POsso andarmi ad immischiare in queste cose? Certo, se l'altro o l'altra, nel caso di donna, sono dell'associazione allora è diverso. Loro lo sanno che spezzo le gambe per stronzate del genere, ma io parlo di chi ha famiglia fuori e fa porcate qui. Allora si, odio questa gente. Ma non gli uomini in generale. Anzi, io sono quel tipo che pensa che se io tizia x non posso dare qualcosa all'altro che però vorrebbe, quindi per mia cosa io gli vieto o gli impediscoqualcosa, ma per rispetto non spinge troppo, perchè legarlo a cose solo per le mie cagate?...  perchè non accettare che abbia una sorta di svago con una persona che però conosco e accetto, che non faccia stronzate, ma sia chiaro, diretto e non perchè si diverte a fare le corna?"


"In che senso..." dubbioso e incerto

"Compromessi! Ecco di cosa parlo. Tutti a dire che le unioni o matrimoni sono pieni di compromessi. Bene. Esempio gusti, che so di film, televisioni, cinema o hobby, ci sta benissimo la cosa. Anche se per te non è interessante, si prendono i ltempo della persona che hai al fianco che magari vorresti vivere con qualcosa da fare insieme... accetti perchè gli piace, non è corretto vietare nulla perchè come dicono molti, la vita è una sola, se si toglie cosa rende vivo l'altro, per tuo egoismo, sei stronza o stornzo. Perchè togliergli qualcosa perchè ormai convivendo, sposandosi e simili, non deve più esserci qualcosa negandogli delle cose? Come quelle che appena mettono piede in casa buttano tutto ciò che lui ama o gli piace. Non cè una stanza fatta a gusto suo, devono buttare roba che contiene donne declamandola come segno d'amore... che persone povere dentro..." scuotendo la testa "se non ti piacciono delle cose dell'altra persona, non starci!  E io parlo sia per parte maschile che femminile perchè è solo o sofferenza finchè non fai divorzio o scappi, o corna o bugie a vita...Cè gente che vieta questo o altro anche se sanno che il partner ama i videogiochi, passare il tempo con gli amici,  esempio a giocare al calcio, cose semplici, che divertono, aiutano a stare bene.... Ma veramente molti si vedono togliere queste cose perchè ormai sposati, padri o anche l'opposto, e deve essere normale? Se tu ti sposi e figli hai finito di essere cosa sei e cosa ti piace..."

"..." cercando di seguire il discorso

"Una volta che ti sposi o peggi fai figli, tutto ti è tolto. O promettono di dare tutto per amore dell'altro e poi urlano che hanno le corna o peggio, e la cosa di cui mi lamento è che si prtende con le promesse cose che in verità l'altro non vuole fare. Ma le pronuncia per amore? No, perchè la società dice che deve essere in un modo e così deve essere, anche se poi fanno stronzate perchè si vedono tolte tante cose... Io per esmepio non posso credere che se  all'altro piace fare determinate cose, non è possibile , sai perchè? SOLO perchè sono contro Dio, contro la morale, contro tutte le loro cazzate e no nsi è persone per bene, farle. Che invece sarebbero alla fine innocenti, però cè l'altra sponda di diagiate che poi dice che -eh , se tu non fai i doveri ti metti ferma a fargli fare cosa vuole lamentare delle corna=""-, e vedi due stronzi con stronzate diverse che si sposano e poi PPPOOOOOMMMM, le cose che fanno di nascosto! E non mi riferisco ad ammazzare qualcuno, schiavizzare per esempio. Ma parlo di fare cose, da persone adulte, consenzienti, in una relazione o rapporto sano.lasciare essere e fare a quella persona cosa gli piace e tenere in casa ANCHE cose che a lui o lei piacciono, chiedergli prima di sposarsi se accetta di non fare certe cose  e assicurarsi che l'altra persona non si ritroverà con perdite e con rimorsi."

"Io..." scuotendo la testa confuso


"Dire no che schifo, a meno che davvero non ti faccia schifo, vietare, dire che se lo tolga dalla testa per motivi beceri, render equindi la persona con rimorsi, desideri e voglie perchè con il cazzo di status di fidanzato, sposato, compagno o padre o anche la versione della donna, non esiste più nulla. Io non voglio nessuno, ma no navrei permesso che per un concetto becero, l'altro si ritrovi con cose vietate, anche nel sesso. Se ci sono cose che uno dei due non vuole, non gli piace, non accetta fare, trovo vergognoso che si ci pari dietro le promesse fatte, negandogli di vivere. IN quel caso niente relazione e ninete matrimonio. Se non vuoi fare certe cose o fate in accordo e lui o lei non fanno gli stronzi dopo di nascosto o si accetta che l'altro, sapendo chi è l'altra persona e solo per cose che tu non vuoi,li abbia altrove, senza danneggiare il legame.  Le promesse fatte scritte su un libro, quindi non veramente le proprie, ma come rito che dicono "questo è, questo devi dire". Se uno fa promesse, devono essere sincere, vere, volute e di sua volontà, scelte da ll'altro, così come trovo vergognoso che una volta che ottieni uno status sociale, tu sei privo di vivere tante cose. Quella cosa no perchè è da ragazzini. Quell'altro no, perchè la moglie o quel che è non vuole. Uscire con gli amici, scherzi? Altrimenti che ti sei sposato a fare, se non passare ogni secondo con l'altro e basta? Regalare il proprio tempo alla persona per cui si prova qualcosa è importante, ma certe cose che ho visto... orrore! Vuoi tenerti le cose che ti piacciono e usarle edivertirti? NO, non puoi! Vuoi provare qualcosa di diverso e intimo con l'altro? No perchè se ti sposi devi fare l'asessuato. Se hai figli, è una vergogna fare determinate cose da adulti e con una relazione... quante cagate! E io dovrei vietare all'altro qualcosa fino alla fine dei suoi giorni, portandolo magari a farlo alle spalle, quando posso accettare che ci sia del tempo che possa usare per se stesso, o con qualcuno che gli dia cosa non posso o voglio, ma che conosco e so chi è e solo questo, così da farlo o farla comunque felice? Fiducia ovviamente, ma se le cose sono come nei matrimooni che ho visto, letto e sentito... meglio la morte" girando smepre in tondo come faceva di solito "Per me questi legami co le parole già decise da altri, con obblighi e compromessi pur di aver l ostatus sociale, pur di non essere visto e trattato da merdaccia, perdendo tante cose, non esiste! Ecco la questione..."


"Credo di aver comprenso ma... avevo capito che odiavi il sesso eppure eri positiva per la Casa della Seta, le ragazze, Madame..."

"Ma lo capisci l'inglese? Ti parlo in italiano? IN russo? Visto che li parli... primo, sono fatti miei. E non ti riguarda, visto che no vado a chiedere a te o ad altri certe cose, a meno che non facciano cazzate. Questo è il caso in cui io vengo e ti chiedo che cosa stai facendo, non credo che tu sia felice se ti faccio il terzo grado su cavoli tuoi se no nfai male a nessuno... secondo, non odio il sesso, o hai capito male tu o hai parlato con un imbecille. Il fatto che io non abbia qualcuno, perchè interessa tanto alla gente? Anzi, dici che non hai nessuna, in nessun senso, sono fatti tuoi. Forse glialtri lo fanno, io non mi intrometto nelle cose, ma ripeto si se noto che vanno in certi siti, hanno relazioni con altri dell'organizzazione e fanno cazzate che poi pregiudicano le situazioni...  sono troppo focosi con le ragazze... ma perchè sto parlando con te, pure giustificandomi...."

"Prima si diceva che tu e Milan o con Jd..."

"Ma siete di coccio! Io non ho relazioni, e non ne ho avute, con nessuno! E continuate... ma che cosa vi interessa..." voltandosi offesa, a guardare i piani sopra

"Eppure ho visto i dipinti di Dorde che ti ritraevano e mi pareva che sorridessero al pittore e..."

"Aspetta, cosa?" voltandosi di scatto scioccatissima "quali dipinti?"

"Quei quadri in quella stanza enorme in stile chiesa,  con tutte le pareti piene di dipinti, che Milan ha detto essere di Dorde. Al centro dipingeva e li appendeva, e..."

"Un attimo..." avvicinandosi "tu hai visto lo studio di Dorde?"

"Si... perchè, tu no?"

"Affatto, l'ho cercato tanto! Ho provato a vedere ovunque... dove si trova!"

"EHm... non so se dovrei dirtelo..."

"Ma io di fatto, sulla carta, sono un tuo superiore!" stizzita

"I ragazzi dicono appunto sulla carta... per carità, sai quel che fai e sai gestire le cose, ma dicono che tu non sei una di noi, e MIlan mi ha portato là per amicizia e..." mentre la vedeva sbattere il coperchio per chuderlo con rabbia, e passargli davanti con su espressioni varie emozini. Offesa, rabbia, voglia di uccidere, poi stupore man mano che sentiva. Era rimasto in piedi qualche metro da lei e voleva in forza qualcosa da fare per sviare la sua rabbia e fingere di non essere al centro della cosa

"Ripetilo. Dai, ti do cinque minuti massimo, per ripetermi cosa mi hai detto, accettando le conseguenze!"

"... che... tu non sei... come noi?"

"Se potessi menare te e far risultare su di loro la stessa cosa!"

"Comunque se te lo dico, mi prometti di non dirlo a Milan? Mi sembra strano che non te lo abbia mai mostrato..." vedendola inviperita contro di lui "Ok, ma calma... quello che tu chiami studio, si trova sotto la casa delle lapidi..."

"..." sbattendo le ciglia dallo stupore, facendo la solita U con le labbra in certe occasioni "sotto la casa delle lapidi...? Ecco perchè non lo trovavo..."

"E' come una antica chiesa decorata con rientranze varie, una forma particolare e tanti dipinti, e poi cè la statua..."

"Cosa?"

"Si, cè una statua al centro, con una targa che parlava di qualcosa al di fuori delle regole, e ti ritraeva seduta con le gambe in un modo e Milan disse che erano, come altre statue ma fuori, una sorta di promemoria, più che omaggio. Il ricordarsi che cè sempre qualcosa che sfugge dalle maglie delle regole. Che siano scritte o non scritte. Ha detto anche qualcosa a proposito del fatto che eri stata l'unica a prenderli a pedate nel culo per farli smuovere dall'apatia,  il fatto... delle foto? Che in fotografia sei totalmente diversa?"

"..."  

"Quei dipinti erano tuoi, ho riconosciuto alcuni abiti che hai indossato..."

"quali..."

"Quelli tutti ampi, come si chiamano, vaporosi non so, con i capelli portati su una sola spalla... sembrava un'istantanea di un momento, con altre persone..."

"Dalle forografie...?" domandò a se stessa, dubbiosa, ma Gask comprese che non fosse rivolto lui.

"...forse, cèrano Milan e uno o altre persone e avevi abiti diversi. Ma non c'eri solo tu, vi erano dipinti di persone che non conscevo, Milan, non li ho contati ma credo che esempio su venti tu ne avessi tra i cinque e i dieci. E poi cèra la statua...e..." ma la vide portarsi sotto i livelli da cui era scivolata verso il basso.

Kianta restò a riflettere con gli occhi puntati in un punto, a caso, ma con l'espressione di una che sembrasse osservare oltre, assorta in qualcosa, e incazzata. Poi, tornò con gli occhi su di lui e disse semplicemente una cosa. Con un tono e una calma strani.

"No. Quella non ero io"

"Non è possibile! L'ho vista, ti somigliava molto, anche Milan ha detto che eri tu e che Dorde aveva immortalato un momento in cui le regole non avevano validità, secondo lui. Era..."

"No" ripetè lei, voltandosi così veloce che la veste frusciò sui pantaloni e i lembi del gilet sbatterono al ritorno peril movimento "Quella non ero io"

Gask rimase stranito dalla cosa, fissandola, ma lei si voltò e tornò a volgere lo sguardo verso i piani, studiando quella sorta di pozzo divelto che dovevano scalare.

"Ma la cassa..." vedendola studiare di nuovo il modo di risalire

"Non hai visto cosa cèra?"

Gask tornò alla cassa, la aprì e vide che conteneva cibo, acqua, medicamenti. "Grandioso, possiamo prendere  riso al curry e roastbeef in faccia i nemici... che dici?"

"Tu hai la tua tecnica fantastichissima, figosissima che Milan voleva e tutte cose, con tutti gli oggetti che vuoi... io sono per il classico."

"Impallinargli il culo? Strattonarli fuori dalle macchine? Picchiarli con le sedie?" rise ma lei no ndava risposta alcuna e tornò serio "ma anche tu sei addestrata per usare ogni tipo di oggetto comune come arma. QUi abbiamo imbecilli incazzati per faide socio-religiose,e territoriali, con armi automatiche e fucili. Se cèra un bisturi era già divertente ma.. ci sono solo forbici!"

"IN ogni caso se sono le grandi appuntite prendile pure, sono facili da tirare. Avevo trovato vari coltelli affilati, meglio che niente..."

"Ma si sa chi erano quei cretini che hai visto rubare le armi nelle fogne?"

"Questa cittadina era un quartier generale di questo settore, vi lavoravano dei servi, perchè qui le cose funzionano così, parecchie persone, giovani o meno. Sembravano due agili, alti forse quanto me, scattanti... potevano essere lavoratori come guardie o..."

"Se fossero stati anche solo parte dell'armata del generale, avrebbero controllato le tue condizioni vitali. Invece hanno dato un colpo ai corpi per vedere le reazioni e si on fregate le cose. Sono propenso a credere che fossero teppistelli non superiori ai venti  o trenta anni, per come li hai descitti nel muoversi, e non avvezzi a certe cose. Hanno solo preso roba che sapevano gli interessava, mettendoli in sacchi o qualcosa del genere. Presumo pertanto non sapessero usarle, un altro soggetto come noi li avrebbe messi su di se in punti particolari, come ben sai, per averli a disposizione..."

"Che lingua ricca e mente arguta... " voltandosi a guardarlo "Oh, perdonami. Dimentico sempre quanto tu abbia imparato con noi..."

"In effetti si, ho imparato molto. Queste parole ricercate sono un esempio..." ridacchiando come sfottimento, almeno così parve a lei che lo fissò accigliata e gli angoli della bocca all'ingiù. Così lui le domandò.

"Ora che siamo mezzi armati, abbiamo cibo e acqua, e medicamenti, che dici di preparci per salire? Star meglio, non stai affatto..." ricevendo un'altra occhiata "sei bianca di faccia da far paura. Per poco non ti prendo per un cadavere ambulante. Stai sudando, e non per il tempo visto che non siamo in questa regione, in una stagione calda. Se questa notte eravamo sotto i dieci gradi, di giorno non supereremo i sedici. Era così che avevi detto no?"

"Io sono sempre bianca e sudo dolore dallo schifo che mi tocca vedere e vivere..."

"no, tu sudi dolore, e basta..." guardandola in un certo modo "puoi anche cercare di fingere ma tu come dice ALaric, mangi come un lupo, scoli quella roba che bevi con gusto e stai sempre a ruminare qualcosa. Sempre e ovunque. E dice che hai sempre le mani in cucina nelle ore in cui sarebbe vietato, con la testa nel frigo o nel microonde. Che un certo capo cuoco tiene appunto per te per le volte che hai da sgranocchiare... E cè del cibo facilmente cucinabile e di sicuro di tuo gusto e non mangi, non ti appropri della cassa che non mangi da ieri praticamente, ma fremi per scappare..."

"Quella roba non è cibo. Lia stessa la rifiutò all'inizio, perchè mangiavano quella o andavano nei villaggi o in città, Parigi, per qualcosa di decente che non fossero carne e derivati animali che avevano a disposizione. Se ti piace mangiala, ma io voglio cibo vero, non roba liofilizzata e simili"

"bugiarda, da quello che dicono gli altri, tu mangeresti o proveresti a mangiare qualasiasi cosa. Basta che non abbia seppie, polipi, o siano jellosi. Stai male come prima e vorresti vomitare. Vuoi che faccio di nuovo come ieri..." avvicinandosi e alzando una mano

"NO! NO, puoi starti lì, mangia pure, io sto bene qui" come terrorizzata

"Ma stavi meglio con..."

"Toccami di nuovo e ti storco le dita! Ti faccio un hotdog di tue espremità, ti avviso!"

"Ok, ma sei tu che stai male... altrimenti potresti provare a fare come gli orsi, magari aiuta..."

Lia si voltò lentamente di nuovo a quel modo,  alzando un sopracciglio e lui spiegò a gesti. Si portò verso un muretto, vi si strofinò la schiena cme un orso, aprendo le braccia come a dire -visto ? in questo modo=""-.

"non so come definirti in questo momento, veramente..." sconvolta con la bocca aperta

"Lo facevo per te, magari funzionava allo stesso modo. Alla fine non eri così incazzata e non ti allontanavi, ero contento perchè credevo che la storia del non farti toccare..." come offeso dal suo diverso comportamento.

"Muoviti" urlò lei tagliando corto "prendi cosa ti interessa che saliamo" piccata, voltandogli le spalle

"E come. Ho avuto timore di fare casino col mio peso e lasciarti sola qui, già con la cassa haiinclinato un pezzo di piano e..."

"Sei uno dei migliori, eppure cosa ho fatto poco fa non ti fa squillare un campanello nella testa, per farti salire?" gl irispose con sguardo freddo, stando di profilo col corpo ma guardandolo con la testa nella sua direzione "cosa credi, che ho preso la cassa solo per il concenuto?"

Gask mosse le sopracciglia per il lavorio dle cervello, guardò la cassa, poi lei, che buttava gli occhi in aria dalla frustrazione, finchè non notò il paracadute e la fissò con espressione seria, sicura, pronta.

"Ma sei sicura di star bene abbastanza per andare? NOn..."

"Taci e muoviti, non cè tempo. Devo andare a spelare il culo di quello stronzo e dell'altro,  che è venuto a braitare diritti che glieli faccio sentire io, addosso!"

"Spelare in che senso..." quasi timoroso di sapere la risposta

"Mi servirebbero dello scotch americano telato nero super adesivo, poi..."

"No... ok, basta" la pregò, prendendo il paracadute e allargandolo, per recuperare il cordame resistente tagliando a picchi il telo con uno dei coltelli recuperati. Poi dopo un pò, mentre lei girovagava senza capire che combinava, non le chiese una cosa di colpo "Tu pensi che siamo... nel giusto, non so, voglio dire... in che linea siamo noi tra il bene e male?"

"Che vuoi dire..." rispose lei, ma alle sue spalle e lui si girò con la testa sorpreso. Giurava di averla vista alla sua sinistra, lo fissava dall'alto, essendo lui accovacciato a lavorare, con un'espressione sdegnata ma anche interessata. Portava ancora quegli abiti della zona e pareva un monello di strada pericoloso.

"...voglio dire, io... non uccidiamo, facciamo cose in nome in una giustizia... non siamo giudici, giurie e carnefici come la pensano gli altri. Senza uccisione non è così, giusto?"..."

"Qualè il tuo cruccio esattamente? Cosa fa girare il tuo cervellino mentre lavori al cordame che ti tirerà su, perchè anche sei un ottimo atleta, grandi riflessi, e tutto q uello che vuoi, il tuo peso è chiaro che ti farebbe finire giù, fino al Kraken.. o magari scopri il petrolio per me..." con un sorriso carogno che conosceva.

"Il... non voglio sapere cosè" si lamentò lui, sapeva troppo bene di alcuni uomini amanti del mistero, crime e leggende strane su esseri allucinanti, che raccontavano storie con -donne con la bocca col sorriso di glasgow scuole piene esseri tormentati piazze e strade fantasmi che camminano dietro le persone seguono fin dentro i taxi creature nate da odio rancore punivano chi commettevano robe=""-, poi creature alla Lovecraft e altri autori che lo inquietavano non poco.. E sapeva che lei li conosceva pure perchè, seppe, molte storie le aveva raccontate, non tutte ma alcune, ai veterani, e una certa bocca larga per darsi un tono e cultura, le aveva spifferate ai suoi leccapiedi infiorettandole per farle più macabre. Altri che si interessavano a folklore e storie di paura e fantasmi, demoni e altri si unirono e cèrano le serate di queste storie, dove lui non voleva partecipare ma lo tenevano inchiodato alla gradinata perchè ne conosceva poco, e gli dicevano che sapere era meglio di essere colto alla sprovvista. Era una sera o massimo due a serata, alla fine si divertiva ma cèrano mometni e parti di storie che lo facevano turbare. Come quelle storie di Chernobyl, vere, di persone che erano andate di notte là per fare urbex e avevano registrato strani esseri che si muovevano, che dalle finestre delle cose li cercavano, o balconi o muri con tracce di qualcosa di rosso che non pareva vecchio di anni.
E mentre lavorava ripensava a certe cose.

-  "Il capo dice sempre così, la conoscenza è uguale a un passo avanti rispetto agli altri...e sapere di esseri spaventosi, città o paesi con avvenimenti strani o chi puoi incontrare, aiuta..." gli diceva uno di dietro

"La conoscenza un tempo significava essere sopra gli altri, ti qualificava come un signore e meritevole di essere parte della società. Anche qui, le Lezioni sono per migliorarci..." diceva un altro

"anche la musica che qui è insegnata e praticata serve per migliorare cervello, coordinazione di dita e mani e ottimo passatempo..."

"A me divertono quegli strumenti strani. Quel kalimba, Sheng,guqin, violoncelli, varie ocarine, pan a mano o hang, vari drums, domra, gusli, arpe varie anche a mano, flauri ti vari tipi per forma a tipo di suono, e anche per materiale, celloridoo, tef o def tambourine, kemençe,kanun o qanun, Kaval o altri strumenti asiatici, turchi, arabi e via dicendo. Li ho provati tutti ma sono una capra come dice sempre lei. Sono negato con la musica" ne disse un altro facendo ridere tutti, per poi voltarsi verso Gask "come con te, capitano, l'altro giorno che ti fecero provare un violino..."

"Io ricordo quando ho provato un flauo in corno, a suonare il titanic, era da piangere. Avevo cercato davvero di imparare e migliorare ma come respirazione non riuscivo a tenere le note decenti,  che stonava tutto. Sembravo un depresso con l'asma per cosa ne è uscito fuori, e lei che si metteva la mani in faccia per la sofferenza di sentire il lamento del mio corno..." sghignazzando malamante uno

"Detta così suona molto male" rise Gask

"Ma mai come te con il violino" rispose di nuovo quello "lei entrò nel Teatro, guardò tutti quelli con strumenti in mano, poi si fissò su di te e urò -ah , basta sembra di sentir entrare una lavagna strisciata da unghie nelle orecchie per ritrovarsi le gengive che vibrano come se ci passassero sorpa lumache toglietegli quel coso non è buono mi ha fatto venire l'ansia pure ossa=""-, era incazzata perchè era in una delle stanze attigue a controllare gli strumenti che possediamo egiuro dic non averla mai vista così sconvolta. Incompatibili con la musica ne abbiamo, disse, ma mi ha fatto ridere che tu eri il peggiore..."-

"Giuro che appena torno per strada lo cercherò, lo acchiapperò e lo suonerò così tanto che i tamburi che usiamo per lefeste e altro sembreranno esser mai usati..." la sent' di copo sbraitare, mentre preparava non sapeva cose con dei pezzi grossi di muri "userò la tecnica degli aghi nelle gengive, sarà un generale con due fori nel didietro e nessuna protuberanza maschile davanti. Se ama così tanto sparacchiare granate e siluri anticarro, prenderò un bazooka, lo farò tenereo ben tiraro e glielo..."
Gask fece un respiro, cercò di fermare le risa ma era troppo divertente vederla pensare a ogni tipo di punizione per la gente che si inventava e poi in realtò non era capace. Erano poche le volte, aveva sentito, che faceva da lei quacosa contro quella gente e far del male era solo nella sua testa, e se agiva allora la persona era veramente schifosa.
E ripensò a una cosa che non comprendeva mai. Perchè a Milan piaceva mettere in scena streghe per indurre i creduloni su queste cose a fare ciò che voleva...

Quella sera, scura e senza luna, il gruppo di teppisti che erano affiliati con la mafia italo-americana che stavano puntando, erano baldanzosi nel loro quartiere a fare casino, mentre i loro capi erano in nell'edificio che quelli piantonavano. 
Lui e gli altri dell'ave maria si appostarono in luoghi specifici, visti ma senza far nulla. Furono visti all'inizio ma erano fermi alle punte dei marciapiedi come ad aspettare un taxi e furono lasciati stare. Ma il tempo passava. E alla fine quelli si innervosirono capendo che qualcosa bolliva in pentola e urlarono. Chiesero. Minacciarono.
Gask vide loro agitarsi e poi buio. Luce. Buio.
Sfarfallarono le luci della strada ed essendo notte  gli parve una delle storie horror che i ragazzi si raccontavano, e Gask voltò il capo alla sua sinistra e comparve. Era curioso di sapere che cosa sarebbe accaduto.
Si voltarono anche loro vedendo i quattro che puntavano una parte che non era la loro, Gask e gl ialtri si avvicinarono, ma il gruppetto osservò la figura.

Una sagoma nera che si stagliava tra laluce e l'oscurità dello sfarfallio, come se le lampade ammiccassero metnre avanzava. Un impermeabile nero topo fino alle caviglie, col bavero largo e mollemente adagiato e non alzato, cravatta e camicia,  giacca e doppiopetto visibili dall'apertura ampia dell'idumento superiore. Scarpe lucenti e lucide come fossero nuove. Mani nelle tasche. Cappello Stetson Vagabunden traveller da uomo con aggiunta una fascia in tessuto lucido.
la nuova persona si fermò, dopo aver camminato con pesantezza, quasi dondolando di lato in lato, portando tutto il peso su ogni piede oscillando molto verso destra o sinistra, lentamente. Mise una mano in qualche tasc a interna dell'impermabile e i tizi si agitarono, mettendo mano allearmi, ma Gask urlò loro di ascoltare. Guardate disse, e l'attenzione non si spostò di molto, per controllarlo, ma poi andò da lui e gli altri tre  alla figura che avev auscito qualcosa dall'indumento.
Una lunga pipa fece capolino, pareva quasi piegata e con un gesto come con un ventaglio, si allungò sollendosi una parte, fissandosi a quella più larga, diventando dai trenta ai quaranta centimetri, con una forma che sembrava il simbolo della Nike con la zona più larga senza la punta.
Il bocchino quindi seguiva la canna fino a questa zona terminale che richiamav a quel simbolo senza punta, una pipa strana, con un taglio netto, non forma rotonda o bombata di quella classiche. Piccola e sottile, lunga, la pipa Gask sapeva che era fatta non di radica, ma di un legno ancora più pregiato e speciale, come faceva sempre con le sue cose, seppur era Milan a usare materiali pregiati e rari, ma per quell'oggetto fece un'eccezione, mentre Milan le aveva particolari e costose.

Le cose si pagano una sola volta, diceva. E metteva a frutto questo pensiero in tutto. Perchè pagare poco una cosa che durerà niente e avrà basse performance, quando paghi un oggetto che vale e vivrà per molto tempo, dando soddisfazione? Lo diceva sempre, per ogni cosa.
Guardò  la figura con quella pipa tenuta tra due dita, tra metà del dito indice e pollice, mentre le altre tre erano naturalmente lasciate morbide.
Seppur il suo compito era fare da Ombra, controllo dei soggetti e palo, non poteva che fissare e fissare solo la figura.
 Quella pipa appariva scura per un motivo e pareva esser stata aperta come un manganello di polizia moderno perchè era smontabile e a scatto. Aveva un perno, staccabile quindi rendendola a due pezzi con la ciotola in legno nero la parte pi grossa e lo stelo in legno di radica laccato che mandava bagliori color ambra in contrasto l'altro. Si rischiudeva portando lo stelo a toccare la parte bassa e si riapriva con uno scatto, come un ventaglio, prendendo la ciotola tra le dita e facendo scattare il perno e l ostelo, che si allungava e con un clic per il gesto secco, si fissava all'altra parte. Era un loro lavoro e permetteva di portare quel tipo di pipe senza smontarle e tenerele in un box. La ciotola per fumare era detto -gemma di legno fossile-, ricavato da un tipo di legno fossile divenuto pietra cristallizzando in silicato e quarzi vari,  dava l'aspetto a volte della labradorite, mantenendo struttura del legno ma con resistenza e durevolezza maggiori per la resistenza alla bruciatura.

E amava la labradorite.
Uno dei tre dell'ave maria fece un fischio particolare e Gask tornò al suo lavoro, che gli aveva dato Milan per quella volta, ossia controllare quei soggetti, ma non poteva fare a meno di vedere la figura con impermeabile scuro, cappello scuro, con un abito sotto di ottima fattura e il tenere quella lunga e piccola pipa con gesto nobile, delicato, tenendola di lato per poi portarla alle labbra come se dovesse baciare.
La figura tolse qualcosa da sopra il cannello e da una tasca con l'altra mano accese uno zippo speciale, di loro fabbricazione, accendendo la pipa alla fine. I prodotti erano già nel cannello e il particolare cappuccio preservava la fuoriscita così da esser acceso subito. Rimesso il non necessario in tasca, la figura si portò la pipa trale labbra e la brace ardente illuninò, alnzando la testa nel mentre, dei lampi per il riflesso negli occhi. Che guardavano loro. Poi portò la mano sinistra sotto il gomito destro, la cui mano teneva la pipa e con aria snob e superiore, rise alzando solo un angolo della bocca, ma non era un sorriso gentile.


Kovacs parlò nel silenzio elettrico dell'ostilità, con forza "Questa persona vuole parlare con Donnie Papito, il capo dei vostri capi. Portatela da loro o fate venire lui stesso, perchè cè un accordo da fare" in italiano, non perfetto, con un accento sbagliato ma comprensibile

"Chi cazzo è questo finocchio? Non vogliamo gente straniera qui, qui sei nella piccola italia..."

"Stai attento con chi parli, questa persona vale più del tuo capo, non farmi incazzare" disse gravemente Kovacs

" ma sentiti stronzo, non sei neanche italiano e osi venire qui a ordinare? Vuoi che te lo spieghi io come si parla italiano? O si , italiano..." ridendo facendo l'idiota ma la figura parlò e questi si zittirono, fermando anche il pavoneggiamento. vestivano da gangister vecchio stampo e credevano di essere pure fighi, mentre i quattro che seguivano la figura erano più sportivi.

"Ordino che il tuo capo venga qui, adesso, perchè altrimenti se ne pentirà,  e te con lui..:" pronunciò per la prima volta la figura eZidgi, Kovacs, Django si fecero indietro con un mezzo inchino e quel gruppetto rimase a fissarla. Con la mano libera si tolse il cappello portando verso la sua destra,  le dita su quell'angolo di tesa e tirandoselo verso sinistra, facendo cadere una cascata di sottili e serici capelli biondo scuro con riflessi blu alla luce dei lampioni,  e delle esterne delle case.
I capelli le scendenvano liscissimi fino alla vita, gli occhi verdi come mezza bocca ridevano di cattiveria, mentre la pipa bruciacchiava mostrando meglio l'angolo destro del suo viso, con le labbra che avvolgevano il bocchino per poi lascirlo andare per fumare"

"ma cosè, carneveale?" ride uno di quel gruppo come intento a smorzare la situazione e riprendere potere, ma si vide puntare contro la pipa da lei.

"Chiamalo, ora. E digli che se non compare entro dieci minuti, Veròna, colei che conosce la Salamandra e la Fiamma Cerulea, andrà direttamente a casa sua, e sarà per traghettarlo là,  oltre il vecchio Ponte. Io Manifesto la vita e la morte,  e riverisco la luce ardente accompagnando la Musa della fiamma della Via,  per  i morti che devono oltrepassare. Sono conosciuta come l'Incantatrice e raccoglitrice della anime antiche, ma per voi sarò solo forse la Madona Horiente" disse la donna in abiti da uomo e la pipa, che li guardava come avesse un fuoco negli occhi e sentendo l'ultimo norme, si spaventarono. Smebravao confusi sul resto, ma sentendo l'ultimo appellativo parevano aver timore.

"Andate da lui riportando quanto detto, non attenderò oltre o per voi Credenti ci sarà la punizione di una Benedetta da Dio. ora!" disse con rabbia, restando in quella posizione finchè non vide che invece di scappare, indietreggiavano terrorizzati "Cosa cè, ancora!"

"Mia nonna parlava distreghe che servivano  una divinità con quel nome" fece uno "e mi diceva di stare alla larga perchè contro Dio. Non sapevo che invece era proprio una persona, una strega che..."

"Fino al milleduecento in effetti, il titolo era dato a Diana, l'antica divinità romana,   la mia figura vi si collega ma è come un titolo sacerdotale." disse sprezzante  "Poi i preticelli decisero che vi fosse intesa anche la donna peccatrice e colpevole, e via dicendo. La mia figura è simile ma diversa. Io non sono collegata alla Dea, ma io sono una sorta di incantatrice detta  Signora del Gioco e della Fiamma, perchè io avvicino persone che voglio, e propongo un gioco a chi ha l'onore di incontrarmi, come la Morte con la scacchiera, e segue la via della Luce, indicata dalla FIamma. Ma voi poveri scemi con le croci in collo che ne sapete... solo il vostro capo, insieme agli altri,  sanno meglio di me. Perchè hanno incontrato una delle Fiamme, la cinerea, e per egli io giungo...."

"E cosa, ecco, cosa devo riferire esattamente oltre il vostro nome, titolo, controtitolo, e non so che altro" ricevendo un'occhiata, uno spostamento d'occhi duro e fulminante, illuminato dalla luce della pipa.

"Ascolta moscerino, io con te non ho nulla con cui giocare, perchè vali meno di zero,  ma sarò magnanima e invece di eliminarti e passare al prossimo più sveglio, ti ordino di riferigli la formula che nel Seggio, apriamo il Convitto per le feccia! Il giudizio finale sta per essere emesso, ,nessuno al mondo può emendarsi dal peccato che scorre nelle vene. Ti accorgi delle Voci senza voce che avete seppellito e cancellato? Ti accorgi dei tuoi peccati, che io posso leggere come impresse sulla tua aura? Tu sei senza peccato? Se no, quanto sarà pesante il mio castigo? Come Anubi che pesava il cuore degli uomini per emanare il suo giudizio, io toccherò il sangue che hanno versato,  perchè è indelebile,  come se una farfalla si fosse posata si di esso, impregnandosi le ali con l'oscurità che hanno creato, così da decidere quanto peccato hanno commesso. Io parlo e io ordino, che vengano a me i Testa della vosta mafia, perchè non vi sarà un prossimo giorno, per loro..." urlò con rabbia, disgusto, tenendo la pipa lunga davanti a se.

Gask udiva quelle parole per la seconda volta. Dopo la prima aveva chiesto ai veterani, i quali risero, si trovavano al focolare nel bosco, e Jd spiegò la situazione.

"Guarda che Milan ti ha mandato con gli altri a farle da Ombra perchè gli serviva mettere paura a quella gente.Credono a cose ancora sentite in Italia e lui le sfrutta... Quelli sono della mafia e poi cè una'alta organizzazione simile di altre regioni italiane, che sono tutti religiosissimi e credono pure alcuni a carte, cartomanti e gente falsa del genre..."

"Ma anche le tizie, le Muse, allora sono truffatrici?"

"Mh, no. Almeno, a quanto pare davvero hanno quel qualcosa che Milan definisce come legame con l'Oltre. Vedono fantasmi, o li sentono, gli parlano o tutti insieme... percepiscono cose. Hanno quel uqalcosa che gli consente di leggere le vibrazioni delle persone, dell'ambiente e delle pietre. O Carte o altre cose, non so,  non vado mai da loro, ma a quanto pare sanno fare cose, non sono come i cartomanti e sensitivi che sono più bravi a leggere le persone e quel che viene detto,  e lo usano a loro vantaggio. Aquanto pare davvero hanno dei doni, o non sarebbero lì. Milan sta molto attento a queste cose."

"Capisco, ma allora Kianta perchè..."

"Come ho detto, volere di MIlan. Come gli abiti o le gonne che lei indossa solo perchè lui preme perchè lo faccia. La personalità che lei intrepreta,  Veròna principamente, ma anche Dianora o in certi casi Diondra, è solo stata ideata da Milan per l'Italia e non solo, cambiando il nome del titolo in latino e a volte neanche quello, è possibile agire su superstiziosi per i propri interessi. Aggiungici che a volte le accorpa esperti maghi/illusionisti/prestigiatori che possono accompagnarla mentre lei usa le proiezioni virtuali, perchè sia più credibile. La parte doveva andare a una che ora è Musa, ma non perchè la preferiva là ma perchè non era capace di assumere quell'atteggiamento, quell'espressione... quello sguardo carogno accompagnato da atteggiamenti e pose regali e sfacciate, che invece Kianta sa assumere, anche se non le va. Come guarda amle la gente..." ridendo"  Cèra una persona prima che impersonava questa figura, perchè la divertiva..."

"Ah, lei di carogno aveva tutto, certo che era brava" biascicò Alaric

"...Voleva vedere la paura, il terrore, voleva che provassero lo stesso che procuravano agli altri ed è da lì che è venuta fuori la presentazione dove è la Signora del Gioco. Lei intavolava un gioco con quella gente dove decideva che fine devono fare in base alle risposte..."

"Insomma se le stava sul cazzo, ZAC" fece Alaric mimando un taglio di gola, prendendosi le occhiatacce di tutti

"Cèra una persona prima di Kianta che lo faceva?" accorgendosi che Lubo rideva a crepapelle da un pezzo, non capiva da quando ma pareva divertito, Alaric era nervoso, Jd si grattò la gola con colpetti di tosse varie volte

"Si... cèra, ha ideato lei le frasi,  dopo che Milan decise di usarla e come sai, paura della strega!"

"Io non credo esistano, ma ho notato che la gente si... ma perchè la salamandra?" domandò allora Gask curioso

"La salamandra è legata al fuoco, ho capito che è un elementale e se evocato lì, non so... quando Milan spiega non ne so molto di queste cose, permette al soggetto di usare il potere del fuoco, boh qualcosa del genere, è un elemento anche dell'alchimia... Siccome lui usa il motivo della Fiamma come suo stemma, crede nei fuochi fatui e queste cose, la salamandra era l'essere perfetto..."

"Dicevo io, Kianta non ha mai indossato quella lucertola ma altri soggetti" fece Gask, dimostrando a Jd che come aveva capito lui osservava molto

"Si, infatti. I tre principali che adora come ciondoli o gioielli compositi sono altri,... osservi troppo però, non vorrei che lei si incavolasse,... occhio a non dire niente davanti a lei. Quei tre animali sono quelli che adora indossare, mentre Milan dice che il Totem è il lupo... non so..."

"lupi no, ma ho visto che ha ciondoli di libellule, cavallucci marini e api... e usa molto il simbolo dell'alveare, ha due ciondoli con sezioni di celle in successione di api, uno con lo smalto in alcune celle e alla fine, una sorta di miele che scende..."

"Si, sono i simboli che preferisce. Quello con lo smalto color miele con quelle gocce che scendono è il suo preferito. Api e parti di favo sono quelli più messi, ha sia ciondoli che piccoli orecchini"

"Si, li mette come extra sul tubercolo dell'elice, mi pare che alle Lezioni lo avessero descritto così"

"Si, anatomia per imparare zone letali e quelle no, sopratutto per eventuale fuoco amico di copertura per mascherare gli intenti, capita... così si sa dove colpire, che tipo di colpo va a segno e l'entità della ferita. Però siccome siamo qui, anatomia completa del corpo, che come diceva quella persona fa sempre bene.." Concordò Jd ."Si, indossa tipo piercing o un'apetta dalle forme arrotondate e bombate con le zampettine in avanti , o un trio di celle d'apipiene, con due martellate sui bordi, oltre gli orecchini al lobo. Anche se ricordo voleva farlo nel padigione interno, sotto questo arco esterno ma le avevano consigliato di no, aveva insistito per farselo e credo dopo aver visto quelle apine... e che molti degli uomini hanno piercing in varie zone dell'orecchio. Credo che si farà fare anche la libellula piccolissima, mentre so che le avevano offerto in regalo, quelli della Raccolta che hanno iniziando a lavorare nerlle botteghe, mini piercing con le foglie, due incrociate mi pare smaltate e ombreggiate, e un bruchino color avorio con tante zampette, sono belli, devo dirlo.. e senza contare la serie Scripta con frasi o parole incise che adora, bombati cerchi o anelli con queste grasi a giro per tutto l'oggetto...."

"E uno a forma di grappolo d'uva con due foglie aprte, i riccioli intorno al tralcio e sotto i chicchi fatti di pietre a micro perline..." aggiunge Lubo

"Vero" fece Jd "li mette, ma di solito le api e le cellette,  di più... a lei piacciono questi orecchini micro dettagliatissimi, ma li vuole pagare, non ricevere in regalo..."

"Perchè?"

"Innanzitutto per lei il lavoro, o meglio il tempo impiegato, conta e va pagato. La raccolta non è stata fatta perchè lavorassero gratis anche per lei e Milan. E' giusto che il loro tempo riceva quanto merita, qui a meno che nonsia regalo tra persone, si retribuisce il tempo impiegato e speso, che non torna più. QUindi gli oggetti hanno un valore in base al tempo. E poi cè una cosa che Kianta pensa. Non ama i regali... ma la storia è lunga, lascia stare, comunque questi mini orecchini sono... quattro millimetri? di più tipo l'uva... e sempre in argento novecentoventicinque, non usa oro o altri."

"Tranne il rame, braccialetti contro il dolore"

"Il dolore?" domandò Gask a Lubo che aveva spiegato questa cosa

"SI" gli rispose "il rame è indicato per queste cose, se vai nelle botteghe trovi molti bracciali e oggetti, anche orecchini e piercing in rame, a quanto pare aiuta ... a molti piace come sta, anche sen vanno puliti più regolarmente... comunque basta che chiedi anche ai dottori e ti sapranno dire. loro ormai sanno anche queste cos eper indicarti ovviamente se per te, specifico, può andare questo gioiello o meno..."

"Capisco, non lo sapevo. Ma lei ne è felice di questa finzione?"

"Mah, non le piace andare là fuori per come è la società là, ma se si tratta della Grande Caccia allora è diverso. Più si puliscono le strade, dice, meglio è per tutti.L'abbigliamento, accessori, li ha accettati perchè non sono femminili. Seconco lei, vestirsi da donna, è un'offesa stessa aquegli abiti, accessori, perchè meritano di essere portati, valorizzati, e... lei non ci si vede. Si veste con abiti femminili solo quando Milan preme perchè appaia come la Padrona della casa. L'unica eccezione è per i ritratti, allora asseconda l'artista, ma è rarissimo che indossi gonne, abitini se non è lei a volerlo. Come le vacanze, chiamiamole così, che passa nel suo Casotto là in fondo con solo la gente che vuole lei.Allora un paio di volte è capitato che la vedessi stare in quell'ambiente a sezione ottogonale con vesti lunghe. Di solito d'estate e sono sempre con aggancio al collo tipo a X che scendono sul petto e in stile impero, decorato e fermato sottoseno  e poi ampissima gonna oppure stile romano, tutti però con mantella che scende dietro da collo o spalle... o ancora con corpetto a bustier con maniche che arrivano al gomito e girano dietro, creando una sorta di mantella... comunque sempre questo tipo utilizza, con gonne ampissime e leggere e zone sopra anche tipo greco, che non mostrano... "

"Si, come quelli che ho visto nelle feste di Milan, strano tipo di abiti..."

"Lei indossa, Kianta intendo, sempre questo tipo di abiti perchè non le piace essere vista con cose troppo aderenti e considerate sexy. Trova assurdo per esempio, che delle spose fanno capricci e casino per abiti che in pratica sono un inno al -guardate la mia mercanzia seppur mi sto sposando e pronunciando voti promesse ma devo apparire con i punti critici totalmente di fuori-. E lei lo dice per mancanza di considerazione per lo sposo, e mi fa ridere perchè sbotta -eh , allroa vacci nuda è lo stesso se uno va a un matrimonio vede vedere le sue bozze e culo o con spacchi che solo madame conosce=""-... è troppo divertente quando si incavola" rise Jd, mentre Lubo sghignazza ancora di più assertendo ocn la testa "Questo non significa che è bacchettona, l'esempio del matrimonio è perchè in una cerimonia del genere la sposa deve apparire come una battona di lusso con abiti da seimila euro, e non è carino per lo sposo. La nudità non lef a schifo e intendo nudità proprio, ma trova i corpi in generale meno attraenti così che vestiti..."

"Quella è sempre stata al contrario, persone nude no, fa schifo! vestite si..." borbottò Alaric "la gente vuole vedere i nudi, non..."

"Lei preferisce che il corpo sia presentato vestito, qualè il problema? Ti ricordi quel personaggio di quel videogioco che lei impazziva per la tuta?"

"E come no..." fece Alaric come se stesse sparlando di chissò cosa  "cèrano scene del personaggio nudo, mi ricordo perchè poi Beppo ci ha giocato e non ho mai capito cosa le piaceva di quel personaggio con quella tuta, ma non nudo. Le scene nudo bleah, quando aveva quella tuta grigia stava là a fissare... però ha sempre da criticare con le mie ragazze "fece con cattiveria "I biondi no, i biondi fanno schifo ma quel personaggio lo adorava. E cosa rispondeva, piccata? -eh , primo non è per la faccia o il colore di capelli ma a lui sta ha un corpo che vale pena e gli bene quella tuta prendi josy vorresti dirmi quel suo fisico clessidra orribile bulboso bello?le spalle zona delle scapole fanno schifo quello uomo muscoloso abominio trovarlo uno possa portarla uguale=""-" scimmiottandola "Ma vai a stare in mezzo ai maschi e non rompere il cazzo!" sbottò indicando con una mano aperta la zona dello Chateau dove sicuro si trovava

 Lubo se la rideva alla grande, facendo cadere roba dal suo piatto" non ho mai capito se il suo incazzamento sia perchè gli ha detto chiaramente che quel personaggio finto è meglio di tutti quanti o perchè lui ha compreso che di corpo fa schifo" partendo con una risata che pareva quasi una scatarrata tanto era profonda, facendo ridere tutti tranne Alaric

Cosìì Jd ripresosi fece da paciere per evitare sbraitamenti di Alaric
"Kianta non ama quel genere di fisico, alla bodybuilder. Ok ad incudine ma non in quella maniera esasperata come fanno da noi e altri per sport, anche se sport..." rispose come sovrapensiero Jd, buttando alcuni pezzi di grasso sul fuoco, cosa che Gask gli vedeva fare spesso "ha i suoi gusti come tutti noi. E così anche per se stessa, non ama esser vista che una delle sue paure è il contatto con uomini, amen. Gli abiti stessi dimostrano questa cosa. Se Lia vestiva con abiti a sirena strutturati in un certo modo che parevano presi di antichi arazzi, illustrazioni perchè regali e di un certo tipo, Kianta preferisce in stile impero così che non si veda nulla, e coperta in caso da collane e simili nelle zone scoperte. Così le mantelle che usa sempre, celando come le gonne enormi..."

"Cazzate, dovrebbe essere il contrario e tu lo sai. Doveva essere la pazza pima, a vestire con abiti che non mostrassero molto, eppure quel suo abito preferito con tanto di corpicapo con livelli di veli... sembrava non so ancora oggi se un'imperatrice o una sposa, e non iniziare " vedendo che Jd stava per intromettersi "me ne frego se inizi a dire che quegli abiti avevano comunque una sorta di vedo e non vedo che rendevano il tutto più ricco e maestoso ma mezzo coperto. Doveva essere i lcontrario, non è possibile che sia Kianta quella a coprirsi che neanche negli stati arabi , perchè non la si veda. Quelle camicie sopra i pantaloni, che porta alla vita molle così non seguono le forme, le mentelle e tutto il resto. SPiegami questa cosa, perchè se tu dici che gli abiti hanno un significato, allora non ha senso. L'abito stesso della Fiamma Cerulea, simile al suo preferito, Lia lo portava senza pudore, magari con roba per celare un pò, ma non come fa Kianta. Allora cosa è accaduto da una pazza ad un'altra se la seconda non doveva avere queste scemenze isteriche più della prima?"

"io...io credo che sia questione di forza interiore, che però superato un certo punto cede, e quindi si ha l'effetto che conosciamo che continua, nulla si è cancellato da quel punto, e cè anche il fattore gusti... Una ama un tipo di abiti, l'altra quelli che indossa sempre... certo è difficile la cosa..." iniziò Jd come in dubbio sulla risposta da dare ma Gask chiese come altre volte chi fosse Lia e loro si zittirono, di nuovo avevano iniziato a discutere di una persona che Gask non conosceva e la confrontavano con Kianta. E poi continuò JD.

"Una cosa che tu, visto che già ti odia, non devi mai fare, sopratutto se rischi che ti veda, è di non usare mai, mai colore rosa, qualunque sfumatura sia, anche oggetti che pensi di volerle dare..."

"Ti ricordo cosa fece quasi a quella donna che rovinò quei mobili con colore chimico e indelebile, rosa, rosa, rosa... se nota che qualcuno le da, usa per qualcosa di collettivo e altro il rosa, qualunque sfumatura le donne conoscano di questo colore, scappa! Ros da solo intendo, ono tra altri, ma se da solo si incazza. Scappa. Fortissimo! Non ha importanza per quanti chilometri, me se cè una cosa rosa che non ha motivo di esserci, e se è suo, che hai rovinato con questo colore... sparisci"! rise Alaric facendo snervare Jd, che tornò a parlare.

"...e ancora di più, se vedi qualcuno che picchia, maltratta, fa del male in qualunque modo che siano donne, bambini, animali, o li fermi tu, o chiama noi. Perchè chiamando lei, finisce malissimo!"

"Come ho visto con i cavalli e i bambini?" domandò Gask curioso, riferendosi alle volte che aveva seguito il gruppo sia perla Raccolta per certi lavori fuori.

"Alla gente,  solo per aver fatto cose orribili ai cavalli... non oso immaginare come sia la loro vita adesso... Anche io ero sconcertato di come trovammo quei cavalli. Quelli legati per le zampe su un fianco a terra, e picchiati perchè non obbedivano. Trascinati legati alle macchine col rischio di farsi male perchè non volevano collaborare. Frustati centinaia e centinaia di volte tnato da poterle contare sulla cute, chiuse, oltre le fresche, perchè si ammansiscono così... e quante te ne posso raccontare, come quei cani legati a due zampe davanti e due dietro e buttati in un fiumiciattolo in mezzo al fango per giorni... quando ha preso questi soggetti, o come i cani ha scoperto chi erano, gli ha fatto passare un quarto d'ora, disolito è così, in un modo che l'inferno è solo come i quadri di Bosh e desideri quello..."

"CIoè" domandò Gask, guardando tutti e tre e per tre militari, l'espressione era davvero di paura

"...A quello che frustava come un innemoniato i cavalli..." disse Lubo "... lo fece prendere dai tre dell'ave maria, raccolse tutta la famiglia e chi lavorava con loro, e fece prima una piccola predica. Ah, per esser emaggiormente precisi sull'altra volta, Li chiamiamo quelli dell'Ave Maria per due motivi. Ti abbiamo detto uno, adesso ti svelerò l'altro. Si hciamano così perchè solo a leoo che la gnte prega se è lei a fare le cose, prega tutti e tre come tre madonne della pietà perchè la fermino... questa seconda la usiamo solo noi, ma sappi che, se vedi la gente improrarli pietà, aiuto o altro, allora stai sicuro che è con lei che avea a che fare. E' raro, ma sono la sua Ombra per salvare la gente da lei, non proteggere lei dalla gente..:"

"Ah!" fece Gask ridendo ma quando comprese che la gravità della cosa era altra, e che non scherzava ripetè la cosa con una gravità diversa

"POi fece portare i cavalli. Io cèro, quei cavalli avevano terrore anche solo a veder avvicinare un umano, tentavano di scappare terrorizzati, facevano davvero pena, e il mantello oltre che mal combinato, era pieno di segni... una cosa orribile. POi usavano imboccature davvero punitive, tante che avevano nelle convessure labiali e lingua alcuni tagliate... da far paura. E lei prese tutte le testine di cazzo, come le chiama lei, tutti quelli che aveva osservato nei video di controllo che picchiavano e facevano del male, uno addirittura durante la ferratura aveva dato una martellata sulla coscia del cavallo che la camera, ad una certa distanza, aveva registrato come fosse stata pochi centimentri. Bam, una botta proprio, non so ocme quel cavallo non avesse subito gravi danni. Comunque li prese e li mise a cerchio, uno spazio al centro e poi questi che si guardavano, e lei la chiama la tavola rotonda. E poi disse, mostrando i video, quanto schifo facessero. CHe indicarli come esseri umani e meritevoli di qualcosa... era impossibile. E... non importava che vi fossero bambini, donne, ragazzini, ad osservare anzi. Parlò proprio a loro. Cèrano bambini e ragazzini che avevano i loro poni e cani preferiti e disse loro -ditemi , bambini e piccoli uomini donne voi sareste felici nel vedere o uno di questi signori con me prendere i vostri animali picchiarli cos male da non potersi alzare soffrire tanto dolore per giorni=""-

"..."

"Alla negazione di questi lei mise davanti tramite tablet i video orribili che mostavan cosa facevano gli adulti con cui vivevano, diceva -perch i vostri animali non devono essere picchiati ma questi qui che vendete addestrate o meglio distruggete per aver soldi comprarvi le cose li riducete ad avere terrore anche solo di una carezza siete come genitori parenti è inconcepebile tale maltrattamento specisti voi ogni specie c un trattamento e valgono nulla=""-. Poi tornò al centro e chiese che strappassero loro camicie e magliette e fece accomodare vicino a lei un cavallo che a vederlo faceva pietà. Il pettorale era così messo stretto, con i bordi taglienti, così come le zampe e il sotto... lascia stare, spero di non vederne più così, ma lo mostrò, dicendo-vedete questi io mi domando come merde possiate anche solo sopportare tutto ci che queste povere bestie patiscono e ha paura avvicinando la mano al guanciale della testiera di solito i sentono il contatto con stanno tranquilli invece scatta trema un disperato avete picchiato questa povera bestia le altre frusta pure l'elettricit mentre montavate una batteria pungolo sotto sella nella pulsante sapete dite conoscere cavalli quanto è spessa mh cinque millimetri quella umana otto ditemi quindi tra merda indifeso questo chi dei due patir pi subir danni informazione ecco alcuni video vostri dove in tre quarti d'ora picchiate a sangue quattrocentosessasette stronza maledetta dall'america era scappata olanda atti schifosi morta zoccolata piena perch cavallo alla trecentesima si incazzato scappare sgroppando poteva legato tenuto fermo testa l'aveva beccata ho goduto beh avrei voluto esserci giusto vederla dispiacendomi per non abbia sofferto molto ora voi diverr vostra pelle senza peli mantello parte mimetizzano ragazzi favore potreste far provare sulla cosa hanno subito poveri animali ostesso numero volte vedere risultati tempo loro patiranno segni dolore signori l guardate permesso fermarli ne altro abusi contarli me=""-

"Un pò eccessivo, ma torto non ne aveva, no?" domandò Gask curioso

"Da un lato si, da un lato per me è no. Attenzione, lei lo fa su pesone che nonostnate le leggi a protezione degli animali, come quella del Soring o Licking,  l'andatura  che è il risultato del dolore dello schifo che fanno sugli zoccoli dei cavalli, tanto cche questi devono stare tutto giorno buttati a terra perchè sulle zampe non possono più stare. E se cerchi di salvarli togliendo i pesi che gli mettono, ci vogliono anni perchè quelle povere bestie riprendano un posizionamento corretto. TUtto i lcorpo è distrutto da questa pratica e nonostante le leggi contro, la gente continua a farlo. E così che con loro lei fa ancora peggio. Li ha presi, ha raccattato le misture corrosive che guarda, non voglio nenache sapere che cosa ci mettono dentro ma sono così corrosive che quando lei ha detto -vediamo un p su di te che danni provoca- e lo ha punito facendogli la stessa cosa, quello è stato parecchio tempo in ospedale. Qualcuno la chiamerebbe criminale..."

"a volte lo è..." si intromise Alaric

"... ma posso assicurarti che le condizioni di certi poveri animali fanno vomitare davvero per cosa ti provocano nello stomaco. Quando ho visto la radiografia di quegli zoccoli per il Big lick e tutti quei chiodi che arrivavano all'osso, la pelle distrutta dalle sostanze... Lei non agisce con un occhio per occhio, anzi, ma quando vede certe cose perde la testa e gli stronzi devono sentire su di se cosa hanno fatto! E ogni volta lei gli dice -molti voi stronzi vi lamentate di come trattano a lavoro che venite pagati poco per cosa fare pretendente e poi fate schifo ditemi vedendo questo diritti dorrei dare-. Ha torto? Lei punisce duramente con cosa hanno fatto solo la gente schifosa, e qualcuno dice che lei agisce in stile robin hood, come modo di agire per il bene di alcuni contro altri. Se lo facesse sempre, allora farei di tutto per fermarla, ma è solo su alcuni che dimostrano non solo di non capire, ma accampano stronzate per cosa hanno fatto o urlano che gli animali sono di loro proprietà. DA noi gli animali sono fratelli e li trattiamo, curiamo, li vediamo in modo diverso, tanto che nessun nostro cavallo subisce nulla di quello che vediamo e così nella fattoria. Sono tutti liberi tranne la notte e l'inverno, che scorazzano, giocano, fanno casino. nessun piccolo è tolto alle madri, usiamo più proteine vegetali così da usare meno carne, molti adorano tutti gli animali che ci sono là, sopratutto i lama e alpaca..."

"Si, ho notato" fece Gask ridendo

"Quindi lei non è vendicativa e stronza come sembra, solo che... come posso dire, la voglia di fargli male è così tanta che molti meritano la fine che fanno. Non muoiono ne altro, ricevono dal governo un avviso di non toccare più animali, gli vengono proprio tolti e sono controllati se ne hanno e in che condizioin sono. Così come un ragazzo che è diventato famoso perchè prendeva i cavalli, soprauttto di pochi mesi, e li metteva in strada cavalcandoli e addirittura mettendogli pesi e attrezzi per il big lick. Una crudeltà assurda, sopratutto perchè i cavalli non vanno mai montati prima dei tre anni, o si rovina la loro crescita sceltrica naturale. Inutile dirti che quel tizio, recidivo con tanti animali, si è trovato con la stessa roba addosso a come si sente la povera bestia di turno. E così lei se vede davvero troppo e quella gente ninete, per loro è normale... io non la fermo. Perchè dovrei? Li rovina un poco, ma se vedi stanno benissimo e tentano sempre di fare stronzate. .. Lei dice che in un mondo dove la prepotenza, la forza bruta, la sottomissione, non cè possibilità di cambiare le persone, perchè rovinati fin da piccoli e per loro ciò che vedono è normale, l'unica cosa da fare con quelli con il male che proprio gli scorre nelle vene è fare come fanno loro agli altri e agli animali. Tu addestri gli animali con i collari elettrici? Lei ti elettrizza fino ai gemelli di famiglia, e non scherzo. E, non le importa come viene vista, come sull'uomo che legò le zempe dei cani in quel modo, come tutti quelli che aveva catturato che avevano fatto orribili cose... punisce, dice. Omertà e silenzio sono il danno della società e lasciar correre è il modo di permetteono la continuazione di queste cose stando zitti. RIpete che il cambiamento non può avvenire senza bruciare le cose negative.  Si può regalare un mondo diverso che ha fatto la pace con la sua crudeltà, che deve portare il giusto e le Lezioni ai piccoli perchè per ogni cosa vi sia il giusto rimorso e consapevolezza da non farlo, che nasce sbagliando, accettando la punizione e comprendendo il bene e male, che  conferma la forza di ogni seme di umanità dentro la gente. Ma che le società hanno imbruttito..." dise Jd

"E quindi..." confuso dall'ultima parte, proteso in avanti con un gomito su una coscia e una mano su un fianco

"QUindi.." continuò Lubo "lei ha fatto punire a malo modo, dando a chi aveva commesso cose, la stessa situazione... insomma, ha dato cosa avevano dato. A chi taglia code e orecchie a cani, e code ai cavalli? Tagliamo qualche cosa anche noi..."

"... le... orecchie?"

"Quello normalmente. Ai veterinari e gente che si improvvisava macellai facendolo, orecchie, punte del naso... perchè comprendessero cosa provassero quelle potevere bestie solo per le mode di merda, così risponde. Un veterinario è stato ricevuto dalla polizia senza la punta del naso e per contorno i poliziotti si sono ritrovati questo con una lettera letteramente graffettata sulla fronte con cosa aveva fatto, con in tasca le foto. Lo so, ma come dice lei, o le cose le fai bene o niente. ma una volta... " si fermò, come quasi disperato al ricordo

"... cosa..." niziò Gask ma Alaric che era vicino a lui si voltò e disse agitato

"quella pazza scatenata si è imbestialita così tanto con un gruppo di organizzatori di lotte tra cani, che li maltrattavano, li amputavano per apparire minacciosi o capitava,  scoprimmo che ad alcuni toglievano parti di zampe così, zac, per vedere come lottavano... a loro fece fare la stessa fine di quei ragazzini che erano feccia veramente... e... ha ragione, ma mai,mai mai lasciare che sia lei a fare le cose. Ecco perchè chiede a quei tre di fare al suo posto, e loro lo fanno subito perchè sarebbe molto peggio se lei si incazza davvero..."

"perde già la testa così con uomini che picchiano e fanno stalking alle donne, che le uccidono, o per religione fanno cose orribili a quelle che non lo accettano..." sussurrò Jd "Non so se occhio per occhio sia lacosa giusta ma per la prima volta, dopo aver visto alcune cose, non ho potuto biasimarla Come militari nelle guerre, ancora oggi, resto più sconvolto da cosa sanno fare i civili a esseri che no nsanno difendersi, che molti che abbiamo combattuto e cosa visto. Ci sono stati ragazzini che hanno tentato suicidio per certa gente col bullismo, che come una persona ne erano usciti male, anche se lei non era arrivata al fisico, ma gliene combinavano con gli oggetti... lei stessa non vuole far del male, per questo nelle scuole insegna cose importanti che in questo secolo non ci sono, chiede maggior controllo sulle famiglie, da dove inziiano le cose... e ok, capisco la sua rabbia, la voglia di far sentire sulla loro pelle il male fatto. TUtti quei cani sotterrati che avevano di sopra segni orribili. Donne seviziate, abusate e tutto ciò che sai che trattiamo, per fermarli, ma molte volte quando la seguo per controllarla, o rivedo le cam che usiamo, non posso fare a meno di volerla fermare,  a volte..." disse Jd quasi tra sè

"cosa stai cercando di dire?"

"Che ci sono state volte in cui lei stessa ha preso mano per rabbia folle e... ad alcuni ha fatto incidere,  e toglier la pelle,  delle lettere di frasi che indicavano cosa avevano fatto. A volte prorprio come lavoro di fino di coltello così che curati le croste avrebbero mostrato la scritta, altre volte marchiati a fuoco e poi lasciati di notte legati alla bella mostra, con tanto di lettere a giornali anche grandi, così che si parli della cosa. Ad addestratori di cavalli è venuta la strizza veramente, tanto che ora non osano più far nulla perchè hanno scoperto da lettere e micro chip con video di cosa facevano da varie angolazioni, che erano controllati. E hanno smesso, così speriamo. A quei tizi dei combattimenti tra cani che amputavano orecchie, coda, zampe ect... , per ocme abbiamo trovato i cani ormai morti, era così furibonda che li presi e ha tagliato il pene per metà della lunghezza, sonoserio, era incazzatissima, dopo essersi messa guanti da cucina di silicone, cosa importasnte,  e usando un coltello non proprio affilato. Lei fa così, e usa questi, pe4r non to0care la feccia.."

"lei e i suoi germi" buttò lì Alaric

"Ed era la prima volta che metteva mano a organi maschili, tra l'altro..." sudando tantissimo con una risata che fece scopiare di nuovo Lubo

"Nel senso... non capisco l'ultima parte..."

"niente..." fece Jd a Gask come se niente fosse "però, quando tornò qui e si calmò, Milan le parlò. E lei disse che non aveva tolto assolutmanete nulla a quella feccia. Rispose che all'ninzio era sua idea tagliare tutte e tre le cose, e hai capito, poi però l'avrebbero tacciata tutti di cose brutte, perchè tutto ma non la possibilità di figliare. Per la gente quiello è troppo e si è dovuta limitare, ma fu solo per qujella gente, perchè la scena che scoprimmo era veramente... non puoi capire, e quanto pagarono quelli c he scommettevano e vedevano le cowse e pure si divertivano! Se lo ricorderanno tanto...  Voelva che si sentissero come i cani e cavalli che eviravano molte volte senza davvero un intervento chirurgico decente e dovevano sentire cosa si provava... un pò con le industrie della carne dove tagliano le pance dei maialini e tolgono i testicoli così, secondo loro non provoca nulla, io la prima volta... lascia stare..." arrossì Jd ma Alaric fu pronto

"Si è toccato perchè diceva che sentiva pure lui il dolore mentre qwuelle bestioline urlavano, e su questo nulla da dire alla pazza, perfino per me è troppo toglierli..."

"sono vivi, ovviamente, e questo mi ha fatto stare male. Lei invece è partita in quarta e immobilizzandoli gli ha conficcato a onguno di loro che l oavevano fatto, grossi spilli su tutta la zona del pube e pure perineo. Credo che ora sappiano almeno in parte cosa provavano i maialini con alcuni organi estirpati... . Con un nostro mezzo anonimo con targa falsa fatta da noi, li abbiamo lasciati proprio davanti le porte dell'ospedale con una borsa termica con i... loro mezzi membri in ghiaccio o con gli kspilli grossi da carpentiere che uscivano. Con un biglietto scritto da lei a mano, quindi perdendo tempo mentre questi avevano i lacci emostatici o urlavsano... a quelli senza mezzo coso,  ha preteso di..., mh, cauterizzare la ferita con crosta di sale..."

"Cosa?" rimase lui sconvolto

"Era così incazzata... non come quella volta, lo so la volta che hai assistito a quella cosa che temiamo, dovendo usare il Tomioriol... ma non era quella! Comunque non era lunga, ma una pagina a penna e inchiostro nostri, dove si spiegava cosa avvano fatto, con allegata micro sd con foto e info per i ritrovamenti, e pregava che le pene fossero servere, perchè cosa avevano subito non era una pena corretta. Dovevano finire come i poveri animali in gabbia, sia per pellicce che per l'orribiole pratica di accoppiamenti indiscrimati per vendere cuccioli..."

"A quella persona veniva sempre il magone al pensiero degli animali da pelliccia. Diceva che molte volte da piccola aveva visto imamgini in tv di questi allevamenti dove prendevano le gabbie aperte e mettevano le povere bestiole sotto la pioggia o in mezzo la neve senza proteggerle, al gelo dell'inverno e li aveva visti lì tremare come disperati, appallottolati soffrendo, oh se soffrivano diceva,  su quel musino che cercava di riscaldarsi in una palla, in quella pila di gabbie di ferro aperte, e quella visione le era rimasta fino all'ultimo giorno. Tutte le ansie e i terrori venivano dalla consapevolezza del mare che cèranel mondo, da quella e altre immagini, e diceva che doveva vedere le cose, non nascondersele per capire che il mondo fa veramente schifo..." dise come tra sè Lubo, scuotendo il capo con una smorfia

"Di chi parli?"

"Di una persona di tanto tempo fa, che iniziò molte cose e Kianta le continua per sua volontà, ma non importa quando cazzi può tagliare, quante volte faccia provare su quella feccia cosa avevano fatto a persone o animali, non hai idea delle cose che abbiamo fatto come -ritorno del karma e se lui non provvede l'aiutiamo noi=""-. NOn uccidiamo se non nei casi estremi, convertiamo la feccia in aiuto per l'umanità delle Fosse di scavo, portiamo a galla alla stampa cosa la gente fa di schifoso, come quelli che mettono cam nascoste sotto o dietro le cose per riprendere donne e bambini nudi o in altre situazioni. Una volta uno aveva messo online certe cose e quella persona per l'incazzamento aveva preso questo stronzo, aveva fatto circolare sue foto nudo sia per la piccolezza di... certe sue parti, sia mentre faceva determinate cose, lui che viveva in un ambiente molto religioso... inutile dire che erano false, non cèrano vere, costruite ad arte mentre era mezzo drogato mentre... faceva o gli facevano cose, e sembravano reali, come se le facesse lui con il sorriso. E che sorriso ebete" ridendo di gusto "O quando sempre quella persona, prima di Kianta, aveva assunto determinate persone, affette da ipopituitarismo, grave malattia dell'ipofisi, che impedisce loro la cresciuta restando... bambini. Così visto che nella società come persone esempio affetti da nanismo non sempre hanno strada facile, li ha reclutati e ha dato loro denaro per vivere e avere cosa gli occorresse,  per svolgere vite normali, che là fuori non avevano. Quanto sono felici ora e si sentono utili, preziosi, e sentono di fare del bene potendosi finalmente godersi le cose.  Ma chiedeva loro sono due compiti da svolgere, niente di orribile.  Spacciarsi per bambini, adescare online in vari modi i pedofili oppure apparire in certe foto, tipo quelli che ti ho detto prima drogati,  che appaio felici ma sono foto e brevi video finti, con... questi di mezzo. Se non è Maometto ad andare alla montagna, che sia essa ad andare da lui, ripeteva. Ma mai con persone innocenti, sia chiaro. Anche Kianta non farebbe mai cose del genere, non siamo come certi individui con distintivi che perchè qualcuno per l'istinto è colpevole , o ne hanno bisogno per chiudere un caso scottante, falsificano cose. Noi inchiodiamo la feccia, se non è possibile per quello specifico caso, eccone altri, ma sempre se colpevoli e si sa  bambini provare big big lick le prove n un tribunale non lo inchioderebbero, con le nostre si. Ormai le cose sono così, scagionati nonostante le prove... e così, oltre alla gogna mediatica, manette e toglierli dalla società!"

"Ok Lubo, ma non è smepre qualcosa di cattivo che facciamo?"

"... se non facciamo qualcosa, questi continuano. Cosa è meglio, ripagarli con la stessa moneta e portarli là dove non possono più far del male, senza mai uccidere, oppure tenerli liberi  e vedere schifo ovunque.. io non lo, nessuno di noi sa, ma è sicuro per molti esperti che così facendo molte persone son ostatre salvate.... resta il fatto che mai devi fare qualcosa con lei intorno con il rosa,  e non permettere che faccia lei di persona... può essere più terribile della morte stessa ed è stat a proprio la società là fuori, a crearla..."

"Che vuoi alla fine" la sentì intorno a lui, girare e osservarlo, e tornò a lavorare invece di pensare alle cos eche gli venivano in mente.

"Senti..." vedendola fermarsi dal girare con una tigre in gabbia, si era portata al solito l'indice vicino un angolo della bocca, con sguardo altezzoso e interessato "quelli... gli stornzi che prendiamo, o fermiamo in base a, sai... e giudichiamo,sono degni di essere puniti? Sono o si meritano quello che facciamo loro? Possiamo ritenerci nel giusto facendo questo?"

"mh... tu, per quell oche eri prima, che vieni a chiedere a me se siamo nel giusto ad essere giudici, giuria e mezzi carnefici?"

"Già, io... stando con voi ho imparato molte cose e come ha detto Jd, ho capito anche molto... però mi chiedo se facendo soffrire loro come fossero in un quadro di Hieronymus Bosch, sia o... vada bene anche alle vittime, visto che le vendichiamo e..."

"Una persona..." iniziò lei "amava un libro, il primo libro che avesse letto oltre i classici, un thriller... ebbene il protragonista che aveva lo stesso nome del pittore, e quella persona trovava interessanti quei quadri da prima, parlava con una ragazzina prigioniera  in un walkie tolkie e il modo in cui la trattò fece colpo su una collega di lui, che subito gli disse quanto fosse gentile e di stampo paterno, nei suoi modi di fare. Ma lui pronto rispose che no, non era istinto o tratto paterno, ma perchè sapeva da sue esperienze interiori e del passato, che cosa significava essere e sentire l'oscurità... dentro e intorno... era al pari della ragazzina e sapeva cosa si provava... Il buio oltre la notte... quel libro, con il gufo e i significati, fu il primo e quello che la colpì tantissimo. La notte può non fare paura, ma è l'oscurità oltre essa e dentro di noi, che si nasconde il peggio. Ecco perchè le Lezioni, il Teatro, le attività che fanno mostrare il vero IO della persona perchè nessuno può fingere, recitare per sempre e in ogni istante... ed è vero che le persone non sempre cambiano, se è possibile bene, ma ci sono quelle che noi cacciamo che ci portano ad emette un giudizio finale, nessuno può emendarsi dal peccato che scorre fin nelle nelle vene. Non sempre aiuto, riabilitazione e supporto tolgono quel male. Nel passsato si pensava che il male potesse essere ereditario, scivolare nel dna come il sangue giù e su per vene e arterie, quindi questa oscurità non è solo nell'anima, ma così prepotente che macchia anche la carne... e più si fanno cose aberranti, più il sangue si lorda... "

"Quindi..."

"Noi lavoriamo per evitare che vi siano altri come il protagonista che si è ritrovano ad affrontare l'oscurità non solo personale, ma quella che la feccia creava per altri, come per quella ragazzina. Perchè non vi siano altri che arrivano a dire che sanno cosa significa stare e vivere nell'oscurità..."

"E noi... nel senso... so che cè stato un cambiamento radicale allo Chateau, dove tutti hanno... dovuto fare un cambiamento anche interiore, diventando un pò come dei motociclisti che però salvano gl ianimali maltrattati..."

"Ma chi li fa 'sti paragoni?" suotendo la testa e alprando le braccia, fermandosi dalol'iperattività

"..." la fissò come colpevole "una persona... comunque, alcuni dicono che Milan voleva che diventassero quello che non erano..."

"Ohhhh, si! l'idea dell'uomo macho, con muscoli inguardabili, che fa azioni da duro, capace di sterminare e sforacchiare sempre e ovunque uscendone vincitore, che ama guardare video porno di donne con donne,  ma che vomita per un parto o due gay maschi, per i lrisultato naturale di alcuni loro fetish o altra cosa naturale come l'amore tra sessi uguali... che uomini! A mostrare i gommoni artificiali son buoni tutti, ma provare empatia, vicinanza e desiderare proteggere invece didistruggere no, quello no..."

"Ma perchè devi far vedere loro cose schifose..."

"Guardami! Io sono uscita da una cazzo si fogna con...no so cosa cè dentro, ma sono qua, pronta a prendere quella piccola testina di cazzo del genereale, mettergli un robo per tenergli la bocca aperta per un tot di gradi e usarlo come sgrana pannocchie" con rabbia, facendo gesti che a lui parvero comici, tanto che rise, ma che sapeva che erano invece atti di punizione di massa, il cinquanta per cento all'idiota, il resto ai suoi e nostri uomini.

"Comunque, tutti e due ci siamo fatti una sorta di doccia, quindi impropriamente stai..." trovandosela vicino che si zittì

"perhè i miei atti di sbattere sotto il naso agli scemi l'altra faccia di certe cose,  e quanto cè di molto, molto dure sopratutto per le donne è troppo o sconvolge??... facile, l'ho dimostrato anche io che che è facile farsi i muscoli con allenamenti e addestramenti specifici e poi prendere a pugni un idiota di turno,  che ha le mani che prudono e vuole passarsi mezz'ora di prenderle... un'altra è avere lo stomaco di vedere e sopportare certe cose, di farsi carico di tutte le facce delle cose che ci sono a questo mondo,  e sapere che non dobbiamo mai abituarci e reggerle, ma se vediamo qualcosa di orribile, schifoso, vergognoso perchè siamo umani, alzarci e fare quanto possibile per fermare ciò..."

"Ok... e i video perchè sono educativi, esattamente?" ricevendo un'occhiataccia, osservandolo inclinando la testa verso la spalla

"A quanto pare non ti è chiara la cosa, e siccome sei uno dei nuovi, anche se non proprio di una settimana ma sorvolerò, ti dirò le cose in modo che un demente possa capirle... quante volte gli uomini sono felici che hanno uno o due figli, pretendendo poi cose dalle donne con cui stanno ma schifandosi perchè... la natura slabbra le cose, a volte!" facendo gesti con le braccia  e assottigliando le labbra come se pensasse qualcosa "e cercano poi altre donne che non hanno sfornato nulla e quindi, oltre le feticiste di certe cose che magari hanno provato molto diametri, possono riportarli secondo la loro testa a cose più soddisfacenti..."

"EH?"

"Si lamentano che il figlio ha creato la caverna di Platone, testone! Che non cè più un buco,  cè un afiteatro! Hai mai visto a scuola organi riproduttivi anche in figura e poi hai... diciamo guardato le donne con cui vai?"

"Io no nvado con nessuna..."

"Prima, molto prima, non ha importanza, qualunque donna con cui sei stato,  era in quel modo e poi immaginati.... ecco, immaginati un preservativo della tua dimensione, preciso, calza a pennello e poi prendi quello che vogliono gli sboroni che fanno i fighi con gli xxl, facendo credere chissà che, e poi sembra di vedere quelle bimbe che camminano a cavolo con le scarpe della madre... capisci che la cosa non è più accattivamente, no? Però prima vogliono i figli, poi si pentono oltre perchè sono rompiballe e altre cose, non possono più divertirsi perchè la moglie per tante e tante accade,  ha bisogno di andare da un plastico di queste zone lì, che fa un restringimento..."

"un restringimento... di quella cosa? Non ho capito"

"Si, quella... ci sono chirurghi plastici che possono, taglia e cuci, fare qualcosa per la piscina che queste donne si ritrovano, e molte lo fanno appunto perchè l'uomo poi si lamenta che si trova nel largo... a loro vedere l'effetto del loro divertimento si schifano, ci passa un bestio che hanno fatto  metà loro... e veramente alcuni vomitano a vedere queste cose, l'effetto che fa cosa fanno! E poi sarei io che  li traumatizzo? O quando fanno ricerche per i loro pensierini e cercano come parola chiave enema, vedendo solo certi video. Alcuni commentano anche, sai? Robe del tipo -te ne farei uno io vorrei essere l come ti sta bene quel tubo che bla-insomma hai capito. Loro veramnete credono che io non sappia che combinano? Mah... però se io mostro loro gli effetti di quelle cose durante la Lezione, parte C, sull'educazione sessuale perchè molti sono proprio zero,  se non che A entra in B e si diverte solo lui, allora sono cattiva io a far vedere cosa può capitare a fare certe cose dal vero. Seriamente cè gente che ha tutti questi sogni sessuali e poi resta rotta dentro scoprendo le conseguenze di cosa pià capitare!  Perchè, visto che fai le domandine, te lo hanno mai detto alcuni di loro che hanno combinato con alcune ragazze che prima dell'accordo di Madame..."

"intendi che hanno voluto mettere in pratica la cosa?"

"Si! Ora, sono stronza io, o sto facendo la cosa giusta perchè aprano gli occhi? Perchè gli dico,  anche se gli piace vedere due donne che si baciano, per finzione in quei video porno o per altro, devono accettare anche altra roba, non si discute. Il prossimo come fossimo noi. Ecco il cambiamento che abbiamo cercato di portare già dallo Chateau.."

"..cioè accettare il sesso tra  i gay?" chiese perdendo il filo

"NO! intendenvo accettare le diversità!.... però arrivi tu, fanno i cucciolini traumatizzati dalla strega cattiva che li frusta perchè è sadica... non per cose che hanno combinato. Come quella volta che hanno buttato i preservativi negli scarichi dei bagni maschili, e non intendo solo il water, e non so se immagini cosa ne è venuto fuori... Sono cattiva io?"

"Beh... messa così no, però tu butti proprio le cose così, tipo cerotto strappato di botto e..."

"Ma sono uomini o bambini? Perchè questi piagnistei me li apsetterei da ragazzini che ancora non hanno visto neanche il corpo femminile nudo..." poi si fermò "o almeno una decina d'anni fa, almeno. Adesso a undici e dodici anni fanno roba che sono rimasta schifata, per davvero! E no sapevano neanche cosa stavano facendo, chiaro..."

"Cioè" chiese lui, ma lei si accorse che il suo comportamento era cambiato

"Cioè ho visto video che... la sezione..." sembrava quasi contrariata "la seizone di controllo e ricerca nel web di certi tipi di materiali, avevano trovato video fatti da ragazzini di undici e massimo quattordici anni che facevano roba tra loro, e intendo femmine con maschi, che ti aspetteresti non so dagli ultimi due anni del liceo,  almeno..."

"cioè parti le ricerche di prima che..."

"ma quali ricerche... i maschi facevano fare cose alle femmine sulla loro parte genitale, imitavano dei video che i maschi facevano vedere dai telefoni in mano, e la cosa triste era che per quanto potevano provarci le ragazzine, non accadeva nulla... zero, dormivano..."

"Ma chi, i ragazzini?"

"Ma tu hai capito di cosa sto parlando?" guardandolo come se fosse scemo

"Se parli per enigmi..." intrecciando tutti i fili in uno solo

"...AAHHH... allora, questi bambini, perchè sotto i quattordici anni sei bambino..."

"Fai meno di tredici, ormai già a undici anni  li chiamano ragazzini..."

"ragazzini..." con rabbia "facevano vedere delle cose dai loro telefoni, questi telefoni dati a ragazzini, e loro dovevano fare la stessa cosa al coso dei loro amichetti... hai capito?"

"Ah, ora si..."

"OOOHHH. Il problema è che quei... cosi,  non volevano saperne di... svegliarsi, ecco..."

"scusami, perchè stai parlando così come avessi ragazzini davanti, siamo tu e io e di certo qui non c nessuno che ti sente parlare di sesso..."

"..."

"..."

rimasero un pò a fissarsi, lei verso lui in cagnesco, e lui che continuava a intrecciare.

"Sia come sia..." tornando a camminare a cerchio o facendo con il percorso il simbolo dll'infinito, cosa che lui aveva notato altre volte "tutti quelli che erano nella sala di quella sezione e io eravamo... mh... "

"schifati? arrabbiati?"

"...depressi per la scena, quanta tristezza. Compativamo non tanto lui, non tanto lei, quando il coso che non voleva sapere e direi pure io, a dodici anni per quanto hai ormoni a mille, cosa... AAHHH, la cosa allucinante è che questi ragazzini senza controllo, postano cose che..."

"ma comè che siamo finiti a parlare di ragazzini che cercano di fare sesso,  ma non gli alza neanche a piangere in tutte le lingue del mondo?"

"..." assumendo un'espressione in viso schifata "... se mi lasci parlare, fors earrivo il punto invece di bloccarmi sempre..." vedendolo chiedere scusa e calare il capo "allora, dicevo... aspetta il punto principale era... ah si. Prima dicevo che mi aspettavo questi comportamenti infantili da questi ragazzini che si, sanno comè ormai il corpo femminile granzie a tv e genitori idioti, ma che possono ancora ridere nervosamente e scandalizzarsi se si tocca l'argomento. ma noi abbiamo a che fare con uomini, e ripeto uomini sopra i diciotto anni, che fanno cose solo perchè il pornazzo di turno gli fa vedere che certe cose sono fighe, eccitanti e via dicendo senza mostrare davvero il dopo o le conseguenze senza accortezze...  per poi trovarsi la camera dell'alberghetto dove erano,  invasa dai risultati di quei esperimenti... e vuoi sapere chi hanno chiamato in preda alla disperazione? Non lo so, fai un tentativo..."

"... non lo so, sono addestrati che in caso di qualunque..."

"falla breve..." accoccolandosi su una pietra, fissandolo

"Ok, prima gli amici, poi i Capitani, infine te e Milan..."

"Eh... e se fanno esperimenti mentre noi veterani siamo nel nosto angolino, nel boschetto a cenare, e ti squilla un gruppo disperato perchè le tipe con cui erano hanno dipinto, letteralmente, pitturato una parte e mezzo letto, secondo te, cosa devo fare io che sono, per le mie cariche che il tuo caro amico mi ha dato... se no correre a prenderli a sberle, almeno  ulteriori Lezioni per dir loro, NO! Prima di fare certe cose, richiederle, si deve essere preparati a cosa... cosa vien fuori!"

"Aspetta" ridendo da piegarsi in due "mi stai dicendo che la sparata di quella sera quando sono venuti quei quattro, con quel video delle tizie che creavano... nutella da una certa zona, era perchè fanno cazzate?"

"Non ne hai idea! Alaric dice che una volta lo avevano chiamato perchè a uno era, mh, risultato un Twinkies al cioccolato e il primo era stato lui che era il suo Capitano del gruppo e che diceva essere disponibile per tutto...." con la faccia come per dire -io non so se sono cretini o che altro-"e fosse l'unico. Alcuni sono andati da delle mistress che alla terza volta hanno avuto certi trattamenti, al ritorno con il van dello Chateau, abibamo dovuto smontare tutto, per snidare cosa avevano fatto esplodere..."

"intendi..." restando con la bocca aperta

"si, a loro però! Ecco perchè dico che sono cattiva io, ma loro capiscono solo se li picchi forte,  finchè il concetto non gli entra in testa! Jd dice perchè sono adulti, io ne dubito. Perchè se chiedi a una tizia o il tuo compagno di turno o meno, di fare certe cose, peggio in stanze che paghi, e poi chiami disperato perchè non sai cosa fare, o sei scemo o sei ancora un bambino! Direi cche con internet ormai pagine serie che ti speigano ci sono, ma poi abbiamo psicologi, esperti di madame, chiunque... chiedi prima! e quella povera anima di Jd una volta ha dovuto dare un rimborso per sistemare... la camera... per no ndire poi cosa lasciano in generale. E siccome vanno nei villaggi o cittadine vicine e ci conoscono, devo sempre andare là, chiedere scusa io inchinandomi per il dispiacere di avere certistronzi che dovrebbero dare l'esempio..."

"non voglio sapere cosa lasciavano, mi è bastato questo. No, non mi hanno mai raccontato queste cose. Dicevano invece qaunto i Capitani fossero sempre disponibili e pronti ad aiutarli, e..."

"E ci credo! A molti ancora togliamo una parte di stipendio per i danni che abbiamo dovuto pagare, e non solo per questi.. incidenti, ma per pub, bar, discoteche... e questo perchè? Perchè io devo evitare che si spargano certe voci, e così mi presento dove so che sono andati, facendo una sorta di presentazione e chiedendo che, in caso di casini, mi chiamino per sistemare insieme la cosa! Quindi ho un numero sicuro solo per queste cose, che viene dirottato in caso a Jd o gli altri, per andare là di persona, vedere i video e zittire la cosa. Ora capisci perchè si è dovuto fare Accordi con Madame? E questo oslo da quando sono con loro... immagina prima... almeno però con le nuove regole e diviti, qualcosa si è sistemato...non tutti da dover mostrare quei video, ma almeno ora sanno molto di più..."

"Quindi sono cambiati. A volte dici che lepersone non cambiano..."

"il cambiamento che cè stato...è avvenuto perchè loro lo hanno accettato, è come lo spirito della vita o il cambio di rotta o strada, l'accettazione è la chiave, altriemnti si resta come Alaric.Fermni piantati nella vita che si odia, non piace e via dicendo, non volendo accettare i cambiamenti. Almeno, quelli che non li accettano.  E' un pò come i governi tirannici o totalitari. Fai le cose per paura e covi sempre qualcosa, mentre da noi la gente dopo le mie dimostrazioni ha capito e ha accettato, ha scoperto che si vive meglio ridendo e facendo sfide in amicizia,  più che prendersi a botte incazzati o fare gli orsi..."

"Io non cèro, non so come...."

"Tu vedi più gente come quelli che avevi intorno, con il tuo capo?"

"... in effetti no, io... è vero. E' come stare non so, in quei posti da film dove gli scontri e le incomprensioni sono risolti in modo diverso, ci si saluta e si hanno ottimi rapporti..."

"Si, si, tutti cuoricini, gattini e prati verdi. Strano, vero che esistea un modo per vivere in modo sano, umano, e appunto incomprensioni, odi e altro siano affrontati in modo diverso,  e senza cosa succede là fuori? Ripeto, questo perchè vi è accettazione e consapevolezza delle cose per come lo facciamo, così che differenze e oncflitti non vi siano come avviene là. Il problema è che poi diventano uttti amiconi, e se fanno cazzate si sono abituati a fare i cagnolini colpevoli che hanno..."

"si sostengono, si considerano molte volte come fratelli di primo sangue, salutare e aiutare, comunitò e condivisione e tante cose" la fermò, sapeva che stava per dire altro "L'ho visto, ecco perchè ancora adesso mi sembra così strano questo posto, ma vero. Tutti dicono grazie a Milan che ha aprto loro gli occhi parlando e mostrando le cose..."

"Si...!" si lagnò lei con amarezza "su idea di chi, però?"

"Sempre di Lia?"

"..." facendo il brocio, posando il peso su un braccio solo, mentr ele gambe erano di lato

"
 sarà pur un mio diritto sapere perchè la gente fa strane facce quando si parla di lei"

"... tu sei troppo cuorioso, comunque... Esatto. Lui aveva lasciato l'amministrazione in mano ai CApitani, sembrava di essere in qualche campo di disperati alle porte di una città bombardata araba... così scriveva. Annotava che pure i boy scout quando stanno immersi nella natura o gli escursionisti,  con tutto sullo zaino che scoprono zone isolate, disabitate e in mano alla natura, sono più sistemati... "

"ma perchè lei  ha aiutato allora Milan e tutti loro, se odiava la gente?"

"... all'inizio, fino alla scuola media lei non odiava la gente" rispose apatica " anzi, sperava di avere amici, cercava di interagire con gli altri ma sia per il modo in cui viveva in casa, isolata dalla gente tranne scuola e musica, e sia perchè era diversa dagli altri, finì per essere odiata. Lo sai no, si odia cosa non si capisce. Era sincera, diceva quel che pensava e faceva sempre domande per capire. Le piacevano cose diverse dalle altre bambine. per esempio adorava giocare con cose tipo lego, trenini di legnoe altro dei fratelli, voleva un microscopio, quei set per bambini con cui fare esperimenti scientifici... invece bambole, vestiti, mostrarsi edicata come una principessa, anche quando la trattavano da schifo. E così lei cambiò, il suo carattere la portò poi a odiare e allontanare. Si fece sempre più dura, vedeva comportamenti allucinanti che non capiva perchè non erano da lei. La cosa che le fece più male era vedere gli adulti in primis che la etichettavano in modi negativi, che la credevano capace di chissà cosa, che lei non faceva, che invece erano di norma in quelli che elogiavano. Le dicevano sempre -guarda tizio o tizia come è educato questo quello-. E appena gli adulti non cèrano questi facevano proprio le cose che buttavano indosso a lei , perchè non come doveva esser,e ma che lei non faceva. le era rimasto come un dolore enorme quella volta che chiese all'insegnante peggiore delle medie di andare in bagno. Aspettò il suo turno perchè cèrano due porte ed erano occupate, appena tornata fu aggredita da quell'insegnante che le gridò contro, davanti alla classe, sbraitando che aveva passato tanto tempo in bagno, quando erano sicuro dieci minuti, e che  sicuro era andata al piano di sopra a farsi i fatti suoi. Cosa che nona veva mai fatto.  Siccome per come era lei le cose assurde la facevano ridere, rispose con un sorriso amaro del tipo -ma che vai dicendo- affermando che no, aveva aspettato che se ne liberasse uno. Invece quella donna inveì contro di lei, sbattè il libro che stava usando per la lezione e le disse che se non le diceva dove era andata veramnete le avrebbe fatto la nota. Lei scrisse che rimase così basita e sconvolta, vicino a quel banchetto a solo,  dove stava sempre in fondo, isolata, che pensava fosse uno scherzo. ma quella era inviperita e vedendo che lei confermava il no, perchè avrebbe dovuto farlo, la vide sedersi, urlarle di rimettersi a posto e non farlo mai più. Quella, tante altre cose, le segnarono parecchio e i compagni, che erano feccia ma sapevano rispetto a lei mostrarsi come angeli, gliene facevano di ogne. Questo per dire che si ritrovava sempre sola a casa perchè i suoi odiavano le persone, mai nessuno invitato tranne la cavolo di famiglia, e litigi e veleni pure là, e fuori sempre trattata come inutile, ignorante quando non lo era, scema e capace di chissà cosa. SOlo perchè si entusiasmava per le cose, parlava e chiedeva tante cose, era sincera e non si metteva la maschera che usavano tutti. Quanto schifo intorno a lei ma sempre lei sola, trattata male in vari modi. Quanto ha sopportato ma per lei la fine non arrivava mai. Deisderava, pregava pure perchè le dicevano tutti che solo le preghiere facevano qualcosa. Ma nulla mai accadde, e mai nessuno volle aiutarla a trovare pace..."

"mi sembra che qui non sia molto diverso, ne lei e ne tu siete considerate militari, loro pari, sei qualcosa solo per la carica e le responsabilità che Milan ti ha dato..."

"NOn solo per quello, mA a me sinceramnete poco importa. Mi fa strano solo il come esattamente sono vista, sono gentili pare, mi riservano rispetto e considerazione, se per davvero o meno, resto nelle cose che mi piacciono, le persone che mi dimostrano che  sono loro amica e basta. non ho voglia come fu per lei, di soffrire e star male da desiderare di fermarsi...."

"Intendi quei quattro?"

"Si. Forse perchè ce la intendiamo per i vari trascorsi... poi cèJd, Lubo, anche Milan , anche se avolte trovo fastidioso il loro continuo confronto con lei. E non è perchè lei fosse speciale o chissà che altro. Semplicemente fu la persona che li guardò, diede loro una pedata nel didietro e diversamente dagli idioti là fuori, aprirono gli occhi ed ecco cosa tu hai trovato. lei vide persone perse e vuote come lei, e cercò di salvare almeno loro. Chi poteva davvero essere salvato fu spronato a fare un passo avanti
, invece della ferma staticità di cosa facevano, non vivevano... ed ora quel posto sembra una città, cè rspetto, considerazione, umiltà, convivialità, fratellanza, ci sono valori che erano perduti. Educazione che non significa fingere o mostrasi per cosa non si è,  e come gli altri vogliono vedere, ma l'educazione di salutare, i vari saluti, la consapevolezza che altre persone vicino sono qualcosa di bello, che i malumori possono essere superati, può nascere amicizia dove prima cèra odio... porgere una mano è buono, star zitti se accade qualcosa di brutto è sbagliato per tutti. Guardare a ciò che cè là fuori e migliorarlo... ecco perchè stanno sempre lì a parlare di lei, perchè rispetto a me lei stava sempre in mezzo, a controllare e dire la sua, discutere finchè non si chiariva una questione, non si trovava una rispota, non si faceva qualcosa per qualunque problema... a lei non stava bene la staticità, la cavolata che fanno tanti di fare come le tartarughe con la testa e nascondere i problemi chiudendo gli occhi. Il torto scriveva, che si fa è anche verso tutti. E le ultime cose che scrive va, erano che sembrava bello vederli tutti camminare insieme, ridere e scherzare quando prima quasi si azzannavano e si piacchiavano, pensare alle feste, vestirti e prepararsi e condividere vino e cibo insieme, gli stessi che prima si sarebbero sparati. Le feste che si fanno per la natura e quelle grandi, sono sempre attese con ansia e felicità. Chi quasi arrivava a pugnalare gli altri per odio, finiva per ballare o suonare con gli stessi e cancellare ogni cosa. Non ho capito bene questa cosa, io quando sono... arrivata, ho trovato già le cose fatte. Ho visto però i nuovi che facevano tipo i pavoni e fighi e tutti gli uomini insieme, come mai fratellli veri di primo sangue, a portare pure questi nella grande famiglia. Certo i battibecchi ci sono, ma accade dice Milan, adesso come fu nei salotti parigini prima della rivoluzione, dove si esponevano  tante idee e linee filossofiche,  si riunivano senza astio e discutevano, bevevano insieme, passavano il tempo e lasciavano che fossero le parole a scontrarsi. Era un pò come i politici adesso, amicisissimi privatamente ma battaglieri nel pubblico. E così sono diventati là, anche se piegarlo così è tanto difficile, lo capisco ma io stessa sono arrivata quasi cinque mesi prima di te... però rispetto a là fuori, quando ho voluto capire, ho trovato città dove oguno per se, distanti, divisi, solo la famiglia  e a volte divisioni anche lì dentro,  ma la facciata del -sangue che ci unisce-smorzava le cose. Che posto freddo e deprimente. Trovavo solo calore, unione, aggregazione sai dove?"

"Credo di aver capito, l'ho visto quando Milan mi ha spedito a seguirti per la Raccolta..."

"Già... dove ci sono persone che la gente chiama , che magari hanno un tetto, ma molti neanche quello, dove stare ma devono campare con i soldi che guadagnano appunto per strada e via dicendo. Si aiutano, coalizzano dividendosi i magri guardagni se ci sono, se vedono qualcuno di nuovo fanno quel che possono... certo, ci sono gli stronzi di turno pure là oltre quelli che se ne approfittano,  ma ho visto come sono più di cuore e gentili, disponibili, caldi come si comportano e sono grati per l'aiuto che si rtrovano e non si aspettavano... che cosa strana. Una città intera o due terzi che vive nel -pi ù io che te-, pure gli amici se sei nei guai ciaone... ecco perchè nonostante tutto i nostri sono signori in confronto. QUando Benny si ritrovò con quel parente con il cancro, quanti dello Chateau hanno fatto il possibile sia per aiutarlo con le cure,  standogli vicino in molti modi perchè no nsoffrisse solo. E invece là fuori? Tutti che voltano lo sguardo, se hai problemi cavoli tuoi e quanta freddezza, e finendo i soldi finisci pure per strada. Scontri e disasrti nelle strade per il calcio, uno sport che dovrebbe unire e invece quello che cè..."

"quindi lei ha aiutato Milan facendo queste cose?"

"Lei non ha aiutato MIlan perchè voleva aiutare Milan..." rispose lei guardando in alto, con tristezza "lei voleva aiutare chi come lei sarebbe potuto finire in un limbo dal quale non sapeva uscire se non fermandosi. Il dolore che provava era così grande che ormai era rotta dentro, corrotta dalla solitudine,  prima data dagli altri e poi autodeterminata, come la trattavano anche se aveva i pezzi di carta, ossia si attestava che era più che qualificata ma... siccome non si sa per quale motivo,  guardandola,  alla gente non piaceva, proprio la giusdicavanosubito solo esteriormente, aveva finito per perdere gli ultimi barlumi di interesse per la vita. E senza avere motivi, sogni, speranze....non è vita, è solo sopravvivere o -basta che respira=""-, come accade alla gente con tante di quelle disabilità e malattie gravi da essere vegetali, mezzi vegetali e incapaci di essere autonomi... li lasciano esistere così, senza chiedere loro nulla, stare nel niente in cui vivono perchè finchè respira si vive. Ma per lei non era così, anzi. Non voleva che ad altri accadesse l'odiare così tanto vivere,  che spronò quelli che non facevano un  cazzo a smuoversi, a interessarsi di cose. Lei stessa aveva tanti interessi mas e da un lato la solitudine e fare le cose da soli è una benedizione, alla lunga è sol odeleterio per il tuo Io. Ecco perchè il Favo, il Teatro, le attività che ci sono, le botteghe, le Torri... ognuno da noi trova almeno un qualcosa da fare, che può fare, che riesce  a fare, magari che vi è portato, ci sono tanti passatempi e impieghi seguendo le inclinazioni o provando qualche mese che non ci si annoia, e si ritrova se stessi. Cosa che lei non riuscì a fare. ALl'inizio quando era con loro, e intendo la famiglia, non poteva mangiare cosa le piaceva. Cucinavano malissimo e senza sapore. Niente gelati, niente dolci o cose che le piacevano come il torrone classico, lo zucchero filato come esempi. O scriveva che d'estate voleva tantissimo, ogni momento della giornata angurie, ma ne prendevano così poche in quei pochissimi mesi che se ne mangiava tre in totale era u regalo.NOn aveva nulla e le si toglierva un piccolo piacere. E per tre intenednva uno diviso per tutta la famiglia. I polpettoni. Le patate fritte, la pizza. Cose che normalmente la gente mangiava perchè classici, e invece lei guardava sempre le pubblicità e doveva ingozzarsi delle cose che le davano,  che aveva iniziato ad odiare perchè sempre le stesse ogni mese, ogni periodo dell'anno. Per le feste si mangiava la stessa cosa, tranne gli spiedini messicani che la zia comprava perchè odiava cosa cèra a tavola, perchè era sempre la madre e i lpadre di Lia a invitare. Si deve fare, ma la solita cucina insapore, sciapa, sempre uguale. E meno costoso possibile. non si godevano nulla, urlavano per le tasse che pagavano e poi se per esempio avevano bisogno di andare dal dentista, piccolo esempio, per potersi godere almeno il mangiare, già che compravano schifo, non se li facevano curare o sostituire e lei non capiva come si vivesse così. Spendere meno, poco, sempre meno. Uno direbbe ok, come da noi cè chi sa cucinare così bene che non cè bisogno che esci e vai a comprare questo o quello, ma loro neanche quello. Se lei per miracolo era sola a pranzo non poteva cucinarsi una carbonara, una torta o altro perchè tutto era contato o proprio gli ingredienti non cèrano. E molte volte a leggere quelle cose mi viene tristezza, perchè alla fine io rispetto a lei vivo una vita... bella. A me va bene, sono soddisfatta e tranne il sapere come mi vedono realmente e capire che sono contenti della mia presenza o meno, io... VIVO. Ho tanti interessi che mi rendono viva. Vado a fare cose che mi rendono viva. mangio cose che mi rendono viva..."

"Alaric dice sempre che sei con il cibo in bocca sempre, non cè momenti in cui ti si scopre che mozzichi roba. E in effetti anche io ti ho visto..."

"Cosa vorresti dire!" freddisima

"Ninete, è solo che a volte mi sembra che tu mangi tanto rispetto al normale..."

"Si me lo dicono i ragazzi, Jd dice sempre che magari è solo perchè è una sorta si compensazione col prima. Che me loson portata dietro, chi lo sa. Ma io quando sono scoperta a mangiare non è che mangio fuori pasto, quelli sono i miei pasti..."

"Vero, ogni tanto il capo della cucina si lamenta che non mangi mai ai pasti regolari..."

"Non ho tempo, o meglio potrei anche lasciare le cose e andare a pranzo o cena come tutti, ma mi piace mangiare quando ho voglia nei momenti liberi. Che colpa ne ho se la gente mi becca sempre quando mi gusto qualcosa... "

"Ma tu cosa pensi di lei, alla fine? Dici che non l'hai conosciuta, i ragazzi tra loro ne parlano ma poi quando capiscono che lo fanno senza accorgersene sembrano sempre di malumore. Da come parlano pensavo fosse non so, tipa da meritare come Milan quel gigantesco quadro o ritratto come si chiama, all'entrata dello Chateau.Sopra le scale. Insomma, se ha contribuito così tanto..."

"Come ti ho detto lei ha contribuito per fare qualcosa che altri non hanno fatto con lei. DAre la Mano, aiutare, così come si riceve per delle cose, darle per altri,  ad altre persone che non ne hanno, non possono goderne ectettere. Ma poi le sue speranze e aspettative si sono diradate man mano che veniva trattata sempre peggio. Lei non era una persona negativa, assolutamente, diceva la verità, era schietta e sincera, credeva in cosa faceva, ragionava sulle cose e credeva nelle regole. Una cosa buona va fatta, una che non va bene no. Non le piaceva quando la gente infrangeva le regole, lo trovava poco rispettoso per se, per altri, in generale. Ecco perchè tutte le regole,  qui tanto presenti, spiegate sia alle Lezioni che in altri frangenti. Sono un beneficio per tutti, e hanno un significato,  non sono certo create a cavolo, senza dire nulla. Scriveva sempre che nella vita non aveva avuto guide di vita, nel senso che avrebbe voluto degli adulti che prima le spiegassero tante cose, cosa si fa, non si fa ect, anche se non era accaduto nulla. nel senso che se accadeva che lei faceva o diceva qualcosa che secondo loro non andava bene e invece di dire -ascolta , quello che è successo hai detto fatto non andava bene perch ti spiego le cose cos sai come comportarti= -NO. La rimproveravano, la picchiavano, la mettevano in punizione urlando e sbraitando,  che era stronza, imbecille, la loro dannazione, era nata per farli disperare e tanto altro e lei restava come una scena, sempre nella solitudine, a chiedersi perchè. Perchè, come, quando, chi, date a questa scema i connotati per creare la persona del domani, scriveva. Essere tristi era un male, chi si consuma nel proprio dolore, muore prima di morire, e lei si sentiva un vegetale che respiravano, punto. Non era cresciuta con speranze e sogni, tutte le sue lotte erano finite in male... Invece di ottenere qualcosa dal suo lottare,  era cresciuta nella totale paura di ricevere urla, diceva che l'incazzatura in casa durava una settimana e tornava per ogni cosa, aggredeondola per farla sentire ancora più uno schifo, senza ancora capire le cose. Imparò da sola a riconoscere bene e male, e odiare chi faceva cose negative trovandone benefici, mentre lei che era corretta ma non tollerava di essere trattata male e magari si ribellava, era la figlia quasi del demonio, lei che non faceva neanche un terzo di cosafacevano gli altri. E sceriveva, -ogni volta la dice che scuola e le si fanno fin da bambini preparano al alle altre persone all'interazione con gente peccato come nel suo caso molti altri aveva conosciuto,figliavano senza sapere neanche isnegnare figliavano facevano i saccenti signori di mondo non sapevano insegnare cosa era fatto o prima essere fatta cos sapeva fare s finiva in mano a figli idioti poterne uscire incapaci reagire intelligenza superiorit=""-Lei si sentiva gettata, anche per come viveva in casa, all'avventura tra stronzi,  non preparavano la gente di merda che poi bullizzava a stare con persone normali, non insegnavano come trattare con civiltà ed educazione la gente perchè si è tutti fratelli. No, si insegna alle differenze, alle distrinzioni ect... qui in compenso, siamo come nell'Eden, posso dire..."

"Si ma, nessuno parla di lei o la conosce a parte i veterani , e ho capito quei quattro che sono tuoi amici, e Madame..." vedendo osservato male solo con gli occhi "non esiste foto del prima, tra quelle che Milan mi ha mostrato, che la ritraggano, ne dipinti,  come si usa fare da noi. Milan ha tanti ritratti di bravi pittori, poi cè quel quadro gigante sopra le scale, che lo qualifica come Padrone di casa, ma lei non si vede ne si sente mai. Non riesco a capire che persona fosse, perchè da come la descrivete a volte sembra una cessa con problemi fisici tipo le donne che venivano dal Capo per le loro organizzazioni di beneficienza, che sono vestite e combinate malissimo. E non riesco a farmi un'idea di lei solo descritta così, perchè ha messo parruchciere, estetisti, barbieri che sono capaci di fare certe cose tipo da centro benessere, massaggiatori, trattamenti con l'acqua... e mi chiedo che aspetto avesse..."

"non capisco cosa possa interessarti se fosse bella o brutta, magra o grassa, libertina o monachella...se ti ho detto che la gente la definiva in due secondi e basta, nonostnat epoi cosa sapeva fare, dire o altro, buttandola da parte come se no nvalesse, che senso ha il mio discorso se ora vuoi sapere come era fatta?...e poi tu l'hai già vista..." alzandosi, puldendosi gli abiti

"..EH?... in che senso l'ho già vista?"

"Allora, hai finito?" domandò fissando la corda che aveva quasi ultimato mentre parlavano

"Un minuto ed è fatta. Ma mi spieghi perchè hai detto che l'ho già vista? NOn è morta? Era in qualche foto? Aspetta...." finendo la fine della nuova corda unica, alznandosi e guardandola "Ho capito. Era una di quelle donne che come fisico massiccio e aspetto del viso sembrano uomini, senza nulla togliere a quelle come lei, e nelle foto non l'ho riconosciuta! Qua portano capelli anche lunghi fino al sedere, quindi se avesse avuto i capelli lunghi e un apsetto all'apparenza da uomo forse ho capito..."

"TU non hai capito niente! Lei non appare nelle foto, non cè mai stata nelle foto, almeno quelle che Milan conserva. Se ci sono foto, non le ha lui"

"L'avete cancellata fino a questo punto?"

"No, è lei che voleva essere cancellata! Lei si odiava perchè era un niente. No volevas essere ricordata perchè diceva che quella c he era non era la vera lei, era solo il risultato di dolore e lo schifo della società, ricordarla non avrebbe fatto emergere lei...  Ogni giorno in quella casa dove stava, da sola, ad odiare urla e baccano che sapevano fare, tanto da desiderare un mondo di sussurri, si sentiva vuota e con meno valore nella vita di un insetto molesto. Che sembra che non serva a niente a questo mondo, ma lei si sentiva ancora meno di questo esserino a caso che sembrava esistere solo perchè l'uovo fu deposto, non einteressante o di utilità come una coccinella, che usiamo contro quelli fastidiosi per frutta e verdura. lei si sentiva niente, desiderava finirla là, ma la morte non veniva mai. Non voleva che scoprissero se si era tolta di mezzo  e aveva terrore che qualcosa andasse storto e restasse, buttata in mano a strizzacervelli.  NOn l'avevano aiutata prima e l'avrebbero distrutta ancora di più dopo. L'aiuto che sperava non lo ebbe mai, perchè non ebbe mai amici e che potessero aiutarla se le volevano davvero bene. Rò sembrava volerle bene, una persona che smebrava esser contento della sua compagnia, ma quando lei per le sue paure e terrori del sesso e di tutta quella merda, non riusciva a dare cosa lui voleva, divenne così insistente e pericoloso che dovette allontanarlo e non contattarlo più. Lei odiava il fatto che lui non aveva capito per tutto il tempo che la conosceva, non si era accorto delle sue paure, di come l'aveva trattata e peggiorato tutto. Lei odiava che lui la odiasse o trovasse stronza solo perchè lo aveva allontanato. Non ha mai avuto niente, ma non era affatto come pensi tu, no sembrava un uomo o altre stronzate che ti vengono. Non ci sono foto, perchè le uniche esistenti sono nel caveau come i suoi dipinti. perchè nelle foto veniva sempre uno schifo e odiava le foto. La mostravano per come era, sguardo disperato, triste, non amalgamata agli altri,l mentre altri sorridevano e lei non riusciva. Lei veniva sempre una merda, come dice Alaric e le foto, mai..."

Gask rimase un attimo interdetto dalla cosa, mentre ascoltava e sembrava riflettere. La vide prendere l'estremità a terra della corda, legarsela alla vita e iniziare di nuovo la scalata, lasciandolo là a pensare a qualche frase che aveva già sentito e il discorso.






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Capitolo 35
*** 28.5 ***


28.5 Dieci mesi prima

la lezione dell'anno scolastico stava finendo. Diverse dalle Lezioni classiche che prevedevano materie specifiche per i lavori.  Si svolgevano anche per Beppo ma non solo, il sistema di scolarizzazione  di sei anni, più, più tre. I primi sei anni si equiparvano alle elementari, tre di scuola media e tre di medie. Tuttavia loro non dividevano in quel modo ma in base all'anno. Se si era all'ottavo di studio, per la gente normale di studiava un programma  che corrispondeva al secondo anno delle medie.
Beppo stava intraprendendo lo studio in maniera avanzata perchè molto intelligente giungendo al settimo anno, avendo bruciato senza fatica gli argomenti degli anni passati che non aveva finito nel suo paese.
Essendo Lezioni aperte a tutti, bastava presentarsi al Tutor facendosi scrivere e mettendo la presenza con la firma, e chiunque poteva partecipare e se lo richiedeva , poteva seguire la scolarizzazione ottenendo un diploma valido in ogni paese, con cu ierano convenzionati loro, per metterli al pari con altre persone fuori. Tutto il giorno, ogni giorno, vi erano lezioni di varie materie e così invece di una settimana soltanto di mattina normali, una persona poteva seguire le materie necessarie tutto un giorno e superati gli esami poteva superare gli anni come aveva fatto Beppo.
Invece di scuole serali oltre la mattina, le aule erano aperte sempre, ogni lezione poteva durare da una a tre ore e se militare, poteva chiedere una dispensa particolare purchè fosse presnete alle Lezioni, così da bruciare le tappe e apprendere tutto al pari di ragazzi più piccola di auella fascia scolastica.
I settori di studio avanzati erano dopo, ed erano presieduti dai Bibliotecari o Bramini,  figure distinte tra loro con funzioni diverse nelle biblioteche che avevano, che presenziavano al pari di docenti universitari per chi voleva studiare in maniera approfondita o prendere l'equivalente della laurea, ma sempre per svolgere funzioni all'interno dello Chateau.

Tutti se ne erano andati e il Tutor avvisò loro che avrebbe cambiato aula per la nuova lezione,  che richiedeva materili presenti nell'altra, avendo alcuni più settori di insegnamento. Di solito erano due i tutor a lavoro che facevano lezione  insieme, o unjo in una e l'altro in una aula più grande,  divisi se il livello I o II doveva essere impartito a due gruppi diversi.

Rimasto solo in aula per attendere il nuovo tutor e la lezione successiva, Gask era intendo a guardare il libro di chimica, che proprio non digeriva.

"Litighi ancora con la chimica?"

Gask sussultò, voltandosi alla sua sinistra, essendo nel banco stile antico che usavano, trovati da vecchi edifici,  vicino il muro. Il muro aveva parlato? No, aveva riconosciuto la voce, così si voltò veso la stanza e la porta, ma erano ancora vuoti, sentiva voci fuori ma ancora nessuno. Poi di colpo  la porta si chiuse, grazie al meccanismo in alto che veniva impostato per richidere la porta se nessuno la teneva o chiuderla in un determinato momento a piacimento. E di solito quei comandi li aveva qualcuno...

"Dove sei..." le chiese

Si aprì un passaggio nascosto nei pannelli di legno, una porticina rientrò nel muro. Tutte le stanze dello Chateau, in basso,nel corpo principale, erano arredate con pannelli rettangolari e vari decori in legno, sete o altrei tessuti alle pareti, o   pittura murale parete in stile broccato e simili in rilievo, o varie carte da parati che davano a ogni stanza un ostile diverso.
E in molte vi erano nascosti dei passaggi segreti.

"Un altro passaggio segreto..." disse lui con un sospiro, vedendola sbucare con il viso dall'apertura, ridendo come una bambina che stava preparando qualche scherzo.

"Sei arrivato al settimo anno. COmplimenti, in così poco tempo! Ma con la chimica nulla, vero?"

"Già, sono come te. Comprendo misture, soluzioni, tipi di reazioni ma il calcolo e le formule, nulla..."

"CApisco. ANimo, adesso ci sarà storia dell'arte. Magari comprenderai quanto l'arte pittorica e scultoria sia amata tanto da me e Milan, e perchè. Devo farti conoscere quel pittore che mi piace tanto in russia. QUanto un'opera umana possa parlare più delle parole, a volte..."

"Ma con le parole è possibile intessere così tanto..."

"Mh.." sorrise in maniera sbarazzina Kianta, fissandolo "Milan come sempre ha occhio fino, diceva smepre che potevi fare molto e ci stai riuscendo. Magari, cosa vorresti potresti ottenerlo, ma dovresti giungere al dodicesimo anno e diplomarti..."

"Penso di riscirci... se non cè troppa matematica in giro" sorrise lui

"Ah, ma tu di matematica sei più bravo di me..." rispose lei quasi offesa girando per la stanza "potresti anche colmare le mie, di lacune..." se ne uscì, voltandosi a guardarlo con un mezzo sorriso monello, fancedo la sua solita camminata quando si divertiva, come se saltellasse un pò verso l'alto perchè faceva sempre la rollata, cosa che molti con le scarpe moderne non facevano mai.

"Senti io starei aspettando..."

"Oh,  sono un attimo impegnati là fuori, ero solo venuta per vedere come te la cavavi e... darti questo..." disse facendo una corsetta di nuovo verso la porta del passaggio segreto e prendendo da una nicchia vicina una cosa.

In una cassettina in legno di quindici centimetri per lato, vi erano tanti fiori rossi ammonticchiati di due tipi, che porse a Gask.

"Per sistemare i giardini e le zone paesaggistiche si è deciso di fare un pò di pulizia delle zone delle piante troppe vecchie o secche, essendo state solo travasate e non piantante da seme. Così ho visto che cèrano questi Lycoris e secondo me sono il fiore adatto a te, così come ti piace fare con i libri,che  li metti dentro un libro che ti piace ed è tuo, mi raccomando non della biblioteca, e li fai essiccare lì dentro.E poi ci sono alcuni fiori di  Grevillea Robusta. Hai detto che l'odore e come vengono ti piace tanto e questi sono molto scenografici...il rosso è il tuo colore, questo effetto che danno questi fiori Lycoris è davvero bello, ma le sezioni che hanno tagliate non erano al meglio, così hanno preferito toglierl. E  invece di mandarle a Milan come ogni giorno per la sua tavola quando mangia..." minando qualcosa che Gask non capì ma era troppo comico, parlando come se stesse recitando una presa in giro " e ho preferito che l'avessi tu. Secondo me è il tuo fiore, adatto,  e poi potresti regalarlo a quella ragazza che ti piace, la figlia dell'avvocato, come si chiama..." cercando di ricordare

Gask guardò quei fiori con petali rossi arricciati e queli lunghi pistlli che sembravano un fuoco d'artificio e sorrise.

"Come mai questa idea?"

"Te l'ho detto, quando li ho visti ho pensato a te, che è il tuo colore, sembra scoppiettante e appariscente e tutto il resto..."

"Appariscente... come Milan?" doamndsò perplesso

"Oh no" rispose lei non offesa ma quasi "intendevo che sei appariscente in modo diverso, lui per l'eccesso..." come se volesse dire altro ma si era fermata "l'ho visto, e intendo questa ciotola piena, e ho pensato che ti rappresentasse. Jd disse qualcosa le prime volte che lavoravi ocn noi che non so, mi ha fatto pensare a questa cosa, comunque non so secchi come verranno, ma puoi sempre provare. Sono molti scenografici e magari puoi usarli come dono per la tua amica,  perchè possiamo mettere il fiore sotto vetro o sotto resina."

"ma verranno bene sotto vetro?"

"mH... Si disidrata lasciando la sua ampiezza intatta, quando è pronto si ingloba in una decorazione di vetro a cui è stata tolta l'aria, quindin hai questa sezione vuota con il fiore a cui hanno tolto l'aria e diventa un bell'oggetto e quasi per sempre. O sotto resina... decidi tu, seocndo me a lei piace..."

"Grazie, farò una prova" sorridendo

"Perchè sorridi?"

"Nulla, pensavo che se qualcuno ti vedesse darmi dei fiori, chissà che penserebbe..."

"Perchè che dovrebbe pensare?" dubbiosa  e inclinando la testa verso la spalla

"Beh, di solito i fiori si regalano alle donne..."

"Che concezione idiota. I fiori sono belli per tutti. La bellezza dei fioriè planetaria, mondiale, è per ogni persona che può vedere e gioire della loro bellezza. Se non fosse stato per sistemare la pianta, non le avremmo staccate, ma te lo ho donate perchè ti piace pressare i fiori e veder come vengono dopo, perchè ti piace il rosso e ti sta bene,  e perchè magari facevi colpo su di lei. Inoltre è triste pensare che i fiori si regalino solo alle donne. E che gli uomini li ricevino solo in una occasione ufficiale in tutta la loro vita, per il loro funerale. Secondo la gente i fiori li danno solo agli uomini morti, massimo all'ospedale se hanno problemi. Che tristezza di vita devono avere, se un dono O un presente deve essere solo roba da DONNE e non cose belle che già esistono per tutti. Che vita grigia devono avere!  Anche tu la pensi così?"

"Beh, io osno quello che ti ha portato un orologio da uomo, delle pietre, dei giochi da tavolo di vario tipo... anche quello da pesca per i laghetto! Per te i fiori devono stare attaccati alle piante se non servono per mangiare, come i frutti, o per sistemare la pianta per il suo bene. Non sei tipo da fiori, e poi questi hanno un buon odore, visto che mangi la loro radice come niente" ridendo ma lei lo guardò come se la prendesse in giro

"Hai capito che questo con i pistilli lunghi è un Lycoris radiata,  e non una pianta di Liquirizia, vero? non sono la stessa cosa..."

"Ah... dal nome pareva quello. Comunque ti porto anche la radice di liquirizia, quindi niente cose con etichetta . Prima dal Capo usavamo i deodoranti a spray, ma tra te e Milan ho iniziato ad apprezzare più fiori freschi in camera e profumatori che si fanno qui naturali, che quelli chimici. QUindi anche se mi regali fiori a me va bene. Sono belli da pressare, alcuni di quelli che faccio li porto alle botteghe per alcuni loro lavori, fanno un bel profumo e secondo gli Addetti alle Pulizie, in base a mansioni, compiti e responsabilità, è meglio avere fiori e profumi naturali cambiando aria almeno due ore al giorno, come si addice a una casa per bene. E mi riempiono la camera di queste cose..."

"Credo lo facciano perchè in alcune camere e camera sembra di essere in una riserva di formaggi" borbottò lei stizzita

"Alaaric dice che servono meno dei chimici, troppo volubili, no... solubili è un'altra cosa... insomma perdono subito l'odore per l'aria..."

"Se..."

"comunque, i ragazzi o le ragazze della pulizia mi hanno detto di avvisare se li voglio cambiati o fiori o profumatori particolari, così la stanza sembrerà per bene..."

"Che vuol dire per bene, cominciamo con queste cavolate religiose? Rispetto a me Milan usa tanti fiori freschi al giorno nelle sue stanze e sulla sua tavola, quindi sicuro te li mettono apposta. E il fatto che tu ami la pulizia è una cosa buona, nelle camerate è come entrare in una camera a gas, le casette delle capre e le stalle a confronto sono più sicure, entrandoci..." mostrando parecchio disgusto a casi avvenuti dove scappare era l'unica opzione per gente che rispetto i Capitani, pulivano e gestivano le stanze in comune da se.

"Sulla pulizia ne so quanto loro. Io avevo una stanza piccola, piuù di quella di adesso, che sistemavano gli altri..."

"Si" disse lei piccata " me ne sono accorta da quando ti sei parcheggiato nella mia, di stanza. E hai iniziato a prenderti il pavimento, il bagno, zone tra i mobili e poi dentro i mobili, il mio divano e vuoi pure farmi la compagnia quando leggo sul letto" fissandolo come un rimprovero

"... da quando sono qui mi sento oslo in quella stanza, mi piace stare con tante persone con cui mi trovo bene. Per la prima volta mi sento... felice credo.MA quella stanza nella sezione dei Capitani è vuota, distante da tutti, così mi annoio. E visto che ora mi parli e mi aiuti, vorrei farti compagnia, considerando che rifuggi la vicinanza degli altri. Non capisco perchè non ti unisci a noi per..."

"Non mi va. Ora devo andare, mi auguro vivamente che seriamente quei fiori che ancora non avevi,  ti aiutino nei tuoi esperimenti di pressare fiori con le presse, i libri, le cose... anche questa cosa che ti è venuta nell'ammirare gli alambicchi e e i pressatoi per oli ederivati di piante e fiori, non dirmi che vuoi fare profumiere o esperto in..."

"Non ci penso neanche. Come te che adori guardare i meccanismi a nudo, il funzionamento, gli orologi muoversi, io adoro vedere da fiori e piante, cosa nasce per i prodotti che si fanno qui. Saponi, candele, prodotti per corpo e igiene, profumi di qualità, altre robe che non so, o i cosmetici come quella linea che Milan vuole fare per le donne..:"

"Ah, ti prego. Adesso gli è venuto in mente di accalappiare le donne in altri modi oltre la galanteria, la sua avvenenza, il suo essere, il suo prima confonderle con la sua luccicanza di soldi e presenza, e poi a letto... e ora sta facendo prodotti naturali perchè lo seguino anche in altri modi con quelle boccette che sembrano la sua stanza in miniatura...... mah! Diventa sempre più eccentico con questo fatto dell'antico rinnovato e il naturale. Fa bene, non dico questo, ma mi sembra che si diverta troppo a vedersi desiderato e inv entarsene pur di non dover sedurre pure le donnone.."

"Ah, le donnone inteso come donne potenti, ricche o altro che non rientrano nella facia entro i trenta...Vuole ancora ibridare fiori per creare una nuova specie che porti il suo nome?"

"Se accade, come le rose blu che mi ha gentilmente donate, e quelle che sembrano il gelato spagnola, buono..." disse lei sospirando "che ha dedicato a te per la vostra fratellanza, sarai il primo ad avere quei fuori per i tuoi lavoretti botanici. Bramino Ernesto è felice delle piante che gli hai portato per studiarle e farne un Codex con molte più piante e loro studio, con disegni, manoscritti e tutto, per ampliare quelli antichi. Ti diverti noto, ora che magari hai questo fiore che secondo me ti rappresenta, potresti non so..." andando verso la porta, aprendola e piazzandosi sotto "fare con quella ragazza e con le altre colpo, non so... doni loro quei fiori, anche pressati, anche in gioielli con quelli dentro, le stranisci con presenti particolari e poi fai come Milan, ti atteggi tipo divo anni trenta o quaranta..." poggiando le mani in lato sui telai laterali imitando divi da film, atteggiandosi credendosela molto "e poi magari, fai come gl istronzi, ti atteggi, le dici cose che fanno rincoglionire le donne e poi, fuuum, svanisci come eterea figura da film muto..." uscendo indietro,   svanendo di lato i modo aggraziato

"Il cosa?" fece lui ridendo come un matto, rivedendola comparire solo di testa e una parte del fianco, sicuro poggiata con la schiena

"Come Milan che se la sente Rodolfo Valentino e fa il giochino di sparire per farsi desiderare... anche se ti direi, quella ragazza sembra troppo brava per stronzate del genere ma se... trovi un fiore che le piace o che per te le somiglia, regalale i gioielli in stile moderno che i ragazzi fanno, poi ti inventi un lavoro importantiiiissssimo, ed esci via così, come un film antico lasciando suspance... fa molto maschio, dicono. Non so ocme con Milan va sempre bene, sarà che sono tutte sceme. Ora svanisco, ho cose da fare, non farmi prendere colpi stasera se ti passa la testa di fare ocme un furetto. la tua stanza cè, usala no?" e ridendo si portò il braccio all'altezza degli occhi con la mano aperta come in una posa di danza e scivolò via di lato, come portata via in un soffio.

Lui rise, guardò l'orologio e si accorse, perdendo gl iangoli in su della bocca, che stranamente erano ancora tutti fuori dall'aula. Si affacciò, e li vide a una finestra in fondo accanto il portone, o proprio davanti il portone aguardae. Si avvicinò  auna di quelle che aveva davanti a lui del corridoio, e notò che stavano caricando delle camionette sui mezzi di trasporto a pianale aperto. Perchè davanti lo chateau? Chiamò così Jd che rispose subito.

"AH, sei tu... dove sei, io sto controllando le fasi di spostamento di alcuni mezzi sui portacarro... come? Ah, sono qui davanti perchè Kianta ha preferito far uscire dal cancello principale,  perchè è in direzione della zona più nascosta della strada statale. Se usavamo quello normale, percorrono la strada civile, mentre lei vuole che raggiungano una zona meno trafficata per imbarcarli tramite la spiaggia privata, la nostra, che abbiamo un mezzo per portarli via mare in... Eh, si l'ho vista adesso, usciva dal portone. Sembrava di buon umore, penso che sia perchè i nostri hanno trattato e tenuto questi mezzi in ottime condizioni nonostante gli ncarichi movimentati , e quindi i costi sono risultati veramente bassi. Basterà solo caricarli sui pianali, bloccarli e portarli sul mezzo, nella pancia.  Senza costi ulteriori ulteriori ha detto che non cèra bisogno di ulteriori spese e comprarne altri, e poteva mettere la somma predisposta per altre cose, tu tutto ok? Ancora a lezione? Bene, bene, si... oh, rieccola. Cosa... Si sto parlando con Gask che dice che è a una finestra... Ehi, Kianta vuole sapere perchè sei così curioso di normale mobilitazione dei mezzi..:"

"Sarà che mi odia sempre" disse Gask ridendo, per reggere il gioco dell'amica "tutti sono davanti le finestre o al portone a guardare la situazione. E' raro che siano smobilitati qui davanti..."

"Lo so, ma sono camionette blindate mascherate da quattroperquattro, non carriarmati. Carichiamo per la dimensione del pianale due camionette per volta e quattro camion del trasporto avranno portato quelli in più qui , dove serve... ah, lei ti ha adocchiato, è infastidita per la tua troppa curiosità, se la vedi guardarti torvo, non farci caso" rise Jd al telefono mentre Kianta girava intorno a controllare la gente che osservava se erano in pausa o dovevano andare a lavorare, invece di restare imbambolati.. " Beppo mi ha detto che ci sono le olimpiadi delle materie, tu parteciperai? Ti senti prparato abbastanza per parteciparvi? Lui rientra per età per fare quelle nazionali mascherato da alunno normale di una scuola, ma tu non credo. Ma per quelle che facciamo qui, che farai..."

"Veramnete non so, Beppo è troppo in gamba, vale tre di me. Alcuni dei ragazzi mi hanno detto che si sentirebbero al mio posto un pò imbranati e un pò pieni di vergogna,  in caso di fallimento..."

"Rasserenati, molti di quelli che sono qui non è che andavano a scuola, loro che potevano, e son bravi solo a sparlare. Alcuni studisano pure ma con meno impegno. Seguono le Lezioni ma non quelle che frequenti tu scolastiche. Per fortuna non sei Alaric, anzi faresti un figurone e lui si mangerebbe il fegato. E poi io stesso trovo divertenti queste sfide intellettuali e di abilità, come scacchi e altri sport di cervello, e non conto quelli di forza o le giostre. Lì sei già troppo bravo, buttati su qualcosa di nuovo per te..."

"Ci proverò. E poi... cosa?"

"Kianta è arrabbiata perchè ha ordinato ad alcune guardie che non facevano nulla,  ma fissavano ebeti  i lavori,  di fare un cordone e controllo per allontanare quelli che dovrebbero fare qualcosa e invece stazionano a osservare. Cosa...! AH, dice che non siamo ai cantieri coi vecchietti, dovremmo... CAZZZO!" avvertendo un botto pauroso

Gask, che guardava la zona dove lui e Kianta si trovavano, si voltò per lo sgomento dell'amico verso la direzione che guardava,  e notò una camionetta che dopo aver salito il pianale dei veicoli portacarro, che usavano anche per trasportare altra roba, a metà aveva mancato la direzione e si era cappottato di lato, e molti urlavano -ah , pareva una capra spaventata-, -hai visto sembra billy quando ha paura e si rovescia rigido di lato -indicando come il mezzo era finito sul lato laterale , sbilanciatosi verso destra come una capra rigida di paura. Vi fu confusione mentre le altre in fila per salire smarmittavano e suonavano i clacson.

"Smettetela, andate a prendere le cinghie, muovetevi..." urlava Jd, e Gask osservò dove si trovava, con Kianta che sbraitava a tre guardie in tuta da turno e armi, che per eseguire si voltarono di colpo, rinciamparono e finirono faccia a terra tutti e tre con le armi o sotto, o in alto sopra la testa ancora stretta o l'altro che volava lontano. E Jd che urlava con ancora il cell collegato "Ferma, sistemiamo tutto, non ammazzare nessuno. Cose che capitano, dai..."

Ma  mentre alcuni  con le cinghie cercavano di agganciare la camionetta accappottata di lato, un'altra camionetta si apprestava a salire la pedana e sembrava esserci riuscita con urletti di tutti di trionfom, ma un colpo di gas verso la fine della piccola pedana inclinata, per terminare la manovra, fu troppo e questa slittò in avanti andando a sfacciarsi sulla cabina del portacarro, sfrantumando tutta la parte davanti.

Gask si portò una mano sulla faccia. NOn era la prima e l'ultima volta che facevano cazzate, sia prima del suo arrivo, che durante. Gente che era una capra con le armi, ma più idonei ad altri settori, che in addestramento erano terrificanti. Inciampavano sempre, sbattevano ovunque come fossero ciechi, spari a caso che scappavano nelle esercitazioni di parata tutti in fila e volavan cappelli, alla levata, dimostrazioni di coordinazione con armi o senza.
Lancio di bombe e flash, stordenti e ogni volta facevano casini. Kianta urlava sempre e si frenava dallo strozzarli perchè lei comne una iena, prendeva una bomba, la lanciava bene e sbraitava-capre ! io non ho la vostra preparazione ma so dov lanciare una bomba un coltello pure madre come cazzo fate a perderle che vi cascano scivolano le lanciate all'indietro saltano in alto avete tentacoli invece di mani=""-
Chi dava taglie diverse dalla propria, quindi più piccole, e poi si aprivano i pantaloni sul chapet mentre si muovevano o arrampicavano, gente che aveva la giacca larga per sbaglio loro di taglia, e si metteva le armi là dentro come i canguri.
O come Kross che dentro vi teneva bottigilie o cibo e si esercitavano come se avesse un pancione da birram, per poi urscirli per un goccetto o offrire.
Quelli che no nsapevano aprire le porte con un calcio, chi faceva volare le porte con un salto a gambe unite contro cadendo poi come u nsalame, una volta per ariete o martello usarono uno di loro con il casco da motociclista. E ancora scivolate continue in allenamento. Dimostrazioni di abilità marziali finite in comicità o facevano scherzi tra loro durante gli allenamenti.Gente che montava mitragliatrici e armi, che faceva cazzate e le cose cascavano mentre si usavano. E tanto altro.
Pure lui combinava le cose e Kianta voleva sempre fare sterminio, perchè perdeva facilmente la pazienza. Una volta era entrata in una camerata perchè la gente faceva casino e tutti stavano a fare scommesse su chi riusciva in piedi dal letto più alto di uno dei letti a castello, a fare un flip all'indietro perfetto atterrando sui piedi. Tutti disastrati per le cadute, e Kianta che voleva far loro male per davvero. Erano bravissimi nel loro lavoro, ma erano tutti presi dal ridere, scherzare, fare comunella ed essere poco seri che lecazzate fioccavano.
Erano così e luji ci si era trovato bene perchè nei momenti seri poteva invece fidarsi, ma Kianta invece voleva serietà, perchè diceva che anche nelle sessioni varie poteva scapparci il ferimento o peggio. E questo era vero, ma era troppo divertente, pensò Gask.
Quelli che mostravano compiìaciuti le armi nuove ricevute, e si pinzava parti di mani nei carrelli slitte di caricamento. Ancora per guidare sembrava di essere a Monza con la formula uno, facendo la con un lato posteriore di un altro mezzo svoltando, e uno è pure riuscito a fare doppio giro con la macchina blindata e ritornare sulle ruote, senza farsi ninete, la macchina si, lui si buttò fuori urlando e alzando le mani al cielo.
O preparavano le scene di addestramneto e gli imbecilli con lo scenario facevano cazzate,, o come sagome avevano preparato roba che prendeva in giro molti di loro. Non prestavano attenzione agli agganci delle funi e finivano per imitare TOm Cruise del uso famoso film,  perchè bloccati a certe altezze e dovevano tirarli guù, o pimbavano di testa, meno mano il casco cèra, con le gambe in su, attaccati  in verticale. o ancora gli addestramenti di coordinamento delle squadre e sembravano ubriachi, cadevano, partivano copi a caso o si mettevano a urlare roba assurda cantando.
Quelli che avevano preso il trenino della fattoria che portava la roba sui carrellini,  trainati dalla mini locomitiva davanti e avevano simulato, rubandolo durando lo scarico, le montagne russe, rischiando di danneggiarlo. Chi faceva scii sull'erba trainati dai cavalli o i lama, chi per le feste addobbava gli animali con vestitini fatti apposta e ghirlande del periodo, op se ubriachi se li portavano fin in camera a dormire.
O facevano troppo nelle guide sicure e   si chiantavano, cappottavano, slittavano da qualche parte e saltavano fuori dal mezzo, mentre quello procedeva peggio se in discesa, e alzavano le braccia ridendo, perchè non era la prima volta e lo trovavano divertente e mostravano la loro braavura di salvarsi il didietro. Erano riusciti pure col carro armato. E in tutto questo anche le donne si davano da fare.
E dimenticavano smepre il fattore denaro che qualcuno doveva sborsare. E il suo incazzamento.
IN palestra poi era inutile, scherzi a mai finire.Salti sbagliati, finti aiuti a reggere pesi che sembrano cose porno, per non parlare dei più giovani che dovevano fare flessioni e senza chiedere aiuto o altro,  sembravano stupratori che si allenavano il bacino e tanto altro.
Per lui era magnifico, si divertiva un mondo.
O alcune trovate di arrampicata su alberi e sfide di altezze e poi sederate a terra, quando andava bene, e Kianta odiava quando lo facevano, rischiando di danneggiare gli alberi, oltre farsi del male.
O alcune volte aveva assistito a scherzi dove la gente si spaventava ma invece di urlare e scappare, facevano tutti tipo Bruce Lee.
Gask ci rideva da matti, si divertiva e poi aiutava a sistemare op controllare i feriti finendo a ridere e scherzare alle greadinate come se fosse stato un giorno normale. NOn si facevano mai male, non troppo, e si sentiva davvero bene là.Ed  erano troppo divertenti come quella scena, di due scemi che avevano mezzo distrutto due mezzi e un trainacarro, e per tutti cèra sol oda ridere, dire -e vabb succede- e fare come se niente fosse lavorando a prendere le macerie. Ma non tutti erano d'accordo. Ancora dal cell si snetiva Jd urlare, ma non parlava con lui.

"Fate uscire quello scemo, non mi interessa se è bloccato dall'airbag, fatelo uscire e poi scendete di nuovo la camionetta. NO, NOOO! Ferma, non spari a nessuno tu, sono scemi, stanno sempre a giocare ma non trucidarli male..."

Gask rise ma cercò di contenersi e corse fuori, perchè sarebbe finita male per alcuni, con punizioni dove dovevano fare cose allucinanti per capire la lezione.

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Capitolo 36
*** 29 ***


chapter 29 chapter 29

"Chi sarebbe quella donna?"

"Madame... Madame Lalique. Quella di cui si parla molto per i padiglioni del piacere"

"Ah!" fece Gask allontanando loi sguardo da Jd, mentre procedevano con i Capitani al completo, compreso Bryden e l'altro, verso il Padiglione ottogonale.

"E... quindi dove andiamo?"

"Ad avvisare Kianta. Non ho voluto usare il telefono perchè avrebbe rotto con gli acuti di rabbia tutti gli apparecchi nel raggio di un cento metri..." disse Lubo ridendo

"Ah, di sicuro. Non ama le sorprese del genere. L'educazione, dice, prevede almeno una telefonata prima..." canzonò Jd ridente "Ma lei ha chiamato, ho solo preso io la linea e ho pregato Helias di non dire nulla. Preferisco dirglielo di persona"

"Non credo proprio che sia felice della cosa, sei sicuro non fosse meglio.."

"No, Lubo. Non iniziare di nuovo. Lei va presa di petto, non per sotterfugi perchè si incazza tre volte tanto"

"Come vuoi" rispose allora l'omone all'amico "non so se sarà felice però di vederci di nuovo, tutto il gruppo, dove si prende una pausa. Ricordi al Bagno?"

Jd ricordava benissimo. Alaric aveva avuto un altro dei suoi momenti isterici e per confrontarsi con lei, era andato nella sezione privata dei bagni. Oltre i bagni turchi, le vasche di trattamento, vi erano due stanze  che contenevano una vasca l'uno. Una parecchio grande, mentre l'altra stanza più piccola, conenteneva a una massimo per due persone dalla forma quasi ovale. Quella grande per più persone era pensata all'orientale, con allestimenti che potevano essere ispirati alle terme asiatiche o cambiando scenari a spa o altri luoghi. Ed era riservata ai Capitani e chi invitavano. Kianta la chiamava la stanza dei bagni turchi sciccosa, nel senso che potevano entrarci solo Capitani, lei o Milan e ospiti che avessero l'invito. Non era riservata ad altri. Ma Kianta di suo, e a volte Milan per starsene un pò solo,  usava sempre quella piccola, non perchè era sua, esclusiva, ma perchè nell'altra potevano entrarci più persone insieme, e lei non amava esser vista. Alle spalle della vasca vi era una grande vetrata che dava sul giardino, non quello interno dello Chateau, essendo situata in uno dei locali nuovi, ma quello in estensione verso la montagna e da dentro era possibile vedere tutto ciò che cèra al di là del vetro, mentre era schermato dal vedere l'interno. Mentre dalla parte opposta vi era la porta.
La vasca era posizionata non rialzata da gradini, ma proprio al livello del pavimento, con una sezione nera per camminarci e idrorepellente, contro il parque del resto della stanza. Un rettangolo che prendeva da una parte fino all'altra, con al centro questa vasca, ovale con una sorta di circolo esterno, come una cornice che vi girava intorno con delle sezioni  quasi circolari che seguivano la forma, perchè avevano un motivo. Delle maniglie di una mini scaletta erano rivolte quasi verso la porta, per aiuto per scendere o salire e delle manopole e sensori per regolare ogni elementi della vasca e dell'acqua.
Accanto a lei vi aveva fatto mettere un mobiletto basso come un tavolino da soggiorno in legno con dei livelli per mettere oggetti, che usava per poggiare sulla parte superiore cosa le serviva.
Quel giorno lei era in vasca e Alaric, imbufalito, la raggiunse fin là, con tutti i capitani al seguito, sbraitando come un ossesso. Si ritrovò davanti la porta presidiata da due dei tre dell'ave maria, Kovacs e Zidgi, i quali fecero storie perchè non sapevano che fare, se rispettare la loro posizione e non far entrare nessuno o acconsentire perchè erano i Capitani. Ma da dietro la porta si udì un e questi si spostarono.
Alaric, sempre fino nelle sue manifestazioni, diede una spallata a Kovacs che era più riluttante dei due e spalancò la porta, aggredendola verbalmente.
Kiantra era in acqua, che era fino al livello massino di capienza, con solo le braccia e i pomi delle spalle mudi e fuori, mentre con una mano prendeva dal mobiletto qualcosa di sferico e con l'altra, dopo aver guardato, la gettava nell'acqua. Dietro di lei vi era uno dei poggiatesta creati proprio per la vasca, che si inseriva in quelle fessure, ma in alcune specifiche, altre avevano altri scopi.

"Te, cercavo, cosa sono quelle nuove regole, i tizi che spiano in bagno e..."

"Innanzitutto" iniziò lei con freddezza e tono da insegnante "Buongiorno. L'educazione prima di tutto. Secondo, ti sei reso conto che io sono nel bagno, privato, e hai preso a spallate uno dei due che ... Voi due, che state pure voi come pesci lessi a fissare. Girati!" urlò piccata ai due che dovevano stare alla porta, ma avevano seguito il gruppetto.

"ma lasciali stare, ti stanno incollati al culo solo perchè la cavietta di Milan e David deve stare al sicuro, e sai dove te lo puoi infilare il tuo buongiorno?"

"Io no, tu si però! Ti prego, raccontami cosa si prova nel bordello di Lady Chia la pratica del figging, o se non quello.... qualcosa di simile. Così posso comprendere anche io cosa si prova con questo deltto del -ficcato nel culo=""-..." guardandolo con un sorriso carogno, mentre giocava con un'altra sfera sul pelo dell'acqua.
Le sfere, capì Jd, erano le bombe da bagno naturali e diverse per effetto in base agl ingredienti, che avevano colorato l'acqua così che perdesse l'effetto trasparente. Ed era sorpreso del fatto che lei fosse così tanto serena e tranquilla, mentre tutti i Capitani e due delle sue Ombre fossero in pratica davanti a lei.

"Brutta... come fai a sapere sempre certe cose. Tu ci spii, hai telecamere, hai..."

"Dio non me ne voglia dal vedere i vostri sederi pelosi e brufolosi, se non orrendamente deturpati dai muscoli creati dall oschifo iniettato e ingollato... No, caro. Noi facciamo cose più basiche dello spiarvi nei bagni. Anche se... sai,dopo l'amara scoperta di preservativi buttati negli scarichi dei bagni, intasando tutto... spero che l'uso dei bagni antinchi come gli amish gli sia stata da lezione... per poi scoprire da fonti e non videocamere, come se mi importi qualcosa guardarvi i gamberetti, ma anche no!... che con i nuovi sistemi di asciugatura invece di asciugamami, alcuni adesso giocano con i distributori di aria peri il corpo per fare l'elicottero o, voltandosi, far asciugare anche pieghe posteriori... è un quaqlcosa che sono ben felice di evitare..."

"E allora come fai a sapere queste cose?"

"Alaric, Milan e chi sai tu non hanno fatto installare dei sistemi, i pannelli, rettangolari a parete per emettere aria al fine di asciugare i corpi velocemente e senza sporcare troppi tessuti, per far giocare gli odioti. Abbiamo una centrale geotermica, ma non significa che allora tutta l'energia è gratis e possiamo sprecarla.Come l'acqua.Il dissalatore non significa usare acqua a piacimento. E mi auguro inoltre che con i pannelli appunto asciugatori non siano usati come fate nei mezzi, sparacchiando neanche aveste mangiato fagioli caricati a salve..."

"Cazzate, io sono qui perchè trovo assurdo le cose che hai fatto mettere nelle camerate..."

"E ci risiamo. A te non va bene niente, eppure poi usufruisci peggio degli altri. E sei venuto qui quasi rompendo la porta per queste ameneità?"

"ma perchè quel giorno del cazzo non si è svolto in un orario diverso?"

Gask che era dietro Alaric, guardava gli altri. Jd era al fianco di Alaric, davanti a lui, e non pareva per niente contento, mentre Lubo, che si girò a guardare perchè era als uo fianco, se la rideva. Bryden era rimasto dietro con l'altro e i due dell'ave Maria, chiaramente a disagio.

"Ma quelli sono a disagio a vederla fare il bagno?" sussurrò a Lubo, mentre Alaric sbraitava roba

"No, perchè hanno paura che se lei perde la pazienza, gli fa fare una brutta fine per aver guardato. Anzi mi pare calma, anche troppo, e non è un buon segno farle cambiare quella pace interiore come fa Alaric, ma si scornano semepre... cè poco da fare..:"

"E se perde... la pazienza, che succede?"

"Ah" fece Lubo con un sorriso, mostrando quasi tutti i denti contro quel suo faccione quadrato "una volta ha detto che se scopriva qualcuno a spiarla, guardarla in zone come questa o a toccare la sua roba, peggio gli abiti, gli avrebbe infilato un topo nel pisello. E siccome lei è riflessiva e sa mantenersi, ma non è detto in molti casi, preferisco evitare  questa esperierienza e assistervi. Si dice che invece avesse detto una piccola biscia, e dicono che lei ne sarebbe capace e... la gente ha paura che, come gli elefanti disse poi lei, gli si infili là dentro qualcosa di secco, lungo, pericoloso..."

"Veramente può succedere?"

"Non mi interessa perchè so che a me non capiterebbe mai, ma molti hanno iniziato ad avere paura dei serprenti per questo, sopratutto se cè lei in giro. E' diventata una loro fobia. E sai perchè questa cosa li terrorizza?"

"E' una fesseria che si osno inventati, vero?"

"Questo si, ma ci fu uno di quelli che lei... come dire, lei fa la parte dell'avvoltoio, nel senso che minaccia, obbliga accordi e terrorizza certa gente perchè sia meno feccia e ti sta a sorvolarti di sopra finchè non lo fai. E lei controlla, si fa vedere, dimostra di sapere smepre dove si trovano e uno di questi dopo che ebbe subito un... piacevole incontro all'ora del tè, come lei lo chiama,  ne uscì male perchè faceva strozzinaggio a percentuali allucinanti danneggiando parecchia gente. Questi sparse la voce che lei per punirlo anche di usare ragazze, mogli o altri membri femminili di chi minacciava, avesse preso un cavo particolare. Ossia un  serpente sottilissimo a spirale Led, una lampada portatile che aveva i led per tutta allungezza, a cui aveva aggiunto un potente magnete su una parte e... questo mi fa ridere come la gente si inventi le cose per dire che è stata torturata male, cosa ha passato... ha detto in giro che tramite la calamite glielo ha fatto strisciare dentro il pene con una calamita esterna e muovendola, la calamita sulla punta della lampada gliel'abbia fatta entrare tutto fino alla parte finale che aveva un grosso coso rotondo per le batterie...Ci credesti? Ho però la vaga imperssione che lo abbia solo minacciato perchè è esattamente qualcosa che lei direbbe e chi non la conosce non lo sa..."

"Ma davvero lo ha fatto e si può fare?"

"Ma dai... è ovvio che è una cavolata, solo detta ma penso sia impraticabile. Ma lei sfrutta la fobia dell'uomo di... perdere cosa lo rende uomo... Quella volta discutendo con Milan lei disse, offesa, chiese come potesse averlo fatto visto che la lampada che dice lui, lei l'ha usata ma per sparargliela in faccia, proprio sugli occhi così da stordirlo..."

"nel senso?"

"che è lunga,ma flessibile con le lucine su tutta la lunghezza. Quindi se lei te la lega intorno agli occhi accesa, non solo devi tenere gli occhi chiusi, a hai sempre questa luce come fosse un'apparizione divina che ti infastidisce e sei disorientato, quello lo ha fatto... ma è una lampada diciamo piatta, non tubolare, seppur sottile. E quella volta a Milan gli disse qualcosa del tipo che aveva scoperto molti peccatucci della gente da Madame, che era possibile inserire cannulle di diverse grandezze, ma solo in casi estremissimi avrebbe fatto una cosa del genere. Seviziare i gamberetti, non le interessava" ridendo di gusto.

Gask rimase interdetto a riflettere finchè non percepì parti della discussione con Kianta, sentendo l'ultima parte di una frase di Alaric "...se fastidiosa come le omorroidi, cazzo"

"Beh, facendo certi esperimenti posteriori, capsico perchè ti vengono" rispose lei ghignando, facendolo incazzare di più

"Pure l'appendicite è più simpatica di te"

"Ti stai lamentando di cose necessarie e giuste. COme si dice...? Non arrabbiarti con il pozzo secco che non ti dà acqua. Piuttosto chiediti perchè cerchi l'acqua là dove sai che no ce nè e ti aspetti ci sia..."

"E' inamissibile, incocepibile, tutte le belle parole che amate usare! Per Milan, è normale questo?!? ha autorizzato questo? Ma cosa siamo in un carcere?" urlò , Lubo come Gask era tornato alla dicsussione e attento

"Che succede?" domando l'omone vedendo l'aria tesa più di prima.ì, fancedo voltare Alaric

" la pazza, ecco il problema, perchè ha tenuto chiusa la sezione doccia per alcuni giorni, si sono dovuti spostare nell'altra creando disagi... E le nuove regole? Nnoi Capitani che siamo messi a fare i controllori dopo che ha meso quei tizi sempre dentro i bagni a spiare..."

"Loro non spiano, sono Ausiliari per la toilette e bagno" rispose Kianta tranquilla "Loro compito è controllare che si rispettino i turni, rendere disponibili elementi che son ostati utilizzati, mancanti, necessari... quindi shampoo, saponi, carta, controllare lo stato dei rubinetti attivabili da pedale o cellule di rilevamenti delle mani, dei soffiatori per le mani e i dispancer se ci sono, dei sistemi di asciugatura del corpo... se avete bisogno di qualcosa provvedono, sono a disposizione e so che molti li usano come psicologi momentanei sui tratti intestinali... sono molto utili, ammettilo..." riferì lei tranquilla metre fissava una bomba che effervesciava, dicendo "effervescia molto bene, credo che terrò questo vocabolo per quelli che effervesciano di rabbia o troppa felicità!"

"ma di che cazzo parli... senti, vuoi sapere del perchè sono incazzato? Vuoi saperlo? Te lo leggo! Te lo leggo... " disse di corsa Alaric riprendendo il volantino dalla tasca dove lo aveva cacciato spiegazandolo "vademecum delle regole ighieniche da oggi a SEMPRE! Punto uno! Le regole  igieniche devono essere seguite scrupolosamente, pena maniere forti. O sballate. Una delle due... Nuove docce con sistemi di ultima generazione. Ad attivazione tramite card al lettore fissato a parete , munito di sistemi di protezione certificati. L’erogazione per un tempo massimo stabilito e per un numero illimitato di utilizzi per persone. Il lettore è pronto per una doccia di tre minuti con acqua fredda più tre minuti Pausa dell’erogazione avvicinandola CARD-FREE al lettore ma senz amodificare il tempo totale di erogazioneprogrammato. L’erogazione intermittente segnalache il tempo sta per finireLed verde lettore pronto all’uso.Quando l'apparecchio è in funzioneil led è rosso, se lampeggia indica la pausa dell'erogazione..."

"Alaric, se ci sono quegli avvisi, so bene cosa  vi è scritto. E li ho adottati per..."

"Adottati, metti e levi, obblighi e spinte, fai e disfi... tu sei solo il cane da guardia di Milan. Il tuo vero compito dovrebbe essere quello di controlllare, gestire e assicurarti che qui tutto va bene, non fare la regina di noialtri.."

"... sbaglio o fin dall'inizio, capisci quale, i compiti che Milan aveva dato alla figura di secondo era quello di avere tutte le carte che servivano per far si che voi caproni fetenti e ignoranti, foste sin grado di anticipare e dimostrare che il Cambiamento fosse possibile. Senza queste piccolezze che per te sono un disastro come il Hindenburg, così disastrosi che neanc he il dirigibile Zeppelin! E dimmi, quali sono queste cose così inconcepibili da urlare come Giovanni nel deserto quanto la gente è stronza? Cosa ho fatto, ho ordinato che avessero un cricetino o cincillà l'uno? Di provare a fare i papà con quelle bambole finte che si usano in campo pedagogico per gli adolescenti così sanno cosa sono davvero i piccoli goblin di merda che devono figliare? No, magari quello no, sarebbe interessante ma sarei io a uscirne pazza e poi a qualcuno nel cervello viene il tic del paparino e... NO, qualunque dio ce ne scansi..." disse disperata dall'ultima prospettiva

"goblin di merda?" chiese piano Gask confuso a Lubo

"Si," rispose questi "lei odia i bambini stronzi, isterici, che non hanno educazione impartita bene e non a picchiarli e rimprioverarli senza spiegare morale e motivazioni. Ne ha visto quando è stata fuori per conoscere com'era e li odia tan tissimo. Così come odia la vista o il parlare di gravidanza, gestazione, parto e tutte le cose che ne conseguono. Le fa schifo proprio, trova degradante per la persona e penoso che ci si debba ridurre in quello schifo, dice, deformati e con mille cose per figliare, quando per lei esser genitore non è questo. Odia i bambini per due motivi. Uno perchè sono ignoranti  e vuoti di conoscenza, si lamenta che non vi siano almeno le basi nelle teste dei bambini ma siano tabula rasa e che debbano essere adulti idioti a crescerli e non una comunità , che siano solo due coglioni e i parenti di sangue a plasmare una mente labile. E poi la seconda che sono piccoli mostri del cazzo, così li chiama, perchè se non istruiti, educati ma trattati nel modo sbagliato possono essere distruttivi quanto un branco di labrador lasciato a se stesso. O erano altri animali?"si domandò dubbioso "comunque lei non soporta i bambini a meno che non abbiano un certo tipo di capacità di comportamento e allora va tutto ok. Come con Beppo. Odia il pensiero che per obbligo la donna debba sopportare certe cose e per figliare sia necessario tutta la trafila dal sesso al parto, perchè per lei un essere umano deve avere la possibilità di scelta sul proprio corpo e cosa vuole. L'obbligo di fare figli, per una come lei che odia lo schifo che è, dice, tutti gli atti per far anscere quei mostri urlanti e vuoti di testa, è moralmente inaccettabile. Perchè fertili tutto l'anno e soffrire veramente tanto solo per seguire regole che madre natura ha importo agli animali? E così lei non intende fare figli, avere a che fare con uomini ed è per questo che ordina che se la gente ha picchi di voglie, che se ne vadano nelle Case adibite a ciò per gli Accordi con Madame. E' diventata una iena con una spina di cactus sul deretano quando cè stato i l kblocco degli scarichi nei bagni per quei preservativi buttati là, quelli degli uomini, e li ha fatti andare in bagno in buche sul terreno circondate da una casetta di legno per due settimane, dicendo che così capita alla gente gente scema, e faranno come prima come gli Amish, che significa. Scoprire cosa significa non usare il cervello,  finendo col culo al gelo di notte..."

"Odia così tanto i bambini da definirli così?"

"Si, i neonati o fino a... due anni mi pare, sono sgorbi. Quando sono mezzi autonomi nel parlare e scorazzare, piccoli goblin di merda perchè se non ben educati diventano mostri isterici che vorrebbe usarli come spaventapasseri... questo per quelli là fuori che non hanno avuto una buona base. Altrimenti lei è compiaciuta di averli intorno e parlarci..."

"Ma quindi non odia tutti i bambini..."

"Lei odia il concetto dei bambini in generale perchè vuoti di testa, che viene plasmata dagli adulti e molte conseguenze le conosciamo, o peggio come dice da altri minori che nsono teste di cazzo e portano a male affare i soggetti meno deviati... insomma, curiosità e coraggio vanno bene, ma se rompi, sporchi, tocchi cose no tue, non conosci le parole magiche dell'educazione per fare, dire, entrare ect in qualche posto, sei al livello dei gatti. Piccoli fastiodiosi stronzi. E ammetto che anche io ne ho visto. Tirano cose, non salutano, sono maleducati, piedi su sedie e tavoli, o prioprio camminarci sopra, prendono senza permesso e sporcano, mangiano, fanno casini, distruggono cose... non portare mai bambini in sua presenza, a meno che non sappiano comportarsi, non siano stati educati in maniera corretta senza creare loro traumi e terrore dell osbaglio ect ect... e ha gusti difficili, come dice Alaric, sugli uomini. E per lei è un'offesa quando un uomo pretende di fare sesso come prova d'amore e vuole figli, il primo per lei è un tarlo negli uomini e cè poco da fare, ma il secondo lo ritiene un'offesa alla sua persona perchè non crede che un amore si ampli, si saldi con i figli o ancora che i frutti di un amore siano sempre e solo i figli. perchè per lei fare figli significa scendere a livello naturale degli animali per qualcosa in cui non crede, rovinarsi i lcorpo per esseri che magari poi non provano per te qualcosa e rispetto ma questo è un tema difficile, visto che i genitori fanno schifo ha avuto informazioni di figli coglioni, mentre genitori decenti che hanno insegnato e meritavano rispetto si son ritrovati con coglioni fino all'osso, è tutta una cosa difficile ... lascia stare... dice che dopo il parto e poco prima hai cambiamenti nel cervello che ti inducono a fare tutto per i mostricini, altro suo termine, e perdi parti di esistenza per cose che non vuoi. Ecco perchè odia le rgole della società là fuori.."

"Aspetta fammi capire, non vuole scendere a livello degli animali..."

"NO, non capire male. Con quel suo modo di pensare lei divide gli animali nelle creature che seguono le leggi della natura fino in fondo, e poi gli umani che dovrebbero essere sopra istinti e processi chimici nel cervello... insomma per lei è un''offesa da madre natura il dover essere fertile anche non volendo, tutto l'anno, dover fare certe cose con un uomo per provare i lsuo affetto, come se dice non esistono millemila modi per esprimere cosa si sente... e poi ci si ritrova a rovinarsi il corpo per figliare sti mostrini e l'altro poi si shcifa come per ci si riduce in certe zone e non piace più... insomma per lei avere qualcuno vicino che pretende cose e poi pure si stufa è una perdita di tempo, e sentirsi dire che deve fare figli è un'offesa tremenda, per là fuori una donna è una persona e completa se è sposata e sforna come un coniglio, è ben vista dalla gente mentre lei no.  Che deve abbassarsi a far contento l'altro dando sempre cose senza esser sicuri che l'altro non prenda in giro..."

"Mh..." fece lui di rimando come riflettendo, ma poi tornarono alla discussione in corso.

"Tu sei pazza, malata, fuori di testa... non ti è bastato quello che devono fare gli uomini nel Teatro, anche..." sbraitò Alaric ma fu fermato.

"Io sarei favorevole, in tanti dicono di volere figli. Sarebbe divertente vederli stare dietro marmocchi artificiali che urlano come aquile..." rise Lubo divertito facendo ridere Kianta con uno di quei versi gutturali che faceva, quando qualcosa le era davvero divertente ma cercava solo di ghignare, per poi pregarlo di smetterla perchè la cosa era allettante. Ma poi la sua testa con gli acuti sintetici sarebbe partita male.

"La volete finire? State prendendo in giro una cosa sacra! Un genitore è sacro!" sbraitò Alaric offeso ricevendo da Jd uno scuotimento di testa disperato, una risata trattenuta da Lubo e un'espressione che sembrava dire -ma che cazzo stai dicendo=""-da Kianta la quale rispose.

"Alaric, caro amico di mille scornate... se li ho messi cè motivo. Sempre, cè un motivo sulle cose che faccio..." gli disse, allargando le braccia sul bordo della vasca come se parlasse in qualunque altro momento con lui, e non in una stanza da bagno, mentre l'acqua colorata la copriva totalmente tranne le spalle.

Ma... e questo?" indicandone un altro con una lista di regole.

-  -lavare smepre le mani ti evita mostriciattoli in bocca.
-spazzolare i denti come se fossero la cosa a te più cara.
-tirare l'acqua è la doccia del water, sempre
-se alzi la tavoletta sempre riabbassala
-lasciare in ordine come se fosse la tua camera
-chiudere il rubinetto aiuta le tasche di Milan
-se sporchi, pulisci così come fanno gli altri per te
-se puzza apri la finestra
-attaccare l'asciugamano nell'apposito portasalviette, se sporco mettilo nel cesto come carineria per gli altri
-chiudere la porta, non siamo al colosseo
-usare il sapone, insapona, risciacqua, ripeti, l'acqua è la tua prima medicina
-non sporcare il dispenser di dentifricio o gli altri
-tenere pulito e ordinario, gli addetti de bagno non sono tuoi servi
-non abbandonare spazzatura, asciugamani o altro in angoli o a caso, usa i conteniutori appositi
-aspetta edutcatamente il tuo turno se il bagno è affollato, rispetta le fine come gli addestramenti del bon comunitario
-informati presso gli Ausiliari per la toilette in caso di dubbi
-chi è in atteggiamento sospetto finisce all'asilo nido
"Partecipare alle sessioni di addestramneto. Come fare la cacca. Dove fare la pipì. Come pulirsi le zampette. Come chiedere le cose... insomma, addestrarli ad essere adulti che sanno...  se sporcano bagni o altri luoghi che sono di tutti... allora dei andare con i tuoi fratello. I Cani piccoli che no nsanno...-Se fai cavolate, prenditi le tue responsabilità da Uomo
-se svuoti, riempi
-se sporchi, puisci
-se apri, chiudi
-se bagni, asciuga
-se lo usi, rimetti a posto
-se sbagli, chiedi scusa
-se lo vuoi, chiedilo
-se chiedi, chiedi per favore
-se parti o torni, saluta
-se qualcuno ha bisogno, aiutalo prima dei controllori
-niente sprechi, rispettiamo il nostro mondo
-se ti pulisci bene, con le regole dell'uso dei saponi, crei un ambiente migliore
-attenersi agli orari per non scontrarsi come le capre
-garantire l'accesso ordinato senza creare scompiglio
-garantire agli inservienti la pulizia e disinfezione non agendo a caso
-non girare per i corridoi in pigiama, tienilo solo per il letto e massimo bagno
-non far cadere andando in bagno il cavallo o le gambe dei pantaloni, pigiama o no, per terra perchè ti porterai tutto ciò che cè
-

Ci manca pure l'asino nido!" finì lui per portare gli occhi dai fogli a lei, la quale era calma e pure divertita dalla sfuriata

"Ma tu non sei qui solo per questo, nevvero?"

"SI! IO SONO QUI IN PRIMIS PERCHE' SEI UNA STRONZA! Da quale poro  malato ti è uscita l'idea di fare una turnazione dei lavori di tutto lo Chateau? Che vuol dire che una settimana devono svolgere il lavoro di altri, poi l'altra dopo di altri ancora..."

"Ti calmi per favore?" fece lei sospirando ma Jd fermò entrambi

"Ragazzi, ora basta non mi sembra il momento per..."

"No, JD..." fece lei calma, alzando una mano "è chiaro che chi ha la testa piena di stronzate, con una cosa sensata faccia cortocircuito" provocando in Alaric un moto di rabbia che venne placato da Jd "Te lo spiego, Alaric. Sia all'esterno che qui è capitato sovente che la gente inizi a dire, come i vecchietti che rompono intorno ai cantieri, che le cose andavano fatte meglio in un altro modo. Che quel mestiere non vale nulla. Che un lavoro è più facile di un altro. Ho letto e sentito di persone che avevano figliato ma poi non sono in grado di essere guide di vita, che dicevano ai figli -se non studi finirai in quel modo=""-, mentre indicavano mestieri umili ma di grande importanza, come netturbini, operai vari, impiegati di basso livello, lavavetri, addetti a cucina e occupazioni per molti di scarso valore e pure di cui vergognarsi...questi e tanti mestieri bistrattati come contadini e raccoglitori di stagione. Basta. NOn l'ho sentito solo là fuori per quelle settimane, e la cosa deve cambiare. Così ogni settimana tutti gli uomini svolgeranno lavori normalmente eseguiti da altri, proveranno con mano e su di loro il peso, le difficoltà, ogni cosa che ogni tipo di lavoro comporta, così da comprendere cosa significano certe cose, quanto è davvero il lavoro, quanto costa, quanto tempo, quanto.... tutte cose. NOn esistono lavori di serie A e serie B, compresa serie C per molti, non siamo là fuori, non esistono uomini che valgono meno per i compiti che svolgono...quindi che si pieghino la schiena a conoscere davvero, realmente, ogni sfumatura di cosa sfottono... se a loro non piace allora si può considerare rescisso tranquillamente il contratto, ma saprò io dove andranno, perchè non torneranno in quella feccia là fuori a parlare di noi. Non permetterò che idioti che ancora continuano ad essere schifosi contro altre persone e soggetti di vari tipi,  si mescolino con altra feccia. Per loro il rispetto non cè. Dopo cosa è accaduto c on baffetto tedesco e altra feccia che sta riportando quello schifo, la tolleranza su pgni tipo di pensiero, se è un pericolo per altri, no nva tollerata. Se a te non piace questa cosa AMEN, Alaric. Siamo tutti ben lieti di non avere te come secondo di Milan che fa e disfa cosa vuoole per i suoi capricci. Se ritieni i miei capricci da donna stronza, fatti tuoi, ma io devo anche controllare e salvaguardare le persone che certi stronzi considerano diversi e sbagliati, perfino per il lavoro che fanno e quiindi immeritevoli di cose... hai finito o devi rompere ancora?"

"Tutto questo è una grande cazzata. La danza, i barbieri e centri di benessere, il Favo, e altre stronzate sono state accettate dagli uomini ma tu vuoi mettere un bavaglio al libero pensiero, alla religione..:"

"Ancora" urlò lei "me ne fotto della religione e libero pensiero se questo è un probabile problema per gli altri. La religione è cosa personale, non la si deve imporre sulla gente come hanno fatto,  pensa alla morte di poveri disgraziati e peggio dopo torture. Se il libero pensiero religioso si restringe in offese e trattamenti inumani contro gli altri, solo perchè nei libri del cazzo scritti da coglioni che hanno riportato il credo dei pastori patriarcali e ignoranti, non mi riguarda. Ma non permetterò mai che la religione prenda piene nelle regole sociali che va a discapito di altri. Tra i due mali, io preferisco mandar via la religione, punto. E' già tanto che al cazzo di prete dei miei stivali sia stata costruita uan chiesa a immagine e somiglianza di una antica ad Ari, in Turchia, ed è davvero pregevole e stupenda per darla in mano a quei bigotti del cazzo. Peggio come quel bietolone che ha avuto da ridire perchè non abbastanza cristiana troppo di altra religione, e perchè l'ho mandato a fanculo ha fatto proseliti contro di me... vedi appena mi capita davanti di nuovo!  Le moschee e tutte le chiese di tutti  i credi che la gente si è portato dietro, le ho fatto per rispetto alla religione ma deve essere interiore!...  devono prima vedersela con me se osano trattare, diffamare, etichettare, schifare e altro soggetti che vivono con noi, se i loro scritti e libri del cazzo portano a odio, discriminazione e peggio. Beppo ne è la prova, tutti i caduti per mano delle religioni... giornate per commemorare quei disgraziati finiti in mano di malati mentali, mai, in nessuna parte del mondo. QUindi Alaric, me ne sbatto il beneamato cazzo che non ho delle religioni degli altri se sono merde in cosa credono, o se mi fanno incazzare prendo quei libri di merda e li metto in tutti bagni come carta igienica, sono stata chiara? Devo fare casino a modo mio per far capire che non cè diritto di pensiero di religione se calpesta gli altri? Che non cè libero pensiero se toglie qualcosa ad altri? La gnete cè morta per avere quei diritti,  anche per altri e sono pronta a tutto pur di proteggere e mantenere i diritti di tutti. TUTTI! " sbattendo le mani sull'acqua per la foga e la rabbia

"Ha ragione, ora andiamo, non è il caso" quasi piagnucolò  Jd che non sapeva chi fermare prima dal litigio,  ma Kianta lo stoppò di nuovo

"Non cè bisogno, farò subito io..." prendendo dal mobiletto vicino un ampio asciugamano piegato, pigiando un bottone e oserrvando mentre apriva il telo sul bordo della vasca. Dalle fessure laterali, quella interne, erano comparse, sollevandosi, due barre con lentezza, abbastanza lente perchè lei stendesse il teso praticamente per i lati sopra. Le barre non erano dritte,ma orizzontale,   a semicerchio e avevano dei ganci per attaccarvi i lati corti dell'asciugamano così che si portasse quasi verticale. Dopo aver agganciato il telo aperto sulle due barre, queste lo portarono a coprire la visuale mentre lei alzava e girandosi di schiena, prendeva i lembi e si copriva. In pratica lo aveva fatto progettare lei così che l'asciugamano bello teso sulle due barre, sollevandosi queste, venisse sospeso in obliquo sulla vasca per evitare di bagnarlo o che la persona si alzasse nuda.
Dopo che ebbe sistemato l'asciugamano, prese le parti che con facilità si staccavano dai gancetti e se lo sistemò dando loro le spalle e Gask notò che nonostante apparisse pudica e schiva, lo aveva incrociato all'altezza del seno e non delle spalle, lasciandole quindi nude, mostrando un grosso neo a forma di fagiolo al centro preciso della schiena, e dove l'orlo non copriva, una cavigliera fatta da due cerchi incrociati  che tramite un anellino seguivano con una catenella. Non ne aveva mai visto ocn due anelli uniti in quella maniera e basta.
La vide andare alla sua sinistra, verso il muro vicino la porta e prendere la cornetta di un telefono vecchio stile anni cinquanta, inglese e americano. Era un robo, non sapeva definirlo in altro amodo, nero, con una parte centrale rettangolare, con una zona stretta in cima e sotto una parte quadrata più larga che doveva contenere le monete per gli sportellini, tre che aveva. La zona centrale, sotto quella striscia argentata che non sapeva che fosse, era composta in alto dalla ruota con i numeri, il qadrante bianco con i numero e poi la rotella con i fori e al centro una targa che diceva -pucblic telephone millenovecentocinquasette=""-. Sotto fino quasi alla fine di quel rettangol o una zona con vetro bordato color argento a due quadrati, che riportava non come l'originale le informazioni di chiamate, quindi come fare a telefonare e il prezzo, ma i codici di chiamate per tutto lo Chateau. Sotto vi era  quel quadrato più greande con uno sportello grande con una serratura, uno sportello alzabile e un altro di cui non sapeva nulla. la cornetta stava a fianco della zona centrale rettangolare, in verticale sostenuta da una forcella bella grande per tenere tutto solo dalla parte superiore e sotto la zona dove si parlava il filo che si collegava al rettangolo.
Sapeva che vi erano molti di quel telefoni antichi n ello Chateau, ma no nsolo a muro, ma anche mbianchi o color legno che aevano la base tonda o a cupola decorata in vari modi, che sostenevano la forcella e  poi la cornetta che aveva ricevutore e zona in cui si parflava di forma diversa, dagli anni venti in su, ricordava e derano tenuti bene, lucidati perchè in ottone e poi bianchi con decori floreali o in legno vero e si chiedeva come ci si sentisse a usarli, si eraq limitato a vederli i mano a tanti perchè non voleva fare casini. Si era limitato a catalogare le forme diverse, quadrate, rettangolari, tonde, e quanti vecchi fossero, e tutti originali, e come erano riusciuti ad adattarli in base all'ambiante e a inserirli in caso di problemi, a metodo di comunicazione ma avviso e attivazione di cose, con la linea tradizionale, bypassando i metodi moderni, ma questo eventuali intrusi non olo sapevano.

"Pronto, sono io. Mi potresti cortesemente collegare al sistema vocale... si, si devo fare un annuncio.... ok, dammi il via... A tutti i membri dello Chateau" e tutti sentirono dagli artoparlanti posizionati in vari luoghi della dimora intorno "Avviso a tutti quanti. Mi sono stati riportati casi di abuso del libero pensiero, religioso o politico-cretino, per cui se si ha diritto di dire la prorpia per religione e convinzioni, allora è lecito togliere diritti ad altri, etichettarli,  o creare fastidi e danni. Assolutamente no. Se io sento, vedo, scopro, mi accorgo che qualcuno di voi, per le stronzate religiose di beoti di millenni fa o perchè credete che altri soggetti diversi da voi in generale non meritino cose, sia corretto sbeffeggiarli e trattarli male, fare qualsiasi cosa contro di loro o alle loro spalle, vi prenderò, vi farò patire il peggio che possiate immaginare e poi vi butterò in qualche posto dove vedremo chi di noi ha ragione. Vieto tassativamente ma non perchè son o tiranna o stronza, ma pretendo che vi sia rispetto. RI-SPET-TO. R.I.S.P.E.T.T.O. Capite la parola? per tutti. Perchè voi volete capire solo cosa vi aggrada e pretendete voi rispetto per le vostre idee,  a discapito di altri, e questa cosa deve finire.Qui cè una società diversa. Siamo tutti fratelli, se osate ancora prendere scritti merdosi del passato per inveire e fare contro gli altri, prendo la vostra testolina di cazzo bacata e la uso per pulire i cessi che..."

"NO, ok basta. Hai spiegato" fece Jd correndo da lei e prendendole la cornetta, per poi parlare lui "Il messaggio che si vuole portare alla vostra attenzione riguarda la comunità tutta. La religione che si professa non deve dividere nessuno,  che sia diverso per quanto scritto, ritenuto e altro. la religione è una cosa privata, non deve ledere i diritti degli altri e qui da noi il pensiero libero non è criticato, ma rispettato e permesso, ma che non tolga a nessuno la cosa più sacra e inviolabile. L'essere umano  e il suo rispetto. Quindi cortesemente chi aveva iniziato con negatività, la finisca perchè pensiero libero si, obblighi castranti sugli altri no...buona giornata" mettendo di nuovo la cornetta a posto, voltandosi verso di lei "Scherzavi vero?" domandò come impaurito

"Ti sembra che scherzo? E' arrivata l'ora di fare qualcosa per davvero. Sono stati quei preti, rabbini e..."

"Anche se fosse, rischi di far iniziare una guerra che..."

"Me ne fotto!" gli disse a pochi centrimetri dalla faccia, guardandolo con gli occhi grandi aperti "se è questo che vogliono per le loro credenze misogene, xenofobe e..."

"In questo modo chi crede in quelle religioni, non inizierà a fare questioni?"

"E' ora di fare una visita in chiese e moschee che abbiamo edificato NOI qui per questi imbecilli, a esporre il pensiero di gente più aperta e se osano dire qualcosa, gli dirò -se i lvostro dio che è vero unico l'unico il misericordioso e grandioso ma stermina fa sterminare innocenti in sua vece mi fulmini se vero,diverr flamb dimostrer veramnete chi ha ragione=""-- se qui non ti piace, cè posto per te da ladro altrove, perchè questo fate. Rubate e vi appropriate quando il vostro regno è oltre il materiale    -. NOn solo educhiamo all'adattamento, educhiamo o doremmo educare, al cambiando e alla trasformazione"

"Per favore..." chiese lui ma lei si incazzò, ordinò di uscire che doveva cambiarsi e se ne andò di fronte il telefono,  dove vi era un separè di legno intagliato e dipinto atto proprio ai cambi, lasciando Jd disperato.

Giunsero al Padiglione ottogonale, una piccola struttura a base a otto lati, con una grande porta e grandi finestre in sitle francese di Luigi quattrordici e quindici. Vari decori, rientranze e fregi quadrati sopra alcune finestre,   mentre nella stessa zona delle altre, a intervalli, vi era una cornice invece con un fregio iscritto in una sezione superiore triangolare. La zona del tetto era una cupola con una sorta di muretto come una balconata traforata, percorribile.

L'edificio era iscritto in una bassissimo muretto a forma ottogonale, decorativo con sopra la parte a muretto delle statue,  intervallato da quattro scalin ie delimitava la zona vietata. L'ampio spazio verde intorno nella parte anteriore, cioè della porta, che poi giungeva al boschetto e i viottoli per altre sezioni, era solitario e pacifico, dietro era lambito da alberi di glicine  alberi di giuda con le loro cascate decorative che toccavano lievi l'edificio.
Si trovava oltre la Casa delle Lapidi, molto in fondo, quasi sotto la montagna mentre tutto il resto era sìa livello dello Chateu.

Mentre avanzavano intravidero l'edificio con l'ampia porta a due battenti in vetro in stile francese aperte,  e sotto gli scalini per giungervi, un trittico di figure.

Al centro vi era una figura distesa su una agrippina, anche detta chaise longue, quasi su un fianco, il sinistro, mentre teneva con la mano destra tra il medio e l'indice , con l'ausilio del pollice, una pipa sottile e piccola  in legno scuro fissilizzato,  e a vedersi delicata. DOpo aver tenuto le labbra sul cannello, lasciò andare, arricciando le labbra con grazia per mandar via il fumo. Gask sapeva che non era tabacco ma la roba naturale fatta di vitamine, estratti e a volte resine, che dicevano, faceva bene ai polmoni, e Jd arricchì la cosa affermando che a lei i vari odori di tanti tipi di incensi, ossia resine, mischiate e erbe varie, piaceva molto. Che respinrando le resine nel turibolo facevano una cosa secolare, perchè alcune erano salutari.

COn l'altra mano, la sinistra, sembrava stesse accarezando l'erba sotto, ma non era così. Si muoveva a tempo di musica con delle pose che a Gask pareva quelle c he la ragazza in blu metteva in atto quando danzava alle feste, e che Jd suonava. Erano moviemnti sinuosi  e quasi studiati, a metà tra le mani polinesiane o tailandesi e quelle giapponesi delle geishe, dove si insegnava che ogni movimento della mano poteva essere arte.

Jd guardando la scena mentre si avvicinava, ricordò qualcosa di simile prima.

Mesi prima aveva raggiunto quello stesso luogo. Appena terminato, aveva la porta e tutte el grandi finestre aperte. L'esterno presentava oltre gli alberi lacrimosi, come li chiamava Lia, anche nelle balaustre che giravano intorno alla cupola, edlle reampicanti di rose blu che salivano da due lati e sembravano incoronare il piccolo edificio, con bellissimi fiori azzurro chiaro screziate di blu.
Lia era all'interno, sola, sulla chaise longue con i piedi rivolti verso l'entrata, occhi chiusi e tranquilla, che ascoltava cosa portava il vento. Le prove per la cena della sera stessa. Vicino a lei un tavolino basso che conteneva svariate cose. Lei teneva una mano sul ventre, mentre l'altra si muoveva a suon di musica mollemente penzolante, a fiorare a volte con le dita il pavimento di marmo. Aveva fatto usare come marmi per vari usi labradoriti e dei tipi detti perlati, perchè con la luce che rifrangeva su di essi, si aveva un effetto di labradorescenza molto particolare. Rosato, bianco macchiato, grigio, nero, con sfumature ascobaleno, color avorio...ogni luogo con del marmo aveva questi tipi QUando varcò la soglia, ma anche prima  riconobbe la fragranza, notò le danzanti nuvole di incenso, che frizzava nell'incensiera grande a fianco al tavolinetto. Doveva essere quella fragranza drago qualcosa pensò, non se ne intendeva di incensi ma lei si, da quando era arrivata stava sempre con incensi sia resine naturali che mix di erbe e piante particolari. Cosa che non poteva fare nella vit aprecedente, perchè in casa tutti odiavano ogni cosa e lei non poteva neanche accendersi un incenso o altro.  Ne capiva poco, ma alcuni piacevano anche a lui e no gli dava fastidio.
Lia senza parire gli occhi chiese cosa volesse e Jd sorrise chiedendole come faceva a sapere che fosse lui.

"Ogni persona ha un metodo di camminata diverso dagli altri. Lubo pesante e ha stivali che fanno un rumore come di qualcosa bloccato sulla suola, metallico credo. Alaric scorazza come un pazzo isterico e quei suoi ta-tata-tap tipo corsetta incazzosa si riconosce. Bryden e gli altri camminano con passo svelto e sicuro, solo tu da quello che ho capito sui marmi hai un tipo di felpato scalpiccio... e poi ammettiamolo. Da Quando abbiamo rimesso l'idea di stivali e scarponcini con tacchi o sezioni metallici..."

"Si, molti si divertono a fare più casino possibile con quelli..." rispose lui infastidito

"Si, un tempo si usavano per chi aveva gradi alti perchè il loro passaggio avesse quell'aria marziale, più si sentissero più il metallo rimbombava nelle stanze e corridoi, più la persone era alta in grado. Ma qui è per un altro discorso. Sentire chi cammina, chi si avvicina è importante ed è anche per tenere le orecchie aperte su cosa combinano. abbiamo detto loro che è per rispolverare elementi militari del passato, invece è un modo di controllo e studio di cosa fanno"

"Se lo dici tu..." sospirò "io comunque sono un pò... non so. Fanno un chiasso su marmi e legni e ho paura che questi si rovinino e poi se vogliono fare cose di nascosto, immagino che si tolgano le scarpe..."

"Appunto. Non lo sanno, ma le  telecamere visibili sono un terzo di quello realmente presente e sia operatori fidati e che non,  hanno con loro interazioni, controllano i monitor. Cè anche Helias, seppur è ancora un prototipo ma è alla fine dei controlli e ultimi..."

"Saranno sicuri questi Crell?"

"Per i marmi e legni nessun problema, loro stessi se ne dovranno prendere cura lucidandoli, controllandoli e nel caso levigandoli e via dicendo. Sono loro mansioni... per la seconda cosa...Sono IA, Jd. I Crell sono studiati per essere forze regolatrici della società, che controllano, studiano, agiscono in alcuni casi. A differenza degli umani questi seguono le leggi e regole che noi non religiosi mettiamo sia di protezione di ogni tipo di persona a questo mondo, che elementi morali che sentiamo noi, non che devon oesserci dette da libri... essi utilizzeranno la ragione o degli elemeti umani motali, e l'ira e l'odio o tutto ciò che è negativo che porta molti soggetti a fare stronzate, non inluenzeranno mai le loro decisioni. A loro Milan chiede consiglio, probabilità e via dicendo. Ci sono dei protolli perchè non possano accadere cavolate come in film e videogiochi, tranquillo. E poi non sono una novità, già prima Milan voleva una Chapel con una IA regolatrice.  Ci sono già da tempo e le sezioni militari così come i governi li vogliono usare per molti scopi. i nostri sono ovviamente diversi e di nostra esclusiva tipizzazione. Helias si è dimostrato all'altezza di comprendere le situazioni e i comportamenti umani. Inolgre David lo userà come riferimento diciamo... esterno alla razza umana, per avere un paio di... lenti in più, per controllare cosa quei pazzi scellerati combinano e comprendere il motivo, come, quando, perchè... Se gli operatori o Helias vedranno gente che scorazza o si acquatta senza scarpe, è chiaro no?"

"Li vuoi scovare con questi trucchi? Un pò maligna come cosa..."

"Maligna... anche tu come gli altri? Mi si dipingeva sempre così, da scartare, da allontanare, da tenere là, statti in un banco in fondo o di lato sola come i cani, senza chiedere perchè, come, quando, dimmi, parlami, racconta... Nonostante io cercassi di interagire col mondo, non fossi una persona negativa, anzi odiavo le cose che erano sbgliate... anche io ne ho fatto, ma per vendetta, rabbia ma ci sono andata sempre sotto io. ma la gente si fermava ai miei gesti e comportamenti, il mio viso o modo di fare e giudicavano. Non ho mai capito anche guardandomi all ospecchio, da dove uscisse quest'idea che io fossi malvagia, bugiarda, pericolosa... la gente spacciata per migliore di me, da cui avrei dovuto prendere ispirazione, parole loro, facevano tre volte di me cose negative e non venivano mai sgamate. E non capivo. Cercavo di farmi ascoltare, urlavo pure,  perchè si fermassero due secondi e vedessero la realtà, ma niente. Ero palesemtne vittima di bullismo. ma nessuno sapeva, vedeva, sentiva. E non capivo come. Sempre sola, sempre dispiaciuta. Non avevo niente di sbagliato, brutta,s tupida, avevo problemi, ma non stavo bene con gli altri e la gente subito a puntare il dito. E alla fine questo mio malessere e isolamento si vedeva. Non sorridevo più, ero sempre in un certo modo e sempre a rimproverarmi, urolarmi contro, additarmi perchè non facevo un sorrisino dicevano, mancavo di rispetto alla famiglia non sorridendo e smettendola di sembrare come ero, che rovinavo i giorni di festa agl ialtri. E io dovrfei preoccuparmi di lasciare soli sti soggetti invece di trovare la mia pace...? E volevo morire ancora e ancora di più. E all ospecchio vedevo occhi che parlavano, ma nessuno sapeva leggere. Io cercavo palesemente di emulare gli altri, di compattarmi con loro, di fare quell oche fanno gli altri ma no nero a mio agio, non era il mio mondo. Cercavo di imitare ghi altri ma non ero come gi altri. I miei volevano che io fossi come le altre. Quelle galline sgallettate schifose... E così mi ero rifugiata in un mondo mio, lì vivevo e cancellavo ogni dolore, non avendo altro che potessi fare e dovendo restare a casa, con loro, perchè questo volevano. Ma la realtà dove dovevo tornare era sempre peggio."

"Lo so"

"Ho cercato di esser ecome le altre chiedendo ai miei di comprare le stesse loro cose, solo un paio di volte ci sono riuscita,  e i miei perchè costavano di più me ne hanno fatte... che per esempio un diario scolastico che non fosse preso e mostrato come stupido, schifoso o latro o cosa mi facevano, mi rendesse uguale. Cercavo come potevo di non apparire e subire sempre. Ma ogni giorno, ogni fottuto giorno, e nessun adulto faceva nulla e se mi stufavo e reagivo per come sono, prendevano smepre me come malvagia. Ricordo bene che ci fu un momento  in cui qualcosa mi parve chiara come... che fosse scattato qualcsa e mi avesse detto una verità. Io non avevo momenti felici, e sto parlando di una persona molto giovane. Non avevo situazioni che facessero star bene a cui aggrapparmi come normalmente fanno chi ha traumi. Mi sentivo come se avessi perso, non so,  qualcosa. Come se avessi perso qualcosa di impotante e non avessi scopi, motivi, qael qualcosa che ti fa andare avanti anche solo sopravvivere. Io non avevo ninete, non volevo niente dalla vita perchè nella mia famiglia o fai cosa voglono o te la fanno pagare settimane, anche anni. Come quel diario. Restando con loro io morivo dentro. Non volevano perosne in casa, non avevano interazioni con nessuno, pareva una famiglia dei secoli passati in quelle case isolate mentre vivevamo in città, che evitavano tutti e odiavano tutti, tutti lontani, solo loro i migliori. E poi invece facevano ed erano come gli altri. E io soffrivo. io volevo vivere, volevo qualcuno vicino, qualcuno che restasse al mio fianco perchè era questo che desiderava, perchè io ero io. Che mi vedesse per come ero e non una finzione che tutti si creavano. Se io alzavo la voce, reagivo per come sono subito era negativa, pericolosa, allontaniamola. Gente schifosa che lo era apertamente, faceva roba allucinante e vergognosa, amata, abbracciata, sempre cercata. E io vivevo ogni giorno,  giorni sempre uguali, sempre a scappare dove non potevano raggiungermi mentre dovevo eistere ancora."

"Mi dispiace per tutto quanto. E mi dispiace ancora di più che qui tu non abbia trovato il tuo posto e la serenità per continuare..."

"Non è che non li ho trovati. E' solo che per quanto sono danneggiata dagli anni di dolore, sofferenza, quanto mi hanno gettato addosso, solitudine, non sono in grado di rialzarmi più. Ci ho provato dopo il liceo e in primis dalla famiglia, per essere autonoma, capace, forte, mi ha gettato invece addosso tutto i lsuo odio e rancore perchè non agivo come volevano. Ero sempre da sola e ora non riesco ad avere vicinanza con nessuno. Voi siete diversi, ma non voglio avere contatti con altri. perchè sono giunta al limite e se mi fanno incazzare, mi sfogo su di loro, visto che per Milan strozzare quella merda non va bene, essendo civili. Quella feccia non sa cosa significano determinate cose. QUanto è prezioso essere in qualche modo apprezzati. Vedere sulla faccia delle gente la contentezza, quel... non ho fatto altro che sentirmi dire dalla mia famiglia che non davo soddisfazioni, non potevano vantarsi come facevano gli altri seppur ho spaccato più volte la mia schiena per quei risultati... sono così stanca di rivedere tutto e risentire. non riesco a scacciare via niente. Zay e Ric non facevano altro che dire che stare al pc con loro qualche ora se andava bene con loro era già tanto. Quanto si sbagliavano... e con gruppo con Fib, Zela ect, quando parlavano di incontrarsi e passare giornate insieme, cucinare insieme tutti i cibi preferiti di ognuno e provarli o passare del tempo e a tavola con chi volevamo... un tempo lo desideravo tanto. Poi ho capito che invece tutto è finzione... Come Fib, lo zio idiota, il padre miracolato... Tutto torna nella mia mente e mi fa capire quanto ho sbagliato a continuare a esistere, ricordi che lacerano. Tornano e mi fanno del male. Quanto desideravo il sapere che chi avevo vicino fosse fiero di me nonosntante tutto, perchè ero una eprsona giusta, normale per davvero, e... Ho provato di tutto, veramnete, perchè la gente la smettesse di sputarmi addosso, volevo integrarmi e ho provato così tanto. Cè sicuramente parecchia gente che è pronta col ditino a dire che io sono debole, non sono capace di lottare, di... ma dove erano quando mi sono rialzata tremila volte e ho dovuto afferontare di faccia tutto? Cose che la mia famiglia non sa. Merda addosso che no nho raccontato, trattata da schifo e sempre a tirare avanti, sola...  COn tutte le conseguenze solo su di me? Gli schiaffi sia fisici che in altri modi che ho subito ed ero sempre lì. E poi basta. Dopo che quell'insegnante di piano mi aveva spinta inconsapevolmente a guardare di nuovo al positivo arrivarono i miei, con le loro accuse, il mio menefreghismo urlavano, l'ingratitudine ect e io sono ripiombata nello schifo. POi ho conosciuto Rò, poi Zay ed è stata solo discesa, fino a quel giorno. ma ero ormai da troppo tempo col sedere per terra , incatenata allo schifo che mi riversavano addosso o non ho fatto che loro volevano. Che mi stringono ancora adesso..."

"lo so, per questo sono preoccupato per dopodomani..."

"Ci ho provato tanto..." disse con amarezza "senza riuscire a fare come altri, a non essere quella presa di mira. E più ci provavo e più venivo bullizzata. nessuno ha mai capito il dolore e quanto di oscuro in me come un blub, si è creato per quanto mi hanno fatto e tolto. per tutti, ancora oggi lo diranno, ero io quella sbagliata. Più vuoi essere accettato, avere compagnia, più cercavo di essere accettato anche per far smettere le merde di professori che nulla vedevano e sentivano,  ma credevano a quella marmaglia, più questa se ne accorgeva e si divertiva a far peggio. Avevo una sfiducia totale e nessuno capiva. Alla fine sono giunta ad ora, non sento più desiderio di avere quealcuno vicino, compagnia, abbracci, bisogno di affetto, solitudine... ormai sono così abituata a queste cose che non avevo, e ad diare, che non li cerco ne li voglio. Desidero solo pace. Voglio fargli molto male, ma desidero solo andarmene. Momenti come questo dove vivo l'incenso come volevo, il cibo, la musica, il vedere idoni naturali di fare cose che io mai e che son oBellezza... sono già tanto"

"Mi dispiace di non essere, nessuno di noi, stati in grado di aiutarti"

"E perchè dovevate aiutarmi? Io non sento quasi più nulla. Il dolore si, ma non ho più desideri di nulla. Mi scivola tutto addosso, così come prima non avevo quell oche gli altri dicevano naturale per cercare i maschi, così tutto il resto. Guardo gli uomini ridere, scherzare, stare in compagnia, non odiarsi ma legarsi sempre di più e penso solo . perchè mi sono accorta che alla fine, anche dopo cosa hanno visto, fatto e subito nella vita e nella carriera militare, loro riescono ancora ad essere empatici, umani... io vorrei solo veder soffrire la feccia e sapere che ho tolto di mezzo, facendoli soffrire fino all'ultimo loro respiro quando giungerà la loro ora, parecchio schifo da questo mondo anche per quelli come me, vecchi e nuovi. Quello che ho fatto a molti bulli e stronzi che s elo ricorderanno a vita... spero che soffrano, così tanto, che se la rinascita esiste, tutto gli piombi ancora addosso come una maledizione e subiscano ancora finchè per il Karma non hanno pagato abbastanza. Per me là fuori, e intendo in quella città e in mezzo a quella gente non cèra niente. Se solo dopo l'Irlanda non fossi andata via... ma i miei facevano casino che urlavano -quando torni quanto manca devi -Poi la madre di Zay. Lei può dire quel che vuole ma da quando ci siamo incontrate ,  mi guardava in modo strano mentre teneva il cane al guinzaglio e sorridevo tendendo la mano per essere amichevole,  ho notato che no sembrava contenta. E' stato guardandola anche dopo. E mi sembrava di essere sempre punto a capo. Anche quella cosa del volo che ho dovuto rifare e i lcasotto dei miei per quello. Avevo paura  delle urla, il casino che potevano fare, mi hanno instillato dentro solo terrore e paura di subire urla e rimproveri per settimane, le botte, tutto il modo di ocmportarsi con me facendomi pesante addosso tutto. E poi la madre di Zay che pareva, non so,  incavolata. Come se non le piacessi. Tante volte. E di nuovo da quel momento in poi desideravo solo andarmene. Ma non cè stato qualcuno che mi volesse bene, che mi fosse amico o qualcosa di simile per aiutarmi o almeno solo verificare che io me ne andassi senza il rischio di tornare. Ero sola, di nuovo, con la mia disperazione..."

"..."

"Ero una persona disperata, si vedeva, eppure ero sempre attaccata di non far star bene gli altri con il mio dolore, il non sorridere più, il non più ninete. Quindi smettila di pensare a dopodomani..." voltandosi e prendendo un barattolino a pressione di vetro e aggiungendo grani di incenso nel turibolo color argento posata a terra. Era in argento massicciolo, con una base tipo alzatina e il coperchio era composto da due parti unite. Una mezza sfera che copriva la base, quella che pareva una alzatina da tavola tipo calice largo, coperto da questa mezzasfera trafotrata a triangoli e disegni cesellati, che continuiava nella parte superiore a foma disfera più piccoola, traforata completamente da rombi, cui giungeva il gancio a forma di qualcosa, che sembrava come le croci che stavano sempre in quel posto nelle chiese. Tre grossi anelli stavano equidistanti tra loro, a cui era agganciata una rispettiva catenella, che terminava in unba specie di cupoletta che andava attaccata a un lungo sostegno che la teneva a pochi centimetri di altezza. Ma in quel caso non era tulizzato.
L'interno presentava, nella sezione inferiore quella che pareva alzatina o calice largo, una ciotola con carboni ardenti, con una gratina rotonda a maglie fitte su cui si adagiavano i grani o dentro foglie, gli incensi composti da erbe macinate, chiudendo tutto così che i fumi uscissero dai triangoli e rombi.

"Sono preoccupato perchè sappiamo entrambi che gli esperimenti di David non hanno portato a molti successi. Molti hanno rischiato o rimesso la pelle. E' una roulette russa e lo sai. Se procedi con lui con quell'operazione, potresti..."

"Jd, sapevi dall'inizio che sarebbe giunto questo giorno. Il primo lunedì del quinto mese. Ricordi? inoltre so benissimo i tassi di successo e fallimento di quegli esperimenti, ma David afferma che sia un'inezia se il mio corpo è uno di quelli che si è adeguato, è divenuto compatibile con stoddarde e blue box. Quindi presume che qualcosa del genere non dovrebbe comportare nulla di pericoloso. Sia come sia, a me va bene qualunque delle soluzioni che si presentano, sia che riesce, che non riesce" voltando una mano col palmo in su e poi l'altro indicando le riuscite " ponendo così fine a tutto e dando l'inculata ai buonisti che mi attaccavano come debole, stupida e quant'altro, solo perchè erano comunque spinti da qualcosa nella lista della spesa e non possono capire. Già, facile attaccare e fare ogni cagata che riescono come gli obiettori di coscienza, seppur dottori, che fanno solo schifezze contro la donna che vuol decidere del suo corpo o di quelli tenuti per decenni intubati. Che bella vita..." disse amaramente.

"Quindi oggi e domani cosa farai? Sno gli ultimi tuoi due giorni.."

"Mh... questa sera Milan mi ha chiesto di esser presente, per forza, vestita con un abito e acconciata e ingioiellata per esser la Padrona e Maestra della Casa. Lui come Padrone di Casa desidera che io presieda tutto ciò che serve perchè la serata con quei sogegtti riesca. A me non dispiace, voglio dire,  seppur so che sono negata per vestire da donna d essere ospitare e persona ospite, Milan dice che ho fatto buona impressione e rivuole che io svolga ancora quella figura. E poi la cena mi aggrada... Mentre domani sono.... impegnata. ho cose da fare. Cè un tizio che voglio incontrare..."

"Incontrare? Dove? Deve venire qualcuno?" agitato

"no... sarò io ad andare da lui. Gli permetterò di susufruire della mia presenza..." con un sorriso carogno

"no, aspetta... vuoi uscire? Milan lo sa?"

"Tu intendi dirglielo?"

"No, se non vuoi no. Mi auguro solo che tu non faccia nulla che... non farmi rimpiangere di sapere e non aver detto..."

"Ti fidi di me? Se si, taci e aspetta. Sarà l'ultima cosa che farò in vita. Non vuoi concedermelo?"

"Così mi metti in difficoltà, però..." disse ansioso, avvicinandosi a una finestra

"Esagerato. Nulla sapevi e nulla potevi fare. Mi basta fino a a mezzanotte. David per un lavoro aveva detto che poteva slittare a martedì, poco male. ma domani devo andare.." gli disse, guardandolo negli occhi come se fosse più un ordine che una richiesta fatta per un favore

"Che devo dire? ma alla fine, quindi, dopo nche quello che farai domani, cosa lascerai? Davvero vuoi ciò che hai detto a MIlan?"

"Si, voglio che voi mi dimentichiate. Ho chiesto a Milan,  nel caso,  di nascondere o tenere in un certo luogo le foto e i ritratti che mi vedono protagonista o dove appaio. Per le foto poco male. odio le foto, odio farmi le foto, detesto come vengo in esse. NOn smebro neanche io. Per i ritratti mi spiace un pò E' stato divertente indossare il mio abito o alcuni, e farmi immortalare ad olio su tela da quell'artista russo così bravo. Mi piace alla fine e abbiamo un ottimo rapporto,  e si è dimostrato sinceramente triste per il fatto che sarei sparita per un pò per... impegni. Anche a lui alla fine piace dipingere mentre io ascoltavo i miei brani preferiti, soprautto Happy Birthday, quel brano di quel gruppo, che mi ha segnata sopratutto nel periodo coi  Zay di quel gruppo famoso. Non so perchè ma quel brano mi aumenta la visualizzazione e anche il pittore diceva che mi faceva stare più insintonia con il lavoro. Milan con questo brano mi prende in giro, soprautto perchè per le parole si parla di un compleanno e io non ho mai avuto un compleanano felice, tra persone che volessero davevro festeggiare me, ma l'idea di me. All'inizio mi aveva chiesto il mio giorno di compleanno, seppur lo sapeva dai miei fascicoli, solo per sapere se ero dell'idea di festeggiarlo per la prima volta come volevo. Ma gli ho risposto che mai da quel giorno in cui capì che era solo una perdita di tempo, lo avevo più fatto. Di norma un compleanno dovrebbe essere il festeggiamento della nascita. Seppur per la Chiesa cattolica sia come un rituale, ma quella è un'altra cosa, non lo accetta molto. Ma resta il fatto che per me non cè stato mai nulla da festeggiare. Finchè sono riuscita, ho finto, ho sorriso. Poi non ci sono più riuscita. E  dopo che mia madre si era rotta di beghe e fastidi per i compleanni dei suoi figli, non si festeggiò più coi nonni presenti. Per me fu un aiuto, non riuscivo più a sopportare già le feste, pensa il compleanno. Odiavo pranzare e cenare con loro, provavo proprio fastidio anche fisico, odiavo come mangiavano, il consumare cibi senza sapore per risparmio, rispamio. Mi sembrava di vivere una finzione, ma era la realtà. E quindi ho odiato i compleanni, hanno continuato a comprare torte ma  sentivo solo   urla e casino e musi lunghi perchè non riuscivo a fingere. Era un sollievo quando finiva il cavolo di pranzo e mi chiudevo in camera. Era la liberazione da uno dei giorni all'anno che odiavo. E Milan ci ride per il fatto che io ami il brano Happy Birthday, e io gli rispondo sempre che all'inizio no nsapevo le parole ma non so, esattamente come la sentii la prima volta, immediatamente mi faceva andare in visualizzazione e dissociarmi. Non so perchè,  ma è quella che più me lo fa fare appena la sento. E mentre stavo in posa e il pittore parlava, io lo fissavo sorridendo perchè nel mentr e  io ero per metà altrove. Inoltre con lui, mentre dipingeva, cèra un bellissimo dialogo dove si parlaa di tante cose, lui è intelligente e brillante, quindi lo ritengo un ottimo soggetto. Siamo in ottimi rapporti infatti  elui dice che mi diverto a posare così tanto, che le espressioni che io faccio guardandolo,  mentre mi diceva di star ferma per il viso, gli sembra che io quasi stessi  ammaliando lui per risultare così nel dipinto. Dice sempre che oltre la sua bravuta, ii suoi quadri che mi raffigurano riescono così bene da sembrare quasi vivi e che seguono la persona per questo. Milan riesce a dare tutto ciò che è, dice, tanto da mostrarsi tutto, tutte le sfaccegtuature, di Milan. ma io mostro qualcosa di diverso nei dipinti che fa per me e ridendo gli dico sempre di non creare un secondo Dorian Grey. E lui mi risponde che al massimo ciò che voelva dare quel libro era invece da intendersi verso Milan... un perpetum di me era cosa trasmettevo rispetto alla compostezza e fermezza che sembrava all'inizio..."

"... addirittura..." sorridendole

"Lui è fatto così. E' abituato a dipinti per i pezzi grossi russi e quindi è abituato come con Milan, aquello che trasmettono le persone come potenza, ricchezza, personalità dominanti... io sono l'opposto e quindi come si diverte a parlare o scherzare mentre dipinge, dice che un soggetto che sa guardare il pittore in tono positivo, il risultato è molto diverso. Non so molto di pittura come artista, ma dice che un quadro vale anche per queste cose. Ma lasciamo stare ciò, smettila di pensarci,  io voglio che mi dimentichiate per un motivo. Quella che sono ora non è... la mia vera me. la falsa me che si è creata a causa della mia famiglia non mi rappresenta, non sono io. Io avrei agito, avrei fatto cose..." voltando la testa con dispiacere.

"Come con quei video di animali? Dove sei stata distrutta per una giornata chiusa in te stessa?"

Lia non parlò, ma sapeva a cosa lui si riferisse. Madame per l'accordo per lavorare insieme, aveva fornito informazioni e video di lavori di usoi clienti, essendovi diventata confidente con le sue qualità analitiche e di dialogo, presentando video e audio sconvolgenti di cosa facevano. E alcuni di essi erano video di sevizie ad animali vari per studi scientifici. Erano anni, dalò duemilatre che giravano video di quesi esperimenti su animali di vari tipi. Quello che più la sconvolse fu rivolto a piccoli animali tipo mustelidi e uccelli di medie e grandi dimensioni. Come per scimmie e cani, lo studio verteva sulle risposte del cervello a vari stimoli uditivi, a malattie che procuravano loro e incecchiamenti gentici... vibrazioni, scosse elettriche direttamente infilati nel cervello degli animali, stimoli di varia naturali servivano, dicevano questi esperti, a scoprire come il cervello in varie fasi di malattie o età riusciva a rispondere e nel caso curarsi. Voelvano emulkare il fegato, che si autorigenera. . Sentire squittire animaletti e urlare quegli uccelli dai pappagalli a gufi ad aquile, era allucinante che perfino i ragazzi, i veterani, trovavano difficile vederli legatissimi,  che aprivano la bocca o il becco per urlare dolore e disperazione. Si agitavano, scuotevano ma erano lì ad urlare per ore e ore finchè a volte non svenivano per riprendere ancora e ancora. E questo per verificare le risposte nervose e del dolore, dopo che avevano studiato quello dei pesci. Si, anche i pesci subivano come le gabbie in fondo all'oceano per tenerli in cattività e crescerli per venderla.
 Lia aveva raggiunto il limite sentnedo gli acuti strazianti degli uccelli uscendo e sparendo chissà dove. L'avevano trovata in uno dei settori liberi per i cavalli in compagnia di Bluegrass che brucava vicino a lei, seduta a terra, tenendo tra le braccia le ginocchia. Quando le si erano avvicinati aveva lo sguardo perso e sembrava in preda ai momenti neri,  quando i ricordi e il dolore del passato la assalivano. Ma non fino a scappare e andarsene in un posto,  fissa come una bambola.
lei non piangeva mai, mostrava un ventaglio di emozioni, sfaccettature di tristezza, rabbia, rancore, solitudine, abbandono, incapacità e molto altro con espressioni più vivide e differenti degli altri. Ma non piangeva, era raro che piangesse. E quando mostrava simili espressioni, significava che qualcosa si era rotto in lei. Se invece di compostezza e freddezza sembrava come ghiacciata i un istante senza reazioni, era stato troppo.
 Dopo averla chiamata, con gli cchi spenti come sempre, lei disse che sentiva benissimo e voleva essere lasciata sola. Milan le chiese se avesse bisogno di qualcosa e lei domando, più che rispose, che bisogno cèra di portare quegli animaletti, piccoli o grandi che fossero, a quel tormento per giorni se non morivano dallo shock, solo per testare il cervello e le sue risposte. Tempo prima era stato elefanti, poi orsi e mammiferi marini per cure cinesi, che lei voleva bandire.
 Non bastava, chiese ancora, i test normali che si fanno con le api e topi nei labirinti? Quelli li approvava più di quei piccoletti strettissimi e disperati mentre subivano quelle cose. Aveva già sentito esperimenti su pappagalli e parrocchetti, uccelli amazzonici, merli e altri che sapevano riprodurre parole e pensieri quasi umani e volevano studiarne il cervello per capire come si erano evoluti. Famoso era il pappagallo che capiva centinaia di parole e più e chiese di che colore fosse.
Lia sapeva e aveva visto come fossero tutti bucati e sezionati, aveva visto e sentito come stavano parecchi tipi di animali negli anni per le pubblicità di grandi organizzazioni animaliste. ma sentire urlare a quella maniera animali vari ma anche aquile, gufetti, uccelli vari l'aveva portata quasi alla follia. Di muovo Milan le chiese se avesse bisogno di qualcosa e lei rispose che voleva fermare quelle cose. So bene, continuò, che molti animali oggi sono possibili a cure e salvezza per studi su altri animali. Che lo studio dei prob lemi al cervello potrebbero salvare umani e altri animali ma...Ma dopo come vengono portati al macello gli animali, come sono trattati, esperimenti troppo invasivi e... come diavolo riuscivano qauegli scienziati a stare per ore a sentire quegli strilli allucinanti,  se a lei aveva fatto quell'effetto?
Continuò dopo qualche secondo affermando che aveva già provato qualcosa del genere, non a quegli effetti e anche ancora dopo parecchie ore aveva come un fantasma a tormentarla, quei rumori di scuotimento che facevano e gli acuti... ogni volta che sentiva gabbiani o gatti che urlavano vicino a casa sua, perchè erano ovunque, sembravano urli di donne o comunque acuti urla di dolore. Si azzuffavano, facevano cose e li emettevano e le veniva istintivo, come se conoscesse qualcosa del genere, sentirsi male da voler solo stare sola e superare a modo suo la cosa.
Non riusciva a trogliersi dalla testa quelle urla uccellesche e quei rumori dei trespoli a cui erano legati mentgre cercavano di divincolarsi ma non potevano. Aveva bvisogno di tempo, voleva del tempo per metabolizzare questo ennesimo schifo umano. Ripetè che sapeva che molte volte era per salvare altri animali, ma quel tipo di esperimenti invasivi, dove portavano per le cure? Era necessario farli stare così per ore o giorni senz aprovare rimorso o dispiacere in quanto urlavano? Elettrodi di vario tipo bucando ossa, organi...
Milan le rispose che loro stessi facevano esperimenti, ma non lo  fece finire. , gridò lei, -una posso dire è non fate su consenzienti ne tu david continu a urlare senza guardarlo mai prendete la gente di peso o rapite dalla strada tanto interessano nessuno li usate comecavie voi almeno siete pi umani giurami oltre fare qualcosa per gli animali vari le strade trovati feriti farai queste come possibilmente definirle sosteniamo organizzazioni animaliste aiutiamoli nelle loro battaglie riesco credere che al fuori dei clicli naturali feroci madre natura ci possa essere questo url portandosi mani sulla testa ho provato simile sopratutto due volte una quando da piccolissima dovessi stare con mia zia nonna andarono cavolo cimitero sapevo all'epoca se ricordo male andavo alle elementari esistessero bambini morti credev solo i vecchi incidenti tv e ma poi mentre facevano cose mi fermai davanti parete immensa piena foto date ero piccola avevo capito quanto fossero piccoli et e...non riuscivo crederci so perch venne oggi chiudermi in me iniziai star poco bene rispondevo quelle cretine io rimasi turbata cosa era morte quella diceva anche si moriva trattarono rimproverono ore vedere capire stavo malissimo dentro=""-
Qualche tempo dopo vidi alla tv un cartone animato dove cèrano due bambini uno un poco più grande dell'altro, che erano soli a casa. Chiamavano, urlavano, chiedevano dove fossero i grandi ma non cèra nessuno. E si vedeva loro che cercavano di trovare del cibo o qualcosa di cui avevano bisogno in casa,  e io allo stesso modo di sentii male così tanto, ma senza volerlo, che finivo così, e mi misi sul letto. Mia madre urlò come sempre sa fare,  perchè sporcavo il copriletto, ma io mi sentivo male. La sera quando mio padre tornò micontrollò la febbre e avevo la febbre e invece delle domande giuste cfome quelle due cretine al cimitero, risposi io a una che chiedeva solo come andava che avevo in mente quel cartone. Che cèra qualcosa che mi aveva distrutta dentro, ma no nsapevo cosa. Basta, loro non vedevano e sentivano niente. Dissero solo che i genitori ci sono sempre, ma per me erano persone con cui condeividevo la casa, ma quella mancanza che si trasmetteva da quei bambini per mefu così grandi che era come se avessi terrore che qualcuno in particolare potesse non esserci con e per me.
E poi quegli animali... mi sentii come oggi come stordimento quando mostrarono fattorie di pellicce e quelle bestioline così strette a ciambella che sembrava innaturale, che tremavano  come disperati sotto l'acqua o la neve, mugolavano di sofferenza e io ancora oggi mi domando perchè tutto questo,  e perchè la gente non riesca a dire no, basta. Questa cosa no, è possibile.... -in un mondo in cui non pensavo a niente perch avevo scopi ne altro nessun futuro nessuna prospettiva desideravo almeno qualcosa per gl ialtri se si guarda epr le altre persone ci sono innumerevoli opzioni ma è tardi mi accorda che dicevo sempre stessa di ricordare una la rabbia l'odio sanno bruciare brillare pi dell'amore queste cazzate il passato pu desiderare cambiarlo errore deve solo scegliere scelta chiave del tirarsi su maniche sporcandosi mani cambiare l'avanti...una aprire porta trovare prima volevo dare quel poco chi possedeva terzo proprio angustiavo vivevo mentre altri meritavano perivano da ho visto sentito ora metabolizzato cosa desidero scelgo l'opzione avvampare nel mio odio rancore desiderio giustizia porter con me anche costo dannare anima loro come lo sar mia tutti coloro danneggerrano questo vi abita merita e far vibrare quelle stesse voci agonizzanti nella testa li ha create=""-alzandosi....

"Lia" domandò alla fine dopo il ricordo "Posso capire il tuo ragionamento ma..."

"Quante volte si sente dire che qualcuno non vuole vedere il corpo di un parente per non ricordarlo come in quell'ultima volta, ma come si conosceva? Bene, io no nvoglio esser ricordata per ciò che non sono. Io sono i lfrutto di ciò che la gente ha plasmato in me. La vera me è morta tanto tempo fa. Fa in modo che come ricordo, se proprio vuoi, sia la continuazione di cosa ho iniziato..."

"Intendi far paura agl iscienziati che sperimentavano su quegli animali che teniamo chius, i possiamo dire per sempre , come punizione e che tu tormenti, facendogli venire u n coccolone al giorno, comparendo dietro i vetri con sguardo cattivissimo e carognissimo? O le tue minacce  di comparirgli in qualunque momento e fare come la strega degli incubi,  che provoca la paralissi del sonno e resta a fissarli negli occhi seduta sul letto? o in un angolo..." fece lui sorridendo per poi spegnerlo vedendola sempre triste.

"Fai come vuoi ma non fermare mai nulla che possa salvare animali dai maltrattamenti, esperimenti terrificanti come quelli, la tratta di animali e umani per guardagno... ogni cosa che ho avviato. Non voglio più snetire quelle urla terribili con queli occhioni sconvolti apertissimi e le convulsioni... no, per favore. Fallo finire. Quella gente è finita nei sotterranei a sperimentare per noi come salvezza dallo schifo che gli sarebbe piombato sopra,  e l osanno. A quei due con cui abbiamo iniziato è finita che ovunque scappano, la gente li riconosce e li vuol menare... con quale freddezza si può prendere un animale debole e indifeso nelle tue mani e fargli quelle cose? O non vedere la gente finita  per strada come fosse un niente o fargli del male,  perchè ritenuti spazzatura per la società? O la gente come me non maschio o femmina,  che non vuole sposarsi o avere figli o essere semplicemente gay... il non riconoscere animali e persone. La scienza e il progresso io li condivido finchè non si torni agli esperimenti inconcepibili che sembrano da inquisizione. Si dice che da quelle torture molti dottori abbiamo imparato molte cose sul corpo umano, chissà come mai... ma resta il fatto che è da tempo che si dice che si possono sviluppare organi in vitro e... so che non è la stessa cosa di un organismo completo ma basta! Siamo qualche anno dopo il duemiladieci e abbiamo creato molte cose che possono aiutarci a studiare virtualmente e digitalmente le cose. Niente più sofferenza ne animale e ne umana, ma anzi dignità e riconsocimento che ogni persona anche se appare diversa, è una persona. Basta bullismo, trattamenti inumani... "

"Quindi..."

"Quindi dimenticati di me. Conserva solo le mie azioni verso gl ialtri, quella Mano che io non ho avuto tesa. la gente dirà che nonostante tutto io sono indegna e ingrata per il poco che avevo... non è così. Se avessi vissuto tra persone con cui me la intendevo, che sentivo vicine dentro di me in primis e non come estranei fin dalle elementari,  per cui no nprovavo nulla, che mji trattassero in modo diverso,  ti giuro che non sarei stata quello che sono oggi. Mi si arrivava a dire che ricevevo da loro cosa meritavo... meritavo! Cosa meritavo? Che persona sono allora?"

"Smettila con questi discorsi, perchè..."

"perchè sarebbe lecito chiedermelo. Ma ormai basta, se chiudo gli occhi la mia mente parte con la dissociazione con tute le cose negative che mi sono venute in mente parlando con te. Questa musica, straordinaria, il potere di un gruppo di perosne con degli strumenti, di far provare queste cose è... straordinario. L'umanità sarebbe stata davevro meravigliosa senza religione di odio e morte,  e la brama del denaro e potere. Per colpa di bullismo e società quanto non ho vissuto e quanto mi pento dei rimorsi che mi venivano,  se volevo comprarmi qualcosa da mangiare dopo tanto tempo per togliermi lo sfizio,  ma poi avevo il terrore che mi facessero i cazziatorni soliti e... mi sentivo uno schifo pensando che io desideravo qualcosa di buono come una pizza, un gelato e poi cèra gente che non aveva soldi per mantenere in casa almeno la corrente elettrica. perchè ad oggi ci sono ancora... e mi domando io chi sono,  per provare queste cose e cosa sono, una eprsona buona o catrìtiva. Egoista o pretenziosa o... non lo so. Ma so per certo che il mio non riuscire a trovare un pò di pace e felicità qui, con cosa posso avere... non merito di essere ricordata perchè sono stata si debole, ma per paura. paura di non essere all'alteszza, di essere un peso, una vergogna e ora guarda cosa sono. E poi si lamentano dei teppisti e coglioni..."

"Lia..." fece lui dolcemente ma lei lo fermò

"Se tanto vuoi ricordare, allora ricorda Jd, ricorda cosa serve. Il cuore delle persone. Anche quando me ne sarò andata, tu ricordarai di aver fatto tante cose con me,  sia per cambiare te e gl ialtri, sia il mondo. La Lia con la quale hai trascorso del tempo non ha vissuto, alla fine invano. Ma solo perchè vi ho incontrati. Quel giorno, con quella tuta e quel tatuaggio in mano, io ho scelto la chiave per cambiare, ho trovato i lcoraggio di fare cosa non riuscivo a causa dell'abitudine di una vita per me ingrata.Per la paura di scappare e sapere che guardando indietro mi odiavano.  Ricorda il tempo, Jd. Quello che scorre e si perde, e non si può più riprendere. Si, anche le scornate con Alaric, o cosa hofatto a quella gente. Il tempo è cosa distingue la nostra esistenza, su questo mondo, da tutto il resto. per l'universo noi siamo solo istanti, baleni di un concetto di tempo per lui eterno e immutabile. Lampi che poi scompaiono e niente, ne compariranno altri ma non saremo noi. COntinuo. perpetuo. QUante migliaia di esseri sono apparsi su questa terra definiti umani, eppure solo alcuni hanno lasciato traccia di sè, per davvero, per non finire in quel vortice di continuo ciclo che è la vita, settorializzata da noi in mesi, anni, decenni, secoli... La gnete pensa che continuerà a vivere per sempre nei discendenti, peccato che nel dna si è parecchio stretti direi, con tutti quelli che hanno fatto zump zump solo per assicurarsi una discendenza. Quando il mondo più della discendenza, ricorda la persona in sè?  Donne e uomini che hanno cambiato il mondo con i loro sforzi e personalità, che hanno vissuto ed esistono sulla bocca di tutti più di quanti figli hanno fatto. E una valanga che sono spariti senza traccia perchè credevano all'idea di immortalità nella discendenza ma poi puff, spariti dai ricordi e pure dai cimiteri,  per far posto alla marmaglia che hanno contribuito a far nascere.Con le loro bare se non depredate prima, con le ossa rimaste rotte e buttate in urne. Ecco cosa sono stati, polvere invece di fare cose grandi per il mondo e l'umanità.  E di loro nulla... ora sono io a voler sparire, perchè non sono io completamente e per davvero. Ma se vuoi ricordare, lascia nella tua memoria i gesti, le azioni, il tempo che ha lasciato materialmente le mie tracce in cosa ho fatto e prosegue. Questo è ricordare... e se vuoi tenere quei dipinti e foto, fallo, magari metti in sottofondo Happy Birthday di quel gruppo synth rock che mi fa andare,  come Blue, là dove io sarei stata qualcosa. Tra qualche anno magari la gente che ho aiutato no mi ricorderà come viso o nome, ma mi auguro che gli effetti delle mie azioni perdurino. Per me questo è più di figli e nipoti... mentre tu sei più per affetti e famiglia. Scelte, ma ricordati che il dna non è tuo al cento per cento, mentre cosa sei nell'anima, se ci credi, si... resta nelle cose e cambiamenti..."


"No, ROger, secondo me per una statua moderna il solo attrezzi elettrici è triste. Certo è facile, magari per rifinitura, ma Donatello,Michelangelo Buonarroti, Benvenuto Cellini,Gian Lorenzo Bernini e Antonio Canova hanno lavorato a mano le opere più grandiose e straordinarie ancora esistneti. Sono una bellezza e perfezione artistica senza pari, a mano con strumenti manuali e non facilmente con segherole... andiamo. Capisco che oggi è normale lavorare più con elettrico che con strumenti a mano,  ma qui abbiamo orefici e scalpellini che da quei bulini e altri strumenti, lavorano ancora a mano gioielli inarribili a macchina. Vuoi davvero seguire la velocità ma esser meno di loro, se hai tanto talento?..."

la parte a destra del trittico prevedeva un gruppo di musicisti con vari strumenti, come violino e violoncello, flauti traversi di varie dimensioni,a volte usati dagli stessi nei cambi di spartito, e uno strano strumento che sembrava un pianoforte ma era più piccolo e decorato come un quadro di nature morte.
L'altro lato, a sinsitra, cèrano dei soggetti seduti come gli altri ma senza struimenti, avevano fogli in mano, uno un tavolino secco e alto dove pareva scriveva e altre persone. E alcuni di questi parevano cantare e recitare qualcosa, mentre altri scarabocchiare e o disegnare e prendere appunti.l.

I membri laterali del trittico si erano accorti dei nuovi venuti, compreso il violoncello che in quel momento era l'unico a suonare qualcosa che a Gask pareva non lamentoso perchè era solo i ltimbro dello strumneto, ma vivo e allegro. Con quel modo che aveva quello strumento di dare ai brani un sapore quasi pesante. Per lui era così, se il violino sembrava acuto e spumeggiante, su di lui il violoncello era malinconico e il tono basso anche in pezzi allgri e giocosi sapeva di... come spiegarlo? Fu interrotto da Jd che parlava, che fece voltare Kianta dal suo strano divanetto, con disappunto, che era troppo intenta a godersi la musica. mentre lei fumava Gask si chiedeva come avevano fatto i ragazzi e rendere quella pipa divisibile facilmente unita con un colpo secco e Lubo rispose che era grazie a sezioni a incastro e a una mollache ritornava in asse, avevano studiato la cosa tanto e ci erano riusciti, non usciva nulla e bastava un controllo ogni tanto che fosse sempre in funzione.

"Scusa se interrompo i pochi momenti di vacanza che ti prendi e solo quando ospiti questi artisti ma... cè una persona per te"

"Ma io non aspetto nessuno, ho chiesto loro di accettare di esser qui a proporre i loro brani inediti, o pere, quelli che preferisco o le le loro performance proprio perchè non ho impegni. Alcuni di loro stanno anche componendo e altro adesso,  ispirati dalla cosa, chi è che si prende la briga di piombare qui senza avvisare?"

"Veramente ha avvisato, ma ho preso io la chiamata e..."

"Gli appuntamenti si chiamano così perchè prevedono un accordo antecedente di almeno qualche giorno, o un giorno prima, indicando luogo e orario. E adesso che devo fare, lasciare soli i miei ospiti? Che Ospite sarei nei loro riguardi?"

"Lo so, scusa, ma la persona che deve arrivare non...non puoi liquidarla così" attrando la sua attenzione, che strinse gli occhi.

per parlarle Jd si era portato accanto al divanetto, ma un pò distante e Gask si chiese se avesse paura che lo picchiasse con la pipa. per la lungheza di questa,  poteva. Vedendo quanto fosse urtata dall'apparizione di tutti loro, compreso il tizio che odiava ossia Gask, Jd cercò di prenderla per il verso giusto proponendosi di mostrare ad alcuni di loro le sue abilità, ma in primis far vedere loro che anche allo Chateu potevano esserci soggetti meritevoli. Fu così che prese dal mobiletto che veniva tirato fuori con molti strumenti per gli ospiti, se no navevano il loro, una chitarra classica e e prese a intonare gli accordi che aveva strimpellato all'inizio quando si annoiava. Sentiti da Kianta, li aveva migliorati fino a renderla una base dvevro bella. Almeno a lei piaceva. NOn vi era un titolo, ma la considerava con il nome di GemBee, inquanto a lei piacevano le api e si diceva che ai fiori piacesse la musica e li stimolava. Così per ridere tra i capitani nel loro angoliuno nel bosco, fu sempre intesa come gl iaccordi di Jd, la GemBee, nome che venne a caso mischiando più cose.
Veniva definita un pò pop rock e funk rock e lui lo faceva sempre con chitarra o basso,  e si stava spostando sul soul , smooth jazz per curiosità visto che nsuionava di rado. Ma a Kianta quel brano piaceva parecchio e come per altre cose nelle feste, la suonava tanto.

"Mi auguro che la persona che ha osato interrompere un pò del mio svago e aiuto a perosne che davvero meritano considerazione" disse lei mentre Jd stava finendo,  e uno dei musicisti si congratulava ..."valga e sia di prim'ordine, perchè altrimenti sarò molto irritata. Non accetto che mi si scomodi per un omuncolo come quelli che si mostrano untuosi con il Leader..."

"Credimi, quella persona ha necessità di incontrarti ed è una di qauelle che merita un benvenuto formale. Viene direttamente dalla sua Casa della Seta di parigi e.." posando lo strumento

"AH! Quella persona..." fece lei comprendendo chiaramente che parlava della Casa di Madame,  ma usando il nome di quella che avevan o da loro, per non rivelare quella privata e sotto silenzio della donna. Lei commerciava in piacere e desideri, aveva un suo nome particolare ma stavano attenti davanti a vari ospiti, sempre che non la conoscessero, a rivelare il nome reale perchè potevano cercarlo online per curiosità, "Capisco allora che è doveroso che io le mostri il nostro miglior benvenuto. E che mi cambi... Comprendo, granzie dell'avviso in questo caso" mostrando però come titubanza e dubbio sulla presenza della donna così all'improvviso.Kianta sbuffò con eleganza, si alzò sempre in un certo modo, ma dopo aver battuto in una ciottola apposita sotto, in un angolo  del divanetto e fronteggiò Jd quasi alla stessa altezza, essendo questi poco più alto di lei naturalmente,  ma lei portava dei tacchetti di qualche centimentro. Guardò gli ospiti presenti "in quanto a voi, sarei lieta di ocntinuare dopo,ma comprendo che dovrete tornare a casa vostra, sempre che non vogliate fermarvi di più, anche se sapete che potete usare internet e telefono solo da nostri apparecchi..."

"Per noi va bene fermarci, se va bene. E per qualche giorno non è un problema, se possiamo almeno chiamare a casa per dire che è tutto ok" fece uno, seguito dafgli altri c on assensi di testa e a voce

"Allora sarò lieta di avervi come ospiti, dimorerete in una sezione della tenuta per gli ospiti, è appartata e tranquilla. Jd, dopo accompagna o dai l'incarico a qualcuno per condurli alla baia dei cigni per cortesia. E Hyacinthe..." disse a un giovane uomo della parte sinistra del trittico "mi piacerebbe vedere i tuoi bozzetti dopo e condurti all'esposizione dove tieniamo le opere moderne e non. E per moderne intendo come età o anno  di realizzazione, non stile. Ho apprezzato il tuo, di stile, molto vicino a  Francisco de Goya, e mi piacerebbe finanziarti perchè tu continui e migliori maggiormente. Inoltre abbiamo a nostra conoscenza molte persone che sarebbero interessate a dei ritratti, magari potrei anche intercedere perchè tu continui lavorando per altri. Intanto sono grata per i tuoi schizzi e il tuo interessamento per alcune opere...."

"La ringrazio, è molto gentile..."

"In verità i o non sono gentile. Io promuovo la bravura, le capacità, quelli che molti chiamano Doni di nascita... senza l'arte, la musica, i libri di vario tipo no nsaremmo qui... io dono aiuto e sostegno a persone che possono dare molto con ciò che hanno. Voi cantanti, musicisti, compositori, scrittori, artisti, siete solo alcuni, cè un altro artista che per capacità sembra seguire la scuola di Jacob Ferdinand Voet, poi scrittori di lettere, poesia, e..."

"Mi perdoni, i nostri lavori... insomma, cosa ne sarà di cosa produrremo?"

"Semplice" rispose lei alla donna con fogli in mano "Le vostre opere avranno sempre il vostro nome e i vostri diritti, ma sarete conosciuti tra persone che apprezzano cose che ormai sono definiti . Anche voi, Letizia, siete drammaturga e scrittrice e scrivete per opere teatrali... create un capovolaro e noi vi finanzieremo perchè sia messo in scena all'inizio  tra persone amanti dell'opera e spettacoli... per tuti gli altri, la medesima cosa. Ora, se volete scusarmi,  ma ho un altro ospite che necessita della mia presenza, voi continuate pure. Kovacs, Zidgi..." ma non la fecero continuare, perchè tutti e tre uscirono dsal padiglione e restarono con gli ospiti per poi condurli, se jd no poteva, quando lo avrebbero desiderato, alla baia dei cigni. QUindi si avviò con la pipa tra le dita, facendola roteare, lamentandosi con Jd.

"Io trovo disdicevole presentarsi con così poco preavviso in casa d'altri, sapendo quanto lavoro cè da fare...e tutti hanno necessità di qualche ora libera. Era da tempo che non ricevevo più artisti in generale. Cè mai possibilità di pace?"

"Ma smettila, fai la bella vita e pure ti lamenti... quella donna lavora più di te" sbraitò Alaric nel mezzo del gruppo e Kianta non si voltò,  ma come faceva sempre teneva solo la testa di profilo, con gli occhi verso la persona, con segno di disprezzo sul viso, ma non disse nulla, finchè non furono dietro lo Chateau. Ppartendo dal Padiglione si seguiva i lcamminamento lastricato arrivando al giardino interno chiuso da muro e cancello, e chiese loro di fare il primo benvenuto, mentre lei si preparava.

Jd sospirò e partì' per il lato anteriore dell'edificio, un pò un'impresa vista la grandezza dello stesso. Quando giunsero nella parte anteriore, iniziarono a correre perchè si intravedeva già per la strada una macchina. Arrivarono verso il portone della facciata mentre questa faceva una manovra per portarsi di lato, con le portiere verso di loro. Si trattava di una  Bmw M4  di fascia alta versione di punta della Serie 4, uscita qualche mese prima  e che Madame aveva comprato con i proventi nuovi degli Accordi. Si trattava non del lavoro base che già lei amminstrava, ma tutta la parte proposta da Lia per introdurre quel più , che permetteva loro di presentare servizi particolari e solo per determinate categorie di persone,  così da entrare facilmente in certi luoghi, tramite il millenario potere della .
 L'idea le era venuta in un video dove si vedevano spettacoli molto ma molto osè,  in una stanza enorme con un palco, tre sedie enormi che parevano troni e una platea. Una donna faceva spettacoli sul palco davanti ai tre sui troni e alla platea e veniva presentato come un momento rubato a incontri massonici e cosa vi avveniva. Cosa fare quindi per avvicinarsi a gruppi e associazioni del genere? Proporre non solo quello ma altro che loro cercano. Gli stessi bibliotecari e bramini, i migliori che avevano inglobato nell'associazione, erano specilisti in libri antichi, rari, perduti, lingue antiche e morte che per problemi finanziari non lavoravano più o con minimo reddito, con degli obblighi e clausule che per le informazioni che avevano, era vitale che stessero tranquilli. Ma la vita allo Chateau a loro piaceva, venivano a contatto con testi ed edizioni che anche solo sognavano, amavano tradurre, leggere, scoprire e non avevano intenzione di tornare indietro. Ed ecco che come disse Lia, bastava dare alle persone cosa volevano, rendere la looro vita come la sognavano, e oltre la gratitudine non vorranno andarsene. Certo, dare sempre un occhio o megli o due era meglio, ma con loro e i testi pregiati e le consocenze, era possibile incontrare soggetti che volevano avvicinare ma per altri era impossibile. Di collezionisti ed estimaqtori cèra pieno il mondo,basta trovare il in che cosa lo fossero...

E con Madame, altra possibilità. Facendo prove con le due Case che avevano allestito, ci si era spinti più in là, presentando spettacoli di stampo antico della tradizione sessuale francese come il francesissimo Mouline Rouge e il meglio degli anni d'oro del novecento,  e l'altra faccia della stessa medaglia ma diverso, il Burlesque,  che giunto in francia dopo l'america, era diventato sinonimo di spettacolo erotico più decoroso. Se il primo francese era inteso in maniera più volgare, più propenso a ringalluzzire ogni persona che trovasse divertente ed eccitante quel tipo di intrattenimento, il secondo arrivato di terza mano in francia e divenuto quel che si conosceva per questo, era più ritenuto sensuale e  profondo.
Il Burlesque più che l'altro, aveva inizato ad apparire in feste private e particolari prorpio perchè dava,  senza eccedere nell'eccessivo, un vedo e non vedo meno buttato in faccia rispetto al famoso mulino rosso che era sempre stato sinonimi di mecca del peccaminoso,  con danze iconiche di sessualità e divertimento spinto. Infatti gl ispettacoli erano diversi e di natura differente per le due categorie e avevano permesso a Madame e Milan di aiutare donne e uomini, perchè cèrano spettacoli per donne, gay e altre categorie, a trovare un lavoro senza vendersi come i servizi di Madame, salvandoli dalla miseria, strada, e il peggio che accadeva. Vi cerano ovviamente contratti appositi come gli altri, enon solo ballerini ma tecnici e specialisti per le performance visive,  con clausule e obblighi. Ma quei progetti avevano aiutato persone, avevano permesso alla Raccolta, oltre le varie persone salvate e indirizzate verso vari settori dell'organizzazione, di creare professionisti che potessero brillare nei salotti, feste e incontri particolari organizzati segreti, da essere a consocenza di più persone e interessare. Così da essere inseriti dove serviva.
Per ridere Lia diceva sempre a Madame quando all'inizio c he cèra ancora, alcune persone erano state prese all'amo, che -le lucciole hanno brullato cos intrensamente da attirare il re=""-. Nel senso che i membri di quelle categorie avevano sbaragliato contro altri gruppi che venivano chiamati per quegli incontri, da aver richiamato con la loro luce l'attenzione delle persone giuste. E per non farsi mancare nulla erano specializzati anche in spettacoli e danze ispirati a popoli antichi.
Milan stesso  organizzava feste a tema, con abiti in stile antico in base al periodo o tema, come un carnevale da sogno fuori stagione, molto apprezzate e frequentate, dove inseriva quei corpi di ballo, cantanti e artisti che impressionassero le persone gisute da consigliarle ad altre.

"Una donna che sa dare, può entrare oltre il possibile per altri" soleva dire, per poi però specificare in tono amaro "Seppur, ammettiamolo anche s eper loro non è così, è pur sempre forma di schiavismo in un certo senso. Anche se pagati e trattati con rispetto che mai prima, le vostre ragazze come questi nuovi artisti che lavorano per noi, non sono altri che mezzi per giungere a un fine. Non è forse schiavimo? . Rabbrividisco ancora ora per questo concetto ma è la verità, e anche s eio mai lo avrei fatto, meglio la morte, a volte mi fa male vederli andare in mezzo a gente che sembra e si comporta in un certo modo da meritare quasi rispetto e ammirazione, e poi cosa fanno e a cosa presenziano di nascosto... odio questa gente e noi che gli mandiamo persone migliori...mi fa male, ma Milan dice che chi lavora per noi come tutti gli altri, preparano le basi per il cambiamento e che, anche se con contratto, vivono come Signori in confronto alla società lò fuori. Ma basta, ciò?"

"Non ti angustiare, mia cara" rispondeva tranquilla Madame "Le mie ragazze, e ora ragazzi, sono tutti professionisti che fanno quel mestiere perchè amano cosa fanno. Non per necessità, per obblighi o bisogno di denaro. Anzi, dopo che hai loro parlato, si son decise a prendere parte dei loro guadagni, davvero buoni, per aiutare ragazze e donne in difficoltà. Tramite i vostri centri informatici sono stati scoperti molti soggetti che in chat sexy, siti porno o altro, lavoravano per bisogno. Di nascosto anche, per arrivare a qualcosa a fine mese senza dare dispiacere.... Così avendoli contattati e aprlando con loro privatamente, si è potuto catalogare chi aveva encessità di denaro e avrebbe voluto smettere , ma non poteva,  e chi... adorava quel che faceva. Così le ragazze ogni mese fanno una colletta per aiutare le altre che soffrivano nel fare quel mestiere perchè possano studiare, mantenere un caro malato, pagarsi cose necessarie e avviarsi a un lavoro più decente e giusto. Sono rimasta impressionata dalla cosa, ma se quelle ragazze aiutate riescono, puoi ritenerti soddisfatta e andartene senza rimorsi, almeno alcuni di quelli che avevi..."

"Solo una minima parte,  l'altra... verrà via con me. Mi auguro che questi aiuti per chi ne ha bisogno e soffre nel... fare quel mestiere siano continuati dopo la mia morte. E che anche voi, Madame, che facciate qualcosa per chi è stato meno fortunato" facendo ondeggiare il vino frizzante rosso e lucente nel suo bicchiere, guardandola negli occhi

"Ovviamente. COme tu hai chiesto, ho devoluto parte dei nuovi guadagni in borse studio di vari tipi per  ragazzi che ne avessero bisogno... tramite le persone che si occupano di questo che avete mandato in giro, ho scoperto molti ragazzi e ragazze che mai potevano studiare per povertà, disagi familiari varie e... continuerò. Permetterò a chi non può, per evitargli una vita di vendita del corpo, e dar loro dignità, come come la vedo in me, nonostante il mio mestiere e quello delle mie ragazze non è molto ben visto. Almeno, i perbenisti. Molti altri invece, seppur fingono di essere brave persone, rette, religiose poi... invece hanno più fantasie, desideri, voglia di provare degli altri. Come si dice? Più costringi una persona in una gabbia per l'apparenza e la religione, più quella cercherà di scappare e diverrà, come dicono molti clienti, un troione da combattimento, anche se lotta con se stessa per nasconderlo. Ma chi vive oppresso senza modo di sfogare cosa è,  finisce per scapppare e fare tutto ciò che gli era proibito senza freni. Ecco perchè capisco il tuo malumore per le famiglie. E poi la superstizione... come è andata con le prime maledizioni, Veròna..." sorridendo.

"Ah quello... è divertente. Ieri ho dato a uno stronzo strozzino un ultimatum, o cambiava metodo o avrei reso lui parte del Gioco. E il gioco è non schioppà... a parte gli scherzi, gli ho detto che se vuole continuare a vivere deve fare una cosa dopo domani, da solo, senza i suoi uomini o era squalificato per dimostrarmi che è una persona del fare anche con le sue mani, non fare lo stronzo con i muscoli degli altri... devo dirle quanto si son bagnati i pantaloni o sorvoliamo? Ah, e grazie per quella casetta isolata un pò abbandonata. Ottima per essere la dimora della strega, già sulla bocca di tutti, che abbiamo modificato parecchio con varie trappole, camere, proiettori ect ect dove io giocherà per gli stornzi che vogliono farmi paura, un Gioco che prevederà o la loro vita o un numero proporzionale di dita mancanti... devo decidere..." sorrise carognamente, mentre Madame la scrutava.

Sedeva secondo galateo, le gambe perfettamente allineate,avvicinando ginocchia e caviglie, inclinando leggermente da un lato, a prescindere dall’abbigliamento che si portava.Come  Madame indossava sempre tailleur e completi di gran gusto, non poteva non sorridere nel vedere lei vestita quasi allo stesso modo e cosa appariva.  . Quando era a , indossava sempre gonna un centimentro sopra il ginocchio, uno stile classico ma di taglio moderno, con colori che la risaltravano e si adattavano a lei. E come Milan erano sempre abiti fatti su misura da ottimi sarti sia francesi e italiani. Il motivo per cui  andavano d'accordo, riguardava il modo di porsi. Per i lsuo lavoro Madame era una psicanalista e psichiatra. Per davvero. Grazie ai proventi del suo lavoro prima e poi come Madame, era stata in grado di studiare e laurearsi, mettendo in pratica le sue doti naturali co lo studio, così da osservare e cogliere elementi utili per servire al meglio i suoi clienti. Che non erano solo uomini, ma anche donne, gay, lesbiche e chiunque volesse dei servizi di accompagnamento e come la chiamava lei, che soddisfassero ogni tipo di persona con il personale giusto in un ventalgio di soluzioni interessanti. Sapeva trattare le persone senza giudizi o commenti piccati e offensivi, anzi portava la verità in modo elegante ben studiato, era verace all'inglese, come soleva dire. Appariva professionale, educata, come la Regina Elisabetta come rideva sempre Milan, sapeva come porsi alle persone per tenerle come clienti e sorte di amici.
L'amicizia, se così di poteva chiamare, tra Lia e Madame era il risultato del carattere della prima che preferiva le persone come la donna con cui conversare, studiare piani, scoprire cose. Non si somigliavano come carattere, Lia come un lupo pronto a scattare, in una calma prima della tempesta, con umore regolabile dal fastidio che altri o le situazioni portavano, calma e riflessiva ma pronta a scoppiare con uno sguardo come se vedesse una cacca che aveva insozzato il pavimento. Madame eraq tutto l'opposto, non era donna d'azione o simili, e si divertiva a spiegare, raccontare e mostrare a Lia molte verità sull'intimo delle persone, molte volte nascosto con profodonda sofferenza a causa delle società, e tutto ciò che lei non conosceva per quanto riguardava la pratica.
Passavano molto tempo nel salottino con tè e pasticcini, o uscite insieme portandosi il pranzo o lo spuntino in scatole di cartone, per uscite nelle campagne inglesi o francesi a incontrare persone chiave. Madame mostava a Lia come si svogleva il suo lavoro e cosa e come lei si comportava in ogni evenienza. A volte però il carattere prepotente di Lia usciva, nel senso che le veinva spontaneo senza realmente volerlo ergersi ad elemento di testa di una situazione, e seppur con Milan la cosa funzionava, con persone che trattano Madame per sesso e piacere, il cercare di comprender equelle persone con domande e discorsi per studiarli, non sortiva lo stesso effetto. Si poteva dire che il cercare di Lia di comprendere motivazioni, sfoghi, interessi e desideri della gente discutendone con loro non piaceva a questi, visto che inizia una discussione in cui lei metteva il suo punto di vista e gli altri il proprio.
Poi, Madame l'aveva indirizzata su osservazione e studio direttamente nei luoghi di lavoro.
L'aveva condotta nelle Velvet room, le Silk room, le purgatory room, stanze adibite a tipi di diverse, sopratutto l'ultima serie  ispirata al purgatorio, destinata al bdsm e gusti particolari. Tutte quelle stanze erano nel sotterrano della Casa di Madame, già una costruzione bella grande e isolata intorno da un piccolo giardino che girava intorno, che garantiva privacy ma anche un sotterrano bello ampio, più della casa,  dove vi era l'ambiente vero e proprio del suo mestiere.
La casa aveva pian terreno e piano superiore. Era stata modificata in modo che al pian terreno vi fossero di Madame, ogni stanza era destinata a ricevere persone nuove o clienti soliti, con specifici interessi e prestazioni. Così IN base alle categorie delle stanze vfi era un piiccolo, elegante e comodo salottino, dove se impqagnhata, si attenedva qualche minuto, in base alla stanza lei sapeva il tipo di cliente che doveva incontrare e grazie a fidsate cameriere, serviva liquori o altro e dolci fatti in casa qanche all'inglesem, all'italiana e altri luoghi per farli snetire a casa. Al piano superiore le stanze erano predisposte come spogliatoio dove i clienti lasciavano i propri, così da tenerli puliti e lindi ed evitare sporcizia o ritrovarli con qualcosa indosso, la discrezione prima di tutto, e potessero fare odccia o un riposino prima di andarsene. Due ascensori, ricavati da due stanzini ai lati opposti della casa permettevano lo spostamento tra il primo piano e la sezsione nascosta al posto delle cantine. Un ascensore per scendere e l'altro per rientrare, con delle persone al piano primo o sotterraneo che gstissero e controllasero il flusso di persone e facessero da Virgilio per quei luoghi. Maq non era tutta farina del sacco di Madame. QUella casa era stata comprata e arredata con molta velocità da Lia per lei perchè potesse espandere il suo . Madame aveva già il suo edificio in un'ottima zona parigina, mentre quella casa era nella periferia metropolitana,mentre un tempo era considerata casa di campagna per ricchi. La casa era metà di Milan e metà di Madame e vi accompagnavano le persone che servivano a Milan perchè come diceva sempre Lia, qualsiasi mondo si vuol creare, ci saranno sempre persone che vorrano guadagnarci per sè, e a volte trattarle come con i cani con i bocconcini per vederli felici e scondinzanti era tutto.
Madame si divideva la giornata quindi tra i due edifici, e per persone imnportanti per Milan o le visite di Lia, le riceveva personalmente. E visite direttamente in casa dei clienti per un ambiente più a vantaggio di questi, dove proporre, studiare e comprendere altri modi per far interessare i clienti, sia suoi che di Milan.

"Il mio tempo sta per terminare Madame, ma voi lo sapete già. I cinque mesi sono quasi agli sgoccioli, grazie ai veterani ho imparato le cose che un tempo avrei tanto voluto studiare,  ma per mio padre era importante la musica, seppur mi sentissi disperata, sola e in un incubo, tra persone che vedevano che io ero inutile con essa e non portata... ho ancora gli incubi per quei momenti, sensazioni, quel mio sentirmi in un posto non a me adatto, alle persone che mi trattavano malissimo davanti gli altri perchè per far felice la famiglia ho sputato sangue quasi... e quando mi sono ammalata, la cosa che poi ha detto è stata  -perch è per sicurezza personale non fai qarti marziali=""-. Poi la gente si domanda come mai vengono attacchi omicidi dentro le persone sfociando nel disastro... quando non potevo ormai muovermi, se ne è uscito così, dicendo che mai mi aveva vietato prima... e ora che ho potuto studiare, imparare quello che mi necessitava anche per i test per David,  ma mi ritrovo con un vuoto, quel qualcosa di intangibile dentro e profondo e nero come l'universo,  e capisco che sono davvero troppo rotta per essere salvata, curata  o altro. Quello che mi preme è sapere ed essere sicura che le vostre parole non siano aria, che non si perdano nel vento senza restare un atto. Un gesto o atto è più grande e capace di smuovere e cambiare delle sole e mere parole. So bene che i soldi rendono stupidi quasi tutti, io per fortuna no, seppur usi i soldi che Milan di mette a disposizione per fare delle cose. Come questo luogo, la Raccolta, i cambiamenti. Ma è anche vero che senza il gatto, le cose tornano a prima che vi fosse lui, come i centri d'accoglienza per senzatetto e persone bisognose, che da luoghi di aiuto e sostegno dallo schifo che è la società cieca e stupida, cambiarono in luogo di business dove sono più in pericolo là dentro che fuori... ecco perchè molti hanno terrore ad andare in quei centri e preferiscono rischiare in strada. Molti si comportano come fuori di testa quando sentono che sono mandati  in quei posti, come se avessero subito o visto cose orribili. Ma dopo di me, chi continuerà la cosa?"

"Sono sorpresa anzi, di sapere che Milan non vuole tenerti ferma dopo cosa hai fatto a quella gente. Voglio dire, scoprire dai resoconti di polizia di un gruppo di disagiati che rapinano, facevano del male in autobus o per strada. E così ti sei finta un povera ragazza che camminava sola, anche se quei tre ti tenevano d'occhio e quando hanno tentato di fare qualcosa, li hai pestati così tanto e hai postato le loro foto e video online che secondo me se son scappati dalla città è tanto..:"

"meritavano di più ma MIlan mi aveva detto di fare le cos econ moderazione. Ho solo fatto sentire su di loro la paura e terrore che provavano le loro vittime, anche mostrandomi intorno a casa loro, e ho denunciato con tanto di foto segnaletica e info quei tizi così la polizia si decide a intervenire e la gente sa a vista chi sono"

"Però ancora oggi si portano dietro il rimasuglio del tuo intervento. Per non parlare di quei cattivoni di papponi, come sono rimasti e la liberazione di tutte le loro ragazze. Ma sei sicura che sia bene far sentire anche a loro il risultato del loro... come posso definirlo?"

"Far prostituire qualcuno a forza, drogando o picchiando o peggio, non ti evita il provare cosa significa essere di fatto violentati, perchè quelle ragazze lo sono, costrette a darsi ai clienti. E visto che molti stronzi pretendevano il lato B, che questi imprenditori sulla pelle degli altri provino lo stesso. E tutti i clienti sia nei telefoni che quelli che si appostavano prima e dopo, chiedendo loro di fingersi ancora signorine di strada per prendere la feccia... se lo ricorderanno a vita, visto che le famiglie, tutta, ha ricevuto foto e info con la scritta molto chiara del-facile rispettare o cercare di farlo le quando ci sono parenti altri che si possono violare se lui e voi continuerete a fare quello è visto sfruttare donne disperate abusate loro insilenzio senza denunciarlo cambiando modo ragionare in molti vedranno informazioni avete mano adesso ogni paese del mondo la prostituzione legale pagano tasse per pensione meritano rispetto chi continua mantenere i business quella feccia papponi solo perch danno qualche decina euro meno ve lo faccio il culo come un secchio  disse lia ridendo vedendo madame sospirava=""--  -

"Sono lieta che che adesso il mio mestiere sia legale e riconosciuto, anche per le ragazze. Tuttavia, seppur il mio lavoro, ritengo che sia un pò eccessivo che quella gente subisca su di se cosa hanno fatto... non è un pò eccessivo?"

"No! Un abuso fisico passa, come accade per le donne che hanno sfruttato. E se provo io terrore e paura per una simile cosa, cosa significa provarlo? Per questo voglio che loro comprendano sulla loro pelle cosa significa quel che fanno..."

"Come quando ti sei finta cameriera in alcuni hotel e simili, per verificare se le voci di abuso fossero vere, quindi vi fossero vittime?E che si, anche tu sei stata approcciata, per non dire peggio,  ma hai finto paura..." guardandola, mentre Lia aveva gli occhi calati dentro la tazza " e quei soggetti si sono ritrovati in ospedale in base a quanto hanno reagito a te, i tuoi atti e al tuo sguardo... spalle slogate, braccia o gambe o costole rotte, fino a pene con forti traumi per quelli che erano così folli da cercare di farti del male. Per quanto grossi e pericolosi, nulla è possibile se tu sei addestrata in quel modo. Peggio se tu indossavi quelle divise da maid da hotel e hai un reggiseno apposta con cui picchiarli o strangolarli. Ancora non consoco il funzionamento ma toglierlo velocemente in un secondo e usarlo contro di loro... ammetto che è divertente! Ritengo che sia molto pericolo, per gli altri, che tu abbia questo accessorio ma... il mio dubbio, mia cara amica, è comprendere quanto ti è costato superare il tuo terrore di essere toccata, oltre che avvicinata e dargli cinque minuti di vantaggio facendogli credere che tu fossi un povera ragazza debole. Hai avuto forza, ti ammiro"

"In verità" rispose lei, fissando sempre dentro la tazza "non è stato per n ulla facile, in alcuni momenti mi sentivo come quelle volte con Rò e una scarica di terrore mi percorreva le vene. Ma guardando quella gente schifosa in faccia l'odio, lo schifo, l'idea che per questi soggetti tu come donna non vali niente... è giunto prepotente, prorompente e il guardarli negli occhi mentre subivano, come le loro vittime, mi aveva fatto uscir fuori dal terrore. Non è passato, ma il solo  fatto che agivo per fargli molto male, ha aiutato. Ma non significa che abbia superato la cosa. Non accadrà mai più, il credere a qualcuno e poi trovarmi a dovermelo stacacre di dosso perchè pretende quello. Posson star freschi per me, mi è bastato cosa ancora mi porto dietro!"

"Tuttavia, se mi permetti di ricordarlo, quando tu sarai andata, nascerà un'altra persona. Non hai timore che questa possa..."

"Io lascerò il posto, anzi il corpo, ad un'altra me che deciderà e sperimentarà a sua discrezione. Io mi fermo perchè sono incapace di risalire la china, da troppo male e quei terrori mi hanno distrutta più di quanto le persone comprendano. Non sono me, non hanno sofferto quello che ho sofferto io nelle mie condizioni. Mi sono sempre sentita rifiutare, trattare male per poi ricordarsi di me quando gli altri avevano bisogno di quel che sapevo e potevo fare. Allora riconoscevano qualcosa, ma successivamente di nuovo schifo. Io sempre da sola, io che non trovavo interesse come le altre nei fidanzati e queste stronzate da gente ritardata... mi spiace dirlo ma alla fine me ne frego e lo dico, solo la gente ritardata può costruirsi una vita basata su uomo o donna da sposarsi, mqatrimonio importantissimo, figli o non sei una persona completa o non hai come fanno sempre a dire, un frutto d'amore... bla, bla blaaaaa! Tutto ruota intorno a famiglia, famiglia, figli, invecchiare e desiderarre nipoti obbligando gli altri a farli. E poi la persona che ti ordina, come successe quasi a me, di fare sesso altrimenti era chiaro che non volevo bene, che no davo dimostrazione di ninete e si sentiva abbandonato... ci sono stati momenti in cui ho desiderato tante cose ma poi mi son detta che se la sbrigavano loro con le loro stronzate. Io per avere qaualcuno vicino devo dismotrare cose, come se non glielo avessi mostrato molte volte.E' vergognoso, come le dimostrzioni di affetto o amore fossero tangibili come le scopate e basta.  Io non so cosa provavo per Rò, perchè era l'unica persona la cui vicinanza fisica non mi dava fastidio. Per la prima volta sembrava bello avere come amico una perosna che volevo abbracciare o avere vicino. E poi nacque l'odio. Dopo tutto ciò che avevo fatto per lui, ceramente per aiutarlo nei momenti neri invece lui mi rimproverava per tutto e mmi faceva sentire come la mia famiglia... dovevo ancora dimostrare fargli fare quello schifo, come si dicenel mio paese 'sto cazzo!"

"Gli uomini sono così, si aspettano come dimostrazione quello. Non puoi giudicarlo male..."

"SI sbaglia" fece Lia anteponendosi all'intervento della donna "Dopo tutta la mia vita scolastica orribile, motivo per i lquale odio quando la gente piagnucola che vorrebbe tornare bambina e stronzate simili, io provo solo repulsione nel tornare a quegl ianni. Il vuoto della mia stanza, la notte seduta davanti la finestra o sul letto a immaginare una vita diversa. Una me meno terrorizzata dalle reazioni sempre violente dei suoi, a volte per stronzate che potevano benissimo essere insegnate in altri modi che botte, urla per settimane, punizioni senza un vero senso istruttivo. Tu porti solo sconvolgimento perchè non comprendi, odio,r ancore, voglia di vedere cose su di loro perchè capiscano e poi ti senti pure stronza per pensare certe cose. Io non capisco come fa la gente a figliare se non è capace di comprenedre se stessa e la loro vita e insegnare a un essere vuoto. Tornare bambini, ma anche mai! E Rò, l'unico di sesso maschile per cui ero contenta di averlo consociuto all'inizio, quando parlava con me in chat o a voce al telefono mi sentivo come se la mia vita fosse cambiata. E poi iniziarono le cose....

"..."

"Le lamentele, recriminazioni, accuse di non volergli più benbe solo perchè non mi sentivo, non volevo proprio, avevo terrore di quella cosa e lui che mi forzava anche di sua mano a togliermi i vestiti, a fare questo o quello. E poi la rabbia e i rimproveri perchè non gli davo affetto e conferma di cosa provavo. E così compresi perchè molte relazioni e matrimoni fallivano... Non l osapevo neanche io cosa provavo e come mi faceva sentire male la prospettiva dei doveri che tutte trattano come da fare e basta. E le sole dimostrazioni sono dargli te come un giocattolo anche se non ti senti, avverti che non è cosa che vuoi e... quel regalo che gli feci col Mazinkaiser che gli piaceva ed erano soldi che avevo messo da parte dei nonni, dopo che ero riuscita a tenermeli io, invece dei miei che se li fregavano sempre. Quello non vale, vero? I pezzi di computer che non usavo più perchè gli serviva aiuto,  dopo che ebbe problemi a lavoro quei soliti tagli al personale e mi trattò così male perchè i ltizio a cui li aveva venduti andava dicendo che un pezzo non funzionava! Inveec di grazie per l'aiuto, altro che la sua ragazza che parentesi ancora aveva e che non faceva...! Insomma, a me non iteressava perchè non volevo prenderlo, averlo, o fregarlo a nessuno. io volevo wqualcubno che restasse al mio fianco senza che vi fossero obblighi per tenerlo con me o dimostrazioni... le dimostrazioni! " con schifo e rabbia "Già mi ero incazzata non poco per la questione che lei cèra ancora, preovavano ancora nonostnate lei fosse una stronza spocchiosa. Quella lì era come le mie compagne melmose, che riescono sempre per l'apparenza a trovare lavoro senza università, ottimo, ben pagato e tutto, perchè sapeva apparire in un certo modo mentre alle spalle sapeva attaccare la gente senza lavoro dicendo che stando in sua compagnia tra amici, che lavoravano, era vergognoso. E altre cose. Dopo quel regalo, la tariffa che mi ero fatta coi miei soldi per pagare poco telefonandogli, quei pezzi per avere il fondo per il suo progetto alla faccia del lavoro subordinato... dopo l'incazzatura che fece contro di me per quel pezzo , a dire dell'acquirente non funzionante, fu un crescendo di cose che inizarono a starmi sui marron glassè. E alla fine quelle due volte dove cercò di obbligarmi a -dimostrargli che gl ivolevo bene=""-basta, vai al diavolo. NOnostante per tutto il tempo gli avessi detto chiaramente che,  anche ammesso avessi deciso di accontentarlo come volev aper una cosa a lui, mi vevnia la pelle d'oca, avevo problemi a respirare, mi veniva un'agitazione che spiegarla è difficile al epnsiero di fare cose... non riuscivo e non riesco a provare niente di quello che la gnete descrive, come se fosse una colpa ero attaccata anche per questo...  o quando cercava di farmelo fare, e io volendo solo scappare, dicevo no e venivo trattata male. NOn gliene importa a nessuno di me, di come mi sento, non ha fatto niente nessuno come io invece facevo per aiutare e... io non sono empatica, ma per tutti io dovevo consdierare e fare cose se avevano bisogno. I miei bisogni, nessuno!"


Si alzò, posando con eleganza e certi movimenti con le braccia che avev aimparato, andando verso la finestra dando le spalle alla donna, la quale rimase con la tazza del tè in mano a guardarla.

"E' così difficile esser ascoltati? Credevo che lui fosse l'unico che lo facesse in tutta la mia vita. Quando invece non era  così. La casa dove sono stata costertta a vivere,  anche se volevo andar via, era la prima cosche pensavo in quei momenti, e per me non era Casa. Quindi che vuol dire?... QUindi dovrebbe essere facile capire quanto disagio e terrore provassi... volevo solo andarmene e tornamene dove stavo sempre, chiudermi in camera e star lontano da tutti, in primis da lui e dagli uomini...  appena mi metteva le mani addosso per farmi fare cose che mi facevano star male e io mi allontanavo, anche lui a urlare e lasciarmi sola nella stanza. Stavo male, proprio mi ritrovavo a tremare e l'unica cosa che lui faceva era urlare contro di me, come cieco, come tutti. NOn sorrido alle cavolo di feste in famiglia? Sono maleducata e vergognosa, non che cè un problema. Esterno anche urlando i miei malesseri, i miei problemi, cosa hanno fatto e non per farmi star male? Nessuno sente niente, mi si diceva che non avevano mai sentito nulla e no nsapevano. Ti dico dall'inizio che l'idea del sesso non mi piace, parlarne ok se proprio vuoi, ma ho seri problemi quando mi si avvicinano o mi toccano... no, sbraitiamo contro  icendo che no nsono come le altre, cosa detta da mia madre e altre eprsone , che le altre facevano, dimostravano e io no. Ho smesso di sorridere definitivamente per causa della famiglia, di Rò, della gente che mi ha tolto tante cose,  ma sempre tutti a rimrpoverare. Sei maleducata con la famiglia. Fai un sorrisino oggi che è festa. Le foto rovinate a causa tua che non sorridi. Ci rovini i giorni di festa col tuo muso lungo. Sei deprimente. Sei...Sei... le persone che sembravano meno stronze come quella ragazza appena iniziata l'univesità,  e io non sapevo come comportarmi perchè pareva davvero gentile. Invee sono sicura che creedva fossi strana o altro, che non volessi stare in sua compagnia quando invece avevo terrore di mio padre e mia madre che dopo le sette di sera non si esce più, a meno che non sia le cavolo di feste o stronzate religiose, seppur una o due volte  l'anno. Poi urla e casino perchè non avevano intenszione di accompagnarmi, uscire ancora a causa mia, e niente macchina. E' pericoloso di notte da sola. E così rifiutavo di andare a quegli inviti e poi queste sparivano. Come con le insegnanti non si discute o si parla come invece faccio con la persona, per capire. NO, sei secondo me una mela marcia anche se non è così, statti nel banchetto singolo a solo proprio,  in fondo alla classe. Isoliamo, nonostante fossi io quella trattata male. Ascoltiamo quelli che mi facevano cose e non me,  disperata. Non trattiamo più quella persona solo perchè sembra strana... che vita schifosa e per direche col cavolo io rimpiango il mio passato e infanzia, i dottori mi guardavano come se fossi pazza, ma no nsia mai che si chiede veramente e si comprende. E poi Rò, volevo solo un pò del suo tempo,  se mi voleva bene e gli paiceva stare in mia compagnia,  e invece è solo stato schifo e terrore ulteriore. Mai piu ho deciso e l'ho allontanato. E poi loro, Ric e Zay...."

"Eppure quel che vivi adesso, non ha aiutato?"

"Sembra strano dirlo ma devo moltissimo a Milan,  più chea a tutte le persone conosciute nella mia vita. Me ne frego se sono la sua cavietta, mi ha lasciato libera di fare delle cose e mi ha sempre trattata con rispetto, considerazione, dandomi valore anche quando non ne ho veramente. Quanto ha fatto e fa lui... dopo di lui mi viene solo quell'insegnante di pianoforte che ebbi per u n anno solo,  e poi tornai a esser trattata come stupida e incompetente dagl iinsengnanti di musica. Anche lì, non si chiede o si approfondisce la cosa per i tuoi dubbi, tratta da schifo una persona che si spacca la schiena per far contenta la famiglia,  anche se tu arrivi per questo ad ammalarti... non chiedere, rimprovera, tratta male, fai sentire inferiore come fosse una zucca vuota invece di una persona che non è portata,  ma è lì per volere della famiglia... nonostante questo posto, cosa fa Milan, cosa mi ha dato che non avevo mai avuto possibilità di avere e il suo rispetto, da uno sconociuto per giunta... anche questo, sto male dentro, mi sento di troppo, incoerente con questo mondo. E non parlo per incomprensione e altro, come poteva accadere a grandi figure del passato che hanno sfidato tutto... Come Amelia Earhart per citarne una o altre grandi donne che hanno rischiato anche galera e la vita , per dimostrare che le donne non sono solo incubatrici e zucche vuote... no, o avrei lottato, affrontato come ho fatto. Ma cosa mi si faceva nell'infanzia, come si comportavano e le loro parole, quelle parole e frasi che mi rompevano da portarmi a credere di valere niente... io non riesco più ad andare avanti nonostnate tutto e quidi significa solo una cosa, io non sono riparabile. E quindi perchè continuare? Quante persone muioiono in mille modi e nonostante abbia seguito le credenze becere io abbia pregato, per dare questo corpo a un'anima che la meritasse, così da non soffrire più così come anche adesso, nulla. E mi sono convinta che ne le religioni, ne Zay avessero ragione, Non cè nulla oltre il materiale. E sono così stanca... e poi vedo i vostri clienti, Madame, che cercano come disperati qualcosa che sono, vogliono, che gli serve per sentire che sono ancora vivi, umani, per sosddisfare bisogni che devono celare, e mi sento ancora più triste. E poi penso a RIc e Zay e quanto di becero hanno detto e quanto odio anche per loro ho iniziato a provare..."

"hai detto tu stessa che fossero in buona fede, no?"

"Eh.. maa nche così, loro come gli altri, per dire certe cose, non mi hanno ascoltata davvero. Si sono pure offesi perchè ho criticato oltre che esposto il mio odio, per la lista della spesa come la chiamo io,  della vita che cercano di inculcarti. E loro si sono sposati, hanno fatto figli, hanno fatto cose della spesa con l'idea che relazione, matrimonio, figli siano cose grandiose, non accettando la mia repulsione per queste cose. Perchè una votla che ti sposi, sei vincolato da un pezzo di carta che per tutti gli altri è legge. Ci sono donne che con la madre vanno dai mariti a chiedere scusa per non averli considerati abbastanza,  perchè andavano a infilare il loro coso in altre donne. E la mancanza era della moglie! Cosa siamo nel milleduecento dove la donna doveva inginocchiarsi e chiedere perdono di non essere abbastanza giocattol oda monta? Mentre lui rompe tranquillamente i voti e va bene,  perchè la società dice che all'uomo è concesso? POi quando la gente si sposa cambia, diventa un'altra, peggio quando figlia. E la lotta continua nel dimostrare che sei come la gente vuole che tu sia. Cosa non puoi più fare, essere... vedono la lista della spesa come un raggiungimento obbligatorio e qualcosa di fenomenale, mi dicevano da piccola che il giorno più bello della mia vita sarebbe stato il matrimonio,  e io lì a chiedermi cosa cèra di bello se prima e dopo cèra la relazione ed era solo un pezzo di carta che attestava proporio che uno era dell'altro. Fare figli, tranne alcuni casi naturali, tutte figliavano pure quando non volevano o dovevano. Che cosa miracolosa! Così come quando viene il ciclo e deve essere detto a tutti come una cosa meravigliosa, quando è  di ogni donna! Quante stronzate. Siamo esseri umani e siamo peggio degli animali su certe cose. E persone che dicevano di conoscermi mi hanno scritto cose assurde, come quei fur, come tutti gli altri poi ritrattavano ma in quel caso testo scritto canta, che come si erano rivolti offesi e tutto era per cosa pensavo...

"..."

"E invece di capire la mia deluisione e apprensione che con i figli dovessero abbandonare molte cose, cambiare, perdere altro, come mi hanno trattata! Ma no, sono sempre io! Cosa ne sa una come me delle cose? Facciamola sentire una merda nonostante abbia ragione e pure la gente che pensava migliore come quei due, finisce per seguire le cose degli altri,  pure offendendosi. Sono stanca di esser sempre aggredita e tacciata di ignorante, icnapace di comprendere, addirittura cuore di pietra mi dissero, fredda o peggio. Seppur avevo scritto a quei due con amicizia, con cosa hanno scritto dopo e poi non compreso anche se glielo facevo notare, basta. Che vadano al diavolo anche loro. Perchè le cose sono queste. Tu puoi subire tutto perchè dici e vedi le cose in maniera diversa, se però li mandi a cagare e li lasci nella loro mediocrità e giudizio, sei una merda. E non mi importa dei francesismi, ma è così. Con la mia famiglai ero sempre quella che rovinava loro le giornate, la loro dannazione,  il non potersi vantare o pavoneggiare come facevano gli altri,  perchè i figli li avevano capaci di mentire e fingere bene. Io non dav o mai soddisfazioni. Con Rò accuse e trattamenti schifosi dopo quanto avevo fatto togliendo a me, e mandandolo via e non parlandogli più, ma  a scrivermi che era deluso e amareggiato. LUI!" voltandosi verso di lei "Da quei due, prima li ho mandati al diavolo sparendo per come si comportavano e dicevano. COme secondo loro dovevano spronarmi, sbagliando... e meno male mi conoscevano, non capendo anche dalle mie parole che mi facevano solo incazzare. Loro ocme tutti gli altri non vedevano il mio dolore ed erano empatici con me. IO SEMPRE CON TUTTI, NESSUNO CON ME! E poi la seconda volta che gli ho parlato per dirgli adios, scrivo solo per mettere le cose in chiaro e leggo quelle cose , e mi viene voglia di far del male malissimo. MA NO, LA STRONZA SOLO IO! SOlo io! E poi ci si chiede come mai molte persone fanno stragi ocme nelle scuole in america , al pieno della sopportazione o si fanno certi gesti, su altri e su di se. E poi a piangere come merde accusnado, pure da morti, di aver fatto loro del male,  dando sofferenza ai vivi quando erano i vivi ad averli rotti dentri e fuori... quanto sto male adesso, cosa sento, cosa provo per tutto e tutti ogni volta che mi tornano in mente e l'impossiiblità di provare qualcosa di diverso, anche adesso grazie a MIlan... se solo, se solamente lo avessi incontrato prima. Se avessi incontrato una persona come lui che nonstante sembri un dandy pavoneggiante e tutto, è stato più comprensivo, capace di approcciarsi nel modo giusto, dire le cose giuste, mai urlare e rimproverare dcome hanno sempre fatto tutti... quel che no nerano tutta quella gente, anche quei due, in una persona sola. Ma era così tardi..."


"E gli uomini allo Chateau?"

"Quelli..." fece lei con amarezza "All'inizio mi odiavano e putnavano a vista. Un'estranea che seppur considerata dal loro capo, era sempre non dei loro e che metteva regole, cambiamenti e nuove cose che non gli piacevano. Poi si son ricreduti vedendo a cosa portavano e cosa fossero, ma non è cambiata molto. NOn so per quale motivo , ma io alla gente non piaccio, mi viene sempre detto che è dal mio modo di fare, come appaio... e allora che vadano al diavolo anche loro. Io cerco di considerare gli altri, dove mi trovo, vengo incontro... quanto ho fatto nella mia vita prima e dopo ma cè sempre qualcosa che non piace di me. Lo vedevo nella faccia di tutti, compresa la madre di Zay e il suo ex, le loro facce era come se dicessero diverso,  dalla gentilezza apparente. E credono che la gente non se ne accorge? E così che mi sento a disagio e sola, sempre questa cosa. E questo mi fa domandare se mai l'idea di rendere un luogo di fratelli e non di paesi chiusi, distnati, con differenze che portano a odio... potrà mai,  Milan,  riuscire in qualcosa che in millenni è ancora è utopia se io già sono odiata nonostante non sia una persona negativa? "

"E' una questione che forse non potrà mai avere risposta. Quel che si sente a pelle, a volte spingono le persone a giudicare senza valutare altre cose. QUel che mi rattrista è che tu non abbia trovato neanche lì un tuo luogo, un tuo paradiso da chiamare Casa. Comprendo il tuo malessero e se andartene è la decisione giusta, è l'unica cosa che sai, per come se e ragioni molto, non posso far altro che dirti . Hai fatto il tuo tempo, rispetto le persone che per malattia, vecchiaia o altro sono costrette a esistere più di quanto vorrebbero soffrendo, finchè morte naturale non giunge... se dopo anni di ragionamento, anche dopo aver avuto un pò di comprensione e umanità che no ncèra là fuori, è l'unica cosa che allevia il tuo dolore,  allora vai. Trova la tua pace. Aiuterò chi nascerà dopo di te, perchè sia una persna completa e consapevole di tutto..."

"Voi siete molto considerata da MIlan. Si fida di voi e ascoolta i vostri pareri, anche per via dell'amicizia che vi lega da quel lavoro che svolgevate insieme. Siete di mente aperta, ferma in molte cose e... vi ringrazio per aver compreso e cosa avete fatto mostrandomi spaccati di vita che di solito si tengono celati per paura, o semplicemente quiel lato di qualcosa che per la religione è tacciata come tabù, ma che i preticelli del cavolo fanno lo stesso, così da capire più cose. Fa ridere pensare che gli stessi che sbraitano dai pulpiti e altari certe cose che non si devono fare, poi le metteono in azione loro, che giurano e promettono a quel loro Dio..."

"...dimostrano come, se lo fanno loro stessi, allora non cè molto di vero. Lo so. Tu sei l'unica che conosco che non ha mai avuto esperienze e non ne vuole,  e che nello stesso tempo mi hai aiutata ad ampliare la mia attività. A gestire situazioni riguardanti sesso e relazioni, seppur sei poco propensa all'amore e le manifestazioni pubbliche..." sorridendo

"Cosa è ilare, Madame? Mi da fastidio vedere la gnete fare i gatti in calore spacciandolo per amore... le case private, i luoghi privati, esistono per un motivo. CHe nervoso per strada le poche volte che uscivo per andare dai cavolo di dottori e dovevo trovare i marciapiedi bloccati per gente che doveva sbaciucchiarsi, abbracciarsi, dimostrare cose fermando le persone e poi coi figli... le carrozzine, i piccoli troll urlanti... sono un fastidio, creano disagi ma no, sono io il Grinch, lo Shrek di turno perchè mi fanno incazzare e non rispettano me,  che le stronzate in pubblico non mi piacciono e così sparati davanti a tutti. Fatelo a casa vostra. Se io mi lamento o chiedo per la terza volta il permesso di ocntinuare quei pochi passi vicino casa che riesco, mi guardano male, rispondono male o vengo sicuro tacciata di essere come le Bestie che urlano che i neonati non si devono allattare in pubblico,  ma va bene vedere i balconi, pure le mutande e i sederi ben mostrati dai vestiti delle donne. Questa cosa che le donne devono essere tutte sezy a tutti i costi, nude più che si può senza considerare luogo, ambiente, situazione se scuola o lavoro o altro,  e devi essere sexy e prorompente o superfiga, bah. Gli uomini poi non ne parliamo, con quel modo di vestire terrificante e poi puntano il dito contro una cosa naturale, si questa posso dirla e non mi da fastidio,  ma tutti a sbavare o invidiare l'apparenza delle altre che sono perfettissime e tutto. Insomma ipocrisia ovunque e poi la cattiva sono io! NOn vieto le cose basiche ma il termine privato esiste per un motivo..."

"Ovviamente" disse Madame acconsentendo con la testa ma con lo stesso sorriso, cosa che fece non felice Lia che la fissò malamente

"E oltre questo, le ricordo che il uso lavoro consiste comunque nel... vendere i lcorpo di altre donne. Capisco i vecchi lavori, vostri e di Milan, ma trovo... no anzi, non vedo alcuna differenza con cosa cerchiamo di fermare e quel che facciamo. Ma si sa, finchè sono quelle persone a trovare nella loro malattia di... propensione eccessiva al sesso, e abbiano trovato una loro dimensione..!. Prima, là fuori, appena qualcuno lo scopriva,  sbandieriamolo senza pensare che sia una malattia e si è in cura, distruggiamo pure la vita della gente e facciamole perdere il lavoro. Adesso non solo hanno deciso di non curarsi ma di lasciar sfogare,  e intnato metter da parte per il futuro, almeno hanno capito la cosa invece di scialacquare, e poi saranno aiutati da noi e vivono già da ora una vita migliore. Sono accettati senza giudizi, se hanno bisogno tutti sono a disposizione e ancora di più... Eì' epico però cosa ho combinato a quegli stronzi che pensavano di far del male alla gente ridendoci... con oggetti dipregio e firmati che sappiamo dove trovare a meno, con  una macchina prestata, sotto controllo ovviamente, li ho fatti presentare a chi aveva fatto loro del male ed è stato epico, straordinario, da incorniciare come sono rimasti basiti nel vedersi loro, poveri comuni che non valevano niente mentre loro, prima snobbati, poi ricomparsi felici, raggianti, con il meglio indosso pronti per i social e pure con fidanzati, finti, ricchi..."

"Eh, si" fece madame sorridendo "Nonostante non sia da te farlo per te, sei bravissima a preparare le persone perchè siano meglio di quello che si possa immaginare, perscherzi o... prank, si chiamano così?... con i soggetti che avevano portato dolore e soffferenza negli altri. Far sentire il loro niente, la loro inadeguatezza e mostrando che le persone sono migliorate tre volte di quei bulli nel mod pulito, giusto, per le loro qualità. Hai dato dei compiti alle mie ragazze, e ragazzi, per cui davvero si guadagnano da vivere onestamente e con quelle capacità che prima erano derisi. Le ragazze di più, hanno mostrato le reazioni sgomente di quelle persone e devo amemttere  seriamente, un pò, mi sono sentite inorgoglita che il loro bigottismo venisse... schiacciato. Lo ammetto e sono pronta a farlo nuovamente. I loro problemi sono diventati solo parte della loro vita che curano, sono inseriti anche tra persone di grosso calibro che Milan conosce , e nella societèà valgono più di quei soggetti. Molto di più. E questo lo devono a te. Anzi, è stato divertente vedere festività e feste legate alla natura, rpeparate dove vivevano loro, quindi loro città e cittadine  dove erano ospiti d'onore con tutti  veramente gli onori. Quelle feste hanno portato cibo gratis, sezione per le adozioni per gli animali abbandonati, giochi per grandi e piccoli, anche se ti è costato parecchio accordi con il prete e vescovo per presenziare, cercando di evitare di usarli come acquiloni, tue esatte parole, tanto la stoffa cèra, per quanto fastidiosi fossero, seppur erano così a botte che parevano più zavorre..." facendo sorridere in maniera cattiva l'altra "...e sono rimasta davvero colpita. Le persone si son divertite, alcuni animali hanno trovato casa e sono controllati, le mie ragazze e ragazzi sono stati madrine e padrini dell'evento portando anche i temi legati all'ambiente su pesticidi e morte delle api, i pericoli di prodotti troppo identici e con pochi valori nutrizionali che emergono dai semi venduti da alcune aziende, sterili e modificati..."

"Attenzione, io non ho mai detto che tutte le modifiche fatte al dna delle piante sia sbagliata. Ma veramente si è curato più il fattore bellezza, con prodotti tutti iguali quasi id peso, aspetto, caratteristiche. Semi sterili, a discapito degl iagricoltori che già ricevono centisimi a tonnellata,  a discapito delle somme utilizzate per la cur delle piante o alberi. E dai nostri studi i prodotti che si vendono adesso, tranne quell iche di norma la gnete rifugge perchè non perfetti, non belli, non lucidi, con evidenti imperfezioni  invece sono più sani, più corretti come codice genetico e differenze. Lei lo sa, Madame, che molti tipi di frutta e verdura sono andati perduti, solo di mele pprima si contavano entro i cinquecento tipi di mele diverse al mondo... per non parlare di carote, patate, melanzane e la lista è molto lunga. Tutti ormai acquistano i semi di certe aziende perchè il risultato visivo permette la vendita, o iniettano fattori di crescita acquistati da veterinari e farmacie , che danneggiano solo il consumatore. E tutto per rendere i prodotti identici, deisderabili, più facili da gestire e vendere. Noi stessi nella Fattoria e i quelle legate alle varie torri, piantiamo semi di frutti e verdure che abbiamo cercato appositamente da piccoli contivatori, contadini, le famiglie con anziani che ricordano e tengono degli orti, con soggetti originali..."

"Si, e ho desinato molte volte da voi, so bene il gusto dei vostri piatti diversamente da quelli dei ristoranti dove pranzo o cene. Affermano di usare prodotti di prima qualità, ma anche se chef stellati o parecchio conosciuti, non si avvicinano affatto alle vostre materie prime, il vostro latte che non è liquido quasi acqua  ormai,  e dal colore ben diverso del bianco candido così come tutti i derivati. Le caverne naturali dove stagionate fromaggi e salumi. I vostri animali come vivono e  come coltivate. Avete anche iniziato a coltivare perle..."

" I molluschi della sottocageoria dei Conchiferi, che sono gli unici tra tute le varietà di molluschi a produrre perle, ma voi conoscete bene i fattori di Gastropodi e Cefalopodi. La questione importante è il fattore alimentare per noi. NOn possiamo certo cibarsi solo di prodotti grenne e carni e derivati. Il problema è che ormai la maggior parte di specie marine sono tutte corrotte dall'inquinamento, seppur non se ne parla. i livelli di metalli pesanti, mercurio e sostanze cancerogene e dannose pre l'uomo se li consuma sono alti e abbiamo dovuto scegliere. O allevarli noi, oppure testare ogni banco di prodotti che acquistiamo. Così, oltre le alghe, che utilizziamo sia per cibo al natureale che per la loro caratteristica jellificante sostuendo le cartilagini, che utilizziamo invece come colle di varie tipologie, abbiamo dei settori ittici di nostra produzione. Niente ammassi senza senso di animali da far spavento, un numeor calcolato ogni metro cubo, mangime corretto e non chimico o errato per farli ingrassare e curiamo le strutture marine abbandonate..."

"Trasformare piattaforme petrolifere, fortezze delle guerre ed ex hotel e strutture abusivi, abbandonati, in itticolture non intensive, controllo della pesca e cambio di uso di molte vecchie navi da crociera e petroliere ripuilite e controllate, in sistemi galleggianti e in movimento, quindi segundo i percorsi normali, allevare in modo più corretto. So bene tutti i progetti in cui Milan si è inserito. Non solo questo. Ma anche le vendite che effettuate di prodotti sicuri e certificati. I diamanti creati artificialmente, le perle che coltivate... soche ti piace osservare come le producono"

"in effetti è vero, mi domando spesso se siamo abbastanza delicati, ma per utilizzare in quei molluschi mangerecci la  madreperla o nacre,  il tessuto che riveste la conchiglia  crei la perla intorno al nucleo ci permette sovvenzioni speciali che ci servono proprio per controllare pesca abusiva, caccia a balene e squali, anche la vendita illegale di delfini e squali spacciati per pesce spada... e la vendita di pesci e animali marini per collezionisti.. e molto altro. Non siamo cattivi, anzi. Ma chiediamo all'animale un piccolo sforzo dopo le nostre cure così che oltre che darci sostentamento, ci permetta di proteggere la sua casa. Noi alleviamo molto oltre le coste, in strutture nostre con dovute certificazioni e regolarità. Anche se di fatto le ostriche non sono allevate per le perle, noi lo facciamo. Le ostriche commestibili possano  produrre una perla, ma gli allevamenti commerciali evitano che qualcosa possa entrare tra le valve che no sia acqua per evitare formazioni estranee nelle carni e rischiare qualche problema al consumatore. Insomma, rischiare di ingoiare una perla è raro ma è capitato, noi facciamo in modo invece che le producano, anche se non ho mai voluto assaggiare un'ostrica e non so davvero come facciano a mangiarle..."

"Si, Milan le adora, invece tu odi tutti i gusti mollicci e jellosi. Ma per la qualità le vendete anche, divenendo fornitori di fiducia delle persone giuste, modo ulteriore per avvicinarli..."

"Esatto, Milan ha capito che insinuarsi in modi loschi e subdoli, facendo subdorare qualche magagna non è il massimo, ma divenire anched fornitore di quello che i ricchi e potenti vogliono... anche se, ostriche mollicce e uova di pesce! Bah"

"Io non mangio mai pesce di allevamento perchè so bene come sono tenuti in quelle vasche piccole, senza ricambio d'acqua e poi gli alimenti... ma almeno voi avete rispetto per loro.Anche i molluschi da perle e da cibo, dai bivalvi, i vedi creatori delle perle e anche ostriche. Anzi non so come ringraziarti della perla a forma di pera da tre centimentri che mi hai donato, davvero un bellissimo gioiello incrostato da decori in filo d'oro che rende il tutto davvero elegante.  Maq ho avuto l'impressione, anche sopratuto la tua richiesta di indossarlo per le feste organizzate da Milan, che questo dono non fosse disinteressato o di ringraziamento ma più... come un considerarmi una sorta di espostore mobile, o vivente, per i vostri prodotti, considerando che tutte le donne o uomini che erano interessati per regali, potevano conoscere questo ulteriore vostro settore..." vedendola sorridere in maniera carogna, come per dire che l'aveva cioccata ma era divertita dalla sua trovata"

"Effettivamente era questa la mia idea. Ho chiesto a Milan una perla scelta da lui per Voi, ma amemtto di non aver capito se avesse colpito l'intento che mi accingevo a fare oppure... comunque conosce anche lei Milan, anzi ancor più bene di me, quindi sa bene che i nostri doni, intenso come organizzazione, tranne rari casi, hanno una punta di lore particolare. E io volevo veramente ringraziarla di quel che è, Madame, perchè se VOi foste stata un soggetto diverso avrei evitato la vostra presenza. MOlta, parecchie volte. E, tutte le consocenze che mi hanno permesso di capire molto più delle persone e l'intimo, oltre del lavoro così particolare. Se non vi fosse una persona corretta, giusta, molto più delle marce che ho conosciuto che si reputavano timorate e pure di dio, e nonostante questo esperta in un settore definito vecchio come il mondo... fossero più come Voi, come persona oltre il mestiere, questo mondo sarebbe migliore. O come Milan. Ma non è così. E quindi eccoci qui, voi con un dono che vale davvero parecchio per la purezza, peso e qualità visto che come nucleo utilizziamo direttamente granelli fatti da noi di conchiglie rotte o con problemi e quindi da cui è impossibile prendere madreperla utilizzabile, per non usare plastica e rendere di fatto mediocre il prodotto. Oltre quella un giorno se ne uscirà una degna, vi donerò una perla Abalone, è una madreperla che adoro e sostengo,  blu-verde e a volte anche viola,  con iridescenza nei pezzi migliori sull' arcobaleno. A causa delle loro forme irregolari e iridescenza liquida, le perle abalone hanno una nacre che dà una bellezza singolare ad ogni perla. Ad ogni modo i bivalve come abalone e altri sono commestibili e poi ci sono le ostriche"

"che cosa affascinante l'allevamento fatto bene e come conoscere certe cose..."

"Quando raggiungono il tempo ottimo perchè per vecchiaia le carni non diventino brutte o vecchie coe alcuni dicono, e hanno prodotto parecchie perle, sono impiegate per il cibo. NOstro o a richiesta essendo di qualità con acqua controllata e testata, vendute. E sono disponibili anche per il prezzo corretto per la qualità, per feste, banchetti, matrimoni, ogni volta ne hanno bisogno ovviamente non in quantità assurde, ma come portata di pregio, sapete bene come certi alimenti sono presentati e previsti come il cloue per gli ospiti. E viene inteso che per la qualità i pezzi a persona sono due al massimo tre. Questo perchè abbiamo più settori di lavoro e ci permette di soddisfare certe persone che dobbiamo... abbordare, con la gola" sorridendo "mentre da noi si fanno in zuppe all'asiatica ad esempio ma voi lo sapete bene. Il mondo può cambiare da essere sostenibile e corretto verso altri umani e animali. Seppur so che la natura sa essere befarda, dura, orribile come i carnivori che mangiano prede ancora vive o rapaci che spennano le prede fermandole col proprio peso, mentre queste urlano per il dolore per raggiungere la carne ancora viva... è la natura. Il peggio certo per me sono insetti e simili, dove cè di tutto. Altro che film horror, la sola parte delle formiche o lumache possedute da funghi o larve per... lasciamo stare. Ma trovo osceno, inclassificabile mano umana che strappa con una rabbia e forza le penne da oche e papere per i piumi con queste vive e urlanti, che scappano piene di dolore che non so nenache comprendere per come sono le loro penne in corpo e il terrore di subire ancora. E glielo fanno due, tre, quattro volte in base a quanto le tengono vive. io no nso immaginare queste persone come possono far qualcosa del genere, come per le pellicce... Oh, qualsiasi Dio! Quei video di quelle creaturine che stavano così attorolate, tremanti come disperate, sotto acqua e neve, e... come si può fermare tutto questo? Con appelli, interventi in ogni paese di organizzazioni animaliste non è possibile o facile. Così la mia idea, dopo anni che sento di lotte, petizioni e sabotraggi in quelle induetrie dell'orrore, con la morte non data perchè per risparmiare si dà loro uhna botta sul naso per creare un'emorragia ma come per i piccoli di foca non accade, e tra le mani in quei video mandati alla tv c'rano quelle creaturine scuoiate vive, che sentivano tutto... ecco, mi sono rotta le balle, visto che l'era delle pellicce è passata da tempo e ormai con quelle sintetiche e molto simili alle vere non hanno più ragione di esistere, cambio sistema..,"


"Mi auguro che non farai del male a padri e madri di famiglia che facevano quello solo per vivere..."

"madame, sul serio voi siete una donna più empatica e gentile dei me? So bene che per mangiare e sorpavveire si fa questo e altro. Ma una cosa è uccidere subito l'animale perchè no nsofffra e poi , un'altra è tenere tra le mani una bestiola viva e fare quello che ho visto. o passare davanti a gabbiette impilate, fatto da loro, e non provare dolore e sofferenza nel vedere quei visi terrorizzati e pieni di sofferenza per freddo intenso senza una copertuna, il caldo, la paura, la follia che veniva in molti finendo per girare in tondo. Per non parlare di circhi e zoo... il cambiamento deve portare al non accettare questo su animali e altro che gli viene fatto, e lo schifo su persone. Perchè molti crescono e non comprendono che gl ialtri sono persone, non scemi o sbagliati che puoi giudicare o rovinare a tuo piacimento, o come in  certi paesi come schiavi sia ancora accettati e Voi sapete di cosa parlo, che legalizzati per il lavoro oslo perchè stranieri. Basta... ridiamo speranza, dignità e sicurezza a quelle persone che no nsi credono più come tali, ma niente! Perchè non vi siano più me e altre categorie che alla morte malediranno la loro vita..."

"Tu ne sei fuori"

"Già, ma solo perchè ho deciso di non provare più lo stesso dolore. Di non essere più perduta nelle prese i giro, nei trucchetti, voltafaccia, negli obbglighi e doveri che io dovrei agli altri solo perchè è il prezzo o compromesso per avere qualcuno accanto. Mai più. Ho capito con Rò, con tutti che se vogliono qualcosa, vadano da altri. Io non darò più niente. Le cose le faccio, ormai, perchè sento di fare qualcosa di mio per chi ha subito un torto. Se non me, almeno qualcun altro. ALmeno avrò fatto qualcosa di giusto e visto orrore, terrore, disperazione negli occhi fin nell'anima della merda che sono molti. Devono soffrire, pagare, domandare la morte piuttosto che continuare... devono provare dieci volte cosa ho provato io per colpa degli altri e cosa hanno fatto alle loro vittime. So di non essere una brava persona. Per gli altri là fuori, io dovrei provare sentimenti di amore, gratitudine e tutto per la famiglia ma... io sono una persona orribile, fredda, ingrata, stronza, quante cose sono e lo so! Ma a nessuno interessava della mia sofferenza o non sarei finita in quel modo, non mi avrebbero trattata in quella condizione, mentendo affermando che mkai avessero fatto... o detto! Quanto ne ho subito perchè diversa, per altri sbagliata, con problemi, perchè non avevo fidanzatino ma se come altre avessi fatto roba, sarei stata feccia, indicata col dito come ho visto ad altre. Diventano magicamente ninete, come esseri da tenere lontano. Come fossero alla stregua di assissini. E la cosa che ho odiato è stata questa, per me la persona non è come appare ma quello che fa, se commette cose contro altri, se giudica, se è maligna... quelle ragazze hanno soltamento fatto cosa le veniva detto"

"l o so"

"Prima schernite perchè non si ha fidanzatino, dieci anni o più, poi se ce l'hai ti fai spingere da questo a fare roba con mille espedienti. E se ci riescono che accade? E' la ragazzina la stronza, vegognosa, indecente, facile ebla bla... mentre il maschio no, non diciamo mai niente al maschio che se non ottiene abusa, non insegniamogli a prendersi le sue responsabilità riconoscendo e aiutando per il bambino, buttiamo tutto sulle spalle della femmina tacciandola di essere solo di basso livello. Senza istruzione, senza lezioni sessuali, senza spiegare che cosa accade se si fanno certe cose, cosa una donna deve fare e cosa pretendere in certi casi. Insegnare che far contenti gli altri per aspettarsi affetto e considerazione, quel cavolo di miraggio di amore, principe azzurro, famiglia felice delle favole con figli che per le storie dei -miei gioielli sono questi i miei figli non c cosa migliore e pi preziosa=""-... Basta! Questa storia deve finire. Donne che subiscono infibulazione, che sono osservate nude e valutate come vacche al mercato se sono degne dei loro merdosi figli, costrette a sposarsi a otto anni o poco più a uomini più che adulti. In altri paesi letteralmente vendute dietro compenso dalla famiglia del marito. Sembra un racconto del passato, ma accade ancora oggi. Donne tradite, uccise, maltrattate fino alla disperazione, considerate inferiori solo perchè donne. Trattate, viste, etichettate nei modi peggiori e mi sentivo sempre male per questo perchè tutto mi veniva detto, ma ancora non quello, di esser una svergognata, perchè non ho mai fatto nulla con nessuno. E chi cèra che mi volesse bene, tanto da...Bah! perfino Rò, l'unico che non i dava fastidio per le mie paure, alla fine lo dovetti allontanareoffesa dai suoi comportamenti , e asfissiata da richieste che erano quasi obblighi. Sono io che ho deciso di dire basta a  queste cose, me ne frego se la gente giudica strupido o altro il mio evitare gli uomini e il sesso, ma cè da cambiare molto,  perchè le donne del futuro non abbiamo paura, timore, terrore come me dell'avvicinamento di un uomo, del loro pressare, i ricatti del ti amo, starò con te, posso esprimerti il mio amore solo così se tu ti dai... l'amore non è questo e non solo questo per chi li vuole. E'assurdo che ancora in questi anni dopo il duemiladieci, ci sia l'idea che se una donna vuole le sue esperienze è donnaccia per non dire gli epiteti, è una poco di buono e peggio, mentre gli uomini possono. CHe mettno incinte e poi abbandonando madre e figlio senza acecttare responsabilità come fossero spazzatur,  come fanno con gli animali. Che la colpa eventuale è sua, solo della ragazza e pure dai genitori dello stronzo sia  lei la colpevole e il lor pargoletto un angelo asessuato sceso dal paradiso... che me lo diano cinque minuti e ce lo ricaccio io nel paradiso a pedate nel culo..."

"Suvvia, non ti adirare adesso..."

"Madame, io non ho vissuto nulla e quasi niente a causa della mia famiglia e la gnete sempre a spiare e giudicare. Avevo paura di urla, botte, rimproveri, accuse... ho avuto così paura che non ho mai fatto o provato nulla, finendo solo per essere quel che sono. E no dovrei adirarmi? Fare le mie esperienze, essere, provare le cose e invece non farlo e stare in casa a causa della gente?"

"lo so, ma... Sfoga la tua rabbia, odio, rancore nelle azioni come dici sempre, ma   sulla gente che lo merita senza tenere dentro tutto, facendoti del male. Rendi e dai corpo nella realtà ai tuoi incubi come dice Milan. Ti ringrazio anche per quello che hai fatto all'uomo che anni fa mi... insomma, ti ringrazio in un certo modo per avermi vendicata, visto che era considerato irreprensibile e... ammetto che scoprendo online e sulle televisioni sue foto parecchio discutibili alla Lia, come le chiamo io, accusandolo pubblicamente e facendogl icadere tutti i valori di merdato..."

"Attenzione..." le disse, votlandosi adirata "io l'ho fatto perchè per quella persona non era accaduto nulla di sbagliato. Ora sa, gli ho detto di ricordarsi di me e che lo avrei atteso se desiderava vendetta, ma che doveva piangere ogni giorno da ogni pertugio per aver trattato persone come oggetit, spacciandosi per una persona per bene e potente, ricca... adesso molte sue azioni sono di Milan, i suoi guadagni e il rispetto sono scemati, anche per... le donne, vere quest aqvolta, non fittizie, che si son prestate anche dietro nostro compenso nel caso, così da aver una rendita per il dopo qualsiasi cosa accada, a denunciarlo... i nostri avvocati non saranno pagati da loro e quindi hanno anche accettato per questo motivo, ma abbiamo degli sponsor che trasmettereanno ogni cosa detta, scoperta a modo loro per caso o di nascdosto suilla faccenda. Loro fanno share, audience, pagando gli avvocati parcelle ovviamente non faraoniche,  ma quanto una foto quotata come esclusiva... insomma, in molti ci guadagno e voi, Madame, sarete sollevata nel sapere che il male deve pagare.  E non solo, io sono per le libertà di fare cosa piace e si desidera purchè non danneggi nessuno, senza che questo sia utilizzato per andare contro le persone. Oggigiorno foto e video del privato un pò piccante della gente viene usato per ricatti, forzare certe cose, oliarne altre, perchè la persona desidera evitare che la gente sappia che gli piace un fetish, un tipo di attività sessuale, che per la famiglia si è dovuto sposare ma non è ciò che volevano e li hanno obbligati ad essere..."

"Capisco. Tu vuoi fare in modo che i fatti personali relativi ad effetti e piaceri non siano più motivo cdi scandalo, di raggiri, di ricatti..."

"Dopo che questo non sarà più visto come modo di settorializzare le persone solo perchè vivono, invece di  scandali sessuali passerò a maltrattenti su donne, animaletti, caccia ad animali protetti e molto altro. Cè smepre qualcosa che fa indighnare la gente, ma no faccio questo per meri sgarri di qualcuno, ma per abusi, omicidi, ricatti, illeciti contro e sopra la gente... si deve pagare, non che con soldi e giochetti con altra feccia la legge non diventa uguale per tutti. Mai più!... Ma anche per aiutare quelli come me e peggio di me... dopo le paure e i terrori di essere niente lontano da loro, di non essere e valere da poter fare le cose mi piacevano e potevano essere per me, visto che con i loro obblighi non adatti ame avevo fallito... erano castranti, il becco ovunque, le mani nei miei cassetti e oggetti anche nonostante la mia età, impossibilitata a scegliere e decidere per me perchè cèrano loro che sapevano per me. Famiglia al primo posto, tutto diviso, tranne per i fratelli. Loro potevano avere cose personali e cibo solo per loro, il resto che piaceva a me ma loro no, si divideva, se lo compravano, e mangiarne anche loro. Meno male che faceva schifo! La cosa più che odiavo è l'ambiente pieno, in ogni stanza, si santi e madonne, cose religiose, l'obbligo per me nonostnate altri potevano fare cosa volevano sentivo dire, di stare in famiglia seduta come un'idiota fissa sulla sedia tutto il giorno sentendo parlare, sparlare, interessarsi di fatti degli altri dopo che li avevano spiati e lamentarsi delle persone, per essere come loro. Questo odio. La religione, cosa dicono gli altri, le apparenze e tutte le cose che mi hanno opbbligato a fare ed essere proprio perchè le persone parlavano, saresti una poco di buono, saresti maleducata, devi fare così e in quel modo e... poi loro facevano il contrario. Basta! Questa cosa della maschera sociale per apparire in un dato modo e se n on sei così sei sbagliato è assurdo in questo anni  e secolo. E la cosa ancora peggiore è che per la società ottusa e becera e la religione quante persone hanno sofferto cose orribili, ma chi le ricorda? Gli esili dalle città o villaggi, i giudizi che portavano a torture e morte, inquisizione, voci sussurrate e tu diventavi alla stregua delle prostitute mentre volevi essere meno rigida di ocme erano gli altri mentre dieto facevano di tutto... Madame, è ora che lavoriamo con le conoscenze di Milan e Vostre, affinchè si possa avvicinare le persone giuste, quelle che tengono solo loro il potere e capitali, per portare le modifiche per salvare l'umanità. Le regole, comportamento ed educazione sono pilastri delle società, msia animali che umane, ma è ora di dire basta con giudizi e categorizzazioni che disastrano gli altri..."

"e smascherare i volti finti e celati... con piacere"

"Mio buon Jd" cinguettò una voce dolce e suadente di donna , appena uno degli uomini di piantone all'ingresso ebbe aperto lo sportello "Che piacere, rivedere te, tu che sei così caro. Anche se..." guardando lui e gli altri dalla testa ai piedi "speravo in un abbigliamento più... meno... militaresco,  campagnolo...ma niente formalismi, questo luogo è un paradiso in terra e le libertà di etichetta e rigore vanno abolite" fece lei osservando l'edificio.

"Veramente Madame,  sapete bene che questa è la divisa di giorno, che siamo militari di base e i movimenti rapidi e sicuri sono oro per noi, che siamo pronti ad ogni evenienza..."

"No, ti prego. Si, so bene cosa stai cercando di dire e ovviamente ti prendevo in giro... sei così carino quando arrossisci che non faccio altro che tentare tutti i modi possibili per metterti a disagio, come fossi la Regina Elisabetta. Quella gagliarda vecchiarda..."

"AH.." fece lui ridendo a trendadue denti "una frase che avete ripreso da una persona... e so bene che voi siete parecchio propensa allo stuzzicare e tastare il polso con chi vi va a genio." fancedo un inchino perfetto e profondo "Tuttavia vi prego di non introdurre negli eventuali discorsi, quelli più... brucianti quanto uno jalapeño andato di traverso..."

"Eh eh... qui avete la tendenza a descrizione figurative, ma questo livello, per quella persona? Oggi è scesa con il piede sbagliato? Le è passato un gatto davanti o lo ha trovato nelle stanze che frequenta? le hanno rubato il cibo che nasconde ovunque...?" con  un largo sorriso

"In verità, mi creda, come la precedente,  ella non è avvezza a sotterfugi del genere. Solo le signorine veraci poco amanti del protocollo si comportano in modo da mostrare il loro..."

"Cosè che stanno dicendo?"

Jd rallentò per la frase ,  perchè Madame alzava gli occhi sulla persona che aveva fatto quell'uscita infelice in un momento di benvenuto che la loro ospite adorava. Disquisire in linguaggio medio e aulico la divertiva, anche se il clou sarebbe giunto con Milan e forse Kianta, e le novità la attiravano come il didietro non ancora punto ad una zanzara. Gask, pensò Jd, sei troppo sincero e troppo curioso. Vide l'ospite ringalluzzirsi osservando per bene gli uomini dietro di lui, e sospirò. la fissò.
Indossava un completo da donna grigio scuro composto da parte superiore e gonna. La parte superiore era una sorta di giacchetta in pizzo trasparente, di cui sotto si vedeva una sorta di body nero, così parve a Gask, che chiudeva con scollatura tonda e con un oblò a rombo sul taglio del seno, maniche tre quarti, che finiva fino alla vita. Il pizzo raffinato era terminato da una sorta di cintura e un volants asimettrico che girava intorno alla vita, corto davanti e loungo dietro fino a metà sedere. La gonna era semplice con apertura dietro, lo spacco ricordò e fino al ginocchio con scarpe col tacco assurdo e rifiniture di pizzo. Non conosceva le scarpe e non sapeva definirle ma erano affusolate, eleganti. Aveva gioielli ma erano discreti, semplici e fini, con delle pietre bianche che luccicavano. Diamanti, si chiese? Comunque i gioielli erano indossati nella zona di pelle non coperta, quiindi girocollo, bracciali, orecchini a bottone tutti a filo dorati.

"Oh, un nuovo stallone in scuderia. Interessante che sia anche tra voi. Di solito i novellini, e peggio se chi sappiamo si è già stancata dell'esuberanza e veracità maschile giovanile,sono intenti a sgobbare, cacciare le fastidiose femmine di insetto molesto da sotto le sue finestre, il suo Padiglione o lo Spicchio di comando... sembra al top di gamma. Quasi una fuoriserie, direi..."

"Madame, la prego. So che si diverte, ma potremmo iniziare ad avviarci nel salotto degli ospiti? Inizia la stagione calda e potreste provare troppo calore, visto anche il vostro abito così scuro..."

"Il nero attira tantissimo il calore, suderà tutta. Non cè uno di quegli ombrelli merlettati  che usano Milan e gli ospiti per il sole?"

"Gask..." fece alla fine Jd non resistendo più parlando con i denti stretti "ti ricordi le regole che ci sono qui? Ripassale. E ricordati che gli ospiti sono sacri e vanno trattati come il Padrone della Casa..."

"Intendi Milan o Kianta?" rispose di contro Gask non capendo che accadeva e con gli occhi socchiusi, facendo ridere di gusto Madame e Lubo, mentre Alaric faceva un facepalm,  e Bryden e gli altri più giovani si guardavano e parlavano con le mani, con il linguaggio dei segni che usavano spesso.

"Gask non ora..." iniziò Jd per fermare quel nuovo arrivato che era abituato in un certo modo e doveva ancora ambientarsi, ma Madame con la mano, colpendolo con il dorso, spostò Jd e si parò davanti il nuovo, Gask.

"Sei davvero molto alto, non come Lubo, ma davvero più di molti che lavorano per me. La più bassa è la Padrona di Casa, che è diverso dal Padrone della Casa, per ovvi motivi e ruoli. Anche se si dice che di giorno ella è la Padrona della dimora, e di notte lo è Milan. Egli la luna quanto ella è il sole. Anche se non lo vorrebbe, ma la cosa divertente è che trova fastidiosi quelli troppo alti. Dimmi ti ha dimostrato fastidio?"

"Parla... di Kianta?" le chiese con timore

"Oh, la chiami per nome. Che succede" feec rivolta a Jd "Sono cambiate delle cose? Oltre voi tre, Milan e quei quattro giovanotti, uno dei quali interessante come questo, è successo qualche miracolo, benchè ella non vi creda? Esiste qualcun altro che può essere così amico da chiamarla per nome? Diversamente dalla precedente? Cosa è avvenuto, raccontami" voltandosi verso Jd, spalle a Gask, con paziente attesa ma sguardo di complicità e pettegolezzo.

"No, nulla... lui è nuovo, arrivato da poche settimane e le abitudini vecchie ancora non sono entrate nel suo cervello" fece con un pizzico di rabbia verso Gask, con cipiglio "e..."

"Si ostina a trattar tutti come pari, amici, nel modo sbaglaito" fece Alaric ridendo malignamente "Madame, i miei ossequi vivissimi e mi permetta di mostrarle tutta l'ammirazione che riservo per Voi, e solo Voi. Siete magnifica, come sempre, una Signora come qui non se ne vedono..."

"Oh, Alaric" fece questa sorridendo all'inchino untuoso dell'uomo "Sei sempre così spumeggiante. E ti ringrazio. Mi auguro di essere degna per esser ricevuta da Milan"

"Oh, Milan il nostro leader, non è in sede in questo frangente, ma se desiderate attenderlo, saremo più che lieti di servirla e riverirla come vostra posizione e signoria necessita..."

"Non è comanda?" domandò Gask cercando di seguire la cosa

"No, scemo. Ti metti in testa che esistono protocolli? Sei un militare o no?" iniziò a sbraitare ALaric fermandosi dal baciamano salivoso. Pensava Jd che quella persona lo chiamasse così, che faceva sempre quella serpe dell'amico. Quando cèrano donne, belle, lui faceva di tutto per mostrarsi e apparire come Milan.

"Suvvia, Alaric. E' sincero. Ma fammelo guardare bene..." fece lei facenedo spostare Alaric, deluso, con un gesto e poi aprendo le mani vicine dal petto in fuori, per indicare implicitamente di far spazio intorno a GAsk, che era confuso.

"perchè, che deve fare?" le domandò mentre la vedeva soppesarlo

"Sarebbe un ottimo elemento per la mia Carta, ha un fisico più naturale di molti dei vostri, fin troppo artificiali. Kanta stessa odia chi prende steoridi e sintetici e dannosi, mostrando poi un corpo che lei definisce a nuvolette. Simpatica analogia, vero? Lui invece no. Si nota che lavora sodo per migliroarsi ma non si droga, non prende cose artificiali... molti non capiscono, ma si nota quando un fisico è costruito naturalmente e quando invece in maniera veloce e con aiutini. Inoltre ha un fisico ad incudine, e la zona della spalle e del collo non è bulbosa al limite del grottesco per quanto si pompano, ma spiovente con collo forte e spalle lavorate, senza quel fastidioso effetti che hanno molti uomini di rigonfiamenti eccessivi che rovinano la bellezza di un corpo ben lavorato. Peggio se indossano come i miei ragazzi begli abiti, apparenedo quasi dei pagliacci. Si, credo proprio che questa volta ci siamo. E' un ottimo soggetto. Ha un ottimo aspetto generale, anche le saopracciglia al naturale senza ritocchi sono ottime,  seppur larghe rispetto a come va a desso, ma alle donne piace più un naturale che troppo artificioso. Questi occhi con il taglio a positive Canthal tilt verso l'alto e lo sguardo ferino anche se dubbioso.  Si, sarebbe davvero il migliore della mia scuderia. Quando posso averlo?"

Jd sorrise lievemente mentre Lubo emetteva il suo solito schiamazzo divertito, sembrava quasi che fosse con uno con snack in mano e cibo in bocca, messo lì a diveertirsi e vedere come andava a finire. Alaric pareva invece infuriato.

"Madame, mia magnifrica Signora di questo luogo, l'unica..." le fece come rosso d'ira "vi ho chiesto molte volte di ritenermi idoneo per servirvi, per essere della vostra Carta dei servizi, ma mi rifiutate sempre. Questo... soggetto, è nuovo, non ha ancora inteso le regole di questo luogo e si atteggia a padrone e menefreghista edi comportamenti. Sono sicuro che non sarebbe degno si accompagnare le vostre clienti e risulterebbero offese o..."

"Alaric, sai bene quanto io sia lusingata della tua offerta, ma purtroppo sai bene i gusti delle clienti. i tuoi connotati sono troppo semplici, comuni e non idonei a presenziare al loro fianco come novelli Cicisbei,  di interesse mondano e presentazione..."

"Ma mia Signora, l'unica vera grande Signora di questo luogo, io..."

"Chi sarebbe l'unica, vera, Signora di questo luogo che merita il segno S grande all'inizio con quell'inflessione?" proruppe una voce dura e tagliante dal portone principale, che fece zittire Alaric e voltare tutti. Madame si voltò e Jd la sentì sussurrare "Lia...", quasi un mormorio di un'ispettata apparizione, per poi notare Gask che aveva sentito e guardava tra lei e la nuova persona con la bocca aperta, mentre Madame continuava
"Oh, Kianta. Che letizia rivederti e meritare tale benvenuto. Sia per questi bei giovanotti qui tra i Capitani, questo nuovo soggetto molto interessante e quegli uomini,  così decorosi e rispettosi che sono qui intorno in posizione di saluto"  fermi là da quando lei era sceda a quel momento. Era uomini che per impegni, lavori o solo di passagigo aveva l'obbligo di onorare i superiori e gli eventuali ospiti in formazioni con il saluto militare.


"Madame..."  fece Kianta mostrandosi ferma, eseguendo una perfetta rivederenza verso la donna nel loro stile, ossia scendendo con le gambe come una classica, con però le braccia  lunghe morbide lungo i fianchi con i palmi rivolti verso la persona, con il capo chino di trenta gradi, di più per persone di più alto vlaore.

Kianta era al suo solito ferma con il peso su un'anca, indossando anche lei un completo da donna e Gask ne rimase stupito. Era la prima votla oltre i vestiti da festa che la vedeva in abiti femminili. Era composto da un sopra e una gonna. Il sopra era una sorta di giacchetta che scendeva fino ai fianchi, sotto pareva avere una camicetta che si intravedeva dalle maniche corte, dal taglio aperti all'interno del gomito e finivano opco sotto il gomito, strette e dalla parte anteriore chiusa da uhn solo bottone. Quella giacchetta pareva strana ma elegante per lui, e vi vedeva sempre quele giro di volants questa volta corto ai lati e lunfhi davanti e dietro fino a coprire quasi metà fianco. La camicetta pareva di un tessuto molto fino e traslucente ma non bianco ma un grigio pallido, più corta della giacchetta e tenuta in vita da un nastro nera con un bel fiocco che pendeva sul lato sinistro come un abbellimento.Le maniche erano a campana, gli pareva si chiamassero, larghe dal gomito al polso, poi bloccato da un nastro e una sorta di pizzo a putna ampioa campana. Per la zona del collo della camicetta, non capiva se aveva una scollatura larga che una volta Jd chiamò a barca oppure se era chiusa sul collo perchè una sorta di sciarpetta  scendeva sul davanti fino al seno, che nascondeva la camicia dalla giacchetta aperta, e gli sembrava che quella sorta di sciarpa fosse come quelle che Milan metteva, che giravano intorno al collo e stavano davanti bombate. Boh, non ne capiva nulla.
E poi aveva la gonna, non semplice come l'ospite ma la fasciava come l'altra ma con una sorta di  rouches a sinistra, non ricordava se si chiamava davvero così, che scendeva dal fianco, da sotto la giacchetta, fino all'orlo della gonna al ginocchio, con una puntina più lunga che si muoveva al muoversi dei fianchi. Dall'altra parte di questa  rouches, quindi a destra, aveva uno spacco bello lungo che non mostrava pelle ma la stessa stoffa della camicetta.
Sia gonna, camicetta che giacchetta erano color grigio agata, uno dei tanti colori, no sfumature pensò, dei colori che lei usava.
Ed era la prima volta che vedeva, oltre la parte del bagno, più pelle di quella che lei mostrava di solito. Se nel bagno aveva visto una parte di spalle e braccia e le gambe dove l'asciugamano non copriva, qui aveva dal ginocchio in giù per finire con scarpe, grigio agata decollete a punta tonda, belle alte, con un cinturino largo non cucito ma a continuazione della scarpa sotto, dietro la caviglia con un decoro sul bordo pendente,  che poi si divideva in tre laccetti da chiudere di lato.
I capelli erano acconciati non con le parrucche di solito ma i suoi corti a pixie naturali. L'aveva vista con trecce varie che le adornavano in diagonale o orizzontale loa testa, con dei cerchietti di vario tipo tirandoli indietro. Per i cerchietti lui no nsapeva prima che fossero ma lei in base a cosa indossava e non usando parrucche, usavano proddotti fatti allo Chateau che potevaqno essere a forma di rametti, proprio fili spessi di qualche materiale color argento che ricreava dei rami da indossare come cerchietto con dei decori di perle o pietre. Cerchietti larghi tre dita sue, con decori in uncinetto o no nsapeva che erano che richiavano anche lì delle foglie o rami che facevano quesdti decori in stile uncinetto o pizzo non sapeva, con tema rami e foglie, da unire a voolte a uhna treccia della freangia che virava verso l'orecchio. O trecce che dalla frangia scendevano senza altro fin dietro l'orecchio, coperte dasapienti ciocche fissate. O COme accadeva spesso in stiloe anni venti e trenta con capelli dal alto più lungo, essendo corti non poteva farli in mille modi, a onde oliate che facevano questo esffetto  con l'altro lato con i capelli più corti invece delle decorazioni di mollette, fiori, cose incrostate di pietre e perle. O sempre in stile anmni trenta con una sorta di fascia che girava dalla fronte a girare intorno alla testa con un decoro sulla tempia o dall'orecchio in su, verso l'alto.Usava tantissimo se senza parrucca questi decori per capelli in qualche metallo con pietre o addirittura piume dalle varie forme da fermare tra i capelli sulle tempie o la zona fontale, all'attaccatura dei capelli, uno in particolare gli era rimasto a forma di grossa S che corpiva dalla fronte, non al centro,  fino all'orecchio sinistro, tenendo i capelli liscissimi portati dietro le orecchie, con dei cristalli al centro e poi a formare la S una sequiela di piumette del colore dell'abito.
Ma i capelli lisciati licidi o a onde vecchi anni con decori erano i gettonati.
Quella volta usava una acconciatura che imbastiva spesso per i momenti di cambio veloce, i capelli al naturale erano sistemati ondulati e bombati nella parte anteriore e fissati tutti indietro, fino alla nuca, con forcine piumate, che scendevano con i capelli, facendo cconstrasto essendo dei colore chiaro come gli abiti. Quindi si aveva l'effetto di profilo di morbide onde disciplinate da forcine che tenevano tutto indietro e più aderente del davanti, conpiumette sottili che scendevano fino alla nuda in una sorta di simulazione di ... una crocchia? No, forse chignon. Così si chiamava? Insomma non erano male.

"Siate la Benvenuta. Nella mia casa sarete come la Padrona, e alla mia tavola, troverete un desco degno di voi. Prego, venga con me per il salottino..." attendendo che ella si avvicinasse agli scalini per raggiungerla.

"Ehhhhhhhhh!?!....EHH?!?":.. fece Lubo a Gask con una gomitata, vedendolo completamente sconvolto di avere davanti una persona totalmente diversa da quella che conosceva "L'hai vista agghindata da festa, ma come una donna normale no, non è così? Come quando è tirata a lucido per quelle feste, non è niente male, vero? Ehhh?!?" gli fece, mentre il nuovo amico stava a fissare Kianta co nla bocca aperta, l'espressione di incredulità come se avesse visto un alieno, mentre questa ridceveva sulla soglia Madame, ponendosi dischiena a un battente del portone e lascindola passare all'interno "Eh, si. E' l'effetto che fa alla gente quando la vede vestita da donna. Non si ritiene bellissima ma passabile, e odia vestirsi da donna, essre guardata, ma per persone come Madame o per aiutare Milan si mette in tiro,  per non essere una ospite sgarbata. E alla fine seppur bassina non è male, no? Alaric la prima volta non l'aveva riconosciuto e aveva tentato di approcciarla per darle una ripassata" sghignazzando

"Smettila, non è vero. Solo perchè truccata e vestita sembra un'altra, quella non la avvicinerei mai! nenache fosse l'unica patata qui intorno. Cè di meglio"... fece Alaric incazzato, per poi voltarsi e vedere Samantha che gli faceva l'occhiolino e un ciao ciao con la manina,  prima di andar via, salutandola come un ebete

"lascialo perdere, lo ha fatto perchè come hai visto all'inizio non sembra lei, e quando si è trovato rimproverato malamente che stava facendo il marpione,  l'ho visto correre come se avesse un orso a un centrimentro dal culo... poverino, gli è venuta una fifa e un orrore. Si odiano malamente e non avrebbe a che fare con lei per niente al mondo, ma quella volta andava registrata..." disse in maniera cospiratoria a Gask, che fissò Lubo come se stesse raccontando una storia inventata.

"Ragazzi, muovetevi, dobbiamo presenziare..." borbottà Jd, ormai con le due sparite dalla soglia.

"Quella pazza è come il famoso Dannis la Minaccia, sembra carina e gentile ma ti tira fuori cose che, mannaggia ai santi..." borbottò Alaric seguendo Jd con gli altri due capitani, mentre Gask stava vicino a Lubo senza capire.

"ho detto qualcosa di sbagliato?" chiese il primo candidamentre all'omone più di lui vicino, che come al solito rideva.

"No, è solo che tendi sempre a fare domande e voler sapere. Cerca di evitare di farlo, anche se prima erai libero di comportanti in un certo modo, non qui. Non perchè siamo stronzi ma perchè se ascolti e segui le persone, comprendi più di quello che ti ivene detto per le tue domande. E peggio, se cè Kianta in giro. Lei approva le domande, la cuoristà , purchè non diventi pettegolezzo e simili, o non porti afare cose sbagliate. Il problema è che tu ... niente lascia stare "ridendo di gusto"

"Cosa... dimmelo"

"Seistato abituato troppo, per troppi anni, a certi comportamenti, qui è diverso e devi seguirli. Sia perchè è una comune che una organizzazione militare. COn delle regole di condotta per vivere nel modo migliore insieme. o si rishcia di fare la vita come da te, o nella società là fuori,  dove le continue famiglie sbagliate e disfunzionali hanno insegnato maleducazione, egoismo, menfreghismo..."

"Va bene, ma cosa sbaglio? Ho oslo chiesto..."

"E' il tuo tono. Il tuo modo... stai sereno, tranquillo, sembra che tu sia sempre su lchi vive... lo vedi come siamo noi?" aprendo le braccia verso la tenuta, tutta la zona anteriore piena di verde, settori divisi dal verde a cui conducono stradine e tutte le zone più estese non visibili "sei troppo... ecco, chiedi sempre perchè stai sulle balle a Kianta. E' per questo. Dal modo di muoverti e atteggiarti rispecchi il mondo dove stavi prima, ma qui no, è sbagliato. Ti si prende nel modo errato, sei troppo legato ai comportamenti di membri di organizzazioni e cartelli..."

"E come faccio a cambiare? Sono abituato così..."

"osservando noi, restando a guardare e ascoltare,  e prendere la calma e le inflessioni che utilizziamo. Muovendoti..."

"ma io mi appoggio al muro e..."

"no, non mi riferisco a quello. Ma cammini spavaldissimo come se fossi un cazzo di protagonista trash di un film di bassa lega. So che vivendo con quella gente ti sei abituato che fosse normale, involontariamente ma... anzi, sai cosa? Una persona aveva messo proprio delle Lezioni per togliere modi di parlare strascicati o comunque accenti, parlando come noi senza... regole di comportamento, postura e ci sono le sezioni nel Teatro per sciogliere certe muscolature per arrivare ad essere un pò come Milan..."

"Ma Milan non è figo in maniera naturale?"

"Si, ma non conosci la storia della gente arricchita, cosa buona eh, se ha lavorato sodo e senza danneggiare altri, ma che con i soldi arriva lo status e quindi fanno lezioni di etichetta, buone maniere, bon ton, per sapersi muovere nel nuovo ambiente che gli intressa...Credi che tutet le persone ricche ed eleganti, raffinate, quasi di una leggiadria straordinaria sia... naturale? Affatto. Studio e alvoro. Milan ha avuto fortuna ma ha lavorato allo specchio e con persone come Madame,  per esser quel che è ora. Si potrebbe definrie un nobile di nascita, mentre oggi ci sono persone che pagano per imparare a fingere come dovette fare Madame de Pompadour per entrare nella folle cerchia dei pazzi ma nobili francesi..."

"Chi?"

"Queste cose le so appunto ascoltando Milan, Kianta, in generale... Era una donna di centinaia di anni fa che ancora oggi è ammirata e considerata per le sue qualità intellettive, umane e sociali, nonchè come dice Milan, per essere stata ricordata come la Dama di Francia che ebbe la chiave del cuore di un Re..." facendo i versi e muovendosi come un damerino che aveva visto nei film o nelle feste in costume dove la gente s ela snetiva tanto "Come dice Milan, parole sue... Fu una donna che dalla borghesia e problemi familiari,  dovette industriarsi per restare e stare al fianco di un uomo primo nel paese, il Re, che seppe consigliare, considerare, trattare, amare, ma anche essere la sua più profonda e fidata amica fino al giorno che ella morì. Ma per essere una persona così tanto ricordata e ammirata,  per la bellezza che esce fuori dai suoi dipinti, cè una donna che dovette imparare per anni a comportarsi e gestire, oltre che recitare, la nobiltà francese, quella più in alto in assoluto. Fu odiata ed ebbe parecchi problemi per questo, ma tanto fece e tanto fu se stessa che rimane ancora oggi una delle icone di donne forti, battagliere e indomabili che la storia conosca. CCerto, molti parleranno di quelle più recenti degli ultimi cento anni, ma anche lei non fu da meno con la capacrbietà che dimostrò nell'avere amici poco amati dai nobili,popolari o di ogni ceto, ogni tipo di pensiero che lei afforntava con sagaci conversazioni,  studiare e interessarsi ad arti e scienza che erano contro la morale e la società religiosa dell'epoca... queste cos ele so a furia di sentire Milan, spreo di aver preso bene il suo tono e i lsuo modo di esporre... alla lunga ti impari a memoria tutto..."

"Ok, questo per..."

"Primo,  per dirti che puoi cambiare questi comportamenti così scattanti, troppo frettolosi e nervosi che ti fanno apparire nel modo sbagliato e ti fanno vivere male. Voglio dire, non si ha torto nel seguire le regole , che ti senti meglio e tranquillo con una calma interiore che ti evita stress ed altro..."

"mi sembra che abbia poco senso..."

"Lo dici ora. Credimi, fai come ti dico e vedrai i risultati. A Kianta non piacciono le persone che si comportano e si muovono come facevate voi o quella gente di strada o le gang che le fa solo nascere il nazismo..:"

"il cosa?"

"la voglia di buttarli dentro un buco e fargli male. La gente spocchiosa, rozza, saccente dall'essere fastidiosa, supponente... che altro, insomma gli spacconi come erano da te o che trattiamo ogni giorno che cercano di apparire come i gatti, grossi, che urlano, appaiono minacciosi e fanno solo incazzare..."

"Insomma i tipi... non ho capito!"

"Senti, ti ci accompagno io dalle persone giuste che ti spiegano come sistemarti. Sappi solo che molti che facevano come te percome erano abituati sono finiti male, nel loro caso perchè erano stronzi dentro e quindi agivano come quei film di serie b , doveinvece di far paura la gentaglia fa venir voglia di prenderli a carezze ma a 200 chilometri l'ora..."

"carezze..." totalmente turbato e nel pallone

"AH ah ah... si lo so, scusa. Ti sto buttando addosso roba veloce,  ma devi sapere che qui la gente deve esser lesta di cervello. Capire subito e agire. Quindi preparati ache a questo. Voglio dire che Kianta ha l'abitudine di apparire gentile e carina con le persone oltre noi, ma è capace di prendere volentieri a carezze ma accelerate,  quelli che odia e che per lei sono stronzi. Altra cosa, finchè è nel carattere della persona, e intendo i modi muoversi e atteggiarsi, lei non ci fa mlto caso. Ma se inizia ad essre un comportamento che si è preso per apparire superiori, fighi, alla gang di pessima categoria o gli spacconi con cui avevi a che fare tu, le cose cambiano. E visto che tu non sei ne l'uno e nel'altro, ma anzi mi piaci un casino come persona, ecco perchè ti sto dicendo di farti aiutare ad eliminare questi comportamenti ferini, quanto gli sguardi imbruttiti perchè offeso o arrabiato che fai... Già per quello che hai fatto quel giorno è importantissimo che ti fai perdonare..."

"farmi perdonare..."

"Esatto, e meglio iniziare dal non farti ancora vedere nel modo che lei odia..."

"Ok, ma..."

ma Jd tornò al portone a chiamarli, irato, e lo raggiunsero, scoprendo che Madame e Kianta stavano osservando il nuovo megafotonico dipinto, come diceva sempre Kianta alle cose mega che Milan faceva, del Leader, che capeggiava sul muro di fronte il portone, sopra il pianerottolo da cui proseguiva la scala. Il dipinto mega gigante era posizione sospeso sulla zona ampia della scala, un bel quadrato, che faceva anche da tetto per la zona sotto la scala, chiusa da una porta, ed era posizionato in modo che la ringhiera dalla porta o sotto di essa, non ostacolasse la visione dello stesso. Gask aveva calcolato prima che vi fosse un bel metro forse di altezza ed era posizionato di tre quarti, i migliori abiti in stile Milan come li chiamava, e i lsuo ego, così ben realizzato come il resto dell'opera iper realista, sembrava vedere tutto e tutti in qualuqnue posizione.

"Che Mirabile opera... spettacolare, sembra una gigante fotografia, e invece quell'artista russo che adorate ha saputo rendere tutte le sfaccettature di Milann secondo me. La pacatezza ma la lucida e vivida intellingenza che sprizza dagli occhi, la posa seria ma molto signorile e..."

"Eh si. Un  Dorian Gray di noialtri..." disse Kianta buttandoci lì un colpetto di tosse strategico che Madame però parve non cogliere. Gask, con Jd e Lubo però avvicinati, colse un bel sorriso complice "adoro questo artista. Ne abbiamo uno straordinario che si chiama Hyacinthe ed è in grado di pingere in modo magistrale avvicinandosi così tanto da sembrare suo allievo dell'epoca, alla sublime maestria di Vittorio Reggianini nell'arte del panneggio e degli abiti. Sembrano veri, reali, palpabili, come fossero lì sotto la luce naturale in un giorno soleggiato. Ma per i ritratti che desideriamo tenere, ci affidiamo a questo artista russo che io ammiro e apprezzo molto e viene da noi proprio per queste opere. E devo ammettere che i suoi capolavori sono migliori, superlativi, così naturali e reali dell'arte di Dorde da risultare meno fredda e meno istantanea a caso senza anima delle foto..."

A quelle parole Gask notò che qualcuno aveva trattenuto il respiro e si voltò in entrambi i lati,  notando che Lubo rideva al suo solito mentre quello che ansimava e sembrava quasi voler tendere le mani ma le ritirava fosse Jd, come fosse arrabbiato e con le mani ad artiglio poi le metteva ai lati e volesse fermarsi dallo strozzare qualcuno.

"Dorde ci mette anima nei suoi dipinti, non ti piace la sua arte?"

"No" rispose candidamente Kianta alla donna "per me sono fredde e impersonali come le foto che si fanno sempre. Non sono all'altezza di quelle di guerra e di momenti chiave che sanno parlare da sole, mi riferisco a quelle comuni... lui è straordinario, capace quanto questo artista ma perfino Hyacinthe per me è migliore, che ha preso il nome da un antico pittore con quel nome, ma non è grado di trasmettere niente oltre la qualità iper realista meglio delle foto analogiche. le foto digitali le possono considerare migliori e tutto, con tutti i bei parametri di pixel e stronzipixel, ma non saranno mai come pellicola e macchina di qualità ultra analogica. Che s ela prendano a mano i fotografi con le loro macchinette pixelizzanti lì..." mentre ale sue spalle Lubo faceva un fragorosa risata "ma Dorde, quanto iper tutto può mettere, non è iun grado di infondere su una tela con colori ad olio quasi l'anima stessa in uno sguardo e una posa, un gesto che il soggetto ha scelto di far mettere, perchè i suoi lavori sono freddi. Questo pittore russo potrebbe dipingere anche solo con il sangue,  e in base agl istrati di questo sovrapposti e quindi la tonalità più chiara e scura che ne deriva contro la tela bianca, riuscirà sempre a dare emozioni, colpire, ammaliare, dare qualcosa della persona ritratta che mai una foto o Dorde stesso possono, non importa il lavoro dietro. Un'arte calda per me, è quella che ti fa ammirare un viso e ti fa sembrare di avere la persona dinnanzi con lasua anima, sia che sorrida o sia seria, sia che abbozzi e ti chiedi perchè quel sorriso se pare tirato, dolce, sereno, falso e via dicendo. Un dipinto che ti coglie e ti calamita su di lui è più preszioso di qualunque album fotografico... ma ne parliamo dopo, adesso rechiamoci nel salottino, lì Milian, neanche a dirlo, ne ha posizionati altri..:" mentre Jd faceva un debole verso di sofferenza.

"Vede Madame, Milan è piuttosto... sicuro di se da non voler perdere questi momenti di giovinezza e vita. Quando si invecchia se non hai geni capaci di migliorarti rispetto all'età massima classica,  definita della grandiosità, si finisce per sembrare più generici della gente che passa inosservata. Sapete, quelle persone che per come sono fisicamente e di sensazioni, colpiscono e sanno splendere da sembrare irreale? Invece accade, molte persone la sfangano proprio perchè o i loro tratti non si imprimono nella mente delle persone, sembrano così banali che non hanno nulla da tenere a mente. Lui no, ma il dubbio cè. Lui riuscirà tolti i suoisegreti di bellezza, ad essere alla George Clooney,  più affascinante dalla mezza età in poi, che da giovane? E molti altri... Lui è definibile un uomo giovane e straordinanariamente bello..." fece lei dentro il salottino, portandola sul muro dove capeggiavano alcuni ritrtatti di Milan, da solo o con altre persone di alto livello. Quel salotto era per gli sopiti, tutti, che giungevano a incontrarlo, il primo stadio per poi spostarrsi in quello adibito allo scopo, due appositi, e teneva lì certe foto e ritratti per uno scopo. Impressionare e parlare prima che a voce "Sapete, mi sono sempre più convinta che che oggigiorno la gente venga vista e considerata più per l'apparenza che il vero che cè ed ha quella persona. Non si valuta più inoltre la bellezza come un tempo. Botticelli, Da Vinci, Canova e molti altri vedevano la bellezza e la tenevano sacra per sempre , nei dipinti e schizzi. Una bellezza naturale e quasi magica che solo la genetica e fortuna sanno dare, oggi sembrano tutti identici grazie al bisuturi... La bellezza... quella di cui parlava Oscar Wilde in Dorian Grey, capace di far voltare sguardi e teste, che fosse così straordinaria e sublime per uno scherzo di spruzzate di geni chiave... non si valuta più un giovane, uomo, in base alla bellezza ma quanto è sexy, pazzamente attraente poer ciò che la finzione sa dare, che come dicono molte vostre clienti, pure quelle che se la tirano perchè ... fanno sangue. I giovani di Caravaggio, altro esempio. Ad oggi quelli dichiarati belli sono solo frutto di estetica e ritocchi, abbronzatura e muscoli, mentre un tempo erano i fattori che rendevano interessante un viso di uomo ma non solo. Un uomo non è solo bellezza o i famosi giovani nei dipinti non sarebbero stati lì per come erano, i movimenti, cosa sapevano dare all'altro e nell'altro.... Voi stessa proponete soggetti che sono accattivamente e sexy ma belli... sono tutti tirati a lucido, con un ottima presentazione ma... "

"Ragazza, detto da te, non so se prenderlo come una critica costruttiva o una mente che è settoriale su un certo argomento , e ha gusti ancora più settoriali sugli uomini. Sappiamo entrambe che i tuoi gusti non valgono..." venendo guardata freddamente da Kianta

"Comunque... siamo serie. A quale degli uomini migliori, farebbe fare un dipinto affinchè la sua bellezza resti immutata per smepre? Che meriti ciò oltre che per la bellezza, non sexytude, e la sua personalità che traspare anche dai segni di un pennello?"

"Milan sicuro..." iniziò la donna "per altri che meritino... " iniziò a rallentare per poi fermarsi a guardare Kianta.
Sedeva sulla poltrona che dava la schiena alle finestre. La stanza era di forma rettangolare e le poltrone davano la schiena alle pareti lunghe e in direzione delle altre, quindi fronteggiandosi. Kianta sedeva in un modo che la freddò, Era portata verso il bracciolo destro, seduta di traverso con i l fianco destro a contatto con il bracciolo destro, le gambe verso quello sinistro, con la gamba destrra sopra l'altra, cfon il piede nella zona posteriore della caviglia, che si incuneava fino al tallone dell'altra. Era un modo strano di portare le gambe e lei lo aveva visto fare solo ad un'altra persona. Era un modo suo di stare sennza posizione da Signora, questa gamba che qusi bloccava l'altra con la zona della caviglia che teneva quella sotto più vicina alla poltrona quasi abbracciando l'altra cavilgia. Il piede sinistro stava tutto a terra, mentre quello destro che girava intorno all'altra gamba, toccava terra solo di punta. Col il busto tutto verso il bracciolo di destra, aveva il gomito destro posato comodamente su di questo e il braccio sinistro che passava sopra la sua vita stringendo con la mano il polso sinistro. La testa, seguendo il busto verso destra, era leggermente inclinata verso sinistra, con uno sguardo sicuro, capacrbio, come se attendesse un segreto, come se nulla la toccasse ma fosse cuoriosa.

"Capisco il tuo pensiero sulle apparenze e il vero giudizio di bellezza su una persona. Se lo è, va detto. Oggigiorno più stregiudicato e..."

"Gli stronzi, quelli che sono alla moda, che appaiono al passo coi tempi e la stronzaggine... si, è vero. Piuù sono così, più piacicono. MOlti li definiscono belli e dannati, io solo coglioni. E se togli loro un ciuffo, un pantalone, qualcosa, sembrano imbecilli qualsiasi.Perdono tutto per quel dettaglio alla moda che magari gli stava bene ma che, senza quello sono scialbi...  La bellezza resta su di te qualsiasi cosa cambi o togli, aoltrimenti non valgono più nulla. Quelli come MIlan passano in secondo piano con la bellezza fittizia. All'inizio si voleva dare bellezza a tutti perchè no nvi fossero differenze. Ma se esiste il temrine bellezza e bruttezza è perchè denotano due cose diverse. Non avrebbe senso altrimenti questa differenza. E così si è passato dal voler aiutar ele persone a rendere ancora più nella  società. Se sei brutto, con problemi, non ti omologhi e ct ect ect... non vali nulla. Se non ti ritocchi per fare la copia carbone ormai di tanti altri prima di te, sei sfigato e ti viene meno lavoro in cui eccelli,  ma cè un/una persona x che perchè più attraente, che fa far figura, ti supera e resti indietro nonostante non sia così brillante. E quanti, così tanti esempi di vergogna solo perchè non è da foto sui social, non si è regina o re della spiaggia, non ci si veste sexy... inevce di andare avanti il mondo è andato molto indietro. Per questo bisogna raddrizzarlo. E siccome ho visto che alla gente piace poco l'equità, uguaglianza, il giusto in base alla persona e non alla comunista, ecco che escno fuori i forconi. Mentre se metti paura e regoole da tirannia tutti seguono e fanno c osì. Vedi Germania e paesi occupati con quel cavol o di baffetto tedesco e cosa è accaduto dal millenovecentosettanove,  quando la religione dei marron glassè ha soppiantato il regno dello Scià per rivoluzione iraniana. Quell'uomo, lo Scià di Persia era per una volta un ottimo monarca, quanto aveva fatto e stava facendo per la sua gente e che traguardi moderni, insieme alla sua regina Soraya. Ma alla gente non andava bene, libertà, uguaglianza, diritti di scuola e medicina... chi se ne frega, meglio un totalitalismo religioso-bigotto-patriarcale del... che orrore quelle foto del prima e dopo. E si è lasciato fare... ecco perchè ho deciso che alla gente piace più esser bastonata che sostenuta con una mano e l'aiuto da fratello. E allora che bastonata sia. Quanti quadri, dipinti,ritratti di persone e artisti sono finiti nella spazzatura, perduti, abbandonati, perchè secondo loro senza valore, a meno c he no nfosse monetario, che invece  parlavano della vita di una persona e di colui o colei che vi mise il suo dono. Ormai il valore di un oggetto è dato dal denato di quanto ti fa risultare grandioso per averlo. Molte opere d'arte si sono salvate solo per questo, ma siamo sinceri. Quanto valgono le foto e selfie di oggi rispetto a un oggetto di ottima fattura e ha richiesto ore e tempo del fabbricante, dei materiali e bellezza? Come per la bellezza maschile, la bellezza ha smesso di esistere per i gattini e cazzate postate per like..."

"Sono d'accordo... e ora Milan dove si trova?"

"In Asia. Comunque..." ma smise perchè all'esterno si sentivano urla e schiamazzi. Sbuffò, si alzo e andò alla finestra scontrosa. La finestra dava direttamente sulla parte anteriore della tenuta, mentre il corridoio centrale sia a destra che a sinistra dell'estranta, era al cento di sua ali di stanze, una guardava con le finestre verso la parte anteriore, quella opposta verso quello che sembrava un chiostro ampio a rettangolo con archi ogivali disposti su ogni lato, sostenuti da elegantissime colonnine di marmo. Un giardino diviso in sezioni, curatissimo, pieno di sole rose di tutti i colori e screziature, con una fontana particolare al centro da cui partono le divisioni artistiche tra roseti, statue e composizioni varie. Una porta conduceva alle sezioni dopo la tenuta antica, che giungeva fin sotto la montagna direttamente, con box dei mezzi, zona addestramneto, ect.
Il corridoio tra le due ali di stanze prendeva luce da lampede in stile antico mutate in elettriche e altre lasciate a candele, ma anche dalle porte. Potevano essere di tipo scorrevole o classico, antiche e in massello , tutte con sopraluce ad arco o rettangolare, con vetri non dipinti come i moderni, ma a vetrate artistiche con sezioni di vetro colorato come nelle chiese, ma molto più fini e di ottima qualità. Alcuni originali da precedetni proprietari, altri fatti per armonizzare i corridoi. In base al piano le porte erano di forma rettangolare comnpreso il sopraluce o ad arco, ed alcune porte avevano ve4ri e propri lunotti in base a stile e forma della porta in vetro però opaco, come la zona superiore, così  che non si potesse vedere all'intenro.

Kianta fece un gran respiro, come quando si incavolaca sollevando il petto e montrando non una linea dura sulla labbra ma gli angoli all'ingiù,   aprì la fonestra, urlando a pieni polmoni.

"Warden!...Warden che cosa fai tu qui. Dovresti essere ai pascoli, non ti lascio tant alibertà per scorazzare qui. Sei un fastidio e un pericolo. Warden!" mentre il cavallo la guardava ma pareva far finta di non sentirla "Lo so che mi senti, alla stalla. Adesso!" ma questi niente, correndo e scorazzando per la zona anteriore della tenuta "Warden. Te lo dico ora e non te lo dico più. O torni ai pascoli o alla stalla,  o ti picchio col giornale bagnato, sai... vai!" vedendolo scattare come correndo nella sezione corretta.

Si voltò furente, mentre Madame chiedeva "Non lo farai sul serio, spero..."

"Io non picchio gli animali, ma se lo colpisco un pò sul seder col giornale bagnato, a lui non piace restare con parti sederose all'aria umide e ci sente... è come questi uomini, bambini che devi educare con gli espedienti.." ma si fermò, mentre tentava di richiudere le imposte, facendo un verso ocme un ringhio e tornando ad affacciarsi "WARDEEEN! Cosa ti avevo detto? Ora prendo il giornale bagnato e ti faccio il mosaici bagnati e Voi, perchè mangiate mentre camminate! Warden..." mentre il cavallo si sedeva di sedere sull'erba come un cane, cosa che facevano in molti "Warden, se continui prendo la tua coda, la spelo tutta all'osso così vediamo se puoi pavoneggiarti ancora con quella e scacciare le mosche...non sei il brad Pitt equino!... ah ora ci senti, mi guardi. prenderò la tua coda e la vendo ai liutai. Eh? E non ti metto la coperta zebrata, così le zanzare ti si impizzano sul sederone e vediamo coi se ti piace... alle stalle. ORA!" battendo sul marmo sul davanzale della finestra. Il cavallo alla fine ci sentì, fece uno scatto, si voltò per fissarla incerto, poi quando lei fece il gesto con l'indice verso le stalle lui partì in quarta, cavalcando con eleganza nonostnate fosse un Dypsy Vanner e la gente pensava fossero lenti e pesanti.

"Noto con piacere che no nti sei arresa e scocciata di riprendere e rimettere in riga i ragazzi cattivi..." mentre Kiianta chiudeva la finestra con un muso lungo e il cipiglio,  braccia conserte "e noto che ancora non hai fatto l'operazione di mastoplastica riduttiva , ne immagino quello all'altra zona per togliere tutto. SOno sorpresa, sembravi sicura di te sul volerlo fare, visto che anche un'altra persona voleva..."

"..." mandandole uno sguardo di fuoco "Ringrazi qualcuno in particolare per impedirmi di fare cosa voglio..." con molta rabbia guardando malissimo Jd, il quale sospirò e levò li sguardo, colpevole "Tutti che dicono no, esattamente come là fuori quando a chi si riferisce,  Le veniva detto che no, soldi e che perdita togliere certe cose. Togliere tutto è impensabile, un qualcosa contro natura, che i batuffolini di gioia sono doni di Dio. Madò le sberle!" sbraità, dicendo lultima frease in italiano, andando a sedersi, non allo stesso modo di prima ma dritta e con la schiena contro lo schienale, gambe laterali secondo etichetta, anche per la gonna che odiava che qualcuno spiasse, e le braccia dritte a seguire i braccioli. "Trovo vergognoso il fatto che anche qui, e anche a me, si debbano utilizzare certi discorsi ed espedienti..."

"In effetti concordo, per quale motivo non volete? Non si dichiara libertà qui? Eppure le dite no a cose che vuole, come foste voi i tutori legali..." domandò Madame, voltandosi verso i veterani, che pareva cercassero di sviare la cosa non guardando nessuna delle due. Jd dopo un colpo di tosse si avvicinò  a lei e le chiese se desiderasse qualcosa, in modo molto servile e da perfetto maggiordomo ma per sviare la questione

"Grazie, Jd. Un tè e dei pasticcini andranno benissimo. Anche a te mia cara? Blooming tea  o bouquet tea?"


"Quel che Voi desiderate. Non ho preferenze"

"Molto bene. Jd facci avere un Blooming e quei deliziosi pasticcini che mi avete offerto l'altra volta..."

"Abbiamo già provveduto, ma questa volta sarete deliziata dal mix che abbiamo scelto per Voi..." fece lui con un sorriso, ma prima che si sollevasse dall'inchino, Madame lo afferrò per braccio.

"Prima che tu richieda il servizio, potrei avere la risposta alla mia domanda?"

"Ecco...." fece questi, con sguardo da cagnolino bastonato "posso assicurare..."

"Jd... " incalzò la donna e qusti si arrese.

"Non è per questioni religiose o di pensieri sui figli che sono doni o altro. Semplicemente David con gli specialisti sulla... materia... hanno stabilito che con le stoddarde era meglio lasciare tutto com'era per una migliore resa dei risultati. Per me non cè negazione, ma Milan e David hanno cercato di convincerla che era un peccato rovinare tutto il lavoro di studio e controllo,  se tutti i valori fisiologici le si sballavano per quest aoperazione..."

"Mh..." fece Madame lasciandolo e riflettendolo "Se davvero la questione è la seguente, posso comludere che la motivaizone è lecita..."

Kianta palesamente li fissav acon un'aria omicida, dritta come un fuso su quella poltrona in stile Luigi. Gask confuso domandò a Lubo la questione delle operazioni e parlando piano mentre i tre discutevano, gli spiegò la cosa. Portando Gask a restare perplesso.

"Kianta vorrebbe ridursi il seno, dalla sua sesta abbondante a meno, perchè fastidioso, troppo ingombrante secondo lei e... troppo visibile. Odia L'idea di avere fastidio nel muoversi, tipo le amazzoni con l'arco, e ancora di più detesta l'idea che deve sottostare alla natura con gli organi sessuali sempre attivi, che danno solo noie. Per questo voleva togliere tutto e sentirsi come si sente lei, senza un genere definito, solo lei stessa..."

"Intendi togliere i suoi organi sessuali? E si può fare?"

"Certo. Non avrebbe più fastidi di ciclo, ormoni e simili e nientre figli. Si sentirebbe in pace con se stessa e senza obblighi da tutti"

"Ma... voglio dire per il seno le donne che giravano intorno al Capo se lo facevano ingrandire apposta per averlo come il suo, e lei se lo toglie.."

"Non si è tutte uguali. Loro per sfruttare al meglio le doti naturali,  che pensano di avere per svoltare e trovare il loro posto. Il seno grande è considerato apprezzatissimo, ma chi si sente donna e vuole averlo... ma non Kianta. Comunque..."

"Serimante, Madame" proruppe Kianta arrabbiata "A cosa devo la vostra visita?"

"Sia piacere che lavoro... ho portato dei dati che vi potrebbero interessare. Farete come alsolito trovando altri modi per giustificare l'aver avvicinato e individuato queste persone,  così che io possa... restare la Madame sostenitrice di tutti. Io ho fatto ilo mio lavoro, adesso tocca a voi. Per la questione del piacere, sarei felice se... non fossi di fastidio fino al tè delle cinque. Sempre che tu non abbia impegni, sia chiaro"

"Ovviamente no, madame. Caso vuole che oggi fosse il mio giorno libero,  ma sono lieta di presentarvi delle persone che penso...apprezzerete. Artisti e piacere sono andati sempre a braccetto, non ne convenite?" sorridendo beffarda

"Sei sempre tu... Con quegli abiti mi eri sembrata un'altra persona, sembrava quasi di tornare a tempo addietro, ma non hai quegli occhi e lei non avev a quel sorriso. Quindi, se per te non è dispiacere visto le vostre cantine, ho portato un gioiello di vino dio Champagne che è oro, rispetto al solito"

"..." guardandola attentamente "Io sono io, Madame. Dovreste saperlo bene. Per il vostro dono da assaggiare, sono curiosa. Siete in grado di trovare perle che a volte Milan raggiunge pagando o facendo favori, e chissà... Magari per quella scommessa che abbiamo fatto, sarete voi la vincitrice..." sorrise in modo carogno

"Sono sicura di vincere. Noto inoltre che qui il servizio è carente..." ridendo mentre osservava i veterani che la guardavano stupiti "Di solito, senza chiamare camierieri e addetti al servizio, siete voi che mi fate sentire una regina. oggi sembrate mogi... Tu, ragazzo nuovo. poco fa non ho potuto parlarne, ma ti va di lavorare per me?" sorridendogli ammiccante, mentre Gask faceva scontrare la sopracigli confuso

"ha bisogno di un professionista per caso?"

"Oh, ciò che cerco è... un collaboratore particolarmente capace su cui contare. Ci sono donne, mie clienti, che desiderebbero avere qualcuno di nuovo e diverso, come te, per le loro uscite..."

"Si sentono così poco al sicuro? Non so se rientro nella categoria delle guardie del corpo..." ma lei fermò

"Oh, no. Forse non hai capito. Tu sai chi sono?" mentre Kianta poggiava una guancia col malumore su due dita ella mano destra, tenendosi al gomito di questa

"Si, siete quella che da dove vengo si definiva pappona o protettrice e..." trovandosi attorniato da gemiti di disperazione e vergogna dagl ialtri veterani, e una risatina sarcastica di Kianta come per dire -quest ami è piaicuta=""-che lo tenne con lo sguardo incollato a lei,  confuso

"No ragazzo" fece Madame "Io sono un'imprenditrice. Io conosco le persone giuste o soggetti che cercano... determinate cose. Io commercio in piacere, desideri, sogni, sfizi... ho nella mia Carte dei servizi svariati settori e prestazioni, svolti da soggetti che all'inizio erano definite cortigiane per uomini potenti, escort... professioniste in certi settori più latenti nella società. Ma le persone che lavorano per me sono principalmente colpite da quelle malattie definite dipendenze sessuali. Persone ritenute vergognose e da allontanare, che se scoperte perdono anche il lavoro per questa idea che..."

"Ma quindi lavorano per voi o no? Non è la stessa cosa?" domandò lui ai veterani come a trovare supporto

"Quasi" fece con asprezza Madame "Io sono come un sito su cio si appoggiano i venditori normali e professionisti. Io metto a disposizione spazi e modi per la vendita ad ampio raggio, per questo servizio chiedo una percentuale sulle vendite. Anche se oggigiorno le ragazze potrebbero trovare da sole clienti e che possano essere molto generosi, da sole sono sempre in pericolo. Ecco perchè io ho i mezzi perchè loro possano sfogare la loro malattia, se no nvogliono curarsi, ottenendo denaro che possa servir loro per vivere e come futura pensione. Grazie al mio lavoro, in alcuni paesi che è legale, lroo sono iscritte come prostitute di professione, pagando il dovuto e ottenendo il diritto di maturare interessi pensionistici più avanti, seppur non sono di quel preciso paese. Da sole non sarebbero riuscite. Questo mi è permesso da Milan, con il quale ho accordi. Molti spettacoli, servizi e altro sono stati introdotti su consiglio di una persona, che sedeva lì allo stesso modo con lo stesso sguardo, tra l'altro" disse con un sorriso vedendo Kianta di nuovo nella posizione tutta a destra sul bracciolo "che mi ha spinta ad.. ampliare gli orizzonti così da giungere a più tipi di persone e gusti. La mia Casa permette anche dietro piccole offerte, di visionare con i propri occhi aspetti umani, per molti specialisti, psicologi, spichiatri e altri, che normalmente non potrebbero. Molte.. pratiche, che usufruiscono da me, mi permettono di avere clienti così entusiasti da fidarsi di me per altre cose. Ma anche per quella persona, io ho portato i miei settori su donne, gay, altri soggetti. Ecco perchè ti chiedo se vuoi essere uno di quelli, di questa organizzazione, che lavora anche per me... Molti sono così grossi o troppo artificiali come eccesso muscolare, da essere grotteschi o poco adatti per essere degli accompagnatori. ma tu no. Sei di costituzione già robusto e il tuono di muscolare è grande ma non eccessivo, naturale, e da questo si vede la tua tembra e la tenacia che ci metti. QUindi non cerchi strade veloci e facili come altri. Potrei proporti..."

"No!" fece Kianta, uscendo dla taschino della giacca un orologio da tasca rotondo, argento, con decori di tipo floreali a raggiera su uno sportello half da cui si vedeva i lquadrante. Con un gancio a clip che non si notava ma sembrava un decoro verticale del bordo del taschino "Questa persona non può averla..." fece  serissima con quell'espressione che poteva sembrare di superiorità e mascalzonata.Jd cercò di stemperare la strana situazione che poteva giungere, prenedndo dei flute e versando un vino che tenevano per gli ospiti.

"Oh..." fece la donna guardando stupita Gask " scusami, non sapevo che alla fine quel giorno sarebbe venuto. Mi spiace molto che non possa approfittarne, e metterlo tra i miei ranghi. Ma sono contenta. Sono davvero lieta..." prendendo un flute e ringraziando Jd, che però la guardò in un modo che sembrava mostrare punti intrrogativi da ogni dove.

"Di cosa parlate, non capisco" fece Kianta, mentre le porgeva il suo, cosa che faceva sempre Jd

"Ma della cosa. Sono un pò ratttristata di questa piccola perdita tra i miei stalloni, ma sono ancor più lieta di questo avvenimento..." sorridendo gaia, sorseggiando il vino, mentre Jd e Kianta si guardavano come se non capissero "cosa cè. Tu non vuoi che io lo prenda, quindi signiifca che tieni a lui. E se tieni a qualcuno allora sarà o tuo amico come questi ragazzoni che mi fanno sempre disperare, o quel qualcosa che dico sempre che avverrà, prima o poi..."

Madame sorrideva, ma piano piano apparve turbata, osservando gli altri nella stanza. Alla fine domandò perchè quel gelo e quel silenzio e Jd con disagio le disse che non era per quel motivo che Kianta aveva sentenziato iìl suo no."E' che..."

"Cosa. Non cè bisogno di vergognarsi. Ti avevo detto che è la natura che tu..."

"E ancora!" proruppe lei acidamente "non è per le vostre fantasie romantiche del chiurlo, lui è il fratello di primo sangue di Milan, quello nuovo. Ecco perchè le dicevo no. Lui... ma neanche per tutte le stronzate del mondo" fece lei aspramente mostrando il suo disappunto guardado Gask malissimo "Si, non faccia quella faccia, Madame. E' lui la persona di cui le abbiamo parlato, ecco perchè è no! Cosa lui faccia non mi interessa, ma siccome Milan dice di trovarsi con lui come un fratello,  come quando si è bambini e si trova l'amichetto del cuore, ecco il motivo per cuii è tassativamente no. Se ne vuole uno nuovo da mostrare come stalloni pronti per la monta, vada là fuori e faccia selezione. ma che lo vogliano anche loro..." facendo gesti c on la mano aperta verso le finestre.

"Sempre acida quando si parla di amore o affezioni. E io che speravo di aver vinto" con una smorfietta triste "un vero peccato che quando vi arriva carne fresca, siano deludenti. l'unico decente è l'amico di Milan, non cè giustizia..."

"Madame" girando il vino nel flute guardando questo e non lei "basta con queste cazzate romantiche. Non siamo adolescenti, donne frustrate che hanno bisogno dei sogni per uscire dal mondo marcio in cui si trovano, che hanno bisogno di evadere con cose piccanti... quello lo lascio alle vostre clienti e di sicuro io non bisogno affatto di uomini. Come disse una certa persona a Milan "alzando gli occhi verso di lei, penetranti "se avessi voluto giocattoli, ormai ne avrei quanti ne bastavano a trecento di me. E voi lo sapete..." mentre Madame si faceva seria "ma siamo onesti. Se prima gli uomini erano stronzi, misogini e buoni solo per apparire chissà cosa, adesso sono tutti ragazzi eterni dentro e finti fuori. Andiamo, trovare qualcuno di serio come fattori mentali, sincero, corretto, un essere umano come vorremmo tutti noi che attuiamo il Cambiamento vorremmo! le cose assurde che vedo qui, Madame, OHHHH!... davvero non le immagina. Alcuni sono così idioti e non parlo di persona divertente, sono solo coglioni, è diverso... ecco , questi io gli farei scavare una bella buca ma non da bara, un cilindro verticale, quando sono belli sotto, con una terra franosa, prendere più chili di ortica bella fastidiosa e cominciare a tirargliela con rabbia finchè no nfinisce e testare quanto tempo sopportano la cosa. perchè quando si è idioti in quella maniera, ti passa la voglia di averci a che fare..."

"Andiamo , ragazza! Molti non sono male. Sono simpatici, giovani...o interessanti senza essere falsi anche fisicamente come il nuo fratello di milan"

"Per Voi... mi creda, per Voi e per poco tempo. Viva con loro che scorazzano con roba che neanche agli scherzi che si fanno ora su youtube con un nome in inglese,  si possono pensare. per questo le dico come i fidanzamenti, che è facile che la relazione vada bene finchè i due stanno in posti diversi e si vedono solo per cazzeggiare. E poi ci si chiede comè che i matrimoni finiscano anche pochi mesi dopo... eh, certo. Non si conosce davvero la persona, non si sa vivere in comunità..." allargando le braccia come per dire che era chiaro mentre Alaric la sbeffeggiata dicendo-senti chi parla=""-

 "Infatti, Alaric. Perchè io non credo in cretinate e storie da sogno come le altre persone? perchè sono realista, so che non ho intenzione di dividere i miei spazi con qualcuno che non intende rispettarli,  e non sono portata per le cose che per Madame è amore e legame. Senza offesa..."


"Niente offesa mia cara, capisco. Come ho detto è un peccato, sembrava quasi una risposta perentoria del !. Sono io comunque che ho perso un probabile diamante,  ma sarò fortunata più avanti! CHe posso dire..."

"no, Madame, si è salvata , mi creda. Quel soggetto lì per come è, le avrebbe fatto scappare tutte le clienti.No, ha salvato i suoi affari..."

"Lui? Ma... Milan me ne ha sempre parlato in un certo modo. SO bene..."

"No, come le ho detto..." ma qualcuno aveva bussato alla porta, e uno di quelli che in generale si poteva definire un camiere entrò per metà oltre lo spiraglio della porta annunziando l'arrivo di Milan, cosa che fece sbuffare Kianta
"Nooo. Ci mancava solo lui!! Madame, venga, corra, se Milan ci interecetta restiamo qui fino a sera, ma anche no!" facendo ridere la donna mentre la faceva alzare dopo averlla raggiunta di corsa e tirata via.










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Capitolo 37
*** 29.5 ***


29.5 Nove mesi prima

Kianta guardava il suo ebook reader ma sospirava di impazienza. Vicino a lei, di fronte il comodino Gask stava litigando con la torre multimediale per agganciarci un dispositivo e usare le cass eintegrate. ma non riusciva a capire come funzionava.

"Perchè non funziona?"

"Controlla i jack e assicurati che le casse siano attivate"

"Quanto sono difficili...sembra il casino di quando si deve fare un identikit..."

Kianta sorrise a mezza bocca, ricordando la Lezione di riconoscimento e identificazione dei soggetti tramite elementi chiave.
 Si teneva ogni volta che un gruppo di rookies veniva inserito e introdotto, e quel giorno verteva su una cosa che Kianta odiava. L'incapacità della gente di specificazione, riconoscere o indicare elementi preziosi per descrivere le persone. I famosi identikit dati per informazione orale, scritta, disegnata se impossibile in fotografia o video. Capitava che seguendo o studiando un soggetto ne spuntassero di nuiovi appetitosi da punire, e seppur utilizzassero occhiali, penne, fermcravatte o altri oggetti indossabili che potevano riprendere e sentire, parecchie volte non era possibile veramente puntare la cam su qualcuno ed era necessaria la descrizione tramite auricolari invisibili e via microfono.
Si insegnava a fare un'analisi del viso. Ossia indicare velocemente, quindi riuscire a fare un'analisi dei caratteri somatici, per meglio descrivere le persone.
Si studiava come riconoscere e descrivere lunghezza e larghezza viso così da capire se fosse ovale, allungato, rotondo, quadrato o squadrato, a cuore o diamante.Poi si passava alla fronte, poi zigomi e poi mento, in base a distanza da bocca e che forma ha frontale e laterale. Se è sfuggente, corto e stretto, sporgente, rotondo, allungato. Poi il naso, se nubian, greco, aquilino, arcuato, a punta verso l'alto, concavo,e altri,  con gobbetta e indicare pergino l'ala della narice che altezza, distianza ect.Tipi di bocca.  Se ha la barba e quale delle quindici tipologie al mondo , dal pizzetto alla balrba incolta, passando dalle mode passate e attuali. Anbche per i baffi vi era una quindicina di stili o più per identificare qualcuno in base a come li portava. Infine si finiva con gli occhi. Ormai da tempo si dividevano i tipi di occhi in tre tipologie principali, la direzione di una linea immaginaria che passata sugli occhi da parte a parte, quindi da punto A a punto B, orizzontale, così da indicare le caratteristi partendo dalla forma, se hanno palpebre e doppie palpebre o epicanto, e quindi non è bianco, se a mandorla, tondeggianti, grandi o piccoli. Elemento chiave era la posizione o algolazione degli occhi, distinti in tre parti. Canthal Tilt, così molti lo chiamavano e lo avevano adottato loro come metro di identificazione,  descriveva se gli occhi erano verso giù, allineati, o verso l'alto.
Se la linea andava dritta seguendo la forma degli occhi da parte a parte,e si aveva Canthal Tilt neutro.Se si divideva seguendo gli occhi, con il pu nto A e Bverso il basso al centro della linea,  si indicava Cantal Tilt positivo,con gli occhi che andavano verso l'alto con l'angolo laterale, ossia la fine dell'occhio, un Canthal Tilt negativo si aveva invece se da A e B la lina si divideva a metà seguiendo gli occhi, andando verso l'alto, quindi la zona dell'angolo laterale scendeva verso il basso. Questi tre elementi permettevano un più accurato modo di descrivere un viso e questo aveva attirato l'attenzione degli uomini, sia nuovi che vecchi, che seguevano regolametne se v i erano aggiornamenti, le Lezioni.
Così l'insengnante di quel giorno aveva chiesto ai capitani di presenziare alla lezione per fare da modelli per le prove di riconoscimento.
Jd era risultato con viso a cuore, senza barba o baffi, mento rotondo, zigomi un pò pronunciati, naso dritto, occhi Canthal Tilt neutro a mandorla, fronte piccola. Alaric con viso a diamante, mento allungato, naso ad arco o per altro con gobbetta e stretto, fronte larga, occhi Canthal Tilt negativo, zigomi normali.
Lubo viso rotondo, guance piene, mento rotondo, naso largo e schiacciato, fronte media, occhi neutro. Kianta, che era sempre presente più per osservare gli uomini e farsi un'idea, senza dirlo, che per fare presenza per indicare che era una Lezione importante venne messe in mezzo dall'insegnante, che la spinse a restare ferma e farla analizzare, mentre lei sbuffava. Viso ovale, mento rotondo eper alcuni pievemnte allungato, naso a punta verso l'alto, fronte larga, zigomi non molto pronunciati, occhi Canthal Tilt neutro a mandorla.
Quando toccò a Gask, prima di Bryden e l'altro, che nessuno calcolava mai, iniziarono i dibattiti.

"Scusate ma perchè non si possono utilizzare più i riferimenti con attori o gente famosa?"

"perchè siete incapaci di ossevare, fate casini e utilizzare la faccia della gente per dire -sapete per me somiglia a tom cruise=""-, non è affatto professionale" rispose acida Kianta

"ma... mi viene meglio, come descrivere il leader o il capitano Jd... Io dall'inizio  ho visto nel capitano Gask quell'attore del film che abbiamo visto, come si chiamava...Grave Encounters due, vero? Così non è più semplice?"  fece quello del primo commento girando con il busto verso gli altri alla sua destra, evidenti ormai amici.


"ma che dici, quello è diverso"

"ma parti di Richard Harmon? Io no"

"ma no ragazzi, da lontano ci somiglia dai..."

"ma dove lo vedi?"

"Forse intende gli occhi? Gli occhi si, come forma e Cantal Tilt positivo, si. ma il resto no"

"Invece da lontano si somigliano.Ti dico di si, di lontano ma stessa aria...  Ero mezzo sbronzo e mi sembrava di stare nel film, ho avuto pure paura.." disse il primo che aveva parlato ridendo,  per poi vedere Kianta che lo fissava irata, con la testa inclinata verso la spalla, come se volesse bruciarlo sul posto "Sscuuuusii. Non ero ubriaco, ero libero e avevo pasato del tempo con gli altri... ci scusi..." chiese perdono alzandosi e facendo un inchino tipo asiatico, mentre Kianta guardava Jd come per dire

"Signori..." fece l'insegnante, cercando di riportare l'attenzione all'identikit "Continuiamo, chi prosegue con l'analisi?"

"Sempre io!!" disse il primo e l'insegnante lo fece parlare "Allora, da lontano somiglia a Richard Harmon, parere mio, da vicino no ma da lontano..." facendo snervare tutti "allora... ha occhi come ha detto Karlo Cantal Tilt positivo, molto verso l'alto, color nocciola credo, allungati. Viso... allungato, con la mascella netta.."

"mascella netta?" chiese l'insegnante

"Si, mascella delineata, ecco. Poi fronte media. naso dritto, non greco. Zigomi... normali, in linea con la mascella. E..."

Di colpo sentì l'altoparlante che eruttò musica elettronica, facendola saltare per aria, mentre Gask cercava di regolare il volume. Cercò di calmarsi, respirando a fondo, riconsocendo Narcissistic, il brano che per lei, con la dissociazione e visualizzazione, ripercorreva il primo giorno di Lia,  quando incontrò in quell'edificio il gruppo. Si voltò a fissarlo, vedendolo con l'espressione di un bambino che era stato scoperto a fare cazzate.

"Scusa... ma l osai, col capo cèra tutta roba antica, la adorava, ecco perchè aveva buoni rapporti con Milan, mentre sta robva moderna no... io usavo il lettore portatile di cd audio, quello rotondo..."

"Ok, ok... per favore però, passami quel lettore mp3,  così regolo il volume anche da lì... non si sa mai."

QUando le fu consegnato, si accorse che cèrano file suoi, o meglio di Lia che lei teneva ancora, e che invece lui li aveva rinominati come Gask00, Gask01 e andando avanti, mentre invece ascoltandole erano i suoi brani. Lo guardò come per dire -ma stai dicendo sul serio=""-ma lui chiese scusa e le disse che gli servivano per consocerla meglio.

"Me?" fece lei confusa "ma tu hai capito di chi sono questi brani?" mentre lui rispondeva di no, sorpreso "questi appartengono a Lia, non a me. Io li uso come ancoraggi per la dissociazione perchè conosco la chiave per decifrarli, o meglio a quale particolare sequenza della sua esistenza appartengono..."

"ancoraggi? sequenza?"

"Si, ogni brano di questa lista è un ancoraggio a un fatto specifico che il brano, che sia per le parole o per come si ascolta in generale, dà... o meglio le dava.  happy birthday ne da uno. Sis un altro, narcisistic e via dicendo. Ogni brano qui dentro rappresenta un momento in cui lei ha messo un ancoraggio. per l'altro mondo, l'altra se stessa o ad alcuni momenti della realtà. Se tu usi questi per conoscerme me, hai confuso tutto. Ogni brano non è solo un interessamento, almeno non tutti. A volte capitava che  udisse un brano per la prima volta e senza volerlo partisse la dissociazione, così lei lo salvava e lo riuilizzava come ancoraggio per richiamare quel frammento dell'altrol mondo... io li uso ancora, ma per altre cose... se vuoi conoscere me non cè bisogno che fai questi giochetti. Chiedi prima di fare. A volte Legeia ha ragione, sei troppo curioso e agisci senza pensare a me. Sei sempre nella mia stanza, fai roba qui dentro dall'esercitarti allo studiare, vedere film..."

"Mi annoio in camera. Prima stavo lontano dagli altri perchè stronzi o perchè avevano paura di me ed ero abituato a stare per i fatti miei, lo preferivo. QUi, adesso con gli altri, mi sono accorto che la mia stanza è vuota e silenziosa e non mi piace. Poi ho visto che sei così anche tu ed ecco. Gli altri stanno in camerate di tot persone e si divertono fino a tardi..."

"Già e poi la mattina sono incapaci pure di alzare un piede..." fede lei arrabbiata

"Però...  invece da quando sono qui e ho imparato a stare in mezzo agli altri,  mi sento solo in quella stanza. Non la sento mia. QUi invece..." ma la vide alzare all'atezza delle spalle le mani aperte con l'espressione come per dire

"Senti, te lo avevo già detto. Se ti senti solo in quella stanza da capitano, fatti spostare in una multipla,in una camerata con tutti quelli che ti piacciono,  così non ti senti solo. Non è che perchè l'altro giorno, svegliandomi per cose mie, vedendoti mezzo sul divano e mezzo buttato in fuori, col braccio a terra perchè non entri nel mio divanetto, e ti ho fatto per bontà divina dormire in un angolo qui, puoi tornare sempre. Siamo amici, ma poi basta. Capisci che non è normale?"

"Normale? Quante cose qui sono capitate che non sembrano normali? Milan e il suo riuscire ad avere ottimi rpporti con certa gente. Questo posto. Tu. Le stoddarde, la blue blox. Certe cose. Come nella città turca e le fogne. O quella volta che sei tornata dalla romania in bara. Ricordi? Anche questo è strano..."

"Non immischiare le cose..." fece lei scuotendo la testa e voltandosi sul fianco per leggere.

Gask rise, ricordando quel giorno, solo qualche giorno prima del fatto in turchia e le esplorazioni nelle fogne.
Prima che lei partisse avevano litigato nuovamente,  perchè lui cercava di parlarle e lei niente. L'aveva seguita fin davanti la macchina che l'attendeva, già vestita con gli abiti tradizionali rumeni, intenta a controllare che le poche valigie fossero presenti. Jd, l'unico altro presente oltre gl iaddetti ai viaggi, osservava quei due litigare come al solito.

"Dimmi dove stai andando. Dopo te e Milan non sono io quello che ha in carica la gestione di questo posto? Non dici mai dove vai, che cosa fai, chi vedrai... Milan non vuole che tu esca,  eppure tu continui a vestirti in modi strani e sparire per ore o qualche giorno. Senza sapere nulla non va bene. Dovrei seguirti, Milan vuole che almeno io o due dei veterani ti facciano da Ombre..."

"Ho già le mie Ombre. Quei tre ci stanno per un motivo..." disse lei con poca attenzione a lui,  ma osservando per bene il lavoro dei tre addetti.

"ma Kianta, almeno dammi delle informazioni o modi per contattarti"

Kianta, che stava sempre di spalle fino a quel momento, si voltò a fissarlo. Gask la vide bene, visto che l'aveva prima seguita sempre qualche passo dietro. Indossava quelli che all'inizio, mentre la seguivano, Jd aveva indicato come abiti tradizionali. Erano, disse, un dono di una persona importante rumena che aveva buoni rapporti cvon quella terra e che un'altra persona vi si era recata per studiare quei luoghi per le Torri, accompagnando Milan, e aveva intessuto buoni legami con alcune famiglie che contavano. Avevano ricevuti molti abiti tipici che potevano indossare quando vi si recavano, tra abiti bianchi riccamente decori con mantelle nere e foulard rossi in testa, a semplici dei popolani, a quelli come l'esemplare che lei portava in quel momento.
Composto da camiciola bianca leggera e quasi trasparente con maniche e zona spalle pronunciate e gonna bianca. Vi erano sia opache che lucide come satin, lei aveva ricevuti lo stile satin. Sopra la camiciola e parte della gonna, sopra i fianchi, una giacchetta chiusa in vita da una cnintura in metallo argento con due forme circolari,  con mezze maniche color blu con vistosi decori color argento e disegni sulle maniche sui fianchi. Al collo sopra il colletto rigido unfilo di perle e più sotto verso il vordo a V dell'abito una collana tipica a triasngoloo che scendeva fatta di monete mertellate e incise a pendere, dalle più grandi alle più piccole. Orecchini in cerchio simili a quelle della collana erano uno degli ornamenti, oltre gli anelli che però erano i soliti, quello a fede larga con le incisioni e nell'altra mano quello con i torchon sui lati. Sulla testa aveva un copricapo che per Gask pareva quasi richiamare in parte connotati turchi o russi, per lui cèra smepre difficioltà a riconsocerli. Indossava quello strano copricapo, che in romania forse aveva un nome ma lui non lo sapeva, che era una cappellino piatto e ovale che si indossava sotto un velo. Er tutto ricamato come la giacchietta, in bliu e ricami in argento e il velo dello stello colore partica da una zona a metà del cappellino e scendendo fino alla schiena, copendo così la parte posteriore mostrando però in parte come era acconciata la sua parrucca. Aveva la parte anteriore dei capelli divisi a meta in una sorta di due due ciocche grandi che le scenedevano per lato fino alle spalle in un torchon che pareva naturale, per poi legare sulla nuica una coda bassa e finto morbida dove si vedeva l'arriciattura dei capelli. Era truccata e con il rossetto, non in modo vistoso, cosa che la faceva sembrare diversa. ogni volta che si truccava, pareva quasi un'altra per le pochissime volte che lo faceva.
Jd gli aveva spiegato che aveva nelle valigie abiti ricevuti smepre in dono in Romania tipici. Leggeri o pesanti, con camiciole varie e gilet lunghi senza maniche a giacche,  e con gonne ampie di vari colori, ad abbigliamento invernale come le tipiche giacche bordate di pelliccia, purtroppo vera, non facevano sconti nenahce a una come lei che era contro le pellicce vere a meno che l'animale non fosse morto naturalmente, con le tipiche maniche alla russa con il talgio che partiva da sotto l'ascella a scendere, creando quei triangoli che mostravano l'abito sotto. A completare il famoso cappello tondo peloso con piume sul davanti, una ritta e una più morbida ad arco, e il manicotto. Ogni volta si portava dietro quegli abiti per rispetto.
"Certi paesi, come sai, pretendono molto rispetto per le tradizioni. Come in turchia che, seppur puoi vestire con completo occidentale, apprezzano molto abiti del luogo"

Fissando Gask malamente, Kianta prima restò muta, poi guardò Jd, poi tornò verso Gask. E stranamente per Jd,  lei sorrise e parve assumere un fare civettuolo.

"Oh, Gask.Sei molto capace, coraggioso, per molti straordinario, il degno ultimo Figlio della vecchia Sarılar di Mezitli... se ti facevano pure intelligente sembrava troppo!"

"Kianta..." fece Jd come a rimproverarla

"Come vuoi..." gli rispose e si portò con lo sguardo verso Gask "Tu sei pericoloso vero. Tranne che durante la formazione tra i Figli e poi lavorando per quel tizio crasso e unto" facendo una smorfia di schifo "hai imparato solo a essere egoista, menefreghista, incapace di vedere le cose intorno a te, la gente fa e non senti. parti come un elefante che non guarda niente sulla sua strada. Ti divertono le sfide e i giochi. Fai casino tutto il giorno con gli uomini. Non rispetti orari e le regole della giornata e..."

"Kianta andiamo. Viene da un altro posto, ha il suo pasato, non è abiutato..."

"Ma che cazzo dici, Jd?!? fece lei di colpo alzando la voce, tanto che gli addetti si spaventarono e si portarono di lato quasi a nascondersi sussurrando tra lroo che si era incazzata, meglio pensare di sparire e star e invisibili "Questo qui è con noi da qualche mese, no ore, non giorni... MESI! E ancora si comporta come un bambino scemo, che sembra sceso dagl ialberi come Mogli e sta imparando la civiltà... è questo che mi stai dicendo?"

"no, calmati. E' solo che è preso dall'euforia di un posto e un modo di trattarlo diverso...dagli ancora un pò di tempo..."
vide dive Kianta riportare su di se l osguardo. Duro, freddo, come quello di una bambola

"Vuoi che ti dia una chance? Visto che a qualcuno preme... " riducendo a fessure gli occhi contro Jd "Se è così, così farò. Milan dice che tu più di tutti sei più cristallino e genuino di tanti dell'organizzazione. Ecco perchè siete entrati in sintonia... oppure diciamo chiaramnete che hanno scoperto reciprocamente che sono bambini edntro e nel cervello, che è più chiaro e si son trovati...." sussurrando a Jd con astio, vedendo rimproverata di nuovo "Ma se Milan e JD dicono che tu meriti possibilità, ebbene, così farò...."

Mise mano a qualcosa che si nascondeva sotto quella collana a monete e la fesce scorrere oltre la testa, sistemandosi di nuovo capelli e velo "Questa chiave permette di attivare il sistema amministrativo dell'IA dei Crell. L'avevo già predisposta perchè chi registra il suo vocale e altre chiavi successivamente, sia in grado di operare come Master nello Chateau..."

"Quindi mi stai dando l'accesso non a settori ma completo,  del sistema digitale dell'organizzazione?" domandò Gask, lasciando Kianta stupefatta, aveva compreso subito la  cosa e la situazione la inidispose parecchio, ma fece un gesto con la testa stizzito e tornò a prima.

"Corretto. Finchè terrai con te questa chiave, ti basterà chiamare il Crell in questione o tutti e otterrai l'accesso ai settori che gestiscono come fossimo io e Milan. Helias..." chiamando il Crell che comparve subito componendosi in micropixel che si univano. Gask si guardò intorno come tante altre volte, eprchè non capiva dove fossero sistemati i laser visivi, finendo per perdersi una parte di cosa lei dicesse "...per questo Helias, registra orme e voce di... qeusto soggetto. ovviamente se dovesse ordinare e fare qualcosa, prima richiedi la presenza di Jd e Lubo, dopo che questi hanno acconsentito, esegui..."

"Subito, Madre. Signor Gask, per favore,faccia scorrere il carrellino trasparente che è presente sul corpo della chiave e prema un dito, pollice o indice, sopra la banda scura... così! Poi scelga una parola chiave per la conferma di attivazione vocale..."

"una parola?... vediamo..." ci pensò su Gask.

"Capo, abbiamo sistemato la macchina, le vostre Ombre vi attenderanno a Parigi nell'aereoporto privato..."

"bene grazie" fece lei con un gesto della testa, con un sorriso, che fece sospirare di pace i tre, per poi riportarel'attenzione su Gask che ancora decideva. Poi la sua espressione cambiò totalmente sentendolo.

"...ho deciso. la parola chiave sarà Bluegrass...!" fece lui serio.

L'espressione che lei mostrò sembrava omicida e Jd si frappose tra di loro per evitare ulteriori questioni "Abbiamo deciso la parola, ora è meglio che vai o sarai in ritardo... Fai attenzione, questo meeting non mi piace assolutamente e..."

"tranquillo, tornerò... passami quell'oggetto" rabbiosamente come a volerlo mordere, fece a Gask per riavere la chiave, uscire la micro tastiera dalla parte centrale a scorrimento e inserire il codice di conferma del passaggio di chiavi "tornerò di sicuro, solo per picchiare male qualcuno che osa prendersi gioco di me con queste parole chiave..."

"Io non volevo prenderti in giro, è per la mia buona fede che ho scelto..:"

"Ok, basta, è ora di andare" fece Jd tenendola per un braccio dal prendere a morsi qualcuno.

"Ti terrò aggiornato..." dise dopo un pò lei, tranquillizzandosi "per qualsiasi cosa sarò repebile con i soliti canali, anche via radio..." prendendo la collana agganciata alla chiave e facendo il gesto di metetrlo al collo di Gask.

"Certo... ti contatterò..." fece lui, ma mentre si abbassava per ricevere la chiave, Kianta con mossa veloce infilò al collo di Jd la stessa, sorridendogli mentre lui la guardava esasperato "Io sarò a Bucovina, per incontrare quelle persone che... conoscono l'altra me e mandarli così al Meeting. Se tutto va bene, li accompagnerò direttamente all'aereoporto,  mentre Milan è già ni loco, sperando che quella gentaglia pazzoreliogioso se ne stia nei suoi territori arabi...Mi raccomando, occhi aperti e non fate cavolate..."

"Stai tranquilla" fece Gask, ancora un pò deluso dalla fregatura che gli fece, per poi vederla girare un braccio in torno alle spalle di Jd e dirgli qualcosa all'orecchio,  con fare amichevole e cospiratorio. Poi lei si avviò verso la macchina e scomparve verso il cancello.

Dagli aggiornamenti si seppe che ella incontrò la Matriarca della famiglia più potente, insieme alle altre delle rispettive famiglie, che creavano il Circolo di tutta la Romania. Tutte le famiglie più potenti e influenti trattavano aspetti differenti dai mariti. Di giorno le donne incontravano le donne ospiti, di notte i capofamiglia si riunivano per celebrare gli ospiti di qualunque sesso. Quello che Jd non aveva detto a Gask era che tempo addietro era stata Lia a fare quel primo incontro con quelle persone,  e conoscevano lei.La differenza tra Lia e Kianta, la  più evidente, era che la prima non era con frasi e parole pronta a pungere come una vipera, battagliera, incline ad arrendersi finchè non si trovava un accordo o tranquillità che andasse bene ad entrambe le parti.  Kianta impersonava Lia, e dietro incarico di Milan, gestiva i rapporti con i capofamiglia maschi,  anche per gli onori che lei faceva alle loro tradizioni, la conoscenza delle usanze e i doni che portava assai graditi e ritenuti di antica amicizia.
Jd aveva detto a Gask solo il fatto dei regali, e quando questi chiese che tipo di regali quei tizi potessero amare tanto da accogliere Kianta/Lia in maniera calorosa, da ospite di riguardo, Jd non fu specifico..

"Secondo te perchè paesi di stampo antico come questo, Russia, paesi arabi e anche asiatici trattano bene noi? perchè sappiamo gestire persone fortemente legate al passato , che considerano usi e consuetudini come leggi non scritte ma sacre. Noi stiamo con un piede nel passato per certe cose e uno nel futuro per altre, studiamo tutte le culture per integrarci ma anche sapere come muoverci e come rivoltare certe cose. Seconte te,  come abbiamo fatto a far calare infibulazione, circoncisione in tenera età se non dietro consenso all'età giusta, regolamentare leggi e nuovi comportamenti pro differenze e persone? E sono solo alcuni. Impariamo il loro modo di pensare ed essere per trovare le backdoor per rivoltare le cose sbagliate e cambiarle..."

"AH, capito. Quinid lei si atteggia come una di loro in molte cose, così da guadagnarsi la fiducia e la stima per poi agire..."

"Si, ovviamente le cose e i modi cambiano in base al paese,  ma la sostanza è questa. Detta così sembra però un pensiero fatto e basico, ma è molto, molto più difficile... Al pari di paesi arabi e asiatici, anche quelli di russia e dintorni non sono poi così distaccati da usi e costumi.  Cè una donna là, molto apprezzata e seguita, Baba Kirakina, dove Baba è indicata come strega o donna con capacità. E indubbiamente ella pare esserlo, un pò come le nostre Muse. Ella disse a Milan e Lia di avere molta smekalka, la mente prodigiosa e capace che si augura a ogni militare per tornare a casa,  indispensabile, ma usata da onguno di essi in modi diversi. Quando Baba Kirakina incontrò per la prima volta Lia e la accolse nel salotto del Circolo rumeno, ella pare abbia predetto qualcosa sul Dukh, parlò  a proposito di -materija i dukh=""-, ossia materia e spirito,  ma secondo alcuni rumeni da noi, il termine può indicare sia qualcosa di legato all'oltre, vedi quel materia e spirito, sia legato alla condizione interiore dell’essere umano:, forza d’animo. NOnostante le differenze di culture e tutto, Lia era riuscita raccontando e confrontarndosi,  a paicere a questa Baba, molto apprezzata dalle matriarche, ricevendo maggior feeling per i capofamiglia....e inoltre Milan le ha detto di impersonare di nuovo la strega Veròna nel frattempo, già che cèra..."

"Perchè impersona questa strega? Che bisogno ha Milan...?"

"Innanzitutto perchè si divertono. Veròna è nata come Master di gioco per chi deve essere giudicato, se riesce e dimostra che per la paura può fare altro che rovinare la gente, si salva. Controllato, ma si salva,altrimenti finisce nelle varie minire... . In pratica conosci il film il settimo sigillo? No...? Nel film il protagonista si vede giungere la Morte che gli propone una partita a scacchi per decidere se vincendo si salvi, o perdendo morire... Noi non uccidiamo, ritrasformiamo quei soggetti in beni di aiuto all'umanità. Ossia li usiamo per sostituuire gli schiavi del nuovo secolo, purtroppo. Anche MIlan è un Master di gioco, adiciamo come Milan e basta. Ma Veròna entra in gioco diciamo su strada per la gentaglia, non i pezzi grossi, famosi, nobili o ricchi..., andando dalle persone e proponendo una sfida. Tramite auricolari invisibililei ottiene informazioni ed elmenti di gioco sulla persona. Sull'abito ha delle cam camuffate che da varie angolazioni mostrano l'ambiente e in base a cosa alcuni specialisti che la seguono notano, lei sfrutta le info per il Gioco. In pratica è come se avesse ulteriori occhi oltre i suoi, se lei ha già notato delle cose le uisa subito, così che intanto quel tempo viene impiegato da osservatori, mentalisti, psicoanalitici la sostengono..."

"E il gioco è...?!?"

"Il gioco è non schiattàr..." rise Jd "almeno, è quello detto a loro. Ovviamente il gioco parte quando la situazione è sicura, senza elementi di sorpresa. Viene indetto un gioco di logica,mentale o altro in cui anche per ore lei e quella persona, ovviamente con le Ombre o persone al fianco del soggetto interessato... lei camuffa la visualizzazione e le proiezioni da magia, sai che abbiamo dei sistemi di proiezioni virtuali portatili. Ebbene lei si porta dietro una specie di sfera molto grande, grande quanto un pallone da calcio, di cristallo di rocca o consociuto anche come quarzo ialino, come fitna sfera magica. Sotto nel piedistallo non cè nulla ovviamente, alcuni hanno pensato che vi fosse lì il trucco, ma il trucco è da un'altra parte che proietta sulla sfera cosa è necessario. Oppure materializza un calice per bere e con giochi di spostamento di viasuale e movimenti istantanei, l oscambio viene effettuato c on uno vero, che Veròna usa per confermare che cosa la gente vede, è fisico e reale, ma non è sol oquello ma anche altri oggetti. Ma tu lo hai già visto, quindi usando anche il fumo della pipa, lei fumando manda sulla sfera il fumo ed ecco che appaiono le cose..."

"Si, il fumo confonde i raggi..."

"Esatto, ossia da dove vengono, e lei tramite cosa viene proiettato nella sfera inizia il gioco. In pratica è come una sorta di videogame in stile antico " ridendo "e la gente alla fine ci si appassiona con la promessa di vincere e sfangarla. Peccato che non sia semprecosì, inoltre insieme a lei cè sempre un prestigiatore o illusionista che rende reali le proriezioni che lei fa... esempio deve bene e un altro proiettore tra il fulo fa apparire tra le sue dita, come reaqlistico, un flute. Ebbene tra fumo e dialoghi vari, l'illusionista passa tra le mani di Kianta un vero bicchiere, fregando chi pensa sia finzione e tenta di dimostrare che non esiste, finendo per trovandoselo in mano o facendolo cadere. Lo hai visto. Le tre Ombtre di Kianta cambiano fomazione, due lavorano dal di fuori, pronti a intervenire in qualunque caso, mentre due sono appunti illusionisti o un illusionista e un mentalista, che si spaccia per aarbitro di gioco e tramite l'illusionista rendono veri i poteri della strega... ma detto così sembra fantascienza, invece è così semplice e reale da far sorridere ogni volta..."

"Quindi i poteri di Kianta, anzi Veròna, sono totalmente finti"

"AH... poteri magici, intendi.. si. O Meglio Kianta... Milan dice sempre che qualcosa sa fare, realmente,  ma lei non lo accetta e non le interessa. Milan dice sempre che lei potrebbe essere come e quanto le Muse se lui ha visto giusto, invece l'ha inserita tra le Muse e Fanciulle come spia..."

"Spia?" domandò Gask sorpreso

"Si, in pratica ella deve controllare le riunioni, visto che non possono allontanarla ne farne senza la presenza di una sorella, e come Musa e Fanciulla può ascoltare, controllare e vedere cosa combinano, loro credono anche da parole di Milan e Dorde, che lei abbia capacità ma sia troppo dura per acecttarle, ma che meriti comun que quel ruolo... e visto che la parola di ogni sorella e Fanciulla va ascoltata dalle altre, si infastidiscono se lei propone le sue idee, pareri e considerazioni su cosa dicono e fanno, come un attacco alle loro posizioni... non sanno che lei è solo una spia e per tenerle ferme, perchè deve esserci il parere, la presenza e il voto di tutte..."

"In pratica Milan e Dorde le tengono a posto con la presenza di Kianta come una di loro..."

"Esatto. Ma si son fregate da sole. Hanno deciso di intervenire senza riunioni e senza render atto delle loro intenzioni, hanno agito all'esterno per spingere, obbligare, consigliare persone esterne in qualcosa che secondo loro era a vantaggio dell'organizzazione. E loro non dovrebbero uscire e far cosa vogliono, così Milan e Dorde hanno tirato le redini ricordando cloro cosa e chi sono... hanno nominato quindi in maniera temporanea Kianta come Depositaria dei Titoli delle Sorelle, ha inoltre  il compito di vigilare sulla legittimità e regolarità dell'operato delle Sorella sempre, in gruppo o da sole, e se fanno qualche altra cosa rischiano l'espulsione e una posizione base in qualunque luogo decidano Milane  Dorde. Insomma come punizione i loro Doni passano in secondo piano e possono risultare inserite in qualuqnue lavoro disponibile in quel momento, manuale o meno. Con l'obbligo, se vogliono essere reingrate, e quindi far valere l'importanza dei DOni che hanno ricevuto, delle prove e o test per riqualificarle. Questo per evitare che diventino come i preti normali, ossia che vanno in giro e fanno roba. Il loro ocmpito è assistere le persone come tramite con l'Oltre o altro piano, usando i loro poteri per aiutare, sostenere, dare delle roste di risposte in base ai loro Doni. Nelle feste come come Oracoli o sacerdotesse, mentre le Fanciulle sono le rappresentazioni del periodo dell'anno in quel momento, ossia coloro che incarnano la festività o giorno particolare..."

"Ma sono anche guardie del corpo..."

"Si" ride Jd, tanto "all'inizio dovevano essere questo, così che l'attenzione dalle Ombre fosse sviato e lui e suo fratello avessero comunque qualcuno che li proteggesse, mischiato diciamo e senza attirare atetnzione. Ma visto che alla gente l'idea di una personificazione che spronasse, invitasse, prendesse parte di fatto ai preparativi e fosse abbigliata per l'occasione... le lasciò. Questa è stata alla fine un'idea di gradimento, ma piace. Fu Lia a spingere Milan a tenere tutte queste cose, controllando sempre i loro movimenti e azioni, già con vari esperimenti degli anni ottanni e settanta si vide come un ruolo, un incarico, una posizionhe cambino le persone...prende sempre a citazione  l'esperimento di Stanford, la notte del giudizio quel nuovo film uscito mesi fa, baffetto tedesco, deindividuazione di Gustave Le Bon..."

"Di nuovo questa Lia... come fa Kianta a spacciarsi per lei? non si accorgono che sono diverse? Che sono persone diverse? Se io vedessi te e uno che anche per ipotesi ti assomiglia, capisco chi è chi..." fece Gask come pensando tra sè

"Vedi... come ti ho detto, e ricordati, nessuno ti ha parlato di Lia... loro due si assomigliano. Inoltre la creazione delle Personalità che David studia, permette di avere tutto ciò che è un soggetto, da movenze a modi di fare, a modo di pensare che è possibile dare a una persona... finora David ha avuto pochi risultati seppur sembra che attecchisca ma... Kianta... Mh, diciamo che Kianta è l'uinica che si avvicina a Lia.... acectta questo. E credo che quella donna. la strega, ci veda lungo e abbia inteso il materia e spirito proprio per questo. Un corpo ospita un'anima, no?" fece JD studiando Gask per vedere la reazione

"Ma come si può copiare l'anima di una persona in un'altra persona? Voglio dire, se quello che tu dici è vero, come fa quella vecchia a dire queste cose? Esiste come dice Milan, qualcosa al di là di ciò che vediamo e si possono vedere cose come le Muse?"

"Per ora pensa a trovare molto Dukh, così Kianta non ti rimprovererà più..."

"Mi odia. So che quella volta ho sbagliato, no volevo,   ho capito che cè anche altro ma non so come fare per farle capire che si sbaglia a definirmi in un certo modo."

"Capirà vedrai. magari tornerà di buon umore  potrai parlarle con calma davanti a del tè..."

"Come fa a bere quella roba? L'altra volta le ho portato il caffè per far pace e parlarle e invece ho scoperto che lo odia, non l osapevo ma pensavo che tutti amassero il caffè!"

"Invece lei no. Sai cosa puoi portarle, magari riesci a rabbonirla? Del torrone, del gelato..." sorridendo e dandogli una pacca sulla chiena.

Invece lei tornò dentro una bara.

"Hanno detto niente?" Jd giunse da Milan, nel suo ufficio, per sapere se avevano riportato aggiornamenti durante il viaggio. Nella stanza vi erano Milan e Gask, che lo guardarono appena entrato. Milan si sistemava ne grande specchio intagliato la camicia, i gemelli  e lo stato, per rimettersi la giacca.

"Quei tre sono proprio stupidi" fece il leader irato "Avevo detto che dovevano spedire aggiornamenti ogni mezz'ora, invece ancora nulla. ho dovuto chiamare l'aereoporto privato che usiamo per voli di linea e ho scoperto che sono atterrati da tempo, quindi staranno venendo qui..."

"ma quindi, si sa cosa è accaduto? lei sta bene?" chiese Gask, mentre porgeva a Milan il fazzoletto da taschino

"So solo che cè una faida tra alcune famiglie minori e due maggiori, e Kianta si trovava sulla strada per l'aereoporto quanto è accaduto qualcosa,  e le auto sono state trovate in fiamme, e alcune bare che galleggiavano in piccole barche sul fiume, largo, chiamato Suceava, come i ldistretto in cui scorre. Le hanno avvistate nella zona di Satu mare... le vedevano passare e hanno allertato le autorità..."

"ma le Ombre?" chiese Jd senza capire

"Sembra che Kianta sia stata invitata a recarsi all'aereoporto nella macchina con i figli dei capofamiglia, per fortuna non tutti, e uno dei figli di Ioan si è salvato, Grigore, che era ben amico di Kianta. Il convoglio prevedeva cinque macchine , al centro i capofamiglia, alcuni figli che avevano scelto come accompagnatori, Kianta e le Ombre, in tutto due macchine e mezza. Quelle esterne erano guardie del corpo. Sembra che qualcosa si andato storto, le macchine sono state attaccate, obbligate a fermarsi, alcune con bloccamachcine a chiodo per terra e..."

"ma erano tutti armati, no?"

"Si, Gask, ovvio" fece Milan con impazienza "Sia Kianta che le Ombre erano ottimamente addestrati per farcela, ma metti tutti i membri rumeni delle famiglie, i comportamenti di Kianta sul non scappare se si valuta che è possibile farcela, e metti insieme le cose. Anche tu fai così, solo che lei sa se e quando è meglio lasciare i lcampo di battaglia... almeno, se non le viene il tic di far bruciare male le persone... il fatto è che le Ombre sono sopravvissute, ovviamente, con solo due di tutte le guardie ammassate nelle auto di quei membri rumeni, intenti a salvare le due macchine ma... dall'ultimo avviso sembra che alcuni dei capofamiglia tranne due sono sopravvissuti, e un figlio tranne tre di tutti quelli che erano di accompagnamento... quelli morti come monito, sembra, sono stati ritrovati nelle bare con sopra scritte di vittoria contro le famiglie oppressive... vi erano due capofamiglia, i tre figli di altrettanti capofamiglia e kianta. Una barchetta teneva senza bara i corpi di alcune guardie che hanno preso... non è usuale questo metodo ma sembra che abbia una connotazione allegorica..."

"QUindi... Kianta è morta?" domando esterrefatto Gask, votandosi anche verso Jd "non è possibile, è partita solo tre giorni fa..."

"Aspettiamo la delegazione rumena che dovrebbe arrivare tra poco. Se però è morta..." disse Milan, quasi sudando di terrore e Gask notò la cosa, dicendogli che ancora non credeva fosse così, e che non si angustiasse "Gask non è solo la sua morte una cosa assurda. Lei come te era una dei pochi che era compatibile con stoddarde e blue box, ma cè di peggio se non è solo ferita, ma se in quella bara,  allora morta. Che siano fregati..."

"Che significa.."

"Significa..." fece Milan guardando il cellulare che aveva fatto un avviso "Che ogni cosa qui oltre i miei e di Dorde, ha registrati i parametri biometrici, come chiave... ogni sistema che sia Crell, di controllo, di protezione, i laboratori, custodiscono come attivatori di emergenza e non, iride, impronte, tipologia di battito del cuore.."

"battito del cuore?"

"Si, nessuno lo sa ma ogni cuore ha un tipo di frequenza e di battito diverso. Noi usiamo il controllo audio e a scansione dei cuori anche come chiave. Voce, parole chiave, prova del sangue... tantissimi parametri di attivazione o blocco sono registrati con i suoi dati bioetrici, essendo lei sempre presente rispetto me o Dorde. In pratica sopra me e Dorde vi era lei come MasterKey, come ulteriori amministratori e detenetori delle chiavi,  io e mio fratello. Se è così, se lei è morta, dovremo essere entrambi presenti perchè serve questo fattore per disattivare i protocolli che prevedono i suoi dati biometrici come key principali, e settare oltre i nostri anche quello di qualcun altro... se lei è morta, non posso far altro che far inserire i tuoi. L'unico Crell che ha i protocolli per bypassare le key di Kianta è Helias, il Capo IA, ma è solo superando dei parametri di sicurezza e... ammetto che dopo tanto tempo, ho paura di fallire"

"Ma... aspetta" fece Jd "Tu e Dorde avete tutte le credenziali Master..."

"Si, è vero. Ma adesso ho la paura che per disattivare e rendere nulli quelli di Kianta,  ci sia una procedura che non ricordo bene... Cazzo,  anc he per questo non volevo che se andasse in giro. Tutto è settato su di lei per una ragione! Se lei è davvero morta... quanto lavoro, quanti test... e significa che ho mancato la parola data a quella persona..."

"Quella persona, Milan, se fosse qui ti direbbec he sei pessimo con gli impegni..." fece Jd sorridendo amaramente, portando l'altro a sospirare, dargli ragione e fare un sorriso,  lasciando solo Gask nella confusione totale.
Helias apparve in quell'istante.

"Leader, la delegazione rumena sta arrivando. ora che siete tornato di corsa dal meeting bloccato per l'accaduto, permettetemi di indirizzarvi su un consiglio" inchinandosi come regole che tutti facevano in modo formale.

"Accordato, cosa vuoi dire..."

"Vede, Leader... Tempo fa la Prima, aveva messo qui alcuni oggetti, nel caso servissero..." fece Helias, indicando con un braccio una zona dell'ampio mobile in una parete, che aveva scomparti segreti "tra questi magari... cè quello che vi serve!"

"Mi ero dimenticato di quelle cose..." fece lui e attivando il vano con un pulsante nascosto negli intagli, una ribaltina si spalancò mostrando su un cuscino di velluto alcuni oggetti, lettronici. Helias gli indicò quello che sembrava un misuratore di EMF, quello che a volte Lia tempo addietro gli faceva vedere e gli chiedeva se credeva a spiriti e fantasmi da queste cose, indicando cacciatori di fantasmi con apparecchi oblunghi con delle lucine in cima.
Milan lo prese, dubbioso, e Helias gli spiegò che si trattava di un Ilmaisin dei laboratori, un rilevatore di onde corte, toni in multifrequenza e dei segnali del Draper o blue box. Milan, controllò di nuovoil telefono, chiuse la ribaltina e si avviò alla porta, annunciando che erano giunti.
Si trovarono sulle cale del portone di ingresso in tempo per vedere  in avvicinamento le auto che avevano inviato, oscurate così che non si potesse vedere il tragitto, con i membri della delegagazione delle famiglie rumene.  Una delle auto era un carro funebre. Tre auto si fermarono a semicerchio nel grande piazzale circolare, mentre grand parte degli uomini si fermava, raggiunvea quel luogo, si univa alla folla che osservava da diverse distanze la scena.

"Jd chiama subito il dottore e digli di preparare la Lady Chapel..." mentre Jd procedeva, setnendosi dire che doveva informarlo anche di preparare una siringa con qualcosa di innocuo da iniettare. Dubbioso Jd conluse la chiamata, mentre le tre Ombre scendevano, seguite dai membri di alcune delle famiglie coinvolte e guardie del corpo.

le tre Ombre, serie e quasi spaventate, fecero il saluto e poi con un inchino profondo chiesero perdono per il fallimento dell'incarico. Celando il fastidio dal prenderli a ceffoni tutti e tre,  Milan li congedò e cheise di restare con loro, affermando che ne avrebbero parlato dopo. Ricevette i delegati e chiese al gruppo che si occupava della bara di seguirli in un luogo più consono. Si avviarono quindi oltre l'ampia e straordinaria chiesa cristiana che stava un pò lontano, ispirata in toto ad una chiesa ad una chiesa, la  principale di Marmashen in Armenia del milleottocentosettantotto, che Lia aveva visto in una fotografia, quando dovettero decidere che tipo di chiesa oltre moschea, e vide quella foto di Ohannes Kurkdjian , grande sezione rettangolare  abbandonata composta da archi, nei due lati maggiori, tetti spioventi e una torre alta con un tetto a sezioni molto particolare, cirondata da colonne. Era stata presa identica e ricostruita, comprese le colonne sottili e artistiche interne. Cèra stato un litigio con il prete che era stato assegnato, che quasi fniva male perchè pretendeva di abbatterlo e costruirlo secondo i canoni cattolici e non armeni. Lia gli disse di o accontentarsi e rendere Grazie a quell'opera straordinaria o di indarsene a pedate nel culo. Con lei la religione era o accetti  quello che cè, visto i costi di costruzione, o ciaone al prossimo. NOn esisteva che un prete o qualunque figura religiosa le mettesse piedi in testa. L'opera era grandiosa, maestosa, splendida all'interno con una parte a mosaico, una dipinta, una con statue e via dicendo, il tutto fatto da operai specializzati che gestivano i lavori e uomini che avevano preso dalla Raccolta o che conoscevano il mestiere già dei loro.
Mentre la Cappella della Signora, o Lady Chappel, era ispirata alla chiesa di St. Gregory di Abughamir, con quella forma particolare a torretta. La pianta dell'esterno era di dodici lati. Ogni lato alternava nicchie profonde e piccole finestre  Sono inseriti in strutture rettangolari a portale che sporgono dalla facciata. Le parti inferiori  contenevano iscrizioni.
Una unica grande porta presenta un interno suddiviso in sezioni e micro stanze vdivisi da pannelli apribili intagliati.
Sulle parti superiori della chiesa, le finestre nel tamburo cilindrico erano incorniciate da modanature che formavano doppie serie di arcate cieche. Il tetto conico sopra il tamburo è anche per suonare la campana porta in quella sezione, attivabile andandoci ocn una scala estensibile  o corda fino a terra.

Dopo una decina di minuti erano all'interno della cappella, che presentava al centro preciso una sorta di basso altare ruotabile, per metterlo  o in direzione della porta, in verticale, o in orizzontale. Rispetto la costruzione questo era in marmo con una struttura smontabile e metallica, girevole. Sopra vi fu adagiata la bara e dopo che i ganci vennero sbloccati, il coperchio venne tolto. Era una bara insolita, prettamente tondeggiante, aveva una base si sostegno rettangolare di una certa misura, la zona del corpo era tonda, con la zona ad arco più lunga della basetta, con un coperchio ancora più lungo del corpo, tondeggiante anche questo ma non posizonato orizzontalmente ma inclinato, in modo che togliuendo i fermi che erano posti sotto questa lunga lastra bombata, si facesse scorrere verso il basso e non alzando.

Dopo che fu fatto scorrere verso il basso ed estratto, notarono come vi erano dei binati nel corpo bombato perchè il coperchio vi scorresse, Kianta era vestita con un abito blu e bianco, un tradizionale abito da sposa rumeno. Milan si trattenne dal non ridere. Di tutti gli abiti che, a sentire il membro della famiglia che faceva le veci dei capogamiglia, era di onore e perchè le stava bene... prorpio da sposa, quell oche lei chiamava i lsacramento delle catene. Ma porc... fece lui, stringendo i denti per non ridere.
Era una sorta di tunica lunga proprio fino alla punta dei piedi, con scollo quasi rotondo, a prima vista qualcunho lo avrebbe definito medievole, tutto intero con chiusura dietro a lacci e bellissimi ricami su lato esterno delle maniche, zona corpetto e come una fascia dritta fino ai piedi dalla cita, con una bella cintura in tessuto ricamato a decoro. Le maniche erano lunche e pò scampanate, con un doppio livello di tulle.  Una sorta di nappa pendente fino a sotto la cintura di norma pendeva ma lì era fissata sotto le mani, strette tra di loro tra fiori in mani. I Capelli erano tutti boccoli a cincorniciarle la testa e il viso, con qualche fiore come gioiello tra le ciocche.
Neanche i gigli, fece Milan. Quanta panzienza, pensò, sapendo che Kianta come Lia aveva la maniacale ossessione delle cose perfette e con un motivo. Avevano almeno azzeccato colori degli abiti, pensò. Se le emttevano rosso o rosa, che affronto!
Almeno le hanno messo quello semplice, non quello assurdo con così tanti strati di parti dell'abito tradizionale che sembra di vedere degli omini Michelin multicolore  di carnevale... NO, Milan, non pensare come faceva Lia. pensa ad altro... faceva nella sua testa, perchè gli veniva da ridere e non voleva.

"Non temete. Abbiamo già svolto una parte della cerimonia funebre perchè la sua anima andasse dove doveva andare, adesso tocca a voi onorare le sue spoglie.." fece il capo del gruppo. Indossava gli abiti tipici della sua terra. Casacca decorata a mano da ricami come geometrici rossi, pantaloni sempre chiari come la casacca coperti sui fianchi da questa e inseriti negli stivali non al ginocchio nri e lucidi. Alla vita una spessissima fascia tipica. Un mantello nero e cordi rossi completava la mise sua e degli altri, che arrivava fino al bordo degli stivali, con doppio bordo, primo in rosso, poi a proseguire uina sezione che andava allargandosi nella partre bassa, che presentava tutta una decorazione a richiamare la famiglia. Non portavano i capelli tipici. Sembravano addolorati e mentre questo parlava Milan pensava.

-chi l'ha vestita sono state le matriarche altre donne lei che odia essere toccata e l'hano pure vestita...no la parrucca ora sanno usa  sudava milan sapendo a volte cose potevano fraintese certi popoli si offendevano assai=""-

"Scusate..." fece infine "le avete fatto una cerimonia... in che religione...!"

"La nostra, ovviamente. Grande onore, era molto amata. E' un grande dispiacere, seriamente. Le matriarche hanno fatto lutto con digiuno, volevano esser loro con le serve a vestirla ed acconciarla, ma tuoi uomini hanno detto No, da noi la vestizione è qualcosa di importante. Lasciate fare a noi questo..." fece il giovane aprendo le braccia come per dire che era questo e si scusava.

"E' stata vestita da..."

"Tuoi uomini. Quelli" disse il ragazzo indicando le tre Ombre che sudavano freddo e tenevano gli occhi puntati verso tetta "Hanno detto che ci sono usanze, vostre, per la sistemazione nella bara. Loro hanno vestito e preparato Donna Lia, e messa nella bara. Noi abbiamo dato onore alla sua anima e pregato. Per Lei..."

"Si, vero... abbiamo delle cerimonie particolari, spero che capiate..." rispose Milan fissando i tre

"Certo, certo. Per noi molto strano che uomini vestano e preparino donne, ma loro hanno detto che sono preparati anche a questo..."

"ovviamente. Ora perdonateci qualche minuto vorrei...salutare la nostra Sorella in solitudine..." ma entrò il dottore e Milan allora lo pregò di controllare.

"Dottore non crede che sia morta?" fece il giovane mentre gli altri dietro di lui parlottavano

"Vedi, grande Vladuț, noi siamo persona addestrate. In modo diverso. Ma ti prego mentre il dottore svolge il suo lavoro, mi puoi rivelare cosa è accaduto?" mentre ildottore controllava lostato di Kianta con stetoscopio e pulsazioni,  per poi prendere la siringa e fingere come avevano ordinato. In quell'istante erano entrati gli altri membri dei Capitani e alcuni dei Vecchi che rstarono sconvolti a vedere la bara e osservarono la persona che sembrava addormentata all'interno.

"Mio padre e altri capofamiglia dovevano giungere al Meeting. Così sono andati in cinque macchine con figli e l'ospite. Ma in una zona tranquilla siamo stati attaccati, alcune auto dirottate per uscire di strada in altri posti, sono stati tutti divisi. Io con altri primi figli siamo rimasti nelle residenze, come padroni di casa mentre i nostri genitori erano in viaggio. I nostri fratelli, i secondi, dovevano essere accompagnatori. Ma sono finiti in una imboscata, mio cugino sopravvissuto ha detto che l'auto dove era con Donna Lia è stata divisa da quelli dei nostri genitori. I nostri genitori sono stati raggiunti da tuoi uomini e li hanno protetti, cercando anche Donna Lia. Ma Lei era con i miei cugini, quelli che non erano stati colpiti. Ci sono state due zone diverse con scrontri a fuoco. Dobbiamo molto a Donna Lia proprio perchè lei ha prottto i miei cugini oggi in vita. I nostri padri sono riusciti a scappare con tuoi uomini e le guardie del corpo per cercarli, la macchina era rivoltata sul fianco con due cugini a terra. Pallottole. Mentre gli altri vivi erano stati mandati in un edificio vicino. Era in periferia, capannoni e costruzioni commerciali. Le nostre macchine hanno nel bagagliaio armi e fumogeni, lei li ha presi e utilizzati per proteggere i miei cugini. Ha affrontato il gruppo, quando i nostri padri sono arrivati lei era poco distante dai corpi degli assalitori, cinque morti e il suo corpo era poco più avanti. Ferita, sembrava. Invece non respirava. La Matriarche sono molto grate a Lei per aver salvato i loro figli, quelli non colpiti subito appena scesi dalla macchina. Ci dispiace molto, a loro lei piaceva. La Baba che seguono ha detto cose strane, ma lei è morta..."

"Vi ringrazio molto. Vi prego di..."

"Leader. Posso terminare il controllo con l'ultimo test digitale?" domandò il dottore, guardando Milan con un'espressione particolare.

"Certamente... scusate un attimo" disse agli ospiti, avvicinandosi alla bara mentre Gask stava là sopra a fissare il corpo, finchè no nchiese sconvolto se fosse veramente morta.

Milan gli chiese di stare tranquillo, prese l'oggeto che Helias gli aveva indicato e lo accese, poi ricordandosi le spiegazioni di David, lo avvincinò sotto il collo di Kianta,  mentre le lucine in alto lampeggiavano dal verde per passare qualche istante dopo al rosso per tre volte, poi silenzio e tuto fermo. La testa di Kianta senza esser toccata sembrò scivolare mrbidamente di poco verso sinistra, allarmando tutti. ma niente.

"QUindi è morta? E' morta sul serio?" fece Gask sconvolto,  posando le mani sul bordo e avvinandosi a guardare meglio "E' finita? E' morta? Così?"

"La Padrona della Casa è morta!" buttò lì esterrefatto Alaric, per poi sorridere "La comandante è caduta. la Signora della Dimora è caduta! Servirà il nuovo Secondo al comando. Difficile,  ma un compito che penso di poter fare... Anche la Casa Rossa o Dimora Rossa in Italia, quella che lei amava, quella costruzione di colore rosso in Lombardia che lei preferiva su tutti... avrà bisogno di un pò di colore nelle sue stanze, la frizzantezza di amore e piaceri, altro che sviolinate patetiche... sarà il gioiello che..." ma nessuno lo sentiva. Erano tutti fermi e addolorati a sentire gli ospiti, che ancora spiegavano.

"Li ha uccisi tutti, senza il colpo che non ha schivato poteva farcela..."

Kianta sussultò nella bara sbarrando gli occhi e facendo un profondo respiro. Poi un altro, Un altro ancora, con gli occhi che saettavano in ogni direzionementre , Gask urlava che era viva. Portò le mani sul bordo della bara e si issò con forza a sedere, ansimando come confusa.

"E' viva!" esclarono i delegati rumeni, sconvolti, mentre il dottore le si avvicinava. Lei si guardò intorno, gli ospiti volevano parlarle, le si avvicinarono ma Milan chiese loro cortesemnte di lasciare il dottore al suo lavoro e che più tardi, visto che era viva, lo avrebbero aggiornato. In pochi minuti furono messi alla porta in modo gentile e cordiale, li fece scortare nel salotto dedicato agli ospiti dello Chateau e si voltò verso la bara, mentre Kianta era ancora inebetitaq seduta al centro della stessa.

"Più tardi voglio sapere che cavolo avete combinato! Voglio tutto!" urlò ai tre "Quell'apparecchio ha funzionato?" domandò al dottore che controllava i segni vitali

"Si, leader. Battito regolare, polso in norma. E' disorientata ma anche la respirazione è tornata ai ritmi normali. Può darsi che sia dato dalle stoddarde, ma quell'apparecchio... ha sbloccato la blue box?" gli domandò confubulanto tra loro, mentre Gask era fermo a fuissarla ancora senza capire e Alaric continua il suo monologo.

"Porc... è viva. Le chiavi restano in mano sua... tutto resta come è... e io già mi vedevo con Luce, la strafiga italiana definita la nuova Moana, quanto ci saremmo divertiti nella Dimora Rossa... e invece la fastidiosa aquila starnazzante è ancora qui, è sopravvissuta!..." quasi con dispiacere "la posizone è ancora sua..." piagnucolando, mentre gli altri lo guardavano con disgusto.
Finchè Kianta non alzò las testa, cambiò espressione in una risentita e con un gesto veloce e fluido,  lo prese da dietro con la mossa chokehold, la presa per il collo a mezzaluna,   utilizzata dalla polizia come mossa di immobilizzazione e sottomissione e lei usava al completo, tirando la mano del braccio che stringeva verso la sua spalla opposta.

"Tu stavi già ballando sulla mia tomba... vero?!!!?... grandissimo....!" mentre questi si liberava con la contromossa chiedendo aiuto, ma veniva riacchiappato con le due mani sul collo "Ora ti ballo 
io sopra la tomba, ma con te vivo!!!" buttandosi fino al bacino oltre il bordo edlla bara,  per tenerlo fermo e picchiarlo

"Fermatela...! Lasciami, scherzavo.... giuro che scherzavo..."

"Non li fermiamo?" domandò Gask a Jd "Voglio dire, è sicuro che è viva, no? E lui..."

"Se litigano significa che lei sta bene e lui è un idiota. Chiamo David perchè le faccia un check completo...." disse Milan quasi arrabbiato di cosa stavano facendo quei due e il casino, prendendo il telefono, mentre Jd sospirava e Lubo sghignazzava.

"Ma che è successo? Non era morta? Perchè..."

"Te lo spiego io..." fece Jd mentre Milan si allontanava alterato per la situazione surreale "Tu ricordi cosa è successo quella volta... quella in cui abbiamo dovuto usare quel farmaco..." gli disse pianissimo

"Si,quando..."

"Quello"... fece Jd chiudendo il discorso con un gesto mentre osservavano Kianta,  che discuteva con un dei Vecchi che cercava di evitare che Alaric venisse strozzato "Esattamente come la tua, la blue box ha molteplici funzioni, ma non tutti riescono ad esserne compatibili e sopportarla a lungo. Ti ricordi cosa disse David? la blue box, chiamata così in onore a quella famosa degli anni ottanta, fa qualcosa di simile con i  segnali elettrici del cervello.... registra i dati biometrici che possono essere utilizzati per facilitare i trattamenti in caso di malattia o infortunio, registra anche l'attività delle onde cerebrali, ma è anche programmata per agire e inviare segnali particolari al cervello in casi estremi di forte stress,  adrenalina, dolori che superano una certa soglia... E' in grado anche di mandare segnali al cervello per dire che serve un ormone specifico per aumentare o diminiure uno stato d'animo, ma anche attivare un sistema di sicurezza nel corpo!  in questo caso visto la situazione e il colpo che ha ricevuto, hanno portato la black box ad attivarsi e innescare nel cervello lo stato di blocco, ossia ha spinto il cervello ad andare in una sorta di finta morte per sospendere le funzioni vitali ed evitare il peggio. Le stoddarde invece hanno fatto il loro lavoro e anche se il proiettile è ancora dentro o meno, hanno mantenuto il corpo in funzione, bloccando l'emorragia, avviando i processi di recupero, cura e cambio delle cellule in tempo non triplo rispetto al solito, ma molto, molto rallentato..."

"Confermo. Il proiettile non l'abbiamo estratto, abbiamo solo bloccato come avevamo studiato nelle Lezioni la lesione e l'abbiamo..."

"perchè l'avete vestita voi?" sussurrò Jd per non farsi sentire "sapete che odia essere toccata e se lo scopre finite male..." pasandosi un dito intorno al collo, dandole le spalle

"Cosa volevi, capo. Che la dessimo a quele pazze antiquate e la spogliassero, le trovassero la parrucca e..."

"Ok, andate da Milan e diteglielo, spiegategli tutto. Di corsa..." fece Jd, così che mentre lei fosse distratta dal voler ammazzare male Alaric, non lo scoprisse

"Quindi è stata la blue box a fare questo? E anche con me?"

"Il problema di questi dispositivi creati da David è che... in ogni soggetto hanno azioni diverse. Hai visto cosa è accaduto quella volta quando i suoi livelli di serotonina, dopamina e ossitocina erano caduti in picchiata o non presenti, e l'adrenalina era schizzata... con lei fa questo effetto mentre tu anche nella rabbia e stati di odio e rancore,  li domini e li usi a tuo vantaggio, ma lei no... E' rarissimo ma come vedi gli effetti sono diversi. Quest aè la prima volta che va in una sorta di morte apparente, l'alta volta ricordi che sembrava in letargo e non si svegliava? ma dormiva... Con te fa lo stesso effeto? Finora non è accaduto nulla... ogni soggetto è diverso. Siete gli unici che ancora oggi dal primo giorno sono compatibili, senza rischi ne altro... quella volta in cui sembrava non sevgliarsi,  per David diepndeva da un motivo, le blue box sono suscettibili alle interferenze elettromagnetiche,   possono causare un notevole disagio a chi le indossa ma sempre in base al soggetto. Tu hai provato un pò di fastidio come le connessioni ai satelliti,  ma lei è finita giù... le emozioni e i livelli troppo alti che il cervello registra sono presi dalla blue box e nel caso per la sua programmazione, attiva o disattiva. ma è imprevedibile. Credo che David sarà comunque contento di questo sviluppo, è la prima volta che accade a Kianta e d è bastato quell'apparecchio che ferma, fa arrestare e riattivare la blue box per aver ridato impulso al cervello di risvegliarsi..."

"Vuoi scomemttere che David se ne esce come altre volte con frasi del tipo-con questa scoperta o con situazione ora sono vicino a portare in stato di stasi un corpo sar una svolta per i voli spaziali  disse lubo abbassandosi verso l'orecchio jd=""-

"bah" fece Jd con una smorfia "bisogna prima pensare a questo pianeta morente, prima dello spazio. Mi auguro solo che non vi sia stato nell danno al cervello..."

"non pare..." rise Lubo

"Quindi è salva, non ha problemi... non è morta o rischia..." domandò ancor Gask preoccupato

"Stai tranquillo, finchè vuole ammazzare Alaric, allora sta benone... come dice Alaric lei ha più vite di un gatto e se hai paura che non ti possa perdonare e far pace, ne avrai di tempo..." gli disse Lubo, prima di spingerglo fuori verso Milan.

La fissava, distesa su un lato sul letto, ridendo delle tante cose accadute,  eppure sembrava che nulla fosse cambiato. Almeno non con lui. Jd, Lubo, Alaric e gli altri. Erano passati mesi eppure tutto sembrava uguale a prima.Gli pareva di essere là da anni e di colpo si rabbuiò pensando al Capo.

"Posso leggere io?"

Kianta si voltò, osservandolo oltre la spalla col broncio. Stava acnora in piedi vicino al suo letto. Aveva come semrpe lasciato le sue cose nell'angolo vicino la finestra, si era lavato e cambiato nel suo bagno , e aveva preso possesso col tappeto del centro della stanza. Quando si era stancato e aveva preteso di farle compagnia.

"Non voglio approfittare di nulla. E' stato molto comodo stare su un letto e non su tre quarti di divano..."

"non sono tre quarti di divano. Sono le tue spalle più larghe di questo,  e non ti contiene. Non dare la colpa a quel poveretto..." fissandosi seri, poi scoppiarono a ridere.

"Adniamo... da più di una settimana non fai più storie perchè dormo qui,  e mi hai permesso di dormire su un lato del letto. E ora mi cacci? Credevo di esser stato bravo nel rispettare i tuoi spazi e..."

"mi hai giurato che non ti vengono idee strane e le mani stanno apposto..."

"e ... hai detto che ti piace come leggo. Fammi leggere" sorridendo a trentadue denti

"Uff..." fece lei mettendosi a sedere e guardandolo negli occhi "Solo perchè non sei una persona negativa,  e non mi da fastidio la tua presenza, non significa che ti puoi predere altre libertà. Se fai cose che mi fanno incazzare, ti butto fuori..."

"lo so che lo faresti" sorridendo

"E dimmi che non hai bevuto prima di venire..."

"Uhm... una birra. No, facciamo due. Ma è tutto. E comunque la birra rientra nelle cose che portano alle droghe della felicità" mentre lei fissava come per dire  "Davvero! nelle lezioni cè la regola delle sei droghe della felicità e come procurarsele. Fare qualcosa che ti piace con le persone che ti piacciono. Fatto. Sono contento. Sentirsi meno solo, fatto sono qui. Fare qualcosa di tranquillizante, quasi fatto, leggo per te e mi sei amica..."

"..." fissandolo malamente "non so se sei così intelligente da farti questi pensieri mentali o cè altro dietro"

"Sono serio, mi adeguo a cosa dicono nelle Lezioni...."

"bugiardo!"

"preferisci la compagnia di Milan e Jd?" fece lui con un tono strano

"Perchè quei due? E' raro che vengano qui..."

"Intendi nel salottino o qui?" indicando la camera da letto.

Kianta lo fissò stranita, poi con sospetto e alla fine gli chiese "ma tu... cosa te ne importa chi viene qui e in quale stanza?"

"Ok... lasciamo stare. Ricominciamo... mi auto defenestro come un arakiri per punizione  o posso leggere? " vedendoloa sbuffare ma poi ridere  per poi passargli l'ebook.

Gask stava per sistemarsi sul lato più vicino al comodino, quando suonò il suo telefono. Lo prese, si sedette per leggere dandole le spalle e sbuffò lui a quel giro. Lei si allungò sulle sue spalle, con le braccia penzoloni davanti e il mento sulla spala sinistra, chiedendogli cosa non andasse.

"Che succede. Gli uomini hanno sempre qualcosa da inventarsi? Di nuovo scii con parti dei cingoli dei carri armati sulla neve? La festa degli uccelli dove vince chi fa ballare più pappagalli e uccelli della voliera , nel campo di volo,  con qualche canzone assurda? Ti hanno invitato alla gara del panino migliore? Cosa si son inventati questa volta?" ridacchiando, ma si accorse che le sue spalle erano rigide e si voltò per guardarlo in viso, inclinando la testa verso il davanti per farlo.

"No, Milan mi ha dato un incarico..."

"E a te non piace?"

"no, non è questo. E' solo che... anche se avrò supporto dai miei ragazzi, sarebbe principalmente in solitaria. E... ma mi stai smozzicando di nuovo la spalla!!"  si voltò a fissarla mentre guardando l'avviso sul telefono che teneva in mano, lei dava morsetti sui muscoli della spalla "lo stai facendo di nuovo e non te ne accordi... se mi lasci i segni dei denti e qualcuno lo vede,  pensa che faccio parte di qualche orgia cannibale..." se la rise   dandole sulla fronte due piccoli colpi con la mano quasi a pugno. lei fece una faccia colpevole quando si rese conto che di nuovo aveva morsicchiato una sua spalla e passò una mano per pulire,  facendo la vaga.

"Esagerato... mi viene di farlo, nenache ti facessi male..." scendendo dalle sue spalle e buttandosi sulla schiena sul materasso

"Alcuni uomini dicono che con le ragazze di Madame fanno questa cosaperchè..."

"NO! Non me ne frega niente di cosa fanno quei pazzoidi..."

"ok..." ridendo "comunque da quando mi hai passato quel burro la pelle la sento... forse meglio. Quindi non mi resteranno segni. Funziona così, no?" voltandosi col busto per guardarla, restando seduto a darle le spalle con il telefono in mano.
Lei parve pensare, si mise a sedere e osservò le spalle e le braccia.

"Veramnete  a me la pelle sembra come sempre. Questa mania di stare a torso nudo sotto il sole nelle stagioni calde è assurdo. Vi rovinate, sopratutto se non usate solari o protezioni. A cosa serve il lavoro di Milan nel promuovere nostri prodotti agli americani,  che stanno sotto il sole e..."

"Lo so, lo so... ma dobbiamo allenarci e fare esercitazioni, no?"

"Non dico questo..." fece lei allungandosi verso il comodino per prendere un barattolo, per poi iniziare e spalmargli sulle spalle e braccia, dove la canotta non copriva "ti avevo chiesto di fare qualcosa. I rischi per la pelle..."

"Lo so. però ormai sei tu che mi passi il burro di sopra, quindi..."

"E' burro di karitè, non burro. Se per caso dovessi parlarne con qualcuno, ti prenderebbe per uno che sto imburrando per metterlo al forno" facendolo ride tantissimo

"Ma io l'ho già detto. ho riferito che lo faccio io per cosa ho sentito alle Lezioni, e allo spaccio gliel'ho fatto vedere,  quale confezione è. Quello che importiamo a  prezzo minore delle azione sfruttatrici ma per un motivo. COmmercio equo e solidale... lo so. Adesso lo usano anche loro perchè si sono accorti che io appaio meglio di loro..."

"Il potere di questo prodotto. Puro, pieno di sostanze buone, definito l'elisir della giovinezza dalla popolazione che lo produce e vende. La notte ti aiuta a sistemare la pelle rovinata o con problemi dal sole, lavaggi e via dicendo e la rende migliore"

"Già, mi sono accorto che è meno secca e non tira..."

"Forse perchè stare sotto il sole a pelle nuda, e intendo senza protezioni, non fa bene?"

"sai una cosa?... senza incazzarti..."

"Ecco, se è così mi incazzo a priori..." fece lei massaggiandogli il burro di karità sulla schiena dopo il braccio sinisto "spara, so già che me ne pentirò a sentire roba..."

"i ragazzi mi hanno detto che, chi l'ha provato, si è sentito la pelle morbida e liscia come le cosce di una ragazza. E visto che a loro piace, dicevano, passare le mani sulla pelle più morbida di una donna, useranno iol burro per proteggersi come ora faccio io e per..."

"NO! non voglio sapere... tienitelo per te. Me ne frego di cosa fanno e pensano se è sempre legato a donne e sesso. Ancora sono incazzata per le cose che combinano,  e chi paga per riparare?"

"Dai, non fare così! Dicevano solo che dopo tempo che si sono spalmati la sera, ripassando la mano pensano di..."

"Ehi, basta! O te lo fai da solo! Anzi, quella ragazza del villaggio vicino che ti fa i lfilo, perchè non le fai un regalo con i nostri prodotti, quelli naturali come il burro di karitè o la versione deluxe che Milan usa per vendite e avvicinare certe donne...e magari te lo fai fare da lei?  la Heritage House, se lascia questo nome ha prodotti ottimi per un regalo..."

"La linea on bocce di  vetro opalino o plastica? "

"Si, cè la versione Etude e quella Princess. La Etude è in plastica, mentre l'altra in vetro opaco o opalino. Ti ricordi quelli ha fatto vedere? In versione rosa principessa o bianco perlescente.Ispirati alla stravaganza barocca di Maria Antonietta, sono la rivisitazione moderna di veri set da toilette, te lo sto dicendo nel caso lo trovi un bel regalo, visto anche il prezzo. Anche se non so per quella ragazza mi sembra troppo delicata per... .L'opulenza e l'eleganza in bianco con dettagli in argento e un'altra, in rosa con dettagli in oro rosa. Non lo so mi è sembrata semplice rispetto a questi affatti che lui ha voluito fare per le donne che non dicono mai ai sogni..." ripetà dall'opuscolo che lui aveva preparato come prova"

"Mi ricordo vagamente, perchè non mi interessavano. Sicura che siano un bel regalo?"

"perchè no... ci sono rossetti, ciprie, blush, terre, profumo, specchi...a me non sono dispiaciuti, Hanno forme moderne ma con richiami come i rilievi e i piedini in barocco. I pomelli e l ostemma a sigillo in ceralacca in argento o oro rosa. A me piace solo la scatolina della cipria o blush, che sono simili, cambia solo la dimensione. Solo che odio il rosa e quello in bianco e argento mi piace in vetro ma ho paura che si rompa... anche la finitura vellutata è bellissima al tocco e anche quella in plastica, riciclata e trattata ovviamente, è belllissima da toccare. Anche i prodotti all'interno sono fatti da noi e di primissima qualità, ecco anche il prezzo. Ma ho chiesto a Milan di pensare a una linea magari più economica..."

"E che cosa dovrei prenderle?"

"Rossetti no, i colori vanno per compatibilità con pelle,  come tonalità e sottotono, a volte molte donne li usano di un colore per adattarsi alla mise... non conviene. Ti direi cipria o blush per il contenutore carino, un mezzo ovale con piedini a tre..."

"Ma non ci sono colori anche lì? E il profumo? O specchio?"

"A te quanto piace..." gli fece avvicinandosi al suo orecchio mentre era arrivata al braccio destro "dipende da quanto ti piace e che colpo vuoi fare. Non intendo a livello di soldi, anche se... se prendi quello in vetro,  costicchia...Ma la confezione del profumo  è con la base fino a metà in sfaccettato e un grosso pouf in tessuto da preme per far uscire nuvole di prodotto. Raffinato, frangranza a scelta... ricordati che qui puoi chiedere di farti mettere all'interno quello che vuoi. peonia, rosa, lavanda... qualsiasi cosa a te e Milan non ti è negata. Puoi vedere che fiori o tipo di odori le piacciono e fartene fare uno personalizzato. Oppure puoi attendere la versione ispirata a Roma o l'età romana. La sta preprando e sarà tutta avorio, oro, qualcosa di rosa... sto cavolo di rosa... e profili di donne stile cameo come logo. Poi i rilievi con simboli o pallini come in quelli originali antichi... Anche questi ispirati a oggetti in quello stile reali però modernizzati in due tipi, vetro e plastica...Quello in vetro di stampo romano mi piace molto. Invece di mezzo ovale con un coperchio leggermente spiovente con una sfera come alza coperchio, è una sfera precisa con una base tipo coppa con rilievi, il bordo che vidide la sfera è contornata di oro o oro rosa e un cameo scuro o bianco con bordino a pallini. E come apri coperchio..."

"Non lo so, adesso sono confuso su cosa regalarle..."

"Te lo ripeto, dipende da quanto ti piace. Andate d'accordo quando vai a consegnare prodotti o prendere quelli in scambio, è sempre ben vestita e profumata ad accoglierti a casa del padre, così avvocato mi pare non so, per firmare le carte... a te sembra piacere..." ridendo "quindi perchè non vedere che cosa dimostra se ci provi... almeno non è una pazza... se invece vuoi andarci piano, ne prendi uno già pronto, altrimenti se ti piace davvero tanto, vai di personalizzato..."

"Ma io non ci capisco nulla di queste cose. i fiori magari si, è divertente lavorare fiori pressati e vedere come vengono rispetto i freschi, o portarli alle botteghe per composizioni, prodotto in resine o in vetro. o usarli nel prodotto fresco per decorare le pareti per i rilievi... O anche la bottega profumiera. Con quei grossi decanter e contenitori in vetro dove fermentano i fiori o estraggono oli... vederli è una cosa, saperne abbastanza è un'altra. Ormai anche con i saponi mi sono abituato ai tuoi. E' divertente  usarli in base a come ti gira come fai tu. il tuo proferito è verbena, non quella chimica che sa più di limone di quelli industriali, ma proprio la pianta... oggi lavanda, domani cannella, di sera preferisci verbena, quando fa troppo caldo arancia... ho notato che non cambi mai queste profumazioni..."

"Mi piacciono questi. Li cambio quando mi va, ma preferisco verbena fra tutti. Ho notato con disappunto se posso dire che hai cominciato a sfruttarli tanto i miei saponi, tanto che ho trovato a qualte qualche pelo...per fortuna nella saponetta delle gambe"

"Scusa... cerco di fare attenzione ma qualche pelo delle gambe ci scappa. ma è solo di qauello, eh! Per mia fortuna rispetto altri ragazzi che sono coperti, io su braccia, petto e schiena non ne ho. E veramente pochi in altre parti. Solo qualcuno sulle gambe,  ma così pochi che non mi va ti toglierli sempre... scusa, farò più attenzione. Però, non per essere come Alaric, ma hai saponetta per zona dai fianchi in su e saponetta per sole gambe... come le tovaglie. ogni volta resto un pò confuso perchè tu usi una per il corpo e viso fino ai fianchi, per gambe e piedi un'altra e un'altra ancora per l'intimo. Un tantino troppo...?!?"

"Ti ricordi che questa è la mia stanza? Mia stanza, mie regole. E poi non è vero troppo, nelle regole di pulizia e igiene cè scritto che sarebbe saggio non usare la stessa tovaglietta con cui ci si lavano e asciugano i piedi per usarla per altre cose, anzi, altre zone del corpo, perchè batteri e altro che ci sono naturalmente nei piedi non vanno d'accordo con altre parti... O meglio, sono dannosi per altre zone del corpo. Così ocme ci sono donne che non sanno lavarsi le parti intime e lo fanno nel modo sbagliato, portando dal dietro al davanti e hanno tutti i problemi... Come so cosa so? Perchè Lia aveva lasciato un resoconto su igiene e cura di se, parlando di come lavarsi nel modo giusto, la spugna, gli asciugamani per cose diverse così da non portare ciò che sta su gambe e piedi in altre zone, i prodotti come il burro di karite e tanto altro. E' quel testo che nessuno legge tra l'altro... e dirai, ma come sa queste cose? le avrà insegnato la madre. No, lei sa quello che sa per esperienze personali, cosa le ha insegnato sua madre? A odiare la gente, stare tipo isolati nella loro casetta di merda dove tutti, tutti là fuori sono cattivi, a dire puttana e cosce aperte a ogni donna e ragazza e altro e altro. Per questo odiava la famiglia e le madri e padri che non sapendo nenache loro come vivere, le basi, si mettono a fare guide di vita... "

"Io ho letto quel libriccino ma ammetto di aver imparato più con te,  che mi spiegavi e mi dicevi cosa fare e non fare,  che..."

"Ecco il problema. Il pacifico mondo cirocscritto che la gente si crea. Cè un testo che ti spiega le cose, cosa fare e cosa no nfare per mandare a quel paese germi e batteri e quant'altro, ma no, meglio fare di testa propria. Cè pure scritto come rasarsi se no nsi vuole usare ceretta o filo arabo certe zone,  evitando rossori o peggio... invece si passano le lamette dove ci vuole delicatezza usando pure il sapone normale per mani e corpo... quando la testa non funziona..." fece lei sbattendosi la punta delle dita sulla fronte irata

"Si, motli finiscono per sembrare polli appena spennati o hanno crescite sottopelle dei peli,  o peggio , ogni poro ha 'infezione..."

"E che non lo so... là cè scritto tutto. Ne fece mettere pure una copia idrofuga così che è sempre leggibile, appena con una catenella per tutti... e poi si combinano come se per sadicità qualcuno abbia preso i loro cespugli ascellari o peggio, perchè sono pure narcisi da spelarsi ovunque, trovandosi però a dover mettere creme su creme per arginare le cazzate... cosa si vuole a fare cosa cè scritto? Osemplicemetne accorciare, e il dottore consegna resoconti di cure e trattamenti allucinanti. prima, mesi prima, erano sessuali e di igiene, per fortuna sono drasticfamente calati grazie alle Lezioni e alla crudezza con cui gli si mostrano immagini e video così gli si imprime bene la conseguenza delle cose..."

"Io non ho molti peli, ma non è dannoso toglierli ovunque?"

"Nah, basta una volta al mese e sapere come comportarsi prima e dopo la rasatura. Se non ci si vuol rasare, si accorcia. Ci sono strumenti apposta per quelle zone, non ci vuole niente, un centimetro maxe non lunghi un chilometro..."

"E' per questo che fai così? Che ti depili tutto tranne lì che li accorci solo?" domandò lui, restando con busto girato a guardarla, mentre lei spostò gli occhi velocemente con sguardo arrabbiato

"Ecco perchè odio quando tu ti comporti in modo tranquillo in pratica, in casa mia..."

"Camera... e comunque non è stato in queste settimane proprio, ma la prima volta sul confine con la Turchia. Ricordi cosa stavi ocmbinando mentre ti levavi lo schifo delle fogne?" ridendo

"Smettila, non è divertente. L'acqua era gelida, avevo sicuro di tutto indosso, mi viene il nervoso se mi vedo sporca sui vestiti o addosso... non è carino prenderti gioco di me!"

"non ti sto prendendo in giro. Però dai, non è da tutti giorni vedere una persona che fa quei segmenti di danza mentre fa la doccia..."

"Errore! Sotto la doccia voi uomini vi vedete mai? Cosa fate, cantate e via dicendo..."

"mh" fece lui aggrottando le sopracciglia "Alaric dice sempre che è sicuro che tu spii..."

"Ma va..." fece lei mostrando disgusto "Anche tu? Non sono una guardona. Lui è un voyeur, non io. Non sai cosa combina nella Casa della seta, lo so cosa combina. Vuole cercare di spiare la gente così ha carte al suo arco per tenersi legati i tizi che possono leccargli il culo e avere un gruppetto più numeroso. Quanto volte l'ho beccato! Ci sono telecamere, ma ho i miei informatori... cosa combinano in quei bagni, altro che quell oche facevo io quella volta. Pe una volta, una, che facevo quello per dissociarmi e non sentire il freddo..."

"Insomma quello che si insegna per resistere alle torture...?"

"Vedi che quando vuoi ci arrivi?" fece lei con un cenno del capo "o meglio, è qualcosa di simile. Quello che faceva Lia e faccio io,  è un pò diverso ma il senso è quello. E rifaccio la stessa cosa quando sono sul campo..."

"Che Milan non vuole... ogni volta sembra perdere un pezzo di vita quando scopre che sei in qualche parte o che ci sei stata"

"A me non piace stare nelle retrovie come fa lui o i  Vecchi. Resta il fatto che la dissociazione di quel giorno sotto l'acqua mi serviva, ho un ceerto fastidio con le temperature troppo basse o troppo alte. E trovo ancora oggi vergognoso che tu stessi lì a fissarmi..."

"OK, scusa per la millesima volta. però lì ho ho avuto la conferma che quella donna in bianco o blu o insieme, eri tu. prima vedevo la cavigliera, gli anelli, certi atteggiamenti e i movimenti della braccia, e poi mentre ti lavavi ho notato il neo al centro della schiena e ho capito, visto anche che accennavi quelle stesse movenze di danza. L'unico che sembra ancora non capire è Alaric..."

"Come per tante cose..."

"Ti piace così tanto ballare quella roba?"

"Si, non so perchè... nel senso mi viene naturale, mi piace... ma non cambiare discorso. La tua mania di fare qui come vuoi non mi piace e te lo dico sempre..."

"Ma se fossi tu a venire nella mia, saresti come a casa tua... qualè il problema? Inooltre tu stessa sei pro nudismo perchè pensi che i tabù religiosi hanno portato al peggio e che secondo statistiche non vi sono abusi da persone che lo sono..."

"Ok, per gl ialtri. NOn per me. Se è una cosa libera e che no ndanneggia altri, va bene. Non mi scorcerto affatto per i lnudismo seppur trovo i maschi ridicoli nudi e le donne attualmnete con il topless solo per farsi vedere e non sentirsi al naturale col proprio corpo. Chi fa topless ma non va in spiagge nudiste è idiota, punto. E mi fa ridere quando le stesse urlano sconvolte o al contrario trattano malissimo i maschi le guardano... cazzo, sei in una spiaggia pubblica, ti esci tutto di fuori perchè devi fare abbronzatura integrale in una società stronza e tacci di maniaco chiunque ti guardi... hai una bella faccia di cazzo, posso dirlo? Odio ste donne così che prima si vestono perchè vogliono attirare ogni sguardo però poi smerdano l'uomo solo perchè guarda. Finchè guarda mi sta bene, sono uomini che ci dobbiamo fare, ma non lamentarti poi se tentato di approcciarti. Cambia la società in un altro modo, fai l'attivista, sensibilizza la gente sul fatto che i corpi umani no nsono trofei, oggetti sessuali e non rendere quei piccoli goblin di merda che sono i tuo ifigli maschi degli stronzi che non considerano il valore di una persona in tante sfacettature ma crescilo come piccol ostronzo, e tua figlia una merda che bullizza peggio dei maschi le altre... allora in quel caso ti do ragione se vuoi vestirti come vuoi. Ma se segui la moda del -se sei sexy e mostri al top figa se no sfigata-. Prima fanno le pudiche e bigotte contro le altre in generale e poi urlano di stupro e stalking perun approccio, da un uomo cresciuto da un padre coglione in generale che non ha isnegnato al figlio il rispetto e il non seguire altri stronzi come gruppo in mentalità di merda, e da una madre stronza in generale perchè anche lei invece di insegnare che ogni donna, visto che lei lo è pure, va rispettata ma giudica e isnegna col suo atteggiamento che tutte le donne tranne la mammina sono troie. Mi spiace ma questo è quello che ho visto e noto sempre. In casi di stupro nei licei o università è acclarato che le madre degli stronzi maschi danno della troia alla figlia di altri e questo mi fa schifo. Così come mi fa schifo che dicano che vogliono divertirsi sfondandosi di alcool, maschi e femnine, parità sempre, e poi però cono così fatti che no nricordano niente, cosa hanno fatto e che abusi gli hanno fatto e poi hanno traumi... ma andate a fanculo! Un moemnto di divertimento e allegria va ricordato, non che ti sfondi letteralmente di bottiglie di alcool come fossero aranciata e poi folli sbronzi  a fare stronzate o subire cose! E sarebbbe divertomento, bella festa, momento da ricordare... e poi la gente si stupisce che le nuove generazioni sono peggio. Se prima si educava da cani ora proprio non cè un adulto sano mentalmente che possa essere di esempio. E sai cosa? Senza una doverosa educazione sessuale nelle scuole sono ritornati all'apica hiv, sifilide..."

"Si lo so. Me lo hanno detto quando mi hanno fatto visitare ogni angolo di qui e mi parlavano che esiste la Casa della Seta,  per evitare che i ragazzi giocassero alle esplorazioni prendendosi intanto malattie. Mi hanno anche raccontato che una certa persona che ti somigliava, aveva fatto un casino agli uomini che andavano a escort a Parigi e che trovava uno schifo il non usare protezioni,  ma peggio fare certe cose a quelle ragazze con la bocca rischiando di tutto. Il casino che fece schiaffeggiandoli e inveendo contro di loro per i risultati di cosa si erano presi, peggio alla bocca..."

"Se lo meritano. Adesso quei cretini stanno bene grazie alle cure, non per tutto, ma il peggio è passato.... ma sono un rischio per altri perchè possono contagiare. Anche nei resoconti è riportato l'episodio, e non unico, in cui la sua rabbia per la leggerezza di cosa combinavano fu così grande da letteralmente prednerli a ceffoni una volta, e picchiarli con le briglie del cavallo tornando dalla stalla, per aver saputo che cèrano nuovi infetti. Incazzata nera chiamò subito Madame e Milan e creò l'accordo. Tutte le ragazze e ragazzi che lavorano per l'accordo, quindi dando prestazioni, devono avere ogni settimana la carta verde che attesta che non hanno nulla, neanche come positivi ma senza sintomi, rischiando di contagiare. Le regole dicono che si dovrebbe usare protezione ed evitare certe pratiche a meno che non si faccia richiesta diciamo, quindi si sa cosa fanno, per controllar emeglio ed arginare problemi. Cè anche scritto tutto il wsuo terrore di pidocchi e piattole. Racconta all'inizio che alcuni uomini si facevano i cavoli loro da avere perfino i pidocchi, usando i mezzi in comune con altri rishciando di  lasciarli sui sedili... la sua esperienza con quelle scene di quegli animaletti che se la spassava sulle teste degli imbecilli , la urtò parecchio. A causa del suo passato aveva paure e fobie, che prima non aveva, e non avendo mai avuto a che fare con i pidocchi, le venne il terrore che per qualsiasi motivo gliele passessero. COsì mise tutti a patti con le nuove regole di pulziia e controllo dell'igiene, ok a capelli lunghi di qualuqnue lunghezza ma senza schifi in mezzo. Taglio e sterilizzazione di quelli che li avevano, aveva urlato di prendere provvedimenti seri contro chi li aveva e pure le piattole per le donne con cui andavano, tanto che pure Jd a volte ricorda il momento in cui chiese a Lubo un lanciafiamme o con quello in mano minacciò tutti di pulire lei il problema, fregandosene delle ustioni ma che o decidevano per il bene di tutti e loro o avrebbe fatto a testa sua. E aveva anche ragione, direi"

"Si, per quello si. Anche quando ero ragazzo cèra questa cose e ci rasavano per preveinre i lporoblema" fece lui vedendola fissarlo in modo strano "è stato anni fa, poi con il Capo vivevo in un ambiente migliore..."

"Si, in quel posto che sembrava la versione tarocca della grecia... era migliore perfino la casa in stile greco che Sissi volle..."

"Un pò esagerato ma non era male. Ma con lui la pulizia cèra, diciamo un pò come per te e Lei. Perfino la lucidatrice..."

"Una delle poche cose buone! Quel tizio ad arancina è uno stronzo totale. Chissà che fine gli ha fatto fare quella persona... quella persona ignota, che ha ucciso quello stronzo proprio nei giorni in cui tu sei scappato via,  dopo quella conversazione e ti hanno visto andartene con una sacca... e poi sei tornato, dando a Milan quelle cose,  dicendo che sei arrivato proprio stranamente quando era stato accoppato..." disse in certi toni fissandolko freddamente negli occhi

"perchè sei ancora così dura con questa storia? E' finita bene, abbiamo ottenuto ciò che ci interessava e posso ritenermi soddisfatto perchè... non ho più un passato negativo che può tenermi legato. Ora sto qui, con voi, cambieremo le cose..." le disse abbassandosi dopo essersi voltato ancora strofinando la fronte con quella di lei

"Quel giorno che te ne sei andato, pensavo seriamente che avessi fatto qualche stronzata per la colpa... perchè ti avevo fatto capire che sospettavo ed eri scappato prima che lo confermassi..."

"Anhe se fosse vero, è finita. SOno tornato e con me ho portato la cancellazione di un problema. Non era cosa volevi?"

"Tu affermi che è stato un caso che fossi tornato, trovandolo morto... proprio quando ti avevo esternato di nuovo le mie accuse, seppur amici ti avevo detto che sospettavo ancora..."

"Perchè ripensarci, sono qui, sono tornato, ho annunciato la cosa... fermarlo era quello che volevi..."

"..." kianta lo fisso come addolorata della cosa, poi fece una domanda, guardandolo con occhi tristi e quasi carucci "Lo hai fatto perchè io lo volevo? E' questo che stai dicendo? Che è accaduto per me e hai fatto ciò per me?"

"Io non ho mai detto di aver fatto qualcosa" le disse gentilmente stando sempre abbassato vicino a lei "comunque se tu volessi qualcosa, la farei. Se ti rendesse contenta, si, lo farei..."

Kianta rimase come a riflettere,  osservando altrove, poi lo riguardò con lo stesso sguardo, quasi bisbigliando in modo dolce e con occhioni tristi "quindi mi stai dicendo che se io desiderassi qualcosa, che se te la chiedessi o meno, tu lo faresti? Senza remore?"

"..." guardandola poi sorridendo "siamo amici, no? Se cè qualcosa che ti rende triste o felice, lo farei..."

"Se ti domandassi una certa cosa, adesso, tu la feresti, per me? Qualsiasi cosa?" domandò dolcemente con un certo sguardo, e Gask la guardò avvicinandosi di più, spostando per un attimo gli occhi verso la sua bocca.
Kianta fece una faccia come di delusione, sbuffò e si alzò allontandosi da lui, che rimase su un gomito e la guardava come sorpreso. lei si stirnse con le braccia conserte e si avvicinò alla finestra , mostrando un broncio deluso. Poi si voltò verso di lui, quasi arrabbiata

"E' così? Indipendentemnete da tante cose, tu faresti chissà cosa perchè cè un tizio o una situazione che non mi piacciono,  e tu agiresti? Se io volessi rimettere in riga Alaric o qualche stronzo come il  Capo, tu lo faresti? E' questo che stai dicendo?"

"Non capisco il problema, che ti succede? Quando accade qualocosa di brutto agli altri, quando vedi un abuso o un delitto,  ti fai taciturna e ti isoli. NOn ombrosa e parecchio riservata come Lia a quanto pare, ma ti vengono queste situazioni. Ti chiudi in te e basta. O quando qualcosa ti rende contenta o felice sei addirittura accondiscendente per stare con gli altri, cenare alle gradinate, andare in giro.... se ci sono cose che ti rendono triste o felice, perchè non dovrei sistemarle? Se tu mi chiedessi qualcosa, certo lo farei..."

"Così non va... non va per niente bene..."

"Cosa non va..." anzandosi in piedi e fissandola

"per due sbattimenti di ciglia e le azioni di bimba scema, ti fai fregare e affermi che fai tutto ciò che ti si dice, magari beccato dagli ormoni? E' questo che dici? Ma non è solo questo. Come puoi dire che faresti qualsiasi cosa per me? Tu non dovresti dirlo, non importa che tipo di affetti ti lega a me, ci sono dei limiti sull'agire per qualcun altro. Uccidere, usare gli altri, rubare, fare cose negative..." fece lei muovendosi al suo solito in una sorta di cerchio, adirata "non trovo sia giusto pensare di fare qualcosa per me,  agendo in un certo modo. Io non voglio. Se fosse come fu per Lia, finalmente una persona da amarla così tanto da fare la cosa che più voleva, che la rendesse libera e felice, consocendola e sapendo che non cèra altro da fare... avrei detto ok, fin qui ci sono. Una prova d'amore e d'affetto enorme è lasciare andare l'altra persona,  e nel caso aiutarla solo per confermare che tutto è andato come doveva, studiando la cosa così da risultare pulito.... Ma non accetto che si facciano cose per me solo perchè a te è venuta l'esuberanza da agire di testa tua. Te ne sei andato per i fatti tuoi e non va bene. Senza dire ninete, senza avvisare, ti sei preso le tue cose,  e io avevo paura che avessi capito di essere alle strette e stessi scappando. Anche perchè sappiamo tutti e d ue che se ciò che credevo e pensavo fosse vero,  Milan ne sarebbe stato addolorato..." guardandolo negli occhi "e poi senza farti sentire, sparire dai radar, tornare con quelli in mano e dire che era tutto ok, povero Capo ma evviva sono senza legami... e ora mi dici che lo hai fatto per me? Serio? Mi stai dicendo che per cosa tu pensi di provare per me, sia lecito fare cose? Anche che io no naccetto? E poi non guardarmi così, perchè ti ho detto e ripetuto dall'inizio che in me puoi trovare una spalla e compagna che ti guarda la schiena, sempre... siamo amici speciali ma ci sono cose che io non posso darti e che devi stare con mani e pensieri a posto. Se davvero provi qualcosa per me, se cè davveero del sentimento per me, se mi rispetti e... ti ho visto che volevi fare qualche stronzata!... O fai pace e patta con questo o... O sei fuori. non puoi comportarti  come hai fatto poco fa,  solo perchè ti parlavo vellutamente e  usavo la tecnica che le donne sfruttano per essere desiderabili e avere cosa vogliono.... io speravo che tu non ci cascassi, che quest'altra sensazione che ti stavi legando troppo... No, non puoi dire che mi vuoi bene così tanto da arrivare a certe cose. Non lo fece neanche Lia, che aveva tutte le ragioni per portare avanti quella frase che diceva sempre, rendendo dannati gli altri come fu per lei,  ma dopo atroci sofferenze. Lei non uccise nessuno,  perchè no nera da lei e perchè era una persona corretta. Perfino con Rò non riuscì a reggere l'obbligo di darsi,  perchè così lui fosse felice ma lei ne soffriva, anzi ne uscì così distrutta da quelle due esperienze che odiò il sesso e la vicinanza degli uomini. E io non sento di provare niente... non mi viene, non voglio, non ti azzardare a rifare quell oche volevi fare perchè ti sbatto fuori!" urlò incavolata nera

"Aspetta. Io non..."

"No, non mentire. L'ho visto. Sai bene che io non riesco a tollerare certi atteggiamenti e mani lunghe. Mi fa stare male, non voglio avere niente a fare con quello che tu hai in mente, perchè  inutile mentire. Se vuoi restarmi amico, non esagerare. Accetto la vicinanza e qualche segno d'affetto ma non quello..."

"Ma capisci che ciò che ti stai trascinando della personalità originale non è un bene... ?... capisco che lei aveva traumi, è comprensibile che alla fine dopo pressioni da tutti e da lui, abbiamo deciso di vedere quant fosse bello e cè rimasta bruciata. Ma tu sei una perosnalità nuova e pure Alaric con Jd e gli altri, dice che è assurdo che tic, manie e paure ci siano ancora..."

"E se anche fosse, se non provo niente e ho voglia di ... anche solo di provare, è una colpa?"

"No, non è una colpa tua, solo che fai sentire in colpa me..."

"Ma andiamo! Da quando ho accettato di cancellare il prima, anche dopo cosa hai fatto quel primo giorno, non dimentichiamolo, sei entrato qui quel giorno per quella ferita, non ti sei più schiodato. perchè eri tu...  per ciò che hai dimostrato, ho rafforzato l'amicizia, ti ho aiutato quando ne avevi biosgno, ti ho ospitato perchè dicevi che ti sentivi solo dopo il cambio di vita... ma non puoi dirmi che non è normale quello che provo di paura e repulsione, non tu tra l'altro! Tu sei il primo che dovrebbe capire!"

"E infatti capisco, però io..."

"Se tu  provi qualcosa verso di me che a me non va, non comportarti così, perchè fai esattamente cosa fece Rò. Lei lo scacciò, non gli parlò più perchè invece di capire, di vedere quanto stesse male che invece di  tutte le belle parole di sistenersi a vicenda e vivere momenti insieme, pretendeva, rompeva le scatole, accusava lei di non mostrare affetto dopo tutto ciò che proprio Lia aveva fatto! Con la scusa della sua ex, se lo era, e dei fratelli di lei che mettevano zizzania con chi conoscesse quando fu la stronza della ex a lasciarlo perchè senza lavoro e faceva brutto per la sua fottuta reputazione, non era possibile mai vedersi. Per strada no o li vedevano, fare qualcosa insieme ma mai o li vedono, giocare insieme ai videogame finalmente che era sempre sola no perchè lui no naveva soldi per i giochi o se con le console che lei non aveva, no a casa di lui perchè i genitori stravedevano per la ex e volevano che si riconciliasse dopo che lo smerdava sempre. Però guarda caso era sempre disponibile e pronto la sera ad appartarsi in posti loschi e bui dicendo che non ci faceva niente, facevano roba ed era tutto ok. Glielo diceva ogni giorno, ogni volta ma lei non voleva. Una volta che voleva che la accompagnasse in uhna città vicina per una cosa della palestra e quindi passando del tempo con lei prima aveva promesso, poi però appena lei era pronta e aver aspettato inutilmente, a telefono l'ha smerdata perchè lui aveva cose da fare, la rimproverò al telefono facendola sentire una merda, finchè dopo quelle due volte in cui pure si offese perchè lei era terrorizzata dai suoi modi, tra le altre cose, non mise insieme tutto e lo mandò a quel paese. Lei non ha accettato che dovesse abbassarsi a darsi perchè qualcuno stesse con lei, che perchè non desse allora fosse giusto trattarla da schifo, si è portata nell'ipotetica tomba l oschifo nel sentire sua madre ogni volta dire che il suo di sposarsi e fare figli lo aveva fatto e toccava a lei. Insoma una vita a dirle che se faceva qualcosa, che facesse roba e che la gente parlasse e peggio se come altre restava incinta senza matrimonio, era una buttana, sempre a dirle che cosa era se e così, ma erano tranquilli nel dirle che se non si sposava e la dava per far figli er auna cosa tremenda. E io non sono interessata a sapere se me lo porto da lei, io non voglio essere toccata in quei modi, non mi interessa avere un'amante, non voglio gente intorno che pensa che se fa l'idiota ci può scappare qualcosa. Io non mi abbasso come lei, pur di avere qualcuno vicino, a fare cose che non voglio o mi fanno paura. Non voglio figli. Dopo cosa ho visto con il nostro lavoro, e cosa hanno detto quelle donne, io non voglio e basta!" urlò girandosi a guardare la finestra, sbuffando, per poi finire quasi a piangere lamentandosi "Io volevo solo qualcuno che mi stesse vicino perchè io ero io, che fosse felice di me e che ci fossi, non per cosa dessi o non dessi. Invece sia là fuori che qui è sempre lo stesso. Si riduce tutto la sesso, sia come reputazione che affezione..."


"Non è così e lo sai. Sai che anche io..."

"Eppure lo vedo quando cerchi di avvicinarti troppo! Ora mi abbracci, strofini guance e fronte su di me, e poi cosa?... Fin lì ok, passi, non è affatto brutto, ma smettila di..."

"E' perchè ti voglio bene..."

"Sempre con questa storia che tutti dite. Non ti prendo a pugni solo perchè sei tu e per i tuoi di problemi, ma al solito solo perchè secondo i dati biometrici sono nata femmina, se voglio affetto, devo per forza... andate a fanculo tutti! Io voglio affetto, senza stronzate se non mi va, e sembra sempre un miraggio... nessuno che viva la vita con gioia e felicità con altri vicino, perchè è quella persona, senza lo schifoso sesso in mezzo i piedi. Prima si fanno promesse anche davanti al cavolo di Dio, e poi chi se enfrega lei non mi piace più, non provo più niente, o peggio a furia di darla o fare figli non è come piace più,  quindi si cercano altre , come se l'amore e affezione siano concatenate solo a quello. Solo io e Milan, un pò Jd, siamo diversi dagli altri?"

"Ehi... andiamo. Si che non è così per me..." fece lui avvicinandosi e tirandola a sè, con una mano sulla nuca per stringerla a lui, appoggiata al suo petto"Non è per quello che..."

"stai zitto" stringendosi a lui, con le braccia intorno al busto "Sei quello che mi ha spinta ad avvicinarmi di più agli uomini perchè dicevi che meritavano una schance di fiducia, , a passare del tempo in mezzo a loro , ma io non sono come te. la gnete, compresi i nostri, tendono sempre a giudicare e vedere le persone come la loro testa dice. E se ti avvicini, poi hanno pretese, giudicano.... loro non mi vedono che come pensano loro... io non piaccio a nessuno, esattamente  come fu per lei perchè non so come, la gente decifra i nostri ocmportamenti sempre in modo diverso..."

"Non mi sembra. Milan, i veterani, Madame, quei quattro, gli artisti..."

"Si, ma tu lo hai visto lgi altri? Sono guardinghi, tirati, pensano che sia come uan biscia pronta a mordere. Per loro sono una figura autoritaria me da tenere sotto controllo neanche fossi la signorina Sottermaier di Heidi... un generale stronzo... Se io faccio le cose, è per un motivo, non perchè sono stronza... So che al mondo non si può piacere a nessuno, ma non voglio dove fingere e interpretare qualcun altro,  solo perchè mi avvicini a quelli come te e Jd, che piacete sempre e... un pò come fu Zay per Lia. Zay diceva sempre che tutti la odiavano, aveva nemici quando invece vedevo che alla fine tranne pochissimi, tutti le volessero bene, sembravano felici che ci fosse, in irlanda attirava subito le simpatie della gente. Tu e Jd siete Capitani, eppure vi trattano con rispetto, ammirazione perfino ma questo in modo formale quando serve o quando dite loro qualcosa. Per il resto sono vostri amici, vi vogliono bene, vi vogliono in mezzo a loro... io non sono niente di tutto ciò, ma anzi devo dimostrare sempre e sempre... e no nvoglio!"

"Non puoi ancorarti alle paure che hai dentro. Anche se Milan avesse ragione e tutto ciò che hai anche tu esiste perc hè sono radicati fin nell'anima,  e la disattivazione della prima personalità è avvenuta in modo corretto... prova as dare agli altri delle chance. Le hai date a me..."

"Si li ho dati a te, ma anche tu stai virando nella direzione per cui mostri cosa pensi. E ho paura che finirà come con Rò, di nuovo solitudine, delusione, compromessi dove se no do cosa gli altri vogliono, io non avrò nessuno vicino. Come faccio ad esser certa che tu non sia come tutti gli altri?"

"per il mio passato so bene..."

Il telefono di Kianta squillò di colpo e lei si staccò subito e con forza, andando a vedere. Sospirò e chiamò, parlò in francese con qualcuno dando un apputnamento, poi dopo aver poggiato il telefono sul comodino, voltò il viso verso di lui, con un broncio.

"Chi cera? Milan?" le domandò, un pò preoccuoato

"No, Léandre. Domani verrà come ogni mese a sistemarmi i capelli per il taglio, colore e stiratura..."

"Taglio, colore e stiratura?... perchè?"

"Come perchè... perchè la ricresciuta avanza, le nuove sezioni cresciute tornano alla forma originale..." alzando le spalle come oer dire ovvio

"In che senso" fece lui confuso, meritandosi un'occhiata perplessa di lei

"Che il colore originale si fa strada dopo un mese e che se non mi stira i capelli divento una pecora..."

"Ti colori i capelli?" domandò fissandola "ti diventano a pecora?"

"ma tu dove vivi? Non ti sei accorto dai ritratti e l'aspetto dello sprite di Legeia, che cè qualcosa di diverso?"

"Legeia... si so  che tranne il volto è una rappresentazione del lato latentedi Lia... e te, come aspetto... ma... quindi quello non è il tuo colore e non hai i capelli lisci? Quindi non erano pettinati in quel modo apposta?"

"No, ovvio. il mio colore naturale è due toni più scuro e i miei capelli sono ricci a boccoli. Come hai visto nei ritratti di Lia,  in Legeia"

"Mh, come quel ritratto nascosto dietro Milan nell'ingresso? Ancora non ci dormo la notte!"

"Esagerato. La prima versione del ritratto di Milan mostrava il dualismo dei Padroni della Casa. Di giorno Lia, di notte Milan. Era per questo che con colori particolari e uv, di notte o con le lampade in quella modalità, il ritratto di Signora di Zamok o Novymir. Visibile solo in determinate circostanze, alcuni dicono di aver visto un ritratto diverso da quello di Milan le notti di forti temporali e per Milan è per la luce dei fulmini. Poi fece fare una modifica segreta al muro dove cè il gigante quadro di Milan, facendolo girare su due perni come la mia porta,premendo un pulsante in una angolo preciso dei decori in rilievo, rivelando non solo una safe house temporanea con nicchie di generi di prima necessità ma, voltando di altri centoottanta gradi, compare il quadro grande di Lia nel suo abito, quello che hai visto..."

"E quello con i colori Uv dove lei compare sotto Milan?"

"Nei sotterranei" fece lei "comunque visto che hai sempre la tendenza ad entrare in bagno anche se io sono lì che mi lavo o mi asciugo, pensavo che ti saresti accorto del colore..."

"io non guardò certo perchè lo voglio..." biascindando e guardando altrove " e comunque li tieni cortissimi lì, non rasati ma cortissimi, non è che in mezzo secondo possa capire che sei tinta..." ricevendo un'occhiataccia offesa con un commento bofonchiato-si , tu non guardi=""-

"E comunque a questo punto non ti sei accorto nemmeno dei miei occhi? QUanto Lia li voleva come i tuoi..." fece lei scuotendo il capo come per dire che non cèra giustizia

"I tuoi occhi.. che hanno? Sono verdi, meglio dei miei no?"

"Ecco, lo sapevo...  i tuoi sono nocciola chiaro, ma sono naturali.. "

"E...Cosa..."

"i miei occhi non sono naturali!" buttò li esasperata  "Io non ho occhi verdi! Nei tunnel della metropolitana dove abbiamo fatto quella missione di ricognizione..."

"E ti sei beccata un grosso morso.."

"Si... comuqnue, secondo te come ci vedevo al buio?"

"Jd aveva detto visione notturna, digitale infrarossi...."

"Si, ma non avevo gli occhiali come voi"

"Quindi..."

"QUindi, ho delle lenti di ultima generazione che correggono la vista e riescono ad avere due funzioni. Una strizzando lgi occhi i vari livelli di lenti si muovono permettondomi di avere una specie di zoom, mentre la seconda è che hanno uno strato infrarosso che al buio mi fa vedere perchè l'incidenza della poca luce colpisce..."

"Ah... quindi non hai gli occhi verdi, mentre gli occhi di Lia sono gli originali? OK, Quindi...?"

"come vedi per i ldiscorso di prima, non puoi nemmeno amarmi come pensi perchè non sono neanche originale. Non come quelle mummie orribili che si fanno gonfiare da far schifo, da paura da cambiare i connotati, che più che ritocchi di bellezza sembra di mostrescenza!... ma comunque tu quelli che dici che ha la tua affezione.. non vera al cento per cento. E da quando mi sono svegliata che ho notato che questa fantomatica affezione viene per l'aspetto fisico, come si è, quanto, come dice Alaric, arrapa finchè non scema tutto perchè gli ormoni si freddano per quel corpo,  e si cerca un nuovo stimolo. Tutto è un fattore di ormoni, ferormoni e aspetto del corpo. Infatti poi si diventa nemici, ci si odia perchè finito il sesso no nresta altro per dividere i giorni e il tempo. la gente, ho capito, non è più capace di comprendere, afforntrare, cucire e ricucire i rapporti, bam perchè si è presi sessualmente e si vuole l'altro, ma se finisce questo... sempre che tu no nsia una scema o scemo che pensa che l'altro sia il migliore tra le scelte per un matrimonio di apparenza e i figli, ma finchè dura... poi non si è in grado di determinare un'affezione vera che superi il fattore sesso ed ecco gli ex, odi, rancore diventando bambini scemi invece di adulti consapevoli, che si possono mantenere relazioni amichevoli anc he se non cè più nulla di sessuale..., nulla è eterno come amore sessuale e di amore come lo si vede, quando invece cè un altro tipo di amore. Più vero, duraturo, a volte eterno fino alla vecchia, l'amicizia. Le coppie sono ormai di deficienti, non osno amici, confidenti, complici, alleati... Amici. Quando cade cosa attirava, cade anche l'umanità. E io che non provo nulla, mai, su quello, non ci credo, mi ritrovo a diffidare di chiunque..."


"Anche di me?"

Kianta si ributtò con la schiena sul letto, dubbiosa. Gask si mise pure lui, girando e cambiando lato, di schiena a guardare il soffitto, in silenzio, finchè lei non si voltò e non mise il mento sul suo addome, con le braccia vicino e poggiata al materasso sul fianco sinistro, a guardarlo negli occhi.

"Noi saremo amici? per sempre? Nulla ci dividerà, sopratutto quello che non voglio? Se pronto a volermi bene fino a questo punto?"

"Se non fosse così, se fossi come gli altri, non sarei ancora qui... quindi!" carezzandole i capelli

"QUindi tra noi nulla è cambianto?"

"Siamo più amici dei giorni dopo le fogne in turchia... anzi, odiamo entrambi adesso le fogne " ridendo entrambi  "siamo più che amici da quando ti hanno ferita e hai passato giorni a letto, passiamo tanto tempo insieme... si, siamo sempre amici e più amici di prima. Chissà che direbbero Milan e Jd, visto che loro sono tra i pochi che credono nell'amicizia tra uomo e donna ma sanno che ci odiamo" ridendo "comunque se fossimo come altri, non saremmo qui a parlarne o restando fianco a fianco. Non siamo e saremo più soli. Non saremo più come prima... due cuore mai da soli"

"Davvero?"

"Si... e anzi" si allungò a prendere con il braccio l'ebook e trovò il segno che lei aveva fatto "voglio leggere insieme questo libro, anzi io leggo e tu segui. Sono diventato bravo, quindi..."

"...quindi..."

"Together... Toghether always... comunque non capisco come ti piaccia questo Poirot. Ti lamentavi del Capo che era una polpetta con le zampe, ma questo tizio sembra quella storia dell'uovo con le gambe..."

"E le braccia... quella storia comunque mi rattrista sempre. Papà Poirot è un tipo divertente. E' una sorta di misto tra un mentalista e un poliziotto da romanzo moderno. Mi fa sempre ridere. Inoltre Lia lo ammirava per l'ultimo libro, Sipario. Che uomo, scrisse, che personaggio, che mente capace di orchestrare tutto e fare un omicidio a fin di bene, uscendosene da Signore... e pure andandosene come voleva lui, senza soffrire troppo. Le sarebbe piaciuto conosce un uomo del genere e averlo al suo fianco. Anche perchè era un Signore e non era come tutti i personaggi dei romanzi moderni, sempre ombrosi e con tpsd a mille, anche sa storia così ha senso... lei ne parlava bene e così mi sono incuriosita e ho voluto leggere e mi piace questo Poirot. Arguto, intelligente, divertente anche in cosa combina... e in parte è come me, non come ogni protagonista femmina o maschio che scopavano ogni minuto..."

"Ma tu non adoravi quel libro di Dorian Gray?"

"Si... ma è un'altra cosa. Anche se con Oscar Wild come persona e come vestiario, potevano andare a braccetto. Un pò come Milan, lo ammiro per come risulta straordinario quando appare, con abiti che oggi mettono solo per matrimoni, ma lui è così... così... come un'apparizione del passato degno di un posto tra i nobili moderni... mi piace l'uomo ben vestito ma che sappia portare cosa indossa..."

"E se io mi vestissi così?"

"Non lo so... non sono molto interessata agli abiti su un uomo in quel senso perchè mi fa colpo, ma perchè vestendosi bene secondo me, ci si sente benissimo e si è sicuri, a proprio agio... E lo so, io, come ci sente quando Milan mi fa mettere quei bellissimi e costosi abiti da donna ma allo specchio non mi vedo come una Donna che possa portarli, e come sto ocn quelli che mi fanno sentire bene... Poi certo, come dice Milan, anche il vestito colpisce l'occhio..."

"insomma non mi hai risposto!" risero

"Davvero ti piace leggere, leggere a me e passare il tuo tempo così, con me? perchè dici di essermi molto amico e stai qui con me? perchè?" gli chiese dopo poco di silenzio, come se aspettasse una risposta importantissima

"perchè... deve esserci un perchè? Bisogna per forza avere un motivo per fare le cose? Deve sempre esserci..." fece lui guardando verso il soffitto come se ragionasse e non le rispondesse "Sono qui perchè lo voglio e non mi annoio o altro, quindi con te... Mi trovo bene con te intorno, mi ascolti sempre, mi dici la tua, commenti, dai pareri, e giocando ai videogiochi e ai giochi da tavolo ad esempio, non mi annoio mai, è stimolante, anche imparare gli scacchi è divertente. L'atmosfera è tranquilla, piacevole e alla fine ho notato che sorrisi adesso, e lo fai quando arrivo dalla finestra, come se fossi aspettato o mi si dia un benvenuto. Deve esserci spiegazione, motivo, un perchè definitivo per il fatto che io sia qui, che prenda il mio tempo e lo spenda qui?...Non sarei qui altrimenti, dpo la giornata o la serata con i ragazzi, e tu?"

"Io..." quasi pensandoci, poggiando le braccia incrociate sul suo addome, con il mento poggiato sulle mani  "Non voglio dirti che potresti aver ragione sulla soliutudine e... no, poi mi diresti sempre -visto che avevo ragione=""-e quando lo fai ti prenderei a pizzicotti"

"o mi morderesti qualche spalla" rise "quindi...non mi hai risposto di nuovo! Ok, questa sera sorvolerò...  prima di leggere di questo signore minuto parecchio ovoidale, e baffuto, cosa pensi tu del perchè alla fine siamo amici e siamo contenti di stare vicino?"

"Io... Mh... difficile" vedendolo un pò turbato " Non volevo ammettere che dall'inizio non eri come ti dicevo che sembravi e... Ok, non guardarmi così, lo so che io ero arrabbiata per il tuo passata, cosa hai fatto quel giorno che sei venuto e il tuo comportametno, ma... non è facile per me accettare qualcosa che non conosco e non so definire, ma so che mi veiva rabbia quando eri intorno a me perchè non mi diapiceva... comunque, come hai detto non cè un perchè..." vedendolo fare "ti dico solo cosa penso in questo momento. Io... io, sempre assiame a te" sorrise lei, ad ascoltarlo, sgambettando e commentando con lui il proseguire della storia dopo che lo vide ridere e ributtare gli occhi sull'ebook.

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Capitolo 38
*** 30 ***


chapter 30 chapter 30


"E' necessario, non mi interessa..."

Kianta voltò il capo verso la porta della sala da colazione, staccando gli occhi dallo spettacol o del bovindo che si gettava nel giardino. Aveva attaccato una fetta del dolce al cetnro della tavola, su una alzatina in cristallo. Tre quarti di Schoko kasekuchen gugelhupf troneggiavano tra tazzine di tè, burro di varie tipologie, fette di pane, biscottate biscotti, caraffe di succhi vari e preparazioni di tè diversi. Non capiva come Milan mangiasse come un panda ma non mettesse su un chilo. Si allenava, ma tra viaggi e incontri non come avrebbe fatto chiunque dell'organizzazione e sebbene fosse grandioso come militare, si era chiesta ogni volta che lo vedeva se viaggiare procurasse fame da lupi e magrezza.
Si era svegliata da più di una settimana, eppure aveva assaggiato così tanti tipi di colazioni, pranzi e cene, come faceva anche Milan quando era lì, da non credere. Cambiavano sempre a ritazione e le avevano detto che vi era un preciso schema dietetico, toccando vari tipi di piatti nel mondo. Quel dolce, il gugelhupf di quel tipo, era diverso da quello di qualche mattina prima, semplice con uvetta. Quello che stava ssaggiando aveva l'impasto di cioccolato, cuore di crema bianca che non capiva cosa fosse e copertura di cioccolato. Troppo dolce, si disse. Se almeno la copertura fosse stata di fondente sarebbe stato meglio. per questo le piaceva il tiramisù, per il cacao amaro contro il dolce della crema, e i dolci con frutta o cioccolato o creme in contrasto con il resto. A lei andava bene, era meraviglioso, stupendo, una scoperta infinita tutti i tipi di cibi da provare e i lcuoco le diceva sempre che ogni piatto, parlava del paese di provenienza. E che era entusiasta che ci fosse qualcuno così eccitato nel provare i piatti e dare il suo parere.
COme lui, sembravano tutti gentili, ma quando lei esternava troppo i lsuo sè, sembrava che la trovassero esagerata. In rilegatoria erano nervosi nel vedere lei eccitata nell'osservare le dorature dei dorsi, la lavorazione della pelle per le incisioni e lettering con gl istrumenti, delle pagine o proprio la rilegatura. E sebbene avesse mostrato di conoscere bene i procedimenti, si erano un pò ritratti nel farla provare di più, come se temessero che fosse una casinista. In cioccolateria lei voleva vedere tutto, tutte le forme, i colori, i lavori. E gli odori. Ogni luogo aveva odori caratteristici oltre che colori e l'atmosfera, e per lei era tutto elettrizzante, ma era fastidioso quando dovevano dirle di calmarsi e star ferma.
Dicevano che si infilava troppo vicino per osservare e non andava bene. Così le avevano fatto una mini lezione sul crystal mining, ossia scavare e ricercare pietre e minerali, ma l'avevano rimproverata perchè andava troppo di fretta e senza accortezze, gasata per vedere qualche pezzo già spuntare, sebbene vi fosse da scavare rocce e terra con mini strumenti. Le avevano regalato degli oggetti a forma di lingotto o scrigno o altro, in sabbia pressata con dentro minerali e altre cose, prima di mostrarle in situ uno scavo e le era piaciuto un sacco. Aveva scopino, spazzolino, martellino con scalpellino e tutti strumenti in ino piccoli piccoli, come usavano per scavi su ossa . Le semrbrava simile a quel giocattolo, invece dicevano fosse troppo impetuosa. Troppo eccitata. Troppo focosa. Troppo tutto. Ma lei era lei, pensava, davvero agiva in modo sbagliato? I camerieri o addetti alla sala non le parlavano e a lei non piaceva. Quei tre che le avevano affidato sembravano trattarla da pari ma con un pò di paura, e in quel momento di riflessione per la giornata e cosa voleva fare tantissimo, avrebbe preferito loro a quei manichini. Pareva la conoscessero in molte cose e aveva trovato strano che si abbassassero sulle ginocchia per parlarle, non era una bambina pensava, eppure dopo la terza volta aveva capito che era per trattarla come un pari senza usare l'altezza come divisorio. Questo finch non avevano preso confidenza, non abbassandosi più a guardarla negli occhi a pari livello ma come ottimi conoscenti. Si comportavano con controllo, attenzione, le dicevano no per questo, meglio questo, sarebbe meglio, faccia così e via dicendo, ed era importante per lei capire come comportarsi e cosa andasse bene o meno, eppure pensava di esser capace di comprenderlo da sola. Finchè non vi su legeia che le disse sempliceemnte che agivano come se volessero farle seguire la carreggiata della Prima. Erano abituati con Lei, quindi avevano gestito la cosa perchè lei fosse omologata. E un giorno li aveva ripresi, cambiando le cose. Erano diventati più tolleranti e solo consiglieri, come guardie ma senza l'assillo e parlavano. Parlavano sempre e di tutto. Come con Jd e Milan non cèrano cose di cui non parlassero, visto che lei aveva bisogno di capire tante cose. Gli addetti alle varie mansioni...
Li rispettava ma non gli cavava una parola neanche sotto tortura e preferiva parlare e confrontarsi. Era come un bisogno. Ma se quei tre le avevano detto di calmarsi ed essere più ponderata e attenta a gesti, atteggiamenti, come manifestare gioia e contentezza, con tutti. E con quelli era... noia.
Si voltò di nuovo per il vociare.

Qualcuno camminava veloce verso di loro, riconobbe Milan ma non l'altra voce. DI donna?

Vide gli addetti, tre come sempre, che spostavano, portavano, servivano, pulivano e poimettersi sistemati contro il muro. Trovava strana la cosa, ma le fu detto che erano persone aiutate dalla Raccolta, che un tempo erano camerirei e maggiordomi con tanto di corso specializzato, finiti nel lastrico e per strada, e che la precedente Padrona di casa aveva fatto tornare tra le persone - viventi -. All'inizio non capiva, aveva pensato agli zombie, così tanto da chiedere a un di loro di vedere una lastra ai raggi x di come erano dentro, ma fu gentilmente ripresa dai tre che la seguivano dicendo che per loro significava che erano tornati ad essere persone dopo che la società là fuori li aveva relagati a spazzatura e niente tra loro.
Altre frasi, di sicuso una era una donna. Sapeva che cèrano donne nella sezione femminile, ma a parte la specie di segretaria di Milan, e non pareva lei, sembrava sempre una mummia muta e con sguardo sempre da rimprovero, mentre quella donna pareva in confindenza con Milan, e poche potevano entrare perfino in quelle stanze, così.

"Scusate, abbiamo ospiti oggi?"

"Si, signorina. Madame è giunta qui in isita per affari con il Leader" rispose uno dei tre disposti contro il muro. Kianta sospirò, che aria tirata, che freddezza nella voce, che atmosfera horror.
Madame, conosceva il nome e sapeva da Legeia che era amica della Prima, di Lei. Se non fosse stato per Legeia, non avrebbe saputo molte cose, sebbene non sembrava lieta di dire molto, ma Kianta voleva solo poche info. Era una amnesia naturale o no? Era stata davvero Lei a volerlo? Si trovava in un ambiente sicuro e senza rischi? E via dicendo.
Non sapeva chi fosse Lei, quella persona, quasi tutti parlavano di lei, ma non ne sapeva molto. Anche Legeia, quando prese possesso della sua stanza, le aveva detto che nessuno le avrebbe detto nulla, perchè non fosse influenzata e doveva fare scelte per se stessa, non il passato. E che la persona che aveva lasciato quel messaggio e creato Legeia voleva solo che fosse al sicuro, per delle cose che, da parole di Legeia, solo lei, quella donna, e altre quattro persone potevano fare. Ma nessuna informazione o contatto su quella donna, che tramite messaggio audio le aveva detto che in qualche modo l'avrebbe accompagnata nel suo cammino, sarebbe trapelata se Kianta stessa non lo volesse. E a lei andava bene così, voleva solo l'essenziale, non le importava e nè voleva sapere se non per rischi e problemi, e ricordava ancora il momento in cui Milan soprattutto, aveva esternato unespressione strana, domandando come mai rispetto agli altri non volesse sapere nulla del prima del vuoto. Ma a Kianta non serviva, sapeva solo che non sapeva nulla e che come il nome, che aveva preso dal nome del progetto perchè uno valeva l'altro, doveva ancora scorpire, imparare e vivere tante cose per definirsi. Questo lo sapeva. Sapere del passato, a che pro in quel momento di ancora vuoto?

Le due ante della porta bianca si aprirono con Milan e con le mani alte, parlava alla donna dietro di lui per poi guardare proprio Kianta.

"Vieni Kianta, ho bisogno di te, alzati e preparati. Ho bisogno che tu faccia delle cose..."

Milan corse al suo lato del tavolo, mentre Kianta lo fissava sempre con quell'espressione come di cane attento e pronto ad osservare gli altri. Così Milan diceva, che seguiva, osservava invece di parlare, dire e fare cose cercando di capire e recepire prima. E sembrava che anche quella persona prima di lei lo facesse. Lo fissò con le sopracciglia aggrottate con un misto di preoccupazione e attesa, mentre lo vedeva bere il suo tè, che era stato appena versato nella tazza da uno dei tre corso a provvedere, e sicuramente tiepido e non caldo, visto che era in ritardo.
Kianta portò lo sguardo sulla donna rimasta sulla soglia. Indossav aun completo giacca e gonna non moderno e semplice,con tagli e dettagli in stile vintage ma davvero bello da vedere, non pacchiano o altro. Pacchiano, si disse lei. Non sapeva come le era uscita quella parola, ma come altre cose le venivano in mente, parole e concetti che no ndoveva consocere e invece cèrano, vagavano nella sua mente e sapeva di conoscere il significato. Quella donna era elegante e raffinata, dimostrava capacità e preparazione, sia per gli abiti, che non erano comuni come venduti in serie nei negozi e come stile. Ma richiamavano anche l'efficienza di vecchi film che aveva visto dove cèrano donne in carriera che trasudavano potere e competenze anche con l'abbigliamento. Si, si disse. Dava un pò quel qualcosa di segretaria con esperienza e capace, e donna in carriera di quache decina di anni, ma con glamour, pensò. Inclinò il capo sorridendo, curiosa, perchè la donna non dava l'aria di essere pericolosa.

Si vide fissata con intensità da quella donna, come in attesa di qualcosa. Quando Kianta alzò un sopracciglio, quella sorrise e con una lieve riverenza si presentò.

"Tu devi essere Kianta. Molto piacere. Sembra che non ci conosciamo. Io sono Madame, sono una collaboratrice e amica di Milan da tempo, e sono qui per assisterti nei tuoi studi e insegnamneti...Mi hanno detto che sei una ragazza parecchio peperina e spumeggiante. Parecchio, sebbene adesso capisco che sei titubante perchè non mi conosci... spero di fare la tua conoscenza e imparare il tuo carattere, diverso dalla perosna che prima conoscevo..."

"Oh, piacere..." sorrise, vedendola avvicinarsi al tavolo, quindi alzandosi "Lieta di conoscerla, è la prima volta che la vedo qui..." fece Kianta allungandole una mano come si faceva tra donne. La mano col dorso quasi parallelo al pavimento con la mano non totalmente aperta ma morbida, mentre l'altroa posava la sua stringendola, con il dorso verso l'altro. Tra pari e conoscenti poi si voltava dall'altro lato con il proprio palmo verso l'alto

"in effetti da quando ti sei svegliata, è la prima volta."

"lei conosceva la Prima? Mi auguro di non essere una delusione per voi. Per tutti sono troppo infantile nei miei modi di fare, ma io non capisco. Io mi sento così!..."

"Esatto, ti sei svegliata da poco, quindi non aver timore. Crescerai bella e meravigliosa imparando tante cose. Sarai una persona splendida, più di chi afferma cose negative. Non abiterò qui, se te lo stai chiedendo. Risiedo in varie parti della Francia, questo per seguire il mio business... E..."

"Non è il tempo, e lo sai... " si intromise Milan dall'altra parte del tavolo, finito il tè, guardando l'orologio "Non cè tempo e non posso permettermi persone che copiano..."

" ma Milan, non credo affatto che sia una buona idea, avevi promesso! Fare...." tentennò la donna

"E che dovrei fare? Dimmi chi è così fidato e sicuro, e poi non abbiamo nessuno che sia... come Lei" fece guardando Madame negli occhi, con un gesto della mano tesa aperta a indicare Kianta, tutta. La quale sembrava un cagnolone incerto guardando uno e poi l'altra, poi nuovo lui e poi lei, per cogliere quanto poteva spiegarle

"Dimmi che succede" fece con impeto Kianta, fermandosi con un colpo secco delle scarpe e cipigio, come per dire-non mi muovo di qua=""-

"Lo Sapevo..." sorrise Milan divertito "Che tu non eri un cucciolo di cane, ma di lupo. Tutti gli altri dell'esperimento primario, al risveglio sembravano candidi e vulnerabili. Sembravano sempre cuccioli smarriti e dolci, impauriti e cercando fiducia, e con ansia nel sapere chi fossero e cosa avessero perso. Ma non tu. Dal primo momento sei sgattaiolata via con pigiama e lenzuolo, girovagando e guardandoti intorno, come un cucciolo curioso di lupo o gatto senza paura, senza porti problemi del non ricordare e neanche ti importava. Se non fosse necessario non te lo chiederei, ecco perchè sono qui... potevo usare una di quelle della sezione controllo, impersonificazione e spionaggio, ma non so davvero in poco tempo CHI possa emularla o essere come lei. Non di viso, ma di comportamento e... Vieni, andiamo nello spogliatoio e Madame ti aiuterà a vestirti e poi ti porto in quella che sarà la galleria dei dipinti, per ora era uno scherzo..." benevolo, per poi vederla confusa "Io e lei ci facevamo scherzi, e a volte piccoli scioperi o battibecchi. Avevamo un carattere per cui se qualcosa non andava bene o vi erano incomprensioni, prendevamo tempo e nel mentre mandavamo messaggi. A modo nostro. Questo è uno di quelli... Lei è morta, e voleva che tutto di lei sparisse. Lei voleva sparire, come tutti quelli perduti nelle pieghe del tempo, ma io le dissi che non doveva. Lei no n si arrendeva e lottava secondo le sue regole, e aveva già pensato di fare uno scherzone a chi le aveva fatto del male... io dissi ok. Usalo per restare nel mondo e camminarvi ,come volevi fare per scherzo e farli morire di paura, per un tot di tempo. Ma cambia le tue direttive di sparire... Rendilo eterno con le tue regole, vivi in tutti i modi che ti vengono in mente più e sopra di loro, questa è una sorta di regolazione dei conti. Loro perderanno il loro essere, figliando come diceva lei, sfumando nel ricordo fino massimo i nipoti, tu vivi per sempre... Voleva comunque che... mh... si guardasse al futuro e non si perdesse tempo con il passato, e con il suo ricordo di quanto fosse un fallimento e persa. Ed essendo andata via, per ora ho messo tutto ni quella sala, anche per farle un piccolo scherzo, creando ciò che odiava. Non le piaceva l'idea di cimiteri e simili, perchè diceva che il corpo tenuto in un luogo e visitato sempre, teneva come un'ancora l'anima. Doveva andar via libera come cenere al vento, così che nulla tenesse bloccato l'indivduo anche morto. Si parla molto di video ed esperienze di perosne con fantasmi e simili nei cimiteri, e non voleva ne svegliarsi per qualche motivo nella bara e ne ritrovarsi, se davvero così, a vagare nei cimiteri perchè il suo corpo era bloccato là, mantenuta da chi non voleva che se ne andasse..."

"E quindi...?"

"Quindi mi sono divertito a fare una sorta di funzione religiosa a modo mio, con non un altare ma tutte le sue cose in una sola zona, prima di decidere dove metterle... a lei non piaceva molto l'idea che qualcuno la lodasse e simili, perchè non si reputava meritevole, e io le ho fatto una sorta di stanza commemorativa... chissà quanto avrebbe rosicato, parola che usava sempre, nel sapere che facevo ciò" ghignando, mentre Kianta sembrava non capire "Comunque segui Madame, vai..." mandandola via con un cenno della mano, mentre Madame la prendeva per le spalle per uscire

"Ehi, non mi toccare" fece verso la donna "Milan, cosa devo fare esattamente?"

"Tu vestiti, ora arrivo..."

Madame e Kianta andarono nella sezione che conteneva le gallerie e gli abiti. Era in fondo alle due ali a ferro di cavallo, ed erano stanze ampie divise da settori in legno scolpito, che contenevano quadri, o abiti, o accessori e altro che usavnao sia per mostra vera e propria per visitatorie non, che per indossarli. Per feste e simili Milan aveva utilizzato abiti, accessori di vario tipo, scarpe e altro prelevati da lì, e nonostante fossero copie esatte degli original iche teneva nelle casseforti, erano di pregio ma sempre copie e facilissimi da indossare anche da soli rispetto gli originali. Magia della modernità, diceva lui, così non ho bisogno di un assistente. Così come monili, orologi, accessori di vario tipo. E una stanzetta con porta era predisposta per i cambi e prove.

"Ecco qui, scegli quale abito ti piace e te lo preparo..." fece Madame davanti a due manichini che indossavano due abiti. Tutta l'ampia stanza aveva sia manichini che speciali armadi con grucce contenenti abiti, meglio delle migliori sartorie per teatro e storiche. E i manichini di solito tenevano a turno abiti in mostra per come andavano indossati, cambiati ogni settimana perchè fossero ammirati dall'ampio guardaroba. Ma in casi come quello, mostravano gli abiti tra cui scegliere quello da indossare. Kianta osservò inclinado la testa i due. Rosa e rosso!

"Ma perchè rosa? Io odio il rosa..." fece con una smorfia della bocca schifata

Madame alzò la testa mentre lavorava alle gonne, e sembrò come se qualcosa l'avesse colpita e la conoscesse. Come se no nsi aspettasse qualcosa. Sorrise ma sembrava stirato, e guardò i piani di abiti.
"bene, allora per quei modelli se ricordo ce ne sono altri due. Vediamoli, ok?" azionando il meccanismo che li prendeva e scendeva. Sembrava come bracci dei laboratori che prendevano al posto di mano umana oggetti e materiali in maniera sicura e controllata, con tre punghe dita, e un braccio con vari snodi. Uscito dalla sede doppo che Madame ebbe impostato dei codici a un pannello, si mosse varie volte per poi afferrare la speciale gruccia che reggeva tutto l'abito completo, ma senza sottoveste, sottogonne, crinoline e varie. Quelle erano standard in una zona a parte e quelli per lei erano già pronti.
Appesi penzoloni dove il braccio li aveva bloccati a mezz'aria, vennero osservati dalle due.

Parevano simili come tipo, erano composti da due pezzi. Una giacchetta e sotto una gonna fino a terra. La parte superiore sembrava una camiciola abbottonata al collo, con maniche lunghe e finiva alle gonocchia. QUello bianco panna aveva mini arricciature a collo e maniche e rouches sulla parte finale, delle rouches che giravano. L'abbottonatura finiva alla vita, coperta da una cintura dello stesso colore e tessuto e partivano i bordi da sotto la cintura ai lati, lasciando la zona della pancia e gambe scoperta con una V, scendendo fino alle ginocchi poco prima dei fianchi e poi girando. Aveva decori e ricami a foglie e altre cose e la gonna scendeva semplice fino a grandi rouches che davano volume alla fine della gonna. l'altro abito era color champagne, uguale parte superiore che scendeva fino alle ginocchia ma con un taglio diverso. Lo scollo era a V rasente il collo e si chiudeva prima del seno con un fiocco di raso champagne, si abbottonava fino alla pancia e poi le due parti di dividevano, con una cintura alla vita. A differenza dell'altra, la parte superiore finiva a punta come le camicie e girava verso i lfianco, una sezione sui fianchi si arricciava verso sopra, creando un drappeggio che scendeva di nuovo nella sezione posteriore a livello della zona anteriore. Grosse sezioni di pizzo che semrbavano conciglie in successione e altre cose ornavano tutti i bordi, con maniche lunghe e alla francese, e non strette come l'altro abito, tonde e dritte nella parte anteriore sopra il polso e poi aperto nella parte esterna quasi il gomito con un fiocco a chiusura.La gonna aveva dal ginocchio in giù tre livelli del pizzo di sopra. Entrambi avevano una sorta di sellino e drappeggi e gicchi sul fondoschiena prima della rotondità ma si notavano perchè senza la controparte sottostante parevano strani..

"ma... cosa sono?"

"Abiti che Milan vorrebbe che indossassi. Li indossava quella persona dopo che Milan decise di sfruttare cosa Lei aveva imparato qui. Sono da giorno, e li indossava per accogliere ospiti in questo luogo onelle Torri, per essere sia adatti allo Chateau che gli ospiti, che amano travestimenti e feste in stile antichi. Sebbene siano persone moderne fuori, non puoi immaginare quanti di loro adorano indossare abiti di varie epoche e partecipare a piccole feste, party o ore del tè con quelli. Milan nei suoi pacchetti offre anche questo. Abbiamo sezioni pure per bambini e ragazzi per giocare e passare il tempo in modi diversi e divertenti, per capire il passato. FAcciamo uno historical tour, di vari tipi e in molti paesi sia per adulti e bambini, e in base alle età proponiamo anche abiti da indossare, per immergersi nel periodo e facciamo vivere la storia e le persone diciamo dal vivo. Gli adulti invece amano le recite e simili, anche in incontri del tè e... Ti basti sapere che le Torri sono utilizzate anche per queste cose, un modo ulteriore per trovare denaro e seguaci. Sono molte le attività che finanziamo ma anche prepariamo noi, in molte salse come diceva quella persona, per chiamare tutti i tipi di persone e sovvenzionare il Cambiamento. Ed era importante che si accogliessero gli ospiti con gli abiti giusti. Questi sono alcuni..."

"E a lei piacevano?"

"Non questi... questi abiti sono del millenovecentosettanta massimo, lo si vede dalle gonne un pò più larghe delle spalle e lo stile. A lei piacevnao quelli successivi, dell'ultimo trentennio di quel secolo. Più era aderente con la lunghezza verso dietro una gonna e più erano il suo stile...."

"E non cè...Mh... altro che sia di interesse e adatto, rispetto a questi? Sembrano abiti premaman per la sezione coloniale americana e campagnola..."

"Sai quanto valgono? Sono tutti fatti a mano! Tutti questi sono fatti a mano per essere fedeli al cento per cento all'apparenza, anche se con le tecniche moderne che se non li guardi da dentro non si nota, si possono indossare da soli. Per questa occasione è questo l'abito che devi indossare...posso solo farti scegliere il colore"

Kianta sbuffò, accordando la cosa e cambiandosi. Appena finito, Milan giunse trafilato parlando al suo telefono. Trovò Kianta seduta su un pouff-sgabello davanti l'enorme specchio pieno di fronzoli floreali come Lia lo chiamava sempre. E Milan ci rideva sempre. I suoi gusti non erano compatibili con quelli di Lia, e diceva sempre che le veniva un coccolone un giorno a vedere quello stile francese e pacchiano. Madame stava sistemando le ciocche della parrucca con una spazzola con setole morbide, che la ragazza indossava, mentre Kianta si osservava allo specchio. E non sembrava affato tranquilla e a suo agio. Le raggiunse e chiese come andasse la cosa, sentendo una lamentela di Kianta.

"Insomma... non mi ci vedo con questo abito. Voglio dire... la parrucca con i capelli ricci a boccoli larghi..."

"Sono i capelli originali di quella persona..." fece Milan, guardando se stesso e lei allo specchio

"Cosa?"

"Si..." vedendola nel riflesso voltarsi a guardarlo "Aveva i capelli lunghi più di metà schiena e quando cambiò acconciatura, perchè voleva sentirsi bene in questo luogo, si fece tagliare i capelli come li hai tu, e lavorare in ciocche per creare questa parrucca. Non erano tinti ed erano senza danni, per questo è venuta così bene ed è l'unica, e te la faccio indossare solo perchè secondo le leggi magiche, un oggetto pieno dell'essere oriiginale può... creare un ponte!"

"Non credo a queste cose..." scuotendo la testa

"Tu no. Ma secondo quanto ho letto e studiato, ogni elemento del nostro corpo ha in sè un frammento del potere e dell'essenza del soggetto, non a caso si usano per certi riti ciocche di capelli, unghie, pelle e altro. Nenache lei ha indossato questa parrucca alla fine, preferiva quelle biondo scuro dorato, mi sembra uno o due toni più chiari, ma essendo lei bianchissima le stavano comunque bene, come ben sai. Questa è la prima volta che è indossata da qualcuno, le sue sono conservate in quella sala. Lo ammetto, avevo sperato un pochino che il test fallisse e restasse, scoprendo la sua roba nella sala e arrabbiandosi come faceva sempre... era così comica e buffa!" ridendo tenendosi la pancia, mentre Kianta non sembrava affatto contenta

"Grazie, mi hai fatto capire che la tua burla e la sua reazione, valevano più di me..."

"No, affatto. Tu sei il risultato positivo dell'esperimento. Ovvio che sei cruciale e importante, però adoravo quando ci facevamo scherzi!"

"Quindi, fammi capire. Io sarei... vestita da quella persona? Perchè?"

"Perchè ci sono persone che la conoscevano e hanno espresso il desiderio di parlarle. Incontrava persone legate a organizzazioni e centri di aiuto, attivisti, o membri di famiglie per me importanti, per avere una delle possibilità di raggiungere chi mi interessava. Era riuscita addirittura a far interessare qualcuno a lle sue passioni, a collezionare nostri manufatti, dai libri scritti e rilegati compresa la copertina da noi, a gioielli, articoli da toeletta e di vetro e molto altro. Anche affermando ed era vera con tanto di prove, che devolveva parte del ricavato per i bisognosi. Sebbene non amasse la politica, perchè se fosse stato per lei, avrebbe ricreato il giardino delle delizie cosè come i trittici e le opere infermali di Bosch a modo... suo! Con quella gente intendo! Diciamo così. Per far provare loro le pene e la soffeernza di quelli che buttavano giù o trattavano come schiavi e peggio. E una volta lo fece. Prese due grandi industriali che si erano fatti sulla pelle di altri, con paghe misere e orari assurdi, feste e incontri con ... passatempi particolari, anche con minorenni e sostanzine particolarine... e si salvavano sempre chissà come mai, da ogni tipo di accuse e tribunale. Come pensi che riuscissero? Così lei li ha presi e portati là dove per quella gente... non erano nessuno. E disse a quei tipi -visto affermato pi volte essere in grado di vincere farcela sempre dimostratemelo uscitene vincitori esattamente come mostrate da dove vi ho presi e riceverete un premio con otto cifre altrimenti tutto ci che avete sar nostro=""-e secondo te, come è andata?"

"Beh... immagino che fossero un pò come te, capaci dei manipolare le persone e sfruttare le situazioni a loro vantaggio per..."

"Non per tutti. Vedi, tu ancora sai e conosci poco, ma una persona con queste capacità deve riuscire a farla a chiunque. Anche chi conosce la dura vita degli strati o livelli bassi della società, lottando ogni giorno contro ogni cosa e chiunque. E la vita ti tempra, ti indurisce, fa diventare carogna per non essere schiacciato. La differenza tra la gente ricca o arricchita con motodi negativi e quella dei livelli peggiori è... contro chi devono giocare. Se sei bravo riesci a intortarti anche le persone del livello basso della società, hai così carisma e capacità di persuasione da farcela. Molti capi di gruppi e organizzazioni piccoli e grandi che impestano le città, sono bravi a quel modo. Si fanno dare un titolo e sono il capo, sanno manipolare e avere collante su tutti. Se invece sei abituato ad altri livelli sociali, più alti dai medi in su, non è detto che sia facile e possibile. Ed ecco perchè quei tizi hanno fallito tutti. Alcuni avevano preso dalla loro alcune persone ma, ops, è arrivata una persona mischiata tra loro che è riuscita a ribaltare la situazione elencando chi fossero quei tizi, cosa avessero fatto e... non sempre alla gente povera e a stento a galla ogni giorno, piace sapere che ci sono i furbi che gli ballano di sopra. E così lei e altri erano pure riusciti a spingere la folla ad acchiapparli e con rabbia, farli fuori..."

"Li hanno uccisi? Uccidere e fare del male è brutto..." fece Kianta contrariata

"No, no... non lo avrebbe permesso. Nel mondo in cui li aveva gettati, uno lo volevano seccare di botte, un altro impiccato, altri come sentivano di fare per vendetta, e lei intervenne. Era tutto studiato. Non era una manipolatrice, una carismatica, una mentalista di natura, ma aveva studiato questi elementi per giocare con le sue regole. E così propose una cosa. Li calmò quel tanto che bastava perchè la ascoltassero, affermando che cèra un modo migliore per vendicarsi. con la loro morte, non avrebbero avuto ninete, solo sfogati... e poi? Così disse che era di un centro di aiuto e alcuni di loro la conoscevano, e disse loro che aveva modo di risarcirli. Fece mettere quei tipi in fila, spalla con spalla, il suo classico, e disse loro con quei metodi mentali, che potevano salvarsi se mostravano di dire la verità con le loro scuse, e la conferma che avevano agito negativamente, e se facevano una bella donazione perchè quelle persone avessero il necessario per pagare le tasse e i buchi che consideravano casa, per non perdere un tetto sulla testa, tornavano a casa. -per te nulla briciole rispetto al megavillone e propriet che possedevano macchine o moto di lusso=""-diceva, e mostrava alzando in alto un tablet mentre scorrevano le foto. E quindi urlò verso tutti intorno -cosa preferite muoiano basta avendoli sulla coscienza equiparandovi ad essi malefatte oppure considerate pi un risarcimento per condizioni cui voi vivete contro le loro che si sono fatti truffando schiavizzando giocando in affari sporchi e altro=""-. E la risposta fu, ovviamente, la seconda. Lia era riuscita anche grazie ai mentalisti che aveva al suo fianco, a girare le cose a suo favore. Esattamente come i preti, diceva. E così è stato fatto, nonostante le minacce che le fecero quei soggetti, si zittirono e obbedirono quando lei parlò loro a pochi centrimentri dalla faccia, mentre chi stava con lei urlava e parlava di sistemare le cose in modo da aiutare tutti, coprendola. I leader carismatici sanno cosa dire e su che leve agire, e lei invece di fregare la gente, li aiutava. Disse loro che se sapevano chi erano e dove andavano i loro cari, e se era riuscita in quel modo, non cèra nulla che potessero fare. Non sapevano che siamo come organizzazione, splittati in più aziende e agenzie di varia natura, comprese bodyguard, guardiani, mercenari, vari specilalisti in sicurezza, ricerca ect. Quindi non sarebbero mai stati fuori dal nostro controllo, ma sapevano solo che eravamo un'agenzia militare ... E capirono che la cosa era grossa perchè con soli semplici loro dati, fu possibile spostare tutti ciò che cèra dai loro conti ai nostri, impossibili da tracciare e seguire, perchè i fondi vennero spostati in soli dieci minuti, più di trenta volte in server in vari parti dle mondo, nostri server, e risultò impossibile riaverli. Adesso sono nostri semi seguaci, perchè hanno capito che nonostante le loro conoscenze era impossibile fermarci, e hanno imparato la lezione. Ovviamente dopo che hanno cercato di premere perchè Fbi, ogni..."

"Quindi erano americani?"

"Non tutti, ma facendo affari con molti settori in america, diciamo che potevano richiedere controlli... è finita che sono stati tacciati di falso allarme per terrorismo, uno degli elementi che avevano usato perchè facessero luce sulla questione... sai, molta gente pensa che basta essere famoso e ricco per poter fare tutto. Funziona, ma con alcuni livelli sociali, non suoi pari e superiori o con noi. Lei rideva sempre della cosa e li chiama PORACCI!" ridendo "e alla fine lei è tornata da loro, con arroganza e sfrontatezza, e ha posto un accordo. Che vige ancora adesso. E ha fatto molto nei mesi che è rimasta con noi. Il suo Gioco. Lei usava l'arroganza di chi sa ed è sicura di essere l'arbitro di gioco che detta le leggi, sfrontata quando mostra le carte che ha in mano per tenerli tranquilli..."

"... quindi io cosa dovrei fare? Non ho ancora capito"

"Devi devi essere lei..."

"Lo avevo già capito, ma voglio la conferma da te...intendi quella persona? Proprio quella? La persona di cui parli e proprietaria di quei capelli, è la stessa che viveva nel mio corpo prima?" sebbene lei lo sapesse ma volesse farglielo dire

"... esatto. non te ne ho parlato prima perchè le avevo promesso che tu non avresti dovuto avere influenze di alcun tipo..." disse lui con un sospiro, non immanginado che lei avesse comunque una infarinatura, per capire la situazione, di giorni prima da Legeia, solo perchè tenesse gl iocchi aperti.

"Quindi quello che vedo adesso dentro questo specchio... " alzandosi per andare contro il suo riflesso, per poi dopo un'occhiata a ogni dettaglio, poggiare i palmi sulla fredda superficie e guardare il suo viso per bene "...è ciò che rifletteva Lei? COn i capelli così, questi abiti..."

"Ascolta, quello che rimanda lo specchio è la tua forma materiale, adesso con quei capelli e l'abito identica a come era Lei. Ma... Anche se ho paura di venir meno alla parola data dicendoti certe cose, sei l'unica che può impersonare Lei e Veròna. nessuna è attrice abbastanza per emulare il modo di sorridere sornione, carogno, da matrona, da consapevole di cosa è, e che cosa deve fare... nessuna persona può essere sostituita con un'altra, anche se la seconda sputa sangue per cercare di riuscirci. E' impossibile.Puoi fare caricature da comico o tentare di copiare video e atteggiamenti, ma solo per brevi periodi e non per molto tempo. L'atmosfera di una persona è diversa da un'altra e chi conosce, lo capisce. A meno che no sli si veda dopo anni, ma non è questo il caso. Ma stai tranquilla, non ho alcuna intenzione di importi il chiamarmi come faceva lei o copiare il suo modo di essere. Non ti ho costretta a riconoscere il nome di qualcun altro solo perchè condividete lo stesso corpo. Tu sei tu, Kianta, ma nello stesso tempo sei anche Lei per certi versi. L'ho visto quando ti sei svegliata, come guardavi tutto e tutti, il tuo... Ah" avvicinandosi allo specchio, mentre lei ancora si osservava "cosa potrei non aspettarmi dalla persona che ho conosciuto dopo che aveva spostato un corpo morto di peso in un bagno, spellato per essere irriconoscibile e aver indossato i suoi abiti per mischiarsi a noi..:" ottenendo da Kianta l'attenzione, stupefatta "E ancora oggi ricordo la sua faccia risoluta e senza paura nell'affrontarmi, anche se non sapeva chi fossi e come aveva strombolato la testa di Alaric... era così la parola che aveva usato? A volte certe parole italiane non le capisco, ma posso dire che non è da tutti affrontare la morte di faccia e ancora di più farle l'ombrello, come diceva lei con un certo gesto, solo perchè lei era lei, per deridere la morte... Si, ancora oggi non cè modo di spiegare perchè fece ciò che fece con quella persona morta, camminando senza paura in una tuta da combattimento fino al nostro aereo, e pure pretendere che io le dessi due oggetti per... AhhhA, è sempre stata un fattore imprevedibile e assurdo, era buffa e comica quando si arrabbiava ma non da mordere qualcuno, per quello cè di più, e non potevo aspettarmi di meglio dalla sua nuova parte, come scappare per capire dove si trovasse, guardare con sufficienza la gente come se la infastidissero e..."

"Sentivo di farlo..."

"Esattamente la risposta che avrebbe dato lei per la questione di quell'uomo e come usò sue... mh... parti per seguire l'istinto. Come per la chiave a Ballymena e tutte le cose, agire e guardare se le si chiedesse perchè, come se fosse un'offesa. Era questo..."

"ma se io impersono lei..."

"Anche se dovessero tornarti dei ricordi, e per David non è così, come direbbe lei adesso quando si innervosiva...'sticazzi! Dovrebbe essere detto correttamente "con una risata "Ma il succo è che tu resti comunque tu, anche con qualche ricordo. Non puoi cancellare cosa sei adesso solo perchè qualcosa riaffaccia nella tua mente.Dovrebbe tornarti tutto di botto e risentirti LEI, perchè tu venga cancellata. Come due menti in un solo cervello, non è possibile, a parte i pazzi con certe patologie, ma quela è un'altra cosa... Quello che ti chiedo io, non è ricordare e tornare ad essere lei in toto, ma provare a sentire come avrebbe agito e... convincere quella gente che lei è ancora qui. Purtroppo lei era anche un pò discola su certe cose, si divertiva a giocare e fare cose con la gente, anche penso per sopperire ilsuo passato, e così finiva per imprimere nella gente l'idea che dovevano continuare a incontrare lei e trattare con lei, per le questioni. Col risultato che i nostri emissari non sono accettati. Sapeva dare un senso di conoscenza, capacità, e..." con un gesto della mano che Kianta non capì "... e instaurare una sorta di legame come tra venditore e cliente, sebben lei dicesse fosse per le Lezioni, per cui la gente tendeva ad andare dalla stessa persona per come si è trovata prima... il senso era quello. E poi è andata via... Ma tranquilla, non voglio che lei torni, è un suo desiderio e lo accontenterò ma... ho bisogno di qualcuno che sappia fingere bene di essere lei per incontrare le persone che pretendono di rivederla. Ti fidi di me?"

"Se hai davvero bisogno... ma come posso emularla se non la conosco? Come so come si atteggiava, parlava, rideva e... non mi sentirò divisa in due e persa?"

"Affatto, e comunque come dissi a lei varie volte, quando la esortavo a divertirsi contro chi le avev afatto del male, non è detto che si debba sparire per forza. Intendo che lei poi prese le mie parole e le rovesciò, affermando che cosa avrebbe fatto fino agl i anni a venire come un domino, non era vendetta, ma riequilibrare i piatti della bilancia. Sarebbe stata cieca e velata, usando chiunque vicino a quelle persone perchè provassero dolore e almeno una particella di ciò che là frantumò. Bastava un poco, ma un poco diluito nel tempo... non so se ancora continua, l'ultima volta che la vidi mi disse che aveva preso e rigirato le mie parole, per essere come una stella..."

"un... una stella?"

"Infondo, disse, se dobbiamo dirlo, le stelle per loro natura sono qualcosa di speciale luminoso e magico, le stelle rispetto a noi non sono granelli di sabbia nella grande clessidra che è l'universo e i lsuo tempo, le stelle vivono molto, molto più di noi, così tanto che per secoli possiamo ancora vedere la loro essenza e vita quarciare le tenebre oscure, eppure son morte... Mostrano con tutta la loro forza fino alla fine che sono esistite e ancora continueranno nel diverso tempo dell'universo a dare parte di loro, a bruciare cuori ed esistendo sempre e comunque, finchè l'ultimo attimo di tempo che trattiene la loro luce non cede. Ma ciò avviene in tempi più lunghi di un umano. E così lei voleva fare. Ora su, alzati, seria e composta. Devi provare a spacciarti per lei!"

"ma come, io... non so, non sono sicura che possa riuscire a fingere di essere chi non conosco..." fece lei alzandosi e drizzandosi nell'abito che non le piaceva molto.

"Devi apparire arrogante, supponente, superiore, come le maschere veneziane... le conosci? lei diceva sempre così! Quando doveva atteggiarsi, prendeva sempre spunto dai video di maschere e figuranti venezianti, che grazie non solo ai vestiti ma a come risultavano in essi, quindi i bravi, del carnevale di Venezia, sapevano apparire e provava e riprovava. In realtà non ve ne era bisogno per certe cose, ma come camminare e risultare imperiosa e regale era necessario per mostrare da subito la propria personalità. Ancor di più se doveva sostituirmi. E si divertiva. Diceva che le ricordava quando si spacciava per varie personalità ai tempi di Zay, Ric, Phib e gli altri, muovendo personaggi fittizi per studiarli e capire cosa volessero, come avev a scritto, e preparato elementi perchè credessero a ciò che voleva lei. In fin dei conti, diceva con amarezza, nessuno voleva sprecare due minuti per conoscere LEI, quindi giocava al gioco della società, la finzione. Quindi come diceva sempre, devi sentirtela calla, come dicevano i romani. Erano romani?..." fece lui dubbioso, scacciando il pensiero con la testa " devi credere, crederci, sentirti come se tu fossi la Madonna in terra. Devi essere sprezzante e regale. Sii come una dama veneziana. Infondo lei poteva definirsi benissimo come una vera fanciulla veneziana dei tempi d'oro del periodo, come concetto" ridacchiando " Una vergine non toccata dal peccato e si abbigliava con i nostri abiti, fingendosi regale e sinuosa nei modi, di una matrona antica..."

"Mh..." fece lei con un'espressione del tipo-come dovrei prenderla questa cosa=""-

"Richiama Lia " le fece afferrandole le spalle, serio e come in panico, come se avesse cambiato personalità "Nelle tue vene scorre il suo sangue e il suo essere fin nel midollo. Raggiunti la sua anima e falla tornare quel che basta. Come una reincarnazione, perchè ti aiuti nel continuare l'opera. Come una congiunzione astrale che affievolisce la divisione tra i piani. Carne e sangue. Anima ed essere. Crea un filo di legame con lei e riportala. Se avessi collaboratrici che valessero la metà di lei, avrei una schiera di fedeli aiutanti, invece di gente che non è capace di prenderla con la filosofia giusta. Per loro è solo lavoro e agire per completare la missione. Per me e lei era diverso. Era divertimento, sfida, manipolazione e giocare alla roulette russa con una pistola d'oro e proiettili di diamanti..."

"E io? Valgo se fingo di essere lei?"

"Je suis avec toi, Kianta. Stai tranquilla, non mi rimangerò la parola con lei e non tornerà, ne voglio che tu perda te stessa per questo, ma mi farebbe piacere se volessi giocare con me allo stesso gioco, con le nostre pedine sulla scacchiera. Sarà anche per te un modo per imparare le persone e le menti, la filosofia e psichiatria. COme diceva Lei, conoscere queste cose, porta a consocere anche se stessi. E non si rischia di perdersi, se si è capaci... e se dovessi avere per qualunque motivo dei ricordi che ti destabilizzano, io e gli altri saremo sempre con te perchè ciò non avvenga e tu possa, come diceva sempre, digerire la cosa e andare avanti. Lei faceva così, raccoglieva, metteva nel sacco, e continuava la strada, non stava lì a guardare nel sacco piagnucolando. Decise che sentiva di doversi fermare e dire basta. E' rimasta se stessa nonstante tutto e tutti, credimi, non è cambiata e non lo farai neanche tu... se però vuoi avere almeno un'idea di ciò che era, vieni. Niente influenze, solo per capire cosa si aspettano gli altri. Ti mostro la sala che avevo preparato per farle lo scherzone..." andando verso il corridoio senza badare se lo seguisse, continuando a parlare.

Kianta voltò la testa verso Madame, che era rimasta in silenzio, come a chiedere qualcosa con sguardo indeciso e perplesso, ma si sentì rispondere dalla donna che poteva andare, li avrebbe aspettati nel salottino da tè. Così candò in cerca della scia di Milan, ossia quel suo profumo costoso e che le sembrava orrendo, ma pareva fosse di pregio. Boh, pensava lei, quello che usavano gli uomini sia acqua di colonia, che dopobarba o altro al muschio e altri odori strani erano insopportabili per lei, ma quello di Milan sembrava un odore che sentirlo troppo tempo dava fastidio, tipo mangiare una cosa troppo zuccherata da sdegnarti, eppure alle donne piaceva. Così seguendo l'odore svoltò e gli si accodò, essendo partito in quarta verso la sezione finale del corridoio. Giunsero alla penultima porta, che si distanziava parecchio dall'ultima. Milan la prì con una chiave ed entrarono

La stanza era grande da prendere due porte, ma l'interno era stato sistemato in modo da fare una sorta di anticamera stretta appena entrati con un registro aperto, una scaffalatura di legno piena di oggetti e piccol iquadri vari di ritratti di varie persone. Una porta a due ante apriva all'interno dell'altra stanza vera e propria, che continuava fino alla finestra, la quale però era oscurata

Si vedeva chiaramente che mancavano i quadri, sia per tutta la miriade di chiodi presenti, sia per le forme visibili.Chiaramente vi erano stati quadri per molto tempo appesi là dentro. Vi erano finestre, ma erano coperte da tendaggi pesanti e pannelli davanti, per mettere altri quadri.
Nella parte finale della sala vi era un insieme di oggetti vari. Abiti su manichini, dipinti, oggetti diversi sotto varie teche.

"Queste sono le cose che ho riunito per farle lo scherzo... invece il processo ha funzionato e ora sei qui. Non ho ancora tolto tutto perchè... ancora ora rido nel pensare alle sue espressioni e atteggiamenti nel sentirsi offesa nello scherzo. Non le piaceva che le sue cose fossero toccate, o che le si desse un qualche riconoscimento in particolare, o per cose che faceva. Al massimo il rispetto, quello si. Ma solo vedere questo l'avrebbe fatta incavolare tanto. una volta le ho fatto lo scherzo, anche per vedere come reagiva, di fare un altarino sul camino, con una sua foto, dei gigli e rose blu e dei lumini, un commemoriale... lei ha guardato, mi ha fissato sospirando gonfiando le guance e mi ha solo detto -carina punzhecchiata avrei preferito una un ritratto perfino dagherrotipi stiamo studiando pi fedeli meno denigranti vengo in divertita posare osservare pittori all'opera mi sono rifatta delle orribili foto irrealistiche almeno dipende dal punto vista quelli resteranno oltre me servivano il grande prank voglio fare peccato non ci sar volte questi tuoi giochini sembri proprio zay ric facevano i buonisti spingendomi continuare a esistere se realmente stavo aggrappata le unghie disperazione ma loro come per era vivere respirare fino all'ultimo giorno di vecchiaia perch la vita è sacra facile decidere sul culo degli altri poco importa della melma che ti corrode vuoi farlo anche tu con tutti ituoi discorsi e questo=""-... E insomma, è finita con lei piccata perchè credeva seriamanete che stessi provando a farle venir paura della morte. Invece non era così, lei proprio ci andava di faccia verso la morte, non aveva paura e non si ritraeva, quante cose ha combinato per danzare con la Vecchia Signora, incappando chissà come, diceva lei, nelle missioni, a raccattare la gente che faceva casini. Diceva sempre -non mai possibilit di lasciare gente e sapere mander a fanculo cose non c uno che conclude qualcosa le sue sole forze devi sempre comparirgli al fianco come un angelo guerriero con la spada sguainata=""-. Ah che ridordi, di quanto combinava per testare le persone..."

"Quindi..."

"Quindi, cè prima una cosa che voglio tu comprenda. Anche se... non doveva accadere che sapessi di Lei, avendo bisogno di te, devo metterti a parte di alcune cose..."

"Quindi ammetti chiaramente che stai andando contro i suoi voleri..." sorridendogli con fare complice e monello

"Simpatica... ma sono serio, adesso. Ascolta bene, perchè ciò determina anche te..." portandola a guardarlo uno di fronte l'altra davanti la zona con gli oggetti della Prima "Se esisti tu, Lia non può. E direi anche ovviamente, condividendo lo stesso corpo e cervello... ma la questione è la seguente. Lei provava così tanto dolore e perdita di sè e di una sorta di non legame col mondo, che invece abbiamo tutti... ognuno ha quel qualcosa che lo tiene legato alla vita, qualsiasi sia, e inevitabilmente se uno svanisce, l'essere umano è capace di crearne un altro.Questa è la nostra natura. Lei no. Quelli come Lei... non so come definirli perchè non cè uno studio scientifico per questi fattori a questo mondo. Una come lei, che aveva così tante passioni, hobby, interessi...perfino quellìAts o Tribal Style bellydance o la fusion che amava e sentiva che era come aprte di lei... eppure ognuno di essi e lo ha fatto, anche eseguiti, uno dietro l'altro in un sol giorno, non le davano modo per il successivo di ocntinuare. Cè chi vuole vivere per vedere il giardino che ha coltivato con amore e fatica nel pieno del suo splendore più estati possibili. E questo è solo un esempio. Cè chi vive per i suoi fiori, per la sua azienda o impresa, per assicurarsi che i figli diventino grandi e figlino a loro volta, chi per rivedere una persona del suo passato, come fu per molti a causa della seconda guerra, e tanto altro. ogni persona ha desideri e àncore diverse per essere vivi, nel mondo materiale. Lei era una di quelle persone piena di passioni ma con nulla che la tenesse legata, diceva sempre che era come se non avesse quel filo che la teneva affrancata al mondo materiale. Quello ti teneva vivo e con il senso della sopravvivenza... e ancora, ad un certo punto devi spegnere tutto quello che ti spegne ogni giorno. E così ebbe la fortuna di incontrarci... e ha sfruttato molto ciò... è stato divertente osservare qualc uno che sfugge al classico profilo umano. Chiunque altro avrebbe considerato me come il folletto irlandese con la mpentola d'oro, si sarebbe fatto i fatti suoi, trovato modi di arricchirsi, svoltare, sempre lavorando in qualche modo per ripagare la cosa, ma avrebbbe seguito i punti classici. Soldi, potere, interessi vari personali, pure fare come loggie e sette dove tutto e di più per trovare il proprio centro in quello che qui abbiamo... tutti lo avrebbero fatto. Lei invece a parte toglirsi qualche sfizio, ha gito sempre per aiutare me e gli altri. Io sono negato con l'amministrazione, lei mi sostituiva e teneva tutti a bacchetta. Per davvero, andava fuori dai gangheri se si usciva fuori dalle regole di condotta e condivisione... ma ormai le conosci..."

"Si, nei bagni, pulizia personale, degl iambienti, oggetti, cucina, tutte el regole su come fare ogni cosa..."

"Non pensare che fossero state messe perchè era non so, onniscente o si sentisse meglio degli altri. Tra tutte quelle possibili, ogni cosa che viene spiegato dai cartelloni nei punti giusti, sia per i nuovi che per rinfrescare i ricordi, è testata e migliori di altre. Così come i metodi di pulizia antichi contro i nuovi. Può sembrare strano, ma qui operiamo metà e metà, nel senso che utilizziamo sia metodi dei primi del novecento per certe cose, che moderni. Dipende da cosa, da come... e nel dubbio, i capisquadre decidevano, prendendosi le responsabilità, ma non si butta via niente, neanche vecchi trucchi o metodi che molti definirebbero in senso dispregiativo. Prendiamo le cose buone delle vecchie generazioni e le rapportiamo col nostro tempo, in base a cosa si deve fare, ci si adegua... Anche se mi ha odiato, tanto, quando ho messo la regole che per determinate occasioni facessi indossare, così come per me, stivali stile napoleonico con i tacchi in ferro. I pavimenti antichi, seppur più cazzuti, come diceva lei, dei moderni, risentivano del batamp, batamp dei tacchi in ferro. Sono scenografici, anche nelle feste sono acclamati con le divise e i rigidi protocolli di presentazione e comportamento... ma stava sempre a preoccuparsi dei pavimenti. Diceva sempre -a meno tu voglia raccogliere stesso tipo pietra marmo portarlo qui farlo lavorare gi facciamo immagina mosaici simili lo chateau sar cantiere senza poterci piede ti accoleresti restauro staccando rovinato originale mettere nuovo è pi laborioso quelli soli cento anni costoso tanto materia prima possiamo benissimo acquistare blocchi tonnellate materiale poi tagliarli romperli manodopera tempo rifare tutto pavimento identico artistico ed elaborato riportarlo splendore . mi toccherebbe stare mesi nella dimora rossa o nelle altre in attesa tornare limita solo feste inviti l'uso quei trespoli ferrosi ridendo ripensandoci ho continuato farli usare me ne assumo la responsabilit di smontare parti rovinate ricreare disegno quadrelli nuovi scena fa del nostro lavoro per dirti quanto considerasse regole necessarie inprenscindibili devono far parte della societ umana ma essere giuste corrette con un senso infatti regola da noi ha una spiegazione significato lezioni tra varie svolgono ogni giorno servono anche a questo perch persone usino il cervello che si insegni come pensare e capire le cose non style="text-decoration: none; color: rgb(51, 102, 153);"-cosa come elemento vero e fisso. Si potevano a volte scavalcare le regole? Ni, per lei. Era necessario tener conto del caso in questione e se meritasse o necessitasse di un cambio di registro, se in via eccezionale o meno, altrimenti senza regole e superandole facilmente, tutti farebbero quel che..."

"Ok, questo lo capisco. Sembra che sia in grado di ragionare. Ma cosa c'entava la questione di me e leI?"

"Te lo stavo spiegando! Se esisti tu, Lia non può. La tua esistenza... cancella Lia. Non è possibile che una esiste se esiste anche l'altra. Lei ha deciso, dopo aver parlato molto con me, di far nascere una nuova Personalità, così che anche lei potesse avere, nel caso non fosse una cosa profonda fin nell'anima, un ancoraggio e un viaggio diverso dal suo. Possiamo dire che tu sia il test nel test... Abbiamo scommesso lanciando la moneta, benvenuta nel mondo, nuova persona. La meta, e quando, dipende da te. Sai che esistono diversi mondi, si dice, paralleli dove le situazioni possono cambiare anche di poco, ma sono differenti? e tutti i diversi ME possono essere distanti in molte cose tanto identici solo d'aspetto?"

"EH... i mondi paralleli? Intendi le nostre copie?"

"No, quello è un pensiero per cui esistono sei o sette diversi individui nel mondo come noi, con lo stesso aspetto e molte volte con gusti e altro simili. io parlo di mondi paralleli, ossia immagina l'universo che invece di avere una sola realtà, ne ha sette così come infinite, tanto quanto le possiiblità. Ora immagina che in ogni mondo cè un nostro IO che agisce, pensa, decide, sceglie, dice e fa cose diverse, opposte o non le fa prorpio, creando nuove linee temporali. In quei mondi Lia potrebbe essere sempre e solo Lia, restare sola e disperata come accadde qui o no, e solo in uno esisteresti TU. Tu conosci Veròna, vero?"

"Intendi il Personaggio fittizio o Personalità che utilizzi per mettere sul campo di gioco un soggetto estraneo e imprevedibile?"

"Esatto! Quel personaggio più di te, potrebbe esistere sempre e comunque. Lia poteva benissimo muoversi nel campo militare, nei carabinieri ocme voleva fare, o altri ambitii lavorativi, e impersonare un soggetto che non fosse se stessa perchè si conoscesse ciò che vedevano. Vedere e parlare a una persona non vuol dire conoscerla veramente, e se Lia avesse deciso di impersonare una seconda se stessa per lavoro o altro, quella sarebbe stata una forma simile e diversa in egual misura di Veròna. Per qualunque motivo, Lia avrebbe comunque sfruttato una facciata della sua intera personalità per modellare un soggetto da gettare sul campo per nascondere il suo vero Io. In questo mondo non è accaduto perchè lei si è rifiutata di fingere e recitare, come facevano tutti, in un mondo che non le paiceva per le falsità. Eppure Veròna è uscita fuori per sfruttar e un elemento inatteso e fuori contesto. Un Strega che si frappone tra vari soggetti della popolazione bassa, povera, o vulnerabile e quelli che cacciamo. Ma poteva essere una Personalità o faccia con nome e modi di agire diversi, creata da Lei sola o in altri contensti senza me, ma stai sicura che sarebbe stata sempre e comunque una faccia del totale della Personalità di Lia. Sfacciata, pungente, sbruffona, amante del rischio..."

"Cosa intendi per faccia o faccetta?"

"hai presente un diamante? Un diamante così comè, tagliato? la bellezza della pietra che affascina ogni donna e ogni uomo al mondo è dato dal tipo di taglio, dalla luce che colpisce le facce. Ebbene ognuno di noi ha una personalità che è composta da vari elementi, che uniti formano la persona come è. La mia personalità è data da questi fattori, le tue da altri, e via dicendo. Si dice che ogni faccia del diamante crei la bellezza e grandiosità di questa pietra per andare su un gioiello. Senza le faccette, un diamante è solo una gemma grezza opaca..."

"Quindi è questione di luci e ombre?"

"Eh... ogni persona ha una personalità composta da tante facce che la compongono. Ecco perchè per quanto bravi, nessun imitatore o attore o altro può dare ciò che è la personanel suo totale. Può cercare di imitare cosa conosce e ha visto, ma non il tot della persona. Può provare ad imitare i movimenti o frasi standard, ma una Persona è più dell'apparenza. E Veròna è come una faccetta del tutto di Lia, perchè è una parte di lei che viene esaltata al massimo perchè diventi reale... ma Veròna non è la stessa cosa di te. Tu sei un fattore che magari in nessuno degli altri mondi è venuto fuori. La tua esistenza cancella Lia. Uccide ciò che era come Personalità creata dalla vita vissuta, i momenti si e quelli no, le gioie e dolori, passioni e interessi, gentilezza e imprevendibilità, e molto altro. Come accadde nel passato dell'umanità e nelle storie cliniche, chi perde la memoria per incidenti, situazioni che creano danni al cervello o altro, non accade mai, da ciò che ho visto, che una persona si svegli senza ricordi e sia esattamente come prima. Accade sempre che i gusti non so dei colori che si preferisce, del cibo, abiti o qualsiasi cosa, sia diversa. Cè chi inizia a fumare se prima non lo faceva, mostrava gusti musicali differenti, se non ritrovavano la memoria, continuavano ad essere come individui nuovi. E questo per molti significa che senza memoria, iniziando come nuove personalità, si uccide la precedente, perchè non ci si riconosce in niente in quella persona..."

"Io in pratica... avrei ucciso Lia?.. Non l'ho mai incontrata... non la conosco e non so nemmeno di cosa si tratta ciò che sto vedendo qui dentro. Come posso essere la colpevole della morte di qualcuno?"

"Non è così. Ciò che è accaduto con te è stato uno scambio. Uno scambio equivalente. Mediante un esperimento, una vita se ne è andata perchè ne nascesse una nuova. Il rovescio della medaglia...se tu non esisti... Lia esiste.

"E Veròna? Voglio dire... questa Personalità non è morta con lei?"

"perchè dovrebbe. Veròna può esistere dal momento in cui qualcuno l'ha creata, l'ha resa esistente e reale, facendoloa riconoscere come tale da più persone e indipendentemente dalla persona primaria, essa può esistere sempre e comunque, basta che vi sia un individuo che ne vesta i panni. QUi no nstiamo parlando di un ruolo attoriale qualunque. Veròna è entrata in pieno titolo nel mondo dei vivi perchè è riconosciuta come tale, essa cammina veramente tra i vivi ed agisce su questo piano. Veròna è una faccia del tutto di Lia che ha preso vita prorpia ed è come una continuazione di quella sua parte. Veròna aiuta, supporta, sprona, si presenta, affronta, punisce, giudica e ..."

"Stiamo parlando del rovescio della medaglia? io sono la Testa e Lia è la Croce?"

"Stai insinuando che tu e Lia siate due facce della stessa medaglia? No, affatto! Forse mi sono spiegato male. Veròna era, resta e sarà sempre la tua, o meglio vostra, ipotetica faccia della medaglia. Lei resterà sempre il vostro riflesso. Tu e Lia non siete le due facce, l'una dell'altra. Lo è Veròna, e anche tutte le altre personalità che abbiamo creato insieme, sebbene Veròna sia sempre l'unica reale di tutte. Qui la cosa è complicata, ma in pratica non stò dicendo che...."

"Aspetta. Ricapitoliamo, Lia ha deciso di seguire in parte i tuoi consigli, così decide di... cosa, creare una sorta di testamento, o qualcosa del genere che è intessuto nella trama del Personaggio chiamato Veròna? lei decide di morire, ma capisce dalle tue parole che così non si sarebbe vendicata affatto, così prende più elementi e li unisce, poi nasce Veròna. Questa strega è stata riconosciuta come reale e vivente, perchè Lei le ha prestato un corpo con cui muoversi in questo mondo, essa è diventata reale quanto noi stessi...:"

"Corretto"

"Tuttavia qualcosa le diceva di andarsene comunque, così fa una sorta di lancio della moneta con quell'esperimento di David. Cinquanta per cento muore, cinqua per cento funziona e nasco io..."

"In realtà eravamo indecisi. Negli esperimenti precedenti cèra stati... dei problemi. Capitava che non si cancellasse la memoria, il soggetto morisse... anche se erano comunque in fin di vita ma volevano..."

"Questo ne parliamo dopo, sono quindi tre le possibilità?"

"Che abbiamo diviso in due, come le possibilità della moneta. Uno... muore o non funziona con lei, l'altra possibilità, la due, era che dimenticasse e vivesse. Quindi due possibilità negative contro due positive, ecco. E cè sempre quel concetto... non esiste Lia, se tu esisti. Siete due personalità che non possono coesistere. E questo perchè? Perchè con la sua scelta e decisioni, ha fatto nascere un individuo nuovo che collide con tutti gli altri mondi dove di base dovrebbe esserci Lia, creando discrepanze. Nel nostro mondo, una persona conosciuta e riconosciuta come Kianta è assente, mancante negli altri. Un fattore esclude l'altro o ne genera un altro... E' tutta questione di scelte e probabilità. In un mondo Lia avrebbe scelto di farsi agguantare così tanto da ira e odio da creare una Veròna bramosa di vendetta e punizione. La Veròna che io conosco non è oscura, meschina se non per giusti motivi, non per fattori personali. Veròna non agisce per elementi e fattori personali, ma un'altra si. Lia avrebbe potuto decidere di agguantarsi alla possibilità di perdere il suo Io originale perchè Veròna ne prendesse possesso. Sono ipotesi, ovviamente, non credo che potesse accadere ma negli altri mondi potevano esserci chissà che fattori ancor più negativi. Lei è la stessa, e lo so, che se le fosse successo qualcosa di brutto come uno stupro o altro, avrebbe cercato di rompere in pezzi chi lo aveva fatto. Anche a costo della vita, ma avrebbe risposto con denti e unghie e di più, volendo veedre il terrore negli occhi di chi l'aveva resa ciò che si sentiva. In questo mondo, ha scelto di non usare la vendetta e l'odio, stava per spegnersi dentro ma ci siamo imbattuti in lei. E invece di morire solamente, sparire, mentre chi le aveva fatto del male e non si era pentito, lo credeva gisuto e normale in quella società, ha creato elementi dalle sue parti di personalità perchè queste continuassero al suo posto. Tu sei ciò... io tivedo più come una figlia, una vita per una vita come nelle nascite dove la madre muore. A lei non piaceva questa cosa, ma è per dirti che sia come sia, tu esisti nell'unico o magari nel paio uniche di possibilità in cui Lei muore, per far nascere te. E impersonando Veròna le permetti di calcare di nuovo il mondo materiale..."

"Vuoi che io interpreti Veròna?"

"Vedi... anche se non sei la stessa persona di quella che conoscevo, cè qualcosa in te comunque, che è necessario a Veròna per sorridere di nuovo calpestando la terra materiale. Sia prima che dopo che Lia decise di dar lei entità vera a Veròna, abbiamo testato dei soggetti che sembravano promettenti. Ma non è la stessa cosa. La sfaccettatura che abbiamo reso indipendente, non brilla come dovrebbe lontana dalla parte originale. E' proprio vero il detto che ogni personaggio venuto bene, deve ciò a quanto ci mette l'attore..."

"QUindi in un mondo dove io esisto, forse l'unico, l'altra persona o parte di questo posto è cancellata?"

"Cancellata come ricordi... come vedi Lei esiste comunque, anche se non desiderava ciò, all'inizio... Fino alla fine ha detto di non ricordarla e l'unica cosa che voleva era non far morire Veròna, non cancellarla perchè di ciò che voleva fosse magari ricordato, era quel che aveva fatto rispetto alla feccia. Fino alla fine ha desiderato sparire ma nel contempo si ricordava i nostri discorsi e cosa avevamo fatto per cambiare le cose piano piano, e come sarebbe finita se tutto si fosse fermato. Tutto si sarebbe arrestato, disse, e non voleva ciò... il problema è che Veròna essendo un suo riflesso ha bisogno di vettore uguale o pari per continuare ad esistere nella sua natura originale..."

"E dovrei farlo io? Io che esistendo, annullo la sua creatice?"

"Non sentirti in colpa per qualcosa di cui non sei affatto legata in alcun modo... l'esperimento era in programma, doveva essere fatto. Secondo la teoria della moneta due facce davano quattro possibilità, e tu ne sei stata il risultato. Tu hai un carattere opposto al suo, e in base alle esperienze che farai, lo modellerai tu... ma non sei la causa di nulla, anzi vedila come un'opportunità! Dice un detto-arriver à stravolger ogni cosa e far rinascere la versione migliore dite come un girasole che rinasce tra erbacce=""-

"Stai usando uno dei miei fiori preferiti per dirmi qualcosa?"

"Si, che tu sei la rinascita di una persona che potrà magari essere la versione migliore della Primaria..."

"E mi stai dicendo questo perchè impersoni Veròna...?"

"Oggi no... ma ho bisogno di un tuo atto di presenza, devi emulare la presenza di Lia. Dritta, un sorriso appena accennato ma con la presuzione di essere superiore, la testa alta e il suo giocare a comportarsi come una regina, per vedere il comportamento dell'altro. Quanto si divertiva in mezzo al gruppo di Zay diceva, e facendo questo, potrai conoscere come volevi tutte le sfaccettature dell'animo umano. Lo dici sempre, non riesci a capire tutte le diverse persone che ci sono qui, se scherzano o meno, perchè non hai ancora gli strumenti a tua disposizione. E io ho bisogno di nuovo di una partner con cui giostrare le cose..."

"Sono quindi una tua pedina?" inclinando la testa verso la spalla aggrottando le sopracciglia

"ANdiamo... ti fa rabbia, questo?"

"..." voltandosi verso la zona che doveva essere uno scherzo.

La zona finale di quel rettangolo che doveva essere una galleria che stavano risistemando ospitava in quel momento dei manichini con degli abiti, ritratti di varie grandezze e tipologie ma con la stessa persona, teche con orologi, minerali e gemme, gioielli, oggetti di uso comune e cose strane. Riproduzioni di cibi mignon e medi, statue di cavalli e uccelli, oggetti di cui non conosceva l'uso o il significato e bambole. Ma non bambole comuni, erano alte tra i trenta e i sessanta centimentri, e Kianta le fissò.

"Magnifiche, vero? Sono realizzate qui usando stampi e manualità nostri. SOno bambole che fuori si possono clasificare classe Bjd come qualità di materiali e giunti, oltre che perfezione dei pezzi. Tranne il viso, i corpi sono standard, ma se noti il viso è stato fatto per ritrarre proprio qualcuno di nostra conoscenza. Doveva essere un servizio che facevamo..."

"Un servizio?"

"Esatto, ancora non lo sai ma ne nostre botteghe realizzano manufatti svariati e di qualità. Bottiglie di vetro più particolari, così come servizi per thè o liquori dei più pregiati. Intagli e decori nostri con nostri stampi fatti da noi. E tra un'idea e l'altra, abbiamo deciso di realzizare un'idea regalo altamente personalizzata. Bambole fedeli a una persona cara scomparsa, che sta crescendo o per ricordare un momento speciale. Di varie altezza, non solo queste, le bambole hanno proprio i visi della persona che dovrà riceverla o che ricorda. Non sai quante persone hanno chiesto dai bambini reborn, anche se ne facciamo pochi, devolvendo parte del ricavato, ed è un motivo per i lquale ci preferiscono. perchè mostriamo le prove di una donazione ad associazioni di bambini abbandonati o malati... Molte donne comprano bambole identiche ai figli morti per varie cause e epr loro è come un palliativo... adesso oltre che neonati, possono avere riproduzioni fedeli di figli anche grandi di varie età. il dolore... no ndovrebbe esser strumentalizzato per il guadagno ma oltre che aiutare noi e chi supportiamo, lei non voleva prendere in giro ma aiutare e dare qualcosa di più mateirale delle foto a chi provava cose che lei non... provava. Comunque, le plastiche che utilizziamo sono sia di riciclaggio e con uno strato siliconico real touch con un particolare processo, che richiedono meno materiale costoso e quindi economiche di quelli totalmente in silicone identico alla pelle umana, che produciamo ma a prezzi maggiori. Lia decise di mettere l'idea anche per linee differnti di esigenze. Bambole di una sposa o degli sposi come dono, come commemorativo, per ricreare le fattezze dei figli in una certa età sia morti che ancora viventi, come ricordo, da collezione per chi desidera da una o più foto un ricordo visibile e toccabile di un proprio caro. A prezzi bassi. Queste ovviamente costano, sono una sorta di mio dono per lei... amava le bambole della dimensione delle barbie, circa trenta centimentri o più grandi, con gli occhi di vetro di qualità realistica.Non stampati, ma con occhi aggiunti. Quelli proprio che si aggiungono durante il processo di assemblaggio e danno un tocco tre e quattro D al viso, come per quelle in porcellana. Se noti gli occhi sembrano reali.Il viso è ripreso proprio da Voi. Da foto e nostra scansione della pupilla, non poi così difficile. Certo non è facile da foto vecchie, che ci hanno inviato, per far un caro morto decine di anni prima, ma in quel caso abbiamo un lavoro certosino dei cristalli e lamelle per ricreare un'iride realistica con i dati dei colori che solo grandi aziende di alto livello ci invidia. I nostri occhi sono dipinti con perizia o creati con lamelle e sezioni di vetro, per uno sguardo profondo e realistico. Come questi...."

"Ma... se queste bambole hanno un'esatta copia dei nostri occhi..."

"Non preoccuparti. La scansione oculare non sembra funzionare con questi, i nostri sistemi non sono così fallati. Magari altri più economici o incapaci di distinguere... con altri può capitare che come i volti per gl ismartphone diano cilecca sicura aprendo e attivando, ma non con noi. Lia aveva provato per il gusto di farmi scherzi camminando con quella più grande, e provando in utti i blocchi digitali. La nostra IA non è così scema, fortunatamente. E' stato spassoso vederla dalla cam di sorveglianza, mentre faceva le prove con quella seduta su un braccio, mentre borbottava stizzita il non poter ridere in modo carogno del tipo -avevo ragione hai fatto una cavolata - e, se te lo stai chiedendo, solo chi ha realizzato quegli occhi, io, lei e tu sappiamo questa cosa. Molti di questi oggetti al massimo li conosce solo Jd, forse Lubo. Quindi come vedi, se anche qualcuno vedesse queste bambole, non penso verrebbe colto da strane idee del genere..."

"Le piacevano queste bambole?"

"Oh,si. Ma non perchè amava le bambole in generale. Lei cercava quelle particolari. Le nostre costano dai venti dollari con corpo, testa e occhi già complete con colori di base. Extra sono per capelli in base a lunghezza e colore, se sintetiche ma di alta qualità per questo settore o umani. Si, abbiamo anche umani. Modestamente ho contribuito con alcuni centimetri per le parrucche corte e molto corte, e sono serviti per creare doni proprio con bambole.. " mentre lei lo fissava dall'attaccatura alla punta dei capelli "Lia sapeva come trattare i capelli per dei corsi che aveva fatto, cercava di imparare di tutto, e tra una spazzolata da lei e un taglio dal parrucchiere, ho contribuito con capelli di qualità per bambole di qualità. Se non richieste per bambole economiche, realizziamo parrucche solo per quelle medio e alto prezzo. Anche alle persone che catturiamo e portiamo a contribuire alla società invece di romperla, rasiamo i capelli che siano donne o uomini, per punizione ma anche prima raccolta di quel materiale. Così contribuiscono in ogni loro essere, diceva sempre, perchè ripugnata dai loro atti. Altrimenti abbiamo anche pelo di lama e alpaca che sono ottimi sostituti fino ai sintetici. Ne abbiamo per fascia di prezzo, così come corpi e teste, occhi, anche mani. Ci osno persone che vogliono anche mani simili e i nostri corpi hanno decine di giunti sferici, più o meno in base al prezzo, a cui attaccare mani e piedi realizzati su ordinazione. o le misure del corpo, ma quelli costano... Perfino i seni, spalle... non ci manca niente..."

"COme Madame de Pompadour con la leggenda delle coppe di champagne?"

"Esatto. Per quello abbiamo un catalogo di bicchieri e flute speciali che prendono il nome e la forma da seni di donne famose e ammirate. Abbiamo Marilyn Monroe, Sofia Loren, Brigitte Bardot..."

"E come hai preso la forma dei loro seni?" stupitissima con la bocca aperta

"Un artista da varie foto è in grado di ricreare un seno così simile al reale da sembrar preso a stampo. Ancor di più che si channo scatti di topless... " facendole l'occhiolino "E molti uomini hanno nella loro collezione proprio i set dove bere..."

"A me sembra squallido..." fece lei storcendo le labbra disgustata

"Per la leggenda della coppa si champagne, anche noi beviamo in un bicchiere realizzato sul seno di Madame... " disse lui piano all'orecchio ridacchiando "Ad ogni modo, le bambole sono un dono, un elemento commemorativo e ogni cosa un cliente vuole. Ammetto che ci sono state richieste di uomini... mh, particolari... con foto e misure e ogni elemento di donne di cui erano pazzi, ma non potevano avere. E hanno richiesto copie medie o dimensione reali realistiche da sembrare vere. Non se se hai presente quelle abmbole in silicone simil umane da sembrare vere. Ecco, abbiamo realizzato anche quello, con la filosofia del -meglio un p di cringe una bambola sintentica identica all'originale anche con accessori molto intimi che far del male alla persona vera=""-, ed è una cosa che diciamo proprio a queste persone sia di persona, proponendo i prodotti che quando li incontriamo. Ricordiamo loro che atti su persone vere porta a rischi enormi, ma una bambola... può fare tutto ciò che si vuole..."

"Davvero tu tratti questa roba?"

"Sempre meglio che alle vere... come puoi notare già da queste più piccole della dimensione umana, sono la vostra copia identica. Gli abiti sono una riproduzione di quelli che lei preferiva. Quello blu notte perlescente, con livelli di tessuto a forma di petali che a me ricordano l'oriental poppy, o papavero orientale. O anche il ciclamino con i petali ondulati. Intendo come forma dei petali situtti in livelli su corpetto, gonna e sopra le orecchie due decori a forma di fiore. Poi abbiamo quello bianco a sirena con sezioni nude e decorazioni in argento cesellato, con strascico completo di copricapo intarsiato con medaglie e veli. Sembra un abito da sposa ma non lo è. E si, pesa parecchio per tutte le applicazioni in argento e il copricapo, ma lo amava, diceffa fose il suo come l'altro quasi simile a fianco, che sembra simile come modello ma ha invece dei pezzi cesellati in argento, decori in stoffe a cascata e ricami. E per ultimo quello che utilizzava per Veròna, l'abito che chiamavamo da cerimonia o apparizioni qui. Sai per i nostri scherzi..." indicando un abito color avorio stile ottocentesco" faceva parte della collezione che avevo acquistato di abiti originali antichi e ricreati, lo faccio spesso, e questo ha attirato la sua attenzione. E ha deciso che Veròna vestisse in questo stile, è un imponente e davvero magnifico abito da sposa francese in faille di seta avorio, in tre pezzi risalente al terzo quarto del XIX secolo. Una meraviglia di raffinata costruzione francese di abiti e cuciture a mano. Questo modello è originale francese come stile e taglio. Corpetto aderente con fodera e stecche in seta pregiata, bottoni sul davanti, passamaneria soutash in cordoncino di seta su corpetto e sopragonna, volant in pizzo a mano lungo le spalle, petto imbottito, grandi maniche a pagoda big pagoda sleeves, o anche ad angelo. A cui è possibile aggiungere una cascata di pizzo già pronto per allungare o altro, ma non lo usava mai. Gonna over con lacci interni in polonaise, drappeggi laterali complicati con rifiniture in soutash e nappe, gancio e occhiello tutti presenti. Sottogonna con area arricciata nella parte posteriore per accogliere sellino o le versioni minori,possibilità di formare la gonna a forma di otto o tonda come in questo caso, giocando sulla sezione posteriore per portare un abito come è adesso del milleottocento settanta circa a le decadi che le piacevano, riducendo il diamentro davanti per creare la forma allungata dietro... la gonna è sfoderata con un profondo orlo interno in seta che è irrigidito, stravagante quanto il lungo strascico.E si, questo pesa più di tutti gli altri, ma sai cosa diceva? Che l'abito le faceva ricordare la sua esistrenza indoss,o, e che cosa significava indossarlo. Ossia dar vita a Veròna e quale fosse la sua funzione. Veròna non era altro che una sorta di continuazione di un frammento della sua personalità, un lascito e lavoro. Lei poteva non esistere più, ma Veròna poteva continuare anche decenni o un centinario di anni, divenendo leggenda e sfumando nel mito. Il corpo decade, un'essenza no. E il peso di questo abito le ricordava il fardello di quello che stava facendo, e cosa significava Il frammento di personalità che avevano chiamato Veròna. Lei non sapeva recitare come fanno esempio le classiche spie, per farti capire. Ma il comportamento e modi di fare erano smepre quelli idonei a lei. Tu ti sei svegliata e sembravi, seppur più sveglia di molti, innocente e ignara del mondo. E questo si rispecchia nel tuo carattere. Gentile, sorridente, caruccetta, diversa dalla personalità Primaria proprio perchè... senza esperienze prima..."

"Davvero sono diversa?"

"Si... ma non ti credere, lei aveva una parte che non mostrava mai, magari tu sei la versione diciamo pulita, senza la sporcizia che il mondo le ha gettato addosso. Ma comunque come comparazione, siete diverse. Magari tu sei un frammento della personalità originaria dell'anima, che per le esperienze e vicissitudini, è mutata in Lia come carattere finale. lei aveva troppo dolore addosso e non era riuscita a rialzarsi l'ultima volta, con la volontà di andare avanti. Aveva deciso di fermarsi e basta. Ma dietro mio consiglio aveva deciso che non sarebbe mai mortacome presenza ingombrante. Era fatta così, se la trovavi fastidiosa, trovava il mdo di imporsi come presenza. Vuoi sapere come?" con un gran sorrisone, vedendola fare cenno con la testa "Ha fatto portare nella sua città di nascita centinaia di suoi ritratti, dipinti da atisti diversi per la velocità seppur con bravura simile, ritratti veri e propri e non stampe, e fatti appendere come sostenitore d'onore di biblioteca, comune, club di vario tipo, scuole e aziende. Perfino nelle chiese. Ha offetto delle donazioni con varie scuse e richiesto solo di esporre uno dei dipinti, con grandezza a scelta, in sale o corridoi. Con la richiesta obbligata, se volevano altri contributi, di tenerlo lì ad memoriam. E rideva mentre affermava-so ti avessi incontrato nulla sarebbe stato possibile soffisfazione sapere umana ovunque vada lì,che gli sorride beffardamente mostrando arroganza fa schiattare ridere vogliono ancora questo l'unico elemento devono fare sempre ricevono costa niente sappiamo soldi mettere stile antico nei begli edifici moderni finch questi saranno pagati continuer farmi vedere maggir divertente fatto modo vi fossero feste avvenimento scritto bello grosso dipinto gentile concessione lia ed l'inizio scuole giornate specifiche temi sesso legalit dal senso civico quello umano via dicendo tanto tenere messo extra procede ben visibile mentre finalmente nuove generazioni hanno nozioni chiave col trasmettono idioti passer tempo gente chieder persona diranno è benefattore maggiore grana gira nelle tasche senza me tutte quelle potevano secondo te chi roder mani lavorato denaro invio ricavati delle idee parti proventi dei nostri progetti cosa requisiamo catturiamo bel vaffanculo famiglie pensavano avere ricchezze nostra azienda prestiti settori finanziari documenti legalissimi prendiamo il patromonio creato affari loschi sporchi vergognosi dopo aver dato sicure vittime tante azioni negative risarcimento forma anonima nome investiti cosine faranno sghignazzare fin nella tomba era dicevi milan nel dire la vendetta porta a cose buone deve agire diversamente bene mi sono vendicata davvero su di loro parenti oltre quei piccoli tocchi miei ricorderanno voglio anche morendo esista vista da colei ha risollevato quella citt cavolo antiquata bigotta rispetto alla feccia continui esserci posto strariper della mia effige ad olio stupida attenta alle gentaglia ecco apparenze solo ho gi provveduto che in molti luoghi del governo italiano sia un mio ritratto perch pagando si pu tutto tappezzer quel paese tutti quadri possibili e se i pittori basteranno per ci far stampe non importa ma giocher io adesso con le mie regole cos come veròna=""-

"E... io che dovrei fare quindi? Cosa vuoi che faccia vestita così? tra l'altro questi che hai scelto sono orribili rispetto a quelli qui dentro..."

"ovviamente quello che indossi è uno dei tanti del magazzino. Questi sono i suoi favoriti, solo suoi. Così come la collezione di orologi che vedi, da polso e da tasca, anche mini pendole. La collezione di cristalli e minerali, non tutta, solo le pietre che amava, I ritatti, i quadri non che la raffiguravano che preferiva, le bambole che la raffiguravano proprio con gli abiti che vedi esposti, sono delle mini Lei... i lavori manuali che amava e tutto il resto. Ti ho portata qui per un motivo. Perchè voglio che tu provi a far muovere Lia come fosse una Personalità secondaria come Veròna. Lia aveva scelto di creare Veròna e fare ttuti dei giochetti come quelli che ti ho raccontato, perchè alla fine per vincere aveva deciso di essere di più a questo mondo. Diceva che se si ha fortuna,come lei incontrandoci, si riesce a creare qualcosa di durevole e importante. Che la cosa brutta non era morire, ma rinunciare a vivere. Eppure ciò che ha fatto in una manciata di mesi non lo avrebbe fatto nessun altro, considerando che non si è mai arricchita, ne ha agito per le mere bramosie umane. Ha giocato un pò con sue regole e poi ha deciso comunque di andar via. Ma ha aiutato molte persone veramnete, sul campo, non come molti dando ad associazioni che poi non certificano dove finsicono i fondi e chi aiutano..."

"E come..."

"Innanzitutto con la Raccolta, con il simbolo della Mano lei dava quel che serviva alle persone sole, abbandonate, rifiutate e umiliate dalla società per rialzarsi e rifarsi. Con molti bastava quel poco per risentirsi utili e persone con dignità, con altri essere ascoltati, altri ancora uno scopo e una luce in mezzo al buio. Senza soldi, abbandonati e non visti, proprio non considerati da nessuno pechè etichettati come non utili e dentro la società era lasciato allo sbando per strada o in gruppetti malavitosi. Quasi tutti adesso sono qui, nelle varie Torri e con contratto a vita per essere Persone e non mera spazzatura, un futuro, scopo, dignità e riconoscimento di cosa sono, oltre a un lavoro e una stabilità che ha aiutato e sostenuto... Ha acquistato edifici storici e luoghi meravigliosi abbandonati rifacendoli tutti come nuovi e mantenendoli per feste, incontri, riunioni e altro per noi e nostri clienti, guadadnando con l'affitto e tutto. Ha creato centri veri di aiuto e sostegno per chi non voleva scappare dalla strada per paura di una sorte peggiore, succede, e invece di essere di nascosto a fondo di lucro, noi non lo siamo e ne facciamo mafiette varie che terrorizzano quelle persone dal rifiutare di chiedere aiuto in quei luoghi. Recupero cani e altri animali da abbandono, incuria e luoghi lager per portarli qui, addestrarli e fargli tornare la fiducia nell'uomo e impiegarli per vari scopi, e quegli animali ora sembrano rinati.

"Oh..."

"per non parlare degli scherzoni che faceva a certi soggetti. Lia chiamava chi faceva prostituire ragazzine e donne, solo per fare un esmepio spacciandosi per la madre o la sorella, e faceva discussioni su quanto si sarebbe pentito se non avesse smesso. E come pensi che sia finita? Che lei nel migliore dei casi dopo aver giocato gli diceva proprio così, -ah , chicco bello chi credi avere fare sei tizio x in via y fatto oggo mentr enell'ultima settimana quest'altro conto corrente questa cifra tuoi bitcoin sono tanto parlato persone incontrato altre nel tuo hai queste robine qui facciamo le leviamo o vengo spaccarti faccia una volta cos capisci alcuni la facevano addosso altri invece ridevano poi smettevano appena lei appariva con tre dell'ave maria tu gi conosci dargliene tante davanti a ragazze e romprere i contratti andare ad achciappare sia clienti soci che ancora oggi se lo ricordano ma fosse solo questo per telefono gli diceva=""-< Torroncino...!?! Tu a mamma tua e a sorellina o fratllino tuo ci tieni? E se facessi diventare a forza la mamma, la sorella, la fidanzata le mie braldracche che facciamo, te la prendi? In questo momento tua sorella è qui davanti a me, vuoi chiamarla per assicurartene?  - Ed era così, cerot la ragazza era magari qualche metro distante, ma dopo aver chiuso, la raggiungeva, diceva il nome che aveva dato alui e appena lui chiamava ecco la fregatura. E una volta ha preso veramente una ragazza, e la famiglia ha scoperto, così come la cittadina, di cosa lui faceva a ragazzine e appena maggiorenni, facendolo sapere a tutti con tanto di video compromettenti. NOn si fermava e si giocava ogni carta con creatività. Poi aveva imparato per quanto riguarda la sua lingua a imitare accenti non suoi, che usava anche in altre lingue, per mischiare le cose. O ancora, portava un suo gruppo di donne a pestare malamente gli elemetni peggiori, violenti, distruttivi delle manifestazioni e gli appostatori per strada, che sfruttavano pacifiche marce e d eventi per fare casino contro la loro stessa città. Se donne o uomnini non importava. Sei violento e manesco dove si cerca di rivendicare diritti? Tranne quelli religiosi e che toglievano i diritti agli altri, là non ti dico cosa combinava a quella gente... cè da scrivere un libro su di lei... Lascia stare!" ridendo "comunque, un gruppo delle più grosse, capaci e preparate della sezione femminile e faceva pestare a sangue tutti quelli che avevano o stavanovandalizzando la cosa. COn riprese anche con cam nascoste e poi scoprendo la faccia prima di pestarli, mandando ai telegionarli nazionali tutto con un cartello, nascondendosi -avete visto tizio dal video allegato ha fatto un cittadino che devasta la sua citt propriet privata per rivendicare diritti ma percfh solo stronzo questo è feccia della societ non i senzatetto e caduta in disgrazia ragionate gente=""-. Io sono morto dal ridere, giuro, a rivedere tutto. E lei stava là, se non le giravano per qualcuno in particolare, a osservare come lo riduceva e nel magigore dei casi, se di qualche gruppo o partito negativo, vai di tatuaggio vero con scritto cosa fosse il tizio davanti e dietro ,pancia e schiena. A una certa non si è fermata davanti a niente. E se non perdevano il vizio, peggio. A unjo che continava a far prostituire ragazzine con trappole e altro, non che loro lo volessero, anche dopo che era intervenuta di persona, ha letteralmente spappolato a martellate la mano che usava per prendere i soldi da ragazze e clienti in modo che non si potesse più usare per niente. E ha fatto in modo c he lui non risultasse invalido percependo qualche tipo di pensione, perchè era solo una mano. E finchè è rimasta con noi si faceva vedere, anche solo tramite proiezione da quello che so, davanti a casa sua perchè la vedesse aperte le finestre. E lui non poteva denunciarla. non sapeva chi era e se riusciva a farlo, cancellava per insufficienza di elementi. Ha fatto pagare a tutti quelli ciò che serbava dentro...Ma non solo, anche le colture sono state elmento importante.."

"Colture?" sorpresa

"La piaga delle coltivazioni a tonnellata con semi che hanno meno di quelli naturali. Lei aveva donato sementi fertili al posto di quelle sterili delle compagnie che le vendono normalmente per aiutare i ocntadini con un ritorno di sementi dai frutti o verdura senza rimetterci. Con le sementi che si acquistano normalmente al raccolto, non cè possibilità di seminare di nuovo d ciò che si trova nei frutti o nelle verdure, perchè sono modificati geneticamente e si deve comprare sempre dall'azienda per sperare in nuovi raccolti e viverci. Lei ha donato abbastanza per alcuni anni e altri anni se mantengono un buon tipo di raccolto. Nel mucchio ci sono originali e ogm, divisi in modo che possano decidere cosa seminare, ma sempre fertili. IN questo modo si constrasta da un lato la truffa contro contadini e aziende agricole, dall'altro sono sementi miste,antiche come si dice ora con frutti e verdure che non provengono dalle aziende e quelle ogm modificate solo per resistere a determinate cose come insetti, siccità e malattie. Per molti è abominevole ma non sanno cosa mangiano da sementi di quelle aziende. Al confronto i semi che vengono dalla Fattoria e quelle delle Torri osno più naturali e salutari. I nostri prodotti parlano per noi, o sbaglio?"

"Si, i cibi sono molto buoni..."

"Non usiamo pesticidi, solo sementi naturali o massimo modificati oslo per essere resistenti agli insetti nocivi o malattie. Ma non facciamo altro nei nostri laboratori come l'aspetto, belli e tutti uguali quando in natura non è possibile in quel modo, standard nel gusto e consistenza. Non hai idea di che coltivazioni parliamo. Lei si lamentava sempre che per esempio che la pasta nel suo paese da anni non sapeva più di ninete, non era come prima, non era più appetente anche solo con pepe e cacio, come le piaceva se semplice. Tutto non sapeva di ninete, dalle merendine che sognava sempre di mangiare ma le dicevano costavano troppo per poi assaggiarne una mettendo da parte i soldi e scoprire che non erano come si ricordava, così come i biscotti. ma non perchè i gusti erano cambiati, tutto era peggiorato con colture e pruzione intensivi e gli aromi per mascherare le consdizioni degli ingredienti non aituavano. Questo è dovuto appunto alle coltivazioni, frutta che non è come appare mangiandola comprata normalmente..."

"Quindi supportate coltivazioni naturali?"

"Ni, voglio dire... perfino le nostre hanno il tocco umano perchè le piante non muoiano o siano infestate ma è tutto lì, non incidiamo su altro come fanno certe aziende. NOn usiamo prodotti chimici ma animali predatori naturali. Sosteniamo le api anche con alveari più moderni dei tradizionali dove si distilla il miele senza stordirle e far loro del male. Normalmente con la tecnica tradizionale sai quando miele esce fuori con le api che sono morte annegate o ferite? Noi no. D' inverno portiamo cibo e sfamiamo gli animali selvatici come quelli in canili, centri di recupero da ferite per selvatici e altri. Proteggiamo le zone di caccia da chi vuole solo uccidere per divertimento, così come i safari della morte. Abbiamo tante iniziative, ma la maggior parte sono idee sue..." guardando i ritratti " Alcuni la soprannominavano la Bill Gates umanitaria, ma diceva sempre che accettava la presa in giro solo perchè quell'uomo, Gates, aveva fatto tanto per la gente povera nei paesi poveri. Ma oltre quello, non lavorava per guadagnare per se e per la bella vita, per superare il livello della classe sociale a cui si appartiene e fare i salti di qualità che desiderano tutti. Si, ha sfruttato qualcosa per sè dal nostro incontro in alcuni modi, ma mai per profitto personale, ricordatelo se decidi di aiutarmi... Ho bisogno di qualcuno di valido e di fiducia. Che sia allo stesso tempo il mio cane da guardia, per gestire questo posto che come pedina per proseguire i progetti già avviati. Il problema è che oltre a non avere un'altra figura a cui lasciare tutto in mano senza preoccuparmi, non riesco a trovare anche un solo soggetto che possa dare corpo a Veròna, sia far rivivere Lia, solo per far tacere chi vuole sicurezza con la sua presenza"

"In che senso sicurezza?"

"Fiducia. Sicurezza. Se stringi accordi con qualcuno di qualsiasi tipo, hai bisogno di fiducia e sicurezza che tutto vada bene, che l'altra persona non solo sia di parola ma certa nel portare a termine la rispettiva parte. Ma oltre questo, io e Lia agiamo come primo fattore di rappresentanza dell'organizzazione. Figure chiave, ricordalo. La fiducia verso chi vedono come fattore chiave dell'altra parte è fondamentale. Instauriamo con quelle persone un rapporto sia di lavoro che di... "

"Amicizia? Stima? Confidenza?"

"Cordialità! Imperativo è mantenere ottimi rapporti con quelle persone e in caso loro familiari e soci, invitarli e presentarli in feste e raduni che organizziamo, dare chicche se richiedono dei servizi, perchè si sentano considerati e si fidino. Mostrando sempre professionalità, principi saldi e ferrei come la volontà di aiutare, ma senza fare favoritismi eccessivi. Come diceva Lei era un dare e avere, come un matrimonio. E aveva l'abitudine di ascoltare, ascoltava sempre, ecco perchè piaceva anche alla gente, ed era accondiscendente e spronava le persone a presentarle e mostrarle i suoi passatempi, hobby, interessi, a voltre sostenendoli se vedeva che meritavano. Molti figli o figlie, perfino mogli o mariti dei nostri agganci si sentivano considerati e ascoltati da lei, e come chicca presentava come extra persone, che facessero da ciceroni per questo hobby o compagno di passatempo per altre. Insomma, dava valore alla persona e cosa serbana nel cuore. Era anche un modo per conoscere debolezze e fattori che tenevano nascosti, non per usarli veramente ma conoscere è potere. E oltre questo, quella gente si sentiva legata, perchè sapevano che lei sarebbe stata presente e disponibile per cosa necessitavano. Ed essendo stata come loro, chi meglio di una simile, per porgere la Mano perchè non si sentissero smarriti e persi, ma trovassero un appiglio per sorridere di nuovo al mattimo? Così diceva... e voglio che per questa sera, se accetti, tu la faccia rivivere. Sei l'unica che può..."

"Perchè condividiamo il corpo?"

"Non solo questo. Siete un'unica anima, un'unico essere, la faccia contro quella del lato opposto. Tu sei il carattere che magari era il suo originario, o forse no, ma nel profondo sei comunque lei. Se fosse ancora qui..." guardando il ritratto più grande dove lei appariva con un sorriso sfrontato che poteva sembrare arrogante, in maniera negativa, ma era solo come sfida alla vita, lui lo sapeva, con occhi taglienti che sembravano seguire chiunque e dire < io so, aspetta e vedrai...  -. Sorrise "se fosse ancora qui, farebbe come sempre. Sorriderebbe anche con gli occhi, come faceva nell'ultimo periodo con lo sguardo carogno e direbbe -fermati riflettiamo chiamiamo le teste del consiglio lavoriamo una soluzione c sempre possibilit di uscirsene in qualche modo raggelarsi da paura rabbia piangere non serve a niente sorridere e voltare pagina=""-. Diceva sempre così, con quell'espressione monella come se stesse preparando qualcosa di brutto ma con sicurezza, e la cosa assurda era che riusciva a dire quelle cose agli altri, ferma e altera come una colonna millenaria, contro la piccolezza dell'uomo nella sua fragilità, e per sè invece era fragile e incerta. Chi era? Se lo chiedeva sempre, perchè non riusciva in alcun modo a comporre ciò che la società voleva che fosse. Era come un qualcosa che non rusciva a raggiungere. Non riusciva a essere proprio la finzione che facevano tutti e ne soffriva. Non capiva se le cose che sentiva di essere e amare e credere, fossero sue o come una sfida, o... NOn so. Il suo triste enigma la portava a guardare questi dipinti con rammarico e tristezza, aveva sempre uno sguardo smarrito e indifeso, e chiedeva a questi stessi quadri -io chi sono io cosa mi rende me stessa e con il senso della vita=""-. Diceva sempre che ogni giorno si svegliava nella sua stanza con la sveglia a proiettore, che lanciava sulle pareti l'effetto delle onde del mare, sai quei proiettori che simulano oltre il cielo anche le onde, ma dovresti saperlo, visto che ora sei in quella stanza, e si chiedeva quale parte fosse la sua vera IO anche dopo essere con noi. Si sentiva smarrita e non in grado di adare compattezza al suo essere frammentato. La Lia della sua vita precedente? Quella che desiderava vivere ma ha perso? Quella piena di odio e rabbia? Quella che era qui per tutti? O che vedevo io come partner? O che altro? E se si fosse tolta l'utero come voleva e ridotto il seno, cosa sarebbe stata? Davvero senza quelle parti del corpo, che per lei erano un troppo, sarebbe stata un niente come le dicevano fin da piccola? Una donna che per il cancro perde seno e o utero, non è più una donna. Non può più amare. Non può più dare cosa potrebbe. E' ancora una persona? O un essere indefinito, perchè esistono solo uomo e donna nella concezione religiosa perdurante? Lei, che si sentivauna neutra, senza interessi o impulsi sessuali, era qualcuno? Ciò che vedeva lei, valeva come individuo considerato umano, visto che da sempre era cresciuta con l'idea che chi nasce con utero e seno deve crescere, sposarsi, figliare e allevare, e se non ti funzionava qualcosa eri difettosa? Non valevi?... e tanto altro. Non riusciva a trovare la risposta per capire se e come definirsi veramente, tanto da non chiedersi piùqueste cose. E ora tu non ti definisci donna perchè seti che non è qualcosa per te... se per lei era uno smarrimento data da chi la circondava che cercava di plasmarla, per te cosa è? Qualcosa andato oltre fin nell'anima? Un qualcosa che siete voi nel profondo? Hai perfino detto che il più della scuderia di Madame sembrava un lama... " ridendo "Ma se per te è certo e ti senti bene così,m fregandotene del resto, per lei era un dubbio enorme sul definirsi... E guardava questi quadri e diceva-osservo la donna del appare lontana pi grande capace vedere antenato ha cose grandi contro te sotto il suo foto chiedendoti livello puoi arrivare per almeno essere un p come quella persona vedo qualcuno che io non riesco o raggiugnere ed è triste eprch i pittori hanno fatto ritratto ma queste in tali pose e sezioni di camere specifiche abiti gl isguardi quando riuscir a riconoscere me=""-

"Quindi tu cosa vuoi?"

"Io... ho bisogno della persona che nonostante tutto, rideva in faccia al pericolo e pestava sotto il calcagno i serpenti pericolosi, che non si fermava anche dall'usare familiari o altri, senza metterli a rischio, ma usarli per giungere alla preda. Alla persona che tirava in testa alla gente ciò che capitava quando facevano cavolate o no nrispettavano le regole perchè lontani, o dava sberle con grazie e imperiosità perchè portassero rispetto e comportamenti corretti... Che pretendeva rispetto e considerazione per tutti, non importava il grado, il minmo doveva esserci, sempre e comunque. Che mi riprendeva perchè continuo a volere una COmune, mentre lei diceva che era assurdo pensare a una comune di militari... e passavamo il tempo insieme a discutere su tutte le sfaccettature della questione con del vino, sfidandoci a vari giochi di abilità e intelletto. Oh, e mi prendeva in giro per usare le ragazze che mi servono come apparenza per chi la considera importante, dicendo che non era giusto comunque... diciamo intrattenermi con loro, seppur ben pagate, perchè era ingrato per lei... Noi lottiamo perchp le donne siano libere di decidere e scegliere per se e il prorpio corpo, e che nessuno posssa etichettarle come oggetti o vagine prta denaro, o incubatrici per la società. E io ero insensibile verso quelle che definiva collabrici, ma le ho sempre detto che non spingo nessuno a decidere, a loro va bene, a me pure... Le rimproveravo sempre di essere accondiscendente e studiare risposte per gli altri, qaundo lo faceva, ma non per me. Poi sorrideva e sembrava che nascondesse tuto il resto che voleva dire, ma non si teneva nulla se sentiva di dire la sua. La sua comicità quando si arrabbiava o si sentiva offesa, agitandosi come fanno gli italiani, ma a modo suo. Alla passione che metteva nelle cose e non si dava per vinta. E sai..." voltandosi verso Kianta "che tu abbia questo carattere gentile e cordiale, esplosivo in positivo, sempre eccitata per tante cose, non cambia il fatto che quando ti arrabbi, sei indecisa, offesa, confusa, mostri atteggiamenti simili ai suoi. Quelle frazioni di secondo dove pensi che non ti vedano o leggano, mostri espressioni e atteggiamenti che sembrano i suoi, rimproveri, occhi che parlano più delle parole che non dici, come guardi le persone come se volessi tagliarle o bruciarle col laser dagli occhi, o quando sfotti o sorridi mentalmente... non è solo questione di stessa faccia. Tu sei una persona nuova, senza esperienze, senza ricordi, senza nulla che ti leghi a lei. Rimase solo la parte del cervello non toccata, perchè era nel test, dove sono immagazzinate le informazioni di apprendimento..."

"Ma io no nsono lei e agisco diversamente, no?"

"In effetti come dice Lubo ridendo, sei più spumeggiante, più sorridente, tanto, più serena e tranquilla. Ma man mano che conoscerai il nostro lavoro per davvero... Magari muterai un pò, o prenderai una strada psicologica diversa, ma le basi, quelle restano. E' per questo dell'esperimento. Il modo di inclinare la testa, di portare il mento verso la spalla con arroganza o sfiga, il guardare le persone sfrontata, alzando il mento e abbassando lo sguardo. Come cammini solo quando sei arrabbiata o hai sfumature di atteggiamenti, i gesti e le espressioni... è come se nel profondo vi siano ancora, come se fossero tuoi più della memoria. Non è una cancellazione totale, inteso in tutto il cervello, non hai dovuto imparare da zero come usare le posate, parlare, scrivere, riconoscere le cose. Alcuni che hanno amnesie non ricordano come fare le cose, altri semplicemente come nel tuo caso, danneggiandosi solo la parte relativa alla memoria, i cosiddetti casseti mnemonici, invece di anche la seizone relativa alle conoscenze e apprendimento... tu sei una di quelli che con questo esperimento, solo con macchinari diversi, sei uscita senza memoria contenuta in quei cassetti ma con tutte le conoscenze, da non doverle imparare di nuovo. Pulizia settoriale. Con i nuovi macchinari, con te ha funzionato benissimo, rispetto agli altri soggetti. E..."

"Si, questo lo so. Ma al sodo, cosa vuoi alla fine? Oltre che io impari roba su di lei? RImangiandoti la parola, tra l'altro..." ridendo come se fosse divertente

"Io ho bisogno di una partner, l'ho già detto. Qualcuno che continui l'eredità di Lia meglio di chiuinque altro. Ho bisogno di Veròna, visto che il lavoro che deve fare è tanto. Necessito di qualcuno che veda i nostri obiettivi e non interessi personali, perchè altrimenti saremmo messi male. Vorrei che tu riprenda le funzioni che furono della Prima...."

"..." mostrandosi dubbiosa e spaziando con lo sguardo sugli oggetti e i dipinti

"Dopo che avrai finito farò fare degli aquiloni con le tue forme preferite, con cui giocare nelle giornate ventose, con tante code..." vedndola voltarsi ocn gli occhi splendenti, la bocca in una sorpresa di gioia e l'aura di una al settimo cielo. Sembrava l'espressione base di ogni cosa che trovava bella, sorprendente, nuova, magica, da scoprire assolutamente, come una gioia di vita immensa. Se in Lia era stupore e gioia moderati, come se non ci credesse, tranne per il cibo quando lo portavano dalla Fattoria e oggetti per la sua collezione, con Kianta era tutto come una bambina piena di entusiamo. Per poi cambiare espressione di colpo accigliata.

"Ma... mi stai comprando? Tu mi stai comprando!!" agitando i pugni all'altezza della sua testa con rabbia "Non è giusto!"

"Non ti sto comprando... calma, volevo solo ricompensarti..."

"E non è la stessa cosa?"

"Una ricompensa non è un pagamento..." ridacchiando nervoso "è come un dono, come la canna da pesca con i pesci artificiali con cui giochi nel laghetto del boschetto delle lucciole. Un pagamento è invece la tua retribuzione per il lavoro svolto... "

"Ma io non ci vedo differenza... è sempre un dare qualcosa a fine lavoro. E' così anche per i dolci o il cibo che mi dai dopo i test o le cose che faccio? Mi compri?!?"

"No, no... sono ricompense... OK? Era così anche con Lia, andiamo, non essere suscettibile. Lei la prima volta che aveva chiesto se la pagavo, aveva riflettuo sulla mia risposta alzato le spalle e detto che se non le andavano, le donava o usava per ottenere altro per i progetti. Ma mai doveva essere un pagamento il mio. Ciò di cui aveva bisogno lo chiedeva. Per me non è comprare, ma donare. E lo faccio perchè sei tu e perchè ho bisogno davvero di qualcuno che prenda nel modo giusto ciò che gli affido. Il denaro lo retribusco agli uomini, ed extra, se sono stati davvero bravi, ma tu sei diversa. Sei gasata solo per gli aquiloni..."ridendo "ora smettila col broncio e dimmi cosa ne pensi"

"..." guardando lui e poi di nuovo intorno "quindi tu hai bisogno di qualcuno che faccia ciò che non possono gli altri? Senza essere pagato? Ne hai davvero necessità?"

"Quello che Lia non voleva capire, per se, era quanto alla fine invece fosse necessaria e importante per tante cose. Ancora di più, con ciò che io chiamo eredità e figlianza. Per figli di Lia intendo i progetti e le Personalità che ha lasciato, anche se è andata..."

"..."

"Pensaci, e..." ma fu interrotto dal telefono "devo rispondere per forza, un attimo..." fece con una mano a fermarla, perchè gli stava dicendo qualcosa, lasciandola col brancio, e si avvicinò a una finestra, proprio guardando fuori, un pò lontana discutendo.

Quando finì e si voltò, era stanco "Che fastidio alcune persone... dunque dicevo..." ma si fermò con la mano a mezz'aria dal mettere il telefono di nuovo in tasca.

Kianta si era tolta i vestiti che indossava, ma non la parrucca, e si stava sistemando l'abito avorio da Veròna da sola, indosso, lasciando il resto per terra o sul manichino. Per l'abito che indossava prima vi erano camiciola sopra una canottierina e mutandoni stile ottocento, che a loro volta coprivano slip. di base che andavano bene per tutti i modelli. Kianta era quindi in quello stato mentre si sistemava la crinolina e sottogonna.

"Cosa stai facendo..." come se vedesse un alieno, ma lei alzò un indice per zittirlo, mentre si vestiva.

Sistemò il secondo strato di leggerissima sottogonna per finire la gonna vera e propria, ricamata con sovragonna a semicerchio, e si apprestò a indossare la giacchetta separata. Quando fu pronta, si sistemò i capelli e si voltò, fronteggiandolo.

"Se tu hai bisogno di aiuto, va bene. Mi urta che mi compri con cosa mi piace, ma lo vedrò come aiutarti e basta.Se sei davvero così in pensiero e disperato da chiedere a me, una persona che sa poco del mondo, di far rivivere qualcuno che esiste materialmente solo con un tramite carnale o una persona morta, va bene. Se è per qualcosa di buono, io sono d'accordo. Le cose negative che fanno del male, non le accetto e non le farò se non sono per una cosa buona. Ma se davvero hai bisogno di un tramite per chi vorresti che tornasse, allora lo farò. Voglio però se proprio sei abituato a comprare le persone merighe, taaaante meringhe colorate, tranne quelle alla fragola, e il torrne di sesamo...." seria col broncio e acciglia

"Ma..." fece lui ma fu zittito

"Quindi Master, quali sono i vostri comandi? Questo abito lo preferisco di più di quelli, pertanto, indosserò questo..." alznado il mento come una sfida "Confermami gli incarichi così che possa procedere con i prepartivi. Io conosco dell'organizzazione e il vostro lavoro, solo tutto ciò che è a livello concettuale e da osservazione, ma posso imparare adesso sul campo. Così posso anche capire cosa mi piace e non fare per decidere la mia strada. Ma ordina cosa devo fare, che non sia dannoso, e io lo farò. Ma sei pronto a rischiare eventuali miei errori e..."

"NOn cè problema. Se l'idea che tutto era così in profondità fin nell'anima da essere da te toccato ugualmente, è vero, sarai l'eredità vivente di Lia e mia per continuare. Lei riposa in pace, adesso, nel racconto che ha scritto, dove può esistere nella sua felicità e vita, come voleva. Tutto sarà bello adesso, l'ho aiutata affinchè la sua luce non conoscesse ombra, più... " guardando i ritratti, come se parlasse a quella persona "Riposa, adesso. Riposa in pace. Nel racconto che hai creato, e quello che abbiamo scritto per te, solo per te. Dove non smetteremo di pronunciare il tuo nome, per continuare a dare vita ai tuoi desideri. Che niente e nessuno ti trascini nelle tenebre dell'oblio... Nel racconto che tu hai scritto lasciato tra noi, cè disseminato in vari pezzi il tuo Io, così che la parte che ride degli altri rimanga come un'eco. Ma ciò che hai lasciato non morirà mai, così come la storia solo tua che abbiamo creato per te, dove non esiste vuoto o dolore. Dove sei felice in una vita per te. Mentre noi, che restiamo qui..." guardando Kianta "impegniamoci in quell'eredità, desideri che ha realizzato e che continueranno. Se tu accetti, dovrai farti carico di molte cose, ma sarai sempre e solo tu. Per molti conoscere le origini è importante e di vitale importanza, e quela cosa lei non la capiva. Si chiedeva perchè se prima di sapere di avere sangue diverso, fossero felici e poi dopo la scoperta, hanno un bisogno viscerale di sapere chi erano il suo sangue e fanno come i pazzi... se si è felici, se la vita va bene così comè, perchè sporcarla con certe cose? Magari accertarsi che non fosse una cosa grave, ma da rovinare tutto come ho letto per ciò... E tu non hai battuto ciglio di niente, non hai chiesto o voluto informarti..."

"..." era vero, non le era importato di chi fosse prima o avere notizie, neanche con legeia, perchè non sentiva affatto di dover conoscere il passato se ancora non conosceva il suo presente, le andava bene così senza essere influenzata da inente.

"... La visualizzazione e le proiezioni, le abbiamo solo provate nei laboratori ma... Ti senti pronta ad agire come burattinaio e burattino al suo posto? Perchè sarà così..."

"Se... se è riuscita lei, allora Master, comanda..." seria, dopo aver guardato i ritratti "E magari con questo potrò capire me e questa vita che mi è stata data e decidere del domani..."

"Molto bene, procediamo, anche se è l'abito di Veròna e dovrai impersonare Lia? per oggi, giochiamo alle tue regole..." sorridendo, prendendola per mano andando verso le porte.

"Comunque" fece lei con un sorriso cattivello "Stai andando contro la promessa, ma farò finta di nulla perchè sono curiosa di vedere come lavorate e comè il mondo fuori... e di giocare con i tuoi doni e gustarmi le mie meringhe, col tè... è il minimo per le mie fatiche!"














Un anno prima

"Voi... siete la strega!" esclamò la donna, dopo averto lo spiragli o della porta con timore ed essersi trovata una donna conosciuta, che la squadrava con cipiglio e altezzosità, con le mani giunte con eleganza e morbidezza, senza tensioni o simili. Sembrava risoluta e in visita.

La donna aprì un pò più la porta, poi guardò a destra e sinistra della strada dove abitava. Notava persone a fissarli, e le venne un groppo in gola.

"Sono giunta qui in visita come promesso, non accade che mai non mantenga la mia promessa...Sono colei che dirige il GIoco e la Signora delle possibilità, compaio a chi ha bisogno e prega davvero entità esistenti e con la conclusione del Contratto io eseguo gli ordini che mi competono, basta proncunciare il mio nome e comparirò, concedendo la richiesta secondo i termini, come ben sai... e sebbene possa dover accorrere da altri contraenti e persone con bisogni, cè sempre qualche mio servo che agirà in mio nome. Eppure ti vedo stupita nel vedermi... Ma se permetti, vorrei parlarne con te meglio all'interno..."

"Oh, mi perdoni.. io... che vergogna, una persona come Voi ad attendere come un postino sull'uscio..."

"Non ti credere" fece Veròna a passo di marcia superandola "io nonostnate quel che sono, non valgo più o meno di un umile e giusto postino. Mi auguro che, nonostante quel che sono, non consideri e tratti le altre persone, per i loro mestieri, con livelli... bassi! tu che sei del popolo e sono qui per rispondere alle tue preghiere..."

"NO, no... ovvio..." fece la donna vedendola andare con eleganza al centro del salottino. LA sua casa era piccola e non proprio un bell'appartamneto e subito dopo l'uscio di casa si entrava direttamente nel salotto. Mentre teneva la porta aperta notò quattro persone a ventaglio a massimo un metro dalla sua porta. Due entrarono facendole un segno dle capo con rispetto e due rimasero a guardia, accanto ad una macchina che fece sputare alla donna un gemito.

"Sei sorpresa della mia macchina? NOn esserlo, sono una strega moderna ma non significa che non debba ancora oggi vivere come nel mio periodo... non è una macchina moderna fuori, ma dentro si!... O non sarei quel che sono, io rispetto i potenti con le loro promesse vivo ringraziando La Dea e il Dio per la creazione della natura e il suo equilibrio... è una Pierce Arrow Model B del millenovecentotrenta e trentuno, color raso blu perlato con dettagli color argento. Posso anche dover ammodernare i miei abiti per emscolarmi meglio, seppur mi sia da noia, ma non posso andare in giro con quelle scatolette di adesso che sono peggio degli anni ottanta e novanta.... " con un moto di stizza e un gesto delle labbra di disgusto, mentre allungava una mano. La donna dopo aver chiuso la porta, vide che i due che erano entrati avevano impermeabili scuri e valigette, e uno di loro aveva aperto la prorpia poggiata a terra, per estrarre uan custodia in pelle. La mostrò avvicinandosi a Veròna, la quale prese una pipa che sembrava piegata a metà e con un gesto come se aprisse un ventaglio, la fece scattare perchè le giunzioni entrassero nella parte con cui dovevano incastrarsi, mettendo insieme una pipa fina e che sembrava la virgola della nota marca Nike, senza l'ultima puntina, avendola portatile ma funzionante perchè studiata in modo da essere stagna. Vi erano anche quelle magnetiche, ma lei aveva quel tipo con mini piastre di giunzione che non lasciavano passare i lfumo se non nel condotto.

L'uomo le accese il braciere con un fiammifero. La donna rimase in attesa di parlare e nel mentre la squadrava. Oltre i capelli uguali a come li aveva visti le sere che era apparsa, ossia con base biondo scuro alla radine e poi degradando verso azzurro e ghiaccio nelle punte, con le ciocche sulle tempie tirate indietro e fermate da ogni lato da un qualche tipo di fermaglio a forma di sezione di rami di albero e foglie color argento, aveva un abito da donna che le sembrava più opportuno per una festa di quelle che chiamava per ricchi, essendo lei una povera madre single con il lavoro perso, e che vedeva cose del genere nelle riviste che riceveva dalle vicine. L'abito era formato all'apprenza da un unico pezzo ma la parte superiore era cucita alla gonna all'altezza della vita.
Il collo era di tipo hight neck, con una fascia che guarniva il collo in stile increspato, con una zona di qualche centrimento libera ove si si mostrava del tessuto sotto, come piccoli oblò a raggiera che si univano alla zona del busto ma strisce di tessuto. Dalla giunzione di queste strisce vi era tutto i lbusto che sembrava rigido, che finiva sopra i fianchi da cui partiva la gonna. Al centro del petto da sotto una delle sezioni di tessuto che collegavano collarino e il resto, vi era un triangolo che finiva all'attaccatura della gonna e per altri sarebbe stata sexy, ma sia quella parte che del collo, invece di mostrare pelle nuda, avevano delle sorte di pieghe che uscivano che erano da decoro e davano un tozzo retrò. Le maniche scendevano aderenti su cspalle e braccia come una maglia, ma all'atezza del gomito la parte interna di divideva a triangolo lasciando il resto del braccio libero, mentre tutta la manica continuava fino a terra come il resto dell'abito, allargandosi come se fossero uno strascio o una mantella ma per braccia. Così le paragonò nella testa. Il resto era una gonna che pareva a sirena ma era semplice davanti fino a terra, mentre dietro aveva tutti livelli drappeggiati dal davanti a dietro fino a dietro le ginocchia come... come un abito di fine ottocento. QUando avevano quelle gonne che parevano fasciare il corpo e poi avevano la parte più pronunciata dietro, dal fondoschiena alla zona dello strascico. Sebbene mancasse un centimentro o forse più tra il tessuto che quasi toccava terra e il pavimetno, sembrava che comunque vi si poggiassero.
A vederla di davanti, la donna la paragonò alla moglie di Dracula come stile dell'abito, con le balze di tessuto perlato in stile francese dagli oblò, menter dietro un altro tipo di abito. Si accorse che aveva un bell'oblò che mostrava scapole e un arco prima delle reni, con effetto vedo e non vedodalla composizione di balze bianche che facevano tipo ventaglio dalle scapole al cetnro della schiena, come due ventagli che si sovrapponevano, pensò, e nonostante questo il tessuto non era pensante ma come seta che mostava la pelle sotto e poi tutto il dettaglio dall'oblò fino al dietro delle ginocchia di questi drappeggi che si univano in quello che pareva il dietro di un abito da sposa, come nelle riviste, che risaltavano schiena il gioco di imbottitura. Indossava come gioielli anelli, collanine finissime che scendevano una dopo l'altra di varia grandezza a cascata, non come ninnoli e pendenti vari, ma ogni collana era formata da sezioni a seguire di forme e catenine, forme e catenine, ma erano così fini e piccoli che non capì che fossero. E due orecchini che erano mezzi cerchi larchi meno di un centimentro con delle scritte, così come gl ianelli. Si, orecchiin e anelli avevano scritto incise in nero contro l'argento del gioiello. E come tutte le volte che si erano incontrate, indossava guanti che parevano eleganti ma anche spessi.

La vide sedersi su una zona del divano, ma come sempre le altre volte, dopo che sempre quell'uomo aveva tirato fuori una sorta di copridivano su cui lei potesse poggiarsi. Per non sporcarsi aveva pensato all'inizio. Invece lei aveva osservato il suo viso la prima volta e aveva sentenziato che non doveva offendersi. La sua natura umana aveva il brutto vizio di odiare l'idea di sporcarsi ovunque. Ecco perchè non incontrava nessuno in locali, zone di qualsiasi tipo pubbliche a meno che non restasse in piedi, se non aveva modo di trovar posto che per lei fosse senza germi o batteri. La sua natura umana aveva questo difetto, le disse con un sorriso, e giurò sul suo nome e su ciò che vuoleva, che ciò accadeva in qualunque abitazione o luogo, non importa il ceto sociale, le disse. E la donna vedeva verità nei suoi occhi, quindi le volte successive non aveva mostrare disappunto. Viveva in un posto squallido come edificio in affitto, ma sapeva tenere la cosa pulita e in ordine e in tutta risposta, come se le leggesse di nuovo in testa, Veròna le aveva detto chiaramente che s enon un ambiente non la soddisfaceva neanche si degnava di sedersi, quindi poteva sentirsi a posto.

"Dunque... raccontami come questa strega ha risolto i tuoi problemi...mi piacciono di dettagli..." con un srisso marpione, così sembrava alla donna

"Innanzitutto la ringrazio, Strega Veròna, per essere apparsa quando..."

"Cerco di aiutare le eprsone che posso e meritano, oltre che chiamarmi involontariamente. NOnostante la religione seguita da molti affermi il contrario, le streghe in tale concezione esistono per aiutare e dare modo di continuare il percorso per la felicità. ovviamente, la felicità come ogni singolo individuo la concepisce. E' diversa quanti sono i cuori di ogni persona, e come la bellezza è un fattore personale, diverso, differente da altri che si possono consdierare simili. Tu eri una persona normale che desiderava iniziare una vita autonoma, e invece è finita in questo... Hai tenuto un bambino contro il parere di tutti, hai cercato di cavartela e all'inizio pensavi riuscirci, ma hai perso il lavoro, ti sei sobbarcata con i risparmi il tempo che potevi per trovare altro. Ma sei finita male. Sei stata indirizzata dal noto Trumph per un aiuto, ma invece di un sostegno sei finita nelle mani di uno strozzino e ora, appena ti sei resa conto che dopo uno o due mesi non potevi ridargli tutti i soldi più interessi, ti ha proposto il classico. Datti, ripagami e sarai libera. Ma ormai saprai anche tu che non funziona così, una volta che inizi con il primo, non sarai libera, mai. Te ne rendi conto, si... io sono intervenuta perchè so molte cose, e cerco di evitare che donne e ragazzine diventino definitivamente oggetti e con un collare con targhetta, su cui cè scritto l'uomo a cui ormai appartengono. Io mi sono occupata di quel soggetto, e ormai lo sai, visto che le altre donne che lavoravano sullo stesso marciapiede devobo avertelo detto, sebbene abbiano altri protettori, sono le prime che sanno! Quelle donne posso aiutarle, il problema è che non vogliono. E io no nsono una di quelle che crede che fare di tutto, anche contro la volontà dell'individuo stesso, pur di pensare alla mia bella coscienza che ho aiutato... interviene" scuotendo la testa "Io aiuto chi desidera ciò e tiene nel cuore la speranza o un sogno che pensa sia irrealizzabile. Coloro che non vogliono essere aiutati, non posso aiutarli perchè va contro il loro pensiero e desiderio. Funziona così, la mia magia potrebbe ancora operare, ma se i loro cuori non vogliono, posso provare quanto voglio.... Ovviamente, se ci osno in ballo droghe e alcool la cosa è diversa, questi fattori modificano la volontà del soggetto. le tue speranze erano cadute giù, ma cèrano, vivevi per mantenere tuo figlio e mostrare alla tua famiglia, mezza bigotta, che il fatto di aver fatto scelte e aver voluto vivere e sperimentare, prima di fidanzamenti ufficiali e matrimonio, che non cèra niente di sbagliato. Vivere e provare di essere vivi non è una colpa, sempre che non si usino contro altri per atti negativi. Compreso questo, ora voglio sapere da te la tua intenzione! La mia magia funziona solo per determinati fattori... te lo spiegai. COme l'Hoodoo! La sua forza si basa sul crederci, come per le altre religioni e sebbene io non segua questi filoni, agisco e utilizzo questa magia che possiedo, per gli altri. Come dovrebbe essere. Il soggetto, e così coloro che lavoravano per lui, che ha approfittato di te adesso è una dolce pecorella che è utile alla società. Ma questa magia è potuta accadere perchè tu hai accettato il mio contratto. Adesso che io ho fatto il mio, mi aspetto, e intendo proprio mi aspetto, che tu mantenga il tuo. Di solito la prima parte ad agire per i termini del contratto dipende dalla situazione, in questo caso anche tu hai fatto un briciolo di prima parte. Informazioni e date e ho schioccato le dita..." facendolo sul serio, facendola trasalire "... ma la parte principale del patto che abbiamo stipulato viene adesso. E sei tu l'attrice principale. Se io non riscontro i fattori che hai elencato, che avresti portato a termine per te e tuo figlio, dopo che ho mantenuto la mia parte, sai cosa accadrà..."

"E lo farò, promesso..." fece quella con foga

"E me lo auguro. Intendiamoci, non sono come coloro che ho cambiato con la magia, e non ho intenzione di essere ritenuta malevola e negativa se riscuoto il mio pagamento in caso di inadempiento. Ma là dove non vi sia stata guida di vita degna, intervengo io e agisco per il bene delle persone, anche spronandole se necessario, anche urlando come un demone se devo. E, altra cosa che devi imparare, è che questo mondo è spinto per la maggior parte da due fattori, forza e amore. Ma non credere, non amore banale e pieno di interessi personali dei genitori...quando un essere umano dà alla luce un bambino, gli danno una forma fisica o detta anche materiale, affinchè l'anima abbia corpo. Il problema è che questa forma non è stata composta dalla consapevolezza che si tratta di un nuovo individuo, punto. Diventa di proprietà e degli adulti, che sono pronti a fare di tutto perchè sia come vogliono loro, e il loro ipotetico futuro anche se moriranno. Quali fardelli per un inviduo che viene fatto nascere solo per egoismo.... Quando gli danno un nome, lo riconoscono e questi per tutti sarà secondo la forma che gli adulti gli danno. Quando lo allevano perchè sia come la loro mini copia, modellano l'esistenza per come vogliono... e questo è egoismo. Punto. Voglio lasciarti il beneficio del dubbio e sperare che ti sei data per soldi per il suo bene, inteso ocme bisogni primari e non perchè per te sarebbe l'unico motivo di esistere e i ltuo futuro... perchè come ti ho detto, si vive per se stessi in primis. Non ha senso lagnarsi pompandosi, come se avessero fatto chissà che, affermando che si sono sacrificati e non hanno goduto di questo o quello solo perchè avevano i figli, portando questi a credere di essere colpevoli, perchè accade, delle privazioni e del non aver vissuto degli adulti. Pochi lo pensano, ma è un peso che non si può togliere. E l'idea stessa di pensare ai figli come bene primario, perchè qualcosa di se stessi continui come sangue, e peggio, perchè siano mini copie dell'adulto, è riprovevole. Per questo non mi faccio problemi a prendere i bambini e istruirli perchè siano come devono essere, lontani da influenze che li portano a fare poi scelte negative per tutti, pur di avere il minimo e..."

"Io ho fatto del mio meglio per mio figlio, ma giuro perchè lo amo e voglio che cresca forte e sano, senza... ma voi che mi avete aiutata, voi che siete una Strega e pensavo non esistessero...e venisse qui...e non le ho offerto neinte e..."

"In fondo, le streghe" di cosa sono fatte?" andandpo indietro col busto sullo schienale del divano mettendosi comoda un pò di lato "DA quarantacinque percento di umanità, quarantacinque di magia, cinque di zucchero e cinque di paprika" con un sorriso giocoso "Se così non fosse non potremmo comprendere l'animo umano e non sapremmo cosa fare per aiutarlo... e la mia percentuale di umanità mi impone di cibarmi e bere, ma resto pur sempre dell'altra percentuale e quel potere va usato per il bene. Ma come ti dissi le altre volte, non accetto mai qualcosa dai miei ospiti per il tempo, stretto, e dovrò pur aiutare tutti e non sono una divinità, in tutti i posti e con tutti allo stesso momento. Ma mi nutro e bevo quando sono in pausa e in tranquillità. Anzi, spero che i miei doni speciali ti siano piaciuti..."

"Oh, si... era da tanto che non mangiavo cibo vero, invece di roba da microonde da un dollaro. E non sapevo neanche come si chiamassero e non ne avevo mai visto prima... quel cesto con quel biglietto è stato un dono questa settimana, che mai speravo di ricevere. E mio figlio ha sorriso e mangiato tutto! Grazie! Io..."

"E sai cosa diciamo noi streghe?" mettendosi avanti col busto, sorridendo, con la pipa che sollevava fumo dolce

"Eh... si, me lo ricordo. Le streghe come Voi sono presenti, ci sono e il vostro aiuto e azioni sono reali. SAnti, divinità sono lenitivi, ma solo concetti di fede e aspettative che mai si completeranno! La magia, quella che voi usate, è reale. E cambia e aiuta davvero le persone..."

"Molto bene...!" con tono gioioso e lento

"E mi avete spiegato cosa fare dopo il vostro aiuto e..."

"Hai bisogno di tre tipi di potere per controllare il mondo c he ti circonda, ma anche la tua vita. Uno è l'influenza che riesci a possedere o creare perchè la forma che tu hai, intesa come indivuo con sua personalità e capacità, sia vista e mantenuta, valorizzata e non dimenticata. Perchè poi si finisce come te. Un altro è la ricchezza Per molti significa denaro a profusione, io lo splitto in due parti, la ricchezza interiore e quella monetaria, equilibrate e mai che una penda troppo rispetto all'altra. Il terzo è la forza. Non puoi andare in nessun posto senza la forza interiore e quella di migliroarsi e andare avanti a testa alta, non importa cosa accade. E questo è solo il sunto, ma per farti capire che se non ti dai una svegliata, tornerai o dalla tua famiglia o ricadrai in mano a qualcuno. Una persona diceva che questo mondo è composto da tanti pezzi, ma due in particolare abbondano. Amore e pazzia. Cè sempre molto di uno o dell'altro, il problema è che tipo di amore e pazzia si tratta. perchè rispetto ai buonisti, esistono vari tipi e forme di amore e altrettanti di pazzia. E in base a quali, accadono cose neutre, positive, negative. Vedi di comprendere bene che forme ci sono in te di questi due elementi e degli altri, bilanciali e agisci. E non dimetnicare di vivere anche per te stessa, vivere davvero e non perdere tutto solo per l'idea dell'eredità di sangue. Solo queli che ragionano così rovinano il mondo... adesso, se permetti, ho altre persone da incontrare" alzandosi, seguita dall'abito per le parti lunghe

"Mi permetta però... di ringraziarla, veramente..." avvicinandosi e pre ndendole una mano, sorprendendo Kianta che impersonava Veròna "davvero, farò ciò che devo trovando vie pulite e sicure, per mio figlio, perchè si determini come deve... come avete detto!" guardondola con riconoscenza e reale gratitudine e per un attimo Gask, che era rimasto in disparte la vide visibilmente stupita e senza parole, ma non fu solo quello. Quella scena sembrava uguale a qualcosa che aveva già visto. E il viso di Kianta vi faceva parte, ma non ricordava bene perchè.

"Tu... tu fai in modo di mantenere le parti del contratto che ti spettano. Per il resto io continuerò a fare il mio controllandoti e aiutando, qualora dovessero esserci problemi che tu non puoi realmente gestire. E parlo di cosa hai fatto finora per ripagare quella gente. Ciò che hai fatto per contrastare il bigottismo e stupidità sociale, anche nella tua famiglia, non deve cadere come frutto marcio a terra. Se quel frutto che hai lavorato così duramente coltivandolo e portandolo a maturazione, venisse staccato prima di te e per rovinarti? Ti pentirai di non aver scelto di fare la cosa giusta, portandoti a lamentarti e basta, facendoti prendere dal senso sopravvivenza che ti ha portata da quella gente. Quel rimpianto fa davvero male, ma ancora di più non aver dato se stessi in ogni modo possibile per starsene alla larga. Molte volte non cè altra spiaggia, ma non significa che vi sia comunque un sentierino nascosto da cui fuggire. Non farlo i farà strisciare attraverso l'inferno. E non ci sono sempre Streghe pronte a proporre contratti o a lusingare zuccheratamente il modo di uscire per aiutare... ricordalo. Anche perchè quel cosetto che hai partorito è e resterà sempre quello che si ocnsidera di sangue. Quindi anche quei falliti dei tuoi genitori e parenti dovrebbero usare la testa per le assurdità che pensano, senza poi applicarle. Almeno per lui, dovrebbero aiutarti così da essere coerenti con le cavolate che pensano sul vivere sulle spalle dei disdcendenti perchè hanno il sangue... che gentaglia! E magari un giorno da vecchi pretenderanno proprio al cosetto di fare qualcosa perchè sono nonni e zii e simili. Svegliati, tu puoi aver fatto una scelta scontrandoti con l'ottusità sociale, ma è anche vero che puoi farlo per te in primis. Come hai visto, se tu cadi, cade anche lui. E' per questo che il mondo cade a sua volta... comunque, provvedi a mantenere la parola e la vita ti sorriderà... e poi" qualcosa baluginò intorno finchè non si mostrò essere una grossa libellula che mandava con le ali bagliori argentati, di azzurro e blu di varie sfumature come se scintillasse di luce propria, guardata con occhi sorpresi dalla donna.

Gask sapeva che con il visualizzatore ai suoi piedi era facile creare l'illusione che sembrava reale e poi, con un gesto imparato dagli illusionisti, far apparire qualcosa nella mano facendovi posare proprio l'essere irreale. Infatti Kianta alzò lo sguardo sulla finta libellula imitata dalla donna e con un oggetto preparato prima tenuto in mano, aveva finto che l'esserino vi si posasse, sul palmo scomparendo e lasciando l'oggetto vero e proprio. Gioco di illusionismo normale ma che a volte, con la gente semplice e troppo presa da mille pensieri... semplicemente faceva i lsuo effetto e creav a maggior legame con la Strega.

"Questo è un dono perpetuo per te, perchè ti resti vicino e ti aiuti al bisogno. E' composto da più parti, ma non dovrai mai toccare quelle parti o spostarle se non necessità reale. La magia che vi è dentro si attiva in un solo modo, devi portare le ali tirate indietro con forza sovrapponendosi fra solo finchè non sono parallele al corpo... in quel modo chiedendo il mio aiuto, io o chi per me se sono occupata con altro contraente, verrà...." mostrandole sul palmo della mano un portachiavi con una libellula, che sia comprese ali che la coda era quanto preciso il suo palmo, senza uscirne di un millimetro. In realtà Gask aveva scoperto che era un caso che fosse così, infatti quando furono commissionati ai laboratori delle botteghe, si era precisato che non arrivassero a otto in larghezza delle ali e nove da gancino poi da appendere all'anello per chiavi alla coda. E poi prendendolo in mano era risultato circa quanto preciso il palmo di Kianta.
Era una riproduzione più precisa possibile, il che significava che sebbene in materiali basici come legno, ottone o acciaio, in base al momento si sceglier quale tipo, cèra del lavoro dietro per ogni oggetto. NOn importava se vi era un prototipo base per copiare la dimensioni e le forme e poi solo rifinire, il valore di un oggetto per loro era il tempo impiegato e quindi valutare il suo costo. Sebbene materiali riciclati da cartucce danneggiate, oggetti di acciaio o ottone o legno, alla fine l'oggetto finale aveva un costo particolare e loro li regalavano! Tuttavia aveva risposto Milan a quel dubbio, avendo Gask alle spalle l'esperienza dal Capo, quegli oggetti non perdevano mai il valore neppure se donati. Se nessuno li manometteva rimaneva il chip sia gps che di segnalazione, che avevano comprato a niente dalla cina e controllati per verificare che funzionassero anche in determinate situazioni. Superati i test, erano stati inseriti in piccoli oggetti da dare alle persone che avevano salvato, se con Veròna come portachiavi di libellula, così che azionando le ali di proposito e portandole in un certo modo, quindi un'operazione fatta di proposito e ben precisa, non per errore o colpi casuali, si attivava un avviso che sfruttava le linee telefoniche degli smartphone perchè le Torri vicine, ma anche lo Chateau ricevessero l'avviso e si attivassero.ma non solo in quel modo, i segnali erano diversi, anche via satellite, ma dipendevano dalla persona L'accordo era che tenevano per sempre quell'oggetto, non importava se non avesser più bisogno della strega, perchè nel caso sarebbe riapparsa. Ma non era solo per chiamarla, ma anche controllare agevolmente i soggetti e nel caso, appunto ripagando il valore dell'oggetto, chiedendo loro non importava dopo quanto, qualche favore o informazione o altro, che ripagasse ciò che avevano ottenuto, anche se dopo avevano fatto maturare loro aiuto e frutti dell'impegno. Era un dare ma anche un ricevere senza scadenza di tempo e Kianta stizzita, diceva sempre sulla questione che era il matrimonio.-un dare reciproco reso valido un contratto vincolante cosparso compromessi oltre in cui usare facce funzioni fuori finga di stretto nella realt sono parole al vento perch poi perdono vengono rotte ma l'apparenza fa parte del gioco soleva dire ci sposa restare soli e avere qualcuno torchiare per cosa serviva il matrimonio non questo...chiss come mai quandi si è fidanzati o convinventi va pi bene che da sposati chiss=""-

La donna fissò l'oggetto. La testolina, il corpo, le quattro ali. Era parecchio realistico e ben fatto, comprese le nervature delle ali e i colori erano un barbagliare di color perla, azzurri e blu e argento sulle ali, mentre la testa, il corpo e la coda fatta a sezoni bombate erano colore naturale. La prese e la guardò per bene.

"Voglio che tu lo tenga per sempre, e per sempre intendo così. E' un simbolo palpabile del contratto e se lo dovessi perdere, io te ne porterò un altro, non importa dove sarai. Con questo oggetto siamo in qualche modo legati e s ehai bisogno devi pregare il mio ritorno usando questa libellula. Basta che lo attivi come ti ho spiegato e la connessione con me mi apaprirà nella mente e giungerò, in qualunque modo. Ma ricordati, se le cose andranno come stiputato, non ne avrai bisogno, altrimetni ripeterai tutto e sarà come scivolare giù nell'inferno... e se hai notizie di chi sappiamo, che sia collegato o meno, chiamai con questo. Io manterrò la promessa di vegliare e tornare, in caso di bisogno per te e i tuoi discendenti. ma dovrai tenerlo sempre con te. Giura sull'anello che indosso e mantiene le promesse. Sai quali sono le conseguenze e non importa cosa pensi di fare per fermarmi o scomparire..."

"Tu sei una strega e puoi tutto. Lo so. ma mi è bastato cosa hai fatto, anche se in un contratto, per fidarmi e accettare..."

"Bene..:" con un'alzata arrogante del mento verso l'alto e un sorriso di trionfo "Che tu e il tuo sangue, che merita, possiate avere una vita degna e con poche sofferenze. Come ti spiegai la prima volta, problemi e qualche dolore fortificano l'animo, ma entro una certa soglia. Io ho alleviato da tua preghiera quella troppo penosa, ma provvedi a fare il resto..." mentre quella faceva su e giù con la testa, nel suo completo da ufficio che aveva tornato ad indossare come augurio per rifarcela." Per ottenere ciò che si vuole, dovreste fare dei sacrifici, diventare il più bramosi, il più avidi possibile…!! La dea della fortuna arride agli avidi ma ciò finisce per far del male agli altri. E ciò non è bene. Ci vuole equilibrio. In questo mondo, non ci sono altri che il nostro dio interiore o sogno o ambizione, e le porte che conducono a scorciatoie facili non esistono senza danneggiare altri. Non devono esistere, non lasceremo che esistano. È pestare coi piedi per lo stesso sogno, senza che questi lo vogliano, tutti gli altri. Ci sono persone che per seguire il proprio di sogno accettano le conseguenze dell'intromissione di un altro sogno. Se per loro va bene non danneggia il senso della moralità che si ha dentro. I mezzi a volte non sono meritevoli di essere usati, anche per il fine, se portano a pestare le persone. Tu sei stata pestata, un sogno o desiderio non deve esser mai così grande, sopratutot se prevede soldi, potere, ambizione negativa, da considerare gli altri formiche da schiacciare o si pensa che in natura, i deboli sono giustamnete lasciati indietro. Chi la pensa così ha sputato nell'occhio dell'evoluzione umana e l'idea stessa dell'umanità. L'umanità è tale perchè in determinate cose si allontana dalle leggi . Come il lasciare indietro infanti, deboli, soggetti che necessitano aiuto e protezione. Così facendo non saremmo altro che Bestie, nanhce i normali animali che seguono le leggi naturali. Voglio che ti sia chiaro, non solo per la te ma anche che lo insegni a tuo figlio, o altri se ne avrai, e insegnerai anche il rispetto per le donne, tutte, a meno che no siano stronze da danneggiare qualcuno. In quel caso chiudo un occhio..." sventolando la mano aperta come a scacciare qualcosa "ma devi dare tutta te stessa perchè per lui o i bambini con cui avrai a che fare, ogni persona è tale, non esiste differenza o stranezza da meritare il male. E le donne, tutte non sono sacchi di carne del piacere. Sono stata chiara o devo tornare per una visita, non di piacere, perchè lo comprenda?"

"No...no, chiara..."

"la fiducia è molto importante. Non solo per il contratto, visto che un atto vincolante. Lavorare basandosi sulla fiducia ha i suoi pro e contro. E io odio chi rimangia la parola... Ci vuole duro lavoro per costruire la fiducia, ma solo un istante per perderla. Non c'è investimento meno redditizio, eppure perchè l'umano è tale, la fiducia deve valere e si deve lavorare perchè continui ad esistere, mai dimenticarlo.. E, un'ultima cosa! Tutte le persone sono destinate a morire alla fine, questo è vero. Significa però che le loro vite sono senza significato? Certo che no, nessuna vita è insignificante, non importa dove nasca o se abbia sogni o meno grandi come piace alla gente. Ciò che significa la vita di una persona, ciò che vale, ciò che è… queste sono cose che una persona decide da sé e le mantiene fino alla fine… Non importa quale tipo di destino sia forzato su di loro, quale lavoro faccia, dove nasca come fascia o altro. Tutti sono preziosi per la società e come vita. Non accettarlo equivale a morire. Creati il tuo mondo… per te stessa…e tuo figlio!..."

Detto questo, senza attendere risposta si avviò alla porta, mentre Gask la apriva dopo aver rimesso nella borsa tipo palestra, l'apparecchio e Kovacs in quella suia stile medico di pelle, tutto il resto. La fissò mentre lo superava, con quel vestito così strano per una mattina normale in città e in quei quartieri, e una macchina antica fuori, ma moderna e green sotto. E la giornata di Veròna non era finita.
Gask la accompagnò alla macchina, i suoi ruoli, perchè lo odiava, erano starle alle calcagna, portare nel caso le apparecchiature e la sua scorta di c ose da mangiare. Dovevano andare nel borsone, poi però lei vedendolo uscire tutto, si schifò e si agitò al suo solito, in preda all'ansia del cibo che potesse aver preso germi e simili, e si diede della stupida da sola per non aver controllato dove li mettesse.

"Abbi pazienza, è una cosa che si porta da sempre" risponedvano Milan e Jd sorridendo alle sue sfuriate di raccapriccio, se notava qualcosa che non andava. Se mettevano una posata senza i guanti e lei poi doveva toccarle, le cose senza vassoio, piattino o ciotola ma poggiate sulla tovaglia. Una volta per l'incazzatura, vedendo un addetto alla tavola senza guanti aver poggiato il pane integrale così, sulla tovaglia normale della tavola e non su tovagliolo o cestino, gli tirò tutto ciò che aveva trovato. E si trovavano in una delle Torri, altrimenti tra altri avrebbe cercato di contenersi mostrando irritazione, incacapcità di star ferma e muovere Veròna, come quasi masticare e muovere la mandibola chiaramente senza però aver toccato cibo. Se faceva così tutti sapevano che qualcosa la infastidiva. Peggio per il cibo. Si lavava le mani mille molte, usava alcool novanta gradi come fossero salviette detergenti e odiava che le posate che usava fossero messe sulla nuda tovaglia della tavola, così pane o altro cibo. Aveva il fastidio di avere sporcizia degli altri addosso, e a sentire Jd, che quando gli chiedeva spiegazioni delle cose che faceva si esasperava e pareva che stesse succhiando un limone. Era un fattore profondo del tenersi lontana agli altri. Gli altri sono sporchi, chissà dove si sono buttati o poggiati, ovunque ci sono germi, la sporcizia della gente su di me, no! Eppure come anche la sbeffeggiava Alaric, non pareva normalmente che avesse quelle manie. Si pretendeva pulizia e le mani sempre lavate, ma cavalcava, controllava di persona ogni angolo e sezione perchè tutto fosse apposto e prendeva a ceffoni sulla schiena chiunque, non importava che altezza o larghezza avessero rispetto a lei che pareva un topo in mezzo ai gatti. Lei usciva fuori dai gangheri se ogni giorno non si puliva e si sistemavano le cose. E aveva picchiato vari uomini di mano sua o con oggetti quando vedeva da telecamere o di sua presenza uomini che non avevano un briciolo di igiene, peggio esempio se camminavano in pigiama senza vestaglia o altro di notte. Se in bagno non si alzavano le gambe dei pantaloni quando e toccavano terra con la parte interna, urlava che si portavano dietro la sporcizia fin nel letto e peggio di sopra. Se facevano casini in bagno lasciando la roba dove non doveva andare. Se nelel botteghe cèrano animali infestanti che correvano, ragnicon ragnatele troppo grandi. I ragni potevano starci, erano utili come i gechi e camaleonti contro insetti molesti e potevano gironzolare, così come i varani o draghi di comodo che cacciavano gl iscarafaggi. Vestiva con abiti che dovevano essere lavati e puliti ogni giorno, le lenzuola tranne primavera, estate e primo aututnno, ogni settimana, altrimenti ogni giorno, così come pigiami e cosa indossava. Per l'intimo solo sapone tutto vegetale e senza cose strane perchè diceva, era scappato a Jd, che mettendosi gli slip comunque portavsa roba proprio là. Usava tovagliette diverse per cose diverse, come mani, viso e busto un tipo di tovalgia. Un'altra per i lavaggi intimi, e una terza per gambe e piedi, perchè tutto ciò che stava in queste parti on doveva avvicinarsi alle zone intimie, quindi divideva tutto. Per stare fuori indossava tipi di vestiti e intimo di un tipo, per la sua stazna un altro, così come le scarpe diverse per cosa doveva fare. Se cucinava da sè, cosa scoperta da Jd, seppur raramente, per ogni pentola o tipo di piatto usava una forchetta o coltello per cucinare e altri per mangiare, piatti su cui aveva lavorato le materie prime da sole o insieme, era diverso da quello su cui poggiava la pietanza finita. Per non parlare degli addestramenti ed esercizi, nei rari casi in cui lo faceva tra gli altri, aveva i suoi tappettini personali e gli avversari se a piedi nudi, dovevano sciacquarsi prima i piedi e le mani, n el caso le braccia, davanti a lei. Ogni cosa era studiata per non farla a pelle nuda su cose per lei sporche, sebbene Alaric continuava a dire fossero attacchi a casaccio, perchè tante volte l'aveva vista fare cose senza accorgersi di sporcarsi o fare storie. E altre cose che la facevano sembrare una malata di pulito, ma non era questo, diceva Jd.

"Kovacs per favore, ricordami bene perchè mi appresto a usare Veròna anche in questi casi. Veròna dal mio punto di vista dovrebbe agire per stanare la gentaglia, non fare la filosofa con la gente... speravo che questo personaggio venisse mosso alla fine daltri... odio la gente quando mi ringrazia senza conoscermi... borbottà l'ultima frase tra i denti non per Kovacs ma per se stessa"

"Vuole la parte lunga o corta?"

La Pierce Arrow Model B iniziò il percorso per inserirsi nel traffico per il prossimo contraente e Kianta chiuse gli occhi e si portò la mano alla tempia sospirando, facendo alzare il petto. Alla guida davanti vi erano Zidgi e Django, dietro lei al centro del sedile, stretta tra Kovacs e Gask. All'inizio lei aveva fatto storie per l'ultimo membro del gruppo al suo fianco, ma Jd e Milan l'avevano persuasa che fosse un'ottima spalla e portavalore. Sebbene lei avesse sogghignato alla cosa, del fatto che diventava il portavalore, ossia custode gli oggetti più preziosi, abbassando il suo grado a semplice lacchè, insegnandogli qualcosa sulle posizioni e facendolo stare da solo in un angolo. Detestava chi la toccasse, acnhe condividendo il posto in auto, ma quello era lo spazio e sebbene lui mostrasse contrizione al suo incarico, stava zitto.
COn quei tre era abituata da considerarli parte di lei, adnavano d'accordo, si rispettavano e per ogni cosa sapeva che non doveva voltarsi per sapere che fossero dietro. Gask aveva sentito Jd, una delle solite volte che parlava senza accorgersene, dire che sebbene avesse problemi di identificazioni dell'IO e del Sè, e non si sentisse al suo centro da loro, non aveva bisogno di voltarsi indietro per sapere se qualcuno la seguiva. E lei diceva -non certo per stima considerazione affetto o altro quello sicuro=""-Una sorta di rammarica consapevolezza per essere elemento di studio per i test e sostituta di Milan per mandare avanti la baracca. Con schiaffi sul coppino e scherzi educativi metteva i paletti su tutto, disse con un sorriso Jd, ma l'unica cosa che sapeva era che loro non l'avrebbero lasciata troppi passi dietro, sia per paura di cosa potesse combinare, che per la risorsa che era. L'identificazione dell'IO andò a quel paese, continuò prima di capire cosa stesse dicendo metnre fumava, quando si rese conto che più per lei, per la persona in sè, aveva una identità e posizione per quello che poteva dare come pedina. A Kianta non piaceva la situazione di stallo in cui si trovava. Non riusciva a capire se fosse in un luogo per lei, oppure no. Se l'identità che aveva era se stessa per davvero, o dettata dl modo in cui la vedevano e trattavano gli altri.
Alaric diceva solo che era casinista e o di buon umore o pessimo, comuqnue era un tornado imprenscindibile, una piaga biblica, una disgrazia in vesti di femmina minuta che valeva per dieci suocere, e o la controlli o accadrà tutto ciò che le passa per la testa. Jd aveva però affermato che l'idea di Alaric di definirla così non indicava una persona immatura e pazza, sebbene l'altro avesse da dissentire, semplicemente un tipo di personalità alquanto... spumeggiante. Si, disse. -consideriamo questo termine per ora spiegare cosa davvero è difficile perch devi impararlo osservandola=""-, si sentì dire Gask. E ancora l'amico disse, -se stessa valgono apparenze perch molte creano una corazza atteggiamenti diversi dalla realt come rifugge gli vale e si deve considerare anzi continu lei è cos distaccata dagli altri sia non capire il s in questo gruppo sociale ma anche per un altro motivo le cose che ha scoperto dell'essere umano stando con noi mh=""-, fece come se volesse dire altro ma stesse elaborando bene la cosa...-diciamo stata  colpita  cos  tanto  realt  umana  nella  sua  forma  pi  cruda  accettare  molte  cose  ovviamente  non  problemi  a  trattare  con  persone  farsi  amici  ma  è  la  s  ela  tocchi  sbaglio  le  sale  ci  ha  visto  per  nostro  lavoro  anche  avrei  preferito  no  da  provare  terrore  di  quella  fine  bambini  orfani  o  abbandonati  in  strutture  famiglie  che  avevano  subito  l'inimmaginabile  schifo  tutto  il  della  societ  sotto  i  suoi  occhi  e  peggio  se  una  persona  era  donna=""-

"E' assurdo come tutti si reputino brave persone ed umani, e poi voltano la testa se altri hanno biosgno o solo un piccolo aiuto, e per riacchiappare quelli finiti come pescioliuni in una trappola, dobbiamo intervenire noi in vesti di streghe... di questo passo Milan, il cambiemnto non lo farà mai e quella gente pur di non ammettere di non essere forte e non mantenere la propria parte del contratto, torneranno da quella fogna. Lo so. Quasi nove miliardi di persone, nove, troppi per questo pianeta da aver creato il mercato dei nuovi schiavi da altri paesi, affossando tutti , creando altri nuovi schiavi e perduti considerati fuori dalla società... che schifo..." girando la testa a destra e sinistra con senso di schifo sul volto "La Romania in primis dopo gli anni ottanta e novanta doveva risollevarsi, invece per la cattiva condotta di quelli che pensano di avere in mano il paese, tutti sono al di sotto del livello medio degli altri e considerano ancora adesso fuori, il paradiso da cercare. Lo spostamento di persone in massa mese dopo mese, anno dopo anno, produce uno slittamento dell'occupazione nazionale, creando nuovi rifiuti della società non per scelta o droga, mentre i nuovi arrivati in regola o meno, sono schiavi come in Cina o paesi del sud, Albania, Africa e altri. E la lista di non conteggiati è lunga e vivono tutti ammassati in miliardi nelle città maggiori, sperando una svolta che per molti, se non certa gente che cacciamo, non avverrà mai. E Veròna sebbene faccia del bene, è come con i pulcini sui nidi. Se uno dei genitori muore, uno solo non può riuscire a sfamarli tutti fino ad essere adulti per bene, facendo venire adulti in forze con altri deboli o già morti. E' come una scremazione, e la cosa penosa è che nonostante dicano di avere più forza e speranza per lottare di nuovo, non è proprio così. Vanno a rilento, alla deriva, trainati solo dall'inerzia perchè non possono diventare ricchi, famosi,qualcuno o raggiungere il grande sogno chiaamto americano, australiano, e via dicendo. Non appena riescono ad avere una base decente su cui lavorare risalendo, ecco che si lagnano perchè vogliono più soldi, più questo... ricadendo in giù. E' una storia senza fine e Milan e quella persona sono solo idealisti. E gli idealisti a quella maniera pensando che in poco tempo possano..."

"Non è un pò dura, Capo?" domandò contrito Kovacs

"No, affatto. Sei dietro a lei e me da tempo e dovresti aver visto pure più di quanto io so... e ancora mi dici così. Tutti tranquilli mentre guardano fuori... sembriamo alieni in mezzo alle scimmie. Quanta disparità di livello, solo impersnando una strega che aiuta gli altri e schiaccia sotto il calcagno come la Madonna le serpi... Perchè lei ha accettato di creare la strega, se è possibile seguire uno sparuto numero e nemmeno quanti volevano..."

"La Strega, Capo, sa bene che è nata per due motivi. Immettere nel sistema sociale un soggetto fuori dalla normalità, perchè agisca come pezzo del gioco non previsto da tutti. Anche se ora sono in tanti che sanno di una strega che agisce, con la visualizzazione, le illusioni e prestig... prestigio.... no... insomma ha capito, l'organizzazione mette un avversario che la gente non sa come prevedere, contraccare, contrastare. Per tutti ci sono di norma membri della polizia, sezioni speciali, che hanno comunque delle leggi al di sopra che li limitano e modi di lavorare standard. Ma noi non le abbiamo e Veròna ancora di più. Sfruttiamo satelliti, risorse tenologiche nostre e acquistate perchè non siano in giro, il personale delle Torri e ogni mezzo possibile per dare l'idea di un qualcuno sfuggevole e non prevedibile. Abbiamo informatori e soggetti che non hanno accettato la Mano per vari motivi, che però sono stati disposti a lavorare per noi dietro compenso, purchè mettessero quei soldi per un pò di aiuto per la loro salute, senza droghe e simili. Veròna è ciò che è non ipotizzabile, supponibile, possibile, immaginabile, intuibile, presumibile, presagibile, e tutti gli ibile che ho sentito dal Leader, da quando ha deciso che dovesse esistere, perchè ispirato dalle azioni di quella persona... Ricorda la prima volta che lo fece o non lo sa?"

Kianta sapeva bene o male di quella volta, la prima, in cui Lia si mosse sui campi da gioco, come li chiamava, ossia missioni e incarichi. Milan voleva mettere alla prova la tecnologia con la sua visualizzazione e così accompagnata dai veterani, visitò uno dei luoghi di smistamento. Così li chiamavano, le sezioni in cemento decadente dove stipavano tutti i bambini, donne, anziani, uomini non in salute che usavano come schiavi per cosa gli serviva. Anche organi. E detto così non era così spiegabile come vederlo di persona. QUando Lia, dopo che la situazione fu sicura e controllata dalle squadre in campo, mise piede oltre la pesante porta in ferro arrugginita e messa male, ma che quelle persone denutrite, sporche e sofferenti non potevano abbattere neanche tutti insieme, vide la parte reale e non raccontata, a video, delle cose. E vide miseria e disperazione, terrore e rassegnazione, all'inizio. E poi il gruppetto di tre che li teneva d'occhio e li spostava, ormai legati. Kianta fece un passo ma Jd si mise di mezzo, dicendole di non andare oltre perchè molte cose che avevano già visto loro, erano come pugni nello stomaco. Ma lei gli strinse con tutta la sua forza il polso, e strinse, guardandolo negli occhi sfidandolo, dicendogli chiaramente se la fermasse pure, se poteva, ma lei doveva sapere. Non cè di peggio dell'ignoranza, disse, e per capire doveva vedere e accettare. Jd sembrava tentennare ma alla fine si fece da parte. E Lei avanzò. Osservò. Constatò. E Alal fine puntò gli occhi apertissimi e con aria cupa verso quei tizi. L'aria era già satura di pesantezza, cattivi odori, palpabile angoscia e dolore. Poi, quando si mise davanti a loro, divenne pesante e soffocante. Sucessivamente, la seconda volta in un campo di gioco, lei aveva preteso che la porta venisse chiusa con lei, gli arrestati e le vittime. NOn seppe mai cosa accadde dopo, ma Jd non scordò mai le urla e i colpi alla porta, i rumori pesanti e come uscirono strisciando quei tizi, se potevano, quando riaprirono. Parti di carne in terra, sangue, ferite, Lia di spalle in mezzo alle donne come a cerchio intorno a lei, e la sensazione che stesse pulendosi la bocca, il puzzo di ferro misto a odori corporei e aria viziata. Jd trovò uno dei suoi che tentava di togleirsi di dosso uno di quelli con mezza faccia, completamente senza carne, un altro senza parti di orecchie e naso, altri su altre zone, paura e urla isteriche. Ma quella prima volta, per Jd, era sicuramente quella che aveva ispirato MIlan per Veròna, la Strega del Gioco e delle Possibilità. Quella volta Lei era vicino a quei tre, muta, che dava un senso di pesantezza solo a guardarla. Quando uno dei tre fu sprezzante, lei gli diede un calcio su un lato del mento così forte da farlo cappottare di lato, nonostante fosse più grosso e pesante di lei e poi sbattendolo a terra, gli si mise cavalcioni sulla schiena e gl igirò il collo. Per abitudine sia Jd che tutti gli altri pensarono a una regolazione di conti. No, lei non aveva rotto il collo, gli aveva solo spostato i muscoli, come una torsione non letale, facendolo però sbraitare dal dolore. E fu allora che vide uscir fuori da lei quello che lo spaventava, quando lei faceva uscire ciò che Milan le diceva sempre, di dar corpo ai suoi incubi. E che portarono quel lato di Lia e la sua sfrontatezza, l'arroganza, giocosità falsamente immatura... tutte facce del tutto sfaccettato di Lia che servivano per un personaggio fittizio che camminava nel mondo reale.

"Dimmi, DImmi che ti ascolto. Come ci si sente ad essere un niente in mano di qualcuno con più potere? QUalche millimetro, un singolo movimento di pochi millimetri e tu sei finito. Puoi andare a picchiare i demoni, per quanto mi riguarda, se non ti faranno loro il culo. Conosco persone che bazzicano su queste cose, magari posso offrite te queste merde in mano loro, per i loro riti strani... ma ho di meglio. Ora sono io che Gioco. Ma con Voi. Vi darò il modo di fuggire, salvarvi il culo e non è retorica, di... riavere la libertà. Perchè vi toglierò tutto, perchè non sono la giustizia comune, nè polizia, io posso avere anche la vostra pelle malata strappata alla cinese, per farmici cosa voglio, come quella schifosa tedesca nazi famosa per queste cose o quell'assassino e creatore di oggetti in pelle. Li conosci? Io si, perchè ho voluto conoscere l'oscurità umana. E so che tu sei sporco, ma oscuro..?? Lo scopriamo insieme?"

Gli parlava vicino all'orecchio, ma con tono molto alto, dandogli fastidio, schiacciato da lei con le ginocchia uno a terra e uno al centro della schiena, con la testa vicina a quella dell'uomo, a terras dalle sue mani ancora nel gesto di rompergli il collo. E sorrideva. Uno sguardo malvagio, cattivo, luccicante negli occhi come creatura ferina e malefica. E jd capì che stava facendo fuorisciure tutto ciò che covava per la gente negativa, cattiva, malvagia che aveva conosciuto, che l'aveva rotta e gettata nella melma, e per molti altri.

"Sai... io non sono nessuno. Io sono una morta che cammina. Io sono il fantasma che ha potere dall'odio e rancore, che prende forza e potenza dai snetimenti profondi e nascosti ma pronti a uscir fuori come lava dal cuore, per farvi ricadere tutto di sopra. E come tale ho deciso di giocare con voi. Vi siete divertiti, ho sentito, a giocare come vi piaceva con donne di qualsiasi età, bambini e ragazzi, anche anziani... modi malati, viscidi, schifosi... ma è facile così! Il mio modo di giocare è così diverso che in confronto inferno e purgatorio di Hyeronimus Bosh sono paradisi tranquilli e divertenti. Perchè lui rifletteva cosa cèra nella sua società nei suoi quadri, cosa vedeva e cosa richiamava con i peccati e le punizioni. Ma non è niente, neanche dei Delitti e delle Pene. Ma cè di più... io voglio rednere qualcosa di non umano, definirlo, mostrarlo come umano. Si definisce personificazione, attributi umani dati a qualcosa di non umano. E voglio rendere umane tutte le cose che non vi hanno raggiunto... e sai cosa? Puoi odiarmi, guardami e ricordami se puoi, ma io sono ciò che tutti voi feccia umana avete creato e vi rimando con gli interessi... ma su un mio campo da gioco, con mie regole e tutto. Come avete fatto su altri...Ti prenderò e ne farò un farò un fantoccio senza personificazione ne definizione, verserò su di tè come olio bollente tutto ciò che non solo tu, ma anche tutti quanti con te e sopra di te, avete fatto negli anni. Ti romperò e ti ricomporrò. Ti farò a brandelli e poi ti curerò cambiando posto come se spostassi un segnalino di tiro. Ti entrerò nella testa, nel cuore, nei polmoni, fegato e ogni parte distinta di te. Ti porterò alla dannazione e disperazione che non hai conosciuto, e ricontinuerò in modo diverso, così che tu non ti possa assuefare, finchè non mi maledirai prima di romperti, e allora io riderò. Si, riderò, così..." alzando la testa e ridendo con tutta se stessa. NOn era sguaiata, non era orribile da sentire, era cristallina con una vena di cattiveria e una sfumatura di superbia, tornado ocn la testa vicina all'uomo "E lo farò ogni volta che perderai al mio gioco e subirai il dolore del mondo intero. Ma non morirari, nessuno morirà senza il mio permesso, perchè qualora accadesse, lo sarà anche per me e allora la tua rabbia, odio, maledizione sporcheranno la tua anima. COme è dannata già la mia e continuerò anche dall'aldilà e ciò non avrà mai fine, perchè ora che sono un pò libera dal gioco della famiglia e società, io vomiterò tutto ciò che ho tenuto su di me... e non hai idea cosa ho trattenuto per anni! Ma Prima, il nostro Gioco! Ora su, alzati" tirandolo per i capelli perchè si rialzasse "Sollevati e preparati, perchè giocherai con me, farò sistemare il nostro campo da gioco, sceglieremo le pedine e saranno le tue risposte, le tue decisioni, tutto ciò che cercherai di mettere in campo contro di me epr vincere... se vincerai, sarai libero. Andrai via da quella porta sulle tue gambe, nessuno ti seguirà o altro, e il Gioco ripartirà con questi altri due. Ho tutto il tempo del mondo, questa gente non ha un posto dove andare o qualcosa da fare, quindi assisteranno alla vostra sconfitta o perdita. Urlerete il mio nome, che sia per maledirlo o deridermi, va bene! Ho visto così tanti video e bodycam da sapere che giochi giocate, ma ne ho anche io di divertenti. Se avete dei santi, Dei, qualsiasi essere a cui vi rivolgete e in cui credete, imploratelo, perchè io sono un'entità indefinibile, inqualificabile, che cammina sul bordo dei piani pronta a ghermirvi o farvi miei servi. Io sono al di sopra di leggi e regole comuni. Io sono la vostra dichiarazione futura di vita, morte, continuazione e come, io sono la via destra e la via sinistra. Io sono colei che guarderete fino alla fine, se perderete che servirete, se vincerete colei che vedrete ovunque e sempre, perchè così sarà. Su, dimostrate le vostre bravure e decisioni. Come giostrerete gli elementi presenti? Quanto scapperete? QUale partita vi porterà benefici per l'ultima? Vi saranno cinque sfide, di diversa tipologia. Di voi non resterà che sudore, bava, sangue e tormento. Ve lo posso assicurare, perchè subirete ciò che meriterebbero chi mi ha fatto del male, e sarete i primi. Io, Lia, vi sfido a definire chi di noi vince o perde, si salverà o servirà... chi sarà nel caso un prossimo demone all'inferno per i suoi peccati..." ridendeo di gusto metnre camminava davanti alle persone rannichiate tutte insieme a terra, sulle brandine di fortuna, semplci coperte puzzolenti e logori o piccoli bagagli. "Definitemi come volete, resterò comunque un'entità nefasta, e come prova, voglio che sentitate per primo tutto il mio schifo per voi..." andando dall ostesso uomo in piedi e fermo per le armi puntate di sopra, trovandosela davanti, metnre gli prendeva il viso tra le mani e mille stelle iniziarono a vorticargli davanti gli occhi. Iniziò a tremare, consulvamente e quando lei non potè reggerlo, continuò a traballare scendendo fino a terra con gli occhi ormai bianchi, la bava che colava e un gorgoglio dalla gola. Si afflosciò verso terra, e Kianta tenne le mani sul suo visto ancora, finchè non si stancò.

Jd osservò l'uso dei guanti speciali con una smorfia, finchè lei non rise ancora di gusto "AH AH AH... questa è la mia divina tragedia, io sarò non una guida, ma l'entità fastidiosa come un folletto monello delle leggende, l'anti protagonista che gli mostrerà i livelli di inferno, purgatorio e paradiso, ma non come spettatore ma come attore principale, perchè scopra ogni settore e cosa nasconde sulla pelle... La maledizione di questa entità, le parole non dette, la mia risata, tutto si imbratta di cremisi...Fino a quando l'ultimo sogno scomparirà, dopo le ferite, il viaggio continua perchè giocheremo con la vita e la morte. Nessun peccato è perdonato, conoscete già la punizione, ma non come. La voce di qualcuno che avete rotto e ucciso vi divorerà. Siete così lordi che la vostra anima macchia di nero il puro, le bugie e l'inganno verranno schiacciate, nemmeno un miracolo o Dio possono sconfiggermi, dal riversare ciò che ho dentro. Il vostro futuro è ora spalmato di sangue, e nessun colore di speranza può sgombrare il cielo nebbioso e oscuro sopra di voi. La Divina Commedia vedrà un nuovo tomo, condito con la tragedia... Portatemi qualsiasi cosa per sedermi, perchè quest'oggi andremo via solo quando l'ultimo di loro avrà scoperto il risultato..." fece a Jd e gl ialtri con durezza, mostrando solo mezzo volto, tagliente e brillante.


Kovacs continuò, mentre Kianta rifletteva annoiata

"... E su chi ha preparato la Personalità? Su quella persona, acnhe se doveva essere una spagnola ad interpretarla, ma ecco che non era possibile essere una persona specifica, imitarla non basta, e così il Leader ha convinto quella eprsona che doveva essere Lei o chi era esattamente come Lei. Veròna non è altro che una percentuale della complessa Personalità di quella persona. Veròna E' cosa sarebbe stata quella persona se fosse stata Veròna e così voi... Il capo e il Leader si sono divertiti tantissimo, seriamente, con quadri luminosi, apparizioni in abiti antichi e scherzi al limite dell'infarto, creando un background per Veròna. Rispetto ad ora con Gask, con lei era come i monelli del quartiere che facevano gli scherzoni altri altri per divertirsi e ottenere cosa volevano. Per il Leader, quella persona era il partner per le imprese da spacciare magiche, misteriose e utili. Se con Gask lui è se stesso e più maturo, con quella persona era come il gioco delle case dell'horror o camere chiuse che piacciono da anni. Lui adora l'occulto, lei lo accontentava perchè alla fine si divertiva, basta che non si metteva davvero la magia che il leader cercava. Ma appunto, lui la vedeva come la sostituta ideale e sicura, e la persona perfetta per un ruolo del genre, a che cèra per sfogarsi con una parte di sè creata ah hoc che facesse la differenza... Veròna. Copiata da lei, una che amava stronzeggiare, parole sue, per punire là dove l'inutile giustizia umana non poteva. Veròna è come parte della leggenda ormai dello chateau, anche l'aria stessa di quella persona tra i dipinti, le favolette sui fantasmi e lei che vive ancora seppur morta... Capo, mi sembrate parecchio scoraggiata in questi ultimi tempi, perchè mi sembra che assumere il ruolo di Veròna non sia più stimolante. Quella persona e voi siete perfette per darle vita perchè essa è... voi... come spiegare. Devo ricordare come vi siete comportata quella volta che il Leader le aveva detto che aveva fatto stare male il Capitano Gask, e cosa avete combinato per l'eccitazione?" sogghignando mentre Gask girava la testa sorpreso di essere nell'equazione

I due davanti risero, ma non Kianta. Quella volta Milan le aveva annunciato che il suo comportametno duro con Gask lo aveva reso triste, pieno di dubbi e chiuso in se stesso da essere rimasto nella sua stanza. Affermando che aveva compreso finalmente i suoi sbagli e cercava una risposta. Una cosa che appariva matura e mostrava come la pazienza paga. Kianta era a colazione con Milan, nella stanza col bovindo, che si affacciava sul gianrdino interno che conteneva le rose di tutti i tipi e colori, compres quelle color champagne che Milan adorava e sebbene non fosse come il suo Akal teke, pareva dorata. Quelle tutte blu e blu e bianche screziate che adorava Lia, sebbene in primis amasse i gigli e fiori color blu. Quelle rosse con petali ondulati e color liquirizia che dopo varie ibridazioni aveva ottenuto, e aveva dedicato al suo nuovo fratello. E tutte el colorazioni possibili, da nere, verdi, viola, gialle e via dicendo, tutte divise per sezioni formando una disegno visibile dall'alto, dalle finestre degl ialtri piani. Aveva ricevuto la notizia mentre parlavano e facevano colazione come accadeva le volte che lui era presente, e tra una cosa e l'altra l'aveva ammonita di essere più cordiale e calorosa come sapeva fare verso Gask, perchè era rimasto toccato negativamente da cosa gli aveva detto la sera prima.

"Come Lia, dovresti sfruttare meglio le sfaccettature della tua personalità. Invece se vi arrabbiate, tendete a farne un netto stacco, bianco o nero. I vostri cambi di atteggiamento mostrano come due persone diverde, Una parte ride e arrogante, impavida e stronza... lasciamelo dire, l'altra invece calma, gentile, cortese, come una bambina appena nata. Nel mezzo, come ti comporti di solito cè la mia seconda, come una seconda pelle che esce fuori quando devi trattare sia con gli uomini che on gli altri..."

"Ma così sono tre..." fece lei con un sorrisetto monello

"Mi hai sentito? Gask..." e lui ripetè le cose.

Al sentire la notizia pareva chiaramente colpita, mentre gli addetti al servizio portavano e toglievano elementi alla tavola togliendone altri. Quella mattina sarebbero arrivati ospiti che erano appassionati del periodo vittoriano, ottimi investitori per le piccole imprese e settori in cui avevano diviso l'organizzaizone agli occhi altrui. E quindi avevano abiti appositi già dal mattino, in attesa del loro arrivo neanche un paio di ore dopo, essendoci molto da fare, organizzare e controllare era impensabile un cambio di abito, quel tipo, all'ultimo momento.
Kianta indossava uno degli abiti di Lia quando accontentava Milan, e si trattava di un abito con sellino del trentennio dell'ottocento, blu lucente per una cascata di strati d'abito in velluto per il periodo. Aveva la giacca che terminava a punta sul ventre e tondo e poco pià lungo dietro, con collo quadrato con vari livelli di rouches e abbottonatura severa con rouches in fondo e una sezione di velluto diversa nella porzione cetnrale con i bottoni. Maniche bordini in altro velluto e maniche con tagli a sezioni che mostravano come la giacca la camicia sotto. La gonna era un tripudio di sezioni di velluti a diverse altezze, con sul bordo davanti un disegno di rouches finali e da meno ai lati fino dietro. La parte posteriore della gonna avva una bordatura come passamaneria sfrangiata. Di sopra di era un sopragonna che prevedeva due cascate tondeggianti davanti e corti dietro sul sedere con vari livelli di arricciatura e rouches, mentre la aprte finale aggiungendola alla fine predevano sezioni a goccia uno sopra l'altro finendo come stascico sopra la sezione di coda della gonna. con un decoro risvoltato da agganciare alla parte sul fondoschiena della giacchetta, senza contare il sellino che dava la forma indietro. A Lia piacevano quei modelli, sia più stretti del decennio dopo, sia come in quel caso più ampi di gonna per avere più movimento, ma sempre entro il trentennio finale. Ovviamente erano definiti morning dress, sebbene avessero dettagli ed elementi maggiori tipici del dinner, e Milan indossava abito complementere di colore e tipologia del periodo. Lei indossava stivalii creati dai loro artigiani proprio come era anticamente, lavorando scarpe e stivali da zero come si faceva una volta, con colle ricavate dagli animali che macellavano per le materie prime, mentre lui scarpe da uomo lucide e ricche di rilievi in altra pelle di colore opposto.
Dopo un paio di sorsi di tè, lei lo osservò con sguardo che pareva languido, in realtà sembrava un cucciolo colpevole e mogio, col broncetto e le guancie rosse e Milan la fissò stranito. Era uno dei lati che mostrava meno, e solo per due ragioni. Perchè dentro esplodeva di felicità o perchè era addolorata veramente per qualcosa che la faceva stare male o perchè il suo comportamento aveva offeso senza volerlo o lo credesse lei
qualcuno. Quindi sincero. Ma dopo un istante con la tazza a mezz'aria notò una cosa. Le brillavano gli occhi, ma non di lacrime, non piangeva mai e per farlo doveva essere grossa la questione. E capì, così mise giù la tazza di fine porcellana cinese, non europea, con decori floreali e la fissò. Poi fece un sorriso e lei sbarrò gli occhioni grandi grandi come colpevole e timorosa, e le disse qualcosa mentre gli addetti sparecchiavano ciò che non avrebbero più toccato.

Gask era rimasto scosso per davvero l'ultima volta per i lsuo comportamento duro e insensibile, che si era ritirato nella sua stanza, stando da solo, senza parlare con nessuno, neanche a lui. Affermando che si sentiva colpevole e immaturo. La sentì trattenere il fiato con sguardo caruccetto e colpevole, la bocca socchiusa, e lui per non ridere cercò di atteggiarsi ad amareggiato. Nel mentre pensava tra sè che era raro vederla così, sebbene sapesse che era nel suo carattere, ma come Lia aveva creato una corazza e usava quei trucchetti con chi sapeva potesse cascarci. Lui ormai aveva capito e stava al gioco, come in quel momento. , le disse, -gli hai rotto il cuore perch perdoni quel giorno sta veramente male dentro magari non sorrider pi ora qui lo faceva so bene che per te è troppo estroverso spaccone ma solo con gli uomini e come carattere potrei anche azzardare l'opposto del tuo=""-, fece guardando fuori, mentre lei muoveva le sopracciglia e dischiudeva la bocca come se provasse tormento e vergogna. E continuò affermando che magari non si sarebbe ripreso perchè anche gli altri gli dicevano sempre che seppur uno sbaglio, aveva fatto qualcosa di male e volevano che capisse e si attenesse alle regole. E questo colpisce dentro, disse dandosi un pugno leggero sul cuore. Lei fissò quel pugno, abbassò lo sguardo e poi fece una corsa con la gonna alzata nel modo adeguato, verso la porta. Milan rise e facendo segno di pulire, la seguì. Sebbene addestrata e preparata come un militare, quegli abiti pesavano massimo una decina chili e con gl istivaletti col tacco vecchio stampo non poteva correre normalmente. Quindi poteva starle dietro, perchè sentiva di aver finalmente sistemato le cose. Ma si fermò mentre lei varcava la soglia della porta verso il corridoio e sussultò. Erano partiti gli artoparlanti in tutto lo Chateau da lasciarlo confuso. Sentì il tic tac dei tacchi arrestarsi e andò lesto al corridoio. Intanto suonava a buon volume La Storm estesa di Vivaldi, terzo movimento presto, e si accorse che il battito di tacchi era finito. Corso nel corridoio la vide a uno dei telefoni in stile antico appeso al muro mentre parlava, concitata e riappeso, correva alla finestra. Riprese la corsa, senza accorgersi di lui e la seguì vedendola intenta a guardare dalle porte aperte delle stanze occupate. Poi fece dei cenni e fu seguita da alcuni. I corridoi avevano ogni sistema possibile, compreso quello della proiezione, quindi i proiettori del corridoio si attivarono e Milan osservò fino in fondo tantissiim effetti di fiori in sboccio che creavano un corrodio di fiori a iosa di tutti i tipi.

Lei che ticchettava seguita dal quel gruppetto ristretto, che con le scarpe da interno con i tacchi in ferro stile napoleonico facevano ancora più chiasso. Continuò così più veloce seguendoli, mentre lei ogni tanto si fermava per affacciarsi alle finestre e fare gesti a qualcuno, per poi fare un piccolo girotondo elegante e tattico per riprendere la corsa.

Sospirò, Milan, perchè non sembrava affatto in colpa e disperata. La vide fermarsi di nuovo e guadagnò terreno, si recò alla sala artistica e vide sia lei che quelli all'interno prendere delle cornici vuote. No, non andava come pensava, si disse.
Intnato che Vivaldi infuocava col violino la cosa in una ricca melodia festosa, notò che dalle entrate laterali giungevano alcuni con strumenti musicale a unirsi a lei. Doppio sospiro.
Si stavano chiaramente dirigendo nell'atrio, fece quindi una chiamata veloce e Jd e questi, gli disse che era con Gask nella saletta da tè, e che sapeva che Kianta lo stava raggiungendo. Fece veloce pure lui e la vide che continuava con i livelli di abito ondeggianti in testa a due sezioni di persone, a destra quelli con le cornici e a sinsitra quelli con gli strumenti.
Lei si fermò davanti la porta in legno del salottino, si chiarì la voce, diede istruzioni veloci concitate girandosi a destra e sinistra con un indice puntato e poi attese che le aprissero la porta, ocn una cornice quadrata intarsiata in legno color avorio in mano, bella grand,e e i musicisti che seguivano Vivaldi dal vivo. La vide entrare e si affrettò, mentre quelli coi quadri seguivano la scia di velluto, sventolando cornici di vari colori ad altezza testa. i musicisti iniziarono un nuovo pezzo seguendo la musica degli altoparlanti con il Concerto in E minore rv278 di Vivaldi.

Fece di corsa alla porta e la vide urlare con grande gioia e felicità che finalmente era riuscita a metterlo a posto, lo aveva rinsavito e che la cornice immortalava il momento. "Mostrami il miracolo" cinguettava, facendo saltelli con la cornice mentre gli altri eseguivano a cerchio con le cornice tra le mani verso Gask e Jd.
Milan alla porta, lasciando i musicisti intorno all'uscio, vide i due amici sul salottino al centro della stanza con il tavolinetto e le poltrone, e attorno a questi un girotondo di gente che urlava contenta. COn lei che urlava -vediamo , voglio vederlo=""-.Di colpo vide Kianta fermarsi e slittare sulla suola di pelle,fissare i due al centro della stanza che parevano gelati senza capire. Lei abbassò la cornice dopo che vi aveva guardato all'interno ed essere apparsa delusa, fissò quei due da un viso all'altro mentre ancora quell icon le cornici, seppur fermi, le agitavano in giro come epilettici. Milan si accasciò sullo stipite con un braccio in alto, reggendosi sul gomito, vedendo l'espressione di lei quando faceva una cavolata.
Era epica, si disse e per un istante pensò che se lo meritasse. Lei fece un verso di rammarico, guardò Gask e si lamentò che non sembrava un derelitto e afflitto armadio con la testa vuota, che aveva compreso i suoi errori e come essere con gli altri seguendo le regole. Jd le fece un segno italiano del -ma che stai a f=""-che lei conosceva bene, mentre i musicisti che non potevano vedere dentro, continavano insieme agli altoparlanti as eseguire il vittorioso Storm con energia e vitalità.
Milan rise, mentre Kianta capiva la cosa si lamentava ad alta voce di essere stata presa in giro, che il suo giubilio di vittoria era finito sottoterra.
Jd era vestito come loro in attesa degli ospiti, stava in piedi a guardare qualcosa dal telefono di Gask, che stava in abiti normali e stravaccato sul divanetto in stile antico, in tessuto e legno, con i piedi sulla seduta e piatti e stoviglie in foglie di banano, che usavano al posto della plastica fatti da loro, alla rinfusa con bottiglie di bevande dispersi sul tavololino, e alcune macchie sul legno. Abominio, urlò Kianta e iniziò a inveire contro di lui come uccisore e rovinatore di mobili di pregio, chiedeva perchè fosse là dentro, essendo solo per gli ospiti, che quei mobili velevano più della vita sua. Venne avvicinata da Jd preoccupato, chiedendole di calmarsi. Agitandosi, le gonne si muovevano rendendo la cosa buffa, perchè sebbene infuriata non appariva come una pescivendola come diceva i lsuo suo sarto su altra moderna, sapeva come comportarsi ma in quel caso, comunque, al suo solito erao comica.
Era fatta così lei, e Milan rideva quando la vedeva infuriata e col broncio, peggio in abiti vecchio stile, perchè sembrava un film o cartone animato e la stessa cosa diceva
  a Lia. Milan diceva che secondo lui era solo il modo di fare italiano, Alaric che le donne italiane non erano così, affermava che sapevano fossero dolci e bellissime e focose. Gli avevano detto che facevano bruciare di passione e felicità, ma Alaric affermava che Lia in primis, non aveva nulla dell'italianità fatta donna, anzi, invece di essere bella e fascinosa e calda, al massimo il caldo te lo faceva sentire buttandoti dentro un vulcano, o come kebab sul fuoco vivo sotto metnre giri e giravi. O ti usava come ariete per abbattere le porte, come ancora per le navi, perfino come sedia se non trovava nulla su cui stravaccarsi. Di raffinato, sensuale, interessante aveva poco... Così ripeteva, che quella per lui non era una donna come doveva essere modernamente parlando, ma una pazza sclerata col l'eleganza di un lottatore di sumo, e la dolcezza di uno struzzo quando gli girava. Quando si incavolava o le partiva quel momento, sembrava qualcosa di comico che doveva essere serio, e invece si dimostrava buffo e divertente, dai suoi gesti alle espressioni, al modo di sbracciars, e come prima nel corridoio, esternava cosa provava in modo bizzarro e spumeggiante, e quindi contenta. Iniziava a fare paura se non parlava, abbassava la testa e il suo sguardo voleva incenerirti, e fortunatamnete era solo comicamente offesa e irritata. E accigliata.

Milan rimase a fissare Gask che si alzava, portando via tutto e scusandosi, e Jd che strappava di mano la cornice da Kianta che per la rabbia la stava addentrando dalla punta, lamentandosi di lui. Sulla felicità che sentiva sfumata e la voglia di scaricarsi.
Le telecamere inutile dirlo avevano ripreso tutto, da prima mentre lei si agitava a suon di musica sulle punte seguita dall'abito felicissima, che correva come la giuliva fargalletta con un sorriso enorme, mentre si portava la gente dietro e poi nella stanza, quando guardando dentro la cornice annunciava la sua felicità di aver finalmente portato come una persona normale un casinista. Restare di sasso , restando come se qualcosa di shocckante e senza preavviso l'avesse raggelata, l'aveva punta sul vivo, altra tacca alla voglia di ucciderlo. E mentre il cerchio di uomini con le cornici danzanti davanti a loro, per isnerire dentro la scena che lei si aspettava di vedere per sempre, sed ne andavano alla chetichella, Milan entrò. Gask stava benissimo, solo stranito, senza capire che Kianta era incavolata perchè stava facendo i suoi comodi nella saletta tenendo compagnia a Jd, e chiedeva sempre scusa.
Col broncio a gonfiarle le guance rosse, questa volta per la figura barbina, fissò con astio e voglia di smozzicarli, nonostante le proteste proprio di Gask e Jd che non capivano, finchè non voltò il capo alla porta. Il suo cipiglio e il muso lungo finirono su Milan che si avvicinava, celando un sorrisino he tentò di spiegarle perchè fosse lì. Ma lei gli si avvicinò impettita e rigida, mento in su, allungò la mano e gli prese il fazzoletto ripiegato nel taschino, e con un mozzico iniziò a tirarlo dal centro e inveire contro di Gask e Jd per l oscherzo, affermando che fosse stato meschino e fosse i lsuo, di cuore, ad essere rotto. -cattiiivi ! tutti cattiiivii deridere il mio povero cuore=""-bofonchiava, sfogandosi sul fazzoletto tirando a destra e sinistra con i denti per la rabbia. Milan cercò di prenderglielo ma Kianta si voltò e ,smangiucchiato e umido, lo tirò in faccia a Gask prendendolo in pieno e urlando che era impesanbile che lei fosse la cattiva, e sempre quella negativa e selvatica, come le dicerie, e lui fosse adorato e consdierato nonostante le stronzate. "TUTTI CATTIVI! Mi hanno presa in giro, mi hanno fatto credere che un fastidio era passato...", indicandoli tutti con l'indice e andandosene via con i velluti danzanti e il sellino che seguiva il suo passo pesante come u n militare.

Scossone.

"Taci...e passami la pipa..."

"ma capo, adesso?"

"Di certo non posso bere un tè qui dentro, tra una scimmia e un lama che mi schiacciano... e le sospesioni... che vitaccia devo fare, e pure mi fanno questioni su cosa vorrei usare per calmarmi..."

"Ok capo, se vuole un tè..."

" Mi piacerebbe, ma tra gli scossoni e le vostre gomitate e colpi di fianchi... " ma la macchina sobbalzò facendole sfuggire un verso "Nonostante questa macchina nel cuore modernissima e green e tutto, si balla come sopra una lavatrice, e ha le migliori sospesioni... strade del cavolo e nessuno fa niente..."

"Capo, si sente come su una lavatrice?... sa cosa si prova?" mentre lei stava zitta socchiudendo gli occhi, guardando avanti, e un sopracciglio alzato "voglio dire, io la uso con la mia ragazza ma è che è lei...AAAHHH" urlando di colpo perchè aveva ricevuto una botta secca con il legno della pipa, colpendolo con la testa di qeusta su un occhio. Gask sorpreso voleva girarsi per aiutarlo, ma si accorse che lei era rimasta sorpresa per un attimo con la bocca aperta, come si se si fosse accorta di averlo preso per sbaglio nell'occhio.Guardando poi davanti di nuovo rigida e le labbra a una linea unica, mentre accendeva la pipa, Kianta fece faccia da poker e lui lasciò stare. Non potendo muoversi, essendo lei al centro tra loro, Gask potè solo chiedere all'amico come stesse, mentre questo si teneva con la mano una parte della testa e i due davanti ridevano.

"TACI! NOn ti ho preso dritto nell'occhio, ringrazia che la mia grande bontà ti abbia riservato solo questo, per il tuo commento impertinente..." lo rimproverò secca

"taccio! Taccio..." fece questo in italiano, il poco che consoceva della lingua "mai più parlare di sesso... taccio, mi perdoni..."

Gask sospirò e per evitare di allungare un braccio dietro Kianta, per raggiungere l'amico. Si fece più vicino allo sportello, sperando che l'ira non tornasse anche per lui. Eppure Jd aveva detto che non era come appariva, e gli scatti d'ira comparivano solo quando si era superata la linea, era esasperata, irrata ma per ragioni serie. Che fosse solo per i nervi quotidiani, e che a volte era proprio lui il problema. Era il primo di tutti a fare cosa gli passasse per la testa, non rispettare le regole, sparire a fare cosa gli interessava con alcuni degli uomini ed entrando in posti, solo o no, in cui non doveva se non avvisando. Ed era il poco che aveva elencato. Ma lei pareva come punta da un'ape sempre, quando le cose non andavano come voleva... ed era per motivi reali che era piccata? QUali fossero a quel punto, non sapeva.


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Capitolo 39
*** 30.5 ***


30.5 sistemati alcuni codici, è assurdo come si osno salvati i capitoli ma sono con codice a fatti suoi. spero ora si capiscano, controllerò meglio ma tutti i dialoghi, pensieri e ricordi dovrebbero ricomparire, anche se noto ancora problemi, scusate ma si sono salvati non so come malissimo


"Gaurda chi cè... ti piace proprio quel posto!" fece Milan entrando nella sua camera da letto, slacciandosi il foulard o fazzoletto doppia pala in stile parigina o ascot, infilato sotto la camicia e non sopra come le cravatte. E lui badava allo stile.

Lia era seduta sulla cassapanca ai piedi del letto con la schena alla pediera, con vicino un tavolino per il vino e altri oggetti.

"La colpa è tua. Sebbene questa stanza mi faccia salire il glucosio a livelli indescrivibili, e non l'ho da quando sono qui... capisci, è solo per l'imbottitura e come si sta qui sopra, per il tuo gusto dello stile Chesterfield. Questi mobili, tutti, color bianco strano con le imbottiture con i bottoni che formano la quadrettatura... ammetto che sono comodi, ma resta lì. E comunque ero qui perchè stavo aspettandoti..."

"Capisco..." senza farla continuare "adesso che sono qui il tuo glucosio è sceso? E' da quanto hai accettato di prestarti per i test sulle stoddarde che non hai più la glicemia alta da diabete, a causa degli squilibri dei farmaci che ti davano. Cèra da aver paura con quei livelli..." posando delle cose sul comodino prima del letto "Non dovresti avere problemi per un pò di zucchero nella tua vita..." svestendosi e togliendosi la camicia

"Carina la battuta, ma sai che non sono persona da zucchero o dolcificante, come le altre..."

"E noto che hai usato un temrine diverso invece di donna... "

"Si... ciò che mi portavo resta. Io... chi sono?... Cosa, sono? Come determinare me stessa? Alla fine siamo sempre lì. Si è se stessi in base al riflesso che la gente ci da. Che lo vogliamo o meno. Qui non piaccio a nessuno, come là, perchè sono donna, e ancora non sono arrivate le noobies donne, e sarà il delirio... dovrò bastonarne parecchi perchè la loro lingua buiforcuta non inizi a scuotersi... ma comunque, anche qui sono valutata per determinate cose, in cui non mi rappresento. E posso essere o fare ciò che voglio con la mia forza interiore, non cambia... cosa sono e chi sono riflettono il mondo che mi circonda e le persone..." guardando il libro che aveva aperto sulle cosce "E io sono a punto e a capo. Là fuori sei determinato dai voti a scuola, come ti mostri, come ti vedono e tu rifletti ciò. Tutte le mie passioni non valgono niente, cosa mi piace, cosa mi sento o meno, non se ne parla. I miei dati biometrici dicono donna e donna devo essere, con cosa significa per il loro cervello bacato. Io sono cio che le mie tette e il mio utero dicono. E devo essere cosa natura comanda. Peccato che siamo esseri umani..."

"Eppure concordo con te sul fatto che ci si può, qui, costruire quel che si è si sente..."

"Si, ma non facile così come viene detto. Abbiamo visto come la gente per esempio prova perchè non capisce e sa chi e cosa è, relazioni con lo stesso sesso per capire... perchè confusi più di me. E' un delirio..."

"Non riesci a scrollarti di dosso l'influenza dei tuoi, vero?" disse Milan mentre controllava un paio di camicie da cui scegliere.

"NOn posso far nulla sul fatto che la paura del disprezzo e sdegno che vedevo... no, non se ne vanno. Delusione e paragone con altri. Non riesco a togliere la mia me falsa, creata per provare a emularli, mi porta a conflitti. Secondo Janelle, la tizia psichiatra che avete, per calmare la situazione che mi porto dietro cè necessariamente bisogno di anni almeno, per sistemare la cosa. L'ansia di sentire le loro grida, i loro giudizi e il casino non se ne vanno. E sono lì la notte..."

"E hai ancora fatti quei sogni?" domandò lui cambiandosi i pantaloni "intendo, quelli dove sei con qualcuno che non conosci e non ne vedi, o non ricordi poi il volto, ma che dentro sai chi è e i gesti nei suoi riguardi, che nella realtà non capitano mai?"

Lei rimase zitta, distesa ancora sulla cassapanca, con il libro in grembo e il bicchiere col vino frizzante che aveva iniziato a portare alla bocca.

"Ancora, eh? Ma no nsai se parla di realtà o meno. SAi che nei sogni conosci quella persona, ma poi non sai nome, aspetto, niente. Ma sai che è una persona così vicina che mai nessuno in questa vita. E se quella amica, ZAy, avesse ragione?" facendola voltare "Innanzitutto non mi macchiare il mobilio, secondo, mi auguro che quel libro che tieni lì, non lo abbia pulito con alcool di centinaia di gradi danneggiandolo, perchè lo vedo che è della biblioteca..." facendola ridere, sebbene avesse visto mentre lo maneggiava che gli aveva messo uan copertina in plastica robusta, che usava per non danneggiarli, ma anche tenerli in mano o sulle gambe senza sporcarsi. Sempre quel senso di sporcizia che si sentiva addoso ovunque fosse " E comunque per le cose che ho studiato e sentito da persone autorevoli..:"

"Seee!....!" fece lei

"...in base a cosa si sa, poteva aver ragione nel fatto che come tutti, ci sono persone destinate a trovare sul proprio cammino o ritrovarle se la concezione della reincarnazione è vera... ne parlammo per la scelta della Muse. Quelle donne hanno capacità reali, o non sarebbero qui con noi, ma non vuoi saperne di avvicinarle. E se quella tua ex amica avesse ragione, e chi sogni e il vuoto che provi sia per qualcuno che desideri nel profondo rivedere, ma non lo hai reincontrato per aver scelto di far contenta la famiglia? Lei diceva che poteva essere tra quella gente..."

"Quegli scarafaggi radioattivi..." fece lei tra i denti

"Ma potrebbe essere come dico io... quella persona, che riesci a identificare come maschile e alto, non è che è morto e inconsciamente lo sai e quel vuoto e perdita che provi da anni sia per questo? Quelle cose strane che hai visto e non ti spieghi, e che hai provato, non siano questo? E ancora, desiderio pressante di andartene dal piano materiale perchè cèra qualcosa che doveva esserci, ma con la sua morte non cè?"

Le domande rimasero a vagare tra loro un pò, mentre lei fissava le pagine aperte, tenendo il bicchiere sul tavolino alto fino alle sue spalle, ma stretto tra le dita della mano sinistra.

"...cosa stai leggendo?" facendola sussultare

"...sto leggendo dei trattati sul nastro di Mobius e la bottiglia di Klein..."

" Ma non avevi detto che queste cose non ti interessevano?"

"EH... io parlo di fisica, non metafisica e magia..."

"... ma anche negli studi che faccio, queste teorie, come altre, sono considerate per avvicinarsi agl ialtri piani a noi invisibili e apparentemente lontani. Stai vedendo dopo la nostra discussione sulle Muse e i loro poteri, se tu con la visualizzazione e dissociazione sei in grado di raggiungerli? O che puoi trovare lì le risposte del fatto che sentivi presenze e vedevi cose, e le strane cose che provavi? Come quella volta con la chiave a Ballymena con Zay, dove cosa strana la notte ti eri svegliata per qualche motivo, e alzandoti a sedere sul letto cèra qualcuno dietro la vostra porta. La mattina vi siete accorte che la chiave non era dietro la porta quando l'avete chiusa e avete cercato in camera senza capire. Poi di colpo, da tue parole, qualcosa non sai bene come, ti ha mostrato come un flash visivo la chiave nella toppa e senza pensarci due volte come se qualcosa ti indicasse di seguirla, sei andata alla porta, mentre Zay ti guardava senza capire, e hai preso la chiave messa fuori e l'hai messa dentro. Quella cosa come tante altre erano strane ma non ci hai fatto caso, come quelle capitate a casa e tre mesi prima, quel qualcosa che ti stringeva la gola inchiodandoti al muro. E mi dici che non credi a nulla e consulti libri su teorie di fisica? E vuoi intendere che non vedi le Muse perchè non ti interessa... o è per paura di sapere che quel qualcosa che senti non sia qui tra i vivi, sia reale? Intendo il mio pensiero che lui o chi fosse, sia già morto e sepolto?"

"..."

"Devi fare i conti con queste cose. Sei i ltipo che vuole la verità, non importa quanto faccia male, ma devi saperla per digerirla e proseguire meglio. E' così che sei ed è una cosa ottima. Ma quando si parla di certe cose e della possibilità che quel niente che senti dentro, quel senso di perdita o di mancanza , è dovuto a ciò a cui magari tenevi che è morto..."

"Che senso ha parlarne? Se è morto, per ipotesi come dici, che cambia? Non riesco a scacciare cosa mi ha oppressa fino ad ora e non riuscirò a scacciare l'angoscia di sapere che pensavano male e negativamente di me, sempre e comunque, mascherando con solo perchè figlia o nipote. Se anche vi fosse un lui, se anche fosse morto o a metà, che so in coma o altro, e io lo sapessi da tempo per qualche ragione, ad ora non fa differenza. I timori, le paure, l'incapacità di sentirmi forte come prima, ciò che prima so che potevo fare e ora no, perchè sono rotta... non cambia le cose. Io non servo a niente, sono incapace in tutto, sono... un fallimento. E per quanto tu dica che invece posso fare la differenza ed essere qualcosa con ciò che mi permetti... non so ancora cosa daranno al mio vuoto. Tu affermi che io sia tua amica e lavorando posso darmi un IO, un CHI e COSA sono, ricstruendomi come dovrei essere... ma cè una cosa che non hai inserito nell'equazione... e se te lo dico io che in matematica e fisica sono un capra..."

"Allora spiegami..."

"Tu dici che io so più delle persone normali che hanno vissuto e avuto più di me, quindi cè uno squilibrio. Loro erano mediocri secondo le informazioni che hai preso, io qualcuno che vale la pena di ocnsiderare, eppure in quel mondo là fuori io valgo zero, quelli duecento. Secondo una specialista strizzacervelli che hai messo in campo, io dovrei lavorare sodo per mesi, un anno per avere di nuovo la forza e determinazione di un tempo, per scacciare quel senso di mancanza che provo... ha messo in mezzo un secolo di spiegazioni psicologiche e ok, suo parere. Ma cè una cosa che nessuno di voi può darmi. E devi metterlo in conto, perchè io estranea X mi seneto ancora così qui con voi...allora se le cose non sno qui già diverse e cambiate, puoi far poco là fuori per cambiare il mondo."

"Spiegati" sistemandosi un nuovo foulard su una camicia diversa alla marseille.

"Credi che anche qui con voi io possa determinare ME e COSA sono facilmente? Ti sei guardato intorno? Una parte degli uomini è scema come un panda e non sa neanche dove cavolo si trova o che sta facendo. Fusi di cervello come..."

"Sono sempliciotti quell idi cui parli. Concordo che a parte le loro qualità, non brillano di acutezza perpicaciosa... si diceva così, vero?" Fece lui divertito, rovistando nell'armadio per trovare altro.

"Sia come sia, una parte sono dei fumati incapci di ricordarsi che fanno, dove sono.... altri osno razzisti e xenofobi, altri omofobi, altri ancora misogini, altri hanno caratteri veramente come si dice nel mio paese , altri ... ah, per tanti di loro essere militari equivale ad essere parte di un gruppo. Altri sono peggio di me, isolati come eremiti. La situazione per te è buona per una Comune? E ancor di più, una come me che si vede presa in giro e trattata come estranea e fastidiosa, sebbene tu mi abbia dato l'autorizzazione a fare come volevo..."

"Infatti..."

"Beh, visto che stai a guardare cosa ti sta meglio con quello o l'altro, immagino non abbia capito il senso. Qui è come là fuori, non cè vera coesione, non cè un collante comune che li tenga insieme nel vivere com,e tu vorresti, e sentire un vero senso di appartenenza. NOn sono individui ma singoli soggetti di varie squadre. Seguono ordini come gli pare, ma la cosa peggiore è che qui con voi, che là fuori è la stessa cosa per me. Perchè per chiunque il defiinre chi si è e cosa si è dipedne anche dal riflesso che si vede sal gruppo di appartenenza e gli altri. Vuoi o non vuoi, questo è. Posso dire quanto voglio di non essere donna o che non sono portata per comportarmi come tale, o essere ciò che i miei organi riproduttivi dicono per me... perchè saranno sempre gl ialtri a determinare alla fine col comportamento, modo di interagire con me e gl ialtri ect, me e come sono nell'intero contesto..."

"Quindi stai dicendo che non ti senti capace di sviluppare te stessa, perchè anche qui le cose non sono..."

"QUi ci sono mentalità simili a quelle là fuori e ancora adesso dopo settimane, quei broccoli duri come marmo continuano a fare resistenza invece di sistemare questo posto. E' come se un branco di hippy avesse assaltato un antico maniero ergendolo a casa. Non cè tanta differenza..."

"AH ah ah... bella questa. Ok, sono pessimo in queste cose, avevo però lasciato qualcuno a farlo..."

"bravi anche loro... per l'idea della Comune e un posto più aggregativo, avete solo creato una mandria dove tutti si sentono stalloni senza puledre. E quindi si scornano e via dicendo. E io li vedo, li sento voltarsi quando passo. bisbigliare, sentenziare, giudicare..."

"Anche le patate ancora crude che hai tirato ad alcuni perchè la cucina era ancora orrenda? Ad altri li hai minacciati con il phon della doccia con tutto i l tubo di usarli sulle loro teste perchè continuavano a non lavarsi nel modo giusto. A chi non aveva le camerate ben tenute hai minacciato di far trovare loro cimici e una collezione di migliaia di zanzare da riversare nelle loro stanze, chiudendo anche le finestre. Ad altri è andata peggio, le bisce finte che hai veramente messo nei letti. Agli altri hai chiuso i bagni e minacciato con i taser finchè no nripulivano c osa avevano sporcato... E ok, capisco che incavolata nera e quandi ti fanno superare il limite mordi, ma non è un tantino eccessivo?... vediamo, a chi si fregava di nascosto alcuni beni e senza pagarli, hai aperto la loro zona di camerata e hai invitato gli altri a prendere cosa piaceva del tizio gratis, perchè visto il rubare facile, anche le lroo cose erano aperte a tutti. per non parlare della mummia vivente, Alfons, che è diventato tale tutta la notte per averti prima minacciata di cose brutte e poi se ne è andato invece di presentarsi per la ronda, una sera, e un'altra per i turni di laovro per le sistermazioni, e gli hai detto che visto che gli piaceva battere la fiacca e oziare, poteva farlo per l'eterno scorrere del tempo, riposando come un gatto dentro la scatola, bendato, perchè muovere un muscolo è fatico... questa è stata leggermente inquentate.... E gli hai detto che così facendo, giocavi a scoprire i segreti del paradosso del gatto di Schrödinger. Altri li hai presi in giro disegnando e imitando riti satanici, perchè li immolassi per chiamare spiritelli che pulissero... Oddio, sono così tanti che ricordarli tutti è assurdo. Ah, dimenticavo, quello che mi ha fatto ridere più di tutti è quando hai portato tre cavalli nella camerata , senza i letti a castello, e hai lasciato lì' dentro quelle bestiole, sporcando di cosa sappiamo tutto, affermando che visto lo schifo in cui vivevano, niente di nuovo..."

"Avevano barattoli di urina, chiusi, perchè la notte non volevano alzarsi. Dammi della stronza...!" alterandosi

"Su quello hai ragione, ma..."

"E allora..."

"E le vecchie che hai raccattato chissà dove, portandole senza che vedessero il posto nel tragitto, mascherato da lavoro aiutandole con la misera pensione con qualche guadagno facile, e le hai fatte girare per le camerate metnre gli occupanti sentivano i loro pareri? Cavolo, di nonne ne hanno già subito abbastanza... Andiamo, le vecchie sono insopportabili..."

"Se lo meritavano..."

"Eh..."

"Resta i lfatto che io ancora sono vista come tiranna sfascia case altrui e stronzeggiano con me... e anche ora non posso definire me in qualche modo e qui è impossibile, ancora, farlo... Mi hanno conidizionata nel credere di essere niente mentre tu dici che posso tutto. Gli uomini là fuori ti smentiscono, sembra... La specialista che dice che ci vuole un anno da sua esperienza, per cancellare ciò, e io che vivo in un posto dove sono vista come là... a che pro?"

"Lia...Come credi di poter fuggire da ciò che è dentro la tua testa?"

"Se avessi voluto sentirmi libera di conoscere, essere me, sarei stata per tutti una poco di buono, vergognosa, sgualdrina... io che rispetto tutti e non ho giudizi, se non gli atti che fai negativi. Io che sono per la libertà di tutti di vivere e sperimentare, sesso e intimità addirittura, sempre che non ledano quella degli altri, devo sapere che ancora oggi sarei una poco di buono per scegliere di vivere qualcosa di naturale. NOn provo niente e nulla per nessuno, ma anche avessi voluto essere libera sessualmente, sarei finita sulla bocca di tutti come quella stronza che è una... lasciamo perdere, menter quella stronza che cambiava uomini come niente, aveva comprato il diploma, non aveva fatto niente nella sua vita e non aveva hobby, interessi o altro come me... ma è stata ed è sempre sopra di me.E qui mi etichetta proprio con epiteti di cose che io non ho mai fatto... Bello, Milan, bella Comune..." applaudendogli

"..." lui alzò la testa verso il soffitto, stanco

"...Io sarei finita per ricevere sputi letteralmente solo per vivere me, e cosa volevo. Lei che ha fatto di tutto per trovare il pollo, cè riuscita che fosse scemo da non far domande e si è fatta mettere incinta, per essere sposata, perchè non era persona da essere sposata. E fare figli. Eppure è lì e per matrimonio, due anzi uno civile e uno religioso dopo un anno, e i figli per ogni cerimonia, ha ricevuto dai cinquecento a mille e cinquecento euro così... regali da far impallidire le porcherie che ricevevo... e a me sempre le pietre da terra. Lei sempre considerata, che affetto e tutto aveva e io sempre a guardare. Eppure nonstante tutto mi brucia sapere che io non ho vissuto niente, pertutto ciò che gli stronzi mi hanno gettato addosso, per le paure e il non essere una persona .. vaffanculo, e qui idem! mi hanno giudicata ed etichettata negativamente mentre stronze come quella no! E nonstante tutto mi brucia vedere i favoritismi del , il fatto che se sei una donna e libera, sei zoccola a prescindere, sempre che non hai la faccia come il culo di piacere come molte che erano spanne sopra a me nel livello esempio del gruppo, sei etichettata così. Assurdo, ma è questa la situazione con cui ho vissuto.. E quelli come me, i miei blocchi... Io non ho vissuto un cavolo e devo vedere questa feccia vivere, esistere, fare cose che io desideravo..."

"Sia l'amore che la felicità sono la stessa cosa dell'aria. Anche se riempie il mondo, se non lo capisci, è come se non esistesse..."

"Ecco che ricomincia con l'amore" fece Lia con un gesto della mano per scacciar ela cosa

"Più i giorni passano, peggiore diventa la tristezza per la perdita di qualcuno. Cosa pensi di loro rimasti là?..."

"..." con una scollata di spalle "... per una volta sono stata egoista..."

"ne abbiamo già parlato, ma perchè non provi a seguire cosa fanno?"

Cos...?!? Io devo emularli in cose basiche che non ho vissuto? "

"Nel tempo limitato che abbiamo tra la nostra nascita e la nostra morte, viviamo la vita con tutto ciò che abbiamo. E' una massima importante che...” allargando le braccia per mandare il suo messaggio

"Beh, chi ami dipende dalla persona. Cè qualcuno con cui è divertente stare? Stare con qualcuno non richiede finzione, compromesso e altro, finché le due persone si accettano a vicenda. Se ti preoccupi per i genitori o famiglia, allora perdi. Questo ho imparato! Non dimenticarlo. Non si può uscire o stare con qualcuno con sentimenti incompleti... pensando così si finisce per essere come la gente stupida perchè ha paura della solitudine, io no..."

" Le persone sono in grado di creare un'altra parte di se stesse dentro di sé, in qualsiasi momento. Una parte che possono davvero apprezzare. Come hai fatto tu. Solo che nonostante ti sia portata oltre e al limite, non è servito. Non ti sei arresa, ma non hai ottenuto nulla. E..."

"pensare di arrenderti solo perché è inutile rende scemi, ma anche troppo... lascia stare. Il momento in cui ci si arrende è quando la vita finisce"

"Lo dici come un peccato?" fece lui coe stupito

"Il peso di un peccato dipende dalla persona che lo misura." scuotendo la testa "Così' come facciamo noi con la feccia... qua comunque stavamo parlando della mia esistenza ancora qui..."

"Se la tua esistenza è riconosciuta fermamente da te stessa, è abbastanza per definirti. Se puoi vivere con fiducia e in te stessa, puoi accettare qualsiasi tipo di stile di vita, e quindi luogo ed esistenza, Certo, se senti che appaghi ciò che ti provoca dolore...". disse Milan con un sorriso

"Le persone tendono a trasferire il dolore di cui sono gravate sugli altri. Vogliamo continuare con massime e simili?"

“Ognuno ha il diritto di perseguire una vita felice. La parte difficile è averne il diritto" fece lui a trentadue denti per giocare "La verità può cambiare forma a seconda dell'osservatore."

"Si, si..." facendo il broncio come sempre facendo le guance tonde " Belle frasi ma non fanno altro che dire e questo fa male. Ora inizierai a parlare di sogni? Non negare i tuoi sogni, ? Non ha senso fare un primo passo, se hai gli occhi chiusi e non guardi al futuro. E' così che dici sempre, ma sai che per me non vale..."

"Tu sei un essere umano, ne più e ne meno, con tutte le speranze e le sue paure, le passioni e le idiosincrosie proprie.... e ti senti anche qui fuori posto. Questo mi dispiace ma sai anche tu, lo dici tu stessa, che il cuore umano è difficile da cambiare e come ti si vede non è cambiabile facilmente... magari un altro pò e potresti scoprire che sono buoni amici..." indicando con una mano la finestra che si affacciava verso fuori, mentre gli uomini brulicavano indaffarati per i propri compiti

"Mi sta venendo il mal di testa con frasette e citazioni... tu e il tuo buonismo!! Così dici sempre, ma è anche un modo per dirti di considerare anche gli uomini là fuori...Il segreto è circondarsi di persone che ti facciano sorridere il cuore. Solo allora, troverai il Paese delle meraviglie..."

"Carroll"

"Ma quanto ha ragione?" scimmiottandolo "Ormai dopo Zay e Ric ho finito, e lo sai. Ho finito di fidarmi, dopo di loro non mi fido più di nessuno... è troppo dispendioso fingere per essere parte di qualcosa che ti allontana comunque. Mi avevi detto che potevo crederti sul fatto che lontano dalla mia famiglia, e quel posto bigotto del cavolo, con ciò che mi piaceva a disposizione... io potevo farcela, e trovare un senso e un motivo per vivere. Guardami! Poi te ne sei uscito con l'idea che cèra una persona che dovevo incontrare dopo la reincarnazione, e che essendo magari morta, non avessi motivo di restare qui. Peccato che io non creda nel fatto che vi sia una sola persona a darti motivo di vivere. Senza quella muori, perchè hai finito per aggrapparti a questa annullando te stesso... Quelle cose sono alla Zay, punto. Al massimo come facevo con lei e quei cretini dei Vangelis, come dicevano si chiamassero, dire e vedere che accade. Studiavo la cosa... Certo, sono accadute cose strane, ancora di più quella volta che non ho mai raccontato a Zay e Ric, dove mi ero alzata dopo aver parlato con lei e qualcosa mi ha letteralmente perso per la gola e tenuta ferma al muro. Mi sono liberata dopo tanto, è stato qualcosa di assurdo, ma alla fine dopo che ho mandato al diavolo loro, non è più accaduto nulla che fosse anche lontanamente simile a quegli strani fatti. Bum, finito! QUindi era tutta finzione, solo convincimento che mi portavano in testa, solo... E poarliamone, Phib era quello che diceva che io ero chissà chi nelle mie vite passate, disse che lo aveva rivelato a Zay e che non si poteva sapere però chi fossi perchè non devevo. Punto. Ma diceva di sapere ed era meglio tacere. Chi ero se esistono le vite passate? Ripeto, finzione..."

"QUindi mi stai dicendo che i sussurri e le voci proprio che sentivi come respiro nell'orecchio mentre eri a letto era... la loro influenza? La chiave a Bellymena? Quel senso di strozzamento che ti aveva inchiodato al muro ed era passato tanto perchè sentivi la vita in casa nomrlamente mentre tu eri bloccata vicino la porta a lottare per liberarti... era solo l'influenza dei loro racconti e parole? E se invece fosse quella persona che voleva dirti qualcosa..."


"Con loro niente! Anzi, peggio." come se non lo sentisse "Ho capito che ero un fallimento già con loro, confrontando la mia vita con la loro, oltre della feccia che mi ha portata ad essere niente. Come si dice? - Si è una persona completa, donna o uomo che sia, con o senza partner, con o senza un bambino. Una lezione che una persona, di più donna, deve imparare è che fin dal primo giorno si ha già in sè tutto ciò che occorre, ma è il mondo a convincere del contrario e dire No-... E sai cosa mi faceva incazzare? E' che quando dicevo a Zay e Ric che il mondo non mi ha mostrato che io avessi ragione contro i miei, che dicevano che tutti tranne il sangue meritava rispetto e avere contatti, considerazione, loro hanno risposto che non è come dico io... motivo per anche solo non parlarci. Soli come la merda... mentre io credevo nel mondo. Ma il mondo mi ha delusa e basta... E ripeto, non è rimasto niente di ciò che cèra in me da piccola e poi dopo. Anche oggi , che posso fare cosa mi piace, non cancellano o sovreappongono nulla al mio dolore, non leniscono ne creano qualcosa per farmi snetire viva.. Osservare le mani delle persone che lavorano e riparano o creano. Fare rilegature, equitazione,calligrafia, crystal miming, avere a fare con alcuni animali in addestramento, le botteghe, sopratutto orologi e meccanica, pittura e modellazione, musica, vetro e ceramica e via, via dicendo non mi sento appagata, non ho perso quello smarrimento, non..." scuotendo la testa "tu hai detto che potevo trovare qualcuno per me, il problema è seguendo questo tuo pensiero sarebbe proprio alla Zay, o tutta la gente là fuori. Convincersi che una persona diventi il tuo mondo, intorno a cui ruotare e senza quella si è persi. Io ho mille interessi, passioni, sono stata nell'ala calligrafica ed emanuense, ho scritto a pennini e osservato il lavoro certosino a mano di..."

"Va bene, ma il tuo vuoto o quello che è, rimane. Non ti piace nessuno in nessun modo. Sia come aspetto, a parte quei soggetti ma sono illustrazioni..."

"Mi prendi in giro?" fece lei offesa

"No, sto solo dicendo che sei rimasta colpita da due illustarzioni ben fatte ma tali sono. Ed è l'unica volta che ti ho sentito parlare con occhi luccicosi di qualcosa che avesse sembianze maschili. Non hai attrazione fisica per nessuno, e intendo per nessun uomo sia qui, che tra i membri maschili che hai fatto prendere a Madame per aumentare il cerchio di clienti e nostre possibili..."

"E' dal'linizio che affermi che, sebbene non sia raro, ti è capitato pochissime volte di inconrtrare qualcuno come me. Secondo come sono, dovrei essere demisessuale, sai, per gli esperti cè sempre un'etichetta da mettere... ma anche così io non provo cosa provano gli altri, quindi di che parliamo? Come se tu potessi capirmi, visto che paghi ragazze definite stratosferiche, perchè siano un gioiello al tuo fianco, per apparire, e a che ci sei le sbombacchi un pò, anche se non comprendo come si possa accettare.... lascia stare..."

"Ancora con quel termine... questo o questo? le chiese per scegliere cosa indossare

"Quello... per me no vale vivere per una persona o per i figli, finisci per buttare verso queste figure tutto ciò che sei e accantonare il resto. Non si vive per questo... comunque ti ho detto che anche qui non è che sia diverso da là fuori, e tu non hai fatto una piega..:" con sguardo triste e deluso

"Ehi, ho detto che mi dispiace ed ero serio. Questo posto forse... l'ho lasciato un pò andare, ma ora a rimettere in riga ci sei tu e mi fido. Hai ragione quando dici che là fuori nulla può cambiare, se le cose qui non sono nel modo giusto. Sarebbe da ipocriti pensare al contrario, quindi ti ascolto... Ormai conosciamo a memoria i punti del CAmbiamento e alle persone è concesso pensare a qualsiasi cosa vogliano dentro i loro cuori. Questa cosa deve avvenire come concetto anche qui, in primis, ed è quello che voglio accada. Sono più presente ove possibile, interagisco con gli uomini in molti modi come hai detto, li sprono a capire quel che facciamo e per chi è... non basta come inizio?" Sistemando la spilla da foulard al collo che Kianta gli aveva indicato nella scelta "E sia come sia, se io ho dimostrato di aver avuto la forza e il potere di arrivare fin qui, ed avere tutto questo, quasi tutto è possibile. Questo perchè tu dici fermamente che sogni e desideri, speranze e possibilità non sempre e non per tutti accadono o riescono, per quanto ci si possa sforzare. E questo è vero, non lo nego, ma serve anche la forza. E nonostante tu l'abbia, non hai ciò che spinge le altre persone a..."

"Sopravviere... non vivere."

"Sopravvivere, certo. Io non so cosa si prova a non aver quella scintilla che ti fa sentire vivo e felice di esistere. QUindi posso solo consigliarti, prima del primo lunedì del sesto mese..."

"Pensavo quinto... ho già seguito l'addestramento, le lezioni di lingue e comportamento da pensare di essere a scuola di spie..." sorridendo "per questo mi chiedevo se non potessi mettere a frutto queste cose aiutandoti, spacciandomi per una tua partner di lavoro e mettere a frutto tutto. Voglio dire... anche per i test, mi avete insegnato tutte quelle cose e sto finendo il resto. Mi sento veramente come a scuola di spie inglesi anni sessanta, con un tocco di moderno, e so che da solo non puoi fare tutto. Accordami una preparazione adeguata per quelli che magari ti stanno sul marron glassè e lo farei io. Mi hai appioppato quei tre come mie Ombre, sfruttale bene. Qui sono inutili, non trovi? E poi se siamo in due a lavorare, hai maggior possibilità di rendere credibile l'idea della grande organizzazione. Madame mi sta insegnando molte cose, anche se ammetto che senza recitare, per la gente sono ciò che sono sempre stata, ma posso imparare ad essere una Personalità nuova. Mentre..."

"Ci penserò. Quello che mi spaventa è che hai l'attitudine a punzecchiare e giocare con la gente con spavalderia e sfida. Arroganza, direbbero alcuni. Ma potrei pensarci, magari una figura femminile raggiungerebbe certi uomini e certe donne inclini a donne..."

"basta che me lo fai sapere, così Gertude e Madame possono completare il lavoro e darmi in mano gli strumenti che mi servono. Sono curiosa di sapere fino a quanto la gente è manovrabile, con ciò che ho imparato... per la Strega, invece..."

"La Strega mi è venuta guardandoti, perchè sei buffa quando ti viene la vena omicida e vuoi far male a chi ha fatto del male, sei buffa!..." ridacchiando menter lei faceva le solite facce offese sospirando a mezzo broncio, gonfiando le guance facendo uscire un sospiuro "Ho una mezza idea di renderla come te, che sia la tua parte desiderosa di punire e vendicare i deboli, dando il dolcino di aiuto a chi ha bisogno. Sarà ciò che rimane di te che continuerà a camminare nel mondo come un testamento ... Principalmente l'ho pensato per la tua idea di creare un dipinto doppia faccia in base al tipo di luce... lo ammetto, è uno scherzo esilarante! E tu che compari dalla penombra creata dal gioco di luci, per far credere che questo posto sia stregato. Invitare la feccia qui, a cena o pranzo, mostrare loro ricchezza, opulenza e raffinatezza incommensurabili, mentre un'anima non in pace vag a per la sua ex dimora e spaventare i commensali. Gli stessi che verranno sostituiti da sosia accopagnati da alcuni di noi, con i suoi mezzi, così che sia registrato ovunque per poi sparire. Mentre loro finiranno nel purgatorio finchè resteranno in vita che abbiamo preparato nelle cave e miniere..."

Lia rise chiudendo il libro. E Milan continuò.

"Ma in fin dei conti il motivo principale è l'idea della Continuità... non parlo di quella legata al transumanesimo che stiamo sperimentando, ma di quella dell'editarietà del proseguire come storia o leggenda, come molti personaggi storici, non venendo veramente dimenticati. Su una cosa posso dire che hai ragione, far figli e portarli a maggior età perchè figlino a loro volta, può sembrare naturale ma non mantiene te come Persona.Sono diversi, non prendono i tuoi isnegnamenti se sei una persona per bene, svoltano in ciò che sono dentro o seguono stronzi che li portano in cattiva strada. Un legame di sangue è più complicato... Nel migliore dei casi ti si ricorderà per due genezioni, ma poi... e tra l'altro, perfino i miei figli tra qualche anno potrebbero dimenticarmi alla lunga, senza sapere ciò che ho fatto per tanti motivi..."

"Ghhh!" fece Lia all'ultima frase, alzando gli occhi "non ricordarmi questa cosa, mi vengono i brividi..."

"E comunque concordo sulla tua idea che non si vive nei figli, qualsiasi cosa la gente possa pensare. Lo ammetto, io mi sento io e ho fatto una strada dviersa dai miei genitori, che volevano altro. E così molti altri. Quindi hai ragione, l'eredità e la continuazione dovrebbero prendere altre strade. Ecco perchè la Strega..."

"NON... non capisco...hai deciso di creare un personaggio che vivrà, accettato e quindi esistente, dopo che me ne sarò andata perchè prenda il mio posto, agisca come parte di me in molti sensi..." facendo una sorta di broncio di riflessione

"Vedi" le disse girandosi dagli armadi alla sua direzione con dei calzini in mano "Per prendere ad esempio una frase da uno dei tuoi filoni preferiti, La Ruota del Tempo gira e le Epoche si succedono, lasciando ricordi che divengono leggenda. La leggenda sfuma nel mito... Invece noi sappiamo che le leggende e i miti perdurano, sono abbelliti, ma le dame in bianco o in verde, i cavalieri e fantasmi di personaggi ormai polvere da secoli, vagano e cadono di bocca in bocca, restando vivi. Di quello di Gesù ne è uscita fuori una religione, ma le altre bene o male sono conosciute. Artù, dalla prima strega di ogni paese alle maledizioni famose, come quella dei templari o egizie, le figure morte che dicono ancora vaghino nei luoghi di vita. Possiamo dire che un modo per te di pensare al restare nella mente di ogni generazione, è divenire leggenda e poi mito. Ma restare. Come madame Marie Laveau, che ancora oggi si dice esista in questo mondo a fare robe... Si, giochiamo insieme. Creiamo un'altra te, che agisca e viva anche dopo che tu non ci sia più, con una parte della tua personalità, con il tuo aspetto, con gli ideali che abbiamo...Basta che uno o due all'inizio la riconoscano come reale, capace, ed essa esisterà e pronunceranno il suo nome. Potremmo fare di questo posto il vecchio luogo della strega, un nome altisonante e un dipinto che appare in particolari momenti, con l'apparizione della strega stessa capace di fare cose fantastiche. Con la proiezione e la visualizzazione, abbiamo i mezzi. Abbiamo noi che amiamo gli abiti antichi e questo posto. L'idea di agire in modo che le persone non si aspettino una Regina tra i pedoni, non conosciuta... insomma, qualcosa che possa coniugare un fattore sorpresa con il lavoro contrapposto della Giutizia e aiuto. Per il nome della Strega... potremmo fare..."

"..." vedendolo riflettere "..."

"Eloisa? Terenzia? Lucrezia? Lucrezia ha un suo perchè... vorrei trovare un nome potente anche solo sentirlo..."

"Perchè italiani?"

"perchè tu sei italiana. Perchè l'Italia oltre alcune zone inglesi o americane dal seicento in poi, che lo si voglia o meno, ha tanta di storia anche su figure strane, leggendarie, molte città italiane son oconsiderate luoghi magici e misteriosi, a partire dall'atmosfera ancora oggi, come le architetture e..."

"Ok, ok... allora prendi il nome della prima strega considerata tale in Italia..."

"Ok.. quale nome?"

"In realtà cè un dibattuto su chi veramente fosse la prima vera strega, ma le due certificate sono Petronilla e Matteuccia... lo so perchè ho cercato di capire bene la storia della religione che mi dovevano appioppare dalla nascita, e il concetto di magia popolare più vecchia..."

"No, con questi nomi non ci siamo... pensa, che nome straordinario possiamo usare anche per incarnare il tuo paese?"

"Eliana? Significa devota al dio SOle, chissà, magari lo possiamo accomunare ala vostra religione"

"MH..." fece lui ripetendo il nome come per studiarlo "No, neanche questo... deve essere qualcosa che parla di te e del perchè esiste la strega..."

"Non so, mi vengono in mente per ora solo i miei vecchi pg di gioco dei gdr, non riesco a trovare un nome adatto adesso... da qualche libro, o..."

"I nomi dei tuoi pg, ossia i personaggi che creavi che ti rassomigliassero per giocare con altri?"

"Esatto... perchè?"

"Elencameli... "

"Eh... Rico, Reda, Lia, Veròna, Diandra..."

"Eccolo" fece indicandola,f acendola sussultare

"Cosa, Diandra?"

"Ma no!.., la penultima, quella che richiama anche l'Italia..." facendole gesti con le mani perchè il nome uscisse

"ER...Veròna?"

"Si! Veròna, Veròna, sentilo... già pronunciandolo dà quel non so che... complimenti tra l'altro, ma a parte questo, come possiamo unire questo nome che richiama molte cose, a una donna che era padrona di questo posto?"

"Perchè dovresti fare una cosa simile?"

"Perchè una leggenda e un personaggio... sia riconosciuto come reale ed esistente, ha bisogno di un luogo, dei dettagli... inoltre non è difficile da pronunciare per me che non sono di lingua europea, eppure parlo altre lingue. QUindi chiunque udisse questo nome in qualunque luogo... È un nome facile da pronunciare anche per chi non fosse un madrelingua italiano.E' rotondo, imperioso... no, come posso dire..."

"Ti seguo di meno..."

"E' comunque fa ridere che tra tanti nomi, tu abbia richiamato quello della storia di Romeo e Giulietta, tu che odi le cose romantiche.." a trentadue denti, mentre lei socchiudeva gli occhi come offesa " E ha molti elementi famosi, da poeti antichi a luoghi specifici e... Lo teniamo! Ora devo solo trovare un modo di renderlo ancora più antico e magico... Mh... Non so... La butto così per ora, giusto per veder come suona, le prime cose che mi vengono in mente... Lia Veròna Thessenghel de Straosburg..."

"..." con sguardo dubbioso

"Facciamo un esempio. Io ti invito qui, vedi un ritratto come quello che ti sei fatta, come quello sulle scale, e dico che sei una ex padrona di casa e pure presunta strega. Gli dai quel brividino e poi ecco che appare la strega in carne ed ossa perchè è una sera particolare e in qualche modo..."

"Amettilo,stai materializando un tuo sogno... ami troppo queste cose esoteriche..."

"Ok, ma è uno scherzo che prenedndo piede renderà Veròna reale, vera...COn il quadro appeso, per come è venuto e ne faremo fare un altro da avere un impatto tremendo, perchè sia un inizio. Ogni occhiata passerà di fronte al ritratto e ogni tuo sguardo dipinto materializzerà in loro il riconoscimento della tua esistenza. Anche se creata ad arte, tu sei vera e vedendo il ritratto e la storia che creeremo, sarai doppiamente reale. Una fantasia riconosciuta da tutti diventa realtà, sopratutto se noi diremo che è vera e poi ti vedranno. Veròna sarà la tua parte della personalità desiderosa di agire in questo mondo, e diverrà totalmente umana eprchè sarà riconosciuta così! Non sarà solo un dipinto o una leggenda vociferata, otterrà il diritto di esistere e così tu continuerai anche in lei...La sua esistenza dapprima sarà solo una voce che penetrerà nelle menti della gente, pensando che i poveracci che aiutiamo abbiamo visioni o vedano streghe che agiscono come santi, senza che si sia ancora mostrata a chi cacceremo. Sarà diffusa inizialmente come un personaggio di una fiaba, poi prenderà corpo, in te, e sarà il tuo strumentro di punizione e vendetta.. riverserai sulle prede ciò che hai trattenuto dentro di te, come un fiume in piena rendendola vera.... in poche parole tutto questo che sto dicendo è il risultato dei nostri discorsi e piani che diventano qualcuno..."

"mettiamo che ho capito..."

"La nuova te che sarà tuo strumento, sarà una seconda Lia con una funzione. Resterete tu, lei e poi la nuova personalità dopo la tua morte, che oltre a continuare te come se fosse una tua ipotetica figlia..."

"questo lo pensi tu..."

"riceverà il testimone di mantenere in vita Veròna fisicamente, perchè esiste già, da quadro a persona reale. Comprendi?"

"E se lei non volesse? non sappiamo nenache se finirò come gl ialtri soggetti o andrà a buon fine... Insomma, dovrebbe prendersi sul groppone un incarico che magari non le andrà bene... il Project Kianta, come lo abbiamo definito, non prevedeva per ora una personificazione doppia..."

"Se sarà una persona diversa da te, affiderò il compito di incarnare Veròna a qualcuno che sia degno davvero, sebbene so che non è possibile ricreare qualcuno... sarebbe solo impersonare al proprio meglio ma sempre una recita imitando, non la stessa cosa. Non sarebbe te, questo è chiaro?" vedendola fare cenno con la testa "Ora, dobbiamo considera Veròna come una seconda te, che deve maturare per essere appieno la Strega del Gioco... perchè questo? perchè tu da ciò che abbiamo fatto finora, hai giocato con chi se lo meritava per studiare come fosse fin nel profondo e vedere se meritava un'altra chance o finire nei campi di polvere. Lei farà lo stesso..."

"Ho fatto ciò nella speranza che vi fosse ancora un barlume di umanità, non bestialità, dentro le persone, dettate dal loro passato e perchè sono diventati così, se non l oerano già. Studiando il passato, cosa avevano sofferto e subito, azioni e discorsi, non ho fatto altro che valutare, come persona comune, se quei soggetti fossero irrecuperabili o magari utili a noi, al guinzaglio. Molti erano irrecuperabili e non possono muoversi tra la gente..:"

"E questo farà Veròna. Insegnerai impersonandola, a questa strega, come essere in toto per il compito che le spetta. Creeremo luoghi e situazioni in cui ci saranno prove e sfide da superare , con esperti mentalisti, psicologi e psichiatri, creando campi di gioco e situazioni in cui cosa faranno, non faranno, le scelte e le parole, risulterrano la sua salvezza perchè lo merita o meno... dai sono parole tue vecchie..."

"Si, si e... ok... ho capito cosa vuoi e..."

"Ti sfagiola dai, lo vedo dal sorriso che tenti di nascondere" vedendoglielo poi comparire sul serio

"OK, Milan, in effetti è intrigante, ma se io creo come le mie azioni e dandole forma corporea una verità, che lei esiste, significherebbe assecondarti su temi che tu vuoi e segui e... non mi interessa, se dici che io sono in grado di fare cose magiche, Veròna non sarebbe magica. Quindi sarebbe un personaggio mosso con una storia e competenze e capacità illunistiche per aiutare o fermare..."

"Su questo sono d'accordo..."

"E se prima cerchiamo qualcuno che invece possa incarnarla? Insomma... non sono stata in grado di fingere totalmente, di essere cosa la società voleva in me, e dovrei interpretare una strega?"

"ALT! Tu non sei riuscita in quacosa che non era te. Non eri tu, quella che volevano e per come sei, non sentivi nel profondo di reggere per troppo tempo un fantoccio che mascherasse TE. Ma Veròna sarebbe parte di te, presa da una parte della tua personalità e mutata in entità reale."

"Mh..." poco convinta

"Sfruttando elementi di vario tipo, ocme si faceva una volta nelle truffe, con un chilo di sale in un bicchiere d'acqua, no? per intortare chi credeva solo ai propri occhi e non alla scienza e la conoscenza dello studio... Veròna appare dopo le voci e gli aiuti dati anche agli altri, facendo riconsocere la sua esistenza in toto... Deve esserci però qualcuno che la faccia vivere Veròna oltre la leggenda e il quadro. Cè bisogno di altre persone perchè il mondo che creiamo resti vero, e facendo crescere Veròna in ogni sfaccettura, questa non morirà o sparità. Come le leggende, queste sono rimaste, le persone vere no... Se non si accetta la sua esistenza, Veròna non può esistere, quindi resterebbe solo come favoletta di gente povera, aiutata contro la feccia. La Lia, tu, l'italiana, che fa muovere le cose, Veròna, la te stessa che nascerà dalla tua morte mentale... sarete tutte esistenti e rimarrete, non sparirete. Tutte le Lia che sisteranno da oggi in avanti sono tutte parte di te e nessuna sparirà. Saranno considerate come singole, vere e reali, compresa Veròna, ma tutte legate. Il tuo no nsarà un funerale, ma una rinascita, o reincarnazione o figliazione, un pò fuori le righe"

"Ecco, ha ricominciato..."

"Dai, queste cose hanno elementi comuni... tu pensaci, comunque. Hai ideato un piano per andartene fregando i buonisti. Il tuo corpo come loro vogliono non morirà e così hai aggirato il problema... Ci sei riuscita!"

Lia si alzò e posato il libro, andò a prendere la spazzola in osso e setole di cinchiale color avorio, che lui usav aper pettinarsi, per sistemarsi i capelli. Prima che usava una basica, costosa, ma Lia gli disse che i materiali migliori per i capelli erano setole naturali e osso, o corno, legno e niente di altro. Tutti gl ialtri materiali elettrizzavano i capelli e li danneggiavano, così lui si era procurato vari tipi di pettini sia per larghezza che di materiale, osso o corno, legno e setole. Quelle in setole aveva la funzione di massaggiare anche il cuoio capelluto e stimolarlo, oltre che rilassare la persona.

"Volevo parlare delle Muse, ma poi non ti piace se le accomuno ai preticelli... Trovo assurdo che i religiosi del cavolo debbano dire a me cosa fare se no ncredo nella loro religione. Eppure ancora questo accade oggi, e visto che voglio mandarli a quel paese, ma morire alle mie condizioni, bene. Aggirato l'ostacolo! ma perchè sono qui con voi, altrimenti sarebbe diverso. E comunque... Tutte le persone sono destinate a morire alla fine. Se nella maggior parte dei casi le loro vite sono senza significato... che tristezza. Io non penso ciò, la vita di una persona, ciò che vale, ciò che è… queste sono cose che una persona decide da sé e come è… Non importa quale tipo di destino sia forzato o creato o realizzarto o altro. Non accettaerò mai un'imposizione. Crearsi il proprio mondo… per se stesso…e magari trovare qualcuno che sorregga con te quel mondo, per riconoscere la propria , il proprio senso, il tutto. Trovare qualcuno che riconosce te, cosa sei e come sei, il mondo che vedi, sempre che no nsia da malati, e come senti di vivere e creare un significato della propria esistenza... per me, anche se non dovesse esistere, ormai è finita. Realmente, non esiste nessuno in grado di sorreggere con me quel mondo, perchè vuole stare al mio fianco. Io aiuto con il mondo in generale te, per il mio invece resterò sola a contarne i pezzi , mentre attendo il giorno di andarmene. Avrei voluto solo... se tu e Zay avete ragione, ci fosse anche quella persona perchè mi salutasse, accettando tutto... Io morirò sapendo che la mia famiglia mi vedeva e vede, in un certo modo , che no naccetto e non sono io. E così sarà sempre. Se io fossi morta da mie mani in modo violento, mi avrebbero addossato ogni colpa e dato della vergognosa per il loro dolore, mentre il mio... a chi ci pensa? Ma sarebbe accaduto questo, sarei stata ricordata solo per come mi vedevano e cosa ho fatto io a loro. E invece ho incontrato te e me ne andrò ma persona, umana, in modo dignitoso... "

"..."

"E' orribile, ma le cose stanno così. A pensarci, il mio trovarmi qui, in un posto che rispecchia cosa mi andava bene, con soggetti che, anche se militari hanno una morale e un senso umano da... beh, non aver trovato il classico gruppo di militari di merda. Ho ragione? Sembra impossibile, fuori dalla realtà ma sono qui, tu hai accettato l'Accordo e lo hai mantenuto, e finora non ho avuto fastidi da nessun maschio. a chi accadrebbe? Sembra così irreale e comunque sebbene siate amici, non riesco sentire nulla che per tutti doveva essere normale. Per nessuno e in nessun modo. E' finita così. FInchè resterò, ti aiuterò. Con questa idea di Veròna e tutto il resto. Ma almeno tu, se mi sei amico, se mi sei debitore di qualcosa, acocmpagnami dove voglio andare senza questioni o blocchi o... almeno tu, lasciami andare... accetta che io mi fermi dal lottare e voglia solo pace. E' come se avessi combattuto mille anni ma per gli altri, per me come se abbia potuto solo debolmente e senza scopo, in un tempo stiracchiato e fermo. Ci sono persone che si incontrano e per qualche parola incoraggiante, decidono che vivono per quella persona, che il tutto esiste con quella persona. Io non sono così, sebbene avessi veramente e intensamente voluto qualcuno che mi donasse il suo tempo, che volesse farlo perchè io ero io, semplicemente non cè. E non ci sarà, perchè amore significa anche lasciare andare. E se ci fosse stata, quella persona nonostante tutto avrebbe accettato questo fatto, salutandomi con affetto, ringraziando anche per ciò che avevo dato perchè io lo sentivo...? Ma nulla, anche quel poco con una persona al mio fianco non cè stata, e questo pesa di più. L'unico cosa che accetto, rispetto al pensare che l'altro sia tutto, è che insieme si indeboliva il vuoto e il dolore, ma non sarebbe scomparso. Tu sei un altro tipo di persona e hai una mente aperta, su certe cose aggiungo, non su tutte, ma va bene così. Mi auguro che accompagnandomi al mio riposo, della me stessa attuale, tu lo faccia perchè senti di farlo come amico. Chi ama, lascia andare. QUindi inutile che mi fai vedere persone, provando a tentoni se cè qualcuno per me. Perchè no nsarebbe come le altre persone, quella persona... da me non avrebbe cosa chiunque si aspetterebbe..." parlando come se se lo facesse a se stessa e come un monologo che a lui veramente, guardando negli specchi e riflessi

"Ehi, lo faccio perchè magari la persona per te, non il principe azzurro, l'uomo della vita, il fidanzato o marito come tutte e tu non sei tutte... ma chi vede te e il tempo trascorso con te importante... ci sia. ma almeno qualcuno che ..."

"E tu?" guadandolo negli occhi, nonostante la differenza di altezza "SAi come me che anche se siamo amici, ti piace parlarmi perchè i discorsi non sono scadenti come con gli altri, che noi due conosciamo cose per amore del sapere e del migliorarci, ma oltre qui, eccetto bibliotecari e bramini, a volte Jd, non è che tu abbia altri con cui fare ore di dialogo, come facciamo noi. Non è così? Alla fine ti rammarica il fatto che clienti e le persone qui, sono quasi tutte... indietro. Al massimo se fossi stata il tipo, avrei potuto essere la moglie fantoccio per recitare e ancora, quel tipo di mogli con cui si condividono momenti come i nostri, ma con cui non cè altro, svolgendo funzioni con una vita segreta da cui andare per scappare. E va bene per molti, perchè poi ci sono gli amanti per le altre cose. NOn trovo nulla di sbagliato in ciò, una relazione è forte in tanti modi, ma per farti capire, io alla fine non sono adatta ad essere moglie, non sono altro che una tua partner per non trovarti tra gente che poco ti capisce, e fare ciò che tu no nvuoi fare. E cosa ti piace, e hai letto, e conosci...con chi parli oltre me, se non sentirti le solite fesserie da arroganti arrivati, che sono cambiati oslo per l'apparenza? Ma chi vuole passare del tempo con te perchè tu sei tu, tranne i veterani, io, Madame e altri che consideri decenti? Rispetto a me sei mondano, viaggi, stai in mezzo alla gente, frequenti vari tipi disoggetti, quindi no nti pesa... ma a me si. Perchè tu sei mio amico, ma non la persona diversa. A volte capita che ci siano persone come me che vogliano solo mandare al diavolo tutto e... andare, morire. NOn cè niente che dia loro pace, abbastanza per sentire di continuare un pò, per il tempo e la vicinanza di qualcun altro con cui condividere le cose che prima apparivano alla fine, da soli, noiose. Altri invece che hanno l'entusiamo per la loro morte, ma conoscono qualcun altro con cui dimenticare il richiamo della morte, così come per l'altro, e gli passa. Ma non è così, per tutti. E via dicendo, i modi per sospirare e affermare che nonostante tutto possono un pò andare avanti... sono diversi come i cuori umani, ma non per tutti. Io sono delusa, perchè ho avuto da anni la sensazione di frantumarmi e sentire di star facendo una cavolata a continuare a respirare. Volevo sprofondare come una nave fino nel buio profondo. Sono delusa perchè non sono riuscita a morire in tutte le prove che ho fatto, sperando che non si notasse che fosse fatto da me, non è andata. E' per questo che so che, semmai tu non fossi arrivato quel giorno con gli altri, io sarei finita a soffrire fino all'ultimo respiro come suicida, in modo plateale. E' a quel punto, quando ho realizzato che stavo solo strisciando a questo mondo... che ho desiderato ogni genere di cose. Incidente, incidente stradale, ladro, qualsiasi cosa... io ancora ora non ho paura, come quel giorno in quell'edificio con loro là. SO che vivere non significa solo continuare a respirare, cè di più, il percepire col corpo tutto ciò che è materiale e tramutare le cose belle in ricordi. Ma io non li ho, tranne qualcosa qui con voi ma... sai anche tu che non sono sufficienti per rivederli e amarli nell'ultimo attimo.Nessuno che sembrasse in molte cose felice di me, del tempo che condividevamo e vivevano, di tante che cose che non ho vissuto ma per quella gentaglia era cosa normale e banale. E sai anche che non è per cattiveria o altro..."

"Lo so, tu non comprendi e provi molte cose degli altri, nessuno te ne fa una colpa..."

"e cose che più amo fare mi fossero proibite... se mi trovassi in una realtà in cui tutto è deciso da altri e io non avessi alcuna possibilità di scelta"

"..."

"SArebbe mai esistito un tempo in cui avrei pensato a giorni in cui mi sarei sentita viva? Che con una persona sarei stata in grado di ritrovare me stessa? IN cui nascevo veramente? Avrei sentito una senso di morte lontana con quei giorni e cosa ho vissuto? Che avrei visto negli occhi di qualcuno a me vicino non solo il mio riflesso, la me ricomposta, ma un affetto che trascende sesso e ciò che non posso dare? Non lo saprò mai, e alla fine mi va bene così. Così come sono felice delle cose come sono andate con Rò, perchè posso tranquillamente dire che per come si è comportato con me, non mi ha mai avuta come voleva. Che si arrangi, alla fine mi sono io ritrovata più sola, pensando che un amico mi ascoltasse, e invece urlavo al vento. Il tempo che diceva di darmi era solo e sempre per fare quello, non per ME.Quindi non è mai avvenuto, sono sempre rimasta sola e accusata pure di non amare, nonostante cose avessi fatto per lui, perchè non ha mai capito che io non sentivo cosa per lui eran normale in tutte.... Io non sono quello, io non sono lì, gli dicevo. Ciò che desidero è altro. E invece sempre e sempre quelle domande e quel sentirsi offeso e non amato. Basta, da quel momento ho deciso che non avrei dato nulla a nessuno e ancora ora non ritirerò ciò, nonostnat etu e Madame continuiate a mettermi sotto il naso tutti i tizi che sembrano secondo voi adatti ai miei gusti..." ridacchiando, ricevendo da lui una risata " se io non provo nulla, non ha senza forzare qualcosa che non viene da dentro di me. ma non riesco e va bene così, a parte voi che sembrate quasi amici fittizzi perchè impossibili, nessun altro ha ritenuto che fosse bello passar eil suo tempo con me. Dividere con me mometni o altro. E a volte me la rido, perchè penso che hanno perso loro, non io. Io sono rimasta uguale, alla fine. Nessuno ha visto in me qualcuno meritevole per riempire i giorni e i momenti. Che vuoi, questa è la vita. Ci sono persone là fuori che sono come me ma in parte, perchè desiderano cose che a me non interessano e si sentono vive volendole. Stronzi che mi hanno procurato dolore e vivono quelle cose per loro banali e ordinarie che per me sarebbero state momenti da ricordare. Ma io no.Come chi per vari motivi ha perso i genitai o la loro funzione e si dannano, perchè non hanno così identità e io vorrei non averli, per sentirmi più me, e nello stesso modo siamo persone con un corpo che non può amare, ma in modo opposto. A volte mi domando chi tra me e loro, è la persona più... "

"Non ci pensare. Goditi quello che qui non potevi prima.E..." mentre si passava una man ofra i capelli pettinati decidendo come farseli.

"Non cè niente di più triste e sofferente di una vita che non vivi tu stesso." guardando il suo riflesso negli specchi "Vuoto, perdita, il tempo che fa sentire il pesante e lungo fardello che ti toglie i lresto. Tutto è passato in un batter d'occhio e io sono finita nel suo mare. Il mare del tempo che ti risucchia se qualcosa ti fa cadere, e io non mi sono rialzata perchè non trovato nei riflessi di quel mare qualcosa a cui aggrapparmi. DA Rò e dalla mia famiglia ero forzata in un amore che nemmeno io riuscivo a capire, e non sentivo mio o che dovevo prednere. Cuore e amore erano distorti perchè o non li provavo o non sentivo nulla. Io stessa non sentivo lo stesso a quel modo. Dicono che un amore può essere immortale e sopravvivere, attraverso quell'amore e la forza in esso... Battevano queste ideologie insistenetnemente contro il mio cuore chiuso, pretendendo cose che io non provavo.... E' inutile ostinare e forzare qualcuno che ha irrimediabilmente chiuso i lsuo cuore, ma per lor non era così, e per Rò era un fatto quasi dovuto e alla fine... e ho detto addio... per me è stato come immortale il tempo trascorso nel vuoto assoluto. COn nessuno che fosse felice di me, che mi sorridesse perchè io ero io, che mi allungasse la mano per continuare a vivere, e condividere ogni cosa insieme come amici speciali, niente di più di questo, ma con ciò che io sentivo e desideravo dare. O non potevo, ma all'altra persona non importava comunque. Svegliarmi in domani che non sono mai esistiti, in un corpo che per tutti segnava cosa ero, mentre per me era una zavorra e una condanna. Decidere me, chi ero e no, è stato impossibile con tutte le voci urlanti che sapevano, dicevano, chi ero, cosa dovevo essere e cosa fosse meglio per me... e invece hanno creato questo..." guandandosi le mani mogia "NIente, niente invece. E' triste che un amore venga definito tale in grossa maggioranza dell'umanità, come splittato in due soli elementi. Amore da relazione sessuale bloccata da un documetno e quello per i figli. Io che non ho un corpo in grado di amare, che non può amare, deve ritrovarsi a subire tutte le angherie possibili perchè sono sbagliata. E senza dare ciò che la gente vuole, per la gente io, come persona e me stessa, non esisto, sono fallita, un fallimento. E quindi, accetto che non esista anche una persona per me e un periodo felice..." sorridendo amaramente

"Spero che il tuo cuore venga fermato… dalla mano della persona che desideri, se in qeusto tempo comparirà. Altrimenti, non ho problemi a condurti con mano oltre il dolore e la sofferenza, risparmiandoti tutto ciò che comporta un suicidio normale... partner"

Lia sorrise, mentre gli sistemava le spalle con il tessuto tirato e gli specchi interni delle ante riflettevano loro due.

"Le persone positive possono cambiare il mondo, quelle negative lo mantengono comè... giusto?"

"Giusto, per questo ci impegniamo partner..."

"Ultima cosa... da amica... E' abbastanza scortese definite pedina il tuo partner, perchè lo so che, anche se siamo amici, per te comunque io sono un attrezzo, una pedina, un elemento del tuo sogno e desiderio... ma va bene così, solo... ricordalo. E' abbastanza triste sapere mentre la persona non si accorge che ciò trapela..." sorridendogli e tirandogli una guancia come faceva sempre, pizzicandolo come punizione

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Capitolo 40
*** 31 ***


segue il capitolo messo giorni fa













"Non dovevano riportarmi qui, ma dovevate venire voi e appena sveglia sarei andata a prendere a calci in culo quegli stronzi, da creare una pattern a scacchi come quello che hanno in mente i cretini dei complottisti e le loro scie chimiche... che se esistessero veramente queste scie chimiche che modificano il dna, loro sarebbero più intelligenti, sicuro..."

Kianta faceva avanti e indietro in una sorta di ovale , girando in una zona dell'ufficio di Milan, appena lavata e cambiata, con un asciugamano che usava con foga per asciugarsi i capelli. Milan era dritto come un palo sulla sua sedia, braccia sulla scrivania che unite stringevano una penna stilografica, osserv andola come se un narcolettico che segue una messa cristiana. Sembrava stanco e spossato.

"E invece sono qui... voglio sapere che cavolo è successo. perchè la blue box si è attivata? Non l'aveva mai fatto prima. Dovè David?"

"David è alla Torre di Londra nord. Tornerà tra poche ore. Per la questione di attivazione, sei stata colpita al fianco sinistro tra le costole, senza ledere organi e per proteggere il figlio di..."

"Lo so, Milan. Sento ancora pizzicare dove hanno messo i cerotti da sutura stringenti. E' salvo, benissimo. Mi fa incazzare che la blue box per la prima volta si sia attivata, l'epilessia major..."

"Ti sbagli, non è questo i lcaso. David ha risposto che non si tratta di ciò, perchè seppur provochi un'improvvisa perdita di coscienza, di norma è seguita da lipotimia e irrigidimento di tutti i muscoli; si ha una fase cronica, caratterizzata da violentissime contrazioni degli arti e dei muscoli masticatori, fase comatosa o del sonno profondo, in cui si ha completa perdita di coscienza. Può somigliarci ma per lui non è così, ma deve farti degli esami. Potrebbe invece essere più come il thanatos, la tanatosi, la capacità di fingersi morti, anche se nel tuo caso non era per tua volontà ma per lo shock dello sparo e... non so cosa. COnoscendoti sei perfettamnete ingrado di subiro uno sparo e andare a menare lo stronzo che lo ha fatto..." ridacchiando "Per David non è che un segnale al cervello di freezing come per un dolore eccessivo ed intenso per cui in noi, tranne esempio i pesci, se il dolore fisico ed emotivo è eccessivo si ha..."

"Si, perdita di coscienza per tot stabilito. Ma qui ho avuto fase comatosa simile alla morte, perchè hanno reputato me morta per fare uno dei loro spettacoli per mandare un messaggio. Anche se vorrei vederla la scena delle bare che scorrono nel fiume..." pensierosa

"Kianta..." rimproverò Milan severo "qui dobbiamo parlare di una questione importante. Le stoddarde ti hanno salvata sebbene non fosse uan ferita mortale. E' già tanto che per miracolo non ti abbiano fatto niente o sotterrata. Sarebbe stata una catastrofe!"

"Si Milan! Comè successo che per la prima volta io sia finita a terra stecchita, perchè la Draper ha deciso che dovevo fermarmi"

"La blue box è entrata in azione valutando le tue risposte chimiche. E' settata per questo. Rivela ogni reazione indotta dal sistema neurovegetativo in caso di caldo eccessivo, stress prolungati, emozioni violente, squilibri ormonali dati da ferite gravi e shock.. Può indurre uno stato di freeezing o tipo coma profondo, divenendo areattivi, senza funzionalità tronco encefalica e sottoposti a ventilazione artificiale in alcuni casi. Quello che un tempo si considerava morte apparente per cause naturali. IN questo caso, provvede lei.E' come un pc, è andato in protezione con gli impulsi della scatola. Una grande varietà di stimoli, meccanici, chimici, elettrici, termici, purché questi raggiungano una certa intensità, ossia la soglia per ogni utente che può portare la blue box ad attivarsi. Niente di strano. Il tuo stato emozionale scommetto c he era al livello del e dopo che ti hanno sparato la blue box ha riscontato i valori simili a quelli che ha registrato come pericolosi e ha agito. Nulla di strano"

" Conosco i parametri del o Ccemb-5, traducendo in inglese la sigla. grazie, ma si visto che pensi non me lo ricorda... Il famoso un dispositivo di studio di David, Imogen e Jameson, impiantato nel corpo dei soggetti di sperimentazione. Gli impianti fungono da supporto al personale medico, registra i dati biometrici che possono essere utilizzati per facilitare i trattamenti in caso di malattia o infortunio oltre che registrare i dati biometrici e molecolari. Conosco la storiella, Milan..."

"Si inseriscono con un sistema di autoiniezione e hanno integrato un chip gps e di rilevamento della posizione con un impulso a tempo programmato con una precisione e un segnale settato a più linee d'onda, perchè ogni membro che abbia una radio, palmare satellitare, ricevitore gps ect possa rintracciarlo. Registra anche l'attività delle onde cerebrali, per estrarre dati dalle scatola in caso di necessitèà con sistema criptato a dieci livelli, rileva i collegamento satelllitari per mandare al bisogno di dati e ospita un Os con doppio settaggio, a onde bineurali o radio, per riabilitare un corpo con mente danneggiata a rialzarsi e tornare a casa. Una personalità base o scelta per ogni singolo utent, e così che si inviino al cervello con danni di memoria o svenuto un impulso con i dati per rialzarlo. La versione economica di quelli che stiamo sperimentando nelle fasi di soggetto vivente o meno. Suscettibili alle interferenze elettromagnetiche, le scatole possono causare notevoli disagi a chi le indossa e, in casi estremi, sovraccaricando le scatola creando reazioni per noi impossibili da conoscere, poichè non abbiamo mai portato i soggetti a questo livello di test, sai per evitare danni più o meno gravi o peggio la morte. E siccome tu sei la quinta test o cavia che ha supportato la scatola, il tuo chip è unico e con dati e programmazione differente dagl ialtri, ergo con te si adatta a te e agisce in base ai tuoi parametri. Cosa ti turba della situazione? Grazie a lei stai bene, perchè con la ferita e i livelli ormonali che rilevava ha processato il cervello perchè si... spegnesse per portare il corpo a uno stato di stasi , perchè si riprendesse, mentre le stoddarde lavoravano... ah, le care e piccole nanomacchine create dal caro e vecchio dottor Stoddard, che la Madre lo abbia accolto tra le sue braccia. Se non fosse morto, avremmo più dati e informazioni oltre o a testarle con i pochi cambiamenti che loro là sotto possono fare, ma sembra che abbiano entrambi svolto il loro compito. La bluebox ha modulato e demodulato il segnale elettrico e chimico del cervello perchè si fermasse in una soglia minima vitale, per preservare il soggetto mentre recuperava le forze e le nanomacchine nostre, almeno quelle modificate che comunicano con la scatola cerebrale e poi coordinano quelle di Stoddard, si occupassero della ferita. Fatto. Ti hanno scambiata per morta, credendo di vincere, e sei rimasta come Briar Rose in attesa dello sblocco della blue box..."

"E quindin che dovrei fare, dire ?. Grazie nanomacchine?. Per il vostro lavoretto che mi ha portata però qui in Francia e non a Bucovina a bruciar loro i piedi... voglio tornare là!" fece portandosi verso la scrivania, affrontando occhi negli occhi Milan.

"Kianta..." fece lui buttando con le dita la penna sui fogli bianchi e lasciandosi andare con la schiena alla poltrona esausto "non sono in vena di fare spedizioni punitive, abbiamo i nostri collaboratori che potrrebbero diventare i miei Alfieri in quel paese. Sono di nobile stirpe, ricchi, hanno in mano gran parte del paese al pari degl istgessi che hanno ideato l'agguato. NOn ritengo che, ora che sei qui, sia corretto farti tornare là. Potevi avere qualche danno cerebrale, potresti peggiorare con la ferita per quanto ti agiti, e..."

"Tornerò da David per usare il neurografo, così che almeno l'IO di adesso sarò conservata e poi voglio tornare là..."

"Kianta..." fece stancamente Milan ma una voce li interruppe.

Il gruppo di veterani stava in una parte dell'ufficio in silenzio come sempre, mentre quei due discutevano. Alaric buttato su un divanetto quasi come Paolina Bonaparte nella scultura, annoiato. Gli altri in piedi vicino a lui. Gask aprì la bocca per fare una domanda di getto, ottenendo paia di occhi sopra di lui.

"Bè... non capisco cosa sia un neuro-coso, e chiedo solo per capire la situazione..." ottentendo da Jd la risposta.

"Un neurografo , chiamato informalmente scansione cerebrale, comporta la scansione di un cervello e la copia della coscienza, della personalità, dei ricordi di quel cervello in un formato di dati.Di primi anni del duemila, per portare avanti l'idea del transumanesimo, si fecero vari test grazie a esperti di neuroscienza, praticamente creando un intero cervello in digitale. Venne replicato digitalmente, consentendo simulazioni senza rischi di potenziali trattamenti. E' come una tac , con immagini digitali di come è strutturato il cervello ma non solo come aspett, o come per lo studio di presenze di anomalie e malattie. Si studiano separatamente creando vere e prorpie mappe di ogni soggetto, mettendo in realtà le idee all'epoca di Arthur C. Clarke e Isaac Asimov, per prendere una coscienza, ossia una Personalità compelta di un soggetto e conservandola, per usarla su un corpo. Non l'originale ma altri. La mappatura di un cervello prevede oltre la digitalizzazione totale, anche uno studio, quest avolta un pò invasivo, di ogni singola sezione del cervello, la prima volta, per vedere dove sono le reti neurali o collagemnti, quella specie di tubicini che contengono le informazioni, e capire dove sono, quante e che struttura hanno per copiarle, o nel caso romperle per crearne di nuove con nuove informazioni. E' come per ora posso spiegartelo, non sono un esperto. Ma le mappe complete del cervello umano non sono tutte uguali, ecco perchè la prima mappa è per comprendere quel tipo di cervello. ora le mappe cerebrali son oanche dette "connettomi" e sono modelli perfetti per studio e altro, di ogni connessione tra ogni neurone in un cervello. Le nostre personalità, i nostri ricordi così come le funzioni sono differenze tra i singoli connettomi, e tra un cervello e l'altro.Ogni mappa in pratica presenta un connettoma, come un'impronta digitale mentale unica, come le impronte delle nostre dita. Ogni connettoma o impronta è unica e speciale e ogni cervello agisce in modi differenti, sebbene in generale sembrino identici. Un dispositivo di imaging chiamato Neurograph, permette di fare tre tipi di scanzioni, tre scansioni sono tre livelli differenti del cervello, per avere un quadro perfetto e completo del soggetto a livello cerebrale. Produce copie digitali della mente dopo aver scattato una del cervello di una persona, ogni fotografia è l'equivalente di un connettoma che include informazioni sulle proprietà metaboliche ed elettriche dei singoli neuroni, le loro densità sinaptiche, i siti in cui i neuroni rilasciano trasmettitori, e un'intera pletora di altre informazioni non necessariamente implicite in uno schema circuitale di percorsi neurali. Almeno, mi sembra che il libro di David dicesse esattamente questo.

"Ah..."

"...nell'imaging cerebrale ci sono due fattori,onde precise elettrochimiche e l'altro..."

"nanorobotica neurale" si intromise Milan, mentre Kianta sbuffava " neuronanorobotica facilitano diagnosi accurate, connettività controllata tra l'attività neurale e archiviazione ed elaborazione di dati esterni, ove i nostri stessi ricordi possono essere tagliati fuori da noi come si fa con un bisturi in alcuni interventi al ceervello. Jd ha detto il giusto, il processo è una combinazione di determinate onde e stimoli eletrtonici uniti a optogenetica, un metodo che utilizza la luce per fare cose, come indurre il sonno, recuperare ricordi apparentemente persi e mappare i circuiti neurali. Il metodo si basa sulla consegna virale di modificatori genetici a popolazioni di neuroni modificati. L'optogenetica e innumerevoli altre tecniche di imaging ad alta fedeltà,
hanno tonnellate di potenziali impieghi, e stiamo ancora intenti a sviluppare le tecnologie per visualizzare in modo completo un intero cervello senza studio a settori, o usare costosissime macchine che noi abbiamo"

"Ok ma... quindi si può copiare u ncervello?"

"Gask, ci hai sentito? Abbiamo spiegato che il cervello è fatto di varie cose, tra cui impulsi nervosi specifici e differenti che vengono letti e codificati, come si fa con il linguaggio umano verso il linguaggio macchina e viceversa, che porta la macchina a comunicare le sue operazioni binarie treamite una visuale grafica. Così sono gli OS dagli albori esempio di Microsoft, ma ancor prima i Mac. Interfaccia grafica per dare istruzioni ed avere i risultati in modi comprensibli a noi, mentre la macchina opera con sistema binario, quindi due via come On e Off, che combinati in sequenze specifiche sono un'informazione. Questo per stringere. E la stessa cosa per i dati ricavati da un cervello. Per fartela breve l'apparecchio capta e riconosce gli impulsi, ripeto lo dico stringato, e li converte in dati digitali che sono poi riversati in speciali memorie tipo flash portatili, di pochi centimentri, contro una quantità di dati variabile. Conta che la versione base di un cervello convertita in dati, equivale a circa tra i trecento megabyte e i seicento, in base al cervello ovviamente e le informazioni contenute, oltre se sono presenti o meno anche i livelli di analisi del cervello..."

"QUindi..."

Per ottenere un'immagine accurata del cervello hai bisogno di dati, gli elementi di attivazione dei singoli neuroni, sui loro contenuti molecolari, sulle loro connessioni, il più vicino possibile a tutto il settore che si sta analizzando. Eventuali discrepanze potrebbero essere abbastanza significative da produrre effetti valanga, che ostacolano drasticamente la fedeltà di un modello mentale.Un pò come una foto scaricata male da internet che ha quelle righe o parti bianche con glitch, ad indicare che tutto il pacchetto non è stato scaricato. A peggiorare le cose, ottenere molte di queste informazioni è molto invasivo, la prima volta. Prima si inserivazno elettrodi e micropipette in tutti gli 86 miliardi di neuroni del cervello umano,per non parlare degli altri 85 miliardi di cellule cerebrali non neuronali, che la maggior parte dei neuroscienziati considera preziose per creare rappresentazioni fedeli della funzione del cervello. Adesso, tramite una sorta di casco con onde di vario tipo e uso di luci speciali, sempre stringato, è possibile analizzare il cervello come una tac ma in profondità, usando gli elettrodi solo la prima volta. E cosa fondamentale, non è possibile per esempio prendere te, metterti sul sedile, e scansionarti. Kianta può farlo perchè possiede la blue box..."

"ma... anche io ce l'ho..."

"Gask, ascolta e capisci." fece Milan stanco "So che tu adesso ce l'hai, ma sto parlando per ipotesi. Tu non hai la scatola, ergo non hai un modulatore e demodulatore di onde ed impulsi cerebreali, quindi sei un cervello normale. La nostra tecnologia senza dei punzoni interni al cervello, non può effettuare quello stesso procedimento profondo di analisi, scansione e copiatura. Prendi me, sebbene sia il Leader, non ho la scatola, ergo se faccio eseguire su di me la scansione senza elettrodi e scatola, avrei una tac superiore alla normale ma non da permettere a David, non come vorrebbe, di provedere ad analisi approfondita per disattivare e rimodellare quei bastoncini carichi di informazioni che..."

"ma quindi io posso e tu no?"

"...eh... questa esigenza di iper-accuratezza è potenzialmente permeata dalla black boxing del cervello. Il che ci porta a...nient'altro che input e output. dati elettrici e chimici che puff, vengono riconosciuti e convertiti in dati informatici, sotto forma di codici che un conputer può leggere. L'emulazione del cervello è l'endpoint logico delle neuroscienze computazionali. I tentativi di modellare con precisione neuroni e sistemi cerebrali ne è una branca.Gli elementi strutturali cellulari o subcellulari del cervello umano sono considerati unità di elaborazione delle informazioni funzionali di input/output in sistemi di memorizzazione e/o elaborazione di dati cerebrali basati su metodi elettrochimici...Non si tratta esempio di una lastra o una stampa c he ti danno se fai raggi o tac. E' una versione digitale lavorabile, non mera immagine. La ricetta per l'intero corpo umano è memorizzata in 3 miliardi di paia di basi di dna, che si adattano perfettamente a circa due cd se rappresentati come combinazioni a due bit, perchè un computer possa interpretare quell'informazione. In informatica, la compressione è di due tipi, lossless e lossy. Il tipo di scansione come dice David è paragonato esempio a un file audio, nulla può competere come qualità e perfezione con tipi di file audio ingombranti e senza perdita di dati come flac e ogg contro mp3, per farti capire come funziona. E' come se una tac normale fosse un midi o ancora, un file che si apre normalmente contro un raw, il prodotto originale e perfetto che pesa di più ma è perfetto. Per lo stesso motivo, una volta compreso come funziona un cervello umano, si è provato a copiarlo e ridurre il suo connettoma prima che le differenze diventino evidenti, da non poter operarvi sopra. Interfacce cervello-computer, ecco cosè. E lo studio parte dal controllo mentale Mkultra, poi divenuto monarch. Tra gli anni cinquanta e sessanta il progetto mkultra nacque per controllare i loro agenti ma anche soggetti catturati con strumenti un tempo usati per la cura di malattia mentale... ma non solo, studi precedenti tedeschi e poi russi. Se il primo si basava molto su condizionamento impresso da traumi e ancoraggi su traumi e rottura della psiche per varie pratiche terribili, poi si è passato all'uso di onde sonore e radio, a impusi elettrici e audio visivi. I cosidetti messaggi subliminali derivano da ciò. Usare immagini, suoni, onde al cervello e stimoli elettrici in varie zone della testa per agire, con una funzione maggiore del progetto originario. Perchè noi lo studiamo? Perchè ci serve per ridare la mente alle persone che l'hanno persa. Soggetti con disturbi mentali, amnesie, stati di shock, traumi che regrediscono la persona o militari o ocmunque soggetti che sono affetti da ptsd,ossia post-traumatic stress disorder, ma anche altre patologie più o meno gravi. Noi studiamo il ceervello e la sua copia, e impressione nel cervello per ridargli la mente. Correggere anche problemi fisici e ormonali del cervello stesso. .."

"Ok, ma quindi la scatola..."

"L'ingrediente chiave è un'interfaccia cervello-computer, o bci. Questi trasferiscono le informazioni tra i media neurali e meccanici, consentendo il controllo degli arti o del corpo, e la compensazione per i sensi danneggiati, ad esempio. impianti cocleari e occhi bionici. In pratica un cervello scansionato e copiato in un corpo meccanico avrà scompensi, così comè, perchè settato da anni e capacità imparate, perchè non riconoscerà il cervello, che da organico è diventato meccanico, quindi il sistema non più umano e non riuscirà ad adattarsi. Questo accade se il soggetto non è consapevole di dove si trova, ossia corpo non originale, e non accett ala cosa, mandando il cervello in stato di rifiuto. Se ti chiedi come l oso, è perchè abbiamo provato. Solo un cervello con mente aperta e consapevole della cosa, e che conosce l'idea del transumanesimo, può provare ad adattarsi" guardando Kianta "ma per ora ci buttiamo sulle menti reali, umane, organiche. Per ora facciamo a meno di robot con menti scansionati, perchè abbiamo già dispositivi pilotati da specialisti tramite sedili di pilotaggio, che hanno lo stesso fattore della sedia di David, solo meno tecnologica e senza i mezzi e Os adatto. ma prendono i dati della mente del pilota e lo tasmettono al mezzo, consentendo un pilotaggio da remoto in tempo reale..."

"Mentre è in un posto di pilotaggio, un controllore umano può azionare a distanza macchinari usando solo i suoi pensieri. I sedili pilota sono molto BCI. QUesto dice David..." fece Jd, mentre Milan continuava.

"Abbiamo dei sedili di pilotaggio. Usando un cappuccio, la versine leggera e portatile, sebbene voglio che sia ben sperimentata o i caschi speciali, elettrodi e un po' di allenamento,e le persone possono controllare i morfocotteri comodamente da una poltrona. O Kianta che usa il sistema di proiezioni con lo stesso funzionamento. I piloti o controllori non hanno scatola, lei si, e quindi tramite la scatola il sistema tramite un collegamento implementato , tipo un wireless, può pensare a qualcosa e il sistema lo rende reale tramite laser speciali, che sono visibili non comunemente come raggi che partono da un punto come i moderni parchi di divertimenti, ma i nostri sono studiati per essere micropunti che sono visibili solo nella figura finita. E si può ricreare di tutto, basta che la mente sia adatta, sia stata preaprata tramite dissociazione o..."

"Quindi quello che fa lei è qualcosa di simile?"

"Di bas eil procedimento è simile. Ricorda, interfaccia cervello-computer, e viceversa. Pensano semplicemente a spostare il robot volante, i segnali sono raccolti dal cappuccio tramite elettrodo e vengono trasmessi alla macchina, modificando di conseguenza i suoi schemi di volo. Certo, con il cappuccio i segnali su uno scalpo sono smorzati, quindi il sistema non è perfetto, ma è impressionante per una tecnica che richiede solo di indossarlo. E il sistema non è dissimile dagli.impianti cocleari .. e una scansione viene impressa nel cervello con quella tecnologia al contrario, rappresentano informazioni che viaggiano dal computer al cervello, modificando quei filamenti che se ti sto a spiegare cosa sono, il nome e altro, tu perdi il filo. Un robot che usa questo metodo, è come un relè per una coppia di BCI. I neuroni vengono letti e interfacciandosi così con i componenti di motilità del robot, lo si manovra solo pensando. Ricevono anche input da sensori di luce e li trasmettono a un computer, che può trasmettere comandi di movimento in risposta.per ora si è studiato, non qui, mille neuroni di ratto che agiscono essenzialmente come microprocessori su un robot,posizionati su un chip di silicio, e la configurazione impartisce comandi , più lo strumento come casco, è migliore, i recettori da entrambe le parti sono meccanicamente aumentati"

"Quindi basta sedersi su una sedia..."

"L' interfaccia neurale del sedile pilota Fdx-500, è un apparato di interfaccia neurale prodotto con specifi apparecchi di rivelazione e lettura neuronale e impulsi elettro-cerebrali, che consentono il controllo remoto degli apparecchi, e nei laboratori abbiamo la versone evoluta per consentire la creazione di neurografi . Il suo utilizzo si basa sulla neuroetica e può essere configurato per leggere e scansionare un chip corticale, o cortical chip, che è su cui si basa poi tutto ciò che è la blue box.A sua volta ispirata a un apparecchio di bypassaggio e demodulazione dei segnali telefonici creata negli anni ottanta. Inoltre Kianta può, perchè la personalità primaria aveva già parecchia esperienza di visualizzazione e dissociazione per motivi suoi, quindi il il cervello era allenato e a Kianta è bastato poco per adattarsi a ciò... "

"ma quel coso sulla tsta non fa male, vero?"

"...il metodo è meno invasivo rispetto elettrodi nel cervello, lo stesso tipo, grossi e assurdi, che dal duemilatre si usano su cavie animali, da scimmie, a piccoli mammiferi fino uccelli medio-grandi proprio per studiare il cervello, composizione nelle varie specie, ricezione della vista... lo dico così perchè comprendi di cosa parlo e via dicendo. Le scatole...sono come le scatole nere dei veivoli, hanno una funzione ausiliaria di consentire migliori capacità di mappare il cervello e pilotare le macchine perchè proprio sono inseriti, essendo grandi..."


"Scusa, noi abbiamo già delle black box sempre dietro, no?"

"Aspetta, ti confondi. Black Box Biometrics è un ndisposivo esterno, e raccoglie dati e fornisce un feedback istantaneo dopo un evento. Più che altro sono studiati per monitorare a cosa i soldati sono stati in contatti e come agire, per i medici. Il dispositivo è piccolo e può essere montato sul retro del casco così come sul petto e sulla spalla, consentendo una raccolta più accurata delle onde di sovrapressione e dei loro effetti su diverse aree del corpo. ma sono esterni. Questo è più grande, mentre quella interno che avete è un congegno poco più piccolo di una carta di credito e di un unico pezzo rettangolare, una blue box è settorializzata in tre parti, una nella zona poco sopra l'orecchio, una nella zona della nuca e la terza con una percisa posizione della colonna vertebrale. Prima come per Kianta si inseriva con intervento chirurgico con anestesia locale, mentre ancora prima con anestesia totale su un lettino da chirurgia. Kianta l'ha ricevuto sul sedile ergonomico, con una sponda per poggiare braccia e il mento e subire le operazioni seduti, con la schiena a disposizione del medico fornendo sembre feedback verbali mentre si opera. Adesso è provvisto più piccolo, con una siringa speciale ma si deve fare sempre l'incisione e con i cerotti stringenti e colla chirurgica, non si vedono ne segni e ne cicatrici, perchè il processo di chiusura tissutale è monitorata e seguita perchè non rimanga molta traccia..." aprendo le braccia come per dire questo è quanto

"E io quindi cosa ho?"

"Tu hai la versione più piccola di quella di Kianta... i chip Cortex di base sono gli stessi, sebbene in formato minore, e utilizzano un'architettura simile alle scatole nere, in grado di eseguire una mappatura per la scansione, misura un'ampia gamma di indicatori, dalla temperatura corporea all'attività cerebrale e informazioni vengono continuamente trasmesse al Core principale dell'organizzazione, e solo alcuni Crell possono accedervi per verificasre le condizioni del soggetto. Hanno un'ampia gamma di rilevatori sia per la condizione fisica che per la trasmissione dei dati, visto che si basano su diversi segnali per trovare quello funzionante per agganciarsi. Rivela anche il momento in cui i satelliti sono sopra il soggetto per esempio. E i phonevlet hanno delle funzioni nascoste, attivabili solo da noi, per collegarsi al satellite nella zona e comunicare...il phonvlet comunica con la scatola e manda al satellite le info. Ma... è un'operazione che evitiamo tantissimo..."

"Ok, forse, non so, credi aver capito ma... si può davvero copiare quei dati in un cervello? Voglio dire, se..."

"Aspetta! scannerizzare è molto diverso dal copiare! Una cosa è usare un'apparecchiatura che riconosce impulsi elettro-neurali e un'altra inserire dati in un cervello. L'area da trattare è definita, non tutto il cervello. Non so se hai già seguito le Lezioni sul corpo umano, ma il cervello in base alla funzione ha settori specifici dove sono immagazzinate le informazioni. Attualmente non è possibile cancellare tutto un cervello come si fa un hard disc come fosse niente, fare percentuale zero di dati neurologici e poi copiare. Perfino le amnesie portano il soggetto a saper parlare, camminare, agire e fare cose basiche... ma sono informazioni in settori diverso dalla memoria principale. E' come... come un computer. Cè la memoria di massa e quella volatile. Immagina che i dati della memoria volatile si perdano ma ci osno quelli base nella memoria di massa. Due parti diverse eppure è sempre memoria. E la stessa cosa è il cervello. Se si danneggia per incindente, shock o altro il settore della memoria che definisce quella persona per i ricordi e le esperienze, non verrà intaccato, non del tutto, l'altro settore che riguarda le funzioni di comunicazione, apprendimento, movimento... Le ricerche e i nostri test ci hanno dimostrato che ancora lo studio del cervello è a una percentualepiù vicina al cinquanta, che al per esempio ottanta per cento. Le persone che hanno accettato volontariamente di sottoporsi ai nostri test hanno... mh... avuto dei problemi. E ripeto, cancellazione totale di tutte le aree del cervello. E'stato difficile copiare una mente di un altro soggetto, quindi non lo stesso, in toto perchè i dati si adattavano a quel corpo, l'originale, e abbiamo visto che una copia vergine, ossia la prima non manipolata, ha difficoltà ad adattarsi ad uno schema celebrale differente. Ripeto, come per ogni cosa, anche il cervello è diverso come struttura da un altro. DImensioni, percorsi neuronali, strutture adibite a memoria, collegamneti... "

"E come è finita a quelle persone?"

"La maggior parte non erano in grado di parlare, o balbettavano, o non sapevano ritrovare equilibrio... il cervello naturale cercava di compensare le differenze, le informazioni che noi avevamo impresso e le sue caratteristiche, i connotati... le abilità che aveva l'altro non venivano ben assimilate, o il cervello creava un rigetto e la struttura si frammentava....inoltre non tutti hanno un cervello che David chiama elastico che può adattarsi. Rifiuto di accettare un corpo diverso, l'inacapacità di mente aperta da analizzare prima la situazione e capacità di analisi... diciamo che non tutte le strutture, come chiamiamo le scans del cervello, possono adattarsi. Ripeto, non manipolate. Il cervello umano non è come un computer. Seppur in un computer ad esempio se prendi un disco rigido, quindi estrarlo da un computer perfettamente funzionante con OS perfetto completo di tutti i driver per ogn i componente, e lo inserisci, avviandoil nuovo computer ospitante... è innegabile che l'Os inizierà ad avere problemi, perchè sebbene cerchi di compensare la base fisica diversa funzionando ma non trovando cosa gli serve per la stabilità.... Crash, blocchi, rallentamenti, e questo perchè i pacchetti che collegano i registri dell'Os con i dati dei componenti originali non sono compatibili con il nuovo pacchetto. Se le due macchine dovessero essere identiche in ogni pezzo, per cui l'Os comunque si adatta bene, non creando problemi perchè i codici identificativi di ogni peszzo sono diversi ma componenti identici, è diverso. Si adatta. Ma se la base è diversa come lo sono due persone, l'impianto della scan vergine potrebbe non attecchire. E il risultato è come... hai presente come una foto, divisa in pacchetti di dati per esser inviata meglio, arriva con danni perchè tutte le informazioni non sono giunte, e compare con glitch, parti bianche, frammentate, che capisci uina parte della stessa ma non è completa? Identica cosa. Solo acuni pezzi saranno presi dal cervello, ma se è tutto cancellato e molte parti dei settori importanti non prendono, è una personalità monca. COme è accaduto no nsa parlare, non conosce le parole, non sa come correre o camminare, non sa tenere in mano una forchetta o penna, ha incapacità cognitive e mostra elementi di qualche categorie della sezione delle sindromi dewl genere autistico. Ma non lo erano, era solo il cervello che inciampava male nel funzionare con ciò che aveva ricevuto. Ecco perchè attualmetne a meno che non sia una scan originale nel corpo originale, non attuiamo per ora su persone che ciservono, impressioni di struttura totale, ma parziale. In pratica modifichiamo tramite impulsi di onde elettriche e onde di varie freqauenze, interfacce luminose con luci speciali e frequenze tonali specifiche. Questa unione di suoni, luci, impulsi elettrici e toni specifii, come toni bineurali che la gente usa per varie cose, si inviano i dati nei..."

"Quinid non tutto. Ma solo la parte dei ricordi? E' questo che dite? Che modificate solo alcune aree del cervello?" chiese dubbioso Gask

"Come ti ho detto, facciamo test su volontari per studiare la cosa. Attualmente modificato, si, un settore del cervello solo per adesso che attuiamo. Usiamo persone con problemi o reduci militari e altri, volontari, che ci chiedono di aiutarli. Sindrome da shock post traumatico, vittime varie, militari, tanti soggetti che per blocchi della mente, dolore, sofferenza, non possono superare certe cose. E noi proviamo a farlo. Il nostro progetto primario è quello di ridare una mente sana alle persone che l'hanno persa e non possono ricomporla normalmente, col tempo e terapie convenzionali. Ma per fare ciò dobbiamo fare test, che effetuiamo su perosne volontarie e che verifichiamo possano essere compatibili come primi ..."

"Voi usate solo volontari, ma trovate gente idonea per questi test? Voglio dire... questa tecnologia è possibile per tutti?"

"Lo stavo per dire. Come per le nanomacchine, non è compatibile per ora proprio con tutti. Ecco perchè i nostri test. Molti soggetti sviluppano rigetto, sindromi autoimmuni, alterazioni metaboliche... creare qualcosa che viva all'interno del corpo per molto tempo, che lo controlli e gestisca al meglio non è affatto semplice, anche per tecnologia innovativa salvavita e per tutti i tipi di soggetti. NOrmnalmente ci sono quelli che non reggono queste macchine, altri che le espellono con sintomi diversi, chi inizia ad avere problemi psicosomatici dove addiittura crede che scivolino sottopelle o comunque nei tessuti come parassiti, vedendolo proprio il bozzo che è impossibile, ma credono di sentire formicolare, camminare... chi sviluppa anche terrori da impazzire. La mente, può fare molte cose, anche rovinare dei test importanti. Accettiamo persone volontarie di tutti i tipi,chi con disabilità di varia natura, malattie genetiche rare o incurabili, danni e problemi psichici, persone perdute sia come aspettastiva di vita che mentalmente, e la lista continua. NOn è così semplice trovare parecchi elementi di test che sono compatibili con i nostri esperimenti. E se lo stai chiedendo, sono consapevoli dei rischi ed eventuali problemi, firmando una liberatoria inattaccabile sotto ogni punto di vista legale... i morti ci sono stati, ma perchè erano già messi male, hanno tentato il lancio della moneta ed è andata come doveva. Abbiamo pagato noi le funzioni, di qualsiasi tipo, per le sepolture o un tot di tempo in nuovi istituti di cura se erano incompatibili... fortunatamente le famiglie sono persone con la testa sulle spalle che comprendono rischi e situazioni e ringraziano per i tentativi. Alcuni li abbiamo aiutati entro quanto potevamo e grazie alle nanomacchine, le nostre, non quelle di Stoddard, facendoli migliorare. Attualmente alcuni sono sotto osservazione sperando che queste piccoline possano curare invalidità di varia natura, e sperare di ridare funzioni che avevano perduto. Noi diamo speranza..." buttandosi di nuovo verso lo schienale con un sorriso di fiducia e sicurezza.

"QUella speranza che nessuna preghiera e fede possono dare nei fatti" disse Kianta "qualunque preghiera la gente faccia, non importa con che profondità d'animo e speranza, la fede non dà risultati e certezze, quindi pregare non serve. Noi lo mettiamo chiaro e tondo. NOn si deve rignraziare Dio o suo figlio in base alla religione, per eventuali risoluzioni positive, piccole o gerandi, ma lo diciamo sempre. Così come per Veròna, lei giunge e agisce là dove i santi e dei non fanno... dati alla mano, non tanto per dire! Rendete grazie ai medici e scienziati che impegnano cosa hanno e sanno, per qualcosa che sia più reale della mera fede. Si, credere, e per credere intendo Credere, è una sorta di balsamo placebo ma che non da risultati veri. MOlti dicono che hanno avuto qualche grazia miracolosa e che i medici sono icnreduli, peccato che prima abbiano provato le medicine e cure. Odio chi crede ed è sicuro che il loro dio può tutto, e poi piange dai medici per qualsiasi cura, prova di tutto in fatto di scienza, per poi dire grazie al loro dio come se gli sforzi delle persone con un cervello dato dalla natura non valga. Il loro dio secondo le scritture era un essere cattivo, vendicativo, facile all'ira e all'offesa che ne ha sterminato di gente... mentre l'essere che odiano tutti indicato come Satana, ma non Lucifero, sbagliano sempre perchp nelle scritture sono indicati come differenti, che ne ha ucciso uno solo per scommessa, è l'essere negativo. Dio è amore, dio è questo, dio è quello ma comè che ha creato virus, animali feroci e pericolosi anche per malattie a iosa, il mondo degli insetti che è come un horror prima degli horror creati dagli umani... e comè che con la fotografia e i video ci sia quasi niente di lui, mentre prima vedevano miracoli, madonnne e santi in ogni angolo e adesso niente? Strano, eh?! Che è per la scienza che gli umani sono più longevi, le conoscenze su germi e batteri che ora sono contestati da genitori idioti che non vaccinano e non tengono pulite le cose , come si dovrebbero perchè i figli altrimenti non divcentano forti. Per poi prendersi roba schifosa per negligenza. Eh, loro lo hanno battezzato, ho letto questo, e quindi Dio è sempre lì a proteggerli, cos'ì come la madonna... noi diamo certezze, visibili e comprivabili, ci sono fallimenti, ma dipende dalle risposte del corpo. Tranne quelli arrivati già in pessimo stato. Ma i risultati ci sono, e sto parlando solo di quelli per i nostri farmaci e tecnologie nano. E poi cè la categoria neuroscienza, dove ridiamo alle persone perdute, per varie cose, i pezzi ricomposti e niente più danni perchè possano vivere. Come dico sempre, noi possiamo..." fece lei, andando verso il divanetto opposto ai ragazzi, per buttarcisi sopra, prendere la sua pipa in legno speciale, ricomporla con un colpo di polso, un tac, e metterci dentro polveri speciali che prese dal mobiletto a fianco, in un cassetto.

"Usi ancora quel cassetto per metterci le tue cose?" fece un pò spazientito Milan "E ti sei presa lo zippo con i gigli intagliati! Sai che non sopporto quando scegli un cassetto ovunque e lo utilizzi come supporto di emergenza..." sbattendo i palmi sulla scrivania con cipiglio

"Secondo me è utile avere piccoli angoli di emergenza. Non devo farmi tutte le scale, tutti i corridoi della magione per prendere solo un pò di polverina..."

"NOn ho ancora capito cosè che fumate se non nicotina. Qui quasi nessuno fuma nicotina e i ragazzi dicono miscele speciali dei laboratori..." domandò Gask al solito a voce alta dubbioso

"Vedi... " fece Milan, unendo le mani davanti al viso, con i gomiti sulla scrivania "qualcuno potrebbe chiamarli...miscela di erbe studiata, secondo sistemi Ayurvedici, coadiuvanti nel processo di allontanamento dal tabacco. La nicotina, componente caratterizzante del tabacco, è la causa dell'assuefazione al fumo e della difficoltà a smettere... non a caso oltre a causa gravi danni a polmoni e altri organi fino a cancro, è stato accertato il meccanismo e la capacità di dare assuefazione della nicotina. Secondo gli studi legati a recettori specifici nel cervello, rapidamente si abituano alla stimolazione data dall'alcaloide, e che in assenza della nicotina provocano i sintomi dell'astinenza. Mancando la nicotina, viene a mancare l'elemento assuefazione, e per molti calmanti, che darebbe secondo le loro teste ma non è così. Noi utilizziamo una vasta gamma di miscele naturali e in parte chimiche, che sono sia di rilassamento che curative. Le prime furono sigarette indiane, si cercava di sviluppare un prodotto utile a disintossicarsi dal tabacco e dalla nicotina. Seguendo gli antichi testi ayurvedici riguardo il fumo curativo Gulash, il nostro esperto insieme ad altri colleghi di differenti branche, studia modi per creare sigarette e prodotti per sigarette elettroniche, a riscaldamento o pipe, che siano prive di danno, ma anzi curative.I componenti più importanti per il sapore e l'odore sono aromatici degli oli essenziali, erbe, resine, elementi concentrati, vitamine o integratori, anche medicinali in sigarette rollate, che si liberano per la distillazione in corrente di vapore, generato nella combustione e trascina con sé le sostanze aromatiche e parzialmente per distillazione secca. O per effetto del calore della combustione,con tempertature molto alte, senza che si danneggino i principi.. Si aiuta sistema immunitario, ha effetti positivi su tutti gli apparati dell'organismo, anche gastrointestinale e respiratorio. Sempre ovviamente in base alle miscele... Contribuisce a risolvere problemi di digestione, gonfiori e varie patologie e aiuta ad alleviare i sintomi quali sinusiti con o solo mal di testa,raffreddori cronici, problemi di voce, bronchiti asmatiche, vari disturbi respiratori. Bruciano il muco in eccesso favorendo un'eliminazione di tossine causate dall'eccessiva assunzione di tabacco e nicotina o per problemi normali in base al paziente. COme qualcuno... " guardando male Kianta che fumava come se fosse a un momento relax "che da sempre ha problemi di polmoni e deve fare sempre quel verso fastidioso per liberare i bronchi e che la fa sgamare sempre anche se vuole fare le cose in stile ninja..."

"Scemo..." fece Kianta offesa col broncio

"La miscela utilizzata come nel suo caso presenta foglie di eucalipto e altre di altri paesi con benefici simili, donando un respiro più regolare, senza ostruzioni o stringimenti di turbinati o ..."

"Ha problemi di respirazione? Ma se urla e borbotta sempre..." fece Gask accigliato guardandola, ricevendo uno sguardo incazzoso da lei, come se volesse tiragli qualcosa

"Merito delle miscele... ha sempre problemi respiratori e polmonari, non da impedirle di fare le cose, anzi, ma a causa del suo passato e le medicine, tutto l'apparto respiratorio non è messo bene, in base a nche a umidità e tempratura... e così ecco che fuma la sua amata pipa, studiata apposta." osservandola tirare una boccata con mezzo sorriso "la miscela in combustione rilascia oli essenziali che svolgono un'azione sfiammante del cavo orale, rilassante delle mucose, espettoranti e anzi svolgono l'azione dell'eucalipto molto bene. L'assenza di composti aldeidici e polinucleati, benzopirene,composti chimici dannosi, essendo le nostre sigarette, pr chi le sceglie, rivestite da speciali lavorazioni in foglie specifiche, impediscono quindi al corpo di accumulare tali sostanze oltre le nicotine. Sono sicure per tutti e no ndanno assuefazione, sebbene la gente fuma anche perchè l'azione di tenere la sigaretta, aspirare, .rilasciare il fumo, donino un aiuto contro il nervosismo e qui lo usano con prodotti migliori.Non la nicotina, ripeto, la i gesti. Kianta stessa utilizza sia miscele per la respirazione che rilassanti, coe quelle usati da molti prima di andare a letto, che le mediche. Vitamine, minerali che non si danneggiano con il calore, medicine di vario tipo... sono tutti elementi dosati in miscele finali che fanno ilo loro lavoro e proteggno chi fuma, chi gli è vicino, l'ambiente. Era questo che volevi sapere?"

"Si, però..." guardando Kianta che fumava e lo fissava come se aspettasse una cazzata "trovo solo strano che lei fumi la pipa invece delle sigarette. Anche se lo ha fatto, questi elementri brucianti non sono comuqnue dannosi?"

"La stronzetta è una cavia, la cavietta promettente dicono, quindi non ti preoccupare. Se le succede un accidente, basta vedere il perchè e almeno ha fatto la cosa buona di salvarci la nostra, di pelle.." rise Alaric, sbeffeggiando la ragazza mentre questa fumava. Seduta con la schiena sul bracciolo, una gamba, distesa e l'altra, la sinistra che sorreggeva il gomito della mano sinistra che teneva la pipa. COn le destra, con gomito sul bracciolo, faceva un dito medio. "inutile che ti offendi, tu e gli altri testate i prodotti dopo che hanno superato i primi livelli di test, ma comunaue sei una cavia..."

"Alaric, sai perchè non indosso camicie nere? Non ho motivo di indossare qualcosa che sia nera come la mia anima... lascio a chi ha questi elementi, vestirsi di nero..:" fece lei con un sorriso carogno

"Certo, fai allusioni, ma la questione è che sei pazza, vuoi andare a pestare sotto il calcagno quella gente che ti ha infilata in una bara credendoti morta e invece sei viva perchè sei peggio dei gatti, che odi, e sei la cavia che ha bisogno di una copia dell'identità primaria perchè almeno Milan non perda quella testolina stronza..."

"Identità primaria? E' da prima che lo sento" domandò Gask ad Alaric che era avanzato di qualche passo vicino a lui.

"L'identità primaria"... fece Jd dando una gomitata ad Alaric "è come chiamiamo la personalità originale. La tua per esempio è la personalità primaria. Le personalità da impressione di base invece sono le scans delle persone in generale, che è possibile imprimere nella testa. In pratica identità primaria è la persona originale, che noi chiamiamo anche l'Originale. La personalità secondaria quando testiamo la mente dei soggetti per cercare di imprimere tutta una scansione nel cervello per ripristinarlo senza danni. L'Os di emergenza invece è presente nella scatole, o blue box, o Draper, chiamala come vuoi, che contiene in uno dei settori proprio una sorta di intelligenza artificiale di base che, in caso di danni alla memoria o altro, che la scatola rivela essendo connessa con un settore proprio nel cervello, attiva delle funzioni che copiano i dati nel cervello come impulsi. Non è testato a dire la verità, è di base già nel progetto iniziale, e sebbene per Kianta sia stato modificato per essere specifico solo per lei, così' che le funzioni base siano inviate al cervello perchè possa tornare o trovare una Torre più vicina, normalmente ne è presente uno nel caso che...mh... Finora abbiamo lavorato più alle scans che agli Os..:"

"Os... cosa sono..."

"Sei qui da più di una settimana, speravo di avertene parlato o che lo sapessi da David, visto che ne hai una... si tratta di una sorta di... sistema operativo o mente digitale con dati specifici perchè non vi sia amnesia... ma non cè biosgno che te ne preoccupi. Sei un soggetto forte di mente, non ci pensare. Se hai domande chiedi a David, meglio lui che me. Io ne so quanto basta per sapere di cosa parla. ne sa meglio Milan..."

"per favore non mi confondete, cè una questione da risolvere!"

"Infatti! Devo tornare là e portarli alle cave" fece lei per rispondere a Milan

"Vuoi prendere una famiglia ricca e molto conosciuta di quel paese e farla sparire? Un conto è uno o due soggetti, ma tutta una famiglia..." guardandola come se fosse arrabbiato

"Milan, cosa hanno fatto è vergognoso. E mi ha fatto incazzare la questione della blue box che si è attivata e ha..."

"ne abbiamo già parlato. Ha modulato e demodulato impulsi e frequenze per salvarti la vita. Anche se hanno fatto un affronto a quella famiglia e..."

"E te! Sai bene che sono incazzati perchè credevano di essere i primi e unici ad essere contattati per essere Alfieri del nuovo governo mondiale perquel paese, contestando poi lo scoprire che stavamo vagliando tutte le famiglie loro pari, quindi ricche, antiche e potenti, per scegliere quella più affine a noi. Volevano togliere di mezzo tutti e invece sono riusciti a ucciderne qualcuno e prenderli per quel siparietto spettacolare. E noi siamo qui anche per schiacciare tali soggetti pericolosi. Non è così?" guardandolo con gli occhi puntati su di lui, fumando con eleganza la pipa, senza cambiare posizione.

"So bene cosa vuoi fare. Non credo sia..."

"Milan, non ha tutti i torti." disse di colpo Jd "Non voglio dirti nulla, non sno come Kianta ma... Quella famiglia è stata negativa su molti aspetti, troppi. ALl'inizio ero contrario all'idea di una certa persona" venendo guardato di scatto da Kianta con la sua solita espressione che mostrava che comprendeva, tagliente "ma effettivamente quello che facciamo è lo stesso della giustizia classica. Insomma, fermiamo la gente negativa e pericolosa e la mettiamo in condizione di non fare più del male, divenendo anche utili alla società"

"Se per essere utili alla società intendi prenderli, pestarli un pò come fa qualcuna di nostra conoscenza "sbraitò Alaric fissando però Kianta, la quale con un sorrisetto voltò il capo altrove, fumando "per poi buttarli in cave e giacimenti perchè lavorino al posto di schiavi e civili per niente, cosa ci fa migliori dei gulag e..."

"Alaric, non è questo il discorso. E lo sai" disse Milan riunendo la mani sulla scrivania con forza "ne abbiamo discusso parecchio da tempo, ed essere civili rispetto chi cerchiamo di fermare è proprio il non uccidere o recare danno. Loro diventano chi distruggevano. Fanno lavori che prima eseguivano persone che invece per tutti erano niente. Risolleviamo con il guadagno chi è stato buttato giù dalla società stessa, assistiamo veramnete e decentemente orfani e bambini in strutture dove non sono numeri ma bambini e ragazzi. Ok? Numeri, sono questo fino al nostro arrivo. Ci sono bambini che si sentono niente perchè i letti o armadietti sono numerati invece che nominativi. Comprendono comè la relatà e la lezione, quando cercano di farsi riconoscere come persona con un nome ma non accade, sono numeri. Bilanci per i soldi che si riceve per mantenerli e basta.Gente per strada, che per altri o la società ha perso tutto, geni incompresi che invece possono dare e fare, persone deboli e con problemi, animali... quanto facciamo con i proventi di quel lavoro, che sembri non accettare? Se lo meritano, anzi di peggio, ma siamo umani e non animali come loro, quindi convertiamo cosa sono in qualcosa di utile per tutti, per davvero. Per pulire città, luoghi e altro, non usiamo detenuti ne colpevoli per i servizi sociali ma persone che ricevono in cambio uno stipendio decente e aiuto, per ritrovare dignità. Per te è sbagliato?"

"NO, non dico questo. Volevo solo dire che se seguiamo le idee della prima pazza allucinata" mentre Kianta fumava e creava onde con fumo che usciva dalla pipa, come se non lo sentisse "e facciamo i buoni, avremo oslo problemi. Ne parlano chiaro le carceri, sono problematici, pericolosi, rischiosi perfino. E li teniamo seppur legati con catene non classiche ma speciali, quasi liberi nelle aree di scavo e ricerca. OK che ci sono i familiari delle loro vittime a controllo e pronti a frizzarli per bene, con una bella scarica elettrica ma... "

"Quei luoghi sono sicuri. Il Crell della guerra, ma non solo lui, controlla ogni telecamera e camera nascosta. Ci sono i Meepit che quella persona ha fatto creare, pronti a mozzar loro un arto se diventano pericolosi e loro lo sanno..."

"Quel messicano trafficante che riempiva come bambole le persone con ovuli di sostanze... ricordi..." fece Kianta con sorriso complice e monello "adesso si ritrova, per essere stato focoso e pericoloso, con una chiappa tonda e una piatta... il caro meepit viola gli ha fatto capire che è bene non scherzare. Si, ha tentato di mettere fuori gioco una delle guardie che abbiamo preparato per odiarli meglio, ma sebbene non abbia avuto possibilità di fargli una bella frittura di palle, peccato, ci pensa la sorveglianza. Abbiamo uomini ben addestrati di supporto nei settori esterni, abbiamo un sistema di sicurezza a livelli circolari, tutto è sistemato.E' come un cono a gironi dell'inferno per loro, un dono da aprte di quella persona. E' una cosa negativa? Se hai paura di rappresaglie per fuggire o coalizioni per..."

"Se permetti, sonotutti soggetti pericolosi che sono capaci di sopraffare il primo circolo di controllo, i familiari. E non credo che i tuoi robottini a forma di criceto del cazzo possano fermare tutti, e che..." ma venne zittito da Kianta

"Andiamo calmati. Ho provveduto. Il nostro caro siero, io lo chiamo così ma si chiama D9-45, è la sostanza chimica che contiene neurotossine per sopprimere le loro personalità e le emozioni irrazionali , per motivi di stabilità. Sono impegnati e indaffarati ma pacifici, perchè la tossina è un concentrato zuccherino in bottiglie magicamente chiuse come nuove, simile all'acqua che funziona come un farmaco per diminuire il piacere e farli sentire insensibili. Ecco perchè non ci sono state nuove rivolte. Perchè li avevo avvertiti, avevo minacciato che avrei portato le loro menti a rompersi. Mezza chiappa e segni di morsi indelebili non bastavano, così ho provveduto a dare loro un farmaco neuro-intensivo come le droghe , che ti fanno vedere unicorni e draghi e ho giocato con loro, portandoli a credere di morire, di avere ferite gradi. Si, ho giocato con quella feccia perchè credessero, nella loro mente, di essere scarnificati, di aver inserito sanguisughe sottopelle e altro. POi li ho ributtati nelle loro cellette come i preticelli e Milan non si è trovato in accordo con il mio volerli rompere, fino a ridurli a docili agnellini, perchè portassero sulle loro spalle il peso del dolore del mondo.E se ti sembro una merda, ricordati cosa sappiamo che hanno fatto... Ricorda, Alaric... "

"NO, Kianta, non è umano. Siamo migliori di loro, anche se lo meriterebbero. E così ecco la tossina magica che li fa rendere carucci come labrador..."

"lo dice chi li odia, i cani..." fece lei sprezzante

"Ma ti senti? Leviamo a quella feccia il libero arbitrio e la capacità di comprendere. Come capisono cosa hanno fatto? L'unica cosa mezza buona della prima pazza, era che le punizioni e i lavori affidati avessero un fine educativo e di riflessione..."

"Oh, mi stai dicendo che tu alla fine le volevi bene?" disse come presa in giro Kianta, guardandolo inclinando la testa con l'orecchio vereso la spalla

"Ma che cazzo dici" voltandosi verso Milan "solo che almeno quelle fesserie un fine lo avevano. Adesso se hai dato quella roba come..."

"L'effetto dura tot ore, abbastanza perchè siano buoni, produttivi, agnellini per risvegliarsi nella cella con la mente lucida. Ma ecco che per la colazione portano cibo e bottigliette, e l'acqua a disposizione sui siti... et voillà! Sono lucidi la notte ma di giorno puoi tenerli al guinzaglio perchè non ti faranno del male, e se te l ostai chiedendo, non sono zombie. Se tu li guardi e ci parli, loro sembrano normali ma la tossina agisce su aree del cervello specifiche perchè gli impulsi determinati non si attivino, o siano sotto controllo. Facile. Anche se avrei preferito... Bah, lasciamo perdere. Loro devono essere trattati con i guanti mentre la gente che subisce niente, un pò come le vittime di stupro che perchè hanno bevuto due drink, erano scosciate o tettute, allora il fatto non sussiste perchè hanno richiamato l'attenzione su di se. Ho già provveduto a fare una capatina da giudici e giurie, oltre che avvocati e procuratori, che permettono certe cose, e credo che non importi con chi sono legati e che posizione sociale, ma il loro bagno sarà stato così occupato che se lo ricorderanno! Purtroppo ho sempre più consapevolezza che a questo mondo, è la paura che mette in riga la gente. E per questo ho cambiato strategia. Lei... era troppo idealista e a volte gli idealisti non aiutano. Anche io voglio un mondo migliore, come lo desidero, invece dello schifo che vedo quando sono là, in quella società, ma con certi soggetti tutta la comprensione e tolleranza e aiuto, non fanno nulla. Si è visto in germania e paesi suoi alleati, che è accaduto tollerando l'intolleranza. Che l'intolleranza ha vinto, uccidendo o rinhiudendo i tolleranti e portato l'orrore..."

"Scusate di chi parlate che ha fatto cose prima?" chiese Gask che fece voltare tutte le teste

"Ehi, ricordi cosa abbiamo detto?" sussurrò Jd al suo fianco a mezza bocca, facendogli capire che aveva promesso di non chiedere maicose scomode

"Ah....eh, niente... niente..." fece con una risata nervosa ma Milan lo sorprese

"Se ti riferisci al discorso di chi ha lavorato prima a certe cose, si trattava di una persona che..."

Milan rimase sorpreso vedendo Kianta alzarsi dal divano in modo elegante, con la pipa che mandava fumo setoso e profumato, e dopo aver seguito la direzione della porta, fece una boccata, una piroetta salutando con la mano per poi andarsene. A Gask quel modo di muoversi ricordò qualcuno alle festività, ma non disse nulla.

"Che ha avuto adesso?" sbuffò Alaric, facendole un gestaccio con il dito medio alle spalle dopo aver chiuso la porta

Jd restò a fissare la scena finchè non fu sparita chiudendo la porta, e rimurginò sul perchè. Lui sapeva il perchè e credeva che oltre Lubo anche Alaric lo sapesse, ma non volesse ammetterlo. Il fastidio di parlare di Lei. Il suo nervoso quando si toccava quell'argomento e il suo sbottare quando superava il limite dicendo con rabbia . Odiava quando qualcuno parlava di quella persona, perchè significava confrontare la Prima con la Nuova. Una personalità che era morta e mezza defunta, contro la nuova che si era svegliata e aveva camminato e poi corso imparando, con le sue forze. Così come Lei odiava quando fin da bambina che la confrontassero, specchiavano lei con gli altri come se dovesse essere copia conforme alle bambine e bambini che i suoi genitori ammiravano, per come sapeva fossero fingendo, e Kianta non sopportava quandi si parlasse di quella persona anche contro le sue azioni e decisioni. Milan liquidava la cosa come il complesso del conflitto con la madre.

"Credo che Jd abbia ragione. Sarebbe meglio fare un pò di pulizia anche in quel paese dopo quanto accaduto. E sopratutto perchè attaccando i miei uomini e Kianta, hanno mandato un chiaro messaggio. E uin affronto verso di me. Nessuno deve fare una cosa del genere contro chi cerca di migliorare questo mondo. Ecco perchè ho deciso. Veròna, la Strega del Gioco, li incontrerà e a sua discrezione li tratterà nel modo che le sembra più congeniale, perchè con carte ufficiali siano portati dove devono stare. La lista delle loro azioni è lunga, quindi è ora di agire..."

Jd sorrise, perchè non aveva detto che Kianta avesse ragione e che avevano recato offesa a lui per prima con cosa avevano fatto. Ma visto che Kianta e Milan, un pò come fu per Lei, hanno un modo di vedere le cose e come agire differente, si fanno piccoli dispettucci finendo però alla fine col convenire con l'altro. E come per i soggetti che avevano messo a lavoro, Kianta sapeva benissimo che Milan su ocme trattare quella gente era in ragione, ma poco sopportava la spavalderia della feccia di voler a tutti i costi vincere, anche quando meritatavano di peggio. E siccome la guardia era rimasta ferita, s enon i maniera grave, salvata dal tipo particolare di catene che lo tenevano fermo in caso di necessità per una serie di meccanismi di loro creazione, Kianta non era rimasta contenta di quanto male meritassero per le loro azioni. Doevano pagare, soffrire, piangere e disperarsi così come la Prima aveva fatto fin nell'anima, così in profondità che nessuna cosa nel mondo materiale poteva darle pace. Un conflitto strano, pensò, tra Kianta e la Prima chela precedette. Oltre il cambiamento di Kianta stessa, passata da innocente come una bambina al trovarsi davanti sul campo o meno a cose che l'avevano ferita profondamente da scegliere di indossare una corazza fatta di forza e determinazione, pugno di ferro e intolleranza verso l'intolleraqnza. Chiunque non avrebbe creduto che fossero la stessa persona, la Kianta delle prime due settimane e quella più matura, ma così era. E di nuovo Milan vi metteva lo zampino, dicendo che la bambina era diventata donna come acacdeva nei secoli passati finendo faccia a faccia col mondo degli adulti che era più un pugno sui denti che una transizione fatta bene.

Si voltò perchè Milan stava parlando con lui e rimase a bocca aperta nel sentire il Leader che gli diceva di avvisare lui Kianta di prepararsi per Bucovina di nuovo, così che il piano andasse in porto.

pensò Jd, ridendo e alzando le spalle come per dire che avrebbe fatto , ma sospinrando di accettazione. QUando capì che tutto era concluso diede a Gask un pizzicotto sul fianco, quanto poteva visto il suo fisico, e gli disse piano all'orecchio facendolo abbassare "non parlare mai più di Lei con MIlan, a meno che non sia lui a uscire fuori la cosa, e davanti Kianta... Mai!"

"Gask... aspetta un attimo" fece Milan mentre Jd e Gask confabulavano "Vorrei che tu fossi la quarta Ombra di Kianta per questo viaggio. Per i pericoli che possono esserci, preferisco sempre andar sul sicuro, ma è imperativo che le faccia da guardaspalle ogni minuto. Sono sicuro che andrà anche a fare Raccolta per le strade, quindi tu surclasserai gli altri tre per oggi, e sarai elemento di simbiosi per ogni cosa che possa fare, devi starle attaccato come colla. Perchè una volta che tornerà nel paese, la prima cosa che deve fare è tornare dai nostri Alfieri e farsi vedere viva, vegeta, più caparbia di prima e loro lo sapranno subito. Dopo credo che andrà a fare la Raccolta e ancora dopo, entrerà di sera in scena Veròna. Tu apparirai al suo fianco come Supporter di gioco. Non deve più accadere una cosa genere. E sopratutto non voglio essere presente quando scoprirà, perchè temo che avverrà, che quei tre per non lasciarla in mano ad estranei l'hanno vestita e preparata. Sarà un brutto giorno per loro... Quando tornerete voglio che entrambi, avendo stoddarde e draper, o come in generale chiamiamo le scatole blu e le nenomacchine... voglio vedere se passo a passo insieme vi influenzate o meno, e in un percorso identico nel bosco con differenti zone operative naturali, fate scattare i dispositivi per danni, sforzi e altro..."

"Eh?" fece Gask, voltandosi solo di fianco per guardarlo mentre Jd fissava il leader accigliato

"David vuole valutare come e quando i dispositivi si attivano, dopo quanto accaduto a Kianta con la blue box e il feezing, che hacausato inaspettatamente. Anche se so che è già accaduto, ma non in quel modo. NOn ne parlate mai di quei due episodi con lei. Lei sa solo questo, è svenuta... così ho pensato di usare il bosco delle lucciole per testarvi... è tutto. Vai a preparati, riceverai i v estiti tipici del paese e l'abbigliamento come servitore di Veròna. Andate..."

"ma mi spieghi perchè Veròna e i suoi servi devono vestire in quel modo?"

"Mh..." fece Milan poggiando la testa sulla mano aperta con fare meditabondo "... è venuto per caso. L'abbigliamento tipi di Veròna agli esordi era un abito in stile vittoriano con giacca, camicia, pantaloni ma più gonna dalla vita a un centimetnro da terraripiegata e drappeggiatga un fianco sotto la giacchetta con stivali quasi al ginocchio. Un esempio di cavallerizza ottocentesca, questo per dare adito che fosse una strega antica. E l'insieme andava anche bene, con quel cappelli da donna in stile qausi napoleonico con una piuma sinuosa. Se no ndvoeva andare per strada, allora era un completo da uomo come quelli usa Kianta, seppur più in suo stile. Anche gli abiti di Veròna secondo il primo Vessel, come chiamavamo, era parecchio in stile ultimo trentennio ottocentesco. L'abito avorio stesso che Veròna indossa in cerimonie ed eventi speciali deriva da lì, quello è il suo ormaio di fabbrica, come l'abbigliamento unisex maschile di ispirzione. Ancora di più con quel cappotto da maniaco, prima ve ne era uno più bello, ma Kianta preferisce uno che non vale niente pper quanto deve girare per le strade peggiori a caccia delle prede. Lo stile di Veròna per abiti più femmiili rispetto la controparte precedente riguarda il primo decennio del novecento. Un controsenso, lo so..." fece, sentendo i lamenti di Alaric "Lo dico anche, va bene? La prima interprete amava gli abiti meno pomposi e larghi, per quelli dell'ultimo trentennio dell'ottocento per sè, mentre per Veròna abiti degli anni sessanta dell'ottocento, più ampi di gonne come l'abito avorio. Kianta per se preferisce abiti larghi e che non mostrino veramente le sue forme, in stile impero ad esempio... mentre per Veròna non so perchè, predilige forme più aderenti e non sensuali, ma da donna dei primi dnel venocento... non so, le cose stanno così. Ma Veròna come per l'auto, i ventagli, l'abbigliametno suo e di chi le sta intorno, devono richiamare l'idea dell'antico. Di qualcosa che perdura in mondo che corre al futuro, ma in modo orrendo. Freddo, sterile, sitaccato come le luci neon tipiche delle atmosfere del futuro. E' un soggetto fuori dal tempo con regole sue. Ci sono tantissime persone che amavano e vorrebbero che si rivestisse in abiti antichi perchè è tutta un'altra cosa, un bell'abito come nell'antichità. Sono il primo elemento proprio per riconoscere non solo che livello era il soggetto ma il periodo. Danno fascino, classe, eleganza e via dicendo e so che da qualche decennio varie persone vestono normalemnte con abiti priorio di taglio e stile antico. Noi abbiamo preso questa cosa per farne un elemento di Veròna. E anche perchè noi amiamo il fattori abiti, quindi... abbiamo unito uttto. Avete dei completi magnifici, più dei nostri addetti ai vari servizi, quindi di cosa vi lamentate?"

"Ok... io però non mi sento molto in quei vestiti e...."

"E' un incarico. Sei un professionista... quindi?" fece Milan come se non volesse comprendere il punto e quindi Gask se la diede a gambe per non sentire altri monologhi sull'abbilgliamento. Per Milan l'abbilgiamento era sacro.

Gask e Jd lasciando la stanza osservarono dalla porta Milan che aveva già iniziato a contorllare delle carte sulla scrivania. Jd disse di andare a prepararsi mentre avvisava Kianta.

Tre ore dopo erano all'aereoporto privato che utilizzavano per i viaggi, in quel frangente per Bucovina. Gask aveva atteso Kianta che si stava cambiando, ancora incazzata come una vipera idrofobica perchè Milan non solo aveva constatato che aveva ragione, ma aveva sbolognato a JD la notizia e la faceva infuriare. Così lei era già salita appena calato il portellone e la scaletta si avvicinava. E attendeva seduta e nera di rabbia.
Gask attendeva a terra e dopo un pò, lei uscì furente per l'attesa, con un abito tipico della zona come faceva sempre. A volte sia lei che Milan indossavano abiti tipici o ispirati come omaggio per gli Ospiti.
Un abito sotto leggero e decorato nei bordi da fasce e bande con dei fiori e molto colorati, con pizzi su maniche e colletto. La veste che indossava aveva taglio rettangolare con fascia in pizzo chiusa in vita, in bianco immacolato e ogni segno di cucitura era coperto da un decoro ricamato. Sopra portava il gilet senza maniche e lungo oltre i fianco tipico tutto bordato di fasce nere e decori neri con rose blu. Scarpette basse tipiche nere e bianche e un copricapo per lui assurdo. Un ovale che stava sulla testapieno di fiori e fronzoli strani che non capiva e fasce di tessuto azzurro che pendevano dietro. NOn capiva come quel coso potesse stare ferma sulla sua testa, visto che era rigido, ovale e sporgeva oltre la fronte e il dietro della testa. I capelli erano ovviamente nascosti dalla parrucca con boccoli naturali e del colore più scuro del suo, lunghi oltre le scapole e quasi al sedere, non capiva come determinare le lunghezze dei capelli, e sistemati in modo che fossero come li portava di solito. Le zone sopra le orecchie tirate indietro che facevano da decoro sotto il cappellino e poi il resto dei capelli che scendeva sulla spalla destra con cura. Orecchini che non capiva di fiori, trucco leggero ma cèra e pochi gioielli se non la collanina girocollo fino con una perla dalla forma strana e i due anelli, all'anulare sinistro e al medio della destra con le scritte incise a girare su ogni anello, come le piacevano.

"Andiamo, non abibamo tempo. Ho un incontro con della feccia da pulire che mi prudono le mani. Vorrei smozzicarli a sangue!"

Jd e gli altri che li avevano accompagnati sospirarono. Jd, poco distante da Gask, chiamò i tre che le facevano da Ombre al telefono e chiese loro di sbrigarsi e tenere gli occhi aperti. Il loro compito era principalmente quello di evitare che la sua ira, per non dire altro, facesse qualche vittima. Non lo avrebbe fatto, ma se qualcuno pegiorava la situazione lei era capace di osservarlo proprio occhi negli occhi, a pochi centimentri per vedere quanto realmente fosse dispiacuto o mentiva per salvarsi. E qualcuno diceva che aveva lo sguardo terrificante di un cazzo di gabbiano incazzoso.

A Gask mentre lei si apprestava a varcare il portellone per ri-accomodarsi, chiese di esserle spalla non e solo il guardaschiena, come veniva inteso il partner di una coppia di specialisti che operano in tandem. Non importava cosa lei pensasse, in arabia e turchia la odiavano in egual misura , ovviamente i soggetti che si erano visti rompere il potere e impero per finire a scavare, così come requisire patrimoni, merci preziose e persone a loro care. Era guerra per loro, non sapevano nulla della loro organizzazione ne i membri, ma odiavano Kianta perchè lei ordinava la loro futura situazione e di sicuro desideravano accopparla male.
Ma la cosa non era solo per Kianta, ma risaliva a Lia, si facesse vedere e affermava in altre situazioni .
Se Lia lo faceva per avvisare la gente del tipo per vedere se meritavano una seconda possibilità, con Kianta delusa e sconvolta da come il mondo fosse dalla gabbia dorata e sicura in cui era cresciuta in una paio di settimane, era prendere la Giustizia e invocarla contro i mali del mondo. Così come per Lia era una cosa, l'opposto per l'altra. Ma la situazione era così difficile da comprendere che pensava sempre necessitava un libro di tremila pagine.
E così in molti la cercavano, avevano anche messo taglie tra cacciatori di taglie e gruppi organizzati della marea nera dell'umanità. NOn avevano foto o video ma identikit. E Lia prima rideva di gusto, perchè affermava che era altresì felice di venire ritratta al meglio, non da foto che non le rendevano giustizia, perchè le foto la facevano sembrare una scappata di casa drogata. E non le piaceva. Per questo amava i ritratti, posare e osservare il lavoro delle mani e delle esperessioni, la concentrazione dell'artista e poi ammirare il risultato.I ritratti erano per lei l'equivalmente delle foto, in meglio, perchè non sembrava pallida come la morte, a causa della sua pelle chiara e che si bruciava sempre al sole, con le occhiaie, una drepssione quando non cèra e non aspetto che non capiva mai perchè sembrasse da pazza di strada. E poi Kianta che trovava più calda e significativa una tela di una merda foto che gelava il tempo e basta.
Anche Jd si era chiesto molte volte il perchè di quella cosa, ma anche tra gli uomini cèra chi veniva malissimo in foto e sembrava un membro di qualche gang di motociclette, come diceva Lia quelle che fanno paura per l'aspetto truce, duro, chi con abiti in pelle e moto enorme, chi con tatuaggi e barbone, o muscoli e altezza o stazza, in base se altezza o larghezza. ma poi tranne gli irriducibili pazzi e avvezzi all' HH, erano grossi teneroni che aiutavano la gente. E ne avevano trovati tantissimi che lei aveva reso collaboratori. Sebbene Lia in passato avesse guidato, dacivile, e poi anche per i test di guida sicura , auto e moto, aveva un'insano terrore che Jd non comprendeva di qwualcosa come uno schianto, un colpo come lo chiamava lei, finendo addosso a qualcosa. Raccontava sempre che odiava quando gli altri guidavano perchè li veedva sfrecciare non importava la velocità a fianco di guardeail e spartitraffico con sezione rialzata anche per camminare, e aveva sempre quell'insana paura da trattenere il respiro che venisse colpito e ... non sapeva bene neaanche lei perchè, ma le saliva l'ansia. Se guidava lei no, o meglio pensava abituata all'isterica famiglia che aveva, di danneggiare il veicolo, ma nulla di più. Ma quando era un passeggero temeva quel qualcosa definito il colpo che la faceva agitare e così i tre che la seguivano, che chiamava le gggguardie per perdenrle in giro, enfatizzando sulle G, la mettevano smepre dietro al centro, con loro al lato dei finestrini. Faceva battute del tiupo che le auto che avevano erano tutet benne grandi anche dentro per gli occupanti soliti, mentre lei meno di un metro e sessanta era al centro in uno spazio centrale dell'auto largo quanto lei, così se succedeva qualcosa poteva, ripeteva ridendo, provare l'ebrezza di imitare superman per una volta.
Kianta non aveva quel problema, era più temeraria pure per salire con le ruote ovunque in caso di necessità, ma la facevano guidare pochissimo perchè altra cosa strana, come Lia amava sentire il cambio del motore gestito da lei. Nessuna auto che utilizzavano per lei e con lei usava cambio automatico, tranno quella della IA incorporata in caso di problemi, ma lei voleva proprio gestire e sentire quel motore che saliva e batteva, così diceva, e cambiando marcia da sè dava vita a quello. Un'auto guidata senza marce, a meno che non avessero problemi di qualche tipo, era come non gustarsi qualcosa di genuino. Si perdeva tutto il sapore.
E le foto. Sembrava sempre o messa male come persona che si fosse sparata trenta siringhe in un giorno cno così tanti segni da sembrare sciatta e abbandonata a se stessa oppure un sogggetto diverso. Lia non vi si vedeva mai, era come se vedesse un'altra persona, anche nei video, Kianta invece ne provava diverse facendosi truccare e dopo la noia lasciava perdere. Le foto per le schede di riconoscimento del database le aveva ritoccate, era sempre lei ma meno da scappata di casa. E Alaric la sfotteva sempre per quello, eprchè lui nelle foto veniva sempre bene.
Lia all'inizio si era fatta delle domande ma niente di più, aveva avuto tutti i suoi anni di vita per dire "ok, fanculo le foto". Ma Kianta no e non capiva. QUihndi la macchina fotografica catturava... cosa? Non doveva catturare la realtà? Ma se loro la vedev ano in un modo, perchè la macchina la restituiva come fosse un'altra persona?

"Sei sicuro che posso farlo? Non mi appenderà per i piedi a qualche balcone, invitando i piccioni a pestarmi con qualche suo trucchetto?"

Jd lo fisso stranito. Gask aveva parlato ma lui pensava ai fatti suoi. Poi comprese, mentre Lubo rideva al suo solito, ALaric sbuffava e gli altri due stavano al solito qualche passo dietro non partecipando molto.

"Tu fallo, se si lamenta o le vedi la voglia di fare qualcosa dille "TANA!" e urla che lavori per MIlan e io ho detto questo. Vedrai, non ti toccherà più!"

"Ah, geniale!" fece Lubo con sorriso diabolico stamapto in faccia, che portò Gask a guardarli e rispondere di conseguenza.

"E che significa?"

"E' quello che una certa persona faceva per dire che si trovava su suolo di Milan, e nel fare le sue cose aveva il suo vero e che non poteva essere toccata... non so quando ma Kianta lo ha scoperto e lo usa di nuovo. Solo perchè sei tu, usa la stessa carta così la lasci in contropiede..."

"Quella stronza che l'avessi strangolata se non fosse schiattata" fece ALaric intromettendosi, spostando Jd con un colpo al petto con la mano "fa scherzi, le sue stronzate educative e poi quando io o altri si oppongono e la affrontano, lei urla TANA!, per dire che è su suolo di Milan, esegue i suoi ordini e nessuno può toccarla. Capisci? La stronzetta di ora fa lo stesso, se la tira perchè per Milan è corretto e far seguire regole e comprotamenti e..."

"Alaric!..." fece Jd dandogli una spallata gentile ma con sguardo incazzato "Si, lei fa questi giochetti per rincoglionire la persona, confonderla col delirio e cose inaspettate. E' una delle carte! Come Veròna! Che sarebbe invece che è Veròna a copiare da lei... " pensandoci su guardando in alto a destra "Ma la strega è nata come unico mezzo inatteso per quelle persone. Sentono dalle loro vittime, che chiamano clienti, della strega, che li ha aiutati, che grazie a lei non possono toccarli facendo credere che si tratti tipo di cartomanti e queste cose, è successo, mentre poi appare lei. E il resto lo conosci. Ma diciamo che..."

""possiamo dire che la stronza sfrutta quel gioco di Milan per trarre in inganno la gente che cacciamo per farsi i cazzi suoi!" sbraitò Alaric, di nuovo sgomitando per dire la sua in faccia a Gask.

"Che acacde qui? Perchè ancora nessuno è salito?" urlò Kianta, seppur composta, con le mani una sull'altra contro il ventre, con atteggiamento quasi regale. Come se si affacciasse da un balcone, con quell'abito poi, con sguardo e freddezza gelidi.

"Guardala, la regina di stò cazzo!" bisbigliò con acidità Alaric, per poi buttarsi nelle sue prese per il culo teatrali "Oh, ambasciatrice delle cause perse, con nostro sommo rammarico chiediamo venia, ma ci siamo affaccendati a farci i cazzi nostri per pochi attimi. Imploro pietà in caso di vostra cattiva stronzaggine, e ci pieghiamo in pietosi 'sticazzi, per chiedere altre possibilità di mostrare le nostre abilità. Oh, grandissimia pusillanime madre dei cretini, oh genitrice delle ameneità cerebrali, oh..." e continuando con la solita lista di epiteti, mentre Kianta lo fissava con composta ira, finchè non alzò gli occhi al cielo e dall'alto dell'aereo sulla pedana speciale per i loro veivoli per passeeggeri, non urlò una cosa.

"Oh, amato Mepeet, regala un bel tatuaggio in 3d a questo idiota in tutte le sue tre chiappe!" guardando poco dietro Alaric, a terra, per poi voltarsi stizzita come faceva col viso, un colpo verso destra per poi voltarsi e rientrare.
Alaric urlò, si voltò, guardò in terra come un forsennato, perchè sapeva cosa era in grado di fare quel robot assurdo, ma non cèra niente. Tutti risero e Bryden lo canzonò dicendogli che se lo meritava.
Jd fece le ultime raccomandazioni a Gask, finchè Kianta non riapparve impettita e con la stessa posa delle mani, accigliata come un orso svegliato dal letargo di soprassalto grugnendo .

"Dove sono le mie Ombre? Dovevano prepararmi il tè! Dove sono spariti?"


Gask si fermò perchè gli squillò il cell.Lo prese e girandosi dando la schiena a Kianta rispose, sorridendo. All'altro capo una voce amichevole.

"Capitano!!! Ho finito il mio turno di guardia e volevo salutarti prima dei partire. Potevi però dire che il Capo non partiva... oggi sembra caruccia, ma il fatto che parti senza lei è brutto! Sembravi contento di farle da guardaspalle e..."

"Aspetta, di che parli. Siamo in aereoporto..."

"Si, me lo hanno detto, sono il tuo secondo ma non significa che non mi tenga aggiornato. Alcuni dei ragazzi hanno parlato con i tre dell'ave maria e trovo assurdo, seriamente, che voi partiate prima, mentre il Capo si fa i fatti propri qui. Non capisco le dinamiche di questo incarico ma..."

"Ehi, ti sbagli, ok? Siamo tutti qui e siamo quasi pronti" mentre Jd si voltava a guardarlo dubbioso

"Ma senza il pezzo forte! Sappiamo tutti che il Capo impersona la strega che ci fa morire sempre, quando quei tre raccontano alcuni aneddoti e il fatto che sia ancora qui, mi fa pensare che stiate volando a Bucovina per niente.... la butto lì..."

"Ti sto dicendo che ti sbagli. Siamo tutti qui, quasi tutti. Kovacs e gli altri stanno arrivando e spero presto, ma siamo vicino l'aereo..."

"Ho capito e ripeto, mi spiace che te ne vai in questi giorni, visto che cè il compleanno a cui avevi promessi di presenziare, e abbiamo deciso di spostarlo, ma se tu parti per alcuni giorni mentre il Capo si fa i fatti suoi qui... mi spiace che ti prendano in giro..."

"Ma di cosa parli! Io..."

"A Gordon è venuto un colpo quando stava lavorando ai giardini e si è ritrovato il Capo al fianco per ritirare alcuni fiori, gigli e rose blu. Lo ricorda perchè per dare una forma alle zone con fiori troppo in fuori da cosa vuole fare, e non cespugli incolti, recide alzune sezioni e diventano fiori per stanze e sale. E sa che quelli sono due dei fiori preferiti del Capo e quando l'ha vista vicino, con un abito che non le vedeva quasi mai molto indosso, è rimasto basito. Eravamo in pausa alle gradinate e sembrava aver visto un fantasma, perchè diceva che l'aveva notata un'ora fa che stava per andarsene, e invece ha ritirato un cestino ed è andata nella sezione del bosco, tranquillamente..."

"OK, prima di partire ha preso dei fiori, calmatevi. NOn..."

"No, capitano. Il Capo ha ritirato i fiori quindici minuti fa... ecco perchè sono incavolato che ti prendano in giro..."

"In che senso, noi siamo qui da..."

"E state partendo soli, perchè per giungere in auto e non in aereo, dopo che hanno spostato la torre di atterraggio dall'altro lato ricostruendola in toto, e volendola avere tu... e l'aereoporto privato che usiamo ora è lontano, mentre decidono come e dove creare il nuovo e nostro eliporto. Non è a due passi che in dieci minuti ci arrivi senza correre come un disperato. E di solito prima partono alcune guardie, poi chi deve partire, seguiti dai bagagli. E si deve essere presenti prima per sicurezza. QUindi il Capo non è partita, semplicemente è qui che..."

"No..." sussurrò lui mentre si girava per vedere Kianta che baccagliava per sbrigarsi e"non è possibile, te lo ripeto, avete visto male..."

Jd fissava Gask perchè aveva intuito che qualcosa non andasse, mentre vedeva Kianta lamentarsi dei ritardi. La pazienza, si disse. L'altra era paziente e gestiva le cose, ritardi e casini, di solito a meno che non si alterasse veramente, con calma e aspettando la reazione dell'altro. Sguardi e comportamento, di solito faceva così. Kianta che non aveva l'esperienza di anni e tempo, bruciava subito, come dicevas Milan. Aspettare e farle ricordare l'importanza dell'aplomb e quello che il leader stesso definiva regalità. Il gestire e controllare le cose per dirigerle come si voleva senza scaratterare male. Kianta era ancora giovane su quel punto di vista e se era incazzosa come in quel caso, piena di voglie di dare una manata sulla schiena con vigore e velocità agli stronzi, bruciava le tappe della regolazione dell'Io. Tutte cose che Milan considerava e trovava in quelle sue sette e robe esoteriche. Lia gli aveva detto chiaramente che ammirava il rigore e queste caratteristiche da quelle persone. Nulla pareva turbarle e smuoverle dalla loro placida calma e li invidiava. Il lavoro era grosso ma sentiva che era qualcosa per lei. Certo, come per Kianta se la rabbia era tanta, faceva piangere e di brutto, ma di solito la Prima era più placida.

""nessuno per ora ha ricevuto ordini o l'ha vista nei controlli, ma non è la prima volta che ti diciamo che la si vede in giro, nonostante si sa che sia altrove. E..."

"No, può essere solo una proiezione delle IA, sei uno dei pochi che conosce questo trucco per..."

"E un laser riesce e prendere il cesto di vimini che il nostro amico usava per posarci i fiori, ... e portarselo? Il cesto è andato via con lei..."

"..." Gask la guardò, disse qualcosa biascicando al telefono e salutò. Jd e gl ialtri avevano capito che qualcosa non andava e lo fissarono mentre a passo velocelo vedevano che si avventava verso la scaletta dell'aereo, diversa da quelli normali piccoli privati. Fissò Kianta mentre se lo vedeva arrivare.

"Dimmi..." iniziò gli disse come se parlasse a un bambino discolo, con lo sguardo e col tono

"Stiamo per partire, giusto?" fece lui gradino dopo gradino, fermandosi uno sotto di lei sulla soglia del portellone, sebbene fossero cinque per entrare dalla sezione più alta e stretta di quella posteriore

"Che sia bene! Sono vestita in questo modo e voglio iniziare il piano di stasera. Che..."

Gask di colpo, mentre lei alzava lo sguardo per rimproverare gli altri più in basso, le afferrò un braccio, poco sopra il gomito, che la sorprese da rilasciare l'aria che aveva preso per parlare incavolata. Lui fece una faccia così stupita e sorpresa da parere comica, Kianta invece fissava sgomenta la mano che le stringeva il braccio come qualcosa inaspettato e la incuriosiva, sopracciglia aggrottate e labbra a formare una U silenziosa

"Ma... cosa... " fece stupefatto e rimasto come uno scemo, sentendo che era vera sotto la sua mano stringendo le dita alcune volte

"Morto! Finito! Chiamate un'ambulanza!!! Raccattate la sua scatola!!!" fece isterico e in falsetto Alaric, sbracciandosi girandosi ovunque, con Jd che li fissava curioso ma spaventato... e Lubo rideva

Kianta fissò ancora un attimo quella mano, con le labbra dischiuse, poi alzò gli occhi verso Gask, con sguardo omicida e occhi grandi grandi. E lesta gli scagliò una testata in pieno petto come fosse una capra incazzosa che fece sbilanciare l'ancora confuso collega quasi giù le scale, riuscendo a tenersi al corrimano per un pelo ma rovinando con gambe e un fianco verso il basso, sebbene l'altezza delle poche scale fosse minima. Il cappellino si era ammaccato e Kianta sbraitò per poi digringnare i denti che se trovava quei tre, li usava come tavola da stiro.

"Toccami di nuovo e ti smino!" disse tra i denti, voltandosi con con un colpo secco di mento stizzita e rientrò, mentre il ragazzo addetto all'aereo bambettava "... ah, il... il cappellino... i capelli... cosa..."

"Fà silenzio e trovami quei tre. Voglio il mio tè..." fissandolo dritta come un palo, facendo capire che no naccettava brutte risposte

"Capo, posso..mh... ." fece il ragazzo che equivaleva a un assistente di volo, ma solo per controllare al posto dei piloti, che tutto fosse ok e verificare che carico e cinghie fossero ben sistemati e tutti ai loro posti. Ed era spaventato "Posso... fare...io?!"

Kianta voltò la testa sempre faceva lei descrivendo una sorta di arco immaginario. Gask si era accorto di questo, sia normalmente che quando si atteggiava, compieva forse involontariamente dei movimenti con la testa di lato o verso la spalla, disegnando una sorta archi o semicerchi, redendno ogni movimento, anche con le braccia, elegante e armonico. Si era chiesto spesso se dipendesse da lei o da addestramenti.
Si era rimesso in piedi, mentre Jd era andato ad aiutarlo, sorridendo perchè non si era fatto niente.
La vide portare la testa di lato avvicinando il mento verso la spalla, sempre composta e dritta come un fuso, con gli occhi verso l'assistente e faceva un passo avanti e due indietro a ogni suo movimento, premurandosi di provvedere lui.

"Sei per caso un servo? E' un tuo compito preparare qualcosa per i viaggi, a parte per i piloti se lo necessitano? Ho forse schiavi abbisognosi di compiacermi?"

"Eh, no.. io ... volevo..."

"Allora ti ringrazio ma non approfitto di nessuno" alzando la mano all'altezza della testa, aperta e dritta, Gask pensò un pò come nei film e telefilm sui tribunali che Bobbit vedeva sempre nella sala comune. Ne era appassionato e cèrano questi testimoni o chi altro che alzavano questa mano dritta e perpendicolare al pavimento, affermando che giuravano su Dio o la giustizia. Non capiva perchè in un tribunale si dovesse ancora giurare su Dio e sapeva che Kianta la pensava uguale, anzi lei maggiormente, visto che non seguiva nessuna religione, neanche quella dell'organizzazione e reputava la giustizia dell'uomo lontana da quella di DIo, quinid perchè giurare sul suo nome con giurati e giudice umani? Era una delle poche cose che vedeva simili a lei e all'inizio aveva visto quel suo gesto tante volte, ma dopo che era rimasto a bere qualche birra in sala comune, mentre Bobbit stava là davanti la tv grande comune a vedere quella gente che alzava il braccio e mentiva facile come trovare uova la mattina dalle galline, si era chiesto se fosse la stessa cosa. Jd disse di no, era sua abitudine e basta, alzare la mano a quel modo, esattamente come un gesto di giuramento che facevano anche loro nei riti militari, ma per zittire e fermare un discorso o qualcuno.
E lei lo fece di nuovo per fermare il balbettante discorso del ragazzo, restando a guardarlo con la testa un pò voltata e gli occhi verso la sua direzione. QUando era di malumore o infastidita, non si voltava del tutto o ti guardava negli occhi, voleva mettere e disagio e creare una s orta di tempo rallentato perchè la persona ragionasse. A jd era scappato che era solito farlo chi lavorava prima di lei. Almeno così aveva capito, ma era appunto sempre una cosa sua.

"Basta così! Ti rignrazio, ma tu hai dei compiti specifici e a meno che non te lo chieda, ripeto chieda con le paroline magiche che da noi devono essere preziosi e importanti, resta con i tuoi compiti. Ho le mie ombre che di fatto non fanno un ciufolo, se non seguirmi come caprette controllando c he io non sciupi troppo la gentaglia. Fai lavorare loro, considerato che non svolgono più molto il loro incarico di capogruppo delle squadre speciali. Sebbene siano al di sotto solo dei capitani, ultimamente non hanno più svolto tali compiti e devono pur guadagnarsi lo stipendio e il cibo speciale che mangiano da noi. Provvedi invece a controllare che i piloti stiano bene e non abbiano bisogno loro di qualcosa...."

Il ragazzo non riuscì a replicare perchè suonò una sorta di clacson, cosa che fece voltare Kianta con un grugno incazzoso, saettando con gli occhi come un gabbiano in cerca di cibo dalle mani degli umani. Una delle speciali automobiline per le zone auto, carri, veivoli anche nell'aereoporto privato che usavano, consisteva in una sorta di golf cart ma dalla forma un pò diversa e più veloce, e di metallo pesante militare. Kianta la trovava stupida per la forma e la chiamava con disprezzo papamobile, perchè non capiva il motivo per cui colui che afferma di essere il portavoce di dio, per tutti i cretini che seguivano quel credo, e affermasse che si attendeva la morte per andare nel loro bel paradiso celeste, dovesse proteggersi proiprio dalla morte.
E quelle simil golf cart erano dei rettangoli con piccole ruote ma motore potete , con vetro montato su telaio di ferro pieno con un tetto per tutta la lunghezza del mezzo, tre file di sedili con due persone per ogni fila e una sorta di bagagliaio provvisto di stringhe militari, quindi non un porta mazze posteriore, ma proprio come un bagagliaio senza sportello, con cui portare passeggeri e bagagli anche grandi in poco tempo. Ma li trovava ridicoli e odiava quando quei tre scorazzavano su quei cosi con divertimento. Sebbene le ruote fossero un pò più grandi delle normali golf cart, si sentiva là sopra senza vetri o sportelli di protezione come un gatto su una macchinina radiocomandata. Lei ovviamente, visto che il mezzo era a dimensioni di un militare medio sopra il metro e settanta. A parte lei e Jd, in pochi che usavano i mezzi dell'organizzazione erano tanto bassi.
Si sentiva come i gatti che stanno dentro le automobiline giocattolo radiocomandate che i padroni fanno scorazzare per divertisi, loro.
Kianta odiava quando lo facevano perchè non capiva come il gatto potesse veramente divertirsi come dicevano loro mentre loro usavano il joystick per mandarla a tutta birra in giro, con la solita faccia del cavolo del gatto che guardava intorno indifferente. E peggio quando lo facevano nel corpo centrale dello Chauteu, l'originale e antico, perchè sebbene le gomme non ganneggiassero molto i pavimenti di vario tipo e antichi e pregiati, quei sacchi di pulci che la infastivano perchè disastri ambulanti, poi scendevano dalla macchina scappando in giro, trovandoseli pure nei piani superiori dove vi erano uffici e l'ultimo piano le camere.
E si sentiva come un gatto o una bambola tipo barbie quando le mettevano in quelle macchine assurde o sul sedile centrale, scorazzando. Ancor peggio, essendo bassa, piccola di corporatura rispetto a quei tre orsi-armadio, sembravano delle guardie del corpo che scortavano una bambina. E in quelle macchine era peggio.
Li vide, tutti e tre con i bagagli dietro, due davanti, uno dietro e gli altri tre posti liberi, che sfrecciavano seppur non a velocità elevata, come se stessero facendo una controllata al perimetro e basta.
Kianta alzò un sopracciglio, mentre questi si fermavano vicino ai veterani, scendevano e la guardavano.

"Capo, siamo arrivati di corsa. Abbiamo tutti bagagli sia nostri, suoi che gli abiti da indossare per il piano. E..." fece Kovac con una mano indicando Zidgi che prendeva dai due posti ultimi liberi dei pacchi, che mostrò seppur fossero distanti.

"Siamo passati anche, con una deviazione ecco il ritardo, alla vostra e di Madame Pâtisserie preferita, di Arnaud e Grolet per prendere i biscotti da pasticceria per tutto il tempo che saremo lì, insomma quantità industriali, con una parte da porgere in dono in confezone regalo ultra chic!" con tinuò, mentre l'amico si avviava con quattro scatole in pila tra le braccia per salirli sull'aereo "Sono frollini al burro di vario tipo. Quelli che trova perfetti per una merenda con tè e cioccolata calda per le cinque, o quando ha voglia di qualcosa di buono. I.biscotti sono tutti rigorosamente di frolla montata e si mantengono a lungo ben chiusi, ecco perchè ne abbiamo presi in quantità, così non è senza in questo tempo. Anche la cerimonia se vuole sgranocchiare..." fece lui mandandole uno sguardo eloquente che comprese.

"..." Kianta guardò Jd come un gufo che ti punta "Mi stanno a piglià per l'culo?" diceva in italiano senza che se ne accorgesse.

" ma no..." fece Jd,m sdrammatizzando al solito mentre Kovacs si giustificava

"ma capo... non faremmo mai una cosa genere... invece delle merighe che pensava di farsi fare, ho preferito qualcosa di più gradito e che da donare. Tutto qua..."

"In questa organizzazione cè qualcuno che non tenta di comprarmi e tenermi buona con cose che mi piacciono o devo farmi il segno della croce e dire "

Zidgi restò a metà scaletta, fermo a guardarla o forse aspettare un qualcosa, che avvenne, perchè parve rilasciare un sospiro come trattenuto e le spallel si abbassarono.

Quei tre ormai conoscevano bene i suoi segnali, determinati per capire subito di cosa abbisognasse per le missioni e alcuni li avevano appresi osservandola. Come in quel caso un cenno di assenso lievissimo ma riconoscibile li elogiò, seppur disse loro di stare in campana, invece del solito, se arrabbiata, portare al petto il mento per guardare gli altri con gli occhi in un certo modo. Se lei faceva un assenso percettibile s ela cosa era ok, avevano fatto bene o era positiva, in base alla questione tutto a posto. Altriemnti si sarebbero beccati uno dei usoi sguardo di disgusto con gli occhi, il peggiore perchè significava che poteva esplodere rispetto a quando parlava o portava la testa verso una spalla. Se non parlava ma sgranava gli occhi grandi grandi e l'aria di faceva pesante, erano cavoli amari.

Lei dopo il cenno di complimento, che capirono sebbene sudassero freddo perchè lei odiava essere comprata, si fece più dritta, alzò il mento con un gesto veloce verso l'alto, o a volte verso destra, e si avviò impettita dentro, anticipando tutti. Quel gesto, quel colpo secco col mento voleva dire due cose, che era offesa e non accettava di perdere o di darla vinta, o come in quel caso era indolente per qualcosa. Kovacs pensò al ritardo e al fatto che fosse entrata da sola nell'aereo in attesa di tutti, e Gask stava in comunella con gli altri qualche metro lontano.

"Andiamo" fece a Gask, richiamando anche Django, mentre Zidgi stava già giungendo al portellone con le scatole, mentre il ragazzo di assistenza lo avvertiva di fare attenzione a punti particolari. Il loro punto di atterraggio non era interno agli hungar come gli altri, ma ne avevano uno fatto da loro in accordo con l'aereoporto, che aveva tutti i codici di volo ufficiali e quindi non dovevano dare i loro privati. L'aereoporto privato era autorizzato e ufficiale dal governo, e loro utilizzavano i loro codici di volo e nominativo veivoli, ovviamente inseriti apposta, per non far comprendere alle torri di volo di essere voli speciali e militari.Esattamente come compagnie dette fantasma con voli e biglietti di cui non si sapeva nulla e che natura fossero, ma erano presenti in ogni aereoporto senza codici identificativi, informazioni di alcun membro dello staff o passeggeri e la destinazione. Erano i voli fantasma degli aereopoti e non si conosceva neanche il modo di prenotare un biglietto da loro.
I loro veivoli non volavano a pale come gli altri, e sebbene fossero anormali per altri vederli, erano denominati come voli di rappresentanza o commercio, con un marchio di facciata che utilizzavano, una azienda fittizia che era una parte dell'organizzazione vera e propria , per girare indisturbata nascosta da nomi e marchi registrati e conosciuti. Così, se qualcuno chiedesse perchè i loro veivoli si sollevavano in verticale e non in salita, prendendo quota come i classici, avrebbero mostrato il marchio di una nota azienda di progettazione e realizzaizone di veivoli di nuova sperimentazione, sempre loro, produttori europei di componenti aeronautici e aerospaziali non di linea con sede, reale, in francia, ma fittizia nella realtà, mostrando anche ad altre aziende concorrenti che fosse possibile creare aerei del genere ma vietando a chiunque di avvicinarsi.

"Prima di andare... nessuno davvero capisce che questi aerei non sono normali?" fece Gask a Jd, guardando l'apparecchio che era già avviato, e si vedeva dalla massa azzurra che spostava aria da sotto le ali. La prpulsione avveniva da lì, ma non da motori ocnvenzionali, si sentì rispondere.

"Ti posso dire solo quello che so... questo modello è un lavoro militare di fino. COme i guanti, sono studi e progetti di alcuni scienziati che sono... diciamo scappati, in verità qualcuno di nostra conoscenza li ha ammaliati così tanto che si sono fatti prendere e sparire, dalla base militare in nevada denominata Nevada Test Site - 51, ma conosciuta come A51. Si, quella degli ufo. Sinceramente non so veramente se gli alieni esistono e loro che studiavano la tecnologia, ma sono sicuro perchè vi ho parlato varie volte... quei tizi sanno il fatto loro e si vede. Ovviamente molti apparecchi sia piccoli che grandi che usiamo non erano progettati per quell'area e quindi a stertto riserbo militare, ma in realtà... dovevano essere presentati. Invece dopo qualche anno felice di lavorare per qualcosa di grosso, e avere i fondi necessari dove mostrare le loro grandi capacità, si sono accorti che cèra così tanto marcio nelle persone che li avevano assunti, per il male e non il bene, un pò come fu per la bomba atomica, che tentarono di scappare in vari modi. Kianta tramite avvisi radio aveva scoperto che alcuni gruppi ufologi che stazionavano ogni giorno intorno all'area libera e percorribile, che precedeva la base, discutevano su persone che chiedevano aiuto per andar via. Temevano per la loro vita o la libertà dai messaggi che erano riusciti a mandare, a quanto pare da una radio artigianale che avevano fatto, per richieste di liberazione. All'inizio la persona che cèra prima di Kianta non vi credeva, sembrava troppo una trama da complittisti, invece era la verità. Quelal gente fiera di lavorare in qualcosa di grosso si erano pentiti. NOn so bene la storia, non sapevo nenache che non venivi intercettato con una normale radio,e forse pensavano fossero sempre gli ufologi per stimolarti ad uscire, e mi pare strano, ma a quanto ho capito gli ufologi hanno una sorta di vocabolario loro per non farsi capire e siccome uno di questi scienziati e fisici era un appassionato di ufo, era in grado di utilizzarlo. Insomma, non so bene la storia ma lei e Milan riuscirono ad effettuare con collaborati e complici un'estrazione e a portarli da noi. Nascosti da noi , possono passare del tempo scomparsi adi loro radar e presentarci i loro progetti, ecco perchè li abbiamo noi. Anche se devo dire che per come fosse quella persona li ha semplicemente accolti ocn un sorriso e poi buttati nei laboratori... era così!... " parlando come se si vergognasse "Accoppiati ad altri specialisti, abbiamo i nostri aerei speciali. So qualcosa ma non bene e tutto, ovviamente. Hanno caratteristiche VTOL/STOL ossia riguardanti decollo, volo atterraggio verticali. Mentre in francese l'acronimo è ADAV.I lavori di questi scappati di casa, come li chiama Kianta sono..." riflettendo "Analisi ed ottimizzazione del gruppo propulsivo, resistenza di forma... Resistenza d'attrito... .un basso valore del carico alare.Volano con un Cl molto basso, la resistenza è solo leggermente più bassa... Al gruppo motore-compressore viene accoppiato un fanper... nella fase di decollo verticale il motore è in grado di generare la spinta necessaria a Mach 2 con un l'uso della postcombustione. Massa al decollo e Rapporto Spinta/Peso sono stati necessari visto il problema del..."

"Non ci ho capito niente..."

"L'ho detto. non so molto, mi ricordo queste cose dalle riunioni, ho captato oslo queste cose, e so solo c he i motori speciali con speciali fun sotto e dentro le ali hanno una propulsione a due fattori, una classica e una no. Il corpo del veicoli ha ai fianchi speciali rotori che, in caso di danneggiamento di una ala o entrambi, escono ed entrano in azione per riassettare il volo o caduta così che i piloti hanno una percentuale di sostegno ancora per una fase di atterraggio d'emergenza con qualunque situazione. Sotto ha una sorta di gommone con un anello enorme, sgonfio e nascosto da settori chiusi, che si attiva e gonfia sia per una discensa d'emergenza per attutire il colpo della cabina con le persone e sia in caso ammaraggio in acqua... non so bene ma ha tante cvose che un aereo normale non ha o ha ma internamente e vanno attivati da hostess e stuart. Mentre qui sono integrati all'esterno... so solo che atterra e decolla non in orizzonta con salita ma in vertical, eliminando tutti i problemi di altitudine e aria rarefatta. Quindi tranquillo, ci sono i dispositivi di protezione se hai paura..."

"no, non è questo. E' solo che ho sempre visto aerei ed elicotteri e..."

"Lo so. Ma siamo un'organizzazione militare che progredisce. Se restassimo fermi, che vantaggio avremmo? Anche Kianta stessa, non è a mani vuote in qualunque situiazioen come esempio un poliziotto normale di qualunque grado, che in base all'incarico ha possibilità di usare le armi solo in caso protezione e con precise regole, finendoci però sempre male. Malmenati, picchiati, pugnalati perchè sparano o agiscono per fermare quei sogegtti in modi ritenuti barbari, rischiano tantissimo. Se lo fanno vivono, ma rischiano reputazione e carriera, ed è già poco così, se invece si attengono alle regole di condotta rischiano ferite gravi o anche la vita. E questo a causa di certi colleghi del passato che facevano gli sboroni, parole di una certa persona, perchè avevano un distintivo, legando le mani dei colleghi successivi che rischiano il triplo, sia come salute e vita. E sia per cosa li attende dai superiori perchè poverini i delinquenti si rompono un'unghia, mentre meritebbero di peggio. E così è lei. Non è mai sola o sprovvista di piani a, b, c, d e fino alla cazzo di z e questo mi rincuora. Ormai sei con noi da mesi e Milan ti ha detto delle cose, quindi conosci la situazione di Kianta che no dovrebbe andare in giro... a meno che non sia Milan, come nei casi di Veròna o se impersona una... una persona di tempo fa per affari dell'organizzaizone. Altrimenti non potrebbe uscire, lei è importante anche per testare molte cose. Ma ora và o sarà incavolata per tutto i lviaggio..."

Un'ora dopo, Gask fu dietro di lei nello scendere le scalette speciali per il loro veivolo, con i tre che erano già corsi a sistemarsi a triangolo come sempre, mentre un capannello di persone attendeva qualche metro dopo. Con il suo solito modo di fare armonico, e con qualunque movimento che seguiva come una traiettoria ad arco, giunse alla fine della scaletta e con le mani una sopra l'altra sul suo ventre, le braccia lunghe morbide e un sorriso senza mostrare denti, con sguardo gentile e affabile, guardava chi stava attendendo.
Si avviò con quel suo passo strano, che prendeva dalla Lezginka o caucasuan dance, ma molti diceva Jd quando glielo spiegò, la conoscevano come floating dance. In pratica, si era sentito dire, denotava eleganza e grazie alla gonna lung a che nascondeva i piedi, sembrava che quasi la figura fluttuasse sul pavimento come se avesse le rotelle o fosse spostata semplicemente avanti e di lato, non si percepiva il movimetno delle anche per i passi ma semplicemente questa scivolata leggera. Jd disse che era chiamata anche la scivolata del cigno ed era qualcosa di simile che si dice facessero le nobili dame a Versailles, per apparire leggere e non camminare come la plebaglia. Sfruttando i lunghi corridoi per palazzo ma anche la sala degli specchi, era una cosa che si diceva Maria Leszczyńska sapesse fare, ecco perchè era sempre ammirata, oltre il suo comportamento da Regina classica, anche dopo la sua morte.
Perfino Milan, gli disse, usava questi trucchi di danza e comportamento per muoversi e apparire in modo da attirare le attenzioni, quelle giuste. Un uomo ammirato, osservato, che mostrava un'eleganza nobile, elastica e padrona di sè, mostrava il tipo di uomo. Lui ci credeva e vi lavorava molto. Il portamento, tipo di movimenti, camminata e saluti, così come i vari sorrisi e saluti in base all apersona. Inchini, movimenti di capo, tipologia di sorriso, di strette di mano o senza e via dicendo.
Ogni volta che Milan o Jd gli parlavano di queste cose gli girava la testa, chiedendosi quanto ci volesse per imparare tutte quelle cose. Assurdo, pensava sempre gask. Anche quando parlavano nella camera del suo amico e lo vedeva specchiarsi per scegliere cosa indossare, quale accessorio scegliere o che pettinatura farsi. Lisci e fini, i capelli da più di trenta centimentri, li aveva lasciati crescere perchè per lui stava meglio con i capelli lunghi che corti. E rideva che la barba, pochissima che riusciva a crescergli, lo rendeva duro e meno attraente e si lamentava che la barba modificasse i lineamenti del volto così tanto, da sembrare soggetti diversi. E non si vedeva in altor modo che quello che anche Gask stesso conosceva. E stava del tempo a sistemarsi, a volte chiamando Kianta per un parere e per farsi fare i capelli. La prima volta non capiva perchè la chiamasse con quei telefoni antichi, quest avolta su un tavolinetto da salotti in un angolo, con cornetta ernome elaborata e rotella da girare per comporre il numero che gli serviva, interno se sapeva che era in camera sua o un numero specifico corto per raggiungerla subito. O d aparete d'epoca. E poi lei arrivava con passo suo solito elastico e nervoso, come se avesse fretta anche senza averla veramente.
Poi si voltava, mentre ancora camminava verso Milan , verso Gask, seduto da qualche parte, a fissarlo con un'espressione che pareva dire e si fermava a guardare l'amico comune. Che ogni volta era indeciso su due cose. Una delle cose che facevano ridere Gask era quella, sicuro e dritto per la sua strada su cosa voleva, ma indeciso su cosa indossare e abbinare per apparire al meglio. E si era accorto che lei gli diceva sempre di utilizzare un colore di abito, tra i tanti che aveva, abbinandogli sempre il viola. In sfumature diverse, scuro o chiaro con nomi che ogni tanto non ricordava ma lei gli diceva sempre viola, con il nome corrispondente. POche volte crema o un colroe simile con nominativo strano. ma sempre il viola. Lui invece optava per blu o rossi o mix che si abbonassero, lei era più per colori meno squillanti e pacati.
Erano uno l'opposto dell'altra.
Gask sorrise ricordando la questione del . Una volta Milan aveva scelto un completo chiaro color... tortora, panna o che altro, per lui erano uguali, e lei arrivò e gli disse di abbinarci un bel lavandino, mentre Milan si guardava allo specchio e pareva approvare con due cenni del capo. E Gask non si era trattenuto chiedendo di colpo Era stupito, sapeva da riviste di moda che il Capo o le sue donne sfogliavnao, e che Milan seguiva e teneva sui tavolinetti, cose assurde che uomini e donne sulle passerelle mettevano addosso per denotare la del momento. E a lui sembravano identici a pacchi di abiti che i poveri disperati e senzatetto mettevano di sopra per non perderli, vederseli rubare o portare dietro con più facilità. Non importava il clima, stavano sempre con più livelli di abiti indosso, una delle poche cose che possedevano e per lui l'effetto era uguale. Si augurava sempre che Milan non li copiasse, benchè si stupisse sempre di vedere l'amico abbigliato come un tizio uscito un secolo prima, e ritrovatosi nella modernità.
Sapeva che la gente ancora usava il completo classico da uomo in modi diversi e denotava stile e posizione sociale, ma l ostile di Milan era più vecchio, non sapeva dirlo, ma seppur sarti esperti gli preparassero gli aibti su misura, avevano stili, tessuto e forme antiche mischiate a dettagli moderni, gask sentiva sempre quel ... quel qualcosa che non gli dava modernità e semplicità come gli altri. Giacche alla coreana, con un solo bottone, con chiusura che lasciava scoperto petto e pancia e altri tipi. Sembrava un nobile uscito da qualche foto, eppure aveva visto più classe, nobiltà e quell'aura di uomo sopra gli altri tre volte degli altri. E Milan diceva che quella era la chiave. per lui quegli abiti erano... lui. Ai matrimoni, diceva Milan storcendo il naso, vedi questi tizi che mettevano completi e abiti senza saperli portare, camminado e atteggiandosi esattamente come se indossassero le loro magliette e jeans strappati o bomber, e pantaloni di tuta. Sembravano come... un tempo, contadini con indosso abiti regali a disagio. Erano un pugno in un occhio e lo aveva visto Gask stesso dalle foto che lui metteva dove il primo colpo d'occhio, era Milan stesso per come appariva per l'abito e l'atteggiamento, a richiamare l'attenzione, non importava la sua posizione. Mentre gli altri sembravnao, come diceva Milan, bimbi con abiti della domenica che seppur dopo anni, non sapevano come starci dentro.
Kianta e Milan lo fissarono in modo diverso. Lei voltando il mento verso la spalla, senza voltarsi del tutto, portando lgi occhi tutti su di lui con accigliamento sorpreso e bocca dischiusa. Milan lo fissava dallo specchio, vedendo il suo riflesso che rideva da orecchio a orecchi finchè no ncosppiò a ridere.

"Ah, no. Kianta dice sempre lavandino per intendere il lavanda chiaro. A volte usa parole solo sue... intendeva questo completo chiaro ma più scuro di quelli" indicando quelli ancora appesi, visibili dall'anta aperta "a cui abbianre accessori più chiari da contrasto. Userò i gemelli in ametista chiara e il resto in lavanda chiaro. Per favore, mi puoi aiutare con i capelli? Non so se legarli alti o bassi..."

Gask fissò Kianta rstando accigliata a fissarlo, sentendo che chiedeva a lei aiuto per i capelli. Si era chiesto spesso perchè con i barbieri ed estetisti, parrucchieri, non andasse da loro. Lui diceva no, avev apersone di fiducia e arrivava sempre prima dove doveva andare, per trovare l'acconciatore di fiducia per essere impeccabile. ma normalmente preferiva l'aiuto di qualcuno fidato.

"Facendo da me non sarei perfetto, questo lo so. Kianta sa cosa fare e ha sempre un gusto critico e ha la mania della perfezione su certe cose, quindi so che farà del suo meglio per rendere i capelli a prova di vento o... insomma, sa lavorare bene i capelli. Non ho il suo tipo, per fortuna, ma se non cè lei o sono di fretta, mentre mi dirigo a destinazione, l'acconciatoer di riferimento di là sa già da tempo che deve aspettarmi in una saletta apposita così arrivo, mi sistema e mi dirigo dove devo andare... è come, sai, per certi tipi di balli professionali. Le giurie depenalizzano se hai anche un capello che esce dalle acconciature, ti si scompigliano o altro, non importa se donna o uomo. Ma è considerato, così si rovinano i capelli con prodotti ultra fissanti che quando devono slegarseli sembrano fatti di pietra. E così è la società là fuori, ogni accessorio, capello, atteggiamento è sotto analisi. Non credere che sia tutto facilecome lo è da noi. Le regole esistono per un motivo, e così lo è per la società là fuori. Ma se da noi ci sono le regoole e ele leggi, da loro esiste Dio denaro e Signora apparenza... Più sei artificioso, studiato in ogni aspetto, più reciti come un attore consumato guadangnando punti, più vali. E' quella società, cè poco fare. Io però appaio molto meglio perchè io sono così..." fece con un sorriso.

Gask tre passi dietro Kianta, secondo le regole, si avvicinò alle persone che l'attendevano. Sembravano contenti e alcuni di loro, una donna e un uomo più grandi dei due giovani che li seguivano, lasciando gli altri fermi, corsero verso di lei. Lei si fermò e fece una riverenza, mentre questi la salutavano e sembravano sinceramente contenti di vederla, cosa che colpì Gask.

"Lia... sei viva, quindi è vero. Come sono felice che qualcuno si è salvato!" fece la donna più grande del gruppetto.

"non credevo alla notizia, quindi si sono sbagliati? Almeno qualcuno è sopravvissuto..." fece l'uomo.

"Carissimi amici, mi rallegra tanlmente la vostra felciità nel vedermi che mi sento felice come non mai. SOno stata ferita ma avevo perso i sensi, che ai loro occhi deve esser sembrato di avermi uccisa, e lo hanno creduto anche dopo. O non sarei qui...." fece Kianta con una voce e un sorriso che lui stentava a riconoscere. Accadeva sempre così, con jd, Milan e gli altri si comportava in un modo simile a questo ma se là era meno dolcezza e garbatezza, cèrano ma non così enfatizzati, con gli ospiti o le perosne che doveva incontrare, sembrava di vedere una persona dolce e calorosa mai vista.

"ma certo che siamo felici di vederti! Cosa dici! Ogni volta che vieni ci racconti e mostri cose straordinarie. Per mio padre, ogni tua visita è come l'arrivo di un precettore di fiducia. Anche se siamo ormai grandi, ma anche noi siamo sempre contenti quando torni! Mio padre ti aspetta nella tenuta, ma non poteva non accoglierti... e poi lui non lo ammetterà mai, ma i consigli per le modifiche alla nostra casa di famiglia lo hanno reso contento. E' orgolgioso di come è venuto tutto e dice che è straordinario come oggigiorno ci sia qualcuno di giovane, che sa e capisce il valore delle cose come devono andare. E poi deve mostrarti il cimitero e mausoleo di famiglia, visto che ami le architetture di qualuqnue epoca e documentarle. Non solo, ha da parte dei libri per te acquistati da una collezione che vuole mostrarti..." fece il ragazzo con foga, bloccato dall'altra giovane figura, una ragazza.

"Io credo che voglia regalarteli, come facesti tu ocn quella bibbia Gutemberghiana. E' il suo libro preferito della collezione anche solo da ammirare sotto vetro per la copertina in pelle ultra rifinita, una delle ultime stampate proprio dal grande tipografo con copertina in pelle lavorata e pittura a mano. L'ha messa sotto teca da solo, sai?" fece dando una gomitata al giovane "E la guardava e si lamentava che quel giorno erano morti dei soggetti meritevoli, e sembrava non darsi pace. Ora che sei tornata, viva, sarà meno in dispiacere. Gli avevi promesso di mostrargli la tenuta che avete acquistato qui e sistemato. Vuole vedere come hai reso quell'edificio, visto che lo conosceva da piccolo ma poi fu lasciato vuoto. Vuole vedere come lo hai reso tu..."

"Ragazzi basta! Donna Lia... Oh, so che questo titolo di solito viene dato alle donne sposate, ma qui è anche sinonimo di persona speciale. Siamo ancora adesso orgogliosi della fiducia che tu e la Fiamma Cinerea avete concesso alla nostra famiglia, come vostri Alfieri in questo paese. NOn siamo i più potenti nel totale, ma mi auguro che abbiate scelto bene. E in quanto messaggera del tuo Signore, Milan, ti spetta un titolo onorifico, ma hai accettatosolo Donna Lia, seppur ancora tu non abbia un compagno. Mio fratello è in attesa di riceverti come ha detto mio nipote, nella casa di famiglia. E ha detto è pronto a discorrere con te in rumeno perchè tu migliori la nostra lingua, seppur conosci anche il tedesco. Quello che è accaduto è... non ho parole per descrivere il nostro lutto, ma abbiamo festeggiato nello scorprire della tua salvezza e del tuo ritorno. Grazie per essere tornata subito, seppur ferita, per le esequie dei nostri cari e servitori deceduti, ma stai tranquilla. Pagheranno per..."

Kianta alzò la mano, come faceva sempre per zittire le persone e seppur in quel paese, Gask notò che seppur inferiore di posizione sociale rispetto all'uomo in quel paese, questi sorpreso non finì il discorso e la fissò, finchè lei non disse qualcosa.

"Vi prego di lasciare a me la questione. Mi sarebbe gradito provvedere secondo... i nostri metodi e consuetudini. Comprendo che la voglia di vendicarvi sia forte, ma immagino che come nostri alfieri, la fiducia sia al primo posto. Mi concederete l'avviso di... annunciarvi che la questione sarà risolta in breve e che riceverete vendetta in modi differenti dai vostri. Ma averrà. Da voi vige la regola che sangue chiama sangue... lasciate tuttavia che sia Io e il mio Signore a vendicare tutti portandovi prova e l'anello degli Alflieri, lasciandoci l'onore di provvedere alla questione. Nel momento stesso in cui vi inviterò nella nostra dimora per una visita ma anche una festa, saprete che è tutto sistemato e i morti riposeranno in pace..." dicendo tutto in modo dolce e gentile.

i presenti rimasero interdetti qualche attimo, guardandosi. Poi i giovani annuirono ai due più grandi e questi sorrisero. L'uomo con un braccio le indicò la macchina poco distante, mentre i tre che erano le sue Ombre andarono subito verso la stessa per controllarla. Kovacs affermò con rispetto che andavano solo ad assicurarsi, dopo l'altra volta, che non vi fosse nulla di troppo o qualche sorpresa e con una borsa, con apparecchi specifici, si prepararono a scansionarla in pochi minuti. La macchina non era una comune, era una sorta di mini limousine con due file di sedili posteriori che si guardavano, così le persone dirante il viaggio conversavano di fronte l'altra, con tutte le comodità per bere e mangiare.
mentre andavano lo stesso Kovacs fece un cenno con la testa a Gask che comprese e tenne gli occhi aperti, perchè era rimasto l'unico a guardarle le spalle, mentre lei ascoltava l'uomo che aveva iniziato a dire qualcosa.

"Coloro che hai salvato con il tuo gesto sono in attesa con mio fratello, per i dovuti ringraziamenti. Per favore, intanto andiamo, sono tutti in attesa..."

"Ti ringrazio, intanto permettimi di offrirvi nella macchina che utilizzate, avendo i sedili posteriori di fronte l'altro ocn un tavolino che si alza, il meglio della pasticceria fine francese da tè. Ho portato anche dell'ottimo Qi Men Hong Cha, uno dei migliori tè neri cinesi che a mio avviso si sposano molto bene con la dolcezza dei pasticcini, ma se volete qualcosa di più delicato ho sempre con me, per le mie visite, una scorta con ogni tipologia..."

"Con molto piacere. E' sempre interessante provare i doni culinari che presenti" fece la donna "Anche la Baba è interessata, aspetta sempre con ansia il tuo arrivo per ascoltare i tuoi racconti e provare cibi e bevande dal mondo, sia che conduci con te, che dai cuochi che ti seguono. Mio figlio ha amato molto i dolci turchi che hai portato, preparati da voi stessi. Lui vuole viaggiare, ma essendo il primogenito ha un ruolo, quindi sono felice quando gli porti quei luoghi..."

"Lieta di portare doni così apprezzati. Seguo il detto per cui se Maometto non va alla montagna, che sia la montagna a farlo..." facendo un inchino come alla giapponese ma con le mani sempre sopra l'altra sul ventre "Adesso se permettete, vorrei tranquillizzare i vostri parenti e rendere omaggio a chi ha temrinato troppo presto la vita, per quelle persone. E se anche il vostro capofamiglia mi concederà la benedizione di procedere, tutti saremo vendicati e l'onore ristabilito"

"Andiamo allora, mia cognata ha fatto preparare il Negresa che adori con il tè e il dolce di mele per cena..."

"Inutile dire che Baba è da ore a casa e ne ha pulito uno intero da sola..." fece il ragazzo sottovoce ridendo poi di gusto, avviandosi con gli altri alle macchine.



Poche ore dopo, notte

Gask entrò nella stanza adibita a spogliatoio, dove Kianta si fermava da sola per cambiarsi. La porta era socchiusa, segno che si poteva bussare ed entrare senza il rischio che lei si cambiasse. Kovacs gli diceva sempre che lei aveva chiari segnali e loro ormai li conoscevano. Come agitava le dita della mano significava che voleva qualcosa consegnata, gesti e movimenti di occhi e testa per altri insignificanti, per loro messaggi, sorrisi e come li mostrava per intendere che voleva agire lei e non loro, porte aperte o chiuse in determinati modi per chiarire cosa era possibile e cosa no e via dicendo. La porta socchiusa rispetto ad altri angoli di apertura intendeva che si poteva disturbare per motivi seri, che era in meditazione o qualcosa del genere. E siccome alle Lezioni aveva imparato che i gradi si potevano ricordare più o meno precisi dalla mano aperta e che grandezza cèra tra pollice e le altre dita con mignolo verso l'alto, aveva inteso che si poteva entrare.

Ridendo Kovacs disse che lei non meditava neanche per il ciufolo perchè non riusciva a rilassarsi e star ferma a comando. Quindi se la porta era aperta in un determinato grado, non stava meditando, domanda che Gask stesso aveva fatto visto che lo faceva Milan, ma era in dossiciazione o visualizzazione. Ossia in un mondo alterativo solo suo dove scappava per rilassarsi o ssfogars senza picchiare nessuno. A gask questa cosa sembrava strana, ma poi pian piano gliel'avevano spiegata, ma trovava strano che qualcuno tramite musica fosse con la mente... altrove, non solo per la noia e pensi ad altro. E in quel caso non sentiva musica, non usando lei le cuffiette.

"Ecco perchè per definirli si dice che Kianta è il sole così come Milan è la luna..." faceva Kovacs dicendolo come dato di fatto ma non era chiaro per Gask il senso vero.

E così, bussò, sentendo un "MH...." di risposta e si affacciò. Kianta era davanti la consolle da trucco con specchiera enorme, in piedi , che si controllava la camicia, stando di tre quarti di schiena verso di lui e lo specchio rimandava la sua immagine. Indossava pantaloi da Frac a cui sicuro avev auna giacca abbinata, vestiva da uomo sempre con mezzo tight o frac, ovviamente delle sue misure e con pieghe apposite per adattarsi al suo torso di colori scuri, ma non sempre nero o blu. In quel caso era un blu notte di una stoffa tipo sbrilluccicante che fasciavano bacino e gambe.
Controllava la camicia. Colletto alla button down corto senza bottoni nelle punte e rigido da stare molto sollecato, pieghe tattie ai lati esterni del seno e poi davanti notò che vi era una sorta di coda di topo, così la chiamavano quella riga nera o altri colori di cotone che creava un rettangolo da dietro il collo fino a quasi il suo ombelico, così gli sembrava. E all'interno di questa forma pieghettature per tutta la lunghezza e larchezza del quadrato abbellivano la camicia che sarebbe stata banale, così come le maniche. Erano normali fino a sopra il gomito, una coda di topo nera faceva partire la zona più ampia a sbuffo che sapeva ormai che sichiamano bishop, che finiva sul polso con forma classica e il polsino era molto lungo. Era infilata dentro i pantaloni e al collo portava una cravatta a fiocco western in Raso Nero con rebbi molto lunghi, chiamata anche nribbon tie.
Si fissava cercando di trovare punti che andavano sistemati, poi senza verifcare chi fosse entrato, aveva preso delle forcine e aveva iniziato a tirare indietro i capelli più lunghi che erano anteriori e lisciarli perchè restassero aderenti, un pò come le volte che li aveva bagnati e tendeva a passare una mano per tenerli indietro. Quando ebbe finito prese la retina da parrucca e se la sistemò,scura, e ultimò c on la parrucca che era sulla testina accanto all'angolo dello specchio.
Era una parrucca diversa dalle altre, ne usava tre, dai colori diversi e tutti tendevano ad essere perlescenti, così gli pareva, con riflessi azzurri o blu. Avevano quel modo camngiante alla luce. Quel modello non era liscio ma ondulato, con base grigio topo, così gli parse dalle radici a metà lunghezza delle ciocche e partivano colori tra il glu, viola, grigio o non capiva. Erano di questo colore grigio di due toni diversi con meches o non sapeva cosa fossero che a caso da poco dopo le radici partivano concentrandosi più da metà alle punte, creando un effetto che dava il nome alla parrucca. Azzurro ghiaccio. Di ghiaccio ci vedeva solo le parti chiare, le altre erano un mix ben sfumato degli altri colori. Secondo lui non le stava,m per via della sua pelle troppo chiara, pensava.
Le parrucche erano tre. Una che chiamava da fata turchina che acconciava sia lisci che mossi. Era una gradazione da blu ceruleo alle radici che fino al fondoschiena cirava senza stacchi ma ben sfumato al color turchino fino alle punte azzurro cipria. La seconda pareva quella che indossava ma era castava alle radici, un castano chiaro però che Kovacs chiamava biondo scuro o qualcosa di simile e poi verso la fine a metà schiena faceva cambio netto con verde smeraldo per poi sulle punte blu non elettrico ma qualcosa di simile. Era quella che trovava peggiore e kovacs chiamava ridendo la parrucca pavone. E poi quella che indossava, queste due ultime quasi sempre mosse per come erano sull testine.

Kianta si accorse di lui quando, controllando lalo specchio i lati della parruca se erano ben messi, avendo base in silicone per aderire alla pelle, non lo intecettò dal riflesso. Restò un secondo a guardare la porta, poi si voltò a fissarlo, chiaramente chiedendosi perchè fosse venuto lui a bussare.

"Volevo avvisarti che siamo pronti, e..."

"E perchè sei venuto tu? Dove sono quei tre?"

"Sono andati in perlustrazione e iniziare il controllo dei punti elettrici e telecamere con gli strumenti. E..."

"Sono andati dove?!?" fece e ogni volta che lei era irata da qualcosa , tendeva a dire le ultime parole un pò acute, quasi squittendo, facendo ondulare le ciocche della parrucca ghiaccio, ma che di ghiaccio cèra solo un vago richiamo pensava Gask "Quando hanno deciso senza avvisare di fare qualcosa?"

"Ormai è fatto, e..."

"..." la vide fissarlo con occhi apertissimi e e l osguardo come per dire che Alaric diceva somigliassero a quelli terrorizzanti di un gufo o peggio gabbiani. Alaric e i gabbiani era peggio di lui contro Kianta, come s evolesse sbranarlo a dire la cosa sbagliata

"Hanno fatto un buon lavoro, ora sappiamo posizione, numero dei presenti, luoghi e posizioni delle telecamere e staccare la corrente lontano dall'abitazione. Zidgi è pronto a tranciare il cavo a mezzo chilometro che alimenta la casa. Non dovremo così aspettare molto di presenza..."

Lei restò qualche secondo a guardarlo, col broncio pronunciato finchè con la testa fece quel gesto stizzito, ma meno pronunciato, verso destra con un secco colpo col mento e si controllò ancora allo specchio. La vide girare il torso per controllare che la camicia stesse bene con ogni movimento, terminare il trucco leggerissimo ma visibile alla luce effetto ghiaccio sugli occhi , e una passat a di qualcosa sulle labbra.
Andò all'armadio alla sua destra e prese la giacca del completo, che aveva supposto lui, e controllò che nella pipa vi fosse materiale a sufficienza per l'accensione, chiudendo col coperchio speciale ermetico. Per ultimo agguantò il cappottone e si avviò, passandogli accanto.

La seguì fino all'entrata del garage dell'avamposto che usavano, non una Torre, e videro sfrecciare verso di loro il van camuffato che utilizzavano. Poco dietro di lei ocme sempre la osservò controllare tutto, gambe dei pantaloni, scarpe lucide da uomo con decori pressati in pelle e vide luccicare nei movimenti gli anelli. I soliti da cui non si staccava mai. Quando il mezzo si fermò Kovacs coe sempre scese un attimo prima di fermarsi il van, atterrando di piedi ocn la portiera aperta e con un lieve inchino.

"parleremo nel mentre del vostro lavoro, senza avvertire." incidendo sull'ultima parte come se stesse picchiando ogni parola "Avete portato l'occorrente?"

"Certo, capo" fece Kovacs con un sorriso "l'abito, parrucca, scarpe e sottoveste sono nella borsa ben protetti. Anche gli accessori. E sul posto in una zona nascosta cè anche lui, possiamo partire anche subito. Il tramonto sta arrivando... è tempo che la Strega si risvegli..."


Antoniu Radulescu, aveva saputo che quella donna era ancora viva. Come era possibile? La sua famiglia aveva avuto il disonore di non essere scelta per poi dominare il paese come desiderato. Essere una delle famiglie più potenti e ricche non era abbastanza, e aveva saputo che quelle perosne potevano dare incarichi e cariche anche potenti se lo volevano, e cercavano quelli che chiamavano Alfieri, ossia alleati e seguaci in ogni paese che governassero per loro... era questo che si diceva. Aveva incontrato poco la donna ma l'uomo, colui che definiscono il capo assoluto si. Ed era sicuro che fosse scelto per l'incarico così prestigioso, abbattendo quindi le altre Case nemiche e avversarie. Invece entrambi erano andati da quel dannato di Vali per dire che erano loro i destinatari di tanto onore. Sapeva negli altri paesi come democrazia e meritevolezza fossero più considerati, ma era sicuro che quiei tizi ocn pensieri così radicali e antichi, fossero quelli giusti per la sua ascesa. E invece...

Si fermò dai suoi pensieri percependo qualcosa di strano. Il silenzio. Quella casa brulicava sempre di rumori, passi, voci sussurrate e non, di tutti gli occupanti, sia della sua famiglia che i domestici. Invece i lsilenzio era tombale. POi dei passi pesanti e cadenzati e la porta si aprì. Entrarono due uomini che non conosceva e per un momento rimase spiazzato. No, qualcosa gli richiamava la memoria. Li riconobbe fugacemnete, li aveva già visti e qualcosa, un morbido tonfo, lo colse alla sua sinistra, dal balcone.
Le tende iniziarono ad agitarsi al vento mentre si aprivano le due sezioni a vetro. E dalla luce della luna si stagliò, ingigantendosi, perchè si avvicinava una figura qualcosa incorniciato dalle due parti della tenda. Le tende che danzavano, ora che tutto il balcone era aperto, mostravano a tratti una persona che conosceva. E rimandava un sorriso carogno.

"Tu... allora sei veramente viva!"

L'uomo, seppur aveva ricevuto l'informazione, stentava a credere che quella donna non fosse finita male. Aveva capelli diversi ma il suo non era un viso che, dopo averlo visto una volta, poteva confondersi con altri. non era una persona banale e mischiabile con tante altre, quel viso non aveva segni di anonimato. Gli uomini che pagava non erano pivelli e seppur il messaggio teatrale con le bare, aveva avuto un numero di morti che lo aveva soddisfatto. non si aspettava che arrivasseo perfino al piano superiore senza una sparatoria. Ancora di più perchè la donna che quella volta lo aveva guardato con sufficienza e disgusto, con disprezzo, spingendo il suo capo a scegliere l'altra famiglia, era finita male come meritava. E invece era viva.

"Io non sono quell'altra persona. Ringrazia e porgimi i tuoi ringraziamenti. Io porto la giustizia, ma se tu avessi fatto ciò con quella persona... Se io sono portavoce della giustizia, Lei edll'inferno. Lei agiva per rabbia e ridare indietro tutto... io per punire e pulire questo mondo..."

Avanzando si fece passo passo il balcone e poi l'interno, con il cappottone che si muoveva.

"Guardati" fece Kianta avanzando, incorniciata mentre entrava dalle tende agitate e i capelli al vento, nonostnat eil cappello "Sei un patetico stronzo che aveva esultato per la morte di persone, e credeva di aver ridato onore al suo nome. Con cosa hai dato onore? Pagando dei tizi per fare un agguato e ammazzare qualcuno? E non farlo con le tue mani? Per te questo è aver ripreso onore? Oh, no!... sei solo uno stronzo patetico e dalle mani pulite, ma l'anime lorda di sangue e melma nera"

"Non puoi dimostrare che sono io..."

"Ah no?" facendo un gesto con la testa che per altri era un'enfasi della risposta, ma il gesto secco verso l'alto, poco visibile, fu recepito dai due che presero un tablet e mostrarono la diretta degli uomini artefici dell'aguato, in situazioni raccapriccianti e con pesanti segni di tortura.

"Il caro Cinq sa quel che fa, non a caso il suo nome, cinque in francese, indica i livelli fino al quale si spinge, e i tuoi sono arrivati fino al terzo. Rispetto per loro, per questo per quelli lì, ho dei piani. Ma non come per te su di te..." con un sorriso carogno degno di Joker.

L'uomo si buttò verso un mobile, sicuramente per cercare qualcosa, che prese. Una pistola. Kianta lo fissò con un sorrisino e la testa inclinata di lato, anche quando se la vide puntare contro, ma non cambiò e nè mostrò alcuna pausa o altro. Il rumeno era chiaro che volesse sparare, per un attimo fu sorpreso dal vedere un uomo più alto alle spalle di Kianta, che avanzava. Kianta con una risata alzò la mano sinistra aperta verso di lui e con microgesti qualcosa diede fastidio al rumeno, che fissò la pistola. Era come se questa venisse strattonata dalla sua mano, e dopo qualche scossone, prima che potesse metterci l'altra, l'arma si staccò dalla mano, facendogli male all'indice che stava sul grilletto e volò dritto nel palmo di lei, che girava la testa sempre come ad arco, con un sorriso monello in volto. L'uomo si ritrovò disarmato, con quelle quattro persone che lo fissavano, ferme.

Tentò un'ultima fuga ma con velocità Kianta gli si parò alla sua destra e con qualche mossa particolare lo stese a terra con un calcio in faccia, di fronte un mobile con uno specchio, portandosi poi a cavalcioni sulla sua schiena. L'uomo non si era accorto che i due stavano posizionando dei quadrati a terra che si portavano sulla schiena, com e zainetto tramite dei lacci. Kianta gli prese i capelli e gli tirò indietro la testa.

"Raccomantami come ti senti. Si, voglio sapere come ti senti... di solito le persone non chiedono mai questa cosa. Come ti senti? Cosa senti? Cosa provi? Invece della banale "come va, o come stai" che è solo di educazione fasulla, si dovrebbe chiedere come si sente la persona. Interessarsi veramente. Così diceva lei...E siccome nel caso delle vittime di quegli stronzi che stanno giocando con Cinq, non si possono più chiedere queste cose... Sono morte o peggio, una vita d'inferno. E quindi eccomi, Io, Veròna, la strega del Gioco... giocherò con te perchè tu mi dimostri cosa sei, chi sei e la tua meritevolezza. Non è un gioco con gli scacchi. Non è il settimo sigillo. E' molto peggio..." gli sussurrò, facendolo specchiare, mostrando lei che stava calvalsioni sopra di lui. E nello specchio lui vide lei con il sguardo che lo fece sudare e qualcosa che si muoveva intorno a loro. Qualcosa che non aveva mai avuto modo di osservare. Degli strani esseri fumosi o gelatinosi che vorticavano intorno a loro, fluttiavano e poi si buttavano in picchiata. Altri non avevano gambe ma come una scia come di colore di un pennello e la testa a forma di bolla con tratti urlanti e braccia, che si agitavano dietro di lui. E rumori da far venire la pelle d'oca

"la paura che la gente ha provato a causa tua, fino alla morte in certi casi, si tradurrà per te in qualcosa che io raccoglierò e userò con così tanta gioia... disperazione! Sarà come una spezia su di te, la pietanza che cucinerò a fuoco così basso che implererai ogni esser e che credi esista, per salvarti. Ma, guarda un pò, come la realtà insegna, non cè' niente tranne me, che per magia o miracolo può far qualcosa..."

Kianta si alzò, nello specchio il rumeno la vide parlare e interagire con quelle robe dal riflesso, finchè non parlò con gli uomini. "Portatelo giù, con gli altri"

"Gli altri chi!!" domandò in un soffio rauco l'uomo "GLI ALTRI CHIII!" agitandosi e tentando carponi di fuggire, beccando lo specchio andandoci contro e rompendolo. I frantumi gli andarono contro e Kianta alzò gli occhi al cielo mormorando "Mamma mia che soggetto patetico, adesso" per poi dire ai due alla porta, mentre l'uomo urlava di chi parlasse "INIBITELOOO!" con aria scocciata e strascindando la frase


L'uomo fu portato n el grande salotto al piano inferiore, mentre uno dei tre era rimasto con armi in mano a controllarli, legati saldamente da manette a strozzo in plastica a seguire la forma della stanza, come fossero seduti a terra in circolo per un rituale. Erano con le spalle alla parete, distanziati tra loro.

Il rumeno trovò la sua famiglia in mezzo alle persone, con gli uomini che teneva come domestici e le guardie. Si chiese come avessero fatto in silenzio a fare tutto il lavoro. Sul grande camino della stanza vide, appena fu buttato a terra di peso, un gufo che non ricordava di avere mai avuto, finchè non lo vide battere le palpebre e ruotare la testa. Era vero, era posizionato al centro della balaustra che usavano per poggiare le cose in alto, e guardava dall'alto la stanza come un giudice.

"Hai notato il nostro Acheronte! Lui è qui, e lì sopra, per un motivo. I gufi che osservano determinate cose hanno un significato, sai?Ma non è su di lui che devi concentrarti... innanzitutto chi sono di questi i domestici? Ovviamente lo noto dai vestiti ma vorrei una risposta..." disse Kianta fissando le persone legate.

i domestici alzarono al testa come a richiamare attenzione, alcuni in lacrime, altri ocn sguardo terrorizzato.

"Calma, calma. Voi non rientrate nella questione. Almeno, non vi ho liberati per un motivo. Voglio scoprire se voi siete in qualche modo invischiati con certi fatti, o sapevate e avete taciuto, o concordavate con certe cose. Io non accetto e tollero le persone che nonosntante vedano e non approvano , lascino fare. Perchè vi rende sporchi quanto loro..." indicando con un dito la famiglia " E quindi, non parteciperete al rito di stasera, ma sarete condotti in un luogo dove vi chiederò tutte le informazioni e, non essendo in un'aula di tribunale dove la gente mente e dice stronzate nonostnate il giuramento, se non riceverò verità, la mia ira calerà su di voi... chiaro?" ricevendo cenni di assenso con la testa, essendo inbavagliati.

"Portateli via e assicuratevi che stiano buoni..." Zidgi e Django si affrettarono a farli alzare, liberando le gambe e portandoli fuori. I restanti no nsapevano che sarebbero stati tenuti tutti in una zona sicura poco distante e che sarebbero stati sedati. Senza capirlo, sarebbero entrati in un edificio prefabbricato piccolo e rettangolare, vuoto, che avevano portato a sezioni e montato, con luce, telecamere e una sezione di ventilazione, una per l'aria e l'altra per farli addormentare senza che capissero, senza bisogno di punture o altro. Era una sorta di scatola che non si apriva facilmente, perchè con apertura come i giochi di logica e se non conoscevi il modo, non vi era possibilità. Ovviamente i membri della Torre ormai risistemata in quel paese, conoscevano ubicazione e metodo di apertura, quinid non vi erano affatto problemi. Ogni tot di tempo ricevevano avvisi di conferma che andava tutto bene, in caso contrario senza quegli avvisi sarebbero corsi nei due punti armati e pronti all'estrazione o recupero, di qualunque tipo, in primis Kianta.

"Dunque..." Kianta iniziò a guardare le persone intorno a lei. La famiglia che all'inizio volevano elevare ad Alfieri nel paese e poi avevano capito troppo presto e scoperto , che tipo di gente fosse. E non se ne salvava nessuno, adulti come ragazzini. Perfino i ragazzini erano orribili e pericolosi. "... togli i bavagli, voglio proprio vedere..." fece a Kovacs, che era rimasto con Gask.

Una donna liberata la bocca, iniziò ad inveire contro di lei, con rabbia, con sputi involontari mentre urlava, il trucco rovinato da lacrime e agitazione che lo avevano sbaffato "Stronza. Io ti avevo accolta in casa mia. Ti avevo trattata con tutti gli onori. Maledetta, ti maledico, Lia!"

"..." Kianta la fissò inclinando la testa "No, quella non sono io" spiazzando la donna "Io sono Veròna, stasera sono la Strega del Gioco, come ho detto a tuo marito, il capofamiglia..."

"Ma se sei Lia!" disse la donna come se fosse presa per stupida

"No" fece Kianta avvicinandosi e guardandola negli occhi "Lei è morta tanto tempo fa..." portando la testa verso la spalla destra "la cosa bella di.. ME... è che la parte migliore di me è che ci sono molte me, me , me, me, me, me! IH IH IH IH IH" ridendo alla Veròna mentre la stanza di riempiva di copie di lei stessa come era, che da un sorrise iniziavano a ridere come l'originale e Gask rise perchè sapeva da dove veniva l'idea delle risate terrorizzanti. Dalla'allevamento di tacchini e faceva un casino allucinante quandeo gli uomini giocavano con loro, emettendo gloglottii che parevano risate demoniache. E così una volta lei aveva detto a Jd che non sapeva spiegarsi la cosa, che aveva aggiunto il giochino del copia e incolla all'idea della marea di tacchini identici che facevano questa sorta di stadio casinista.






Gask era nella stanza con Kovacs, che sistemava l'attrezzatura e mentre ascoltava. Di nuovo quel nome, si chiese, e non aveva capito mai nulla della questione. Sistemò i box quadrati in alcuni angoli, e constatò che era rimasta solo la famiglia al completo, ora sistemati in fila spalla con spalla. Si chiese come preferiva agire questa volta. Non cèrano schemi di base, si agiva in base al soggetto e quanto sporco fosse.

"Ehi, sbrigati, fra poco inizia lo show" gl idisse Kovacs mentre finiva. Gask si voltò e si accigliò

"Tu cosa fai?"

I due sussurravano in russo, la lingua che usavnao più spesso. Lo vide sistemare non al centro della stanza ma all'opposto, dei soggetti legati, una poltrona in legno riccamente scolpita con schienale e seduta in morbido velluto, visibilmente con quelle sezioni rivettate perchè si vedevano i cerchi. A fianco un tavolino alto e sinuoso, La parte superiore tonda con zona appoggio più larga con bordo, poi zona cassetti, tre gamve secche che erano un pò più bombate nella sezione che divideva i cassetti a giro con decorazioniche erano in rilievo fino a max il bordo del disco superiore che fungeva da appoggio. A circa dieci centimentri o più da terra di era un altro disco di appoggio che veniva tenuto dalle tre gambe, le quali poggiavano su zoccoletti in forse bronzo lavorato. Tutti i disci e i cassetti erano lavorati con la tecnica del mosaico per i legno, con la zona scavata e poi vi si inserivano forme di colore di legno diiverso e poi si laccava tutto.
Un pouff poggiapiedi di stile diverso stava davanti la poltrona. Aveva il corpo in legno e basso, molto, con un cerchio di legno e quattro piedi dalle forme rttangolari che si restringevano al centro con decori che si estendevano in fuori fino alla stella alrghezza del resto della gamba. Di color bianco con tipo spatolature come stile povero e un alto cuscino tondo ma di lato molto alto con bordi che formavano come la cornice delle torte di carne o di mele che il cuoco faceva. GLi sembrava una strana torta su un poggio come da esposizione. Kovacs fissò Gask che rideva di quel coso strano, visto che allo Chateau li avevano rettangolari o tondi ma di stile diverso.
A sinistra della poltrona vi era in contrapposizione del tavolino, a destra, uno di quei carrelli di servizio per servire vivande o bevande con corpo in metallo dorato, ruote, ripiani in vetro e la zona apposita per spingerlo.

"A che cosa servono queste cose?"

"Oggi si cambia. Non sarà solo Veròna a fare il gioco..." ma una vibrazione lo portò a guardare il suo cellulare e poi dire semplicemente "E' tutto pronto, stai attento, vai dietro quell'angolo, che sta sul corridio e mettiti cosa trovi sul mobile al muro. Appena sei pronto entra e mettiti impettito come un cameriere accanto la poltrona, la posizione scegliela tu..."

"Ma..." fece Gask dubbioso, ma l'altro corse via mentre Kianta ancora blaterava qualcosa, e si pensò al blaterare perchè sembrava che stesse cianciando di cose a raffica, tanto che osservando la scena, si accorse che la gente legata sembrava come le parole di Alaric. .

Così mentre la sentiva, si avviò in una zona di quell'ampio salotto che aveva una sezione aperta, divisa da colonne, con un corridoio da un lato, mentre loro erano entrati dalla porta nella zona opposta, situata nella sezione più lunga a metà. Si accorse che le persone erano di schiena alla parete più corta con il camino, mentre la poltrona e il resto di fronte, quandi vicina al muro minore opposto. Affanciandosi dietro una delle colonne vide il mobile che pogiava a questa e degli abiti piegati. Una giacca tipo frac di nero velluto, con una fila di bottoni per chiudere la giacca su di un lato, mentre l'altra fila di cinque bottoni in verticale era decorativa. Il taglio davanti creava due triangoli per fianco,e lui non aveva ancora capito il tipo di giacche e come chiamarle. Aveva un bavero di velluto grigio velluto largo nella zona del collo con doppio livello, con una catena da albert ma con palline distanziate, ricordava si chiamasse così' che partiva da una spulla sul cuore, pendeva come doppio arco fino alla stessa zona nella parte sinistra d un fioro molto petaloso e una libellula con ali e parti in vetro come le vetrate che consoceva allo Chateau, e il resto penzolava dritto. Le maniche non erano normali, i polsini erano larghi e di velluto marrone con bordini color argento come la catena e poi una campana di rouches larghi, che gl icorpiva la mano fino alle nocche richiamav ala camicia, con una piccola porizone di rouche che usciva dalla gianna e faceva come da decorazione. Il colletto della camicia era di tipo diplomatico e veniva chiuso da un papillon di rado nero da fare a mano. INiziò a maledirsi, poi si accorse che aveva una clip e bastava solo metterlo intorno al collo e fare e spospirò. Meno male, si disse, chi aveva scelto il modello aveva ricordato il suo impedimento su certe cose, perchè non le conosceva. I pantaloni erano semplici ma con bordi agli orli e strane sezioni della gamba con quei bordini color argento che girava intorno alla gamba. Le scarpe erano lucide e di ottima fattura.
Trovò uno specchio nella colonna successiva e si specchiò. Sembrava uno di quelli che stavano sempre con Milan con quei vestiti vecchio stampo.Dei camerieri più in ghingheri, diceva sempre. Non sapeva come considerarli visto che non ne aveva mai messo uno prima di arrivare allo chateau e nemmeno con il Capo, tranne rari casi di matrimoni... e non ne indossava neanche in quei casi, lo aveva lasciato libero di stare come sempre, seppur in nero, e poco distante, ma sempre a tenere gli occhi aperti. Era davvero raro vedere qualcuno vestito così elegantemente.
E quella prima volta in cui ne aveva indossato uno per far piacere a Milan, Kianta era entrata con l'abito che ormai era diiventato l'icona di Veròna durante i riti, color panna o avorio, non capiva mai niente, in stile vittoriano con ricami e inserti argento, con maniche a pagoda e un sopragonna a semicerchio che copriva metà della gonna vera che arrivava alle scarpe. Lo aveva fissato da capo a piedi, con l'espressone che pareva dire e incedendo nell'abito come un dipinto che prendeva vita, così lui vedeva la gente vestita d'altri tempi, domandava come mai fosse così ben vestito. Lui rispose che aveva accettato per amicizia, anche se non ci si trovava in quegli abiti per poi sentirsi rispondere con tono piccato.

"Eh... anche io non ti credere. Se fosse per me prenderei queste scarpe col tacco e le userei su quegli ospiti a modo mio, ma l'abito fa anche il monaco... " rispose camminando come per noia e un lieve broncio, rispondendo a lui ma guardando fuori le finestre e a Gask quella volta era semrbato un modo amichevole e confidenziale che quasi mai accedeva e ne approfittò "... non è la regola ma almeno adesso posso dire di avere al seguito una persona che fa figura. Non lo sai portare, ma è un inizio. Se il mondo fosse più come Milan, che viene il piacere a guardare un uomo senza che sembri mongoplasta o che se lè fatta addosso, tentando di apparire figo e che se la sente..." scuotendo il capo "sarebbe un mondo bello da vedere. Uomini sicuri ma per motivi giusti, che vestono con bellezza, senza scadere nell'assurdo come fa a volte MIlan, ma quello... lui è lui..." fece con sdegno, sistemandosi su un divanetto del salotto dell'ufficio di Milan che era davanti le finestre rispetto agli altri e con le spalle a Gask "a volte è così pacchiano che sembra uscito da Lady oscar... ah, quello strano cartone!... o la corte di dei tre Luigi, gli ultimi..." ma Gask non sapeva di che cosa parlasse "... e invece devo assistenre a uomini che mettono roba orripilante definita , che orrore. Molti mi affogherebbero, ma più vedo uomini ora che si dicono etero e attenti alla moda, e più mi sembra di vedere invece gay o drag queen pronte per uscire normalmente. l'effetto è esattamente quello ma sono ciechi e deficienti. Pantaloni strettissimi e stretti alla caviglia, risvolti, scarpe mocassini senza calse o da ginnastica che stanno malissimo con quei jeasn, giacchetti e bomber e piumini che sono di misure o tagli sbagliati per lor, che sembrano veramente pronti per mostrarsi. IN altri termini. E poi Milan mi prende in giro perchè non cè nessuno che mi paice... orrore e raccapriccio. Non so come fanno le donne a sbavare per certi tipi, quando ivnece fanno seccare le vagine dal disgusto. Camminano in quei modi assurdi, spostando le spalle in avanti baldanzosi, tirandosela come un rimorchiatore nuovo di pacca tra le barche al molo. Ho incontrato e av uto a che fare con tante drag queen e gay, mai nessuno mi ha fatto venire l oschifo come quella gente che si pompa il petto dicendo che è etero, e veste bene. Alla faccia..." portandosi la mano sinistra dietro la nuca per tirarsi i capelli meglio sulla spalla, come li teneva sempre usando più il medio in un gesto fino e delicato, come un lento gesto di danza pareva sempre a Gask. Ma oltre quello, come teneva le mani sembrava appunto un gesto da ballerina come facevano in certe esibizioni, ma anche gli ricordavano il modo di fare degli arpisti quando suonavano dal vivo. Se faceva qualcosa o si spostava i capelli, sopratutto la parrucca, tenendo i capelli inferiori sempre cadenti su una spalla, sembrava come le dita e movimento di arpisti, e tendeva a usare principalmente il medio a riportarli dal lato giusto, mentre le altre dita stavano morbidamente mezzo piegate.

"Quindi a te piace la gente ben vestita?" le domandò curioso, sistemandosi la giacca perchè si sentiva a disagio dentro

"Mh...." vedendo solo la sua schiena e le braccia sul bordo dello schienale, non il viso perchè verso le finestre "A chi non piace una persona che indossa abiti adatti a questa? Che li sa portare, poi! DA venti anni e più ormai cè la moda del . E poi vedi donne o ragazze che letteralmente poggiano le cosce su qualsiasi superficie, perchè i microvestiti sono così corti che è gia tanto che là sotto è protetto dagli slip. Ho visto alcune mangiare cercando di essere fini e poi ritrovarsi nella scollatura di tutto. NOn importa se estate o inverno, più nudo mostri più sei figa e accettata. E peggio gli uomini, quel modo di vestire osceno, con quelle magliette scelte solo per i disegni e non per coem gli stanno come taglia e tipo... i pantaloni strettissimi con quelle gambe strette alle caviglie, che semrba abbiano pantacollant. Bleah! " fece come le veniva sempre quando mostrava apertamente un disgusto e, sebbene non lo facesse identico, a Gask quel verso ricvordava il gioco degli uomini con i loro gatti quando gli mettevano sotto il naso varie cose e questi parevano vomitare perchè gli faceva schifo. Lei non faceva il gesto proprio con la lingua ma quel verso glierlo ricordava perchè era una cosa buffa, quella dei gatti vomitosi, e quando la sentiva fare così gli veniva da ridere "... e poi... Senza calzsette con quelle scarpe dai colori e forme improbabili in base al tipo di corpo... bah!"

La fissò, stava seduta sul divano, dandogli le spalle e sembrava irata per qualcosa e si sfogava con cosa odiava. Dalle finestre aperte entrò una libellula, un animale che a quanto pareva abbondava da loro perchè lei le aveva salvate da morte in altri posti , dove abbattevano e bruciavano tutto ciò che non serviva se non come pascoli o nuove costruzioni di cemento. Ed era l'animale simbolo di Veròna non a caso, perchè jd al suo solito aveva parlato tanto e aveva riv elato che la libellula come il cavalluccio marino era il preferito di quella che Kianta aveva sostituto. Oltre al simbolismo della libellula secondo le cose magiche e totem di Milan, quella donna prima di Kianta amava le libellule per la loro bellezza particolare e le ali che parevano emanare bagliori come le vetrate che si trovavano allo Chateau ma anche nelle chiese e perchè le riveriva. A quanto pareva a quella prima di Kianta nel compito di seconda, la libellula era una definita come fece Jd con un cenno della testa come a richiamare come faceva quella persona quando ne parlava, perchè tra le tante cose fregava i maschi fingendosi morta per poi svolacchiare felice e contenta della burla e non doversi accoppiare. E Jd disse quasi con un sorriso amaro che quella persona le rispettava anche per quello, perchè rispetto altri animali non si abbassava ad accoppiarsi come madre natura voleva ma quando andava a loro. Gask non ne sapeva molto ma l'aveva presa per buona, quindi aveva capito che la libellula era simbolo di Veròna perchè bella, particolare, quasi oltremondo per l'aspetto e perchè non si piegeva... e a quanto pare come lei.
Gask aveva evitato di chiedere troppo perchè sembrava sempre che alla gente di parlare di certe cose, non piacesse molto. Ancora di più di quella persona che usciva sempre nei discorsi ma poi faceva tagliare col coltello l'atmosfera per la tensione.
Kianta a quanto pareva le trovava strane e interessanti e essendo pareva simbolo, se erano presenti, di buona salute del luogo, le proteggeva come le lucciole.
Quanto si era lamentata di questo. Morte e sterminio per ogni forma di vita per cubi e blocchi di cemento orribili da vedere, urlava, mentre un ediifcio antico era più compatibile con la natura e per giunta dava un qquel non so che di magico e misterioso. Le dispiaceva per l'edificio s enon si poteva recuperare, ma affermava sempre che edifici moderni e obbrori in cemento erano horrorifici come i film. Gli edifici antichi meno distruttivi come materiali e più affascianti, perfino da diroccati. Gli uomini avevano paura di qauelle strane bestie volanti, tanto che dicevano che si chiamavano dragonfly per un motivo.
La vide allungarsi verso il tavolino di fronte e aprire un cassetto, armeggiandovi, per poi ributtarsi sullo schienale.
Teneva un braccio sulla spalliera del divanetto, che le arrivava alle spalle, e con l'altra aveva iniziato a fumare. Milan era incavolato perchè trovava in ogni cassetto di ogni stanza, non importava il piano, cose che lei metteva per le emergenze. Tra queste una sua pipa. la sua preferita era sempre a sua portata di mano o vicina in mano ai tre, ma non in quei casi. Milan usciva dai gangheri se lei fumava senza una precauzione come un tavolo per non rovinare il vestito che indossava. Così ne teneva di più piccole ancora e fini che semrbavano o i bocchini da sigaretta anni trenta o le pipe cinesi per donne, seppur non così decorate. Le piaceva fumare quella pipa piccola e finissima, neanche la metà di una pipa normale. E ogni volta che Milan doveva prender equalcosa, trovava una scatola con le cose di Kianta di emergenza per non dover andare a prenderla o mandare qualcuno. In quel caso sedie e tavolini, cosa che lui non pensava potesse accadere, erano provvisti di cassetti nascosti, una tempo gli avevano detto contenevano roba da cucito o da uomo in base al proprietario. Ed erano proprio nascosti, seppur all'epoca si usavano molto per la gente moderna. Così sedie da salotto o salottino, cucina, camera da letto avevano vani nella seduta che si aprivano e contenevano nel corpo della sedia un cassettino con la bora.. E quindi lei faceva scattarte il cassetto e prendere cosa voleva se non cèrano tavolini o consolle da muro. Con l'ira di Milan se lei indossava abiti da teatro, come si chiamavano comunemente.

"Tu non odi i corpi nudi?" le domandò, deciso a sfruttare il momento in cui gli parlava senza rabbia o se ne andava e spingere con domande che di solito non faceva

"Io odio i corpi nudi? Non è che odio i corpi nudi..." rispose sprezzante, con un colpo secco della testa "... trovo più interessanti quelli vestiti, come se avessero davvero qualcosa in più. E trovo assurdo che la gente sbavi ancora oggi per un corpo nudo, seppur ogni secondo che ti guardi intorno tutte ledonne sono mezze nude o gli uomini vestiti in modo orrendo. Ammiro i nudisti perchè per loro un corpo nudo non è nulla di eccezzionale, ma una cosa naturale, e cè altro che fa scattare quel qualcosa.L'amore è diverso dalla sessualità, molto diverso. Amore e sessualità sempre più spesso sono associati in un'unica cosa, ma è sbaglaito. Amore è ben diverso dall'ampre con sesso, Amore è diverso dal sesso, così come Amore non vuol dire amore per il proprio sangue. Se cè la A maiuscola è qualcosa di diverso e più profondo, ma la gente mischia, capisce cosa vuole... non comprende delle piccolezze invece chiave..." facendo una tirata "Per questo non ci sono nudisti maniaci o violentatori, ma di solito gli stronzi si mescolano per trovare prede e sfruttano anche queste persone, più serie di quelle che la gente definisce o . I nudisti non fanno merdate di quel tipo, le spiagge di nudisti sono più sicure, dati alla mano. Mi fanno schifo quelli che si vestono a cavolo di cane come si dice in un certo paese, perchè va di moda, apparendo poi in maniera orripilante.Passando però da brava persona. Peggio ancora che hanno i corpi come li odio. Sono proprio penosi..."

"Intendi muscolosi?"

"Quella è un'altra cosa!" fece con la mano con la pipa in un gesto come " Io parlo di quelli,maschi, che hanno il busto troppo lungo, gambe e torso hanno quasi la stessa altezza o lunghezza come vuoi metterla, e stanno malissimo con certi vestiti moderni. Come per le voci, i corpi con busti lunghi, non mi piacciono. Non mi piacciono i loro corpi perchè vestono e muovono in modo sgraziato. Mentre i tarchiati pensano di essere elegamenti e signori, vestiti di tutto punto ma sbagliano colori e stili , e smebrano tendoni da circo ambulanti. Peggio se nella zona torso..."

"Quindi i corpi maschili con il torso troppo lungo e non armonico non ti piacciono?"

"...se sapessero bilanciare abiti e atteggiamenti , potrei mezzo farmeli andar bene. Ma la cosa resta... ma sempre megli odelle donne che non importa età o tipo di fisico, devono per forza indossare abiti che non gli vanno... e no parlo delle taglie, intendo che se di moda va un tipo di colore o modello, e non è adatto a loro come fisico, si vestono lo stesso così per la loro autostima , ma poi sono un pugno in un occhio... la cosa marcia della società è che tutti dovrebbero vestire uguale ed essere di moda in quel momento, ma in pochi entra in testa che i modelli sono fatti da stilisti imbecilli che vedono solo la donna grissino e quindi si adattano a tagli, modelli, colori, stili e forme con le modelle che hanno, e non con le persone vere. Con risultati imbarazzanti! E poi ci si chiede eprchè i chirurghi estetici fanno faville per liposuzioni e distruggimenti di corpi... basterebbe valorizzare la persona per la differenza che è, e poi ridono e prendono in giro grembiuli, abiti da lavoro e..."

"Sono contento che parliamo. Di solito mi tratti sempre male..." iniziò lui gentilmente, ma la vide voltarsi con il mento verso la spalla e gli occhi quasi nella sua direzione, nel modo che faceva come una bambola posseduta che osserva la preda. Era rimasta con la mano a mezz'aria mentre il fumo della pipa danzava fino a scomparire e in silenzio. la schiena era in parte visibile per la scollatura posteriore. NOn era raro che i suoi abiti avessero un oblò o parti scoperte , ma di solito preferiva abiti più coprenti e con mantelline fino a terra che partiva dalle spalle. IN quei casi lui si era accorto di un neo proprio al centro della schiena grande come un fagiolo e in base a quanto usava gioielli pendenti che tanburellavano contro la schiena luccicando o riempiendo zone troppo nude, ammiccava tra il gioiello in movimento.

"Non credere... NOn credo affatto che tu possa cambiare, o almeno, quelli come te. Io sono sicura da mia esperienza che la gente non cambi e se ha fatto un lavoro come te, non cambierà...Ho imparato fin troppo bene da quando mi sono svegliata che la gente non cambia, non si ravvede a meno che non avesse avuto un motivo per essere quel che era. Tu sei definito un professionista dall'infanzia, Affermi di esser andato via cambiando bandiera dopo che con Milan sei diventato amico, lasciando la persona che affermavi essere come un padre per te..." dopo aver fatto una boccata e aver arricciato le labbra truccate. Sospirando.

A volte Jd parlava troppo e aveva saputo che lei usava colori mai appariscenti, mai rossi o scuri. Anche perchè bianca com'era naturalmente di pelle che ogni rossore o altro era evidentissimo, e si bruciava al sole, altro motivo per cui Alaric la chiamava vampira con vaneggiamenti su aglio e sole, non poteva caricare troppo colori scuri sulle labbra. Di solito propendeva per il tipo di tonalità verso rosa malva o mattone dorato perlato , rosa mattone o rosa intenso, rosa dark, sempre e solo dal finish matte. Almeno così dice di aver letto nei rossetti che teneva nella stanza dei cambi, che condivideva con Milan. Entrambi per gli abiti da cerimonia, festa, ospitaggio, il modo in cui lei chiamava con disprezzo quando doveva preparare le feste per Milan, utilizzavano una vasta stanza suddivisa da separè per non andare al loro piano e litigare con le scale, perchè certi abiti erano un pò un impiccio con scale e problemi nel vedere dove mettere i piedi.

"Io..." fece lei, ma una voce perentoria la fece sobbalzare da farle volare la pipa di mano, e tentando di prenderla, la afferrò al contrario e il contenuto del fornello precipitò a terra. Gask la vide afferrare strettamente l'oggetto con le mani come artigli, quasi sopra la testa mentre ansimava, distanti, con un gemit. Riprendersi dal colpo e guardare a terra con la bocca spalancata e sconvolta, come le capitava se combinava casini o accadeva qualcosa non sotto il suo controllo. Era esilaranete vedere quei moenti in cui non era padrona delle sue espressioni e sembrava una bambina, diceva Milan.

"KIANTA!!!" fece Milan dalla porta da dove era giunta, e lei fece un verso e strinse i denti, con una smorfia della bocca per dire , incassando la testa sulla spalle.
Prima che Gask dicesse qualcosa, la vide alzarsi in piedi con attenzione nel non toccare i resti fumanti a terra con i bordi della gonna e andare nel cassetto del mobiletto.

"Ma non lì!!!" sbraitò Milan, facendola sobbalzare e incassare la testa di nuovo, voltandosi con le mani dietro la schiena nel tentativo di chiudere il cassetto "Kianta, quante volte ti devo dire di non fumare con quegl i abiti indosso? E per di più sopra i divani senza accortezza? E ora parquet ci sono ancora quelli che combustionano!... La pipa è ancora calda e la chiudi nel cassetto? Andiamo, bimba, animo e riprenditi dalla tua scontrosità per questa festa!"

Kianta, come una bimba colta sul fatto e rimproverata aspramente, tenne la testa incassata tra le spalle e lo sguardo pentito, a terra, mentre faceva bronci e smorfie di vario tipo.

"Mi hai sentito?"

"Si, Milan...!" fece lei come cantilenando sospirando ocn gli occhi al cielo

"Non mi fare queste risposte, signorina! Non è normale che ti preoccupi dello stato delle cose quando usate e poi fai cose del genere! Coerenza! Dovresti essere a svolgere i tuoi compiti..."

"Scusa..." fece lei con sguardo triste e colpevole e una vocetta mogia "volevo solo dieci minuti di pausa dalle riverenze e saluti in stile inglese e francese... sai che odio le scarpe con i tacchi..."

Gask la vide come una bambina che chiedeva scusa puntando sulla dolcezza e carineria, agitandosi muovendo solo il busto. Ormai sapeva che, seppur veramente con sensi di colpa, a Milan piaceva essere un pò preso con la gentilezza e buone maniere, e lei lo sapeva. Quindi sorrise, consapevole che lei stava giocando con i sentimenti dell'amico con sguardo caruccetto e dolce, cosa rara.

"Senti, posso andare a... non so..." con contentezza e un'espressione felice che mostrava poco cambiando di copo tutto

"NOn ora, ci sono cose più importanti da fare. Siamo all'atto terzo... hai preparato tutto per l'atto quarto?" le domandò Milan più gentile e rilassato ma con un tocco di rimprovero.

L'espressione di Kianta mutò rapido come il tempo nelle religioni tropicali. Orrore e raccapriccio, colpevolezza e sorpresa passarono uno dopo l'altro sul suo viso, consapevole di aver fatto una cavolata. o dimenticanza, O entrambe. Balbettò, agitò la testa da una porta all'altra oppostaparquet e affannata e in preda all'agitazione, tra versi vari, bofonchiò che aveva dimenticato i personaggi dell'altro atto da qualche parte e i loro strumenti. Alzò con le dita la gonna il tanto che bastava per non inciampare e iniziò una corsa verso la porta più vicina opposta a Milan, mentre questi si lamentava.
Gask puntò lo sguardo sull'esasperato Milan per poi sentire un urlo, una voce rauca e un grosso tonfo seguito da rumori metallici e di latte vuote.

"AHH! Maledetti tacchi!" lei strillò da fuori

Gask e Milan corsero verso la soglia, vedendo proprio a pochi passi Kianta in piedi ma che si teneva sulle mani con difficoltà abbassata col busto, sopra il petto di uno degli assistenti in vesti di cameriere della festaparquet che era disteso bocconi a terra tra oggetti sparsi dal vassoio che portava. Kianta si rimise in piedi con difficoltà mentre il sellino dell'abito la faceva apparire comica, e agitando le mani in segni circolari sopra il pover'uomo, lamentando un .

"Non agitare quelle mani come se dovessi fare qualche magia, ci pensiamo noi a Ronny, tu vai a controllare che il nuovo atto sia pronto..." fece Milan con un rimprovero non aspro ma per spronarla, osservando l'uomo che aveva gli occhi aperti ma non rispondeva.
A quelle parole Kianta si agito più confusa di prima, le ciocche libere dell'acconciatura seguivano i movimenti, zampettò sulle scarpe coi tacchi e partì a tutta birra per il corridoio strindendo in falsetto qualcosa, comprendendo solo in qualche lingua che a Gask pareva italiano, che stava imparando, ma non era sicuro. Rise divertito, guardò l'amoco invece mogio e depresso e gli fece animo, dicendo di aiutarlo a sistemare le cose.

"benedetta ragazza..." fece Milan guardando lei un puntino nel corridoio però ridendo "quando non è concentrata! Guarda il casino, e tutto perchè non voleva questa festa oggi... ora ho anche un povero collaboratore mezzo morto a terra che mi fa preoccupare..."

"Ma..." fece Gask acquattandosi vicino all'uomo che pareva riprendersi "... è normale che faccia così in quell'abito?"

"Secondo te? Lo suderà tutto come un ippopotamo appena uscito dallo stagno..." fece Milan posando una mano sulla fronte disperato.


Le feste a tema erano più rognose per Kianta del resto. Si sentiva più a suo agio tra stronzi e criminali da prendere a randellate sul culo che tra gente sofisticata, ricca, snob e altro che non amava. Trovava variabili assurde più in quella gente per la società importante che i delinquenti. E organizzarle era una cosa per lei, ma starvi in mezzo e controllare, intrattenere gli ospiti e altro non era nelle sue corde. E Milan si lamentava sempre che la beccava con un cambio di abiti a ballare tra gli ospiti quando isuoi compiti terminavano, ossia la presentazione dei vari atti per come era scandita la festa e gli eleemtni di intrattenimento vari, per cuio era una sorta di presentatrice, questo dopo e prima i saluti iniziali e finali per accomiatarsi fuori. A lei non piaceva qauel geneere di mondo, che amava invece Milan. si lamentava e Milan chiedeva aiuto alla madre e il padre per regere alle discussioni per ogni festa.
Lunico momento per Milan in cui Kianta era più una zavorra che un aiuto e sostegno come avrebbe voluto erano le feste, ma quelle che organizzava per terzi. Erano ricche, stratosferiche, piene di momenti prestabiliti e cose nuove e stupefacenti, a volte con l'uso delle proiezioni per cui necessitava Kianta, e l'organizzazione a monte era niente rispetto alla situazione in situ, come Milan ripeteva e bisognava tenere gli occhi aperti. E diceva che come suo cane da guardia, come molti la chiamavano, Kianta era ottima. Per lei invece era un peso per via del tipo di persone e la finzione negli abiti che, se normalmente avrebbe indossato comunque con piacere, relativamente, in quel caso era un peso in più perchè doveva sfrozarsi il massimo per recitare bene.
I temi andavano da antica roma, grecia, Venezia nel suo splendore, guerre e periodi storici, eventi e mlto altro, che agli ospiti danarosi e mondani andava tanto frequentare, e che erano la perla del lavoro di Milan. le feste di Milan erano qualcosa che si ricordava e si attendava, dicevano molti. Cèrano momenti teatrali per illustrare la storia, abiti, acconciature, gioielli e altri elementi storici. E Kiantqa rideva dicendo che quella gente studiava queste cose solo nelle feste in tutta la loro vita. Ma a Milan serviva ciò per dei motivi.
Cèrano quelle aperte alle coppie o famiglie, con angoli per bambini e ragazzi in disparte con esperti per tenerli buoni e occupati, o per sole persone con interessi particolari, entrando in gioco Madame. Maschere e abiti secondo tema, dovevano servire a nascondere i partecipanti e cosa facevano, ma Kianta non presenziava in toto. Odiava aveva detto Jd quelle due volte che aveva parlato con Madame, l'atmosfera troppo spinta che vi si regnava. I partecipanti avevano l'obbligo di fare a spese loro le analisi del caso, visto che sempre finivano per provare sostanze o amplessi di una notte. A lei non piacevano queste cose, ma Milan le diceva smepre chese non dava loro luogo e possibilità di sfogarsi in cosa piaceva, sarebbero finiti altrove, in situazioni che andavano organizzate da chissà chi. i luoghi e Torri che loro sfrtuttavano per l'ambietne in stile bordello di alta classe francese e inglese ottocenteschi , piacevano sempre e li facevano sentire come negli anni d'oro della prostituzione di classe. Le diceva sempre che non poteva capire, per ovvie ragioni, cosa provava un uomo in certi ambienti , dove si lasciava andare e si faceva prender edal luogo e le offerte. Bastava semplicemente che lei presentasse la festa, si facesse vedere ogni tanto nelle ore e controllasse la situazione, salutando le persone parecchio importanti, annunciasse nei tempi stabiliti spettacoli ed elementi di intrattenimento epr animare le cose, e poi fosse presente per i saluti di commiato. Una volta Gask li aveva sentiti discutere sulla cosa e considerando che erano amici e parlavano di tutto senza alcun problema, Milan le faceva frecciatine, con sorriso bonario e per giocare, ma lefaceva. E lui era rimasto fuori la porta dell'ufficio di Milan, che era accostata, a osservare perchè raramente gli dicevano molte cose, se non perchè come Jd o ALaric non si fidassero di lui.

Milan passeggiava dalla finestra al centro della stanza, accostando alla sua destra scrivania e a sinistra il divanetto dove cèra Kianta sempre, e poi il percorso inverso.
"Tu non apprezzi e non accetti certe cose per tue questioni, e mi sta bene, Ogni persona per me è libera di decidere cosa le piace e come considerare il prorpio corpo o i corpi. Così come il sesso in generale... ma quelle persone se non le tengo legate a me per cosa offro, andranno la altri soggetti , per loro giri loschi e io devo eliminarli, non fargli gonfiare le fila... è importante che siano considerati, risultando clienti affezionati se hanno anonimato, silenzio e privacy, e tutto ciò che li attira e possono godere.E io glielo do. Sicuro, privato, con una vasta gamma di scelte e sono sicuro che così è più legale e corretto da quello fatto da altri... Non ti piace la droga, tranne l'erba non dannosa, e mi sta bene... ma quella gente la consuma e se non siamo noi i fornitori primari, andranno da chi è pericoloso e diventa forte e ricco da gestire un impero del male. Quelli che scacciamo. Quella persona..." disse guardandola come se lei capisse senza spiegare troppe cose "... chi sappiamo noi e non ne parliamo mai, diceva sempre che rendere le cose legali e trovabili non era negativo al cento per cento. Ovviamente quando la gente si stufa, perchè piace il brivido e il proibito, si metterà a cercare cose ancora più spinte, più..."

"Si, si..."

"Inutile che fai così, bimba! Fermare quella gente è imperativo, ma se non mettiamo noi una sorta di commercio, quei tizi saranno sempre potenti e avanti a noi. Togliendo almeno la gente ricca e famosa, per ora questo settore della popolazione dalla nostra parte fornendoglieli noi, dimezzeremo il circolo di quella roba. Poi vedremo gli altri livelli, i più duri da stradicare perchè la malavita è più presente con..."

"Ok quella roba. Basta che i nostri uom ini non si friggano il cervello usandola, mi sta anche bene. Passiamo al resto..."

"Oh, ok. per la faccenda che odi tanto delle... mh... attività sociali dei nostri ospiti tra loro nelle feste... Capisco il tuo nervosismo, ma li controlliamo con i nostri sistemi, non hanno problemi di quel tipo e..."

"Non è questo il problema. Quei tipi se la fanno con chiunque sulle sedie dei corridoi, avendo le donne gonne o abiti ampi e... corrono e fanno roba in ogni angolo, come se fossero liceali. Io non sono stata tale, ma mi da fastidio quando prendono le nostre feste come proseguo delle Casa di Madame. NOn mi piace..."

"Kianta... ascolta. So bene che da quando ti sei svegliata hai visto cose che nessuno doveva...Ah! OK. Posso capire che sei rimasta turbata dai risultati delle azioni umane. E lo capisco. Hai conosciuto la faccia negativa delle interazioni e umane e non hai fiducia nelle persone su quell'aspetto. E suppongo che sia rimasto qualcosa così profondo come graffi nell'anima, da non poter essere cancellato dalla personalità primaria. Sono dalla tua parte sul suo raccapriccio per sesso e intimità , visto il lavoro che facciamo e cosa hai visto. Ammiro sia in lei che in te adesso, la volontà di vedere e capire, di digerire le cose senza nasconderle perchè ritenete che sia giusto così. La cecità non è mai piaciuta alla personalità primaria e restare all'oscuro, sapere che le si veniva nascosto qualcosa era come un tradimento. E aveva i suoi motivi definiti esperienze, per rifiutare e odiare la vicinanza di un uomo e l'interazione con qualcuno che volesse qualcosa da lei, che accettasse di essere suo amico SE e nel caso lei avesse . Unendo il fatto che non trovava interesse in nessuno, e che fosse raro che qualsiasi uomo fosse interessante ai suoi occhi, comprendo. Aveva scelto di non spingersi oltre quello che sentiva e provava, cioè niente ed è comprensibile. Anche epr quanto riguarda te, sei finita a lavorare e vedere cose che nessuno dovrebbe conoscere, ancora di più poche settimane appena sveglia, ma questo è il nostro lavoro e dovrebbe esserti stato d'aiuto il numero di persone salvate, tra donne e bambini. Eppure tu rifiuti di..."

"Poco fa hai detto che comprendevi che alla personalità primaria non vi fossero tracce di interesse per quello o gli uomini. Perchè con me è diverso?"

"perchè..." fece lui stando in piedi poggiando le mani sulla scrivania "... ho promesso e io mantengo le promesse e i giuramenti..."

"BUGIARDO!" fece lei con un sorrisetto cattivo, ma lui continuò chiudendo gli occhi una frazione di secondo come tollerando per poi proseguire

"...che ti avrei fatta sviluppare secondo i tuoi tempi e inclinazioni. Che avresti avuto spiegazioni e conoscenze come dovrebbe essere anche per i bambini. Conoscere le cose e capire il mondo che non è giochi e privilegi come i bambini oggi credono. Tutto zucchero e arcobaleno, così' diceva lei, non aiutano il bambino o bambina quando è ora di stare là fuori con la gente diversa, e l'opposto di ocme crede sia il mondo. Le persone sono di tutti i tipi, ma la cosa peggiore diceva è che molti sono, se non sociopatici di loro natura interna, deviati e modellati da adulti imbecilli e incacapi di essere guide di vita. perchè bambini e innocenti, non li preparano a cosa cè fuori, anche se rimangono due secondi senza supervisione e sono prede facili, per qualsiasi tipo di persone. Non vengono preparati a sviluppi psicologici in caso di bulli, peggio se gli adulti hanno i paraocchi, e non hanno gli sturmenti mentali adatti per capire le situazioni e non fidarsi di chiunque. La personalità primaria era cresciuta con inculcate le nozioni che una eprsona educata e migliroe è quella che sorride sempre, non si altera e non risponde a nulla, inghiottisce e anche subisce, ma sorride sempre e si può far mettere i piedi in testa, perchè se reagiva non in linea con l'educazione, era una persona di bassa lega. Baciare, salutare, farsi abbracciare e toccare, anche se sembra un gesto innocente da ogni parente o persona fidata dalla famiglia è segno di educazione, ma non è detto che piaccia al bambino... lei dcieva sempre che così poi gli abusi erano in fioritura. Una guida di vita deve avere gli strumenti per spiegare e inseganre a ogni età , alla nuova vita, così da esser pronto. I bambini non sono scemi, innocenti, coniglietti che non vedono e capiscono. Ecco perchè poi molti finiscono male, anche troppi. Per lei era imperativo dalla scuola elementare avviare ore vitali che prevedessero educazione del corpo, trattando temi di pulizia e cura del corpo e sessuale, insegnando che non cè differenza tra maschi e femmine come tipo di persone. Quindi non dividere a priori i bambini in camere stagne mentali dove se si è lievemente diverso, allora va preso in giro e bullizzato perchè nella loro testa deviata dagli adulti, se giochi con un gioco definito da altri , o se ti vesti o ti piacciono cose che sono standardizzate per genere, allora sei sbagliato e meriti di esser epunito e trattato male. Che le stronzate, così diceva, popolari sul ciclo e sesso, sia come organi che tutto il resto, dovessero essere insegnati così come i rischi. Trovava rivoltante il tabù degli organi sessuali trattati come zone sbagliate a causa della religione, come vergogna o da celere come accadeva secoli prima, quando una donna non conosceva nulla e si teneva in una sfera di vetro per poi buttarla al primo partito buono, facendole scoprire una cosa che odierà, nel peggiore dei casi. La cosa è lunga ma la sai già, ma voglio che tu capisca che se anche ti urta il fatto che la gente esterni le cose che gli piacciono in ambito sessuale, palesemtne in mezzo alla gente e non in intimità in luoghi chiusi,devi vederla come fattore positivo se circostritto nelle nostre mura... il nostro lavoro è vitale per tenere quella gente controllata e lontano da quelli che cacciamo. So che il tuo comportarti un pò come avevano insegato a lei non ti piace e lo ritieni anche tu sbagliato, ma stringi i denti e basta. Per il tuo odio, non so cosa farci. Ripeto, capisco che tutto ciòl che hai scoperto e visto ti ha scioccata e non hai... diciamo quel qualcosa che spinge le altre persone a cercare amore e quello dagli altri, ma on puoi portarlo all'estremo, odiando gli uomini e pensando che siano negativi e basta, solo per cosa fanno e..."

"Cosa cèntra questo?" allargando le braccia metnre stava distesa sul divanetto

"Ne sto parlando perchè i ragazzi mi hanno detto dei tuoi commenti lapidari sulla gente , considerandoli tutti come negativi e sporchi, punto. Così come fai con Gask. Lo so che non ti fidi di lui perchè sei con noi e per il nostro lavoro, tendi a conoscere solo gentaglia e oscurità umana. Siamo militari, gli uomini negli ultimi mesi si sono meno incapriti, come diceva sempre lei..." sorridendo come se ricordasse qualcosa di divertente "diceva sempre che erano caproni selvatici che avevano pure dimenticato disciplina e rigore militare. E questo lo so, il tipo di militare di questo secolo è cambiato da prima, ma ora sono diversi. Con metodo, esempi e uno stile di vita dimostrato superiore e migliore, sono persone diverse. So bene che da cosa hai visto dalle missioni e incarichi, cè tanto marcio e cose orribili nel mondo, da cancellare da ogni mente giusta e innocente la speranza, ma fidati delle mie parole. Gask non è negativo come la gente che cacciamo, o non sarebbe con noi. NOn sarebbe per me come un fratello, se non avessi sentito come un'affinità... come spiegarlo? Come Lei non puoi capire... e NO, non iniziare..." fece lui mentre lei si voltava irata al pensiero. Sia Lia che Kianta trovavano maleducato e offensivo dirle come un'accusa che non potevano capire e quindi dire la loro "Qualcuno troverebbe parole migliori, per adesso sono troppo esasperato dal tuo pessimismo sociale da farti capire cosa significa entrare in contatto con qualcuno e sentire di avere un qualcosa che ti lega, che fa dire a pelle che cè di più..."

"Come con quella ragazza, la prima e unica che hai portato nella tua stanza di sopra?" fece lei giocando con le pelle del divano

"Ehi... come l'hai trattata non è stato affatto da Signora. Potevi trovare metodi... da donne... per farla stare al suo posto e rimetterla in riga. Ripeto, non puoi capire cosa mi lega a lei. Non è come con la nipote del Conte, lei è gentile e una brava ragazza, ma non provo cosa sento per..."

"Quindi tu per i tuoi ormoni mentali, mi stai dicendo che ti senti offeso per averla fatta rotolare come un formaggio dalle scale, nonostante mi avesse derisa e offesa in tutti i modi, nella tua stanza, mentre parlavamo di cose importanti e non per lei, che..."

Gask sapeva cosa si riferissero. Lui ancora non era arrivato ad aunirsi a noi ma sapeva della situazione. Una delle ragazze che Milan chiamava per essere sua accompagnatrice si era rivelata più interessante delle altre e ormai chiamava solo lei. La mora Eleonore, che l o accompagna da mesi, sempre e solo lei e l'unica ad essere stata sia al suo padiglione che in camera sua al piano di sopra. Dopo una discussione, Kianta aveva appeso la ragazza per mezza faccia al muro e poi fatta volare per le scale, fin fuori nell'atrio. A suo dire per non vederla più, dopo le offese. E i ragazzi gl iavevano raccontato che Milan era rimasto a guardare, seppur seguendole e chiamando Kianta, senza fare niente. L'aveva solo guardata male dopo e aveva ripreso la ragazza e portata al padiglione, facendola curare e vestire. Aveva riportato una grossa macchia scura sul viso che la fecero stare giorni senza farsi vedere anche dopo le cure dell'ospedale dell'organizzione, esoriazioni ed ematomi, oltre a odio per Kianta. Le due non si potevano vedere e infatti non stavano mai faccia a faccia. Milan aveva cercato di creare momenti come colazioni e ora del tè insieme per chiarirsi e andare d'accordo, ma anche se Kianta per metà volesse scusarsi (con Milan) della questione, perchè era stufa di essere etichettata per le apparenze e il suo aspetto, anche l'altra dava battaglia perchè voleva essere riconosciuta come del Leader e quindi volere lei e solo lei le scuse. E di questo sia iveterani che gli uomini in generale che erano presenti e sapevano della questione, si domandavano solo una cosa. Da uomoni e che molti amavano l'altra metà che avevano scelto. Perchè non ha mai fermato Kianta, solo urlandole dietro, non ha fatto niente, non ha agito per fermarla e non ha preso provvedimenti ocntro di lei dopo quella incresciosa situazione? Se lo chiedevano tutti. Per Jd e Lubo era il periodo ancora transitorio di Kianta, da sveglia e che comprendeva le cose a persona piena di comprensione di se e più matura. Lui era giunto alla fine di quella fase, e nel primo periodo dicevano che Kianta aveva subito una serie di eventi dentro di sè. Risveglio, voglia di aiutare colui che in parte si definiva padre e amico. Jd aveva ripetuto quest'ultima frase dicendo . Era tutto confuso, ma lui ripeteva sempre questo, per fargli capire il perchè di certi comportamenti di MIlan. E poi continuò dicendo che dalla fase di aiuto giunse lo sconvolgimetno per le cose viste e apprese del mondo. La negazione. Il rifiuto e infine la ricostruzione di una sè più forte dopo aver digerito le brutture del mondo e volerle togliere. Kianta desiderava un mondo nuovo e migliore e aveva appoggiato Milan per l'aiuto, seppur diversamente dalla precedente in modo diverso. Ma desiderava un suo paradiso e come crearlo. O trovarlo.
E per cosa era lei e come, Milan la rimproverava e discuteva con lei, agendo come si cerano prefissati per giovani e bambini lui e l'altra persona, perchè punizioni e botte come fu per Lei, erano inutili. Se poi su una persona non colpevole e senza insegnamenti come era accaduto. Dialogo, confronti, soluzioni diverse e lui lo faceva, così come per gli uomini. Ma perchè non agiva con polso con lei. A quella domanda Jd alzava sempre le spalle con le braccia aperte.

"Su questo sono d'accordo con te." continuava Milan "Ma se per la prima volta una persona era degna di stare con me nella mia stanza, qui, deve farti capire molte cose. O già le conosci, solo che non accetti che avesse la lingua lunga? E' stata offensiva, non ho saputo prendere in mano la situazione perchè ero intento a seguirvi, ma come per Gask, non è la persona che credi e per la cronaca, anche tu sei parecchio pungente e.... come dice Alaric, stronza, quando ti ci metti. Hai etichettato e relegato quella ragazza come fai con Gask, perchè non accetti che la gente si comporti in modo meschino con gli altri. E se vuoi che te lo dica, non lascio perdere con lei , solo perchè si è rivolta così con te, mi dispiace per quello, e anche io l'ho sgridata dopo che l'ho recuperata mentre la portavano via, e l'ho portata nel mio Casotto. Con lei è diverso, vorrei solo che accettassi come con Gask la questione che... " unen do le mani come in preghiera ma era solo per la discussione "... lo so, so già come ti senti e che pensi che per quello che sei e non sei rispetto noi, non sei accettata. Ma ci sono persone che davvero non ti vedono come estranea e diversa da loro, che non ti vedono solo come mio sostituto nel comando.E cosa che odi, in confronto con Lei. Non è come pensi... Tu sei mio secondo perchè sei l'unica di cui mi fido che so agisci nel giusto e bene, per quelle persone e l'organizzazione. per il mondo che vorresti anche tu. Che vedi gli uomini fare di tutto nella Casa della Seta, cosa accade nel mondo, cosa hanno sopportato e vissuto le persone che salviamo con la Raccolta o aiutiamo in altri paesi... ma non tutto è negativo. NOn tutte le persone possono fare cose orrende, e non con te. se non vuoi avere relazioni o quello con uomini, va bene. Non so se esisterà qualcuno capace di amarti a tal punto da accettare di stare al tuo fianco, senza avere ciò che non vuoi e non ti senti di dare. Ma tenendo lontani gli altri e giudicandoli duramente, senza dare possibilità, farai lo stesso gioco di chi cacciamo o consideriamo sciocco. So che l ofai per difesa, che odi le persone che si comportano come la ragazza che sento essere sopra le altre, e che ora non vuole vederti, che pensi che Gask sia falso e per il suo lavoro prima... " andando alla finestra "sia come quelli che abbiamo fermato. Lo so dai tuoi comportamento verso di lui che non è così, sono sicura che non lo odi e no vorresti affogarlo come dici incazzata, non è come appare perchè ti conosco, o non faresti certe cose opposte a come lo tratti, se..."

"Cè altro?"

"..." guardandola, dopo che la sentì chiedere se cèrano altri punti della discussione irritata "Si... ascolta di più il tuo istinto, tratta Gask, quella ragazza e altri come fai con le persone che aiuti con la Raccolta, o dove agisci come Veròna. La Strega è nata come elemento di disturbo imprevedibile. Un soggetto che non si aspettano che li affronti ove le persone normali non possono e che, come diceva lei, gli mette il pepe là dietro. Devono sudare e tremare, diceva, tre volte tanto quanto hanno fatto. E Veròna è nata anche per un altro motivo. Io e lei ci divertivamo per fare scendere in campo la Strega, ideando azioni e piani nei quali lei operava.E a volte Veròna è stato uno sfogo per Lei, perchè comunque uan sua faccia da tutto i lsuo complesso, quindi cosa è Veròna, in parte era Lei. E' divertente ricordare la nascita e le prime gesta di Veròna, altra arma al nostro arco meno prevedibile e riconoscibile di gruppi e soggetti chiaramente definiti sbirri, o pericolosi , da quelli. E ancora oggi, Veròna è un pò come una nostra creatura, adesso mia e tua, che viva e agisce sfogando come in un gioco le nostre idee. Veròna è la personificazione in chiave magico fittizio delle nostre fantasie di pulizia delle città dalla lordura. E' la speranza della gente, che chiama il suo nome e la diffonde. Ti sembrerà strano ma i nostri uomini e informatori esterni, parlano molto di sussurri sulla Strega che realmente appare e aiuta. Come voloeva lei, Veròna è la risposta fisica e reale che prima si gettavano sui santi. Veròna è la Strega che invece di essere tacciata di negavità e rifiutata, è rispettata e amata al pari di un santo, perchè cè, è presente, agisce veramente e fa al differenza nelle loro vite. E questo per lei era un elemento del suo testamento ed eredità per questo mondo. Cambiarlo con le sue pedine in gioco. ma ricordati che Veròna è una simbolo, tu, Gask, quella ragazza, io e chi tieni lontano perchè vuoi credere che sia come si è dimostrato all'inizio, siamo reali e pieni di sfumature e sfaccettature che molte volte, non sono come appaiono. Io l'ho visto e l'ho letto in te, nelle tue azioni nascoste che non odi Gask come dici di fare, davanti a lui. Gli aiuti, gli oggetti, i piccoli privilegi che hai fatto e dato, l oso che sono un modo perchè la tua coscienza non urli , che non gli vuoi veramnete male e che alla fine non lo vedi davvero come dici. Ma agendo di testa sua, dimenticando le regole e cosa regola la vita qui, facenhdo casini, pensi di confermare le supposizioni iniziali. Non è difficile diventare amici, e non so davvero come puoi fidarti ciecamente di Aegaeon e compagnia disabile, da non aver paura come con noi di certe cose, mentre Gask e altri che io reputo positivi..."

"Lascia a me la decisione di chi fidarmi e chi no."

"Kianta... Puoi anche avere paura che possa accadere qualcosa come con Rò per lei, come le donne che aiutiamo e salviamo, i bambini e tutto il male che hai conosciuto... ma tenendo lontane le persone non migliorerai ciò che lei sperava accadesse, per chi veveniva dopo il suo sacrificio. Una vita per una vita. Una vita finita per una nuova e meritevole. Sai cosa diceva sempre? Che si sentiva come... come con una mancanza. COme se mancasse qualcosa, che nel profondo sentiva, e la portava a disperare perchè non poteva raggiungerla. Come qualcosa di persona che si era cercato tanto. Una volta mi raccontò che la sua ultima amica, Zay, le aveva parlato per mesi di vita passata, una persona speciale che cercava, figli di vite passate... diceva che prima di conoscerla si era chiesta se l'idea di certe religioni sulla reincarnazione fossero vere o meno. Se cèra un oltre, come un piano di esistenza dove si stava prima di reincarnarsi. E non ti dico il suo terrore nel pensare di reincarnarsi ed esistere nei paesi peggiori al mondo, con la possiiblità di nascere donna uguale senza possibilità a essere data per matrimonio e fare figli, e appareire come una DONNA come gli altri pensano... il suo terrore sulla rinascita era questo. Rinascere in un luogo peggiore dal sonno lento, religioso e becero dove aveva vissuto per uno ancora più terribile dove l'unica possibilità di un pò di considerazione è essere e dare cosa lei non voleva... Per questo desiderava che la sua anima venisse cancellata. Perchè diceva che dopo secoli,l ancora la vita era uno schifo se donna e on lo accettava. Ma aveva terrore anche di uccidesi in modo duro e fisico, doloros da soffrire tre volte tanto qianto in vita...

"..."

"E quella amica, l'ultima persona con cui parlò prima di relegarsi nella sua tristezza, per la delusione... aveva deciso di allontarsi da tutti quanti le portassero dolore e delusione, lei fu l'ultima persona con cui interagì... e prima parlavano di molte cose, Lei per capire e sentire altre campane sulla questione magia piano non materiale e quella perchè diceva di sapere molte cose... E parlavano di vita precedente.. E se cèra qualcuno di speciale che aspettava di rivedere. Per me se cèra qualcuno è morto molto prima e magari avevano delle cose da fare, tanto che Lei sentendo per quelli che secondo me erano poteri, lui era morto, aveva compreso inconsciamente di non avere scopi ulteriori... la sua vita esisteva per un motivo che ormai non poteva andare avanti da sola, chissà per cosa, e non essendo come gli altri, accettando le cos enella lsita della spesa, si disperava... Aveva dato a quella amica il beneficio del dubbio cercando di saperne di più e capire se qualcosa fosse vera o meno. Se i lfatto di Rò fosse uno sbaglio o meno. Diceva che non sapeva se fosse normale, che fosse stato l'unico a cui sentiva di avvicinarsi, ma non per quello, che il suo non sentire di fare e dare fosse per qualche ragione del tipo oppure . E si dannava perchè non comprendeva se stessa, si chiedeva ... Aveva sperato che al mondo esistesse qualcuno che facesse parte di quella mancanza o vuoto che sentiva dentro, che proveniva da qualcosa di distante, lontano.... mi chiedeva sempre cosa pensasse e sentisse chi come me non ha problemi ad avere relazioni anche fugaci, veloci, solo perchè piace o si sente di vivere le cose subito, e con chi si preferisce. Diceva che non capiva perchè per tutti lei fosse sbagliata perchè non sentiva quello che dicevano essere normale. Non sentiva i bisogni che loro dicevano che dall'adolescenza in poi erano normali e presenti. Perchè dovesse sentirsi sbagliata come la facevano sentire, perchè non ci fosse nessuna persona maschile che la portasse ad avvicinarla e averla vicino. E parlo a livello di relazioni sentimentali e sesso. Il peso che le avevano messo di sopra, perchè non aveva fidanzatino da ragazzina, fidanzato mentre cresceva, non avev ainteressi e voglie di fare fidanzamenti come tutti, o dopo sposarsi e fare figli, come dovevano fare tutte. Era naturale le dicevano. Era il raggiungimento del tutto di ogni donna, si sentiva dire, ancora di più fare figli, ma ovviamente dentro un matrimonio. E lei non capiva perchè per le persone fosse così impossibile, come Rò le rimproverava, non provare desideri e voglia di sfogo con un uomo. Ma desiderare Amore. QUello che definiva con la A maiuscola, senza vincoli e organi di mezzo. E poi avvennero le situazioni che la portarono a odiare quello, e la vicinanza delle persone. si fidava di noi, come uomini, perchè comprese che non eravamo come gli altri, che non avremmo mai fatto nulla di male e con l'Accordo, stava al sicuro perchè io sono un Signore vero, la parola data e le promesse sono sacre... vedendola però fare versi di derisione e ironia

"Mph.... mph..."

"...Vincolanti.,,! con disappunto " ma non trovò mai risposte, ne qualcun altro che potesse spingerla anche solo a studiare la cosa, qualcuno che come con Rò, la facesse avvicinare e sperare che le volesse bene a tal modo da accettare la sua vicinanza, senza ciò che potesse e sentisse di dare e fare. E quindi decretò che sicuramente non poteva esistere qualcuno del genere.Sentiva tutto come colpe e paccati, che si era ammalata per la sua decisione di essere incapace di proseguire per cosa voleva veramente e invece era rimasta ada ccontetare chi le urlava contro. I suoi peccati e seppur per molti andarsene, quindi morire, significava fuggire, per lei no. Significava non provare più dolore che la colpiva come viva, si, ma anche chiudere le sue colpe portandosi i peccati dietro... Chi, diceva, è pronto a privarsi di qualcosa come quello, una relazione, figli, il ocncetto del sistemarsi restando felice di averti, al suo fianco? Chi? Il concetto di Amico per lei rimase valido con noi, ma si impose dei paletti perchè la fiducia esistesse con il suo interagire con gli altri, ma non permettesse mai a nessuno di spingersi oltre e tentare di avere cosa volesse... anche perchè, addestrata e preparata, non è stato raro qualche danno a livello genitale per certi soggetti, che sono rimasti.. Mh... con il membro come la lingua di un serpente. ma questo tu lo sai, fu una lezione che volle impartire a quei soggetti che avevano fatto tanto male, che dovevano vedersi e ricordarsi della cosa"

"Si, lo so"

"Amava gli esperimenti, osservare, capire vedendo e... ma su quello non ne voleva sapere. Seppur diceva che non trovava niente di sbaglaito o sporco nella compagnia di un accompagnatore. Questo perchè fu lei a spingere Madame a integrare la controparte maschile nei suoi Servizi. Anzi, ridendo mi riportò un ricordo. Aveva una collega di corso molto più grande , che alla fine si era lasciata col marito, era andata nella casa della madre rimasta vuota, lasciando lui perchè non aveva diciamo fatto vivere a questa donna un matrimonio sereno. E questa donna era spumeggiante, vivace, pronta a rifarsi dopo decenni di matrimonio, non bello ma aveva stretto i denti per i figli. Come carattere era ciò che non era Lia, per intenderci, quindi aveva trovato uno scopo, una motivaizone per dire ed essere una persona nuova. Una volta grandi e fuori per lavoro o studio lei decise ciò, e i raccontava come questa a casa della madre avesse voluto che le sistemasse il computer, quindi lei si era vista per amicizia accettare di fare da tecnico informatico gratis, scoprendo nel mentre foto di questa nuda, che mandava a uomini che conosceva nelle chat online. RIcordo ancora come diceva con la faccia che non faceva neanche se vedeva un uomo totalmente nudo... e io ridevo sempre. E come questa sua collega fosse grintosa al punto da parlare, mandare foto e volersi incontrare con gigolò, e come fosse sorpresa del fatto che chi sappiamo non avesse nessun giudizio sulla questione. Questo colpì la collega, perchè altri avrebbero giudicato, ma anzi le raccontava molte cose. E ricordo che parlava di due cose. Una dove le faceva compagnia un tot di tempo e quest ale mostrasse i siti degli uomini che si prestavano come accompagnatori. Ricorda come molti sembravano pescivendoli della domenica vestiti male e inguardabili, perchè diceva . Mentre altri erano ben vestiti, addirittura stavano davvero bene, e quella collega le disse qualcosa tipo . Lei confermò che poteva andare anche così, se non fosse che alcune clausule del sito le fecero storcere il naso. Dicevano che nel caso di sesso, si riservavano l'opzione di non accettare, per questo uno degli elementi da mandar loro era anche una foto, così da decidere se, come disse scherzando ma non troppo lei, la cliente era bombabile o meno. E questo le fece capire che forse in nessuno potesse esserci un buon amico senza pregiudizi o altro. Ma sperava che la personalità secondaria..."

"Potrà decidere per sè, no?"

"oh, si, ma vorrei solo spiegarti queste cose, per farti capire che anche con quelle clausule, anche con comportamenti sbadati e non veramente voluti come Gask, per un atteggiamento dato dalla vita a cu isi è abituati come quella ragazza, non sempre si è così e basta. Tu stessa non sei come appari agli altri, ma una parte te stessa, una come vuoi apparire come mio secondo e Veròna, e l'ultima per tenere gli altri lontani. Se permetti a quegli squarci mortali nell'anima di avere la meglio, se sono quelli, o cosa hai visto e capito col nostro lavoro, perderai persone che meritano quello che sei... Lei diceva sempre E ricordi quale fosse il suo Sogno?... Creare il posto per lei con le sue mani e lasciare un testamento che fosse veramente tale, rispetto i figli. Essere, esistere e andare a letto col sorriso sapendo che cè un risveglio che merita un altro sorriso, impegnarsi, anche affrontando tutti i problemi ma senza tutto il ninete, il vuoto,il dolore che ha vissuto. Dopo la gente, dopo Zay e le sue parole, quella gente che diceva era quello che diceva, decise di mandare tutto al diavolo e... diceva che aveva vissuto anche troppo, che tutti l'avevano plasmata rovinandola, che si sentiva una morta che camminava e attendeva solo il suo momento. L'avevano resa alla fine una non persona che odiava tutto, non accettava cosa avevano fatto rovinandola e da semplice constatazione, e mentendo dicendo che ia avevano detto o fatto...semplicemente stava spettando la morte. lei no naveva come la gente che si definiva normale, i traguardi definiti . No figli, non si sentiva ne vedeva come madre, e non aveva intenzione di rovinare qualcuno come avevano fatto quelli, che nella realtà dovevano essere . Diceva smepre chen on aveva avuto mai qualcuno che fosse tale, solo persone che volevano cambiarla con l'immagine che avevano, sbaglaita, di una persona normale. Dovette arrabbattarsi con difficoltà e forza d'animo contro cose e perosne, per cui non aveva aiuto perchè tutti ciechi, e anzi le davano colpe non sue per le situazioni, e situazioni per cui non era preparata e istruita. Non voleva relazioni a tappe come fidanzamento, matrimonio, figli... per lei erano le catene della società perchè diceva che se finivi in quel circolo non potevi uscirne più. Bastava vedere la gente che conosceva e aveva compreso cosa significasse essere donna, non sposata ed etichettata, o sposata con pesi e oblbighi cancellando se stessi per altri. Il suo rammarico per cosa vedese, sopportava addosso o su altri come lei, era così grande, vista la sua vita contro quella di chi le aveva rotto pezzo dopo pezzo fiducia, speranza e tutto... Zay le diceva che non doveva vedere gli altri, eppure si lamentava che constatando quel poco che voleva, gli altri lo ricevevano, persone marce dento che erano accolte con calore, abbracciate e trattate come figie, e lo vedeva che in quel caso i sentimenti erano veri... mentre lei sentiva solo freddo e vuoto da tanti fronti. E aveva scelto di finirla lì, di fermarsi perchè aveva capito che poteva lottare quanto voleva, perchè le avevano messo paure di esser giudicata, di fare errori e sbagli come se proprio questi non ti formano, di essere una perfetta bambina dei sogni di ogni madre... ma non avrebbe mai avuto neanche quel poco che vedeva vivere agli altri...""

"..."

"... odiava il concetto della famiglia per cosa conosceva della sua e sapeva di altre. NOn considerava mai da piccola a cresciuta i genitori come tali, solo persone con cui conviveva in quella casa. Così i nonni. Quando ne morirono due, lei non pianse ne si sentì piena di dolore, niente. L'unica cosa, fu che con uno aveva visto cosa significava essere malati e che la famiglia badva a te. Tenerti legato con flebo e medicine senza lasciarti andare, facendoti vivere ogni giorno di agonia e dolore per cosa hai. Aveva visto i giorni di quel nonno nel letto, obbligato a star zitto e subire, cercando di tenerlo vivo per il loro egoismo, nonostante urlasse che soffriva e voleva l'aiuto per andarsene. Non voleva esistere altri giorni in quel modo, soffriva ed era un supplizzio. L'altro morì in pochi secondi e per quella volta fu anzi sollevata di non vedere la stessa cosa. Sua madre era fredda e anaffettiva, che non la seguiva esempio come vedeva nei film, non la metteva a letto da bambina e non le parlava. Ci andava da sola, massimo il padre, lei non fece mai niente di ciò. La picchiava malissimo per qualsiasi cosa, se non capiva esempio qualcosa in generale o a scuola e magari necessitava di qualche spiegazione per lei migliore, era picchiata e definita tarda e una piaga. I rimproveri e le urla, lascia stare. Aveva però come delle immagini di qualcuno davanti una specchiera che le dava una spazzola, e un'altra volta come se lei fosse piccola e si sedesse più in basso della persona, anche questa seduta, e con la testa sulle ginocchia sentisse delle cose dell'adulto. Non si è mai spiegata cosa fossero quelle e altre immagini che le giravano nella testa, ma sapeva solo definire quella persona come madre. E un senso di pace, tranquillità, sicurezza che con quella con cui viveva non cèra. I genitori che aveva erano sordi e ciechi quando lei aveva bisogno, chiedeva, mostrava di cercare attenzioni ma se qualcuno, chiunque diceva che aveva fatto questo o quello e a loro non era piaciuto, vero o falso che fosse, la picchiavano, rimproveravano, trattavano duramente che è cresciuta con complessi, paure, terrori, insicurezze e altre cose da credere che i figli degli altri fossero migliori e superiori a lei e lei... non era capace di fare niente. E non aveva rimpianti quando ci seguì restando, anche se temeva che anche da morta potessero dirgliene contro, diceva di peste e corna, per cosa aveva portato di doloroso secondo loro nelle loro vite. Sapeva, diceva, che avrebbero detto sempre e solo, morta di mano sua o meno, che li aveva lacsiati col dolore, ma il suo... nessuno vedeva niente. E così non voleva che esistessero più le famiglie. Posso dire però che con quel vecchio alla Fattoria... beh, sembrava quasi considerarlo come un padre. Forse perchè lui si comportava in maniera che per lei significava essere padre? Resta il fatto che una persona che desidera solo morire, cancellare se stessa, eliminare come facev ala sua infanzia e il concetto di famiglia... significa, eh?"

"..."

"... era sempre presa da rimorsi e sensi di colpa, quelli che le gettavano in testa e addosso ogni momento di ogni singolo giorno ancora in vita, accusandola e facendola sentire come una vergognosa. Perchè così era cresciuta. Se pensavi a te, se non provavi niente per nessuno, se non agivi e mostravi i segnali che per tutti significavano brava ragazza, brava figlia o nipote, educata e silenziosa... ha vissuto ocn la paura dei giudizi così tanto che temeva, seppur non provasse niente per loro, di essere odiata e schifata perchè così l'avevano istruita. Se vuoi andartene abbiamo fallito e sei una vergogna. se non marcisci al loro fianco facendo cose per tutti e non per te stessa, sei una brava figlia, nipote, parente. Urla, rimp roveri, accuse, sensi di colpa presi di mira quando non doveva averne l'hanno rotta. Amarezza e rammarico, tristezza per non essere più forte come era e si lasmentava del fatto che se avesse conosciuto dopo quell'insegnante di pianoforte Zay prima, quando ancora era forte e non rosicata dalle pressioni e giudizi, poteva ancora salvarsi. Cercare le verità su quei vuoti e sensazioni di perdita che non capiva, come qualcosa che non poteva avere o trovare e lo sapeva e aveva la consapevolezza che vivere non servisse più. Eppure forse poteva cercare di raggiunger il sogno. Il Sogno vedeva lei che si sentiva viva, in un posto dove si sentiva , accettata, voluta, con considerazione e rispetto, valutata per cosa è e cosa è in grado di fare, dare... e sopratutto non sentirsi in colpa, colpevole di qualcosa che le rodevano la vita e non avere rimpianti, evitare evitate i rimorsi che frantumano la persona fino alla fine.Perché i rimorsi logorano il cuore. Lo diceva sempre, quando vedeva gli uomini a gruppi, amici e legati e si chiedeva se mai un giorno sarebbe esistita una persona che potesse amarla a tal punto da provare pesi e perdita cosa non poteva dare, perchè lei era lei. Ma dopo tutto il passato, Zay e gli altri, dove comprese che mentivano, le cose non valevano per lei, che le parole di quella amica raccontavano di persone che non erano mai state un affetto per lei... la sua decisione fu irrevocabile. Non aveva niente da dare ed essere a questo mondo, e grazie al mondo verso cui aveva comunque speranze, nonostante la sua famiglia dicesse che tutti erano feccia, gentaglia e loro migliori e quindi stavano soli, gioni, mesi, anni, senza interazioni sociali di alcun tipo tranne scuola o lavoro o dove loro la mettevano perchè pensavano era il suo sbocco. Cosa ha patito per la musica e loro non lo hanno capito, quando ha avuto di negativo e sopportato da quella gente e le rodeva dentro il fatto che nonostnate avesse dato fiducia, il mondo non avesse mostrato che i suoi genitori avessero torto. Nel mondo diceva, alla fine, non cèra niente di bello. E con quello strano vuoto, come mancanza, solitudine a cui si era abituata perchè non piaceva alla gente, la diffidenza ormai verso tutti... ha preparato con calma la sua fine e se ne è andata con un sorriso. L'ultima cosa che mi disse fu "

"..."

"Lei sapeva che cèrano persone messe peggio e ha cercato di aiutarle, ha fatto veramente molto ma alla fine sapeva che seppur per la riconoscenza, non era LEI quella rispettata e in caso amata. Non a caso uno suoi discorsi tipi sia che vestiva i panni di Veròna che di se stessa era . La gente con lei era gentile, cordiale, ospitale ma solo perchè conosceva molte cose, discorreva di tante cose e candidamente diceva la sua facendo riflettere le persone. E sopratutto come diceva sempre, appariva. Si è sempre chiesta se le persone da quando era con noi che la trattavano bene fossero... insomma, se le sorridessero perchè era LEI e per COSA era vista. Non la conoscevano, vedevano solamente cosa lei voleva che si mostrasse. E come per ogni cosa, se mostri che hai soldi e sfacciataggine da sentirti una persona importante, l'apparenza apre molte porte. Ma non quelle chiave, diceva, qui dentro "toccandosi il petto "Aveva imparato come manipolare direi io, lei preferiva invece dire che cercava cosa piaceva alla gente e la accontentava, impersonava una persona necessaria e indispensabile e mi ha aiutato. Sebbene tu impersoni lei, perchè non si capisca che è morta come Personalità, e sia contenta di vederti e averti come ospite, diceva sempre con un sospiro che sicuramente non era LEI la causa di quei comportamenti. Ma i benefici che lei portava e chi fosse, nell'organizzazione. E quindi non ebbe riscontro di nulla neanche con noi. A volte sembrava che cercasse qualcosa o qualcuno di preciso e tutti gli altri, nonostante fossero nella stanza, non colmassero o soppiantassero quello che provava o non sentiva dentro di se. Era come una vindandante sola e contro ogni cosa, senza giungere a cosa ceercava, non sapendo cosa fosse. E vedeva sempre che la gente la tollerava solo per interesse, per questo era sola prima, diceva, e sola restò fino alla fine. Anche se eravamo amici io, noi con i veterani, e lei, diceva che la sopportavamo perchè cavia e indispensabile. Ma oltre a questo fatto, non era Lei ad essere accettata... Ma tu non sei lei, o meglio... sei lei per certe cose masei anche tu. QUindi non preoccuparti di questo. Voglio che sia chiaro... hai ciò che a lei mancava, quindi sorvola il tuo giudizio e dai l'opportunità che le persone meritano, hai tutti gli strumneti che ti servono..."








Vestito e pronto, indugiò davanti lo specchio per capire se quell'abbigliamento andasse bene per lui, chiedendosi se portandoli più spesso si sarebbe sentito adatto come per Milan, o meno.
Udì dei passi e vide dalla porta entrare Kianta con alle calcagna Kovacs, vestito come lui, tre passi dietro lei. Kianta indossava l'abito da cerimonia scuro però. Ne aveva due di ufficiali, quello più ampio di gonna e avorio con sovragonna circolare e un altro, pare da Kovacs quello indossato dall'altra che dava il corpo a Veròna. Scollo quadrato incorniciato da pizzo non traforato come il solito ma molto elaborato. Corpetto e braccia strette e poi maniche a pagoda con rouches che uscivano. La giacchetta aveva lo stesso pizzo alla fine che giravava in modo circolare sul bacino, una fascia bella ampia con decori che si muovevano, con bottoni dall'inizio dello scollo fino alla fine. Sopra la giacchetta sulle spalle una sorta di mantella ma corta, fino alle scapole con una decorazone solo dalle spalle e intorno alla schiena di ricami e rouches che decoravano l'abito. La gonna era un tripudio di livelli sovrapposti tutti a foma si semicerchio, con quell'effetto cascata come lui lo chiamava. la stoffa, come la descrivava, era tirata dai fianchi fino a quasi le ginocchia da fare questo effetto a balze cascanti. Rouches e pieghe varie erano posizionate per ogni livello di tessuto che componeva le varie sovragonne e dietro la zona del sellino raccoglieva tutte le sovragonne creando una decorazione particolare a vedersi, mentre dopo una arriccitura a stringere la zona superiore, la gonna posteriore continuava come uno strascino con decori e pieghe varie bordati di cose luccicanti. Un collarino al collo nero con al centro nella piega tra colo e petto un gioiello a tre cerchi.
Kovacs diceva che come per l'abito avorio non ve ne era solo uno, ma altri con dettagli diversi e così quello nero. La differenza sostanziale tra i due, visivamente, era che quelli avorio avevano la gonna ampia in stile vittoriano classico. Quelli neri, utilizzati dalla precedente, avevano la gonna ampia come diametro solo poco oltre le spalle, erano come fascianti e creavano una persona più statuaria e alta, altera, impriosa, con la gonna che invece di essere uin cerchio ampio, andava largo come le spalle intorno al corpo e contiunuava dietro come uno strascico o una nocciolina, come dicevano molti.

Camminava con grazia e si accorse che pareva che eseguisse la floating dance, il metodo con cui si simulana una scivolata leggiadra e nobile avendo i piedi coperti da gonne, mantelli e simili. Sembrava davvero come un fantasma fluttuante e avanzava con le braccia in fuori con le palme aperte a seguire la gonna. Si posizionò dinnanzi la poltrona, guardando le persone legate e tenute a terra, e sorrise. Fece al suo solito una lieve girata con la testa, o meglio mento verso la spalla e occhi verso la direzione della persona senza stare su di essa direttamente, quello lo faceva sempre e solo se incavolata nera, e fece un cenno che lui comprese. Kovacs era entrato con le braccia dietro la schiena e per un attimo, mentre Gask si avvicinava alla destra della poltrona, nonstante preferisse stare alla sinistra, non sapeva perchè ma gli veniva megli ostare sulla sinistra dietro di lei, ma con quel gesto le portò in avanti, tenendo una pergamena in mano. Gask sapeva che non era il termine di antico retaggio per quegli oggetti moderni con stesso nome seppur artificiali, no, quella era una vera pergamena. Di solito declamava a voce e a memoria. E lo sentì intonare una discorso come un preoclama ufficiale.

"Benvenuti a questa notturana festa di follia. Cominciamo il Gioco delle grandi occasioni, il gioco della verità.Tu sarai il mio avversario e mio compagno di gioco. NOn ti annoierai mai, ne loro nel restare chiusi tra quattro mura a sentirsi i minuti, ore, tempo che rovinano i loro corpi senza far nulla, ne te. Anzi, avanza le pedine che avrai a disposizione. Abbatterò le tue idee infantili mentre tenti di dimostrarmi che vali. I sette peccati da voi commess verranno lavati la dodicesima mossa, terminando senza intralci, poichè le vittime sacrificali vivanno il giusto rito di pentimento. Berrete il vino color del sangue delle vostre vittime, così da collegarvi con loro in ogni senso. Spererete e supplicherete fino al midollo.Su, primo sacrificio, alzati e presentati al mio cospetto. Sarai colui che dimostrerà il valore e otterrà l'apertura della porta della salvezza? Altrimenti, prostati e presta il giuramento all'anello. Ti modellerò per bene affinchè per te esisterà la servitù come ancora adesso esiste in molti paesi, e perfino nella città santa pontificia, ove le persone non sono cittadini vaticani, ma servi del vaticano. per te esisterò solo io e nessun altro, finchè ogni tuo peccato non sarà lavato. Ogni cosa per te sarà dolce e amara e il condimento che userò si chiama disperazione...Alzati e presentati..."

Kianta alzò le braccia all'altezza delle spalle e iniziò a dire ridendo non in modo sguaiato e cattivo.

"I tuoi lamenti saranno come dolce melodia d'orchestra, che belle grida mentre ogni tuo urlo e goccia di sangue ripagherà il tuo peccato. Che soavità le tue grida. Mi inebio ascoltandole, così la tua vittima! Il giudizio finale sta per essere emesso con l'ultimo atto di questa notte di gioco, e dance macabre. Nessuno può emendarsi dal peccato che scorre nelle vene..." indicando poi ognuno di loro con un dito "Tu sei senza peccato? Quanto sarà pesante il mio castigo? Ti accorgi delle voci senza voce che hai fatto tacere? Ti accorgi dei tuoi peccati? Tu sei senza peccato urlerai, ma quanto sarà pesante il mio castigo? Sarà il Gioco a decidere e le tue azioni e scelte. Dimostrami che meriti la salvezza e la seconda possivilità o china il capo... poichè io... Au ciel comme sur terre, moi seul mérite d’être honoré!"

Silenzio nella stanza. L'ultima frase era rimasta nell'aria e Gask sapeva che era una delle scritte che stavano sotto i dipinti di quella chiamata Lia. Gask inoltre si chiedeva chi aveva scritto quei testi nella pergamena, o se Kovacs avesse sbagliato, perchè li ricordava messi indiversa disposizione.
Poi udì di nuovo la voce di Kianta.

"Cinq!Ordino di comparire, rispondi al mio richiamo e palesati. Veròna te lo ordina!"

La luce nella stanza cambiò e, come accadeva nei balletti che a Milan piacevano tanto, strane nebbie apparvero in giro.

"Che puzza, cosè?" iniziò a urlare la donna.

Gask lo sentì pure e comprese che era stato attivato il rilasciatore di odori. Conteneva diverse fragranze che non erano le classiche per la casa, ma per la scena. Aveva posizionato prima dei dispositivi appositi sia per la temperatura che per gli odori che erano contenuti in fialette, svuotate all'occorrenza, e la IA che contorollava le proiezioni e riconosceva gli impulsi elettrici del cervello, manovrava tutta la schiera di dispositivi. Lui avev asaputo che Kianta aveva lavorato tanto per insegnare alla IA a riconoscere l'impulso di pensiero di una cosa specifica che leggeva dalla scatola e poi riprodurla. Questo derivava da studi fatti in Russia ai tempi della guerra fredda, usando sensitivi e persone con poteri speciali, al fine di studirli, conoscere come erano ciò e come usarli. Veggenti, medium, gente con poteri speciali. Collegati a macchine di ogni tipo, i dati sia dei vivi che dei morti, era inevitabile, erano stati secretati e mai rilasciati. Eppure Milan con i suoi sotterfugi, scambi e desideri realizzati aveva ottenuto delle copie. Alcune addirittura come l'aiuto della persona prima di Kianta, lui sapeva solo questo, aveva sfruttato quello stesso sistema per far rivedere la moglie morta di un alto funzionario che aveva nascosto per la sua incolumità molte copie, in caso di ricatto per fuggire. Da ricerche, perquisizioni molto illegali e informazioni prese da professionisti erano risuciti a ricreare una proiezione con le fattezze parecchio realistiche in movimento, e la voce grosso modo identica, con atteggiamenti e modi di fare simili. Sia da video, foto o descrizioni. Nessuno disse a Gask se il bluff, aver spacciato quella donna prima di Kianta per una sensitiva, e quindi mostrare un finto potere medianico, avesse preso in giro l'uomo oppure no. Sapeva solo sempre da jd quando parlava troppo, che quella donna temeva di fallire e non ricreare un soggetto corrispondente in base alle risposte o modo di fare. Aveva delle paure e complessi e i suoi tentennamenti sul ricreare persone conosciute e amate per farle rivivere la mettevano in crisi, non tanto però da agire comunque al fianco di Milan. diceva Jd imitando Milan, e questo anche per indicare il pensiero del Leader su quella persona e riprodurla da Kianta.
Ma a quanto pareva l'uomo smebrava soddisfatto e consegnò a Milan una chiave, che chiudeva da decenni dei documenti che se fossero finiti in mano a qualunque giornalista nel mondo, sarebbe scoppiato uno scandalo senza precedenti. Con le informazioni all'interno, comprenednti schemi e informazioni dei macchinari per ricrearli, aveva preparato una versione due punto zero della vecchia tecnologia, che tramite scatola cerebrale poteva superare i loro sistemi di lettura e feedback visivo. Il risultato erano le proiezioni che Kianta usava a cavolo suo. Alaric diceva così, le usava a cavolo suo, quando le andava.

E non gli pareva così, mentre la vedeva con le braccia al cielo, ridendo in quel modo come faceva quando impersonava Veròna, mentre esseri e creature sfumanvano e le volteggiavano intorno, a lei e agli insaccati come erano definiti quelli incaprettati in attesa delle cento ore. Se non avesse saputo la verità, avrebbe preso quel momento con immagini che scorrevano come mondi reali funesti, infernali o da film horror come se aprisse varchi in altri luoghi o dimensioni, tutt'altro. Sembrava che lei si divertisse, giocasse e nel contempo sapesse cosa stesse facendo. Creava e ricreava esseri e cose strane, mentre odori puntenti di zolfo e rame, polvere da sparo e piccanti si alternavano. Muoveva le braccia a richiamare soggetti strani che poi scomparivano, tra fenditure aperte come fossero ferite su un ventre ripiegate all'infuori e dentro vi si vedevano mondi distanti. Alcuni parlavano addirittura, me lei chiamava Cinq, agendo come se tutto fosse normale e perfettamente reale.

Un uomo grosso come un un carroarmato, che ogni sua parte pareva gonfia e tesa di muscoli, entrò in silenzio da dove lui poteva veder e, e sapeva che attendeva il turno per l'apparizione magica... nessuno si era accorto del suo arrivo, nonostante la stazza. odori, luci, lei che agiva come gl iassistenti del mago e le nebbie, le cose che creava... e oggetti e persone entravano in gioco come evocati dalla strega. E quel tizio.
Sembrava un tipo che non avesse mai conosciuto niente che muscoli e lotta, come i segni sul corpo non coperto dagli abiti.

Kianta Agitò le braccia girando su se stessa e per un attimo a Gask parve di rivedere una scena delle feste, con una donna vestita di blu che agitava la gonna ampissima. Kianta creò come un vortice di fumo e vapore, gocce di sangue straripavano dalle pareti e gocciolavano sul pavimento, con tanto di rumore, per poi accorgersi che, se gli ospiti incaprettati vedevano gli effetti, il suono, l'odore, fissando lei, quei due simpaticoni di Zidgi e Django avevano gli arnesi pronti per lanciare come preti con l'acqua santa, sangue finto e ogni cosa servisse per la scena, per imprimere nella mente in quel momento labile l'idea del reale. E così fu, col moviemtno di Kianta che rideva e richiamava chissà che esseri, gocce di sangue e strane sostanze colorate da aspersori appositi, finivano sui soggetti a terra. Alzando gli occhi videro ove poteano che su tetto vi erano chiazze di quella roba. QUindi davevro cèra tutto, pensavano gli incaprettati nella loro testa.
Illusionismo e teniche di attenzione e suggestione. Poi uno strano lenzuolo comparso dalla nebbia che sfumava dal nero al grigio, all'argento al chiaro iniziò a girare in giro. E Gask ebbe l'impressione che per la forma fosse uno dei robot. E sapeva anche quale, quella forma di rombo...

Il lenzuolo stategicamente nascondeva, facendolo avanzare, l'accovacciato Cinq che pareva camminare alla splinter cell in cerca di riparo, mentre le proiezioni facevano da catalizzatore perchè giungesse nel punto in cui serviva. E quando fu così, Kianta allungò come a presentare con la sinistra la parte alla sua destra, dove Cinq si sollevò attorniato da strani spiriti di varie forme e folletti più orribili che da fiaba.
La sua figura imponente per larghezza, fece gemere gli incaprettati, che parevano sudare di paura, mentre Kianta si sedeva.Al suo solito, tutta verso lil bracciolo destro, con busto e braccio a sorreggere.
Cinq poco prima della poltrona, si fermò a guardare i soggetti legati, poi voltò il capo mostrando un ghigno come se pregustasse una scazzottata e con un ginocchio a terra, iniziò a far volare lodi che non parevano compatibili con lui.

"Oh, grande e gloriosa Veròna... "

"In quale dimensione ti eri nascosto, mio dispettoso servitore? Ho dovuto aprire fratture dello spazio tempo per farti venire. Sai che non mi piace l'impazienza... anche perchè questa sera, noi abbiamo un rituale d'eccezione...AH AH AH" fece lei dalla poltrona, cimentandosi nella risata carogna e diabolica di Veròna. Non era sicuro per Gask se fosse finta o meno, perchè in quel modo la sentiva di più in situazioni come quella. Era una risata elegante e biricchina, come una bambina beneducata che combinava però una marachella e se la godeva alle spalle con gusto e gloria. Tintinnante e chiaramente di gola come potevi pensare di sentire in qualche foresta, emessa da qualche folletto dispettoso. NOn era da cattiva classica di film e favole, se non un personaggio giovane e arrogante nella sua regalità. Come di una regina che rideva di gusto senza essere mai sguaiata, vittoriosa in quello che aveva fatto e ottenuto. Un suono gutturale ma non pesante o forte, ma cristallino e regolare, come sentire tanti Ieh Ieh Ieh da qualcuno da film storico che si nasconde dietro un ventaglio, mantenendo il suo status ma facendo capire di aver vinto. Questi erano i pareri di chi la sentiva.

E poi partì il monologo di Cinq che quasi fece scioccare Gask.

"Oh, mia risplendente di cattiveria, Somma Veròna. Oh, grandissimo dall'alto del tuo nome di potenza e carisma. Ho udito i ltuo richiamo e mi chino d'innanzi a te e ai doni che mi porgi sempre. La tua risata argentina e più musicale di mille folletti dispettosi che ti seguono nel bosco. Udirla per me è giubilo, perchè si apriranno le Porte del Rito, e io ne sono il sommo sacerdote. Ti prego sorridi ancora per me e i miei compiti, neanche le fate delle leggende sanno donare tanto nelle loro feste, per far brillare l'atmosfera! Fai risuonare la tua spietata malevonzenza sugli Sporchi, perchè porti gioia a noi Pulitori... La tua gioia monella ed eternamente pungente che gioca con la tua regale efferatezza punitiva..."

"Ma chi ha dato questo copione a questo? Fa venire i brividi..." fece Kovacs sottovoce, tanto da fare girare Gask che gli chiese che intendesse "Sai bene che questo è come un Teatro, e ognuno di noi segue un copione. Loro hanno battute per rendere ancora più cringe il tutto, e far rincoglionire le vittime. SOl oche così è troppo..." con una smorfia.

Intanto Cinq terminava il suo monologo

"Infuria la notte in attesa dell'oscura coltre di ombra. Il vento diviene bufera e come canto di pipistrello sussurra con foga la tua chiamata... Veròna, strega crudele e di bellezza capricciosa. Oh, mia Signora Veròna, di dolcezza indefinibile come le facce della luna che si bagna nelle nubi cineree. Oh, baluginante strega Veròna, benedici le mie azioni, perchè mai potrò liberarmi dal tuo incantesimo. La tua voce è come un canto che ascoltando, sembra purificarsi la mia colpa commessa. Mi culla dolcemente la promessa di ricompensa , sereno mi appresto ad eseguire ogni tuo ordine come desiderio, conscio che avrò poi sogni felici... e fà che nessuno per la grande disperazione che gli darai, ti implori che quella pena, se deve durare, almeno una volta tu abbia pietà della loro singola sorte, precedente alla successiva.Il destino questa notte, chi festeggerà?"

pensava Gask, già perso dopo poco.

Kianta ascoltò con mento alzato e sguardo sicuro, ma dentro ribolliva e pensava.

"Cinq... i tuoi doni sono questi. Fanne buon uso ma rammenta il nostro contratto! Cosa ti è permesso e cosa no."

"ASPETTA!" urlarono due degli incaprettati "che intenzioni hai?"

"Io?" fece con sommo stupore Veròna, mostrando un'espressione di fanciullezza innocente "Io vi ho marchiati come sacrifici nel sommo rito di Purificazione... non vostro, ovviamente. Come la notte di Valpurgis, benedetto dal nazionalsocialismo di baffetto tedesco nell'poca buia dei primi del novecento, che hanno travisato come i cristiani una festa popolare dedita alla natura in messe oscure, io, Strega Veròna, Colei che guida il Gioco e le cento ore, chiamo i quattro Pilastri e i guardiani delle POrte, perchè questi sacrifici fino all'ultima goccia di sangue e disperazione, aiutino le vittime tutte, a trovare la luce. COn i vostri sacrifici, anime disperate per colpa delle mani di terzi, potranno andare in Paradiso perchè voi, Come Gesù Cristo, lavarete ogni impurità che li blocca nel Limbo, con... voi stessi!! IeH IeH IH IH":.."

"Vuoi ucciderci?" fece uno di quelli, aprendo un coro di pianti e proteste, ma un suono orribile proruppe per la stanza, raggelando le membra, con vibrazioni che giungevano davvero fino alle ossa.
Gask sapeva che erano toni neurali, suoni a detrminate frequenze che molti usavano per falsi video e audio di veri suoni dell'inferno, e che facevnao venire la pelle d'oca. Sembrava che si fosse aperto un varco in qualche posto pieno di echi e suoni bassi e martellanti, fastidiosi, che parevano come qualcuno che schioccava le dita vicino l'orecchio e qualcosa come voci basse e mormoranti, come lamentosi canti di dolore e paura. Era ciò che si usava per video fake sui suoi veri dell'inferno e luoghi infestati da demoni, ma così realistici ocn i loro sistemi di alta qualità e Boombox Speaker. Semrbav acome se quaolcosa di viscido e nel profondo di qualcosa scivolasse come serpenti su di te da farti star male. Ma sapendo la verità a lui veniva meno tuto ciò, e avendolo sperimentato altre volte, non ci faceva più caso. ma le prime due volte per gli ignari incaprettati era un'esperienza di puro orrore con tutti i senti attivi.

"Volete sapere cosa vi accadrà? Questo rituale non prevede morti... sarò peggio della morte. Voi col vostro sangue pulirete chi ha sofferto per quelli come voi e non è potuta andare a saltellare nei campi elisi. Io faccio questo, con l'invocazione di potenti e sacri guardiani e spiriti ancestrali..." con una riverenza davanti a sè, elegante e ben fatta fino in fondo "ma se volete davvero che vi anticipi cosa accradrà..." fece con voce vellutata e monella, metnre la stanza si riempiva di scene e suoni e urla , veri e reali, Gask lo sapeva perchè erano video veri che avevano da film snuff e fatti da loro, di cosa accadeva a un corpo umano sotto tortura e sotto le mani di qualcuno di abile. nei peggiori dei casi, di macellai con vene di sadismo. Molti erano loro, erano le punizionoi che riservavano ai peggiori prima di buttarli negli scavi fino all'ultimo alito di vita. Registrati e riusati. E cosa avevano fatto quei soggetti non era immaginabile neanche dal più grande regista di horror al mondo o cosa Kianta riservava loro dopo. E mentre scorrevano le imamgini, i suoni, tutti rimbalzavano tra le pareti e per il boomsystem come lo chiavama Kianta, vibrava quasi anche il pavimento, i sacrifici reagivano in modo diverso, finchè un fischio orribile non li fece zittire, riportando silenzio. E Cinq parlò.

"Come volete, mia Strega, Posso scegliere il primo sacrificio di questo rito delle grandi occasioni, che avviene solo nelle notte di luna piena come codesta notte, in cui i vostri poteri sono al massimo?"

pensava Kianta che era troppo artificiosi. Stavano recitando, fingendo, ma dovevano essere testi fattibili per i soggetti. Uno grosso e massiccio come Cinq, doveva essere un colletto bianco di nascosto per proferire tali affermazioni.
Kianta sospirò e si sistemò sulla poltrone, dato anche le gonne, ma avendo crinoline di ultima generazione leggerissime e pieghevoli che non si sentivano, anche per tutta la stoffa, prese posto al suo solito modo con garbo e grazia. Aveva studiato parecchio perchè non sembrasse l'incapace al ballo scolastico con un abito ingombrante, o quelle spose che vogliono abiti principeschi e poi li alzano e sollevano come lavandaie che al massimo usavano i grembiuli. Grazia e saper gestire le gonne era imperativo, per saper portare quegli abiti, e poi vedeva video e foto che quella gente metteva online con gonne alzate fino alle caviglie, prese malissimo o come muratori che stanno facendo una parodia.
Si sistemò come sempre addossata al bracciolo destro con il fiancoe le gambe proiettate verso sinistra, con il gomito che la sosteneva, mentre scrutava la gente ancora legata a terra.

Cinq non era un soggetto normale. Era uno di quei reduci di guerra che era stato addestrato e plasmato come un lavaggio del cervello, per cui lui era un soldato e obbediva agli ordini, ma l'idea che aveva insita dentro era che cèrano dei nemici e andavano schiacciati. Forza bruta, brutalità e sfogo su di loro era uno dei mezzi per fermarli ed eliminarli. Era una mente che necessitava di parecchio lavoro psicologico, perchè non si sarebbe mai tolto dalla testa cosa gli era stato impartito e di conseguenza aveva maturato dentro dei bisogni che non poteva fermare , se non calmandoli. Era uno di quei soggetti che nelle missioni nei paesi a rischio aveva fatto molto schifo con prigionieri, civili ribelli, nemici che catturavano e ancora non avevano ucciso. Lui non era un torturatore, per certi versi per lei CInq era peggio. Era un soggetto gravemente danneggiato e mancante della figura di riferimento che vedeva come superiore, che al grido esisteva, altrimenti se lasciato solo come tutti gli altri finiva per immergersi nella vita normale in aggressioni, ferimenti, e tutta una serie di reati che prevedevano picchiare o quasi uccidere. E non perchè era abituato e basta a fare quello per anni come soldato. Ma perchè veniva instillato loro il bisogno di agire in quel modo, perchè per loro ogni azione portata a termine fosse un bisogno sfogato, realizzato. QUando venivano mandati a casa per licenze o proprio per fine servizio, tutti quei soggetti non venivano riprogrammati per riambientarsi , ed essere adatti alla società normale, non militare. Con il risultato che molti delinquenti di varia natura risultavano veterani o ex militari, e accadeva dal Vietnam a quel momento. Quei soggetti sapevano in parte capire il loro problema, come Cinq... per loro picchiare, fare male, sfogare cosa non potevano con i , vivere come credevano fosse un militare era come un amplesso. per loro che non seguivano la via del piacere normale dipeso dal sesso, far male, rovinare un corpo, sentire le vittime in agonia e dolore era come , come lo definita Kianta. E come chi amava il sesso, aveva bisogno di sfogarsi. Uno dei progetti che l'organizzazione mandava avanti era di prendere tutti i militari con problemi, ex militari, in servizio burocrativo per problemi psichici o fuori servizio, e dare un aiuto in molti modi. Cèrano quelli che che andavano aiutati con una vita simil militare che li tenesse a bada perchè come Cinq ormai conoscevano come in cui facevano parte. Quelli che con psicoanalisi o le loro ricerche sperimentali sulla mente cancellavano o superavano i traumi e i problemi in modo scientifico, e poi chi come Cinq era stato manipolato perchè i bisogni come i pedofili o gli estremisti del fetish si si magnificassero in azioni contro altri, che vedevano come nemici. Questi soggetti più degli altri avevano bisogno di superiori dal pugno duro e che li tenesse sempre in riga, con ordini o sfoghi. Cinq era uno di quelli che normalmente pareva lucido e poteva anche vivere nella società, girando e avendo poche interazioni, ma possibili con terzi normali. Ma quei bisogni di distruggere i nemici no n erano facile da sradicare. In base ai soggetti l'lipsonitismo nelle sue tre forme non funzionavano appieno, perchè come un prurito sessuale, quel bisogno riaffiorava per essere colmato e finiva in risse o aggressioni gravissime.
E così Kianta lo aveva strigliato per bene e gli aveva dato una possibilità, sfruttando la sua parte conscia. Gli faceva dei doni su cui sfogare quei bisogni, poteva scegliere cosa fare e in che misura. Il Cinq di quel nuovo nome si rapportava ai livelli che massimo poteva fare, definiti, oltre il quale non andare. Cinque gradi di sfogo in base ai soggetti che lei dava a lui per calmarsi, e solo chi lei gli donava. Cinq si era divertito parecchio a devastare i corpi di gente che era stata definita la piaga della società e non solo. Sotto le sue mani erano passati molti peggiori criminali, anche i maggiori ricercati d'america e non solo. Ma mai, mai come riferito nel loro contratto lui doveva uccidere o superare il quinto stadio di sfogo, portando al decesso del soggetto in dono. Non era mai giunto a quel punto, ma Kianta aveva voluto vedere se era, da solo, in grado di regolarsi e comprendere il limite come una linea che non poteva superare che lei aveva disegnato. Aveva portato due al coma, senza conseguenze perchè si erano ripresi, e si meritavano quegli stronzi tutto e di peggio, ma Cinq aveva scoperto sulla sua pelle cosa significava andare contro le regole del contratto e farla incazzare. Sia Cinq che altri avevano ben chiaro che dopo Milan, lei andava rispettata e ascoltata e se si sbagliava, e peggio non ci si prendeva la responsabilità, la punizione sarebbe stata per sempre e indelebile, completamente. E molti lo sapevano, vedendosi allo specchio ogni giorno. E si era trattenuta.

Nulla in confronto, mentalmente parlando, di cosa faceva a chi maltrattava gli animali e li rendeva in condizioni pietose o peggio facendoli morire, pensando solo a usarli per guadagnare. Senza lavorare per i lrispetto che meritavano, e lo stesso che gli animali potevano maturare verso gli umani se trattati nel modo giusto. Di loro nel peggiore dei casi restavano solo sangue, bava e terapia intensiva, con la promessa di tornare vedendo controllati.
Sebbene accadesse solo nei casi in cui visite di polizia e multe non sortissero effetti. Mentre per i soggetti che schiavizzavano nonostante il nuovo millennio la gente con zero diritti, paghe indecenti, sopprusi ed umiliazioni verbali o peggio, fisici, partivano i livelli di approccio. In base anche al paese. nel peggiore dei casi finivi privato di ogni bene con documenti legittimi che finivano nelle casse e proprietà dell'organizzaizone , che li riutizzava come case sicure e di aiuto per i bisognosi, e quelle persone venivano portate dove potevano aiutare bene e giustamente la società tutta.
lavorando per ricavare beni definito in base al colore ed elemento, aiutando nel concreto con il guadagno paesi con bisogni reali. Spose della sezione sud americana che venivano vendute alla famiglia dello sposo o costrette a sposarsi, che potevano studiare e diventare se stesse. Niente infibulazioni e riti religiosi assurdi che danneggiavano le persone. Niente obblighi delle famiglie sulla vita dei minori o comunque dei soggetti più giovani. Sostenere la crescita dalla povertà dando lavoro dignitoso e rispetto. Donare materiale scolastico e gioco a chi non poteva averne. Aiutare donne in difficoltà contro uomini per il problema dei femminicidi o sole, e con lavori precari o a basso guadagno perchè non siano costrette a scegliere se comprare cibo o pagare riscaldamenti d'inverno o abiti o cosa necessitavano.Dove la società bollava e non dava aiuto e sostegno, arrivavano loro.

ma quei soldati mentalmente problematici non potevano stare in società e così la Fattoria, le Torri, i turni di pattuglia nelle strade la sera e notte contro furti, abusi, liti e altro, con un progetto governativo sostituivano la polizia che di fatto non era ormai più capace di controllare e fermare le cose, inserendo questo gruppo militare per dare sicurezza ai cittadini. Era impensabile che in una società che desiderava fermare determinati atti, non vi fossero corpi specifici di controllo e sorveglianza delle strade, e con limitazioni per i diritti di stò cavolo, pensava Kianta. Ne beneficiavano più di delinquenti che gli innocenti, mentre una sezione militare era diversa. E a giocare con stupratori, pedofili e altri soggettini poco carini rientravano sempre loro con un'altra seizone, dove utilizzavano delle esche pagate e consenzienti per prendere per le palle gli stronzi, e buttarli dove meritavano, prendendo nel contempo tramite i loro apparecchi anche altri stronzi con cui scambiavano sostegno per atti schifosi e foto, o peggio

e per tutti loro cèrano solo due vite. Smerdamento nei modi che meritavano e prigione senza sconti o altro, o lavorare anche loro per il bene dei più deboli e poveri.
E visto che molti erano pericolosi soggetti che non potevano cambiare e capire, per quelli come Cinq erano giocattoli in un giardino dei giochi. Kianta aveva convinto Milan, seppur sapeva che la prima idea fosse di Lia, di sfruttare quei militari problematici che non potevano aiutare, se non perdendo anni e difficoltose sedute di analisi, e utilizzarli per tenere in riga la gentaglia peggiore. Col limite per quelli che no ndovessero avere ossa rotte, perchè dovevano lavorare. Per Kianta non estingueva le cose orride che avevano fatto, ma almeno avevano pagato secondo le leggi umane.
Per quelle divine, se ne esistesse una, si sarebbe visto il giorno che sarebbero morti per cause naturali. E visto che l'igegno fa l'uomo stronzo, per evitare che gl istronzi si mettessero d'accordo con altri stronzi per scappare, creare situazioni per svignarsela o farsi accoppare per far finire la questione, avevano dei collari come quelli dei cani, perchè nel caso alcuni loro livelli fossero aumentati o si riscontrassero dialoghi o vicinanza tra quelcuno di quelli, le scosse li avrebbero stesi e fatto ricordare di non scherzare con Kianta.
Dovevano ricordarsi di lei e di cosa gli era capitato, che meritavano, per causa sua. Dei con Cinq e gli altri e del fatto che vi era ogni accorgimento perchè nessuno fuggisse. A memoria vi era uno di questi che, tramite non gli apparecchi presenti ma lei era andata più in là, con un satellite che era equipaggiato con un laser speciale, aveva fatto un buco a quello stronzo mettendo fine, nelle loro teste, l'idea che se svianano gli apparecchi, le guardie e l'ultimo girone, i professionisti pagati per quello, trovarli con i satelliti anche per i chip gps era roba da poco. E il buco a una gamba col laser era un avvertimento per tutti. Loro dovevano esaurirsi naturalmente, ma dove lei diceva. Non era giusto per le vittime che erano finite male troppo presto, mentre gl istronzi respiravano ancora, ma per lei visto le tante persone loro vittime che avevano sofferto più, continuando a vivere che per morte, non doveva esserci morte alleviatrice per niente per quella gente.
E Cinq e gli altri che teneva lontano dalle persone, sfogavano su chi dovevano meritare il peggio, creando un circolo sociale oliato e funzionante.
Kianta sapeva che tantissimi l'avrebbe biasimata, ed era poco, per tutto quanto ma aveva deciso che, avendo l'opportunità e le risorse per giocare con gl istronzi, era giusto sviluppare le idee di Lia e metterle in pratica.

A lei non piaceva la violenza ma la rabbia e l'odio dentro di lei , dopo aver visto tante cose orribili, avevano decretato l'avvio di tanti progetti. E come pena si era ripromessa di essere presente, sorbirsi il risultato delle sue scelte e azioni, anche se non le tollerava. Perfino allo Chateau e non solo, i membri che amavano la lotta e i combattimenti in varie possibilità, con armi o meno, avevano i ldivieto di ferire in modo grave o rompere ossa all'avversario. Erano tutti fratelli, potevano sfogarsi e confrontarsi, risolvere le loro beghe e litigi con scontri e regolamenti di conti fisici o con spettacoli specifici nel Cerchio. Ma si sarebbe incazzata come una iena col culo pieno di spine se qualcuno finiva ricoverato per una di quelle esibizioni-confronti. Di fatti le fiere e le giornate di spettacoli, qualcosa simile alle olimpiadi ma per militari, erano momenti attesi della settimana e avevano regole specifiche dove vinceva solo chi rispettava determinate cose. Ma questo non toglieva il gusto di combattere, vincere, creare un perdente. Era insito nell'uomo ma come per tante cose, bastava dare le cose alla gente ma in termini diversi.
E ora aveva davanti un tizio che era un potenziale pericolo ma veniva limitato, dandogli al contempo sfogo e modo di appianare i propri bisogni senza eccedere nell'eccesso. non le era piaciuto nel furgone quando lui si era lamentato che non aveva anche la servitù e i ragazzini. Quelle lamentele erano un campanello d'allarme e avrebbe limitato i danni di superare la soglia, ma era tassativo che quei ragazzi, essendo ancora giovani, finissero in luoghi specifici dove trovare adulti con esempi migliori, riconoscimenti e incitamnerti a migliorare e lavorare e fattori positivi, sfruttando la tecnica del bastone e carota per plasmarli in soggetti migliori. Molte volte non si augurava di dover ricorrere alla cancellazione di memoria o tecniche di controllo mentali, non voleva attuarli se non in casi estremi di soggetti in cui tutte le tecniche non invasice non sortivano effetti. Putroppo molti soggetti, anche non sociopatici, erano impossibili da cambiare con persone e ambienti adatti ai cambiamenti mentali. Dovevano essere sanati, non rotti.

"Attendo tue istruzioni, oh, grande Strega."

"Spezza le ali. Oggi puoi. Pensavano di essere potenti come un' aquila e volare più in alto degli altri, ma oggi essa è caduta dal cielo, le penne si spargeranno per mare e per monti , strisciando come facciamo noi per la dura terra. Dà pace al mio povero animo e a quello delle loro vittime. Ti dono questi oggetti, perchè dopo cosa hanno fatto in questi anni, non sono persone..."

"Con immenso piacere... posso scegliere io il primo?" fece Cinq scrocchiando le dita, con un sorriso soddisfatto.

"Certo, ma... ricodati!" fece lei, vedendo osservata dall'uomo, che rispetto agli altri membri dell'organizzazone definiti grossi, come anche Gask o Kovacs o gli altri dietro di lei, questo era più grosso in larghezza rispetto l'altezza, mentre tutti gli altri di norma erano più bilanciati di muscoli. Quel tizio aveva un corpo meno equilibrato, più tozzo, con muscoli e massa doppia, facendolo sembrare veramente un armadio a sei ante rispetto quelli che stavano in quel momento dietro. Più alti, con addestramento e lavoro per muscoli funzionali, sembrava che quel tizio fosse solo pompato, cosa che Kianta odiava, all'eccesso, tali modi di diventare gonfi.
NOn le piaceva chi era ossessionato dalla massa muscolare e fosse alto meno di un metro e settancinque almeno, e tutti quelli che erano più bassi e così massicci, non le davano senso di affidabilità. Si gonfiavano e basta, non seguivano come Kovacs e gli altri, e anche se non lo ammetteva Gask, allenamenti, esercizi, lavori per migliorare quella massa per impiegarla meglio e in maniera definita. Non era solo per incutere timore, paura, qualche senso di superiorità come quelli. Almeno ammetteva, a se stessa però, che la dedizione che gask aveva messo nel lavorare sodo era appunto dal migliorare le sue prestazioni e qualità, lavorando per bene determinate fasce in un modo e altre in differenti, aveva una corpotura equilibrata per l'altezza, e sebbene le spalle fossero molto ampie, non erano assurde come quel tizio. Ma Cinq più di tutti le faceva pena, perchè come volevano dimostrare i fatti, si era trovato ad essere condizionato a tal punto da non vedere neanche più la sua famiglia come prima, scappando quando avevano cercato di portarlo da uno strizzacervelli perchè pericoloso per gli altri , e aver tentato di trovare un lavoro per il suo campo. Ma a lei come a Milan non piacevano i soldati lobotomizzati e danneggiati da cercare un superiore a ogni costo che gl idicesse cosa fare sempre e per tutto, attendendo ordini, e vedendo nemici sempre e comunque. Non potendolo mettere con gli altri come squadre attive, era chiaro che seppur si trovava bene con i colleghi nelle zone ricreative, non era sicuro mandarlo in azione. La sua voglia di sangue, far male, godere in questo era troppo eccessivo, così ecco il suo lavoro ideale. Si era aperto nel tempo che avevano trattato con lui tramite specialisti e interazioni, ma uno come lui, tranne ripulire il cervello, era impossibile normalmente. Molti soldati finivano per essere incurabili. E le tecniche di scasione e impressione dei cervelli non era compatibile ancora con tutti o senza danni.

"Ricordati, Cinq... ciò che noi facciamo resterà comunque una colpa. Non importa se noi siamo dalla parte della ragione e facciamo giustizia dove leggi e tribunali classici non arrivano. Io che resto qui ad osservare, è imperativo che lo faccia come punizione per cosa ho innescato, così come tutte le nostre azioni, volontarie o meno, si ripercuoteranno sulla nostra anima. E sebbene a noi va bene così, vglio che lo ricordi. Stiamo scavalcando la linea tra bene e male. Dove le persone che perdonano sono superiori, ove il bene comunque vince, e agire come la feccia li rende allo stesso livello. Ma nonostnate questo, non essendovi guide di vita che cresca i bambini in modo decente ma lasciati ad ogni singola famiglia, ha portato a un ritorno indietro dell'umanità che fa paura... sebbene stiamo scremando la situazione, con ciò, anche noi siamo lordati. Voglio che lo ricordi sempre, così come il fatto che per me sei una persona che merita rispetto e aiuto, chiednedo che ti ti attenga alle regole che hai accettato..."

"Apprezzo ogni dono che mi fare e se me lo permette, ai giochi al Cerchio, voglio dedicare la mia sicura vittoria a Voi..."

Kianta lo osservò qualche istante, poi fece un mezzo sorriso e un leggero cenno del capo. Accettarlo tra gli altri ai giochi e sfide settimanali era un azzardo, poteva lasciarsi prendere troppo e non controllarsi, ma gli aveva dato possibilità di dimostrare che poteva superare i problemi con la sua vonlontà e forza, più che solo con rovistargli nella testa e fare tranfer di fasi positive. A lui serviva come da addestramento anni addietro la figura superiore, il comando e agendo come tale, trovava un soggetto che agiva e seguiva gli ordini e, ordinandogli di pensare seguendolo nel processo, a capire certe cose. Scavalcare un pò il condizionamento ma mai più di così.

"procedi, fammi vedere latua connessione con dolore e sofferenza di tutte le loro vittime, se è vero che per te i nemici sono quelli che portano dolore..." allungando elegantemente una mano verso Kovacs, conle dita sempre come Gask le notava, come un'arpista, come se danzassero al vento. E Kovacs pronto e riconosciuto il gesto, che per lui sembrava come il gesto di benedizione con le dita unite delle raffigurazione cristiane, prese da un tavolo preparato addossato al muro una scatola. Aprendola e mettendogliela sotto la mano, Kianta prese la pipa, con un gesto secco la fece scattare per collegare le due parti e la tenne ferma. Kovacs tolse con gentilezza il coperchio, accese un fiammifero e lo lasciò qualche attimo nel fornello pechè le sostanze già presenti bruciassero. QUando l'uomo allontanò il fiammifero, Kianta fece una boccata e un fumo argentato e meno scuro e corposo del tabacco prese vita sopra la testa della pipa.
Da quando era arrivato allo Chateau, aveva visto Kianta fumare, sempre e comunque, la sua pipa preferita o quelle disseminate per i cassetti, che a quanto pare le donavano gli uomini dei laboratori. E fumava. Jd diceva che lo faeva perchè le piaceva ma anche e solo perchè in primis, erano elementi sicuri e curativi, di aiuto e non dannosi come le sigarette e o i liquidi di quelle elettroniche classiche. ormai tutti fujmavano i vari tipi di sigarette, pipe, bruciatori per fumo che producevano loro, e Kianta lo faceva sempre. Jd alzava le spalle dicendo che la rilassava e nel mentre si prendeva la roba che i dottori le dicevano che doveva prendere. Almeno non faceva i capricci, diceva ridendo. ma Kianta e la sua pipa erano ormai una figura unica per tutti, sebbene all'inizio non si credeva che fumasse.

Dopo qualche attimo allungò la mano destra come qualcuno che elemosinasse ma con le dita, morbidamente un pò piegate, e Gask restò a fissarla accigliato, finchè prima che Kianta se ne accorgesse e voltasse la testa, Kovacs rapido si spostò e le porse un bellissimo ventaglio composto fa piume lunghe e larghe. Era nominato ventaglio charleston, anni venti o veneziano e la particolarità era la forma e che fosse con piume bianche di struzzo. Un manico in legno di circa venti centrimentri laccato color perla con alla fine un decoro lavorato e incrostato di brillanti teneva la fila di piume sopra. Erano lavoerate in modo che formassero una sorta di punta di freccia arrotondata sopra e le sue alette che pendevano arrotondate verso il manico, con quelle piume corpose e paffute c he, nonstante l'uso, mantenevano un aspetto elegante e regale. Era particolare e inusuale, fatto con le piume dei loro struzzi e lavorato dai loro artigiani, era impiegato come dono per le feste in tema veneziano o altri dove era presente con i costumi che gli invitati acquistavano ed etnravano con quelli già indosso. Era un articolo di lusso, non essendo prodotto in serie nelle fabbriche, sebbene il costo non fosse proibitivo per la classe media.

"Non far notare a quelli errori o simili, cerchiam di sembrare oliati nel nostro lavoro come con gli allenamenti, dai..." fece serio Kovacs parandogl iil culo. Da quando avevano dato a Gask il compito di seguirla, sebbene lei non lo volesse, aveva imparato che era importante ciò che Kianta faceva quanto una missione contro la feccia. Più non vi erano errori, tempi morti, situazioni incresciose dove si mostrava l'inefficienza o non capacità reattiva e di conoscenza del proprio ruolo, e maggiore era l'errore di farsi sgamare. Kianta che dava corpo a Veròna doveva essere nel pieno del ruolo e così anche loro che la seguivano, così che la recita fosse perfetta. jd gli aveva detto che era come una danza a due, coordinazione e capacità collaborativa da non vedersi da fuori niente che altri potessero giudicare come falso. O principianti. O altro. Tutto doveva filare liscio e ancora Jd disse che sebbene pareva che facessero tutto quei tre, non era così. Il grosso del lavoro di un mago non lo fa il mago stesso, ma l'attrezzatura nella mani dell'assistente e l'assistente stessa. E così era Veròna. NOn era il mago, ma l'assistente, e i lsuo lavoro era doppio, sebbene nell'ultimo periodo a Kianta stava stretto perchè ne aiutavano uno e ve ne erano altri mille che facevano casino e iniziava a stancarsi.


Kianta iniziò a far dondolare il ventaglio dando boccate ogni tanto alla pipa, mentre osservava Cinq che si preparava il palco.

"Proponetemi qualche tè adatto alla situazione..."

"..." Gask rimase muto e fermo accostato alla poltrona, non conoscendo niente sul tè era meglio non fare gaffes.

"Grande Veròna, permettetemi di fornile delle proposte classiche invece dei pregiati tè cinesi e indiani , che richiedono più tempo e attenzione, oltre che prelevarli dalla Torre perchè non disponibili qui... e visto che state assistendo a un rito. Ho disponibilità immediata di Ceylon classic, pregiata miscela di tè più apprezzati al mondo. Assam black tea, tè nero indiano dal gusto corposo e colore scuro. China black keemun,rinomato tè nero cinese dal delicato aroma fruttato. English breakfast, selezionata miscela di tè indiani e di ceylon. Darjeeling tea, uno dei più pregiati tè indiani, leggero e dal colore chiaro. Decaffeinated tea, tè di Ceylon decaffeinato..."

"Allora per la situzione voglio qualcosa di dolce, ne avrò bisogno! Preparami un China black keemun"

"Certo mia signora, ma permette un consiglio...Il tè nero tiene testa ai sapori forti... un Assam, robusto e dal colore intenso, può berlo insieme ai dolci di fine frolla montata che può degustare. Il leggero retrogusto floreale come il Keemun si sposa con temi meno dolci ed è adatto per carni,il delicato come il Darjeeling si sposa con patate e carni bianche. Sempre indicato con i formaggi come il Keemun. Se assaggia la pasticceria che ho portato, rovinerà il tè..." ricevendo un'occhiata da lei

"... così sia, allora. NOn consumerò pasticcini con il tè ma la minuteria salata che richiama i dolci classici... se è disponibile..."

"ovviamente, provvedo subito..." fece Kovacs cercando di essere come un perfetto maggiordomo, nel quale si divertiva, mentre gli altri due tornavano e si sistemavano dritti e seri con spalle al muro.

"EHi..." fece Gask chiamando l'attenzione di Kovacs "PSSHH"

Quando si accorse che l'amico non rispondeva si mosse dalla sua posizione ad accanto a lui, iniziando a conversare sottovoce.

"Senti, cosè che dovrei fare?"

"Limitati per ora a restare al suo fianco come un perfetto servitore oscuro. Questo dobbiamo essere... e fingi di fare qualcosa, che siamo insieme a servirla, così se a qaulcuno di quelli scappa l'occhio su di noi, non ti vede ciondolare confabulando... porgimi le cose mentre te le elenco" fece Kovacs in sussurri e gask gli porgeva cosa serviva.

"Ma.. cosa ne pensi, tu, di questa cosa? Intendo innanzitutto Veròna, la sua esistenza e le... sue azioni. E poi le azioni che facciamo , questo, a te e a loro sta bene?" chiese indicando gli altri due che con un colpo d'occhio controllavano la stanza e loro due. Di colpo Zidgi fece uno scatto e andò da Kianta. Qualche insetto girovagava verso di lei, e sapendo quanto odiasse in primis le zanzare, se veniva punta si incavolava a morte perchè i ponfi le restavano anche due settimane rossissimi contro la pelle chiara, quindi Gask e Kovacs si zittirono due secondi per seguire il collega che sistemava la cosa, benchè, pensò Gask, lei avesse il ventaglio. QUando tutto fu sistemato, Zidgi tornò a posto e Gask rifece le domande, come se aspettasse una risposta importante.

"Ascolta... non sei nuovo, sei con noi da un pò e dsa quasi l'inizio ti hanno affidato il compito di spalla e guardaschiena per lei. Capisco che ti sembra assurda questa cosa della strega, ma era così anche per me e loro. E guardaci. Alla fine l'abbiamo presa per divertimento e novità, abbiamo imparato a capire i suoi gesti e richieste mute e ogni volta è un incarico diverso dall'altro. E poi in cima alla lista della nostra mansione chiave cè quella di proteggerla ma anche proteggere gli altri da lei... Le situazioni cambiano in base ai soggetti, è come un film, vedere Veròna che recita e sconvolge quella gente. I giochi di prestigio e simili, come spostano, prendono, scambiano oggetti, se quei collaboratori osno presenti è divertente e questa storia della strega! nessuno se lo aspetterebbe. Ricordo il giorno che fu deciso di creare questa Personalità, che è conservata ogni volta che si finisce un incarico...:"

"Aspetta, intendi quella storia della copia della memoria della testa?"

"Si, ogni fine incarico, il capo va da David e si fa copiare la memoria perchè resti conservata anche la personalità di Verona. NOn so bene se ho capito ma sembra che David, altri usoi collaboratori, Jameson e Imogen se ricordo bene, hanno specializzazioni diverse ma lavorano in tandem e sembra che stiano studiando il modo di preparare Personalità fittizie, non copiate da un cervello, ma con dati da imprimere su un cervello perchè ... esempio Veròna venga fuori come una persona unica e diversa...anche se il capo non dovesse impersonarla più, si.. sai, metterla in testa a qualche persona in coma con danni da doverla sovracrivere..."

"Perchè adesso è..."

"Adesso è una delle Personalità del Capo. So che non dovrei dire niente " andandogli proprio sull'orecchio bisbigliando "ma a volte ho paura che lei perda se stessa con la storia delle personalità. Nel senso, lei ha pronte delle Personalità con tanto di documenti veri e ufficiali, anche se non cè una personalità fittizia da copiare, o imprimere come dicono per metterla su qualcun, o perchè diventi un soggetto reale e differente dal Capo, ma tutte insieme vivono... come dire, in lei. Diandra, Lia, lei stessa, Veròna, tutte le altre in base a dove deve presentarsi e chi essere per me sono un casino. Sarebbe più facile se fossero tutte create o per manipolazione mentale come fanno, che non so come spiegartelo, o come impressione se si dice così... Quando lei è nata ha già dovuto fare i conti con il riconoscimento di se stessa e la vedo sempre irata e borbottante quando il Leader, Jd o i veterani parlano di Lia, e mi sembra sempre che il capo non apprezzi mai il confronto..."

"Intendi quella donna di quei quadri che le somigliano tanto?"

"..." Kovacs rimase spiazzato "Come..."

"E' sucesso qualche giorno fa, Milan mi ha portato nelle sale de dipinti e dietro una porta a doppio battente che si aprono insieme, cèra un quadro strano che raffigurava Kianta con capelli però lunghi , con un tizio vecchio stile, mentre dietro l'altra porta un dipinto che però pareva carico di..."

"Ho capito quale..." fece Kovacs con amarezza "quello con quell'espressione..."

"Si, esatto. ma non solo quello, nella galleria di fronte, oltre il corridoio che poi va verso i giardini, mi ha mostrato quadri di varia gente passata che colleziona e cèrano tra questi vari dipinti in pose, abiti e situazioni diversi con una donna che sembrava Kianta... ma lui dice che non è lei, eppure sembra lei! Anche se dall'espressione sembrava più..."

"arrogante? spocchiosa? spregiudicata? Come se Veròna stesse ridendo dai dipinti...?" fece l'altro ma con un tono come se sapesse elencasse giusto per colpire l'altro

"Eh... si, come... comque...Cèra questa tizia che Milan ha continuato a dire che non era Kianta, che era seduta su un divano a due posti con schienale ad arco e braccioli in legno e imbottiti con disegni e altro. La Kianta che no n era Kianta era seduta a ridosso del bracciolo, con un braccio su di questo e l'altro sulle gambe, con il busto inclinato verso avanti, in quell'abito bianco e argento che sembrava quasi da sposa..."

"Si, quello con quel copricapo strano con gioielli e strani pizzi e le piume verso dietro, con i veli a scalare..."

"Si quello, del tipo aderente che Kianta non usa mai. Ma quello che mi ha colpito è che se l'altro sembrava... serio, composto e dava come l'impressione di mostrare la persona raffigurata, in questo cèra una pesantezza enorme. I tendaggi dietro, i colori sul blu e bianco, i dipinti sullo sfondo che la raffiguravano e questa figura al centro dell'opera con l'abito lungo che ha quesi drappeggi a terra ma non cè... aria, respiro, è duro e forte nell'unirsi..."

"A quel viso. Si, lo so. Ehi, Il Leader ti ha insegnato bene, vedo..."

"Ah, lascia stare. Sono stato non so quanto tempo a vedere donne ammiccanti e strane, in mezzo a tizi ancora più strani per le barbe e le pose, di tempi diversi e stili diversi. Così ho capito. Ma davano l'impressione di voler dare il meglio di sè per cosa dovevano far vedere. Invece quel quadro, insieme all'altro, è come se spaccassero la stanza a metà, anche se erano nascosti dietro le porte se aperte. Quell'espressione di dolore, tristezza, malinconia, perdita di qualcosa e zero... forza? Non so spiegare quell'espressione quasi avvilita e pessimista..."

"Amico, con chi hai parlato o che hai letto per usare adesso questi termini?"

"Milan..." fece un sorriso un pò amaro "so usarli perchè li sento da lui e chi incontra, e capisco bene o male cosa significano e quando usarli. COl mio capo non cèra qualcosa che mi spingesse a usare questi termini, ma da quando sono con voi capisco bene tante cose. E Mi ha colpito come Milan mi dicesse di guardare ogni dipinto e spiegare cosa trasmetteva, o sentissi io, e poi mi diceva cosa leggeva in essi e... mi sembra di vivere su altro pianeta"

"Lo so, il leader, il capo, molti dei nostri che studiano e leggono si sentono così... anche i primi spronano la gente ad apprendere la conoscenza per capire i lsignificato di elevarsi, o così dicono... "

"Si, ma... le interazioni con Milan mi hanno permesso di capire che stavo vedendo delle persone! Nel senso, mi ha detto e continuò così per molto, finchè non mi voltai e vidi quei quadri. Lui continuava a dire di no, non erano Kianta, eppure anche da metà stanza che è molto lunga, io l'ho riconosciuta subito, sebbene gli abiti e i capelli fossero diversi. Acnhe perchè il suo viso non è confondibile con gl ialtri, non è una persona capace di passare inosservata o immergersi in una folla e non venir notata... è troppo fuori i visi classici. E una mostrava come una donna forte e in primo piano, che contrastava con l'uomo alle sue spalle o tutti gli altri dipinti in cui sembra sicura di se, anche troppo. E poi quello dall'altro lato, con quelle libellule che stavano per sempre in aria sopra di lei, o sui fiori del vaso a sininistra, poggiate sulle tende ma... nulla dello sfondo, di qeugli insetti, dei colori stemperava, credo si dica così, la... nebbia? di oscurità densa che pareva mostrare. Quelle labbra in giù, quegli occhi velati di tristezza, il viso che pareva indicare rassegnazione e qualcosa di perduto o non so... L'espressione predefinita di Milan è di infelicità ma no nso se davvero calza"

"Si, l oso. La prima volta che vidi quel quadro mi venne l'ansia e lo sognai anche. mette soggezzione ma posso assicurarti che raffigura esattamente la persona dipinta, come era l'ultimo periodo e il primo. Se non avessi conosciuto quella persona avrei creduto fosse tipo... comè quel tipo italiano poeta di cui parlava sempre che era pessimista, aveva i passeri solitari, lo studio matto e disperatissimo... non ricordo, ma ricordo le cose che diceva e leggeva. E quando arrivò qui, benchè sorpresa e incredula di ciò che avevamo, quel dipinto la raffigura all'arrivo e poco prima della morte. Non fu l'ultimo quadro di quel pittore russo che ora il capo considera come amico, ma il penultimo di un tedesco. Ogni volta che vedevo lei o il quadro, perchè lei studiava pure molto i quadri, vedevo un'espressione e un soggetto rinunciato, abbandonato, arreso, remissivo, sottomesso. Non credere un cazzo solo da questo lato. Era una fottuta ribelle, combattiva, battagliera che in parte Veròna la raffigura. Cazzo, ogni volta che Veròna fa i suoi giochetti rivedo lei in quel lato che aveva. Lei era, come definiva il Leader... mh... sfaccettata, era composta come un caleidoscopio mi pare, da tante parti O FACCE che unite formavano uno schema. Credo fosse quello ma il succo è che dentro lei urlava e ribolliva e Veròna fu creata anche per farla sfogare. Una dei modi, comunque...ma quel cazzo di dipinto, dio santo, quel fottuto pittore tedesco è sempre stato in grado di raffigurare la persona nel profondo e come vede la persona stessa. E quel dipinto rappresentava, se ricordo le parole del Leader, il pessimismo di quella persona nel profondo. Il nostro lavoro se colpisce il capo qui da induirla a tenere lontana la gente, era ciò che usò quella persona per sfogare cosa quell'espressione mostra. E quando lo incrociava per uscire dalla sala, lo guardava e borbottava e rallentava un poco per poi proseguire, facendo quella stessa espressione. Eppure lei amava essere ritratta, diceva sempre che nella vita aveva voluto un dipinto e quelle volte che i genitori la trascinavano a visitare una città, sopratutto per le chiese che odiava, lei desiderava che quegl iartisti di strada gliene facessero uno. Desiderava rivedersi impressa dalle mani abili di qualcuno che con lo sguardo, leggeva dentro. E invece ogni cosa era troppo costoso, quello ono poteva farlo, così quell'altro, e alla fine fu solo per Milan, il leader, che lei ebbe modo di vedere al lavoro un artista che la ritraeva. le piaceva molto fissare le persone al lavoro, le loro mani che creavano cose bellissime e vedersi finalmente. Le foto... mh, non è il solo dipinto ma questo lo sai, eppure è il primo se devo fare una lista, a palesare quella parte. Gli altri mostrano altre parti della sua personalità, e diceva quelle poche volte che lo vide appeso, che vedendolo ricordava l'altra faccia della persona, mi pare, qualcosa del tipo che il pittore aveva preso in pieno come si sentiva e avvertiva, e raffigurava benissimo l'animo umano nella sua disperazione dopo aver superato quel limite che porta al dolore, che non svanirà mai. Eppure le piaceva così come al leader. Zidgi dice che colpisce allo stomaco come un animale rovinato dall'uomo, sai gli animali che salviamo e curiamo e addestriamo, quando non hanno più fiducia e solo paura e terrore e sono rassegnati. Lui è sensibile agli animali e ogni volta dice che gl ispezzano i lcuore con quelle espressioni così umane e chiare... "

"...e..."

"Non so cosa sai, ma la questione è che ogni soggetto è una Personalità che cambia e scambia per accontentare il leader. Il problema è che a lungo andare non so, vedo sempre che ognuna è una parte della personalità primaria che esce fuori al bisogno. ma chi le porta ad esserci? il capo... Se quella dei quadri si chiedeva chi foses, mi chiedo il capo cosa pensa di se stessa..."

"non capisco..." seguendolo mentre Kovacs finiva di preparare il tè

"Ci sono cose che il capo può fare e altre che non può fare... non bene tutto, ma essendo sue ombre ascoltiamo. All'inizio lo trovavo fastidioso, sono un militare di un certo livello, ambivo a diventare caposquadra, essere al di sotto dei veterani...ma poi mi sono reso conto che viaggio, sperimento, vivo di tutto e fuori dall'ordinario da cosa volevo. E ormai non mi dispaice. Il leader se la ride sempre quando lei fa e dice quacosa nel suo modo e la trova divertente. E ammetto che questi compiti, anche fingere di essere ora cameriere o maggiordono, sai, fanno parte della copertura e dell'incarico. E mi snto anche meglio perchè vedi Cinq, vedi altra gente che noi facciamo lavovorare nonostante i loro problemi di vario genere e teniamo tranquilli, e sebbene quello che facciamo a quei soggetti non ci eleva moralmente, mi c onsolano due cose, per risponderti in modo schietto. Uno, cosa ricevono da noi e le punizioni non sono niente rispetto a quello che meriterebbero . E due, togliamo di mezzo, senza uccidere, la feccia che come dice il capo, lorda le società. Prenderli tutti è impossibile ma tra questo, l'aiuto a famiglie di qualunque tipo con grossi bisogni così da teneresi lontano dalla malavita, sia per lavori e modi di guadagnare, sia chiedere aiuto alla feccia....hai visto da quando sei con noi, una manciata di mesi che ancora non hanno finito le dita di una mano, quanta gente abbiamo levato di mezzo, che ha rovinato gente in vari modi e avrebbero continuato a farlo. E la giustizia umana non era riuscita a prendere e fargliela pagare. Noi si. E se come militare devo scegliere tra lavorare come gli altri a fare la muffa da qualche parte come prima, a litigare con pazzi religiosi come li chiama il capo, senza concludere niente e vivere come numero delle truppe e... e questa vita... ho fatto più con loro che negli anni nell'esercito regolare. Ho dentro di me la sensazione di aver fatto cose buone e continuerò a farle. NOn puoi sapere la mia amarezza da soldato nel vedere che nonostante tutto, tra i morti dei nostri e di altri paesi, la situazione non è affatto migliorata ma è a uno stallo e..."

Un colpo di tosse li prese alla sprovvista. Si voltarono e notarono che ora cèra una base musicale sotto. NOn si erano accorti di niente, presi dalla discussioni come due vecchie al parco, fianco a fianco sulla panchina.

"Se avete intenzione di spettegolare e farvi i fatti vostri, perlomeno fatelo più distante e non farlo sentire anche ai nostri sacrifici del rito... da quando sno tutti amici sono peggio dei vecchi la sera alla fattoria, quando si riuniscono al fuoco e paiono telenovelas o cantastorie... uff" lamentò Kianta voltandosi verso di loro con rabbia, reggendosi sul gomito sinistro sull'altro bracciolo di dove era accoccolata, fissandoli negli occhi per poi tornare a sventolare quel ventaglio strano che non sembrava da lei, chiedendo quando fosse pronto il tè.

Gask, notando che Kianta aveva girato la testa mentre Cinq prendeva il capofamiglia e lo sistemava di peso su una poltrona simile a quella che occupava, pre prepararlo, strinse uan spalla dell'altro e lo fissò negli occhi "Senti, tu sai niente dell o strano caso... insomma, di come alcuni dei nostri vedano Kianta in più posti mentre dovrebbe essere da qualtre parti?"

Poteva sembrare di no, ma per un attimo a gask parve che sotto la mano parecchi muscoli si fossero tesi, che si fosse nel totale irrigidito, invece quando si voltò verso di lui pareva cordiale e col sorriso.
"No... no,no..! Parli delle dicerie per cui lei è in giro e la vedono allo Chateau? Le ho sentite pure io, ma è assurdo. Il capo non è Gesù o qualche tipo di santo, sai le storie su ubiquità o onnipresenza. SAi che usa programmi con suoi aggeggi, sprite, animati intendo... ah lo so non capisci di queste cose, di solito gli sprite, in informatica, sono immagini bidimensionali, Sono sia statiche che dinamiche, nel senso di ferme o che si muovono e come base dei test di riproduzioni di persone reali, usano questi sprite animati per studiare un modo di riprodurre immagini parecchio reali inconfondibili e trarre in inganno... è tutto qui, sono solo del sistema di visualizzazione..."

"Tanto da prendere un cestino che uno dei giardinieri aveva accanto con fiori che aveva appena messo, e portarselo?"

Kovacs stava trafficando sul tavolino per il tè, e rimase fermo come congelato come se riflettesse, o meglio qualcosa gl ibalenava nella testa. Voltò lo sguardò verso Gask come se qualcosa nella tua testa avesse un dubbio, cèra, per poi sorridere e fare un cenno di no con la testa "non può essere... Nah, tranquillo, è solo qualche sprite o un modo come facciamo qui per mascherare delle cose. Anzi..." fece guardando l'orologio che teneva sul polso destro, guardando poi gli altri due che fecero un cenno con la testa e siavviarono come rigidi pinguini come avevano imparato per emulare dei maggiorodmi, verso la porta. Due individui, che Gask riconobbe come i prestigiatori ed illusionisti che lavoravano per loro e affiancavano sempre Kianta per i giochetti di come diceva lui. Erano coloro che facevano tutto il lavoro manuale, come lo definiva, sostituendo con oggetti reali le illusioni che i sistemi nei box quadrati creavano con laser, come fossero reali. E infatti il gioco iniziò in quel moemtno, mentre prendenvano posizione e tenevano dietro la poltrona due borse.

"Dimentica questa cosa... non credo sia qualche stregoneria che piace al Leader o qualcosa di strano, perchè io seguo sempre il Capo e ti assicuro che non ha poteri strani, ora resta accanto a lei per controllare la sicurezza in generale e..."

Si bloccò, così come tutti gli altri quando dalla porta alla loro destra, guardando verso i prigionieri, quindi dopo le colonne che dividevano due ambienti, non entrò un giovane sui trent'anni indaffarato per alcuni oggetti che teneva in mano, per poi fermarsi osservando Kianta che in linea, gli veniva di fronte e poi la situazione intorno. Ebbe alcuni attimi di comprensione, lasciò cadere la roba e fece per scappare da dove era venuto, ma Kianta sorrise con sguardo carogno e disse solo "Meepit!"

Gask, Kovacs e tutti gli altri videro un lampo azzurro nella poca luce notturna esterna per l'illuminazione artificiale, che si fiondò su un braccio del ragazzo, facendol osbattere contro uno stipite con una tempia e la spalla. Lasciò il braccio mostrando per un attimo i denti aguzzi che rientravano, formando di nuovo quella specie di grosso criceto che le piaceva e teneva sempre come piano b, c, d fino alla z in base alla sitazione, apparendo un puccioso roditore da abbracciare. Così lo definivano molti uomini e molte colleghe donne che lo amavano, almeno le versioni di robot-aiuto di altri colori che operavano e avevano diverse funzioni. Quelli da campo, no! Una volta Jd ridendo disse che no nsapeva se dovevano pagare i diritti a qualcuno, come per dire che avevano roba riusata tenuta segreta. E non solo l'aspetto preso in prestito.

"Finalmente, credevo che non arrivassi più... " fece Kianta sorridendo.

Il ragazzo tenendosi il braccio ferito e stordito se la svignò a quattro zampe verso dentro, seguito dal buffo robottino criceto che zampettava con gli arti piccoli e tondeggianti. Le braccia parevano essere delle protuberanze ma sotto l'aspetto paffuto celavano zampe retrattili come i gatti, muovevano il naso come un coniglio, sbattevano le palpebre, muovevano le orecchiette a punta e la codina a batuffolo, e camminava come un pinguino, con fare ondeggiante ma più armonioso, non come un impedito. Aveva funzioni specifiche essendo unità di supporto per lavori esterni. E Kovacs rise vedendo quel tizio gattonare come un disperato e il robottino che gl istav dietro dondolando nel camminare sulle zampette, finchè l'occhio tondo e caruccio non mostrò il cipiglio incazzato, che Gask sentiva da Alaric come , e dargli un colpo di muso con un salto sul dietro. Il ragazzo urlò e si rialzò sulle gambe.

Kianta nel mentre sempre seduta, contrinuava a farsi aria col ventaglio con un sorriso, finchè come annoiata con il mento sulla mano sinistra, col gomito sul bracciolo, non disse al meepit
Il robottino continuò a dondolare con occhio cattivo finchè il ragazzo non si voltò a guardarsi intorno e questi si appallottolò come una palla prendendo velocità, sfrecciando sul pavimento decorato e atterrò di testa sulla pancia, facendogli perdere tutta l'aria dai polmoni e una sederata a terra.
"Inibiiiiitelo!!!" fece Kianta, voltandosi verso Kovacs con un lancio d'occhiata tra lui e il tavolino

"Subito!" fece l'uomo, andando a finire di preparare il tè

Zidgi e Django presero il tizio e lo posizionarono insieme agl ialtri. Era il figlio maggiore dei padroni di casa e Gask comprese che Kianta lo stava aspettando, facendogli trovare la situazione che gli si era parata davanti. Le si mise accanto e osservò la scena, finchè Kianta non iniziò un discorso.

"Adesso che tutti i presenti al rito sono insieme, che si inizi questa cerimonia di legamento e morte. Benvenuti a questa notturana festa di follia e disperazione. Cominciamo il Gioco delle grandi occasioni, il gioco della verità. Il Rito di annientamento. Tu sarai il mio avversario e mio compagno di gioco, non ci sarà intorno a noi che un campo di sfida, come una scacchiera..." e nella stanza iniziò a mutare tutto finendo in una sorta di piano con il pavimento come una scacchiera, e un vuoto come senza fine e Gask sapeva che stava usando il sistema di proiezioni, la fissò mentre parlava perchè si era alzata in piedi, con le mani in alto come presentazione dell'ambiente. "Non ci saranno pause, niente interruzioni, ma è il turno di iniziare la partita. Che sarà inclusa nel rito e in base alle risposte che darai e alle mosse, guadagnerai le caselle necessarie per giungere alla porta " indicando con un dito della mano sinistra una porta là dove enlla realtà cèra la porta che conduceva al resto dell'edificio, alla sua sinistra, sebbene apparisse chiusa "Fa avanzare le pedine che avrai a disposizione. Abbatterò le tue idee infantili di vincitore e superiorità, mentre tenti di dimostrarmi che vali. I sette peccati da voi commessi verranno lavati la dodicesima mossa del senso gioco, terminando senza intralci, poichè le vittime sacrificali vivranno il giusto rito di pentimento. Berrete il vino color del sangue delle vostre vittime, così da collegarvi con loro in ogni senso. Spererete e supplicherete fino al midollo.Su, primo sacrificio, alzati e presentati al mio cospetto. Sarai colui che dimostrerà il valore e otterrà l'apertura della porta della salvezza? Altrimenti, prostati e presta il giuramento all'anello. Sottomettiti al più forte come facesti con le tue vittime, finchè ogni tuo peccato non sarà lavato. Ogni cosa per te sarà dolce e amara e il condimento che userò si chiama disperazione..I tuoi lamenti saranno come dolce melodia d'orchestra, ogni tuo urlo e goccia di sangue ripagherà il tuo peccato. Che soavità le tue grida, perchè lo farai, e farò in modo che avvenga.... Il giudizio finale sta per essere emesso con l'ultimo atto di questa notte di gioco e dance macabre. Nessuno può emendarsi dal peccato che scorre nelle vene..." indicando poi ognuno di loro con un dito "Tu sei senza peccato? Quanto sarà pesante il mio castigo? Ti accorgi delle voci senza voce che hai fatto tacere? Ti accorgi dei tuoi peccati? Tu sei senza peccato urlerai, ma quanto sarà pesante il mio castigo? Sarà il Gioco a decidere e le tue azioni e scelte..."

Tenne la mano come a stringere qualcosa e tramite i laser comparve un calice. Gask aveva imparato a conoscerlo anche nelle feste a tema religioso dello Chateau. I calici non erano di metalli preziosi o metalli in generale. Ma un legno particolare, che gli avevano spiegato fosse il Padouk, o legnocorallo,Padouk africano. Era parente come colore del Mahogany, conosciuto comunemente come Mogano e si differenziavano per il tipo di durezza e la resa del colore asciutto e lavorato. Uno rosso sangue vivo o color sangue essiccato, l'altro il colore mogano meno sanguigno.
Rosso sangue vivido passante con l’essiccazione al marrone porpora con venature rosse, molto duro e utilizzato per pavimenti, mobili d’alta classe, tornitura di fantasia, intarsi, manici di utensili e coltelli, remi, pavimenti. Per mantenere la colorazione rosso vivo dev’essere verniciato velocemente evitando esposizione alla luce prolungata. Il colore vivo tipo sangue era impiegato per ambienti particolari, adatti a riti e simili o oggetti specifici. Come in quel caso.
La coppa presentava la ciotola contenente il bicchiere di un terzo tutta l'altezza, panciuta e bordo in fuori, che continuava verso un'altra sezione bombata e il gambo, a forma eliocoidale traforata, per terminare in una base alta un dito e bombata ai bordi. Le venature del legno aggiunte al colore normale la rendevano come sporca totalmente di sangue vivido e lucente, acnhe per la vernice protettiva e l'oggetto era stato tornito a mano senza luso di macchine se non un apparecchio che tramite azione manuale di un secondo soggetto, si ruotava una manopola tonda grande con manovella che faceva ruotare il pezzo di legno mentre veniva tornito per la forma principale con strumetni e bulini manuali.
Dalla coppa scaturì uno straripamento e una fiumana di sostanza un pò meno liquida dell'acqua e rosso sangue che scese sulla parte esterna, poi sulla mano e per terra, creando una pozza. Con un gesto della mano verso l'alto con grazia, Kianta mostrò come quella sostanza rossa evaporasse quasi, con le gonne che si sollevavano come una gravità opposta e formassero, unendosi, tantissime libellule.

Uno degli illusionisti prese una panca e la spostò davanti a lei, che divideva Kianta dai soggetti che la stavano osservando, mentre il secondo nascosto e nei momenti giusti metteva nella mano una vera coppa identica. Per questo lei si posizionò al centro della panca che era stata messa durante lo scambio da illusione a coppa vera, preparata con una tovaglia ricamata riccamente, guardandoli con occhiate carogne. Risollevatasi, aprì le braccia all'infuori e gli illusionisti posizionarono le altre, una per ogni membro o sacrificio e dopo aver trafficato sul tavolino dove Kovacs aveva preparatò il tè, spostato poi su un nuovo carrello porta vivande, si collocarono passi indietro a lei, a destra e sinistra, con delle caraffe in vero argento totalmente cesellate e lavorate a sbalzi. Due attimi dopo erano intenti a versare dal beccuccio elegante con rilievi di forse viticci qualcosa di un pò denso e rosso scuro, finchè non finirono tutte le coppe.

"il rito di questa sera non è unico, ma raro. Avete giocato con le persone sbagliate e purgherete i vostri peccati a modo mio. Cinq sarà l'arbitro e deciderà lui i vincitori e vinci in base alla mano di gioco e invece di morire soffrirete per ogni sbaglio o mossa che farete...."

"Sorridete" fece Cinq riportando al centro, prima della panca la poltrona con l'uomo, spostandolo con Zidgi e Kovacs di peso "la grandiosa strega delle cento ore vi porge un enrome regalo. Si, si..." fregandosi le mani e guardandoli. Sebbene il gesto sembrasse lascivo e untuoso, faceva l'effetto opposto rapportato al tipo di soggetto tuttì'altro se secco e allampanato come ci si aspetterebbe

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Capitolo 41
*** 31.5 ***


Gask era disteso sul letto di Kianta, si era addormentato un pò finchè non si svegliò, mentre danzavano davanti agli occhi le pagine dei Resoconti di Lia che aveva deciso di leggere. SOlo poche persone potevano accedervi, e alcune di queste anche l osapevano. Si guardò accanto, la parte di letto dove doveva esserci lei, era vuota. Il letto era in legno intagliato e di stile antico, ma non pacchiano e troppo pieno di fronzoli fiorati e simili. E a una piazza e mezzo, un errore aveva saputo di Milan nell'acquisto di quel materasso in lattice, aveva fatto si che lei avesse un letto in parte moderno e più ampio, permettendo ad entrambi di starci senza problemi. Niente a che vedere con il Kingsize di Milan, e sebbene il legno di ogni mobile desse un tono antico alla stanza, non dava fastidio o risultava antiquato in modo brutto, come aveva visto in altri luoghi che usavano come Avamposti o Torri. Milan gli rispose . E Kianta dopo che erano diventati amici aveva commentato piccata .

Gask sorrise, quei due erano amici eppure sembrava sempre che lei lo controllasse e sfidasse. Sapeva che cèra qualcosa, dietro ma non voleva pressarla con domande e simili.
Controllò dove fosse e la vide seduta a terra, nel cubicolo come lo chiamava, che si formava spingendo indietro la speciale finestra. Trovava strano il meccanismo, gli infissi originali erano danneggiati e sebbene Milan preferisse sempre mantenere il corpo principale nello stile più naturale possibile, in zone laterali, che davano a destra a sinistra verso i due boschi diversi e le zone aperte, aveva fatto installare quegli speciali infissi che, tramite un meccanismo, creavano unasezione piccola ma extra da cui vedere tutto intorno, sopra e sotto compresi, con l'anonimità delle pellicole che non permettevano di vedere l'interno. E lei usava quel box che si creava, sicura che sia la struttura antica resistente e per il materiale degli infissi non cadesse o ci fosse un cedimento. E Doveva ammettere anche luii che era uno spettacolo dall'ultimo piano in quel box, quasi tutto trasparente. Spaziava perfino oltre la mini sezione laterale, sotto il box,di giardiano e passaggio per la parte esterna posteriore dell'edificio e poi più in là, verso stalla e pascoli e bosco, fin dove si vedesse. Milan invece aveva le finestre dall'altro lato che cadevano sull'altra striscia di giardino ma tramite balcone, la stanza di Kianta era una delle due senza balcone da quel lato, mentre Milan aveva tutte le finestre e balconi dell'altra ala. Prendendo tutto il corridoio come sue stanze personali, vedendo quindi oltre che davano alle varie sezioni di allenamento esterno, i box superiori del parco macchine e strutture fino alla base della montagna. Non aveva mai capito se lui si mangiasse le mani per lo spettacolo migliore che Kianta avesse, sebbene montagna, bosco e aree verdi erano visibili e fruibili dai balconi dell'amico, ma sapeva che Milan aveva preferito prima dell'arirvo di Kianta di quelle stanze quindi Amen. Andava così.

Kianta era seduta in posizione di loto dandogli le spalle, al centro del box, sebbene di norma si mettesse con le spalle poggiate agli infissi di traverso alla mini stanza trasparente, guardando fuori, con in mano la pipa che fumava con dolcezza qualcosa di aromatico, ma non fastidioso. Lo spettacolo del cielo notturno da loro era mille volte meglio in altre zone, avendo meno illuminazione cittadina, con un controllo dell'inquinamento luminoso, tramite lampioni speciali a luce tenue e meno invasiva. I gruppi di turno di controllo erano posizionati in speciali strutture come i tobruk, presa in prestito dalla seconda guerra mondiale. Ma era la prima volta che lui ne vedeva qualcuno che, come ridevano i ragazzi, sembravano delle supposte nascoste nel verde.
Inizialmente le originali e molte ancora esistenti e conservate per memoria storica, erano fortificazioni militari difensive di piccole dimensioni, di varie forme e posizioni che erano definiti anche mini bunker, perchè i più piccoli non avevano zone scavate al di sotto ma solo quadrate, o forme che contenevano massimo sei soldati ammassati, con diverse specializzioni.I fori servivano per una copertura durante le fasi di sparo e quei cilindri a punta che contenevano massimo due persone alla volta in piedi, avevano un'apertura e dei fori laterali ed erano immersi in piccole zone di architettura paesaggistica con ornamenti di piante o fiori rampicanti che nascondevano la posizione delle guardie. Queste avevano luce interna che potevano accedenre e creav auna suggistiva visione esterna, ma con luce spenta era un ottimo luogo per guardie e cecchini, la cui visione spaziava per le mini finestre a trecentosessanta gradi. I turni di guardia solo per quella funzione era di sei o sette ore, quindni non era previsto bagno come nei mini bunker originali, mentre l'architettura paesaggistica totale con statue, il tobruk, sezioni di piante e fiori sapientemente posizionati, permettevano di stare seduti in determninati punti mischiati all'ambiente, con uniformi notturne specifiche con colori che si mescolavano alla posizione e struttura, così' da mischiarsi come se avessero tute mimetiche.
E per casi eventuali durante i turni, erano dotati di speciali occhialini di ultima generazione meno ingombranti che facevano sia da visore notturno che di visore di calore, per determinare presenze intorno. Ogni divisa di ogni membro che operava e che dovevano mettere per l'esterno, era dotata di un particolare spilla che i due tipi di visore notavano e mostravano per calore o riflessi di luci, così da capire subito se era un compagno che solamente si muoveva in giro o meno.

Sapeva che a volte molti di loro avevano urlato disperati al fantasma a causa di un mantello quasi impalpabile perlato, o non sapeva come di seta bianca di alta qualità, che kianta usava di notte. Da quando erano amici non l'aveva mai vista uscire con quello e ne l'aveva visto negli armadi, eppure dicevano che la vedevano lo stesso. Ma accadeva quando lui dormiva? Quel dubbio ancora non era sparito, ma accadeva ancora che la vedessero quando invece erano insieme, missioni o meno, essendo ormai amici da stare più spesso vicini.

E ancora, sebbene a Kianta piangesse il cuore indossare seta di prima qualità, sapendo che di sicuro era stata fatta non da bozzoli di baco normali ma da quelli stufati per uccidere l'animaletto, e non avere alla fine un rotolino di seta rotto per la fuoriuscita dell'insetto. Lei preferiva capi creati con i bozzoli anche bucati, non le importava la qualità o pregiatezza, la seta era comunque seta, e uccidere un animale solo per un filo intero e intonso invece di vari spezzati, la rendeva triste. Eppure le piaceva indossarlo camminando nei giardini quando non riusciva a dormire e molti si erano presi la strizza perchè con le luci basse e calde, quindi non come uno stadio ma con pozze sparse di luce e attraverso gli apparecchi, seguivano la figura strana per il mantello che era diventata lo spauracchio di molti. Kianta si infuriava, sebbene da quando la andava a trovare la sera non era mai uscita per quello, perchè secondo lei aver paura di ciò che è morto era inutile, erano peggio i vivi dei morti, anche se si parlava di zone infestate. Non l'aveva mai vista girare di notte e capire cosa vedessero gli altri, odiando avvisare di cosa faceva, ma se la rideva comunque perchè molti avevano paura quando lei perdeva la pazienza o si incavolava. Vederla come spettro spaventoso era assurdo.

Lei pareva non aver capito che fosse sveglio, se avesse notato che si era addormentato, e invece di vedere l'ora, Gask portò gli occhi sul tablet dove aveva visualizzato le parti scritte dei Resoconti. Sembrava che Kianta fosse di malumore, vedeva la sua schiena e basta, notando quando metteva il bocchino in bocca ogni tanto, alzando la testa per fissare i lfumo che diventava evanescente, e aveva la sensazione che non fosse solo impedita nel dormire . Così per un pò non fece che guardare il pad e osservarla, riportando gli occhi sullo schermo.



Alzata di occhi verso la schiena di Kianta. Iniziò a leggere comprendo solo parti di tutto ciò che cèra scritto, come se sovrappensiero.




Alzata di occhi.





Alzata di occhi.



Alzata di occhi.

-... se la vita fosse un film sarebbe meglio, potresti sceglier il finale, come si svolge. Potresti fare un sacco di cose che la vita non ti permette. Tu ora fai solo l'attore, ma il ruolo non te lo sei scelto mica tu, quindi sognare è un modo per andare oltre, quell'oltre che la vita nega o blocca perchè non sei omogeneo... Potrò mai pensare e dire -𝘗𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢 𝘪𝘯 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘮𝘪 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘷𝘰𝘭𝘶𝘵𝘢… 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘴𝘦 𝘧𝘢𝘤𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘧𝘪𝘯𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘰𝘴𝘢?- cambiare e migliorare sono due cose diverse... gli esseri umani possono cambiare le loro vite cambiando le abitudini mentali....tutti i significiti, tutti gli obiettivi, e ogni cosa che sia stata mai desiderata ...torna adessere dispersa -

Alazata di occhi.




Alzata di occhi.

"Pazzo è vivere come una nullità, pazzo è farsi umiliare e farsi calpestare per il pensiero dell'educazione senza usare astuzia ed elegante strozzagine come fanno molti..., trascinarsi in una miserabile esistenza quando hai un lupo chiuso nel tuo corpo e la chiave per liberarlo ma non puoi o in mezzo alle persone non.... An invisible wall suddenly appeared.... la vita fino ad allora era stata vuota, ma non perchè mancasse lui ,ma perchè mancava la vita stessa. Nessuna scelta, ogni istante di vita programmato e forse, cosa peggiore, la consapevolezza che tutto poteva cambiare ma nessuno avrebbe fatto il primo passo... Strano come il tempo abbia due modi differenti di scorrere, la velocità affrettandosi a raggiungere il futuro perchè tu vi sia catapultato e la lentezza con cui cerca di staccarsi dal passato ma non riesce neanche a pagarlo... la vita deve stare così stretta, devon odesiderare la morte come la cosa più bella del mondo, così tanta disperazione da chiedere come merde di morire e finirla lì...-

Alzata di occhi.

-...tu non vuoi essere felice? A me basterebbe anche una normale felicità, aver eil necessario per star bene e fare del mio meglio per fare qualcosa per il mondo che io stessa dovrei vivere... perso la speranza di vivere perchè estranea al mondoesistente, e parlo sia dell'ambiente che del resto fuori a dove...
Odiare tutti i religiosi perchè per le loro mancanze si rifugiano in speranze fallate, nelle parole di testi inventati da pastori e ripresi per dare una morale alla gente scema. peccato... che seguiamo come umani nel vissuto giornalmente, ci sia qualche altra cosa, al di là delle legge, che no nsi dovrebbe fare e questo perchè siamo Umani... Dovremmo essere oltre ma al gente lo mischia con le leggi divine, di Dei che sterminano i -loro nemici- che poi altri non osno che altre persone che vivono in modo diverso, basta che non rechino danno, e non credono in quel loro dio---- non cèra bisgno della religione per esser e moralmente giusti... non oddisfatto il minimo di quello che volevo vivere, sentirsi insignificante. NOn superare i quaranta anni, accettare la morte come una cosa naturale da anticipare....no speranza di vivere, semplicemente niente fattori meritevole per continuare...e odiare ancora di più chi faceva capire che si era egoisti a pensare per se andandosen... soffriew così tanto tacciati di ignobiltà, affermando di pensare prima a chi restava-

Alzata di occhi.

-...Ti prego gli vorrei dire, se esistesse, dimmi qualcosa che possa portare con me per sempre perchè sia di conforto sapendoti esistente, non importa in che piano, ma perchè possa pronunciarlo e sentirti accanto come se la mia anima fosse una sola e in pace... dietro ogni persona cè una vita che non gli ha lasciato scelta... l'arte è prima di tutto un godimento... un urlo nel silenzio, se si spegne ma il suo eco rimane nella mente, fino finendo per restar solo col ricordarlo, e così diviene eterno... Ora capisco. Se voglio vedere qualcosa, devo solo aprire gli occhi. E mi rendo conto che tutto quello che ho davanti fa parte di qualcosa di importante. Anche se vederlo è ... molto doloroso...-

Alzata di occhi.

-..Tutti dicono che l’amore fa male, ma non è vero. La solitudine fa male. Il rifiuto fa male. Sentire una perdita dentro fa male. Tutti confondono queste cose con l’amore, e fin qui ok. Ma poi iniziano a dire l'amore è tutto ed è la cosa meravigliosa. NO, il troppo amore può far male, così tanto... per quanto cerchi di arginare, succede ciò che deve succedere, ineluttabilmente! E io sono una persona che non si arrende.. e dico ciò per esperienza... Mi domando il quarto come dovrebbe essere, alla fine. Così assurdo eppure reale, e non immagino l'aspetto...-

Alzata di occhi.

-... e la manifestazione del contenuto della tua coscienza , cioè è quello che tu sei ... è scritto in ognuno di noi, nelle nostre cellule cerebrali dall' origine della vita fino ai nostri giorni , cioè la memoria delle esperienze. Vissute....e che si manifestano in ognuno di noi attraverso le gioie, dolori , ansie , inquietudini , paure che sono il contenuto della nostra coscienza e che fa di noi un essere umano . Anzi la singola e unica persona, irripetibile in una nuova Personalità che dovrebbe ricominciare da capo... comprenderle , e se possibile andare oltre....un susseguirsi di causa - effetto, causa - effetto , come un oroborus e si cerca la possibilità di uscire da questa catena , attraverso la conoscenza di sé...ci rivelerà il perchè della nostra esistenza . Ma conoscere se stessi è molto difficile .... Il destino non esiste? ... Quello che noi chiamiamo presente è in effetti a demarcazione del passaggio tra i due stati, e questo istante effimero si manifesta nella più totale oscurità, facendo si che tutto ciò che ne scaturisce... quando li elaboriamo, percepiamo, sono già passati. Vivere, è percepire il passato del nostro futuro...Pax et bonum-

Alzata di occhi.

-... Infatti, perché gli umani sono portati a dare la colpa al qualcuno, E un modo per scaricare le colpa al destino, quanto noi siamo liberi di decidere cose e spagliato o giusto, senza esserne prigionieri del destino... In qualsiasi circostanza della vita, la cosa più pericolosa da fare è stare immobili...
Ognuno è artefice del proprio destino... l'ego, è l'unica cosa che ti impedisce ti esser everamnete libera, ucciderlo.. alcune cose prescindono da tutto ciò che si faccia.... Sono punti di vista....-

NOn riusciva a capire niente, tutto gli ballava davanti e ogni frase non gli entrava in testa. Così sbuffò e fece slittare i l dispositivo di lato, guardando il tetto decorato. Voltò la testa a guardarla, non si era mossa di un millimetro se non il braccio, per fumare.

"Esprimi un desiderio."

Kianta voltò solo la testa col mento verso la spalla, cercando di raggiungerlo con chi occhi ma non per guardarlo. Faceva sempre così quando voleva dimostrare di dare la sua attenzione ma non era di umore neutro o felice.

"Per fare cosa..."

"Immagina di voler qualcosa, un desiderio che vuoi realizzare che vuoi... quale sarebbe? Immagina che sia io la stessa cadente" ridendo, facendo ballare anche il letto nel seguirlo

"E se non avessi niente da desiderare? Voglio dire... E se avessi tutto quello che ho sempre voluto, desiderato? Tu sai che io sono nata di fatto pochi mesi fa... se dici di dover scegliere..." scuotendo la testa "perchè lo fai, se mi hai anche osservata come hai specificato? E tu sai che non mi piace questa cosa, constatando che tu sei maschio e mi infastidisco per questo..." mentre la vedeva muoversi per mettere nella pipa altri elementi, chiedendosi cosa avesse scelto

"Allora desidera che non cambi niente. Come non detto, volevo solo..."

"le persone... hanno il brutto vizio di credere che osservando qualcuno con chissà quale motivazione, allora conoscono la persona... ma cè più di questo. Tu vuoi essere mio amico, eppure mi fissi come un gufo per capire e avere le risposte alle tue domande. Ma questa cosa si costruisce col tempo e tra persone giuste... Non esistono segreti tra noi e loro, riescono a comprendere tutte le nostre emozioni, anche se facciamo di tutto per nasconderle.... CApisci cosa intendo?" rivoltandosi in quel modo

"intendi il concetto di essere amati per quelli che si è, e più precisamente, di essere amati nonostante quello che si è?

"chi... chi mi mostra considerazione di affetto come dici tu?" fece lei rimarcando un vecchio discorso

"... amare quello che c'è, quello che non c'è non c'è..."

"La smetti di ripetere frasi sentite? Sto parlando seriamente e voglio che tu lo sappia. Il fatto che ho ammesso che non ti odiavo e alla fine non mi davi fastidio, non ti deve portare ad alzarti su chissà che piedistallo. Ti ho ascoltato tra le rovine, ho accettato i miei sbagli e ho chiesto scusa. Tu hai iniziato a far pressione per essere amico e sei finito per piazzarti qui con la scusa di farmi compagnia, perchè sto lontano da tutti... avrei dovuto farti stare sul divano, invece di cedere... e poi sono cattiva, per tutti!"

"Andiamo, ti voglio bene..." fece lui con un sorriso ma lei rise alzando la testa inditro

"Devi ancora imparare molto su di me... da prima del ME ad ora..."

"Parli di Lia? Il fantasma dello Chateau che fa tremare tutti? Ha la sua storia ma..."

"per lei in parte non doveva accadere, come se io non fosse mai stata qui. Ma Milan disse no, come lei aveva ceercato di ridare ciò che spettava agli inutili e invisibili, le disse che avrebbe vissuto nella parte che tutti lasciavano ancora accettata e presente. E da chi non voleva figli e il senso di eredità che tutti invece pensano, è davvero tanto! Ma non cè solo questo. Tu pensi di conoscermi, spiegami allora innanzitutto perchè lei non voleva essere ricordata e voleva andarsene..."

"...Mh, parli del senso di essere nonostante non volesse ancora presente,e molto, in tante cose?DA quello che ho capito, spero di riportarlo bene... quando il mondo diventa troppo crudele, allora ci rifugiamo in un uno nuovo, dove siamo veramente noi... può essere un rifugio o potrebbe essere un inferno, può essere il paradiso, può essere una condanna. Importante è aver conferito a questo mondo un significato... era attaccata a quell o che rimaneva della sua suoa zona di confort, incapace di lasciarsi il passato alle spalle, spezzandola. E sul perdere e di perder ogni cosa... Conosceva i domani che non sapevano come fossero, a causa dei giorni che passavano identici, e ormai conosceva come tutti uguali. NOtte agognate per scappare nei sogni, cnotro i giorni composti da smarrimento, stanchezza e dolore e sonno. Per dimenticare ma acnhe scappare e costruire e un altro luogo per lei.E lo faceva con dissociazione della personalità, per sfuggire alla realtà in cui non risconosceva se stessa..."

"Mi auguro non sia solo ripetere a pappagallo. E io, perchè esisto?"

"Per essere una nuova lei da zero, perché rinascere vuole dire costruire.."

"Sembri una scolaretta... che dici di me, veramente?" guardandolo girandosi col busto

"Dipende dell'argomento. Io penso che tu creda in qualcosa, e che può diventare realtà. Se qualcuno crede che esista il posto per sè, allora senza dubio quel posto esiste e può trovarlo... come per Lia, magari se trovi il tuo posto in cui credi davvero, tutto il tuo passato come fu per lei se riusciva, sarebbe sfocato, diventando fumoso in confronto all'importanza del tempo che..."

"Cosa... perchè tu sei qui e tutto cambia? E' questo che stai dicendo? Hai fatto cosa, parlato con Milan? perchè mi sembra un dialogo dei loro..."

"Ti giuro che non è così... l'ho letto e mi è sembrato che, non so, fosse lo stesso per te. Come se nulla fosse cambiato... fino a quando qualcuno non ti ha accettata..."

"Smettila..."

"Sto dicendo sul serio. Forse non sei abituata a parlarne e con tutti, ma ascolta. So bene che hai dei problemi interiori, ma non devi per forza affrontarli da sola. Se non ti piace aprirti è un conto, ma che non trovi nessuno con cui condividere e affrontare queste cose, magari non è detto..."

"Ah, quindi cosa... ti stai offrendo per caso?"

"Non mi va quando hai quelle espressioni. E mi volti la schiena. Preferisco quando sei tu che sorridi..."

"Nah..."

"Non credi che magari potresti affrontare la vita in modo diverso con qualcuno vicino?"

"Fai sempre questi strani discorsi, ma parla tu, di te stesso, per una volta. Cosa vuoi esattamente? Siamo amici, ho accettato che tu venissi a traslocare qui tra poco,questo sembra che hai fatto come se non avessi una camera tua, perchè dici che entrambi ci sentivamo soli e potevamo passare del tempo tra amici. Peccato solo che tu sei maschio e io femmina, per la maggior parte dell'umanità l'amicizia tra sessi diversi non esiste, sbagliato, peccato che hanno un punto che condivido. Alla fine la parte maschile desidera di più, e ciò che vogliono tutti i maschi. E non dirmi che non è vero, sei come una piattola per prendere le parole di Legeia. Non sto dicendo negatività, ma facendo una constatazione... ho l'impressine dall'inizio che tu non pensi come me le cose, quindi cerchi di fare discorsi come con Milan e io, e prima Lia, per giungere a un fine...peccato solo che con MIlan è un cosa, con te un'altra..."

"Quindi?" fece lui buttando i piedi più dal letto per sedersi sul bordo del letto

"Te l'ho chiesto anche prima, tu cosa vuoi esattamente? perchè nonostante tu abbia una ragazza che io posso affermare con sicurezza essere ottima come persona, nel villaggio vicino, che pare budino quando andiamo là o viene a portare roba per gli scambi e ti vede.... tu sei qui, invece di là con lei. E sinceramente valutando pro e contro, con me perdi..."

"Quindi mi stai dicendo che dai valore alle persone e fai un confronto...?"

"..." voltando nuovo la testa verso di lui ma non per guardarlo "NOn scherzare. Ho già ammesso che odiavo la situazione creatasi prima dal CApo, poi tu che vieni qui, il perchè sopratutto, e poi guarda caso appena parliamo dopo le rovine e ti dico che non volevo ammettere le cose, il tuo Capo muore... Ho già detto che mi dispiaceva di averti trattato male e con atteggiamenti di odio, ma ancora adesso affermo che l'ho fatto perchè non mi piacevano situazioni di cui non fossi sicura. Che vuoi che ti dica ancora? SI, da quella volta che siamo visti dal tuo Capo e tu emulavi spiderman su quella balaustra, sembravi come fuori posto per me, tra quella gente. Impressione, certo, ma anche dopo quando venne qui con te e gli altri scagnozzi. Ma nulla, dissi, è solo che il tuo era diverso perchè non eri ne di faccia, ne di atteggiamento ne altro feccia come loro..." fumando e osservando il fumo "poi Milan per parlarti una mezz'ora o più quel giorno, decise che voleva che fossi dei nostri. Ma il tuo capo niente. E come per magia tre giorni dopo eccoti al cancello. E poi facesti quella cazzata..."

"Lo so, è stato uno sbaglio..."

"Ma acnhe quella volta, l'odio che provavo per ciò che facesti... non era commisurabile a tutti gli altri che ho portato all'inferno e ritorno... " chinando la testa verso l'altra spalla "e questa cosa mi faceva incazzare di più. Poi hai iniziato ad essere ben voluto da tutto e fare i cavoli tuoi, nonostnante le regole e la tua posizione, equiparandoti al livello di tutti senza dare il buon esempio. E per Milan era tutto ok, ma trovavo assurdo che andava tutto bene anche se le regole erano scavalcate. E' per le regole che questo posto è quel che è... e invece tu e Milan, con gli altri, avete iniziato a comportarvi come liceali spensierati, facendo come volevate. E il tuo continuare, e continuare a trattarmi e avvicinarmi, come se fossimo stati sullo stesso piano. Il darmi del tu, trattarmi come amici, come se ci conoscessimo, facendo il caruccetto e tranquillamente pure davanti a tutti. E ancora di più, non provavo fastidio quando mi stavi appiccicato sia come piattola nei tempi normali , che quando Milan e Jd mi oblbigavano ad averti intorno come ulteriore spalla. E quelle volte che ti sei permesso di toccarmi e prendermi per un braccio... il nervoso che mi è salito constatando che non mi dava fastidio, ribrezzo, schifo come per tutti gli altri. E non capivo... E non voglio capire. Ecco perchè non sono contenta della cosa. Da quando mi sono svegliata ho assistito sia vie ad etere, connesioni radio, multiple, satellitari, body cam o io stessa di persona. Le cose che ho visto... all'inizio stentavo a credere che l'orrore che vedessi fosse reali. Avevo letto e studiato prima, la prima settimana, del mondo terrificante degli insetti e cosa celano di orribile. Questo perchè volevo conoscere le informazioni sulle api, le libellule che a Lia piacevano e perchè... e poi cosa si annida in quel mondo! Ma quando vidi le azioni umane e a cosa portavano, non capì come potesse essere aneche miminamente possibile qualcosa... del genere. Per sapere se anche la Personalità primaria aveva remore nell'accettare tutto ciò, lessi i resoconti, che sono esclusivi di pochi persone, e sconosciuti ad altri. E capì che, sebbene per molte persone in generale Lia potesse essere vista come dura, terrificante, un angelo oscuro braccatore, in realtà faceva solo ciò che nessun altro faceva. Pulizia e sistemazione. E lessi le cos eche lei aveva visto prima e dopo l'essere entrata qui...

"..."


" E vidi i video di prima, di cosa si celava nelle registrazioni delle missioni e incarichi, e che fosse tutto reale. Abusi e torture, trattamenti disumani e persone viste come oggetti da usare e gettare al bisogno. Ma più di tutto fu vedere la verità celata dietro il termine sesso, e io non accetto verità addolcite e nascoste. E osservai le camere nascoste mentre si perpetravano quelle cose per avere prove e... compresi che questo mondo si regge su alcune cose chiave. Potere, denaro, classicismo e sesso. Milan può tentare quanto vuole ma per fare cosa vuole, è necessario un arco di tempo adeguato perchè i soggetti malati, e intendo nella testa, cadano e spariscano, lasciando il posto a quelli nuovi con mente non avvelenata. Ma anche lì è un problema. Le menti malate per il concetto della famiglia, crescono i nuovi, ammordandoli con il loro schifo. E quindi, se non erano come me, scriveva Lia, a che serve tutto se è radicato nella testa da avere nuovi cancri nella società? Si era visto con la liberazione del suo paese dai fasci, cosa accadde! Tutti quelli che erano pro lo schifo che era stato perpretrato, chiusero la bocca e ottenne tutti i benefici che la costituzione portò, ma dentro rimasero marci e crebbero altri marci, oppure creò gruppi, i nuovi fasci e altri nomi, e così ancora oggi cè quello schifo in giro. Quindi lei stessa disse che non era auspicabile un piano come quelli di Milan nel poco tempo, sarebbe accaduto come quella volta. E questo pensando in piccolo, solo il suo paese... e ancora oggi noto come aiutando cinque persone, altre cento continuano a fare il cavolo che vogliono come fossero Re e Regina nel loro possedimento. E per essere gentile... Ma più di tutto, mi colpì vedere la Casa della Seta, i padiglioni di quel posto e come fossero sciamati da tantissime persone, più di tutti i settori dello Chateau. Il lavoro di Madame e come il concetto di amore e sesso deviassero le persone. Tanto. Anche Milan ne approfitta, ed essendo ciò che è non per quelle donne neanche un sacrificio. Ma resta sempre una cosa che se lo conosci, lo cerchi. Io no, non mi interessa e non accadrà ciò che ho visto da quando mi sono svegliata ad ora, quello che so di Rò e cosa ho visto anche dal vivo, e come agiscono la quasi totalità dei maschi nel mondo. Ecco perchè ho valutato me e quella ragazza come due fattori con i pro e i contro. E anche se per i ltuo passato sei in parte come me, non mi sembra proprio da cosa cerchi di fare. Corretto?"

"..."

"Non parli? QUindi ho ragione e come vedi, mi accorgo delle cose, gli altri pensano che sia svampita su certe cose e non veda. Devo sol oringraziare, come fece Lia, che non sono fuori di testa da arrivare a ciò, ma lo so e lo vedo. Ma i patti sono chiari e sanno che gli stappo la faccia se fanno qualcosa che mi urta. Ma tu, tu che sei l'unico che non mi da fastidio con la vicinanza o toccandomi, mi porti a tenere gli occhi aperti di più. Non voglio. NOn voglio niente di tutto ciò. Me ne frego se la gente continua a dire che senza provare, non si può sapere. Prbabilmente non dovevo leggere i resoconti di Lia, ma ho letto tutto ciò che la tormentava, che l'unico che non le dava fastidio, cercava di baciarla e male pure, neanche un cane in quel modo, e toccarla e fare cose dicendo che era dimostrare amore... E quando lei disse no, che non riusciva a trovare niente di bello neanche se la baciava e toccata, anche solo sulle braccia o quando allungava le mani al seno, lei restava come a guardare qualcuno che la aiuta che so, ad allacciarle le scarpe. E così grida, accuse, l'amicizia buttata via per questo motivo. Perchè non comprendeva che lui diceva di provare e che lei stessa doveva sentire, e quei desideri che diceva tutte provano e che dovevano essere in lei. Non sei come le altre, devi fare come le altri... e via così. Ecco perchè alla fine lei disse basta. Lei non perdeva niente, così come è accaduto con tutte le persone che ha conosciuto, quindi addio Rò. Trovati qualcuna che ti soddisfi come vuoi, vuol dire che non mi amavi veramente e volevi solo i desideri delle persone medie, così scriveva. E io non so se è una cosa profonda come dice Milan, o per ciò che ho scoperto dell'esistenza umana nella società là fuori, le leggi orribili, ma non ho alcuna intenzione di accontentare nessuno per quello, se non sono io a sentire, provare , volere qualcosa. Per questo io con un corpo che non può amare, non ho nulla da dare rispetto a quella ragazza, perchè tutti tranne quelli come me, alla fine, voglio le cose base della lista della spesa. E' così per quasi tutti. Io no, e non esisterà nessuno che mi farà cambiare idea. Ecco perchè è da un pezzo che ti dico di valutare quale ti conviene di più, infondo, è sempre così, no? I legami sono tali quando convengono..."

"Ma tu non credi in questo, altrimenti non ci sarebbero quelli che chiami amici..."

"Gli amici che io definisco tali lo sono perchè so, SO, che lo sono... e perchè non mi vedono come persona che serve. Come fu per Lia, come fa Milan anche se non lo ammette, che vede le persone come gradini da usare per continuare il lavoro. A parte Madame e altri, ha persone amiche, ma tutti gli altri, anche Lia e io che lui lo ammetta o meno, siamo pedine. NOn a caso dopo una manciata di giorni mi disse che voleva affidare a me tutto ciò che aveva prima dato a Lei, perchè non cèrano altri così di fiducia e senza desideri di potere, denaro, interessi egoistici e personali..."

"Ma io non ti vedo così, o non sarei qui.."

"Ah-ah!! Ripetilo di nuovo quando cerchi di abbracciarmi o strofini la guancia contro quella mia, come se volessi fare altro. Non è da stronzi pensare che prima o poi inizierai a fare come tutti e pretendere, rovinando tutto perchè vuoi altro. La triste verità della vita è che gli amici di sesso diverso ci sono, esistono e hanno più profondità di legame di una relazione amorosa. Ma poi partono gli ormoni, o meglio si segue l'organo sessuale, si vuole quella persona in toto, tutta, e se non la si ha , si inizia a dare di matto rompendo le scatole, affermando di soffrire d'amore e altre ameneità. E pure l'amicizia, andata... Io non ho niente da dare, non ho coscienza di cosa provano gli altri, non lo comprendo e non ho intenzione di sopportare l'idea di far fare cosa si desidera, vedendomi come un oggetto per soddisfare i desideri degli altri. NOn sono qualcosa che si desidera per sfogare gli istinti, come prostitute, siamo persone e so ormai che appena finisce tutto l'iniziale, cade l'interesse e si finisce per cercare altrove, mandando a quel paese tutto i lresto. E io non ho intenzione di abbassarmi per compiacere nessuno, di lasciare fare su di me perchè tutti dicono che amare è compromesso, di vivere legami rotti per la bassezza data dal sesso, non ho niente da dare alle persone. La verità di queste cose è là fuori, nella vita di tutti i giorni. persone che dicono e altre cose da glicemia, poi dopo che hanno scopato per qualche mese o anno, arriva la noia, il sentirsi stufi, il capire che oltre il sesso non cèra altro come doveva esserci e non sentendosi ma si scambiasempre i ltermine con o desiderati, ecco che una relazione finisce... questo è amore, non Amore. Quando due persone non accettano qualcosa o comprendono di aver seguito solo l'uccello o la favoletta del principe azzurro amore eterno..." scuotendo la testa fumando "inizia lo sfacelo e non sono più persone, ma bambini. L'amore, rispetto l'Amore, rincoglionisce perchè si diventa peggio dei bambini, non persone adulte che accettano che le cose finiscono, che cèra solo sesso e non cè più niente da collante... idioti! E invece di fare come tutti gli altri, sto da me e basta. NOn ho problemi. Non voglio sentirmi come accadde a Lei ma anche a tutte le donne che abbiamo aiutato... per me gli ormoni e il sesso distruggono l'umanità, per questo si è ancora allo stato animale con i comportamenti...:"

"Dì piuttosto che non ti fidi e temi una sofferenza a te sconosciuta che..."

"Oh, è diventato filosofo... " facendo cgesti con la testa e le mani seguendo il suo discorso

"Se io sono qui, significa che siamo amici. O sarei lontano come tutti gli altri, visto che si contano su una mano le persone che sono arrivate al tuo salottino. A me sembra più che altro, oltre ciò che hai detto, che hai terrore di qualcosa che non conosci e dell'essere usata. Se siamo amici..."

"Appunto, siamo amici." fece lei alzando l'indice della sinistra "Io non lo voglio, non voglio... se con gli altri sono stata chiara e ho messo i paletti è perchè ritenevo fosse necessario da subito. Con te la situazione è diversa, e mi sono resa conto che sebbene affermi di essere come me su quel senso, non è così...."

"Ho capito, non è così. Va bene. E qualè il problema?"

"L'ho già detto. E' chiaro che tu in verità non sia come me, o sbaglio...? Ecco perchè trovo assurdo che tu passi il tempo qui con me, invece con quella persona..."

"Perchè dovrei passare il tempo con quella persona? "seppure non la vedesse, Kianta aveva sospirato e chiuso gli occhi con una smorfia, grattandosi con il pollice una zona della fronte mentre con le altre dita teneva la pipa

"Non so, conoscerla? Fare le cose con lei invece che con me, che avrebbe più senso? Non so, conoscerla meglio, inquadrarla, vedere in toto il suo carattere e vedere se è quella per te... sai, le cose classiche delle persone classiche..."

"Quindi se io volessi prendere il book dei disegni e mettermi con te per imaparare le cose con i disegni e giocando a indovinare, dovrei invece farlo con lei?"

"Quello lo facciamo per imparare meglio le lingue conosciute dall'altro. Per scrivere meglio e imparare dalle figure che l'altro fa... per molti è infantile, invece funziona benissimo con gli adulti, ma perchè siamo amici e stiamo giocando per imparare..."

"Smettila, abbiamo passato belle ore, è stato divertente, sereno, anche quando mettevamo in palio dei premi... vuoi dire che cancelli tutto questo?"

"NON HO MAI DETTO QUESTO!" urlò lei di botto voltandosi sempre a quel modo senza vederlo in faccia "Ho solo detto che io ti ho aiutato come volevi, ti ho dato una mano per cosa hai deciso di fare con la tua nuova vita. Non nego ne cancello nulla, non sono quel tipo di persona. Eppure, i momenti felici, quelli che relegano a un vago ricordo acquerellato tutti gli altri e i brutti, dovrebbero essere con la persona per te, quella che ti accompagnerò fino alla vecchiaia, come tutti. Per tutta la gente là fuori è questo che tutti cercano... E con la persona per te, intendo quella che amerai e ti darà ciò che alla fine desidererai, un giorno. Per questo trovo strano che tu ormai tutte le sere venga qua, passi del tempo con me invece che con lei e un ambiente che magari possa trovare migliore. Dipende da te capire qualè il tuo posto, ma devi anche riconoscere le persone in cima da tenere nel cuore... Prima chiedevi quale era il mio desiderio? Bene, te lo dirò ma voglio che tu passi del tempo con quella ragazza e provi comè essere un uomo normale. Se lo prometti e lo fai, te lo dirò"

"OK, prometto. Lo farò. Se è questo ciò che vuoi..."

"NO! Deve essere qualcosa dentro di te, a voler provare ad essere amico e magari di più con una persona meritevole. Devi sentirtlo e farlo. Non mi interessa se prometti e l ofai solo perchè te l'ho detto. Il mio è un consiglio , ma quella francesina vale la pena di essere conosciuta. Ora che sei libero da lui, guardati intorno, non è detto che tu debba essere sempre e solo un soldato perchè lo sei da sempre. Apri gli orizzonti, come facciamo con le persone che aiutiamo, e poi sono loro a sentire dentro di sè e capire quale è la strada che va bene a loro e da un senso a giornate e vita. E' qualcosa di più del solo passare il tempo... devi essere tu a decidere di andare da lei e conoscerla, non perchè te lo consiglio e lo fai. Odio quando la gente dice che ti vuole bene o ti ama, e fa cose che tu non volevi ne che facesse, ne fatte solo per te... io non ragiono così, non esiste che si facciano cose perchè magari quella persona vorrebbe o..."

"Cosa cè di male? NOn è comunque una forma d'amore?" fece lui, con i gomito sulle cosce. Kianta sbattè la testa della pipa sul posacenere forte, la riempì e accese di nuovo

"Il troppo amore fa male. L'amore malato è come un tornado distruttore. Affermare di aver fatto qualcosa per amore per qualcun altro, peggio se questa non volesse o non in quel modo, non è amore. E' agire con la propria convinzione..."

"Ok..."

"E comunque, anche se è divertente passare del tempo insieme, momenti che valgono, è bene che scindi le due cose. Una è la tua compagna di vita, l'altra la tua compagna come amicizia profonda. E' esattamente come se uno dei due o entrambi non possono avere corpi che possono amare e va bene così, come le coppie che, anche senza figli, vivono e condividono con il cuore tutto, non importa se sterili o meno. Amare e accettare una persona non importa se ha corpo fallato, difettoso o altro... l'Amore non è come l'amore pensato da tutti. Ecco perchè il mondo là fuori è una merda..." tirando una boccata "Persone che hanno amato e si sono sentite amate nonostante tutto, non importava, bastava il legame che li univa che oltrepassava il resto... Erano loro ciò che creav ail legame, figli o non figli, hanno vissuto in felicità e dando ad altri, riempoiendo i ricordi e il cuore di momenti che niente e nessuno può cambiare, cancellare, sovrapporre con altri. Per me le cose vanno così, il sesso per chi lo sente e prova, è solo passatempo o per figliare. Perchè alla fine, tranne rare coppie come quelle senza figli ma nulla ha cambiato loro e il legame, il sesso unisce come allontana, fa da collante per poi agire come due calamite con lo stesso polo. Niente di più. Infondo, qui e fuori, con Madame, commerciamo in piacere, lo vendiamo e proponiamo, pulito e corretto, ovvio, ma è sempre un passatempo e un modo per assecondare il corpo. Il corpo ha bisogno di certi ormoni dati da alcune situazioni, uno tra questi il sesso, ma una volta svolta la cosa finisce lì, gli ormoni prodotti sono in circolo e tutto finisce. Si rifà solo se cè un partner che sessualmente aggrada, sopperisce alle mancanze e alle brutture della propria vita, è uno svago quindi, unito agli ormoni. Molti chiamano l'amore anche magia. Non cè amore senza sesso. Ma quando la magia finisce, ecco che si diventa nemici se si è adulti altrimenti merde, tutto viene cancellato solo perchè non ci si sente più attratti e si ha ciò che serve per il piacere. Ed ecco che tutto si rovina. Nel mio caso sarebbe solamente di accontentare l'altra persona stando ferma e far fare... niente di più di questo, perchè come Lia, io non provo niente... neanche a piangere in cinese. E sarebbe come... essere un oggetto e niente altro, perchè se dovessi darci, ci prenderebbe più l'altro che io, e magari finirebbe come con Rò..."

"..."

"... QUando non ci fu trippa per gatti, si incazzò e se ne andò non sol odalla stanza, ma proprio al piano di sotto, come se... lasciamo stare. Ho visto scene del genere qui e da Madame, una volta finita la cosa, ciaone, eccoti quanti vali per questo tempo. Poi legami e storie con sesso dove è finita a litigi, gelosia, colpa buttata all'altro perchè non si è dato abbastanza. ... che frase orribile. Un modo più delicato di dire che non ti ho scopato abbastanza da sfogarmi appieno... prima di stancarmi e cercare il brivido altrove, visto che non condividiamo niente. L'idea di coppia in ambito sessuale mi disgusta, trovo penoso per quei poveri animali, tutti, obbligati ad accoppiarsi soffrendo. Quanti tipi di accoppiamento e la maggior parte dolorosi e non voluti, sottomettendosi agli ormoni. E come fanno accoppiare gli animali sia da noi che ovunque. NOn li leghiamo alle zampe, li lasciamo fare soli in una zona apposita invece di incaprettare la femmina... a solo ricevere e sopportare, e incitare il maschio... ma è disgustoso vedere ciò e affermare come dicono in molti che gl ianimali fanno l'amore. Non fanno l'amore, scopano obbligati dagli ormoni, basta. Che volgarità mischiare un atto dovuto con uno consapevole e voluto. Così come l'obbligo, perchè questo è, di mantenere un legame con qualcun altro se la dai e lo soddisfi, altrimenti scappa nelle tane di tutte le altre disponili. E, ovviamente, di nascosto. E fiducia, promesse, tutto i lresto che finisce nell'umido e mi confermano la realtà delle cose. La persona è amata se dà... ed è quello che l'altro si aspetta e vuole. La cosa divertente è che in discussioni del genere quando inizio a parlare di figli e nipoti che non accettano come sono visti e modellati dagli adulti, altrimenti vergogna e disonore, che se non fai scopare l'altro sei frigida e stronza... non sanno che dire se non -è così, l'amore è questo, è una relazione di coppia con compromessi e doni da fare-.... E se non mi si accetta per come sono, per cosa sono, per cosa posso dare e cosa no, là ci sono tante femmine, perchè alla fine quest aè la questione, se la fammina dà o meno, altrimenti non sei persona e si passa alla prossima, che sono disposte a sistemarsi, come si dice ancora, basta che l'uomo abbia lavoro sicuro, e bla bla, le solite cose. Io non scendo a compromessi, io non cambio le persone se non per il benessere generale della Comune e per loro stessi... ma non parlo di cambiare come fanno altri che diventano che so come Milan... io parlo di cambiare modi e regole per un bene proprio e di tutti sia dentro che fuori, e comunque si diventa più umani di là fuori, io non accontento per non perdere nessuno dal mio fianco, non accetto rimproveri o accuse di non dimostare amore o affetto... con me non funzionano queste cose, perchè non ho bisogno delle cose base delle femmine umane comuni. Niente figli, niente bisogni sessuali, niente stronzate da principessine..."

"..."

"E' divernte come ci siano persone come me e poi gli incel, mondi totalmente l'opposto..."

"Cosa?"

"Niente, pensavo... resta il fatto che questa è la situazione. Io comunque non accetterò, non mi piegherò, non permetterò che niente e nesusno cambi cosa sono dentro, non come mi vedono gli altri e si aspettano che io sia...Devi sentire dentro di te cosa scegli veramente e cosa vuoi. Da me non ci sarà niente, niente, anche perchè ho cose più importanti a cui pensare. Io ho un concetto dell'amore diverso, totalmente diverso dalla massa di idioti là fuori. Per me AMORE non è solo quello tra consaguinei che vedono nell'altro la successione di se stessi o il classico amore puro e vero di maschio con la femmina, con cui intortano le bambine da piccole. Nessuno ti salva, non cè nessuno per te, e mai ci sarà, a meno che tu non li tratti come vogliono e non la dai... siamo in pochi a considerare l'amore così come il concetto di famiglia, totalmente più grande e profondo. nel mondo cè solo due, massimo tre tipi di amore. Tra uomo e donna, tra madre o padre e figli, tra nonni e nipoti. Gli altri per gli idioti là fuori, sono solo per casi particolari e tutti i tipi di amore sono snobbati come non validi o non profondi. Ecco perchè per la gente io sono strana e fuori dalla logica... peccato che così io mi senta umana, col passo evolutivo e invece... sono derisa per qualcosa che dovrebbero fare tutti. Per i religiosi l'amore tra credenti è quello di veedre gli altri come uguali, fratelli come se avessero legami di sangue. SAi cosa è ridicolo?.... Che le parole sarebbero anche buone se non valessero come carta nel vento. Dicono che si deve vedere l'altro e amarlo come sangue del proprio sangue e poi vedi gente abbandonata a se stessa per strada, orfani perchè sdi deve figliare comunque e l'aborto non deve esistere e poi sono cazzi loro, immigrati perchè non hanno un posto civile e sicuro dove vivere, gente considerata come appestata... Meno male che hanno un credo d'amore! E' raro che qualcuno che considera questo concetto come facciamo noi, lo metta in pratica e smetta di giudicare altri con i classici elementi di . Nessuno ama, nessuno porge la mano con affetto, nessuno merita di essere considerato umano! Quando l'intesa sessuale finisce, qaundo non ci si sopporta più, quandi i figli non sono come vogliono, tutto finisce in litigi, fin ad arrivare al peggio... E la cosa divertnte è che additano me come sbagliata che non capisce l'amore.... amore significa abbassarsi a compromessi, questa è la verità, perchè se non lo sente anche l'altra persona, si finisce per essere sempre colpevolizzati di non dare ciò che pensano sia di diritto, e così facendo io dovrei fare la bambola gonfiabile e basta, non provando niente come tutti... E... non accetto l'idea della relazione amorosa come le vedono tutti. Accetto l'amicizia, la fratellanza, l'amicizia speciale come noi due che alla fine sia complementari per tante cose ma non sul resto. Quello lo lascio a qualcuna che concepisce come voi il concetto di amore relazionale classico, e può darti cosa vuoi. E ora mi sto anche stufando, inizio a ripetere queste cose e sempre, ma ho l'impressione che non venga ascoltata, facendo di fatti, cosa tutti facevano con Lia. Non la ascoltavano, non comprendevano cosa pensasse e desiderasse veramente obbligandola però, a fare cosa per tutti sarebbe normale. E chi soffriva veramente era lei, perchè tutti gli altri potevano cercarsi soggetti che mostrassero cosa si aspettavano e volevano... Non ho voglia di soffrire perchè so che per chi mi circonda e dice di volermi bene, cè una zona dove non ci sono io che gli interessa e vuole solo quella. Se fosse stato per me, avrei tolto tutto e chiuso tutto, ma come fu per Lei nella società là fuori, non era pensabile. e per me idem, andrebbe contro i risultati di draper e stoddarde. Ma questa cosa comunque fa parte dei problemi, quindi non posso mai metterla da parte..."

"Cosa ti crea problemi?"

"..."

"Andiamo, siamo amici..."

"..." fumando con lentezza "A te sta bene i due nomi che ti hanno dato? Egheo e Gask. Non sono nomi che ti sei scelto. Li usi perchè te li hanno dati e ti identificavano con essi... i nomi sono importanti, necessari, determinano la cosa, la..."

"Io mi sento questi nomi, alla fine sono diventato cosa sono e non trovo il motivo di cambiarli. Mi riconosco in questi.." alzando le spalle

"Bene..."

"Cosa non va con il tuo nome? E' particolare e alla fine ti sta bene"

"..." fumando "tu sai perchè mi chiamo così?"

"So solo che è il tuo nome di quando ti sei svegliata..."

"Il nome deriva da Project Kianta. Era il nome che era stato messo al test che David fece su Lia. L'unico settorializzato a solo una parte del cervello, specifica, per cancellare quelli che erano i ricordi di vita, per non toccare gli altri. Linguaggio, apprendimetno, umore... prima lavoravano su tutto il cervello, ma per provare questo esperimento avevano bisogno di qualcuno che non temesse qualsiasi risultato, buono o brutto. Lei desdierava una cosa sola, Milan le aveva promesso che se non vi fosse stato nessuno che la amasse da accompagnarla sulla soglia dell'Oltre, lo avrebbe fatto lui. E poi David, che voelva provare seriamente la cancellazione settoriale. E lei disse, ok, perchè no? Qualsiasi sia il rischio, io non temo affatto la morte, anzi. E così studiarono per bene tutto, chiamandolo Progetto Kianta perchè era un nome che girava a Lia da tempo e finì per andare lì... all'inizio David e Milan le chiesereo se volesse dare un nome alla personalità secondaria, così che con il nome avesse una sorta di riconoscimento come persona già dall'inizio. E lei non sapeva che nome dare, perchè significava assegnare un'identità alla nuova se stessa, accettando che l'idea di Milan che fosse una sorta di figlia, si realizzasse con una sorta di battesimo, possiamo dire... I nostri battesimi sono diversi da quelli delle altre religioni, non purgano dal male originale o simile... ma Lia non sapeva che fare. Aveva vagliato molti nomi, e per una discussione con Milan sempre su lfatto che per lui lei dava la sua vita per una nuova vita, come una figlia, lei sbottò qualcosa tipo . Altre discussioni, alla fine Lia mise fine alla cosa affermando che Kianta sarebbe stato il nome del progetto, essendo lei la prima a testarla, e così rimanesse per tutti gli altri soggetti. Solo il nome del progetto. Quando mi svegliai non avevo un nome. Mi davano solo del tu, o con l'identificativo Kianta. QUando mi chiesero se volessi scegleire un nome per legittimarmi, essere riconosciuta come una persona con un identificativo... riconsocere la mia esistenza come tale. Sebben il corpo fosse identico, questa di ora è diversa dalla Lia originale.Lei non aveva un posto che riconsocesse tale. Diceva sempre . Ma anche quando venne qui, dicendo lo stesso non perchè non si trovasse bene, ma perchè si sentiva smarrita così tanto da non riuscire a legittimarsi comunque... "

Fece una boccata più profonda, mentre si udivano vagamente voci che dovevano essere di sotto o per le ronde.

"... Io conosco il mondo là fuori, so comè il mondo esterno. Considero questo il mio mondo, la mia casa, seppur so e sento che per la gente io sia qualcosa di... lontano. non una di loro, alla fin fine.Ancora ora, con me, sento qualcuno che non mi vede come loro per varie cose. Con Lia perchè estranea e non una militare... i militari hanno questa stroznata del . Mentre io... rispetto a te non sono una di loro da stare in mezzo loro al di fuori del lavoro... Ma mi sono accorta come fu per Lia che ho domande a cui ancora non ho risposta. Voglio sapere...- voglio sapere chi sono e per quale motivo sono qui. Chi sono come persona totale al di fuori da come sono identificata qui da tutti. NOnvoglio essere q2uella che vedono e basta. NOn quella che tutti hanno legittimato a modo loro... Voglio essere una me a tutto tondo che io riconosco per davvero, oltre come fanno gli altri, voglio iniziare una nuova vita come una persona nuova per cui, alzandomi la mattina, io so chi sono perchè io mi sono data quella forma, non quella che videro tutti all'inizio, dandomi pure incarichi e responsabilità ...- diceva Lia. Mi sembra che per Milan e tutti gli altri io sia... una mini Lia. Come se la promessa che le avevano fatto sia stata compeltata a metà, magari senza volerlo, ma è così. QUi non è una gabbia, non è una gabbia dorata o altro. Io mi guadagno con impegno ogni cosa perchè credo in ciò e che tutto va costruito e meritato. Ma tutti mi vedono in due modi, una parte che cèra già prima come una Lia che ha solo perso la memoria. L'altra che è arrivata dopo, come una fastidiosa tizia che ha un ruolo perchè il Leader non piace sbattersi per ammistrare le cose e che da ordini, controlla e tutto. Come i caposquadra non amati, insomma. La cosa assurda è che nelle forze militari del mondo, ogni superiore di alto grado, benchè stronzo e merda fino al midollo, alla fine è rispettato e consdierato come guida, nonostante tutto. Io invece..."

"..."

"..." mettendo altro nel fornello della pipa che fece cambiare odore al fumo "Chi... sono io...? nessuno ha mai risposto a questa domanda. Tutti semplicemetne sorridono e dicono ... ma quello che desidero conoscere non è il mio nome... ma chi sono io...da quanto tempo sono qui come quella che vedono?... per qaunto tempo ancora devo restare qui...? Perchè per le regole dell'organizzione, se entri è per sempre. E potrebbe anche starmi bene, qui conduco una vita che mi piace ed è per me ma... è come sono considerata che mi venire la claustrofobia. Anche se esco, nonostante tutto... ho accettato il nome dal progetto, ho letto e studiato tutto ciò che potevo per trovare delle risposte. La cosa che mi turba è che èer chi conosceva la Personalità primaria, io non sono altro che... come considera Milan l'idea della copia della mente. Una sorta di reincarnazione, figliolanza, spostamento di coscienza. Ci si reincarna in un nuovo corpo o con una mente senza dolore. Si è nel mio capo un pò come una figlia, o uno spostamento di coscienza in un altro ambiente che non sia il cervello originale. Io sono per lui e tutti gli altri, uno di questi tre e odio quando mi paragonano a lei. Io non sono lei, questo posto è vasto come il mondo là fuori, eppure cintato di mura per tenermi con loro. Non mi lamento di niente se non questo... io chi sono davvero? Kianta è un'identificativo o la definizione principale del Me?"

"..."

"Anche se per gli altri sono io cosa pensano che io sia, per me stessa io non sento e percepisco a quel modo. Le persone normalmente si sentono a loro agio con il nome che gli viene dato quando nascono, ma non noi. Io non mi sentivo a mio agio, non ero a mio agio e sento dentro di me che il nome Kianta con tutto ciò che comporta non mi appartiene solo per come mi hanno strutturata tutti. per questa dentro lo Chateau, io sono determinata più da come considerata, chiamata e percepita come X, ma io non mi sento a mio agio con tale definizione...Non riesco a capire se ciò che sono per come mi muovo, parlo, faccio, ragiono sia IO, oppure no. Se il nome che ho definsice me o cosa gli altri pensano.... Anche impersonare Veròna, è così facile, così divertente e molto importante per i deboli e soli, ma io..."

"..."

"Tutti mi chiamano Kianta, sembra che sia il nome di una rinascita e di un progetto e io l'ho accettato perchè non sapevo ancora neinte. Senza sapere che mi gettavo addosso un'eredità di cui ero ignara e che lei preferiva cancellare. Senza successo, perchè i vivi pesano più dei morti, a volte. Ma quella.... quella non sono io.E parlo di ciò che vedono Milan, Jd... solo due esempi. Io non posso essere speciale come dicono tutti, per me sono cose semplici, mi sento sigillata in un corpo mio ma anche no... non voglio più essere la Kianta che tutti concepiscono...

"..."

"Chi sono io... per quanto tempo sarò ancora cosa loro vedono in me e non ME stessa?... e quanto ancora questo luogo sarà come una prigione, seppur con sbarre larghe per passarci, ma che vuole che resti al suo interno...?"

"..."

"Sono domande legittime per se, o vengono da Lia e io mi ci rivedo? Ho fatto bene qualche settimana dopo il risveglio a leggere i resoconti? Legeia me l'aveva detto ma poi... cosa ho visto, la melma dell'animo umano, e mi sono detta che non aveva torto. E che..."

"..."

"E poi sei arrivato tu... e ora...Tu, soltanto tu..." scuotendo la testa

"Io non voglio niente che..."

"Per favore... chiudiamo il discorso. NOn voglio pensare che tu stia facendo qualcosa per qualche fine, per qualcosa... molti uomini sanno essere infimi e bastardi, come la rucola, ti si piantano sullo stomaco e non ti mollano finchè non cedi..."

"Io non sono così. Spero che tu lo capisca..:"

"Va bene, basta per oggi..." con una nota di biasimo

"EHi..." fece, azlandosi e andando da lei, accovacciandosi per essere quasi alla stessa altezza "... non riusciamo a dormire, che ne dici di andare ad allenarci?" vedendola la sua faccia sorpresa, stupita. QUando faceva così sembrava un'altra persona, apriva gli occhi totalmente, alzava le sopracciglia, la bocca dischiusa in una U o una Ocome se stesse per inziiare una parola con quella lettera, non sembrava esservi traccia dell'amerezza di prima, ogni volta che era seriamente stupefatta e incredula, pareva innocente, diversa, a tratti svampita. "E... ho deciso, da un pò, di insegnarti quello che so. Milan mi ha chiesto di pensare e decidere se e chi addestrare con ciò che so, essendo l'ultimo figlio e bla bla, ma desidera tanto che io condivida le mie conoscenze con qualcuno che possa poi far parte alla Guardia rinata. Prima non pensavo che valesse così tanto ciò che quel vecchio ci aveva insegnato, ma ora si. Dopo aver parlato col Capo e con Milan, insomma... potrei validare l'idea ma... non adesso. Ma se non riesci a dormire, sei incavolata e di malumore e vuoi scaricarti, ti insegnerò cosa so e sarai l'unica per adesso a conoscerli..." alzando in piedi per avvicinarsi ai vetri

"..." guardandolo strano "che significa... Milan bramava la tua presenza, la tua ricerca era un punto importante perchè sperava proprio di avere qualcuno che potesse far tornare quelle consocenze... Io... perchè me? Io non sono totalmente una di voi, così pensano, ho un addestrametno a due livelli ma non di grado alto come voi o marines e..."

"Proprio per questo, puoi imparare cosa conservo e sfogare su di me in questo addestramento la tua rabbia, cose che ho fatto, ho detto o farò... E anche questo, per me, è passare del tempo con te, che vale... non importa come, in che modo, quanto tempo... io lo voglio e mi va bene così. E' sempre un dono, alla fine, no? Il nostro tempo, la tua attezione, il tuo fidarti e credere nella nostra amicizia. Che importa il resto? Per ora pensiamo solo vivere per cosa siamo e vogliamo e stasera..." voltandosi a guardarla di tre quarti

"Ma con tutti gli uomini che ti vogliono bene, per quale motivo me? Perchè io... io sono l'ultima ruota del carro in termini di capacità e importanza reale..."

"Devi fare lo stesso discorso alle rovine con l'aereo davanti? Vuoi che mi incazzi di nuovo?" lasciandola in silenzio mentre lei faceva il broncio al solito "E Comunque... Chissenefrega!... Se ci sono cose che puoi fare e non fare. Va bene. Anche io ho visto che qui come fuori ci si lascia, si creano casini, ci si sente non amati e non desiderati al livello fisico e quindi non si ama la persona... ed è davvero brutto, lo confermo, vedere persone che semrbavano felici per poi odiarsi, e darsi la schiena con odio solo perchè cè qualcu naltro che eccita di più, o cè meno feeling o si desidera meno.... Ci sono anche CHarlotte e Franz che anche se si sono lasciati, sono rimasti grandi amici, come io e te, amici speciali che nel bisogno si sono dai una mano. E hanno perso qualcosa? No, a me sembra più legati di prima, quindi va bene. Perdere per intero una persona è peggio che pensare a quanto si è desiderati fisicamente o simili. Sono contento di essere in questo posto. Sono contento degli amici che mi sno fatto, di Milan, di tutto quanto e alla fine ci siamo chiariti e siamo diventati amici. Grandioso così..." rimettendosi le scarpe dopo aver messo il tappeto rettangolare apposta per quando si cambiava, così da non toccare terra "Prima vivevo per abitudine. Non avevo amici e pensavo che quella persona fosse importante. Invece ero cieco e ora ho capito. Prima ero uno di quelli che chiami derelitti che sopravvieveano... E poi sei arrivata tu... e ora...Tu, soltanto tu..." fece lui con un sorriso girando intorno a lei mentre era ancora senza parole, la prese con un braccio intorno alla vita e la fece alzare in piedi, continuando a tenerla in quel modo, con un braccio richiudendo la sezione perchè tornasse come una finestra, accingendosi ad aprirla per uscire da lì.

"ma... insomma, vuoi davvero sgattaiolare da qualche parte per insegnarmi cosa sai?"

"Andiamo al piccolo teatro in pietra..."

"L'Odeion?" guardandolo appollaiata sul bordo della finestra

"E' perfetto. Prima possiamo andare a prendere qualcosa dalle cucine e poi in armeria... possiamo dividerci così non ci vedono insieme. Ti va di seguirmi?"

"..."

"Ascolta... per Kovacs... ha paura che tu possa avere problemi con le personalità.. intendo, non che inizi ad avere problemi tipo i pazzi con personalità multiple, ormai stando qui ne ho capito pure io! Ma che a furia di... switchare da una personalità ad un'altra per i vari compiti, ti perdi... intendo te stessa..."

":.. non penso proprio, essendo per me semplice impersonare qualcosa che alla fine è... deriva da me" fece lei semplicemente "se avessi avuto problemi alla lunga ad identificare me stessa rispetto le personalità, avrei smesso!"

"Si, questo è sicuro. Ma lui ha paura comunque che il confine che divide te dalle personalità fittizie diventi... così labile che..."

"pensi seriamente che io possa perdermi nei soggetti che interpreto, da unirli tutti indissolubilmente?"

"No, direi prorprio di no. Tu sei definita e completa... dal risveglio intendo, quindi ormai non cè questo problema, ma... poco fa dicevi cose su Lia e su te stessa che non riesci a definire perchè tutti ti hanno inquadrata in un modo. insomma non vuoi e non ti sei la che tutti ormai hanno definito..."

"Si, possiamo dire che il concetto è questo. Trovo fastidioso quando mi dicono oppure e altre frasi stupide, come se uscissi fuori dalla cornice che racchiude ciò che sono per gli altri. Se io faccio qualcosa che non è come pensano, rimproverano o ... sembrano stentare a credere che sia ad aver detto, fatto, essere. E questa cosa la diceva anche Lia. nei suoi resoconti diceva che sia là fuori che qui, non vi sembrava differenza nella questione della definizione della persona. L'umano tende sempre ad inquadrare gli altri in una sorta di forma predefinita che però se ne esce fuori, qualcosa non va. NOn so è... come... io sono stufa di essere indirizzata per come loro pensano io debba essere. Ma se lo esterno mi dicono che sono ancora in fase di crescita mentale, o che ho agito d'impulso, uffah... se tu fai la stessa cosa con loro si offendono o se la prendono! E' assurdo. Su molte cose sono rimasti al livello di là fuori. Per quanto vi sia inclusione e considerazione per ogni tipo di persona e di ogni genere, ancora tendono a creare una propria visione della persona e in tali linee devi stare. Però come per Milan, quando venne da me per spingermi ad aiutarlo rompendo la promessa e forzandomi in una direzione di crescita, era ok..." facendo il broncio

"QUindi...?"

"QUindi... vorrei solo comprendere meglio me senza la looro influenza. Tutti influenzano. Pensano di non farlo, ma è così. E sembra proprio come faceva la famiglia di Lia con lei. Anzi, diceva che il vecchio della Fattoria fosse l'unico, dal giorno in cui lei andò a parlargli alla sua tenda e fecero un inizio di lavoro di squadra, che quell'uomo fosse più lui come un padre che il padre vero. E diceva che era assurdo, ma era così! Alla fine, prima di andarsene, si era resa conto che lo vedesse esattamnete in quel modo. Gli chiedeva consiglio, andava da lui per parlargli quando non sentiva di farlo con Milan e dopo che lei gli indicò la Fattoria come sua nuova casa e punto di inizio, invece di vegetare in una tenda aspettando qualcosa, aiutando Milan se e solo quando lo chiamava... quell'uomo pareva più sensato degli altri ma non era tipo di immischiarsi se non interpellato. Eppure lui non era mai stato come gl ialtri, che tentavano di indirizzarla dove pensavano fosse meglio. Lui parlava, diceva la sua, analizzava le cose e... con me la cosa è diversa. Abbiamo un buon rapporto, anche se non a livello di quello con Lia a quanto pare, e ammetto che non sono mai andata da lui per parlare come faceva lei... ma l'unica cosa uguale è che non ha mai detto , o o altro e altro che sparano fuori peggio delle pallottole. NOn mi va più di stare dove mi dicono, di essere come dicono, di vestire e comportarmi solo quando e come mi dicono... non se ne accorgono, neanche se glielo fai presente e mi irrita. Sento... sento che sono altro che la persona che hanno inquiadrato col nome e personalità. E non ho affatto problemi a diversificare me dalle personalità fittizie, è solo semplice per me farlo... intendo impersonarle. Continuo a chiedermi perchè hanno mentito... sono mentitori" sorridendo per una vecchia battuta per la parola "avevano detto si, si... crescerà come doveva essere da sola e senza pressioni! Bugiardi tutti quanti! Alcuni mi spingono a essere come lei, qualcun altro vuole solo che io sia cosa serve, altri..."

"mi sembra di sentire gli echi di qualcuno che mi apostrofava... non so, dicendo che non sarei mai cambiato e sarei stato negativo come la feccia là fuori?" vedendola sorpresa per poi prendersela sul personale

"Non osare fare la morale a me! Sono stata spinta io stessa a certe cose, come credi che pensassi quelle cose?"

"Ok... però, se ti senti come ingabbiata come per la società là fuori..."

"Dovevano cambiare. QUesto posto doveva essere diverso da là fuori. Ma non è vero, dentro sono ancora con strascici fastidiosi... avevano giurato che mi sarei composta nei tempi giusti e nei modi giusti, invece per come sono e cosa serviva, mi hanno schiaffata nel campo da gioco e non solo, mi hanno buttato addosso la verità così, subito... eppure nonostante questo io non sento di avere legami con lei. Perchè io sono io, ma ancora non saputo definirmi per cosa voglio e desidero fare per davvero... ne ho in testa alcuni ma... non lo so. Ogni volta che li sento dire la loro su cosa e come sono, cosa faccio, mi demoralizzo perchè mi sembra che mi tengano a guinzaglio come facevano con Lia prima di qui. So solo però che quando... quando avrò capito dirò solo ..." indicando con la testa fuori la finestra " io sono ciò che pensano debba essere. Ma sono ritrosi poi ad avvicinarsi di più per conoscere ME, lasciar uscire cosa sono e poi dire per definire ME. Invece quando dicono il senso è diverso. Io non mi sento donna nel senso che hanno tutti. Non sono donna perchè non voglio figli. Non sono donna perchè no nvoglio relazioni di quel tipo. non sono donna perchè non voglio matrimonio e simili. Per le persone anche qui, ancora radicato, io perchè ho seno e utero, sono una donna. Ma per me donna non è un significato unico e individisiboe. Per me donna significa un soggetto che nasce con un organo specifico ma è solo un dato biometrico. SI, mi piace vestire quando mi va con abiti femminili e indossar ele parrucche e i gioielli. Ma non per questo dico che sono una donna. Per loro le differenze anche di uno stesso termine sono confusione e casino, per me no! E per questo, anche se ho gli organi, io non sono una donna e non mi sento tale. Uso magari per gli abiti il seno per la forma finale, ok, ma non mi definisco in quel modo. E quindi, anche io se ho gli organi ma non mi sento così e ancora, non ho intenzione di usare oltre ol'estetica questi due organi che per tutti definiscono proprio una donna, per cui se sei sterile per varie cose o per malattia perdi i seni, basta... finisci di essere qualcosa. ma io, che mi sento così già da smepre... io cosa sono? Io chi sono?..."

"..."

"nessuno di loro è stato di aiuto per niente, solo per rinfacciare passato e confronti... bugiardi..."

"OK, allora iniziamo a lavorare" fece lui, mentre lei alzava la testa sorpresa "io mi sento diverso e voglio cambiare. Ora che posso, rispetto a prima. Tu cerchi le risposte alle tue domande ma non sopporti il loro comportamento... e un bel chissenefrega come dici a volte non ce lo mettiamo? Dai resoconti, lei odiava le paure e i sensi di colpa che la famiglia le aveva messo addosso, no? E per questo aveva smesso di pensare a se stessa dallo scappare e crearsi nella sua forma completa, vera, come vuoi chiamarla... lei è andata, e sei venuta fuori tu! Non lo ha fatto per questo? Finchè tu esisti, lei non può esistere, e così anche le sue paure e terrori. E ora perchè non hanno perso il vizio, ti fai influenzare da loro, facendo la stessa fine? Vuoi questo?"

"Eh... NO!" fece lei enfatizzando l'ultima parte

"bene, allora creiamoci da noi. Definiamoci nella nostra forma completa che nessuno e mai niente pià attaccare. Finchè in una persona ci sono falle e fenditure nel muro di proteszione che creaiamo, può subire le parole e tutto ciò che le persone fanno. Corretto?"

"s. si, possiamo metterla così..."

"Esatto. Tu vuoi capire chi sei e cosa sei per dire un giorno ... io voglio affermare quello che non ho potuto essere. Posso riuscirci, posso essere non uno sperduto individuo che ero, ma qualcuno con cui camminare senza paura del giudizio o di sentirmi inferiore a nessuno, neanche a Milan e gli altri. Se è così, allora analizziamo, studiamo, prendiamo cosa non riuscivamo fino ad ora a raggiungere e creiamoci con le nostre mani. Per una volta facciamolo senza pensare agli altri!"

"Vuoi dire... di impegnarci non sentendo gli altri e tutto in generale... quindi dovrei fare di testa mia e agire alle loro spalle, per sentirmi una persona vera e completa come dovevo essere?"

"Si... aiutiamoci insieme. NOn importa se Jd o Milan o chiunque se ne accorge e se ne lamenta. La filosofia stessa di questo posto è ciò che vogliamo fare, no? Una comune che vede la persona e questa in una grande famiglia. Ma la persona è al primo posto. Ma hanno tendenza a tenerti bloccata? La stessa filosofia del posto ci dice cosa?"

"Di crearsi e costrursi come si è..."

"e quindi facciamolo! Così che oltre di aiuto per altri dopo esserci definiti, aver trovato e deciso sogni e desideri e lavorato per raggiungerli, possiamo aiutare gli altri. Ma senza una fede ferrea, la volontà, e il proprio potere interiore... non saremmo come tutti gli altri?"

"Mh... significa quindi seguire le ideologie di Lia?"

"Alla fine, tutto riporta là. Il Cambiamento. La persona. La famiglia... una delle cos eimportanti qui non è forse che nascondere parti di se stessi e fingere è deleterio per se stessi e gl ialtri della famiglia? Se non accettano, sticazzi. L'ho detto bene? Comunque, è ora che da adulti e come noi, seguiamo la nostra strada, senza danneggiare niente e nessuno, ma se nonmettiamo i pezzi a posto, non saremmo persone... no?"

"Beh... la questione è tanto difficile che dirla in poche parole... mi scoppia la testa per il casino della cosa anche se hai, cavolo, ragione... è solo che a volte penso che sia ingrata, non lo so..."

"Discutiamone allora, ma questa sera andiamo a impiegare il tempo in maniera più costruttiva che fumarsi il cervello senza dormire..." dandole un colpetto sulla spalla mentre lei era ancora appollaiata sul bordo della finesta


"..." fissandolo "davvero ti piace passare il tempo con me?"

"Tu...?" rivestendosi " mi stai aspettando lì..." sorprendendola

"Speriamo che non ci confondano con i fantasmi, ma..." aiutandola ad avvinarsi all'albero che quasi toccava la finestra nella forma norma e ora era a pochi centimentri, tenendola per un braccio facendola voltare a guardarlo "Qualsiasi sia il domani, la nostra amicizia non finisce. Quindi se siamo amici e vuoi passare del tempo in modo di certo migliore del fumare sia con la pipa che col cervello... fammi strada..." ridendo.
  • Lia si trovava nella stanza con quella gentaglia, con Zay e Ric. Si erano decisi ad accoglierli nel loro magnifico villaggio? Accettati un paio de marron glassè, pensò, visto che erano sempre trattati con le pinze, e pure quella gente si era permessa di prendere Lia e parlarle per sapere cosa voleva fare rispetto a quei due.

    "Ritengo che sia stato solo per quei due, e non certo per un vostro vivo interesse, pertanto il mio essere qui non ha alcun senso, e penso che lo capiate anche voi. A che pro? Io sono solo l'amica, l'arbitro per trattare con lei quando avrei voluto mettervi una bolba sotto le sedie e farvi volare come fanno gli idioti nei giardini contro gli scaraggi! QUindi, con permesso, io me ne torno nella fogna da cui mi avete presa perchè, tra i due mali, preferisco il vecchio" guardandoli col mento alzato e gli occhi abbassati su quelle facce, dietro quel lungo tavolo.
    Quei tacchini stavano vestiti da snob dietro quel tavolo, mentre lei era da sola di fronte, e tanta gente enlla stanza a guardare, tutto intorno.

    “Che senso ha, vorrei sapere, il mio essere qui se poi continuate a fare i migliori, quando siete schifo come là fuori. Se fosse stato il contrario, se lo schifo fosse stato là fuori e avreste dimostrato davvero differenze sostanziali, allora sarei stata contente per quei due. Ma se esistete davvero e siete questo..:" detto con molti disgusto "allora per me potete crogiolarvi in questa latrina. Non è molto diversa dall'altra...”

    Avendo un mentello nero come quello che le piaceva, che nascondeva il suo volerli strangolare uno per uno e mozzicarli sul collo, tenne a freno le mani,  raccolte a formare un triangolo.

    Mentre quelli ribattevano, erano entrate delle persone e Lia fece un gesto con la testa stizzito e si voltò per avviarsi alla sua destra, poichè la porta era là, finchè non si fermò. La gente che era entrata pareva dover dire o fare qualcosa, ma lei restò di sasso vedendo uno di essi. CHiuse gli occhi in uno strano modo e dopo aver fatto un respirò li riaprì. vedendo che anche Lui lo aveva fatto. Lo fissò così gelidamente che il silenzio era più rumoroso di mille parole.
    Poi gli disse qualcosa, che solo lui capì, in una lingua e fece dietrofront verso una porta-finestra che dava un giardino. Prima che potesse dire qualcosa, lei agì di testa sua e senza dar conto a nessuno, mentre Lui la seguiva per aver compreso il "vieni con me".
    La seguì, metnre la gente restava incerta a guardare.
    Alcuni passi otlre, verso quel giaridnetto, lei restò a dargli la schiena mentre Lui no nsapeva che dire.

    Un attimo

    un senso di dejavu
    SI, si disse, è vero. Un altro sogno dove pareva svegliarsi e riconoscersi in essi. A volte accadeva del tempo prima di svegliarsi, in altri se ne rendeva conto  eppure continuava modificando come nelle visualizzazioni le cose ove poteva

    E di nuovo una cosa simile

    Si voltò a fissarlo, dura. Lo sentì continuare a dire delle cose ma lei stizzizita disse solo una cosa.

    "Bugiardo!!"

    "Che vuoi dire?"

    "Quel che ho detto. BUGIARDO! Non ho intenzione di crederti, di credere ancora in una tua promessa, non di nuovo"

    "NOn...cosa dici? Che tipo di promessa ti avrei fatto? Come ti ho ingannato?"

    "Mi sembra di cadere all'inferno quando sento le tue parole ricominciando ciò che ho lasciato là fuori e ora qui... basta!"

    "Cosa... perchè ridi adesso?"

    "Rido..." fece lei facendolo però amaramente "perchè per me non cè mai pace, tutti mentono o mi deludono e non cè nessuno che possa amarmi, ma non amarmi nel termine normale ma Amarmi per come sono, chi sono, e cosa posso e non posso fare e dare. Per tutti io sono una delusione o fuori dal mondo... e poi le tue bugie... e immagino che no avresti neanche il fegato di amarmi al tal punto da uccidermi e darmi l'unica cosa che voglio? Oh, no certo. Finchè non toccano il vostro orticello e il vostro pensare del cazzo egoistga e stronzo, sugli altri per giunta... l'unica cosa che potresti fare di nuovo è... uccidimi e basta. Adesso che sono lontano da loro, potrei farlo io ma..." avanzando e guardandolo negli occhi "significa meno se lo fai tu!"

    "..."

    "a questo punto... la nostra tortura infinita finirà!Cadiamo all'inferno insieme e roviniamo anche quel posto, divertiamoci con i diavoli e gettiamo tra i dolori atreci le fecce che vi sono... o temi che, seppur al mio fianco non vale la pena di cadere dall'inferno e, ammucchiare quella spazzatura una sull'altra non creiamo un cumulo così alto da uscirne e riderci sopra? Siamo niente fino a questo punto?"

    "se no nfossi tu penserei quanto sia folle tutto questo"

    "Quindi..." fece lei scostandosi di qualche passo indietro come una delusione totale "Non lasciarmi viva. Spariamo insieme...  che sarà il tuo ultimo tributo a me. O non valgo per niente? almeno fai avverare questo desiderio!  Non voglio niente oltre a questo.."

    ":.."

    "patetico! Avrei anche potuto dirti sinceramente con affetto... Grazie per essere stato con me fino ad oggi. E' valso tanto per me. Ma tu, come Zay, come Phib, come tutti siete ipocriti, egoisti e buonisti. Chi no nvoleva scoltarmi, chi mi diceva cosa dovessi fare perchè era giusto, chi pensava ai cuoricini e e stronzate sull'amore... ecco perchè sono rimasta sola e ho abbandonato tutti. Perchè fosse per me vi avrei preso a calcagnate in testa da ora all'inferno e ritorno, perchè se dico questo sono cattiva io... non meritate tutti un cazzo e chi resta sempre e solo col culo a terra sono io! Ora che sono lontana da quella gabbia, anche questo... Ma andate a fanculo va!" sbraitò contro di lui e guardando tutti ancora nella sala,  entrò e proseguendo verso la porta non scansò chi non si toglieva dal suo cammino dando spallate a chi non si spostava.



    Lia si svegliò. La sveglia suonava e si era accorta che era di nuovo un altro sogno, un sogno slegato dagli altri. Constatgando che fosse un sogno che tornava identico ma aveva cambiato, e non cèrano Milan e gli altri ma mischiati a persone del suo passato, qui cèrano solo i due che conoscevano, quelli che loro volevano incontrare e sempre qualcuno che lei sembrava conoscere.

    "Ancora... devo sopportare non solo quelli che si definivano famiglia sempre nei miei incubi ogni notte, ma anche questo..." stringendo con le mani le lenzuola


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    Capitolo 42
    *** 32 ***


    chapter 31





    "Finalmente ti trovo..." fece Milan entrando nell'ufficio che le aveva assegnato nel piano che ospitava il suo, quello che aveva dato a lei e poi dei Veterani, uno grande con tante scrivanie a quadrato, seguendo la stanza e un'altra simile per i Vecchi, quando si decidevano a tornare dalla Fattoria. Non era personalizzato ma aveva scelto dei mobili parecchio lavorati, senza fiori e simili, in legno pieno e colore naturale. Libreria, armadio, alzatina, tavolini, un paio di sedie in legno e pelle e piante. E quadri. Una parete con foto e ritratti di donne nella storia che erano state loro stesse fin nel midollo da lottare e alvorare come fossero pari di un uomo, cambiando storia e anticipando i tempi, che però erano più lenti di una lumaca rispetto alle menti meno cretine, come Lia diceva sempre.

    Una scrivania antica in legno di mogano troneggiava parallela alla parete con le ampie finestre che davano sul giadino posteriore. mentre Lia stava seduta ad una poltrona sedia dirigenziale stile Luigi XVI rivisitato vittoriano, in legno e pelle artigianale, di rovere massello tinta noce scuro con seduta bombata  e schienale in pelle imbottiti, con schienale con ribattitura manuale dei singoli chiodi mentre ogni bordatura, cornice, braccioli e piedi, quattro, erano intagliati con motivi vari. Non avevano trovato nulla che si abbinasse alla scrivania più austera e senza foglie o fiori fronzolosi che a lei non piacevano ma quello cèra, e si era dovuta accontentare, non avendo avviato da molto le botteghe per crearne di nuovi, con mobili antichi preesistenti. nessuno collimava con l'altro, erano tutti stipati in stanze che non usavano a rpendere polvere, e di acquisti precedenti per evitare che finissero al macero o come legna da ardere per panifici e pizzerie. Una piaga che in pchi conoscevano ma per pagare meno la legna trovavano quei sotterfugi, acquistare legname rotto apposta da mobilio definito -vecchio- gettando tutto, che chi puliva le case sgomberandole prendeva con sè e rivedenva a chi cercava a niente materiale ligneo. E non certo per restauro e creazione.

    "Milan... qual buon vento ti porta qui? Pensavo che fossi... uh!... con Patricia? Pamela? COme si chiamava la fosca tinta che ti sgambetta vicino per la festa in America?"

    "Perchè dici fosca a tutte quelle che per te sono tarde?"

    "Forse perchè lo sono, e l'unico pezzo di discorso non sconclusionato intervallato da silenzio o "-beh... mh... si... beh...- che sanno fare alcune, perchè di tutto ciò che si può parlare a questo mondo dalla scienza, alla storia, alla letteratura, alla musica, tutti i generi ovvio, al..."

    "OK, ho capito. Sono accompagnatrici, non puoi sperare che siano... preparate come te, su varie cose da non cadere in un silenzio imbarazzato in qualuqnue argomento si tratti. Tranne il calcio..."

    "Il calcio è diventato uno schifo che non fa testo..." fece lei con un'espressione schifata mentre era intenta a scrivere a pennino di vetro e inchiostro su un fogli odi carta, di pregio e non comune, qualcosa. Lei, nonostnate attestati, capacità informatiche e non approfondite negli ultimi anni per i suoi malesseri, non stampava più quasi mai, ma scriveva. le stampanti erano in un ufficio dedicato alla segretaria di Milan e solo lei e i veterani  aveva comparti tecnologici a vista. Milan e Lia li avevano ma laptot e nascosti in cassetti segreti nell'ufficio.
    Lei scriveva sempre, qualsiasi cosa. A mano. Tutto. Era uno degli emanuensi che si prendevano la briga di riportare ogni elemento, cifra, fattura, dcumento, contratto, registro, diario e via dicendo in pesanti volumi che stavano tra i venti e trenta gradi inclinati su appositi leggii in legno, per riportare i dati da dispositivo digitale o foglio stampato. Questo per avere per qualunque necessità, un corrispettivo cartaceo e custodito in un luogo controllato anche nelle temperature qualora per qualsiasi motivo un giorno i sistemi o la corrente impedissero l'accesso ai dati. Lia diceva smepre gettare via la cara carta e penna allegata era un sacrilegio, perchè l'arte della scrittura, dello scrivere proprio qualsiasi cosa, da un pensiero a un atto o altro, era importante sia per chi lo eseguiva, per la memoria, che per le capacità di scrittura appunto. Oltre che manifestare l'umano. Gli animali impiastricciavano con fango e colori se glieli mettevi vicino, raramente come i gorilla o scimpanzè sagaci mettevano su supporto qualcosa come faceva l'umano.
     La gente con pc e smartphone aveva quasi abbandonato l'arte calligrafica, l'amore per lo scrivere anche una lettera o una cartolina o qualcosa per qualcuno a cui tenesse, di tenere la mente allennata preparando registri e ogni cosa per poi riporli. A volte la memoria giocava a modo suo, tornava anche solo rivedendo una pagina scritta dalla mano, un record rimadava a quella situazione riportata o rivedere e rileggere un testo scritto per altro o verso di se era qualcosa che nessuna cosa digitale potesse mai superare. Ma non era così per tutti. Ed era cruciale avere una sezione sotterranea delle casseforti con ogni dato ben  scritto e conservato.

    "Dimmi, bimba, hai questa mise per un motivo oppure anche tu, come il sottoscritto, diventi sempre più incline alla vera moda e raffinatezza giornalieri...?" con un sorrisone.

    Lia alzò gli occhi, solo quelli, nel modo che faceva quando studiava qualcosa o qualcuno, o volesse catalizzare tutta la sua attenzione prorprio su qualcosa , o giocava a recitare la parte della persona misteriosa che sa tutto e conosce ogni cosa. Che è come una Custode di segreti e ascolta qualcosa di divertente mentre ride sotto i baffi, con arroganza e spavalderia di una regina. Comunicando con il solo battere impercettibilmente le palpeblre per alzare gliu occhi verso il focus che le interessa, portando le ciglie contro l'arcata sopraccigliare.
    Lei alzo un mezzo sorriso che pareva non di scherno ma che si stesse trattenendo nel non  farlo completo.

    "Dimmi, Milan... quest'oggi il sole che tipo di giornata ha salutato?"

    "Ah, la metti con poesia?"

    "No, la metto come una domanda educata, per non dirti che sei parecchio sovrappensiero, noto..."

    "Riguardo cosa..." fece lui avvicinandosi di fronte a lei alla scrivania. Lui in impeccabile doppiopetto con elementi vittoriani e bastone. I capelli legati alla francese, con coda bassa e il resto sciolto contro la schiena, qualche ciuffo a incorniciare il viso. Come al solito sembrava uscito da un quadro antico.

    Lia mise da parte i fogli, inserì il pennino di vetro nel calamaio, nel serbatorio con acqua pulita per la pulizia e non in quell oaccanto con l'inchiostro, che aveva un tappo argentato per preservare il liquido. Sistemò ai lati tutto e poi poggiò le mani sulla scrivania, con una sorta di sorrisetto comprensibile solo a chi la conosceva e quello sguardo aperto e attento. Facendosi leva sulle mani si alzò con grazia e andò alla finestra.
    La battuta sulla mise di Milan era dovuta al suo abbigliamento.
    Indossava uno degli abiti che preferiva, dell'ultimo triennio dell'ottocento. Giacca stretta con collo molto aderente in raso contro il cotone del totaqle che fasciava a V la zona del collo fino alla scollatura, chiusa da un fiocco della stessa sezione. Busto a V terminando a punta alla vita e più corto ai fianchi con i bottoni nascosti dal fiocco. Ai bordi finali della giacca seguendo la V a punta una serie di rouches di pìzzo. Le maniche erano come le piacevano, se non strette fino al gomito, poi ad allargarsi a pagoda, erano invece strette fino al polso come una sigaretta con poi un tagli oalla francese, una L che dal polso andava aprirsi una zona che non arrivava al gomito da cui partivano rouches di pizzo e arricciature alla francese. La gonna era composta da una gonna di base con rousches come la fine della giacchetta, una sovragonna intermedia che a semicerchio scendeva dalla vita fino a poco sotto le ginocchia con piegature laterali che formavano una cascata di raso contro la gonna di base in cotone, fermata nella arricciature da una fascia in cotone arricciata alla francese. La sovragonna finale era aperta a V, partiva qualche centimetro dopo la V finale della giacca per lato e andava ad allungarsi dietro in uno strascivocon pieghettature per dare volume e decoro, lasciando tutta la zona centrale fino ai fianchi aperta per mostrare le gonne sottostanti. Dietro era più semplice di molti modelli. Invece di avere varie sezioni da sellino a semicerchio o arricciate o altro, aveva la zona della giacchetta che si allungava fino a fine del sedere, benchè non si potesse vederee faceva un semicerchio con rouches nei bordi e un grosso fiocco sulle reni. La zona sotto delle maniche mostravas una sorta di coda di topo decorativa e poi la sezione alla francese a L delle maniche con i pizzi. La sovragonna superiore aveva un ulteriore livello come uno strascico sopra che partiva da sotto la giaccheta dietro fino a terra.
    Tutto l'abito era color avorio, come il primo che indossò come Veròna,  più largo di gonne però cme una decina di anni prima come stile, che aveva iniziato ad indossare quando giocava la notte con gli ospiti al ritorno della Strega della Dimora.

    Veròna, sebbene esistesse da poche settimane, necessitava in particolari circostanze di abiti in foggia antica, non doppiopetto o abiti di stile maschile con impemeabile da stalker anni cinquanta e cappello. Quello era un suo stile, così come gl iabiti non degli anni sessanta dell'ottocento come l'abito avorio di veròna ma le decine successive, più filiformi come linee.
    . Gli abiti di Veròna come strega antica e padrona della casa avevano come stile abiti ciò che la gente pensava fosse la moda dell'ottocento. Abiti ampissimi e pieni di fiocchi, ma non era così. L'ottocento aveva visto sulle cinque diverse tipologie di stile di abbigliamento solo per la donna e Veròna indossava il penultimo, Lia l'ultima, che si divideva in tre fasce solo per la forma della gonna da più a meno larga finjo a diventare tubolare sul davanti.
    le persone sbagliavano sempre e dicevano come abiti dell'ottocento -quelli con le gonne grandi come tebdoni da circo.  Veròna  e Lia come stili confutavano ciò, niente abiti pomposi e impossibili alla Sissi, eppure erano maestosi e preziosi nella lavorazione e ricchezza di ivelli di stoffe sovrappone che davano all'abito movimento e decori senza restare bloccati contro gli stipiti delle porte per il cerchio.
    Milan stesso vestiva più entro i primi dell'ottocento come richiamo che non dopo.
    E per apparizioni, feste e impersonare Veròna, Lia appariva gran dama vittoriana con accenni francesi, visto il luogo dove vivevano o per la storia che avevano creato, con l'uso non del cronoline, non del crinolette più tardo, ma l'ultimo utilizzato prima che la moda del nuovo secolo portasse via tutto ciò, dimezzando la portata del busto e accessori per i fianchi e posteriore. Il bustle, o sellino, che seguiva più il suo stile e non gli abiti nella mente di tutti che erano più come alla Sissi, ampissimi e ingrombranti. Lei amava abiti dell'ultimo periodo prima del novecento, che rendevano la figura non grossa come un pallone aereostatico ma più statuario, longilineo, e come diceva Milan, più astero. Più ampi erano gli abiti, più non le piacevano molto.
    Quando Milan glielo chiedeva, utilizzava la versione moderna come per il sellino del crinolette, che portava l'ampiezza della gonna solo verso l'esterno, quindi un semicerchio e rendeva gli abiti nella zona anteriore più paralleli al pavimento, livelli di gonne o sovragonne che non dessero volume. Ma non esagerava mai troppo. Senza l'uso di questi -oggetti necessari- come soleva dire il sarto di teatro francese che glieli cuciva prima delle botteghe, apparirebbero ridicoli come gli abiti comuni ed economici di carnevale senza forma o orrendi alla vista. E per Milan, come diceva, -come per i politic, l'apparenza è la chiave principale perchè molte porte e molte orecchie si aprano. Sono necessari-.

    Perfino per le feste a tema lei optava per abiti meno gonfi. Anche per la festa in stile carnevale veneziano, che piaceva molto e Milan aveva deciso di estenderlo ogni mese, dove si indossavano abiti classici settecenteschi, come a Venezia. Le mani erano come piacevano a Lia, almeno quello diceva, semi pagoda o Ovale con livelli decorativi che scendevano. Pe ril resto i panier per i fianchi creavano gonne veramente fastdiose, che lei non amava.
    Prediligeva abiti che seguivano la forma e non come sacchi di patate addosso, come diceva sempre, per tutti i tipi di abiti che non fossero come per Sissi appunto, con una vita strettissima e poi un pallone sotto. Abiti in stile impero o lineari o greci o che fossero troppo larghi non le andavano a genio, voleva muoversi si, ma non amava che gli abiti andassero per i fatti loro per come si muoveva, come si sedeva, vento o altro. Preferiva che restassero per come erano stati disegnati, quindi nelle prove per decidere lo stile per le sue mansioni e Veròna era stato chiaro che non si sarebbe discostata dal periodo vittoriano, ultime decadi.
    Anche quando vestiva in abiti francesi settecenteschi, seguivano più la moda reale classica francese che non quella veneziana. Ve ne era uno che preferiva. Scollo quadrato, corpetto in disegno damasco argento su tessuto azzurro scuro, con decori in rilievo argento ricamati sopra,  tutta lazona anteriore da spalle alla gonna una sola fascia arricciata alla francese di danascato azzurro e argento a decorare la sezione del soprabito, mostrando al centro il corpetto in damasco dello stesso tipo ma con brodature in rilievo a filo argento alto cinque dita sul seno, foma a V alla vita e poi una gonna con vari livelli di arricciature orizzontali fino a terra color avorio, con decori in rilievo come il bustino sopra ogni sezione dei livelli che arricciavano e scendevano. Le maniche erano dritte,partivano dall'arricciatura del collo al gomito, un'altra fascia arricciata divideva la manica dalla cascata di pizzo avorio francese che arrivava al polso ed era largo e corposo alla francese. Le gonne seguivano un panier speciale che non dava forme ai fianchi come due arance che non le piacevano, ma semplicemente allargavano solo ai lati la gonna come un abito ottocentesco, dalla vita con una cirva morbida che proiettava la forma verso l'esterno senza bombature assurde. Il manichino che utilizzavano per tenerlo sempre a disposizione, protetto con un cellophanne apposito, presentava ai polsi nastri dello stesso azzurro ma senza damascatura da legare con un fiocco al posto dei gioielli e una collana con doppio filo di perle stile chocker nell'incavo del collo con una perla pendente. In testa una specie di coccarda con una piuma come piaceva a lei, utilizzava sempre delle piume, da una a tre, piccole o grandi, nei copricapi o decorazioni nei capelli con stessi tessuti e colori dell'abito. E i ventagli sempre con bastone e piume a formare o forma del seme di picchi e a freccia, invece di quelli classici in osso o altri mateirali intagliati e tessuto che si aprivano con un gesto. Li usava più, ma quelli più per Veròna.
    Gli aibti classici del carnevale di Venezia erano più appariscenti, con dettagli quasi caricaturali di quelli che lei o lui indossavano. Sia quelli che vendevano agl iospiti, ricavando qiundi dei proventi, che quelli indossati dagli ospiti che portavano loro, erano in stile venezianodel carnevale e con colori vari, metallici o squillanti. Gli unici che vestivano come francesi settecenteschi, come diceva sempre Milan,  a mò di Re Luivi XI e madame de Pompadour come stile abiti erano lui, Lia, chi lavorava per loro e chi acquistava i loro abiti. Lia gli diceva che lui in verità sembrava più il Re Sole  per come si atteggiava e appariva in abiti così ricchi di dettagli ma anche di qualità, e lui ribatteva che come stile sembrava proprio l'amante del Re che la frivolezza dell'adolescenza di Maria Antonietta, quindi come accoppiata erano perfetti.

    "leva amante e metti partner di lavoro" diceva lei con un sorriso e lui se la rideva, dicendo che era esattamente quello. Come si abbigliava e le riforme, la definiva la Madame de Pompadour del dopo, quando smise di essere amante del re ma consigliera, confidente, partner di tante cose, spalla e sostegno. Amica. Le diceva sempre che la Pompadour era diversa dalle altre amante di tutti i Luigi e altri re del passato perchè lei amava la Francia, lavoreava per le riforme e il nuovo domani. Era amica di personaggi chiave nello scenario della tecnica, scienza, tecnologia, filosofia, illuminismo e ammodernamento della placida francia reale. Se avesse vissuto di più e avesse avuto meno drammi per la salute e le morti in famiglia, avrebbe fatto di più, diceva sempre Milan, per poi dire con disgusto che la storia fece più famosa per certi versi la volgare e frivola nemica di maria Antonietta per altre cose, oscurando ciò che il Re stesso voleva fare con la cara Pompadour proprio per il suo regno, ma che cessò tutto con la morte di lei.

    "Non puoi dire che non è vero. Molti abiti che ho comprato da famosi atelier storici perchè ti andassero bene, sono ispirati più allo stile della marchesa che di...  maria Antonietta, pure. Se tu dovessi vestirti come vestiva la regina nel periodo pazzo, direi che qalcosa non va... ritieniti orgogliosa di essere invece paragonata alla marchesa che veramente voleva fare tanto per il suo paese e che poi invece si vide... sostituita, non nel cuore, ma sempre sostituira dalla volgare e fastidiosa Madame du Barry, celebre per le quasi strangolature con la regina Antonietta..."

    "Ascolta..." fece Lia andando verso il mobile alla destra "noto che ti sei dimenticato gli impegni odierni... vuoi che te li rinfreschi... oppure devo andare io stessa nel tuo guardaroba a decidere cosa indossare... non so un white tie, black tie, la versione optional, il creative, il lounge, sempre però... in stile Milan..."facendogli il verso,  prendendo un paio di bicchieri dalle ante sotto "e... oh!... dalla tua faccia sembra proprio  che per te ci sia vuoto... alle  quattro hai l'incontro con il membro della Bundestag nella sezione Cdu..."

    "oh, accidenti!... è vero... scusa, sono tornato da Toronto e non ci ho pensato proprio a vedere le..."

    "Ok, andiamoci insieme... ma prima!Due cose... Innanzitutto ho deciso di appoggiarti per cercare le tre O a cui ambiasci..."

    "Davvero? QUindi mi credi che esistano?"

    "Mh, dipende... il problema è che tempi addietro e non come adesso, qualcosa che un tizio X trovava se lo teneva e lo vendeva lontano da casa, per non dare nell'occhio... o almeno chi era furbo... Le tre O... l'oro di Dongo, l'Oro nazi che in alcuni docuemtni che hai recuperato si trova spaziato in vari treni di settori ferroviari segreti e che si dice alcuni gerarchi conoscessero... si dice che il gruppo di Heinrich Muller, il senio official che riuscì con altri a non farsi mai trovare, sapessero dove si trovavano e tu temi che possa aver rivelare ai discsndenti o suoi collaboratori il luogo... e per finire l'Oro del Vietnam, una fortuna che alcuni membri non riuscirono a portare con sè con gli aerei quel giorno della fuga e che sono ancora là... non so se credere che ancora oggi nessuno, neanche uno, li abbia trovati e li tenga ben bene per sè o siano venduti o ancora... attendano qualcuno come te! Ma sappi che se davvero si tratta di opere d'arte, monete, oggetti preziosi di perduta arte artistica e umana oltre che lingotti di fabbricazione di guerra... cosa vuo ifare, venderli? Mi auguro non fonderli..."

    "Sei pazza? Non l ofarei mai, così come te... gli oggetti artistici di vario tipo non devono subire danni o distruzione. Se li troviamo, e sento che lo faremo, decideremo cosa tenere nelle casseforti e cosa vendere per finanziare le casse per il Cambiamento, la Mano e la Raccolta che condivido nel creare, il resto vedremo... da dipende da cosa troviamo. I treni... tu sai il valore di quei treni e non solo, dei settori ferroviari se li troviamo immacolati? Solo i treni varrebbero una fortuna..."

    "E li comprerebbero di Neri, presumo..."

    "Se non sono come i focosi gruppi giovani  che rubano dai musei cimeli originali... ma imamgina solo il tesoro del Vietnam che era in prevalenza gemme, sporche di sangue per il loro viaggio o storia dalla miniera alle ultime mani, ma sono gemme che non si trovano più... il valore sarebbe alto, e ci permetterebbero di ampliare settori e operazioni che intenzioniamo fare..."

    "Mi auguro solo che la tua ricerca non finisca in toto come baffetto tedesco che sviò verso l'occultismo... già lo fai, ma ti prego, non cercare e perdere tempo e soldi, e speranze, per oggetti che secondo me come la religione da cui attingono, non sono altro che storie come le babilonesi per dare una morale e concetto... le favole come quelle di Esopo esistono già e la gente ha fatto lo schifo per un LIIBBROO  che dice cavolate su cavolate, e orrori aggiugo, che afferma che sia esistito qualcuno che non è mai tornato e oltre questo, miracoli e cose che oggi dagli anni ottanta non si spiega per davvero se non -che mistero, non cè spiegazione- e poi scopriamo che è esattamente come il resto che si pensava gesto divino... tutto spiegabile con la scienza..."

    "...senti..."

    Un consiglio ulteriore... per situazione come quella di adesso dove cadi dalle nubi" riempiendo un bicchiere con rum color ambra, e uno con vino rosso frizzante "sarebbe ora che prendessi una donna che... ti sia come una moglie. Sai cosa intendo per moglie?"

    "Conoscendoti si..." fece lui ridendo

    "E' che... sai, sarebbe qualcosa di molto prezioso per te, perchè lasciamelo dire, e te lo avevo già detto, è meglio cercare qualcuna che non... attragga solo per le misure e...l'incrocio dei suoi pali..." gli disse guardandolo negl occhi, dandogli il bicchiere "Seriamente, hai bisogno di qualcuno che ti sia come una moglie! Ma quella -moglie- come figura che ti sia di supporto, aiuto, agenda, assistente alla preparazione, personal dresser, consigliere..."

    "Amica, fedele consigliera, supporto morale, psicologa, supporter, analista, consulente d'immagine, partner di moltre altre figure... averne una così! SOlo Madame potrebbe farlo, ma lei dice sempre che il suo settore è quello, come dici tu, di -commerciare in piacere-... e non riesce e non vuole cimentarsi in altro. Solo tu sei stata brava da essere tutto questo..."

    "Non iniziare, sai benissimo che io sono negata in tante cose. Non ho una mente brillante, sono negata in varie cose... come la matematica, sebbene con una calcolatrice una si adatta... le cose che faccio qui per te, al tuo posto, sostituendoti perchè sei negato più di me, sono solo un aiuto perchè ti cavi dal casino che ti sie portato... da solo!" lo attaccò seria con il bicchiere in mano, mentre quel pò di vino danzava all'interno senza uscire,  mentre lei si muoveva nel modo di fare tipico del suo paese, che Milan non faceva "e lascia che ti dica una cosa! Io mi sono ritrovata con gente con una testa vera, con capacità sopra le mie che erano più adatti a svolgere alcune delle mansioni... ma tu no, la suddivisione dei poteri non si può fare, o ci sono solo uno, massimo due che sono a capo, o niente, ed è assurdo. non so proprio come tu possa aver gestito questa gabbia di matti svolacchiando in giro..."

    "Non sono una lucciola..." rise, mentre i capelli del ciuffo e ai lati seguivano i suoi movimenti, liberi e non legati

    "ma voli sui bagarozzi bulbosi che usate qui con volo ascensionale, lo fai lo stesso.... che tu non abbia alucce tipo poiana o Cupido o altro, svolacchi lo stesso,  dove ti porta il tuo naso intriso di affari. Sarebbe meglio, seriamente, se qualcuno di competente vi mettesse mano, invece  sono in crisi, dove anche Jd e i ragazzi dei veterani, visto che i vecchi sono alla nuova Fattoria a qualche chilomentro da qui e chi li vede più, non arrivano! E io devo chiamare quella gente che di cervello ne ha per tre di me e chiedere,  come di svolgere certe cose! peggio con conti e matematica,  ma io con formule e regolette matematiche... non adiamo d'accordo e mia madre mi picchiava sempre da schifo per questo. Diceva che ero una piaga e una buona a nulla! Lo dicevano tutti e guarda,  infatti..."

    "Ehi, se la metti così sembrerà qualcosa che non è, e lo sai. Sappiamo entrambi, anche ricevendo tutti i documenti su di te che le cose non erano queste, ma ti hanno messo in testa pensieri errati. Da poco la IA sperimentale ha ricevuto la figura olografica, lo sprite come lo chiami tu, e ha un supercervello che potrai tranquillamente interrogare al bisogno. Voglio solo che le perosne fisiche, quelle deboli che cadono rispetto a te in tante cose pericolose,  stiano con il cervello e le manine lontane da certe cose... e poi tu stai facendo un lavoro enorme anche come sperimentatrice... lo so, mi dispiace, ma veramente non cè nessuna di quelle che uso per le facciate,  che possa veramente essere anche solo tre cos einsieme dell'eleenco che hai fatto... tranne te e Madame..."

    "E' assurdo, mi stai dicendo che è vero il detto che se una è una bambolona è anche un'imbecillona?" fece lei irata dandosi una spinta sulle mani contro la scrivania e spostandosi di lato superandolo, andando alla libreria "guarda questo settore" indicando due ripiani "non sono affatto libri che... potrei leggere, che ho letto, che raccolgono ad memoriam preziosa materia celebrale di qualche grande personaggio del passato... sono tutti i casini che tu hai fatto,  che sto risistemando in un ordine decente e facilmente consultabile,  e questo è il malloppone in fila di registri... andiamo di fronte. Gli accordi e i contratti! Li abbiamo rifatti. Poi abbiamo..."

    "Ok, ok... calmati. Sei piena di impegni? Affida qualcosa a Jd..." vedendola scocciata "ricordati che sei qui perchè..."

    "perchè mi hai convinta in ogni modo a continuare a respirare per l'Accordo, perchè ti faccia da cavia..."

    "tu sperimenti la blue box o scatola, le stoddarde o nanomacchine, gli apparati di scansione e copia cerebrale per i lbene degli altri... hai accettato per questo! Certo... ti ho anche detto che ero nei casini,  perchè in pratica sto sempre da qualche parte per ragioni sociali e politiche, e perchè sei tu, e non ti piace un posto incasinato ma con regole e cose precise, ti sei rimbaccata le maniche e...

    "E la colpa sarebbe mia se sembrava  di essere in un campo nomadi? Tende e bestie al pastolo nella sezione anteriore di una dimora antica? Ttta la zoa verde si deve rifare, per ora i paesaggisti stanno studiando tutto e cosa hanno lasciato i Vecchi e chi si era accampati con le loro bestie... Serve solo che tu ti fermi qualche giorno, come una pausa,  e decidi con gli architetti pesaggisti dove vuoi inserire le sezioni di guardia con..."

    "E le statue che stiamo facendo fare apposta, le composizioni, si, si... ma speravo lo facessi tu..."

    "Ah, no! Non iniziare, sei tu il Padrone di Casa, io sono la Padrona della Casa solo per controllare, gestire e mettere regole. Ma questo posto deve rispecchiare te, il tuo sogno e desiderio , che deve riflettere poi cosa deve esserci nel mondo, non intendo mettere cose troppo a mio giusto. Anche perchè in fatto di gusti siamo un pò agli antipodi di certe cose... tu sei pacchiano, io per fortuna no!"

    "AH! Ok... Allora ricordami per favore l'appuntamento per cui tu avresti preparato i miei abiti..."

    "Seriamente? E la tua segretaria? Non cè un appunto o altro nel tuo telefono di nuove generazione?"

    "Dimentico sempre di scriverli..."

    "Cercati una femmina che ti faccia le veci di una moglie, senti a me..."

    "Ne ho già una che a detta di Alaric sembra dieci suocere in una..." ridendo "a cosa mi serve dare informazioni e altro a ragazze,  che poi sono brave solo con il buon gusto e... "

    "Non cè un tripadvisor o qualcosa del genere per queste tipe?"

    "...basta" ternìminando la frase come se si contenesse dal ridere

    "Basta... oltre che pagarle e poi sfruttare ogni centesimo negli alberghi di lusso, Torri e luoghi... parecchio danarosi che ti piacciono... per carità, se son pagate anche per fare quello, fatti tuoi! Io sono una persona che concepisce libertà su certe cose,  ma sai quanto spendi per alloggiare se sei con clienti e affaristi e non ti fermi nelle torri? Troppo! Poi quelle ragazze... ok, io sono mediocre e non posso capire il vlaore che loro hanno per gli uomini, ma secondo me è esagerato quanto prendono... ma facciamo che tanto diamo loro e tanto loro fanno rientreare nelle nostre tasche con il tuo lavoro... ma mi dispiace solo di una cosa... che non cè nessuna donna che abbia meritato il suo posto al tuo fianco come -moglie- secondo i canoni che considero io, tnato da guadagnarsi le porte aperte qui e il tuo letto... perchè intendiamoci bene. Se mai una dovesse entrare nelle tue stanze qui, allora hai trovato un gioiello al tuo fianco, buon per te,  ma io non resterò per molto e dovrai sostituirmi. E dovrai avere qualcuno che ti aiuti e supporti per le cose chiedi a me di fare... un sè pò fà...."

    "Quindi vuoi davvero andare?" guardandola serio mentre prima rideva

    "Che intendi... io sono rimasta solo perchè avevi bisogno,  e perchè mi avevi detto che se divenivo una cavia volontaria, avrei aiutato il futuro... ho la scatola proprio per studiare l'uso non solo delle proiezioni e la lettura degli impulsi cerebrali, ma anche per portare il campo della gestione di apparecchiature prostatiche come arti meccanici o singole parti perdute a un livello meno invasivo degli elettrodi nelo cervello,  come l'apparecchio per l'ascolto... le nanomacchine per vedere in varie situazioni quando aiuto e supporto possono dare, sia le Stoddarde vere e proprie che le vostre. Stoddard è morto e voi avete vari campio dei suoi progetti nano, con me sono compatibili e insieme alle vostre la velocità di riparazione, cura, trattamento sono due volte più veloci, in alcuni casi tre. Questo permette un alto tasso di protezione per i soggetti a cui sono stati inoculti. Sopravvivenza e capacità di resistenza. Benissimo. Avete scoperto anche da noi pochi compatibili con questi dispositivi che possono gestire cellule danneggiate o con progressivo invecchiamento e processare la nascita di nuove cellule sane secondo il codice genetico che hanno registrato. Ergo secondo i vostri calcoli non dovrebbero esserci cellule nel corpo umano che non sia sotto il loro controllo e cura. Cancro, danni cellulari, invecchiamento... non so ancora se crederci davvero o meno ma i miei problemi per quella malattia che mi è venuta per la disperazione sono praticamente annullati, non uso più quel vostro siero antidolorifico che dovevo spararmi sulla coscia due o tre volte al giorno... se mi faccio male, passa tutto prestissimo. E se davvero rallentano invecchiamento e danni cellulari sconfiggendo il cancro... posso capire la portata della cosa. Un pò come le nostre battute dell'altro giorno nei laboratori di chimica dove mi facevano provare e sperimentare le cose, come nelle scuole americane, ma non da noi. E quando mi hai chiesto che cosa facessi, ti ho risposto -Magari riesco a processare la pietra filosofale- e tu -Eh, ma se tu lo facessi non avresi niente da chiedere non essere colta da vizi normali, se cade in mani sbagliate siano nei casini, a cosa ti serve farla?- e abbiamo continuato a discutere di queste cose... -Come sopra, così sotto... secondo il tuo ragionamento esistono cose collegate e riflesse. COme i mondi paralleli e... tutto questo èassurdo, impossibile quasi. Ma se si fosse trattato come con Zay e Ric, parlando di magia, e di Phib e famiglia, allora avrei detto veramnete che era impossibile. Una cosa era stare al gioco e vedere che accadeva, osservare le cose e cercare di notare se ciò che affermavano fosse vero e alternativo alle credenze religiose odierne. Si dice che tutte le credenze del passato soppiantate dal sangue e fuoco delle religioni moderne avessero veramente e più... di quello che si sa oggi. Ma i preticelli hanno cercato di cancellare o nel caso, prendere determinate cose e girarle a loro favore, come molte feste che derivano da vecchie pagane. Ma lì superiamo il confine tra realtà e qualcosa di oltre. QUi invece... come la pietra filosofale dei nostri scherzi, se queste cose hanno davvero fondamento e io ti sto aiutando a studiarle e sono fattabili al cento per cento, se dovessero scapparti di mano o per qualche motivo finire in mano ad altri... non esisterà più un -Come sopra, così sotto...- perchè la feccia spaccherebbe l'equilibrio che ancora oggi persiste..."

    "oh, capito... la tua frecciatina è per i miei passatempi..."

    "Ti sto solo dicendo che dovresti trovare qualcuno, oltre Madame e me, che tra non molto non ci sarò più, perchè ti sia ciò che ti serve per mantenere lo stato equilibrato che hai raggiunto per ora... io non sono intelligente, non ho capacità che ti servono oltre ciò che riesco a fare, ma magari quelle stangone o bambolone come le chiami,  hanno cervelli come... Hedy Lamarr, o Ada Lovelace,  che hanno lasciato un'eredità e prova di ciò che erano che perdurano ancora oggi. Non ti dico di trovare una vera fidanzata o moglie, ma cerca senza affanno un'altra persona come me che non veda gli elementi classici umani di egosimo e stronzaggine per se stessi , e propri interessi,  sopra ciò che vuoi fare. Non credo affatto di essere un caso raro, gira il mondo e vedrai che ce ne saranno decine come me,  ma almeno con capacità reali..."

    "E quello che hai fatto finora?" guardando dalla finestra bevendo

    "Lo avrebbe fatto chiunque che non fosse demoralizzato come la gente lì sotto. Erano quasi come me, ma rispetto a me avevano bisogno di un filo di ragnatela chiamato speranza,  per rialzarsi e usarlo come guida nel buio. Diversamente da me avevano bisogno di una Mano, ed ecco che sono cambiati. Non del tutto, ma è un inizio. Hanno capito che le nuove regole hanno un motivo di esserci e perchè ci sono, cè più cura e considerazione degli spazi comuni, degli altri e del senso di aggregazione e gruppo. Le feste e avvenimenti che abbiamo isituito sono un modo per loro di aspettare e vivere momenti liberi dove possono sfogarsi e divertirsi, come fiammelle in un tunnel grigio sempre uguale di lavoro e vita militare,  dove buttare via sconforto, pesantezza di certe cose nel cuore e il resto e semplicemente e..."

    "Si, ho notato che con le feste, avvenimento, il Cerchio, le fiere e il resto sembrano diversi. Avevi ragione. Essere militari per la mia comune è... si, avevi ragione. Se voglio tenere una Comune come la desidero,  si deve seguire una linea diversa. E alla fnie avevo bisogno di qualcuno che non fosse dei nostri..."

    "Già..." fece lei con amarezza

    "Non iniziare. Non è vero che qui tu sei un'estranea..." guardandola "sei la nuova, la..."

    "La stronza che ha messo regole su regole e precisi metodi di comportamento e lavoro. Che non è una militare. Sebbene io abbia affrontato un addestramento base, nessuno di loro, sentito con le mie orecchie, mi reputa parte anche di un solo angolo di questo enorme gruppo. Anche se divisi e sparsi,  si vedevano comunque come tutti colleghi, tutti militari, tutti legati da questa cosa. E ancora dopo qualche mese, io sono qui, tu mi hai affidato  degli incarichi ufficialmente ma loro... mi vedono come un'intrusa. E mettono in giro voci, tra l'altro dicono male delle lingue delle donne,  ma gli uomini non sono da meno, piccola parentesi... resta il fatto che io sono definita -quella là- o seguendo Alaric -la pazza sovranista-. Ma nessuno ammette che ora tutto gira come un orologio ben oliato e funzionante. Ciò che era rotto è stato riparato. QUel che era fratturato, sanato. Chi non aveva ragione d'essere se non aspettando incarichi militari, ora ha una ragione per alzarsi la mattina e dire -si ricomincia- col sorriso e partendo bene, a colazione nella sala comune affiancata alla cucina, rifunzionante,  e trovando impegni e impieghi che occupassero la giornata nel modo giusto. COn carica e voglia di fare, creare, dare... non ciondolare in giro a bere e fare casino. Adesso ognuno ha il posto che è per lui, per abilità o capacità e a meno che non sia cieca, mi sembra che siano tutti più contenti, laboriosi, impegnati, si drogano pure meno.... o sbaglio?"

    "Hai ragione. Ecco perchè preferirei che continuasse la gestione attuale..."

    "E l o sarà, ma finchè io sarò viva. Poi non ci sarò più, e tu dovrai trovare qualcuno che prenda il mio posto..."

    "mh..."

    "Già... chi troverai a questo mondo oltre me che possa... aiutarti senza avere smanie di denaro luccicante,  o in frusciante carta o in conto bancario, o gioielli, preziosi e averi di ogni tipo... che adori, che  ambisca, che grondi desiderio come un cane con una bistecca per potere e scalare le classi sociali... a me non interessa tutto questo. L'unica cosa che mi si fa odiare è che voglio si rispettino le regole e le leggi di questo posto. Che ci sia rispetto per me, non mi interessa se mi vedono come te, come chissà chi... vorrei solo rispetto per il mio impegno per aiutarti, per l'aiuto per testare cose che un giorno quegli idioti potrebbero necessitare... che comprendano che no nsono stronza,perchè lo sono così dento..."

    "... tranne quando si incazzi e ti parte quell'espressione che, come dice Alaric -porca troia ha quell'espressione, oggi ci sarà un funerale...-..." scoppiando a ridere

    "... Alaric può dire quello che vuole, ma  ha l'intelligenza oltre la stronzaggine di capire che ciò che tu desideri deve mutare. Il cuore delle persone deve cambiare e lo si fa partendo dalle piccole cose,  per poi renderle comuni. Come era un tempo per i vaccini, tranne per i religiosi del cazzo, i treni, le automobili, i lampioni e via dicendo...  prima di queste cose si diceva -non durerà mai. I cavalli saranno smepre e per sempre la ruota motrice del mondo umano. I treni non dureranno perchè a furia di incidenti la toglieranno. I lampioni non potranno andare avanti per costi di manutenzione e perchè Dio ha creato la notte per un motivo... e poi ogni cosa è divenuta normale... come anche certi oggetti del bagno. Maria Antinietta e la corte sua come molte altre europee e non, non accettarono water e bidet... e ora sappiamo come è finita. Che in fatto di pulizia e igiene i paesi come il mio che li hanno resi ormai immancabili, sono più puliti... ti basti pensare che ho sentito in questi mesi parole di molti miei connazionali in altri paesi dove non cè il bidet, e affermano che per far pulire la gente con cui hanno qualche relazione, usano ogni stratagemma perchè lo facciamo dopo il sesso o esserci solo andati... mentre prima, orrore e raccapriccio, si pulivano solo con carta igienica o solo doccia generale e via...:"

    "E torniamo alla questione dei cambiamenti che hai fatto ai vari bagni. Mi è costato, ma ammetto che così come hai sistemato le cose fila meglio di prima..."

    "Prima sembrava di essere in bunker antiareo inglese nella metropolitana. Li ho visti... uguali. Uguali! Comunque sono contenta che alla fine abbiano compreso e accettato le regole e molti siano più puliti! Che sollievo. Con il sistema che poi metteremo di asciugatura con l'aria, si eviterà l'uso di troppi asciugamani e quindi lavaggi, sebbene abbiamo iniziato la produzione dei saponi, vegetali per vari utilizzi... ma se scopro che quegli idioti tagliano ancora i saponi come in turchia,  li prendo a pizze in faccia con gli anelli che hai fatto fare con le fiamme e con un guanto di ortica..." fumandodi rabbia

    "Si... invece di comprare come avevi detto i taglia saponi a filo di ferro, facendo scorrere una barra creando le fette, hanno acquistato la rpessa da piedi..."

    "Ti rendi  conto? si sono messi a fare il sapone gettando a terra il composto, pianandolo dentro un quadrato prestabilito in legno e poi con questo arnese che sembra un pogo stick, creavano i quadrati per la forma e pressione con le scarpe! Le scarpe sul sapone gettato e fatto asciugare sul pavimento! Così...! Madò, li ho picchiati a sangue! E poi quei saponi vanno passati sull a pelle... avevo detto chiaramente che dovevano creare dei box per versarvi il sapone su appositi tavolacci in legno solo per quello. Che andavano martellati a mano con lo strumento lavorato apposta con le informazioni del sapone,  dopo esser stati taglianti con la taglierina a filo... e cosa hanno fatto? Fanno tutto alla turca! -E' così che si fa il sapone ad Aleppo, io lo so, ci ho lavorato- oppure -ma signorina- perchè mi chiamano così! -non sai come si fanno i saponi? Con quest apressa manuale a piedi, il lavoro è più agevole e veloce... Ma si, pestiamo tutto il sapone in quel grosso box a terra camminandoci sopra come facevano e saltandoci pure! COsì invece di pulirci sotto la doccia ci prendiamo tutto lo schifo sotto le scarpe per..."

    "Calmati, non ti angustiare! Adesso lavorano nel modo giusto e per essere sicuro, sono apparso a caso per verificare cosa facessero..."

    "Si... se tu appari davanti la porta del padiglione del settore centrale,  lo sanno tutti in 2 secondi netti! QAue pettogoli che neanche le donne... pensi davvero che tu possa fare un controllo a sorpresa? Devo dirti che a volte temo che qualcuno per diletto mi sputi in una bevanda o cibo per vendetta? Lo temo a volte, e so che mi vedono come un'estranea che rompe le palle... ecco perchè dicevo che il tuo buonismo non cambierà il cuore degli uomini in tempo prima della nsotra dipartita... e qui, pensa un pò nel mondo intero!"

    "sei troppo prevenuta..."

    "Milan... ancora! L'animo umano per come si è formato dall'infanzia all'adolescenza non... non può cambiare come speri tu in poco tempo. Guarda il tempo in cui viviamo. Siamo in un n uovo secolo una decina e passa di anni dopo il suo inizio, doveva essere e fu annuncianto come il secolo del rinnovamento umano e del migliroramento... tu invece cosa vedi?"

    "So che..."

    "No, non vuoi capire. E te lo mostro sempre. Quelli là sotto nonostnat ele regole e le cose che dico, vedi la parte nel Cerchio quando con un nastro sulla schiena ho indicato che ogni fisico è diverso e ha diveri puntri di forza e di achille, quindi adatti per differenti scopi... a che è servito? Ancora adesso chiamano in modi offensivi gli allampanati, molto alti ma magri e non adatti a sforzi fisici... affermano che altri combattono come mammolette..."

    "Si, so degli schiaffoni che hai dato a Sebastian quando ha detto a Kaser che lottava come una femmiuccia,  e tu lo hai preso a cinquine da ogni lato della faccia chiedendogli se secondo lui tu eri una femminuccia come lo riempivi di botte... e incazzato voleva menarti, ma hai usato i suoi talloni d'achille per farlo cadere in ginocchio e dirgli davanti a chi assisteva al loro combattimento nel Cerchio , che se diceva che un suo compagno di Comune e di lavoro era una mammoletta, anche tu in quel momento dovevi essere definita tale. Ma che lui doveva avere sul suo registro o scheda personale l'avviso che le mammolette e femminucce erano il suo punto debole. Gli ho parlato, perchè ho notato poi l'odio che montava contro di te e gli ho fatto capire che se osava farti qualcosa, era come farlo a me..."

    "Come sei galante ma non cèra bisogno. Quei tre che mi hai appicciato come vongole sulle scoglio... buone le vongole..." con aria sognante per la pasta con le vongole che le piaceva "non lo permetterebbero e, per i test ma anche per farmi ocntenta, mi hai fatta addestrare. Certo, poche settimane su varie cose, ma penso di poter fregare un bisonte come quello... basta non farsi toccare e sapere che fare. E comunque ho i miei guanti speciali, lo sai... non temere..."

    Lia si sistemò sulla sedia dietro la scrivania, con un gomito , il sinsitro, sulbracciolo con le dita piegate che sostenevano una guancia e l'altro braccio lungo disteso sull'altro bracciolo. Il sorriso non carogno ma che trasudava sicurezza e sfacciataggine, come nei dipinti che si faceva fare. Milan rise e parlò lui per primo.

    "Se fosse stato così anche per te prima... saresti così come adesso, sicura, sfrontata, arrogante ma nel modo giusto, sfacciata, con un'espressione che emana forza, carattere, saggezza e capacità. Se solo questo mondo ti avesse permesso di non romperti..." fece lui scuotendo la testa con aria triste. Lei mutò espressione in un misto di dolore e offesa e poi, guardando la finestra alla sua sinistra, di malinconia e senso di essere sperduta.

    "Su cosa verte adesso la discussone?"

    "Pensavo solo che questo mondo potrebbe... perderti con la tua morte... cerebrale... ma potrebbe esser el'unica, perchè mi hai incontrato, a non averti più come Coscienza di te..."

    "Già, tu e la tua teoria dei mondi sovrapposti..."

    "Io ci credo..."

    "Si, tutte le tue cose esoteriche e simli. Mi smebra di tornare a aprlare con Zay, Phib, Zela e... io ho vooluto capire e trovare una prova che potesse portarmi a una conclusione che avessero ragione. Cè altro,non come la religione che mi costringevano a seguire, ma cèra altro e..." scuotendo la testa "ma mi hanno solo mostrato che è tutta questione di influenza, che segue altre cose... non sono stati in grado neanche di fare una sola cosa sebbene dicessero che mi volessero bene... noi possiamo fare questo e quello... io ho detto -perchè no, seguiamo il loro filone, crediamoci, mettiamo che sia vero e andiamo fino in fondo. Le carte, le preghiere, le connessioni spirituali... bubbole, dico io. Ecco anche perchè me ne sono andata. Perchè lontani, perchè sempre a parlare di buonismo senza avere l'accortezza di capire che più loro lo facevano e più mi affossavano, perchè mi indicavano cose che io non avrei mai vissuto e in effetti è accaduto finchè non vi ho conosciuto. I miei genitori pensano di essere mgliori e moderni... invece sono come gli altri s enon peggio, vecchio stampo e asfissianti. E alla fine io non ho vissuto niente. Le poche cose che potevo mangiare che no nfossero lo schifo a casa erano in ristoranti dove portavano la famiglia quando pagavano loro elascia perdere che schifo di servizio... vedi i miei diciotto anni. Prenotato per un compleanno, pagavano con i buoni del loavoro di mio padre e siccome il ristoratore lo sapeva non ci ha fatto trovare niente, a metà settimana, da magniare che dovevamo ordinare solo cosa dicevano di avere. Che schifo, che figura di cacca... già dovevo stare con la mia famiglia, ma pure non cèra niente... e poi la torta. Comprata da un pasticcere dove ovviamente si paga meno, era di una nascita di un bambino... ci credi? E io ero lì alle dieci di sera in un ristorante che nona veva niente, avevamo mangiato solo quelle quattro cose che cèrano e per saziarci dovemmo mangiare come portata normale i soli contorni pronti e freddi. Poi quella torta blu, una volta tanto,ma con le scritte per un neonato e la ragazza che serviva il nostro tavolo se ne uscì dopo le altre rpese per il culo perchè mangiavano i contorni freddi -prendilo come un augurio per il futuro, sicuramente ti nascerà un maschio...- Avrei voluto urlare, piangere e mandarli a fanculo tutto ribaltando il tavolo e scappando. Del tutto. La sera prima mio padre aveva premuto fino allo sfinimento per una festicicola in una rosticceria con i buoni pasto con i miei compagni di classe. Quelle feccia e per non sentirlo dissi ok, ma fu uno schifo assoluto e quando me ne scappai a casa mi sentìì così male e sole che nessuno al oslito vide e capì niente. Ecco perchè odio il mio passato, l'essere bambini e poi le fasi di crescita e minorenni... tutti piangono pertornare ad essere innocenti e senza responsabilità e problemi... io sono il contrario. Non importa i problemi, gli sfrozi, tutto... io non accetterò mai di tornare bambina. Di ricordare... non ho niente di bello da ricordare. Anche quando cèrano le cavolo di feste e si mangiava, hosolo il ricordo di mia madre sempre perennemente vicino a me che mi dava gomitate, pizzicotti, mi rimproverava a denti stretti che per uan volta mangiavo qualcosa che i miei nonni avevano comprato di nuovo come gl ispiedini quelli messicani o panati, lasagne po cannelloni o altro che non vedevo mai di oslito, e ne volevo di nuovo. Insomma, non potere neanche godermi niente... il mio passato, per me, ripeto per me, è un peso che mi zavorra nell'infelicità e se avessi avuto una sola guida di vita che mi spronsasse e mi desse la forza necessaria per non sentire i sensi di colpa, i pesi, il dolore, il senso di niente che tutti quanto mi hanno inculcato che non riesco a togleire... forse sarei qualcosa che potevo essere... e anche qui, però, nonostante tutto sento che non sono in un niente. Finalmente che cè un posto che ha cosa mi piace, dove posso essere e fare... non riesco perchè la notte li sogno, ancora e ancora, incubi continui..."

    "Fai ancora quei sogni? Sia con loro e sia come... se vedessi e vivessi negli occhi di qualcun altro?"

    "Si, ogni notte. NOn so come ma oltre la maledizione di averli sempre lì appena mi addormento, anche queisogni o incubi dove prendo come.. i lcorpo o gli occhi di qualcuno che so non essere io e... accadono cose. Succedono cosecome fossero reali e poi, se per qualche motivo muoio o mi sveglio, se mi riaddormento riparte tutto ma negli occhi di qualcun altro ma tutto come prima, come se continuasse dopo la fine del primo soggetto. E so che non sono io. Mi accorgo quando cè qualcuno che parla a me, ci sono statisogni dove qualcuno che so di conoscere ma non vedo il volto mi parla, parla a me... ma gli altri è come se vedessi negli occhi di qualcun altro, come se ne prendessi il posto ma non sono io..."

    "Capisco..."                                        

    "ma son osogni... la questione qui è che nonostante tutto, seppur io sono in un luogo che avrei chiamato casa, il mio posto, la vita che avrei voluto... per una volta e per davvero nella mia vita... se fosse accaduto tempo prima, non fino allo stato in cui sono, forse... no, sicuro, avrei trovato la mia felicità! Ma non riesco. E' come essere là fuori, in mezzo a... lascia stare!"

    "In questo mondo tu non hai avuto gli strumenti per essere te. Ci hai provato. Hai lottato ma alla fine hai capito che era solo sforzo inutile. Non ti avrebbero lasciato andare facilmente, come fece tuo padre appena diplomata dicendo a chiunque sia con te vicino che non, che non saresti mai andata via e che dovevi stare al loro fianco. Senza considerare te, senza vedere che non eri come loro, senza capire che quello non era il tuo posto ma dovevi cercarti il tuo... in questo mondo è finita così! Chissà come sono i tuoi mondi paralleli..."

    "Ancora con questa storia. Tu e il tuo concetti della bottiglia e del nastro per trovare il punto o il momento in gli altri piani convergono e potrebbero toccarsi... "

    "io lo sento..."

    "Tu o tuo fratello?... perchè mi sembra che sia lui più che te,  il vero promotore di queste cose..."

    "Insieme. Se solo potessimo studiare megio queste... ci piace l'occulto, il..." portandosi l'indice verso la radice del naso per poi scostarsi una ciocca di quelle ai lati del viso veloce come una saetta, mentre Lia faceva un sorriso.

    "Si, si... io non sono d'accordo. Come le Muse e tutto i lresto... saranno anche davevero capaci e con doni speciali come dici, ma si stanno atteggiando come i preticelli, e di quelli ce ne sono anche troppi... non tollero che qualcuno che ha un ruolo -religioso- si metta a decidere e indicare agli altri come e cosa vivere della propria vita perchè quel dio, quello spirito, quel morto pensano diversamente... ti avviso che tra me e loro sarà guerra se accadrà ciò... tornando al discorso dei vostri studi... ti prego, giurami che non finirai mai, mai a dipendere ed essere usato da quei gruppi esoterici, massonici, stronzonici che frequenti... non mettere MAI il cambiamento di pari passo con le loro ideologie..."

    "Ma con loro sto studiando i piani paralleli e di realtà..."

    "Si,  lo so. Nastro di MObiues e bottiglia di Klein e sono solo l'inizio. I viaggiatori dell'anima nei piani dell'Oltre solo meditando... ascolta,  anche ammesso che esistano questi piani e ci sono diversi noi in diverse centinaia di situazioni e svolgimenti, non vuol diure..."

    "E le testimonianze di persone che affermano di essersi svegliate in una realtà che non era la loro? Che molte cose erano diverse. Situazioni, legami, scelte, e..."

    "Milan.... " sospirò lei come non farcela più "Ascolta. Io posso accettare che vi sia qualcosa di più, di oltre ciò che è il mondo materiale.... ok? Ma da qui a pensare che l'universo nasconda piani diversi paralleli come uno sull'altro come... le sfoglie della pasta sfoglia ... o lasange..." fece lei come sognandole "... insomma, hai capito, e che potremmo anche collegarci e toccarle, giungervi, cambiare le cose... cosa siamo, a Ritorno al futuro?"

    "ma quei film si basano su teore scientifiche vere, conclamate, da Einstein a..."

    "Milan... tu capisci che cè qualcosa che cozza... insomma. In questo mondo governato da leggi di fisica, quelle che stavi per elencare con i loro scopritori... prendiamo i fantasmi. In questo mondo materiale fatto di materia per poter interagire e spostare la materia cè bisogno di un corpo materiale o elementi come il vento o la gravità... un fantasma non ha cervello e tu sai che non sono gli occhi che vedono, ma i olcervello attraverso quelle che sono le lenti,  ossia gli occhi. Per dire qualcosa cè bisogno del sistema vocale. Per spostare qualcosa è necessario..."

    "Si però anche tu che ci sono ancora cose non spiegate scientificamente..."

    "Lo ben so... ma ti ricordo allo stesso tempo che tutte le cose prima, per la religione, considerate incomprensibili... dalle malattie agli eventi naturali e via dicendo... sono ora spiegabili tramite scienza. Accade qualcosa in un luogo di culto come un incendio e gli oggetti in oro non si sciolgono? Dio ha posato la mano lì, dando un segno? No, questione di temperatura... capisci che io non posso permettere che un Cambiamento che verte su ragione e scienza, venga lordato da suggestioni... ancora ti dicono che esistono piani paralleli da giungere con robe strane? Ancora ti dicono che possono riportare in vita i morti come quei video? Quale prova necessiti per crederci e cadere in ginocchio alle loro capacità? E ancora, la continuità... quello che tu, ma prima ancora tuo fratello bramate..."

    "La continuità è qualcosa di importante, LIa! Noi stiamo studiando qualcosa che scorre parallela alla religione, che tu hai deciso di portare avanti e approfondire... considerare il cervello umano, scansionato a un livello quasi umano, reale come se stessi. Tanto da considerare le scan come una parte reale della mente e dell'uomo, affermando che si vive  realmente anche se  dopo l'originale muore.Questo è un elemento del transumanesimo, sebbene non posso essere ovunque e sapere s equalcuno sta svolgendo nel nostro livello lo studio...

    "Una religione senza Dio..." fece lei con un sorrisino

    "Si. Per molti pensatori attuali, quando si parla di uomo collegato a tecnologie... ecco transumanesimo. Per molti è una specie di religione, una setta di cui Kurzweil  sarebbe il guru... è una credenza di natura religiosa. L'unica differenza è che mettiamo da parte Dio. Il nostro Dio è l'uomo 2.0. E noi studiamo molti settori del transumanesimo o transumanismo...  aumentare le capacità fisiche e cognitive e migliorare quegli aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili, come la malattia e l'invecchiamento, in vista anche di una possibile trasformazione post umana.... come  una classe di filosofie che cercano di guidarci verso una condizione postumana grezza come quella attuale ad una più umana per alcuni, per altri come noi limitare i settori per non svilire cosa è l'umano... fermarsi fino ad un certo punto.. "fece lui pieno di ansia

    "Il Transumanesimo condivide molti elementi con l'umanesimo, inclusi il rispetto per la ragione e le scienze, l'impegno per il progresso ed il dare valore all'esistenza umana  o transumana  in questa vita.  Il Transumanesimo differisce dall'umanesimo nel riconoscere ed anticipare i radicali cambiamenti e alterazioni sia nella natura che nelle possibilità delle nostre vite, che saranno il risultato del progresso nelle varie scienze e tecnologie...SI, Milan, noi lavoriamo agli esperimenti e studi per migliorare l'umano, non renderlo...come Robocop! ...  il miglioramento della condizione umana nella sua limitatezza materiale. Lo studio dei benefici, dei pericoli e degli aspetti etici e politici dell'implementazione di queste tecnologie hanno messo in allarme molti per le implicazioni etiche e molto altro, ma noi stiamo sempre sulla punta del rasoio senza mai scavalcare la cosa. Non andremo oltre un certo limite... la scatola, le nanomacchine, le scansioni e impressioni cerebrali sono studiati per aiutare chi per guerra o per incidenti o altro perde qualcosa e ha bisogno di sostituire per continuare un'esistenza dignitosa.Noi non lavoriamoalla  matrice dell'intelligenza artificiale, di cervelli connessi, della possibilità di editare il genoma umano, di avvicinarci all'immortalità... Le conseguenze e i pericoli di tutto ciò sono numerose e sconvolgenti, discutere sul fatto che il transumanesimo sia o meno una setta non è prioritario. perchè se da un lato usiamo le IA come aiuto e supporto, non per altre cose. NOn editiamo il genoma umano, non creiamo cervelli interconnessi come nei film fantascientici e sci-fi ma una semplice lettura degli impulsi del cervello e non per fare del male. Questo è cruciale, Milan... ma è qualcosa di più positivo di quello che voi due fratelli state facendo con sette e credi..."

    "...una sorta di Continuità anticipata.Idee della continuità, continuazione di una coscienza umana in modi digitali, e cosa ne consegue... io so, SO, che ciò che tu stai facendo cn David e i membri dei laboratori è proprio questo. Avere lo stesso risultato di quei video che abbiamo visto. Quelle..."

    "Milan...Quelle persone affermano di poter riportare l'anima di una persona comprensiva dei suoi ricordi, e non come una nascita,  SE è vero che ci si reincarna, con riti e cose strane... ma non hai prove di ciò. Sono video. Sono prepati. Sono falsi! perchè se fosse così significherebbe che il Conte di Saint Germain ha davvero trovato modo di calpestare da secoli questo mondo in una forma immutabile ed eterna, vivente come un vampiro dei libri mentre il tempo gli scorre intorno senza toccarlo.. Alessandro Balsamo , conte di Cagliostro, massone, mago, alchimista e guaritore, un Rosacroce,  taumaturgo, fissato con i gruppi strani e del suo Rito Egizio, sostenitore del suo e altri massonico-religiosi,  che lavorò per dei propositi e si dice che non morì veramente perchè non era un imbroglione... Che vogliamo fare Milan! Senza prove come loro, vuoi davvero gettare tutto per il vostro sogno secondario di non morire mai, ma di farvi ritornare in un nuovo corpo non corrotto da malanni e malattia,  per lavorare per sempre al CAmbiamento e mantenimento dello stesso nei secoli perpetui?"

    "Se tutto va come diciamo , Lia..." poggiando le mani sulla scrivania "tu e David potreste.... potreste copaire la coscienza umana e riportarla viva, attiva in questo caso, in un corpo nuovo..."

    "peccato oslo che mente umana e cpu e cirtuiti non vanno d'accordo, non puoi e abbiamo provato con la mia testa, ad accoppiare una scan di prima copia con un corpo robotico... non riesce ad attecchire. Non impazzisce come gli altri... ma comunque non è stabile. Per questo ci vuole una copia di qualità superlativa per tentarla in un corpo artificiale... mentre una mente umana, seppur copiata, ha bisogno di un corpo materiale che il cervello copiato riconosce... ma lasciamo dire che è più fattibile questo,  dei vostri sproloqui sul richiamo di un'anima per tornare. Avevamo detto, tu avevi detto, che le nostre cariche sarebbero passate a nuove persone scelte apposta per essere ciò che siamo... Il futuro Milan, la futura Lia, e via dicendo. Passare il testimone. Concordavi con me che questa era la discendenza, lasciare nelle mani di persone che consideravamo il futuro,  al posto nostro,  ciò che eravamo noi e il nostro lavoro. La nostra eredità..."

    "E così sarà! Veramente... ma per ipotesi, se non avverrà in poco tempo e la scansioni e impressioni non reggono come è avvenuto, ipotizziamo che la tua non ce la faccia...  acnhe avendo la scatola e quindi il pacchetto è migliore... cosa accade se invece io trovo davvero qualcuno che conosce i segreti antichi dimetnicati e perduti come dicono, e l'anima ritorna... significa che io non moriro! Mio fratello non morirà. NOi non moriremo mai e cvontinueremo solo cambiando i corpi a reggere come Colonne il mondo che stiamo cercando di cambiare, finchè non avverrà tale cambiamento..."

    "..." Lia fece un sospirò che sembrava un verso di disagio cno gli occhi chiusi ma muto e andò alla finestra "...è questo che vuoi?. O è Dorde che lo vuole e tu per il senso di conservazione segui... vuoi davvero credere che si possa mettere un'anima in un corpo nuovo? Qualcosa che secondo le religione può solo Dio? Che tu vuoi vivere in eterno, ritornando sempre e sempre, governando di fatto con il Consiglio che magari quello si cambierà, perchè abbiamo deciso che tutto ciò che studieremo e creeremo qui non uscirà se non in forma più light...? Veramente mi stai dicendo che il sogno di tutti là fuori di vivere per sempre è... è..." poggiando la fronte al vetro con aria disperata

    "Tu stessa hai detto che una vita intera non basta a leggere tutti i libri e fare tante cose..."

    "ma lo dicevo oslo per indicare che il tempo umano è deciso dal'universo... si, Milan "girandosi verso di lui "grazie alla pulizia, la scienza, medicina, all'uso del cervello e non di altro, l'aspettativa di vita invece di trent'anni è giunta ai cento, alcuni oltre ma... guardami. GUARDAMI! Per come la società là fuori mi ha rotta, fatta a pezzi, portata a questo... se io dovessi essere scansionata in modo perfetto da essere riattivata... non la prenderei bene. Per niente! Reggerei alla cosa solo per un motivo... deve esserci qualcosa che necessita la mia ri-presenza,  anche così sarebbe pesante! Al massimo mi farei prendere solo dlala mia curiosità di osservare,s tudiare, capire nel tempo... ma non sono fatta per esistere in eterno. Non così! NOn per come sono... e tu vuoi che qualcuno riacchiappi la tua anima e la butti in un corpo... guarda, facciamo così! Per tua sicurezza... fai un testamento dove chiedi un corpo nuovo con determinate caratteristiche.. perchè, chi lo sa, che non ti capiti di finire, se la cerimonia va male, in un suino destinato all'espianto degli organi..." con un sorrisone carogno

    "S-Sii seria..."

    "Io sono seria Milan. Se davvero esistono queste cose,  non ci si gioca... ok? CHi te lo dice che se anche fosse possibile, finiresti nel corpo messo là a terra o chissà dove dentro un cerchio di scritte o altro, e non in un... piccione, ratto o altro per sbaglio? Come funziona la cosa? E sopratutto, chi dovrebbe morire che tu conosci bene,  da sapere che se questa -cerimonia- funziona, puoi interrogare con cose che sapete solo voi, per accertarti che hai trovato cosa cercavate? Capisco che vostra nonna vi abbia incantato con riti e roba pagana che faceva per malocchio, buona sorte e simili... le solite cose della gente definita arretrata... ma Milan, visto che con Dorde non posso parlare, ascoltami almeno tu. Se io e David dovessimo riuscirci anche tramite quegli scritti russi sugli esperimenti meta-psichici e i macchinari... potremmo salvare la metne e magarai..."

    "Non sarebbe la stessa cosa, Lia..." fece lui irato e camminado con indice e pollice che inzava la radice del naso "non è lo stesso, parliamo di cose diverse... Paradosso di Teseo, ricordi? la continuità dell'essere...  la questione metafisica dell'effettiva persistenza dell'identità originaria,  un'entità le cui parti cambiano nel tempo...  in altre parole, se un tutto unico rimane davvero se stesso oppure no dopo che, col passare del tempo, tutti i suoi pezzi componenti sono cambiati, con altri uguali o simili. Come appunto la nave di Teseo , il mitico eroe greco, che  nel corso degli anni, sostituendone le parti che via via si deterioravano, con altre rigorosamente uguali,  si giunse al momento in cui tutte le parti usate in origine per costruirla, erano state sostituite, benché la nave stessa conservasse esattamente la sua forma originaria. Thomas Hobbe  si spinge oltre e ci chiede di immaginare una situazione in cui qualcuno abbia conservato le vecchie tavole di legno della nave originaria e le abbia successivamente riassemblate nello stesso ordine con cui, in precedenza, erano state asportate. Assumendo che ciascuna delle tavole che costituiva A non si sia deteriorata al punto da non poter più essere riutilizzata, sembra del tutto plausibile credere che la nave riassemblata, C, sia di fatto la nave con cui Teseo rientrò trionfalmente ad Atene.
     Dopotutto è C ad essere costituita dalle stesse identiche parti di A, poste peraltro nelle stesse identiche relazioni, mentre B non ha nessuna parte materiale in comune con la nave originaria. Quindi abbiamo l'originale A con cui Teseo approda. La nave B, composta con sezione nuove di riparazione, e la C, realizzata con tutti i pezzi conservati e riassemblati per ricreare quella che l'erore capitanò. QUindi che sia la  COntinuità che tu concordi con David o quella meta-fisica chiamiamola così,  di chi mi assicura di ripetere il rito dei video... quale è l'originale NOI? Se  pensiamo che sia C ad essere identica ad A,  non ritenere il principio di continuità spazio-temporale una condizione sufficiente ai fini dell'identificazione di un oggetto nel tempo e....bisogna accettare la tesi secondo cui ciò che rende un oggetto identico ad un altro , consiste nell'assoluta identità materiale dell'oggetto in questione? Quindi se per ipotesi noi siamo A, la vostra teoria e studio sia la B e la nostra la C..."

    "milan... indipendentemente da quello che credi, solo perchè l'anima viene richiamata, in un nuovo corpo per altro, non significa che tu sia il TU diadesso al cento per cento..."

    "E lo stesso vale per te... siamo a uno stallo, LIa. Sperimentiamo e studiamo lo stesso concetto della Continuità ma in modi differnti. Io a qualcosa che secondo me esiste, tu per un aspetto più scientifico..."

    "Ma è la scienza e la fisica che hanno portato questo mondo a ciò che è oggi e ... guarda, se era per la religione e le ideologie che tu e tuo fratello seguite, saremmo rimasti senza luce, perchè la notte è stata creata da Dio così e non deve esserci dicevano i preticelli, gli stessi per cui il treno no perchè ocn la sua aria maligna portava peste e malattie che poi sono state debellate con vaccini e antibiotici, non da preghiere e credenze... Le macchine hanno sostituito i cavalli, lavarsi le mani invece di dire e pensare che Dio disinfettava le mani dei medici a prescindere hanno evitato morti. MORTI! Le conoscenze che si sono allontanate da ciò che non è del mondo fisico hanno migliroato l'umanità. Quelle cose in cui voi credete, l'hanno sempre affossata. Vedi le regole contro sesso, morale e stronzate varie che invece prima della religione distruttrice erano normali e considerate come fanno oggi esempio i nudisti. Il periodo buio dellinquisizione, dell'obbligare la gente a fare cose perchè la religione diceva così. Nei paesi arabi e mediorente, asiatici, america del sud, tutte queste cose accadono ancora e sei tu il primo a volerle estirpare, eppure cosa fai?  Ti metti a seguire questo o quel pazzo svitato che dice di avere libri e segretissimi antichi e potenti da poter far cose che la scienza non può perchè questa è brutta e cattiva e rovina l'equilibrio... detto da gente che fa come i preticelli, quelli che affermano che nel LIIIBRROOO sacro si dice che gli animali sono stati creati da Dio per esser schivi degli umani a loro piacimetno, che le donne che siano della casa o ospiti devono essere date a folli molestatori perchè questi non si inchiappettino gli uomini... sia mai che qualche uomo,, perchè col pene, subisca qualcosa... quindi buttategli tra le mani ledonne e fatele finire male... cè scritto Milan ma la gnte non legge un cazzo ma crede alle fandonie di pastori coglioni e ignoranti... e tu vuoi seguire riti e cerimonie con un miscuglio di egiziano, babilonese, coglionese solo per confutare l'idea che ciò che la scienza potrebbe fare, la fa meglio la cerimonia mistico-magica? Ma sei suonato? una cosa era me che tentavo di capire e testare le cose che dicevano Zay e Phib e guarda caso non è successo un cazzo! Mi è finita solo peggio! E che vuoi fare? Rischi tgutto, soldi, mente e il resto per finanziare e patrocinare cerimonie dubbie con dubbi risultati sulla Continuità dell'anima... e mi vieni a dire che è meglio la tua cerimonia dei nostri test... i nostri, i tuoi! POrco cazzo Milan..." sbraitando come faceva pochissime e rare volte "hai laboratori che sono fiori all'occhiello in tutto il mondo in quanto a menti e macchinari, materie e possibilità, e te ne vai dal mago Thelma di sto cazzo a vedere se un giorno possono farti ritornare in vita,  per continuare il tuo lavoro perchè ti si scombussolano le viscere al pensiero della morte... Devo davvero, IO, sentire ste stronzate? Io che desideravo solo come abbiamo detto tante volte, che qualcuno mi amasse così tanto,a  tal punto, da accettare senza darmi colpe e accuse di aiutarmi a vedermi morire e magari accertarsi che sia così, per porre fine alle mie sofferenze? Mi prendi in giro!?"

    "No... no, aspetta, sai che non è così..."

    "E allora svegliati, cazzo! Tuo fratello è più duro di te su questo e so bene che è lui che ti ha portato a ri-seguire le credenze di vostra nonna,  e a farti venire l'idea che invece di ciò che ha davvero cambiato e spiegato il mondo... no, è meglio qualcosa di insondabile perchè non pone prove e dimostrazioni vere... come Dio e i Santi..."

    ":.."

    "Ti pongo una domanda...." fece lei sedendosi di nuovo, come sempre con il fianco dentro sopra l'angolo col bracciolo destro "Vorrei discutere con te di un dilemma diciamo così, un dilemma che tocca varie cose... " portandosi le dita di una mano sulla fronte per massaggiarla, cme faceva quando era nervosa "se i test vanno bene e le scans sono perfettamente funzionanti... cosa pensi di fare? Intendo, io testo le tue apparecchiature perchè chi verrà dopo che è reduce da shock, traumi, lavori così distruttivi da avere la mente a pezzi possa riaverla, o almeno, riaverne una integra. E fin qui ci siamo... il problema è che quelle persone che non potranno avere una mente, la propria, originale indietro si troveranno come rinascere come sarà la nuova Personalità dopo di me... cosa hai intenzione di fare con loro? Voglio dire... li metterai in un posto dicendo che vivranno lì senza dirgli la verità... dirai la verità e vedrai che accade... mentirai per proteggerli...."

    "Dove vuoi andare esattamente con questo dilemma?"

    "la razza umana ha sempre avuto la brutta molte volte, propensione, per ribellarsi e rompere le scatole quando non cèra b isogno. Ribellioni e rifiuti anche laddove non vi era nulla da fare. E non parlo di rivoluzione e lotte per le proprie libertà e simili, quelle sono sacrosante. ma che accade con nuovi soggetti definitri vergini che si ritrovano a svegliarsi con una mente nuova, sia con parziali memorie che non... sai benissimo che per come è l'essere umano, tende sempre a perdere la ragione e la lucidità appena qualcosa gli sembra non vada bene. Anche se è in verità un bene, fatto per la sicurezza e protezione... quando l'essere umano si ritrova in situazioni in cui non accetta di adattarsi, e non parlo di quelli come me, noi siamo un'altra cosa, ma... facciamo un'ipotesi. Creiamo un luogo tra la fattoria e qui con delle casette e vi portiamo le persone che riusciamo a risanare con o senza memoria... questi non sapranno dove si trovano, chi sono se non hanno memoria, cosa è accaduto, quale è la situazione ed eventuali prospettive... anzi iniziamo da una cosa. Ti dirò una frase... Vorrei regalarti un mondo diverso, che ha fatto la pace con la sua crudeltà... questa frase..."

    "Di una delle tue canzone in italiano preferite..."

    "Si, oltre quello... questa frase ha due interpretazione, così come la frase -Io... chi sono?-"

    "Per la frese -Io... chi sono?- si intende io chi sono che mi sento e mi percepisco? Chi sono come NOme, identità, personalità da dire che esisto e non sono smarrito? L'altro sunto è che ci si chiede Io chi sono tra le variabili che..."

    "Come le mie Personalità che ho creato. Tra Lia, Veròna, Diandra, La fiamma cerulea e via dicendo.... tra queste che ho creato io e rifletto parte di me, chi sono io tra queste veramente?"

    "..." sospirando "Per la frase sul dilemma, si può intendere come A... che ha creato una pace sulle ceneri della sua precedente crudeltà..."

    "come si doveva fare dopo le due grandi guerre... e invece..."

    "mentre la seconda, la B..." continuò lui "Che ha fatto la pace con la sua crudeltà intesa come regolare come su due piatti della bilancia, le antiche ovviamente, momenti di crudeltà e momenti di correttezza... "

    "Quello che dici è giusto ma per molti sarebbe strano o un controsenso ma è nella storia umana che in determinate società, la crudeltà era divenuta parte della società stgessa, accettata e praticata. Arene, punizioni ed esecuzioni pubblici e via dicendo. Una società con dei diritti e doveri ove anticamente era possibile con la crudeltà allo stesso momento di leggi e situazioni da fare con forza e prepotenza senza attaccarla, anzi... questo è accaduto fino ad oggi. L'umanità ha fatto la pace con la sua crudeltà nel caso B, e lo si vede ogni giorno. Ripicche, aggressioni, omicidi, vendette, regolamenti di conti e sebbene la gente ami puntare il dito contro il soggetto che ha commesso la cosa, accade sempre quel qualcosa che ci ricorda come la società umana non è mai veramnete progredita al punto A. Così sembrava dopo le guerre ma non è accaduto. Una violenza? Ah, ma la vittima vestiva così o aveva bevuto o era libertina. Cosa pretende, ora? Due omosessuali, altro esempio, mostravano anche senza fare chissà cosa il loro amore? Eh, lo facessero a casa loro di nascosto, cosa si lamentano poi? Extracomunitari? Eh, chissà che cosa hanno fatto per finire in questa situazione...Un uomo uccide una donna per senso di possesso e femminismo? Ah chissà lei... liti tra vicini? Quello ha fatto questo, questo e quest'altro, è normale che finisse così... un minorenne ha fatto qualcosa di male che con la sua età e mentalità poteva capire ed evitarlo? Eh, è minorenne, non capisce, è piccolo, ragazzate, però l'altro... dei ragazzi delle scuole medio o del liceo si rompono le palle un guiorno perchè non ce la fanno più ed decidono di fare casino a scuola come ultimo atto di un non farcela più? Delinquenti, malati mentali, erano pazzi, erano questo... senza chiedersi come si è portati a questo, chi è stato, cosa è scattato in loro dopo aver accumulato tanto, chi non li ha ascoltati quando potevano. E poi gioiescono e augurano l'inferno a quegli stessi ragazzi quando si suicidano o sono accoppati dalla polizia... la crudeltà che prende il posto della pace, accettata e..."

    "Lo so..."

    "Quello che voglio dire è che l'umanità avrà sempre da dire e ridire su tutto, anche se fatta bene. Anche se per loro. per proteggerli. SAlvarli. ... cosa accadrà se come vuoi fare tu, creare una sorta di villaggino cintato da mura, per queste persone trattate perchè si riprendano e si rimettano in modo ocme umani con la mente sana, ma che non possono uscire? Accetteranno? Si adegueranno? Si ambienteranno? O tenteranno di scappare? Di lottare? Di rifiutarsi? Accetteranno le bugie che vuoi dire loro, oppure dirai la verità e vedrai come ognuno di loro accetta la cosa? Ci osno soggetti che rifiutano e tentano la fuga anche a costo della morte. Chi sfiderà. Chi si ribellerà visibilmente o chi di nascosto. Chi farà sotterfugi per rovesciare le cose o eliminare chi secondo loro è un problema... chi si suiciderà perchè non accetterà la vita in un luogo per loro stretto, claustrofobico, la verità che prima di andare nel mondo che per loro è ignoto se non ricodano in toto, dovranno restare lì... la mente umana Milan è più sfaccettata e difficile dei libri di psichiatria e psicologia che si usano come base per etichettare una persona. Una persona come per esempio, per come è rotta, ache avendo come qui ciò che un tempo desiderava ma ora ogni volta che lo veed si sente male da voler piangere perchè sente comunque di aver perso cosa la rendeva viva... una come me per un tot di tempo avrebbe detto -ok, vediamo un pò come questo posto. Vediamo per ora come va e ne parliamo- e avrei studiato la cosa. Se mi si dicesse che fuori da quelle mura ci fosse... che ne so un disastro ambientale, una meteora caduta che ha devastato tutto, un qualcosa come guerra nucleare dove esistiamo solo noi in quel piccolo luogo cintato... io non avrei perso le speranze, per come sono io, ma se non fossi stata rotta a tal punto, avrei detto ok, intanto costruiamo qualcosa a misura mia, dalla casetta alle piccole cose. Cè sempre tempo e possibilità per tante cose, anche in un piccolo buco... ma se cè modo di fare, non come da dove vengo io che se vuoi fare qualcosa di nuovo, di felice, d bello per te ma anche per gli altri sei additato e iniziano a sciorinare Dio, santi e cazzate varie... -ai miei tempi-... o -cose da pazzi, tu cosa ne vuoi sapere- e via dicendo... le persone non amano le regole. Io considero chiave e cruciali le regole in un ambiente di persone che condividono luoghi e vita ect... tranne se ti si obbliga a sposarti e figliare, ad avere il meno peggio accanto per forza altrimenti non sei niente... lì divento un cane rabbioso. Ma per utto il resto... anche il fatto che sarebbe meglio, per farti un esempio, non buttarti per gli ormoni al sesso o accettare di fare cose perchè tu sia, appunto accettato... Da un lato ancheda piccola capivo la parte positiva di queste raccomandazioni. Per se stessi più che altro, mentre i miei genitori, tutti gli altri lo vedevano come sai la persona pura, corretta, diligente, seria, che non si fa mettere le mani addosso altrimenti è... lascia stare le parole che etichettavano quelle che volevano solo vivere qualcosa. Io sono stata felice di sentire me, di non aver accettato ninete da Rò e non me ne pento... A Zay e Ric dissi una delle frasi che la gente vuole sentirsi dire da qualcuno... sai quando tutti dicono -avrei almeno voluto provare quello una volta sola prima morire-.... ecco, glielo scrissi come altre frasi del genere perchè la lettera non fosse tutta pesante di tutta me... no, così suona male..."

    "Ho capito che vuoi dire..."

    "Ecco... in verità ho mentito..." facendo un sorriso trentadue denti "l'ho scritta perchè mi venne in mente di mettere anche qualcosa che li portasse a leggere qualcosa di ocnosciuto e mitigare il resto... in realtà, anche se per qualunque motivo dovessi incontrare prima della mia dipartita come Coscienza, qualcuno che... beh, non avverrebbe nulla di ciò. Perchè lo so. Perchè lo sento. Per me non sarebbe stato un elemento di legame e affezione. Per molti è questo, parte del legame. Senza sesso non cè il colante per l'amore come viene sempre definito tra due persone e senza sesso cade tutto il presupposto che unisce due persone... Se non cè, come si parla tra amiche o amici o con strizzacervelli o altri, se dici che non cè intesa sessuale ti guardano come un alieno... beh, nonostnate quella frase io lo stessa non lo avrei fatto, anche se avessi incontrato quella persona... " come dicendolo per se più per il discorso con Milan "... ma per dire che alcune leggi anche non scritte sono importanti per la persona per non perdere ciò che la rende umana poer la propria parte animale... io avrei donato i miei organi superflui, e tu sai quali, a qualunque donna o persona che si sentisse donna e volesse cambiare il proprio genere con organi impiantati.... perchè per me sono un più che non mi interessano. Io non sono i miei seni, i miei genitali e odio il ciclo con tutta me stessa. La stessa coppetta anni fa, se non fossi stata io e non l'avessi acquistata di nascosto con soldi messi da parte... è stata una delle cose migliori che abbia mai fatto. Seriamente. Con la coppetta ho passato quei giorni con meno dolore e fastidio dentro, non epr i sintomi che... nessuno può capire. Per me è stato sempre un qualcosa non naturale e da accettare, ma rifiutare perchè per me non era qualcosa che mi rendeva cosa ero, non volevo figli ne fare niente con nessuno. Ho vissuto sempre sola, sola totale, sola io e me stessa e il mondo che avevo creato... le cose che desideravo come la compagnia di qualcuno, giocare ai giochi da tavolo e videogiochi come sognavo sempre, avere qualcuno hce mi porgesse la mano per andare da qualche parte, per mangiare con qualcuno con cui volevo condividere il pasto e il m,ometno dello stare a tavola, visitare le cose, andare al mare e vivere quei momenti invece di pensare solo a far asciugare il costume e questa er al'ora al mare... No, tante cose che avrei voluto vivere che gli altri facevano e invece sempre e solo in quelle mura di quella dannata casa di famiglia e solo per essere tirata da solo per supermercati e negozi. Dove decidevano loro tutto.... non è mi sono mai serviti qeusti organi e le uniche cose che desideravo e sognavo non avevano niente a che fare con quello... quindi le regole di non fare questo o quello prima del matrimonio, o con liberta e via dicendo... a me non toccavano... per dire che dipende dalle persone... ma se vorrai aiutare e curare le persone con la metne distrutta... sarò bene che decidi bene cosa vorrai fare, perchè se sentiranno di essere in trappola, controllati, con leggi e regole che non gli vnano giù, che fuori cè pericolo per loro e non ci sarà tempo vicino per andarsene e sentirsi loro liberi... le conseguenze potrebbero essere diverse, sia medie, che negative, che per alcuni positive... ma ricordati che non sono tutti uguali e le leggi e regole coem qui devono avere un significato e per determinate questioni che non leghino come catene altri... calcoalre e valutare ogni cosa... perchè le menti umane e peggio il senso di conservazione e la voglia di evadere e scappare, lottare a ogni  costo anche se ciò che  fanno è autodistrutto sarà... ineviltabile"

    "lo so..."

    "Per quanto cerchi, non ci sono divinità che possano salvarci con dei miracoli. Al massimo, amico mio, possiamo solo chinare il capo alla cadenza dell'umanità e imitare Dio, aprendo le porte al mondo nuovo..."

    "Pensi che non ci sia possibilità per come vogliamo continuare?"

    "Oh, si... ma sappi che ci vorrà almeno un centinaio di anni se indottrini i bambini ad essere umani e toglierli alle familglie e loro influenza... perchè nulla cambierà fintanto che le vecchie generazioni sbagliate e difettose modellano i giovani... non sarebbero come noi, e il mondo continuerebbe a peggiorare. Guarda solo internet.  Come è regredita la razza umana con cosa combina online, cosa scrive, come attacca e inchioda come Gesù sulla croce anche per sole libertà che non danneggiano nessuno, rispetto quegli infoiati che si, danneggiano... Ho una malattia che mi divora dall'interno e sono stanca, stanca di chi non riesce a dare libertà e uguaglianza, non apprezza il valore dell'essere umano nelle sue sfaccettature, di chi non rispetta le sofferenze di altri. E sono stanca... di chi non valuta come fa con l'oro dele vite umane e del loro IO e... di essere, o meglio, non essere in grado di apprezzare i ldono della vita perchè sono rotta, perduta, e non ho uno scopo che mi faccia sentire viva. Che mi porti ad essere felice di esser viva. Senza uno scopo è come essere vegetali e lo so bene. E mi sonosempre sentita uno schifo ma... poi vedo come la gente calpesta tutto senza ritegno facendo casino però se gl itoccano le cose loro... sono stanca di tutto! E se mi girano, se le cose che tu vuoi fare con la lentezza dei Cambiamenti prendendo il loro tempo... non potrò far altro che avere le prove che l'umanità non si può salvare. E' impensabile che ancora oggi, diritti dell'uomo, creazioni umani e non naturali visto che la gente urla che molte cose sono contro natura e loro ne sono pure protetti, esistano a parole solo in pochi posti come a macchia di leopardo, mentre ti sputano per strada non importa dove...i diritti dell'uomo, anche se considerati sin dall'inizio naturali, non sono stati dati una volta per sempre... cè smepre da lottare! Ora Basta... mille anni e passa di società umane e basta internet per farci capire che la cosa è grave...Non è necessario credere in una fonte sovrannaturale del male, perchè gli uomini da soli sono perfettamente capaci di qualsiasi malvagità, senza motivi o perchè, lo fanno perchè da piccoli li hanno portati ad attingere in ciò... e quindi non mi importa di che colpe mi macchierò, ma se avrai fra le mani le prove che nulla potrà cambiare non solo veramente anche dopo cento anni ma per niente in nessun senso... l'unica cosa che ci resterà da fare sarà scrematura e ripartire. Creare le generazioni del nuovo uomo... "

    "..."

    "Sembra che a questo mondo nessuno comkprende, è empatico, è connesso ad altri. Nessuno sa come ci si sente ad essere la persona cattiva, ad essere colei che è triste per le azioni e parole degli altri. E nessuno sa come ci si sente ad essere odiate, accusate di dire solo bugie. Nessuno sa come ci si sente a provare questi sentimenti. E vedersi sotterare in un livello sociale sempre più basso oslo perchè per la gente tu non vali. Nessuno sa come ci si sente ad essere maltrattata e anche sconfitta... e alla lunga chi li subisce finisce per adeguarsi al mondo intorno scagliando la pietra contro di te, non contro chi fa lo stesso schifo contro la feccia... la feccia non sa che noi, i derelitti morali, siamo di più proprio per i loro sputi in faccia... se ci unissimo tutti strapperemmo chiappe agli stronzi ma non accade, perchè diversamente da me la gente tende a sopravvivere, ad arrancare per inerzia in mezzo alla merda restando il poco che riescono per respirare mentre gli altri li affondano..."


    "Ti avrei detto di... non rivangare nel passato, specialmente con il futuro che abbiamo davanti... ma ciò che hai avuto qua, per la prima volta che ti avrebbe resa felice... non ha senso dirtelo, ma volevo solo dirti che ci ho creduto alla possibilità... e invece hai sempre quelle espressioni e niente e nessuno può cambiarle..." le disse mettendosi le mani in tasca


    "i Ricordi consumano... come l'apertura di una ferita" rispose a Milan, guardando come lui oltre la finestra

    "Già, la tua collezione di cicatrici... non ti fanno dimenticare chi ti ha inferto ciò e come. Le cicatrici riescono a ricordare che il passato è reale e che consumi la persona o la porti a correre più veloce per una meta, sono comunque un peso...  e la loro azione dipende dalla persona..."

    "Da piccola desideravo un animale. Un furetto, un cane... quelli con orecchie grandi grandi e a punta sulla testa... desideravo compagnia, qualcuno che come leggevo sempre, leggeva te dentro e ti conosceva davvero,rispetto le persone... non importava che essere vivente avessi al mio fianco, desideravo qualcosa da amare e che restasse al mio fianco a sua volta. Che vedesse me e fosse lì, a guardarmi contento che io ci fossi ed esistessi... e poi, passò il liceo, il diploma e tra tutta quella feccia e con Rò... io non desiderai più nessuno da amare. Non esisterà mai nessuno  che mi amerà come desidero e che mi amerà veramente, e a tal punto, da lasciarmi andare perchè amore significa anche questo e pensare veramente alla felicità dell'altro. E' un pò come quando la gente, nonostnate tu dica che una certa cosa o senza ti rende felice ed è ciò che vuoi, e continuano in cosa loro pensano perchè per loro tu sei loro, appartieni a loro e loro sanno, per amore dicono, cosa è meglio per te. Ogni giorno, dopo quei sogni, mi sveglio e... siamo giunti alla conclusione, mi dico? Come quel discorso a Zay e Ric sul fare quella cosa almeno una volta con una persona per cui davvero sentivo ciò... una bugia, perchè non sarebbe accaduto mai, ma per dire che qui con voi ho provato e vissuto perla prima volta cosa avevo sempre sognato di fare. Avere un cavallo e imparare ad equitare. vestire e fare cose che mi piacevano, Osservare l'arte della falconeria e lavorare con i grandi uccelli ma anche i cani. Fare cose, anche pulire la qualsiasi o aiutare lala fattoria a zappare e piantare prima dell'arrivo degli attrezzi adatti... mi andava bene e non mi pesavano. Ma appena vado a letto e poi al risveglio... sempre quella sensazione di vuoto e perdita che non se ne va...  Io non so se la Me dopo che sarò andata via vedrà Casa qui o altrove ma... questo luogo è la mia conclusione. Non nella mia città, fra quella gente... NON VOGLIO!" urlò "perchè è andata a finire così? Quando ha iniziato a girare per il verso sbagliato? Per i NO che non dicevo e che dovevo? Dovè che ho smesso di avere fiducia? Di capire che non provavo affetti o amore come mi urlavano contro che dovessi avere come tutti? Che non fossi come tutti e ho seguito questo filone? Perchè....? QUando cè stato il cambio di strada? Avrei avuto giorni belli e divertenti? Felici? Avrei incontrato persone come voi che mi avrebbero dato queol pò che mi serviva? Avrei avuto un senso di Casa, del non scappare,di sentire un luogo come persone e ambiente insieme da cui non sarei andata mai via...? Ci sarebbero stati giorni vivi e divertenti...? Perchè quei gironi così... non sono mai arrivati? Li ho distrutti da sola?"

    "Ehi... a volte ci sono quelli che... a volte le persone tornano solo perchè non sanno dove andare... non è il tuo caso. Tu volevi trovare il tuo posto, il tuo paradiso, il luogo che per te fosse Casa e non come luogo fisico per le mura o... può darsi che..."

    "Tutti si concedono il lusso di ignorare quando il tempo sta per scadere e per tal motivo non vivono davvero per tale timore, paura, bruciando ogni tappa come se fosse l'ultima... è come se in una giornata d'estate trangugiassero un bicchiere d'acqua di colpo senza assaporarla fino in fondo... e così la loro vita.."

    "..."

    "Mi sono divertita in queste settimane a portare me, ovunque... con i fondi che ho raccolto dai profitti che erano extra da quelli che ti tornavano, ho commissionato dei ritratti o copie perfette stampate di miei ritratti e sono adesso in ogni luogo della mia città e dove vivono alcuni della feccia che mi ha rovinata. E visto che mi hai sempre ripetuto che la vendetta era qualcosa che non andava fatta seguendo il proprio Totem animale, lasciandolo riversarsi in me come avrei voluto... ho fatto uno scherzone..." girandosi a guardarlo "dopo aver sovvenzionato club di vario tipo e ogni ufficio comunale regionale chiedendo oslo che esponessero un mio ritratto... ho mandato a ognuno di quegli stronzi un bigliettodi mio pugno con solo poche righe...- Non maleditemi più, ne usate la vostra stronzaggine, non serve a niente. tabto all'inferno ci sono già. Ma col sorriso! perchè adesso siete voi che avete figli...-... e non immagini dalle telecamere cittadine e intorno a loro che ho spiato come se la sono fatta sotto... e se qualcuno è andato alla polizia o carabinieri... Ops! Guarda caso ci sono fascicoli aperti su quelle persone che... non le rendono tanto attendibili, con l'avviso che possono essere molesti con tanto di date e firme autentiche, da grandi calligrafi, ma impeccabili e documenti cartacei in vecchia data in vera vecchia carta che ho esposto ad ogni esperto possibile... e risultano vere! per un bel pò e a mio piacimento manderò personale scolastico a fare... cosa i professori facevano a me e bambini fastidiosi per l'istitituto con cui ho parlato perchè... facciano lo stesso ai figli di quegli stronzi! E dopo molto, anche s esarò morta, è già predisposto. Riceveranno una lettera dove spiegherò che la vita che loro hanno vissuto era la medesima che i loro genitori avevano creato ad altri e che fosse per loro da lezione che ogni persona ha sentimenti e modi di provare sofferenza. Che se volevano esser emigliori dei genitori e cancellare cosa hanno provato sulla loro pelle, devono essere Persone, non feccia come loro. Che fa male fin nell'anima ciò che io e loro abbiamo subito e che si cresce e si diventa persone vere e forti se si conosce il male e si tenta di cancellarlo..."

    "non... Mh... sei andata troppo oltre...?"

    "NO! Invece di farlo a loro, e non avrebbero comuqnue capito, che siano i loro figli a provare cosa subiscono altri per gli stronzi, cosa si prova, come si diventa in base a ciò che siamo e ad odiare queste cose. Alcuni dei nostri che lavorano già alla Raccolta ai diciotto anni andranno da loro e spiegheranno tutto, studiandoli e vedendo se vogliono fare la differenza... sai anche tu che non cè modo di cambiare le cose se non smuovere le acque e rendere il fondo visibile per sapere che tutto andrà come il lavoro richiede... e così deve essere per il mio modo di pensare il Cambiamento. Studiare le persone in vari modi e vedere il loro vero Io e decidere se saranno elementi importanti per il novo Homine..."

    "Ma..."

    "In questo secolo ancora, Milan, chi è libero e giusto e come noi, mostra la via per essere Umani. Chi è schiavo e difettoso, impone la sua schiavitù e il mondo sbaglaito. E' per questo motivo che ancora i gruppi neri, nazi e fasci come vuoi chiamarli, e altri soggettoni lordano questo mondo e portano disgrazie... oltre i religiosi di quasi tutte le religioni. E' ora, visto che non lo fa nessuno, di sporcarsi fin nell'anima e dire Basta! Tu vuoi farlo con tempo e carote, come i cinesi in africa. Io dico basta! Bastone e Carota ma a modo mio!"

    "Jd pensa..."

    "jd è troppo buono e giusto per fare il militare. Se non fosse stato per quella stronzetta, probabilmente sarebbe stato uno dei migliroi nella società là fuori... NOn è adatto secondo me a fare il militare. Alaric è solo preso dal come si mostra e seguire un pò le orme di famiglia. Lubo perchè fu costretto e via dicendo per tutti lgi altri. Loro osno militare e qui per vari motivi ma sempre perchè ci sono finiti per vie traverse e per altri. Ma oltre questo... negli ultimi anni è diventata impossibile la tolleranza... Ricorda cosa ti ho sempre detto! La tolleranza non deve tollerare gli intolleranti! Così accadde per le due grandi guerre e le conseguenze le conosciamo tutte... s enon fosse accaduto che l'America ha rosicato, noi saremmo sotto i Neri. Urlando come fanno ancora ora che ci sono solo alcuni superiori e migliori di altri. Con i razzisti, nazi, fasci e altri di estrema intolleranza e pericolo, non si convinve e non si tratta. Vanno solo ghettizzati ma per davvero tra quattro mura come fecero loro da cui non possono mai uscire, e che dimostrino lì quel che dicono di essere... Si amministrino, dirigano, continuino in autosufficienza e regole loro per loro, perchè mostrino a tutti queste capacità di uomini superiori, forza mentale e militare vantata... che però usavano contro i deboli e chi ritenevano diverso. E' per questo che ti ho spinto a creare le Ronde cittadine ovunque. Perchè controllino e quando vedono piccoli pezzetti di stronzi, li prendano, peccato non letalmente anche se meglio vivi, e li riducano come meritano per rendere loro i niente della società! Le Ronde che le costituzioni non mettevano mai ora ci sono, per noi, nei nostri libretti paga. E iniziano a menar le mani perchè dopo tolleranza e progetti di riqualificazione finiti male perchè loro devastano di notte ciò che si creava di giorno... Vogliono le regole e le leggi dei loro regimi totalitari? E io glieli darò. Sarò però peggio di baffetto tedesco e panzone! Vogliono giocare? E io come con i ritratti e i miei volti ovunque nel mio paese perchè io resti dfavanti a loro guardandoli dall'alto in basso, così sia per loro! Che entrino nel mio campo da gioco! Sarà divertente... dar corpo ai miei incubi! Non è così, Milan?"

    "...si..."

    "Io sono ciò che loro stessi hanno creato.,.. che piangano ora!"

    "Lo so, sfogherai tutto ciò che hai dentro su chi è solo il male delle società... ma portarlo a giochi letteralmente in cui.."

    "... cosa Milan? La oscietà stessa non ti mette in un gioco in cui sei attore e devi recitare anche se vuoi e in cosa non sei e vuoi essere?"

    "...si..."

    ":..se la gente sapesse amare come sa fingere... vivremmo in un mondo stupendo! Mi sono sforzata di non deridere le azioni umane se sciocche e stupide, di non deplorarle o odiarle se come i bambini, le persone le facevano perchè no navevano avuto gli strumenti per comprendere bene o male o usare il cervello... ho cercato di capirle e non fare tutta l'erba un fascio con la feccia... ma ogni cosa ha un suo limite...Coloro che negano la liberà agli altri, non la meritano per se stessi! O si mettono i paletti, Milan, o con i famosi diritti religiosi e di pensiero senza che siano stati preparati fin da piccoli a vedere l'umano non come copia e incolla ma Persone diverse, non si va da nessuna parte... le epoche a cui guardare nella storia umana sono quelle di apertura e fratellanza tra i popoli... ma la feccia pensa smepre di prendere tutto con la forza e le armi... e quindi ora entra in gioco Veròna e le sue, di regole..."

    "Posso dirti alcune cose fra le varie...questione di cui hai parlato?"

    "Cosa..."

    "Il verbo apparire ha messo in crisi il verbo essere ma... tu sei riuscita a restare salda in ciò che sei e ti senti..."

    "Non è vero! E lo sai! Quando mi guardo allo specchio... io vedo una persona, la stessa dei ritratti, io no ncambierei mai niente del mio aspetto, io non importa quando e come, sarei sempre il viso e l'aspetto che vedo. La mia forma anche nella visualizzazione è questa e così sarà nella mia anima ma... nel momento stesso in cui io guardo, vedo anche ciòche non ho saputo definire. Non ho istinti e interessi in nessuno e i miei stessi organi mi sono di troppo... quindi io cosa sarei? Per la società là fuori, così mi hanno sempre detto, io così non sono una donna. Senza seno, non della mia misura almeno ma molto meno,  senza genitali, senza marito, senza figli... io non sarei donna e non sarei che il termine che ho conosciuto dai dieci anni... zitella e difettosa. Ma tralasciando quella gentaglia, io stessa non so cosa sono. Sono Asessuale? Sonoo demisessuale? Sono... cosa? Perchè lasciamelo dire... tu stesso, nonostante le belle parole, continui comunque e etichettare settorializzare le persone con determinate etichette. Ed è vero, non fare quella faccia... in un mondo dove tutto è con un cartellino per metterlo in un settore... io stessa non so cosa sono. Io... chi sono? Sono la Lia prima delle medie? Sono la Lia che si è creata per il dolore e cosa ha sopportato che loro hanno creato? Sono la Lia di adesso? Sono Veròna, in realtà? Rò mi diceva che era impossibile che non provassi niente, non ero un robot e mi fece sentire sbagliata e come tutti non ciò che a quanto pare dovevo essere... ma io, cosa dovrei essere. Chi sarei? Quale Personalità definisce veramente Me? Io tra tutte le facce che ho creato nella mia vita... e ancora, dentro di me e cosa sono e sento... Io... chi sono?"

    "So che non riesci a definire la felicità, però sei una di quelle persone, per fortuna per tanti lati, che considera la felicità da ciò che cè nella testa e nel cuore, non nelle tasche e cosa contengono o possono comprare... quindi sei già a buon punto. Ma..."

    "Ci sarà sempre una penna per raccontare, descrivere, creare il futuro, come faccio con le storie e mondi che creo nella mia mente e potrei mettere su carta ma... non si potrà mai avere fra le mani una gomma capace di cancellare il passato. IN sua sostituzione cè lo studio di David per cancellare la memoria... Ho già chiesto a te quel giorno di non cancellare l'esistenza della Lia là fuori, non morta... ma prendere qualcuno che ha perso tutto e vorrebbe una vita normale, classica, che tutti ambiscono e lei non poteva avere e proporle di sostituirmni con alcune plastiche facciali, veloci ma ben fatte, perchè divenisse me. Cambiare tutti i valori dei miei documetni originali, così che in caso di esami futuri nessuno potesse accorgersi che no, dentatura, sezioni del corpo, sangue e via dicendo non fossero miei... che nessuno si accorgesse della sostituzione. Ho incontrato quella ragazza alla fine, quando ha finto di avere un'amnesia e i danni che aveva riportato l'avevano scombussolata..."

    "Ho avuto paura per quell'azzardo! Incontrarla in un tavolino, seppur nella sezione coperta di un bar, per dirle qualcosa... non ero contento, ma ho accettato di lasciartelo fare..."

    "Lo so, e ti ringrazio di questo! Quando aveva ricevuto la chiamata non pareva contenta. A casa mia sono sempre lì come i ratti, se non mi vedevano seduta al solito posto nella stanzetta, si impanicavano. Dovè, urlavano. Dove si trova... come se io potessi andare da qualche parte. Sempre a guardare, aprire cose, fatti i fatti degli altri e dire che non era vero... Le dissi che io ero la Lei del passato, la Prima e comprese subito. le dissi di fingere che fosse una vendita telefonica e le diedi un appuntamento in un bar poco distante da casa. Conosco quel posto come le mie tasche e sapevo che loro mai sarebbero passati nei bar, pensa andare a guardare dentro i box coperti dei bar, anche con la macchina, era rimasto come allora, quindi dell'interno di vedeva poco. E ammetto... di aver scelto un periodo caldo, ma non troppo..."

    "Lo so, odi il troppo caldo e il troppo freddo"

    "Ed eravamo... due quasi simili faccia a faccia, di fronte al tavolino. Qualcuno poteva scambiarci per gemelle, o parenti strette, non... la verità! E... quando mi vide non parve contenta ed ebbi l'impressione che temesse qualcosa. le dissi... -Tranquilla, se temi che io possa riprendermi la vita che ti ho donato, lasciato, sbagli... voglio solo vedere come te la passi e prepararti bene per ogni evenienza-. Si tranquillizzò! Era una dei milioni di poveri italiani che bene o male di forma del viso e aspetto fisico mi somigliava, sempre per strada, con famiglia disastrata, in povertà e non vista da nessuno. Seppur un pò in su, mi disse che la mia vita era come essere in un sogno. E ne fui contenta. SApere di dare a chi aveva bisogno e considerasse quell oche avevo un tesoro immenso... in quei momenti che gli occhi le brillavano e sembrava felice, insomma... mi sono sentita, mh... posso dire una merda? per davvero? Per molti come lei io avevo sputato a una vita tranquilla, basica con quello che cèra per vivere dignitosamente arrivando a fine mese senza piangere qualche conto in rosso. Non era molto, ma per lei sembrava la vita dei sogni. Eppure io sentii, vedendola... lei, con il mio viso, con quelle espressioni che mai ricordo di aver fatto di contentezza e felicità... Insomma, mi sentivo come una persona vergognosa, ingrata... poi mi ricordai che anche con questo, io ero stata infelice e ancora ora ne porto i segni profondi e... nulla. Le dissi che se aveva qualcuno della vecchia famiglia a cui teneva, potevo farle un'ulteriore dono. Mi guardò strana, e alla fine chiese cosa volessi in cambio. Le dissi... solo che volevo che vivesse e godesse di ogni cosa che aveva desiderato da piccola o crescendo e non aveva potuio avere, provare, ovviamente entro quando scucivano i miei.... sono gli stessi che mangiano gelato due volte sole l'anno, quelle vasche da due chili del supermercato in super sconto, due in media per tutta l'estate... sebbene a volte ho trovato scontrini di gelaterie, e la scusa era che se io non uscivo con loro e trovavano qualche gelateria con un'offerta era colpa mia... ma per il resto non si godevano niente che sentivo invece ai miei compagni di classe... a quella ragazza a quanto pareva andava bene. Si era pure trovata un lavoro e io ne fui contenta. Mi disse che con la sua Se di prima, non trovava niente perchè guardandola la scartavano subito. per gli abiti, l'aspetto e via dicendo. Mi disse che seppur non si truccava e abbigliava come le altre ma con ciò che poteva comprare, si sentiva una eprsona migliore e superiore di prima, perchè le persone non vedevano più la morta di fame di prima. Anche se allo specchio non vedeva la persona che sapeva di essere, aveva deciso di fare volontariato in chiesa, lei è credente, ci credi...?" sorridendo " E di approfittare di quella occasione per fare qualcosa di buono, come feci io... Avrei voluto, non lo so... altri direbbero piangere, io darmi mea culpa perchè quella ragazza aveva visutto il peggio della società e avendola lì mi diceva che viveva come una vita da sogno. Poteva permettersi cose che prima non poteva, non era etichettata o..."

    "Eppure non sei felice lo stesso"

    "I sensi di colpa, il senso di ingratitudine, di... continuano a rodermi perchè non mi sentivo a mio agio, non era il mio posto, non..."

    "Allora tutti dovremmo essere così! I miei volevano che restassi con loro e continuassi ciò che era da generazione..."

    "Lo so, però... mi ha fatto male lo stesso. Le dissi comunque che se avesse voluto qualcosa, ero a disposizione ma mi rispose che riusciva ad avere qualcosa al mese per il lavoro e quei quattro soldi che riceveva per i regali, sai le feste. E che si sentiva realizzata già così! Che voleva trovare qualcuno e farsi una famiglia sua e vivere una vita che prima avrebbe solo sognato. Mi disse che era sicura che non sarebbe uscita dalla situazione bassa in cui si trovava perchè non era brava a scuola, era molto povera e i vri problemi famigliari, insomma... era ormai rassegnata a un livello basso con una vita come i suoi genitori. Sempre senza soldi, tante cose da pagare e problemi a non finire. Che i soldi che i miei tenevano da parte da quando ero piccola per il futuro, come dicevano, le sarebbero serviti per cosa desiderava fare con la sua famiglia. E che aveva alla fine tutto ciò di cui aveva bisogno. Si sentiva come se avesse fatto un salto di qualità. Fu però... sicnera con me. Mi chiese se fosse sbagliato cancellare la se stessa di prima per immergersi nella finzione di essere me, e le dissi che no. A aprte l'aspetto fisico, mutato ovviamente per gli interventi, poteva essere se stessa. Poteva, dopo quanto accaduto con la scusa dei danni e l'esplosione, anche restare dentro se stessa, e che se il suo nome per lei non la definivano... poteva benissimo scegliere uno dei miei tre nomi e farlo suo, dare alla vecchia Lia della società l'impronta che voleva, basta che... insomma, non si mettesse a fare come quella eprsona che odio che si faceva tutti per cercare il più fesso che la sposasse, e poi cèra riuscta, nel mente la gente mormorava che la dava via come niente. Non che a me interessasse ma... quel buco di vipere era uno schifo, quindi le dissi che se voleva vivere anche certi aspetti, che fosse in silenzio e senza dirlo a nessuno. Neanche ai miei. Ogni cosa la riportavano ai nonni e zii... della serie non cèra privacy. Di fare attenzione a chi sceglieva e di controllare sempre eventuali telefoni o cam, ormai tu stesso sai che combattiamo anche le riprese nascoste di camerini, bagni pubblici e non... quanto li ho pestati li stronzi che ho rintracciato..."

    "Ah, si. lo ricorderanno a vita..." fece lui ridendo

    "Comunque... Lei...mi ha rassicurata che avrebbero preso la vita che le avevo donato e l'avrebbe vissuta al meglio senza perdersi niente. Che non sarebbe andata sprecata, come io volevo e avevo pregato ogni Dio esistente... le chiesi di nuovo se cèra qualcuno della sua vecchia vita che volesse aiutare, qualcuno che meritava un aiuto, visto che di solito er ainvisibile o trattata male... e mi disse di no. Che Avrebbe pensato lei senza rivelarsi ma che... avrebbe aiutato se vedeva che meritavano i suoi fratelli o sorelle, e che aveva già ricevuto tanto. Rimasi sola al tavolino. Avevo ordinato un tè e un Profiteroles alla panna..."

    "Avrei giurato che avresti presto della panna se non era qualcosa da forno..." rise di gusto Milan, facendo sorridere anche lei

    "Però..." rabbuendosi "osservai quel dolce mezzo mangiato... quel tè che dentrgo la tazza mi rifletteva e... mi chiesi che tipo di persona fossi? E' ciò che determina quel...-Io... chi sono?-. E' una cosa negativa... cosa ho desiderato che qualche Dio facesse e nulla e poi con te sono riuscita... invece di uccidere la Lia civile, ho donato quella vita ad un'altra vita come facciamo per la Mano e la Raccolta e..."

    "Vuoi angustiarti ancora? hai fatto una cosa buona. Invece di trovare un cadavedere mutilato che potessi spacciare per te e chiudere l'identità civile che avevi, due ore dopo mi hai chiesto di fare questo scambio. bbiamo finto che tu fossi finita inun grosso ospedale per un'esplosione in cui eri coinvolta, in cui era morto un altro civile  e proporre a ragazzi in difficoltà che entravano e uscivano da case famiglia o erano nelle liste dei servizi sociali... una nuova vita, cancellando la propria. lei era oltre che la prima a dire si, una delle migliori come aspetto base per cambiare poi il volto. Se è felice, di cosa ti rammarichi?"

    "Che lei prima... era una di quelle persone che desiderava avere ciò che avevo io. Non era molto. Non avevamo riscaldamento, niente lavssdtoviglie, lavatrice, casa sempre umida con macchie per tutto il tetto e le pareti che per quanto passavi pittura non se ne andavano e costava far rifare tutto... vestiti da 5 euro al pezzo ai mega sconti. Scarpe a volte di mio fratello quando non gli piacevano più... era capitato. ED siccome erano da ginnastica con base piana, non potevo portare i tacchi, mi dicevano -mettiti queste così non le buttiamo, visto che a tuo fratello vengono ormai corte almeno le sfrutti-, avendo io i piedi più piccoli. Cibo sempre in scatola e sempre quello, a volte che stufava, non riuscivo a mandare giù...quello non potevo comprarlo, l'altro nemmeno, quall'altro non potevo mangiarlo perchè per loro costava troppo... lei invece si è trovata i lsuo mondo e semrbava che alla fine si fosse affezionati a loro... e mi chiedevo dopo che se ne era andata... che non fossi io quella merdosa da..."

    "Vuoi davvero che ancora oggi ti buttino sulle spalle tutto quello che pensavano da farti sentire ingrata, vergognosa, tutto quello che vedevano in te perchè no neri come volevano?"

    "no... io... non lo so!"

    "sai... cè chi ti imprigiona per anni in un pensiero... poi volti la testa e qualcuno ti libera con un sorriso" vedendola sorpresa, con gli occhioni aperti come faceva sempre quando era sorpresa e ogni espressione di prima spariva, come se fosse una bambina che vedeva o sentiva qualcosa di inaspettato e nuovo "Tu sai di errori, difetti, sbagli, vergogne, lacrime, dolore, sofferenza e tuto l'amaro che hai vissuto come se non raggiungessi gl istandard di tutti. Eppure sei rimasta te e hai continauto a spledenre con le tue sole forze. E ora sei qui... certo, secondo ciò che penso... magari è l'unico mondo in uci questo è potuto accadere ma... Riiniziare. E lo farai secondo il tuo gioco. Con l'aiuto di David. La persona che verrà dopo di te... Se a tutto cè una fine, che ella sia il tuo inizio. E quindi se hai deciso di fermarti solo perchè ancora ora pensi di non valere niente, che non accetti le cose che sono oro per altri... allora riinizia come meglio pensi...La pèiù grande cosa che una donna dovrebbe imparare oltre che tenere a mente è che fin dal primo giorno ha in sè tutto ciòche le occorre e al pari di chiunque. E' il mondo a convincerle del contrario, ma le donne dovrebbero non dimetnicarlo mai. E così sarà per lei. Certo, all'inizio per qualche tempo ci si sente disorientati nel nuovo mondo in cui si finisce. non per te. Di solito si è disorientati quando si viene cavati fuori dall'angolino rassicurante in cui si stava... per te non è stato così e sono sicuro che lo sarà anche per lei. Con il tuo sacrificio darai ad una sorta di altra persona una vita andrà vissuta. QUindi smettila con i crucci morali..."

    "Mh..." rimettendosi a sedere mentre Milan si avvicinava alla finestra dove lei era prima

    "Non è forse vero che le persone positive cambiano il mondo... mentre quelle negative lo mantengono com'è? Allora... se tu stai facendo ciò che è cambiare il mondo, a piccoli pezzi e persona dopo persona... perchè ti ritieni negativa? Tu sei abituata che ogni giorno è uguale, ogni cosa è solo da accettare e assecondare, di rassegnarsi e seguire l'onda... ma ogni cosa, Lia, non dura che un istante e anche così è stato in questo mondo. la tua vita è stata un istante dal momento in cui seguendo il tuo istinto semplicemente hai scelto di portare quel corpo nel bagno e fare cosa hai fatto... E se non ti senti capace di andare oltre, di fare un passo avanti perchè senti che non vivresti veramente e ti senti in colpa per tutto, tutto quello che ti resta fra le mani sarà sempre polvere e niente. mentre se agirai come hai deciso, otterrai molto di più e per più persone...E... la vita è un continuo lasciare andare quando cè bisogno. Così tu hai fatto. hai lascianto andare via, allotnando dalle tue spalle ciò che doveva essere lascianto andare. Adesso sei qui. Adesso sei più di quello che credi non essere... il tuo -Io... chi sono?- è determinato dalle scelte, azioni, decisioni, voleri... ciò che vedo nei dipinti che hai fatto fare è qualcosa che è più di quello che tu pensi di essere sentire o no nsentire... tutto... lasciare cadere via tutto ciò che ingombra le tue mani per il nuovo, solo con queste libere afferrerai un domani che sarà come tu vorrai. Tu o non tu, aiutare una o dieci persone, portare ai giacimenti o lasciarli distruggere di tormento per ciò che fai patire solo in risposta a cosa hanno fatto... afferra le cose nuove del domani con le mani libere, non lasciare che quelle persone aride e vuote te le tengano ingombre con i pesi che ti hanno messo..."

    "In sostanza chiedevo un letargo, un sonno perpetuo, un anestetico, la figa nei miei mondi, la certezza di essere nascosta così da non dover vedere le brutture del mondo e non poterle vedere cadere in pezzi... NOn chiedevo la pace nel mondo, perchè verrebbe solo con la crudeltà su chi non la vuole, ma... chiedevo la mia! Mi ero detta... mi vendicherò nel modo più crudele che possa fare senza agire come l'istinto mi dice... Dimenticherò ogni cosa... è solo che essendo una cancellazione settoriale, la prsona dopo di me... avrà pesi e..."

    "Sarà lei a decidere nel caso. Come è giusto che sia. Come tutto. Per ora ci sei tu... stava arrivando e arriverà, quel momento, quel determinato punto della tua vita in cui dovrai spegnere tutto quello che ti stava e ti sta spegnendo. E così tu sarai libera e nessuno potrà ancora tirare le catene che ti legano a chilometri da qui...a loro perchè loro lo vogliono... La tua casa è dove tu vuoi che tu sia... Casa è dove cessano tutti i tuoi tentativi di fuga. E da qui, non ti è mai passato per la testa scappare ma non perchè qualcuno possa pensare che avevi cosa volevi, trovavi questo o altro disponibile, pronto. non ti sei mai fermata un giorno dal fare qualsiasi cosa. Hai lavorato sodo in molti modi, ti sei sporcata le mani senza chenessuno ti dicesse niente perchè sei così... e questo posto, per la prima volta, ti ha fatta sentire in Casa? Io ne sono felice se è così, ma è sicuro che non ti ho mai vista smaniare dallo scappare come facevi quando vivevi là. E' un traguardo, no?"

    "NOn lasciarti ingannare dalla nostalgia del -quel che poteva essere-... non poteva essere niente e inente altro perchè altrimenti lo sarebbe stato... l'ho letto in un libro una volta e io sono qui, adesso,in una situazione che sono sicura non sarebbe mai potuta... non sarebbe successo... QUindi, io cosa sto vivendo? Io... chi sono? E in dove?"

    "Vedi... certe crisi sono solo il segno di qualcosa nel dentro di noi che sta urlando per uscire...l'ansia è un rimore che non cambia il domani ma rovina l'oggi a furia di sentirlo. E il giorno in cui ciò avverrà, stgravolgerà ogni cosa e farà rinascere la versione migliore di te. E io sarò per camminarvi a fianco... Se tio ti facessi una domanda, ossia perchè pesni sempre a te, secondo te quale sarebbe la risposta?"

    "..."

    "Secondo me qualcosa del tipo -perchè se non lo faccio io, nessuno lo farà-. Nel vecchio mondo, ma in questo dove sei giunta... ?"

    "Una persona sceglie di essere buona o cattiva o un mix perchè nella maggior parte dei casi si adegua a come viene trattata... quindi, per rispondere a te, io qui con voi, che dovrei fare?" guardandolo muovendo solo gli occhi coe quando studiava la persona o il discorso

    "Si risorge soli. E soli ci si rialza e si cammina ancora. E ancora. Nel cammino e nel tempo chi è per noi, sarò lì ad aspettare... questo sarebbe la mia risposta. E..."

    "Non parlavamo di me...?"

    "Senti.." fece lui voltandosi verso Lia ma gli orologi a pendolo per la tenuta, ove si potevano sentire, batterono l'ora e Lia aprì il cassetto e controllò il suo orologio da polso che si era tolta per mettere l'abito, essendo moderno, da uomo con la ghiera e vetro grande e con meccanismo a vista. Avev amesso lì' vicino quello da tasca con catena per abbinarsi all'abito con il copertchio half hunter con i decori tipo viticci e meccanismo a vista e guardò Milan.

    "Abbiamo poco tempo... dovrai prima metterti l'abito per l'incontro con i finanziatori delle feste che intendi portare, così da avere un introito dividendo le spese per organizzarle metnre questi si fanno pubblicità... e poi abbiamo l'incontro con i Neri..."

    "Lo avevo dimenticato... ecco perchè sei qui, vedi?" fece lui con un sorriso ma lo cancellò subito perchè lei lo fissava seria "Ok... per quanto riguarda i Neri, vuoi davvero portare in scena lo spettacolo che hai scritto?" e per la prima volta da quando era entrato nello studio, Milan vide su di lei aprirsi un sorriso ben definito. Ma era un sorriso tra il carogno e quello dei dipinti.

    "Altra cosa... sai,  da quando ho accettato di farmi impiantare le lenti intraoculari multistrato a settore... ci vedo benissimo e senza affaticarmi... David dice che finora sono le migliori per una correzione permanente dei disturbi visivi. All'inizio a vederle solo nel contenutre... pensavo che questi impianti fossero lenti a contattoe... fossero fastidiose come dicevano molti. E invece... sono posizionate tra la  cornea  e l’iride e non si sentono. Sono compatibili col corpo, apputno non le sento e non ho avvertito niente, quando devo vederci meglio, basta socchiudo o strizzo un pò gli occhi e le sezioni minori delle lenti, dei sette strati, si spostano per sovrapporsi e migliorare il focus... non ci credevo, seriamente, che funzionasse solo con la volontà strizzando le palpebre con più o meno forza... quindi..." aprendo un cassetto e uscendo gli occhiali che usava per leggere e scrivere meglio senza affaticarsi..." E... tu sai bene, lo sai, che io non mi espongo e ne agisco in maniera avventata a scoprirmi,  ma... immagino che questi ormai non mi servano più, per cui posso anche regalarli, a qualcuno..."

    Li aprì e tenendoli per le astine le mise sul viso a Milan, che essendo una cosa imprevista rimase sorpresissimo e scioccato, a fissarla come se fosse qualcosa di inaspettato. Si lasciò le mettere gli occhiali ma più perchè era gelato sul posto e la vide sorridere, con l'indice metterglierli bene spingerndo il ponticelli verso la sua radice del naso come si fa quando la persona stessa se li sistema e lei rimase serafica e con un un'espressione quasi d'affetto.

    Lo superò come un giocatore di rugby di lato veloce e si affrettò verso la porta, e prima di uscire si voltò a fissarla con uno sguardo che a molti sarebbe parso quasi seducente, con un sorriso che faceva raramente per poi proseguire e tirarsi la porta.
    Milan dopo l'ennesimo atto di stupore fermo dove si trovava, voltando solo il viso per segurla con la bocca aperta, si sfilò gli occhiali buttandoli sulla scrivania con una faccia misto rabbia e preoccupazione.




    Ore dopo

    "Signori, benvenuti. Sono lieto di incontrare finalmente i promotori dell'ideologia a cui desideri unirmi... prego, accomodatevi..."

    Milan era in abito classico nazi con tanto di cappello mentre invitava gli ospiti ad accompdarsi nell'ufficio degl ospiti che avevano allestito. A Lia era venuto unconato di vomito nel vedere come era stata allestita la stanza con ogni foto, cimelio e oggetto richiamante l'ideologia, ma come nei piani, era obbligo fare così. Perfino uno dei ritratti di Milan in una divisa nera che poteva passare per la loro era in bella vista sulle scale appena entrati.
    Gli ospiti, nove, indossavano le iconiche divise nazi e fasci con i pantaloni tanto cari a quei soggetti e con insegne e spille che indicavano grado e sezione, olre che il colore stesso della divisa. nera, verde o blu, cammello di ogni sezioni che contrassegnavano il grado di capo unità  o  senior. Lia non aveva voluto approfondire niente, sapeva solo riconoscere i colori. Le basta aveva a che fare con quei tipi. Vederli dalle telecamere come quei pantaloni iconici di Hugo boss da quello che sapeva e le fasce rosse, gli stivali lucidati a specchio. Avrebbe voluto prenderli a pedate nel culo, ma doveva trattenersi.
    Il tempo per la Feten alla Lia sarebbe giusta presto.

    Andò, merntre quei massimi capi di ogni paese dei gruppi associati più grandi attivi fedelissimi all'ideologia si accomodavano, nella saletta poco distante mentre le ragazze si preparavano. Etta Prisca, Juria e un'altra erano vestite.con abiti tipici dell'oktoberfest. Camicetta del Dirndl a barca, bianca con rouches e maniche a palloncino, alcune con maniche più lunghe che scendevano oltre il gomito e si muovevano con le braccia. Al collo i caratteristici nastri fermati a metà collo con fiori, medaglione o altro a loro piacimento. Il corpetto tipico da stringere in vita con dei lacci e decori pendenti come maglie e catenelle  abbinate. Ed era sotto la gonna o sopravarie rouches di vari colori in coordinato con la gonnella a vari strati dal ginochio o poco sotto, mai troppo alta. Dal bordo delle gonne se si sollevava per i movimenti o si allacciava una punta per fare un effetto sexy, si intravedevano i pizzi e merletti delle sottogonne. Tutti gli abiti erano ovviamente della miglior fattura dei loro laboratori sartoriali. le scarpe in vernice e laccetto alla caviglia, erano in stile bambola con le punte tonde, come piacevano a Lia e le aveva selezionate all'epoca del piano.

    I tre dell'ave maria erano vestiti, con sommo rammarico loro e disagio, da tedeschi della festa, con cappello alpino in feltro, camicia bianca, il classico pantalone bavarese in pelle di capra o vitello con le famose bretelle decorate in pelle.calze con colori coordinati nei bordi e le damose scarpe tradizionali.

    "sbtrgatevi, sono già arrivati e dobbiamo ancora ultimare le ultime cose per la scenografia finale. Ricordate che la stanza l'ho scelta proprio per le due porte-finestre che danno verso i giardini e che con il meccanismo che ho fatto mettere, si apriranno e con il vento propizio che cè stasera, le tende saranno in mezzo... quindi ricordate la scenografia..."

    "Si, capo. Noi ragazze siamo pronte... la scenografia con noi cinque compresa lei la ricordiamo perfettamnete. Abbiamo già sistemato qui i due vassoi, così non rischiamo di versarli, che contengono i boccali scelti per l'occasione... a cui abbiamo fatto applicare che possiamo poi tigliere il simbolo dell'aquila..." mostrando due vasoi in legno e acciaio temprato con i manici con effetto legno con nella metà per una presa migliore un'attorcigliatura. Coordinati ocn i boccali.  Di ottima fattura e fatti loro, erano in vero legno pregiato di colore naturale, due fasce a imitare i barili, materllate, e a forma quasi di punto interrogativo con un arco che risultav apiù alto del boccale stesso, con una lavorazione che imitava l'effetto legno, con nella fascia di presa un torchon come i vassoi, il tutto fermato da rivetti così come i vassoi. Il bordo del boccale era in pregiato cristallo incassato al legno.
    Applicato per la recita, uno stemma con aquila in rilievo sul davanti di ogni boccale e sui vassoi.

    A lato sullo stesso tavoli dei piccoli barilotti di birra, tre, che le ragazze e i tre avrebbero tenuto e messo a disposizione per riempire i boccali, di legno chiaro, fasce in metallo e il tappo per versare con rubinetto.

    "Avete preparato il cesto di benvenuto?"

    "Beh, benveuto non direi visto cosa contiene..." fece Kovacs prendndo il manico del bellissimo cesto in vimini fatto da loro come tutto il resto decorato con nastri di raso intorno il manico e l'inteccio del bordo con un bel fiocco. Nel movimento un verso di levò che mise terrore ai tre, e Kovacs riposò l'oggetto "sembra un gatto che si lamenta..."

    "Lui sarà il punto focale dell'inizio della Feten... se siete pronti... si inizia!

    lei indossava gli abiti non classici conosciuti ma quelli di pregio della festa tedesca. Una cmiciola con scollo quadrato e manichette a sbuffo, con tutti i bordi con pizzo o merletto sovrapposti e pieghettature e ricami strategici. Il corpetto erano più accollato di quello delle ragazze. Sebbene Lia avesse un seno più grosso del suo gruppo femminile, non le piaceva ostentare e quindi aveva optato uno scollo più serio e meno a barca come loro e un corpetto che dal bordino visibile della camiciola arrivava sotto lapancia a V, di ottima fattura con sezioni come i corsetti e pieghe e rouches mini, da allacciare dietro, e si era fatta aiutare non dalle ragazze ma da Jd, a cui chiedeva sempre questo favore. Davanti un decoro che imitava la chiusura con lacci ma fittizia, perchè vi erano invece catenelle legate a ganci lavorati che pendevano con dei monili che danzavano  aogni movimento. A completare la sezione superiore il classico foulard che si piegava come una fascia e si metteva la parte più centrale intorno al collo e i due lembi sul petto e inseriti nella scollatura, tipico elemento in più dei vestiti più tradizionali da costare centinaia di euro. Al collo un gioiello rettangolare con pietre e incisioni tenuto in stile collare al centro del collo e non sull'incavo, più in basso come piaceva a lei. La gonna era in raso di un bel blu ceruleoarriciata alla vitacon un fiocco su un'anca e fino al ginocchio e così larga che un lenbo lo mise legato alla vita, come faceva con le gonne per l'Ats. Gonfiata da varie sottogone di vari tessuti e orlature decorative. Dal fiocco legato in modo nascvosta una micro pochette di pochi centimentri incisa, lavcorata a forma di borsellino vecchio stile tenuto da una catena. Si fermò davanti lo specchio. Si fissò c on una smorfia e levò la micro borsetta come le avev adetto il sarto e invece lego con il cordone argento allegato un sacchetto molto più grande di velluto con bordi e fasce rifnite in argento.
    Calze e scarpe da bambola compeltavano il tutto. I capelli invece erano i suoi e invece seppur per la lunghezza erano perfetti per le famose trecce, che fece fare alle altre, lei se li acconciò al solito. Si era fatta fare dei fermagli con la forma di boccale di birra con smalto apposito per simulare colore e schiuma e legò solo la sezione delle tempie dietro con questi, in due punti, lasciandone alcuni davanti che scendevano  e il resto liberi.
    Il trucco era scelto apposta per richiamare gli abiti.

    "Se siete pronti andiamo..." avviandosi alla porta vedendoli vestiti, pronti, con vassoi o barilotti sotto il braccio. Fecero alcuni metri e si piazzarono, seguiti dal ticchettio delle loro scarpe,  fatto apposta, verso le due ante della porta di quella sala aperte.

    Si fece vedere in posa maliziosa al centro della soglia con le braccia aperte a mò di saluto.

    "Willkommen. Schön dich zu sehen ..." proruppe con un modo frizzante e felice verso gli ospitie a un suo cenno il seguito si materializzò ditro di lei. Appena lei fece alcuni passi, il gruppetro dietro proseguì dopo essere stati istruiti su come fare e la sequenza da seguire e andarono ai lati, per fermarsi alcuni dalla parte degli ospiti e alcuni da quelli di Milan con tre dei Vecchi, tra cui l'uomo con cui aveva parlato il primo giorno e si era fatta dare le uova. Con lui aveva instaurato un ottimo rapporto, tanto che Milan storceva il naso affermando che sembrava quasi padre-figlia, andandolo a trovare spesso da sola alla Fattoria e parlando molto ocn lui. E in questioni come lo spettacolo di quella sera, l'aveva voluto presente.

    "Signori, sono così lieta di vedervi, ma prego, prego, restate rilassati  e permettetevi di omaggiarvi con una birra tradizionale tedesca... ma fatta qui! Con i nostri ingrendienti e manualità di veri tedeschi di razza! Non riuscirete a farne a meno..." rise lei, andando verso gli ospiti e dal  primo dall'entrata si diresse prima dall'altro capo, dal più alto in grado, e seguita da quelli che si erano fermati in quella parte della stanza, distribuì i boccali riempiti davanti a loro, uno per uno, dai mini barili.

    "Sono così felice che abbiate scelto di onorarci ocn la vostra presenza... io e il mio partner abbiamo lavorato tanto per l'ideologia e diffonderla in menti pronte a riconoscere le Vere Parole..."

    "Siamo lieti noi,  Aurelia, di trovare una Fedele del tuo calibroche è entrata velocemente nei nostri gruppi armati e aver proposto dei punti focali in ogni quartiere... ci sei stata raccomandata da tre gruppi, e da italiana pura e della Patria alleata dell'ideologia, sapere che lavoravi per qualcuno del calibro del tuo partner... ci ha spinti a questa visita. Cruciale, direi io..." rise l'uomo in nero sotto la divisa perfetta "Ci ha illustrato la vastità di settori in cui lavorate, la portata della vostra presenza... per noi sarebbe ancora più facile diffondere le Leggi e l'ideologia, avere armi e tecnologia senza destare sospetti... mi ha illustrato anche con quale facilità vi muovere e cosa potete fare per avvicinare tutti i gruppi che noi rappresentiamo in ogni Paese... da qualche anno siamo tutti in collegamento e quando un gruppo agisce, agisce anche l'altro così che la Feten di quella notte sia memorabile e fruttuosa..."

    "Oh, si quella dell'altra notte è stata... straordinaria! Che inneggiamenti ai nostri due leader perduti, le loro parole scritte che ancora proseguono con noi... quel diario è un tesoro immenso... e le persone non lo capiscono... si mischiano, accolgono, accettano...mi dispaice profondamente che nel mio paese avvenga ciò. Che per colpa degli Yankee le cose siano finite con quel gruppo che..."

    "Lo so, ma da noi in germania e da loro negli altri paesi, ci stiamo rialzando e dispiegando le ali nuovamente. Seppur segretamente, ogni membri delle Nuove Forze e Neo Forze più moderne si uniscono e creano una rete con noi... dobbiamo ancora nasconderci ai troppi occhi che questo mondo piene di camere e telecamere... ma resistiamo, e riusciremo con alcuni di noi già nei seggi a ristabilire il giusto ordine... è anche per questo che sono qui..."

    Lia sorrise e dopo aver versato la birra a tutti gli ospiti, andò verso Milan e fece lo stesso con lui e i membri dei Vecchi seduti nelle poltrone dall oschienale alto come per gli ospiti. COn richiami all'aquila. L'occhiata che si scambiarono era eloquente. I veterani, anche loro camuffati, stgavano invece dietro le sedie di Milan e i Vecchi, così come alcuni uomini che seguivano i senior dei vari gruppi, alle loro spalle.

    "Non potete immaginare la mia felicità nell'incontrarvi alla fine... avevo sempre sperato di incontrare qualcuno dei Senior, discendenti dei puri e ancora virtuosi che seguono ancora oggi senza sosta l'Ideologia. IN questo paese, la Francia, possiamo dire che ci si... nasconde di meno. E' risaputo che i francesi siano per loro natura sottomessi... io non sno francese ma sono cresciuto in un paese divenuto legato alla Germania e ancora oggi a casa, i miei genitori hanno da parte molti oggetti dei loro tempi  qaundo, appena che bimbi, sentivano i miei nonni raccontare come erano orgogliosi di appartener ea qalcosa di così grande..."

    Lia versava la penultima birra e mentre lui parlava lo guardava. Milan si era accorto delle occhiate, e mentre esponeva e guardava in giro, si accorse che lei sembrasse dirgli -non esagerare, le storie che abbiamo creato su Aurelia e il tuo perosnaggio non sono a prova di bomba...-

    "ma a me interessa l'adesso... virò subito "Aurelia è colei che ha unito  due gruppi dei Neo e adesso è colei che sceglie e dirige i gruppi armati e tattici perchè inizi a sentirsi la nostra voce... la Voce... di Lui. Noi non dimentichiamo e così accadrà per tutti loro che si assopiscono in qualcosa di così debole che governa adesso..."

    "SI, l'hoi già detto! Siamo sempre più inseriti, sempre più in alto e sempre di più! Riunioni e incontri sempre più ravvicinati, non siamo più intimoriti dall'essere scoperti e... sebbene alcuni dei Neo abbiamo fatto la sciocchezza di depredare dei musei che esponevano capi autentici di oggetti e divise perchè ritornino in mani giuste e sicure... e lo abbiano fatto, intendiamoci, per una giusta causa, quella che indosso adesso è una di quelle..." indicandosi con la mano libera dal boccale quella nera che indossava ... non approvo tali cose. Rubare è una delle cose vietate, a meno che no nsia in guerra e si scelga di portare opere che i nostri occhi, migliori badate bene, possano veramente apprezzare! Ma siamo vicini, siamo vicini... e questa ragazza, amico mio, Aurelia... che nome italiano perfetto per una nostra sorella!... è la migliore della sezione italiana che io conosca. E' stata lei a indicarci soggetti perfetti per le prime propagande e ne sono fiero! Le feten sono state grandiose, i video a testimonianza di questa grande celebrazione con lettura finali dei Suoi scritti... Sarei stato fieri di esserci! Ma verrai da noi, vero ragazza?"

    "Oh, con sommo piacere! Sarò la prima a brandire il falcetto in onore del mio paese per salutare la nuova Era..."

    -così con quello ti spelo il culo, come le patate- pensò lei manscherando la soddisfazione di fargli rimangiare tutto a suon di urla con un sorriso carogno come i suoi, peccato che nessuno degli ospiti immaginava perchè lo era.

    "E' stato magistrale il Feten che ho osservato in diretta e salvate nel dark web nei nostri siti. Per questo avendo saputo con che partner lavoravi e quanto fedeli foste... non potevo non chiamare tutti i Senior per darvi il benveuto e invitarvi in una cerimonia speciale, per Voi..."

    -Imbecille... se sapessi chi ho indicato e inserito nelle schede dei bersagli ti roderesti il fegato... Ho solo preso alcuni pezzettini di stronzi della feccia peggiore di ogni città e indicati, anche per la loro etnia ma italianissimi sia come sfruttavano il paese dove si erano stabiliti che di nascita... e facevano lo schifo. Meritavano il linciaggio e lo sfogo di quei pazzi e anche tre volte peggio, e le scritte sul corpo dell'ideologia era la mossa per rivendicare il ritorno della stronzaggine della loro mente bacata. E non hai visto il video e la scena clou-
    Lia sorrise amabilmente ringraziando per l'impegno messo. Milan non voleva assolutamente che lei finisse invischiata in un lavoro che di oslito era di poliziotti in borghese o di squadre speciali o direttamente loro per la Pulizia... ma aveva detto che essendo italiana, essendo il frutto di tanta gente e perchè se voleva che Veròna fosse aiutentica e vivente, era imperativo conoscere e venire in contatto con esperienze da cui avrebbe traboccato la sua vendetta. E così fu. Approfittò dei discorsi per portare sul palco l'oggeto clou.

    "Miei signori, per tale scopo vorrei porgervi i miei rignraziamenti ocn un dono... mi auguro che vi piaccia! Innanzitutto con Jürgen Adler Roth II, di pura razza germanica da genitori nati e cresciuti in madrepatria e giunti qui come dono. Questa è la loro progenie, forte, coraggiosa, fiera, con tutta la voglia di lavorare al fianco del suo Handler contro ciò che deve essere scacciato..." presentando, entrato con un uomo dalla porta uin pastore tedesco di magnifico aspetto e conformazione. Sguardo attento, intelligente, muso lungo e dalla colorazione uniforme, zampe forti e dalle movenze chiaramente di un soggetto ben allenato. "E' di prima qualità e razza sia come genealogia che di addestramento. Il padrone è il suo tutto, il suo focus, l'attenzione ogni secondo della giornata e ha una preparazione che nessuno dei vostri, non per offesa agli addestratori in patria, sanno più dare... si usano metodi moderni, noi... quelli delle radici..." sorridendo mentre il cane si mostrava impettito e serio guardando in viso ogni uomo degli ospiti.

    "ma non è solo questo, miei ospiti..." disse Milan alzandosi, sollevando il suo boccale "abbiamo un dono per voi. Che non avrete mai, e dico mai visto... credetemi... " mentre Kovacs era uscito per portare quel grosso cesto con manico che pareva qualcosa di natalizio o pasquale "E' un soggetto unico nel suo genere. Abbiamo... seguito i nostri precedessori per la ricerca della perfezione anche negli animali che devono accompagnare noi e... questo è il risultato! Riceverete in dono un animale che si credeva inesistente e che noi abbiamo riesumato. E... no, non si tratta esempio di Dodo o tigre della Tasmania, ma ci stiamo lavorando! Se riusciremo dai resti pervenuti a replicare il Dna avremo dalla nostra qualcosa di straordinario, così come riportano le pagine della storia..."

    "Seriamente...? Potete?... ma è stupefacente! Siete qualcosa che ci mancava... dovete essere dei nostri!" fece un uomo vestito di blu.

    "Certo e... Herr Holger!!..." con rigidità marziale..." la nostra Aurelia vi mostrerà, come dono per VOi, l'animale perfetto per un uomo quale è lei e... dovremmo essere noi tutti, se solo le Leggi tornassero... un soggetto addestrato, perfetto, che incute negli altri il dovuto rispetto e si fonde con il suo Handler o proprietario per la figura degna che onguno di noi avrà nelle gisute vesti... se potessimo vestirci tutti così!"

    "oh, ottimo.... è meglio di un pastore tedesco?"

    "Molto meglio, mi creda... qualcosa di superiore..." fece Lia con voce vellutata e sguardo ammaliatore "la dimensione potrà farvi inganno, ma come i partori tedeschi da cuccioli, anche questi soggetti tra alcuni mesi adutli potranno... rendervi fieri! Si ergeranno come Aquile in tutta la loro possenza, possiamo tutti rivederla... ma prima, eccovi ciò che per noi è degno di stare al fianco di un Senio official..."

    lei gli si posizionò di fronte, con il cesto in mano, allungandosi con un'inclinazione di trenta gradi perchè potesse vedere. Con sommo interesse l'uomo abbassò lo sguardo -abbassa gli occhi dalla mia scollatura, imbecille- pensò lei sorridendo falsamente per poi dirgli nel mentre "E' migliore di un cane, come temperamento e capacità come un cane o un gatto o un furetto, come intelligenza come i corvi... ed è solo per voi..."

    "...Oh, strano. Così questa cosa che si muove? Una coda di coniglio?" vedendo dentro il cesto una massa pelosa e poi un batuffolo bianco che si muoveva.
    Di colpo la forma ovale nascosta dentro il cesto si mosse e si volse verso l'uomo in divisa nera, sollevandosi sulle due zampette arrotondate e con un cipiglio incazzoso accompagnato da un "Mph!" scazzato, preso in prestito dai video e giochi del vero meepit. L'uomo rimase basito nel vedere quella specie di roditore grosso come un procione con due occhi grossi tondi con le palpebre socchiuse nel guardarlo incazzatissimo, il nasino movente coe i conigli, i dentoni che sporgevano, le orecchiette che si agitavano, la coda a batuffolo  agitata e dei versi di fastidio che emetteva.

    Gli alti della fila si protesero in avanti per vedere che accadeva finchè Lia non disse "E meglio di un gatto di sicuro, il gatto non protegge il padrone..." e il meepit color grigio aprì la bocca portando la testa indietro, fromando fauci aprte di novanta gradi con i denti che si proettarono in fuori e dal cesto fece un salto verso la faccia dell'uomo, che accappottò all'indietro per la sorpresa e l'avventatezza del robottino che finì schiena a terra egambe all'aria.

    Lia rise e disse "Che venga e sorga questa mia notte del giudizio... su, bambini. Abbattete l'aquila e le portafinestre di aprirono di schianto, metnre l'uomo a terra cercava di staccarsi il robottino che lo mozzicava ma senza uccidere e tutti gli altri si alzarono.
    Un coro di varie tonalità di "Mph!" echeggiarono dalle aperture del giardino al dentro, portate anche dal vento che entava con forza e faceva volare le tende trasparenti con le aquile stampate e alla frase "Su, bambini, danzate... danzate..." gli altri robot di vari colori si avventarono sugl ialtri Senior che avevano tentato di scappare o uscire le armi. I robot azzannarono le armi, le inoiarono nello spazio vuoto apposta come portaoggetti e si accinsero a -baciare- gli ospiti come Lia urlava a rideva, girando su stessa come se danzasse.

    "Lia... a che atto siamo...?"

    "EH?" fece lei fermandosi, mentre la gonna che si era allargata perchè il lembo che le faceva la gonna in stile ottocento che le piaceva non ritornava giù "Oh, Milan. Hai accettato che io mettessi in piedi queste Pièce teatrale... fammi giungere all'ultimo atto!"

    "E sia, ti ho promesso che questo giro lo avresti condotto tu... il problema è che non so bene come..."

    "Si segga mio leader e lasci fare... alla sua partner..." facendo una rivederza mentre alle sue spalle il delirio di arti che cercavano di togleirsi di dosso gli esseri oscappare ei meepit che saltavano, davano culate per farli ricadere, colpivan o con la testa o le zampette, davano manate a destra e sinistra alle facce o mozzicavano.

    "E' il momento... dell'inizio della cerimonia..." fece lei e le ragazze al suoseguito, militari ed esperte ma parte di una tragi-commedia quella sera, non le andarono incontro con un boccale per mano e uno per lei. Lo presero e iniziarono come facevano nelle esibizioni le danzatrici di Ats a inscenare una sorta di coreografia con i bicchieri e le lor braccia, girando in tondo con le gonne al vento e lanciando risate e parole.

    "benvenuti a questa notturna Feten di follia. Cominciamo il gioco del grande abbattimento..." cantavano

    I boccali contenevano birra, per cui la coreografia era data anche dagl iarchi della bevanda che volava mentre volteggiavano creando immagini se visti dall'alto... finchè la birra non terminò e Lia fece cadere a terra il suo bicchiere. La parte in cristallo si sbeccò con un suono alto e si incamminò verso gli uomini, prese da ogni uomo ancora a lottare del sangue che strisciò sulla mano sinistra come una linea e continuò con tutti finchè la mano non fu piena di strisciate di sangue e ando a una portafinestra.

    "Col il sangue si saveranno i peccati. Le urla dei senza voce saranno ascoltate e la loro rabbia e vendetta placate. Così come la sete di giustizia. Saranno decorati con disperazione e preparati per il supplizio infinito, che si alzerà come coro di angeli fin alle anime che hanno portato in cielo...I loro lamenti sono come dolce meolodia d'orchestra per questa pièce... Oh vittime dell'ultimo secolo per mani di chi loro seguono e venerane, giungete fin qui e seguite con noi questa cerimonia... Inebriatevi ascoltando le loro urla e parole di tormento e siate testimoni del nostro operato di Pulizia e Giustizia. Non uno morirà ma vivranno finchè ogni goccia del sangue e ogni lamento di tormento e ogni stilla di vita in loro non sarà stata mutata in pagamento per il vostro viaggio nell'Oltre, per non restare bloccati tra i due piani... Col vino color sangue io segno questo luogo affinchè ne siate richiamati... loro si sono macchiati di molti crimini e voi sarete i testimoni della gisuta punizione... Benedicete il nostro impegno per riportare l'equilibrio in questo mondo col piatto della bilancia verso il peggio... " segnando la porta con la mano per ogni zona degli stipiti e poi sulla soglia. Infine si girò verso Milan e disse "così compiaccio il caro leader  nel suo amore per l'esoterismo? Sono stata concisa invece delle parole vergate su cartapecora che avevamo prapato... quello la prossima volta..."

    "Così' sia... procedi con l'atto finale... è il finale...?"

    "QUasi..." fece lei toranndo dove si trovava, al centro della stanza tra Milan e il suo gruppo e quello degli ospiti. Sia i Senior che chi li seguiva era letteralmetne pestato da cinque o sei meepit ognuno. Le ragazze della sezione femminile vestite a festa si misero ai suoi lati creando una fila. Una le porse un bicchiere di squisitro vetro lavorato semitrasparente e con del liquido rosso all'interno... che fu portato verso davanti, allungando il braccio il più possibile verso gli ospiti che urlavano di terrore. il bicchiere scivolò lentametne verso il basso come Lia voleva che andasse e cadde a terra frantumandosi e spargendo una macchia a terra tra loro e gli ospiti. Le ragazze che avevano dei bicchieri anchì'esse, passategli dai tre che nel mentre glieli avevano portati, li fecero cadere alla loro destra e dopo aver infilato la mano sotto le gonne, uscirono un bastone telescopico che fecero schioccare con un colpo secco.

    "Milan... che cosa le stai facendo fare?" domandò quasi impaurito Jd, ma venne fermato dal Vecchio, capo della Fattoria

    "Ragazzo... assisterai a ciò che dice sempre i ltuo capo... dai corpo ai tuoi incubi. Tramuta rabbia e odio e tormento in cambiamento... questo ne è l'inizio, almeno per quanto riguarda quei Senior e i loro gruppi. Confondere col delirio e poi attaccare, non fa sempre così, lei? E veròna non è nata per questo motivo? Una pedina imprevedibile e fuori dagli schemi... ecco chi sarà Veròna e cosa farà per riportare l'equilibro che istituzioni e goveerni non riescono nel modo giusto... per fermare una piaga! Tu non temi per lei, non temi per noi... temi per loro! lasciale sfogare cosa ha dentro su chi merita! E' il minimo che meritano loro stessi e sebbene questa è una cerimonia coreografica che ha scritto e ideato con impegno, per loro sarà l'apertura della porta per l'inferno... se tu ragazzo pensi che fermarla sia meglio e abbandonare il lavoro che state facendo perchè questo ti turba... allora è come gettare alle ortiche tutto! Che il cambiamento avvenga con le sue regole" facendo un gesto col mento verso Lia, che stava ricevendo da Kovacs un bastone fa passeggio però con un'enorme aquila identica a quella degli stemmi in oro e molto robusto "perchè finora loro hanno giocato alle loro... se fermi Lei, fermi ciò che voi desiderate fare... la tolleranza non deve tollerare l'intolleranza. Senza armi e forza e pugni di ferro, non si potrà proteggere ciò che va salvato perchè ragazzo, quello che lei dice è vero. Se prima era l'ingerno per i giusti.. .con internet e i mezzi di collegamento sia di viaggio che di comunicazione, le cose peggiorano e il peggio che la gente ha dentro perchè non cresciuta e preparata nel modo migliore... genera mostri.

    "Ho solo paura che faccia come in quel club prestigioso, a prendere a calci in culo un tizio che cercavamo che era uno dei grossi e ricco ma orribile dentro e... entrò durante una festa, apparendo come il ritratto, anzi il ritratto era appeso a sinistra dell'entrata che poi sfociava a destra nella sala e lei restò a fissare il dipinto, sotto di questo, affermando ai tre con lei, quei tre, che sicuro valeva più nel dipinto con quell'espressione, e cito -da stronza che ti segue con gli occhi per la stanza e mostra qualcosa di indefiibile nello sguardo, come una sovrana colta e superiore, che tutto sa e tutto può, arrogandosi il diritto di guardarti con un sorriso sia di compicimetno verso ciò che sa e sa fare che per il suo ruolo, aggiungendoci anche quel pizzico di pazienza e disgusto per ciò che è al di sotto. Che ne dite, ragazza, anche io appaio come una centenaria Signora capace di fare di tutto e dire tutto?-... per poi voltarsi e, come sapete, dopo aver mostrato, avanzando ma sempre conalle sue spalle il ritratto, presentarsi senza l'aiuto di assistenti o il presidente e ha annunciato che non è solo una socia di riguardo, che non ha solo sovvenzionato molto bene quel club e quindi stavano festeggiando con quei proventi, i suoi... ma era la loro Protettrice e tra loro vi era un soggetto che li avrebbe schiacciati tutti... devo continuare con cosa è accaduto o ricordate?"

    "E la cosa ti preoccupa? Lavora al posto di altri..." fece l'uomo a Jd con un'occhiata accusatrice "E alla fine, prima che lei se ne vada, saranno più gli srtonzi come li chiama a finire lontano dalla società per salvarla che in cosa tutti noi abbiamo fatto in questa manciata di anni... e ti preoccupi se si diverte a strapazzarli un pò?... lei sarà il loro terrore, quando si ritroveranno la sua figura davanti e con lei, come loro vece, tutte le vittime nei secoli di questi matti... è questo che vuoi? Che lei si fermi e il loro gruppo sappia e si organizzi o si fa come dice lei, continuando il Cambiamento con le nuove regole più incisive, e meno pacifiche? Attenzione, sto dicendo che il grigio combatte il male per preservare il bianco... ergo, se per qualcuno lei è la zona d'ombra tra bene e male, lei lo sarà per il male, il nero... senza la forza bruta nella storia dell'uomo, le repubbliche e costituzioni traboccanti di diritti non esisterebbero... è la verità di questa terra. La spada o pistola o qualunque arma e cosa si cova dentro mutato in forza, preservano le cose... quindi decidi, o le togli il bastone o la alsci fare e continuare il programma..."

    "ma..." Jd titubò, mentre Lia era voltata verso di loro, che l iaveva sentiti parlare "... smozzicali tutti... piccoli  e grandi "le disse con un sorriso poco convinto e lei con sguardo carogno con tanto di sorriso passò a Milan che le fece cenno e lei con il bastone in alto, gridò che la cerimonia andasse al culmine per l'atto finale.

    "Bimbi..." urlò con sollennità e i robottini nuovi pacca erano diventati un disatro osceno "... devo ricordarmi di trovare un nuovo di modo di chiamrli, m fa senso chiamarli bambini..." fece verso Kocavc che si trovava in un angolo "Date a noi il palco..." e i robottini emettendo versi e zampettando uscirono tutti dalle portefinestre verso il giardino.

    "...Molto bene... ri-ciao!" fece andando nel capo della stanza dove l'uomo in nero era bocconi "E' tempo che l'aquila cada..." rise e dopo aver alzato il bastone e con lei le ragazze con i loro strumenti, si avviarono verso gli uomini a terra ridendo e cantando "Spezzata è l'ala... l'aquila è caduta dal cielo... le penne si spargono... per mari e per monti... e io ne sono la causa...AH AH AH AH AHA..."

    "Infurino le voci e animi dei Piangenti... l'ala caduta deve essere... così ne mai più possa volare... il cielo è imprevedibile... che io lo sono di più...Io ne sono la causa... l'aquila è caduta... e a terra giacerà..."

    "pagliacci, impazzite nei sogni che vi creo... su questo palco bagnato di colpe... l'orologio segna l'ultimo attimo dell'aquila... stanotte si alza il sipario della tragedia... tenetevi per mano per danzar euna infinita tragica commedia... L'aquila riceverà il giudizio... fino alla fine di una notte che non avrà alba... perchè io non gliela farò vedere..."

    "Veròna... la strega di arroganza e cattiveria senza pari... ti strapperà dal tuo volo, oh aquila... non vi libererete mai dal suo incantesimo eterno... e se questa pena vi sembra che duri ancora... almeno una volta pregate perchè abbia pietà... pieno di pianto è il limbo cupo e deserto... dove si attaversa i l dedalo della disperaizone... ma noi apriremo la porta serrata che loro nessuno spalancherà... in questa nostra notte del giudizio e giustizia..."

    "Notte del giudizio... la mia divina tragedia... in cui ogni vostra cosa  verrà ridotta in cenere... "

    Mentre facevano dei giri intorno agli ospiti a terra, questi si ripresero per rialzarsi e affrontarle e i tre e ujd si preoccuparono, ma Milan tese un braccio e disse loro di fare silenzio e stare fermi. "Credete che lei abbia bisogno di aiuto o di essere protetta? Dovete voi proteggere loro... da lei!" rise Milan

    Sebbene gli ospiti sembravano afferrarle per agire con rabbia, diedero tutte una pedata sul naso, dritto e preciso, facendoli sobbalzare per il colpo e Lia rise. Alzò il bastone in aria verso la portafinestre e invitò le anime senza pace ed erranti perchè trovassero modo con loro di ritrovare la strada per andare oltre e poi agli ospiti disse "Su, allungate le mani verso di no, affondate le unghie. ANche fino a farle cadere... Su, maledicete e inveite, fino a perdere la voce... Su, agitatevi e rivoltatevi, fino a perdere il respiro... cercate di rialzarvi come l'aquila senza intenzione di cedere... fatelo, vi attendo..."

    E rifacendo un girotondo intorno a loro tornarono a cantare "Spezzata è l'ala... l'aquila è caduta dal cielo... le penne si spargono... per mari e per monti... e io ne sono la causa...AH AH AH AH AHA..." e andarono tutte giù  con il bastone o il bastone da polizia. "Spezzata è l'ala... " e già un colpo agli arti, solo quelli "l'aquila è caduta dal cielo..." mentre Lia che cantilenava prendeva l'uomo in nero e lo sbatteva al muro e già un colpo su un ginocchio con l'acquila ad ali spalancate su un ginocchio "...le penne si spargono..." su un braccio  "...per mari e per monti..." e facendo un girotondo ocntinuarono a picchiare gli arti passando da uomo ad uomo " e io ne sono la causa..." picchiando e piacchiand "che seguiate e provate cosa subiscono le vostre vittime dell'odio e dello sfogo del vostro schifo...  mentre vi spenniamo.... "AH AH AH AH AHA..."

    Lia iniziaò a danzare intorno alla mattanza senza morte come se si divertisse " E non abbiate timore... nessuno di voi morirà per un pò di ossa rotte... noi facciamo miracoli, più che i santi... lo certifico! Il nostro rituale è terminato ma la sequenza di terremoti che produrrà tutto questo si avvertirà per ogni didietro che è con voi... e la vostra aquila cadrà, ogni vecchio del cazzo, ogni giovane imbecille che è stato plagiato lo riporterò alla ragione a modo mio, ogni stronzo come voi sarà inchiodato alla terra e mai più spiccherà il volo libero... questa sarà la vendetta dei giusti e il giudizio degli innocenti... " girandosi verso la scena rosso sangue che terminò con le ragazze che arretravano ai lati, fermando tutto "che gli spettatori invisibili testimonino la mia promessa..." fece con le braccia aperte alla portafinestra con di segni di sangue "se non io entro il giorno che morirò, seguirà l'altra faccia d Veròna, e ancora una, e ancora un'altra e ogni aquila marcia cadrà sotto il vessillo della Fiamma... terra bruciata troverete voi e chi è con voi finchè non vi prenderò, ogni vostro libro o copia del diario bruciata, ogni effige e foto fatta a pezzi... vorrete essere ricordati e commiserati come martiri?!?... Pregate perchè non sia così! Perchè voi non siete portatori  di parola... ma di morte! E io sconfiggerò la morte! E io riderò e danzerò sui vostri corpi mentre ancora sarete lì a pagare nel purgatorio che abbiamo creato per tutti voi, feccia che immonda il mondo... per questo o spiriti di innocenti, spiriti erranti e pieni di sofferenze per cose subite o con colpe non vostre, spiriti di luce e voi guardiani del mondo spiriturale... guidate le Fiamme affinchè purifichino come neanche nell'inquisizione... perchè questa sarà la missione delle Fiamme... estirpare il vero marcio... a cominciare dai preticelli, tra l'altro... domani fatevi trovare pronti..." fece agli uomin ancora a terra "ferchè aprirò le porte del mondo da cui non potrete più uscire e mi servirete ancora e se deciderete di non collaborare ne fare cosa voglio per estirpare il vostro veleno infetto... " vicino a lei apparvero immagini di persone che quei tizi conoscevano benissimo e iniziarono ad essere terrorizzati alla vista di quella gente in una sorta di quasi sfera come uno squarcio nella realtà, che mostrava un'alta aprte del mondo "che begli esserini... femmine di aquila e aquilotti che hanno bisogno di una zavorra perchè possa spiumarle... Oh, guarda... aquile raggrinzite che dovevano morire decine di anni fa e invece hanno plasmato voi... loro urleranno di più e con più foga..."

    Un gruppo di uomini, una ventina armati di taser li prese a zappate per stordirli e portarli via e quando furono andati tutti, Lia si voltò verso il gruppo con Milan, i veterani e i Veccchi e al leader fece una risata carogna "Mi auguro di aver allietato il caro leader con uno spettacolo al livello dei suoi gusti... ho aggiunto anche quel pizzico di esoterimo e mmmaggggiaaa che le piace tanto..." attegiandosi con sfottò.

    "Noto una certa ironia... comunque complimenti, è stata una...tragedia greca dal mio punto di vista, con quel tocco di pazzia romana che non guasta per certi gusti... avrei preferito meno cruento, ma presumo che dopo che ti sei dovuta unire a loro alcuni giorni proponendo le nostre prede perchè fossero letteralmente menate a sangue da quella feccia... è stato divertente... mi auguro però che non ripeterai queste cose, non qui..:"

    "Provederò a pulire io stessa, tranquillo... mi armerò di potenti vaporizzatori e con una bella sgrassata a valore non troverai niente... grazie per aver acconsentito di far creare i piccolini, sono utili, non trovi? Ovviamente a quasi tutto verranno tolti i denti estensivi, bastano gli incisivi... ma è stato divertente tutto quanto. Per una volta posso dire che la forza vendicativa è stata necessaria... " cambiando da frizzante a seria con aria oscura "mi ha fatto ribrezzo vederli esultare per il pestaggio a sangue di quegli individui, seppur erano il peggio della società, pensando fossero poveri disgraziati a caso presi per orari e luoghi poco centrali per diffondere il loro odio... vederli a pochi metri mentre sfogavano il loro schifo mi ha resa... sporca, ma ora posso dire di essere pulita di nuovo... si! Questo mio essere è di nuovo come prima, e ora capisco come si sentono quelli sotto copertura... o impazzisci, o diventi ocme loro, o scappi. Io ho deciso di rivoltarmi invece... e ora, come vuoi proseguire? perchè usare il brute force per avere ogni loro contatto, account e mezzo di comunicazione e le info degli altri è facile, ma non sarà di tutti... vuoi proseguire tu, oppure..."

    "Vorrei io..."

    "Già... tu e Jd... troppo buoni per questo lavoro, a meno che non sia necessario e d'obbligo, oltre che personale, premere il grilletto per u nsolo colpo in fronte... Si, tu sei come Al Capone... un Signore..."

    "Ehi" fece lui  ccome urtato sistemandosi la giacca riabbottonandola, per poi per l'irritazione mentre stava dritto e serio cme un fuso non si portò lìindice verso il naso, per poi fare come niente fosse un gesto di scansarsi delle ciocche dalla fronte "io lavoro a modo mio, tu secondo il tuo..."

    "E gli altri secondo il loro... ma sei il Leader e ogni cosa, ricorda, è sotto la tua responsabilità... anche io, colei che dà corpo a Veròna, la strega che lavorarerà per te..." facendo un inchino come un uomo "che sarà il tuo cane da guardia... non dimenticarlo..."






















    Kianta entrò in camera dopo le venti di sera.
    Varcata la soglia si ritrovò nel salottino la tv accesa, una pizza con tranci mancanti, bottiglie di birra e Gask seduto a terra con le spalle e le braccia  contro la seduta.
    Si voltò a guardarla, Kianta sospirò.

    "Sei ancora qui... ma non eri con i tuoi uomini a fare casino e bere?"

    "Fino a mezz'ora o tre quarti d'ora fa... "

    "E... adesso che stai facendo?" gli chiese cambiandosi le scarpe dopo però aver risvoltato le gambe dei pantaloni come faceva sempre prima di toglierli e metterli nell'armadio degli abiti indossati,  che non andavano nel cestone e andavano lavati a parte. Diede uno sguardo allo schermo e cambiò espressione.

    "Sto guardando questa serie strana per imparare la lingua spagnola. I ragazzi le usano per avere qualcosa di facile per capire meglio lo spagnolo e lingue latine.."

    "Lo so, fu Lia a mettere questa cosa senza sottotitoli..."

    "Ah... Alcuni dicono di aver seguito i programmi per bambini perchè il tedesco ad esempio gli impedisce di pronunciare bene l'italiano, lo spagnolo e lingue simili. E quali altre lingue dure dicevano?" alzando gli occhi per pensarci

    "E... la segui con loro?" mettendosi a guardare le scene che si susseguivano

    "Ah! Questa no. Vogli odire, l'ho iniziata in queste sere che ti ho aspettata. Ci metti un sacco a tornare..:"

    "Cosa... sei il mio maggiordomo che tieni in conto le ore di entrata e uscita? E immagino che tu abbia usato il mio, di bagno!"

    "Eh... si, sono tornato con il metodo solito e ho preso la roba dalla zona mia dell'armadio. Domani mattina come sempre prendo la roba sporca e me la porto... ma stai tranquilla. Chiudo totalmente il water con il coperchio sempre, uso le saponette e tovaglie gisute, uso le scarpe da interno... come sempre, come vuoi tu!" mentre lei alzava le mani al cielo chiedendo -Perchè?!?-  "Ehi, siamo amici. Mi hai detto che quando volevo potevo venire e dopo..."

    "potevi venire... a fare una visita, come Jd, Milan,  o i ragazzi che..."

    "Visita? Che siamo,  amici di penna in città diverse? Tu non vieni mai da me, ma non significa che... Aspetta, Jd? Perchè Jd viene qua?"

    "Cosa ti stupisci a fare?!? Siamo amici, viene le sere che vuole passare del tempo con me e..."

    "A far che..." fece lui protendendosi sulla seduta morbida come se fosse nuova per lui

    "Non lo so... a fare la pizza, botanica, gara di velocità di Escargo prenotare due prostitute... ma secondo te che potrebbe venire a fare?" guardandolo con le braccia incrociate e la faccia da funerale

    "COSA?"

    "Non lo so... secondo te che ci viene a fare qui un amico?"

    "..."

    "... cosa..."

    "non ho capito l'ultima parte..."

    "Di cosa..."

    "di cosa fate tu e lui quando viene qua... che significa gara di velocità di lumache, perchè le escargo sono le lumache... e prenotate prostitute? Ok che sei per il sesso libero, ma..."

    "MA PUO' ESSERE SECONDO TE?"

    "OK..." fece lui, rimettendosi di fronte lo schermo "devo aver capito male..."

    "Perchè,  tu cosa avresti capito?"

    "QUando Jd viene qui? perchè siamo amici da un pò, ma vengo..."

    "tutte le sante sere, lo so... non me lo dire, tu non sai cosè la privacy, eh? Sopratutto quando neanche ti accorgi se ci sono e apri la porta del bagno senza bussare o controllare..."

    "Se tieni quasi sempre la luce con i funghi accessa...""

    "E' colpa mia... non tua che ti sei fiondato qua e ci stai stagnante!"

    "Che cè... da solo in camera mi annoio, gli altri si ritirano nelle camerate... vengo qui!"

    "Ma potresti andare da Jd appunto, Lubo, chiunque come fa Jd quando viene!"

    "E Milan? Viene..."

    "QUasi mai, ovviamente, ci manca solo lui con la sua criticità snobbista pacchiana, che per lui è come essere da una poveraccia, qui!

    "Dai, non è poi così esagerato... non molto..."

    "Lo conosci poco..."

    "Cosa viene a fare qui?"

    "Creiamo forchette...! A parlare, passare il tmepo insieme anche se è venuto solo un paio di volte, ma quasi wsempre davo io da lui..."

    "mH..."

    "Ha tutta l'ala... ne ha di spazxio per stare comodi..."

    "..." fissando lo schermo

    "perchè no nvai da lui proprio per questo?"

    "...ok... allora, ti cambi e vieni?"

    "te la stai seguendo appassionatamnete vedo..."

    "Mah, mi hanno detto che è la migliore. Divertente, poco banale, semplice da capire..."

    "La cosa che mi fa ridere è che uomini, militari oltretutto, grandi e grossi e cattivi,  poi seguono con ardore non serie qualunque per imparare la lingua, ma telenovelas e soap opera... e poi si lamentano delle donne...!Lia aveva proprio ragione..."

    "Cosa... mi hanno detto che è la prima scelta per capire lo spagnoloe le sue varianti... e che era meno sdoldinata delle altre..."

    "non ci contare... Betty la Fea? una serie colombiana? Davvero? Ti è stata consigliata come la preferita...? Non oso immaginare la peggiore, allora..."

    "Tu l'hai vista?"

    "Si, si..." fece lei, andandosene verso la camera da letto. Ma con u ntono strano. Gask rimase solo a mangiare ficnhè lei non tornò con gli abiti da interno, come faceva sempre e col broncio che se lo misurava batteva ogni record.

    "Che cè... che hai? Vuoi vedere altro?"

    "No... non è per quello..." fece lei andando verso la libreria prima della tv e rimettendo un libro sul suo spazio.

    "Allora dimmi... perchè quella faccia come se ti fosse morto un furetto?" ricevendo la da lei un'occhiataccia "Senti, a proposito... perchè davvero non ti prendi un furetto o un corgie che ti piacciono tanto? Tre giorni fa in inghiterra non volevi schiodarti dalla vetrina di un negozio di animali, mentre facevamo la Raccolta,  borbottando triste che i furetti in vetrina erano tristi di faccia..  prenditene uno che ti faccia compagnia..."

    "Io non prendo animali solo perchè io ho bisogno di compagnia. E' egoistico, anche perchè io sto sempre fuori e la povera bestiola dovrebbe stare o qui tutto il giorno ad aspettarmi,  o non so dove metterla... perchè se esce e la tengo da qualche parte per tenerla qui da me dovrei fargli il bagno ogni santo giorno al ritorno e pulirgli bene le zampe! Il furetto non posso portarmelo dietro, non è come un cane. Sebbene si possa addestrare, non è un cane. Dove me lo tengo, nelle tasche come i cagno-topini?"

    "I cagno.... topini?" la fissò con la bocca aperta

    "Si, quei sorci tremolanti che chiamano cani di piccola taglia. I furetti sono meglio, ma dovrei tenermelo sempre infilato da qualche parte e non è carino nei suoi confronti..."

    "Mah, dipende dove..."

    "Eh...?"

    "Niente... e allora prenditi un corgie, visto che ti piacciono o quei cani dell'etna, uno tuo..."

    "Tu ce lo vedi un corgie ad arrancare...seguirmi sulle zampine, proprio ine, per tutti i miei affari? Arriverà di sera sgonfio come una zampogna..."

    "Mph!" Gask evitò per un pelo di bere la birra mentre rideva, ripoggiandola "Ok, allora che devo dirti... se non prendi animali ci sono io... o un pappagallo. Un gufo reale... "

    "uccelloni qui dentro?"

    "Parliamo di gufi... vero?"

    "Certo che parliamo di gufi o volatili grossi! Qui dentro ce li vedi? Per sgranchirsi le ali devasterebbero tutto. non è così grande! Queste mie stanze erano una degli ospiti più un'alra più piccola che è ora il salottino. Ma come vedi è piccolo rispetto all'altra ala... quei bagarozzi di uccelloni si sentirebbero come in gabbia...Nah, non ingabbio animali, non lo sono neanche dove li teniamo..."

    "Allora non pensarci e vieni, cè pure la pizza se non hai mangiato..."

    "mh..." guardando di soppiatto la televisione ma comportandosi come una tigre in gabbia

    "Che cè... perchè non ti siedi, che hai?"

    "Niente... a che punto è Betty, lì, la brutta?"

    "Ah, sono arrivato che lei è assistente del presidente e si è amozionata,  sia per questo che per la gentilezza del suo capo nel difenderla dalle prese in giro..."

    "Mh..."

    "Cosa..."

    "Cosa...?"

    "Che hai... o ti siedi o te ne vai là dentro. Che stai lì a gironzolare vicino il divano come se avessi paura. Non ti piace? Cambio, eh?"

    "...come ti pare, per ora, lì?"

    "La storia? ... mah, sembra un pò qui da noi, nel senso che persone di grandi capacità ma buttate giù dalla società si riscattano con un'occasione..."

    "Insomma..."

    "Che vuoi dire? La protagonista è la più preparata in questo posto dove lavora. ma perchè è brutta per tutti, non vale niente. Allora per una volta dopo tempo trova qualcuno che le da la possibilità di mettere a frutto le sue doti e la ricompensa con la meritocrazia..."

    "Ma tu hai capito la storia vera dietro questa serie?"

    "Cioè?"

    "Che è la versione femminile e più edulcorata del concetto del gobbo di notre dame?"

    "Che?"

    Kianta rimase pochi passi prima del divano a guardare male le scene che si susseguivano, mentre Gask la guardava senza capire che intendesse.

    "Spiega, perchè io ho capito solo che lei finalmente mette a frutto le sue doti con un capo che non guarda la... bruttezza,  e lei che deve scalare la classe sociale contando su..."

    "Ni... non è proprio così. E' una telenovela o soap opera come vuoi metterla. Qui riguarda oltre le capacità professionali il concetto dell'amore, della realizzione dei sogni d'amori e simili. Quelle cose lì..." con un gesto della mano come per indicare che andassero gettati via

    "Ho visto che lei stravede per il suo capo ma..."

    "E' questo il concetto di questa serie. Portare Betty a trovare l'amore che sente per il suo capo... Insomma il classico felici e contenti delle favole!...la cosa schifosa è quello che avviene prima, però. Quello che fanno quei due caproni merdosi... Se io dicessi -figli di puttana-, qualcuno potrebbe dire che la madre di Armando, ora mi pare che si chiami così lui, sia una donna educata, sofisticata, a modo, che con Beatrice si rivolge... con rispetto. E non è carino dire cose del genre contro di lei. Peccato che dimenticano che quella stessa donna con... marcella si chiama? insomma, la fidanzata di lui, il bombolone pompato del capo, parla e sparla di beatrice come fosse una di scarso valore e livello e... solo per la bruttezza! Quindi anche lei on è esente dal giudizio! La cosa penosa è però cosa le fanno..."

    "E mi sembra che non ti piaccia! NOn ci sono arrivato... qua parliamo di spoiler..."

    "Cosa le fanno è orribile..." fece lei con la vocina depressa e facendo con il piede dei semicerchi, con gli occhi sul pavimento "ne ho viste di cose da quando sono sveglia, ma quando all'inizio pure io per prender econfidenza con  le lingue ho visto questa serie, non ho dormito quasi per due giorni. perchè in quei giorni oltre questa serie per la prima volta ho visto la vera faccia del mondo. Avevo da poco accettato di aiutare Milan, ma mi aveva fatto fare solo comparsa di presenza e interazione come... come qui! Insomma, non sapevo dell'altra faccia degli esseri umani. mentre vedevo questa serie, con cosa quei due delinquenti  le facevano come fosse un oggetto o un cagnolino a cui fare giochini...sono entrata nella sala della sezione Web e..."

    "..e...?"

    "... niente, lascia stare.... comunque, della banda delle racchie, che ne dici?"

    "Il gruppetto di amiche di Beatrice? Simpatiche..."

    "Come simpatiche? Quelle arpie? Quelle profittatrici che dicono cornuta alla bionda finta? Volgari, grezze, pazze,  maleducate, sgarbate,  rozze, impiccione, senza ritegno per la privacy... non capiscono i modi di fare, non importa la classe sociale, loro sono una vergogna eppure sono amate... io non capisco. E marcella e la madre di Armando, che gentaglia. Si sentono superiori e giudicano solo l'aspetto e se ti trovano -strano- come se fossi qualcosa che vale meno. La madre di Beatrice e il padre di Armando sono le uniche persone corrette e giuste di tutti quanti, tutti, che sono Signori in confronto..."

    "A me le racchie piacciono, sono divertenti..."

    "... invece la Signora Caterina è l'unica mente genuina dopo il padre di lui e la madre di lei che vale rispetto, la terza persona che vale. ...non valuta l'aspetto, osserva la gente, prima di giudicare analizza e ascolta, non fa come tutti anche nella realtà di etichettare dal primo incontro da una singola cosa..." parlando con tristezza  "...se fosse esistita qualcuna o qualcuno maschio come lei nella vita di Lia... si sarebbe risollevata con un briciolo di sicurezza,  che qualcuno alal fine le ha donato... e non sarebbe accaduto niente..."

    "Se fosse così, tu però non esisteresti..." fece lui guardandola come per rimproverarla, ricevendo un'occhiata dura

    "..." tornando a fissare lo schermo, stringendo però i denti "Io non l'ho uccisa..."

    "Che vuoi dire..." fece lui voltandosi dallo schermo sorpreso

    "...per Milan la mia esistenza uccide Lia. Se io sono sveglia ed esisto,  e sono per molte cose diversa da Lei, io cancello l'esistenza stessa di Lia. Per lui una medaglia non ha una faccia con me e l'altra con Lei, ma la medaglia ha una faccia con Veròna e altre personalità minori che sono ispirate da Lei, e l'altra siamo o io o Lei. Se ci sono io, Lia non può esistere e quindi se io esisto come Kianta, sia come nome che mi definisce che io come Coscienza, Lei finisce perduta come una stella. Rimane la luce nelle cose rimaste ma lei non cè più... mentre Dorde afferma che una persona è lei e basta per via dell'anima, quidni io sono Lia volente o nolente, Milan è più distante... da questo concetto. Pure lui pensa che io sia diversa da Lia ma afferma che con la sua morte ha scambiato una vita con una vita,  e quindi esisto io. E che questo mondo potrebbe essere l'unico degli esistenti sovrapposti in cui Io come Kianta esisto mentre l'altra è stata morta e sepolta dalle pagine della storia...  finchè io avrò la mia Personalità e sarò ciò, lei non potrà esistere a sua volta come Personalità..."

    "E tu pensi che te en faccia una colpa?"

    "No, ho sempre l'impressione come con Jd che sperino che mi ricordi... perchè lei torni... ma mi spiace per loro, ci sono io..."

    "Sono contento che dall'altra volta che abbiamo discusso all'anfiteatro per isnegnarti qualcosa di quello che so, ti sia decisa a mantenere la tua definizione di Personalità,  invece di non sapere se accontentare chi ti sta più vicino nell'agire come vorrebbero..."

    "Come faceva lei..." fece lei piccata

    "... invece che te stessa... ecco, infatti. Quindi..."

    "E cosa ne pensi di cosa fanno Armando e il suo amichetto a Beatrice...?" fece lei talgiando corto il dialogo

    "Ancora non lo so... so solo che la prendono in giro dietro ma il capo alla fine la tratta con rispetto...perchè non vuoi parlare della cosa?"

    "..."

    "Ok, non ti va... cosa hanno fatto a Beatrice... tu sei una eprsona che non vede differenze tra la gente. bella o brutta, bassa o alta, chiara o scura o altre differenze... non ne vedi che differenziano da categorizzare, quindi per te Beatrice e le racchie non sono racchie, sono persone come le altre, anche se vestite male..."

    "Quello che dicono queste storie è stupido... ti fanno sempre capire che tutti i brutti in queste cose sono solo vestiti male e senza curarsi... ma ecco che se arriva qualcuno come la signora Caterina, magia e miracolo, diventano gnocche,  come in questo caso,  superiore alla bionda finta e Marcella... loro a confronto sono brutte eh!?... ma la realtà non è così! Ci sono persone che possono andare da un bravo parrucchiere, negozio di abiti ocn una commessa che ti sa aiutare, cure varie... ma non sempre si può fare miracoli come in quel modo.... mentre quello che fanno quelle due merde a lei, è come prendere una persona e pestarla sotto i piedi con le scarpe piene di cacca di cane... uguale. Non vali. Non sei niente. Sei uguale alla penna che usavano per scrivere... stessa cosa. Da usare... senza calcolare che è una persona, che stai calpestando tutto ciò che è, che la offendi e tratti da schifo anche se ti è superiore come persone e intellettualmente... perchè alla fine questo è, lei li supera tutti in testa che se valesse più la meritocrazia,  lei sarebbe stata due classi sopra loro. E' questo... e cosa le fanno..." fece scuotendo la testa con l'ultima frase.

    "... lei però non pensava niente di male, era sicura di essere amata. Ha sbagliato, però per lei era un sogno, e..." ma la seguì con la coda dell'occhio per vederla andare nel mobiletto dopo "...che... stai fancendo?"

    La vide con un broncio depresso, con una bottiglia con un bicchiere in mano, recandosi poi in camera.

    "Dove vai?" le chiese ma lei chiuse la porta girevole dividendo le sue parti come a tenerlo fuori.

    Si affacciò nella camera da letto voltando un pò la porta e la vide con la finestra espansa, al centro, come faceva sempre quando non dormiva.

    "Che hai?"

    "..."

    "Ehi..."

    "..." la vide bere un bicchiere di qualcosa

    "Che ti succede, perchè..."

    "Non ti stavi guardando la serie?" fece lei, con un tono lamentoso

    "Si, ma se ti comporti così..."

    "...cosa vuoi..." quasi piagnucolando

    "sapere perchè hai preso quella bottiglia e ti sei chiusa qui"

    ".. cosa vuoi...? Il mondo è uno schifo e io voglio starmene per i fatti miei... non hai altro da fare?"

    "Quando sei così, fai così?"... rivedendola bere "intendo startene lì a trangugiare non so bene cosa, in solitudine, al buio se non per quella lampada con i funghi..."

    "NON HO VOGLIA DI NIENTE, VOGLIO STARMENE TRA ME E ME A PENSARE... QUALCOSA NON VA?" sbottò voltando solo il mento verso la spalla

    "Quale parte dei nostri discorsi ti ha messa di malumore...?" guardando lo scenario fuori

    "..."

    "Giochiamo a indovina cosa?"

    "..."

    "non hai alzato la temperatura? fa un pochino freddo rispetto a quando siamo usciti per l'anfiteatro..."

    "Sto bene così..." versando il liquido dalla bottiglia al bicchiere.

    Gask prese una coperta dalla parte alta all'interno dell'armadio di fronte il letto, che lei non usava a letto ma proprio sul divano o a terra e glielo mise sulle spalle.

    "Cosa cè che non va?"

    "...MMMHHH" si lamentò lei, prendendo un lenbo della coperta e giradonsela intorno strettamente con un lamento gutturale.

    "Ti... ti stai arrotolando come un sushi..." fece lui ridacchiando ma la tensione nell'aria non era cambiata "mi vuoi dire che ti succede?"

    "Il mondo fa schifo. Le persone fanno schifo..."

    "Parli della serie?" restando con gli occhi al panorama

    "usare le persone per i propri fini.... usare il sesso come mezzo per le proprio schifezze... prendere in giro una persona con i loro sentimenti, io non posso capire, ma mi fa rabbia sapere che quello che quelle due merde fanno a Beatrice accade ogni giorno... come l'avevano etichettata solo per l'aspetto e quindi declassata a niente... vederla solo come vagina con le gambe che serviva loro per i loro traffici... e queste cose accadono realmente..."

    "lo sappiamo, lavoriamo per fermare queste cose... dicosa ti turbi? Lo vedi ogni giorno..."

    "..." allungando un braccio dal rollino che aveva creato con la coperta e dalla cui somminità usciva solo una perte di testa

    "Ma cosè che bevi?"

    "... la nostra sprite..."

    "Ah, quella trasparente con le bollicine che imita la bevanda di fabbrica... aspetta con cosa è dolcificata? Lo zucchero? Il miele. ... La stevia. ...
    Lo sciroppo di malto. ... Lo sciroppo d'acero. ... Lo sciroppo d'agave. ... Il fruttosio puro. ...I dolcificanti artificiali ipocalorici? ogni volta con tutta questa roba che usiamo per scopi diversi lo dimentico"

    "Sciroppo d'acero, ma questa la fanno solo per me con la stevia..."

    "Ah, quindi anche senza calorie... almeno è buona? bevi solo questo?"

    "Decente... è allungata con birra..."

    "Hai fatto un mix di sprite nostra con la nosta birra? Ma che roba è?"

    "Lia beveva solo vino frizzante e solo nelle feste o con Milan per brindare champagne o spumante, niente altro... io questo. Problemi?"

    "No, è che..." guardando fuori, ma si fermò perchè la sentiva lamentarsi, per poi capire che forse piangeva

    "Cosa cè, perchè piangi?"

    "Non sto piangendo..." ma piagnucolando con sbalzi di tono "il mondo è uno schifo..."

    "Sei tornata così, vero? La serie che vedevo ti ha solo messa Ko... confermi?"

    "... UUUHHHHH"

    "Cosa è accaduto?"

    "..." respinrando strano solo perchè cercava di non p iangere "usavano ragazzine per i loro traffici sessuali, ragazzine normali sfruttate e trattate come facevano quei due con Beatrice... usate come oggetti... e pi allo stesso tempo Gazzar ha gestito un gruppo che ha sgominato un traffico di ragazze da america latina, da cina e arabia, i profughi che scappano anche sui barconi, per usarle per lo stesso fine. Solo che queste ultime sono oggetti in tutto e per tutto, le altre ragazze di un paese di primo o quasi primo mondo che sono prese in giro e poi raggirate o minacciate perchè facciano come vogliono... solo per lo schifo di sesso per i clienti e i soldi di quella feccia... "

    "lo so, è dura lavorare a questo..."

    "io ci sono finita dentro per Milan... ho capito come era la questione il giorno che sono entrata in sala web e ho visto i monitor mentre Alaric e i lsuo gruppo terminava l'incarico. E mi ha detto -tu da dove vieni? Ah si, sei una bambina come testa,  che crede che tutto sia fatto di zucchero filato e invece è carne putrescente. E se ti fa schifo cosa vedi, se ti appari e ti comporti, e pensi come una pura e innocente bambina, non credere che quella prima di te fosse candida come la neve. Perchè era una cazzo di pazza sadica se doveva vedere rotta la feccia fin nell'anima... tu vuoi Aiutare Milan perchè pensi che fai una cosa giusta e buona aiutarlo? Tu non sai qualè la vera faccia di questo mondo... esci dalla gabbia dorata dalla quale Milan non ti farà mai uscire,  ma metti la testa fuori le sbarre giusto per capire perchè sei lì dentro, anche per proteggerti, ma non significa che sia tutto come da noi... guarda bene le nostre cam, stronzetta, perchè come diceva la pazza prima di te, anche i bambini devono sapere comè il mondo, presentato e descritto nei modi giusti, ma devono sapere. E visto che sei nella sala, guarda il vero mondo che esiste intorno a noi-... ed è stato così che ho capito cosa cèra davvero nella realtà. Ho aiutato Milan sostituendo Lei una settimana dopo essermi svegliata, perchè aveva bisogno e volevo fare qualcosa di buono come diceva lui e quattro giorni dopo, entro in quella sala e vedo le scene classiche che ormai conosciamo per il loro lavoro. E ogni giorno da quel momento, vedo le persone che sembrano come il bestiame che le associazioni animaliste condividono di oscenità e orrori anti umanità. La stessa cosa. Orrore. Persone usate e spremute finchè possibile, corpi di persone messi a disposizione per chi paga,  come se si scambiassero o vendessero non so... sigarette, carte pokemon o altro... quando ho imparato lo spagnolo ho visto quella serie, poco dopo cosa Alaric mi ha detto,  e ho visto cosa accadeva a Beatrice... e ho odiato quella cosa ancora più di prima. Poi lessi i resoconti di Lia dove raccontava di missioni e icnarichi che aveva seguito, cosa aveva visto con i suoi occhi e e Rò..

    "..."

    "e ogni cosa da quando mi impuntai per fare anche io la Raccolta, vedere il mondo di fuori.... ho visto tanta gente come lei, da brutta a considerata niente nonostante la testa e la bravura ma povera, che non è finita come lei. Beatrice vive il sogno classico che tutti dicono che riesci, se sogni riesci... non è vero. La bellezza non arriva così come con Beatrice. Non esiste sempre qualcuno come CAterina con Beatrice. Non esiste che niente diventi il sogno d'amore di un coglione... lei doveva mandarlo a quel paese, anche non sposarsi,  ma farlo distruggere fino alla sua morte col fatto che non sarebbe più stata sua... invece no, amore vero, amore puro di sto cazzo,  sempre col sesso,  e figli di mezzo e il suo sogno si è materializzato. non esiste per tutti e con tutti, diceva sempre Lia. Scrive sempre che di mille persone solo una trentina riusciva, se andva bene,  e non se lo inventava, ma dati alla mano,  che riceviamo giornalmente sulle persone. Ormai con internet e i social e tutto quando è facile vedere e seguire le persone di qualuqnue ceto sociale e vedere la stima di come sono le vite vere... Armando doveva morire da solo come un cane pressato dallo schifo che era, altro che guadagnarsi il perdono e la donna che diceva di amare... facile così! Altro che sogno realizzato, lei doveva dire -non esiste che tu ci guadagni dal tuo schifo, tu non mi meriti ma neanche doop tre reincarnazioni. Io valgo tre volte te dopo cosa mi hai fatto,  e mi etichettavi come pipistrello, mostro, che schifo baciarla e fare altro, pure vorresti essere amato?Ma muori con le palle rinsecchite come prugne...-..."

    Gask rise ma capì che lei non faceva lo stesso per la battuta.

    "... ho visto le facce e le foto, i video, le cose che facevano fare a quelle donne, sia quelle solo minacciate che quelle prese dal loro paese, comprate e vendute a chiunque... in che condizioni fisiche,  in ogni parte,  erano e quanto dovessero lavorare lo stesso, mezze nude con la neve... e non riesco a stare tranquilla chiedendomi come si vive in quel modo... come si possa continuare a sopravvivere in quel modo e come Lia si dannasse per una vita non sua,  e sarebbe stata felice nel lasciare a quelle stesse persone considerate oggetti,  ciò che aveva, perchè vivessero e fossero Persone in una vita decente. Non era molto ciò che aveva, ma rispetto a come erano tutte quelle da quando lei arrivò qui a ora..., sarebbero state come principesse a confronto... e non riesco a capacitarmi di come si possa usare una persona a quel modo... "

    "pensa positivo, adesso sei amareggiata per cosa è accaduto oggi, ma sei una persona che vede il bicchiere mezzo pieno, pensa a come le abbiamo aiutate e salvate e domani, e dopodomani e poi cosa faremo per gli altri... Oggi Fester in una missione è tornato in un centro dei nostri di aiuto per senzatetto e drogati e ha trovato gli stessi che aveva portato là, molto... molto meglio. Ed era così contento! E cèrano persone che portavano aiuti per varie cose per..."

    Gask non finì di descrivere le notizie che la sentì ululare da sotto la coperta, arrotolata come un tronchetto di natale al cioccolato. Le veedva solo la cima della testa e il movimento mentre si dimenava all'interno.

    "Se ululi ancora più forte i lupi della montagna che ci vengono a trovare ti sentono e corrono, eh?" fece lui per smorzare la cosa, ma non servì a niente. Quando cèra un atto gentile diqualcuno per qualcun altro,  le partiva il pianto. Così. Era già capitato varie volte che qualcuno facesse un gesto di umanità, gentilezza, amicizia, fratellanza umanadi fronte a lei...e che vlei se ne stesse da parte cercando di non piangere o da quando erano amici, la trovava a piagnucolare con tanto di lacrime. Non sapeva perchè, ma le accadeva solo per quelle situazioni. Neanche in scene orribili prima o dopo missioni, se moriva qualcuno che era una vittima e non potevano farci nulla. Le dispiaceva, ne stava male ma non piangeva. Se cèra un gesto gentile di qualcuno senza e non mostrando di volere niente in cambio, partiva con l'ululo solitario.
    E si dimenava in quel rotolo che pareva un tappetto arrotolato e messo in piedi che si piegava in due verso un lato afflosciato, per poi drizzarsi e rifare l ostesso in posizioni diverse.

    Ah, no, pensò. Cèra anche la questione stranissima che quando lei andava in bagno, piangeva. La prima settimana non sapeva i suoi orari e finiva sempre per entrar ein bagno trafelato per cambiarsi mentre lei si asciugava o era in procinto di fare la doccia ed era nuda, e l'aveva odiato, ma lui semplicemente faceva veloceper cambiarsi e mettersi gli abiti da interno come faceva lei.
    QUalche volta gl iera capitato di aprire la porta, constatando che molte volte si osservava allo specchio o si vestiva e l ofaceva in silenzio senza nessun rumore di sorta, e trovarla con le guance rigate di lacrime. Una, due, tre volte e alla fine dopo aver rischiato l'ennesimo oggetto tirato addosso e un cazziatone di -almeno bussare-, cosa che lui inizio a fare come d'abitudine, le chiese perchè piangesse sempre in bagno. E lei dopo averlo fissato stranita, gli disse solo che era andata in bagno. Tutto qua. Alla fine si era fatto spiegare che così come per Lia che per lei, se andava in bagno non importava a fare cosa, le scendevano giù le lacrime senza motivo, accadeva. Le lacrimavano gli occhi,due o tre rigature e niente, diceva solo -per alcuni è normale. In certe situazioni escono a molti, a me in quel senso, escono e basta niente di strano. io non ci faccio neanche caso, se non me lo dicessi tu prima di alzare la testa verso lo specchio,  non me ne accorgerei perchè accade ogni volta ed è fisiologico, tanti sono come me...-. E lui la prendeva in giro bonariamente, perchè lo trovava stranissimo ma a quanto pare era vero. Alcuni avevano i lacromini in quelle circostanze e neanche se ne accorgevano.
    ma in quel caso le lacrime era da un suo sentimento, solo che no ncapiva come definire il piagnucolare con versi gutturali o ululanti come una bimba timida,  per qualcosa di gentile e umano fatto per altri.

    "Dai, smettila di piangere e di fare il sushi..." le fec e, prendendo uno dei libri dal leggere dal comodino, sedendosi in modo che lei fosse con la schiena contro i lsuo petto e le gambe di lato, stringendola con le braccia
    "Cosa fai!!?! Cosa Tocchi? Non voglio essere toccata! AHH!"

    "E stai calma! Vuoi che legga il nuovo libro di...brendon sanderson?" fece dopo ave r letto il nome sulla copertina "vuoi che passi del tempo con te leggendoti il nuovo libro? Mi va bene anche rileggere Mistborn che ti piace tanto, ma non fare la terrorizzata se mi metto così. O me ne vado.."

    "UUUUHHH"

    "Me ne vado, eh? Ti avevo detto che era tempo che tu restassi te stessa invece di accontentare chi ti chiede di essere più... pacata! Agire da te. Essere te. Fare come TE. Queste cose ti fanno stare male? Cosè che faceva quella prima di te in questi casi?"

    ".... parli della schiavitù sia lavorativa che sessuale?"

    "anche.... tutto ciò che sentiva come peso da non poter sopportare..."

    "Faceva le pièce teatrali..."

    "Quindi mutava tutto ciò che provava in qualcosa che la facesse sfogare, che riversava il male che provava come umana su chi aveva rovinato quel'umanità dagli altri in uno spettacolo da ricordare..."

    "Una Feten.. si. La faceva all'inizio con i Neri... ma poi lo riservò a stupratori, pedofili, gente che abusava delle donne in varie maniere rendendo però a loro cosa avevano fatto e alla fine alcuni dsi loro si ritrovavano con gli stessi problemi dei prigionieri statunitensi che le agenzie governative segregavano per averli in custodia e interrogarli. E se si rifiutavano di mangiare, loro eseguivano la tecnica dell'alimentazione forzata inversa..."

    "Si, non mi ci fare pensare... non credevo che esistesse questa tecnica di tubi e altri posti al posto della bocca... poerò lei non lo ha mai fatto..."

    "no, nelle Feten ha sempre ridato ciò che loro avevano fatto agl ialtri e... Milan dice che era anche un modo per scacciare la sua paura per quello e l'ansia che le veniva a ogni ricordo di Rò e l'incertezza che qualcuno potesse toccarla. E così era come esorcizzare quella paura dando il giudizio e assistendo alla pena... così facciamo adesso. Osservare la decisione e il giudizio dati, pure che fa schifo... è una sorta di punizione per noi. Perchè..."

    "A te non piace il sangue e la sua puzza...per sempre fai sempre aerare le stanze se e quando potrebbe scorrerne un pò e non accetti nel Cerchio e le giostre colpi seri o pericolosi..."

    "non ho paura del sangue o di vederlo o di causarne l'uscita, se cè un motivo io non ho paura di far provare dolore. Ma non che duri come nelle cerimonie e si senta nell'aria... e non mi piace che loro, che sono fratelli e membri della Comune,  si pestino come adorino così tanta da finire Ko per ferite gravie, commozioni cerebrali e danni al volto. Lo sai... e comunque, Tranne le volte che lei si divertiva a impersonare Veròna  qui o nelle Torri, dove compariva anche Milan, e quiindi si divertivano insieme fino a ridere come due scemi, di solito Milan nei suoi scritti è smepre più calmo, padrone della situzione, quasi rigido e severo. Non ama molto queste sue pièce teatrali e anzi le trova troppo... troppo esagerate anche... quasi come s enon fossero per lui o il loro prendere in giro la gente con la Strega non fosse troppo per lui... e invece rare volte sono come il Milan che conosco... Da un lato cè un Milan che le dice di dare corpo ai suoi incubi, come se... fosse un consiglio, un incitamento ad usare la mente più che le azioni dirette. Altre volte è come il Milan per i prank con i quadri e le apparizioni della Strega. Giocoso, più pronto ad agguati e prendere per i fondelli come faceva Lia le prede... Da quando mi sono svegliata ho sempre visto il Milan quasi giocherellone e infantile che quelo più composto e fermo. POche volte mi ha detto le solite frasi come -dai corpo ai tuoi incubi. Tramuta rabbia e odio e tormento in cambiamento... - . Quante volte me lo ha detto in questi mesi? Una manciata e di solito quando lo fa... sembra quasi come se qualcoa gli abbia cambiato l'umore e fosse l'opposto di quello che conoscono. Come il mIlan che è pure tuo fratello, con cui siete usciti e avete fatto giri nel tempo libero..."

    "SI, Milan sa essere entusiasta a un livello molto giovanile a volte, quando non è nei panni del Leader... ma io non l'ho mai visto nella veste di come lo descrivi, serio,  o come lo descrive Lia..."

    "E' così, me ne sono accorta. E se Milan di solito nell'ufficio o nei salotti fuma quel suo sigaro, quando è serio non  ha mai quella rimanenza dell'odore addosso... immagino che fare il Leader sia, mh, faticoso... da cambiare tanto... comunque fu Milan nei suoi momenti di durezza ad accettare che lei esorcizzasse le sue paure in quelle bravate o pièce o Feten in base a cosa si inventava. Lia diceva smepre che da quella volta in casa di Rò ne era uscita così terrorizzata che nel ricordare, nelvedere cose come accade a Beatrice nella serie, nei film, o nella dura realtà che vedeva con le loro missioni e incarichi... se ne usciva col sentirsi raggelata sul posto, come se gelo le scorresse sulla pelle, le mancasse l'aria e nei casi gravi in cui le immagini le restavano nella mente, sentiva il bisogno di piangere per l'orrore e la paura che quello che portava... Non ne voleva sentire parlare o pensare che quello che vedeva su ragazze o donne potesse capitare a lei. Odiava la vicinanza di qualunque uomo, dormiva con armi sotto il cuscino o in alcune parti di letto e comodino, sebbene alla fine si era ni parte tranquillizzata. Milan le aveva giurato che per l'Accordo nulla sarebbe successo in nessun caso su di lei, ma questo non la calmava. Dice sempre nei resoconti, come testimonianza tipo cosa psicologica o simili, che Rò non solo non ha mai capito i suoi malesseri ma il suo aggredirla, dirle certe cose e come la trattò l'ultimo giorno che si videro... Come lei rimase male, dentro, quando tentava di abbracciarla e farla spogliare e lei si ritrovò a urlargli fermo!, in un angolo della stanza con una o due ottave sopra. Non si era resa conto di quei pochi attimi, era come se si fosse quasi... risvegliata standogli lontana e come lui si fosse arrabbiato tanto da dirle che era cambiata. Cambiata! Quante volte lei ripete quella parola ma con astio. Lei non era cambiata, era solo uscita male da una mezza esperienza che le aveva peggiorato tutto, le aveva fatto odiare tutto e venir la paura di subire qualcosa di cui aveva paura. E lui l'aveva rimproverata! Da quel giorno iniziò ad avere terrore di essere toccata, di fare di nuovo qualcosa che non voleva, di finire come tante che scrivevano online che per i doveri dovevano farsi fare roba... lei non riusciva e l'ansia nei peggiori dei casi le causava crisi di pianto. E quando la prima volta sfogò tutto quanto contro dei ragazzi che facevano lo schifo sulle ragazze, sia ubriache che non... iniziò il momento di rivoltare il calzino, disse, e quindi se non possono subire cosa subiscono le donne, rivoltiamo anche noi la situazione ma facendo provare loro ciò che fanno... E raccattò militare con la mente problematica, persone che volevano guarire dai loro problemi ma non riuscivano e tanta gente che la società tendeva non ad aiutare ma a buttare nella spazzatura e diede loro dei compiti. Avrebbero lavorato sfogandosi nei loro problemi solo quando lo diceva lei e che per loro quei momenti sarebbero state la Feten che li avrebbe ricaricati con cosa gli serviva... Torque, Cinq, tutti quelli che sono pronti a picchiare, abusare per sfogare i loro istinti a causa della loro vita, lo fanno ma entro cinque fasi e non oltre, su chi merita di peggio ma va bene l'esperienza che rimane come marchiata a fuoco dentro di loro. Abusatori vengono abusati. UOmoni o ragazzi che vedono altri o donne come solo carne da usare e buttare via, che subiscano lo stesso. Non ci sarà pertugio che non conoscerà il terrore, diceva, come hanno fatto con quelle persone. Grazie alle IA e le proiezioni, mostrare cose false ovvio, ma che sembravano reali dei loro familiari chiedendo -Allora, cosa sta accadendo a loro che tu o voi avete fatto a estranei, per voi, cosa vi porta dentro? Vi sembra bello da sapere o vedere? Se è il vostro sangue, non va bene, non è così? E visto che io sono buona, sono buona e giusta...che donna buona e giusta che sono...magnanima, caritatevole con chi non se lo merita!!!-. Era una delle frasi per darsi un tono, sai, però quanto li ha fatto piangere poi... prima loro ridevano delle loro vittime e le loro reazioni... poi, non risero più...  e anche io non riesco a reggere a cosa devo vedere del vero volto del mondo. Quei siti dove mettono foto di ex, di donne in generale, di ogni età, che... lo schifo che ho visto nella sezione web e poi...Quanto si lamentava prendendo quella serie, Beatrice la cozza, di aver voluto una guida di vita come la madre di beatrice o il padre di Armando, un pò come genitori ma con cui si poteva parlare, ascoltavano e... e poi..."

    "Non ci pensare. Niente Beatrice la cozza. Vediamo un pò questo libro nuovo.. si chiama Firefight... è appena uscito, sei sicura di volerlo leggere in origiinale e non in altre lingue per rispolverarle? E questo autore comè?"

    "A Lia piaceva Jordan e la sua ruota del tempo, raccontava di una volta che aveva postato quela pietra rossa delle Aes Sedai e Phib che diceva -dove l'hai presa, è la pietra che cerchiamo- e lei pre prenedrlo in giro -ma se è di un fantasy, che pietre magiche devi trovare, imbecile... tu e la tua magia del menga-... non so che significhi menga, ma da sempre adora quei libri e Sanderson è stato non suo -allievo- per così dire,  ma è da lui che ha preso ispirazione  e  l'amore per il fantasy e ha avuto pure l'onore di finire l'opera del suo Maestro quando è morto per malattia... che peccato, la ruota del tempo mi è piaciuta molto. E così mistborn anche se come in altre sue opere, cè sempre di mezzo l'amore, il sesso, i legami fisici... che palle!"

    "SI, si... ma ora non pensare a niente... e liberati un pò, sei stretta in quella coperta che non ti escono neanche le braccia per i giri... i sushi sono più rilassati" ridendo,continuò allungando le braccia intorno a lei per mettere il libro davanti a loro ma lei fece storie perchè non voleva essere abbracciata, così si limitò a tenerla infagottata tra le sue gambe ma senza stringerla con le braccia, iniziando a leggere  poggiando il libro sul tappeto, finchè non la sentì mugugnare metnre la coperta arrotolata si muoveva di lato, destra e sinistra "Come... ah, non sei un sushi ma un cannolo? Allora fai la ricotta ed esci fuori..." ridendo mentre lei si lamentava di più da sotto la coperta














    Un anno e quasi sei mesi prima

    "E' per questo che siamo qui. per una decisione che ho preso..."

    "Qualcosa come il tuo odio viscerale per gli allarmi comuni?" fece Lia con mezzo soriso e sguardo monello verso Milan, che sorrise a sua volta sempre consapevole che questa cosa l'avrebbe seguito. lei gli ricordava sempre certe cose perchè fosse sicuro delle sue decizioni, ma lo faceva con amicizia e gentilezza, dialogo e confronto. Ricòrdò anche le volte in cui lei diceva -Non si discute per avere ragione, ma per capire-, riferito alla sua famiglia in primis,  oltre tutta la gente che l'aveva rovinata, ove per loro aprire un discorso, appunto discutere, confrontarsi per litigio e scornamento era solo per aver ragione. Per loro era questo, non importava quanto gli si dicesse ascoltami e capisci, era vangelo cosa avevano creduto di capire, sbagliando, e se lei voleva discutere come fare o gestire certe cose in un modo diverso e vedere quale fosse adeguato a loro, loro trovavano offensivo, rivoltando la discussione in uno sproloquio in cui la accusavano di tutto, la schrifavano asprramente facendola sentire uno schifo, maleducata e altre cose. Ma non era così, le discussione qualche volte potevano essere animate ma per l'argomento che era interessante, grosso...

    "Queste cose me le rinfaccerai sempre?"

    "Mh"... fece lei "No, non sempre. Solo che ancora adesso dopo qualche tempo,  rido alla tua faccia seria e infastidita dove decidi che no, ninete allarmi comuni spacca-timpani. Si a suoni migliori e che comprendiamo solo noi. Sviare, ingannare, trarre in depistaggio gli esterni..." fece lei con le braccia conserte sorridendo come fosse divertente

    "Esatto" fece lui indicandola con un indice, facendola aggrottare le sopracciglia e guardarlo al oslito inclinando la testa su una spalla "Ecco cosa faremo. Cosa si aspetta sempre uno spacciatore, allibratore, strozzino, delinquente in generale ma non di strada, il pesce piccolo, ma quello grande che mangia gli altri?"

    "...il mal di pancia visto i soggetti?" fece lei con un gran sorrisone, venendo guardata da Milan come per dire -Andiamo, su. Sono serio- "ok, calmo, scherzavo... solitamente poliziotti in borghese, sotto copertuna, pattuglie in strada, controlli a telefoni e altro mezzo digitale e connesso a internet, gente alle calcagna..."

    "Brava! Stanno con guardie del corpo con orecchie e occhi vigili, si mostrano se sanno che la zona è sicura o cercando di non mostrare i loro traffici, controllano per bene le perosne con cui trattano e se sono un pericolo e minacciano perchè obbediscano. Si sentono superiori ma devono fare attenzione... a polizia, agenti di varie agenzie..."

    "Ok, cosa vuoi dirci..." fece Jd che con gli altri Veterani e Vecchi, stava intorno al tavolo di discussione a guardarlo.

    "Semplice. Qualè uno dei nostri motti sui nostri operati che non farci intercettare, scoprire e via dicendo?"

    "Lo so io..." fece Lubo ridendo "riprendiamo azioni e tipologie di comunicazioni e azioni del passato ormai ritenute in disuso,  perchè ormai la gente è incapace di sapere e riconoscere le cose. Anche i computer stanno per essere dimenticati, vedi Lia. Il giorno prima di incontrarla all'ufficio del lavoro,  l'impiegata le ha riso letteralmente in faccia perchè non poteva usare gli smartphone come gli altri per il dolore a mani e dita , e non usava una app di messaggistica molto famosa e che le chiese -Ma veramente? Dopo il duemilaquindici cè ancora gente che...- facendola mortificare anche se la qauestione era di salute..."

    "Quella laida..." fece Lia per poi zittirsi vedendo Milan guardarla male,  per non dire cose offensive che seppur meritasse, nonostante il suo lavoro di aiuto e vicinanza alle persone, non gli piacevano "Smettila di guardarmi così. Una soggetta, perchè a quel punto non sei una persona, che stai facendo un documento a una persona che ti dice che per malattia ha grossi problemi... e per chiedere di mandarle dopo roba su quell'app per completare una cosa, ride e mi guarda come fossi una idiota.... andiamo, seriamente? Mi era successa la stessa cosa l'anno scorso e lo trovo vergognoso,  perchè questa feccia non ha empatia e a quanto pare non sa cosa significa soffrire. E ora guarda un pò, per cosa sanno usare i nuovi cellulari? Non per cose serie, studiare con l'era di internet che condivide tante cose... no, aggiornarsi come nel mio paese se davvero quel cantante rap davvero ha conosciuto per quel collare del cane quell'imprenditrice, blogger e designer italiana e se escono. Che utilizzo futuristico della tecnologia per sfottere me,  che avevo dolore da bloccarmi i movimenti!" con odio

    "...comunque..." fece Lubo "con i nuovi telefoni la gente ha smesso di imparare ad usare i computer, si è buttata letteralmente su questi per girare su internet e tante cose, si sno applicati da linguaggi di programmazione per pc a quelli degli smartphone. Quindi molti lavori, contatti con  il pubblico e ogni interazione sociale dal duemilaquattro ad oggi si è letteralmente spostata online. Molti mestieri di fatto sono spariti, continuati solo dai cosidetti -ultimi- a conocerli ed eseguirli. Perchè con l'industrializzazione non nel paese stesso ma in paesi con contratti più bassi,  anche più della metà verso i lavoratori abiti, scarpe, articoli di varia natura, non solo erano trovabili in grosse quantità ma anche a prezzi molto più bassi..."

    "Ma di scarsa qualità. E' questo che io non comprendo, la gente come i miei preferivano pagare esempio un euro contro dieci, anche dopo miei avvisi che era meglio spendere prima qualcosa in più che dover avere problemi e ricomprare sempre la stessa cosa. E avevo ragione. NOn puoi pagare l'ipotetico prezzo x pensando di aver fatto l'affare, se è chiaro che è fatto con materiali scarsi e ti durerà niente, contro uno pagato un pò di più ma non necessiterà di manodopera, controllo, danni per più tempo...  io sono sempre stata per l'avviso che è meglio pagare Y invece di X,  ma paghi una volta per tot tempo esempio due anni, che prendere quello più economico possibile e già dopo qualche mese trovarsi con lo schifo e dover ricomprare. Lì non risparmi per niente. Peggio se per aggiustare quella stessa cosa e non ricomprarla devi sempre trovare ricambi, scotch perchè poi facevano loro... oh, lo so bene questo pensiero malato e cretino del risparmio su tutto,  come per la rubinetteria di casa, dove comprati a X e dopo un paio di mesi perdeva acqua a rivoli da tutte le parti,  con ingente danno alla fine. Acqua perduta significa tanto. ma no,  offesa e cazziata perchè mi permettevo di aprir bocca quando basta comprare un oggetto a Y o dieci euro come volete, e sapere che sarà migliore da durare almeno qualche anno e non lo dico io, lo dicono le prove materiali che ho visto di mia esperienza.  Come il rifiuto di comprare lavatrice e lavastoviglie perchè secondo i loro malati calcoli queste  sprecano tanta acqua che intacca il loro portafoglio... ma lavare biancheria di varie grandezza e tipo a mano, estate e in inverno, strizzarli consuma invece più acqua. Ma non capiscono. Lavastoviglie no, è più comodo lavare a mano con tanto spreco di acqua che mi faceva pensare di essere io malata di testa o fuori posto, e per giunta le cazzo dei spugne tenuto da far schifo che usavano ogni giorno,  e per dire qualcosa otlre le urla e le offese, pure le botte a momenti perchè si incazzavano come iene come se li rimproiverassi, loro che erano adulti. QUindi il mondo non va avanti, ma molto indietro..."

    "come mentalità di stupidità, non di scelta e consapevolezza..."

    "Dipende "rispose lei a Lubo "ma hai ragione. Dopo il computer, usato ancora negli uffici, eventuali negozi e per giochi, ormai la gente fa tutto con lo smartphone. E male. Molti lavori considerati antichi sono in disuso e qualche bottega esiste ancora con appunto gli ultimi di questi esperti,  che invece sono derisi e abbandonati. Visto io... Quindi capisco bene perchè hai deciso " rivolta questo volta a Milan "di riesumare tecniche ed elementi che ormai la gente non conosce più. Così che impreparata, non sa cosa sta accadendo e cosa potremmo fare noi. Fin qui nulla da dire. QUi siamo passati dalla seconda guerra mondiale e la guerra fredda dove il nuovo, la tecnologia e l'avanguardia e novità andvano scoperti per proteggersi e sventare di tutto, a riprendere fattori antichi perchè tanto la gente non sa più neanche che fossero. E la cosa divertente è che la gente non fa altro che come una disperata,  figliare perchè secondo loro continuino ad esistere nei discendenti, ma questi neanche sanno chi cazzo sono e se per caso erano qualcosa o qualcuno nel loro mestiere, che fossero calzolai o liutai solo per esempio, nessuno sa niente e ne capisce niente. Clavicembalisti e liutai per fare un esempio sono sempre meno,  e quasi nessuno è interessato a imparare quel mestiere straordinario. Ma anche non so orafo o gioielliere che conosce e riconosce pietre di vario tipo. O, non so, carpentiere, falegname, anche elettricista a momenti, impagliatori e  modellatori di sedie, divani di vario tipo e articoli vari, anche i coltellai per dirne una stanno chiudendo...pasticcere della vecchia scuola... non quello schifo di torte e dolci moderni che fanno schifo... nessuno che è interessato a mestieri totalmente asfaltati da induestrie all'estero che per praticamente niente, pochi dollari, pagano gente poverissima per creare in serie roba che poi schifo, dura poco anche in base al luogo dive ti trovi per umidità, tempo e altro, e devi ricomprare. Le cose non durano più come prima per una ragione, fanno schifo. Una come me per dire che preferisce un oggetto fatto bene, di ottima qualità da c hi sa fare quel mestiere e si vede poi, si trovaa bocca asciutta. Vecchi oggetto a parte la patina del tempo o tenuto da far schifo, parlano chiaro anche dopo centinaia di anni. Quegli stili moderni nelle case mi spiace dirlo fanno schifo, pagati un occhio secondo me per truciolato chissà da dove tenuto,  da colla scarsa con pellicole a fungere da superfici lignei. Prodotti a tonnellate con materiali scadenti che invadono i mercati mentre quelli decenti non venduti e poi le aziende chidono,  e poi si piange perchè si deve cambiare di nuovo la roba. Ma chissà perchè..."

    "Avete ragione, e so di cosa parli,  Lia. Anche dei mobili che hai in stanza che hai preso da gente che li voleva buttare e poi erano squisiti pezzi ottocenteschi di legno pieno e intagliati ad arte. E stavano finendo in discarica mentre volevano comprarsi stili moderni di rettangoli bianchi uniti tra loro... non me lo ricordare..." fece Milan ridendo, mentre rivedeva lei che era scioccata dagli annunci su certi giornali dove si regalava la roba da buttare prima di mandarli in discarica e poi erano pezzi magnifici, che non meritavano di essere buttati. Un delitto pure per lui,  mentre oggetti di scarsissimo valore riempiono le case della gente. Avevano recuperato in due settimana molti letti antichi in legno, tre in particolare erano così intagliati e lavorati da non sapere quante ore o tempo cèrano volute per realizzarli. per loro il valore di un oggetto era dato dal tempo impiegato dell'artigiano per realizzare quella cosa. Durevole, di qualità di materiali e lavoro, con lavorazione professionale e ben fatta. Nulla di industriale, le uniche macchine che usavano sia nello Chateau che nelle torri erano i mezzi di trasporto, quelle della lavanderia e cucina, quelle come attrezzatura di muratura, taglio, impasto e simili, lavapavimenti e lucidatrici in caso di ospiti. Altrimenti facevano tutti a mano. Questo perchè lavorando di propria mano ci si allenava già, la cosa che Lia trovava assurda era che per usare delle macchine in palestra e stare in forma, fare muscoli,l dimagrire si dovesse raggiungere quel posto proprio in una macchina e tornare. Un controsenso per lei che per andare quell'unico anno in palestra dopo che il medico aveva insistito, prima di sapere che la sua era una malattia vera e non un'invenzione, faceva a piedi e tornava dopo ore di allenamenti. Quelli che poteva fare. E così Milan decide su suo consiglio di provare a riprendere i mestieri manuali, ma se era necessario per varie cose si usavano alcune macchine, per implementare addestramenti ed allenamenti e insegnare agli uomini molte cose su sacrifici, impegno, metodi per mentenersi in forma e il valore del lavoro, del tempo impiegato e di un oggetto creato e molto altro.
    Quei letti, oltre i mobili, ma più i letti, erano pronti per la discarica. Molte volte da gente che ripuliva case e magazzini portandosi tutto e non riuscendoli a vendere, buttavano. Antiquari e simili magari con pochissii clienti che buttavano roba invenduta da anni. E Lia si mangiava le mani per quanto la mente idiota della gente che si sentiva moderna distruggesse proprio ciò che quelli prima di loro creavano ed erano la vera eredità. Questo significava eredità di sangue, che poi cancellavano tutto e addio. Fare figli significava sparire per sempre, sopratutto se era l'artefice di qualcosa di meritevole che finiva però nel cestino proprio da quelli che era considerati il domani ancora in vita.
    Che applausi che avrebbe voluto fare ai coglioni che figliavano e poi vedevano tutto ciò.

    Tra tre letti in legno pieno e finemente lavorati ve ne erano due che parevano simili e uno rettangolare. QUello rettangolare era matrimoniale rispetto agli altri che erano una piazza quasi e mezza ed era composto da spalliera e pediera in forma rettangolare  in stile a cassettone. ossia da quadrati  con lavorazione con quadri uno dentro l'altro con disegni a spirali e a fogliame. Spalliera e pediera erano composti da due wquadrati identici uniti con una colonna finale, due colonne affiancate al centro e un'altra all'altra dine. Ogni colonna delimitava un quadrato che aveva all'interno due quadrati centrali  con disegni come cornice e un intaglio a spirali e foglie con cornice superiore con  delle ogive particolari. L'unica differenza era la spallirea che aveva  colonne e un decoro in cima danneggiati o perduti che loro avevano riparato o ricreato da vecchie foto. Molto regale si poteva dire, di qualcuno che aveva av uto i soldi per farselo fare.
    Mentre gli altri due parevano simili come stile ma erano diversi per varie cose. Quello che ad alcuni pareva più lavorato era invece il più semplice. Era composto da due colonne isolate ai lati della testata molto alte con spigoli e rientranze diverse detti a fuso di varie larghezze, al centro preciso senza congiunzione visibile se no nsotto il bordo del materasso se messo vi era la spalliera che era composta da una fascia bombata sormontata da due grosse spirali arriciate con decori di foglie e una sorta di stemma centrale, tutto con sezioni traforate, quiinid scavate totalmente e non solo lavorate a bulino con fondo. Si vedeva proprio la parete oltre il figliame e di decori. Il rsto del letto, pedieta, barre laterali e piccolissime colonnine erano con qualche bordo scavato ma nulla di più. l'altro invece era diverso.
    Aveva sempre due grosse spirali arriciate  cfhe stavolta si toccavano e una sorta di scudo tipo gli stemmi al centro sopra di esse con fogliame di vario tipo non a caso come nell'altro ma seguendo le due spirali in modo più artistico, senza intaglio profondo, ma appunto queste sezioni di foglie come festoni e decori, il tutto che sormontava un quadrato e due colonne non alte come le altre ma sempre ben lavorate , questo era visibile da sopra il materasso. Il bordino che divideva il quadrato dal decoro superiore era tutto come effetto martellato. Rispetto all'altro questo letto aveva pediera e barre laterali totalmente incise e intagliate. Entrambi avevano quasi lo stesso stile identico basso, con una sorta di cerchio centrale che non si capiva come fosse lavorato, non un cerchio perfetto, con una linea a metà che usciva e intorno dei decori come fogliame arcuato. POi per tutta la lunghezza successiva dei disegni che ricordavano vagamente delle calle, questa forma rotonda sopra dal bordino superiore che scendevano curcando verso il basso con al centro quello che sembrava un pistolli. La pediera aveva solo sopra un bordo che sembrava un ricamo di pizzo e poi una fascia arcuata a onde di fogliame e spirali. Le colonne avevano sezioni molto più bombate a disco piatto e parti più sottili degli altri.
    Oltre questi avevano trovato anche letti antichi in ferro battuto fatti a fili che si arricciavano di due tipi diversi.
    Dopo aver cercato molto trovarono altri tipi di letti antichi ma Lia scelse alla fine quello con anche le barre e la pediera lavorata a fiori, forse calle, e riccioli fogliati, sperando di ctrovare un giorno uno che le piacesse di più.
    Lo aveva fatto sistemare dove cèrta qualche imperfezione da uso o abbandono in qualche stanza e adottò quello insieme a mobili di diverso stile ma che non fossero un pugno in un occhio, molto silimi come colore e qualche intaglio.
    ma si era sempre ritrovata a pensarci bene a ogni proposta di Milan per lei troppo oltre con l'idea di riprendere e valorizzare il passato, come per l'abbandono degli alalrmi per sistemi di comunizione diversa, che lei ricordava smepre.

    "Allora, volete sapere cosa ho deciso?" attirando l'attenzione di tutt, i che mentre lui pensava stavano discutendo dei lavori "per contrastare l'attenzione che questi soggetti hanno per poliziotti, agenti di varie sezioni ect... creeremo una Strega. Ho anche il nome, un nome che Lia usava come personaggio di un gdr anni fa... Veròna!"

    Lia aprì gli occhi grandi per lo stupore, gli altri restarono o a bocca aperta  o sgomenti.

    "Andiamo smettetela di fare gli stupiti. Noi lavoriamo diversamente dagl ialtri, non dovrebbe stupurvi. ho pensato tanto. Tutte le variabili di come trovarli, avvicinarli o che si avvicinino a noi. Di tutti  isoggetti che loro potrebbero pensare, perchè non mostrare loro un soggetto, l'unico, che non si aspetterebbero? Una Strega. Una strega che esaudisce un desiderio dietro contratto..."

    "Cioè la versione medievale del genio della lampada? Ne avevamo parlato Milan e avevi dtto che era solo un'idea" fece Lia con una faccia come per dire -cè qualcosa che non va-

    "Ovvio che no" fece Milan "intendo che la strega andrà dalla gente povera, che è attaccata da strozzini, allibratori, spacciatori, papponi... tutti quei soggetti che affermano di fare un servizio ai cittadini al posto dello stato, che è con loro che la gente vive e mangia, rispetto che con lo stato. La Strega sarà il soggetto che esaudirà un desiderio presentandosi,  dicendo che aveva avvertito che qualcuno aveva desiderato che apparisse... vedremo come metterla " mentre tutti si guardavano un pò straniti "e che daremo i soldi necessari per togliersi quella gente di dosso dopo firma di un contratto che li lega alla strega,  e che se lei ne ha bisogno, loro lavoreranno per lei per ripagare il desiderio o denaro. una sorta di donazione da parte nostra come aiuto a chi ne ha bisogno, mettendola come un contratto vincolante e valido, anche a livello magico, dove se la strega avrà bisogno di qualcosa,  loro di presteranno senza reticenze per quanto avuto e l'opportunità che nessuno gli dava. E aanche per mettere in pratica i tuoi porogetti della Mano e della Raccolta £fece a Lia "QUindi ecco che abbiamo informatori, gente normale che può fare cose senza dare nell'occhio, una sorta di base veloce e temporanea in casa loro al bisogno,  se non si possono raggiungere le Torri o qualsiasi cosa ci serva. E se vi state chiedendo perc hè questa trovata, chiedete a Lia..." facendo voltare tutti verso di lei che rimase a bocca a perta e sconvolta, a girare la testa verso tutti senza capire.

    "Cosa ..."

    "L'idea mi è venuta da te e il litigio con il prete..."

    "Quel sottaniere..."

    "Ancora con queste sottane... " fece non rimproverandola ma quasi, perchè lei odiava tutti i soggetti che dicevano di fare e dire per dio "l'idea mi è venuta quando hai detto che lui come molti altri preti e anche suore, hanno il vizio di dire che aiuteranno dando soldi, cibo, abiti e altro alla povera gente e poi chiedere come fosse un favore quando invece è implicito come scambio, l'aiutarli per certe cose, manipolando la persona che non capisce che non sta facendo che un ricambio, invece di un gesto umano e gentile ma..."

    "Ah, ho capito dove vuoi arrivare. Ma quindi due personaggi in uno?"

    "Brava! Inutile creare due Personalità quando possiamo usarne una sola. La gente vuole speranza, un varco di sole, una mano amica, la certezza che cè qualcuno che possa tirtarli fuori dall'incubo... e quale modo migliore di una strega capace di molte cose?"

    "Ma... tu sai che con la forza e oppressione la Chiesa e altre religioni si sono fatte largo rincoglionendo la gente? E poi le famiglie hanno fatto il resto? Cosa ti fa pensare che la gente accetti l'aiuto di una strega,  dove nel mondo solo novecentocento miliori sono protestanti e anglicani, non parliamo poi di cristiani, musulmani... e arriva una che si definisce strega e fa cose,  e accettano l'aiuto?"

    "Come dici sempre tu, mia cara, le capacità di sopravvivenza umana porta gli individui anche a fare cose che il giorno prima non avrebbero fatto, accettato, voluto. Non sono tutti così, ci sono quelli come te e poi i pazzi psicopatici , come preti e gente,  chi massacrò con torture e falò migliaia di persone nel mondo, ma se devono salvarsi la pelle loro e dei figli, credimi. Accettano..."

    "Se lo dici tu..."

    "Il punto chiave di questo progetto è che nessuno si aspetterebbe l'arrivo e le azioni di una strega, chiunque penserebbe che ci scappa il poliziotto che arriva per caso o chiamato, quello in borghese, quello sotto copertura, gente spiona che spiffera... ma una strega?!?"

    "E questa persona che deve interpretarla, sarà in grado di mostrarsi spocchiosa, stronza, fredda, dispotica..." fece Alaric interessato "perchè voglio davvero nel caso farne parte. Sarei un ottimo servitore, secondo me"

    "per usarti come pulitore orale di scarpe si, in quel caso saresti davvero bravo, come con lady Sugar, la mistress" guardandolo come aspettando la sua replica, questi invece rise

    "pensi sempre di essere migliore degli altri, invece cè una ragazza che ha poteri veri, che impersonaerà una strega per mettere in scacco i nostri conigli. E tu stai qui a badare ai nostri caproni. Fai solo ridere..." proruppe Alaric sfidandola ma non giunse al vero nocciolo della sua risposta.

    "Alaric! Lei sta lavorando in c osa tu e gli altri non siete riusciti perchè svogliati e scansafatiche. Devo ricordarlo?" fece Milan senza guardarlo, girando fogli ma facendolo zittire,  mentre Lia faceva all'amico/nemico un sorriso carogno "inoltre, lei va verificata. Infatti è qui e le ho chiesto di presentarsi in questa riunione per avere voto unanime sul darle questa parte importante!!"

    "QUindi sarà qui? QUando?" fece ancora Alaric e Milan si spazientì.

    "Sta arrivando! Contento? Dovrebbe...ah, eccola!"

    Una giovane entròdalla porta in fondo nella sala con le sedute per le riunioni con gli uomini, mentre dalla porta a vetri della loro sala, la vedevano entrare e raggiungerli, sporgendosi con la testa oltgre lo spiraglio,  chiedendo se era l'ora. Dopo di lei erano entrate i tre dell'ave maria, che restarono con lei. Ricevuto il permesso di presentò ferma vicino la porta.
    Era la classica bellezza iberica, una spagnola con il viso allungato, la pelle più sul dorato rispetto a loro, naso allungato e tondeggiate, occhi scuri e come incavati rispetto altri elemneti come bocca, naso e zona sopraccigliare più evident ma che brillavano. Sembrava strano ma molte donne spagnole sembravano molto simili con questi elementi. E A Lia, parlandone in italiano con Jd, sembrava simile ad alcune donne famose in spagna tra cui la protagonista del film horror rec.

    "Si somigliano molto queste spagnole, non trovi? Come fanno ad avere visi simili?"

    "Sono così simili?"

    "Guarda" mentre Milan parlava alla ragazza, gli mostrava dal ecllulare foto di varie personalità spagnole che in effetti disse lui, molte caratteristiche erano simili, sembravano parenti in qualche modo. Poi lei parlò.

    "Salve, io sono Raquel. Sono qui da tre mesi. Sono alta un metro e settanta, misure seconda serie, parlo bene spagnolo, inglese. SOno..."

    "Scusate" fece Lia che prima parlava sottovoce con Jd e ora a tono normale "Questa Veròna, in quale paese dovrà lavorare? Voglio dire, non ci hai detto se saranno più persone a impersonarla o solo una che girerà. E in quel caso, dovrà conoscere più di una lingua..."

    "Ottima osservazione" fece Milan "In effetti tenere e far lavorare più persone attualmente non andrebbe bene se non dopo attenta pianificazione.  Dovremmo prima testare il personaggio e poi farlo a larga scala. Ecco perchè per adesso vaglieremo solo lei e la metteremo in campo. Potremmo fare spagna, paesi dove si parla inglese e forse italia... per vedere come viene accolta..."

    Tutti acconsentirono e la ragazza con una sorta di copione in mano iniziò a recitarlo. I tre si erano divisi i compiti e due facevano i soggetti che chiamavano conigli da stanare e acchiappare, mentre lei  e Zidgi dovevano esser Veròna e il suo servitore. Silenzio totale mentre recitavano.
    Milan la fermò varie volte per spiegarle come dovesse interpretare il personaggio. Come erano le parole di Alaric, chiese? spocchiosa, stronza, fredda, dispotica...? E la ragazza ricominciò.

    "scusami" fece Lia alla giovane "i ragazzi ovviamente recitano da cani ma non sono attori. Tu invece hai un compito e devi convincere le persone,  ma no solo. Tu devi pensare che stai agendo come Veròna, che tu sia Veròna, non una militare che la impersona. Devi far capire che non scherzi, che non solo sei seria... ma sai essere pericolosa da fargli paura, sia con poteri reali che con le persone che sono tuoi servi..."
    la giovane fece cenno di si e riprese.
    Lia passò sotto il naso a Jd il suo cell con una scritta. Cagna. CAgna fin nelle ossa. nenache un imbecille allocco  penserebbe che sia una strega.

    A quel punto lei si alzò, disse che si allontanava pochi minuti e sarebbe tornata presto, mentre i quattro dovevano continuare, chiudendosi nell'ufficio di Milan della Sala da dove erano usciti la prima volta..
    Si presentò dall'ufficio con una mise differente, un frac nero. Versione lucida di un completo da mattina a giacca davanti  corta sopra i fianchi con tre bottoni, completo di gilet bianco punteggiato di paillettes che si chiuideva sottoseno, mostrando parti della camicia con colletto all'italiana ma anche la cravatta color argento che seguiva le forme fin sotto il gilet, e poi  peep toe argento con dettagli in piumine nere che dalla punta aperta toccavano il collo del piede a ogni passo con tacco di cinque o sette centimentri.

    I capelli erano sicuramente una parrucca per la lunghezza, in stile russo imperiale o germanico. con una riga laterale da fronte a dietro  fin al mento lasciati morbidi,  per poi essere legati a trecce fino alla vita a destra e sinistra del seno, con una struttura morbida delle trecce. La particolarità dell'acconciatura in stile nordico stava appunto nell'altezza dell'intreccio delle trecce che partica dal mento in giù, con la zona superiore bombata. Borsalino nero con dettagli argento stava sulle ventitre e un bastone in una mano, in legno nero con testa in argento pieno che sembrava una spirale, invece era una libellula  con iul corpo a forma di arco con le ali cesellate e anerite per ombreggiare i dettaglie la parte della cosa ad attorcigliarsi come a unr amo che si collegava al resto del bastone.

    "I miei ossequi, signori" fece, facendo un inchino maschile dei loro  con il braccio piegato a novanta gradi che toccava lo stomaco e il palmo verso l'alto, mentre con l'altra mano teneva il bastone  con il pomo verso il basso e la zona da battere in alto "Il motivo della mia presenza può sfuggirvi, lo comprendo, ma io sono apparsa portata dalle libellule, perchè un contratto mi ha richiamata. Un contratto vincolante con il soggetto tra voi, che mi obbliga a comparire in caso di problemi" muovendo come faceva sempre lei con movimenti che sembravano semicerchi e in un film o recita on gesti ben studiati

    Recitò la prima frase che doveva fare la ragazza con facilità, battendo il bastone a terra sulle parole contratto o obbligo, con movenze eleganti e sempre a semicerchio, da un lato ad un altro, con mento alto e busto dritto. I movimenti si rifacevano a sezioni di danza indiana e taelandese e lo studio dei movimenti da geisha, che usavano per addestrare le ragazze per determinati settori. Questo la faceva apparire quasi, per Jd, come una ballerina classica che da maggior forza e movimento quando restano ferme a questi movimenti a semicerchio elastici e regali.

    "Vi pregherei di rinegoziare con me la questione. Io sono la Strega Veròna, se ancora non mi conosciate, e ho stipulato con quel soggetto e altri che mi hanno invocata, un contratto per cui io esaudivo un desiderio  dietro a scambi reciproci di pari valori. Questo significa che secondo il contratto, il soggetto ha ricevuto la somma necessaria per togliere il debito ocntratto con Voi, cancellando di fatto ogni eventuale relazione esistente. Se tutta la somma è stata a voi versata, il soggetto non ha più  obblighi e ogni cosa viene sciolta. Questo lo porta a rispondere delle clausule così' come la sottoscritta, come in questo momento. Io sono qui in questo istante perchè è mio obbligo controllare e proteggere i soggetti del contratto, o non sarei una strega di questo nome. Noi esistiamo per esaudire i desideri urlati dal cuore,  e utilizzare i nostri poteri per il bene umano. Tuttavia voi state nuovamente, e con mio rammarico, infastidendo il mio contraente, mettendolo in pericolo. E io, signori, non posso assolutamente permetterlo. Vi prego quindi di spostare la discussione da quella persona alla mia, perchè sono io che ne rispondo, adesso. Or quindi, riferitemi, che accade..." sorridendo con sorriso carogno, con il mento alzato con arroganza e spavalderia, come se fosse sicura di tutto,.

    I tre noostante si guardassero negli occhi e poi Milan, continuarono la recita  con lei, leggendo e impersonadno i soggetti del test, seguendo il copione giusto per testare le probabili Veròna.

    "Non mi importan se è una questione interna vostra, se sono vostri clienti o amici. QUesti soggetti sono legati a me da un contratto e che strega di parola sarei, se non mi occupassi di essi? QUindi, gentilmente, ritiratevi! oppure..."

    "Oppure? Questo è il mio quartiere di lavoro"

    "Comprendo, nessuna intesa? COsì sia, allora. Il mio avvertimento non vi interessava... In tal caso dovrò intervenire e vi mostrerò l'oscuro che si cela dietro una strega...Su, piangete, fino a perdere la voce. Su, fuggite, fino a perdere il respiro. s'alza stanotte il sipario d'una nuova commedia di sangue, ove il Miscuglio d'amore e odio fino alla fine di una note che non avrà alba!" ingigantendo il sorriso fino a uno diabolico, alznando le braccia in gesti precisi e incisivi con il dialogo,  mentre una nebbia dai torni cremisi si spandeva da terra fino al busto, mentre atttraverso essa ogni tanto si notavano figure indistinte.

    "Ha attivato la visualizzaizione traite la proiezione?" chiese tra sè Milan sorpreso,  anche che udibile dagl ialtri intorno al tavolo.

    "Questa per voi sarà una notte del giudizio che vi vedrà come agnelli, l'afflizione delle offerte sacrificali sarà avvolta nelle fiamme del purgatorio in cui ogni cosa è ridotta in cenere! Su questa terra arsa dalla malvagità, lordata da voi, così come gli esseri umani lasciano impresse delle cose utilizzando le parole, così farò su di voi, così tanto che per l'orrore SU! Su, affondate le unghie, fino a farle cadere ovunque tentiate di scappare! perchè saranno solo l'incipit della vostra purificazione!" volgendo in una risata,  mentre occhi di vari colori come le sfumature delle pietre occhio di tigre, dondolavano tra la nebbia. "Quando io perdo la pazienza niente regole, niente comandamenti, nè ragione. I miei servi sussurano una sola parola, imprevedibile. Cose spiacevoli accadono a chi mi va contro o crede ch'io sia una stolta. E io ne sono la causa. Danzate e gioite miei piccoli servi, perchè questo Notturno è dedicato a Voi, un banchetto verso cui si innalza il sipario della tragedia!" urlando sempre più forte mentre cose strane saettavano veloci intorno a loro. Servitori...!" chiamò colui che fingeva di essere dalla sua parte, osservandolo sopra la spalla.

    "S-S-Si, comandi"

    "Codesti esseri non hanno compreso i miei avvertimenti, per questo motivo prima di regalarli ai miei servi spirituali, precedi il mio incantesimo da cui non potranno liberarsi, e spiega il signoficato del termine implicito "udire e servire la strega". Perchè Voi" voltandosi verso quelli che fingevano di essere gl istrozzini "possiate pregarmi in tutte le maniere che un essere umano può, di avere misericordia di voi e se così non fosse, se le mie pene su di voi dovesse durare, che io almeno una volta abbia pietà!"

    "Comandi cosa devo fare" facendola voltare gelida come una bambola. POi gli si avvicinò di un paio di passi

    "Chi sei tu?"

    "I-O son-no il vostro servo, ovvio"

    "Servitore, è una cosa diversa. E ripeto, chi sei tu?"

    "Il vostro servitore"

    "Con quali manzioni?"

    "Io sono un Candeggiante"

    "Esatto, tu devi ripulire le anime lorde. E se tu sei al mio servizio cosa significa?" sempre più dura e parlando tra i denti con rabbia, con occhi vitrei e aperti da sembrare una bambola, senza sbattere le palpebre

    "Che io sono uno specialista perchè so quelè il mio lavoro"

    "E quindi, se io ti ordino di procedere, tu che fai?" avanzando ancora verso di lui

    "Io eseguo cosa credo sia corretto,  secondo esperienze e insegnamento vostri..." restando sempre a testa china, senza guardarla

    "E allora che non accada più, se io ordino di procedere, TU PROCEDI! Inoltre poco fa sembrava che volesse dire tu qualcosa. Chi sono io?"

    "Voi siete la SOmma Strega del Gioco, Veròna! La Strega delle Cento ore perchè tante sono, in cui Voi giudicate o punite... Colei che esiste per presentare le strade delle scelte ai soggetti che meritano il giudizio..."

    "E cosa accade a chi cerca di dire la sua,  senza permesso o di dirottare il mio discorso?"

    "Bruciare fin nell'anima nell'atrocità dell'infinito tormento..."

    "E poi?"

    "Venir giudicato dalla libellula e..."

    "basta così. Che sia chiaro. Non acconsento a vostri colpi di testa o intromissioni,  perchè qualche mio dscorso o decisione non sia di vostro gradimento. O le loro pene saranno le tue. Chiara?" finì guardandolo fisso fisso con quello sguardo fermo, inclinando di poco la testa sulla spalla sinistra.

    "COme sempre ai vostri ordini, Somma Veròna" inginocchiandosi

    "E quindi, tu adesso cosa farai?"

    "Mi appropinquo verso il blocco dei soggetti per prepararli alla punizione..."

    "Proseguita, scatta, adesso!" disse lei con forza, battendo il bastone a terra per ogni parola, dura,  vedendolo fare uno scatto come i gatti impazziti che scappano

    "Oh, non temete, cari ospiti della mia serata di caccia. Fuggire vi è impossibile e che lo vogliate o meno, giocherete al mio Gioco, ove dimostrerete se diete degni o meno di una seconda chance. E mi riferisco al non far più del male al prossimo,  nè usarlo per i vostri scopi. Sarete agnellini docili e buoni, come si conviene in una società umana. perchè se così non fosse, oh, quanto ho atteso questo giorno! E quanto voi avete temuto questo giorno! Il destino, chi distruggerà o festeggerà dal risultato del Gioco? Saprete vincere a tal punto da non vedermi mai più, nè constatare il mio successivo giudizio? Perchè una volta è già capitato, e le regole e comandanti che ho tolto per la mia ira,  lo hanno rigettato in un inferno alla Hyeronimus Bosh che neanche immaginate! Perchè più la mia ira cresce e più i miei incubi finiranno sulla pelle e ossa della melma sui osggetti come voi, finchè la sua anima non diventi dannata come la mia. E non importa quanti millenni passeranno di vita d'orrore sotto le mie scarpe e colpiti dal mio disgusto, non vedrete nè ciò che amate, nè cosa sognavate. Sarete miei schiavi, neanche servitori. Perchè questi,  vi farano provare tutto ciò che i vostri -clienti- hanno patito.  Voi due per esempio, definiti gli spaccaossa. Il mio servitore Torque è in grado di rompere ogin vostro osso tranne il cranio,  senza farvi morire. Ed è solo l'inizio..." mentre la nebbia si diradava, mostrando esseri strani con scaglie al posto della pelle a punta, o pelle viscida come gelatina, o il corpo ricoperto da fori o altre stranezze raccapriccianti.

    "Tu no sai chi sono io. Tu non sai chi tra noi ha in mano questo posto. Se voglio, posso chiamare tutti quelli che lavorano per me..." finendo sbattuto al muro con una mano sulla mandibola, mentre l'altra con un pugnale in mano a toccare i genitali. Ed era Kovacs che recitava mentre Lia agiva come Veròna.

    "Mi rupugni così tanto, la tua pavidità da chiamare altri scagnozzi senza che tu abbia le palle di affrontarmi da uomo. Ecco cosa siete voi, come i bulli. Fate gli spacconi, con pistole in mano vi sentite fighi e invincibili ma guardami. GUARDAMI! Io sono una strega che evoca esseri soprannaturali per donarvi a loro, ti predio il tuo futuro,  sia che perda o vinca il gioco o se mi fai perdere la pazienza. E tu scegli l'ultima, con la carta del chiamare i tuoi leccapiedi. Mi fai venire voglia di farti provare tutto quanto,  che sono protna a scavarti io la fossa per l'iniziazione al tuo tormento eterno, ficcandoti però la terra in bocca finchè il tuo corpo non cede. O potrei farti iniettare delle soliuzioni specifiche sottopelle e vedere come diventi, ben sapendo che sia niente in confronto alle botte, le ossa rotte, il rischio di coma che hai provocato ai tuoi clienti e..." passando il pugnale di mano, portandoglielo sotto la gola, metnre con l'altra gli puntava ai genitali una pistola "... potrei fare come voi, con le armi in mano, ovviamente che vi basta premere il griletto e fa tutto lei, è così facile. Queste armi in mano a sterco come voi sono pure un insulto. Ogni parassita  stronzo in ogni angolo del mondo prende una pistola e crede di essere Dio. Un proiettile, un giudizio, o una vendetta, o qualunque cosa le menti sporche come le vostre decidano... basta un click, e per voi è tutto finito. Non sei neanche uno di quelli che se deve fare il lavoro sporco, mon lo fa da sè, no... ci sono quelli che alla fine ho elogiato nonostante avessero perso,  perchè almeno si sporcavano le mani letteralmente nel dimostarre sopra i malcapitati i loro disappunti! mentgre le guardie del corpo facevano quello, non gli spaccaossa. E visto che sei così viscido e penoso che ti nascondi dietro un proiettile o i muscoli degli altri, darò un giudizio così d'orrore che sarai ricordato. Tu sei niente, non sarai mai che niente senza pistola e stronzi muscolosi... ti farò diventare io uno che di spacca le mani da sè..."

    "Vaffanculo, mentre tu parlavi ho chiamato..."

    "Oh, lo so" con voce vellutata e gentile "pensi davvero che non si senta comunque, anche senza i click sonori, uno che armeggia su un telefono. Infatti li aspetterò, così avrò nuovi pulcini per la mia arena. Tu lo sai cosa fanno ai pulcini maschi nell'industria delle uova? Crack, crick, crack... sotto presse o lame girevoli. Una crudeltà inaudita e senza senso. Solamente perchè maschi. mentre la feccia umana usa la donne come merce di scambio o modo per avere soldi, mentre i maschi li pestano perchè portino altri soldi o siano schiavi..."

    mentre lei parlava, Kovacs tentò di sorprenderla levandole le armi di mano, ma lei fece leva sulle mani che lui le aveva messo sui polsi per fare un salto a gambe unite e riallungandole, lo prese alle parti basse, per poi in un attimo usare come appoggio il piede destro e con la gamba sinistra saltare sul collo del giovane, mentre questi era chino per il colpo reale ricevuto, finenso a cavalluccio sulle sue spalle con le gambe a lato dellla testa. Con una manotenne la testa in basso, mentre con un colpo sedendosi sulle sue spalle lo spinse in giù, facendolo inginocchiarte con la testa quasi a toccare il pavimento, tenendogli il pugnale sotto la gola e la pistola sulla nuca.

    "Sai qualè la differenza tra me e i poveracci che torturi? Che io..." avvicinandosi al suo orecchio " sono preparata a prendervi a pugn i sulle gengive e sulle palle,  già che ci sono. Che io sono disposta a far molto male alla feccia come voi, di mia sponte, senza bisogno dei cani da guardia. IO sono un cane da guardia. Ho nella mia carriera di guardiana della società umana, reso pan per focaccia agli stolti e bulli, ma di peggio a quelli come te. QUalunque tua mossa per fermarmi o farmi del male, io te la ribalto cento volte. Tutto è fatto di scelte, e tu scegliendo la conigliata ocme la chiamo io, mi hai fatto incazzare di più" mettendo tra i denti il pugnale e con la presa ai capelli e un ginocchio al centro delle spalle, to buttà a terra di faccia "e se agisco io, sono cazzi amari. Perchè potete solo pregare i tre che mi stanno dietro di salvarvi. E se lo fate, io rido di più!" uscendosene con una risata acuta e a testa gettata in aria che pure le sagome e le figure velati da una finissima nebbia cremisi risero.

    "Per favore mandatemi via ma lontano da questa "fece Alaric con gli occhi lacrimosi, guardando Milan

    "Oh, un altro pavido. Vedi ragazza" disse Lia alla spagnola "Veròna non deve essere quella che tu interpreti. Veròna è una strega di un  centinaio di anni  che era nobile e si base superiore a tutti... che corregge le situazioni, concede desideri, uno, con contratto di scambi equi. propone il Gioco a chi lorda la società, perchè abbiano una seconda possibilità se veramente possono cambiare. E questo l odecidi tu, non il gioco. E' questo il bello.  per noi. Possiamo verificare chi merita e chi no. Punire e giudicare perchè la giustizia attuale fatta di lecite prove e diritti di ogni tipo a quella feccia,  tarda o non riesce ad attuarsi. E ovviamente, i poliziotti poco puliti hanno sporcato di più l'ingranaggio, o non si sarebbe arrivati a questo punto. Devi essere pronta a bleffare, sfottere, incitare, cercare di sfondare le loro sicurezze e muri senza avere timore o altro. Questa era una prova, ma se tu non hai le palle e la stronzaggine di sfidare gente che si sente superiore, capace, meritevole di prendere tutto perchè tutto gli appartiene mentre gli altri sono solo sacchi di carne scemi... non vai bene. Studia meglio, e potrai essere la Cacciatrice di anime, come le chiamiamo. E ovviamente..." standole vicino, di profilo, co un sorriso carogno "di anime sporche. non sia mai che tu comprenda male!"

    "Su questo hai ragione ma non è troppo?" domandò Milan turbato "io pensavo che la Strega servisse da elemento di disturbo che nessuno si aspetta..."

    "Dvvero... quindi mi stai dicendo che per te andava bene solo fare qualche apparizione  per farli impaurire... e poi?"

    "Poi mandare squadre apposite per il passo successivo..."

    "Ma che stai dicendo, Milan." metendosi su una gamba in una posa elegante con bastone vicino e sistemandosi la giacca  "Mi vuoi far credere che la strega appare solamente, fa qualche cosa per fargli venire marroni le mutande  epoi basta, qualcuno dei nostri che mena le mani?" avvicinandosi al tavolo tra Alaric, che la guardava come un topo con il gatto, e Jd preoccupato "Forse non ti rendi conto che abbiamo per le mani un personaggio importante. Una Cacciatrice che impersona una strega, che può davvero terrorizzare e fermare quei soggetti. Prima mandi la strega per confonderli e poi via al delirio con soggetti che già si aspettavano? O finisci cosa hai iniziato,  o non serve a niente. Veròna deve esistere e continuare fino in fondo. Ecco la mia proposta. Innanzitutto quei tre che mi hai messo tra i piedi resteranno al fianco di Veròna, ma avrò con me anche due nuovi soggetti, che svilupperemo come quella IA che testano nei laboratori. Quella che secondo me sarebbe un ottimo Observer e anche Censore,  organo indipendente del Consiglio. Cervelli senza le macchie di psicopatia umana per denaro, potere, ambizioni... ma ci saranno anche loro due per la messinscena..." indicando due apparizioni vicino un muro, duie giovani di età differenti, uno biondo e uno moro.

    "Non capisco..."

    "Andiamo Milan... se devi creare una strega, fallo per bene! Quei tre non possono scomparire o fare roba che parrebbe magia. QUindi la signorina qui presente deve imparare ad usare il sistema di proiezioni. Deve inizare dall'addestramento basso, ossia ricreare mentalmente frutta e verdura finchè questi non appaiono perfetti da essere realistici. Fatto questo,  dovrà imparare nel mentre a mostrare attivamente i due nuovi servitori...Hm... vediamo, potrebbero chiamarsi... Lèon e Amshel! Servitori qualificati per la strega. Avrà bisogno al seguito anche di mentalisti, illusionisti, prestigiatori per supportare meglio la struttura del personaggio. E..." ma Lia venne fermata dalla giovane

    "Scusate, non so bene cosa intendiate ma io osno un militare e sono stata scelta dal Leader , non so bene per quali capacità, ma non credo di essere idonea a..."

    "Milan, quali requisiti hai messo a considerazione per scegliere la strega?" domandò Lia osservando Milan seria

    "Il suo aspetto. Volevo un viso che potesse sembrare antico da giustificare una strega centenaria" fece questi candido

    "E... poi?!?"

    "Se vuoi una lista, non l'ho fatta... perchè come tutti i soggetti che cerchiamo, prendiamo quelli particolari e capaci in modi non convenzionali. E lo sai anche tu. Lei è un soggetto forte, con ottima caapcità di comando ed essere l'elemento di testa di un gruppo, ha il suo aspetto, inoltre se ben ricordi era una di quelle che hai preso a ceffoni nei bagni, per come trattava quella ragazza..."

    Lia ricordò l'episodio. Una giovane, Maureen, aveva problemi ormonali e aveva costantemente acnee sul viso, prevalentemente sulla zona della mascella, arrossangliela. DA quando era stato inserito il reparto femminile, la situazione era giunta a un punto in cui Lia dovette sfogare la sua rabbia e odio contro alcuni soggetti, senza pentirsene. Maureen non era la sola avere qualche difetto fisico. Cicatrici, la foma del corpo con un busto molto lungo rispetto gli altri, quindi con baricentro molto basso, troppa magrezza o molto burrose, elementi fisici non armoniosi. Se Lia e gli altri dei Capitani e Milan non vedevano nulla di tutto ciò, ma la persona, lo stesso non si poteva dire per i nuovi membri. Il peggio, come sempre diceva Lia, erano le donne. Gli uomini si scornavano, si prendevano a pugni, si sfidavano nel circolo della lotta, facevano sfide e scommesse assurde su forza e determinazioni più sul fisico che altro, ma sedendosi con loro con una birra o sfidandoli, puntando sul chi vince ha ragione, Lia era riuscita a spingerli a tollerarsi, sfogarsi nel circolo della lotta, a impiegare odio e quanto provavano in allenamenti, sfide, lavori di squadra pensati perchè si conoscessero meglio. E quando lei varcava la soglia della sopportazione, se non li prendeva a legnate,  urtata come una iena con una spina nel deterano come diceva Alaric, li mandva alla Fattoria. Quella fattoria acquistata e sistemata per i Vecchi che volevano un posto sereno dove vievre o membri che non volevano essere militari un giorno di più o i membri della Raccolta,  che trovavano il loro scopo e una vita lì', così come nelle Torri. La fattoria comprendeva acri e acri di zone pascolo, casermette epr gli animali come riparo per la notte o l'inverno, il grande edificio dove vivevano, fienili e la zona frutteto e orto. Animali di ogni tipo erano presenti in quella zona, lama e alpaca, galline di vario tipo, papere e oche, tacchini, maiali e cinchiali, mucche e tori di varie tipologie comprese bufale, capre e struzzi e molti altri, che mentre vivevnao una vita migliore di altri negli allevamenti, vivevano molti più anni, erano trattati come rispetto, prendevano solo quanto poteva dare l'animale senza ormoni o medicinali vari se non per eventuali cure, non divivedevano madri e figli, a menmo che non fossero uova, non stressavano gli animali da latte perchè facessero più litri, nessun animale soffriva di mastite, stava con fango ed escrementi fino al garrese, erano pulite, spazzolate e perfine massaggiatge con spazzole speciali quando loro volevano o in certi mometni della giornata, per rilassarle e migliorare l'approccio con loro.  

    Molti uomini che lavoravano alla fattoria sempre, quindi non quelli mandati là per punizione o che si offrivano per dare una mano spontaneamnete, si trovavano così bene con il loro lavoro da dar per ogni animale un nome loro, quindi sceglierlo, giocano e passavano tempo con loro,, finendo per abituare gli animali a cercare l'uomo e affezione. Come con i tacchini. Tutti amavano passare il tempo coi tacchini o alpaca. Alpaca e lama non era freddi come potevano sembrare ma cercavano compagnia umana, le capre sia le piccole che le grandi saltellavano ovunque e accettavano la tosatura senza problemi. Mucche, capre, perfino galline adoravano essere abbracciate o giocare con palle grandi o oggetti per animali che gli portavano, scorazzando felici per gl iampi spazi.
    le punizioni servivano in quel luogo perchè il lavoro di fatica nel verde e animali,  così giocherelloni e carucci,  aiutavano a verificare come si ocmportavano certi soggetti. Come diceva Lia, per verificare comè un soggetto,  molte volte basta vedere come trattava le donne della sua famiglia o gli animali,  sia che vede pe la prima che lavorandoci intorno. E alcuni erano riusciti a insegnare solo per gioco alle mucche a saltare tipo cavalli con gli ostacoli, correndo con loro indicando dove dovevano saltare o portando queste, per raggiungerli se divisi da steccati, a saltare per correre da loro. Altri ocn le capre. E molti animali quando vedevano il loro umano preferito correvano letteralmente incontro appena giungeva all fattoria.

    I Vecchi, i più anziani e quelli che non avevano una casa in cui tornare ed erano consiglieri per i piani di lavoro, vivevano là anche come ricordo delle zone di guerra in cui avevano vissuto, incapaci di tornare alla civiltà intesa come città. Era una specie di ritrovo per questi soggetti, presi anche dalla Raccolta così che non ingrossassero le fila dei criminali o soggetti problematici ma rimettendoli in un luogo dove fossero ancora utili a se stessi e altri, e arricchendo le menti dei professionisti di cui Milan si attorniava. Ma solo nelle Sale della pianificazione. E la vita che avevano, che fosse fattoria o in una bottega, era la medicina migliore di qualunque casa mentale di cura dove spesso li sbattevano. Alcuni seguivano ancora i nuovi arrivati come istruttori, tra le altre cose, ma più spesso lavoravano la terra, gli alberi, i cespugli da frutto, gli animali o alcuni tipi con cui stavano meglio. Cèra chi si dilettava a sedersi in mezzi ai tacchini e creare concerti con il loro gloglottare. Uno faceva a gara di sputi con i lama, e nessuno capiva come questi si comprendessero da sputare come una sfida senza che l'animale lo facesse n el suo occhio. Chi aveva un legame con tutti i galli e galline che volevano essere abbracciati letteralmente, uscendo se in bei periodi dal nido nel muro che avevano fatto, contro il pollaio per l'inverno. Un lungo muro con una fila di fori abbastanza grandi e comodi perchè anche due galline stessero vicine dentro questi pertugi nel muro.
    Chi con le capre da allattarle loro con i biberon se accadeva qualcosa per cui la madre non poteva. CHi creava giocattoli non dannosi per loro con corde, legno, o altro. E in base a cosa facevano per gli animali, come si comportavano con i Vecchi, gl ialtri che vi lavoravano, si verificava se il discorso fatto per l'accaduto era stato ascoltato, se il soggetto fosse recuperabile per la comune,
    Mentre Altri finivano a fare lavori dove il tempo per ragionare cèra eccome, così cche accompagnare Kianta o chi era destinato alla Raccolta, o sostegno ad associazioni e gruppi animalisti e ambientalisti per fare lavori fisici al bisogno e verificare con i propri occhi la situazione come nessuino la vedeva mai. Queste cose secondo Lia portavano i soggetti almeno a ragionare, se non ripercforrere i propri passi comprendendo.

    Quelli proprio di coccio finivano per subire i capricci e i malumori della stessa, come suoi servitori così da verificare il loro ocmprtamento mentre credono che non li notasse o in certe occasioni. Così erano impiegati come camerieri, servitori della colazione o dei pasti, se almeno educati e con certa grazia per Milan e i veterani al completo quando si riunivano, altrimenti nelle mense o seguendola in ogni angolo dove Lia si recava e obbligandoli a controllare che le zanzare non la pungessero, che non vi fossero fastidi, tenerle le cose, scaricare su di loro il nervosismo.
    All'inizio Jd pensava che fosse stronzaggine, invece quel suo dare loro compiti dviersi o specifici li metteva alla prova, verificava la loro forza interiore, la resistenza a disagi vari, il loro comportamento anche alle cose assurde,  come una volta li aveva bacchettati perchè pulissero per lei i usoi gioielli in argento con una crema specifica e del panno tipo daino. Fra le cose che la calmavano cèra anche quello, lucidare e far tornare le cose al loro splendore, da gioielli a oggetti vari con impegno e panni morbidi. E la cosa serviva per constatare se ogni incarico fosse visto come importante e da svolgere senza sentirsi non qualificati o non del proprio livello, se perdevano la pazienza e gettavano la spugna subito o dopo poco,  e come la affrontavano prima e dopo l'incarico dato.
    Lia diceva sempre a Milan che era necessario verificare come ogni persona affrontasse e si approcciasse con determinsate cose, anche viste da loro come insignificanti o umilianti, come pulire una cosa o controllare se adempivano a missioni importanti come cacciare le zanzare perchè , se non erano in grado di reggere come nervi, pazienza, voglia di impegnarsi e raggiungere il traguardo, il loro impiego non sarebbe stato certo quello dio guardie del corpo, Ombre, specialisti dove un equilibrio interiore era fondamentale.
    Ma altro elemento era come vedevano gli altri e come si comportavano tra loro. E ciò c he odiava di più Lia era vedere un altro soggetto che se la tirava e dava ad altro etichette come spazzatura, inutile, nessuno, feccia e via dicendo.
    Quel giorno lei aveva già la luna storta perchè da una finestra del salottino era entrato uno scarafaggio grosso e scuro e lo aveva rincorso incavolata finchè non lo aveva tappato sotto un oggetto  che faceva da coperchio. Lei non riusciva a pensare di picchiare male perfino gli scarafaggi, non riusciva e prima, e allo Chateau predeva l'aspirapolvere con il tubo lungo e li ciucciava, come ripeteva, denrto lo stesso tappandolo, perchè coprirli e lasciarli lì era meglio dello schiaffarli sul pavimento come facevano tutti. E siccome odiava che chiunque, anche per pulizie entrassero nella sua stanza, dovette lasciarlo lì e poi portarsi un aspirapolvere per cacciarlo in un posto da cui non uscisse, pulendo il pavimento e il muro su cui aveva zampettato.
    E oltr ele zanzare e i ragni, gl iscarafaggi li odiava.
    Così quando andò a verificare certe voci, si trovò vicino la porta ad assistere a un siparietto che la fece esplodere come un vulcano attivo.
    Alcune donne nei bagni della sezione femminile stavano bullizzando una delle altre solo per la sua acne per problemi ormonali, affermando che fosse disgustosa, vergognosa epr tutte loro avendola intorno, un fastidio perchè ricordava loro che esistevano anche -quelle come lei- con difetti, difettosa, una che non vale niente se non la si può neanche guardare.
    Insomma una niente.
    Il tempo che questa con le sue stronze amichette riferisse queste cose alla ragazza a terra per le vessazioni , anche fisiche e gli sberleffi,mentre tutte le altre guardavano o facevano finta di nulla, Lia schiaffò come uno scarafaggio la sstronza al muro, infilando uno dei suoi coltelli sulla crocchia che questa teneva bloccandola coi capelli mentre alcuni cadevano tagliati.
    Con un gomito le bloccò la trachea e con la mano libera dell'altro le piantò una pistola, la cz75 che amava e teneva con sè,  in mezzo alle gambe.

    "ma guardate un pò chi cè qui. Una maledetta stronza che denigra un'altra donna solo per problemi NATURALI del corpo,  che dobbiamo usare su questo piano materiale. Sbaglio o ti sentivi una regina tra le oche mentre trattavi da feccia una persona che non meritava ciò?"

    "Che cazzo vuoi...." iniziò questa ma si ritrovò a fissare Lia sbiancando, sia perchè di fatto era il suo capo,  avendo leiforzato per avere la sezione femminile,  e sia perchè spesso usava proprio più le donne degli uomini, a parte i tre dell'ave maria, che avevano quel soprannome e come ordine di Milan, la dovevano risdpettare.Se portava alcune di loro, lo facerva sopratutto con soggetti che vedevano le donne oggetti e questo era denigratori per gli uomini. E Lia rideva per gli sfottò perchè gi stronzi che Lia braccava poi chiedevano pietà a loro per fermarla "Ah... è lei... cè-cè un errore..."

    "Un errore stò grandissimo cazzo! NOn sei l'unica e non è la prima volta che accadono queste cose tra commilitoni,  e no intendo stare ferma o a guardare spacciando la vostra merdosità per focosità e confronti tra donne, perchè lo fanno anche gli uomini e quindi vi abbassate alla loro animalità ma con la psicologia... ma anche perchè voi stupide oche coglione,  state facendo fuoco amico bullizzando, anzi torturando,  una collega e donna. Perchè diciamocelo, bullizzare è più un termine che si usa quando bambini o ragazzini stronzi, che non sono ancora giunti alla maturità mentale, non fisica, fanno questo merdaio su altri godendosela,  e vantandosene,  come se avessero vinto un nobel o fatto qualcosa di meritevole. Ma di meritevole in voi a questo punto non cè proprio nulla. Siete adulte, siete soggetti che lavorano nel campo militare e dovreste sapere cosa significa usare tutti i coglioni che una donna non ha,  per avere pari diritti e possibilità degli uomini, e invece usate tempo ed energie a distruggere da dentro altre. Fate ancora del male da rompere le persone da dentro,  e io vi uso come campioni per vedere se sparandovi da sotto,  dove arrivano le pallottole e pubblicarle come risultati scientifici... sono stata chiara o devo equipararvi alle bestie che sono gli uomini,  sia quelli che cacciamo che gli idioti che devo sempre tenere in riga?"

    "Ma no... deve aver capito male..." disse una di quelle che stava con la stronza, alle spalle di Lia, la quale diede una capocciata alla tizia che restava bloccata ai capelli dal pugnale e si voltò verso le altre, con la solita sua espressione di occhi aperti al massimo e fissi, come una bambola.

    "Ma davvero! Voi piccole stronze, piccole perchè non avete neanche i coglioni di pensare con la vostra testa ma di fare cosa vi viene detto dal membro di testa della squadra di stronze, osate parlare e sparare cazzate? Vi ho viste e sentite. Vi permettete anche di prendermi in giro? Osate affermare a me, che ho preteso io la vostra presenza come corpo femminile e vi ho dato rispetto e considerazione per la vostra forza a capacità, che sono diventata scema da avere le traveggole? Di inventarmi tutto? Se avete coraggio affrontate anche me invece di lei e le altre,  che so chi sono perchè vi osservo da molto, così come Kathtine e le sue leccaculo o Vanessa. Avevo fatto già un discorso del generecon tutto il settore femminile al completo, augurandomi che foste più meritevoli di fiducia e considerazione, oltre che rispetto, di quelle capre dei maschi. Perchè sono capre,  perchè testardi e agitati come capre sotto botta di allucinogeni per quelle pietre che sgranocchiano sempre. E invece guardatevi, mi fate schifo, provo per voi solo ribrezzo e disdegno per soggetti del vostro basso calibro. Siete feccia, voi, feccia e inutilità,  perchè se è così che trattate i membri del reparto e per giunta della squadra è chiaro che dovrò mostrarvi la mia incazzatura perchè non permetto a nessuno di rovinare qualcuno,  per qualsiasi motivo,  che non siano cattive azioni, constatando che le mie parole e le azioni on fanno effetto"

    "Noi non abbiamo fatto niente, ci stavamo preparando..."

    "Stronzate. Ho anche registrato se ti interessa, o pensi che siate solo voi quelle migoliori e intellingenti?" vedendo che le tre spostavano gli sguardi troppo spesso e lontane da lei, sorrise stupendole "Perché non mi interessa allargare la mia gestione di animali domestici, e trovo l'uomo un animale meno docile di un cane, meno affettuoso di un gatto, anche meno divertente di una scimmia"

    Si voltò veloce a sinistra e con il pugno sinistro diede un colpo deciso perchè oc una delle nocche prendesse i lnervo mediano nel polso, poi guardando la stronza che si era staccata dal coltello così male da volerla sbranare viva, fece una finta come se volesse darle un puigno nello stomaco ma prima che queste potesse fermarlo, diede un'oscillazione verso l'alto da colpirla al bertocolo mentale con il pugno ben chiuso,  il pollice verso l'alto da spingerle mento e denti vero l'alto."Rifate merdate come questa e vi farò vivere un mese di inferno che riservo alla feccia che noi cacciamo... Ultimo avvertimento!"

    "QUindi mi stai dicendo "fece Milan "che Veròna non è solo facciata?"

    "Milan..." camminando facendo una copia anni trenta anche per l'abito di un uomo di quel periodo "All'inizio mi avevi detto che non sarei stata io a impersonare la Strega perchè ti rendevi conto che ero cruciare per le ricerche e i test... e quindi io non potevo uscire, adesso mi dici che sarò io a farlo..."

    "Non si può raggiungere un originale e già come hai scelto l'aspetto di Veròna non cè possibilità che questa ragazza o altri possano farlo... non posso tenerti chiusa qui se se tu, a discapito di cosa dicevano quelli là fuori, hai delle cose per davvero che altri non hanno..."


    "Milan... Oh! Uff... Veròna deve esser come l'assistente di un Mago. Saranno chi lavora intorno a lei a fare il grosso del lavoro, lei deve solamente mostrare ciò che già io faccio nelle mie vesti di tua partner ma il doppio e usare le proiezioni... abbiamo chi scrive i testi, analizziamo e prepariamo gli incarichi nei dettagli con ogni possibile piano ulteriore... Veròna è lo spechietto delle allodole ma non significa che è sola apparenza. E' una delle equazioni per rendere Veròna ciò che è... ecco perchè questa ragazza dovrà lavorare parecchio..."

    "NO!" fece Milan sorprendendo tutti, compresa lei, che si era fermava a gambe un pò larghe con le mani sul bastone davanti a lei "Una copia non potrà mai sostiture un originale... Se un giorno prepararemo nuove Veròna, si troverà il modo di istriure le prescelte ma... Vedendoti in questo abbigliaemtno scelto da te, il tuo modo di impersonarla, come sei nei gesti e movimenti... è impesabile creare un riflesso sbiadito di te... ma dovrai essere TU a rendere Veròna reale... lei sarà l'altra faccia della tua medaglia, perchè l'abbiamo costruita basandoci su di te e solo tu puoi fare quelle espressioni di disprezzo, superiorità, arroganza, impudenza, audacia,temerarietà e tutto ciò che abbiamo già visto nei dipinti che abbiamo fatto che si vedono agli ultravioletti... in quei dipinti Veròna, la precedente padrona di casa, mostra giovinezza e spavalderia, sicurezza saggezza dietro l'istruzione, e ancora, la certezza della sua posizione nel mondo. Come fu esempio per Erzsebet Bathory solo per citarne una che fosse e si sentisse venti scalini sopra gli altri. Lei è una strega. Per i suoi studi magici, Veròna è un'entità immortale, giovane all'apparenza ma saggia e pregna di conoscenza, audace e incurante di chiunque vi si di fronte e di ogni pericolo. Lei ride in faccia al pericolo e la sua espressione e modo di fare dimostra che con le sue mani sarebbe capaci di spremere un cuore senza pentimento... questo deve cogliere chi la ritrova dinnanzi a se. E una tua copia... non regge il confronto con l'originale. Ecco perchè finchè non faremo selezione e preparazione, sarai tu a interpretare Veròna..."

    "Milan... ma quest astrega dovrebbe uscire, no? Hai detto che la stronza non può uscire da qui perchè come elemetno di test, o cavia, sarebbe emglio non rischiasse..." urlò Alaric preoccupato

    "Come ho già detto... Ho deciso di cambìare questa cosa. Lia uscirà quando servirà, potrà andare là fuori sia per la Raccolta, che la Mano ma anche Veròna..."

    "E se scappa?"

    "Alaric... sai anche tu che lei non avrebbe motivo di scappare. Non perchè non potrebbe, o altro. ha avuto per le mani dei conti con cui chiunque altri avrebbe fatto giochetti o sarebbe scappato con la somma solo in quel conto. E ne può gestire due, ora tre... avrebbe potuto fare come altri che si vestivano come gente di alta classe, con robe costose, prendendo o megli ospremendo tutto ciò che poteva... si veste con abiti semplici fatti da noi, con camicie e pantaloni, accessori vari, ma gli unici abiti di pregio che indossa sono gl iabiti sartoriali per i prank... potrebbe mettere da aprte un tesoretto... non accade e non accadrà perchè non è così. Potrebbe fare qui il cattivo e il bel tempo sia che non ci sono che se sono qui, ma si inalbera solo le leggi e regole sono calpestate, se si commettono cavolate, se la gente fa la scema... Non se ne andrà... Semplicemente ha una sorta di scopo con noi per i progetti che ho elencato che farà sia di persona che sotto il suocontrollo. Là fuori non cè niente che le interessi da far perdere le sue tracce. Anche quel giorno, il giorno che è giunta qui. Dopo che io e lei abbiamo parlato, quando ha preso accordi con i Vecchi mentre decideva se accettare la mia proposta... lei di disse -Ascolta, ho cambiato idea. NOn fingere che io sia morta. Annulla il processo di mascheramento della mia dipartita come lo hai chiamato, non far credere che io sia morta. Afferma invece che sono una vittima di qualche bomba, che sono in un ospedale senza che possa ricevere visite e prendi una persona senza memoria o che accetti perchè povera e simili, di impersonarmi. Con caratteristiche come le mie. E visto che mji hai detto che avete le migliori tecnologie mediche, fa in modo che questa abbia un volto identico al mio e dalle la mia vita. Così quella che era la mia famiglia non possa piangere la figlia che pensano di amare e ne abbiano una che accetti di essere ciò che volevano veramnete. Invece di un Dio che ha ascoltato le mie preghiere, sii tu colui che donerà una vita nuova a chi se lo merita. Che accetti di fingersi me per sempre. Hai detto che con la digitalizzazione di ogni documento ogni fascicolo, scheda, cartella medica e non possono essere cambiati... se io accetto di restare, sostituiscimi così sono tutti felici. Io non ho niente da perdere e niente da guadagnare, ma è anche vero che là fuori non cè niente che mi aiuti. Ho ricevuto da te una siringa con dell'anestetico e una vuota. Prima una e dopo l'altra, vuota, per porre fine a tutto. Ma se tu mi giuri che dopo averti aiutato nei tuoi test per aiutare altri in futuro io possa andarmene soffrendo meno... sostituiscimi come colpita da una bomba che necessitava di interventi e senza memoria e fai il resto, e io ti aiuterò. Ma solo per lasciare qualcosa di buono a questo mondo. I figli li lascio a chi vuole farli...-... anche così, avrebbe potuto andarsene come voleva, ma ha sempre rispettato la parola data. E ora mi fido ciecamente di lei da concederle i progetti di aiuto e impolpamento dell'organizzazione sostenendo e aiutando, risollevando chi è come lei e perchè faccia vivere Veròna... E' ora di fare sul serio...-













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    Capitolo 43
    *** 32.5 ***


    "Mio quasi omonimo, finamente ci rivediamo in tempi diversi e sopratutto in circostanze che ci permettono di parlare... quando Milan è in giro è impossibile!" fece Aegaoen a Gask, conosciuto come Egeo, nome che si pronunciav aquasi simile.

    "Oh, ma tu sei uno di quei quattro amici di Kianta. Sembri diverso dopo qualche mese" fece Gask con simpatia "sei con loro, adesso?"

    Aegaeon si guardò indietro, osservando i tre amici di sempre, con i loro problemi fisici eppure erano grandiosi nel loro mestiere. "Quando il gatto Milan non cè, il topo Kianta balla. E chiama anche noialtri topolini... E poi lei ci aveva parlato dopo la Dimora Rossa anche della Villa del Cinghiale, acquistata da loro e rimessa a nuovo come Torre. QUando ha detto che era stata scelta per un film di Dario Argento sono rimasto sorpreso, insomma, resti sotto shock. Sei dentro le mura di un edificio che ... ha dato da sfondo a un film! Kianta ci dice sempre di guardare quel film horror, quell'altro di fantascienza che secondo lei merita di essere visto almeno una volta e... ma ci pensi c he questo posto era di nobili antichi italiani, poi è stata la location di un film famoso,  e adesso è nostra? Insomma, guardala" fece, voltandosi verso la zona anteriore dell'edificio poco lontano a ore due, mentre vedevano lavori di carico e scarico degli uomini e loro erano vicino le macchine "sembra di essere in qualche strano sogno, non so... gente come noi in un luogo del genere dove invece ci vedi più quelli come Milan, capi di stato, famosi imprenditoi, non so... E invece è dell'organizzazione ed ha una nuova vita. Kianta ha detto che già molte case e ville abbandonate a se stesse da decenni sono in mano loro e Milan usa... per le sue feste particolari. Quello che Kiant aodia, tra l'altro.."

    "Intendi le feste di varia natura come quelle definite festini per ricchi e potenti,  che la gente comune vuole fermare perchè pericolose, visto strani suicidi di molte persone, anche banchieri?"

    "Sei aggiornato,mi piace..." rise Aegaeon "Si, amico. Kianta trova assurdo che un punto del lavoro è fermare il classismo e i privilegi di quelli che sono diventati potenti e ricchissimi da fare cose contro chi sta sotto di loro, usarli... un'altra persona non amava molto ol'uso di ragazze e ragazzi per certe cose che a Milan servono per fermarli... insomma, diceva che anche ciò che fanno con Madame è sempre schiavismo e che è allucinante che facciamo la stessa cosa di quella gente mantenendo le cose per ora come loro vogliano che sia... Quella persona li avrebbe gettati incontro ai pirana"

    "Parli di Lia'" fece stupito Gask sottovoce "quindi la conoscevi?"

    Aegaeon lo guarò un attimo, poi scoppò a ridere e amichevolmente gli posò una mano sulla spalla, uno era poco più altro dell'altro, parlando come lui sottovoce.

    "Perchè... credevi che chi ha conosciuto la Prima non capisca e non veda? Se troppo genuino per essere tra noi" ridendo di gusto "No, ascolta, torno serio. Certo che ho conosciuto Lia, all'inizio tra Jd, Lubo e Alaric vi eravamo noi come suoi istruttori. Solo per lei, ma per un motivo. Il suo addestramento era necessario per studiare le Stoddarde e la blue box. Gli effetti in varie condizioni fisiche, i limiti, la velocità di guarigione, la compatibilità del fisico a questi... io li chiamo apparecchi. Molti li hanno rigettati, sono peggiorati, non li tolleravano. Prima lei e poi tu, siete i pochi che sono risultati compatibili con esse... da vivere tranquillamente. All'inizio tutto faceva parte dell'accordo. Milan la istruiva con la scherma antica e sportiva, si studiavano i riflessi e le modifiche di movimenti e flessioni... poi l'uso di armi, sebbene lei già le consocesse, aveva già un porto d'armi seppur per uso sportivo...le tecnoche di compattimento corpo a corpo. L'uso dei coltelli, armi generiche da oggetti trovabili ovunque come armi, le tecniche di strangolamento e soffocamento senza uccidere, così come i controlli di adrenalina e..."

    "Li fa acnhe adesso Kianta"

    "Si, ma all'inizio lei era... veniva definita la cavietta. Poi divenne.... controllava e gestiva i risultati, quando avviarono l'uso delle proieszioni e visualizzazione per verificare come e quando la blue box si attivasse... Lei aveva confermato una cosa che Milan pensava. Una cavia volontaria e consenziente ai test è la migliore possibile. Come so queste cose? perchè Lia ce li disse. Non doveva farlo, ma siamo diventati amici, secondo lei e per come eravamo, sopratutto quei tre che no vide mai con pietà e altre amenità morali,  come gli altri,  ma coin egualità e vicinanza... ci reputò meritevoli di sapere certe cose. L'allenavamo e addestravamo e allinizio non capivamo perchè solo lei. Venivano inseriti nuovi membri, tizi che venivano scelti con determinati criteri e magari avevano prima intrapreso solo la qualifica di soldato semplice ma dimostravanp di avere quel qualcosa in più... e ci chiedevamo, ma con tutti quelli che già cèrano  e ne arrivavano, perchè solo lei? E poi con sempre quell'espressione seria quasi... fiera, a molti appare come se si mostrasse superiore agli altri, migliore, superba... poteva fare quell'impressione ma in verità ci guardò e ci disse -ok, vi siete fatti la domanda e questo mi piace, ma cosa pensate che sia la risposta?-. nessuno di noi prese la verità e lei sorridendo,  bevendo da una bottigleitta in vetro ci spiegò. Tramite l'Accordo che fece con Milan lei aveva quelli che definiva benefici,  ma che in realtà erano una sorta di tutela, protezione... mentre lei si prestava a concedere il suo corpo alla scienza. Stoddarde, blue box o draper come la chiamano a volte, e la visualizzione convertita in proiezioni realistiche... "

    "protezione?"

    "lei lo chiamava tutela o protezione. Un giuramneto che Milan aveva fatto  come conclusione di quell'accordo. Vedi, per Milan e David non si cerca la gente a caso, e si sperimenta su di lei. Sembra assurdo ma molti centri studi visibili e non, prendono le cavie in determinati modi poco leciti e puliti e li usano contro la loro volontà facendoli soffrire, terrorizzare... per loro due invece, era da fermare e così è. Tramite la Raccolta, oltre questa, avevano messo anche tramite la Strega Veròna, una sorta di contratto per cui loro ricevevano protezione,  aiuto in cambio di informazioni. Tra le quali se sparivano persone senza motivo, se accadevano cose, che veniva detto e loro lo sentivano... molti senzatetto e vagabondi spariscono, ragazzini spariscono... se non finsicono in reti orribili che voi cercate di fermare, visto che non sempre quelli pubblici riescono, cè anche questo. L'uso per sperimentazioni. E se non si trovano presi dal niente, ci si rivolge a paesi da terzo mondo o che invece di svilupparsi sono andati smepre più giù. Non a caso sono mete per il turismo sessuale, fatto da persone che alla carta sono viste posivamente, perchè hanno moglie e figli e un laovro che li fa stare bene, basta quello per ritenerli a posto. E poi scopri che soli o con altri -amici- vanno in giro in quei paesi,  affermando vacanze o addirittura lavoro e poi abusano di bambini e bambine in quei paradisi sessuali che Lia voleva radere al suolo. perchè quello è. E la pratica di portarli poi dai dottori per ricreare quello che si defnisce verginità ma che poi non è"

    "Ah, si. Kianta ha per la rabbia quasi buttato da una finetra, tenendolo per un piede, un tizio che portava le bambine a farsi rimettere quella cosa, finta, perchè le si pagasse di più. Quanto li ha fatti soffrire,  prima di sbatterli a lavorare nelle miniere di preziosi metalli..."

    "Lo ritengo più utile che metterli solo in celle e basta o la pena di morte. Pagheranno così cosa hanno fattoal posto di ragazini e giovani prima dei venti anni,  che ci rimettavano anche la vita. Per quanto controllati e sicuri, loro lavorano sodo ogni giorno e sono i familiari delle vittime  a far si che tutto vada bene e lì ci ho visto una vendetta alla Lia che... rido ancora oggi, e di sicuro non muoiono o rischiano la vita come quei nuovi tipi di schiavi. Gli schiavi nelle miniere. Sia io che quei tre che sono i miei amici per la pelle, abbiamo vissuti in condizioni orribili per paesi di secondo mondo, ma non so immaginare cosa significa avere dieci anni o meno,  e alvorare come un mulo per  fare mattoni, giocattoli, tappeti,da talpa per queste miniere e molto altro.   E seppur non lo sanno, molti che potevano finirci si sono salv ati proprio grazie a voi e a questo. Voi come organizzazione avete dato soldi e risorse perchè vi fossero le basi per svilupparsi. Come è alla Lia, sei tu che devi agire, lei ti da le chiavi per sollevarti le maniche e lavorare sodo. Niente principi azzurri che salvano o angeli gloriosi che fanno tutto per te. La svolta la devi fare tu con la Mano tesa e con cosa cè sul palmo. Ed è così che molti luoghi si sono sistemati, hanno acqua, scuole, cibo coltivato e allevato lontano da strade polverose e fango. barrio o distretti poverissimi in casupole ammassati avolte senza elettricità. Voi avete portato cosa necessitava e cosa usarli, il resto lo hanno fatto loro e per Lia questo era vitale. Perchè dimostrava, senza fare niente per gli altri come nelle favole, chi e quanto era pronto a cambiare e darsi da fare. E' semplice andare in un posto e dare e realizzare, fare, cose per aiutare gli altri,  ma poi,  diceva sempre? Quanto durerà se non si insegna che le cose vanno costruite e realizzate perchè si vuole, si desidera il cambiamento e il migliroamento? Facile che arrivi il principe azzurro e faccia tutto per salvare la principessa e poi se la porta. La storia umana parla di principesse anche ben lontane dalla favola della dolce fanciulla innocente,  e che ha bisogno di tutto. E' bene dare la Mano e le chiavi,  ma insegnare che il cambiamento deve partire da dentro. Da mente e cuore..."

    "e così si fa adesso..."

    "Infatti. E mi fa ridere vedere quell'edificio, quei giardini e sapere che è un'organizzazione miliatare ad averla acquistata e salvata che persone o enti per il bene culturale. Anche per come sono scelte..."

    "Si, lei è appassionata di Urbex e oltre che praticarlo, cerca altra gente che lo fa per vedere dove vanno e che edifici ci sono che meritano una seconda possibilità. Ormai non so più quanti beni l'organizzazione ha e che usiamo come Torri, e sono utilizzate per vari scopi. COme aiuto per chi è senza casa, donne che lottano contro patriarcato e mariti violenti, vero luogo di accoglienza per orfani visto che le macchine a loro tutela fanno veramente schifo, centro di ripartenza per chi ne ha bisogno, per poi andare a quelli che Milan usa per le feste e ricevere persone"

    "Si, più volte Lia aveva espresso l'odio verso l'abitudine di Milan di mostrare con orgoglio niente meno che la sede vera e propria, lo Chateau. E poi Kianta mi disse che fece così tanto casino dopo che per due volte tizi poco raccomandabili,  vi tornarono per minacciare  e che lui dovette scegliere altre sedi. L'unica che qui in Italia lei non vuole usata per queste cos eè la Dimora rossa o Casa rossa. Per le altre, è solo rammaricata dalle feste di lusso,  anche se per scopi specifici e importanti e il doversene occupare..."

    "E adesso? Come mai siete qui?"

    "Che domande, per Veròna! Creata da Milan come elemento di disturbo, doveva andare o meglio essere impersonata da una vera medium o qualcosa di simile. Insomma, tipo le Muse con i loro veri poteri naturali. Ma... fu impossibile dare la parte a nessuna perchè, seppur poi come Muse sono riuscite ad avere qual'aria sacra e quasi mistica attuale, con quegli abiti e atteggiamenti, diciamo che fare le facce da poker o alla Willem Dafoe... questo diciamo raffronto lo diede Alaric all'inizio, dopo le prime volte che Lia impersonò Veròna ma solo per istruire quelle che sembravano adatte. Ma dopo che lei lo fece, tutto cambiò, perchè nessuna era più brava dell'originale dal quale veniva presa la figura dellsa Strega. Milan le diede delle impostazioni su come comportarsi ma quel che è ora Veròna è il lavoro di Lia. Lui fece quello che fa sempre, di darle i settaggi dei comportamenti in cui doveva -dar corpo ai suoi incubi perchè il personaggio riflettesse un soggetto capace di mostrare luce e ombra come solo una strega può fare-. Ossia utilizzare la visualizzazione per mostrare roba, cosa che sapeva fare... insomma, quando a Milan serviva quella persona che potesse rappresentare bene ciò che è l'essere umano nel suo profondo nel bene e male, chiamava Lia. NOrmalmente le persone, anche noi definiti in generale militari o professionisti, mostriasmo con le azioni fisiche cosa possiamo fare. Lei invece con quelle sue espressioni ti faceva sentire un niente, trasudava disprezzo e schifo per te se eri quella che definiva feccia o merda umana. E quando Milan diceva -dai corpo ai tuoi incubi, Lia-, significava che tutto l'odio, il rancore, il dolore, la ssofferenza, la tristezza, l'amarezza doveva riversarlo sulla feccia. E così era. E raccontava che Alaric diceva che gli faceva impressione vederla sorridere in modo diabolico come appunto, Willem Dafoe..."

    "Alaric è un pavido. E' bravo con gestire e trattare gli uomini ma..."

    "Lo so. Comunque da un lato questa cosa che Milan fece,  la portò a sfogarsi, metteva letteralmente tutto ciò che covava dentro che diceva, faceva lo stesso effetto... ono so spiegarli ma diceva che quando stava molto male e che i medicinali non funzionassero molto rispetto a quelli vostri, se non si impegnava in attività, chiudeva gli occhi e cercava con la mente il punto dove, diceva di vedere ma non ne capisco, una massa blubbosa, la chiamava così, nera... che faceva le bolle e letteralmente la prendeva, sempre con la mente, e la mandava dove cèra del verde vicino a casa . sempre con la mente. o se provava dolore, con gli occhi chiusi lei indirizzava quel dolore verso qualcuno, di solito i bulli che le avevano fatto del male e desiderava che fossero loro a prendersi tutta la sua disperazione. Gli stessi che andavano su yatch in costume da bagno, che stavano in foto sorridendo allegramente con altri in una pizzeria o ristorante o facevano cose , o se li inbcontravano facendosi i fatti loro, e questi belli tranquilli come se nella vita non avessero fatto nulla di sbagliato. Io non so come funziona questa cosa, ho capito solo che è diverso dalla dissociazione,  dove con la mente sia  crea un mondo alternativo dove è qualcun altro, nel senso non il ninete della realtà  tu sei ciò che vuoi essere, e vivi là... o in alcuni casi la si usava per essere una Personalità creata e quella dovevi essere come se il tuo Io originale fosse messo da parte...  per Milan era una cosa diversa perchè in una usava la mente per curarsi, togleirsi il dolore, agiva in un modo che lui definiva con parole latine o simili,  che riguardavano le branche che ama. Una cosa che Lia non sopportava ...E Kianta..."

    "..."

    "Si, Kianta non sopporta quando Milan fa e parla di cose soprannaturali o mistiche, insomma dell'Oltre come lo chiama. Non lo sopporta e non crede affatto di essere qualcosa. Come Lia. Lia pensava soplo che tutto fosse grazie al cervello. Ma Milan e suo fratello sono troppopresi dai misteri occulti, da cose che gli hanno rivelato, da desiderare di arrivarci..."

    "Nel senso?" chiese Gask sorpreso "Milan mi ha parlato di molte cose ma non di cosa gloi hanno rivelato che può raggiungere"

    "Forse perchè neanche Kianta lo sa. Ma Lia si. So solo quello che disse lei le ultime volte che la vidimo... affermò che non si fidava nella bramosia di Milan e e suo fratello, seppur non lo vide mai, di queste cose misteriose e delle sette con cui lui aveva collegamenti, e della cosa che lui sperava di raggiungere. Affermò che tutto fu causato dal video simile a un'altro che lei vide con dialoghi e cartelli spagnoli. Non so altro, ma lo ricordo bene. perchè mi disse così -Eg, se mai un giorno le Torri dovessero cadere sotto i lcontrollo delle dita lunghe di quella gente che lo lega ai misteri secondo me farlocchi, se è rimasto qualcosa di me prendilo e portalo via. Non importa come, ma non permettere che le Chiavi per lo Chateau e i Crell restino in mano a Milan e fratello. Finora ho degli amici, i veterani,voi, e anche Milan lo è ma quando è lontano da quella gente. Ho sempre detto che le religioni distruggono l'umanità e così sta diventando. ne è diventato troppo bramoso, troppo interessato, lui e Dorde vogliono quella cosa e la credono preziosa e cruciale....  Secondo lui qualcosa è possibile ottenerla o arrivarvi, ma devfe trovare quelli giusti... ma sono questioni da lasciare al Tempo. L'uomo hagià ottenuto dei benefici con cibo più variegato, vitamine, medicina, cure adeguate... ma ciò che lui vuole raggiungere rovina la persona che è. Se si spinge troppo in là, qualcuno ti avviserà e tu dovrai recuperare ciò che resta, qualunque sia il risultato del primo lunedì del quinto mese-"

    "A cosa si riferiva?" chiese ad Aegaeon, non mensionando Legeia ma sapendo che forse all'avviso, avrebbe provveduto lei, essendo la Custode dei Sigilli dei Crell e la Guardiana nel caso Kianta fosse nata.

    "Non lo so. Ma mi fece questo avviso. Ora che so che tu e lei siete amici, e ha riconosciuto il suo errore e il suo non voler accettare che persone con il nostro lavoro possano essere giuste..."

    "Si, perchè ero l'ultimo figlio e guardia del corpo del Capo, secondo le voci che giravano, e non accettava che soggetti non rieducati potessero entrare così,  come fece Milan con me, tra loro. Molti di quelli accettati e inseriti non sempre e non tutti vanno allo Chateau subito. Come fa sempre lei, li spia per una settimana sia con le interazioni con gli altri che le azioni davanti,  e alle spalle dei Gestori. E' fatta così, deve osservare ogni comportamento e azione di nascosto perchè dice che solo così si capisce dvvero comè la persona. Perchè non importa cosa gli dirai e cosa dirà davanti,  sia che tu gli abbia fatto un cazziatone per un'azione,  che altro. Se lo rifà mentre nessuno vede, allora va ricorretto. Altrimneti, se non lo fa, se comprende, se dimostra di non essere stronzo fin nel sangue, merita dii trovarsi le porte aperte"

    "Una cosa simile a Lia. Anzi,una cosa che non si dice è che... ci siamo accorti che Kianta seppur veramente non abbia ricordi o altro della vita precedente... ha aspirazioni, hobby, interessi, cose che le piacciono e alcuni comportamenti che sono parecchio simili a Lia. NOn tutto, come esempio i vestiti che deve indossare per Veròna e le feste, sono molti diversi... tranne quello avorio ma... ma molte rassomiglianze con Lia e Milan stesso è sicuro che sia un elemento per i test..:"

    "nel senso?" fece Gask facendosi attento con le mani sui fianchi

    "... Ecco..." sembrava non felice di dirlo ma allo stesso tempo voleva farlo "Milan pensa che questa cosa sia chiave e da inseire nei risultati perchè rispetto altri prima di lei, ha moltissimo della sua Personalità precedente sebbene di fatto siano diverse su altri punti. Gusti, interesse, cose che le fanno sbrilluccicare gli occhi, che fa e dice... sono molto da Lia, mentre i soggetti precedenti avevano azioni, modi di fare e pensare, gusti e abitudini diverse o che poi, a mente vuota, se ne discostavano o non piacevano... Lei è una dei pochi che ha mantenuto molte cose e Milan pensa che sia qualcosa più legato all'anima, al sè più profondo del mero contenuto del cervello..."

    "Capisco..."

    "Così come i sogni che faceva... diceva che molto spesso cèrano sogni in cui compariva qualcuno, lo definiva sempre un lui, e che conosceva, e che era felice fosse là, che provava qualcosa che di norma non snetiva nella veglia se diceva o faceva qualcosa in quei sogni e lei desiderava che continuasse e continuasse quel sogno... diceva sempre si accorgeva quando sognava, molte volte, e quando sentiva che stava eprs svegliarsi era rammaricata dalla cosa... e affermava che nelle sezioni di sogno dove cèra lui, il mondo non era questo... era ove sentiva, anche se accadevano cose brutte, di stare là e agire... e cosa strana, non so perchè, ma quella persona, quel lui, era come se ogni volta si nascondesse da altre persone nel sogno che interagivano con lei, ma lui non doveva comparire davanti a loro. Ricordava sempre che lui si nascondeva o spariva se cèrano altri, se accadevano cose per riaverlo vicino quando era sola e lei ne era così contenta da volergli prendere una mano... non l'ho mai capita questa cosa, ma è sicuro che nei sogni non importava cosa accadeva di bello o brutto, mai lei desiderava svegliari ma andare avanti qualsiasi cosa accadesse... e diceva che voleva che il nostro mondo fosse così, un mondo da cui non voler scappare..."

    "Ah..."


    "Lei diceva che la socieetà fondata su menzogne, maschere, comportamento creati ad hoc non può esistere. Dove la sincerità, la generosità, la correttezza, il vero sentimento e pensiero sono bollati come sbagliati e maleducati, mentre dietro, n el sottobosco della vita di una persona, cè lo schifo. Meglio sapere cosa pensa e crede una persona nella realtà e discuterne, capire insieme che avere a che fare con attori ogni giorno della propria vita e finendo, se non lo sei e non vuoi esserlo, come lei o altri. Ricordo che parlò di un ragazzo che lei avrebbe voluto conoscere quindi non solo di nominativo e che ammirava tantissimo. E ne parlava come una persona inarrivabile. Questo tizio era finito male a causa di una che lei chiamava cagna maledetta. Il ragazzo era una di quelle persone che lei non solo avrebbe voluto avere intorno ma che desiderava fossero tutti come lui come tipo di persona. Intanto appariva sempre con un sorriso da un orecchio ad un altro, rideva sempre e trovava tutto divertente e spiritoso. Era alla mano, non estroverso da essere il centro non so di un gruppo ma quando prendev ala mano con le persone, diventava un amicone, sontro allo scherzo, giocoso, non eccessivamente come fate voi allo Chateau" strappando un sorriso a gask "ma  con lui si rideva, scherzava su tutto, aveva modi di fare che si faceva amare da chiunque. Non cèra persona che non fosse ben pensante verso di lui. E poi lei diceva sempre che oltre questo lo trovava simile a lei perchè era preciso, corretto, giusto, si incazzava poco ma se gli altri facevano qualcosa di grosso davvero o lo si prendevqa in giro, come se perdesse fiducia. ma erano le poche cose che lo mostravano incazzato, rare, così tanto da essere sempre col sorriso e un comportamento gentile e caloroso che ripeteva, se tantissimo nel mondo fossero come lui, saremmo a un nuovo passo dell'umanità. Corretto, sapeva lavorare e impegnarsi tanto nelle cose che risultava brillante m a non come uno pensa come i secchioni tipo della classe o uno scienziato, no. "


    "..."

    "Lo definiva così perchè come lei le cos ein cui credeva e ci si metteva, dava se stesso. Rispetto a lei lui era riuscito tantissimo, così tanto ad amare il lavoro e sentirsi immerso in esso che non gli pesava nulla, faceva di sua sponde ore in più se riteneva che il lavoro poteva esser fatto meglio, e come lei no aveva paura di fare qualunque cosa, anche no gli competesse o come dicono altri, di livello inferiore. NOn importava cosa si doveva fare, lui chiedeva se cèra bisogno e partiva se gliene davano e lavorava, senza sentirsi meno o altro ocme fanno sempre tutti che se la menano. Si era rimboccato le braccia da zero e correva perchè era bravo e tenace. E lwei apprezzava la gente così, che è e sa fare. Dice sempre che ammirava quelli come lui perchè sapevano essere precisi, puntuali, vedevano il lavoro come un punto essenziare dell'essere umano, sai affermava che il lavoro nobilita l'uomo e lei ci credeva. Ancora di più se con Milan si mise  pestare come scarafaggi la gentaglia che rovinava le società. Anche lì fece come Milan le diceva, riversava su di loro in cosa gli faceva e combinava, perchè ne combinava di ogni per davvero e mi viene da ridere a ncora oggi, per stanarli e farli piangere. E quindi prendeva questo ragazzo come modelloper dire che amava il lavoro che alla fine aveva scelto non come modo per fare soldi, non solo nel senso che giustamente devi pur mangiare, ma anche come modi di vivere le cose anche lavorando. ma anche come persona, non era chiacchierone come esempio Alaric che per stare sempre al centro dell'atenzione parlano, parlano... lui sapeva stare in mezzo agli altri , vedevi prima il suo sorriso, il uso scherzare in modo amichevole e lei avrebe voluto persone così nella sua vita, ivnece di stare sempre sola. Scherzi, risate, cose combinate e poi risate... quanto lo desiderava. E poi diceva che come lei questo ragazzo aveva sempre progetti, interessi, cose che vuole fare, provare... Lo diceva sempre, lo ammirava tantissimo perchè lui su certe cose le somigliava. Ti viene di fare una cosa? Vivila, falla, vai. Andare di qua, correre di là ma perchè questo ti da la carica, la forza, il motivo e il perchè ti senti vivo. Pensare a questa cosa che vuoi fare, quella che hai deciso di fare, che devi portare a termine, importante portare a termine. Essere immersi in sogni e progetti, essere vivi anche in questo. Lei invece, anche perchè l'avevano convinta, si sentiva un niente e che non sapesse fare niente. E così cose che voleva fare, provare, vivere non potè sperimentarle anche per i suoi che tutto era no, non ho voglia di accompagnarti, di sera non si esce o entro un'ora a casa e basta... ho capito che nonostante si ritenerssero migliori di altri, erano castranti e incatenanti e non si accorgevano che lo fossero. E lei in pratica non ha vissuto nientre di suo desiderio, di sua scelta. La portavano in posti ogni tanto ma con loro era davvero un'esperienza castrante non potevacomprarsi niente, mangiare niente di quel posto o peggio al mare. Il suo rammarico che ripeteva sempre quando le raccontavamo di dove eravamo andati in estate negli anni noi quattro con altre persone con cui lavoriamo era fare il bagno, stare con altre persone, divertirsi.  Lei racconta come non si definisse mai felice nemmeno in un giorno. Sentiva sempre che tutti rimpiangevano il loro passato di bambini, le estati, i divertimenti... lei era letteralmente trascinata al mare dai genitori, solo loro e i figli, con nessun altro o aggregandosi con altri o parenti perchè poi la gente parlava, sparlava, diceva cosa avevi fatto, come, cosa detto... e lei diceva sempre che odiava ricordarsi le estate quando la trascinavano al mare a forza per fare dieci minuti massimo, a volte cinque, in acqua e poi tutto il resto dell'unica ora a stare là sotto i lsole fermi perchè il costume doveva asciugarsi pena incazzamenti e sbraitamenti perchè costumi bagnati in macchina no. Se erano troppo panati di sabbia, come diceva sempre, un sacco di tempo tolto al mare e al divertimento per grattarsi la pelle con le tovaglie senza mai ammorbidente perchè non volevano sabbia in macchina. Tanto casino per un'ora di mare dove pure le veniva il terrore perchè pieno di alghe, non so bene ma diceva che cèrano sempre grosse pozze scure che in realtà erano alghe che stavano in acqua e lei aveva terroe di avvicinarsi perchè non sapeva cosa ci fosse in mezzo. Quindi la nuotata di cinque minute, miracolo dieci, era anche stare lontana dalle alghe. E non dimentico mai una cosache raccontava e faceva male. Anzi, due. La prima era che da quando le venne il ciclo non poteva fare altro che essere trascinata con quello addosso e giustamente non voleva ne andarci ne altro perchè più volte le compagne di classe le avevano fatto bullismo anche in lontananza, con loro amiche e lei sola lo schifo, sapendo che pure non poteva nuotare. E la madre, e questo lo diceva in un modo che non l'ho dimenticato, le picchiava anche perchè non voleva mettersi il costume da bagno, che lei odiava perchè facevano schifo tutti a fiori e rosa, e doveva stare distesa con il costumee l'assorbente a vedere gli altri divertisrsi e vivere come sempre. COn sua madre stronza a urlare, suo padre che sapeva sempre tutto e che le diceva che, non mettendosi il costume, che almeno non restaszse con l'abito con cui era arrivata perchè -faceva capire che le aveva- e lei covava odio. Nerssuno a capiure che per lei quella era tortura e non un qualcosa fatto per lei. E poi il materassino..."

    "materassino?"

    "il materassino, la cosa che non ho mai dimenticato perchè pure io trovo assurda...inpratica i suoi erano taccagni e spilorci e diceva sempre che non si compravano o godevano qualcosa, per sentirsi vivi sai, mangi una cosa o compri qualcosa che ti fa stare bene, no? Loro no, si privavano di tuto, mangiavano da schifo e cose comuni come pizza, gelato, cibi normali che mahngiuano tutto ogni mese come lasagne non so, patatine fritte, polpettone... niente. Sempre pasta con sughi pronti dal barattolo messi sopra così come erano, ma il caffè sempre. Il caffè che lei odiava come odiore e sapere doveva esserci e questa cosa la odiava perchè si lamentava che non poteva usdare incensi di nessun tipo, ma non poteva lamentarsi dell'odoraccio del caffè. Identica cosa della messa, lei non poteva lamentarsi ma loro potevano vedere a tavola con tutti la messa anche se a lei dsva fastidio. Una famiglia amorevole...e una volta tanto avevano trovato un materassino in iper sconto, sai quelli lunfhi a onde? bene l'avevano gonfiato con la pompa da bici e lo avevano messo in accqua e Lia giustamente voleva salirci, non cèra però abituata. Così tentava ma non sapevndo come fare scivolava in acqua, e per una volta alla fine si stava divertendo, insomma era sempre meglio che stare ammollo come una scema sapendo che aveva solo cinque minuti... ma prova una volta, prova due, prova tre la madre che era vicino si è girata er l'ha preso per un braccio al suo solito mnodo con forza a rabbia da farle male e... e lei urlava perchè le faceva fare brutta figura! ora, chi non ha visto in acuqa da qualunque parte bambini e ragazzi che giocano, scivolano da questi materassini, se ti trascinano, fanno roba varia... tutti. Alla fine lei per una votla sorrideva perchè lo trovava divertente, il divertimento finì con quel gesto e urlando quasi, tanto che davvero la gnete si voltava a guardare lei che teneva la figlia con rabbia, la accusòà di farle fare brutta figura di fare la scema invece di salire e basta. Il suo amore per il mare scemò del tutto, divenne sempre più apatica ogni volta che era traszcinata là, a fare la lotta non solo con loro che non la scoltavano mai per niente, proprio, ma anche con il ciclo che seppur non ne sappia altro che il normal eper un uomo, ricordo il suo malessere quando descriveva gli assorbentyi che era costretta ad usarepercxhè alla madre costavano meno e li descriveva come materassi di un paio di dita così grossi e ingombranti come se avessi qualcosa tra le gambe e non potersi muovere e senza le ali, era sempre uno schifo per quello che succedeva. E lei doveva stare con quello con il costume messo, tanto che mi disse che dopo la prima votla che si vide allo specchio con il costume e quella lunghezzsa che si notava, troppo tra le gambe ed era più+ vicibile per quel materasso odioso, che odiò tutta la sua esistenza e la gioventù tanto che ad unodttore, disse che non voleva per neinte al mondo otrnare indietro nel tempo e tornare ad essere bambina che la guardò come se avesse detto no nso, di aver fatto sesso con un alieno. Ma non conoscendola è normale, non è come io, te e quei tre mascolazoni, guardali che fanno, che non abbiamo avuto un0infanzia normale e la gente capisce.... lei lo diceva a un dottore o a quella psichiatra o non so cosa fosse, e quella invece di fare le domande giuste, si mise ad etichettarla con le stronzate. lei diceva sempre questo, che enssuno faceva domande, voelva cpire, o faceva le domande giuste e finivi smepre per essere uno schifo tu ai loro occhi, non loro ad essere schifo per non vlere la  verità e capire. E che non importava cosa dicesse e a chi, ma cèra smepre chi la etichettava senza preoccuparsi di altro. E desiderava tanto eprsone come quel ragazzo... non chiedeva mai ninete neanche ai genitori perchè si veregognava, si impegnava e faceva le cose con quello che guadagnava, se accadeva qualcosa che aveva combinato per sbaglio, capita a tuitti, la gente per come era non si incazzava o altro, ma lo vedeva terrorizzato, spaventato di aver fatto un errore e si risolveva insieme con il sorriso pure. Molto vigile, molto attento, molto legato al lavoro, che provava e viveva e seguiva testa e cuore senza pensare che fossero sbagli, come invece le dicevano i suoi. E quindi ammirazione. Anzi, disse che una volta che l'aveva pure sognato. Ma resta il fatto che ha ammirato oltre questo ragazzo in generale chi ma amore e passione per la vita, il lavoro, le cose da provare e tentare. Diceva smepre che quel ragazzo rispetto a lei era come se avesse l'amore e la forza della vita che gli sprizzavano da tutti i pori, mentre lei era solo un relitto, che altri avevano creato. Perchè quella non era LEI. Era il risultato di bullismo e comportamenti negativi di ragazi e ragazze e professori, adulti in generale, famiglia. Il sentirsi e veersi meno degli altri perchè così le avevano insegnato. Il sentirsi dare la colpa di aver copiato dopo che in compiti in classe sentiva le risposte sussurrate tra compagni e diceva, -fanculo, se li sento voglio usufruirne- e invece non capiva perchè, chi si faceva dare le risposte elogi e complimenti, bei voti, e lei rimproverata e tacciata di copiare. Lei che non lo trovava giusto. Alle elementari addirttura una maestra le diede dei solpi sul sedere mentre le era vicina urlandole che aveva copiato e doveva vergognarsi mentre le risposte erano volate intorno a lei e quella stronza, mi spiace dirlo ma dai suoi racconti io non so come sopportava, diceva che lei era così inutile che non poteva essere suo lavoro. E guarda che non era assolutamnete come dicevano, e di persone ne ho conosciute... ecco perchèsi è ritrovava poi, dopo gente che la faceva cadere con le loro azioni nella melma, cose scorrette, veleno e bugie intentati, lei cadeva e cadeva finchè ha detto -Ma perchè impegnarmi ancora, se tutti dicono che io non valgo niente anche se so cose che neanche i prof e la gente che si crede superiore, ho dimostgratro cose ma hanno sempre detto che non è farina del mio sacco-. Ed è finita cosa è finita. Sono contento che Kianta, nata dalle ceneri di una persona così caduta e buttata già per varie cose, sia diversa e più leggera come personalità, con progfetti, cose che vuole fare, sogna, desidera, più espansiva e amichevole... ma fino ad un cerfto punto perchè un terrore di Lia a quanto pare è stato così forte da restare..."

    "Quale..."

    "il terrore dei contatti troopo vicini con le persone e il sesso" rise ma non per sfottere "dall'Accordo al rifiuto qualcosa che non voleva. E sto parlando di Lia. E non parlarne mai con Tegel, lui èsuscettibile ma aveva un pò di... accese discussioni sul tema perchè insomma, i ragazzi sono nati con deformità che nessuno accetta, e il come ci siamo incontrati è lunga, ma da quel momento incontro uno, diventiamo spalla dell'altro, incontriamo gli altri e diventiamo quattro. Visto che secondo loro io sono normale e son una calamita per le donne, ne approfitto per portarli con me ovunque, siamo diventati come fratelli ma non vogliono i giudizi. E così loro sono quelli tra i molti che non avranno mai qualcuno da amare. Perchè quel qualcuno non è affatto semplice o possibile trovare e non sono tipi da accettare di pagare per qualcosa che alla fine, anche se con donne professioniste, non è molto accettato. Un motivo per cui ero amico di Lia e poi Kianta è che io non vedo differenze con noi e loro,messi a paragone. Sono persone per me, fratelli, abbiamo attraversato tanto e loro sono cresciuti chi tra rom, chi tra ladri e hanno imparato quei mestieri perchè obbligati, erano oggetti che gli serviva e basta. Ma cosa hanno imparato è finito per farci incontrare e gli ho detto -scusa tu sei con loro, è chiaro che ti trattano da schifo, perchè non cambi vita, invece di subire?" Tranne Tegel, gli altri erano chiaramnete succubi ma da anni sono diventati cosa hai visto. E Lia, quando doveva incontrarci perchè Milan voleva che apprendesse le nostre conoscenze per vedere i risultati dei livelli..."

    "Questa cosa io non l'ho mai capita. Perchè insegnarle tante cose diverse solo per studiare le risposte ormonali del suo corpo? ALla fine non erano sempre esercizi e..."

    "Ma non erano solo per esercizi e fatica. Metterla alla prova sul campo, all'inizio era questo che lui voleva fare. Essendo una dei pochissimi che non le rigettava, Milan decise che era necessario studiare i comportamenti delle stoddarde e del suo corpo con carichi eccessivi di..."

    "Ma non le aveva affidato il sistemare al suo posto l'ammistrazione dello Chateau?"

    "Si, tra le cose. Ma poi si accorse di una cosa. Ed è un bene, o un male? non lo so, ma anche se lo sapeva già, decise confermandola come sua seconda e quindi togleiundola dall'azione, perchè rispetto a chiunque non era corruttibile, comprabile, cambiabile... chiunque a questo mondo tranne casi non rari ma non dietro ogni angolo, è comprabile. Basta trovare cosa lo compra o quanto. Corrruttibili perchè per la discendenza genetica si fa di rtutto e quindi si accetta di tutto purchè non muoia. Ma Lia... Lia non aveva niente di valore, neanche la sua vita. Lei ai rischi rideva e ci andava di faccia, una volta che eravamo ocn lei come Gestori per monitorarla in una cattura, si incavolò con uno che faceva lo spaccone e le diceva che l'avrebbe aperta, eviscerata, le avrebbe tolto le budella, ridendo come per farle paura sventolando un coltello da caccia. E cosa fece lei? Ancora me lo ricordo" passandosi una mano sulla faccia " Gli si avvincinò veloce, rapida, prese la sua mano, che impugnava il coltello, e le conficcò sullo stomaco"

    "Cosa?" fece Gask stupito

    "AH, non fare quella faccia. Quella volpe ne conosceva smepre una più del diavolo. A quell'epoca non esisteva ancora Veròna come oggi, la impersonava poco ma quando lo faceva, indossava sempre abiti come adesso Kianta, d'inverno completi a tre pezzi o altri itpi con sopra un cappotto lungo e un cappello da uomo, e d'estate con un completo diverso da come faceva, ossia parecchio aderente, di tessuto elasticizzato ma aderente, sia pantaloni che camicia, che giacca, con questl'ultima in modo che si vedesse, per taglio e bottone aperto, la camicia nella zona centrale poco sotto il seno, con la cravatta agganciata dai fermacravatta alla camicia da seguire la forma del seno, quindi sottoseno e poi la cravatta continuava. Era lunga. Ebbene, siccome era anche stronza, sembrò quasi che gli si buttò contro e mentre spingeva lo guardava negli occhi, ridendo,ma con quell'espressione come quell'attore e  gli diceva cose e continuava  spingersi contro la lama. E quel tizio si spaventò da lei, la sua espressione, cosa diceva e anche la visualizzazione, con cui creava tramite proiezione delle cose che fecero andare in shock il tizio da rimanere inebetito per giorni e farsela addosso ogni giorno che restò scombussolato. Un tizio che faceva roba che... lascia stare! E lei rideva e diceva mentre questo restava a fissare il vuoto -siete tutti uguali, siete spavanldi, forti, uomini come vi definite ma se trovate uno più pazzo e pronto a tutto di voi,  che vi fa venire la strizza, rincoglionite e diventate come le vostre prede. E vi schiaccerò...-... Quando andammo da lei per controllare cosa si era fatta, ci guardò con il coltello ancora conficcato, non del tutto ma stava fermo, finchè non mise le mani e lo tirò via. Giuro che mi venne le pelle d'oca perchè fece solo un gemito e poi restava a guardarci come se non capisse la preoccupazione. Quando Teleg le si avvicinò e le chiese se per  l'adrenalina e la situazione non sentisse dolore, lei sorrse per schernirlo e scoprimmo l'inghippo. Quegli abiti non erano aderentissimi al suo corpo, che in effetti pareva formosa, ma aveva delle protesi in silicone rigido e robusto, rigido nel senso non molle come quelle delle protsi mammarie ma silicone tipo medicale,  che proteggeva zona schiena e torso davanti sotto la camicia, e sotto i pantaloni ai fianchi e pancia un'altro che pareva... quando li tolse, come quando le attrici hanno quelle pance in silicone finte e se le levano dopo le scene. Gli abiit erano una taglia in più se ricordo bene e aveva questa specie di busto con un oblò per il seno, lo indossava come un giubetto antiproiettile ed era fatto di strati diversi di silicone di vario tipo, uno strato dellostesso materiale delle vostre tute ipertecnologiche nere, con il materiale che assorge gli urti così tanto che vi rimbalzavano, sai quela tecnologia nuova che noi non abbiamo però... una sorta di lattice o gomma che protegge più dei giubotti classici....e con vari trati di materiale  aiutava. QUando lei aprì la giacca, appena lo portarono via, e mostrò la zona colpita vedemmo che lo slancio l'aveva indirizzato su una zona non fatale o pericolosa per gli organi, della serie le Lezioni insegnano e non solo per dire,..."

    "..."

    "e la lama si era conficcata negli strati di silicone  e in quello nero militare anti urto o ferita ma era una sorta di striscia... e in verità si era colpita veramente, perc hè un paio di ccentimentri erano entrati ma solo perchè lei si spingeva verso il coltello e un colpo troppo forte e secco aveva perforato il silicone, ma non si era fermata al dolore. Lei avev aprovato dolore per anni, anni di dolore continuo ogni giorno per ogni secondo vissuto in uttto il corpo. Unisci le stoddarde che hanno fatto il loro lavoro e la sua capacità di controllare e controllarsi nel profondo, con la voglia di vederlo rompersi dentro, e quel taglio sull'addome fu niente. Infatti le stoddarde lavorarono subito e smise di sanguinare immeditamente e la cicatrizzazione fu veloce, ma lo sai anche tu, tre volte più veloce. Il tempo di portarla alla Torre, farla controllare da un medico e un plastico sempre presenti,  e la cicatrice quasi non si vide. Ma non fu la prima volta che l'ultima che dimostrò che il dolore non le importava , non eccessivo, jma da rischiare qualche ferita  di poco conto... pur di proseguire in cosa era andata  afare. Seppur lei temesse di ritrovarsi addosso quel dolore che aveva subito per anni. Ma era meglio quello che essere toccata, E così nelle discussioni con Tegel ihn cui lui diceva -Eh, ma perchè ci proponi di incontrare donne, guardaci. E tu che ne sai, di cosa si prova a essere brutti e non considerati-. E lei rispondeva -So cosa significa non essere considerati perchè considerati sbagliati e da allontanare, certo non per l'aspetto, io sono mediocre e mi mostrò interesse solo Rò perchè era l'lunico che no mi dava fastidio vicino, ma almeno tu hai un corpo che è in grado di amare-... 

    "Eh...?"

    "Gran parte delle lotte di questa persona derivano da due cose contrastanti: il desiderio di amore come lo ritiene lei e la convinzione che tale amore sia impossibile per lei. Sono presenti anche molti altri fattori, come  riparare a quelli che chiamava errori, ossia aver fatto cose contro  la sua volontà per gli altri,  per riotrovarsi considerata e apprezzata. Finendo in cosa sappiamo... e affermava sempre di avere -un corpo che non è in grado di amare. Quanto deve essere spaventoso sentirsi dire che il tuo partner -vuole figli-, quando hai un corpo che non può fare l'amore perchè la persona non è destinata a ciò. Cè chi non può farlo perchè ha danni fisici e chi come me che non ritiene di averne, neanche uno e di nessun tipo-. E così si defniva. Era una persona che non temeva la morte, anzi la bramava e faceva paura per questo a chi non la consoceva,  e la vedeva rischiare pur di raggiungerli e fargli moooolto male. E poi cèra questa cosa. Prima l'Accordo, poi i suoi modi per tenere lontana la gente e infine le dichiarazioni nette e precise che finiva la persona che si avvicinava più del dovuto,  o provava quaosiasi cosa che lei non gradisse. E a testimonianza di questo, cè un tizio nelle cave di rame che ha una mano con una cicatrice lunga sette centimentri, quanto il coltello da caccia che cèra sul tavolo quando lo  incontrò come Veròna, che si beccò quello contro... proprio perchè aveva allungato una mano per toccarla e lei prese il coltello e lo piantò con forza sopra il dorso della mano andando in fondo con la lama, per fissare la punta sul sedile della sua sedia. perchè si era allontanata col bacino e la mano invece di otccare la suia coscia, era rimasta crocifissa, come diceva lei, su una sedia di legno e guardandolo negli occhi fredda come il ghiaccio.... ma invece come un vulcano dentro te lo giuro... gli disse che se avesse fatto an cora qualcosa del genere,  una cicatrice sarebbe stata la conseguenza meno grave. E Kianta ha, nonostante tutto, ancora orrore e timore della vicinanza di qualcuno. Ecco perchè mi è sembrato strano quando mi disse che tu sei un suo amico speciale, seppur so bene che dovrà accadere qualcosa perchè esistea per lei, un giorno, quello che definiamo un amante. Ma come Lia, lei odia quel termine, non so perchè,  ma per lei amante significa qualcosa di brutto. Lei voleva semplicemente chi davvero le volesse bene per quello che era e non era, che le si volesse bene anche senza dare tutto"


    "E' quello che Kianta dice di una ragazza che mi aspetta sempre al villaggio"

    "Mi sembra strano che Kianta si comporti allo stesso modo di Lia. Voglio dire è più aperta, spigliata, allegra, si mantiene seria solo perchè vuole tenere Jd e Milan la pressano....  per come è, per le volte che le viene in ntesta una cosa e va, la fa, senza pensarci due volte..."

    "Si, Jd e Milan si incavolano spesso se lei fa di testa sua senza avvertire , e la trovano anche fuori lo Chateau" rise

    "Appunto, anche se ci sono cose che restano così pesanti edntro qulacuno da restare anche dopo quello che David ha fatto...mi pare strano un suo rifiuto su quello. Quando ha detto che aveva un amico speciale,  devo dire che anche io avevo pensato che si era fidata e affezionata tanto da aver trovato un compagno, ma a questo punto dalle tue facce presumo che no. Anche per lei, compagno non significa fino a quel punto. Ti ha anche detto di cercazre altrove cosa vorresti... è davvero impossibile!" ridendo

    "E tu, sempre con alcune colleghe ma nessuna fissa?"

    "Ah... mi sembra di tornare ai periodi in cui era con noi e scherzavamo tutti e cinque su questa cosa... E di come lei prendesse in giro Milan..."

    "Parli di Lia?"

    "Si, il periodo che Milan ci chiamò come istruttori speciali e prima ci odiasse..."

    "Perchè vi odia, dall'altra volta ho sempre sentito Kianta dire che non vi vuole più chiamare e avere allo Chateau..."

    "Vero, e tutto è dovuto  a poco prima che lei se ne andassse... intendo il test che l'ha, come dice lui, uccisa per cancellarle la memoria. Lia era il tipo che non badava alle differenze, per lei erano tutti umani. brutti, belli, grassi, acciughe come li chiamava i secchi, dinoccolati o tarchiati, nani o giganti... come hai visto dai miei amici loro sono... uno scherzo genetico e hanno caratteristiche fuori norma ma per fortuna loro, nietne di pericoloso, doloroso, ne di impedimento... Perfino Tegel seppur un nano è capace di borseggiarti come niente... tutti noi siamo cresciuti in amienti degnradati e pericolosi. Orfani e presi dai primi che ci accolsero, all'epoca non eravamo con i servizi sociali, e sempre famiglie o gruppi di persone considerati ai margini della società. Nenache tra loro quei tre erano molto amati per il loro aspetto, ma seppero impegnarsi e imparare al meglio a ssfruttare le loro condizioni e cosa imparavano intorno a loro... li ho conosciuti quando ancora io ero membro della triade e..."

    "la cinese?"

    "Si, in molti paesi e città non prendono solo cinesi, io sono cresciuto come orfano prima in una sorta di chinatown, gli unici ricordi di me piccolissimo era vagabondare con mia madre per strada e poi... mi sono ritrovato solo tra i quartieri cinesi, e lì osno rimasto. Ho avuto consocenti, amici e nemici e alla fine per il mio aspetto, o meglio corporatura, la capacità di adattamento... sono stato preso. Ho fatto cose, come tutti là che molto spesso non accettavo e poi per un incontro con un gruppo americano di acquisto da noi, io trovai l'opportunità di parlare con un tizio, Jean Piestes, a cui chiesi se potessi passare dalla sua parte perchè io, l'unico europeo tra asiatici... gli dissi che preferivo la vendita e acquisto di armi che tutto ciò che faceva... lo sai... e fu solo il giorno dopo che parlò con me, e speravo di nascosto da miei e mi chiese cosa sapessi fare. Gli dissi che avevo lavorati vari anni dotto vari membri medi e che ne sapevo abbastanza di armi da rendermi utile. Mi chiese così di accettare un test per verificare le mie capacità..."

    "test... cosa, uccidere qualcuno?"

    "no... mi chiese di seguirlo a un incontro, avrebbe trovato un accordo con i miei capi perchè potessi seguirlo e portandomi con sè, mi fece mettere in alcuni punti prestabiliti del luogo d'incontro con un fucile da cecchino con zoom speciale. Mi ordinò di controllare ogni persona che vedessi nel mirino e verificare che tipo di armi, identificarle, e se cèra altro non a vista che gli potesse interessare. NOi già vendevamo e comemrciavamo in armi di vario genere e le consocevo tutte, quindi passai il test, individuando perfino chi aveva qualcosa sulla schiena, fianco, sotto le ascelle e gambe dei pantaloni dalle pieghe di abiti giacche. Scoprìì solo dopo che mi ordinò di tornare alla macchina e aspettare, che da sue parole ero già stato venduto con una trattativa e che no nera stata facile. Difficilmente puoi uscire da quel giro, a meno che non esegui anni di lavoro impeccabile, togli qualcosa che ti sta a cuore come prova di meritare l'uscita o... doni o sacrifichi qualcosa che per loro vale il prezzo... molti per non perdere ciò che gli stava a cuore persero perfino parti del proprio corpo donati come prezzo per diventare liberi... a quanto pare mi aveva pagato caro ma dalle parole degli anziani, per comprarmi, aveva saputo che io conoscevo ogni specialità e abilità dei migliori dei loro uomini seppur un bianco e che il mio comportamento impeccabile era rispettato... sono finito a lavorare per Jean molto tempo finchè non capitò nelle rete dell'allora gruppo speciale di cui faceva parte Milan. Lui all'epoca era ancora un militare ma non sul campo, Milan sul campo... non oso immaginare come fosse all'epoca" rise mentre fissava lo sciame di uomini a lavoro intorno all'entrata "Non ho mai visto Milan agire, Lia si, sempre... si è sempre sporcata le mani lei e non ne aveva timore, ma se impersonava Veròna o su ordine di Milan non dovesse fare neinte, per proteggere quelli sai... ma lui, No! NOn l'ho neanche mai visto impugnare una pistola. Lia si, ne raccontò diverse volte e un paio dove fu lui a sparare come avvertimento, ma non per uccidere. Lia diceva sempre -crederesti mai a un gruppo militare con specializzazioni in vari settori che non uccide, a meno che non vi sia fuoco di medio e alto livello da dover decidere? Potrebbe mai esistere qualcuno come dei militari che si sono predisposti come vetta quella di Cambiare il mondo rigirando le loro conoscenze per un bene comune? E desiderano andare in quei paesi dove cè un ergime totalitario di vario tipo per rovesciare le cose e liberare quelle persone che nessuno vuole aiutare? Si, so delle armi atomiche e i rischi di un conflitto... ma per Milan con i giusti piani è possibile acchiappare gli stronzi e buttarli in una stanza buia...Io ho proposto di meglio. E' un peccato tenere quelle manine e forze fisiche in disuso sfruttando solo risorse... E noi abbiamo ora con gli scavi al posto degli schiavi, preziosi elementi per i nostri e altri congegni di vario tipo, facendoceli pagare ovviamente, e risorse per ampliarci...Ma quella domanda vaga che ti frulla in testa, resta... quante probabilità ci sono, anche prendendo in esame i vari mondi paralleli, per cui io ho incontrato proprio persone che erano e avevano ciò che potevo condividere...?-. E ancora, diceva che Milan non lo capiva proprio, e ci rimurginava, lo studiava..."

    "In che senso?" domandò Gask raccogliendo da terra uno strano oggettino in metallo e guardandolo

    "Diceva smepre che ogni volta che compariva, sembrava di umore totalmente diverso dall'ultima volta. Sai che Milan è sempre in giro per incontrare persone e fissare accordi e contratti, relazioni sociali, consocenze nuove e vecchie... apparire anche... Ma ci ha sempre detto... anzi, un'altra cosa che ci disse era che... Qualsiasi cosa potesse accadere, come la richiesta di prima, dovevamo correre a salvare il suo corpo.NOn importava se cèra ancora lei, se era in stato vegetativo, se cèra sveglia la nuova personalità... Ci disse l'ultimo mese prima di andarsene che si giocava il tutto per tutto. Aveva dubbi a cui dare risposta. E se quelli negativi prendevano forma, non importava la testa, ma il corpo doveva essere preso e portato altrove..."

    "Che razza di discorso sarebbe?"

    "... io credo di aver capito, ma... per ora preferisco pensare che volesse solo preservare l'ultimo pezzo di lei vivo rimasto... ma le varie volte che le ho chiesto informazioni mi chiese cosa ne pensassi di Milan. E io le dicevo la mia. Che era un pò sopra le righe, un pò fuori... realtà per varie cose. Lo rispetto, è una grande persona, intelligente, capace... o non sarebbe riuscito con quei suoi tre amici a creare l'organizzazione... anche se non so dove siano adesso. Ma Lia... Lia dall'inizio, ecco... anche Tegel si era accorto che lei era strana nei riguardi di Milan quando ancora eravamo intorno a loro e poi dopo. Chiedeva di tutto da noi per descriverlo. Sembrava sempre riflessiva e come in preda a una delle sue manie del sapere la verità. La verità..." sorrise "non importava se la verità fosse bella, brutta, orribile, devastante, o di qualsiasi genere. Preferiva la realtà, nuda, cruda, vera che come ivnece per molti adagiarsi su speranze e falsità solo per alleviare le loro pene. NOn era i ltipo che accettava una risposta e tutto finiva lì, oppure cercava in modi un pò non scientifici e simili quello che voleva sentire... Odiava il fatto di aver creato le Muse. NOn voleva che loro come i preti, li definiva preticelli, potessero influenzare la mente ela vita della gente per decisioni, scelte, modi di vivere che prima avrebbero fatto... diversamente. Ha visto donne e uomini che avevano perso dei cari andare dalle Muse, sempre su consiglio di Milan, portare oggetti e foto dei cari estinti per rivederli, risentirli, avere informazioni e qualsiasi cosa volessero... lei più di una finzione che fungeva da balsamo e aiuto psicologico credeva solo in ogni tipo di verità e digerirla, farla propria e accettarla e gestirla per andare avanti... se non avesse avuto i suoi problemi legati al non avere uno scopo, un motivo di vita, chi l osa... L'ultima volta che vidi Milan, ricordo un suo commento verso Jd. Disse -se avessi dei doni come le Muse... ma sono sicuro che lei è tra noi per un motivo, che è andato morendo col tempo. E a volte mi domando se non fosse non per cercare qualcuno, ritrovarlo o continuare per qualcosa nell'altro piano che si erano promessi... no, a volte ho la sensazione che sia qui per cacciare... per cacciare qualcuno che le ha fatto del male... ma per avere qualche conferma dovrei chiedere alle Muse, e Lia odia la loro presenza e i loro poteri e che si parli di se stessa...-"

    "Cosa significa questo?"

    "Milan... ha il suo chiodo fisso sull'esoterismo, l'altro piano, il risvegliare i cosidetti doni che tutti abbiamo e che con la reincarnazione e crescita di perdono, mentre in altri perdurano... tu non sembri esser etipo che...beh, crede a queste cose, ma conosci Milan su ciò..." mentre gask accennava un si con la testa "Sia durante il suo servizio militare, che dopo fino ad oggi, ha sempre ricercato quel qualcosa che Lia non accettava. Non più, diceva. Aveva giù detto basta con alcuni suoi amici, diceva che aveva sperato per un istante durato di tempo di conoscerli e poi mandarli a quel paese, di... avere almeno la risposta che desiderava. Se ciò che sentiva era vero, ossia di andare in un qualche luogo e non restare in quello in cui non era parte... se il suo non sentire e avere uno scopo e motivazione, aveva un perchè... se quel vuoto, mancanza, necesità quasi che sentiva come un buco nero nel petto avessero una motivazione e se, quale e che strade avesse davanti, per scegliere che fare... ma dopo quelli, Zay e Ric mi sembra, decise di gettare tutto via e restare sola. Completamente sola. E qui poi invece che supportare Milan con ciò che sapeva da letture ed esperienze con quegli amici, si buttò con David nella scienza in cui credeva, adnando oppositamente contro Milan... -cosa mi sapete  dire lui? Ricordati aneddoti, momenti, cose particolari?- ci chiedeva sempre e sembrava come se... serbasse un qualcosa tipo puzzle da rimettere insieme ma mancavano dei pezzi... Oggi era di questo umore e si comportava in tal modo, ci diceva una volta. L'altra affermava, oggi sono arrabbiata con Milan perchè è sempre freddo, schivo, quasi spazientito e trova troppo esagerate le mie pièce e Feten teatrali, quando con Veròna, le notti con gl iospiti, gli scherzoni è come un bambino diveertito che recita in qualcosa che lo eccita. E oggi come altre volte che ritorna, è come... come me. Serio, come se avesse dei pesi sulle spalle, concentrato, d'un pezzo, maturo e incline a parlare e discutere ma... ci sono volte in cui i nostri discorsi sono tra fratelli, non come con i miei per carità, ma sai quei fratelli che si dicono tutto e tra una risata, una punzecchiata e giocosità anche se gli argomenti sono seri...  è come sentirsi a proprio agio con qualcuno che ti rende meno penoso qualasi problema, basta parlarne... ma nel senso di fraterno e giocoso e tranquillo... mentre altre volte è come con... non lo so, come parlare con qualcuno più al mio livello, approfondito e acculturato, saggio e... hai presente un pò come... come si chiama il tizio di colore che Neo in Matrix incontra a cui propone le due pillole e gli fa quasi da Virgilio nel viaggio da eletto? Con le sue frasi filosofiche, mature... a volte è un piacere discorrere con lui perchè è come se capisse tutto, se rispondesse come una mente allo stesso livello della mia, si sorride e si discute, ci si punzecchia ma... è come più... se le altre volte è come con un fratello a cui sei legata e con cui condividi le cose in modo rilassato, le altre volte è come...- e io dicevo per scherzare -come un padre? Ancora pensi al desiderio di aver vuto delle guide di vita come un padre e una madre come li volevi- e lei diceva quasi sorpresa ma non ai genitori ma a Milan -Oh, no! Non è questo... non è così che mi sento! E' come... se quando è serio, preciso, impettito e maturo, e... fosse più un partner che verte più su... un marito. Lo sapete che lo sfotto sempre perchè ha bisogno non di una segretaria, quella è un'arpia in gonnella, fredda più di quanto dicano a me frigida... ma... gl idico sempre che invece delle galline che gli piace portare con sè, che trovi qualcuna che faccia figura anche intellettualmente invece di ridere come ebeti e fare le gatte morte spalmate su tutte le braccia e petti, che sappia intrattenere, essere arguta, ammaliare gli ospiti con te e intorno a te con qualcosa di più palpabile di una tetta finta o non finta o scollature... e gl irido sempre dicendogli -cercati qualcuna che ti sia moglie,per tutte le qualità che ti elenco sempre, ne hai bisogno-, ma..... ci sono quelle volte in cui è in quel modo che... il tempo che passiamo insieme, le discussioni, gli scherzi, le feste perchè anche nelle feste la maggior parte è in quella sua veste seria, tutto... è come un marito come tipo di relazione... non so davvero come descrivere comè qwuando è in quella fase... e anche quando mi chiede, mi prega di credere e seguirlo in ciò in cui crede, perchè afferma che sarà lui a dimostrare dei due la COntinuità e la felciità che intende mantenere inalterata e per sempre...-. E nonostante questo..."

    "Scusa la domanda... ma voi parlavate di tutto? Tutto-tutto?"

    "Ah ah, dalla tua faccia sembra che fossi sicuro essere l'unico, ma no... non tutto-tutto, ovvio. E' che, vedi... sia Lia che poi Kianta... non sono persone comuni, come le ragazze della sezione femminile che tutti dimenticano che ci sono... noi abbiamo parlato sempre di tante cose, eprsonali e non che sentivamo di dire mentre eravamo insieme a mangaire tutto davanti il ciubo, di solito cucinavamo fuori al fuoco o col metodo asiatico di mettere le grigilie e pentole al centro con la corrente e cucinare nel mentre...  se tu sei suo amico speciale, imamgino la conoscerai su cose che non si è sbottonata con noi... lei come Lia si è sempre trovata meglio con gli uomini, tra uomini che tra donne, entrambe!hanno sempre detto... che non avevano nessuna affinità in niente con il settore femmiinle e non si sentivano membri del loro -gruppo-. Ed è sempre stato così. Le poche ragazze del gruppo da lei scelto che teneva intorno al posto di quei tre, non... non hanno mai avuto interazione con lei in nessun modo come faceva Lia e ora Kianta con quei tre. Si cnoscono bene, comprendono ogni gesto volotnario o involontario che l'altro fa... sono in sintonia da non aver bisogno di parole per la maggior parte del tempo e delle volte perchè uno faccia qualcosa, uno abbia bisogno di qualcosa o altro. Diceva sempre che Zay fu l'unica donna con cui ebbe un rapporto di amicizia e con cui si apriva ogni tanto. Si trovava meglio a parlare con le controparti maschili che non con le donne. E così fu con noi. E abbiamo passato molto tempo a bere birra con Kianta o lei vino e noi birra con Lia, da sentirci come se non vi fosse una ndonna tra noi, ma lei stava seduta in mezzo a noi come in mezzo ad altri in varie situazioni e... stava lì, diventava come parte del gruppo. Niente imbarazzo per nessuna cosa, nessuno ed era capitato che sfottessero anche noi perchè..." arrossendo "ci sono delle donne nella marina militare che.... insomma... e lei ci diceva sempre che era meglio allungare la mano che tenerla sempre dietro la schiena. Ripeteva -se vi piacciono andate da loro o per telefono o come volete e dite le cose apertamente. Se non sono interessate a conoscevi o non hanno intenzioni con voi... almeno sapete la risposta e vi mettete l'anima in pace. non ha senso tacere e fare sogni e creazioni mentali augurandosi che loro... prendano posizione per prime. Se non ci sono loro, là fuori ci sono miliardi di donne che non vedranno differenze ne altro. Andate di faccia e anche se fale, durerà meno dell'attesa senza far niente-. Comunque come avrai capito, non cèra discorso o discussione che la mettesse a disagio parlando e stando tra uomini. Se andava a controllare le donne, tornava nevrasterica per i discorsi che definiva -idioti, becero, infantili, da psicopatiche- e via dicendo. Non sai quanti termini usciva fuori per il nervoso che le donne le mettevano addosso per cosa paralssero e sparlassero. Non si trovava con e tra loro e per come discutevano e trattavano ogni argomento. Quindi si, abbiamo sempre parlato tutti liberamente con lei, tanto che, da quello che so, perfino Milan non ha paura ne timore a riceverla la sera in camera sua per parlare o che si cambia davanti a lei mentre discutono. NOn so il contrario... è sicuro che gli unici argomento che la mettevano in crisi, intendo entrambe in questo caso perchè sembra che abbiamo gli stessi punti deboli, era loro e il loro corpo, il giudizio e il farsi toccare. Ma per il resto..."


    "E quella con cui sei legato per ora, come... come vede i ltuo lavoro di mercenario professionista e il tuo legame indossolubile con quei tre? se ho capito bene... li hai conosciuti dopo ave rincontrato Milan e in una missione che facesti per lui, anche se era ancora un militare..."

    "Si, li ho incontrati dopo Milan ed erano tra i soggetti che dovevamo accerchiare e controllare, oltre perquisire, e ricordo che erano in disparte in una sorta di baracca, insieme, non vivevano neanche tra quella gente e... non dimenticherò mai come tutti quei soggetti, per citare Lia, indicassero loro e solo loro come colpevoli di ogni cosa che trovavamo però nelle loro case e baracche, ma più vivibili della loro. E di come parevano tutti e tre rassegnati ad altro che subivano. così col mio gruppo abbiamo deciso di interrogarli senza essere duri e abbiamo trovato un feeling, un'amicizia, che dura ancora oggi e sono gli unici che reputo, nel mio caso,amici speciali da non abbandonare mai. Come diceva Lia, le apparenze le vedono solo gli stolti e perfino lei li ha salutati, dando la mano la prima volta, e sorridendo come se non vedesse delle persone con problemi genetici. SOno davvero brave persone, straordinarie anche se Tegel  èun pò una lingua a vipera, come gli diceva Lia bonariamente. Ma sarei contento se anche tu volessi conoscerli... Ma per prima risponderti..
    SArà la stessa cosa per lei... ma non posso anche non valutare una cosa. Non tutte quelle con cui esco a volte, sembrano contente dei miei migliori amici. Per come sono. E così quando noto questo, dico solamente -ciaone e tante care cose.- E di nuovo, una delle frasi in italiano di Lia che mi facevano sempre ridere, l'italiano ha dei suoi che per me sono divertenti...Loro... per i loro problemi fisici solo di aspetto, ripeto, non hanno fortunatamente disagi da dover fare terapie o altro, ma restano sempre soli e allontanati e non voglio che accada solo per avere qualcuno vicino"

    "sono d'accordo"


    ". Ecco perchè spero di trovare qualcuno che li consideri anche lei come fratelli. Ma srà possibile? Vedremo... Intanto, sono stato chiamato perchè Kianta ha sempre qualcosa da fare e vuole  togliere di sua mano la gentaglia dalla soc ietà. A noi va bene, lo faremmo gratis per lei, ma ci dice sempre che da giovani si deve lavorare per mettere da parte soldi per spassarsela più avanti, e i ragazzi sonocontenti. Ti immagini se mettiamo da parti dei bei soldi per andare in qualche posto caldo, tutto l'anno,a fare una pensione anticipata senza dover sgobbare più? Inoltre se il cambiamento parte più veloce, avremo dei benefici con aiuti e sostegni statali in casi di necessita, come dovrebbe essere.  Inoltre devono cambiare cose alla scuola, famiglia, società... a volte ho paura che si inneschino azioni e manifestazioni di protesta. Lia diceva che era inevitabile perchè non cè peggio della gente religiosa bigotta e le famiglie tradizionali idiote. E visto che nelle società ancora oggi è imperativo sposarsi e fare figli per essere considerati, Lia voleva far smettere questa cosa. Per lei un figlio non era quello sfornato dal proprio corpo. Diceva che poteva essere un figlio anche una persona con cui hai un legame per il temnpo passato insieme, cosa hai insegnato e spiegato... tante cose e tanti momenti. per lei era un affronto sentirsi dire che le si voleva bene se si dava e dava figli, come ho detto prima. Per lei era... una persona che non poteva dare amore e mi ha stupito molto quella volta che mi parlò di una cosa, ma sembrava... quasi che parlasse a se stessa, non so. Fu una delle ultime volte che la vidi. Disse...-Ho come l'impressione che lui voglia vedere che accade se due soggetti con le Stoddarde hanno un figlio, cosa accade nei corpi con queste...- ma non so se pensasse, scherzasse o altro. Di sicuro lei per L'Accordo è protetta, quindsi non si preoccupava. Ma l'ultima volta mi disse quella cosa di eventualmehnte portar via il suo corpo in eventualità...aggiunse un'altra cosa, io le chiesi perchè le Torri dovrebbero cadere e dovrei fare quanto ha chiesto? Qualcosa non andava? E lei rispose che era solo preoccupata per le manie esoteriche di Milan, che si stava prevenendo in quel senso, che le persone che aveva conosciuto le avrebbero fatto da  Vergilie o Pleiadi.  Nella mitologia greca, le Pleiadi erano sette sorelle, a cui avevano affidato il compitotra gli altri, di guide e protettrici dei marinai. Questo per riassumere, e molte figure nella società là fuori sono definite così perchè indirizzano i membri che ne hanno bisogno con persone o punti chiave..."

    "Ah, si! Li abbiamo incontrati mentre seguivo Kianta per la Raccolta. Sono quelle persone che hanno negozi, tutte lo stesso tipo di negozio, stesso nome e tutto, perchè sia trovato e riconosciuto da ogni membro perchè abbia supporto in caso di necessità, se raggiungere la Torre del luogo è impossibile. NOn sono membri della Raccolta che hanno accettato il patto per svolgere questo lavoro in cambio di un lavoro e una vita dignitosa?"

    "Si, bravo. Noi ci siamo affidato sempre a loro in caso avessimo necessità di determinate cose o comunicare con Kianta in modo sicuro e irrintracciabile. Se andassimo alle Torri, Milan lo saprebbe e no nci vede molto bene da quando ci siamo intromessi per la questione di Lia per i test e che se ne volesse andare. Dopo varie discussioni in cui eravamo tutti discordanti, ci chiese di non collaborare più che non amava chi giungeva a imporre il proprio modo di fare. Lia non sapeva degli incontri, sapeva solo cheavevamo avuto discussioni per telefono... e cos siamo costretti a servizi delle  Vergilie come punti di riferimento e rotta al bisogno."

    "E Lia disse che aveva delle persone che potevano essere queste... queste...

    "Vergilie o Pleiadi, si. Queste figure ovviamente come idea sono di Lia, il nome da Milan... come tutto. NOn so chi e in hce modo ma...disse che aveva predisposto alcune cose al bisogno oltre noi, che avrebbe lasciato due eredità, e solo perchè aveva incontrato Milan e aveva possibilità che altri non avevano. E disse  -Non devi aver paura, il Cambiamento andrà avanti lo stesso perchè le quattro Chiavi sono al sicuro, David ne è il Supervisore ma non solo lui...  nulla andrà al contrario da cadere sulle teste, non posso permetterlo. Ho aderito al transumanesimo  non per caso... o molte cose che abbiamo non sarebbero qui. Ma se ti fidi di me, ascoltami e prometti. Potevo chiederlo a Jd ma... essendo molto legato a Milan ede è troppo, troppo buono e corretto per essere un militare e come amico non riesce a decidere dache parte stare... ho bisogno di qualcuno che ha dei paletti in discussione su di lui, è... voi siete corretti e giusti. Un tempo non credevo di trovare militari così, ma è così. Jd, Lubo, voi, qualcuno degli uomini... ma ho bisogno di qualcuno che metta in discussione con dei paletti  i dubbi su Milan e agisca nel giusto. E' molto importante che il mio corpo, che ci sia una nuova personalità o meno, nata dopo che me ne sono andata, sia portato via. non deve restare in mano di Milan e Dorde, ricordalo-..."


    "Ma....a cosa si riferiva?" mentre gli veniva i nmente qualcosa sulle parole Chiavi ma non capiva

    "So solo che dopo che Milan le diede la possibilità di uscire per la Raccolta, Veròna e simili anche da sola, io... so solo che incontrava varie persone, ma non so dirti altro. Mi disse che era solo per sicurezza sua, dei piani e nostra. Disse anche che si augurava che varie persone, tra cui Lèon Ligueau, avessero trovato benefici nell'averla conosciuta."

    "CHI?"

    "Non so, se chiedi chi sia... disse che aveva conosciuto alcune persone e che queste, alcune erano dei Vergilia dormienti, e che per i servitori fittizi che servivano veròna, quelli creati da lei con la Ia, hai presente..."

    "Si quei due, uno biondo e uno moro che usa perchè Kovacs e gli altri non hanno possibilità di sparire e riappare e fare cose... magiche..." rise Gask

    "Infatti, ma loro possono essendo solo programmi. E so solo che quello biondo è ispirato a quel Leòn, poi null'altro. Parlava di molte persone che incontrava, ma per altro devi chiedere quei tre. Loro sanno!"

    "Sanno!... a loro ho chiesto informazioni sullo strano caso di Kianta che compare ovunque quando in teoria non dvorebbe esserci. Si è partita anche quando Milan mi ha chiesto di starle dietro e... la vedevano nei giardini, nelle sale, da qualche parte, che prendeva e faceva cose... "

    "..." ridacchiando

    "Tu sai?"

    "Ecco..." fece Aegaeon ridendo " chiedi a lei o a quei tre... seriamente, io non posso parlare. E' una cosa... forse una delle pochissimedi cui è meglio che siano loro a parlare..."

    "Noto una certa... conferma che qualcosa non va!"

    "Ripeto, chiedi a loro... seriamente!"

    "E le chiavi? Non è la prima volta che lo sento..."

    "..le quattro chiavi? non lo so... .  Lia era criptica su certe cose ma non con tutti, lascia sempre qualcosa, ma per chi sa legegrli..." disse alzando le spalle, poi alzò lo sguardo

    Gask seguì, osservando l'entrata dove compariva Kianta con le sue ombre e alcuni uomini che lavoravano. Poi notò una cosa e si illuminò, quasi.


    "Le chiavi..." disse osservando come al suo fianco, da qualche proiettore, era comparso Helias e un altro Crell "le chiavi... dello..."

    "Cosa..." domandò Eg, come lo chiamava Lia "qualcosa non va?"

    "oh, ho. Prima di andare, che sicuramente avrà come sempre, molte tappe, mi puoi raccontare come nacque Veròna? Voglio capire tutto quello che è avvenuto nell'organizzazione e sembra che a Milan, la figura di Veròna, piaccia"

    "E gli è utile... io non ero presente a tutto, ma posso dirti cosa avvenne dai racconti di Lia. E si, Verona è più importante di quell oche si pensi... perchè invece di mandare uomini che si fanno subito sgamare, come diceva lei, per l'aspetto, il comportamento... ormai devi sapere che la gente riconosce subito quello che definisce sbirro... ma lei no. Lei cammina, anche sola mentre i tre sono nei paraggi comunque, e la vedono per quello che appare. Una ragazza, un pò saccente e..."

    "Certe volte non sembra che reciti la parte..."

    "Si, perchè è una parte della sua personalità, presa e resa un individuo reale e concreto... era nato prima come scherzo, di Lia però, aveva racontato come le sarebbe piaciuto far venire una notte di terrore alla gente che Milan trattava, ci rideva sopra dicendo che era epica lidea di fare un prank con un suo dipinto che cambia colore o simile davanti a loro e apparire come fantasma del passato... poi aveva raccontato varie volte a lui delle persone che aveva conosciuto online che dicevano di sapere omlte cose sulla magia e le streghe... insomma da quello, come altre cose, come i robottini di aiuto, è venuto fuori cosa sai..."

    "Veramnete?"


    "QUanto è passato, sembra, di prank  che Lia creava e che poi vennero portati realmente da Milan e  Kianta... che scherzi! Come che scherzava lei, prendendo in giro un dialetto italiano secondo cui facevano -venire il marrun nei calzun- o qualcosa nel genere. Da infarto, con quei quadri padronali, sono passati solo mesi e non anni, ma sembra molto di più. Ah, quello scherzo, l'ultimo e a cui assistevo..."

    "i quadri padronali... intendi quelli nell'atrio sulle scale che con un meccanismo nascosto dalle cornici dorate delle pareti in stile francese, ruotano per cambiare dipinto e la cavità funge anche da nascondiglio?"

    "Proprio quelli. Ricordo bene quella sera. Come scherzone dei suoi, Lia aveva fatto realizzare tre quadri..."

    "Tre? Io ricordo di averne visti due. Uno dove è seduta con quell'abito stretto ai fianchi e poi largo sotto bianco con piume e placche decorate argento, con quello sguardo..."

    "Intendi come un sorriso beffardo, scherzoso, come da presa in giro seppur sembra un dipinto serio? Oh, si quello fu il fulcro del terrore di quella notte..."

    "E quello con lei in piedi ocn questi abiti che sembrano simili ma hanno carattesristiche decorative diverse. In entrambi ha i capelli con grossi boccoli, tenuti legati solo nella zona delle tempie tirari indietro..., con lo sguardo di tre quarti verso destra... parliamo degli stessi? E sono tre?"

    "Si, sono quelli e cè nè un terzo.ma chiedi a Kianta dove sia, descriverlo è... ma tu li hai visti, quindi sono state usate le luci UV?"

    "No, io ho visto due quadri che sono simili a quello nascosto sopra quello di Milan, che si vede con le luci uv. Li ha Kianta"

    "Capisco. Lia aveva la convinzione di essere brutta e creare vergogna agli altri con la sua presenza. Glielo dicevano tutti e così lo credeva, ma adorava i dipinti più delle foto, e Milan la convinse a posare e vedere i risultati...con i prank, così come lei li aveva creati nella sua mente...."

    "le foto, a Kianta non piacciono"

    "Già, ecco perchè Lia preferiva i quadri e i ritratti... meno sconvolgenti delle foto, visto che era una di una quelle non fotogeniche e videogeniche da smebrare diversa. Lo so. Kianta mi ha mostrato alcune cose, anche quei dipinti che si vedono solo con l'uv"

    "L'idea quindi era di Lia?"

    "Oh, si. Milan ha un dipinto reale identico a quello padronale sulle scale, che lo tiene non so bene se in ufficio o camera, perchè è enorme e prende tutta una parete da pavimento a soffitto. Quello invece presente sulle scale è una stampa fedelissima tanto che si vedono pennellate e la tela nella zona bassa, , è molto realistico. Ma si vedono e sembra reale. Ma attivando le luci, messe ad hoc, uv, appare il livello superiore non visibile normalmente, se ho capito è una plastificazione speciale con livelli sottitilissimi invisibili con le stampe a fosforo, di varie tonalità per realizzare  l'opera di Lia per far venire un infarto.Per chi non conosce l'effetto, il trucco e via dicendo... Quella notte cèra un ospite che volevano mettere alle strette e così senza ancora che Lia fosse come Kianta la Signora e Maestra della Casa , si fece in modo di invitarlo in una notte tempestosa e... via le luci, affermare che si attivano le luci di emerganza e invece sono le uv, che mostrano quindi la stampa all’ultravioletto. Era una tecnica che lei aveva letto per suoi studi. Infatti disse che i raggi uv a noi invisibili vengono assorbiti e riemessi come raggi visibili. Le differenti luminosità  o fluorescenza osservabili su un dipinto illuminato da una lampada uv  indicano la composizione chimica delle varie sostanze che costituiscono la vernice protettiva e gli strati pittorici, e variano anche in base al tempo .Ecco perché con questo esame è spesso facile differenziare le ridipinture dalla pittura originale, si notato come per la Lia nascosta nella stampa padronale, cosa cè sotto o sopra nascosti da correzioni e cambi e scelte del pittore. In quel caso è stato usato come incentivo per la Pilar, ossia il Pilastro, una sorta di strega passata, che era la Padrona di Casa per matrimonio e restò con le sue arti occulte in una sorta di spazio tra i lpiano materiale e quello spiriturale, permettendole di appare e fare cose. Vuoi sapere cosa accadde?"

    "sono curioso, adesso"

    "Questi due uomini erano miliardari che si erano fatti risparmiando su ogni cosa, ogni spesa,  e trattavano i dipendenti così male e con disprezzo da negare loro i diritti base. Eppure loro erano miliardari. E così Lia disse -Stasera vedrete la voce del popolo che urla e infuria contro il morir della luce. Stanotte di alza il sipario edlla tragedia, facendoli tener per mano per danzare in infinita disperazione, fino alla fine di una notte che non avrà alba finchè io non lo deciderò. Questa è solo un assaggio, il topping sulla torta del Purge, la notte del Giudizio,  che scatterà se quei miei dubbi saranno realtà. ma Eg, questa è solo una recita, eppure ha un suo fine. Riverserò sul suolo tutta la mia inesauribile tristezza che prenderà forma come mani adunche verso di loro finchè non cambieranno. E usando i mezzi di Milan, fingerò di saper togliergli tutto con la mia magia, mangiucchiandogli i patrimoni man mano che mi fanno incazzare. Così, in diretta, mentre loro guardano su computer e simili, mentre prenderemo un tè.- Poi cè oltre la porta sotto le scale e il dipinto padronale una sorta di stanza del giardino con una vetrata come una serra. In pochi sanno che avevano fatto togliere una sezione che diventava girevole e mentre un fulmine e qualche effetto mascherava, lei passava nel giardino e... magia! E altre cose... e diceva -Con le manovre in nostro possesso non saranno possibili riscontrare i movimenti... ah, che bello avere queste risorse per uan come me, che non brilla su certe cose ma prende a giornalate sulla capoccia gli scaraggi!-, mentre pren devano il tè alle cinque e quidi prima di quella cena.Prima della Cena gli ospiti giunsero un attimo prima di piovere molto forte e i fulmini facevano da anticipazione al tutto. nell'atrio Milan al solito si apprestava a presentare e mostrare i pregi dello Chateau, e la faceva fare, perchè diceva sempre che era uno spasso. Come quella volta, ma dimmi, che abiti sno quelli attualmente appesi?"

    "Mh... sono aderenti, come si chiamano.... tipo sirena, bianchi e argento con decori pendenti, non so, ma sicuro sono bianchi e aderenti"

    "Allora sono altri. Quelli sono i reali ritratti di Lia, successivamente al risveglio di Kianta lei dimostrò di avere dei gusti diversi sull'abbigliamento femminile per se, se fossero stati tipo impero ma molto ampi e vaporosi erano di Kianta... Milan ha un amore verso i ritratti, appreso in Russia. A quanto pare i russi amano così tanto farsi dipingere in abiti antichi che è una moda tra i ricchi e potenti. E siccome lui è un tantino adone e... ama troppo se stesso! Quindi devono averne fatti altri, perchè dopo aver comprato le Torri gli è venuta l'idea di metterne uno per ogni edificio, non importa in che paese e avendo elicotteri personali... è uno scherzo spostare roba! per quelli e quelle sere... Ricordo ancora come mi apparvero le due volte che li vidi, che tramite il meccanismo li scambiano.
    Il dipinto di quella notte raffigurava una donna giovane con pelle molto chiara, capelli scuri a boccoli lunghi, cui solo quelli sulle tempie tirati indietro con una sorta di decorazione o altro da donna con piuma che svettava all'indietro. l'abito di velluto blu e crema sembrava un esemplare dell'ultimo ventennio del diciannovesimo secolo. Era composto da una giacchetta che davanti arrivava e abbottonato sopra il seno, da poco sotto le ascelle a davanti vi era questo taglio a triangolo mentre dietro scendeva fino a dfondoschiena anche lì termnando a triangolo a punta. Davanti la giacchetta era composta dal taglio principale triangolare e poi altri due livelli che scendenvano uno sotto l'altro con questo effetto di balze inferiori. Tutte le bordature erano incrostate da pietruzze sfaccettate con un decoro a triangoli e pietre sopra e sotto le punte, mentre la zona delle spalle aveva perline in successione cucite a creare ghirigori. Le spalle di questa giacchetta erano a punta verso l'esterno, rigide con le puinte qualche centrimetro più in fuori delle spalle. Se vi era un colletto era nascosto dalla sciarpa da collo o Jabot femminile  composto da una sezione intorno al collo di tessuto più chiaro increspato verso il basso e ua hascia di pizzo e poi il resto con bordi di pizzo che scendeva sul petto. Tutto il jabot era color crema di due tonalità diverse ocn un pizzo molto elaborato. le maniche scendevano tubolari fino a prima del gomito ma con un oblò sotto le spalline e chiudendola all'interno del baccio, mostrando la camicia sottostante. QUesta non era visibile se non  nella zona del busto e le maniche esposte. Nella zona del busto sotto la giacchetta che terminava sopra il seno, era lavorata in modo che sembrasse avvitata intorno alla vita, quindi come se girasse in senso orario da un lato all'altro, creando un essetto movimento e pieghe, mentre le maniche si vedevano dall'oblò sotto le spalline a punta e da quando le maniche terminavano poco sopra il gomito. Erano molto a sbuffo, ossia molto larghe e dal gomito al polso vi erao tre laccetti del tessuto dell'abito che stringevano e creavano tre sbuffi vaporosi, terminando in un pizzo sopra la mano. Un richiamo a rinascimento. La gonna era di sicuro attrezzata con un tournure, ossia un sellino pieghebole che conferiva volume alla gonna verso il dietro, creando una figura allungata e non larga come si usava un secolo prima ed era un elemento chiave per l'ultimo ventennio della moda vittoriana. Una sopraveste era drappeggiata a piege e dando una discesa a mezzo cerchio fino alle ginocchia con decori simili alla giacchetta, mentre la gonna lunga e sotto, era con qualche piega e proseguiva verso dietro con strascico."

    fece una pausa mentre si sentiva Lia baccagliare affacciando da una finestra del primo piano agitando un pugno verso il basso, quelli che stavano al di sotto e Gask rideva.

    "L'altro, quello dell'altro abito, più semplice, prevedeva una giacchetta con apertura a V senza colletto,  di velluto blu con sopra un livello di pizzo che davanti scendeva a rose una dietro l'altra a fare righe di verticali, terminando in maniera tondeggiante sul ventre. Le maniche a sbuffo e molto ampie di pizzo creavano volume sopra quelle aderenti in velluto, smepre visibile, e terminavano strette sul gomito e poi a campana di pizzo a metà braccio. Una grande rosa di velluto stava sul fianco destro e sotto la giacchetta con scollo a V, un'ampia gonna di velluto sempre blu, scendenva ampia con una coda dietro, con un sellino sotto. Una sorta di mantella partiva dalla spalla sinistra, appuntata in un angolo da una spilla e proseguiva drappeggiata sulla spalla e poi dietro dove si collegava alla giacchetta. Quello di prima era seduta mentre in questo secondo in piedi... ma andiamo a quella sera"

    "sono curioso, perchè non accadono da quando ci sono io"

    "Verrà il momento o avviene nelle Torri e non lo sai. Dunque, eravamo nell'altrio, no? E i tuoni erano paurosi, pioveva come se volesse diluviare il mare intero. Serata scelta apposta, Milan proponeva la visita di alcune sale o di altre, hanno la sala da ballo, ampia, ma staccata dall'edificio e si trova dopo il giardino, quindi fecero nella saletta del giardino quella volta...   avvisò uno di qauelli che fanno i maggiordomi di andare a prendere un dono per i presenti, necessario per quella serata. Il tempo di elogiare il dono, le luci ci spensero, piombando tutto nell'oscurità. Ricordo benissimo che dalle finestre apparvero i chiarori dei lampi e la figura di Milan si stagliava fiera e con tuto il suo... sentirserla, da quel dipinto. Poi si accesero delle luci tra il blu e il violetto e Milan affermò di star sicuri, che era entrato in funzione il sistema di sicurezza e come per hotel e luoghi pubblici, le luci accese erano quelle di primo soccorso. Così disse. Io so che di solito sono luci rosse, ma gli ospiti parevano sollevati e Milan continuò a dire che dopo qualche attimo i maggiordomi avrebbero attivato i lsistema di emergenza completo, riavendo le luci anche la linea era saltata. E poi uno degli ospiti urlò. Si era voltato e quelle lampade uv mostravano non pi il dipinto originale, ma quello visibile solo a certe lunghezze d'onda  con molti colori ma dall'aspetto ammetto terrificante. Spettrale. Sembrava qualcosa da film horror.

    "Quelle stesse pitture  so hce Lia li aveva usati nella stanza personale ma non so come, che di giorno no nsi notano, ma di notte con una lampada...Coi funghi, si lo so. Lo so bene!" rise Gask

    "Ah, quindi tu ci sei stato. Non fa entrare nerssuno nella camera da letto, neanche qualcuno per pulire... Bè nella Villa della Strega ci sono suoi dipinti che con gli uv mostrano teschi sopra il suo viso, esseri... si divertiva! La cosa che fa paura di quei dipinti è che che siano ritratti o ambienti, l'effetto della fosforescenza con questo azzurrino e loro che emanano fievole luce, dà  una senszione di... non so, spirito evanescente o qualcosa del genere. Io sapevo dello scherzetto, ma non nei dettagli e semrbava davvero per quella luce uv e la fosforescenza che fosse stregato. Era fatto davvero bene e poi immaginati!. I lampi che inondando l'altrio dalle finestre ad altezza normale e quelle in alto sopra il dipinto e altrove, e questo che torna Milan e poi quando svanisce la luce, torna quella uv e riappare lei. Io stesso se non sapevo dell'inghippo me la sarei fatta sotto. E se uno non sa e non conosce l'effetto della fosforescenza e raggi ultravioletti su materiali specifici, si comporta come quegli ospiti. Terrorizzati. Ancora di più quando Milan si mise ad esclamare che fosse la Padrona antica della dimora, una donna che si dicesse facesse uso di magia nera, la studiasse e che si ipotizza non fosse morta ma finita in uno squarcio, una fenditura, tra il mondo materiale dove siamo noi e quello spiriturale, dimorando là e tornando solo le notti di luna piena quando il potere che divide i due piani si affievolisce... cavolate e cose assurde che noi reputiamo finte, stupide, solo per chi ci crede. ma veramnete, quelle parole facevano effetto su menti ignoranti. E siamo sempre là. Lia mi disse che quel terrore come se stesse uscendo il diavolo in persona non sarebbe comparso s equelle perosne fossero state acculturate. Non da esserne esperti, ma le basi, per notare il colore non rosso delle luci e l'effetto dei quadri. No, capre dalla testa ai piedi. E quanto si divertiva. E mentre loro urlavano e volevano scappare, Milan disse loro che no, non dovevano farlo perchè era sicuro. La vecchia padrona della dimora, Eloisa Canossa di Mantova, cambiando nome da spostata  a un nobile francese divenendo Lia Veròna e tutto il resto... Anzi su questo ci fu una diatriba da tra Milan e Lia. Lia diceva smpere che appunto Milans embrava ambivalente ogni volta che appariva, uno diceva il nome Eloisa e il resto, un altro giorno o momento Lia Veròna e l'altro nome, finchè non fecero questo cambio da sposata.... "

    "Quindi si presentò...."

    "Non è mica finita..." ridendo "di colpo strane cose iniziarono a strisciare ovunque. Strisciare... non so se è il termine giusto perchè si vedevano movimenti in giro e il suono del legno e passi come se qualcosa o qualcuno camminasse, gli angoli del tetto decorato e con le parti in rilievo decorativo si riempirono di strane cose. E poi una risata. La conosci. Immagina si sentire la risata e dalla base del dipinto stagliarsi una figura umna che pare scivolare verso la balaustra delle scale. In realtà poi seppi mentre lei lo rifaceva per farmelo vedere, lei era bassa alla base del dipinto, facendo Ats però sapeva come rialzarsi in modo lento e come se fuoriuscisse dal basso. Era di spalle, si sollevò come faceva in quel itpo di danza e avanzò col metodo floating dance verso la balaustra. Quindi sollevandosi e in verità per le luci e le ombre pareva che venisse fuori come fluttuando... Si voltò, aveva quel vntalgio di piume a forma di picche o freccia per sventolarsi e far scena. Sorrise girando verso di noi di sotto e appoggiò le mani sul bordo in legno della balaustra guardando in giù, con un sorriso carogno. POi scivolò con le mani sul legno aprendo le braccia per portare il petto verso il legno, come un saluto chinandosi e si risollevò, portando le mani aperte contro i fianchi e risalendo sul busto fino al petto, mentre intorno a lei e sulle scale comparivano esseri che non avevo mai visto. Ti ripeto, se non ero a conoscenza della realtà, me la sarei fatta addosso. Odori e rumori e versi giravano intorno, e Milan che si metteva su un ginocchio per salutarla. lei con una risata alla Veròna si avviò verso le scale e in diagonale, con una mano sul corrimano e uno per sventolarsi col ventaglio, salutò scalino dopo scalino per scendere in quel modo, diangonale ed elegante, mentre se la rideva che quella notte avev apotere a sufficienza per diventare corporea. Si fermò sull'ultimo scalino e porse a Milan la mano, che la portò alla fronte i n segno di saluto.
    Lia puntò gli occhi, fissa e ferma come una bambola sugli ospiti e dopo alcune cose di saluto e che era un piacere conoscere altri membri delle nuove generazioni e del nuovo secolo, mentre roba varia girava, rideva, faceva versi intorno. Alla fine lei sospirò, sembrava davvero seccatas, fece con un gesto dell'indice come un taglio da sopra in basso e l'immagine di uno squarcio illuminò la zona poco prima del corridoio. Disse alcune cose e lo squarcio divenne un ovale con i bordi a brandelli, mostrando uno spaccato di qualche luogo e tutte le robe ed esseri che si muovevano, fissavano, si lamentavano vennero risucchiati all'interno in un modo che... lei disse che aveva preso in prestito le idee da un gioco che le paiceva da ragazzina, Heart of Darkness del millenovecentonovantotto, e cèrano tutti questi esseri neri e di vari oclori, forme assurde e orribili che venivano risucchiati. E ancora il livello di perfezione delle proiezioni non erano come adesso... comunque dopo aver fatto questo, per stringere, lei disse agli ospiti che avrebbe desiderato conversare con loro eper aggiornarsi sul mondo nuovo e facendo un gesto le due parti dlela grande porta sotto la scala si aprirono di colpo inonando di luce l'atrio che ancora era con gli uv e guardando da sopra la spalla, con le braccia ancora in alto...con un sorriso come per dire -eh!? non è figo?-. Insomma è andata che siamo entrati nella stanza tutta a vetri, anzi il tetto no, per metà perchè l'altra metà ospita il vuoto dietro il dipinto, metnre il resto è tutto a vetri come una serra con intelliatura di ferro battuto e decorativo e vetro. Un tavolo con sedie attendenvano con tutto pronto. Tè, pasticcini vari, tazzine e piattini e via dicendo. Lei si accomodò come faceva poi Veròna dpoo e chiese notizie del mondo di fuori, spiegando che non potendo uscire se non evocata in altri luoghi, ma solo in quel caso, passava il suo tempo nella fenditura in una sorta di realtà che rifletteva quella del suo tempo, e nelle notti come quelle, quando il suo potere aumentava poteva materializzarsi finchè il primo raggio del sole non fendesse il cielo. Lamentandosi che non vedeva il sole, non lo sentiva su di se, da tanto, tanto tempo. Si fece servire il tè e i camerieri, che recitavano, fingevano di avere così paura e terrore da tremare e far cadere del tè sul piattino sotto la tazzina e la tovalgia. Lia disse che li perdonava, che reputava la loro paura come testimonianza del suo status e presenza e che le portassero le meringhe, la sua passione. Disquisirono del più e del meno, Milan giocava con cellulari, cose che le mostrava che sembrava tutto nuovo per lei e Lia era stata così convincente da sembrare davvero qualcuno che non ne avesse mai visti, che avev apaura di toccare lo schermo di pad e smartphone, che temeva i serpenti nei video ocme fossero veri, che non voleva specchi e simili e per quando era morta, trovava assurdo un macchinario come quelli che conosceva dell'industriad ell'ottocento che però portassero in giro le persone la posto di cavallo e carrozza. E altri discorsi tra due epoche diverse. POi finse che qualcosa la chiamasse, la attraesse, e affermò che qualcuno da qualche parte stavas cercando di eseguire un'evocazione, ma il loro potere era così scarso o la cerimonia così blanda che inevce evocare esseri superiori, potevano raggiungere le entità come lei. E quindi si avvicinò ai vetri e disse che sarebbe tornata ma doveva divertirsi con dei soggetti così stupidi da pensare di obbligare qualcuno a palesarsi. Lei poteva anche non farlo, ma era così divertente vedere le loro facce pensando di aver fatto chissà e cosa e facendo contratti che ci guadagnava solo lei. Bastava saper rigirare le parole per prenderli per i fondelli. E quando aveva dei servitori, tra l'altro chiamava sempre Milan Servo, che poteva rigirare e usarli come passatempo, non era da perdere... e così aspettando, ciarlando, un ben fulmine e usando le proiezioni fingendo che incenso e fumo fossero del richiamo, passò oltre il vetro girevole senza che si vedesse, menter Milan parlava per occupare gli occhi deigli ospiti e lei si incamminò fuori con noncuranza.  Il resto ha meno importanza, ma per farti capire il livello..."

    "mentre i tuoni avvampavano nel cielo mostrando Milan e poi di nuovo Lia, Milan stesso si mise ad elogiare la vecchia padrona di casa, vaneggiando...? Ma erano credibili?"

    "Oh, cazzo si! QUando si metteva a spacciarsi per una svampita e sciocca, o come per Veròna, una donna che non ha mai visto la modernità... le crederesti. Sa essere impacciata e incapace ed è capitato che fingesse di essere una mera ragazza che aveva raccolto una pistola e con paura, terore, tremava e no nsapeva sparare e ti sembra veramente indifesa e debole. Ma poi partiva come una molla e dopo che ti faceva molto male vedevi quelo sguardo, i lsuo contro il tuo, con quegli occhi greandi a fissarti fisso fisso e duramente che ti chiedevi che cazzo succedesse. Cambiava di colpo da poverella che scappava da te ad accoltellatrice pazza seriale. Ma non ti credere. NOn era così, sapeva dopo prove ed esperienza in quei mesi tra i gruppi a simulare e cambiare personalità in modo che fosse come tu volevi che fosse. Anzi, diceva sempre questa frase a volte. A chi le chiedeva -tu chi sei- lei dopo averti fissato fisso ti diceva -Io sono la strega oppure io sono l'Equilibratrice. E all'occorrenza, tutti ciò che tu vuoi che io sia-"

    "C ome dice Alaric prima li confonde col delirio e poi li frega"

    "Ah, quel tizio. Stronzo, adone anche se non dovrebbe, spaccone ma ha cervello. Solo che da quando se lè legata al dito per tutte le cose che Lia gli faceva, la evita come la peste se non può sottrarsi e così Kianta. Ma ha ragione. Veròna stessa è nata come estrapolazione di questo concetto. Buttare sul campo da gioco un personaggio fittizio ma reso reale da gli altri che lo individuo tale dal nome e l'esistenza che gioca con sue regole e con sue cartucce in modi inaspettati. Gli stessi robot a forma di criceti sotto steroidi come li chiama Tegel o quelli a forma di Razza ne sono un esempio. Esattamente come un animale come dovrebbe essere ma con quegli assi nella manica che ti portano alla rovina se non tieni gli occhi aperti. Hai visto le Razze all'opera..."

    "Si, si... e devo dire però che sono divertenti..."

    "Non per loro... comuqnue quelle frasi dell'essere come gli altrivogliano che lei sia... la disse anche a un poliziotto quella volta che per divertimento decise di non scappare ma andare di faccia alla polizia che era giunta mentre lei -si prendeva cura- di un tizio..."

    "E' stata arrestata?"

    "Arrestata in tutta la sua procedura no. Ma Lia disse dopo che voleva assolutamente vedere cosa sarebbe accaduto se Veròna finisse in mezzo alla polizia e come si sarebbero comportati. Ovvio, non mise in scena atti -magici- ma si comportò come a volte i ragazzi, i veterani, temono. Ma ti racconterò quella storia, che ancora oggi ci fa morire dalle risate, dopo o appena possibile, perchè per portarla dall'inizio alla fine e va fatto tutto in una volta, cè bisogno di tempo. O come quando per la Raccolta decideva di fare casini in modo che..."

    "No, ti prego. raccontameli stasera. A quanto pare  restiamo perchè abbiamo del lavoro da fare domani anche per la Raccolta e Veròna ha tre persona a cui dare la Mano. Ma seriamente è stata arrestata?"

    "Manette, messa dietro nella macchina di servizio e verbale fatto... e vedevi tutti seri, concentrati, quei sergenti e poliziotti che trattavano quel tizio meglio di lei e lei che faceva quel sorriso carogno e anche di divertimento come fosse un gioco. Ed era il suo gioco. Perchè come si svolse poi è qualcosa che andrebbe scritto su di un libro. Ma no nfu solo quella volta, ovviamente fu arrestata solo quella, ma vi furono altre in cui lei così, a cavolo suo, così come Kianta quando le gira, arrivò, mostrò uno dei nostri documenti veri ma con personalità fittizie, di solito lei è Diandra, e va, parla, agisce. Se le chiedono conferma delle sue generalità oltre avere dei nostri abbiamo anche numeri identici a quelli ufficiali di molti corpi di polizia ma con un numero in mezzo mischiato, a meno che non cè un tizio scaltro che nota che il numero è diverso e gli puzza, non cè niente da dire. Il suo documento seppur per verifica, è reale e verificato, quindi non cè storia. Ma questo perchè, ti chiedi? Semplice, ha visto cold case di vari paesi e situazioni al limite del ridicolo per indagini fatte con i piedi e il culo per cui lei diventa una iena. Si incazzava se ricevea copia di tutto e vedeva che gli inquirenti continuavano su strade che per lei sembravano impossibili, assurde, false, prove e altro non verificate e testate, messe da parte, gente indicata come pulita e poi qualcosa non funzionava... e lei diceva smepre di non avere una testa adatta a nessun lavoro in particolare, ma che se trovava le magagne proprio lei ... qualcosa non andava davvero... insomma le combiinava. Me lei era più testa, agiva di sua mano solo quando lwe rodeva il culo o le facevi saltare un diavolo per capello, era più scena ecco perchè le Muse per esempio la chiamavano la Matrona carogna. Le piaceva usre il cervello e indirizzare gli altri. Mentre Kianta è totalmente del fare, fa lei tutto ecco perchè ancora di più con lei quei tre le stanno addosso. Se Lia agiva di sua mano e faceva molto male sia fisicamente che nel cervello come punizione, Kianta ti dà una cinquina in faccia usando meno cervello. Della serie -hai fatto lo stronzo? Ecco quello che meriti-. Non a caso Milan dice sempre che Lia era Punizione, Kianta giustizia"

    "In che senso"

    "per come agivano... Lia se agiva di sua mano e si metteva in prima persona... come dire, significava che voleva riversare ogni cosa dentro di lei e cosa meritavano altri su chi aveva fatto peggio. QUindi invece di pescetti piccoli, voleva le capocce. I capi, li chiamava così, le capocce. E se ti beccava, Cinq e Torque...? Mph... quelli in confronto sono diligenti impiegatucci che seguono un loro copione, basta. Non posso dimenticare quel tizio, quello che stava dietro alla vendita di film che neanche gli horror, in cui aveva fatto di tutto e tutto lo schifo che gli veniva in mente a bambini, bambini, ragazzine, ragazze... e partecipava anche alle red room, dalla cina o polinesia mi pare... o altri luoghi? Comunque quando raggiunse la sua posizione dopo aver -giocato- con chi lo conosceva gli fece fare la stessa fine della gente che aveva tortutato e in alcuni casi portato alla morte, anche non per mano sua ma ne era l'artefice o dietro la camera. Lo prese e dopo avergli fatto provare le torture giapponesi, lo posizionò in una stanza preparata apposta e in diretta sul suo stesso sito di streaming e a pagamento. ALcuni degli spettatori lo conoscevano, altri no. Quando furono un migliaio, no nso se di più, e tutti quasi rintracciati tramite i nostri sistemi, perchè credono che possono nascondersi nella rete... Beh, per prima cosa lo mostrò legato. E lei non aveva maschera ne niente, si presentò come Veròna, e disse che era lì per pareggiare un conto. Quello di chi era finito sotto le sue mani e che avrebbe pagato anche le colpe di altri. Così, così perchè quel giorno le andava. Detto proprio così! Così presentò il tizio, senti perchè ricordo che ho riso per due ore, elencò con un cartellone tutto ciò che aveva fatto e i suoi -film- famosi e più venduti e si co mportò come una presentatrice tv. ALl'epoca cèra Torque, Cinq ancora no.Così presentò il primo gioco... essendo Veròna, la strega del gioco, lei avviò il primo gioco in cui la risposta sbagliata o un comportamento sbagliato... e si vide Torque con una maschera che prendeva un trapano e le sue punte   dai 14 ai 25 millimetri con sezioni cave importanti che, da sue parole, avrebbero estratto sezioni a torchon di carne come burro. Scelta la misura disse che per ogni risposta sbaglaita o comportamento sleale dalle regole del gioco, avrebbe fato un foro sopra ogni ginocchio, avanbraccio e spalle, e che la sedia in cui sedeva ed era legato coi lacci di cuoio spesso aveva dei fori già predisposti. Essendo un professionista, il boia avrebbe forato il punto esatto senza guardare sotto la posizione del foro e sarebbe partito dalle gambe, ogni sbaglio dopo i fori, una lunga vite con dado sarebbe stato introdotto nel foro carneo e ogni ultioriore errore cinquie giri di dado finchè non cè più gioco per serrarlo alla sedia. Dopo fori alle braccia e viti con dado. Per ultimo le spalle. E proseguì guardando lui negli occhi, avrebbe fatto un gioco scientifico. Quelle viti come mostrate alla cam non erano nuove scintillanti ma usate in altre sedi e svitate. Quindi, ogni due ore avrebbe chiesto a un suo medico di fare test e campioni per vedere in quanto tempo infezioni o batteri peggiori impiegassero per prendere l'ospite. E che lei era la Strega delle cento ore, perchè finito quel lasso di tempo, risposte e scelte avrebbero ocndizionato la sentenza. meritevole di vivere o di finire all'inferno? E mai ha detto morte e simili, ma la gente in chat morte, morte... così appena nel monitor comparirono le sentenze, lei sorrise in modo carogno alla camera e guardò come se fissasse ognuno di loro. Non so il tempo esatto, non cèro ma lo raccontò e tutte quelle migliaia di persone, collegate in vari modi che seguivano sia se venivano dal sito dell'uomo sia altri in cui lui collaborava si ritrovarono ad essere fissati come se fossero loro l'auditore principale e unico. E disse -carissimi... voi che esigente ciò cche desiderate nel vostro orrido e oscuro cuore, non siete esenti dal Mio giudizio... perchè sappiate che tutti voi, tutti, adesso siete sulla mia lista e che già siamo sotto casa vostra...io esisto per emendare la melma oscura della società e qui con me, a guardare questo show ci sono i peggiori camuffati da agnelli. Quindi, vediamo chi abbiamo... - e da una lista che le avevano stampato iniziò a dire dei nomi con indirizzi e informazioni vari e rideva mentre confermava che a ogni nome o poco prima tutti si scollegavano ma erano rimasti così tanto e con i lsito, la chat e i programmi trojan che involontariamente si erano ripresi, oltre che tracciare a ritroso la connessione nonostante i nodi di cammuffamento.. li avevano presi quasi tutti. Ed essendo un'organizzazione ovunque, non fu difficile mandare squadre proprio negli indirizzi e portarli via, con avviso alla polizia postale e altri enti dell'acchiappone che avevano fatto, loro, ma non è sol oquesto. Dopo  fece esattamente anche a loro il giochetto, ma su come per tutti quanti e in tutti i posti... devi chiedere a lei... a Kianta intendo... e furono ritrovati di notte dalla polizia allarmata da loro stessi incaprettati intorno a una sorta di palo, con un cartellone con i dati del tizio, cosa aveva fatto, dove era andato, screen del suo nick e delle sue sentenze nelle chat e l'avviso che ogni figlio, marito, fratello, cugino, nipote ma anche al femminile potevano essere amrci dentro da godere e desiderare osservare la gente torturata o abusata in ogni modo, peggio se minori, e ancora comprarli, quei video. E... solo dopo che fece pregustare a tutti loro le sevizie a cui avevano asssitito con ogni volta la stessa domanda. -Quanto godi a subire lo stesso ora che ci sei tu dentro?-. E alla fine come nella camera in quella stanza disse l'ultima frase. -Se qualcuno di voi pensa che io sia marcia... oh, non potete immaginare quanto NO! Io sono solo il risultato della società attuale, di rabbia e rancore repressi e dallo schifo nel vedere il peggio di questo mondo che nessuno elimina, ma aiuta e seppellisce come famiglie e avvocati imbecilli. E altri. Io non sono sadica, mi fa schifo la violenza ma la storia umana ci ha insegnato che l'intolleranza non va tollerata e non va permessa la forza negativa e ciò che ne consegue e se serve, meglio che ci siano quelli come me che prende a sprangate sui denti la feccia, che pregare cose false e sperare che siano altri a fare tutto per noi. Lasciar fare al male senza lottare è come stare a letto col nemico e piacergli tutto così... buona caccia a me e a voi, coniglietti-. le risate che mi sono fatto nel vedere le foto del momento della presa e arresto! Le facce perchè no ncredevano fosse reale, che li avessero beccati! Ed erano ragazzini, ragazzi, uomini anche di ottima famiglia o lavoro, non si poteva immaginare che loro potessero essere quel tipo... e Lia disse solo -ogni volta mi sento sporca non solo dentro ma anche addosso per cosa vedo e quello che faccio alla feccia e che tutto ciò che la realtà... nonostnate io sia la Punizione su quelli, tutto lo sporco di cosa ho dovuto vedere e sapere e cosa gli ho fatto non se ne va. Ed è questa la punizione che  mi spetta. Per quello che faccio. osservare, sapere che ogni cosa fatta di negativo sporca me fino in fondo... ma ormai è necessario. Se mi fermo, se fermo la macchina è come ripiombare nel marcio di prima. Anzi peggio. Se la gente pensa di esser libera, farà tre volte tanto e io non posso fermare nulla perchè significa che loro hanno vinto, io non ho retto e non cè nessuna vittima in generale che troverà un pò di giustizia. Ecco perchè è necessario che io e Milan e tutti quelli in mezzo alla cosa, assistano e subiscano dall'inizio alla fine. Per non dimetnicare che seppur per il bene, anche noi non siamo così puliti..."

    "Capisco... "

    "E diceva ancora -che mi si veda come maligna, cattiva, qualsiasi cosa. La gente mi etichettava così senza ragione perchè io non ero così, o almeno mi considerava tale senza conoscermi,  solo guardandomi o dopo pochi minuti come negativa, capace di chissà cosa, come le insegnanti delle medie. Non mi interessa ormai dopo cosa ho passato e sofferto sola, e che rigetto su quella feccia. Questa sono la me nata data ciò, ed è certo che io rispetto quei perbenisti che giudicavano me e mi difevano e facevano il peggio... sto facendo realmetnme qualcosa di decente e da umani. E si roderanno le mani e il fegato perchè ovunque andranno e in ogni momento si fermeranno a guardarmi appesa al muro o nelle cose che leggeranno e vedranno come targe e feste, cambiamenti e tutto... io sarò lì e sempre mentre loro saranno tizi x tra miliardi di persone. ANche se mi fa male ammettere che Milan ha ragione. Questo è stato possibile solo perchè in questo mondo io l'ho incontrato ma è sicuro come il sole che si leva ogni giorno, che chi merita ricordo e considerazione non si vedrà affossato dagli altri....-.

    "Si riferiva al gioco delle feste, cose organizzate e tanto altro con i suoi ritratti e la sua menzione..."

    "Si, esatto. Il suo modo gentile, come lo chiamava, per fargli -tiè, pensavate di essere migliori e superiori, ma sono io che sono su ogni parere non solo nella città ma in tutto il mio paese natale e che il mio nome resta come perpetuo  e sempre. Voi siete niente, al massimo sarete nel vostro angolino tra feccia, ma io sono in ogni città che visiterete, ogni museo, ogni luogo pubblico o privato che ha beneficiato di ciò che ho dato con l'unica condizione di tenere ritratto e targa con nome a memoriam. Mentre loro al massimo avranno qualche anno di ricordo e poi addio....-. Non era ciò che desiderava come vendetta, ma accontentò Milan... ah eccola, questa sera non sbaglio ci sarà quell'incarico con Veròna"

    "Si" rispose Gask voltandosi a vedere Kianta fissare malignamente alcuni uomini mentre camminava nel sentiero anteriore "un imprenditore poco, poco pulito con mani in certe organizzazioni... e un tizio trovato sepolto sotto le fondamenta di un eidficio in costruzione..."

    "roba solita. Sai quanti ce ne sono dagli anni settanta? Ma questo è fresco, quindi a modo suo, Veròna lo farà cantare che neanche la Callas" ridendo "comunque mi fa paicere l'aver saputo che ti sei ambientato davvero tanto allo Chateau, che hai i tuoi interessi, amici, tutto quanto. Lia diceva smepre che s eno nfosse stata rotta, quella poteva essere l'ultima tappa..."

    "cioè?"

    "ultima tappa... ossia dove una persona comprendeva e definiva -casa-. per lei casa non era un edificio come tutti e basta. Ma un insieme di cose e persone e se si restava senza l'impeto dell'andar via, allora era cosa giusta. L'ambiente, oltre luogo, in cui si desiderava tornare, di cui si aveva nostalgia... cosa che non accadeva con la sua vita passata e questo non le faceva male, semplicemente... si sentiva fuori posto, ecco! Ma ripetè fino all'ultimo momento che sarebbe potuta essere casa, nonostnate tutto... e Kianta sembra che al consideri proprio casa sua, dicendo che non vede l'ora di tornare e che solo là e in parte alla Dimora rossa si sente come -a casa-. Solo che qualcosa si è un pò scombussolato con il tuo arrivo..."

    "..." gask rimase in silenzio a fissare la scena che vedeva Kianta con i ter che le dicevano qualcosa emntre lei battibeccava con un nugolo di persone col capo chino "... ne abbiamo discusso e so ora perchè e come ma... non mi va di parlarne adesso. Anche se, fa un certo effetto scoprire che tu, la tua presenza e le cose intorno a te come si muovono possono smuovere a loro volta le convinzioni e considerazioni di qualcuno, senza che tu ne sappia niente..."

    "Già, ma ormai è sistemato... sei anche apprezzato per la collezione di fiori pressati che prendi anche in giro dai viaggi..."

    "La pressatura dei fiori. Venuto da Kianta che odiavaa i fiori talgiati perchè tornano polvere, da Milan che li vuole ogni giorno su tavola e altro, e dalle mummie annerite e pressate dalla torba e quindi il manteniemnto della bellezza e cosa resta essiccando oltre che pressando..."

    "Serio?"

    "Diciamo che sono rimasto sopreso nel vedere come diventa un fiore dopo tempo tra libri e spessori specifici, come li lavorano dentro la resina in oggetti di vario tipo, gioielli o altre cose. Milan mi aveva fatto vedere delle mummie che stavamo portando oggetti preziosi e altro sotto protezione, facciamo anche questo, conservate benissimo come se avessero poco tempo. Poi Kianta e Milan che avevano discussioni sui fiori freschi ogni due giorni o poco più e quanto per lei fosse penoso vederli tagliati e Milan che teneva nei libri come segnalibro proprio dei fiori e come risultavano... è un modo di conservazione di piante e fiori nel tempo e viusto che Milan è interessato alle mummie nel mondo mantenute con certi trattamenti, come i lavori del famoso sul fenomeno della mummificazione, del mantenimento di un corpo in modo adeguato, incontra vari tassidermisti e imbalsamatori e sta facendo provare una formula di un italiano che spera possa dare gli stessi risultati di alcuni suoi lavori di cento anni prima"

    "Si, lui e la sua convinzione della Continuità e di preservazione di un corpo dal divenire polvere... "

    "Esatto, lui afferma che con la formula italiana in miscela di formalina, glicerina, sali di zinco, alcool e acido salicilico si pososno preservare perfino gli organi. Trattamento del volto con paraffina disciolta in etere,  mantengono forma e aspetto pieno e vivo del viso.ninete più tecniche per immersione adoperate per procedere al processo di mummificazione con formaldeide per l’imbalsamazione umana. Io invece ho trovato interessante come tenere sotto determinati materiali una pianta, esempio le felci, possano risultare interessanti lo stesso. Molte composizioni con fiori secchi sono con quelli che provo io e altri inetressati a questo hobby. Molti libri di Kianta nella sua libreria sono piene di fiori vari o petali che poi si riassemblano. All'inizio era inviperita per la paura di macchie nelle pagine, poi le è piaciuto come risultava il tutto e mi lascia fare. Ma il mio è solo un interesse dato da cosa ho visto e ci osno piante dalle forme strane con foglie particolari che risultano belle anche da secche, quindi ocntinuo..."

    "fai bene,  so che ti interessi ad altro ma molti parlano dei tuoi modi che danneggiano meno il risultato finale, quindi ci sei portato? Ma continualo, prova altro, Lia diceva smepre che provare indirizza per la strada da fare... Ah, sta venendo qua e non sembra contenta! lavorone, preparati. Stasera saremo di nuovo qui se vuoi trovarci, tanto Milan non cè..." salutandolo e avviandosi al loro mezzo dove aspettavano gli altri tre. Gask invece aspettava Kianta e i tre per avviarsi con tutto l'occorrente per la loro serata di -divina tragedia- come da titoli.































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    Capitolo 44
    *** 33 ***


    chapter 22a "Io dissento!"

    Lia nella veste di sorella tra le Muse, si alzò impettita e così seria da sembrare vogliosa di uccidere qualcuno.

    "Tu che sei qui presente" disse lei all'ombra che si proiettava sul muro dietro un paravento e che loro vedevano "tu, che con tuo fratello hai deciso di creare un gruppo o congrega di persone speciali collegate con l'Oltre tramite il Dono.... trovo vrgognoso il comportamente di tutte loro. Hai dato loro una veste quasi sacrale, ma io non approvo il loro comportamento dettato dal potere che hanno ottenuto secondo loro..."

    "Noi siamo persone speciali, scelte per il dono ottenuto dalla nascita, noi guidiamo la gente..."

    "Mi oppondo!" urlò Lia fissando prima la Sorella che aveva parlato e poi tutte le altre, seduta tranne lei stessa in piedi, intorno ad un tavolo ovale "voi esistete per dei motivi che vanno oltre quelli che avete pensato di..."

    "Noi siamo Muse. Noi indichiamo, noi..."

    "Non travisare le cose, Sorella!" la inteppurre Lia, voltando il capo verso la donna, una delle prime ad essere scelte "I vostri titoli indicano il potere che avete ricevuto in dono. Lo confermo, o almeno, così ho accettato per amicizia verso i due fratelli! Ma non il comportamento che vi rende più simili a suore e preticelli che altro. E non parlo delle belle parole di buona condotta che ci si aspetta dalle suore. Sappiamo tutte e molte altre che sono cresciute in istituti gestiti da quelle pazze, che sono peggio delle loro controparti maschili. Dolore fisico e psicologico sono quasi una normalità per l'ottanta percento di loro. E molte dsi voi lo sanno. E io che epnsano che proprio voi che avete conosciuto il peggio di queste persone finto-migliori perchè con veste monacale... voi non siete suore. Voi non siete come i preticelli. Voi non siete come sacerdotesse. la religione che il Leader ha eretto in questi luoghi vede la natura come Madre e come tale, venerata  e temuta. Ma mai come un Dio delle religioni che schiacciano il mondo che ancora continuano. Voi non avete il diritto di dire alla gente cosa deve fare, penitenze, digiuni, punizioni, prove di pentimento... ma dove siamo, al periodo dei crociati? nedl medioevo? Siete impazzite? Se voi vi ergete a migliori degli altri per i vostri doni, sono fatti vostri. Non permetterò mai che si devii la mente della gente con fantasticherie religiose portandoli a credere all'idea dell'anima salva, inferno, restare bloccati e non vedere il tunnel di luce... Che cosa avete nel cervello, criceti zombie? Voi avete dei doni non per dire alla gente cosa deve fare pena questo o quello, non avete il diritto di spingere la gente con promesse sull'Oltre dicui secondo me sapete solo il poco che vedete, sentite e simili... potete avere i doni che volete, ma mai, MAI, permetterò finchè vivrò, altri comportamenti che si addicono più a preti e suore che a voi. Le muse parlano di ciò che compete il loro Dono, PUNTO! Nessuna influenza, nessuna spinta a vite virtuose e cazzate che portano solo la gente alla follia mistica. Ho spalleggiato Milan per la sua religione perchè continuasse l'idea che le cose..."

    "A che serve essere dotate di Dono, avere una posizione come le Muse per la religione e la vita qui di tutti senza indirizzare la gente che ha bisogno, verso la risposta!"

    Lia spostò solo gli occhi verso la sorella che aveva parlato, riscontrando nel suo tono offesa e fastidio. Così si giò, sempre con compostezza e classe, e si avviò verso di lei, che stava nella parte stretta, come a capotavola. Quando le disse, vicina, -sorella...- e questa le chiese -cosa?-, Lia mollò uno dei suoi soliti ceffoni in pieno zigomo  ma con il dorso della mano, colpendo con le nocche, facendo schiantare la donna più grande di età di lei, quasi sul tavolo.
    Le altre sorelle si alzarono, ma senza fare niente.

    "Non osare affermare cose di cui potresti pentirti, se accade qualcosa di male a chi vi ha consultati... le credenze religiose possono fare molto male, cara sorella, e questo lo ben sai, visto che vi ho sempre chiesto di cancellare quel che vi hanno incultato da piccoli. La religione cristiana o cattolica così come le altre nel mondo, tranne quelle tibetane, sono un foruncolo fastidioso che fa male ma no nse ne va. E porta solo schifo nelle menti umane. Storie unite a cavolo come un patchwork che prendono racconti babilonesi e mesopotamici, con storielle che hanno ricreato e mischiato dai duecento a quattrocento anni dopo l'anno zero, l'opposto dei testi apocrifi che io reputo per ovvie cose, più reali e veritieri. Il LIIBBRROO che si ritiene pozzo di verità e ricchezze sacre e sprituali non sono altro che finzione. Sarà esistito un santone come Gesù, sapete quanti ce en sono ed esistono ancora che affermano di essere santi,e  la gente li segue e hanno il loro piccolo regno sulla terra? Ma è anche vero che quel libro porta cose terribili e terrificanti, concetti e comportamenti da bestie e atte a portare il peggio dietro il nome di un dio. Tutte le belle cose che dicono ci siano in quei testi, sono falsi perchè sono l'opposto dei rotoli ritrovati, ma no nsolo. Se quel santone che è diventato nucleo di una religione era un positivo e tutto ciò che posso intendere anche io positivamente, così non è la religione che, se è vero, vi è nata anche se la storia di questo messia è identica a due dei, uno indiano e uno egiziano, un tizio realmente vissuto e di cui si hanno prove e altre leggende secoli prima l'anno zero. Ma anche quando è esistito proprio quello ed era solo un uomo che voelva portare un pò di umanità nello schifo della bestialità di allora, il libro che tanto di innalza è immondizia. Porta solo male e sebbene non andrebbe letto che alla lettera e non interpretato, puntualmente gli idioti portano lo schifo facendo questo. E collocando le loro cazzate apocalittiche e sporche intorno a loro, portando male. E ancora, noi con la religione che il leader ha creato, cerchiamo di insegnare qualcosa di superiore!"

    "Sappiamo bene come la pensi tu..." fece acida una delle sorelle

    " Ne sei sicura? Non mi sembra dal vostro operato. Il vostro compito in quanto Muse è non quello di dire agl ialtri cosa devono fare ma impiegare per il bene i vostri doni e indicare cosa sentite, avvertite e tutte le cose sono i vostri doni. Io non ho nulla del genere e il vostro amato Leader mi ha chiesto di presenziare per altri motivi suoi... ma voi non siete bacchettanti preticelli, ma come... traduttori, mettimola così. E poco tollero chi pensa di saperne di più spingendo la gente a cambiare le cose senza reale motivo..."

    "ipocrita, sorella"... fece un'altra "tu stessa da quando sei giunta ben prima di noi qui, ha cambiato la realtà delle cose perchè fosse come tu volevi che fosse..."

    "cagna!" sputò Lia "osi affermare ciò giudicandomi? Tu non eri qui quando sembravano cavernicoli con tute e divise militari. Le cose che combinavano da far paura e tremare solo per le infezioni e le malattie. Tu non hai visto il brulicare di insetti molesti su di essi, le condizioni di molti ambienti comuni, come mangiavano e vivevano. Si erano adagiati a una vita spartana, ma non militare. I militari normali di norma sono visti come avvezzi a regole e gradi, consdizioni prestabilite da rispettare al secondo, meglio di un orologio svizzero e impeccabili. Invece erano secondo i fatti loro in un accampamento all'aperto avendo un edificio principale e gl ialtri in allestimento. Igiene e pulizia secondo come avevano vissuto di stanza nei posti dove erano stati. Dormivano si può dire abbracciati più a bottiglie e mozziconi, lenzuola sfatte e sporche e animali che giravano intorno, che un ambiente che rispecchiasse chi voi idolatrate. Si, mie sorelle, voi che mi occhieggiate in tal maniera, non sapete come era prima qui, perchè le donne sono giunte grazie a me. Non sareste qui, ma chiamate al bisogno solo per le feste se andava bene. Io da civile prima ho visto mancanza di igiene e  di rispetto. Quegli uomini prima preparati come militari e poi gettati in ambienti di guerra per anni, sono diventati capre zozze e rozze, molti non avevano neanhce finito la scuola, erano solo mutati in mezzo a paesi in guerra e indietro ormai rispetto alla civiltà che conosciamo, al livello dei campagnoli, in tende usate da centinaia sia in gruppo che a rotazione, servizi igienici alla cavolo, comportamenti da cavernicoli. E mi sto trattenendo da ciò che ho visto. E non conoscete il vero lavoro di questa organizzione..."

    "Sono militari, molti provengono da luoghi in cui Dio è non dimenticato, ma di sicuro invocato invano..."

    "Ancora con questo DIo..." fece Lia sbattendo i palmi sul tavolo, protendendosi verso il tavolo per indirizzarsi sull'altra sorella che era intervenuta "Tu puoi essere stata orfana, aver vissuto con le suore di sto cavolo e aver avuto come tutti il condizionamento sociale... ma non permetterti più qui, come Musa, tra tue sorelle, in un ambiente dove DIO è la NATURA... di portare altre credenze che hanno solo rovinato l'uomo. Tutte voi fate le saccenti, so che volete camminarmi in testa, perchè ritenete che io senza doni ne capacità non debba essere tra voi. ma è vergognoso come io tra voi, l'unica non dei vostri, debba richiamarvi alla ragione mentre ve ne andate in giro a fare le sacerdotesse e gli oracoli del cazzo. MI state facendo incazzare e avevo chiesto che fosse un dialogo decente tra sorelle. Ma voi vi siete impuntate per la vostra carica a essere più degli altri. Ecco perchè sono contro le posizioni di potere e importanza senza preparazione come dico io! Il potere obnubila la mente... vi dirò una cosa, per un commento che avete fatto istanti fa. Ho accettato per i loro sogni, desideri, ho acconsentito di sostituire quei due nelle mansioni che dovevano essere loro e di hci era capace e me ne sono presa le responsabilità. non cè potere, non cè posizione, non cè grado senza la responsabilità che ne consegue, peggio se si ha sulle spalle tante persone e un'organizzazone dove chiave è il funzionamento come un orologio di ogni settore. Quello che conscete sarebbe la sezione anteriore a campo profughi, animali, puzza, casino, gente che si faceva i cavoli loro con livello di civilizzazione tornati indietro di cento anni. Quello che Alaric e tutti quelli che mi sono andati contro, comprese voi, non capite, è che il progresso è impossibile senza il cambiamento. Il Cambiamento che i vostri amati leader vogliono fare deve avvenire ma partendo dalle basi, se non vi è tra voi il cambiamento, non può operare anche fuori. E la storia umana ne è testimone. E andandomi contro, siete tutti avversi ai desideri di quei due. Io sono solo un'amica che ha deciso di prendere a calci gli scemi e iniziare a cambiare da qui a qui, partendo dagli ambienti" disse con astio puntandosi con l'indice il cuore, poi la tempia per intendere la metne e poi verso l'ambiente esterno "CHi non è in grado di cambiare idea non è altresì in grado di cambiare nulla. E voi che vi atteggiate come preticelli e suorine con quegli atti che vi hanno insegnato, riportate tutto indietro. E per non parlare dei sogni e desideri. Dai piccoli ai grandi, come il Cambiamento che quei due vogliono. NOi e loro, possiamo tutti creare e costruire il luogo e il mondo più meraviglioso che sia possibile ergere nella mente umana usando il cuore dell'uomo, ma servono sempre le persone perchè tale sogno  o desiderio diventi realtà. E per farlo è necessario che vi siano le persone giuste, perchè a far cadere il sogno come u ncastello di carte, bastano quattro sceme, le stronzate religiose e la gente boccalona e tutto va nel water. QUindi non venitemi a dire che sono io la prima a sfasare le cose con cosa voglio o come vvedo io perchè ho portato consocenza e studio, igiene e pulizia, ho rimesso in piedi regole e leggi di condotta e comportamento in vari ambiti. Senza queste saremmo animali, ma cosa ve en frega, basta che sparpagliate ai deboli che vi ascoltare le cavolate religiose su come essere virtuosi in questa vita così che le loro anime troveranno l'imbuto di luce per essere sparato non si sa in quale chilometro d'atmosfera per incontrare il tizio barbuto che ci muove come giocattorli o in the sims. Guardatevi, stringete le labbra offese e ancora non vi entra in testa il mio discorso, anche parlando in linguaggio volgare. Mi fate solo pena!"

    "Noi non facciamo altro..."

    "Cosa... Cosa, sorella, raccontami. QUale cagate delle tante che avete detto che è indottrinata fin da piccoli da quella religione ha realmente aiutato quella gente? E che ha mostrato il lato delle cose che io e il leader vorremmo portare? Esiste per ora, attualmente mentre parliamo, una cazzo di vita che fa schifo dall'inizio alla fine proprio per colpa della religione che continate a propinare che ha portato l'umanità indietro per le stronzate morali che convenivano a loro. Oh, però, i preti poi lo schifo che fanno che è esattamnete cosa negano agli altri. Loro che hanno giurato d'innanzi al loro dio! E questo non fa pensare nessuno? non porta nessuno a chiedersi -ma se i preti osno i primi a fare cose come sesso, droga, alcool, arricchimento sia in denaro che in immobili e beni materiali, loro che non dovrebbero averne... se lo fanno loro, allora tanta verità in cosa propinano non deve esserci...-. E il DIo a cui hanno giurato ogni cosa, dovè per saettarli con rabbia sul culo al primo sbaglio? COme mai i grandi delinquenti di organizzazioni fastidiose e pericolose, e che sono però religiosissimi, non vengono puniti dalla rabbia divina come detto nel LIIIBBRROOO! gaurda caso cosa dice il libro non avviene in nessun modo da quando io come me attuale, esiste. Quindi smettetela per cortesia con le cazzate. Siete, qui, Muse. Avete compiti e incarichi da svolgere per utilizzare per gli altri i doni che avete ricevuto DALLA NATURA. Anche ammesso come dite voi che esistono cose al di là del mondo materiale, e sti cazzi! Si vive qui, adesso, il dopo va considerato per il dopo. In questa vita concetti e questioni morali non devono essere dati e valorizzati dalla religione. Un individuo umano che no ncapisce questo e non sa riconoscere bene e male o il modo per vivere tra umani, non è umano. E' una bestia. Punto. E tra l'altro, per me, cosa ho fatto nell'organizzaizone, lo considero una cosa bella. Chi sa vedere le cose belle è perchè ha la bellezza dentro di sè. Finito questo e mettendo il punto sul fatto che cosa io ho obbligato, perchè alla fine ho dovuto obbligare e non me ne pento, è il giusto e il minimo del vivere tra altri. Altrimenti se volete fare le stronze e con voi chi vi ascolta e stare tra gli altri facendovi i fatti vostri... andatevene a fare gli eremiti da soli e non cagate il cazzo in un ambiente con altre persone. Il rispetto deve essere per se stessi ma anche per gl ialtri, se non interessa là cè la porta e andate e farvi fottere nel vostro mondo da stronzi del cazzo. Chi non vede il buono delle cose che si fa per tutti, quelle giuste e per migliroarsi, è solo un imbecille. E mi sto limitando..."

    "Quindi tu rifiuti Dio..."

    "Sei un Musa, porcocazzo, sono cinquanta volte che solo in questo circolo di adesso lo dico e ancora continuate con questa parola. Se un milione di persone crede ad una cosa idiota perchè lo fanno crescere  ritedendogli che qualcosa osserva e giudica e punisce male e decide lei per noi su tutto, beh, la cosa non cessa di essere idiota e portatrice solo di male. Secondo il libro del cazzo che ti costringono a credere, tutte voi siete come streghe che usano poteri demoniaci per fare e vedere cose che solo Dio o suo figlio può NOn è forse vero che avete sofferto per questo fino ad oggi? NOn credute, viste negativamente e trattate come figlie di satana e sbagliate... e ancora cadete nelle trappole di quella società! Mi fate solo pena! Dovete dimenticare se volete continuare ad essere Muse, ciò che hanno cercato di inculcarvi perchè sporca solo il vostro dono. NOn è detto che le risposte che vi hanno dato siano quelle giuste e corrette, così come le tradizioni non è detto che siano giuste perchè -tradizione-. E per tornare alla morale io come il Leader, crediamo nell' -onore- e -dovere- o  onore e obbligo per un giusto e corretto ambiente umano. Si può considerare il termine virtuoso che tanto amate solo e quando si parla di considerare la libertà come importante finchè non tocca quella degli altri, che si consideri sopra solo se stessi anche il nucleo in mezzo a cui si vive e si comprenda l'empatia e la vicinanza tra umani. I peccati di cui tanto parlate e di cui presentate lista di cazzate alla preticelli, da noi non è così. Errori e sbagli se non voluto possono capitare e in alcuni casi fanno parte della crescita della persona, sempre che non siano grossi. E se si accumulano si deve comprendere il valore e l'esistenza stessa della vergogna per i misfatti commessi, e deve essere totalmente volontario il senso di comprendere l'errore, accettare di aver sbagliato e voler pagare per ciò che è stato fatto. Compredere di avere responsabilità non significa come nella bella società da cui veniamo scappare e nascondere il misfatto così da non pagare e aver macchiato il proprio nome. Per espiare la vergogna di un errore si devono seguire dei punti, indicati nelle regole. Accettare di aver commesso l'errore o qualsiasi cosa commessa, il voler riparare alla cosa e presentarsi agl ialtri per sapere cosa ne pensano e sistemare la questione tutto il gruppo. Può sembrare complesso questo sistema d'onore ma non lo è, è semplice più delle cazzate da religione. Dietro errori e la comprensione di averli fatti vengono obblighi  verso gli altri o se stessi. Solo chi commette l'atto può conoscere il grado di vergogna di quanto commesso e l' obbligo sia per se che per gli altri di cancellarlo e risistemare la cosa.  Può essere soddisfatto accettando volontartiamente e senza paura o tentativi di nascondere le cose il giudizio, qualsiasi sia ed eventuali punizioni, dall'eseguire lavori vergognosi o banali ad altro, deciso da tutti. Più il peccato o errore è grave, più dura o vergognosa la punizione deve essere ma sempre con l'idea che affrontarla dimostra agli altri che si è compreso e si accetta di pagare. pagando e dimostrando agli altri di essere persone e umani migliori delle bestie che nasconodo i misfatti e considerano solo le apparenze, si ritorna alla condizione di prima e tutti dimenticano la questione, sempre che non si ripresenti continuamente, e non esiste macchia o errore, a meno che non sia volontario o con condizioni in cui la perosna ha voluto farlo per cavolate, che danneggi il gruppo. Reponsabilità, senso di onore, accettazione, considerazione degli altri e degli errori, forza d'animo e niente paura nel guardare negli occhi gli altri e affermare -io ho commesso un errore, ditemi cosa pensate e decidere e lo accetterò, per tornare di nuovo in mezzo a voi come prima e meglio di prima- e via dicendo... e voi invece continuate con le cazzate sulal paura che l'anima non trovi la lucetta da notte prima che si perda... andiamo, cazzo!"

    "Voi cosa ne dite, Leader?" domandò una sorella all'ombra che era rimasta in silenzio come sempre. Dorde non si mostrava mai ma era presente come ombra e voce, seppur a molti sembrava modificata.

    "Il senso di onore e dovere è stato illustrato come anche io lo considero. Molte cose che vostra sorella ha detto sono corrette. Noi rifuggiamo dalle religioni che hanno preso piede con la forza e la sofferenza per incatenare la gente dietro la paura per il dopo. Consideriamo il concetto di religione diversamente, così come pene e punizioni collegate all'attuale vita. Noi non viviamo per pensare a come e dove saremo da morti, ma perchè questa vita valga ogni singolo istante e che la morale, ad esempio, esista e valga al di fuori della religione. Che l'essere umano si elevi, non cada continuamente nel peggio dell'umanità. E per fare ciò, dobbiamo cambiare. Partendo da noi. Anche la Strega Veròna è nata come pedina per spingere le persone a ragionare e cambiare, da dove ella può cominciare. Ma quanto è buona e caritatevole, tanto è terrificante e senza pietà. Alcuni testi che usiamo negli incarichi lo recitano. Stolti, radunatevi sotto i suoi simboli possenti di potere. Venite, con le trombe del lamento che echeggian fino al cielo. Date fuoco alle corone d'ortiche e offritele sull'altare del destino per purificare il vaso dei peccati. Dal profondo luogo oscuro compare la Strega blu. Stringendo i simboli del potere ella guida e amministra. Bastone per guidare il suo popolo, e flagello per sfamarlo. Onore e dovere insegna per elevare l'umano. E vi darà i suoi favori capricciosi in dono o punizione. Fra poco verrà il giorno del giudizio  Invocate il suo nome, con omaggio, odio e ammirazione. Ella guida e accompagna dove le preghiere tardano... la nostra religione è legata alla natura, terra e cielo, gli elementi e le leggi naturali che li governano. Noi non prendiamo elementi da altre religioni, quelle attuali nascono così, staccandosi da quella ebrea antica per divenire quello che conosciamo. Noi v eneriamo qualcosa che ci circonda e merita rispetto come protezione. Deve farci paura nella misura giusta, non per il dopo. " mentre Lia mormorava infastidita qualcosa che non sembrava giunta nelle orecchie delle sorelle ma era -che faccia di bronzo-  "Se voi diffondete gli stessi concetti delle altre religioni, non avete senso voi come Muse per come vi abbiamo vestito come soggetti con doni che fungono da ponti, consiglieri senza obbligo di seguire le parole, veggenti..."

    "Tutte cose che voi dite di essere, mentre i vostri doni non sono altro che ciò che in quelle religioni si chiama diavolo. O sbaglio?" fece Lia interrompendolo "Continuate così' e vi caccio a pedate nel bel mondo là fuori che vi sputava in faccia. Ve lo faccio dimenticare il senso di ebrezza data dalla posizione che pensate di avere facendo come i preticelli e le suorine. Finchè io ci sarò, mai permetterò che la gente sia influenzata nella vita in tal modo. Il mio compito è stabilire regole e comportamento per l'organizzazione su pulilzia e salute, organizzazione, gestione , controllo che tutto funzioni e tutti svolgano i loro compiti... al massimo ho preso a cinquine per il bullismo, nonnismo, stronzismo e comportamenti sleali, vergognosi contro gli altri... è nei miei ruoli, mie care sorelle, ma non vado a fare oppressione moral-religiosa mettendoci in mezzo i diauli, paradiso e inferno, tutte le cazzatine religiose che non insegnano niente, perchè quello che ti mettono in testa è questo. Dio ti fissa e giudica, e ti sbatte inferno o paradiso  a suo piacimento. Che se preghi potresti avere miracoli che però guarda caso di solito sono fatti dalla medicina! Che i santi fanno le veci minori magiche di dio e che se si segue le scritture e si va a messa, si è brave persone. -Oh, guarda tizio, che bravo amicone. Saluta sempre e va sempre a messa, un bravo cristiano!-. E poi sono feccia e sappiamo come. Voi stesse nelle feste sia della religione per cui siete le Muse che in quelle che concediamo, siete state testimoni di ciò che la gente ha dentro e non cè religione che tenga che possa educare e formare al meglio senza la paura! Io farò il mio lavoro, e me ne fotto se pensate che io faccio cosa voglio e voi siete poverelle incatenate ai compiti che NON dovreste sforare...   voi fate il vostro che veramnete vi compete, con la cortesia, sorelle, di comprendere uil lavoro fatto da me e quei due per portare il vero senso della morale e umanità senza cazzatine religiose che voi dovreste dimenticare. Siete ponti con dei doni con L'Oltre, non serve di Dio. Ve lo ricordate?"

    "Si sorella" fecero quasi in coro fredde, gelide con rabbia perfino "tuttavia resta la mia perplessità, come è stato detto, tu amministri anche la parte morale e di gruppo dell'organizzazione, e svolgi dei compiti simili ai nostri..."

    "No, sorella cara, io non faccio impicci con parole, richiami, collegamenti religiosi perchè la gente si comporti bene e sia umana. Io faccio spiegazioni, porto confronti che pure i bambini comprendono, io descrivo e commento le cose perchè abbiano un senso. Non metto in mezzo gente trasparente che spia e giudica e dà regali a modo loro o ti trascinano come anima in braccio a Satana o Lucifero... la gente ancora li confonde...! Ad ogni modo che io do due sberle se qualcuno fa cazzate contro le regole o facendo del male agli altri, peggio se voluto per stronzaggine, è mio dovere in quanto sostituta di Milan... non vadoa  dire a loro -tu credi, sei religioso e fai queste cose?-. No, no sorelline... io vado da lui o lei, perchè è per me se voi portatrici di utero siete qui, e lo corco di mazzate se scopro che ha agito da imbecille e con cattiveria a discapito di altri. Gli faccio un sedere così invece, e a modo mio, perchè comprenda con i suuoi occhi e comprendendo davvero, cosa ha fatto e perchè è stupido e vergognoso... non metto paura su anime che piangono vaganti e spiritelli cornuti che fanno cattiverie e punzecchiano i culi coi forconi... chiara? O devo essere più esplicita perchè come oggi, si finisca questa questione? Non è la prima e temo non sia l'ultima e inizio a stancarmi. Abbiamo accettato che si tenessero le loro religioni ergendo chiese e moschee per loro con veri preticelli e ...gente che dice di fare le cose epr Dio... e tr al'altro come le streghe che richiama il suo potere... patetico! ma oltre questo abbiamo salvato antichi edifici mezzi distrutti dalla mano distruttrice degli idioti e spostati qui, ergendo cosa ora è la casa de loro dio... io sono contro le religioni perchè la gente si presta dietro una tonaca o libro, a dire di comprendere quei testi che non vanno rielaborati a piacere, e parlare e agire per quel Dio. Dicendo agli altri che cazzo fare delle loro vite, negando e togliendo DIRITTI! E ora basta, sarebbe lunga la questione ma non ho voglia alcuna di vedervi ancora tramare per fare le stronzate che non sono per voi, non sono nella vostra figura... e la vostra idea di convertire alla nostra religione le genti perchè siano a noi legate di più così che Milan abbia monopolio... fatevi una sporta di cazzi vostri!!!" disse scandendo con forza in italiano nell'ultima frase. Se prima aveva aggiunto presa dal discorso qualche parola in italiano tra l'inglese, l'ultima frase era carica di odio. "so benissimo che tra voi non mi volete, ma voi siete delle figure che si comportano al contrario di ciò che dovrebbero essere e questo non va bene. perchè altrimenti vi sbatto fuori e ve ne andate in un convento o in qualche setta del cavolo. Sono stata chiara o devo incazzarmi di più?"

    "Tuttavia, sorella, le persone ci chiedono cosa fare, vogliono una guida, un..."

    "Potete consigliare, indicando che devono essere loro a decidere se seguire o meno, senza mettere in mezzo la religione in termini di cristianesimo o le altre. Semplice. Voi che avete questi doni e dite di comprendere certe cose, di saperle, sentirle, vederle e tutto ciò che vi è possibile... se voi parlate, consiglaite e spingete la gente a seguire i classici consigli religiosi, non abbiamo fatto neinte..."

    "..." il silenzio tra le sorelle divenne pesante, accompagnato dalle loro occhiate l'un l'altra

    "Ho capito..." fece Lia alzando il mento e incamminandosi verso la porta "è chiaro che in questo sporco mondo non ci sarà mai nè un posto per me, nè persone che comprendono le cose senza sbattere la testa nel loro becero quadrato mondo fatto di confini. In nessun luogo e in nessun gruppo vi sarà posto per me, così come alcuno ha avuto come faccio io la gentilezza di ascoltare me, le mie parole e cosa pensavo e nemmeno di scendere di superiorità e mettersi al mio livello... e queste persone" disse rivolta a Dorde "che hai voluto mettere con tuo fratello come aiuto, supporto e guida per ciò in cui credete, non sono altro che come i preticelli e gl iscemi che tento dicambiare. Ma non capiscono. per loro le cose sono quelle, loro devono fare come hanno fatto quelli prima di loro, decidere, governare, dire cosa devono fare per ciò che sanno. A che cosa serve una congrega di sorelle e queste riunioni se la pensano tutte uguali tranne me? Vogliono fare le sacerdotesse del cazzo? bene amico mio, ecco le tue nuove Fiamme cerulee. Io mi spoglio di ogni incarico, vestirò solo i panni che mi sono noti di Veròna e solo ciò resterò. Continuerò ma da lontano e con pugno duro a lavorare al vostro posto, visto che volete fare le cose ma i lavori sporchi li lasciate agli latri, mentre voi fate quelli di chi preferite, e tenetevi questo mondo sporco che continuerà ad esserlo. Se non cambiano la metne e il cuore delle persone, comprendendo gli sbagli, io che cosa ci sto a fare? niente... viaggerò e Veròna camminerà tramite me e sarà il solo incarico dove io farò cosa voglio. Tu e Milan fate il cavolo che volete. Tenetevi le Fanciulle, che hanno un senso alla fine, ma non loro. Da reiette e negative per tutta la loro vita dalla società sporcata dalla religione che le addita, a copie viventi di quella feccia... lascio le cose a te, tanti cari saluti Dorde..."

    "Lia aspetta.... pensano che..."

    "pensare? Per loro la gente andrebbe portata alla vostra nuova religione, che io comprendo e accetto, ma senza forza, senza influenza! Spingono la gente a pentirsi e sentirsi in colpa anche per aver vissuto qualcosa in questa vita di disperazione, e io so di cosa parlo ed è per questo che sono gentile con chi vuole vivere certe cose ma loro stanno portando lo schifo di là fuori qui dentro. Che facciano cosa vogliono, ma chi le segue ed è come i seguaci dei preticelli me li mangio a colazione e me ne fotto se sarò cattiva o altre cose... quest avolta sarò la stronza ma con le mie regole. Quindi che giochino loro alle sacerdotesse iper potenti e sapienti e la gente a farsi schiavizzare. Ma dovranno passare contro di me se capita qualcosa... e ora mi preparo. Partirò così non starò in mezzo ad altra gente feccia che mi vede solo come stronza e rompicoglioni mentre sguazzano nella melma distruttice come i maiali..."

    "Lia..."

    "Io non abbozzo! Io non accetto! Io non mi piego! NOn accetterò mai questo mondo dove tutto non cambia, dove lo schifo non muore e gli stronzi ballano sulla testa della gente. Dici che io sono meglio di loro perchè anche senza Doni lavoro come cavia per il bene della gente? Che si tengano il loro bel potere di religiose del cazzo! Io non permetto loro di vincere, così come a nessun altro. Saranno loro  a ballare con le mie regole e da ora che sarò fuori dalla vicinanza di chiunque tornando sola come fu dopo aver mandato a fanculo Rò, Zay e Ric... vi farò vedere io chi sarà il vero e nuovo Dio di questo mondo..." fece contornata dalla luce che giungeva dalla porta come una minaccia

    "Mi fai parlare?" fece Dorde come se rimproverasse qualcuno con cui aveva un dialogo e non un superiore

    "Vi lascio campo libero, fate che cavolo volete. Io starò tra me e me medesima, come nella vita precedente, sola per i cazzi miei come tutti vogliono, visto che non ho posto o altro tra gli altri e non esiste l'inclusione con i diversi come faccio io e dopo tanto sbatti che ho fatto! tante care cose con i tuoi casini e salutami tanto David. Buon lavoro con tutto senza di me e ci sentiamo solo per il test. E' stato un periodo breve e intenso e ora mi butto solo sui fattacci miei. Ciaone!"

    "Lia, loro possono..." vedendola voltarsi irata e pronta a uscire "Benedetta ragazza!" mormorò furioso

    "andateaffanculotuttiquantichemannaggia..". avviandosi oltre la soglia con rabbia, andandosene a passo svelto mentre le sorelle non si alzavano ma si fissavano e Dorde se ne usciva per la porta dietro il paravento che usava per non farsi vedere.

    Un'ora  dopo

    Alle gradinate vi si stava per svolgere una festa. Molti uomini erano seduti o in piedi sulle gradinate, mentre altri trafficavano nella zona centrale, intorno a tre tavoli pieni di cibi e bevande. A presenziare vi era Alaric, che venne raggiunto da Jd e gli altri.

    "Alaric, siete pronti? Non ti sembra di esagerare?"

    "Esagerare? E di cosa, ci hanno acconsentito di fare festicciole, dobbiamo festeggiare varie..."

    "ma erano consentite se avvisavi con i moduli..."

    "E sti cazzi come dice quella pazza. E' una festicciola tra noi. Non siamo militari come nelle basi normali, siamo una Comune, corretto?"

    "Ma ci sono i capoccia per un motivo..." fece Bryden per poi ritirarsi dall'occhiata di Alaric

    "Ragazzino, stai al tuo posto. E' solo una festa. Ci divertiamo, puliamo tutto e nessuno avrà da ridire..."

    "E lei lo sai?"

    "Jd, quella pazza peggio di noi e ce ne vuole, non può rompere le palle solo per una festa tra noi. E che cazzo, Milan dice che siamo una Comune, tutti amici e fratelli e militari per lavoro... ecco qui!" disse aprendo le braccia per abbracciare la zona con i tavoli e le cibarie.

    "ma che bel momento di festa..."

    Tutti si voltarono vedendo Lia che fissava in giro, era ferma, braccia conserte, una gamba più avanti dell'altra, espressione serie, quasi scocciata. Tutti gli uomini si spostarono sulle gradinate.lasciando i veterani e qualcuno al centro. Lia fissò negli occhi Alaric per poi guardarsi intorno e avanzare, per guardare i tavoli. Uno più in fondo di fronte lei e due più vicini e laterali. Alaric iniziò a lagnarsi affermando che era un'intrusione ma Lia non disse niente finchè non andò al tavolo messo di fronte.

    "Cosa cè, dopo le cose che freghi in dispensa, vuoi rubarti anche cosa abbiamo preparato per noi? Vuoi servirti per ripicca?"

    Lia, sempre con le braccia conserte, le lasciò andare contro i fianchi, fissandolo come se stesse pensando -stai parlando con me prendendomi per il culo?- restando laterale, di profilo, ma con il viso verso di lui.

    "Caro Alaric, tu stai dicendo che cosa tu e tutti quanti usufruite grazie al favore che ho fatto al vostro amato leader e che non volevate, sia dovuto? Che io senza ricevere richiesta di fare una festa con tutti quelli non di guardia e occupati in mansioni, qui, non venga almeno ad auguare una buona festicciola? Sono uscita due ore fa dalla congrega delle Muse e ho già rassegnato le mie dimissioni da Musa e tutte le figure che Milan voleva che occupassi, lasciandone solo una. Oltre che decidere di continuare ad aiutarlo perchè se non l ofaccio io, chi?... da lontano. Perchè siete una massa di misantropi coglioni e teste di cazzo, omofobi, maschisti e stronzi fino al midollo. Adesso vi sentite una Comune? Strano, prima del mio arrivo eravate un'accozzaglia di fessi che continuavano a vivere come accampati a vita come facevate nelle zone di guerra, ognuno per se, e che dio pensi a tutti... e ora mi dici che siete tutti legati, tutti fratelli da condividere i pasti senza i vecchi gruppetti isolati, o soli come orsi, festeggiando insieme come se tutto fosse così da sempre? nessuno mai come nella vita precedente che mi abbia  ringraziata, mi abbia detto due parole per tutto ciò che ho fatto... e lo so che da militari imbecilli che erano in disaccordo con colleghe donne solo perchè le femmine sono meno degli uomini... non cambieranno facilmente! Ma ho già mandato a fanculo le stronze che si sentono sacerdotesse tutto loro di sto cazzo, che facciano cosa vogliono, non è quello che volete anche voi? Chi sene frega delle regole, sono per bimbi scemi. CHi se ne fotte di leggi e comportamenti UMANI da seguire perchè non si finisca come le bestie nella società là fuori...! E io che speravo sinceramente, veramente, che almeno molti di voi che hanno vissuto tutto lo schifo e l'orrore umano in ogni sua forma... non so, potesse cambiare, mutare visione delle cose comprendendo il perchè dei regolamenti e comportamenti che ho messo, accettati in toto da Milan poi... e invece eccovi, a prendere beni per i vostri scopi mentre prima mangiavate l oschifo, prima di questo che cè su questi tavoli, vi cibavate di schifo inscatolato da scaldare o carne o derivati che facevate in modo schifoso ma va bene, un pò di merda là, mani sporchè qui... cè più gusto! Ricordo ancora i primi giorni in cui ho buttato in una stanza quelli che avevano gli schifi che si muovevano addosso... tutto bene, tutta natura! ognuno si faceva i cazzo propri o del loro piccolo gruppetto, fanculo gli altri. Barbiere e tutto risistemato? Perchè, i cessi fatti di secchio e tavoletta sopra era ottimo! E invece eccovi, puliti e profumati da barbiere, massaggi, docce e bagni funzionanti, amichette che avete per gli accordi con Madame e ancora questo ben di dio che prima ve lo sognavate, lasciando abbandonata la cucina! E io non dovrei dire neinte? A chi avete chiesto l'autorizzazione per fare la festa? Per chiedere di cucinare ai cuochi? A portare qui tutto?"

    "Fanculo, stronzetta. Ti senti migliore per cosa, aver reso questo posto come piaceva a te? Hai detto tu stessa che accettare e comprendere i cambiamenti era giusto, e se lo facciamo... cosa mi guardi così? Io non ho niente da chiederti, sono un Capitano. Non ho nulla da richiedere, idem come sopra. AL massimo io posso andare da Milan, tu sei solo la cavietta che rompe le palle con regole e cazzate. Adesso sembriamo come in un istituto dove cè la fila per le cose, si lava e pulisce ogni minuto, tutto va registrato e segnalato... ma cosa pensi che siamo? Siamo militari per ciò che abbiamo accettato di fare per sostenere il piano di Milan, ma come dice sempre lui siamo una comune. E viviamo come persone..."

    "Non so se questo tuo discorso è una presa per il culo o vuoi fare come le Muse discorsi per accaparrarti i consensi di chi ti segue..." gli disse senza muoversi

    "Tu non sei una di noi, non sei neanche una militare. Ti abbiamo insegnato le basi ma con quei polmoni che non vuoi curare non andrai lontano, ed essendo cavia Milan non ti permetterà di essere membro di un gruppo... non che vorremmo comunque. Saresti capace di fare la capa sempre e comunque rompendo le scatole o facendo di testa tua. Tu fai ciò che Milan non vuole fare, basta! Sei utile quanto basta perchè Cark sia rimproverato per un errore o qualcosa che non ha fatto nelle sue mansioni o... Fred finisca con cinque dita in faccia e con una lavata di capo per aver detto a uno dei nuovi che era una fichettina! Andiamo, sei utile quanto la segretaria di Milan..." rispose Alaric con un sorriso mentre Jd gli strattonava la spalla dicendogli -non continuare, basta-.

    "Mh!..." fece solo lei, finchè non se ne uscì con un sorriso così cattivo da stronza che Alaric la fissò stranito e Jd e Lubo si fermarono dal tirare via l'amico.
    Lia alzò il mento, con il braccio destro che era perpendicolare al tavolo prese il bordo e con forza sollevò il piano facendo ribaltare il tavolo all'indietro, facendo scivolare e poi cadere ogni cosa sopra finendo sul terreno.


    "Che cazzo faI!!" urlò Alaric ma Lia fece qualche passo verso di lui mentre questi sudava, per poi andare al tavolo che aveva prima alla sua sinistra.
    Lia vi si parò davanti e con la mano dritta, con il dorso di questa spostò a terra da sinistra a destra tutto ciò che cèra nel tavoloi, senza apparire rozza o volgare, ma con grazie, fissando però Alaric negli occhi.

    "Mi avete rotto, a me, i coglioni che non ho! Siete come gli stronzi là fuori, quelli che dovremmo salvare da certe cose negative e che vorremmo cambiare. Voi non cambierete, basta solo vedere come vi comportate con me. Io fra poco me ne andrò. Manca una settimana e qualcosa e pensi di essere contento di questo, di fare lo spavaldo credendoti un combattente del niente! Tu non combatti contro un nemico, tu combatti contro chi ha fatto cose di cui ora si pente! Dovevate grufolare come maialai nella vostra feccia e al pensiero che voi siate i mezzi di Mila per cambiare il mondo... povero mondo!" scuotendo la testa "continuate a non accettare me come persona e per cosa ho proposto per migliorare l'essere umano. E non lo faccio perchè mi ritengo migliore, ma perchè prima facevate schifo come quelli che ho lasciato indietro. Vi comportate allo stesso modo di tutto, non cè differenza. Menefreghismo, egoismo, mancanza di compresione e considerazione e posso continuare... e nonostante tutto ciò che è stato fatto in questi mesi, continuate ad avere il paraocchi e catalogare ed etichettare la gente... potrei benissimo vietarvi la festa, ma non lo farò. Anzi, ho invitato degli amici, se permettete..." fece allargando le braccia verso la zona alle spalle del gruppetto dei capitani, che si voltarono. Un carretto con dietro aperto e affollato si fermò poco distante e un ragazzo sganciò il pianale che finì a toccare terra e scesero una mandria di maiali di varie grandezze che si fiondarono intorno a lei per mangiare il cibo rovesciato.

    "Su bambini, mangiate e divertitevi... unitevi agli umani e rendete epica questa festa, perchè i frateli devono stare tutti insieme..." fece con un ghigno "la festa la potete continuare, quel tavolo lo lascio a voi, loro anche per il sacrificio futuro, meritano anche loro una festa, no? E visto che mi guardi così "indirizzato ad Alaric che pareva fuorioso "tu pensi che io sia stronza e maligna? Cattiva? Perchè non lo chiedi a loro, invece..."

    Con il sistema di proiezioni comparirono delle scene, dei rettangoli come fossero trasmessi da un monitor ma a varie altezze. Varie persone sedute intorno a tavolo, e ogni quadrato mostrava qualcuno presente negli altri e altri osggetti non presenti più. Lia portò lke mani al'infuori mostrando davanti a sè degli oggetti in fila. Una pistola, carte, dadi, fiammiferi o bastoncini, roulette, moneta, mani del gioco sasso carta e forbici e alrti in fila.

    "Come ho detto a Milan e le Muse, io mi estraneo totalmente dal mondo da questo momento, ma non permetterò che io sparisca come tutti vogliono. Il mondo dovrà giocare con le mie, di regole. Mi avete fatta incazzare? Adesso ballate! Dici che sono bastarda nelle mie azioni? Ognuno di questi oggetti è un cinquanta e cinquanta e meno in base alle modalità. Probabilità, casualità, karma, tutto ciò che viene fuori dall'uso di queste cose. Vediamo... moneta? Ecco..." disse e quando la moneta di sollevò ruotando luccicante, un monitor si portò sopra di essa mostrando quella che divenne una caciara.s Tutti i membri di quella strana riunione con persone dietro di loro si alzarono di botto in modi diversi, avviando una sequela di episodi da carneficina.
    "Pistola..." e la pistola, un  revolver Smith & Wesson 19, si sollevò e sparò un colpo mostrando sopra il monitor che vi si era posizionato con una scena quasi identica, sol oche molti correvano dopo essrsi arrampicati sul tavolo combattendo in vari stili, mentre altri che chiaramente non sapevano combattere senza armi scappavano per nascondersi.

    "Che cazzo..." fece Alaric stupefatto, mentre gli altri oggetti si sollevavano con un rettangolo sopra a mostrare altre scene da film horror

    "Come ho detto non permetto che siano gl ialtri, mai più, a decidere. Triade, clan russo, membri delle varie mafie nel mondo ma non solo, grossi spacciatori e molti pesci medio grossi... li ho fatti incontrare fingendo un trattato con noi in una sola stanza, chiedendo loro, una volta visti gli altri, di discutere di un documento unico per accordi per guadagnarci tutti. NOn è stato facile, affatto, ma come vedi sono lì. Ogni scena è un giorno. Ogni giorno un'arena. Ho circoscritto un pò di male in stanze apposite da cui non potevano uscire, bloccando con speciali saracinesce ogni finestra e porta. Dando o togliendo armi di vario tipo. E questo è quello che è accaduto. Loro hanno giocato secondo le mie regole. Avevo avvisato tramite Veròna o nella richiesta di incontro di cambiare modi di operare per essere in linea con le nostre richieste. E so per averli spiati che tramavano tutti delle stronzate, e così li ho puniti. Ma non mi sono sporcata io le mani, ho fatto fare a loro e loro scagnozzi. Questa è stronzaggine, cattiveria. Ma non solo, in alcuni vedi che ci sono le stesse persone. Dopo essere rimasti in quanti mi interessava mentre si urlavano e dicevano cose, con maggiori informazioni, li ho fatti mettere Ko e portati al sicuro mentre si preparava la nuova stanza, la stessa ma ripulita, e li facevo ritrovare, appena svegli, in stanza con gli stessi. Non lo vedi ma all'inizio loro seguono un video di Veròna che parla di varie cose, tra cui cambiare i loro metodi per avere un accordo vantaggioso e fidarsi degl ialtri. Sono partite ingiurie e minacce tra loro, accusandoli, di cose vere tra l'altro che sapevano, di essere meno che di fiducia. E non ho mosso un dito, tranne ogni tanto intervenendo ocme voce o proiezione eppure loro hanno avuto la geniale idea di attaccarsi e spararsi o colpirsi tra loro, in preda a furia bestiale. Quelli che sono sopravvissuti hanno avuto l'onore di far aprte degli estrattori di materiali denominati -oro-. I corpi di quelli rimasti li abbiamo fatti trovare in un parcheggia di polizia qui, dell'Fbi lì, ovviamente provvedendo a bloccare e intercettare ogni ripresa e video possibile. Hanno tutto loro adesso e stronzi di meno, anche se so già qualcuno è stato sostituito. Ma se colpisci un pezzo medio-grosso, scombussoli un pò le cose. E ogni gruppo di quegli uomini ha ricevuto una rivendicazione da parte di Veròna dell'accaduto. Con la minaccia che se non avessero smesso e si fossero consegnati per inginocchiarsi d'innanzi la Strega e lavorare per lei e mai più fare cazzate... ma secondo te, come l'hanno presa? Che ognuno raccolga ciò che semina! Se fossero stati intelligenti e capaci di dialogo e pazienza, avremmo potuto anche stringere davvero quell'accordo, usandoli anche se pensavano di usare noi, per i nostri scopi. Invece ecco cosa è l'uomo che io schifo e perchè vedendo voi comportarvi allo stesso modo, ho deciso di allontanarmi e fare come Dio. Osservare e controllare, giudicare e punire o lodare. alla gente piace tanto l'idea di un dio che li governa o un sovrano. Bene, visto che Milan non si vede in tale figura ma preferisce il Consiglio, io sarò lontana da voi gentaglia, tutta, e mi allontanerò dove più mi aggrada, ma questo non significa affatto che non sarò presente. Le pedate nel culo le avrete lo stesso e idem la gente che Veròna caccerà di sua mano. Avete voluto questo? Questo avrete, ma a modo mio! Voi contyinuate a fare cosa volete, io attuerò i regolamenti come una base militare necessita, e potrete odiarmi e maledirmi quanto volete, se amate tanto di capi e superiori stronzi invece che me, avrete cosa più vi aggrada. Addio stronzi, ora sono più che sicura che andarmene è il modo migliore per me di non incazzarmi eccessivamente e attuare il MIO piano di Cambiamento. E ne sarei lieta, stai sicuro. Nè fiducia, nè possibilità per nessuno. Mai più! Gozzovigliate con cosa gli altri hanno fatto, godetevi tutto ciò che ho portato, vestitevi e mantenetevi bene... ma che non vi passi per la testa che io ceda, abbozzi, accetti. Non lo farà mai, e mai io verrò cancellata da questo mondo come volevo. Adesso, dopo tutto quanto ancora, accetto i lconsiglio di Milan e il mondo non riuscirà a togliersi me in ogni forma di dosso, vedrai... intanto becca questi stronzi che si scannano, vostri amici da ciò che fanno! Fanculo, merde!"

    I tre che stavano sempre con lei e l'avevano raggiunta, si voltarono tra loro preoccupati per poi andarle dietro. Prima di proseguire, Jd fermò Kovacs, quello che secondo lui aveva più amicizia per così dire con lei "che succede, perchè ha detto che se ne va lontano da tutti?"

    "Le Muse hanno ripetutamente scavalcato il confine che lei aveva chiesto a Milan di mettere, agendo come i preti e suore che lei odia, mandando in vacca il significato delle Muse stesse. E anche se Dorde che era presente e le aveva dato ragione, dall'inizio lui ha moderato le cose senza affrontare veramente la questione. E molti uomini che sono andati da loro come si va al confessionale del prete, sono a digiuno, credono che abbiano ciò che abbiano per i peccati commessi e devono purificarsi per ripulire l'anima, devono pregare con fervore, assistere alle messe e tutte le robe che dicono di solito i preti e lei si è incazzata. Già è in conflitto con quell'arcivescovo che presidia la chiesta che LEI ha fatto costruire come posizione positiva per la religione ma lui si comporta come sappiamo che fanno... Le Muse hanno per lei tramandato lo sporco della religione con cui sono cresciute e dimenticato il male che le è stato fatto per essa, portando molti degli uomini a credere di aver lordato la loro anima e ogni cosa sia uan punizione sulle loro teste e devono accettarle, pregare e fare robe religiose e agire per ripulirsi. Questo l'ha mandata in bestia e nella riunione Dorde non era stato incline a rimettere le cose a posto e la gente al suo posto. Così dopo aver detto che pensava e sai che quando si incazza dice ogni cosa pensa in linguaggio volgare, la minacciato Dorde e si è spogliata di ogni carica, diventando una civile che però mantiene la figura di Veròna e solo per sua scelta nelle azioni e spostamenti e controllore. Manderà avvisi, punizioni, richiami, ogni cosa nel regolamento militare facendogl ifare cosa vogliono, visto che afferma non capiscono niente di quanto ha detto e fatto. E la sua ira ha portato ha raddoppiare l'idea di essere una piaga per il mondo ocn la sua presenza, anche quando se ne sarà andata. E non credo che tornerà indietro..."

    "Dove sta adnando, voglio parlarle. E chiama Dorde se puoi o Milan, fino al giorno del test non devono accadere cose che la mantengano arrabbiata in tal modo. Se cambia o fa qualsiasi cosa che poi non possiamo sistemare senza di lei, sono cavoli amari. E poi è nostra amica, l'ascia di guerra che ha innalzato è causa degli irriducibili, Alaric e le Muse che vedono il suo modo di pensare e vedere le cose come quando era là fuori. Ogni parte dice che è meglio il prorpio modo di vedere le cose e l'ingratitudine di tutti sta portando solo a un casino enorme. Sarebbe capace di buttare tutti fuori con pedate ai loro bagagli e dire che finchè non cè il test, per lei sono stronzi che devono stare fuori dalle mura dello Chateau, perchè immeritevoli di ciò che cè ora qui. Parlarle e fai in modo che si calmi il giusto perchè io e Milan chiariamo."

    Rimasero a discutere un pò mentre Lia si allotnanava seguita dagl ialtri due.

    "Inoltre lei interpreta per Milan la Fiamma cerulea per la Stanza dei Pilastri, che getta le prime basi per la decisione del Consiglio. Se lei viene meno a quella figura, Milan si troverà solo..."

    "Perfino io posso dire che non ha tutti i torti. Tutti quelli che le sono andati ocntro orqa si godono cosa ha portato. Non rispettano i protolli e regolamenti. Usano l'idea della Comune a loro interesse, fanno guerra alla sezione femminile. Hanno scritto cartelloni appesi sulle scale che portano al piano dei dormitori femminili -piscia a terra- e -i militari sono uomini per ovvi motivi-. E' stata clemente a non scuoiare i coglioni che lo hanno fatto, perchè sa chi sono stati, ma ha trattato la questione con tutti senza puntare il dito e a modo suo, perchè fosse spiegata la questione e compresa. E tu hai visto i risultati? Questa stessa festa sarebbe stata ben accettata se con richiesta. bastava la richiesta e lei avrebbe anche mandato cose. Lo sai anche tu. E' stata più comprensiva e giusta che stronza. E..."

    "dfjioafdjioasfisdgsd"

    "che dice?" fece Jd quando entrambi si voltarono verso qualcuno che in lontananza si sbracciava per chiamarli per poi fare una corsa da loro.

    "Dicevo che è andata"

    "CHi... dove è andata?" fece confuso Kovacs

    "Sei rimasto indietro. E' andata allo Chateau, è uscita nel giardino tramite la porta nascosta della stanza-serra e si è avventrutata da quella parte" indicandola " e ha ordinato a me e Zidgi di non seguirla o ci avrebbe stappato la testa come il vino di Champagne. Un attimo che si guardavamo per decidere ed è andata via. Ha usato qualche passaggio segreto, l'abbiamo persa. COsì... " si fermò perchè gli squillava il cellulare "Si... dove... l'abbiamo persa dieci minuti fa...ok, l'avviso"

    "Cosa..."
    "Che succede?"
    Jd e Kovacs lo aggredirono quasi mentre Alaric e gli uomini cercavano di acchiappare i maiali che scorazzavano grufolando e veloci come anguille.

    "L'hanno trovata già alla stalla. pare che stia preparando Bluegrass e che se ne andrà a breve. Dove non so. Zidgi dice che sta correndo là, era dall'altro capo del pianterreno a cercarla pensando che si fosse messa a leggere..."

    "Se nonandrà in un villaggio o cittadina vicina dove se ne va ultimamente da sola, posso azzardare che vada da quel vecchio alla Fattoria. Sarà a fumare nell'attico dell'edificio che è da tempo la sua stanza. Lo raggiungerà per salutarlo, o come ho capito, per chiedergli consiglio e avere altra mente esterna a qui. Mi auguro solo che non la consigli male, incazzata comè" fece Jd volandosi verso Lubo, che però non gli dava attenzione perchè teneva per una coscia, a destra e a sinistra, un maiale aiutando Bryden.
    "Ce l'ha fatta con i maiali! ha creato un diversivo così che oltre enfatizzare il concetto per loro, fossimo occupati. Milan sarà adirato con noi. Odia quando lasciamo che gli uomini tornino alle loro abitudini invece di migliorarsi..."

    "Milan vorrebbe tutto perfetto e che siano come lui. Ma lui è un uomo raffinato ed elegante di natura. Non so immaginarlo da recluta e militare, ma crede che tutto possa cambiare. E si augurava che Lia avesse ragione, con i giusti cambiamenti ambientali e con ciò che ha messo tra Lezioni e altro, la spinta fosse giusta. Ma ora afferma che il cuore umano quando è quel che è, è così liscio da far scivolare le cose senza assorbirle..."

    "Si, aveva preso l'esempio dei denti che sono porosi e non lisci, non lo so..." fece Jd confuso mentre la confusione aumentava perchè alcuni maiali avevano fatto cadere l'ultimo tavolo gettandosi di peso sul cibo rimasto. "e così ha reso la festa secondo le sue regole... e chissà che combinerà se resteràò incazzata a lungo! Dubito che lo sarà fino al test..."

    "E' solo in preda alla sofferenza..." fece Kovacs serio, venendo fissato da Jd, che ricambiò "sappiamo entrambi come pensa e agisce anche se sa sorpredere sempre. E' arrabbiata, offesa, ma anche piena di dolore perchè come aveva avvisato Milan, non sempre cè un posto, un luogo e delle persone al fianco di tutti. per lei non cè niente di tutto ciò. Milan stesso è preso dai suoi incarichi e non cè mai e quindi si ritrova a fare i conti con gli uomini che dalla libertà totale tranne quando cèra da lavorare sul campo, si sono trovati in un ambiente con delimitazioni fisse  emodi di agire e comportarsi precisi perchè tutto vada in un certo modo. Dicono che si sentono incatenati e pressati. Si sono visti la sezione femminile aperta con i nuovi membri che non accettavano. E ogni volta che passa sa e vede, otlre che sente, sussurri e sguardi edi vario tipo. Ma nessuno come invece sentiva raccontare parlando dei superiori che molti avevano avuto. E si è lamentata sovente del fatto che coglioni isterici li trattavano da stracci a terra, grandissimi sergenti, tenenti da ricordare commossi. Lei trattata da esterna anche adesso, non facente parte di niente e come nemica. Come là fuori. E quindi ha deciso che non si abbasserà più al loro livello come faceva prima e ne vedrà più nessuno. Fino al giorno del test, starà nei piani superiori dello Chateau se non impersona Veròna e che massimo vedrà voi. Stop. Ma avrò il pugno duro senza pietà, ne qui ne lòà fuori contro gli stronzi che ammorbano il mondo. NOn starò così per molto, se ne andrà a giocare ai videogiochi, quella serie Dark fall mi pare si chiami, o leggerà, o andrà nella stazna dove ha collocato varie cose e lavorerà da sola senza più mettere piede ne nelle botteghe e laboratori ne altrove. E oltre oggi, non tornerà alla stalla, alsciando Bluegrass libero nel paddock quanto vorrà, fin dopo il test in base al risulato. L'ultima cosa che ha detto prima di venire qui è che è felice di andarsene e lasciare i poveri coglioni a sgomitare in questo mondo di merda credendosi guerrieri perchè sopravvivevano, mentre era il contrario. Che seppur visti con egoismo, quelli che si suicidano alla lunga doop quanto ha visto nella sua vita, fanno bene a pensare a se stessi e basta..."

    I due si fissarono.









    "Io sono la Strega Veròna, esisto da tempo e da tempo provvedo a regolare gli equilibri del mondo. Ci sono persone che già mi conoscono. Ci sono molti di voi che hanno avuto la mia visita, che hanno ricevuto un aiuto là dove dio e santi non giungono. Ho regolato il karma di persone che erano solo sterco nella società. Io sono il cambiamento nelle genti e luoghi. Essendo la prima dei nostri a scegliere la strada dell'etere come fecero i religiosi, mi espongo per comunicare a tutti. Ognuno di voi ha un bisogno. Un bisogno però reale. Una necessità di aiuto da qualcosa di sporco che subiscono. Dove cè il male, quello vero degli uomini e non favolette spirituali, io mi presento. Chissà quanti di voi avranno preso un oggetto ritenuto sacro e stringendolo hanno pregato ferventemente e con speranza, senza ricevere aiuto. Io ho risposto alle chiamate di chi soffriva. Io ho agito. Io ci sono stata. E ci sarò. A quanti hanno bisogno di una luce nell'oscurità, smettete di credere in un qualcosa di insondabile che vi gestisce come pedine mentre suo figlio ha creato una religione. Se fosse così dovremmo venerare Ercole o altri figli di divinità che sono racchiusi nella mitologia e tali resteranno, mentre la favola di ciò in cui credete non porta niente a nessuno, per quanto si preghi e creda in una vita sola. Ed io, una strega, so di cosa parlo. Esistono veri misteri alti e insondabili di cui non posso parlare ma a cui mi inchino. Ma è divertente come la madre Chiesa nei secoli abbia cercato di boicottare il progresso e la civilizzazione urlando che erano opera contro Dio per poi usare i treni, aerei, la luce elettrica, radio, computer, televisione e ogni mezzo per sfruttarli e diffondere la parola di chi in realtà è stato solo creato. Questo messia miracoloso non è altro che un insieme di ispirazioni ebree, indiane, mesopotamiche ed egiziane. Parole portate da bocche che hanno udito che hanno riportato creando una Fede che in realtà sulle basi è falsa. Ma non sono qui per chiedervi di cancellare le religioni, sebbene hanno portato nei secoli solo dolore, incatenamento, giudizio, sofferenza e tutto il peggio. SOno qui per dirvi che dovunque abbiate bisogno, io, la Strega Veròna, sarò dove nessun santo agisce o compare. Io sono reale quanto il dolore. Io sono vera quanto la speranza. E io, realmente porto cambiamenti. Il mio simbolo apice  è la libellula, oltre l'ape e il cavalluccio marino. Nella forma di libellula io richiamo trasformazione, speranza, realizzazione di se stessi. dpo aver visto la luce. Superare le illusioni della vita , verità nascosta e il legmae con le anime dei morti intendendo l' Oltre. Io porto la magia con cui dono la luce al mondo. Se vi sentite ottenebrati dallo sporco e oscurità del mondo e della società, non guardate il cielo, ma cercate la libellula. NOn seguite i programmi religiosi che vi spillano solo soldi e false speranze, ma cambiate canale per cercare la libellula. Non seguite niente online dai preti che vi guidano come burattini per qualcosa che in realtà non porta a niente. Lasciandovi soli e abbandonati. E se credete di avere dio o suo figlio vicino, mi dispiace, quella si chiama influenza, condizionamento... al vostro non ci saranno nessuno dei due. Ma posso esserci. Io cancello lo sporco di questo mondo. Io sono tra voi e ho deciso di rivelarmi perchè siate voi a prendere in mano la vostra vita e chiedere l'aiuto di cui avete bisogno, che non osatge pronunciare a nessuno se non nelle vostre preghiere... non permettete che la società malata e sporca vi rubi la dignità e il vostro essere persone. Che subite abusi di ogni tipo o vessazioni o sopprusi, essendo ovviamente voi le vittime in toto, invocatemi pronunciando il mio nome. Cercate la libellula. Accettate la mia Mano protesa se vedrò che meritate davvero il mio aiuto. Io punisco le persone che avvelenano e sporcano questo mondo. Ribalto i torti. Riporto l'equilibrio. Correggo le situazioni. E dono perdono a chi ha commesso piccole cose per disperazione o necessità, ma no nsono sporchi dentro.
    Se avete bisogno, là dove la società voltafaccia e i vostri dei e santi non hanno risposto, cercate il mio nome. O il mio simbolo. E io verrò!
    Sono la Consigliera spirituale delle Fiamme, i Guardiani del mondo che vegliano su di voi senza che ne sappiate nulla. Nè regole, nè ragione guidano questo mondo, ma loro si. E io sono la loro parola. Veròna, la strega della libellula per tutti i suoi significati servirà chi nel vento urlerà il suo nome e se ne è degno. Chiama il mio nome ogni volta che vuoi, per consiglio, aiuto o giudizio,  e io apparirò e ti concederò un miracolo come nessun dio o santo potranno fare!

    E per ultimo, io concedo per parola delle Fiamme la Mano, il gesto simbolo di ogni mio incarico. A te, chiunque sia che mi ascolti o vedi, ti  chiedo di non lasciare quella mano. se la lasci... tu sparirai come persona, come dignità, come esistenza dalla società poichè così come possono elevarti, altrettanto possono gettarti nel fango. E diventare un niente. Per questo se io constato che sei meritevole e meriti aiuto o la Mano, non lasciarla andare. Ma seguila e fidati!"

    Per radio, televisione, negli stadi, centri sportivi collegati alla tv, locali veniva trasmesso senza orario prefissato un video bypassando reti famose e non, facnedo saltare i programmi in corpo. Non era una cosa prevista, ma il video finiva per bloccare la programmazione di radio, televisione e private ripetendo lo stesso messaggio.
    Una giovane donna vestiva in abito ottocentesco avorio, con maniche a pagoda, gonna tonda e accessori come pipa fermacapelli che tenevano le ciocche sulle tempie indietro, lasciando gli altri ricci sciolti. Aveva lo sguardo furbo e malizioso e parlava scandendo bene le parole, usando molto labiale anche per chi non potesse udire ma leggesse le labbra.
    Ogni tanto fumava, e dal fumo grigio chiaro comparivano evanescenti delle libellule blu cerulee. Da alcune settimane queste intromissioni nelle trasmissioni di ogni paese, in varie lingue, facevano comparsa senza orari stabiliti e ripetevano le stesse cose, sebbene a volte fossero chiaramente diversi. Chi non sapeva chi fosse, ipotizzava online sulla sua presenza. Se ne parlava. Chi la conoscenza ne cantava le lodi per l'aiuto e cosa aveva fatto. Molti online avevano caricato video a testimonianza di ciò che quella figura era stata capace, là dove nessuno poteva o voleva.
    ogni tanto nel cielo, ndelle strade comaprivano a caso libellule che svolazzavano, giravano, e poi svanivano, così come risate di donna. Apparizioni casuali di una donna simile a quella dei video con abiti diversi.

    "Sembra che la situazione sia sfuggita di mano. Il gran maestro ha richiesto la vostra visita, immediatamente. E con vostro fratello." fece Mephis, sempre serio, compito, rigido. Lo fissava con astio, come colpevolizzandolo.

    "Non è nei miei errori, tutto questo. Sono passati un anno e mezzo, non sono più Leader della mia stessa organizzazione, adesso sono solo gran priore qui da voi e in altri gruppi. Il vostro gran maestro stesso quando lo ha scoperto ha preteso che io fossi fedele solo a voi e gli riportassi ogni cosa accaduta nelle altre sette e logge. Tutto questo... non dipende da me..." fece Milan offeso, mentre osservava il video che in quel momento continuava nella sua televisione del suo salottino nel palazzo della Loggia dove ormai risiedeva.

    "La colpa è vostra se quelle femmine hanno rovinato ogni cosa"

    "innanzitutto non osare chiamarle femmine. QUi sono pretesi solo uomini, ma stai sicuro che anche solo una di loro, accettata tra noi, ti avrebbe mostrato ciò che tu non sarai mai. Siamo tutti uguali, tutti fratelli, in questo credo ancora! So che io fratello Gask, ora Leader della mia organizzazione, la pensa allo stesso modo!... e..."

    "Oh, si. Vi ha richiesto conciliazioni a iosa. Ma voi non sapete cosa dire, perchè rivolete la vostra carica. I vostri stessi uomini quel giorno della Caduta, hanno nominato, tutti, quell'uomo come nuova Guida per l'organizzazione. Deplorevole! Vi siete lasciato togliere da delle femmine la vostra carica e ogni cosa..." con disgusto

    "Non osare! Sono sempre al di sopra di te! I tuoi rimproveri possono per te essere giusti, ma sei sempre al mio servizio, come con tutti gli altri al di sopra di te! Io non ho perso nulla! Lia ha agito così come credeva giusto, ci aveva avvertito! E noi non l'abbiamo ascoltata! E ora ci sta dimostrando come rispetto a cosa crediamo noi, lei è un Dio! Per qualche motivo è tornata a calpestare questo mondo materiale e non se Kianta è con lei o meno. Quella non sembra lei come originale. Il viso, il corpo, anche se atteggiamenti simili non si muove allo stesso modo... immagino che ora sia un Host in un corpo materiale come da intenzioni quando era viva."

    "E' deplorevole, ciò!"

    "Eppure... come lei aveva detto, con la scienza dalla sua, ha dimostrato qualcosa che ancora voi non siete stati in grado di darmi! Mio fratello è irato per questo, lei finchè era stata viva ci aveva tenuto lontano da voi, chiedendoci di non proseguire! Perchè la verità era d'innanzi ai nostri occhi. Quel corpo che vedo in televisione non è l'originale, è un corpo di chissà quale persona in coma o con danni da non avere memoria, persone abbandonate in gravi condizioni che ha ricondizionato dopo aver copiato cosa cèra dentro, per imprimervi se stessa e prendersene cura nel mentre si cercava, con la scienza, di ridar loro dopo un pò una mente per lo meno sana quanto bastava perchè si risvegliassero come nuovi. E voi non mi avete mostrato nulla che non fosse spiegabile con la scienza. Avevate dei video e delle testimonianze che ora non mi convincono. E lei è lì, quella non è Kianta ne di corpo e ne di mente. Quella che sta parlando è..." Milan si fermò dall'urlare all'uomo quando sentì una canzone.
    Si voltò e vide che ancora la donna nel video parlava ma era partita una canzone che consceva, sebbene fosse Dorde a conoscerla meglio, e lui sapeva perchè.

    "... ti avevo chiesto di non lasciare quella mano. Se la lasci... la tua anima sparirà con lei. Lei è la mia anima, se sparisce lei, anche io sparisco. Se lasci quella mano, lasci anche me nel tormento dell'oblio. Se perdi quella mano, tutto si riavvolgerà all'indietro, perdendo tutto. E' ciò che ti dissi. Ricorda, tu che sai il mio nome. Mi chiamo ****... trovami!  Guardami negli occhi. Ogni volta che sentirai questa canzone... per favore, ricordati dei nostri momenti preziosi. Del nostro lavoro. Delle nostre promesse e intenti. Di ciò che abbiamo creato e modellato. Questa canzone ti farà ricordare, i momenti in cui, mi hai tradita. Presa in giro. Che non hai mantenuto le promesse.  bE ti soffocherà per sempre. Nonostante io non ci sia più, tu non mi dimenticherai mai. Io ho le risposte che Loro non ti hanno dato. Costruiamo insieme quel mondo con le verità che io ti sto mostrando adesso! Noi possiamo essere **** e svolgere il ruolo di Guardiani come doveva essere. Ma come doveva, essere. Abbandona le Credenze, lascia al loro destino le falsità. Ascolta i sussurri che lascio nel vento, perchè ti fermi dai proposti che hanno portato la Caduta. le scelte, ricorda, pesano nel cammino! Ti ho appena dimostrato che io sono **** adesso, e tutto può ricominciare da dove era rimasto in sospeso. Ma muta il tuo cuore e le tue credenze. Torna ciò che sei senza quella lordura di preticelli e torna da noi. Ecco la tua prova e ora cercami! Ti ricordi cosa ti dissi nel caso vi cadessi ancora? Un giorno, quando io non ci sarò più al tuo fianco, non riuscirai neanche a muovere un passo…senza sentirmi o vedermi. E ora, osi questo ultimatum nella mia benevolenza amicale.Mi chiamo ****, trovami!

    Comprese immediatamente che le parole censurate erano il vero messaggio. Dio e Lia. Erano le parole che non si potevano udire che lui e sapeva suo fratello Dorde comprendevano nel messaggio. Si chiese come potesse Lia essere nuovamente in questo mondo, poi ricordò una cosa. David era rimasto fedele all'organizzione e all'amicizia con la figlia di Lia. QUindi se Kianta era viva dopo l'incidente con l'aereo, era chiaro che se non allo Chateau fosse da qualche parte e Lia fosse stata richiamata a questo mondo dalle scansioni per affiacnare Gask nel ruolo di Leader. Di tutti, compresi i vecchi e i veterani, Lia sola era l'unica veramente capace di prendere in mano le cose e sussurrare alle orecchie dell'amico speciale della figlia cosa fare. Gask non sapeva nulla di amministrazione, gestione, capacità di un leader e meno che mai il suo lavoro, non di Dorde, di facciata dell'organizzazione. Aveva sempre creduto, supportato da Lia stessa, che lui era come i Luigi di Francia. La Francia è Luigi, così come Luigi è la Francia. Eppure quel giorno, il giorno della Caduta dove perse ogni possibilità di continuare la sua funzione di Leader per i suoi peccati, perchè Lia decise di punirli, aveva appurato come tale costrutto non fosse vero. Era caduto come fece Luigi sedicesimo. Ma non Maria Antonietta. Lui e Dorde avevano la mania di comparare presente con il passato, e il giorno che infuriò la furia di Kianta tramite qualcosa che Lia aveva fatto, divenendo coraggiosa quanto  Luisa di Prussia.

    "Quella femmina è stata una spina nel fianco dall'inizio. Il gran maestro e gli altri vi avevano chiesto di non darle le chiavi dell'organizzione. Adesso avete perduto tutto, e..."

    "io non ho perduto niente..." fece Milan sorpreso e immerso nella riflessione "No, non è ciò che ha detto. Vuole che torniamo in seno all'organizzazione. Non è una condanna, ma un'invocazione. Tipico di Lia, al pari di Luisa di Prussia fa il primo passo per una conciliazione o alleanza di salvezza. Ella non è come il cicciotto italiano che si alleò con la Germania, pensando di stare dalla parte dei vincenti. Non ha mai ragionato così. Devo parlarne a mio fratello..." fece continuando a seguire il video mentre la canzone di cui parlava continuava in sottofondo. Radical Face, ecco come si chiamavano. Gli era tornato il nome. E il brano era uno dei preferiti di Lia,  Welcome Home. L'aveva usata Dorde le ultime sere di feste, questo lo ricordava. Così come l'altra che gli saliva alla memoria che le paiceva sempre di quell'artista, Always Gold. Ma era la prima, Welcome Home, quella a cui era legata molto. Era un messaggio, non un giudizio. Significava che semplicemente aveva escogitato un piano per metterli alla porta senza buttarli fuori, perchè vedessero cosa secondo lei sbagliavano.
    Ripeteva sempre -se vuoi, io posso dimostrarti se posso con la fede nella scienza ciò che tu credi nell'esoteria. Io sarò come Dio, se mi chiederai di dartene prova. E dimostrerò la Continuità, la potenza e la rabbia di un Dio se non ti allontani dalla mia mano. Perchè se la lasci, penderai la mia anima e anche te, Dorde. E così tuo fratello! E io no nvoglio che vi perdiate, perchè non siete meritevoli di punizione. Ma pensate e usate la testa, non gli occhi!-

    "Il gran maestro attende..." incalzò l'uomo alle sue spalle, arrabbiato, mentre Milan fissava il televisore.

    -Da quanto tempo sei di nuovo su questo mondo, Lia? Molte cose che sono accadute a certa gente, sono opera tua? Sei tornata ad essre Punizione dove Kianta era Giustizia?Sei stata chiamata da qualcuno di nuovo per aiuto, o in qualche modo è accaduto che ti risvegliassi? E con chi sei arrabbiata, con Dorde, con cui eri più legata, o con me, a cui sono più legato con Kianta? O entrambi? Quanto ti abbiamo spezzata noi, nel tuo cuore, da arrivare a punirci per il nostro credere nell'Oltre sopra il materiale? E perchè adesso ti mostri in tutta la potenza di Veròna, se prima ti nascondevi? E se... Gask avesse mandato quelle richieste anche su tua iniziativa? Quando Lia ha ripreso ad esistere? E se ci sta mostrando che è diventata come Dio come da nostri discorsi, cosa avrà intenzione di fare? E' la Consigliera di Gask e siede sul bracciolo della sedia da Leader, al suo fianco, indicandogli cosa fare? O è tornata in altro modo? E se..." riflettè Milan per un pò, finchè non superò l'uomo che ancora lo incitava a presenziare al gran maestro per la questione che si era creata.

    "Il gran maestro può aspettare! E' stata anche colpa vostra quello che è accaduto e per qualche ora non cambierà niente. Rimango fedele alla loggia ma lasciatemi fare per tornare ad essere ciò che ero. Io ero il mio ruolo, e vi tornerò. Se quelle due volte non foste intervenuti, come te al confine con la Turchia prima del casino con le rovine e quel giorno della caduta, confutando i dubbi di quelle che chiami femmine, ora non saremmo esiliati dalla nostra casa e bloccati! Quidni taci, ho cose da fare e tu sei solo d'impiccio!" gli urlò uscendo dalla stanza che aveva nell'edificio per cercare Dorde e confutare le sue perplessità a due menti.









    Dai resoconti di Lia



    Dopo alcuni giorni qui, trovo questo posto allicinante per un motivo. Sembrano tutti rimbecilliti con stili di vita anteguerra. Per davvero!. Nonostate avessero un edificio storico grande quanto a immaginazione del palazzo reale d'Inghilterra, loro preferivano stare in camerate tenute da porcilaio con bagni interni ma anche esterni che solo da fuori ho preferito non controllare. E Milan vorrebbe che io lo sostituissi nel risistemare tutto mentre lui va a cocktail, feste, incontri da ricconi. Insomma, sono passata da una famiglia che viveva bene tra spifferi da far paura, muffa nera e barbosa per tutti imuri, il gelo d'inverno pure per lavarsi da prendere una polmonite, caldo torrido d'estate e se chiedevi un ventilatore nuovo invece del gorgogliante robo vecchio era spendacciona! E tante alttre cose che non si osno mai goduti, ne me li hanno fatto godere. Abiti da cinque ero al pezzo ultra scontati sempre a gusto di mia madre. Non posso mai dimenticare le volte che avrei voluto determinati abiti poco, non chissà che prezzo ma poco più costosi e a mio gusto e le botte che mi dava! O quella volta a diciotto anni che ancora non avevo il seno di adesso e potevo ancora, quanto lo rimpiango, girare senza reggiseno e lei mi prese a pizzicotti, ingiurie e menate nello spogliatoio perchè per provare una maglia a barca si vedeva che no navevo le bretelle e si è indiviavolata come una iena. NOn me lo posso scordare mai. O come i diari di scuola. Quanto me ne facevano per quelli da pochissimo, e per una volta ne volevo uno io sui toni del blu che costava otto euro invece di due. Per tutto l'anno scoltastico a rinfacciarmi quanto facessi schifo ad essere egoista e sprecona.
    Poi noto come vivono i militari abituati alla vita da missione in paesi di guerra e come invece la spassa Milan e non so se sono io normale o cosa.
    Anche vedendo tutte le sue stanze, tutta un'ala del piano più alto e io che ho scelto una di mezza semplice, per me va più che bene. E' una stanza mia, senza muffa ovunque, senza il gelo tremendo e spifferi essendo la francia più secca e posso decidere quando cambiare e lavare le lenzuola o gli abiti.
    Ho anche una scrivania qui per usare pc e altro, anche Milan dice che dovrei usare un ufficio, essendo creati per questo scopo ma attualmente vorrei solo prendere confidenza con un tipo di mondo per me sporco, vagabondo, primitivo.
    Avevo studiato nelle apgine della storia umana di grandi condottieri e personaggi storici con le loro armate e come fossero ben tenute, regolate dia ritmi e cicli precisi, dove se avevi una spilla o altro fuori posto rischiavi di tutto. E sapevo che le regole militari moderne erano meno rigiide ma... non così! Sembra di essere ancora nei loro accampamenti o alloggi negli ambienti di guerra. MOlti sono stati in diversi paesi o solo uno o un paio, eppure tutti da cosa ho visto come sono accampati fuori o dalle camerate solo passando davanti la porta, mi fa schifo solo avvicinarmi alla soglia, parrebbe... venissero tutti dallo stesso mondo! Non credevo possibile ma hanno stessi modi e stili di vivere il tempo libero e questo non mi tranquillizza.
    Milan mi ha ribadito più volte che la vita da civile non comprende la vita da militare, che ogni cosa è una relatà diversa. E io che vengo da una situazione, non posso comprendere perchè perloro il suddividere il tempo in riposo e lavoro in un ambiente che consocono e in cui sono a loro agio è a volte un lusso o la conferma che sono riusciti a vivere ancora. Che loro esistono ancora contro i loro compagni e avere quel lusso che è cosa avevo visto era... vivere.
    Probabilmente non posso comprendere certe cose, questo non lo nego, ma ritengo che vivere come in un porcilaio dove ti viene l'orrido nel solo passare davanti le porte, la puzza, cosa vedi... e questi soggetti dovrebbero portare un cambiamento nel mondo?
    Ieehhiii!
    Milan mi ha ribadito dalla nostra disucssione di quel giorno, dopo che ho parlato con quel vecchio, che essendo estranea a quel mondo, che credo nelle regole e leggi per un motivo e perchè esistono, e mche ci intendiamo di certe cose, non in toto o simili, ma vediamo in generale quasi in parallelo... E' sicuro che potrei aiutarlo.
    Mi ha anche fatto un'offerta. Un accordo. Se io lo aiuto il tempo che continuo ad esistere, non solo convertirò questo luogo in una organizzazione funzionante basata su principi e regole che mantenga quello che lui chiama -legame con la natura-. Entrambi pensiamo che il mondo futurista fatto di palazzo di ferro, metalli vari, vetro e altissimi siano un distaccamento dal mondo naturale e che invece i vecchi palazzo lo siano ancora. In tantissime città non esiste più molto verde, non si è in sintonia con la natura e gli animali. Posso capire il concetto, ma lui vorrebbe che questo posto riparta con un ambiente pulito, ligio alle regole perchè si resti umani, ma in connubio con natura e radici del passato. Sarà un bel lavoro, visto che stanno progettando nei laboratori sotterranei, un Sistema  conmputerizzato e centralizzato con IA che controlleranno e gestiranno tutto il tecnologico in quel luogo di pietra e antico. Per lui tecnologia non vuol dire circondarsi dal freddo metallo e rigido vetro svettando in alto con tutto tra quattro mura considerato moderno ma privo di stile e personalizzazione. Anche io non amo in particolar modo i mobili nuovi. Squadrati, già studiati e pronti in serie,senza mano e anima dell'uomo.
    Ma realmente si potrà vivere qui con un piede nella tecnologia e l'altro sulle nostre radici naturali? Io non so fare niente. non sono niente. Eppure lui pensa che due occhi, una mente, due mani esterni che sanno cosa significa desiderare il minimo umano sia la scelta giusta.
    Oltre questo l'Accordo prevede la mia accettazione per dei test. Mi ha detto da quel dialogo quel primo giorno dopo aver parlato col Vecchio, che se ero pro donazione organi e donazione in toto del corpo per la scienza... se volevo andarmene, che accettassi di provare dei derivati dei loro studi per gli altri. Mi fece vedere persone che teneva con se senza gambe o braccia che con protesi create da loro cercavano di vivere. Sembravano veramnete aver accettato e considerato loro quegli elementi in più da non farci più caso, parole loro, ma Milan vorrebbe non sol odare a loro degli arti o elementi che seguono il loro pensiero per prendere o fare cose, ma perchè non fossero meri oggetti per rimpiazzare mentalmente qualcosa di perso.
    Voleva quindi che testassi come cavia consenziente, come tutte quelle che hanno provato nei loro esperimenti e hanno ricevuto un indennizzo nonostante ogni risultato così da avere un gruzzolo per il loro futuro, sia un dispositivo di monitoraggio che chiama Scatola, per rivelare gli impulsi del cervello e connettersi a ogni  cosa con i codici rpestabiliti perchè funzionano senza cavi, che delle nanomacchine create da un tizio morto che loro cercano di replicare. Ma per replicarle devono testare in ogni condizione quelle originale. DA quello che lui e David hanno detto, quel tizio era un fottuto genio che non scriveva mai niente, finendo cper morire con tutto nella sua testa, e che aveva creato dei micro gioiellini che però desideravano testare sui soggetti predisposti che non mentissero o altro. Non so come un giorno li recupereranno se mai il test finale di modellazione del cervello andasse male... ma vorrebbero osservare le risposte di quei piccolini e il loro lavoro e vedere di replicare la capacità di quel tizio di creare qualcosa che non possa essere rigettato dal corpo alla lunga e che sia solo di aiuto e supporto in ogni possibile caso. E questo significa ferirsi o impiegarsi in test vari. Ho riso dicendo -allora che faccio, mi butto contro un tizio X  per farmi ferire dal coltello e vedere come e quanto funzionano dei cosi dopo che me li avete messi?- Mi hanno guardata in un certo modo, all'inizio pensavo come s efossero quasi offesi dalla battutina, ma in verità dopo guardando bene gli occhi, capìì. Perchè no, non sarei morta comunque, avrei reso aiuto alle persone in futuro dal morire facilmente e avere primo supporto medico... Insomma, Milan mi ha detto che se con la visualizzazione va tutto bene, nel senso che sono in grado di dissociarmi in un mondo mio per sfuggire alla realtà quando ne ho b isogno, la Scatola funzionerà di sicuro. E potrei gestire armi meccanici a connessione a onde muovendole col pensiero. Potrei vedere se su di uno di loro senza arti, potrei farlo camminare in maniera liscia e normale solo facendo muovere gamba, perchè con loro funzionava poco e male. Potevo testare le nanomacchine perchè ne morissero di meno, avessero una srota di mini primo medico a disposizione che velocizzava le perdite ematiche, cicatrizzava, aumentava o diminuiva certi ormoni e neurotrasmettitori vari al bisogno o alla situazione aiutando l'utente nel bisogno. Alla mia domanda se la scatola fosse intracranica, David rise e disse che era giunto a un livello di perfezione del suo progetto da doverlo solo iniettare, con cartellone medico alla parete e un laser per farmelo capire,  tra cranio o come scritto pericranium e la zona tissutale che veniva indicata come loose connective tissue. Più era a contatto con  la scatola cranica, meglio era. Certo, era nettamente superiore un intracranico, ma sarebbe stato troppo fastidioso per l'operazione, il sistemarlo correttamente, verificare se funzionasse o meno e se no, comprender ei motivi e rischiare un'ulteriore apertura. Con i test precedenti in intracranica, non era stato così liscio e pulito come la versione che volevano testare su di me. Perchè su di me? perchè io ero uno di quei soggetti che le medicine e le terapie che nella maggior parte non fungenvano, ero una di quelle basse percentuali per cui essere nella parte grassa della percentuale della massa compatibile era impossibile. insomma, se io ero tra i soggetti che non rispondevano alle cure classiche come per la mia malattia, era interessante vedere quei dispositivi come si adattassero o meno. E se si, che compatibilità vi fosse.
    Dopo aver letto da mia richiesta scehde e cartelle dei precedenti, dei casi di militari finiti malissimo sia come testa e danni di varia natura da impedirgli una vita normale o amputazioni e cose varie, mi sono chiesta se valesse la pena andarmene fisicamente senza aver fatto qualcosa di buono, sfruttare come avevo deciso in quei giorni la tecnologia di David sull'impressione o cancellazione dei settori e legamenti del cervello e basta, o fare la seconda con i test e aiutare gli altri. temevo nelle mie elucubrazioni dell'ultimo periodo di aiutare e testare apparecchi che potessero servire a gente che considero feccia... insomma, che la tecnologia come tutto il resto che loro mi presentavano, andasse in mano a gente che era meglio se si feriva e moriva, se si levava dalle scatole senza rovinare la vita a chissà quanti. Di continuare il loro schifo. Un pò come paragone pensavo a baffetto tedesco e la storia per cui da bambina venne salvato da un prete dal fiume e poi divenne lo sterminatore dell'umanità.
    E se io permettessi in futuro se avrei continuato se accettavo la seconda, a permettere allo sterco del mondo di salvarsi e continuare ad esistere in vari modi peggiorando la cosa?
    Me la sentirei di immaginarmi come fautrice di qualcosa di orrendo per come son oandate le cose nella storia umana? Bomba atomica, internet, attrezzi elettrici pericolosi per vari tipi, .... quanti oggetti creati e ideati per qualcosa di buono vennero invece rigirati per lo schifo che ne derivò dalla storia?
    E io ne sarei stata colpevole?
    Ma nessuno di quegli inventori e ideatori pensava in negativo, così come un oggetto o qualsiasi cosa abbia cambiato avevano mai immaginato che la loro creazione divenisse portratrice di dolore e sofferenza, oltre che distruzione. Non lo immaginavano per neinte, erano per il bene.
    E dopo aver pensato tanto, dopo aver rivisitato le stanze o meglio, tuguri, di quegli uomini che vivevano qui con dei problemi, mi osno decisa.
    Ho accettato l'accordo, ma con una clausula. Avrei accettato di testare i loro dispositivi, avrei dato una mano a quello scemo di Milan, perchè su certe cose non posso certo dire altro, ma se e solo se non avrei avuto fastidi e problemi da nessun uomo. E mi avessero permesso di andarmene come e quando desideravo.
    Almeno una volta concordato ogni elemento e clausula come conveniva ad entrambi, Milan mi ha permesso di avere la sua parola che sarei andata via come una Persona. Con Dignità. Senza sofferenza o dolore come fatto di mia mano.
    Da domani mi tocca visitare ogni stanza di nuovo, confermare i cambiamenti e le riassegnazioni e come dovrebbe tutto ripartire al di fuori del campo che hanno allestito nel verde o nelle sezioni nuove a forma di C totalmente gestite da quei trgloditi.
    E io che mi lamentavo del modo di pensare penoso e antiquato nel modo brutto dei miei!




    Ho anche pensato a cosa avrei scritto in un resoconto redatto molto prima, tipo diario, manon per descrivere ogni giorno o momento di cosa farò qui anche per avere una lista e prospetto di ogni azione o altro. Per rileggere e vedere cosa fatto, non fatto, andrebbe sistemato  oaltro. Preferisco così, e attualmente solo due persone possono riprenderlo dal cloud di sicurezza. E le IA che stanno finendo di testare sono molto interessanti. Ho chiesto a Imogen se potesse farne una solo mia con base la mia prima scansione cerebrale. Che fosse un COntrollore e custode dei sigilli del Sistema ma nascosto ai più. Sembra interessata con David alla cosa e presto potrebbero decidere di concedermela, visot che ho delle Ombre, ho c hiesto qualcuno meno umano e più equilibrato. Quei tre sono palle al piede in fatto di pesantezza e come tutti non mi vedono come uan di loro. E reputo impossibile che ciò possa cambiare, perchè cosa sto facendo a mio gusto, a loro sta come la peperonata a colazione. E visto solo l'aura dei bagni, sarei il pezzo negativo finale.
    Vedremo come va.
    Intanto, cosa avrei potuto mai scrivere all'epoca, là da dove vengo?


    Dopo anni di chiedere e chiedere, decenni, da alcuni anni in questa fogna  non è più presente neanche a pagarlo oro torrore classico duro o meringhe. Sono riuscita a svincolarmi dai miei per girare qualche negozio vicino casa, niente. panifici, supermecati e simili non HANNO NIENTE, NON HANNO NULLA. E cosa è solo testimonianza di ciò che ho sempre detto e ancora oggi mi trattano da schifo se ripeto la stessa frase: "La morte sarà solo rimpianto e non accettazione. Amarezza e cose perdute non vissute". Non vi vive niente, nonci si gode niente. E' solo questo. NIENTE, la vita. Il fatto è che se dico GRAZIE a tutti quelli intorno a me dello schifo che hanno fatto, di ciò che loro godono e vivono e io no, arrivano i coglioni di sto cazzo che dicono che dovevo essere io a fare questo o quello senza minimamente pensar eche ho provato. ma quando si è senza soldi, malati per la sofferenza che si ha dentro e ancora oggi,  se si urla quanto fanno schifo perchè negli anni chiedevo solo 2 cose: meringhe e torrone classico duro non quella merda molle o gommosa, sono sempret trattata IO da schifo, sono di tutto IO, non loro che mi hanno negato qualcosa che mi porterò nella tomba con rimpianto, duro rimpianto per queste cose non mangiate, per il ben d i dio di cibo che cè in questo posto eppure IO non posso mai mangiarne. Suergelato e conserva, niente di più. QUindi GRAZIE a tutti i coglioni che hanno solo detto hce la colpa è mia. Ho fatto i miei errori di accontentare la coglionaggine di gente che diceva che ero egoista e verognosa per la famiglia di sto cazzo che non ho ho, ma mi cresceranno, visto tutto il resto! GRAZIE a tutti quelli che sanno solo dire minchiate senza essere me e aver vissuto al mio posto. Di come ci si sente ad essere niente senza avere niente senza godersi quel ninete che per te era tanto, per altri ninete. Ancora oggi di questa cazzo di vita che devo vivere senza avere un cazzo di colpo fulminante, mi si deve rimproverare di rompere i coglioni perchè desidero così poco! Se solo il mondo alternativo creato che è diventato reale quanto il dolore fosse tanto reale anche fuori dalla mia testa dove sputare tutti in un occhio! Ma poi mi ricordo che siamo nella realtà, e la gente sa fare la buonista e sparare cazzate con quel poco che desideravo che è normale e la regola. E va così! Io devo andarmene con queste mani in modo orribile e non da essere umano, sola come un cazzo di cane in mezzo a gente che sa solo scassare il cazzo con "famiglia" e "per tutti, per tutti" non cè una cosa comprate PER TE! ma guarda caso hanno però LORO cose solo loro. Tenuti nascosti. Bella la famiglia, ecco perchè preferisco pugnanarli alle ovaie che permettere che la gente abbia cosa vuole, cazzo di nipoti. So solo che soffrirò quegli ultimi istanti, e devo dire GRAZIE a tutti anche per questo. Soffrirò e soffrirò, e sarò consiuderata e pensata con odio e schifo. Come tutta la mia vita. QUindi GRAZIE a tutti, per il NIENTE che ho avuto se non odio, rabbia, disperazione e schifo per tutti quanti. Nessuno escluso.

    Esattamente come Lion del mondo non accettato dove tutta la merda degli altri è finita sulla sue spalle fino alla fine e nonostante quello era sicuro che posto per lui non ci sarebbe mai stato, per cosa era e come voleva essere. E così è la realtà, ecco perchè Umineko è così straordinario. perchè ti schiaffa la realtà merdosa del mondo sopra il personaggio che più ti somiglia in assoluto e ti fa capire che più+ passa il tempo, più finirà solo come con lui. Ange no, buon per lei il finale ma non accarà mai niente del genere, non per tutti. E dopo il sueprmercato chiuso dove cèrano le mie patatine preferite che non ho mai più potuto comprare, i gelati mai gustati, cibi e dolci che vedevo solo quando andavo dal dottore dalle vetrine o la gente li mangiava per strada, i cabbuci che oltre quei due non esistono quasi più neanche.Meringhe, torrone, castagne fatte non bollite o  del prete, cibi di carne, patatine di tutti i tipi... pizza che qui è grandiosa, tanto altro. Niente.  Tutto andato, tutto perduto. nessuno capisce che io sono ormai morta da tanto tempo e così sarà fino a quel momento in cui dovrò perdere la mia umanità e la mia dignità per soffrire fino all'ultimo istante. GRAZIE a tutti quanti. E il buonismo ve lo potete tutti infilare su per il culo, perchè non sempre cè qualcosa per tutti e quando sei rotto e co lculo a terra, non cè nenahce nessuno, NESSUNO, che ti ami a tal punto da vedere, capire nonstnate è a due centimentri visibile e le mie urla per farmi sentire, e che vuole accompagnarmi senza dolore e sofferenza verso l'unico istante di pace.

    GRAZIE A TUTTI; MERDE

    Ci sono persone che non vogliono esssere salvate e posso capire chi desidera salvare tutti, nessuno escluso dalla merda, ma so e accetto che non si può deciedre e andare contro la volontà della persona, pure se soffre ma gli va bene...  la sua vita come le moglie o figli o gente in generale brutalizzata da chi gli è vicino. Io stessa non sono persona che accetta di essere vittima e si mette a piangere in un angolo e vuole essere salvata. Ho provato e riprovato a trovare una strada e ho sbagliato, MEA CULPA, a far contenti tutti quelli intorno a me che dicevano che IO ero sbagliatqa, stronza, ingrata e via dicendo. Ho sbagliato a non pernsare a me in primis sentendomi in colpa per cose che non è colpa mia se non sento. E  ho patato, caro, ammalandomi e tutto il resto.
    Per me cè solo un modo per salvarmi, ma questo non vuole darmelo nessuno! E non posso permettere che i buonisti e religiosi del cazzo o le famiglie che non vogliono salvare e aiutare GLI ALTRI ma se stessi e cosa considerano loro... tu, quando nasci, sei loro. Non importa cosa dicano o ti fanno credere, sei per loro il futuro di loro stessi anche se morti, mentre tu, come TE, vieni meno. O dopo. E se ti salvano o vogliono -aiutarti- è per cosa loro vogliono e desiderano, non per te al cento per cento. E finchè potrò con gli strumenti che ha Milan, cii saranno Dottor Morte o gli Eutanasian, coloro che donano la  dolce morte. Ma sto vedendo di creare anche delle Accabadora, donne che procuravano la morte a chi stentava a lasciare la vita terrena in pace, come persone, senza soffrire l'inferno prima di avere pace. E avevano la stessa funzione persone scelte dagli anziani se le accabadora non erano di loro sponte presenti nei dintorni. Erano coloro scelti perche si assumessero il compito di dare una morte rapida e possibilmente indolore, con un compenso di varia natura in base al nucleo che avesse bisogno del loro aiuto, su richiesta stessaq del malato. Secondo dei libri di Milan in varie lingue, queste figure esistevano e assolvevano un Aiuto per chi ne aveva bisogno in epoca nera per l'umanità, mentre in questo millennio i rompiballe provita, pro cazzi e mazzi rompono arrogandosi il diritto di decidere sugli altri per loro ideologia. Che il diritto di un feto, feto non bambino, venga prima della donna. Sticazzi la donna, un -non ancora vita formata- vale più di te! E se soffri per problemi visibili o non visibili, tutti si arrogano il diritto di dire che per loro DEVI continuare a soffrire, ma non rompere troppo. Come successe a me, dicendoti di soridere e fingere invece di mostrare il tuo malessere anche per colpa loro, perchè a loro non gli si rovini la giornata di festa!
    Voglio con queste figure dell'associazione stessa aiutare le persone se ne hanno bisogno, se desiderano ed è sicuro che come me non hanno senso di continuare, che le boiate di matrimonio, figli e cazzate simili non aiutano affatto, anzi. E chi ha probelmi di salute tremendi da essere stesi su letto o in carrozzina ma in modi orribili e non hanno cose che li mantengano vivi... che gi si prospetti la possibilità con un colloquio privato o con un medico secondario nostro convenzionato, di decidere LORO se, quando e come... perchè le PERSONE si sentano tali fino alla fine, con loro diritti e possibilità di scelta e decisioni. Invece di fastidiosi psicominchia che fanno di tutto per -modellarti- secondo gli stardard di pensiero normale e poi nei forum, siti vari o commenti si legge la storia di persone che affermano che non è servito a niente tutto, hanno avuto una vita mhe, senza nulla per dire che continuare a respirare abbia avuto un senso, perchè loro scrivono che no, sono arrivati avanti con gli anni passivi e scilvolando in ciò che gli altri gli mettevano davanti.
    Se le persone avessero ascoltato e avessi avuto una persona speciale o amici o qualcuno che mi volesse bene da aiutarmi ad andarmene da persona e non da animale tipo macelleria, sarei stata un fantasma felice. Invece , se Milan dcie il vero, esistono vari piani della realtà con altrettante vite di ognuno di noi, e malari loro sono morte malissimo finendo come -suicidio orribile- o qualcosa del genere o continuare a fare come volevano tutti, assistendo a un inferno come un marito meno peggio degli altri bastava che avesse soldi come dicevano sempre e i cazzi di figli che volevano che fassi come una scrofa o coniglia perchè gli altri lo volevano. Che condizioni, che vita avrebbero con questo? Io sarei stata davvero sul punto di farfe un gesto da csi per scappare dall'inferno nel quale so, mi sento di non poter stare e vivere. Non sono per me, non voglio occuparmi e dare la mia vita e tutto per altri abbandondo me stessa come so e leggo di tante donne che buttano tutto di se stesse per i figli. E questo sia per come sono state cresciute, influenzate, indottrinate, e portate da ormoni ed elementi nel cervello per cui appena fai un figlio l'istinto ti dice di metterlo al primo posto.
    Come vivranno quelle donne, le ME negli altri piani se esiste questa possibilità, finite ad essere succubi e fattrici senza volerlo? E le Me che sono riuscite a salvarsi da quello, dal dover essere e fare cosa gliu altri vogliono, ma sono giunte alla conclussione che è meglio agire e andarsene anche come se un macellaio si è visto scappare di mano un coltello o altri metodi classici? SArei una dei tanti che hanno dovuto agire contro se stessi per un pò di pace.
    questo mondo ti porta all'inferno fino all'ultimo ansito e lacrima. Senza nessuno che davvero esista al tuo fianco non importa chi sei, come sei, chi sei e... che se decidi per te, per te alla fine e per cosa desideri, sei addititata e maledetta anche da morta, per cosa fai a loro. Non ciò che ti portavi dentro e speri anche non dopo.

    Non pensavo di riscrivere qualcosa come se fossi all'epoca. Ma mi viene normale. La visualizzazione ha mostrato che le proiezioni vengono rivelate apposta dalla scatola e rese in maniera discreta. Cè del lavoro da fare, ma funziona. E' come per le tecniche di magia. Creare una visione più realistica possibile di u noggetto nella metne per sviluppare lo stato mentale per la magia. Così da poter creare cerchi e riti nella metne da riportare a terra con simboli e altro. Cè chi pensa che un rito parta dallo scarabocchiare, ma da quello che Milan segue non è così. Io ne sto lontana, ma certe cose che dice dai usoi amici non sono male, perchè li faccio già di mio. QUindi sono stata agevolata rispetto altri soggetti.
    Ho avuto modo grazie ai servizi di Milan di prendere le schede accurate di quella feccia che mi fece solo del male.
    E' dviertente pensare che io, una niente, alla fine sono finita ad avere documenti completi di tutto di ognuno di loro, e decidere cosa fare e cosa ingegnarmi per tirargli bei scherzetti come vendetta.
    O ideare qualcosa alla Signora in giallo o libri della Christie o altri autori moderni che ho letto. Di fargli un prankone memorabile per tutte le loro vite.
    Inoltre mi sono accorta che come per il viaggio in Irlanda, non provo nostalgia, mancanza o altro di quel luogo. Ho ottenuto nuovi mobili per la mia stanza che fossero meno pretenziosi e pacchiani. La mia stanza è lì solo per quando dormo e l'ho fatta dividere in due sezioni da una sorta di separè in legno per creare dalla stanza che attualmente è grande come lo era il soggiorno più la mia cameretta di prima là fuori, una sezione divisa in due, con zona giorno e una solo notte. I bagni ho notato sono stati aggiunti per ogni camera di recente e sono tutti di fronte la porta d'entrata dal lato delle finestre, come box rettangolari ricavati e con un design interno che non mi ispira, perchè sembra che spezzi molto ocn la stanza. Ma tantè.
    E come in quel viaggio, la gente che mi fissa sembra avere la stessa espressione della madre di Zay o il suo fidanzato dell'epoca, che mi guardavano ed erano fredddi e quasi starmi a distanza per qualche motivo. Impressione mia?
    Qui invece hanno la stessa espressione ma sembrano voler menare le mani se gli tocchi il loro angolino come i gatti gangsta di strada che si credono i padroni di sto cazzo. E come quei gatti mafiosi dei marciapiedi, questi scassano parecchio.
    E mi domando solo una cosa. Cosa voleva dire Phib quando diceva che nel loro pensare come Milan che siamo un ciclo perpetuo di reicnarnazioni e che io non avrei dovuto sapere chi fossi? Come se dirlo fosse... cosa? Perchè la madre di Zay e il suo fidanzato si comportavano in quella maniera che io avevo notato fissandomi come fossero in allerta?
    E come sono ingiustamente indicata solo per le apparenze e trattata da schifo?
    Se le cose non cambiano, è chiaro e lampante che neanche qui cè e ci sarà mai posto per me.
    Sarebbe un peccato, enorme. MI piace questo posto.
    Intendo come ambiente tra edificio e tutti i boschi e boschetti, la montagna e il resto. anche il clima. Secco invece di paurosamente umido e gelido da dove vengo io, che era una disgrazia e tra spifferi, muri neri di umidità come un manto sopra la testa e intorno e la on voglia di consdierare la salute con una stufetta in ogni stanza, almeno quella, ma sopratutto in bagno... qui sembra quasi un sogno. Mi ci sono abituata come con il viaggio di Zay.
    Pensavo prima di prendere quell'aereo per andare da lei, che non avrei avuto modo di adeguarmi a quei pochi giorni e no nsarei stata all'altezza di niente. Io, che per i miei non sono mai andata da nessuna parte per nessun motivo, sempre e solo a casa o dai nonni.
    Invece ancora oggi mi chiedo quale Lia fosse quella durante quel viaggio, tanto da tornare e in macchina quasi non riconscere il posto che conosco come le mie tasche e sembrava fossi stata via da anni.
    Non ho fastidio in quei bifolchi che fanno casino sia per allenamenti e addestrametno in giro, proprio alla cazzo senza uno schema o un piano di luoghi prestabiliti per tali cose. No, facciamo corsa mattutina in giro a muzzo. La zona di addestramento sembra un angolo del bronx per l'incuria. Attrezzi e mezzi che vorrebbero una sstemata. E tanta pazienza nel dare a tutto una parvenza di luogo civile e curato, seppur utilizzato.
    Niente. E scorazzano, fanno di tutto in ogni angolo libero nel momento in cui gli va. E questo non va bene. ogni luogo vede avere un suo utilizzo.
    La tenuta ha una dimensione abnorme per me, considerando che abitavo in uan casa molto piccola e cè così tanto spazio anche includendo boschi intorno, la montagna, i settori di pascolo o verde in generale che potremmo avere ogni settore per ogni attività e ne avanza anche.
    Ma qui sembra che tutti siano fumati, e non parlo solo di chi fuma erbette, ma fuori di testa.
    Sia come sia, mi ritrovo a vedere le stalle, i gruppi di controllo della proprietà in tutta la sua ampiezza a cavallo, le sessioni di sparo e di arco e frecce, l'uso del carroarmato che qui è come portare un elefante in turchia e tutte le armi e le specialità possibili sia di fuoco che di bianca e mi chiedo perchè non mi trovi a disagio.
    Ho osservato tante volte mentre seguivo i rilevamenti con metri e cartelline per confrontare con la pianta originale e il marchingegno che si usa per monitorare cosa cè sotto la terra, quella che si usa con geologi sia per studiare il terreno e i livelli di sedimenti per valutare il tempo e quando si sono sedimentati che la ricerca di ossa e cadaveri. Un aggeggio su di un carrellino che pensavo fosse tipo per i bagagli all'aereoporto, pareva simile, ivnece era solo un modello di una marca che era stato progettato in quel modo.
    E ha rilevato tante cose. Domani si scava. Ho iniziato ore fa questo resoconto e mentre camminavano osservando l oschermo dell'aggeggio, guardavo intorno, gli altri, cosa, facevano, l'atmosfera e poi l'edificio sul davanti.
    Se il giardino interno è calmo e come una bolla di pace e distanza, l'anteriore brulica di vita in varie forme eppure non provo paura ne niente. HO dormito alcune notti qui e ogni giorno mi accorgo che mi è sempre più familiare e come un posto sicuro.
    Non per qualcuno, ma perchè è come se mi sentissi così.
    Milan mi ha proposto smepre più spesso di restare, ma in quei momenti mi sono accorta in cui... sembra diverso, come se fosse nervoso, duro e serio, e mi dice che andarmene equivarrebbe ad abbandonare le cose belle. E quella poteva essere casa mia.

    Inoltre fare qualcosa, essere di aiuto, necessaria o altro va bene.
    Casa mia. Per casa io non intendo un luogo, un edificio. Ma un insieme di cose e sensazioni.
    Avrei potuto sentirmi a casa qui, se non fossi così rotta?
    Avrei reputato tutto l'insieme Casa, da non desiderare scappare o andarmene, o fuggire o tutto ciò che sentivo da dove provengo?
    Avrei potuto sentirmi ME qui, se avessi incontrato Milan molto prima?
    Sarei stata felice con cose che qui ho trovato per me?
    Fra poco mi hanno detto che potrebbe iniziare il periodo dopo l'autunno e che rispetto alla mia città, ci sarà freddo e neve. Più secco rispetto alla mia città natale,ma la neve!
    LA NEVE!
    Io non ho mai visto la neve. Da me non cadeva mai. Accadeva qualche tocco ddi grandine i giorni più gelidi e umidi da far paura, ma ho semprfe visto la neve dai tg e notiziari. Sempre e solo acqua e qualche minuto di grandine solo in determinati giorni, tra natale e capodanno, questo compreso. Poi più niente.
    E quindi qui in questi mesi appena cadrà, conoscerò questo posto in un'altra veste e come si vive in una situazione a me ignota. Avrei mai pensato che vi fosse intorno a me la neve? No, e cosa tutto in una volta.
    Milan ha già detto che è preoccupato per i filari di vite che sono di sua proprietà qualche chilometro distanti che verranno ricoperti e non sa se sarà un anno di gelata negativa o mite. E che danni possono provocare.
    E che ne sarà appena nevicherà dell'umore e della situazione degli uomini.
    Ho detto loro che non siamo al -il mio gatto è indemoniato- dove se cambi un pò mobilio il gatto svalvoal e diventa figlio di satana. Sono umani. Militari, atti ad adattarsi. Che non stavamo scavando trincee e prigioni di regime o altro. Cambiavamo la faccia di quel posto in meglio.
    Lui ha riso, affermando che non conoscevo bene i militari e che dovevo imparare molto.
    E di nuovo, avevo studiato le grande armate del passato nei libri, composizione sia di ranghi che sistemazione del campo. Regole e disciplina e lui mi diceva che avrei trovato ogni mattina pazzi gattari indemoniati per aver trovato le cose spostate.
    E io che mi lamentavo che il mondo fosse una latrina per terrapiattisti, pancine, religiosi e anti scie chimiche. E anti vaccinari, come li chiamo i genitori coglioni che non vaccinano.
    Poi anche i credenti nelle ideologie della morte.
    E ora questo.
    Cè un ambiente in cui le persone non sono pazze? E io che voelvo essere militare, lavorare in marina sulla Vespucci o nei sottomarini come mi piaceva appena diplomata tanto da portare il motore elettrico ubot in fisica nella tesina o carabiniere.
    Alla fine di questo periodo, come ultimo appunto a questo resoconto... non scriverò mica -credevo di vivere demmerda e invece qui è più folle che quei foll idella mia famiglia. Aiuto!-.
    Spero di no, perchè inizia a piacermi e sarebbe una delusione vedere che invece a piacere non sia io o che sono di troppo, come da dove vengo.


    Questo luogo, ultima cosa per chiudere questa giornata... come indicarlo? Mi è sembrato che fossero... come me! Molti perduti dentro, sperduti nel mondo che si aggrappano a qualcosa che li tiene in sè, rotti, corrotti dalle preparazioni degli inizi, un pò fuori di testa per il tipo di lavoro e dove hanno lavorato. Gettano tempo e possibilità in vari tipi di fumo e alcool. O fermi ad aspettare la chiamata dell'essere in -carico- come dicono. Ossia il momento di entrare in scena. Come se fosse quello il momento in cui vivono. Altri considerano la vita militare tutto il loro mondo, fatto però di frasi, comportamenti e rigidità, dove la formalità è ciò che li assembla in quello che vediamo. Sono quelli che mantengono un assetto più marziale e si alzano, salutano, fanno i gesti dei loro vecchi reparti, parlano urlando come se avessero cinquanta corde vocali facendoti saltare in aria e componendo frasi e una segretaria d'alto livello anni ottanta e novanta avrebbe agognato. Sono quelli stanno in alcune tende che anche da fuori sembrano più pulite, ben sistemate anche dentro, tutto pulito e in ordine, perfino come se fosse una cosa maniacale. Ma Jd dice che  è oslo parte dell'addestramento, così come il loro occuparsi degli stivali dei superiori lustrandoli come una pelata per una serata con la morosa. Parole di Alaric. Noto parecchi spacchi tra tutti loro. Cè chi è più in là con gli anni, dai trenta in sopra, gravato dal peso della vita vissuta, dove e come. Che sembrano trascinarsi, quasi. Ma con occhi vispi più di un bambino.
    Poi quelli ancora più in là, gli Anziani, che aiutano Milan al bisogno. E ancora i più giovani dai trenta in giù, freschi di preparazione o prime missioni ma hanno terminato il periodo di leva volontaria e poi mandati a casa, perchè non erano proprio il soldatino perfetto. ma avevano cervello, capacità analitiche e di decisione che molte volte non aggrada. I più rustici da una parte erano i casinisti che casinavano anche con i più grandi di loro di età, creando un tipo di scontro diverso.
    Stranamente i giovani da quando sono arrivati sono come i galli, arruffano le pelle, mostrano petti e altezza ma non sembrano avvezzi a fare a botte o regolare i conti con la forza o il vecchio modo di regolare le cose dei militari. Dai trenta anni in su invece è diverso. meno parole, meno ostentazione ma più voglia di regolare le cose con la lotta o le armi in pugno. Insomma, come mercenari con le loro abilità e caratteristiche contro un altro e chi vince  ha ragione.

    Ok....!
    E poi ci sono i perfettini di cui parlavo che ogni gesto, posizione, urlo e frase sono da manuale militare. Il problema è che alla lunga ti fanno venire il nervoso perchè se è così che sono tutti i militari, che sembrano aver preso tre supposte di fila dovendole reggere per ore e muovendosi come manichini mongoplasti... eppure dissi a Jd che molti video di militari avevano si rigore e compostezza uniti a tutto ciò che rende i militari marziali e tutto i lresto. Esibizioni, parate... ma come queszti qui proprio mai visti. Finti e rigidi che urlano come al mercato del pesce del medioevo che vorrei strozzarli.
    SI, mi stanno sulle balle perchè ti seguono camminando come fossero in parata, ogni cosa che devono dire è sbraitata e seppur è interessante parlare con loro per il linguaggio meno -rustico-, per non dire cosa penso, sono di un fastidio e un aumento di nervi che vorrei prenderli a randellate ogni istante.
    Non si può reggere questa gente in quel modo senza sentirsi come un isterico co manie di allarme punto da una vespa. Sei sempre con i nervi attivi e non so come si regga questo modo di fare. Ho detto loro che la parte formale è una cosa e i momenti meno formali un'altra, dove non cè bisogno di sembrare la bruttissima cgi di terminator in versione metalicca fatta malissimo e a vederli viene da chiedersi che probelmi hanno.
    Perchè nei video militari con parate e altre cose sembrano snodati, capaci di esibizioni straordinarie e loro no?
    Chi è il bestia che ha pensato che impiantare quanto mostrano per farlo SEMPRE fosse prima cosa per un militare? PORTATEMELO!

    La maggior parte però sono apputno con una psiche non molto a posto, ed è per questo che vedendoli sembra quasi di vedere me. Non posso sapere cosa hanno visto, sopportato, fatto per seguire degli ordini ma le facce e modi di fare o no nfare o con chi o non con chi stare, parla. Tanto.
    Per questo ho detto a Milan che se vuole fare una Comune, ed esperimento per poi portare fuoriu il cambiamento, è bene che faccia da ora e da qui tutto il necessario per risollevare quei tizi. E' troppo orribile, questo è il primo pensiero quando li vedo... troppo orribile come sembrano disperarsi dentro sfogando nel lavoro e la vita che considerano l'unica per loro, tutto.
    Quando sono in missione è come se fosse quel momento il tutto di cui necessitano. Come molte pancine col sistemarsi e figliare. E questo paragone che a molti sembra stupido, mi fa accappponare la pelle, perchè se si fa un focus sulle due cose e cosa serve a certe persone (vuote le seconde, ecco perchè hanno bisogno di riempire con piccoli satana e mariti stronzi, tanti lo sono) per sentirsi vivi, cancellando il SE. E' come... per gli animali. OCme i gatti, esempio classico. Il corpo, gli ormoni, dice loro di esser piccoli figli di satana per tracciare un territorio, rompere le palle ad altri gatti, figlaire peggio dei conigli, essere incazzosi se non si fa come dicono. Così come per il gatto l'attributo per obbligo di natura dice loro di fare queste cose altrimenti stanno male, così sono i tizi vuoti e con problemi a causa di varia cose. E lo vedo in loro. lavorare per loro è come tornare a respirare di nuovo.
    E come con i gatti, è necessario un percorso perchè per indirizzarli nel modo giusto ad interessarsi di altro e nel modo corretto perchè la mente non segua i testicoli o uteri ma il piacere di essere un animale vivente. perchè seguendo la natura, fanno solo bordelli. I gatti sò stronzi, mi stanno sulle balle, ma posso dire che studiare loro e altri tipi di animali e come educarli e condurli a comportamenti e azioni nel mood corertto e umano... dò sosddisfazione oltre che sembra dia loro il motivo o i motivi chiave per vivere bene ancora e ancora. Senza pressing di accoppiamenti, zuffe, segnare territorio come matti...
    E così quella gente. Cè possiiblità di poter creare un qualcosa del genere per questi soggetti danneggiati e rotti dalla guerra e le brutture di questo lavoro?
    Non sono un'esperta ma essendo anche io rotta e senza motivi per vivere per cose mie, vorrei solo che loro provino e vedano cosa cè oltre il loro attendere in modo spasmodico l'entrata in azione. Ambirlo come uno in astinenza mentre la maggior parte del tempo è come perso nella testa o buttato su qualche cosa che lo occupa solo (fumare, bere, fare a botte in un ambiente che chiamano ilCerchio dove si azzuffano tutto i lgiorno, fare nonnismo e altro). Ci osno nel mondo tremila possibili hobby, interessi, tipi di lavoro e altro. Vorrei vedere se loro possono uscire dal tunnel del solo binario in cui sono per non veedre più il mometno di imbracciare le armi come un tossico con la droga che son oriusciti a procurarsi. Che abbiano vari tipi di droghe, interessi, passioni, o impieghi per sporcarsi le mani o comunque impiegarle invece di farle fremere dal nervoso per essere di nuovo al -acciacca il nemico-.



    Giorno 39 e ormai e passa
    Non sono riuscita ad addormentarmi ancora e qui ci si alza presto eppure non riesco da due ore a prendere sonno. Questo posto la notte diventa come un cimitero. Le guardie notturne sono puntini luminosi fuori la finestra, qualche scalpiccio delle ronde ma niente di più. L'unico momento, pare, di quiete marziale è la notte. Niente urla, risate sguaiate, casinisti all'opera, giochi assurdi che fanno per passare il tempo. E mentre rifletto ho capito che sono così perchè veramnete non cè niente qui per impiegare mente e corpo in qualcosa di meritevole da estraniarli da vizi pericolosi e stronzate. perchè usare un fiumiciattolo per fare sciii nautico rovinando ciò che gli sta intorno. Falò senza sicurezza e considerazione di flora e fauna. Sonnellini nel carroarmato o jeep o camionette militari che utilizzano per le esercitazioni. Ho trovato la zona addestramento e allenamento veramnete assurda. Non hanno palestra, qui. E per chiedere mi hanno guardata come una scema. Nessun attrrezzo in una classica stanza grande o a settori per allenarsi ma tutto in quel grosso fazzoletto di terra all'aperto in mezzo a carro armato e altri mezzi che sembra una pista da corsa con i settori e i numeri e attrezzi da palestra sparsi per la zona. L'altra sezione di addestramento è più lontana e seria, ma lì sembra il cortile di una prigione, così mi era sembrato dal primo momento o quei parchetti nei quartieri peggiori americani che si vedono nei film. E sudano, wsi scambiano le panche, gli attrezzi senza niente per pulire o fare da copertura, all'aperto non importa il tempo e con sporcizia ovunque. Ci erano alcuni cestini legati a degli alberi come si veed in alcuni parchi pubblici cittadini, ma oltre che pieni, bottiglie di ogni tipo di roba alcolica a ciambella intorno, come se nessuno pulisse. Un altro cestino era pieno di pasti pronti militari accartocciati e gettati come nel lancio al cestino. Insomma, a parte alcuni gruppetti o pagando, ricevono da mangiare la roba pronta militare che scaldano con il -fornello- chimico incluso là stesso. Ho notato che tantissimi in base ai turni sostano lì durante il giorno ed è un settore ambito per passare il tempo.
    Il carro armato inutile dirlo, mi sono arrampicata sopra per guardare dentro, e due imbecilli lo usavano, essendo quasi una scatola ermetica, come bong. Si, come bong gigante intorno a loro. Milan pare non si interessi più di verificare e controllare ninete e lo trovo vergognoso per un Capo come si ritiene. Dovrebbe girare se non minimo due, almeno una al giorno per verificare le cose. L'odore che usciva da quel mezzo solo sporgendomi dal portello in alto era orrendo e ho notato schifezze forse da cibo (da premettere che il cibo militare imbustato fa schifo, ti può andare bene qualche volta ma ogni giorno per tutti i pasti NO, e ancora di più come cucinano all'aperto e come maneggiano il cibo seppur freschissimo da loro animali... NO, no, no, schifo, cazzo) o altro non saprei, ma dall'occhiata e cosa ho scorto... è chiaro che non cè nessuno interessato nel periodo libero di questa gente perchè non ciondoli a cavolo. Oltre il fatto  che quel carro armato è chiaramente un residuato bellico sovietico, dalle frasi in cirilllico all'esterno, non deve essere tenuto bene neanche all'interno, perchè fuori è scrostato, sporco, infangato, pieno di rigature e scroticazioni da urti. Insomma, da quale periodo venga non lo so, può essere da guerra fredda, prima, dopo, ma è tenuto da schifo, così come ho notato tutti i mezzi militari che stazionano all'aperto, nonostante sappia dei garage sotterranei a più livelli. E per dire ai cari signori -prendete questi mezzi, sistemateli e la sera rimetteteli al riparo-, cosa dire... mi fissano come una cosa fastidiosa che rompe le palle. E so anche per ammissione di Alaric che non mi vedono come un nuovo acquisto del grande gruppo che  è l'organizzazione, un membro in qualche modo, ninete. Sono infastiditi dalla mia presenza perchè donna e una civile. Alla terza risposta sguaiata e rozza, e offensiva, ho smollato un ceffone con tutti i miei sensi in faccia a Cygan. L'ho preso per il collo di quei vestiti trasandati che usano e gliho detto chiaro occhi negli occhi che non accetterò ancora comportamenti da stronzi. Rischio, lo so, ma Cygan è uno di quelli che traina gl ialtri, o almeno, il gruppetto che lo asseconda e lo vede come capo. Se non smuovo lui, dovrei farlo uno per uno e sarebbe un lavoraccio. E ovviamente questo accade quando Milan non cè.
    Ieri Milan mi aveva detto che sarebbe andato a Teatro, a Mosca, per un incontro, mentre oggi per telefono mi ha detto che si trovava in Cina. Lui non collabora, va in giro accompagnato da amichette e quando cè, tutti sono amiconi con lui, come uno dei loro, sorridono e tutto quanto, gli si stringono intorno come... già, come cosa? QUando non cè, parte l'anarchia.
    Sentono i capitani, ma Jd e gli altri sembrano scazzati quanto gli uomini. Chiedo a loro di esser epiù di polso, di non arrangiare le cose basta che funzionino. Niente! Jd è troppo buono e corretto, quando si arrabbia, le poche volte, si erge più duro e tutto quanto ma come con Milan, tutto finisce a tarallucci e vino. Lubo, lasciamo stare, è quello che chiamo -santone- o -dalai lama-. Stesso modo di fare, quell'aria positiva e calma intorno e nonostante la stazza abnorme e il vocione, chiede con cortesia di fare le cose. Lo ascoltano, ma appena si gira, tutto al solito. Alaric è un coglione,  agiscee fa a cavolo suo e fa nonnismo perchè gli altri facciano le cose per lui e al posto suo. E non posso accettarlo.  Ho già in mente di fare una cosa, mi auguro che colpisca dovef deve andare.
    Ho già parlato con i vecchi e Lui mi ha detto che sarebbe contento che le mie idee prendendo forma riportasse questo posto alla decenza. Sono della vecchia scuola, vista anche l'età, e hanno approvato una sorta di luogo vero di ritrovo per gli uomini invece di quel campetto da allenamento che sembra come un tempio maya sperduto nel verde. Stesso effetto di inquietudine.  Ho pensato a una sortqa di  grosso ovale da mettere nel grandissimo spazio tra il lato dello Chateau, dove ci sono tra le altre cose la mia stanza e due piani sotto la cucina con il refettorio che ho fatto rimettere in sesto per il riuso e la sezione degli animali con stalla cavalli, paddock e il resto. Molti animali sono stati spostati alla Fattoria che i Vecchi hanno accettato con entusiasmo. Pare che amino molto lo stile di vita che si sono scelti e lavorare la terra e gli animali. Sembrano più assennato di tutti gli altri e trovano l'ovale interessante.
    La forma sarà data dalle gradinate cui intorno girerà questa sorta di recinzione ovale appunto. Le due sezioni di gradinate saranno come un anfiteatro, solo che avranno due sbocchi di entrata, ai vertici, per ora dodici altezze di scalini e al centro un sistema video e audio che utilizzano qui di nuova generazione in un impianto collegato anche coin lo Chateau. Lo spazio al centro deve essere grande, apputno ispirandomi all'anfiteatro piccolo o medio di alcuni scavi, per feste, spettacoli o ogni cosa vogliano fare con il resto degli uomini liberi seduti e tranquilli. Che sia film, video o qualcosa dal vivo, sarà un luogo oltre il refettorio, di occupazione e intrattenimento.
    I vecchi mi hanno chiesto anche perchè ho parlato di spettacoli e altro e io solo per mostrargli un esempio da applicare all'idea, ho fatto vedere, così come a Jd e gli altri capitani, dei video dimostrativi di attività che potrebbero fare. Laboratori, botteghe, di creazione, riparazione o altro per settori più svariati e che servono per non dover poggiare sempre sul mondo all'esterno. Attualmente solo meccanici e maniscalchi sono proprio di qui e operano, altro personale viene chiamato dall'esterno e questo non è un bene. A quanto pare se per riparazioni, sostituzioni o altro lavoro da fare sia ad armi che per gli edifici o altro non riescono gli uomini di qui, che non è il loro mestiere ma si professano tuttofare, viene chiamato qualcuno definito di fiducia. Un esterno.
    E qui mi chiedo, ma se Milan ha messo in piedi un'organizzazione con particolari compiti e specifiche, può portare qui gente esterna perchè brava e capace dove qui non possono, mostradno cose che dovrebbero restare celate? Qui urge soluzione, nel senso di ctrovare qualcuno che resti qui, sia di qui e sia anche capace da non dover pagare gente di aziende e simili per cose che a mio parere, sarebbe meglio tenere nascoste.
    Perfino i sistemi di sorveglianza e contatto sono di aziende esterne. Ma si può!?
    Milan mi ha risposto che perfino alcuni governi con cui ha contatti, hanno contratti con aziende specializzate  e non loro personale interno preparato. Che non trovava niente di strano nella cosa e che se ci sono i professionisti, vanno retribuiti dopo averli chiamati, perchè sono tali.
    E grazie al cazzo, direi io. Ma qui non siamo una cittadina, un villaggetto, un ufficio o altro. Sarebbe ora che capisse che la fiducia non deve essere data a tutti. per questo ho proposto oggi ai Vecchi oltre l'ovale con le gradinate un'idea.
    La Mano e la Raccolta. O distinti o insieme. SOno qui da settimane, mi stanno addestrando in forma base per avere una preparazione adeguata per capire il lavoro sia degli uomini che degli incarichi da osservare nella sala web, che per sicurezza mia personale.
    Mi son oscontrata varie volte con gli uomini e sebbene abbia quei tre sempre due passi dietro fissi come torrette che quasi neanche in bagno posso stare sola, Milan teme per la mia incolumità perchè strano a dirsi, una persona come me che ordina di fare i seri, è odiata. Ma che strano però che dalle loro schede hanno avuto a che fare con addestratori e superiori così stronzi e merdosi, visti da video di addestramenti che ci sono pervenuti su ocme operano, che non comprendo. Seriamente. Per una trappola ho chiesto ad alcuni di questi stronzi che fanno i superiori, ripeto perchè donna ed ex civile, che tipo fossero i loro addestratori. E mi viene la bile nel constatare che quasi tutti urlano con finto rispetto, perchè cèra Jd con me, che hanno avuto superiori esemplari, straordinari, meritevoli e tanti, tanti epiteti positivi. Eppure nei video avevo visto gente nuda sotto la pioggia addestrarsi, esser epicchiata eprchè non mostrava risultati voluti, condizionamenti mentali con urla, minacce, epiteti peggio delle bettole dei bassifondi e tanto altro. Quei video mostravano un mondo che la gente normale, se non ha fatto leva obbligatorio prima che fosse tolta o addestramenti per squadre speciali, non potrebbe mai capire. Quegli uomini in quei reperti, per me sono tali, erano oggetti che stavano modellando con tecniche di bastone e carota portati agli eccessi. Ho avuto modo di visionare parecchio materiale, e quello che sopportano e affrontano molti uomini che poi diventano parte di squadre e settori altamente specializzati militari, non so se immaginarlo o che altro. Molti raccontano delle tecniche di addestramento spartane per dire che qualcosa è inimmaginabile, ma davvero non sanno di cosa parlano.
    Ho visto anche video su torture  a prigionieri di guerra dell'ultimo ventennio. Da uscire pazzi cosa facevano e fanno ancora ora, ma in confronto, l'addestramento è qualcosa di peggiore. Certo, qualcuno potrebbe dire che sono stupida ad affermarlo, ma bisogna vedere e confrontarli monitor con monitor vicini. Se cosa fanno in zone di guerra e conflitti è orribile, è altrettanto terrificante se non peggio il tipo di addestramento che operano sugli uomini per renderli insensibili a fatica, paura, e tra altre cose, la vita umana. Preparano questi soggetti a non scegliere, a seguire gli ordini e considerare cruciale fare qualcosa di orribile non importa a chi, ma sono gli ordini e non si deve pensare ma agire. Altrimenti si è un cattivo soldato.
    Forse sono questi stress mentali a renderli come sono qui? Non so che dire.
    Sinceramnete non mi sembrano soggetti così come rappresentano le carte, nel senso di fuori di melone da essere problemi veri. Sembrano mantenere un controllo, per davvero, e non scadere nella pazzia dei soggetti indicati dai rapporti, ma non capisco come Milan possa desiderare una COmune per dei militari e farli vivere come allegri cittadinotti di una cittadina qualsiasi per fare un esempio. Sono o sembrano per lo più... sperduti. Tenuti insieme dall'attesa del -lavoro- appena sono chiamati per prepararsi e andare. Come un bisogno impellente. Non come i problematici nella lista, soggetti pericolosi che sono stati modellati mentalmente all'idea che sfogare le pulsioni primordiali sui -nemici- sia come... come diceva sempre Rò sul sesso. Diceva sempre che il corpo aveva bisogno di quello, quasi vitale e che privandondosi di cosa si prova ci si sente come in astinenza.
    Peccato che come ttuti non abbia capito niente di me e che io non sono una persona normale, non cè bisogno di nessuno e ne di Alaric per ammettere da me che per come mi hanno cresciuta quegli orsi eremiti dei miei, senza mai nessuno se non sbattendoti a scuola o in ambienti dopo lo stare a casa sempre soli con loro e basta, non sia una persona che altri definirebbero -normale-. Lo ben sò, così come so però che io non sento e provo nulla di quello ecosa mi ha spinta a tentare mi ha solo aumentato l'odio e la non necessità di essere toccata.
    Ma per quelli come lui, si può equiparare la cosa anche a questi soggetti? Il bisogno impellente? necessario? O come affermano alcuni molestatori di bambini, che gli era impossibile resistere e -dovevano- farlo?
    Se le cose stanno così, se quelle persone non sono state aiutate dalle terapie normali, l'unica cosa che posso pensare è, anzi, due cose posso pensare. O si reclutano per certi tipi di lavori, e in quel caso dando in mano loro la possibilità come un dono di sfogare tali cose in un ambiente controllato, oppure procedere con le ricerche di David basate sul controllo e manipolazione mentale che vorrebbero utilizzare proprio per salvare, aiutare i soggetti  come questi, oltre chi è in coma, è uscito tragicamente a livello mentale da incidenti o shock o dolore immensi da romperli da... ridiscendere a livello mentale di un bambino.
    Le carte degli studi dei Neri del periodo, affermano che è possibile creare o modellare soggetti in e con determinate condizioni, e il ocntrollo mentale sfociato in due progetti famosi, hanno dimostrato che risulta si possibile ma a nche in parte soddisfacente. L'unica cosa chiave però, che concorda anche Milan e fortunatamnete lui è più umano di molti su queste cose, se il soggetto si arrende, arresta la forza di risposta e accetta, condizionamento e impianto o impressione di una Personalità nuova e voluta o, se non tutta, modellare soggetto perchè agisca in determinati modi, voluti, senza intaccare il resto...
    Ho visitato in in ghilterra, italia, francia, spagna, per ora solo zone vicine, ospedali e cliniche per osservare dei soggetti da anni immobilizzati a letto per incidenti, danni subiti da altri, coma, stati comatosi o da regressione mentale per traumi e shock così forti da danneggiare la Personalità primaria o originale.
    Questi soggetti potrebbero essere ottimi per testare le nuove macchine di David e sperimentare così la copiatura e reimmissione di una mente ripulita. NOn si è ancora a livello di prender el'originale e manipolarlo e usare come un programma in C++ che possa essere scritto e composto... non funziona così, ovviamente. Ma è possibile invece secondo gli studi del laboratorio, studiare la scansione del cervello, individuare le aree necessarie e provare a mandare impulsi elettrici, tonali e luminosi nelel zone dove è necessario tagliare i ponticelli e osservare il soggetto che ne verrebbe fuori.
    Peccato solo che alcuni di questi malati non sono coscienti per dare il loro Ok come potrebbero fare i soldati mentalmente danneggiati che in qualunque secondo dimenticano ogni cosa della loro vita o di attimi degli ultimi tempi come resettati. A quelli presi da Milan la situazione parrebbe migliorata, sebbene adesso possono avvalersi di tecniche e studi migliori. E quindi, che fare?
    Sono combattuta nell'usare questi soggetti con scuse o o altro per portarle qui e tentare di ridare loro una mente migliore di quella che hanno. Per David se tutto va bene, sarebbe possibile innescare un processo di avviamento dei settori del cervello, come premento un poulsante e il computer avvia i processi di boot, così che la mente abbia quegli impulsi che si riscontrano in quelli che si sono svegliati.
    Questo è il resoconto che potrei scrivere all'acqua di rose. Ovviamente la procedura spiegata meglio sarebbe da livello universitario, per chi sa di medicina, e sebbene io conosca il nome e cosa sono, molti nomi specifici di parti o organi mi sono sconosciuti e l'ho seguito solo perchè mentre parlava mi mostrava diagrammi illustrati. Ma ho compreso cosa volesse dire.
    Mi ha spiegato che la blue box che io ho già e non sento e non avverto in alcun modo come temevo (e la gente piange e dice che schifo o mai o fate schifo con questo schifo ad aziende che vendono e propongono le coppette mestruali, senza averle provate e capito cosa sono veramente per le persone. Ho trovato ripugnanti le donne che trovavano normale e giusto l'assorbente normale anche se dei migliori e più questo e più quello, affermnado che mai e che schifo la coppetta. E poi sono le stesse che no nsanno neanche come sono là sotto come confromazione e tutto quanto. E si lagnano pechè trovano schifosa la coppetta perchè interna, ma i tamponi interni che cvausa danni veri si, assorbenti esterni che fanno veramnete schifo rispetto la coppetta si... si, lo so che questa parentesi è di più ma oggi mi è scappata l'ennesima occhiata a commenti sulla coppetta e sono inviperita. Per una come me, che si sente come costretta ad avere due organi in più non necessari e fastidiosi, seno troppo grosso e ovaie, è terribile leggere quelle cose schifando un oggetto che mi ha dato davvero, veramnete, seriamente, dignità e forza per sopportare qualcosa ogni mese che non volevo e desideravo. Il mio ciclo è uno schifo, con sintomi dei peggiori da star male tutto il giorno se non prendo ninete e l'idea di un assorbente nel senso di un qualcosa che assorbe e sta addosso a te con quel liquido... per me è una sofferenza e una costriuzione avere quei due organi e dover subire qualcosa che non mi serve veramnete. A che pro tenere il ciclo ogni mese per una come me? Adesso non ho più bisogno di coppetta, perchè sono riuscita a mettere nelle clausule un dispositivo nel braccio elettronico con una dose per un paio di anni che regola la somministrazione in base alle indicazioni del mio corpo. Una versione nuova di quello a fiammifero classico a quanto pare, che adatta il rilascio al soggetto e non è un medicinale sommistrato in egual dose a tutte tipo pillola o con concentrazione specifica per tutte. E questo per aiutare ogni tipo di corpo, diverso dall'altro. per non intaccare i risultati della black box e stoddarde mi hanno chiesto di non fare operazioni, quindi ho avuto finalmente, cosa che là non potevo avere sia per soldi che per mentalità dovendo subire ciò che non volevo. Perchè io, umana, devo sottostare a qualcosa di tale portata, umiliante e che ti crea danno fisico e mentale, se no nvuoi figli? E tutte a lamentarsi che fa schifo la coppetta, eh? Piuù pulita e sicura delle schifezze che usano ancora e le reputano migliori. Complimenti donne, sapete davvero essere mentalmente a posto! Applausi, non so che altro dire, per esser inviperite su un oggetti che dagli 1930 avrebbe aiutato tante e quelle come me dal sopportare senza sentire niente e in maniera più pulita e senza odori quello schifo. Non posso non voler applaudire al cervello regredito umano!) e che quest ascatola serve proprio come elemento in più per il tentativo di salvare le menti.
    So bene che questo significherebbe anche fare bordello, vero, se cadesse in mani maligne. Non che i progetti da cui deriva questo di David non fossero già in mani pericolose, ma la tecnica di copiare, studiare e imprimere le menti... le hanno già?
    Milan dice che hanno quacosa di simile ma ancora un modo di imprimerle romperndo prima la priche dell'originale o Primo e poi ricompattandola con la nuova personalità. Sia come sia,, dopo aveer visto quei soldati che dovevano scrivere ogni cosa per poi dimenticare cosa avevamo detto poco prima o cosa avevano fatto il giorno precedente, che non capivano cosa accadeva loro intorno e tanti altri sintomi. Uno dei medici della clinica che li tiene per loro sicurezza in terapie singole o di gruppo, ha detto che non ci sono terapie vere e possibili per riportali alla normalità, anche senza memoria. Che sono destinati a restare con loro o altri centri ed essere seguiti come bambini o anziani con l'alzheimer, per fare un esmepio.
    E mi sono chiesta cosa daremmo a quelle persone che hanno servito, così dicevano con convinzione, il loro paese e le libertà degli altri per salvarli, se poi... e davvero io potrei essere di aiuto veramente, se collaboro fino alla fine?
    Posso fare qualcosa di buono, per chi ne ha bisogno? posso essere concretamente una delle persone che hanno davvero fatto qualcosa per ilmondo, per migliroare, quanto possibile?
    Ripeto, ho paura, seriamente, che tutto ciò che stanno studiando metri e metri sotto di me, possano finire male e per fare danni. David vorrebbe che, con la scatola ormai posizionata e chiaramente in funzione, mi prestassi alla prima scansione. Con la scatola, la scansione sarebbe nettamente superiore a quelle senza, e ho detto di si. Voglio sapere cosa accade, vogli ovedere il risultato. Se la blue box permette oltre a monitorare il mio corpo, anche a studi importanti fattiper il bene e, oltre questo, avere collegamento con apparecchi e altri, voglio provare.
    Non ho altro da perdere. Cosa mi costa? Dopo aver visto gli altri che hanno accettato la sperimentazione, pagati è vero ma sempre che hanno accettato di loro sponte e ancora ora dicon oche lo rifarebbero di nuovo per la speranza di aver fortuna... non voglio essere come prima.
    Prima perla mia malattia e per cosa sono non diventata per decidere cosa volevano gli altri, sebbene abbiano ributtato la colpa dei miei fallimenti su di me, tutto, come se fossi io e solo io in tutto, non voglio più sentirmi un parassita o qualcuno che vegeta sulle spalle di altri senza fare niente.
    Non vogolio sentirmi così perchè io no nsono così, non riesco a non fare neinte e non voglio provare ancora la sensazione di qualcuno che campa sulle spalle degli altri. Quindi ho iniziato a darmi da fare per ricambiare cosa ho qui e farò la scansione.
    E se tutto andrà bene con le gradiante e gli edifici che voglio far mettere, per cosa sono destinati, tutti quelli che sembrano sperduti e senza scopo se non il loro lavoro, avranno ben altro da vivere e da sperimentare, perchp abbiano nuovi e altri scopi e motivaizoni per alzarsi dal letto ed esistere. Nuove mete, nuovi sogni, nuovi desideri, nuovi hobby e interessi da provare almeno un paio di volte prima di capire se o meno sono per loro.
    perchè l'uomo è fatto per lavorare e restare impegnato, e infondo, non si dice che il lavoro nobilita l'uomo? Ma non intendo solo e solamente quello di soldato.
    Se Milan vuole fare una Comune dove il concetto di soldato è nuovo, allora che faccia io qualcosa per lasciare davvero unas orta di eredità e di me a questo mondo che magari perduri oltre me, alla faccia dei figli del cazzo. Tutte le grandi persone del passato sono rimaste impresse sulle pagine della storia umana perchè erano loro, cosa hanno ivnentato, portato, fatto e non perchè e chi hanno figliato. E questo non lo può rivoltare nessuno, possono solo confutarlo perchè la storia stessa lo dimostra. L'eredità vera e perdurante non sono i figli biologici, ma azioni e decisioni, cosa si lascia e si porta nel mondo e in mano a chi, nel caso. Ancora oggi esistono cose di millenni fa che parlano di quella persona, non di quanto e se ha figliato e tanto mi basta.
    Io non sono come gli altri, e gli altri non vogliono capirlo. Con Rò mi sono sentita una merda, in tutti i sensi, perchè come i miei e gli altri in generale mi confrontava e mi diceva che dovevo esser così come lui voleva che fossi e anche se non è come col sesso, ma fanculo, godo che che non abiba deciso di dargli cosa voleva in toto e così a nessun altro. Io sono io e apaprtengo solo a me stessa e deve accadere chissà che miracolo perchè possa dire a qaulcuno -Ti porterò per sempre con me. Io ti amerò con tutto questo amore mio. Io ti darò me stessa e questo cuore mio-. Si, ho messo tutto insieme ma il concetto è quello, come per la coppetta sopra, tutto esce veloce quanto le dita sulla tastiera e sebbene questi resoconti resteranno solo in digitale, io so che non ho mai e non proverò mai neinte per nessuno, perchè io non sono come gli altri. Ma questo signifrica che nessuno mi amerà così come vorrei essere amata e da qui, il restare sola. E mi va bene. Io non mi fido più di nessuno, non mi sono più difata di Zay o Ric o altri e sono rimasta sola, prima di incontare quel gruppo quel giorno.
    Milan continua a dirmi di pensare che questo sia un fatto unico e raro e che per ciò che crede, i mondi paralleli si sovrappongono e a volte quasi convergono in parti più sottili tanto da toccarsi, finendo per aprire un varco dove molte persone si sono ritrovate in un altro piano della realtà, finendo per testimoniare vite e situazioni totalmente contrarie alla loro realtà. E che quindi io in questo esatto momento, seocndo la sua teoria, dovrei essere o morta in malo modo con le mie mani, o disperata ancora in vita perchè come ho fatto io in questo temevo di fallire e di essere scoperta e dover finire di nuovo tra i medici ma questa volta tra gli psiminchia o chissà che altra soluzione. E questo mi sconforta. perchè in qualsiasi mondo ho la vaga sensazione che io sarei finita in questo modo:
    1. qui, adesso, questo mondo, sebbene sembri impossibile e fuori da ogni logica
    2. morta in qualche modo in maniera manuale e cruenta
    3. morta in qualche modo in maniera manuale e cruenta
    4. morta in qualche modo in maniera manuale e di botto, senza dolore
    5. sono morta per qualche ladro o incidente, magari!!!!
    6. ho continuato a soffrire perchè le prove che ho fatto non hanno funzionato (vedi i tizi che sono sopravvissuti a botte di medicinali ma niente)
    7. trovata per qualche motivo e finita dai medici, impossibilitata ad avere pace
    8. che altro?
    9. obbligata a sposarmi e darla per dare i fottuti figli che piagnucolano ogni giorno (vogliamo i nipoti!!! ma vaffanculo, neanche vedono la mia disperazione e vogliono che im faccia fare per fare loro nipoti, fanculo!)
    10. Ancora altro non bello

    Insomma, niente di roseo. Niente. Perchè sposarmi significava il meno peggio. Rò o qualcun altro simile e magari era pure stronzo fgaceno cose alle spalle mentre io mi disperavo e dovevo subire cambiamenti nel cervello perchè gli stronzetti che dovevo sparare fuori finissero in priorità rispetto me stessa. E no noso immaginare che altro.

    E poi... in questi giorni che ho visto quella gente, ho pensato anche ad altro. Sia che muoia là come Lia nel mondo comune e sia qui, sebbene Milan e Jd dicano di essermi amici... quanti di loro ricorderebbero ME? Cosa sono? COme sono? Perchè lo sono? Come sono? E via dicendo?
    Se dessi loro un libro vuoto da riempire, che parole inchiostrerebbero su quelle pagine avorio? Che frasi costruirebbero?
    Che persona, di me, lascerebbero ad asciugare dopo averl levato la penna?
    Sarei io?
    Sarebbe quella che volevano vedere come nel mondo comune?
    Rimpiangerebbero come quelli la me che non sono stata perchè non ero io?
    Rimembrerebbero quale persona?
    Quella che si è creata a causa della gente che mi porta voler vedere la sofferenza sulla faccia della feccia sebbene meriterebbero di peggio?
    E chi scriverebbe di me con amore?
    E chi con amicizia, almeno quello?
    E chi con rimpianto per altro?
    Chi come la mia famiglia sicura se fossi morta per mia mano e con dolore, perchè nessuno mi avrebbe amata da lasciarmi andare con pace e un sorriso senza soffrire, mi avrebbe mandato li mortacci mia perchè è loro che ho fatto soffrire e non ho dato loro nessun modo di orgoglio e simile, come mi urlavano contro?
    Riceverei solo una pagina di maledizioni e considerazioni ed epiteti poco carini perchè -ho lasciato indietro la gente a soffrire?-
    Ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe mai scritto -tu, che haui urlato in un silenzio tombale e nessuno ha alzato lo sguardo al tuo muto piangere-. CHI?
    Chi si sarebbe ricordato di cosa ho sofferto, come sono diventata, come dice Jd ammantata di odio e rancore, che desidera essere la Punizione sulla testa della feccia, perchè così io sono diventata?
    E chi avrà visto mai la vera me, se nascosta, almeno un pochino, o se no è sparita e non l'ha vista?
    Chi...?
    CHI?

    Oh anima effimera che non sono altro. Che mi celo nel profondo del vuoto dal quale non sono più potuta uscire. Il giorno in cui potrei aver pace sarei leggera e priva di paura. Come un animale amato e al sicuro. Che quel giorno ha chiuso gli occhi in silenzio. La sofferenza è svanita lontano e la vocina disperata non piange più. Riposa, riposa in pace, mi direi.  Ciò che hai fatto varrebbe un racconto. E si.Nel racconto che ho scritto,  della mia storia, potevo esistere in libertà e senza pesi. Senza zavorre chiamatge famiglia o parenti. Senza il sangue. Costruendo me con quello che cèra. COn la mia forza, capacità vere, senso e scopo. Per non morire più di dolore e amarezza. Senza rimpianti e pentimenti.
    Quindi riposa e chiudi gli occhi in pace, mia amata Me.Ecco il mio ultimo sforzo, racchiuso tra le pagine che nessuno al mondo riempirà per e di te. Perchè nessuno potrebbe farlo.nessuno ha mai avuto la chiave del tuo cuore, del tuo te!Chi ti ha amata ha con se la penna capace di modellare il tuo te e la tua storia, qualunque sia dal suo cuore, perchè resti per te.Una storia o un racconto solo tuo e per te. Oh, mia effimera me. Se nel libro vi fosse il cuore di chi ti amata, vivresti veramente più della vita vera.Storie, racconti, memento e altro, dove tu vivresti cosa hai perduto in questa vita ma vi fosse in quella che gli altri creerebbero per te.TE! la TE, vera.Affinchè vi fosse vita, esistenza, felicità, te e quella persona.Affinché la tua luce non conosca ombra come ti è caduta addosso proiettata dagli altri nel tempo del tuo respiro umano.Che lo splendido,splendido, mondo che hai creato e in cui hai vissuto più della realtà ti faccia vivere per sempre, anche dopo aver chiuso gli occhi.
    La tua storia, la tua esistenza, la tua te!Affinchè quel tuo mondo non venga infangatod alla tristezza e dolore.Riposa, riposa in pace per davvero appena potrai. Nell' illusione che hai creato, chiamata mondo così reale quasi quanto il dolore. Dove hai conosciuto ciò che bramavi.
    Oh, disperata me. Che tu abbia pace, perchè sei giunta in un luogo che poteva anche esser uno scrigno di felicità, ma vi sei giunta troppo tardi.
    E il tuo cuore rotto non potrà essere riunito.
    Non smetterò di pronunciare il tuo nome nella storia che ti dedico, per continuare a dare vita ai tuoi desideri mai realizzati e perduti.
    Che niente e nessuno ti trascini nelle tenebre dell'oblio, come accadde e nelle quali ti lasciarono.
    Sei come un'aquila. Avevi le capacità tutte per tua natura, ma sei stata abbattuta. L'aquila è caduta dal cielo e come pezzi di te, le piume si son sparse per mare e per monti e nessuno esiste per trovarle e ridarti le ali.
    Dai pace al tuo povero animo, amata te.Ti donerò una storia che parla di te, te e ancora te e di cosa cela il tuo cuore, e... la tua esistenza.


    Gask era rientrato da alcune commissioni nell'isolato. O meglio, nel negozio dove vi era quella tizia che faceva da mappa indicatrice con un nome mitologico. Ve ne erano alcune in quella città, data la sua ampiezza, e vicino il luogo dove stavano ve ne era una. Carina, ricciolina con boccoli naturali fitti e fini che sommati uno sull'altro creavano una capigliatura gonfia e piena di movimento. Pensava che capelli del genere fosse definiti afro oppure finti per quegli apparecchi da donne per acconciare col calore, invece si era ricreduto allo Chateau quando vi arrivò  e vi trovò sia colleghi che colleghe con capelli tenuti liberi nel tempo libero ricci, boccolosi, fitti, quasi finti per lui. invece scoprì che erano veri.

    Quel giorno che aveva visto quel dipinto che sembrava Kianta nella galleria era rimasto sorpreso. Milan lo aveva accompagnato per mostrargli i suoi tesori, parlava di capolavori di vari pittori, aveva parlato di uno che aveva nominato -le sorelle di  Sargent - con tre donne in bianco ben dipinto, tizi famosi in opere altrettanto belle da ammirare e copie originali o croste ma di pittori di qualità che conosceva che aveva acqusitato da privato.

    "So a chi rivolgermi per i dipinti originali e che sa darmi una risposta definitiva sulla veridicità e qualità dell'opera, che sia pittorica, scultorea e altri. Ma non è solo questo. Diciamo che noi... siamo maestri nell'usare le lampade ad ultravioletti. Non immagini cosa ti sei perso negli ultimi mesi con le lampade attivate nell'androne dello Chateau... quante risate! Giuro, un giorno ti faccio fare questa esperienza! prendi un dipinto mio, prendi un altro che sappia trasmettere ciò che ha il soggetto ritratto che vuoi far vedere in modo magico e misterioso, prendi speciali pellicole che sembrano come chiara d'uovo nelle opere originali e dopo averci stampato il soggetto che deve risultare magico, applichi sul mio dipinto quella pellicola così che non si noti niente neacnhe dal basso dove si vede chiaramente la parte inferiore. Applichi particolari lampade con frequente specifiche e... la pittura speciale della pellicole mostrerà ciò che tu vuoi! Aggiungi ancora un pizzico di sovrannaturale con lo stesso soggetto in carne ed ossa e che appare e scompare grazie alle proiezioni così come oggetti o altro, ma sia prima, che mentre che dopo, questi hanno toccato con la mano la veridicità della presenza fisica del soggetto magico... mettici la storia della vecchia padrona di casa e arti oscure e avrai una serata spettacolare..."

    "Mi sono un pò confuso, comunque è uno scherzo, no?" fece Gask perchè l'amico aveva parlato veloce spiegando cose che non conosceva

    "Poi te lo farò vedere, sia i preparativi che il resto... ti piacerà vedrai. Intanto ammira la mia collezione, modesta ma quelli di pregio maggiore sono ovviamente in un ambiente protetto sia da mani furbine che da temperatura e tutto. le opere originali possono deteriorarsi e abbiamo dei caveau in caverne naturali qui sotto o sotto la montagna che li mantengono al meglio... qui invece espongo anche originali ma più recenti o copie così ben fatte che potrebbero scambiarle per vere, senza la tecnologia. Guarda questi uomini, queste donne, che drappeggi, che mangnificienza nel rendere i volti con sole pennellate di colore come se fossero quasi una fotografia. Quasi! Le pennellate comunque si vedono e non sono quadri iper realistici come quelli di mio fratello, ma posso assicurarti che valgono quanto non ti aspetto. Per me, oltre il valore dei soldi, valgono anche per come delle persone abbiano usato un dono per rendere su tela con colori persone reali e mantenerle e rispecchiarle adesso a noi. Guardati intorno e dimmi cosa ti trasmettono.

    Gask chiuse la porta dietro di sè e trovò la sala grande con alcuni degli uomini che stazionavano lì fino a nuovo ordine mantenendo il posto e controllando i segnali dei gps, la situazione nei quartieri, i soggetti sotto contratto e le situazioni giornaliere della città da trasmettere a chi era sopra di loro in grado. Sebbene non fosse una torre, ma un punto d'ancoraggio per rifornimenti, soste e simili, era comunque provvista di molte cose e altamente protetta. E in ogni punto d'ancoraggio vi era una stanza detta spogliatoio dove Kianta vestiva e rivestiva, cambiava o prendeva accessori in più. Se non lei, chi aveva bisogno di abiti e oggetti di ricambio per uscire vestito in modo differente o per avviarsi be sistemato alla prossima tappa dell'incarico.
    le torri invece erano basi complete vere e proprie e in edifici storici o di pregio, mentre i punti d'ancoraggio in quartieri definiti importanti.
    Ognuno era occupato alla sua mansione. Chi a lavorare ai computer, o ai sistemi  vari di sorveglianza e comunicazione, a controllare casse e rifornimenti ricevuti da mettere nella stanza di stoccaggio. Chi controllava e provvedeva alla manutenzione di armi, equipaggiamento, allestimenti delle varie stanze o la camerata, dove dormivano in letti a castello, provvedendo a pulizia e tutto. nessuno per quell'entrata lo degnò di attenzione se non un saluto. Erano troppo indaffati essendovi Kianta, ad aggiornare le varie torri o sedi per i bollettini giornalieri o i suoi movimenti per un controllo di sicurezza della sua posizione.
    A lei non piaceva, la sentiva lamentarsene sempre, ma Kovacs gli disse di non farci caso, chiudersi le orecchie e far finta di niente. Era una cavia dell'organizzazione ed essendo amica di Milan e dei veterani e persona con capacità primarie, sia per scatola che stoddarde che la sua capacità di dissociazione e uso delle varie personalità uniti alle proiezioni, era importante che non le accadesse niente. Era libera di andare dove desiderava ma per ciò che aveva nel suo corpo e il suo valore per l'orgenizzazione era meglio che non cadesse in mano a nessuno. Se qualcuno sapeva di lei in quanto cavia per cosa testava o lo scoprisse se finiva in mani loro, era un guaio. E cèra da ricordare la questione della Romania, dove aveva fatto un incontro per mantenere accordi e amicizia per i loro fini, e accedere alle conoscenze di certi gruppi religiosi di cui quelle famiglie facessero parte e quelle Baba, come le chiamavano loro sebbene fosse un nome più russo, ma loro preferivano quello per capirsi. le antiche conoscenze religiose e magiche erano importanti per Milan e cosa intendeva fare e il rischio che lei finisse morta seriamente, o sepolta o che perdesse la memoria o altro aveva messo in allarme tutti.

    Gask osservò immagini sugli schermi mentre varie telecamere inquadravano settori specifici della città e tornò dopo i saluti, a pensare ai fatti suoi. Sopratutto perchè essendo un punto d'ancoraggio vecchio, ossia uno dei primi, alcuni dei membri che vi stazionavano fissi e non a rotazione avevano un ritratto, un vero ritratto e non foto, che raffigurava Kianta in abiti di tipo antichi. Quel quadro aveva sorpreso Gask la prima volta che vi era andato perchè era messo in una sorta di angolo che i fissi usavano e solo loro. Si trattava di una nicchia come da tè o caffè dove passavano il tempo insieme, un angolo con un tavolo quadrato addossato quasi al muro con sedie intorno, con delle piante a delimitare la dimensione. QUando erano tutti i fissi a voler giocare a carte, vedere quanche film  o altro insieme, tiravano un pò la tavola e uno con la schiena alla parete prendeva posto. Sopra la sua testa vi era questo ritratto. L'impressione che Gask avvertì fu di gelo alla schiena. L'aveva visto dopo quello nella galleria ed erano diversissimi. Quello che compariva nel suo campo visivo in quel momento ritraeva una giovane donna castana, occhi castani, capelli lunghi e ricci, con boccoli grossi e corposi, tenuti sciolti ad eccezione di quelli sulle tempie torati indietroe legati da qaulcosa che non si vedeva ma si comprendeva dalla piuma abbinata come colore all'abito che faceva capolino. L'abito era bianco e si notava qualche dettaglio ma era per lo più seduta su un'antica poltrona in legno decoratissimi e lavorato pieno di riccioli e simboli. Era posizionata verso la sinistra della sedia, verso la zona tra bracciolo e schienale, e con il braccio sinistro si reggeva sul bracciolo mentre la mano destra era posata sul polso dell'altro braccio, in una posa comoda e serena. Aveva qualcosa nella mano sinistra ma dalla prima volta non sapeva che fosse. L'abito era bianco quasi perlaceo pieno di decori e ricami argento ma non sapeva dire molto. Al collo non aveva una collana ma un qualcosa legato al centro della gola che pareva nel tessuto dell'abito come un completamento, senza però giungere al petto, il quale aveva una scollatura che lui non sapeva descrivere come tipo ma mostrava petto e le forme del seno senza essere volgare. Quello che colpiva piùà del ritratto era l'espressione di quella ragazza. Sembrava un sorriso seducente e calcolato, e quando chiese a Kovacs disse di non pensare che appariva come se sorridesse a chi osservava. Anche se apreva che con lo sguardo seguisse in ogni angolo lo spettatore, era un sorriso più al pittore che a qualcun altro. Era un ritratto eseguito da un pittore russo e con cui lei aveva ottimi rapporti, tanto da amare posare per lui e che ogni incontro di posa era quasi un divertimento. -sai, tutti i russi sanno essere pazzi e lui era simpatico- rispose. -Sembra inoltre che stia sorridendo in maniera affascinante,   o provocante, in base a cosa sembra... in realtà non è così. olei assumeva quell'espressione sempre quando non celava o mascherava le cose e voleva dire che sapeva. Tipo io so o non prenderti gioco di me, o questo genere di cose. Non seduceva per niente lei, anzi, quel sorriso di intelligenza e scaltrezza testimonia solo un suo lato, come tutti  i ritratti, in base al periodo di posa come fosse, si sentisse, o chi fosse il pittore. Oltre il russo ne aveva altri di simpatici e non ombrosi, ma quello russo è rimasto il preferito ed è stato lui l'autore di quasi tutto i fratelli di questo. Quindi non pensare a niente, lei sta solo sorridendo per ricordare che non tutto si può celare e che lei era pericolosa quando le girava- continuò ridacchiando, ma come se parlasse di qualcosa che lo mettesse a disagio. E Gask no naveva mai capito.
    La prima volta che osservò da vicino il ritratto constatò che non pareva per niente quello della galleria. Dopo aver guardato diversi quadri e commentato con Milan come li vedesse e considerasse, si era girato e aveva visto un viso conosciuto dietro una delle due porte. Aprendole e tenendole aperte si celavano e andò senza dire niente verso di questi dubbioso. Chiedendosi perchè vi fosse un dipinto di Kianta nascosto dietro una porta. ma avvicinandosi non notò solo uno. Sei quadri di varie grandezze, due che erano celati per metà dalle porte per la dimensione, incorniciavano la porta e rappresentavano la stessa persona con abiti e atteggiamenti diversi.
    In uno a sinistra guardando la porta lei era inclinata in avanti, reggendo i gomiti sulle ginocchia e le mani in posizioni diverse e uno sguardo così triste e sofferente, sconsolato, che quasi pareva parlare veramente di cosa potesse provare. Era quasi triste vedere quel dipinto con quell'espressione.
    Gli altri invece erano seri o con un sorriso che si poteva definire sensuale ma osservando bene era bene un sorriso che prendesse più in giro che provocante. Ogni quadro la ritraeva sempre di tre quarti sia di corpo che di viso, a sinistra o a destra. Varie parti di stanza contornavano il tutto.
    Ma uno in basso a destra pareva così strano e quello che lo aveva fatto avvicinare da notare la differenza con gli altri. In tutti i vestiti erano bianchi come aderenti il corpo con vari decori e due invece con abiti di stampo chiaramente antico come fossero tipi diversi di periodo. E i capelli erano in quasi tutti nello stesso stile, sciolti tranne quelli laterali portati dietro, solo una ciocca semplice o più corpose in base ad abito e accessori per i capelli con piuma lunga e qualche ciocca in tutti sulla fronte ben sistemata ce arrivavano quasi alle sopracciglia. Uno solo notò rigirando lo sguardo, la ritraeva con i capelli acconciati in modo elaborato, ma no ncapiva se erano tutti legati indietro e poi con boccoli che scendevano o ocme gli altri con solo quelli superiori legati, e un altro dove erano chiaramente come una coda di cavallo ben curata fino alle punte arricciate, ma con ciocche anteriori dall'orecchio in avanti, lasciate libere e boccolose. Un dipinto la ritraeva con abito dritto con una strana coda gonfia dietro, l'altro pareva in stile Maria Antonietta come nel suo periodo. Erano due dei tre con abiti antichi.

    Quello in basso pareva simile ma spiccava per la diversità. Ritraeva una Kianta con capelli lunghi e allo stesso modo degli altri, cioè sciolti con ciocche laterali tirate dietro, ma pareva più un disegno che un dipinto. Era più pallida e seria ed era l'unico ritratto dove le si vedeva il viso di fronte. Milan vicino a lui non disse niente, finchè Gask stesso non chiese perchè vi fosse Kianta nascosta dietro la porta.

    "Quella non è Kianta..." fece lui quasi greve

    "Ma... ma si, che è lei"

    "No, amico mio. Non è lei. Ritrae un'altra persona che per varie ragioni ho voluto spostare dal mio salottino secondario a qui. Diciamo mantenere una promessa. Anche se... se fosse qui mi strangolerebbe" fece lui con una risata non amara ma quasi di rimpianto

    "Non capisco... vuoi dire che cèrano due Kianta?"

    "Vacci piano... Kianta era ed è sempre unica. Ma cèra un'altra persona che questi ritratti mostrano. Tutto qui..."

    "non capisco... "

    "Questa persona era la mia partner di lavoro qui all'organizzazione. Kianta l'ha sostituita dopo che è giunta qui..."

    "Vuoi dire che prima cèra questa ragazza nei ritratti e poi è arrivata Kianta che le somiglia come fossero sorelle?"

    "Io direi più figlia... eh eh... non guardarmi così, sto scherzando, ovviamente. Anche se è vero che considero Kianta quasi come sua figlia..."

    "non ci credo ancora che... sono identiche!"

    "Già, buffa la vita vero?"

    "E cosa dice Kianta vedendosi identica a questa nei ritratti?"

    "Non si sono... mai conosciute. Dopo che questa persona è morta, Kianta è giunta e semplicemente l'ha sostituita"

    "E' morta....!?"

    "Lei si..." fece Milan indicando col mento i ritratti "Avrai notato che in alcuni non è propriamente con un'espressione..."

    "sembra addolorata"

    "non immagini quanto. COmunque lei è morta, non voleva essere ricordata e così diciamo per scherzo avevo messo questi ritratti nel secondo salottino che fa anche da camera da letto, la conosci... poi però per mantenere la promessa ho deciso di metterli qui, nascosti eppure presenti. Tutto ciò che ha fatto prima di morire, beh.... l'ha fatto per gli altri e in quello in cui credeva. Meritava un ricordo e una storia seppur minima rispetto a ciò che avrebbe avuto nella società là fuori... mi chiedeva sempre che tipo di vita e storia avrei visto su di lei se molte cose non fossero state come... sono andate!... ma io non sono bravo a scrivere, mio fratello lo stesso, così quella storia è rimasta in noi semplicemente e lei è diventata quasi un'icona russa.... lei rideva e diceva una cosa sui sovrani russi, gli ultimi..." fece parlando più a se stesso osservando i ritratti

    "cioè?"

    "... parlava della famiglia dello Tzar Nicola II e cosa accadde loro... e dopo cosa accadde in Russia, i loro ritratti, prima bruciati e sporcati con gli sputi di rabbia e odio divennero... come icone russe da riverire. Ancora oggi da quel periodo rosso, lo tzar e la sua famiglia sono riveriti e considerati come santi e la cosa diceva era assurda. L'odio per loro, per la loro incapacità di governare e vedere veramente il proprio popolo e i problemi, li aveva portati a quella fine tragica e l'inizio dialtre pagine di storie brutte per la Russia... e nnostante questo l'animo umano aveva ripreso quelle figure mutandole in quasi martiri... sai che martiri significa portatori di parola?... bhè, per lei sembrava questo... ma portatori di cosa dopo averli giustiziati, non riusciva a capire, ma ancora oggi loro sono in molti case o in altarini... e lei per alcuni nostri scherzi mi prendeva in giro su questo. Dimenticati di me, dimenticami... se un giorno dovessi dire trovami, allora qualcosa è grave, ma finchè ti dirò dimenticami, sono sicura che tutto andrà bene e non desidero restare in nessuna cosa a questo mondo. Presto anche i ritratti della mia piccola vendetta per mie regole verranno tolti dal muro, prima o poi, e anche io finirò nell'oblio della storia umana. E non voglio che vi sia dolore per la ima scomparsa perchè io sono andata via per trovare pace. ninete dolore, niente mancanza, niente di ciò che la gente fa per tenere incatenati i morti a questo piano materiale... amare significa anche lasciare andare. Se si ama, non si incatena così come ho visto e letto di chi tenta di far tornare i morti o tenta di tenere stretto un marito o moglie o amante in ogni modo anche se queti non vuole. Amare a volte vuol dire anche fare male... così coe io no nvoglio far male a nessuno, non fatene a me, lasciatemi andare dimenticandomi..."

    "Perchè pensava questo?"

    "Ah..." fece Milan amaramente "troppo lunga da spiegare. ma lei.... lei è la fautrice di molte cose qui. Dove io non potevo o non mi andava, vi si è messa d'impegno e ora hai visto che tutto va come un orologio..."

    "SI... in effetti è davvero efficiente in ogni cosa questo posto... ma spiegami una cosa... perchè voleva andare via? E perchè questo sembra diverso? E'... strano..." fece Gask intento a guardare il ritratto in basso a destra

    "Mh... quel ritratto..." iniziò, glissando la prima domanda "come vedi è molto, molto strano. Fu Alaric a trovarlo veramente. Dove, lascia stare, storia lunga. E' però diciamo in un film, ecco, e la cosa che ti sembra strana è dettata da come è realizzato. Quella stessa persona diceva che nelle foto no nsi rivedeva, non era fotogenica, e oltre questo quando Alaric mostrò questo lei sembrò... turbata! Vi si rivedeva chiaramente. Come mai prima d'ora in foto o video. E la cosa che la colpì fu cosa sembrasse. Qui ne mancano di parti, questo è solo un ritaglio dall'originale dove vi era un uomo e un bambino, come vedi compaiono parti perchè è  tagliata. Ebbene, basta che osservi lei e le parti che si vedono dell'uomo che qui non ci sono e ti accorgi delle stranezze. Cè anche metà viso del neonato. Dopo averlo guardato un pò, non ricordo neanche ora che ci penso perchè Alaric lo mostrò... ma lui ha sempre di queste uscite per colpire male le perosne e apparire il migliore. Brutto lato, questo, in lui. Resta il fatto che lei dopo averlo osservato bene disse -sembra un memento mori-..."

    "un cosa?"

    "AH si, vedi... i memento mori sono ritratti, fotografie o vecchi dagherrotipi in base alla disponibilità dlele persone per questi servizi al tempo costosissimi che ritraevano defunti. In pratica era un modo per commemorarli e tenerli vicino. prima della fotografia i morti si tenevano vicino al cuore tramite ciondolo che contenevano unghie o capelli del defunto. O conservando loro oggetti personali. Non cèra modo di avere unha foto come oggi di tutto e ancora di più di una persona morta. Con l'arrivo della fotografia si decise di rendere la morte più vicina alla realtà delle cose, accettando che ogni defunto ricco o povero, avesse almeno una foto da morto. Così i mememto mori sono istanti bloccati dagli scatti in cui un morto viene fotografato da solo o con un parente, amante, compagno  oaltro morti vicini o con i cari ancora in vita. Quindi sistemavano i vivi e in mezzo a loro i morti, così che almeno una volta avessero un ricordo di chi non potevano più avere con loro. Non hai idea di quante di queste fotografie sono andate perdute perchè la gente da dopo la seconda guerra è così schiizzinosa che invece di mostrare rispetto per ciò che si ritrovava per le mani, comprando l'edificio, ricendole in eredità o altro... quanta testimonianza di vite passate finite nei cestini invece che in un museo sulla fotografia. Oggigiorno non si dà più valore a niente e se vi fosse una machcina del tempo, quei soggetti nelle foto, quelli che restavano vivi, avrebbero... pianto di dolore e disperazione sapendo che quelle fotografie così care ma anche così danarose che a volte si vendevano oggetti personali per avere i soldi per quelle foto... beh, sapere che finivano nella pattumiera e poi chissà in quale discarica... una delle cose che questa persona lamentava era questo. L'inumanizzazione delle persone del nuovo secolo. Da una parte hanno il gusto morboso dell'orrido facendo foto e andando in luoghi di tragici eventi per selfie ricordo o dire -io ci sono stato-... e poi si schifano per fotografie come i memento mori dove si vedeva la morte non come oggi. Tra bullismo e comportamenti ignobili, è così facile sentire persone di ogni età dire che chi è preso in giro deve ammazzarsi, deve uccidersi, deve toglirsi di mezzo, non è capace nenache di fare il minimo per non essere ancora un fastidio... come se lamorte fosse qualcosa su cui scherzare o usare per spingere la gente a vedersi come indesiderata. E lei l'ha fatta pagare a quelli che trovava che lo scrivevano, lo dicevano, in video e altro. Oh, se li ha trovati e li ha fatti piangere... anche lei era stata bullizzata in molti modi per tutta la vita e non ho mai detto o fatto niente per fermarla o farla rallentare. Ognuno raccoglie cosa semina, dico io... e quel dipinto con quell'espressione addolorata mostra ciò che covava dentro, va osservato per cogliere cosa trasmette. Ad ogni modo quello che ti sembra strano è paragonato a un memento mori per ciò che mostra. Se osservi cil che cè del neonato e il mezzo viso dell'uomo, noterai che sembra disegnati prendendo a riferimento qualcosa di reale. Il bambino dovrebbe essere vivo nel film, ma il colore non rispecchia la realtà anbche se in bianco e nero e sembra che abbia gli occhi dipinti sulla pellicola come facevano all'epoca, avendo gli occhi chiusi i morti li facevano sembrare vivi dipingendo sopra occhi aperti. E poi ha notato i capelli e l'aspetto dell'uomo. I capelli della donna sembrano ripresi dal vero, non disegnati come nel film. Se noti qui "indicando la zona dei capelli della donna nel ritratto "si vede che sono disegnati per ricopiare qualcosa dal vero. E' esattamente cosa accadrebbe se io tenessi i capelli legati a coda di cavallo e chiedessi a qualcuno di farmi un ritratto a matita veloce richiamando come sono i capelli da ciò che vede. Anche a me sembra un disegno preso da soggetti su foto, è troppo strano quel modo di disegnare i capelli sopra l'orecchio, come sono resi i visi e quel bambino... da dove abbiano preso una foto del genere non lo so, eppure somiglia tantissimo a lei ed è rimasto tra i suoi ritratti..."

    "E a Kianta..."

    "Cosa...?"

    "Dico, somiglia a Kianta, anche..."

    "Ah, si... guarda caso, a volte il caso non è mai casuale, sono proprio identiche... ma adesso andiamo nell'altra sala, ci sono due dipinti di un pittore che imamgino almeno lui, tu conosca, che voglio farti vedere. Sono copie, ma gli originali li ho sotto e non immagini quanto li ho pagati e il loro valore..."

    "Si ma..."

    "Qui abbiamo visto tutto" fece Milan spingendolo verso la piccola anticamera e chidendosi le porte uscendo "il meglio di famoso questa volta è là e poi ti farò vedere l'altra mia collezione di armi" chiudendo ogni discorso sui ritratti.

    E ogni volta in quelle tre volte che erano stati lì un giorno intero per far muovere Veròna dove servisse, vedeva quel ritratto. E ogni volta che passavsa sembrava quasi che lo fissasse, mentre lavoravano mettendo al gabbio come diceva lei cinquanta persone, traumatizzandone trenta e prendendo a ceffoni il resto mentre redarguiva i pescetti piccoli che quelli usavano per fare lavori sporchi. -la prossima volta verrò per voi e solo per voi e con voi me la prenderò. Ora che ho riportato equilibrio in questi luoghi, cambiate le vostre vite e guardate oltre perchè mentre sarete girati, io farò dei doni a questo quartiere- asseriva, per poi andarsene. Molti quartieri erano stati puliti e sistemati, dandovi una parvenza di bontà in termini di livello criminoso. Se i quartieri erano squallidi, sporchi, invivibili, con case fatiscenti e poca cura ovunque, senza beni primari come parchi, zone di verde o parchetti per tutti per finire in piccoli negozi più vicini per servire quelle zone, tutto finiva male. E in mano alla feccia. Così lei facendo questa cosa e sfruttandone un'altra, traeva la somma necessaria perchè piccoli doni come parchi funzionanti per bambini, guardie di quartiere, pulitura muri, angoli di intrattenimento per adulti e anche per bambini insegnando piccole cose come a scuola ma divertendo fossero a disposizione. Alzando il livello delle zone perchè anche la popolazione si risollevasse come umore e possibilità rosee da vedere. nelle storie delle città, vi era un ciclo per ogni quartiere. Da bene diventava degradato e pericoloso, poi le cose giravano al contrario se dei cambiamenti portavano anche la gente a cambiare. Prendendo a calci la feccia, prendendo tutto ciò che avevano accumulato pestando gli altri e rigirandoli mentre questi zappavano nelle miniere in opere per la comunità, provava a spingere tutti a svegliarsi e agire. Non stare rincattuntucciati nel proprio angolino con gli occhi chiusi aspettando che qualche santo preferito porgesse il proprio occhio.

    "Io giungo dove i santi falliscono, se credete in me, scendete in strada e raccogliete i frutti di ciò che semino. Dovete essere anche voi a fare i passi necessari, o la vostra vita sarà piatta e ferma fino a che anche il vostro cuore non darà linea piatta. E ogni persona merita il meglio, io giungo dove serve ma per i miracoli, dovete capire che siete voi umani a farli, non noi che lavoriamo in toto..." ripeteva Kianta come Veròna a tutti.

    "Ehi amico, sei tornato. Fatto tutto?" domandò Django con un sorriso davanti la porta del camerino dove Kianta si cambiava. Gask nel parlargli aveva notato Zidgi e Kovacs chini sulle ginocchia a fissare da una lama di luce della prota del camerino, sganasciandosi dalle risate.

    "Che succede?" domandò allora all'amico, avendo da quando era diventato uno di loro ottimi rapporti con loro

    "Ah... il capo è in modalità sonnellino corgie... " fece con un sorriso volpone

    "Un che...?"

    "Ma dai... il capitano Jd no nti ha mai raccontato del sonnelino corgie?" fece questi sorpreso

    "si mi ha parlato dei corgie.... ah, aspetta. una volta sull'aereo, mi aveva detto che Kianta era nella piccola cabina con lettino reclinabile e di sicuro come ogni volta che era stanchissima si metteva come un corgie, si, ora credo di ricordare..."

    "E tu l'hai mai vista dormire come un corgie?"

    "...io? NO... ma perchè, come dorme un corgie? Ha qualche modo strano?"

    "Quei barilotti per la loro forma di solito dormono a pancia in giù o in su. con le zampe larghe spalmati sul pavimento. Di oslito prediligono a pancia in su con le zampe aperta a stella. Quando il capo è così stanco da addormentarsi senza accorgersene tipo sul divanetto qui negli spogliatoi, la trovi lunga lunga a stella e un cuscino di quelli tubolari e fini sotto il collo. Ecco perchè la chiamiamo dormire alla corgie..."

    "Ah, ora ho capito. quindi sta dormendo così, adesso?"

    "Ah ah, si! Credo che abbia risentito della ferita bruttissima di quel tizio nella fuga che si è aperto un braccio per lungo che potevi farcirlo, anche se non sembra se la cosa è veramente brutta da essere gore le viene un colpo... tipo i tirocinanti che svengono il primo giorno di lavoro pratico..."

    "Vuoi dire che è svenuta!?"

    "Ma no...! intendo che vede tutto bianco, diventa bianca per il colpo e il corpo le si fa lento... così dico sempre! E' solo che si prende un colpo come capita a tutti. Non le piace il gore se le ferite sono davvero brutte ma finire all'ospedale. Regge nelle foto, ma nella realtà se finisce troppo vicina ogni tanto la vedi vacillare. Ma questo non dirlo a nessuno o la sua facciata da dura cade "fece con l'ultima frase come un cospiratore "ad ogni modo sembra che stiamo tutti bene, nessun ferito tranne quell'idiota che per scappare è finito su un muretto con cocci di vetro a protezione e si è quasi eviscerato. Ora però è in modalità corgie sul divanettto ancora vestita da Veròna, l'abito lungo che indossava e non era prevista la corsa per acciuffarlo. Cazzo, era comico vedere lei correre dall'altra parte per fermarlo con un abito come se uscisse da un cazzo di film storico "ridendo di gusto "hai visto le facce della gente che ci vedeva? Andava tutto bene finchè non si è messo a correre proprio dove non pensavamo potessero andare quei conigli mattacchioni. Meno male che l'abito non si è sporcato, l'avresti sentire tirare giù le madonne e tutti i santi in italiano, senti a me.." fece lui indicando ridendo gli altri due che se la ridevano fissando oltre lo spiraglio

    "Cioè?"

    "Di solito quando è incavolata, sovrappensiero o non se ne accorge parla in italiano. Neanche lo capisce, le succede e basta... dai, vuoi vedere il capo che dorme come un corgie? Quando è così stanca da crollare in quel modo pssono suonare pure le campane della morte, lei col cavolo che si desta, dai, dai..." spingendolo verso gli altri due "fatelo entrare, è troppo divertente quando dorme come un corgie..."

    "Aspetta..." fece Gask ma senza finrie la frase perchè fu indirizzato dai tre dentro la stanza e la porta socchiusa.

    Lui li fissò male aprendo le braccia come per dire -e allora?- ma loro ridacchiando gli dissero sottovoce di guardare e tornare da loro. Dopo un sospito si girò, osservando il fumo che saliva da un piatto con del cibo che con posate, bicchiere e bottiglie stava abbandonato sul tavolino basso davanti il divano.
    Questo di color grigio perla morbido, non sapeva se di velluto o altro tipo, era addossato alla parete e conteneva Kianta nel suo abito più scuro, non avorio, di Veròna come strega antica. L'operazione era da svolgersi in una casa, non all''aperto o luoghi ampi e quindi si era vestita senza gli abiti che preferiva. Ma la situaizone era precipitata quando la squadra che doveva dare supporto a nord del quartiere si era trovato fermato dalla polizia e per il controllo avevano dovuto operare immediatamnete e da soli. La fuga aveva portato zidji e Django a fare da guardie a quelli incaprettati, mentre Kianta incavolata nera aveva seguito, nonostante l'abito, di corsa maledicendolo l'ultimo che si era svincolato nella parte posteriore che apriva verso la strada opposta. Essendovi la polizia a sinistra che controllava la squadra di supporto che ancora mostrava documenti e tesserini identificativi, il coniglio avev deviato a destra verso la casa accanto per non andare in strada, ma non aveva ricordato un fattore chiave che non notò nella fuga. per non andare in strada si era fatto la zona posteriore della casa accanto e doveva superare l'ultima per quartiere per l'altra strada laterale. Ma nella corsa non aveva notato o ricordato che quel lato il proprietario aveva fatto mettere sulla cima del muretto cocci di vetro. Così Kianta non potendo seguirlo, aveva iniziato a chiamare nel sistema di comunicazione nascosto che avevano, inserito nell'orecchio, il gruppo fermo con la polizia, finchè un urlo disumano non aveva atterrito tutti. Kianta si era nascosta per non essere vista con abito mentre il gruppo di supporto, i due della polizia che li avevano fermati, Kovacs e Gask giravano intorno per trovarlo infilzato sui cocci facendosi tagli profondi e orribili, da paura. Come non avesse visto i cocci dal basso, non era chiaro.
    Così, la vide distesa con tutto l'abito e ancora gli stivaletti ai piedi da donna in stile vittoriano che spountavano da sotto l'orlo della gonna. Aveva un piede e una mano che sembravano levitare oltre il bordo del divano, semplicemente si era messa comoda ed erano rimasti in fuori. Il braccio destro era ripiegato con la mano sopra la spalla destra. Aveva un cuscino a salsicciotto lungo e sottile sotto la nuca e la testa quindi era parallela al tetto. Respirava piano e qualcosa sembrava dargli fastidio ma in quel momento non capiva cosa.
    Si stava più che altro chiedendo come potesse ridursi per la stanchezza a quel modo da buttarsi sul divano per impersonare una strega che cacciava la feccia da non sentire odore di cibo e scattare come un soldatino di latta a cui avevi dato la carica. Quando si parlava di cibo, ne sentiva l'odore, o incrociava i carri che portavano le provviste dalla Fattoria, lei diventava raggiante, le luccicavano gli occhi e correva. Sia per salutare chi veniva dalla fattoria e sia per accalappiarsi qualcosa. Alaric ogni mese per ripicca, portava a Milan, direttamente nel suo ufficio nelle piccole riunioni che faceva ogni tanto, una lista con cosa mancava dai frigoriferi interrati naturali che avevano o le celle frigorifere della cucina. Kianta, quanto pareva come quella che l'aveva preceduta, ambiva più il salato che il dolce, nonostante molte volte le veniva l'assalto micidiale della voglia di roba zuccherata. Dolci con panna, meringhe, torrone duro, torta di frutta di ogni tipo ma senza crema pasticcera, profiterols, tiramisù e altri. Ma solo in certi momenti, per i lresto adorava i cibi salati. Quindi Alaric arrivava, fissava serio tutti e poi elencava cosa mancava. In prevalenza rimanenze di polpettone o prodotti lavorati di carne come spiedini messicani, spiedini di mini involtini, involtini, pizza, salsiccia grossa, patate in ogni tipo di pietanza. Di verdure hummus come se piovesse e arraffava piatti di verdure solo le andava. ne mangiava, dalle minestre ai minestroni, piatti vari di sole verdure o piatti vegetariani. Ma quando mangiava in orario nel suo ufficio, non andava mai nel refettorio perchè si lamentava che no nsi sentiva mai accettava in nessuno modo e in nessun posto.
    Quando non mangiava in ufficio ed era in giro, arraffava roba anche da sola dalle celle frigorifere sotterranee naturali, ossia zone scavate strategiche come si faceva con i formaggi e salumi  dop di vari paesi o piccole grotte ai piedi della montagna che chiudevano con un vari tipi di chiusure che solo pochi potevano aprire, lei compresa. Le celle naturali avevano un'inclinazione dall'apertura alla zona quadrata scavata di decine di metri secondo calcoli precisi e ospitavano negli scaffali scavati fino al tetto vari tipi di cibo in conserva, a maturare come formaggi e salumi e carni di vari tipi, alle verdure e pesce affumicati e ben conservati. Le celle frigorifere delle cucine tenevano solo per una settimana max i cibi da usare, per poi rifornire al termine con roba fresca dalla fattoria direttamente o dalle celle sotterranee.
    Kianta vi entrava, vi erano guardie ma la lasciavano passare e quando non andava nelle cucine si fregava la roba che le andava da mangiare quando le veniva fame. E Alaric compiva tutto per bene per poi fare lo splendido come se denunciasse un malvivente. Scorze o buccia esterna in base a come le si chiamava dai formaggi aperte tutte tagliate e prese. Lei le adorava, le puniva e spazzolava bene ed era la parte dei formaggi che prediligeva. Trecce come le chiamavano di salumi, di solito una corda naturale che teneva tre salsiccette di salame, di altri tipi di salumi o carne affumicata. Scatole e scatolette di vario cibo pronto che poteva consumare senza cuocere o riscaldare. Prodotti caseari di vario tipo anche morbidi come il gorgonzola, tipi di pani e prodotti da forno che potevano durare del tempo compresi biscotti e altro che stavano però nella cella adibita a quel tipo di alimenti. Dalle cucine arraffava cosa le veniva, olive condite, prodotti pronti, vaschette che riempiva lei stessa e poi scappava via. O cucinava lei stessa.
    Alaric lamentava anche l'uso della cucina al di fuori dell'orario dei pasti come fosse un peccato mortale, quando rispetto a lui Kianta non mangiava negli orari previsti. Lui si faceva i pasti comodo nel refettorio, lei che svolgeva più cose di lui, non aveva il tempo o non le andava di tornare in ufficio a mangiare e quidni si portava la roba o se la cucinava per poi mandare tutto su con il portavivande elettrico fino al piano della sua stanza.

    Mangiava di tutto, ogni volta esplodeva di felciità per ogni cibo come se fosse una festa mangiarlo eppure nel piatto di era una cotoletta panata di carne, sottile e croccante come piaceva a lei con verdure a parte e patatine fritte, ma niente. Fumavano ancora ma lei era distesa, abbandonata sopra il divano come se dovesse dormire eoni.

    Di colpo Gask si rese conto della cosa strana. L'abito scuro lo mimetizzava, ma si accorse per il lucchiio alla luce che la cosa stonata era una  chiazza lucida che scendeva fino a terra. Rosso sangue. Pareva che dal ventro partisse una pozza di sangue che scendeva fino al pavimento e dalla lucentezza pareva fresco.
    Gask si impanicò, lei respirava, ma quel sangue era uscito fino a terra. Si buttò su di lei, premendo con forza per fermare l'emorragia, chiamando i tre ma gli giungevano schiamazzi e risate isterici. Sentiva sotto i palmi qualcosa di gelloso e freddo, fissando la porta per chiamarli, finchpè non si accorse che non sentiva le mani umidicce e appiccicose. Si appiccicavano sulla chiazza sul vestitol ma se lasciava non avvertiva il sangue, turbato fissò le mani pulite e poi il sangue sul vestito. Che scivolò via come un tovagliolo che finiva a terra per la gravità.
    Esterrefatto e a bocca aperta toccò ancora il vestito, constatando che non cèrano strappi, buchi o sangue.
    Kianta si svegliò di soprassalto e vedendo Gask inginocchiato sopra di lei si spaventò da balzare via finendo sul tavolino, che si ribaltò facendo volare in aria e a terra ciò che conteneva. Kianta stordita per il risvegli obrusco e lo spavento si tastò dove aveva sentito la forte pressione, guardò Gask che era sconvolto e incredulo, passando lo sguardo dalle mani pulite all'abito intonso prima e in quel momento si era sporcato nel balzo di paura.

    "TUUU!!! MALEDEEETTTTO!!" si inviperì irata "Sei smepre tuuu!!!! Cosa stavi fancedo???!!??? Cosa toccavi??? TUUU!!!"

    "Aspetta... loro mi..." vedendola così arrabbiata e fuori di sè da urlargli contro "avevi del sangue e..." prendendo la roba rossa che gli era sembrata sangue. Era una roba gelloso leggermente appiccicosa e lucida che pareva davvero sangue " che roba è?"

    "TUUU! FUORI DI QUI" gli urlò contro afferrando il coltello che prima era vicino il piatto, in quel momento invece per terra come tutto il resto e glielo tirò contro mentre Gask si alzava e con le mani cercava di calmarla, finchè non fece dietrofront alla vista dell'oggetto verso la porta. Il coltello si conficcò sul muro dieci centrimentri a sinsitra della porta, poco dopo che lui fu fuori, socchiudendo la porta. Affannanato, provò a infilare la testa dentro per dire la sua, indicando il sangue finto, ma si vide Kianta isterica come una iena senza il pasto preferito che gli rispondeva con la forchetta, che finì contro la porta richiusa prontamente.

    "Ma che..." fece lui, mentre dentro lei sfuriava male, sbattendo le cose contro la porta "Ehi, finitela di ridere! Che cazzo è successo!"

    "Scusa, veramente, ma è sempre diveertente fare scherzi del genere! E' un sangue finto che usiamo per le nsotre messinscene, pare veramnete sangue colato se non lo tocchi o ti avvicini troppo, anche appiccicoso come il sangue senza sporcare... mi spiace, amico" fece Kovacs con le lacrime agli occhi ridendo come un pazzo "ma questi due hann oscommesso che ci saresti cascato mentre io no, e ho perso... è stato grandioso!"

    "Dormiva e le è venuto un colpo! E ora mi odia..." si lamentò Gask metnre teneva la porta "che faccio, continuo a tenerla bloccata? Se esce mi ammazza?" domandò disperato metnre Kianta cercava di aprire la porta e batteva urlando. Gli altri del punto d'appoggio che lavoravano là erano accorsi. Ed erano divis in tre sezioni. Un gruppo pareva indispettito per lo scherzo, ma Gask mentre teneva la porta non capiva per cosa lo fossero. Un gruppo era disperato e pagava l'altro sogghignante che riceveva i soldi della scommessa. Chiaramente non era il primo scherzo.

    "Era da tempo che dovevamo fartelo per benvenuto nel gruppo di lavoro con Veròna, adesso sei ufficialmente battezzato come Ombra di Kianta nelle sue trasferte. Tutti loro che sono qui sia fissi sia in rotazione, sono Ombre secondarie, ossia danno supporto a noi. E ci siamo fatti scherzi dal primo giorno di tutti. Quindi benvenuto anche se dopo settimane al duro lavoro di Ombra..."

    "Vi ringrazierò in un altro momento, giuro, adesso ho paura seriamente di lasciare la porta" fece Gask offeso mentre continuava a impedirle di uscire per trucidarlo.

    "Stai calmo, le passerà. Capo..." fece Kovacs finchè non si accorsero che da qualche attimo la porta era in modalità tranquillità, ossia non succedeva niente. E dopo due secondi un vetro infranto si levò dall'altro lato della grande stanza. "Oh, cazzo, la finestrella che dà sulla sala..." fece lui indicando l'angolo della stanza ampia, a destra vi era una finestrella piccola in alto a  vasistas.
    Kovacs e gli altri due andarono a vedere e trovarono svoltato l'angolo la finestra aperta all'interno della stanzetta ma il vetro in frantumi davanti a loro, con un manico di scopa che pestava a caso in fuori con rabbia.

    "Vi ho sentito! Vi torco il collo, vi butto in mezzo agli struzzi che ci pensano loro a voi! Giuro! Vi lancio contro i cinghiali! Prima di appendo a un albero, poi di cospargo di miele e panna e vi lascio in mano agli animali nel bosco profondo! Vi faccio vedere io lo scherzo! E quell'altro idiota, appena mi tocca di nuovo gli faccio lo scalpo! E uso quello per lavarmi la macchina!! Vi picchio! Vi storco l'anima...!!!!" sbraitò lei da dentro, muovendo il bastone per picchiare qualcuno

    "Capo, non sapevamo che avrebbe creduto seriamnete... pensava che..."

    "Che faccio lascio la porta?" chiese Gask con paura ancora a barricare la porta

    "Avvicinati alla fienstra e parlarle " fece Zidji a Kovacs indicandoli la finestrella in alto da cui spuntava la mano col bastone "ti do... ti do... cosa cè qui! Arance, no... frutta, no! Succhi, no... cosa cè che possiamo darle per calmarla?" fece cercando come un matto qualcosa

    "Ti hoi sentito" fece lei con occhi cattivissimi apparendo col viso dalla finestrella, segno che si era arrampicata su qualcosa "te lo do io il qualcosa per calmarla, vieni qui! VIENI! E' un ordine! Vieni che ti faccio ingoiare questo sangue finto e te lo mangerai pezzo per pezzo!!"

    "Chiamate il leader... la guardia costiera! Quella forestale! Accidenti, qualcuno!! Lo so che mi attaccherà in alto al Big Ben come monito per tutti!! Oh no, alla torre dei corvi!! Finirò come i corpi dei condannati che stavano mesi sui palazzi per ricordare di no nfare cazzate! Che faccio... OOHHHH, mi guarda!!!" fece Zidgi disperato mentre Kianta stava alla finestrella con occhi sbarrati incazzata e lo fissava, fissava, fissava. Con sguardo omicida.

    "Chiama l'esorcista, va. Qua il demonio non arriva, vede la sua incazzatura e scappa direttamente! Pure se andasse all'inferno farebbe venire l'ansia ai demoni... ma l'esorcista se ha quella faccia è l'arma migliore" fece uno che era tornato verso Gask, a bassa voce, ridendo. "Ehi amico, preparati perchè se stasera tornavate allo Chateau, mi sa che sarà solo lei a farlo, sola. Voi non so dove finirete!"

    gask sospirò e prese il telefono, tenendo ancora con una mano la porta per chiedere cosa fare a Jd e Milan, o almeno uno dei due. Così arrabbiata l'aveva vista solo contro la feccia, quando si sfogava e faceva male a loro. Ogni volta che lei era incazzata sia con lui che per altre cose, Jd sorrideva e rispondeva serafico -Ma dai, è solo un momento, passerà! Dopo poco si calma, magari beve un tè o una birra o mangia qualcosa di buono e se le porti un problema su cui buttarcisi, tutto passa. Sii paziente!-.
    DAlla porta vide un bastone per scope volare verso la zona che poteva vedere, seguito da altri oggetti e minacce di morte.
    Ci voleva ben più di un tè o un dolce.








    un mese prima della Cancellazione

    "Dunque, hai deciso? Qualè la tua risposta? Inutile ricordarti che sno qui solo in via eccezionale, perchè vorrei che fossi dei miei, perchè tu vali là dove la società cadente in varie cose ti ha bollato come inutile... Sono qui non solo per darti l'opportunità che nessuno in questa società di lacrime ti darebbe neanche se finissi sui giornali, ma per la Mano che voglio darti perchè tu puoi... anche per gli altri. Tu puoi fare la differenza anche per altri e cancellare freddo, dolore, solitudine, paura, disperazione, invisibilità, tormenti di fame e di affetto e tutto quanto... vuoi ancora considerarti esente dalla mia proposta?"

    Lia si trovava in Inghilterra con i tre che le facevano da Ombre e parlava in una zona pericolosa e così miserevole e abbandonato dalla civiltà ma stradipante di danni, rifiuti, resti di vagabondaggi, macchine e oggetti rubati lasciati come scheletri terrificanti, palazzi in via di disfacimento e incuria. Ma pieni di persone in cerca di un tetto, sebbene porte,, finestre, intonaco, mobili, servizi ormai diventi o rotti, ogni cosa era sparita, lasciando solo uno spettro di cosa era stato. E così gli altri di quel quartiere. Tutti ammassati contro fuochi di fortuna, chi per miracolo con stufette collegate al generatore che succhiava benzina come se ne valesse della sua vita, per paura che non ve ne fosse più per restare viva. Questo sembrava, come quelle anime perse che vagavano in quei luoghi.Perfino un generatore vecchio e malconcio ma arrancava di vita era assimilabile agli umani a cui dava luce e calore nel buio delle loro vite.

    "Te l'ho già detto, non voglio... hai fatto cose buone qui. Siamo un pò più sicuri senza quella gente che hai cacciato come un affamato contro una preda per la cena, ma non so chi tu sia... una strega...!" fece sia con voce che con una smorfia come se fosse assurdo "Come se fosse possiible che qualcosa di grande possa cadere dal cielo e cambiare le cose... vivo per strada da anni, prima per la crisi, poi per come vanno le cose in questo paese..."

    "non è solo in questo paese, amico mio, ma io vago ovunque ci sia bisogno. Spagna, Francia, Italia, qui, e tutti i paesi dell'europa. Almeno per ora. Suddivido il mio tempo in vari paesi e alle persone che posso aiutare per prime. Non tutte possono essere aiutare per prima... e se non credi alle streghe, che dire.... la gente crede a Dio, angeli, un uomo che è nato da una vergine e faceva cose magiche ma la Chiesa nata per onorarlo ha bruciato chi pensava potesse fare lo stesso... eppure loro invocano un potere divino per fare robe... un controsenso secondo me, ma la gente ci crede e i religiosi sono una piaga su questo mondo. E non si crede in una strega? Diveertente..." fece lei guardandolo con un sorriso monello

    "Padre Jhon dice..."

    "Padre e preti posono dire cosa vogliono, ma molte brutture del mondo sono solo causa loro o delle religioni in generali. Quelle che credono in un Dio, almeno. Io eisto creedndo in qualcosa di più vicina a noi, e sono qui a chiederti se vuoi ritrovare dignità e umanità, così come a molti altri. Ma tu rifiuti... ti ammiro, per questo. Se tutti avessero la tua fibra, ci sarebbero meno disperati per le strade, invisibili ai cosidetti -perbene- che per disperazione per freddo, fame, vicinanza umana e altro finiscono male. Tu invece esisti e vivi in dignità e forza anche così, e tanto di cappello per questo..." gli rispose, togliendosi con grazia e facendo un inchino accennato e signorile verso l'uomo che sedeva per terra in mezzo a cartoni.

    Lia indossava, per impersonare Veròna, uno dei completi con doppiopetto e pantaloni, monocolore e con accessori e decori di un azzurro quasi metallizzato, particolare. Il mantello che Kovacs e gli altri due definivano d'ordinanza per la mise che aveva scelto dopo aver accettato, dopo pressioni di Milan, di rendere reale un personaggio fittizio che altre non riuscivano a fau uscire da schizzi e idee. A completare il cappello che ormai indossava sempre, un cappello in feltro  puro modello Trillby del colore del completo con con cinghia in cuoio e chiusura argentata intorno alla corona per dividere la tesa dalla cupola come un decoro. 

    "Puoi dire quello che vuoi, ma vivo così da tanto tempo che non ricordo comè la vita che potrei dire di prima. Se tu sei una strega, non vivrai nemmeno come la gente normale là fuori... quindi...?"

    "per questo mi piaci" fece lei con un sorriso a tutto denti "e mi rattrista che tu no nvoglia seriamente prendere in mano la tua vita ora che io, strega o meno se non mi credi, te la concedo... Sai, una persona che conosco afferma che noi che definiamo questa una realtà, in verità ne viviamo una fra tante. Altri mondi paralleli a questi ci vedono in situazioni e vite differenti.E ogni vita è come una storia di noi ma in base alle diverse scelte e decisioni. E questa è una storia su di me in mondi diversi, la storia di un mondo in cui vivo non come un' umana ma come una strega...

    "anch'io posso immaginare diverse possibilità per la mia vita ...questa storia che mi descrivi va oltre qualsiasi cosa io possa immaginare... " fece lui scuotendo la testa

    "Eppure... è una vita che quest'altra versione di te ha vissuto. Ma immagina che io possa prendere due versioni di te che non incontreresti mai... e te le porgessi d'innanzi per capire come possono svoltare le cose, basta solo una, una scelta, una decisione, una qualsiasi stupidaggine per te ma che non è veramente... Io non sono il fulcro di questa storia. Tu lo sei. Come lo fu per me, l'attore principale è colui che dovrà nascere con nuovo nome e un'identità reale e viva. Il te nuovo c he io voglio far nascere... ma se hai terrori e incubi su cosa potrebbe essere la tua vita oltre questo... Non penso che alcuno potrebbe pienamente capire e certamente non credere e pensare che qualcuno la capirebbe che non fosse te. Così era per la me prima di essere ciò che vedi con i tuoi occhi. Non devi capire e basta. Prendi e fai tuo, decidi e fai una scelta. Non so se tornerò presto, come ho detto sono qui per..." fermandosi alzando gli occhi e vedendouna testa, per lei conosciuta, scrutare oltre il davanzale e poi ritrarsi all'interno. Lia sorrise. "Come ti dissi, non sono qui per te questa volta nello specifico, ma per ciò che sei, veramente sei e non cosa vogliono veedre gli altri, io posso accoglierti ed essere il cambiamento per altri. Pensaci, prima che vada via, io ho qualcun altro da incontrare..."

    "se parli di Celeste... se non hai buone intenzioni, lasciala stare. Almeno lei... lei..." fece l'uomo quasi preoccupato come implorandola

    "Tu... tu sei riuscire a scendere a patti con questo lato del mondo e della vita, ma lei no... ma non per è pietà che aiuto. Io giungo per chi so, vedo e sento che vale la pena essere salvato. Chi non vuole, chi non accetta, chi non riesce ad abbandonare la via vecchia per la nuova... non posso fare niente. Posso solo sperare che coloro che io ho aiutato possano dove io, per tempo, capacità magiche e desiderio, non posso. Altrimenti, che rinascita darei se non permettessi a coloro che accolgo tra le mie fila di servitori di aiutare gl ialtri rimasti indietro? Sarei come la feccia in alto là, su quei palazzi che stiamo vedendo in lontananza che luccicano sotto il riverbero del sole, ma dentro trasudano marcio. Io non sono negativa, e non uso le persone. Stringo contratti o faccio rinascere di nuovo, sostengo quando vedo che la persona lo merita nonostante tutto, come te, ma non porto le persone al peggio. Io tolgo il peggio dalle persone... E quella ragazza, chi lo sa, se decidi di non accettare di nuovo la mia Mano, potresti rivederla rinata, qui... per te" gli disse guardandolo negli occhi dopo essersi fermata vicino a lui. Si fissarono e lei proseguì, mentre l'uomo restava in silenzio come a pensare.

    Lia proseguì in mezzo alla gente che definiva sperduta all'interno della società. Finchè si trovavano entro le mura ipotetiche della città ed erano nativi di città e regione, erano solo speduti. Un tempo sempre in inghilterra, le sventurate dei secoli passati che finivano per le famiglie, problemi vari e personali per strada, e si prostituivano, erano mal viste ma anche definite -poverette-, sebbene non fosse un vero segno di pietà. Erano sventurate perchè qualcosa in loro non era andato da finire a vendere il loro corpo, perdendo così l'attributo di Signora, Lady, Donna, perbene e simili. Sventurate, così le chiamavano e nessuno piangeva per loro se da morte così come da vive. E così uomini e bambini che no navevano avuto fortuna prima o dopo nel trovarsi in quelli che erano gli slums moderni.
    Tutti ormai la conoscevano, cè la guardava con paura perchè non le aveva parlato mai, chi con interesse ma chissà di che tipo, altri come se volessero correre da lei e dire o fare qualcosa. o altri atteggiamenti che potevano essere qualcosa ma anche altro.
    Non poteva salvare tutti, non poteva aiutare tutti, non poteva fare molto se non individuare soggetti idonei che potessero diventare dei loro e fare la differenza, anche per chi restava indietro come quelli là intorno. Alcuni di quelli anche in altri paesi che aveva raccolto operavano al posto suo portando qualcosa di primaria necessità a chi conoscevano da prima o semplicemente in nuovi luoghi. Erano comunque tutti simili, non cèra bisogno di ambientarsi molto.
    Quelli che erano con lei oltre le Ombre portarono dei sacchi tipo da spazzatura in un angolo ormai come circoscritto per loro, e atteso occupato da chi era intorno a loro mentre raggiungevano l'edificio alle spalle dell'uomo che ancora si ostinava a non volerla seguire.
    Poi si fermò. Fece un mezzo girò lento e guardando negli occhi i presente e disse loro che aveva portato il necessario per loro per risollevarsi un pò come umani.
    Sapeva bene che per la disperazione ogni voltwa si accalcavano intorno ai suoi aiutanti. All'inizio come pazzi volendo le buste loro in mano per prendere da sè gli oggetti, stracciandole. Così aveva optato per tenere ancora buste grandissime tipo da spazzatura e vedere il loro comportamento e se e quanto si rompevano, bucavano o venivano tirate quelle buste, per valutare le persone che accorrevano e quanta disperazione avessero per comportarsi a stadi inferiore all'umano. Non era rimasta contenta le prime volte della Raccolta e la Mano, quando aveva visto occhi insani per la vita vissuta e il bisogno di avere cosa necessitavano. Poi, non in tutti i luoghi, ma comunque qualche volta bizze e lamentele sulle file e su chi voleva cosa accadevano di rado, ma mai come prima perchè dopo aver usato le proiezioni o un colpo di pistola, aveva inteso con quella gente dei comportamenti da persone. Aveva ricordato loro che erano persone e lei non era come la gentaglia che si definiva perbene che li ignorava.
    Che le dessero il rispetto dovuto per cosa faceva per loro.
    Ogni bene che necessitavano in base alla stagione era donato una volta alla settimana e se si trattava di cibo, un camion apposito parcheggiava e dava cibo caldo o fresco con annesse bibite in base ai periodi. Frutta e carne per tenerli su almeno una volta al giorno e non rivedere di nuovo istanti di pazzia come le era capitato. Non si era mai spaventata, aveva solo provato dispiacere per come l'essere umano si riduceva in ambienti e situazioni degradanti dentro e fuori e ritrovarsi invisili, dei nessuno e inutili, ma ritenuti fuori la società comuqnue. E aveva chiesto loro che erano interessati, avrebbe portato persone indonee a insegnare loro mestieri e occupazioni, perchè avessero modo di avere qualche carta vincente nel caso trovassero lavoro o possibilità di risalire la china con fatica, ma era possibile.
    Non per tutti, non con tutti, ma alcuni facevano piccole cose per i negozi della zona vicina, quando lei stessa era in zona accettavano di farle da corrieri per piccole cose da portare alla gente ricevendo un compenso. Come osservatori e informatori. Molti come quell'uomo di mezza età non accettava di essere aiutati o seguirla, così lei proponeva di ricompensare ciò che erano. E quindi li pagava per piccole cose, anche solo come piccoli corrieri di lettere o oggetti per persone che avessero bisogno e non aveva i ltempo di visitare.
    Ovviamente solo quando era là, altrimenti si affidavano al loro piccolo centro mobile di aiuto, gestito proprio da persone come loro che non adatti a fare molte cose per l'organizzazione per varie cose, o non capacità, vivevano in edifici con una piccola stanzetta o condivisa con altri, con vitto e alloggio e pasti finchè non avessero trovato di meglio imparando un mestiere o lavorando in altri settori, aiutando però nel tempo che avevano tutto completo le persone che avevano nella Torre o edifici di proprietà dell'organizzazione. Custodi, imbianchini, guardiani, tuttofare, come mestieri base. Qualcosa di grande per chi era rimasto senza neinte e per strada in tutti i sensi.

    Per quelle persone che la osservavano, senza questa volta fissare con bramosia i sacchi, cèra solo un aiuto settimanale per il grosso e giornaliero per almeno un pasto, autando poi i singoli se avessero bisogno in vari modi entro sera. Era persone veramnete vuote, perdute, che arrancavano ogni giorno  in zona in cerca dello stesso posto caldo d'inverno, un pasto gratis quando riuscivanoe raccattado robaccia nel tentativo di trovare qualcosa di utile per avere qualche soldo per sigarette e liquori. Ma la situazione non era così come si potrebbe descrivere. Era molto peggio. Lia aiutava anche le famiglie povere che una casa bene o male l'avevano ma erano a un passo dall'essere come quella gente che la fissava. Erano così tanti quelli che erano col sedere quasi a terra se non del tutto e non vedeva che questo, scrostando la facciata scintillante della città piena di persone che guardavano solo il loro.
    Quelli potevano essere loro parenti, possibili amici, persone che avevano perso il sorriso e tutto quanto cèra di umano per inselvatichirsi dentro alla ricerca di sopravvivenza giornaliera. E molte volte di notte, a causa del freddo o per stronzi che se la rpendevano con chi era impotente.

    Quelle stesse persone intorno a lei l'avevano vista giungere come un rombo di tuono, tra suoni e immagini dei sistemi di proiezioni, e pestare a sangue quelle stesse persone che recavano danni e disperazione in chi lo era già. Aveva prove video e audio di cam nascoste e grazie agl iagganci, aveva portato quei piccoli pezzettini di stronzo al gabbio come meritavano, chiedendo con le pressioni dovute, di far tenere quei capi d'accusa per sempre, senza cancellazione in caso di accordi e simili.
    O se erano di buona famiglia più dei altri e più stronzi come capitava sempre, chiamava degli ex teppistelli che aveva aiutato a uscire dal livello sociale in cui si viveva, a strati in base a soldi, luogo in cui si vive e posizione, e dando loro un futuro. E quegli stessi erano stati Signori in confronto ad altri da aver ringraziato in tutti i sensi Lia lavorando e studiando sodo, dando quanto potevano a chi era rimasto dove vivevano prima e in casi possibili, portando loro stessi i beni necessari la settimana o, su sua richiesta come da contratto, presentandosi al suo richiamo perchè prendessero a sberle gl istronzi che sporcavano le strade.
    A disarmare gli stronzi ci pensavano  i suoi, ovviamente, infatti diceva sempre a quei tre -voi militari che ci state a fare? Se non noi, allora chi?-. E quando erano disarmati li faceva portare se le andava di punire per bene al centro o in zone come quelle dove si mettevano i suoi per distribuire il ncessario e chiedeva a tutti i presenti senzatetto di dire la loro a quella gente, dopo ovviamente che in disparte li aveva fatti gonfiare come zampogne, perchè senza scagliare pietre ed essere allo stesso livello, quella gente dicesse ciò che pensava di loro.

    Aveva perfino giocato con alcuni di loro, facendo togliere tutto, letteralmente tutto a famiglia e loro stessi da finire per strada. Milan non sembrava contento quando era serio e compito, ma lei voleva che provassero almeno una settimana cosa si provava essere buttati fuori di casa e senza niente, tra quella gente. Estremo, ma quando andò da loro e li vide peggio di chi non volevano vedere o sbeffeggiavano, fece un discorsetto e fece firmare loro un documetno ufficiale per cui se si proclamavano colpevoli, avrebbero riavuto indietro tutto, ma con la penale di aiutare ogni settimana le persone bisognose. E con la clausula che se avessero provato a fare i furbi con denunce e avvocati, non avrebbe avuto pietà. Perchè come disse a loro -facile fare i gradassi con posizione sociale e soldi. O con armi. Ma qui, signori, quisiete il niente che consideravate gli altri e tali vi faccio tornare. Con me non si scherza! E se non credete, ci sono persone vicine a voi che conoscete che hanno subito le giuste punizioni per essere stati stolti da credere di essere migliori. nessuno è migliore di nessuno, si è tutti pari e tutti meritao rispetto e considerazione. Se non avrete imparato la lezione dopo tale punizione, la mia ira cadrà su di voi di nuovo e quest avolta senza pietà. perchè odio gli stolti e ancora di più gli imbecilli che questa società genera. Voi avete avuto possibilità, loro no. E' ora che comprendiate che siamo tutti fratelli e nessuno deve sfruttare o denigrare nessuno. O sfogherò tutto ciò che provo su di voi e così come per loro non cè nietne e nessuno per aiutarli, non ci sarà per voi-.

    "Avevo nei miei programmi della giornata delle cacce al coniglio nero, ma ho deciso di farli correre un altro pò per agguantarli dopo e impedirgli di lordare ancora di più le strade. Ho deciso di venire qui per protare un giorno extra di aiuto, vi rinnovo la proposta di far giungere qualcuno che possa insegnarvi qualsiasi mestiere o impiego se volete tentare di rirpendere in mano la vostra vita. Decisione vostra. SApete chi sono, e come strega in quanto tale, posso usare le mie capacità solo in determinati modi e per specifici fini, aiutare e accompagnare gli umani verso la strada che necessitano o punire chi viola l'equilibrio del mondo. Con ciò che provvedo nel tempo perso provo ad aiutarvi entro i miei limiti, poichè sono molte le persone nel mondo che hanno necessità. Io e altre non possiamo intercedere al posto delle persone, possiamo solo sostenere e concedere cose in determinate condizioni. Ma non ci dimentichiamo di voi, io sono solo più decisa ad essere in mezzo a voi. Se accettate l'aiuto che posso dare, potreste riuscire a risalire la china, ma è una decisione vostra, invece di vegetare stagnando in questo posto negli stessi giorni tutti uguali. Perfino io ho delle restrizioni e regole sul cambiare la realtà delle cose. Ma siete voi gl iattori principali della vostra vita."

    Si voltò e si avviò al piano superiore, superando celando il disgusto, l'ambiente terribile che le si prospettava intorno tra pattume vario, come una discarica ovunque perfino pericoloso come attrezzi per la droga, gente seduta in vari modi sugli scalini, alcuni abbandonati dopo una dose, altri demoralizzati dalla vita che si stringevano solo nei vestiti aspettando come i gatti i momenti dei pasti per uscire e accaparrarsi cosa potevano, come avessero un orologio biologico settato.
    Al primo piano vi erano le ragazze meno fatte e incapaci di vendersi se nel pieno della ragione, che volevano stare lontano dalla strada.
    La ragazza che lei voleva prendere era spalmata contro la parete non appena Lia entrò, come in preda al terrore di nascondersi ma non cèra modo.
    Alcune ragazze tra materassi e lenzuola cos lerci da non sembrare più cosa erano vite prima, iniziarono ad alzarsi ma lei chiese loro con la mano di restare ferme. Vennero raggiunte dai tre che in iziarono a distribuire oggetti vari,  tra creme varie per la pellee generi di pulizia della persona a cibo in scatola.

    "Celeste... per quale motivo ti ritrai per la mia venuta? Ti sei fatta per caso?"

    "no, no... no.no" fece lei con la testolina di capelli sporchi, per quanto era magra, che cercava di fare no con la testa ma si muoveva in modo orribile

    "Lascerò correre i sintomi che vedo, non sono la polizia ne qualcuno che vuole toglierti cosa tu e le altre pensate sia il megli oper voi. Ma per cosa sei tu, in quella testolina, il tuo quoziente e le tue capacità prima delle droga... quelli fanno parte della te normale che dovrebbero tornare. Ed essere utili. A te? No, non solo...:" fece Lia accovacciandosi davanti alla ragazza dopo aver stretto l'impermeabile in stile detective che usava quando pioveva perchè no ntoccasse troppo terra "potresti aiutare loro, le tue amiche di disgrazie, ma anche quelli là fuori. E non solo chi conosci che condivide con te questo quartiere ma tanti altri...  Datemene uno" fece ai ragazzi, indicando una scatola che stavano dando alle ragazze e Kovacs glielo consegnò avvicinandosi, facendo stringere la ragazza le braccia contro gambe a protezione "ascolta" fece questa volta alla giovane che aveva occhi spiritati ma chiaramnete era lucida e aveva solo qualche effetto di cosa aveva preso ore prima "mangia questo per adesso e rimettiti un pò di carne sopra. Certo, non è un cibo miracoloso, ma a me mette il buonumore..."

    La giovane prese con paura la scatola. non era di plastica ma una confezione particolare in foglie larghe e verdi ben legata con una posata in bambù. Non era la prima volta che ricevevano quel cibo, da mangiare subito e quindi non in confezioni in scatoola a lunga conservazone come quelli distribuiti prima. Aprì l'involto ben stretto con della cordina sottile chiara e si avventò con la posata su quella che si dimostrò una bella e generosa porzione di hummus. Con della roba dentro.

    "Si tratta di hummus con verdure e carne. Per facilitarci il trasporto abbiamo creato un piatto unico, che vi terrà su per alcune ore mentre vi levate quella roba dalla mente. Sempre che non vi sia rimasta...  Celeste, ascolta..." le disse mentre quella mangiava "calma, vai con calma, nessuno te lo porta via "vedndola inboccarsi grossi parti di hummus in bocca con foga "sai... vuoi sapere quando ho assaggiato l'hummus la prima volta?"

    La domanda attirò l'attenzione della giovane che mangiò con calma, presa dallinteresse del discorso.

    "Vuoi saperlo? bene... ho assaggiato l'hummus la prima volta in aereo. Ero con una persona. E stavo andando con lei in Irlanda. Ricordo ancora la mia vita da umana e quando provai su quell'aereo economico un qaulcosa che non conoscevo..."

    "Quando eri ancora umana...?"

    "Tu sai chi sono"

    "Si, tu vieni chiamata strega e prendi quelli che spacciano, le gang, quelli pericolosi..."

    "si, non così vago e non così da niente.... comunque io lo faccio perchè sono rinata come Strega, lo sono diventata perchè determinate cosa hanno voluto che così accadessero. Adesso siete relativamente al sicuro, tranne dallo spacciatore a quanto pare "fissando lei e le altre con cipiglio e rimprovero "ma potete stare più tranquille. nessuno come prima vi toccherà e se giungerà qualcun odi nuovo, sapete come chiamarmi. oltre questo,io ti ho scelta tra tutti perchè sento, avverto, che potresti essere quacluno di capace per te stessa e tutti gli altri. Essere una mia sostituta nell'impegno che il mio ruolo ordina, di aiuto e guida per chi non ne ha... ma per fare questo, devi rinascere come una nuova te. Divenire qualcosa e qualcuno non sol ocome prima come salute e mente, ma anche migliore.  E camminare in questa società come più di tanti altri. Ma solo se lo vuoi e se accetti il cambiamento che ti vedrebbe come una nuova te... "

    "E perchè non le altre?"

    "Innanzitutto...Non sono io a decidere. per ciò che sono... ci sono determinate persone che possono essere ciò che vorrei diventassero e tra queste ci sono incognite. Se posso per tutti questi che sono come fari nella notte. hanno quel qualcosa li rende capaci di essere ciò che non si aspettano e a seguire voi, tutti gli altri. Rispetto loro, io sono qui per te per un motivo. La volontà. La decisione. La scelta. Loro, non accetteranno mai perchè non vedono altra via che la droga e il fuggire. E con queste condizioni, io non posso operare. Vedi... se non cè l'intenzione di risollevarsi, essere salvati, mutare quei sogni che tanto raccontano... vero ragazze?" fece verso di loro solo portando il mento verso la spalla e vltando gli occhi senza però vederle "quante volte avete raccontato i vosti sogni, cosa desideravate... ma senza poi avere la volontà e forza di abbandonare cosa conoscete e di cui non avete paura per l'ignoto? Prefendo vendervi piuttosto che mostrare cosa siete...? E quindi..." ritornando a Celeste "Tu puoi, invece. La volontà cè e hai uno scopo. Un motivo. hai in te la forza e il cervello per essere migliore di tutti e di chi odi... Anche per loro ci sarebbe possibilità, ma una volta varcata la soglia del cambiametno, non si torna indietro, questo è chiaro dall'inizio e lo ribadisco. Nè ragione, nè pentimento, si va di faccia verso la nuova scelta, ma non tutti sono pronti o intenzionati. Così come fu per me, anche voi umani potrete..."

    "Ma io... non... sai perchè sono finita qui?" fece lei tremando e singhiozzando

    "Si, ma se ti è di aiuto per sfogarti e far uscire cosa tieni dentro che è peggiorato dalla droga, per fortuna non è delle peggiori, ti ascolto..."

    "io... le mie amiche mi avevano dato quella roba... dicevano che mi aiutava a dimenticare... ma poterlo dimenticare.... no, no, no era lui che era per me, lo so, lo sentiva, era l'uomo per me. Era perfetto!!!" con voce stridula "ma lui prima scelse di andare in un'altra università e poi... poi tornò con quella... e così ci ho provato, gli ho detto... io sono qui, sono sempre stata qui, perchè quella estranea?" dimendosi come una pazza, agitata  e gesticolando molto "ma lui mi ha detto che non gli piacevo, che... dovevo vedere altrove. Che quella che si era portato indietro per le feste era speciale, era straordinaria... IO! IO DOVEVO ESSERE!!!"

    "E quindi?" fece Lia con voce calma e misurata "hai preso quella roba?"

    "Non studiavo, non... avevo la testa sempre a pensare. A lavoro era pure peggio. Era lì, questo chiodo fisso e sentivo la pressione di qualcosa che non risucivo a fare. E lui che compariva con lei al fianco. E così per scacciare tutto hoaccettato di prenderla. Ma prendi ora, prendi ancora, ho finito per averne bisogno sempre, senza ero... ero... e poi... poi era tutto uno schifo, lo vedevo sempre e se non cèra perchè all'università con lei, gl iamici parlavano di lui..."

    "E poi sei finita per scappare di casa?"

    "Si... tempo dopo, io... non trovavo il mio posto a lavoro, a casa, e studiare era un peso perchè non avevo lo mente sgombra. Non dormivo e questo pensavo mi aiutasse ma... alla fine ho deciso di venire qui, in questo posto dove studiava per parlargli di nuovo ma... ho perso i soldi in droga, nell'arbergo dove stavo e i mezzi pubblici che prendevo per andare da lui. E sempre mi cacciava. Poi ho litigato con lei... e non volevo tornare. Non avevo niente da fare a casa, capisci? Dovevo tornare per cosa!? Dovevo restare qui con lui. L'ho aspettato fuori da campus, dove potevo stare e alla fine mi ha fatto mettere quella cosa restrittiva o come si chiama, non potevo avvicinarmi... ho speso tutto e sono finita senza unca camera e soldi e... avevo bisogno di un aiutino, sai... e lui era stato il mio primo e mi scacciava a quel modo.... perchè!?" facendo come una pazza allucinata

    "quindi voi due eravate stati insieme ma poi era andato via per studiare..." le chiese, vedendo interrota da Kovacs che le avev aprotato delle particolari sedie in legno pieghevoli in poco spazio, che lei accettò

    "Si, si... ero così contenta. Era stato la fine del liceo, sai? Da quanto mi piaceva... e a una festa sono stata con lui... lo amo, si, so che lo amo più che di me stessa e io aspetto, sto aspettando che finisca di studiare per raggiungerlo prima che parta...." sorridendo in modo ambiguo

    "da quanto tempo lo aspetti?"

    "...uh... un pò! Ma è per amore. Lo amo. Dobbiamo stare insieme è così che deve essere, lui è quello solo per me. Altrimenti non sarei stata con lui. Ma è arrivata quella...quella!! ma io e lui staremo insieme e proverò di nuovo cosa ho provato quella volta e per sempre... si, tornerà da me e io sarò felice. Riproverò l'amore... vedrai..."

    "Ma se lo aspetti qui, così, con quali possibilità pensi di riuscirci....?" le domandò, inclinando verso la spalla la testa ma prima che quella potesse pensarci troppo da rispondere, Lia decise di continuare a tenerla occupata con la testa su cqualcosa che la trascinasse via dal bisogno di droga e restasse lucida "vorrei.... che ti mi spiegassi cosè che un umano prova... questo amore che dici, spiegami cosè e comè in tutto ciò che ne concerne..."

    "Cosa... perchè... hai detto che tu eri umana.... e poi sei diventata una strega..."

    "corretto... ma vedi, io ero già da prima diversa e in un certo senso, destinata ad essere ciò che sono adesso. A me da principio è stato precluso molto dell'essere umani. non so cosa e come si prova quello che tu definisci amore. Quello che hai condiviso con lui quella volta. Cosa significa per una donna, essendo il tuo lato della situazione, l'amore e cosa si prova... per questo..." accavallando le gambe e poggiando il mento sulla mano chiusa che si sosteneva col gomito sul ginocchio "ti prego, descrivimi ogni cosa e illustrami cosè l'essere umano e cosa signidica qualcosa che a me è sconosciuto.... Fammi entrare nel tuo mondo per capirlo...Racconhtami cosa si prova ad essere innamorati e cosa significa amore in questi casi e quando si sta con qualcuno... rivela tutto il tuo cuore..."

    "Secondo te, perchè si è messa a chiedere queste cose? NOn le sono mai interessate e non vedo perchè ora..." domandò Zidgi a Kovacs sottovoce dopo aver distribuito cosa avevano portato e si erano sistemati a triangolo, spalla con spalla, per controllare corridoio, porta e stanza.

    "Non so" rispose l'altro "Non credo sia per qualcosa in particolare, sempre che non stia escogitando qualcosa. E mi auguro di no, lo sa solo dio cosa combina quando riesce a scappare da sola senza di noi o cosa si inventa. Non vorrei ripetere l'esperienza di lei arrestata e portata al gabbio..."

    "Ma non cè nenanche entrata, dietro le sbarre. Ha giocato con quei sergenti e detective nella stanzetta e poi se ne è andata come una regina, pure accompagnata con gli onori... e adesso quel tizio e altri che ha contattato lavorano con noi, seppur senza sapere molto. Sono soui collabotoratori e informatori e in cambio lei smuove un pò le acque se le portano le prove per lei concrete che hanno ragione e vogliono supporto. Pensano che siamo un qualche gruppo segreto militare del governo... posso capire perchè si diverte a giocare con la gente, anche se ho sempre il freddo per quanto rischia. Se finisse con una pallottola in testa no nci sono stronzetti in lei che possano salvarla, non  da quello! Ma comprendo che sia per un bene a cui tiene.... Ma questo! Una come lei che ti prende a calci sui coglioni letteralmente, o come quello che glielo ha pinzato con la cucitrice... cosa le viene a fare queste domande intime a una tizia sballata, guardala, sembra una pazza furiosa.... per me le sta dando corda nel peggiore dei modi. Farli eccitare con le loro paranoie e follie e..."

    "Se lo fa, avrà un motivo. Quella ragazza pare abbia un Qi davvero interessante e sai che per primi cercano soggetti interessanti. Dopo, altri dietro prove. Sul perchè chieda su quell'argomento, non saprei. A lei non interessa per niente e non ci tiene a sapere cosa si prova ad essere una donna. per lei è qualcosa fuori dal suo Io, per lei essere umana è superare la soglia dell'istinto e degli ormoni e andare a qualcosa di più puro, o lameno così mi pare abbia detto. Anche a me sembra strano, ma sai anche tu che su sesso e informazioni biologiche ne sa più di noi, che conosciamo solo la pratica. NOn mi stupirei se fosse solo per raccogliere informazioni per la sua conoscenza e basta"

    "Ah... quando ci ha fatto il terzo grado per chi vedevamo nel tempo libero e ci ha chiesto a cosa servisse il monte di venere e perchè fosse così. Cosa cazzo ne so io, pensavo, ma mentre si preparava e ci faceva il terzo grado, sicuro per conoscerci, e ci ha spiegato il perchè fosse in quel modo e cosa preservasse con la sua forma,  mi sono sentito un idiota. NOn avrei mai pensato che fosse così per quel motivo..."

    "Perchè secondo te esistono le Lezioni? Non per far perdere tempo alla gente..."

    "Si, ma appunto una cosa è scoprire perchè è così quella parte anatomica, ma chiedere cose del genere, a che le serve? E' un argomento che non intende mai trattare a meno che non fa domande mirate e simili. Ora sta seduta là tranquilla e comoda a sentire una tizia fuori di testa drogata, intelligente quanto volete, ma folle come un caimano incazzoso... guarda gli occhi da pazza!!! mi fa paura... mi auguro di non aver mai a che fare con donne così! E dio ce ne scampi se lei si interessa a fare domande a ogni donna e uomo che le capiti a tiro!... su qualcosa che lei odia, non è parte di lei e non conosce se non nella teoria"

    "Dimentichi le risate che ci siamo fatti quando a tutti i ragazzi che si prostituivano per soldi per andare avanti per strada, ha chiesto cosa si prova ad avere il gamberetto e come influivano su di loro gli ormoni? Ha chiesto loro di spiegare tutto quello che succedeva, io sono dovuto uscire perchè le risate mi stavano ammazzando! Chiedeva cose personali come con questa ragazza, e per capire quanto di se stessi cèra contro gli ormoni. E peggio, se vendendosi a chiunque mostava i soldi, provassero o meno qualcosa, se no come si sentivano, se si... cosa significava secondo loro chiudere gli occhi e far fare....  se vi era solo  risposta del corpo infingardo come lo chiama, come con gli strupri che va a cavolo suo, oppure erano come lei. Penso che sia solo compresione. Tutto qua. Quello che mi preme ora è l'appuntamento di più tardi. Quel gruppo di spacciatori portoricani. Ho paura che voli il piombo!"

    "Cè un accordo con quelli, per poi bam!, li acchiappiamo come tutti gli altri a sporcarsi di polvere e pietre per raspare nelle miniere al posto dei poveri disgraziati e scontare le loro pene. Per non parlare di cosa ha fatto ai piccoli e medi papponi di ragazze sia comprate dall'estero che della loro città che portarono ad essere oggetti mentre lui guadagnava. Peggio se minorenni. Sinceramente, non ho provato pena o ansia nel vedere o sapere cosa gli aveva fatto fare perchè capissero cosa significava essere oggetti e sentire su di se la violazione di qualcuno... quelli un pò più per bene di facciata li ha lasciati a terra nudi e come diceva lei -spanati- che avrebbero avuto bisogno di chirurgia per riavere un ano funzionante. E con tutte le prove sia lacsiate là che mandate ai giornali di quello che facevano. Aiutando le vittime..."

    "e le ha aiutate anche quando le prese tutte per quel tizio e disse loro -adesso lui è come voi, siate le pappone al suo posto e fatelo diventare un oggetto- dando loro oggetti che non vedevo neanche negli incarichi per la buoncostume" disse Django ridendo "quando feci qualche anno là dopo il militare pensavo che la mia vita cambiasse in maniera normale, invece avevo sempre pressioni perchè ragionavo da militare e n elle retate... gli oggetti che mise a disposizione, dietro concessione gentile di Madame... cazzo che terrore solo a vederli! E rimase là a guardare il capo, chi tra loro voleva che lui provasse tutto, nella posiizone del gatto che si stiracchia, così la chiama, e calcolare chi tra loro aveva le palle di affrontare tutto e andare avanti o chi restava nell'angolino a tromare e rovinarsi la vita. Nella mia breve carriera alla buoncostume ho visto scene brutte dove registravano video con donne non molto consenzienti, ma quello che lei ha fatto... qualcuno può dire che è stata inumana contro chi abusava degli animali e non faceva niente nessuno. L'uso di dispositivi elettrici per dare la scossa e convincere con le cattive il cavallo ad agire, la pratica di inchiodare pesi algli zoccoli dei cavalli per la leccata, come si chiama quella pratica che l'ha fatta uscire dai gangheri e ha rovinato quella gente che la praticava... Li ha picchiati, trattati alla stessa maniera. A uno ha pure inchiodato un'asse di ferro sotto i piedi letteralmente perchè dicesse come si sentiva, con i chiodi che erano nella carne, così come facevano ocn i cavalli perchè alzassero le zampe per fare quella pratica. A uno che annegava un cavallo, gli ha fatto provare tre ore di finto annegamento per fargli capire cosa significava ciò che faceva. Ha slabrato quei tizi nel dietro per aver abusato e venduto persone? Io chiederei ai buonisti chi è il male minore, fermare lei dallo sfogare la sua ira definiendosi la Punizione, o lasciare fare lo schifo alla gente. Se non avessi avuto l'incontro con Milan, non avrei continuato quel lavoro perchè la burocrazia impediva ogni mezzo di indagine, se sei poliziotto o sergente o detective, i diritti del cazzo salvano più la feccia che aiutano gli innocenti. Qui invece vedo lei che dà corpo ai suoi incubi come le dice il leader... e mi sta bene, non provo affatto pena o altro per loro, meritrerebbero tutto il peggio che lei potrebbe dare, ma sappiamo tutti che si limita. Quei tizi che dsitruggevano nel corpo e mente gli animali perchè non facevano cosa volevano o per estetica o altro? Gli doveva tagliare le mani per quanto mi riguarda. Sarà la sua influenza, ma il capo agisce dove tutti aprono solo la bocca..."

    " Avrà ragione, ma lei butta all'aria cose che nella società qui fuori sono gestite da leggi.Per rabbia, odio, rancore verso lo schifo, bypassa la legge..."

    "legge che non funziona, ricordi?" gli risposero

    "... Punisce negli stessi modi con cui loro agiscono su altri e animali. In un modo da giudizio non universale, ma infernale. So benissimo che la giustizia di questa società è gestita e utilizzata da schifo e la feccia vince quasi sempre, ma come lei ha preso alle dipendenze dello Chateau soggetti con disturbi per toglierli dalla società ed è un bene ma usarli come boia... cazzo, ragazzi! Se me lo meritavano,  ma vedere, assistere, alla distruzione posteriore di quei papponi e venditori del sesso in modo brutale da un alktro tizio in molti modi ... ci vuole stomaco. E lei non ne ha... Lei stessa ha ammesso che dopo aveer cucuto la ferita del capitan Jd quel giorno, aver tolto i tatuaggi da chi sappiamo, aver visto ferite, lacertazioni varie aveva i sintomi di chi non regge la vista del gore! Vertigini, debolezza muscolare, puntini e lampi bianchi... eppure dice che per punizione dei suoi stessi peccati lei deve vedere cosa ha deciso su quelli. Sono d'accordo con il punire in modo esemplare. Ma lei... non mi fa paura per come per la rabbia e odio rivolge le cose contro chi se le merita, ma come e per quanto riversa ciò che prova sui colpevoli in modo che ne abbiano memoria fino alla fine dei loro giorni. perchè di questo si tratta. Noi come soldati abbiamo fatto  per meri ordini, anche se da quando ha cambiato le cose nell'organizzazione mi pare tutto più con un senso, ma questo.... Più la seguo e la osservo, più mi rendo conto che dietro l'apparenza della svitatezza folle di cui parla il capitano Alaric cè altro, esagerato forse perchè vi mette tutto ciò che ha dentro, ma è solo a modo suo ed è come..."

    "una corazza? Si, me ne sono accorto. I suoi test giocando ocn la gente pazza ferendosi o facendosi ferire per testare sul campo, non nei laboratori, la risposta di scatola e stoddarde ha i suoi perchè! Se lei dimostra che sono operativi in ogni situazione e con massimo margine di velocità e funzioni, tanti dei nostri in futuro pootrebbero salvarsi e non morire. lei userebbe quelle fisse, come si chiamano che le resteranno sempre nel corpo, mentre quelle che sta preparando e studiando il dottor David con i suoi colleghi sono a breve scadenza, una volta esaurito il tempo cessano si funzionre e sono espulsi dal corpo come scarti. E questo significa che anche noi come altri, grazie a lei, potremmo avere cure veloci, mirate, sicure. la scatola e i test che fa sono per impiegare arti e modelli robotici o programmi e funzioni artificiali per chi non ha arti o problemi motori. Così da muoversi o fare le cose col pensiero. Chi altro avrebbe accettato qualcosa del genere? Io no, lo ammetto. NOn lo farei mai, quindi che posso dire? Da quando le siamo alle costole abbiamo visto un ammodernamento dello Chateau, il ricontrollo delle zone aperte dello Chateau stesso portando tutti negli edifici nuovi che prima erano ancora cantieri. I progetti con Madame per dare a tutti svaghi e interessi da sfogare. Botteghe e laboratori dove imparare un mestiere e scoprire scopi e motivazioni per intraprendere nuovi percorsi di vita e lavoro. Ha allestito un angolo solo nostro con le gradinate al posto del campo di allenamento libero. Le lezioni, addestramenti e corsi di vario tipo che puoi seguire o meno, una gestione di camerate e stanze, così così come i bagni e turni e cucina... no, tutti possono lamentarsi ma una pazza come una campana non fa cose del genere e mettere regoloe e indicazioni di comportamento spiegando come e eprchè ci sono e perchè vanno seguiti da far filare le cose al secondo come un orologio. La mensa... ci pensi? E cosa ora mangiamo? E cosa lei fa sia come se stessa parlando con le persone, che come Veròna... chi tra noi lo avrebbe fatto?"

    I tre si guardarono occhi negli occhi girando la testa verso gli altri e non dissero altro.






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    Capitolo 45
    *** 33.5 ***


    "Ragazza!!!" esordì  con un completo sobrio monocolore e molto elegante comunque, che lo faceva sembrano non uno sposo ma un nobile d'altri tempi "eccoti, finalmente!"

    Lia alzò la testa dal libro fissandolo accigliata e un pò scocciata.

    "Che bello rivederti allo Chateau senza rinhiuderti in isolamento a causa degli altri. Mi ha piacere che ti sei calmata dopo che abbiamo parlato. E..."

    "E cosa, qualè il succo del discorso dopo che hai chiesto di non farlo, ma di calmarmi e dare a tutti un'altra chance...?"

    "Beh... Ti ho cercava quasi ovunque, poi mi sono ricordato che ami leggere distesa quasi contro un bovindo che dà sul giardino e ho girato questa zona, perchè abbiamo solo qui i bovindi, tra l'altro! Se non eri nella stanza della colazione, non potevi che essere qui!" sviando

    "hai cercato... sei entrato di nuovo in camera mia?" fece lei chiudendo il libro con un segnalibro sottilissimo mentre si girava un pò dal davanzale del bovindo su cui stava sempre "sai che mi da sui nervi se qualcuno entra in camera mia e pure con scarpe e abiti da fuori!" lo apostrofò secca

    "E io ti ho giurato, ragazza, che non ho mai più superato la soglia di camera tua nè altro da quella volta. Quella volta, era solo per parlarti senza persone intorno. Anche il dialogo che abbiamo avuto davanti i paddock, aveva comunque testimoni. Visivi ma testimoni uguali. Dovevo solo verificare delle impressioni, ma non farei mai una cosa del genere ulteriormente. Ormai dovresti saperlo..."

    "Si, si... e poi il mio gusto immobiliare come lo chiami tu non ti soddisfa, quindi non torneresti affatto da me..."

    "Anche per quello. A te piacciono gli ambienti piccoli, dai toni caldi e funzionali. Ad ogni modo, non sono qui per discutere di questo, anche perchè sei tu che ormai vieni sempre nelle mie stanze per perlare o passare il tempo. Da te sarebbe cmoe girare dentro una gabbia..." portandosi il medio verso la radice del naso ma poi sviando

    "Che simpatico! Grazie per dire che io sto bene in piccoli e angusti spazi ammobiliati in stile povero, questo stai dicendo, no?"

    "Ho vissuto fino alla maggiore età in una casa non povera ma sufficiente col necessario per non vivere come nel medioevo. E' così brutto voler finalmente dopo tante fatiche, gustarsi il giusto della modernità e comodità?" sorridendo con le mani nei pantaloni

    "Non ti sto addossando nessuna colpa o altro. E lo sai. Trovo i tuoi gusti, come quelli di tuo fratello parecchio... eccessivi. E' un pò come mi sentivo quandpo ci invitavano a un matrimonio, sai, di quelli dove se non hai oro addosso e non ti vesti in un certo modo sei un poveraccio! QUanto odiavo questa cosa e ambita era una sala ricevimenti sotto la montagna, in alto rispetto la città. Mia madre mi vestiva,e  intendo fino a che non vi ho incontrato, con cosa voleva lei. E quindi qualsiasi cosa avessi addosso non mi stava veramnete e mi faceva sembrare una scappata di casa, anche perchè non erano di qualità per niente.  Risparmio. E ogni volta in mezzo a parenti che invece sapedvano vestirsi e come farsi truccare e pettinare... guardando quella sala così sfarzosa, gli addobbi e la gente ben vestita, mi sentivo ancora di più fuori dal mondo. Poi come le mummie, dei cugini che per la madre orribile dovevano stare impalati sulla sedia, alzandosi solo per andare in bagno e poi zitti, muti, a guardare più la tovaglia del tavolo che altro e io dovevo fare lo stesso, perchè i parenti che passavano dicevano -ma che figli perfetti, che ubbidienti ed educati, tranquilli che hai...-. Mia madre ambiva a sentirselo dire, così come facevano com le mummie e io che ero ocme loro mi sentivo così depressa in quell'ambiente che doveva essere di festa... ma allo stesso tempo non mi trovavo con tutto quel tripudio di specchi, oro, addobbi che sarebbero stati belli meno sfarzosi, gioielli e oro e altro a mai finire e io che avevo le cose che avevo ricevuto alla nascita o comunione che erano di scarsa qualità... sai, ero dal lato della famiglia snobbato... e mi chiedevo quanti di loro si sforzassero di fingere come me, o fossero a loro agio là. I luoghi in stile francese del periodo d'oro come piacciono a voi... tu sei più modesto di tuo fratello, ma... la sensazione che provo nelle tue stanze o quelle che hai sistemato a tuo piacimento.... è come un eccesso in cui io non mi rivedo." portandosi col busto in avanti, il libro stretto in mano abbandonato vicino le gambe, che ancora erano sollevate sui cuscini
    "E' come per gli abiti che indosso, per voi due. Sono magnifici, di grandissima fattura e qualità, sono qualcosa che su di me perdono ogni qualità e non dirmi che non è vero. Io so di non saperli portare, di non essere adatta a vestirli perchè sono oltre ciò che io sono. O almeno, intendo indossarli sempre e comunque come fate voi. Su di voi quegli abiti hanno qualcosa in più ed è gisutificato che li teniate sempre e sia il vostro stile. Ma io quando mi guardo allo specchio per le feste o quando mi chiedete di indossarli, sebbene siano di mio gusto... io non mi rivedo affatto nella persona che voi vorreste che fossi. Si, è qualcosa di particolare avere indosso quelle vere opere d'arte, perchè questo osno, rispetto agli straccetti moderni, ma se ho provato a sentirmi io dentro, sopratutto quelli bianchi che considero -il mio abito-, allo stesso modo, mi accorgo di come sono... impacciata nel capire se la persona che vi è dentro sia Io o quella che dovrei essere per aiutarvi. Non so..."

    "Pensavo che ormai avessi sentito te stessa in ogni abito. E ora stai indossando abiti con cui ti senti a tuo agio. Quindi qualè il problema?"

    "Questi, fatti dagli uomini nella bottega, sono abiti con cui mi sento libera e... si, tranquilla e me stessa, non lo nego... ma io parlo della controparte femminile. Vedi, io sono cresciuta con tutti intorno che mi modellavano perchè fossi la donna, ripeto, la donna che avrei dovuto essere per tutti. Una principessa che per educazione si fa pure mettere i piedi in testa,c osì fu per le mie nonne e pure mia madre, idiote e imbecilli, perchè la donna deve essere in tal modo. E ancora, come donna avrei dovuto essere bella con qualsiasi cosa fosse accettato da loro e nel rispetto del decoro, femminile ma non volgare da attirare attenzione. peccato solo che quello che mi propinavano non era adatto a me, dai colori all ostile e via dicendo. E ho perso la bussola. Le compagne in ogni sezione scolastica mi prendeano in giro e mi dicevano che li facevo sfigurare, mi trattavano oltre tutto il resto così da schifo che non capivo io chi fossi allo specchio. E ogni volta mia madre che mi diceva con schifo -guardati, non sai sistemarti, quei capelli fanno schifo, non sei elegante, non sei questo...- per poi lei per gli ultimi anni ha fatto i cazzi suoi vestendosi di merda e no nandando mai dal parrucchiere, ma tagliandoseli lei. E io, come mi sono sentita? Come una sperduta. Non avevo nessuno, nessuno con cui parlare, a cui chiedere qualcosa. Le zie erano coglione all'inverosimile, i miei cugini pezzetti di merda, amiche neanche a parlarne perchè tutte mi vedevano strana per la mia passione di calligrafia, minerali e gemme, le armi... e poi voi mi chiedete di essere fautrice dell'andamento storico dei vostri progetti per accalappiare persone importanti e... mi domando, io chi sono? Chi... sono io? SOno Lia? Sono una nuova me? Veròna quanto prende da me? E io, cosa sono? E l'impacciamento che provo quando indosso abiti femminili.... io, che sono cresciuta sentendomi dire che la donna era quella che cresceva come uan principessa ammirata da tutti per tante cose, che si sposava come momento migliore della vita e subito dopo sfornava figli. Che una donna era questo, fare la fattrice. Che si lavorava per avere soldi per mantenere quei piccoli goblin di merda che dovevi sfornare. E ancora di più, perchè donna, tu dovevi essere una santa prima del matrimonio e poi fare da bamboloa gonfiabile per tuo marito sia per aver figli che per i doveri. E quando indosso quegli abiti da donna... vedo me, che togliere tutto perchè per me sono solo un più inbombrante e ripendo alle donne che hanno vestito abiti simili in passato e valevano solo perchè sfronavano figli e venivano date come cavalle per avere benefici in famiglia. Il resto, non contava. Quando il tuo sarto mi dice -questo abito le sta divinamente, sarà la donna più ammirata per questo gioiellino della festa- e... ma io non sono una donna. Io non riconosco il mio seno grande, non mi avete permesso neanche di ridurlo perchè è fastidioso, ne i miei organi femminili e non li voglio. Ho ottenuto solo quel dispositivo per bloccare tutto, ma anche così... e poi mi abbiglio per i vostri giochetti, con promesse e sballo in stile antico che fa gola a molti per scappare dalla realtà, e vedo quelle donne che partecipano e me negli specchi e... come voi due dite, l'abito fa molto della persona. Denota cosa e chi è. E su quello si basano gli altri. E allora in principio per me, cosa vale cosa sono indossandoli? Se io no nsono una donna, cosa rende me vestendomi da donna? Che nome dovrei portare? Se io sono una neutra, cosa comporta ME in mezzo a voi che siete tutti composti  nel vostro definirvi? Tu sei tu ed etero, Milan idem, tutti gli altri o sono gay, o etero o comunque sono soggetti che si definiscono come persone anche a livello sessuale. Insomma, il gruppo lgbt chiede a gran voce diritti per tutti quelli che non sono binari, ma la situazione è che hanno creato etichette per definire ogni tipologia di persone, come si vede e sente, definita anche per la sfera sessuale. Chi si veste da uomo o donna, contrario al sesso di nascita, perchè si sente così... non lo so, io che non sono ne carne ne pesce e non rientro nelle etichette che mi denotano a livello sessuale, come dovrei sentirmi in abiti da donna?"

    "Fra non molto te ne andrai, come diciamo tutti morirai, e sei ancora a questo crocevia? Mi era sembrato che per i ritratti, le feste, ogni evento che facciamo per mostrare ciò che ci serve per agganciare chi ci interessa... che ti piacesse, ti sentissi a tuo agio. Dai ritratti non mi sembra che tu sia a disagio con gli abiti..."

    "Lo vedi? Non hai capito... non è che indossandoli dovrei avere crisi! E' guardandomi negli specchi quando passo, guardando le altre donne, sostenendo le associaizoni dei diritti lgbt, è... tu stesso sai cosa si prova ad indossare un abito straordinario e... il problema è che tu, in questo caso perchè parlo con te, ti senti perfettamente in te e in esso perchè ti ci rivedi in ogni cosa! Sei uomo, maschio, è nel tuo stile e in cose sei sentirti perfettamente dentro ciò che indossi. Ti rispecchia. Sei te al cento per cento. Fin da piccola mi è stato inculcato il fatto che indossare determinate cose rispecchia la persona. Cose per donne, Cose per uomini e via dicendo. Da dove vengo io è impensabile che una donna viva e si vesta da uomo senza far cadere la montagna con critiche e sdegno. quindi quella percezione che mi hanno impresso, come la paura degli errori, il terrore di fare la cosa sbagliata da avere ansia... che mi ha fatto cadere col sedere a terra quando io no nero così... mi domando se quegli abiti meritino di essre indossati da me o meno. Se è giusto che una come me vesta in quel modo straordinario, mentre donne migliori di me nella storia li hanno avuti indosso cercando di cambiare le cose e il mondo ma essendo donne, dall'aspetto agli organi. Io che non provo ninete, che non sono niente, che non mi vedo ne pesce ne carne, come dovrei sentirmi in quei vestiti e apparire ed essere davanti ai vostri ospiti di riguardo che sbavano per qualcosa di unico e straordinario che non vedono nelle loro grigie e monotone vite? Cosa vedono e mostro? E quanto rispetto a loro merito qualcosa di tale pregio e valore? Non lo so, so solamente che seppur è bellissimo avere l'onore di indossare quei lavoro straordinari, mi vedo allo specchio e non so chi e cosa vedo. Che persona sono? Chi sono? Cosa sono? Cosa dicono quegli abiti di qualcuno che non è ciò che dovrebbe essere?"

    "Non vuoi più partecipare alla festa di domani? Eppure è quella veneziana che la gente ama e indosserai una replica della Pompadour... quello azzurro tra parentesi..."

    "..." lanciandogli un'occhiata che pareva di delusione ma anche indecisione "che volevi comunque..."

    "Come al solito tergiversi e poi cambi discorso. Bene. preparti, perchè andiamo verso il mare..."

    "... verso... il mare?" domandò stranita, alzandosi in piedi "cosa intendi, perchè dovrei cambiarmi...."

    "Nah, direi che sei perfetta anche così, anzsi, va benissimo per ciò che voglio mostrarti... mettiti solo sopra una giacca o un giaccone di Veròna e vieni..."

    lei restò ccon la bocca aperta confusa, aveva indosso una camicia bianca pià larga della sua figura, con colletto ampio in stile pullover che si allacciava al collo con due cordini di cotone o cravatte in tessuto. Lo scollo a V aveva una balza tipo rouches che terminava vicino alla vita. Realizzata in tessuto di garza di cotone, era leggera e usata per l'interno, essendovi i riscaldamneti per la centrale geotermica che alimentava tramite cavi che avevano sotterrato fino a Torri e Chateau, mantenendo unatemperatura costante. Le maniche lunghe non avevano volume ma si arricciavano leggermente alla cucitura, erano larghe e ampie e raccolte nel polsino che si allacciava con cordini doppi di cotone. Le maniche avevano una balza attaccata al polsino che cadeva parzialmente sulla mano.Un gilet nero molto rustico con bottoni in velluto copriva la camicia, dalle forme nette e un colletto rigido. Però lo teneva aperto fino a sotto il seno, quindi la camicia era visibile sotto e terminava poco sopra la vita dei pantaloni.
    Questi avevano  una cintura dello stesso tessuto e cincorporata in vita alta con bottoni e patta frontale.Andavano a stringere la larga camicia e non erano aderenti al corpo, sebbene fossero su misura,   erano abbastanza larghi da essere comodi senza fasciare e far vedere troppo. Due tasche laterali erano posizionate sul prontale, non sul fianco, con decoro di bottoni come la fascia ampia che fungeva da cintura in vita.Le gambe dei pantaloni erano bloccati da stivaletti corti bicolor che richiamavano lo stile da donna ottocentesco con tacchetto e lacci.

    "ma... sono vestita da casa" fece lei veedndolo uscire

    "Vai benissimo, su sbrigati che andiamo..." le fece lui tornando di qualche passo dentro e con un braccio indicandole la porta.

    A porte a la Reine sulla Manica.

    Avevano parcheggiato con il lato di Kianta verso l'interno, quindi quando era scesa dalla macchina dove cèrano i tre e due delle Fanciulle di Dorde che gli facevano da guardie del corpo, spacciandole come ragazze capaci di particolari poteri.

    "Cosa facciamo qui? Dobbiamo controllare i dissilatori? ne hai fatto mettere uno nuovo?"

    Si voltò in direzione del Palais Bénédictine, che non poteva realmente vedere ma aveva compreso dove si trovassero. Tra Fécamp e Senneville-sur-Fécamp dove vi era un WWII Bunker e lo utilizzavano anche come zona di addestramento chiudendo l'accesso a turisti ed escursionisti, facendo un percorso con attrezzature per chilometri tra acqua e zone impervie. Di difficfile percorrenza, peggio se per le maree, era una zona panoramica dall'alto e con accordo siglato con i proprietari del terreno sovrastante, che tra l'altro ospitava un settore di immagazzinaggio elettrico tramite tale eoliche. I proprietari a causa della ripidità della scogliera oltre che del luogo, l'avevano fatta riconoscere come, ma con sovvenzione anche per mantenere i guardiani che controllavano la zona e i lavori di controllo in casi di crolli o danni invernali, avevano fatto si che d'inverno lontano dai turisti curiosi fosse un ottimo luogo isolato di addestramento. In segreto e controllando punti salienti della D79 e stradine secondarie. Bloccando la stradina che si avvicina a  chapelle Notre Dame du Salut e dall'altra parte Le Val Saint Nicolas,  si creava un ampio perimetro di controllo, mascherandosi come geologo o scienziati o altre cariche di salvaguardia della zona naturale dall'alto, mentre nel basso proseguivano le operazioni per reclute di addestramento o allenamento per tutti gli altri. Discesa, scalata, percorso, nuoto e altre sequenze di lavoro, permettevano di usufruire di un ambiente multilivello e con diversi fattori per massimizzare gli sforzi. Ma non solo quello. Insieme ad altri porti, il Port de Fécamp era utilizzato da loro con mezzi non contrassegnati o con una edlle aziende dietro cui si nascondevano pubbliche, per i loro impieghi e viaggi. E utilizzavano la zona panoramica del bunker per le comunicazioni con i loro mezzi che seguivano la costa, qualora avessero bisogno di lasciar andare carichi e persone da non mostrare in porto ma lasciare vicino la Porte a la Reine e recuperarli facendoli risalire dalle scale o altri mezzi smontabili dal piano delle pale eoliche e bunker. Dall'alto dove si trovavano quindi potevano vedere un panorama ampio e se vi era un loro mezzo, comunicare tramite frequenze private senza recarsi al porto, e avendo una vicinanza con zone marina per tornare allo Chateau.

    "Siamo qui per mostrarti l'ultimo acquisto dello Chateau..." fece lui, indicando le sue spalle col mento e poi seguewndola con lo sguardo, mentre Lia si avvicinava alla zona verso lo strapiombo ma solo per guardare cosa cèra fermo metri dopo, in mezzo alle onde.

    Ferma immobile vi era una nave enorme che pareva uscita da qualche racconto ottocentesco o novecentesco.

    "hai parlato dell'Amerigo Vespucci, la Palinuro,questqa invece dell'altra più famosa una goletta. Del tuo rammarico di non aver potuto trovar modo di andartene per marina, nei carabinieri o militari in generale. Sia per l'altezza che per pochi punti quando hai presentati sia domanda che fatto i test di ammissione. Ti ho già dato modo di entrare in alcuni sottomarini operativi, a cosa mi servirebbero altrimenti gli agganci...?, mentre erano in controllo e riparazione. E sebbene tu preferisca quelli, tanto da averli portati nelle tesine di maturità e aver letto libri e romanzi a proposito, ho trovato questo gioiellino da un armatore e commerciante russo e ne ho approfittato. In pratica è un cugino delle due che ho già citato e dela nave scuola della Marina militare tedesca, il Gorch Fock II, USCGC Eagle, la Mircea, della Marina militare romena dove sei salita dopo aver incontrato alcune persone di spicco di quel paese, poi la Nippon Maru II, , la Sedov... tutte sono tra gli ottanta e piùdi cento metri. Questa è circa novanta, vanta le stesse qualità di ingegneria e composizione interna delle cugine, anch'essa è antica ma tenuta in maniera maniacale da un cliente di quel mio amico che..."

    "fammi indovinare, quel tizio che spaccia armi e apparecchi con elementi radioattivi pericolosi come fossero noccioline... e l'aveva lui?"

    "Si, lui ma ha fatto solo da garante tra me e il venditore. Come vedi è in splendide condizioni, come se avesse solo qualche anno dal varo inaugurale, a bordo ci sono già  i membri dell'equipaggio che ho scelto già dei nostri e non è solo per scopi militari. Ma a meno che non ne trovi o ne ordini una nuova dalle più antiche..."

    "Vuoi comprarne un'altra?"

    "...Si" fece lui sorridendo "Vedi, questa l'ho presa per capriccio. Cosa saremmo noi se non avessimo ogni risorsa militare possiible? Abbiamo già quei mini sottomarini da due o quattro posti che sono in alcuni posizioni strategiche che entrano ed escono da sotto da alcune Torri. Tua idea. Non abbiamo sottomarini degni di questo nome, ma grazie agli agganci posso pagare chi sappiamo noi in alcuni paesi perchè quegli stessi mezzi lavorino per noi per ciò che ci serve... dietro denaro e possibilità, ogni governo ti porge ciò che vuoi.... e poi, hai detto che il vanto della Marina del tuo paese è prorpio la nave scuola più conosciuta. E ho intenzione di far fare migliorie a questo gioiellino per superare quel mezzo del tuo paese... ma non per spavalderia... bada bene"

    "perchè dalla tua espressione ho quasi paura di sapere che come le altre cose, hai preso ispirazione da me?"

    "a che ci sta a fare la statua che ti raffigura e ha un significato, altrimenti? ovvio... Vedi, voglio usare questa meraviglia della creazione umana che molti ormai snobbano per mezzi moderni per incrementare le entrate e le conoscenze offrendo qualcosa di unico lì sopra..."

    "Oh, ti prego... chi lo ha pensato, tu o tuo fratello?"

    "Senza fine... Tu trascini la nostra vita ...Senza un attimo di respiro ...Per sognare ...Per potere ricordare ...Quel che abbiamo già vissuto ...Senza fine
    ...Tu sei un attimo senza fine ...Non hai ieri ...Non hai domani ...Tutto è ormai ...Nelle tue mani, Non m'importa della luna ...Non m'importa delle stelle" cantando la canzone che a volte Lia stessa cantava come altre

    "Che vuoi dire..." gli chiese dubbiosa

    "Andiamo, oltre che cantarla è anche presente in un film che ti piace di anni fa. Dove cè un'attrice mi pare australiana che ami. Ed è cantata proprio da una italiana..."

    "veramente no, quel brano è originale di Monica Mancini, non della Rettondini..." sorridendogli monella  "lo si capisce da come canta l'italiano, comunque... comprendo a quale alludi, ma..." rallentando mentre sembrava connettere gli elementi "stai prendendo ad esempio quella storia per ricreare altri scenari per i tuoi amici e ospiti su quella nave che hai preso?"

    "perchè no? prendiamo ad ispirazone quel film, Agatha Christie, il classico dei thriller e gialli su navi come intrattenimento unico a feste e organizzazioni per cose private... quel film poteva essere fatto meglio, meritava di meglio, ma... quello che voglio dire è che questa nave avrò un ulteriore e nuovo varo, è ormeggiata lì solo per non entrare nel porto là infondo, sto decidendo quale  cantiere navale meritevole può mettervi mano... e poi sarà un gioiellino galleggiante, capace di presetnare ogni cosa vogliamo alle persone e..."

    "Si, ho capito.... in pratica un ampianto delle offerte, ma sull'acqua..."

    "Proprio così! E la vareremo noi due, facendo un giro su questa meraviglia galleggiante..."

    "noi?"

    "L'ho presa anche perchè tu tra non molto te ne andrai via, non sei salita su una nave tranne quel traghetto perchè ai tuoi genitori veniva sempre la vena religiosa e dovevano fare un cammino spirituale verso il santo più famoso con le mani piagate scarrozzando voi e... questa volta salirai su qualcosa che è esclusivo nostro. Per ora. Appena la farò sistemare con nuovi componenti interni ed esterni, la presenterò come..."

    "Dorde... perchè siete così gentili con me? Ciò che avrei voluto, che desideravo mi è concesso, eppure io non sono una dei vostri, non sono veramente dei vostri..."

    "non sei una militare, ma non significa che non sei dei nostri. vedi, come i marinai, anche i militari osno molto aggregativi. Riconoscono i loro e li accettano, gli altri sono esterni. Si vive in branco, così si è preparati alla vita militare. il proprio branco di appartenenza, ossia quello in cui si è assegnati. Ma io voglio dei militari diversi, una Comune che possa vederli tutti fratelli. Fratelli, militari si, ma fratelli prima di tutti, dal primo all'ultimo. Che possa esistere in simbiosi senza conflitti o differenze. Uniti da una credenza comune che possa essere da esempio ai comuni. Alle persone là fuori, raggruppati in città, migliaia ma distanti comunque. Senza conoscersi. Senza sapere neanche dell'esistenza dell'altro, nonostante vi viva entro pochi chilometri. Forse io provendo da un ambiente dove si era accomuniti agli altri del villaggio. Ci sono persone che ammirano gli Amish solo per un motivo, che sono un gruppo unito quando cè bisogno. A meno che non si tratti di abusi e cose che vergognano tutti e si tacciano, chi ha bisogno comunque viene aiutati. Sono arretrati come diritti, ma tutti, da chi ha più potere nel gruppo al più in basso, sono pronti a fare cosa possono per te. Le comunità del genere sono così. E vorrei fare questo. passare, per me, da una realtà comuqnue di vicinanza a una di distanza, prima come mlitare e poi vivendo nelle città da solo e recandomi alla base... quanta distanza e indifferenza l'un con l'altro. La freddezza come intorno vi fossero solo mosche. L'incapacità empatica e di vicinanza... non voglio sproloquiare ma per farti capire perchè ci tengo a una Comune..."

    "Già, e Milan ancor adi più perchè ama stare in mezzo alla gente, più di te..."

    "Quello è vero..." le disse sorridendo, facendo altri passi verso il bordo, raggiungendola, lasciando indietro gli altri, quindi parlando quasi da soli "... ma se gli uomini sono cambiati, se hanno accettato e visto finalmente in positivo i cambiamenti, cambieranno anche nei tuoi confronti. So bene che l'esperimento è deciso da tempo e dopo quasi otto mesi, giungerà il tuo momento di andar via. Ma se avessi motivi di continuare..."

    "oh, ti prego smettila...."

    "Quando ti annoi ad osservare e fare lavori alla scrivania, anche all'esterno, scrivi, scrivi sempre. Come qui..." prendendo dalla tasca un foglietto, mentre Lia aggrottava le sopracciglia, iniziando a leggere suddividendo le frasi con una lieve pausa e un respiro " L'odio nel cuore, l'amore nella mente ... Profondi quanto la parola sempre inudita... Questo fortissimo senso di niente... Distruggi per creare, continua a farmi male... Al mio funerale voi vestitevi normale...Con un grido dentro che nessuno può sentire..."

    "quello non è..." iniziò a dire lei, ma lui la stoppò con una mano.

    "Qualsiasi cosa tu possa pensare, non puoi non ammettere che un posto veramente, rispetto là fuori cè... per te. Che improtanza ha se allo specchio ti vedi con quegli abiti da donna e non sai se meriti indossarli, se non dovresti metterli per non senti di esserlo o che altro. E' la mente a creare le prime catene, e non sto dicendo che sei tu che ti fai problemi, ma che se i dipinti, per fare gli scherzoni, per qualcosa che ti anima li hai indossati senza farti scrupoli... allora, che lo specchio s ene vada a quel paese. Non ti riconosci nelle foto? bruciale. non ti rivedi nei video? distruggili. Se vedi dall'altra parte edllo specchio una te che non sia te, allora ricercala o costruiscila tu. Rendi non te meritevoli di indossarli, ma gli abiti  meritevoli di essere indossati da te, perchè basta rivoltare le cose a volte, come ci hai sempre mostrato, e mostrare l'altro lato che nessuno vedeva. E... vedi ciò che lo specchio ti mostra. per trovare delle risposte. Per vedere come dici sempre con la metne e non con gli occhi e... PER SMETTERE DI CREDERE DI -NON ESSERE ABBASTANZA-"

    Lia rimase a fissare la nave ferma sulle onde, mentre si incupiva.

    "Dorde... tu che sei più maturo su molte cose di Milan... comprenderai che non tutte le cose si possono riparare. Non possiamo usare la filosofia giapponese dell'oro per riparare qualcosa di rotto perchè diventi qualcosa di nuovo e più ricco. Molte volte si può fare, ma non per tutto. A volte i cocci sono così piccoli o troppi o impossibili da sistemare che è meglio gettare via tutto. Diverse possibilità come diversi sono i cuori e altrettante le persone... no ntutti possono essere salvati e aiutati. Non sempre... e io ne sono la prova. Non piaccio a nessuno, nono importa dove vado. E non è solo perch mi hai chiesto di sistemare il porcilaio che Milan e i veterani avevano combinato. Anche tua è la colpa... lavori e stai sempre via tranne le volte che sei allo Chateau ma agisci come sappiamo entrambi o ti chiudi nel tuo studio. E non fai altro che controllare le cose come vanno. Mi auguro che rispetto i miei, vediate gli errori e impariate da ciò che una comune, una venuta da fuori, vi ha messo davanti. Se volete cambiare il mondo, dovete inziiare a farlo a casa vostra e nei vostri cuori. Non basta cambiare i vestiti e pensare che così qualcosa vada avanti. E comunque... ho i miei peccati da espiare, e ho intenzione di farlo andandomene..."

    Se hai peccato, è anche il mio peccato per averteli fatti fare. Quindi portiamo insieme la tua croce. Finché vivrò... porterò la tua croce. Anche se tu te ne andrai. Anche se preferirei di no... ma ho promesso che avrei mantenuto tutto così comè, masimo ampliarlo, che fosse l'azione di Veròna o l'organizzazione... Io però preferirei che vivessi... ne abbiamo parlato quelle volte..."

    "Già, quelle volte..." gli sorrise  "Anche tu pensi per buonismo...? Riuscirò... a vivere...?

    "non avrai altro che ciò sentirai di meritare,  ci sono molte comodità là fuori nel mondo o ancora con noi. Ci sono tante cose che non puoi trovare lì e il mondo è comunque un posto bellissimo, seppur in mezzo alla sporcizia incrostata, che vale la pena di vedere..."

    "Tu hai scopi, desideri, ambizioni dall'essere chi  o meglio colui che cambierà il mondo per vederlo decente come vorresti che fosse..."

    "Anche io ho i miei peccati. Milan ha i suoi peccati, c'era un modo per risolverlo senza andartene ma bisognava usare tempo e cuore, tempo per cancellare tutto ciò che hanno riversato in te da romperti e il cuore che ti hanno detto di non avere..."

     il tuo mondo è troppo distante per me, e non intendo come è adesso lo Chateauk, sarei felice di vivervi, sarebbe il luogo per me, adesso però" puntualizzò "ma comunque nonostante le cose da fare che mi piacciono, un cavallo che mi hai dato, modo di fare cose che avrei voluto... mi sento uguale a quando stavo chiusa tra quelle pareti. Cè qualcosa che... non so dirlo, ma non si innesca quella cosa che ha colpito molti per dire -mi piace, va bene, sto bene adesso- trovando lo Chateau un posto ottimo in cui stare, vivere, esistere per tutto ciò che ha per tutti. Ora le persone possono curare loro stessi con ogni cosa è proposta e altre che verranno. Nessuno inebetito dal vuoto della propria vita, trovano qualcosa tra il tutto che ho messo affinchè ci sia cosa li fa sentire vivi e umani, amanti del lavoro che è per loro e li appassiona. Niente vuoti negli sguardi, non sono più neanche suscettibili e nervosi.... ma io non riesco a stare lo stesso e puoi raccontarmi di case di marzapane, ciotole di meringhe, stecche classico e altre cose buone. Non riesco...E poi ogni punizione, ogni volta che assisto a ciò, è come se commettessi peccati anche se meriterebbero il peggio..."

    "se pensi di dover espiare centinaia di peccati, allora continua a vivere e vivere. Vivendo più che puoi... con tutto ciò che hai hai la possibilità di far sfumare come nebbia tutto ciò che ti blocca e ti fa star male..

    "davvero sarebbe per te l'unico modo per espiare i miei peccati? Venire a patti con un cuore diverso dal normale, un corpo che non può amare e un vuoto che sembra un gelido pavimento che gela pure un cuore? Me lo aspetterei da Jd questo discorso..."

    "sarai sicuramente in grado di farlo un giorno. Piccoli passi come hai fatto il resto...."

    "Cosa, quale... Dorde, io sono inutile, un fallimento, non sono in grado di fare niente. Tu affermi che non è così, che io da sola ho fatto cose che gli zombie che lavoravano per te si sognavano, vedi come vivevano loro stessi senza cambiare in modo corretto. Non sono intelligente, non sono acuta, sono negata per certe cose, sono impacciata, litigo con matematica e simili, ho fallito non solo negli studi ma anche come elemento della società..."

    "E di nuovo questo discorso! La musica, dal suonarla, non era per te! Lo sai tu, lo sapevano i professori non perchè stronzi ma perchè era lampante, hai sopportato pressioni enormi anhce dalle parole che sentivi dagl istessi adulti che dovevano essere le tue guide di vita, e invece hai dovuto sforzarti fino all'inverosimile per gli altri. Per te stessa niente, non hai vissuto neinte perchè dovevano tenerti solo la loro ala nel modo che dicevano loro ma hai fallito tutto perchè non era per te e non eri come gli altri che fingevano per avere ciò che agognavano. Tu da loro hai ottenuto solo rimproveri, richieste e accuse fino alla fine. Non hai potuto laurearti in cosa volevano loro, non gli hai dato soddisfazione di dire che -avevano una figlia questo, una figlia quello- come ti ripetevano e volevano fare perchè ciò che volevi e in cui eccellevi non era interessante o importante per il posto dove vivevi. Anzi ti rendevano strana. MA tu finchè hai potutohai tirato avanti imemrsa nel fango che gli altri ti gettavano addosso, e non è poco. Quello che hai fatto che non era adatto a te..."

    "Per favore basta!Non serve a niente rivangare il passato. Dobbiamo parlare del presente... e nel presente tutto ciò che mi hanno instillato mi ha portata a essere inutile, incapace, fallita anche adesso. Quello che è cambiato allo Chateau e alle persone... era una cosa che poteva fare chiunque vedesse cosa ho visto io. ma come l'ho visto? perchè lo vedo allo specchio ogni giorno. Non ho fatto miracoli, l'unica cosa buona che sto facendo è testare i dispositivi perchè chi avrà necessità di arti e simili che aiutino nella vita reale e nei problemi di ogni giorno possa avere qualcosa che si muova e risponda, non mere  protesi fisse e impossibili da usare come arti normali. per una risposta ed efficiente per le cure mediche... e acchiappare la feccia del mondo! Ma questo... alla fine non cancella tutto. Quel vuoto non se ne è andato. Quel senso di inutilià e incapacità, idem. Non piaccio a nessuno checché
    se ne dica... O almeno tu, Milan, Jd, Lubo... alla fine  mi sono accorta che anche voi tendete ad aspettarvi tutto ciò che credete sia in me o mi denoti per come mi vedete, e non siate soddisfatti di me quando esco fuori perchè in verità io sono così, dai vostri confini... se agisco come io sento e voglio, voi avete da dire la vostra.... e non piacendo a nessuno e non riscontrando ciò che desidererei... a che serve continuare?"

    "hai comunque delle cose da fare..."

    "Io sono ciò che è anche Veròna? Se come dici lei è modellata da me, è un essere crudere, duro...  E così, non posso espiare i miei peccati, perchè facendo cosa tu e Milan mi dite, di dare corpo ai miei incubi per riversarli sulla feccia, io agisco comunque in un determinato modo che sarebbe attaccabile. Per quanto io sia lorda per tutto ciò che nero che cè in me per rabbia, odio, rancore e risentimento, continuando ho scelto di dannare la mia anima tanto quanto lo è la loro e viceversa. Meriterei cosa? Continuare ad acchiapparli rischiando anche la vita degli uomini perchè subiscano una percentuale di cosa meritano? E poi? E poi, io? Non l'avevo detto agli uomini che mi odiano perchè io sconbullato tutto e ancora non si sono abituati o mi vedono come una dannata stronza che fa regole e dice loro come essere e cosa fare? Ogni cosa cala su di me come una spada di damocle per portarmi all'inferno, anche s enon ho timore. Come dissi ai miei, non ho motivo di credere e spremermi per essere religiosa solo per paura che possa finire in qualche luogo alla Bosch, preferisco essere me stessa sempre e comunque, non agire in modo falso e andare di faccia da questo Dio se esiste e dirgli -io sono stata sincera dentro di me nei riguardi di tutti, anche tuoi. Non ho vissuto niente ma non sono stata falsa per paura dell'Oltre.- Accetterei qualsiasi giudizio su di me da qualsiasi divinità esista e se dovessi finire nell'inferno, se esiste davvero, vi andrei senzsa pentimenti o rimpianti. Sono stata me almeno su quello fino alla fine, non ho pregato per avidità, amore, soldi, potere, niente di stronzo se non avere pace e dare a chi meritava il mio corpo e la mia vita. E dovrei sentirtmi in colpa se non credo doppiamente dopo anni di speranze in questo fallite, se dico no grazie al finto attaccamento religioso alla Credenza perchè temo un'entità che ci usa come in The Sims... Sono una persona atroce, me lo hanno detto perchè dicevano che non ho umanità da consdierare la famiglia e chi faccio soffrire, ma guarda un pò, e avevo il cuore di pietra perchè tutte le stronze colleghe di scuola, università o altro parlavano solo di amore e sesso e cazzate di bellezza e quando dicevo la mia era quella  frigida e gelida. E trattaa a pesci in faccia. E quando mi sono ammalata quelle che mi stavano intorno per cosa gli serviva per lo studio mi hanno trattato di merda e mi sono sentita ancora più sola. E poi la gente pretende di giudciarmi...  quindi non posso espiare i miei peccati. Accetto cosa faccio alla feccia e osservare è la mia punizione prima delle altre successive Non posso vivere. Perchè vivere per me significa ben altro che respirare e sorpavvivere ogni giorno aspettando la morte naturale... cè chi sognerebbe di esser al mio posto nella vecchia vita o in quella attuale. Ma nessuno di voi può capire cosa provo e sento o non sento perchè non è me e non è un giudizio equo quello esterno, come si fa quando ti buttano a pedate dagli spicominchia perchè -non ragioni normale- mentre tutto intorno a te è lo schifo che ti rovina... quando ho deciso quel giorno di cambiare il favore, non nelle clausule dell'Accordo, di non cancellare la mia identità originale chiudendola come defunta, ma prendere una ragazza senza troppi legami, che potesse somigliarmi come fisico e comprotamento, voce... perchè con la plastica e qualche informazione da me, prendesse il mio posto come sotto shock e con amnesia... volevo essere io il Dio che rendeva reale il mio desiderio. Cosa i famosi dei che tutti urlano esistono e fanno schifezze in loro nome... dove erano quando soffrivo da pregare ogni notte che vi fosse l oscambio? Che io svanissi come anima da non reincarnarmi più e dare una vita degna finchè possibile a chi lo meritasse? Ora con le possibilità che mi hai dato, sarò io il Dio di un nuovo cambiamento. Ma con le mie regole. Volevano che sgambettassi con le loro? Saranno gli altri a ballare con le mie, e non sarà una vendetta, ma il giusto giro del karma. Che vi piaccia o meno, come agisco sono fatti miei e del mio karma. Sono stanca di essere etichettata, odiata, considerata nel modo sbagliato e per come io non sono. Quidi butto via tutto e agisco a modo mio..."


    "lo butti via? Butti ogni possibilità...?

    "non .i lascerai andare? Mi stai dicendo questo? vuoi anche tu incatenarmi come un uccellino in gabbia per buonismi? Siamo amici, ma chi ama, non importa il tipo di amore, deve amare in toto, anche lasciando andare. Ci sono mille persone e più migliori di me. E lo sai anche tu. Il vostro è solo abitudine, come fu per me con la mia famiglia finchè non ressi più... il vostro desiderio di spingermi a continuare è solo egoismo. Mi fa ridere che gli uomini vedano in me una stronza ed egoista perchè affermano che non li ascolto... mentre ho reso qualcosa nelle loro vite perchè non finiscano come me... "

    "Ok... manterrò la promessa..." poco convinto

    "mi fa piacere sentirtelo dire... tuttavia, io sono un essere di illusioni, sia per quelle che mi sono fatte e mi accompagnano e per voi che non riuscite ad afferrare la me vera e propria...  e tu sei una persona che si sente e vive in questo mondo normale nonostante tutto e che voglia cambiarlo. Abbiamo mondi diversi a cui far riferimento. Tornerò alle illusioni. Quando me ne andrò resterò nel mondo che io ho creato, perchè nel momento in cui David attiverà il processo dell'esperimento, io me ne andrò nel mio mondo, divenuto reale quanto il dolore e dove io controllo tutto. E là resterò mentre, se tutto va bene, la mia Personalità primaria diverrà vuoto. E tu dovresti restare nel tuo mondo e continuare il lavoro che avete iniziato e a cui io ho partecipato. Ma il vostro sogno, desiderio, speranza, come vuoi chiamarlo... dovete proseguirlo e renderlo reale. E ancora di più... promettimi, no, giurami chenon permetterai mai che il vostro interesse per l'occulto e per le sette e simili vi influenzi. La religione non deve far parte del nuovo mondo come fanno le attuali. Più ricche dei governi stessi, che tengono nelle loro mani i membri dei governi e persone potenti per le palle! tranne quelle del Groove... quelle sono altre persone ma cosa fanno, è sempre religione che loro applicano nel mondo e sugl ialtri. Giurami che una volta che me ne sono andata, che io non vi controllo e vi consiglio e tengo a freno, non cadrete nella rete di quella gente..."

    "Lia... io credo nella Continuità. E' vitale per noi restare esattamente noi per proseguire come dici il lavoro. Se noi moriamo lasciando in eredità, l'eredità in cui crediamo e non del sangue, tutto in mano a persone di cui ci fidiamo e scegliamo... ma sono ugualmente persone che rispetto a te, possono cadere sottoproposte, vizi, senso della famiglia e cedere qualsiasi cosa per cosa considero ambizioso o vitale o importante. Per questo, oltre la nostra amicizia, desideravo che continuassi... adesso il mondo di cui parli, il mio mondo, è quello che conosco nell'organizzaione, ancora di più allo Chateau.


    Tutti i tuoi interessi, hobby, cose che ti piacciono e che ami fare e poi... è come se ti sgonfiassi, perdessi tutto e... "

    "Dorde... anche se con voi ho fatto ciò che mi piaceva, ho avuto esperienze positive nel fare e provare ciò che desideravo da una vita... non è ancora giunto il giorno in cui quel qualcosa, quel vuoto o qualsiasi cosa sia... venga soppiantato da un'altra cosa che manca o che necessita per continuare... e non è ancora vvenuto e non credo affatto che verrà tale giorno. Tu vuoi che io strisci, seriamente, come la gente come me che arranca giorno dopo mese e dopo anno, con dolore costante e vuoto o mancanza che non mi recano nulla se non impellenza di andare? Io non sono il tipo da strisciare a questo mondo alla ricerca di qualcosa che mi tenga in modalità sopravvievenza costante come un mezzo affogato che anela aria. Non ho voglia di giungere al giorno di morte naturale, se in un letto di morte o nel peggiore dei casi in modo orribile da qualche parte, piena di coscienza di una cosa.... che invece di sentire quel qualcosa che mi spinge ad andarmene come se fosse una necessità preziosa. Tu, come altri, non puoi capire! Cosa ci si sente! Cosa provo! Cosa sento dentro, qualsiasi cosa sia! Continuare come i buonisti là fuori che ti dicono, dicono a te, cosa devi fare con quella che è la tua vita, sia per coglionaggine perchè non sanno cosa significa essere ME  per stronzate religiose! Io non accetto che ci sia un dio che decida per me, così come non accetto che qualsiasi coglione dica a me se e quando morire, se e quando continuare e continuare a respirare nonostante il mio dolore! Ancora oggi quel qualcosa che tu, Zay e ric, tuytti i coglioni di questo mondo continuare a ciarlare che sarebbe venuto... non cè! E non verrà! Ed è come un bisogno seriamente e impellente vivo in me da non poter coprire con nessuna cosa che ho già provato! "


    "Lo so, però tutto il tuo impegno, tutto ciò che hai fatto varrebbero se continuassi, inoltre..."

    "Inoltre, amico mio, mi stai chiedendo di restare nella mia carica, o in tutte le mie cariche, perchè non hai nessun altro di fidato a cui dare non solo la tua vita, quella che hai creato che come tuo fratello è connessa in toto all'ìorganizzazione, ma anche perchè non cè altri che possano essere corertti e giusti da affidare tutto..."

    "Esistono altri come te, non comprabili, incorruttibili, ma bisogna trovarli.. e con questa persona se mai la trovammo... saremmo amici allo stesso modo?"

    "Una delle cose che tu e tuo fratello avete compreso con me, è che forse cè motivo di avvicinarsi e avere amici... sempre presi dal controllare che tutto sia ancora sotto controllo, che nessuno vi tradisca come fu per quei tre, tutto... tutto il lavoro fatto e la paura gelante del perdere pezzi o tutto per qualcuno che si fa comprare, corrompere, giostrare da altri... un controsenso però, detto da chi se lo fa fare da sette e simili..."

    "Lia... noi crediamo nell'Oltre e in cose insondabili, ancora... siamo persuasi che esista qualcosa negli altri piani..."

    "questo però non vuol dire lasciarsi abbindolare da credere che un libro possa permettere il vostro concetto di Continuità..."

    "Io credo diversamente da David, così come te. Tu che trabocchi di cose positive e che sono per altri fonte di vita eppure... qualcosa ti trascina verso la Soglia per superarla e perdere questo corpo mortale. E poi dopo l'Accordo e aver parlato con David, hai deciso di essere tu Dio e primo precursore della Continutà come la considera il transumanesimo. David è sicuro che ci siamo. Considera a il cervello umano, scansionato, a un livello quasi umano, reale come se stesso, o te o me che siamo di carbonio ma con un'anima. Temo che più avanti si possa considerare le scan come una parte reale della mente e dell'uomo, affermando che si vive  realmente anche se l'originale muore. Infatti tua scelta è quella di cancellare la tua Personalità azzerando la mente, dando spazio ad un'altra persona, diversa eppure comunque te, che possa rialzarsi e vivere. Se vivere per ella sarà come la pensiamo noi o te... dipenderà dall'esito e dalla mia convinzione che molte cose siano più legate all'anima che al mero cervello..."

    "Pensiero tuo. Io ti osno stata vicina e ho accettato di far parte in minimo coinvolgimento in molte feste e rituali della vostra religione che nulla hanno di negativo o simile. E fin qui ok. L'energia e l'ambiente, ho accettato e ti ho aiutato. NOn mi pensto di quelle feste così come quelle per tutti legate alle altre religioni ma.. da fin troppo tempo un individuo definito realmente esistito e che deve tornare ha portato morte, dolore, catene, sofferenza e molto peggio... anche Ercole o altri della -mitologia- come la definiscono erano semidei e figli di dei ocn poteri e tutto, ma la pressione e la forza messa hanno convinto la gente col paraocchi che un altro tizio avesse un libro e una religione tutta sua. Può anche esserci stato qualcuno che portasse parole d'amore e di fratellanza come facciamo noi, questo non lo nego, o che si dice avesse abilità come Sai Baba... ma non posso permettere che le famiglie e gruppi sociali opprimano e modellino la mente dai piccoli a chi vive in mezzo a loro mettendo catene e facendo vivere un inferno. Quel giorno, quando cèra Milan con il consiglio avevo riso alle sue parole di non rendere i capi della religione come i sacerdoti e papi, così come non dare potere alle Muse. Avranno poteri, quello che volete, ma i preticelli affermano di richiamare il potere del loro Dio per fare roba sulle persone con canti, incensi, acqua benedetta, formule...  a me sembra un rito come qualsiasi strega e simile, senza le leggende di ingredienti strani. hanno fatto di peggio le credenze popolari di pastori e allocchi con l'idea che puoi fare non malie, ma legamenti d'amore col sangue mestruale nel caffè o cibo o bevande... questo che hanno fatto le donne sugli uomini è uno schifo, ma questo da cosa è dovuto? Dalla credenza che esiste qualcosa al di là che ha poteri e noi umani possiamo servircene. NO. Così come molti osno morti per riti anti demonio in modo atroce, così la magia detta popolare ha fatto schifo uguale... su alcune cose, attenzione. Ti ricordo le cazzate, perchè tali sono, delle pietre e perle pestate in polvere e bevute che erano velenose ma se Dio aveva creato le pietre e cristalli per l'uso dell'uomo... eh, come gli animali. il liiibbrrrrooo sacro dice che gli animali sono stati creati per uso dell'uomo e devono essere assoggettati a forza in modi orribili se non si prostrano a noi... dimmi, Milan, chi fa più male al mondo?"

    "E pensi che noi dalla promessa della nostra Continuità futura con quel libro e le loro conoscenze, non possiamo..."

    "Io no ncredo che sia realmente e materialmente possibile prendere la tua anima o quella di Milan un giorno e portarla in un nuovo luogo. Quei video che hai visto che in cinquanta ore di riti e attese un corpo si è ridestato dalla morte sicura e abbia parlato, si sia non solo mosso ma rialzato... no, non ci credo. Dopo il Groove e cose che mi hai mostrato di altre sette... no. Ma anche i miei viaggi in Romania e la mia amicizia con quelle famiglie... divenire parte e membro dell' antico culto rumeno che secondo voi è più antico e sicuro. Con anche la convinzione che i Cavalieri templari avessero trovato e scoperto in terra santa la vera radice della loro religione e ad essa vi si attenevano con riti esterni alla madre chiesa e la diceria che avessero cerimonie e oggetti non cattolici fosse vera. È chiaro che i culti dei cavalieri esistevano fin dai tempi dell'antica Roma e se esistono ancora, chiaramentre sono radicati nel luogo ove hanno deciso di insidiarsi. D quello che ho visto, dalla Baba come la chiamiamo noi e... ma anche il tuo avvicinarti ai membri di quella società segreta fraterna rumena, che praticano l'antica loro religione pagana e una danza acrobatica rituale nota come calus. Sono convinta che tu e Milan, per quanto possiate rintracciare tutti i gruppi segreti, anche massonici, e pagani e sette del mondo... non potrere avere lo stesso risultato che potrebbe avere Milan, anche con me. Il che significa che tra poco, appena svolgeremo il test, sapremo, o meglio, saprete se ha funzionato e se io sarò divenuta un mero pacchetto di pochi megabyte di dati si, ma... sarebbe comunque una continuazione della mia mente. Da quando ho dato un calcio anche alla fiducia a Zay e Ric e cosa dicevano della loro credenza, non penso più neanche all'anima. Dentro di me ho sempre timore della reincarnazione. Che se è un fondo di verità, non vi sia modo per me di cessare come anima ma potrei ifnire in qualunque paese di secondo o terzo mondo o arabo nel peggiore dei modi, dove le donne sono quello che ancora sono anche nella civilissima società di primo mondo, e ripetere il ciclo, rivedendo tutto ciò che ho vissuto ma anche in peggio. Come le spose tristi di messico, venezuela e altri sud americani dove le ragazze sono letteralmente vendute alla famiglia dello sposo. In India cè la tratta delle vacche, dove devi essere vista nuda da tutte le donne della famiglia dello sposo e accettata come fossi una vacca al mercato. Devi essere schiava di tuo marito e fare ogni cosa ti dice, sfornare figli e fare cosa tutti ti dicono... e di essere... Mi dispiace solo lasciare questo corpo alla nuova personalità che sarà come un bambino piccolo, ma se tu e tuo fratello siete uomini d'onore come affermate di essere, che i giuramenti e promesse sono tanto preziosi quanto appunto l'onore dell'uomo che li pronuncia e valgono perfino la sua stessa vita. Avete mantenuto le clausule e mi aspetto che lo facciate anche quando non ci sono più... ma ho comunque paura che il decorso di vita che io ho avuto possa non valere il tempo che ci impiegherà a concretizarsi come individuo e fare le sue scelte..."

    "Secondo le clausule non permetteremo che nessuno si avvicini, ti tocchi o ti faccia nietne... varrà anche dopo. Anche perchè per quanto lei sarà un nuovo individuo, sarà comunque te. Sarà lei, ma sarà comunque te, e sebbene con nuovo nome che sceglierà, l'anima sarà comunque quella. Non importa se per sbaglio la chiameremo Lia. Per me sarà sia tua figlia che... diciamo, la versione pura e innocente di te che riprenderà da dove tutto si è rotto"

    "Tu e questa convinzione che ella sarà mia figlia... io direi più sorella minore... resta il fatto che non posso chiedere a voi di farle da guide di vita... non so, sareste solo voi e tutti uomini per giunta a farle da guide i primi tempi... ma voglio fidarmi dell'onore che ormai nel nuovo millennio non esiste più La parola data, l'onore, la reputazione non per finzione ma per azioni e parole... ve ne erano prima, ma ora..."

    "Noi lo siamo... ormai dovresti credere in noi..."

    "Lo faccio... ma sono anche in tensione..." fece lei fissando ancora come prima quel nuovo acqusito su onde e gli uomini come formichine laboriose che giravano e facevano cose sul ponte mentre il vento colpiva lei e Dorde ma non eccessivo da essere fastidioso "sappiamo entrambi che io ho accettato di essere Messaggera e membro speciale dell'organizzione in Romania ma anche altri luoghi come tua spalla ma anche la fiamma Cinerea... per trovare informazioni e modi di impossessarci dell'antica conoscenza per la tua idea di Continuità e verità dell'Oltre. le fiamme... le abbiamo create per darci un tono per la nsotra religione che ormai è riconosciuta anche nelle società là fuori, così come quella amata dai big del cinema e altre, quelle si che sono allucinanti ma... è anche vero, e dimmi che è così, che da quando io sono arrivata tra voi ho fatto da controllore e revisore dei vostri movimetni e comportamenti. Da quando ci sono io, tu e tuo fratello ci siete andati più piano con sette e studi alchemici ed esoterici. Vi ho fatto da cane da guardia e temo che con la mia dipartita, possiate riprendere come prima a partecipare pure a riti... dimmi che non è vero?" gl ichiese fissando la nave ma spostando lgi occhi su di lui

    "Noi..."

    "No!" lo interruppe "adesso voglio solo vedere questa nona meraviglia del mondo secondo Dorde, e Milan, e vedere che soggettini vi hai messo sopra. parleremo dopo, davanti un tè, per cena, quando vorrai. O ci sarai, visto che torni solo quando ti fa comodo o sparisci nel tuo studio di pittura, là sotto. Ma vorrei solo... che tu vedessi con la mente e non con gli occhi. Che comprendessi perchè ti chiedo di allontanare e tagliare i ponti con quella gente delle logge e sette. Le religioni, del genere come quella cattolica e araba, sono solo portatori di dolore e sofferenza, per gl ialtri però! Chi ci crede ciecamente è capace solo di incatenare gl ialtri. Senza uamnità, senza considerazione delle libertà e pensiero di chi sta loro intorno. Le religioni fanno soffrire e uccidono! E loro vi porteranno alla rovina..."

    "Lia... io ho la possibilità di vedere dei libri antichi e potenti che possono aprirci le porte per la Continuità così che noi, con chi vogliamo ancora accanto, possiamo restare e tornare sempre e per sempre, continuare il filo del lavoro e cambiare il mondo come volevamo..."

    "Non credo che sia possibile, ne abbiamo già parlato. Ti fanno credere di avere misteri insondabili e nascosti, che conoscono solamente loro e che possono farsi beffe del ciclo delle cose, come con la morte, affermando che possono riportare indietro la tua anima in un corpo nuovo. Comprendo che siate cresciuti in un ambito legato a tradizioni pagane piene di superstizioni, ma Dorde... ciò che tu desideri non potrà avverarsi. Primo, io non voglio restare, non riesco ...."

    "Non dirlo! Tu sei tra quelle persone che possono realizzarsi, contro quelle non realizzate. Leggi tutti i giorni e di tutto, ti rallegri per il prossimo, per le cose andate bene col nostro aiuto o se sono stati loro, ancora di più, a riuscirci con la forza che hanno ripreso per la Mano o l'aiuto dato da Veròna. Accogli i cambiamenti con entusiasmo e ne sei promotrice Discuti di idee e soluzioni e possibilità. Impari in continuazione. Ti assumi le tue responsabilità e fallimenti e ancora di più pensi di aver commesso peccati mentre fai le cose per il bene. Provi gratitudine e sproni, lodi, valorzzi chi è capace, fa le cose, si impegna e... ti poni mete e sviluppi piani di qualsiasi tipo, anche se ormai mancano pochi giorni alla tua fine. Non sei come i fallimenti, quelli si lo sono, non tu, che guardano spazzatura e solo perchè non hanno nulla da fare, criticano sopratutto il prossimo, temono i cambienti e cercano di impedirli, nutrono risentimenti su e per gl iatlri e sono pronti a puntare il dito senza vedere i propri peccati. Discutono solo su gli altri e cosa hanno fatto e non maturano ne crescono. Restano sempre uguali e sporchi dentro. Incolpano tutti gli altri per cosa non va nelle loro vite, e mentre tu incolpi i tuoi errori di aver chinato la testqa e accontentato chi ti stava intorno per avere un pò di ocnsiderazione, questi sputano veleno su cosa non sanno fare e combinare nella vita. Pensano solo ai propri diritti o orticello e non pongono mai a se stessi mete da farsi e raggiungere nella vita. Hai fatto più in questi otto mesi con noi e molti che ti giudicano o non ti accolgono. So che sbagliano, ma sono cambiati un pò.... se decidi veramente di confermare quel giorno il test, sparirai. Mentre tutti loro resteranno a questo mondo. E io e Milan abbiamo bisogno di qualcuno come te non corruttibile e sincero, pieno di buoni propositi che vada avanti con noi. I ragazzi, i veterani, ancora adesso non hanno intensione di impegnarsi più di tanto, sembrano stagnare adesso in cosa hai cambiato e vi si trovano bene. Non sono adatti a impegni come quelli che ti abbiamo chiesto di prendere. E se te ne vai, non sapremo chi mettere..."

    "E avete pensato, tu e tuo fratello, di mettere mano a tali incombenze di vostra mano,  se temete di affidarle a qualcuno di non degno. Io non accetterò che per le vostre fissazioni esoteriche buttiate all'aria tutto il lavoro. Io non so fare niente, non sono capace di molto ma per amicizia vi ho aiutato, per fare la cosa giusta, ho accettato di impegnarmi... avevate da sempre delle regole chiare, invece dei militari si sono messi a fare gli allegri campeggiatori. Vogliamo svegliarsi visto che volete cambiare il mondo ma sembrate come pinocchio nel mondo magico dove tutto sembra possibile ma cè l'inghippo, o si è seri?"

    "..." sospirò "Io sono serio sulla cosa e lo sai. Milan è più ragazzino su questo punto, e non a caso è lui che ha creato la Strega Veròna  e ti ha chiesto di aiutarlo a mettere in pratica una cosa che lo diverte, in primis. Tu sei stata al gioco perchè hai il piccolo vizio di vedere una cosa e pensare -interessante, osserviamo come va a finire-. Un pò come Zay e Ric, che testavi le cose e osserrvavi. E' anche il motivo per cui ti sei avvicinata alla magia bianca e i discorsi con Zay. Vuoi risposte, sei curiosa, ami i test e l'osservazione. Questa volta però sei scesa in campo in prima persona dando vita a un essere che ha agito più lei che vari corpi di polizia e noi in un anno. NOn guardi in faccia niente quando parti, dritta all'obiettivo, anche deviando e prendendo vie traverse per arrivarci, ma abbiamo così tanta gente a scavare che ti è venuta la brillante idea di metterli come raspanti per i filoni d'oro nei fiumiciattoli dei vecchi punti caldi del far west e non solo. Se studiamo bene la cosa perchè non vi siano giochi di fuga, pe me va bene. Saranno utili alla società per uan volta in vita loro e quei soldi ricavati da ciò che trovano, continueremo i nostri piani. Grazie ai ricavati Veròna ha donato molte cose a senzatetto, il nostro centro, persone bisognose e via dicendo.  E nelle stradine si parla della strega che invoca esseri strani e animali. Erano sicuri che quella volpe che abbiamo portato con noi da quel centro di animali selvatici salvati e che non era in grado di vivere da sola, foss eun tuo incantesimo. Comunque, la questione e..."

    "Ci sono persone che senza un  mezzo attendono solo la spinta per riemergere dall oschifo di quella società. persone che sole non possono avvalersi di diritti o sostegno, persone ancora oggi schiave sia nella società di primo mondo che negli altri. Schiavi del lavoro e impegni con cui vivono, o schiavi letteralmente da cui on possono sfuggire. E tanti altri esempi. Se dentro la tua stessa orgaqnizazione cè casino e schifo, non ti lamentare se il mondo ci metterà secoli andando avanti così ad avere generazioni con il cervello di capire e seguirti. Io ho accettato di ascoltare te e tuo fratello dopo lo schifo delle Muse e la condotta vergognosa degli uomini per ovvi motivi, siamo amici, almeno così andate dicendo. Vi ho ascoltato, mi avete promesso di essere più presenti e occuparvi di più dei vostri compiti. Di ridimensionare ruoli e compiti delle persone, visto che è voi che ascoltano..." fece con rabbia "e ancora adesso so, e lo so, che avete la testa a cose spiritiche, ma la Continuità e la Credenza hanno fatto meno della scienza. Vuoi scomettere? Ti mostrerò come la fede su cose reali porterò un vero dio..."

    "te l'ho detto. Lo faccio per noi. Per mantenere qualcosa in cui mi sono trovato più in passato. Voglio che l'organizzaizone continui, che queste persone continuino non solo lo scopo dell'esistenza di tutto ciò che abbiamo creato e per cosa. Noi..."

    "Ti avviso. Ho cambiato idea solo perchè qualcuno, non voi due, mi ha detto di mantenere i nervi saldi e non cedere dietro la rabbia o i compromessi. Che se si vuole vivere in un ambiente con regole precise nero su bianco e hai accettato, devi mantenerle. Perchè diciamolo, se tu godi delle parti positive di ciò  che cè, lamentarti di quelle che tu ritieni stringenti e fastidiose... sei un pò uno stronzo! Neanche avessimo messo la legge irrevocabile del dare una fetta di culo ogni settimana... e che cavolo, mi fate incazzare! Cosa cè di così strano? Ricordarsi le cortesie ed educazione, seguire led scalette di pulizia e condivisione degli spazi, chiedere e avvisare prima di ciò che si vuole fare..."

    "cambieranno. Hai visto i cambiamenti, anche per i tuoi interventi di.. dimostrazione molto, molto chiari ed esplicativi "rise " anche questo ha fatto qualcosa. Il tuo non guardare età, sensibilità e chi cè presente e mettere le cose nero su bianco con dimostrazioni o video esplicativi sulla cosa in ogni sua parte, così da chiarire e non esservi punti d'ombra. Perchè tu sei così, ogni cosa deve essere vista,s tudiata, capita e rigirata da conoscerla bene. E ritieni che tutto debba essere così. E per tutti. Perchè imparino a osservare le cose da ogni angolatura e pensino. Usino il cervello. Ma le abitudini dono dure a morire, ci vuole tempo perchè comprendano e vedano, si adattino e poi le facciano loro..."

    "Lo dici solo perchè non ci sei molto. Sono io che giro, controllo, osservo per farti un favore, e a tuo fratello... mi auguro che dopo che non ci sarò più, e cose saranno cambiate e un giorno nache quelli come, per tutti i miei aspetti, siano accolti e considerati almeno con un sorriso e un posto tra loro. Ma io non ne avrò mai uno, sarebbe stato un buon posto dove fermarsi, ma ciò che è accaduto in queste settimane, tutto ciò che ho visto per il vostro lavoro e abbiamo solo sgrattato la punta dell'iceberg... e la testa dura di quella gente che persevera, perdura nei punti neri della società là fuori..." scuotendo la testa " la gente potrà odiarmi, vedermi come cattiva,s tronza, tutto ciò che gli passa per la testa, me ne frego. Tutte le mie paure di non essere abbastanza, di non essere niente, di non essere come dovrei essere come mi dicevano, di sbagliare ad essere me stessa, di fallire ogni cosa che facevo e ritrovarmi i commenti di tutti... potranno anche aver influenzato la mia me di ora, ma ora basta. Non voglio continuare a camminare in questo mondo, voglio svanire via... voglio dare un'opportunità a questo corpo e questa anima di tentare una volta sola, ma senza di me. Ciò che porto dietro è il fallimento di quella società. Chi era feccia dentro ma sapeva apparire come un angelo ha fatto strada, ha ottenuto cose che non meritavano mentre io, io sempre sola, sempre dispiaciuta per tutto ciò che mi finiva addosso e non riuscivo a uscirne fuori. Anche qui non ho trovato un posto per me. Non cè nessuno che vuole restare al mio fianco perchè io sono io. Tutti voi che dite di essere miei amici... andiamo! Tu e Milan mi vedete per l'utilità anche per i test. Si, sto aiutando tanti in futuro testando queste cose, ma l'ho fatto solo per questo. Jd è come fuori posto qui, bravo tiratore e osservatore delle persone, ecco perchè sa essere accettato ovunque ma... tutti voi non vedete ME. Tu stesso hai sempre questa frase. -Benedetta ragazza-. Tuo fratello quando si innervosisce o non è contento dei miei no bofonchia -bimba, andiamo-.  Tutti bofonchiate quando io non sono, agisco, rispondo o qualsiasi cosa non è come lo aspettate. E quindi di che parliamo? Io non sono altro che ciò che gli altri vogliono che io sia... questo significa che nonostante i miei sforzi di adattrmi agli altri dopo tempo di isolamento, che vi ho ascoltato e dato fiducia a tutti, aspettandomi che dopo tante cos ecapissero e non avessero le restrizioni mentali... è inutile. Ecco perchè ritengo che come per la cina, anche tu finirai per ottenere risultati odpo anni e anni di infiltrazioni e allungare cosa gl iinteressava nella vita della gente, perchè la facessero loro. Come fu per la religione. E poi la vostra mania di portare gente estranea a casa..." fece con una smorfia

    "sono persone importanti per..."

    "Se voi permettete a quella gente di entrare nell'ingranaggio dell'organizzazione, buttate via tutto quanto. E peggio mostrare il nucleo stesso dell'organizzazione. Ma la vita da militari con tutta la gente che tu conosci che agisce nell'ombra e manovra dvvero al posto delle marionette pubbliche... ma non vi hanno insegnato niente? A che ci siete date loro la Chiave e via..."

    "Da ieri ho accettato di rendere te la Chiave del nucleo. Come atto di buona fede per farti comprendere che sono serio..."

    "E io ho chiesto di decidere quale male era minore sull'attribuzione della Chiave per lo stesso motivo e per tutti voi. Se tu e tuo fratello in base a chi era la chiave o entrambi come volevate fare, finivate in mano di qualcuno... se scopriva la cosa, a che serve il sistema difensivo? Come per tutto ho agito per gli altri , non per me. Adesso sono la Guardiana del Nucleoe manterrò il mio compito. nessuno si aspetterebbe che sia io e non voi... eppure tremo. Tremo Dorde..." gli disse con foga "non sono sicura che siate abbastanza forti dea non cadere sempre e sempre nell'inghippo dell'occulto e cose mistiche. E' il vostro tallone d'achille. Siete pazzi all'idea di trovare chi può impedire che voi come anima e ricordi muoriate. Perchè possiate continuare a lavorare e mantenere il vostro Sogno di un mondo umano e vero, realmente progredito. E non la marmaglia che brulica nelle città paventando idee religiose, di odio di vario tipo, di giudizio, di... che schifo..."

    "Tu vedi il mondo in una maniera che i più non comprendono. perchè..."

    "perchè sono scemi, perchè non sanno ragionare con la looro testa, perchè ottenebrati dall'idea e paura di finire lontano dalla società come fu per me. Perchè a molti hanno fatto il lavaggio del cervello perchè fossero come gli adulti volevano. Perchè nelle loro vite hanno avuto come un cazzotto in faccia esperienze che li ha portati a pensare a quel modo... tante cose ma non tutti sono così nel profondo, come si dice il male interno o nel dna. Tante idee su questa cosa ma la cattiveria non sempre è insita nella persona ma viene creata dagl ialtri. E così in una città, nessuno conosce altri, peggio i vicini e sempre per odio. Tutti guardano il proprio orticelli per la smania di possedere e avere libertà che poi rovinano gli altri. Il mondo che vorremmo vedere, Dorde, non giungerà entro le nostre vite carnali. E lo sai anche tu. Ecco perchè siete in fissa, anche per le credenze di quando eravate bambini, con l'idea che la parte non materiale, degli altri piani, possa aiutarvi a restare al timone. Avete paura che con la vostra morte qualcuno butti via tutto. Che i nuovi Milan e Dorde possano fare casini, gettando nel water la vostra vita spesa per qualcosa in cui credevate. Anche quelle persone che incontri e per cui lavori che agiscono alle spalle di tutti e nessuno mai conoscerà il loro nome, aspetto, la loro vita e cosa hanno fatto perchè tutto fose come lo conosciamo... un giorno verrano sostituiti e questo non gli va a genio. Loro agiscono in un modo freddo, calcolato, preciso che ne tu e io potremmo mai... eppure hanno più potere di te perfino, e si aggrappano ad ogni modo con unghie e denti anche alla loro età per restare là dove sono. Ma tu e tuo fratello, ricercate qualcosa che si usava negli anni ottanta e novanta, anche prima ma il boom fu in quel periodo, e io non lo accetto"

    "Sai bene che quelle persone sono così per come sono, la loro vita e cosa pensano di fare con le decisioni e le azioni, seppur per mano di altri. Il bene del mondo, di certe persone, del loro paese...  tu stessa se avessi due scelte, una acchiappare per esempio un tizio pericoloso e nel metnre decidere se lasciarlo andare per salvare al vita ad una persona a terra. so benissimo che diversamente da molti, tu vedresti il futuro. Una vita salvata contro altre in pericolo o morte perchè quel tizio non è stato preso. La caccia per ritrovarlo. Anche tu hai la tendenza a considerare il più che il singolo. un pò come quel discorso che facesti con Zay sul figlio di Cora e Phib. Erano questi i nomi? Considerati il problema e il male che quel bambino poteva essere sia da se, se era come la feccia con cui stava, sia per cosa potevano usarlo e non cèra possibilità di sapere se avesse cervello dal ragionare da se o essere un fesso come ttuti quelli che muoiono per la famiglia e la credenza che ubbidire ed essere coesi con gli altri sia il bene. Solo l'orticello loro e sono migliori. Io stessa non ho problemi a pensare che io valgo meno dei più perchè così come io non valgo niente e di fatto non ho portato niente a questo mondo, nei più ci saranno quelli che sono e possono... e allo stesso modo uno dei vostri è migliore di me per cosa sa fare, io sono sostituibile, loro no. E lo sai anche tu. Togliendo Veròna e quel poco che ho fatto, e solo perchè avevo i mezzi che avete voi, di fatto tutto il mio lavoro per accontentarvi dal vostro -che palle anche la parte noiosa della mia carica- non è servita a neinte perchè vogliono tornare a come erano accampati... quindi fate cosa volete. Sono stanca come e più di prima. A cosa mi è servito scappare dalla mia vecchia vita se ho trovato lo stesso qui...? Ma ti dirò una cosa. Non accetto che buttiate via molto, sia voi stessi che denaro e altro, per i fessi delle logge e sette in cui siete immischiati..."

    "..."

    " voi permettetevi di dare loro più di quello che meritano, fateli vostri alleati e promettete loro cose... E allora urlerò la mia rabbia, sappilo. Io e la religione siamo nemici, e per religione intendo la credenza che vi sia qualcosa di superiore che ci giostra come in the Sims, come vuole. E peggio decidere per e su altri cosa devono fare e dire agli altri come e cosa fare con le loro vite, quando la religione è deve essere una cosa persona. Tua, basta! Non esiste che i bambini siano indottrinati ocn le baggianate quando no ncapiscono. Così ogni religione dice quando accadono le cose e possono solo dirti -Dio sa cosa è meglio fare, affidati alla sua decisione-. Mai più voglio sentire questa cosa. La natura è la nostra Dea, e l'umanità è tale perchè si eleva allo stato bestiale e regole da cavernicoli. ...per me non esiste altro. QUindi se intendi cambiare il mondo come hai sempre voluto con tuo fratello, che sia tra pari e fratelli dove nessuno è mai schiavo e non manchino acqua e riparo, smettila di guardare con gli occhi. Credo in voi, ma inizio a penaare che stiate credendo più a loro che a chi vi è amico. E ora..." disse guardandosi intorno seria "da quale lato scendiamo? Le scale? O il sentiero ripido?" lasciandolo solo mentre si avventurava verso destra.




    secondo la gente i figli servono con la famosa frase -e poi quando sei vecchia chi bada a te?- mentre per sposarsi -non ti sistemi e hai un uomo che fa le cose in casa?-

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    Capitolo 46
    *** 34 ***


    ch 34 "Fammi capire.." fece Lia osservando i barattoli di vetro con dentro vari tipi di marmellata che aveva ottenuto con l'inizio di scambi tra loro e aziende, coltivatori, allevatori e piccoli imprenditori vicini alcuni chilometri. Accordi instaurati ,e con  loro prodotti di vario tipo, fin  nelle cittadine e paesini intorno, così come fattorie e aziende agricole e di allevamento. Si era fatta dare oltre alcuni mei migliori capi di bestiame, prodotti di vario tipo senza intermediari e alcuni di prova, con la promessa di acquisto in caso fossero piaciuti a tutti, pagando il giusto ai proprietari invece di pochi spicci alla tonnellata in caso di prodotti coltivati o lavorati sempre da loro, con cui venivano ricompensati normalmente. Questo aveva garantito un'entrata decente per i proprietari, somme più alte per impiegarle in mezzi, manodopera e maggior impegno in futuri raccolti. E ancora ad invogliarli a mentenere una qualità decente al posto di prodotti chimici sia ancora sulla terra che dentro i frutti per farli maturare o gonfiare chimicamente. non molto legale e dannoso per la salute. Lo aveva sperimentato il tizio che le aveva portato davanti, in un suo incontro sul posto, cesti di prodotti che sembravano troppo perfetti e belli che l'avevano fatta titubare. Andandosene smepre in giro con ogni cosa possibile, non si sapeva mai diceva sempre, aveva dietro, o meglio nel furgone nero, un macchinario di analisi chimico-molecolare che sputava fuori con una mini stampante il risultato di ciò che cèra nell'intruglio nella provetta. Il risultato lo aveva letto lei, lo aveva messo in modo che i tre che le facevano da Ombre leggessero e poi tranquilla andò dall'uomo, che tronfio aveva già accordato il prezzo che lei concedeva per prodotti che voleva prendere.
    Aveva già pensato con i Vecchi di creare una fattoria loro ocn prodotti base e affidarsi agli altri nei dintorni,  e quindi da andare a controllare di persona, per ciò che non producevano, e avere molti pro e pochi contro. Se tu dai alle persone il giusto, queste nella maggioranza dei casi saranno di fiducia e fedeli, a meno che no nsiano stronzi come quel tizio lì, che credeva di fare affari iniettando roba nei prodotti per on perdere parti di raccolto e guadagnare facile. i prodotti chimici costavano poco e permettevano, imbrogliando, di dare false apparenze ai prodotti. La cosa non le andò giù, quando comprese di aver fatto centro. Quando dei prodotti di coltivazione sono e appaiono troppo belli, perfetti, lucidi, duri e sodi da sembrare da pubblicità, cè l'inghippo. Lei stessa sapeva che molti coltivatori avevano, se con vicino la propria casa,  la sezione personale e che coltivavano per se i prodotti ma che dall'aspetto sembravano orribili.  Erano quelli che Lia chiamava -originali-, ossia piante che non erano nate dai semi che si compravano normalmente di certe aziende che davano frutti sterili o modificati,  da apparire bellissimi se irrorati anche con prodotti pesticidi per evitare perdite. Quei frutti, piantine e altro che invece quella gente coltivava per se erano piante originali e tramandate,  che potevano dare frutti con difetti, forme strane o altro ma avevano il vero sapore -della terra- e di cibo. E le fregature e la gente che si crede migliore fregandoti, non le andava a genio.
    Così aveva prezo un frutto o ortaggio per mano e aveva chiesto ai tre di tenerlo fermo, obbligandolo a mangiare così come erano, infilati in bocca, i mostri che aveva creato e voleva dare da mangiare agli altri. Dopo avergli fatto fare pranzo e cena insieme degni di un crudista igienista, e un discorso..
    "Buoni? SAni? salutari? Non ti senti un pò gonfio a forza come le oche per patè? Ragazzi dove ho visto una scena simile?" chiese ai tre che protnamente risposero in coro
    "Tre giorni fa. Quando ho infilato lo stesso imbuto nella bocca degli allevatori di oche che introducevano tonnellate di cibo a forza a quegl ianimali finchè il loro fegato non diventava malato per essere adatto per il patè. Sono finiti in ospedale,capo, e hanno il terrore di un mostro e hanno cambiato lavoro. E le oche le ha comprate obbligando i proprietari a non aprire più lager del genere dell'orrore e portandole allo Chateau. Quei tizi adesso hanno chiesto un divieto di avvicinametno per Lei, ma non sapendo chi è, senza testimoni attendibili o altro... è verso ignoti. E pare che alcuni a causa di... un incidente, con un'oca morta che gli è stata sbattuta addosso con forza da Lei, tra l'altro... prendendola per il collo e usandola come randello su quei tizi, perchè morta proprio per il trattamento... abbiano ora la fobia delle oche!" parlando seri ma con un velo di ironia.
    "Good!" fece lei, guardando l'uomo sempre più atterrito con pezzi di cibo che gli cadevano dalla bocca "Sai qualè il mio motto? Agisco? Si! Con ogni mezzo per quello in cui credo? SI! Perchè se non noi, allora CHI!?! Chi farà qualcosa? E quindi amico mio, revisioniamo un pò il contratto!"

    lo avvisò che voleva ancora trattare con le aziende vicine come lui, ma che se gli veniva in mente di infarcire le piante e i loro frutti con lo schifo, gli avrebbe fatto passare male dei mesi da ricordarselo a vita. Sia per la fregatura che voleva dare, sia per i danni alla salute.
    E lui aveva rispsoto che non ne mangiava ma aveva scoperto il trucco online da coltivatori di paesi asiatici e si era fatto trovare prodotti simili da iniettare nel fusto delle piante, ma lui aveva preferitola seconda opzione, dentro il raccolto appena ritirato dai campi. Lia fu così persuasiva nel rimetterlo in riga per suoi futuri accordi, che l'uomo tenne sempre le orecchie leste nella paura che lei, come faceva, appariva a caso a cavallo da sola, o con quei tre o con un mezzo, a controllare a caso la situazione e rovistare ovunque per trovare segni di truffa.

    "chiedi pure" fece Milan bevendo il caffè, che non soffiò per raffreddarlo, perchè lei odiava anche l'odore della -brodaglia- come chiamava il caffè. e sopportava a colazione che lui lo prendesse per cortesia, ma senza per lui soffiare il fumo verso di lei, di fronte al tavolo rotondo.

    "Hai deciso parlando con me da quando sono qui di creare un personaggio fittizio per all'inizio fare scherzi e render equesto posto accattivante e invitante per i tuoi ospiti ed elementi di interesse e ci siamo divertiti ma ora pensi... di renderla reale grazie alle persone riconsocendola tale, che fosse incontrollabile, imprevedibile, incomprensibile e bla bla, da chi cacciamo... e lo vuoi rendere strega, capace di cose straordinarie grazie alle proiezioni e che... sia io a impersonarla? Non cèra la spagnola, la cagna di attrice, ok, ma dicevi che come aspetto ci stava, che doveva farlo?" prendendo la marmellata di pere e cannella dopo aver fatto un lungo controllo a colore, aspetto appena aperto il barattolo, odore.

    "va bene che l'hai fatta analizzare e hai fatto fare già che cèri la pastorizzazione del barattolo solo per pulire eventuali germi... la asseggerei anche, ma no nti sembra troppo aver accettato in prova delle partite e averle messe sulle tavole di tutti per avere loro pareri? La provi già tu!"

    "E se non sbaglio dici di fidarti, ma non assaggi queste che sono fatte a pochi chilometri di distanza con prodotti decenti e veri, con un rapporto di zucchero tra l'altro molto minore del normale,  mantenedno con le tecniche moderne, la qualità a lungo senza danneggiare il prodotto... una di queste ha il miele invece dello zucchero... prova questa" portando avanti come un pedone di scacchiera un barattolo con un contenuto dal colore castano.

    "..." guardandolo qualche istante come indeciso mangiando fette di un prodotto di pasticceria che Lia non conosceva, sapeva solo che era bavarese "ti ringrazio, ma per ora sono a posto. Avrei preferito che... invece di accordi di acquisto in giro, anche se vicini da controllare, avessi preso in considerazione la tua idea con lui, di comprare un'azienda e farla diventare la nostra, di fattoria. nostri prodotti, nostro lavoro, nostre materie iniziali e finali..."

    "Ho capito, s enon hanno un'etichetta di aziende famose, e costose, non ti aggradano? Sei così... per davvero?" fece lei offesa "e io  che avevo inteso che ti fidassi... così sembri dare ragione a loro "indicando con il capo gli altri fuori la stanza "qauando dicono che non si fidano di una donna, peggio se civile, pazza e con idee fuori di testa..:"

    "se fosse stato così non saresti qui..."

    "rettifico la tua risposta. Io sono qui perchè A... sono una cavia, volontaria, ma cavia per le nuove tecnologie. B... avevi bisogno di qualcuno che facesse il laovro che spetterebbe a te o a tuo fratello, quello che non si è mai visto, o al gruppetto che ha lasciato fare a tutti il cavolo che volevano. Seriamente, ho visto video e reportage di campi militari eretti da mesi e anni in generale nel mondo, e sono un casino se non cè qualcuno con pugno duro... ma qui era l'apoteosi della..."

    "Rilassati. Adesso va ttuto bene, per come sei le cose vengono rispettate e girano ora in modo giusto. sta iniziando a funzionare come un orolgoio svizzero..." fece lui dicendole con le mani di calmarsi e sorridendo

    "Milan... non tu, ma loro compresi Jd e gli altri che sono di fatto sotto di te ma sopra gli altri, come dire... sembravano come me. E tu non ti sei accorto? ambizioni fallate, incerto futuro ma restare su ciò che si conosce, incapacità di positività, seguire la corrente, andare avanti per inserzia, credere che solo il lavoro ossia l'azione e il campo di battaglia potessero dare quei momenti di vita......"

    "Lia, lo so. Ma come sai, io torno la sera se riesco o sto fuori alcuni giorni. I miei impegni riguardano tutto ciò che è legato al sociale e relazioni pubbliche. Non osno fatto per gestire e amministrare,  e mio fratello lavora per il generale. QUindi non cè mai. Jd e gl ialtri... lo so, avevo affidato a loro le cose, ma come hai detto avevano i loro problemi e hanno deciso di lasciare in pace gli uomini..."

    "come scusa?!? lasciare in pace che significa? possono avere tutti i problemi di questo mondo, incapacità di capire che futuro o cosa davvero vogliono, sono più predisposti per avere qualcuno che gli dica cosa fare ma questo non giustifica il casino che cèra qui. Sembrava di essere in un accampamento di rifugiati! LE TENDE... da quanto non le cambiavano che erano rattoppate con toppe a colla? cumuli di confezioni di cibo militare, gli spazi..."

    "adesso è risolto e grazie a te..." mentre lei faceva una smorfia di sdegno

    "io non ho fatto niente di che, poteva farlo anche unr agazzino delle medie e lo sai. non sto parlando di avere un metodo o modo per..."

    "si, so cosa stai per dire. Anche tu sei casinista e tieni le cose a caso quando no nti va, ma hai sempre un metodo di sistemare le cose, dove metterle...  a loro bastava avere una direzione e delle regole scritte. Ora le hanno, devono solo comprendere tutti appieno il perchè e in che senso sono importanti le leggi e le regole come dici sempre, e... non farti incazzare. Io ho trovato divertente la punizione che hai dato ma Dorde no, ha affermato che fosse troppo... estrema..." vedendola fare un verso di disapprovazione "io e te ci divertiamo parecchio nell'elaborare schemi e piani per i miei impegni sociali. Abbiamo anche progettato di far credere ad alcuni determinate cose,  e sono state piacevoli le serate in cui mi hai acconsentito ad averti nella festa come Padrona della casa in abiti..."

    "Anche questa cosa. per carità, gli abiti sono davvero belli e ben fatti, ma io no ncredo di essere quella più indicata per portarli. Non riesco a dare una definizione a me stessa, vedo l'altra attraverso lo specchio ma non che forma ha,  definitiva e cosa è... mi sento come, mh, fuori persona con quelli indosso. Ho accettato perchè volevi qualcuno di cui ti fidavi, che consocesse abbastanza la storie e basi per i periodi,  e l'amore per gl iabiti antichi,  uniti alle tue feste a tema, per migliorare l'impatto con quella gente. Perchè tu offrissi ciò che è l'altra faccia di questa oeganizzazione... Ma qualsiasi epoca sia, non credo affatto di esserne capace. Mi hai fatta vestire da matrona romana, alludendo che fossi la moglie di Giulio Cesare..." come colpevolizzandolo

    "AH AH Ah, andiamo! con i capelli al naturale, montare solo l'acconcitura è stato facile. Gli abiti erano delle migliori stoffe e lavorazioni sartoriali. Ti sei comportata davvero bene e gli elementi che hai introdotto come svago definiti -parti- in cinque fasi, è stato grandioso. Non ti vedi come matrona? o forse ti sei risentita perchè la matrona di norma era una donna sposata, che avesse dato figli a Roma oltre che al pater familias,  e avesse una posizione sociale da essere indicata con quel titolo? Cosa non ti è piaciuto? Che una come te fosse definita matrona senza aver mai avuto di quello? o perchè ti ho chiesto di controllare e gestire l'andamento della festa? O perchè sei offesa dal fatto che la moglie di  Cesare è definita la famosa cornuta romana per  un'egiziana che, grande quanto è stata su molte cose Cleo, è rimasta nell'olimpo della storia al posto suo, mentre era derisa per Cesarione? So che ti incavoli con l'idea dei tradimenti, ma non perchè ti fanno arrabbiare questi... ma perchè chi tradisce aveva fatto una promessa di findanzamento prima davanti a familiari e amici,e poi sposandosi, a testimoni, prete o sindaco, parenti e consocenti e Dio, nel caso. Chi fa promesse dovrebbe mantenerle. E per questo ti rispetto, credere come me nel valore di onore e parola data non è da tutti i giorni e ti arrabbi quando ci osno persone che dicono -Si, ti giuro che ti amerò, sarai l'unica pesca in cui attingerò e ti resterò al fianco come amico, confidente, partner, spalla con spalla, alleato, complice e altre cose... Si, giurano e promettono, ma non mantengono ne il giuramento  e ne la promessa. sono gente poco seria e da prendere a schiaffi? Vero. Ma come dici tu questo è colpa anche della società. perchè tu sia accettato e trattato meglio, devi seguire delle tappe che tu chiami lista della spesa. Un tempo vi era più onore ma non per queste cose. Sappiamo entrambi che il matrimonio era solo formalità contrattuale per scopi di interesse e nulla più. E ora è solo per mantenere le apparenze, portando ai racconti e storie di quelle donne che leggi con disgusto, anche se lo fai per aver chiara la situazone nella società. per gli abiti... ho notato come per i ritratti o eventi più raccolti sei meno seccata, mentre se sono le mie feste non ti senti a tuo agio in un abito da donna. COn i ritratti non accade ma perchè è qualcosa che volevi e stai realizzando, l'abito che ti piace e che definisci tuo ti fa sentire te stessa e a tuo agio, anche quello nero con quei fiori abbinati sopra le orecchie... e si, ho capito che è per posare e divertirti, ma non puoi sentirti in negativo indossando abiti per le mie feste, muovendoti tra la gente, come se non fossi meritevole. perchè dovresti essere meritevole di indossare quegli abiti? Ti ho chiesto molto indossando la divisa da donna militare, le volte che ti ho chiesto di presenziare nelle riunioni con i..."

    "Si, tante belle cose, ma non è colpa mia se mi sento a disagio, peggio in mezzo ad altri atteggiandomi da sicura di me e superiore... puoi dire tutto ciò che vuoi, ma... mentre li indosso, mi guardo allo specchio... non posso fare a meno di chiedermi chi è lei, se quell'abito è qualcosa con cui si può... mi sono accorta che non sono brava a fingere e recitare..."

    "aspetta, chiariamo la cosa. tu non sei brava a recitare... ciò che non è te!Non fa parte di te! la prova che hai fatto ieri davanti la spagnola, per mostrarle con il tipo di abiti e il modo di fare, come doveva -sentire- di essere Veròna... "

    Lasciò il resto non detto, mentre veniva servito con il resto della colazione che a lui piaceva. Ogni giorno un tipo diverso da ogni parte del mondo o cosa gli andava di mangiare la mattina successiva. Avevano un bravo pasticcere che era più meritevole per Lia. Quel cuoco non le andava a genio. Cèra qualcosa in ciò che prepava che la disturbava  e Milan non mangiando con gli uomini o ciò che gli uomini trovavano pronto, non poteva capire. Ma lei li aveva assaggiati e le sembrava a volte ciò che mangiava prima. Ma perchè le sembrava la stessa cosa? E così menter Milan mangiava come in quelle colazioni cibo solo per lui, che sembrava sapere di prodotto buono e ben fatto, nel refettorio gli uomini mangiavano cosa era in menù. Lia si disse di controllare delle cose. Cercando anche di sviare la conversazione, senza riuscirci, perchè Milan in attesa di una replica la vide con la testa altrove e rimbrottò.

    "COmè quella canzone che ti piace? I giorni sfocano in uno solo. e i miei occhi canticchiano cose che non ho mai fatto. come era poi...non è stato mai abbastanza, ma ho fatto del mio meglio. delle navi vagano dentro di me, mi sembra fosse il testo,e  alcune hanno dei nomi ma la maggior parte no, se ne trovi una per favore fammi sapere quale pezzo ho perso. guarisci le cicatrici che ho sulla schiena, non ho più bisogno di loro. puoi gettarle via o mantenerle nei tuoi vasetti, i famosi vasetti che in psicologia..."

    "si, qualè il punto?"

    "...-e ancora continua, tutti i miei incubi sono scappati dalla mia testa, sbarra la porta, per favore non farli rientrare. non avrei mai voluto lasciarti, adesso la mia testa sta scucendo le cuciture e non so se posso...- O altri brani che dicono, se ricordo, -la realtà è una prigione. la tua mente può liberarti. Con i piedi in aria e la testa sul pavimento provi questo giochetto e giri, la tua testa collasserà. ma non cè niente in essa e chiederai a te stesso, dovè la mia mente?- O... -Una piccola ti fa diventare più grande, e una più piccolo, e quelle che ti da tua madre non fanno nulla. quando gli uomini sulla scacchiera si alzeranno e ti diranno dove andare. E tu hai appena preso un qualche tipo di fungo e la tua mente si muove lentamente. quando la logica e la proposizione sono cadute sciatte morte, e il cavaliere bianco parla al contrario. ricorda, nutri il tuo cervello!-  O ancora, -non sarò mai ciò che vuoi che io sia! tu cosa pensi che capiresti? non puoi prendermi e gettarmi via e voglio un sentimento che sia reale! E come può il mondo volere che io cambi? loro sono quelli che rimangono sempre uguali! NOn possono dirmi chi essere. perchè non sono ciò che vedono. si, il mondo è addormentato mentre continuo a sognare di me. e le loro parole sono solo sussurri e bugie alle quali non crederò mai! non possono spezzarmi fintanto che so chi sono! tu vedi le cose che loro non vedono, tutto ciò che volevi, potrei esserlo. ora mi conosci e non ho paura. ed io voglio dirti chi sono...- queste sono quelle che ho sentito mentre o le cantavi o sentivi mentre lavoravi a qualcosa. Sono solo sprazzi di brani e pezzi che ho capito ma mi hanno colpito. E quindi mi domando, come puoi sapere chi sei,  se temi di andare avanti in questa ricerca? tu ancora, qui, hai le insicurezze e paure che loro ti hanno messo, sei un guazzabuglio di pezzi che hai messo insieme alla buona,  nel vano tentativo di accettazione che invece non hai trovato. la tua stessa famiglia ogni giorno per ogni cosa ti diceva e faceva capire che non eri come volevano che fossi. e altri fuori dalla famiglia, a cui avevi dato speranza mentre i genitori ti dicevano che la gente faceva schifo anche se loro erano esagerati da non crederci, e tu invece credevi nel mondo. E il mondo ti ha trattata a pesci in faccia uguale. E lo dico perchè ancora adesso sei arrabbiata con Zay e Ric per il discorso sul mondo,  a cui avevi dato delle possibilità credendo che solo eremiti e orsi i tuoi , e che vi fosse del buono fuori... avevi sognato di diventare maggiorenne per non essere incatenata a casa con solo loro,  perchè la gente fa schifo e la sera non si esce, cè un orario a cui loro non vanno fuori tranne che per le feste o religione. E tu che avevi ambito quel che cèra fuori la tua finestra,... ma non era altro che la stessa cosa.E quei due che ti hanno rimproverata di aver pensato ciò mentre a detta loro bastava stare nel proprio orticello mentre tu non accettavi.... Tu che desideravi che il mondo divensse come volevi che fosse, mche brillasse di luce e non di ombra, ove le persone erano tali e di un'umanità che rischiarava le tenebre del passato de dell'animalità...dove le cose giuste e buone fossero importanti senza problemi, dove l'amore, il tuo concetto di Amore, perduto fosse ritrovato e accolto. Dove avresti respirato l'aria perfetta del mondo novo e avresti sceso la buca della tua tomba con il sorriso e persone a cui eri nel cuore, così come loro in te, e avresti dormito in un mondo pacifico per sempre, sia materiale che spirituale..."

    "Mhph... io ormai non credo più in ninete e ancora ora non ho.. un'ancora, qualcosa a cui tenermi a questo mondo. Ci osno persone che l'hanno, come... come per simbolismo un oggetto prezioso di chi hanno nel cuore che ricorda loro cosa e perchè sono legati a questo mondo. Ma non io, e anche adesso attendo quel giorno di andarmene, ma so bene lascerò comunque addormentandomi, il modno schifoso come era e sarà... la tua speranza di vedere il Cambiamento in questa vita... non servo io per dirti che non avverrà. E se tu e tuo fratello volete giugnere alla risposta per la Continuità che non sia la scienza, sicuri che appena morti dopo un rito e cerimonia che vi propinano in quelle riunioni... Ah!, se penso che ci credete mi viene il nervoso! NOn ritornerete ne nel vostro corpo  e ne in altri, fatevi una ragione. Non come la promessa che vi è stata fatta. Soldi, favori e altre stronzate che fate e date per promesse fallimentari... non esisterà una continuità che vi riporterà quasi subito indietro dalla morte per continaure questo lavoro e vivere per sempre! Ve lo rivelano ed eseguono per voi? E' dall'alba dei tempi, ancor di più dai famosi egiziani con i loro libri sacri, che si cerca di farlo, inutilmente pare... voi dite di no! Vorrei che la smetteste ma... capisco che non potete. Che devo fare? Non posso fare e dire niente, per ora, se non augurarmi che cambiate ideavoi. Avete voi tra le mani un pezzo prezioso che non volete vedere. Devo per forza incazzarmi e mostrarvi che potrei essere io stessa Dio con cil che abbiamo noi qui, per farvi capire? Io non ho più fiducia in nessuno, non mi aspetto ne ambisco a ciò che chiamano miracoli... non provo affetti o simili come tutti quanti normalmente, non ho ambizioni e desideri come gl ialtri per le stronzate che hannoper cui farebbero ogni cosa... ma sono stanca di stare zitta. Ho voluto vedere che accadeva cambiando le carte in tavola e sembra che ora con Lei al mio posto siano tutti più felici... mentre io non riesco a stare e desidero come sempre, come una necessità... andarmene e perdere ciò che ho di materiale..." con una smorfia...

    " Ma questo non significa che qui tu sia come là, ciò che hai abbandonato. CHe hai donato a qualcuno che no naveva niente e ti somigliava vagamente di fisico,  a cui hai fatto fare la plastica e insegnato cose era necessario per sostituirti. Si, hai temuto che potesse capire che la voce non fosse la stessa anche con la scusa dell'esplosione, modi di fare... ma ti sei sentita meglio nel pensare che avevi fatto il tuo. A lei, a cui hai dato ciò che avevi e non era per te e a loro, che così non ti odiano per -averli lasciati indietro non pensando a loro-. Hanno il sostituto, visto che, come parole tue,  che no neri come volevano, tanta differenza non cèra... sei rotta, a pezzi, frantumata come un ospecchio, lo capisco, ma se continui a vederti come non meritevole delle cose e che perfino gli abiti che ti permetto di indossare,  non meritevano te... ma quando ti sei vestita con quell'abito da uomo ma rifinito su di te, che usavi per te, aggiungedo oggetti e impersonando un essere che dalla tua immaginazione aveva preso vita, la base di Veròna,  potendo diventare reale se considerato tale dalla gente... so che non era recitare, quella eri tu. Infondo, io stesso ho detto che ho modellato Veròna su di te,  perchè era divertente vederti in modo diverso e meno ciò che ti hanno resa. Quanto ce la siamo spassata con la Padrona della casa antica che ritorna in determinate notti, quante ne abbiamo fatte..:" rise ricordando le farse fatte con la gente a cui davano compiti che tirava roba o azionava determinati meccanismi rendendo magica la situazione "Ma quella che ho visto ieri, scostando la spagnola e agendo con forza, tranquillità, spavalderia, arroganza e superiorità. come padronanza... comè che dici? Sembra che tizio abbia il mondo in mano? Ecco, questo è ciò che ho visto. E mi ha portato a decidere fermamente che l'altra tua faccia è veròna..."

    Lia rimase a fissarlo aggrottando le sopracciglia, senza dire niente e ne mangiare.

    "... ormai io sono sicuro che non ho solo preso in prestito una parte di te perchè divenisse un personaggio utilizzabile. Veròna è parte di te, l'altra faccia della tua medaglia, è una parte che poteva anche essere... te! COn la morte della Lia precedente, o meglio dando la tua identità ad un'altra persona, hai gettato le basi per divenire un'altra. Ma anche se sei qui da poco, ancora sei frammentata nelle tue fratture della personalità, non riuscendo a comporti in una finale,d efinitiva, che dica a te stessa dall'altra parte dello specchio -sono io-. Finora ti ho sentita dire -quella sono io- solamente a quel ritratto di quel film di animazione come madre del trovatello tra gorilla, ti sei riconosciuta in quella e quella soltanto... e ammetto che la somiglianza è veramente impressionante come se avesse disegnato te... ma non indossato un abito, non nelle foto delle serate a cui ti ho chiesto di partecipare per aiutami. Forse i ritratti, ma ti ho sentita dire che quei sorrisi, quelle espressioni, quella...strafottenza, mi sembra che hai usato, nel definire la persona fra le tue mani resa in olio su tela da un artista... fossero un messaggio per chi ti guardava sulla tela. E non riesci ancora a riconsocerti, anche con un abito che dal primo momento hai detto -mio-. Ma agisci, ti muovi, minacci, ti imponi con tutta la tua personalità ovuqnue e con chiunque, ma quando si tratta di parlare e vedere te dal di fuori, panico totale. Quegli abiti non meritano altri che qaulcuno che meriti di portarli. Che non sia solo un corpo per tenerli su ed esaltarli. Ci vuole più di questo come invece si crede là fuori..."

    "e per te..." fece lei con spudorata presa in giro con un sorrisetto "anche tu, devi contarti, paghi certe donne perchè siano l'esaltazione... di te, davanti gli altri... loro sono un riempimento decorativo di certi abiti, moderni, ma sono questo..."

    "Ah non prendermi in giro! io le pago per l'apparenza che piace alla gente, ma sai anche che io stesso voglio certe cose in un determinato modo. Loro osno un investimento, mi permettono di avere punti in più agli occhi degl ialtri portando qualcosa che li abbagli..."

    "Ah! così si dice, ora... ti piacciono le pesche da esposizione come in giappone?"

    "ok, basta parlare di pesche..." scoppiando con lei a ridere per il modo scherzoso con cui chiamavano le gnocche da sbombolare "non volevo dire parole poco adatte alla colazione, ma credo tu abbia capito il perche, del mio scegliere loro per colpire la gente solo con l'aspetto, metnre ho chiesto a te dandoti in mano determinate cose, perchè mi aiuti. Sono totalemtne diverse e discordanti. Gli abiti che indossi della collezione non li farei indossare a loro perchè sarebbero ancora di più, su di loro, indice di..."

    "quello che sono! sono quel genere di donna che non importa cosa fai mettere loro, sono in grado di straripare di una cosa. E le guardi, non importa dove e come, cosa hanno indosso e dici solo -Guarda, guarda come si muove! Senza classe o abilità nel vestire ciò, ma senza sforzo, come acqua limpida. Lei è il sesso! ogni cosa che è, che fa, tutto... lei è sesso!- So che questa cosa è inclusa nel pacchetto delle tue ragazze, ma è innegabile che loro siano più capaci di me di indossare anche quegli stessi abiti antichi e risultare bene come le attrici nei film. Dimmi un' attrice che facesse pena come personaggio storico in generale... "

    "E quindi...?"

    "non vuoi arrivarci, non che non ci arrivi... mi sono sempre chiesta da bambina se come dicevano gli adulti l'abito faceva la donna. Nel senso che mi rimproveravano ogni attimo affermando che una bambina era fina, educata ma al livello di film dei secoli scorsi per dirci, come le damine, sempre sorridente, dolce nella voce come zucchero, silenziosa e brava in tutto ciò che era femminile. E seppure bambina fino ai dodici anni, dovevo saper portare gl iabiti che avevo indosso ed essere ciò che avevo indosso. Che non dimostravo femminilità e simili... ecco perchè ho dubbi sul fatto che io possa e meriti quel tipo di abiti. Puoi dire quel che vuoi, non lo hai vissuto sulla tua pelle. Avrai sopportato commenti nella controparte maschile, ma non puoi capire la parte che ho subito io,  e cosa significava per me mettere un abitino o una gonna se tutti, tutti, mi dicevano di fare questo, dovresti esser così, colì, mi riprendevano tutti perchè ero me stessa e bambina,  e non come le mummie splendide e da ammirare,  come le chiamavo che semrbavano imbalsamate e finte da vomitare. perfino le persone peggiori dentro, sporche, riuscivano ad apparire candide come spose. Anche se, se sono le spose degli ultimi decenni di bianco, candido, intonso non cè niente..." fece lei con un sorriso di sfida.

    "Quindi anche qui ti penti di aver indossato qualcosa,  pensando che mai potresi saperlo portare? E che le ragazze che uso come accompagnatrici sarebbero meglio perchè, non so, come un profumo, emanano femmiinlità, quella stessa che gli abiti stessi chiedono? "       

    "Ah un'altra cosa" sviando il discorso di botto lasciandolo spiazzato "mi spieghi perchè continui a dire riguardo gli schezi che facciamo, Veròna e il resto... essendo italiana, sono quella adatta. Come mai?"

    "Semplice ragazza, non puoi saperlo ma negli altri paesi cè una sorta di... come dire... leggenda sull'italia e i suoi abitanti. Da piccolo così come più avanti nelle biblioteche,  e seguendo programmi specifici, ho sentito e letto di ogni sul tuo paese e voi italiani... non hai idea di come viene indicato il tuo paese. Libri su personaggi storici, arte e letteratura, eventi. e poi storie d'amore che vengono scritte e raccontate, i fantasmi... non puoi sapere cosa ho letto e seguito sia nel mio paese prima che man mano..."

    "mh..."

    "... Mistero, aura magica, descritti con un sapore che fa venire voglia di correre tra voi. Per non parlare poi del cibo italiano e le tradizioni, il calore e i comportamenti differenti da altri paesi per l'accoglienza... il modo di vivere da Roma in giù... come un romanzo nel quale ti senti di  cadere. Ho visitato i ltuo paese in tempi normali, e ho molti libri nella tua lingua che parlavano di..."

    "fammi indovinare, levando l'arte e la storia, oltre personaggi specifici, hai montagne di libri di fantasmi, misteri, leggende, streghe e questioni magiche che ancora oggi esistono... corretto?"

    "Andiamo, ragazza... voglio dire..."

    "si, si, ho capito... però sto pensando anche che... devi essere deluso. parecchio. Per aver trovato invece me e non qualcuno, maschio o femmina, che portasse con se la magia e il mistero dell'italia... magari che richiamasse poesia e grandiosità dell'arte famosa nel monod...."

    "dovrei essere io a dare la risposta, ricordo solo quanto si parlava dell'italia e imamgini delle città più famose e definite magiche. Scorci di un mondo lontano da quello che conoscevo, le leggende sui fantasmi più famosi e meno,  in giro per il tuo paese, le leggende ma anche le storie vere, storiche, di persone avvenimenti di ogni parte del..."

    "e quindi che ti aspettavi mettendo piede in italia e incontrando italiani?" bevendo il suo tè

    "Semplicemente respirare quelle sensazioni che provavo dalla tv e libri. SAi, come quando la gente stravede per storie ispirate o immerse in periodi storici e sogna di vivere momenti come quelli solo per la bellezza e ottimo lavoro impresso in quei lavori. i periodi italiani più famosi che la gente adora usare e parlare... mi ricordo tantissimo quei mometni davanti la televisione o a leggere quei libri dove vivevano nella mia metne seguendo, streghe, donne, elementi di quell'epoca che per chi non li ha vissuti... o le persone dei ritratti, con quegli abiti e accontiature ormai strane che però avevano una storia che descrivevano....come dire,  interessanti e immersivi. Sfavillanti e ricchi di mistero. Poi ho partecipato a feste e incontri di vario genere per  i miei, sai, impegni... e mi sono accorto che sebbene fosser ben preparati e con ottimi abiti, ci voleva più che l'apparenza per godersi momenti appieno dove..."

    "Ah, i tuoi famosi -impegni-, e immagino che lo stesso ambientino che ho notato alle tue feste fosse molto, molto più pregno di -quello-..." fece lei posando la tazza con entrambe le mani con aria disgustata.

    "Coa cè... ancora arrabbiata perchè dove abbiamo ambientato le mie feste, veneziane, anni trenta, vittoriane, guerra indipendenza, romani e greci e via dicendo... a proposito dobbiamo decidere quali edifici comprare per avere il pieno controllo di tutto, vi erano stanze gestite da Madame e la attività. Sei stata chiara. Se mi aiutavi, niente gente che saltellava in quel senso nei corridoi o in qualche angolo,  fingendo che con abiti da festa non si capisse niente. sono già felice che non hai preso a pedale quelle... come le hai definite?..."

    "chiappe mollicce color mozzarella e piene di brufoli..." fece lei mostrando lo sdegno

    "Ok..." cercando di non ridere "posso capire che trovarti a passare per controllare gli ambienti, vedere un tizio che faceva roba con un'altra ospite, mostrando il didietro per ovvie ragione, ti abbia fatta arrabbiare. E sono felice che tu abbia mostrato sicurezza, dignità, professionalità e un'alta forma di capacità vista la situazione... insomma, non lo hai preso a pedate su quel... didietro e sfuriando come avrebbe fatto qualsiasi altro nuovo soggetto al tuo posto."

    "Aspetta mi stai dicendo... cosa?"

    "diciamo che in passato mi ero affidato a professionisti, così si definivano, del settore organizzativo per feste, ricevimenti e simili... quelli che definiresti migliori, per intenderci, da cui ti aspetti quel che hai fatto tu... invece una donna incaricata ha urlato istericamente per le nudità. Un uomo successivamente in un'alta festa ha buttato fuori le persone incriminate, e uno dei camerieri è stato sorpreso a filmare la scena da un altro orgenizzatore, che ha prontamente chiamato la polizia per denunciare una atto di violazioe della privacy con caricamento online facendo giungere in piena festa la cavalleria.... che fatica trovare gente seria..." sbuffò indignato

    "che semplicemente resta composta e provvede in modi tranquilli e lesti a trovar euna soluzione,  che non produca attenzione e fastidio per la festa e ospiti, e non mostri di più l'incidente...? che dovevo fare! non guardavo le mozzarelle avariate maculate di scuro e rosso e ho dovuto far prendere una bottiglia di champagne, con annessi bicchieri e una cameriera"

    "che con tuo intervento per far credere di togliere loro da fastidi, non  che lo fossero loro, li ha condotti in uan delle stanze gestite da Madame...? recitando come se foste tutti d'accordo con cosa facevano e quasi premiarli?" si sovrappose ridendo

    "... posso agire da me in altre situazioni, noncon quella gente se è tua ospite! Ho dovuto forzare un sorriso di complicità e complimenti... che roba!" fece Lia nervosa mettendosi a girare tra loro i barattoli di marmellata come se cercasse di metterli in un ordine, visibilmente fuori di se ma cercando di calmarsi.

    "E ...ok..." fece lui dovendo prendere un tovagliolo per nascondere le risa dicendo che era ancora rimasto alle mozzarelle avariate "stavo dicendo... ho riso invece per il comportamento più posato e paziente, che non imamginavo potessi reggere così tanto, a quelli che ti fermavano in continuazione chiedendoti di essere la loro accompagnatrice. Alcuni erano persoanggi interessanti, posso giurartelo e seri, almeno per il tipo di persone che potresti ascoltare, e...Alla gente che ti conosce emolti nostri clienti sono fedeli e contenti di avere qualcuno che liascolta come fai tu, come se valessero senza giudicarli, ma anche tu..."

    "stai ancora tentando di dirmi qualcosa di quel tipo?" fece lei chiedendo ai camerieri di portarle della cannella come faceva sempre

    "dove la devi mettere?" le chiese dubbioso "comunque non è un argomento che per te è tabù, parliamo delle mie, perchè non dirti chi tra quelli che gentilmente e garbatamente rifiuti, potresti..."

    "Milan..:! Annamo!..." fece lei spazientita dopo aver messo da ogni barattolo un cucchiaio di marmellata sul piattino davanti e averci spruzzato sopra una dose di cannella in polvere.

    "Ah, stai provando il gusto come quelle già pronte con la cannella... resto in dubbio però sui stuoi esperimenti.... non capisco molte parole in... slang, della tua lingua, ma ho capito che non ti va la discussione. ma lascia che ti dica. Tu sei la stessa che hai detto -voglio raggiungere cose che non sento! voglio fermarmi e sentire di appartenere a qualcosa! -, e di testa dura come dice Alaric, hai provato cosa si prova a fare ciò che normalemtne non si farebbe. Hai provato perfino a capire che significa pugnalare e colpire con un'arma qualcuno di vivo a parte i manichini militari da addestramento,  per verificare se il concetto del -dal primo, dopo è semplicissimo e uccidere non è così impossibile- fosse vero. Si, lo hai fatto verso membri di organizzazioni di contrabbando con una lista di capi di imputazione dalla loro nascita al momento in cui li hai presi, e presentandoti in tempo mentre i nostri facevano cazzate, ma trovo strano che chi non prova niente come dici su varie cose,  e vuole capire cosa ci si sente, abbia deciso da Rò, non da un certo momento, da lui in poi,  di seguire cosa senti dentro e bloccarti a un soggetto neutro..."

    "..." Lia di voltò verso i camerieri che stavano indaffarati alle spalle di entrambe sui loro carrelli portavivande e tavolini,  dove avevano preparato cosa potesse servire,  e con un cenno del mento verso la porta, fece intendere di uscire.

    "... anche questo è strano... da quando in qua, anche con loro in giro, preferisci che restiamo soli a discutere..." iniziò lui dubbioso ma lei con una mano lo fermò

    "loro sono gli unici di cui non ho elementi o prove sul fatto che ascoltando, eh, hanno le orecchie... parlano di quel che dici o diciamo in generale in qualsiasi modo e..."

    "loro sono diplomati alle migliori scuole inglesi e americane di..."

    "si, sono maggiordomi e professionisti con certificati e preparazione. Ma sono persone, Milan... non è che non mi fidi, ma da quando ho sentito con le mie orecchie molti degli uomini discutere su di me ed etichettarmi, non voglio più parlare davanti altri... preferisco tornare a farlo nelle tue stanze o qui si, ma senza nessuno... "

    "qualcosa non va?"

    "Non so, volevano farmi dispetti raggiungendo in qualche modo la zona del tetto sopra le nostre stanze,  dove stendo i miei panni, quindi una zona privata, visto che le cameriere per te stendono sopra la tua ala, io faccio da me sulla mia, per rubarmi slip e altro per scherzo o come disse uno negli spogliatori, per vedere se ero maschio o femmina..." inclindando di poco la testa e serrando i denti come quando era arrabbiata

    "mph! ...Scusa, è solo che..."

    "l'idea come è nata? non so, chiediamolo a quella faccia da becco d'uccello di Alaric,  che racconta frottole e gli scemi beati a bersi tutto! Con in fatto che sa che io..."

    "Anche se lui sa cose tue private, e perdonami se l odico, penso lo faccia perchè hai proibito a lui ed altri di far entrare le loro...amiche, chiamiamole così, di fiducia... e gli hai detto che se no nsono controllate in ogni dove,  anche negli esami clinici non accettavi nessuno qui... gli hai tolto la festa, posso definirla in questo modo. E si è risentito. Ah, e hai sbeffeggiato  i suoi gusti..."

    "quali gusti! Lui va con tutti ciò che ha tette e.... pesca... naturali o meno! basta che lo accettano! Ho visto io provarci con un gruppetto che facevano entrare, lui e la sua cricca e tu muto, senza dire niente, tanto che vuo iche sia qui, solo  il nucleo dell'organizzione, e provare a far abboccare in modi penosi tutte quante finchè una non cè stata... e li chiami gusti? Se avesse gusti, tanto di cappello! Ma qualsiasi basta che...ah, lascia stare! Mi ha fatto sol oschifo ciò che sai delle..:"

    "Si, trovi disgustoso il concetto delle prostitute che passano da un uomo all'altro senza sapere se sono debitamente preparate a ogni protezione e considerazione del rischio. Posso capirlo, ma quelle..."

    "ALT! le tue amichette so bene che sono d'alto livello e sia tramite Madame che conoscendole tu, sono sempre controllate e a prova di dubbio. Anche se comuqnue passano da un uomo all'altro uguale...E non ti ho mai detto niente. Ma quelle che io chiamo di disponibilità ampia, quindi non oltre un certo range di prezzo, che loro trattano, sono ben lungi dall'essere..:"

    "Calmati. Ogni uomo ogni mese è controllato e testato. Se vi fossero problemi di vario tipo, anche derivanti da situazioni sessuali, lo sapremmo subito e prenderemmo provvedimenti. Ma finora i ragazzi, tranne rari casi dove hanno preso roba curabile, non è..:"

    "vedi perchè qui era un porcilaio?!? Ti va bene che prendano certe robe, tanto sono curabili, e bon così?"

    "Cosa devo dirti? tolgo agli uomini un passatempo o sfogo come lo chiami tu? Cosa devo...?"

    "Cambiamo le regole" fece seria finchè non le prese un colpo di tosse, con un'espressione di dolore e iniziò a fare dei colpi di bronchi come per liberarsi, per poi respirare profondamente

    "Prima di ocntinuare il discorso, trovo assurdo che tu non ti curi di niente, più..." le disse lui alzandosi e andando in un mobile dove venivano riposti il necessario per le colazioni dopo esser stati puliti in cucina. Tovaglie, tovaglioli, posate extra, accessori vari e un cassetto in alto da dove lui prese due oggetti. "non mi interessa ciò che pensi. Le nanomacchine di quell'uomo che è morto ci servono per studiarle, visto che non è rimasto nulla di sua mano scritto o files per capire le loro potenzialità. E come fare per replicarle se non vederle attive... anche se sono di tipologia diversa in un'unica inizione, e quindi capaci nei loro diversi settori di operazioni diverse... ti hanno, insomma, tolto il dolore. Hanno migliorato molte cose,  ma sembra non ci siano loro interessi su questo problema. Quindi o non sono programmate per tutto o riconsocere determinate cose o non ci sono quelle specifichePerchè non ti curi?"

    "Lo hai già detto!" fece lei con altri due colpi di bronchi e la faccia di una come se le stessero scavando il petto "a parte che come la mia malattia ci osno abituata. Inverno,estate, primavera, autunno... cè smepre questo dolore e questo fatidio al petto,  e non se ne va e fa molto male ma se curo questa roba, non sapremo se davvero loro non lo hanno individuato, il problema intendo, o se non ci sono settori di micro robot per questa operazione. Aumentano o diminuiscono valori, ormoni, stimolazione cellulare per la cicatrizzazione o le emorragie, aggrediscono come avete visto in atrli pazienti perfino le cellule malate o virus o... non è possibile dire il test completo e veritiero se io mi curo normalmente. Per ora va bene così, non osno militare come dite tutti, non devo fare maratone tranne l'allenamento per essere almeno preparata per proteggermi da sola, non sono un elemento sul campo che deve avere ogni organo a posto... qualè il problema? Aspettiamo un altro pò e vediamo..." allungando la mano per prendere uno dei due oggetti, una sorta di pochette che aperta, fece saltar fuori un pacchetto in legno in sigarette e un bocchino a due pezzi che unì. Dopo aver preparato il bocchino da donna anni trenta e aver inflilato la sigaretta, Milan aprì con uno scatto il particolare zippo che raffigurava un  drago, non cinese ma europeo. Il coperchio dello zippo era la testa ma contenente solo la parte superiore mentre la mascella era rimasta nelle incisioni del corpo mostrando così ocn la fiamma accesso come l'essere avesse la bocca aperta con il fuoco vivo che vi usciva. Come epr tante collezioni, lui aveva anche la passione per gli zippo particolari o di pregio.

    "..." accendendo la sigaretta "oggi usi il bocchino? Di solito preferisci tenerla fra le dita. Sono contento che questa cosa ti abbia preso e ti sia interessata per curarti in maniera debole... non credo che queste sigarette curative che usiamo ti aiutino molto, visto che non è cambiato niente, ma secondo il dottore quando usi le varie tipologie, qualche aiuto lo ottieni e che puoi continuare. Vorrei solo che non..."

    "POssiamo andare avanti col discorso? So già cosa vuoi dirmi e sicneramente per roa mi va bene così. Mi aiuta anche a concentrarmi meglio,  sai? Osservarla metnre brucia e si consuma e usarla come ancoraggio per dissociarmi e andare a prendere a botte la feccia chi si è fatta la vita tranquilla, hanno ottenuto cose... e io ero nella merda. E vi sprofondavo. E a nessuno veniva un rimorso, nessuna coscienza, un pentimento... e loro tranquilli ad avere successi, fare le cose base che avrei voluto fare io, figliare perfino,  crescendo futuri stronzi e peggio facendo i maestrini con il termine amore... ah, il loro concetto di amore! Se solo volessi potrei strappar loro via i figli e far venire grane a questi stronzi che mentre io agonizzavo per colpa degli altri, anche se mea culpa per aver deciso di assecondare questo mondo di merda, e loro... felici, sorridenti, che se la tiravano con gli altri perchè avevano raggiunto delle mete e per la società erano meglio di me. Che vivevano le poche cose che desideravo e io niente! Sempre a mangiare le solite brodaglie, vedndo i miei fratelli o la famiglai di quella stronza che per tutta la vita ha fatto cosa voleva, se ne fotteva di tutti e tutti a non dirle niente mentre colpevolizzavano me di tutto dicendomi -perchè non sei come lei? prendi esempio...-"

    "Ho capito di chi parli..." tornando a sedersi mentre lei smetteva di parlare, fumava e tratteneva il tempo che usava sempre perchè i principi in quella sigaretta speciale restassero nel profondo "ma se usi le sigarette come ancoraggio..."

    "quella stronza come quella feccia facevano cosa volevano. Letteralmente. A me i miei urlavano contro con astio schifandomi per dei No, accusandomi di fare io ciò che volevo. Io, sempre in casa perchè avevano le cazzate, sempre sola, sempre dispiaciuta e tenuta legata dall'amore del cazzo. E loro a vivere la loro vita passando però dei buoni. Ma lei, lei è come era una stronza che ha sempre fatto le peggio porcate, dal prendere il motorino e scappare a chilometri in altre città perfare cosa... non si può sapere, ad avere così stanti maschi come fidanzati che dire che se li è passati tutti è troppo ma non molto... e poi quando non trovava un fesso, ne ha visto un oscemo più degli altri e tac! incinta! Quella feccia lì! Quella che una volta da bambine mi aveva detto che mi regalava un giocattolo, che a me regalavano sempre roba da cinesate o giusto per il pensiero, e poi la stronza merdosa che è, perchè non è cambiata, è andata dalla mia familia, nonni e genitori, a dire che avevo rubato.... stesse cose che tutti nelle scuole hanno fatto, e senza sentire me, senza volere prove o niente, bam! sei stronza, ladra, feccia, colpevole. E ha figli, non uno, figli... e così come quegli stronzi. AH, sarebbe bellissimo prendere a tutti loro i figli del cazzo,  che la gente considera i loro mini Me, e darli ad altri così che siano cresciuti senza mai, mai, sapere chi erano i loro merdosi parenti. E io davanti a loro a ridere e dirgli -urlate, urlate e fate casino quanto volete, chi chiamerete,  il gabibbo? apparirete in tv urlando che la povera disgraziata a cui avete rovinato la vita vi ha tolto -i pezzi de core- e il vostro diritto, stronzata, di genitorialità è stata lesa da me? Moi ! E loro ad urlare che si, ero stata io perchè in quel mondo che ho creato io ho potere, per una volta posso guardarli in faccia e ridere... ridere,ridere,ridere come un figlio di n'a mignotta! che a me favevano i gradassi e poi... non lo hanno fatto più, qualche giorno fa"... facendo cadere con un colpetto dell'indice la cenere "e ridere ancora e da stronza, dicendo loro che sono io ora ad avere forza e potere per no farmi più pestare la testa. Che io, ero io, che ballavo sopra di loro, e fino alla loro tomba, là sopra, sulla terra a pestare i fiori e dire -AH-AH!!! vi piace!? Coem ci si sente ora ad essere come vermi mentre chi è forte e con potere vi schiaccia? I vostri figli vanno avanti come ho deciso io,  senza di voi e senza ricordi, crepate fino all'inferno...!- Avere il potere di alzarmi ed essere io forte e con potere... Io a buttare a terra la gente e farla sentire niente... "

    "ma questo in uno dei mondi che hai creato... non nella realtà! perchè sai che s elo facessi solo per sfizio, non essendo da te... saresti come loro. Eppure qualcosa vuoi combinarglielo..."

    "Chi lo sa....! Quando non sarò ispirata dal volerli veder soffrire come dannati all'inferno..." rilasciando dopo un tot di secondi il fumo "EH! MI viene in mente quando nel gruppo di Zay o nel suo profilo scrivevo delle cose per farmi due risate. Come la storia del cane. Come molte cose prendevo cosa lei diceva come le pinze e poi le riusavo per giocare con Phib e con chi diceva di avere intorno. E' stato uno spasso l'aver parlato del cane... Gremiolion.... mi è sempre sembrato familiare questo nome ma non so dove o come, ma volevo vedere la faccia chi di leggeva quei testi e capire cosa pensassero del loro giochetto! Una volta Zela e Phib mi dissero che cèra altro dietro,  e il secondo mi disse che era tutto orchestrato dagli stronzi del forum e io per infarcire la cosa ci ho perso del tempom e creare scenari di ogni tipo da farli impallidire! Ah che divertimento vedere le loro beghe rigirate! O come la storia della pietra rossa. Avevo parlato delle Aes sedai a Zay e nella chat di gruppo avevo postato la foto della pietra metnre eravamo tutti e ogni tanto cèra un dialogo a due e appena Phib urlò -è lei! è lei! La mistica pietra magica dal megapotere che bla bla- e io ricordo che rimasi a chiedermi -ma questo è scemo!-. Non gli ho mai creduto con la storia della pietra, non era possibile che postassi una cosa e sempre lui aveva collegamenti e altre cose. Ma la storia di me, il cane, e le smerdate... ah ah ah!" rise ma malamente si mise a tossire con un suono profondo e raspante, cerecando di riprendere mentre il suono sembrava di qualcuno con problemi grossi. Il suono sembrava di qualcosa di brutto nel suo petto e ogni colpo di tosse finiva come un mantiche bucato che sfiatava in un brutto suono, perfino quando cercava di riprendere fiato a tutti polmoni.

    "vacci piano con le risate di petto, ogni volta per un sacco di tempo ti ritrovi con i polmoni in fiamme o se te lo accoltellassero e un rumore soffiante. Per quelle storia chi lo sa, io stesso amo i misteri e certi argomenti, magari..."

    "Cambiamo discorso... cosa dicevi prima?" continuando a fumare e preparando una sigaretta nuova mentre tratteneva ad ogni tirata tutto dentro il tot di secondi che aveva deciso.

    "prima prima...? OK... INizio ad aver paura come la prenderanno. per i cambiamenti, intendo. Loro non sono te. Tu non hai nessuna pulsione o spinta di niente e con nessuno, ma non loro. Se vieti..."

    "Calmati tu, ora!" gli disse alzando la voce,  incronciando le braccia con espressione arrabbiata "non è ho mica detto c he questo posto deve diventare un convento benedettino. Sono già sparati di testa, se gli tolgo gli sfogi o non ne metto di nuovi così poi sono calmi e rilassati, qui diventa un casino. Ho solo detto di cambiare le regole... tu sei grande amico di Madame. Dai tempi d'oro..." disse l'ultima parte velando una risata.

    "Per agganciarmi con questo discorso a prima... che hai volutamnete sorvolato al solito, perchè non mantienti i tuoi prositi.. ricordi -voglio raggiungere cose che non sento!-... siamo amici, vero? E gli amici parlano di tutto e danno anche consigli. Ci sono cose che hai detto da Zay e Ric a noi,  e cosa hai detto solo perchè hai capito che alla gente piace sentirle dire... una di queste era il concetto che dicono in molti del -almeno una volta, prima di morire, volevo provarlo-. Ma tu hai mentito a quei due e quando hai preso in giro alcuni a cui hai inteso il messaggio. Tu non provi niente, non puoi provare niente di quello e ne avere anche solo un'esperienza. OK, lo dico chiaramente. Hai allontanato soggetti secondo me, che conoscno..."

    "couff , coff..." fingendo un colpo di tosse ma er aun modo suo di dire che non era così

    "... li conosco a livello lavorativo e da incontri... va bene? AD ogni modo, da quello che so, sono persone interessanti e colte che potresti almeno provare a..."

    ".... eh..." facendo un verso

    "... so che probabilmente non ti vedrò mai come tutte le donne in generale che sospirano, guardano languidamente, come scolarette con il professore belloccio e figo dietro cui si sdilinquiscono e via dicendo. Non sei così, non hai impulsi, desideri e odi..."

    "uff... perchè è così difficile per tutti quanti capire che sono così, basta!E anche se provassi ma mai accaduto, non mi interessa...perfino le tue amichette, una donna che fa quel mestiere, perdona il mio dire, che ha un compito, oltre essere un oggetto da presenza, ossia dare ciò che l'uomo vuole... seriamente, donne che fanno questo mestiere a livello professionale d'alto livello che -vengono- appresso al cliente, non per essere stornza, ma trovo poco professionale ciò. Un professionista di quel settore dovrebbe dare ciò che il cliente paga dividendo piaceri personali da quelli lavorativi. Tranne i soggetti che sono malati da aver bisogno sempre di sesso, quelli li capisco e non posso edire niente...E'... una delle poche professioni dove per me chi fa come loro che sembrano gatte in calore e con gli ormoni alle stelle... valgono davvero? Ok, il loro valore è dato dal mostrare e far percepire in ogni modo e cosa fatto -sesso- da un punto a cento chilometri, catalizzare gli sguardi e gl ialzabandiera. Ci stà! E' il loro lavoro, sono fighe, hanno corpo e quella che chiamo -essenza sessuale- della donna da monta che vale quanto le si paga. Alzo le mani su questo... ma è appunto cosa emanano per ora fammela mettere così che porta chi ne è atttratto dal... completare ciò che volevnao. Ma se come hai detto fanno cagnara come donne qualunque,  anche con il oslo scopa-amico... non sono professioniste. Le piaci? Può darsi. Sono contente di ... stare con uno come te... togliendo i soldi e cosa ci guadagnano... coff!" fingendo un altro colpo di tosse metnre lui la guardava come per dirle di non prenderlo in giro qanche se sentiva ancora nel suo respiro e i colpi di polpomi per liberarli dei suoni non rassicuranti"... ma trovo disdicevole per una professionista mixare personale e professionale a tal punto da ululare con te... seriamente, non ridere per come lo sto dicendo, e guardami... posso capire questo comportamento da chi ha quella amlattia per cui se no nfa sesso sta male, te ne ho parlato anche per dar loro un lavoro e dignità,  al nostro servizio,  sfogando i loro problemi di salute diciamo... e lì con loro, maschi o femmina posso capire! Sono malati di sesso e devono farlo e venire. Ci stà, chi sono io per giudicare! ma quelle che ti porti dietro sono come un ago metnre cuci a mano che ti è caduto sulla seduta della sedia, non te ne accorgi e ti finisce in verticale denrto proprio la chiappa..." vedendol oscoppiare a ridere. Quando Milan rideva sembrava un bambino

    "sei ancora sconvolta per quell'uomo di mezz'età e le sue due sfere degne di un programma sui problemi della pelle... ok, a parte gli scherzi, non guardarmi male... qualè il problema? Si divertono anche loro e..."

    "E qui ti sbagli! Se si divertono, perchè pagarle? Non sono malate. Sono contente che tu no nsia un vecchio come ceerti personaggi della politica o ricchi o potenti con cui vanno,  che attizzano solo le malate di soldi e gioielli che... lascia stare! E' stato orribile vedere la verità nelle stanze di Madame da capire come ci si svende per lavoro per uomini che non avrebbero neanche mezza amante per varie cose. Niente contro di loro, ma sembravano pervertiti e ancora oggi mi chiedo come ci si riduca così per fare sesso! Trovo da pazzi come diventi la gente per -amore- e desiderio sessuale. E non iniziare! Se io non sento e non voglio, non ho intenzione di avvicinarmi a chiunque, anche amico, solo per la cazzata del -provare almeno una volta-. Mai più, l'ho giurato a me stessa, mai più cosa ho provato di orribile con Rò. Se fosse stato per provare o superare i miei terrori, credimi, avrei tranquillamente per come la penso,  cercato un professionista che fosse per me interessante per l'aspetto, come hai detto tu, e pagato. Preferisco pagare in questa lontana ipotesi..."

    "con sommo dispiacere di chi vorrebbe essere uno scopa-amico" ridendo di gusto mentre gli vibrava il cellulare sul tavolino dietro "aspetta... no, lascia stare. Devo andare in inghilterra e non ci vedremo che domani, forse, se no n mi libero prima, ma ti prego, raccontami di nuovo la questione dell'accompagnatore..." ridendo

    "che gentile... ti stai burlando di me!" fumando dal bocchinotenendolo tra pollice e indice

    "Sai che non l o farei, è solo che sei comica, giuro mi viene da ridere, perchè hai modi di fare e parlare che rendono comica anche una cosa seria... ok, sono tornato serio... seriamente, trovo un pò assurdo che tu dica agli altri -vuoi uno scopa-amico? ok, tua intimità ma non rompere con gelosie e affezione le scatole agli altri...- oppure come hai detto se devi proprio, meglio pagare un professionista..."

    "Tu non dovresti ridere delle cose... non da te..."

    "non iniziare con ciò che ti dissi il primo giorno come benvenuto,  quando mi dicesti che accettavi come cavia se ti conducevo per mano all'andare via, per come tu lo intendi..." le disse con sguardo eloquente

    "Ok... partiamo dalla questione delle tue amichette. Come ti ho detto epr me non sono professioniste se si comportano come adolescenti in preda agli ormoni. Sei pagata bene e accetti di fare anche quel servizio come professionista a cui dai un servizio. Ma se sei ciò che dici di essere e perchè sei pagata, da dove viene la cosa che loro devono.."

    "... si, ho capito. Il tuo ragionamento fila, è vero che un professionista in certi mestieri dovrebbe restare nel suo -personaggio- e dare ciò per cui è pagato..."

    "ma non dici niente, o meglio, cerchi di sviare la cosa perchè a te, come a tutti gli uomini, piace che la femmina sia soddisfatta, da voi lo indico" facendo gesti con l'indice mentre parlava  "perchè vi fa sentire -capaci- e ..."

    "stai tirando fuori di nuovo certe cose. Se ti seguo, finisco che faccio notte, oggi..." le rise ma si vedeva che era punto sul vivo

    "guardati..." rise lei "non riesci a nascondere la questione e ora che sono io a condurre il discorso, ti stai arenando perchè sai che ho ragione. anche tu come ttuti VUOI che la donna non sia professionale a tal punto da fare il suo lavoro senza coinvolgimento. Altrimenti la definiresti solo -una botta e pago-. E ti rode, perchè per un uomo vedere e sapere che ha fatto qualcosa definita da uomo e che abbia -fatto- ciò che...."

    "..cosa dovrei dirti?" fece lui serio, sporgendosi con la testa verso di lei con gli avambracci sul tavolo

    "non voglio niente detto da te. ti sto spiegando ceerte cose... dico solo che vorrei che tu... vedessi le cose meno... coinvolte? non posso capire,  ma comprendo come tu ti senta soddisfatto e... uomo?... se sai che la donna ha... con ciò che hai fatto. Va bene. Il problema è che se la -professionista-è troppo coinvolta e cè questo, come andrà a finire più avanti se le viene in testa di pensare che è qualcosa di più di una lavoratrice di qualità per te e non altro? Voglio dire..."

    "Hai paura che possano andare oltre, innamorarsi, sentirsi appagate e ... va bene, ti ho sentita e capita.Hai paura che possano spingermi a portarle qui o nelle mie stanze, che sentano e vedano cose... ho afferrato. Nonsono così debole per una donna, sai?"

    "si per le cose mistiche-coff coff" fece lei portandosi veloce il bocchino alle labbra celando però il sorriso di scherno che balenava, menter lui contuinuava accigliato

    E comunque comprendo che ci tieni a tenere le cose lontane dalla gente in generale per sicurezza... tutto ciò che hai sempre detto è corretto e per il bene dell'organizzazione ma sono umano anche io...  nel caso trovi una ragazza che mi interessa e che voglio tenermi vicino, chiederò a te se va bene..." sorridendo

    "E per far che?!? NOn sono mica tua madre!!" turbandola "vorrei solo che il giorno in cui trovi qualcuna di decente,  per ovvie ragioni, prima che ti si appiccichi come una vongola su uno scoglio per i -sacchi- e la tua posizione..." indicando con l'indice e pollice della mano sinistra il gesto dei soldi italiano "visto anche dove le porti e da chi, non pensino di aver fatto fortuna o peggio, perchè non cè niente di peggio di qualcuno innamorato... non si innamorino di te da fare le pazze scatenate. per favore... solo questo..."

    "giuro! solo qualcuno di valore e meritevole al mio fianco e che può metter piede nel nostro piano o altre parti. Anche se, con chi credi aver a che fare?" le disse ridendo bonariamente

    "con qualcuno che ama troppo roba pacchiana, la sua posizione, il potere  e..."

    "me lo dici sempre, ho capito! E la seconda cosa che dovevi dire?"

    "Basta chiedermi di seguire tutto ciò che cè nella frase -voglio raggiungere cose che non sento!- , perchè lo trovo offensivo! NOn puoi fare, almeno tu, pressioni perchè pensi che io debba fare qualcosa che no nsento e non voglio. Te l'avevo già chiesto! SArebbe la stessa cosa che facevano i miei o Rò, è mortificante perfino da te. Perchè sarebbe come un mezzo rimprovero di qualcosa che per tutti,  una persona dovrebbe fare perchè è così o sarebbe scemo..."

    "ho capito..."

    "no, perchè continui a rifarlo. Sarebbero cavoli miei e va bene che lo dici una, meh due volte... ma basta! Se volevo come ti ho detto, preferivo pagare un tuo collega,  perchè se devo darla a qualcuno che vuole solo farlo come Rò , perchè poi se la tiri che gliel'ho data, facendomi sentire uno schifo come fece lui... e non voglio più ne sentirmi e ne provare cosa mi ha provocato..."

    "adesso sei tu che mi stai prendendo in giro... per il resto posso capire...."

    "NO!! " fece lei alzandosi di colpo con le mani sulla tovaglia "non puoi capire, solo chi è come me o ha vissuto lo stesso possono farlo! Rò mi derideva facendomi sentire uno schifo perchè ripeteva che dovevo usare la -pesca-, altrimenti che senso aveva averla, ripeteva? E mi diceva -che vuol dire che non ti viene, non lo senti o non ti ci vedi a farlo e quindi niente? Io a quattordici anni l'ho fatto con una ragazza più grande e ho cambiato idea...-... vuoi farmi sentire uno schifo anche tu?" protendendosi sul tavolo per guardarlo negli occhi "solo io cosa ho provato, come mi sono sentita ad avere gente che cercava di toccarmi o come lui, a strusciarsi tu che sei maschio sai come, addosso perchè pensava che fosse per me eccitante. O mi metteva le mani sotto i vestiti. O come quella volta nella sua casa di campagna, che stanca della mia famiglia, di tutti, di lui pensai -ok, basta. tutti a dirmi quanto figo fosse, e vediamo...- per poi ritrovarmi in uno schifo che mi perseguita ancora oggi! Come una di quelle idiote che scrive ad altre idiote -sto ferma, lo lascio fare e aspetto che finisca!-. Non sentire o provare niente dopo che mi disse come fossi un cane -togliti tutto e mettiti lì-... come mi lasciò come un'imbecille a rivestirmi perchè anche se non abbiamo fatto niente,  io non sentivo o provavo niente con le sue mani di sopra, come mi sono snetita un oggetto e una delusione per l'ennesima persona perchè non ero e non davo cosa voleva!! E quindi basta, Milan! è denigrante sentirmi dire quasi come per intedere -sei stupida se non provi- come detto da tutti, le stesse boiate e peggio come se fosse qualcosa di male! Tu hai le tue amichette? Buon per te! Io non voglio soffrire alla stessa maniera o peggio, non accetto di essere più l'interesse solo sessuale di qualcuno e basta! Me ne fotto di chi mi sta intorno che spera in qualcosa che non sento e non provo,  e mi fa sentire sbagliata."

    "Non è per questo che lo dicevo..."

    "NOn ha importanza! Tu non sai gli attacchi di panico che mi vengono se qualcuno è troppo vicino o ho la paura che voglia solo quello. Non puoi saperlo e comprenderlo. NOn riusciresti a provare empatia per me perchè non sei vicino a me nei momenti di terrore,  che vorrei piangere per fuggire all'idea di ritrovarmi sotto le mani di qualcuno o costretta a far fare a qualcuno cosa vuole sopra di me! Tu puoi dirmi che capisci? NO! Me ne frego che quella cretina di Sorella che hai messo tra le Muse dice le solite cagate edl tipo -sono shock del passato che ritornano- intendendo di vite passate. E tu che ci credi. Basta, Milan!" smettendo di essere dura e abbassando la voce a un tono amichevole ma triste, risedendosi  "Siamo amici, non abbiamo problemi a parlare di qualsiasi cosa, mi racconti perfino ogni cosa di intimo e sono titubante se essere degna di un'amicizia del genere. Ma come già sai, se io volevo avrei preferito pagare qualcuno perchè fosse almeno dignitoso per me... perchè non mi vengano gli attacchi di panico che chiunque, da amico o conoscente o chi altro con cui ho conoscenza da considerarlo di fiducia. Niente legami sentimentali, e intendo l'altra parte, da rompere le scatola per cose in più o pressare per il mero sesso. o dirmi che devo darla perchè altrimenti non possono amarmi, o che devono amarmi tutta per dimostrarmi il loro affetto. Io, che volevo solo essere nel cuore di qualcuno..." scuotendo amaremente la testa "Io da Rò desideravo consdierazione, vicinanza, il suo tempo, del tempo passato con me, qualcuno di cui mi fidassi da non finire come con lui, io... desideravo solo qualcuno che restasse al mio fianco da donarmi il suo tempo e la condivisione di cose per le quali non ho fatto altro che viverle da sola... sono stata sempre e solo sola,  e chi all'inizio pareva amichevole, appena mi conosceva,  ecco che ero non in linea con gli altri, quindi è strana. Per cosa, poi? Interesse, hobby, modi di pensare... ecco come l'umanità distrugge tutto per le cazzate. Peggio si può amare qualcuno solo scopando... e fnisce pure il legame. Se tu tieni nel cuore una persona ma questa vorrebbe bruciare tutto, compreso l'affetto e il legame per lo sbavare per la pesca dove tu non sei....Uff... Desideravo solo qualcosa che nessuno mi ha dato. Un legame da pari. L'avere accanto qualcuno che non finisse come tutti per dirmi cosa fare, cosa essere, come essere, cosa fare, da non trattare come pezza da piedi... non darò mai niente di me in quel senso a nessuno che mi è vicino,  e se avessi voluto ursarla come disse Rò, meglio pagare qualcuno che ti dia ciò ti faccia capire oltre la teoria ma con dignità,  dietro pagamento ma che non pretenda o si comporti come già so, che gente che alla fine delude e distrugge. Se cè sesso ormai so da tutte le storie nel mondo, le eprsone scompaiono pure dal cuore. QUindi basta!"

    "Lo farò..."

    "Ho compreso solo che l'amore come lo intendono tutti fa solo male, che quando ti si dice che ti si ama tutta,  significa che si vuole solo sesso, poi quando passa la voglia,  l'amore smette. Se sei una persona libera sei facile e da denigrare. Se vorresti come me finalmente qualcuno che ti consideri perchè sei tu e da cui sogni del tempo e momenti da considerare preziosi, si finisce solo con il battere la testa sulla stessa cosa. Il sesso. Tu con le tue cose, Alaric e gl ialtri con le loro, la gente che ci prova e faccio finta di niente... chi mi vede? E come? Cosa vogliono da me, veramente? Come con Rò,  ho capito che il tempo di vedersi e passare del tempo insieme cè, anche se ti si era detto che avevano troppe  cose da fare da vederti sei volte in un anno... ma col sesso se la dai, ecco che sono subito disponibili!. Ti viene detto sempre che l'amore è condividere l'intimità. Quindi farlo. Ma ho capito solo che intimità alla fine non è più cme una volta l'amore sessuale, da non unire all'Amore, ma il conoscere la persona e sapere che qualcosa condiviso e fatto insieme non andrà a finre sulla bocca di tutti o messo online o comunque di pubblico dominio. Se non la dai sei frigida e con problemi, se vuoi vivere provando sei solo feccia. Se non la dai, non dimostri il tuo affetto o considerazione. Metnre se sei tu a chiedere del tempo e la vicinanza, il calore di qualcuno... niente sesso? Allora niente, ciao... ecco cosa so e ho capito. QUindi basta parlare di me in senso... E poi..."

    "...giuro! cosa..."

    "sei offeso perchè ho parlato del tuo collega ipotetico?" sorridendo beffarda, nel modo in cui appariva quasi sensuale ma era solo l'impressione, indicava solo che sapeva o aveva capito o giocava le sue carite, o ancora era sicura della cosa.

    "sono solo turbato dall'idea o meglio, la risposta tra un uomo conosciuto e un professionista..." ridendo divertito

    " semplice... poche parole! con una persona conosciuta cè il rischio che sia... come dire... uno che voleva già che gliela dessi e quindi prende la cosa in maniera molto personale da finire a fastidio se pensa che potrebbe esserci a ltro, che sia fisico che no.Non importa se tu tieni nel cuore qualcuno, tu sparirai appena dirai no, non la darai. Non ti concederai tutta? Allora non amavi veramente o abbastanza, così ti si dice, facendoti male dentro. E perdere questi soggetti è la miglior cosa... mentre... un professionista..."

    "non ha intenzioni, motivazioni, interesse... a parte il compenso, ma ho capito ora il tuo modo di pensare. Qualcuno che conosci e che per molti sarebbe la scelta migliore per un'esperienza più intima e privata è fuori discussione, perchè tu sei tu, ma non gli altri. Sarebbe fastidioso come sappiamo dai fatti nel mondo, se dovessero svilupparsi imprevisti con queste persone da farti venir voglia di strangolarli " facendola ridere " e ancor adi più sarebbe per come sei, qualcosa che ti farebbe imbestialire,  scoprire che se avessi dato o una o due volte, anche se per te non cè niente, comuqnue chiunque fosse stato asrebbe stato tronfio, visto come era andata con Rò che creedva di aver vinto e poi è rimasto a bocca asciutta, di averti avuta. MI è chiaro, certo, come per te sarebbe meglio non scendere a compromessi con nessuno per il sesso, alzo le mani su questo, dal tuo punto di vista è chiaro. Se a tenon interessava niente altro,  che solo provare o solo roba sporadica, non avrebbe reso la cosa ugualitaria dall'altra parte. Va bene, ti concedo questo scacco matto sul fatto che a quel punto, anche dopo quell'esperienza finita in tragedia, meglio pagare qualcuno che è solo un professionista che sa, e ho capito anche la frecciata, tenere privato e lavoro divisi. Grazie per le tue perle di saggezza. Farò attenzione alle leste di cervello e anche io sarò professionale. E nel caso accada il miracolo di trovare quella eprsona che vorrei al fianco, se prima del tuo viaggio per l'Oltre, sarai la prima ad averla d'innanzi..." ridendo per la punzecchiata.

    "Sai, avrei voluto che qualcuno mi conoscesse abbastanza da non dover specificare ancora come adesso le questioni. E che... avesse fiducia e comprensione tale da non voler toccare il mio cuore per giungere ad altri lidi..."

    "di nuovo indovinelli...?" sorrise lui, ma la vide seria

    "Esisterà mai una storia, e non parlo affatto dei piani o mondi paralleli di cui tu credi, in cui possa esistere tale e quale a ciò che sono.... sia nel cuore che nella mente di qualcuno al punto da accettare per amore di lasciarmi andare,  e cavalcare i ricordi con i momenti miei e suoi in una storia, o più storie, dove io avrei avuto il cuore? Il cuore. La motivazione di tante cose. Un'essenza, non l'anima in questo caso, per cui bastando conoscere il cuore e... non vi è possibilità di errori ne incomprensioni. Per tanti io non ho un cuore, o almeno, non ho un cuore nel termine normale che possa comprendere l'amore come lo si intende di solito,  da non dire la mia secondo il mio punto di vista. Ma questi sono quelli là fuori. Se vi fosse la possibilità di donare il proprio cuore, proprio prenderlo e darlo anche morendo, chi se ne frega, a chi si ama perchè lo custodisca meritandolo, perchè possa averlo come... mh, come un contenitore della persona da avere per semrpe vicino, ma no nsolo questo, che tenendolo non so in mano, si comprenda e capisca la persona a cui apparteneva..."

    "sto seguendo ma mi sto anche perdendo..." disse con un sorriso lui

    "...tu zitto e ascolta perchè è un concetto che ti è uscito, si, proprio a te, giorni fa preso dai bicchierozzi di alcool con i tuoi clienti e poi resti nei salottini da solo e straparli e io devo ascoltarti...Se io dico che bisogna capire il cuore di una perosna per comprendere scelte, motivazioni e tutto ciò che ha fatto, detto, deciso... la gente ovviamente penserebbe alla profonda parte di ognuno di noi che a volte teniamo nascosta. E che nessuno ha intenzione di conoscere. Meglio che vada a genio come gusti e caratteri e sia interessante all'incrocio dei suoi pali... ma se fosse possibile prendere il cuore come qualcosa di fisico o anche no, da estrarlo da se stessi e lasciarlo a chi può e merita di tenerlo, aprirlo, ascoltarlo o... che so, vedere l'interno, che racchiude le cos epiù profonde di una persona... Sarebbe bello sapere... eh, adesso mi viene in mente una cosa che dissero quelli del gruppo di Zay una volta. Dissero -un giorno ci incontriamo e passeremo una o più giornate insieme, cucineremo insieme e bla bla-, insomma hai capito. Ricordo quanto fossi contenta perchè sembrava che nonostnate tutto accettassero la me, senza finzioni ne altro, che si presentava tra loro. E per me, che pranzare con e averle i miei  intorno per prepararmi un pasto con cosa cèra in casa mi portava ad esaurimento e voglia di mangiare in fretta e scappare... Non riuscivo a condividere la tavola, il pasto, un momento di oslito prezioso e chiave per legarsi e condividere le giornate, el cose... e pensavo che magari finalmente... cpèra qualcuno con cui non avrei provato il rifiuto che mi montava ogni giorno a ogni pasto. Con quelli che ho lasciato là fuori... possiamo dire che fosse una storia mia e loro che potevo scrivere come girono felice su di un diario..."

    "..." giocando con un cucchiaio contro un Guglhupf che stazionava nel piatto con gli altri, vuoti, perchè solo chi ne prendeva uno caricava la crema tra quelle rpoposte a tavola nell'incavo.

    "Mi incazzo, cambiamo discorso?" fissandolo male "So solo che nessuno a casa vedeva e sentiva. Come te adesso!...Mi sentivo sola come un cane, vegetavo in un tipo di vita non per me, un proseguire giorno dopo giorno e con la lista della spesa che per me non era vita. per me era un supplizio! E dovevo vedere la feccia che mi fece del male fare due passi alla volta per la loro merdosa vita guadagnando cose mentre io stagnavo non di un passo, ma di uno fermo o in retromarcia... e dovevo sentirmi dire ogni giorno da loro -vai via e te ne vai in una casa tua!-, senza capire che questo ocme tutto mi portava dolore e sofferenza. SE ME NE FOSSI ANDATA!...." disse con nervoso, fumando con il bocchino che portò tra indice e medio come rabbia, tirando tantissimo il fumo "il dolore di ogni frase era come se mi accoltellassero e peggiorassero la sofferenza, ma nessuno mi ascoltava e ogni volta che parlavo, mi lamentavo,m i sfogavo, che volevo mi sentissero... ero sempre rimproverata con urla, mani sbattute sul tavolo, cose buttat eper aria e incazzatura epr ore contro di me,  portandomi solo a una cosa... scappare e chiudermi in camera,  dove ho vegetato e basta. Agnognando la morte. Volevo solo quella. La morte. La pace, L'andare via se non fisicamente in toto... ma nessuno mi ha mai ascoltata, portandomi a decidere a modi poco cruenti per farlo... smepre sola, sempre fottutamente sola e andandomene da sola, sapendo che poi sarei stata odiata perchè -non ho pensato a chi restava- come dicon o tutte le merde,  accusando la gente giù disperata di essere pure merde... senza pensare alla sofferenza... non l'avevano vista, vuoi che pensino a te anche dopo che hai deciso di morire perchè, tranne quelli solo in un periodo nero, era l'unico modo per una scelta tua e solo tua per te stesso per una volta? OH, NO!!!.... tuti mi lasciavano sola, anche s efacevano i buonisti dicendo che ero io....E...nessuno che possa scrivere di me per davvero e qualcosa che fosse ME e la vita che fosse felcie per me, almeno il poco che volevo, che raccontasse di me in esistenze che mai vedrò... non un cuore dove io sarei rimasta, per davvero, se non per interessi loro. L'amore è una emrda, una farsa, uno schifo e fa solo male..."

    "..."

    "ma nulla avvenne, perchè tutti iniziarono a... lasciamo stare. Mi stanno tornando in mente il mio diciottesimo, e..."

    "quale parli, della sera prima con i tuoi compagni di classe,  che tuo padre ti costrinse ad invitare per un'oretta in una rosticceria con i tavoli, lui seduto dietro ad osservarvi e i tuoi compagni che si facevano i cavoli loro,  tra loro appunto, mentre tu eri sempre al solito, sola tra gli altri?" le chiese, mentre lei con gli angoli della bocca in giù voltava il viso verso il giardino dopo il bovindo "o della sera con la famiglia, altra cosa che hai dovuto fare, con i tuoi che pagavano con i buoni pasto del lavoro, facendo fare una scorrettezza del proprietario che vi ha fatto trovare niente di ingredienti del menù, avete mangiato quello solo che era già pronto e ciliegina sulla torta, la torta appunto..." poggiando una guancia contro la mano sostenutaq sul tavolo col gomito "... di compleanno che tuo padre ti ha ordinato a parte nelle pasticcerie economiche... ah, quella torta messa nei frigo del ristorante con fastidio del proprietario, è finita per essere appena scartata, una torta per la nascita di un bambino... una torta azzurra, per uan volta azzurra o blu come ti piaceva, ma per nascita di neonato, maschio... e la cameriera che ti ha sbeffeggiata mentre metteva i piatti,  dicendoti mentre utti i parenti commentavano la cosa -vabbè, fai finta che sia un augurio del futuro- ... e con te che ti era salito il crimine,  a tal modo da voler far volare tavoli e piatti e romperle la faccia. Si, me lo ricordo... Accidenti, voglio altro caffè e ora mi tocca versarmelo, dovè la caffettiera in argento?" chiese voltandosi in giro visto che i camierieri erano altrove

    "ecco perchè parlavo del cuore. Della motivazione. Del perchè. Di ciò che la gente non sa, non vede, non capirà mai... e dicome sarebbe stato bello, non avendo vissuto un briciolo di ciò che hanno fatto le fecce che... quali storie ed esperienze avrei vissuto? O ancora, chi mi conosceva e mi lasciava andare con amore, cosa avrebbe scritto in un ipotetico libro su di me? Su di me. Sulle mie possibili vite o storie. Accadimenti. Di me e lui, o loro o... Sono sempre più convinta che anche qui con voi, non troverò un briciolo non di ciò che cerco, perchè è da molto tempo che non cerco ne aspetto più niente. mCosì come non trovo... Niente miracoli. Niente speranze. Ninete cio che volevo vedere sulla... Non è rimasto altro che un profondo abisso in me non riempibile. E dopo ciò che mi hai detto ieri sera su Veròna, su cosa sarebbe veramente e che solo io te lo avremmo saputo..." scuotendo la testa mesta fino alla fine

    "ieri sera?" chiese lui distratto mentre si versava il caffè e cercava un posto dove metterlo vicino,  senza rovinare la tovaglia

    "Non sarà freddo come questo mio tè...? Oh, che ci importa, vero? La vita stessa è un piatto così freddo..." fece lei prendendo di nuovo la tazza che non fumana più "E si, ieri sera per la seconda volta sei entrato nella mia stanza dicendo che dovevi parlarmi di Veròna e  che l'unica vera e sola Strega esistente ero io e solo io..." vedendolo quasi sporcarsi con il caffè per la testa che sollevò di colpo ascoltandola , e la faccia tra il confuso e il preoccupato "e continuando a dire che Veròna non era solo la pedina, il personaggio introdotto in un ambiente di cui non fa aprte per stravolgeere le cose... Veròna è la mia personificazione che agisce e si comporta come me, per ciò che sarei veramente, e che le sue azioni e giudizi sono un mezzo nel grande gioco che lei governa con le sue regole, nascondendo la sua vera... verità!" fissandolo negli occhi mentre lui puliva con un tovalgiolo prima bianco,  e come sudando freddo e dicendole -aha!...aha!" portando sempre gli occhi verso di lei come terrorizzato "Veròna è l'altra faccia della mia medaglia ...dicevi... -Immagina che questo mondo veda la strega come padrona. E in questo mondo vi è una bolla che contiene un sogno, in cui sei ciò che dovevi essere in un mondo in cui dovevi essere, in un mondo in cui rincorri le cose e un mondo che questa volta ti vuole... Ma quello era il tuo sogno, e solo il tuo. E quella bolla è protetta dentro la Strega. Che protegge. Nessun rimpianto, niente rassegnazione, niente consapevolezza di non essere e aver perduto niente. E poi... quella bolla un giorno sarebbe mutata e Veròna sarebbe andata a dormire un sonno di pace,  dopo aver lavorato come doveva, permettendo a te di nascere plasmata da quel sogno... Hai scelto di delegare o affidare il tuo destino al lancio della moneta. Hai scelto di delegare te stessa come rinascita o meno,  nella speranza di un miracolo..."

    "Mh..." lui continuò

    "In pratica hai detto...Così  ampliando il sogno, e  immaginado che se avessi risolto una parte del Cambiamento,ed eseguito il suo rituale per la rinascita della Me che sarebbe vissuta, avrei avuto un miracolo.Io... no, noi..  me di adesso e quella che poteva essere... non eravamo in grado di decidere il nostro destino per noi stesse. e così l'ho messo nelle mani del destino. Dando a Veròna il colpito... qualcuno che potrebbe trovare la salvezza per noi usando la sua rabbia e misericordia mutandoli in un miracolo. Un mondo migliore e il seme di una nuova me che rifiorisce dopo che Veròna ha espletato le sue funzioni.... forse saremmo tutti uniti, ed essere liberati di questo. o qualcuno potrebbe essere stato misericordioso e porre fine a questa follia.... la discussione di ieri sera ha solo poste nuove domande e dubbi..." bevendo ma con una smorfia, odiando  le cose fredde tranne d'estate.

    "Ehm... perchè non ne parliamo? Ho..., sai, passato una brutta notte e vorrei chiarire con te cosa ci siamo detti, se lo ripeti, così chiudiamo la cosa lasciandoti con chiarimenti... " le disse con un sorrisetto che pareva falso tendente al disperato

    "Mi avevi promesso quella prima notte di non tornare mai più, perchè volevi solo un posto lontano da orecchie per parlare, e che solo per emergenza lo avresti fatto... e invece siamo a due,  che ti trovo in camera mia e non mi fa affatto piacere..." disse lei fredda e pungente, guardandolo però da sopra il bordo della tazza come se lo osservasse e valutasse... ad ogni modo se non ricordi per una nottataccia... proseguo. Dissociazione, fuga, lasciarmi andare, usare ancoraggi con la musica per -vivere- là dove io sarei stata rispetto la realtà. Ma è solo finzione, come visto fino ad ora. Quel mondo, quei mondi, quelle vite mai vissute in carne e ossa... non esisteranno mai. A meno che...ma non era un'abdicazione del mio  destino, perchè non lo accettavo come non accettavo tutto il resto.non era rinuncia perché mi impegnai in quel lancio di moneta. con estrema chiarezza e determinazione. E poi l'idea della strega che ti venne. E la proposta di ieri notte..."

    "mh... sembra che, ehm, ti abbia convinta, parlamene..." fece lui non guardandola negli occhi e versandosi altro caffè

    "Cosa mi hai detto... " disse lei "Una svolta rivolgersi o affidarsi al destino, perchè prima lo contrastavo e lo rifiutavo. Dovrebbe bastare per capire il movente delle mie azioni. se ancora non capisci che... non ha senso parlare ulteriormente. dopo tutto nessuno veramente capisce il mio cuore Ho vagato in questo vicolo cieco del destino. E poi tu mi dicesti  metnre ti abbottonavi e sbottonavi smepre quell'abito..." mentre lui ascoltava come se raccotnasse qaulcosa di nuovo e di importante

    "... -Capisci la speranza che lei rappresenta per te, nella tua situazione? Togliendo la nuova te stessa che se il test andrà bene, avrai la nascita di qualcuno che riceverà un dono che merita...La sua esistenza rappresenta una possibilità diversa per te. Non solo per rompere le maglie del destino,  spingendo te stessa oltre il suo corso e facendo ciò che nessuno volle neanche pensare... ma per lei.-. facendo avanti e indiertro tra la televisione e il tavolino basso da salotto, che stazionava davanti i ldivano, dove lei era seduta a braccia incrociate

    "Milan...La mia anima non vacillerà più. Riposa nel sonno eterno, nella bara di sogni o mia cara me, dirò-... sogni e speranze, pregna nei mondi che ho creato mentre i tanti carissimi buonisti affrontano il mondo che non volevano cambiare..."

    ". E una nuova persona giocherà come vorrà con il mondo che ti rifiutò, vivendo per tutte.  Veròna e le le sue azioni saranno dall'inizio fino a che avrà terminato il suo compito,  un messaggio. Veròna è te e tu sei lei. L'altra faccia della tua medaglia è Veròna. attraverso un certo numero di giochi, ossia azioni e situazioni che getterà sul campo mortale , un singolo messaggio verrà trasmesso. il perchè e il motivo, ossia il tuo cuore ,saranno da lei protetti e indiziati. nella sua esistenza,celerà  la consapevolezza che esistevi ma desideravi e sognavi  un' altra vita più felice,  un incredibile sollievo e salvezza che non avevi.  una persona liberata dai confini o reclusa e desiderosa di morire,  in un mondo o in altri. con il terribile prezzo di non essere mai salvata o ricompensata per questo.hai avuto un sogno. Il sogno di Lia.Ma che fosse come qualcuna che dovevi essere, in un mondo senza dover essere la disperata Lia.Il desiderio di dire a te stessa,  I sogni di questo mondo miracoloso ti hanno fatta andare avanti diventando te! La tua esistenza proprio come Lia sognava in un vero miracolo.E poi, alla fine del funerale che ti fosse stato fatto in commemorazione, volevi mostrare anche  quel miracolo. ma tu sai che non puoi sfuggire al tuo massacro di dolore e soffernza, questo vuoi dire.Fai in modo che tu sia il vostro miracolo come un santo tanto pregato, nella forma di Veròna."

    "Intanto calmati, parli così veloce che stento a starti dietro... Come,? Se cado qui, spegnerò la speranza di tutte le altre versioni di me. questo mi dico. Ma fammi capire.... Veròna sarebbe il vaso protettore delle me chedesideravano un mondo felice? impegnata contro il male e alla ricerca di un senso di vita e appagamento per noi?O.. cosa! Il momento in cui il mondo sia più pulito da addormentarsi e far nascedere come un uomo la nuova me? E solo io posso raggiungere quel mondo? Sono la speranza finale... di me stessa?"

    "Si, ma il fatto è..."

    "Ti fermi e mi spieghi?"

    "Ok...! M...Io, ho creato la strega Veròna ispirandomi a te, ma di fatto ho pensato nelle nostre discussioni a una cosa. Se lei è una creatura nata da te come Eva da Adamo, allora deve avere un significato più profondo e un motivo di esistenza più complesso..."

    "Sei tu!... che hai creato Veròna... dimmelo tu!"

    "Creare una mera persona solo per far confusione, a che pro?" fece lui invece tornando a camminare con nervosismo mentre le sbuffava e lo fissava "E' una tua parte... Veròna sarebbe la sola   che ha conosciuto te, il tuo cuore, i tuoi sogni e desideri, la disperazione di un esito tragico... Raccogliendo questi elementi come testimoni, proteggendoli,  continuando ad esistere al fianco della nuova te,può avere un lieto fine, dopo tutto.Lei, divenendo marionettista ed elemento oltre la realtà,  capace di giocare con i conigli, sarebbe come un uovo. Pensaci! Perchè relegare qualcosa creato ispirandosi a te a mera storiella di paura come fa M.... facciamo noi? Veròna mossa da te a questo mondo,è una personalità,  possibiamo dire che hai creato a pennello per te stessa e in cui ti rivedi, per muoverti e agire come faresti normalmente. Un modo per estraniarti, dissociarti e fingere di essere nei mondi che hai creato, per te reali quanto il dolore, ma muovendoti nella nostra di realtà. Veròna diventa testimone e combattente accompagnandoci nel Cambiamento, anche dopo che sarai andata o come andrà il test, sarà la figura potente e quasi leggendaria sulla bocca della gente. Un essere ... no! la Lia che ho visto che vuoole andare via... la donna che conoscevo, sfogava rabbia, tristezza, e un certo numero di emozioni che non possono essere messe in parole, mentre entrava in gioco spinta dal momento contro la feccia,  o le situazioni sul campo di battaglia..."

    "Sarei qui..." fece lei lazando un braccio ma lui parlava con lei solo come intento ma esternava come un matto un suo concetto a voce alta " e comunque intenjdi per campo di battagia quando vado... a stringere calorosamente la mano alla feccia?" con un sorriso diabolico


    "... Quella persona che svincola sempre il divieto di uscire e agisce come vorrei che facesse Veròna nel reale. Partorire una versione creata con e per te,  mettendo non un'anima ma uno scopo, mettendo in lei tutta la tua angoscia ma anche il seme della speranza. Cercando di salvare tutta la felicità di te stessa. Da questo momento, per me, sarai Veròna, la strega del Gioco e dell'equilibrio. D'ora in poi distruggerete tutti, rianimerete tutti e benedirete tutti." disse fermandosi di fronte anche se distanti a guardarla negli occhi "Prego con tutto il cuore che in quel momento, quando Veròna avrà esaurito il suo compito e scopo, che tu e le altre te, voi, sarete felici. Mia cara, forte Veròna, nata dai frammenti di  Lia. La Lia che conosco usa trucchi incredibili, per creare situazioni sconcertanti oltre l'abilità di chiunque di far uscire tutto ciò che ha dentro e riversarlo sugli altri. Loro però osno la feccia e fanno del male. Tu hai passato ciò che hai dal tuo cuore rotto a Veròna, agendo in tua vece e per te. Nessun compromesso, nessuna interruzione, nessuna squalifica! niente più pietosi trucchi o inganni o strane interazioni di buonismo... dici  così, no?"

    "Di che stai parlando?"

    "... Pietosi trucchi perchè pensi che dietro cè smepre un motivo, non tutti hanno un'anima sporca e pensi che con la pietà puoi capire e poi decidere. Pugno di ferro e indistruttibilità della volontà. Fai come sempre, sguardo carico di disprezzo e arroganza, a volte spacconeria, quando sei pregna di goduria nel far sentire alla feccia ciò che hanno fatto. Donalo e Veròna e fanne un'arma. Rendila la tua parte spirituale che urla fino al tremare del mondo... fai credere che giochi con loro per cattiveria e divertimento della sofferenza altrui e dona a loro la punizione che meritano. QUando la giustizia del mondo umano è lordata da chi dovrebbe amministrarla e  utilizzarla, che sia Veròna a dispensare sentenze, pulendo il mondo e poi piantando il seme che raccchiude la tua speranza. Una te che abbia possibilità..."

    "QUindi tu vuoi che siamo nemici. Io e loro..."

    "Cè altra cosa da fare? Non lo senti? Lo chiedono gli innocenti a voce o disperandosi da morti. Tu..."

    "No... di nuovo le cose spiritiche" fece lei alzando gli occhi al cielo "sei tornato da qualche stronzata coi preticelli? E comunque, cosa fare, dunque?.... lottare rompendo questo guscio di pezzi di me per mostrare tutta la ma rabbia e odio a questo mondo,  ma anche ciò che vi manca...   per resistere e forzare un destino eterno?.Sai che l'andarmene non era rinuncia ma decisione... In ogni caso, devo lottare sapendo che sarò sconfitta, ma che sia a modo mio! Questo si. .Abbandono il mio orgoglio e imploro perdono? MAI! Mendicare sulle mani e sulle ginocchia? Non posso nemmeno farlo, per le catene che mi legano alla mia dignità e comunque non ho intenzione di farlo neanche se vi fosse quacluno che mi promette morte immediata..."

    "Questo si!"

    ".. mi stai dicendo di diventare....tiranna del mondo. anche in questa battaglia di sconfitta perchè seppur vincitrice, cadrò anche io,  ho un buon elemento da sostenere... nessuno veramente...capisce il mio cuore. Ho intenzione di chiudere determinate cose con una certa intenzione, tenendo conto di tutto ciò che potrebbe accadere in quel tempo e spazio limitati e affidando il mio destino al risultato..."

    "Cosa stavi cercando di dire? Dove sei andata? Sei di nuovo in uno dei tuoi mondi e analizzi e muove le cose studiando le situazioni?"

    "ma se sei tu che parli da solo! Ok......liberami da questa sofferenza." vedendolo accigliato

    "sei tornata lucida da una dissociazione? sorridevi beffarda e piena di forza e gloria conoscendo la sua capacità di non cadere e di buttar giù mezzo mondo "

    "ma che hai oggi?...Vuoi che faccia determinate cose, bene...  Vuoi che passi tutto ciò che provo dentro a un soggetto creato da me,  che sia ME come veste di Lia sopra l'umano,  e oltre ciò che potevo essere. Che sia angelo e demone, guerriera dell'inferno o .."


    "possiamo dire di si"

    "Finalmente un dialogo a due... E questa nuova figura sia colei che cammina al mio posto,  come una me che fosse stata completa ma al di là del limite umano, dispensatrice da una mano di condanna e giudizio, e nell'altra  espiazione e speranza... così che dopo, come ultimo compito del suo scopo, sia di piantare il mio seme della speranza per una nuova ME, come l'ho desiderata e che possa dire -Sono l'incarnazione dell'unica speranza custodita dalle Lia di piani e mondi... Quindi, anche in momenti come questo, devo essere la speranza di tutti. Non mi arrendo ancora al fato e a ciò che per gli altri è arresa-... "

    "Hai  letto ogni libro, cercato di scoprire tutto, portato la tua rabbia e furia e odio sopra chi impestava questo mondo,  quando te ne sei uscita anche se ti chiedevo di no nfarlo.... or aio ti chiedo di aiutarci a costruire una TE che ingloba in se ciò che hai dentro e le utilizzi, li catalizzi,  che siano il nucleo della vostra magia nello svolgere la funzione... di Veròna. Basta risate e scherzoni metnre vesti abiti di cui dici non esserne degna, eppure ora sono l'emblema di una figura che fa tremare e portare rispetto. Una cerchia così bassa, abbassa anche il potere di quella figura."

    " E' chiaro che questa sera un dialogo normale neanche a cantare in cinese" commentò disperata Lia

    "... Che questo mondo si un regno di cambiamento, e anche la nascita dell'era del vero padrone di questo regno.Da oggi, non sei più un fantasma dello Chateau che fa scherzi e si fa consocere come un soggetto capace di varcare al soglia di vivi e morti, portando altri al nostro mulino..Sarai il padrone di questo mondo, in attesa del giorno in cui il sogno è nato...." le disse serio, sorreggendosi sul bastone che aveva tenuto fra le mani mentre parlava "E che tu sia il vascello della speranza, portando Lia ad addormentarsi in un osgno pacifico in mani sicure, finchè non cederà il testimone morendo come desidera, a chi ne è degno e possa incarnare Veròna, finchè anche lei non giungerà a una celebrazione di morte cessando il suo compito, mentre una Te neonata non faccia i primi passi nel nuovo mondo..."


    "Sono persa... Mi sento...... "

    "Calca questo mondo materiale come una nuova te..."

    " beh, finora... è come se avessi vagato in un posto...  in cui non dovrei essere. io no nero mai abbastanza per nessuno e per niente. E ora mi stai dicendo che dovrò fare ancora qualcosa per qualcuno..."


    "ma sarebbe per te... non sappiamo cosa accadrà con il test. Se dovremo improntare un funerale in tuo onore, una cerimonia di saluto e augurio di pace... delle esequie mai addolorate. Una sepoltura fuori dal comune, come un matrimonio in abiti funebri..."

    "Ho vagato in questo vicolo cieco del destino. E tu mi stai dicendo che potrei aiutarvi a creare un quacosa imprevisto per tutti quelli che potrebbe cacciare e giudicare.... e che essa, Veròna, sarebbe il veicolo di azioni che nessuno fa, ma acnhe il contenitore che racchiude tutto ciò che ptorei passarle per renderla vera e anche... il seme di qualcosa di cui non ho più speranze..." disse mentre Milan parlava sovrapponendosi e seguendo solo la fine del discorso

    "... in modo che un miracolo sempre accadrà se si crede in esso."

    "Ah! miracoli. Speranze. ANcora adesso non ne ho più e grazie, che se la sentano pure, alle persone che hanno contributo al mio sfacelo interiore. E ancora mi dici di creare quella persona e fare in modo che diventi reale,  anche per l'accettazione e la consocenza di terzi , perchè cammini nel mondo reale come vera... e che sia mente e e braccio in ciò che vorremmo fare ma anche l'incubatrice di una nuova me, e finendo questi compiti lei cederà e morirà, la uccideremo, perchè da ciò che ha fatto nasca una nuova me, la speranza che avevo. L'essere che è nato per cambiare e proteggere cessa il suo compito e anch'esso si addormenta cn la nascita della nuova Me... Anche immaginando questo in una scena della mia mente, cosa cosa potrei dire...-e ti dico...  Capisci la speranza che  rappresenta e rappresenti nella mia situazione?-. lei capirebbe? Lo pensi? La sua esistenza rappresenta una possibilità diversa per me? Lei eri un possibile futuro? Solo questo fatto è la mia salvezza ora,m quindi?... -è quel fatto che mi ha reso felice..-. questo vuoi sentirmi dire?. Vivrà abbastanza per entrambe? O quante siamo? E avviando la sepoltura di Veròna, con il compimento dei suoi compiti... semplicemente allora il mondo sarà epurato e fertile per le nuove persone che vi vivranno? E per una me che racchiuda mie vecchie speranze e sogni?... ma quanto sogni, tu... Milan? Io ancora peggio così, cosa sarei? Chi sono io? Io... chi sono?" allargando le braccia

    "Mi stai dicendo che invece di farti certe domande, dovrei chiederti.... chi sei tu? Io posso dirti chi e cosa sei dal mio punto di vista. E esplicandolo, ora sai i piani che vorrei mettere in cantiere con te... Si, so che ti ho spinta a continuare a vivere chiedendoti di proporti come test volontario e aiuto,  il tempo di riportare a regime le cose e capire se e quanto sono possibili...  tu stessa hai deciso dopo aver parlato con David e del test per la scansioni che tiravi una moneta, o sceglievi una carta dal mazzo, o puntavi una pistola da roulette russa e... hai capito, destino, fato, disegno... qualsiasi situazioni venga fuori dalla scansione del test, ci sarà un risultato. E tu stessa hai detto che se era un modo per dare il tuo corpo a qaulcun altro, cosa che nessun Dio ha fatto per te, andandotene e cancellando ricordi e tormenti... allora poteva venir fuori un'altra persona, nuova e senza la quantità di sofferenza che hai attraversato, senza tutto il conflitto, l'angoscia...... senza pensare -non eravamo in grado di decidere il nostro destino per noi stesse, e così la sorte l'ho messa nelle mani del destino. il destino è sempre stato crudele con me-. O qualcosa del genere. perchè non accada. E..."

    "E anche, sarebbe un ottimo esperimento per te per sapere se le tue teorie massoniche sono vere..." disse come una cosa sicura lei ocn uno sguardo particolare

    "... non prenderla a male. ma come sai, voglio infrangere il muro che è eretto per noi comuni mortali. Se riuscissi, nessuno morirebbe, sarebbe una continuità pulita e contro un fato che potrebbe distruggere ciò per cui abbiamo tanto lottato... ma lo faccio anche per te. Di tutte le persone che ho incontrato, forse sei una dei pochi che va contro il mondo così tanto,  da essere capace di prenderlo a pedate nella sua ciclica bigotteria portatrice di società alla fine sempre simili e incatenanti. se fosse stato per te, per quella che credo di aver inquadrato, avresti gettato il mondo sottosopra noncurante delle cose, perchè dalle sue ceneri e dalla sua crudeltà, si ricominciasse da zero. Come DIo. ALla gente cosa ha fatto Dio nelle sacre e vecchie scritture va bene. Si proclamano guerrieri e membri delle fila armate di Dio, sono pronti a ogni cosa sopra gli altri definiti diversi o contro la Sua parola... attendono con ansia e speranza un giudizio universale che porterebbe solo il peggio della peggiore guerra. Non importa se sei innocente ma non sei battezzato, se sei divorziato, hai rubato per fame o piccole cose perchè sei umano... secondo i testi,  prima potevi pure essere ucciso per un tozzo di pane, lapidato perchè costretto in un matrimonio e volevi solo -vivere- da persona quale sei... e il resto, lo conosci. per loro l'oepra di Dio, anche distruttiva da decimare e distruggere perchè non gli ubbidivano,  sia la natura che gli innocenti... lo ha deciso lui, non si può dire niente. E tu vorresti fare lo stesso. Analizzare le persone in ogni test e modo possibile e calibrare la lista di quelli che meritano calci sul sedere e il giudizio finale,  e chi invece potrebbero essere le nuove colonne del nuovo mondo, ribaltato e rifatto. La tua perdita di speranza ti ha mostrato come il mondo non possa cambiare e anche le lotte non valgono a molto, se ancora le famiglie persistono,  e i bambini sono cresciuti dai piccoli nuclei familiari con i loro sbaglaiti modi di vedere ed educare. Vedila così... crea un'arma che possa agire come fossi tu, che sia come ti ho detto, che raduni le persone giuste, aiuti le altre e cacci senza pietà e possibilità chi dovrebbe meritare il peggio. Rendila vera e reale dall'accattazione della gente,  e fa sì che lei sia la distruttrice ma anche la generatrice. perchè con la sua sepoltura un giorno, la nuova Te possa trovare ciò che i ldestino ha tolto e di più! Se davveor negli altri piani di realtà tu hai avuto fine simili e piene di dolore, senza possibilità di ribellarti o lottare trovando barlumi di speranza, rompi gli schemi e il destino! Se ti ho inquadrata bene, allora..."

    "La cosa più importante per me una volta era... essere ascoltata. Ma nessuno l ofaceva, o mi parlavano di sopra e se mi lamentavo che era una cosa stronza da fare, ero stronza io!Che davo fastidio! E la cosa triste è che uno come te, con tutti i tuoi difetti e cose che non trovo positive per chi vuole cambiare il mondo... mi hai ascoltata, così come ho fatto io con te. E.. che tu non abbia una connessione personale con me. Mi hai capita, eppure. E anche se hai deciso per me cose come tutti, anche con questa idea tu... stai rivoltando verso di me ciò che ho detto e rivelato. Per qualcosa anche per me... cosa dovrei dirti... si? Veròna esisterà dalle mie ceneri e con quelle ceneri germoglierà il dopo? Vuoi provare...? A questo punto.." alznando le spalle

    "quindi... hai accettato..." fece lui con una mano sulla fronte, abbarbicato con le braccia e petto al tavolo con un'espressione di pena in viso

    "te l'ho detto ieri sera..." fece lei fissandolo come un avvoltoio in attesa della morte della preda "te lo sei dimenticato?" con un tono vellutato nella voce che pareva inquetante ma lui non lo comprese

    "Oggi sono un pò sfasato, te l'ho detto... ma si! cosa mi... ho detto è vero! e NON ENTRERO' PIU'... giuro che no nverrò più in camera tua a sorpresa. Perfino qui esiste la privacy e sono stato... indelicato. Ma come mi hai ricordato dai nostri discorsi, era una cosa seria... quindi ricapitoliamo. Non devo essere più ossessivo con te su certe cose, anche se vorrei che vivessi tutto, o sarei come i tuoi... on verrò più in camera tua usando i miei codici, LO RICORDERO'....dovrò mettermelo bene in mente "fece lui con rabbia come se fosse uan cosa da discutere allo specchio "e..."

    "sbaglio  o stai sudando e sei in preda ad agitazione? Ti fa male, e solo per ciò che ci siamo detti...? O perchè te l'ho ricordato mentre tu chiaramente, magari per aver bevuto troppo dopo o per la nottata... non ti veniva in mente o ricordavi..." gli disse con un mezzo sorriso che pareva sensuale "comuqnue, se continui a stare così, rovinerai gli abiti e dovrai cambiarti. Anche se quella cravatta è oscena... e si è smollata tutta..." sorreggendo a mezz'aria la tazza col tè

    "Ah... copla mia, mentre ti ascoltavo avevo... come dei flash di ricordi e mi sono anche calato nella discussione... ora me la rifaccio... ad ogni modo..."

    "Megli oche ti sbrighi, farai tardi dai tuoi amici dei tuoi impegni sociali..." gli disse ribevendo il tè freddo, indice che qualcosa non andava mentre lo fissava da sopra il bordo serie e compita "E...ti prego dimmi che non continuerai a cacciare animali selvatici per compiacerli... so che non puoi fingere con loro, visto che fa parte del tuo personaggio, l'incapacità di sparare. Se un buon tiratore..."

    "non come Jd, purtroppo..."

    "... masei così capace rispetto a loro  che lo fanno solo per hobby, che mi dispiace per gli animali! L'unica cosa buona è che sei riuscito, per quelli che non li mangiano, a donarti dopo le foto di rito, che gli picchierei la testa con...." mostrando voglia omicida imitando una botta con la mano".... le prede, così che possiamo almeno darle agli animali carnivori o nei rifugi. I nostri lupo con questo inverno festeggiano... ma che non ti venga in mente di spingerli tu a fare queste cose! Sai quanto lo odio!"

    "Lo so, anche io... ma hai avuto prova di come, se non ti dimostri interessato alle aloor attività da ricconi, famosi, pezzi grossi come li chiami, ti snobbano. E ho bisogno di avvicinarmi a loro. E Quindi... ma ti ho giurato..."

    "come in camera mia...?!" fece lei veloce e come pre prenderlo in contropiede

    "ti ho detto che dirò... dirò solo la verità, ragazza. Mai più! Mai più in camera tua" fece lui partendo con il tono in un modo e poi quasi correndo con le parole "Ora vado. E se è vero che hai accettato, non hai idea di cosa significhi un lavoro differente dalle masse con Veròna. Faremo scrivere dei testi dai bramini o bibliotecari,  come dei canovacci teatrali e daremo una connotazione da Colossal o film storico.... per rivotlare le cose, per il mondo.Guarda una bozza che chi impersona Veròna e chi sarà intorno a lei, reciterà... questa è solo una bozza per un servitore che parla a unconiglio" uscendo dalla tasca un foglio piegato e facendoglielo vedere.

    "Sei perso? Il quarto muro è rotto! La logica non offre alcuna soluzione per questo  ene via di fuga. Se ella compare, tu sei giudicato. Se ella proferisce parola, il suo giudizio è eterno. Le illusioni che stai vedendo? Sono magia, apparsa così all'improvviso da mostrare la scena rosso sangue del tuo peccato, così che la Strega possa sminuirti completamente prima di afferrarti e schiacciarti col calcagno. Si estende davanti a te con un potere misterioso. Manipolatore invisibile scavalca le tue idee, portandoti ad opporti, ma non potresti. La prova di un diavolo d'innanzi a te, che ha perso considerazione e valore in questo secolo ma in verità è un ritratto irreale, una splendida crudeltà ammantanta di potere. Anche la scatola chiusa di un gioco nel miglior orchestrato, ad un certo punto si aprirà, solo per te. Il mistero, il sogno che hai visto così vagamente, è una spirale arrugginita che si avvolge e si riavvolge sopra la tua testa. Un dominio in cui vive la magia, non aderendo alle leggi della fisica, forze opposte ma sovrapposte. I sensi vacillanti giungono allo sfumarsi allo specchio. Cosa rifletterà? Questo momento disteso e slacciato nel tempo,  affonderà nell'oscurità tirando te nel processo. Follia mistica, il culto di questa cecità ebbra di illusioni, una sinossi che porta alla sublime cerimonia di una specifica morte. Un abile trucco, un potere perfetto, o un gioco senza fine... che cosa sarà che manipolerà la tua vita, ora? La Strega o il fato? Oh, crocevia intarsiati di morte, che se li raggiungi  sei costretto a seguirli... ma voi, cosa sarete? Oggetti, pedine, anime dannate e punite? Un mistero che nemmeno l'esistenza stessa può permettere di lasciare libera, e per questo la Strega compare! Quando la logica svanisce nella fantasticheria, ella compare. Dove va il sogno? La strega lo deciderò... la Strega Veròna, Signora del Gioco e dell'equilibrio che si muove tra i due mondi per il bilanciamento cosmico... Ella è il contrappeso che riporta il vostro piatto della bilancia a picco sul male verso l'equità dele forze... Ella giunge e muove le dita per il giudizio e dovete accettarlo, pena una sofferenza mai immaginata..." lesse Lia dubbiosa

    "E' la bozza del discorso di presentazione di Veròna che uno di quei tre che stanno con te, per tua sicurezza, devono recitare per la tua comparsa..."

    "Cioè anche loro recitano...?!? Ma scusa, sono militari!"

     "Anche i militari come le spie e gente del governo recita, improvvisa, gioca e mescola le carte per apparire come vorrebbe che fosse... Impareranno e sarete un gruppo che si muove all'unisono per cambiare il mondo da un punto di vista del campo da gioco diverso da quello degli altri... E' per te. E per la speranza della nuova te..."

    "Io ci credo poco, ma se per voi è necessario oltre i test e l'aiuto qui, anche questo... vorrà dire che elaborerò Veròna con dissociazione, passando tutto a lei, come faccio quando ho dolore..."

    "Eh, questa me la devi spiegare. Come fai a fare quella cosa del mandare dolore su altri o una zona verde o prendere... ma non ora, spero questa sera di tornare, altrimenti domattina. E se hai tempo, lavora alla Strega al di fuori dei nostri scherzi! AH....!" fece lui sistemandosi la giacca e cravatta e sorridendo "che belle serate di tempesta abbiamo passato con i nostri ospiti e i trucchetti! Quanto avrei voluto ridere,  ma non potevo quando gli arrivavano roba addosso e invece di capire da dove, erano sicuri fosti stata tu o le creature che proiettavi alle pareti... mentre avevamo i lanciatori! E quante cose ci siamo inventati... però aveva-avevo ragione! Basta restare nei limiti dello Chateau. E' ora che Veròna indossi abiti che ritiene adeguati, per me queli della prova con la spagnola erano ottimi, e muovere i passi fisici a questo mondo. POtremmo fare ancoraggi fisici con le torri e altri luoghi in nostro possesso e..."

    "VAi, stai facendo tardi! Lieta a questo punto di esservi d'aiuto... eh, altra cosa..almeno osno orgogliosa del fatto che sono più utile di Alaric" con un gesto del viso, sollevando il mento come orgoglio ma anche superiorità, con un sorriso come nei ritratti

    "Ah! Alaric è molto fedele e crede in me. Se non avessi visto queste e altre qualità in lui, non sarebbe stato qui o avrei fatto in modo che gli passasse la voglia di fare lo stupido. Ma è un mediocre soldato... ma anche un ottimo comandante della sua squadra e si fa ascoltare e seguire dagli uomini..."

    "già, quello che no vogliono fare con me..."

    "e ancora, so che resterà con me e il mio sogno, che si fida da eseguire senza fare storie o farsi domande... "

    "Già" fece lei con amarezza

     "tu... rispondimi a questa domanda. Tu... quanto saresti durata come militare?" sorprendola da fissarlo visivamente stupita "siamo sinceri io e te. Se cè da prendere decisioni e valutare le cose, chiamo te. Sei come una confidente e consigliera....Ma se cè da fare un lavoro sporco tipico dei militari con  dei risultati che tu non accettersti... parlerò francamente, quando tu ti arrabbi, perdi la calma, sei invasa dalla tua parte rabbiosa e odiosa, vendicativa, sei capace di prendere tu le cose in mano e agire come il peggiore dei punitori. Senza uccidere... Sei quella a cui chiedo pareri prima del consiglio della Sala. Sei più una che dà ordini e gestisce anche se dici che fai pena... Ma se tu fossi stata accettata dai carabinieri, marina, se fossi diventata militare in generale, se in una delle opzioni tu fossi stata presa... che soldato in generale saresti stato? perchè per come sei, accetti poco ordini e imposizioni se vanno contro i tuoi principi, agisci di testa tua anche se analizzi e studi le cose, ma non ti ci vedo, per niente, come soldato... parlando sempre in maniera generale, a cui si danno ordini che devono essere rispettati e portati a termine. Se ti avessero chiesto di ... non so, far cadere a picco una nave sabotandola con tutti quelli a bordo, lo avresti fatto? uccidere qualcuno come volevano i superiori? Anche in campo di guerra nel medioriente... avresti accettato ed eseguito? Così da prendere punti e validazione per l'ascesa a cariche maggiori per ciò che meritavi per aver eseguito come un robot? Ho l'impressione di no, perchè saresti stata come quelli che cerco. Persone che se gli si dice -fai questo piano A-, loro avrebbero svincolato gli ordini con piani B, C, portando a termine la cosa a modo loro e senza fare tutto quanto detto. E agli occhi di molti di alto grado, questo non solo è insubordinazione, ma si richia corte marziale, de-..."

    "ho capito dove vuoi arrivare, non posso risponderti. Non mi sono mai trovata in quella situazione. Uccidere per me è fuori discussione a meno non sia un folle come molti al governo di paesi che urlano aiuto come dannati senza possiblità, perchè tali tiranni possiedono le atomiche... per gente come quella per me non una pallottola, ma la scarnificazione sarebbe solo uno spillo di punizone come grado, ma anche un bel colpo in fronte e passa la paura... se mi avessero ordinato se militare... di uccidere qualcuno?" fissando la tazza poggiata sul piattino e cosa cpra intorno "La questione sarebbe chi, perchè, cosa ne risulterebbe facendolo? E per chi? QUindi sarebbe Ni, non posso rispondere perchè molte cose si comprendono vivendole ed essendovi dentro e... se fosse uno stronzo in una dittutatura, arrivargli occhi negli occhi e vedere il tuo terrore metnre tutti i suoi crimini gli fiinsicono addosso... infondo, io sono ciò che tutti hanno creato. Se loro non hanno avuto remore, rimorsi, era normale e gisuto fare ciò che hanno fatto su di me, perchè io dovrei avere rimorsi, rimpianti, pentimenti per la punizione su di uno stronzo? Ma per tutte le domande e le quesitoni che hai messo in luce, non posso dire niente. NOn sono una militare, ricordi? Ne per voi, ne in generale e sarei stata per mia sfortuna una di quelle che nonostante ogni pezzo dato di se per impegnarmi... sarei finita sempre col culo a terra,  rispetto la feccia che non è capace veramente di vivere... lascio volare nel vento le risposte se ci sono. Non sarò mai niente e quindi perchè preoccuparsi? Alaric è un ottimo soldato, nella media, non brilla ne altro, ma rispetto a me sarebbe ottimo. Questo dovrebbe bastarti..." fissandolo negli occhi







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    Capitolo 47
    *** 34.5 ***


    Giorno del risveglio

    "So bene che siate seccati del fatto che... vi ho fatto richiamare mentre tornavate ai vostri impegni, ma..."

    "Vada al sodo, dottore" fece Milan spazientito, dopo esser stato richiamato. Si sistemò sulla poltrona presente nella stanza e fece il gesto di portarsi l'indice tra le sopracciglia, per poi scostarsi una ciocca di capelli. Erano nella saletta delle riunioni della sezione ospedaliera dello Chateau. Erano usciti dalla stanza dove si era svegliata la Lia aveva superato il test, dove si era msotrata non apatica ma silenziosa e sulle sue, e dopo esser tornati alle loro faccende erano stati richiamati.

    "La situazione è questa. Vi avevo detto che la ragazza si è svegliata oggi, terzo giorno di coma, ma non è così..." disse conciso e un pò come spaventato

    "Che significa?" fece Jd, che con i capitani e Milan erano quelli che le avevano parlato prima e poi richiamati,  e in quel momento erano tutti di fronte il dottore, l'infermiera della sezione dove la ex Lia era ospitata, le stanze dei Capitani e leader, e un altro medico. Erano specialisti di alto livello con specifiche qualificazioni , ma in quel momento sembravano scolaretti che dovevano confessare qualcosa alla maestra.

    "L'infermiera Bernadette..." mentre la donna al suo fianco faceva un cenno con la testa "all'inizio non voleva dire niente, poi ha confessato e ho deciso io di tacere la cosa. MA..."

    "Cosa ha taciuto" fece asciutto Milan, con le labbra tirate come ad aspettarsi qualsiasi cosa non gradevole mentre stava con le gambe accavallate con stile e duro di comportamento.

    "una delle infermiere..." guardando di nuovo la donna "ha riportato all'infermiera Bernadette..."

    "Abigail..." disse la donna per chiarire

    "Si, ha chiamato Bernadette per avvertirla di strane cose che stavano accadendo. Così è andata ad indagare, scoperta la cosa, dopo aveerci pensato un pò mi ha raccontato tutto e pensavo..."

    "Infermiera, per favore, ci spieghi cosa è accaduto..." le fece Milan esasperato, sprofondato nella poltroncina come se fosse stanco

    "Si, dunque... ieri sera avendo solo la signorina come paziente, ho controllato come stesse, ho preparato cosa era necessario per il giorno dopo e l'ho lasciata ancora in coma con le macchina attivate e.. sono andata ad aggiornare nel server la sua scheda. Come facciamo sempre la sera,  per ogni paziente. bene, alcune ore dopo, essendo qui per il turno di notte, ho visto la collega, Abigail, che correva da me lamentando di voci..."

    "voci? intende che cosa di preciso?" chiese Alaric che con uno stuzzicadenti giocava con quello in bocca a muoverlo

    "Oh, forse non mi avete fatta terminare. Per voci non intendo sa, voci strane da film horror, no. Abigail ha con un'altra collega il turno di notte con le stanze dei pazienti normali che sono ricoverati. Ebbene, controllando le stanze, sapete molti uomini o donne non dormono molto e restano svegli, ha sentito le discussioni di alcuni di loro tra letto e letto o... rivolte a lei... le chiedevano perchè controllasse se già, riporto la frase esatta . Oppure affermando che dovevano stare male perchè vedevano pure qui..."

    La donna si fermò perchè tutti tranne lei e i medici, si erano voltati a guardar male Alaric. Non sapeva,  la donna,  che accadesse ma sembrava che vi fosse un rimnprovero muto verso quell'uomo che si schiarì la voce e fece finta di niente.

    "Ho capito il senso delle frasi, poi mi si dice che era lei la paranoica e le sue idee di accettazione... mi dica, signorina, cosa è accaduto dopo?" proseguì Milan per sveltire la cosa.

    "Certo... Abigail non venne subito. pensava fossero.... sa, a volte i pazienti anche per le medicine, shock da sparatoria o cosa accade nel loro lavoro... insomma parlano e sparlano... non ha creduto. pensava appunto fosse qualcosa del genere. lavorando in due per stanza, abbiamo il regolamento che ogni infermiera deve essere con la collega di turno a badare a ogni stanza nello stesso momento... ma l'altra infermiera doveva prendere le medicine da somministrare sia per... Ho capito, non mi dilungo. Insomma, Abigail controllava le sacche, i valori e i pazienti mentre attendenva la collega. Per far prima ha deciso di controllarne una, passare all'altra e poi finire con le somministrazioni che servivano tornando alla prima.  Ma... in una stanza è accaduto questo. La seconda, parlavano della stessa cosa... la terza, con meno pazienti... e si è allarmata! Così è corsa da me, non avendo lei permesso per entrare nella sezione riservata.... Mi sembrava strano, qualche ora prima era ancora incosciente nel letto... ma quando sono arrivata, il letto era vuoto..."

    "Che vuol dire?" chiese Jd

    "Era vuoto?" domandò Milan mentre gli altri mostravano stupore

    "Si, non cèra nessuno. I macchinari...  erano... stati danneggiati..." fece una smorfia la donna.

    Milan rise di gusto come se fosse stata una cosa divertentissima, dicendo sempre e oltre a veder equella donna che Lia aveva sempre chiamato , non riuscì a tenersi quello sfogo. Gli era venuto così, naturalmente. Non era come un bambino come faceva di solito, ma di un uomo adulto che rideva di qualcosa di grande e stupefacente.

    "Mi scusi, cosa cè da ridere?" chiese la donna a Milan,  ma lui soffcando il moto di risa le disse di ocntinuare

    "Non abbiamo detto nulla sui danni ai macchinari vista la situazione,  ma da regolamento dobbiamo fare un resoconto dettagliato delle riparazioni e..."

    "Si, si, vada avanti..." ritornò Milan risistemandosi serio

    "Le macchine avevano tutti i fili staccati, tutti i bottoni erano stati premuti non si sa in che modo. Forse insieme, uno dopo l'altro... ad ogni modo non capiamo come le macchine avevano un blocco funzionale, emettevano suoni, lampeggiavano e semrbavano attive ma tirando via i fili,  non era più collegato nulla alla sala dell'infermiera di turno , e tutti i blocchi tenevano gli schermi degli apparecchi.... bloccati, stazionari, a specifici momenti in cui si presume che abbia tentato di zittirle. AD ogni modo vanno controllare, e se non sostituite..."

    "Cioè le ha scassate!" disse a voce alta Alaric rimasto di sasso, interrompendo la donna che si fece più rigida e accennò un si col capo, metnre Milan tornava a ridere.

    "Così, dopo aver appurato che nel bagno, nell'armadio, ovunque nella stanza non vi fosse,  e le macchine segnavano, bloccate, dei valori a prima che si togliesse tutto, abbiamo cercato ma... "

    "senza successo, all'inizio..."

    "esatto" fece offesa la donna "così siamo tornate di corsa con l'altra infermiera ed eravamo tre, nelle camere degli altri pazienti. Tutti affermavano che era passata due volte, erano sicuri fosse lei e che aveva indosso la camicia da notte di flanella pesante che aveva, del set di abiti che il leader ci ha fornito..."

    "se quella persona sapesse che le avevate messo una camicia da notte... ripeto, camicia da notte!!... urlerebbe bestemmie per ore! Sarebbe bellissimo vederla incazzata nera per questo affronto... lei le odiava perchè si sentiva..."

    "Alaric ba-... mph.... basta!OH!" fece Milan come arrabbiato indicandogli anche con le mani di tacere ma o ricominciavano le risa o si sfogava con l'uomo per non far capire che stava morendo dalle risate. Pareva come a volte capitava un uomo di classe e di alto livello che on riuscisse a fermare qualcosa di divertente che rompesse il suo stato normale

    "Stai ridendo pure tu della cosa..." fece Alaric senza considerare il rimprovero "lo hai fatto apposta, ammettilo, nel caso si risvegliava Lei..." con un ghigno

    "Comunque..." continuò la donna infastidita "dopo aver cercato in tutte le camere occupate senza successo, cercando perfino sotto i letti, o in quelle libere, scrutando ogni angolo, ci siamo accorte che mancava qualcosa dai muri dei corridoi o le stanze..."

    "Mancava...?" fece Milan senza capire

    "Si, signore. Mancavano dei quadri di dottori o luminari, di ambo i sessi,  che erano..."

    "quei tizi inquetanti dalle pareti? Avrà voluto evitare infarti futuri..." fece Alaric con un sorriso

    "Non sia maleducato. E' offensivo questo atteggiamento verso le persone che hanno studiato una vita,  per portare la medicina a come è adesso..." lo rimproverò la donna ma sia i dottori che Milan cercarono di calmarla

    "Sono sicuro che non sia così! Tranquilla! Quelle foto sono state messe ad memoriam... non a caso.. continui..."

    "Bene! Dopo le camere, nel corridoio principale che va verso la sala delle infermiere, di fronte quella dei medici, abbiamo trovato per terra dei resti.."

    "Come dei resti!" scattarono tutti preoccupati, chi dalla sedia, chi poltrona, chi divanetto

    "Non resti... non mi avete fatto finire. Intendevo, abbiamo rinvenuto dei resti di cibo sbriciolato, carte o resti degli involucri che seguivano una direzione. Così abbiamo controllato fino a dove cèrano, e portavano alle sale di visita e analisi... e abbiamo notato in alcune come qualcosa era stato toccato, tolto o rovesciato. Nel mentre alcuni pazienti avevano chiamato per questioni loro personali e momentaneamente, dopo aver controllato quasi tutte le sale tranne una, siamo corse per scoprire che la ragazza era tornata da loro..."

    "tornata in che senso? come lo aveva fatto?" domandò dubbioso Milan. Anche se la zona ospedaliera era un rettangolo, non era come lo Chateau come una sorta di ferro di cavallo, quindi se era tornata indietro, doveva aver ripreso gli stessi corridoi delle infermiere.

    "Ce lo chiedevamo e... mentre parlavamo con i pazienti ci siamo accorte di due cose. Aveva distribuito quello che scoprimmo il contenuto del frigorifero della sala infermiere... era stato preso quasi tutto, abbiamo trovato cibo sbocconcellato sui ripiani o perso per terra, o donato ad alcuni di loro dicendo che sembravano molto tristi e che avevano bisogno di cose buone per sorridere. NOn è proprio come ha detto,ma il senso era quello..." mentre Milan rideva di nuovo " ... mentre parlavamo ci siamo fermate,  sorprese per dei rumori strani sopra di noi..."

    "Sopra...? ma non cè niente sopra, cè..."

    "Il tetto aperto. Non è stata ancora completato il piano di costruzione dela sezione superiore. Insomma, il piano nuovo che va a completare la struttura, e così è uno spazio aperto. da cui si può arrivare dalle scale con la porta che attualmente è... solo una porta che non permette di giugnere alla zona aperta di sopra o dall'esterno, dalle scale a muro." disse il dottore

    "Così siamo andate a vedere, una delle infermiere si è perfino azzardata a salire le scale interne e aprire la porta per sopra, abbiamo la chiave, ma non cèra nessuno ed essendovi solo i pilastri terminati ma non muri, non poteva esserci nessuno nascosto. Così è tornata giù... a proposito, mi perdoni, ma quando inizieranno i lavori per la nuova ala superiore? Adesso sono parecchio nervosa per questa faccenda, perchè quella ragazza è riuscita..."

    "Stia tranquilla, partiranno in questi giorni, vada avanti..." le disse Milan tagliando corto

    "Bene! mentre tornavamo tutte e tre insieme così da controllare bene a gruppo, abbiamo sentito dei rumori strani provenire dalle stanze infermiere e dei medici e siamo accorse. Qualcuno era stato là. E ci siamo accorte che le finestre delle tre stanze che erano raggruppate e stavamo controllando, avevano le finestre accostate, sia le interne dove cèrano che le esterne. Così ci siamo insospettite e abbiamo ricontrollato le sale delle visite,  notanto ciò che non avevamo considerato. Le finestre erano accostate e non essendovi vento, erano rimaste ferme e avevamo cercato solo una persona o cose fuori posto. Facendo noi controlli e pulizie in quelle stanze sapevamo cosa era fuori posto immediamente... finchè mentre passavamo alle stanze dopo,  non abbiamo sentito dei rumori dall'unica che non avevamo controllato prima. Quella in fondo..."

    "Avete presente, con la lavagna luminosa per le radiografie..." disse l'altro medico con un sorriso

    "Si!" fece la donna con un grugnito "Aprendo la porta abbiamo trovato molti degli oggetti sopra la scrivania davanti la lavagna. La lavagna luminosa era la sola fonte di luce, quindi era accesa, e appesa a questa vi erano sia varie radiografie che.. le foto che erano sparite!!" disse con astio "erano state tolte dai quadri e appese anche con scotch alla lavagna. Ad osservarle con interesse vi era la ragazza, che appena ci ha viste, ci ha squadrate e ci ha detto prendendo una foto , indicando una foto antica con lo staff comprese infermiere, affermando che noi con divise simili a quelle, facevamo paura uguale..." si lamentò la donna, mentre i due dottori si tiravano le labbra per non ridere ma Milan non riuscì a reggere.

    "Ah ah ah... quindi...?"

    "Quindi ... ma prima partiamo da un altro fatto. L'abbiamo trovata nella stanza con la finestra aperta, e lei aveva la camicia da notte, cibo rimasto vicino a lei e il viso sporco e ai piedi...mh" fece un verso infastidito "un paio di Icefighter Black and Grey,  della Viking,  di proprietà di uno degli infermieri di giorno che erano nuovi, mai messi, che doveva utilizzarli per l'esterno se serviva e..."

    "immagino non vi fosse puzza di gorgonzola e li ha usati" rise sguaiatamente Alaric, facendo riscattare in Milan le risa

    "... e che teneva da parte nella sala radiografie, essendo specializzato in..."

    "e mi faccia capire... lei aveva scarponi del genere sotto la camicia da notte e vi camminava dentro? ha un piede piccolo, perfino Jd che è alto poco più di lei ed è uno dei più bassi ha piedi più grandi..." diise Alaric

    "... SI!!!" fece lei irata "camminava come un pinguino ubriaco,  ma diceva che non le piaceva stare a piedi nudi in quel posto con l'odore strano, saremmo in un ospedale, ma comunque... e affermava che li aveva visti prima e per seguire un animale che non ha saputo spiegare,  che camminava sul vetro della finestra fin su, immagino quale rettile o simile, è salita fin su e li messi, dicendo che era divertente..." mentre tutti ridevano

    "ed era impiastricciata di cibo? ma che avevate nel frigo?" domandò Jd curioso

    "Sembrava una bambina piccola che mangiando con foga si sporcava tutta. Le ragazze o i ragazzi dei turni vari hanno con le loro etichette del cibo che tengono per le ore di lavoro. Vi erano varie cose, dal cibo al cioccolato di vario tipo alle bevande. Ha lasciato in frigo solo alcune cose. Insalate..."

    "mi faccia indovinare... broccoli o melanzane o zucchine che facevano parte del pasto? burro di arachidi..."

    "SI! cose del genere,  e altro che sembrava non esserle piaciuto. altre cose le ha messe sui letti dei pazienti dicendo loro che erano brutti in viso e le dispiaceva che stessero fermi nel letto.  E che quelle cose buone facevano sorridere. A lei non era piacìiuto stare ferma nel letto..."

    "che abbia avuto uno di quei attacchi dove non respira o quando le sembra di soffocare  perchè troppo stretta sotto le lenzuola pesanti?" domandò Jd a Milan che fece segno con la testa che non sapeva

    "L'abbiamo presa, portata in un bagno e pulita. Ci chiedeva sempre se eravamo cattive e perchè avevamo le facce scure. E perchè tenevamo le persone in modo brutto nel letto. Parole sue. Quando l'avete incontrato circa un'ora fa, aveva il broncio e faceva la trattenuta perchè le avevamo chiesto di stare buona e ferma..."

    "quindi non si era appena svegliata..:" fecero tutti dubbiosi

    "A quanto pare non si è svegliata oggi, terzo giorno, ma ieri di fatto, secondo giorno, comunque nella notte..." rispose il medico primario

    "E quindi...?" fece Milan chiedendo di terminare il racconto.

    "per curiosità" fece l'infermiera che sembrava una tedesca rigida e inflessibile "sono andata nella stanza delle riprese, nessuna si è accorta di niente dalle telecamere della stanza dell'infermiera o infermiere di guardia a vetri... e ho constatato che lei si vedeva, non sempre e se si faceva attenzione a certe cose. in pratica come un coniglietto spaurito,  controllava gli angoli nascondendosi e quando vedeva o forse non sentiva nessuno vicino, sgattaiolava in giro. La si vede che prende i quadri, tra parentesi afferma di averli presi perchè la colpivano e voleva vederli meglio... sulla lavagna luminosa..." fece lei come se fosse un peccato capitale "e le volte che non compare o si trova in altre stanze... abbiamo appuraato con i medici che usciva dalle finestre..."

    "AH AH AH " rise Milan tenendosi una mano sulla faccia "Quella benedetta ragazza!... fatemi capire, lei si nascondeva e se ne andava in giro controllando che non ci fosse nessuno come una spia dei film, e per aggirarvi usciva dalle finestre, finendo pure sul tetto... perchè aveva paura delle infermiere cattive! e ha portato cibo e questo le volte dopo, agli uomini sui loro letti e ha girato quasi tutte le stanze... con voi che la cercavate senza vederla, notarla, trovarla e il medico di turno chiuso nel suo ufficio con l'ordine di non disturbarlo perchè doveva controllare delle radiografie nell'altrea lavagna, con cura... e poi vi lamentavate che Lei si infuriava per lavori e controlli fatti male... aveva forse torto?!?" domandando quest'ultiuma cosa ai Capitani, e ognuno fece un comportamento diverso, chi sembrava offeso, chi rideva, chi era preoccupato.

    "E ha rubato del cibo della sala delle infermiere, distribuito ai pazienti, sporcando..."

    "Abbiamo capito..." fece Milan come se questa cosa non fosse importante

    "Ti pareva... quella con la fame solita che si ritrova avrebbe mangiato pure un tacchino intero!" scherzò Alaric

    "QUindi... adesso comè la situazione?"

    "Vorrebbe tornare in camera sua, le avete detto prima che ne ha una e non vuole stare a letto e..."

    "ma le sue condizioni?"

    "NOn sembra avere ripercussioni di alcun tipo, ma lo avevo spiegato prima.  Ogni livello è normale, ogni.."

    "Si, ma di testa come stà..." fece ALaric spiccio

    "Come avete visto. Normale. Normalissime reazioni. NOn pare avere memoria di nulla,  tranne se osserva un oggetto o le si indica ad esempio un luogo, sa di cosa stiamo parlando. Non vi ha riconosciuti. Non ricorda ne me e ne la capoinfermiera Bernadette. L'unica cosa che non so come trattare è il fatto che ha un carattere molto... infantile, diciamo..."

    "Dottore! Parliamo chiaro. Lei sa del test visto che vi ha assistito,  parliamo di una persona che ha perso la memoria, che non ha più ciò che caratterizzava il soggetto originario e quindi l'esperienza e la personalità maturati in anni... secondo lei, come dovrebbe essere?" fece Milan come seccato

    "Guardi che da storia medica sulle amnesie, i soggetti che nehanno sperimentata una,  non hanno ricordato la loro vita in toto o in fasce di tempo, ma non hanno mai avuto fattori di regressione del comportamento..."

    "Ma è scemo?!" sbottò Alaric "dottore io non ne capisco un cazzo ma so che dai nostri esperimenti è uscito di tutto e di più, dalla pazzia, all'utolesionismo, alla convinzione di essere non so come una data persona pubblica e ne erano convinti!, all'amnesia di vario genere, e so che sono capitate tante cose... perchè è così strano che lei si comporti... come ha detto? Diversamente?"

    "Voi avete visto esattamente la ragazza?" domandò allora guardandoli uno ad uno, finchè col loro silenzio non si avviò a un disposiutivo a muro e non parlò contro di esso pigiando un bottone dicendo delle cose sottovoce.

    Dopo qualche minuto apparve un'infermiera, con al seguito una persona.

    Aveva un abito composto da giacchettino con chiusura dietro, pieno di ricami e poilette corto sopra la vita e a maniche corte, a coprire il sopra del vestitino in raso con fascia in vita a piegoline. Da cui poi sopra i fianchi partiva la gonna a ruota piena di pieghe comporta da più livelli di altezze differnti, sotto il ginocchio max davanti e fino quasi a terra dietro, color panna. Milan lo riconobbe subito e da composto che era tornato, si mise di nuovo a ridere.
    La figura che appariva era una ragazza con una bitino chiaro appariscente come una rponta al ballo delle debuttanti e sorridente.

    "Da dove l'ha preso quel vestito?" chiese Jd alquanto sorpreso

    "E' uno di quelli che aveva-avevo, avevo fatto mettere nella stanza nel caso Lia si svegliasse..." rise Milan come se balbettasse vedendo la figura

    Alaric la fissò come se vedesse qualcosa di impossibile. Le squadrò e le si avvicinò. Era entrata una ragazza, dopo l'infermiera, con un viso disteso e pacifico, sorridente e calmo a tal punto da sembrare di vedere qualcuno che sprizzasse gioia di ogni poro. Era così sorridente e con una sorta di aura di pace e gaiezza pacata,  che perfino gli occhi lo facevano. Avea i capelli ancor acorti dopo che Lia se li era tagliati per vedere come fosse cambiare in toto, usando poi i restanti come da consiglio di Milan per una parrucca. Così aveva i capelli sempre con quel taglio alla pixie, con un lato davantipiù lungo prima del metno e l'altro lato più corto, abbellito con una fascia en pendant col vestito, che era sistemato in modo elegante con parti delle ciocche di dietro a corprirlo lasciandone vedere solo una zona, quella con i capelli laterali più corti, rendendo il tutto elegante. Aveva degli orecchini ma non trucco.

    "Qualè il tuo nome?" le chiese alla fine Milan tornando composto

    "Il mio nome?" fece questa guardandolo ancor asorridente ma sorpresa "io... non lo so! Non ricordo..."

    "Hai delle domande?"

    "Domande?" fece allora lei perdendo per una frazione dis econdo quel sorriso caloroso e dolce come a pensarci "NO!"

    Tutti si guardarono sorpresi. Aveva detto la stessa cosa per la stessa domanda quando convocati, l'avevano trovata seduta nel letto e rispetto a quel momento parlava poco.
    "Quindi non sei curiosa, non vuoi sapere nulla, non hai domande...?" tornò alla carica Milan

    "No... non sento di voler sapere. vorrei solo poter vedere le cose che vedo dalla finestra." disse avvicinandosi ad una di esse pogiando le mani sul davanzale er guardare fuori "Ci osno tante persone e tanti animali e cose in lontananza che vedo e..." disse lei con un sorriso carino e non terminò la frase perchè Alaric era tornato ad avvicinarsi, questa volta vicinissimo, fissandola bene.

    "Chi sei? Lia non fa mai quella faccia. Mai, tranne forse quando fa emergere il suo lato criminale e pazzoiode da sociopatica.... Assomigli a Lia? No. NOn sei vestita come vestirebbe lei. Non si metterebbe mai un abito così scampanato e femminile senza una ragione, ne sono prova i ritratti e le feste o comparsate su richiesta di Milan... e non vuoi sapere perchè sei qui e come? Chi eri? ...  non ti aspetti che crediamo che questo sia un caso di amnesia e non ci stai prendendo in giro! Cosè, ti sei arrabbiata per uno dei soliti scherzi di Milan lasciandoti questi abiti,  e vuoi farci rincoglionire come fai sempre con la gente prima di incularla? Eh?!? Ti conosco carina... questa espressione..." le disse adirato per poi voltarsi verso gli altri "non sappiamo davvero perché abbia scelto di usare quest'espressione. Ma non mi convince... Avrebbe potuto farlo per un filtro narrativo,  sapete delle sue solite recite, per gettare nell'umido il rispetto verso Milan, o perché stava leggendo l'atmosfera e voleva fare un plot twist o solo come espressione generale per la parte.... credete davvero che questa sia naturale,  dopo ciò che conosciamo?" disse verso tutti gli altri mentre la ragazza lo fissava curiosa allungando il collo in avanti per osservarlo, visto che le dava la schiena.

    "è totalmente diverso da Lia. E non obbedisce ciecamente ai desideri di nessuno,  sia come faceva la Prima e sia riuspetto altri che si affidavano a noi camici bianchi, qaundo no navevano reazioni negative..." disse una voce dalla porta, mostrandoi David che entrava.

    "Zio David!" cinguettò la ragazza che andò verso di lui per stringerglisi a un braccio

    "Ti ho portato questo, spero ti piaccia" le disse gentilmetne,  mostrando un peluche molto realistico di un furetto a dimensioni reali che lei prese subito, lo alzò sopra la testa come a guardarlo sotto la luce delle lampade con un'aria di felicità enorme,  per poi stringerselo come un bambino con l'orsacchiotto.

    "Sta recitando... non credetele..." continuò Alaric ma David lo zittì

    "Il dottore le disse di rimanere nella sua stanza, ma lei andò e si presentò in giro per l'ospedale.... le ho detto di chiamarmi semplicemente e tuttavia lei insiste nel chiami Zio. Il test finale sulle nostre apparecchiature per lettura, copiatura, scrittura e ttuto il resto, sapete, della mente è andata a buon fine. Lia è morta. Ne è nata una versione pulita e incorrotta." guardandola mentre correva sotto la finestra e si sedeva elegantemente a terra per giocare con il furetto finto "Pura e sincera. NOn avendo eseguito la cancellazione totale però, ha lil settore dell'apprendimento e conoscenze intonso. Per questo sa, riconosce, identifica e comprende le cose, le persone, tutto...  ma non sembra anche da sue parole che abbia attinto a frammenti di memoria dell'originale che richiamassero... situazioni o parti del passato. Almeno, non per adesso. Per questo non è come un neonato. Ha la consocenza dell'Originale senza però le memorie di vita della stessa. E tuttavia rispetto un bambino piccolo che no nsa nulla e deve fidarsi degli adulti...  Lei ha il libero arbitrio riguardo ai desideri di chi le sta intorno. Può decidere se rispettarli o meno.  NOn può essere pedina, può disobedire o eseguirli a sua scelta. Come ho potuto provare, sembra avere in se delle leggi e regole morali e di comportamento inalienabili o incancellabili o inviolabili. Voleva un peluche, le portai allora per prova un furetto, vivo, e mi disse che era contenta di averne uno tra le mani ma non sapeva come prendersene cura, parole sue, aveva paura di fargli male e ha detto . Ossia, un peluche..."

    "Come lo chiamo?" chiese la ragazza avvicinandosi a David alzando di nuovo in aria il peluche, facendo volare commenti di Alaric che borbottava .

    "Dagli il nome che vuoi... "

    "Un nome? Io?" fece lei sorpresa, portando il peluche vicino la sua faccia per guardarlo bene, aveva pure i baffetti fatti con il filo da pesca che uscivano dal nasino "...Atticus?"

    "..." silenzio da tutti fissandola

    "SI, si!" disse con foga rialzando in alto il peluche con contentezza "mi piace Atticus, sarà questo..."

    "Scusa, perchè Atticus?" domandò Milan curioso

    "EH..." fece lei fissando l'animale di pelo "mh... non lo so, mi è venuto in mente mentre parlavate..:"

    "E tu.. non stavi seguendo?"

    "Se io mi intrometto, voi vi arrabbiate?" domandò paurosa,  portandosi il peluche stretto tra le mani davanti la bocca "le signore in bianco cattive dicono che non devo interrompere o dire cose stupide o immettermi nei discorsi degli altri..." fece lei tentennando

    "Signorina! Smettila di pensare che siamo cattive! Noi..."

    "Si calmi, ha solo espresso un suo parere" la interruppe Milan, guardando l'infermiera capo con severità, facendola zittire "su, dimmi.... Oh, scusa. Ti ricordi di me?" parlando poi con la ragazza

    "Tu sei il capo. Quello che chiamano Leader. Sei come l'ape regina..."

    "L'ape regina?" fece lui stupito

    "l'ape regina è l'elemento di un alveare che è il cuore, il nucleo e tutto gira intorno a lei, anche se le persone non lo capiscono... E ho visto che anche tu sei così'"

    "Ragazza perpiscace..." le disse con un sorriso

    "Ma và! E' una bugiarda! NOn è cambiata e non è successo niente. E' lei!!" fece in falsetto Alaric inazzato "guardala! Potresti mai pensare che questa faccia d'angelo sia una cosa normale? Avanti, prendimi a ceffoni come hai sempre fatto con tutti!DAIII!!" la intimò faccia contro faccia Alaric,  in preda a follia

    "Ma... lo devo fare?" chiese dubbiosa a DAvid e di contro, Milan le disse con divertimento di prenderlo pure a  ceffoni  con tutta la forza che aveva. Ma la ragazza disse "predere a ceffoni fa male. E se qualcosa fa male non va bene. Poi lui no nsarebbe triste? E quindi.. perchè dovrei farlo? Ma può dartelo Atticus, se vuoi..." rispose lei prima in pensiero e poi mortando il peluche con unghiette di plastica, muovendo con le dita le zampotte.

    "Mi piglia per il culo" fece Alaric a tutti ma Milan si alzò e le si parò davanti.

    "Hai dato il nome al tuo peluche, ma tu... non ne hai ancora nessuno. I nomi sono importanti. Definsicono una persona a volte. La descrivono per la forza e la potenza della loro pronuncia. O il loro significato. O rappresentano la persona stessa per come è e fa... Ma quel che è chiave, è che qualcuno che ha un nome, ha un'identità per gli altri..."

    "ha un'identità?" gli cheise dubbiosa inclinando la testa

    "Oh, si. Per adesso tu... per noi sei una soggetto femminile e... basta. Senza il nome non possiamo darti un'identità, e senza un'identità per noi sei una sconosciuta"

    "Sono una non persona?" domandò di botto preoccupata

    "Oh, no. Una persona è una persona. Ma... io sono Milan. Sono riconosciuto subito già dal pronunciare il mio nome. Lui è Jd. Stessa cosa e così per tutti, qui. Ma senza nome, noi non possiamo darti una definizione e riconoscerti... " guardando David, che aveva compreso che era un test per vedere reazioni e capacità intellettive

    "Io... non ho ben capito, insomma... io sono una persona. Come voi. Anche senza nome, io non sono una persona? Sono come questo peluche?" mostrrandolo "AH, no. Lui ora ha un nome..."

    "Esatto. Adesso, per farti capire, questo peluche ha una sua identità. Bimba, questo peluche se messo insieme ai suoi fratelli creati nelal bottega, sarebbe... uno tra tanti, senza sapere chi è e come riconoscerlo. Ma se metti un collarino con il nome, quello che hai scelto e lo metti là in mezzo... quel nome lo definsice rispetto a tutti gli altri simili o uguali di aspetto. Questo differenza in primis qualcuno. Il nome. L'identità che ha una persona e che le viene data, riconsocendola con quel nome.."

    "Allora... guardandosi intorno "io non sono che... una persona non definita?"

    "qualcosa del genere"

    "E che nome ho, io...?"

    "Devi essere tu a deciderlo..." le disse gentilmente "non possiamo darti un nome noi, perchè significherebbe... essere noi chi definisce te... ho promesso a tua madre che tui saresti cresciuta con le tue gambe e la tua testa, e ti saresti definita con le tue forze e volontà..."

    "EH..:? Mia madre...?" stupita, con gli occchioni grandi sgranati, guardando poi David

    "Tua madre..." continuò Milan "Vedi... tu sei il risultato diqualcosa. Hai iniziato la tua esistenza come ciò che sei dal momento della sua morte. NOn cè niente da considerare peccato o errori, tu sei nata da una frazione della sua anima, e anche se da sola, desiderava che  una parte di lei fosse felice. E così eccoti qui...Può essere confusionario, ma sebbene Veròna abbia preso vita come pezzo di lavoro di tua madre, alla fine tua madre stessa è divenuta, ha preso l'identità di Veròna, per avviare un processo. Che sia da veròna o tua madre, poco cambia. Sia tu che Veròna siete tua madre sotto mentite spoglie. Come travestita, perchè indossava un personaggio, strasformandosi in Veròna. E quindi seppur Veròna sia al sua controparte, tu sei figlia di tua madre e della tua madrina, possiamo chiamarla così..."

    "Stai confondendo anche me..." disse Jd alle sue spalle

    "Quello che voglio dire è che tua madre è la persona che eri prima. Ha lanciato la moneta,o si è data alla sorte attendendo il risultato, e tu... tu, sei quel risutlato. Non sei lei, non sei chi noi o chiunque altro vorremmo che fossi... e ne è prova il discorso di David sul fatto che non sei tabula rasa come soggetto da essere una pedina co manovrabile. Ad alcuni potevo dirgli di fare qualsiasi cosa e... loro eseguivano. Non eseguivano se io no ndicevo loro cosa fare... erano solo pedine o soggetti vuoti che io riempivo e a mi davano assoluto ascolto. Si muovevano ed erano tutto ciò e ogni cosa io desideravo. Ma non voglio questo. Il problema è che... loro erano così non solo per il test, ma perchè erano... posso dire,  più vuoti? Ma tu non lo sei. O non saresti andata in giro, scappando dalle infermiere per te persone orribili e ancora lo pensi, come se per te fosse vero per qualcosa... e non avessi tue decisioni e pensieri...Tu nello stesso tempo, non sei lei. Sei una persona separata. Il modo in cui tu le assomigli è quello che no riesco proprio a superare, non lo sopporto... perchè avrei preferito che non morisse, invece di lasciare una figlia identica a lei eppure che non è lei. Ma sono contento che tu non sia un pezzo, un soggetto e basta, che sia solo esecutore di ogni cosa gli si ordini. Tu non sei lei. Per lei, quando ne parlavamo... tu eri come una sorellina perduta da tempo o qualcosa del genere, nel caso la moneta avesse girato nella tua risoluzione, ma per me... per tante cose, tu sei sua figlia. In qualche modo odio il pezzo che sei come risultato, Alaric sbaglia. Tu sei così e basta, non sei lei che finge, anche perchè lei non sarebbe riuscita come fu nella sua vita, a reggere per molto sorrisi e carinerie come fai tu... diceva smper che ci voelva il cuore e la forza per fingere,  così a lungo e bene un sorriso, anche solo di bocca. E così come so che, anche se passassero anni, non riusciresti a divenire mai e poi mai come la lei originale. E così come, anche se ti ordinassi di comportarti come lei, saresti solo un'imitazione e mal riuscita, ma solo per un motivo. Non sembra che anche tu... tu no nsei portata per fignere e recitare,  sempre che non sia qaulcosa di tuo. E quindi ciò  che vediamo non è altro che te, la nuova personalità..."

    "Mia madre?" domandò lei non molto contenta

    "Non ci pensare. Adesso dimmi, che nome senti di voler usare, perchè sia te?"

    "Io... non lo so. Ho capito solo che il test..."

    "Si, il test è il project Kianta. E tu sei la prima che ha testato l'apparecchiatura e la procedura al cento per cento,  sviluppata e completa. E senza i lati engativi dei soggetti prima di te, mentre era in sviluppo e studio, anche se è per loro che adesso sembra perfetta. Ma tu sei qui, lei è morta, e non essendo lei, è necessario un nome che ti riconosca..."

    "Il project Kianta?"

    "Si, era già in lavorazione quando lei diciamo che venne incontro a noi e poi lo abbiamo rinominato..." ridendo

    "No, quella pazza farebbe le scarpe a ogni sogno femminile del mondo. Invece di pensare al principe azzurro o l'uomo dei sogni, o di essere salvata o di chiedere di essere portata via... ma chi l'avrebbe rapita a quella psicopatica,  vorrei sapere... di chiedere di andare via con chiunque volesse prenderla da dove era,  o piangere come una frignetta per la sua sorte, si è letteralemtne fiondata in mezzo a noi come se nulla fosse pighiandoci pure per il culo..."

    "Alaric..!" rise Milan, non era per neinte arrabbiato ma anzi sorrideva "semmbra quasi che tu ne parli positivo, non negativo come vorresti far credere..."

    "Cosa? Ti sbagli! Neanche Hannibal the cannibal l'avrebbe inquadrata come preda pure per mangiarla, era indigesta pure per quello, sarebbe scappato pure lui. E se fosse vissuta all'epoca, pure Jack lo squartatore incontrandola per strada avrebbe urlato come una femmiuccia dove esser preso a sberle e con la sua parlantina rompicazzo,  e se la sarebbe data per farsi arrestare.Avrebbe preferito la prigione che nelle sue mani. Lo so!" disse l'uomo piccato

    "Ma lui è sempre così?" domandò la ragazza curiosa, facendo ridere tutti

    "Lascialo stare, quello che voleva dire è che quando si nomina tua madre, anche solo il nome, vien fuori tutto ciò che conosciamo ed è stata. Ecco perchè..."

    "Allora... se avete bisogno di un nome per indicarmi e riconoscermi... non lo so, Kianta!?! A me va bene anche questo, hai detto che io sono una buona cosa di quel test..."

    "Vuoi proprio usare il nome Kianta? Sei sicura? E solol il nome del progetto. Vuoi vederti in uno specchio per capire se ti sta bene...?"

    "Mh..." riflettendoci "No, i nomi sono importanti, necessari e... se è così e per essere io come sono, allora va bene questo. E' già utilizzato?"

    "No, non è di nessuno. Tua madre..."

    "Allora va bene Kianta. E.. non lo so, ma... non mi piace definirla mia madre e non voglio sapere niente di lei. hai detto che io sono io, diversa da lei e non sarei mai lei in qualunque caso. E mi va bene. Se per essere me io devo usare il nome Kianta, vogli oquesto...."

    "Quindi è così?" ma fu interrotto da David

    "Milan, quando ho utilizzato parole e nomi per i test appena l'ho raggiunta, dopo quanto ha fatto per tutto l'ospedale... non ha mostrato alcuna reazione. ... Dopotutto,  non le si aveva ordinato di reagire o comportarsi in alcun modo da altri. Quindi non era stata influenzata.  È stato facile far rivivere quella Lia con la sua scan, ricordi? E anche allora, non si comportò come un soggetto privo di ogni cosa, anche della personalità.Non era un pezzo agli ordini di qualcuno, un osggetto malleabile.  Altrimenti, si muoverebbe solo secondo i desideri di te, Milan. E così quest ragazza...Anche dopo anni interi... Non sarebbe ancora diventata la Lia originale, per quanto aspetti. Anche se le fosse stato ordinato di comportarsi come l' originale, ... sarebbe stata solo un'imitazione per emulazione di quanto appreso o visto da video e altro, così come Lia faceva con la musica. Non leggeva e comprendeva la musica scritta eseguendola, era mera emulazione e riproposizione di ciò che gli altri eseguivano e che aveva sentito. Questa è una persona molto simile ma separata, e sicuramente non la stessa Lia. ...Quindi, ...non è davvero scomparsa per l'eternità per un verso,  ma dall'altro si... Anche dopo essere diventata la Padrona della Casa e la Signora delle Chiavi ...non c'era modo di farla rivivere..."

    "Però hai detto..."

    "NO! Quel modo, che ti ha lasciato insoddisfatto perchè lei stessa, o meglio la sua scansione, è andata fuori di testa perchè risvegliata e lo stress ha reso instabile la scheda di dati... tu non credi in ciò come faceva lei. Quindi non dovresti pensarla o volerla usare. Tu sei per metodi... esoterici. Se vuoi riaverla indietro, ora come ora essendoci la sua... sorellina minore, ad occupare il corpo ed essere la legittima erede della sua anima, non puoi che aspettare la sua morte per tentare di risvegliare Lia"

    "Non dire sciocchezze..."

    "E quindi...basta pensarci! benvenuta tra noi, Kianta!" disse con gentilezza a Kianta con le mani sulle spalle "adesso hai preso il posto della persona che eri prima, intendo per gli oggetti che erano suoi, la sua stanza, molte altre cose... hai cose da imparare che magari adesso non affiorano, ma se hai problemi io sono a disposizone..."

    "Si, zio David..."

    "ma perchè lo chiami zio?" domandò Milan accigliato

    "Non lo so, è stato gentile e non... tetro come quelli..." indicò con un indice come una bambina l'infermiera e i dottori "e non mi guardava in modo strano senza dire niente o mi diceva di stare buona a letto. E' noioso a letto. Lui invece ha parlato tanto con me e mi ha insegnato dei giochi interessanti..."

    "Erano i test..." rise David

    "Capisco. Dottore, la sua valutazione non è esatta, mio parere. Anche se ha chiari comportamenti un pòl infantili, la sua testa non dimostra che un'età superiore... da quello che vedo, i suoi comportamenti che lei definisce infantili sono solo un modo, secondo me, per compensare cosa per ora le manca e si comporta come ogni persona in un luogo non conosciuto e tra persone ignote. Si aggrappa a qualcuno che sembra diverso dagli altri, aggira ciò che considera pericoli, fa ragionamenti sensati ed elaborati e anche se apapre per lei infantile, ho l'impressione che non sia regressione mentale o dell'età..." fissandola "ma qualcosa che sia suo senza ciò che rompeva l'originale... ma David, tu che dici, non dovremmo vedere nel tempo come si comporta ed evolve, invece di gettare etichette a caso? lei diceva così..."

    "Si, concordo. Le piccole cose che sembrano infantili potrebbero esser solo ancoraggi, non so... magari prendendo confidenza o maturando la sua personalità nei giorni a venire, potrebbe..."

    "Se per te va bene, David, se lei non ha proprio niente... questo primo giorno  di risveglio, anche se è stato ieri, il secondo... ancora non ci credo che con lei cè stato un periodo di coma..." fissandola serio

    "Il coma non era proprio vero coma... come ti dissi, la procedura per ora può avere risvolti diversi in base ai soggetti e ai cervelli. Molti sono rimasti svegli e vigili tutto il tmepo. Altri hanno perso conoscenza per pochi istanti o una o due ore. Altri hanno trovato la procedura così orribile da avere reazioni nefaste e quindi risultato inconcludente... e chi come lei, doveva ricevere prima la cancellazione e poi l'allocazione dei processi rimasti dopo che i ponticelli sono stati rotti. Quindi doveva riassestarsi per riavviarsi con il risveglio. In pratica dovea avere il tmepo di adeguarsi alla procedura ed esser pronto come vuoto ma riassestato,  per riprendere i sensi..."

    "Si l'ho capito, è solo che... beh, l'importante è che sta bene. Ascolta" passando a Kianta "cè qualcuno che vorrei tu consocessi"

    "Stai parlando di quei quattro scemi che erano suoi amici? Quei tre tizi da circo" prese in giro Alaric

    "Oh, no." disse non guardando lui ma Kianta "Come fu per tua madre, cè qualcuno che incontrerai il primo giorno che ha quattro zampe, due orecchie, porta gli zoccoli..."

    "OHHH! E chi è?" domandò sorpresa ed eccitata Kianta stringendo il furetto

    "Qualcuno che se lo accomuni ad esempio a lui..." indicando con una mano Alaric che lo fissò stranito "magari potresti far fatica a riconoscere. Sai, messi vicini potresti non sapere chi dei due è chi... avrebbero se estate entrambi gli zoccoli, infodno usa gli zoccoli di legno con facsaia in pelle.... hanno le facce lunghe da cavallo, parecchi capelli e peli e sbuffano come matti "facendola ridere "... ma sai come riconsocere Alaric e chi voglio farti incontrare, che si chiama Bluegrass?"

    "Oh... come li riconosco....? Non lo so, dal naso?" chiese lei innocenetemnete

    "Cosa?" sbraitò Alaric "Che ha il mio naso?"

    "Hai il nasone..."

    "..." ridendo "No, Bluegrass che non ha un naso così e...visto che sarà tuo,  Lubo ti insegnerà, anche per vedere cosa ricordi e cosa no, a cavalcare... è quello senza i jeans..." fece mettendole una mano al centro della schiena portandosela fuori, mentre Alaric restava a bocca aperta e gli atri ridevano "adesso andrai nella tua stanza con gli abiti che vi troverai, non questi abiti, e mi quando te la sentirai uno dei Capitani ti acompagnerà alle stalle, o potresti andare in camera tua... indossa comunque ciò che ti fa sentire a tuo agio e procedi quando te la senti. Io ho cose da fare, ma dopo potrei venire a vederti. ma non fare esagerazioni oggi, quindi preparati ed esci quando te la senti... me lo prometti?"

    "Si"

    "se riesco alle cinque di pomeriggio prenderemo il tè insieme e ti farò preparare cosa ti piace, anche le meringhe..."

    "..." lei rimase un attimo come a pensare finchè qualcosa non le balenò nella testa "MERINGHE! SIIII!" agitando le braccia per la contentenzza come fosse la cosa più bella del mondo

    "Molto bene, allora prenditi il tuo tempo. Io devo andare. Ho degli impegni nel mio studio, ma non fare di testa tua più nulla. Va bene? Ragazza, fammi stare sicuro...."

    La lasciò da sola nel corridoio dopo le raccomandanzioni, e mentre lo vedeva andare via, sorrideva e pareva tranquilla dicendo al furetto che ora non sapeva cosa fare prima, finchè una voce non la chiamò. Era Jd, serio.

    "Devo parlarti, andiamo nella tua stanza di là così vedo se hai davvero abiti veri per te e non questi..."

    "Sono brutti?"

    "A te piacciono?" le domandò dubbioso

    "A me piaceva di più quello rosso corallo, l'abito con scollo rettangolare, corpetto arricciato in verticale, gonna dopo il ginocchio con orlo arricciato con manica a lanterna..." con tristezza metnre si guardava quello che indossava

    "Mai fai a descriverlo così? Te lo hanno presentato?"

    "Oh, no... l'infermiera pi gentile delle altre mi ha solo scelto questo e acconciato i capelli. però so che quell'abito è fatto come ho detto, non so..." fece lei come disturbata da qualcosa

    " Fa niente ma devo parlarti. Gli altri stanno andando via ma è bene che prima che tu esca di qui, ti dica delle cose e mi stai a sentire, va bene?"

    "... Io vorrei andare in questa camera che avete detto è mia. Zio David dice che ho degli oggetti e..."

    "Ne parliamo in camer a mentre ti cambi. Andiamo..." le disse tirandola verso la stanza a lei riservata

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    Capitolo 48
    *** 35 ***


    chapter 35

    Lia fumava apatica osservandosi intorno in modo critico. Finchè un rumore, una grande porta che veniva aperta, non la fece voltare solo di poco con la testa.

    "Lo stai incensando per inaugurazione?" le disse la voce  mentre lei dava le spalle con aria amichevole e una punta di divertimento

    "Ti piacerebbe che io facessi quelle cose..." andandogli accanto,tenendo la sigaretta tra indice e medio "scemo, non dovevi essere..."

    "Si, ma sono qui" tagliò corto lui

    "AHH!! Sei un quel periodo del giorno in cui appari serio, pragmatico, composto ebla bla... sembri un navigato banchiere quando fai così..." gli disse con uno strano pizzico nella frase che parve coglierlo

    "le giornate sono lunghe e l'umore vira come una nave in balia della tempesta" tagliò corto, spostandosi la frangetta nervoso

    "Quando fai così sei anche poetico, che carino...! ma... secondo me sei troppo tirato. Mi hai rimproverata per il benvenuto dell'aquila, in modo brusco, che... mh!"

    "Lia... per acchiappare i Neri e fargli passare da quindici minuti all'eternità di terrore e inferno come lo chiami, li hai raggirati vestendoti da tirolese una volta e un'altra da perfetta tedesca in abiti tradizionali, hai preso uno di quei robot che sembrano criceti sotto steroidi, che non so per quale motivo dicano siano carini..."

    "Imogen afferma che è stato un piacere per lei e il suo reparto realizzarli... e tutto da miei schizzi mentre mi annoiavo di come volevo fosse un animaletto moderno da compagnia..."

    "Compagnia" rise lui sempre in quella maniera composta facendo un gesto con un indice verso la fronte, per for passare il dorso della mano veloc sul ciuffo ribelle "quel robot non è carino, è inquetante... e oltre questo è stato dotato di denti che solo un kaimano può eguagliare, un vano interno in cui riporre oggetti, ed è capace di prendere a sberle e sederate le persone con le sue rotondità..."

    "e capocciate... e rotola. Lo so, è un amore! E utile, oltretutto.Sapessi come..."

    "Preferisco i cani..."

    "Tu... i cani! Intendo... quando... ti ho mostrato il prototipo, il meepit blu, tu sembravi entusiasta..." fece lei con quel sorriso che pareva sornione e seducente, ma era solo come se pizzicasse con qualcosa che però lui coglieva

    "Non quando l'ho visto all'opera. Insomma... sei entrata con il gruppo femminile di punta e hai mimato la scena seducente del benvenuto... e che dire, noi commerciamo anche in piacere oltre a protezione e..."

    "Milan, Milan, Milan...." gli disse ridendo "siamo niente e ogni cosa. Siamo un piedino nella società, e tutto il corpo nel resto che no nconoscono neanche... e tu ti turbi per un robot che è fedele e utile, solo perchè ti sembra, adesso, inquetante...? Dai rilassati, liberati dalla pesantezza che ti opprime e cancella il tuo essere... mh... grave, profondo, autorevole, responsabile,posato, riflessivo, sostenuto,contegnoso, ponderato, severo..."

    "mi stai descrivendo?" ti va di fare due passi nel luogo che abbiamo creato?" le disse sorridendo dandole il braccio, che lei accettò dopo avergli dato un colpetto con la tempia sulla spalla "so che hai nella testa una frase o qualche descrizione non bella che no nvuoi dire..."

    "Davvero? E quale..:" fece lei stando allo scherzo ridendo

    "sono sicuro sia in italiano e non è molto... lascia stare. aspetta..." fece lui fermandosi un attimo con lei al braccio, al fianco, che lo fissava senza capire.
    Si accorse solo in quel momento di una cosa.

    "E' Timeline, o come si chiama, The End of Timeline, il brano di di quell'artista che fa musica elettronica, rock progressivo utilizzando anche oltre chitarre Arpa laser e le boline di tesla? Anche se non ho ancora capito come funziona l'arpa laser..."
    Milan ascoltava l'ambiente che credeva vuoto della Casa della Seta, appena terminata. presentava tre livelli, era situata all'interno della fascia a mezzaluna che compneva i possedimenti dello Chateau, girando attorno la montagna e si trovava poco distante dal Favo. Il livello interrato era destinato ad "attività" più particolari e private. Il piano terra da salottini, stanzette e salette destinate per certe attività metnre il piano superiore come vero e proprio ambiente da "maison close" ed era gestito partime da Madame. In quel modo con tutto ciò e otlre che gli uomini e donne potesse desiderare e più, era sicuro che non andassero in giro nelle vicinanze o chilometri a far casino per trovare "qualcuno con cui passare il tempo". Evitando malattie e problemi e nel contempo, studiarli.
    Non solo ogni piano ma ogni stanza aveva come molte cose ispirazioni varie, dal bordello dell'ottocento ad ambienti dedicati a periodi storici o d'epocae in esse vi si sviluppavano i servizi presentati o richiesti. Per le cose estreme o piùsegrete vi era il piano interrato, preso conforme da quello di Madame nella sua casa o meglio villetta.
    L'interrato della maitresse francese prevedeva delle sezioni per diverse attivita, tra le quali quelle che schifarono Lia dal profondo. Madame era una donna energica ma elegante, intelligente e capace nell'imprenditoria, sopratutto privata, che l'aveva invitata per procedere con gl iaccordi, di portare un pò di... del suo lavoro anche allo Chateau, così da evitare gli spiacevoli inconveniente che gli uomini combinavano nelle ore o giornate libere in cerca, come detto da loro, di pollastrelle.
    E così Lia avea visitato tutto l'edificio scoprendo sopratutto, oltre le camere in stile bohemien, liberty e classic con velluti rossi, blu, neri e ori, la parte segreta. Le camere erano ovviametne controllate con telecamere nascoste e altro sia per sicurezza per le ragazza e la padrona ma anche.. no nsi sapeva mai. Sebbene Madame fosse scelta per essere discreta e sicura, le armi in mano in quel mestiere per certi versi pericoloso erano necessarie.
    E quando la condusse nel seminterrato Lia capì perchè. Tutte le persone che avevano desideri e bisogni estremi e non solo, frequentavano quel luogo. Erano tuttavia stanze che Madame poteva riservare a persone... così influenti che era meglio che nessun cliente li vedesse in alcun modo e un'entrata segreta esterna permetteva a questi clienti di sfuggire ai radar, per vita pubblcia e non solo, e frequentare le sue ragazze in un ambiernte in cui nessuno tranne Madame o i suoi clienti speciali dietro però accompagnatori ben armati o ospiti come Lia potessero raggiungere.
    La sezione sotterranea comparve agli occhi di Lia come una sorta di doppio contenitore. La sezione da dove entrava privatamente, ancor più dei clienti, Madame era una sorta di corridoio intorno alle stanze, un pò come i passaggi segreti allo Chateau di cui Milan aveva dato una mappa precisa, o almeno disse, di ciò che lui sapeva. E mentre camminavano in quel corridoio con un lato la parete dell'edificio stesso, dall'altro invece un quadrato o rettangolo in base alla stanza trasparente ma solo apparentemente. Quelle stanze erano moderne e molte  come Cyberpunk interiors, con appunto pareti che sembravano dall'interno tali o specchi, a molti piacevano molti specchi nelle stanze del genere, ma da fuori si poteva assistere.

    "Utilizzo queste stanze anche per altri scopi. Quando chiedo o lo fanno loro stessi,  di mettersi delle maschere di vario tipo che rendiamo disponibili io posso,s apendo che mai le toglieranno finchè no nsaranno nel bagno privato di là, fuori dalla vista,  diciamo sfruttare altri settori che questo lavoro mi permette. Scienziati, studenti di varie classi mediche, psicologi e psicoterapeuti che devono scrivere libri e articoli su... determinate questioni..."

    "Si, ho capito" dille lei veloce come a cancellare la questione

    "Chi assiste qui, è... interessato alla materia da vari punti di vista" fece la donna, indossando i suoi Tailleur o completi gonna elegantissimi, perfetti per lei, con spille o accessori di gusto ma antichi

    "E accetta anche guardoni?"

    "NOn come li intendi tu. I... voyeurs, che possono entrare qui sono persone fidate e sicure che.. come dire, hanno altri bisogni oltre il fisico..."

    "ho capito, sono quelli che si eccitano guardando... certo che ne fai di soldi tra i ricconi che vogliono fare roba in segreto lì dentro e la gente che li fissa e non lo sanno, da qui fuori..."

    "Questo, mia cara, è come tu hai detto l'altra volta che ci siamo incontrate. Sesso e morte sono le attività lucrative che mai vedranno un tramonto. E avevi ragione. Più l'essere umano continua a provare ciò che il sesso può dare, e più ne vuole. Così come ci sono uomini o donne, da alcuni anni anche loro vanno alla carica come clienti,che invece desiderano riprovare qualcosa perduto nei meandri del tempo e abitudine, matrimonio e vita sociale... le prime volte."

    "Come i turisti del sesso... bah! Comunque, come mai mi hai portata qui? Vuoi portare questa roba allo Chateau? NOn abbiamo gente IN che paga cifre assurde per giumente di alta classe, in luoghi futuristici nel pieno anonimato... si fa per dire, ma... ho convinto Milan a creare la Casa della Seta perchè così la gente possa sfogarsi..."

    "Come con il Teatro e le attività varie? Così come le classi di -danza- che hai messo" rise la donna

    "Ride? Lei sfrutta un aspetto che fa sfogare la gente dai suoi pruriti. Non è la sola cosa che ho pensato di introdurre e lo sai quindi..."

    "Sono rimasta sorpresa però da come alcuni hanno trovato interessante la cosa. Georgian, greek, Cossack, Hungarian, Caucaus, russian, bulvar o comunque Turkish dances... ossia i vari tipi di danze di quei paesi, sia a solo che a gruppo, che permettono di migliorare la muscolatura, combattere introducendo dove non cè il comb attimento in scena, ampliando quello previsto  e facendoli sfogare mentre si divertono. Così mi ha inviato scritto Milan. Armi vere, premiazione per quelli che riescono a migliorare esecuzione e prestazioni, scene di combattimento dove lo spettacolo e l'apparenza e bravura sono premiati ma non le ferite... feste a tema serali o notturne..."

    "Vedendo Milan con i suoi contatti nei vari paesi o seguendolo quando mi invitava per vedere il mondo, come dice smepre, ho assistito a quegli spettacoli la seconda settimana che sono arrivata. E ho pensato -non hanno interessi ne voglia di nietne se non ciò che provano sul campo di combattimento... perchè non portare quel campo, ma penalizzando ferite e danni reali, unendoli al meglio della danza antica ancora esistente che davvero ti fa avere muscoli ed elasticità che la solita palestra...? andiamo, li ha visti la maggior parte pompati da sembrare gonfiati con l'aria compressa? Ho chiesto loro di togleire lo schifo che si iniettavano e dato di danza ma anche spettacoli vari di combattimento,sia durante le esibiozioni che al Cerchio che in generale settimanalmetne ispirato a combattimenti del passato, quindi insegnandolgli anche un pò di storia, che loro creati. Non è facile come hanno scoperto danzare, così hanno imparato altre cose. E se molti vegetavano, hanno trovato valvole di sfogo e interessi. Chi nella musica, chi letteratura e scienze, chi nell'artigianato con mestieri che erano quasi scomparsi e molto altro... così sono di meno quelli come me..."

    "E ora che sei qui nel cuore della mia Maison, ti sei pentita nella valvola di sfogo su questo ambito?"

    "No, perchè finchè so che è controllato, seppur pensano di fare e sfogare tutto ciò che vorrebbero provare, sicuro e non pericoloso per gli altri... mi va bene anche questo. Sarà Lei a gestire quel luogo, Madame, l'importante è che resti nelle linee guida che ho chiesto. Sicurezza, igiene e zero rischi in primis..."

    "Se non fosse così non sarei una professionista... ma chiamami Lalique, per favore. Altra cosa, Milan mi ha detto che ti ha chiesto di far visita in sua vece e mettere in campo cosa hai imparato, ad alcune persone che vorrebbe unirsi all'organizzazione. E' la prima volta che sento di qualcuno a cui affida qualcosa."

    "Questo perchè non si fida, come suo fratello di nessuno, non crede nella divisione del potere e io, come ha detto, sono uan delle poche persone che non permette a niente di corromperla o comprarla. Di fatto mi ha dato le chiavi, non quelle ma comuqnue le chiavi dell'organizzione per fare ciò che lui non vuole... gestire ed organizzare. Ma se continua a detenere il potere solo, senza fiduciari, non andrà lontano ma non vuole capirlo. E tuttavia non può certo dividersi tra utti i luoghi e le persone che deve incontrare. QUindi ha deciso di sfruttarmi anche per questo..."

    "Se solo non fosse così immaturo e infantile a volte..." fece la donna con un sospiro "Si è come acceso, come una lampada a incandescenza ormai obsolete, quando ha pensato di giocare con te a quella storia della strega dello Chateau... e dice che vuole ingrandire le cose"

    "Ammetto che è divertente vedere le facce degli ospiti quando provo il sistema delle proiezoni e quegl iabiti ottocenteschi"

    "ma secondo i tuoi, di gusti... quindi lui non ha il pieno controllo"

    "Se per questo neanche di quella che chiama performance..." ridendo "lui assiste come a teatro per uno spettaccolo già visto ma come per tutto, nuovo allo stesso tmepo ogni volta. Come il tè giapponese, ogni spettacolo è sempre diverso e mai uguale all'altro perchè gli umani seppur proponendo un'opera conosciuta, san mettere in ogni esibizione del proprio e cosa sentono al momento e del diverso che si coglie e apprezza. Altrimenti non sarebbero magnifici, no? E nel suo lavoro, Madame?"

    "Mia cara, ci sono cose che conosco ormai più della mia stessa vita, eppure come dici ogni... spettacolo, è diverso e mai uguale dal precedente. Per questo ho accettato, per vedere e capire se avevi ragione anche con gli uomini dell'organizzazione. Per loro sarà una cosa nuova e interessante a lung adata, o si annoieranno rischiando di uscire fuori dalla scatola che tu hai creato per loro? Non so cosa pensare a questo Pandora's box che utilizzi contro i vostri... conigli, per circoscrivere il male dentro certi confini... ma funzionerà anche con loro senza annoiarli ne desiderare di evadere?"

    "Provare che costa? E' con i tentativi che l'umanità ha progredito in barba alle religioni che vorrebbero tutto uguale a cosa credono. QUindi madame, attesa... questo serve. Guardare, aspettare, osservare e valutare. Ma tra le vostre ragazze e le nuove che avete nella lista, le persone con ipersessualità o dipendenza sessuale a cui dare non solo diamo aiuto economico e supporto, ma anche uno sfogo come per gli uomini... così nessuno sfruttamento, ma tutte persone che vogliono, credono, amano farlo e che... sfruttano però i loro problemi e disturbi al meglio, senza pena e senza nascondere. Se il mondo girasse così... possiamo solo tentare e sperare che ci siano meno persone perse, vuote e via dicendo..."

    "E cosa mi dici sull'effettiva validità della Casa della Seta? Non si rischia come i siti porno di renderla un'ossessione, perchè il cervello vedendo certe cose e certe diciamo qualità, è portato ad avere abitudini uguali o superiori a cosa ti dà piacere dai video e foto che visioni? Questo significa.."

    "che le donne normali, con imperfezioni o i caratteri ben distanti dai personaggi delle attrici saranno scartate e ignorate, prefendo un certo tipo di soggetto femminile. Lo ben so... tuttavia, Madame, la CAsa della seta non è solo uno dei modi per legittimare qualcosa che per molti è un tabù o qualcosa da usare come giudizio ma anche per dar loto tutto e di più che là fuori, s elo trovano... è un potenziale rischio per tanti fattori, ma Lei lo sa già. E' anche uno studio su costumi e gusti sociali, comportamenti, attitudini o preferenze... così come la comprensione dei gusti fisici delle persone per avere un rapporto con esse. Altezza, aspetto... alle donne interessano gli uomini che in due fattori sono vincenti. Aspetto fisico e capacità di eccelelre ed essere un maschio se non alfa, almeno beta, e di provvedere ai figli. La genetica e la sicurezza di figli vincenti già dall'aspetto sono un elemento animale che perdura, ma è interessante vedere come uomini e donne si comportano alla ricerca dei partner. Come fa Lei, Madame, anche alla Casa delle Seta ci saranno soggetti fidati che studieranno le situaizoni per la scienza."

    "E per tu capire qualcosa che non conosci"

    "Anche, ma se veramente voglio la realtà, io nel suo ipotetico esmepio dei siti porno, non cerco i filmetti recitati e studiati prima, ma gli amateaur originali.. non avrebbe senso, altrimenti. Per questo è meglio chiedere alla gente comune che risponde seriamente e per davvero e non uomini che sbavano dietro a sederi a forma di Otto come le migliori secondo i canoni attuali...  ma che nel cervello hanno sterpaglie. Se fossero come Hedi Lamarr ne sarei felice, le terrei non come amiche ma almeno persone di interesse. Con cui poter parlare e interagire senza pensare sempre a maschi, trucchi, profumi, evestiti e scarpe e cazzatine varie..." disse in itaiano l'ultima parte della frase arrabbiata."Comunque, come le ho chiesto, mettere ragazze più normali che le top class che tratta Lei, aiuterà il cervello a non restare legato agli stimoli artificiali, mixare le donne o uomini permette di sviare questo cervello..."

    "Lo farò, non è di ogni giorno avere un'occasione del genere, proposta da una donna. Anche gli spettacoli di vario tipo dal moulin rouge e burlesque style al resto...sono curiosa, vediamo cosa accade, allora. Mi auguro che continueremo a incontrarci per chiacchierare..."

    "Certamente. Lei, Madame, è una donna che merita rispetto e considerazione. Non è come molte che prendevo ad esempio, altrimenti no nsarei qui.  Certo, è un pò.... meh... vedere e discutere del suo lavoro, ma abbiamo parlato delle risorse energetiche e le funzioni di centrali geotermiche cotnro quelle nucleari... con chi tra le sue ragazze sarebbe possibile? ovviamente togliendo le ragazze che con questo lavoro si pagano l'università, ma loro sono occupate, e anche le rispetto. Invece lei è interessante, e andiamo d'accordo, non sarà mai lontana dalle mie conoscenze, stia tranquilla. Anzi, mi piacerebbe passare altro tempo a discernere sul mercato e le possibilità di questo lavoro. Le va un tè più tardi? Anche per... digerire questo..." fece, vedendo clienti e ragazze che si strusciavano tra loro

    "è uno strumento musicale in grado di riprodurre canzoni schermando manualmente la luce laser di un dispositivo cooperato con un PC. La canzone o brano viene suddivisa in base ai laser e l'effetto attivato al comando manuale, quindi  viene suonata in base al movimento della mano e l'esecuzione della musica, consentita interrompendo il laser con un buon tempismo..."

    "Tu e i tuoi tentativi, introducendo anche la sezione musicale" rise Milan

    "Mi hai chiesto tu di rendere questo luogo diverso e meno monotono, fermo a qualcosa di freddo..."

    "Vero, ragazza, Touché! Comunque il proporre agli uomini di imparare strumenti facili, classici, difficili o addirittura antichi come quelli cinesi e celtici... come si chiamano alcuni?"

    "Irish bouzouki, liuto, yckelharpa, Aerated, Autoharp, Dobro, vari strumenti africani originali, vari tipi di tamburi e casse, mbira, Theramin,Thelharmonium,L'armonica a bicchieri, Singing Arc, Crwth, Sharpsichord, Wheelharp, Gamelan, Array Mbira, Idrolofono, Sursringar, Handpan, Ravens drone flute..."
    ,
    "beata tu che li ricordi tutti" disse lui osservando l'ambiente finchè non si girò "Ma... ma li stai leggendo! Ma dai, ma che scherzo è...!!?!" vedendola leggere dal suo cell, serio e veramente sorpreso e offeso

    "AH aha ah "ridendo di gusto "tu mi fai gli scherzi, io ricambio.. come ti sembra l'ambiente?"

    "Mah! Non so, mi da un senso di... tra l'ottocendo e bollywood... e intendo vedendo le porte delle stanze aperte"

    "opulenza e ricchezza, ma solo in certi ambienti... da tua gentile concessione... mi indispettisce solo il fatto che le ragazze di madame e quelle che ho trovato con quella patologia sessuale possano...-lavorare-..."

    La raggiunse davanti una camera che prendeva ispirazione da un rivoltante, per lei, aspetto da principessa disney sui toni pastellosi e zuccherosi, rouches e altro che avrebbe fatto sognare ogni amante del genere. Se cèra.

    "Tu e Madame vi siete accordate per dare in questo ampio luogo, un gusto per ogni persona che lo desidera. E il sotterraneo?"

    "Come da Madame... è solo che..:" fece lei scuotendo la testa mentre passava per il corridoio con le porte aperte mostrando l'inteno, sempr diverso e mai uguale

    "Cosa ti angustia, amica mia"

    "Non capisco davvero cosa si prova a lavorare facendo questo. Ti prego, senza presa in giro, comè fare questo mestiere? Cosa si prova n el farlo in questo ambito"

    "Ah" fece lui stringendole la mano sul suo braccio con l'altra sua, per fare una camminata nel corridoio guardando ogni stanza passandovi davanti fino alla fine

    "ti offende che riprenda questo discorso?"

    "Oh, no. E' solo che dopo mio fratello, che non mi comprese quando lo seppe... Quel primo giorno qui da noi, mi è venuto naturale raccotnarti molte cose, compreso come ho fatto a rancimollare le prime somme per creare tutto questo... itnendo l'organizzazione... andando più indietro ricordo bene da cosa nacque... Dorde era stato preso dal generale, all'epoca ancora non tale, e io per trovare il mio posto mi arruolai appena maggiorenne dopo di lui... ma se lui era stato preso sotto l'ala di quell'uomo, non io. Eravamo in luoghi diversi, sotto superiori diversi, in ambiti diversi... le brutte esperienze le ho vissute io, dei due. Ho visto il brutto del mondo, sia per i miei camerati nei vari anni che proprio per il lavoro che feci dopo e... mi ritrovai al centro di qualcosa che da ragazzino nella mia cittadina natia non immaginavo. Quando si parlava di soldati, l'ambiente militare... non cèra negatività tranne quando si parlava del loro operato in guerra, sai cosa fanno... E Dorde iniziava ad odiare l'essere il braccio destro ed esecutore per molti ordini del generale. Per carità, lo stima, è un grand'uomo ma... molte, molte cose non gl iandavano. Quando quell'uomo salì di grado, anche lui lo seguì. e così i suoi sottoposti divennero ciò che era lui. Noi come militari abbiamo fatto cose di cui  ci pentiamo ma non è così per chi ci ha ordinato di eseguirli. Per loro erano tutti atti dovuti e impossibili da cambiare. Le volte che incontravo mio fratello, scoprivo dai suoi racconti... non potevamo farlo in teoria, ragazza, ma nessuno lo dirà mai... comunque ci accorgevamo sempre di più che stavamo diventando i fautori del peggio dell'essere militari. Dorde letteralmente come diresti tu sbolognava il peggio che non voleva più fare a quelli sotto di lui, e loro ocn sua sorpresa non facevano una piega. E io finivo in incarichi rognosi e vergognosi, dal mio punto di vista... così guardandoci negli occhi ci accorgemmo che le cose erano andate fuori dal nostro controllo e nostri intenti. E da l', da quel tavolo circolare del mio appartamento... è partito il piano. E come ti dissi quel primo giorno, dovetti decidere che fare per guadagnare soldi per investirli in cosa era necessario. E voi vidi il giornale..."

    "Milan, quello che conosco, che legge un banale giornale e trova qualcosa che cattura la sua attenzione..." ridendo di gusto

    "In effetti la cosa è questa... all'epoca potevo solo ambire ad essere cosa sono ora, sai che io... sono più... meno classico di mio fratello, non intendo gli abiti, ma di sicuro lui non leggeva giornali comuni..."

    "Dorde non legge giornali comuni?"

    "preferisce quelli specializzati, di un certo valore, senza giornalisti e tendenze a cavalcare le stupidaggii..."

    "uomo tutto d'un pezzo! Se tu sei così nei momenti... come dire, fastidiosi della giornata, tuo fratello è peggio..." siringò lei guardandolo, ma Milan teneva lo sguardo avanti

    "Si è più serio e più maturo interiormente. E' più ligio, serio, è colui che rispetta le regole i principi, ha le sue opinioni e rispetta le altrui opinioni , pur ..."

    "Capisco... mi avevi promesso che lo avresti convinto a venire almeno una volta a controllare questo luogo, portando ocn sè alcune sue opere..." cambiò discorso fissandolo in viso "ne hai parlato tanto della sua arte, il suo hobby, le sue capacità che utilizza nel tempo libero ma non è ancora mai venuto a salutare, controllare... "

    "Quando potrà, verrà..."

    "Eh.... uff, va bene. Ma che mi dici del suo parere su questo posto?"

    "Non è molto convinto, non lo era per la mia decisione..."

    "Già, hai detto che ti rimproverò tantissimo dopo... il giornale" sorrise, mentre lui pareva quasi scazzato, così lo percepiva

    "Lui ha... ho agito secondo quanto credevo ma Dorde non l'ha presa bene. Quel giorno vidi, mentre discutevamo, un giornale sul tavolo e sfogliandolo in cerca di qualche aiuto, vidi un annuncio. Un quadrato, come poi vide Dorde, che proponeva ottimi compensi per donare..." come se la cosa gli desse fastidio nel raccontalra

    "Come mai a Dorde non andò giù?"

    "Lia, proponeva un compenso per i soggetti di sesso maschile che donassero il proprio sperma ad una banca del seme, per  le inseminazioni artificiali di donne da single a sposare ma infertili, o tramite surrogazione di madre. Accettavano solo soggetti con determinate caratteristiche e..."

    "ok, ma tu oltre ad essere perfetto sei davvero stato preso, quindi perchè ti scaldi tanto su una cosa che hai fatto?"

    "Eh... già, perchè mi scaldo? pensavo..:" passando da stupito ad offeso "pensavo a come mi trattò mio fratello... "

    "Si, ma tu alla fine hai deciso nonostante il parere contrario di tuo fratello, Dorde, di essere un... contribuente. E sei stato pagato parecchio. Anche se le foto avevano la censura molte donne hanno richiesto te come padre dei loro figli, finendo per essere... uno dei più richiesti e quindi ricevevi belle somme. Dal mio punto di vista non ci vedo niente di orrendo, sporco o altro. Hai dato a chi lo voleva, qualcosa che desideravano pagando... anche se accidenti, desiderare figli così tanto da pagare... bah, chi considera i figli così tanto buon per loro che dire, con le stesse somme per farsi ingravidare artificialmente aprivano una casa famiglia o un istituto di supporto e aiuto per minori...  ma a parte questo, cosa cè cnhe per tuo fratello non andava? Questioni religiose?"

    "No, semplicemente..." come trattenendosi "pensava che dare così il prorpio dna e senza protezione per il nostro codice genetico... non ne era entusiasta per tante cose. E poi, tutti i figli che ha-ho avuto sono una sorta, per me, di lavoro fatto per il mondo senza rischiare il matrimonio..."

    "Ah ah aha" facendo una risata divertita con un pizzico di Veròna "questo si che è parlare, dare ciò che il mondo vuole sbolognando il proprio cappio al collo..."

    "da quello che ti disse tua madre, che hai odiato..."

    "Ah, quel momento... descriverlo per me è... impossibile? Difficile? Quando senti una madre che ti dice con rimprovero -quando ti sporsi e fai dei figli?Io ho giù fatto il mio, ora devi farlo tu-... ho già fatto il mio, dovere intendeva... e poi la gente si chiede perchè odio le famiglie... ma tu!... Ah, sei padre di chissà quanti bambiin, tu li segui anche se non ti fai vedere e simili, e per te è... lavoro eseguito. nel mondo cè già abbastanza me da non aver bisogno di sposarmi a meno che non l odesideri davvero un giorno. Ed è da te che ho preso lo spunto dei miei ritrati, per questo " gli rise in fare complice "e ancora comunque per te sono figli tuoi quanto quelli che nel caso potresti avere, perchè lo so che tu come tutti hai bisogno inconsciamente di riprodurti in... maniera normale..:"

    "tranne te..."

    "vero... non so le madri dei tuoi figli in provetta, cosa ne pensano del tuo -essere loro padre- ma... per me anzi non cè niente di orrido. Anche se tu avessi che so pagato la festa del tuo matrimonio, per fare un esempio, con i soldi ricevuti da un... prelievo, così da esser felice tu e la tua metà... e nel contempo far felici altri con il tuo dono... non ci vedo nulla di brutto. Certo, per la questione dna posso capire tuo fratello, ma finchè nessuno saprà mai nulla e ancora di più dopo che hai acqusitato fette di quell'azienda e quindi col tuo potere hai fatto sparire i documenti, o meglio, modificato un pò tali dati, lasciando i tuoi vecchi lasciti ancora disponibili... io non mi preoccuperei. Preoccupati se saranno identici a te..." ridendo

    "in effetti..." fece lui rigido

    "Dai, tanquillizzati. Non è un problema, anche se un giorno dovessi decidere di incontrarli per qualunque ragione, non saprebbero altro che ciò che vorrai dirgli e non mi sembra attualmente un problema grave da temere... quello che mi turba però è il lavoro successivo..."

    "Si, la brillante idea di fare l'accompagnatore" fece lui con astio come una cosa vergognosa e Lia sorrise compiaciuta senza dire niente "Madame fu una sua..."

    "collega, lo so" sorrise a lui direttamente con monelleria " vi siete incontrati per il giro che frequentavate. Come ti ho chiesto prima... non riesco a immaginare e pensare a come sia e cosa sia essere... una sorta di impiegato di qualcosa che abbiamo costruito qui "alzando la testa verso la zona del tetto del corridoio, in legno lavorato a cassettoni e bordature e pennellate d'oro per quella sezione. ogni sezione era divisa da una porta e una decorazione sopra la porta come un segnale in legno lavorato o legno e vetri colorati a formare disegni.

    "E' stato un lavoro nascosto. E rischioso. Se i superiori scoprivano la cosa, erano... Non so proprio che punizione avrebbe ricevuto. Le regole militari, peggio di alcuni settori e agenzie sono restrittive....Molte donne che richiedono questi... accompagnatori non sono casalinghe o comunque media fascia... avere un accompagnatore, o come li chiami tu, gigolò, è un rischio se scoperte... almeno, quelle che temono le dicerie e lo fanno di nascosto. Pagano bene, donano con il cuore chi come... me non pensava al guadagno facile e truffare... molte ancora le incontro e ho una bella amicizia, oltre che mutare quel lavoro in altro... m altre solo a guardarle veniva la pelle d'oca ma dovevo chiudere gli occhi... è stato un capitolo che... mi è piaciuto e non lo nego. Non lo nego mai ma anzi affermo che è servito a crescere. Come uomo, in vari sensi, e come lettore delle persone, come approcciarsi e gestire le persone, è da lì che ho avviato le basi per..."

    "comprendere e manipolare la gente senza passare per tale, lo so. E' solo che... davvero, oltre a stimare quelle donne che non gliene importava della gente che parlava e diceva -io voglio vivere al massimo ogni cosa, anche con un toy boy, ma voglio vivere tutto finchè portrò-..."

    "che termine orribile..." fece lui con una smorfia

    "Ok, non lo userò più... e poi cè la frattura... dare rispetto allo stesso modo anche a voi che avete fatto quel lavoro per motivi x e chi li continua a fare e farà per altri motivi ma... lo fanno. NOn posso che dare rispetto, sia chi sopravvive nelle strade o sfruttate nei modi peggiori per sopravvivenza e sia quelli come voi... ma non capirò cosa possa portare qualcuno a... non so, io non ne sarei capace al punto di non avere rimorsi dal, non so, gettarmi dalla finestra anche da un grattacielo. Meglio spiaccicata che usata come utero per piacere..."

    "M-ma capisco la tua questione, è solo che il mio scopo era trovare guadagno maggiore e altrettanto pulito con ciò che potevo dare, e per pulito intendo non come i miei camerati e commilitorni che vendevano roba di vario tipo in maniera illegale in modi truffaldini... e nel contempo sfruttare i legami sociali che ne venivano dal frequentare quelle donne, le loro cerchie e più in là. Ammetto che quanto fatto ha dato i usoi frutti, se non ti butti e non ti insinui in certi luoghi nei modiche comprendi servano... E' però, questo mio passato, qualcosa da tenere celato, nessuno qui sa di questo, tranne madame ma lei è adesso mia collaboratrice presnete anche qui... ti ho raccontato come ho scalato la scala che mi conduceva lassù, verso il mio sogno per farti capire quanto ho dato e fatto nella mia vita per cambiare delle cose che altri... non desiderano mutare. Conviene lasciare tutto come viene. Fermare determinate cose, celarle... perchè secondo te i livelli sociali sono rimasti anche in questo mondo moderno e cè un divario enorme tra la sezionepovera, benestante e ricca ancora oggi visibile? Il concetto della giungla che ancora oggi persiste per cui devi lottare con ogni mezzo, anche sporco basta che no nti scoprano... ma già lo sai e odi. Utilizzare quello che si è fatto nel passato per esser e dvientare al livello di quelle persone che prima pagavano per quelle prestazioni per rivotlarle con tutto ciò che proteggono..."

    "Questo lo capisco, è solo... adesso da domani ci sarà questo luogo attivo e funzionante. Ci saranno donne, e anche uomini, che saranno impegnati in un mestiere così antico che non si ha notizia veramente di quando... è nato come lavoro. Ma che significa e cosa si prova o meno nel... davvero, non riesco a comprendere come sia facile per tanti, e come fu per te, dare letteralmetne te stesso in due modi diversi, per avere ciò che serviva per quello che desideravate. E queste ragazze e ragazzi, che verranno qui e... lavoreranno come se.. non so, facessero i commessi... quanto è facile quindi dare ciò che si è fisicamente? Questo non comprendo. OK, so cheper me è come per il concetto di figli... al oslo pensiero mi viene non... non è una negazione, è qualcosa di profondo, come un NO urlante e disperato, come qualcosa che non deve accadere perchè terribile. Questo sneto nel profondo e so che così, anche descritto così, non... non descrive cosa provo dentro al pensiero di quello e i figli. E poi so di te, so di Madame che come te da quell'inizio ha fatta tanta strada e si è avviata in un ottimo lavoro... su quello non ci piove, no nci sarà mai moria di clienti e domanda... mai, ovvio... però, so di voi e tutti quelli che fanno questo mestiere, comprese le cam girl per fare un altro esempio e... anche il discorso di ogni ballerina, spogliarellista, artista e cam girl o altri ruoli nell'ambito del sesso, per cui tutte loro sono convinte e ci credono, che sono loro ad avere il potere sugli uomini e che loro non sono vittime, non son schiave, ma sono loro che tengono il coltello dal manico e hanno potere... peccato che son otutte lavoratrici che dopo i dindi devono continuare a lavorare e dare e fare pe altri dindi da altri... questo potere dove lo vedono? Chi ha potere davvero ha davvero la capacità e possibilità di manipolare gli altri... mentre loro si agitano, sculettano, fanno le gattine sexy, danno cosa il cliente vuole per ricevere la somma minima e via al prossimo. Che potere hanno, davvero? Certo, tu, Milan, sei risucito ad andare oltre, ma sono pochi casi. A volte riescono tantissimo appunto i manipolatori e chi per l'aspetto e le capacità davvero è in grado di ottenere molte cose semplicemente accavallando le gambe... ma il potere resta comunque a chi lo detiene da prima e per altre cose. Tra una spogliarellista e un cliente di un certo livello, non si ha potere in quelle quattro mura ma sempliceemten lei è quel che lui vuole, simulare e... non è potere perchè alla fine sono loro che fottono te, non tu che lo fai, perchè non prendi altri che il prezzo base, massimo qualche gingillo costoso ma resti sempre l'oggetto. E poi ci sono quelle che dicono -io ho un uomo che amo, baci solo a lui, ai clienti il resto...-. Solo?" fece lei com stupore, facendolo ridere

    "Sermpre punti di vista, Lia. Per loro è semplice e non perdono nulla. e' uno scambio"

    "Si, e poi ci sono le cose che non capisco. Le donne... tutte tranne quelle che magari sono così d'alta classe che pretendono certi ivelli altrimenti niente, sono più gli uomini in questo lavoro che fanno gli schizzinosi "facendolo ridere di nuovo "ricordo con quella collega, che lei li contattava, quanto volessero e premessero per foto per decidere che... tipo di lavoro fare. insomma, se non gli andava a genio per varie cose la tipa, non si prestavano a tutto, ma solo come accompagnatori...  perchè questa disparità? Ho visto io stessa uomini che non avrebbero attirato normalmente nessuna ma per soldi e loro cariche tutte pronte... e uomini che fanno gli schizzinosi dicendo no, questa no! Questa forse..."

    "NOn so che dirti, posso azzardare solo il fatto che magari le donne hanno meno pretese perchè lo considerano un lavoro in toto, anche accettando uomini che non va loro a genio ma stringono i denti, pensando a mettere da parte i soldi per voi ridere di quel periodo, mentre... gli uomini per loro natura solitamente non vogliono avere rapporti con donne che..come dire, non creano attrazione... "

    "Mh... quindi l'uomo fa sempre quello che vuole, se la tira e giudica le donnne che nel caso per avere qualcosa devono pure pagare... insomma cornute e mazziate due volte per l'aspetto, l'età, perchè non fanno provare niente, e quindi niente... bel ragionamento..."

    "Lia, le cose sono così da sempre. So che hai fatto piangere malamente sopratutto in america quegli uomini e ragazzi accusati di stupro, con le prove, perchè la giustizia non solo non aveva fatto nulla o si era inceppata nei suoi controsensi, ma aveva rivoltato la colpa dandola alle vittime... e sai che io non approvo comportamenti troppo..."

    "Si, troppo invasivi e tragico-teatrali... ma lasciami ricordare, non fosti tu a ridere a crepapelle applaudendomi perfino, al ritorno raccontando l'accaduto? E non fosti tu a invitarmi quel giorno al Groove per portare il risultato della Caccia?" disse in un certo modo, come se volesse intendere qualcosa o fare una frecciata.

    "..." Milan non rispose, ma sembrava quasi arrabbiato ed lei ripensò a quella notte

    "Quindi? Cosa facciamo qui facendo un volo così lungo in questo paese di controsensi e democrazia NON esportata?"

    "Ehi, bimba. Non fare quella faccia. So che per te gli stati uniti sono un luogo di controsenso pauroso per molte cose e ti fa rabbrividire per tante cose che la storia racconta, ma oltre ad averti chiesto di aiutarmi per gli Accordi con certe persone, vedendo come te la cavi, ho pensato di renderti partecipe di un altro progetto con cui... collaboro da tempo. SI può dire che qui, io trovi accordi, alleati, denaro, favori perfino e possibilità... tutto in un sol luogoin giorni specifici dell'anno o del mese"

    "Ok, ma posso dirti che questo Bohemian è... inquenta già dall'esterno?" osservando l'entrata composta da muro, siepi e un cancello in vecchio stile con arco con nominazione del luogo. Sembrava una sequenza da brividi di un film

    "Hai paura per caso?"

    "Tu sai quali sono le mie paure..." guardandolo neglio cchi
    Si trovavano d'innanzi all'ingresso di un luogo che Milan frequentava in determinati periodi, da una sola notte a vari giorni in base al periodo, seppur non pernottando all'interno, ma er aun socio ed ospite d'onore.

    "Certo, così come tu i miei. Ma prima... non ti sei accorta di niente?" muovendosi come pavoneggiandosi davanti lo specchio

    "mh" sospirò lei fissandolo.
    Indossava un completo da uomo di finissima fattura,  ma non con tessuti soliti ma particolari, dalla cravatta Plastron solitamente da cerimonia come altri tipi ma che lui usava normalemnte alternando il tipo con i modelli, al completo, camicia, tutto.

    "Cosa dovrei vedere? Sei un figurino come sempre. Sembri pronto per incatenarti all'altare, per lo meno non hai quei pantaloni da vomito, ma davvero, come si fa a uscire e pretendere di essere ben vestiti senza calzini , gambe dei pantaloni che stringono fino alla caviglia e strettisttimi che fanno schifo. Dal mio punto di vista un uomo che si veste così, stertto ma che si veed il davanti e hai capito,  più di tutto il resto , per far vedere queli che crede muscoli e culo...." sorrise malignamente finchè no nle venne un colpo di tosse e si sentì come se i suoi polmoni emettessero brutti suoni

    "Calmati e respira, innanzitutto o starai peggio...Poi, Carina... sai bimba, le tue frecciatine non mi fanno arrabbiare perchè come le dici, a me, fanno sorridere. E non metterei mai pantlaoni del genere. il decoro nel vestirsi ed è diventato un optional e le persone non riconoscono più il dress code e quando adottarlo...E il buon gusto è finito come dici sempre, nel water. E per il come lo fai, forse...ma prima non ti sei accorta che indosso una cravatta in fine seta di loto e un completo in lana di Vigogna o Vicuña?"

    "Milan... ah, io non conosco tutto sulla moda come fai tu. Ma so cosa son oe non voglio sapere, seriamente, quanto hai pagato. Cè bisogno di spendere un capitale in abiti? Sono tessuti costosi e rari..."

    "Vero, ma qui ci stiamo per gettare nella bocca del leone. Se non hai virgole e puntini del melgio del meglio, ti sdegnano, nel migliore dei casi. Cosa devo fare, entrare come sei abituata tu? So bene che tu vesti abiti particolari spòp perchè te lo chiedo e ti prego di farlo. Anche per la camminata in stile floating dance che ti ho chiesto di imparare è.."

    "Ah, quella! Tu e le tue manie dell'apparenza!Come si fa con gonne lunghe o con abiti normali ma di classe, a camminare come se stessi sviolando sull'acqua perchè ti denota classe ed eleganza, regalità così come per la controparte maschile... Apparenza!" accendendosi una sigaretta curativa o fitoterapica, ma senza bocchino anni trenta regalatole da Milan, realmente antico "Io sono più per la sostanza, ma alla gente piacciono le illusioni... mi sembra la favoletta del pene grosso o -normale- che uomini e donne si cantano tra loro. Una dice che la sostanza è più importante, l'altro ribatte che è chiave come si usa... anche se da neutra a uomo, lasciami dire che non capisco che vuol dire saperlo usare... quello... quando la natura ha detto nel dna che cè un modo di farlo e basta..."

    "Ah aha ah" rise di gusto Milan alzando la testa "quindi che fai, tu fai la voce della donna sulla sostanza e mi butti con gli altri sul saper usare?"

    "No... ma voglio dirti che paragonando a quella cantilena sull'usare che non ha senso, quando si scopa, lasciami parlare in volgare, è... scopare. Per accontentare te e Madame ho seguito lei nel suo lavoro per un giorno intero e cosa ho visto lo sanno solo gli Dei se esistono... cosa ho visto!" mostrando qualcosa che a Milan parve disgusto "e lasciami dire, ce ne fosse stato uno otlre i vetri che facesse diversamente. i movimenti sono sempre quelli, al massimo ti prendi un pastiglietta o un ritardante e si parla del tempo impiegato, anche se di oslito non si soddisfa mai la donna ma si è fatta la danza dei dementi, quindi..."

    "la cosa?" ridendo come un bambino, mentre ossrevava la macchina che li aveva accompagnati andar via, lasciando solo i tre che seguivano Lia e le Fanciulle che erano le sue guardie del corpo. Solitamente la macchina si fermava nel luogo stabilito per l'accoglienza, ma per parlarle e spiegarle determinate cose, avev apreferito restato un pò prima del cancello d'entrata, parlando in russo, anche se lei mischiava italiano con il russo per certe parole

    "Con il tuo ex lavoro avrai capito... ok, non ti prendo in giro, ma posso dire che dai filmati di reati e con Madame ho visto abbastanza maschi e come si comportano da dire che... i movimetni sono sempre quelli. Questo -saper usare e come-... ah! paraculata!" fece inspirando dalla sigaretta e trattenendo, tenendo la sigaretta con il pollice e l'indice della sinistra, poi passandola alla mano destra tra indice e medio

    "posso dire la natura?  E' così per ogni creatura vivente..."

    "Bleah"

    "E comunque,  sai bene che così facendo, muovendosi così, anche la femmina dovrebbe provare piacere. Si, so che ridendo stai obiettando la cosa, visto il lavoro di Madame ti avrà raccontato di tutto, ma..."

    "Ascolta. Io posso solo dire cosa so, è vero, ma parliamoci chiaro... si tratta di elementi creati dal cervello per quell'atto. Cose fisiche. E cosa dicono alcune persone dai racconti di Madame? Che farlo può alleviare solo poco, perchè tutto poi torna peggio di prima e per avere un buon efetto dovrebbe durare molto tempo o essere stratosferico. E Rò che mi diceva che si faceva sesso per dimenticare il brutto, condividere l'intimità... come se l'intimità fosse quello! Tutti scopano e tutti fanno sesso, non l'amore, è diverso... E' solo un palliativo che la gente rincorre per gli ormoni che vengono rilasciati,  ma lo schifo resta ancora intorno a loro. Non aiuta, non fa altro solo che scaricare un pò i nervi e dare appagamento cerebrale temporaneo... infatti cercano donne come non ci fosse un domani... quindi puoi dirmi tutto ciò che vuoi, ma piano piano l'interesse e l'eccitazione diminuisce, si cerca qualcosa che attizzi di nuovo o di più, ci si stufa della stessa persona, si cerca di provare quella cosa che dura... , tanto" schioccando le dita "ma tu e io sappiamo che il solo sesso o muoversi come una tarantola sotto acidi non dà veramente ciò che serve, è solo un placebo temporaneo. Non cè felicità in molte cose nella vita, che tutti vogliono.La gente può fare tutto il sesso che vuole anche tutto il giorno, se riesce, ma quello come diceva Rò non è niente di magico. Fa solo disperare e ti rimanda appena gli ormoni sono finiti,  tutto idnietro a ceffoni sui denti... quindi parliamo di tempo e attività sprecata per qualcosa che è solo parte del bisogno del corpo, per quegli ormoni. Si,se  ne ha bisogno per il benessere psicofisico ma... dammi un'indicazione, quali sono  i dati degli uomini dopo che ho messo tutte le attività varie?" camminando osservando il muro e le piante fuori il perimentro

    "Si..." fece lui con stanchezza "in effetti si nota come si sfoghino, diano moltissimo nelle attività che sembrano interessargli, a cui si sono appassionati, registrando valori di utilizzo della Casa della Seta minori. Dagli stessi intendo, nel tempo. Cosa danno nelle attività ludiche come le chiami tu, ma in realtà è un modo celato per farli sgobbare e sfogare,  senza troppo sesso come valvola di sfogo..:"

    "QUindi funziona?" fece lei con un sorrisone

    "Entriamo!" fece lui come offeso

    "Stai perdendo e mi spingi all'interno? Che amico cattivo" rise suadente lei mentre lui le passava un braccio intorno alle spalle e la spingeva verso l'entrata

    "Andiamo, bimba. Che vuoi che ammetta" superato il cancello per evitare che avessero modo di sentirli "e comunque la Casa della Seta è utilizzata comunque..." poi si fermò e si voltò verso il gruppo che l iseguiva "Voi tre, andate ad avvisare, anche se ne sono a consocenza ma meglio fare gli stupidi, della mia presenza il direttore. E voi ragazze, per ora vorrei che... portiate il verbo tra gli ospiti qui da ora in poi. Fingete come sempre di cercarmi e parlate di noi... mentre nella realtà osserv ate, valutate, registrate, controllate come sapete dal vostro lavoro,  su, su" fece ai tre dell'ave maria e alle Fanciulle che lo proteggevano. Quel luogo era sicuro e protetto, relativamente sicuro pensava, e quindi meglio che qualcuno con l'occhio del professionista occhiasse tutti e tutto prima di lui.

    "ma non come prima, come una ricerca spasmodica di ritrovare equilibrio con..." continuò lei appena soli

    "Ok, è vero! Hai ragione e le attività ricreative o come le vogliamo chiamare che attraggono e fanno sgobbare gli uomini, nel contempo sia  divertendoli che allenandoli... funziona!  Vuoi che lo ammetta? Fatto! Mio fratello è contento, dice che trova assurdo che tu possa dissociarti senza  meditazione,  dando comuqnue frutti e dice che sei un esempio di come le cose sfuggano a volte alle leggi... è ammirato da come hai rivoltato una cosa che..."

    "Oh ti prego! Innzitutto sono un capra in molte cose, ho solo fatto la cosa più ovvia, che potevate fare meglio voi, e lo sai.. non ho chissà che capacità. Sono negata in tante cose e nei giochi di escape room faccio cadere tutti  isanti dal paradiso.... Poi... COn così tanti rignraziamenti e complimenti mi sciolgo! Guarda, la pelle d'oca, i brividi... è così tanto cosa stò ricevendo di rigraziamento..."  mentre lo perculava facendo la gatta morta attaccata al suo braccio, facendolo ridere

    "..." fermandosi nel viale di ingresso per guardarla negli occhi appena tornato serio"Tu non immagini le cose che ti dimostrano il mio e nostro ringraziamento. Ma ricordati che siamo militari in primis, noi..."

    "parli degli uomini che si congratulano tra loro a pedate nel culo e pacche sulla schiena in stile Cannavacciuolo.... con scherzi, frasi allucinanti, schiamazzi, bevute etilomiche da infarto e feste la sera che la mattina sono zombie... e posso continuare!" mentre lui alzava gli occhi al cielo "Si! Siete militari seri, duri, cazzuti, inclini alla disciplina mentale e fisica e tanto altro..." gli disse smelenza occhi negli occhi "quello però hce non comprendi è cosa voglio dirti, anche se lo prendi per presa in giro. Le leggi, serie e dure, possono anche cercare di raddrizzare le persone, ma cacci più mosche con una goccia di  miele che con un barile di aceto... pensi che cosa ho attivato come attività fosse solo per... farli sfogare e non fare più sesso?"

    "no, ho capito il senso. Hai dato a loro dei motivi per alzarsi ogni giorno. Come dici sempre il mondo non è di chi si alza all'alba e vince sugli altri, ma di chi è felice di alzarsi e vivere quel giorno. Oppure...Bocciare non è crudele, ma da schifo promuovere senza merito. E ancora, la gente vede solo le tre cose che emergono da una persona. Il successo, i soldi, la posizione, le capacità e meriti che gli si danno. ma dietro vi sono nascosti e non visti e considerati il rischio, il coraggio, il duro lavoro, la persistenza, i cambiamenti, i dubbi, la lotta, i fallimenti, buone abitudini... poi cosa cèra... l'azione, l'opera, il procello, delusioni, sacrifici, le notti tarde, la disciplina... queste cose come dici vanno provate insieme a quelle buone ma no nci si alza per dei motivi, se non si ha voglia di alzarsi, di esistere quel giorno... è come morire. COme con te. E hai esposto a quegli uomini qualcosa che non cèra prima. Da scoprire, vivere, magari consdierare importanti e... portandoli a vivere e senrtirsi di voler essere svegli il giorno dopo, e poi il successivo e via dicendo. Hai dato delle opportunità e modi di bruciare il tempo e le giornate che no navevano, e ti ringrazio per loro. So bene che chi comprende, sa dare davvero aiuto e risposte e come avevi detto, ci sono persone che hanno bisogno di aiuto e una guida e quelli come te, siete meno ma ci siete e con voi non cè aiuto che tenga. Ma se pensi che non siamo riconoscenti..."

    "Penso solo vedendo come mi trattano certi uomini e come tu e tuo fratello... come dire... ve ne freghiate di seguire,  lasciando agl ialtri tutto..." muovendo le mani cos efossero una bilanzia con due piatti "voi siete sognatori e io credo in ciò che fate e desiderate portare, oltre che giungere ma... cè tanto lavoro che no navete compreso. Previsto. E ancora, ci sono persone che già da voi e con voi , devono essere cambiare nel cuore e mente,  e nel modo di approcciare la vita che... se non è un seme che parte da voi, tra voi... che senso ha cambiare il mondo? Sono secoli che va sempre in quella situaizone, preferendo lo stallo e le cose tutte uguali perchè sicure rispetto ai cambiametni... ma il mondo non può cambiare così! E  gli uomini sembravano me, solo con un unico pensiero. Correre agli incarichi perchè si sentono vivi nel mentre, per poi cadere in torpore e lentezza nel tempo normale. Adesso... adesso sembra che si siano svegliati, siano anche più legati e sfoghino le cose nei modi che ho presentato cambiando, un pò alla volta ma se cè speranza con loro... allora anche per voi e il vostro sogno. Ma se no ncambiate tu e tuo fratello insieme ai vostri uomini, se non siete vicini in questo, che senso ha tutto?"

    "Le abitudini sono dure a morire... bimba!"

    "ma i veri sognatori non dormono mai, no? Ma anche i sognatori per farlo, devono col tempo abituarsi ai cambiamenti intorno a loro e col loro corpo e altro e adattarsi a questi... senza cambiare il succo. Cambia il modo, il come, il perchè, il quando, il se e via dicendo, ma... se cè qualcosa di così grande nel cuore e anima, nessun percorso nel suo succo può deviare tanto da cancellarsi o altro. Le persone quando parlo... non comprendono cosa dico e come, ma tu come Fiamma e Leader,  dovresti essere la loro guida in molte cose. Anche nel mostrare come esempio..."

    "Ho capito..." fece per chiudere il discorso "Cè una cosa che vorrei chiederti... Sei sicura che non resterai, oltre i vari rimpianti anche... con cose che non conosci non provate? SO bene che non vuoi discutere su questa cosa, ma cè qualcosa che devo dirti..."

    Lia che camminava al suo fianco aveva proseguito sola, perchè lui si era fermato e appena ascoltatoil suo discorso si era fermata senza voltarsi.

    "Serio, bimba... ho capito benissimo che rifuggi le affezioni a tal punto da non voler neanche pensare di condivere dei momenti anche solo di... come si chiamano adesso, il termini che usi in italiano per definire questa pratica..." schioccando le dita per ricordare mentre lei si voltava seria e dura ma solo di profilo

    "Cosa avevamo detto?"

    "Lo so, ma voglio chiarire una cosa prima di andare a quel discorso importante, sono serio..."

    "Eh... che ne so, parli degli scopamici?" disse lei in inglese e la aprola in italiano

    "Eccolo, che suono itneressante. L'italiano l ostudiai solo per fare bella figura, ma è così poco cosa so e solo per salutare e qualche frase di circostanza..., eppure ha suoni e modi di dire le parole e le frasi che hanno un loro perchè... parole in italiano che hanno quasi corpo e cadenza rispetto l'inglese..."

    "STRINGI!" fece lei chiudendo e riaprendo la mano più volte. Gli avea insegnato molto della sua lingua, quindi quel suo pergiversare su cosa ormai del passato mentre in quel momento poteva parlare con lei in italiano discreto ma comprensibile, era strano

    "SApevo che ti saresti alterata... volevo dire, trovo un pò strano da parte mia sentire qualcuno che evita come la peste l'idea di sfruttare persone che conosce, considera amici e fidati..."

    "cosa?" voltandosi totalmente verso di lui

    "Si, bene che rispetto a te io ho il problema che non cè nessuna interessante da un legame stabile. E questo mi rende leggero dai legami troppo invasivi ma nello stesso tempo mi fa venire come una solitudine perchè... le relazioni che ho, sono solo fisiche, passionali solo perchè sono belle, ma tranne qualcuna che è un pò più illuminata, non cè niente di cerebrale. Se fosse così avrei un'amica come t e e na persona vicina su cui posso fare affidamento, lontano dal solo lavoro. Mi sentirei più... pieno d'affetto ma non è così...Mi dispiace che te ne andrai.."

    "perchè anche voi, tu e tuo fratello siete soli come te e ora ti punge... la solitudine, eh? brutta bestia..."

    "Mh" si incupì lui "Ad ogni modo, dopo che te ne andrai, non avrò nessuno,  con l'amicizia come la nostra su cui contare a occhi chiusi,  e la contentezza di tornare a casa e trovare te ad aspettare per passare il tempo in modo interessante,  e davvero importante. Si, resterò solo, lo ammetto. E quelle ragazze non valgono tanto da bruciare il mio tempo... ah, questo rimanda al tuo discorso del tempo che si dona a chi si vuole bene! Ora lo capisco. Tuttavia io stesso, trovandole belle e pagandole, ne approfitto. NOn sono mie amiche, l'amicizia mia e tua non è tale da pensare al... scopamici si dice? comuqnue, sei ocme una sorella per me. Ma tu e io siamo diversi. Io approfitto delle ragazze che prestano i loro servizi per denaro,  tu nonostnate la gente che conosci adesso e hai intorno, non hai nessuno da considerare neanche una volta per una cosa che io stesso sfrutto ed è naturale? madame..."

    "Madame!" fece lei incazzata

    "NOO!! NOn è come pensi... Madame mi ha solo chiesto come andavano le cose con gli uomini, se ancora ti protestavano davanti, mettevano su scioperi contro di te... So come si comportano, ma certe mentalità non si possono cambiare e lo sai. Non facilmente... però mi ha detto di essere stupita dal fatto che sei l'unica persona che conosce in tutta la sua vita, questa, che non è mai stata con qualcuno, non ha mai provato l'innamoramento o deciso come tutti di conoscere ciò che non sa, perchè tu non conosci e sai niente della pratica, che..."

    "Milan... tu ricordi le clausule del nostro accordo?" incrociando le braccia "E poi, stiamo parlando di questo qui, te ne sei accorto..."

    "Voglio solo chiudere il discorso fino a ciò che devo dirti. E devo, sento, di farlo qui e ora."

    "Cosa ha Madame da interessarsi a me,  e cosa faccio del miocorpo?"

    "Madame ti è amica, la consideri anche tu tale..."

    "Certo, la ammiro, rispetto, è una donna che non sarei io nenache tra vent'anni..."

    "cazzate"

    "... ma vi trovo fastidiosi, tu e lei, sempre a toccare un punto che per me è chiuso"

    "hai chiuso il tuo cuore e ogni briciolo di vivere questo mondo materiale... a quattro mandate? Ti proibisci anche una volta,  qualcosa che come disse quello scemo che hai allontanato, Rò... abbiamo corpi fisici, sfruttiamoli. Conosci tanto di me perchè te ne ho parlato, una dei pochissimi che,  parole tue. potresti scriverci un libro targandolo come comico" vedendola ridere sotto i baffi ripensando a tutte le cose che le aveva raccontato. Dai fallimenti, casini, errori e momenti imbarazzanti della sua sfera privata e intima. E lui era l'uno di quattro persone a conoscere il privato di lei, che l'aveva portata a sviare e chiduere certe cose. Oltre lei e Milan solo due persone conoscevano quelle cose e nessun altro.

    " quindi?"

    "QUindi" avvicinandosi a lei "capisco e comprendo il tuo modo di vedere. Per evitare di creare involontariamente legami eccessivi che tu non vuoi e senti, perchè non si rovini qualcosa che hai e non vuoi mandare in frantumi, ragioni secondo il pensiero per cui -meglio un professionista che non deve fare altro che il suo lavoro-, qualcuno che non deve tenere legami ocn tee... comè che hai detto l'altra volta? Tanto devo stare ferma e farlo fare e sarebbe giò noioso, come quella votla con Rò... OK, non conosci la pratica ma la teoria si, e so che ti viene l'ansia e il tremore, letteralmente, al ricordo di quelle volte e al pensiero di una vicinaza troppo stretta con qualcuno,  che viri verso quello... ma non ti sembra fredda questa cosa?"

    "Eh?" fece lei confusa aggrottando le sopracciglia

    "Te lo dico da amico, e da... conoscente di queste cose da entrambe le sponde... cosa ti disse Rò, che trovasti triste? Che la sua prima esperienza fu in una vacanza a quattordici anni con una ragazza più grande. Ma non ti disse mai se erano amici, se provava qualcosa per lei... e tu non hai chiesto. Perchè non volevi sapere, corretto?" vedendola col broncio "non volevi neanche sentir parlare di cosa lui poteva aver fatto perchè lo reputavi cosa sua e se non ti diceva niente, non chiedi. Lo hai fatto ocn me, tranne qualche domanda per capire il discorso,  hai ascoltato. Senza chiedere o premere per sapere, non sei i ltipo. Lasci che sia la persona a dire le cose. Non so lui, ma la mia prima volta fu a casa,  da dove vengo, con una ragazza che mi piaceva, non da stare con lei, prima di partire. Non vi furono promesse o simili d'amore, di ritorno, di cose simili. Per come eravamo nel nostro angolino un pò arretrato, se una ragazza faceva cose prima del matrimonio, cosa terribile, sempre che il fidanzato non l ostesse per sposare ed era molto vicina la notte di nozze. In verità cèra già stata...!" rise lui mentre Lia spalancava la bocca stupita e mostrava uno stupore che lo faceva ridere

    "Fammi capire, tu sei andato con una non fidanzata come volevi farmi credere, ma sposata? Ma serio?!"

    "Lei era una di quelle donne che le restrizioni le stanno strette! Sai, come te pensava che le donne dovessero essere libere senza giudizi su ocsa scegleivano di fare, e sperimentare... Stavo per partire, mi abbordò e..."

    "No, basta, non voglio sapere!"

    "Ti sta venendo lo... sgutter, come chiami come ti senti, come quando scopristi che lui era ancora fidanzato ed era pronto a fare festa con te?" vedendola rivoltarsi con un broncio lungo  accompagnato da esperessione irata

    "Bella roba credere di  avere un amico, che ti dice che non cè più niente e tu pensi ok, poi scopri che si fanno sol otira e molla e ti sale il crimine quando chiedi -del tempo con te-, e ti risponde di no, non è possibile farsi vedere insimee perchè il fratello di lei è uno stronzo,  e se ci vedeva, se qualcuno lo vedeva nel mentre cèra il periodo di tempo con un'altra e altre stronzate... ma subito mi chiedeva di farlo, per condividere qualcosa diceva, mezz'ora... mezz'ora mi diceva al cell, e sarebbe passato da casa mia per, parole sue per -cavalcare in macchina-... tempo per me non cèra mai, sei volte l'ho visto di presenza in un anno, eccome però lesto a correre se cèra da farlo..."

    "Lo so. Almeno ti ho sviato da cosa ti ho detto prima..." passò subito a riflettere tra sè rilassato "ad ogni modo, anche se hai i tuoi problemi... e per il mio lavoro prima... non trovo positivo per te pensare seriamente, anche se non accadrà lo so, che credi sia meglio vedere comè -tanto devo stare ferma e zitta come fu con Rò e farlo fare- con un professionista..."

    "Certo, perchè tu pensi che sia meglio per chiunque, non parlo di me, pensare di provare la prima volta per forza e solo con chi -si ama?-. Ceeerto! Si è visto dal nostro lavoro cosa finisce questa politica buonista. Video caricati online con affossamento dell adonna, di lui no, mai. Ed era una cosa privata di entrambi... Relazioni che dovrebbero essere solo e va bene così,  da scopamici che finisce a schifo! perchè uno dei due capisce, ma guarda caso, che prova delle robe e vuole di più... libertà sessuale mi dicevano, e poi se vai a letto ocn uno o una basta, finito, deve essere relazione perchè gli ormoni arrivano il cervello e tu sbarelli! Come quando fai figli! Io non rimangio cosa ho detto e indicavo situazioni come le mie o di persone che non trovano nessuno che voglia passare qualche ora, anche se a volte minuti..." ridendo "perchè definiti o definite non bombabili... ti prego Milan,s cendi dal tuo sogno in cielo e torna a terra. Tu hai i tuoi passatempi mentre aspetti di beccare quella che ti dia quel senso di innamoramento che sognate tutti. Ti ho mai detto niente? Ti ho solo chiesto di evitare che queste ti prendano oltre la mano anche tutto il resto..:"

    "Ma lo fanno già" ridendo di gusto mentr elei alzava gli occhi al cielo "Ok, scusa. Mi è uscito... lo so. Non devo permettere loro di ottenere altro che i soldi e la visibilità tra le persone che conosco. Niente dell'organizzazione. Le mando via quando devo discutere di cose importanti, so cosa fare. Tranquilla, nessuna donna mi fregherà..."

    "Disse quell oche qualche attimo fa sognava la donna cerebralmente perfetta per lui da tenersi vicino.."

    "Non fare la cinica. Torniamo a te,  sono seriamente preoccupato del fatto che credi in questo pensiero"

    "Davvero tu sei ancora fermo che la prima volta deve essere da fiaba? Sei rimasto come altri all'idea che l'imene sia sinonimo di purezza quando ha una funziona biologica tutt'altro che sessuale?"

    "Lo so, anche grazie alle Lezioni che hai messo, l'imene è una membrana che dalla nascita alla sua rottura protegge, o meglio, si crea nel feto per proteggere vagina e utero dal liquido amniotico, terminando la sua funzione alla nascita, tranne i bagnetti!" ridendo" ma nei secoli passati non consocevano molte cose, una tra queste, e pensavano fosse una dimostrazione pratica del comportamento delle donne..."

    "E quindi, spiegami, se tu e Rò, per fare due esempi, affermate che il sesso sia un divertimento, un bisogno fisiologico per cosa rilascia alla fine... per chi ci arriva... che è un elemento indispensabile e necessario di una coppia... ma per favore, si vede quando scema la passione che accade alle coppie... insomma, siete anche convinti che la prima votla debba necessariamente essere fatta per legame d'amore, per l'intimità di coppia, un qualcosa che debba essere da sogno, fiaba, indimenticabile... Infatti Rò mi disse che la prima volta l'avrei dovuta fare lui seduta al posto di guida e io sopra di lui... romantico!" fece lei scuotendo la testa "Io non ho fatto niente quel giorno e quando lui ci ritentò cercando di spogliarmi, compresi la verità delle cose...ma lasciami dire anche per le donne che hanno dovuto per la società farsi fare per necessità di matrimonio e prova di consumazione, che è una grande boiata. Io non l'ho mai fatto, ma pure io so, togliendo i tuoi racconti e le cose che leggevo online, che le prime volte sono un bordello, peggio se entrambi non hanno esperienza, o non ci si conosce da..."

    "Si, va bene. Lo so che il primo incontro può accadere di tutto e finire in un casino..."

    "QUindi di che stiamo parlando? Io non voglio mai più le mani di qualcuno addosso e mi auguro solo che in base al risultato del test, non accada qualcosa di brutto alla nuova me,  da essere l'inferno e non un ricordo positivo. Dipenderò dalle sue scelte ma guarda, sudo freddo! Ho paura del dopo che me ne sarò andata per lei, ma non vedrò mai quello che piace a te e milioni di persone positivamente,  se non qualcosa da fare per accontentare l'altro,  aver bisogno degli ormoni rilasciati dopo, dell'idea secondo voi che un legame resti e sia più forte col sesso... ma scherziamo? Mi è già bastato abbassarmi a dire si quel giorno e per poco non finiva male la volta successiva... mai più, Milan. Non permetterò a nessuno di avere ciò che vuole perchè questo è...vogliono una cosa, quando passa il tempo o si stufano o non gli va bene cosa sei TU.... tu, Rò, chiunque può raccontarmi tutte le storielle che vuole, qualasiasi cosa positiva o preziosa che volete far intendere,  ma per me non è e non sarà così. Ho detto a me stessa, ho scelto di on accettare. Io rifiuto di scendere a compromessi per l'affetto di qualcuno. E se avere qualcuno vicino significa dover stare come quella volta ferma a guardare il soffitto facendo fare cosa vogliono, ma nenache se fosse quella persona che tu credi esista per me!"  voltandosi e avviandosi

    "E quindi morirai privandoti di conoscere qualcosa che non conosci?" facendola rivoltare

    "Milan... forse non ti è chiaro il senso delle mie parole. Se volevo una cosa meccanica,  solo per sfogare il mio corpo, che già mi odia e mi rifiuta, come ho detto andavo da un professionista che sembrava decente per i miei canoni. Ma non l ofaccio. perchè? Perchè non sarebbe -provare-! Cosa,  devo provare? Come accade purtroppo negli strupri, visto che trattiamo anche questo schifo per cacciare quella feccia che lo fa, il corpo se stimolato sfugge al controllo della persona. E ci sono donne in terapia e devastate perchè subendo quello, vedendo toccate e stimolate, il corpo ha reagito per fatti propri facendole sentire uno schifo per cosa stavano provando, in una abuso! Rò diceva smepre che il corpo lo vuole, ne ha bisogno, serve fare sesso... ma io mi sento un essere umano a tal punto da non scendere ai meri istinti animali da scoparmi mezzo mondo, come invece pensate di tutet le donne. Non voglio provare qualcosa solo perchè ne ho bisogno! Perchè è necessario per la salute psicofisica... e sticazzi! La persona sono IO o il mio corpo? Si, come dici il corpo materiale lo abbiamo e sarebbe un peccato non sfruttarlo. Insomma, dai ragione a Rò affermando che ce l'ho,  devo, devo usarla!"

    "Non volevo dire..."

    "oh, si invece! E lo sai. Me lo dici come amico. Mi hai presentato tanta gente perchè trovassi qualcuno di interessante per almeno godermela prima di andarmene... ma l'ho detto e non lo ripeto più. Se volevo solo una cosa meccanica, me ne andavo da un tuo collega, porcocazzo!" sbraitando e Milan capì che era davvero fuori controllo "e non esiste che tu e Madame mi facciate da amici se continuate così. Madame è contenta dell'uomo cheper caso ha incontrato per un nostro incontro di lavoro in comune... buon per lei, che si diverta! Ma non voglio qualcosa di meccanico e da fare perchè serve, perchè significherebbe esser eocme una pancina, stare a pancia in su ferma e farlo fare, aspettando che finisca e se nel caso il corpo prova qualcosa, bene! Ma cosa dovrei provare? Una cosa meccanica per stimolazione solo per arrivare p qualcosa che valga? Dimmelo, perchè non ti spieghi...Per me non  è così! Se non provo, se non sento io, se no n desidero io, se non... Tu come nessuno, a meno che non ci sia qualcuno come me, può comprendere cosè stata per me la mia vita e tutto quanto. Come mi sono sentiva sempre nella mia vita, come mi ci facevano sentire perchè volevano, cosa è stato dire -ok, tutti mi dicono che devo essere una persona matura anche in quello, quindi se per essere accettata devo stare con un uomo.... che devo fare, sono stanca e dico di si-, ma è stata solo l'apoteosi della disgrazia. Tu per il tuo ex lavoro con tutte le donne di ogni età, hai detto che alla fine è stato un sacrificio che non ti pesa, purchè avevi i fondi per il suo sogno. Esser l'artefice del cambiamento del mondo. Ma uno come te così come tantissimi altri, non potete capire cosè stato per me dover chiudere gli occhi e fare avvicinare Rò per cosa voleva, quel giorno è stato un tripudio di denigrazione, schifo, orrore e consapevolezza non cè niente di bello, per me in questo maledetto mondo! E non sono io a provare vergogna. Come si è comportato, come mi ha trattata, come mi ha lasciata come una scema nuda andandosene irritato perchè io non essendo come le altre... ma im ha devastata la volta dopo, quando osò lamentarsi che non volessi essere toccata e spogliata come voleva fare, urlando che ero cambiata. Ecco... cosa puoi capire TU, di come ci si sente e così non molte donne, visto che per tutta la mia vita ho sentito solo la cantilena -le altre, cerca di essere come le altre, guarda le altre e fai come loro-... Sempre io, sempre e solo io a guardare, capire gli altri, attenermi a cosa gli altri vogliono e si aspettano. MA A ME CHI CI PENSA?!? Chi mai nella mia vita ha fatto qualcosa davvero di cuore e per me da non aspettarsi niente, ma solo... continuo a cercare di farti capire qualcosa che forse non ti entrerà in testa. NOn niente per me in questo mondo! Nella mia vita non ho avuto NULLA, NIENTE, e le poche cose che desideravano mi erano negate o tutti facevano orecchie da mercante. SOno così difficili e impossibili che cose che sognavo rispetto soldi, potere, posizione, essere ammirati, passare per brava gente con la scusa di mogli e figli e tutte le cazzate capitaliste e sociali della buona e falsa reputazione. Cosa ne sai tu del mio dolore quando chiedevo del tempo ma mi si rispondeva NO, per poi dirmi -ti va di passare una mezz'oretta in macchina? Vengo subito-... nella stessa telefonata, come se niente fosse, solo per quello... e quando e se avessi dato quello, io cosa avrei avuto in cambio? Il solito -non è possibile, sono stanco, non mi va o altre boiate- così' come all'università. pensavo che quel capitolo della mia vita fosse terminato, e invece come mi trattarono mentre mi ammalavo e cadevo dell'abisso.Sola con la merda creatasi per gli altri. E poi la rabbia da uccidere quando Zay e Ric si misero a dire che non credevano, non era possibile, non cèra da credere che fossi rimasta sola dopo aver mandato al diavolo anche loro per cose che dicevano e aver deciso di stare sola come alla fine ho fatto la mia vita... tutti a dire che mi conoscevano e poi semrpe trattata come bugiarda, senza credere... Rò che mi diceva che si offendeva del mio dire... che non provavo niente e non sentivo niente come lui e come tutte che nomnava di passare, come tutti dicono -dei momenti in cui ci si avvicina al cuore e al'anima di un altro con un atto d'amore-....A AH AH AH" rise come Veròna al cielo "per questo il mondo è costellato di schifo, proprio per questo... io conosco solo cosa gli altri mi hanno mostrato e dato. E quando a quei due che dicevano di essere amici ho chiesto un solo gesto di amicizia, uno solo, la cosa che desideravo di più come adesso, come se ne avessi bisogno più dell'ossigeno o di voi del sesso... alla fine mi sono detta -a che serve avere gente con cui parlare se si parla solo di cose belle per gli altri e mi si ripete di svegliarmi, di capire che cè altro...- e mi coinoscevano, eh?...Meglio soli nella disperazione che vedere come è successo quella feccia schifosa che avrei voluto portare con me all'inferno o torgliergli le cose a cui tenevano di più vedendoli disperarsi fino alla morte, che vivevano piccole cose che desideravano, venivano elogiati, visti con orgoglio, che avevano cose che... chi tra noi meritava? Per questo mondo loro... e sono sempre rimasta dopo tutto quanto ho fatto, non fatto, deciso e non deciso, per qualcosa che non ho mai avuto comunque... non cè posto per me a questo mondo. E con voi, non cè denaro o altra cosa che possa... niente di ciò che si può comprare o ottenere come tutti quanti ambiscono... mi renderà veramente felice. E così come io non provo e sento niente da finire come la geste si aspetta, come è successo da sempre per me. Per Rò, per quei due, tutti... io non sono voi. Io sono io e sono anche noim, le personalità che ho creato per aiutarvi ma... io non sono voi e non cè niente per me e ne accetto di calarmi al vostro pensiero solo perchè così fan tutti..."

    "Ok, va bene, calmati... ho qualcosa da dirti... di importante..."

    "Mi sono già stufata di essere qui e ancora non ho visto il posto allucinante..."

    "Ma non ti ho detto una cosa importante riguardo al ringraziamento... ricordi quandi ti dissi che alla tua morte terrena ti avrei dato una sepoltura degna del miglior onore?"


    "NOn posso dire di aver avuto gli incubi ma... l'ho trovato parecchio inquietante... guarda, mi tremano le gambe" camminando al suo fianco verso una zona che non sembrava l'edificio principale, ma  più lontana da cui provenivano voci e luci.

    "Quella zona è... adibita ai riti. Una volta entrati, vedremo delle persone che svolgono..."

    "Ho ben inteso, purtroppo!" fece lei irritata

    Giunsero davanti un altro ingresso, immerso nel verde con visibile già dall'enorme porta senza battenti contornata dalla luce di due fiaccole, dentro compariva una zona con panche e in fondo una sezione come un altrare della chiesa e una statua enorme di un gufo, così grande da sembrare irreale. Tutto era illuminato da fiaccole appese al muro. Entrati, sisistemarono vicino in muro che cintava quella zona, nella penombra, visibili solo dagli addetti che li avevano visti entrare o andavano in giro a svolgere i loro compiti, ne l'officiante che sbraitava roba e ne chi seguiva la funzione, li avevano visti o li vedevano.

    "Il nostro compito è la caccia" le disse. Varcata la soglia controllata da addetti del luogo, osservaron che da una zona laterale entravano delle persone prive di sensi. E Lia ne riconobbe alcuni dagli abiti.

    "Sono... quelli che abbiamo cacciato?"

    "Si. L'unica cosa buona di questo luogo è che se devono svolgere determinate funzioni, almeno utilizzano persone che meritano cosa gli accade. Da quello che so sono nemici, persone con cui sono in conflitto, persone che in qualche modo hanno fatto torti o sono un fastidio..."

    "quindi non a caso"

    "No. Qui ci sono giudici e procuratori oltre pezzi grossi, ministri, varie figure ricchissime e potenti, non qualsiasi ovviamente, ma pezzi grossi che potevano avere fastidi da questi soggetti per vari motivi e... quale modo migliore per toglierli di mezzo, se non offlirli a un Dio in cambio di ciò che desiderano? o almeno, non mi sono mai interessato di cosa ne fanno..."

    "strano per chi come te ama queste cose..."

    "In fondo, loro affermano nel discorso che quel tizio stò proclamando -L'afflizione delle offerte sacrificali sarà avvolta al grido di onore e richiesta...-." indicando con la testa l'uomo che parlava come un vescovo a messa. E quel luogo stesso sembrava proprio come in una messa religiosa sotto gli occhi di quella mastodontica divinità. "Ma tornando al nostro discorso, visto che non interessa a noi partecipare a questo... banchetto demoniaco... hai chiesto dei miei amici..."


    "ho la vaga idea di cosa gli possa essere accaduto, tranquillo"

    "Ti sbagli" fece lui lapidario, che non sembrava quando pareva un pò diverso, serio, compito, quasi regale e diverso dal solito Milan allegrotto, ma con un talgio quasi di offesa. Lia rimase a bocca dischiusa a fissare l'ambiente intorno constatando l'odore orribile che vi era, non i suoi incensi, ma come acre di erbe, forse, penso? "Mi hanno tradito, mi hanno pugnalato alle spalle... ma ci sono cose che rompono il cuore..."

    "ti prego, sii chiaro"

    "Allora lo dirò senza mezzi termini..." avvicinandosi al suo orecchio mentre lei restava immutabile in viso e comportamento "Quei tre erano miei cari amici, ma hanno avuto la spiacevole idea di non credere nel Cambiamento  ein un lavoro non solo fisico ma anche spirituale, ossia credere nel bene e la luce. E fu così che presero accordi con esterni per prendere i loro capitali e gettarli nel business della guerra. Sai di che parlo" sottovoce

    "Armi,  traffici vari, finanziamenti in luoghi di guerra per accaparrarsi oggetti preziosi, potere ma anche oggetti da rivedere e molto altro" fece lei laconica con la bocca dischiusa e seria, osservando ogni cosa intorno

    "Per loro non cèra futuro per qualcosa in cui io e mio fratello crediamo,  e così quel giorno credettero di tradirmi e buttarmi via. E senza che io riprendessi ciò che era mio... e così mi sono dovuto difendere. Conoscendoti avresti attuato uno dei tuoi piani come... far saltare in aria quel posto,  fumando nel compiacerti di avergli fatto male e gettati all'inferno dove meritavano, poi magari facendo ricadere la colpa, come hai fatto poi, a quella cellula terroristica di cui conoscevi l'ubicazione ma la polizia...no! E così hai fatto saltare senza che vi fossero morti parti del palazzo, tanto come hai detto era moderno e tu li odi, lasciandoli feriti dentro, e hai mandato un video falso rivendicando la paternità del gesto come fossi loro,  ed ecco che la trappola è andata a buon fine... io ho semplicemente raggruppato delle mie Ombre in posti strategici e con me,  e al momento buono mi sono bastate due mini pistole da un colpo, nascoste perchè davvero minuscole, e... ho dovuto dire addio alla mia amicizia a dei cadaveri. ma o erano loro o io e il mio sogno. Ho portato loro comunque rispetto..."

    "Ah si?" fece lei. Non aveva mostrato troppa sorpresa o altro. Ma si capiva per chi la conosceva come Milan che fosse non nervosa ma quasi punta sul vivo su qualcosa che non le piaceva. uccidere. Ma anche per la pugnalata alle spalle, peggio se da amici

    "So cosa pensi, te lo leggo, ma lasciarli vivi significava all'epoca, come dire... avere delle palle al piede da portare via e tenere da qualche parte sotto controllo. Adesso abbiamo luoghi specifici che neanche Sing sing o i gulag... ma la mia rabbia e delusione la fecero da padrone. Non me ne pento se te lo stessi chiedendo. O sarei morto io, e con me tutta l'organizione, oppure loro avrebbero fatto parte delle fila che ingrassavano il peggio delle guerre. E se ti chiedi anche questo, ho provveduto a sostituirli con persone molto simili con qualche plastica in più che ne prendessero il posto, ovviamente cambiando stile di vita lontano da tutti, ma tenendo nelle mie mani di fatto, non in quelle di quei sosia, ciò che era loro. Ho provveduto con un ottimo calligrafo a procedere alla vendita a me di molte loro proprietà e attualmente loro restano come soci minoritari di questo e quello, fanno una sorta di vita normale ma tagliando i ponti con tutti... se la persona è viva, sembra lui palese anche da impronte e tutto abilmente scambiate,  e per la legge un adulto può anche allontanarsi senza che vi siano problemi... E io ho in mano adesso tutto ma non amo..."

    "ho capito, per questo non ami la suddivisione dei poteri e la partizione del potere stesso.  Capisco..." fece lei con un cenno del capo, come comprenedndo davvero molte cose

    "E come ho detto, ho dato onore a loro, nonostante tutto. Sono i protettori e custodi dell'organizzazione, dopotutto gli dovevo questo ma che fosse anche un incarico post mortem  come una punizione" fece lui sorridente

    "Fammi capire, hai prima tolto di mezzo i tuoi ex amici che ti stavano tradendo e sicuro peggio, li hai impachettati e portati via, nel mentre macchinavi perchè ogni cosa loro diventass etua e dell'organizzaizone,  e poi... li hai puniti come ... che vuoi dire?" aggrottando le sopracciglia mentre il tizio che berciava roba assurda su cose sovrannaturali che il loro Dio poteva fare aizzava la folla a cantilenare con lui

    "Come i dittatori e altre persone, ho solo adottato la via del sosia. Come la leggenda di Paul dei beatles, alcuni dittatori attuali... storia simile. E come ho detto per la loro punizione... ci sono trattati e settori della magia per cui è possibile creare un circolo di magia e protezione con i morti. Il potere di un corpo e anima umana abilmente giostrati sono grandi e potenti.  simboli negromanti incisi sul corpo risvegliano e aplificano il soggetto per dirigere a cosa serve tale potere. Da secoli il potere negromante ha gettato negli edifici dei protettori e custodi per quel nuovo luogo il potere dei prescelti per tale pratica. Come afferma un testo -Dopo la sua morte vegliò per anni sull'edificio e suoi occupanti,  per perdonarsi il suo comportamento da vivo o punizione.vegliare sul luogo e di agire come suo tutore è ciò che ho gli ordinato di fare per espiare i loro peccati-. Ed è ciò che ho fatto, chiedendo ad un architetto-alchimista di renderli  un catalizzatore,una forza, una presenza invisibile e intangibile, una protezione e custodia. Per questo nei lavori di rifacimento, gli ho ordianto di rifare i piloni interrati e presenti nel sotterraneo originale e di renderli... visivamente di pregio architettonico e decorativo,  ma nascondendovi il potere di conrtollare e ordinare ai soggetti murati in ogni pilastro di attenersi agli ordini incisi nel loro loculo di contenimento e su di se, sulla pelle. ..."

    "..:" Lia lo fissò in uno strano sguardo ma non vi era paura, ma quasi come se dicesse -dai, è una cazzata- "quindi mi stai dicendo che nel sotterrano, ghiacciaia, i..."

    "Si. ho preso delle persone di grandi capacità e carisma,  che però tentarono di togliermi di mezzo o altro,  e li ho resi miei servitori da morti. Come ti ho detto noi militari dobbiamo fare una scelta, è l'unica che trovai per salvarmi fu attaccare. Feci sparire loro e loro possedimenti e da morti li ricreai catalizzatori di potere e protezione,  facendoli murare nei nuovi pilastri, sempre con tecniche antiche, niente cemento, ergendoli da zero per un miglior  lavoro nel tempo al posto dei precedenti, perchè..."

    "Cè gente murata o chiusa, come vuoi mettere, nei... pilastri dell'edificio? Sotto i nostri piedi? Hai usato le cazzate religioso-magiche per... aHHH!!" fece lei irritata facendo una smorfia con le labbra per poi tenerle con i lati in giù

    "Possiamo dire che come tu rigiri la feccia, io ho fatto altrettanto... che facevo, buttare un tesoretto del genere in qualche fossa e tanti saluti? Per me, dal mio putno di vista, è un onore avere un luogo di sepoltura..."

    "Ma le senti le cazzate che dici?" gli chiese in italiano acida, e lui la comprese benissimo dall'abitudine da un pò di allenarsi in quella lingua insieme

    "Non mi credi?"

    "E' proprio per questo che mi incazzo! perchè so che lo hai fatto! Baffetto tedesco, i pazzi nel mondo, tu... tutti a cercare robe magiche e mistiche perchè vi accompagnino in cosa... ma cè ben altro e più potente di queste cose..."

    "tipo l'amore?" fece lui come un bambino che risponde con una battuta

    "L'amore è una cazzata e itnendo quello creduto da tutti allo stesso modo. Seriamente, quei tre sono infilati là?" fece lei seria, in italiano, voltandosi non verso l'ambiente ma verso di lui per guardarlo negli occhi

    "Sono seriamente lì. Sono stati preparati da negromanti esperti e sigillati in un cerchio di muratura,  con per tutto il fusto formule e riti e poi intorno più spesso del precedente, il pilastro vero e proprio..."

    "Ma quindi all'itnerno questi pilastri osno vuoti?" domandò lei preoccupata

    "Assolutamnete no. Vi è solo una sorta di capsula di circa due metri per..."

    "Ah, quindi avete fatto una parte vuota per metterci lo stronzo di turno con tutte le formulette e poi tutto il resto pieno? Fatto bene?"

    "Ti sembro uno che risparmia o fa fare le cos edi fretta? Ti assicuro che per qualche centinaio di anni, se tutto ben controllato e custodito, reggeranno anche con terremoti. Nulla di cui aver paura. Ma scusa, una volta a Zay non le dicesti che desideravi una vita fatta di ..:"

    "Aspetta! Temo che come lei non abbiate compreso. Non intendevo una vita come preticelli o sette, sono abominevoli loro. Io parlavo della connesisone con la natura, parlando con lei dei concetti wicca e utilizzo delle cose per il bene, del legame tra persone di fratellanza e amicizia, di giorni e momenti passati con le persone lontano dallo schifo della società attuale... il concetto è molto diverso. Si, ho desiderato una vita tra un nucleo di persone che si vedevano fratelli, legati, senza drammi e cazzate degli stronzi là fuori, con legami e contatti con la natura giusti e rispettosi, anche con alcuni concetti dell'avvicinarsi e considerare la parte spirituale... ma senza lo schifo che fa la gente. Mi viene il vomito con le pratiche attuali delle donne sulle stronzate di placenta, cordoni, riti di fertilità e nascita, e peggio tenersi un uomo. Quello schifo del mese nel caffè... ti prego! Questo mai! E se tu mi dici questo, temo che anche lei abbia frainteso, ma torniamo al grosso del problema. Mi confermi,  sicuro,  che ti possa cadere il gamberetto se menti, che sotto i nostri piedi ci sono tre stronzi..."

    "Loro sono nella parte centrale dell'edificio, ci osno pilastri centrali e poi i laterali. Loro osno nella cinquina centrale. Ci sono quattro pilatri itnorno ad uno al loro centro preciso, e loro sono a riposare in tre di questi quattro. Quello centrale ho deciso di decicarlo a te..."

    "..." fissandolo come se le avesse detto che aveva flirtato con un alieno

    "Si... ho deciso che tu sarai, con il massimo degli onori se e quando morirai con il corpo, il pilastro o colonna centrale in tutti i sensi. Questo per il mio affetto e rispetto verso di te..."

    "Alla faccia dell'affetto, sti cazzi, se sti stavo sui maroni che facevi, mi mettevi crocifissa in una chiesa sconsacrata per le cerimonie sataniche?"

    "Carina, bimba" fece lui ridendo come un bambino "No, seriamente. Lo ritengo un onore tenermi vicino le persone a cui tengo e ancor adi più se secondo me,  meritano di essere la Colonna..."

    "Milan, tu comprendi che stai dicendo?"

    "Certo. Dorde e io abbiamo deciso da tempo di finire allo stesso modo. Se uno muore prima, sarà un pilastro o colonna..."

    "uuhh, uhh,uhh" fece lei disperata voltandosi come piangendo ma senza lacrime, come le veniva quando la cosa era grossa e le veniva di piangere dalla disperazione dell'assurdità

    "Ti prego no nfare così. Per me meriti un posto  nel mio cuore, come è per Dorde, e come ringraziamento e onore e prestigio, è un luogo chiave..."

    "Create pilastri di gente morta!" fece lei senza alzare la voce ma comunque con tono lamentoso "e mi dici che sarà un onore da parte vostra, per il vostro affetto, infilarmi in un loculo... a supposta,  dentro un pilastro con scrittine che mi ordinano di fare la vostra schiava? ma che avete nel cervello, procioni con la rabbia che corrono sulle rotelle arrugginite?" aggerdendolo con i modi soliti di andargli petto contro contro petto  e gesticolando quando era furiosa, sebebne non urlasse ma stessero nelle zone oscure  "che avete nel cervello! Avete tolto un vecchio mausoleo sotterraneo e avete chiesto a me che farci, e vi ho detto -tramutatelo in un luogo di riflessione e meditzioni con le lapidi- che... AAHH! ti prendere i a sberle! Ci sono dei tizi sotto i nostri piedi murati e mi dici hce se ne vanno secondo la tua logica in giro a farsi i cazzi degli altri?"

    "Non credo che ti spiino in bagno, se credi questo, loro proteggono..." ma non finì la frase perchè l'occhiataccia che ricevette fu da terrore

    "E quindi mi dici che ti hanno pugnalato alle spalle e volevano farti fuori,  ma per amicizia li hai infilati là dentro, fatto intorno dei pilastri facendo mettere a degli scribacchini della morte dei testi perchè li rendessero schiavi da proteggere... perchè!!?! Camminiamo in un cimitero e tu sei tronfio e orgolgioso dei tuoi cosa... golem del cazzo? Cosa sarebbero, angeli guardiani di... cosa? Da cosa dovrebbero proteggerti? bada, Milan... se non fossimo qui ti prenderei a calci da ora a domattina..."

    "Calmati, come ti ho detto è la verità e invece di lasciarti in una buca gelida e che ti avvolgerà fino alle ossa, renderò te e il tuo corpo un elemento potente e prezioso per noi... Secondo la negromanzia ma altre..."

    "ancora con 'ste cazzate"

    "... ok, ma ascolta. Ogni oggetto tenuto, ancora di più se con cuore e importanza, da una persona raccoglie e ingloba aprte del potere di una persona,  e si dice anche un pezzo della sua anima..."

    "ma l'anima non era tutta unica?"

    ".. tnato da esservi leggende su oggetti personali di persone che ovunque andassero e appartenessero a qualcuno, mostravano come... di contenere la persona stessa in essi. Infondere potere e capacità ad un oggetto è un eleemnto antico quanto l'uomo,  e si dice che un edificio che possiede nei pilastri e colonne un guardiano o comunque un soggetto in esso tenuto e..."

    "che la terra mi colga adesso!" implorò lei alzando gli occhi al cielo mentre l'officiante faceva lo stesso ma contro l'immen sa stuatua

    "Un edificio eretto da soggetto di grande potere e capacità è in grado di essere forte, protetto, potente... ascoltami, un edificio pregno..."

    "NO, ascoltami tu! farò finta che non esistano e non lascerò che la mia voglia di spaccarti la faccia finisca per riversare ciò con un martello su quei pilastri stess,i, finchè la rabbia non è scemata..." non guardandolo ma chiaramente incazzata, era partita di rabbia come prima "sono stati s tronzi da vivi, ma farli tuoi schiavi da morti, ti rende una persona ancora più di merda! ma anche ammesso che davvero questo tizio negromante avesse... fatto un buon lavoro... tu capisci che ci sono tre stronzi, e a quanto pare altri ai lati dell'edificio-ma-se-è-vero-mai_porc-che...MMMHH" si trattenne dopo aver detto le cose veloci in preda alla furia "non voglio sapere affatto dove sono gli altri infilati o..."


    "non sono tutti dentro lo Chateau, alcuni anche fuori..."sospirò lui, non sempre si arrabbiava così tanto e così tanto da dire parolacce e sfuriare come in quel momento, se si icnazza molto partiva come una trigre silenziosa e letale, una matrona della vendetta, ma in quel momento sembrava voler urlare come una pazza. E la portò a farla voltare di nuovo quest avolta con occhioni apertissimi e irati che sembrava un gufo

    "Quanto vorrei che non foste così scemi da credere e fare queste cose... ma è allucinante che tu per affetto e onore mi... dentro una supposta scarabocchiata in un pilastro, ma cazzo, che avete nel cervello.... voi cresciuti con la religione! IO amo gli incensi, l'ambietne con candele, le atmosfere di luoghi di culto ma solo quello, ciò che sono e danno le cerimonie e feste di rignraziametno a qualcosa di grande senza definire un dio ma... questa cosa è da prendere te come martello e schiaffarti di rabbia contro quei pilastri... E io che vi lascio fare per evitare di bombardare tutto e mandarvi a fanculo..."

    "ora mi sento meglio ad avertelo detto, so che sei così adirata da farti venire in mente di bombardatre con noi qui, adesso, questo luogo, ma credimi, non cè niente da prendere con rabbia... inoltre, lascia che te lo dica, quando ti arrabbi talmente da aver superato la pazienza massima, diventi una furia da sbraitare parole..." me venne interrotto

    "Scusate Lord Milan, questa è la lista per la caccia successiva. Abbiamo apprezzato il vostro lavoro in generale ma quest'ultimo, in particolare. La situazione non ha generat problemi e comprende cosa intendo..." guardando Lia che sembrava serissima ma si stava solo trattenendo

    "La ringrazio, altrimenti non sarei un professionista, così come i miei uomini. Sempre a vostra disposizione... Ah, lei è la mia partner, è stata lei ad f effettuare la Caccia questa volta"

    "I miei complimenti, signorina... o Lady, se è la partner di Lord Milan. Ci auguriamo i servizi di ogni volta e... Lord Milan, Il Signor Grainshow chiedeva di Lei per dei contratti da effettuare con voi... finita la cerimonia lo raggiunga per cortesia, sembra che abbia dei problemi..."

    "Stia tranquillo, Lord Milan provvederà. Noi commerciamo in piacere e  in risoluzioni e siamo sempre precisi e qualificati. Vada tranquillo, saremo qualificati e professionali che tutto sarà sistemato in uno schiocco di dita. E se ha bisogno, noi saremo tutto ciò che vuole che... ma il nostro motto lo conosce già" disse Lia con un sorriso come quello dei ritratti,  prendendo dalle dita di Milan il foglio che aveva ricevuto dall'uomo. Sembrava untuoso, viscido e lecchino, seppur impomatato e ben vestito da apparire un Signore.

    "Molto bene. La cerimonia terminerà tra poco e i leprotti glorificheranno questa notte e il rito. Che il Dio sia con voi, Signori" sorridendo e allontanandosi

    "Lord... Milan...!?!" fece lei come disgustata

    "I titoli sono importanti, mia cara...e io ci tengo. Se le persone mi riconoscono in tal modo, è un buon segno. E sembra che tu abbia fatto colpo" ridendo, prendendole dalle mani la lista mentr elei li scorreva

    "Se, va bene... ma dimmi! Li uccideranno? Cosa ne fanno di quei... scemi che abbiamo cacciato?"

    "NOn so, ma se hai letto le loro schede... chi se ne importa. Erano squali e carogne, non crucciarti di questo..."

    "Ma che dici! Noi abbiamo un modo per pulire la feccia del mondo senza uccidere. Li circoscriviamo e controlliamo, perchè non possano fuoriscire nel mondo! Per tenerli fermi e chiusi, come il vaso di Pandora. Ma qui stiamo cacciando delle prede che... che cosa ne fanno? E mi dici che non ti interessa? Non sarò colpa nostra se stirano le zampe?"

    "Gli uccelletti invasivi sono un cancro per questo mondo, dal mio canto no... cosa fanno altri di quelle persone non mi interessa. Perchè anche queste persone qui, un giorno finiranno come loro. Tempo, solo un pò di tempo, e scaveranno e romperanno la schiena nella polvere, roccia, fango e sabbia per espirare i loro peccati. Perchè ti crucci? Non sarai tu avere le mani sporche di sangue e l'anima oscurata dalla melma come la chiami... calmati! Noi ripuliamo il mondo da nostre mani,  togliendoli e portandoli altrove. Che si danninio loro..."

    "Dunque è così? Saremo servili con loro ocn cosa gli interessa, in sporchi affari da vergogna per... E Dorde? Anche lui accetta questo?"

    "..."

    "Parla!"

    "Invece io ti chiedo un'altra cosa. Hai deciso da alcune settimane che sei qui di cambiare idea e procedere a farti ritrarre senza sosta o ordinando copie di quei ritratti,  tutti a mano o stampati, per diffondere la tua presenza e tutto quanto ovunque.Dal tuo desiderio di sparire e non esserci più, al decidere da nostre conversazioni di... divenire una presenza così presente, forte, consociuta... "

    "Ho cambiato, idea. E' un delitto? Come hai detto tu, la vendetta può essere anche divertente... e quindi, divertiamoci. Anche se adesso da cosa hai detto mi verrano gli incubi.. divenire la Colonna dello Chateau per onore... E non ho fatto niente. Allora se fossi stata una grande mente del passato?"

    "Chi non ha affrontato le avversità no nconosce la propria forza. In quel caso come te però, chi la riconosce dall'esterno.."

    "no, non iniziare... voglio solo andarmene da questo posto! NOn mi piace! Non tornerò"

    "Mi sarebbe piaciuto..."

    "Indosso gli abiti che mi prepari, ti accontento in varie cose, presenzio alle tue feste e riunioni... e tutto il resto. per amicizia. Ma non questo..."

    "Vieni ti mostro questo" gli disse tirandoselo per un braccio verso una stanza tra le ultime. Cercò di non pensare a molte situazioni in passato e irruppe dove lo voleva portare, mostando una stanza insolita rispetto le altre. Appena varcata la soglia lui fissò tutto stranito.

    "perchè è totalmente dipinta da capo a piedi? Intendo... bella la parete con scenario fantasy, vuoi farci entrare amanti del genere o del signore degli anelli?" cmposto e padrone di se stesso ma dubbioso sul luogo

    "Vieni" gli disse tirandoselo dietro, sedendosi su un bordo del letto e dicendo a lui con una mano a battere sul copriletto, di fare altrettanto

    "Nel senso?" un pò tirato dalla richiesta

    "Non ti mangio mica" fece lei con un sorrisone "dai, non fare sempre l'imbronciato e serio..." canzonandolo e lui controvoglia lo fece

    QUando si fu seduto ma ai piedi del lett,o non nel lato dove era lei osservando la stanza da quel punto, lei lo tirò dal colletto della giacca infilando le dita e lo fece cadere di schiena con la sua confuzione, per poi buttarsi anche lei toccandolo con la testa, formando come un triangolo e alla fine prima che lui dicesse qualcosa, battè le mani.
    Al doppio battito di mani, la luce si spense e un nuovo scenario dai toni di blu, verde, azzurro, viola, fucsia e verdi e gialli fluo comparve nell'oscurità, come accendendosi.
    Cèra abbastanza luce percettibile da vedere le sagome di loro due, girandosi verso l'altro e Lia rise divertita.

    "Allora... come ti sembra questo scenario se quello ti sembrava troppo fiabesco?" gli sussurrò testa a toccare testa

    "Cosa hai combinato?" le domandò come con un bambino che ha fatto una marachella,  osservando non più un fantasy ma un luogo moderno con cattedrali antiche, in uno scenario come post apocalittico

    "Doppio uso. Infondo, quello che si farà qui dentro sarà al buio o con le luci... le luci artificiali sono abbastanza da coprire questo... ma se ci sono interessati a fetish stile mad max o altri filoni simili... basta una luce speciale che le ragazze terranno accese, comunque d'atmosfera e... tutti contenti!"

    "Non ci credo" fece lui che sembrava serio per poi partire a ridere "seriamente?"

    "Ti sembra troppo?" disse monella "allora andiamo" alznandosi e tirandoselo per la cravatta mentre lui un pò protestava

    Entrarono nella stanza di fronte, erano le ultime quattro con effetti speciali e lì appariva un murales di Pin Up smaliziate in perfetto stile anni cinquanta, sexy e invitanti. E con lo stesso giochetto si farlo finire a schiena sul letto, mostrò battendo le mani uno scenario più... fiabesco. Le principesse disney unite a principesse e donne famose dei videgiochi, per tutte le pareti in pose sexy e con abiti un pò scesi nella scollatura e sguardo da gatte, o le gonne alzate a mostrare le gambe, salutaano chi vi entrava al buio.

    "E questo chi farebbe.. insomma..."

    "tu non hai idea, i signorini là fuori che ricerche fanno online..."

    "Ah! Ho capito... tu hai monitorato le loro ricerche online, e immagino anche i dati dei loro telefoni privati, perchè abibamo un servizio privato di telefonia, per stilare una lista di gradimento per far sistemare questo posto..."

    "Yesss!" stando invece che dischiena, sulla pancia a fissarlo tenendo la testa sui palmi delle mani puntellandosi coi gomiti "videogiochi, film, anime, serie tv... quante donnine senza veli... per non parlare del lato porn di disney che sembra interessare... i fetish e illustrazioni che si guardano... e così mi sono detta, invece di cercare ragazze che propongono queste cose online, alimentando la parte negativa di questo... mestiere... ho pensato di creare un parco giochi qui... e di sopra ci sono ambientini anche per i tuoi gusti..." gli sussurrò divertita  mentre lui la guardava accigliato

    "Divertente..." come offeso, come non gli piacesse affatto

    "Andiamo... non ti piacerebbe benedire e inaugurare questo posto oggi come... che so, un rito di buona fortuna?" rise lei con le gambe che sforbiacavano

    "COSA?!?" domandò lui voltandosi quasi di lato a fissarla

    "Invece del tuo casotto, potresti portare le signorine qui e inaugurarlo. Invece di lanciare la bottiglia come si fa con le navi, puoi schiumare champagne per tutto il posto ocn loro... oH!" fece lei di colpo diventando serissima e sconvolta "NO! Sembra un'altra cosa... cambio, cambio. Mi sono espressa male!"

    Milan rise di gusto mentre gli affreschi sorridevano maliziosi dalle pareti

    "Ok, basta, andiamo..." si alzò mentre lei era rimasta distesa "ci sono altre sorprese?" le domandò mentre lo fissava dubbiosa, di più la mano che le allungava e si faceva aiutare a scendere "Niente letto di piume?"

    "No, il tuo è piume, questo carbone... senti che duro! E io che sento tutto per la mia malattia..." massaggiandosi le gambe appena alzata

    "E dimmi, hai dimenticato qualcosa?"

    "Cosa... non hai ancor visto gli ambienti di lusso di sopra" sorrise sorniona lei, ma lo vide come domandare anche con l'espressione e inclinò la testa senza capire

    "Intendo... musica, atmosfera..."

    "Ovvio! Non avevi sentito un brano? Stavo provando i volumi e livelli delle stanze, l'insonorizzazione e..."

    "E quindi... come si mette la musica preferita?"

    "Cellulare, amico mio. Cè un server che ha in memoria molti brani e può agganciare la richiesta del cliente per altri esterni.. colelgandosi online. Ogni stanza ha il suo piccolo impianto e cè quello esterno che ascoltavi"

    "Ah, Timeline... oh eccola di nuovo" disse uscendo dalla stanza "viene dalla hall. capisco..." stropicciandosi un occhio

    "Cos'hai?" gli domandò vicino con le manii intrecciate dietro la schiena e un modo da presa in giro

    "Niente... devo avere gli occhi un pò stanchi per i murales notturni. Comunque sembra tutto sistemato... e pronto. Accessori ed elementi igienici e di toeletta?"

    "pronto, sistemato negli armadio e nella stanza degli addetti. Non manca niente. A ogni cambio di.. cliente, gli addetti procedono a sterilizzare le superfici ocn luce ultravioletta e cambiare le lenzuola come a un pitstop... rispettando l'igiene, si intende. I servizi iginici sono a ogni stanza in una angolino  eprivati. Tutto viene portato alla lavanderia dell'edificio..."

    "Molto bene"

    "Ancor a problemi con gli occhi? Posso portarti un paio di occhiali, se ti servono..." fece lei vedendo la reazione sorpresa di lui e poi dura, mentre la sua mascella si serrava

    "Va tutto bene. E' stato passare dalla luce a colori fluorescenti..."

    "Ah.ha!" lo canzonò " E cosa pensi.. che dirà tuo fratello. Ne sarà soddisfatto, invitando perfino i clienti?"

    "Eh?" colto all'improvviso tornando come sbigottito "P-parli di Dorde? Cosa deve dire..."

    "Già, perchè tu sei più vispo, infantile, focoso e stai stradipando gioia come durante la costruzione... guardati, non stai più nei vestiti per la gioia" fece lei con quel modo di fare da presa in giro che utilizzava anche con Veròna, e quel sorriso furbetto

    "Lia!" fece lui come un rimprovero "Questo luogo non è un gioco...In parte bordello, in parte bagno turco e in parte teatro e burlesque... ha i suoi scopi ma lo sai bene, visto che lo hai proposto tu. E' un ottimo progetto e ben strutturato. Ma farci una festa come hai proposto tu..." come offeso

    "Ah-ah ah" fece lei come divertita guardando i soffitti con abbellimenti "quindi cosa mi hai detto stamattina prima di partire... e poi tornare veloce... non si farà più?"

    "... cosa" fece lui come se non sapesse niente, come gelato sul posto

    "Sei troppo impegnato, Milan! Vuoi provare per rilassarti la vasca speciale di sopra?!?" smielata

    "Non scherzare, cosa..."

    "ihih" fece e gli si avvicinò per portarsi a pochissimi centmentri dal suo viso "se inizi ad avere perdite di memoria, che peccato!" spingendolo poi con i palmi contro il suo petto per farlo arretrare e scappare in una stanza, mostrando poi dalla porta un oggetto che aveva in mano e gli aveva preso

    "Cosa hai preso... Lia! Andiamo ragazza, ti diverti a sfruttare i trucchetti che hai imparato da quei ladri che hai portato qui... Lia!" le disse per poi seguirla nella stanza. Appena entrato si guardò attorno ma la vide con la coda dell'occhio dietro la porta.

    "Un grande militare che si fa fregare da una civile" gli disse chiudendo di botto la porta con una mano e un sorriso monello, per poi avvicinarsi e con una mano verso la nuca portaregli testa verso di lei, smollandogli un bacio. prima poggiato sulle labbra e poi profondo. Bocca contro bocca, secondi dopo minuti, con lui che ricambiava e la stava cingendo, finchè non lo lasciò, sistemandogli la coda bassa sulla spalla guardandolo come un'ammaliatrice. Lui era rigido e sconcertato, non parlava ma solo respirava veloce.

    "Vedi... so che i segreti sono segreti per un motivo. Ed esistono in quanto tali. Ma a volte sarebbe meglio pensare bene a chi dovrebbe e merita di sapere le verità... celate dietro quei segreti... sarebbe un bene per le persone giuste, essere parte di tale segreto..." gli disse sussurrando, occhi negli occhi, dolcemernte

    "Eh!.. C..I..."

    "NOn sei tu che prendi le decisioni?" gli chiese in un soffio con uno sguardo dolce e innocente "ho fatto tanto lavoro, mi sono impegnata così tanto, ma tu mi nascondi delle cose... tu, che so che mi conosci meglio... dell'altro" gli disse dando enfasi all'ultima parte per poi dargli un bacio in un angolo delle labbra mentre lui si protendeva per farlo anche lui, ma  lo scansò elentemente e fu spinto contro il letto, finendo di nuovo schiena contro corpiletto

    "Lia..." fece lui colto di sorpresa confuso muovendosi ocme una bagarozzo, come lei chiamava gli scarafaggi, a zampe all'aria guardandosi intorno confuso.
    Ma lei lo rispinse giù e gli si sistemò ginocchia contro i fianchi e portando la testa verso di lui, parlò occhi negli occhi "Guardami... guardami bene..." gli disse mentre lui le stringeva i polsi come a staccarla ma sembrava non volesse farle male.

    Lei fissò quegli occhi per bene, inclinandogli la testa di lato e dall'altro, metnre lui senza agire con convinzione le teneva i polsi ma non la staccava. Lui era solo rigido e quasi in lotta con se stesso su cosa fare, le stringeva i polsi ma anche se poteva farlo per maggiorazna di forza, non la scostò solo, cercava di parlare ma non riusciva a dire niente.Sentiva i capelli di lei che scendndo gli carezzavano il viso e le mani, voleva alzarsi e rogliersela di dosso ma si sentiva incapace, mentre lei lo studiava.
     Dop aver fatto un sorriso vittorioso e cattivo eruttando in un "Lo sapevo!" lo colpì con la fronte non troppo forte con la sua, facendogl idire un "Ahi!" per poi alzarsi e agire come quando voleva fare la maliarda nelle vesti di Veròna. Lui era così sorpreso che rimase disteso, ma sollevando la testa e le mani avanti come a parare qualcosa,   la vide invece arretrare con grazia all'indietro e poggiarsi contro la porta. COn quel sorriso come nei ritratti e la testa inclinata. Con quel sorriso che diceva -io So-.
    Tiratosi su piano piano, rosso in viso e con l osguardo come di un cervo contro i fari, balbettò qualcosa appena questa scappò oltre la porta, e la richiuse dietro di sè. A chiave.Lui senza ricomporsi ma di volata, si fiondò alla porta e cercò di aprirla, urlando il suo nome, finchè non la sentì attraverso il legno.

    "Tu dimmi la verità, e io non mi arrabbierò! Amico mio... è così che ti chiamo, ma lo siamo davvero...? oppure giochi anche tu, anche con me? Bada -amico mio-, non sono stupida ne scema, le capisco le cose... ma faccio finta di nulla e ok, ho usato untuo punto debole per cosa volevo raggiungere, ma non avevo altra scelta... ora che so, cosa farai? Mi ucciderai?"

    "Smettila, Lia. E apri... accidenti... apri o chiamo qualcuno..." fece lui allotnandosi dalla porta e cercando il suo telefono tastandosi ancora confuso, o se ve ne era uno nellas tanza. NOtò come qualcosa di simile a un muro, forse era in interphon, e quando si allontanò di pochi passi, la porta si aprì e cadde dentro qualcosa di ferroso, dal rumore, che lo riportò a voltarsi. ma la porta si era chiusa di nuovo.

    "Mi hai rubato la pistola? Era quella?" fece lui stupefatto e irritato vedendola a terra

    "Un militare di classe al servizio di un tizio grosso, e non ti accorgi che ti manca la pistola... andiamo bene!" fece lei di contro da oltre la porta

    "Non farmi arrabbiare! Apri! Non giocare col fuoco!"

    "Su... decidi che destino devo avere! Finirò come quei tre? O quelli con la bambina nelle tue stanze? O sue? NOn ho paura della morte lo sai, anzi la ambisco come uno sposo con la prima notte... Beh, forse ormai quello non più..." commentò lei tra sè che fece però ridere l'uomo dentro la stanza di botto, si sent' lui scppiare a ridere anche se incavolato "non ridere, sono seria! Tu sai che io so... e tu sei la mente principale... quindi decidi, io sono qui. uccidimi...? dimmi cosa ne farai di me. Ma sappi che sono molto contrariata dalla tua presa in giro...la TUA!" continuò seria, ma da dentro la stanza silenzio.

    Lui era seduto sul letto con i gomiti sulle ginocchia ad a scoltarla con la pistola fra le dita, ma solo per tenerla, non per puntarla. E sembrava riflettere oltre che stanco. Poi un tlack e la porta non si aprì ma era stata sbloccata, e lui si alzò lesto e andò ad afferrare la maniglia. Dopo pochi istanti diascoltare con orecchie tese, si accorse di passi e uscì veloce, per vederla raggiunger ela grande porta a due battenti dell'entrata, voltarsi a guardarlo come in attesa di qualcosa. Ma quando vide che lui non faceva niente ma la fissava, se la svignò spingendo un battente e sparendo nella luce della mattina.




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    Capitolo 49
    *** 35.5 ***


    Tre giorni dopo

    Azienda di Uliano Egorkov e il suo amico e partener Martynov a Kazan

    "Ho riletto tutto, io e il mio amico vogliamo usufruire edi vostri servizi e unirci al vostro gruppo. Circolano ottime voci su di voi, e per questo mia moglie mi ha spinto ad incontrarla..."

    Lei e sua moglie avete conosciuto non solo la mia partner, ma anche un uomo a cui sono collegato... Il generale Savant"

    "Si, grande membro di spicco del..." ma furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta

    Nell'ampio e moderno ufficio, Milan, il signor Egorkov e la moglie, insieme al segretario personale del secondo, procedevano alla firma di un contratto. La segretaria entrò e annunciò la persona che chiedeva di essere ricevuta, cosa che fece squittire di contentezza la signora Egorkov, sorprendere suo marito ma lasciare di stucco Milan.
    Una donna entrò in un forte completo rosso in lana. la giacca aveva il colletto come una camicia, la chiusura obliqua sul cuorec con tre enormi bottoni in tinta, hiudendo a punta su un seno, e poi scendendo e tornando poco a sinistra dell ostomaco, com la parte finale più larga e leggermetne arricciata. Le maniche erano sempre più larghe dalla spalla a due sezioni che arricciavano fino alla parte finale ampia. La gonna era in stile anni cinquanta al ginocchio. preso da ispirazione di un modelo di Christian Dior, era uno dei modelli che lei usava con i capelli legati totalmente.
    Lia comparve con un bel sorriso e fece una leggera riverenza salutando i presenti, tenendo in mano una borsetta rettangolare a mano, più grande di una pochette, mentre le scarpe erano ispirate dal tipo le piaceva, punta tonda, tacchetto, tipo bambola, ovviamente fatte fare per accordarsi con l'abito e l'insieme non data l'aspetto di vecchiume, ma tutto reinventato e adattato a lei perchè fosse formale ma meno gessato.

    Milan la fissò in una modo che la fece sorridere di più e risutlare più calorosa con la donna, che ondeggiava sui tacchi compiaciuta.
    "Lia... che contentezza vederti! Mi chiedevo appunto quando saresti tornata, ed eccoti... potevi farti annunciare!"

    "Mi dispiace gospozà Egorkov, ma ho chiesto io stessa di non avvisare perchè fossi una sorpresa. E inoltre, sono stata io a presentarvi i nostri servizi e ad avere con voi il primo approccio. Era importante da parte mia essere presente per la suggellazione dei nostri rapporti di amicizia e lavoro. E inoltre..." continuò dopo aver stretto le mani della donna e aver raggiunto Milan "il mio posto è al suo fianco. HO devoluto la mia vita al servizio di quest'uomo, e con ciò il mio credo e il mio agire. Il mio posto è qui, come adesso, e con lui vi porgo il benvenuto nel nsotro gruppo. Ho dedicato la mia esistenza a ciò che sapete e per questo morirò. La mia presenza qui non è un obbligo, ma un piacere e un dovere nei vostri confronti. Il mio partner non ha bisogno della mia presenza per rappresentare ciò che siamo, ma come sua spalla e vostro contatto, devo essere tra voi per confermarvi ogni cosa detta e accordata. Sono consigliera gestionale e di relazioni, partner e fidata consulente del nostro capo, qui presente. E inoltre, la cara gospozà Egorkov mi è cara, e mi auguro che lo stesso sia nei miei confronti. MI farebbe paicere rivederla per il tè nel nostro solito luogo per goderci la compagnia vicendevolemente..." votlandosi verso la donna.
    Si era posizionata un passo dietro la posizione di Milan. Lui era seduto rivolto verso l'altro uomo e come nei loro piani, lei doveva stare un passo dietro di lui come un cerimoniale concordato, anche se fosse stato in piedi, e come faceva sempre lei, aveva messo prima indciando nel discorso la mano sul braccio di lui, poi sulla spalliera della poltroncina.

    "Oh, mia cara. Sarò così felice di incontrarci nuovamente, certamente! Attendevo una tua telefonata, ma ora che sei qui, spero resterai abbastanza da accompagnarmi in impegni a cui devo presenziare..."

    "Con immenso piacere." disse lei con un  inchino alla giapponese.

    "procediamo per la firma?" chiese Milan.
    Lia lo fissò mentre la donna tornava dal marito e si preparavano per la firma. Sia loro due che Martynov sareb bero divenuto membri del gruppo creato da Milan. Questi ricambiò e da cosa lei vide, sembrava per niente felice di trovarsela accanto. lei non ricambiò nulla ma distolse lo sguardo ma fece un sorrisetto preciso perchè lui lo vedesse.

    "Se tutto quello che abbiamo discusso è qui presente..." fece l'uomo scrutando ancor auna volta il documento "e in caso di problemi, se avessi bisogno..."

    "Stia tranquillo. Io, partner e consigliera gestionale dell'uomo qui presente, confermo che saremo vostri collaboratori, presneti e..."

    "Ma non siete certo onnipotenti o onnipresenti! Può capitare qualsiasi cosa e magari non poter ottemperare agli impegni presi. Voglio solo comprendere..."

    "Le confermo che quanto accordato, sarà..." fece Milan tranquillo " perchè queste sue remore? perchè adesso?"

    "Conosco i gruppi segreti come i vostri. Ma non è facile inquadrarla..." come una sorta di accusa verso Milan

    "Comprendo... e quali sarebbero i dubbi"

    "Chi è Lei? da dove viene? Come è giunto a ciò che è adesso? E altre domande che mi turbinano, perchè se comprende, temo..."

    "Chi ha il potere, dimostra che è stato capace di raggiungerlo. O nessuno di noi, sarebbe qui" disse Milan pacato, mentre Lia restava con una mano, la sinistra, sullo schienale in alto e la destra sul braccio di Milan "noi operiamo in modo diverso dagli altri, ma se preferisce soggetti che è risaputo... con una certa fama e passato... ma più sicuri perchè li conosce... io e la mia partner operiamo nella fiducia per qualcosa di diverso da ciò che regola questo mondo. lei stessa "guardando Lia "non sarebbe qui al mio fianco se non credesse in me... e mi creda, lei rispetta e considera solo le persone che comprende nel modo che le aggrada. E fidandosi di me, mi supporta e sostiene... "

    "E che accade se inizio a dire la mia che è fuori dal coro?" fece l'uomo sollevando una pistola, presa da uno dei cassetti sopra le ginocchia

    Lia e Milan non fecero nessun gesto, nessun commento o espressero nulla. Fissarono l'arma all'inizio un pò contrariati. Lia sorrise poi e guardò Milan come a comunicare con gli occhi, poi alzando la mano destra riuscì a far sfilare quella pistola dalla mano dell'uomo e prenderla nella sua. L'uomo mentre la pistola cercava di scappar via, si spaventò e questa scappò via facilemnte, anche se sarebbe finita via ugualmente, ma con meno potenza e forza.
    L'uomo avvertì come se qualcuno gli prendesse l'arma e se la tirasse, ferendolo all'indice che stava sul grilletto. la moglie di lui in qeui frangenti eruttava gridolini in preda all'ansia. Lia soppesò l'arma e calcolò come da addestramento che fosse piena, quindi carica, e dalla calibrazione sulla mano aperta, con colpo in canna, per come pendeva.

    "Come è... " balbettò l'uomo

    "Come le ho detto sono Consigliera gestionale e di relazioni, sua partner e fidata amica..." sedendosi sul bracciolo destro della poltrona di Milan puntellandosi sulle punte edi piedi, ma apparendo elegante e a suo agio in quella posizione. La mano destra poggiata sulla spalla destra di Milan, nella mano destra la pistola che in quel momento volteggiava come sospesa sul palmo. Milan sorrideva sotto i baddi, un braccio, il sinistro,  su un ginocchio di lei, l'altra mano a sostenere la testa, con gomito sul bracciolo sinistro. Sembravano come un quadro di un sovrano e la sua fidata al fianco ma anche sul trono stesso, sebbene sul bracciolo.

    "Come le ho detto, noi operiamo in modi che solo i nostri collaboratori e seguiaci, conoscono... abbiamo scelto voi per le persone che siete e desideriamo il vostro appooggio qui, così come noi vi daremo il nsotro ovunque e qualunque cosa... Questi siamo noi, potete fidarvi o annullare e ce ene andremo, come se nulla fosse accaduto. NOn siamo come le persone che conosce, le ripeto, noi oc nsideriamo lei persone... di potere ne abbiamo quando ne vogliamo, è altro ciò che ci interessa..."

    "Io mi fido..." disse la moglie dell'uomo, come spingendolo



    Concluso l'accordo e la firma, si congedarono. Lia promise alla donna di incontrarsi come da accordo, con sorrisi e calore, mentre Milan le faceva un inchino e un baciamano, salutandola come cara amica e invitandola alla prossima festa dei consociati.

    Non dissero nulla dall'uscita dall'ufficio fino alla macchina. Camminarono come da accordo, lei un passo dietro ma durante il tragitto lui la fissava di sott'ecchi e lei mostrava un sorriso monello come nei ritratti, aumentandogli la rabbia, come si notava dai sospiri.
    Ma nessuno dei due riferì parola, finchè non entrarono nell'auto. Avevano una Mercedes-Benz classico colore nero, modello limousine Pullman. Con otto posti, mini bar, interni in pelle, illuminazione, sei porte. lei si era sistemata nei sedili posteriori mentre lui la fissava arrabbiato mentre la faceva entrare, per poi posizionarsi su quello centrale di fronte a lei. Chiese all'autista di partire, poi rimase a fissarla serio e arrabbiato, mentre lei sorrideva sorniona.

    "Raccontami, come sei arrivata?"

    "Con un volo, quei tre mi hanno accompagnata... mi aspettano alla Torre adesso" alzando le spalle come se non le importava

    "Lia... perchè hai deciso di intervenire?"

    "Non lo so, dimmelo tu..." disse aprendo la borsetta e tirando fuori una sigaretta con zippo

    "Non usi il bocchino?"

    "Per ora no. So che me lo hai reglato tu, ma attualmente non mi viene di tenerlo in mano... comuqnue..." ma si fermò quando lui le prese dalle mani lo zippo e le accese la fiamma per avviare la sigaretta "Ammettilo, amico mio, stavi ridendo mentre la donna sprizzava felicità per la mia presenza..."

    "E come non potevo... se il marito sapesse come mai è così frizzantina pensando a... quando passerà il tempo con te..."


    "Eh... felici per cosa offro ma non per me, veramente..."

    "..."

    "Eh già... noi commerciamo in piacere e risoluzioni. Ascoltiamo, accompagniamo..."

    "Diamo alle persone ciò che desiderano ma non possono, ambiscono anche solo una volta, desiderano la forza e la vicinanza di qualcuno in ciò che non possono vivere o essere... se il marito sapesse che  le farai prendere..." facendola sorridere "ma questo non cambia che sono arrabbiato!" disse irato stropicciandosi l'occhio

    "Si, lo so. Lo avevo messo in conto... ma quel che ho detto è vero, reale, e..." cambiando espressione inclinando la testa " che succede?"

    Lui si stava guardando intorno con ansia e agitazione e lei rimase a fissarlo come se non capisse, finchè non parev illuminarsi ma lui rispose.

    "Ho perso una lentina... non riesco a vederla qua dentro"

    "E la c erchi per fare cosa...?"

    "Non per metterla, ovviamente. Ma questa macchina costa e anche se puliranno come sempre a ogni uso, non mi va di lasciare un indizio..." fissandola con un'espressione che diceva -sai di cosa parlo-

    "Oh, Dorde! Se no nci fossi io..." fece smaliziata, tirando fuori dalla borsetta un paio di occhiali fini e sottili. Erano con montatura ultrasottie e superleggera, elegante. Lui la fissò tra il sorpreso e il contrariato

    "Ragazza, sei impossibile, ma ora come ora intuisco che forse avevi ragione..." togliendosi quela rimasta nell'altro occhio e prendendo i suoi occhiali che lei aveva portato. Se li infilò e poi con l'indice sul ponte se li spinse bene  "Bada, però..."

    "il tuo piccolo segreto, che cerchi di renderlo tabù e impossibile da avvertire... Dorde, se me ne sono accorta io, anche se devo dire perchè avete passato con me più tempo che con altri... ma bastava guardarvi bene. Tu sei un pò più alto, alcuni centimentri, ma se per caso entrambi state fermi in determinati punti, sebbene le scarpe, come dire, si nota che qualcosa non va. Anche perchè, và, cercate di spacciarvi per la stessa persona ma non siete gemelli..."

    "Abbiamo preso ispirazione dalla storia delle sorelle Bucci di Auschwitz e dell'angelo della morte. Non fraintendere, la gente la prima cosa che sicuro...." guardando dal finestrino "a scuola.. la nostra scuola era così base e semplice, eppure ci sono isnegnanti che viaggiano per il paese per lezioni extra sulla storia, scienze... e ricordo che venne uno storico della seconda guerra mondiale a parlare per ore. E presentò i racconti di molti sopravvissuti, affermando che il modo migliore per non far avverare di nuovo tutto quello era la consapevolezza e il ricordo. Senza ricordare la storai, l'umanità non andrà avanti,a ffermanva e continuava dicendo che era per questo che atrocità del genere non accadevano più nei paesi di primo mondo..."

    "AH AH AH " fece lei sollevando la testa a ridere mentre fumava, accavallando le gambe proiettate verso sinistra "o fors ediciamo che con le atomiche, sticazzi che scoppia qualcosa come una guerra tale... è solo dalle parti degli stronzi arretrati che conosciamo che le cose accadono! perchè rischiare una guerra atomica, perchè ad alcuni prudono le dita per far scattare l'ordine pigiando i pulsanti... con le atomiche no esisterà più una guerra mondiale. Ecco perchè paesi del secondo mondo nelle americhe del sud e la corea più in alto... afffermano tutti che no ncè modo di salvare quei disgraziati in mani a dittatori atroci quanto baffetto tedesco! Mettila come vuoi, senza le atomiche saremmo ancor ain un campo di battaglia e non so che pensare... cosa è meglio, non aver avuto le atomiche sperando in colpi di stato sperando nel meglio o averle ma con questo pretesto non poter salvare chi urla aiuto ma resta nel silenzio? COme fanno mi chiedo tutti quanti a non udire l'ulrlo delle voci senza voce? Il concetto è interessante ma quel tizio dimentica molte cose, anche se parlava ai ragazzini quindi lo capisco..."

    "Vero. Però, ricordo di molti nomi di gerarchi e le loro foto, all'epoca usavano ancor ai proiettori su carrello in una stanza buia. E poi foto originali di quei campi e poi i sopravvissuti. Per me è stato un pò come fu per te oltre queste cose che mi segnarono, quando provasti tristezza per la storia della piccola fiammiferaia, i miserabili, o quel cartone da bambina dove due bambini piccoli erano rimasti soli chiamando i genitori che non comparivano ma sembravano spariti e cercavano di arrngiarsi e tu finisti per avere la febbre. Ricordo che non dormii per giorni ricordando quelle foto e poi la storia delle sorelle scambiate per gemelle e salvatosi così... mi fece star male anche la storia degli esperimenti di quell'uomo per rendere gli occhi blu e come e non riuscivo a immagire come si sentissero le cavie ... ecco perchè crediamo che le cavie debbano essere volontarie e consapevoli, accettando "mentre lei sorrideva "e io mio fratello che unite le classi seguimmo tutto e ascoltammo la storia di quelle sorelle... non siamo gemelli, io sono più grande, ma siamo così simili che tutti scambiavano me epr lui e viceversa. Per gioco ci vestivamo uguali o ci scambiavamo gli abiti, sebbene chi vedeva bene capiva che a volte a me venivano troppo corti ma ridevamo e ci divertivamo a sentirci chiamare con il nome dell'altro. Eravamo così uguali che a volte per lui ero io che entravo in classe e prendenvo i voti... Almeno finchè non iniziai ad avere il cambio di voce e la diversità era più netta. ma la gente non ci faceva caso, prendeva per buono che chi vedeva fossi io o Milan nel caso. E questa cosa ci restò crescendo. Milan... è uno stupido e infantile, troppe volte, e un lavoro come il militare non è proprio per lui, intendo agire come un militare senza che qualcosa in te si incrini. Ammetto che molte volte sono dovuto intervenire io al suo posto e ho fatto ilsuo lavoro.  E' mio fratello minore, per certi incarichi in cui aveva rimorsi ancor prima di fare..." guardandosi le scarpe "è un pò come te. Io sono un pò più dritto e sicuro in cosa va fatto, anche se mi pento di molte cose a cui ho fato -mano- perchèavvenissero, ma se sei un militare non puoi avere rimorsi o ripensamenti. Questo ti insegnano. Lui è un animo più libero e facilmente colpevolizzante. Ha fatto il suo obbedendo agli ordini ma... quando ti dicon di prendere delle persone, peggio se donne e bambini, e accompagnarli con l'aereo fino nel loro paese in pieno conflitto sapendo per chi erano che sarebbero finiti malissimo e peggio, con l'ordine di sparare senza pensarci in caso di rifiuto o tentato..." scuotendo la testa "ecco perchè forse hai compreso la differen za... perchè lui è meno ferreo nella comprensione delle nostre cariche"

    "Oltre l'altezza, mi sono accorta che qualcosa era strana per i vostri caratteri. Cercate di creare una persona unica ma alla fine ciò che siete viene fuori ugualmente. I gusti nel vestire nelle piccole cose, le manie per sistemarsi gli occhiali..." fece lei con sorriso sornione

    "Si... io al contrario di Milan devo mettere gli occhial iper leggere o lavorare... di solito uso le lentine solo quando devo spacciarmi per Milan o non voglio proprio portalri... è solo che le lentine le odio, mi danno fastidio e la procedura laser... attualmente non mi ispira, anche se da noi sarebbe tre volte più sicuro che altrove...."

    "Poi il modo di arrabbiarvi, di comportarvi se in crisi o adirati o in un impeto di discussione. i dialoghi... tante volte che parlavo con te, Milan cadeva dal pero e iniziava ad a gitarsi, o tu al contrario ti irrigidivi e ti arrabbiavi risultando ancor apiù serioso e freddo. E altro, altro... piccole cose, e sono sicura che anche Jd e   Lubo che sono quelli che osservano di più... no ndico che hanno capito ma hanno visto qualcosa che li ha fatti riflettere. Almeno con me, però, potevate essere sinceri e..."

    "Aspetta, non sono ancora riuscito a trovarla..."

    "E basta! Appena arriviamo mi metto io stessa a passare laspirapolvere per auto mentendo... ho perso un orecchino... nessuno dirà niente, sono abituata a fare io tutto... calm! Relax" fece eli acavallando le gambe come una attrice anni trenta "E comuqnue se sei punto sul vivo da maschio per lo scherzo alla Casa della seta, non potevi credere che io... OH!" fece lei da spavalda a sorpresa.

    Milan le aveva sfilato via la scarpa del piede che dondolava, buttandola sul sedile accato al suo con sguardo serio, sistemandosi cravatta e giacca, cosa che la fece sorridere

    "Guarda che sporchi la pelle dei sedili"

    "E' messa di lato, non si suola. Adesso possiamo parlare un pò più pari.... sai, non credo che per le tue... hai capito, non credo che toccheresti suolo, qualsiasi senza scarpe! Calmati tu..." fece lui urtato guardando a sinsitra dal finestrino mentre lei sorrideva malignamente "Non ho gradito cosa..."

    Sussultò quando lei facendosi leva con l'unica scarpa rimasta si sollevò e si piombò sulla sua coscia sinistra, sedendosi.

    "Non giocare con me e i miei fastidi per la sporcizia"

    "E tu non non tremare come una foglia, ridiga come un palo, mentre cerchi di farmi arrabbiare ma nonhai superato si tuoi tormenti, vuoi che provo pena per te?" le disse cercando di mantenere la calma mentre si fissavano n egli occhi

    "MhhhUUHH" mugulò lei offesa, imbronciandosi con le gote gonfie "ti riprendi in fretta noto, sorprenderti di nuovo è stato un buco nell'acqua" disse con delusione, scivolando all'indietro verso la scarpa dopo averla recuperata con la sinistra e sistemandosi con la gamba destra contro quella di lui, come accavallata

    "Lia!... " vedendola stravaccata con la schiena quasi verso il finestrino, ridendo di gusto

    "Vuole aiutarmi o lascia questa povera fanciulla scalza il compito di rivestirsi?" dolcemente e ghigno mentre gli mostrava tra le dita della mano sinistra la scarpa

    ".." prendola ma guardandola male "io no ncredo affatto che tu non sapessi vivere nel mondo che dici di... non ridere" mentre lei se la rideva di gusto vedendolo arrabbattarsi per rimetegliela, sempre con la gamba sopra la sua coscia "Sono più che sicuro che tu sappia farcela con le tue carte nel mondo là fuori da sola. Se sai prendermi in giro così, non stento a credere a farcela..."

    "Lo pensi tu... e comunque io posso... perchè sei tu!"

    "E se ti fossi sbagliata e di Milan come figura ve ne era... uno solo?"

    "Guardami!" fece lei seria, come cambiando carattere di colpo, finchè non la fissò negli occhi mentre le controllava che la scarpa fosse ben messa "ti sembro una che fa ciò che ho fatto a te, l'unico modo per farti calare le difese..."

    "Appunto! In generale, con Milan lo avresti fatto?"

    "No!" fece lei come se fosse elementare "se no nfossi stata sicura non sarebbe accaduto. Milan... Bah! A quanto pare mi conosci poco per credere questo!"

    "Sai che non  è così! E' solo che non capisco..."

    "Non capisci... " con uno sguardo eloquante, mentre si acedenva una sigaretta senza muoversi, come una Maya desnuda di traverso al sedile con quel contatto con lui "vuoi ancora raggirarmi o cosa?"

    "E tu, quando la finirai di prendere in giro te stessa e rifiutando la realtà?"

    "mh... quindi la metti così" disse lei cambiando posizione e mettendosi spalla contro spalla con lui, di fianco ma come se la sorregesse "quindi ritieni i miei ocmportamenti come quelli di Milan e non una prova di fiducia?"

    "Milan è quel che è... so che hai agito per confermare cosa avevi capito, ma trovo irrispettoso verso di me questo atteggiamento..." mentre lei fumava e sorrideva, con una tempia sulla sua spalla

    "Divertente... invece di pensare che so -che segno di fiducia,  che gesto che ha fatto nonostnate tutto-... "

    "Tu che fai così con qualcuno, lo so, non cosa da tutti i giorni. Anzi, sono sorpreso della tua vicinanza con Jd da abbracciarlo o qeusto con me, ma non andare troppo oltre..."

    "Mh" fece lei fissandolo negli occhi "già, alla fine sono sempre io quella che ci perde, in questo.  Sono io che... mi ritrovo a fare marcia indietro pena ciò che è insito negli altri..."

    "Non volevo..."

    "Come no..." fece lei sollevandosi e guardando fuori dal finestrino "non ti sei accorto di un'altra cosa? La mia me vera, quella profonda, quando verrà fuori di questo passo? Se ttuti quanti appena io mi avvicino troppo partite in quarta? Mi ritrovo sempre a perdere, guardandovi negli occhi, le persone che conosco e che forse consideravo vicine, perchè l'umanità primordiale è più forte! Abbraccio Jd ma solo quello, e... anche con te! Mi è proibito essere me stessa, anche solo come scherzo perchè poi... E così tutta la mia vita!" sbuffando "Se sono IO, alla gente non piace e inizia a fare..."

    "qua la questione..."

    "So qualè la questione! Credi che tra voi sia meglio che là fuori? NO, altrimenti non mi sentirei così', non proverei ancora e sempre lo stesso di prima, non arriverei in camera mia dopo le cose chef accio nella giornata, anche per gli altri per... sentirmi comuinque allo stesso modo! E poi voi mi nascondete le cose... tenete segreti! Con me! Non perchè io sono migliore ma sistemo i vostri casini, anche se non sono capace ci provo, e come con gli altri non vi fidate ma tenete segreti..:"

    "Comè che dice un detto...? due persone possono mantenere un segreto solo se uno di loro è morto. O se come me e Milan, giochi e manovri in modo tale che..."

    "Ehm, voi non vi parlavate sempre. Ho notato come tu non raccontavi il tempo passato insieme, cosa ci eravamo detti o cosa era accaduto, e lui era come... se sentisse gli spoiler di qualche film o serie tv e non sapesse come comportarsi..."

    "Colpa mia, lo so... è solo che tu sei una delle poche persone co cui ho avuto più vicinanza, così come lui. Come te, noi siamo soli alla fine. Dopo quanto accaduto con i suoi tre amici  e le persone che conosciamo e sappiamo che... sono pronte a tutto per ciò che vogliono... ma tu sei tu. Sei la persona più vicina che abbiamo posso dire, che ci conosce meglio. Anche se non mi va, per niente, che tu te ne vada..."

    "Non ho altre parole che le seguenti. E' un viaggio dettato dalla mia scelta, volontà, decisione,  di sola andata e so che non cè possibilità di tornare, e forse è meglio così. Per chi lo vedrà, giusto o sbagliato, sto solo facendo quello che credo sia meglio per me. Facciamo tutti i giorni scelte che condizionano la nostra vita nel bene o nel male, praticamente decidiamo sempre noi la strada che vogliamo prendere con le nostre scelte, così come io ho rovinato la mia scegliendo di accontentare chi mi stava intorno, per un'accettazione che non ho mai avuto...poi in parte esiste pure la fortuna ma raramente ci aiuta davvero... e anche in voi noto del buonismo che mi vorrebbe incatenata qui..."

    "Non darci la colpa..."

    "Infatti, perché gli umani sono portati a dare la colpa al qualcuno? Io no ndo totalmente la colpa agli altri, anche io ho le mie colpe appunto... E un modo per scaricare le colpa al destino...quanto noi siamo liberi di decidere cosa è sbagliato o giusto, senza esserne prigionieri del destino... In qualsiasi circostanza della vita, la cosa più pericolosa da fare è stare immobili, lo so per esperienza... e ancora, ognuno è artefice del proprio destino.... quindi io non vedo perchè sia così difficile per tutti voi non accettare che io ho deciso, scelto, di andarmene. So bene che tanti mi etichetterebbero come stupida, debole, incapace di vivere... "

    "incapace di vivere non proprio. Se fosse per te, ed è da te anche per creare il tuo mondo ideale,  rivolteresti questo mondo come un calzino e lo prnederesti a sberle per continaure cosa hai già iniziato. Vivresti se avessi uno scopo brillando così forte e dalla fiamma bianca da bruciare tutti gli altri" fece lui ridendo, sistemandosi gli occhiali

    "Eh... resta il fatto che non comprenderanno, e voi, mai... quanto sia necessario per me, andarmene. E' come... come se mi chiamasse qualcosa che mi dicesse -cosa fai ancora lì, vieni. E' oltre che devi andare. QUi non cè niente. Nulla per te-. O almeno è come lo intendo... è come se mi cchiamasse e mi fosse necessario... andarmene. Solo chi prova l ostesso può capire, non è un bisogno di trovare pace imemdiata come altri, che sono in una situazione di merda e sono sotto disperazione da fare un gesto del genere quando invece cè possibilità, speranza, un giorno nuovo per loro... loro avrebbero bisogno ma non cè nessuno per loro..."

    "tranne cosa hai fatto. Hai fermato dei suicidi e dato loro delle possibilità... le tue azioni sono state un tantino eccessive per me per come le hai rivoltate, ma hai fatto ciò che chi gli stava intorno non faceva. Hai fatto per chi come te..."

    "Con me... è diverso. Quel vuoto orribile, quel senso di inesistenza e... aggiunta alla solitudine... voi fate parte di un mondo che non è il mio. "Il mondo" e tutte le sue meraviglie ...Questo mondo lì fuori, è il vostro mondo. Un mondo umano, un mondo materiale atroce ma bellissimo...  Ma resta pur sempre il vosto, di mondo. Questo è il mio mondo,vedi..." disse prendendo dalla borsetta un oggetto rettangolare. Grande circa quanto la borsetta a mano, che non era piccola, si rivelò essere un diario con copertina in pelle spessa tre o quattro millimentro da un lato lucente e con impresso un motivo elaborato e dentro, vellutato contro le pagine non rilegate a filo, ma tenute da elastici appositi, che bloccavano gruppetti di fogli di formato di più grande ripiegati e permettevano di isnerirne ancora. " in questo diario ho iniziato a scrivere di una vita che avrei voluto... esistesse. Di una me che avrebbe potuto essere. E poi un'altra, con variabili che si snodano in determinati punti  o da altri. Esistenze piene, degne, di esistere. Una sorta di omaggio o memoriale di qualcosa che non vivrà mai , di ciò che potevo essere, invece di diventqare questo guscio vuoto che urla e si dispera. In  un corpo che non mi sopporta più. Si è ammalto, mi rifiuta, non mi segue, mi si rivolta in mille sintomi diverse e capisco che anche lui è stufo di me..." portandosi il diario alla fronte per poi poggiarlo  sulle ginocchia, guardandolo "questo corpo è come tutti gli altri. Mi rifugge e mi urla contro la sua ira. E' stanco di me e el mio dolore che corrode anche lui..."

    "E anche per quel segreto... quello che tenti di far credere ma alla fine prendi in giro anche te stessa, cercando di cadere nella bugia..." le disse a mò di rimprovero guardandola

    "Che importanza ha? per colpa tua, tre giorni fa, hai scoperto la cosa... e quindi? Non cambia lo stato delle cose! E' un supplizio per me esistere... la vita di prima era una gabbia da cui potevo scappare solo in tre modi... come ho fatto con voi, fuggendo e scomparendo arrancando tra i poveri e cercando qualcosa che forse non troverò mai... o da morta. Morendo male, però. Perchè non cè nessuno che mi ami a tal punto da essere nel suo cuore ma allo stesso tempo capire e accettare veramnete il mio bisogno di andare... e restare al mio fianco fino all'ultimo attimo. Un addio senza dolore, senza tormenti, placido, sereno, sentendo al mio fianco il calore di chi davvero mi amava. Invece in altri mondi paralleli se avete ragione, morirò in modi orribili, o se va bene per una siringa, soffrendo fino all'ultimo respiro e da sola. Un momento in cui sarò sola per più tempo e... ma sola, su un freddo pavimento, in un luogo che non era mio o per me... e con la consapevolezza che anche da morta sarò investita da rabbia e odio perchè non ho pensato agli altri, così' mi penseranno... Quanto avrei voluto che qualcuno mi tenesse nel suo cuore da trovare prezioso il tempo con me... che dicesse non so -Non sono troppo stanco o distrutto per passare del tempo con te. Anzi, vorrei proprio stare un po' con te, finalmente, ho passato l'intera giornata senza vederti e ora voglio stare con te-. E che mi raccontasse di me in cose che avrei potuto fare, come queste storie, in cui avrei avuto quel tipo di felicità che desideravo, in esistenze che si, non sarebbero divenute reali ma... che prima di morire avrei sentito il loro cuore da quei racconti o storie, o il tempo passato insieme e nei loro occhi la felicità e l'orgoglio del mio esistere... senza sentire sempre gente che diceva -ma devi fare così, essere così, meglio se, faresti meglio a, devi cambiare, devi essere così- e via dicendo. Perfino Zay e Ric lo dicevano anche se pensano di non averlo fatto,  e alla fine ho scelto l'isolamento e la solitudine forzata, perchè ero stanca di sentire anche non detto esplicitamente, che .... che la gente desiderava che io cambiassi, per essere come pensavano che dovessi essere... e dovevo sempre io cambiare. Sempre e comunque, lì a dare consigli su cambiemtni SOLO miei. E io l' a sentire e vedere tutti uguali e allo stesso modo... Cambiare, essere diversa e secondo le aspettative. Ho sentito fin da piccola di morti seppelliti con oggetti donati da chi amano come ultimo segno materiale d'amore, per accompagnarli nel passaggio da carne a polvere... e ho sempre sognato di immaginarmi prima della cremazione con tra le braccia un qualcosa come questo "riprenendo il diario "con dentro il cuore e l'amore di qualcuno che mi conosceva e vi metteva su quelle pagine me, e magari lui o loro, ma vi fossi io per come mi conosceva ed ero, come ero in ogni situaizione e tipo di vita, senza finzione. E pensare mentre bruciavo per divenire cenere, a quelle pagine impregnate di parole che mi seguivano nell'aldilà, perchè non mi sentissi sola ma le avessi sempre vicine per ascoltarle o leggerle, e sentire un pò di quel calore che non conosco. Per riposare come dicon osempre, tranquilla e senza dolore, con il loro cuore davvero vicino e quei sogni e quelle vite anche se non vissute, ma lì ad accompagnarmi e restarmi vicino. Cancellando ciò che dimora in me...Ma so che come per tutto, alla fine, non è altro... no naccadròà mai... che un pezzo delle mie storie in cui qualcuna che no nsono io, vive e ottiene non tutto, ma briciole di felciità che valgono più dei sogni inutili di tanti altri. Ed è per questo che vorrei che altri comprendessero e bruciassero come supernove in questa vita..."

    "-Fate tutto ciò che potete, con tutti i mezzi che potete, in tutti i modi che potete, in tutti i luoghi che potete, tutte le volte che potete,a tutti quelli che potete, sempre, finché potrete. E fate del bene...- una delle frasi che alleghi ai dipinti che fai metetre ovun que dove dai dei contributi, o lo affermi alle persone a cui hai fatto e dato, anche come Veròna..."

    "Pazzo è vivere come una nullità anche quando hai l'oscurità che ti scorre nelle vene, pazzo è farsi umiliare e farsi calpestare, trascinarsi in una miserabile esistenza quando hai un lupo hiuso nel tuo corpo e la chiave per liberarlo ma tutto stà nella tua scelta..." sorrise amaramente lei " sono sempre stata quella in più sbagliata, o come con Zay, la gente mi parlava solo perchè ero amica sua o diceva -ah,  tu sei l'amica. Coe la ruota di scorta. E mi faceva sentire allo stesso modo della situazone reale. Lei diceva che era come me, eppure togliendo gli imjbecilli che facevano solo gli stronzi, alla fine vedevo comunque gente che la amava e la considerava. NOn dico che fosse l'amore che desideravo io, ma non mi sembrava affatto sola e distante dalla gente. Anzi. Come per tutto anche nel gruppo con Phib e Zela alla fine mi sentivo ugualmente quella in più, tra tutti loro. Ma oltre quello, vedevo qualcosa di distante da me, non era sola e non lo sarebbe stata. Era comuinque amata, non come volevo io, ma vedevo la differenza. E dentro urlavo! un urlo nel silenzio, che si spegneva ma l' eco restava perpetuo fino al successivo, fino a quando non si può fare a meno di ricordarlo, e così l'urlo diviene eterno rimbombando con gli altri. E ogni eco mi diceva che, anche dopo essere andata da lei e quel viaggio, non cèra niente per me e che tutto era fuori da me. Sono ancora quella ... NON HO PIù FESTEGGIATO UN COMPLEANNO,     NON cèra nulla da festeggiare e lo penso ancora oggi. Mi sento in fastidio avendo la gente intorno, peggio quando cerca di avere mie informazioni perchè so che appena mi conosce, tutto... finisce come prima. Anche voi... se io no nfossi stata rispetto altri incorruttibile da meritare la vostra fiducia, sarebbe stato tutto uguale...e oltre che trattarmi coi guanti perchè sono la cavia che vi sta portando più soddisfazioni e lavora al vostro posto mentre vi dilettate, fate cose, vi fate la vostra vita..."

    "Lo credi tu..."

    "Dorde" fece con gentilezza ma anche con rimprovero "abbiamo un buon rapporto, siamo amici, insomma come fu per Zay e Ric ma... oltre che voi siete sempre in giro e anche se passiamo molto tempo insieme, alla fine è..." guardando il diario "sai anche tu che sebbene vi sia grata per l'accettazione, ancora, di nuovo, non ho niente che mi tenga legata a questo mondo. non cè un qualcosa che mentre avanzo mi ferma e a guardarlo mi fa ricordare che invece qualcosa esiste... non cè nulla di ciò. Anche se hai scoperto quella cosa, io resto sempre vuota e incapace di regegre una vita che per gli altri sarebbe perfetta. Giusta. Decente. Come per ogni lavoro, Non basta saper fare, bisogna saperci fare. Mi sento sola, vuota, incoerente con tutto quanto, incapace di accettare comè questo mondo per le teste di cazzo che riescono con lo schifo a giungere... e poi ci sono gli uomini dello Chateau. Dopo che me ne sarò andata, toccherà a te e tuo fratello, per davvero proseguire e migliorare, perchè ricorda...cambiare e migliorare sono due cose diverse,gli esseri umani possono cambiare le loro vite ma solo cambiando le abitudini mentali."

    "Lo so, ma perchè..."

    "Se io dovessi morire, e intendo seriamente, quel giorno dei test... finalmente una morte priva di dolore come accade a ogni suicida per mano propria, per favore... mantieni la tua promessa. Rendimi cenere, con questo in mano. perchè divenitino come me seguendomi. Alla fine è l'unica cosa in cui credo. IN cui voglio credere. Da Rò, Zay con tutte le sue cose e Ric... ah!" fece con un sorriso amaro "quante ne ho combinate con la scusa di prendere per vero cosa diceva. lei sapeva bene che ogni volta avevo dubbi e rimostranze su cosa diceva e accadeva. Facevo domande, le peortavo all'attenzione tutte le cose che mi sembravano sbaglliate, o impossibili o... ma poi non ho più creduto in nulla. Così come la concezione dell'amore e dell'affetto. Sono sicura che loro due come ttuti se mi ricordano, è solo per le parti in cui ero come mi volevano. Non ricorderanno la me e faranno sempre a dire che ero io che sbagliavo, che questo era così per questo motivo, se era così per l'altro... e l'intenzione era sempre quella. Io, dovevo essere non come ero, cambiare, non... avrei desiderato una cerimonia di saluto, come in quel mio sogno, ma non accadrà mai perchè me ne andrò nella sofferenza di quell'atto materiale e crudo e senza... così come neinte come questo diario, come ultimo dono per me, la vera me, fatto da chi mi amava. Ho rimpianti, tanti, ma sono consapevole che come la mia malattia, è la mia punizione... a questo mondo non meriti neanche una morte onorevole e dignitosa."

    "ma io te la darò"

    "Ah, intendi infilarmi in una Colonna portante?"

    "sai che significa..."

    "Si, so cosa significa.  Vuoi davvero che io resti lì? Non sarà per egoismo, il tuo?"

    "..."

    "Lo so che sei ancora bruciato da cosa ho fatto per avere conferma del mio sospetto. Ho colpito male il tuo senso di uomo e... pensala come vuoi. Ma so cosa nascondi, non Milan, di lui lo so che mai... ma se hai in mente qualcosa, rendimene partecipe, peggio se riguarda me. Sarebbe ciò, come quel che i miei hanno fatto. All'inizio si era data la morte per certa della mia identità e hanno fatto un fumerale. Funerale... capisci?!? Io che non ne volevo. Vlevo restare... nascosta e ignota... e invece quella bara! E poi hanno scoperto, per tua idea di posticipare la sostituzione, di fare la sorpresona che -IO- ero ancora viva e loro ottimo, hanno preso per buono tutto, anche dai dati, e vai così... il viso rovinato riplastificato... la voce danneggiata per l'esplosione... riconoscimento accertato... ma non sai che male mi hanno fatto con quel funerale andando contro i miei voleri... e so che tu farai lo stesso per egoismo per... ciò che... vorrei solo che non mi dicessi che sei mio amico e per questo -amore- agirai.... almeno tu, donami rispetto!"

    " ma io lo faccio. Anche se tu giochi sporco..." fece lui come rimprovero "Ad esempio, rimprovero smepre Alaric quando sono allo Chateau dicendogli -sembrerà avere la testa tra le nuvole, ma se la capisci, sai che sa esattamente quello che sta facendo-"

    "Che significa?"

    ".. lascia stare... invece, pensavo... dimetnichiamo la Torre. Io fino a stasera sono libero. Dove ti piacerebbe andare?"

    "Andare?!?"

    "vorrei visitare qualche posto che no conosco con te..."

    "Dorde... stai prendendo una cosa che ho detto per essere gentile e cancellare i nostri..."

    "Nulla di ciò. Siamo amici. Mi hai dato il tuo tempo ascoltandomi, consigliandomi... anche a mio fratello, ovvio... ma sei stata presente quando avevamo bsogno e ci conosciamo bene, siamo più affiini noi che tu e Milan... almeno sulle cose serie, tralasciando gli scherzi e i casini che combinate..." facendola ridere "ti abbiamo ocnsiderata partner, braccio destro e consigliera gestionale perchè noi non siamo capaci... e anche se ti ringraziamo varie volte, e sapendo... quanto pesa la solitudine senza persone adatte a noi... vorrei davvero giungere a quel giorno che te ne andrai passando dle tempo con te. Te lo devo..."

    "Adesso siete diventati tutti..."

    "NO! Lascia stare... allora, so che prima di incontrare quella donna saresti andata da qualche parte..."

    "Si, volevo visitare dei musei"

    "Musei... Adrik" comunicando con l'autista dal dispositivo apposito, ricevendo la risposta dall'uomo alla guida "Potresti dirmi che musei ci sono in questa città?" in russo, ma lei capiva benissimo

    "Certo, Signore... Posso consigliarle Il Cremlino di Kazan, il Museo Nazionale della Repubblica del Tatarstan,il  Museo del millesimo anniversario di Kazan, il Museo della vita socialista, il Museo dell'infanzia felice, il Museo di Storia Naturale del Tatarstan, il Museo delle armi degli spiriti guerrieri, il Museo d'Arte, il Tatar Avyly o Tatar Village, la Casa-Museo di Vasily Aksenov, la Casa-Museo di  Lenin, il Museo di Chak-chak, il Museo Kayum Nasyri..."

    "Cosa cè di interessante in quelli che hai elencato?
     
    "Dunque... al Museo Nazionale della Repubblica del Tatarstanil vi sono reperti minerari; mostre uniche nella regione. Al Museo di Storia Naturale del Tatarstan, vi trova  la storia della Repubblica del Tatarstan, è un'istituzione scientifica ed educativa e un centro di informazione con  la storia geologica, la fauna, il mondo fossile, la vegetazione e le risorse minerali. Il museo utilizza tecnologie interattive e moderne dove può anch  scoprire il suo peso nello spazio su diversi pianeti utilizzando scale speciali, vedere vari corpi celesti usando un telescopio interattivo, osservare una raccolta di minerali e informazioni sulla loro estrazione. Ogni padiglione non solo di reperti, ma anche di pannelli al plasma, chioschi speciali con touch screen e monitor. Questo museo fa parte dei pacchetti di viaggio. Il Museo delle armi degli spiriti guerrieri
     presenta unaa collezione delle armi dei soldati tartari, i loro antenati storici e culturali.Sono materiali provenienti dagli scavi archeologicidalla tarda età del bronzo all'Orda d'oro. Attributi usati dagli antichi guerrieri, oggetti di armi militari, equipaggiamento per cavalli con ricche decorazioni e ogni oggetto che racconta come vivevano i tartari, gli sciti, gli unni, i sarmati in tempo di pace e in guerra. Anche qui la tecnologia moderna rende interattiva la visione. Poi cè Tatar Avyly, il museo a cielo aperto. Un etno-villaggio  medievale dei Tartari, la loro storia e cultura. La Casa-Museo di Vasily Aksenov rispetto gli altri due è centro di turismo. L'antica casa-museo di uno degli scrittori più famosi. L'atmosfera dell'era sovietica e il luogo di lavoro di Vasily Aksyonov sono completamente ricreati qui. E il Museo di Chak-chak dedicato al piatto tartaro. In una casa mercantile di valore storico si illustra, mostra la preparazsione e altro su questo piatto e altri, come il baursak, come il tosh,  con il tè profumato di un samovar. Ancora,  ilMuseo Kayum Nasyri, uno dei più grandi scienziati. Fu lui a porre le basi della moderna lingua letteraria dei tartari. Questo grande uomo è conosciuto come etnografo, storico, linguista, scrittore ed educatore. presenta materiali etnografici unici..."

    "Ti ringrazio. Allora..." riflettendo "oggi faremo tappa in alcuni luoghi, non socialisti però" menter Lia rideva "quindi procedi con il primo" ricevendo l'ok dall'autista

    "Dorde..." iniziò lei ma lui scosse la testa

    "Se Milan fosse qui non andrebbe in un museo ma sono sicuro che ti seguirebbe lo stesso..."

    "Pur di non lavorare"

    "anche quello" ridendo insieme "ma da persone simili, è giusto condividere del tempo se si ha..." guardando l'orologio "devo tornare dalGenerale questa sera, quindi il tempo cè, anche per accompagnarti a quell'incontro e aspettarti per le altre tappe prima di prendere l'aereo. Diciamo che vorrei sfruttare questa giornata per chiarire molte cose ed evitare di avere punti di scontro in futuro..."

    "come vuoi... Io che personalità devo utilizzare oltre quell'appuntamento con lei, per essere al tuo fianco?"

    "Nè partner, se consigliera, ne altro... solo tu. Così come solo io..."

    "mi auguro solo che non lo faccia per ciò che ho detto o perchè ti senti in colpa e voi scusarti..."

    "Guarda..."  come colpito sul vivo "... signorina, sei tu che dovresti chiedermi scusa per cosa hai fatto tre giorni fa! Mi hai preso in giro e..."

    "Ah-ah!" fece lei con sguardo monello riponendo il diario nella borsetta "brucia, eh?!? Sevo essere solo io a emendare i miei peccati? Vuoi metterla così? OK..." rise mentre si comportava in modo frizzantino sistemandosi sul sedile opposto a lui e fissandolo, incrociando le braccia, metnre lui sospirava come a stringere i denti.

    "ma dimmi..." fece lei spezzando il silenzio dopo un pò, dondolando una gamba sull'altra "di cosa parlate tu e tuo fratello? Adesso sarà possibile avervi insieme epr discutere le cose, o dovete fare cambio e scambio come sempre? Tu che ti anscondi dietro i paraventi fingendo che non vuoi farti vedere mentre invece vai impettito ovunque osannato...Leader! leader!" cantilenò ridendo cattiva mentre lui sembrava irrequieto "non è colpa mia se le persone sono facili da ingannare. Almeno lo è per una cosa buona, proteggerci a vicenda scambiandoci..."

    "Mh... ok... ma non hai risposto"

    "Si... non volevo parlarne a Milan, che sapesse che tu sai... ma mi hai fatto capire, quando ho scoperto il tuo segreto "facendole cambiare l'espressione "che sarebbe meglio essere tutti insieme e non divisi. dobbiamo dirglielo, che sai e che ora pretendi che in tre sia meglio del nostro trucco... e poi, parliamo di tutto, non abbiamo segreti...!"

    "MPh!" fece lei cercando di trattenersi. il tuo segreto! Lia lo fissò in malo modo, tra il preoccupato e il non volerne sentire parlare e dentro di sè erutteva la paura. Spostò lo sguardo al finestrino contariata.

    ha parlato?
    David ha cantato?
    Adesso sa tutto?
    Il mio piano è andato in fumo?
    Cosa ne sarà delle Chiavi?

    "E per continuare breevemente sul tuo segreto.. prendendoci in giro" fece lui serio e Lia lo fissò. NO, pensò, non era quello il segreto di cui parlava e che aveva celato con David ad entrambi. Le Chiavi erano al sicuro. Doveva solo farsi che lei diventasse la Chiave maestra dell'organizzazione, doveva questo almeno al suo impegno fino a quel momento.Eppure quella frase e rabbia, offesa che lesse su di lui la fecero innorvosire.

    "Dimentichiamo quello che è successo tre giorni fa..."

    "Intendi alla Casa della Seta o quando ti ho affrontata nella Casa delle Lapidi?" fece con un gesto di gola come a spronarla "non so se essere arrabbiato per come mi hai raggirato per scoprire le mie lentine e capire che non ero Milan, o cosa nascondi di più a te stessa e non accetti. Non sarebbe un mistero, un segreto, ma mi dispiace per te stessa che ti racconti le bugie..."

    "Ho detto dimentichiamo. pensi che mi vendicherà per cosa hai cercato di fare e lo hai scoperto? Incidente, così lo considererò, chiuso. Guarda, non lo ricordo nemmeno. Certo che è assurdo, e no ntornerò e ne tu, nell'argomento mai più... che cosa hai fatto sia corretto pensando che fosse giusto, mentre io non posso essere me stessa, con nessuno, perchè vi saltano gli ormoni! Nenahce in questo cavolo di posto sarò mai ME, e così per sempre. Non cè ne uno che mi abbia fatta sentire tranquilla da tornare semplicemente ME e invece eccomi ancora a cammianre come la persona che mi hanno resa... non vi lamentate poi se odio e voglio vedere bruciare nella disperazione tutti così che comprendano ME per una volta..."

    "..."

    "Come detto, dimentichiamo, guarda, non è accaduto niente, la prossima volta se accade però sparerò nei marron glassè e ci siamo capiti, e sai che lo faccio, mentre io sono condannata a non poter esprimermi come voglio per voi avere... Basta! QUindi, a Milan...?"

    "Non ho detto tutto a Milan" inziiando il discorso scontroso "di molti dei nostri discorsi perchè pensavo alla nostra privacy, ma anche per questa cosa, che lui no nsapeva di nostre discussioni, hai capito..."

    "Ok...quindi ti racconta tutto...?!" fece come domanda ma lui la guardò fisso perchè aveva avutoun modo di porla strano

    "bene o male si..."

    "ha raccontaot anche a te cosa combina in ambito sociale e privato...?" ridendo di gusto

    "Si, so molte cose... a volte si ocmporta in modi che... lascia stare..."

    "Mh... quindi ti ha raccontato anche quello..."

    "...?" fissandola con le braccia incrociate

    "Lo sapevo... " fece lei contrariata ma sembrava più che stesse giocando che altro "se te lo ha raccontato capisco perchè dici che non dovrei stargli troppo vicina o finisco per... esserne influenzata"

    "Di cosa parli?"

    "ti lamenti, rispetto a lui che invece mi fa i compliemtni, di molte cose... il benveuto all'aquila, gli spettacoli di Veròna, cosa metto in gioco..."

    "cosa combini per dar corpo ai tuoi incubi, lo so"

    "Lo sai... immagino che tu sia serio anche per questo"

    "..."

    "Andiamo! Non è colpa mia se le persone hanno bisogno di un messaggio per comprendere le cose..."

    "cosa hai fatto" chiese lui stanco, comprenedndo dove stesse andando la situazione

    "... ma lo sai...te lo ha detto"

    "mi ha detto tante cose, su..."

    "Ok..." fece lei in modo confabulatorio e pettegolo "non è colpa mia, come ho detto se ha affermato che con il nostro contratto ci si sarebbe pulito le mezzelune e..."

    "chi...? Ah... aspetta... perchè quest acosa l'ho già sentita..."

    "Quelli come lui sono un cancro, ecco perchè deve capire..."

    "ti prego spiegami, ho paura..."

    "la prima votla che ha detto quella frase gli ho fatto recapitare un camion pieno di... anime di carta igienica..."

    "anime?" confuso

    "si, l'anima della carta igienica... ah ah ah... ho fatto cumulare le anime della carta igienica da tutto lo Chateau e le Torri francesi e ho mandato come pacco dono in una grande scatola come se contenesse roba pregiata... insomma, quella grande scatola di legno con su scritto -fragile, sono fragile, non toccarmi- ha vomitato tutte le anime delle carta igienica..."

    "A chi lo hai mandato..,?" fece lui mezzo a ridere e mezzo dispiaciuto per lo scherzo "Aspetta...  stai parlando dell'incidente..."

    "Mph! Ho registrata la sua faccia! Dovevi vederla..."

    "Ecco perchè dico che tu e Milan quando si tratta di scherzi e punizioni non dovreste... lasciamo stare. E la seconda? Tu sai che accade che gente del governo come lui..."

    "Che faccia... il primo messaggio non ha dato frutti, o meglio, da ciò che so ha ordinato di trovare il colpevole ma pensa davvero che noi ci facciao sgamare...? Caruccetto!! E poi ho mandato prima i piccioni addestrati a... dare un saluto..."

    "Saluto... nooo!" fece lui orripilato

    "Quei vermi prelibati erano troppo teneri... avresti dovuto vedere la sua reazione nel trovare macchina e casa in quelle condizioni....!" ridendo come veròna "E poi ho mandato i corvi"

    "corvi..."fece lui terrorizzzato dal seguito

    "ho insegnato loro a suonare un certo motivetto con un sassolino nel becco. Sapessi che bravi! E ho detto loro con un laser come da addestramento... dove battere il ritmo! Che ne sapevano loro, piccoli pennuti, che i vetri e le facciate sono fragili..."

    Dorde si riportò su gli occhiali sospirando e chiundendo gli occhi mentre lei chiedeva "sei ancora sicuro che valga tenermi in vita?"

    "Le prime volte che ti dissi -dai corpo ai tuoi incubi- era per le proiezioni per testarle e vedere i risultati con le cavie sul campo. Non per fare la terrorista... che reazione ha avuto?" finendo per ridere

    "la vuoi vedere? Posso mettermi vicino a te?" fece lei mostrando il cell sorniona

    "quante cose combinerai ancor afinchè non cadranno disperati?"

    "finchè non ci chiameranno per nostro intervento... giocherò molto volentieri con loro... e ricordati, io nonsono una militare..."

    "Già... hai rivoltato questa discriminazione di tutti contro di te per fare tutto questo... e passarla liscia. Non sei militare, puoi agire contro leggi e regole"

    "E a te dispiace?"

    "..." vedendola sorridere divertita avviando un video ma non portandosi vicino alui, restando di fronte "non saresti tu, altrimenti..."








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    Capitolo 50
    *** 36 ***


    L'uomo emise un lamento e poi si destò, aprì gli occhi di colpo e si gettò a sedere ma gli venne la nausea.
    Mise a fuoco che si trovava in un vicolo, puzza di bruciato, qualcosa di orrendo nel naso di  pungente e di vicolo lo aggredirono. Ansimò e scosse la testa confuso, finchè non riconobbe da dove poteva vedere  il palazzo per cui un tempo lavorava. Imploso in varie zone, con sezioni e stanze che si vedevono da dove prima cèra la facciata.

    "Norvil... ti chiami così?"

    "L'uomo fece un balzo sul posto, era seduto su qualcosa che non comprese, e seguì la direzione della voce.

    L'abito era uno per una festa leziosa come quella in corso nel palazzo. Nero, zona superiore con una scollatura quadrata con davanti un voillà centrale che partiva dall'interno,  decorativo e per coprire troppe spaccature. Un fiocco nero con una rosas al centro sovrastava l'arricciatura soprabordo  alla francese che girava per la sezione quadrata.Il pezzo del busto era chiaramente cucito ocn il sovragonna, che aveva un'apertura centrale, la ruota della gonna era stata fermata davanti in una fascia e i laterali scendevano piegandosi creando come un effetto tendina per lato a mostrare la gonna sottostante, con un bordino decorativo che seguiva le piegoline. La gonna sotto era di tessuto diverso e intervallata da rouches alla francese con una bordutura alta alla fine,  arricciata da dare ampiezza nonostante non fosse così tanto larga. Le maniche chiaramente non erano attaccate al vestito superiore, sembravano quasi un bolerino, corto e tondeggiante davanti con delle maniche lunghe e strette finchè non si aprivano  tantissimo dal gomito in giù, tutto in pizzo chiaro da far vedere il colore della pelle e l man tra quelle maniche semrbavano piccole.

    "Cosa è successo?" domandò lui osservando quella tizia. Aveva i capelli sciolti con qualcosa nella zona della testa che luccicava ai movimetni, come delle catenine o qualcosa creando un disegno.

    "Sei stato fortunato. Per caso, ti abbiamo trovato alla deriva  del centro dell'eplosione. Eri in uno stato terribile, sporco e ferito. Ci è voluto molto tempo per farti ricordare la tua vera forma con i nostri metodi...."

    "Che cosa è successo! Là io.."

    "Si, da qui si vede il Palazzo Foliege. O quel che ne resta. Poco male, era un pugno in occhio moderno, solo un ammasso di cemento fastidioso...." fece lei senza mostrare niente se non piattezza nella voce e constatando la cosa

    "Che vuoi dire... e Jerome! E..."

    "Chi rimarrà, sarà all'ospedale."

    Ancora vide menefreghismo in lei.

    "Tu chi sei? DA come sei abbigliata devi essere partecipante alla festa...."

    "Io in una festa baccanale del genere... Phru! Io ero qui per un altro motivo..."

    "E sarebbe?"

    "Da quello che so tu non eri uno scagnozzo dell'idiota. NOn eri un braccio destro, ossia coloro che facevano materialmente le cose..."

    "Io..."

    "Cosa cè... sei preoccupato perchè... continui a guardare l'edificio"

    "In quell'edificio lavoravo, avevo conoscenze..."

    "ed erano buone conoscenze?"

    "colleghi... lavoravo lì da molto... mi serviva... sono morti?!?"

    "Cosa ti cruccia? Non mi sembra per loro..."

    "E' tutto finito... tutto andato... sono perso..."

    "E perchè mai... hai perso un lavoro, non la vita..." fece lei con un tono strano

    "Cosa vuoi saperne tu! Non puoi capire!" mettendosi le mani ai capelli

    "Ah, se gli altri lo dicono a me sono stronza e cattiva, senza cuore e non posso davvero capire... eppure quando si tratta di dirlo io, tutti che alzano le mani come se ciò che corrode me non fosse importante. Già, che posso saperne... io... di cosa significa non avere scopi, motivi, legame alla vita, quel senso di forza da voler vivere de merda ma comunque continuare a respirare... la vuotezza e il niente che ho dentro e intorno ame, persone che non ho vicino perchè non vedono me come normale, buona compagnia, meritevole o semplicemente fanno sempre a dirmi di cambiare ed essere fare cose come se fosse l'unica soluzione... hai ragione, che ne so io delle sofferenze..." camminando un pò intorno a guardare le cose

    "... ma tu chi sei?"

    "Prima dimmi che ti cruccia e te lo dirò"

    "... perdendo questo lavoro sarò nella merda! Mi pagavano bene e potevo farcela... adesso non potrò avere possibilità, sono spacciato!"

    "Ti servono soldi... per cosa? Debiti, mantenimento..."

    "Non che cosa sia successo, ma senza quel lavoro... lavoravo da anni lì e la paga era buona per tenere il silenzio. Con quelli potevo pagarmi le cure..."

    "E di cosa? NOn puoi tornare dalla tua famiglia o qualcuno...?"

    "SOno gay, i miei mi hanno cacciato... e sono solo. Ero stato pronto ad accettare questo per rivelarmi con la famiglia ma mi hanno detto che ero un abominio e poi lui, la persona per cui avevo perso tutto mi ha... lasciato. E poi ho scoperto di avere un cancro. Ho iniziato cure lievi per vedere se non essendo di livello medio potevo liberarmene presto e senza..."

    "Capisco... anche tu sei finito tra la feccia e gli invisibili per i giudizi degli altri... le mie informazioni erano giuste, quindi... e ora sei spacciato senza i soldi di quel politico marcio..."

    "Sono finito! Senza soldi morirò non appena diventerà di livello alto... e finirò per strada... come è potuto accadere. COME!! COSA E' SUCCESSO??"

    "È tutta colpa mia. La bottiglia  che ho buttato via per scherzo ha causato una devastazione. Ne ho la responsabilità."

    "Come?" la fissò allucinato

    "Sto cercando di aiutare un amico e... creare un universo dove, se il mio timore è reale esiste la reincarnazone, io no ndebba soffrire di nuovo e così altri! Starai davvero bene...?" cambiando tono ed espressione guardandolo

    "Che... significa che sei stata tu?"

    "Quel che ho detto! Durante la festa ho fatto avere dei messaggi ad alcuni elementi della politica, mafia, mercato nero e..."

    "aspetta! quella riunione..."

    "Esatto, durante una festa dei pezzi grossi si riuniscono in una stanza... E' così che agisco a volte. Circoscrivo il male in un luogo chiuso, come un vaso Pandora, e metto i soggetti in condizione di scegleire tra varie opzioni. Una bottiglia fintamente di vino ma che contiene dentro un innesco, colelgate ad altre in stanze vuote... e sono loro a decidere che fare. A quanto pare è accaduto qualcosa per cui la botrtiglia si è rotta o hanno trovato l'innesco in qualche modo e... BUM!"

    "..." fissandola a bocca aperta "E... BOOM?!?" alzandosi in piedi traballante "Ma saranno morte dell epersone!"

    "MORTE? AH AH AH AH " fece lei ridendo col viso al cielo e una risata come genuina da cattivo da film " Io non uccido, al massimo sono la scintilla che innesca la risoluzione di un evento. Come in questo caso. Non hanno accettato le opzioni di cambiamento e accordi con noi.... peccato per loro. Anche se non morti, sono di sicuro feriti da ricordarselo. E se no, a quest'ora tra il tuo risveglio e il nostro discorso...i miei staranno lasciando regali perpetui su di loro! Ed è solo l'inizio... partendo da questo chi di dovere troverà tantissimo materiale da ingabbiarli e far scoppiare scandali... ah, che goduria! E mi sono limitata... verrà fuori anche la loro combutta con la guerra in..."

    "Hai fatto tu quello? Quelli che conosco che come me lavoravano per bisogno saranno feriti..."

    "probabile"

    "e io... mi hai ucciso! Tu mi hai ucciso!" urlandò come un disperato

    "Si... se non avessi impostato quel piano, allora questa atrocità non si sarebbe verificata. Penso cheavrei potuto salvarli...MA ANCHE NO!" fece lei con un diabolico trentadue denti da sembrare pazza "Se avessi davvero pianto il mondo, avrei potuto scegliere di morire da sola. Ma sarei stata ipocrita come tutti quanti che dicono < ce ne stiamo alla larga e ci va bene il nostro orticello >. Peccato poi che quelli dopo di noi e peggio se davvero ci si reicnarna, avremmo e avrebbero trovato altra merda senza che il mondo e l'umanità cambiasse veramente. Non si può epurare totalmente il male, ma tenerlo sotto controllo e gestito si... un pò come in natura. Senza predatori o prede, l'equilibrio se ne va..."

    "Ma quelle persone..."

    "Levando i tuoi amici, tu sai chi erano veramente e cosa facevano? NO!? Allora non gettarmi ulteriori colpe oltre quelle che già ho..." fissandolo, mentre ogni mano stringeva un gomito "Credi che io non conosca le sofferenze del mondo? Cosa sia la solitudine? Il senso di impotenza? Di inutilità? Di niente? Del giudizio e comportamento degli altri che mi hanno rovinata? Del mio male interiore che mi spezza e rompe piano piano? Oh, si certo che lo so. E mi dispiace per il tuo problema ma voglio dirti prima una cosa..." avvicinandosi a lui.
    E qualcosa catturò la sua attenzione di lato, mentre lei si avvicinanva.
    L'uomo vide che effettivamente come gli era sembrato, cèra qualcuno nascosto in varie zone. Era un quartiere da bene ma le lampade dei lampioni dovevano essere esplosi forse per l'onda d'urto e loro due erano visibili tra loro per l'illuminazione esterna del palazzo accanto, di quello imlploso ancora accesa e diuna candela poggiata su una nicchia.

    "Se muoio, qualcuno piangerà per me?qualcuno sicuramente non piangerà, e poi alla fine andrà a vivere con qualcun altro come... come se niente di tutto ciò contasse. Ciò che ero, mi sen tivo, provavo o meno, pensavo e tutto quanto... con la mia morte non avrebbe fatto differenza. I pochi che mi parlavano come quei due non facevano altro che dirmi o meglio darmi consigli che però con e per me non andavano bene, e non capivano... Non voglio questo. non voglio che vada da nessun altro con un giduizio su di me errato e che non... ero io!.se mi importasse di tutti, potrei scegliere di prendere quella roba pericolosa, il seme di tutti i conflitti e distruggerla o lanciarla sul fondo dell'oceano o in un vulcano, o un luogo così sconosciuto che... se era possibile, potevo farlo. E come il Master e la Fiamma  era  mio diritto farlo. Ma i soldi e ciò che l'umano considera prezioso perfino in tempi di guerra, e reggono le colonne dell'umanità, purtroppo, per me non sono niente. NOn cè nulla che  soldi e preziosi possono fare per darmi felicità e quel poco che desdieravo.
    Solo questo avrebbe impedito a chiunque altro di morire. Il non seguire il Dio Denaro...  ma non l'ho fatto. E loro di rimando! All'epoca, non mi ero nemmeno accorta che fosse tra le opzioni che avevo. Perchè con molti, non ci sono opzioni e non possono cambiare. E quando le persone NON possono cambiare, la soluzione si splitta in due. O le elimini o le rendi incapaci... Salvarle e continuare con le trattative? Non ho provato a vederlo o a pensarci. Avevo preso tutte le mie scelte, il mio futuro, e le avevo messe da parte. Così come feci nella mia vita precedente. Ho distrutto quella possibilità con le mie stesse mani. Egoisticamente, ho portato il futuro di tutti con me, in quel vicolo cieco perchè così ho deciso di fare.Non chiedo il tuo perdono, odiami se vuoi. hai il diritto di disprezzarmi, per il resto della tua vita. E... oh, scusa! E' che sono arrabbiata con una persona che non mi reputa più amica e questa sera aveva voglia di spettacoli pirotecnici! Mi dispiace... ragazzo. ."

    "Tu hai deciso per tutti?" risedendosi e stringendosi la testa con le mani quasi piangendo

    "Se pensi... che io sia una cagna da fare del male, senza poi curarmi dei calcinacci ti sbagli... Non ti permetterò di mettere tutto il peso sulle tue spalle da solo. tutti questi peccati hanno le loro radici nei miei errori e fallimenti, o forse decisioni. Le scelte e decisioni, amico mio, sono le porte che ci conducono avanti nella nostra strada. .Sono stata io a mettere te su questa strada. questo risultato è il prodotto dei miei maneggi...io sono colei che ha creato quell'atrocità come altre. Avrei ucciso tutti, che fosse così o no, portandoli via con me. E invece ho solo mosso leggermente la mano, le ripercussioni saranno grosse ma senza che vengano con me... e se pensi che dopo che ti ho visto cadere da quella finestra, e la tua storia, io resti a fissare come da Dio o i santi senza agire... Oh, no! Di solito non lo faccio, io lascio la scelta se accettare la Mano o alcmeno un aiuto o no.... ma con te..." fece lei avvicinandosi al ragazzo e abbassandosi di gentto da far svolazzare stoffe e voilà, prendendogli il viso tra lemani "che tu lo voglia o no, vedo in te qualcosa di interessante e non sei oscuro, ma mi interessi. I tuoi genitori ti hanno cacciato per le stronzate? Fa niente, la famiglia non è SOLO quella di sangue, ma puoi trovarne una per te. La famiglia non è quella stronzata che per la gente sorregge la società. la famiglia è qualcosa di cruciare come il concetto di casa... e farò in modo che tu possa trovare entrambi. Seguimi e credi nel mio impegno e perfino il cancro con le nostre risorse si può eliminare. E magari puoi far vedere a chi ti ha portato dolore la tua nuova vita e felicità. Ti farò presentare a loro con un dono e un sorriso da < l'uomo più felice del mondo > e quello li farà rosicare..."

    "Un dono...?"

    "Ma certo! Per esempio..." fece lei sorridendo, muovendo la testa per guardare oltre la sua spalla e qualcuno apparve, era Kovacs con qualcosa in mano. "tu sai quando in Csi si analizzano le bottiglie e trovano cose? Sulla scena del crimine? Ecco, questo è quel vino! Dritto dritto e non rotto da quel posto lì, dietro di te, presa e preparata per donarla a chi ti ha rotto il cuore..."

    "Non capisco..."


    "Questo vino è esattamente il vino che rotolava accanto agli... come dire, carissimi signori che facevano cose brutte! Era tra loro, si è salvata... vedi? Un'atentica bottiglia da un disastro e magari morto, ma non è così... resta il fatto che è perfetta per cosa ha vissuto, da relagare a chi ha solo cattiveria nel cuore. SI! E' quel vino da una scena del crimine che trovo di gran gusto da donare a chi merita il peggio! Certo, questa è una decisione tua ma... voglio che mi segui! Voglio che abbandoni questa valle di lacrime con me, che superi la selva oscura per un nuovo tuo inizio! E che tu, per chi è come te, sia un faro al mio posto...." alzandosi e allungando la mano.

    "Che cosa vuoi?"

    "Ti ho gettato in questo e da questo ti riporto alla vita. So esattamente cosa sta succedendo, so che vuoi davvero davvero scappare da questo dolore,  e ti chiedo di continuare a vivere. Vivi una vita buona e appagante. E te lo dico con forza e convinzione, con forza da chi sa e conosce quello sguardo. Lo intendo davvero e so chiaramente cosa intendo fare. Sarai un mio servo e ti curerai, e ancora lavorarai per noi e per gli altri spenderai parte della tua vita perchè trovino supporto e aiuto, e la comprensione di una possibilità in questo mondo di falsi. SU, vieni con me, ho delle cose da fare. E ti assegnerò un buon posto in cui lavorare..."

    "Tu... tu sei la strega!!" fece di colpo con una voce da fumatore e rauco un uomo dall'altro vicolo. Lia si voltò pronta a ogni eventualità così come i tre, che il giovane vide sbucare da alcuni posti in ombra. Ma era solo un senzatetto che continuò come se vedesse un'apparizione di qualche tipo. Arrancò messo male sulle gambe finchè non finì sulle ginocchia, in lacrime.

    "Sapevo che eri tu! Quel viso lo ricordo da quando hai preso quei due con te e poi il rifugio è stato assalito..."

    "Quando! Quando il rifugio è stato assalito!" fece lei seria andandogli incontro ma Kovacs si frappose e la fermò.

    "Mi dispiace!" fece l'uomo in lacrime "ma hanno due miei amici in mano" fece uscendo fuori un coltello "e mi hanno detto che se non ti uccidevo, uccidevano loro..." ansimando forte e agitando l'arma davanti a sè buttandosi verso Lia per colpirla.

    Lia restò a guardarlo come se vedesse un insetto molesto e sfrontato. Rise e poi con un braccio scostò Kovacs e gli andò di nuovo incontro. Mentre lei si avvciinava lui agitava davanti l'arma chiedendo scusa finchè non chiuse gli occhi terrorizzato,  e si ritrovò il braccio ritorto ma senza voltato, rstando davanti a lei, e l'arma a terra.

    "Caro amico mio, sono lieta che sei giunto da me accettando la proposta..." vedendolo sorpreso da strabuzzare gli occhi "Io sono la Strega del Gioco e dell'Equilibrio!" mentre l'uomo vedeva strane cose crearsi nell'aria, senza sapere che erano gli apparecchi che quei tre avevano posizionato ma per altri scopi "Adesso tu ed io ci facciamo delle confidenze..." mostrando nella mano libera un'arma che l'uomo non conosceva che sembrava reale e che lei spinse verso di lui, facendolo urlare dal dolore ma che non cèra "Ora scoltami bene" gli fece sussurrando "li ho visti che ti spiavano e io ho adesso colpito il tuo addome, ti ho ferito ocn la mia arma e se continui a urlare e fingere la tua morte,  penseranno di aver fallito e torneranno dai tuoi amici. E io andrò a sguarciare le loro interiora e spellare i loro visi... ci stai?"

    "AAAHHHH" fece di nuovo l'uomo più spinto da qualcosa,  dalla paura,  che comprendendo.

    Lia fece finta di estrarre l'arma, guardando l'uomo che fingeva accasciandosi a terra, come morto, rantolando. Quando lei alzò gli occhi questa volta sfrontatamente e li puntò sulle figure che erano in una strada distante ma potevano vederla, sorrise.

    "Capo, questa sera mi sembra parecchio infuocata, è saggio allestire una Caccia in pochi attimi...."

    "hai già provveduto ad allestire il cerchio con il supporto?"

    "Si..."

    "Bene... prendi quest'uomo fingendo che sia un cadavere e fatti dire ogni cosa, dove, quanti e il resto. Oggi non mi importa di sporcarmi questo abito, che si rovini... così Dorde saprà come prendo i tradimenti!" incamminandosi e dicendo quel nome più a se stessa che ad altri sussurrato solo quello, metnre voltava il capo e fissava negli occhi il ragazzo, augurandogli un benvenuto diverso e fuoriprogramma di quello che aveva deciso.
    I tre si guardarono tra loro e Zidgi disse "perdonami, ma che è successo due giorni fa quando è uscita dalle stanze del leader, per essere peggio del solito? Sembra come all'inizio mentre era diventata pure una dei nostri... E quel ritratto che si è fatta fare, che sembra una depressa, rassegnata e vuota? A me fa venire l'ansia... Cosa è accaduto per arrivare a lei più incazzosa di prima? E ci stà dando sotto parecchio a sfogarsi, vero?"

     Kovacs sospirò mentre la vedeva andarsene pronta a dare il suo peggio per la rabbia che covava, per la caccia di quegli stronzi, mentre si chiedeva perchè aveva fatto fare quel dipinto, in cui lei era inclinata in avanti, reggendosi sulle ginocchia e l'altro sul bracciolo del divanetto, e le mani in posizioni diverse e uno sguardo così triste e sofferente, sconsolato, che quasi pareva parlare veramente di cosa potesse provare. Era quasi triste vedere quel dipinto con quell'espressione.


    "Quindi mi stai dicendo che sei finito qui per questo?" fece Gask molti mesi dopo, tornando in quel punto di appoggio della volta prima, quando per scherzo quei tre gli avevano fatto rischiare la pelle con quel sangue finto.  E Kianta aveva divelto mezza finestrella, uscendo da quella stanza solo perchè Jd era giunto di corsa  e li aveva fatti sgommare via. Aveva fatto andar via solo i tre e Gask, restando con lei solo lui e cercando di smorzare la sua furia. Erano tornati il giorno dopo, senza dire niente sul tempo lontano dallo Chateau, e lei era rimasta nella Sala delle pianificazioni al fianco di Milan ma metetndo una sedia accanto alui,  così che avesse tutti e quattro i soggetti davanti, fissandosi occhi negli occhi restando impassibile come una bambola, tanto che chiedevano varie volte di assentarsi perchè improvvisamente malati. Non seppe, Gask, cosa le disse Jd o cosa fece per farla calmare, nè perchè persero così tanto tempo lontano dal ritorno, ma fino al fatto della metropolitana, lei non aveva proferito parola con nessuno tanto che quei tre non li degnava di uno sguardo, ma correva per i fatti suoi e loro accodati.

    "Esatto, quel ragazzo ero io!" fece ridendo l'uomo al suo fianco. Era uno del gruppo fisso di quel  punto d'ancoraggio quando serviva una sosta, senza ricorrere alla Torre. Ed era uno di quelli che avevano appeso quel ritratto. "all'inizio speravo di avere quel dipinto. Quello dove traspariva tristezza e amarezza. Fu finito i giorni che letteralmente mi fece entrare nell'organizzazione e lo mise nella sala da tè che utilizzava di più. COn me aveva parlato parecchie volte in due giorni,  prima di mandarmi in gruppi di preparazione per ciò che sono ora. Era affabile, gentile, a volte spiritosa e pungente,  ricordo che eravamo seduti intorno al tavolino basso e vedevo dietro si lei, alla sua destra, quel ritratto. E a volte mi alzavo mentre lei rispondeva al telefono, quello antico di madreperla e lo fissavo da vicino. Era uno scorcio di stanza con un divano in uno stile particolare, bordo non so di che tipo color argento e frontale del bracciolo ampio e... ricordo che era solo imbottito senza i bottoni, ma era di velluto credo blu che constrava con l'abito. Dietro cèra una tenda pesante e con decori che non so dire e poi uno scorcio di un dipinto, forse.  Cèra anche un cuscino tondo visibile in parte dietro di lei, uguale al divano... che altro.... E lei era là,i capelli sempre in quel modo legati sopra e lasciati liberi sotto,  con dei fermagli strani e quell'abito. Ampio di sotto con tutti i decori arricciati alla fine.  Quello di Veròna avorio se ricordo il colore, con le maniche ampissime. Fu il primo di Veròna che indossò e fu ocnsiderato tale. Ricordo che mi disse che mi volle al suo fianco come accoglitore, usò questo temirne in italiano, non so perchè, ma diceva che per lei era un pregio essere un Accoglitorem ossia noi che teniamo questi Avamposti e accogliamo i membri per una sosta verloce... dando enfasi alla prima lettera e... e ogni volta che veniva, come ora viene lei, sebbene fosse un'altro Punto, la vedevo sempre e mi sembrava di osservare quel dipinto.
    Anche la postura. Quel ritratto...Era seduta sulla parte finale di quel divano, il braccio destro sul bracciolo con la mano ten uta morbida, a msotrare gli anello. L'altra mano era sulle ginocchia e lei era come portata in avanti sistenendo sulle braccia, sembrava...  credevo sempre che fosse come se si reggesse solo sulla forza di quelle braccia, abbandonandosi  con il busto verso avanti. Pensavo seriamente che sembrasse come accasciata in modo pesante e stanco. E poi l'espressione. Un miscuglio di amarezza, tristezza, rassegnazione, sconforto, disperazione, angoscia, disillusione, avvilimento, afflizione. Ogni volta che lo vedevo pensavo a una parola di queste e alla fine sono diventate tutta una sola descrizione. Quando fu terminato, io ero per il giorno giorno allo Chateau. E iniziavo il mio ciclo di terapia. Subito, cosa mi aveva promesso fece. E quando finivo mi invitava nel salottino da tè con un sacco di cose buone e bevendo cosa mi piaceva, non importava cosa. E mi raccontò cosa erano coloro che aveva come bersaglio quella notte e perchè lo fece. Ricordo che mi aveva assegnato una delle camere non occupate della sezione dei Capitani e quando terminai il mio ciclo vincendo la malattia, mi portò con sè per vedere cosa facevano alcuni gruppi come questo. E mi disse ceh voleva istituire gruppi speciali per le persone che la società considerava diverse o sbagliate perchè avessero sostegno, un punto di contatto con vere persone e tante iniziative per portare la normalità nella pazzia della società bigotto-religiosa. Io sono in questa città il primo referente per le persone come me, ho aiutato e accompagnato molti lasciati soli,  ho permesso loro di continuare ad essere e sentirsi persone. E anche lui, è qui...." disse voltando un pò il capo verso un uomo di mezza età che portava roba dall'esterno.

    "Aspetta... è il tizio che voleva accoltellarla?"

    "Oh, si! E' una brava persona e insieme abbiamo seguito tutti i corsi e... adesso siamo qui! Ricordo che una volta gli disse, quando era venuta qui e aveva portato cibo per tutti, invece di cucinare noi qui o portato dalle Torri, fanno anche questo, qualcosa che mi fece pensare. Ma non per il senso, era chiaro e lo diceva sempre ma... disse < eravamo un popolo distrutto, sconfitto, estinto. ma con la magia che si ha dentro e la forza interiore, è possibile riemergere e bruciare come una stella nel massimo della sua fase. Brillare e accecare. far espandere la sua massa e luce così tanto da restare aggrappata senza voler andar via, anche se il soggetto non cè più! E' questo che noi, di gruppi diversi dobbiamo fare. Ma solo alcuni diveranno supernove..."

    "E... cosè la supernova?" chiese lui mentre il vecchio rideva

    "Una Supernova è una stella che esplode. L'esplosione di Supernova rappresenta l'ultimo atto, distruttivo e spettacolare. Durante l'esplosione viene liberata un'energia enorme e la stella diventa così luminosa da splendere più di una intera galassia... e quello è il mio stato. presto non ci sarò più, ma state sicuri che quel giorno appena avverrà, vedrete qualcosa" alzando gli occhi al cielo come se osservasse la volta celeste e non un tetto "il vostro ciclo è medio per lui e in espansione per te..." rivolto al giovane "e per voi cè ancora tanto, tanto tempo per pensare all'ultimo ciclo. Ma per me, è quasi giunto il momento. Ma non resterete privi di qualcosa, manterrete il lavoro, la posizione, ciò che potrete essere divendovi fedele al nostro ideale. Io non voglio seguire la politica e non intendo intromettervisi, perchè rispetto quei due, io cambierei così tante cose che partirebbero rivoluzioni, con la conseguenza però che chi le hs disolito non ha ragione come quelle del passato, ma in questo nuovo... sono solo gli imbecilli che corrono a protestare, chi per togliere diritti ad altri, chi pensa di subire cose che non esistono, chi vede il cielo  a scacchi ma penso che sia solo il loro cervello che fuma pietà per non essere utilizzato "facendoli ridere "resta il fatto c he vorrei solo... che crediate in cosa comunque resterà dopo di me. Con l'unificazione di tutti i paesi in un governo unico e centralizzato, seppur di cui si sa poco, non ci saranno guerre, questioni di espansione, di conflitti su chi ha la pietra di confine centimentri in là, il senso di patria considerando gli altri come diversi solo per dove sono nati, non pensando da nemici e divisi m a in coesione di sangue umano come tutti fratelli,... con cosa loro stanno facendo, niente guerre, mai più, mai più conflitti per conquistare o altri ameneità di un passato che deve restare tale. E con le Colonne e i Pilastri a guardia delle cose dall'alto, niente dittatori, neinte profittatori, ma ci sarà smpere qualcuno che controllerà chi ha posizione e responsabilià, e doveri..."

    "E chi controllerà questi soggetti?"

    "..." Lia sorrise, una volta tanto ne faceva uno, e guardò oltre la sua spalla mentre compariva Helias "ci sarà chi controllerà loro e se necessario agirà. Loro no nsono influenzati da elementi umani negativi ma così come questo, non cè rischio che loro comprendano malamente il senso di vita e umanità, cosa è giusto e cosa sbaglaito. Sono progettati e cresciuti perchè abbiano una mente super partes e gisuta. Ma a voi non interessa cosa cè su, a voi interessa vivere, tornare umani, credere e sapere che il mondo può essere bello e che può dare qualcosa... perchè non accada come con me. Molto prima io credevo che il mondo fosse bellissimo, e pieno di posti per me, si cèra anche il male ma.... io sentivo che il mondo potesse dare qualcosa, alla fine. E potessi trovare cosa sognavo.Di solito la gente ama stare al centro del mondo, ma io sognavo solo un angolo che fosse tutto il mio mondo... ma per me, non poteva esserci!  Poi compresi amaramente che per la società come era, ciò non poteva acacdere. E non avrei trovato nessuno che mi accettava per come ero... come si è visto!" mostrando l'espressione di quel ritratto, facendo una pausa

     "E che quei due in parte mentivano. < Cè per tutti! Continua a sperare! Cosa cerchi lo troverai! Chiedi a loro, so e sono sicura che loro sanno che cosa cerchi e possono darti risposte! >  E altre stronzate! Ho lottato, ho cercato, ma per chi è come me, cè poco a questo mondo. E come fu per quella opera per me in cima, l'opera magna, come lei disse a lui, il mondo che tu vedi e in cui apaprtieni è troppo meraviglioso e magnifico, per crederci per me e per viverci... ma non ho mai smesso di pensare a chi finiva come me. Ecco perchè ho accettato da quei due il compito di essere il contenitore di Veròna. perchè ella agisca e spiani la strada per il mondo del domani, per qualcuno che possa essere la mia speranza. E anche per tutti voi, per tutte le vostre, di categorie. Uno della categoria dei diversi, come me, ma considerati peggio perchè stronzi in sottana dicevano che qualcosa lassù non li voleva. Ma li aveva creati lui, così! "

    "Grazie per cosa hai fatto per noi, e quelli prima di noi che abbiamo incontrato. Senza di te non saprei davvero cosa avremmo fatto e... grazie per chi aiutiamo noi, grazie a te. Le persone che sono commosse per l'aiuto per arrivare a pagare le bollette e avere il minmo di civile, per i bambini che altrimenti non avrebbero scuola e modo di studire, i parchi e luoghi per loro anche al chiuso perchè siano sicuri e protetti e..."

    "Non devi ringraziarmi. Ho sempre pensato che tanto ho, tanto dò. Credo nell'idea che è possibile imamginare, sognare, costruire e creare i luogi più straordinari e giusti della terra, ma per farlo occorrono sempre le persone perchè ciò diventi realtà, e le stesse che vi credono per mantenerli. E non fermatevi come tutti all'apparenza, ma scendete dal treno dopo, alla sostanza. Ese un giorno avrete figli, ricordate una cosa. Dovrebbero sentirsi onorati e genitori e guide di vita chi insegna che quelli che li producono nel corpo, perchè i secondi sanno solo dare la vita, ma chi li cresce e condivide conoscenza e cultura, morale e il giusto, loro, sono quelli che danno l'arte di vivere ed essere. E siateci. Esserci è il regalo che non ha forma, ma che vale più dell'oro o molte altre cose... a meno che non vi dicano che è meglio qualcosa cambi "con amarezza "....E se vi dicono che non valete niente, ricordate a quelle persone che loro, umani,  osno gli unici che pagano per vivere sulla terra..." con un ghigno "E, tornando a un discorso, Victor Hugo afferma tre cose. Un futuro ha diversi nomi. Per i deboli si chiama l'irrangiugibile, Pe ri paurosi si chiama ignoto. per i coraggiosi si chiama opportunità. Fra pochi giorni io no nci sarò più, ma vorrei solo che voi comprendiate che il mio ciclo di esistenza si esaurisce non perchè sono debole, ma perchè sono rassegnata e stanca. ma non permettete che altri, a meno che non siano me, lo siano. Siate chi non cè mai per gli altri. Date ascolto a chi ne ha bisogno. Voce a chi non l'ha. Mano a chi vorrebbe rialzarsi ma non riesce per varie cose. la vicinanza a chi è solo e via dicendo. perchè tutti possano.... Non dimenticate mai il vostro passato e chi siete ora, ma non per me, ma per voi stessi. Avete creduto, vi siete fidati e avete lottato tanto per essere qui oggi. E domani altro. Anche se da noi ti sei salvato veloceemtne, e ringrazia la scienza e i nostri medici, ragazzo, hai combattuto contro pregiudizi e i momenti di paura e ansia. Complimenti per chi sei adesso, sicuro, capace, che non arretra anche nei momneti difficili..." facendo un applauso " e a te, baldanzoso amico più grande, tu che ricordo bene accasciato in un angolo a chiedere l'elemosina mentre eri invisibile e ingnorato, che ti vedevi scacciato e deriso, sei stato pronto però a pensare ad altri come te in difficltà e hai creduto che per salvarli era necessaria uan scelta. E per fortuna che ero io, direi..." ridendo "adesso sei un uomo.  non sei più il perduto e vuoto essere con la testa sul prospetto degli angoli,  dove speravi in una buona giornata almeno per mangiare e... ti sei impegnato e ora sei qualcuno che è pure amato e considerato dai membri dei gruppi di questa città,  sia nostri che di quelli che sono come eri tu, ed aiuti. Tu e gli altri che eravate ciò che sono chi soccorrete, adesso siete di nuovo persone e tanto avete avuto, ovviamente con il vostro impegno, e tanto date. Anche poco meno, quanto vi sentite ma fatelo. O il mondo sarà solo una giungla e un campo di battaglia.Quello che fa male è proprio questo! Il concetto di giugnla e campo di battaglia! A questo mondo ci sono persone capaci che devono sgomitare e lottare contro chi non ha problemi a schiacciarti per il proprio tornaconto, schiacciando te che sei capace di quello per balzare in cima. Ti usano, ti sfruttano e tutto quanto ma sono loro ad andare ancvanti perchè utilizzano ogni metodo stronzo per scavalcarti anche se sei tu che meriti... non esiste vera meritocrazia e valorizzazione delel qualità vere! Tutto è in mano di squali e profittatori!"

    " E... quindi? Cosa hai intenzione di fare?"

    "Vuoi la verità? Io non farò più niente! Ho deciso di non voler fare più niente tranne rari casi,  come te e chi ho scelto dopo, lasciando alle persone il vero peso di tutto! Ho già fatto così tanto, io da sola, che perfino Bill Gates a confronto si è sforzato poco. E non scherzo"

    "Si, lo so. Hai bonificato zone degradate, aiutato genitori che non riuscivano a dar da mangiare ai figli e spingendoli per migliorarsi con i tuoi aiuti. Hai istituito gruppi di sorveglianza solo con uomini di questa organizzazione per la salvaguardia di ogni settore delle città, anche a causa di incidenti e situazioni assurde..."

    "trovare ragazze morte al centro della ,schiacciate perchè gettate fuori la macchia, con evidenti segni di tentativi di abusi per te è normale? le rapine? I tentativi di abusi? Gli accoltellamenti e..." sospirando

    "E le persone ti ringraziano. Hai aiutate scuole in difficoltà in ogni angolo del mondo che potevi, centri per bambini e ragazzi che un tempo si chiamavano orfanotrofi. Di sonne abusate e sole. Cliniche e centri di cura per poveri ed emarginati che non potevano curarsi e rischiavano la morte. Hai spremuto gli attributi ai gruppi di assicurazioni perchè parecchie volte avevano frenato la burocrazia aspettando che la gente morisse di malattia per non pagare e hai inscenato una truffa, non truffa in vero senso, ma per portarli in giudizio con prove con mail e telefonate. Hai preso ogni dato che potevi perchè questa organizzazione lo permette, di centri di ricerca e farcaceutici che sfruttavano i deboli e poveri per i loro test senza indicare danni e problemi di uso dei prodotti. E posso continuare. Hai ridato agli avvocati una strigliata sul rubare letteralmente soldi per reati minori intesi come furto di cibo per necessità, ferimenti e uccisioni per legittima difesa contro anni di abuso senza che nessuno facesse neinte..."

    "Ho solo trovato assurdo che persone che non potevano permettersi niente si ritrovavano con avvocati d'ufficio troppo oberati e menefreghisti e per avere l'aiuto che magari meritavano prima, dovevano pagare migliaia di euro di risarcimento per le prestazioni dell'avvocato per rubare del cibo per mangiare almeno una volta!. Ma ora sono stanca, davvero, di impegnarmi per sistemare cose che alla maggior parte della gente non interessa sistemare. Se una ringrazia, cento quasi osno stizzite che hai fatto qualcosa. Che non comprende cosa ho detto e fatto e prosegue nello stesso modo di omertà e proprio tornaconto. Cosa ho fatto, gli altri sfasciano perchè... Milan e Dorde hanno intenzione di proseguire cambiando le persone col tempo, piano piano, tempo al tempo, ma come la natura umana insegna, con gente che figlia e insegna l oschifo e poi cno il gruppetto si influenzano tra loro crescendo come mentecatti... che facciano cosa vogliono! Ora che so che non troverò in nessun luogo, il posto per me, dove io posso essere io, e che a nessuno veramente piaci tu come sei,  e se cambia qualcosa, casca il mondo e devi essere tu a cambiare perchè a loro vada bene... che se vadano a quel paese. Non giungeranno mai così a un mondo giusto e migliore. Che si sforzino pure, fino alla fine, che si divertano! Vorrà dire che resterò io da sola..."

    "però... è da quando ti conosco che hai quell'espressione e quel ritratto accentua tutto. Sei sicura di voler..."

    "Ho promesso di mantenere solo cordialità di lavoro, va tutto bene. Ma io sono un esempio del fatto che non tutti posson trovare il loro paradiso e almeno un angolo di felicità. Con persone preziose. perchè se chi ti sta intorno inizia ad avere qualche picchio strano e per sistemar ela cosa dicono a te di cambiare e non loro, sempre e solo tu... allora non è luogo per te! Ma io non sono voi, vi siete ingrati e va tutto bene. Finchè resterete nell'organizzazione, almeno lì voi avrete il rispetto e considerazione che meritate. E quando non ci sarò più, ci sarà qalcuno altro che mi sostituirà...."

    "E poi quel giorno nel salottino da tè in cui stava sempre. Io ero là perchè mi aveva invitato a seguirla dopo un incarico di Veròna, quindi ero per alcuni giorni allo Chateau. E da come avevo capito, non parlava più e ne si intratteneva con quelli che prima erano i suoi amici. Si comportava in modo cordiale e relativamente gentile, ma vi stava alla larga da altro. La vidi un pò più in confidenza con Jd ma di poco. Ogni volta che compariva Milan, lei non lo guardava neanche in volto, ho saputo però che gli ultimi giorni fu più cordiale da quei tre. Per qualcosa che si erano detti e poi... se ne andò. DA quello che mi disse Kovacs, gli ultimi giorni aveva deciso di smetterla con i conflitti, almeno quei pochi giorni rimanenti. Ma disse anche che glieli fece pesare, quelli prima" sorridendo "ogni volta che guardo questo ritratto ricordo l'altro, con quell'espressione di rassegnazione e... semplicemente mi dispiace per lei..:"

    "E come mai hai questo ritratto?"

    "non sono l'unico. Molti di noi che aiutò o salvò e fece entrare nell'organizzazione... come dire, protestammo per la sua morte. non sapevamo come, ma disse solo che parte di lei sarebbe morta e avrebbe trovato la pace, come doveva essere da tempo. E ci disse che se avessimo visto per caso qualcosa di strano, che sembrava lei, non dovevamo credere agli occhi. Gli occhi, diceva sempre, possono trarre in inganno. A meno che non sia io a tornare da voi, io me ne andrò. Il resto, non sono io! E così le chiedemmo di darci almeno un ricordo e quando lo facemmo, ricordo ancora che quei tre stavano scaricando i ritratti che lei utilizzava per fare la pernacchia al mondo. Così diceva "ridendo "il mondo non mi voleva e desiderava cancellarmi? Questo mi dicevano, non valevo niente e tanto meno esistere. E così prima di morire, voglio che ovunque si girino, mi vedano e fissino quel sorriso carogno. VOGLIO CHE SI SENTANO MINACCIATI DAL MIO SORRISO CAROGNO! E nulla potranno fare per togliermi dai muri! ovunque io sarò esposta, prendono soldi per tenere quello attaccato, quindi cè multa se osano toccare o eliminare un bene privato ovunque siano. Così pagheranno due volte. Questo disse quell'ultimo giorno che la vidimo. Aevva già salutato molti ma noi che aveva tirato fuori dalla melma come diceva, eravamo un grosso gruppo che aveva riunito per una Lezione unica per tutti, eravamo tantissimi, e salutarci. Quando osservammo quella fila e un'altra fila fila, e ancor auna di ritratti pronti per essere distribuiti, le chiedemmo di lasciarne qualcuno per noi. Come ricordo. Lei non sembrava convinta, ma... guardandoci stranita, disse < ok, anche se non so a che vi serva un ritratto di qualcuno che per tanti è stata solo un peso. Scegleite il tipo di ritratto, sono tre diversi e... se li volete! > come se lo trovasse strano. E alcuni di noi ne hanno preso uno e lo tengono come noi nel Nodo o in altri modi , come chiamate quesi luoghi di sosta per non andare nelle torri e operare in molti punti delle città. E' una sorta di ringraziamento da parte nostra anche se lei non ci credeva. Anche per cosa combinò con i miei..."

    "nel senso?"

    "Vuoi snetire? ora te lo leggo" fece, prendendo il suo phonvlet e aprendo un'immagine "ha mandato ai miei delle bottiglie con stampe di mani rosse e grosse rosso cremisi... capisci?" guardandolo negli occhi per dire < hai collegato? > " e un biglietto. questo due volte che io sappia,  per aggiornarli di come stavo e qanto fossi diventato ricco e soddisfatto... E ho riso leggendo la scritta nella foto, ha consegnato lei stessa vestita da fattorino con tanto di cappellino, e quando loro hanno aperto e preso il cesto con le bottiglie che spuntavano , e una bottiglia tipo marmellata con lumache vive dentro che strisciavano con dei fori sul tappo bianco, si è fatta fare da Kovacs delle foto in successione dall'apertura della porta a lei che faceva il gesto medio davanti ai miei, a favor di telecamera,  confusi per poi andarsene. Cè proprio il fotoshooting, e no nsai quanto ho riso e ho qui una con il biglietto, mentre nella dopo loro lo leggono e dice...< Io sono felice, ho provato la felicità che ogni persona umana dovrebbe sentire dentro. E che è una delle cose vere da raggiungere. Mi auguro che la vostra vita sia mesta, rognosa, tedia e peggiore di ciò che io non voglio augurarvi, solo per dimostrarvi che i pregiuzi non pagano. ora ho il mio equilibrio, e voi per fortuna non ne fate parte, perchè consumerete in rancore e bigotteria il mio ossigeno. Che le vostre convinzioni malate vi diano il peggio con millemila rimorsi e rimpianti. E SOLI COME CAROGNE.  Fin nell'anima. Un Kiss dal figlio che vi amava ma voi non meritate niente. > Ho riso per giorni, giuro! "

    "Sembra molto da Kianta questa cosa"

    "Anche tu hai notato certi comportamenti che sembrano suoi? Ma veramente lei non ricorda, perchè a volte ho provato a dire delle cose che l'altra avrebbe riconosciuto e ricordato, non celava se non quando fingeva per la feccia, quindi se mi avesse guardato in un certo modo, avrei capito. Ma lei davvero non ricorda, è solo che pe qualcosa della metne a detta di Kovacs, alcune cose, piccole,  sono rimaste... Però come ho detto a volte è... guardando questo, quel viso, rivedo sempre quell'altro ritratto che non so che fine fece e il suo essere demoralizzata tanto da contare i giorni e sperare di giungere a quel giorno. Quando non la vidimo più, capimmo che era morta. Poi in varie zone, perchè noi che lavoriamo in questi Nodi o Avamposti, ci incontriamo, abbiamo periodi di pausa e torniamo allo Chateau e... scoprimmo che cèra qualcuno che le somigliava che se ne andava in giro. All'inizio non ci parlava ne altro e non capivamo, poi scoprimmo la verità da quei tre. Non era la stessa persona. E infatti capitò che nel refettorio la fermassimo e... sembrava così innocente e diversa da quella che conoscevamo. Gentile, cordiale si ma come fosse una persona senza... cosa le dava tutto addosso... Kovacs diceva . E così fu. Abbiamo mantenuto buoni rapporti e lei sa, non poteva non vedere il ritratto, che molti di noi conoscevamo Lei, ma non le importa di sapere niente. L'ho sempre trovato strano e una volta diede una mezza rispsota. < Io sono io, non ha senso crucciarmi per chi è morto che non sono io. Non sento il bisogno di sapere chi ero perchè non mi sento altri che me stessa, non qualcun altra. >  E così per tutti Lei restò morta e Kianta un'altra persona. Credo, non sono sicuro che sia anche dovuto a quel giorno."

    "Quale?"

    "qualche giorno prima di andarsene, ho saputo poi che il giorno successivo a questo di cui parlo, aveva fatto una mezza pace con Milan, andando a vedere la nave scuola dell'organizzazione. L'hai mai vista? Io no, ma ho saputo che dopo aver discusso lei accettò di esser epiù elastica ma non so che dissero..."

    "Parli sempre di quel g iorno a cui ti riferivi"

    "Si, quel giorno. Ero con lei in una delle sale ed era vestita anni trenta, le piaceva a volte ricevere persone in stile come una mini festa per invogliarli a interessarsi meglio dell'incontro e... era prima di un clietne. Aveva questi abiti e scarpe in stile anni trenta, aveva già i capelli corti e quindi aveva la fascia con decori e piuma di quegli anni, orecchini e beveva qualcosa parlando con me. Dopo quell'incontro dovevamo tornare a questo nodo o avamposto. E poi aprì la porta lui, il leader. Dopo un'occhiata lei distolse lo sguardo e non lo guardò più, io ero sul divanetto davanti quel ritratto, quello che io chiamo sempre Rassegnazione e... vedendo l'aria che tirava tra lui serio e quasi arrabbiato e lei senza degnarlo di uno sguardo... me ne andai. Ricordo però che chiusa la porta sentì il leader arrabbiato e discussero. Non so cosa si dissero ma ore dopo io e lei eravamo qui e poi tornò allo Chateau, e il giorno dopo in una mezza pace tra loro, lui le mostrò la nave scuola..."

    "E cosa ne pensavi di lei?"

    "..." il giovane sorrise a Gask " ti dico una delle cose che affermava molte volte. Imparare ad accettare non vuol dire rassegnarsi, è diverso ma molti non lo capiscono ecco perchè non sanno distinguere tra quelli come me e altri, ma semplicemente non perdere energia e forza dietro a situazioni che non è possibile cambiare, anche in quel mometno, se alla fine ti va bene a metà cosa hai. Se non è qualcosa per cui sei contro totalmente, puoi anche imparare ad accettare. E poi ci sono quelli come me. Che non vogliono imparare ad accettare perchè se cè possibilità di cambiare e migliorare, che senso ha fermarsi e proseguire dove ti mandano? Siamo in un gioco a binario? No, nella realtà... è tutto cambiabile, affrontabile per soccombere alla rassegnazione. Devo dirti altro?"

    "ma io..." ma entrò Kianta borbottante con i tre che seguivano ridendo

    "Poi ne parliamo, intanto leggiti questo, era un testo della recita per Veròna che qualcuno doveva pronunciare" e gask lesse.

    < Stolti, radunatevi sotto la pulsante Fiamma. Ella balugina nell'oscurità ghermendo e mostrandosi. Ella sovrasta l'oscurità, sempre. Venite, con le trombe del lamento che echeggian fino al cielo, le stelle, nell'Eden e nel mare. Riecheggiando e mugghiano in bufera il suo intervento per valli e colline. Date fuoco alle corone degli Dei e offritele sull'altare del destino, affinchè Ella le imbrigli. E il suo agire diventi corpo. perchè tra noi giuga nel pieno della sua perfidia di bellezza. Dal profondo degli abissi, scivolando nel vento, urlando dal cuore della terra e schioppettando ridendo nelle fiamme. DA lì vien la Grande Maga che rovescia il mondo e lo rivolta. Muta la ragion e il cuore. Divide le genti e ne unifica altre.  E giudicando giunge e gestisce. Modella e glorifica la vita. Fra poco verrà il giorno del giudizio. Invocate il suo nome, con omaggio, odio e ammirazione. E vi darà i suoi favori capricciosi.  >






    Bucovina, Ucraina - casa di un soggetto ormai pronto per essere portato nei Campi. Un'ora dopo il loro intervento

    "UFFH"
    Gask vicino Kovacs mentre Cinque giocava al chirurgo. E Kianta era spalmata sul divanetto.

    "Scusami, ma che ha?"

    "Ah, il solito te l'ho detto! Siamo con questa famiglia che le ha fatto quello scherzo con la bara e ora stringe i denti per ripicca."

    "Ma..."

    "Gardala, le sta dando fastidio come al solito! E... Oh! si  è alzata" disse a gask, mentre una sorta di nebbia divideva la zona con la famiglia e Cinq e loro.

    "KOVAACCSS!" fece lei come un bambina capricciosa "prendimi le altre scarpe, stò morendooo!" fece lei alzando le gonne per mostrargli quelle che indossava.

    "Di nuovo probloemi con i bordi? le hanno sfregato troppo?"

    "Io non posso mettere queste scarpe da donna e lui non lo capisce. Ho sempre tutta la zona dove i bordi sfregano rovinata! Fa male!"

    "Aspetti..." prendendo dalla borsa un paio di scarpe di ricambio più comode e accollate, in stile bambola rispetto le altre "queste dovrebbero andare" abbassandosi e cambiandole il paio con le altre

    "Manca ancora molto prima che finiamo?" brontolò lei scocciata

    "non molto, il farmaco che abbiamo loro sommistrato facendoli bere durerà ancora e sebbene Cinq non faccia poi molto come torture, per loro sarà prenedrsi una botta del crack peggiore e vedere il peggio che potrebbero mai immaginare. per ora staranno vedendo diavoli che li infilzano o altro." ridendo

    "Ben gli stà... è solo che sebbene Cinq stia facendo poco e cè poco sangue, io lo sento! E mi dà fastidio con il sistrema chimico... quando finisce?"

    "Davvero inizia a starle stretto il compito di Veròna?" le chiese sistemando l'altra scarpa

    "..." Gask la vide fare un broncio come una bambina "inizio a stufarmi di far sentire...

    ... una crudeltà stupenda. Una sublime furia. con un potere misterioso.Quel vaso di Pandora che lei deve continuare a riempire e colmare per proteggere il nuovo mondo..."

    "Si lo so" rispose a Kovacs che usava le parole di Milan  "però diventa pesante vedere qualcunoche porta sofferenza a qualcuno...." come desolata

    "perchè non lo fa lei?" rise l'uomo, prendendola in giro

    "è solo che... continuo a pensarla per certi versi ocme all'inizio..." e Kovacs capì che volesse dire, quando si era svegliata "ma poi mi prende la voglia di far ,loro piangere tutto, e poi mi torna la frustrazione perchè no nsarebbe giuro, e poi di nuovo..." muovendo le mani come se volle strangolar euna gallina, cosa che loro non facevano con i loro animali

    "o è come si sente quando vede far male a qualcuno e inizia a sentirsi male?"

    "NNHH" fece lei e Kovacs balzò via, facndola spaventare

    "Se deve vomitare, me lo dica!!" fece disperato l'uomo, mentre Kianta teneva la bocca aperta per lo stupore e Gask rideva

    "ma...! ma...!" balbettò lei offesa

    "Scusi, è solo che quando inizia a stare male ho sempre paura che le venga da...  beh, ora come si sente?

    "come sempre! guardami! come ti sembro mentre vedo uno stronzo punzecchiato prima di mandarlo là? Ora come ora non so se davvero credere e consideare Veròna come vuole Milan e come Lei accettò... "

    "la funzione di veròna esiste per un motivo..."

    "SI! Lo so..."  fece lei subito cotnrariata voltando la schiena, poi debolmetne come triste, partendo verso la poltrona impettita "E comunque! Quello che avete detto poco fa... vi curo!" fece lei voltandosi funesta a squadrarli e poi tornando alla poltrona

    "Che cosa..."

    "E' in uno di quei moemtni confusi in cui non sa cosa fare! oggi deve esserci qualcosa che la disturba in questa cerimonia da sentirsi in colpa, accade..." fece l'altro ocme se fosse un fatto normale

    "E le capita spesso? Voglio dire, oltre quando sono con voi. Ho notato che a volte si comporta..."

    "per come si è svegliata, ha maturato una dolcezza capricciosa su tante cose, ma è ferrea che far del male fisico è sbagliato. Ma sono momenti"

    "Non capisco..."

    "Che le apparenze ingannano. Noi la conosciamo bene da tempo, e per lei Veròna è una sorta di peso. Capisce e crede nella sua funzione, ma in tutto fuorchè questo. Queste cerimonie, sebbene prima di partire sembrasse smaniosa di avviarla... la prosciugano. A volte quando inizia a sentirsi male per la pressione di cosa i ragazzi del gruppo di Cinq fanno o... le torture non le piacciono. Se per ira o il momento si ferisce qualcuno esempio con un coltello, non le succede niente, come quel tizio che si è ferito a un braccio con il vetro da vedere fin nell'osso... ma se cè da assistere alla soffernza..." scuotendo il capo" un pò come l'altra, ma lei si faceva forza dicendo che era la sua punizione assistere alle sue stesse decisioni. E meno male che non vomita... comunque poi deve stare a riposare del tempo per riprendersi! ma tu lo sai! Ricordi il nostro scherzo col sangue finto?" ridendo e dandogli una gomitata, mentre Gask fumava dentro









    Dorde era infuriato, Milan aveva fatto un casino. Per fermare un conflitto aveva aveva promesso un accordo monetario e di vendita armi che lui però, obiettava. Odiava scendere a compromessi con quella gente e invece di fare come lui e suo fratello erano abituati, avevano ascoltato Lia, secondo la quale dare una corda immaginaria che si traduceva in un boccone ghiotto per la controparte, anche sperando di fregarli, era non solo divertete per come poi avrebbero rigirato la cosa, ma era molto vantaggioso per loro. Offuscandoli con oggetti e denaro perchè fossero loro alleati, spingendoli a una resa temporanea mentre li seducevano per poi deburli come le prostitute di bassa lega era un giochetto che no nsmetteva di divertire.
    Aveva funzionato, non poteva dire di no, avere alleati che pensavano di aver trovato la gallina dorata finchè mentre agivano niziava il piano vero e proprio contro di loro che si ritrovavano in mutande, letteramente così li aveva ridotti lei l'ultima volta privandoli perfino degli abiti, era andato a segno.
    Non andavano però là dove portavano chi giudicavano, ma in luoghi specifici dove li trattavano in determinati modi, facevano loro discorsi e studiavano anche con camere nascoste cosa faceva e dicevano, per inquadrarli e decide cosa farne. Molti li liberavano, altri li arruolavano, altri ancora promettevano di fare qualcosa per chi stava loro a cuore se diventavano consapevoli che il mondo che conoscevano,  e come impugnnare le armi non fosse solo distruggere e uccidere, potesse cambiare. E loro con tgutto ciò. Altri Lia li sfidava cogliendoli nel loro orgoglio maschile, a volte di persona, altre volte con vere e proprie sfide di forza o astuzia in campi specifici con armi, a salve, ma chi vinceva decideva per il perdente. E Lia lasciava sempre al fato, dopo mille congetture e studi sulla qeustione, la risoluzione. Era in questo modo che aveva trovato gente interessante per certi gruppi dell'organizzazione detti i Tori. Gli sfondamenti, come li chiamavano, l'avanguardia. E la cosa assurda era che trovavano la sfida inziale, la perdita o la vittoria e comunque un posto tra loro divertente dicendole che lei sapeva come ci si divertiva.  Solo che lei non era pazza, agiva perchè lo sembrasse e si divertiva da morire ad apparire cattiva, terrorizzante, distruttiva e pericolosamente capricciosa, loro lo erano perchè stronzi dentro.
    E loro restavano a seguire i suoi ordini, prendendo una paga e dei doni quando a lei giravano, liberando i loro istinti ocme premio per la Caccia. NOn quella per il Groove, ma la sua. Aveva notato, Lia, che i militari tendenvano a sentirsi vivi sul cmapo di battaglia, nell'azione, nelle situazioni, quando si giocava per pois come spegnersi se non troppo legati alle regole militari... e così si divertiva a lanciare il paradosso di San Pietroburgo. un paradosso legato al calcolo delle probabilità che descriveva un gioco d’azzardo che aveva, controintuitivamente, una vincita media di valore infinito. Questo paradosso venne proposto per contestare il concetto di speranza matematica ,ovvero che il valore atteso  o speranza matematica veniva considerata la somma giusta da pagare per partecipare a una scommessa. Il valore era intrinseco o reale, li sfidava o sfidava se stessa per le variabili di riuscita. Scommetteva direttamente con loro, non importava per lei la vincita o la perdita, ma voleva dimostrare come anche il fato a suo parere potesse essere rigirato con piccole variabili se per qualcosa, in quel frangente la scommessa, si era concentrati 3 volte di più in cosa si faceva. A volte per variare prometteva anche qualcosa che non le andava a genio, giorni liberi, feste, compagne di serate offerte da Madame, premi o elementi per le loro armi personali e via dicendo.
    Ma non faceva  caso per ingozzare i maiali ocme diceva, ma metteva sempre dei discorsi metnre sentivano con i loro cervelli occupati per i premi e la foga di vincere, le varie informazioni, così che penetravano man mano giorno dopo giorno. Voleva vedere se la coscienza poteva essere toccata a piccoli tocchi ogni giorno finchè non vi erano risultati o altro. E così faceva con la gente che prendevano dai gruppi militari sciolti, li teneva con sè insieme ai tre quando serviva perchè guardassero cosa lei faceva di contro il loro modo di fare.
    E a loro piaceva quando come Strega, si avventurava nei posti pericolosi per dare la Mano a chi era invinsibile o fuori la società o per portare aiuto al bisogno, senza niente in cambio, e nel frattempo diceva loro "investire nel futuro o il futuro vi investirà" e ancora "siete pronti? siete caldi? avete i muscoli ben scattanti? In questo momento stanno arrivando le rogne a cui desiderio sia data una lezione di vita. Questo mondo è fatto perchè sia una giungla dove cane mangia cane, squalo mangia pescetti e via dicendo. Ossia che chi è in alto schiaccia gli altri. Per loro è così, solo che invece di prendersela con i veri squali della sociatà che rovinano gli altri, picchiano e fanno del male a chi è già niente per questo mondo. Vi ho voluto con me perchè avevo bisogno di voi e le vostre abilità. Ma non per distruggerlo questo mondo, ma farlo rinascere. Tutti voi, come noi, abbiamo avuto una vita di merda che ci ha portati ad essere quel che siamo, tranne i fango dentro. Quelli sono irrecuperabili... ma..! Vi sto donando la possibilità di giocare con dei leprotti che pensano loro... di essere come voi! Correte alla Caccia, e vi ricordo senza morte, o vi frizzo le palle...!" fece eli categorica facendoli ridere, sebbene sapessero che era vero "avete tutti questi spazi e limitrofi, potete prendere tutto l'equipaggiamento che volete... stupitemi! Datemi uno spettacol odegno degli applausi e ammirazione! Voi da me avete ottenuto rispetto, considerazione, ascolto e trattamenti nei vostri riguardi che mai in vita vostra. MI auguro che no bnvogliate tornare al prima... vero?"

    Il grosso problema per DOrde, mentre si sistemava l'asciugamano in vita, era lavorare come sempre fatto. Preparare il piano, mandare gl ispecialisti e procedere poi a studiare i cocci di cosa restava. Lei invece no e Milan per come era, si divertiva allo stesso modo, osservare come erano riusciti ad avvicinarsi nei modi più disparati prendendo tutti per i fondelli. Quei due sapevano farsi consiglaire da esperti per i raggiri e come apparire sicuri di ciò che si stava dicendo e a Dorde non piaceva. Lia gli diceva che era solo colpa del suo lavoro e alla mentalità del senza pensare a chi è dalla parte opposta, cosa fa, cosa pensa e via dicendo. A volte il cavallo di troia, gli diceva con un sorrisone, è sempre efficace così il millenario potere della < pesca >. Vecchi luoghi comuni? No, no, affermava lei scuotendo la testa. Verità imprenscindibile e sacrosanta. E Dorde alzava gli occhi al cielo.

    NOn sapeva se aveva fatto male a dirle, sussurrlarle, perchè si decidesse a diventare così. "Ma io sono così perchè così gli altri mi hanno plasmata, amico mio!" con aria innocente e sbattendo le ciglia "io sono colei che era etichettata in mille modi solo perchè diversa. io ero colei che subiva di tutto e se si ribellava, finiva tra le altre cose a scuola, nel banco a solo. COme la feccia. E il mio peccato? NOn accettare di portare una maschera, di essere schiacciata dovendo accettare che educazione significa essere la pirla di turno, sentirsi dire cose orribili o vedere come erano dentro quelli di uci mi dicevano < vedi? cerca di essere come lei > e poi erano sol ofalse e capaci di celare il male con un'areola e basta. Ogni volta che entravo a scuola e mi sedevo in quel banco a solo, solo perchè non accettavo di essere niente sotto degli altri... e poi mi dicono perchè comprendo e capisco quelli che si alzano la mattina disperati e vorrebbero far saltare la scuola con insegnanti e stronzi dentro... so io cosa ho passato e come ancora sono. E quindi, se tu mi dici che posso far uscire tutto ciò che si è creato a causa degli altri, a discapito della vera me stessa, eprchè ho capito che neanche qui ocn voi posso esserlo... sei tu, amico mio, il fautore di colei che ti sta di fronte".
    E Dorde sospirava. Si lamentava solo di come lei rigirasse tutto, e si comportasse come se ogni cosa fosse uno spettacolo teatrale per sfogare cosa aveva dentro, seppur in parte fosse colpa sua. Ma diversamente da Milan, la vedeva come qualcosa che eruttava come un vulcano.
    E di nuovo per lei era lui il solo ad essere troppo abbottonato.
    "Dorde, so come la pensi ma... comprendi anche che in questo lavoro hai contro delle persone, cervelli, non animali di cui sei sicuro il comportamento. Cogliere di sorpresa l'altro è il modo per farcela, non cè verso. COn le armi moderne o sei sforacchiato subito o aggiri e sforacchi tu qualche ginocchio, fine ndo la cosa con meno danni. Ma se vai di faccia armi in pugno mostrando le tue intenzioni... "

    E la cosa che lo faceva sospirare stanco, mentrte Milan si divertiva come un pazzo elogiandola e dicendole che era stato uno squisito spettacolo come quelli russi, o dei balletti geogiani molto focosi, studiati e con combattimneti. E lei diventava con loa dissociazione l'incubo di molti, lei era l'antagonista centrale. In apparenza,  sembra una persona particolarmente crudele, che si dilettava della morte violenta delle persone che meritava un giudizio e un castigo e si divertiva a giocare a giochi mentali per il proprio divertimento. Anche se a volte assumeva il personaggio di una nobildonna dignitosa e matura, era altrettanto pronta a scavare in mille modi elemernti e situazioni oscene e terrificante, liberarsi  in risate maniacali, e in entrambi i casi con un calibro piuttosto teatrale con tanto di attori secondari intorno a lei e trucchetti ritenuti dozzinali e apparecchiature sofisticate ma facevano il loro laovro.

    Tuttavia, man mano che la storia procedeva del loro piano, e smetteva i panni di Veròna alla fine, metteva a riposo quella Personalità, interagendo ocn gli altri in modo differente. NOn era come un politico con una parte che era presa da lui e continuava con ciò anche nel privato. Se sembrava che fosse allo stesso modo, la gente si sbagliava.  Col tempo abbassava sempre di più quella facciata, mostrando un lato più gioioso e leggero di lei creata in anni, finendo per essere ancora legermente fredda ma bonacciona e gioviale come una ragazzina, essendo paragonata da Dorde qualche volta, a qualcuno che lontano da casa come fugge dalle maglie della società e si rilassa, vivendo la giovinezza come doveva la sua età. Ma lei non aveva vissuto veramente certe parti della sua vita. E  Veròna lui la vedeva nel lato disumano come una bambina ingenua che ama giocare con i giocattoli senza la paura di romperli e anche con un potere così grande che a malapena si rende conto di poterlo gestire.  Un essere così terrificante che anche nel mondo spirituale è temuta dal cielo all'inferno, come una delle più crudeli streghe mai esistite su chi merita il peggio, proteggendo e supportando i giusti. veròna, come la plasmò lei dandole corpo! A volte è molto composta e maestosa, un pò come Lia stessa quando faceva la dura e più grande di mente, e altre volte molto ignobile e satanica con risate inquietanti e un sorriso demoniaco. il suo carattere e i suoi sbalzi d'umore erano molto evidenti. Vi erano dei momenti in cui era infinitamente dolce e affettuosa con chi aiutava e supportava e questo er amolto da Lia negli stati calmi,  ed altri invece dove si trasformava nella strega che faceva piovere sangue dal cielo e rivoltava la terra. E se perdeva la pazienza, era dimostrato come potevatrasformarsi in un vero demonio su chi era così marcio che perfino Lucifero, diceva lei, si cagava addosso per lo schifo di certi soggetti. < Cavolo, sembrava impazzita tutta di botto > il commento di alcuni ma Dorde stesso sapeva che era colpa sua. < Dai corpo ai tuoi incubi > diceva, e la rabbia e gli scatti la portavano a chiamare < servi > tutti quanti. Il problema di Lia prima e metteva un pò in Veròna,  era quello di essere accettata, tanto è che alla fine obbliga alcuni ad accettare la sua esistenza come la Punitrice e colei che tiene in mano i fili della loro vita, così come Lia stessa cercava e desiderava per quella che era da altri. < Chi sono io >  Chiedeva sempre sia Lia con tutti che come Veròna,  alla fine. La risposta in quel caso per la  prima < la bomba che sta per esplodere >, per la seconda .

    "Benedetta ragazza!" fece l'uomo preoccupato di cosa combinava sempre.
    Come il giorno prima. Lui aveva deciso di sostituire il fratello metnre agiva in altri modi con dei clienti cileni, per più giorni e aveva ricevuto una visita dal governo brasiliano. Una donna, un maggiore,  era giunta allo chateau come messaggera per dei contratti di scambio e vendita. Nel mentre avevano il visto libero per fare cosa gli interessava nel paese. Specchietto per le allodole come lei pensava. E Lia aveva fatto cosa lui aveva chiesto, si era abbigliata da militare, donna, con gonna e tacchi. Non lo faceva mai da donna, tranne quando glielo chiedeva o sapeva che chi aveva di fronte preferiva le convenzioni.
    la cosa che l'aveva fatta incavolare era...che tutti gli uomini dell oChateau si dimostrarono rispettosi e ubbidienti a questa persona. Si erano preparatiper apparire come regolamento per gli ospiti. File, righe e formazioni specifiche per mostare cosa loro volevano. E gli altri si aspettavano. Perfino le squadre di controllo a cavallo con divise ed elmi ispirati ai carabinieri. "A loro piace l'apparenza e il nostor è lasciare a bocca aperta? EH? Guarda! Dei figurini!" diceva Lia mentgre le divise con tanto di cappe o mantelli giravano a piedi o cavallo o mezzi moderni solo loro. Dorde attendeva nel suo studio, già nervoso di suo perchè diceva loro la gente del freddo è pazza per il freddo, la gente del troppo caldo  pazza per il troppo caldo. Lui la vedeva così, cosa che faceva ridere di gusto Lia. Anche se lo ammoniva di andare oltre il merobianco o nero "ricordi la statua che hai sfacciatamente messo nel tuo studio di pittura? Ecco, quello hai detto che doveva essere un'altra con lo stesso tema, un memorandum che le cose non possono essere come si crede". Avevano discuss molte volte su questo tema. Quel girno lei andò ad icontrare la donna e si fermò, nera di rabbia. Tutti si comportavano come dovevano, sempre, anche con lei! E invece con quella donna tutti perfetti, puliti, stirati, seri e con gesti e saluti perfetti al millimentro. Smosse le labbra inspirando forte mentre i tre dietro di lei ridevano.
    Lia giunse in divisa senza gradi, pure quello diceva? e la donna prima la trattò come una recluta ma poi comprendendo chifosse, le porse i rispetti dovuti. Si chiarirono e sembravnao intendersi, alla fine.
    Lia chiarì che non portava gradi perchè si aspettava che gli alti irconoscessero il suo potere e posizonesezna doverli sbandierare. perchè era facile guardare che grado aveva un'altro e pensare "devo portargli rispetto perchè è sopra di me e finisce male" ma così non era il rispetto e l'onore meritati. Lei andava oltre certe cose e disse alla donna che per lei era un ospite che valeva quanto il generale o il presidente stesso, senza vedere che posizione occupasse.
    Così invitò l'opiste da Milan aka Dorde, dopo aver occhiato malissimo tutti.  poi quando la donna sparì dentro si avvicinò al peggiore e questi le disse che sembrava solo una bambola cresciuta troppo. Venne schiaffeggiato e invece di una ramanzina lei sorrise. SI fece dare da Kovacs un tablet e disse loro di vedere cosa aveva aprto, vedendoli in circolo su cosa stava avviandosi, un video.
    Nel mentre Zidgi le portò cosa aveva cheisto, passandole una bottiglia con cannetta o salvagoccia come per l'olio o aceto ma più larga e metnre questi erano impegnati, fece tre volte intorno a loro a cerchio svuotando la bottiglia con movimenti a onde. Qualcuno si accorse dell'odore di benzina che utilizzavano, ma le teste si voltarono quando lei prese un cerino, strisciò la capocchia del fiammifero attraverso lo sfregamento con il fosforo e zolfo controla  la superficie ruvida sul lato della scatola. La fiamma si innescò e quando tutti la fissarono negli occhi, lei fece fare una piccola parabola per creare fiamme che li circondarono.

    "Allora... carisssimi!" fece lei girando intorno prendendo da uno dei tre un ogegtto. Un saccoccio di tessuto  comee i vecchi portamonete medievali con chiusura a laccio. Lo aprì e camminando, fissandoli, prese pizzichi e infiammò la benzina che ancora avvampava intorno al gruppetto.

    "non posso certo  obbligarvi a rispettare me, e i miei ordini, la mia posizione data dall'altissimo vostro Leader... anche se vorrei capire come potete voi scimmie pensanti vedere qualcuno come l'altissimo da rincogliorvi quando appare... ma togliamo questo... lo scherzetto di oggi con l'ospite... me lo ricorderò. Un conto è non potervi far inchinare perchè non è da me!   ma farvela piangere si!!! Perchè se il leader dà una posizione, si presume che la gente capisca come e perchè e capisca me e cosa faccio... se volete esser stronzi, giochiamo...!!!"

    "LIA!!!"

    Lia sobbalzò, alzando la testa. Dorde, anche se tutti lo credevano Milan, urlava dalla finestra del suo studio, o meglio suo e del fratello. Ormai lei li sapeva riconoscere da piccole cose, ma se Milan era infuriato e la rimproverava, era Dorde. Quello era sicuro.

    "Jd mi diceva che stavi..."

    "Sei stato tu a dirmi che dovevo sistemar ela questione e discutere con loro. Non mi ascoltano... visto che non hanno intenzione di calcolarmi, allora è meglio che facciano come i martiri. Si considerano portatori di parola del loro ammutinamento? Giovanna D'Arco is the way!!!"

    "Che dici!!" le rispose mentre i capelli gli scendevano ai lati del viso e la coda bassa pendeva "Adesso tu sali, incontriamo insieme l'ospite e... meno male che il salottino dove è servita non affacciava qui. Lia, per la madre! Ti ho sempre chiesto di non fare i tuoi teatrini personali per far penetrare i tuoi messaggi, sai che IO li trovo eccessivi. Torna a come sei, non agisci sempre con diplomaziona?...evita di fare Veròna anche in situazioni come queste... quindi, adesso, sali!!!" dandole come ordine

    "Eh, ma allora neanche voi sapete che volete!" lamentandosi e muovendosi ocn le braccia con la polvre del sacchetto a sacco che cadeva sulle fiamme rianimandole "prima mi dite una cosa, se agisco come voglio non vi va bene, Veròna la create e non va bene, se faccio le cose da me no, come le faccio diverse no....! anche voi volete..."

    "SALI!!! BENEDETTA RAGAZZA quando sei puntigliosa!"

    "Mai una volta che possa stare tranquillo!" fece Dorde andando direttamente all'armadio di fronte il suo letto, aprendolo.

    "Esagerato! Gli altri lavorano al tuo posto e hai sempre da recriminare..."

    Dorde sussultò e si voltò, tenendosi l'asciugamano stretto in vita, dicendo senza accorgersene "Cosa ci fai qui!"

    Lia era stesa simil Paolina Bonaparte del Canova sul letto di Piume di Dorde, non di Milan. Gli appartamentei che tutti presumevano essere di una persona sola, in realtà erano per due. Quindi Appena entrati dalla seconda porta del piano, la zona privata di Milan, si aveva a sinistra la stanza armadio con tutto ciò che aveva, da scarpe ad accessori ad abiti e completi più di pregio di quelli negli armadi di fronte i letti. DOpo il salottino vi erano la stanza di Milan, poi si passava in quella di Dorde ma nessuno lo sapeva, e poi il bagno era l'ultima stanza in fondo. E per raggiungerlo bisognava passare davanti il letto di Dorde, anche se era Milan e il fratello non cèra. Seppur le porte, nessuno di loro passava per il corridoio ma dalla porta comunicante a due ante.
    Lia aveva sempre detto la sua su questa cosa, ma a loro andava bene così, era raro che fossero insieme, i due fratelli, e quando cèrano Dorde si nascondeva camminando non per i corridoi, a meno che non fossero ben preparati da agire nello stesso momento evitando di far capire qualcosa, quindi uno faceva una cosa e l'altro si presentava come Milan, o il maggiore sfruttava i passaggi segreti per muoversi nel grande edificio senza essere visto.

    "Che razza di domanda! Ero venuta per un saluto! Bel modo di accogliermi! E poi..." fece lei scendendo e andandogli incontro di botto, e gli strinse le braccia al collo al settimo cielo "Questa mattina ho trovato delle cose che il pasticcere ha chiamato Semla e Vínarterta. Ha detto che la colazione di oggi era un test per dolci da servire agli ospiti alla festa e..."

    "Si..." cercando di slacciarla dal suo collo ma difficilmente "e come ti sono sembrate..." ma lei al solito saltellava contenta quando era su di giri per qualcosa, facendolo con Jd, Milan, Lui, perfino Lubo, facendogli venire lo scossone a ogni saltello, sempre stretta

    "a vederli sembravano tipo zeppole ma più piccole e più colorate, e la panna, o altri gusti e decori e quelli che sembrano goielli!!!... e poi quella strana torta bicolor a trati!! Li hai provati? Davvero sono svedesi??!??"

    "OOH" si inalberò lui facendo stranire lei che slacciò l'abbraccio e lo fissò senza capire "camlmati per favore e stai buona, ed esci per ora!" voltandole le spalle

    "E perchè!?! Che succede, stai male? ero venuta per..."

    "Ti sembra il momento?" fece lui come se indicasse una cosa ovvia allargando le braccia indicandosi

    "E quindi?" fece lei inclinando la testa curiosa fissandolo con l'asciugamano e i capelli sciolti "sono passata a salutare ieri Milan di prima mattina e non..."

    "Beh, ora vorrei che tu aspettassi fuori! Milan è Milan, e tu sei tu e... aspettami!"

    "Ma avevo portato delle cose nella borsa di là che..."

    "Lia!"

    "Mi spieghi che problema cè? Qualsiasi situazione fosse non mi avete mai detto niente, anzi abbiamo parlato e discusso..."

    "Mi fai cambiare? Vai..." insistente e senza più pazienza

    "EHHH! tutti pudici e poi dicono di me, però... come se l'uomo avesse chissà cosa da celare rispetto la donna, che devo sentire! Come le altre volte non avrei mica guardato, come se non avessi con te e Milan, guardato negli occhi perchè non mi interessa niente del maschio" sbottò lei guardandolo come offesa per poi voltarsi e gettarsi di schiena sul letto con i piedi verso la porta "Va bene, guarda! Mi metto così e per fare la corretta,  mi copro anche gli occhi, guarda...!?!" fece come a prenderlo in giro, sistemandosi di schiena come un gatto che cercava la posizione e poi coprendosi gli occhi, sorridendo.

    "..." lui sospirò e si apprestò a cercare qualcosa da mettere "questa tua mania di spiaggiarti come una foca sui nostri letti...! Seriamente..."

    "Siete voi che avete problemi. Questi letti a piume, e sono felice che siano da animali morti, mi sarei incazzata molto se erano da spiumaggio di soggetti vivi... mi è bastato vedere quei video di orrore di cosa fanno a quelle bestie più volte, da vomito... e sapendo che..."

    "sapendo...!" fece lui non credendoci "stai parlando di letti di uomini. Cosa ti fa credere che ci dormiamo solo" scherzando come sempre ma questa volta serio

    AH AH AH" rise lei divertita "rispetto gli uomini intorno a noi, almeno adesso vanno alla casa della Seta, voi non state certo qui con qualcuna... e meno male!"

    "Altrimenti non entreresti, lo so"

    "EH!... e comunque anche se Milan è più attivo dei nosti uomini stessi, non viene qui e di certo non tu. IN questo momento sono un letto rifatto poco fa, mentre ti aspettavamo dal volo notturno,  con lenzuola e fino al copriletto nuovi di lavanderia..."

    "E lo sai perchè hai controllato il procedimento di pulizia o non saresti lì sopra... ho capito" fece lui indossando fino alla camicia mentre lei dondolava con i fianchi coprendosi ancora gli occhi

    "non sono mica scema! E comunque io ho un concetto diverso dei letti rispetto a voi"

    "Che in pochissimi, penso, farebbero... pensare il letto come luogo di riposo non solo per dormire ma rilassarsi ma ambiente intimo ma nel tuo senso... "

    "la gente ha un senso del rilassarsi completamente diverso. Cè chi considera il sesso rilassarsi... e convididere l'intimità, quella che loro considerano tale. Io no! Per me condividere un letto è tutto fuorochè quello. Solo con chi ho più confidenza condividerei il letto, e non intendo stare qui sopra" fece lei rotolandosi fino a mettersi sulla pancia, pogiando il mento sui palmi, stando sollevata col busto a ridergli tranquillamente.

    "Tu sai che questo modo di vedere le cose..."

    "Cosa... è infantile?"

    "Affatto. Così come il tuo desiderio di avere il tempo di quacuno e quindi condividere quella che per te è la vera intimità di una persona con qualcuno, non è infantile. Solo il bisogno di ricercare e sperare in qualcosa che ti è mancato totalmente e che brami..."

    "bramavo! Molte cose ormai non hanno piùsenso, ormai è tardi.."

    "Comunque non è infantile voler condividere dei luoghi con chi consideri importante o come lo consideri, ma non puoi pensare che anche gli altri la vedano così! Sei sempre stata sola, prima per gli altri e poi su tua decisione, non intendevo infantile, ma di norma tu lì non potresti stare, visto che il letto è mio..."

    "AH-ha! cosa mi stai dicendo di grazia, Dorde, perchè mi sembra che la tua sia una frecciatina..."

    "..." fissandola metnre sceglieva calzini e abbottonata la camicia, frugava per decidere che mettere poi "voglio dire..."

    "Oggi metti uno spezzato! Sembra sempre che tu debba sposarti, sei meno sgargiante di Milan, per fortuna, lui indossa abiti dai colori sparafleshanti o damascati che secondo me lo attozzano!"

    "mph!" fece Dorde non contenendosi, ogni volta no sapeva perchè ma a ogni sua esternazione gli veniva da ridere

    "Sono seria!" fece lei nel suo modo quasi infantile di rispondere quando prendeva in giro "non lo slanciano ma lo rendono... tarchiato? Rettangolare?"

    "Rettangolare... "

    "Almeno tu hai completi che secondo me sono molto più.... meno... i usoi sono eleganti e di ottima qualità, gli starebbero bene se non fossero colori così... meh"

    "E immagino che tu glielo abbia detto"

    "Sempre..." salzando gli occhi al cielo, dondolando le gambe in maniera giocosa "ma non sente! sembra pronto per i balli in maschera per quanto mi riguarda, quando si mette quei tessuti, per un ballo in maschera a Venezia...comunque se ti da fastidio che io stia qui sopra, scendo..."

    "..." la fissò togliendo gli occhi dalla selezione di abiti appesi, con un 'epressione che fece sospirare lei, scendendo dal letto come urtata ma facendolo come un'attrice di Burlesque sorridendogli cattiva.

    "Lia... so che abbiamo chiuso quel discorso in macchina e vorrei..." ma si fermò guardando oltre l'anta aperta perchè qualcosa di fastidioso come un trascinamento rimnbombava per la stanza.
    La vide tirarsi dalla stanza di Milan una poltroncina dalla cornice in legno e imbottitura a bottoni ben gonfia fino all'angolo tra la porta e l'armadio. La trascinava entrando lei dalla camera del fratello dal didietro e strattonandola da un bracciolo rigido.
    Quando ebbe finto e posizionata dove voleva, vi si sistemò con il sedere sulla seduta, le gambe sul bracciolo vicino la porta e la testa all'indietro sull'altro, a guardarlo all'incontrario.

    "Potresti evitare..." fece lui come scocciato "lascia stare!"

    "Cosa cè? Sei diventato assurdo. Sul letto no, sulla poltroncina no, e se vengo a salutare avete tutti i problemi... ma prima non accadeva!"

    "Dopo la doccia? Cambiandomi?" stringendo le ante dell'armadio

    "E' sempre stato così!" fece lei senza capire

    "E' solo che ti comporti in un modo..."

    "E sarebbe? Cosa ti turba? O ti disturba?" enfatizzando certe parole, continuando a guardarlo all'incontrario ben sistemata e dondolando le gambe, le braccia una sopra la spalliera e l'altra nel vuoto

    "A volte non so se ti preferisco arrabbiata e come una matrona cattiva e... o chiudere gli occhi e lasciarti fare quando ti vengono questi momenti..."

    "Momenti... che sarebbe adesso? Dorde, mi offendi! Mi stai dicendo che per come sono, se mi metto così... cosa! Cosa ti turba? perchè quella faccia?"

    "Non mi abbracciare più! E... Chiuditi la camicia per cominciare!" fece lui rimproverandola

    "EH?" fece lei come un verso sollevando la testa per guardarsi "EEEHHH! Ho un paio di bottoni aperti del colletto, che si vede!! Sei serio?" domandò sfrontata, chiudendo solo uno dei bottoni, lasciando il colletto aperto

    "Ti vedevo da qui alla pancia, contegno ragazza!!" avvicinandosi per aprire l'altra sezione a doppia anta dell'armadio vicino a lei alla ricerca di qualcosa, nascondendola alla vista

    "grazie! per poco non mi battevi l'anta sulla testa. NERVOSETTTOOO!" facendo la gatta morta con la vocina dolce "non credo proprio che potessi vedere qualcosa perchè sai che non indosso solo camicia di questo periodo, quindi taci. Bugiardo!!"

    "..."

    "tu e tuo fratello siete uguali, non sapete decidervi per cosa mettere, che santa pazienza!" fece lei saltellando in piedi e raggiungendolo, infilando la testa sotto il suo braccio, ancora sulle ante a tenerle, sbuffando contro gli abiti "guarda qui che hai dentro e sei peggio di una donna. Io faccio in pochi minuti, voi due invece..."

    "Tu metti abiti comunque simili e semplici, per un uomo vestirsi ed essere presentabile è..."

    "AH AH AH" rise lei di gusto volteggiando a braccia aperte dietro di lui "cosa devo sentire! Ti sei mai messo un bustino da donna? I tacchi alti? Le parigine o calze con chiusura sulla coscia che seppur moedrne e con bordo in silicone, sono un fastidio? La coppetta? I reggiseni? I..."

    "Ho capito! Ma non hai idea tra donne e uomini, un uomo quanto..."

    "SEH SEH, ma taci! Cè una cosa che mi fa ridere invece... il fatto che scambiandovi restate un minimo voi stessi e...chi ha occhi però, è divertente quando le donne con te cadono in brodo di giuggiole per come appari, mentre quando poi ti sostituisce Milan, lui che è più frizzante "ridendo di gusto "coem quel primo giorno qui, che incontrai TE al municipio e poi nello studio, quando mi desti quelle siringhe, ma al mio ritorno era Milan a tirare d'arco e parlarmi come un ragazzino, raccontandomi la sua vita... e si notava la differenza. .."

    "Era nascosto ne passaggio segreto perchè l'avevo avvisavo che tornavo di corsa e ci siamo scambiati d'abito velocemente prima che tornassi..."

    "Buffoni!" gli fece come un sussurro all'orrecchio "Anche dal fatto che tu tieni una voce come... mh... un doppiatore, nel senso che siete simili anche in questa ma tendi a farla calma, bassa, decisa e alle donne dicono piace, mentre lui è più... frizzantino! E vorrei tanto vedere le facce delle donne quando si trovano lui al tuo posto la volta dopo, e lo vedono come è anche se, cè da dirlo, le accappotta tutte comunque... ma è troppo divertente quando sono prese da unoche pensano sia, e si riaspettano, questo Marcantonio affascinante... mh forse con voi no, sembrate diversi da apparire più come...meno... " facendolo restare imbambolato con la testa a fissarla metnre lo decretava come opposto al significato del termine perchè seppur con muscoli aveva l'aspetto di un nobile elegante"comunque, si apettano te e poi... ecco il vulcanico Milan, riconosciuto in lungo e in largo come eccentrico per certe cose! Perchè non posso usare una mosca per vedere!!!" fece lei divertita

    "..." brontolando senza lei capire cosa dicesse

    "E mi sono immaginata, sai, quando loro parlavano con te, voi... e dicevano...< Potrei sapere adesso chi sei? Con chi ho l'onore di essere in due?
    Io sono il poeta Milàn. L'aria lieta in questa vità!" iniziò lei a imitare quel musical facendo voltar e Dorde a fissarla, mezzo scocciato ma mezzo divertito, menter si esibeva, conoscendo e fissando le prove al teatro, quella rappresentazione,  finchè non gli si avvicinò cantando a lui facend doppio personaggio " Ah, si? Tu che vivi di poesia. Tu che leggi e scrivi saprai Milàn che nome è... Ma che nome afoso, che ha.…Chi lo porta? chi mai sarà?" girando intorno a lui come un'attrice poggiandogli smepre le manisu spalla e schiena " E' colui che amo e amerò. E' latino sai, detto tra noi , MIlàn è la luna e adesso lo sai..." cantando quel brano del Musical di notre Dame, che le piaceva solo come base, e Dorde abituato a sentirlo anche da Jd che lo suonava, mentalmente senza volerlo, seguiva con in testa il motivetto "Chi mai sarò l'uomo che mi attrae, se prima credevo fosse diverso..." prendnolo in giro ma lui niente, fissava rigido i capi davanti di nuovo, le mani sulle ante, da un pezzo

    "Dorde!!?!! ci sei???" fece lei vedendolo ancora e sempre fisso davanti l'armadio con le mani sulle ante per tenerle aperte, non guardandola"IIOOOOHHH IUUUHHH Io sarei qui!!!" muovendo la mano vicino a lui

    "Che cè? Che hai?" chiese lui voltandosi col viso arrabbiato verso di lei

    "Tu non mi consideri, per poco sono sicura non mi cacci via di nuovo... e io che pensavo di andare a fare qualche scherzo ad Alaric ma adesso non mi va...."

    "Quale questa volta?" allontanandosi per andare oltre la sua stanza verso l'armadio-cabina all'inizio della sua sezione, quella bella stanza solo per contenere i loro abiti, scarpe e ogni accessorio imamginabile che non entrava negli armadi. Lia restò ferma dove era, ridendo malignamente mentre lui proseguiova dandole sempre la schiena e sparendo stanze dopo passando per ogni stanza dalle porte comunicanti.
    COme per Milan, fissò le due sezioni aperte e prese ciò che pensava gli andasse bene e lo sistemò su un lato del letto, quello verso il bagno, mentre Milan entrava dalla porta opposta e di fronte.

    "Che fai... " fece lui col broncio

    "Mi sembravi... che è quella roba?"

    Dorde posizionò il gancio della gruccia sopra gli abiti in una sezione dell'armario, inserendo il gancio sulla barra. Si voltò e guardò lei che addentrava un'unghia ridendo divertita.

    "Non metto quello, oggi devo..:"

    "per chi è quel completo? EhHHH???" muovendo le sopracciglia nel discorso con fare complice e divertito

    "IN che senso?"

    "ma come... questo completo è uno di quelli migliori che tieni di là. Un bel blu elettrico con tutti i rilievi e ricami sbrillucicosi a swirl e..."

    "è solo un completo elegante..."

     "..." ridendo "troppo di classe, e fine, e raffnato con i ricami per tutta la giacca e panciotto. Davvero bello e particolare, ma non per ogni giorno... a chi devi apparire, tirato a lucido?" avvicinandosi a lui coe per sentire un segreto

    "nessuno! Oggi voglio mettermi questo"

    "Ahhhhhh! Mh...Cè una cosa che mi osno sempre chiesta..."

    "cosa..." stancamente mentre preparava la camicia con il coleltto adatto alla giacca con collo coreano, pronto a cambiarsi

    "Vedi, mi domandavo anche da quella discussione in macchina...."

    "..." lui alzò gli occhi ma non la fissò di nuovo in nessun momento

    "se Milan ha il casotto da caccia personalizzato... pacchiano!" bofonchiò in segno di fastidio, cosa che fece ridere lui "... ed è il luogo dei suoi tête-à-tête, il tuo qualè?" fece lei buttandosi di schiena sul letto con i piedi verso l'armadio, ridendo nel vederlo agitato per gli abiti distesi vicino a lei che sobbalzarono

    "LIA!! "

    "Cosa...! per i vestiti o per la domanda? Me lo son chiesta, visto che ti nascondi e... hai qualche stanza segreta? Usi il tuo studio di pittura? Sei come famosi pittori, tra cui Picasso, che si faceva carrellate di donne una appresso all'altra metnre... sopra la tua testa le persone ignare riflettono e pregano nella Casa delle Lapidi senza invocare un dio?" muvendo le mani come se stesse castando un incantesimo come nei film

    "Lia..." scocciato e agitando le braccia come per calmarsi "vuoi alzarti? devo cambiarmi, forza, fuori!!"

    "Uh!" fece lei offesa  soffiando via aria gonfiando le guance come stanca"cosè ora questa cosa del pudore... e poi dite a me! Non si può...!"

    "Vai!" perentorio dandole le spalle "non cèrano i test di David di... OUH"

    Come una valanga, mentrte parlava, si era ritrovato lei ad aggirarlo per andargli di fronte, così da investirlo come una sorta di abbraccio con braccia al collo,  facendolo rovinare sui vestiti. lei però non era andata giù con lui ma rideva e fissandolo gli diceva "Uhm, a vedere avevo ragione io! No, il blu non ti sta, oggi verde!"

    "Che cosa... Ah!" fece lui prima adirato da volerla rimproverare e poi vedendosi gettare sulla testa una giacca verde oliva con decori meno raffinati, e più sul colletto e bavero sul classico.

    "Mh... direi spezzato, quindi questi sono... EEHH!" espirò lei di colpo

    Dorde arrabbiato nero,  la prese con un braccio intorno alla vita e la sollevò, mettendola gentilmnete ma con velocità davanti la porta comunicante tra la sua camera e quella del fratello e la rimproverò.

    "Basta!!" veedndola voltarsi calma e composta con un sorrisetto  da truffatrice e gli occhi su di lui ma il viso un pò abbassato, come faceva quando combinava qualcosa o si divertiva "so bene cosa stai facendo.Con noi tutti qui sei così ma basta con me! Ti stai vendicando..."

    "NO!" fece lei come fosse ovvio e dopo averla squadrata socchiudendo gli occhi  si arrabbiò ancora

    "Allora lo fai per provocarmi e studiarmi. Non farlo con me! Ti avevo chiesto di.... la smetti!?!" fissandola malamente mentre questa con le mani dietro la schiena si ruotava un pò col busto come facendosi i fatti suoi "non importa cosa fai, non farlo. Sei più aperta e tranquilla, e questo va bene, meno tirata e scontrosa, ma non...Fallo per rispetto, non scherzare con me. Se lo facessi a MIlan lui..."

    "se la ride! Siamo amici! Scherza con me per tutto...non pensa certo che ci provi ocn lui" ridendo come se fosse una cosa assurda "con lui non serve, non funziona perchè lui come i nostri cavalli addestrati, sa quando è il momento... è mio amico ma non mi sento di spiengermi a tnato, come il trucco per capire se avevi le lentine, quello non lo avrei mai fatto con lui..." mentre lui cambiava faccia "e comunque penserebbe che al solito sto provando qualcosa per Veròna e si divertirebbe a darmi i suoi pareri... E' stato lui a dirmi che..."

    "NOn voglio sapere!" andando sulla sua soglia e prendendo le due ante della porta pronto per chiudere

    "non mi hai fatta finire..."

    "Dorde è infantile, allegrotto e..."

    "OOOOHHH! Stai usando un mio elemento ma nel modo sbagliato! AH AH AH !" ridendo divertita, per poi afferrare i bordi delle ante e fissarlo negli occhi "allegrotto non è inteso di solito qualcuno come Milan, che ama diveretirsi e tutto ciò che figoso, quando non ha ragazza vicino. Allegrotto vuol dire altro..."

    "Quel che è! Lasciami solo!"

    "Mh! detto da chi entra nella mia camera..."

    "SOno entrato solo due volte" parlando dallo spiraglio delle ante come per dire che non valeva

    "... tre!"

    "Eh..." confondendolo finchè non si mise a riflette e ammise "Tre.... ma solo la prima volta a sorpresa, ho sempre bussato, IO..." le disse in tono paternale di rimprovero per dirle cosa doveva fare

    "QUindi gli amici come noi non entrano senza bussare? Io pensavo di si, e fissandoli mentre..."

    "E' successo quella volta per studiarti quando non cèra nessuno in giro e fu solo quella notte, e ancora me lo..."

    "Non so, a te piacerebbe se io entrassi nella tua stanza la notte e mi sedessi davanti a te a fissarti?" con un tono e volto complottari

    "Vuoi farmela pagare per le..."

    "Sarebbe uno scherzo, ma qui vengo e resto con voi per amicizia e perchè mi va! Vengo volentieri. O non verrei, ma lo sai. Così come ti ho colto di sopresa con quello scherzo per vedere le lentine perche sapevo che tu non eri Milan, perchè con te no ho avuto problema ma era solo appunto per..."

    "E NON FARLO PIU'" facendola sussultare per poi fare sguardo arrabbiato come quando si spazientiva

    "Voi uomini siete davvero impossibili!vedete robe dove non ci sono....vi sembra sempre che le femmine lancino segnali, percepite cose... vedete cose! Voi uomini pensate di avere il pisello d'oro e che valga tutto l'importante che voi due siate soddisfati..."

    "Di cosa parli" nervoso, setnendo il telefono che squillava ma lasciandolo fare a vuioto

    "Milan e con lui Madame, hanno questa fissa di trovare amici a tutti, e intendo in quel senso. Facendo come farebbe un maschio con una donna gay dicendole < senti, io so che se provi con me, cambi idea subito >. Ma io sono io, io ho i miei motivi per non volere nessuno..."

    "E hai il tuo modo di pensar ele cose, lo so, ora mi lasci..."

    " ma sono stupidi entrambi! Si, almeno tu riconosci che io sono io e cè un perchè dietro le cose, e una di queste non mi fa provare neinte....se io avessi sentito qualcosa o deciso che desideravo il pisello d'oro di qualcuno, non avrei certo aspettato gli approvcci dell'altro, questo lo sai. Non me ne sarei fatta problemi così come entrare e dire e facendo io.  E poi che ci voleva a dire dei segnali, come < vuoi essere il mio pancake e io il tuo sciroppo d'acero>  oppure ancora, ti va di pensarti  lo scoglio e io la sirenetta? Milan per  scommessa li ha usati e... non so come cavolo abbia fatto a vincere comunque! Milan ci ride sempre su questo e..." fece lei sconvolta dalla cosa grattandosi la testa, finchè no fece un salto

    "..." fissandola in un certo modo, chiudendo la porta così forte da farla spaventare"... adesso vengo, vai..." dall'altra parte

    "Ma non cè niente che mi sproni in questo con nessuno, quindi se prima nessuno di voi faceva problemi, perchè adesso? NON VI SIETE MAI FATTI PROBLEMI ANZI, mi chiedevate per discutere le cose tra un viaggio e l'altro di stare con voi e ce ne fregavamo di tutto!!!! Siete venuti da me, io da voi, siamo stati insieme tantissimo tempo senza problemi ne pudori, a passare il tempo insieme in mille cose e... e ora mi cacci via?!? Mi devo arrabbiare!?" alla porta chiusa

    Dorde si passò una mano sulla faccia e si affrettò a vestirsi. La sua parte originale, la lei interiore,  non aveva i concetti di tutti gli altri su vicinanza, intimità e tutto ciò che lui cercava di tenere saldi. Anche se prima così come suo fratello e Jd, non aveva avuto questioni a cambiarsi davanti a lei, o con lei ad aspetttarli mentre si facevano la doccia nelle stanze, anzi, con lei era sempre stato tutto c osì naturale come con una sorella co cui si ha un'affinità da sempre su tutto da essere la complice e amica numero uno. . Era diventata una cosa normale per loro come se fosse una di loro. ma... Se erano amici più che con Dorde e Jd da parte di lei,  lavoravando più loro insieme tranne quando tornava dal generale, era impossibile starle dietro perchè on riusciva a gestirla. E la questione era la facilità e tranquillità con cui si comportava, la semplicità che era rispetto quando era di malumore, arrabbiata e simili, con loro come pari e simili, che era diventata difficile da un pò, per non verrla sponetanea e forse spumeggiante. cosa che lui no nsapeva gestire. Non sapeva descrivere quel suo lato, ma era troppo allegro e... come definirlo? Che la preferiva fredda, calma, pacata, rilassata ma pericolosa.
    Da quando aveva mostrato le sue carte e capito l'inghippo suo e di suo fratello, avevano fatto un accordo. Sarebbero stati loro stessi se da soli e niente più trucchi o segreti. E lei lo stava facendo, ma il suo sè interiore nascosto che usciva fuori con lui, era troppo diverso da quello che lui accettava nelle persone. Si era accorto che stava solo sfogando anni e anni di solitudine e repressione tutta in una volta, ma non era abituato e sapeva, come gesitre qualcuno come lei totalmente al contrario di una perosna,e  ragazza, normale. E i suoi comportamenti seppur sinceri e naturali, avevano elementi diversi dal normale, per lui, che gli rendevano difficile trattarla e starle vicino perchè tutto era cambiato troppo velocemente, e lei era sempre entusiasta e pronta agli scherzi, spumeggiante. Senza la corazza che aveva messo e la rendevano la Lia seria e dura, cèra qualcuno sotto che era troppo per uno come lui da gestire. Una cosa era quando lo era con Jd, Lubo, Alaric e altri come quei quattro. Era sponetanea e naturale si, ma come un vulcano in eruzione su mille cos eche non ci si aspettava che lui si sentiva incompetente nel vederla in quel modo e...

    Dopo essere arrivato alla camicia, si fermò con i brividi. Strani rumori nella camera di suo fratello.
    Dubbioso corse alle sezioni della porta e le aprì, scoprendo Lia che faceva qualcosa tra la testiera del letto e la parete del fratello.

    "COSA FAI!!" la rimproverò scioccato "se Milan scopre che gli hai..."

    "Come se io potessi rovinare qualcosa!"

    "... ti uccide!"

    "Oh!" facendo la scioccata e ingenua "io pensato che volessi farlo tu!"

    "COSA?!" NO! Avevamo detto in macchina che non..."

    "Prego, dimmi...." fece lei monella metnre verso la pediera spingeva il letto verso il muro di nuovo

    "Cosa stai facendo, che hai fatto?"

    "NON ANDARE!" fece lei preoccupata e Dorde senza i pantaloni la aggirò e andò a controllare nel putno dove era lei prima, fissando lo spazio tra testiera e muro possibile mentre erano addossati

    "Cosè quella roba che hai messo?" alungando le mani per tirare di nuovo la testiera ma toccando i cuscini,  e spostandoli per avere maggior gioco con le braccia, da sotto di questi saettarono in aria delle cos ecolorate. Dopo un salto che lui , e le risate di lei, vide quei papercraft cinesi che dopo averli incollati e completati si piegavano e appena si toglieva il peso di sopra, saettavano cmoe molle per tornare in 3d.
    La vide ridere di gusto e la fissò adirato.

    "Cosa..." fece lei buttandosi sul copriletto di Milan con le mani sul mento reggendosi sui gomiti e le gambe che ballavano "avanti, dimmi tutto, sono qui attentissima!"

    "LLIIIAA!" andando verso di lei arrabbiato per prenderla ma lei rotolò via e si portò dal lato dove lui era prima, facendolo diventare furente

    "Ti avevo chiesto di regolarti un pò!. Ti tenevo buona bonariamente e chiedendoti di contenerti...!"

    "contenermi per cosa? Neanche ti sto saltando addosso" con un sorriso carogno

    "NOn farlo! Avevamo promesso...!"

    "Mh!" fece lei sedendosi su un angolo del letto e accavallando le gambe "se non sbaglio, e rinfrescami la memoria, tu stesso oltre tuo fratello avete detto che io sono sfaccettata come carattere. E la me originale cè... nel profondo. E tu sai che la parte che si mostra tua partner fedele e matronale, come mi definisci, è una parte del mio carattere, venuto fuori per odio e rabbia... "

    "NOn è vero, in parte anche quella sei tu! Anche quella sei tu! Ma da quando abbiamo deciso di essere noi stessi senza maschere, sei impossibile! E stai andando oltre..."

    "E mi dici anche che non accetti l'altra parte di me, l'originale...? Quando prima ti ho fatto compagnia a discutere di OGNI Cosa senza problemi pure enlla zona delle vasche giù? hai bevuto? Ti sei drogato?"

    "Non è questo. E' solo che ho l'impressione che tu stia sfogando anni di repressione perchè sola in modo troppo ricercato e volutamente esagerato, non affettato come quando..."

    "..." facendo il gesto italiano con le mani a goccia e le labbra in una smorfia come per dire < ma che stai dicendo > "E cosè che ti turba? Parlami, siamo amici...usa il linguaggio umano perchè a questo serve!"

    "Ecco! Siamo amici, calmati un pò!"

    " ma calmarmi da cosa! Non ho fatto neitne! Stavamo scherzando fino a poco fa!" lei sbattè le palpebre alcune volte come non si aspettasse ciò, aggrottò le sopracciglia e fece un broncio offeso. "Mi stai dicendo che la mia parte vera, originale, ti urta perchè... cosa, infantile, sfacciata, fa qualcosa che a te non garba? Cosa...!"

    "Vorrei che evitassi certi atteggiamenti, basta! Non andare oltre..."

    "Prima vorrei chiederti una cosa...  hai forse dimenticato le volte che ci siamo fatti compagnia, e parlo con te, non di Milan...che abbiamo passato in quella stanza di là, quella... ricordi" indicando la camera di letto di lui "quando mi dicevi spacciandoti Milan o lo faveva lui, che non usandola la tenevi da parte SE saresti mai venuto, e  mi facevi usare quello stesso letto per stare comoda mentre disctevamo con i tablet e i computer, studiavamo le cose, vedevamo filmati e..."

    "non..."

    "secondo parole tue, perchè è per il tempo passato insieme che ho capito la magagna di voi due, ti piaceva la mia compagnia e non ti dava fastidio che usassi quel letto per stare comoda, perchè le piume sulla trapunta... ricordi che mi dicevi che era intonso e per il caro fratello ma lui non veniva mai, dallo strano nome di Dorde, e che abbiamo giocato a scacchi, altri giochi di logica e strategici, preparato piani, discusso di ogni cosa senza problema..." snocciolando indicando con le dita davanti a lui

    "Si, lo so, lo so..." fece lui voltando le spalle

    "EHI, non andare. Milan lo sa che quando fingevi dormivi nel suo letto e chissà!!! magari dopo che me ne andavo, quel letto, ti ci infilavi? EH?" come ad accusarlo, ma per vedere che diceva

    "MA NON....!!!  Non urlare!!" fece lui tornando come un pazzo verso di lei cercando con le mani di zittirla, correndo poi sempre senza pantaloni alla porta verso il corridoio e chiudendola "sai bene che gli uomini sono pettegoli peggio delle donne, sono peggio,  e se sentono qualcosa, ci ricamano sopra... "

    "Uh, adesso ti brucia, eh?!?" lo perse in giro

    "Ascolta bene..."

    "No, ascolta TU! Lo trovo offensivo il tuo comportamento perchè mi stai dicendo che come sono normalmente, la me vera, non ti piace! Serio serio? Tu che mi dicevi di far uscire... ME!?!" battendosi le mani sul petto senza far rumore "Quello che non capisco è che cavolo ti succede! Perchè non posso essere più me stessa con te? Lo sono anche con Milan..."

    "NOn è la stessa cosa"

    "..." fissandolo malamente "parla, usala la bocca, parliamo sia in inglese che italiano, anche russo, ma non dici mai le cose chiare!! E' da un pò che ti da fastidio se io..."

    "fammi vestire e poi... poi ne parliamo..."

    "Ok, va bene... vestiti e ne discutiamo, anche se è sempre come abbiamo fatto e..." seguendo e parlando animosamente con le mani come f aceva sempre

    "NO!" voltandosi appena superata la soglia della sua camera "tu resta lì, im cambio e vengo..."

    "..."

    Lei rimase con la bocca aperta sconvolta, mentre lui cercava di rirpendere le ante della porta aperte per chiudere, lasciandola fuori, nella camera del fratello

    "Sei serio!? per me non ci sono problemi, che vuoi che sia ma... dicendomelo così? Che sono Attila che ti devasto la stanza? NOn siamo in twilight dove i vampiri fanno sesso devastando le camere..."

    "fammi vestire e vengo"

    "e da quando mi cacciate fuori solo perchè vi vestite! Io vado, ma mi stai cacciando come se avessi fatto chissà che... Da quando siete pudici... cosè ti sei fatto di steroidi e hai la mastite? Hai seno di fuori come una donna e devi essere tutto vestito? Hai cambiato sesso e..."

    "shh" fece lui allungnado le mani sul suo viso per zittirla "dimmi che non stai giocando di nuovo come fai, anche se è una cosa che per te è d'amicizia e intima, con qualcuno con cui ti fidi... ma no! Quando mi cambio, resti lì, ok?"

    "Con quale piede ti sei svegliato stamattina?"

    "FAMMI VESTIRE!" le fece urlando lasciandola fuori sbattendo le porte

    Silenzio dall'altra parte e lui corse al resto degli abiti.

    "Oh nando, esci fuoriii!!! Mi stò rompendo daiiii! Se non vuoi uscire te, eddai esci, te ne stai dentro ormaaaaiii!!!"  fece lei alla porta, cantando, in italiano e lui rimase con la cravatta solo messa intorno al collo a sentirla punzecchiare, giocosa come faceva solo con le persone per lei vicine, facendogli gli scherzi. Sospirò e alzò gli occhi al cielo.

    "Resta lì!"

    "OK CIAAAOOO!" con un colpo alla porta sempre cantando.

    "Se ne è andata nel salottino..." pensòl a voce alta lui, sospirando rilassato

    Passarono minuti, passi ovattati

    "Per favore, so che lei lì' dentro! La gente si stà chiedendo dove sei!!" mentre lui fissava la porta sorpreso ma ridendo, non risuciva molte volte a non ridere su cosa lei combinava, fosse stata un'altra era infantile e scioccherella, anche fastidiosa ma lei mischiava serietà a gioco ed era solo comica ma lui non poteva reggere "Mi dicono che è solo una fase, è il malumore del giorno, non badarci... sono proprio qua fuori per te! E tu mi chiudi questo legno quando prima non era così..." cantando una canzone diversa

    "..."

    "Nando, sono distruttaaaaa. Dove cacchio sei finito?!?!? Io sto cercando di essere forte per due, e te..te ne freghi, fammi entrarrrhhh....."

    "mph" ridendo metnre ancora si vesitva, per non ridere andava così lento che pareva stare a sistemarsi da ore

    "lo so che anche tu sei solooooo! E insieme andava tutto beeeen! Allora smuoviti perchè, se non vuoi tornare a come eri, io sono qua fuori ancorrrrhhh!" cantando

    "sempre teatrini! Non ti avevo chiesto di aspettarmi fuori? Non eri andata nel salottino?" le disse fingendo di essere arrabbiato

    "MA IO SONO FUORI!!!" fece lei offesa "Per me va bene aspettare nel salottino ma cè modo e modo! se è così allora..."

    Lui corse a  sistemarsi davanti lo specchio, così da farla smettere di scherzare e prenderlo in giro. Ma appena fissò bene la cravatta prima di mettere gli accessori nel taschino della giacca, sentì la maniglia abbassarsi. Voltandosi uno spiraglio era aperto, perchè non aveva chiuso a chiave e la vide solo fino agli occhi e faceva capolino. Lui fermandosi, iniziò fissandola come rimproverandola.

    "Dico solo che se le cose stanno così, non vengo più e non parliamo più, e non ti aiuto più, anche nel vestirti che ti sei messo proprio quello che oggi non ti stava!! Se mi dicevi in altri modi e termini < guarda, vediamoci al solottino, lo preferisco perchè per ora... preferisco così. > o ancora < mi piacciono i letti sistemati e non abusati, incontriamoci di là > e io non avrei  mai più maltrattato il tuo letto! Come nei film con gli avvisi sui cosi non maltgrattati, te lo lasciavo intonso e mi godevo un tè e dolci di là... O altri modi per dirmi che ti sentivo meglio e a tuo agio in ambienti meno intimi... e io, capito!  E poi non ti faccio più entrare da nessuna parte dove sono io, come camera mia,  e non ti chiedo più e mai più di chiudermi i vestiti e i lacci..."

    "Siamo a questo?" fece lui mezzo ridendo

    "SI! E ti lascio queste cose che ti avevo portato ma tenevo da parte, te la vedi tu!" lasciando oltre lo spiraglio a terra degli oggetti che andava ammonticchiando "E visto che a nessuno piace la me vera, o non importa, qualsiasi io sia originale ocome sono diventata, vado a fare altro! E' chiaro che veramente non cè modo di trovare qualcuno che trova me, in ogni mia parte, meritevole di amicizia e vicinanza. Che non mi accetta e mi chiede di non essere me! Sei cambiato e vuoi la privacy, lecito, ma cè modo di dirlo e agire! E ti avrei accontentato...E nessuno di voi capisce quanto mi fa male, e ancora di più quando la gente cambia, gente con il gamberetto, e non posso essere me stessa come abbiamo discusso in macchina, perchè hanno quelle rogne che io odio!!! E chi ci resta sotto, perdendo tutto? IO! Con Rò fu così, l'unico con cui mi sentivo di parlare e comportarmi come con te, ma niente doveva esserci di più altrimenti non potevamo sentirci. E io abbozzo sempre! E ci rimetto smepre io! Quel che si dice fa male!! La solitudine fa male. Il rifiuto fa male. Perdere qualcosa fa male. Essere trattati in una certa maniera come hai fatto tu..."

    "..." sospirando

    "Vi vengono le fisime e quella che si sente dire smepre di non essere se stessa, di non giocare o agire come le viene..." facendo aumentare la montagnola di roba che comprendeva cibo, oggetti color argento, di plastica, scatole e cose rettangolari,  fogli e altro mentre lui rideva coprendosi la bocca con la mano, sebbene si sentisse in colpa per cosa lei diceva "E se con te non posso essere me, è chiaro che chiudo qui. Anche con te. Già con Rò, Zay e Ric fu così perchè iniziavano a dirmi di non essere e comportarmi da me, che dovevo essere o fare così e poi cosa mi scrissero nelle mail... continuerò ad esser me stessa con Milan e basta. Con lui non ci sono problemi, non ha il picchio del secondo cervello e posso dire e fare cosa voglio perchè almeno lui..."

    "Lia, smettila di dire..."

    "NO! Jd è quel che è, ora anche te con le stronzate, Milan e Madame che rompono con la storia dei rimpianti e che dovrei provare e vivere tutto o avrò solo rimpianti... oltre gli altri. Sono io che mi porto i vecchi, non ho bisogno di fare cose che non voglio o mi sento perchè tutti mi dicono che vivere da materiali, significa sfruttare cosa abbiamo di materiale, e capire le cose in prima persona. Mi basta la teoria e cosa ho visto, e con voi che fate così e mi tenete alla larga quando prima eravamo amici e nel mio senso..."

    "Quello che vogliono dirti è... non ti senti, non vuoi provare cosa provano gli altri e che non comprendi? Non vuoi sentirti una persona nell'essere baciata, accarezzata, abbracciata nel modo in cui desiderano gli altri? Questo ti chiedono. Il provare anche quel tipo di intimità, per cui ..."

    "Inizi anche tu!?! O lo dici per altro motivo? Cosa siamo due ragazzine adolescenti che si chieodno comè essere accarezzate su tutto il corpo o in altri luoghi, consdividere certe parti del corpo con l'altro, scoprire che significa contorcersi appena sotto il peso di un uomo? O l'essere il master di ruolo nella cosa? Capire che significa un abbraccio e mani sulla schiena o scapole da qualcuno? o condurre il gioco e sbottonare la camicia dell'altro e far scorrere le mani sotto il tessuto? E poi cosa, dai snocciolami altre cose che me li appunto per portarli dai ragazzi che adorano scrivere adesso per nuovi libri con rating rosso!"

    "Quello che voglio dirti è che non puoi restare come sei, non ti fa bene. Vogliamo ricordare le volte che per vedere gli abusi su certe donne dal vivo o video ti sei sentita male da tremare e avere reazioni di panico senza respirare? Lo sanno in pochi visto che comuqnue riuscivi a uscire da sola ma dovevi fermarti in un angolo da sola e calmarti. Credi che sia una cosa buona ogni attacco di tremarella e terrore? Gli uncubi che ti vengono nella testa in quei momenti? Ringrazia che ci fossimo io, Milan, Jd o i capitani e basta, perchè sappiamo da dove ti vengono e come agire, ma non ti fanno bene. Che siano reminescenze di tue vite passate, come te ne sei uscita da quei episodi con Rò... che importanza ha? Ogni volta che qualcuno ti si avvicina in un certo modo tu esplodi nel panico se supera una certa soglia, tremi da impazzire e hai bisogno di calmarti o sei in panico da stare peggio per come cerchi di respirare. Se non superi questa cosa, non andrai da nessuna parte. Ma tu lo sai, ti vedi nello specchio quando hai quei sintomi, come ti vedi le mani quando tremano come folli, loro come tutta te stessa come se morissi di freddo, e i flash nella testa che non sai da dove vengono. Non so bene Madame e Milan ma... non ti serve a nientefignere che non esista il problema e cancellare ogni cosa che ti tuo corpo ti urla. Dimentichiamo anche il tuo segreto!?! E le volte, rare, ma accadono quando qualcosa ti fa star male così tanto da esplodere in un pianto infinito silenzioso e non ne esci se non ore dopo? Il tuo corpo ti odia? NOn riesce a contenerti, lo so, ma forse tanto pensiero negtivo non hanno mio fratello e la sua amica. Forse pensano che è una cosa naturale, della natura  proprio stessa, che ti chiede di sperimentare alcune cose che..."

    "Fanculo!"

    "Se viene soppressa così tanto ci deve essere un  controllo maniacale sulla persona, essere represse da giovani in confronto alle tue idee liberali e positive sul concetto per altri e cosa affermi che non avresti problemni ne altro SE tu..."

    "Stai sviando da un pezzo da un problema molto più serio! CHI MI ACCETTA? CHI MI VEDE PER COME SONO? CHI NON VUOLE CHE IO CAMBI SOLO PERCHE' PENSANO CHE NON DOVREI ESSERE IN UN CERTO MODO COSE SE FOSSI CHE SO UN AMANTE DI BAMBINI, UN KILLER, UNA..."

    "Non intendevo..."

    "Chi sono IO? Chi sono io, tra le varie persone? Io, chi sono veramente? Quale è il mio nome? Chi vedo, allo specchio? Come chi, dovrei muovermi nel mondo? ect... IO devo accettare VOI per come siete e cosa pensate che io debba e fare di ME! Ma VOI non accettate niente di me, non mi riconoscete e nè...


    "Stavo dicendo..."

    "SO CHE COSA DICEVI!" fece lei con un colpo alla porta "che io non dovrei dire che non mi sneto, non voglio, che non dovrei avere paura, non dovrei tremare su cose che dovrebbero essere naturali. Ma come fai TU a dire a me, come tutti quanti voi in generale con cui ho scambiato certe cose mentre voi facevate lo stesso con le vostre, di fare, tentare, pensare, non aver paura... siamo sempre là! Dovresti essere al mio posto come anima o Personalità per sapere il terrore e l'orrore al sol pensiero e l'ansia, il respiro che mi manca quando pensavo, non ora più, a certe cose per capire come mi dicevano tutti! Io non voglio sapere, se non sono io a volere quella cosa, non me ne fotte niente neanche più provarla solo per... E tuti continuate con la scusa della voce amica! Di come quello che dite di provare è da cani! E parlo di quello che conosco. E cosa è significato aver detto si a qualcuno che sentivo e vedevo come con te, Milan, Jd e...capire anche solo quando mi abbracciava che non capivo ccosa dovessi provare mentre tutti mi dicevano quello che provavano loro, e io restavo come un carciofo con la domanda < e cquindi, ora? Dovè questo che dovrei provare?!? >... tu no eri me metnre mi veniva da piangere con una disperazione dentro che non si potrebbe neanche spiegare. Per me non è possibile! Di forza non posso! Non mi viene! Non è per me! Se non sono io a volerlo, desiderarlo, non ho intenzione di ripercorre  quel delirio di terrore e attacchi di panico! Quindi smettila anche tu!"

    "Ma...   di altro. Cosa significa sentire il calore di una persona vicina, o come per sempre quella canzone del musical, quando sbagli sempre la parte di Fiordaliso e invece di dire < e non ha moralità, è un soldato e scappaerei ma più mi stringe e più mi attrae,  e mi avrà e per la vita mi amerà > e invece per uno scherzo a Milan ti esce ormai sempre e solo < e non ha moralità, è un soldato e scappaerei ma più mi srtringe e più mi attrae, e mi avrà e con le mani mi amerà > e lui ci ride sempre perchè ogni volta quando viene riproposto al Teatro infondo alla sala tu canticchi vicino a lui e sbagli smepre quel pezzo. E non capite comè una pres ain giro su di lui ti abbia fatto ricordare la strofa sbagliata. Ecco, ti prendo ad esempio quel pezzo. Tu sai che significa essere amati con gesti d'affetto o semplici carezze, non importa dove? Come ci si sente a sentire i snetimenti dell'altro a partire da questo? O dare un bacio leggero sulle labbra e sperare che l'altra le dischiuda per approfondire il bacio e condivdere un momento che..."

    "E tu l osai, a quanto pare! Bene, buon per te! Ma non farmi la morale, cazzo, perchè anche se non so che significa non ti azzardare a dirmi cose per stornzate tue! Non ci provare dopo che è da mezz'ora oggi e giorni che  continui a buttarmi fuori da ogni stanza facendomi snetire un'idiota!" fece eli acida e arrabbiata "Non mi abbracciva mai nessuno, e quando lo faceva Rò mi chiedevo cosè che dovessi provare. E quindi? Ora che per voi sono troppo io, non ha senso più parlare di questo! Resterò solo partner di lavoro e basta. Non accadrà che io cada nella disperazione e senso di schifo e nullità come fu con lui. Nè con te, nè con Milan e ne altri. Non mi interessa più sapere come un uomo tocca una donna che sia una mano sulla spalla, o un abbraccio o altro, smettetela di rompere e guardate la vostra di vita! E pure mi cacciate via in modi assurdi, senza considerare come posso sentirmi, con un tono vergono, qquando prima vi andava bene... Da oggi potete scordarvi ogni forma di amicizia!"

    "Aspetta, mi metto le scarpe..."

    "LE SCARPE!!! Io parlo e tu pensi alle scarpe!! Oltre che camminare con i piedi nudi e i calzini per terra perchè voi non usate cambiarvi le scarpe per il dentro...! Ho capito, basta, vaffanculo tieniti questa roba che doveva servirci per queste due sere che eri qui e statti per i cavoli tuoi. Sempre la stessa storia. Non posso avere nessuno accanto, non posso vivere l'affezione come mi sento e desidero, non posso avere come dono il tempo di q1ualcuno,  non posso avere le persone vicine perchè io essendo io non dò cosa gli altri vogliono o non sono cosa si aspettano e vogliono, perchè incapaci di gestire persone diverse da quelle che si preferisce. Considerate solo il fisico, ma l'amore non è solo quello. E' un fattore di cuore, testa e anima, ce la metto pure...! perchè sef ossimo tutti senza genitali, si scoprirebbe che l'amore è qualcosa che esiste al di fuori di questi, e del sangue! Come fu per quella persona di quella opera che per me è magna! Ma no! Facciamoci venire i complessi perchè per uno scherzo per controllare la mia teoria, tutto è cambiato! e A RESTARE SOLA RESTO SEMPRE IO!!!! Ma nessuno capisce, nessuno comprende, nessuno ha empatia e considerazione da capire il mio, di lato. Siete tutti lì, col vostro, dal vostro, e non dal mio e alla fine non ho altra scelta se non mandarvi al diavolo  e restare sola! Come ho già fatto d'altronde, quindi per me non cambia niente, ripiombo solo nella solitudine nera, ma guarda, ci sono abituata così tanto che neanche mi procura più dolore..."

    "Aspetta!"

    "E ancora quei due che dicono a me offesi che loro vivono cose e non sono presi dalla lista della spesa, lo so che pensano che io sbaglio, che io faccio cose errate e via dicendo. Tutti quanti alla fine mi avete affossata e non capite, ed è per questo che non accetto di lavorare con voi anche nella politica.Siete tutti e sarete sempre e solo una delusione così come dicevano tutti di me! Sepre trattata come una che sa dare solo una delusione, non raggiugnere e mantenere le aspettative, tuti vogliono che cambi perchè sia come vogliono, ma solo io devo farlo! Gli altri tranquilli sempre uguali, sempre io ad essere la fessa di turno a cambiare ed essere...E anche quell'opera che amo, la prima in assoluto dove cè quella deficiente nazi che tra l'altro festeggia il compleanno lo stesso mio giorno, e quanto mi sono incazzata quando l'ho scoperto, e che la persona che le prende il nome è come me! E lui nel finale. Non intendeva ferirla ed era davvero in una situazione terribile, ma la verità è che l'ha ferita e l'ha quasi spinta al suicidio. E quella storia dove cè lei, come me, come Babydoll,  ci ricorda molte volte di stare attenti con le nostre azioni, di essere consapevoli delle persone intorno a noi, e questo è solo uno dei tanti casi in cui lo fa. Non è necessario essere malvagi per ferire una persona oltre ogni immaginazione. A volte non hai nemmeno bisogno di voler davvero ferire quella persona, basta che apri la bocca!!!. A volte, per distruggere la vita di un'altra persona è sufficiente non pensare alle conseguenze che le tue azioni potrebbero avere su quella persona. Sia nella versione in carta che in particolare nella versione VN di questa scena, Lui sa esattamente cosa sta succedendo, sa che lei vuole davvero davvero morire, sa che non vuole nemmeno vivere e lui le chiede di continuare a vivere. Dice anche diverse varianti di pentirs per i peccati vivendo una vita buona e appagante. Per uno di questi tentativi, dice di averlo detto con forza perchè credeva che lei lo seguisse. Lo intende davvero e sa chiaramente cosa intende fare. Ed è lui poi che si sobbarca tutto perchè non accetta fino alla fine anche se lei non poteva essere salvata... quando dice di non ricordarsi di lei, dopo averla omaggiata, commemorata, dato un Saluto in tutte quelle parti per poi il finale, quanto ha fatto male!... Penso che sia un bel messaggio con il primo ma la realtà non è logica! E siete tutti stronzi! E per quanto mi riguarda col cazzo che ti aiuto a salvare stronzi e merde che meriterebbero di stare dove stanno! Noi ci facciamo il culo e la gente, vaffanculo si fa i cazzi suoi nel suo orticello e il resto chi ce ne frega, sono solo gli altri stronzi a stare nella merda e quelli giustamente diventano egoisti e pensano a lorocon il poco che possono... e andando avanti così col cazzo che si cambia questo mondo, quindi tenetevelo e lavorate voi! Io me ne sbatto fuori!!! Non voglio avere a che fare fuori da cosa ho accettato, non mi interessa come è il mondo là fuori ormai, se sta bene, se con i cambiamenti anche se utilizziamo ancora i nomi dei paesi vecchi..."

    "ti avevo chiesto di aiutarci per la questione politica..."

    "IO NON AIUTO" fece arrabbiata infilando la mano di nuovo dalla porta aperta, prendendo dalla montagnetta roba e tirandogliela, ma senza mettere la testa dentro  per sfregio, e si accorse che sembrava piangere, cosa rara e solo quando non reggeva più qualcosa di troppo doloroso "fate sempre a pensare solo al vostro modo di vedere le cose, dicendo che sono IO che lo faccio come se fosse un peccato, o qualcosa di sbagliato, o se le cose vanno come vanno su e contro di me, SONO SOLO IO!!!!" piangendo amaramente "ma fate i buonisti rigidi con me!E poi vi aspettate cose e se non potete averle dite che sono io che sono cambiata come un'accusa! ora sono di nuovo sola e spero che siate tutti felici del continuare a fare ed essere come quelli che diciamo di voler cambiare, ma tenete tutto uguale! DI farmi soffrirte anche voi ma no, sbaglio io! E vorreste cambiare il mondo? Basta! E' chiaro che per te tutto è cambiato da non poter più passare del tempo con me, come noi prima, ho deciso, statti per i fatti tuoi se è questo che vuoi, che io da oggi stò sola, fanculo anche con Milan e altri! a! Almeno lui mi trattava come ME!" sbattendo prima la porta per chiuderla e poi continuare a lamentarsi ma piangendo.

    Dorde con il pettine in mano andò alla porta, ma la trovò chiusa. Aveva chiuso a chiave da fuori.

    "Andiamo! Apri, sono pronto" ma la sentiva in preda a quel pianto che le capitava rare volte e che sfogava in una volta sola per molto tempo, silenziosa ma si capiva da come respirava "Mi hai..." ma un colpo alla porta lo fece sobbalzare

    "..." non emetteva mai i versi del pianto ma sapeva che stava piangendo, ma si accorse che non era all'altezza della sua testa, ma con l'orecchio capì che doveva essere o seduta a terra o accovacciata a disperarsi senza emettere suono.

    Gaurdò la pila di oggetti accanto a lui e poi il telefono gli squillò, che teneva sul comò oltre il letto. Andò là, vide di chi era la chiamata e quasi gli cadde di mano quando un altro colpo forte contro la porta gli fece prendere un colpo. POi il suono della chiave, forse prima non si era sentito per il modo irato con cui avev asbattuto le due ante insieme.

    COn il pettine in mano e il cell in un'altra si accostò alla porta guardingo, perchè si apriva verso di lui, ma la sentì tirare su col naso, respirare forte e poi  solo sentendola camminare.

    Dorde buttò sul letto il pettine e corse alla porta, ma lei era giù nel corridoio che andava verso i tre che le facevano da ombre. Kovacs e Zidgi erano più sopra, l'altro più sotto.
    Erano sugli scalini in attesa come sempre e quando la videro le fecero spazio per scendere e commentarono.

    "Capo che è successo? Che ha?"

    "niente! Tutto va come sempre deve andare, per gl ialtri... andiamo dall'eschimese!"

    "Da chi andiamo?" Django chiese da più sotto

    "L'eschimese" fece Kovacs

    "OH!SI! quel protettore ma che chiamiamo amichevolemente pappone strafatto,  che ama ancora mettersi le pellicce giganti e le catene d'oro che sembrano quelle dei cessi... Capo, per favore, me lo fascia fare, mi faccia strappare da dosso allo stronzo per cosa fa la..."

    "puoi fare tutto quello che vuoi, la me cattiva è dispostissima" gli fece passandogli davanti, seria e rigida e dura, lasciandolo interdetto mentre gli altri alzavano le spalle.

    Dorde si arrabbiò e sbattè la porta che dava sul corridio così forte da sembrare che si staccasse, per guardare la sua porta e vedere, sull'anta chiusa,  un messaggio appiccicato con scritto <  fanculo i vostri ormoni del cazzo, impiccatevi >.

    "... la porta!!!" fece lui a denti stretti

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    Capitolo 51
    *** 37 ***


    chapter 37


    ricordo che l'altra "fic" presente nel mio profilo è la versione leggermente aggiustata di questa a livello di codice, non so perchè ma sul vecchio supporto il codice era andato per i fatti suoi cancellando pensieri e altre cose, continuo questa anche ma quella sarà quela definitiva e più completa.
    Ho postato le varie parti nei capitoli precedente ma ci sono sempre problemi di codice con parti edlla fic saltate, intanto ho cercato di mettere il testo completo come dovrebbe essere, capitolo dopo capitoli.

    Inoltre ringrazio 

    _Briareos_ per cosa mi ha scritto e consiglio le sue fic.

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    L'uomo soffocò un conato di vomito e la fissò. Appariva come un qualcosa di innaturale, impossibile da esistere. Aveva oltre l'aspetto un cè da apparizione da fantasma che inquetava.
    Voltava di poco di lato il volto per fissarlo con un ghigno e poi un sorriso allucinante, come godendo di ciò che osservava e della sua sofferenza, con gli occhi grandi aperti e freddi. Con il volto un pò verso sinistra, con il mento alto e gli occhi calati su di lui, fumava da un cannello da donna anni trenta una sigaretta dall'odore strano. Abbigliata maestosamente in un abito di stile antico a metà tra il periodo settecentesco con qualcosa del secolo dopo, con maniche ampie e varie rouches, livelli di gonne arricciate e a cascata, gonna tonda di forma e una sorta di strascico che partiva dalle reni a strusciar e per terra, come pensava lui, le parti finali di un  fiocco troppo lungo ma senzan fiocco. I capelli raccolti tranne una bella ciocca che compariva sempre su una spalla a boccolone e vari decori che balugiavano tra i capelli.
    Pareva sempre avvolta da qualche nebbiolina fine e argentata e come si muoveva col corpo e viso sembrava non una persona normale.
    A una frase simile detta per sbeffeggiarla si era ritrovato con qualcosa in faccia di appiccicoso senza averne avuto sentore, cone lei che era partita offesa, ma davvero arrabbiata dicendo ai tre con lei tipo "è mai possibile che a questo fottuto mondo non cè ne uno che dice che io sono normale? Che poi, cosa è la normalità? Abbiamo rottinculo madornali, snobbisti teste di cazzo, bulli di buona famiglia spacciati per gente per bene e poi merde o gente devastata dalla vita che non riesce a fare altro che sfogare sugli altri il prorpio male, arraffoni merdosi, politici che sono quel che sono, gente che riesce ad apparire normale e poi sotto sono psicopatici, sociopatici, sclerati, abusatori e la lista è lunga... ah, se noi lo sappiamo!! E poi... arriva la gente che dice  A ME che sono strana o non normale... posso indignarmi?? E poi dicono che io mi sfogo in modo stronzo sugli altri.... e in quanto a te" tornando all'uomo che legato scuoteva la testa per scrollarsi di dosso la roba appiccicaticci che gli sembrava, quella caduta sugli abiti, rosella "sono anormale? Sono fuori dalla logica? Bene, visto che il mondo mi vuole così e io non ho intenzione più di lottare e combattere ma mi areno... che lo sia, allora...." e quella volta si ritrovò un animale color miele o cannella, era comparzo dietro di quei quattro e si era fiondato elegante e grosso più di un pastore tedesco su di lei ocn le zampe anteriori, mentre con la lingua pungente e rasposa gli leccava la faccia e lui stava impazzendo.

    "Sono stronza e fguori di testa? Vediamo questa torturella... perchè è .. Ella!!" scoppiando a ridere fumando

    L'aura che emanava sempre e in quel momento che l'aveva davanti di nuovo,  era cattiveria pura e follia, le risate non sguaiate ma di cuore e di scherno, maliziose e e malignità. Gli atteggiamenti che si accavallavano. Dall'abbigliamento a certi movimenti nonostante la stranezza, parevano pregni di eleganza e fierezza, compostezza e qualcosa di più della sua età. ma parecchie volte quando le partiva il momento di follia sadica, di scherno da bulla, pareva perdere in eleganza e a tratti pareva mancare compostezza apparendo quasi... sguaiata ma non da gente di basso livello ma da una che si divertiva ad esserlo. Schizzando in alto al fierezza e arroganza, supponenza, il senso di potere che aveva su di loro e azzerando tutto il resto come ci si sarebbe aspettato da qualcuno con quegli abiti e le storie raccontate su di se..
    Le cos eche pensava ogni volta che lei appariva e si comportava in modo strano erano "una cafona con arroganza", " esponente degli arroganti",  leggenda di coattagine e stronzaggine", "è una criminale a piede libero ed è così criminale che denunce e confronti con gentaglia che lui aveva affrontato era riduttivo, con comportamenti da gente fuori di testa dei peggiori cartelli e gestione delle sostanze peggiori"  e poi la "camminata cafona" che non era cafona come una persona che se la sente e tira con abiti di pregio ma non ha classe, eleganza, capacità di muoversi con leggerezza o stile e via dicendo. Come accadeva con cantanti o gente che diventava famosa e poi quando appariva davanti ai fotografi ti chiedevi chi cavolo fosse. Lei si comportava, gli sembrava, con cafonaggine di un bambino che fa e prova cose per la prima volta e appare goffo e impacciato apparendo come gente che entra in un luogo di altre classi e si nota SUBITO. Ma era artificioso e voluto, si chiedeva sempre?

    Quella donna, che pareva giovane ma a tratti più matura in molte cose, aveva portato quasi a follia tutti loro. Dopo averli cacciati e catturati comparendo di persona e inseguendoli camminando con calma e tranquillità mentre quelli con lei sembravano militari esperti. E lui che era stato in carceri duri o in situazioni estreme, non risuciva a reggere quello che lei emanava e lo inquetava. L'aveva vista, con quegli stessi abiti, osservarli divertita per come erano ridotti dopo ore di interrogatorio e sevizie. Ma non classiche, ma che lui no naveva mai neanche conosciuto. E per l'ennesima volta lei apparve, sena fargli capire quanto tempo era passato, cosa pensava o volesse. Facevano mille domande e interrogatori ma sempre slegati, di cose opposte alle altre e via dicendo, non comprendendo lui stesso cosa volessero davvero. La spiazzata che gli diede, a lui e agli altri, fu tempo prima quando se ne uscì appena entrata, con domande personali su di loro. Tanto che tra loro legati e messi in fila ma molto distanziati, in un modo assurdo per lui, con le sedie legate da catene che pendevano fino al soffitto alto e che tirandole non sapeva da dove le sedie si sollevavano e si ribaltavano, dondolavano, roteavano con loro ben stretti come fossero su un ottovolante e ancora no ncapiva il perchè, si fissavano incerti quando non storditi e si chiedevano tra loro "ma che significa?"

    Chiedeva del loro trascorso da bambini, un altro momento ragazzini, poi appena uomini. Amicizie, amori, legami, cosa provavano e cosa sentivano loro su queste cose, come le conoscevano e riconoscevano. E poi chiese delle loro relazioni, del sesso e di nuovo, cosa provavano e cosa sentivano loro su queste cose, come le conoscevano e riconoscevano.
    Ma quella volta che ricomparve, gli sembrava parecchio più dura, che una tipa strana che si meteva, bevendo e fumando, a chiedere di cose personali ai suoi prigionieri.
    Sfrontata, come se fluttuasse sul pavimento, tanto da sembrare irreale e pronta a scomparire, si udivano i ticchettiii dei tacchi ma non si vedevano le scarpe perchè l'orlo carezzava il pavimento. Con un ghigno inquietante e rabbia e follia che plendenva negli occhi verdi. Era sicuro che ore prima fossero castani.

    "..." lei fumava, abbracciando con le labbra il bocchino che pareva in metallo argento o simile, creando attorno a lei una nebbiolina e impalpabile velo argentati che aumentavano l'aria che aveva di suo. Di nuovo l'ambiente sembrav quasi irreale e non umano, come dislocato altrove.
    E quando espirava lo faceva sempre come fosse un gioco, semplice e d'abitudine, e come se soffiasse con dolcezza su delle candeline immaginarie. Il suo trucco non era esagrato, volgare, troppo presente come per tutte normalmente ma si vedeva che aveva del trucco sul viso. Già dall'inizio le aveva detto per scherno che se si colorava di rosa gli zigomi come tutte le donne normali, sarebbe stata anche più carina, meno una morta, dalle parti più accennate color bronzo chiaro sfumato dove si voleva dare volume o snellire sul viso certe parti, gli occhi e labbra truccate ma mai esagerate come certe donne che avevano chili di prodotti addosso.
    E quelle zone truccate per risaltare o altro lui non ne capiva di truppo certe parti erano più scure del suo colore naturale, sebbene non fossero esagerate ma si vedeva dal contrasto che era trucco.Troppo chiara, lei,  tranne i giochi di luce del trucco, ma senza quella roba che mettevano le donne rosata per dare colore al viso chiazzando le gote. Lui la sfotteva quando poteva anche per contrastare cose gli facevano, dicendole che sarebbe stata uno schianto ccon quella roba rosa sulle guance, di mettere un rossetto rosa invece di quel tipo mattone non sapeva, di enfatizzare gli occhi meglio perchè potevano essere ancora più da gatta. Lei fumava portando indice e medio che tenevano la sigaretta al centro delle labbra, parallele, inchiodando gli occhi in quelli di lui o degli altri che parlavano, e sorrideva come se si divertisse. Ma a parte gli abiti, sembrva che si truccasse sempre allo stesso modo. così come le unghie. Mai laccate o decorate come le altre. Sembre come se fossero con uno smalto trasparente, questo si capiva dalla luce, che avesse uno smalto, e le unghie erano poco lunghe, sembrava mezzo centimentro massimo dalla distanza in cui restava in piedi o sedeva da loro, e tondeggianti. NOn studiate o da manicure come tutte le donne facevano con unghie finte. Non vedeva la bombatura tipica delle unghie finte aggiunte che a lui semrbava ocme se le avessero prese a martellate e queste si erano gonfiate.

    Alla fine per ztuzzicarla  le sorrise beffardamente, sfottendola che non sembrasse graziosa senza un pò di colore rosa al solito e che si chiedeva che aspetto avesse sotto quell'abito ingombrante "anche ci sono, visto che per non so quanto tempo ci hai chiesto del sesso che abbiamo fatto". Risse lui mentre gli altri lo seguirono stretti alle sedie, ma queste ancorate a terra nonostante la catena dritta dietro di loro.
    E lei sorrideva beffarda e come pronta, nel suo cervello, a ribattere ma in modo orribile. Pareva ammantata di malignità fin nelle ossa. e le sue mani, aveva sempre notato, si muovevano come tutto il resto come calcolato e facendo degli archi immaginari ma le dita, le vedeva sempre sempre muoversi e restare posizionate in pose strane. Avrebbe detto come le muovesse per qualche danza o simili. E anche quando teneva quel bocchino, le dita erano in modo a metà tra il naturale per lei e lo studiato, armonico.

    E poi rispetto la volta precedente che era apparsa... Aveva tenuto un braccio dietro la schiena, il capo e un pò il busto verso destra, non molto ma si  capiva, e lo fissava come le prostitute che stavano davanti a lui sorridendo, pronte ad agire per il loro lavoro. Fu quella la sensazione di dejavù che ebbe vedendola in quel modo, in quel momento. Il suo atteggiametno sembrava come un sorriso malizioso e monello, come pronta come quelle donne a dar il via ai giochi piccanti partendo da uno spogliarello. Ma lui terminò come uno specchio rotto quel senso di giù visto, quando lei sorrise in un modo terrificante, metnre gli uomini che parevano militari intorno a lei restavano in disparte, che lo osservavano, altri torturavano, altri ancora stavano sempre dietro di lei e pronti a cosa le servisse, non proferivano mai parola se non chiedere a lei qualcosa in una lingua che non conosceva o solo osservando lei  e poi agendo, come se parlassero nella mente. E aveva mostrato nella mano sinista un oggetto che l'aveva lasciato interdetto.

    "Io ADORO le miniature, le riproduzioni in scala, questo vostro mondo moderno è perfino meglio del mio!! Sai, ai miei tempi era difficile e costoso far creare riproduzioni da collezione di tante cose... e ancora di più, se funzionavano. Riuscivano a creare bellissimi carillon o meccanismi minuziosi nelle parti piccole ma... questo vostro mondo è straordinario per come avete rimpicciolito molte cose... ma anche il cervello, purtroppo! E' triste vedere come una come me si aspettasse... un'evoluzione al meglio della razza umana dai selvaggi. sporchi e maschilisti e invece... siete peggio, a causa anche della stessa nuova tecnologia che rende facile per tutti fare lo schifo! E ora io sono qui per potare i rami danneggiati! Io sono la Giardiniera del Sogno, intendo colei che per un ideale coltiva o estirpa, si prende cura o elimina in base alle necessità che rovinano le persone e il mondo. E ora, grazie al potere della tecnologia del vostro mondo..." elevando con una mano l'oggetto e con l'altra come presentandolo, con occhi come se osservasse qualcosa di straordinario..." procedo di mia mano, perchè mi sono stancata delle gentilezze dei miei servi e... desidero che tu mi dia delle risposte. Non voglio sprecare il mio potere magico ocn voi, è così semplice utilizzare di mia sponte questi gioiellini che ai tempi sarebbero stati definiti diabolici per provare da mè, per una volta, cosa significa ottenere ciò che desidero... ma prima, voglio capire l'utilizzo, vediamo..."

    Portando l'oggetto nella mano destra, portò la sinsitra  in una delle pose delle dita come studiava dal basso verso l'alto creando dal niente una sorta di blocco di fogli. E lo studiò e poi iniziò a commentare, votlandosi con busto un pò e viso verso quelle pagine che levitavano per aria.

    "...Mh...Mini motosega da potatura  a catena con batteri4, con 2 catene intercambiabili da 4e 6 pollici e due batterie da 24 V e caricatore rapido, per tagliare il legno e lavori di giardinaggio. Pesa solo 1 kg, risparmiando tempo e fatica. La lunghezza è di soli 35 cm.una batteria che può durare fino a 20-40 minuti. Questo è sufficiente per 50 tagli efficienti di maxdiametro di taglio massimo 14 cm. Con la comodità di questa motosega elettrica portatile, non vedi l'ora di tagliare i rami del tuo giardino! FANTASTICO! .Il motore in rame puro ottiene una trasmissione diretta forte e durevole che ti consente di tagliare in modo fluido ed efficiente. Con 20.000 giri/min,non cè cosa che non puoi fare!  La cosa più importante è che se il motore si surriscalda inaspettatamente, smetterà automaticamente di funzionare, il che può proteggere efficacemente la vita del motore stesso, e dissipare il calore in modo efficiente e offrirti un'esperienza più sicura. Prestare attenzione al primo utilizzo ad impostare la tensione della catena... ma questo lo hanno già fatto loro..." fece muovendo le dita come se scacciasse un moscerino ma le pagine si voltavano da sole "Per sicurezza, tua e del lavoro, indossa i nostri occhiali e guanti antitaglio prima di prepararti a tagliare per... non cè bisogno! Cosa vuoi che succeda a una Strega centenaria che varca i piani come se saltasse alla corda...?!?...Mh... non pare ci sia altro di interessante! bene allora... procediamo...!!" fece questa. Mostrando una motosega piccolina che pure nelle sue mani piccole e fini sembrava anche troppo grande.Sembrava  di impugnatura troppo larga per la sua mano , nera e come di ottima qualità, non le cinesate da poco, mentre la mostrava compiaciuta a tutti loro vontandosi col busto come se alzandola in alto la luce la evidenziasse meglio, con una contentenzza che faceva a cazzotti con quanto appariva poco prima.

    "perdoni, mia Signora, ma per mia esperienza con quelle che abbiamo usato prima... La catena si allenta facilmente e mangia troppo cioò che si deve tagliare. La causa è dovuta alla qualità di arrotatura della catena e un ' dentino davanti ai denti taglianti  troppo basso.La motosega saltella e diventa pericolosa non avendo nessun sistema di sicurezza se non una barretta a copertura della parte superiore della catena, che,a mio avviso,   inibisce il taglio da sotto. Quest'ultimo è fondamentale nella potatura perché evita che il soggetto da tagliare si strappi  e divelti in modo orribile. Lo dico da ex potatore professionista. Il commutatore di verso posto sopra il grilletto di avvio è troppo lontano per le vostre dita. Per questo mi offro come..."

    "Rifiuto!" sebbene fosse tutto parte della messinscena, il modo in cui lei  lo disse come altre cose apparve a tutti come offeso, vergognoso, come se le rivoltasse contro "Continua con il tuo compito, oggi ho deciso come onore per quest'uomo che ha retto molto bene, provvedere io... a un ballo, insieme!" fece lei tornando come prima. Gli si avvicinò, leggera e quasi saltellando, ghigno e occhi lumionosi, per poi essere così vicina da prendergli entrambi i lembi della camicia aperta e sporchissima e chiuderli nel suo pugno, tirandolo un pò verso di sè, inclinandosi un pò "Tu e io danzeremo insieme in questo demoniaco duetto di disperazione. La tua tenacia mi inebria, mi regala qualcosa che non provo da tempo e quindi, come gesto di rispetto, sarò io a provvedere al nostro tète a tète!!!" Guardandolo negli occhi a pochi centimentri l'uno dall'altro, lui senza capire "E tutti voi ne uscirete disperati e dannati, nel corpo, mente e anima, così come lo è la mia...! E sebbene io abbia smesso la mia amicizia con quelle persone rispetto a prima, visto che non mi accettano per come sono e si aspettano per i loro pruriti io debba cambiare... allora non mi resta che continuare con solo gli accordi e il mio impegno! E fare ciò per cui mi sono prodigata di aiutarli. Se io devo essere stronza agli occhi degli altri, allora che lo sia davvero!!  E sarete tutti voi feccia e pagare per il dolore che mi procurano loro... perchè sarò egosita adesso e non posso di certo bastonarli! Mi servono! Devo giungere al momento di andare con la mia pace, e ho bisogno di loro! Se quella persona mi ha pregato, senza però chiedermi scusa, di pensare a suo fratello, Jd e gli altri perchè non avevano colpe... quanto sbaglia!... Allora che sia così! Farò finta che non sia accaduto qualcosa con loro, e resterò in parte amichevole, ma tutto ciò che per la feccia di prima e loro per dirmi sempre di cambiare e di esser cosa dicono... erutterò la mia rabbia e dolore in un mare di terrore perchè questo mondo possa avvertire pure nell'aria i miei malesseri! Che questa notte speciale sia di avvio per il mio SFOGO! Finchè non sarò andata, non posso punirli, devo tacere, la poi sentiranno, OH SE SENTIRANNO!!... la mia rabbia fin nella testa!" torcendo il colletto dell'uomo che mostrò senso di fastidio nel respirare "E se in nessuna parte del mondo cè un posto per me per come sono e sento di essere dentro, che il mondo urli di paura per la mia risposta! Io non resterò docile al morir della luce!" Urlo e mi rivolto in ogni bel giorno e oscura notte! Se io non posso essere amata e voluta per come sono, che  il mio essere Giardiniera del Mondo e del Sogno sia portato al completo anche per mia mano!" lasciandolo e prendendo con entambi le mani l'attrezzo che iniziò a rotare e fare casino, segno che era di ottima fattura. Lei rise e ghignò, le luci parvero perdere luminosità di un pò e attorno a lei apparvero cose mostruose e assurde, che si muovevano e le si accostavano mentre lei rideva di cattiveria. La testa dell'uomo iniziò a girare, inizil a sentgirsi male ma non per le sevizie, ma qualcosa gli giungeva al cervello e parve non vedere più gli uomini, la testa gli cadeva sul torace e quando la riportava in alto, no nsapeva gli altri, lei era smepre lì ma non cèra più nessuno degli uomini. E quelle cose! Sembravano la rappresentazione come un'allegoria macabra e horrorifica di peggiori incubi o come disse lei, sono la rappresentazione e allegorica del epggio dell'uomo. Poi la vide ridere con un sorriso enorme e muovere l'attrezzo come in un film americano tipo- non aprire quella porta- con movenza cafona e arodre bifolco, e calare la catena contro di lui, ma fra le sue gambe e un terrore indescrivibile lo avvolse.

    Cinque minuti dopo

    Lia mise giù la motosega che si era fermata da qualche attimo. Lo fissò come se fosse qualcosa di sporco e fastidioso. Con il broncio. per le droghe nell'aria, lui e gli altri erano prima impazziti con visioni e momenti di orrore creati dalle loro menti, unite ai usoi gesti che mimavano atti atroci su di loro, e poi erano svenuti. Il sistema di protezione del cervello aveva preso il sopravvento, facendo loro perdere coscienza nel momento di eccesso di risposte.. E di nuovo erano svenuti per il troppo dolore fittizio, non reale, e la situazione eccessiva per loro. Non erano stati veramente torturati e il sangue che si vedevano nei momenti di veglia, erano solo tagli superficiali con i rasoi da barbiere. E lei aveva solo calato l'attrezzo acceso fra le sue gambe a colpire la parte imbottita della sedia, che era infarcita con una sacca di sangue che con le lame rotanti si era squarciata e si era visto il sangue uscire a fiotti, ma a lui no naveva tagliato niente.

    Kovacs sospirava tranquillo a questo. Era accaduto solo una manciata di volte di rendere l'attrezzo di abusatori e stronzi fin nell'anima biforcuti ma per davvero, perchè imparassero a vita che gli atti fatti su donne trattandole come vagine semoventi sarebbe finito pagato. Letteralmente si era spacciata con Etta e le altre una ragazza normale pronta per essere abusata prendendo ispirazione da cosa loro avevano fatto,c on tanto di video delle loro bravate online ma solo loro non riconoscibili, e aveva creato una se stessa invitante per quell oschifo. E aveva retto anche quando loro l'avevano presa, essendo sola e avevano con le altre creato un piano per cui erano estranee, e tentato di abusare. Kovacs e gli altri due sudavano freddo, sapevano benissimo i suoi terrori e paure, eppure constatarono che la rabbia e la voglia di fare MALE l'avevano resa lucida e pronta a...far male. E Kovacs si era chiesto quelle paure e terrori non erano solo nella sua testa dopo le esperienze e cosa si portava dietro. E aveva assistito non potendo agire prima, a lei attorniata e poi avevano preso Etta e le altre e in una zona di un parcheggio pronti a fare il loro schifo, ma tutte le loro vittime precedenti non erano Lia. Infatti lei morse con rabbia la faccia del tipo che non si capiva se avess eperso un pezzo di carne o era penzolante e prese a legnate, suonandoli come tamburi, i presenti con le altre del gruppo militare speciale, che facevano il loro. Zidgi si entusiasmava smepre quando lei menava malissimo la gente, co ntanto di incoraggiamento e tifo e commento.
    Ma il peggio venne dopo. Dopo che li affettò un pò e questi spifferarono chi abusava, chi teneva solo, se erano tutti o mancavano all'appalllo alcuni... dopo che questi cantarono nel pianto, moccio, sangue e disperazione di qualcosa da bravi figli di un paese di primo mondo dove per loro non cèra da pagare, fece cosa fece stare male tutti e tre. Avevano perso il fiaco già quando lei pestò male i genitali di tutti sotto la scarpa, e gli si seccò la bocca, dicendo che avevano sentito anche loro iul tutto. Fu il dopo.
    NOn erano solo lei, il gruppo femminile e loro tre. Ma alcuni di quelli che aveva raccattato con problemi e che sfogavano i loro pruriti facendo i boia. Tenendoli lontano dalla società e aiutandoli come poteva, sebbene fosse un esperimento. E questi su suo ordine, presero i tizi, li bloccarono e fecero a metà il loro attrezzo, con cui si divertivano a rovinare la gente e trattarla da proprio sollazzo e non come persone, dicendo loro tenendoli svegli e cosnapevoli a suo di ceffoni, mentre gli altri guardavano e tentavano di urlare ma imbavagliati e il rombo della discoteca celava, che erano serpenti schifosi negli atti, e sarebbero stati serpenti fino in fondo, nel loro fondo, divertendosi a vedere come avrebbero abusato ancora da lì in poi. Fu una scena che lei resse e desise, ma quei tre ce l'avevano ancora scolpita. QUando si incavolava, quando vedeva che lo schifo era tale da farla andare fuori di testa, la punizione era così dura che la società l'avrebbe reputata negativa. Ma loro sapevano che quando faceva quelle cose, era da contare su una mano e mandava poi filmati e foto espliciti ad altre prede perchè si sentano come topi in trappola e lo faceva solo su chi meritava quello e oltre. Poi dei militari, che potevano dirle di fatto? La vedevano solo sfogarsi, male, su gente che doveva soffrire per quanto fatto... la lasciavano fare. Ma ogni volta che lei faceva qualcosa del genere, andandoci col pugno di ferro perchè diceva che ormai i soggetti dal dopoguerra erano tutti cresciuti di merda e non avevano avuto insegnato il rispetto di certe cose e la considerazione di queste, era suo compito come Veròna rimettere dei paletti perchè la cosa restasse ben impressa in loro. E a Kovacs e agli altri due era rimasto imperituro cosa lei disse alla fine.

    "Rallegratevi, è solo un trattamente estetico, io avrei fatto di peggio ma secondo i buonisti del cazzo io non ho diritto di togliervi il DIRITTO, col cazzo che a certuni darei questo diritto ma lasciamo perdere, di poter fare sesso con tutti gli ormoni e figliare. Non potevo calpestare le noci fino a impedirvi di riprovare cosa vi fa essere BESTIE e merde, non potendo calpestare inoltre quei diritti che per me voi non meritereste, allora agisco in altro modo. In questo modo il vostro stronzetto non entra più, e dovrete sudare mille camicie per.... ahhh, che me ne frega di spiegarvi. Per rendere la cosa ancora più incisiva, prima di fasciarveli, i miei ragazzi hanno spalmato sulle parti tagliate a metà un prodotto nostro che... aumenta il periodo di cicatrizzazione, quindi per quando andrete in ospedale non sanguinerete più ma... per trovare una soluzione dovranno tagliare la parte giù rimarginata, quindi la circonferenza diminuisce oltre che non riavrete più il robo come prima ma dovrete piangere sangue e dolore se  vorrete di nuovo scopare e figliare. Spero che vi godiate questa punizione stra meritata, merde! E' assurdo che io, che non ho avuto niente dalla vita, neanche una persona per cui io provassi qualcosa che però mi desse rispetto tanto da dire -vabbè, tu vali qualcosa, voglio starci!- e invece solo sputi in faccia e devo pure rendere rispetto allo scopare degli altri... vaffanculo!" andandose indignata, lasciando quel gruppetto mezzo nudo e col davanti imballato come se avessero un pannallone strano, con l'ambulanza chiamata e l'ira fuesta in corpo da sbollire.
    Kovacs poggiato al muro dietro la porta chiusa si riscosse mentre lei non rideva. NOn faceva niente. Si accorse del silenzio e inattività troppo prolungati.
    Lia rimase attimi, lunghi, a fissar el'uomo svenuto, come in preda a depressione e dopo che i valori dell'aria erano tornati respirabili per loro, tutti erano tornati. Con le Stoddarde, Lia poteva avvertire solo come una puntura leggera nella mente, qualche impercettibile segno dell'effetto delle droghe volatili nel sistema dell'aria. Dopo attimi di lieve stordimetno, diceva come quando beveva un bicchiere di vino frizzante che le piaceva, tornava se stessa. Le nanomacchine aveva fatto il loro lavoro e lei non risentiva di nessun tipodi prodotto per drogarsi e drogare. peccato come diceva Milan che le Stoddrde erano così poche salvate dopo la morte del loro creatore che lei era la prima con una consistente quantuità in corpo e le reggeva e loro funzionavano, ma non bastavano per altri test, così dovevano crearne di nuove e loro e lei doveva fare da cavia per capire i risultati e come progrmmarle.
    E questo significava che rispetto tutti gli altri lei non risentiva di certe cose.
    E quando i tre furono dietro di lei, le chiesero, vedendola non muoversi, se andasse tutto bene.

    "Eh..." si riscosse lei, voltando il capo verso la spalla ma senza guardarli "Certo! Come sempre!"
    ma in verità voleva urlare. Dissociarsi ancora, non lo faceva in toto perchè cèrano Torque e gli altri, ed eruttare ciò che provava contro nemici e stronzi immaginari facendo il peggio che potesse mai immaginare. A volte anche contro Dorde, Jd, pochino Milan e tutto quelli della sua vita precedetne.

    Le avevano sempre messo dei paletti, quello non piaceva, l'altro non andava, non era buono quell'altro, diceva in maniera troppo genuina, appariva troppo stupidina per molti, sembrava così, era meglio se stava calma, tranquilla, non esternasse troppo, non... non... non... sempre porte in faccia e commenti, discussioni e "consigli" dati però come un rimprovero che alla fine pesavano quanto quelli dati da chi aveva lasciato indietro. E questo non lo sopportava. E cosa era uscito fuori dalla sua famiglia! Tutto troppo!!

    "preparatevi, questo potrà proseguire senza di noi, ci penserà Torque. Voglio andare alla Dimora rossa" lanciando in aria la mini motosega che Zidgi cercò di acchiappare come un disperato, visto il costo essendo di loro creazione, dai loro laboratori, e rischiando di farsi male. Lei però non ci badò e con un'aria depressa si avviò verso la porta.

    "Capo... che succede?"intervenne Kovacs seguendola, mentre Zidgi e Django litigavano per come l'avevano acchiappata "cosa succede? E' da quando ha litigato con il Leader che fa così!" constatando alle sue spalle, standole un paio di passi dietro, un modo di fare quasi scazzato e scocciato, peggiorando in certi momenti dove lei sembrava uno zombie perso con la testa da qualche parte " mi sente? Vuole davvero andare in Italia alla Casa Rossa?"

    "Ti ho sentito, ci sono, non sono fuori di capoccia o come pensano tutti, che da come mi comporto sembro una stupida e sciocca!! E qualsiasi sia la motivaizone, che importa? Voglio stare per ora per i fatti miei!" continuando a camminare veloce per il corridoio, mentre rodeva dentro per la mattina.

    Lia parlava con Norvil che si stava curando dal cancro e quando non era di sotto, ovviamente senza vedere nulla nel percorso, era con lei, discutendo nei salottini. Aveva studiato finanza senza terminare e ora che poteva continuare, gli aveva chiesto di gestire per lei un capitale, senza dirgli che era la parte nascosta che lei aveva messo da parte, il quinto dei Ori e ritrovamenti vari ed entrate e per certi progetti con Madame e altri. Era un conto... nascosto. Con il nome fittizio che utilizzava. E gli aveva chiesto di non dire niente a nessuno, neanche davanti Milan, semplicemente perchè entambi volevano che fosse un conto nascosto e di cui era meglio non fare mensione, mai, tranne se erano loro due a parlarle e che con quei soldi aiutava le persone. Quello era vero, da quel fondo suddivideva somme per varie agenzie loro, da aiuto per i poveri, a cambiamenti dei quartieri, pagare dei gettoni di aiuto a chi lavorava per loro, ma gestito da lei, da Legeia come IA con autorizzazioni speciali bancarie e al bisogno con sue deleghe. Questo perchè quei tre o come comuni come Lèon Ligueau. Di cui si fidava da dare un tetto massimo di prelievo ad autorizzazione e di cui sapeva non si intascavano nulla per gola. Ma era appunto, segreto, Milan non sapeva che ne teneva uno a nome fittizio e disse a Norvil che doveva restare segreto perchè era destinato ad aiuti e se qualcuno conosceva anche solo la presenza, avrebbero potuto additarle manovre o altro. mezza verità, come faceva sempre. E il giovane aveva accettato, contento di ricambiare i favori che lei faceva, sembrava non pensare più a cosa aveva fatto quel giorno che lui per sbaglio volò fuori dalla finestra per una bombae lo raccattò, insieme all'anziano e i suoi amici, che ormai lavoravano altrove la lui li avrebbe rincontrati nell'Avamposto che avrebbe gestito. Ovviamente, sotto ben controllo e gestiione maggiore. ma sembrava che fossero persone perbene, e quindi si fidava. Norvil con il conto non doveva far altro che farle un resoconto giornaliero dei movimenti e cosa restava, e aggiornarla su chi aveva prelevato, chi versato, che fondi vi erano in stallo e altri conservati. In quel conto mancavano i tesoretti fisici, ossia oggetti antichi del quinto, che teneva da parte dei Sepolcri dei Crell, i luoghi fisici dove vi era il Core dei Crell. Milan e Dorde sapevano che si trovavano nello Chateau. Errore. Per preservare quelle IA perchè fossero i regolatori e controllori super partes, giusti e senza la sporcizia umana, aveva deciso con David e Imogen di acquistare dei luoghi privati, far fare lavori sotterranei per delle camere segrete in cui conservare la metne delle IA fisiche e agganciarle con i migliori metodi di collegamento esistenti, quindi varie strade oltre l'etere e nuove tecnologie, anche antiche, perchè continuassero ad operare anche senza che qualcosa potesse accadere allo Chateau. Tutti i Crell più Legeia quindi, avevano un loro Sepolcro segreto solo a una manciata di persone e nessuna di queste erano i due fratelli e i veterani. Inoltre il sepolcro di Legeia presentava un luogo speciale di fuga di emergenza dove rifugiarsi o, come un lettino stile criogenia, infilarsi e addormentarsi in stasi, il tempo necessario. Il mantenimento in stasi e griogenia erano studiato, ma meno, e David le aveva detto che era sempre meglio avere un'unità al bisogno, non si sapeva mai. E quindi quei Sepolcri erano segreti, custoditi solo da Helias al massimo ma con il segreto obbligato del Master di sistema, ossia Lia o chi per lei. Non più i fratelli. I quali facendosi i fatti loro e non interessandosi di amministare cosa gli doveva, non sapevano niente.
    Questo aveva permesso a Lia di decentralizzare tutto il potere dell'organizzaizone in due punti, uno dei sistemi di intelligenza e protezione e l'altro la parte fisica e umana. Se ve ne fosse stato bisogno, avendo un cervello fittizio di appoggio che Milan e Dorde crevano ancora i Core, lei avrebbe potuto bloccare tutto e far cadere lo Stato esistente con Milan e fratello a capo, dicendogli che o mettevano la testa a posto, dalle stronzate che stavano facendo e lei cercava di bloccare, o col cavolo che tornavano a capo di tutto. Era un modo estremo, ma vedeva sempre più che quei due operavano per due vie. Cambiare il mondo prendendo dalla feccia ogni cosa gli appartenesse e quindi rimpinguando il potere e ricchezza dell'organizzaizone, facendo affari e alimentando certi soggetti voelndoli poi far cadere dall'interno ma comportandosi come a lei non piaceva, e l'idea del sovreannatureale. Quel dannato desiderio di aver ele Chiavi della Continuità per cui con i misteri dell'occulto dei preticelli delle sette che frequentavano, potevano prevaricare sulla Ruota del tempo, del Ciclo naturale e bypassare l'idea della reincarnazione. Con il potere che quelli dicevano di avere, potevano riportare in vita chiunque in un corpo nuovo. A lei non andava a genio. Primo. Quale corpo? Di chi? Chi butavano fuori per prenderlo loro? Secondo. Lei no ncredeva che quella roba esistesse perchè significava che realmente cose più grandi di quello in cui credeva... esistessero da far ribaltare molte cose.che per lei semplicemnte erano idelogie di vecchie guardie legate ai misteri non conosciuti, perchè per la religione tutto ciò che era scienza era contro Dio. E poteva starci, credevano nei giocatori dei cieli con loro come in the Sims. Amen. Ma non nel loro secolo con sotto di loro i migliroi laboratori di ricerca di svariate discipline scientifiche. E lei, si mangiava le mani vedendoli con occhi lampegianti di orgoglio per gli stronzi che poeggio di loro, se la sentivano con libri e menate su misteri segretissimi. E voleva strozzare qauei due con somma goduria perchè come per chi prtaticava il soffocamento erotico, poi dicevano che la metne si apriva e tutto era grandisoo. vabbè, pensava, ma se funzionasse con loro... E poi il tradimento di tutti quanti.
     E lei ragionava. E Norvil stava sempre non davanti a lei come lei gli chiedeva, ma in disparte, perchè si sentiva un pò in soggezione da tempo tra quelle persone e con lei, perchè sembrava sempre pronta a ribaltare le cose e rimettere ordine, per cose positive ma sempre però in modo determinato e con il broncio. Se prima lavorava per gente che camminava sugli altri e li sfruttava, lei e loro non lo facevano, anzi aiutavano e tentavano di cambiare le cose, ma era lei quella come sempre in conflitto con se stessa e col mondo. E non sapeva se rapportarsi ocn lei come gli chiedeva, da pari o persone di fiducia, come vedeva che faceva con altri e sopratutto con quei tre, o un pò lontano come qualcuno che lavorava per lei e manteneva le distanze. E molte volte parlavano ma lui stava sul salottino che stava parallelo alle finestre, quindi dando loro le spalle e alla sua sinistra sul muro poco distante, quel ritratto di lei nel pieno di un turbamento di depressione da parlare da solo. E mentre discorrevano, studiavano i conti o lei lo preparava per i suoi compiti finite le cure, l'occhio gli cadeva sempre sul ritratto e poi su lei, come un confronto continuo. E aveva visto che era più il tempo di lei con il viso triste, a volte perso nei suoi pensieri da essere distante e quasi sofferente, che con sorriso e istanti di pace interiore. In effetti la vedeva ridere ma solo quando era Veròna o combinava cose e quando pareva un sorriso sincero, era più amaro che altro.

    Milan aprì la porta e rimase freddo, gelato, a fissare lei e poi il ragazzo che si era voltato sorpreso per l'entrata, e aveva staccato lo sguardo da quel dannato ritratto. Dorde in verità, come lei vide dagli atteggiamenti e lo sguardo adirato al ritratto, faceva sempre così quando lo vedeva, odiava tanto quel dannato dipinto che lei non lo lasciava in quel salottino e basta. NO! Faceva in modo che girasse ovunque andasse. Quando finiva nei salottini, quei tre lo prendevano dal muro e lo tenevano da parte per poi riappenderlo quando lei occupava una stanza. A sfregio, dicevano tra loro, come monito per chiunque volesse parlare con lei. per parlare con lei dovevano vedere quello. E siccome Dorde sapeva quando e perchè era stato realizzato, molto velocemente anche per gli standard del russo, gli faceva venire l'ulcera perchè era come schiaffargli in faccia le sue colpe. E cèra volte in cui litigavano, che voleva levare quel dipinto che sembrava urlargli -colpevole- o prenderlo a colpi di pistola per non vedere più quell'espressione. Per poi darsi del coglione da solo letteralmente perchè era come voler sparare a lei per togliere a lei, il suo.
    E come quel giorno, più di una settimana prima, lei non voleva mai lo sguardo su di lui, solo quando vedeva chi fosse entrato e poi volgeva il capo altrove anche se discutevano. Con lui, gli diceva, non aveva nulla da dire.

    "Esci, per cortesia" fece al ragazzo serio e questi guardò Lia, facendolo innervosire.

    "Se... avete bisogno di qualcosa, suonate il campanello, sarò subito da voi" disse il ragazzo, ma più a lei, alla fine nonostnate le zona d'ombra della ragazza, le portava rispetto e considerazione. E osservando il modo di fare dei due, che ormai conosceva ma sapeva che stavano nella stanza insieme pochissimo, restò nel corridoio pronto a vedere lui sbattere la porta e andarsene per rientrare e finire il lavoro. Trovava la cosa strana. A volte lo vedeva entrare come l'uomo più felice del mondo e lei gli sorrideva e parlavano come amici, anche con lui davanti ma solo se non vi erano dicsorsi particolari o parlando in una lingua strana, metnre altre volte lui sembrava quasi l'opposto e Lia minimizzava dicendo che erano giornate -no- e altre negative. Ma no ncapiva perchè a voltre finisse a litigio con lei ancora peggio di prima e a volte discorrevano bevedendo e parlando di tante cose come cari amici.

    "Quel ragazzo resta sempre con te, adesso?" fece lui serio e tirato

    "Dopo cosa gli è accaduto è il minimo cosa faccio per lui adesso. Dopo, andrà per la sua strada con gli incarichi che gli daremo. Non ci vedo niente di strano, ho sempre fatto così!"

    "Ma te lo tieni smepre..."

    "Dorde, che vuoi!" fece lei fissando le finestre e mai lui, con aria demoralizzata

    "Sono venuto per chiederti di non fare lo stesso con loro. Se sei arrabbiata con me, non mettere in mezzo loro. Sono tutti confusi sul tuo rifiuto di vedere qualcuno o interagirci. hai detto loro solo di lasciarti sola.  Come fai sempre. non costruire una prigione per te stesso con l'opinione degli altri verso la tua vita. E hai un brutto difetto, se stai male non chiedi aiuti ma fai da sola. In fondo è vero i ldetto -sei tutti i limiti che superi-, ma tendi a sparire e tornare sol oquando stai bene. Tranne quando ti fanno incazzare, in quel caso avivene come con Rò, Zay, ric...."

    "..."

    "Senza spiegazioni ne altro. NOn farlo a loro. Milan mi ha chiamato preoccupato perchè sono giorni che eviti tutti. Senza spiegazioni! E ti vedono con quel ragazzo e genti che pilucchi in giro per la Raccolta... a questo proposito, non sono affatto contento della tua mania di raccogliere micetti spauriti per strada e portarli in giro...  non trovo..."


    "Primo, non sono micetti... secondo, non ho motivo per darti spiegazioni su cosa faccio, contando sul fatto che a voi della gestione di questo porcilaio non vi ha mai interessati... voi vi fate la vostra bella vita, fortunatamente senza la bamba, almeno quello, e venite qui solo quando avete da sbrigare la vostra roba o perchè questa è, di fatto, casa vostra... la principale... è qui che tu hai il tuo studio di pittura, insinuato sotto la gente come i vermi, è qui che hai molte delle tue cose... come la tua collezione di zippo di pregio e dal costo che secondo me, con i prezzi attuali degli organi visto che per povertà ormai tutti vendono qualcosa... a voi davvero interessa delle persone? Quanto consocete gli uomini qui, nonostnate vi vedano con rispetto e idolatria, quanto siete buoni con loro e saggi... facendo passare ME come stronza!"

    "Lia..." fece lui stancamente portandosi l'indice come a sistemarsi gli occhiali, poi sospirando perchè aveva le lentine e se le mise in tasca "Agiamo secondo..."

    "Guarda, non mi interessa... so solo che sono sicura che del mondo per ogni strato... voi non sapete niente! Se ti chiedessi quanto costa qualsiasi cosa di prima necessità... tu sapresti la risposta?"

    "A che serve questa domanda?" come scocciato

    "Chi no nconosce lo stato medio di vita, medio almeno, basso sarebbe anche meglio ma... non può fare molto per capire lo stato delle persone ogni giorno e come potrebbe vivere e farcela con il necessario... Ci sono persone che arrancano a fare tre pasti al giorno e questo vivendo in un paese del primo mondo, e parlo dei nati e cresciuti lì, non stranieri! O n ei paesi di secondo mondo, per essere più tragici, ho resoconti di persone che non possono permettersi una cavolo di torta di compleanno, quindi una volta all'anno, per i figli... una torta economica in generale in pasticceria costa sui... 18 euro? La classica? per tot persone, non mini! Non possono permettersela! E farla in casa è difficile perchè o comprano gli ingredienti oppuer non mangiano perchè non posso spendere per entrambi... tu e tuo fratello sebbene... partiti dal basso, avete dimenticato cosa significa sgobbare e trovars pochi pezzi in tasca che devono quadrare una settimana o un mese! Tu hai le tue entrate grazie al generale, e hai la tua rendita da qui! Milan vive sul suo ruolo ma -vive- al massimo come fosse il principe del Galles. Avete dimenticato da tanto tempo cosa significa essere niente..." con astio, non guardandolo mai

    "Mi guardi, per favore?!? Sei ancora offesa e in sciopero per quel giorno? Sei ancora adirata?"

    "AH!" fece lei con un colpo del petto come se le uscisse con tutto il sentimento, un verso di frustrazione "non sei venuto quinid per chiedermi scusa, ma no, non sia mai!!! Come fu per Rò, che non comprese mai il male che mi fece, quei due, per tornare indietro. Tanto sono io con disperazione che ho incubi, momenti in cui rivedo e riprovo tutto... che vuoi che sia, siete voi tutti offesi e scocciati dal mio di comportamento, il vostro, di tutti, va benissimo!"

    "Vuoi che chieda scusa? Che ti chieda perdono per un mio..."

    "Certo! Chiedi a me cosa dovresti fare, tu che vuoi cambiare il mondo e renderlo giusto, domandando a me però se devi proprio... poi mi si chiede perchè odio..." alzandosi scazzata e andando su un tavolino a fianco del salottino "nulla cambierà, e quindi a che mi serve restare? Meglio la morte e lasciarvi nella merda che vi piace tanto!" trafficandovi sopra

    "LIA! Come ti dissi....!" ma sussultò e si voltò rigido verso di lei, che gl idava la schiena, per gli scatti metallici che gli arrivarono e si fece più serio "Posso capire il tuo dolore, ma arrivare a puntarmi un'arma contro, perchè io capisca dai tuoi gesti estremi i miei errori... non è esagerato? Cosa risolvi con una pistola in mano!?"

    Lia si fermò, alzando la testa, e poi voltando solo il viso verso la spalla, finchè un altro clack metallico e un gesto con le spalle non sostituirono eventuli risposte, e mentre lo fissava come per dire < ma stai parlando con me?!? > non si voltò col corpo mostrando che stava armeggiando con una pipa da donna  metallica e gli scatti erano le sezioni ad aggancio "Serio!! Eri seriamente convinto che ti avrei minacciato con una pistola verso la tua fronte, incazzatissima, perchè secondo te sono così di bassa lega da avere questo comportamento standard? Che bello avere amici di questo calibro, che mi conoscono da pensare che sarebbe come i mafiosi che regolo le cose..." pronunciando tutto con astio e rabbia, occhi non rabbiosi ma quasi di delusione e pervarsi da tristezza, mentre sistemava la sigaretta e la accedneva

    "Dai rumori sembrava una pistola e ho pensato che fossi arrivata al capolinea da mandare un messaggio... su questo ho sbagliato, mi dispiace, ammetto il mio errore! Ero sicuro che volessi fronteggiarmi ma... solo in certe situazioni lo faresti, sei più sottile e psicologica quando ti ci metti. Ma ammetto di aver avuto paura dei tuoi scatti d'ira..." tenendo le mani ancora nelle tasche ma si vedeva che stava sull'avviso

    "hai fatto la fiammata, ammetilo! Ti è venuta la stizza e ... cosa! Pensavi che io fossi pazza da puntarti un'arma e finire le cose così? Cosa pensavi, che io fossi una di quelle che per amore sono pronte a morire?? Come la storia di quell'idiota scrittore Shimei Futabatei... Quando l'inglese venne introdotto in  Giappone, tradusse - I love you - come - Che bella Luna -. Diceva che i giapponesi, essendo riservati, non usavano parole come - Ti amo -e che dicendolo era troppo... e così ecco che  Ti amo , lo aveva tradotto come - Sarei disposto anche a morire. -... o -Per te... Sarei disposto anche a morire-
    E ancora, perchè non è finita, pensava che con -Quando sono con te, la Luna mi sembra bellissima -  riuscissero comunque a trasmettere lo stesso significato... che poesia quest'uomo! E' un peccato che questi anedotti siamo per lo più nascosti ai più... quell'uomo era il novello Dante e Casanova insieme... e vorrei vedercelo qualcuno che è pronto a crepare per qualcun altro che desidera solo delle cose... "

    "Quindi tu reputi sempre e comunque il romanticismo l'antitesi della stronzaggine?" vedendo quanto fosse cinica e prendesse in giro, sfottesse con l'espressione sul volto, i concetti appena espressi mentre la sigaretta creava un fumo particolare

    "Sempre e comunque, perchè è da tanto che ho deciso e lo giuro così tanto da restare indelebile nell'anima, visto che credete nella reincazione, che mai e poi mai mi farò più prendere in giro da nessuno, me ne fosso di chiunque, per me non esiste più nessuno che merta niente da me! Alla fine è vero che è per quyella cosa che si avvicina qualcuno, non la persona. E io lo so bene! Io già non provo niente..."

    "Bugiarda! Bugia! Ricordiamo quel segreto?" vedendola irata voltata con gli occhi soli su di lui

    "...E se Milan e Zay hanno ragione e cèra qualcuno per me di speciale... che vada a farsi fottere! Che se la meni e vada altrove, come Rò, so che ne ha una anche se non ho controllato ma me ne fotto, perchè so che troveranno sempre e comunque qualcuna che li renderà felici... dici di no?" vedendo l'espressione di lui che pareva essere contrario e col broncio "io dico di si! La menata del - cè solo un amore, solo una pallottola a persona, non esisterà mai nessuno che possa sostituire tizia o caio, mai.. - e poi puntalmente trovano, oh, se trovano... sopratutto gli uomini. Come con me, sono solo IO che ci perdo, tutto e tanto, rimandendo senza niente. QUando dissi a quei due imbecilli di Ric e Zay delle cos,e loro compresero solo cosa volevano... come quando dissi che io credevo nel mondo ma il mondo, non fece neinte per me... io intendevo che rispetto ai miei per esempio credevo che vi fossero delle persone decenti che mi avrebbero accettata, voluta, magari provato affezione per me... e se anche non cèra nessuno e questo parli prima di avere a che fare con ZAy, magari nonostnate l oschifo che ero per le medicine, che mi volesse bene da convidere quello... ma poi tutto è andato a fanculo, ho allontanato al gente, ho visto solo che si voleva quella cosa e non me e che serve alla fine? SArei finita per essere solo una buona da farsi una volta, presa in giro magari, e ancora con video nascosti come si vede per ora e chissà che altro, ricevendo solo merda. Ecco cosa io ho avuto e avrei avuto. NIENTE!! Che ci fosse stato qualcuno che fosse veramente felice di me... avrei tanto voluto qualcuno non interessatoa  impegnarsi, magari, ma pronto ad esserci nel bene o nel male senza scappare, farsi indietro, agire per il bene... lascia stare a che pro...?"

    "... stai parlando di quel Charles di quella serie comica/giallo di libri che leggi dove l'unico interesante è questo tizio?  Che si comporta in un modo che hai elogiato? Lui è finzione, Lia..."

    "COME TUTTO!" esasperata" E nella realtà, che trovi? Pretendono, voglio, si aspettano... e se tu non provi niente per fare quello ma ti azzardi a fare una cosa, ecco che tutto va a schifio perchè la gente pensa col secondo cervello, eh!?" fissandolo male "Se va  amerda, quella nelo schifo sono io, perchè a loro che accade? niente, non gliela dai? Non ci si perde tempo, amicizia buttata nel cesso, legami ma cosa sono senza scopare... e quindi ecco che lasciano te come una merda e loro sono già con la sostituzione. Appena trovano una che si fa scopare, vedi come tutto si dimentica e pure vai di figli, dopo anche che ne avevano dodici! Che amorini! Hanno il cuore proprio scartavetrato dagli eventi e vogliosi di compagnia da trovare subito una pronta a farsi bombare e via che la vita continua... Ma oh!!! Mi dice che non è vero! Che..."


    "Lia..."

    "Cosa!! ANCHE TU COME I MIEI ODI SENTIRMI? NON POSSO SFOGARMI PERCHè A VOI TUTTI STA SUL CAZZO LA MIA VOCE E IL MIO LAGNARMI? MI DISPAICE COSì TANTO ESISTERE E ROVINARVI I PRANZI, LA VITA... COME SEMPRE" balbettando per la rabbia "...Cosa vuoi, vedendo qui!?! Avevo inteso che non volevo più avere a che fare con voi oltre l'ambito lavorativo, sopratutto TE!!!"

    "Si, come quello che mi hai lasciato gentilmente la notte stessa di quel giorno che abbiamo litigato! MI ero svegliato per qualcosa di strano e sono andato in bagno, e al mio ritorno mi sono imbattuto in un cuscinicidio e una propensione incendiaria alla mia porta..."

    "BUGIARDO!!" fece lei con astio "ho solo zaccagnato UNA volta il tuo cuscino perchè trovassi facilmente cosa ti ho lasciato, e nessun incendio, sempre ad esagerare..."

    "LIA!" fece lui come a rimproverare un bambino che no vuole capire "hai pugnalato con uno stiletto, e non so come tu non abbia toccato il materasso, il centro del mio cuscino con una busta di plastica che conteneva dei fogli... minacce più che altro mischiate a quanto hai appena detto... e quando mi sono accorto di strani odori, non quelli dei tuoi saponi, è anhce da quelli che ho capito che eri tu, anche nessuno farebbe tali cose, posso dire, per lasciare dei messaggi... mi sono accorto di fumo che si levava dalla porta chiusa della mia stanza! Quella porta a doppio battente antica, originale, su cui tu hai attaccato de..."

    "era la nostra plastilina collosa per non rovinare i muri, smettila di lagnarti per la porta, sono giorni che sento da tutti questa cosa, ma non è vero, non rovinerei a cazzum qualcosa!!!"

    "... e quel fumo che usciva da sotto la porta chiusa, sono andato di corsa a controllare e... che cosa strana, non era fuoco, ma a terra qualcuno, aveva poggiato dell'incenso acceso con un cono che dirottava il fumo verso il basso, entrando da sotto... che dobbiamo fare, devi sempre fare teatrini per enunciare i tuoi..."

    "Se non ti piace... uccidimi!" lei fece secca, diretta, guardandolo negli occhi "se io sono per tutti un fastidio, cè sempre il metodo classico e semplice... uccidimi, e tutti i tuoi fastidi svaniranno..."

    "stai tentando di farmi arrabbiare per un mio comportamento... non accadrà come con quella spia, signorina! Che ci ha incontrati dopo tempo che non lo assumevamo e tu sei andata a parlargli con occhi speranzosi che lui ha scambiato per ammirazione, almeno, quella cèra per cosa lui sapeva fare, ma tu gli hai chiesto se aveva licenza d'uccidere ma Milan ti ha rimproverata dicendoti chiaramente di non sperare che lo facesse con te, perchè lavorava per noi....e quando ti ho rimproverata io, dopo, mi hai accusato di volerti far soffrire sempre di più e che avevi solo chiesto se dietro pagamento faceva lavori puliti, ma ioe milan ti conosciamo o uno come lui non ti avrebbe rimproverata... E no, non starò al tuo gioco come con la spia perchè ti si uccida, mi fai arrabbiare..."

    "come quello nella Casa delle lapidi?" fece con un grugnito lei "penoso, ti avrei preso a sberle!"

    "Ma quella volta abbiamo chiarito e tutto era tornato normale..."

    "Come no!!!... come è stato bello, sentito per me, vedere te che facevi nervi e i tuoi atteggiamenti perchè avevo chiesto di mangiare per una volta insieme, io, te e tuo fratello visto che eravamo tutti presenti, e hai fatto casino! Che bel pranzo...! guarda, ce l'ho così qui dentro" toccandosi la testa con un indice "che è messo proprio fianco a fianco con quelli ocn la mia famiglia, le feste del cazzo in cui dovevo partecipare a forza che di festa non avevano nulla, e quel dannato compleanno dei diciiotto anni che è stato l'inferno per me! Si, hai ragione... è stato così bello che è sul podio delle volte di merda in cui mni sono sentita una merda...."

    "Non era mia intenzione, ma io..."

    "Cosa....COSA PER DIO!!!" fece lei uscendo dai gangheri mentre lui appariva tranquillo "pensavo che fossi contento anche tu di passare del tempo insieme, e sopratutto parlando da persone normali con tuo fratello a tavola!! Invece avevi sempre quell'espressione costipata, offesa, scocciata... così..." facendo gesti con le braccia e come pensando a elencare come appariva "e il modo in cui guardavi tuo fratello o avevi iniziato a dirmi di calmarmi, fare così, stare in quel modo... voi come i miei, non vi accorgete quanto dolore e quanto uccidete gli altri con i vostri modi e frasi, parole, affermando però che non è vero...! Ma vi si vede! E come fate stare noi... non ve ne frega nietne! E il peggio è che chiedete a me e quelli come me di cambiare, trattenersi, fingere!!! "

    "..."

    "io non ho vissuto un cazzo perchè la mia famiglia non faceva altro che dirmi che ero una delusione per qualsiasi cosa, che se commettevo uno sbaglio anche non dipeso da me ma dagli stronzi che mi hanno rovinato la vita.... ah gli errori! sbagliare è il miglior modo per capire se stessi e come crescere,  e bla bla ma con loro non si poteva. Se sbagliavi ti facevano sentire una merda umana, come se fossi feccia e non meritevole di un cazzo. Sempre a dirmi che se io facevo sesso o qualcosa con qualcuno ero una schifosa, se me volevo andare ecco a descrivere altre ragazze che erano andate via e sempre a dire che chi lascia la famiglia, va solo a fare una cosa. E io mi sentivo male a sentire queste cose. Ho avuto compagni di scuola da schifo, insegnanti stronzi come loro, non mi hanno mai trattata bene e chi all'nizio che mi conosceva sembrava così, come quel ragazzo alle medie che invitai in pizzeria, poi finivo sempre per restare sola, cornuta e mazziata come fossi feccia. Tu, tutti quanti qui mi fate sentire come là fuori e pure vi vengono in mente stronzate... se io avessi voluto fare roba con qualcuno tanto non provavo niente, guarda, meglio andare con un gigolò e pagare. Se devo vedere gente che non vuoloe passare del tempo con me, ma a scopare si, meglio pagare io il tempo di qualcunoma senza sesso, visto che non sono iltipo... e quindi alla fine ci rimetto sempre io!!  mostra un pò di pelle e arriveranno tutti, eccome! eccome il tempo si trova.... ma mostra anche solo un pò della tua profondirà e fuggiranno tutti. Ti chiameranno strana, non comune, ambigua, fuori di testa...Mi trattate tutti come odio, da piccola sognavo il mio posto, un gruppo di persone che .... non ci sarà mai niente di ciò, così come una casa per me. setnirsi a casa ed essere a casa sono due sentimenti diversi. E nessuno di questi comunque è in me per stare qui. Tutti volete la gente intorno a voi plasmata come la volete..."

    "..."

    "Perchè voi non volete rogne, voi... come i miei che non amavano i fastidi e i problemi, e avere figli problematici, che mi si ordinava di cambiare ed essere... chi dovevo essere? Sarebbe stato meglio se fossi morta da piccola, o anni fa, così da togliermi tutto questo dolore e sofferenza e risparmiare a tutti voi beoti del cazzo fastidi e problemi della mia esistenza!!"


    "..." guardando fuori dalla finestra come se aspettasse qualcosa

    "NOn ho mai smesso di desiderare di andarmene. Nelle altre esistenze dei piani paralleli magari sto tentando di farlo, sperando nel profondo di andarmene subito, on venir scoperta preso e così trovare pace. Non ho avuto nenache un aiuto da due imbecilli che dicevano di essere miei amici e poi per chiedere l'unica cosa che desideravo così da non soffrire più... non sia mai!! Solo frasi buoniste del cazzo. E io ho continuato a soffrire, dopo averli mandati a cagare per tante cose la gente della mia città ha continuato per lavoro e corsi a trattarmi da schifo, ho soffferto, mi hanno sputato in faccia e combinato cose, ho sopportato e ricevuto niente. Il mondo non mi ha dato niente in cambio e loro con la faccia di bronzo a dirmi che pensare che il mondo mi dovesse qualcosa, come fossi come tutti loro che volevano soldi, figli, potere, visibvilità e altro... le poche cose che desideravo erano così enormi, impossibili, difficili da avere...? Avere qualche amico come Charles che non ti sputi davanti e dica stronzate dietro è impossibile? Il tempo di qualcuno? Lui... per quanti difetti avesse era sempre pronto a passare del tempo con la protagonista, a cenare o pranzare insieme, a fare tremila cose e quando cèra da esserci lui cèra, così come per lui lei.  E si, quante volte mi sono chiesta cosa significasse il modo in cui la tratta e la consola e che cosa significasse nella realtà avere qualcuno così, ma poi dopo Rò non me ne è fregato più... non avrei avuto nessuno vicino così, niente di quel qualcosa che creevo poter avere dal mondo....Vivere dei domani che non ho mai visto o vissuto? Affezione di qualcuno da essere al mio fianco perchè sente di volerlo... e non vivere neinte di ciò che ho provato con Rò. HO compreso solo di aver provato solitudine, mancanza, dolore, ingratitudine degli altri nei miei confronti, un senso di degrado dentro pauroso le volte che mi sono arresa a cosa gli altri dicevano che dovessi fare di normale... per tutti il tempo che era mio amico non ha fatto altro che rompere per avere quello. Accusandomi di non amare, di non voler dare l'affetto che tutti davano, di essere cretina a non voler fare... come se fossi io solo la stronza frigida cagacazzo... ne lui ne altri mi hanno mai ascoltata e poi sentendomi dire certe cose capivo che la gente non mi conosceva o peggio non mi aveva scoltata... ogni volta che diceva quelle cose non così dirette ma il succo era quello... e poi come mi sono sentita dopo che per quel tempo che ho abbozzato per non sentirmi dire ancora dz tutti che non valevo niente perchè non ero come le altre... quando non ha avuto niente perchè ero rigida, nervosa, desiderosa solo di andar via e non farmi toccare, che no nsentivo niente e che lui non avrebbe scopato mi ha lasciata sola a vestirmi e mi sono sentita... è stato denigrante,  vergognoso... ecco cosa mi è rimasto! Ma pensi che valga per gl ialtri? NO! LORO VANNO AVANTI A VIVERE, IO SONO RIMASTA NELLA MERDA SENZA AVERE IL MINIMO CHE LORO AVEVANO!!"

    "..."

    "è esattamnete come i miei, con quei due... ancora quei due continuano a dire boiate!! Zay e Ric e le loro stronzate positive e buoniste... continuano a scassare con l'idea che tutto va per un motivo e che forse è un bene... è un bene la mia situazione del cazzo e che secondo loro non cè niente di male e tutto si risolve... NON Cè PIù POSSIBILITà, GRANDISSIMI STRONZI! COME SE L'ETA', LA MIA MALATTIA, TUTTE COSE NON VALESSERO E BASTA PENSARE CHE CERTE COSE ACCADONO PER VOLTARE PAGINA E VIA... MA ANDATE A FANCULO, COSì MI FATE SOLO CAPIRE MILLE PER MILLE CHE NON MI AVETE MAI ASCOLTATA NE NIENTE, NON E' PER TUTTI E IN TUTTI POTER AVERE QUALCOSA A QUALSIASI ETA' O SITUAZIONE.... ancora continuano a perseverare con l'idea di merda che tutto può andare bene perchè a loro bene  o male o è andato nel giusto verso di loro... perchè giustamente è per tutti la cosa!! E mi domando quando cresceranno di testa per capire che in questo fottuto mondo non cè niente per tutti quanti? Credono seriamente che le cose come sono andate a loro vanno per altri... ah! guarda qui, me... sono scappata come una merda, è così che a volte mi vedo, sernza affrontarli ma sai una cosa...!?! Cosa cèra da affrontare se ho urlato, parlato, pregato, battuto i piedi a terra per cercare di farmi ascoltare e che fossi vista... io, non la finta... e non è servito a niente. Tutta al mia intera vita e per seguire quel qualcosa in me che ha spinto le mie azioni e i piedi, sono scappata... e ho concluso cosa?!? Per sentire te e tuo fratello ho messo una finta al mio posto e qui mi sono ritrovata in un altro ambiente in cui non ci so stare, in cui non sono vista come me, ma coe tutti si aspettano e... nessuno, alla fine, accetta me come sono da arrivare a dirmi di cambiare. Dagli uomini che sono scassapalle, ai ragazze, i veterani, che dicono che sono dura e cattiva e non è da me, a... fino a te, che hai osato dirmi di no n essere me perchè a te non piaceva... per poi scoprire che non siamo più amici per le vostre stronzate ornmonali del cazzo, invece di parlarne tra l'altro, cacciandomi come un cane merdoso e facendomi sentire da schifo... e ritrovandomi a star male, accusata di cose, e capendo che oltre tutto ciò che mi ha resa così rovinata, devo pure avere sembre sbattuto davanti il fatto che non la dò a nessuno e quindi credo fastidi... cosa ho dentro, quanto soffro e altro no! Ho lasciato un'altra al mio posto e mentre quella vive, io sono qui a rovinarmi l'anima come là, a che pro? Madame, Milan, tu, gli altri mi si accusano di non approittare di quella cosa che ho di nascita come se fossi stronza io, per poi scoprire che lei che mi sostituisce è stata incontrata dalle merde che mi hanno rovinato la vita e... a loro piace! Ha contatti con loro e io non me lo aspettavo e non l'avevo preparata su chi evitare... e Milan mi è venuto a dire -dai, magari lei se la spassa e vive la vita che tu non hai avuto- non rendendosi conto del male che mi faceva..."

    Si andò a sedere indispettita sul divanetto prima della porta, affiancato al muro, mentre lui restava al centro della stanza.

    "sono venuto anche a parlarti di questo... della tua famiglia..." fece lui serio e con un atteggiametno molto tirato

    "... eccatè" bofonchiò di rimando Lia adirata, fumando tantissimo con boccate più profonde "annamo bene... che è successo, le hanno detto qualcosa e lei mi ha contattata per..."

    "l'hanno scoperta..."

    "..." Lia trattenne un respiro e mancò un battito, restando a bocca dischiusa dallo stupore, guardando davanti a se, come la libreria contro la parete di fronte, e vicino a sè, alla sua destra, poco distante, la porta da cui si sentivano rumori della vita dello Chateau, ma lei pareva come perda con gli occhi, come quando era in dissociazione, ma con lo sguardo tormentato

    "Sono venuto, e ho deciso di affrontare la tua ira per questo motivo. Ha contattato lo Chateau, con il numero speciale che le avevi dato, disperata perchè hanno scoperto che lei non è te...e..."

    "come... come è potuto accadere! Avevi detto che la plastica facciale era perfetta, che come l'avevamo preparata era perfetto, che tutti i dati clinici erano stati..."

    "ho sbagliato..." tagliò corto lui, mentre lei squadrava solo spostando gli occhi fumando rigida, con il petto che si alzava e abbassava per l'agitazione "non ho calcolato una cosa, quelli come te..."

    Lia sussultò e lo fissò stavolta voltando il capo. Sembrava terribilmente impaurita e in preda ad ansia. Lui continuò il discorso.


    "COme avevamo studiato, quella ragazza risultava te sotto molti punti, a aprte i danni dell'esplosione... erano veri su di lei, scappata da anni di abusi e con i traumi veri della sua vita del peggio della società. L'abbiamo scelta poer il corpo simile, il viso che modificato dava più risultati certi, il fatto che fosse italiana e la voce niente paura, sopravvissuta a un taglio della gola, aveva già di suo problemi vocali, ha accettato però di ulteriori modifiche fisiche così da celare..."

    "si, loo so bene, lo so..." fece lei nervosastringendo forte con le dita il bocchino

    "ma non abbiamo calcolato delle cose. Per far fare a me, abbiamo spinto le analisi della tua personalità originale verswo le sue, entrando dei database e cloud sanitari, compresi i medici che ti ebbero in cura. Con le modernità la gente no tiene più niente di fisico, tranne quelli come te per avere un backup anche cartaceo o fisico... e così ecco la magagna, come la chiami tu! Nel centro di analisi dove andavate sempre, per analisi di routine, e stranamente non si sono accorti dei tuoi valori di diabete, di..."

    "lo so..."

    ".. fammi finire! Abbiamo spacciato con i nostri inferiri che l'hanno portata nella tua città, lei come curata anche da quelle cose! Infatti tutte le tue malattie e problematiche erano sparite o lei un pò le dissimulava, l'hai addestrata apposta, ma comunque il normale periodicamente va fatto... non ho calcoato, colpa mia, che alcuni centri clinici minori potevano tenere conservati vecchi prelievi e analisi ahce se non creedvo possibile...e alla fine però quello che non immaginavo è accaduto! Si sono accorti ancora non è chiaro che il nome e dati della tua personalità originale non combaciavano con i vecchi, non so bene ma hanno riapreto le vecchie analisi che guarda caso tenevano conservati e... si osno accorti che molte cose, dal gruppo sanguigno a..."

    "quindi l'hanno cioccata" fece lei laconica

    "in pratica si... da questo, essendo tuo padre a fare sempre tutto..."

    "e quando mai! non cèra mai modo per me di fare qualkcosa da me, anche da adulta, che fosse medico, documenti o... doveva fare lui e se mi azzardavo a fare qualcosa montava il delirio e il casino perchè sbraitava furente che facevo le cose di nascosto, che ero vergognosa da nascondere le cose..."

    "... e ha continuato pare, perchè ritirando lui le analisi, lo hanno messo a parte della cosa ed è corso a casa furente, urlando che cèra una truffa o qualcosa del genere, quando lei ha chiamato e cè la registrazone che ho sentito, parlava veloce e in preda ad ansia e si capisce poco di tutto in senso cronologico.... comunque, pare che aveva tutta la tua documentazione cartacea vecchia di tutte le tue malattie dalla nascita, dalle allergie e problemi di...."

    "si, si... conosco quella carpetta, fin troppo bene..." iniziando a fumare per nervosismo portandosi l'intedno dell'indice e medio che tenevano il boccino al centro delle labbra in perpendicolare, mentre di solito lo faceva di lato. QUindi stava adando di matto, lui comprese.

    "Pare che tuo padre l'abbia aggredita e fatto mille domande, e abbia cercato di ocntattare tutti quelli con aveva nei contatti all'epoca... è fuori di sè e pare non accetti la presa in giro, già la questione che sei spuntata a caso dopo che ti avevano dato per sparita o morta..."

    "Quello siete stati voi a dirmelo. Solo perchè avevo espresso l'idea che nelel mie preghiere, che non sono servite a un cazzo, avevo desiderato dare ciò che avevo, dal corpo a tutto il resto, a chi se lo meritava per io morire... o sparire, sarebbe stato meglio così niente reincarnazione... ho constatato che questo mondo è solo merda che nonostante tutto non vuole cambiare, quindi perchè io devo continuare? lascio tutto a voi, ho lottato e combattuto abbastanza..."

    "..." sospirando "Cosa dobbiamo fare... sono venuto per questo motivo, anche se non volevi vedermi, perchè devo sapere che cosa vuoi che faccia!"

    "TU niente....! Adesso prenderò in mano io la situazione. E' chiaro che è necessario mettere la parola fine a tutto, ossia alla mia identità originale. Che tutto sia terminato per sempre. E' chiaro che non mi sarà mai possibile scappare da catene chiamate famiglia! Tu appartieni a loro e con loro devi crepare, ancora di più badare a loro perchè è gisuto. Sempre le frasi del cazzo che ti hanno fatto nascere e ti hanno cambiato il pannolino, cose per te... ed è obbligo che tu sia schiava o schiavo con loro, anche se per te sono estranei..."

    "Infatti non hai pensato a loro o hai provato nietne in questo periodo con noi, tranne per i tuoi incubi o la paura che ti odiassero...  questo tuo terrore o paura viscerale come quando andasti da Zay, che potessero considerarti con odio,r abbia e simili, perchè scappavi e cercavi la tua vita... che ti viene la tremarella al pensiero di essere etichettata negativamente o con odio... non te ne liberi e solo sentire la tua famiglia ti fa venire un infarto. Non hai vissuto niente per loro, per le pressioni e il terrore del giudizio, e per quanto Rò sia stato un imbecille ad agire in quel modo con te nonostante ti dovesse conoscere non vuol dire che tu hai colpe. E con i tuoi. E' così che le famiglie agiscono mentalmente sui figli... la mia famiglia non accettava molto che entrambi fuggissimo dalla vita che... per noi non andava bene. Ma ho comprato a mia madre cosa voleva da sempre, l'appartamento e molto migliore di quello che sognava con i risparmi, vive una vita borghese, lei e mio padre stanno bene e sebbene a volte tornino nella vecchia casa per l'estate per vivere come prima come un ritorno al passato, alla fine non ci odiano. E regaliamo loro cosa vogliono. Non siamo così in conflitto da provocarci per le delusioni che provavano, cosa hai tu. Erano così assillanti e asfissianti con frasi e concetti da far star male...?"

    "Chiamerò io lei più tardi, è chiaro che andranno a fondo della cosa. SOno eremiti e orsi del cazzo, tutti, se non sei del sangue sei merda. proprio così, ci hanno cresciuti in questa maniera  e poi pretendevano che io mi facessi sposare da un tizio che doveva entrare in famiglia e dare loro nipoti. Mi obbligavano a mentire in modo merdoso, tenere tutti lontani, stare isolati e poi rompevano il cazzo che volevano i nipoti. Come si apsettavano che crescesse qualcuno pressato a quel modo con i contatti umani? Loro, che prima ci facevano stare soli tranne scuola e stronzate della musica, ma dicevano peste e corna della gente anche se loro erano uguali, e pretendevano che cercassimo fidanzati  efidanzate. E perchè!?! Perchè stare soli è brutto! Patetici! E ora fanno pure casino perchè hanno riavuto cosa consideravano loro... vorrà dire che Lia sarà morta per sempre. In fondo non ne ho bisogno, della mia idendità reale e originale. Posso sfruttare la prima Personalità creata alla scuola media, MariaElisa Ferguson, o usando cognomi come Croce o Portini, con nomi del tipo CORNELIA, Cordelia, Clelia, Lianna, Coelia, Aurelia..."

    "Che sarà mai... per persone come te è importante avere personalità base per cosa devi fare... sei scappata dal mondo creando le tue nei mondi che hai creato. Dalla prima personalità inglese, la Ferguson, a tutti gli altri. E ora li rendi reali a tutti gli effetti con documenti e..."

    "...immaginarsi qualcun altro che non si è mai stato o si pensa di essere, altro la strega che avete creato...o una me di un'altro piano o mondo parallelo, uno dei tanti, per cui io valgo e... ho potere dove non ne ho, ho forza e potenza dentro... ove io non mi sentissi inferiore, un rifiuto umano, come ora che in confronto ad altre mi sento uno schifo, non avere nessun potere, nessuna importanza al mondo, e anche solo nell'immaginare di aver e potere, di valore e volere di più su quelli, per un attimo, ppo avrei toccaot un punto incoscio in me... mi metto davanti alla mia inutilità come essere umano, talmente tale che sogno di essere pure una stronza...avere il potere di fare qualcosa.." fumando, tornando a portarsi il bocchino di lato, con il braccio sullo schienale del divanetto

    "..."

    "... più sollevata e mi sentivo forte, anchì'io avevo le mie forze adesso, combatti ocn me adesso, fai adesso, reagisci... ma io valgo quanto o più di te..." come persa nei suoi pensieri

    "e anche di dimenticare le paure e lasciarsi andare per vivere qualcosa di normale, la vicinanza di qualcuno che..."


    "Cosa vuoi" fece lei quasi infastidita dal continuo del discorso, come ridestandosi

    "Voglio discutere di quella volta..."

    "ma smettila!" alnzandosi dal divano infastidita "non ho nulla da dirti..."

    " io invece si... mi hai ucciso il cuscino, affumicato la porta, evitato, e mi consideri negativo come chiunque che ti ha fatta incazzare... ma non posso dirti scusa, per il semplice fatto che il mio modo di fare era solo per..."

    "AH! non ho intenzione di perdere tempo con te e le tue scusanti inutili... volete un mondo migliore, aperto, giusto, dove le persone dicano chiaramente cosa pensano e sono e si confrontino con altri magari per capire errori e sbagli.... ma non tu... tu!... TU, non chiedi scusa...." andando di frotne da dove era seduta, alla libreria a destra dell'entrata.

    "Ti ho già spiegato che volevo solo evitare fraintendimenti e situazioni che...."

    "MA PER TE!" urlò lei irata, dandogli le spalle, con gli occhi verso la libreria, gli scaffali e i libri, e lui si accorse che stava fissando, così pareva, la trilogia di Ring, spiral e loop, quella che per lei aveva molte cose interessanti, più di matrix a suo parere. Che considerava scopiazzata forse da quest'ora più i due manga di genere fantascienza e cyberpunk con cyborg e concetti filososfici e introspettivi. E più dei contetti di the matrix, per lei veniva  prima la trilogia, i romanzi, di Ring. Tranne alcuni personaggi zozzi come li definiva, ma adorava quella serie dell'autore giappone e  a volte lo usava per predere cose nei suoi ragionamenti. E a fianco la serie di trenta volumi di quei gialli dove compariva quel Charles.

    "Cosa per me..."

    "per te... per me non ci sono fraintendimenti o altro! Seriamente da cosa sembra, per quello scherzo per scoprire che avevi le lentine e non eri Milan, hai avuto come i flashback del vietnam? Comportandoti da stronzo, buttandomi fuori, parlandomi sempre rimproverando... niente discorsi da UMANI dicendo cose giuste e con tono di voce corretto, invitandomi in modi cortesi a cambiare abitudini con te, a... fanculo!"

    "Ho ritenuto fosse il comportamento migliore..."

    "Stronzate! Eravamo amici cazzo...."

    "E tu, non puoi pretendere, credere, che ti si possa amare solo come vuoi tu!" facendola irrigidire da volta re col capo, mento verso la spalla sinistra ma senza guardarlo "... non esisterà mai cosa desideri! NOn ci sarà mai nessuno che ti amerà, e ameròà itnendo anche amicizia ovviamente,  come tu desideri da rifiutare ciò che non può vivere. Questo è il punto. Puoi arrabbiarti quanto vuoi, puoi offenderti quanto puoi,  ma non esisterò mai nessuno che possa amarti come tu desideri perchè, qualsiasi sia la ragione, ti è difficile e di sofferenza, sopportare qualcuno per amare ed essere amati..."

    "non dire cazzate! quello non è amore!" dando una pedata alla libreria che fece tremare lui perchè alcuni volumi in alto tremarono e temeva potessero caderfle in testa, mentre lei restava testardamente a dargli la schiena

    "Che ti piaccia o no, Lia,  per l'essere umano quello è amore. Significa anche fare sesso se occorre perchè è una insita nell'animale, quello che siamo. Sei rimata bruciata così tante volte riuscendo però a no nfarlo mai con nessuno ma di fatto non hai vissuto niente e seppur è stato da cretini cosa Rò ha fatto da farti peggiorare  tutto in te...Anche se per te è solo compromesso, un dovere quasi, un obbligo visto che lo fu per te ed è stato cosa sappiamo, sarebbe anche giusto che tu facessi pace e patta con la cosa e accettassi che quello è amore. Per non sentirti sbagliata, inferiore alle altre con cui ti mettevano in competizione, di non essere quella della famiglia, in gereale visto che tutti anche i parneti che vedevi poche volte ma sapevano sempre di te.... e poi lui. Per non sentirti dire più che non amavi, che non volevi bene e..."

    "SMETTILA!"

    "Invece no! Sei arrabbiata con mio fratello e Madame per averti sempre pressata su ripercorrere i tuoi passi di isolamento... hai scelto di allontanare tutti, da Rò a Zay e Ric perchè eri delusa, amareggiata, offesa da certe cose e hai detto basta! Tu parlavi di te ma loro sempre a dirti cose come se non ti conoscessero o non capissero che le frasi che vanno bene per altri o tutti... non sono per te! Come per Rò, che non ha visto te e il tuo star male, che è andato avanti imperterrito e invece di vedere e capire, di parlarti se ne è andato scocciato lasciandoti là senza dignità e altro per tirarti su. Non saresti stata più sotto altri, ti bastavano i tuoi... ti sei sentita trattata come un cane con ordini su cosa fare e come metterti, sulla sua rabbia perchè eripiù scazzata e annoiata che cosa voleva lui, oltre che terrorizzata e non desiderosa di qualcosa che dall'inizio gli facevi capire che non ti piaceva. Non ti biasimo per gli attacchi di paura che ti vengono o le tue fughe quando  vedi che qualcuno mette piede troppo vicino alla tua zona intima. Un pò come quelli al bar dell'albergo dove tu e Zay stavate, che ti sei bloccata per qualcosa di strano che avvertivi appena visti, ti sei raggelata un attimo entrando e vedendoli e hai iniziato a sudare freddo, hai avvertito qualcosa che non ti piaceva... La cosa triste di tutto quanto è che tu sei una delle poche che vede in modo aperto, libero, giusto il concetto sul sesso e amore fisico ma per gli altri. Tu lo rifuggi e odi, ti orripila letteralmente l'accoppiamento degli animali e cosa deve accadere per ottenere queli ormoni del piacere che, come dici tu, sono solo sfogo fisico. IN realtà credo di no, ma..."

    "Già, tu e tuo fratello siete grandi conoscitori delle cose...  come quella tua amichetta con cui sei stato che ti sei portato qui... quella segretaria fastidiosa che mi odia..."

    "La mia relazione con lei non fa parte del lavoro. Era stato tempo fa e solo perchè è una donna che merita. In effetti come te e altre, vale più di molti dei gruppi delle leggie di cui faccio parte, che giudicano sempre gli altri perchè esterni che per le qualità oggettive... non le piaceva più la vita militare per le sue... contaddizioni e negatività e così, essendo capace e abile, le ho chiesto se le andava un lavoro. Si occupa di ogni nostra cosa da appuntamenti a relazioni pubbliche per telefono e documenti, ma non ci segue mai e la vediamo poco e ammetto che è deleterio perchè parlandole poco ci dimetnichiamo appuntamenti e tutto... su quello hai ragione..., cosa che ti fa sempre dire che dovremmo trovare una moglie... ammetto che non ha quei compiti perchè a volte sa essere troppo..."

    "Si, ricordo bene dall'inizio il suo sdilinguirsi per te! E pensavo fosse per Milan ma come epr altre cose la sue espressione e il suo modo di fare, chiaro segno che non era verso di lui e... AH! Comunque, non mi interessano i tuoi interventi anche se hai esperierienze da dire la tua! E' assurdo sentire un amico, NON AMANTE, che si fa piccato così perchè... che schifo! Sono tue, non mie! Quindi basta!"

    "Già abbiamo deviato... non puoi pretendere, obbligare me e altri, non importa cosa si prova o meno, a fingere che..."

    "AH AH Ah AH" rise lei andando verso la aprete opposta alla porta,s enza mai guardarlo, ma con una risata quasi amara "è proprio vero, IO, sempre IO, non troverò mai qualcuno che possa restarmi al fianco dandomi rispetto e considerazione se c qualcosa che posso o non posso fare! Avere amici? MAI, perchè poi come dicono i film, libri  e altre storie del cazzo e tutti ci credono, NON POSSONO ESISTERE AMICI DI SESSO DIVERSO, deve esserci sempre il cazzo di sesso in mezzo! Dare!Dare!Dare!.... L'amarezza della vita umana è che io non volevo UNA sola persona, quella stronzata della persona speciale unica e tutto quanto... io volevo vivere tra persone! Poi decisi di vedere se ce ne fosse una, almeno una... ma non cè altro che amarezza in questa vita fottuta, io stavo sola, isolata, in una vita piatta e de merda perchè quegli orsi dovevano vivere lontano dalla gente! La gente fa schifo, la gente è una merda! E io per credere che il mondo in cui credevo prima delle medie potesse darmi qualcosa, Zay e Ric a fare i moralisti del cazzo a cavolo loro però perchè prima erano tutto pro tutti, appena ho detto quello -ah, non puoi pensare queste cose-. Ma andate a fare in culo tutti quanti. Solo Milan mi è amico ma il resto per me è invivibile e ora tu... AH AH AH ....Ho toppato in tutto e questo solo perchè non è da me per la vita privata fingere e mettere una maschera! Io volevo..."

    "Già come quella canzone di Rzeznik .- Loro non mi conoscono, perchè io non sono qui. E io voglio un momento che sia reale , voglio toccare cose che non riesco a sentire. Voglio tenere duro e sentire che appartengo a qualcosa. Come può il mondo volere che io cambi. Quando sono loro che rimangono gli stessi, fingendo.NOn possono spezzarmi finchè io so chi sono. - E poi la parte che non dirai mai a nessuno. -A qualcuno. E tu vedi quello che loro non vedono ma. Tutto ciò che volevi, io potevo esserlo. Ora mi conosci e io non ho paura. E voglio dirti chi sono.- E..."

    "...voglio un sentimento che sia reale. Voglio raggiungere cose che non sento! voglio fermarmi, e sentire di appartenere a qualcosa! Loro non mi conoscono... ma io sono ancora qui!.." cantando il brano con amarezza.

    "La tua pretesa..."

    "LA MIA PRETESA!?!" si volto irata a fronteggiarlo con rabbia "come osi, tu che usi le persone con tuo fratello..."

    "Io non uso per cattiveria, ma per il Sogno di un mondo..."

    "E IO SIIII!!!!!???? Un mondo che non raggiungerete mai! Perchè per fare ciò che tu vuoi, con tuo fratello, dovrete vivere tre vite complete e devi ringraziare se riesci a vedere UMANI! negli ultimi decenni con lentezza le donne hanno raggiunto finalmente più diritti paritari con gli uomini ma solo nei paesi di primo mondo e molte volte si scopre che non è completa la cosa.  Professionisti identici come qualità e capacità ma... lo stipendio si scopre poi che è differente. Permessi e premi, tutte le cose gli uomini hanno o non gli si dice che rompono per diritti per badare ai figli come le donne... E poi le altre figure smerdate ogni istante!NO, no... ancora cè merda nel mondo sul valore delle donne e non puoi negarlo! Finchè la feccia delle generazioni più vecchie di noi è ancora viva e peggio quelli della nostra, equiparo te e Milan a me visto che con lui differisco di un paio di anni e con te cinque.... quelli della nostra infarciti di schifo dagli adulti la pensano uguale e smerdano questo mondo... quando, quando pensi che il mondo sarà meritevole e giusto? Io non ho avuto speranze e avevo ragione...Quando l'umanità sarà umana? Dopo millenni siamo sempre là! Quindi smettila di pensare al bene! Lo vedo già su di me... speranze fallate, desideri bucati come palloncini..."

    "L'amore non è come lo vedi tu..."

    "STAI ZITTO! " ma iniziando a tossire, dando copi di colpi per liberarli come se fosse oppressa da qualcosa da dentro, con un suono da qualcuno con una polmonite, come gli pareva sempre quando la sentiva star male

    "Aspetta..." disse prendendo una sigaretta da quel tavolinetto e dandoglielo con uno zippo dei usoi, che trovava però sempre tra le sue mani e la rimproverava per questo, essendo pezzi di pregio, per poi vedere che prendeva sempre quelli dalla scrivania dell'ufficio, non dicendo più niente. Non toccava mai quelli della collezione ma quelli meno di valore che lui teneva in cassetti appositi.

    "..." dopo aver respirato profondamente con dei suoni che parevano cigolio a ogni inspirazione ed espirazione, gli prese di mano c on rabbia gli oggetti e si voltò, dandogli la schiena tenendosela stretti tra le mani "stai lontano da me!" accendosela da sola guardando i libri dell'altra libreria, tornando a parlare con rabbia. "Come osi dire a ME che l'amore non è come lo vedo io?!? Io che sono la prima ad aver portato qui il concetto che l'amore non è solo uno, coppia e scopare. Sono io che ho portato il concetto che l'amore può essere qualsiasi sentimenti in qualcuno verso qualcun altro, e sotto la parola amore cè amore genitoriale, filiale, d'amicizia, di pari, di amicizia tra sesso diverso come me e Milan per esempio ma la gente pensa che non è possibile avere amici maschi per chi ha una vagina, tra compaesani, tra..."

    "Lo so! So che hai cercato di far sbiadire le sicurezze su certe cose della gente..."

    "Per tutti è bianco o nero. L'amore è solo per il sangue o sesso. Non cè altro. Una persona o è come la società dice che deve essere o è da deridere , trattare male, allontanare... questo è il mondo là fuori e un pò ancora qui! Mai, mai vedrai cosa tu sogni! E sai perchè...!?!" andando verso la finesta ampia che dava sulla zona anteriore dello Chateau, a guardare la vita dello stesso da un punto da osservatore, come faceva sempre. Con sguardo addolorato, fumando questa volta tirando più boccate in una volta.

    "A meno che non si fa come DIo... già!" fece lui ma con la parte finale come scherno, con una sorta di risatina finale

    "Ah, ghigni!" fece amaramente con una smorfia delle labbra dopo aver soffiato via il fumo ancora con evidente dolore ai polmoni, facendo colpi gutturali per liberarli "bello sentire le frecciatine su qualcosa che è seria. Questo mondo fa schifo da sempre eppure tutti buonisti del cazzo! Quando quelli come me, esasperati, al punto di rottura si scassano i maroni e fanno casino anche come in america, urlando con armi in mano... eh, sono folli loro! Quando si raggiunge il limite, poi sei fuori di testa tu! Non il mondo retto dalla merda...!" con durezza, fissando la gente oltre il vetro. "è assurdo, tutti dichiarano che ognuno pensa come vuole, eppire quando non la pensi come loro stai sbagliando. le persone, tra cui io,  che mollano non sono deboli, sono stanche, il cuore a pezzi e la mente consumata. io non ho ceduto perchè ero stanca, ero stanca solo di arrendermi e mi si deve giudicare sempre senza mettersi nei miie panni, e sapere quanto soffro... vattene, sei solo un fastidio e accusatore del cazzo..."

    "Ti prego... quando parli arrabbiata come una del volgo sai che mi dà fastidio..."

    "Tu e io veniamo dal volgo... e sai anche tu che come le bestemmie parlare in certi modi è come sfogarsi... e io non sono una militare, una di voi... come per là fuori quando dò corpo a Veròna, io sono fuori le regole, no? Non è così...!?" Quindi io posso....!" con un ghigno e un tono provocatorio.

    "..." lui sospirò e si rimise le mani in tasca "... vorrei solo..."

    "Ho già detto che con Teresa me la vedrò io, sistemerò la cosa una buona volta! Che la mia personalità civile muoia una buona volta. Affrontarli... quanto lo vorrei adesso ma... so bene, lo so, che mi verrebbe come da Zay, andando fuori di testa per il terrore del giudizio, di ocme mi facevano sentire, mi aggredivano, trattavano... niente sbagli, neanche minuscoli, non esiste che si sbaglia, devi essere come.... se io vado da loro, lo so che monterò un casino ma da parte mia e non servirebbe a niente! Se prima urlavo, mi disperavo, andavo in disperazione davanti a loro mostran do come stavo e non serviva... a che serve, adesso? Lia deve morire!! Che Teresa torni all'ovile e invece di Veròna, che sia la personalità originale a morire. Per sempre! lei doveva morire molto prima ma quando credevo con Phib che lui potesse aiutarmi, Zay mi fece venire i complessi!! Cosa gli chiedi? Si sporcherà l'anima uccidendo qualcuno, anche con i suoi libri... e mi venne il rimorso, dicendogli di non fare più niente. Solo che... dopo che gli parlai mi diedi della stupida! Cosa gli dici non farlo più quando NON poteva fare neitne essendo scherzo? Ero capace pur di morire di accettare perfino di essere un sacrificio, sai come si leggeva e raccontava dell'idiozia delle bestie di satana... tutti là stupidi di cose che in realtà non erano, ma i giornali usavano quei temrini... "

    "Sarebbe stato inutile. Per le qualità di un sacrificio, il tuo proporti e aspettare il momento non valevano... tanto è vicino il legame o di valore la persona scelta per certe cose e più ha potere anche se tutti di solito scelgono delle vittime esterne ritenute ottime... una vittima che si presta alzando la mano tranquilla e desiderosa della sua fine, non ha valenza magica... un sacrificio deve avere un significato. Scegliere e dare un individuo in sacrificio ha dei dettami che..."

    "Si, si... voi e il vostro occultismo... insomma, per me non cè trippa per gatti in nessun modo... che devo fare, gettarmi in un incendio? In qualche macchinario? Che vita grama per quelli come me che già di loro non hanno motivo di esistere..."

    "stai ancora pensando al fatto che la tua prima di prima era un fallimento per cosa ti dicevano e ti facevano sentire? Degli errori che non dovevi commettere o eri una persona orribile?"

    "Io sono un niente!! Un nulla! Posso cercare di fare mille cose giuste ma nulla cancellerà cosa mi opprime dentro! Questa è la verità! Accettare il niente che ero prima mi è impedito, incubi e sogni e momenti in cui tutto mi torna alla mente mi castigano ogni giorno... superarli, come!?! non ho niente per riuscirci! Bravi quelli che riescono piccoli cari, facendosi famiglie, avviando cose... io ci ho provato solol per il tempo di accontentare voi, ed è un supplizio!! Nessuno può capire cosè, cosa provo vedendo altri, assistendo a cose, rivivendo tutto e vedendo... gli specchi!! Quanto li odio!!"

    "Tu e il tuo odio per gli specchi! Sei giunta al punto da rivedere allo specchio non te come vediamo noi ma come vieni in  foto. Un mostro orrendo! Quando sei giunta qui eri quel che eri per le medicine, adesso non più, guardati...! Ti struggevi per cosa non eri più di prima, e lo sei ora ma... lo specchio invece per te ti rimanda a prima e non ne uscirai... E ora vuoi uccidere Lia di là fuori! Sei pronta per questo? Saperti viva mentre l'altra è morta?  E ancora che sei così rotta da non voler seguire quelle parole in cui speravi..."

    "Tanto... tanto tempo fa!! DA Rò e Zay e Ric non è stato più lo stesso! COn il primo ho solo capito che l'amore come lo considerano gli altri non è per me, per lui come per tutti cè sempre un'altra dietro l'angolo se non la dai, che le promesse di sto cazzo non valgono perchè appena si annoiano ecco che spunta un nuovo interesse e vai di corna..."

    "detto da te che credi che lasciare libero l'altro di fare sesso e avere altri legami è normale..."

    "perchè è normale cosa dobbiamo vedere, di promesse fatte solo per avere un posto in società e poi dietro di schifo..."

    "questo è vero, ma una relazione del genere e... mah"

    "Io non ero niente visto che non davo cosa volevano.... e se lo davo, poi finivo da parte perchè..."


    "Per uno solo non puoi credere che sia così per tutti..."

    "Invece si! NOn hai provato tu il precipizio della tua dignità e tanto altro per tutto il tempo che l'ho conosciuto, aggiungendoci la famiglia ttuta e quanto fa schifo che diceva che non ero femminile, carina, dolce, gentile..."

    "stronzate"

     ".. che non ne trovaov manco morto uno e una volta allo specchio mi chiesi -ma così combinata per le medicine chi mai mi vorrebbe anche solo pe r una botta e via? ovviamente era solo per schernire me ma ai disperati e quelli che -basta che respiri- va bene uguale ma io non sono così! NOn riesco e non sento niente sugli altri, quindi perchè devo essere sbagliata io!?! Ecco perchè per come si sono sentita, trattata e rimproverata, non accetto più ninete che io non voglia... sono stufa marcia da Rò e quelli come lui, di tutti,  di tutto questo, come mi si trattava, come una povera demente, che mi si  diceva -ma sei stronza? Sei scema? Che cazzo dici? Cosa fai?-  E tanto, tanto... che dopo cosa sentivo da Zay e Ric ho detto basta! Avevo deciso di credere a cosa diceva come ulteriore piano di realtà e vedere come andavano le cose, che forse cèra qualche risposta per me... invece..."


    "Ma ti comporti così anche con noi..."

    "E voi come mi trattate? Quelli che fingono che vada tutto bene nascondendo cose come se fossi scema, e parli degli altri non la vostra messinscema di scambio, poi tu... trattarmi come facevano loro invece di un dialogo sano... è per questo che basta! Tutti vogliono cose, fingono o agiscono come imbecilli come hai fatto tu solo perchè certe cose dal lato vostro è cambiato... per me non esiste nessuno speciale con cui condividere cose che voi chiamate NATURALI!! Mia madre mi faceva sentire uno schifo già prima, poi mi ammalai proprio per come vivevo, e per come ero ridotta per le medicine che mi avevano obbligato a prendere  mi trattava... come fossi l'ennesimo fastidio urlando che dovevo stare zitta e non rompere, quando lei sbraitava tutto il giorno per il suo lavoro... diceva che era un inferno vivere la sua vita, quando a vederla era normalissima ma non voleva fare un cazzo, questa è la verità. Il lavoro le toglieva riposo e giornate diceva e quando stava a casa... stava a casa senza uscire a guardare la tv, basta. niente hobby, niente amici o persone da vedere, niente vita secondo me che io avrei fatto al posto suo se potevo e avevo i suoi soldi... sebbene tutto, lei guadagnava e qualcosa poteva comprarlo almeno una volta al mese come una pizza ma no! Poter mangiare qualcosa di diverso dal cibo preso direttamente dalle confezioni, qualcosa con del sapore... NOn si godeva nulla della vita, solo a casa a stare a rompere il cazzo con quella voce a guardare solo la tv. Che vita grama! E io urlavo!!"

    "se tutti avessero le passioni e interessi, hobby che hai tu, non vivrebbe il niente che mi hai raccontato. io stesso non so affato come facessero. E come rimasi quando ti mostrai..."

    "già tu quel giorno, non Milan..."

    "Lo so, grazie di averlo fatto presente" sorridendo, ma lei non fece nulla, solo fissare con sguardo addolorato oltre la finestra "ti mostrai  scambiandomi con Milan perchè aveva un appuntamento lo Chateau stanza per stanza, e per cosa erano utilizzate, e ti feci vedere la vecchia sezione dei bagni e docce, e tu sorpresa e titubante mi chiedesti se potevi usare la vasca, se ti era permesso e quando ti chiesi perchè quella domanda, mi dicesti che non la usavi mai, non era possibile da te..."

    "Si consuma troppa acqua, come la doccia... per poi sprecarne a tonnellate per lavarsi a pezzi... quando si è tarati ma per loro era così, lavatrice e lavastoviglie no, consumano trippo, a mano tutto.... imbecilli!"

    "... dicesti che la vasca era usata...Solo per le tende, per lavare quelle e non le persone, perchè si sporcava il bagno, come con la doccia. E come ti vidi quando ti dissi che potevi usarla tutte le volte che volevi senza limitazioni e appresi dalle tue parole che non ti era concesso mai e da piccola volevi giocarci con i giocattoli tipo navi e sottomarini e paperelle. O quando ti dicevano che una pizza costava troppo e non andava bene, così come tutti i prodotti da forno che adori ma non mangiavi mai, neanche da piccola. A scuola volevi una pizzetta o altro ma invece ti davano le merendine confezionate che tif acevano schifo...  e poi manco quelle, per i medicinali non dovevi mangiare oltre cosa ti dava il medico. Che torroni e meringhe non esistevano più, ed era vero, solo i torroni morbidi che odi e niente più meringhe perchè la gente non le mangiava più e restavi solo a sognare. Che guardavi i vestiti nell'armadio che volevi mettere ma non potevi. E aggiungevi con una nota triste -e poi anche se, per quale motivo dovevo metterli? Non cèra nessuno che voleva passare del tempo con me...- Sei scappata su tuo impulso quel giorno perchè come quella persona dell'opera magna avevi deciso di ribaltare le cose. L'amarezza quando parlavi di quell'opera e di lei..."

    "Ah! un'altra cosa che quei due non hanno capito!" arrabbiata, poggiando la testa sul vetro "E' veramnete triste quando parli e nessuno ti ascolta veramnete. QUando dissi che LUI dopo aver compreso e si era salvato, aveva deciso di renderle omaggio, lei che non aveva conosciuto davvero ma compreso, perchè anche altre persone potessero sapere che esisteva. lei che era sempre rimasta sola. Quell'opera è un viaggio in cui tutti gli elementi, tutti,  degli esseri umani sono profondamente indagati. Insegna  che se cè qualcosa dentro, anche se lo chiama amore, tutto si può comprendere e che pensare che un trucco sia una vera magia mostra la capacità di apertura mentale della gente..."

    "Allietare qualcuno e darle forza affermando di eseguire magie, ringraziare per quel trucco affermando che fosse vera magia per cosa riusciva a dare... lo so"

    "...Lui non può impedire la sua morte nell’ultimo incontro, seppur lui incontri alla fine la vera Lei. Ma tutto era così troppo distruttivo che semplicmente lei sparì. Anche per il fatto che non l'avrebbe accettata nessuno...Di fronte a questoo, sopravvissuto, non gli resta che rendere eterno il ricordo di quella persona facendola conoscere a tutti, anche se.... la cosa che Zay e ric non hanno capito dalle mie parole mi fa imbestialire. Ho sempre detto che non voglio essere ricordata e ne simili. Sebbene mi sia lasciata andare in rancore e infelicità per cosa non avevo, non voglio essere rimpianta. Non desidero essere pianta. E quando dissi del dono che lui anche da Lord le fece, quel libro con cosa lui scrisse per lei, perchè almeno lì lei fosse felice, se stessa, viva anche dentro, in vari vissuti dove non fosse sola e... esistesse davvero. La cosa amara è che nonostante le sue belle parole, non credo affatto che l'avrebbe accettata se fosse rimasta viva e che il suo pentimento sfociato nelle storie è solo perchè si sentì incapace. NOn la conosceva, era rimasto solo colpito d cosa gli era apparso davanti che si sblocco sol ritratto. Sia per lei che per me non cè storia, on ci sono possibilità. E per dire che comunque ammiravo cosa lui fece, anche un pò con invidia, solo per quel dono di cuore... dissi a ZAy e Ric il fatto che sarebbe stato bello sapere che qualcuno ti dava l'ultimo saluto con qualcosa scritto di cui, su di te. Ma non hanno capito un cazzo. Come sempre. Intendevo dire che era solo il SAluto, non un perpetum di memoria. NOn ho mai smesso di desiderare di sparire, andar via, evaporare dalle memorie così da essere in pace... ma invidiavo, solo per quel dono, Lei. Sebbene morta salvando in se il mondo che aveva creato tramite dissociazione e visualizzazione, quel paradiso che mai si sarebbe avverato, ma che lui riprese in sua mano e fece tornare vivo e prospero.... la cosa triste è che lui per affetto afferma, ha ripreso in mano quel mondo e ne è diventato Lord per proteggerlo, per farla tornare e riaverla al fianco per vivere felici almeno in quel mondo... lui che non la conosceva e al solito ha visto solo l'aspetto!! Ma ho provato un pò di invidia solo per quel dono. Sebbene alla fine lui volesse mettere a tutti i costi cosa lui vedeva, voleva, credeva e via dicendo... e quei due scemi hanno osato dirmi cagate sul ricordarmi senza aver capito niente... al solito io non avrò mai niente di ciò che desiderio. Davvero cosa desidero e sognavo è così impossibile rispetto a soldi, potere, fama, famiglia, figli e via dicendo?!? Veramente è così..." restando con altre domande in sospeso "io e lei eravamo così simili per tante cose..."

    "... di come, esattamente come Babydoll, e me,  Lei fuggiste in altri piani e mondi creati con la mente, rifugiandovi lì... e di come vivessi sola e disperata fra quelle mura perchè per come eri combinata per i medicinali e come era la gente con chi era diverso, non aveva senso uscire... eppure ti vedevo baccagliare con gli uomini perchè vedessero quel che tu notavi in loro e si svegliassero. Che vedessero che la vita andava vissuta in modo diverso da come facevano loro. E tu sapevi perchè...Perchè avesse un valore, invece di essere e diventare come... così come il sesso. Sei l'unica persona che conosco che è aperta mentalmente su questo tema, che per te obbligare l'altra persona a giuramenti e simili è come mettergli o metterle le catene e che se tu non puoi dare all'altra persona qualcosa, non è giusto vietarle di viverle altrove. Lo so sul fatto che non faresti niente con chi ti sta accanto, ma non è troppo... non so, liberale, permettere all'altra persona di avere relazioni quando tu non ne avresti, perchè viva e faccia cosa tu non vuoi dare? Che una relazione non deve essere, perchè tu odi gli obblighi a meno che non siano sentiti e mantenuti perchè lo si vuole, solo a due e se hai bisogni per le promesse non dovresti fare niente per poi scoprire se si hanno amanti? IO..."


    "Cosa cè di strano? Cosa è meglio, obbligare a promesse che alla fine l'altro non riesce a mantenere perchè non le sentiva ma desiderava sfogare cosa aveva dentro ,con un'altra persona con feromoni compatibili? perchè là siamo..."

    "Si, la tua teoria dei feromoni compatibili, delle coppie che stanno bene insieme tra altre perchè sono più compatibili a livello... ed è questo che attrae come il concetto   del sesso con... Diversi tipi di pene secondo le dimensioni...!?! Cosa era quella Lezione che hai fatto l'altro giorno?!?  Gli uomini si dividono in tre classi, come le donne e a seconda della grandezza del loro lingam, il membro sessuale maschile vi sono diversi tipi di vagina secondo le dimensioni... mi sono perso! Milan si sarebbe divertito con quella Lezione, quello è sicuro, ma ho trovato la cosa davvero assurda dal mio parere! Seriamente credi che..."

    "gli uomini lepre, gli uomini toro e gli uomini cavallo... la donna, secondo la profondità della sua yoni , è una cerva, una giumenta o un'elefantessa.... sono solo concetti presi da una dottrina antica per specificare le dimensioni dell'apparato riproduttivo e la loro compatibilità... o sessuale, dipende chi le chiama come... "con una smorfia della bocca indecisa, guardando in alto a destra, facendolo ridere "E comunque non è niente di così assurdo! E' la verità! Tu stesso quando ti spacciavi per Milan mi raccontavi le poche, rispetto a lui, avventure e di come ti era capitata una ragazza parecchio troppo... grande per te!" con un verso di derisione e divertimento "Hai solo provato nei fatti questi concetti...."

    "Vuoi metterla così!?! E' una sorta di avvertimento ulteriore per cosa non ti va bene?" fissandola malamente come a voler dire qualcosa con gli occhi che lei comprese e si voltò  "Mi vuoi dire questa cosa per metter chiaro che tu... lascia stare!" fece lui sospirando osservando la stanza, evitando il ritratto "Resta il fatto che continui a isolarti da tutti! E non va bene! Per te e loro. Loro non ti hanno fatto nulla e non è giusto che..."

    "Parli proprio tu che ti chiudi nel tuo studio a dipingere o fare cretinate che solo tu sai... e ti spacci per tuo fratello senza mai farti conoscere... Sei proprio..." acidamente finchè non lo vide avvicinarsi e fece passi indietro col rabbia.

    "TU...!! Sei quella che ho fatto entrare nel mio studio e ha turlupinato la mia buona fede per vandalizzare la mia statua!!!" con impeto di nervosismo. Strappando a lei un'altra smorfia di risa.

    Dorde, dopo che l'aveva scoperto, l'aveva invitata nel suo studio, sotto la Casa della Lapidi. E appena entrata era rimasta ferma a fissare tutto muovendo solo gli occhi e le sopracciglia in un miscuglio di cose che lui non comprese. Poi guardò la statua, ma la sua faccia sembrava quasi quando stava per fare qualcosa di stronzo a qualcuno, per liquidare la cosa con una battuta, per chiedere perchè ci fosse una sua statua lì.

    "E' solo una statua di Rimando. Sono opere come quelle che trovi in quegli angoli laggiù di donne e uomini che hanno fatto molto per il mondo e ho ritratto in loro onore, o di elementi importanti raffigurati da uomini e donne. La statua doveva raffigurare altro in stile greco ma... un giorno scambiandomi con Milan ti vidi a fare niente, invece di meditare, e solo dopo un attento momento di capire che combinavi... ti ho vista con gli occhi persi come quando dissociavi nei tuoi mondi... e lo stavi facendo! Nonostante la base principale fosse rilassarsi col corpo e usare la mente... invece a te serve muoverti nel corpo anche dissociando! Sei negata con la meditazione...Un controsenso di ciò che conoscevo che mi ha fatto capire come tu rappresenti il contrario di tutto... è solo una sorta di monito per me quando lavoro... ultimamente ho pensato di approcciarmi ad altri stili per osservarla e farmi domande..."

    "Mh..." con suono gutturale fissandola in modo particolare " E... dimmi, dimmi... cè altro che rappresenta...!?!"

    "Eh?" fece lui fissandola dubbioso

    "il concetto poteva non avere il mio volto..!?!. per questo chiedevo..."


    "Le statue greche hanno volti, tu eri l'esempio perfetto per il concetto e..."

    "Capito!" chiudendo lì la cosa voltandosi a sinistra e adestra con qualche passo, per poi fissare il cavalletto con tela di fronte a loro, prima della statua, con colori, barattoli di vernice a terra e altro "E dimmi, raccontami un pò cosa conservi qui... Quello per esempio, raccontami un pò questo ritratto di gruppo" indicando alla sua destra dietro la cancellata che divideva lo spazio tra quello camminabile e utlizzabile e la zona dopo, con i ritratti, segnando con un indice un ritratto con tre soggetti.

    "Ah, quello. Si tratta dei..." iniziando a descriverlo con passione. Finchè non si voltò dovèra lei prima per parlarle viso a viso ma si bloccò raggelato. Era sparita.
    La vide correndo con gli occhi per l'ambiente acquattata sula statua, precisamente aveva scavalcato la base rettangolare per raggiungere la statua con lei seduta e stava con le ginocchia sopra la base,  vicino le gambe dellas tatua, a reggere tra le mani un barattolo di vernice che vomitava il suo contenuto a onde cascanti sulla testa marmorea.

    "CHE FAII!!!" fece lui di getto allarmato.

    Lia si comportò, e così gli parve, come un gatto. Si voltò piano verso di lui con un'espressione come si vedeva su di un gatto che lei chiamava stronzo che faceva roba rompendo e facendo cadere come se andasse tutto bene, a fissare come a dire -che cè, che vuoi- continuando a tenere il barattolo sopra la testa della statua che riversava colore.

    "Scendi! Che fai!!" avvicinandosi, imperioso.

    Ma lei, niente. Come un gatto stronzo lo fissava in quel modo perpetrando la sua opera, anche quando lui si era avvicinato alla base rettangolare e allungando la mano cercò di farla scendere. lei fissandolo negli occhi senza cambiare una virgola, lasciò lentamente la presa del barattolo, che sembrò attirato dalla figura di marmo come calamita da fare un Planf sonoro sulla capoccia, restando in equilibrio continuando a perdere colore, che scendeva gentilmente per ogni lato della statua dalla testa alle gambe. Un Blu che lui non aveva e si rese conto che fosse una mischia. Sembrava un Blu Candy 2 metalizzato a vederlo in quel modo e voltandosi anche se aveva il cavalletto a fare da impedimento, si accorse che molti colori, dai base alle scatoline con i brillantini e altri effetti che usava per le minuzie ed effetti particolari, erano stati toccati. IN pochi minuti aveva mischiato più roba, che scendeva come mollemente senza tempo scolando sul marmo, sopra la statua a coprirla.

    Lia fissandolo sempre negli occhi, accentuò di un millimetro il sorrisino che prima era serio, che sicuro aveva dentro da voler sghignazzare, e con fare elegante, quasi a prendere in giro gli spettacoli di Burlesque, si voltò e scese dalla statua, mostrando labbra più stirate come un sorriso di cattiveria che però cercava di mitigare.

    "Lia!!! Che hai fatto!! Come la pulisco!! Non verrà via da solo!! PERCHE'!!"

    "Per motivi miei, seppur uno brillante come te dovrebbe... arrivarci! Sai bene che odio certe cose, e seppur tu affermi essere un omaggio simbolico a un significato prendendo spunto da me, preferisco mettere in chiaro le cose che trovo eccessive... e prima che tu inizi a urlare o incavolarti come tu fai, non tuo fratello, mi auguro che la cosa fosse solo questo. Un omaggio a qualcosa che prima non consideravi e simili, non altro... Bene! vediamo questi dipinti!" camminando accanto alla cancellata

    "AH! Tu ora mi aiuti a pulire questa roba, non intendo lasciare la statua così e non ho voglia di sporcarmi i vestiti quando sei stata tu.."

    "Allora spogliati!" seria e diretta per poi fare un sorriso a ghigno carogno "Togliti tutto e inizia a pulire, se aspetti ancora, si asciugherà! Dimostrami che tieni all'opera e il concetto, ripulisci dal mio visibile disappunto anche sporcandoti ma rivendicando ciò in cui credi... "

    "Mi prendi in giro? E' un tuo test o simile?" fece lui arrabbiato, voltando il capo verso la statua che sembrava piangere in modo particolare blu metalizzato e perlescente alla luce come avesse un velo sulla testa che scendeva fino alle gambe "Cosa vuoi...."

    "..." lei si era seduta su sedie particolari che erano presneti con braccioli prima come una regina e poi accavallando le gambe e alzando il mento come una sfida, sempre con quel ghigno carogno a guardarlo negli occhi "Dai, urla tutto il tuo essere UMANO correndo a salvare ciò in cui credi e consideri da mettere lì, al centro, con il cavalletto davanti... io osserverò la forza dell'uomo che salva e toglie lo schifo che ho riversato sopra per dire la mia..."

    "Invece sarai tu a pulire cosa hai fatto! Ti ho portata qui, sei l'unica oltre Milan a sapere e aver visto questo posto, e non accetto che..."

    "Io ho espresso il mi odisappunto per certe cose, e come per altre punizioni volevo che l'impegno portasse a ragionare e avere considerazioni su..."

    "PULISCI!!" fece lui perentorio indicando la statua

    "A me sembra che abbia ora un significato migliore... il velo di Maya che copre certe cose... per me ha quel non so che di più significativo..." poggiando una guancia su due dita della mano, reggendosi anche col gomito

    "Lia..." fece lui arrabbiatissimo "Hai fatto questo e ora pulisci, deve tornare come prima!" mentre lei voltava il capo co nonchalance alla sua destra alzando il mento, come se si annoiasse, per poi alzare gli occhi come a riflettere e sorridergli.

    "Bene... su questo sono d'accordo, ho sporcato e devo pulire... ma tu pulirai pure e nel mentre discutiamo sulla questione della statua..." fece lei puntigliosa sulle condizioni mentre si toglieva la camicetta con nelle cuciture arricciature e piegoline e sotto aveva solo il reggiseno per il periodo caldo.

    "CHE FAI!!" vedendola scivolare sul le braccia, solo quelle,  la camicetta a fissarlo negli occhi

    "NOn è consigliabile sporcarsi i vestiti, se usciamo di qui pieni di vernice qualcuno si farà domande e siamo amici, ci siamo sistemati i vestiti a vicenda, non abbiamo problemi su certe cose e quindi prima iniziamo e prima finiamo... sebbene non mi spoglio mai davanti a nessuno perchè una cosa è che a me non tocca minimante degli altri, ma i maschi pensando ocn il cervello numero due, se mi spoglio poi sono stronzi, quindi evito..."

    "Rivestiti!! No intendevo così!! Puoi essere una persona pratica e tutto, ma non metterti idee di stare nuda a fare roba... rimettila!!" fece lui adirato prednedole dalle mani la camicetta color panna con scollo quadrato e arricciture sul fondo tipo rouches cucita dalla loro sartoria e rimettendola come se fosse una bambina, continuando a rimproverarla, metnre lei se la rideva. Voleva dirgli -OK papà, quando mi hai vestita discutiamo della cosa- ma si limità perchè rideva troppo dentro nel vederlo sconvolto ogni volta per cose sulla privacy. Quando gliela tirò pure sul fondo perchè fosse ben messa lei lo fissò mentre si risollevava, dovendo chinarsi perchè piìù bassa di lui, e lo guardò negli occhi come se fosse tutto divertente.

    "Mi spieghi da quando sei diventato pudico!?! Io non sono mai rimasta nuda, per le feste, per i bagni nelle vasche dello Chateau, per tutto non abbiamo mai avuto problemi anche perchè sempre con qualcosasopra, così con tuo fratello o con Jd per fare un esempio..."

    "Infatti, non sei mai stata nuda e solo per cambiarti e simili!! E indossi di solito gli indumenti intimi degli abiti e periodi, non restare mai con il tuo, di intimo! Non fare più cose del genere!! E non iniziare che Milan non ti avrebbe rimproverata! Lui è lui, siete come fratello e sorella e non vi toccano certe cose ma io non sono lui! E non toccare più le mie cose per fare danni!!" rimproverandola con un dito puntato contro di lei

    "QUindi...? POssiamo ripulirla con un tubo a pressione con acqua e poi il viso, impossibile da pulire, potremmo sistemarlo con scalpello e..." detto con tono di consiglio guardando la statua ma lui le prese un braccio e la trascinò fuori chiudendo la porta, senza lasciarla ma facendo tutto con una mano e poi la tirò su per le scale e girato per la Casa delle lapidi con lei al trotto dietro che se la rideva, contatato che erano soli, andò in fondo alla costruzione, la nuova sezione ancora con sporadiche lapidi appese e l'affrontò.

    "Troverò il modo di farti perdonare per lo scempio che hai fatto!! " mentre lei ghignava e gli faceva il verso cantilenando -troverò il modo di farti perdonare, si... ok, è come epr tutti gli altri?- "Ma ora voglio che tu la smetta di impartire le tue lezioni a tutti, compreso me, a modo tuo!! E questa storia di punzecchiare la gente e studiarla, non come me!! Dopo lo scherzo che mi hai fatto alla Casa della Seta, non intendo accettarlo più! Mi hai mancato di rispetto già prima, ma hai vandalizzato una statua!!"

    "Si... una statua che mi raffigurava..." fece lei tranquilla, sedendosi con un salto su quella che era a prima vista per altri un altare spostabile utilizzato per varie cose che per altare stesso "io come dovrei prenderla...?"

    "Bastava parlarmi e avremmo chiarito..."

    "Era il cosa che mi faceva incazzare... sai che odio certe cose che la gente..."

    "Cosa vuoi!!" le fece arrabbiato "dimmi che cosa vuoi... la faccio distruggere? La..."

    "Esagerato!! ora che l'ho vista e ho inteso il mio punto di vista, perchè rovinarla... Chi sono io per dire di distruggere qualcosa..." ghignando malefica, e lui pareva sul punto di voler sclerare "Comunque, mi sembra che tu sia parecchio... cambiato! Sembri prevenuto e tutto sul fatto..."

    "Non sono prevenuto, ma siamo amici e con me non fare qualsiasi cosa ti giri per la testa come fai con gli altri. Sei pratica, non hai problemi su certe cose anche se stai tra maschi e sono cose tue, ma non ti aspettare che per gli altri siano la stessa cosa!! Non puoi cambiare il fatto che stai tra maschi... cè adesso la sezione femminile che hai voluto isnerire e il gruppo di donne che hai scelto come speciale e ai tuoi ordini per..."

    "le donne sono una palla! Sono inette, imbecilli, gelose per tutto anche quando non cè bisogno e mi fanno venire il nervoso! Hanno le loro cose da donne anche se sono militari e sono considerate al pari su ogni cosa... mi sono scocciata di stare tra loro. La cosa cosa assurda è che qualsiasi sia l'argomento, dal sesso a partite di qualunque sport di itneresse, animali e tanto altro, con loro è da noia e da... femmine! Non so davvero come reggano con quei dialoghi!! Non sono fatta per stare tra femmine!..." dicendolo offesa finchè iniziò a sentire fastidio ai polmoni per aver troppo mezzo urlato nella discussione e rovistò nelle tasche alla ricerca di sigarette e accendino. Zippo. Dorde cercò di calmarsi nel vederle sempre lo zippo con i gighli per le mani e lei lo notò, ridendo mentre accendeva con letnezza e mostrando per bene l'oggetto, per poi rimetterlo in tasca. lei sapeva che lui non amava quando gli toccavano le cose, e i zippo erano una delle sue passioni da collezionare, e sebbene fosse uno di quelli di meno valore che lui teneva nei cassetti, non mancava mai di fare facce arrabbiate e come pronto a rimproverare quando notava che lei ne sgraffignava sempre uno.

    "..." lui alzò gli occhi al cielo "Comunque, smettila anche di divertitrti a prendere in giro la gente!! ok che ti piace quando ti aiutiamo a svestirti..." con un modo di dirlo che lei colse, alzando lo sguardo verso di lui dalla sigaretta tra le dita

    "Cosè quel tono... stai dicendo qualcosa?"

    "... qualcuno potrebbe prenderlo per gusto sessuale e non puoi giocare con le reazioni della gente intorno a te..."

    "Aspetta, aspetta..." gli fece alzando una mano a stopparlo "la stai mettendo come se fosse un gioco sessuale per prendere in giro qualcuno... solo perchè non ho paura  di essere aituata a togliere i vestiti, che per inciso parliamo di quelli che utilizzo per le vostre recite, non significa che vi stuzzico. Cosè, un'altra cosa che cogliete solo voi?"

    "Smettila,  forse l'ho notato solo io ma non fare quella faccia di bronzo, ricordi quel segreto?" vedendola voltare il capo con ztizza e fumare come uan doona anni trenta "Di quello che hai appena detto, cosa era vero e cosa falso...?" sfidandola con gli occhi, e lei con un verso distolse l osguardo di nuovo guardando a destra "Certe volte non ti capisco! E sono serio! Ti comporti come se tutto fosse normale per te come se fossi tra bambini che non hanno impulsi sessuali, o non sanno cosa siano e puoi andare tranquilla ad atteggiamenti come se giocassi... che ne so, come qualcuno come Madame con un uomo... e la cosa grave è che lo fai ma non per veramente qualche motivo sessuale, ma come se avessi degli impulsi che getti là nel mucchio di cose che combini e dici solo per togleire la mano e vedere che succede... ma non siamo tutti te!"

    "Perchè, che vorresti dire, che per qualche cavolata che dico o faccio chiunque mi sia intorno lo prende o lo vede come un segno sessuale e allora sono cattiva...? Mi stai dicendo che offendo i sesso-dotati?"

    "Cosa sono... i sesso-dotati!?!" fece lei scuotendo un attimo la testa confuso

    "AHH! Mi si rimprovera di offendere gli ormoni altrui... come se mi interessasse..." mentre si vedeva guardata male come un rimprovero muto

    "Ti sto dicendo qualcosa che secondo me non va bene in cosa fai tra gli altri! Milan non te lo direbbe perchè lui neanche li vede, o al massimo ti trova comica e divertente, non avete niente da vedere tra voi e quindi lui non conta. Ma Jd per fare un esempio è troppo buono e paziente, a meno che tu non esageri troppo e ti si ponga come freno, e così altri non ti direbbero niente perchè di norma un maschio fa questo. O interpreta cosa recepisce..."

    "O pensa di recepire..." fece lei puntualizzando

    "...mh... recepisce!... e decide di provarci, o aspetta e vede se aveva ragione o fa finta di niente per non perdere l'amicizia..."

    "Che tristezza! E io che pensavo che almeno qui avessi amici che non credessero..."

    "LIA!" fermandola da frasi poco corrette "le persone come dici tu sono diverse tanti quanti sono i cuori nel mondo, ma non puoi decidere per altri di bloccare anche gli ormoni e cosa provano..."

    "perchè! gli altri lo fanno con me... no? Che io sia come vogliono, che faccia cose come voglio...  come alcuni tuoi clienti che hanno usato una frase come la tua -nessun problema per l'imprevisto, magari vi fate perdonare in altri modi- guardando me! E io lo capisco cosa vogliono e pensano i maschi e cosa stava immaginando. pensano che non si capisca, ma gli occhi, cazzo, lo dicono... e non intendo mettere la mia bravura sempre e sempre  per sollazzare il pennacchio di qualcuno, che se lo perdano... che imparino come fece lui perdendo..." mentre lui la fissava cupo per fare due passi e darle un colpo su un ginocchio da farle cadere la gamba accavallata, facendole assumere un'espressione stupita.

    "L'essere umano è anche questo, fattene una ragione e smettila con queste frasi...." fissandola serio mentre lei sospirava infastidita, con le gambe che si agitavano nell'aria, fumando "Non puoi fare come hai fatto con me per scoprire se avevi ragione e avevo le lentine o portavo gli occhiali, pensando che..."


    "Cosa...! Dai, esprimimi cosa ti passa per il cervello, così ho chiara la situazione. Perchè vorrei capire solo un punto! Ok, ho fatto cosa ho fatto con te solo per due motivi. Confondere gli uomini è facile se li si raggira con i vecchi metodi, funziona sempre, e visto che tu sei sempre come punto da una vespa sul deretano per tante cose e sei sempre ombroso quando qualcosa non va come vuoi..."

    "Stai esagerando!"

    "Eh... vogliamo metter ele volte che perdi la pazienza e rimproveri o agisci in maniera arrabbiata che Milan... non fa?!? Cercare di imitarlo, usando anche i suoi termini come -bimba- e sorridendo come un ebete come lui, quando poi esci dai gangheri, a volte a ragione ma non sempre , ma sempre con troppo impeto che lui non fa e..."

    "Quando si perde la pazienza..."

    "Si, si... come con le porte. Tu devi avere qualche flash del vietnam con le porte che quando si incazzi, SBAM!  ma non riesci a reggere troppo la farsa perchè inizi a dire - benedetta ragazza- o rimproveri aspri, sbotti e sembra che tu voglia prendere a ceffoni o le porte... cosè che hai detto quella volta quando mi hai detto che dovevo darmi una regolata con il mio carattere...?!? Se fossi a casa di una delle tue nonne, mi avrebbe presa a sculaccioni...?!" ridendo in maniera nasale per contenersi con una mano"tu affermi di aver fermato le influenze della cultura da cui vieni ma se non cè il tuo controllo, se qualcosa sfugge o non è come lo vuoi, fissi la gente o rimproveri come se volessi rimettere in gira..."

    "ma l'ho mai fatto?"

    "No, è vero. Non è da te essere manesco come quelli del tuo passato, così come Milan. E questo è un bene per voi, ma i tuoi scatti di disapprovazione e di rabbia momentanei sono l'opposto di MIlan che sorride sempre e risponde, ma per le rime, in maniera acuta, arguta, intellignete e che colpisce dove serve... ecco come mi sono accorta, tra le altre cose di certe... questioni! E quindi se tu sei più sanguigno di tuo fratello, e oltre questo, sei un bel tipo se quel giorno quando siamo arrivati qui allo Chateau dopo il volo, dove mi sono imbucata e mi hai mostrato il tuo ufficio... hai parlato di tuo fratello che era quello che agiva e più focoso ma ... parlavi di te, non di Milan. Sei tu quello che più di lui agisce e si sporca le mani se devi, che ..."

    "Perchè mi rinfacci sempre quando..."

    "perchè sei patetico... fai questioni su come mi comporto io, ma il tuo prendere per i fondelli la gente spacciandoti per qualcun altro, usando un modificatore di voce attaccato alla giacca quando stai dietro i paraventi... parlavi di tuo fratello quando intendevi te stesso mentendo, e fai la predica a me!!"

    "Perchè agisci in un modo che io non comprendo! Seriamente!! Ti fai avvicinare, resti tra noi, ti comporti come tu fossi tra persone asessuate ma se noti che cè qualche parola e o atteggiamento d'affetto..."

    "no, sessuale, non d'affetto..." buttando fuori poi il fumo come se fosse in attesa dal dottore, tranquilla

    "HHHMMM..." fissandola malissimo "Chiedi sempre di aiutarti a toglierti gli abiti, prendiamo questo esempio, per poi correre in intimo a cambiarti o a fare la doccia sparendo! Chi lo farebbe normalmente..."

    "IO! Qualè il problema scusa!! Sei umano, sei uomo, non sei un animale che devi sfoderare per sfogare gli istinti... puoi contenerti..."

    "non puoi dire a un uomo questo..."

    "Stai prendendo come esempio momenti riguardanti, chiariamo, le feste, i cambi d'abito, le volte che sei qui e siamo in camera tua o mia e io voglio mettermi comoda, cambiandomi cosa indosso! Quale sarebbe il problema? Neanche ti... che ne so, obbligassi a fare il bagno con me nelle vasche tutte e due nell'acqua per farti roba!!. io resto fuori, ti aggiorno su tutto, ti ascolto e bla bla... come lo dici è come s efossi uan delle ragazze di Madame con i clienti quando questi vogliono solo parlare. Ti chiedo di togliermi gli abiti tu perchè mi viene meglio, ma credi solo te!! Milan, Jd, Lubo, oltre gli addetti delle sartorie siete gli unici con cui non ho problemi di sortasempre restando con l'intimo! E che è... come ne parli sembra che ti dica -spogliami e vieni qui-, cosa che capirebbero altri... a proposito. Non hai paura che qualcuno ci senta entrando...?" ridendogli sfacciata


    "Questo portone come altri si sente pure sottoterra, non cè pericolo. Se qualcuno entra, sappiamo..."

    "Si... comunque, per chiudere e me ne vado, sono stanca, ti comporti come se ti sbattessi qualcosa davanti" guardandolo fisso fumando con la mano destra,  sorreggendosi sul braccio sinitro puntellato, col busto all'indietro, con mezzo sorriso dondolando allegramente le gambe "quando non è così! Ti comporti come se fossi una stronza che cerca di fare la stronza con gli uomini ma fregandoli sempre. Quando non ho intenzione di niente e lo sai, o stai sicuro che sarei io andata a cercare il tizio di interesse. E dico questo perchè da come l'hai messa, ad altri sembra così! E' un pò come se quello che ho fatto per farti abbassare le difese alla Casa della Seta fosse un invito... nonostante tu sappia..."

    "Lo vedi come ti comporti?" guardandola freddamente, stando vicino l'entrata di quella sezione, col broncio, le man i in tasca

    "eh eh eh" rise con  quella risata cristalllina da bambina che combina roba e si diverte "ti stai offendendo per una cosa che non è niente rispetto a cosa tu e tuo fratello avete fatto nei miei confronti. Quindi spiegami, tu sai come sono e come la penso, ok...?... bene. Tu sei uno dei pochissimi che non mi crea problemi a fare quella cosa, baciarti per un motivo, come fu per Rò, e l'ho sfruttato anche se una volta sola, non è che perchè io non ho quei problemi solo con te lo faccio sempre,... anche no... se fosse stato un altro, chiunque ,potrei capire che... boh, legge al contrario la cosa e pensa che io ci provi, ma tu sei uno dei pochissimi che sa come sono e come vede le cose, ma ipotizziamo... Adesso, in questa situazione, perchè mi va ti dico così, a cazzum, avvicinati, e quando sei qui a centimetri ti porto un braccio dietro il collo avvicinandoti e baciandoti mezz'ora, tenendoti a me col braccio per il tempo che voglio... dimmi, dimmi... tu come la interpreti? Penseresti che ci sto provando? Che ho fini sexxuali..." dicendolo in un modo da presa in giro con le x al posto delle s, ridendo "... o semplicemente ti incazzeresti come ora, pensando che ti stia facendo un torto? Tu che mi conosci, anche per le prese in giro spacciandoti per Milan... cosa mi dici...?"

    "Che giochino stai giocando..." come offeso ma anche stanco del suo comportamento

    "Sono seria! Se io per pazzia facessi ciò, tu come la prendersti? Saresti offeso di quello che chiami gioco, penseresti come gli uomini comuni per cui a che ci sono ne approfitto o ... ti chiederesti perchè e per quale motivo?" vedendolo riflettere a quelle parole, contraendo i muscoli del viso "ecco vedi...? Una terza opzione che non consideravi... perchè mai una come me dovrebbe fare ciò? ...." fumando e osservando il fumo danzare per aria lasciando in sospeso il concetto

    "Intendi che che ti comporti in quei modi per un motivo??"

    ":.." lo sguado che gli lanciò fu di offesa e anche un -mi prendi in giro- "NO! Quello è perchè come ho detto no nho problemi a chiedervi quei favori e..."

    "Ah, quindi non ti piace quando ti aiutiamo a toglierti gli abiti e lo chiedi solo per non sciuparli...?" domandò fronteggiandola più duro facendo un paio di passi più verso di lei e dando le spalle all'entrata senza porta, vedendola seria a fissarlo abbassando il mento verso il petto, per poi fumare e alzare il viso verso destra in alto e come per molte cose aveva un significato. E se prima non disse niente, la sent' ridere.

    "Come fossi la meretrice di Babilonia....E pensi che sia una cosa sessuale? Questo mi stai dicendo?" gli fece senza guardarlo

    "Spiegami i motivi, così so che devo ignorarti..."

    "AH, ignorarmi... allora non mi aiuti più, non..."

    "Non dicevo questo!" tagliò corto, vedendola sempre fissarlo nei discorsi e poi togliere l osguardo

    "Quindi qualsiasi cosa tu mi ignorerai perchè pensi che sia per egoismo...?" , facendo girare lui, fissandola diretto quando lei alzò la gamba destra e strinse a sè, verso il busto, avvolgendola co lbraccio dopo aver passato la sigaretta alla mano sinistra ed ebbe  attimo di flashback che lo fece sussultare.

    "Ho... capito!" facendola voltare esterrefatta "Forse ho capito..." vedendola in un'espressione tra il -che vuol dire- e preoccupato del -lo ha capito vero?- "è per quel motivo con un pizzico di interesse che tu..."

    "COSA!" fece lei piccata

    "Tu menti a te stessa e pensi che la gente non se ne accorga!" indicandola con l'indice "piccole cose che sembrano stupide, ma sommate dicono chiaramente..." ma si fermò quando un telefono suonò. Lia lo prese di getto, urlò un "Oh, accidenti!! Mi chiamano... Devo andare....!" con un tono da tagliare corto ma con sfregio e scese dalla tavola-altare. Dorde le disse di fermarsi e quando cercò di prenderla con le mani sulle braccia, lei driblò di lato e se ne andò urlandoti un "Ciaone!" in italiano.

    "...cosa!?!" fece lei quando Dorde la richiamò indietro. Stava pensando a quella volta prima del litigio finale in camera di lui.

    "Che intenzioni hai? Li tratterai come fai con me?"

    "Che cosa vuoi, esattamente?" Ti dissi già più volte che non ha senso continuare ad essere amici nelle considizioni in cui..."

    "Veramente sie stata tu a offednerti a morte perchè..."

    "TU MI CACCIAVI VIA!! Mi hai detto chiaramente nella Casa delle lapidi che non volevi che entrassi più nella tua stanza, non importava la situazione, solo nel salottino...quello intimo, dopo il salottimo per gli ospiti quando ne accogli qualcuno qui...e come mi hai trattata! E' stato il trattamento cosa mi ha fatta incazzare..."

    "Mi sembrava decoroso per entrambi, ho semplicemente cambiato idea e considerato che è corretto accoglierti in un ambiente..."

    "Fanculo, lasciamelo dire!! Ti continui a dire che è la stanza il problema, quando ti ho esposto che la questione è COME mi ha trattata, COSA mi hai detto, e come mi hai buttata fuori la stanza affermando che il mio carattere ti dava fastidio!! Tu, che dici di volere un mondo dove l'etichetta esiste ma in maniera corretta e..."

    "E che dovevo fare!! Mi sentivo a disagio ad averti nella mia stanza mentre tu ti comportavi ocme fai con chiunque, tipo  Milan, pensando che siamo tutti come te!! E se devo dirtela tutta, trovo assurdo il tuo prendertela per i miei comportamenti, perchè i miei hanno un senso, i tuoi no!!" lasciandola a bocca aperta, fissandolo in viso sconvolta

    "Come, come!?! Ridillo! Le mie motivazioni finiscono nell'umido, mentre le tue che sei arrivato a rimproverarmi più volte e a buttarmi fuori la stanza, chiudendo a chiave la tua da entrambi i lati, e quella sul corridoio, che Milan per andare in bagno anche la notte deve andare nel corridio dalla sua ed entrare in bagno... E solo perchè io non ti venga a trovare... chi è il patetico?!? Bastava che mi dicessi tipo -senti, per questioni mie preferirei che tu non entrassi in camera mia, dammi la mia privacy per cortesia e vieni nel salottino privato... - o qualcosa del genere ma che mi dicesse che ti dava fastidio la mia presenza per stupidaggini tue e non ad abbaiare come un pazzo come se fossi arrabbiato per tutto!! Invece mi urlavi ESCI, ESCI!!!"

    "Io..."

    "NO!! Qui la questione è che sei cambiato per stupidaggini!! Tu sarai anche non me e un uomo, ma solo pera cosa accaduta per certi motivi non è normale che ti viene la cavolata e butti per aria tutto trincerandoti in un bunker mentale. Perchè questo è...! Ti sei chiuso la stanza a chiave, tutte  le porte, mi hai vietato di venire in camera tua e quando sei nei bagni, quando semplicemente stavo seduta in un angolo a bere vino e parlare con te mentre facevi le tue meditazioni in acqua... anche se altri, a sentir questo, penserebbero altro, a che parliamo di stronzate sessuali...." con un verso finale da -beccati questa-

    "COSA?!" come se non sentisse alle sue orecchie"Solo tu potresti pensare..."

    "AH NO! Se io ti dicessi Tizio era con Tizia nella sala dei bagni, lui ammollo e lei seduta, e lui stava meditando... a prima cosa a sentirlo che pensi...? E non mi dire che giocavamo a scacchi perchè sei ridicolo..."

    "E io so la verità e non è così..."

    "Ma va!?! Ma per dirti che le cagate le credono e sentono chi crede in ciò che vuole... e siamo sempre là, ricordi la sfida che ti lancia nella casa delle lapidi la volta della statua...? bene, succede quella cosa che ti dissi come esempio, tu penseresti che solo per far quello cè altro...? NOrmalmente penserei di no!"

    "TU!! Tu penseresti di no! Sai e capisci ma non vuoi ammettere che ciò che per te è normale e solo affetto di basso livello, ossia senza interessi sessuale, sia una sciocchezza e non una cosa diversa per altri! Vuoi prendere quell'esempio? Chiunque dall'esterno vedrebbe te che baci una persona x e lo tieni a te vicina con un braccio intorno al collo per qualche tipo di voglia... tu invece sai che non è così, è solo affetto e desiderio di un momento di calore con una persona che consideri così vicina... ma lo vedi tu!! Non gli altri..."

    "Ah, quindi mi stai dicendo che non posso farlo perchè anche quell'altra persona..."

    "Non puoi, perchè o sei chiara e quella persona lo sa e accetta ciò, o non puoi farlo"

    "Ah, benissimo. NOn posso... almeno lo so, non farò niente d'affetto con nessuno e mi risparmio altri nervi..."

    "Andiamo, intendevo..."

    "no, sei stato chiarissimo..."

    "NOn è colpa mia se sei amorale..." fece lui in italiano stanco come se fosse triste della cosa.
    Lia restò un attimo impassibile, poi aggrottò le sopracciglia e si voltò lentamente a fissarlo, il quale ricambiò non capendo quella sua espressione dura.

    "... stai dicendo che sono una poco di buono....!? Che sono una persona de merda agendo contro il senso giusto e del bene e faccio schifo?" chiese lei senza capire

    "Cosa? Perchè? Che cèntra... ti offendi per tutto anche quando non ti si dicono le cose. Ma non vuoi capire, non vuoi davvero capire, se non riesci ad amare o capire se e quando lo provi, non sei capace a sentire e /o comunicare a parole le tue emozioni e fuggi anche i contatti  di tipo fisico. È come se provassi terrore per ogni cosa che sia vicina o intima, sempre intesa come vicinanza fisica, ma scappare terrorizzata e piena di paura da..."

    "Aspetta...! Allora intendevi anaffettiva..." disse lei in italiano bloccandolo perchè lui continuava in quella lingua ma non si capivano

    "IN che senso... no amorale... non è amorale? O è immorale? Privo di amore e concezione dell'affetto?" fece lui stupito, a disagio e turbato nel caso avesse sbaglio

    "Amorale in italiano si dice quando qualcuno si comporta in modo che è contrario o no nriflette la morale comune. La morale è l’insieme di norme e valori di un soggetto, se agisce contro quelle anche di base, è amorale e... vuoi mettere in correlazione la mia personalità con il concetto di assenza di morale per qualche motivo affermando che sono stronza?!?"

    "Ho sbagliato..."

    "Sbagliato... TU!! Potevo capire Milan, ma tu... ah, questa è bella!"

    "...intendevo che non capisci e non provi il senso di amore e affezione come gli altri.. .ero sicuro..." fece lui perplesso ripassando le amore Amore, Amorale, anaffettivo "...Comunque...Seriamente, non troverai mai nessuno che ti ami a tal punto da accettare quell'esempio per prenderne uno e non volere altro da te... fattene una ragione! So che alla fine ti eri tranquillizzata da avvicinarti a noi in amicizia, ma per fare anche solo questa cosa,  un abbraccio o un bacio per te normali d'affetto E BASTA!.... non credo ci sia verso di essere felici con chi ti ama per come sei da restare... solo come vuoi tu non è affezione o amore come è per gli altri..."


    "perchè la metti sempre che devo fare o niente, perchè..."andando di nuovo verso la scrivania, dietro.

    "Non puoi pensare veramente che in un legame con qualcuno, lasci libero l'altro di cercarsi cosa vuole altrove... sarebbe da pazzi lasciare libero l'altro di fare quel che vuole per sfogarsi, e non con te, perchè tu non vuoi dare e ritieni che mettere le catene per promesse che poi non vengono considerate..."

    "Appunto! Io la penso così! Ci fu perfino Zela che se ne uscì dicendo -se fossi maschio ti sposerei- dicendo che non credeva che per me andasse bene ciò. Sposare sarebbe pure troppo per me, non ci credo, ma per dire che io trovo vergognoso l'obbligare a recitare promesse che in realtà non si sentono, perchè questo è o non ci sarebbero miliardi di tradimenti dopo le promesse anche a Dio e davanti a tutti, per cercare qualcosa che non si ha nel rapporto...! Tu dici a me pazza, ma non è pazzo mettere la palla al piede alla gente perchè sia moralmente sistemata per la società, obbligando ad accettare cosa il matrimonio porta, eprchè questo è... ficnhè si è fidanzati è perfetto, appena ti sposi è la morte della relazione e di tutto quanto e poi la gente si cerca cosa gli manca o la boccata d'ossigeno che non aveva più... io non incateno, non obbligo, non mi aspetto fedeltà perchè... lo hai detto tu stesso più volte! Siete umani! Siete uomini! Anche donne ma qui si parla dal mio lato... credi davvero che esista qualcuno che ami  che dopo aver avuto cosa vuole, vuole bene a me e come sono, per chi sono, da essere felice al mio fianco sempre come amici intimi, e di vecchia data, e con profondo affetto quando si sarà stancato di ciò che ha avuto? Tutta me?!? Sei folle se pensi questo... Perchè una volta data tutto cambia... basta vedere te con una cazzata con quello scherzo... Io sono la stessa che per come erocombinata col corpo prima e per i medicinali, odiava lo specchio, anche ora, per questo mi specchio pochissimo, ma ancora prima di incontrarvi ed essere così come sono ora... credi che non stessi male? Le volte che mia madre mi diceva che facevo schifo, ero un roito, una vacca malandata che era solo vergogna per come stavo male e mi avevano ridotto... che mi urlava che non trovavo uno buono neanche a pagarlo... Zay mi ha conosciuta a metà dello schifo che ero, poi ero ancora, ancora peggio di quando mi ha incontrata e solo se esistono Dei, loro solo sanno oltre me, come mi sentivo a guardarmi allo ispecchio e a sentire lei e Rò e tutti nella mia vita, anche estranei, che mi chiedevano perchè non avessi nessuno e non avessi vita amorosa... Io che ero sola, senza amici perchè mi sputavano in un occhio perchè non nei canoni, che nona vevo un briciolo di affezione e vicinanza da nessuno...ci osno state volte che guardavo lo specchio con la voglia di piangere e pensavo -se anche se fosse solo per sesso, chi mi vorrebbe? Sarei solo uno schifo che non può muoversi rovinato da medicine e disperazione, neanche un incell mi troverebbe interessante anche solo per sesso occasionale-... quindi smettila di farmi la paternarle perchè l'hai detto, io so la verità, non ho bisogno di te o Zay e Ric che mi dicono le cos epensando di parlarmi come esterni a me e quindi non sono consapevole... IO SONO CONSAPEVOLE di come appaio all'esterno!! Da quella volta nel video dei miei 18 anni in cui vidi sull oschemo una ragazza e non capivo chi cavolo fosse, non la conoscevo e poi appena parlò.... solo allora, capii che ero io, e ho compreso che non avrei avuto nulla perchbè non è solo dipeso da me, ma da altri... e se perfino voi che ritenevo amici dopo quei due che ho allontanato... s eper voi come sono nel profondo, come mi comporto e tutto no nvanno bene perfino...amici... che senso ha?!?"

    "Ascolta....tu e ,la tua ricerca spasmodica di capire, comprendere, di raggiungere a risposte ma che di fatto alcune... non possono essere raggiunte con la sola testa e pensiero. ma tu già lo sai, l'unica cosa che non puoi con la dissociazione e visualizzazione è come questo esempio... tu non puoi avere nulla neanche sforzandoti, non puoi sapere le cose come sono neanche in quel modo, perchè ti senti mancante di pezzi per raggiungervi... " le disse avvicinandosi un passo alla volta, calmo con le mani nelle tasche, e visto che tu normalmente, di solito, non provi niente per spingerti verso qualcuno, anche se cè quel tuo piccolo segreto... nonostnate questo non hai risposte su cose che alla fine non conoscerai mai. E anche cosa leggi e trovi in giro, per te sono cose dubbie? Ricordiamo le volte che leggevi e ti fermavi dubbiosa perchè non comprendevi quelle fasi? io le ricordo perchè solo quando ti incalzavo che ti vedevo con quell'espressione quasi rammaricata e rassegnata, tra te e te senza trovare modo di comprendere, non ti prendevo il libro e capivo cosa ti turbava, ma per restare in tema, ricordiamo bene i pezzi che ti mettevano in crisi da non capire i personaggi e la lettura e ti facevano bloccare dall'andare avanti perchè no nsapevi come interpretarli?" metnre lei voltava il capo con sguardo affilato e offeso "primi libri... -stava usando lei come uno sfogo per il suo desiderio -.... -affermato ad alta voce che l'amore coincideva con il desiderio carnale -, -  stesse continuando quel loro rapporto solamente per avere una valvola di sfogo  -,  - capitava che venisse preso da un insopportabile pensiero crudele. Volerla violare fino al punto di farle perdere se stessa. Fare in modo che non pensasse a nessun altro tranne che a lui. Fare in modo che  solo sua nel vero senso della parola. Quello, era il segno di un desiderio molto forte -, -  poteva essere considerato un “legame”, un rapporto costruito solamente sull’unione dei loro corpi? -, -  tenere legato a se qualcuno con il proprio corpo è una cosa crudele, mi sono chiesta se fosse una cosa non fare mai -, - però invece di dire quelle parole, non posso far altro che legarsmi a lei con il mio corpo -, o quello che ricordo ti fece venire dei dubbi da non volerne parlare e pensare di chiamare Madame per capire almeno quel pensiero,- fu senza calore e senza tenerezza-, - Era come scorgere per la prima volta il viso di un'amante nella luce incerta del sole e vedere finalmente quale aspetto ha, dopo una notte di membra intrecciate e orgasmi condivisi al buio-, era stato pieno di calore e piacevole- e ancora, -mi chiedo come te la caveresti con un uomo che ti chiedesse intimità, amore e affetto-, e per finire  gli ultimi due che ricordo. - osservò allo specchio il suo corpo nudo, che sembrava riprecipitato nei suoi terrori, e che ai suoi occhi amareggiati già appariva come mai, mai amato-. E sai qualè la cosa più penosa? Che tu vuoi capire il concetto senza sapere veramente cosa cè a monte, perchè rifuggi l'intimità. Ma come per quanto detto sopra, non avrai mai niente, e quindi, sei destinata a ciò che già sai..."

    "Che cosa vuoi,...  cosa?"

    "non capisci..."

    "E BASTA CON QUESTO NON CAPISCI!! Fate tutti a dire che io non capisco! Quei due in Scozia dove cazzo stanno a dirmi non capisci, voi a dirmi non capisci ma sempre quando si tratta di cose mie!! NOn capisco l'amore, non capisco questo, non capisco i miei comportamenti che per voi non vanno bene... a me!! Che ho dovuto prendere a calci in culo gli stronzi perchè si comportassero decemente!! Più vi si dice che offendete solo e basta con queste frasi, senza capire voi cosa dico, come mi sento, cosa desidero e ttuto il resto... Vattene, sono stanca e ancora devo ricevere quella gente... vattene a farti la tua vita...."

    "Quindi vuoi andartene?"

    "Certo che lo farò, adesso più che mai!! Se fossi morta molto prima... invece di dispiacermi ancora e ancora... e come ultima lode a quelli come me,   il mio saluto a me stessa sarà alla Giacomo Leopardi nel suo -A se stesso-... per chi come me capisce che si può tentare di tutto ma non ci sarà o non si potrà ottenere cosa si desidera E PER SE' sono qualcosa che valgano che le cose basiche per altri... voglio solo andarmene stavolta docile col morire della luce e non udire più...."

    "E loro..."

    "Loro me la vedo io, non te ne fregava prima e ora continuii a ripetete a pappagallo quel -loro- come se per te fossero importanti!! Prima li prendevi in giro spacciandoti per qualcun altro, davi solo ordini e quando non ti andava ti rintanavi nello Studio. E ora di colpo ti preoccupi per loro che tratto con distanza..."

    "Certe cose possono cambiare, ti sbagli quando credi che non è così... anche se ti spiegassi... ancora non comprendi cosa significa amore e legami per tutti noi e...  non capisci...."

    Lia scaratterò malissimo, prese un fermalibri sulla scrivania pesante e con rabbia, avendola seguita e si trovava quasi di fronte a lei ma dietro la scrivania, un pò verso destra, glielo tirò contro  con sguardo omicida. Dorde si sporse per schivare alla sua di destra e l'oggetto colpì la nave, riproduzione di un sottomarino di qualità che lei teneva in varie stanze quanti erano i modelli di quei mezzi, che si sfrantumò in una parte e i pezzi colpirono il ritratto pessimista, che ballò sul chiodo e fece un tonfò a terra.

    "Vi odio!! VI ODIO!!! Se questo è il vostro cazzo di pensiero, che io non posso  meritare affetto o amore come lo desiderio io senza soffrire o mi trattate di merda o si finge solo per tenermi buona, AFFANCULO allora non cè niente per messuno, in nessun modo, potete stare freschi, andate a quel paese del cazzo che vi piace tanto....!!!" fece con rabbia lei contro Dorde che cercava di calmarla e vedere cosa era accaduto. Sapeva che la sua rabbia era anche per i danni ma stava sfogando ciò che era maturato nella loro discussione.
    Dalla porta entrarono il giovane che lei stava curando dal cancro e i tre dell'ave Maria, che uditi i rumori e le urla di entrambi, erano accorsi.

    "Sparisci! Più vi si dice a tutti quanti quanto fa venire il nervoso sentirsi dire che non capisco, che non posso capire, che non posso comprendere e più manderei ben più di un diluvio universale per togliere la feccia è l'umanità! Vattene, cazzo, ono farti vedere, sapete tutti quanti solo trattarmi da schifo, come una demente, allontanarmi o affermare che sbaglio e solo io!! E voi restate tutti uguali!! VATTENE!!" tirandogli altra roba, mentre i tre recuperarono il quadro, che aveva cornice rotta in una angolo e il vetro in frantumi, e raccattarono pezzi del sottomarino in giro, constatando che cèra un buco in quella ancora sul mobile di fianco la libreria dal lato del quadro.

    "MALEDIZIONE!!" dicenva a denti stretti lei rabbiosa "non fanno altro tutti a rimproverarmi facendomi sentire fuori posto, sbagliata... una merda...!!" Sbattendo le mani sulla scrivania, mentre Norvil la fissava non sapendo che fare e rattristandosi per lei. Rispetto altre volte in cui lui era entrato con un sorriso ed era uscito ocn un sorriso, bevendo qualcosa con lei o giocando o dialogando, lasciandosi da cari amici, era finita malissimo.
    Non capiva la situazione ma sembrava che lui avesse toccato qualcosa di doloroso e ora lei era fuori controllo.

    Dorde sbattè un'anta della porta con rabbia per aprirla, facendola abbattere contro il muro e urlò arrabbiato "Fuori tutti! Adesso! E non fatevi più vedere a entrare senza permesso!! ORA!!" guardando male i tre e il ragazzo.

    "Ma..." fece Norvel ma Kovacs gl idisse all'orecchio -andiamo-

    "perchè dobbiamo finire così da quando abbiamo litigato?" proruppe Dorde appena soli "dicevi di odiare la situazione nella tua famiglia, che odi i litigi e tutto quanto, e continui a cadere nella frustrazione di tenerti tutto dentro e poi esplodere e per cosa?! Ti arrabbi per niente quando io e gli altri vorremmo solo..."

    "Come osi!! Per neitne!?! Hai davvero detto per niente? Mi volete costringere a non essere io per essere accettata e non è niente? Mi stai accusando anche tu come le merde della mia famiglia di non consdierare gli altri? Di no navere considerazione degli altri? Mi ripetevano questo, paragonandomi a gente che veramente se ne fotteva ma sapeva essere amata!! Fa male cazzo, fa mele come la merda le accuse e non capite!! Se fossi rimasta là avrei subito ogni giorno tutto quanto mi svuotava e distruggeva, con quelle frasi accusatorie di cose che io no nero. Ma se sono così ora, è colpa di tutti voi e..."

    "Ragazzi..." Milan apparve dal passaggio segreto presente nella stanza e li rimproverò "avete allarmato tutti e sono dovuto venire qui di persona per dirvi di smetterla!"

    Lia e Dorde si voltarono verso di lui così sorpresi da aver perso le espressioni di rabbia, per una di stupore e incredulità. Lia disse qualcosa guardandolo stranita dalla testa ai piedi come, con un'espressione diversa, come se stesse dicendo qualcosa che voleva tenersi per sè "Ma... ti stavi preparando per una sessione particolare alla Casa della seta?"

    Milan era vestito con una divisa degli addetti a pulizia e manutenzione, ogni gruppo o reparto aveva la sua divisa, e aveva i capelli a vedersi tenuti sotto la calotta pre parrucca per indossare una parrucca appena visibile scura corta e aderente alla testa usate per ceercare di non far capire di avere davvero capelli artificiali, e un cappello militare con visiera. 

    Lui rise "Ma no... mi sono accorto dall'ufficio, dopo che la nostra valente segretaria ha ultimato i resoconti della giornata, che dai monitor lui era in giro "indicando il fratello" e dopo averlo chiamato ha detto che doveva parlarti... poi ho notato che eravate rimasti soli e sapendo che ultimamente vi scornate ho deciso di avvicinarmi a questa stanza di soppiatto ma è partito il casino e tutti sono accorsi e sono dovuto passare per i lati... nascosti. Ragazi davvero, perchè dovete litigare?"

    "Mi stai dicendo che le mie lamentele non hanno valore?" fece lei offesa

    "Ma no, bimba.." andando da lei a braccia aperte per abbracciarla, stringendola a sè" itnendenvo che capisco che cè qualcosa che ti fa star male, non so cosa... perchè non voglio intromettermi, ma sei troppo agitata per..."

    "Milan... primo! NOn hai lavorato davvero per finta con questi indumenti con cui mi abbracci?"

    "Scema, ho solo finto di passare l'aspirapolvere che mi sono trascinato in una delle altre stanze collegate col passaggio. Ti regalo un frammento di affetto e ti lamenti che ti sporco?" ridendo divertito

    "MMMHHH!!" fece lei con il viso verso il suo petto "ti ricordo che ovunque ti muovi e cosa tocchi se dei gruppi direttamente, è toccato da tanti..."

    "Si l oso, ma goditi la mossa Milan. Un  abbraccio d'affetto per dirti che tutto va bene. OK? Ora, potete fare pace?"

    "..." lei non disse niente finchè non  capì che anche Milan si era zittito e cèra silenzio vero nella stanza. Così si voltò.
    Dorde stava a fissarli arrabbiato. Come quel giorno. un paio prima del litigio, che lei gli dava una mano nella stanza di Dorde stesso, a controllare un video di una persona che dovevano cercare perchè rapita e compariva mesi dopo in video non proprio speranzosi, essendo destinati alla vendita per gruppi di malati che amavano abusi e omicidi. Dorde era incavolato perchè non trovava elementi utili a localizzarla e peggio sapere se era viva, e Lia, nonostante i tentativi con varie agenzie governative segrete nel mondo e tutti i Crell all'opera, non aveva cavato un ragno dal buco.
    Per lei si poteva continuare a perseverare ma significava cercare solo chi l'aveva accoppata e stop. Per Dorde no, lui sentiva, diceva che era viva.
    Per la terza volta, gli disse di fare una pausa, spremersi in quel modo era solo deleterio, ed era meglio fare pausa ma lui niente.
    Lei era seduta al solito sul copriletto tutto trapuntino ma in eccesso di qualità, ori e tutto. Sembrava diceva sempre di entrare in qualche palazzo reale e vedere l'urlo di "guardami, sono da riccone" di ogni cosa.
    Non si metteva mai dentro i letti, ma solo sui copriletti perchè trovava interessante vedere come era restare più tempo su materasso di piume come lo avevano loro, ma si limitava a quello.Solo da Zay aveva accettato l'invito di dormire nel suo letto, ma erano entrambe ragazze e e lei non le avrebbe fatto nulla. 
    Una voce li fece voltare verso la porta a doppio battente che faceva comunicare la camera di Dorde cone quella di Milan. Questi era appena entrato, Lia riconobbe la voce ma non poteva vederlo perchè il letto era più rientrato rispetto la porta mentre Dorde in piedi a vedere la proiezione contro l'armadio bianco fece un'espressione e un sospiro. Trovava il fratello sempre troppo infantile e sapev ache quando lui era in stanza, tutto diventava allegrotto. Si arrabbiò quando la vide contenta e su di giri da scendere dal letto e andare verso il fratello minore, che la placò dalla corsa abbracciandola come faceva sempre.

    "Ragazzi, sono venuto visto che non tenete nessuno di guardia, con Helias a controllo... sono sgusciato qui, ma di sicuro sanno che un Milan cè comunque... come vi va? Tutto bene bimba? E tu fratellone? Cosè... quell'espressione!?" facendo voltare anche Lia.
    Dorde era letteralmente incavolato, scazzato, li fissava con le mani in tasca con un'aria che avrebbe voluto buttare tutto per aria e andarsene.

    "E' solo stanco, sono ore che cerchiamo di capire dove si trova...  Ho un'idea, è quasi ora di pranzo, ti va di pranzare tutti insieme?" disse lei a Milan contenta

    "Intendi come hai sempre desiderato un pasto con chi ti era amico, tutti insieme,  ma non hai mai avuto? Per me va bene..." guardando poi il fratello "Potremmo mangiare nel salottino, quello più intimo, che ne dici?" guardando il fratello con aria bonaria mentre quello sembrava volersi lamentare di cose

    "Se proprio dobbiamo..."

    "Davvero?!?! QUindi possiamo?" fece Lia contenta a Milan che le disse di accompagnarlo a prendere il tavolo.

    "Che tavolo...." domandò lei senza capire

    "A volte io e lui abbiamo discusso qui lontano dagli occhi di tutti, qui possiamo senza nasconderci troppo, ma avevamo bisogno di un tavolo per carte e altro, cosa che non cè nel salottino, sono bassi per il tè o per arredamento anche se vi poggiamo cose. Teniamo alcune cose in una stanza della servitù che al bisogno prendiamo da noi, restando di sotto, con l'ordine di non salire se non dietro chiamata, anche se sentono non vengono... quel tavolo è apribile ed è perfetto..."

    "NO, lascia stare, vengo io, so come portarlo e montarlo" fece serio e infastidito Dorde, seguendo Milan che si era tolto la giacca e si avviò verso il corridio. Al loro ritorno protavano un tavolo di legno piegabile ma di ottima fattura. Era quadrato ma con parti che si potevano agganciare si allungava.

    "A me sembra, già chiuso, bello grande per contenere cosa ci serve, non cè bisogno che lo allargate. Cavolo, sembra quello di mia nonna, seppur era ovale e aveva al centro le parti per fare una sezione aggiuntiva e..."

    "Sei sicura che basti così comè?" domandò Dorde poco convinto "siamo in tre, metti i piatti, le bottiglie..."

    " Smettila di fare l'immusonito, ce la facciamo. ora ci serve cosa mangiare, andrò giù e...." ma Dorde la stoppò.

    "Milan, se devi cambiarti o simili vai adesso. Ci penso io..." andando al telefono presente nel salottino dove si trovavano, quello più intimo e meno formale che era prima di questo e riservato ad ospiti, e parlò con la cucina.

    "Si, devo lavorare con altre due persone e restiamo qui. Salite tre porzioni complete con dei vini, tra cui uno rosso frizzante, e per antipasto delle bruschette all'italiana, uno dei secondi di carne, se non sbaglio ci sono gli involtini di spinati, poi patatine fritte come contorno e per dessert qualcosa al cioccolato bianco, anche non elaborato. Si. SI. Esatto. Attendiamo tutto qui..." fece lui come se lo avesse fatto altre volte e faceva finta di non notare Lia che voltava la testa a volte a destra e a volte a sinistradietro di lui sporgendosi,  con faccia stupitacome se non ci credesse, attenta al dialogo.
    Appena messo giù, le si voltò un pò infastidito.

    "La smetti di fare come un fantasma o una spia con la testa a guardare me mentre ordino? Cosa cè?" Guardandola con alcora la mano sulla cornetta dell'antico telefono anni trenta.

    "E' solo... hai davvero ordinato queste cose?!? Perchè?"

    "... dici sempre che volevi da anni mangiare con qualcuno con queste cose, ed ecco. Ora però calmati, e aiutami con la tavola, visto che dobbiamo fare questa cosa...." andando verso il tavolo ancora senza nulla.

    "Perchè quel muso? Non ti va? Se no nti andava..."

    "no, tutto ok..." chiuse lui e prese da un mobile l'occorrente. Era chiaro che sapeva come sistemare tutto per un pranzo o cena come Milan aveva detto.

    "Ecco..." fece lui quando qualcosa risuonò nella stanza e Lia si guardò intorno non comprendendo

    "è il nuovo cicalino di avviso, quello di prima si era danneggiato e lo abbiamo fatto cambiare, ora però sembra un insetto con il mal di pancia "facendo ridere lei, ma lo vedeva sempre come scocciato. Lo vide uscire verso il corridoio per le tre porte subito a destra e sinistra della scala, prima di girare a gomito per andare nelle stanze dei due fratelli ed erano luoghi per gli addetti alle pulizie, mini magazzino da dove avevano preso il tavolo e zona per l'elevatore dalla cucina e simili e quello per la lavanderia dietro un'altra porta.
    Lo vide entrare con dei vassoi e si offr' di aiutarlo ma lui rifiutò facendo più viaggi per portare tutto e lei si chiese perchè, visto che avevano un carrello antico portavivande per portare tutto in una volta insieme, senza tutto quel casino mentre i cibi e altro mandato da già giungevano uno dopo l'altro.
    Milan tornò cambiato e sempre sorridente e placido e si sedettero.
    Ma quello che fu per Lia finalmente un bel momento con amici a mangiare insieme, tranne le volte che lo aveva fatto con il gruppo dei veterani nel boschetto o nella sala mensa, cambiò.
    Milan parlava e raccontava, Lia ascoltava e faceva domande, Dorde restava in silenzioe visibilmente annoiato, contrariato,  infastidito da qualcosa e sbuffava e diceva ai due di calmarsi quando si prendevano in giro si stringevano una mano, o Milan si allungava per mezzo abbraccio da fratelli, rovinando tutta la pazienza del fratello maggiore.
    Milan vista la situazione cercò di contenersi e fare come il fratello ma l'atmosfera divenne fredda e a tratti tetra quando Dorde ricevette una telefonata per avere informazioni su quella scomparsa e terminata iniziò a lamentarsi che stava perdendo tempo. Appena si accorse di cosa aveva detto, fatto per frustrazione, cercò di spiegare ma Lia si gelò, prese piatto e posate e basta e si alzò, dicendo solo "continuate pure" andandosene via.

    "Dove vai...!" fece Dorde senza capire

    "Cosa vuoi che ti dica! Avevo sognato momenti con persone amiche che non avevo vissuto, a quanto pare non posso averlo. ho passato la vita a vivere in un posto dove i pasti insieme era obbligatori e sempre finivano da schifo. Mangiando da schifo! Dove dovevo sentire tutti loro lagnarsi e sbraitare i loro problemi, oddio che problemi erano rispetto i miei, metnre se aparivo bocca rompevo i coglioni e no volevano sentire la mia voce. Dove non mangiavo vose buone, ma sempre roba da schifo. Dove non potevo avere discorsi o risate, trnquillità e convivialità! Dividevo se e solo se erano miracolosamente in dispensa una birra da 33 in vetro in tre, capisci in tre!?! perchè costavano e io nnostante maggiorenne e intendo fino a quando non sono venuta con voi, potessi bere! E non potevo comprarliperchè senza soldi ma anche un posto dove tenerli o poter buttare i resti. Niente quello, niente l'altro!! Sempre a vedere loro a scassare il cazzo per le loro stronzate e io muta!! E visto che ho capito che non ti piace stare a tavola con tuo fratello e altri e mi sa che i vostri pasti insieme non erano amichevoli, vado a mangiare da sola e grazie tante per quest'altra merda! Già quei coglioni del gruppo di Zay, Ric, Phib, Zelas che dicevano -faremo questo, faremo quello, siamo amici veri- e poi si è visto!! Chi ha perso tutto sono stata solo io di tutti, perchè lo so che loro avanti con le loro vite e quella a vegetare con niente, finita nonostante gli sforzi a restare là dove non voleva stare... IO!!!:..e chi se la rpende in culo sempre io!! Mangiate pure, io me ne vado!" portandosi un solo piatto ammucchiando roba dai vassoi come un buffet. Da quel momento aveva rifiutato inviti ulteriorii. Anche quando Milan le disse che aveva preparato un luogo nei sotterranei dove lui e Dorde potevano andare senza visti e come nel salottino avevano uin tavolo da pranzo, anzi una stanza da pranzo completa e senza che mancasse neinte, per pranzare o cenare insieme in pace. Ma non accettò mai finchè non se ne andò definitivamnete.


    "possiamo discutere..." iniziò Dorde ma Lia si arrabbiò e parlò guardando Milan.

    "Io no ho intenzione di parlare più, come la mia cavolo di famiglia ho detto così tanto che perfino queste mura dovrebbero sapere!! E invece tutti non fate altro che trattarmi da farmi stare male e pretendete che io cambi!!" guardando con rabbia Milan "Nessuno di voi comprende come si sento adesso, che è quando stavo da loro. Ero sola tra stronzi e basta. Se riuscivo a dormire un pelo meglio edi giorni di prima, l'inizio della giornata era una merda. Ti si trattava di merda. Mi si arrivava a dire, pure, che io godevo nell'urlare e sbraitare e creare situazioni di litigi. IO!!! UIo stavo male, soffrivo, mi sentivo male dentro ogni volta che mi alzavo e neanche il tempo di andare in bagno, che mi trattavano da schifo. E mi diceva pure che io ridicendo cosa mi avevano fatto ero come i vecchi che riesumavano cazzate e le ripetevano in loop. Che rompevo o coglioni. Bei giorni di bel tempo passato con altri, non ce l'ho nè in casa ne altrove. Mi hanno trattata da merda e dopo anni dalle medie in cui ho sentito che dovevo finirla lì di vivere, perchè era impensabile continuare in quel modo, non ho fatto altro che sentirmi sbattere in faccia tutto lo schifo che pensavano fossi!!! Credevano veramnete che io godessi nei litigi, che mi sentissi realizzata, così mi dicevano mentre io volevo morire, morire, morire!!! Facevo cose da autonoma, andavo qua e là risolvendo le cose mie, dopo che quella insegnante di piano mi aveva fatto capire che io qualcosa potevo!! E invece è stato un discendere nell'inferno, nel mio restare tra loro a soffrire, sentirmi sola e abbandonata, dove se avevo davvero dei soldi da parte li tenevano loro, io non sapevo niente e non potevo sapere niente. Non mi hanno insegnato altro checomportamenti come loro, che facevano i signori a parole e poi si comportavano esattamente come tutti gli altri, in modo vergognoso che io non accettavo. SOno al limite, ok!?! Anche adesso, VOGLIO ANDARMENE! Voglio smettere questo, voglio che finisca tutto!! SOno stanca!NOn ho ricevuto altro che schifo da tutti, in famiglia mi ballano tutti in testa a cominciare dai fratelli che mi ordinano a me che sono la maggiore di stare zitta e non intromettermi in niente come fossi un cazzo di cane! Che mi urlano che io spendo soldi inutilmente e per cazzate e loro hanno... lascia stare! Sono sempre io quella che perde! Come a scuola media! Mi trattavano come a casa, insegnanti e compagni, sempre a vedermi per quella che non ero e dovendo andare a una cena con tutti, essendo gli insegnanti una merda che valutavano pure se tu eri presente e partecipavi a tutto, decisi di invitare come compagnia per me un ragazzino di un'altra classe che sembrava gentile e amichevole nei miei riguardi e pensavo fosse amico. Gli chiesi se gli andava e ovviamente dovetti avvisare quella grandissima...Irene, grandissima... che le venisse qualcosa e a questo punto si, che sono merda, che lei e tutti vivano una vita di sofferenza... che ero accompagnata. Lui, stronzo maledetto, arrivò e quando gli dissi grazie di essere venuto, fu intercettato da Irene, merda maledetta che si appicciòà con altri come una cozza e lo invitò a sedersi accanto a loro, tra loro, al centro del tavolo. Io rimasi come una demente quando questo pezzo di merda disse si e rimase con loro, non mi rivolse più una parola mentre io alla fine del tavolo sola a guardare in giro tutti che si divertivano, a vegetare, a soffrire, a stare silenzio per poi andarmene da sola non salutata da nessuno a tornare a casa, altra merda di posto, a voler morire ancora e ancora. O le volte che mi si incolpavano cose come epr i miei, di essere maligna, crudele, stronza, merda... ed è così che vivo anche qui. Con tutti loro che sono come quelli là fuori, a questo cretino come gli altri che vuole che io cambi e sia come vogliono o si aspettano e pure che debba abbassarmi a cose che non voglio... voglio finirla qui!!"

    "Bimba... io non voglio che tu te ne vada, e..."

    "Anche tu!! Vuoi farmi soffrire ancora per le tue stronzate?"

    "No... è solo che... possibile che nonostnate cosa ti ho permesso di avere che sognavi, non ti senti di vivere in pace?"

    "Milan!! Puoi avermi dato una stanza, un cavallo, modo di comprarmi qualcosa che desideravo ma a parte te, e un poco i veterani, tutto il resto mi è avverso, come là. Le persone non mi vogliono fra i piedi. NOn piaccio a nessuno, perfino QUALCUNO afferma che io devo calmarmi e comportarmi in modo diverso..."

    "Seriamente, fratello. IN cosa dovrebbe cambiare? Conosce le buone maniere, ha rafforzato le sue conoscesse di bon ton e comportamento con Madame, sa come e quando comportarsi in ogni occasione, ha...."

    "Non è per quello che..."

    "Lui vuole che io mi comporti come più gli interessa... che io non sia come con te per esempio..."

    "Se ti viene di essere così con noi, perchè..." fece Milan senza capire ma Dorde lo rimproverò.

    "Per cortesia, non metterti in cose che non ti riguardano!"

    "AH,NO!" fece lei vedendo che Milan era come sempre rimproverato dal fratello maggiore "Non ti azzardare, già altre volte ti ho fatto capire quando non sapevo della vostra truffa, che non era corretto fare così con lui. Non lo merita. Solo perchè io e lui abbiamo dei caratteri naturali meno impomatati e lascia perdere cosa penso quando fai come adesso, rispetto come tu vorresti, non signfiica che siamo sbaglaiti o simili. Stai facendo come da dove vengo io. E si è visto che cosa ha comportato ciò in me da farmi venire ansie, paure, terrori di errori. Errori che NON AVREI DOVUTO FARE, neanche piccoli che servono a crescere, a capire, solo con gli errori si migliora, si comprende, si cresce. ma no, dovevo essere la figlia senza problemi ne altro che non rompeva il cazzo e non creava problemi per loro, ma non essendolo ecco che sono una persona di merda. E solo una cosa volevo dalla vita. Non ricchezza, non potere, non successo, non case megagalattiche di dimensioni che no nso a che servono, l'apparire, e tutte le stronzate che sogna la gente. Io volevo solo un posto da chiamare Casa, con persone che vedevano me e non avevano problemi ad accettarmi, e intendo la vera me non la falsa che esce smepre per abitudine e non va bene lo stesso, che potessi vivere una vita di pace, bei momenti, ottimi rapporti con gli atlri... ma quanto pare io non posso avere niente di ciò, perchè QUALCUNO afferma che non posso essere amata se io non sono come andrebbe bene, e non dò cosa io non sento di dare. E siccome io non provo niente per nessuno in quel senso e NON CE' NESSUNO CHE PER ME E' INTERESSANTE O VICINO per le stronzate che consigliate. QUindi basta... io me ne vado..."

    "Aseptta, per favore.... ho parlato con mio fratello del fatto che eviti un pò tutti per qualche motivo che ti ha fatta arrabbiare ma... fai pace con lui..."

    "NO! Deve entrarvi chiaro in testa che dopo Rò e Zay e Ric non accetto più nulla e non mi faccio più ballare in testa. NOn accetto più ninete di ciò che mi ha fatto solo soffrire. Io non cambio e ne altro. Mi fai una cazzata, basta..." voltando le spalle per andarsene

    "Bimba, fallo per me! Per favore, è un musone e quando si arrabbia è un pò scaratterato come dici, ma... fai pace e non mettiamo muri appena te ne vai. Ho promesso, ma non creiamo litigi..."

    "Perchè dovrei farlo? Sentiamo, dopo cosa ha fatto e detto, io..."

    "Sei arrabbiata, offesa, tutto quanto... lo so..." avvicinandosi e stringendola a sè " ma fammi questo favore e non allontanarlo ne odiarlo, o te ne andrai via piena di ulterteriore dolore e rimorsi. Fallo per me e perdonalo..."

    "..." facendo i versi quando era arrabbiata facendolo ridere

    "Per favoreeeeeee!" dondolandosi a destra a sinistra e viceversa mentre la abbracciava.

    "Mi devi 10 favori per questo!!"

    "Urca! E va bene... se ti passa la rabbia...."

    "Aspetta, ho detto nulla! Ancora! Solo perchè tu lo chiedi, sarò magnanima... che persona buona e giusta sono!....!!...Eh, si, buona e giusta!!!" facendolo ridere perchè sapeva che era solo una battuta da cattiva "non torneremo amici come prima ma non gli sputo in un occhio quando lo vedo..."

    "Bimba, tu non sai sputare!!" le disse ridendo

    " E ora ho cose da fare, tanti saluti..." fece lei dando le spalle a Milan e andando verso la porta. "E comunque Milan, almeno tu, aiutami a trovare la pace che desidero o sarò costretta a trovarla da sola, con le mie mani, come avrà fatto ognuna delle ME di ogni piano parallelo se è vero... a morire male e con dolore, sola e disperata... l oso che questa è la mia fine, sempre...."

    "Io... ok, se è ciò che desideri, proprio perchè ti volgio bene, anche se non sono la persona speciale per te, ti accompagnerò sulla Soglia perchè tu te en vada..."

    "Perchè dovremmo farlo?  fece Dorde offeso "con noi non vivi bene?" vedendo fissato male da entrambi gl ialtri presenti

    Appena giunse di fianco a Dorde lo fissò irata "Passi, e per tuo fratello, ricordalo, tutto questo ma non saremo amici come prima ma solo alleati nel lavoro. Quindi non pensare nemmeno di... qualsiasi cosa pensi, è solo per lavoro e cordialità formale. Non perdono, non da Rò e Zay e Ric, che sia chiaro. Ora vi lascio soli, sarò cordiale con te ma come prima, MAI!!! NEIN!!"


    Se ne andò con le frange del vestito anni trenta che danzavano con aria offesa e piccata, lasciandoli soli.

    "Fratello...." fece Milan stancamente "non so e non voglio sapere perchè avete litigato a tal punto..."

    "E' anche colpa vostra, tua e di Madame, io misono preso solo il tornado che si è creato!"

    "Mh" fece rimurginando un pò, poi fissando il maggiore "Non credo, o meglio, non solo quello. E' testarda ma se non dice e non fa le cose, a meno che non decide di fare uno strappo alla regola, non è da lei nel profondo. Ripeto, non so niente, ma evita di comportarti come sei abituato tra militari dove tra poco di sicuro andrai, qui siamo diversi e lei lo è. Ha subito pressioni, trattamenti da far impazzire chiunque, periodi orribili... e qui a quanto dice non si sente affatto diversamente da tempo prima. Anzi, ripete che ce l'ha messa tutta, ma non cè modo di trovare un posto che la accolga veramente. E dice sempre che noi due, avendo allontanato per paura di coltellate alla schiena, dovremmo capire la solitudine e certe cose ed eessere i primi a comprendere e agire di conseguenza. Eppure noto che tu non ci sei riuscito...."

    "non ho voglia di discuterne. Io avevo capito anche dalla tua telefonata che con voi avesse dissapori.."

    "Ni... si è freddata parecchio ma non come hai creduto, non l'ho detto esplicitamente e ho fatto in modo che fossi tu ad adnare da lei e far pace, ma ho visto che non ci sei riuscito. Se si comporta così ha un motivo, quindi non capisco... lascia stare. Approfitta della tregua e fatti perdonare o ti odierà fino a quel giorno e... perchè anche qui la si deve trattare come là fuori, se qui abbiamo deciso di cambiare...?" ma Milan si fermòper il telefono.
    Rispose e poi cambio espressione così come colore. AL termine dopo succinte risposte laconiche, sospirò.

    "Che succede" chiese Dorde scocciato

    "Ci ha fregati. A quanto pare si è presa i tre e il nuovo, si è cambiata e ha lasciato a Milan, qualunque sia disponibile a questo punto, l'intrattenimneto con quegli ospiti che ci faranno da sponsor e supporto per quei contratti e le feste nel tema che amano, anni ruggenti e proibizionismo. Ora, a chi tocca riceverli...?" fissandosi a vicenda.

    "...come sarebbe... perchè..."

    "Sasso-carta-forbici!!!AZZ... hai perso! Spiacente, io vado a cambiarmi e sistemare altre cose, preparati con il completo scuro nell'armadio mio a righe, non ti diemtnicare gli accessori sul comodino. Penitenza per averla fatta stare male!! disse di corsa, velocissimo, Milan che si infilò nell'apertura del passaggio segreto e lo lasciò solo, troppo scioccato per capire che Lia e suo fratello minore lo avevano fregato.

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    Capitolo 52
    *** 38 ***


    ch 38 appunti Posto per ora questo, a seguire il sueccessivo da controllare il codice. Al solito non so ocme tutti i file conservati hanno qualcosa nel codice che mangia le parole o frammenta le frasi, non so. Sto sistemando e sto vedendo che gli ultimi 10 capitoli hanno ancora problemi, a breve li risistemo e spero che per il capitolo dopo siano a posto.



    Chapter 38


    Lia era alla Torre est francese a dieci chilometri dal centro di Parigi. Trovava Parigi una città non come la descrivevano tutti. Magica, romantica e altre menate. Perchè lei non vedeva queste cose, non le provava e non ne avvertiva i segni come tutti.
    Sebbene Dorde la rimproverasse che fosse tutto dipeso invece dalle difese che aveva alzato e da quanto era cambiata a causa dei suoi e della feccia che aveva incontrato nella sua vita, e tutto quanto fosse nella sua testa. I terrori, le paure di sbagliare, di essere una figlia degenere e schifosa solo perchè viveva, di essere descritta ma loro descrivevano le altre che le faceva paura da sentirsi sola e isolata e altro... Ma per lei era solo un modo per farle capire qualcosa, affermando niente di sopprannaturale, che queste menate le doveva lasciare ai coglioni che ci credevano e finivano male.

    Aveva deciso che lei sarebbe stata la Purga finchè in vita. E se tutti la consideravano sbagliata e non adatta al mondo come le avevano sempre ripetuto, che diventasse la pazza, sbagliata. Ma a suo godimento, finendo per cacciare la feccia.

    "Non guardarmi così" diceva smepre a Milan e Dorde o Jd "Da quando ricordo mi sento viva essendo questo. Vivendo questo. Tutto quello che ho fatto, essendo questo... agendo come fossi la peggiore delinquente del mondo contro quella feccia... l'ho fatto per me! Lo sapete ma a volte travalicate le cose per dare una vostra spiegazione. Come i miei. Urlavi, dicevi le cose ma sentivano cosa e come volevano.... mi piace farlo. E lo faccio anche sforzandomi a volte, lo so, ma mi sono sentita... mi sono sentita viva!!! Lo so che le mie azioni per tanti saranno sadiche, sanguinose, dalla peggiore del mondo al pari di certa gente ma... io mi sento viva ed esistente nell'agire al posto del mondo, quello giusto e sebbene non provi soddisfazione per queste azioni come pensano molti, io non ritiro la mano dopo aver tirato la pietra... mi sento disperata, in colpa, tante cose difficili da spiegare quando mangio qualcosa da voler piangere per la contentezza, dall'avere vicino o occuparmi di un animale che desideravo tanto prima e mi avrebbe aiutata ma non potevo avere neanche un piccolo furetto perchè provavano schifo per gli animali vicini, solo guardare i gatti... osservo la gente a cui dico di darsi una svegliata e pensare a vivere come io non ho potuto fare... e cerco di capire se hanno intenzione di farlo loro che posono o meno, e io quanto ho perso finendo nella rete dei miei che volevano i figli casti, puri, perfetti, devoti alla famiglia e altre menate e sono... finita solo in un incubo di solitudine, niente, vuoto, privazioni... e ora, anche qui, non riesco a non voler piangere sia per la contentezza di qualcosa di buono che finalmente mangio e sia per cosa sto mangiando pensando a chi non può come la me prima, sentendomi in colpa... ad abiti che faccio fare nuovi dopo che i vecchi sono rovinati e mi sento spendacciona, le cos eche compro e il mio rifiuto di volere qualcuno vicino, dall'emergere da ciò che mi hanno gettato addosso enon posso togliere... è troppo tardi per quello... io non riesco a vivere neanche qui, ma provo un senso di vita cacciando e prendendo, facendoli soffrire, la feccia... per poi la notte non riuscire a dormire pensando con rabbia alla gente che viveva e vive che mi ha fatta soffrire, ogni giorno, cose che io prima dai miei non potevo, che scopava e mangiava cose, che vedeva sorrisi e richieste di compagnia, inviti e io... solo schifo... loro avevano cosa desideravo!! E Zay e ric hanno avuto il coraggio di dirmi di non pensare a loro come felici e vedere le apparenze... che apparenze vedevo!!??!! Imbecilli! Dalle foto erano con gente sorridente che conoscevo, loro tra gente e io sola!! A tavola in vari posti a mangiare cose e io con pane e formaggio e schifezze confezionate che mi veniva ormai da vomitare.... io non reggo neanche adesso, quindi lasciami in pace, non fare il giudicante, sono abbastanza rovinata di mio... io voglio mettere i panni di Veròna e sentirmi quel senso di vita a sprazzi quando cammino nella caccia... voi non potete capire come fossi morta dentro  prima e cosa sento, pochissimo, ma cè quando sono veròna...."



    Aveva rifiutato da sempre cose che alla fine non aveva vissuto. A causa degli altri.
    I usoi erano asfissianti, colpevolisti, era finita per arretrare davanti le cose della vita, senza viverle in ogni cosa, per il terrore di essere giudciata come loro facevano con tutti. Sapeva bene di suo che a volte provava odio verso chi le faceva provare gelosia, non era la stessa cosa contro la feccia che le aveva distrutto tutta lei pezzo per pezzo. Era un odio diverso, quello lo capiva.
    E cercava dei frammenti dai racconti degli altri per capire cosa fossero certi sentimenti e sensazioni che non aveva mai provato e mai avrebbe fatto.
    Da anni, prima di Zay lo sapeva, non era più adatta a fare marcia indietro e tentare ancora di vivere come una persona normale, inteso da togliersi tutto ciò che si era creata come un'armatura e fare tentativi. Non avrebbe avuto la leggerezza e la tranquillità di provare o sperimentare niente. Si sentiva più sicura con alcuni di loro da scherzare e afare cose che le venivano in testa ma tutto era lì in agguato a bloccarla.
    Si era accorta perfino che fumare non era come per gli altrui. Non aveva quel senso di catena alle sigarette, ma non era per il tabacco che  fumava, ma per cosa che la sigaretta dava di sè anche senza le foglie e porcherie che mettevano nel tabacco stesso da fumo. Era l'azione stessa del fumi, di aggrapparsi a una sigaretta, o nel suo caso al bocchino da donna anni trenta, sebbene a volte volesse spaccarlo in terra in mille pezzi per quanto la facesse incazzare Dorde. Si era accorta che a volte era per lei necessario, vitale, fumare. Essere legata a quell'oggettino su cui scaricare tutto e farsi dare un senso di liberazione e pace.
    Aveva capito che non era nemmeno dato allo stesso modo delle droghe. Provava repulsione per la questione di cosa davano le droghe e cosa facessero provare o meno. Non riusciva, andava fuori di testa, ad avvertire il senso che davano alcool o fumo o altro. O meglio, aveva provato solo la sensazione di medicinali nella sua vita che l'annebbiavano e l'alcool quando per fignere che lo usasse per cucinare, riusciva a far comprare loro del vino. Quello da 1 euro che faceva schifo da supermecato nei cartoni, ma er al'unica cosa che era riuscita a fargli sganciare che potesse bere. NOn si beveva altro mai, tranne lo spumante per le cavolo di feste.
    E lo faceva in un mese, una confezione in un mese nel peggiore dei casi, perchè non volevano comprare e faceva schifo, e sentiva l'effetto che faceva quando invece lo trovavano a meno di un euro e ne compravano di più e lei abbondava quando sola. per avere del vino frizzante doveva escogitarsi perfino di ocmprare quelle bustine digestivo con effetto effervescente. Un euro ancora, questa volta comprato da lei quando poteva e prendeva quel vino schifoso, in mezzo bicchiere d'acqua, allungava con acqua e metteva il digestivo effervescente per le bolle. Altre volte solo il bicarbonato. Non aveva altro da bene oltre acqua e doveva farselo andare bene.
    E quando eccedeva con il vino senza diluirlo, sentiva l'effetto dell'acool, anche se non doveva essere lo stesso di quelli buoni ma lo odiava.
    Quando stava ancora nella sua vecchia vita lo trangugiava fingendo che fosse il miglior vino frizzante al mondo mangiando lo schifo che trovava nel frigo o aprendo scatolette o roba surgelata. Non essendoci altro, nessuno cucinando in casa sua o volendo farlo se non lo stesso schifo pronto scaldato e non poteva comrpare niente o urla e botte.
    E non poteva cucinarsi niente. Niente. NOn cèrano manco gli ingredienti per farlo e se cèrano,e rano così contati che se avesse utilizzato roba, anche solo un uovo come er acapitato, se ne accorgevano e urlavano. E lei somatizzava finchè non si sentiva così male da credere di morire e rallegrarsi, ma poi non accadeva mai.

    Non sarebbe mai accaduto quel dono si diceva, tempo dopo aver mandato a fanculo zay e ric e maledicendo tutti e tutto, non potendo più vivere quell'esistenza meschina, aveva capito che non poteva avere ormai l'unica cosa che bramava, se non per sua mano e nel modo più doloroso che temeva.
    Si era spaccata la schiena tutta la vita per ciò che poi non ebbe. per gli altri, quando faceva qualcosa per sè, schiamazzi, urla, sensi di colpa gettatoli addosso come se wnon dovesse pensare a fare neinte se non come loro volevano vivere... mentre gli altri facevano cose e lei osservava solO!
    Non ebbe momenti di vita da ricordare. Istanti felici. Cose da ricordare con calore.
    Non visse niente, ma proprio niente, se non dover stare a casa con loro. in una vita non sua. In un'esistere, non vivere, di cibo schifoso buttato ancora confezionato sul tavolo, con pasta scolata e gettata sui piatti con sugo dai barattoli da mettere sopra così o quei sughi schifosi che faceva sua madre che non riusciva a digerire. la madre odiava cucinare e lo faceva con malavoglia, venendo uno schifo. E non poteva mangiare cosa voleva o la madre e il padre, con i fratell ispioni, facevano casino. NOn si poteva prendere qualcosa da mangiare se si aveva un languore, si mangiava cosa dicevano loro e quando, non eissteva in frigo o altro posto cibo disponibile per tutti e quando volevano. Se si mangiava fuori orario senza la loro autorizzazione, bordello.
    Ninete rosticceria, niente roba da panettiere, niente pranzi e cene della domenica, neinte perfino patatine fritte. Mai. Tutto ciò che vedeva in tv o le rare volte che usciva dalle vetrine dei negozi o panettieri, poteva vederli solo nella sua testa. Se comprava qualcosa il cazziatone era stratosferico e le facevano venire sensi dci colpa che non doveva avere da farle venire voglia di rivomitare tutto.
    Non cèra cibo in casa da definire di conforto. Niente pranzi fatti ocn ricette anche basiche e conosciute. CArne sbattuta sulla padella e stop. Anche se a volte le capitava di scovare poisti segreti dopo loro nascondevano a lei il cibo che non le davano ma mangiavano loro. Per lei, dicevano.
    Cibi cucinati male e da schifo fatti a modo loro senza sapore. Barattoli econfezioni sulla tavola da cui prendere un pezzo e mangiare col pane, così, come cibo di fortuna, non una tavola normale.
    Diventava pazza ogni giorno che passava. Sempre sola, sempre a vedere le solite quatto pareti e le loro voci sempre e sempre. on era una famiglia per lei, solo una'ccozzaglia di merde che dicevano agli altri ocme vivere. E che dovesse andargli bene così e la cosa che odiava era che ogni tanto sentiva che lei aveva soldi da parte ma registrati a nome dei suoi e lei non poteva toccarli o cascava la casa. lei non aveva neinte.
    Vivevano soli, isolati dentro casa, senza vedere mai nessuno, solo uscire un'ora al giorno se andava bene altrimenti erano una palla al piede. Se no nti trovavano in camera cercavano tutta la casa urlando finchè non ti facevi trovare. neanche in terrazzo cèra pace o fuga. Era una gabbia, punto,ma se lo dicevi rispondevano con rabbia "fai schifo a pensare queste cose".
    E lei voleva solo morire, mentre dalla finestra sentiva o vedeva la gente che viveva, mangiava per strada cose, parlava al telefono o con altri di cose che avrebbero fatto.
    I parenti poi non erano meglio. le volte che li vedeva non si tenevano niente. Una volta per alcune ore sola era uscita via per comprarsi qualcosa al supermercato e mangiare di nascosto ma loro la videro e andarono a dire ai suoi che -aveva le borse piene dal supermercato- e anche quella fuga finì nel ninete più.

    E si ripeteva...
    - Io non avrò mai niente, sono finita schiacciata da loro-
    -sono  AFFOGATA NEI MIEI DOLORI E ho DIMENTICATO DI LOTTARE PER ME STESSA-

    Quando usciva cèra sempre qualcuno che la vedeva e parlava. Se usciva dal panettiere con finalmente un trancio di pizza, la vedevano e raccontavano. Se con in borsa qualcosa con il desiderio di mangiarlo, non aveva posti dove andare e la trovavano per strada e dovevano accompagnarla col rischio che la sgamavano se non l'avevano fatto per i rumori -dannate confezioni di alluminio e simili come per le patatine- e per non sentire nessuno non comprava più ninte.
    Restando così, coi desideri.
    Viveva solo di desideri. Menteri suoi facevano stronzate. Pane da comprare a chili, ogni mezzo chilo tagliato in tre e messo nel surgelatore e poi uscito al bisogno e lei impazziva.
    Un pezzo di pane con una scololetta divisa in tre, salumi, formaggi orribili, pasta con schifo, carne economica e fatta sempre allo stesso modo. Tutto allo stesseo modo, sempre e sempre, senza cibi di confroto che desiderava. Costa troppo tutto, vanno bene questi.
    Per lei non era vivere. per lei era dover subite una vita non sua che piaceva a loro.
    La sera non uscivano mai e scassavano, non vedevano mai nessuno, nessuno che se li portasse a fanculo, solo ad averti tra i piedi a sbraitare, giudicare, accusare, rompere le scatole. Loro non mangiavano qualcosa o non gli piaceva? Non si comprava. Semplice.
    NOn sapeva come facessero a vievere quel NIENTE ma lei era fuori di testa dal doverselo subire e per le malattie che le vennero per vivere quella vita, restò col culoa terra, potendo pensare di scappare solo per morire. Ma anche la morte sembrava prenderla per il culo.
    E quando beveva quel miscuglio che di vino non aveva niente neanche alla base, sentiva gli effetti e si chiedeva cosa ci trovavano tutti a bere e drogarsi poer fuggire con la testa se era orrib ile non essere se stessi e lucidi.
    Non riusciva lei a reggere quella sensazione, affatto, andava nel panico o fuori di testa, per lei avveertire ciò era traumatico. Un conto era la dissociazione volontaria, ma non in quel modo. E si chiedeva cosa portasse la gente a rovinarsi fegato o cervello con droghe o alcool per scappare, mentre lei invece non riusciva a tollerare di averne effetti blandi...

    E in quel momento alla Torre per sentire i resoconti, faceva nervi dentro. Lei non vedeva le città famose come bei luoghi, riusciva ad a mmirare gli edifici e l'ambiente finchè  non vedeva l'altra faccia di quei luoghi. Senzatetto, drogati, poveri, gente ai margini della società.
    Lei vedeva al di là dell'apparenza e non capiva perchè la gente fosse così tranquilla nella menzogna. Esisteva anche altro che strade belle e con  negozi alla moda, tutto ciò che alla gente piaceva per fingere di vivere come in un film.

    "Quindi con questo nuovo gruppo di spacciatori, tornano tutti a farsi e a rubare, compiere atti criminali e comportamenti violenti... alcuni sono finiti con ossa rotta per non aver pagato e..."

    "Basta così" fece lei adirata.
    Vestiva sempre con l'abito da veròna, non quello bianco ma quello da strada come lo chiamava.
    Completi di taglio maschile in vari colori e tessuto sempre con blazer o panciotti, pantalone e camicia e le cravatte,. Cappelli in stile mafiosi come li definiva ridendo di vari fogge anni trenta a quaranta e i cappotti da tizio inquetante di gusto antico. I capelli erano soppiantati da parrucche lisce e del suo colore naturale o uno o due toni più chiare, alcune con frangia e altri scalati nello stile moderno.

    "capo, non mi piace quella faccia" le disse Kovacs vedendola fare un'espressione che mostrava quando aveva in testa roba distruttiva

    "Componete il cerchio per la Caccia, è ora di Purgare tutto. Di nuovo. Andiamo a fargli capire la situa...." incamminandosi verso la porta, mentre i tre alzavano le spalle l'un l'altro come per dire che le cose erano così.

    "Capo, vuole andare dove...?" le chiese ancora seguendola, vedendo che usciva verso le strade

    "Il cerchio, amico mio, è tutto ciò che mi serve. Anzi...!" fece lei inchiodandosi di colpo e i tre riuscirono a non investirla, ma si sbatacchiarono tra loro. la videro voltarsi e andare nell'edificio a fianco della Torre che tenevano come armeria e zona cani segreta, sebbene i cani giocassero nel giardinetto presente ma era passato come dogsitter come copertura. E si fece prestare tre cani con cui aveva già lavorato, facendosi seguire dal loro handler sebbene avesse saggiato i comandi che lei impartiva con mani e braccia e seguitò in cosa voleva fare. Senza proferire parola si addentrò per le strade, al centro, camminando incurante delle macchine essendo anche a senso unico e delle persone che la vedevano.

    Con il completo grigio scuro, blaser, cravatta, scarpe robuste, cappotto, cappello e capelli lisci al vento, camminò impetitta e con aria omicida verso la zona dove stavano un gruppo di sensatetto e drogati. Avvertì la presenza del nuovo gruppo di spacciatori stabilitisi sul posto, fieri di quelli che lei aveva cacciato, vedendo i loro spacciatori e loro vedevano lei. Di colpo si fermò, sempre al centro della strada, mentre gli abitanti del posto, delle case  ma più di quelli che stavano nella zona  degli squat, divenendo  squatter  che occupavano abusivamente edifici pubblici abbandonati ma anche buchi privati di loro proprietà ma in condizioni misere e peggio. Ammassati, agglomerati, in situazioni di vita disumane.
    E la conoscevano ormai, per cui appena la videro, tutti la fissarono e chi era nei vicoli o nel fondo, la zona ampia detta Squat, furono chiamari come avviso che era tornata.

    E lei restò qualche attimo mentre li vedeva e poi alzò una mano al cielo, dopo aver infilato le mani nelle tasche del soprabito o cappottone. Una era ancora dentro ma la sinistra era bella in alto con una busta trasparente e della roba dentro che brillava al sole.

    "Cari Figli, sono tornata!! ma ho seguito le notizie dei miei servitori sulla situaizone attuale. Ci osno nuovi funghi qui..." indicando per funghi i parassiti  dell'ambiente in cui vivono quelli ocnosciuti e da mangiare. Vivendo in natura come parassiti, su tessuti in via di deperimento ma ancora vivi, o su materiale morto, nutrendosi come saprofiti. E per lei questo erano,   parassiti su tessuto cancroso della società, non per sua volontà o portato a quel livello da varie cose. per lei era dispregiativo contro quella gente. "A voi spacciatori di quei parassiti pidocchiosi, vi dò un avvertimento!! Da questo momento io sono tornata di persona per dirvi di smammare.... da oggi Figli miei, avrete la droga da me gratis come ricompensa per piccole cose che vi chiedero di fare... niente contro la vostra dignità e persona. Sarete persone e vi aiuterò a risollevarvi da tutto, ma sarò io a fornirvi vera droga di qualità o alcool non tagliati o con altre schifezze e mi giurerete di impegnarvi a tornare persone... e ..."

    "Ehi stronza, stiamo lavorando... ti spiace infilarti quella merda nel culo e andartene... eh??!?" fece uno degli spacciatori avvicinandosi spavaldo menter altri suoi colleghi camminavano come cani a caccia. Lei non sorrise ma fissò lui e gli altri e poi tirò fuori le mani libere. Con i guanti.
    Kovacs e zidgi sudarono freddo. I guanti che aveva erano un prototipo nuovo di due paia che utilizzava di oslito come cavia. Un paio gestiva l'elettricità generata da un sistema micro che aveva qualcosa a che fare con la fissione nucleare, lui non ne capiva, ma il sistema era simile, sebbene dicessero che era sicuro in casi di danni al paio in uso. Generava corrente e forti scariche a piacere, con dei chip o silmili gestiti dal controllo cerebrale,. Un pò come avevano spiegato a loro e a lei, con il sistema di rilevaizone di informazioni nervose per far muovere arti artificiali. Altra cosa che lei provava. E un altro paio era in grado di manipolare il sistema magnetico in un modo che Kovacs stesso non capiva, ma lei con il pensiero anche collegato alla bluebox, poteva attivarli per gestire effetti di magnetismo o repulsione per manovrare oggetti, rpednerli o lanciarli. E se nel corpo o nei vestiti vi erano elementi metallici conduttori o magnetici o che ne venivano influenzati, lei poteva agire anche sulla persona stessa. E in quel caso lei aveva indosso un prototipo di guanti ove uno era magnetico e l'altro con capacità elettriche o qualcosa di simile.
    lei era piàù affascinata a leggere e informarsi e capire il funzionamento delle cos e leggeva e si intatteneva con gli scienziati con mille domande, e lui aveva capito solo questo funzionamento base.

    "..." fissandoli uno per uno poi arlò a quello che aveva detto cosa le fece venire rabbia "Tenete fuori i vostri coglioni dal mio territorio!"senza muoversi, inclinando la testa come faceva sempre di lato "svanite e io sarò magnanima ma tornate e vi renderò degli esemplati del genere proctodeati simili a vermi o cetrioli di mare... per mio godimento..." fissando quel tizio negli occhi.

    "Intende che vi asporta braccia e gambe e come i cetrioli di mare, vermi e altri robi del genere, sarete solo bocca e ano..." fece Zidgi ridendo per chiarire la questione.

    "Sta arrivando il capo..." fece uno di lor dopo essersi girato.
    Giunse un bel gruppo di tipi biechi e pericolosi che si fermò metri prima e uno in testa al gruppo ma con alcuni scagnozzi intorno, chiese che stesse accadendo.

    "Accade che voi siete sul mio territorio di gestione. portate i vostri scroti altrove, sempre che non arrivi anche lì... " minacciò Lia e quello rise voltandosi verso i suoi alle sue spalle come fosse divertente. "cosa trovi divertente... forse cè qualche parte della mia frase che non riesci a comprendere perchè nonstnat e i soldi che fate con qella roba, non sapete da dove si inizia con un libro...? Oh, no!! Ho capito.... mea culpa! Ho parlato di scroti, ma qui non ce ne sono, avete ragione. Siamo tutti privi..." ridendo in modo demoniaco verso l'uomo che era il capo del gruppo nuovo.

    "Che cosa vuoi. Cosè questa storia?"

    "Quanto ho detto. Hai le orecchie otturate? FUORI. DAL. MIO. TERRITORIO!! O vi pentirete fino alla morte di non avermi ascoltata..."

    Kovacs e Zidgi sudavano freddo, non erano rare sparatorie o agguati tra bande criminali e gruppi di spaccio e la questione che lei non aveva paura di morire, ma anzi voelva vedere lei fin dove potesse arrivare con le sue conoscenze e capacità in situaizoni di pericolo... lo odiavano a volte. Giocava trooppo col fuoco per loro, ma sapevano che cèra un motivo ma azzerare un gruppo criminale a volte non era così facile come poteva sembrare andando là e minacciandoli e lei lo sapeva. Kovacs si chiese che cosa avesse architettato per stanarli tutti e toglierli di mezzo, conoscendola poteva aver chiamato quei criceti robot o una squadra speciale militare esterna o altro.

    "Addirittura.... da dove sei uscita fuori, da un vecchio film in bianco e nero e vieni a dettar legge...? Cèravamo prima noi qui, e so chi sei. Ti ho vista cacciare tutti lgi altri che non si sa che fine hanno fatto... E non mi importa. Sto facendo affari, sto lavorando... non siamo mica quei tizi che stanno a fare video online, come si hiamano, youtuber, che non lavorano quelli... IO lavoro" indicandosi con gli indici inclinandosi un pò in avanti facendo vedere il labiale " E tu ragazzina strana, stai rompendo le palle ai miei ragazzi. Non credo alle streghe tra le altre cose... Molti qui vanno al centro di Parigi a mendicare o fare spettacoli di strada e portano roba buona composta da monete, banconote, gioielli e molto altro di elettronica che donano come pagamento per i prodotti che commercio... io sono un negoziante, mettiamola così e... anche se ti smebro giovane, fidati! Sono pericoloso come il peggiore dei trafficanti messicani e..."

    "Oh..." fece Lia come se intendensse che avesse capito

    "Ecco brava... hai capito. Vai prima di finire in pericolo per..."

    "Ma io... non sono in pericolo.... IO SONO il pericolo....Sei fortunato che non ti abbia sparato al culo solo per aver osato, sapendo di me, tornare e insidiarti con la tua merda...." con un sorriso ma non era caloroso.

    "Quindi..."

    "Quindi ti do il tempo necessario, quanto ti serve ma in fretta, per cercare i tuoi coglioni persi da qualche parte e capire di sgommare via... e non parlo delle auto ma di cosa farai nelle mutande se mi fai incazzare..."

    "Ah ah ah... vuoi minacciarmi?"

    "..." lei non parlò ma prese qualcosa dalla tasca e la fece vedere, un oggetto qualsiasi, poi lo strinse nel pugno del guanto elettricatore e l'oggetto si ruppe in malo modo, cadendo a terra in pezzi ancora con fasci di luce azzurrina sulle partti metalliche "questa... è una minaccia!" inclinando la testa con un colpo secco per intendere meglio la questione.

    "Non mi farò spodestare da te solo perchè hai scagnozzi armati. Io non sono Pablo che..."

    "Io speravo che tu fossi più saggio... "

    "E lo sono. NOi siamo di più! Armati. Tu sei... una stupida che minaccia senza davvero chissà cosa e hai vinto l'altra volta solo perchè cè stata la retata... ma io ho uomini migliori dei suoi... io sono qui il Re..."

    "Smettila con le cazzate, fai i bagagli..." iniziando a scocciarsi e Zidgi fece segno a Kovacs per capire se lei volesse davvero fare casino

    "Vuoi metterla così? Non mostri paura? Allora vediamo come te la cavi se prendo qualcuno di quelli che chiami Figli e gli sparo in mezzo agli occhi ogni mezzìora se non decidi di alzare i tacchi.... questa è una minaccia!

    "No, non è una minaccia E' fare il bulletto!! Sei questo? uN BULLO???"

    "e se lo facessi tu... voi che ne dite?" chiese il capo ai tre dietro di lei che vennero presi di mira da alcuni itnorno a lui e loro dovettero alzare le mani , sperando dentro di loro che lei avesse un piano.
    I cani vicino a loro ocn il loro Handler ringhiarono ma restando seduti.

    "Ti sei portata i cagnolini... sai che se osano alzare una zampa, sono morti! Torna a casa a pettinare le barbie e cambiar loro i vestitini... è meglio!"

    "..." sorridendo a mezza bocca "io non gioco con le barbie... io gioco con le mie bambole. Le mie prede... VAI. ALTROVE... ultimo avvertimento!"

    "sparategli, mi hanno stancato!" fece scazzato quello. Di colpo qualcosa sopra le loro teste coprì il sole. Erano le Razze. Dei robot sperimentali su idiea di Lia. Avevano precisa la forma di una razza del mare, ma con la particolarità che avevano un sistema di prova di sospensione per aria magnetico per cui calibrando il potere magnetico terrestre con il loro, potevano fluttuare per aria come se volassero. E in quel momento volteggiavano in cerchio sopra le loro teste  a giuro ad una certa spaziatura tra loro e tra loro e i soggetti.

    "Ho evocato esseri che non ti immagineresti... e mostrando con essi la piena ampiezza del mio potere... per rendere possibilile... l'impossibile...!"

    le razze continuando a volteggiare in cerchio portarono la lunga coda all'atezza della -bocca- avendo la medesima forma delle vere razze e dall'unione della punta della coda che frizzò con quello che iniziarono ad emettere dall'apertura che sembrava una bocca, si generò per ogni soggetto un prorompente getto di fuoco che unito agli altri creò un anello che investì tutti coloro che erano nelle vicinanze, tranne il centro. Come nelle prove, un rischio secondo Kovacs, al centro la portata del fuoco era minima ma per protezione Lia utilizzando il potere magnetico, scelse una  portiera di auto e sradicandola dopo che l'auto intera veniva tirata dai guanti e dovette dare colpi secchi magnetici, la mise tra sè e il fuoco, tenendola a mezz'aria e spostandola dove sentiva più calore sebbene non toccata dalle fiamme. tutti i soggetti intorno al cerchio di fuoco vennero investiti malamente, ma quelli verso il centro no e Lia e il capo dell'altro gruppo si fissarono negli occhi mentre lei con una mano faceva girare intorno a lei la portiera a protezione. Quando il muro di fuoco terminò , Kovacs pensò al temrine del prodotto incendiario nei robot sebbene noon ne fosse sicuro,  tutti quelli non coinvolti nel fuoco misero mani alle armi contro lei e i tre dietro di lei. Lia lanciò la portiera di latò con un gran botto.

    "Finiamola qui, non mi va di spremere la mia energia per mostarti poteri che utilizzeri per cose buone... VATTENE!"

    "Io non me ne vado"

    "Molto bene, sei pronto allo scontro, allora? O possiamo chiudere la cosa a parole e te ne vai..." perentoria

    "... dove sono quelgi animali che sputano fuoco?"

    "Te l'ho detto! Il mio potere magico si può equiparare in questa mia veste fisica umana nella mia energia vitale, finchè avrò energia per muovermi, io posso utilizzare la magia. Ci osno cose che non posso prevaricare al di fuori dal mio piano di appartenenza e s eho forma fisica, ho limitazioni... ma non signfiica che sono monca di qualcosa s eposso sventrarti con il becco di un picchio e utilizzare le tue viscere per catturare a mò di rete da pesca uno squalo..." ridendo malignamente

    "da dove... da dove vieni fuori?

    "Dai tuoi incubi.... allora, sgombri il campo di derelitti che stai rovinando o devo fartelo capire meglio?"

    "preferisco il meglio..."  quelli dietro di lui erano armati

    "... mezze fighette...."

    "Cosa?"

    "ho detto mezze fighette! Se tu avessi i coglioni che fai credere di avere, saresti tu come un vero Alpha ad affrontarmi di tua mano in uno scontro dove chi perde diventa il nuovo capo... ma non hai le palle!!" ridacchiando. Lia si stava diveertendo, si chiese Kovacs? Stava usando psicologia o faceva come a volte tentando con piccole cose per trovare quella giusta e premere il tasto dolorante per rivoltarlo contro?

    Uno dietro di lei sparò con la sua pistola verso Lia e come nelle esercitazioni, il guanto con il potere magnetico entrò in funzione. Molti proiettili potevano essere fermati con i guanti. Ma cèra un MA. Mentre alcuni metalli sono magnetici, la maggior parte no. Rame, oro, argento, piombo, alluminio, stagno, titanio, zinco, e bismuto hanno elementi e le loro leghe sono diamagnetiche. Leghe non magnetiche sono ottone e bronzo.
    Se una pallottola aveva una forma di magnetismo significava che alcuni materiali mostravano in presenza di un campo magnetico attrattiva o repulsione o ne venivano nflienzati. Poteva essere un rischio forte se le camicie dei proietitli  non fossero state diamagnetiche. Non impoirtava la forma come a cilindro, conica, a bottiglia, chiave era la lega. Palla e bossolo potevano anche avere lega differente ma il peggio erano i bossoli mantellati, costituti da camiciatura di metallo tenero come rame o lega non diamagnetici, quindi i proiettili con camicia o corpo teneri avevano leghe che non avevano influenze dai guanti. e cèra sempre il rischio che passassero senza rallentare.
    Il potere dei guanti oltre la manipolazione di elementi influenzati dal magnetismo era quella di fermare o rallentare la corsa di qualcosa verso di sè. E se si presumeva che il bossolo fosse non influienabile il meglio che si poteva fare, per l'operatore dei guanti, era agguantare qualcosa di robusto e farlo frapporre tra se e il proiettile. QUindi usare il magnetrismo per prendere qaualcosa che tenesse ai colpi.
    Ma lei non lo fece e i tre trattennero il fiato impalliditi nel vederla trapassata. Ma per fortuna di tutti la pallottola per azione del guanto, rallentà e poi fece un Plop contro il suo palmo dopo alcuini secondi di conflitto per aria, mostrando ai basiti membri di quel bruppo qualcosa di impossibile. Lia prese in mano il proiettile, lo rigirò tra indice e pollice sorridendo e poi chiese se volevano giocare ancora, ma prima che potessero rispondere sferzò con il magnetismo di repulsione il proiettile che con una sorta di lancio della mano aperta e questo nel palmo si conficcò nel corpo di un uomno, mostrando come non fosse un semplice lancio.

    "Ti avevo chiesto, gentilmente, di scegliere. Agli altri io propongono tre scelte...  andarsene, unirsi a me o sparire.... a te ne ho dato solo due, non farmi inserire la terza opzione... non vi voglio, quindi rimangono due!! VELOCE!!...."

    "Non permetterò a una femmina di..." indicando uno dei drogati che lei conosceva e facendolo avvinare con gesti e parole gentili, finchè non fece un gesto a uno dei suoi e qullo sparò dritto dritto al giovane che cadde come un abito scivolato dalle stmapelle in terra.

    Lia fece un gesto di sopresa al botto della pistola contro il ragazzo, e poi fissò il niente che era diventato occupare spazio sull'asfalto, rigida e fredda. Kovacs allongò il collo a fissarla e vide ODIO. Quella luce e forza negli occhi fissi sul ragazzo morto uniti a una respirazione che gonfiava il petto. Cattivo segno.

    Lia puntò con gli occhi un tizio con collane finte e dozzinali e orecchini espansori non d'oro e metalli simili. Con il guanto lo puntò ancora ma con l'indice finchè no sfruttò la potenza magnetica sugli oggetti che il tizio aveva in tutto il corpo, dai bottoni dei jeans, a chiavi, a oggetti vari e collane e ninnoli e con un balzo si fece tirare addosso a lui, con velocità come nelle esercitazioni che gli altri non capirono che accadesse,  striongendo con piedi e mani sul suo petto rabbiosamente le collane nel pugno mentre il magnetismo era ancora attiva e e poi Kovacs tirò un solo respiro, per poi non farlo più!
    Stava accadendo quella cosa? Che doveva fare?
    le nanomacchine avevano degli effetti nefasti e differenti su chi le aveva. Su di lei, i livelli di dopamina, serotonina norepinefrina ed epinefrina scendenvano o schizzavano alle stelle e in base a questi dosaggi e alla rabbia e furia che le veniva per cosa accadeva finiva per sballare da diventare instabile, folle, pregna si ansia, rabbia, eccesso di brama di fare del male.
    Era capitato che ciò fosse riscontrato ma ma soggetti precedenti a lei erano finiti nella follia cieca senza tornare se stessi o erano morti per l'eccesso di sforzi e stanchezza distruggendo e attaccando tutto ciò che li faceva incazzare.

     per leggere cosa accadeva ai suoi ormoni e livelli David aveva un collegamento con la bluebox che leggeva i risultati. Se la dopamina era la sola schizzata in alto era in un momento di furia inarestabile... era così si chiese Kovacs ragionando ma pieno di paura perchè la vide uscire fuori dai gangheri.

    E mesi dopo con la nascita di Kianta, il suo compito sarebbe stato quello di registrare meglio i suoi stati d'animo e comportramenti per fermalra, ma ancora non lo sapeva. Non sapeva che se ciò avveniva,  le nanomacchine portavano agli effetti indesiderati terricanti. Quella che poi David chiamò l'effetto zombie o da  droghe pesanti.
    Sapeva che dentro covava un carattere così duro che frenava con la sua personalità fittizia creata per fingere di essere cosa gli altri volevano, che desiderava sfogarsi MALE contro la gente. Più volte, apertasi con loro e con i veterani, aveva esternato quel bollente e impellente desiderio di rispondere a botte e rimproveri maneschi dei suoi o ricacciare in gola le parole peggio di una lama. Il suo limite di sopportazione era giunto a quel oltre la linea da causarle attacchi di rabbia furiosi da voler picchiare e regolare le cose come mai prima. Ma sempre accadeva quando qualcosa accadendo la faceva arrabbiare, imbestialire, farle venire odio cieco. per il resto sapeva contenersi.
    E questo veniva enfatizzato senza volerlo dalle nanonmacchine che come elemento di ocntroindicazione potevano spingere ormoni e livelli in lei da sfuriare malissimo. Ma se le volte con i test le sue sfuriate erano mezzo dissociative e mezzo no, era stato possibile fermarla e calmarla parlandole e facnedola uscire dallo stato dissociativo lentamente. In un caso ocn una pompa d'acqua a getto ampio su di lei. L'aveva risvegliata ma il rischio era stato basso.
    Il problema fu però nell'ultimo test, dove appunto dovettero aggredirla con l'acqua a pressione e Kovacs si chiese se non fosse un preavviso del problema. Da quanto tempo le nanonmachcine facevano quei giochetti e lei perdeva le staffe con facilità?
    Ma quella volta....Le nanonmacchine stavano facendo un effetto che la mandava in follia. Come in quel momento. ma sembrava peggio delle altre volte, incazzata a vari stadi, parlava, minacciava, diceva cose. QUella volta no, sembrava fare versi di gola.

    Strattonato, il tizio venne avvicinato dalla sua faccia e poi emise come una sorta di ruggito o ringio da canide, a bocca aperta e occhi di brace. No non erano così, sembravano di un animale furioso in caccia.. E poi si avventò letteralmente sulla sua faccia. Gli morse il naso e glielo sradicò sputando il pezzo a terra, poi una guancia, poi dopo aver buttato quell'altro pezzo, passò alla calotta cranica. E ogni morso sembrava come volesse farlo a pezzi nella follia.
    I cani su segnale dell'Handler per farle da scudo, si avventarono su alcuni su alcuni con le pistole, gli uomini del Cerchio che lei approntava sempre per accerchiare i bersagli uscirono fuori e con proiettili non normali ma con anestetici potenti dei loro laboratori li fecero cascaer tutti a terra in pochi istanti. Quelli armati. Quelli no dopo attimi di terrore nel vedere lei sbranare letteralmente con impulsi bestiali urlarono e scapparono in mille direzioni e Lia alzò la testa.
    Il capo del gruppo di spacciatori arretrò ancora sotto shock a fissalra e lei gli andò contro avanzando poggiandosi col la aprte anteriore sulle dita sull'asfalto e poi caricò, buttandolo a terra e iniziando a strappargli la carne. Emettendo versi gutturali al cielo e vedendo la gente scappare come in una furia tipica da overkilling. Lasciò l'uomo sguarciato alla faccia e gola a dissanguarsi e si avventò una macchina dietro cui vi si erano riparati alcuni, con il guanto capace di gestire l'elettricità mandò in corto la macchina fin nel motore che scoppiò dentro il cofano e iniziò a fumare col rischio di esplodere sul serio, ma non solo, la carrozzeria percorsa dalla correntre raggiunse quelli che si coprivano, portando corrente alle loro mani o  corpo che toccava il mezzo. POi passò ad altri, sdradicando portiere e pezzi di auto e scagliandoli contro la gente e le case dove cercavano riparo. Raggiunse i sistem elettrici delle case facendo friggere tutto all'interno, prese pali e pezzi di ferro e con il potere elettrico colpì chi veniva  preso a botte con questi.
    Come un animale rabbioso prese oggetti e ferì come un'indemoniata tutti gli uomini che le capitavano a tiro da sfigurarli, con le mani svuotava orbite o strappava mandibole.

    Arrivò addirittura, e questo svegliò i tre da quell'inferno che stava accadendo in quella via senza uscita, a prendere er la collottola con fare aggressivo uno dei cani e tirarlo via da chi aveva placcato a terra e lo lanciò via fancendolo finire di fianco sull'asfalto, portando ad arretrare gli altri due dagli uomini che tenevano fermi, con le orecchie basse e coda fra le zampe, facendo quel verso come un ringhio o ruggito di gola a loro indirizzati, come minacciandoli più volte in quel modo, per poi devastare quei tre uomini confusi.
    Essendo lei per la strada e questa era senza uscita, essendovi nel fondo la zona Squat con i senzatetto e drogati, tutti scapparono verso quella direzione, Lia ancora distruggeva case e macchine, achciapopoava chi non era furbo da andare più lontano e Zidgi dovette dare un pugno sulla spalla a Kovacs per farlo riprendere e telefonare. Non sapevano che cavolo fare e vedendo lei attrratta da urla e chiamazzi della gente, era un pericolo attirare la sua attenzione.

    "Ma dobbiamo farlo, quello che sta facendo..." fece Kovacs deciso, e quindi urlò. Il suo nome. Cercò di richiamare la sua attenzione, armato ocn un coltello, senza sapere che fare. E lei si voltò, sporca e con sguardo rabbioso. per un attimo parve riconoscerlo e ansimando ferma, lo fissò senza fare niente.
    Ma uno degli spacciatori armato sfruttò quel momento, finendo impalato, spinto il pezzo di ferro con il magnetismo, a terra. I guanti utilizzti a intermittenza portarono a impianti elettrici interni alle case e della strada saltati e vetri spaccati. Oggetti conficcati nei prospetti, dentro casda attraverso le finestre, pezzi di machcine ovunque, con queste scoppiate con fumo o proprio in fiamme, sangue e copri a terra. E la videro puntare verso la fine della strada.

    "Che cazzo fate, fate qualcosa...."

    I tre si videro raggiungere da Alaric in tutta completa con un gruppo dei suoi come rinforzo "qualcuno del cerchio ci ha chiamato e mandato video di cosa acvcadeva e Jd e e Milan hanno mandato noi per..."

    "Ci penso io..." Dorde spacciatosi per Milan, essendo al momento nel suo studio a dipingere e aver ricevuto la chiamata con il fratello fuori dal paese, si avvicinò ai tre e osservò lo scenario.

    "Chi sono questi soggetti da creare tutto questo in uno scontro?" domandò arrabbiato a Kovacs.

    "Nessuno... di loro. E' stata lei..."

    "Che cosa...!?" fece Dorde perdendo compostezza " che significa, come..."

    Ma la vide che falciava verso di loro tutti con guanti o oggetit in mano insegueod uno del gruppo ferito che tentava di salvarsi. Questi urlò aiuto, cadde in ginocchio e Lia gli si piazzò di peso sulla schiena, mordendolo rabbiosamente al collo sotto l'orecchio e con un oggetto in mano alzò con una mano il mento del tizio e gli squarciò la gola in una linea veloce con l'oggetto, affondando, affondando questo sempre più in profonditàò, finchè non spuntò sulla nuca e prendendo ocn le mani entrambe le estremità fuori dal collo, lei non storse facendo slabbrare il taglio da sembrare che volesse decapiutarlo con quei gesti.

    Dorde restò come Kovacs e gli altri a osservare come non credendo ai suoi occhi finchè i loro sguardi non si legarono. Lei fissò Dorde e come una luce che le attraversava gli occhi,  si mosse per andare da lui facendo quei versi.
    Jd e Lubo che erano con l'AirOl con Dorde e giungevano in quel momento dopo aver controllato il perimetnro, non si frapposero per proteggere il capo e Lubo si vide lei avventata contro uil suo braccio sinistro, morso a sangue con l'oggeto in mano che doveva fnirgli sulla testa, ma lui mosse questa e non fu colpiuto se non di striscio sull'orecchio.
    lei puntò i piedi ocntro l'avambraccio lasciandolo coi denti e fece forza su questi per slanciarsi all'indietro e accucciarsi a terra poco avanti.
    Jd cercò di parlarle come nei test, ma sembrava peggio di quelle volte. Non era dissociazione, o non sol oquello.
    Era fuori controllo.

    "E' questo che accade in lei?" fece Jd a Dorde/Milan e questi scosse la testa in segno di diniego affermando -non sono un medico, ma se dicessi si, io...-

    Lia si mosse in avanti come fosse stato un furetto da caccia tentò di ferire Jd, ma le tute che avevano erano fatte da una sorta di gomma antiurto di ultima generazione che assorbiva parecchio ogni cosa e questo lo salvò, perchèp la punta non è era affilata rispetto un lato, usato prima per tagliare la gola del tizio, e il colpo andò a segno ma la tuta resistette abbastanza da far reagire Jd e spingerla via. lei atterrò accovacciata, fissò lui e poi buttò via l'oggetto, e con il guanto elettrico parve minacciarlo, finchp non puntò quello magnetico e strappò di mano l'arma all'amico.
    L'arma le finiì in mano e Jd fu protetto, scioccato, da Lubo che si preparò ai proiettili. Ma lei non usò l'arma per sparare ma per picchiare come fosse stata una mazza, colpendo Lubo al braccio sinistro alzato ma senza fargli niente.
    Lui emise quei versi di rabbia fissando l'uomo.

    "Ha usati i guanti.... Allroa resta lucida?" chiese Dorde e Kovacs riferì come li avesse usati in quelle condizioni "Allora avete il disattivatore della bluebox o la siringa con i dissuasori per le nanomacchine che David ha dato?" fece a tutti

    "Li ho io..." fece Jd riprendendosi "ma per iniziettarle qualcosa dovremmo prenderla, e..."

    "Rischiamo! Lubo, Alaric, tentate di avvicinarla e bloccarla, Jd le inizietterà...."

    "Sei pazzo!?!... guarda che ha fatto, mi sbrana... cazzo, quello non ha la faccia..." fece Alaric poi con il senso di vomito, ma senza riuscire a farlo. Dorde allora si tolse la giacca, con gli uomini esterrefatti, e restò in camicia, levandosi anche la cravatta, tenendola attorciglianta a una mano.  "tentiamo, non possiamo ceerto abbatterla.... vuoi ucciderla, per caso?" gli chiede fissandolo dritto negli occhi

    "C-certto che no, io..." fece con malessere Alaric

    "Bene, io cerco di attirare la sua attenzione, voi a cerchio, muovetevi...."

    "Se la feriamo..." e sussutlò quando lei fu attratta da un tizio che si era finto a terra e cercava di scappare dentro un'auto, chiudendovisi dentro. "NO! CHE COSA FA!!!" urlò Jd, prevedendo cosa sarebbe accaduto. Lei andò davanti l'auto con movenze ferine, mentre il tizio cercava di avviare l'auto in qualche modo senza chiavi, finchè lei non poggiò le mani sul parabrezza alcuni secondi per poi alzarle. L'auto sussultò e poi emise scoppi in successione, mentre Dorde e gli altri vedevano il tizio urlare terrortizzato e poi finire nel mezzo dell'esplosione con una fiammata, ancora dentro.
    Lia restò a fissare catturata dalla scena come un gatto intento a studiare qualcosa che vedeva come preda.

    "Se la feriamo ..." rispose laconico Dorde "ha la scienza dalla sua, dobbiamo evitare quei guanti.... forza. Muovetevi!"

    Si avviò verso l'auto e lei e Lia mosse gli occhi verso di lui, ancora in piedi a fissare le fiamme bases uscire dal cofano e lambire il corpo. Lo seguì attenta, fredda, calcolatrice. muovendo la testa come un animale che inclinava e spostava ai lati il collo, fermo, a seguire la preda.

    "Ok, ragazza. A quanto pare David aveva ragione, le ripercussioni critiche di cui parlava per le nanomacchine per te sono queste. Alti livelli di rabbia e voglia di fare male ti portano a uno stato di follia imprevedibile. Dobbiamo gestire questa cosa, ma per ora guardami!" fece tenendo la parte penzolante della cravatta davanti a lui, braccia allungate avanti. "Ricordi le nostre sfide a cavallo, scherma, arti marziali, giochi di logica e risoluzione di film e libri? Dai, lo ricordi, cerca di ricordare... facciamo qualcosa del genere e vediamo chi vince... non quando lo facevi ocn lui, con me....!" intendendo non suo fratello ma proprio lui. Avendo scoperto da pochi giorni la verità sul loro trucchetto, poteva alludere alla cosa. Ma Lia pareva presa da ogni sua mossacon il cappottone strappato, rovianto, sporco che le pendevano addosso e una manica penzoloni contro il braccio pronto a cadere. Gli si avvicinò pian piano, i veterani che a ceerchio cercavano di formare un ceerchio intorno a lei. Alaric passando davanti la macchina ancora con fiamme lievi che lambivano le lamiere emise conati di vomito notando l'uomo all'interno e Dordfe lo maledì tra i denti quando Lia si voltò verso di lui.
    Non li riconosceva, non sembrava lucida normalmente, significava che dovevano stordirla. Dorde si fece avanti e con la cravatta le bloccò il collo velocemente, pratico di anni di servizio e lavoro sporco prima di salire di grado, ma continuando ad allenarsi e restare pronto e preparato.
    Altro che suo fratello, pensava, che bravo era bravo ma tendeva a fare la vita del signorotto.
    Lia iniziò a dimenarsi, cercando di prenderlo con le braccia finchè non si lasciò andare scivolando a terra e mentre Dorde cercava di non farla sbattere sul selciato, gli agguantò con braccia e gambe la sua gamba destra, mordendo come una pazza pantaloni, calza e carne.Preso in contropiede, si sbilanciò e lei lo colpì con i piedi all'addome e al mento, girandosi col busto e slanciandosi con le gambe per raggiungerlo alla faccia e tentando di morderlo.
    Jd lesto lefece la manovra al collo con braccio per tenerla ferma, vedendo le unghie di lei graffiare il suo capo al viso e collo. Lei riusc' a prendere ancora a calci Dorde incazzatissima, facendo quei versi come una pazza, per poi colpire JD stesso con qualcosa a una gamba. Dorde ancora stordito la vide con uno dei coltelli che Jd teneva a una gamba pronti all'uso e che lei aveva strattonato cercando qualcvosa dalla custodia alla caviglia.
    Jd per il dolore allentò il braccio attorno al collo e lei trovò via d'uscita, diede un colpo di testa all'indietro dove eera JD stesso e lo colpì' duramente ferendolo ancora col coltello a una spalla, poi si girò verso Dorde che era pronto a prendere l'arma che sentiva contro le sue reni, se necessario, ma lei lanciò in alto il coltello e fece due ruote complete intere portandosi dietro di lui, il quale prese l'arma e tentò di voltarsi per mirarla, sperando di prenderla in luioghi non letali in pochi attimi ma mentrte lei ripreso il coltello, e lui vide che era lucida abbastanza da usare tenicche apprese normalmente, che era pronta a prenedrlo e pugnalarlo, Di sghembo lui con l'arma e lei col coltello si preparò a sparare anche senza mirare con l'arma, come poteva, o uccideva qualcuno di loro. Utilizzava tecniche non da bestia animale come pareva e ansimò rigido. Contò tre secondi per sparare perchè lei fosse in una posizione buona, mentre vedeva la sua mani sinistra contro di lui e il coltello nell'altra pronto.
    Poi lei sussultò, emise dei versi e si voltò. Dorde vide David con uno dei suoi scienziati con un'arma con dei dardi, che prendeva la mira, e la centrò sora il precedente.

    "Ho mirato all'arteria femorale, dovrebbe circolare velocemente, se necessario miro a quella carotidea..." fece il giovane con l'arma e David fissava Lia.
    La quale anzimò come calcolando che fare strappando i dardi di dosso, con espressioni di odio puro, finchè Dorde non parlò e lei catapultò l'attenzione a lui.

    "Lia, torna lucida. Non farti prendere dalle nanomacchine. Sei tu che sei la padrona... ricordi la questione di  dove tu sei? La ricordi?" fece lui bisbigliando, cerecando di parlarle in tono lento e sussurrante anche per non farsi sentire da altri "Tu dici sempre che non sei là sotto, tu sei altrove, tu non sei quella cosa e non vuoi che ti si voglia accanto per quella... tu sei tu e sei ben altro che quella cosa... allora riprenditi e torna in te, non lasciarli prendere possesso del tuo corpo... se riesci ci sono probabilità di studiare..."

    Poi la vide gettarsi a quattro zampe ansimando. Sentì le voci di David e altri ma cercò di restare con l'arttenzione su di lei e poi la vide fissarlo negli occhi, che lampeggiavano di qualcosa. E poi avanzò verso di lui seria e con quel righio o altro. Gli camminò fin di sopra, lui steso a terra che si sollevava sui gomiti e lei che gli avanzò addosso avanzando sulle mani e gomiti. E quando la sua testa su sopra il petto, senza mostrare segni di fare niente ma solo portarglisi di sopra, lui continuò a aprlare "ok, ragazza. Dai. Riprenditi e torniamo a casa. LA nostra casa. Quella dove sei giunta scappando ma come dice Alaric con prepotenza... tu sei te in quel corpo, non loro... riprendi il controllo..." vedendo fissato viso ontro viso, ancora lucida ma mostrando segni di debolezza da aver problemi a restare a sotenersi sulel braccia  gnocchia.
    Sentì David dire di avvicinarsi con cautela, che ormai l'effetto che doveva dare un arresto alle nanomacchine da alimentare quello stato doveva essere al massimo.
    Dorde si vide lei Addosso schiacciandolo a terra, finchè non la sent' e vide tentare di morderlo con rabbia al viso, ma parandola con il braccio, conficcò i denti nel l'avambraccio come se volesse vendicarsi e graffiandolo ancora dove poteva con le unghie. I guanti alle punte delle dita erano rovinati parecchio, erano in pelle di più strati ocn tutti i circuiti interni, e nel casino le punte non percorse da nulla si erano rottee. Non le portava lunghe come le ragazze normale, di un paio di centimentri, ma fecero male e Dorde cerecò ci bloccarla mentrte lei ancora se la prendeva con l'avambraccio.

    "David, muoviti!" urlò, mentre la tenne ferma con le gambe e l'altro braccio stringendola forte, finchè non fu presa da un altro dardo . Si staccò lei, si agitò e ricordò vedendola annaspare cercando di scappare, osservando ormai di schiena gli arti agitati al vento, quando lo prendeva in giro da quando l'aveva scoperto. Quella fastidiosa mossa per scoprire se i edubbi erano veri e come lo aveva preso in giro definiendolo uno scarafaggio confuso quando si agitava schiena contro il letto.

    "Sei impossibile!" le sussurrò deciso, tenendola ferma sulle spalle finchè non iniziò a essere troppo debole e si rilassò. Gettò la testa e le spalle al terreno prendendo fiato, stanco e spossato, ma gli venne la strizza quando, prima che la prendessero, lei ocn le forze ancora addosso, non si rotolò di lato finendo sul fianco destro e cerco di alzarsi ma sembrava uno di quegli animali durante le cacce che ancora si svolgevano, e lei odiava, che si dimenava nell'agonia con quanto le restava.
    Vedeva i suoi occhi nei suoi pieni di rabbia, poi ansimò solo, restando ferma, a fissarlo e cadere per il sonno. Pian piano gli occhi le si abbassarono  ma con le mani lo agguantò ai vestiti e cercò di atirarlo a sè, restando lui però fermo a riprendersi e fissarla. Ancora completamente disteso con la testa verso di lei e lei di fianco a perdere conosceza le mani a ghermirlo.
    E poi tutto tacque.

    "Ce ne sono voluti tre... con Paul abbiamo dovuto usare la camicia di forza e con Tennent peggio di Paul, tenuto in sei e con un sedativo. Sembra che le nanomacchine si siano fermate, vero...?" fece il giovane con l'arma sopra di loro, insieme a David e altri.
    Alaric, pallidissimo più per i corpi visti che la situazione, con Jd e Lubo, si prodigò per aiutare a rialzare Dorde, mentre David controllova Lia.

    "Dorme pienamente, scemato l'effetto di quello stato, è piombata in una stanchezza profonda... davvero ha fatto lei tutto questo? Che il livello critico su di lei sia ciò che è maturato in anni da sfogare via? Vedremo più tardi, adesso portiamola via, la stanno aspettando all'ospedale. Avete preparato la vasca speciale?" fece David ai altri col camice dietro di lui.

    "Userete la vasca sensoriale che ho..."

    "Si" fece david "ultimamente l'abbiamo provata e sembra che come dici tu, risutalti funzionante e il suo stato di salute ne giovino. non so se la tua teoria che l'acqqua per considerazioni vostre magiche abbia potere ma... sembra che le faccia bene starvi dentro. Quindi proviamo..."

    Dorde si fece curare con Jd e gli altri mentre Lia veniva messa, senza cappotto, in una vasca poco più piccola di lei co le gambe piegate piena d'acqua, con solo il viso fuori. Aveva sul fondo una conformazione specifica per cui il viso era in un incavo che le impediva di girarlo e finire sotto il pelo dell'acqua. Era stata presa la sua forma da distesa e come un memory foam, come diceva lei o meglio affermando che sembrava per prendere il calco come stare sul letto di piume di Milan, avevano una vasca portatile speciale in metallo con solo la tsta preparata in modo da non potersi muovere. Portarono su un carrello speciale la vasca via verso L'AirOl e David disse che loro sarebbero andati via prima, lasciando Dorde/Milan a controllare la zona e che fare e si sarebbero visti dopo.

    Dorde vide lavasca andar via e fu richiamato da Jd che, fasciato per bene, gli disse di andare a controllare la zona squat in fondo alla strada  e vedere chi altri era rimasto del gruppo di spacciatori. Doveva essere lavoro di Lia normalmente come strega, ma decise di fare cosa lei gli rimproverava smepre. Di non camminare più tra i comuni mortali e vedere come vivessero. Che non sapeva quanto costassero i beni di prima necessità e che realtà vi fosse.
    E così andò.
    Fu investito da puzza, sporcizia e ogni genere di rifiuto ammassato ovunque man mano che la via finiva e le case abbandonate o prese abusivamente terminavano, per mostrare un accampamento in uno spiazzo ampio di ogni genere di soggetto che per la società era un rifiuto.
    si  sentiva già a disagio solo a guardarsi intorno finchp alcuni di quelli non si fero avanti.

    "Dovè la strega? Li ha cacciati? Ci avete bloccato qui, non sappiamo che è successo..."

    "La strega è stata chiamata urgentemente altrove, ma tornerà per voi. Vorrei che mi indicaste chi altri lavorava per quel gruppo e non sia dei vostri... lei vuole ripulire di nuovo tutto e abbiamo bisogno di informazioni, non siamo streghe, quinid..."
    disse, senza guadare l'uomo ma attorno a sè. E si chiese come facesse Lia a girare per quei posti tremendi che gli facevano venire voglia di andarsene di corsa prima di prendere qualche malattia. POi abbassò lo sguardo perchè sentiva qualcosa sulla gamba, e si accorse di rifiuti vari e tra questi siringhe e preservativi usati. "...voi diteci chi è rimasto di quelli e come trovarli, mentre alcuni servi della strega vi portano cibo e altro. Andiamo..." rivolto ai veterani.

    "Che ne pensi... è un problema quella adesso? Dovremmo tenerla..."

    "Alaric..." fece scazzato Dorde sentendo solo in quel moento come un'onda di ritorno tutto quanto "non è un problema, abbiamo solo scoperto le reazioni avverse, vederemo come tenerle a bada. Non è una tigre selvatica da tenere chiusa a chiave"

    "Secondo me si..." vedendo fissato malissimo e Alaric si zittì, arretrando di qualche passo menter Jd e Lubo lo superavano.
    Dorde non disse più nulla e tornò allo Chateau.

    Dorde un paio di ore dopo.

    "Il dottore è nel suo studio, posso chiamarlo e..."

    "Non fa nulla, volevo sapere come stava e se posso andare" fece Dorde alla capo infermiera. Infermiera Bernadette, sempre compita e seria, lo fissava severamente seppur sapesse chi fosse, ma per lei le regole ospedaliere venivano prima di quelle del capo di tutto.

    "Sarebbe meglio..." ma questa si voltà e si incupì in volto "Signorina, torni subito nella sua stanza e non vada in giro..." urlò rimproverandola.
    Lia era nel corridoio, in piedi, con un lenzuolo intorno a lei stretto dalle dita sul petto e come uno strascico dietro, le spalle mezze fuori da quella sorta di mantello mostravano il sopra del pigiama che era tenuto in appositi luoghi nel caso lei fosse finita là. Così come epr Dorde/Milan e per i veterani. Erano gli unici con una scorta di abiti da ospedalizzazione su misura.

    "Infermiera..."

    "NO!" fece lei perentoria a Dorde "nelle sue condizioni dovrebbe essere a riposo, vado subito dal dottore, la voglio vedere stesa nel letto... vada!" fece con rabbia la donna a Lia per poi lasciare Dorde come uno scemo che la fissava andare a passo marziale.

    "Sarebbe un ottimo sergente maggiore..." fece con un ghigno Dorde guardando poi Lia, la quale restò ferma a fissarlo, mento verso il petto e occhi grandi su di lui. POi con un'espressione come se dicesse qualcosa restò a fissarlo con gli occhi mentre si voltava per poi andarssene con quello strascico ed entrare nella stanza. Quella che occupava.
    Dorde la seguì e poi chiuse la porta alle spalle. SApeva che nè il medico e nè l'infeermiera nonostante le regole, si azzardavano ad entrare se lui chiudeva una porta, potendo solo chiamare all'interfono dentro la stanza.

    "Come ti senti..." vedendola avvicinarsi al letto, far scivolare giù il lenzuolo e poi mettersi seduta, stringendo le braccia intorno alle gambe, facensdosi piccola piccola al centro del materasso.

    "..."

    "Ragazza, se stai male..."

    "Che è successo?" fece lei senza guardarlo. Lui sospirò.

    "Adesso abbiamo la risposta ad una domanda... su di te che effetti collaterali portano le nanomacchine? Abbiamo avuto ogni tipo di effetto sugli altri tester, dalla morte, alla pazzia, alla paranoia, al..."

    "E quinid....?"

    "Quindi devi evitare di arrabbiarti così tanto da scatenare le nanomacchine dall'attivarsi. A quanto pare adorano alimentare rabbia e odio o almeno, sembrano... come prediligere livelli alti di alcuni ormoni e mantenerli a quel livello se non peggio..."

    "Capisco... ma quindi come cavia sono decente o..."

    "I casi osno due... o ti sei regolata dall oscoppiare di rabbia fino ad oggi e farti prendere da loro o... la cosa si è attivata ora. NOn lo sappiamo ma tranquilla, come cavia sei stata ottima. Ora non ci pensare, riprenditi e..."

    "Volevo tornare là e..."

    "Non se ne parla, tu resti qui per oggi!" rimproverandola

    "...si, papà... farò la brava..." con un mezzo sorriso, guardandolo. POi lo calò giù.
    Lia lo fissò concentrata ma preoccupata e allungò la mano sinistra verso di lui, toccandogli il viso con le dita. "Cosa... che ti è successo? Il tuo viso si è rovinato?"

    "No, io e te ci siamo confrontati come nelle nostre sfide e..."

    "COSA!?"

    "non ricordi nulla?"

    "NO, io... ricordo solo... solo..." perdendosi nei ricordi, per poi passarsi una mano sulla faccia. Stava rivedendo la morte di quel ragazzo.

    "Non pensarci. Non è accaduto ninete di grave, ma cerca di riposarti. E non far arrabbiarte l'infermiera..."

    "Quella Rotthermaier..." fece lei con astio

    "Quindi per questo facevi Heidi per i corridoi?" fece lui ridendo e lei alzò lo sguardo su di lui.

    "Oh, no! Avevo sentito la tua voce e mi ero alzata, volevo acchiapparti e scappare ma lei ti ha braccato prima... speravo mi portassi via..."

    "L'infermiera dice..."

    "Ah, l'infermiera... quella sembra avere un siluro su per il didietro e un cane di quelli piccoli fastidiosi con acuti assurdi nella bocca..." facendolo ridere "...non voglio stare qui! E' come, anche per le divise ispirate agli anni cinquanta o che anno hai chiesto di prednere ispirazione, ci siano cani da guardia rancorosi invece di infeermiere... la gentilezza l'hanno solo sui peli..."

    "... no nso se questa cosa..."

    "lascia stare, so io..."

    "Allora dove vuoi andare?" le chiese poggiando le mani sul materasso e abbassandosi al suo livello

    "Non lo so...  mi sento in colpa per quanto accaduto.. cosa ho fatto esattamente?" incerta

    "... lascia stare. Ora è imperativo capire che soglia è necessario superare per te lasciarti andare alle nanomacchine. Alcuni dei tester precedenti avevano...  paure, fissazioni, e..."

    "non mi hai risposto... ho fatto cose... "

    "Ora scoltami, scivolare in uno stato depressivo per qualcosa non dipesa da te non ti porta a niente e quello che serve ora è superare tutto e vivere... possiamo andare  a le Iles de Lerins o Isole di Lérins.Amministrato dal comune di Cannes e l'arcipelago è formato da due grandi isoledi cui Sainte-Marguerite , la più grande, famosa per il suo forte che si dice abbia ospitato l' Uomo con la maschera di ferro..."

    "Lo so... non voglio andare da nessuna parte... e non vivo, io mi trascino... anche tu come Milan, tutti... non vedete e non capite..."

    "Ti sbagli... cerco di fare come fai tu con gli uomini..."

    "loro possono, io no..."

    "Lia..."

    "Non mi interessa cosa pensate, io non voglio continuare. Io sono morta molto prima, dentro. Sebbene non vogliate capirlo. Io non sono come tutti voi che basta figliare, trovare la persona bombabile ed ecco che la vita continua, che come disse quell'uomo in quel forum raccontando la sua storia, dopo che tentò di morire, non riuscì e si trascinò in una vita chenon era come desiderava ma non come tutti pensano per ricchezza, perchè fosse chissòà che roba che tutti sognano. ma per sè. Quella giusta e adatta a sè. invece mi restò impresso cosa disse alla fine. Io non ho vissuto la mia vita, una vita degna, che fosse per me o altro. E' stata una vita basica e mediocre, anonima si può dire. Ho avuto cosa avevano tutti e ho continuato in questo modo, ma no era una vita che mi ha reso felice... e aggiungo io, per felice si intende di cui si è orgogliosi e contenti, da avere il sorriso sulle labbra nonostante tutto. No, non è stato così. E io rispetto a lui non ho avuto niente. Altro che le boiate dette da Zay e Ric. ECCOME IO GUARDO GLI ALTRI E COSA FANNO E HANNO!!! perchè io non ho vissuto neanche le uscite, i momenti con gli altri, cose che gli altri si e io no! perchè la gente da me era una merda, perchè per i miei con cosa giudicavano delle altre mi hanno fatto venire i terrori e le paure di essere giudicata e schifata e non ho vissuto! Io non ho niente qui dentro..." toccandosi la testa "Io non ho... non sono stata... non ho avuto... RIC E ZAYN SIETE COGLIONI, questo vorrei dire a quei due. Avete detto a una persona vuota dentro di non guardare gli stronzi che l'hanno rovinat,a con i suoi, a vedere loro sorridere, con la gente che li accettava e li voleva intorno, a mangiare cose, a tavola con chi loro volevano, a fare cose che io desideravo, basiche, che tutti direbbero -ma che cosa speciale è, è solo banale di tutti- ma non è così! Ho solo ricordi di cose da farmi venire rabbia e odio. Di gente che mi tratta da schifo perchè diversa, che contesta tutto di me..."

    "io non credo che ti odiassero o non piacessi a nessuno, ma in un posto bigotto e stupido dove loro facevano cosa volevano, e non parlo solo dei tuoi, ma giudicavano gl ialtri da rovinare la gente sparlandola e facendola finire sola... è quel mondo, non tu che non piaci alla gente. Hai solo vissuto in un luogo non peggio di cittadine più piccole e villaggi, per carità, ma quelli come te sono visti come problematici e..."

    "smettila, non concludi nientre dicendo questo. Ricordo Caterina. Lei aveva il fidanzato online a cui mandava roba anche costosa e io boh, e per dire la mia o chiamarlo scherzosamente fidanzato fantasma ha buttato nel cesso un'amicizia per sto tizio, solo perchè aveva bisogno dell'uomo e non degli amici, finendo per dire di me peste e corna con gente che non conoscevo del nostro corso di laurea facendomi passare da stronza quando io stavo già iniziando  a stare male,a vevo i miei cavoli, dovevo farle secondo lei da segretaria bastava che prendeva gli appunti lei e mi ha fatta incazzare lei e le altre del gruppo nostro che frequentavo da mandarle a fanculo. E sentivo gente che manco sapevo chi era che sapeva però di me e come ero etichettata, passando per stronza dopo che io a Caterina avevo aiutato in mille modi!!! A causa dei miei io9 non ero me stessa, non riuscivo più, fingevo, e la gente tra le altre cose mi allontanava, ma NO!!! SOno io la merda... quindi lascia perdere. Il solo fatto che sono vostra amica è perchè non siete merde come sembrava all'inizio ma io voglio andarmene, indipendemente da questo posto e cosa volete darmi per spingermi a continuare... si è visto con ZAY e RIC cosa è accaduto con loro che si sono rifiutato di darmi una mano per l'unica cosa che chiedevo!! Che poi era solo di accertarsi e io fossi morta, o inscenare con me la mia morte per incidente. Mica farlo loro con le loro mani  o come ne riusciva. Ma mi hanno abbandonata su una cosa importantissima e sono finita a restare con i miei in quel vuoto e morte interiore. Mai nessuno oltre loro, orsi del cazzo. Mai maici, mai perosne che venivano a trovarci, solo loro e i nonni massimo a cagare il cazzo. Solo mangiare roba da confezioni o barattoli senza una pizza, un dolce, qualcosa... neanche che so cos ebanali com pasta al forno fatta bene, lasagne, o altre cose buone che tutti mangiavano la domenica... niente. Dolci niente. Una cosa per me no, per i fratelli si però! Mangiavano loro come merde e io a guardare e i miei MERDOSI hanno avuto l'ardire di dirmi sempre e comunque -accontentati di cosa cè- perchè a loro andava bene così allroa così per tutti. Non gli veniva in test ache la gente è diversa ed esce pazza in una vita misera e vuota come quella senza neinte per cambiare o qualcosa di buono per tirare su il morale. Loro a senso loro si accontentavano ma erano solo spilorci di merda che mangiavano di merda ogni cosa economica che faceva schifo e tu morivi dentro, pezzo dopo pezzo. Io infatti non ho retto! Andavo fuori di testa giorno dopo giorno. Sola perchè allontavano gli stronzi, i profittatori, gente che voleva solo qualcosa ma non me... sempre con loro a cagare il cazzo a casa a girare come ebeti per le stanze, a controllare te e i tuoi cassetti e dove fossi, a guarfdare solo tv e basta. Non andavano da nessuna parte e non vedevano nessuno. una vita vuota e inutile per me, distruttiva. Ma loro niente... non si sono accorti, aprendosi mentalmente, che mi stavano uccidendo avendomi voluta con loro per forza. A forza. Appena diploimata solo a dire che io dovevo restare con loro. Ecco che è accaduto... io che non volevo restare, con ZAY e RIC che mi hanno tradita lasciandomi morire in modo peggiore con i miei trascinandomi per tutto quel tempo soffrendo da merda... ecco cosa ne ho ricavato io dalla vita. Dal mondo volevo solo fiducia nel credere che io potessi vivere. Invece non ho avuto niente, e quei due coglioni pensavano parlassi di hcissà cosa... solo io ci ho rimesso e ho perso, spero che ne siano orgogliosi come i miei. Ho sofferto fino all'ultimo istante della mia vita come una disgraziata, ZAY e RIC gofniaste pure il petto, spero che morirete un giorno orgogliosi di avermi distrutta anche voi...."

    "...!

    "Canta per me per dormire.... Sono stanca e voglio andare...E poi lasciami sola... Non provare a svegliarmi al mattino....Perché me ne sarò andata ...Non stare male per me... Voglio che tu sappia... Nel profondo della cella del mio cuore... lo farò e  mi sento così felice di andare... Voglio che tu sappia... Nel profondo di ogni cellula del mio cuore... che voglio davvero andare..." cantò Asleep e Dorde sospirò

    "Di nuvo quela canzone,...Vorrei sapere i tuoi come non vedessero fino a che punto ti sei rotta e per loro andasse bene, privandoti di tutto, dai tuoi soldi che tenevano nei loro conti al cibo, a ogni cosa, vedendoti strisciare disperata e priva di vita addosso..."

    "Vai.... lasciami in pace..."

    "Ma..."

    "Lasciami nel mio niente, non ho voglia di niente, ora voglio solo pensare a come fregare le nanomacchine... non intendo permettere loro di perdere la ragione e gestire io, cosa resta di me..."

    "come vuoi... Andrò a parlare con il dottore nel caso nel mentre ci ripensi... Potremmo andare a cercare le celle dove erra rinchiuso l'uomo con la maschera e vedere di scoprire chi fosse..."

    "pensi che la vita sia come nei film dove tutto viene scoperto per cose che comodamente sono nascoste o incise là? Ma andiamo..."

    "NOn possiamo scoprirlo se non andiamo..." fece lui con le mani in tasca andando verso la porta

    "Dorde..." facendolo fermare "...perchè passi del tempo con me?"

    "..." lui la fissò accigliato "come tutti, perchè siamo amici..."

    "e cosa ti porta questa amicizia...?... voglio dire, cosa ti fa rendere conto del fatto che cè questo legame?"

    "Perchè..."

    "Io non lo so se provo qualcosa e se si, cosa... non lo comprendo e non capisco se la vostra gentilezza non sia dipesa da altro..." fissandolo negli occhi

    "... se solo fossi scappata prima da quel luogo orribile, non saresti finita così! In questa esistenza sei scappata da quel posto solo perchè qualcosa in te è uscita fuori e hai avuto la fortuna di trovare un posto qui da noi... se fossi andata via prima, ma senza soldi visto che li avevano loro e senza niente, non saresti andata lontano, malata. Se fossi stata senza problemi fisici, scommetto che saresti riuscita... e tutti o ti hanno tradita, o fatta arrabbiare o allontanata e sei rimasta sola... anche se tu provassi qualcosa, quello che ti hanno fatto maturare i tuoi, ti impediscono di rilassarti e..."

    "Lascia stare la psicologia, non mi interessa... vorrei solo che queste vostre gentilezze fossero sincere e..."

    "Cosa ti credere che non lo siano?"

    "..." fissandolo malamente "PERCHè Tu e Milan avete allontanato tutti per evitrare tradimenti, non avete veri amici anche se con i veterani cercate di non mettere troppa distanza e io sono una cavia... "

    "..." avvicinandosi a lei tornando, le posò una mano sulla nuca massaggiando con le dita "tu non conosci molte cose e a volte rifiuti la gentilezza per paura che la gente voglia altro, non è colpa tua, ma come ne sei uscita, ma non ti fa bene chiedere solo credendo di capire senza accettare la vera gentilezza..."

    "
    ...Poi vado da mio fratello e gli dico “Fratello, aiutami, ti prego” Ma lui finisce soltanto per mettermi ancor più in ginocchio.
    In dei momenti ho pensato che non avrei retto ancora a lungo..." con sconforto, sebbene le piacesse quel gesto con la mano

    "Sempre citazioni da canzoni?"

    "Che altro ho? Libri e canzoni... ho vissuto cosa leggevo dai libri e dalle canzoni ma veramente io... no! Ho incubo della mia vita di prima. Per loro io se urlavo godevo, erano convinti che se ceercassi di farmi sentire e capire, voleva dire solo che adorav alla follia i conflitti, sbraitare, a... non mi conoscevano mai, come ci stavo male mentalmente e psicologicamente quando raggiungevo il limite da urlare!! Ma no, ero io!!! Sempre a rinfacciarmi che fossi egoista e stronza, che non avevo considerazioni di loro... ma di me, chi lo aveva!?! Sempre a dire le solite boiate che dicono i genitori del cazzo che chiamano amore e poi rantoli dentro a pezzi fino all'agonia e... loro ti urlano contro che non sorridi per far contenti loro e i nonni del cazzo! Che sono troppo lugubre e rovino loro i pranzi e le cene... avrei voluto farne a meno, preferivo mangiare da sola a disperarmi in silenzio..."

    "come adesso?"  dandole un bacio sulla tempia, carezzandole la schiena finchè lei no nsaltòò per aria e non lo fissò male mentre lui sorrideva e e tornava alla porta "A ricordare come ti sentivi, come stavi tra loro obbligata in cosa non era tuo, ti perseguita ancora adesso..." vedendola con le lacrime, mentre lei le cancellava con il dorso della mano "ti hanno fatta sentire sempre peggio, sempre a usare le carte dei sensi di colpa, colpevolizzazioni... come se il problema fossi tu e fossi pretenziosa e volessi chissà cosa. Voelvi solo pace, del cibo che aiutasse, discorsi e interazioni umani e non sordi e ciechi boriosi aprendo casini loro da teatrino e poi ti dicevano di zittirti... ma quello è il passato e..."

    "NO!! Non è il passato... io non posso vivere ed esistere, non importa che modo, per cosa mi osno portata dietro. Mi osno sempre frenata e non ho vissuto nulla, per i terrori di giudizio e il casino che avrebbero fatto se io vivevo qualsiasi cosa... è già stato assurdo che dicessero si per l'Irlanda. Non ci credevo, seriamente, ma accadde ma... io non dovevo più tornare! Adesso non sarei ridotta così! Anzi, preciso. Quello era per morire con meno tormenti. ZAy e Ric non volendomi aiutare mi hanno torturata anche loro e non capiscono. Cosa è significato cotninuare a respirare e strisciare a questo mondo per tutto quel tempo dopo... io che non avevo potere sulla mia vita. Dovevano decidere tutto loro. SApevo solo prima di diventare maggiorenne che avevo soldi in un conto ma non potevo metterci mano sopra, neanche da adulta. Assurdo diranno tutti che maggiorenni di sicuro si sono presi tutto ciò che era loro o comuqnue se lo gestivano. io non ho potuto. TUtto a nome loro o oncdiviso e non potevo fare niente perchè loro dovevano avere parola perchè co intestatari!! Sembra assurdo ma è vero! io non ero padrona di niente e non capivano. Per loro era giusto così! Dovevo fare un documento? Dovevano farlo loro o dovevano esserci loro, anche da adulta, io dovevo avere la loro supervisione e approvazione per le cose. Schiava e dicevano di no. Mi urlavano -sei stronza, merdosa, disgraziata, testa di cazzo, cogliona, egoista di merda, e altro e altro- " respirando male per il pianto che voleva venirne fuori "e la colpa era sempre mia!! Ereo così stanca, non ce la facevo più a vegetare con loro a subire sempre i loro ordini anche da adulta e tutto! NOn potevo gestire niente di mio, ogni cosa doveva avere il loro naso dentro e poi ero una figlia di merda!! Voelvo scappare ogni giorno ma non sapevo dove andare perchè malata, temevo che anche se gli intimavo di non cercarmi per quanto stronzi mi facevano cercare mettendo avvisi col mio nome. Se me ne fossi andata prima... ma non avevo soldi ne altro. L'unico modo che avevo per fuggire era... sposarmi o morire! Questo per loro era adeguato. E se schifiavo letteralmente la loro vita mi dicevano -vattene, prendi e te ne vai- e io l oavrei fatto se avessi avuto i miei soldi e non co-gestiti da loro. Perchè lo so che potevano benissimo fare qualcosa ai conti e bloccarmi utto dicendo di tornare... loro non mi conoscono ma io conosco loro... ho vissuto e scelto cose per loro perchè almeno a volte mi snetissi dire -brava, ottimo lavoro, ti sei impegnata e guarda- o altro per... a che serve parlarne, mi avessero detto qwualcosa di incoraggiante, fiero, orgoglioso... niente!! Solo a pretendere su di me e aspettarsi che fossero loro a gestire tutto finchè non mi sposassi, finendo schiava di qualcun altro... io sono morta dentro e nessuno ha voluto vede re e capire... solo a essere sicuro come tutti che quelloa vita perchè andasse bene a loro, fossero ottima per me ma io impazzivo... Io stavo malissimo quando mi urlavano, si litigava, mi si trattava da schifo e non capivo che significasse quando leggevo dai libri o vedevo nei film certi atteggiamenti gentili, affettuosi, di... vaffanculo" nasconedndo la testa dietro le gambe, che tneva ancora strette tra le braccia.

    "...distenditi e non pensarci, ti farò portare del tè e delle stecche di torrore, classico, per tirarti su..." vedendola sorpresa "se ci fosse qui Milan gli direi di abbracciarti, se lo facessi io avresti paura di altro che temi la gente voglia e non ho intenzione di peggiorarti... ma anche noi si, siamo diffidenti con la gente, ma a volte è necessario se ci sono persone con cui siamo in sintonia, lasciarsi andare all'affetto... siamo amici, noi più che con altri, non pensare a niente e stai tra noi. Odiavi quando te lo dicevano ZAy e Ric perchè primo erano prima chilometri e chilometri e poi proprio un altro paese e non riuscivi più a reggere a solo parlare online e poi... ti eri resa conto che sembrava che.. loro parlassero e ti trattassero senza più considerare te. Soffrivi, stavi male per cosa gli snetivi dire o leggevi che scrivevano e sembravano non capire quanto tu stessi male e cheidevi solo una cosa. Un aiuto, solo vereificare creando le condizioni, della tua morte... ma tutti ti hanno tradita lasciandoti sola, a lottare contro te stessa dicendoti invece solo di pensare a vivere, e..."

    "smettila..."

    "loro non avevano capito quanto fossi rotta e disperata, e peggio non eri abituata a nessun tipo di eleemtno o trattamento gentile e cona ffetto e simili. Abituata solo a come vievvano i tuoi e come si trattavano tra loro e di ocntro loro con te. Hai perso la familiarità con gentilezza e affetto e la tua amicizia con loro solo online era finita per freddarsi.. ma non lo hanno capito. Non cèra aiuto che potessero darti e non avevi intenzione, per niente, di scappare da loro per fuggire alla disperazione di quella vita con la tua famiglia, perchè sapevi che sarebbe finita come con tutti. Che avresti visto facce e discorsi sussurrati su di te che eri un peso, un fastidio, non eri come si aspettavano, che sostenerti era un peso e tutto i lresto. Con noi tu sei scappata perchè non ti aspettavi di essere ospitata, volevi andartene e quel gruppo ostile e noi era un'ottima scusa. Ma normalmente non accade... hai rifiutato l'ospitatità di qualcuno perchè non volevi sentirsi in obbligo, un peso o altro e hai ancora terrore ai gesti di gentilezza e bei mometni a discutere come persone... non ne uscirai mai se non con terapia ma ci vorrebbe tempo..."

    "E io non ho...Io non riuscirò mai a tirarmi su da sopravviere almeno, voglio andarmene, ne ho bisogno, non riesco a stare, ad andare avanti, ogni cosa bella mi fa venire di piangere e non riesco a viverla e... ho incubi, terrori paure che non riesco a mandar via..."

    "che loro ti hanno fatto maturare, ma tu non eri così, lo so... quando non si capisce che si rovina le persone... mettiti giù per ora e riposati, ti porterò qualcosa più tardi sempre che Milan non torni e voglia vederti..."

    "Accompagnatemi alla Soglia... aiutatemi, solo questo, a trovare la pace e togliermi questo dolore che non andrà mai via... e cancella le famiglie... modifica le cos ecome le abbiamo solo ipotizzate ma niente più famiglie e peggio senza controllarle e verificare cosa accade dentro come facevano i coglioni là fuori..."

    "io sono dal dottore, se cambi idea hai questo tempo..." andandosene


    Dieci minuti dopo

    "Dottore..."

    "Venga Bernadette..." disse questi alla donna che bussò mentre parlava con Dorde, facendolo un pò innervosire. Odiava chi interrompeva.

    "Volevo solo avvisare che la ragazza è scappata..."

    "Cosa?" fece Dorde sorpreso "ma l'avevo lasciata..."

    "L'aveva...  ha lasciato questo sul letto"

    Dorde prese il cartoncino scelto alla buona per scerivere e lesse, per poi cercare di non scoppiare a ridere in faccia alla donna.

    "Cara Rotthermeier in gessato bianco. La ringrazio di quanto fatto ma la sua marzialità avrebbe fatto sclerare anche baffetto tedesco. Odio stare rinchiusa, chi è prepotente senza dialogare, pensando che si sappia cosa è bene per gli altri sia giusto. Per esperienza preferisco decidere io e rischiare se devo, non permettere agli altri di decidere su di me. Se fosse così tornerei in quella cazzo di famiglia e sono felice che lei non abbia marito e figli. Ha fatto bene. Si viva la sua vita come la sente e non la spenda solo per chi il cervello e gli ormoni le dicono di considerare sopra se stessa. Perdendo cose e opportunità da ricordare in vecchiaia. Privandosi di qualcosa. E non sia tirchia. lo so io cosa significa vivere un niente e doversi ogni giorno accontentare uscendo pazza... Non muoia come farò io piena di amarezze, rimpianti  e rimorsi. Io morirò così e così tutte le me di ogni piano parallelo che non hanno vissuto, ma sognano la morte come speranza di pace. E nessuno è amico o umano vero da aiutare.
    Andrò a fare una passeggiata prima di dichiararmi auto-guarita e cercherò qualche soldato biancaneve che lui si, ha bisogno di consigli ordinati e gestiti con severità perchè lì serve, accidenti a loro, perchè non sanno nenache come lavarsi le mutande. E non scherzo, purtroppo!! Quindi tornerò ai miei impegni di Veròna cercando quel senso di -sentirsi vivi- che non ho normalmente. Non so se lei capirà, ma ho deciso che ne ho bisogno. Se per il dottore le mie azioni di Veròna sono deleterie per il mio stato psicofisico, mi spremerà se devo per qualcosa che voglio continuare. Più porto paura, dolore e terrore a chi merita rendendo tutto un mio territorio da gestire e controllare e più mi sneto utile davvero e mai come nella mia vecchia vita. Se ha rimostranze, faccia rapportino e magari un giorno di questi a colazione lo leggo e le faccio sapere. Ma metta tanto accento tedesco che enfatizza i concetti. E' il suo marchio di fabbrica e sarebbe pure simpatica e di calore senza lo scopettone troppo in sù.

    Buon lavoro e riveda un pò, un pizzico, l'empatia umana per chi è malato o come me che soffre per come la si tratta.

    -Lia"

    ...Inaudito, dottore!!" fece la donna seccata

    "..." Dorde fissò e basta il bianco rettangolo, portandosi una mano davanti la faccia per mascherare le risa, poi lo lasciò scivolare verso il dottore "lo metta nel suo fascicolo, faccia ripulire la stanza e tenere le sue cose pronte nella sacca al solito... io vado!"

    "Ma... le sue cuire, i test, cosa dobbiamo fare per tenere sotto controllo le nanomachcine..."

    "Tranquillo, è solo un momento di frustrazione e disperazione e doveva uscire dalla gabbia in cui si snetiva... con David on ci saranno problemi, ma la lasci libera per ora..." dando lespalle, sismandosi la giacca per poi dire prima di stringere la maniglia, ridendo senza riuscire a controllarsi "Benedetta ragazza!!"




     





    ch 38 appunti Posto per ora questo, a seguire il sueccessivo da controllare il codice. Al solito non so ocme tutti i file conservati hanno qualcosa nel codice che mangia le parole o frammenta le frasi, non so. Sto sistemando e sto vedendo che gli ultimi 10 capitoli hanno ancora problemi, a breve li risistemo e spero che per il capitolo dopo siano a posto.



    Chapter 38


    Lia era alla Torre est francese a dieci chilometri dal centro di Parigi. Trovava Parigi una città non come la descrivevano tutti. Magica, romantica e altre menate. Perchè lei non vedeva queste cose, non le provava e non ne avvertiva i segni come tutti.
    Sebbene Dorde la rimproverasse che fosse tutto dipeso invece dalle difese che aveva alzato e da quanto era cambiata a causa dei suoi e della feccia che aveva incontrato nella sua vita, e tutto quanto fosse nella sua testa. I terrori, le paure di sbagliare, di essere una figlia degenere e schifosa solo perchè viveva, di essere descritta ma loro descrivevano le altre che le faceva paura da sentirsi sola e isolata e altro... Ma per lei era solo un modo per farle capire qualcosa, affermando niente di sopprannaturale, che queste menate le doveva lasciare ai coglioni che ci credevano e finivano male.

    Aveva deciso che lei sarebbe stata la Purga finchè in vita. E se tutti la consideravano sbagliata e non adatta al mondo come le avevano sempre ripetuto, che diventasse la pazza, sbagliata. Ma a suo godimento, finendo per cacciare la feccia.

    "Non guardarmi così" diceva smepre a Milan e Dorde o Jd "Da quando ricordo mi sento viva essendo questo. Vivendo questo. Tutto quello che ho fatto, essendo questo... agendo come fossi la peggiore delinquente del mondo contro quella feccia... l'ho fatto per me! Lo sapete ma a volte travalicate le cose per dare una vostra spiegazione. Come i miei. Urlavi, dicevi le cose ma sentivano cosa e come volevano.... mi piace farlo. E lo faccio anche sforzandomi a volte, lo so, ma mi sono sentita... mi sono sentita viva!!! Lo so che le mie azioni per tanti saranno sadiche, sanguinose, dalla peggiore del mondo al pari di certa gente ma... io mi sento viva ed esistente nell'agire al posto del mondo, quello giusto e sebbene non provi soddisfazione per queste azioni come pensano molti, io non ritiro la mano dopo aver tirato la pietra... mi sento disperata, in colpa, tante cose difficili da spiegare quando mangio qualcosa da voler piangere per la contentezza, dall'avere vicino o occuparmi di un animale che desideravo tanto prima e mi avrebbe aiutata ma non potevo avere neanche un piccolo furetto perchè provavano schifo per gli animali vicini, solo guardare i gatti... osservo la gente a cui dico di darsi una svegliata e pensare a vivere come io non ho potuto fare... e cerco di capire se hanno intenzione di farlo loro che posono o meno, e io quanto ho perso finendo nella rete dei miei che volevano i figli casti, puri, perfetti, devoti alla famiglia e altre menate e sono... finita solo in un incubo di solitudine, niente, vuoto, privazioni... e ora, anche qui, non riesco a non voler piangere sia per la contentezza di qualcosa di buono che finalmente mangio e sia per cosa sto mangiando pensando a chi non può come la me prima, sentendomi in colpa... ad abiti che faccio fare nuovi dopo che i vecchi sono rovinati e mi sento spendacciona, le cos eche compro e il mio rifiuto di volere qualcuno vicino, dall'emergere da ciò che mi hanno gettato addosso enon posso togliere... è troppo tardi per quello... io non riesco a vivere neanche qui, ma provo un senso di vita cacciando e prendendo, facendoli soffrire, la feccia... per poi la notte non riuscire a dormire pensando con rabbia alla gente che viveva e vive che mi ha fatta soffrire, ogni giorno, cose che io prima dai miei non potevo, che scopava e mangiava cose, che vedeva sorrisi e richieste di compagnia, inviti e io... solo schifo... loro avevano cosa desideravo!! E Zay e ric hanno avuto il coraggio di dirmi di non pensare a loro come felici e vedere le apparenze... che apparenze vedevo!!??!! Imbecilli! Dalle foto erano con gente sorridente che conoscevo, loro tra gente e io sola!! A tavola in vari posti a mangiare cose e io con pane e formaggio e schifezze confezionate che mi veniva ormai da vomitare.... io non reggo neanche adesso, quindi lasciami in pace, non fare il giudicante, sono abbastanza rovinata di mio... io voglio mettere i panni di Veròna e sentirmi quel senso di vita a sprazzi quando cammino nella caccia... voi non potete capire come fossi morta dentro  prima e cosa sento, pochissimo, ma cè quando sono veròna...."



    Aveva rifiutato da sempre cose che alla fine non aveva vissuto. A causa degli altri.
    I usoi erano asfissianti, colpevolisti, era finita per arretrare davanti le cose della vita, senza viverle in ogni cosa, per il terrore di essere giudciata come loro facevano con tutti. Sapeva bene di suo che a volte provava odio verso chi le faceva provare gelosia, non era la stessa cosa contro la feccia che le aveva distrutto tutta lei pezzo per pezzo. Era un odio diverso, quello lo capiva.
    E cercava dei frammenti dai racconti degli altri per capire cosa fossero certi sentimenti e sensazioni che non aveva mai provato e mai avrebbe fatto.
    Da anni, prima di Zay lo sapeva, non era più adatta a fare marcia indietro e tentare ancora di vivere come una persona normale, inteso da togliersi tutto ciò che si era creata come un'armatura e fare tentativi. Non avrebbe avuto la leggerezza e la tranquillità di provare o sperimentare niente. Si sentiva più sicura con alcuni di loro da scherzare e afare cose che le venivano in testa ma tutto era lì in agguato a bloccarla.
    Si era accorta perfino che fumare non era come per gli altrui. Non aveva quel senso di catena alle sigarette, ma non era per il tabacco che  fumava, ma per cosa che la sigaretta dava di sè anche senza le foglie e porcherie che mettevano nel tabacco stesso da fumo. Era l'azione stessa del fumi, di aggrapparsi a una sigaretta, o nel suo caso al bocchino da donna anni trenta, sebbene a volte volesse spaccarlo in terra in mille pezzi per quanto la facesse incazzare Dorde. Si era accorta che a volte era per lei necessario, vitale, fumare. Essere legata a quell'oggettino su cui scaricare tutto e farsi dare un senso di liberazione e pace.
    Aveva capito che non era nemmeno dato allo stesso modo delle droghe. Provava repulsione per la questione di cosa davano le droghe e cosa facessero provare o meno. Non riusciva, andava fuori di testa, ad avvertire il senso che davano alcool o fumo o altro. O meglio, aveva provato solo la sensazione di medicinali nella sua vita che l'annebbiavano e l'alcool quando per fignere che lo usasse per cucinare, riusciva a far comprare loro del vino. Quello da 1 euro che faceva schifo da supermecato nei cartoni, ma er al'unica cosa che era riuscita a fargli sganciare che potesse bere. NOn si beveva altro mai, tranne lo spumante per le cavolo di feste.
    E lo faceva in un mese, una confezione in un mese nel peggiore dei casi, perchè non volevano comprare e faceva schifo, e sentiva l'effetto che faceva quando invece lo trovavano a meno di un euro e ne compravano di più e lei abbondava quando sola. per avere del vino frizzante doveva escogitarsi perfino di ocmprare quelle bustine digestivo con effetto effervescente. Un euro ancora, questa volta comprato da lei quando poteva e prendeva quel vino schifoso, in mezzo bicchiere d'acqua, allungava con acqua e metteva il digestivo effervescente per le bolle. Altre volte solo il bicarbonato. Non aveva altro da bene oltre acqua e doveva farselo andare bene.
    E quando eccedeva con il vino senza diluirlo, sentiva l'effetto dell'acool, anche se non doveva essere lo stesso di quelli buoni ma lo odiava.
    Quando stava ancora nella sua vecchia vita lo trangugiava fingendo che fosse il miglior vino frizzante al mondo mangiando lo schifo che trovava nel frigo o aprendo scatolette o roba surgelata. Non essendoci altro, nessuno cucinando in casa sua o volendo farlo se non lo stesso schifo pronto scaldato e non poteva comrpare niente o urla e botte.
    E non poteva cucinarsi niente. Niente. NOn cèrano manco gli ingredienti per farlo e se cèrano,e rano così contati che se avesse utilizzato roba, anche solo un uovo come er acapitato, se ne accorgevano e urlavano. E lei somatizzava finchè non si sentiva così male da credere di morire e rallegrarsi, ma poi non accadeva mai.

    Non sarebbe mai accaduto quel dono si diceva, tempo dopo aver mandato a fanculo zay e ric e maledicendo tutti e tutto, non potendo più vivere quell'esistenza meschina, aveva capito che non poteva avere ormai l'unica cosa che bramava, se non per sua mano e nel modo più doloroso che temeva.
    Si era spaccata la schiena tutta la vita per ciò che poi non ebbe. per gli altri, quando faceva qualcosa per sè, schiamazzi, urla, sensi di colpa gettatoli addosso come se wnon dovesse pensare a fare neinte se non come loro volevano vivere... mentre gli altri facevano cose e lei osservava solO!
    Non ebbe momenti di vita da ricordare. Istanti felici. Cose da ricordare con calore.
    Non visse niente, ma proprio niente, se non dover stare a casa con loro. in una vita non sua. In un'esistere, non vivere, di cibo schifoso buttato ancora confezionato sul tavolo, con pasta scolata e gettata sui piatti con sugo dai barattoli da mettere sopra così o quei sughi schifosi che faceva sua madre che non riusciva a digerire. la madre odiava cucinare e lo faceva con malavoglia, venendo uno schifo. E non poteva mangiare cosa voleva o la madre e il padre, con i fratell ispioni, facevano casino. NOn si poteva prendere qualcosa da mangiare se si aveva un languore, si mangiava cosa dicevano loro e quando, non eissteva in frigo o altro posto cibo disponibile per tutti e quando volevano. Se si mangiava fuori orario senza la loro autorizzazione, bordello.
    Ninete rosticceria, niente roba da panettiere, niente pranzi e cene della domenica, neinte perfino patatine fritte. Mai. Tutto ciò che vedeva in tv o le rare volte che usciva dalle vetrine dei negozi o panettieri, poteva vederli solo nella sua testa. Se comprava qualcosa il cazziatone era stratosferico e le facevano venire sensi dci colpa che non doveva avere da farle venire voglia di rivomitare tutto.
    Non cèra cibo in casa da definire di conforto. Niente pranzi fatti ocn ricette anche basiche e conosciute. CArne sbattuta sulla padella e stop. Anche se a volte le capitava di scovare poisti segreti dopo loro nascondevano a lei il cibo che non le davano ma mangiavano loro. Per lei, dicevano.
    Cibi cucinati male e da schifo fatti a modo loro senza sapore. Barattoli econfezioni sulla tavola da cui prendere un pezzo e mangiare col pane, così, come cibo di fortuna, non una tavola normale.
    Diventava pazza ogni giorno che passava. Sempre sola, sempre a vedere le solite quatto pareti e le loro voci sempre e sempre. on era una famiglia per lei, solo una'ccozzaglia di merde che dicevano agli altri ocme vivere. E che dovesse andargli bene così e la cosa che odiava era che ogni tanto sentiva che lei aveva soldi da parte ma registrati a nome dei suoi e lei non poteva toccarli o cascava la casa. lei non aveva neinte.
    Vivevano soli, isolati dentro casa, senza vedere mai nessuno, solo uscire un'ora al giorno se andava bene altrimenti erano una palla al piede. Se no nti trovavano in camera cercavano tutta la casa urlando finchè non ti facevi trovare. neanche in terrazzo cèra pace o fuga. Era una gabbia, punto,ma se lo dicevi rispondevano con rabbia "fai schifo a pensare queste cose".
    E lei voleva solo morire, mentre dalla finestra sentiva o vedeva la gente che viveva, mangiava per strada cose, parlava al telefono o con altri di cose che avrebbero fatto.
    I parenti poi non erano meglio. le volte che li vedeva non si tenevano niente. Una volta per alcune ore sola era uscita via per comprarsi qualcosa al supermercato e mangiare di nascosto ma loro la videro e andarono a dire ai suoi che -aveva le borse piene dal supermercato- e anche quella fuga finì nel ninete più.

    E si ripeteva...
    - Io non avrò mai niente, sono finita schiacciata da loro-
    -sono  AFFOGATA NEI MIEI DOLORI E ho DIMENTICATO DI LOTTARE PER ME STESSA-

    Quando usciva cèra sempre qualcuno che la vedeva e parlava. Se usciva dal panettiere con finalmente un trancio di pizza, la vedevano e raccontavano. Se con in borsa qualcosa con il desiderio di mangiarlo, non aveva posti dove andare e la trovavano per strada e dovevano accompagnarla col rischio che la sgamavano se non l'avevano fatto per i rumori -dannate confezioni di alluminio e simili come per le patatine- e per non sentire nessuno non comprava più ninte.
    Restando così, coi desideri.
    Viveva solo di desideri. Menteri suoi facevano stronzate. Pane da comprare a chili, ogni mezzo chilo tagliato in tre e messo nel surgelatore e poi uscito al bisogno e lei impazziva.
    Un pezzo di pane con una scololetta divisa in tre, salumi, formaggi orribili, pasta con schifo, carne economica e fatta sempre allo stesso modo. Tutto allo stesseo modo, sempre e sempre, senza cibi di confroto che desiderava. Costa troppo tutto, vanno bene questi.
    Per lei non era vivere. per lei era dover subite una vita non sua che piaceva a loro.
    La sera non uscivano mai e scassavano, non vedevano mai nessuno, nessuno che se li portasse a fanculo, solo ad averti tra i piedi a sbraitare, giudicare, accusare, rompere le scatole. Loro non mangiavano qualcosa o non gli piaceva? Non si comprava. Semplice.
    NOn sapeva come facessero a vievere quel NIENTE ma lei era fuori di testa dal doverselo subire e per le malattie che le vennero per vivere quella vita, restò col culoa terra, potendo pensare di scappare solo per morire. Ma anche la morte sembrava prenderla per il culo.
    E quando beveva quel miscuglio che di vino non aveva niente neanche alla base, sentiva gli effetti e si chiedeva cosa ci trovavano tutti a bere e drogarsi poer fuggire con la testa se era orrib ile non essere se stessi e lucidi.
    Non riusciva lei a reggere quella sensazione, affatto, andava nel panico o fuori di testa, per lei avveertire ciò era traumatico. Un conto era la dissociazione volontaria, ma non in quel modo. E si chiedeva cosa portasse la gente a rovinarsi fegato o cervello con droghe o alcool per scappare, mentre lei invece non riusciva a tollerare di averne effetti blandi...

    E in quel momento alla Torre per sentire i resoconti, faceva nervi dentro. Lei non vedeva le città famose come bei luoghi, riusciva ad a mmirare gli edifici e l'ambiente finchè  non vedeva l'altra faccia di quei luoghi. Senzatetto, drogati, poveri, gente ai margini della società.
    Lei vedeva al di là dell'apparenza e non capiva perchè la gente fosse così tranquilla nella menzogna. Esisteva anche altro che strade belle e con  negozi alla moda, tutto ciò che alla gente piaceva per fingere di vivere come in un film.

    "Quindi con questo nuovo gruppo di spacciatori, tornano tutti a farsi e a rubare, compiere atti criminali e comportamenti violenti... alcuni sono finiti con ossa rotta per non aver pagato e..."

    "Basta così" fece lei adirata.
    Vestiva sempre con l'abito da veròna, non quello bianco ma quello da strada come lo chiamava.
    Completi di taglio maschile in vari colori e tessuto sempre con blazer o panciotti, pantalone e camicia e le cravatte,. Cappelli in stile mafiosi come li definiva ridendo di vari fogge anni trenta a quaranta e i cappotti da tizio inquetante di gusto antico. I capelli erano soppiantati da parrucche lisce e del suo colore naturale o uno o due toni più chiare, alcune con frangia e altri scalati nello stile moderno.

    "capo, non mi piace quella faccia" le disse Kovacs vedendola fare un'espressione che mostrava quando aveva in testa roba distruttiva

    "Componete il cerchio per la Caccia, è ora di Purgare tutto. Di nuovo. Andiamo a fargli capire la situa...." incamminandosi verso la porta, mentre i tre alzavano le spalle l'un l'altro come per dire che le cose erano così.

    "Capo, vuole andare dove...?" le chiese ancora seguendola, vedendo che usciva verso le strade

    "Il cerchio, amico mio, è tutto ciò che mi serve. Anzi...!" fece lei inchiodandosi di colpo e i tre riuscirono a non investirla, ma si sbatacchiarono tra loro. la videro voltarsi e andare nell'edificio a fianco della Torre che tenevano come armeria e zona cani segreta, sebbene i cani giocassero nel giardinetto presente ma era passato come dogsitter come copertura. E si fece prestare tre cani con cui aveva già lavorato, facendosi seguire dal loro handler sebbene avesse saggiato i comandi che lei impartiva con mani e braccia e seguitò in cosa voleva fare. Senza proferire parola si addentrò per le strade, al centro, camminando incurante delle macchine essendo anche a senso unico e delle persone che la vedevano.

    Con il completo grigio scuro, blaser, cravatta, scarpe robuste, cappotto, cappello e capelli lisci al vento, camminò impetitta e con aria omicida verso la zona dove stavano un gruppo di sensatetto e drogati. Avvertì la presenza del nuovo gruppo di spacciatori stabilitisi sul posto, fieri di quelli che lei aveva cacciato, vedendo i loro spacciatori e loro vedevano lei. Di colpo si fermò, sempre al centro della strada, mentre gli abitanti del posto, delle case  ma più di quelli che stavano nella zona  degli squat, divenendo  squatter  che occupavano abusivamente edifici pubblici abbandonati ma anche buchi privati di loro proprietà ma in condizioni misere e peggio. Ammassati, agglomerati, in situazioni di vita disumane.
    E la conoscevano ormai, per cui appena la videro, tutti la fissarono e chi era nei vicoli o nel fondo, la zona ampia detta Squat, furono chiamari come avviso che era tornata.

    E lei restò qualche attimo mentre li vedeva e poi alzò una mano al cielo, dopo aver infilato le mani nelle tasche del soprabito o cappottone. Una era ancora dentro ma la sinistra era bella in alto con una busta trasparente e della roba dentro che brillava al sole.

    "Cari Figli, sono tornata!! ma ho seguito le notizie dei miei servitori sulla situaizone attuale. Ci osno nuovi funghi qui..." indicando per funghi i parassiti  dell'ambiente in cui vivono quelli ocnosciuti e da mangiare. Vivendo in natura come parassiti, su tessuti in via di deperimento ma ancora vivi, o su materiale morto, nutrendosi come saprofiti. E per lei questo erano,   parassiti su tessuto cancroso della società, non per sua volontà o portato a quel livello da varie cose. per lei era dispregiativo contro quella gente. "A voi spacciatori di quei parassiti pidocchiosi, vi dò un avvertimento!! Da questo momento io sono tornata di persona per dirvi di smammare.... da oggi Figli miei, avrete la droga da me gratis come ricompensa per piccole cose che vi chiedero di fare... niente contro la vostra dignità e persona. Sarete persone e vi aiuterò a risollevarvi da tutto, ma sarò io a fornirvi vera droga di qualità o alcool non tagliati o con altre schifezze e mi giurerete di impegnarvi a tornare persone... e ..."

    "Ehi stronza, stiamo lavorando... ti spiace infilarti quella merda nel culo e andartene... eh??!?" fece uno degli spacciatori avvicinandosi spavaldo menter altri suoi colleghi camminavano come cani a caccia. Lei non sorrise ma fissò lui e gli altri e poi tirò fuori le mani libere. Con i guanti.
    Kovacs e zidgi sudarono freddo. I guanti che aveva erano un prototipo nuovo di due paia che utilizzava di oslito come cavia. Un paio gestiva l'elettricità generata da un sistema micro che aveva qualcosa a che fare con la fissione nucleare, lui non ne capiva, ma il sistema era simile, sebbene dicessero che era sicuro in casi di danni al paio in uso. Generava corrente e forti scariche a piacere, con dei chip o silmili gestiti dal controllo cerebrale,. Un pò come avevano spiegato a loro e a lei, con il sistema di rilevaizone di informazioni nervose per far muovere arti artificiali. Altra cosa che lei provava. E un altro paio era in grado di manipolare il sistema magnetico in un modo che Kovacs stesso non capiva, ma lei con il pensiero anche collegato alla bluebox, poteva attivarli per gestire effetti di magnetismo o repulsione per manovrare oggetti, rpednerli o lanciarli. E se nel corpo o nei vestiti vi erano elementi metallici conduttori o magnetici o che ne venivano influenzati, lei poteva agire anche sulla persona stessa. E in quel caso lei aveva indosso un prototipo di guanti ove uno era magnetico e l'altro con capacità elettriche o qualcosa di simile.
    lei era piàù affascinata a leggere e informarsi e capire il funzionamento delle cos e leggeva e si intatteneva con gli scienziati con mille domande, e lui aveva capito solo questo funzionamento base.

    "..." fissandoli uno per uno poi arlò a quello che aveva detto cosa le fece venire rabbia "Tenete fuori i vostri coglioni dal mio territorio!"senza muoversi, inclinando la testa come faceva sempre di lato "svanite e io sarò magnanima ma tornate e vi renderò degli esemplati del genere proctodeati simili a vermi o cetrioli di mare... per mio godimento..." fissando quel tizio negli occhi.

    "Intende che vi asporta braccia e gambe e come i cetrioli di mare, vermi e altri robi del genere, sarete solo bocca e ano..." fece Zidgi ridendo per chiarire la questione.

    "Sta arrivando il capo..." fece uno di lor dopo essersi girato.
    Giunse un bel gruppo di tipi biechi e pericolosi che si fermò metri prima e uno in testa al gruppo ma con alcuni scagnozzi intorno, chiese che stesse accadendo.

    "Accade che voi siete sul mio territorio di gestione. portate i vostri scroti altrove, sempre che non arrivi anche lì... " minacciò Lia e quello rise voltandosi verso i suoi alle sue spalle come fosse divertente. "cosa trovi divertente... forse cè qualche parte della mia frase che non riesci a comprendere perchè nonstnat e i soldi che fate con qella roba, non sapete da dove si inizia con un libro...? Oh, no!! Ho capito.... mea culpa! Ho parlato di scroti, ma qui non ce ne sono, avete ragione. Siamo tutti privi..." ridendo in modo demoniaco verso l'uomo che era il capo del gruppo nuovo.

    "Che cosa vuoi. Cosè questa storia?"

    "Quanto ho detto. Hai le orecchie otturate? FUORI. DAL. MIO. TERRITORIO!! O vi pentirete fino alla morte di non avermi ascoltata..."

    Kovacs e Zidgi sudavano freddo, non erano rare sparatorie o agguati tra bande criminali e gruppi di spaccio e la questione che lei non aveva paura di morire, ma anzi voelva vedere lei fin dove potesse arrivare con le sue conoscenze e capacità in situaizoni di pericolo... lo odiavano a volte. Giocava trooppo col fuoco per loro, ma sapevano che cèra un motivo ma azzerare un gruppo criminale a volte non era così facile come poteva sembrare andando là e minacciandoli e lei lo sapeva. Kovacs si chiese che cosa avesse architettato per stanarli tutti e toglierli di mezzo, conoscendola poteva aver chiamato quei criceti robot o una squadra speciale militare esterna o altro.

    "Addirittura.... da dove sei uscita fuori, da un vecchio film in bianco e nero e vieni a dettar legge...? Cèravamo prima noi qui, e so chi sei. Ti ho vista cacciare tutti lgi altri che non si sa che fine hanno fatto... E non mi importa. Sto facendo affari, sto lavorando... non siamo mica quei tizi che stanno a fare video online, come si hiamano, youtuber, che non lavorano quelli... IO lavoro" indicandosi con gli indici inclinandosi un pò in avanti facendo vedere il labiale " E tu ragazzina strana, stai rompendo le palle ai miei ragazzi. Non credo alle streghe tra le altre cose... Molti qui vanno al centro di Parigi a mendicare o fare spettacoli di strada e portano roba buona composta da monete, banconote, gioielli e molto altro di elettronica che donano come pagamento per i prodotti che commercio... io sono un negoziante, mettiamola così e... anche se ti smebro giovane, fidati! Sono pericoloso come il peggiore dei trafficanti messicani e..."

    "Oh..." fece Lia come se intendensse che avesse capito

    "Ecco brava... hai capito. Vai prima di finire in pericolo per..."

    "Ma io... non sono in pericolo.... IO SONO il pericolo....Sei fortunato che non ti abbia sparato al culo solo per aver osato, sapendo di me, tornare e insidiarti con la tua merda...." con un sorriso ma non era caloroso.

    "Quindi..."

    "Quindi ti do il tempo necessario, quanto ti serve ma in fretta, per cercare i tuoi coglioni persi da qualche parte e capire di sgommare via... e non parlo delle auto ma di cosa farai nelle mutande se mi fai incazzare..."

    "Ah ah ah... vuoi minacciarmi?"

    "..." lei non parlò ma prese qualcosa dalla tasca e la fece vedere, un oggetto qualsiasi, poi lo strinse nel pugno del guanto elettricatore e l'oggetto si ruppe in malo modo, cadendo a terra in pezzi ancora con fasci di luce azzurrina sulle partti metalliche "questa... è una minaccia!" inclinando la testa con un colpo secco per intendere meglio la questione.

    "Non mi farò spodestare da te solo perchè hai scagnozzi armati. Io non sono Pablo che..."

    "Io speravo che tu fossi più saggio... "

    "E lo sono. NOi siamo di più! Armati. Tu sei... una stupida che minaccia senza davvero chissà cosa e hai vinto l'altra volta solo perchè cè stata la retata... ma io ho uomini migliori dei suoi... io sono qui il Re..."

    "Smettila con le cazzate, fai i bagagli..." iniziando a scocciarsi e Zidgi fece segno a Kovacs per capire se lei volesse davvero fare casino

    "Vuoi metterla così? Non mostri paura? Allora vediamo come te la cavi se prendo qualcuno di quelli che chiami Figli e gli sparo in mezzo agli occhi ogni mezzìora se non decidi di alzare i tacchi.... questa è una minaccia!

    "No, non è una minaccia E' fare il bulletto!! Sei questo? uN BULLO???"

    "e se lo facessi tu... voi che ne dite?" chiese il capo ai tre dietro di lei che vennero presi di mira da alcuni itnorno a lui e loro dovettero alzare le mani , sperando dentro di loro che lei avesse un piano.
    I cani vicino a loro ocn il loro Handler ringhiarono ma restando seduti.

    "Ti sei portata i cagnolini... sai che se osano alzare una zampa, sono morti! Torna a casa a pettinare le barbie e cambiar loro i vestitini... è meglio!"

    "..." sorridendo a mezza bocca "io non gioco con le barbie... io gioco con le mie bambole. Le mie prede... VAI. ALTROVE... ultimo avvertimento!"

    "sparategli, mi hanno stancato!" fece scazzato quello. Di colpo qualcosa sopra le loro teste coprì il sole. Erano le Razze. Dei robot sperimentali su idiea di Lia. Avevano precisa la forma di una razza del mare, ma con la particolarità che avevano un sistema di prova di sospensione per aria magnetico per cui calibrando il potere magnetico terrestre con il loro, potevano fluttuare per aria come se volassero. E in quel momento volteggiavano in cerchio sopra le loro teste  a giuro ad una certa spaziatura tra loro e tra loro e i soggetti.

    "Ho evocato esseri che non ti immagineresti... e mostrando con essi la piena ampiezza del mio potere... per rendere possibilile... l'impossibile...!"

    le razze continuando a volteggiare in cerchio portarono la lunga coda all'atezza della -bocca- avendo la medesima forma delle vere razze e dall'unione della punta della coda che frizzò con quello che iniziarono ad emettere dall'apertura che sembrava una bocca, si generò per ogni soggetto un prorompente getto di fuoco che unito agli altri creò un anello che investì tutti coloro che erano nelle vicinanze, tranne il centro. Come nelle prove, un rischio secondo Kovacs, al centro la portata del fuoco era minima ma per protezione Lia utilizzando il potere magnetico, scelse una  portiera di auto e sradicandola dopo che l'auto intera veniva tirata dai guanti e dovette dare colpi secchi magnetici, la mise tra sè e il fuoco, tenendola a mezz'aria e spostandola dove sentiva più calore sebbene non toccata dalle fiamme. tutti i soggetti intorno al cerchio di fuoco vennero investiti malamente, ma quelli verso il centro no e Lia e il capo dell'altro gruppo si fissarono negli occhi mentre lei con una mano faceva girare intorno a lei la portiera a protezione. Quando il muro di fuoco terminò , Kovacs pensò al temrine del prodotto incendiario nei robot sebbene noon ne fosse sicuro,  tutti quelli non coinvolti nel fuoco misero mani alle armi contro lei e i tre dietro di lei. Lia lanciò la portiera di latò con un gran botto.

    "Finiamola qui, non mi va di spremere la mia energia per mostarti poteri che utilizzeri per cose buone... VATTENE!"

    "Io non me ne vado"

    "Molto bene, sei pronto allo scontro, allora? O possiamo chiudere la cosa a parole e te ne vai..." perentoria

    "... dove sono quelgi animali che sputano fuoco?"

    "Te l'ho detto! Il mio potere magico si può equiparare in questa mia veste fisica umana nella mia energia vitale, finchè avrò energia per muovermi, io posso utilizzare la magia. Ci osno cose che non posso prevaricare al di fuori dal mio piano di appartenenza e s eho forma fisica, ho limitazioni... ma non signfiica che sono monca di qualcosa s eposso sventrarti con il becco di un picchio e utilizzare le tue viscere per catturare a mò di rete da pesca uno squalo..." ridendo malignamente

    "da dove... da dove vieni fuori?

    "Dai tuoi incubi.... allora, sgombri il campo di derelitti che stai rovinando o devo fartelo capire meglio?"

    "preferisco il meglio..."  quelli dietro di lui erano armati

    "... mezze fighette...."

    "Cosa?"

    "ho detto mezze fighette! Se tu avessi i coglioni che fai credere di avere, saresti tu come un vero Alpha ad affrontarmi di tua mano in uno scontro dove chi perde diventa il nuovo capo... ma non hai le palle!!" ridacchiando. Lia si stava diveertendo, si chiese Kovacs? Stava usando psicologia o faceva come a volte tentando con piccole cose per trovare quella giusta e premere il tasto dolorante per rivoltarlo contro?

    Uno dietro di lei sparò con la sua pistola verso Lia e come nelle esercitazioni, il guanto con il potere magnetico entrò in funzione. Molti proiettili potevano essere fermati con i guanti. Ma cèra un MA. Mentre alcuni metalli sono magnetici, la maggior parte no. Rame, oro, argento, piombo, alluminio, stagno, titanio, zinco, e bismuto hanno elementi e le loro leghe sono diamagnetiche. Leghe non magnetiche sono ottone e bronzo.
    Se una pallottola aveva una forma di magnetismo significava che alcuni materiali mostravano in presenza di un campo magnetico attrattiva o repulsione o ne venivano nflienzati. Poteva essere un rischio forte se le camicie dei proietitli  non fossero state diamagnetiche. Non impoirtava la forma come a cilindro, conica, a bottiglia, chiave era la lega. Palla e bossolo potevano anche avere lega differente ma il peggio erano i bossoli mantellati, costituti da camiciatura di metallo tenero come rame o lega non diamagnetici, quindi i proiettili con camicia o corpo teneri avevano leghe che non avevano influenze dai guanti. e cèra sempre il rischio che passassero senza rallentare.
    Il potere dei guanti oltre la manipolazione di elementi influenzati dal magnetismo era quella di fermare o rallentare la corsa di qualcosa verso di sè. E se si presumeva che il bossolo fosse non influienabile il meglio che si poteva fare, per l'operatore dei guanti, era agguantare qualcosa di robusto e farlo frapporre tra se e il proiettile. QUindi usare il magnetrismo per prendere qaualcosa che tenesse ai colpi.
    Ma lei non lo fece e i tre trattennero il fiato impalliditi nel vederla trapassata. Ma per fortuna di tutti la pallottola per azione del guanto, rallentà e poi fece un Plop contro il suo palmo dopo alcuini secondi di conflitto per aria, mostrando ai basiti membri di quel bruppo qualcosa di impossibile. Lia prese in mano il proiettile, lo rigirò tra indice e pollice sorridendo e poi chiese se volevano giocare ancora, ma prima che potessero rispondere sferzò con il magnetismo di repulsione il proiettile che con una sorta di lancio della mano aperta e questo nel palmo si conficcò nel corpo di un uomno, mostrando come non fosse un semplice lancio.

    "Ti avevo chiesto, gentilmente, di scegliere. Agli altri io propongono tre scelte...  andarsene, unirsi a me o sparire.... a te ne ho dato solo due, non farmi inserire la terza opzione... non vi voglio, quindi rimangono due!! VELOCE!!...."

    "Non permetterò a una femmina di..." indicando uno dei drogati che lei conosceva e facendolo avvinare con gesti e parole gentili, finchè non fece un gesto a uno dei suoi e qullo sparò dritto dritto al giovane che cadde come un abito scivolato dalle stmapelle in terra.

    Lia fece un gesto di sopresa al botto della pistola contro il ragazzo, e poi fissò il niente che era diventato occupare spazio sull'asfalto, rigida e fredda. Kovacs allongò il collo a fissarla e vide ODIO. Quella luce e forza negli occhi fissi sul ragazzo morto uniti a una respirazione che gonfiava il petto. Cattivo segno.

    Lia puntò con gli occhi un tizio con collane finte e dozzinali e orecchini espansori non d'oro e metalli simili. Con il guanto lo puntò ancora ma con l'indice finchè no sfruttò la potenza magnetica sugli oggetti che il tizio aveva in tutto il corpo, dai bottoni dei jeans, a chiavi, a oggetti vari e collane e ninnoli e con un balzo si fece tirare addosso a lui, con velocità come nelle esercitazioni che gli altri non capirono che accadesse,  striongendo con piedi e mani sul suo petto rabbiosamente le collane nel pugno mentre il magnetismo era ancora attiva e e poi Kovacs tirò un solo respiro, per poi non farlo più!
    Stava accadendo quella cosa? Che doveva fare?
    le nanomacchine avevano degli effetti nefasti e differenti su chi le aveva. Su di lei, i livelli di dopamina, serotonina norepinefrina ed epinefrina scendenvano o schizzavano alle stelle e in base a questi dosaggi e alla rabbia e furia che le veniva per cosa accadeva finiva per sballare da diventare instabile, folle, pregna si ansia, rabbia, eccesso di brama di fare del male.
    Era capitato che ciò fosse riscontrato ma ma soggetti precedenti a lei erano finiti nella follia cieca senza tornare se stessi o erano morti per l'eccesso di sforzi e stanchezza distruggendo e attaccando tutto ciò che li faceva incazzare.

     per leggere cosa accadeva ai suoi ormoni e livelli David aveva un collegamento con la bluebox che leggeva i risultati. Se la dopamina era la sola schizzata in alto era in un momento di furia inarestabile... era così si chiese Kovacs ragionando ma pieno di paura perchè la vide uscire fuori dai gangheri.

    E mesi dopo con la nascita di Kianta, il suo compito sarebbe stato quello di registrare meglio i suoi stati d'animo e comportramenti per fermalra, ma ancora non lo sapeva. Non sapeva che se ciò avveniva,  le nanomacchine portavano agli effetti indesiderati terricanti. Quella che poi David chiamò l'effetto zombie o da  droghe pesanti.
    Sapeva che dentro covava un carattere così duro che frenava con la sua personalità fittizia creata per fingere di essere cosa gli altri volevano, che desiderava sfogarsi MALE contro la gente. Più volte, apertasi con loro e con i veterani, aveva esternato quel bollente e impellente desiderio di rispondere a botte e rimproveri maneschi dei suoi o ricacciare in gola le parole peggio di una lama. Il suo limite di sopportazione era giunto a quel oltre la linea da causarle attacchi di rabbia furiosi da voler picchiare e regolare le cose come mai prima. Ma sempre accadeva quando qualcosa accadendo la faceva arrabbiare, imbestialire, farle venire odio cieco. per il resto sapeva contenersi.
    E questo veniva enfatizzato senza volerlo dalle nanonmacchine che come elemento di ocntroindicazione potevano spingere ormoni e livelli in lei da sfuriare malissimo. Ma se le volte con i test le sue sfuriate erano mezzo dissociative e mezzo no, era stato possibile fermarla e calmarla parlandole e facnedola uscire dallo stato dissociativo lentamente. In un caso ocn una pompa d'acqua a getto ampio su di lei. L'aveva risvegliata ma il rischio era stato basso.
    Il problema fu però nell'ultimo test, dove appunto dovettero aggredirla con l'acqua a pressione e Kovacs si chiese se non fosse un preavviso del problema. Da quanto tempo le nanonmachcine facevano quei giochetti e lei perdeva le staffe con facilità?
    Ma quella volta....Le nanonmacchine stavano facendo un effetto che la mandava in follia. Come in quel momento. ma sembrava peggio delle altre volte, incazzata a vari stadi, parlava, minacciava, diceva cose. QUella volta no, sembrava fare versi di gola.

    Strattonato, il tizio venne avvicinato dalla sua faccia e poi emise come una sorta di ruggito o ringio da canide, a bocca aperta e occhi di brace. No non erano così, sembravano di un animale furioso in caccia.. E poi si avventò letteralmente sulla sua faccia. Gli morse il naso e glielo sradicò sputando il pezzo a terra, poi una guancia, poi dopo aver buttato quell'altro pezzo, passò alla calotta cranica. E ogni morso sembrava come volesse farlo a pezzi nella follia.
    I cani su segnale dell'Handler per farle da scudo, si avventarono su alcuni su alcuni con le pistole, gli uomini del Cerchio che lei approntava sempre per accerchiare i bersagli uscirono fuori e con proiettili non normali ma con anestetici potenti dei loro laboratori li fecero cascaer tutti a terra in pochi istanti. Quelli armati. Quelli no dopo attimi di terrore nel vedere lei sbranare letteralmente con impulsi bestiali urlarono e scapparono in mille direzioni e Lia alzò la testa.
    Il capo del gruppo di spacciatori arretrò ancora sotto shock a fissalra e lei gli andò contro avanzando poggiandosi col la aprte anteriore sulle dita sull'asfalto e poi caricò, buttandolo a terra e iniziando a strappargli la carne. Emettendo versi gutturali al cielo e vedendo la gente scappare come in una furia tipica da overkilling. Lasciò l'uomo sguarciato alla faccia e gola a dissanguarsi e si avventò una macchina dietro cui vi si erano riparati alcuni, con il guanto capace di gestire l'elettricità mandò in corto la macchina fin nel motore che scoppiò dentro il cofano e iniziò a fumare col rischio di esplodere sul serio, ma non solo, la carrozzeria percorsa dalla correntre raggiunse quelli che si coprivano, portando corrente alle loro mani o  corpo che toccava il mezzo. POi passò ad altri, sdradicando portiere e pezzi di auto e scagliandoli contro la gente e le case dove cercavano riparo. Raggiunse i sistem elettrici delle case facendo friggere tutto all'interno, prese pali e pezzi di ferro e con il potere elettrico colpì chi veniva  preso a botte con questi.
    Come un animale rabbioso prese oggetti e ferì come un'indemoniata tutti gli uomini che le capitavano a tiro da sfigurarli, con le mani svuotava orbite o strappava mandibole.

    Arrivò addirittura, e questo svegliò i tre da quell'inferno che stava accadendo in quella via senza uscita, a prendere er la collottola con fare aggressivo uno dei cani e tirarlo via da chi aveva placcato a terra e lo lanciò via fancendolo finire di fianco sull'asfalto, portando ad arretrare gli altri due dagli uomini che tenevano fermi, con le orecchie basse e coda fra le zampe, facendo quel verso come un ringhio o ruggito di gola a loro indirizzati, come minacciandoli più volte in quel modo, per poi devastare quei tre uomini confusi.
    Essendo lei per la strada e questa era senza uscita, essendovi nel fondo la zona Squat con i senzatetto e drogati, tutti scapparono verso quella direzione, Lia ancora distruggeva case e macchine, achciapopoava chi non era furbo da andare più lontano e Zidgi dovette dare un pugno sulla spalla a Kovacs per farlo riprendere e telefonare. Non sapevano che cavolo fare e vedendo lei attrratta da urla e chiamazzi della gente, era un pericolo attirare la sua attenzione.

    "Ma dobbiamo farlo, quello che sta facendo..." fece Kovacs deciso, e quindi urlò. Il suo nome. Cercò di richiamare la sua attenzione, armato ocn un coltello, senza sapere che fare. E lei si voltò, sporca e con sguardo rabbioso. per un attimo parve riconoscerlo e ansimando ferma, lo fissò senza fare niente.
    Ma uno degli spacciatori armato sfruttò quel momento, finendo impalato, spinto il pezzo di ferro con il magnetismo, a terra. I guanti utilizzti a intermittenza portarono a impianti elettrici interni alle case e della strada saltati e vetri spaccati. Oggetti conficcati nei prospetti, dentro casda attraverso le finestre, pezzi di machcine ovunque, con queste scoppiate con fumo o proprio in fiamme, sangue e copri a terra. E la videro puntare verso la fine della strada.

    "Che cazzo fate, fate qualcosa...."

    I tre si videro raggiungere da Alaric in tutta completa con un gruppo dei suoi come rinforzo "qualcuno del cerchio ci ha chiamato e mandato video di cosa acvcadeva e Jd e e Milan hanno mandato noi per..."

    "Ci penso io..." Dorde spacciatosi per Milan, essendo al momento nel suo studio a dipingere e aver ricevuto la chiamata con il fratello fuori dal paese, si avvicinò ai tre e osservò lo scenario.

    "Chi sono questi soggetti da creare tutto questo in uno scontro?" domandò arrabbiato a Kovacs.

    "Nessuno... di loro. E' stata lei..."

    "Che cosa...!?" fece Dorde perdendo compostezza " che significa, come..."

    Ma la vide che falciava verso di loro tutti con guanti o oggetit in mano insegueod uno del gruppo ferito che tentava di salvarsi. Questi urlò aiuto, cadde in ginocchio e Lia gli si piazzò di peso sulla schiena, mordendolo rabbiosamente al collo sotto l'orecchio e con un oggetto in mano alzò con una mano il mento del tizio e gli squarciò la gola in una linea veloce con l'oggetto, affondando, affondando questo sempre più in profonditàò, finchè non spuntò sulla nuca e prendendo ocn le mani entrambe le estremità fuori dal collo, lei non storse facendo slabbrare il taglio da sembrare che volesse decapiutarlo con quei gesti.

    Dorde restò come Kovacs e gli altri a osservare come non credendo ai suoi occhi finchè i loro sguardi non si legarono. Lei fissò Dorde e come una luce che le attraversava gli occhi,  si mosse per andare da lui facendo quei versi.
    Jd e Lubo che erano con l'AirOl con Dorde e giungevano in quel momento dopo aver controllato il perimetnro, non si frapposero per proteggere il capo e Lubo si vide lei avventata contro uil suo braccio sinistro, morso a sangue con l'oggeto in mano che doveva fnirgli sulla testa, ma lui mosse questa e non fu colpiuto se non di striscio sull'orecchio.
    lei puntò i piedi ocntro l'avambraccio lasciandolo coi denti e fece forza su questi per slanciarsi all'indietro e accucciarsi a terra poco avanti.
    Jd cercò di parlarle come nei test, ma sembrava peggio di quelle volte. Non era dissociazione, o non sol oquello.
    Era fuori controllo.

    "E' questo che accade in lei?" fece Jd a Dorde/Milan e questi scosse la testa in segno di diniego affermando -non sono un medico, ma se dicessi si, io...-

    Lia si mosse in avanti come fosse stato un furetto da caccia tentò di ferire Jd, ma le tute che avevano erano fatte da una sorta di gomma antiurto di ultima generazione che assorbiva parecchio ogni cosa e questo lo salvò, perchèp la punta non è era affilata rispetto un lato, usato prima per tagliare la gola del tizio, e il colpo andò a segno ma la tuta resistette abbastanza da far reagire Jd e spingerla via. lei atterrò accovacciata, fissò lui e poi buttò via l'oggetto, e con il guanto elettrico parve minacciarlo, finchp non puntò quello magnetico e strappò di mano l'arma all'amico.
    L'arma le finiì in mano e Jd fu protetto, scioccato, da Lubo che si preparò ai proiettili. Ma lei non usò l'arma per sparare ma per picchiare come fosse stata una mazza, colpendo Lubo al braccio sinistro alzato ma senza fargli niente.
    Lui emise quei versi di rabbia fissando l'uomo.

    "Ha usati i guanti.... Allroa resta lucida?" chiese Dorde e Kovacs riferì come li avesse usati in quelle condizioni "Allora avete il disattivatore della bluebox o la siringa con i dissuasori per le nanomacchine che David ha dato?" fece a tutti

    "Li ho io..." fece Jd riprendendosi "ma per iniziettarle qualcosa dovremmo prenderla, e..."

    "Rischiamo! Lubo, Alaric, tentate di avvicinarla e bloccarla, Jd le inizietterà...."

    "Sei pazzo!?!... guarda che ha fatto, mi sbrana... cazzo, quello non ha la faccia..." fece Alaric poi con il senso di vomito, ma senza riuscire a farlo. Dorde allora si tolse la giacca, con gli uomini esterrefatti, e restò in camicia, levandosi anche la cravatta, tenendola attorciglianta a una mano.  "tentiamo, non possiamo ceerto abbatterla.... vuoi ucciderla, per caso?" gli chiede fissandolo dritto negli occhi

    "C-certto che no, io..." fece con malessere Alaric

    "Bene, io cerco di attirare la sua attenzione, voi a cerchio, muovetevi...."

    "Se la feriamo..." e sussutlò quando lei fu attratta da un tizio che si era finto a terra e cercava di scappare dentro un'auto, chiudendovisi dentro. "NO! CHE COSA FA!!!" urlò Jd, prevedendo cosa sarebbe accaduto. Lei andò davanti l'auto con movenze ferine, mentre il tizio cercava di avviare l'auto in qualche modo senza chiavi, finchè lei non poggiò le mani sul parabrezza alcuni secondi per poi alzarle. L'auto sussultò e poi emise scoppi in successione, mentre Dorde e gli altri vedevano il tizio urlare terrortizzato e poi finire nel mezzo dell'esplosione con una fiammata, ancora dentro.
    Lia restò a fissare catturata dalla scena come un gatto intento a studiare qualcosa che vedeva come preda.

    "Se la feriamo ..." rispose laconico Dorde "ha la scienza dalla sua, dobbiamo evitare quei guanti.... forza. Muovetevi!"

    Si avviò verso l'auto e lei e Lia mosse gli occhi verso di lui, ancora in piedi a fissare le fiamme bases uscire dal cofano e lambire il corpo. Lo seguì attenta, fredda, calcolatrice. muovendo la testa come un animale che inclinava e spostava ai lati il collo, fermo, a seguire la preda.

    "Ok, ragazza. A quanto pare David aveva ragione, le ripercussioni critiche di cui parlava per le nanomacchine per te sono queste. Alti livelli di rabbia e voglia di fare male ti portano a uno stato di follia imprevedibile. Dobbiamo gestire questa cosa, ma per ora guardami!" fece tenendo la parte penzolante della cravatta davanti a lui, braccia allungate avanti. "Ricordi le nostre sfide a cavallo, scherma, arti marziali, giochi di logica e risoluzione di film e libri? Dai, lo ricordi, cerca di ricordare... facciamo qualcosa del genere e vediamo chi vince... non quando lo facevi ocn lui, con me....!" intendendo non suo fratello ma proprio lui. Avendo scoperto da pochi giorni la verità sul loro trucchetto, poteva alludere alla cosa. Ma Lia pareva presa da ogni sua mossacon il cappottone strappato, rovianto, sporco che le pendevano addosso e una manica penzoloni contro il braccio pronto a cadere. Gli si avvicinò pian piano, i veterani che a ceerchio cercavano di formare un ceerchio intorno a lei. Alaric passando davanti la macchina ancora con fiamme lievi che lambivano le lamiere emise conati di vomito notando l'uomo all'interno e Dordfe lo maledì tra i denti quando Lia si voltò verso di lui.
    Non li riconosceva, non sembrava lucida normalmente, significava che dovevano stordirla. Dorde si fece avanti e con la cravatta le bloccò il collo velocemente, pratico di anni di servizio e lavoro sporco prima di salire di grado, ma continuando ad allenarsi e restare pronto e preparato.
    Altro che suo fratello, pensava, che bravo era bravo ma tendeva a fare la vita del signorotto.
    Lia iniziò a dimenarsi, cercando di prenderlo con le braccia finchè non si lasciò andare scivolando a terra e mentre Dorde cercava di non farla sbattere sul selciato, gli agguantò con braccia e gambe la sua gamba destra, mordendo come una pazza pantaloni, calza e carne.Preso in contropiede, si sbilanciò e lei lo colpì con i piedi all'addome e al mento, girandosi col busto e slanciandosi con le gambe per raggiungerlo alla faccia e tentando di morderlo.
    Jd lesto lefece la manovra al collo con braccio per tenerla ferma, vedendo le unghie di lei graffiare il suo capo al viso e collo. Lei riusc' a prendere ancora a calci Dorde incazzatissima, facendo quei versi come una pazza, per poi colpire JD stesso con qualcosa a una gamba. Dorde ancora stordito la vide con uno dei coltelli che Jd teneva a una gamba pronti all'uso e che lei aveva strattonato cercando qualcvosa dalla custodia alla caviglia.
    Jd per il dolore allentò il braccio attorno al collo e lei trovò via d'uscita, diede un colpo di testa all'indietro dove eera JD stesso e lo colpì' duramente ferendolo ancora col coltello a una spalla, poi si girò verso Dorde che era pronto a prendere l'arma che sentiva contro le sue reni, se necessario, ma lei lanciò in alto il coltello e fece due ruote complete intere portandosi dietro di lui, il quale prese l'arma e tentò di voltarsi per mirarla, sperando di prenderla in luioghi non letali in pochi attimi ma mentrte lei ripreso il coltello, e lui vide che era lucida abbastanza da usare tenicche apprese normalmente, che era pronta a prenedrlo e pugnalarlo, Di sghembo lui con l'arma e lei col coltello si preparò a sparare anche senza mirare con l'arma, come poteva, o uccideva qualcuno di loro. Utilizzava tecniche non da bestia animale come pareva e ansimò rigido. Contò tre secondi per sparare perchè lei fosse in una posizione buona, mentre vedeva la sua mani sinistra contro di lui e il coltello nell'altra pronto.
    Poi lei sussultò, emise dei versi e si voltò. Dorde vide David con uno dei suoi scienziati con un'arma con dei dardi, che prendeva la mira, e la centrò sora il precedente.

    "Ho mirato all'arteria femorale, dovrebbe circolare velocemente, se necessario miro a quella carotidea..." fece il giovane con l'arma e David fissava Lia.
    La quale anzimò come calcolando che fare strappando i dardi di dosso, con espressioni di odio puro, finchè Dorde non parlò e lei catapultò l'attenzione a lui.

    "Lia, torna lucida. Non farti prendere dalle nanomacchine. Sei tu che sei la padrona... ricordi la questione di  dove tu sei? La ricordi?" fece lui bisbigliando, cerecando di parlarle in tono lento e sussurrante anche per non farsi sentire da altri "Tu dici sempre che non sei là sotto, tu sei altrove, tu non sei quella cosa e non vuoi che ti si voglia accanto per quella... tu sei tu e sei ben altro che quella cosa... allora riprenditi e torna in te, non lasciarli prendere possesso del tuo corpo... se riesci ci sono probabilità di studiare..."

    Poi la vide gettarsi a quattro zampe ansimando. Sentì le voci di David e altri ma cercò di restare con l'arttenzione su di lei e poi la vide fissarlo negli occhi, che lampeggiavano di qualcosa. E poi avanzò verso di lui seria e con quel righio o altro. Gli camminò fin di sopra, lui steso a terra che si sollevava sui gomiti e lei che gli avanzò addosso avanzando sulle mani e gomiti. E quando la sua testa su sopra il petto, senza mostrare segni di fare niente ma solo portarglisi di sopra, lui continuò a aprlare "ok, ragazza. Dai. Riprenditi e torniamo a casa. LA nostra casa. Quella dove sei giunta scappando ma come dice Alaric con prepotenza... tu sei te in quel corpo, non loro... riprendi il controllo..." vedendo fissato viso ontro viso, ancora lucida ma mostrando segni di debolezza da aver problemi a restare a sotenersi sulel braccia  gnocchia.
    Sentì David dire di avvicinarsi con cautela, che ormai l'effetto che doveva dare un arresto alle nanomacchine da alimentare quello stato doveva essere al massimo.
    Dorde si vide lei Addosso schiacciandolo a terra, finchè non la sent' e vide tentare di morderlo con rabbia al viso, ma parandola con il braccio, conficcò i denti nel l'avambraccio come se volesse vendicarsi e graffiandolo ancora dove poteva con le unghie. I guanti alle punte delle dita erano rovinati parecchio, erano in pelle di più strati ocn tutti i circuiti interni, e nel casino le punte non percorse da nulla si erano rottee. Non le portava lunghe come le ragazze normale, di un paio di centimentri, ma fecero male e Dorde cerecò ci bloccarla mentrte lei ancora se la prendeva con l'avambraccio.

    "David, muoviti!" urlò, mentre la tenne ferma con le gambe e l'altro braccio stringendola forte, finchè non fu presa da un altro dardo . Si staccò lei, si agitò e ricordò vedendola annaspare cercando di scappare, osservando ormai di schiena gli arti agitati al vento, quando lo prendeva in giro da quando l'aveva scoperto. Quella fastidiosa mossa per scoprire se i edubbi erano veri e come lo aveva preso in giro definiendolo uno scarafaggio confuso quando si agitava schiena contro il letto.

    "Sei impossibile!" le sussurrò deciso, tenendola ferma sulle spalle finchè non iniziò a essere troppo debole e si rilassò. Gettò la testa e le spalle al terreno prendendo fiato, stanco e spossato, ma gli venne la strizza quando, prima che la prendessero, lei ocn le forze ancora addosso, non si rotolò di lato finendo sul fianco destro e cerco di alzarsi ma sembrava uno di quegli animali durante le cacce che ancora si svolgevano, e lei odiava, che si dimenava nell'agonia con quanto le restava.
    Vedeva i suoi occhi nei suoi pieni di rabbia, poi ansimò solo, restando ferma, a fissarlo e cadere per il sonno. Pian piano gli occhi le si abbassarono  ma con le mani lo agguantò ai vestiti e cercò di atirarlo a sè, restando lui però fermo a riprendersi e fissarla. Ancora completamente disteso con la testa verso di lei e lei di fianco a perdere conosceza le mani a ghermirlo.
    E poi tutto tacque.

    "Ce ne sono voluti tre... con Paul abbiamo dovuto usare la camicia di forza e con Tennent peggio di Paul, tenuto in sei e con un sedativo. Sembra che le nanomacchine si siano fermate, vero...?" fece il giovane con l'arma sopra di loro, insieme a David e altri.
    Alaric, pallidissimo più per i corpi visti che la situazione, con Jd e Lubo, si prodigò per aiutare a rialzare Dorde, mentre David controllova Lia.

    "Dorme pienamente, scemato l'effetto di quello stato, è piombata in una stanchezza profonda... davvero ha fatto lei tutto questo? Che il livello critico su di lei sia ciò che è maturato in anni da sfogare via? Vedremo più tardi, adesso portiamola via, la stanno aspettando all'ospedale. Avete preparato la vasca speciale?" fece David ai altri col camice dietro di lui.

    "Userete la vasca sensoriale che ho..."

    "Si" fece david "ultimamente l'abbiamo provata e sembra che come dici tu, risutalti funzionante e il suo stato di salute ne giovino. non so se la tua teoria che l'acqqua per considerazioni vostre magiche abbia potere ma... sembra che le faccia bene starvi dentro. Quindi proviamo..."

    Dorde si fece curare con Jd e gli altri mentre Lia veniva messa, senza cappotto, in una vasca poco più piccola di lei co le gambe piegate piena d'acqua, con solo il viso fuori. Aveva sul fondo una conformazione specifica per cui il viso era in un incavo che le impediva di girarlo e finire sotto il pelo dell'acqua. Era stata presa la sua forma da distesa e come un memory foam, come diceva lei o meglio affermando che sembrava per prendere il calco come stare sul letto di piume di Milan, avevano una vasca portatile speciale in metallo con solo la tsta preparata in modo da non potersi muovere. Portarono su un carrello speciale la vasca via verso L'AirOl e David disse che loro sarebbero andati via prima, lasciando Dorde/Milan a controllare la zona e che fare e si sarebbero visti dopo.

    Dorde vide lavasca andar via e fu richiamato da Jd che, fasciato per bene, gli disse di andare a controllare la zona squat in fondo alla strada  e vedere chi altri era rimasto del gruppo di spacciatori. Doveva essere lavoro di Lia normalmente come strega, ma decise di fare cosa lei gli rimproverava smepre. Di non camminare più tra i comuni mortali e vedere come vivessero. Che non sapeva quanto costassero i beni di prima necessità e che realtà vi fosse.
    E così andò.
    Fu investito da puzza, sporcizia e ogni genere di rifiuto ammassato ovunque man mano che la via finiva e le case abbandonate o prese abusivamente terminavano, per mostrare un accampamento in uno spiazzo ampio di ogni genere di soggetto che per la società era un rifiuto.
    si  sentiva già a disagio solo a guardarsi intorno finchp alcuni di quelli non si fero avanti.

    "Dovè la strega? Li ha cacciati? Ci avete bloccato qui, non sappiamo che è successo..."

    "La strega è stata chiamata urgentemente altrove, ma tornerà per voi. Vorrei che mi indicaste chi altri lavorava per quel gruppo e non sia dei vostri... lei vuole ripulire di nuovo tutto e abbiamo bisogno di informazioni, non siamo streghe, quinid..."
    disse, senza guadare l'uomo ma attorno a sè. E si chiese come facesse Lia a girare per quei posti tremendi che gli facevano venire voglia di andarsene di corsa prima di prendere qualche malattia. POi abbassò lo sguardo perchè sentiva qualcosa sulla gamba, e si accorse di rifiuti vari e tra questi siringhe e preservativi usati. "...voi diteci chi è rimasto di quelli e come trovarli, mentre alcuni servi della strega vi portano cibo e altro. Andiamo..." rivolto ai veterani.

    "Che ne pensi... è un problema quella adesso? Dovremmo tenerla..."

    "Alaric..." fece scazzato Dorde sentendo solo in quel moento come un'onda di ritorno tutto quanto "non è un problema, abbiamo solo scoperto le reazioni avverse, vederemo come tenerle a bada. Non è una tigre selvatica da tenere chiusa a chiave"

    "Secondo me si..." vedendo fissato malissimo e Alaric si zittì, arretrando di qualche passo menter Jd e Lubo lo superavano.
    Dorde non disse più nulla e tornò allo Chateau.

    Dorde un paio di ore dopo.

    "Il dottore è nel suo studio, posso chiamarlo e..."

    "Non fa nulla, volevo sapere come stava e se posso andare" fece Dorde alla capo infermiera. Infermiera Bernadette, sempre compita e seria, lo fissava severamente seppur sapesse chi fosse, ma per lei le regole ospedaliere venivano prima di quelle del capo di tutto.

    "Sarebbe meglio..." ma questa si voltà e si incupì in volto "Signorina, torni subito nella sua stanza e non vada in giro..." urlò rimproverandola.
    Lia era nel corridoio, in piedi, con un lenzuolo intorno a lei stretto dalle dita sul petto e come uno strascico dietro, le spalle mezze fuori da quella sorta di mantello mostravano il sopra del pigiama che era tenuto in appositi luoghi nel caso lei fosse finita là. Così come epr Dorde/Milan e per i veterani. Erano gli unici con una scorta di abiti da ospedalizzazione su misura.

    "Infermiera..."

    "NO!" fece lei perentoria a Dorde "nelle sue condizioni dovrebbe essere a riposo, vado subito dal dottore, la voglio vedere stesa nel letto... vada!" fece con rabbia la donna a Lia per poi lasciare Dorde come uno scemo che la fissava andare a passo marziale.

    "Sarebbe un ottimo sergente maggiore..." fece con un ghigno Dorde guardando poi Lia, la quale restò ferma a fissarlo, mento verso il petto e occhi grandi su di lui. POi con un'espressione come se dicesse qualcosa restò a fissarlo con gli occhi mentre si voltava per poi andarssene con quello strascico ed entrare nella stanza. Quella che occupava.
    Dorde la seguì e poi chiuse la porta alle spalle. SApeva che nè il medico e nè l'infeermiera nonostante le regole, si azzardavano ad entrare se lui chiudeva una porta, potendo solo chiamare all'interfono dentro la stanza.

    "Come ti senti..." vedendola avvicinarsi al letto, far scivolare giù il lenzuolo e poi mettersi seduta, stringendo le braccia intorno alle gambe, facensdosi piccola piccola al centro del materasso.

    "..."

    "Ragazza, se stai male..."

    "Che è successo?" fece lei senza guardarlo. Lui sospirò.

    "Adesso abbiamo la risposta ad una domanda... su di te che effetti collaterali portano le nanomacchine? Abbiamo avuto ogni tipo di effetto sugli altri tester, dalla morte, alla pazzia, alla paranoia, al..."

    "E quinid....?"

    "Quindi devi evitare di arrabbiarti così tanto da scatenare le nanomacchine dall'attivarsi. A quanto pare adorano alimentare rabbia e odio o almeno, sembrano... come prediligere livelli alti di alcuni ormoni e mantenerli a quel livello se non peggio..."

    "Capisco... ma quindi come cavia sono decente o..."

    "I casi osno due... o ti sei regolata dall oscoppiare di rabbia fino ad oggi e farti prendere da loro o... la cosa si è attivata ora. NOn lo sappiamo ma tranquilla, come cavia sei stata ottima. Ora non ci pensare, riprenditi e..."

    "Volevo tornare là e..."

    "Non se ne parla, tu resti qui per oggi!" rimproverandola

    "...si, papà... farò la brava..." con un mezzo sorriso, guardandolo. POi lo calò giù.
    Lia lo fissò concentrata ma preoccupata e allungò la mano sinistra verso di lui, toccandogli il viso con le dita. "Cosa... che ti è successo? Il tuo viso si è rovinato?"

    "No, io e te ci siamo confrontati come nelle nostre sfide e..."

    "COSA!?"

    "non ricordi nulla?"

    "NO, io... ricordo solo... solo..." perdendosi nei ricordi, per poi passarsi una mano sulla faccia. Stava rivedendo la morte di quel ragazzo.

    "Non pensarci. Non è accaduto ninete di grave, ma cerca di riposarti. E non far arrabbiarte l'infermiera..."

    "Quella Rotthermaier..." fece lei con astio

    "Quindi per questo facevi Heidi per i corridoi?" fece lui ridendo e lei alzò lo sguardo su di lui.

    "Oh, no! Avevo sentito la tua voce e mi ero alzata, volevo acchiapparti e scappare ma lei ti ha braccato prima... speravo mi portassi via..."

    "L'infermiera dice..."

    "Ah, l'infermiera... quella sembra avere un siluro su per il didietro e un cane di quelli piccoli fastidiosi con acuti assurdi nella bocca..." facendolo ridere "...non voglio stare qui! E' come, anche per le divise ispirate agli anni cinquanta o che anno hai chiesto di prednere ispirazione, ci siano cani da guardia rancorosi invece di infeermiere... la gentilezza l'hanno solo sui peli..."

    "... no nso se questa cosa..."

    "lascia stare, so io..."

    "Allora dove vuoi andare?" le chiese poggiando le mani sul materasso e abbassandosi al suo livello

    "Non lo so...  mi sento in colpa per quanto accaduto.. cosa ho fatto esattamente?" incerta

    "... lascia stare. Ora è imperativo capire che soglia è necessario superare per te lasciarti andare alle nanomacchine. Alcuni dei tester precedenti avevano...  paure, fissazioni, e..."

    "non mi hai risposto... ho fatto cose... "

    "Ora scoltami, scivolare in uno stato depressivo per qualcosa non dipesa da te non ti porta a niente e quello che serve ora è superare tutto e vivere... possiamo andare  a le Iles de Lerins o Isole di Lérins.Amministrato dal comune di Cannes e l'arcipelago è formato da due grandi isoledi cui Sainte-Marguerite , la più grande, famosa per il suo forte che si dice abbia ospitato l' Uomo con la maschera di ferro..."

    "Lo so... non voglio andare da nessuna parte... e non vivo, io mi trascino... anche tu come Milan, tutti... non vedete e non capite..."

    "Ti sbagli... cerco di fare come fai tu con gli uomini..."

    "loro possono, io no..."

    "Lia..."

    "Non mi interessa cosa pensate, io non voglio continuare. Io sono morta molto prima, dentro. Sebbene non vogliate capirlo. Io non sono come tutti voi che basta figliare, trovare la persona bombabile ed ecco che la vita continua, che come disse quell'uomo in quel forum raccontando la sua storia, dopo che tentò di morire, non riuscì e si trascinò in una vita chenon era come desiderava ma non come tutti pensano per ricchezza, perchè fosse chissòà che roba che tutti sognano. ma per sè. Quella giusta e adatta a sè. invece mi restò impresso cosa disse alla fine. Io non ho vissuto la mia vita, una vita degna, che fosse per me o altro. E' stata una vita basica e mediocre, anonima si può dire. Ho avuto cosa avevano tutti e ho continuato in questo modo, ma no era una vita che mi ha reso felice... e aggiungo io, per felice si intende di cui si è orgogliosi e contenti, da avere il sorriso sulle labbra nonostante tutto. No, non è stato così. E io rispetto a lui non ho avuto niente. Altro che le boiate dette da Zay e Ric. ECCOME IO GUARDO GLI ALTRI E COSA FANNO E HANNO!!! perchè io non ho vissuto neanche le uscite, i momenti con gli altri, cose che gli altri si e io no! perchè la gente da me era una merda, perchè per i miei con cosa giudicavano delle altre mi hanno fatto venire i terrori e le paure di essere giudicata e schifata e non ho vissuto! Io non ho niente qui dentro..." toccandosi la testa "Io non ho... non sono stata... non ho avuto... RIC E ZAYN SIETE COGLIONI, questo vorrei dire a quei due. Avete detto a una persona vuota dentro di non guardare gli stronzi che l'hanno rovinat,a con i suoi, a vedere loro sorridere, con la gente che li accettava e li voleva intorno, a mangiare cose, a tavola con chi loro volevano, a fare cose che io desideravo, basiche, che tutti direbbero -ma che cosa speciale è, è solo banale di tutti- ma non è così! Ho solo ricordi di cose da farmi venire rabbia e odio. Di gente che mi tratta da schifo perchè diversa, che contesta tutto di me..."

    "io non credo che ti odiassero o non piacessi a nessuno, ma in un posto bigotto e stupido dove loro facevano cosa volevano, e non parlo solo dei tuoi, ma giudicavano gl ialtri da rovinare la gente sparlandola e facendola finire sola... è quel mondo, non tu che non piaci alla gente. Hai solo vissuto in un luogo non peggio di cittadine più piccole e villaggi, per carità, ma quelli come te sono visti come problematici e..."

    "smettila, non concludi nientre dicendo questo. Ricordo Caterina. Lei aveva il fidanzato online a cui mandava roba anche costosa e io boh, e per dire la mia o chiamarlo scherzosamente fidanzato fantasma ha buttato nel cesso un'amicizia per sto tizio, solo perchè aveva bisogno dell'uomo e non degli amici, finendo per dire di me peste e corna con gente che non conoscevo del nostro corso di laurea facendomi passare da stronza quando io stavo già iniziando  a stare male,a vevo i miei cavoli, dovevo farle secondo lei da segretaria bastava che prendeva gli appunti lei e mi ha fatta incazzare lei e le altre del gruppo nostro che frequentavo da mandarle a fanculo. E sentivo gente che manco sapevo chi era che sapeva però di me e come ero etichettata, passando per stronza dopo che io a Caterina avevo aiutato in mille modi!!! A causa dei miei io9 non ero me stessa, non riuscivo più, fingevo, e la gente tra le altre cose mi allontanava, ma NO!!! SOno io la merda... quindi lascia perdere. Il solo fatto che sono vostra amica è perchè non siete merde come sembrava all'inizio ma io voglio andarmene, indipendemente da questo posto e cosa volete darmi per spingermi a continuare... si è visto con ZAY e RIC cosa è accaduto con loro che si sono rifiutato di darmi una mano per l'unica cosa che chiedevo!! Che poi era solo di accertarsi e io fossi morta, o inscenare con me la mia morte per incidente. Mica farlo loro con le loro mani  o come ne riusciva. Ma mi hanno abbandonata su una cosa importantissima e sono finita a restare con i miei in quel vuoto e morte interiore. Mai nessuno oltre loro, orsi del cazzo. Mai maici, mai perosne che venivano a trovarci, solo loro e i nonni massimo a cagare il cazzo. Solo mangiare roba da confezioni o barattoli senza una pizza, un dolce, qualcosa... neanche che so cos ebanali com pasta al forno fatta bene, lasagne, o altre cose buone che tutti mangiavano la domenica... niente. Dolci niente. Una cosa per me no, per i fratelli si però! Mangiavano loro come merde e io a guardare e i miei MERDOSI hanno avuto l'ardire di dirmi sempre e comunque -accontentati di cosa cè- perchè a loro andava bene così allroa così per tutti. Non gli veniva in test ache la gente è diversa ed esce pazza in una vita misera e vuota come quella senza neinte per cambiare o qualcosa di buono per tirare su il morale. Loro a senso loro si accontentavano ma erano solo spilorci di merda che mangiavano di merda ogni cosa economica che faceva schifo e tu morivi dentro, pezzo dopo pezzo. Io infatti non ho retto! Andavo fuori di testa giorno dopo giorno. Sola perchè allontavano gli stronzi, i profittatori, gente che voleva solo qualcosa ma non me... sempre con loro a cagare il cazzo a casa a girare come ebeti per le stanze, a controllare te e i tuoi cassetti e dove fossi, a guarfdare solo tv e basta. Non andavano da nessuna parte e non vedevano nessuno. una vita vuota e inutile per me, distruttiva. Ma loro niente... non si sono accorti, aprendosi mentalmente, che mi stavano uccidendo avendomi voluta con loro per forza. A forza. Appena diploimata solo a dire che io dovevo restare con loro. Ecco che è accaduto... io che non volevo restare, con ZAY e RIC che mi hanno tradita lasciandomi morire in modo peggiore con i miei trascinandomi per tutto quel tempo soffrendo da merda... ecco cosa ne ho ricavato io dalla vita. Dal mondo volevo solo fiducia nel credere che io potessi vivere. Invece non ho avuto niente, e quei due coglioni pensavano parlassi di hcissà cosa... solo io ci ho rimesso e ho perso, spero che ne siano orgogliosi come i miei. Ho sofferto fino all'ultimo istante della mia vita come una disgraziata, ZAY e RIC gofniaste pure il petto, spero che morirete un giorno orgogliosi di avermi distrutta anche voi...."

    "...!

    "Canta per me per dormire.... Sono stanca e voglio andare...E poi lasciami sola... Non provare a svegliarmi al mattino....Perché me ne sarò andata ...Non stare male per me... Voglio che tu sappia... Nel profondo della cella del mio cuore... lo farò e  mi sento così felice di andare... Voglio che tu sappia... Nel profondo di ogni cellula del mio cuore... che voglio davvero andare..." cantò Asleep e Dorde sospirò

    "Di nuvo quela canzone,...Vorrei sapere i tuoi come non vedessero fino a che punto ti sei rotta e per loro andasse bene, privandoti di tutto, dai tuoi soldi che tenevano nei loro conti al cibo, a ogni cosa, vedendoti strisciare disperata e priva di vita addosso..."

    "Vai.... lasciami in pace..."

    "Ma..."

    "Lasciami nel mio niente, non ho voglia di niente, ora voglio solo pensare a come fregare le nanomacchine... non intendo permettere loro di perdere la ragione e gestire io, cosa resta di me..."

    "come vuoi... Andrò a parlare con il dottore nel caso nel mentre ci ripensi... Potremmo andare a cercare le celle dove erra rinchiuso l'uomo con la maschera e vedere di scoprire chi fosse..."

    "pensi che la vita sia come nei film dove tutto viene scoperto per cose che comodamente sono nascoste o incise là? Ma andiamo..."

    "NOn possiamo scoprirlo se non andiamo..." fece lui con le mani in tasca andando verso la porta

    "Dorde..." facendolo fermare "...perchè passi del tempo con me?"

    "..." lui la fissò accigliato "come tutti, perchè siamo amici..."

    "e cosa ti porta questa amicizia...?... voglio dire, cosa ti fa rendere conto del fatto che cè questo legame?"

    "Perchè..."

    "Io non lo so se provo qualcosa e se si, cosa... non lo comprendo e non capisco se la vostra gentilezza non sia dipesa da altro..." fissandolo negli occhi

    "... se solo fossi scappata prima da quel luogo orribile, non saresti finita così! In questa esistenza sei scappata da quel posto solo perchè qualcosa in te è uscita fuori e hai avuto la fortuna di trovare un posto qui da noi... se fossi andata via prima, ma senza soldi visto che li avevano loro e senza niente, non saresti andata lontano, malata. Se fossi stata senza problemi fisici, scommetto che saresti riuscita... e tutti o ti hanno tradita, o fatta arrabbiare o allontanata e sei rimasta sola... anche se tu provassi qualcosa, quello che ti hanno fatto maturare i tuoi, ti impediscono di rilassarti e..."

    "Lascia stare la psicologia, non mi interessa... vorrei solo che queste vostre gentilezze fossero sincere e..."

    "Cosa ti credere che non lo siano?"

    "..." fissandolo malamente "PERCHè Tu e Milan avete allontanato tutti per evitrare tradimenti, non avete veri amici anche se con i veterani cercate di non mettere troppa distanza e io sono una cavia... "

    "..." avvicinandosi a lei tornando, le posò una mano sulla nuca massaggiando con le dita "tu non conosci molte cose e a volte rifiuti la gentilezza per paura che la gente voglia altro, non è colpa tua, ma come ne sei uscita, ma non ti fa bene chiedere solo credendo di capire senza accettare la vera gentilezza..."

    "
    ...Poi vado da mio fratello e gli dico “Fratello, aiutami, ti prego” Ma lui finisce soltanto per mettermi ancor più in ginocchio.
    In dei momenti ho pensato che non avrei retto ancora a lungo..." con sconforto, sebbene le piacesse quel gesto con la mano

    "Sempre citazioni da canzoni?"

    "Che altro ho? Libri e canzoni... ho vissuto cosa leggevo dai libri e dalle canzoni ma veramente io... no! Ho incubo della mia vita di prima. Per loro io se urlavo godevo, erano convinti che se ceercassi di farmi sentire e capire, voleva dire solo che adorav alla follia i conflitti, sbraitare, a... non mi conoscevano mai, come ci stavo male mentalmente e psicologicamente quando raggiungevo il limite da urlare!! Ma no, ero io!!! Sempre a rinfacciarmi che fossi egoista e stronza, che non avevo considerazioni di loro... ma di me, chi lo aveva!?! Sempre a dire le solite boiate che dicono i genitori del cazzo che chiamano amore e poi rantoli dentro a pezzi fino all'agonia e... loro ti urlano contro che non sorridi per far contenti loro e i nonni del cazzo! Che sono troppo lugubre e rovino loro i pranzi e le cene... avrei voluto farne a meno, preferivo mangiare da sola a disperarmi in silenzio..."

    "come adesso?"  dandole un bacio sulla tempia, carezzandole la schiena finchè lei no nsaltòò per aria e non lo fissò male mentre lui sorrideva e e tornava alla porta "A ricordare come ti sentivi, come stavi tra loro obbligata in cosa non era tuo, ti perseguita ancora adesso..." vedendola con le lacrime, mentre lei le cancellava con il dorso della mano "ti hanno fatta sentire sempre peggio, sempre a usare le carte dei sensi di colpa, colpevolizzazioni... come se il problema fossi tu e fossi pretenziosa e volessi chissà cosa. Voelvi solo pace, del cibo che aiutasse, discorsi e interazioni umani e non sordi e ciechi boriosi aprendo casini loro da teatrino e poi ti dicevano di zittirti... ma quello è il passato e..."

    "NO!! Non è il passato... io non posso vivere ed esistere, non importa che modo, per cosa mi osno portata dietro. Mi osno sempre frenata e non ho vissuto nulla, per i terrori di giudizio e il casino che avrebbero fatto se io vivevo qualsiasi cosa... è già stato assurdo che dicessero si per l'Irlanda. Non ci credevo, seriamente, ma accadde ma... io non dovevo più tornare! Adesso non sarei ridotta così! Anzi, preciso. Quello era per morire con meno tormenti. ZAy e Ric non volendomi aiutare mi hanno torturata anche loro e non capiscono. Cosa è significato cotninuare a respirare e strisciare a questo mondo per tutto quel tempo dopo... io che non avevo potere sulla mia vita. Dovevano decidere tutto loro. SApevo solo prima di diventare maggiorenne che avevo soldi in un conto ma non potevo metterci mano sopra, neanche da adulta. Assurdo diranno tutti che maggiorenni di sicuro si sono presi tutto ciò che era loro o comuqnue se lo gestivano. io non ho potuto. TUtto a nome loro o oncdiviso e non potevo fare niente perchè loro dovevano avere parola perchè co intestatari!! Sembra assurdo ma è vero! io non ero padrona di niente e non capivano. Per loro era giusto così! Dovevo fare un documento? Dovevano farlo loro o dovevano esserci loro, anche da adulta, io dovevo avere la loro supervisione e approvazione per le cose. Schiava e dicevano di no. Mi urlavano -sei stronza, merdosa, disgraziata, testa di cazzo, cogliona, egoista di merda, e altro e altro- " respirando male per il pianto che voleva venirne fuori "e la colpa era sempre mia!! Ereo così stanca, non ce la facevo più a vegetare con loro a subire sempre i loro ordini anche da adulta e tutto! NOn potevo gestire niente di mio, ogni cosa doveva avere il loro naso dentro e poi ero una figlia di merda!! Voelvo scappare ogni giorno ma non sapevo dove andare perchè malata, temevo che anche se gli intimavo di non cercarmi per quanto stronzi mi facevano cercare mettendo avvisi col mio nome. Se me ne fossi andata prima... ma non avevo soldi ne altro. L'unico modo che avevo per fuggire era... sposarmi o morire! Questo per loro era adeguato. E se schifiavo letteralmente la loro vita mi dicevano -vattene, prendi e te ne vai- e io l oavrei fatto se avessi avuto i miei soldi e non co-gestiti da loro. Perchè lo so che potevano benissimo fare qualcosa ai conti e bloccarmi utto dicendo di tornare... loro non mi conoscono ma io conosco loro... ho vissuto e scelto cose per loro perchè almeno a volte mi snetissi dire -brava, ottimo lavoro, ti sei impegnata e guarda- o altro per... a che serve parlarne, mi avessero detto qwualcosa di incoraggiante, fiero, orgoglioso... niente!! Solo a pretendere su di me e aspettarsi che fossero loro a gestire tutto finchè non mi sposassi, finendo schiava di qualcun altro... io sono morta dentro e nessuno ha voluto vede re e capire... solo a essere sicuro come tutti che quelloa vita perchè andasse bene a loro, fossero ottima per me ma io impazzivo... Io stavo malissimo quando mi urlavano, si litigava, mi si trattava da schifo e non capivo che significasse quando leggevo dai libri o vedevo nei film certi atteggiamenti gentili, affettuosi, di... vaffanculo" nasconedndo la testa dietro le gambe, che tneva ancora strette tra le braccia.

    "...distenditi e non pensarci, ti farò portare del tè e delle stecche di torrore, classico, per tirarti su..." vedendola sorpresa "se ci fosse qui Milan gli direi di abbracciarti, se lo facessi io avresti paura di altro che temi la gente voglia e non ho intenzione di peggiorarti... ma anche noi si, siamo diffidenti con la gente, ma a volte è necessario se ci sono persone con cui siamo in sintonia, lasciarsi andare all'affetto... siamo amici, noi più che con altri, non pensare a niente e stai tra noi. Odiavi quando te lo dicevano ZAy e Ric perchè primo erano prima chilometri e chilometri e poi proprio un altro paese e non riuscivi più a reggere a solo parlare online e poi... ti eri resa conto che sembrava che.. loro parlassero e ti trattassero senza più considerare te. Soffrivi, stavi male per cosa gli snetivi dire o leggevi che scrivevano e sembravano non capire quanto tu stessi male e cheidevi solo una cosa. Un aiuto, solo vereificare creando le condizioni, della tua morte... ma tutti ti hanno tradita lasciandoti sola, a lottare contro te stessa dicendoti invece solo di pensare a vivere, e..."

    "smettila..."

    "loro non avevano capito quanto fossi rotta e disperata, e peggio non eri abituata a nessun tipo di eleemtno o trattamento gentile e cona ffetto e simili. Abituata solo a come vievvano i tuoi e come si trattavano tra loro e di ocntro loro con te. Hai perso la familiarità con gentilezza e affetto e la tua amicizia con loro solo online era finita per freddarsi.. ma non lo hanno capito. Non cèra aiuto che potessero darti e non avevi intenzione, per niente, di scappare da loro per fuggire alla disperazione di quella vita con la tua famiglia, perchè sapevi che sarebbe finita come con tutti. Che avresti visto facce e discorsi sussurrati su di te che eri un peso, un fastidio, non eri come si aspettavano, che sostenerti era un peso e tutto i lresto. Con noi tu sei scappata perchè non ti aspettavi di essere ospitata, volevi andartene e quel gruppo ostile e noi era un'ottima scusa. Ma normalmente non accade... hai rifiutato l'ospitatità di qualcuno perchè non volevi sentirsi in obbligo, un peso o altro e hai ancora terrore ai gesti di gentilezza e bei mometni a discutere come persone... non ne uscirai mai se non con terapia ma ci vorrebbe tempo..."

    "E io non ho...Io non riuscirò mai a tirarmi su da sopravviere almeno, voglio andarmene, ne ho bisogno, non riesco a stare, ad andare avanti, ogni cosa bella mi fa venire di piangere e non riesco a viverla e... ho incubi, terrori paure che non riesco a mandar via..."

    "che loro ti hanno fatto maturare, ma tu non eri così, lo so... quando non si capisce che si rovina le persone... mettiti giù per ora e riposati, ti porterò qualcosa più tardi sempre che Milan non torni e voglia vederti..."

    "Accompagnatemi alla Soglia... aiutatemi, solo questo, a trovare la pace e togliermi questo dolore che non andrà mai via... e cancella le famiglie... modifica le cos ecome le abbiamo solo ipotizzate ma niente più famiglie e peggio senza controllarle e verificare cosa accade dentro come facevano i coglioni là fuori..."

    "io sono dal dottore, se cambi idea hai questo tempo..." andandosene


    Dieci minuti dopo

    "Dottore..."

    "Venga Bernadette..." disse questi alla donna che bussò mentre parlava con Dorde, facendolo un pò innervosire. Odiava chi interrompeva.

    "Volevo solo avvisare che la ragazza è scappata..."

    "Cosa?" fece Dorde sorpreso "ma l'avevo lasciata..."

    "L'aveva...  ha lasciato questo sul letto"

    Dorde prese il cartoncino scelto alla buona per scerivere e lesse, per poi cercare di non scoppiare a ridere in faccia alla donna.

    "Cara Rotthermeier in gessato bianco. La ringrazio di quanto fatto ma la sua marzialità avrebbe fatto sclerare anche baffetto tedesco. Odio stare rinchiusa, chi è prepotente senza dialogare, pensando che si sappia cosa è bene per gli altri sia giusto. Per esperienza preferisco decidere io e rischiare se devo, non permettere agli altri di decidere su di me. Se fosse così tornerei in quella cazzo di famiglia e sono felice che lei non abbia marito e figli. Ha fatto bene. Si viva la sua vita come la sente e non la spenda solo per chi il cervello e gli ormoni le dicono di considerare sopra se stessa. Perdendo cose e opportunità da ricordare in vecchiaia. Privandosi di qualcosa. E non sia tirchia. lo so io cosa significa vivere un niente e doversi ogni giorno accontentare uscendo pazza... Non muoia come farò io piena di amarezze, rimpianti  e rimorsi. Io morirò così e così tutte le me di ogni piano parallelo che non hanno vissuto, ma sognano la morte come speranza di pace. E nessuno è amico o umano vero da aiutare.
    Andrò a fare una passeggiata prima di dichiararmi auto-guarita e cercherò qualche soldato biancaneve che lui si, ha bisogno di consigli ordinati e gestiti con severità perchè lì serve, accidenti a loro, perchè non sanno nenache come lavarsi le mutande. E non scherzo, purtroppo!! Quindi tornerò ai miei impegni di Veròna cercando quel senso di -sentirsi vivi- che non ho normalmente. Non so se lei capirà, ma ho deciso che ne ho bisogno. Se per il dottore le mie azioni di Veròna sono deleterie per il mio stato psicofisico, mi spremerà se devo per qualcosa che voglio continuare. Più porto paura, dolore e terrore a chi merita rendendo tutto un mio territorio da gestire e controllare e più mi sneto utile davvero e mai come nella mia vecchia vita. Se ha rimostranze, faccia rapportino e magari un giorno di questi a colazione lo leggo e le faccio sapere. Ma metta tanto accento tedesco che enfatizza i concetti. E' il suo marchio di fabbrica e sarebbe pure simpatica e di calore senza lo scopettone troppo in sù.

    Buon lavoro e riveda un pò, un pizzico, l'empatia umana per chi è malato o come me che soffre per come la si tratta.

    -Lia"

    ...Inaudito, dottore!!" fece la donna seccata

    "..." Dorde fissò e basta il bianco rettangolo, portandosi una mano davanti la faccia per mascherare le risa, poi lo lasciò scivolare verso il dottore "lo metta nel suo fascicolo, faccia ripulire la stanza e tenere le sue cose pronte nella sacca al solito... io vado!"

    "Ma... le sue cuire, i test, cosa dobbiamo fare per tenere sotto controllo le nanomachcine..."

    "Tranquillo, è solo un momento di frustrazione e disperazione e doveva uscire dalla gabbia in cui si snetiva... con David on ci saranno problemi, ma la lasci libera per ora..." dando lespalle, sismandosi la giacca per poi dire prima di stringere la maniglia, ridendo senza riuscire a controllarsi "Benedetta ragazza!!"




     





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    Capitolo 53
    *** 38.8 ***


    ch38.5 Milan e Dorde fissavano i fogli che avrebbero allegato alla borsa di Lia per la finta morte.
    Lei aveva chiesto di finire scomparsa per la situazione, ma Dorde aveva deciso, sebbene lei ancora non lo consocesse, di fingere di averla trovata con brutte ferite, ma viva, e farla -tornare- dalla famiglia. Ovviamente, scambiata.
    Aveva preso le sue preghiere e speranze, e le aveva girate in modo che divenissero realtà. Come lei diceva, non vi era Dio che aveva mai ascoltato e accettato il suo desiderio e sarebbe stato grandioso essere Lei quel Dio per renderlo realtà.
    Per questo aveva spinto suo fratello Milan per cercare qualcuno di somigliante o adatto e fargli fare plastica facciale e insegnargli cosa servisse, mascherando eventuali buchi per amnesia da PTSD perchè prendesse il suo posto. Cercando tra italiane sole, abbandonate o altro quelle giuste.
    Qualcuno con una vita misera, orribile, dandole cosa necessitava per rinascere, accettando di prendere in mano l'identità di qualcun altro.
    E l'avevano trovata. una ragazza orfana di nome Teresa, con segni sul corpo di abusi per la vita che aveva condotto e che accettasse di cancellare la sua vecchia vita, impegnandosi a viverne un'altra. NOn era una persona negativa e questo fu un incentivo per sceglierla, era solo succube di adulti e società sbagliata, figlia di senzatetto che la diedero via, crescendo in centri abusanti e in famiglie adottive peggio che poi scelse di finire per strada per scappare a ciò, come tantissimi ragazzini nel mondo nella sua condizione. Quando scorsero le lsite di ragazze della stessa età, connotati fisici e altro, lei fu una scelta.
    Sebbene Milan non volesse, Lia decise di incontrarla e le disse chiaro e tondo che indietro, tranne che non fosse scoperta, non si poteva tornare.tranne in un caso, se fosse stata scoperta.
    La sua vita sarebbe diventata sua, sarebbe diventata la persona che non era potuta essere e che doveva ritenersi benedetta per tale dono.
    Lia commentò poi a Milan con amarezza che per come era quella ragazza, non molto adatta alla vit adi strada, sarebbe stata un'ottimo elemento per la società. Meritava veramnete.

    "Ha più intellingeza di me, acutezza, carisma... tante cose! Sono contenta che sia stata scelta. Ora però, lasciami fare, che devo finire di scrivere il testamento biologico..."

    "Il problema non sarà questo? Tu lo stai scrivendo a mano con pennino di vetro, lo stai amando quel pennino tra l'altro..."

    "non  è colpa mia se avevi nela collezione questo meraviglioso pennino lungo meno di quindici centrimentri, meno dei miei  tra l'altro ed è carnissmo, di vetro opalino nel corpo, a forma di twist o a torchone, con la punta paffuta... è bellisima da usare, amo il vetro opalino..."

    "Vedo" sorridendo "comunque se scrivi tu la lettera e poi le chiedono che so, prova calligrafica..."

    "la calligrafia sarebbe un problema... ma abbiamo notato come mettendole due calligrafi vicino e impegnandola a imitare la mia firma e calligrafia... sipuò dire che sia io anche così, bene o male riesce e se si impegna potrebbe passare per me. Ricordati che perchè non aveva onorato un debito, l'avevano picchiata male, e per parare i copi la mano destra fu presa in pieno. Dalla radiografia si vede che aveva avuto frattura alla mano saldate male, può scrivere, ma ciò potrebbe portare esperti, e lo dicono i nostri, a pensare che qualche differenza sia... normale. Inoltre lei ha accettato,e  no nso tuo fratello come lo abbia pensato, di farsi ferire apposta sopra quelle ferite vecchie, tutte, perchè combaciassero con la guarigione, a chi la vedeva, con quel giorno... insomma non dovrebbero esserci problemi. Anche la gola, per una coltellata è stata ferita alla gola e invece di sistemarla, ha accettato di modificare le corde vocali... insomma, come vedi tutto sembra andare... spero che vada liscio...Dici di fidarci di tuo fratello, anche se non si fa vedere neanche da me e mi...""

    "Capisco..." tagliando corto per evitare che inizi a lamentarsi della cosa di nuovo " mi auguro anche io che tutto vada bene. Abbiamo già fatto entrare i nostri ragazzi nei cloude e pc dei medici che ti ebbero in cura modificando i documenti e risultati. Non dovrebbe esserci altro da fare... Teresa sembra intenzionata a imlonahyGTRFEpegnarsi per vivere quella vita. Sa già come comportarsi e poi lagnarsi di emicranie e dolori e altro a causa della malattia e quel giorno, se è così felice di questa opportunità come sembra, vivrà cosa merita..."

    "me lo auguro... ora non resta che finire questi fogli e tu li farai mettere nel mio portafoglio in sostituzione di quello già presente. Questo è meglio... lascerò tutto ciò che è mio materialmente a Zay e Ric, sebbene vi ho litigato e tutto, sono le uniche persone al mondo che meritano, possiamo dire, di ereditare cosa mi era caro in vita. PRENDERI ENTRAMBI VA SBERLE  e se non lo sanno, spero che cpiscano per un qualcosa che lascerò tyra gli oggetti con il titolo -A zay e Ric- ma se mi dicono delle cose, a me con i miei problemi, e poi mi si offende pure dicendo -Ah, noi non crediamo che tu sia rimasta sola come la merda perchè non è possibile e bla bla- dopo che sai come sono i miei che vivono soli come eremiti dentro casa senza vedere nessuno, che odiano la gente, non invitano mai nessuno e fanno casino sulla vita degli altri e via dicendo, con i miei problemi di ocme la gente mi tratta perchè mi reputa -diversa- e quanto ho iniziato d odiare tutti per come ci osno inita sotto... e altro... che capiscano che sono incazzata con loro e lo sarò smepre ma i miei sono cause perse...per qualsiasi cosa, voglio che questo testamento resti in vigore, meglio andare sul sicuro... mi dispiace per i miei oggetti, avete in mano la mia borsa con la scusa delle analisi e tutto con l'appoggio della polizia ma..."

    "Ti ho promesso che ti avrei fatto rifare tutto uguale, ho ottenuto le foto delle tue cose, le avrai identiche, sempre che tu non voglia gli originali..."

    "Non scambiare niente... gli original i andranno a quei due, anche se porco cazzo mi andrebbe di urlargli contro ma sign ificìherebbe parlargli e io ho allotnanato tutti.... Punto. Io come quella persona dell'opera magna, non ho motivo di esistere oltre... il suo finale non poteva che essere giusto. Siamo destinate  a questo e se dovesse accadere qualcosa, voglio che questo documento con le sue copie, siano ovunque tra le mie cose perchè sia visibile a tutti... che le mie decisioni post mortem sia queste!"

    "Bene... aspetterò che tu finisca e poi porterò il documetno io stesso in Italia, devo andare là di mio per incontrare un famoso politico che mi serve per certi lavoretti con la Russia... è così famoso nel mondo che se dici Italia dicono pizza, mandolino e B..."

    "Per favore" facendo un verso stizzito "mi basta cosa si legge sui giornali... lui non mi rappresenta, ma proprio mai e sapere che io italiana andando in giro sono riconosciuta per le sue stronzate... comunque, un attimo e ti do tutto"

    "Chiaro... bene, apsetterò, farò fare tante copie e lo farò isnerire nella tua borsa..."

    Lia alzò gli occhi dal documento che stava scrivendo a pennino di vetro e inchiostro, sentnedo Milan che armeggiava col grammofono presente nel suo ufficio,quello di Lia, che Milana veva detto -non puoi non averne uno- era ancora vuoto tranne le librerie e lavoravano meglio avendo tutto l'occorrente a disposizione, quindi era seduta sulla poltrona dell'amico e lofissò sorridende,  emtnre lui metteva Swan Lake Suite, un disco tra tanti che amava della musica classica.

    Al termine Milan prese la busta uscì salutandola e andò in Italia, dove il fratello lo accolse in un appartamentento di lusso che condividevano.Dorde aveva deciso di fare il lavoro di sua mano, invece di lasciar fare ai sottoposti. meglio evitare troppi occhi indiscreti diceva.

    "Certe cose dobbiamo farle noi..."

    "E da quando" sorrise il minore "...da quando Lia ha fatto casotto su chi non lavora di sua mano ma delega..."

    "certi lavori vanno fatti di propria mano, punto" disse perentorio lui e Milan sorrise, sedendosi sul divano a sentire un disco, mentre il fratello leggeva prima di inserire tutto nel portafoglio di Lia, diverso da quello dei soldi. Lei non teneva niente nella borsa di personale, ma aveva tutto nelle tasche dei jeans, un portafoglio tipo libretto o portacarte di credito in pelle e bustine interne che tenevano tutto ciò che era suo, e un portfoglio rettangolare a cereniere di pelle per i soldi con una cerniera per le monete al centro e due tasche sempre di pelle  laterali dove mettere banconote o foglietti. Era grande quanto il portacard che lei usav aper portafoglio. Alla domanda di Milan sul perchè lei rispose -non amo i portafogli tutto in uno che hanno le donne o gli uomini, se accade qualcosa si perde solo quello dei soldi, i documenti essendo altrove restano a te... meglio così che eprdere tutto!!

    Dorde scorse, la data era antecedente per far credere che fosse più vecchia e sebbene fosse per curiosità, Dorde lesse per assicurarsi che tutto fosse a posto e capire come lavorare la questione nel caso fosse stato necessario renderlo attivo. Non sapeva come sarebbero andate le cose, ma avere tutto assicurato prima con dei piani era meglio. Meglio evitare di dirlo, o Milan avrebbe rimbeccat dicendo -ma non è qello che lei dice sempre?- e Dorde voleva evitare. Suo fraterllo faceva sempre siringate del genere, come affermava Lia. Far sparire una persona segnandola come morta e tutto era semplice, ma per la prima volta dopo aver sostituito i vecchi amici di Milan, volle provare con un sostituto che tornava nella famiglia dell'originale... avrebbero vinto?.
    lesse la data. Rise. Secondo quanto disse con rabbia lei, era la stessa data di nascita di quella scema nazi dell'opera magna e le faceva venire il nazismo per davvero al pensiero di persone come quella, ma non solo. Avevano la stessa data e un collegamento con i sottomarini. Oltre altre cose. E vedere la data sul documetno lo fece ridere, perchè quando si parlava di quell'opera e quella donna, lei aveva voglia di picchiarla male. Lei, quello stronzo che poi diceva di amarla e tante altre cose.

    Chissà che persona sarebbe stata, pensò, chiudendo i fogli manoscritti, se non avesse matuirato paure e terrori creati da genitori e adulti? Aveva notato come in determinate situazioni era ronta a ragioanre subito per sistemare il problema, a trovar euna soluzione, a ingegnarsi le cose per superare un ostacolo, in modi rapidi e veloci più dei suoi uomini e per la prima volta dopo che lei fece casino urlando -ma siete ciechi o cosa, non vedendo che sono imbecilli cronici e bestie nel vivere?- intendendo gli uomini. Erano i migliroi nel loro lavoro ma effettivamente, cercando di osservare con occhi altrui, erano come animali. E lei diceva -ho visto gente vestita come persone per bene essere animali dentro e schifo cronico, passando per gente igliore di me ma se io risolvevo le cose e conoscevo cose, lroo restavano inebetiti senza sapere che fare... e poi ero feccia io... ma questi sono rapidi ed efficienti a lavorare per cosa sanno fare, ma animali per come vivono... vogliamo fare qualcosa per ridargli una vitra da umani o devo vederli grufolare come maiali in questo porcilaio?- e atri discorsi che dimostravano come lei si impuntasse tanto su cosxa considerava sbagliato e spingesse la gente, a migliroarsi, perchè non vi fossero più quelli come lei, dentro e fuori.

    "Che vita inutile e vuota che faceva, persa perchè per gli altri andava bene, mentre chissà che cosa avrebbe fatto se..." disse ad alta voce solo come pensiero, mentre Milan se la rideva dal divano.


    Testamento biologico


     14 *************** 2011

    La presente *************** nata a *************** il *************** sottoscrive che questo documento è il suo testamento biologico e testamentare.
    So bene che sicuramente non avrete intenzione di eseguire ciò, lo so bene che persone siete (ma mi ci gioco tutto che inizierete ad inveire dicendo che sono stronza, merdosa... al solito) ma invece di andare da un notaio come volevo, voglio vedermela tutta su cosa farete con ciò che è mio.
    Me la riderò nel vedervi fare gli stronzi dicendo "ma noi non sapevamo niente", "ma non ce lo aspettavamo" e altre boiate che solo la gente sorda e cieca sà dire, così come la questione del "ci ha lasciati soli".
    VORREI RICORDARE CHE SONO STATA SOLA, E PER SOLA INTENDO SOLA DENTRO DI ME, PER COSì TANTI ANNI DA USCIRE FUORI DI TESTA, MENTRE VOI VIVEVATE IL TIPO DI VITA VUOTO E INUTILE ADATTO A VOI CHE MI HA PORTATA A QUESTO.
    HO smepre fatto cosa volevate voi, se cercavo la mia indipendenza e fare le cose da persona maggiorenne e responsabile e autonoma quale ero, ricordiamo il casino che facevate? Senza ragione? Non sapevate (o volete farlo) mai niente da incazzarmi e trattarmi da schifo perchè avevo segreti (che segreti!! una persona adulta ha segreti quando erano cose  chiamate CAZZI MIEI) ma tralasciamo...

    Ebbene ECCO COSA IO VOGLIO come ultime volontà. Come detto, non andrò da un notaio ma voglio vedere cosa si inventerete e come oserete mancarmi ancora di rispetto anche da morta, e so già che inizierete a dire NON E' VERO stronza... ma tralasciamo. Non viene mai in mente che forse, rispetto gli imbecilli di già o del pollaio io ero molto diversa e se dicevo qualcosa aveva qualche valenza...
    Si, mi avete mancata di rispetto e fatta sentire uno schifo tutta la mia vita. Ve l'ho sempre detto, ho urlato per farmi sentire, ma sapevate SOLO dirmi che io rompevo, che davo fastidio, sapevo solo scassare le balle.
    Adesso voglio vedere cosa farete. HO studiato la musica come una disperata per far felici VOI. Io non vi ero portata. Ho strisciato come una disgraziata presa in giro e trattata da schifo da altri che suonavano e insegnanti. Ho dovuto calare la testa per il conservatorio, venendo travolta dalla merda,  IO, da cosa mi dicevano in quel posto. Io non sapevo suonare, leggere la musica il giusto che servisse, non era per me. Ma vi siete impuntati e per avere almeno una volta quello che tutti dicevano agli altri ma mai a me, un "brava" o un "hai fatto un ottimo lavoro" o comportamento orgogliosi e tutto quanto.... ma no! io mai.SEpre schifiata perchè non raggiungevo i risultati o non vi facevo adnare a pavoneggiarvi, il mio bene psidocologico e futuro NO...!! E non dite non è vero perchè siete tutti e tre bugiardi di merda!

    Vi siete sempre sentiti migliori di sto cazzo, quando eravate uguali a quelli là fuori, ipocriti e ottusi.
    Come soffrivo, mi disperato, vegetavo, ero proprio oltre la soglia di sopportazione per una vita non mia, ma vostra, che mi portava alla pazzia e non riuscivo più a digerirla. Io non riuscivo più ma a voi... fotte sega! Chi se ne fotte, a voi andava bene così e il fatto che non sorridevo più, che stavo depressa, disperata, in agonia dentro... che urlavo per essere ascoltata... non ha mai interessato nessuno.
    E poi la malattia che è stata anche la causa di questo, ma portata come vivevo tutto dentro.
    Nonostante questa malattia che mi ha tolto tutto, dopo che ho perso la mia vita per fare felici voi con la musica, il liceo scelto perchè le insegnanti delle medie a partire dalla Pizzo e poi i compagni che mi dicevano "tu non sei niente, tu non vali nietne, l'unica cosa buona che puoi fare per i tuoi genitori per avere una figlia come e per lavare l'onta che sei così, è andare in una scuola di bassa lega dove non si fa niente e ti compri il diploma. ALtro nella vita non potrai fare".

    Io che ero migliore e superiore a molti che appena non erano visti erano lo schifo che la società può generare... no! Loro possono! Avevo giurato leggendo il Treno ha fischiato che mai avrei fatto una vita come il protragonista, che avrei lottato... poi per farvi contenti mi sono abbassata a ciò che non era adatto a me e mi uccideva giorno dopo giorno ed ecco cosa ne ho ricavato.
    Ciò che no volevo, per accontentare gli altri, ha portato me a questo. Io potevo fare mille cose ma nessuno guardava la persona, ma solo il basico e l'apparenza e il fatto che non fossi conforme. Io non valevo niente mi dicevano eppure le cose ho fatto da sola eccome se valgono, dalle mie opere ai siti e tutto quanto ma voi mi avete schiacciata, rovinata col giocare coi sensi di colpa e stronzate da farmi venire ansie e terrori degli sbagli ed ecco... IO MI SONO ROVINATA LA VITA, non tutti voi!

    Fosse stato per me prorpio se dovete dirmi stronza, avrei preso ogni mio centesimo per davvero anche se anche pure a vostro nome e lo avrei donato a tutti i disperati che ne avevano bisogno e morire dicendo "voglio vedere se almeno questa cosa sia una, una sola cosa buona per qualcuno che ne aveva bisogno che potessi fare nella vita"
    Giuro su tutto ciò che mi era prezioso che non sentì altro dalla gente sopratutto alle medie che "tu non vali, sei sbagliata, solo la gente con problemi amerebbe (parlando delle mie collezioni, cosa mi piaceva ect), non sei buona a niente, sei nata solo per far sfigurare i tuoi" e tanto altro. E poi la gente si chiede come mai si cresce disperati e con problemi o perchè la gente scappa!! sopratutto l'ultimo anno delle medie fu il peggiore, con le insegnanti come la Pizzo che inece di fare il loro lavoro, insegnare come studiare, leggere, capire e via dicendo e nonostnate cosa dicessi e le domande per esternare la mia empatia, capacità analitiche e tutto... ero meno di niente e non ho potuto capiure in cosa era buona nella vita perchè nessuno si è interessato di farmi provare più cose e capire con che dono ero nata.
    Ero solo sbagliata!!

    Oltre a questo, così come nella vita a nessuno è importato di me, e intendo importato davvero per la vera ME, stronzate di famiglia e di sangue risparmiatele, non voglio che nessuno sappia della morte. Ho subito bulismo di vario tipo, trattamenti vergognosi, ho sentito parole e subito di tutto da gente che poi era lodata come cosa non era veramnete. Ho visto le loro vite e loro vievano, cose, che io non ho mai neanche potuto capire.
    Godevano in cosa mi accadeva, mi facevano del male perchè le merde adorano vedere gli altri scivolare giù e l'ultima onta per me sarebbe quella di far sapere a quella gente della vita grama che ho vissuto nonostnate mi sia ammazzata più di loro e sia stata veramente ninete. Io che ho sputato sangue studiando, imparando, ammazzandomi nelle cose non ho ottenuto tutto per colpa degli altri, e quindi voglio solo ciò che mi spetta. Godere del diritto all'oblio.

    A nessuno interessava che mi bastava cercare un metodo mio di studio e tutto sarebbe cambiato invece di laciata sola perchè no nero conforme a cosa ci si aspettava dagli alunni, a qualcuno che valeva dal conoscerlo invece di guardare le apparenze e fare merdositàù contro, che volessi qualche amico ma non ne avevo perchè erano tutti stronzi superficiali, che mi bastasse andar via di casa... e magia, tutto sarebbe cambiato.
    Se solo non fossi tornata dall'Inghilterra... se fossi rimasta con Zayn forse avrei avuto ultimi anni di vita meno miseri di quelli vissuti qui.
    Mi sentivo una derelitta senza poter fare cosa sentito, senza comprare cose che mi aiutassero un pò... sempre con i soldi gestiti da voi, sempre a rimproverare per tuto, farmi snetire un merda e tanto altro che non elenco ma se osate dire che non è vero fate schifo. Non avete visto mai che col vostro comportamento, anche dopo aver avuto dal medico la diagnosi e capito che non mentivo quando mi disperavo che stavo male ma continuavate a trattare di merda perchè non mi snetivo di guidare, e tanto e tanto...

    Avete osato schernire le mie lamentele sulla questione del guidare da malata dicendo "ancora di pensi?" come se non valesse più perchè era passato il tempo mentr eio ero, dentro una bolla senza tempo.  

    Io conosco  domani che non arrivava no ma dentro quella stanza stretta e con la luce che non mi giungeva.
    I giorni mi passavano uguali, modellati da dormire e dolore e solitudine.
    ma no nsi poteva dimenticare il dolore.
    pregna di paura paura di quegli urli e giudizi non vedendo domani lontani mai vissuti.
    Quali giorni sono da ricordare?

    ma il resto non vale perchè non ho davvero giorni belli da ricordare, perchè non ne ho. Nessuno ha notato che dalle medie non sorridevo più e se cercavo di farlo per non sentirvi,  era solo amarezza. Mi avete vista spegnermi e andava tutto bene.

    Il passato dovrebbe servire a ricordare e correggere ciò che serve per il domani. Ma con voi, mai avverà.
    spero che capiate che non esistono più giorni da ricordare e correggere, li avete fatti passare vedendo solo cosa volevate vedere.

    Non ho peli sulla lingua ormai. SOno morta, ma quanto ho detto anzi, urlato, nella mia vita, a quanto pare era solo aria fastidiosa per voi. Voi che urlavate come se vi stessero squartando sbraitando i vostri problemi ma vedevo i miei e mi serntivo offesa, perchè vedevo gente che si lamentava per cosa aveva e che nonostante tutto vivesse come voleva, che si lagnava mentrte se io aprivo bocca i rimproveri e trattamenti da schifo come s efossi fastidio. Punto.
    Avevate davanti un cadavere che camminava, una persona perduta, una morta vivente, un niente che ancora respirava ect ect e per voi andava tutto bene.
    Ero solo rompicazzo che rovinava la vostra vita merdosa vuota e inutile. Si, questo era! E chissà come mai QUALCUNO non guariva da quella cosa! Chissà come mai in una vita vuota e da eremiti, non vi era niente che potesse avviare una guarigione ... chi è come me, sa e capisce. Chi è vuoto dentro ma crede di saperene anche per altri come voi, facendoli vivere in un modo che per loro è la morte dentro... lasciamo stare. SOno sicura non capirete mai niente!!

    Io sono morta dentro per come vivevo tra voi. Mi snetivo sola in mezzo alla gente, ossia voi ed esser felici con voi era... lasciamo stare. Se dico che era molto meglio la risoluzione che vi ha portato a leggere questo, che vivere ancora e con voi... spero che un barlume di qualcosa vi entri in testa.
    SOno finita disperata davanti a voi e non ve ne importava!! Vi ho urlato, proprio urlato cosa mi faceva stare male, non riuscivo più a reggere e sopportare voi e quando avete iniziato a dire che DOVEVO ACCONTENTARMI è stato il troppo!!
    Mi sono accontentata tutta la vita del niente, di fare come volevano gli altri e ne è testimone la cazzo di musica, il conservatorio, le bande musicali, le cazzo di feste di scinnute dove per tutto questo ma anche dopo, anche per l'università su un corso non per me e il volotnariato con quelle persone.... io ho fatto SOLO sacrifici, mi sono sacrifiicata in cosa volevo veramente, andarmene e trovare la mia strada e invece mi sono spenta piano piano in questa cazzo di casa dovendo stare con voi perchè così volevate. E voi... tranquillI!! La vostra vita vi andava bene e l'avete appioppata anche a me che malata da schifo, se lè dovuta sorbire nel suo peggio e peggiorando!!
    Non avete mai capito quanto qualcosa che desideravo mi aiutasse, ma niente.
    Una vita vuota di niente senza mai nessuno (tranne i cazzo di parenti, che inferno) mi ha svuotata, ma chi se ne fotte!! A voi va bene, allora va bene per tutti.
    Come per e con i cazzo di religiosi di merda. Cosa credono loro lo devono per forza appioppare a forza su tutti.
    Bene, ecco cosa ha dato la vostra "vita" se così si può diure su una persona che non riusciva a tollerarla oltre. Non era per me, era intollerabile per la mia sanità mentale ma per voi tutti devon oessere voi. E volevate nipoti? Grandioso come sarebbero cresciuti.
    Non era tollerabile per me. Mi ha uccisa quanto la malattia che tra parentesi è nata per come vivevo. Nessuno ha fatto il collegamento, nessuno ha visto me morta in piedi e la ima malattia... ammazzandomi per cose non adatte a me e per me, ma che ho fatto per avere almeno una volta un pò di considerazione. Che non ho avuto.
    Perchè alla fine VOI non siete mai stati capaci di vedere e qualificare la persona e quali erano i suoi punti di forza, perchè anche non li conoscevate!! Ma vi aspettavate quasi come obbligo che si dicesse di voi. Fare figli e questi poi si sentono dire "accontentati, io non ho potuto avere questo o comprarmi questo perchè..." quando siete voi cvhe avete voluto i figli e comprarsi cibo o oggetti  di conforto o che dessero qualcosa alla persona non è sprecare soldi e fare come disperati per non scucire due lire... perchè questo era... usare la questione del senso di colpa su cose banali, nenache avessero detto che volevano comprarsi una macchina o chissà che cosa e non l ofacevano per i figli... le case le avete comprate, quindi non diciamo boiate, che erano per voi non per i figli. A me non interessava, come tutti ho dovuto ingoiare e fare a forza.

    Non vi è mai impoirtato di vedere in cosa fossi portata. NO! Musica da far star male la persona ma non vedevate ninente del mio malessere, università su una cosa non per me... io ho fatto cosa volevate, ho deciso di andare al liceo artistico perchè le isnegnanti mi dicevano che io non ero niente e a casa cèravate voi che sapevte solo dire quanto non potevate pavoneggiarvi, quanto non potevate fare i galli come gli altri senza vedere...

    Io sono morta pezzo dopo pezzo, parte dopo parte, anno dopo anno, mi sono ammalata così tanto da non poter essere autonoma e come mi facevate vivere mi ha dato il colpo di grazia.
    Non mi avete fatto vivere niente. io non ho vissuto nietne perchè fin da piccola mi avete condizionata che i giudizi erano qualcosa da temere. che se io avessi fatto cosa volessi, anche cose banali,  come quella buttana di Giusy, allora sarei stata una poco di buono, vergognossa, una che meritava cosa le si diceva dietro, e sentivo sempre dire a tutte voi donne di entrambe le famiglie del cazzo, che non meritate neinte, giudizi schifosi sulle persone che volevano solo vivere la loro vita anche andandosene... stanche di cosa vivevano!! E io ho somatizzato!! Io non ho vissuto. per farmi una carta postepay, dei documenti io da sola e mostrare che fossi autonoma e tutto, vi siete comportarti ocn pugni sul tavolo, porte sbattute, epiteti e urla, urla urla da schifo. Mi avete fatta crescere con il terrore dei giudizi e di come fossi vista, giocando sui sensi di colpa che NON DOVEVO avere. Ed ecco il risulstato. io non ho vissuto niente, io non sono stata niente, io ho perso anni della mia vita a vegetare in mezzo a voi invece di poter stare sola in quella che era su carta casa mia. Non nella vostra che era da claustrofobia.
    Mi avete vietato dsi usufruire dei miei soldi vivendo quel poco prima di andarmene. E invece ho avuto niente! Siete quello che siete per voi non interessa questa cosa. Ma vedere quella buttana di Giusy aver sempre fatto quello che voleva, vivere tutto anche non molto bello, urlandoo che LEI CHE AVEVA SEMPRE TUTTO E FACEVA TUTTO voleva andarsene e poi godere della casa pollaio, ricavandoci tutto gratis e soldi ocme una stronza di merda che ha avuto tutto ciò che non meritava, metnre le uniche cose che io volevo non ho avuto nulla... mi fa incazzare, imbestialire!! Vedere la gente che mi ha fatto del male vivere cosa io non ho, non avevo, perfino mangiare e passare serata con un sorriso...

    VOi eravate castranti, sminuenti ma so che siete buoni solo a dire non è vero. Come le volte, una manciata, che uscivo la sera quelle due volte con quelle persone e ogni volta vi vedevo prima di uscire e quando tornavo con le facce così, ce lo farei pure il gesto se potessi,  perchè per voi non si usciva la sera, se non era sotto il vostro controllo sebbene maggiorenne non andava bene, che cosa devi fasre là fuori,  non si faceva questo e quello e io non ho vissuto niente perchè per ciò che mi sono portata dietro a causa vostra, ho maturato solo terrore e paura dei giudizi e cosa facevo. HO finito di uscire e voi felicissimi!! Non facevate altro appena diplomata che dire che io non me ne sarei andata, che dovevo restare con voi...

    ECCO COSA SE NE E' RICAVATO DA GENITORI CHE CREDONO DI SAPERE COSA E' MEGLIO PER ALTRI. Sopratutto figli. ma i figli non sono i MINI ME dei genitori. SOno altre persone, diverse, con altro di ciò che siete. E IO HO FATTO LO SBAGLIO DI NON SCAPPARE VIA, MA COME POTEVO? i soldi erano cointestati e se prendevo con voi che conrtollavate come avvoltoi , avreste inziato a fare casino e a bloccare tutto. a urlare come solo sapevate fare, se lo facevo io... NO, E' MALE!!! Tuitto no nadnava bene, io non potevo crescer da cose giuste e sbagli, non potevo fare niente se non approvato da voi o che dovevate fare voi al mio posto...Ma vaffanculo!
    Non mi sono goduta niente, neanche quel poco che mi avrebbe aiutava e invece sentivo solo "accontentati" e questo è orribile. E ci scommetto che ve ene uscireste con "ma non è vero, mente, mai detto o fatto questo", che facce da fagiano, cazzo.

    MI SONO ACCONTETATA DEL NIENTE TUTTA LA VITA. GRAZIE DI TUTTO!!.
    QUanto morivo dentro alle vostre urla -E accotnentati di quello che hai, noi lo vedi che mangiamo o facciamo?-
    Si, d'inverno senza riscaldamento o magari una stufetta, ne avete presa una urlando che costava per il bagno perchè era impossibile lavarsi. D'estate si crepava e per chiedere un ventilatore si urlava che costava venticinque euro!!!
    Una pizza, una pasta fatta buona, un dolce, un gelato, qualsiasi cibo che la gente ogni tanto mangiava o la domenica, io solo merda in barattolo o in busta o congelato. Qualcosa che ti risollevava il morale no, e se compravano al prezzo che dicevano loro solo quando dicevano loro!! Altrimenti potevi stare lì a sbavare per cosa sognavi e cosa vedevi in tv. in un posto dove cèrano cose strepiutose regionali, piangevi disperata perchè li sognavi solo o vedevi alla fienstra gente che li mangiava passando o con gli involti.
    Per il compleanno che non volevi festeggiare, quelle cazzo di torte a poco che facevano schifo e urlavi dentro. Regali niente, neanche soldi, solo qualcosa i nonni, i classici pensieri che non ti servivano a niente.
    E poi sola, sola, sola come la merda solo con loro a piangere e soffrire dentro e nessuno vedeva. lasciarti andare e darti il necessario per vivere in pace sola, no, non può esistere!!
    Se questa è vita, non so davvero come si possa reggere fino alla morte naturale. Tutti hanno bisogno di qualcosa di consolazione, di placare le voglie, di fare qualcosa per svagarsi, vivere delle cose che io non ho vissuto... per la gente, io non ho vissuto. Me ne vado vuota e priva di tutto e non so veramnete, come loro facciano a vivere e dire che va bene l'esistenza di vuoto e niente che hanno. SOli,l non prlando con nessuno, odiando, privandosi di ctutto per non spendere soldi su cose anche necessarie come buon cibo intesdo come quello normale, manco lasagne o pizza o vari tipi di pasta !! Come si fa!? Che cazzo di vita è quella isolati e mangiando merda pronta senza gusto senza qualcosa che dia pace dentro?
    Io sono morta piano piano dentro, loro sicuri che qusta vita sia ottima anche per me e io impozzivo.
    Adesso sarete felici!!

    Ovunque cè gente che pensa sempre che la morte della famiglai sia la miglior cosa per essere liberi, io no, mai. FIn dalle medie, e si, se volete proprio saperlo era dalle medie ma voi ciechi e muti, non volevo altro che essere io ad andarmene. Non avete idea, perchè no nsapete pensare in modo empatico ma solo quando vi salta il picchio a voi, di quanto la gente soffra e i segnali. Vorrei andarmene senza soffrire ma so che sarà impossibile.
    Come per tutto ciò che ho perso (se per entrare in marina non ci fosse stato quel punto in meno, se non fossi stata troppo bassa per altri concorsi, se quell'aereo al ritorno da Roma si fosse schiantato e fossi morta... si, ci avevo sperato dopo tutto il casino che avete fatto quei pochi giorni che ero libera e come avete fatto leva sui miei sensi di colpa così tanto, avete piagnucolato prima e poi fatto poi casotto perchè dovevo tornare subito che ho dovuto farlo come una disperata  e maledetta me e questa cosa della paura che mi avete instillato) io non avrò una morte di pace.
    Soffrirò fino alla fine. E nessuno di voi capirà niente, sarete solo buoni e questo lo so a urlare e strepitare e maledirmi perchè vi ho lasciato soli quando non vi siete mai, mai accorti che io ero già morta dentro. Che ero solo uno zombie disperato.
    io non volevo famiglia di sangue, non volevo figli, non volevo marito o cose simili, nè ricchezza e stronzate che volevano tutti.
    Le mie dissociazioni e i mondi che ho creato ne sono testimoni, io volevo altro. Che non potrò mai avere.
    Le poche cose che desideravo erano piccolezze e stronzate per altri, ma non per me. Vedevo la feccia che mi aveva fatto del male avere queste cose basiche, stupide, e mi snetivo male dentro!! Desideravo vivere anche io ma invece dovevo vivere una vita decisa da altri!!
    E voi in casa a scassare il cazzo che non ero come voloevate, non mi compoortavo come volevate, che ero tutto all'infori di cosa vi aspettavate e non lo sopportavate.
    Se avessi avuto anche solo una o due persone nella mia vita come fu la Cavana per me, la persona che mi diede quel senso di accettazione, di comprensione, e l'unica nella mia vita vedeva e capiva i miei pro, che mi fece vedere con i suoi modi e discorsi cosa ero stata capace di fare sebbene incapace e i risultati che potevo ottenere... cosa disse e fece lei nenache lo sa loso, ma mi fecero venire quando ancroa non ero perduta, voglia di impegnarmi per andarmene ma tra i conti non solo miei e tutti i modi che la vita orchestrò contro di me...  mi aveva dato la spinta per tornare a impegnarmi per fuggire... ma poi lei finì il suo anno e ripiombai nella solitudine, dolore, disperazione.
    Questra vita di merda in un posto di merda con persone di merda. Sia in famiglia che fuori.

    Se dentro mi si diceva che ero nata per farli disperare, che ero un'inferna per rovinare la loro vita, che gli altgri avevnao figli da godere nel vederli e tutto il resto nonstante mi vestissero loro e decidevano su di me tutto, che mi facevano studiare e fare cose non adatte a me e mi obbligavano a chinare la testa  celandolo dietro "educazione" ma fu solo farmi pestare sotto i piedi dagl ialtri, l'esterno fu uguale. La gente vedeva le apparenze e non la sostanza. Ho finito per sottombere sotto tutti senza che vedessero niente. Ho ricevuto così tanto male, sentito cose orribili detti da educatori ed adulti da far venire i brividi e per loro una persona che non è a stampo come gli altri, è feccia. Basta. On vale niente e non cè manco bisogno di sprecarsi, come alla scuola media con la musica. Mi fecero cominciare da lì e già l'insegnante di piano che diceva "con te non cè niente da sperare, questa ora che era tua la uso per far migliorare Irene che lei vale qualcosa". Ho studiato a corsi vari come una pazza per crearmi un futuro, mi sono ammalata e non riuscivo più a fare come prima e al centro di colocamento venni presa come una stupida e una assurda dalle impiegate perchè non usavo lo smartphone e quindi dovevo mandare delle cose per email e non per la app usata per messaggistica. Come mi trattarono, io che avevo un curriculum pieno zeppo di cose, che conoscevo e leggevo, studiato, mi appassionavo di tanto... derisa perchè per la mia malattia ormai non valevo niente, il pc non era più considerato come prima e quindi io ero arretrata. Di nuovo, niente.
    Sono sprofondata nello schifo così tanto ma nessuno lo può capire, eppure ho sgomitato tante volte per risalire, ma ho finito per essere guardata da sopra da tutti e lasciata in balia. Del niente che mi prese. Questa vita non era per me, quella che tutti volevano non era per me, perchè significava scendere di molti gradini da ciò che ero ed essere come le altre. Fare un downgrade pauroso e non riuscivo a fingere. Nel posto dove sono nata ho conosciuto tantissima gente, e la cosa assurda era che si facevano tutti belli dicendo che erano chissà cosa e poi con la Cavana e analizzandomi parlando con Zay, non compresi chi fosse su quale gradino.
    ma era tardi. Mosche che sguazzavano nella merda di una società becera che deridevano un'ape. non so ocme altro dire.
    le mie collezioni di minerali, orologi, pennini da scrittura e in vetro, opere d'arte, tante cose per me belle e interessanti anche da studiare e la lista è lunga finirono... per farmi etichettare come sbagliata, strana, non sono cose da femmina. On mi truccavo come tutte a fare mascheroni, qualcosa non va. Non ho fidanzato, sono lesbica o diverrò (detto come una veergogna) come tizia, caia e sempronia che conoscevo. Che onta non avere un uomo. Cose importanti come l'esserci, il sostegno, l'osservare, il dialogo, momenti belli e semplici o altro.... tutto non vale qui. Non vlae niente se non cosa fai vedere e come ti avvertono. Come in casa. Se il capofamiglia non cè, non potevo essere io a gestire le cose, l'unica tra l'altro tr atutti ebeti e imbecilli. NO! Nessuno considerava la mia posizione e ruolo e capacità. I fratelli a trattarmi di merda (vedendo i genitori) a dire con disprezzo "ti si tratta come meriti. Questo è quello che meriti".

    Ecco cosa io merito. pedate in culo, sputi in faccia e neinte. Detto, ridetto, comportamenti tossici e altro hanno rovinato una persona. Va tutto bene, se si vive come dicono loro... è una meraviglia!! Cè gente nella cronaca che aveva ucciso i genitori per essere liberi. Io non la penso così!! Solo un vero egoista, merdoso, imbecille penserebbe così!! Chi lo ha fatto erano persone che rispetto a me potevano fare chissà cosa. Invece hanno scelto una cosa becera. Loro potevano scappare di casa e farsi una nuova vita. ma io ammalata e già in Irlanda e da ZAy con problemi...non potevo fare molto. per me non cèra già più niente e rispetto a quei dementi delle cronache nere, io non spererei mai la morte di qualcuno.
    E' la mia che sogno e desidero. Sono io che non posso vivere in questo mondo e non posso farne farte.

    Come disse Lei nell'opera magna a Lui, il futuro per il quale tu vuoi vivere e andare avanti, è troppo accecante per me".
    Inoltre dalla mia vita ho imporato due cose importanti. Una è che per ottenere qualcosa, bisogna esser pronti a perdere qualcos'altro. Chi non è pronto a ogni sacrificio per otteenre la chiave che apre le porte al nuovo futuro sono imbecilli.
    Il problema è chi può.
    Io non potevo, eppure so che sarei giudicata ed etichettata come coniglio, debole e stupida. Senza vedere tutto ciò che ha portato a quello.
    Ecco la mia vita. Così come il fatto, numero due, che in questa vita non cè nessuno come me, che fa qualcosa senza aspettarsi atrlo. Tutti quelli che ho conosciuto volevano sempre altro di rimando. potrei dire che ZAy e Ric fossero ocme me, mi hanno fatta però incazzare troppo con i loro buonismi ed equipararmi a chiunque nei loro discorsi buonisti e quinid niente. Non ho mai accettato il loro invito sia perchè malata non potevo fare niente, sia perchè non ero approfittatrice ne altro. ho cercato di ridare loro cosa avevo usufruito per il viaggio, sebbene avessi chiesto se fosse rimasto qualcosa extra da ciò che inviai perchè senza soldi. Mi sentìì una ladra quando chiesti, ma poi chiusi tutto e on ci pensai. E non ero come quelli che loro ospitavano perchè non ero tipo da sfruttare nessuno e perchè davvero, rispetto a quelli, io ero un peso inutile. Poi mi fecero incazzare e addio.
    Ho finito solo per finire nella melma peggio e peggio. E loro non hanno mai capito cosa dicevano e quanto facesse male.

    Io no nadnavo mai bene per nessuno, per le mie passioni e cosa mi paiceva... non ero come gli altri volevano che fossi e poi una merda come Giusy e altre che ho conosciuto, volgari, schifose, approfittatrici, marce dentro,  e altro che denotava solo schifo... hanno ottenuto!!
    E nessuno di voi ha visto i miei malesseri, la mia disperazione e agonia di vivere, ha voluto ascoltare e capire...

    Io urlavo solitudine e inferno dentro di me. La vostra vita era troppo vuota e inutile... Mi ha uccisa dentro. La malattia, dopo che mi ero spaccata la schiena per far contenti voi di cosa non era per me, mi ha portato via tutto, anche la possibilità di scappare. Se non fossi tornata da quel viaggio in irlanda...! Si, poi avrei litigato lo stesso con quei due, ma non avrei vissuto in agonia tra voi morendo piano, piano e piano.
    Io mi sono spenta e non volete capire.  E non capirete. Chi non è come me non può capire e nessuno di voi lo è.

    Io non ho avuto nulla e quando cercavo di vivere, avevo solo voi sul collo a urlare e sbraitare da farmi desistere e perdere quel poco. E sono finita al niente tra queste mura che mi hanno dato il colpo di grazia.
    Togliendomi la possibilità di andarmene almeno in quella casa che su carta sarebbe mia, mi avete uccisa.
    Mi avete uccisa comportandovi smepre come se fossi sbagliata, ingrata, vergognosa, egoista, senza aver voluto capire che  vi stavo urlando la mia dispoerazione perchè avevo superato, travalicato, la soglia di tolleranza e non cèra modo di otprnare indietro.
    Dopo l'arrivo della malattia, dopo che litigai con delle persone, io ero già morta.
    Inutile che quei due mi dicevano che bastava andare via di casa e avrei ripreso a stare meglio. Anche loro non hanno mai capito che ero già perduta, me ne ero accorta in quel viaggio in Irlanda. Se bastò vedere Zay come viveva, come era e tutti con lei,  e cosa era rispetto a me, cosa era il mondo rispetto a me che per quella famiglia ero indietro dall'esser autonoma e capace... per loro bastava che mi sposassi e tutto era risolto. Con il maschio in casa non avevo bisogno di essere chi ero veramnete, più di ciò che erano loro tra l'altro, e che poi SE mi avessero lasciato finalmente le mie cose, ero sposata come volevano e sistemata. Sicuro direbbero di no, ma hanno continuato a tenersi tutto loro, a nome loro, a conferma del fatto che non avrebbero lasciato la vita a una persona, ma facendo in modo che se volessi prendermi ciò che era mio mi era precluso, perchè cèra bisogno dell'altro intestatario. E senza l'altro non avrei potuto portarmi le MIE COSE conservate in mano mia totalmente. ogni volta che chiedevo soldi mi dovevo snertr dire, oltre l e facce incazzate perchè chiedevo, urlavano "che te ne devi fare? Che devi comprare? Devi comprare di nuovo stronnzate?". Addirittura non me ne davano perchè stufa dicevo che volevo comprare. E' normae per una persona adulta, vivere tutto questo come fosse una di 5 anni senza capacità cerebrale?
    Direi di no!

    Ecco come fare morire dentro una persona già perduta come me. Maggiorene, vuota e senza neinte a causa loro, che si è rovinata per fare ciò che volevano, non era neanche padrona di se in nessun modo perchè essendoci anche loro come cointestastari mi impedivano tutto, perchè bastava controllare e sapevano tutti ciò che facevo o potevano anche,s e me ne andavo, bloccaer perchè erano coinstestari.
    Morale? Voi mi avete castrata fin dall'inizio ed è stato vergnosno sentirvi negli anni negare e negare mentendo. Io sono niente anche adesso. Io ho perso tutto della mia vita per accontentare gente che alla fine voleva che io fossi cosa loro volevano. Non bastava cosa mi dicevano di denigrante e di distruggendete dentro, no, mi hanno impedito di crescere coe persona che fa errori e tutto quanto. E sono affondata.
    peggio, la gente mi faceva di tutto ma se chiedevo aiuto a un adulto, loro, sapevano solo sbraitare "che cosa hai fatto. Deve essere colpa tua. Qualè la tua colpa". E alla fine che ti serve andare da loro? niente. ma se da adulta gli rivolti cotnro questa cosa che non cèrano come adulti quando ti serviva per cosa subivi, e anche se facevi qualcosa senza guide di vita non potevi sapere cosa fosse sbagliato o no e poi eri feccia perchè dicevi o facevi qualcosa che non andava bene...
    MA l oso che anche leggendo qui non capirete, siete tarati e lo sarete sempre. E mi maledirete perchè ho osato scegliere riuspetto al continuare a vegetare in mezzo a voi, questa soluzione.
    Non capirete neanche sapendo quanto avrò sofferto pur di liberarmi di questa esistenza. E questo è deprimente.

    Finito questo, perchè posso dire e dire ma non sempre a un cazzo di niente, passiamo a cosa io voglio. Come detto sopra, sono sicura che farete di testa vostra scelgiendo pure di non fare quanto scriverò, ma voglio vedere fin dove vi spingerete nell'ammazzarmi dentro, quindi procediamo. E tra parentesi, loro lo sanno perchè ho mandato una cosa, ma sarà la vostra decisione e quanto mi porterete rispetto a concludere questa cosa...

    PUNTO 1: Non voglio stronzate come cerimonie funebri, esser portata in chiesa e queste cose per religiosi coglioni. Io sono per il bene e il giusto, non acconsetrire a gente che segue una religione di morte, castrazione  della vita e predomonio per un Dio che nei loro testi è solo portatore di morte, mi dia benedizioni. L'ultimo saluto lo avrei voluto ma in altri modi e  da chi mi voleva bene, ma sono sola e voglio quindisolo sparire tra le fiamme. NON voglio nulla di ciò. Voglio solo essere cremata senza niente. COme per i compleanni non vi era motivo di festeggiare niente, non ha senso cerimoniare un fumerale, sopratutto da parte di persone che neanche mi conoscevano e se sono finita così, sia in vita che in morte, è per loro.
    Quindi che nessuno, che nessuno sappia che sono morta, senza necrologi o altro, ma solo via nell'inceneritore e vaffanculo. Desidero solo che prima di finire nel forno io abbia tra le mani la cartellina di plastica azzurra con scritto sopra  TB e neinte altro. Il resto va al punto dopo.


    PUNTO 2: Lascio tutto ciò che mi appartiene a********************************
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    COme detto, non sono andata da notaio perchè volevo vedermela tutta su cosa avreste fatto. QUindsi vediamo che cosa combinerete. Queste sono le mie volontà e ciò che voglio appena morta. Essendo cointestatari, non vi sarà difficile contattare Zay e Ric e dir loro come fargli avere le mie cose. Con i soldi MIEI potretre fare tutti i pacchi che volete, avoglia. E so già che farete bordello per quanto ho scritto, ma se non volevo lasciare a voi le cose ci sono due motivi:
    1. non avete mai conosciuto me, non avete voluto, e quinidn on ha senso lasciare a chi no nsa cosa significano le mie cose a chi non vedeva ME. Stanno meglio in mano a chi sa perchè...
    2. lasciate a voi significa il perchè... che   le vendevate per ricavarci oaltro, nel caso in successione a quel ramo della famiglia nel pollaio per cui meglio bruciarli che farli finire in mano loro per guadagnarci loro. Siccome sono merde che non meritano niente e dopo averci riflettuto, preferisco che non abbiano niente da parte mia, voglio che tutto ciò che è mio vada a Zay e Ric che farli avere, nel caso, un giorno a quegli stronzi e merdosi.

    Se ci sono soldi CHE IO NON MI SONO POTUTA GODERE e che dovevate gestire voi nonostnate io fossi maggiorenne e senza non me ne sono potuta andare, voglio che siano date in parte a quei due e in parte a ricerche scientifiche, non sul cancro, su altre.

    Io me ne andrò ma resterà serm,pe il concetto che  ci si dovrebbe godere ogni minuto. Dal cibo alla compagnia, alle cose da fare... e viverle. Esserci dentro per tenerle dentro di sè. Il tempo non ritorna. Resta in perpetuo solo il rimpianto e l'amarezza del tempo non vissuto e avuto... questa è la verità!    Non capirete ma quando vi farà male l'anima come a me, so che direte qualcosa su ciò che urlavo. Dicevate voi e Zay e Ric che tutto passava e si doveva adnare avanti. Certo, tutto passa, ma no torni più indietro e non sarai più lo stesso nel male. Non chiederò mai scusa per niente, ho sopportato e sofferto tanto senza fare niente di male veramente,  ma dovrei chiedere scusa a me stessa per aver creduto di non essere abbastanza e decidere di far contenti voi denigrando me, rovinandomi la vita. Ho ceercato di usare maschere come tutti, ma la cosa orrenda è che cè una maschera per la famiglia, poi una per gli amici per tenerli, poi una per altri e via via... e quando levi tutto, stai solo e resti nessuno. E io no nso come fanno a vivere così, mentre io volevo il vero. Ma mi hanno solo sputato in faccia e sbattuto porte contro. Poi la stronza ero io!!

    Noni ti insegnano niente come fu per me, si aspettavano che sapessi tutto così a cazzum, e sono stata costertta a sopportare tutto ma siamo fatti di carne e sangue. Eì impossibile sopportare tutto. Esiste un limite di pazienza e la vita è fatta per essere vissuta, non sopportare essa e tutto senza uno sbocco di pace. E qwuesta non è vita, ma nessuno capisce. Mi hanno tenuta senza niente perchè -accontentati di quello che hai- ma io cosa avevo? Ninete cibo buono che tutti mangiavano noralmente, neinte soldi per imparare a gestirtli e simili come tutti e se non gli garbava cosa volevo comprare non me ne davano e pure i cinesi in un loro negozio mi risero in faccia perchè non avevo 1 euro per la cifra e non mi vollero vendere un set con fondale marino. E l'ho perso. Trattata de merda ma no, poi ti dicevano che non era vero e tanto altro.
    Cè gente arrabbiata con me per torti che mi hanno fatto loro. A volte mi sembra come quella frase di Nietzsche dove se uccidi uno scarafagio sei un grande ma se lo fai con una farfalla sei una mierd! La morale ha standard estetici o di apparenza. Ecco cosa ho imparato dalla vita. Io che chiedevo il tempo di qualcuno, essere trattata con umanità senza vivere pi cosa vivevo in quella famiglia, di mangiare cose buone e stare a tavola con mi faceva contenta di esserci, provare e gustare le cose per il morale che perchè cè bisogno di quelle cose, di svegliarmi e no ndesiderare di essere morta nel sonno e altre facezie per tantissimi che conoscono che sono merda edntro...
    Erano così preziose queste cose pi dell'oro o platino che mi sono state negate tutte... nella mia famiglia ho imparato se ero io avere emozioni di rabbia e tristezza erano emozini negative e dovevo stare zitta e non rompere ma se qualcuno manifestava le stesse cose, secondo loro io dovevo andare a consdierare ciò e fare tutto ciò che potevo per loro... e ho sfasato.
    A me veramente non ci pensava nessuno, o non sarei finita così! Come Rò, ho finito per odiare la vicinanza della gente perchè io eisstevo solo che la davo, se non l'ho mai data perchè avevo capito che lui non mi faceva venire voglia di niente, ero stronza e altro e sono rimasta sola.
    COn Zay e Ric sentivo solo paternali e rimproveri senza capire che IO NON SONO GLI ALTRI E I LORO BUONISMI non andavano per tutti.
    E sono rimasta cosa. Sola in una famiglia cieca.
    La vita che voi facevate era l'inferno per me e so già che avrete mille stronzate da dire, ma io sono morta due volte e voi farete lo schifo per uno solo... e questo è orribile. Se fossi scappata via...

    Dorde sospirò, constatò che aveva riversato tutto in quei fogli e non cèra altro da dire.
    Stava lasciandosi alle spalle la sua identità e vita di prima e non sembrava pentirsene, pensarci o altro.

    "Ecco cosa porta l'essere in una famiglia dove le persone invece di crescere ed educare un'altra persona, riversano loro stessi nei nuovi credendo di sapere cosa è meglio per loro, costruendone la vita loro... no so davvero come fece a reggere così' tanto anche solo pe ril fatto che fare cose normali da adulti come un suo conto personale, documenti o altro... venisse travolta da ingiurie, epiteti, rabbia, cose veergnose urlando che facesse cose di nascosto, che comprasse del cibo da godersi nei mometni neri e fosse trattata da schifo che buttase via soldi che dovevano tenere loro... questa altra cose per cui ancora tenessero loro la cointestazione dei soldi impedendole di usarli e andando a vivere sola... non le davano soldi, non le insegnarono come gestire i soldi con le classiche paghette ma dicendo no se voleva comprare qualcosa... privata di tutto e stando malissimo estate e inverno perchè non volevano spendere soldi... io non capisco come si possa vivere così e credere che vada bene anche per gli altri..."

    "Che vuoi fratello, sono le famiglie..." fece Milan staccandosi dal snetire la musica "per loro era giusto così! Se lei se ne fosse andata in qualunque situazione l'avrebbero presa per vergognosa... cosa le dicevano?!?" riflettendoci "egoista, ingrata, che non considerava gli altri... non capisco come non vedessero il vuoto in lei, la depressione e ogni cosa... ai dottori dicevano che era impossibile gestirla e chiedevano addirittura calmanti... se lei avesse avuto i suoi soldi si, se ne sarebbe andata ma controllando tutto loro, non dandole nulla, si è trovata inatenata. E quando lei diceva questo lam trattavano così male che non so come si fosse bvuttata da qualche posto prima... io non avrei vissuto manco un anno con loro. E si è portata dietro l'ansia, attacchi di panico, terrore, paura e tutto quanto e non sanno quanto l'hanno distrutta...Aveva ed ha ancora  terrore, tremava, paura e ansia e a volte attacchi di panico sul fatto che fosse giudicata male, odiata, che gliene dicessero tante come a maledirla. Se solo fosse scappata via prima..."


    "Che persona sarebbe stata e sarebbe stata felice vivendo quello che loro le impedivano, anche solo cibo e comprandosi qualcosa o anche vivendo sola?" si disse Dorde alla fine, e piegò tutto e infilò in una bustina allegata al portafoglio che conrteneva per come era nato delle carte di credito e invece per lei i documenti, chiudendo, sentendo la pelle nero sotto le dita.
    Il porta schede aveva i bordi con delle placche di metallo, ma era un portafoglio da due euro che lei comprò non potendosi permettere molto e la stessa borsa di jeans e le due cose dentro, erano da pochi euro.
    Si chiese ancora quando, quale momento della vita era ancora mezza salva per cui se fosse andata via o avendoli incontrati prima, avrebbe avuto l'anima più leggera e non sporcata da loro da trovare pace in quello che anche da loro non... se loro vedevano in lei depressione, momenti neri, attacchi di panico e terrore del contatto con la gente, non amando interagire con le persone se non necessario e tante cose... quando in quella vita vuota era salvabile? Era stato chiaro sentendola raccontare spacicandosi per suo fratello, che quando conobbe Zayn già non cèra molto da fare.
    Le era bastato vedere come vivesse l'amica e vedendolo di persona a casa sua e poi vedendo il mondo fuori dalla città bigotta come non fosse più capace di esistere. Vedeva Zay come tremila volte più capace di lei farcela da sola.
    Lia si serntiva peggio da quando la conobbe e sebbene per lui invece ne fosse capace, era a buttarla giù cosa le avevano instillato i suoi.
    Non vali neinte. Sei inetta. incapace. Ingrata. Inutile. Ci fai solo disperare. non sei come quella o quello. Non posso neanche vantarmi. non cè niente da essere orgogliosi. Sei la mia disgrazia. non ti si può guardare. Gli altri hanno figli straordinari e invece ho avuto te. Non sei capace di niente. Ma da chi hai preso... e tanto altro che non si era mai sentito dai suoi e non capacitava a credere che la gente finisse poi male dentro. Alla fine a lui e suo fratello era andata meglio su quelle questioni. Lei aveva in mano sua un fondo per la gestione, usato per vedere come si fosse comportata. Non aveva preso niente per sè, non aveva acquistato nulla nè preteso un compenso o simili.
    Aveva solo chiesto a parte degli abiti e cosa le servisse in camera e bagno. Sebbene non lo avessero detto, l'avevano messa alla prova e in quelle settimane non aveva fatto nulla che altri invece avrebbero sfruttato. Era corretta, giusta. Se voleva qualcosa la chiedeva o faceva scambi.
    L'avevano trovata a cucinare, essendo italiana, del cibo vero lo chiamava in cambio di cose che le servivano.
    Sebbene non la potessero vedere molti degli uomini perchè la consideravano estranea e dura, fastidiosa e una nessuna.
    Eppure quando la videro incazzata nella sala mensa appena sistemata che mangiavano il solito schifo come lo chiamava lei militare in buste, sui tavoli, aveva preso vassoi e tutto e li aveva scaraventati con impeto nella pattumiera sbraitando "Che è 'sto schifo!! Che cazzo fate?!? Con il cibo fresco e tutto voi mangiate ste porcherie?! Ma cosa ho fatto a che serve per riportare la mensa e cucina!?"
    Faceva sempre così quando vedeva cibo industriale e confezionato. Ne aveva dovuto consumare per anni nonostante vivesse in una regione famosa per l'ottimo cibo dalla colazione al dolce ma solo guardati dalle vetrine e le saliva il crimine. O il nazismo come diceva. Per lei sfuriare sugli idioti per certe cose erano lecite. Milan rideva dicendo che stava facendo opere giuste. Mangiare bene e fare le cose corrette era il minimo. Dorde alzava gli occhi al cielo nel vederla fare cose che per lui erano fuori logica.
    lei non sprecava niente e tutto poteva essere riutilizzato s epossibile o dandogli nuova vita, ma se vdeva confezioni o cibo militare pronto prendeva e lanciava dalla finestra. una volta aveva beccato due che passavano, in pieno.

    Milan si sganasciava dicevo "da un'italiana che pensavi? Dalle cibo che per lei non è cibo e inizia la furia tempestosa"

    E così aveva avuto un'idea e aveva preso delle persone che sapeva facevano determinati lavori. Confezione abiti o sartoria, creazioni di utensili, orologiai, orafi o che ceercavano di esserlo, chi sapeva cucinare roba del suo luogo d'origine e via dicendo, li riunì tutti e disse "Ascoltate, so che vi stò sulle balle, ma se io ho bisogno di cose. Voi potete mangiare bene. Mi impegno a cucinare per voi, visto in queste settimane uno decente non lìho trovato, Milan però dice che porterà qui un cuoco, cibo vero, decente, che per alcune persone è inteso anche cibo dell'anima... e vorrei ben vedere rispetto allo schifo che ingollate... comunque, se voi mi preparerete determinate cose che mi servono, cucinerò per voi pranzo e cena per una settimana. Il cibo è decente, ovviamente, fresco e tutto... non ho soldi per adesso e non spendo soldi necessari a sistemar equesto posto per comrparmi abiti e simili s eposso usare qualcosa che so per averli... so come si cucina  il cibo vero, voi sapete come crearmi cosa mi serve... un patto semplice e ottimi per entrambe le parti..."

    prima dellarrivo dell'unico cuoco che avevano trovato, lei così cucinò una settimana per loro e solo per loor, massimo per i veterani come aveva fatto la prima giornata allo Chateau. Dorde e Milan non credevano che la cosa funzionasse e avevano scommesso, aveva vinto Milan, ovviamente! La cosa andò bene perchè loro avevano capito che mangiavano bene. Non vi fu una pietanza presentata nuovamente, ogni ricetta era diversa e di tipo diverso e ne furono soddisfatti da consegnarle anche prima della settimana cosa aveva chiesto, affermando che era pro la cucina dell'organizzazione.

    "'sto cavolo che cucino di nuovo per loro... se avete trovato questo benedetto cuoco, fatelo iniziare subito. Basta che sappia cucinare varia roba e non solo le solite sbosse" disse arrabbiata a Milan.
    Quando Milan e Dorde decisero di darle delle somme come premio, sebbene lei non le volesse, la videro utilizzarle per acquistarsi roba che le serviva pagando gli uomini o fare qualcosa di giusto per chi ne aveva bisogno all'esterno. Questo perchè non si approfittò mai di niente, utilizzò scambi o impegni per avere ciò che le serviva, sia all'interno dello Chateau che fuori e non si ocmportò mai in modo negativo, tranne quando ve ne era bisogno.

    E si rammaricava sempre di non riuscire a vivere niente perchè era così corrotta dai suoi da an cora bloccarsi nel desiderare le cose.  E ripeteva

    "NO, Milan... io ho deciso di fermarmi perchè sono stanca. Sono stanca e disperata. Guardo gli altri vivere, vivere le cose, stare tra gli altri e mi chiedo come sia opssibile riuscire a farlo. Quando desiero mangiare qualcosa poi mi vengono gli attacchi di panico che avevo all'epoca. Quando riuscivo a comprarmi qualcosa, appena mangiati piangevo come una disperata per varie cose e non concludevo niente. Quel cibo non era più un soddisfacimento o un raggiungemnto di un momento bello... era solo amarezza e colpevolezza. E non riusco a vivere così!! Mi hanno rovinata e non lo capiranno mai! Se io chiedevo qualcosa, mi dicevano per settimane che non cèra niente, se aumentavano i prezzi non compravano quasi niente, tornavano con le ceste vuote, mezze piene e dicendo -non cèra niente-. Se chiedevo un gelato, una pizza, stupidaggini direbbe uno... non potevo averne perchè dicevano sempre -costavano...! Non sai quanto!!!- oppure -ma ingrassi, ti fanno male, non ne puoi mangiare, lo facciamo per te...-. E a causa loro ancora adesso che mangio poi inizio ad avere crisi da piangere e... mi sento in colpa, mi vedo come dicevano che fossi per loro e... non riesco a stare in mezzo alla gente, mi stanno sui coglioni per come si comportano ma oltre quello mi urta come mi vedono senza conoscermi e portandomi dietro cosa mi insegnavano fin da piccola. Io no nero così all'epoca, poi dopo cosa mi facevano tutti mi sono isolata. Così non soffrivo. Così non li vedevo quando pensavano di non esser visti le espressioni o cosa dicevano di pensieri sbagliati su di me... quanto ho soffeerto ma a nessuno interessa... e per questo voglio fermarmi! NOn è normale vivere solo nella dissociazione come ho dovuto fare io! Sono stanca, rassegnta, incapace di vivere... io smetto di lottare, rialzarmi, affrontare le cose e continuare a respirre perchè sono stanca... non riesco neanche qui a vivere piccole cose! NOn riesco!!" iniziando a piangere in preda allo sconforto.

    "Siamo sicuri che sia la cosa giusta?" fece Milan al fratello mentre questi chiudeva la borsa

    "Lei deve ringraziare che siamo noi... ricordi cosa diceva? Che odiava l'idea delle sette e organizzazioni dove i capoccia come li chiama decidono sugli altri usandoli come oggetti e basta... anche noi facciamo così ma abbiamo i nostri motivi, non siamo stronzi come quelli che ha visto nei film! Lei desiderava scappare da una gabbia che la uccideva dentro. Quando cerecò di scappare non potè, e poi i suoi non volevano che lo facesse. E non capiranno gli errori commessi, i tanti. Se questo la aiuterà a stare un pò serena, ok... non fa male a nessuno!..."

    "E i suoi...?"

    "Milan, noi abbiamo dato a nostra made cosa voleva per non vivere come prima... ma anche noi non abbiamo chissò che cosa da film romantici e familiari come nei film, eppure non abbiamo nulla di ciò che lei si porta dietro. Se ai suoi va bene una che diverrà come volevano loro... facciamo del torto a qualcuno? Aiuta lei ma anche tutti..."

    "Avevamo deciso di non avere più amici, dopo cosa abbiamo divuto fare per evitare di finire male per i miei amici... ma lei non è nostra amica, adesso? Stiamo facendo questo per lei e..."

    "..." Dorde chiuse la borsa e si voltò, mani in tasca a fissarlo

    "... in base a come cadrà la moneta, lei potrebbe morire, finire male, o essere una nuova lei... quale sia il risultato lei se ne andrà, è cosa vuole e la vediamo che sembra contenta quando ci pensa... una persona che anela la fine senza rimpiangere niente..." scuotendo la testa " è nostra amica, e non importa perchè lo facciamo... non accadrà come quei tre e da allora stiamo semrpe all'erta! QUale sia la motivazione, è anche utile vedere che accade in simili situazioni, quindi osserviamo e vediamo..."

    "QUando si resta vincolati ad un ideale a punto da perdere se stessi andando avanti a binario... anche ciò che funziona rischia di andare male..." fece Milan poggiando la testa al divano

    "cosa...?"

    "nulla... Ogni volta che le chiedo cosa desidera lei dice sempre -niente di chè, eppure nonostante siamo cose banalissime per mezzo mondo... a quanto pare sono cose così preziose più dell'oro da non poterle avere... A volte speravo in solo un'ocasione in ui forse trovare giorni migliori, poi non sono riuscita più a farlo... non ci sarà mai un giorno in cui guarderò chi ho viciuno, che lo sono perchè... lasciamo stare... e affermare con la pace nel cuore _perchè questa notte è la notte in cui mondo ricomincia_ e sapere che non ci saranno più notti insonni di disperazione e isvegli in cui orlo dentro che sono ancora viva, dovendo alzarmi per vedere la gabbia e le persone che mi hanno schiacciata... io non ho mantenuto la mia promessa. Dopo aver letto alle medie il treno ha fischiato e promesso di non finire a quel modo... io ho commesso un peccato... ho permesso che la mia incapacità mi portasse a fare le cose per gli altri e non per me... mi sentivo sola, disperata, cèrano questi adulti che mi dicevano che le cose giuste le sapevano loro su di me... e volevo un pò di considerazione e un trattamento diverso da quello a casa... che ho abbozzato... e finito per tradire me stessa... e ora, anche qui con voi, io non posso vivere...e ...anche se confinata in questo scrigno, il mio continua a battere, la luna slende su queste ali spezzate, mentre riprendono vitala solitudine è piu  terribile delle tenebre... Continuiamo a vivere comunque ma non possiamo più risollevarci. Noi ci rialziamo, cadiamo e andiamo in pezzi e quando siamo stanchi da decidere finalmente per noi... ci chiamano conigli, immeritevoli, stronzi... questo mondo non è più fatto per me...- l'ho vista piangere solo quella volta,  lei piange senza versare leacrime ne emettere suoni. Se le capita di dispeerarsi da piangere lo fa da sola in solenzio e nonostante questo si trascina come uno zombie e... nessuno vedeva niente? Se ni avremo figli... faremo lo stesso?"

    "..." riflettendoci "penso fratellino, che le esperienze dovrebbero insegnare poi a ricordarsi e vederle le cose... s ele si conosce. lei stessa afferma sempre che se le avessero spiegato e insegnato le cos eprima che le facesse, che accadessero ma se ne fosse stata almeno in parte già a conoscenza... non avrebbe sofferto perchè la si conseiderava stronza lei invece di fare quello che erano... guide di vita... non le hanno isnegnato nulla, rimproveravano accusavano, urlavano e basta.,.. ha dovuto fare da sola e ne peggiore dei modi... quindi ala tua domanda di prima, che importa perchè la aiutiamo? Ci aiuta, è corretta nei nostri confronti e siamo amici... se è questo che necessita, sente di aver bisogno, è importante... se non cè altro da fare o darle perchè non è possibile... allora si, perchè non farlo? Non cè colpa ad aiutare chi ha bisogno e lei non fas eccezioni... quindi sbrigati, consegniamo questa borsa che tu devi tornare allo Chateau e..."

    "no, vai tu e torna a casa... io ho altro da fare, inoltre mi sembra che ti vada bene essere me per delle ore e passare del tempo con lei... quinid io vado a sbrigare delle cose, torno domani a darti il cambio, divertiti..." lasciandolo solo.






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    Capitolo 54
    *** 39 ***


    ch 39 "Sei sicuro che..." mostrando ansia

    "Ragazza... facendo così è peggio!! Sei tu che hai chiesto di vedere la vera faccia delle ricerche!! Ti  avevo detto che per quello che sei, saresti..."

    "ma smettila!!... lo sto facendo per vedere con i miei occhi cosa tu sovvenzioni... siamo dentro solo perchè sei uno dei migliori donatori... ma a te non viene nessun... n iente... di..." fece torcendosi le mani e facendo  un cerchio camminando in quei limiti di quello spazio ristretto che era il settore di attesa per entrare in un altro.

    "Ti calmi o no...?!? Ti vedono dalle telecamere e credo anche sentire..."

    "Sentono o meno, sai che non mi importa! Io sono per la verità e ... ma cosa parlo con te!! Lo sanno già che questi esperimenti su animali sono osceni, eppure continuano... "

    "So che esci fuori di testa quando vedi gente e animali ingabbiati, tenuti con la forza e usati come cavia, lo so... ma anche tu, come dici a quelli delle organizzazioni per salvare gli animali parecchio discutibili, seppur con intenti nobili, che senza la sperimentazioni degli ultimi cinquant'anni e anche prima, non avremmo avuto la medicina e scienza come adesso.... quando ti fermi dopo aver visto un loro comunicato che cerca sovvenzioni e aiuti, sei pragmatica e ferma nel dire la tua al comunicato cartaceo o digitale... "

    "A te quindi non è venuto niente vedendo quei laboratori?!"

    "... anche se fosse, non posso non pensare che quegli animali non  stiano aiutando a comprendere cose che in vitro come abbiamo discusso non..."

    "Beato te, quindi, che mantieni l'aplomb così...!"

    "Anche tu lo hai tenuto finchè non siamo usciti per essere qui..."

    Lia fissò malamente Dorde, in quel quadrato di attesa tra una porta che dava al laboratorio e quella dove dovevano entrare, nel laboratorio più segreto. Il quadrato era un sistema di sicurezza che si raggiungeva da tre punti. Uno venendo dal corridoio che sboccava negli uffici e altri settori. Uscendo dal laboratorio normale o da quello più segreto. Era controllato e ogni porta non si apriva se le altre erano aperte e sbloccate. Quinid appena si bloccò la porta del laboratorio da cui erano usciti, sebbene fosse più in fondo e oltrepassando la porta di sicurezza vi era un corridoio se smistava ai vari settori di ricerca, si diceva sempre "vado o esco dal laboratorio" come se quelle porte aprissero chissà che luogo enorme. Si attivò con luce verde quello segreto. Anche quello era un corridoio dopo l'ampia porta come le altre a doppio battente che però scivolavano dentro il muro, e quel settore era molto più controllato e tenuto non visibile con porte diverse e settori di sosta come il quadrato anche dopo le porte del corridoio. Questo pensava Lia col muso.
    Dorde era come sempre,  o appariva, indifferente e stava finchè non comparve la luce verde, con le mani in tasca.

    Dorde essendo un gran finanziatore e membro di molti centri di ricerca anche non molto alla luce del sole, poteva entrare ed uscire come voleva e nessuno gli vietava l'ingresso quando voleva e con chi.
    lei lo vide avviarsi tranquillo e pacato come sempre verso quel settore. E cèra un motivo per questo. nella Caccia, prendendo criminali e gente orribile dove la giustizia normale non riusciva a causa di cavilli e stronzate, per Lia, fornivano... materia prima proprio a quei centri. Gli unici elementi che utilizzavano oltre i volontari. Loro nei loro laboratori accettavano solo cavie, come sconti nelle sovvenzioni e donazioni di Dorde, lui mandava.. cavie. Gentaglia che meritava di peggio, diceva.

    Ossia gli attori principali di quel settore. Se le cavie dei laboratori normali erano animali da piccoli roditori a scimmie a uccelli e canidi, il settore più controllato aveva come cavie gli umani.

    "E' inutile che ti guardi indietro, verso quel laboratorio... sono animali nati e  cresciuti in quel modo e non potranno essere messi in una vita definita normale... vivono poco per i test e l'effetto su di essi delle sperimentazioni e non sono sicuri da portarli poi da qualche parte perchè vivano cosa gli resta da animali normali...  E non fare quella faccia triste, non possiamo tenerli se non in laboratorio ma non ho voglia di tenere animali in parte pericolosi e che non conosciamo in qualche stanza là sotto, perchè hai le remore buone... anche a me dispiace, cosa credi, ma molte cose adesso le conosciamo e le utilizziamo per salvare altri animali e umani, grazie a loro. Si sono immolati per qualcosa di grande... io ritengo che sia più dignitoso finire così che come dicono le religioni più grosse, come creature donate da Dio all'uomo perchè ne faccia cosa vuole perchè si, torure, maltrattamenti, considerazione di oggetti... e poi si vede cosa significa questo.... quindi riprenditi e andiamo... non volevi vedere gli effetti del progetto monarch, sebbene non prorpio come viene descritto...? Qui è diverso che da noi, si cerca di utilizzare il potere della mente più che farmaci o altri metodi..."

    Lia cambiò espressione varie volte mentre lui, fermo, la rimproverava e poi la spronava. Non era il primo laboratorio che le mostrava, sebbene avesse chiesto lei, ma ogni volta non riusciva a mettere un piede davanti l'altro per proseguire. Sia con animali che umani...

    Dorde sapeva già dove andare e la indirizzò verso una delle ultime porte. Ogni porta che quel corridoio mostrava, nascondeva una serie di stanze in successione. Dopo due stanze, giunsero alla terza che mostrava una stanza con macchinari al centro e alcuni dottori e scienziati  con spalle al muro ad osservare il centro. La stanza negli angoli o zone muro era in penombra, tuta la luce era per il centro e sui macchinari.
    Dorde  con un braccio intorno alle spalle la fermò accanto a sè  e restarono ad osservare, rimettendosi dopo un pò le mani nelle tasche. I macchinari erano dviersi, uno in particolare mostrava un ferro di cavallo con una sedia al centro e il ferro di cavallo stesso all'interno verso la sedia era composto da monitor. Ogni monitor mostrava o immagini diverse dagli altri o componeva una sola. E le immagini erano tutte creepy e inquitanti, disturbanti e...

    Dove aveva visto qualcosa del genere? si chiese Lia.
    Si,  ecco dove!! I video creati appositamente dalle più grandi agenzie governative che lo mostravano negli interrogatori o controllo mentale per estorcere informazioni. Dissociare i soggetti perchè le loro barriere cedessero. Erano video orribili, che lei aveva visto perchè erano nella sala delle proiezioni a disposizione come altro materiale, che quei due avevano conservato.
    Immagini che altri definivano disturbanti e disgustose, terribili e così creepy e angoscianti che molti non reggevano. E anche loro ne avevano, con scene prese dalle trasmissioni del dark e deep web più orribili, utilizzati per le proiezioni.

    "Lei non è della caccia ma lo sai... stanno tentando di portarla a creare nuove personalità autonomamente, perchè si dissoci a comando senza sfruttare le fratture della psiche come per il monarch...dopo dei video le si dice su quale immagine focalizzarsi come ancora e poi di utilizzarla come punto di rottura per richiamare l'altra personalità...  un pò cme fai tu quando dissoci e sei  nei mondi che hai creato... ma il tuo è più personale, questo dovrebbe essere professionale e di alto livello ma non riescono a..."

    "Mi stai dicendo che mostrando loro qualche video perchè fratturino senza  i procedimenti monarch... scherzi?"

    "il processo classico è distruttivo per il soggetto originale. E da noi si utilizzano tecniche miste di immagini, suoni, e..."

    "lo so"

    "Switchare da una Personalità ad un'altra non è facile, semre che tu non abbia... disturbo dissociativo dell'identità!!... in quel caso  neanche lo sanno, a volte... ma loro vogliono ricreare questo disturbo, diciamo, perchè il soggetto primario fratturi il suo IO perchè sia suddiviso in quante personalità riescono a creare... il soggetto è un volontario, quindi sta a lui riuscire a frantumare la sua psiche perchè in esse, le fratture, modelli il nuovo soggetto come serve e richiamandolo al bisogno... timbro di voec, accento, lingua, modi di fare, perfino se mancino o destrorso e altri fattori che i malati di disturbo dissociativo dell'identità riescono anche diciamo contro la scienza per certi versi... è come creare in te una nuova personalità che si muova nel mondo che hai creato! Sebbene essi siano tutti pezzi che manovri nelle dissociazioni, sono comunque personalità che sono diverse da TE e che all'occorrenza, dopo averle plasmate, interpreti come Veròna..."

    "E lei..." disse Lia, indicando la ragazza che scese da una poltrona e ora cercava di sfruttare la perosnalità che a quanto pare aveva creato!

    "Dopo aver visto dei video di studio, quindi immagazzinando le informazioni per forgiare le abilità di una personalità, cerca di richiamarla e sfruttare quanto appreso..."

    "NO! ...NO!!...NONONO!!!" urlò di colpo un medico che andò dalla ragazza e la schiaffeggiò "Non sei in dissociazione!! Stai cercando di emulare qualcuno come quei ragazzotti o femmine che vedono un film e decidono di essere come quel personaggio. Tu hai creato una personalità! Non devi emulare un soggetto fittizio visto da qualche parte!! Dissociarsi significa spogliarsi edl proprio IO e agire ed essere chi dovresti essere... invece contin ui a recitare!! La dissociazione non è recita!!"

    "Concordo!!" fece Lia avanzando, prima che Dorde potesse acchiapparla "Devi relegare te stessa in un angolo e sentire la personalità che utilizza quel corpo!... noi siamo i cosidetti vascelli, navi, contenitori... non importa il nome, ma la personalità deve essere completa e a tutto tondo da essere subito utilizzabile al necessario ed è essa che utilizza il corpo, non che l'Io resta cosciente raccogliendo le informazioni che sappiamo descrivono quella personalità... così non serve a niente recitare, perchè di fatto non sei quela persona, e tutto cade nel momento del bisogno. Fai solo fatica per niente..."

    la ragazza e il medico fissarono Lia che avanzava verso di loro sicura. Il medico con la ragazza chiese chi fosse e Dorde a malincuore,  non volendolo fare, dovette spiegare che lei era il soggetto zero di cui aveva parlato. Spiegò che non aveva un lavoro serio alle spalle ma sapeva di cosa stesse parlando.

    "Come si chiama....?" le domandò il medico

    "Eléa" rispose lei spavalda.

    Dorde sospirò. Non stava dando nomi a caso come faceva dicendo - mi chiamo Leah.... Lia..Liah...Lya...Lyah... Lianna" o altri nomi diversi dal contenere Lia dentro, ma proprio una personalità. Elèa era la versione francese di Eleonor, pronunciato all'americana, Hilehonor, e capì cosa volesse fare e ceercò di dissuaderla.

    "Spiegami questa personalità, per favore..." disse lei alla ragazza

    "Angela... è spagnola" disse pronunciando Angela come A'nghela "ed è una ragazza normale, solare, la scheda dice spumeggiante e sempre felice... deve passare inosservata e..."

    "Più una personalità si fa notare, più per altri è probabile che non sia ineressante... un soggetto che mostra chiaramente tutto agli altri, spontanea, senza peli sulla lingua, sincera e che fa tutto alla luce del sole non calamitava interesse da chi doveva stare con gli occhi aperti. Si veniva portati ad escluderli la maggior parte delle volte perchè chi vuole celare qualcosa, nascondersi, cerca di non attirarla l'attenzione... ho capito... anche io ho una personalità simile, che agisce nel mondo numero tre..." le disse

    "... il mondo...??" le fece la ragazza

    "io non dissocio per personaggi da rendere reali qui... io ho dei mondi dove esisto come non posso qui... ogni mondo ospita una diversa me, come diverse solo tra loro... i cosidetti livelli di realtà sovrapposti o mondi celati...meta-mondi...Mondi immaginari  o virtuali, che superano i confini della realtà, dove può esistere cosa è impossibile qui... da un noi che mai vivrà per  varie cose a situazioni e momenti che non hai mai vissuto... dove tutto può esistere... dipende dalla tua testa..." rispose Lia, toccandosi la tempia.

    "quindi..." efce la ragazza non ascoltando più il medico

    "QUindi... la cosa che devi fare è richiamare la personalità nel suo totale, e sentire come se questa calzasse il tuo corpo, inserendosi... a paragone dico sempre che è come una possessioine come piace alle persone rccontando di tizia che viene posseduta con lo spirito che entra in lei e sfrutta il corpo... immagina nella tua testa la personalità come una sagoma lattescente, sia nel totale o solo come contorno... chiudi gli occhi e seguimi..."

    "signorina, sarebbe meglio non..."

    "la lasci fare..." disse Dorde al suo fianco, accostatosi per fermare il medico ma pronto a fermare Lia se pensava di dissociarsi in quel posto e momento, era meglio evitare tutorial.

    "... guarda nella tua mente e cerca quella sagoma, la personalità che hai creato... quando la vedi questa ti verrà incontro e poi sarà tanto vicina e grande che ti avvolgerà... devi sentire come se essa scorra nelle tue vene e sotto pelle... devi sentirla come se si unisse a te da far combaciare la forma e quando aprirai gli occhi, questa sarà la principale personalità ad usare il tuo corpo e se ti capita di otrnare in te, fermati e rifai da capo... deve essere operativa dall'inizio alla fine, se torni in te senza che tu lo voglia non va bene, e... devi mentalmente calare i livelli di realtà uno sull'altro al bisogno... quando senti di aver chiamato la personalità che ti serve, apri gli occhi e modella il mondo reale sotto quello del metamondo. La personalità deve operare i un certo modo per degli scopi, ebbene studiati tutto e sorapponi nella mente i due mondi perchè la personalità possa muoversi come se fosse nella sua di realtà..."

    "e se non riesco..." fece la ragazza ma Lia la stoppò

    "Se non riesci prova... riprova... immagina i livelli di realtà o metamondo come dei veli... imamgina che appena apri gli occhi ospitando la personalità, quel velo si poggi sul mondo intorno a te. Appena apri gli occhi è quella personalità che vive e agisce nel tuo corpo e per questo il velo che ricopre la realtà è il piano di realtà in cui essa vive e si muove..."

    "lei fa tutto questo per dissociarsi...?" domandò il medico stupefatto

    "Descriverlo è così difficile e lungo che in tutto il tempo che ho spiegato posso essere in qualunque mondo io abbia creato facendo mille cose..." sorridendo "è qualcosa che alla fine senti con tutta te stessa, è come vivere due volte qualcosa..."

    "Ora dobbiamo andare..." fece Dorde serio, toccandole di nuovo la spalle con una mano e lei capì che non voleva più  che la cosa continuasse "Dottore, vorrei che utilizzaste meno le macchine e più la psicologia... il cervello è in grado di fare da solo così tanto che basta impegnarsi per giostrarlo come si vuole... sebbene per sfruttarlo al meglio a volte sono necessari, paura, dolore, tormento e disperazione..."
    Lia voltò solo gli occhi verso di lui ma capiva a cosa si riferiva. Non a lei sola, per la dissociazione, ma anche come esempio ai militari che scoprivano in situazioni disperate, di ermegenza e altro, cosa potessero fare che prima gli era impensabile. E questo anche i civili, al bisogno.

    mente e corpo alle volte, dicevano nei loro discorsi, erano così forti e capaci di cose che non ci si aspettava, da lasciare basiti.

    "Ed un'ultima cosa... qualsiasi sia la tua vita, non permettere mai, mai che quando torni in te, qualcosa venga portato con te... perchè nel momento in cui nell'altra esistenza o personalità succedono o accadono belle cose, cè qualcosa di positivo o che fa sorridere, portando con te cosa provava l'altra... rischi di trascinartelo addosso e tornando nella deprimente realtà, potresti ritrov arti per avere scatti di disperazione per un brusco risveglio nella grigia tua vita... cerca di lasciare a loro, le personalità, cosa gli accade e se hai una brutta vita reale, non portarti pezzi di sentimetni e sensazioni belle, perchè sarà brusco e orribile come una sfilettata come ti ritroverai invece di nuovo te... è qualcosa che ti rompe sempre perchè sai che l'altra persona ha vissuto qualcosa di bello, ma tornando in te, finisci per scoppiare in uno sfogo addolorato per cosa non hai tu..."

    "ora andiamo, abbiamo da fare... dite al direttore che il mio assegno è stato depositato..."

    "Mi raccomando... ricordati cosa ho detto..." disse Lia alla ragazza mentre veniva spinta via da Dorde.

    "per favore non farlo più..." le disse lui mentre uscivano e si metteva un paio di occhiali da sole "far sapere loro che cè qualche altro soggetto capace, sebbene da autotidatta diciamo, non è una buona cosa... sono donatore per vedere dei risultati e contribuente con le cavie ma... è pericoloso dire cosa si può fare in un laboratorio..."

    "volevo vedere come facessero di professionisti a dissociarsi..." si lamentò lei

    "Non voglio che ti cacci in qualche casino perchè parli di cosa sai fare... io non so minimamente cosa significa fare quello che fai tu, sebbene so che molti sono in grado senza saperlo perchè fuggivano dalla realtà in quel modo...anche i mondi creati... un dominio dove la magia non vive aderendo alle leggi della fisica... non ho idea di come farlo ma tu si, se qualcuno parla troppo, potrebbe volerti per capire come fate voi senza ciò che hai visto oggi in questi tre laboratori diversi..."

    "ho capito... quindi, ora che si fa... un altro.. o..."

    "A che siamo qui... possiamo vedere il musero di storia militare..." voltandosi verso di lui c he era più avanti di molti passi, vedendola contenta alla notizia.



    ore dopo - salotto francese della sezione per gli ospiti al piano terra

    "che combini...." fece Dorde entrando

    Lia era vestita con camiciola bianca con arricciature varie nelel cuciture, maniche con polsino a doppio livello  larghe tonde e arricciate leggermente, colletto alto arricciato morbido, sezione copri bottoni con rouches er tutta la lunghezza.
    Sopra aveva un gilet sagomato senza maniche con monopetto sagomato a lei, con taglio tondeggiante sul davanti e poi una fila di bottoni grandi in madreperla scusa e cmini colleto che sembrava coreano. la giacca blazer era aperta a mostrare il sotto e la giacca aveva  quella che Lia chiamava coda, a coprire un pò il psteriore con arricciatura risultando più lunga dietro. I pantaloni seguivano le sue forme senza essere taglie meno come si usava fuori, dello stesso colore grigio perla del resto. le scarpe furono la sorpresa per Dorde. Indossava dei mocassini che sembravano da uomo per tight o sposo con tacco però bello presente e fatte apposta per lei, in vernice ma con sul davanti non i lacci ma fibbia, poco sotto questa una fascia in  in vitello spazzolato martellato con dei disegni a fasce, mentre da quel punto alla punta, che era più tondeggiante di quelle classiche, non portava mai scarpe troppo a punta, vi era la parte iin vernice lavorata martellata anche questa con disegni fatti con incisore in metallo martellato con swirl e disegni astratti. notà anche ai lati della sezione della fibbia, dei brillantini tondi.

    "Che schicceria... come mai così ben vestita?"

    "oggi la strega farà tuonare un Diavolo di fuoco nel fulmine acecante..." rise lei. Dorde non disse nulla, se ne usciva spesso con idee per stupire la feccia con robe assurde, ma era per come era sistemata sulla poltroncina che restò in piedi.
    Come a volte capitava, la si vedeva, sempre però se aveva pantaloni, sistemata col sedere sulla seduta, la schiena su un bracciolo, una gamba o entrambe sull'altro bracciolo penzoloni, o come in quel caso, una gamba sul bracciolo e l'altra fuori la poltrona col piede a terra.
    Faceva sempre così,  mettersi su poltrone (sebbene quelle che avevano loro, erano definite poltroncine francesi) o divani per rimurginare, pensare, stare comoda mentre  il cervello era all'opera.

    Il bocchino che teneva tra le dita della mano destra, tenuto in alto lotnano dalla poltrona per la cenere,  poggiando il gomito sullo schienale, faceva il suo lavoro. L'odore e il fumo chiaro erano per la stanza, ma erano meno dannosi del tabacco.

    Dorde gliene aveva regalato alcuni di bocchini , ma ne usava smepre due di solito. Quello che utilizzava più spesso  era  serie slim lungo e fino con bocchino  in bachelite, corpo in legno di pero tutto intarsiato per una presa migliore in un decoro che non si capiva a rilievo, e alloggiamento per la sigaretta in argento. Semplice e facile da usare.
    L'altro che usava era con corpo in  radica di corbezzolo con fascia decorativa e porta sigarette in argento cesellato a sbalzo raffigurante grappoli d'ìuva, foglie di vite e viticci attorcigliati e api. Questo lo usava parecchio come l'altro ma quello più semplice era per tenerlo per strada o uscire normalmente o stare in panciolle come in quel momento,    quando non indossava qualcosa di particolare o era Veròna sfoggiava il secondo.
    Erano antichi come gli altri, ma più moderni.
    In quel momento però aveva in mano proprio quello con viti e api, segno che poteva uscire da un mometno all'altro e Dorde si chiese come andassero i suoi polmoni. Erano antichi come gli altri, ma più moderni.

    Uno che le aveva regalato ma non toccava se non con certo abbigliare, da usare anche per Veròna ma lo faceva di rado e solo con abiti stile ottocento era un bocchino che sembrava anche una pipa, era totalmente in bachelite con boccale in madreperla, aveva la sezione finale che si svitava, potendo mettere alloggio pr sigaretta o la caldaia per il tabacco ed era fino e lungo e piccolo, cme gli altri ma questo per la pipa, da sembrare uscito dal signore degli anelli. Era tutto inciso con motivi che sembravano una stella alpina in varie angolazioni e ghirigori.

    Gli ultimi erano da collezione, erano un Bocchino per sigarette antico primi '900 Art Nouveau in filigrana d'argento bello grosso rispetto gli altri, con tutte decorazioni in filigrana che si arricciavasno con parti applicate di rombi sempre in argento e poi uno interamente d'argento, col corpo tutto liscio e poi la fascia di circa due dita e passa a sbalzo con due rose a giro con decori intorno veramente ben fatto e sopra e sotto delle pietre azzurre che sembravano occhio di gatto ammiccando alla luce bloccate da un cerchio a torchone e e fogliame inorno.
    Ma questi non li usava mai, tranne rari casi in feste in cui partecipava volentieri indette dai fratelli.

    "perchè stai lì imbambolato? Siediti..." gli fece lei seria, non capendo perchè era fisso là in mezzo alla stanza. Dorde alla fine si sistemò sulla poltroncina di fronte a lei, o meglio, di fronte a quella dove stava lei, essendo seduta in malo modo, dopo aver sistemato la giacca che si era tolto. Dorde era impeccabile come sempre, ma cosa strana, aveva il primo bottone della camicia aperto senza uno dei vari tipi di cravatta che usava alternativamente per completare i look.

    Pareva stanco e si mise comodo con le braccia sui braccioli, mostrando senza volerlo gli anelli. ne aveva alcuni ad imitazione di antichi anelli romani o normanni come suo fratello, ma di tipi diversi. Uno che indossava sempre Dorde come in quel momento, era una copia dell' anello di Vyne o anello di Silvianus,  d’oro, risalente circa al IV secolo e la forma non era perfettamente rotonda ma a dodecagono, con  un rettangolo che lo sormontava con un profilo e delle lettere, non come l'originale ma che consoceva lui, e sulla fascia esterna in lettere enormi latina frasi che Lia non chiese mai.Poteva essere usatoanche  per fare un sigillo. Altri che lui e il fratello avevano ispirati all'antichità consistevano in fasce che si stringevano in sotto con incisioni o rilievi di animali e simboli, come per Dorde un leone intero che camminava di  profilo inciso realistico con stelle in alto e dei semicherchi. Avevano anche anelli con forme a cerchio con varie cornici lavorate sempre di ispirazioni romane e all'interno dei profili con scritte con le monete o semplicemente profili. Perfettamente lavorati e cesellati da sembrare antichi davvero. POi aveva visto a Dorde un anello bombato con un bordo però che scendeva e poi si rialzava, con delle rigature decorative in rilievo e al centro un ovale di qualche pietra, non capiva mai se rubino o granato, con delle scene intagliate che non aveva mai approfondito, e altri anelli così per Milan ma diversi, e infine quelli che lei chiamava minoici. Il castone era costituito da una maschera-ritratto in rilievo  che sporgeva dalla verga piatta  su cui è applicata. La prima volta che l'aveva visto a Milan le era sembrata la maschera funeraria di Agamennone. Lo stile pareva quello e anche Dorde ne aveva uno ma da quello che aveva capito raffigurava come onore il grande Alessandro Magno e forse ne aveva un altro con Giulio cesare. Questi per varie dita, ne usavano anche da mignolo come Dorde in quel momento, che sembravano degli chevalier tutti incisi e cesellatii con linee, ghirigorii e altro per anelli maschili e sembravano antichi? lei non l osapeva se erano tutti riproduzioni o meno ma avevano gusto e bellezza e si sposavano bene con gl istili di abbigliamento che usavano.
    Dorde non ne portava, ma Milan a volte metteva un orecchino quando si sentiva estroverso, aveva un solo lobo forato e quando ne indossava uno, teneva i capelli legati o cascanti dall'altro lato.
    le collane non mancavano, fini o pensanti, ma dipendeva se volevano farle vedere o meno, sopra le camicie o tenute sotto, così come i bracciali.
    Alla sinistra Dorde portava, mentre lei lo fissava che si scostava la sorta di frangia come la chiamava lei ma erano scalati, un anello che gli aveva regalato. Era una sorta di simbolo di amicizia che richiamava i loro cavalli. Ma aveva un segreto!!

     Dorde e Milan avevano il loro cavallo personale, ma spacciandosi per uno perchè troppo uguali, avevano fatto credere che Milan avesse tre cavalli suoi, invece ognuno cavalcava il proprio e uno era considerato di pregio perchè champagne,  li guidavano nelle vari competizioni dei club d'alto livello di cui facevano parte. Di solito se nelle vicinanze della Francia, utilizzavano quei purosangue, altrimenti avevano altri della stessa razza che tenevano nei luoghi delle competizioni. E sempre una sola razza, tenuta da persone di fiducia, l'Akhal-Teke. ma cèra una distinzione! Quelli che tenevano allo Chateau erano purosangue dei purosangue del  Turkmenistan, ben diversi di quelli di allevamenti più amatoriali come li chiamavan in altri paesi, da cui derivavano la versiione  Dun o Champagne, la metalizzata. Quelli puri originali dal
    Turkmenistan erano i più pregiati e puri, perchè vivevano nel luogo d'origine, erano allevati e c resciuti là da mani esperti di generazioni da cavalli privi di incorci o vita differente da quella antica, e con meno problemi di ibridazioni. Sebbene all'anno di solito nascevano tra i 100 e 200 puledri in Turkmenistan, si cercava di non creare troppi esemplari affetti da consanguinità, da cosa quei due le avevano detto, ben diverso da quelli allevati da chi avva comprato un paio di esemplari e fatti figliare tra loro, anche figli con madri o padri in base al puledro, c he non era un toccasana per qualcosa di ottimo a livello genetico per varie cose. per quel motivo, quelli allevati altrove che costavano dai 4000 ai 20000 e più, in base anche all'addestramento, erano considerati meno pregiati tra virgolette, quelli che loro avevano dal luogo d'origine invece,  costavano più di una macchina extra lusso o un jet. centinaia di migliaia di dollari a volte, un puro poteva costare, per la tipologia di lavoro che facevano avevano ottenuto due esemplari, entrambi maschi e Lia si chiese perhè, non per cattiveria, ma prendete un maschio e una femmina e visto che si faceva figliare tutto nelle stalle e nelle fattorie dello Chateau, avevano i loro cavalli personali, figli comunque di puri. No, dovevano avere stalloni!! Quindi avevano avuto un ottimo prezzo, un niente rispetto al valore vero in cambio di certe cose ad alcuni dei proprietari di quel'allevamento. Erano cavalli perfetti per i lavori, gare e svolgimenti vari con un ottimo arattere e capacità di lavoro e concentrazione e di poco sforzo, ma con il padrone sopra o a fianco... se stavano soli, o li si teneva per le briglie o non si controllavano, erano casinisti e a volte ingestibili. ma avevano il pelo champagne uno e laltro un cannella dorato... eh, vuoi mettere rispetto ai comuni ronzinelli da qualche mila euro, pensava Lia?! E per osa erano, servivano da mostra, da invidia e simili, quindi quando apparivan su quei sbrilluccicosi equini dal valore di robi di lusso con il motto -Ciao, poveri- erano in vista e considerati.
    Quello di
    Milan era chiaro, quasi bianco detto Perlino o Cremello , e quello di  Dorde pelle di daino dorato, menre usavano a turno quello metalizzato detto Dun o Champagne per le esibizionio e tirarsela. E lei si rodeva il fegato. Molti Akhal-Teke avevamo una lucentezza metallica naturale appena percettibile normalmente sul loro mantello, ma particolarmente evidente e conosciuta in quelli con i colori del gene champagne o Dun.
     L'idea sbagliata più comune sugli Akhal Teke rano appunto per le colorazioni speciali... Chapagne o Dun. Non possono esistere nei puri originali come i due che avvasno pagato un botto quelle particolarità per cui il pelo è metalizzato allo stesso modo, non in origine almeno. Il gene Champagne ERA nato e stato trovato solo in razze inrociate come Morgan Horse o Quarter Horse ibridate,   raro anche tra queste razze. Il gene Dun sembrava essere più comune tra le razze originarie della penisola iberica/spagnola ma non nelle razze asiatiche come l'arabo o l'Akhal Teke, sempre che non si ibridino. Ibrindando e poi unendo due Akhal di nuovo poteva nascere la Dun, che era presente nel terzo equino che loro mostravano, color champagne che baluginava tutto!! Il mantello aveva spesso in ceerti soggetti una caratteristica lucentezza metallica, che nei duns può produrre un insolito effetto dorato, qwuello famoso. E speravano di comprarne altri per unirli per avere altri brilantinati come lei li chiamava. belli, ma con igeni diceva non è bello scherzarci!.
    Un equino del genere oltre il costo, era un salasso.  mantenerli era una robaccia, non mangiavano mica roba così e lei non capiva. Si, bei cavalli, pensava, ma valvevano per il pelo, levando la gestibilityà e capacità dell'animale... con il pelo  effettivamente lei ci avrebbe fatto belle cose e alla richiesta a Dorde su cosa ne facevano del pelo... dopo che aveva chiesto che belle cosine venivano fuori lavorandoli che sbrilluccicavno, lui le chiese "ma tu non sei contro le pellicce!?".

    "AMico mio... così è, per le pellicce quando le bestie ono ancora vive e solo fatte per moda!! Quante pellicce da brcconaggio punendo i malfattori,  e da cacce del regno unito tutto ,abbiamo comprato per cosa ci serviva perchè non andassero a male? na volta le cacce erano anche un modo per portare a casa o donare pelli da usare per la moda, orribile, ma non si buttava via l'animale... adesso le cacce inglesi e simili sono per passatempo e molte volte non mangiano neanche la selvaggina o usano l'animale... non approvo per le cacce, ma per contrabbando invece di bruciare, compriamo dai governi  il maltolto mentre ci assicuriamo che quelli tengano le mani a posto... molto apposto!!" facendo comprendere che o la finivano e gli finiva male e accettavano un altro lavoro proposto da loro o... finiva male, su quello lei era categorica, no uccidere animali e farli soffrire per pelli, elementi e simili se non si utilizzava tutto l'animale, uccidere SOLO per le pelli, peggio ancora vivi era uno schifo. Come anche la medicina cinese "per questo... se lo spazzoli il pelo lo si può trattare come fanno in cina per pennelli, oggetti vari, anche per decori di abiti cucendo e..."

    "..." lei si vide fissata in modo strano e quando chiese dove finissero i peli e i crini, Dorde mostrò una carriola dove gettavano cosa veniva fuori da spazzolatura, bagno, sistemazione dell'equino "AH... in pratica hai sborsato sacchi e sacchi per questo equino baluginoso al sole e... getti via qualcosa che ha secondo me valore? E' un pelo che sembra metalizzato, non è che se cade dal bestio non lampeggia più!!!"

    "Ragazza... dovrei spelare ogni giorno il mio cavallo per creare cose che..."

    "che potresti far creare e rivendere, sono peli particolari e potresti, senza fargli danno, riprendere qualcosa di quanto lo hai strapagato... non è come le pellicce che dio santissimo, le strappano dall'animale con lui ancora vivo che bastonerei a sangue chi lo fa!!... o spiumano le povere bestie per fare i piumini o materassi VIVI anche cinque o sei volte finchè non crepano e sembra che per come sono le piume il dolore deve essere inimmaginabile.."guardandolo per farli capire "se possiamo premndere qualcosa da loro senza farlgi male e possiamo ricreare roba che interessa per fare entrate...pennelli di lusso, articoli per signore, applicazioni per abiti, varie cose che so si fanno... ok, non si tocca la coda perchè ci vogliono 7 anni perchè ricresca ed è vietato, ma spazzolando... escono, cadono, restano in mano... hai un tesoretto e...!?"
    Milan poi seppe la cosa, ma ancora di più il finale di quel dialogo tra lei e il fratello maggiore, facendolo quasi cadere dalla sedia. Lia gli chiese perchè non tentare e che era un qualcosa di utile come gli indumenti di pelo di conigli lanosi e cani, e Dorde rimase schifato dall'ultima opzione, guardandola come pazza, non sapendo che esistevano business sul pelo di cane ritenuto più caldo o fresco per esser diversi dalla lana e cotone, e più puliti delle pecore a monte. L'aveva fissata come un'eretica da un prete, aveva fatto dietro front lasciandola sola davanti l'equino, il quale si sentì rivolgere da lei "hai un padrone che maneggia denaro e con te non ne approfitta... sei indignato anche tu per quanto vali in ogni tuo poro?!" ricevendo un'ìocchiata dal quadrupete.
    Milan che aveva visto le scene dalle varie telecamere alle lamentele di Lia su come (Milan, lei credeva) l'avesse trattata... le aveva chiesto dieci minuti, si era chiuso in ufficio, visto i video sganasciando a morte e ... le aveva chiesto scusa inventando chissà cosa, come facevano per amscherare il cambio di persona. Dorde era schifato dall'idea di cose da indossare di pelo di cane, lei aveva fatto un settore raccolta, pulizia, filatura e tessitura con quei peli da esemplari che tenevano da addestrare e utilizzare, e glielo rinfacciava sempre, mostrando le vendite!

    per questo poi, prima di sapere dello scambio con conferma ma avendo dubbi, aveva attuato un giochetto. Aveva fatto fare con scambi di favori ai loro orafi un anello da uomo particolare. passandolo per "Eh, sai. Visto che ami gli Akal e ... in generale ti piacciono gli equini con zampe a stecchini, che valgono tanto, ti ho porto questo regalo di amicizia che spero apprezzerai!!"

    era una presa in giro bonaria, lei odiava i cavalli classici con le zampe secche secche,   preferendo in primis
    Shire, Clydesdale, e in cima i gypsy vanner, poi l' Ardennese e in basso ala lista i Percheron se ibridati con gli altri due. E quansdo vedeva i cavalli con gli stecchini come li definiva che si muovevano o cavalcavano con il cavaliere, le pareva sempre che avessero le zampe deboli, oltre a non piacerle. Era raro che amasse i cavalli classici come ammirazione.
    Consegnandogli una scatola con un anello da uomo piatto a base sabbiata, con una zona più larga, quella che lei chiamava a mandorla con in rilievo a bulino a mano due profili di cavallo. I profili erano due teste fino ala base el collo e garrese, fronte contro fronte quasi, divisi solo dalle frange della criniera. L'anello era in oro giallo pieno, come usavano loro, con questi due profili equini quasi le fronti a contatto, con le frange che toccavano, il collo arcuato e di una finezza di lavoro da sembrare veri, con gli effetti di roge, rini, muscoli le venuzze e tutto. Ed erano riproduzioni dei due Akal teke da foto che aveva dato,  che lui (fingendosi Milan) doveva avere, sebbene uno solo era il suo, quello daino, cavalcava a scambio quello Dun ma non quello bianchiccio di milan. ma li aveva messi entrambi, non cèra smalto quindi potevano essere due dei tre a caso, aveva solo detto "i tuoi cavalli". Così osservò, fissà le mani, e si accorse che nello stesso giorno o giorni diversi, non sempre l'anello era al dito e quando vedeva che non cèra, sgattaiolava nela camera di Milan e fissava il cassetto nella grande stanza armadio a sinsitra di quando si entrava dalla prima porta, a vedere nel porta anelli che prendeva metà cassetto se cèra. Di oslito li teneva sempre alle dita, se non li indossa li teneva nel cassetto e non fdaceva eccezioni. nei bagni in base al piano suoi, Milan se andava in bagno toglieva gli anelli e li posizionava in una zona sicura da cadute e perdite e poi li rimetteva. Se non erano come altri elemnti di gioieleria nel cassetto, erano indosso a lui! Ma se aveva parlato con Milan poco prima e non indossava l'anello, doveva essere nel suo spazio vuoto. Invece no! E capitava che la sera o ore prima l'anello ci fosse al dito ma non ore dopo e dopo sgattaiolava, era l'unica a cui aveva mostrato cosa aveva e non aveva controlli per andare nelle sue stanze, e verificava quel cassetto dei gioielli. E rimurginava.

    E aveva usato un altro truchetto. Milan per accentuare i suoi capelli biondi naturali non usavaquelli chimici, ma le erbe tintorie. Riflessanti. Con le erbe tintorie si potevano ottenere varie tonalità di biondo o castano chiaro, anche chi aveva capelli bianchi.
    Se sono queste le domande che ti hanno portata qui allora continua a leggere perché è proprio questo l'argomento che approfondirò in questo articolo.
    Base principale il Rabarbaro, un'erba tintoria riflessante, lucidante e rinforzante per chiari riflessi dorati.
    A del pigmento tintorio di altre erbe,  legando con la cheratina presente nel fusto, il rabarbaro era un'erba riflessante che quindi non permanente sui capelli ma comunque durando svariati shampoo. Grazie ai pigmenti, il rabarbaro  regalava  tonalità di biondo caldo, più o meno scuro, che variavano in base al colore di base. E lui li prefereiva al farsi colorare tutto i capelli in maniera chimica rovinandoli. Li voleva sani ma anche sbrilluccicosi e Lia lo prendeva in giro chiamandolo uomo metallizzato, contro il cavallo metallizzato che aveva.
    Milan aveva dei preparati che comprava per usarli da sè se non aveva tempo di farsi sistemare i capelli, ed essendo non prodotti chimici con del tempo di posa lungo e casino, li usava da sè impiegando poco. Utilizzando un mix di erbe tintorie in base al colore che desiderava. La scelta spesso cadeva su biondo veneziano o biondo caramello, non usando solo rabarbaro e solo quello, ma altre piante ed erbe. Non sempre lo faceva ma quando per le stagioni li vedeva un pò spenti. Lia non vedeva questo, anzi, si lamentava che tutti gli uomini con i capelli lunghi, li avevano meglio come aspetto e bllezza di una donna, poi lui con tratti slavi, che poteva passare anche per un russo come faceva con documenti falsi, di una certa bellezza, poteva non perdersi in quelle cose. ma come le rispondeva "Bimba, chi certi lavori deve fare, bello e curato deve apparire".
    In base alla luce e al sole, poteva avere biondo miele o biondo chiaro o scuro, e a volte le chiedeva di aiutarlo, sapoendo c ome trattare i caxpelli per un corpo, perchè fosse lei a sistemarglieli. E un giorno gliela fece. Aggiunse alla miscela, segretamente, della curcuma che avev aun brutto difetto tra le erbe tintorie. Se il rabarbaro dava riflessi dorati, caldi, considerando la base varie scale di riflessi dorati... la curcuma ti faceva diventare come un Pikachu!! Giallo come Titti.
    Così mentre gli passava la miscera (s)corretta, scherzva dicendo "Pika-pika!!" dicendo "Ma no, è uno scheerzo!!" ridacchiando. Quando glieli aveva sciugati, il biondo eera risultato una specie di biiondo freddo, aveva messo una puntina di urcuma ma il bondo era... come nelle scatole dei coloranti chimici di un biondo barbie!!
    lei rise e gli disse "ora sei anche tu una bellissima principessa!!" mentre Milan si vedeva più biondo giallo che si poteva definire un Biondo Chiarissimo Dorato. Gli aveva detto di non dire niente a nessuno e fare una sorpresa, sembrava sistemato e con piega, pronto per un photoshooting e gli diceva "dai, non dire neinte a nessuno, vediamo se lo capiscono e che ti dicono... è solo una prova!! ei così dorato!!"
    Invece il giorno dopo si era ritrovata a salutare, appena tornato, un Milan con i capelli del colore naturale, e non aveva detto niente, così c ome lui. Due giorni dopo... di nuovo Biondo Chiarissimo Dorato, dicendo ogni volta che doveva andare in qualche posto e tornava... ed era come se cambiasse colore finchè l'effetto non svanì. Con quel trucchetto comprese che cèra qualcosa sotto. E le chiese di rifarle quella tinta apparendo luminoso e dorato per gli abiti delle sue feste, e lei alzò gli occhi alcielo!


    "come mai così serena?" le fece appena sistemato. Sembrava un Signore che si sedeva sul trono serio e pronto al suo ruolo, e lei rise. Milan pareva diverso al suo posto, come pronto a fare casino per divertirsi, arrogante ma cpoe un amicone gioviale.

    "Serena...!? Sono serena?" gli fece senza capire

    "sorridi, sembri tranquilla e di buon umore... è stato solo per il museo?"

    "Oh... non lo so... sono tornata poco fa dagli orafi..."

    "Quindi ti hanno dato gli anelli? bene, vediamo...?" le fece vedendoli alle dita che baluginavano

    lei prese quelli che indossava alle dita, anulare sinistro e il medio della destra e glieli diede e poi talle tasche uscì un sacchettino da gioielli di velluto blu scurissimo.

    ".... Nothing has ever gone forever, I am and yet are we... " lesse lui sul primo che era una fascia bombata in argento pieno sopra i 5 mm, e comprese e ... per poi prewe l'altro che era diverso. Di sotto era una fascia semplice bonbata sui tree millimentri ma dall'altro lato sembrava una mandorla, come forma proprio per l'ampiezza che forma che aveva. Questa mandorla, che a lui sembrava un occhio dalle foto dell'originale, aveva un bordo e poi l'interno. Un pentacolo particolare ma non traforato, solo pieno e con linee per contronarlo, capeggiava al centro della mandorla con al centro che baluginava rinchiuso in un bordino rialzato dal penacolo, un piccolo e tondo esemplare di labradorite bianca che fleshava azzurro e blu sul fondo latteo. Un cerchio contornava il pentancolo e due serpenti a onde partivano dagl iangoli della mandorla a toccare il cerchio ma anche i bordi della mandorla dando movimento. Alcuni elementi tondeggianti stavano a raggiera del cerchio e tutti questi elementi rialzati emergevano dal fondo più rientrato trattato a sabbiatura. Era un pezzo ben fatto che sembrava identico alla foto edll'originale che lui e suo fratello avevano fatto ai veri gioielli di Lia, rimandati a casa e che presumibilmente indossava adesso la ragazza, Teresa, che avevano spacciato per lei.

    Gli altri anelli nel sacchetto erano fasce bombate come la prima, ma con scritte diverse, o meglio. le frasi erano diverse ma il font sempre lo stesso. Era parecchio simile all'anello che amava, il welsh love ring di quella marca. Il font che avevano cercato insieme era il Opsmarckt Alternative font e come lo avevano realizzato negli anelli era un ottimo prodotto finale.  tranne le fedi di base meno bombate che sembravano più fini, l'aspetto somigliava alloriginale che lei non potè comprare di nuovo prima.
    Erano orafi che avevano appena iniziato il mestiere, le fedine erano fatte da loro da zero, Tranne le scritte incise a macchina, e l'anello col pentacolo era venuto davvero bene e si chiese chi fosse stato, se gli insegnanti chiamati a insegnare il mestiere, comprese le tecniche a cera persa e a bulino che ormai non usavano quasi più fuori, o i loro uomini.
    le fedine lucide e visibilmente mai indossate, portavano altre scritte della prima. lei indossava sempre alla volta un anello nell'anulare sinistro e uno al medio del terzo quindi andavano a coppia, diceva che prima li scambiava in base ai giorni. Se in quel momento indossava quella fedina con l'anello col pentacolo, quei due che uscirono andavano a coppia al posto dell'altra, con misure per l'anulare e l'altro per il medio.
    "...Due cuori mai da soli, IO sempre assieme a te..." lesse del primo  e poi andò  dal secondo, che era una copia del vero anello gallese e diventando dubbioso la fissò "come mai queste scritte...? Voglio dire, il secondo è la frase  edl welsh love ring... ma la prima...? E perchè porti ancora anelli con scritte d'amore...?"

    "... non è per qualcosa... hanno un significato..." fece lei distogliendo lo sguardo.

    ".." fissandola comprese che venivano da elementi a lei chieve e si chiese se ne avrebbe fatti fare altri con frasi dall'opera di Babydoll "ok... il lavoro è ottimo, non cè che dire... "

    "però..." fece lei riprendendoli e fissando le fedine che prima indossava

    "cosa... non sono buone...?"

    "no, non è questo..." come indecisa "è solo che... queste fedine nuove mi sembrano... come spiegare... vedi, una volta un gioielliere vicino a casa per sapere se si poteva incidere un anello mi disse qualcosa in modo sgarbato. A che cèro avevo un anello da stringere, un altro della Stjustin con la stessa frase del welsh ma con stile elfico, ma era troppo grande, in pratica cèrano due centimentri dalla fine della scritta all'inizio, a giro, che era di troppo per diventare la mia misura al medio... che vuoi, mi costarono meno perchè usati e li presi subito... aveerceli nuovi, ma non tolgono un euro quelli di quel sito... comunque mi disse che si poteva fare e io chiesi se potesse lasciarmi questa parte per averla e c onservarla perchè... gli dissi come avevo letto l'argento gallese o scozzese come lo si vuole chiamare era diverso da quello commerciale... lui mi disse con un tono brutto -guardi che l'argento è sempre argento, non cè niente di speciale in quello inglese...- ma io lo vedevo però rispetto gl ialtri anelli... veva un colore diverso, il peso dell'anello, identico all'altro, era diverso come se l'argento della Stjustin fosse più... corposo, come dire..."

    "ho capito, lo avveritivi diverso..."

    "Si... e qui lo vedo.. le fedine non sono come quegli anelli, sono più leggere sebbene peso uguale, come dire, si fanno sentire meno... con quegli anelli era come avere qualcosa che dava la sua presenza... con questi no e non capisco... avrei voluto comprare di nuovo l'anello, ma il sito che li vendeva nel mio paese, ethnos, aveva questo anello dell'amore gallese con la scritta blabla ddangos ein cariad, Un fodrwy e il resto bla bla a un prezzo per me irraggiungibile, quelli li avevo comprai in asta su ebay ma non li trovai più... e alle mie richieste di sapere quando ci sarebbe stato sconto come per altri oggetti, anche di venti eurocome altri oggetti..., sarebbe stato grandioso... non potei comprare un altro welsh... ricordo dopo il diploma quando lo comprai, dopo la coppetta mi pare... quando lo vidi dissi -finalmente un anello per me-... amo questi gioielli  con le scritte e sebbene le frasi siano troppo sdolcinate non so perchè ma sentivo vederlo...mh..."

    "... che erano per te..."

    "SI!" 

    "nel caso te li fai rifare vedendoli tu e scegliedno le fedi oppure adesso, puoi comprarti gli originali... ma ora vediamo ad un'altra cosa... verrai al party che abbiamo preparato anni cinquanta con per l'occasione un'orchestra che suonerà dal vero brani ispirati al postmodern jukebox con quella cantante e quel brano che ti piacciono...?"

    "... devo proprioooo!!!?" fece lei come una bambina scocciata, voltandosi un pò verso il fianco

    "... sarà Milan a gestirlo quindi decidi tu..."

    "E tu...??"

    "..." la fissò come se riflettesse "dovrei stare tutto il tempo con la maschera..."

    "... la metterò anch'io se ti senti solo nel club dei MASCARATTIIIIII!!!" rise facendo una sorta di parodia che lui non comprese, vedendola poi fissarlo per non aver colto, ricordandosi che non era italiano anche lui, e si rimise, col broncio, schiena contro il bracciolo

    "CAlma, ragazza... sei agitata oggi... vedrò cosa decidere... Milan inserisce sempre nell'invito la postilla che chi vuole può indossare la maschera, però..."

    "e ballerai!!?" fece lei con un guizzo biricchino "... intratterrai le ospiti mentre Milan se la spassa a mostrare la gnocca di turno...?"

    "... non sono mio fratello, se intrattengo LE ospiti è perchè è così che fa... ah, no!" fece di colpo lui ricordandosi che era mascherato e lei rise, lo aveva fregato "... brava, brava! prendimi in giro mentre non ricordo che devo stare..."

    "... sei comico quando ti sbagli..." fece lei come infervorata dallo scherzo "... quando vi dico che dovete trovarvi una moglie che vi faccia da segretaria e tutto..."

    "sarebbe un lavoro quello... se si finge e si utilizza una persona come specchietto per le allodole... ma in ogni caso sposarsi significa..."

    "...cosa...!! quella menata del -ehi! la spersona giusta o ninete!! Lo si fa con la persona che AMI e che sposerai...- ...questo è mettersi il collare e la palla al piede e urlare -Sono un fottuto schiavo!!-...." fece infervorata gesticolando

    Dorde rise di gusto e mando una manata al bracciolo "e a chi lo si dovrebbe urlare?"

    "Ridi, ma sono seria... è... disturbante la cosa che tu non puoi vivere nietne nella vita quando e se lo vuoi, altrimenti ti equiparano a... un assassino, un tocacciante dibimbi, a... non lo so, cose brutte!! Sposarsi è incatenarsi a una persona, la meno peggio, e fare la vita del bistrattato per cui se non provi niente o tutto finisce sei pure merda...!! AH, e io parlo di quelli che sono brave persone da non cornificare l'altro o l'altro fergandosi delle cose... basta, lascia l'altra persona cosa succede, sucede e ... no!! Là sei merda tu, mio parere, se hai amanti mentendo e facendo lo schifo alle spalle... io ho cercato di evitare i matrimoni, mio padre voleva che sposassi il figlio di un suo amico di giovinezza che tra al'tro era una brava persona, quando lo vedevo era pure gentile e simpatico ma i miei orsi di merda, stavano sempre soli come imbecilli e non lo si vedeva mai, con la moglie e figlio... finì che il figlio fu padrino di uno dei fratelli e una mia compagna di classe, Debora chiamata la maga magò che di schifo ne faceva e lo raccontava in classe ma ehi!!... lei era amata!!.. e le altre merde lo hanno visto, volevano da me info ma mentii e poi..... si sono accaniti perchè mi videro in chiesa con lui e famiglie e volevano sapere, e lo hanno trovato!! Testimoni sono le foto che vidi io stessa!! Tutti abbracciati o lui con uno di sti stronzi felici e contenti a divertirsi fuori e per colpa di altri io non ho vissuto niente...!!! Ci stesi male solo per un motivo..." guardando apatica e come stanca il tetto, fumando "come il padre, era una brava persona e mi ferì il fatto che lui sorrideva con quegli stronzi di merda felici come amici cari, e lo sono rimasti, e... parlo edgli stessi che mi facevano bullismo, mi dicevanocose orribili, mi facevano prese in giro e ogni cosa e poi se mi isolavo basta, per gli insegnanti io avevo qualcosa che non adnava... e loro sono rimasti amici... se avessi detto che quelli eerano feccia ci scommetto che mi avrebbe risposto se lo avessi incontrato -ma no, siamo amici, non ci credo...-... IO non sono mai creduta, sono considerata ugiarda e maligna... SONO BUGIARDA E MALIGNA!?" efce lei di scatto verso di lui come in preda ad ansia

    "... no, non sei una persona che lo fa, tranne quando recita, diciamo così, per fare le tue marachelle..." guardandola come per dire altro "m a chi crede che tu sia quel genere di persona, non so che problemi abbia alla vista... tu non menti, tranne quando prendi in giro e scherzi... ma sono situazioni diverse!! QUindi non capisco perchè e coe ti vediamo in certi modi..."

    "beh, comunque è finita  che mi sono isolata finhè non conobbi zay, e poi lei e Ric tutti -oohh, ma che dici, noi non ci crediamo mica che sei rimasta sola come una scema-... ma ero rimasta sola come una scema poerchè quegli orsi dovevano stare lontani dalle gente SEMPRE... la cosa brutta della solutdine sai qualè...?? nn è solo la solitudine in sè, come ce ne sono migliaia soli che non sono considerati da nessuno se non impiccioni ed esistono sperduti dentro le loro mura di casa sognando giortni che mai verranno...Ma le peggior cose che possono capitarti legate alla solitudine sono, A... stare con persone che ti fanno sentire sola.. ah, se lo so!! Che disperazioine è quando sei inudita e non vista ma solo come vogliono loro e ti senti come un fantasma...e poi come per ZAy e Ric che dissero cagate atyomiche che non cozzavano con me da farmi incazzarte e capire che ero sola!! Avrebbero detto che era solo percxhè non eravamo di presenza e avevo frainteso, secondo l'italiano il senso era quello che si leggeva e Zela che mi diceva che dovevo lasciare tutto e scappare pr andare da loro che avrei vissuto meglio e loro cmi capivano, poi non mi è semrnato... anche loro a dirmi dells bugiarda!!! E dicevano di conoscermi e la mia vita..."

    "Non ti sei sposata quel ragazzo, anche se non premevano tanto ci speravano e te lo dicevano credendo che facessi come tutte... tienilo nella vita prima.."

    ..". come si riesce a scacciare le cose a... alla vita prima senza avere incubi la notte con tutti loro che compaiono, a..." sospirò depressa

    "Ho una cosa per te!!" le fece mettendo mano alla tasca interna della giacca che aveva sfilato e messo piegata contro lo schienale della sedia, prima si sistemarsi. Era rimasto in camicia, un bottone aperto e pareva tornato da una lotta con un toro per quanto pareva fiaccato. Invece era solo di ritorno, in pausa, dai suoi impegni per il generale "presumo che ti mancasse..." mostrando un pendente che dondolava dalla catenina a pallini e poi  un ciondolo quasi a trapezio con base dietro e dentini davanti in argento,  con opale boulder australiano. Lia fissò sbalordita mentre lui e lo teneva pendente davanti, sembrava una qualità detta fire per il modo alla luce di mostrare colori e movimenti, sebbene un boulder. Aveva due inclusioni per la roccia da dove era estratto, marrone opaco, e poi era come vedere una parte di universo o una massa d'acqua che si muoveva dal basso come da una foce a un riversamento ampio in alto. i colori pastellosi e cerosi, variavano dal turchese, un pò di smeraldo, azzurro , blu, blu scuro, come un blu elettrico , viola e bianco andandando scurendo in alto a sinistra in basso. Sembrava che veramnete il gel che lo componeva finchè non divenne opale si muovesse davvero colpito dalla luce. Lei amava gli opali con colori detti bouldeer e fire di blu e sfumature di blu e viola. E quel pezzo, sapeva, poteva costare per la caratura e qualità veramente tanto.

    "....Grande opale boulder australiano taglio libero con colori che sprigionano varie tonalità di verde ,azzurro, e qualche riflesso viola e bianco. Questi colori sono visibili specialmente nelle giornate grigie e piovose, a detta di chi me lo ha dato! Lo ha definito con un disegno particolarmente suggestivo e zone di colore brillante..."

    "i colori sono cerosi come alcune mie labradoriti fire!!" fece lei ammirata restando sul fianco a fissarlo mentre la luce del sole lo investiva e faceva -muovere- l'effetto dell'opale come si era solidificato

    "era quello con più blu e sfumature di questo colore, se cè troppo verde o rosa non ti piace..."

    "ma sarà costato un botto!!" esclamò lei, consapevole che per quelle dimensioni, molto sopra i circa-quattro tre centimetri e con particiolarità cromatìiche e qualità, il costo poteva essere di alcune centinaie di euro o dollari. Milan le aveva già regalato  un opale particolare, a forma di fiore come piaceva a lei, tipo gigli, iris e simili, ma le aveva detto doveva essere un Crinum con petali lunghi e sgranfiati, ondulati con bellissimi effetti visivi. Era un boulder con base blu ceruleoe screaziature e riflessi ed effetti di verde, turchese, bianco, azzurro, blu e varie sfumature di questi in un efetto magnifico. Era molto più luminoso di quello che Dorde teneva pendente perc hè di colori più chiari e tonbalità non scure come nel nuovo. ma quello di Milan aveva un foro al centro e andava indssato con un cordino di cotone cerato e lei lo adorava. Insieme a Cianite, fluorite blu e azzurro, labradorite bianca e grigia con riflessi azzurri, larimar, labradorite fire,. occhio di tigre blu, occhio di gatto ect, aveva ricevuto in regalo molte pietre da indossare senza bisogno di acquistarne lei, tranne per la sua collezione di  minerali.

    Lia in quel momento indossava delle collane con ciondoli in argento o madreperla ma sotto la camicia, nel vestirsi non le aveva tirate fuori, così dopo un pò di remore e Dorde che le diceva di prenderlo, alla fine se lo mise sul petto e chiuse il gancio nell'anellino. Era una collana corta e quel ciondolo   indossato, questo non toccava il taglio del seno come lunghezza e lei lo vedea ome segno  che non dava molto fastidio nei movimenti e abiti come maniche, per cui non era fastidioso muovendosi impigliandosi ovunque come le accadeva con altre catenine e ciondoli lunghi.

    "Anche indossato a vederlo è straordinario!!" cinguettò lei voltandosi sulla schiena, muovendosi come un gatto a destra e sinistra con il suo gioco preferito, agitando le gambe oltre il bracciolo della poltroncina. "Oh! però... seriamente quanto, è costato?" girandosi per la contentezza pancia in su e un pò sul fianco sinistro, e ginocchia sul bracciolo, che pareva quasi una posa sexy, e lo fissò come in colpa

    "Niente di che, pensa ai test e cosa vuoi combinare come Veròna..." alzandosi, andando all'angolo bar ma versandosi lui le cose, di solito lo faceva qualcuno tipo servitore, e preparò anche qualcosa per lei, non un liquore ma di frizzante e non alcolico, con una cannuccia, e glielo porse, per poi sedersi di nuovo. Lei vide la cannuccia e fece storie, perchè lui aveva il vizio di farla bere in quel modo per non rovescuiare qualcosa sui tessuti. Una volta per manifestare irritazione aveva fatto le bolle con il vino, schiena contro un bracciolo, sedere sulla seduta e gambe  piegate sullaltro bracciolo, con lui che la fissava irritato.
    lei prese con lo sguardo come un bambino c he aspetta l'ok dal genitore per fare qualcosa con il ciondolo, sul bacino, su un fianco agitando i piedi sentendosi in colpa per ogni regalo, come se non lo meritasse.
    Succhiò dalla cannuccia il contenuto, a piccoli sorsi e poi allungò la mano sul tavolino di fronte per posare il bicchiere, mise il gomito sinistro sulla seduta a sostenersi la testa e con la mano destra giocava col ciondolo sulla sua camicetta, con lo sguardo intimorito.

    "Je suis un peu... incertain. Tu me donnes toujours quelque chose mais je ne sais pas quoi dire... N'est-ce pas trop ce que tu fais pour moi ?" gli disse in francese timidamente e lui restò col bicchiere a mezz'aria invece di bere, perchè la sentiva parlare francese e lei  lo odiava quasi. "Somos amigos, pero no es mucho lo que me das? Me siento obligado, como obligado a corresponder pero a veces me pregunto quien entre tu y yo... da mas al otro!!" e lui si fece attento e accigliato sentendosi ora rivolgere in spagnolo, stava mettendo in pratica lo studio delle lingue e si apsettava ora il tedesco, non  conosceva molto le lingue nuove ma mettendo insieme cosa sapeva sembrava cavarsela,  per poi restare a bocca aperta "I yeshche...ty znayeshʹ,chto mne nekomu,kto v moyem serdtse prinimatʹ te ili inyye resheniya...ya by khotela chtoby tvoi podarki byli ot dushi no ne dlya opredelennykh...veshchey!!" Dorde c onosceva varie lingue, meglio del fratello che sembrava incepparsi dopo le basi e osì era molte volte prorpio Dorde a doverlo sostituire per svolgere i suoi compiti, come quelli "di mano".

    ".." la fissò come se ponderasse qualcosa e lei credendo di aver sbagliato a dirlo in russo, non sapeva il serbo, si affrettò a ridirlo in francese e spagnolo, sperando azzeccare la versione giusta.

    "Ohh... ehm... Et encore... tu sais qu'il n'y a personne pour moi, qui est dans mon coeur pour prendre certaines décisions... J'aimerais que tes cadeaux viennent du coeur mais pas pour certaines... choses !!.... or.... Y otra vez... sabes que no hay nadie para mi, que este en mi corazon para tomar ciertas decisiones... quisiera que tus dones fueran de corazon pero no para ciertas... cosas!!"

    "... ho capito... lascia perdere certe cose, non ti doniamo le cose certo per avere un ritorno, o i tuoi di regali avrebbero un singificato diverso..." bevendo il suo liquore, facendola sorprendere che pareva sempre comica quando faceva certe facce e lui rise trangugiando "Je vois que vous apprenez beaucoup... c'est étrange d'entendre parler d'autres langues mais apparemment vous n'êtes pas comme on dit... ou vous ne seriez pas capable de faire certaines choses. J'ai toujours pensé que les écoles publiques avaient des modèles de jugement... faux !"

    "Oh... ma la scuola pubblica sarebbe anche buona, non è questo... sono le persone che compongono il corpo docenti che non divide il suo ruolo di insegnante e quindi senza pregiudizi o quale lato essere... se fosse così i bambini poi ragazzini e altri sarebbero meglio giudicati... oh, stavamo parlando in francese... mh... Je suis maintenant comme ça ! Pour moi, le changement n'est pas possible. pour cette raison, même si c'est embêtant ou énervant... j'ai peur de ne pas comprendre le cœur des gens, pour ceux qui en ont un... et de ne pas comprendre le genre de don et si... c'est quelque chose qui doit être réciproque ... J'ai toujours vécu seul et ..."

    "Nous serons toujours avec vous ... nous sommes amis, nous nous ressemblons à bien des égards et vous êtes ... la première personne que nous avons approchée depuis longtemps ... dopo molto, molto tempo..." come se fosse in rammarico per qualcosa..."

    "Mais que ressens-tu pour moi ? Qu'est-ce qui t'amène à ça...!?"

    "...dimmi tu cosa intendi per provare qualcosa..."

    "YA ne znayu, chto ya chuvstvuyu, chto ya chuvstvuyu vnutri, yesli yestʹ..."

    "Lia... il fatto che tu non comprenda certe cose, non sei capace di riconoscerle o... sapere quello che avverti non so... non vuol dire che tu sia come ti etichettavano... dove sei il cuore di pietra? O di ghiaccio? O che non hai cuore?!... l'unica cosa che posso dirti è che se si prova qualcosa, lo si sente e si capisce... te ne accorgi... è impossibile spiegare e render chiaro cosa significa ciò che ogni persona avverte, riconosce o scopre e lo comprende... ogni persona avveerte cose diverse, in base a cosa lo faccia manifestare...  hai sempre creduto, come per la tua famiglia per fare un esempio, che non provassi niente per loro perchè per te erano come estranei, solo conoscenti mentre non capivi il ocmportamento di compagni di scuola che piangevano e si disperavano o erano visbilmente preoccupati per qualche membro della famiglia... e tu non fossi niente di umano... ma a me, non sembra... semplicemente sei diversa dalle altre persone e per provare qualcosa deve esserci qualcosa nel tuo profondo che viene fuori... sarà l'isolamento che hai vissuto, il come ti trattavano e restavi alla larga dalla gente, e tutto il resto... se non provi niente che altri considerano amore... vuol dire che cè qualcosa che te lo dimostrerà ma non è intorno a te..." fissando il bicchiere mentre agitava un pò il liquido ambrato.

    "... " facendo un pò il brncio, mettendosi di schiena spaparanzata

    "Che vestito indosserai stasera...??" le fece per cambiare discorso e lei voltò il capo dubbiosa "devi vedere cosa è disponibile nella sezione anni quaranta, cinquanta e sessanta e scegliere gli abiti... on i capelli ci sei più per anni venti e trenta..., così corti, questo taglio fatto ad arte è perfetto per quegli anni, devi solo indossare gli accessori e... credo che dovrai mettere una parrucca e fartela acconcianre..."

    "non mi ispira lo stile su di me di quegli anni... che festa ci sarà prossimamente...?!? regency...?! No, mi pare quella ispirata al fantasma dell'opera... dovrò mettere il corsetto moderno... meno male non quello vecchio che è assurdo... le calze e..."

    "dipende quanto lo vuoi stringere... fatti aiutare e..."

    "... tu non mi aiuti?" fece lei apparendo sorpresa e sinceramente interessata alla risposta in maniera seria, ma lui la fissò per un pò concentrato e come dire -perchè lo chiedi- e allora lei rise e lui si fece piccato dopo aveer brbottato -di nuovo-

    " lo so che fai questi giochetti tra noi perchè siamo noi, però... lascia stare, non volevo dire niente sul tuo passato perchè lo so che con loro non parlavi e cèra odio, quindi non ti conoscono come noi, però questo tuo scherzare..."

    "in cosa scherzerei..." fece lei dopo aveer ripreso la sigaretta e acendendola, lasciando uscire il fumo cercando di scacciare un sorriso

    "sul discorso degli abiti... tu sei quella che scuote la testa con aria innocente come una bambina per poi chiedermi se ti posso aiutare..." le fece arrabbiato con un indice puntato du di lei, la quale tirò una boccata dal finissimo bocchino e parve tattenere un sorriso, voltando il capo verso la spalliera della poltroncina come ammirata di qualcosa"...io ti ho detto una cosa, tu a negare, a dire che è per non rovinare gli abiti che..."

    "Infatti, di solito ho bisogno dell'aiuto per non rovinarli e chiedo a Jd, Milan, proprio Lubo se non cè nessuno o Kovacs o Zidgi una mano... si devono fare con delicatezza o si rovinano..."

    "e con me...!?" accigliandosi vedendola stare cn il capo verso lo schienale "... guardami quando ti parlo, ti ho già detto che il tuo modo di fare non va bene con me e..."

    "... ti brucia...!! Ok... ascolta..." fece lei guardandolo con quelle facce che faceva quando era provocatoria e sfrontata, con esprtessione impertinente pensasva inveec Dorde "Io non ho detto altro che il 90% della verità!!" dicendolo scuotendo la testa come se fosse lampante e sicuro, con il sorrisetto malizioso  sempore col capo un pò di lato col mento

    "...cosa?"

    "Cosa... ho detto!!" fumando "io..."

    "quindi che cosa... io devo scoprire  qualè la parte falsa...?!?... su loro o me ...?!? E che ... con chi sei bugiarda sulle tue intenzioni?... devo capire i tuoi suggerimenti per..."

    "..." lo fissò fredda

    "..." poi cambiò espressione e sussurrò cosa lei diceva su quell'argomento più volte e la vide creare un sorrisone monello come a voler dire qualcosa "Aspetta... bugiarda!! Stai forse dicendo che io sono  ..." e lei ghignando alzò un indice "quindi... con loro..."

    ".. non ho mentito... ho solo inserito nella verità un piccolo neo... come ti ho chiesto, così è... decidi, anzi, capisci tu quale è la verità...!"

    "... lo sai che questo è giocare sporco... ti ho già chiersto di non fare con me cose che... poi perchè io!?"

    "ah, boh, non lo so...perchè...!" fece lei come ferita e il viso triste "... chiederti questa cosa è male? E' farti qualcosa di male!?! Sono una persona orribile perhè mi va solo da uno e che non lo abbia detto oppure perchè è da veergogna che una ragazza...??"

    "..." sospirando "non giocare con le cose... io ti conosco , ma.,,," ma non terminò perchè lei aveva ruotato le gambe per mettersi in piedi e si trovava davanti a lui dritta e sfacciata, ghignando cattiva, con il bocchino vicino il viso. Sembrava quel sorriso monello e altezzoso  ma più come una predatrice nei film che mette alla prova gli sfortunati

    "E in cosa non dovrei giocare!!? Pensi che io sia bugiarda? Che voglia fregarti?? che abbia brutti fini...?

    "... no nsei tipo da fregare la gente, se menti è per scherzo o piccole cose che combini e... che poi, tu se vuoi qualcosa basta che lo dici, sei fatta così o la ottieni conquistandola... allora perchè mi..."

    Lei non rispose ma fece un sorrisetto furbetto e con grazia si portò alla sinistra delle gambe di lui e si sedette sulle cosce, portandogli il braccio sinistro intorno al collo di Dorde. Strofinò il viso tra la spalla sinistra di lui e il collo e gli sussurrò "scemo, io non faccio niente per cattiveria, ma la gente potrebbe vederci di più di quallo che è... ma sono una brtta persona a non a vere problemi con qualcuno da ffermare qualcosa che...". Lui però di colpo sobbalzò e la scostò con le mani sulle spalle sorprendendola, fissandolo accigliata.

    "Dovè la sigaretta??!" scuotendo la testa a fissarle le mani, per poi vedere lei alzare un sopracciglio, puntare con gli occhi il tavolino da salotto alla sinistra di lui e vedere che tenuta con la sinistra, la sigaretta era stata poggiata là con bocchino in alto, silenziosamente. Dorde sospirò tranquillo, abiti e mobilio erano salvi... si risistemò sulla poltrona come se un peso enorme gli fsse stato tolto. I mobili di quei salotti erano di pregio, antichi e una riparazione era costosa anche solo per trovare i tessuti. E bli abiti poi, fatti su misura e di pregio. Sapeva che lei stava attenta con le sigarette mediche ma a volte gli partiva la paura di trovare danni.
    lei restò seduta, dritta, sulle ginocchia cn le sue verso la poltrona, a fissarlo.

    "tu mi fai venire certi colpi, ragazza,  sapendo che potresti combinare qualcosa che..."

    "se io dovessi chiederti... tu cosa provi se...!... mi risponderesti?"

    Dorde aprì gli occhi dopo un sospiro e la fissò, non aveva cambiato posizione ne altro, stava seduta con  il busto verso la finistra alla destra di lui, il viso voltato a fissarlo, le gambe un pò spostate verso la poltrona. La testa che si inclinava a destra e sinistra studiandolo.

    "... che vuoi dire..."

    "..." abbassando il capo e gli occhi come per pensare a cosa dire "... mi sento confusa per la maggior parte del tempo... Sono confusa perchè non so chi sono, cosa sono e... nè quello che voglio... e ancora perchè vedo la gente provare mille cose, farle palesi o dirlo perchè si aspetano qualcosa... e... si, sono pregna di confusione, questo anche perchè stò continuando a vivere per acconntentarvi e aiutarvi ma... mi sento in un limbo dal quale non so uscire... vedo gli altri vivere le cose, dire di provare cose ma io... non so come riconoscere, per capire, cosa loro dicono... a volte come fu per quella scena che dissi a Zay dove non so come mi sentì come... indietro nel tempo in una situazione con Rò come se fossi lì e poi mi ripresi di colpo ed ero nell'aula dell'uni, sola perchè studiavo e... era come se fossi tornata indietro di botto a quel momento per poi riaprire gli occhi e trovarmi là e per un attimo mi sentivo storidita perchè no ncapivo dove fossi, dovetti... mettere a fuoco le finestre, il luogo... a volte non proprio così ma... cercando di capire quello che dicono e che vedo... io torno a certi momenti a quando... io non provavo ne sentivo niente di c osa diceva la gente o che avrei dovuto vivere e... smpere con Zay sul treno quando ci fu l'errore e lei che piangeva e io no ncapivo perchè lo facesse quando cèra sempre un modo e...  risultav sempre fuori posto perchè loro ....mh... è come se fossi un fantasma o spirito che vaga ma non può essere ciò che hanno e sono gli altri intorno... "

    "è per questo che mi hai chiesto di dirti cosa... e chiedi alla gente, chiunque, di spiegarti...?!?"

    lei però non rispose e si voltò verso di lui, come demoralizzata per poi accigliarsi e seria si mise a sbottonargli i bottoni della camicia non aperti, il primo era aperto che aveva allentato dopo essersi tolto la cravatta come faceva sempre prima di edcidere di andare a cambiarsi.

    "Lia... che fai..." fece lui cercando di fermarle le mani ma lei le allontanò "mi spieghi perchè  ti lamenti delle cose che io non mostro o faccio, se però lo faccio per pernderti in giro, dici che ti provoco?..."

    "..." tralasciando quello aperto, il primo, lei sbottonò gli altri tre e poi continuando a non proferire parola passò la mano dal suo collo alla spalla destra scostando nel mentre un pò la parte di camicia aperta, e si accoccolò di nuovo con la tempia contro l'incavo del collo. Dorde mosse la testa per guardare e con la mano cercò di prendere la mano che stava ancora ma lievissimamnete a muoversi sulla sua pelle, ma lei fece un mugugno di protesta, ceercando di non fargliela togliere.

    "... mi spieghi..." ma poi cambiò idea e con un grugnito diede un coplpetto con la fronte alla spalla sinistra di lui"perchè anche a te come a Rò batte il cuore all'impazzata? Perchè non è possibile avere sicurezza sapendo che si scatenano le stronzate e tu non puoi stare vicino alla gente perchè..."

    "Lia... siamo umani!" fece lui, tirandole via la mano e con una cercando di riabbottonarsi la camicia "... anche se tu non senti certe cose, non dimenticare che anche i tuoi atteggiamenti di scherzo possono non essere... siamo umani..." chiuse lui

    "Già..." fece lei amaramente, passando la mano sul collo e poi portando le dita sulla sua nuca come a tirarlo verso la sua testa e stringersi di più "Io non provo e sento niente ma non mi crea rabbia o altro... Io non voglio provare niente, su questo non ho problemi, vorrei solo capire per non finire a fare strafalciioni e... non è questo che desidero, ossia provare anche io, mi sta bene come stò ma... nell'avere persone intorno io mi sento a disagio perchè provano e sentono cose a me sconosciute e credono che io sia chissà cosa, perchè non mi accorgo di loro e come ci si dovrebbe comportare... non è per me una mancanza non provare niente mentre mi accorgo sempre che ALCUNI quando sono con loro hanno certi atteggiamenti... è solo che... non mi sento manchevole, come ho sempre detto se non fossi come sono ero quella che se non provava niente per nessuno non trovava assurdo virare su un professionista solo per l'esterienza, questo per evitare problemi con mi stava intorno ma... era appunto per le esperienze, che non ho , non sul dover per forza provare qualcosa... ma cosa mi fa male uguale è... non voglio avere paura o senso di vuoto cn chi mi sta vicino, di incapacità come se io non volessi considerare gli altri come mi accusano e ancora... io mi sento... nel sapere che alla fine non mi si vorrà mai bene perchè io sono io e perchè ci sono, perchè ci sono fattori biologici che influenzano la cosa...io vorrei essere amata con ben più che gli ormoni... Un pò come per Lei, dell'opera magna... senza ormoni, provava e aveva sentimenti anche più e più di me... a riprova del fatto che l'amore non è e solo sesso e cosa danno gli ormini, ma cè di più... ma gli ormoni rovinano tutto e..."

    "... tu lo sai bene che se togli all'essere umano ciò che danno gli ormoni, è un mondo fnito di tante cose..." fece lui portando una mano sulla sua vita e l'altra le cosce "... anche se sei tu e dici anche Lei non siete spinte da quelli, gli ormoni fanno parte dell'essere... umani!... perchè la gente brama così tanto cosa danno lwe droghe,  il sesso e viverlo? perchè ti dà delle cose he ti fanno sentire vivo... sono esperienze che per la natura devono essere sfogate altrimenti saremmo... come gli angeli della bibbia... lo so che tu vorresti toglierti tutto ed essere TE, perchè a parte quando hai il ciclo... o meglio, avevi... avevi quell iche chiami sintomi e..."

    "e voi non me lo permettete!!" come un'accusa, offesa

    "E' solo per i test... tu stessa dici che i cavalli per fare un esempio se sono castrati perdono ciò che sono... non i cani come paragone, ma i cavalli vengono resi castroni perchè si pensa che gli stalloni siano più mansueti... e lo ritieni vergognoso perchè rispetto altri animali loro ne risentono... così come per loro, le persone hanno bisogno degli ormoni e anche se tu dici di non..."

    "Smettila con le solite cose... hai già detto le stesse cose altre volte, io non provo e non sento quello che gli altri descrivono e non sento il bisogno ma... con Milan non ne posso parlare perchè poi inizia con le sue cose, insieme a Madame come se non mi sentissero... è così difficile almeno sapere qualcosa per sapere come comportarsi con gli altri?!? Poi quella stronza o altro come mi hanno etichettata sono io!!... ma nessuno ad scoltare e capire me!:..tuti voi ne siete influenzati e se io mi sento meglio così, perchè cosa voglio e comprendo so che non viene da un'influenza... voi... è così sbagliato che esista una come me che non possa vivere come si sente e voglia, anche tra altri senza esser... non è giusto!!" tirandosi a sè lui con un braccio dietro la testa, guancia a guancia.

    "L-..."

    "mi sto logorando dentro... ci son o cose che per me sono importanti... sono cose di importanza vitale... io non sogno più... non so più quali sono i miei sogni perchè ho perso tutto... Voglio solo farmi scivolare tutto addosso e non scivolare sempre io ma non sapendo cosa provano, come e tutto il resto gli altri on so capire e comprendere i loro comportamenti e pretendono che io CONSIDERI loro ma nessuno considera il mio non capire e che non provo niente... e sento sempre pretese e ..."

    "Lia... Ascolta..." strofinandole il mento sulla fronte

    "Ragazzi!! Giornatina grandiosa, eh!!?" spumeggiante

    Lia e Dorde si voltarono sussultando verso la porta alle spalle di Lia, in fondo, mentre Milan li raggiuingeva frizzantino e felice con qualcosa in una mano, pesante.

    "Ma..." fece Dorde in preda ad ansia, facendo mettere Lia seduta dritta come se avesse fatto un balzo sulle cosce di lui, scostandola "... che cavolo di fai qui!!! Cèro io... ci vedranno!!! QUalcuno entrerà!!!..." agitatissimo

    "AH AHA H" rise Milan "Tranquillo, ho controllato tramite Helias e dato ordini che tenessero tutti lontani..."

    "ma sei pazzo!! Non siamo neanche in una stanza con passaggio..." disse
    Dorde  come una preda all'erta voltandosi verso l'altra porta, di fronte l'altra "noi...!"

    "Ti calmi?!? Non ti preoccupare, ho il mio metodo per andarmene..." mostrando una borsa tipo da palestra in una mano, quella che usava con i travestimenti e lui e Lia si divertivano a vedere quanto Milan riuscisse a fregare gli uomini, e si sentì un "Ghe!" diveertito. Era Lia che ghignava e fissava Milan c ome se pensasse -sei un grande!-

    "Cosa ridi!!" la rimproveerò Dorde agitato e spaventato di vedere qualcuno spuntare e mandare in fumo la copertura di anni "ANni di impegno per..."

    "..." ma Lia  fissò Dorde che la rimproverava, con sorriso monello, e poi guardò Milan che cercava di cancellare il suo sebbene stesse morendo, e poi lei saltò giù dalle gambe di Dorde e andò ad abbracciare Milan contenta, stringendoselo tutto "... sei tornato e sei stato grande a farlo camuffandoti!! Poi voglio vedere i filmati e acclamare la tua fottuta bravura!! Poi spiegami come sei criuscito a sguciare sotto i loro occhi e come, come se non ti riconoscessero!!" riedndo e stringendolo con entrambe le braccia al collo, saltellando.

    "possiamo vedere di cambiare stanza...!?" fece nervoso Dorde alzandosi fissando le porte

    "...ma no ho ancora detto cosa ho portato...!!"

    Lia lo squadrò acnora incollata su di lui,con fare confabulatorio e Dorde si mise le mani in tasca nervoso.

    "Dai... racconta!! voglio sapere...!!"

    "Dai, bimba... indovina!! AAHHH, sono stanco ma ora mi sento meglio, vieni qui!!" stringendola alla vita e sollevandola mentre lei rideva, per poi metterla giù e ravanare nella borsa.

    "Prima che me ne dimentichi, ecco fretello... questi sono i contratti... abbiamo tre nuovi clienti e uno che è entrato nel nostro gruppo religioso..." porgendoglieli e Dorde iniziò a dargli una scorsa veloce. " E poi... ho una cosa che volevi.." fece invece rivolto a Lia senza alzarsi, ma come nascondendola.

    "E che cosè...!?" avvicinando con la testa per guardare dentro il borsone

    "WHAAA!" fce lui facenodola saltare in aria "Non te lo faccio vdere per ora, questo è un'altra cosa... è qualcosa per stasera.."

    "perchè, che cè questa sera...!?" domandò Dorde sollevando gli occhi dai fogli, come a interrogarli

    "Segreto!... non è questo che devi indovinare... dai, ricorda cosa ti piaceva fare fino al liceo ma non hai mai potuto...!?"

    Lia inclinò la testa come presa alla sprovvista, pensando e Dorde si intromise "Ti prego, non dirmi che le hai comprato dei materassini da spiaggia a forma di macchine, carro armati o cosi strani che sparano acqua per giocarci voi due... sull'altro suo interesse er questo periodo cè il fatto di fare il bagno a mezzanotte o fare camping in spiaggia o..."

    "NO!! non è questo!!" fece ridendo e  ancora misterioso, e Dorde si accigliò, fissò Lia che ricambiò ancora non capendo e poi si illuminò.

    "OOOHH!!.,.. hai preso una tenda indiana!?!" fece lei con un'espressione sbalordita e contenta

    "N-no... non proprio quella!!" fece Milan un pò in colpa " ho trovato questi e ne ho presi uno per modello..." porgendole dei fogli che erano le spiegazioni di montaggio delle tende. E lei lesse le intestazioni di ogni blocco.

    "Tenda dell'esercito Normanno a due alberi agli angoli e tettoia sollevando il lato predisposto con due barre... oh, sembra uin gianduiotto con il lato lungo sollevato... " le uscì e Milan rise " Landsknecht, a pianta quadrata rettangolare e tetto a cono con tettoria lunga e bordature a merlo... sembrano quelle dei film... Modedllo araldo a pianta angolare a otto picchetti e tetto a cono, con tiranti e tettoia... Tenda ad anello Avalon totalmente circolare on tiranti ed entrata a lembi della feritorio predisposta... hai preso tutte queste!?"

    "Si...! Hanno i portanti in legno e non in ferro e utilizzando... dei pesi è possibile montarla anche non nel terreno..." indicando questultima cosa con una certa enfasi

    "QUindi... sono per noi!?"

    "Certo, bimba!! Invece che sempre nelle nostre stanze, avremo un posto solo per noi... come i ragazzini che creano il loro posto tranquillo e lontano dagli adulti... "

    "eh eh eh" rise lei e dopo un pò che si agitavano, mentre Dorde non capiva, perchè sembravano come sotto acidi insieme,  non fecero un coretto, lascianto basito il fratello maggiore.

    "NOn...!! CI posso..!! Creeeeedere!!!"
    "
    NOn...!! CI posso..!! Creeeeedere!!!" tutto in italiano.

    Agitarono le mani aperte vicino la testa, non come fare un megafono quasi come cercava di capire Dorde, ma le mani le scuotevano vicino al viso dicendo quelle cose. E poi Dorde ricordò, l'avevano già fatto quando entrambi, suo fratello e lei, erano entusiasta per qualcosa da fare. Erano scherzi tra loro e una volta lei disse per spiegargli erchè agivano così "E' alla Aldo!! Il comico del trio che è troppo forte su ceerti atteggiamenti, ache se noi conterranei non è che siamo così!!... però Milan adora certe cose che gli faccio vedere..!!" mentre suo fratello amavba il modo dei fare degli italiani e come si sentivano certe parole che non conosceva. Aveva imparato qualcosa di italiano ma solo per salutare ma i modi di fare erano per lui qualcosa di fascinoso.

    "Mh... quindi siete entusiasti della cosa!" fece Dorde ancora basito da cosa combinavano.

    "NOn...!! CI posso..!! Creeeeedere!!!"
    "
    NOn...!! CI posso..!! Creeeeedere!!!" rifecero e Dorde alzò le bracia per coe dire -ma ancora!-

    Ricordava, Dorde, quella volta per carnevale che invece di belle maschere si erano vestiti da uomini primitivi e per dare qualcosa di particolare al tutto si erano impiastricciati di colore, fluorescente che di notte o buio si illuminava fatto... di mani e schizzi insanguinati!! Era per una piccola cosa tra loor la sera, si divertirono molto ma Dorde  lo avevano costretto a vestirsi di sciamano con una cosa tipo tunica, mantello grosso di pelliccia vera e bastoni strani, cinture e altro, non era  molto felice di vedere che combinavano. Lei aveva indossato qualcosa alla flientons, non tipo bikini di pelliccia come facevano molti, ma due pezzi composto da sopra che mostava un pò l'ombelico in base a come si muoveva con scollo a V e pantaloncini, tutto di pelliccia e Milan col perizoma, con cinture, fasce porta cose e scarpe pelose tipo baccucce da casa che alcuni usavano. lei li odiava ma per quella cosa se li mise. E per fare cosa paurosa anche se non eera Halloween, presero quel colore fluorescente di un rosso chiaro e si stamparono mani addosso e schizzi di sangue di varia grandezza e chi ci andò male negli scherzi furono i tre dell'ave maria, e i veterani, che erano in stanze diverse a farsi una cena con festicciola e spassarsela dopo quella grande, prima di andare a leto. Dorde quando scesero ovviamente non si mostrò, aveva una maschera tipo batman pelosa che a sua detta lo faceva sembrare, con la pelliccia, un babbuino!! E Lia rideva che lui non si divertiva e faceva nervi perchè stava sempre sull'attenti e sconstroso a trascinarsi sotto quella greossa pelliccia perchè lei gli diceva "ma è per ridere, per poche ore che uoi che sia, siamo noi e tra noi..,. io ho sopportato di peggio...". Ma lui era tirato nel godersi qualcosa perchè pensava che suo fratello, troppo infantile su certe cose, la trascinasse in casini e scherzi tra loro come lui on voleva. lei non avendo giocato e passato del tempo con le person fin da bambina perchè anche i bambini cresciuti da stronzi adutli, sanno essere stronzi, poi metendoci i suoi, si era lasciata andare a diveertirsi in tante cose. E Dorde abituato a una vita meno festosa di Milan si vedeva trascinato dai due, che facevano comunella, per farlo partecipare.

    "perchè no!! Fratello, ti lamenti sempre ma è da un pò che ti vedo ridere, cosa che non facevi da tempo! E... ti diverti!! NOn puoi negarlo sebbene ti lagni che stai preoccupato che ci vedono insieme, che qualcuno spia, che facciamo troppo tardi, e altre cose. Sei peggio di un padre ansiogino, però era da tempo che non partecipavi a qualcosa che..."

    "MMMHHH" fece Dorde borbotttando qualcosa mentre Lia lo fissava ridendo, poi lei si voltò verso Milan.


    "Oh...! E dove le monterai?"

    "LE montereMO...!! O forse no... meglio farlo fare a chi ha muscoli... Sono per noi... passeremo il tempo come volevamo fare da ragazzi, in tenda e scopriremo come si vive in questo modo... e magari poi nei nostri boschi..."

    lia restò a bocca aperta, Milan rise e Dorde alzò gli occhi al cielo ma poi fu lui a ridere!

    "Ah... ma tu ci vuoi vivere in una tenda come una persona semplice e senza comodità!? In un bosco? QUanto reggerai?" fece Lia sincera a Milan, il quale la fissò contrariato mentre Dorde se la rideva

    "E tu pensi che stare in tenda sia solo non lavarsi, mangiarsi con le mani, vivere tra animali e..."

    "ovvio che no, però... quindi, dove hai intensione di montarle?!"

    "Sono per ocasioni diverse, ne useremo una alla volta e in base a quanti siamo...!!" e fece prima guardandola bene e poi puntando su Dorde, il quale compreso, iniziò a dare diniego e Milan fece qualche battuta "Sei invitato anche tu fratello, ovviamente, per questa sera ho intenzione di mettere la prima, il... come lo hai chiamato!?" domandò rimasto senza parola.

    "Un gianduiotto con un lato aperto" fece lei ridendo di gusto mentre prendenvano in giro le forme delle tende, e Dorde vide che Lia sembrava ttoalmente diversa quando partecipava a qualcosa da non credere che fosse la stessa di prima. Milan come se avesse un amichetto dei giochi dopo tanto tempo.

    "NOn...!! CI posso..!! Creeeeedere!!!" fecero di nuovo i due dopo aver parlato di qualcosa e Dorde riprese a seguirli un pò scocciato.

    "Cosa...!" fece Dorde come il terzo incomodo

    "Ecco.. se tu seguissi, non faresti... queste figure!!" fece Lia porendendolo in giro, mettendosi a fissarlo di fronte con una mano sul fianco

    "E... cosa dicevate?"

    "Abbiamo fatto l'elenco delle cose perfette d mettere dentro... embrerà una tenda dei paesi arabi nomadi...ora sarebbe meglio decidere dove metterla... hai detto questa sera? Ce la faremo?"

    "SI! ma non l'ho detto chissà per cosa, perchè non dovremo andare lontano per starci dentro..."

    "E quindi?"
    "Che vuoi fare...!"
    fecero Lia e Dorde insieme

    "Calma... ho intenzione... di montarne una nel corridoio!!" fece tronfio guardandoli n faccia a turno, ed entrambi cambiarono espressione diventando titubanti e straniti.

    "Ehm... nel corridoio!?" fece Lia e Dorde le andò dietro chiedendogli che cavolo stesse dicendo.

    "useremo una tenda che rintri nel corridoio e l'apertura sarà verso la grande finale alla fine del corridoio che guarda fuori... mi sono ricordato di questo quella sera che sei venuta con l'arco e le frecce e... dei bersagli speciali... e hai fissato la finestra dicendo che quando mi aspettavi a volte ti mettevi lì, essendo la parte finale del ferro di cav allo e nessuno ti disturbava " mentre lei si accigliò in riccordo di quella notte "passeremo insieme del tempo nella tenda, non fuori, lomntani da tutti, sui cuscini come in erti paesi a stare insieme e fare tante cose..."

    "Tu hai pa.... lasciamo stare..." fece Dorde scuotendo la testa come se non ci credesse ma si stranì' alla risposta di Lia

    "Se è ciò che vuoi, va bene... sono con te... quando cominciamo...!?"

    "Sei impazzita? Una tenda per tutta la parte finale del corridoio che guarda verso la finestra? E come si esce, comunque?" fece sconvolto Dorde

    "Tranquillo fratello, avevo già fatto sistemare questo, un'apertura extra nella zona opposta all'apertura, con cuciture dei bordi per renderla forte e un sistema magnetico che chiude i lembi che non si vede il dentro e se qualcuno cerca di aprire si sente..."

    "Milan... ti avevo chiesto di non spingere Lia nei tuoi deliri infantili e sciocchi... la influenzi e tende a seguirti nel fare casini da ragazzini che..."

    "Dentro, siamo ancora ragazzini... siamo dovuti crescere veloci e per necessità e ora ci diveertiamo... oh, devo chiedere a qualcuno di montarla, non per cosa Lia, so bene che tu ami fare le cose di tua mano ma a che ci servono muscoli in abbondanza se non li si sfrutta...? Vado a cercare qualcuno che si metta a finire la tenda perfetta, entreremo e usciremo dalla nuova apeertura magnetica che ho fatto fare, e quella originale resterà aperta verso la grande finestra così che il cielo si veda tutto... altro che le città!!" fece baldanzoso, vedendo Lia che gli sorrideva complice e orgogliosa, andando via.

    "Dimmi che scarzava, che... Lia, ok  che ti diverti e ti senti finalmente in compagnia ma... se ti fai trascinare finisci per ..."

    "Cosa ti preoccupa?" fece lei seria, fissandolo negli occhi "ci vedi ocme stupidi, sciocchi, o..."

    "no, io..."

    "Dorde... ascolta... Milan è... come posso dirti perchè tu capisca, esattamente come dite a me... ha un cuore  leggero e illumina la stanza... è spontaneo, leggero, fresco, gentile e spumggiante, lui è... qualcuno capace di trascinarti si, ma in momenti leggeri anch'essi, per dimenticare, uscire per un pò da una bolla senza tempo... è diveertente, franco ma  abilità nel dirlo eleganti, con lui è come tornare a uno stadio precedente...  lui è ... l'opposto di questo qualcosa che sono che ha un equivalente stanco" indicandosi" è come un fratello che non ho avuto accanto, una persona amica che sembra sciocca e casinista ma è solo per divertirsi senza le strnzate dell'asolescenza, lui vive cose che non ha vissuto prima, facendo sentire bene gli altri... appare infantile ma allo stesso tempo ci ha uniti tutti sfoggiando allegria e mille cose da fare insieme ... , rende leggera e accetta me, col cuore  attanagliato da una strisciante inquietudine. ... Pensami, sola nella mia stanza, nella vita di prima, e adesso... per me stare con lui è una famiglia che non ho avuto, come la volevo, con buona pace di quella originale che sarebbero pronti al solito di urlarmi -stronza, che cazzo dici, fai schifo- come peer tutto quando mi disperavo perchè mi costringevano a stare in mezzo a loro nei pranzi e feste, e non mi sentivo più capace di sopportare e sorridere fintamente... a volte giocando, scheerzando, passando il tempo con lui mi sento  come in quella scena speciale del ventesimo anniversario che si trova raramente, dove Lui la solleva c on le mani, dalle ascelle, e le dice viso contro viso qualcosa, in quel mousepad, e sembra quasi dirle "Bentornata, ora siamo qui, qui dove sei accettata... io ti accetto..."

    "Ah quella 20th anniversary  mousepad mettendo il nome dell'opera anche è trovabile in altre lingue ma... "

    "non tergiversare per cambiare discorso... non riesco a vivere niente ma quel poco è con Milan... come quando divento Veròna e parto per la Caccia o fare qualcosa di giusto e buono là fuori, che altri non fanno... mi sento viva e veramente in questo mondo, nell'agire contro la feccia, cosa faccio cme se io parlassi e agissi per i deboli e il mondo giusto... e in tutte le opere che svolgo... mi sento come persona tra persone... c ome mai prima nella mia vecchia vita... e quel qualcosa che provo in quei momenti li sento con Milan... anche con te, ma a volte tu tendi troppo a ... all'apparenza, alla forma,a ... cosa col generale hai imparato e creduto come essere e vita... io mi sento forse viva, quel qualcosa che non provavo prima, con Milan, e sarebbe anche con te se non fossi così tirato... Da Zay e in Irlanda, io.. ah quel viaggio... i miei hanno sempre tenuto in mano le carte e i dati di ogni cosa io avessi come conti e altri, e non intendevano mai darmeli... io ho due anni o poco più in meno di Zay, e immaginala ora con figli e famiglia, la SUA vita e vedi me... tutto ciò che era mio o a mio nome, compresi i soldi o giuielli, erano in mano loro  enon hanno mai voluto darmi nulla, perchè così non scappassi, no facessi cose per loro sbagliate, senza soldi... -sono conservati, non te ne fotte niente di queste cose, fregatene- dicevano... ogni volta che volevo qualcosa per comprarmi cosa volevo, iniziavano ad alzare la voce partendo da -Cosa devi fare? Se hai bisogno di qualcosa te lo compro io-... mi vedi? A questa età!! Non mi hanno mai dato una paghetta per imparare come gestire il denaro, capire tutto ciò che gli altri apprendono con l'esperienza e valutando, calcoaldno cosa fare con quanto hanno... se volevo soldi dovevo dire a cosa mi servivano, se non andavano bene con cosa si apsettavano loro non me ne davano, perfino i soldi dei nonni si prendevano dicendo -ti ci compro le cose- finchè non ho fatto casino per tanto tempo da riuscire a evitare che me li fottessero ma era come se perdevano qualcosa, quando mi vedevano soldi in mano... e non potevano gestirli loro... è veregognoso che aslla mia età, da quando ero maggiorenne, non hanno voluto, si sono smepre rifiutati, di darmi tutti i miei documenti e informazioni sui conti e cosa avevo... mai visti e mai saputo se e cosa avevo e se andavo all'ufficio postale, cèra comunque il conto in comune, potevano benissimo essendo tutti collegati, fare cosa volevano e io non avevo niente lo stesso!! Con la burocrazia serviva la LORO firma ed ero con le mani legate!! Ricordo che una volta mi dissero -appena ti sposi ti diamo tutto- come se l'unica opzione di avere qualcosa fosse sposarmi... e credi che non ci abbia pensato a un matrimonio falso? Prima di Zay si, perfino una volta di chiedere a Phib se conosceva qualcuno che si immolava qualche giorno e poi di nascosto carte del divorzio, tutto diviso ovviamente, e scappare mentre credevano fossi sposata... ma non l'ho fatto e non so nulla di ciò che dovrebbe essere mio sulla carta... sono avvilita e devastata ancora adesso, anche pr Teresa che non so come farà a lottare contro di loro per avere cosa le dovrebbe spettare e se andando alla posta, cè modo di prendersi tutto e fare a nome suo, mi avevano minacciata piùà olte che facessi schifo e farmela pagare se facevo stronzate... se glielo rinfacciavo mi dicevano -fai schifo, stronza, merdosa, uno fa le cose per te e pensi queste stronzate, ti compro io le cos,e che cazzo vuoi..,- loro esatte parole, ma se chiedevo qalcosa, non me la compravano mai... e quando dissi del viaggio loro sembravano alieni!! Non ho mai capito come fosse possibile che mi dessero soldi e mi facessero andare via ma capitò, ma il mio grande errore fu tornare... mi fecero così pressione dall'infanzia e quella paura terribile di come mi giudicavano, l'odio he avrebbero provato e tutto da impazzire per l'errore della data, e con loro che per telefono facevano casotto dicendo che stavano male, dovevo tornare, dovevo stare con loro o continuaivano a stare male... se non lo avessi fatto, avrei trovato il mio respiro invece di una gabbia da cui non potei più uscire, senza soldi ne opportunità e so già che se avessi chiamato qualcuno per denunciare che ero senza niente e tutto quanto, e volevo  cosa era mio a forza, sarei passata io per merda perchè figlia ingrata... mondo bigotto del cazzo... ho perso tutta la ma vita ma nessuno lo capiva e quel viaggio con Zay mi fece capire che non ero adatta per vivere in questo mondo, e er i miei terrori a causa dei miei... avevo due opzioni, anzi tre... scappare da sola lontano con soldi che non avevo e ricominciare da capo, ma malata NO!, Due, accettare l'invito di Zay e veedre che accadeva senza però restarci ctroppo, non mi piace avere debiti... ma significava essere un peso e sentirmi dire le stesse cose che scrivevano ma dal vivo, facendomi incazzare e poi che dovevo fare? Ninete... non cèra neinte per me... o morire!!!... davano rispetto e considerazione a membri della famiglia che meritavano un camlcio in bocca, io no, ero solo rompicoglioni...io ero... incapace di scappare con i miei mezzi, anche che fossero stati pochi... avrei avuto bisogno di qualcuno, e significava esseere in debito... per questo mglio la morte, per questo aveva deciso di credere a Zay che diceva che forse Phib e famiglia qualcosa sapevano e... ma io nono ho avuto nulla dalla vita e quando morirò, so bene he quella famiglia dirà sempore che ha fatto le cose bene, giuste, era per il mio bene tenermi incatenata, con loro dovevo stare e massimo sposarmi per avere cosa eera mio... "

    "..."

    "ti ricordi cosa ti lessi qualche tempo fa? le storie di persone sc hifate dagli altri e sole...?" prendendo il suo telefono e leggendo "E una coisa vecchia ma gira molto... -Vecchio e solo, pensai che un cane avrebbe colmato la mia esistenza. Lo trovai randagio, sporco, affamato, gli feci una carezza, mi seguì senza timore. Ora è il mio cane, io sono il suo padrone.
    Gli parlo, lui mi risponde  a modo suo. < Fido domani non avremo da mangiare, la pensione è finita, avremo da aspettare! >.
    Arriva quel giorno benedetto, in fila, con gli altri pensionati, il libretto sgualcito dal tempo, stretto tra le mani, aspetto il mio turno. Fido scodinzola contento. Lui sa che oggi mangeremo di più e un poco meglio. È già inverno. È fredda la mia casa senza fuoco.... " alzando gli occhi dal telefono "... potrei riprenderli tutti ma questa storia racconta di un anziano, ci sono storie di persone giovani o più adulti, di ogni età, lasciati a se stessi perchè non considerati per varie cose ma magari... magari erano come Milan, ma nessuno lo sapeva... o come me, mille cose che mi piacciono, che adoro fare dal modellare la creta Degas con i pennelli in silicone di vario tipo o grandbezza, scrivere a mano con pennino o inchiostro, pulire o ammirare minerali e gemme di vario tipo e grandezza, fare mining per quei minerali,  l'equitazione o il fare lavori in fattoria, leggere o vedere film, ascltare brani finchè alcuni mi mandano in dissociazione in automatico come happy birthday per fare un esempio o i brani dell'opera magna, o di Skrillex, o altri, vedere la gente che cucina o è impegnata in mille mestieri e perdermi nei processi di creazione dei prodotti finiti, vedere come un animale sacrificato per il nostro sostentamento diventa qualcosa che sembra arte "facendeo ridere Dorde, perchè più volte le aveva chiesto cosa ci trovasse di affascinante nell'osservare i macellai mentre suddividevano le parti e creavano cose per lei straordinarie, da un animale morto. Vedeva i vari tagli, come era un essere vivente dentro e come fosse affascinante l'anatomia come nei musei sui corpi umani sezionati, che aveva visto e lui non capiva perchè perdesse del tempo seduta a guardare gli altri lavorare "nessuno si preoccupa di sapere che persona sei, cosa ami, tutto di te,se non sei come ti vogliono, puoi stare a morire solo...e tanto altro... ci sono cose che avrei voluto fare ma non farò, anche perchè ho attacchi di panico nellimmaginarmi di nuovo sola, ma non solo dentro ma tra la gente, ma sola anche ome peersona perchè rifiutata da tutti... ma interessante da certi familiari che vedevano me e gli altri preziosi per i loro gossip del cazzo!! E basta! Per quella che sono... sarei rimasta sola come gli anziani, la gente rifiutata od emarginata... aspettando la fine e cercando i modi per non lasciare niente e parenti del cazzo.... ecco cosa so!! Io non avevo nessuno e non avrei nessuno e sarei finita nei modi che ti ho letto, come tutti quelli soli tra le pareti, a mangiare sul balcone da soli a guardare il  mondo fuori, che sembrava più caloroso per altri, e magari non meritava nessuno di quella feccia che invece viveva cose per me impossibili,  a mangiare davanti il pc a farmi compagnia un film o qualcosa, piangendo lacrime amare di non essere ABBASTANZA per il mondo, da non essere accettata... come per quella art in mousepad dove Lui la guarda negli occhi e le dice bentornata, per me sei sempre accettata....dei gesti gentili, bella atmosfera, vera accettzione e contententezza di averti vicino o nella stessa stanza, senza... ciò che odi... senza finzioni o accondiscendenza... come mi diccesti..."

    " non cercando più amici o persone vicine, ti sei preclusa tante cose e sebben capisca perchè..." fece lui, riprendendo quel discorso "tu hai bisogno di gentilezza e segni di affetto che... per la paura di provare dolore di rifiuti, abbandono, sofferenza di quelle vite che vedevi e leggevi ovunque, e non accettando di avere debiti per tante cose, sei finita in un limbo di solitudine...  e capisco quando dici che non potevi avere certezza di avere pizzichi di qualcosa accettando cosa ti dicevsano Zay e Ric, preferendo stare sola che vederti di nuovo sola e sprofondata in una premorte peggio della vera morte quando anche loro si sarebbero stufati.."

    "Si, ko... forse posso dire di non sapere cosa sia il calore umano, come riconsocerlo in me se cè o negli altri,. o almeno, inteso coime i snetimenti che tutti dicono di provare per qualcun altro da definirli come l'AMORE che tutti cerecano di insegnarti, comè, come deve essere vissuto, sentito, svolto et ect... nelle dissociaizoni ci sno cose che l'altra me avveerte, e le sento anche io ovviamente al ritorno, ma mai, mai nella relatà e lal fine, fanculo, va bene così... morirò con mille dispiaceri e rammarico, maledendomi per ... aver perduto una vita intera per avere da altri quel pò che vedevo verso altri che non meritavano... rimpianti, ecco cosa vedrò mentre morirò, mentre altri vedono i momenti della loiro vita... io non avrò neanche questo miracolo... a meno che non siano tutte le sofferenze patite e cosa mi facevano... in quel caso maledirli tutti sarebbe il minimo... e loro con me... ma posso dire che riconosco qualcuno di bello dentro e cosa fa intorno a se... cosa per te appare come infantile e stupido, è un qualcosa di gioioso e innocente, sincero, voglioso di vivere otgni attimo col sorriso e cose che riempoiono dentro... per non essere come me...  peer questo, a mio avviso, Milan non è come tu dici e sono contenta che sia così... questa vita è già abbastanza amara..." andandosene, lasciandolo solo.

    Dorde non la fermò e incazzato si voltò, per vedere un foglio sopra il borsone di Milan, lo prese e lesse. Vi era una lista di cose da fare e appunti per ricordarne altre, scrivendo di solito tutto in fogli da un bock notes mini. Aveva un cassetto pieno di quei fogli e solo lui riusciva a orientarsi per trovare cosa poteva andare in varie occasioni e su quale fossero. tra cui

    -FONDUTA - a lei piace, ha sempre desiderato mangiarla come nelle storie che sentiva e leggeva sugli alberghi di montagna e come si mangiava.

    -Lampada ad acqua - otima nel suo ufficio invece delle sfere del pendolo di Newton.Utilizza  principi della scienza di base per creare un'illusione ottica antigravità per cui le gocce d'acqua salgono in su. Quando posizionato in un ambiente  con luci vicine, l'acqua non si leva in realtà. Sembra che sia levitante a causa della frequenza  lampeggiante della luce. È un'illusione ottica. DUE PEZZI color argento o bronzo e color legno, trovare base?

    -rosseto che ho trovato opato vellulato - avevo pensato a un caldo nude rosato mentre lei se non mattone perlato per certi abiti indossa sempre un rosa malva, quindi rosa malva opaco velluto sia

    - Inserire la voce che lei ripete "chi non si forma si ferma" per le Lezioni e corsi per tutti

    -IRIS, GIGLI, ROSE BIANCHE E BLU O SCREZIATE VIOLA O NERE per le tavole, come piace as lei, magari la smette di lamentarsi che sono fiori ammazzati per tenerli a morire in un vaso, a me piacciono, per lei osno meglio ancora attacati alla pianta, belle composizioni così li fissa ammirata e siamo tutti contenti

     - da un nostro discorso, ottimo per una lettera di rimprovero: e io che pensavo il mondo andasse alla rovina per gente cattiva, ipocrita, bigotta, marcia dentro, ladra, senza coscienza e senza cuore, opportunista, falsa... e invece va alla rovina per due che si amano... grazie per avermi illuminato

    -Sappi dunque che dal grande silenzio io ritornerò, non dimenticare che a te verrò di nuovo ... un breve momento, un po di riposo nel vento e un’altra donna mi porterà in grembo ... NOn più... non più... e poi, ci si allontana da chi non cè mai stato..

    - da cosa ha detto di cosa ha letto, interessanti: NO...YOU  COULD GO  SO FAR, AS  TO SAY SHE  KILLED ME.   AND EVER  SINCE, I'VE  LIVED IN  A NEVER  ENDING  HELL.

    -una delle sue frasi, Lia lo ripete sempre con amarezza e lo trovo ottimo per l'altarino di scherzo (sul camino?)
    noi troveremo giorni migliori, solo la possibilità che forse, potremmo trovare giorni migliori. Perché non mi servono  cose vuote. Prendi queste parole e cantale a voce alta, Perché stanotte è la notte in cui il mondo ricomincia. Ho bisogno di un posto semplice in cui potremmo vivere e di qualcosa che solo tu potresti dare. perchè questa è la notte in cui il mondo ricomincia (parlando di una dissociazione, non ho capito se è rammarico di un'esistenza che vive là)

    - POtrebbe servirmi: Fa' che mi rispecchi, ti prego, nei tuoi occhi affinché la tristezza non abbia la meglio. Chiama, ti prego, il moi nome affinché il dolore non abbia la meglio. I tuoi occhi fissano un luogo lontano come in una nebbia evanescente, fancendo suonare le campanelle dentro il mio cuore sofferente.  Anche se ci provo, ancora non posso nascondere i miei sospiri, e ancora non posso piangere. Come se fossi tua prigioniera, anche se tu mi allontanassi
    Terrei le grida di debolezza nel mio cuore, non mi importerà quale sarà la tua risposta.  Non importa quanto io mi sia sbagliata, ci dovrebbero ancora essere dei giusti da qualche parte,tutti cercano ancora una via delicata per sfuggire dal dolore. Le mie dita possono toccarti apparentemente, ma i miei pensieri non possono raggiungerti. Ho paura del domani infranto, pensavo che tutte le mie speranze e i miei desideri potessero avverarsi. Ed ora voglio porre fine a tutti quei momenti egoistici. La mia solitudine ha già raggiunto il limite. Tremo di paura al solo pensiero di... (per la completa se mi servono frasi per qualche discorso, è Unrequited Love o One Sided Love dell'opera magna)

    -preparare una torta decente, che sia grandiosa da mere di compleanno a cui era abituata, non per festeggiare il suo compleanno ma per darle cose che non poteva avere. Ho controllato, inserendo il nome della stronza nazi con -birthday- o -compleanno- risultava circa  la stessa data, aveva ragione e lei si incavolava. spero che il modellino di sottomarino non sia un brutto regalo, ricordarmi il nome della classe!! ogni volta dimentico quali ha.

    "Tenetevi stretti chi vi ha notato quando eravate invisibili."

    - LA Famiglia, non famiglia, esiste... esiste un nucleo fatto di amore, amicizia, rispetto, crescita, per fare in modo di rendere e aiutarte persone a diventare uomini e donne o altro della società giusti e considerati

    Dorde alzò gli occhi dagli appunti di Milan, sussultando perchè cèra del vociare e martellate. Si incaponì nel voler vedere ma poi Milan era in giro, non poteva are liberamente, quindi cercò di recarsi nel suoufficio cercando una stanza vicina con i passaggi, scrutando i corridoi, per andare a vedere dai monitor. Cosa combinavano quei due, si chiese. Benedetti ragazzi!!


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    Capitolo 55
    *** 40 ***


    ch 39,5 ho dovuto ri-caricare i capitoli dal 31 al 37 cercando di sistemare i problemi (i vecchi hard disc al salvataggio non so come è accaduto) che taglaivano parti di frasi o pensieri e sezioni di testo. Ora dovrebbe essere meglio, reinserendo parti che non si leggevano prima. Quindi tutti quelli sono disponibili, da qui in poi sono tutti controllati meglio




    "Si... si, lo so...si, la situazione è cambiata per..." perchè dovete essere degli squali per fare soldi e soldi creandovi nemici- gli stava per dire Dorde ma si trattenne "... le affiderò uno dei nostri migliori cani da protezione e un'Ombra , oltre le nostre guardie del corpo già al suo servizio, perchè le stiano in coda..." prometteva al cliente che si era affidato alla loro organizzazione, o meglio alla branca in forma di azienda di protezione, controllo, videosorveglianza, e sicurezza come un pezzo di copertura. Avendo tra le mani militari, specialisti ed ex militari e membri di forze di polizia ed fbi, e svariate figure in pensione, adedstrati da loro o c he volevano cambiarfe lavoro, li impiegava in quei settori e altre agenzie e poteva impiegarli per la sicurezza e osservazione per lui di importanti uomini d'affari, capitani d'industria, anche vip e nuovi rampolli della ricchezza nel mondo. Ma gli dava fastidio sostituire il fratello nel contatto con le persone, lui era abituato a lavorare nell'ombra per il generale e spacciarsi per il minore all'occorrenza ma per pochissimo tempo e tagliando tutto ciò che cèra a monte. Lia gli diceva sempre che la aprte diveretente era intortare e sedurre certa gente modellando truffe su truffe sulla gente che meritava calci sui denti, ma quel lavoro poteva esser anche venefico. Trovare gente invece meritevole che valeva...

     Da mesi si era messo a impegnarsi di prima persona per mandare avanti tutto, sia l'organizzazione vera e propria che le facciate. Aziende del settore di sicurezza e sorveglianza, portavalori, investigazioni, per passare ad antichità e specialisti del settore dell'antico e dell'arte e una serie di franchising, dando il necessario per avviare l'attività, per tutti coloro che volevano riprendere in mano gli antichi lavori e stavano scomparendo. Ogni mestiere antico era nella lista e bastava una minima somma, un contratto per cui se non di proprio acquisto tutto daiu soggetti anche esterni all'organizzione, dati in comodato d'uso e si prendevano una percentuale, c he includeva l'utilizzo del servizio per avere l'attività, la protezione come volle una certa persona da certe mafie che scassavano, e altri servizi. Se, da tutto registrato, non vi erano vendite, non richiedevano la percentuale ma come da contratto, il soggetto poteva essere un orecchio che sentiva cose e riportava, un occhio per dir qualcosa di intressante e altre piccole cose, da picoli incarichi di consegna o altro all'occorrenza, dandogli premi di produzioneper mantenerlo con loro, manterlo al -lavoro-  e sfruttare i comuni per i loro interessi. Basta che non siano amlevoli, diceva.
    Erano tutti escamotage che Lia aveva proposto per tenere su antichi lavori e dare lavoro nuovo e veero a chi non lo aveva evitando le ormai lunghe liste di persone che ambivano quelli moderni ma che cèrano sbocchi solo per pochi. Avendo clienti e soci dei loro gruppui, da investimneto fino alla religione, avevano un ventaglio ampio di servizi, avevano contatti con così tante persone che stavano su nella scala sociale che sarti, restauratori, esperti di oggetti d'arte e libri antichi, gioiellieri ed orafi, esperti d'auto dalla manutenzione alla modifica e altro di lusso o di valore, e altri settori, che no nera difficile creare negozi rivolti a certe clientele paganti che le frequentassero. Inoltre avevano trovato, scelto e pagato i migliori esperti di sartoria italiana e inglese , dagli abiti formali, da festa e ricevimento, alle scarpe, agli accessori e questo solo settore d'abbigliamento, alla giuelleria nel mondo, accaparrandosi anche esperti per i famosi monili cubani, maglie e catene e altro  d'alta oreficeria cercati in tutto il mondo, per clienti di fascia alta, venduti a migliaia di dollari, creando solo per loro linee anche per giovani e donne degli stessi modelli per uomini facendo insegnare a persone dell'organizzazione le fasi di lavoro da zero. E così prodotti di varie parti del mondo dal campo alimentare agli accessori più svariati, facendone un mestiere tornato in negozi metà del soggetto e metà di loro appartenenza, aiutavano le eprsone di strada che risollevavano ed erano nell'organizzazione a rifarsi e riportare qualcosa nel  moindo moderno che a Lia non piacceva.
    Diceva smepre che le città ormai erano diventate fredde e inquetanti, con i palazzi moderni che erano scatolonisenza anima, edifici altissimi di vetro e acciaio e persone sempre più vuote e isolate anche dal pedone a pochi centimentri da loro così come vicini visti con odio che gente con cui sgomitavano ogni istante della giornata. Non le piaceva quel mondo moderno ma portato al peggio, amava le zone delle città antiche, modi di fare delle persone ben diveersi da cosa cèra ormai in giro.
    E voleva riuportare quel qualcosa tramite i negozi.
    I guadagni, introiti, possibuilità di entrate per loro erano in netto aumento, e per ogni tipo di servizi, i clienti sborsavano così tanto che coprivano e oltre le spese, anche per un fattore. Per le attività e loro sedi, dalle Torri ai Punti di aiuto e sostegnodove operavano le Pleiadi, dall'energia ad ogni necessità era gestita da loro. Servizi di comunicazioni di ogni tipo, perfino il Canigramma, portare informazioni tramite un cane, a volte anche gatto nei negozi per non dare nell'occhio, ai telefoni e sistemi segreti nascosti compreso il telegrafo e codice morse, all'elettricità, al servizio idrico e via dicendo era di loro pertinenza, così da staccarsi da quelli comuni ed essere assolutamente autonomi. Per acqua e corrente, avevano un sistema giornaliero senza mai sgarrare di distribuzione, per cui speciali batterie gradi quanto uno zaino di ultima generaziione in grado di alimentare un negozio al bisogno con quanto necessitava una casa normale in un mese, e all'occorrenza consegnandone due unità, anche grazie alla centrale geotermica acquisita mentre se ne stavano costruendo altre due da chi l' avevano acquistata, che forniva puiù eneergia che serviva nella sola Francia e il surplus lo immagazzinavano in quelle batterie speciali da consegnare ovunque e che si adattavano solo ad impoianti di loro produzione. E grazie ai dissalatori con altrettanti sistemi per l'acqua, da conserevare in boiler speciali, permetevano di non essere al servizio di fornitori comuni e non dare modo a nessuno di trovare informazioni di nessun tipo, restando anonimi. E questo eera solo il minimo. Ogni cosa era gestita, risolta e mantenuta con ogni cosa di loro produzione e creazione. Per nessuno era possibile risalire ad alcun documento anche as pagamento e gli atti di propietà appartenevano ad una delle loro aziende fittizie di facciata.

    "... Posso renderle a sua disposizione per le sue riunioni e attività d'alto livello il Central Station di Detroit, la Hall Subway a New York City,  la Stazione Ferroviaria Canfranc in Francia,  l 'Eilean Donan in  Scozia e queste sono solo alcune..." rispose dopo aver ascoltato la persona dall 'altra parte leggendo dal tuo tablet una lista di cose. Era oltato verso l'ampia finestra dietro di lui a guardare fuori quando alzava gli occhi, seduto sulla poltrona da ufficio iper megalattica.

    Ogni volta che osservava quella poltrona
    s eppur non la stessa,gli ricordava una cosa,.
    come prendeva in giro i due Lia, per quanto fosse di pelle e elgno pregiati, comodissima e dal costo esorbitante. Aveva fatto uno scherzone, ad entrambi, tra i tanti più elaborato degli altri. Aveva fatto arrivare un 'enorme cassa con nei documenti da viaggio una sorta di brochure che illustrava l'oggetto.
    Dorde e Milan, in una sezione vietata a chiunque e quindi insieme, lessero quel depliant così stupefatti che la fissarono con la stessa faccia. o meglio, erano parecchio identici già di loro, ma Dorde si era fatto fare micro cambiamenti perchè fosse impercettibile distinguerli quando si cambiavano di posto. Dalle forma delle orecchie al naso perchè fossero identici,ai nei e piccole cose sul viso e pelle che qualcuno con occhio lesto poteva notare, ma solo queste cose, inezie. Così erano già identici seppur msi toglievano pochi anni e non gemelli, ma quello stratagemma di pagare per dei piccoli interventi per rassomigliarsi di più l iaveva resi come la stessa faccia, e quando la fissavano come se la rpendessero per assurda, sembrava di vedere uno... allo specchio. Anche con i capelli tenuti in modi diversi, sembravano una di quelle art o illustrazioni dove il protagonista si poggiava allo specchio e questi rimandava una figura identica ma nei dettagli diversa, ad indicare la parte profonda ed opposta.
    E quella volta si trattenne dal ridere nel vederli con la stessa espressione che nel suo paese sembrava -ci stai a pigglià per culo?-.

    "Lia..." iniziò Dorde con il depliant in mano squadrandola come se essere sicuro della cosa  "Hai.... davvero comprato e regalato a noi per l'ufficio... una poltrona da torture De Sade che si apre come un Transformer per... fare cosa, benedetta ragazza!!!" sventolandole agitato ocn due dita quel fascio di fogli arrabbiato, ma più per cosa serviva, identica a quella del famoso marchese sadico, che altro.

    "Aha ha ha " se la rise divertitissima e sganasciandosi dalle risate, poi andò da loro e un braccio sul collo di uno e uno sull'altro se li strinse e disse "Ma non l'avete vista!!! E' la versione plus premium pro come le vostre auto!! Dai, fatelo per me, apritelo, apritelo!!!" fece saltellando felice e Milan alzò le spalle come per dire Ok , e prese un piede di porco e iniziò a far saltare il coperchio, la scatola era messa in verticale, e sfilare i chiodi.

    "... dimmi..." le disse in sussurri all'orecchio mentre guardavano il minore che si divertiva a -scartare- il regalo, era sempre felice come una pasqua quando li riceveva "... è un qualcosa che intende qualcos'altro? La regali a noi perchè si utilizzi? O è più uno scopo tuo ricreativo...?" mentre lei era intenta ad osservare ancora Milan nel suo lavoro  ma vedendo sbocciare sulla sua faccia un gran sorriso sornione e furbetto, per poi lanciargli un'occhiata solo con gli o cchi verso di lui, lasciando una risposta non espressa. Gli strinse solo la mano sulla spalla destra, continuando a tenere il braccio sulle sue spalle e poi Milan fece un urlo di vittoria mentre il coperchio della cassa cadeva.

    Milan tirò fuori un ammasso di coperture che proteggevano l'affare e strappando tutto, restò a fissare dubbioso.... una poltrona da ufficio antica e perfetta.

    Milan si volse verso sia Lia che Dorde. La prima faceva faccia di bronzo, il secondo la squadrò perchè non vedeva nulla del depliant.
    Milan trovò sulla seduta, portata alla luce, un altro depliant che recitava "Poltrona girevole stile Inglese ministeriale presidenziale in noce e pelle del periodo... bimba, ma dove sarebbe l'apparato di De Sade? come si scompone per giocare al dottore?" quasi preoccupato

    lei partì con la risata che Alaric diceva da disgraziata, che le ven iva quando faceva il fattaccio e se la godeva tutta.

    "Ragazza, non era un'opera di De Sade? Ti hanno fregata?" domandò il maggiore andando verso  l'oggetto per controllarlo "bella è bella, una delle migliori mai viste..." osservando la robusta e possente sedia da scrivania con braccioli, seduta mega imbottita e schienale con imbottitura a bottoni, girevole, quattro enormi piedi arcuati capaci di reggere un elefante e tutto il legno era intagliato in tono elegante e raffinato con addirittura i bordi delle sezioni in vera pelle pesante con altri inserti con rivetti. Era del colore e decori perfetti per quell'ufficio, scelta apposta "... dove sarebbero le parti che si aprono per..."

    "Accidenti, ma voi siete davvero amanti dei giochetti perversi e sado... siete dispiaciti perchè non è quella...!!" ammazzandosi dalle risate mentre i due fratelli la fissavano contrariati accanto all'oggeto.

    "Ragazza, non ti hanno fregata, vero?... sei tu che hai fregato NOI!" fece Dorde offeso "che combini??" le fece raggiungedola e dandole colpetti con il depliant di De Sade,  vero,  ma allegato per il prank come se scherzassero e sebbene fosse offeso un pò per la trovava di mostrare oro e invece era altro, se la ridevano alla fine.

    "QUindi sei demoralizzato perchè non la puoi usare , heh!!!...??" le fece lei cercando di essere seria con sorriso da stronza, ricevendo in cambio quel rotolo tirato contro,  per poi essere inseguita da Dorde che le diceva

    "torna qui, io e te dobbiamo parlare, è la stessa trovava di quel letto americano che tremola tutto con le monete che hai fatto montare alla Casa della seta, e spacciavi per i massaggi dicendo di provarlo, magari ocn una femmina sopra??? VIENI QUI!!!- lasciando il minore da solo che diceva "int-intano io la provo.... eh!?... vedo se è a posto... voi continuate pure .. che cosa... " per poi sedersi, girare per provare il meccanismo e chiedere alla stanza, metnre li sentiva ridere e discutere "... comunque dove la mettiamo...!?"



     "poi possiamo proseguire per degli eventi speciali per più persone con pernottamento.....Castello di Bannerman negli Stati Uniti, Bannack del selvaggio West, del Montana,  a Granadilla  in Spagna, Castello di Łapalice in Polonia...Il villaggio di Craco in Basilicata... Vallone dei Mulini di Sorrento in Italia ... l'ex città fantasma di Kolmannskop  a Namibia, a Bannack  in Montana,   Bodie Town negli  Stati Uniti o l'Houtouwan nell' Isola di Shengshan, ancora a  Consonno o Craco entrambe in Italia ... se invece peer suo figlio che ama le escursioni sommerse, abbiamo la Prigione di Rummu in Cina, il faro di Aniva Rock in Russia , la città sommersa di Schicheng in  Cina,  Faro di Rubjerg Knude in Danimarca  ....In Estonia la prigione subacquea   dell'Unione Sovietiva o le Fortezze di Maunsell, per arrivare al'Isola di Hashima in Giappone o il Kayakoy, Turchia City ... snocciolò leggendo solo  alcune mete che tempo addietro Lia aveva cercato tra i post abbandonati da vedere di acquistare, salvare e rendere disponibili come mete in certi periodi per i ricchi e in altri per i meno ricchi, obbligando a contratti con ceerti comportamenti per mantenere salvo il luogo dopo averlo risistemato, rimesso in piedi e protetto dal degrado e riutilizzarlo per delle entrate rendendoli disponibili per i clienti, invece che perderli nell'incuria... e se di solito lo faceva Milan di presentare ogni loro -prodotto- con il suo fare accattivante e il resto, in quel momento essendo solo, poteva solo indicare al cliente le opzioni in base alla richiesta e promettere un incontro di persona, fatto da Milan questa volta, perhè con il suo fare ammaliante e convincente, concludere contratti da svariati zeri perchè loro, i clienti,  facessero bella figura nella ceerchia di creme della creme a cui erano legati e Milan e Dorde si legavano a clienti vecchi e nuovi, consocevano gente ogni istante, si insinuavano, guadagnavano e ampliavano i possedimenti e l'influenza dove serviva. A volte Milan diceva "Sai, se non avesse insistito a farceli comprare in vari modi, tanto erano abbandonati e riportarli indietro, al meglio, per preservarli e farli rivivere... diceva sempre che ogni luogo meritava di toranre alla vita...  per alcuni abbiamo dovuto firmare un docuemtno ufficiale per cui niente sarebbe stato cambiato, rovinato o altro dall'aspetto originario per ammodeernarli... non lo avremmo fatto... ma adesso abbiamo luoghi di novo straordinari che ci ripagano facendoci guadagnare e riprendendo i loro usi... fastidioso far ricordare ai nostri clienti e loro seguito come ci si comporta in quei luoghi, ecco un motivo per cui Lia si incazzava con la maleducazione della gnte ma a vederli adesso e nel pieno di un nuovo vissuto... aveva ragione!! Abbiamo ville, case, edifici antichi, stazioni, fari, e ogni cosa antica abbandonata tornata a lucido che alcune volte dietro annunci, sono fruibili a tutti al costo di pochi dollari, così tutti possono entrare, perchè tutti possano vederli in gruppi di visita organizati e controllati e perchè continuino a parlare del loro periodo... il resto è a disposizione degli zero che riceviamo per feste, incontri, iunioni, ogni cosa che vogliono i nostri c lienti che non sia problematico per l'edificio o suo ambiente...  tutto quello che abbiamo fatto e guadagnato e prima restavamo in piedi per le quote per i lavori come para-militari..." scuotendo la testa senza crederci, osservando l'orologio satellitare che si era comprato  on quadrante con vere pietre al posto dei punti dell'orario e mille opzioni, dai calendari al sistema interno di cambiare ora automaticamente quando vbiaggia appena aggancia il satellite, una cosa che Lia gli aveva consigliato perchè eera così sbadato da non sistemare i fusi quando metteva piede dove doveva andare, lagnandosi " E la cagnetta non fa il suo lavoro"

     "Abbiamo anche una meta molto particolare... la Miniera di Diamanti a Mirny in Russia dov e i clienti possono scavare da loro, a mano o con mezzi leggeri di massimo due kili, per seguire il brivido della caccia alle gemme... se si trova anche una scheggia, appartiene a chi l'ha trovata, la quota di accesso ve la faremo avere e alcuni sono andati anche con figli dai dieci anni in su, come particolare e speciale vacanza di un paio di giorni, con guida annessa per spiegare ogni elemento delle gemme e la cava a cielo aperto, ai metodi di estrzione e come si viveva quel lavoro... abbiamo avuto casi di genitori che invece di inviare i figli a centri specializzati di recupero o riassetto comportamentale, hanno scelto una nosra meta, tra cui la cava, proprio per passare del tempo insieme, impegnarsi in qualcosa, sfogare e raggiungere un risultato... ovviamento detta così non ha il suo valore, ma le assicuro che aiuta o è accattivante o intrigante per molti giovani, dalla prospettiva di trovare un tesoro al vincere sul genitore qualcosa che non riuscivano su altro..." disse lui ricordando le parole di Lia quando presentava questo suo progetto e altro, come le vecchie città western che avevano acquistato e rimessoa  nuovo come se fossero di un centinaio e passa di anni prima e dove si faceva vivere i clienti come all'epoca, dalle brocche con acqua la mattina per lavarsi, al cibo, alle facende quotidiane, con lavori annessi con cui impegnarsi e altre attività... con perfino alcune attrazioni come le rapine in banca, spettacoli ai saloon con abiti d'epoca e molto altro. QUando non vi eerano famiglie, eera presente anche la casa chiusa con fanciulle di Madame calate nella parte dell'epoca per i clienti soldi o accompagnati da amici o altro. E quando erano inclusi bambini, giovani e asolescenti di varie età o superiori, con conflitti o altro con le famiglie, con specialisti si accom,pagnavano i soggetti fino al moento di essere obbligati a aprlare e ascoltare l'altro e mettere le cose in chiaro, o come la cava, impegnati dietro certi tipi di persuasione a svolgere certe mansioni consdierate terapeutiche come allo Chateau e che puntavano ad aiutare i soggetti.
     
    "... certamente, le farò avere le informazioni per quando ci incontreremo per presentarle il nostro ventaglio di offerte e pacchetti per ogni esigenza, esclusivi ovviamente e non trovabili altrove... le mostrerò la nostra brochure  unica per ogni proposta della nostra agenzia, i nostri flyer .. si, i nostri forfait o pacchetti... si, certamente... perfetto..." continuò a dire al telefono, voltandoisi per finire la telefonata e scrivere a suo fratello di prendere appuntamenti e non dimenticarsene. Avrebbe avvisato anche Clarissa che stava nel suo ufficio porte prima, anche se avevano la brutta abitudine di non contattarla mai e restare aggiornati e Lia glielo diceva sempre, facendo casini. Clarissa e Lia si odiavano, e questa per ripicca non prestava servizio di assitenza e segretaria come doveva, non facendo da tramite se serviva e creando dimenticanze degli impegni... Dorde non voleva mandarla via, Clarissa era una vecchia amica, e anche ex amante, e laveva rimproverata di non voler accettare più comportamenti del genere. Doeva recepire tutti i resoconti, relazioni, estratti e ogni elementi da ogni Torre, Punto o parte del mondo e doveva essere la referente con tutti, seconda ai capoccia dell'organizzazione. mandava poi avisi o altro ai due fratelli, ai veterani e gli handler delle sezioni. Controllava che ogni cosa nell'uffcio dei fratelli fosse in ordine, tutto presente e al bisogno rifornire cosa mancava, veerificare che il bagno annesso funzionasse ogni mattina, altrimenti doveva chiamare qualcxuno come per ogni problema che riscontrava nelle stanze dell'enorme ufficio e via dicendo. Faceva da smistamento per molte cose, veerificava ogni tipologia di contatto, da quello via intertnet al fisico, inoltrava ai fratelli avvisi o altro che passavano da lei e altre mansioni, ma aveva la brutta abitudine di sdilinguirsi ancora per Dorde e fare più lavoro per lui che per Milan, e se non lo vedeva o sapeva che era allo Chateau, se ne stava nel suo ufficio, prima di quello di Dorde, senza uscirvi mai se non per andare in bagnoi, nelle cucine o avvisi di persona.
    E Lia e lei litigavano perchè se Dorde non avvisava Clarissa che cèra, poteva capitare che questa non controllasse l'ufficio del Capo e lui dimenticasse impegni, come era capitato. Lo scornamento tra le due non era a ferro e fuoco, ma si scontravano, quando Lia era ancora -viva-. Clarissa tendeva a preferire un fratello, sperare che ci fosse e avvisarlo di persona, e se Lia era nell'ufficio, doveva sorbirsi le sue moine mielose verso Dorde alzando gli occhi al cielo, urlando che aveva troppo diabete già di suo per tollerare altro e che il lavoro anche dal lato femminile originale, scarseggiav a parecchio.
    Clarissa di suo, ex militare ma voluta da Dorde come aiuto perchè stanca dellambiente e più propensa a lavori d'ufficio, ma avendo i picchi da femmina come diceva Lia attivati, peccava in molte cose. per lei cèra Dorde e basta, tutti gli altri, chi se ne fotteva, anche se i suoi compiti erano vitali! E se si scontrava con Lia, partivano le pugnalate.

    "ma chi sei, che cosa vuoi, tu non sei come me una militare, non hai esperienza, non sai fare niente e vieni da me a insegnarmi il mio lavoro...!"
    variava ma molto spesso era sempre questo che Clarissa rinfacciava a Lia e lei sorrideva invece di offendersi, segno che no l'aveva scalfita ome l'altra sperava

    "Figlia mia, io ho attestati e certificati validi in europa di segretaria, data enter, webmaster e webdesign, informatica da base ad esperta, da..."

    "anche io... quindi ...?"

    "Carina, puoi vantare tutti i pezzi di  carta che vuoi, ma se hai il picchio per un uomo che non ti calcola più, in poche parole non gli sei più bombabile o non ti filerebbe di striscio quando ti vede  se non che sei la segretaria, non è colpa di Milan o altri a cui tu non presti attenzioni o servizi come dovresti... cosa sei, come un uomo che ragiona con la vagina invece della testa...!?! Sveglia, donna!! Tu sei vitale per il loro lavoro e la gestione di questo posto, invece ti trinceri in quel'ufficio c on tanto di televione, ogni bella cosa come fosse un appartamento e aspetti solo che Dorde torni, altrimenti non ti si vede, non inoltri documenti e avvisi, segnalazioni importanti e pr giunta quei due non hanno, in tempo reale, il ritorno degli impegni e seli dimenticano... più volte ho dovuto IO renderli partecipi di cosa dovevano fare, perchè stanchi e non buttano occhio al telefono per la lista impegni... muovi le gambette per svolgere i tuoi compiti o pensi solo a quanto lo cavalcavi e basta?"

    E lì' partiva lo sclero dell'altrra, iniziando ad inveirle contro, a volte nell'ufficio stesso di Milan e Dorde in base a chi cèra. Lia distesa sul divanetto come sempre per lungo rilassata, e quella a sbraitarle contro, tuto c iò che pensava lei di Lia. Milan cerecava di fare da paciere e mandava via Clarissa, Dorde manco per niente, assisteva e basta, quando di solito era Milan che si dviertiiva ad osserv are le cose, gongolando, qualunque fossero. E Dorde una volta se ne uscì' dicendo che non aveva senso per lui intervenire per bazzecole che lei, Lia, poteva benissimo gestire da sola e che trovava fastidfiose le baggianate tra donne, seppur non era quello il caso, ma lo annoiavano, quindi aspettva che finissero.

    "E non dimentichi che per i suoi spostamenti, di qualsiasi genere, ofriamo soluzioni anche per situazioni speciali... Soluzioni di Logistica mettendo in contatto  oltre 220 paesi e territori in tutto il mondo. Forniamo servizi integrati e soluzioni su misura per la gestione e il trasporto di documenti, persone, ogni tipo di bene o altri speciali e merci. ...   Le auguro buona giornata..."  chudendo, sistmandosi alla scrivania finchè non alzò lo sguardo prima di mandare un messaggio al fratello perchè fosse lui a gestire poi il tutto, ma vide la porta del suo ufficio... socchiusa.
    Restò a corto di fiato un attimo, era chiusa prima, dopo che era entrato, e ora vedeva uno scorcio del corridoio dallo spiraglio.
    Fissò e tese le orecchie, finchè non avvertì qualcosa di strano da volerlo far voltare per ritrovarsi attaccato alla sua destra.

    "FRATELLOOOOOONEEE!!!"

    Kianta si era alzata con un balzo da dietro l'ampio schienale della poltrona, non quella ma un'altra, quella che avevano ricevuto era in une delle stanze che collegate all'ufficio dietro un'altra scrivania, e lo braccò al collo  stando con la pancia sul bracciolo e stringendolo con le braccia, ridendo contenta.

    "benedetta ragazza... che fai!! Da dove spunti!!!" fece impanicato Dorde  proiettato di lato verso sinistra, che temette di finire accappotato di lato con tutta la poltrona.

    "Che cè... oh, è quel giorno in cui sei mister Hyde..." fece lei  sospirando quasi triste, restando contro di lui ma più lenta nello stringere

    "EHI!! Non esiste alcun dottor Jekyll e signor Hyde!! Te lo ripeto!!" fece scontroso rimettendola dritta, chiedendole di avere contegno

    "Ma...!! Quando sei così è brutto!! Speravo di leggere con te scappando dal nasone...e invece oggi sei in modalità cattiva!!""

    "EHI!!" le fece voltandosi verso di lei incapace di scrivere ancora al fratello "primo!! non esiste alcuna modalità!! Secondo... che significa scappare dal nasone?"

    Kianta fece un sorrisetto e un'espressione da peste che se la rideva e poi disse "oggi ho guiardato le prove di quelli che imparano adesso a cavalacare e sentivo dire che a cavallo si deve avere un assetto idoneo non solo per il cavalieere ma il cav allo stesso, per preservare il suo di assetto psico-fisico muscolare e di movimento... e che al galoppo e simili, l'aereodinamicità cn la posizione del fantino è..."

    "Si... ho capito... quindi...?" fece lui sbuffando perchè il fratello, dopo il messaggio, non rispondeva ancora per confermare

    "... beh... ho seguito anche la gara di cicli... che cosa strana questa si seguire i sentieri in bici con gare e tutto di vario tipo per e intorno la montagna e... due parlavano e dicevano che era ssurda la stranezza di alcuni nel credere che nel nuoto come per il ciclismo l'aereodinamicità fosse data dai peli..."

    A quelle parole, Dorde si voltò verso di lei, che stava pancia contro bracciolo, ma drittya alla sua destra "come??"

    "Si... da cosa ho capito la gente indossa quelle tute da nuoto o ciclismo intere così che siano aereodinamici e che capelli e peli non fossero d'intrtalcio per ... millesimi di secondi, non ho capito.,... e che qualche tizio si rasava la testa apposta o metteva cufiette che li facevano sembrare dei membri vaganti e..."

    "Che cavolo di cose devo sentire..." fece Dorde schifato schiaffandosi una mano sulla faccia "cè ancora gente che pensa queste cose? lei aveva proprio ragione..." quasi sconfitto

    "boh... lo dicevano... comunque ho pensato all'aereodinamicità di quelle aiuto che avete nei garage di sotto e le uscite quando vi serve  o le portano nbello speciale coso che montano che... E' BELLISSSIMMOOO!!!" fece lei strafelice "quando le puliscono con la cera speciale dopo il colore e poi il colore... come quello di oggi!!! hanno spruzzato quella vernice con colori olografici microflake boh, come sdi chiamano, ultra mega sbrilluccicosa e ho messo la maschera grossa come nei film col filtro e i vetri ovali e..."

    "Aspetta... cosa?" fece Dorde tornando a seguirla e fissandola "cosè che hai detto?"

    "ho visto fare la mescola insieme  di diversi colori di vernice con quello strumen to che sembra lo sbattitore per la panna montata, per creare sfumature sorprendenti... hanno deciso di combinare tutti i colori che hanno! Il tipo speciale di vernice chiamata microflake conferisce all'auto una finitura straordinaria. Così diceva l'etichetta ma avevo quegli oblò della maschera e...la veernice quando lhanno messa in quella ampolla per poi spruzzare era trasparente ma pieeeeeena di queli cosi che sembravano, boh, glitter ma non erano proprio glitter e..."

    "...quale macchina? Non era in programma alcuna riverniciatura...." fece quasi sudando Dorde

    "hanno montato quel robo bianco grande grande come i gazebo pacchiani, e le stanno passando allo spruzzo..." fece lei candidamente indicando con un dito oltre la finestra

    Dorde restò a bocca aperta, prese subito il telefono sulla scrivania e chiese a Clarissa di collegarlo con la seziione garage. Alla risposta di qualcuno di servizio, iniziò a chiedere come un forsennato cosa era quella storia della riverniciatura..."

    "Leader... stiamo provvedendo agli ordini..."

    "QUALI ORDINI!! SU COSA!!!" urlando al telefono da tavolo in vivavoce mentre Kianta rideva. ormai sapeva che lui odiava quel tipo di telefono da tavolo perchè non ricordava mai come si rispondeva, se prenderlo in mano o pigiare i pulsanti e come si chiudeva. Era un modello speciale che usava poco e si impanicava nel ricordare cosa fare e per cosa.

    "... secondo le direttive, oggi dovevano essere ricolorate quattro auto più la mercedes pullman nera che è tornata con Lei ieri..."

    "Ma quali direttive... che auto sono e che verniciatura...??"

    "... eh... mi lasci prendere il prospetto della giornata... dunque è appena tornata una macchina, occupante indicato come Moon..." e Dorde comprese che suo fratello era appena tornato, quindi le loro auto in tutto erano quattro presenti, di cui due a testa e la pullman se con più persone o viaggi più lunghi per stare piuù comodi "... quindi in tutto nel prospetto dei lavori di manutenzione di oggi vi erano i controlli settimanali, è nominata anche l'aspersione delle fragranze... non ho capito!!"

    "Cosa...?"

    "... qui cè scritto... deve esserci un errore..."

    "COSA, PER DIO!!!"

    "...SI...si!!" fece quello disperato "qui indica che le fragranze sono diverse per ogni auto, uno di... zucchero filato... mah... gli altri... ascella pezzata, p-piede sudato, pesca di pancina e... pescianza d'uomo... non saprei che cosa significa..." disse cercando di pronunciare quelle parole che erano in italiano.

    Dorde restò come un idiota... sapeva che cosa indicavano. Ascella pezzata per lamentarsi degli uomini noncuranti di chi gli doveva star vicino, piede sudato delle condizioni degli spogliatori appena cambiavano scarpe e lasciavano nella zona apposita quelle da far lavare nella speciale lavatrice che avevano, con le targhette interne per sapere di chi erano, anche erano messe nell'enorme cestone di lavaggio dentro uno speciale sacchetto, e che accatastati diventavano l'inferno in terra.
    Pesca di pancina per quell'orrida pratica di molte donne analfabete funzionali per lei, da pensare che lavandosi durante il ciclo, questo si bloccava e quindi restavano per una settimana senza far niente per la propria igiene definendolo -odore di donna- e lei diceva -no, scema, nel tuo intimo cè morte e basta- facendo morire dalle risate anche Dorde oltre Milan.
    E l'ultimo era quello che diceva "sai, nel mio paese si chiama Palla Sudata... e credo di aver spiegato tutto...." quando bisticciava con gli uomini per la scarsa igiene, all'inizio.

    "Ditemi che non è vero....!! avete già provveduto a... quasiasi cosa ci sia scritto oltre il nome della procedura richiesta?"

    "no... sono acnora in fase di verniciatura..."

    "CHE VERNICE....!!!" fece d'impeto Dorde, iniziando ad avere i tremori di terrore

    "Ehm... qui dice... per la vettura detta pullman effetto... Pellicola di Vinile a caleiscopio, effetto pastelloso....  Iridescente e  laser, base argento bicromato con efeftti olografici pastello multicolore ... qui finisce con un appunto... come un'aurora boreale... non saprei..."

    "Ma che... " guardando come a rallentatore, voltandosi, Kianta che aveva  lo sguardo innocente,  senza capire e assiteva alla situazione "benedetta ragazza!!!... le altre... che macchine sono!!!" urlò di nuovo al telefno

    "Ah, tutte le mercedes, che Lei usa... la Classe S coupé, la versione Premium Plus mi embra, poi la GLE Coupé no nricordo se premium pro o plus, sa, io sono solo..."

    "non impporta, le altre....??"

    "S- si... qui è indicata solo la classe quindi leggo... la Classe C cabrio, e infine la Classe C station e come colorazioni abbiamo delle graduature con percentuali di colori diversi,  ma vista la prima, quando sono salito per portare la Cabrio per farla vereniciare...la finitura arcobaleno è sbalorditiva..."

    "COSA DICEEEE!!! Quale hanno fatto??"

    "Ne hanno ultimate due e stanno finendo la Pullman e..."

    "FERMI TUTTO!! LI BLOCCHI!! GLI SPARI SE SERVEEEE!!!" sbatacchianbdo il telefono cordless sulla base per chiuderlo incavolato invece di premere il pulsante "mi ha fregato!!! Ha impostato delle cose assurde sulle macchine, le nostre macchine dal costo di centimila euro l'una,  come ripicca!! Io la ammazzo... anche se è già andata!!!" fece adirato alzandosi di botto e correndo alla porta, voltandosi a fissare Kianta che ancora non capiv a e intimandole di stare ferma e buona là dentro.

    mezz'ora dopo

    "...è ASSURDO!!"  si sentì di colpo nel corridoio e Kianta seduta nella poltrona, con un libro di Dorde in mano, alzò la tsta e vide la porta aprirsi con lui furente "Ah, è qui... si è qui... no tu vacci dopo, per ora è con me... SI, si, poi ne parliamo in camera..." chiudendo la chiamata e fissando lei dietro la scrivania, a scrutarlo come in attesa di qualcosa con faccia d'angelo.

    "Tua madre...!!" proruppe "TUA MADRE ci ha fatto uno scherzo che...MMMMHH!" fece lui portandosi il dorso della manosulla bocca,  con cui teneva il celulare, per non dire altro

    "..." chinando il capo verso il libro "non è mia madre... tu e tuo fratello, Dorde, siete ancora convinti che debba essere mia madre..."

    Dorde strinse le labbra e cercò di calmarsi. Due auto parevano una palette trucco e make up per occhi da donna da cinquantamila colori. Avevano la base originale nera o blu notte originale, con quella vernice trsparente sopra  tempestata di glitter o simili iridescenti, che uscndola dalla zona asciugatura e muovendole al sole, sembravano non macchine per persone di un certo livello ma da rapper fuori di testa, lampeggiando di mille colori come una palla stroboscopica. La mercedes pullman con cui era uscito con lei alcune volte, o meglio si era imbucata e lui riportava perchè entrava nell'Aerol non voleva lasciarla altrove, sembrava  un'aurora boreale passando da grigio perla di Haiti metalizzata AD ARGENTO OLOGRAFICO PASTELLO BOREALE!!

    E aveva fatto intstallare degli accessori alle marmitte per cui appena si sgasava, partivano fischietti e robe assurde da far venire un infarto!!
    Non voleva pensarci, aveva salvato la terza per un terzo della carrozzeria e il prospetto settimanale riportava le sue magagne per fare uno scherzo a chi, lui non lo sapeva. A Milan? o a lui stesso!?

    Tornò a fissare Kianta, che alzò la testa con gli occhioni grandi e sguardo innocente e le si avvicinò controllando che combinava. Lei pareva fare meno magnane e se si, solo perchè non pensava fossero pasticci, ma le combinava anche lei. Anzi, gli venne un pensiero.

    "Cosè che stavi  dicendo di nasone!?"

    la fece scende dalla poltrona e lei prima lo fissò come un bambino che aspettava di avere attenzione mentre l'adulto si sedeva e poi a sorpresa, gli si mise sulle gambe con un saltello, voltandosi prima di schiesa e avendo il petto di lui alla sua destra. Dorde sussultò sorporeso e la rimproverò.

    "Ma...." fece lei cme in colpa "mi fai sempre mettere così, in questo modo ti viene facile leggere con me i libri... oggi che sei Hyde non ti va? Ho sbagliato?!" fece tristemente e come incredula.

    MILAN!!! pensò Dorde sospirando.

    "Ok, resta... cosa stavi facendo da sola"

    "leggevo questo..." gli disse, mettendo un dito tta le pagine e mostrandogli la copertina. Era un libro su Platone e i suoi miti, di più sulla caveerna e approfondimenti sui suoi pensieri a cura di un professore importante e rilegatrura di qualità.

    "E come lo hai preso?" dopo aver osservato cdove era sistemato

    "..." Kianta alzò solo gli occhi davanti a sè come a soppesare qualcosa e tentò di dire qualcosa ma Dorde la fermò.

    "Sincerità, ragazza...!!" e lei col broncio sospirò

    "So che non ci arriverei normalmente, così non sapendo come sbloccare quella scala della libreria infilata di lato con dei ganci ho... aperto il cassetto in basso, nella fascia di sotto dei cassetti e..."

    "Ti sei messa in bilico sul cassetto aperto, sul bordo....? Ma potevi farti male o rovinare..." vedendola col broncio ma colpevole"...ok... lascia stare... prima dimmi la questione di nasone..." nomignolo che usavano per capire che parlavano di Alaric

    "Si è arrabbiato e ha cercato di inseguirmi per picchiarmi perchè gli ho chiesto se lui fosse bravo come cavallerizzo per l'aereodinamicità...."

    "E... in che modo, scusa? Che significa che voleva picchiarti!?" osservandola a pochi centrimentri avendola sulle cosce seduta, con la schiena verso le librerie ai suoi lati

    "... hm... ho chiesto quando avevo la maschera buffa da calamità stratosferiche..."

    "...questo tuo modo di dire le cose.... chi è che ti ha portata a vedere le auto nella sezione..."

    "Lubo!" fece lei candidamente e Dorde restò senza parole. negli ultimi tempi aveva notato uno strano fare tra Lia e Lubo come qualcosa che stessero architettando e a questi, lei aveva chiesto se, nonostante qualcosa che lo rendesse arrabbiato con lei, lui potesse salutarla quel giorno del test. La cosa strana che Dorde colse fu quello, perchè Lia doveva dire a Lubo -So che per tante cose e cosa sai, portresti non essere felice di me, ma rispetto a jd e altri che non vogliono assistere ma salutarmi a colazione e basta, svanendo, tu, cosa deciderai...?-, detto la mattina che tornò da quella cosa che aveva combinato a Parigi per far beccare in castagna un abusatore seriale. " E poi mi ha accompagnata a vedere l'addestramento a cavallo dei nuovi e sentendo quelle cose sui peli, ho chiesto sull'aereodinamicità e mi è stato detto delle macchine e le loro forme, e che le forme erano importanti come la posizione del fantino sul cavallo per le corse. E così ho guardato per caso Alaric che urlava come sempre e ho notato he rispetto gli altri aveva una faccia... aereodinamica. Così sono adnata da lui vicino e gli ho chiesto se era un bravo cavallerizzo per la sua aerodinamicità e quando ha chiesto che volessi dire, gli ho detto che guardando le facce di quelli presenti che erano dritti, lui aveva una forma del viso, col suo naso e emnto  bulbosi di profilo, aerodinamica..."

    Dorde chiusi gli occhi tirando un sospiro di frustrazione.

    "E poi lui mi ha guardata male, aveva la faccia come congestionata e ha alzato il frustino per picchiarmi e quando sono scappata via perchè parevas volerlo fare, mi ha inseguita un pezzo e mi sono nascosta..."

    "non voglio sapere... so già che nascerà un casino... dovrei farti vedere alcune cose per capire quando non giocare e quando evitare di essere troppo sinceri... mi sembra di vedere il Ragazzo che soffia bolle di sapone di Dujardin , allegoria in ritratto sulla transitorietà e la brevità della vita...parliamo di altro.."

    "perchè nel cassetto tieni un documento scritto da me?"

    "Di  che parli..."

    "Lì, nel cassetto che ho aperto ho visto dei fogli con la mia scrittura..."

    "Calligrafia..."

    "Calligrafia... non ricordavo di averli scritti e li ho letti. Dice che è un testamento olografo e scorrendo le pagine ho visto che parlava di tante cose tristi e si lamentava con qualcuno.... ECCO" mostrandogli i fogli su un angolo della scrivania che lui non aveva ancora notato.

     -avete raggiunto un livello così basso, degrante e orribile anxche su voi stessi, urlando in un mio sfogo di non aver avuto una vita, che fossi io e solo io la colpevole delle mie disgrazie. Con vostre esatte parole, E' colpa tua se sei finita così!... Il male che ho subito non ha eguali su cosa mi avete detto e fatto prima e ancora mi avete rotta e portato alla morte nell'anima... ma il corpo non intened cedere. Mi obbliga a restare mentre ci osno persone meritevoli di continuare che muoino, e io osservo e cerco di pensare a quando morirò, ma tremo alle conseguenze in forma di sofferenza, per cosa farò. Non mi avete insegnato nulla, se non odiare, tenere le persone lontane, non fidarmi di nessuno tranne i parenti perchè il sangue era lunica cosa, quando io vedevo il marcio in loro e non aiutavano in niente. Tutti eerano avversi, altro che parenti. Non ho avuto modo di essere felice, mi avete tolto tante cose. Non mi davate paghetta e qualcosa per sfogare qualche sfizio e cosa mi piaceva, imparando come utilizzarlo come tutti. Non potevo usare niente di ciò per comprare quel cibo che non intendevate mangiare. Se no n scatolette, roba surgelata, formaggio e salumi incartati e roba ecomica di prima necessità e basta, senza ricette ne cibi buoni o prnzi della domenica. Da disperazione!! Facevate pure figure barbine con i parenti quando dovevate per forza invitarli presentando cibo da vergogna e limitando tutto, e quando loro i giorni dopo vi portavano dolci e fette di torta dicendo che una festa senza dolci era triste, fascendovi la siringata non facevate una piega ma anzi vi incazzavate offesi dellaffronto. Come per i miei compleanni. Sono stati tutti, finchè no navete smesso, un supplizio, un dispiacere sia peer quei parenti vergognosi a partire dai loro non regali che come si comprtavano e voi che mettevano lo stringato in tavola e tutto faceva pure schifo. Alle mie richieste di non impazzire chiedendo qualcosa di buono ma pure malrovesci alle mie lamentele. Ai soldi che non ho mai visto e ne avrò che dite sempre conservati  ma di cui non so nulla, alle occasioni di trovare amici e passare del tempo lontano da voi... le tre volte con Rò con la scusa dei colleghi che si vedevano la sera, avete uscito tante di quelle urla, lamentele e lagne che ho smesso. Non sono uscita mai più e ho vegetato mentre snetivo la vita degli altri là fuori... ma a voi andava bene, mentre mi spegnevo... Rimproveravate chi dovevo raggiungere per la sera,  che loro non avevano niente da fare, che cosa devono fare a trovarsi la sera se di giorno ci vedevamo, chi era quella gente che sprecava tempo fuori casa invitando anche me, c he gentalglia, che merde, che... e altre e altre lagne facendomi sentire pure colpevole di niente con i vostri sguardi indagatori e allusioni su cosa avessi fatto. E le volte che volevo uscire per partecipare a corsi e altro la sera della palestra ma mi avete proibito la macchina perchè sera, di andarci a piedi come volevo e di accompagnarvi, perchè scassavo e non si esce tranne andare dai nnnni e feste religiose la sera. E piansi, perchè se facevo davvero come volevo, il casino lo so io, come e quanto aarebbe stato per giorni. Riuscivate per giorni a gettarmi solo una cosa indosso!! Se uscivo mi rimproveravate di cendo -che cosa devi comprare, che soldi devi sprecare- o al ritorno che segreti avevo fatto e non detto. Come se una adulta non potesse avere segreti, così come i cassetti che controllavate e vi trov avo nella cameretta del pc con i cassetti aperti a controllare cosa c èra dentro, prendendo scusa della penna per scrivere o altro. A come mi avete aggredita verbalmente ma alnche con le mani o le scarpe solo perchè volevo dei diritti o perchè, solo, non comprendevo quklcosa dello studiuo e mi si picchiava. Degli improperi perchè no nvolevo vestirmi con quello schifo che compravate per me che non mi piaceva e andava, e di come dicevate che potessi diventarte una zoccola e simili se andavo via di casa o facevo quello che volevo. Sbritavate che facevo cosa volevo, quando ero chusa in quattro mura a fare niente perchpè mi volevate con voi, senza soldi, senza prospettive per la malattia, senza amici e senza uscire con nessuno, perchè l casa era vostra e io disturbavo o non sapevatre che facevo... e potrei continuare. La vita con voi è stata umiliante e degradante per varie cose, mi avete fatta sentire niente e incapace di tutto paragonandomi aglialtri, quando avevo bisogno di un adulto non cèra nessuno, anzi se gli altri aprivano bocca anche con cose non vere e senza sentire la mia campana, erano pure botte. E ancora, se io non avessi avuto il vostro sangue, sarei stata merda e schifo come tutte le altre pesone che tenevate lontane. Per i parenti io non potevo uscire e comprare qualcosa che riportavano, non potevo affidarmi a nessuno perchè comprasse per me e le cose che facevano erano da prenderli a pedate in bocca... invece voi li trattavate coi guanti e ame a schiaffi e urla. Per le vostre stronzate sull'eduzione mi hanno messo tutti i piedi in testa, trattandomi da niente e come spazzatura, elevando chi non meritava... i terrori dei giudizi e odio come mi avete mostrato tutta la vita, impedendomi di scappare via prima che fossi malata e incapace , con le idee che quelle che scappavano o andavano lontano erano poco di buono, prostitute, che potevano solo darla se lontano dalla famiglia, che non valevano più nietne e immeritevoli di cose che ... quelle paure, mi hanno portata a tornare dal viaggio con ZAy, mettendo fine a tutto. Non sono stata più capace perchè senza neanche i soldi per un biglietto per qualcosa, di dire basta e andar via. Cercare una ngolo di pace lontano dal vostro ambiente malsano fatto di odio, urla, comportamenti vergognosi anche nei negozi da far cadere la faccia a terra, giudizi sulal gente ma come se tutta l'erba fosse uguale, a... non avevo un luogo dove andare, un posto dove stare e prime idee su cosa fare essendo malata. Io, non ho vissuto. Io che avevo sperato nel mondo, il mondo mi voltò le spalle, tutto... e quando dissi ciò a Zay e Ric, inece di capire, mi rimroverarono con quel messaggio vergognoso senza capire me e cosa intendevo. Non volevo chissà cosa come vogliono tutti, mi sarei sudata tutto avendo magari solo gentilezza, fiducia, una mano a indicare un posto e un'accettazione mai avuta, e un inizio e... ma non serve più a neinte continuare. Per me tutto è finito dal momento che ho capito che chiuso con Zay e Ric, per me cèra solo il niente. Come si è visto. Mi avete tolto dignità e tutto ma senza volerlo capire e morirò, sapendo che non capirete niente di quando ho detto in queste pagine e cosa sentivo e provavo, e...SE DAVVERO IO AVESSI FATTO COSA VOLEVO, COME LORO MI URLAVANO OFFENDENDOMI SOLO PER FARMI UNA POSTEPAY, ANDARE DA SOLA DA QUALCHE PARTE, USCIRE QUELE 3 VOLTE CON Rò E POI MAI PIù PERCHè URLAVANO E PICCOLE COSE NORMALI, ADESSO IO SAREI UNA PERSONA. QUALCOSA E NON UN NIENTE!! i rimproveri le accuse, i trattatemi da schifo che mi veniva da piangere e deisderare la morte istantanea non è mai interessato a nessuno, così come mi snetivo per una vita fallata per colpa di altri e alal fine ho subito solo io. Fino all'ultimo momento con voi è stato solo dispiaceri e sofferenza, non cèra niente di famiglia, di calore, di affetto ne altro, non come lo desideravo IO, ma come lo vedevate VOI e per me non è era NIENTE di ciò di cui avevo bisogno. Cosa desideravo, io non l'ho avuto e spero di morire presto perchè non reggo più!!"

    "..." Dorde osservò verso il cassetto. Non sapeva che suo fratello aveva conservato una copia del testamento intero, quello più lungo in cui aveva inchiostrato ogni cosa in lei. Quello che avevano inserito nella borsa era sia testamento biologico che quello per le ultime volontà per i suoi oggetti, che voleva andassero a Zay e Ric, e non avendo soldi perchè se ne occupasse un legale, aveva voluto giocare di nuovo con il fato. I suoi, se morta, avrebbero spedito tutto a loro due dopo averli contattati? bella domanda. "... è un documento di tua madre contro i suoi..."

    "... smettila con questa madre... e non intendo chisamarti papà come mi chiedesti giorni fa..."

    "Ma io..." fece Dorde per dire -ma quando- poi strinse i denti e urlò nella mente MILAN!

    "E'... da rabbrividire l'idea di chiamarti papà... e lei no nera mia madre..."

    "a parte il fatto che non devi chiamarmi papa  o padre o altro... ma la figura del padre non è quella edl procreatore e basta. Il Padre è qualcuno che insegna, alleva e conduce per mano e insegnamenti qualcuno per..."

    "lo so... ma ogni volta che mi abbracci dicendomi -la mia bambina, la mia bella figlia- mi vengono i brividi..." fece lei piccata

    "Non dirlo a me..." fece Dorde rbbrividendo davvero a sentire cosa pensava il fratello di Kianta "Ascolta, sorvolando questo..."

    "Mi spieghi perchè sembri sempore sfuggente e triste!?" gli fece preoccupata fissandolo e Dorde restò a guardarla senza capire "ci sono volte c he non mi guardi, e altre dove... non lo sembra quasi che tu non voglia vedermi... o..."

    "non è nulla..." cambiando discorso e proiettando latenzione verso il computer alla sua sinistra, mentre Kianta era sedutas con il bracio destro contro il suo petto, voltata solo con la testa verso di lui, e quando gli vide una smorfia non guardandola, allungò le dita per toccargli la faccia, facendlo sorprendere

    "Sembri triste... " toccandogli una guancia ma lui gliela tolse chiedendole di non farlo più "perchè...? hai quello sguardo che..."

    "Tu... non ricordi nulla?" fece quasi arrabbiato seppur non volesse e poi vedendola incassare un pò il collo per il suo scatto, rispose gentile "scusa... tu... io te l'ho detto quel giorno! Vedendoti... Tu ... sei sempre lei gardandoti ma... nello stesso tempo, non sei lei. Sei una persona separata. Il modo in cui tu le assomigli è quello che no riesco proprio a superare, non lo sopporto... perchè avrei preferito che non morisse, invece di lasciare una figlia identica a lei eppure che non è lei. " prendendole con la sinistra il mento con gentilezza e portandosi la testa contro la sua, fronte con fronte "Si lamentava sempre di come nessuno ascoltasse il suo dolore... di come le sembrava che nei suoi sfoghi, che le servivano lo so per buttare fuori tutto, nessuno la sentisse e capisse...  certe crisi erano soltanto il segno di qualcosa dentro che doveva uscire...della solitudine che aveva provato prima, non persona fra persone che la alontanavano quando vedevano che non era come  la -normalità-, di come cercassero tutti di cambiarla a loro gusto...  e io ho peccato! Peccato di aver fatto lo stesso, portandola ad andarsene... a volte mi viene da pensare che fosse stupida a lasciare tutto perchè non riusciva a stare in un posto e tra la gente!! Pensavo che abituato al mio stile di vita fosse lei in errore..." battendo lievissimamente la sua fronte contro quella di Kianta, la quale aveva gli occhi aperti a guardare ma lui chiusi, sentendo sul mento il calore della sua mano ancora lì "...combinava sempre di tutto, come oggi, ma dopo la frustrazione della situazione iniziale... non riesco a non ridere dei suoi pasticci o scioperi o comportamenti, per lanciare un messaggio muto, ma nei fatti...  e risi, come chi molto ha pianto..."

    "Cosa..." fece lei senza capire, ma Dorde la avvolse tra le braccia, ma con la testa sotto il mento di lei, portandola ad alzare la testa sorpresa

    "ogni volta che commentavo con lei il sogno di tutti e tre di avere un mondo giusto e Umano, lei diceva -Dorde, immaginati con qualcuno e guardando le stelle tu commentassi... -quella stella è davvero bella, mi piacerebbe tanto riuscire a toccarla-. Se fossi da solo, resteresti quaggiù, ad allungare le dita verso i l cielo come se dovessero andsare oltre di esso, verso quella stella...  ma se fossi con qualcuno, di amico, seppur non potendoti portare lassù a toccare quella vera, ti edirebbe -che ci vuole, vieni con me-... ti porterebbe a un lago o uno specchio d'acqua calma e ti farebbe sedere su una barchetta per giungere al centro dello specchio sotto di voi, e ti direbbe -ora allunga la mano e tocca la stella, seppur non quella, proprio quella, è il suo riflesso raggiungibile da dove siamo noi... che significa?!- e da lì compresi anche sulla solitudine... e le persone accanto... io e Milan eravamo rimasti soli per evitate persone che potessero farci del male, toglierci tutto, procurarci dolore... e pensavamo di stare bene... creedvamo nel sogno!! Cercavamo i raggiungerlo come quella storia con la stella... ma con una persona vicino che ci conduicesse a qualcosa di bello uguale... e si può toccare cosa ci dà dei momenti importanti... riassunta è questa... quella stella sfiorata sul pelo d'cqua era un istante donato da qualcuno e qualcosa di più tangibile di un sogno lontano anni luce... diceva sempre che sentiva qualcosa che non conosceva ma come una bolla, coe un ricordo che però non poteva avere e Milan le diceva che poteva essere un ricordo di epoche lontane o la peersona speciale che non ha incontrato e ricordava....  lei rispondeva che qualsiasi cosa fosse, era orrenda. Lei non sapeva se e come provare certe cose, provava un grosso dolore al petto cme una mancanza di cui non aveva conoscenza, e diceva che per lei era meglio vivere qualcosa e ricordare quello che ciò che mancava ma senza era stato vissuto nell'attuale..."

    "..." sentendolo passare le mani aperte sulla sua scchiena come senza che lui se ne accorgesse, con la testa di  Dorde contro la sua spalla

    "Diceva che ogni minuto del proprio tempo, era qualcosa che non tornava, restava solo il rimpianto di aver perso sezioni di quel nostro tempo e basta. Che si sentiva frustrata a rispondere sempre sempre -sto bene, grazie- quando era impossibile e senza senso spiegare come si stava veramente alle persone. Ma tra noi tre lo facevamo, di dire cosa sentivamo e provavamo veramente...  ed è da allora che io e mio fratello ci sisamo resi conto della vita che avevamo prima. proseguivamo occhiando davanti il sogno o desiderio di cambiare il mondo dopo millenni di schifo, senza vedere il ninete che avevamo attorno.  Come quella storia delle stelle, ci diceva sempre quando cercavamo soluzioni facili o fatti da altro, invece di pensare a ciò che non si può  fare con ciò che si ha, a osservare bene e coglier cosa si può fare grazie a quello che si ha... ogni volta reinventava o cercava di fare altre cose da cosa cèra a disposizione. De una cosa pareva banale, spingeva a cogliere ben oltre l'apparenza. Ci diceva -voi due siete pi intelligenti e perspicaci di me ma pasciati come gatti, il cui unico obiettivo era farsi venerare, avere riparo, cibo e prosperare fino a stirare le zampette il più tardi possibile. E non vedetre come cose che avete davanti siamo mille volte meglio del resto. In qualuqnue tipo di tempo, da crisi a normale a qualche difficoltà all'orizonte non importa, gli intellitgenti cercano soluzioni, gli imbeccili mano ferme a cercare colpevoli. Voi siete ben più di me ma in due... ma cercate solo le cose alla carta facili... e non vedete il vuoto al vostro fianco. So bene di essere anche io come lei si defniva, un miscuglio di difetti cuciti assieme da buone intenzione e ho sbagliato con lei, come con mio fratello...  ogni volta che non pensavo di aver commesso un errore , diceva che lei perdonava l'errore, non la cattiveria, al massimo lei si incazzava dei continu, impilati e altro ... E si lasmentava dicendo che alla fine, ogni volta, a metterci l'anima era solo lei...  e mi dispiace di come si sentisse anche qui. E quel giorno che se ne andò mi disse solo -cè un punto in cui da lì in poi è solo ed inesorabilmente troppo tardi. Puoi dire adesso che ti dispiace ma le cose sono andate così... per sempre, tu sarai sempre e cominque  in fondo all'anima, qui, come tuo fratello, così che neanche il tempo ci può separare...  ma ciò che sto facendo è ciò che ho scelto di fare e ciò che voglio fare...- e mi sentì colpevole!!"

    "..." sentendosi sempre più portata dalle sue mani sulla schiena contrno di lui, strettissimi

    "Ogni volta che scherzavamo sugli uomini diceva sempre che non poteva insegnare neinte a nessuno, lei non era persona che potesse farlo o non avrebbe odiato i bambini o figliare, ma poteva dare una cosa importante! POteva farli pensare!! O con me che mi bacchettava e poi mi dieva -sei una di quelle persone che sebbene non vuole capire... i miei capivano solo cosa volevano capire ed è per questo che con te non smetterò di parlare... con loro era meglio smettere di farlo perchè è inutile ragionare con chi ha la convinzione di avere sempre ragione. ma tu... Tu invece sei stato portato a seguire la convinzione degli altri ma alla fine stai sempre con noi e stai tornando te!!- . E non so perchè mi veniva sempre da ridere a queste sue uscite ma ho peccato lo stesso! Diceva che le persone prima di averne un'altra, dovevano meritarla. E a ncora di più averla tutta.  Mi sono  chiesto se cèra, qualcuno che meritava di restarle al fianco. Quando parlava di se stessa, qulla dentro di sè, diceva sempore che alla lunga una persona accanto ti rialza, ti valorizza, ha in te fede, fiducia, e..."

    "..." ascoltando ma si sentiva bene ad essere abbracciata e stretta

    "credevo di comportarmi sempre nel modo migliore, additavo mio fratello di essere troppo frivolo e sempliciotto in ogni sua cosa... ma con l'atteggiamento di Lia sincero e chiaro, ho compreso molte cose, anche con le persone con cui avevo contatti, da generale agli altri. E ho iniziato a vederli diversamente, perhè ero io che li modellavo in un modo e non notavo che è più di un consocere qualcuno. E lia mi rinfacciava -non confondere mai il carattere con l'atteggiamento, il mio carattere dipende da me, l'attegiamento che vedi in me, dipende da te...- e ora inizio a capire. Anche con mio fratello, quante me ne diceva prima di scoprire... e non so se e quante volte dirò mi dispiace,  anche a lui, per come credevo di esseere e pensare. Diceva sempre a difesa di mio fratello -Ascolta, essere gentili non significa automaticasmente essere scemi e frivoli, vedere qualcuno allegro non indica che non abbia problemi, e vederli educati nel modo giusto come fessi da sfruttare- e mi sono sentito in colpa quando passavo del tempo con lei e mi rimproverava di essere duro con lui... e poi quando le dicevo, quando parlava edl suo passato che a perdere persone importanti non era lei, che si sbagliava. Se pensava di aver perso persone importanti per i loro sbagli, come Zay e Ric e no nsapeva su Rò, doveva rendersi contro che erano loro ad aver perso... non lei. E ora, sono io a dovermi dire questa cosa, così è per mio fratello!! Avevamo una sorella e lei due fratelli, eravamo fratelli veri legati davveero, non dal mero sangue, ma ci siamo fatti sfuggire le cose negative per come eravamo prima, e lei se ne è andata... e ora, ricordo l'ultima discussione di quel giorno prima di andarsene, offesa a causa mia e quando disse che era uno spreco di tempo enorme, continuare ad aspettarsi qualcosa da chi aveva già dimostrato di non avere nulla da dare... ma poi mi sorrise e mi disse abbracciandomi che no valeva per me. Alal fine, disse che le avevo dato più di quanto si potesse aspettare e mi sentii in colpa due volte...  e mi disse che era felice di aver avuto il mio tempo e come per altri, che mi aveva ascoltato. ma no nsolo i me, ma di ogni cosa che le raccontavo e consocevo... e diceva -a me non interessa per neinte sentirmi intelligente ascoltando dei cretini che parlano passando per la so tutto io... sono felice a sentirmi stupida e pronta a inzupparmi di conoscenza ascoltando una persona eccelsa che parla... e con te ho conosciuito così' tanto sulla vita militare, l'economia, la finanza, la politica e via dicendo che anche i nostri giochi che mi hai permesso di giocare per la prima volta come battaglia navale, scacchi, monopoly e il forza 4 con la fisica, pure quello...quanti giochi da tavolo e logica abbiamo fatto e discusso e appreso... eri come pochi youtuber capace di prendere un qualcosa e trasformarlo in una lezione e spiegazione trasmettendo cosa sapevi, quelli si valgono nel web... e io mi sono sentita più ricca, anche per essere al tuo fianco... dal tuo tempo alle tue conoscenze condivise con me... ed è tempo che tu comprenda ciò e ti erchi nuovi persone con cui fare lo stesso... che siano felici anche solo con un pezzo di pizza nella tua stanza come fosse un appuntamento al ristorante... era questo che dicevo a Rò e desieravo, mi bastava anche solo quello, quando si lametnava della sua ragazza c he voleva essere portata qua e là, pagando lui che aveva problemi col lavoro e si preoccupava di non sapere come lasciare per quelle ore i gentori malati che stavano poco bene e... e io desideravo invece qualcosa che gli altri avevano ma 3 volte di più, e non capivano... come gli dissi, sarebbe stato carino restando in casa, non faceva differenza,  ma nella sua stanza preparare una cena per lui e lei e non importa dove si è, cèra di più per sentirsi come in un ristorante di pregio e altro e... ma mi trattò come una scema, mi aggredì per telefono,  come sempre.. era impensabile per lui e compresio che non parlava del tempo insieme, di mometni a mangiare qwualcosa in un luogo solo per loro... cèra altro e io... allepoa credevo che fosse giusto che mi sentissi sbaglaita io... ora io ti dico, fregatene delle convenzioni e t e vivendo qualcosa di meglio di un ristorante o... tutto... schifoso sesso!!...  basta un angolo, solo un posticino e le peersone giuste e anche solo una pizza e delle birre, e sarà come essere al SAvoia o nei ristoranti e posti dove paghi l'apparire ma non vivi niente..."

    "..." divenendo dubbiosa su cosa cosa stesse divendo

    "... e disse -vorrei solo prima che vada via che tu, rispetto i miei, comprenda cosa volessi sempre dirti e perchè pensare che restare da soli sia meglio...solo per quelli come va, bene, non per te... da amica, ti dico chew è ora che tu rimetta piede nel mondo... io lo sono rimasta per mia scelta, anche perchè non avevo nessuna altra opzione. Rò o altri come lui che avrebbero avuto solo quella cosa e poi lo so, io non valevo più... zay e ric, solo online eera uno schifo lo stesso e dopo cosa scrissero senza capire gli errori dissi basta... le persone intorno a me non meritavano niente, avevo pure dato troppo... ma tu, tu che ti sentivi grande con la tua posizione e la tua vita, e tutto... come tuo fratello... potete continuare quella vita ma vedere che il mondo può esseere vissuto come la vita in modi diversi e racogliendo in sè tanto da conservare... la cosa triste degli anziani lasciati soli è che sono soli e moriranno soli o peggio negli ospizi trattati malissimo, ma alla fine se ne vanno ricordando le cose che hanno vissuto davveero e cosa avvano di qualcuno di caro, e si peerdono in essi... come fu per Lei, alla morte, nella sua ultima dissociazione si vide, morendo, con Lui andar via insieme nell'oscurità e nella versione su carta, riaprire gli occhi nel mondo che aevva creato con lui, come all'izinio e pensare che per lei fosse un dono... le bastava che fosse con lui, che lo scopo di qauel posto fosse andato come sperava ma era solo dentro di lei... lui non era lì, quel mondo era ciò che vide mentre moriva... anche se lui non ricordava, erano di nuovo insieme nel mondo che lei aveva creato per entrabi e le andava bene riporendere dall'inizio ma ... rea solo dissociazione... e io lo so bene, cosa significa tornare da quei mondi e portarmi dietro frammenti di cosa provava l'altra e... non poteva... perchè io, inece, non avevo niente e cadevo nella disperzione... ma tu, vivi e vedi le cose come ti hoi detto di fare...- e fu una delle ultime cose ci scambiammo prima di sedersi là sopra... e quando ti sei svegliata tu, ho capito che tornare indietro... era impossibile... avevo commesso edgli errori e spinto per gli stessi sbagli edgli altri, quella persona ad andarsene perchè non trovava nenache qui quella pace che le sarebbe bastata per decidere di continuare... vessata dagli altri, giudicata per le apparenze, considerata come non era e tuto ciòl che le è stato detto e fatto... ho commesso tanti errori e ora posso solo ritrovarmi in questo posto sentendo la solitudine che provava lei...

    "..."

     "ogni volta che tornavo cèra lei che mi faceva gli agguati, si nascondeva da qualche partei e mi saltava addosso per abbracciarmi urlando -sei tornato- e così faceva con mio fratello. Doveva sempre saltellarmi intorno quando qualcosa la rendeva euforia o le cose che mi portava, e mi diceva -dono per te, segno di amici- e chiedeva sempre se avessi cinque minuti liberi... Mi lasciava biglietti e disegni qui o nella mia stanza, pure sul tavolo da pranzo di sotto, o mi mandava sul cell foto e commenti assurdi su cosa combinav a e mi apprestavo, quando tornavo, ad affrontare chissà cosa...  eppure poi ridevo e ridevo, perchè era troppo divertente nei commenti o modi di fare... o si imponeva e si presentava in scenografici elementi d'impressione nel suo modo
    di fare da teatrini seppur fossero uno sfogo elegante... quando mi tirava per un braccio dicendomi di non essere tirato e serio come un palo ma di partecipare a cosa lei  e mio fratello combinavano, alle festicciole tra loro volendomi con loro, alle rappresentazioni nei teatri pubblici o privati con abiti a tema e mi diceva di spprofittare di ogni cosa ove potevo celarmi e vivere... di quando eravamo noi o noi tre da qualche parte se con maschere, e adocchiava qualcuna interessante come carattere e testa, e mi spingeva per andarla a conoscere dicendomi con mini saltelli sul posto di spicciarmi o qualche scemo andava a segno rispetto a me... quando mi prendeva in giro e si metteva sul mio letto a sbeffeggiare i materassi di piume, o quando mio fratello per andare in bagno doveva passare davanti il mio letto e Lia  stava lì a leggere aspettando che passasse, o arrivassi io, per fare commenti sulla stupidaggine delle stanze in successione e dover vedere la gente sui letti per andare in bagno... quando voleva passare edl tempo con noi o pranzare o cenare qui o nelle stanze giù e sembrava semre di essere a una piccola festa.... e ora tutto sembra così vuoto e silenzioso, anche a causa mia... perfino Alaric è buono e calmo tranne quando si continuano a mantenere e regole e divieti, i vetrani sono tornati a fare come prima come gruppetto isolato seppur in buoni rapporti ocn lgi uomini ma qualcosa di diverso cè, senza di lei che spingeva ad aggregarsi... e ora che avevo preso in mano questo lavoro e mi sto impegnando, dopo quanto ci aveva pungolati e spronati, mi sembra un mortorio..."

    "...mi dispiace..." fece lei in un soffio

    "..." dopo un sospiro la scostò e la fissò tenendole le mani intono le braccia "chiunque altro direbbe solo vedendoti che sei sempre lei, come è accadut quando mio... quando ti ho fatta vestire da Lei perchè la sostituissi... non so come, ma non si sono accorti della differenza, che non sei pungente e malefica quando giocavi, ... quella volta che mostrò i suoi due lati... era partita in una discussione sui nstri piani su cosa fare per lei  nei suoi vari compiti e iniziò il suo commento con un sorriso gentile e quasi dolce nei modi di fare... e poi dopo aveerci pensato un attimo sfoderò uno dei suoi ghigni perfidi da strega e mi mise davanti un foglio di carta e penna. Eravamo in uno dei salottini di giù che usiamo noi, non per gli ospiti, dove cèra la finestra a bovindo verso il giardino interno dove leggeva sempre, stava di più e aveva i sottomarini che noi montavano sui mbiletti e stava su una poltrona nei usoi modi poco eleganti di sedersi, con le gambe piegate, la sigaretta nel bocchino che le ho regalato in mano e... dicendo -Ho creato questa situazione oggi  perché volevo stare con te, tutte le cose le ho spinte perchè fosse come in un mondo, seppur le cose che architetto là non vanno come nella realtà... e questo mondo ha raggiunto il suo scopo, portandoti a casa, adesso, e iniziando un nuovo Piano di lavoro....Così puoi portarlo avanti tu, l'intesa tra te e me... dimostrami i suoi frutti ... o questo ti rovina lo stile?...Sto solo spingendo tutte le mie fastidiose responsabilità su di te, come sarebbe dovuto essere da prima...  E come Signora della Casa, posso rilassarmi vertendo sugli impegni di Veròna e da Controllore... ... e  aspettando di leggere i nuovi piani e progetti, che tu con lui scriva una nuova storia per il vostro sogno e le vostri fedi da attuare questa settimana... e osservare ciò che creerete con le vostri mani,  di cui essere orgogliosi più di prima... adesso siete davvero i fautori con ogni vostra mano e sudore, dell'organizazione e il domani, basta che siate presenti e ci siate... come per e con le persone... qualcosa del genere ha bisogno di amore e passione e voi due ci credete come fosse il vostro vangelo... ma non ricadete di nuovo, o sarebbe tempo sprecato... e qindi sarai qui se non dal vecchio trombone, e prepareai Piani, e con ogni nuovo assetto settimanale, assumerò ogni ruolo che tu inventerai per me perchè io presti quel poco che so fare per aiutarvi, per fare qualcosa di giusto... inerisci quindi ogni parte di me mentre scrivi ed io eseguirò, tu sei sia mio amico che partner di lavoro, quindi progetta e ordina... strutturerai me come la malvagia.... la buona amica ... O la rivale vicina ma mai contro... come è  il nostro motto... io sarò tutto ciò che vorrai che io sia, per orchestrare i nostri piani per mandare avanti la baracca... -   .... e alla fine mi venne naturale occuparmi delle cose qui mentre mio fratello faceva la parte del Pm, come lo sfotteva, tranne per certe lingue che non riesce a masticare e devo sostituirlo... Il Leader adesso è più presente, in base a chi esce e utilizza le macchine o i veicoli è Moon o Swipe ma la figure del Capo cè e controlla tutti, verifica tutto e nno è più un qualcosa di evanescente... di non definito e indefinito come ci diceva sempre... lei era sempre in giro e la vedevi vagare tra una volta e l'altra come se facesse parte parte di questo posto e si senrtiva quando cèra, ti bastava aspettare o cercarla ma questo posto inevce che vuoto e silenzioso era sempre pieno di vita per cosa faceva, ordinava, faceva fare, o si sentiva la sua voce... e questo perchè si sentiva meglio qui che nelle città là fuori... là è frenetico, angosciante, freddo e isolante come lo descriveva, qui invece seppour tutto scandito da regole e impegni giornalieeri, è più rilassato e ranquillo. Si sentiva più in linea cn se stessa con il tempo, che là fuori..."

    "..." pensando a come fosse lo Chateau con lei, invece

    "E ora è tutto silenzioso, molto calmo e quasi spento senza il suo esseerci. Milan si è intristito e come me ora sentiamo come uno tsunami la solitudine di nuovo, sebbene Madame ci dica di stare su che sono i forti che fanno i conti con la solituine, lei come noi non siamo come gli altri che la riempiono con chiunque. Ma è così vuoto e silenzioso, come..."

    "Ma siete qui, con tutti, e io sono qui..." fece Kianta dolcemente e Dorde la scostò dal guancia a guancia e abbracio, per fissarla negli occhi

    "...si vede che ora si sente solo, lei come perosnalità e memoria non cè più... con te è comunque contento, perchè tu sei qui, per lui non sei più una sorella ma una figlia, anche per come sei venuta fuori, come dice lui... afferma che tu sei spuntata fuori da un lavoro congiunto e che non è più un fratello maggiore ma come un padre, e vorrebbe accompagnarti nella tua crescita interiore...  ma entrambi sappiamo che tu non sei lei e anche ilk modo in cui apapri, ci sei, ti ci percepisce è diverso... "

    "e in cosa siamo diverse...?" asvvertendo qualcosa di sbagliato in quello che aveva detto am non cogliendolo subito, ma avveertendo nella testa questo qualosa

    "... la cosa strana è questa...  per la tua memoria ma anche come ti rapporti tra l'ambiente e le eprsone... Milan disse per scherzo, sebbene fosse  dopo aver bevuto con dei clienti e averli visti andar via, che tu sei così come sei adesso, meno imponente, meno... disse sacrale ma penso per come lei recitava le sue Personalità e si comportava e combinava cose... era una personalità che si imponeva senza volerlo, che lasciava qualcosa... la spavalderia, l'arroganza, sfacciataggine,  insolenza, prepotenza, tracotanza, audacia, temerarietà, presunzione e cattiveria, o come dice sempre, malignità permeata di dolcezza capricciosa... sapeva giocare se voleva ad essere una stronza bastarda nei suoi ruoli di Strega e le personalità da strada come le chiamava, e ogni volta sembrava quasi che fosse lei lo spirito più forte della stanza... tu invece seppur hai ancora qualcosa di lei, sei timidezza, timore, modestia, umiltà... Milan ti chiama caruccia, entusiasta, allegra..."

    "aspetta... comè che la definite...?"

    "si comportava con  spavalderia, arroganza, sfacciataggine,  insolenza, prepotenza, tracotanza, audacia, temerarietà, presunzione e cattiveria, superbia, altezzosità, alterigia, sfrontatezza, boria, insolenza..."

    "Orca maremma maiala, che elementi de merda..." le usc' fuori persa dalla lunga lista, che Dorde restò impietrito e lei si portò le mani sulla bocca incrociandole impaurita

    "Signorina...!! Da dove ti vengono queste cose...? Aspetta..." fissandola studiandola "una volta le ha dette queste cose... era di qualche regione del suo paese ma non di dove fosse, e usava certe fresi colorite e modi di parlare o dialetti per interagire con certe persone del ceto basso... come le conosci!"

    "io... non lo so, mi è venuto..." come se avesse combinato qualcosa di grosso, ma lui restò solo a riflettere

    "non capisco come David il funzionamento del ceervello, ma hai rimembranze di qualcosa che ti vengono fuori a caso, all'improvviso ma non la sua memoria... David è davvero riuscito a raggiungere ciò che agli altri teniamo nascosto, emulando le amnesie selettive e retroattive naturali...  davvero non ricordi nulla... proprio nulla...?!"

    Lei scosse la testa triste e Dorde sospirò. Nel mentre entrambi sussultarono per un suono che veniva dal petto di Dorde. Kianta si spaventò perchè il silenzio tra loro era tombale, Dorde fece una faccia di scuse e tristezza e mise mano al taschino interno della tasca più piccola della giacca, metnre l'altra più grande era per il phonvlet. Uscì fuori qualcosa che pareva pigolare e Dorde la vide sorpresa nel guardare quel coso strano che aveva diviso.

    "E' un orologio da tasca... me lo regalò lei..." le fece mostrandoglielo. Era un orologio dalla forma strana, pareva in tutto e per tutto una moneta.  molto grossa dorata. La parte superiore e inferiore erano diverse come le monete, e se diutro vi era una figura di stile Classico in piedi ocn vari elementi e una scritta intorno, la aprte superiore aveva uno stemma copn data sotto tutto in rilievo e una fascia come sotto e le monete con delle parole che erano in latino e non le capiva. Il trillo o pigolio come le parse era dato dal meccanismo ad ogni ora. E l'orologio si apriva noin normalmente ah hunter, ossia con coperchio rotondo o della forma della cassa (Lia ne aveva di forme diveerse) collegato ad una cerniera a molla che si chiudeva per proteggere il vetro del quadrante. Vi erano poi gli half hunter con degli oblò di solito vetro trasparenti o solamentre forati. Quello che osseervava no, aveva la parte superiore che si girava  su un perno, girando a destra o a sinistra con anche solo il pollice invece di alzarsi e restavano sostesi mentre si gardava l'ora. Quello inferiore di apriva proprio a sportellino e questo per proteggere o mostrare il meccanismo inferiore, composto da manopoline, non sapeva coem fdefinirle in fuori che si giravano come un carillon o a bottone verso destra o sinistra per impostare l'orologio. Aprendo facendolo scorrere il coperchio sul perno verso destra, Kianta vide il quadrante dipinto con una scena neoclassica, lew informazioni dell'orologio tra cui che era swiss made e un anellino a ci era legato un laccetto a forma quadrata in vera pelle liscio da un lato e pelosetta come la definì dall'altro.  

    "E strano, non è come quelli che ho in cameera..."

    "Lo so... disse che quando lo vide pensò che fosse ottimo per me, mentre a mio fratello regalò uno a forma di chiave.."

    "A chiave...?!" dubbiosa

    "Ah ah ah, si... sono orologi particolari... quello che ha lui ha una forma a chiave, sai quelle antiche con la decorazione sopra la testa o o anello, poi pomolo di commessione con la canna, la parte lunga per finire con il fronte che contiene gli intagli per far scorrere i denti nel meccanismo. Si inserisce nella tasca come una penna e si estrane secondo il venditore che glielo ha venduto proprio dalla canna... è tutto dorato tranne la canna stessa e il quadrante, con i numeri romani ed è molto paticolare e si apre sganciando una clip laterale a spostello tipo una vetrinetta non ad angolo retto ma ad angolo piatto, non a conchiglia. Mi pare che abbia detto che era la versione mini di un modello da tavolo credo... e invece per la scrivania ci ha regalato questo..." mostrando loggetto, mentre lei si voltava cl busto
    Un Orologio Sveglia da viaggio In Ottone faceva mostra di sè in un angolo della scrivania ed era molto particolare. Era composto da un esterno a conchiglia bivalve, forma tonda che tenuto aperto il sopra e il sotto reggevano un orologio con wquadrante con incisioni a bulino al centro e poi una larga fascia blu smaltata con delle forme color orrone a cerechio che contenevano i numeri, con un bordo dorato inciso e rilievo. Le due valve eerano collegate all'orologio da un perno a molla per cui se si dovevas chiudere si spinngeva, da cosa comprese Kianta, l'orologio indietro e questo di adagiava sulla valva inferiore e si chiudeva wquella supoeriore. Dietro l'orologio gli stessi meccanismi di carica e gestione di quello di Dorde a monetaq, ma molto più grandi. E le due valve esternamente erano tutte incise a mano a bulino con decori diversi dallorologio centrle tondo e la valva superiore eera un half hunter, ossia aveva un vetro per vedere l'ora se chuso con enormi rumeri romani e intagli, con solo questi colorati di nero. Chiuso, sembrava un grosso il doppio,. orologio da taschino dorato.

    "che strani..."

    "Sno antichi... metà del novecento e ancora oggi funzionano senza problemi, ovviamente con piccoli controlli, ma non hanno niente a vedere con quelli di adesso.... ce li regalò tempo fa.... e prima che io e lei litigassimo..." disse in un soffio colpevole e Kianta si voltò a fissarlo.

    "E' per questo che sei triste...?" inclinando la testa di lato

    "... per tante cose... il giorno del test mi fece capire che non mi odiava ma il suo comportarsi in quel modo per secondo lei necessario era per darmi una scrollata... mi rinfacciò cosa le dicevo io su come mi comportai dopo che..." cambiando espressione e voltando il capo "...comunque era sempre contenta quando vedeva qualcosa che ci piaceva o secondo lei facevano pensare a noi e ce li regalava... lei che sapeva cosa significava guardare ma nn avere mai, credeva che se a qualcuno piacesse qualcosa, non importava nulla se non si capissse o non piacesse o li si trovasse sbagliato o qualsiasi cosa, glielo si donava.... era un concetto che venne fuori dalla sua esperienza diretta con i parenti. Da piccola e poi crescendo le regalavano sempre cose stupide o inutili, da pochi euro ma che fossero adatti a lei... mai!! Srntiva poi dal liceo che ancora genitori e nonni regalavano agli altri soldi versati sui conti perchè comprassero  cosa volevano, eredità di nonni e parenti, sai quando si legge un testamento o simili e ogni persona ha qualcosa... per i morti che lei ha visto metnre lei restava viva, ve ne fosse stato qualcuno che le regalava qualche mila euro, disse a volte, se ne sarebbe andata subito, altro che linvito di Zay e Ric... non aveva i soldi neanche per un treno o un aereo e costavano dsai 20 euro, immagina, poi doveva avere il necessario per dormire da qualche parte e non aveva neanche i soldi per un pacchetto di patatine che le piacevano sale e pepe o le higlanders al pomodoro o un gelato... immaginati andar via e cercare anche da zero cosa le serviva poer la nuova vita. Se avesse avuto un tesoretto suo e gestito da lei, una donazione dei nonni a parte, in segreto magari, da tenere nascosto e al momento giustoi dire addio a tutti e avviarsi utilizzando poco di quanto aveva  per inziiare qualcosa di nuovo. E riuscire a nascondere dei soldi che le davano dalla banda o i nonni era un casino... Ogni volta diceva che non aveva mete o posti dove andare per scappare da quella vita senza soldi. Se non fosse stata per la mattia avrebbe lavorato andando contro i suopi che la volevano a casa e senza scassare le scastole come le dicevano disturbandoli entrando e uscendo di casa, per avere una partenza. ma no ebbe niente, i nonnicome tutti parenti non erano da farvi affidamento e quando morirono,e  lei no e li vedeva là morti e odiava essere viva e altri morivano, non le avevano lasciarto nulla perchè avesse del suo. E i regali... da stupidaggini anche false come le capitò con un paio di orecchini, a bustine per le matite da scuola, quelli da poochi euro e così' andò avanti. Sbagliavano data con altri parenti che quelli si, ricevevano macchine fotografiche costose, telefoni, oro e gioiuelli veri e costosi e altro che valevano ... solo una volta disse con amarezza che ebbe un regalo alla fine gradito. Un microscopio da bambini, quelli di plastica cinese con tutti ghli accessori... per la prima volta ebbe qualcosa che voleva. Amava quei giochi di fisica, chimica, botanica, mineralogia e altri di uci facevano pubblicità ma niente. Tutto era troppo costoso e perchè stufava a tutti regalarle qualcosa, se uscivano con roba da pochi euro e quella volta da bambina ebbe l'unico microscopio e... fu l'unica volta che mostrò un sorriso vero.... una votla si impuntò per avere una bambola di Rina, mi pare, non saprei, e cosa fece sua madre quando riuscì a farsela comprare miracolo perchè aveva usato i soldi di una nonna... urla, urla davvero ore giorni e il rinfacciarle che fosse schifosa a spendere soldi per stronzate, così le disse, quando loro non si compravano un panino èperchè mettevano quell'euro per la spesa. Quando i tirchi schifosi erano loro, diceva.

    " ...?" inclinando la testa di lato


    "...E peggiorò con le crisi economiche e tutto per cui compravano così' poco che il frigo era sempre mezzo vuoto ed pieno solo di roba conferzionata da mangiare aprendo a tavola così come erano e mangiandoli col pane. Una volta disse che da Zay le fecero mangiuare un piatto di qualcosa che non ricordo, forse ceci non so ed era totalmente diverso dal solito a casa, dove sbolognavano una scatola di fagioli pronti con un dado e via e la frutta era pera e cannella al forno. Per lei erano cose aliene, che se prenedva nel pomeriggio un frutto o le pesce e pere che mangaiva sua madre e non si cdovcevano toccare, nessuno li tocava solo lei, la facevano sentire una ladra. perchè la frutta costva e si comrpavano pochi pezzi solo per la madre. E lei era rimasta, anche dal cibo in irlanda, quasi non credendo che fosse buono, abituat a a quello inutile cucinato veloce e senza passione a casa sua o surgelato e scaldato. Per cui raccontò di Rò, che una volta vedendolo ababttuto perxhè per la sua fidanzata la sua passione per i robot, tipo mazinga o mazinkaiser, non ne capisco ma ricordo questi, era stupida e inutile. Lei voleva avere i cornetti la notte quando uscivano, le cose offerte o regalate,  o mangiare bene e lui se le parlava delle sue passioni dei cabinati di gioco o robot, i pad in legno tipo i cabinati per giocare e altro si annoiava. Seppur non li amasse, Lia l o ascoltava e poi parlava dei suoi, seppur lui poi invece di ricambiare, sembrava assente o vertere sempre sul sesso ed hentai e... dopo la frustrazione di lui di non avere soldi peer comprarsi una figure di mazinkaiser da 30 euro perchè dove lavorava rischiava di hciudere e restare senza soldi, lei riuscì  a nascondere a suo padre un pò di bancnote invece di dargliene quando ne riceveva e gliene comprò uno. Lei lo aveva fatto perhè sapeva che significava non ricevere cosa si desiderava, che costasse poco ma fosse amato e anche se non le interessava cosa amava l'altra persona, non si faceva problermi a pensare di regalare cosa era importante all'altro e no nstronzate, perchè fosse undono di valore dentro. Solo che invece di migliorare le cose lui... peggiorò tutto e finì male solo per lei...  Io e Milan collezioniamo oggetti antichi originali e questi erano solo piccoli pensieeri di viaggio che portava indietro. Diceva sempre -per me un dono è un dono, un qualcosa fatto perchè si sentiva e si voleva fare e dettato dal momento. Le volte che regalai alle nonne qualcosa, anche per non sentirle che piangevano c on i parenti che non ricevevano dai nipoti niente ebbi schifo e sputi in faccia, ne un grazie e altro se non lamentele per le cose... -Ho visto questi oggetti  e ho pensato a voi, ma sentitevi liberi di dire davvero cosa pensate, non fate come tutti che abbozzate sorrisi di circostanza e dite grazie stiracchiati, ma serve anche per il futuro...- questo ci cideva. -I regali non sono cose per  obbligo come da me, e cèra il ricambiare perchè così si doveva fare, o si doveva regalare per forza , anche da 2 euro, che ti facevan pesare ciò. i nonni o parenti mi facevano stronzate mentre ad altri che non meritavano, cose che restavo a bocca aperta, come per tutto nella mia vita, così comew  i miei genitori nonostante la mia situazioe non mi regalavano manco per compleanno esempio, a natale o altro,  ne soldi ne niente, e sentivo poi i ocmmenti che rispondevano tipo te lo dovevo fare,  non potevo venire a mano vuote, ti si doveva fare...  come fosse stato uno sforzo.-..Ecco perchè quando qui riceveva un regalo per lei, era... non sapeva come comportarsi o cosa fare... nno era abiutata a gesti casuali e gentili... alla gentilezza fatta veramente e non perchè si doveva fare o come si lamentava, perchè era del sangue e dovevano dare anche a lei...come la ruota del carro.  da tutti diceva, riceveva smepre la msensazione di essere un fastidio o di troppo per chi e cosa era, e quando urlava che se non era del sangue sarebbe stata merda come tutti fuori dalla famiglia, invece di capire e discuterne, le urlavano che era una miserabile a pensare male, senza vedere le cose allucinanti che facevano... l'avevano legata a loro urlando però che era inutile, sbagliata e incapace di niente, menefreghista e tante altre cose... non usciva per colpa loro, non faceva neitne per colpa loro, non aveva soldi neanche suoi  perchè dovevano gesrtirli loro, la trattavano in un modo pietoso ma poi affermavano csempre che non era vero e non poteva scappare perchè malata o sarebbe finita per strada e basta e aveva delle cose sue acquistate con fatica da soldi nascosti che non voleva lasciare loro e non poteva portarsi dietro.  E così voleva solo morire e lasciare tutto almeno conoscesse perchè di quelle cose... ed ecco la spiegazione del perchè dei doni che faceva che erano davvero cosa qualcuno desiderava o avrebbe accettato..."

    "... e quesati orologi non erano un regalo strano per te o è capitato che magari no ti sembrassero doni..."

    "... intendi se non mi piacevano...? No, affatto, anzi...  lei trovava sempre cose strane e particolari,  come cosa hai visto e che non ti aspetti, ma mai regali inutili. Questo è l'unico orologio che mi ha ergalato, ho ricevo da lei parecchi zippo e..."

    "Ah, ok... pensavo che ti avesse regalato qualcosa che ti facesse storcere il naso come fu per lei..."

    "NO...  lei donava cosa piaceva o comunque attinente, così noi... ma nonstnate questo non riuscì a torgliersi i dispiaceri vecchi e...Non si cerca di star bene, ma si cerca di non star male ripeteva, ma alla lunga non ce la fece più e nessuno, no nso come, vedeva come era ridotta e i suoi tormenti da lasciarla andare e darle cosa le serviva per uscire dall'ambiante tossico per lei... per come si comportavano, le pesava pure uscire o non poterlo fare la sera o frequentare qualcosa che non fosse di mattina, altrimenti... le recriminazioni, le emozioni, le colpe, le pretese, sono sempre le stesse. e diceva sempre che non poteva ripartire da zeero, era sempre la plasmazione di cosa aveva vissuto e sopportato e nei momenti di massima ragilità doveva farci i conti... aveva la forza di sapersi  adattare ma era troppo distrutta per... ma ora tu sei qui, non devi pensarci ma crescere e diventare ciò che devi, come lei voleva...  non a caso alle Lezioni di parla anche di questo.,.. del trattare le persone, come crescere i bambini, come capire che gli altri sono diversi e diverse sono lec ose che provano e via dicendo.... Da un neonato non ci si aspetta che questo sappia camminare, parlare o mangiare da solo,  non ha ancora queste capacità.
    NOn ci si aspetta che inizi a fare i primi passi,ben che meno scrivere o leggere, perché si dovrebbe aspettare che cresca il giusto.
    Quando  un bambino di pochi anni o più piange tutti si aspettano che sappia gestire le sue emozioni,  che non faccia i -capricci-, che gestisca bene le sue frustrazioni,  che accetti volentieri i limiti che li vengono imposti  dagli adulti anche nessuno gli spiega bene e questo non capisce.
    Un bambino in mezzo a una crisi emotiva si dvorebbe essere consapevoli che ha il diritto di farlo perché il suo essere non ancora sviluppato non gli permette di gestire quella condizione, esattamente come gli esempi prima... tutti gli adulti si aspettano che sia proprio il bambino a canalizzare le sue emozioni da solo ed essere... c ome un adulto, senza bisogno che sia preparato, istruito, guidato e con le consocenze in base all'età e prima che accada qualcosa, ma ancora di più dopo, parlando e spiegando con pazienza e chiarezza. Non lo fa nessuno.
    Quando si guarda   perdere il controllo emotivo, gli adulti pretendono che sia il bambino a ritrovare la calma da solo perché sono loro a non poder gestire le  emozioni degli altri, sono loro che non abbiamo nessuna capacità di gestione emotiva davanti alla crisi degli altri, pensa un del bambino.... diceva..."

    "Ma io no nsono una bambina..." fece lei come un dato di fatto

    "Ni... sei in piedi da pochissimo, non devi correre ma andare con i truoi tempi... e con noi studierai, consocerai tante cose e visiterai anche tanti luoghi..." prendendo dalla scrivania, in un cassetto in basso, una foto. Ritraeva loro tre davanti un edificio stile antico con la neve. "Qui ci trovavamo ad una festa a tema dove s svolgeva una rappresentazione del Fantasma dell'Opera, si trovfava in un edificio di un privato che invitando per feste di vario tipo, proponeva anche rappresentazioni nel teatro interrato e..."

    "interrato? Un teatro?"

    "Si, aveva un lucernario nel giardino a cupola enorme che illuminava il sotterraneo, un tempo aveva scopo diverso, ma lui l'aveva trasformato i un teatro privato coperto con però tantissimi posti a sedere. E noi eravamo invitati. Indossavamo abiti da sera ispirato all'opera, lei in raso bianco perla ad ispiraione di quello  del Think Of Me Dress Costume, metnre noi in abiti maschili ispirati d'epoca ed era una delle poche volte che siamo andati tutti e tre a qualche evento... con quella cupola fece un casotto per vederla con Milan che era gasato pure e... lascia stare!!" mentre lei lo fissava curiosa " non amava le foto ma alla fine vi erano fotografi dell'evento che scattava foto e dietro offerta per beneficienza come l'assistere alla rappresentazione e simili, gli inviti erano solo per la festa prima e dopo, ci fermammo a farla.." facendole vedere una foto di loro in una cornice sottile d'argento, da qualche parte in Inghilterra, in posa a mostrare alle loro spalle le qualità architettoniche e parte del verde cosparsi di neve. Erano in abiti per l'occasione, lei con un abito che però non si notava nel non nella gonna sotto e sopra un cappottino con pelliccia di foggia del periodo ottocentesco, i capelli ricci suoi decorati come al solito con quelli sulle tempie dietro da decori che arrivavano alle tempie e poi sciolti sotto. I due fratelli avevano abito da uomo sotto e sopra un cappotto che richiamava quelli inglesi a mò di mantella, completi di tutto, Milan anche il Bastone. Era sempre Milan ad amare i bastoni da uomo del suo ceto. E Milan stessa non mostrava i capelli, i suoi come invece Dorde, con maschera a tema.
    "...le avevo promesso che saremmo anadti  all'Acropoli di Atene  in febbraio con la neve ma... alla fine non lo abbiamo più fatto, passò il tempo e poi litigammo..."

    "E... perchè?" fece lei timidamente

    "...." voltando il capo a caso da un lato "perchè lei aveva tante paure e terrori nate a causa delle persone... e non voleva anzi, tremava, al pensiero di essere amata nel modo che tutti concepivano, diceva quell'unico tipo di amo emnsionato assieme ai gli... e se decideva, anche se lo volesse, di darsi a qualcuno, aveva paura di finire solo usata e lasciata sola. Da cosa le dicevano sempre i suoi, sarebbe stata vergognosa e odiata, alle storie che sentiva dove le donne si vedono lasciate da sole senza neanche parlarsi più dopo che hanno dato tutto di sè, perchè le persone vogliono solo certe cose... come un obiettivo di vittoria, e non sono interessate alle persone... lei non era un tipo romantico e ne voleva relazioni nel modo classico, ma aveva paura di essere solo e sempre quello che definiva un incrocio tra i due pali..." vedendola poi fare una faccia strana "intendo cosa sono le donne tra le gambe, lo usava smepre quel termine... tante volte le persone sono usate solo per scopi sessuali e poi addio, non esiste più amicizia ne altro o si continua a cercarle solo per quello, senza neanche amicizia e simili... per cui non restano legami e si resta insieme anche dopo averlo fatto una volta...si resta abbandonati e soli dopo aver una cosa... temendo che per lei fosse ciò, si rifiutò di avere contatti le persone, complici anche i suoi genitori che vivevano in una sorta di eremitaggio in casa e solo tra loro, e per Rò e cosa vedeva intorno,  alla fine sviluppò terrori sui legami. Si disperava e aveva attacchi di panico al pensiero di accettare di nuovo, sconfitta, come fu con Rò e pagarne lei il prezzo. Non gli diede niente e nonostante avesse attacchi di panico e paura, non avendo ottenuto niente, la lasciò da sola e ne mai parlò della cosa, se non per lamentearsi, in seguito, che non era più -affettuosa- con lui. E da lì fu il declino. Temeva che su di lei vi fosse solo un abuso come uso e basta, che nessuno le fosse almeno amico da considerarla importante, e qualcuno speciale da esser complici anche in quello ma senza abbandonarla... mio fratello rideva al quel termine ... scopamici, mi pare???!... per lei la libertà personale sessuale non prevedeva relazioni classiche di coppia, per cui se vi era un legame stretto con qualcuno, si poteva fare sesso senza avere quelli che per lei erano cavolate come fidanzamento o matrimonio o obblighi.  Una relazione per lei era un legame senza bisogno di catene, se si voleva bene a qualcuno da sentire di condividere qualcosa, anche il sesso non dovevano esserci persone o altro a impedirlo, a nessuno doveva importare se e con chi si faceva sesso, diceva, invece di giudicare qualcuno su questo come si fa là fuori... la persona si relegava alla sfera sessuale e che tipo di corpo piaceva e lei si schifava di quella mentalità... come per dove viveva, se lei avesse avuto una relazione che qualcuno scopriva, per espempio, senza fidanzamento sarebbe stata definita in mille modi e se andava via, come sentì, l'avrebbero apostrofata come quella che andava via per far solo una cosa e voleva cambiare questo mondo... se tu ami qualcuno che per altri è sbagliato o non va bene, sei giudicata o anche solo se e quante lo fai o a che età. QUando comprò la coppetta, di nascosto ovviamente, dopo aver deciso sulla sua salute metnale o la veriginità, non ci mise molto e non si pentì mai, anzi, si rammaricava di come la coppetta fosse poco conosciuta e trattata per sponsorizzare quelle schifezze interne in cotone, si lamentava e amaramente diceva - ho fatto bene, no nsai quanto, ad aver scelto il mio benessere che il concetto della virtù su una membrana che non è di comportamento... poveri idioti religiosi bigotti!!... lo rifarei mille volte ancora e ancora e alla fine, se anche lavessa persa, non me ne frega come sai, non è accaduto granchè... come ero prima non piacevo, come ero ridotta poi per le medicine ancora peggio, chi mai mi avrebbe voluta?? E quindi ho fatto bene cazzo, ho davvero fatto bene a fare quella scelta visto che poi non dovendo usare là sotto, non ho perso nulla, con la coppetta ho solo guadagnato!!... meglio quella che vedere la gente trattarti da oggetti o schifarti per qualcosa perchè non eri come e femmine che volevano...-

    "Oh..."

    "E continuava... Diventavi un rifiuto quando  semplicemetne per gli animali che siamo, richiamando i lconcetto della natura che quella gente sfrutta per le coppie e matromoni e solo per i loro concetti beceri, il sesso era naturale e allo stesso modo se la persona è matura e sente di farlo, non la si deve giudicare. Il suo corpo è il suo corpo e ne dovrebbe fare cosa vuole ma non è così... nasci, e il tuo essere, dalla mente al corpo è di altro... nessuno è proprietario di niente... e se la dai rischi pure di essere etichettata e tacca sulle scopate della gente...   lei... aveva attacchi di panico per davvero da prima di Rò sul dare se stesso a qualcuno e poi, rifiutò tutto. Era libera nel pensare e dare alle persone il diritto di essere ciò che volevano, con il loro corpo e desiderio di essere e fare nel sesso ma... se ne andò soffrendo e basta. E nessuno vide e comprese niente. Se avesse avuto delle persone accanto fisicamente con cui parlare, confrontarsi, dire la propria senza giudizio e avere forza dal tornare ad essere se stessa come era prima, senza le paure... non sarebbe forse svanita..."

    "ma quindi lei ha fatto bene o male a rifiutarsi?" fece Kianta senza capire e Dorde sospirò e con una mano la tirò bene sulle sue gambe perchè stava da troppo tempo quasi solo su una coscia e lei rise divertita

    "non devi pensare a lei, devi pensare al concetto intero e a te... qui abbiamo delle Lezioni per ogni argomento ed elementi, tra cui sesso, amore in tutte le forme e le possibilità, riproduzione, e via dicendo... non so se e cosa ricordi, ma andarci non ti può far che bene e capire cosa fare e cosa no di giusto non per la morale come si pensa di solito, ma le proprie scelte. Sentire e capire se quando, con chi, protezioni e via dicendo.... e inoltre ti spiega anche come capire le persone che vogliono solo una cosa dalle donne, e come tenerle lontane. Perfino io e mio fratello abbiamo avuto a fare con quelle che Lia chiamava le Cozze, non perchè brutte, ma perchè si attaccavano per interessi e usavano il sesso, aprendo le valve come diceva "ridendo " per attirarci come fanno molti uomoni di solito... come diceva lei, non è l'uomo in certi casi ad esser l'attivo ma sono le donne stesse che, seppur considerate inferiori agli uomini perchè si concedono e si prestano a ciò per denaro, alla fine sono loro che conduono il gioco se sanno come fare e leggono il cliente... ci furono quelle volte dove andavo negli ultimi tempi a quelle reunion specifiche e con inviti solo gli esperti...... e uomini e capitava  vi fossero le intrattenitrici e siccome tramite Madame bene o male le Maitress si conoscono, era riuscita un paio di volte a farsi dare un abito per l'occasione dal mi osarto e intrufolarsi. me la vidi vicino mentre discutevo, poltrone vicino con un lupo della finanza, e lei  apparve con un vassoio portandomi uno dei miei drink preferiti e poi sedendosi sul mio bracciolo..." ridendo divertito "L'abito era qualcosa che ho visto indosso a lei solo quela volta e un'altra..."

    "Come era fatto?" comportandosi come quando la vedeva di nascosto con Milan o il gruppo di veterani ad ascoltare i loro racconti, come un bambino seduto comodo che ascolta cose nuove da un adulto

    "Dovrebbe esserci ancora tra gli altri... sembrava in stile ottocento... nel senso... aveva un bustino semirigido cons stecche che faceva a V sulla pancia e seguiva la forma dei fianchi, non quello che si ferma prima, la gonna era sempre di velluto molto lungama senza sottogonne, un ampio pezzo di velluto di alta qualità che eracucito con il corpetto e faceva tipo sirena ma... invece di essere a ruota tipo, quindi cucito da tutti i lati, aveva da metà fianco e tutta la gamba sinistra di fuori, perchè la gonna non era cucita tutta, aveva questo spacco enorme e i lembi in eccesso perchè non svolazzasse erano cuciti come decorazione sul fianco sinistro sopra una parte del corpetto, e semrbava come quando con le gonne da Ats agganciava un lembo per farla meno ampia e faceva questo effetto..... Sopra era a barca ampia e con passamaneria metallica tutta che semrbava tipo stalattiti che scendevano dal bordo della scollatura e strisce delle spalline in più, con tante catenine pendenti e sui fianchi e a coprire la pelle nuda e le cuciture, altre appliche uguali che pendenvano... sembrava, per un attimo, una prostituta ottocentesca con quei vestiti da popolana con corsetto e gonna sola e... non so che faccia ho fatto... ma per un attimo avrei voluto prenderla a scuolaccioni e mandarla via..." vedendola ridere, non capendo se avesse compreso o trovasse divertente solo il suo essere piccato

    "E perchè...? E come era poi? Aveva solo l'abito?"

    "... per l'abito... mi pare di si, no!! Aveva una catenina sottile in argento al collo con uno dei ciondooli che amava di pietre tagliate, l'unico tipo di pietra preziosa tagliata a facce... era quell'acquamarina a goccia sfaccettata e quel gancio tutto decorato antico... "

    "Oh, si ce l'ho... è tra le altre cose..." fece lei scuotendo la testa confermando

    "...i bracciali che richiamavano delle leggere catenine, i suoi anelli, tra cui uno con un'acquamarina... orecchini quei cerchi larghi a sbalzi che usò con Zay in Irlanda e scarpe non troppo alte a gioiello, tutte applique come l'abito pandane. I capelli erano... aveva indossato una parrucca di treccioline tipo quelle africane con decori argentati che richiamavano tutto il resto... e... apparve e nessuno di noi nell'angolo della stanza con le poltrone se ne accorse, perchè parecchie cameriere tutte donne sfilavano e... lasciò chinandosi i bicchieri degli altri ma con il mio, lo prese e sbolognò il vassoio a una ragazza che passava mentre girava tra gli uomini per trovare il suo pesce e la riconobbi solo per la voce. Non la stavo guardando per niente, io fissavo l'uomo che i parlava sebbene tutti lgi altri fissassero lei dal vassoio e come stava in piedi accanto alla mia poltrona e.... E disse qualcosa tipo -il signore è stato scelto per un'accompagnamento speciale, lei è il vincitore e il mio compito è restarle al fianco per tutta la serata...- e solo allora mi voltai e... lei con un sorriso dei suoi da stronza, come dice Alaric,  si sistemò sul bracciolo della mia poltroncina tenendo il bicchierino, e restò là con me per tutto il tempo, tranne per prendere qualcosa per me per bene, se andavo in bagno e quando gli altri le chiedevano perchè non intrattenesse tutti gli altri, diceva - questa sera colui che è scelto dal fato è il qui presente, magari la prossima serata, sarà proprio Lei ad essere scelto e ottenere la mia compagnia...- con sguardo da gatta, sorriso sornione dei suoi, non ho mai capito che utilizzava Veròna o che altro... e le venne in mente per sfotterli di portarmi qualcosa da bere e invece di appollaiarsi sul bracciolo come prima, di sistemarsi come sei tu ora, ma tutta sul fianco con le ginocchia vicine, sul bracciolo, reggermi i bicchierini o ridere  o abbracciarmi o stamparmi baci vicino la bocca o la mascella... "come raccontando qualcosa di impossibile fosse vero e sospirando come stanco " e poi ridendo perchè usava le mie facce per fare la stronza come con Veròna e dire -NOn faccia così, non le lascio mica i segni ardenti edlle mie labbra.,.. il mio rossetto finitura opaca effetto velluto e assolutamente chic per i miei clienti, non lascia tracce... così che la sua innamorata non troverà prove compromettenti anche se io le dono la mia attenzione per una serata intellettuale e prolifica, ma anche piacevole....- e io dentro rodevo..." fece lui tirandosi le labbra con disappunto.

    "eri arrabbiato?" fece Kianbta ridendo portandosi le mani aperte sulla bocca ridacchiando più con le spalle

    "... anche ma... era una questione tra me e lei quando inziiava a comportarsi in un certo modo e... e che potrò poi a litiigare, ma ricordo ancora come cercava di emulare le lezioni di Madame e apparire come gli altri volevano che fosse, e diceva in macchina -ci sono riuscita? Sono stata credibile? hanno pensato davvero che fossi quello e ci stessi provando...? Con me lì non solo le Cozze non ti hanno abbordato come volevi, visto che temi sempre che possano carpire informazioni o siano ladre di mano come capitato a te e conoscenti anni prima... ma nei momenti in cui fingevo di accompagnarti da qualche parte, abbiamo discusso su chi era perfetto e chi da considerare in retrocessione... non poteva andare megloio, ti sei fatto delle conoscenze ma anche amicizie ho notato... e allora, come ci si sente a essere di nuovo tra le persone non militari...?- ... me la faceva sempre a rinfacciarmi le cose, di quanto stessi lontano dagli affari e gli incontri delle persone, se non per concludere per sostituire mi ofratello e solo in campo militare... quelle volte che venne con me, mi spinse e spronò ad alalcciare rapporti e feeling con chinunque, scremarli, leggerli e capire chi meritava anche un invito da noi a bere qualcosa e discutere... era lei che osservava, ascoltava, sorrideva maliarda agli uomini mentre passava così raccoletnava e udiva e poi mi riportava e se convinta, ti tirava eccitata verso quelle persone perchè ci presentassimo... non come amico ma... e chi solo per gli affari, e chi come preda... poi non venne più perchè io no ne ebbi più bisogno e perchè non amava essere vista come un oggetto. Spacciandosi per... accompagnatrice, se diceva qualcosa lei come era abituata sulle questioni, la guardavano come se... un cane avesse messo zampa in cucina per preparare al padrone un pasto "facendola ridere " quelle volte che si è spinta in personalità del genere era solo per aiutare me e mio fratello, poi mai più, ed è per questo che vorrei che tu ragionassi mille volte e capissi le persone e te stessa, nel tuo intgeragire con gli altri e.... che certe azioni come faceva lei, devono avere delle motivazioni, appunto per aiutarci e passare inosservata, una ragazza in un certo lavoro tra tante mentre carpiva cose e... per non sofffire come tua madre e ritrovarti a star male e rifiutarti di avere legami o vivere delle cose normali, morendo piena di dispiacere..."

    "ho capito..."

    "lo dico per te, segui quelle Lezioni, parla con Madame, ora che la conosci, e fatti descrivere ogni cosa sul sesso e amore così che, come diceva lei, tu possa avere tutet le carte che ti servono per capire non solo te e il tuo corpo ma cosa meriti, vuoi e con chi condividerle... no fare le cose a caso, di testa, improvvise solo perchè magari pensi -ora o mai più-, potrebbe andarti bene ma anche male e i quel caso anche se una lezione di vita, se riguarda cose intime si deve essere sicuri e edcisi ad andare avanti anche con le conseguenze... e sopratutto non seguire chi ti dice di amarti e vuole cose da te e le pretende chiedendo sempre e sempre, dicendoti anche che non dimostri affetto se no nsei sicura, convinta, non lo vuoi e... sii te stessa, non cambiare cosa sei solo perchè agli alti piacerebbe vederti altroi accompagnato all'aspetto, ricordati l'educazione ma come diceva Lei, educati si ma non zerbini... usa il cervello, impara da mio fratello la finezze della mente per risposte per rimettere a posto ma di classe e..."

    "SIIIII" gli fece contenta abbracciandolo stretto quasi saltellando  "non mi piace chiamarti papà, ma alla fine sei un bravo papà...!!" rise "ho capito, seguirò le lezioni e se ho dubbi chiedo a te... e non ti offenderai o ci resterai male se più tardi ti porto una cosa che voglio regalarti???" fece sempre stretta però cambiando espressione, come dubbiosa "non vorrei che non ti possa piacere..."

    "Come  vedi... riprendendo sla moneta dal taschino tra le dita per fargliela rivedere e reinserirla "nulla che io e lui non apprezzassimo..  anche a Jd per esempio, non so cosa, ma so non erqano mai cose da sospirare malamente, come invece fece lei tutta la vita... e così per il suo compleanno..."

    "Oh.. " fece lei sorpresa

    "Si, non voleva festeggiarlo ed era appena arrivata qui da noi, ma la portammo in un negozio di minerali e gemme e tutto ciò che le piaceva per la sua piccola collezione, glielo regalammo... questo perchè ogni collezione personale riflette il proprietario, la sua non è come quella degli altri, ma pezzi piccoli e medi con solo ciò che la attira, e quindi dicendo che non sarebbe stato un regalo di compleanno glieli regalammo comunque, e poi pranzo con uno e cenò con l'altro a turno... ancora non sapeva niente..." fece lui parlando più a se stesso "e le regalammo due torte, due tipi che le piacevano e questa volta buone, non come quelle che compravano da lei solo perchè si festeggiava ma al risparmio!! Fece storie ma capì che non eravamo come loro e che non sarebbe mai accaduto come le due sere del suo diciottesimo... ne ha pianto tanto per come si sentì quelle due sere e come andarono... e con te, fare mo come la vorrai!!"

    "Con me...!? Volete festeggiarlo!?"

    "Non fare quella faccia sorpresa, sarebbe il tuo primo compleanno e noi ci saremo..."

    "ma... e tu lo festeggi? E quando? E che festa farai?"

    "Io... mh..." stava per dire io festeggio in privato ma si trattenne perchè si spacciava per Milan "io faccio sempre un compleanno in grande stile con la gente che conosco che conta ad un tema prestabilito... in abiti, cibi particolari, attrazioni in cinque atti come faceva Lia... che feste!!" fece Dorde un pò scontroso perchè no amava cose così casiniste e claustrofobiche, sebbene doppo le spinte di Lia di fare lui il lavoro principale da capo quale era partecipava sempre più e smepre più volentieri ai forum, riunioni,  assemblea, congressi, convegni, meeting,e serate a tema come mezzo ritrovo tra colleghi  e mezzo
    incontro di gala con i massimi esperti mondiali e non, di economia, finanza, politica, temi estremamente segreti e via dicendo e alla fine non gli era dispiaciuto veramnete parteciparvi. Discorreva di cosa conosceva, sentiva informazioni e pettegolezzi sulle persone e i loro operati, sebbene prima studiasse solo i resoconti che altri preparavano e gli portavano e Lia glieli prendeva dalle mani e glieli infilava nella distruggi-documenti inviperita - Dorde, con tuo fratello alza i lculo e vai di petto a sentire e vedere le notizie, o restreai sempre indietro in molti sensi...- e con informazioni migliori e di prima mano poteva anche aggiornare il Generale e il suo gruppo segreto,   interagire in prima di persona con soggetti che alla fine non era stronzi o boriosi come credeva dopo varie esperieze.

    A parte le volte e momenti in cui erano previste, se più chiuse e private con inviti restrittivi, accompagnatrici e signorine e LEi mi salvava dal polipaggio come lo chiamava perchè adnassi dritto nel mio impegno di prendere informazioni ed elementi utili invece dei resoconti, presentare da me e così mio fratello cosa eravamo e cosa proponevamo e sebbene fosse prima Milan a fare queste cose ma in maniera ristretta e con soggetti affini al gruppo paramilitare che eravamo e... ma alla fine non posso dire che ... si, ho iniziato a divertirmi, tuffandomi in questo tipo di lavoro... ecco perchè mi sento solo adesso e con me mio fratello, avevamo lei sempre in giro o sapevamo comuqnue come sentendo che lei era da qualche parte e l'avremmo vista, avremmo avuto pareri, anche sostegno, confronti, altri punti di vista e... "

    "mi dispiace di non essere di aiuto..."

    "no... sciocca, che dici... tu studia, impara e magari diverrai caisnista come lei da aiutarci..." le fece ridendo, per sussultare entrambi all osquillo del telefono, che Dorde prese subito. Era suo fratello. Dpo una breve discussione, dove portava lo sguardo su Kianta, sempre ferma come era prima, e parlava di lei. Chiudendo la fissò " Ho un posto da farti vedere, che tua madre rifiutò di frequentare con noi... sempre colpa mia, ma ora vorremmo che tu ne usufruissi con noi, cè una cosa di cui... dovremmo parlarti..." lasciandola dubbiosa "Mio fratello dice adesso ma invece io vorrei aspettare... per questo oggi ti porto da un'altra parte, molto e molto in profondità" vedendola con gli occhi scintillante di interesse e curiosità
    La prese per le ascelle alzandola e le disse "ricordati comunque che tu ora sei qui per dei motivi, suoi e notri e ... Ben nata, ora siamo qui, qui dove sei accettata... io ti accetto... siamo a casa..."!

    "DAvvero?? ...che bello, anche se oggi sei alla Hyde" fece ridendo e lui sospirò "ho fame... mangiamo!?"

     la fece scendere spostandola, prese alcune cose che mise in varie tasche e aggirò la scrivania chiamandola, la quale contenta gli si affiancò pronta ad andare, guadnadolo in viso con un sorrisone. Dorde invece mutò espressione e con un braccio la attirò a sè, facendola stringere sulla sua spalla sinistra , come a non volerla lasciare. Lei alzò lo sguardo per capire accigliata ma lo vide incerto su qualcosa da dire, con la bocca semiaperta come per tirare fuori cosa non usciva,  per poi come cambiare discorso dicendole solo "cè una cosa che io e mio fratello dobbiamo dirti e la sala da pranzo sotterranea è il posto che vogliamo mostrarti...  ma oggi, andiamo nelle altre sezioni del sotterraneo che abbiamo aspettato a mostrati perchè tu veda come tutto ciò che è nostro..."

    "... e un giorno sarà mio...? giochiamo al Re Leone?" fece lei ridendo di gusto per lo scherzo e lui alzò gli occhi al cielo, rise e scosse la testa  camminando con lei in quel modo. Lei si mostrò entusiasta e contenta dell'abbraccio, mentre Dorde ripensava a qualcosa.

    Dorde e Lia erano pronti a una sfida di scherma, erano nella sala delle danze, da tempo non usata perchè avevano spostato le feste nelle Torri e la usavano per feste per gli uomini ufficiali e celebrazioni grandi, per le sfide di scherma, combattimetno o allenamento per lei e i suoi test.

    uno di fronte l'altra, si preparavano muovendo l'arma,  quando lei ne uscì con "Bene, allora iniziamo il nostro scontro mortale, che è anche più sexy di una storia d'amore!!" con ghigno carogno, metno in alto e viso verso la spalla e il solito atteggiametno da Veròna

    Dorde chiuse gli occhi sconsolato seppur celando una risata dicendo "sei impossibile..." mentre lei si sganasciava dalle risate  dondolandosi a seguire le risate con una mano sulla faccia, ridendo che Milan giocava con lei e scherzavano e tutto, lui era comico... e poi Dorde continuò "Mi ricorda quella situazione per cui il cuoco che ho visto venire da me in ufficio di corsa, mi ha fatto visita  pensando fossi Milan, chiedeva che cèra negli appunti che hai lasciato nelle cucine, una ricetta che non consoceva titolata in italiano e col suo accento yenkee ha detto -scusi, ma queste... patate a stronzo  cosa sono..- ammetto che io ho capito l'italiano, anche se con accento americano stretto ma... ma ti sembra normale dimenticare gli appuinti sulle ricette che secondo te sono ottime e facili da portare e nche vuoi mangiare,  e scrivere quei titoli perchè non ricordavi l'originale...!?"


    lei strinse le labbra per non ridere ma poi non ce la fece, andò da Dorde con la scusa, alzando le mani, di dolersi per l'errore, che non lo avrebbe fatto più e poi assalirlo per abbracciarlo, dicendo che non era giornata di essere seri e comunque gli voleva bene per quella ramanzina, ma quelle patate della suia regione aveva la forma a stronzo. Dorde lala fine rise e se la tirò contro con una mano sulle reni.

    "Ragazza, ricordati che ci sono persone che non conoscono i tuoi modi di dire, come pensi, l'itlaiano e cosa fanno nel tuo paese..."

    "... e tu ricordati che sei troppo tirato ma che alla fine celi risate che non riesce a contenere... sono contenta che ti sia sbottonato da lasciare al generale quello che eri, ma per forza devi sempre rimproverare?"

    "... e tu quando imparerai che sei troppo focosa nelle cose da lasciare basiti tutti? Su, ricomponiti e iniziamo, poi devo andare via più tardi...!"

    "Come sempre..." quasi con rassegnazione triste "vorrà dire che anche tu, come me, dovrai fare sul serio..." mentre lui accennava un si ocn la tgesta per poi non ridere più e fissarla come un rimprovero al suo dire  con pugno elzato e una torsione di labbra "... perchè questa sfida, sarà dura e difficile come tra due ubriachi a letto o con un sadico a farlo con un masochista.... non sanno che si perdono invece nelle nostre sfide..."

    "Ragazza...!!! Smettila di s cherzare, se tu dicessi queste cose a chiunque altro lo prenderebbe per cosa non è...."

    "Ma io con te posso... e comunque..." sfilandosi dal suo braccio per andare in posizione "...non è forse vero che scontri, sfide, gare e confronti sono eccitanti da valere anche più di quello...? A volte vorrei chiederlo, se è più accattivante andare dalle tue amanti o mettere in gioco ogni cosa nelle nostre sfide..."

    Dorde scosse la testa e rise, vedendola con sorriso carogno metnre si sistemava l'abbigliametno da scherma che non era con la tuta classica ma completi specifici di scherma per loro che richiamavano lo stile cavallerizzi.






























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    Capitolo 56
    *** 40.5 ***


    Dorde spacciatosi per Milan discuteva con un famoso impreditore americano per farselo alleato e compeltare un accordo trilaterale. Secondo il generale lui era colluso con un gruppo ben noto che finanziava guerre in medioriente e istruiva gli uomini mandati là in servizio a raccattare determinate cose per portarle in america e quindi fargliele avere. Unendo l'organizzazione dei fratelli per le offerte e proposte, mettendo loro sul piatto della bilancia qualcosa di ghiotto e d interesse per i soggetti, il generale lavorando per un gruppo meta-governativo di cui Dorde non poteva dire nulla a nessuno, una sorta  di europol ma segreta e tra govereni non europei, potevano compattare entrambe le forze e le tecnologie e mezzi per il risultato, unico per tutti. era stato anche per questo che i fratelli erano riusciti a conoscere e mettere le mani su schemi e progetti di qualcosa non conosciuto dalle masse e da altri goveerni, studiandoli e ricreandoli, migliroandoli se potevano per loro, come le nanomacchine, o scovare ottimi scienziati da tenere nei laboratori. Il generale sapeva della questione di Dorde ma come membro dell'organizzazione, non il capo, ma non altri, così  Dorde di fatto lavorava per due  fazioni e a Lia non andava a genio. NOn aveva mai conosciuto il generale ma sembrava non piacerle affatto ne l'uomo, e ne che cosa pretendevano peerchè l'organizzazione facesse parte di quella occasione, per Dorde, di essere collusi loro con pezzi grossi nell'ambito militare e governativo di svariati paesi membri.
    "E le cose le mettiamo noi, però..." gli rinfacciava lei, scoperto dai documenti che conservavano dettagliati su ogni cosa in quei lavori, che denaro, oro, metalli e pietre preziose o altro che offrivano erano tutti portati dalla loro, di organizzazione, mai l'altra (dai generali)  e appena il generale lo chiamava, Dorde era subito pronto ad agire scattando!
    Milan a volte le diceva "per quell'uomo che vede come un padre, farebbe di tutto" e Lia faceva il broncio.

    La scusa che il generale metteva sul tavolo era -a noi interessa la cattura e l'inquadramneto dei soggetti, fazioni e ogni aggregazione umana pericolosa per i paesi per cui noi generali e colonnelli scelti siamo la rappresentazione e operato. Voi mettete sul piatto qualcosa che ritroverete sull'altro piatto della bilancia. Saranno vostri tutti gli elementi di valore  visibili e trasportabili che vi si troverà, a noi intressano le prsone e a cosa sono collegati...- gli diceva sempre quando a solo, lui e Dorde, si rivedevano, permettendogli di prendere ciò che voleva in situ e a volte non erano affatto e solo denaro, titoli, documenti bancari e ogni cosa di v alore e che stranamente poteva interessare anche a loro, diceva Lia. Quindi come mai storcevano il naso e glielo lasciavano? Visto che cosa fossero?
    Quel osggetto amricano in particolare era un collezionista di antichità!
     Oggetti che facevano gola anche a loro, Dorde e Milan quindi,  perchè storici e di millenni , scoperti per caso e val valore storico incolabile e da studire, o di grande valore in base al paese, trovando oltre oggetti che parlavano della storia dell'uomo di gemme e preziosi di prima mano estratti là e a volte di grossa caratura come peso o per la dimensione. E Lia aveva fatto un casotto, minacciando entrambi i fratelli con una forchetta quando andarono da lei mentre pranzava da sola, peerchè temeva che questi -patti- potessero avere qualcosa sotto!!. aveva rifiutato di mangiare di nuovo con loro e ormai si rifugiava a mangiare se non usciva nel suo studio, e avevano avuto quel discorsetto nella Casa delle Lapidi, il secondo, e quella volta con la forchetta li aveva minacciati di non fare stronzate che potessero peggiorare le cose per le guerre in corso, e facendo saltare il piano, così da essere scoperti non solo dal tizio, ma altri come lui ed essere più cauti. A quale titolo diceva, si lamentava lei ed generale, dichiarava di avere loro dei fondi che gli permettevano  di non  interessarsi dal malloppo che davano ai fratelli, visto le spese e finanziamneti che servivano per quei gruppi segreti, studi e tecnologie di ogni tipo... Importante cosa però che condivideva con quel gruppo segreta una cosa chiave. Tagliando, diceva, l'ombelico finanziario con armi e tutto il resto connesso, si lasciavano in braghe gli stronzi che ci vivevano per la gurra in quei posti e pensavano di guadagnare da qualcosa di vergognoso ancora in quel secolo. Tagliando le manine dei coglioni che li rifornivano, li si lasciava con meno rifornimenti! E gli accordi con i paesi che vendevano lòà le armi, le acquistavano loro maggiorate chedendo accordi di non rifornimneti ma virare su di loro. Ma perchè, continuava, quel gruppo non raccoglieva mai ciò che  era un ottimo rimpinguamneto delle casse, prendendosi solo quei soggetti?!?

    "Mi auguro per voi due che questi accordi non siamo come con i tedeschi! Ci ricordiamo che accadde nella seconda guerra per cui passando per salvatori, invece fecero accordi con quella feccia per spedirli nel sud sud delle americhe o altri paesi, ricevendo in cambio documenti e testimonianze dell'operato e ricerche in ogni ambito facendoli campare con vita normale fino alla morte naturale, quelli non acchiappati da loro, ovviamente?!? GLi altri ebbero un giusto processo, quelli salvati dalla bandieera a strisce e stelle NO! Così come circola voce che Mengele e i suoi scagnozzi medici e specialisti di tuti i campi ma anche al fianco di baffetto,  furono portati dove sappiamo a continure gli esperimenti tranquilli, e perfino baffetto tedesco non è mai morto, ma fatto sparire anche lui e gli eredi.... OH!, pare siano di nuovo in tedeschia a fare come da me di nuovo politica come niente fosse!!  Che sia stato un pre Bin Laden... ricordiamo la mania per loro di dire -è morto, defunto, già sepolto- senza alcuna vera prova ne niente a testimoniarlo e così fu per baffetto tedesco... io non ce lo vedo pr davvero lui, scampato  a mille attentati e con la faccia di bronzo di mostrare i baffetti spavaldo, a spararsi facendo la cleopatra de noialtri, invece di un accordo fruttuoso per lui segreto... quinid, voi due siete stati linci o coglioni!?" fece, ancora piccata da come era finita per quel pranzo da cui andò via offesa, con Dorde che si mise sa discuterte con lei dopo per il comportamento di lei,  e Milan che si sentiva in colpa ogni volta che discutevano. Inoltre stavano sempre nervosi tutti e tre quando Lia pareva sempre snocciolare riflettendo, le cose negative e strane che le si paravano in testa metnre ascoltava o leggeva e glieli faceva notare.
    "Dobbiamo mettergli i petardi sulla sedia e farglieli scoppiare con loro sopra, non vederli accorgersi del pericolo e scappare , anche per il Generale, che non faccia cavolate".
     
    Dorde si era arrabbiato perchè lei chiedeva che stessero lontani ANCHE dai preticelli come li chiamava, minacciava d i andarci a parlare e questo gli faceva venire un brivido sulla schiena, perchè era diplomatica e sempre pront al dialogo per risolvere tutto, ma aveva la vena punitrice che scaturiva in minacce e avvisi, poi fuochi d'artificio e palazzi saltati... gettando la colpa su gruppi estremisti, terroristi e altro. Per carità, rifletteva lui, con i suoi gesti pirotecnici aveva mostrato  dove fossero i pericoli che loro avevano scovato, dando mostra al governo di turno di avere serpi in seno, ma... lui era per un'altra scuola d'operato!
    E lui avev a paura che la incontrassero, perchè seppur  pensava che lei avesse qualcosa di interessante a livello magico e discutere e dialogare con lei era interessante e stimolante anche su queli elementi, , era fatta che non si fidava più nessuno e ne credeva di valere qualcosa. Come fu per l'invito di Zay e Ric da andare da loro, senza soldi ne possibilità e malata Lia non aveva modo di fuggire c ome voleva anni prima e rifarsi da capo, e vedersi per la prima volta qualcuno che le proponeva di ospitarla... era cresciuta e aveva vissuto coin l'idea di non fidarsi più di nessuno, tutti l'avevano delusa, usata o voluta come si aspettavano e non si fidava più da non pensare che vi fosse qualcosa sotto, o che fosse impossibile che qualcuno la volesse vicino o ancora, come lei disse in più ocasioni, non amava i debiti e dover ridare. Odiava l'idea di tutti che se si riceve un dono bisogna per forza ricambiare assolutamente, secondo lei un dono o regalo dovevano essere fatti di volontò e perchè si sentiva o voleva farlo. ma Ric e ZAy molte volte la pensavano diversamente da lei, quindi dopo essere diventatas un peso e un fstidio... che sarebbe accaduto? Conceto che diceva anche ai due fratelli, e oltre questo, era così abituata a chiedersi come mai le si diceva, proponeva offriva qualcosa e cosa cèra dietro. Non si fidava.
    E aveva paura di un eventuale incontro tra lei che rifiutava la magia, religioni e concetti esoterici e loro. Non per lei, per loro. Aveva fatto implodere a carica molto moderata molti edifici per stanare la feccia e indicare come un cartello -stronzi qui, correre prego-, portando alla luce molte cose che vivevnao nell'ombra dello scintillante splendore delle società visibile ma falsa. Aveva insinuato i suoi robot a criceti e razze, per stanare, acchiapparare o minacciare e se non bastava, da distruggere ed estirpare, o anche solo quei criceti più piccoli seppur grossi c come ratti di fogna o pantegane, forse più grossi pensava, a mò di cineprese semoventi che riprendevano tutto! Perfino nelle città, nei quartieri pericolosi, oltre i loro uomini, aveva fatto scorazzare quei cosi-telecamere che immortalavano tutto ciò che sentivano o captavano, e lei nelle sale wweb soterranee visionava, faceva cercare per scoprire chi fossero e usava come Veròna per le Cacce.
    "Dorde, ricordati dei sorci, quelli che ammassano le fogne sono naturali seppur pericolosi per l'uomo e sappiamo come si trattano, alla fine non hanno intelligenza umana... ma quelli che teniamo per la coda in forma umana sono lo schifo da togliere e sgusciano e si comportano da umani... DIMENTICA i preticelli e impegnati per cose vere e da poter prendere a ceffoni. Quello è il tuo lavoro! Anche il Generale fa parte di una commissione mondiale che osserva e gestisce determinate cose, ma mi auguro che ti sia slegato dalla loro mentalità per adattarti alla nostra, dove tu sei. Per te è un padre ma lui è prima di tutto un colletto bianco e un militare fin nelle ossa, che vedrebbe tranquillamente anche te invischiato e buono per un sacrificio se serve.... non per fare la stronza, ma a questo mondo devi immaginarti ogni cosa, non pensare mai -non è possibile, non lo farebbe mai- come fanno i genitori c oglioni o quelli per -amore- credono di avere vicino papa giovanni come presona... non è mai così, obbligati a celarsi, molti mentono e arrivano a fare cosa non ti aspetti per cosa credono mettendo quello sopra tutti, e così io faccio, resto in campana..." guardandolo negli occhi "Smettila di vedere gli unicorni e le statue ambigue" facendolo arrabbiare per la tirata d'orecchie per la sua statua, mentre Milan cercava di non ridere.
    Quella benedetta ragazza, diceva smepre. E gli tornavano momenti come quella dicsussione. Che aveva detto delle cose che lo fecero andare su tutte le furie.

    "perchè! gli altri lo fanno con me... no? Che io sia come vogliono, che faccia cose come voglio...  come alcuni tuoi clienti che hanno usato una frase come la tua -nessun problema per l'imprevisto, magari vi fate perdonare in altri modi- guardando me! E io lo capisco cosa vogliono e pensano i maschi e cosa stava immaginando. pensano che non si capisca, ma gli occhi, cazzo, lo dicono... e non intendo mettere la mia bravura sempre e sempre  per sollazzare il pennacchio di qualcuno, che se lo perdano... che imparino come fece lui perdendo..." mentre lui la fissava cupo per fare due passi e darle un colpo su un ginocchio da farle cadere la gamba accavallata, facendole assumere un'espressione stupita.

    Quella frase aveva mezza verità, mezza bugia e un'accusa. Primo, era vero che era lei a mettere le pezze a certe cose e quindi doveva soddisfare i clienti ma quella situazione messa a sfondo sessuale lo irritava. La mezza bugia era questa, se qualcun altro la sentiva poteva pensare chissà cosa, ma le allusioni di lei avevano un perchè. Le aveva dato quel buffetto sulla gamba per farla smettere. Lo faceva, a dire certe cose ambigue,  contro di lui, Milan, Madame e tutti, per delle ragioni, non perchè volgare. Affermare cose sessuali nel emzzo di una frase per enfatizzare il concetto era per lei il modo di catturare l'attenzione. E quindi dopo che mandò al diavolo Rò, per lei ogni uomo voleva solo edlle cose da lei, e lei riprendeva questa cosa quando accontentava i clienti qualora vi fossero stati imprevisti non contemplati con doni e servizi extra di imbonimento, seppur non le andasse. Quella frecciatina su prestazioni sessuali che col cavolo che lei faceva, ma altri potevano intendere, erano invece intese come compromessi per tenerseli buoni, come con gli uomini col sesso appunto, diceva. Quel riferimento al pennacchio, frase sentita nel suo paese alcune volte parlando con la gente e aveva adottato perchè la faceva ridere, era quello. Riferimento al suo doversi abbassare a porre rimedio con doni di varia natura, anche con le ragazze o ragazzi di Madame, molti erano gay ma non potevano dirlo, di fatto soddisfando come non le paiceva, gli altri per ingraziarserli, come affermava sempre, una donna dov eva fare perchè l'uomo non si annoiasse e cercassi altri buchi.... "Come si fa con gli uomini, devi sempre chinarti per loro, proprio così e i tutti i sensi, perchè non ti abbandonino, come pretesa, ripeteva. Ma non sol oquello.... umiliazione e potere... senza pensare che sono le donne che lo hanno, invece.. poveri pitocchi!!" ripeteva.
    Loro erano amici e solo quello, ma per studiare le persone o perchè era da lei, si comportava in modo non molto adatto,s econdo Dorde stesso, con gl iamici. Si atteggiava a come credeva lei normale e semplice, ma non poteva essere così per tutti ma voleva che tutti fossero come lei. Si, la cosa era cambiata per loro, ma lei non voleva capire. E cercava di dirle che scherzare, abbracciare, stare in camera degli altri mentre questi si cambiano, stare in camera di altri in generale, consigliare abiti a prescindere, aspettare che gl ialtri finissero doccia o bagno, prendere in giro sulle persone con cui si stava, abusare dei letti degli altri per stare sopra il corpiletto perchè trovava divertente il materasso di piume, fare...

    "mi perdoni ma è una telefonata importante, solo pochi attimi" disse l'uomo a Dorde chiedendogli altra attesa, cosa che lui acconsetì e tornò a riflettere. Normalmente odiava le interruzioni o come altre volte, si trovava là per sostituire il fratello. E tornò a riflettere, sul divano.

    Cercò di cambiare pensieri e si mise a ripensare alla lettera che gli aveva lasciato alla Casa Rossa quando se ne era andata all'alba e lui l'aveva trovata appena sveglio, senza accorgersi di niente. Quando si sentiva giù, disperata, triste, incapace di riprendersi o nei momenti neri da voler piangere, o se ne andava là o quei tre gliela portavano, ormai abituati.
    E Dorde vi era andato a volte per parlarle e capire che aveva e sapeva che se usciva a cavalcare, a girare sola nel verde, anche fuori il confine della Casa o tra le persone nelle zone limitrofe abitate, come in una situazione che le piaceva nei film post apocalittici. Girare e osservare cose, persone, edifici come alla ricerca dei qualcosa, capire e comprendere gli altri e il mondo pewr lei diverso. E se lo faceva,  entrava in camera di lui e gli lasciava un appunto, lo faceva sempre di lasciare bigliettini con cosa pensava o si sentiva, sempre e in ogni posto. Capitava a volte che facesse la stessa cosa, come scappando, se si sentiva troppo sotto pressione per la gentilezza o l'affetto degli altri, e diceva che aveva l'ansia o qualcosa del genere come con la ragazza al primo anno di università quando le cucinò le uova con il galbanino dicendole di restare a cena, e lei sudò freddo perchè i suoi facevano casino. Dicevano tui che vuoi fare gentilmente ma poi scazzavano.  e lei no nsapeva che fare, aveva perfino la nausea e un attaco di panico, senza sapere come comportarsi in quella situazione,  anche per la paura dei suoi che la cazziavano se tornava tardi, e querlla ragazza non capì, e spar' senza farsi sentire, dicendo solo per sms "sono andata inghilterra".
    E il non fidarsi la portava ad avere terrore di essere avvicinata. 
    Non le piaceva essere toccata ma  a volte capitava con Milan, Jd o con lui stesso che cercasse una vicinanza e li abbracciava, ome aggrappandosi a qualcuno per non cadere, sembrava quasi qualcosa che non aveva mai avuto prima, e  diversamente di quando era contenta, gasata o felice per qualcosa. Erano situazioni diverse e differenti ancora quando sembrava che le cadesse tutto addosso e conosceva solo un modo per superarlo, come per la sua vita di prima, e inece di abbracciarli, si nascondeva. Stare da sola e cercare lei il modo di lasciar cadere via ciò che la rompeva. E quanddo Dorde o Milan andavano alla casa rossa, lei sembrava pià in colpa perchè si eerano scomodati che altro e se restavano a dormire nbelle loro stanze, anche per aprrofinare di un pausa nell'aria italiana.  e lei la svignava presto nella sua stanza, restando sola al buio o con solo le candele accese. E  con incensi a bruciare tra cui i preferiti, i benzoini e damar. L'odore glielo sentiva sempre addosso anche nei giorni normali perchè a lei piacevano e la calmavano, ma se stava davvero male, restava isolata, e ormai avevano capityo che lei non cercavas un contatto come stringendo una mano ai loro vestiti, senza abbracciali, prendere una mano e stringerla forte o accoccolarsi con una tempia sulla spalla o braccio, era davvero giù.
    E se accadeva, era sicuro che tutto le si riversava addosso del peggio della sua vita da avere incubi e ricordi che la assillavano, dai suoi alle persone che le fecero del male. Soffriva sempre come era diventata per la paura di non avere considerazione, affetto e quel qualcosa da qualcuno come desiderava che la portarono però a fare sempre come voleva la famiglia, finendo a schifo lo stesso. Loro vedevano le cose come interessava alla loro testa, dritti come un treno, chi pensava diversamente o non era come loro, ne dicevano e facevano di tutto, MA... diceva sempre Lia, cercavano di apparire perfetti, edutatissimi, sorridenti e tutto ed esattamnete come la feccia che le fece male, dietro inece erano diversi. Loro di diverso dalla gentaglia no navevano niente, si sentivano solo migliori e non avevan problemi a trattare lei come feccia per poi sbraitarle contro che faceva schifo a dirglilo, e poi al telefono o di persona essere gentilissimi e prendendosi le pedate in faccia da tutti, mostrandosi come coglioni. Lei non aveva vissuto niente, non aveva provato niente, non era stata in grado a causa delle loro pressioni e cosa potevano farle, picchiarla, sbraitarle contro per giorni, trattarla da odio e dirle di ogni in ogni modo peggiore che lei no nreggeva a queste cose sopratutto se erano ingiustificate, sbagliate contro di lei o non la ascoltavano. E accumulando per tantissimo tempo, la portarono solo a desdierare di morire. Le perosne fuori non la volevano perchè diversa, al massimo per usarla, se usciva il suo vero carattere dalla finzione quando le facevano superare il limite era trattata come vergognosa, e così in famiglia. non cèra scampo, ripeteva. O fingi tutta la vita o puoi benissimo crepare, al mondo non cèra posto per lei.
    E quando era in crisi da avere attacchi di panico, terrore di avere altri in giro e scappava alla Casa Rossa, se era una cosa lieve se ne stava alla Casa delle Lapidi, non cèra verso di aiutarla. Era come a casa, diceva, si sentiva così male anche fisicamente da pensare che sarebbe davvero morta, finalmente, il pianto non voleva cessare, la debolezza così profonda da non riuscire a muoversise non obbligandosi e i rimorsi e le amarezze di non aver potuto davvero fare cosa voleva, vivendo piccole cose come tutti... aveva sbaglaito nel pensare che restando e facendo cosa volevano, avrebbe avuto l'affetto che desiderava ma per i suoi era diverso. Il sangue veniva prima di tutto ma dovevi avere il tuo posto e aspettarti cosa gl ialtri pensavano fosse giusto, accettare tutto e star zitta.
    E lei vedeva gli altri intorno a sè avere contatti i genitori e parenti, vederli legati, ad abbracciarsi, a sorridersi ma in modo vero e sincero , non finzione, dia vere qualcuno visicno che ci teneva non per il sangue ma per TE. E nei momenti di crisi piangeva disperata per quando per la musica dovette subire di tutto, dalle esibizioni di fine anno  esimili dalla scuola media agli esami al conservatorio dove LORO ERANO PRESENTI manco fosse una laurea, al seguirla ogni ora per le cose religiose dove DOVEVA suonare dietro alle statue e funerali, con loro attaccati e orgogliosi mentre lei soffriva per ciò che non sapeva fare e... si disperava perchè l'ì erano presenti. Le manifestazioni religiose la prendevano dall'una del pomeriggio a poco prima di mezzanotte a camminare dietro le statute, poi due ore di sonno, tutto deciso dai suoi, al riprendere all'alba a camminare e suonare fino alle due del pomeriggio quando tutto erientrava in chiesa. E lì, cèrano!! Per le gare di tiro a segno dove vinse medaglie e trofei nonostante la malattia, prima di peggiorare e cadere di più nella sofferenza, NON CéRA nessuno!! Nelle esibizioni delle cose di palestra quando ancxora non sapeva della malattia, NON CéRA NESSUNO  e in quelle circostanze in cui aveva bisogno di un passaggio perchè il padre non le dava la macchina se non quando serviiva e mai la sera le urla e le minacce perchè lo obbligava ad uscire di casa dopo le sette di sera, erano cose futili e inutili, che si stesse in casa invece di rompere, e tante cose che le dissero quando lei, al poligono e cose di palestra, ci teneva!! Per quelle cose non cèra mai nessuno e la solitudine, quel male al petto, oltre come già si sentiva sola, peggiorarono.

    A nessuno interessava il suo malessere interiore e di vita, dalla parte della famiglia er prerogativa che fosse come DOVEVA essere per la sua posizione di figlia e nipote, il DOVERE dal fatto che fosse donna, allo sbrigarsi ca sposarsi, al figlia e che doveva fare il suo, al suo DOVERE per cosa volevano SU di lei, non per lei. Ogni volta che per gli studi le chiedevano che volesse fare, si accorse che no nera per sapere da lei VERAMENTE, ma che dovesse fare per cosa volevano loro e se dicevano non era vera, ha sempre fatto cosa voleva, non sapevano perchè mai ascoltata il perchè aveva scelto il liceo quello, perchè le sue insegnanti le dissero che non valeva niente e l'unica cosa buona che potesse fare per i suoi genitori con una figlia come lei era appunto scelgiere una scuola di basso livello secondo loro che madnasse avanti gli ignoranti perchè non fosse una delusione totale... all'università che sebebne non le piaceva e non era per lei, si rovinò la salute per accontentarli ma MAI che ebbe quel poco che desiderava da qualcuno vicino a lei. per loro tutto era dettato da soldi, tappe di vita e come vvenivano visti.
    COme si sentisse, perchè e come urlava e cercava di farsi sentire o si lametnava di cose che la distruggevano e molto altro no, erano solo capricci tipo bambina, sbuffavano, erano stufi di lei e finiva sempre male, ma quella sdbaglaita che dava fastidio, era lei. Basta.
    Cosa serviva prchè stesse meglio, non importava, così come non gleiene importava di coa la facesse stare meglio e non cèrano quando serviva, cosa che rinfacciava loro. QUando cèrano stati? Non con i bulli, le insegnanti arpie, la gente che gliene faceva di ogni ma la stronza era lei, gli obblighi e gli orari che le mettevano i suoi pena casino e lei doveva sottostare e come la trattavano al lavoro, all'associazione di volontariato e oviqnue perchè ovviametne erano loro a dettare le regole, non i genitori di lei.,.. e finiva nella merda sempre lei. Ma a chi importava? A chi interessava come stesse dentro  equanto lo dimostrava? E poi le dicevano newlle urla che loro erano intressati a come stesse e le adnasse, ma non era mai così, perchè non essendo niente come dicevano e volevano loro... tutto finiva sempre con la colpa su di lei, non avendola voluta lasciare andare, e solo a soffrirne era lei.
    E non risuciva a scacciare via neinte, erano masse bubblose come le chiamava che la tormentavano.

    Era scappato a Milan  giorni prima, che con Dorde impegnato, era adnato alla Casa rossa lasciando i suoi impegni allo Chateau per sapere che aveva, era scappata via lasciandogli sulla scrivania un messaggio,  ed era rimasto con lei fino al pomeriggio del giorno dopo e che "non pareva che stesse malissimo proprio, ma la mattina mi sono svegliato e lei non era vicino, ho trovato al suo posto un bigliettino. Era uscita perhè aveva bisogno di fare qualcosa da sola e riflettere." facendo accigliare suo fratello. Era tornata ore dopo a pranzo  e l'aveva abbracciato dicendogli che stava bene e cèrano cose da fare allo Chateau, come se tutto fosse apposto, sebbene non fosse così.
    Dorde gli aveva chiesto cosa volesse dire per cosa aveva detto e si era indispettito perchè Milan aveva ammesso, dopo essere stato incalzato, che aveva bussato alla sua porta dopo cena, chiusa in camera, ed era rimasto a parlare e l'aveva invitato a dormire con lei. In realtà non era andata in quel modo, ma suo fratello pareva incavolato nero e allora rispose alla fine con una mezza bugia "come a volte che viene qwui in camera mia la sera quando non riesco a dormire e passa del tempo con me finchè non mi viene da cadere per la stanchezza e vicevrsa. Non ha mai dormito da me, ma a volte sono andato io da lei e ha chiesto di restare con lei finchè non si addormentava... ma siamo amici, niente di che..." facendosi piccolo nella sedia dietro la sua scrivania.
    Dorde lo fulminò con lo sguardo. Lia aveva messo un blocco tramite Helias alla porta della sua stanza vietandogli di entrare di nuovo, cosa che Milan liquidò con "E tu perchè entravi in camera sua a caso" e faceva certe facce offese o sospettose c ontro Dorde e altri che si comportavano con parecchia gentilezza o troppa vicinanza, che per lei erano troppo. Non sapeva bene capire gli atteggiamenti delle persone e temeva  sempre fossero per avere qualcosa,  come odiava e le faceva paura.  Con Milan non accadeva, loro si sentivano come fratello e sorella ma restò muto ingrugnito nel sentire che lei si rifiutava di stare nei letti degli altri quando la rimproverava di abusare di questi per provare il materaso di piume ma solo sopra,  o accettare affetto ma poi chiedeva a Milan di dormirle a fianco. Però, pensò offeso, mentre suo fratello accampava spiegazioni perchè erano solo amici che si sostenevano a vicenda sebbene non ve ne era mai bisogno, tuti sapevano che era strettissimi come fratelli,  che quando lo braccava per abbracciarlo contenta al collo o alle spalle dicendogli di farsi stringere, non faceva il broncio perchè lui le chiedeva di calmarsi e non strattonarlo. Per poi rifarlo appena girato o sulla poltrona, ridendo divertita, mettendosi seduta su un bracciolo, testa contro testa, a prenderlo in giro perchè  faceva lui il muso quando lo spupazzava. Aveva sempre pensato che lo facesse a tradimento per scherzare, ma non eera proprio così e ora suo fratello era stato il suo punto di riferimento in un momento no, chiedendogli di farle compagnia mentre dormiva!!

    E ripensò alla lettera che trovò nella sua stanza nella Casa Rossa quando lei invece di cercare un pò di calma, se ne era proprio andata all'alba lasciandolo solo, per sicurezza era andato proprio nella camera di lei, dopo che Dorde la sera prima aveva cercato di abbracciarla per tirarla su e lei era scappata via continuando il suo pianto da sola. Il suo malumore era nato anche da un paio di situazioni negli ultimi giorni per cui vedendo delle cose gentili e Umane fatte da qualcuno a qalcun altro, non aveva iniziato ad avere attacchi di pianto perchè le veniva così! NOn capiva, Dorde, ma quando cèra una situaizone di sostegno, aiuto o gentilezza tra persone nel loro lavoro c he accadevano così, a cui assistevano, lei aveva attacchi di pianto irrefrenabili, le cadevano da sole lacrimone senza fermarsi e o lo sapeva dai resoconti dei tre che le facevano o ombre o l'aveva visto lui.
    Ma se cèra qualcosa che tutti era da commozione, a lei non accadeva niente, anzi alzava gli occhi al cielo o si annoiava o sbufava come se li trovava esagerati! Aveva fissato scontrosa una tizia che piangev a al matrimonio della figlia e con lei altre donne senza capire, seguendo le fasi di un lavoro di controllo e copertura pagato. Avva visto gente piangere di commozione per una nascita, o una morte, o salvataggi di animali o persone, ma non le accadeva neinte.
    Anzi, gli era invece  capitato di vederla mutare in qualcosa come il pianto sentendo la voce incrinata e addolorata di alcuni degli uomini in serate di commemorazione dei morti che conoscevano, come se avertisse delle sensazioni non sue ma seguendo il giovane che parlava commosso di quella persoona. Non era peer i discorsi o cosa si era detto, parea sicuro, non era per la cerimonia... Erano stati attimi, che lei si trovava dietro quella persona, lei non piangeva mai ma solo in casi particolari, ma la vide, spacciandosi per Milan presenziando la cerimonia con le lanterne di carta tipo cinesi ma che non bruciavano e semplicemente invece di volare, erano attaccate tirate su lentamente metri e metri in alto per non rischiare incenedi, restando nel cielo come a comunicare con esso, lasciando che si spegnessero da sole fino all'alba per poi prima del sorgere del sole, la  carta utilizzata per le lanterne era piena di scritte, frasi o pensieri ect degli uomini che la notte con il sistema di ria calda e corde tenevano su vrso il cielo e all'abra bruciavano in u  falò fatto apposta, quelle carte cariche di pensieri e parole perchè volassero di nuovo questa volta ovunque... e lei partecipava pure ma seguendo come al suo solito attenta alla gente e cosa diceva e faceva per capire come si comportavano e riconoscerle... ma poi accadde qualcosa. Quel giovane particolarmente preso dal ricordo di un amico defunto, parlava con voce rotta e la vide, alle spalle di questo, cambiare espressione come provasse qualcosa di male e quasi piangere, non seguendo cosa si diceva o altro, ma sembrava influezata da qualcosa.
    Invece l'aveva vista piangere proprio da nascondersi e levarsi lacrimoni che scandevano soli perchè aveva visto  gesti gentili o di aiuto non previsti, accaduti a caso tra qualcuno verso qualcun altro. E lui non capiva.
    per poi ritrovarsi una lettera come quella lasciata nella camera a lui predisposta alla casa rossa, lasciato solo come fuggita.

    I veri pianti li aveva nei momenti no e si nascondeva da tutto e tutti, erano una volta ogni tanto e spesso dopo incubi la notte, e se piangeva non smetteva per un pezzo in una disperazione ma udita e considerata da nessuno.
    E in quella lettera lo esprimeva.

    -Torno a casa, ho delle cose da fare. Perchè perdi tempo con me? Non dovresti. NOn capisco perchè tu e tuo fratello perdiate tempo con me, ben oltre ciò che dovevano ALTRI e che no ho mai avuto veramente. Per loro erano capricci e fastidi di una che pretendeva cose, soldi e altro come una stronza viziata. E non capisco, non capisco davvero voi due, il vecchio e chi mi tratta meglio di quelli che dicevano -familia-

    So già che Jd e gli altri non ci saranno nel momento in cui io lancerò la moneta e tenterò di giocare ancora con il fato. Lascio tutto al fato gettando le mie azioni, e aspettando il risultato. Le me che ho creato come Personalità capiscono e sembra solo loro. Io devo cessare il mio scopo primario, respirare, per il bene mentale e fisico. Lo dovevo fare molto, molto prima...
    CHi e quanto avevo bisogno vicino, non ci sono stati. Eppure tutti pronti però a decidere su e per me su cosa dvorei fare.

    Posso capire perchè si rifiutano, ma tu ci sarai? Ormai non mi tiro indietro, sappilo.
    O solo Milan sarà al mio fianco con la speranza che accada cosa mi dia pace o aiuto come lo vorrei?
    o ti trincererai come loro nel rifiuto e mi saluterai solo la mattina a colazione anche tu, per poi svanire?!
    Jd è delicato di suo, anche se non gli piace quando glielo si getta in faccia, Lubo ha le sue motivazioni e via dicendo... ma tu!?

    quando provavo a parlare ad alta voce, era come se nessuno potesse sentirmi. volevo appartenere a qualche posto ma qualcosa andava male. la solitudine mi aggredì e mangio lasciando solo urla e disperazione in forma umana che rimase a soccombere a gente che la Considerazione che pretendevano per loro....  così pregai di potermi allontanare. Scappare. Ma questa volta, qui,  volevo appartenere a questo posto ma qualcosa andava male qui. non come nella mia vecchia vita, ma andarmene definitivamente. Svanire

    Ma quando provavo a parlarne in giro, era come se nessuno potesse sentirmi, ANCORA, COME PRIMA.
    Volevo restare qui, ma qui c'era qualcosa di così sbagliato.
    Così pregavo di poter andare via ma non ripetevo cme nell'altra vita -farò tutto il possibile finché toccherò il cielo.
    ed esprimerò un desiderio, di avere una possibilità, di fare un cambiamento e allontanarmi-

    Mi vedevo nella dissociazione fuori dalle tenebre e dentro il sole, ma non dimenticherò ciò che non è andato.
    La mia famiglia è riuscita ad arrivare così nel basso da dirmi -E colpa tua se sei finita così- rompendomi ancora e ancora. Io sono sempre stata un niente e mi vedo sempre tutti, anche tutti voi, dirmi cose che mi feriscono, perchè dvorei vivere come dite voi.
    Non vedendo che era per loro e la loro approvazione mai avuta, che mi rovinai mi uccisero loro. E ora morirò nella seconda parte.
    Il non uscire più con nessuno e ne la sera per i loro rimproveri e odi mi ha portata a non sapere per me, come aggregarmi e non sono il tipo che per paura della solitudine e simili si obbliga a cose che non vuole. NOn l'ho mai fatto e preferisco morire che continuare ad esistere, non vivere, nella finzione pur di....

    "davvero devi uscire? Cè bisogno? Che devi fare con loro? A quest'ora? Ma non hanno altro da fare? Accura che non stai n'casa, Io non ti accompagno, non esco a quest'ora. Cosa cè da fare c he devi uscire?" e tante altre frase che mi facevano cadere tutto a terra!! Ed ero maggiorenne e all'epoca volevo uscire con Rò o andare in palestra la sera che avevano cose che proponevano e.... alla fine per non sentirli, dopo anche un litigio per cui mio padre mi mandò affanculo perchè non voleva accompagnarmi, ho smesso. Rimasi tra le quattro mura asfittiche, claustrofobiche e tossiche e a loro andava be ne così, si lamentavano solo che non mi sposavo per figliare!!
    Fu il periodo che parlavo a Zay dela palestra e tutto il resto... da quel momento io non uscì più. Vedevo le tre volte che lo feci con Rò e già finirono da schifo, poi tornata a casa dopo solo mezz'ora perchè mi rifiutavo di fare sesso, li trovavo incazzati a fissarmi male e come vedette...  come mi guardavano alzati perchè gli davo fastidio, io che tornavo e trafficav o per casa e loro dovevano dormire. Le faccia, gente giudicante in modo meschino come se io tornassi da chissà cosa di vergognoso, che avessi potuto fare e nascondevo cose, maledetti segreti che rualvano che avessi... chissà poi perchè mi tenevo le cose io!!... che mi fissavano per bene come per coglieer chissà cosa!! A come mi sembrava quasi di leggere sulla loro faccia la domanda se avessi fatto qualcosa di sbagliato, a cominciare da qualche relazione  eche vergogna ero.

    E dissi basta, appena scapperò non mi sentirò più così e potrò vedere chi vorrò. Vivrò come mi sento, con chi sento, se e quando, e agir davvero per come voglio, come mi urlano ma non è vero. Se io avessi vissuto e fatto cosa volevo come una stronza egoista come mi urlavano, io avrei... avrei ...Ma non riuscì mai a scappare da là.
    E ora qui, tranne voi due e i veterani, mi sembra di essere un fastidio per tutti ed un'estranea. La casa rossa la amo per questo. Distante da tutto e nessun giudizio, bellissima e potente insieme e... solo standoci lo si capisce. E per me èp un luogo mio dove non mi sento  un fastidio, rifiutata, di troppo e... le case non ti fanno sentire male o ti uccidono dentro!!

    Mi ero detta all'epoca quando avevo scelto di credere a Zay e alla speranza che mi diceva di non abbandonare...correrò un rischio, avrò una possibilità, farò un cambiamento e mi allontanerò. E vivrò ciò che desidero.
     
    "Fra  un centinaio di pavimenti calpestati e porte oltrepassate, forse non so dove mi porteranno ma devo continuare ad andare avanti, volare via, allontanarmi". Ma quella a perdere e cadere fui io. SOLO io, mentre chi mi guardava faceva facce schifate e si voltava, e quando ne avevo bisogno! E i miei scesero nel misero urlandomi "E' colpa tua se sei finita così" non vedendo il mio dispiacere e il pianto che mi venne di nascosto non riuscendo neanche a dissociarmi. Avevo cercato di farlo come sempre per cancellare la disperazione, ma non riuscì e mentre i brani andavano, nel cd, finchè non venne Ricordando, non smisi più. E quella fu la più bassa che riuscirono a tirar fuori.

    Andare via
    Andare via
    Ripetevo.

    Neanche qui e nenache voi siete riusciti a darmi un posto di tranquillità senza pesi, accuse, richieste di cambiare, offese e solitudine per le discussioni. Solo Milan pare sempre imperturbabile e non mi fa pesare niente.
    So già che forse tu non ci sarai ma chiedere alla fine, è lecito.

    una volta sentendo Happy birthday e lasciando andare cosa vedevo senza manovrarle, vidi tante cose e anche situazioni e qualcuno parlava a qualcun alto con un titolo e gli disse
    "Anche se separati, lui crede in lei e vive per lei" parlando ad un uomo.

    Cosa significa ciò, pensai? Credere in qualcuno e vivere per quel qualcuno, chi sarebbe stolto per farlo abbandonando e stessi? Io, che non volevo figli perchè so bene che non erano per me, non sarei stata una buona madre ne guida di vita. Io, che per avere qualcosa che vedevo sugli altri, caddi nel fare le cose per chi non meritava e ci rimisi io. Che senso aveva fare figli, disperati esistenziali come me, come una punizione per loro, se non ero stata capace di badare a me stessa!?
    O situazioni di affetto tra persone di cui io non sapevo nulla e non le capivo. E tutto ora è rimasto così... come il mio mondo, come il mondo creato da Lei nell'opera manga.. tutto resta così...
    non so cosa si provi, e neppure quanta disperazione possa causare una cosa tanto sciocca quale continuare a strisciare a questo mondo solo perchè la gente continua a ripetere che è giusto così, sofrire basta che respiri, o che Dio lo vuole e tu accettare...  figliare e creare nuovi disperati a cui io lo so, non sarei stata capac e di dare niente di ciò che non ho avuto. Ogni volta che Milan mi abbraccia o usa gesti di gentilezza con me non so come comportarmi e mi sento veergognosa dal non saper ricambiare. Anche se rispetto a quando feci il corso di parruccheria e lo stage, non riuscivo a toccare le persone, mi veniva l'ansia come un rifiuto, un rigetto che non saprei spiegare, con lui non è così e così con te e Jd. Con te e Milan e Jd, non è mai accaduto, ma non sono persona capace di amare e meritevole di crescere qualcuno che dovrebbe essere la nuova persona adulta.
    Perchè io non avevo perso cose, non le avevo mai avute...che cosa dovevo insegnare?!? Come quelle madri che dovrebbero insegnare a vivere ai figli e chiedono come mai i palloncini che gonfiano per farli giocare non volano come quelli c he ha visto, ma cadono a terra!! Vero e fa male, questo e ce ne sono tanti, su gente che invece di chiudersi il cazzo o la vagina, crea nuovi disperati quando loro ono sono in grado di insegnare e tanto altro. Le basi, cazzo!!!

    E le tue parole come quelle di Zay e Ric sono aria per me... ci sono cose che indipendentemente dai nostri forzi, non torneranno indietro. esiste anche una disperazione che non ti lascia mai. E nè le vostre buone intenzioni e ne i discorsi buonisti possono cambiarli. Per me non cèra già storia da Zay e sono stata stupida a credere nell'amicizia col quel gruppo e a sentire Milan che diceva che sarei stata felice allo Chateau.
    Qualsiasi cosa mi avete dato, non ha cancellato niente... per voi il materiale sistema tutto come per la mia famiglia, ma non per me.. e le volte che avevo desierato cosa non avevo mai avuto, siete riusciti a rovinarlo e farmelo vedere sfumare...

    Quel giorno io mi siederò sul sedile e dirò, sperando nel lancio della moneta "Oggi muore la persona che eri. E se la moneta lo deciderà...Rinascerai con un nuovo nome e una nuova vita o... finalmente la tua pace ti accoglierà alla faccia degli stronzi"

    Non sono stata altro nella vita che sotto di tutti dicendo "Mi inchino a te" come dicono con Namastè. ma non come saluto, ma come obbligo.
    Una delle Muse osò dirmi "sei oppressata dai giorni ai quali non possiamo più far ritorno, una figura che si dirige negli abissi a velocità sostenuta, ma si gira in direzione della luce senza esitazione. Tra tristezza e rabbia, confusione e disperazione inizia.... una danza nera tra zampilli cremisi e poi, il buio"!Tu dicesti che diceva ciò per i suoi poteri, lei dice di non ricordare nulla, ma ormai ho deciso.

    A volte avrei bisogno di parlare con qualcuno di tutto, per esorcizzare e superare, ma tu glissi e cambi discorso come se... ti annoio?! E finisco per tenere tuto dentro di me ancora e ancora, decidendo che così è per tutti visto anche quando mi sfogo siete tutti come offesi... tutto resta lì, pesandomi, incapace di liberarmene e ho iniziato a pensare, anche dai tuoi commenti piccati, se ci sarai al mio fianco, quel momento.

    Ma devo chiederlo.
    Tu, ci sarai?!

    lei aveva un modo di fare troppo pratico e tranquillo, non si faceva problemi degli altri intorno a lei su cosa facessero, ma  non doveva essere nello stesso modo, cioè equiparare lei e come vedeva le cose come fosse così per gli altri. La cosa era partita con la sua amicizia con Milan e Jd. Con Milan, quei due erano pappa e ciccia su tante cose, e credendo checome andasse bene per lui lo fosse per altri, aveva iniziato a farlo con Jd, Dorde ma non sapeva ancora del loro piano di scambiarsi, e pochissimo con altri. Era frizzante, aperta, scherzosa, spudorata, e agiva con impeto. Prima le avevano etto che poteva essere LEI liberamente, senza maschere ne finte come faceva prima ma non riusciva perchè non voleva, essendo lei stessa era... imprevedibile e come una peersona che ha la morale ma tende a vedere tutto come se la gente non avesse un genere e sesso.
    E altre cose che gli passavano per  la testa ma la telefonata gli arrivava a tratti e per un pò cercava di non pensare ma poi tutto tornava.
    Lei diceva sempre "Siamo amici, Dorde, eppure tu ti comporti come se fossi...che ne so, una tua spasimante che non ti va più a genio. Sai quando gl istronzi si fanno Le amanti e queste vogliono continuare la storia, non so bene come e perchè visto che sono bravi a cornificare e fare cose alle spalle della donna per cui hanno fatto promesse e loro innamoratissime nonostante siano merda senza pensare he potevano farlo a loro.... mah... comunque, come se io fossi una di quelle che ti assilla... e potrei continuare. Non ti ho mai visto nudo, non ci tengo tra l'altro, non ti ho fatto avances, non ti sono saltata addosso o ho preteso di dormire sul tuo letto! Ma è troppo bello stare su un materasso di piume più di una di quelle vostre robe che chiamate copriletto che sono spesse e morbidose come un'armatura... E' un ottimo posto per leggere, e poi avete quei mobili con lo stile a bottoni imbottiti di pelle, che non so con che faccia dite che siano bellissimi.... che sono ottimi per passare il tempo su cose comode... ma pensare che io faccia roba, no! Noi non siamo altro che amici, ma da quando ho fatto quello scherzo per metterti con le spalle al muro... VIETNAM! Flashback del vietnam a iosa come se volessi scappare da una Polpa sessuale..." e quando lui la fissò stranito rispose ridendo "è così che chiamo quelle che basta che sia maschio giovane e abbia il culo sodo AHA HA AH... allungano le mani e non mollano la preda! Da Madame si vede di tutto accidenti, questo fa ridere per cosa ho visto, ma a volte mi chiedo che cosa provano dentro chi fa il lavoro più vecchio del mondo per chiunque e con chiunque senza voler scappare come viene a me!!" ok, basta, è solo che ho visto alcune clienti di madame e lascia stare... io le chiamo le Polpe per come artigliano quei poveretti ma a aprte questo, ti lamenti che vengo a trovarvi quando ci siete in camera vostra? Che donnnaccia che sono!! Che vi rimrpovero per cosa vi mettete addosso? A volte si, sono improponibili e s e lo dico io...che ti abbraccio al collo? Che vergogna sono, una ragazza non dovrebbe essere contenta di rivedere un amico, hai ragione, siamo dopo il duemilaquindici.... che scherzo e parlaimo di tutto e ogni cosa... una brava ragazza non proferisce parola su certe cose, le sue orecchie non dovrebbero sentirle...!!! E hai sempre quella stramaledetta fissa dei vestiti che secondo te mi faccio togliere per qualcosa ... lascia stare!! " ridendo però dopèo avergli lanciato un'occhiata e lui non capiva mai quale fosse la bugia seppuir cerdeva di aver compreso "Vi chiedo di togliermi abiti difficili da sfilare o costano un mio rene, e mi dici che faccio la porca... e che cosè, che femmine hai avuto prima? Allora le volte che giochiamo che faccio, ti obbligo tra scacchi, giochi da tavolo e logia a... a strip o ti faccio avances? Mi hai vista fare questo? perchè in quel caso potrei capire, eh?!? Ma guardati, mi fissi male e non capisci che ti comporti in un modo offensivo adducendo cose che no nci sono. E anche se facessi semplici richieste, non vuol dire che siano sessuali ma non le farò, quindi...Ti ho baciato solo per confonderti e poi controllare gli occhi, neanche se ti avessi strappato gli abiti, li che facevi mi denunciavi per abuso? Andavi dal Generale a piangere che una cosa piccola e inutile ti aveva sodomizzato?!? A sentire te, sembra così..." fumendo letargica "Avrei voluto vedere il giudice Santi Milani" ridendo per aver preso Milan come spunto mischiato a un famoso giudice di un programma tv" che ci guarda e chiede ma che cazzo stiamo dicendo AH AHA HA ...."  facendolo sospirare.

    Non si accorgeva mai che il suo modo di considerare amicizia e affetto erano per altri ben diverso. o meglio, lo sapeva ma agiva per i fatti suoi lo stesso. Vedeva le cose come erano per lei, stando da sola sempre, e pensava che tra i cambiamenti dovesse essercìi anche il pensiero che l'essere umano era tale e dividere i geenri sessuali come fossero due cose aliene tra loro e solo per accoppiamenti fosse da fuori di testa. Che non doveva esserci quel casino di divisione e senso di allarme per cose banali se si passava il tempo insieme  "Se qualcuno vuole fare sesso sono fatti loro, non devono esistere pettegolezzi o stronzate da comari della società là fuori, a nessuno dovrebbe importare se scopi o con chi, possono esistere amici molto stretti di sessi diversi e senza che ci sia sesso, non si è due alieni che posono avvicinarsi solo per copulare e l'amicizia è qualcosa di più forte, e parlo della vera, dell'amore stesso. Passare tanto tempo insieme anche se di sesso di nascita opposto, che problema e?... io in parte la penso come i nudisti, i corpi sono corpi, li abbiamo tutti e scandalizzarsi per un neonato che poppa da un seno davanti a tutti come fosse schifo mentre si bava letteralmente per balconi e sederi di fuori come fosse quello normale è da malati... mio parare!! O entrambi o niente! Finchpè ci sono asciugamani, abiti intimi e simili, io non mi faccio problemi perchè non vedo cose sessuali, io stò coperta per bene perchè so i maschi come sono ma finchè cè tessuto tipo al mare, io non ho problemi... ma la cosa mi urta se cambia... Oh, se si inclina per cazzate tipo che uno dei due si innamora del tizio o la tizia che piace all'altro e partono a litigare, allora sono stronzi!! Scannarsi per una sola persona perchè piace ad entrambi è da coglioni, come fosse un oggeetto o fosse la Yoko Yono di turno da odiare perchè colpa sua... la natura è bella perchè sorprende, per questo a sto punto come dico sempre, se a due piace la stessa fate a tre...!! Semplice, e si eliminano stronzate!!" lasciando basito Dorde "Per me quelli non fanno testo, rovinare qualcosa di più profondo e veero come le aqmicizie, quelle vere intendo, per un compagno di vita che poi per come è il sesso poi si finisce per non amare più è da imbecilli...ma per dire che il sesso è una cosa, per me, solo per sfogarsi, non dovrebbe essere assolutamente parte digiudizi e simili perchè... è una cosa privata intesa con chi e come o quando lo si fa, msa la gente deve sapere cosa tu fai nel privato e dire A TE cosa devi fare, quando, come... come i cazzo di pro vitya e stronzate sulla famiglia per cui fanno sempre proteste per torgliere diritti agli altri.. ecco loro dovrebbero avere qualche malattia là sotto per non scopare più e vedere che dicono, perchè sono buoni a parole, ma poi..." faceva con sguardo di conplicità con un dito sulle labbra  "lo fanno tutti, non è che ci sono solo ialcune categorie con certificati che possono farlo e allora lì potrei capire... poi peggio parte l'ormone ad alcuni e tutto nel cesso, finisce amicizia, finisce tutto perchè non si scopa... Dimmi, tu che tra tutti sei più logico e mentale, ti sembra normale....?? "Lei gli rinfacciava di essere troppo serio e tirato e propenso più alla privacy personale e agli attacchi che mostava di disagio che altro, da un lato e pretenzioso dall'altro e lui se la prendeva.
    E lui rispondeva "credi veramente che i quattro amici che hai qui ti siano tali per questo?" e lei di rimando "E che credi che non l oso? Che chi mi è più vicino ha atteggiamenti che pensa che non noti? Ma che devo fare? Cacciarli e passare sempre io per stronza? Seppur dopo Rò ho edtto mai più con qualcuno, l'amicizia è un'altra cosa e finhè si stanno tranquilli non la sfanculo, sempre che non mi facciano girare i coglioni " fumando placidamente col bocchino "Jd per esempio non merta veramente cattiverie, ma pensate tutti che io non veda? Mi fa rabbia che tutti vi comportate in modo diverso e fastidioso perchè vi parte l'ingrifo e se non avete la pesca, basta... o si finge mentendo e non parlando con me o offesi e addio... questi sono essere umani! Se tu dici no, non sento o non voglio, allora sei...mh, perchè non è possibile trovare Amore tra le persone, quello vero però di amicizia, rispetto e legami al di là del sesso... ?... qualsiasi cosa io sia, o che provi solo per persone per cui sento qualcosa, che importa... perchè le persone devono rovinarsi tra loro come divorsziati, ex fidanzati, amanti e altri esempi dove se finisce la stronzata di scopare e non vi sopportate più... cattiverie, litigi, odio, ripicche e tutto lo schifo che mi lacsiano basita... restarwe b uioni amici anche per cosa cè statro comportandosi da adulti e comprendendo che è il piosello o la pesca a volte a dettar legge su alcuni... no!!.. se avessi provato qualcosa per qualcuno, di sicuro non...l'altra persona doveva meritarsela e non vederla come di diritto o pretendendola...e Poi..."



    "Si... fateli entrare"
    Dorde si riprese sentendo l'altro telefono dell'uomo che squillava e lui che approvava l'arrivo di qualcuno. Ma non stavano finendo un Accordo?

    Dorde trattenne il respiro vedendo entrare con abiti formali come guardie del corpo con giacca e cravatta due dei tre che stavano con lei. Chiuse gli occhi un attimo mantenendo la calma, e poi la vide comparire alla porta. Si era fermata un attimo a guardare prima il cliente e poi Dorde, sebbene si presentasse come Milan.
    Un sorrisetto malizioso ma non lo era, Dorde strinse i denti per vederla comparire sapendo che pareva suadente ma era solo carogno. Cosa stava tramando o progettando?  A vederla indossava una stola drappeggiata sulla schiena ampia e di notevole qualità, e Dorde sudò di nuovo freddo.
    Peggirò quando lei la calò prima sulle braccia e poi la tolse, Kovacs che era quello dietro di lei la prese e la tenne  piegandola bene.
    Indossava un abito che non era affatto idoneo all'ora, primo pomeriggio. Adatto al suo corpo che pareva fasciarlo sebbene a Dorde paresse parecchio -morbido- di forme, un Charleston,  o dettp anche da Il grande Gatsby, sbrillucciava ammiccante. Si trattava di un abito in stile anni venti ma lungo che usava con altri stesso periodo per le feste e certi incontri. Tutto pieno di disegni geometrici e semicerchi di perline fino a sotto i fianchi e poi linee e archi fino a sotto con una sovragona di tulle impalpabile a creare movimento a quella sotto leggermente pià ampia verso i piedi. Il sopra aveva le spalline e zona seno come drappeggiati in modo strano e che lui sapeva non facevano parte del modello originale, ma più tardivo, di molto. Lui conosceva l'abito ma non era affatto in quel modo, anche il lavoro di perline e decorazioni in rilievo non era quello che ricordava.

    "Bentornata, siete tornata per assistere alla conclusione del nuovo contratto? I vostri profitti saranno migliori questa volta..." disse l'uomo, stringendo tra le labbra con una sorrisone il suo sigaro

    "Oh... no!" fece Lia secca con quell'espressione di carognaggine monella e come parlando in un soffio leggero "sono giunta solo a supporto del mio partner per provvedere al  pagamento pattuito dall'altro accordo..."

    "DAvvero? Bene, mi consegni allora quello e concludiamo in più vecchio allora, venga signorina, lei è splendida. Che stile è questo?" domandò vedendo anche i capelli corti pettinati ad ondine nello stile dell'abito con una fila di perle in successione che rendeva la pettinatura da cerimonia o matrimonio.

    "Prima i soldi, non trova?" sorridendo e toccandosi le spalline, quei drappeggi strani per Dorde si slacciarono girando ora sul seno e ora sulle spalle finchè i quattro lembi non caddero e con essi gli abiti. L'abito di sopra scivolò giù intorno a lei e con l'aiuto di Kovacs che le porse la mano usc' dal cerchio a terra alzando le scarpe con laccetto e tacco per abbinarsi al gemello, ma in nero e corto con la aprte finale poco sopra i fianchi nei decoli e poi il decoro finale della gonna fino al ginocchio che indossava sotto e Dorde capì perchè sembrava molto burrosa, muovendosi in un abito anni venti d'efftto. Dorde era arrabbiatissimo, ma lei andò sul divanetto dove si trovava a sinistra del cliente e invece di sedesi come una Signora, si mise come faceva quando prnedeva in giro una posa simil Paolina Bonaparte, mettendosi di fianco che seduta normale, con l osguardo verso l'amico e lo sguardo carogno e da diavoletto.

    "Ecco... potrei..." fece l'uomo senza capire metnre Zidgi e Django sollevavano l'abito per mostrare che sotto, togliendo un livello di tessuto, quindi al centro degli strati d'abito, vi erano una miriade di banconote in fila per quanto fosse la alrghezza dell'indumento. Dorde fissò l'abito, fissò lei e si sistemò meglio nel divano come furente. L'0uomo invece fischiò, prese tutti i documenti, anche quelli dell'altro accordo per Dorde e il Generali e chiese le firme.

    "Mio caro Mister Rockfill, noi abbiamo i nostri metodi per recapitare quanto pattuito con i clienti, e oggi ho optato per questo, anche in onore per... il suo apprezzamento per il Libretto d'Opera di una persona che conosciamo, che le effettua regolamente i servizi con le sue ragazze. Nessun osi aspetterebbe del denaro consegnato in tal modo...."

    "proprio no!" fece Dorde, composto e serissimo come un riprovero.

    "..." Lia gli sorrise complice come se lui fosse stato d'accordo,  anche se sapeva benissmo che lui aveva risposto in quel modo e con queltono per altro, non per complimentarsi "Vede Rockfill, in tal modo può usufruire di un -portatore- particolare senza mostrare valigette o altro. Il taglio delle banconote è il più alto così da dimezzare la quantità e come sono inserite nell'abito, le banconote non si rovinano. Risulta un pò rigido, è vero, ma se qualcuna... vorrà farle da portavalori, nessuno saprà di quei denari... non ne conviene?" ridacchiando mentre l'uomo guardava ammirato l'abito ancora aperto, era possibile per sistema che avevano adottato di cucitura, mentre faceva si con la testa.

    "Bene, per l'altro accordo avevamo già concluso, direi. Serve solo che Lei venga da noi dove pattuito per firmare davanti..."

    "Come convenuto, certo... " fece l'uomo vedendo Dorde alzarsi "come deciso abbiamo diviso i due contratti e firmerò per iul successivo chiudendo questo e mandando a voi la parte che mi spetta...

    "benissimo, allora diamo, PARTNER..." porgendole la mano e aiutandola ad alzarsi, la quale con grazia e con un sorrisetto, lo guardò finchè non gli fu al fianco e volgendosi al cliente non disse "Se dovesse aver bisogno o altro... quando vuole!" con una nota maliziosa che Dorde colse e con un braccio intorno alle spalle, salutò l'uomo e la tirò via, annunciando che aveva altri impegni.
    Andarono fino alla macchina.

    "Si può sapere perchè sei saltata fuori così!?" fronteggiandola le con le spalle di lei alla macchina.

    "Amico mio..." per far intendere che non stava dicendo il suo nome "dovevi portargli il denaro e l'accordo era che il tuo scagnozzo lì, il bellone, ti portasse la valigetta dentro, al tuo segnale. Invece ho pensato di telefonargli, dirgli di incontrarci mentre io avevo fatto predisporre quell'abito..."

    "Fatto prima! Quindi l'avevi già pensato quello spogliarello!!" adirato, faccia a faccia

    "..." sorridendo divertita "se io volevo fare uno spogliarello, non tenevo sotto un abito, mi capisci no...? E comuqnue andiamo, ci staranno osservando..."

    "Siamo lontani apposta dalla sua sede qui, o non avrei fatto venire l'auto così distante. Voglio sapere che ti prende..."

    "Amico mio... sbaglio o alla casa delle lapidi ne avevamo parlato... ti avevo detto chiaramente che a lucidare sempre i pennacchi al posto vostro, capisci, ero sempre io...! Ho predisposto con Madame che una sua signorina si rechi da lui, lui la conosce, per indossare tra poco l'abito e accompagnarlo dove gli serve. Per togliere le banconote è facile e l'abito Madame lo riprenderà così che..."

    "la smetti e mi dici cosa voglio sapere?"

    Lia sorrise mentre le perle nei capelli ammiccavano, Kovacs le aveva aperto la portiera e lei con le braccia si era tenuta sopra lo spertello e il tettuccio.
    Dorde infastidito fissò i tre con lei e quelli con lui.

    "OK, andate a fare qualcosa per ora, lasciateci soli...."

    "ma signore... no possiamo lasciare la macchina incustodita con voi vicino così..." fecero quasi in coro Kovacs e il giovane con Dorde, per una volta non cèrano Fanciulle ma lui li guardò basiliscamente e loro si allontanarono, vicino, a prendersi un caffè.

    "Tu... che fai allontanare le guardie... che accade...."

    "Entra, dobbiamo parlare..."

    "scaratterato" fece lei col broncio ma lo fece, sistemandosi infondo mentre lui prendeva posto vicino la portiera che richiuse.

    "Allora, amichetto caro, cosa..."

    "non chiamarmi così, sembra quasi una cosa sessuale..." fece duro, ossevando il telefono per poi rimetterlo dentro i ltaschino della giacca, ma fatto apposta come il completo per ospitare un phonvolet grande quanto uno smartphone e più resistente per il suo peso.

    "Cosa ti fa amareggiare?"

    "Innanzitutto, sei tu stessa che dici che non cè nessuno che ti interessa in quel senso, quindi non ha senso la tua domanda..."

    "punti sul vivo... e rimproverata, sempre io..."

    "E poi..." fece lui seccatissimo "mi spieghi cosèra quello spogliarello..."

    "COme hai detto tu stesso non ho nessuno di interesse che possa prendersi la prerogativa di fare piazzate irate..." fissandolo negli occhi, mentre lei non era più seduta composta ma sempre di fianco con il gomito sul seidle in alto con la mano a sorreggere la testa "e quindi io posso fare cosa voglio con chi... secondo... non sapevo di essere capace di giocare con gli uomini da risultare credibile, insomma tutti quanti mi definite una Virago e..."

    "come dici tu stessa sempre, basta che mostri e tutti a volere quella... non te..."

    "siamo al putno da rigirare le cose contro di me.... mh?!?" ridacchiando

    Dorde la fissò, inaspettatamente non pareva seccata o pronta a scatti d'ìra per la questione come accadeva a volte. Questione di testa, diceva sempre, tutti i suoi problemi erano di testa creati dai suoi che l'avevano cresciuta a pane e religione e considerazione sociale per cui era pure da alontanare e trattare da svergognata se faceva qualcosa prima del matrimonio e le orribili esperienze con gli uomini, mai concluse ma sempre trattata da oggetto. E non li superava perchè non le interessava diceva, ma Dorde come Milan, trovava assurdo che una come lei, con un modo aperto e libero sul sesso e libertà sessuali fosse così rigida e bloccata da sembrare una repressa sessuale.

    "Non dovevi essere intenta  a iniziare come avevi detto  il sommergibile classe Balao fleet snorkel in metallo, con pure tutti i personaggini sul...."

    "....si" come indifferente

    "... rispetto al Classe gato e scorpene non ancora iniziati. Hai finito di colorare il type-3 AMAru yu class, imperiale giapponese?"

    "Non avevi promesso che avremmo fatto tutto insieme? Sembra quasi che tu voglia tenermi occupata..."

    "No, ovvio... ma io ti sapevo impegnata nell'iniziarli prima del mio arrivo! Ti ho anche preso questi..." prenedndo da una zona apribile del sediel sotto di lui delle bustine trasparenti con delle cose.
    Lia li guardò sorpresa prendendoli e fissandoli, erano perfetti per posizionarli sopra la zona ponte superiore dei sottomarini di classi precedenti con zona calpestabile piatta, erano tutti omini con divise di nazioni diverse da colorare e impiegati in varie cose con oggetti in mano.

    "Ma non dovevamo prendere anche dei sottomarini radiocomandati?"

    "..." lui la fissò con un rimprovero muto "Lia, dove devi andare con un sottomarino radiocomandato? Dove lo metti? nelle vasche di allenamento mentre gli uomini fanno le vasche? Ah no, aspetta... so che saresti capace... no! Sei cavape di mandargli contro quei cosi in acqua perchè o si allenano o glieli infili come... conosco i tuoi giochetti per vendicarti se sono... IN quelle da bagno? Pensavo che volessi solo quelli da montare o i fresi e..."

    "Si, lo so è che... Milan mi ha presa in giro! Dice che trova strno che noi due ci industriamo insieme per montare navi e sottomarini come hobby, affermando che sia più qualcosa che vedeva tra me e lui o me e Jd. E ha detto che potevo avere tutto quello che volevo ma ne è nata una discussione, sai che io anche con cosa mi avete dato... non ho colmato o riempito cosa non ho dentro e... mi sono accorta che il materiale non è per me perchè non toglie e riempie il vuoto che ho dentro e quindi non ho cosa hanno altri per continuare e... ma voi non capite...  e lui allora ha detto goditi cosa puoi avere qui e prenditene uno radiocomandato per farlo sfrecciare a tuo piacimento a che sei ancora qui....-"

    "Milan!!!....Qual'era la discussione?"

    "..." facendo il broncio "continua a dire che dovrei essere contenta di cosa ho e mi ha regalato ma io... no mi sento come dovrebbe essere... chiunque altro. Io..." sospirando "non mi sento affatto, come si dice, a casa. La gente vede me come vuole, come là... perfino voi...!" fissandolo seria, per fargli capire che parlava di lui, Jd e gli altri "io non mi sento accettata e voluta e non inziiare a dire niente! Gli uomini mi vedono come una iena con le emorroidi "facendolo ridere "e se sono io, non vi piaccio! Se mi comporto nel modo che ho scelto per affrontare le cose sono stronza, dura, rompicogliioni e tutti i modi per etichettarmi...ALCUNI vorrebbero che io cambi per essere come preferiscono..."

    "Non è così... è solo che il tuo vero Io è impetuoso ma non da pazza, solo che agisci subito per cosa sneti, troppo frizzante, ti infervori per ogni cosa, sempre lì sorpresa e vogliosa di fare questo o quello perchè lo trovi figoso, come dici. Sei vispa come una cavalletta, e quando ti si accoppia con Milan sembrate due discoli impenitenti sempre pronti a fare marachelle..."

    "UUHHH, addirittura..."

    "smettila, sai che è vero! Quando sei così sorridi sermpre, veramente, sei più solare e sembra che tu abbia mille batterie duracell..." facendo ridere lei "ma a volte come ti ho detto sembra sempre che sia... troppo! E poi come ti... interagisci con gli altri. Non puoi pretendere che correndo da chi consideri amico, abbracciandolo, anzi spupazzandolo come fosse uno di quei cuscini rettangolari da notte per tenere una posizione ottimale del sonno..."

    "COSA!?!" fece lei ridendo di gusto "cosa..."

    "Si, quei cuscini da notte per tenere la schiena dritta , abbracciandolo anche con le gambe e..."

    "AH AHAh" ridendo di gusto voltandosi sul sedile "sembra qualche acrobazia da kamasutra... aha ha ah"

    "Sai a cosa..." offeso

    "Si, si... è che... come lo dici tu..." contenendosi con una mano sulla bocca

    "Beh, spupazzi la gente in questo modo! Milan, Jd, io come esempi a te più vicini, e non ti smolli neanche..."

    "E' una cosa brutta?" guardandolo tristemente col croncio accennato facendolo fermare, sembrava bbacchiata dal sentirsi dire che uno scatto d'affetto e sul vero Io fosse sbagliato.

    "..." togliendo lo sguardo "non sarebbe corretto farlo, Lia. Non puoi abbracciare in quella maniera come QUALCUNO con uno  squishy..." facendola trattenere dal ridere perchè lei aveva degli  squishy a forma di cibo che collezionava, ma quelli fatti bene, e quelli un pò più così gli strizzava sempre nell'ufficio di Milan e Dorde per divertirsi mentre si sorbiva le loro ramanzine e glieli faceva trovare nei cassetti, anche in sostituzione degli zippo, dicendo loro -strizza e calmati- ridendo poi per le loro facce "... e aspettarti che non cerchino di ricambiare o dimostrati il loro affetto. E' come dare una pacca sul sedere a un gatto spalmato sopra dei fili di computer  a terra coi vari rischi e non aspettarsi un morso o unghiata..."

    "Mh..." imbronciandosi "quindi cosa stai cercando di dirmi?"

    "... non essere troppo espansiva con amici... maschi... perchè non puoi sapere cosa possono...."

    "NO, ferma. Fammi indovinare... provare!?! Davvero se abbraccio qualcuno cè rischio che il gamberetto saltelli?"

    "Ma perchè devi equiparare..." come offeso mentre lei rideva per come lui se la prendeva a quei nomignoli, sospirò perchè lei non voleva sempre dover fare come dicevano gli altri, perchè rispodneva scherzosamente con nomignoli e altro e perchè....

    "Il significato è quello... veramnente se io abbraccio qualcuno perchè me la sento, poi questo ha fisime perchè..."

    "Siamo umani, Lia, ne abbiamo già discusso. So bene che prima di come sei cambiata alla scuola media, tu volevi avere tutti amici e abbracciare tutti e ti sta tornando, ma non puoi..."

    "Quindi se io provo affezione per amici e voglio salutarli con un abbraccio o, altra ipotesi, con un bacio sulla guancia niente... avete tutti i problemi..."

    "Il problema per cui te lo dico è che tu non sei come le altre..."

    "Certo, vero... perchè tutti voi se una vi si dimostra amichevole, BAM, scopata..."

    "EHI...."

    "E' vero! Dimmi di no... So perfettamente osservando tutti voi  come stanno certe cose. Solo Lubo e Milan almeno non sono così!! perchè non si può vivere così, che se io mi appropinquo ad una esternazione d'affetto, tutti a scappare perchè altrimenti gli ormoni a mille... perchè diciamo questo!! E poi, per cosaa? Faccio schifo, sono scaratterata come dite, non ho interessi..."

    "Alcuni di noi ti vedono in questo modo... sei molto sensibile e non hai una gran considerazione di te stessa. Alcuni ti definirebbero all'antica in fatto di affetto e sentimenti, nel senso che è vero che non provi niente per nessuno e se vedi un uomo mezzo nudo che se la tira, peggio se gonfio e troppo, ti schifi visibilmente... non hai gli istinti che mostrano le altre donne e... non sei tipo da avere relazioni, fisiche intendo, con chi non conosci già e hai un legame, possiamo dirlo così, e... non dire che non è vero che hai un bisogno spasmodico di affetto e sentimenti ma celi e ti trinceri nella tua armatura di durezza e stronzaggine. E hai la tendenza a fuggire quando ti senti ferita..."

    "..." lei voltò i lcapo offesa

    "Comè che si dice con la religione, per cui se accade qualcosa senza senso e illogica ti si risponde -le vie del Signore sono imprescrutabili?-...."

    "Cosa...?" rivoltandosi "Quella è una stronzata! Quindi perchè io considero con calore qualcuno, mi è vietato perchè altrimenti i suoi ormoni arrossiscono...."

    "Non saremmo in esploriamo il corpo umano, ma..."

    "E quindi che si deve fare... sono io che debbo sempre trattenermi e tornare a prima? Dite sempre che devo essere io, che devo abbandonare la me creata da ira, odio e disperazione. Troppo dura, troppo giudicante, troppo tutto... ma se sono me stessa... faccio davvero così schifo da me stessa?"

    "Non è questo... la tua te stessa che celavi è troppo gentile, caruccia, apprensiva, affettuosa, allegra e spigliata, scoppiettante e con una forza interiore troppo grande... non puoi vietare alle persone di provare qualcosa per te..."

    "che finisce a sessuale? ma si può vivere così?!?" si lamentò lei "a che mi serve stare tra le persone e avere amici se devo essere io a smorzarmi..."

    "pensi che loro non l ofacciano?" disse lui serio fissando fuori il finestrino, avevano tutte el loro auto con i finestrini oscurati

    "e tu credi che io sia cieca? La cosa che mi fa incazzare è questa, che per cose di sfogo, perchè questo è, sfogo del gamberetto..."

    "Lia, la natura è quella che è. Non si può bloccare..."

    "Quindi dici così anche per strupratori e innamorati di bambini...?"

    "Quello mai!! Intendo dire che è nella natura degli animali che siamo, seguire gli istinti e dover soddisfare dei bisogni. oVVIAMENTE sani, non quello schifo portato da... lasciamo stare, quello è un argomento troppo delicato  eprofondo, anche una ceterogia è chiamata cacciatori bestie e gli altri ex bambini molestati che conoscono solo quello e la loro sessualità li porta a cercare ciò che conoscono... Il fatto che tu non sia attratta da nessuno sessualmente, è una cosa... che sia di testa o meno, ok, può starci... ma non dovresti essere dura con gli altri se mettiamo sul tavolo quel tuo segretuccio..."

    "ne parli come se avessi una relazione che so, col papa..."

    "smettila di esagerare, ma non puoi dire che li condanni se quando avevi il ciclo lo sentivi il bisogno... non dire di no, avevi attacchi e attimi di vampate che neanche mia madre con la menopausa...." venendo fissato male "e non guardarmi così, è la natura. E anche se dovevi sottostare a cosa non ti piaceva, sai almeno in parte cosa gli altri potrebbero provare..."

    "NO! Mi stai dciendo che cosa ti spinge il ciclo sia lo stesso degli uomini quando hanno bisogno solo per sfogo?"

    "La meccanica è medesima, gli ormoni spingono e... e lo so, non fare quelle facce, anche tu ti lamenti con la società e i bigotti che giudicano così male chi non riesce a fermarsi da quelle spinte naturali da farlo giovanissimo, come se fosse stato vergognoso lui o lei,non contando che il corpo obbliga. E' il corpo stesso che spinge per l'età a virare sulla sessualità lo sappiamo e per il giudizio e la posizione sociale tutto, si obbliga a comportarsi come suore e preti, che poi non è vero che sono casti e puri, ma...A volte non si può reggere quando è troppo forte, così hanno detto quei ragazzi secondo le clasifiche che ami fare e quando cè il botto della pubertà trattanersi è difficile ma ti si impone come obbligo o ti sbattono fuori di casa... anche tu anche se senza sesso hai un bisogno mometnaneo di affettività ma sei condizionata dalla vergogna, paura e senso di colpa da dove vieni, sebbene invece ragioni come una persona del tuo tempo per il futuro libero delle persone.... e sapendo cosa il corpo ti fa e stare con il ciclo, vuoi ancora incolparli?"

    "Ma io no nandavo a insidiare i gamberetto-dotati per sfogare gli istinti..."

    "tu hai i tuoi problemi, ma i maschi..."

    "Ah, sempre quello! Ma i maschi osno diversi e hanno bisogni... e vincono sempre"

    "non è così" fissandosi accigliati "guarda che anche gli uomini possono avere problemi..." rivedendo della stizza da lei "ma tu lo sai meglio di me visto che hai letto e fatto domande a tutti, pure i prigionieri, sapendo che gli uomini hanno quel problema chiamato "erezione" per cui se..."

    "ma smettila! tutti gli stronzi che ho ripagato con la loro mediciina, quando e dove hanno avuto problemi di erezione rovinando le donne e ragazze capitate loro sotto tiro...!?"

    "quello è diverso. La foga, la caccia, l'eccitazione del potere sulla preda produce cose diverse, ma nelle relazioni normali la donna potrebbe non avere certi problemi... lasciami finire... perchè non deve come un uomo erigere un pene e gettare tutto i lsangue solo in un punto, a aprte il necessario per i muscoli per l'atto! Lei non ha questi problemi, ma il maschio si e se ricordi, odiavi di Rò che ti diceva da tue domande che durante non si parla, non si ride, non si fa neinte se non quello... perchè?!"

    "seriamente, fare quello è così scassapalle... ricordo solo per quel tempo che era noioso, stufante, e a tratti raggelante e ... da fare le belle statuine mute e senza dire..."

    "Quello è perchè lui era un idiota, il vero -fare l'amore- non è così e se lo sapessi non avresti quelle crisi... se ti sentivi così per colpa sua, ma a parte questo... Lia, come ti ho detto, se è per il maschio, quasi tutto ifnisce là, tutto è concentrato per quell'atto e parecchi non sono in grado di reggere discorsi o battute o altro sviando cosa serve per tenerlo eretto... quando un maschio dice che non si deve parlare, stare toppo a fare coccole o preliminari, a ridere... per molti ridere è perdere tutto e dover ricominciare da capo, se è difficili per molte cose per la donna svegliare il suo piacere e e tutto, per l'uomo reggere quei momenti fino alla fine non è... tutti gli uomini almeno una volta hanno fatto come si dice cilecca, perchè per qualcosa, per essersi laciati andare un attimo o aver riso, o qualsiasi cosa da mantenersi concentrati ed eccitati... finisce per perdere l'erezione e ritrovarsi  i una situaizone per lui imbarazzante..."

    "grandioso, insomma è una fregatura! Se ti capita di dire una cosa perchè ti annoi nelmentre, lui cilecca... che belloooo!!" ridendo amaramente

    "non è proprio così. Ma se si perde la concentrazione si fa cilecca... la cosa triste è che le donne ridono, non tu, tu sei nervosa per altro e on lo faresti,  della cosa come fosse da vergogna ma non è così, significa che qualcosa non ha permesso di continuare e a volte sono pure gli uomini a non avere -voglia- per così dire, nel senso da non poter continuare e finire... che sia una giornata no, problemi e assilli, il pensare che facendo l'amore trovasse un pò di pace o qualsiasi cosa... se si perde quell'attimo tutto finisce. e questo è diverso da quegli squali abusatori che facciamo mettere in carcere se ci sono prove chiare secondo gli ordinamenti. Quando non ci riusciamo... anche se tu esageri, benedetta ragazza... inciderli? Seria?"

    "Altrimenti non capiranno, o quando ho fatto passare bei quarti d'ora alle loro parenti in modi simili alle loro vittime... dovevi vedere come urlavano poi per denunciare la cosa, anche se non erano state abusate veramente ma solo per finta e solo .... ppphhff, quelli stavano solo ballando tipo la salsa o altro adosso a loro.... comunque, desiderando, parole loro, la pena di morte per chi aveva fatto atti orribili! Detto agli altri!! QUando però sono apparsa io dicendogli che avevano la coda di paglia da pretendere ciò dopo cosa aveva fatto, con le prove e le testimonianze delle ragazze..."

    "vedi di non esagerare troppo!"

    "Tenterò!" ma appariva che si sforzasse di promettere

    "Allora, ascolterai i miei consigli?"

    "QUindi mi dici di fingere sempre e ancora di essere chi no nsono?"

    "Non vorrei dire questo, ma non puoi esser così espansiva e pratica da non considerare gli altri..."

    "io considero la gente, qui..." fece lei toccandosi il petto come una cosa più profonda che potesse fare per gl ialtri "mas embra sempre che tui indichi altro...io non vado a guardare uomini nudi, siete sempre coperti, non faccio niente di sconcio e così Jd e gli altri. Perfino quando hanno fatto il bagno nel lago delle lucciole dopo che si sono spogliati tutti, e intendo tutti, lroo stessi hanno agito come s enon  fosse un problema e io seduta sulla riva a testare i giocattolini idrofughi..."

    "... le cose possono cambiare, però! Ricordatelo! Ma... tu non sei andata con loro? Non eri quella che sognava di andare finalmente al mare con qualcuno con cui vivere dei momenti e fare il bagno a mezzanotte? Di andare sulla spiaggia per davvero a vivere dei momenti come gli altri, senza i tuoi finalmente e...""

    "No, non ho fatto nulla di questo..." abbacchiata forte

    "Ma era da sempre che lo desideravi. So che io e Milan non ci siamo smepre...."

    "Non... non significa niente con voi o con loro o... è solo che come dissi a Milan, per quante cose possiate darmi, tutto resta sempre come bloccato dalla melma in me. Inamovibile. non riesco a trovare neinte di... il sonno non arriva, e quindi soffoco nel sole, e i giorni sfocano in uno solo, e i miei occhi canticchiano cose che non ho mai fatto..."

    "..." sospirando

    "e non dirò mai -guarisci le cicatrici che ho sulla schiena, non ho più bisogno di loro e tu puoi gettarle vie e metterle nei vasetti... i domani che non consoco e che non arrivano mai... anche con Zay, Ric, e gli altri del gruppo li sentivo promettere di cose da fare insieme e mi dicevano che avrei vissuto cose che desideravo con qualcuno e che sognavo solo... Ma la vita non è fatta solo di Sogni, Dorde. E con la situazione allo Chateau, con voi che siete cambiati.... non ho più voglia..."

    "però raccontavi..."

    "tu sai che mi hai carpito queste cose con l'inganno?!?"

    "non è vero... non ho carpito nulla con l'inganno....!"

    "..." Lia sussultò alzando stizzita il mento, poi mentre lui parlava di nuovo si protese di colpo e lo colpì fronte contro fronte con un grugnito, non da fargli male davvero come una testata con un colpetto di disappunto.

    "AHIA!!" si coprì lui con le mani "non ho mentito... non ho solo detto il mio nome..."

    "BUGIARDO!!" fece lei "ti spacciavi per tuo fratello... mentivi e abbiamo parlato..."

    "non l'ho fatto per cattiveria, lo sai... ma per abitudine... anche quando osno venuto quelle due volte di nascosto... e tra l'altro hai fatto mettere una cosa di sicurezza..."

    "ben ti stà...." lo rimbrottò "due volte ti ho trovato in camera mia e dopo che ti ho fatto una lavata di capo, la terza hai bussato e sei entrato senza che io venissi ancora ad aprire... ora te lo scordi!!!"

    "... si, bè..."piccato "Milan diceva che era contento che io avessi aspettato a giudicarti prima di mandarti via del tutto e ti abbiamo conosciuto... non volevo affatto, per niente, prenderti in giro, ma siamo così abituati da tempo a spacciarci per uno solo che... lascia stare, continuerai a protestare per essere stata turlupinata con cattiveria, ma non è così... volevamo sostenerti e..."

    "come se avessi bisogno di voi... a volte mi fate sentire come una scema o una che ha bisogno degli altri per andare avanti... come i miei!! Secondo loro anche adulta io non potevo fare niente da sola, tutto dovevano fare comunque loro per me... e se facevo cose io come mi spettava... come mi trattavano perchè facevo cose di nascosto, i segreti.... sempre questi segreti e il trttare gli altri come si crede sia meglio quando loro compravano per esempio cibi di nascosto e se li mangiavano di nascosto... lo odio e lo sapete ma voi imperterriti..."

    "Non ti ho più mentito o sbaglio..."

    "me lo auguro...."

    "Comunque se proprio vuoi, vedo di liberarmi presto e possiamo terminare uno dei sottomarini, anche se per me è come i puzzle... anche se qui i pezzi sono numerati e indicati è un lavoro che prende un sacco di tempo e pazienza... ma alla fine avevi ragone, non è male e rilassa e..." si fermò perchè voltò il capo dal finestrino a lei e la vide fissarlo, solo con gli occhi girati su di lui, per il resto era ferma e rigida sulla parte centrale dei sedili posteriori "cosa..."
    ma non finì la domanda che lei si gettò contenta su di lui stringendogli le braccia al collo come una pazza, ridendo tra "SIIII" di contentezza e "davvero torni con me e passiamo tempo insieme?"

    "LIAAA!" fece lui gettato indietro e premuto contro il sedile "ma ti avevo detto cinque minuti fa di evitare queste coseeee!!!!" mentre lei rideva perchè trovava sempre divertente come lui si comportava.
    Si indisponeva per le persone troppo allegre e casiniste, non gli andava di vedere cose che lui definiva sconce e quando lei faceva scherzi e faceva anche solo i gesti di mettersi più comoda con abiti meno pesanti o accollati la sgridava perchè non era corretto, anche lei non si vestiva mai troppo provocante. Ma solo quando erano soli. Prima quando la vedeva entrare e si stava cambiando non diceva nulla, poi divenne tutto casa e chiesa e lei rideva della cosa, lo trovava buffo e agitato da sistemarle lui gli abiti per essere di nuovo composta. Lei che non stava scollata come le altre a mostrare i balconi o le cosce, non so pportava le gonne corte tipo metà ginocchio e che quando si sedeva il tessuto si sollevava e con la pelle toccava dove era poggiata. Andava in ansia su queste cose, non riusciva a stare tranquilla con la pelle a contatto con roba non pulita per bene e senza lavarsi subito come faceva con le braccia,  e non metteva mai cose sexy come le si definiva ma.... Le diceva sempre di regolarsi anche quando giocava troppo con i clienti dopo aver imparato da madame cosa fare e dire. Lei rideva, rideva mentre lui si agitava e si affannava a mettere i puntini sulle I per ricordarle il contegno. E lei aveva chiesto a Milan se era sempre stato così e lui rispondeva che per quanto ne sapeva no, ma con le interazioni con donne non ne sapeva nulla, il maggiore non gli parlava mai di certe cose personali ma una cosa poteva dirlo, era sempre serio e pieno di contegno da rsultare fastidioso, per lui, e lei rideva.  E Lia coglieva ogni occasione per vedere cosa riservava la situazione e quanto avrebbe cercato di non ridere. E poi lei diceva Milan, era comica!

    "Dai, scemo!! Sei sempre così tiratoooo!!" strattonandolo gentilmente "ci sarai anche per la prova dell'orchestra? E poi per..."

    "Poi devo andare, il generale mi aspetta. Quello di oggi era anche un lavoro per lui..."

    "MMUUUHH" fece lei sbuffando, poi però rise , sempre con braccia al collo e la fronte sulla mascella di lui "Almeno oggi quindi ci sei? Montiamo almeno cosa resta del classe Balao?!?"

    "Se riusciamo a finirlo, altrimneti lo terminiamo appena rientro e posso dedicare altro..."
    Lei saltellò anche se seduta di traverso sul sedile e ridendo lo strapazzò un altro pò, per poi dargli un bacio sulla guancia e strusciare la fronte contro il collo di lui sistemandosi bene e muovere le dita sulla sua nuca, tra i capelli che lui teneva sciolti a quella volta. "Lia... andiamo, sai che non voglio che fai così!"

    "..." facendo versi di disapprovazione "QUindi mi stai dicendo che non ti va bene se io lo faccio?  Che non dovrei essere io ed esternare cosa voglio? Ma voi volete una PERSONA o un robot o quelle ragazze che seguono il motto- chiedi e sarò tutto ciò che vuoi-" fissandolo dura negli occhi col broncio

    "...Uff" sospirando e staccandole un braccio, per poi spaventarsi per un gesto di lei. Aveva portato una mano sulle reni di Lia e questa si era irrigidita tutta e voltando il capo con fare secco verso la spalla ,per guardare con gli occhi la mano come se ci fosse uno scarafaggio dietro di lei, lo stato di nervoso pareva quello. "quando hai intenzione di superare le tue paure? "

    "..." lei fece un respiro profondo  restando rigida e nervosa, votlando la testa a destra e sinista per controllare la mano come un cavallo che quando faceva addestramento con le selle e i fantocci per insegnarli a tenere il cavaliere, voltava sempre il capo ai lati chiedendosi che cavolo fosse e lui rise per il paragone.

    "Ti vuoi calmare? Ogni volta che qualcuno risponde a questi attacchi di polipaggio come li chiamiamo ormai da parte tua, diventi.... mi senti?" le fece serio, e lei si voltò a fissarlo, con un gomito, il sinistro, poggiato sopra la spalla di lui lasciando il braccio penzoloni perchè lui non voleva che lei si prodigasse in abbracci e atteggiamenti troppo intimi a suo avviso "non puoi continuare così e poi dire agli altri di essere troppo presi da cosa non ti piace..."

    "muh...!" facendo uno dei suoi versi che lui non  sapeva come replicare per spiegarli quando era offesa e piccata, e la vide dvientare di sale appena sospirando per i suoi comortamenti non continuò ad accarezzarle laschiena, e lo ammetteva, lo stava facendo apposta per ripagarlacon la stessa moneta.

    "sei impossibile, ti atterrisci anche per queste cose e poi corri a polipeggiarci in abbracci come se avessi cento braccia senza volerci lasciare... devi però smetterla di farti prendere dall'ansia e panico da diventare rigida come un palo e bloccandoti se qualcuno ti fa un gesto gentile. ALmeno, che non siano Milan, visto che da lui non temi niente, ma vogliamo parlare del tuo segretuccio e del perchè anche ti irrigidisci così...!?!"

    "S-stai zitto!" fece lei rimettendosi ma con movimenti legnosi sul sedile centrale con i muscoli tesi e come sudando freddo

    "se tu avessi a che fare con qualcuno troppo caloroso e affettuoso, dandoti pan per focaccia, vorrei proprio vedere cosa devi fare! Ti troveremmo a terra come un tappeto di pelle di orso..." ridendo...."  Non intendi superare queste cose ma ti inalberi se ti diciamo delle cose perchè tu non sia così prorompente nei gesti di amicizia....Peggio sulle visite? ricordi le crisi nel caso ti avessero presa in marina o carabinieri? e tremavi al pensiero di affrontarle? E i litigi coi medici perchè non intendevi accettare le visite intime minacciandoli se ti toccavano?"

    "Ha iniziato con la paternale..." fece lei stizzita riprendendosi un pò ma lui lo fece apposta e rimise la mano sulla schiena, facendola saltare per aria

    "non faccio la paternale, gli attacchi di panico che ti bloccano non possono essere lasciati così! O i momenti di iperattività d'ansia che mostri quando si toccano certi argomenti, vedi scenen di abusi per il nostro lavoro e scorazzi per le stanze come un gudo in pena per non essere toccata. Tu salti adosso agli altri, ma non ti si può ricambiare che..."

    "Che vuoi..." allontanandogli la mano fissandolo male

    "Solo chiederti a che pro tenerti tutto questo senza superarlo... Posso capire..."

    "perchè dovrei superare QUEI problemi... a me non interessa e non provo nulla per quello... e no, smettila di fissarmi così, quello che tu hciami segreto è una tua invenzione. Solo perchè hai scoperto che mi rilassa se mi si accarezza la schiena in un certo modo..."

    "diciamo, rilassa..." vedendosi fissato male per poi ridere e lei si offese

    "... non vedo che segreto sia!! Non è che devo dire a ttti tutto quello che mi piace..."

    "e ce li mettiamo i motivi per cui non leggi o vedi film sull'amore dove cè sesso? Che li eviti come la peste per ciò che fa parte del tuo segreto...? Del..."

    "Smettila, per il resto non puoi accusarmi che non ho istinti sugli uomini..."

    "tranne quando hai il ciclo..."

    "Ormai non cè più, quindi tutto risolto! Quel dispositivo è quello che desideravo da secoli, invece di soffrire le pene dell'inferno per un ciclo che non ho mai voluto o chiesto e per me era solo una condanna!! Adesso sono libera, tranquilla, almeno una cosa buona... là fuori se chiedevi la pillola per bloccare tutto ti vedevoano come schifosa perchè pensavano fosse solo per fare quello... non per fermare l'ovulazione e trovare un pò di pace, visto che come per tante cose non possono immaginare, neanche per un attimo, cosa era avere il tipo di dolore che avevo io..."

    "ecco perchè sarebbe giusto andare sempre dal ginecologo e farsi curare da ciò si ha di naturale..."

    "naturale... come puoi dire questa parola con quello schifo! Sembrava che mi stessero squartando, ma è per figliare, quindi devo tener chiusa la bocca, questo era il succo!! Non me ne frega cosa dice il dottore, che ho di uteri girati e dolori del genere per quelle patologie... IO!! io che non ho mai fatto niente e altro, devo soffrire come un cane a quel modo che desideravo morire che sentirli ancora... mai più!! mai più quei dolori orribili come se stessi esplodendo e... quindi zitto!! me en frego cosa ne pensi di ciò che chiami segreto che non lo è, te lo sei inventato tu perchè ti ho solo detto che non ho rivelato nulla a nessuno, solo due accenni a Milan per parlare di cose sue, ma nietne altro! Non puoi negare che io non abbia desideri ne niente su... nessuno, quindi se mi colpevolizzi come facevano tutti prima di voi, sei come loro..."

    "non volevo..."

    "non è vero che le persone stanno con gli altri per amore perchè ... a loro piace la tua personalità. Il tuo essere. Se sei nata femmina l'unica cosa che interessa è quanto dai loro con quella cosa, se puoi andare bene le cvonvenzioni sociali e le stronzate ell'amore come lo veodno. .. E poi non vedono te..."

    Col broncio, offesa, si voltò verso il finestrino alla sua destra, finchpè Dorde non disse qualcosa.

    "Vorrei che tu mi facessi un favore... verrà mia madre che..."

    "AHAAHHH!" fece lei voltandosi, un modo di lamento quando era atterrita "e vuoi che sia di nuoivo il suo zerbino...??"

    "No, ti chiedo solo di accompagnarla e tenerla d'occhio come una guida... tende a fare di testa sua e se riesce, ad intrufolarsi ovunque e... ci fa visita ogni tanto, dice che è il minimo per i suoi figli che sono diventati cosa siamo e lei ne è la genitrice... è solo per qualche roa, spero di ocnvincerla a dormire altrove e..."

    "... cioè, io sono scappata dai miei e devo intrattenere i tuoi...!?"

    "Anche questa volta è solo mia madre, non vengono tutti... dai, ragazza, qualche ora... fammi questo favore. io non verrò che una o due ore dopo, Milan non cè e..."

    "..." incrociando le braccia "... mi devi dieci favori per questo...!!" fece altezzosa e sfrontata, sfacciata e diretta "... sei il figlio, quindi hai i prosciutti negli occhi, ma mi devi molto per questo..."

    "...eh!" fece lui con un ghigno "se fosse stato un altro come ho sentito, ti avrebbe risposto -li fugherò tutti e dieci in una volta come non te ne ricordi..." ridendo mentre lei voltava gli occhi scontrosa mormorando -bravo, fai allusioni sessuali inutili- "... se è ciò che vuoi, visto che non possiamo noi due per gli impegni, tutto ciò che vuoi te lo darò..."

    "Tutto tutto tutto tutto....!!??" fissandolo come sfidandolo

    "... con tutto tutto cosa intendi..." fece lui a disagio "dipende..."

    "Ma come prima prometti faville e poi mi tiri perchè pensi che chieda troppe perle ai porci...?" voltandosi di lato a dargli la schiena

    "COSA!?"

    "AH AHA HA " ridendosela di gusto, rotolando sui sedili e lui le diede una pacca gentile sul sedere perchè si componesse dal fare casini in macchina "... avevi detto tutto quello che voglio..."

    "Si... ok, ho capito, ,mi arrendo... cosa vuoi?"

    "Dieci cose, no...?"

    "... è quello che vuoi..." fece lui sconsolato

    "..." rivoltandosi verso di lui, avvicinando il viso a quello di Dorde "... VOGLIO... che tu torni dieci volte a casa quando puoi, che il tricheco non rompe e puoi liberartene, e stare un pò con me... quando non cè neanche Milan e sono sola e passi del tempo con me..."

    "... è tutto ciò che vuoi?" fece lui quasi colpito "... non cè altro che vuoi, che ti porti dai miei...."

    "Non sei mica il padre mercante della bella e la bestia..." fece lei con un sorriso stampandogli un bacio all'angolo della bocca "... voglio stare con voi, visto che poi me ne andrò... poi sarete liberi di restare lontano da casa quanto vorrete e vedere le persone che vorrete... voglio dieci favori da te e dieci da Milan , dieci volte per avervi un pò con me, anche diluite nel tempo, ma fare tante cose con voi... dovevi insegnarmi altre cose a scherma, quelle discipline che..."

    "... ma se ogni volta che cerco di insegnarti tecniche che conosco sia marziali che non, finisce smepre a casotto..." fece lui partendo come un rimprovero per poi ridere "ecco, finiamo sempre così, sbagli qualcosa, combini casini e poi..."

    "... è un male se finisce a tarallucci e vino?" fece lei in italiano questa volta sorridendo gentilmente "o mi stai dicendo che con me ti annoi, che non sono..."

    "... se il mio tempo passato con altre persone là fuori valesse allo stesso modo... è veramente e solo questo ciò che vuoi come dieci favori? Dieci volte che torno a casa invece di fare altro?"

    "ovviamente se devi lavorare no, ma... visto che abbiamo veivoli che mettono metà tempo di volo fino a casa, se riesci vorrei passare del tempo con qualcuno, invece sola come sempre... con i veterani non è che posso stare sempre in mezzo a loro, sono un gruppo più vecchio che meritano di stare tra loro a volte, non voglio fare il nuovo incomodo e... Jd credo che sia stufo di vedrmi comparire quando sono sola perchè la prima scelta... a aprte quei quattro che non vi piacciono, tutti gli altri mi odiano o mi vedono come qualcuno da assecondare e via svignarsela..." sistemandosi di botto con la spalla sinistra contro di lui, strofiando una guancia contro la sua "non voglio niente, mi date già anche troppo e mi sento in ccolpa a volte...ma a parte voi tutti gli altri mi evitano... ma vorrei almeno uno dei due e... ti va di giocare a The Suffering?..." come in attesa della risposta

    "... sai che non sono niente con i videogiochi, poi non so usare la tastiera così come i joypad e... sono lunica cosa in cui sono negato..." vedendola triste e ricordandosi quando raccontava che non aveva mai nessuno con cui giocare a nessun gioco e una volta che Ric aveva detto si, in partita aveva iniziato a sclerare in chat dicendo che senza la sua Rina non riusciva e l'aveva lasciata sola "... e se facessimo come con i film...?" vedendola sbattere le palpabre sorpresa "giochiamo ai tuoi giochi ma io guardo e commento e ti aiuto con il mio cervello e tu fai il braccio..."

    "Ah, è così che la metti?... questa volta la parte della donna che fa fare all'altro è tua...!?" maliziosa e cattiva in un sussrruro e si beccò un'altra menata sul lato in alto con la mano destro che stava prima a circondarle la vita

    "DAIIIII.... RAGAZZA, EPRCHè DEVI PRENDERMI IN GIRO COSììì" vedendola ridere "sei ti prometto dieci favori, cosa vuoi, tu accoglierai mia madre....?"

    ".... uff... e va bene... ma ricordati, ogni volta che ti faccio un favore con la tua famiglia, mi devi dieci favori e nel caso.. si sommano ai precedenti..." con un sorrisone furbetto e muoven do le sopracciglia, allungandosi come un gatto che si stiracchia, smollandogli un bacio sotto il metto.

    "Sei impossibile, benedetta ragazza...." ma senza dare segno di esserne infastidito

    "... e ti giuro, che non abuserò del tuo letto in questi dieci favori, starò buona buona sulla poltroncina e..."

    " ogni volta lasci il copriletto un casino di onde e parti tirate che... sai quanto costano?? E devo restare anche la notte?" ricedendo la lei un'occhiata bella profonda, distanziandosi un pò da lui col viso

    "ma tu nel tuo letto e io nel mio....!"

    "E certo..." fece lui facendo anche si con la testa

    "io non dormo nei letti degli altri e al massimo se un giorno mi sentirò tranquilla e tutto con qualcuno, potrei anche invitarlo a dormire con me, ma solo per farmi compagnia finchè non mi addormento... e che non pensa a vuole, cose strane... "

    "... ah aha ah"

    "... ormai per tutti il letto è solo considerato una cosa... ma non per me. A me piace leggo o gioco o altro sul letto con qualcuno e passo il mio tempo contenta e condividere il letto, anche dentro, per me è solo fiducia... non ho mai pensato a quello, per questo se verrai da me tu, poi torni nel tuo, di letto, resti solo nel salottino..." con sguardo carogno tirndosi indietro e cadendo di schiena sui sedili, sorprendendolo, con la gamba sinistra a cavalcioni su quella destra di lui.

    "Ragazza, ma tu non sei quella che ti schifi per..."

    "io fra poco torno a casa e mi lavo tuuuuutta...." prendendolo in giro  " anche perchè dovrò prepararmi spiritualmente per tua madre..." stiracchiandosi schiena sul sedile letnamente "e poi..."

    "contegno però ragazza... dai turati su, non è corretto che stai messa così..." dandole una pacca sulla coscia che stazionava piegata sulla sua

    Lei si tirò su veloce e offesa finchè non adocchiò alla sua destra dal finestrino laterale i ragazzi che tornavano, e Django aveva in mano una scatola grossa di cartone tipo da torta, bella grossa!.

    "UUUHHH" fece lei mettendosi sulle ginocchia e poi con le mani sui finestrini "dai, scommettiamo... anzi, scommetto proprio che per  uno di quei dieci favori ti permetto di addormentarti vicino a me nel mio letto... cosa cè nella scatola? Cosa hanno comprato?"

    ".... " sospirando "innanzitutto credo che non siano per te, non è detto che tutto ciò che comprano sia qualcosa per te"... facendole sbiadire il sorriso " e poi cosa ti fa credere che facendo questa scommessa, se vinco io, non ti chieda cose che non ti piacciono per ripicca con l'obbligo di farle..."

    "..." restò voltata verso di lui con la testa, e le mani sul finestrino e sembrava indecifrabile dal capire che pensasse sebbene con gli occhi grandi grandi "la vuoi mettere così? Te ne stai approfittando della mia buona fece e fiducia e sfrutti una scommessa per avere roba sexxuale?!"

    "... non sono il tipo, io non obbligo nessuno e ne chiedo niente del genere ma sono stato un militare dal basso... non come mio fratello ma... e ho giocato anche io alle scommesse, di soliuto alcoliche o in palio le prostitute che stavano pagando quella serata i camerati per spostare quanto pagato al vincitore..." vedendo la faccia di lei non sconvolta ma come se pensasse -che dici, sei serio? Tu? E se vincevi...? e poi sussurrare - E perchè una donna deve passare ad altri come vincita come un oggetto? -  " e tu stessa hai inserito in certe feste il game-strip, dal  poker ad altri giochi con delle vincite in spogliarelli e sesso per tenere a noi i peggiori... quindi, di che cosa ti turbi, sebbene sei tu che hai uscito quell'argomento, non io..." disse voltando il capo davanti a sè con le braccia incrociate e lei strinse gli occhi senza dire nulla.

    Di colpo sent' i suoi squittii e la vide saltellare contenta vedendo i ragazzi tornare verso la macchina, in fila indiana tra altre macchine e ora Django ne aveva due di scatole impilate che reggeva con due mani, e Dorde si chiese chi aveva l'altra scatola e perchè gliela affidò

    "Guarda, guarda... cosa cè dentro..:?? Ah, tu non hai voluto giocare, quindi niente... mi spiace..." gli fece monella rivoltando il capo a fissarlo con sorriso carogno e poi andare di nuovo a guardarli "magari ci sono cose salate... o dolci... o.. cosa..!! Ehi!! NO!" fece lei quando Kovacs era quasi allo sportello, Zidgi era rimasto poco indietor a guardare intorno da scudo e Django invece fece girare attorno al restro della macchina verso il bagagliaio. Lia restò a bocca aperta a seguire il giovane con quei due pacchi di cartone che stava quasi davanti il portabagli ma non per aprirlo.
    Lei allora sconvolta aprì lo spostello che andò contro Kovacs, che si ritrovò con le mani alzate contro il metallo come se colpito da un flash e raggelato sul colpo, e fece "NNNNNNUUUUUUUUUUUU!!!!" , il verso cambiò appena mise testa fuori aperta la portira e Django si prese un colpo da forse inciampare e schiantarsi sul portabagabli chisuo, con i gomiti e un urlo, facendo un botto sul metallo e abbassando la macchina.

    "..Ma..." Dorde esterrefatto, fissò Django rimasto con i gomiti piantati sull'auto con la testa contro i cartoni, onn si sapeva se ammaccati o altro, Kovacs come un uccello spiaccicato contro il vetro e lei che mugolava perchè aveva fame e vedeva qualcosa di buono sparire. "Ragazza, ma per la madre, che fai!!! La macchina... avrà fatto due buchi così!!" le fece indicando Django ancora rintronato, non si sapeva come era inciampato o che altro er aaccaduto.

    Lei tirò dentro le labbra,  sopra i denti come quando combinava qualcosa e Kovacs ripresosi chiese se era tutto ok, controllandosi il compleato. Zidgi aiutava Django e urlava -tutto a posto, stà nà crema... e credo letteralmente!!- senza speigare ulteriormente.

    "Kovacs, entra subito!!" fece lapidario Dorde e questi eseguì, mettendosi seduto a fianco a Lia, la quale si era messa composta e perfetta come una Signora, al centro, con faccia di bronzo "voglio sapere poi i danni e i problemi se ci sono stati, per cosa erano quei..."

    "... erano per te..." fece Lia con una faccia e uan sfacciataggine di bronzissimo proprio "io mangerò dopo!"

    "Tu ora vai a casa e..."

    "E se volessi andare altrove...?? " vedendolo sfiuaccato levando lo aguardo davanti a sè "Ora non mi ascolti più? Ora fai il sostenuto e io parlo e parlo e tu niente... guarda, mi metto così, e parlo con lui, almeno lui mi ascolta..." fece offesa e si mise di fianco sul sedile, stile Paolina Bonaparte nella statua famosa rivolta verso Kovacs, che non capiva che accadeva e stava rigido e silenzioso.

    "Stavo parlando con te, signorina...!!"

    "... stavo dicendo, dovrei andare a casa, ma prima ho voglia... di qualcosa di sfizioso... e avere compagnia... per questo pensavo che tu..."

    SBAM!

    Le arrivò un colpo col dorso della mano sulla parte di chapet all'aria e lei dopo un verso stridulo, si voltò solo col viso esterrefatta, le aveva dato un colpo piùà forte di quelli di sempre sebbene solo una pacca per richiamarla all'attenzione senza volerle fare male.

    "La smetti di sviolinarti lui perchè facia mcosa vuoi...?? Cosè, stai attuando cosa non ho messo in cosa parlavamo prima, per sfregio?? COn lui, poi?" fece Dorde piccato e lei fece ancora la sostenuta e facendo come i cavalli, che ti snobbavano dandoti il didietro, continuò.

    "... Ambrogio... non ho proprio desiderio... ho voglio di qualcosa di sfizioso che... ho un languorino..." suadente e melliflua col braccio sulla parte alta del sedile di dietro, sguardo a Kovacs e questi che guardava ora Dorde, pensando Milan,  e ora Lia come se stesse accadendo qualcosa di mai visto.

    "... e... che devo fare io...? Vuole uan tea boutique come chiamano ora le Sale da tea, una oasticceria, o altro... o devo portarla da Madam...!?"

    "MA COSA LE DICI!!" fece Dorde inviperito e Kovacs si atterrì da sembrare voler saltar giù dalla macchina "Portala a casa SUBITO e le fai portare qualcosa da mangiare!! VOGLIO che tu mi aggiorni appena arrivati a casa, di volata, e mi confermi che è in camera sua, nello studio, in qualunque stanza a mangiare qualcosa se vuole, ma la voglio lì!! Ora FUORI!!!" mentre Kovacs annuiva terrorizzato dallo scatto alla sergente maggiore stronzo, e stava per fare il gesto militare per poi scendere lesto "E tu... non mi rimangio la promessa dei dieci favori, ma ti starai a casa ferma e buona invece di provocarmi e farmi gl isberleffi  e..."

    "Si, papà... certo, papà... come vuoi tu, papa..." fece lei col broncio metnre stava per uscire

    "... e non ti azzardare a farmi scherzetti dei tuoi in stile ragazzaccia provocante perchè mi infurio davvero!!! E a lui da dove è uscita la cosa di Madame!! A CASA!" le fece mentre lei sorrideva carogna come se stesse per ideare qualcosa come la scena del vestito, chudendo lentamente la portiera facendo -ciao ciao- con la manina per prendere Kovacs da un braccio e tirarselo via.

    "BENEDETTA RAGAZZA!!!" incrociando le graccia e le gambe, finchè non gl igiunse la voce dell'autosta, chiuso dal vetro davanti,  che gli chiedeva s epartire.

    Dorde sospirò tre volte, alla fine scoppiò a ridere. Ma avrebbe strigliato Kovacs per l'uscita assurda. Poi però appena partita la macchina e il finestrino che scorreva lasciando piano piano lei e i tre sul marciapiede come a rallentatore, non si impanicò urlando "Ma ha ancora quel vestito corto!! IL VESTITOO!!"


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    Capitolo 57
    *** 40.6 ***


    39.6
    Lia presenziò all'arrivo della macchina. Aveva accettato di controvoglia di essere lei presente, mentre loro tornavano dai loro affari, ad accogliere la donna.

    "Non facevo certe cose per i miei pensa per le madri degli altri..." fece stizzita lei a Jd, poco prima, mentre controllava il salotto francese.
    Indossava per l'occasione un Tailleur  stile anni '50  particolare, preso direttamente dal sarto a cui si affidavano i fratelli, non quindi da quelli dello Chateau, perchè come disse Dorde "Nostrta madre considera la moda, l'eleganza, l'essere Signora una cosa importante. nel nostro paese si va avanti contro i paesi di primo mondo, in mentalità, dieci anni alla volta quando va bene... per questo, pre questa volta, fallo per me, indossa una gonna. anche non  lunga fino ai piedi, ma indossa qualcosa da Signora. Ci sono dal mio sarto ottimi completi ispirati agli anni cinquanta davvero eleganti e la faranno contenta. Lei indossa sempre queste cose. Da noi i negozi propongono modelli diciamo arretrati come stile e la donna è... ancora una -donna-. Inoltre, ma ormai lo sai, da dove vaniamo ancora i preti e tutte le figure togate sono esseri importanti in odore di santità, ma la mia famiglia da generazione come altri seguono... una religione un pò più arcaica per così dire...vanno in chiesa e tutto, sono parte della chiesa del luogo ma... intimamente le famiglia hanno... lascia stare!... lunga da spiegare ma riti, credenze, superstizioni e altro... sono così in voga che se tu dovessi solo accennare al atto che sei neutra... urlebbe che il diavolo è con te, ti sibila... cose!!" fece seduto comodamente sulla poltrona con i gomiti sui braccioli e le mani allacciate "Per questo comportati come se stessimo rivisiando gli anni cinquanta circa, considera la donna come... erano all'epoca, che quello in cui crede è... vero, giusto, corretto, non andarle contro, falla sentire una regina e..."

    "una cagacazzo in pratica..." sbottò Lia esterrefatta "mi vuoi appioppare tale piattolame?" ma poi quando la fissò accigliato e serio lei cambiò tono, non più di accusa "Ah, è la mammina... ok, ok... già che le fate fare la vita da regina nel vostro paese quando... " meriterebbe calci là, stava per dire "nonostante fosse contraria in toto alla vostra scelta di arruolarvi, che fece questioni e solo vostro nonno vi vedeva orgogliosi e vi benedì, facendola capitolare... eh, perchè se un uomo acconsente e permette!!!....mmmhhh!!" fece lei rabbiosa

    "nostra madre non è stata male, e tutto sommato non possiamo lamentarci... sebbene per le nostre usanze i metodi di educaizone fossero paurosi, e lo vedevamo con gli amichetti... lei non ci punì mai picchiandoci, le punizioni erano le classiche..." fissandolo negli occhi nel suo solito modo di stare sui divanetti francesi, pancia in giù, ma sul fianco sinistro, mano sinistra che reggeva la testa e sorriso beffardo e ogni volta lui la rimproverava perchè se entrava qualcuno sembrava che stesse civettando languida in posa sexy "Sono da paura per questa società le persone grossolane che con oroglio affermano -non ho ucciso nessuno, rubato, violato e ne ho fatto cose contro la religione- ma guardando bene cè una infinita catene di bugie, giudizi, critiche, malignità e attivi verogognosi ritenuti nulla che hanno ferito, ucciso dentro, umiliato e reso insicuro chi aveva bisogno di gentilezza, sostegno e Amore come ci sarebbe bisogno. Non puoi cambiare qualcuno che non riesce neanche a vedere se ci sia qualcosa di sbagliato nel proprio copmportamento, reiterando. E da cosa so di lei, è il tipo..."

    "..." sospirando

    "L'amore genitoriale non dovrebbe mai istigare e pretendere. non dovrebbe mai essere un amore per meriti e di obbligo. Perchè tutti finiranno per credere di non aver alcun valore se non si dà ciò che gli altri si aspettano e senza ciò. si è nulla.... giusto per farti ricordare che tu sei il tu di ora SENZA DI LEI... o no?"

    "Sii gentile con lei..."

    "le persone gentili non si osno estinte ma siete riuscite a farle incazzare e inoltre... Sopportare, voce del verbo sino a un certo punto"

    "... quindi...?"

    "Mh?... ah si...
    si può insegnare senza volerlo, si chiama esempio e... Una persona non sceglie di essere buona o cattiva, sempre più spesso si adegua a come viene trattata"

    "Cosa..." corrugando la fronte

    "..." ghignò ma invece gli stava lanciando siringate perchè comprendesse da solo e si allungò come un gatto per prenere la sigaretta con bocchino accanto, sul tavolinetto e accesa la prima, restò in quella posizione sul fianco sinsitro con le gambe un pò piegate come sempre a fumare placida come se estranea a tutto, soffiando dopo aver trattenuto come spegnesse candeline. Lui sorrise perchè gli balzò in mente l'idea che aveva di riuscire a fare cose con il fumo ma non ne usciva mezza e si arrabbiava -ma come fanno a risucire a svapare roba col fumo?? Sono inutile e impedita pure in questo?-

    "Dunque..." iniziò lui ma lei lo stoppò inserendosi

    "SAI... la manipolazione è quando ti rimproverano per la tua reazione alla loro mancanza di rispetto, e tua madre afferma che essendo la vostra genitrice, deve essere partecipe e in visita per... "guardandolo come se chiedese -serio che le lasciate fare questo con il pretesto che vi ha fatto venir fuori e ha diritti?- "... Se accogli un cane affamato e solo e lo curi, egli non ti morderà. ecco la differenza tra l'uomo e il cane ...Chi è abituato a portare la maschera della falsità difficilmente risucirà ad indossare quella della vergogna, e inoltre la vera eleganza di una persona si svela nella sottile coerenza tra ciò che fa e ciò che dice ... "

    "... vuoi dirmi qualcosa, eh?" le fece divertito sebbene capisse che quel che diceva aveva un perchè

    " E poi..." con malinconia fissando la finestra " E poi... la casa, ricca o povera che sia, se cè pace e senso del restare è il tuo posto..."

    "cè qualcosa che vuoi dirmi?" e comprese che in parte palava di se stessa. Quando si metteva quell'espressone ferita e persa, non era solo per parlare di qualcosa di negativo in generale. E diceva -Sono stata costretta a farmi carico di ognuna di quelle terribili emozioni. Che hanno creato loro su e in me... E al cotnrario di quella gente che vorrei vedere nel pieno della disperazione, a me non è concesso alcun attimo di pace, ma soltato il peso di questo doloroso fardello. perchè per esso, io non riesco a trovare una fermata dove sentirmi me e bene e... E insopportabile, doloroso, mortificante. Il nostroccomportamento e il nostro stile di vita cambiano in relazione alle esperienze che facciamo... Non è azzardato dire che la personalità di ognuno di noi è plasmata dai ricordi del passato... e questi, mi schiacciano. Ero qualcun che nessuno voleva. La cosa assurda è che appena mi ocnoscevano come i miei hobby, cosa mi piaceva, come ero senza la maschera, io non andavo più bene. Ero troppo... Continuavo a girarmi intorno come una trottola ma vedevo solo gente che giudicava e si allontanava, se non quella che voleva usarmi, definendomi sbagliata. Sbagliata per cosa? per ciò che per molti sarebbe da maschio o non come l'impressione di me in pochi secondi.... e questo..
    E insopportabile, doloroso, mortificante.E ancora di pù, non ho un luogo dove fermarmi... Sapere che cè qualcuno che accetta e ti allunga la mano per dire "Andiamo, proseguiamo insieme, nessuno o sbagliato o simili , si è solo se stessi... insieme, andiamo a casa" e finchè quella persona, non sarà lei a alsciare, restare vicini. Ma se la lasciasse,  la mia mano, io non me la prenderei ne altro, io apparterrei al luogo e al cuore di quella persona... ma non accadrà mai. Io non li capisco quelli che mi hanno fatto male e allo stesso tempo non capisco la gente che si arrabbia o dice di soffrire per chi ha lasciato la mano o ha tradito, e vuolte troncare un rapporto... è finita, basta, non cè nulla da riparare, aggiustare o altro. Se non cè qualcosa dentro per qualcun altro vuol dire che è tyempo di capire che anche lamore come lo vedono loro può esaurisri e si cerca altrove... ,s enza rancore ne niente ma comrpendendo, si resta amici magari ma si cercano altri luoghi e altri cuori. E giudicavano  me, capisci?!? O Sbaglio io in questo modo di pensare o loro... io... ho vissuto troppo a lungo e solo osservando gli altri vivere, e ... io non riesco a capirli... NO. Non li... non vi capisco. Comprendo il vostro pensiero msa non riesco a essere partecipe di ciò che provate. Anche se conosco le ragioni per cui piangete, vi arrbbiat o ridere, non riesco a farle mie. E di contro, la gente ottusa e ciecata, comletamente col prosciutto in profondità negli occhi, non si vede che il mondo è pieno di cose diverse e.. e per questo, se io ho allontanato sono stupida, se però la gente lo faceva perchè mi vedeva sbagliata, perchè ero e adoro cose diverse da ciò che sarebbe il mio corpo o genere per forza... sai, una volta per dire che adoravo osservare i diorami e creazioni di modellini dei treni, o di città come si fa per l'ingegneria o il modellismo di appassionati che creano luoghi e tutto dai singoli pezzi e amavo osservare come li facevano da niente, provando gelosia perchè io non lo so fare ma anche quando non avevo soldi... ero sbagliata. Era da maschio un simile interesse quindi tu non stai bene. E allor via... ma se per dolore mando via la gente, sono io stronza!... avrei voluto dei cuori vicini non sporchi così e un luogo... Mi andava bene qualsiasi cosa, volevo solo un posto dove poter tornare. nessuno, nessuna persona che vedesse me non cosa pensava di avere davanti,  mi aveva mai detto che potevo rimanere con lei perchè accettava me e desiderava avermi accanto. E quindi, un luogo che avrei considerato casa e  non una gabbia. E sapere che per quella persona, due persone X e Y chiunque , che non sono di sangue e simili, che si considerano famiglia perchè non vedono differenze o stronzate come tutti... se anche vi fosse stato per uan sola volta... e invece voi, ZAy e ric, Rò, ad incazzarvi se allontano per mie ragioni facendomi capire... che non capite. Ecco perchè quando guardo quel mousepad io vi leggo "Bentornata, ora siamo qui, qui dove sei accettata... io ti accetto... siamo a casa" e non so cosa si prova in tutto ciò-
    Si riprese dai pensiei sentendoloa parlare di sua madre

    "Lei è una di quelle persone che riflette un modo di pensare che sta girando di nuovo e io i brividi... guarda, non puoi vederli per la camicia, il gilet, non il blazer che l'ho tolto ma... BRIVIDI!! Tua madre è una suora mancata col palo nel beneamato... E pensano giudicando e dicendo a te come essere e vivere... -Sei come una bella e rigliosa rosa. ogni volta che fai sesso prematrimoniale, un petalo prezioso viene strappato via, un qualcosa che è perso. non lasciare il tuo futuro marito con in mano un gambo nudo e un amore rovinato, astieniti-.... guarda, ho i brividi e se avessi peli sarebbero tesi in su come pali della luce..." facendolo ridere "le cose che dice religioso-bigotto sono... BBRR!"

    "Mia madre ragiona come una donna del suo periodo sull'amore e..."

    "Qualunque cosa significhi amore... ecco cosa dico! Come Carlo d'Inghilterra. Aveva proprio ragione, cazzo, sebbene poi quatto quatto invece sapeva che significava ma io prendo il pezzo che lui disse per Diana. Qualunque cosa significhi innamorarsi o Qualunque cosa significhi amore... quella donna si è sposata perchè si doveva fare, senza offesa per te e tuo fratello... quindin on dirmi cazzate..."

    "Mh...!"

    "Im not the one you'll sweep off her feet, lead her up the stairwell..."

    "Che vuoi dire..."

    "Nah, niente... non riesco a farmi capire, non riesco a far capire a nessuno cosa mi stia succedendo, prima e ora qui. non riesco a spiegarlo nemmeno a me stessa. Che pena, sperare intendo. E' la cosa che pensa  chi non sa rinunciare all'idea che non cè per tutti e in nessun modo. Ti dicon osolo abbi fede e speranza come se qualcosa cade già e tutto cambia perchè così deve essere. Non è così... Il peggio si moltiplica con disperazione e degrado. La depressione è ciò che è così spiacevole da desiderare di non provarla pià, è l'assenza di poter immaginare il mondo come si vedeva prima. L'assenza della speranza. La si odia ma è anche necessaria da sentire per capire il punto in cui si è finiti e che alzando la testa non sempre cè modo di uscirne...."

    "Come ti senti oggi...?" le chiese comprendendo che era un giorno no.

    "...E dopo che hai dato fin troppe possibilità ti stanchi di farne. La tua dignità ti porta a riconoscere un limite a ciò che si può sopportare. Finita in una società dove la fedeltà e il giusto sono blandi come un tatuaggio delle edicole, l'amore in ogni foram deriso e solo una frase da recitare anche per docuemnti con fima e le bugie sono il nuovo dogna spacciate per veerità. Cè gente arrabbiata con me per torti che hanno fatto solo loro... non è sempre vero che ognuno ha ciò che merita. Si, ho comemsso degli errori per avere approvazione e qualcosa che desideravo, e sto pagando ogni giorno. Anche il mio restare là e morire là in mezzo a loro era la mia punizione. Anche se fossero morti prima di me, non avrei vissuto niente, avrei vegetato fino a spegnermi... per me, era ormai finita da prima di ZAy... spesso si riceve il peggio nonostante si è giusti o fatto del bene"

    "...si ma..."

    "se ceerchi una mano che ti aiuti nel momento del bisogno, la trovi alla fine del tuo braccio... Ecco cosa ho imparato, basta. Ho conosciuto prestigiatori e giocolieri di ogni tipo che loro si erano amati.... quelli che giocavano col tempo tuo e te lo rubavano per cazzate per loro e poi gli altri, quelli che pasticciavano con i sentimenti...A chi non trova tempo di solito glielo lascio tutto" alzando le spalle, fumando, come se on gliene importasse

    "Ma..."

    "Siam tutti impegnati nel farcela, in una maniera o l'altra, chi con l'amore, chi tentando di trovare il sesso, altri un pò di pace e un pò di senso prima di gettare la spugna. Non rientro negli standard ma non importa, questo mondo mi ha fatto capiro che non cèra mai posto per me, in nessun modo, perchè se a tutti non va bene cosa sono e devo cambiare per stare da qualche parte..."

    "... cosa ti rende frustrata?"

    "QUando milioni di poveracci sono convinti che i propri problemi dipendano da chi sta peggio di loro, siamo di fronte al capolavoro del peggio dell'umanità perduta... non so, dimmi tu... e quello che ti fanno ...cè una bella differenza tra perdonare e dimenticare. perdono e vado avanti perchè voglio farlo ma il male ha lasciato cicatrici che mai svaniranno. Restano lì a ricordare e peggio se fanno male.... Se ingrassi te lo fanno pesare, se non ti muovi per la malattia sei svogliata, se dici il tuo pesniero sei arrogante, se ti sistemi e ti curi te la riti, se ti trascuri sei sciatta, se ridi sei stupida, se piangi rompi il cracco, se..."

     "il mondo lo vorremmo cambiare..."

    "prima scompaiono le ideologie vere, poi gli ideali veri, poi le idee vere e infine ci rimasero solo gli idioti ... Chiudere alcune porte non è orgoglio, ma perchè no nson odatte pià alla tua vita, ah se si potesse fare e la gente capisse che se è tempo di dire basta cè solo da vederla con maturità e ience cosa vedo..."

    "Ragazza..."

    "Mi hanno lasciato la mano nel momento peggiore e lì ho capito tutto... accusando me ....Non è vero che tutto passa e se ne va. ci osno cose che ti restano dentro per sempre ... Soltanto i più forti fanno i conti ocn la solitudine, gli altri la riempiono con chiunque e non so come fanno... se sono rimasta sola completa dopo Zay e Ric e loro non creevano cè un motivo, ma a solito se ne frega di...

    "RAGAZZA..." attirando la sua attenzione come se avesse una discussione tra lei e lei medesima col broncio triste guardando fuori dalla finestra, facendola voltare stupefatta con occhioni grandi

    "parla, cosa non va...?"

    "Hai mai avuto il bisogno di spegnere tutto, sederti da qualche parte e restare solo? Silenzio che vola e nessun pensiero. L'attimo! Soltanto tu, il rimbombo di te stesso, del vuoto, di quel vuoto che non capisci se è dentro o fuori di te e poi..."

    "anche se fosse, quindi ti senti così?"

    "Con certe notizie..." come scazzata "ogni mattina la tua mano mischia zucchero e caffè, la mente invece mischia te con il resto del mondo. Tu insisti ad esser lo zucchero ed il resto del mondo il caffè, mai il contrario. Dovresti aver capito qualcosa quando leggiamo molti libri..."

    "Hai l'aria stanca. Davvero... cosa posso fare per te?"

    "sapessi il cuore...." con sorriso amaro "
    insegnami a scordarmi di pensare, ecco cosa potrtesti fare... E cercatevi quando vi mancate. Poichè la vita sembra tutto un domani ma invece è solo adesso."

    "la notizia di mia madre ti ha scombussolata, noto... ma posso assicurarti che nonostante cosa dici e pensi, Lei è stata con noi meglio di altre e le punizioni non erano..."

    "punizioni fatte di luoghi bui e umidi, senza cibo, forzare i sensi di colpa, i... e comunque sotto un abito firmato non sempre troverai una persona di marca"

    "Lia...!! comunque, mia nonna è ancora peggio!! Non sai i tipi di punizoni dei suoi tempi e non guarda in faccia nessuno, nno importa se siano della sua  famiglia o meno... almeno una volta ha chiesto di venire a vedere casa nostra e come ci siamo sistemati e cnsigliarci..."

    "DIO CE NE SCAMPIIII!!" fece lei spaventata e Dorde si mise a fare smorfie e lei amareggiata mutò in broncio "E'... una nonnina molto anziana, no?!? SArà faticoso il viaggio... " con un sorrisino da bambina che ha fatto la cavolata.

    "..." fissandola "nostro padre e i nonni non verranno, sno venuti tempo fa ma... hanno trovato la Francia e lInghilterra troppo... come dire...."

    "Insomma, non verranno a fare i signoroni e trattarvi come poppanti col pannolino e ciuccio... meglio così!!" fece lei rincuorata

    "..." facendo un verso di gola contrariato ".. non pensare che non decidano domani o tra un mese di venire..:"

    "ma scusate... seriamente mi stai dicendo che se loro pestano i piedi con prepotenza, voi li dovete accontantare, accogliere..."

    "... sono sempre i nosti genitori e nonni..."

    "E che vuol dire... se per esempio il nostro presidente della repubblica li ha e gli chiedono di volare sull'aereo del presidente a scrocco a mangiare a Dubai carne avvolta nell'oro che costa un rene, per fare come tanti turisti cosa poi esce quando vanno in bagno che balugina... cosa orrenda ma è vera, tutti noi del popolino non è che la prendiamo bene solo perchè sono mammà e carrettino...!!!"

    "..." sospirando "Lia, sono paesi diversi, mentalità diverse... anzi, no!! L'italia come il mio paese hanno molto in comune sulla famiglia, e...."

    "No, ti prego... io sono contro le famiglie e queste cose mi fanno venire l'orticaria..!! ecco, vedi!?!" mostrando delle chiazze rosse in certi punti che le venivano spesso e impazziva dal prurito.
    Dorde la fissò come rimproverandola.

    "Ragazza!!!... quello viene da  un'allergia o il tuo diabete... che hai mangiato per avere le chiazze?"

    "Ah, no... ho lasciato una famiglia che faceva controllo continuo su tutto, non so da dove vengono ma penso che anche il mio corpo sia contrariato dalla venuta di tua madre... il cibo no..." scacciando l'idea con un gesto del viso come se non pesasse.

    "Tu... lascia stare. E' comunque la nostra genitrice, per questo..."

    "Ma si!! Accontentiamo sempre chi creed di sapere per noi, che decide su di noi... o come con te che doveva farti sposare due cugine perchè tua nonna strega aveva sognato chissà che parente morto che afermava che loro erano le due uniche per te.... proprio quelle, altrimenti sventura...!!" facendo gestii

    "..." lui rise "non fare teatrini come se stessi recitando uno Shakespeare... a noi fa piacere averla, anche se tentano come sempre di consigliarmi un matrimonio, o premono Milan perchè torni da loro, con una ragazza che possa crescere i nipoti preferiti dal nonno... si, l'altra nonna afferma che è Milan che farà venire al mondo la nuova generazione della nostra famiglia... o meglio, dal loro lato... non so come spiegare questa cosa, ma da noi come comunità, da sempre, si pensa che ogni figlio sia giusto per portare i geni della famiglia, viene predetto... lascia stare!"

    "Cosa?"

    "Secondo la famiglia di mia madre, io sono l'uomo che darà la nuova generazione a quella linea... per quella di mio padre è Milan... cose che leggono, previsioni... non vuoi sapere!! Mi ricordo ancora come levavano il malocchio, le stanze orrende... dimentica!"

    "Se posso dire è una fortuna che siate venuti su bene, dopo ciò..." facenedolo ridere "Seria... il fatto che noi non pensiamo e crediamo come i nostri, significa molto per il mondo... "

    "Lia" fece Jd riportandola alla realtà. lei sospirò e lo fissò coon disappunto. Vide in lei paura, perchè odiava quella donna. Era la seconda volta che la vedeva e voleva usarla come batticarne, lo sapeva. Che altro aveva minacciato di fare per usarla in modi utili...?

    Il completo che indossava la faceva apparire così diversa dal solito, pensò. Aveva un dolcevita scuro con sopra una giaca anni cinquanta con abbottonatura laterale, doppia fila di bottoni sul davanti, la foma leggermente quadrata del collo sensza colletto, aderente alla sua figura, con due taschine e lui pensava che fossero finte, du machine che erano dritte ino alle maniche che si aprivano più ampie a campana e dal gomito alla manica cèra un'apertura tenuta da due bottoni, qundi potevano essere aperte o chiuse. La fine della giacchetta non era dritta ma a onde che le giravano intorno ai fianchi e la gonna era molto sotto il ginocchio un tono più chiaro del dolcevita che dai fianchi scendeva sembrando più aderente alle ginocchia e poi si apriva più scampanata alla fine, sa per il taglio che lo spacco dietro.
    Ai piedi un modello Mary Jane, tacco a rocchetto, una delle  forme di scarpe con la punt apiù tonda che le piacevano.perfette da abbinare ad un tailleur con gonna,  con un pantalone e un cardigan come diceva Milan.

    "odio quella donna e sembra che la vecchia sia peggio... se resto qui con lei è solo perchè devo molto a quei due, anche se non amo essere in debito...e sapere che devo abbassarmi a sopportarla..."

    Sentirono l'avviso del cancello aperto, Jd rispose anche al telefono che annunciava l'arrivo della donna. In pochi la incontravano e chi la vedeva nel tour ogni volta che si presentava, rarissime occasioni ma di una pesantezza, dicea Lia anche dai racconti dei veterani, senza che ne conoscessero neanche il nome, vedevano solo una vecchina e non si fermavano per badarci. Dorde e Milan non si facevano vedere insieme e non annunciavano mai chi sarebbe stato ospite, così che lei fosse solo... una ospite tra i tanti.

    Lia la accolse sul primo gradino della piccola scalinata all'entrata, mostrando garbo, facendole la riverenza e confrontandosi con lei con il massimo dell'eloquenza raffinata e tutto.

    "Guarda se io devo dare rispetto ed elevatura a una di un paesino che viveva come mia nonna sognando la bella vita come tutti, e ora si sente la regina di sto cavolo grazie ai figli che non voleva lasciare andare, e devo fare tutte ste cose... io le farei solo a chi merita, ma lei..." pensava Lia.
    Jd conosceva quel concetto. Per lei il rispetto e la considerazione andavano a chi li meritava. Solo perchè eri ricco, avevi fatto i soldi ( anche se e il come erano importanti), non elevavi la gente a importante. Ma siccome il dio denaro convinceva tutti....
    Era come la lotteria, pensava Lia. Se uno vince alla lotteria "ah la fortuna, la dea bendata, ammirazione, tutti contenti e giulivi quando era si una botta di chiurlo, ma tale restava. Chi fa denaro in modo vergognoso ma diventa ricco per tutti è quello che ce l'ha fatta comunque,è uno che sa come si fanno i soldi, uno grande, ammirazione. Chi invece li faceva nel modo corretto, sudando e faticando, non facendo cose disoneste e dimostrava qualità, abilità e capacità e tutto quanto che davvero ci sapeva fare senza cose nascoste... buuuh, vergogna, chissà a chi l'hai data, lo hai dato, che cose hai fatto sotto per arrivare lì... arrivato, tu non li meriti... Ipocriti del cazzo!!"
    E lei odiava queste cose. Avendo visto come scalavano la feccia rispetto a lei e per come erano dentro, sapeva di cche si lamentava.
    E quella donna era diventata una Signora perchè mostrava -li sordi- come si diceva le pareva a Napoli, per cui era una che valeva e aveva dimostrato la prima votlta che tutti gli altri valevano meno, dovevano stare al loro posto, che se non si era come loro si era feccia e via dicendo.
    -una che veniva dal basso che si è elevata perchè i figli erano mezzi mammoni, dovrebbe restare nel suo brodo... mammoni no, disse una votla, ma a quella servivano più che gli sghei, le mani in faccia.-
    Cosa che si dimostrò veramente e Jd capì perchè.

    "Ma'am, sono dispiaciuta ma suo figlio attualmente è ancora in volo e..."

    "Come vedo, sei sempre inutile... a che servi a mio figllio se sei inutile...?"

    la donna sapeva che i due fratelli facevano il giochetto e la prima volta, Lia ancora non lo sapeva ma aveva i dubbi, l'aveva presa per i fondelli. Aveva trattato Lia da schifo ghignando che lei sapeva cose importanti, che  se Lia non sapeva era una morta di fame e inutile, rimardcando da dove veniva, sebbene non venisse dai bassifondi ma per la cara vecchiarda come lei la chiamava, chiunque non aveva soldi era del ghetto. Tutti. Cosa e chi era e cosa faceva, niente, non valevano.
    All'inizi l'aveva scambiata per qualcosa tipo la segretaria. E continuava a farlo.

    "Porgimi una tazza di tè... svelta!" una volta giunta nel salottino dopo aveer borbottato dall'atrio al corridoio che tutto era fatto male e non avevano servitori decenti.

    "ora chiamo il piccolo Lord per sapere chi è l'Ambrogio migliore del villaggio" disse Lia stizzita a Jd bisbigliando, facendolo ridere

    la donna era giunta come, anche nel vestiario, una Jackie Kennedy d'altri tempi. Perfetta senza un pelo fuori posto, abiti come se fosse Jackie stessa a indossarli scendendo dall' Air force One. Tutto lustro e perfetto ocmpreso il paccottame di oro che teneva addosso che Lia si chiedeva... che bisogno cè di mostrare così tanto?
    Lei indossava le sue di cose, aveva accettato gli abiti, la parrucca associanta in modo semplice tra virgolette. I capelli av evano la scriminatura centrale e poi erano legati in un Racolto che pareva una banana, la classica acconciatura che si faceva con due sezioni grandi che creavano quella specie di banana dietro, dalla sommità della testa alla nuca, ma più moderna, meno tirata e laccata, con ciocche a onde per dare volume e movimenti e che in opgni paese aveva un nome diverso. E poi una sezione libera sulla nuca che scendeva dietro, a volte portandosela sulla spalla, e davanti la frangia più grande e larga da un lato con dei boccoletti che scendevano davanti le orecchie.
    I suoi gioielli erano... i suoi. I suoi anelli che si era fatta fare, le sue collane con ciondoli di pietre o raffiguranti libellule, rose con api e altre cose, i suoi bracciali e via dicendo. I bracciali erano alla schiava conincisioni a bulino, a mano, molti spettacolari che si vedessero sotto la manica invece di quelli che teneva sempre, delle catene semplici con medaglie aòl centro del polso martellati, diamantati che le piacevano. Gli orecchini erano identici ai cerchi che mise in Irlanda e andò da Zay, grossi cerchi larghi ma sottoli coe spoessore dell'argento tutti sbalzati per far pandane con i bracciali e nonostante sui 5 centimenti di larghezza e la lavorazione, erano leggeri.  In argento, non oro,  di suo gusto.

    E si vide squadrata dalla donnna con quella ruga ai lati della bocca a indicare che lo faceva sempre, oltre che fumare anche se pareva che si fosse fatta dei giorni in aribilitazione per smettere. Sul fumo e sulle rughe cèra una storia che stavano per far ridere Lia sul momento per poi ricordarsi le sparate di Dorde, e volerlo strangolare. Milan le aveva detto, dopo che aveva scoperto il giochetto dei fratelli, che era stato Dorde a regalarle i bocchini da donna, tranne quello in filigrana proprio di Milan, e il motivo del bocchino stesso non era solo per l'eleganza, la maneggevolezza, sicurezza e pulizia come Dorde decantava, ma anche un'altra cosa. Sebbene Lia siera trovata davvero bene con i bocchini da preferirli alla sigaretta singola, quando seppe quella cosa, desiderò fulminare Dorde all'istante ovunque fosse. mentre Milan rideva spanciandosi per la faccia di lei mentre diceva
    "Amica mia, Dorde odia le donne che fumano perchè e questo lo dico anche io, sembrano scaricatori di porto quando la tengono in mano  e fanno tirate dal filtro ccome se stessero ciucciando una testa di gamberone "facendole venire la faccia da sgutter per l'immagine che le era balenata in testa, lei nn riusciva a mangiare le teste di gamberi o qualsiasi verme di mare così granchi e astici o aragoste.  le veniva la paura a vedere l'animale intero con la testa, le veniva ansia a vederlo là con gli occhi e tutto, tanto da aver raccontato che una volta una delle nonne da cui mangiava per miracolo qualcosa della solita pasta schiaffata nel piatto con cibo dal barattolo o cibi da scatolame, le aveva messo nel piatto una frittata di neonata, e lei restò pietrificata nel vedersi i milioni come lo disse occhi a fisare dal piatto e l'ansia di mangiare la bestia tutta intera e si vltava sempre di lato, quando qualcuno dei veterani o i due fratelli  a tavola con lei mangiava roba con chele o guscio  e animali con la testa "e non solo, oltre  evitare l'ingiallimento delle dita e filtrare il fumo, l'ingiallirsi dei denti  o deposito dei residui .... la cosa apice per lui è evitare quelle orride rughe sul labbro superiore delle donne che fumano, perchè rispetto le sigartette tonde e grosse per cui si devono arricciare le labbra intorno,  i bocchini che hai tu hce hanno un boccaglio piatto e fino, alcuni lo chiamano ad otto, per cui le labbra non si arricciano a meno che non tiri parecchio! è più facile fumare per tante cose con questo boccaglio e ci sono meno rughe, e le rughe d sigaretta sono davvero marcate, sai...?" vedendola con sguardo piatto alla -uccidetemi, quante cazzate- fadcendolo morire.

    E quindi vedendole le righe sul labbro della donna e sapendo che lei andava spesso a farsi aiutare a smettere di fumare o bere o some spa purificante, lei sospirava. Sborsando sghei dei figli, pensò Lia. Che la faceva infuriare perchè si sentiva sminuta da quel muso da culo di gallina offeso.

    "Faccio del mio meglio, Ma'am... sono partner e ..."

    "So cosa sei, come ti chiamano... ma a vedereti sembri una sgualdrina... i miei ragazzi non andrebbero con quelle come te..." con astio, mentre Lia cerecava di contare le amichette di Milan che andavano via una a settimana "ma tu non mi piaci, perchè lo vedo, dalla tua faccia... cosa sei"

    "Se nota qualcosa che non va, ne sono rammaricata, signora..."

    "... ti si legge in faccia sgualdrina e l'ho detto al mio ragazzo che tu non dovresti stare al suo fianco... ma dice che devo fidarmi, Milan ti vede come una sorella e dice che sei fantastica... ah, i giovani che non ascoltano loro madre..." come offesa mentre Lia, agli occhi di Jd sembrava in un modo. in modalità assassina. Quando si metteva gli occhi apertissimi, silenziosa come la morte, dritta come un palo della luce, con il mento sollevato a fissare laltra persona con evidente disprezzo e consideraziione negativa dell'altro, era meglio stare in campana "... comunque, a quanto pare, mio figlio dice che cè una persona che gli interessa, e io sono sia contenta che in dubbio, per
    ...."

    "..." stava per dire quale dei due, eppure sapeva che con Jd davanti non poteva proferire parola, per cui nei discorsi si credeva sempre Milan per lo più, se non era la cara mammina a dire -Dorde-. Era stato implicito dall'inizio che se lei non diceva il nome, sicuro parlava di Milan.

    "Milan in effetti si sta interessando a una contessina ma se posso, lei mi sembra troppo giovane per..."

    "ma di che parli, svergognata... guarda! Non sai neanche sceglierti gli abiti! Hai una taglia meno che le tette stanno scoppiando e hai il coraggio di mostrarti davanti gli uomini con abiti così aderenti? Attiri gli sguardi!! Perfino la gonna ti fa vedere troppo le curve... mi è stato detto che tendi di solito a vestirti in modo inappropriato e davanti i miei figli...."!

    "A suo figlio...!" la corresse subito lei, nonostante fissasse a terra per non menarla

    "So di cosa parlo, così come mi è giunta notizia del fatto che tu conosca e sia brava, parecchio, in teniche veergognose che quelle come te fanno agli uomini... ho chiesto a mio figlio di cacciarti via, non sei di esempio nel ruolo che dovresti coprire per altre donne che tu hai introdotto, che svolgono vite dedite al Sogno dei miei ragazzi... i miei poveri figli che sono attorniati da donnacce del genere con te che dai l'esempio... come posso io essere accolta da una di tale di bassa levatura, da prestarsi a quelle cose sugli uomini... mio figlio Dorde, intendevo, stupida!! Mi ha risposto che la giovane che gli ho..."

    "Ancora un matrimonio combinato!!... non se lo leva il vizio di lasciare la gente libera di essre se stessa e scegleire cosa vuole ... se vuole sapere qualcosa, non glielo dirò, ne di uno ne dell'altro fratello... non le eprmetterò di...."

    "smettila di gingillarti con gli uomini... e osare aprir bocca per andarmi contro!!" le fece rancorosa tentando di apparire regale, lanciandole il contenuto della sua tazza addosso, centrandola sul viso.
    Lia restò ferma metnre il tè le bagnò la testa e il viso, il dolcevita e la giacca. Dalla frangia iniziò a scendere tutto il liquido, solcandole il viso come gocce che le striavano a pelle. jd si fece avanti ma si fermò perchè Lia non si muoveva ne altro e tremò al pensiero di -tagliata di vecchia-.

    "... io qui non sono un'ospite qualsiasi, sono la madre del Leader e vedere te che con che esegui roba rivoltante sugli uomini, che cosa vergognosa, mentre mio figlio deve farte scelte importanti per il mondo e se stesso... e saperti come sua partner di lavoro e consigliera mi fa sentire il sudiciume di ciò che sei..." mentre Lia si faeva accigliata a sentire cosa diceva

    "hai finito?!" disse Lia con una voce bassa e di minaccia e a Jd vennero i brividi. Poteva fermarla in tempo prima di farla finire in una tartare? Vide la donna restare seduta mentre Lia era ancora alla sua destra in piedi, a gocciolare tristemente.

    "Ti ho fatta io divenire ciò che sei qui, dicendo a mio figlio Milan di elevarti dal niente che eri se per lui valevi davvero,  in cambio del tuo agire per la sua causa e cosa era necessario. Se mi  metto a rivedere la tua posizione e cosa sei con lui, facendolo rinsavire, tornerai ad essere di nuovo l'una che eri prima"

    "..." gardando  il pavimento ma gelida

    "Hai dimenticato il debito che mi devi. Vero? " rise lei nel gustarsi la sua posizione elevata contro gli altri

    "questa mi mancava... mi vuole dire che lei è l'anima pia che ha spinto suo figlio ad accettarmi come..."

    Slam!

    Jd soffocò qualsuiasi cosa stesse per dire. La donna aveva allungato il braccio dando un ceffone a Lia così forte che si sentì come un boato.

    " Ma guarda come mi parli! Osi riferirti a me come se fossi al tuo misero livello... io!! Posso essere sorprendentemente irascibile ma con te mi sto limitando per loro, finchè non parlerò con i miei figli e metterò fine a questa storia!! "

    "POtrei pavoneggiarmi, dicendo che io sono vitale per l'operato di quei due... senza di me non sarebbero dove sono per  i test e la caccia alla feccia... e vorrebbe farmi sbattere fuori?" rise beffarda Lia, ma la donna alzò una gamba e le diede una brutta pedata al ginocchio che la fece scendere verso il pavimento, e poi si sent'ì colpire a un fianco.
    jd non si mosse perchè a lei non piaceva l'aiuto e sapeva che era una cosa che doveva gestire lei. Se si intrometteva peggiorava le cose da entrambe le parti.

    "Ma se non riesci a negare la possibilità che potresti perdere la ragione per quelle cose che hai dentro, con le tue azioni sfuggendo al loro controllo e da cosa so, e aggiungiamoci il fatto che non serviresti a niente se non fosse per quei test e le cose scientifiche... non sei buona a niente, tu!! non hai continuato l'università, non hai un uomoo, non vali niente sulla carta ...Ho solo bisogno che tu sia in gabbia perchè sia la cavia che  non può lamentarsi o andarsene in giro liberamente...Il compito di una gabbia è tenere l'uccello all'interno con assoluta certezza che non scapperà... e ce ne sono di posti simili... ah! Partner e consigliera dei miei figli... con quale arroganza hai provato a ergerti a superiore di ciò che sei, con me!!

    " Se oso, vuol dire che posso..."
    Sebbene china in avanti, ginocchia a terra e gocciolante, sembrava rispondere sempre. E Jd si chiese quale opzione fosse meglio, apaprire succube per farla contenta o confrontarsi. E il fatto che lei non reagisse era tanto, di solito non permetteva niente de genere. Con nessuno.

    "SILENZIO" mollandole un altro ceffone  dopo essersi alzata, mentre Lia era ancora accucciata a terra.

    "se fai qualche mossa che suggerisca che ti interessi veramente dei piani dei miei figli e  sei devota come quella tua ramanzina che dici ai clienti, affermantoti devoluta alla causa nella mente e corpo... Dovresti ringraziare me, se stai bene adesso!"

    Lia alzò lo sguardo fissansola come un'aragosta o un granchio vorrebbero fare con un umano, magari coltello nella chela, per dimostrare il suo disappunto per ciò che sarebbe accaduto.

    "Mio figlio Milan venne da me i primi giorni della tua permanenza qui per sapere, sempre da me, mia madre e le altre donne della famiglia, se conoscessimo un qualcosa per aiutarti a stare meglio. Perchè i medicinali normali, tranne quel siero loro, non adnavano bene! QUalche tempo dopo, dopo aver incontrato delle persone importanti  che ne sapevano quanto noi sui rimedi migliori per ogni cosa..."

    "..." pensando a quelli che altri avrebbero chiamato streghe o servi dell'antica religione che operavano con formule e riti pagati ma con preghiere e richieste cristiane e cattoliche

    "E dopo tutto ciò che ho dovuto fare, portare doni, trattare con ossequie e considerazione vecchie megere che non valgono a mio avviso... mio figlio mi telefona per dire che aveva risolto. Aveva provato delle cose meccaniche microscopiche, e tu stavi meglio! Per telefono! Senza un grazie per quanto fatto, nulla!! Non ce l'ho con mio figlio, ha creduto che senza avere ime notizie non avessi trovato risposte, ma anche tu non hai avuto l'accortezza di ringraziarmi per..."

    "non sapevo nulla di ciò, come potevo...." coin testa china a terra, mani con palmi sul pavimento

    "Già, quelle come te c ome possono sapere le cose..."

    "AH AHA HA AH " rise Lia poggiando sempre le mani a terra e restando sulle ginocchia, la stronza aveva ottime scarpe che sentiva ancora sul ginocchio e l'anca "anche se fosse cosa dice, anche se sono giudicata straordinaria nel fare ciò che dice, più di altre.... ma lei neanche mi conosce... quale sarebbe il problema? Ci sono uomini che vanno con ragazze diverse ogni settimana, anche più di una, che hanno relazioni e intrecciano tresche con altre donne senza dare rispetto alla compagna, uomini o donne che lasciano l'altro solo perchè l'erba del nuovo è più verde... uomini he sanno solo uccidere e hanno problemi in testa eppure valgono per alcuni ...anche se fossi  una niente, che avessi fatto chissà cosa" volendo però strangolare Dorde "ciò in cosa danneggerebbe il mio lavoro e il rispetto per quei due? Cosa mi renderebbe meno meritevole di una che si professa timorata di Dio e poi..."

    Lia parò con le braccia, proteggendosi la testa, per la borsettata che le arrivò addosso, ed essendo di marca e di ottima qualità, era ben diversa da una leggera tarocca o economica.

    "In questo momento con la tua sfacciataggine vorrei prepararti per una punizione molto piacevole, come mia madre non faceva a  me ma ai suoi tempi si...Posso costringerti a ricordare la tua patetica esistenza...... prima che tu diventassi una truffatrice sui miei figli e una strega fasulla... in qualsiasi momento! Ti ributterò, e posso farlo perchè i miei figli eseguono cosa voglio,  nel più miserabile posto che mi capiti del tuo paese per mandartici senza nietne!!! Sei nata  E PROVIENI da un misero inizio da svergognata e nullità, quindi varrà la pena scegliere il buco giusto dove lasciarti sola a te stessa tra quelli come te..."

    "..." Lia si rialzò di colpo rifacendo quell'espressione come se stesse per avventarsi sulla stronza. ma questa continuò.

    "Calcia e combatti quanto vuoi all'interno dalla gabbia, ma tu sei in gabbia anche ora!! AI miei figli devi tutto, ogni cosa, se ti mandassi via, di tuo non ci sarebbe niente, così come niente sei tu... credi di essere qualcosa!?! Esci da quella porta spogliandoti di ciò che pensi sia tuo ma lo hai preso grazie a loro "e Lia a quelle parole ricordò parole simili dei suoi quando voleva andarsene e le dicevano che non cèra niente di suo, che quanto aveva comrpato pure con i soldi regalatole dai nonni, non erano suoi e quindi tutto restava a loro "Credi di esser chissà chi e cosa, ma  ti teniamo legata con un guinzaglio, delle catene e l'obbligo di non poter andar via, perchè hai bisogno dei medici e le cure che qui ti danno i miei ragazzi.... senza di loro non hai via di scampo!! E se non vuoi arrenderti a questo, frigna e minaccia quanto vuoi, ma i miei ragazzi accettano e acconsentono a ogni cosa io dica... E quando ti arrenderai, ti punirò finché non cinguetterai solo sul palmo della mia mano pregando di perdonarti per ciò che hai veregognosamente fatto, invece di essere una brava ragazza... Tu sei nostra, come tutti gli altri. Sei tu ad essere pedina, non l'orchestratrice con gli altri come pedine in mano... tu sei un pezzo di un campo di battaglia , una pedina, mossa dai miei figli per giungere a cosa è necessario per..."

    "Loro vogliono un mondo diverso per cancellare ciò che odiavano da piccoli... per cancellare cosa videro da voi e intorno a...."

    "..." le prese con una mano il viso, stringendole forte la mandibola che la pelle si arricciava sotto le sue dita, facedole male che Lia per il dolore ancopra al ginocchio scivolò di nuovo a terra "pensi di avere potere, ma non lo hai... tu sai che quelle cose robotiche che ti hanno dato, prestato anzi, perchè tu fossi in salute quel che bastava per usarti... hanno un antidoto? O come si chiama, è un prodotto iniettabile che distruge le cose che hai dentro e ti ributta in ciò che eri, facendoti tornare appunto, cosa eri prima in toto... io so dove sono, io posso punirti e rigettarti nel basso da cui provieni con un gesto... Posso costringerti a ricordare la tua patetica esistenza cancellando tutto ciò che hai fatto fino ad ora, per ridarti cosa meritavi...... tu ti sei ammalata per le cose che facevi, che non eri come invece era giusto!! è una punizione che meriti fin nel midollo perchè quelle come te..."

    Lia si scosse dal braccio della donna, liberandosi.
    Era visibilmente scossa, sguardo in pezzi. Appariva miseramente con i capelli bagnati sgocciolanti, righe di tè sul viso, gli abiti macchiati. Sulle ginocchia, a terra, spalle cadute in avanti e capo chino a terra.

    "Non mi interessa chi le ha detto cosa..." disse Lia, dicendo Stronzo a Dorde per una cosa che gli aveva detto e sapeva solo lui insieme a Milan, ma dei due pensava che più Dorde fosse capace di dirlo alla madre, o no? Milan da cosa aveva capito era quello che se la sapeva intortare, il figlio minore che spupazzandola se la rigirava come voleva, ma Dorde non era come il minore. E stanco, cedeva alle pressioni della genitrice, non era mammone ma Lia lo sbeffeggiava così quando sentiva che lui aveva accontentato quella serpe  "potrebbe anche essere che possa averlo fatto, che sia stata come dice, ma non ci ha pensato, che anche se fosse vero che Dio ha dato all'uomo certe cose, dignità e valore di vivere ogni cosa che si vuol vivere...non capisco perchè ci si debba dolere in una privazione perenne per il giubilo di un'entità che non si sa se sia vera o no..."

    "Una poco di buono che intrattiene attività oscene con un uomo senza essere sposati è un atto co..."

    "Se per sentirsi viva, una persona deve andare contro i dettami di un'entità sconosciuta e distruttice in quei libri che tanto onorate, allora che sia...!! Le persone hanno bisogno di sprazzi di felicità, per non essere come lei...!!"

    la donna mise un'espressione schifata. Come i figli quella donna era una bellezza riconoscibile per provenienza, eppure come aveva detto a Jd, pareva che quealche ritocco fosse stato fatto. ma si vedeva di chi fosse madre e tutto ciò che la rendevano una bellezza della popolazione slava meridionale, e le smorfie di disappunto  o odio che mostrava in quel momeno in quella stanza, indicavano anche l'età che i ritocchi non potrevano cancellare del tutto se non aggressivi, cosa che su di lei non sembrava.

    E jd che asissteva nn sapeva che fare, se aiutarla o restare fermo come la madre di Milan voleva, riconsocendo il suo ruolo di servitore del figlio?!? E perchè Lia restava così passiva a subire?

    "Te lo ridirò solo una volta... strepita quanto vuoi all'interno di questa gabbia dorata dove mi assicurerò che tu non esca mai..!, ma tu seiin gabbia ora!! Credi di esser chissà chi e cosa, di essere libera e danarosa solo perchè i miei figli ti vedono come amica, ma io vedo cosa sei... e a cosa servi...io li sostengo veramente e con tutto il cuore, perchè sono la madre, tu non sei ninete... ti teniamo legata con un guinzaglio e catene a rovistare come strega nelle fogne là fuori, perchè ti sia facile ricordare la tua patetica esistenza prima che tu diventassi un parassita, fingendoti di aiuto e una strega fasulla... in qualsiasi momento Ti ributterò nel più degradante angolo che ti si addice, perchè ti venga a vedere con la mia macchia per ricordarti lo scivolone che hai fatto!!! Sei nata  E PROVIENI da un così deprecabile scenario, quindi ... inizia a pensare di vederti in una stanza di due metri per tre a frignare quanto dura sia la vita, fino a quando la nuova  te come cavia ribelle non ti faccia rinsavire... a loro e a me devi tutto!!!" fissando Lia che era ancora accucciata a terra tenendo le mani sul viso "Inoltre con quel congegno nel collo, posso chiedere ai miei figli di darmi quell'apparecchio che può gestirlo a distanza e se noin sbaglio, può fare come i collari per i cani elettrici...non so il funzionamento ma so usare bene gli smartphone, non sarà diverso... sei perfetta come schiava personale, sai come fare la parrucchiera, gestirte le cose...rimettendoti a posto premendo un pulsante sarà anche divertente... se ho capito, se alcuni elementi sono intorno a te o si attiva una fuzione tu ti senti come bruciare e... si, credo di si!! lamentati pure, creatura ripugnante!! Da quando ti ho vista l'altra volta non ho fatto altro che notare cosa celi... sei un demonio oscuro bruciante celato da agnello... otterrò quel telecomando e che tu sia la mia serva come e quando voglio e basterà uno sguardo di traverso dei tuoi, e cancellerr ciò che sei con il dolore e sofferenza...!" ridendeo malamente mentre si avviava fuori dalla porta.

    Jd la vide come tormentata in terra, le mani sul viso, ma non ferme, si muovevano convulsamente come a celarsi, come se stesse rompendosi e cercasse di tenersi unita, ricomponendosi. Notò in lei sofferenza, agonia e un comportamento come quando era in crisi. Ogni tanto le vedeva un occhio tra le dita che stringevano il viso o la testa e sembrava gridare -angoscia-.

    Mentre la donna gli passava vicino, lui fece due passi verso Lia, che stava buttata con il busto quasi verso il basso, passandosi le dita nervosamente con sguardo in preda a crisi profonda di sconforto e smarrimento. Lui temette che potesse finire come certi giorni  in cui era così maliconica da non proferire parola, stare distesa a osservare fuori o leggere, stando isolata. E nel peggiore dei casi piangeva, da sola ma come respirava e tirava col naso si riconosceva, sentendosi così debole da non stare in piedi.
    Non riuscì a dire niente, le vedeva tremare le mani come folli, e iniziò a capire che era fuori controllo finchè non salì una risatina.
    La risatina sommessa divenne risata, sempre più piena,  e salì e salì, mentre lei si passava ancora le dita tra i capelli e sul viso, finchè dopo un occhio non le vide parte edlla bocca. Tirata in su come un ghigno. E poi tolse le mani e alzò la testa ridendo ome Veròna.

    Le luci iniziarono a baluginare ammiccanti e splendenti, come se ogni lampadina emettesse il massimo che era i grado di fare prima di scoppiare per poi spegnersi di colpo e ripartire. La donna si fermò pochi passi da Jd, senza aveer raggiunto la porta e si voltò seria.
    Entrambi la videro rialzarsi. Sembrava come una marionetta di quelle tirate da fili, con le braccia penzoloni, la testa un pò di lato e moviementi lenti e quasi dinoccolati.
    E poi si voltò verso la donna.

    "vecchia ciabatta bigotta restaurata...!!! ma pensi veramente che io collassi sotto il peso delle tue parole dopo esser uscita dalla mia famiglia?!? Ehh...??" mettendosi dritta con un sorriso diabolico "il giorno che mi romperò veramente, sarà quello in cui io stessa lo farò avverare!! Vuoi schiacciarmi? Farmi inginocchiare? io non mi inginocchio d'innanzi a nessuno, se non lo riconosca come meritevole!... e pensi che le tue minacce mi facciano sprofondare nella disperazione dopo che io l'ho vissuto per tanto tempo, schiacciata da gente che diceva che mi amava e faceva e decideva per me? Che non vedeva la mia sofferenza urlando che era strafottenza e altro??"

    si avviò di colpo nella stanza un brano. Rengoku. Lo riconosceva, jd lo aveva in mente. Dell'opera magna... che aveva utilizzato come Veròna per giocare con le sue vittime. Pensava che potesse usare quella per il benvenuto dei Neri. L'aquila è caduta dal cielo, le piume si spargono...
    Si voltò verso la donna ma notò mezza faccia conosciuta prima che i due battenti della porta si chiudessero con uno schianto.Quei tre, penso! Erano in ombra come al solito?!

    La donna si voltò sorpresa verso la porta, urlando a Jd di aprirla ma l'altra opposta dall'altro capo della stanza, sbattè allo stesso modo. Odore di uova marce e zolfo iniziarono a levarsi e Jd si chiese dove  e quando avesse fatto mettere l'apparecchio delle truffe con i sistemi odorosi.
    Sistema che avevano provato e riprvato come il ridere.  perchè   aveva provato a ridere sguaiatamente ma non le riusciva, facendo quel broncio come una bambina, perchè voleva provare più tipi di risata ma quelle che riusciva a fare o erano si scherno o cristalline.
    Poi Lia parlò di nuovo.

    "Ne regole e nè comandamenti. Niente leggi e ne ragione. ora sei nel MIO gioco... In altre parole io sono e posso essere imprevedibile perchè così deve essere o i miei compiti non avrebbero ragione di esistere....!" disse Lia cattiva "E ancor di più, cose spiacevoli succedono se compaio nel mio toto... ancora non lo capisci!?... se tu mi minacci, io non mi stò ferma... e così deve essere!" ridendo malignamente finch non vi fu un black out con un boato sordo e rimasero tutti in penombra, visibili solo le sagome.
    le tende! pensò Jd, ma le vide chiuse. Aveva il controllo tramite Helias anche sei sistemi elettrici che Milan aveva fatto mettere? in luoghi come i salotti e le stanze ampie per gli ospiti con tende enormi e difficili da gestire, aveva fatto mettere un sistema, invisibile sotto i tessuti, di scorrimento elettrico silenzioso per gestire tutta quella massa di tessuti pesanti grndi come tendoni da circo a suo parere, co livelli a cascata e pendenti che per lui opprimevano l'ambiente ma erano parte dello stile francese del luogo. E costavano, quelle tende, per cui facensole scorrere elettricamente, si rovinavano meno che tirandole a mano da sotto.

    "Che si alzi il sipario della nuova divina tragedia, per te e solo per te, spocchiosa rinsecchita snob padrona ci sta ceppa..." la sagoma di lei si mostrò con occhi rossi luminosi e splendenti, e una rosa che  da un arbusto che nascque e crebbe accanto alei, con foglie e steli decorativi intricati finchè la rosa no si schiuse, levandosi in aria con movimenti avvitati,  all'altezza del suo cuore, brillante, come gli occhi color cremisi e come sgocciolando sangue dai petali.

    "Lia..." fece Jd ma lei continuò. Li occhi rossi che seguivano i movimenti della figura in penombra che non mostrava molto il viso e lui capì che erano i fitri e opzioni delle proiezioni.

    "Ti farò scivolare in un inferno bagnato di colpe, ti farò ballare a mio piacimento in una infinita disperazione, ti farò gemere tremante in una gabbia infuocata per poi aprire la porta verso una nuova gabbia di afflizione!! Fino all'arrivo di quella notte che alba non avrà! E ulerai, i romperai dita e unghie, piedi e ginocchia, strillerai di liberarti dal mio incantesimo e che se devi penare assai, che almeno in quella notte io abbia pietà!!" e comparve un sorriso affilato come disegnato al posto della bocca. La testa si inclinò e gli occhi e la bocca si spostarono come se la mano avesse tolto una maschera. "Più volte ti farò attaversare il dedalo della disperazione, ogni parte di te la ridurrò in cenere e la getterò al vento perchè tu non possa ricomporti... L'afflizione sarà la tua condanna, la disperazione la tua coninquilina e ti spremerò così tanto che la sorella di questi, la speranza, non ti riscaldi mai!! E i tuoi non ti salveranno... finhè non ti uccido, magari A ME lasceranno giocare con te... Ti farò perdere i capelli, le unghie, la lingua per tanto urlare e cercare di scappare, ma non servirà, nessuno fuggirà da me!! Se credevi di gongolare per aver schiacciato un'altra persona perchè ti senti la Signora di sto cazzo, ti sbagliavi. on arai più forma di te da sentirti indistinta e incapace pure di ricomporti nel piano spirituale... perderai tu la tua identità!!... Non importa se nel tuo paese tu sei il primo contatto con loro per i piani del Cambiamento e quindi considerata importante... tu vali solo finchè loro sganciano i sacchi e hai la nomina per loro... qauanto in verità siamo simili?!... NO!!.. sei tu che non vali un cazzo, io i mieim angoli di emergenza e possibilità li ho, li ho creati io... tu cosa hai, escrescenza mal curata sul sedere di babbuino? NIente... niente!!!" ridacchiando

    "Li cnosco  i tuoi trucchi e non mi spaventi... sono tutti falsi! Cosa credi, che io..." la donna si era avventata contro di lei pronta a raggiungerla, ma esseri allucinanti comparvero illuminati come da fari spuntati da chissà dove, all'improvviso. E la donna soffocò uno spavento nel vederli.
    E jd li riconobbe. Erano esseri che aveva visto in un gioco per pc che lei adorava, insieme ad altri in una lista. Se quelli della serie dark fall erano i preferiti tra i punta e clicca da essere importanti insieme all'opera magna, sebbene questa fosse sopra tutto e ogni cosa per vari motivi, quello che aveva riconosciuto era un altra categoria. The Suffering della Surreal Software e Midway Games.
    Era anche il gioco che aveva utilizzato per spiegare a Milan e loro il sistema di dissociazioni in certe situazioni e una sorta di parallelismo con l'effetto delle nanomacchine scoperto pochi giorni prima. In the sufering il protagonista subiva una strasformazione dettata anche, per l'aspetto sopratutto nel 2, per gli atti e le scelte commessi. E ricordò cosa le dicesse Milan. "Lia, dai corpo ai tuoi incubi... "

    In The Suffering, dopo aver combattuto e ucciso nemici e nel caso guardie e civili, il protagonista poteva trasformarsi in una bestia conosciuta come The Creature. Bestia, o mostro, che il protagonista diventava apparentemente durante i periodi di grande stress e sfogo di cosa aveva dentro. Per il giocatore e il protagonista sembrava una grande bestia, quello che Lia chiamava la -Bestia Interna- che prendeva il controllo dopo aver superato una certa soglia, ed è in tutti ma può manifstarsi in modi diversi... una grande bestia muscolosa simile a un umanoide con velocità e potenza disumane...aspetto bulboso e massiccio o sottile e demoniaco se ha agito nel male,  una lama invece di un braccio e grandi potenti artigli per la sua mano rimanente. Nelle due trasformazioni tra giusto e sbagliato il colore e i poteri speciali differivano. In questa forma il protagonista era molto forte, veloce e letale e manifestava tutto ciò che infuriava in lui contro quel male che gli andava contro nella vita prima e in quei momenti. Tuttavia, a tutti gli altri personaggi, viene suggerito che il protagonista non appaia diverso, invece sembrava semplicemente infuriato ed animalesco, a indicazione di elementi psicologici e di comparazione. Il dottor Killjoy collegò i black out del protagonista con l'aspetto di questa creatura e ipotizzò una combinazione di psicosi, come schizofrenia, malinconia grave e cronica e disturbo dissociativo della personalità.  Dopo lo scontro, il protagonista poteva aumentare il suo livello di -follia- fino al massimo. Quando questo livello aveva raggiunto il picco,  era  in grado di trasformarsi, ossia far fuoriuscire tutto ciò che componeva la bestia interna. Mentre in questa forma il livello della sua follia diminuiva lentamente scaricando la barra ed era impossibile non vedere i rsultati i questa trasformazione. Quando questo livello era completamente esaurito,  iniziava a perdere salute e alla fine soffrirva di un'altra rottura mentale, questa volta cadendo a terra assumendo una posizione fetale mentre singhiozzava.  Subiva alcune importanti differenze mentre iniziava a viaggiare attraverso Baltimora. L'aspetto della Creatura dipendeva dalle molteplici scelte morali che  faceva, cambiando sottilmente sia nell'aspetto che negli attacchi ed era molto più dipendente da questo lato di se stesso mentre proseguiva, al contrario di Carnate, che richiedeva i suoi poteri per eliminare alcuni mostri incarnazioni delle atrcità del passato e rimuovere alcuni ostacoli che normalmente non poteva.  Segno che erano elementi psicologici per superare degli ostacoli lasciando fuorisciure quel che aveva dentro tramite la Bestia e follia. Quel gioco dopo il liceo, l'aveva colpita.
    E quando un ex militare andato fuori di testa fu raggiunto per evitare che facesse altro di pericoloso, lei aveva eciso di dargli il nome di questo protagonista e farlo sfogare  in un modo più... corretto e pulito. Su chi meritava.
    E poi ricordava il Torque's Hatred, che rappresentava tutta la rabbia e l'ira dentro lo stesso protagonista. Assomigliava a una versione gigantesca del sé-creatura  avvolto in catene, come uno specchio, anche quello un elemento diceva lei di cosa il gioco volesse dire come l'opera magna.

    "Questo personaggio raffigura il concetto della Bestia interna perfettamente ed è anche da questo che ho preso ispirazione per migliorare la mia dissociazione e utilizzare le proiezioni... i mostri hanno delle lore importanti, elementi di psiche e azioni del passato che infestano quei luoghi, questo gioco è qualcosa di spettacolare che merita ma nessuno lo conosce!!" ripeteva, anche il giorno dopo il casino in cui capirono l'influenza su di lei delle nanomacchine.
    -Tre distinti e diffenenti finali, la scelta di come essere e agire cn tutti quelli che stanno intorno, e n el due era possibile vedere nei trailer e nei tribute sul famoso tubo delle cutscene che mostravano proprio la trasformazione del protagonista in maniera più accurata del primo gioco.-
    La ricordava entrando nella sala gioco, sempre da sola quando gli uomini non cèrano, per giocarci e si metteva accanto  a lei ad osservare, vedendo come fosse abile a muovere il personaggio e agire come se invece di usare le mani su tastiera e mouse, come fosse lei ad agire. Lui sapeva giocare con i joystick ma non in quel modo,   mentre lei non potendo avere soldi non aveva mai avuto quello che chiamava l'aggeggio. Si trovava meglio sulla tastiera e quel gioco sembrava che la catturasse tanto da non vedere il persnaggio ma lei che agiva. Anche quando la Bestia Interna del protagonista veniva fuori.

    E ora si vide i mostri comparire nel peggio della realtà creata nella sua mente uno dopo l'altro.

    Cèrano quelli che lui ricordava in un aspetto studiato nel tempo con la visualizzazione per renderli più reali possibili e apparvero con rumori e odori ... Slayers, Mainliners, Noosemen, Burrowers, Inferna, e poi... e poi il The Creeper incontrato a Baltimora.
    Quella creatura che ancora più di tutte l'aveva sconvolta per come appariva di più nelle art, e cosa volesse dire.  Mainliners striscianti e gracidanti agitando i moncherini, gli slayers con movenze da marionetta zampettando solo pochi passi e fermandosi, i noosemen che scendevano dal soffitto urlando il dolore di cosa gli avevano fatto e via dicendo.

    A lui si torcevano le budella nel vedere certe cose, ma ancora di più quando dopo quel brano comparvero di colpo alle sue orecchie quelli che per lei erano collegati come brano al gioco in quei tribute, almeno nella sua mente. Due brani che aveva messo in due tribute e cche erano ancore per la dissociazone. E scene raccapriccianti iniziarono a comparire come in queii tribute che aveva mostrato sul gioco.

    "Se pensi di giocare con i sentimenti della gente rompendola a tuo piacimento, ecco che ti mostro come non si gioca con la gente se rischi che ti inchiappetti a sangue..." fece lei con quella mascher su una mano a lato della testa che pareva muovere occhi e bocca mentre parlava,e la sua fisionomia era solo accennata nell'ombra. Tutti i mostri, cutscene e scene che lui conosceva sfumavano e abbagliavano intorno a loro "Io so dove vivi, so cosa frequenti, dove vai e i tuoi programmi giornalieri, le tue squallide snob amiche stronze come te... mi vedrai ovunque andrai, dovunque risuonerà la mia voce e non ti libererai di me... sarò la tua ombra e la tua dannazione che scivola e sguscia al tuo fianco... aliterò vcino il tuo collo e la notte mi vedrai a fianco il tuo letto a fissarsi con sguardo rancoroso e gelido, finchè non scapperai urlando...io non sarò la strega, io sarò l'anima oscura che ti dici di veedre in me che diviene realtà per il tuo comportamento, e che renderà dannata la tua come è la mia anima... "

    "Smettila o chiamo mio figlio!" urlò la donna sopraffatta dagli odori, luci, scene e mostri che s muovevano per la stanza.

    "... E SO COSA HAI FATTO VENERDI' ..." E la donna restò sbalordita e mostrando paura

    "... giungerò da te come una creatura incarnata  che tu hai descritto, porterò tutta la mia insanità mentale che voi feccia avete instillato in me su te, così tanto che pregherai in ginocchio di smorzare la mia giocosa rabbia capricciosa... vuoi sapere qualè il risultato di snervare e portare a follia la persona sbagliata...!? osservami, osservami bene..." disse piombando nel buio e poi avanzando divenendo visibile nel suo totale e Jd sembrò capire da piccole cose che non era veramente lei. Era una copia digitale.

     Ma era comparsa in luce nella posizione in cui era prima, ginocchia a terra e ti tirava su con le mani mentre la gonna sembrava darle un aspetto antico. E poi si rialzò, ghignando. Si portò le mani in testa con dolore,  piegò le ginocchia e scese con la testa al livello el bacino tenendola ancora tra le mani, urlando di dolore finchè no nsi capì che non era tale... era rabbia e odio.
    Continuò a far oscellare la etsta su e giù, finchè il viso non si deformò in una mascheera urlante e mutò. Vide la trasformazione nel gioco all'opera. La carne le si fece azzurrognola, la dimensione crebbe in una creatura umanoide flessuosa, con braccia come una predatrice con le unghie, una coda che si assottigliava man man come una frusta, il righio che sembrava quello di quando uscì fiuori di testa per le nanomacchine, e... non sapeva che altro dire. Sembrava la materializzazione della sua furia in qualcosa pronto a distruggere e mordere. La testa aveva poco dell'umano nel vero senso della parola, sembrava più di un canide.
    E ricordo come Milan soleva sdempre dire che ognuno ha dentro un animale totem e da come agisce nella follia vi si rispecchia.

    "Ghermirò il tuo snobismo e lo tramuterò in penitenza, da qui non uscirai finchè non sarò io a deciderlo... una contadinotta fervente religiosa  che si atteggia e regina quando non è stata lei  a costruirsi tutto distruggendo chi pensa sia inferiore, non merita rispetto!!"

    La figura si avviccinò alla donna che cercava di mantenere il controllo e urlò "tu sei finzione!!! Tu esisti solo come oggetto e pedina utile per i miei figli! IO SONO LA MADRE DEI DUE CHE CAMBIEANNO IL MONDO! Questa è tutto  te, un ninte come te!! è apparenza e trucchi e credi che ci cascherò!? Tu sei una da truffe!! Fai le truffe e giochi con la gente! Tu fai solo truffe e intorti le persone prchè soffrano!! NOn accadrà... AAAAAHHHHHHHHHHH HAAAAAAAAAAAAAAA HAAAAAAAAAAAAAAAHAAA"

    un urlo straziante squarciò la stanza facendo spaventare Jd. L'essere aveva avvicinato le mani muscolose e con ughie intorno alla donna, come a volerla prendere dagli avambracci o qualcosa di simile, e appena la donna disse le sue minacce, urlò come una disperata. Veramente laveva toccata?. La donna era come presa proprio alle vbraccia, bloccata e strepitata sconvolta.
    E... si. Seriamente delle mani enormi l'avevano presa in quel modo e tentato di sollevarla. ma non era il mostro. Ah, le truffe!! pensò Jd con un sorriso ma si sentì veroggnoso per ridacchiare in quei momenti. La donna aveva spinto Lia troppo in là, se evitava ecrti atteggiamenti e frasi, lei sarebbe rimsata... succube e osseqiuosa, per i suoi amici.

    La donna urlò e urlò, e Jd vide che di soppiatto Kovacs e Zidgi erao entrati ed erano stato il primo a toccare la donna appena la proiezione avva fatto altrettato. Jd come la donna, avevano dato attenzione a Lia, e aveva agito come l'assistente di un mago. Richiamare su di sè l'attenzione mentre i veri attori agivano, in quel caso dopo aver chiuso teatralmente le porte, rientrare di nascosto mentre lei agiva e intentare le famose truffe per....

    la donna si sentì male e si accasciò,  Kovacs si mise prontalmente vicino a lei da dove si trovava, alle spalle,  ceercando di farla riprendere, non era svenuta ma boccheggiava.
    E Lia era tornata normale, per poi far svanire la proiezione per essere davvereo lei, e a fissarla con arroganza e disgusto, delusione su quella persona e speriorità
    "Come dice una canzone che mi piace, cambiando qualche parola, Hands,  -Se potessi dire al mondo una cosa, gli direi che va tutto bene, e non preoccuparti perché preoccuparsi è inutile, ed è una perdita di tempo in questo momento.  non voglio diventare inutile, non voglio essere disperata ed inutile, mi stringero' in me stessa e nella mia fede. perché la luce oscura il buio. le mie mani sono piccole, lo so ma non sono le tue, sono mie. la povertà ha rubato le tue scarpe dorate ma non ha rubato il tuo sorriso, e il dolore venne a trovarmi ma sapevo che non era per sempre.  abbiamo combattuto, solo per dispetto e per qualcuno che diceva cosa fosse giusto, perché dove c'è un un uomo che non ha voce le nostre voci canteranno. alla fine ogni gentilezza è importante e mi metterò in ginocchio e agirò. Noi possiamo esser il Dio di questo mondo... siamo gli occhi di quel Dio, le mani di quel Dio, la mente di quel Dio, siamo gli occhi di quel Dio... e le mie mani non sono le tue ma le mie e lo saranno sempre...- So cosa hai fatto venerdì e ti curo!!" troneggiando in piedi pochi passi dalla donna, driitta e con atteggiamento di disprezzo e superiorità. O almeno, sembrava a vederla, ma Jd sapeva che non era così e Kovacs dpo aver guardato Jd si rivolse a lei.

    "Capo... forse sarebbe meglio..."

    "Che stia lì a vegetare... ha cercato di rompermi e sottomettermi... merita questo e altro... portatela nella sua stanza da ospite mega speciale che crede di essere, e chiudetela a chiave finchè non voglio..." andandosene via dall'altra porta che prima fu chiusa con il botto.

    Jd la seguì, con Kovacs dietro di sè che aveva lasciato ai maggiordomi, chiamati, che si occupavano solo di lei tutto quanto. Zidgi era poco dietro avendogliela sbolognata noncurante e ora i tre seguivano lei che proseguiva fino all'ultimo piano, il suo.
    Kovacs e Jd facevano domande ma lei ninete, finchè fatto l'ultimo gradino del suo piano non si fermò pochi passi dopo. Loro si fermarono restandole dietro.

    Si portò le mani sulla testa, come a proteggersi, chnandosi un pò in avanti. Kovacs con jd andarono davanti a lei la videro distrutta. La mano sinistra sopra l'occhio sinistro, la mano destra sopra la testia testra con le dita tra i capelli ancora umidi, il viso, che si vedeva ove era possibile, era macchiato dai tannini del tè. Mosse le mani che tremavano, mentre i due le parlavano, e le videro gli occhi in lacrime e lo sguardo in terrore e angoscia.

    "Capo, si sente bene?"

    "perchè hai fatto la spavalda se ti aveva distrutta? Guarda in che condizioni sei..." iniziuò Jd

    "sempre e sempre parole simili, prima dai miei e gli adulti  e ora da quella stronza!!... non hanno fatto altro tutta la vita  che urlarmi che io godevo per litigare, che mi piaceva, che io godevo nel fare casino anche in mezzo alla merda di rosario che costringevano tutti a seguire in tv come fossi stata  feccia, quando urlavo dolore...!!!" mormorrò come nella pazzia lei, muovendo le dita delle mani sul volto "... per come mi hasnno ridotta non sarei capace di fare niente, essere niente da sola.... mi sono ammazzata in cose non per me ammalandomi e fino all'ultimo giorno con loro è stato solo colpe, rimproveri, accuse, senso di veregogna e inutilità... ho sempre odiato essere in debito e quella stronza aveva ragione...!! Non sarò mai come giusy! Come la feccia a scuola o banda, e altro... lei si comprò il diploma, fece tanto schifo, scappava da sola e la dovevano recuperare anche a chilometri e chilometri perchè doveva passarsi la giornata, si è venduta tutto l'oro che trovò in casa, rubava e faceva lo schifo, trattava la gente come merda, anche gli anziani e... stava sempre con mille uomini e nonostante tutto.... lei vive e prospera, è felice e sta bene... alla fine ha avuto una vita ricca, appagata, con tutto ciò che voleva e usa i figli per avere più soldi con i regali... lei per là fuori, vale!! E io no!!... anche qui, senza quei due io sarei stata niente... ha fatto due matrimoni , civile e in chiesa, per fottersi i regali... e io, io che ero!?! ... non mi regalavano niente, facevano i carini davanti e poi neanche il mio compleanno... ho combattuto contro i miei come potevo, ho chinato la testa quando non riuscivo a reggere più, ho fatto cosa volevano sacrificando tutto, ho perso anni della mia vita sola e disperata menter chi era attorno a me non vedeva e sentiva nulla...!! Non ho fatto altro he sognare di vivere cose che tutti lgi altri facevano come normali, dal mangiare quacosa che non fosse confezionato alluscire con qualcuno e sentirsi accettata e vivere qualcosa...E quella capra maledetta con le mutande contenitive ha detto la verità...!!! Io non sarei stata niente ne avrei avuto qalcosa se quei due non avessero deciso di fermarmi e farmi provare come cavia... quella vecchia laida buttana che osa dire cose schifose su di me, quando si faceva toccare dal marito solo per i doveri...!!! E i venerdì e a volte i martedì che fa quelle cose e dà della cornuta a me!!!...Stronza maledetta, ha ragione e io non posso farci nulla...!!! Io non ho nulla e non sono capace di ninet se non arrabbattarmi come posso nelle cose vedendo altri migliori di me che sanno fare, ma che mi trattano da schifo ccome se non valessi... sarò sempre estranea, strana, c on problemi, inutile se non come pedina di cosa serve... e io odio quei due..." fece tra i denti con ira negli occhi. jd capì che era arrabbiata con Milan e Dorde sebbene fosse solo un momento di sfogo.

    "No, non li odi... non li odi affatto come dici perchè non sarebbe da te, considerandoli come fai sempre... Milan e Dorde saranno anche cosa sono con i loro difetti, ma davvero ti vogliono bene perchè sei loro amica e non ti avrebbero affiadto..."

    "...se non fossi stata incorruttibile e non comprabile..:" fece lei rabbiosa

    "pensi davveero che sia questo? No, non credo... è solo il tuo Io furioso con quella donna che ti ha richiamato il tuo passato. Sei distrutta dal confrontarsi con una persona che ti ha minacciata di farti ricadere in cosa..."

    "non dire stronzate, per favore..." fece lei dopo avergli messo le braccia attorno al collo, abbracciandolo al collo "Più vedo queste cose  e più vorrei fare come Dio... scoperto l'errore, rifare da capo con un diluvio per ricominciare e nel mentre vederli disperarsi fino a spegnersi, vedendo ME che me la rido... ma questa volta fatto bene!! E me ne andrei felice..."

    "Perchè senti questa cosa di andartene?!? Io non..."

    "E' veramente molto meglio andarsene e far sentire la proprio mancanza se proprio è necessario, piuttosto che rimanere e non significare nulla fino all'ultimo naturale respiro di amarezza e rimpianti, da lacerarti dentro..." gli disse all'orecchio ma non sussurrando.

    "Quindi..." fece Jd tenendola che lei sembrava instabile

    "La farò piangere anche andando contro quei due... e .... se me ne andassi sapendo che eisste chi mi ama a tal punto.." scuotendo la tsta come fosse una cosa rarissima " la gente sa solo dire che cosa è l'amore e come lo devi vivere, che sanno loro cosè l'amore ed è solo quello...fanno i professoroni e come fanno schifo in quello!!... ma nessuno che amerà mai veramente da accettare il lasciar andare se ne è necessario ,e Salutare con il sorriso, perchè l'altro ne ha bisogno...!! questo mondo non ha amore veramnete ma un fasullo sogno di infantili.... che vuole le cose delle fiabe senza considerare la realtà... eisste così tanto amore diverso da quello così cme esistono persone diverse nel sentirsi ed essere che i pro vita e bigotti del cazzo non consoceranno mai... l'amore che loro decantano e le famiglie classiche sono il male!!!.. ODIO LE FAMIGLIE, IL SANGUE... devono soffrire tutti abbandonati dal sagnue, schifati e cacciati via, questo dovrebbe accadere ma le mamme dei cretini e scemi sono sempre incinte e così facendo il mnale serpeggia... nessuno sorride quando dice Addio o è felice quando lo sei tu perchè ciò che ti rende felice non è ciò che loro volevano vedere... eppure nel passato la morte era così preponderante nella vita di tutti che non facevano gli schifittosi come ora... la accettavano e capivano... La gente pensa solo a spiegare come deve essere l'amore per loro e cosa devi fare... ma non accadrà mai come per Lei e Lui nell'opera magna!! lei doveva andarsene, doveva andare così e invece di sparire come pensava dal mondo, e da c hi amava, lui le ha donato un libro che raccontava di lei, della sua vita come potesse essere, in cui sorrideva ed era felice e mai sola...che lei non aviva vissuto.. perhè potessero riunirsi almeno in quel posto che noi chiamiamo oltre mondo o metamondo,  e lei avesse un'esistenza degna che le scaldava il cuore come non fu in vita sua... potremmo dire che lui non la consoceva ma fece del suo meglio nel commemorarla e darle cosa meritava che non ebbe da viva, se... ma qui nessuno mi conosce, nno sono altro che quella che cè al bisogno, quella che deve dare cosa gli altri vogliono o addio... he mi fa sempre più pesanre a quanto io abbia sbagliato a non andarmene prima ma ero terrorizzata di sbagliare qualcosa, e che mi scoprissero non andata..."

    "pensi che sia una soluzione...?"

    "Quello che voi buonisti non capite è che non tuitto è come lo vedevte voi e volete cambiare gli altri... se lo faccio io sono stronza... Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo, perche finiscono... e così è la vita...!!" stringendolo così forte da lui pensò di strozzarsi

    "..."

    "Siamo amici ma so che tu non ci sarai quando me ne andrò..."

    "io..."

    "NO!, non ora... sono stanca, voglio andare a fare un bagno..."

    "A quest'ora di mattina...!? Ma..." ma Jd si voltò di scatto quando Kovacs gli mise na mano su un braccio e gli fece no con la testa, cosa che lei non poteva vedere perchè abbracciata ancora a lui con la guancia sula spalla "Come... come vuoi... però se hai bisogno di qualcosa per quanto hai sopportato di sotto..."

    "non ne ho mai avuto bisogno, no...!?" come se fosse una pres ain giro, slacicandosi e scendendo malfermamente seguita dalle due ombre

    "Già..." rispose ormai solo Jd con amarezza

    "E comunque... Jd...! Se io doverri restare, costretta, a proseguire soffrendo... se io esisto, stai sicuro che questo mondo perderà il concett di famiglia classica e velenosa e tutto sarà cambiato er cancelare lo schifo, come un colpo di spugna...!! Religioni e sangue saranno la mia crociata anche per esseere il Male io e Milan Il signore e la Sognora Peròn insieme, amato ed evocato... che soffrano chi è il male e trovino la libeertà e la luce gli altri..."

    "Ma..."





    Due ore dopo - vasca singola

    "... soffriva tantissimo del giudizio e la mancata approvazione di essere apprezzata, ripete - io non sono  adatta - non per faresaper  qualcosa  ma come persona ecome la vlevano... si lamentava che aveva bisogno, un grande bisogno,  di aiuto e della rpesenza di qualcuno che la ascoltasse, consigliasse, che fosse presente come testa e considerazione e non solo come figura su carta...  ma nessuno  l'acoltava se non che perchè la biasimavano o dicevano offesi e adirati che faceva i capricci... che poi non capisco che capricci una può fare se ti dice smepre e sempre a disco rotto che stava male, un male di vivere e una solitudine lancinante e non poteva reggere il tipo di vita che avevano loro... e che andarsene era l'unica via d'uscita..."

    "lo so, le paerlerò" fece Dorde al telefono con jd, agitato per cosa era accaduto in mattinata. Se Milan non poteva, i loro numeri erano predisposti che con un'opzione le chiamate passavan all'altro, quindi pensava di parlare con Milan, per riferigli che la madre delirava a letto per lo shock subito e Lia era sparita e non voleva farsi vedere.
    Dorde chiuse la chiamata, sospirando, era appena tornato come aveva detto, ma ora doveva occuparsi della madre fuori di testa e di Lia che faceva sciopero in depressione. Non gli aveva risposto per niente al telefono e solo da Kovacs ebbe  delle info.

    "Si trova lì?" domandò Dorde sempre spacciandosi per Milan arrivando aslla sezione dei bagni e trattamenti. E trovò qualcuno ad aspettare fuori la porta come sempre, seduto a leggere uno dei libri che lei consigliava e che spingeva gli altri ad essere e vivere come era giusto, per gli altri, non per lei. perchè non diventassero come lei.

    Ricordava quando, al commento di uno degli uomini,
    "Io non cancello nulla in questa mia vita. Ogni cosa, ogni minima cosa mi ha reso quel che sono. Le cose belle mi hanno insegnato ad amare la vita e le cose brutte  a saperla vivere superando i momenti no"  le aveva sentito dire affermando, vedendola stizzita, che per lei i momenti no erano appunto situazioni momentanee da affrontare con ogni stilla di forza e caparbietà ma cèrano quelle che in base alla persona erano insuperabili, nonostante tutto e quanto vi mettesse. Come fu per lei. E quando si amareggiava per le situazioni che vedeva tra persone dello stesso sangue come se per lei fossero aliene, tipi di legame e vicinanza e amore che non sapeva cosa fossero perchè non provavaneinte per nessuno e si fermava in un angolo seduta a riflettere senza giungere a risposte. O quando affrontarono diversi argomenti e si parlò di Malala, la famosa attivista per i diritti di donne e bambini e il loro studio e quando lesse che il padre aveva sparato un colpo di festeggiamento come fosse stato un maschio e non l'ha mai cambiata, pressata o altro ma anzi, lui affermò e fece intendere che come quel benvenuto non si aspettava nient'altro che LEI...  il loro legame era ottimo, così come mille vicende familiari con i parenti veramente legati e presente, sia veramente che di orecchi e dialogo lei faceva certe facce e restava muta.


    "Leader!! Mi spiace, il capo sta dormendo, non posso far passare nessuno!" disse   che si staccò dal muro con la sachiena per mettersi in piedi e cercò di fermare con i giusti modi Dorde

    Dorde lo fissò serio e con umore scocciato , restando dritto e quasi pomposo.

    "Ripeti!!... cosè che dici al Leader di qui dentro!?" tornando per un attimo al linguaggio da ragazzino, perdendo quello ricercato, ricco ed elevato creato in anni e anni

    "no!!... ma io..."

    "Vi ho affidato il compito di essere sue Ombre per vari motivi, e sono contento che proseguiate i vostri compiti anche in situazioni come questa... ma dici a me di non fare un passo per andare a parlarle!? c ome aspettandosi una risposta, con le mani in tasca

    "..."  Django sudò freddo restando  come uno scemo, ok aveva detto al Leader di aspettare ma aveva sbagliato veramente!? "chiedo...  chiedo scusa ma... si è addormentata e..."

    "Addormentata!! Nella zona vasche!! E fammi capire, si sta cuocendo come una pera cotta e... va tutto bene!? La vedi dormire SE hai controllato... e va bene, la lasci così in acqua... per quanto è rimasta in acqua!? Mezz'ora? un'ora? Di più!?"

    "... un pò di più ma si è addormentata..."

    "lascia stare, a cosa ve la lascio in custodia se non capite che è meglio evitare certe cose..."

    Dorde lo lasciò là superandolo con una spallata e aprì la porta. La vide nella vasca,  nella sala da bagno  per una sola prsona massimo due, e quindi sola, messa di fronte alla porta e nella vasca sembrava piccola, con la testa reclinata a pogiare sula spalla, i gomiti poggiati sul bordo all'indietro. Doveva essere seduta nella zona più rialzata della vasca per chi come lei era bassa.
    Chiuse la porta e si feermò. Oltre una zona vi era un cambio di pavimentazione a indicare che da quel punto si doveva stare scalzi e che era la zona lavaggio, dal pavimento che cambiava e non solo attorno alla vasca.
    Come si era addormentata in quel modo, si chiese? Le braccia all'indietro, pogiandosi sul bordo, la testa reclinata, l'acqua senza idromassaggio che sapeva... di cosa era la bomba da bagno del momento? Ne testava parecchie per vedere quale fosse migliore, ma alcune lasciavano scie di olio o qualsiasi cosa naturale mettessero dentro, o delle chiazze chiare shiumose perchè no nsi erano sciolte bene. E provandole poi lei chiedeva di modificarle per un ottimo prodotto per tutti.
    Una cosa sapeva riconoscere, odore di cannella!! utilizzava quell'odore nei profumi che usava e amava ala follia più di damar,e  il benzoino che sapeva proprio di cannella e il benzoino nero.  

    Lei adorava l'odore di cannella e la spezia proprio, ne usava quintalate come rideva suo fratello sul cibo, tipo dolci quindi zuccherati. Da dove veniva cèrano come dolce di natale delle sorta di ciambelle fritte grandi a malapena quanto un punto di lei, quindi piccole, costarse di zucchero e cannella che on mangiava più perchè senza le nonne che le facevano, per i suoi erano spesa inutile, costavano troppo e si poteva fare a meno. Quindi non ne mangiava mai e lei piacevano con la mistura di zucchero e il doppio di cannella. La frutta a cubetti la copriva di cannella iun polvere, a stecche le metteva nelle tisane e nel latte d'oro o golden milk che con la curcuma la aiutavano per i suoi problemi... cose che poteva gustare con loro e non prima, per i suoi, come i dolci con cannella che voleva provare.
    E lei piangeva in silenzio da sola urlando dentro contro i suoi VOI SIETE PITOCCHI E BRACCINO CORTO DA NON GODERSI QUALCOSA CHE TIRI SU IL MORALE CON LA SCUSA CHE SE NE POTEVA FARE A MENO, NON GODENDOSI NIENTE, Cè GENTE CHE HA BISOGNO DI QUEL QUALCOSA OGNI TANTO.
    E quindi niente. Non avevano trovato nessuno che li sapesse fare e lei non voleva andare nelle zone limitrofe del luogo natale, torando in italia,  per mangiarseli, ora che poteva, limitandosi a cibo più reperibile. Tipo la panna montata o il 
    parfet di mandorle, due tra tanti.

    "Lia!!" fece lui senza alzare troppo la voce ma lei dormiva, per come era messa, all'indietro ,  il corpo in obliquo per cui respirando non si vedeva il seno coperta dall'acqua,  complice anche la schiuma della bomba da bagno,testa reclinata sulla spalla. non voleva svegliarla di colpo perchè aveva questas cosa che se la svegliavano chiamandola con impertinenza le partivaun cerchio alla testa tutto il giorno.

    "Lia!! Oh...!!!"

    lei sussultò e scese in acqua fin quasi il mento, guardandosi attorno. Ansimò e lo fissò come a chiedere muta che fosse accaduto.

    "Respira... spero di non averti fatto venire il mal di testa..." le disse gentilmente, memore delle sue lamentele sul fatto che quando stava peggio lei dormiva almeno un pò la mattina fino a pranzo, quando la notte non chiundeva occhi e i usoi, invece di capire e farla riposare almeno delle ore che non potè la notte, la svegliavano perchè dvoeva alzarsi per mangiare e doveva stare con loro a tavola. per dir loro di lasciarla dormire, musi lunghi e offesa e non capivano che se la svegliava di colpo, poi aveva fitte e mal di testa tutto i lgiorno. ma poi dicevano che mai facevano quelle cose.

    "No... sto bene..." cercando di recuperare il respiro tranquillo, gurandosi intorno

    "Siamo soli... " fece lui togliendosi le scerpe e calzini che lasciò nella zona prima del cambio di pavimentazione avanzando  prima di fronte lei e poi alla sua destra accovacciandosi "sono venuto per un motivo..."

    "devo indovinare...!?" sospettosa

    "..." Dorde stava piegato sulle ginocchia sul bordo, levatosi la giacca e averla messa di traverso sul divisore per ambienti in legno decorato nella zona per spogliarsi "intanto come stai... Jd mi ha detto che ti sei sentita male..."

    "E' bello sapere che ti si può chiedere come stai... se qualcuno lo avesse fatto nel'altra vita, ma intendo un vero -come stai, come ti senti- per sapere veramnete e non solo per formula fatta, aspettandosi le solite menate che tutto era solito e ottimo..."

    "bene... quindi, come stai...?"

    "Insomma... potrei stare meglio... ma ora va bene..."

    "Mi spieghi che è successo...!?"

    "La mammina ha pianto e sei venuto a farmi il cazziatone??" fisaandolo negli occhi come allerta

    "No!!... ho chiesto, dopo aver sentito Jd, ad Helias di mostrarmi che era accaduto. ho visto i video...Mia madre si è comportata in modo meschino e me ne dispiace, ha sempre avuto la vena superiore anche prima che io andassi via come militare, giudicava le altre o gli altri in generale come un prete con le sue pecorelle... era ritenuta una donna corretta e giusta dove vivevamo ma... non amando quell'ambiente, io e mio fratello siamo andati via anche per questo. Diciamo che... l'atmosfera era sempre stare in campana, pena il giudizio della gente e le bocche parlavano e ipotizzavano, ti metevano in croce o ti elevavano... è lunga da spiegare ma si poteva soffocare certi giorni in mezzo agli adulti... e da quando la manteniamo ed è ufficialmente il contatto con noi nella politica del nostro paese... posso dire è peggiorata??"

    "Mh..."

    "ma cèra bisogno di tutto quello che hai fatto?"

    "... meritava questo e altro... nn puoi capire..."

    "Jd mi ha detto di quanto ti ha colpita nel profondo cosa ha detto e come, e mi dispiace, non accadrà più... le ho già detto che se intende comportarsi così con una di noi, è meglio che non venga più... abbiamo avuto una discussione su ciò che lei ha chiamato -priorità di posizione- perchè le ho detto che il suo comportamento era vergonoso nei tuoi confronti e si ostina a considerarti una mera serva... ma so come prenderla, quindi dimentichiamo... anche se, se ti ha fatto del male al punto da farti..."

    "va bene... ora va meglio..."

    "..." capendo che voleva chiudere il discorso "non accadrà più, te lo prometto, anche se non comprendo come tu possa aver subito tutto quanto senza ribellarti... non sei neanche quel tipo che offesa, fa teatrini volgari e da persone un pò così comportrandoti come i bambini... agisci in modi più subdoli e... posso dire da mafiosa!?..." ridendo per lo scherzo " so che non avresti fatto casino ne aslzato le mani, ma tu non sei tipo da abbozzare capo chino a quel modo..."

    "... a volte per gli amici si fa questo ed altro..." fece lei "cè altro? E..." a lo vide mettere un ginocchio a terra

    "cosè questa storia del venerdì?" le chiese come se non avesse altre informazioni.

    "..." Lia restò ammollo fino al petto e fare il broncio. non poteva dire a Dorde che tutti quelli che entrano nella zona delle celle dello Chateau, avevano un controllo degli apparecchi! Tranne quelli del leader, quindi Milan e Dorde, e Lia e i veterani, tutti gli altri e non sapevano tutta la procedura, avevano agganciato pc o smartphone con un controllo per la sicurezza del luogo e così vi eras una scansione completa , tutti sapevano per malware, torian e simili, ma era più di così e Lia non voleva ammetterlo. Per una votla si disse, controllare la gente significa sicurezza e se si devon ovedere, tramite ovviamente solo heliasi, numeri di telefono, messaggi, che app anche quyelle nascoste per celare cose private e cosa vi era nel dispositivo, era per tutti. Ed helias aveva scoperto che la donna aveva... un amante. Il venerdì e amrtedi come da messaggi aveva -appuntamneto- con quell'uomo e visto duante le proiezioni per farle paura, celata dall'oscurità si era incazzata.
     
    "Se qualcosa non va devi dirlo... lo ricordi...?"

    "..." lei lo fissò come contrariata "... come mai questa gentilezza?"

    "..." restando come stranito "siamo amici... c ome hai detto tu, chiedere se va bene e se qualcosa si può cambiare è..."

    "Si, si... anche se non era questo... quindi non vuoi rimproverarmi, farmi la paternale..."

    "forse sui tuoi teatrini tragi-horror, si..." ridendo  "quelle scene che hai mandato con la visuallizzazione erano un pò... troppo!!!" fissandola peer farle capire quanto " tu sei..."

    "ricordo le parole della tua mammina... un pezzo, una pedina del vostro piano del Cambiamento che finchè serve, serve.. altrimenti posso benissimo essere cavia a vita a forza o schiava della cara genitrice..." con le braccia di nuovo in fuori sul bordo a fissarlo come un'accusa

    "... se fosse così non avresti le libertà che hai... ricordi coloro che accudiamo che hanno avuto... brutti risultati con le nanomacchine...!?"

    Si, lo ricordava. Tutti coloro che erano state cavie, ovviamente volontarie, e av evano avuto ripercussioni negative con le nanomacchine e non potevano tornare a casa senza assitenza sanitaria di vario ipo, erano ospitati in una struttura che un tempo veniva chiamata Sanatorium. isolati, tenuti legati se occorreva, sedati e trattati come orsi pronti a balzare eprchè le nanmacchine creavano stati orribili nelle persone. In quel momento le passò in testa che voleva davvero andare a visitare il Waverly Hills Sanatorium!
    Dorde vide la sua faccia e sospirò.

    "A cosa pensi, ora..."

    "Mh... ah! Al fatto che non volevo avere a che fare con i miei di genitori e devo essere accondiscendetne con i tuoi... " lanciandogli la frecciatina

    "Lia... avev chiesto a te di accoglierli perchè sei l'unica oltrei veterani a sapere di lei... e eprchè speravo andaste daccordo così che..."

    "Cosa... la tua mammina mi ha accusata di fare roba... ed è stata esplicita..."

    "..." Dorde la vide assottigliare gli occhi come tono accusatorio "... senti, ho sentito cosa ti ha detto e... io non so niente e non ho detto niente... e sono serio!!" apparendo come qualcuno che liquidava la cosa per qualche motivo

    ".." lei si sporse verso di lui con rabbia "E allora, mi spieghi come fa a sapere ....affermando quella cosa con sicurezza... e noon dire Milan, perchè non me lo vedo a dire cose... "

    "Non so che dirti, come faccia a saperlo... ha solo buttato lì un'accusa pensando di averci visto giusto... che fosse qui quando ne abbiamo parlato..."

    "... già, ne abbiamo parlato varie volte perchè uso sempre quell'argomento per dire che devo sempre accontentare la gente, non in quel senso, mai più, non cè nessuno che merita tanto, come i tuoi clienti facendoli cointenti... effettivamente sei portato per rimproverare sempre se uso quell'elemento per lamentarmi del dovermi abbassare a soddisfare gli stronzi con cui tratti, con ciò che vogliono. Liquori, tipi di fumo, donne, vacanze extralusso..."

    "Si, tu hai la brutta abitudine di affermare che lustri i pennacchi della gente per farla contenta... solo perchè... lascia stare!! Tra l'altro era una cosa per cui hai detto.... UFF"

    "Cosa cè... ti rode?" fece lei con un sorrisino monello

    "... smettila! Ritorniamo al discorso che potresti invece, e sei maledettamente brava, ma hai deciso e quindi ninete... ma ti giuro che non ho detto..  e non penso neanche Milan, sarebbe da stupidi da parte sua..."

    "... oltre il fatto che io mantengo i segreti... quello di Rò non l'ho mai detto a nessuno, così come faceva lui e trovo assurdo che una cosa personale detta a voi perchè ... e ne mi creava fastidio..." come rifettendo

    "Si...già" fece Dorde in un certo modo che la portò a fissarlo

    "bene... vedi allora di farle levare quella cosa dalla sua e tua testa... vero o no, è una cosa mia e cè stato un momento in cui avrei voluto dire di Milan di cosa fa lontano dagli occhi della mamma, o farla incazzare dicendo   anche se non è vero e mai lo sarà -ma suo figlio ne è fruitore... gli vuole togliere questa gioia?-" detto con cattiveria fissandolo.

    Dorde un pò di arrabbiò, sospirò.

    "Tu ti sei fatta un giuramento, nessuno ha da dire niente ma se pronunciavi quella frase, facendo intenedre a mia madre chissà che comportamenti... sarebbe scoppiato..."

    "si lo so... ma avrei voluto vedere nel profondo te come te al cavavi a dirle -mà, non è vero, non la darebbe neanche col binocolo, pensa lucidare il mio appparecchi-... cosa ti saresti inventato per dire che non è vero, ed è la verità, perchè si levasse dai piedi per giudicare!? Noi due siamo amici, così' come Milan, Jd, altri... e mi fa incazzare che CERTA GENTE si aspetti qualcosa poi da me per picchi loro... o mi accusi..." alzando le sopracciglia per fare un'espressione tipo -hai capito- "... non sarà vero mai nulla di ciò che gli omini dicono tra me e -Milan- sebbene non sanno che per la maggior parte del tempo se lui non cè, ci sei tu... ma mi rode vedere una vecchia..." limitandosi, fissandolo "... che mi accusa di fare roba sessuale agli  altri, come fossi chissà che persona, perchè le sono arrivate voci... non ha detto che andavo a letto con qualcuno, ma..."

    "di cui non ho parlato... Ascolta,  non sono mai state pronunciate da me se non con te, neanche con mio fratello!! ...se non sei tu a uscire l'argomento, io non dico niente e così fa lui... noi teniamo i segreti, non li diciamo neanche a nostra madre.. quindi o ci ha sentiti..."

    "la questione è... perchè mi accusa di una cosa e non sa o dice di suo figlio che ne cambia una o due a settimana o di te che..."

    "Io non ho nessuna..."

    "Ora... ma hai la tendenza a stringere... incontri con colleghe, chiunque siano, che non durano e tutto, ok, ma ogni volta che vai in giro e trovi una interessante.... anche di grado superiore o inferiore "guardandolo come accusandolo "... beh, ne diventi molto amico... quindi non fare il santarellino!! Sono un decimo rispetto Milan, ma hai le tue colpe..."

    "perchè colpe, detto da te poi che pensi che sia giusto e lecito..."

    "Intendo!!" fermandolo "il fatto che non vuoi far consocere i segreti o che Milan venda il vostro dna in giro, per hè lo avete usato come metodo di sicurezza per qui... se poi hai relazioni con donne invishiate nel ramo militare o politico o...il fatto che siete liberi di fare cosa volete e con chi... ma la mammina mi ha rimproverata, no... noon rimproverata, sembrava che volesse mandarmi all'inquisizione, ecco, per una cosa che ...!! Perchè questa discriminazione?? Solo perchè era ... ed era una cosa che sapevo f..."

    "NO!! Ok, ho capito... farò in modo che lo dimentichi e non ti tratti più male..."

    "... voglio vederlo..."

    "Le parlerò in privato!"

    "Ah!! Quindi sarà a porte chiuse, non so che vi direte, COSA LE DIRAI, e..."

    "Te l'ho promesso... non accadrà più neanche se resterete sole... seriamente!!" le fece e sembrava sincero

    Dorde rimase a reggersi sulle dita delle mani poggiate sul pavimento vicino il bordo della vasca, con lei che lo fissava negli occhi per capire se cèra un velo di menzogna o altro, col broncio.

    "... mi auguro che sia così" fece  facendo leva sui palmi delle mani per tirarsi su all'indietro fuori sul bordo della vasca e sedersi, poggiando i talloni sulla parete sotto l'acqua, controllandosi il corpo per rimasugli delle bombe da bagno.
    Si portò le gambe davanti al corpo incrociando le caviglie, tocando il pavimento in legn con el dita dei piedi, per alzarsi, ma si vide la mano di Dorde pronta ad aiutarla.
    Aveva in mano uno dei nuovi accapatoi che aveva disegnato lei, e che usava lei, in piedi pronto a farla alzare.
    Gli prese la mano e si tirò su, per poi essere circondata dall'accappatoio speciale

    "... sai che non ho motivo di mentirti..." le disse cingendola sulle spalle con l'accappatoio

    "...si... e so che Milan non lo farebbe... anche se, magari gli è scappato... della serie... Mamma, lei non farebbe mai niente di vergonoso, ci sono state solo  .."

    "...Ammettiamo che lo abbia fatto..."

    Rimasero uno di fronte all'altra, distanti solo pochi centrimentri, lui a fissare lei e lei un punto della sua camicia a riflettere...

    "Se fosse così... Allora lo abbraccerei..." facendolo veramente intorno al collo di Dorde senza badare al fatto che lui fosse vestito, segno per lui che sarebbe andata a farsi la doccia, e lei bagnata "e poi lo stritolerei con tanto amore ma anche con rabbia così' forte finchè non gracchia scusa asfittico per la mancanza d'aria..." stringendo Dorde tantissimo, con la guancia sulla sua spalla

    "... molto umano..." rise lui "e poi...?"

    "se qualcuno di voi si azzarda a fare qualcosa di negativo contro di me, mi incazzo davvero e non ha senso dire come... "

    "... lo sai che sei vendicativa e ti comporti da cattiva solo se ti fanno o dicono cose veramente brutte e non sei così normalemnte...?"

    Lei restò in quel modo ancora un pò, sapeva che lo stava bagnando tutto.

    "... sono davveero una persona orribile e pessima...?" chiese in un soffio al suo orecchio "da meritare ciò che ricevo dagli altri...?"

    "Se la gente non ti conosce, è colpa loro..."

    "... io non parlo per ipotesi..."

    "lo so... Milan ti adora, per lui sei una sorella minore... pensi che lui menta?"

    "No, non parlavo di quello... sono stanca di questa vita fatta di accuse, ritorsioni, di..."

    "Non riesci a staccarti dal tuo passato e da loro senza soffire, veero...?"

    "... posso restare così ancora un po prima di andare a farmi la doccia?"

    "... come vuoi..." cingendole la schiena per bene con il particolare accapatoio. Adesso li usava che prima dove viveva non poteva... a che serviva lei dicevano, se ti lavi a pezzi? E certo, diceva lei poi a Dorde e Milan, perchè è  normale lavarsi a pezzi in casa con la sua malattia, proprio facendo acqua comuqnue a terra mentre le sbraiatavano che con la doccia (mai il bagno in vasca) si faceva un casino a terra e non facevano come diceva lei di comprare lo scopettino da bagno e pulire...
    lei si staccò col broncio tirandosi lsa mantella davanti, e le chiuse bottone dopo bottone.
    Era una sorta di mantella con otto grossi bottoni che si chiudevano su un lato, con delle maniche particolari, cèra un taglio obliquuo da dove far uscire la meni all'altezza dei fianchi, lungo dieci centimwentro e sopra queste aperture, vi erano due sezioni di tessuto come delle mani che se non usate, quindi con le mani sotto, semrbavano un decoro a frma di trapezio con la parte minore sucita sulle spalle. Si chiudeva come un accappatio in vita con una cintura abbinata. Sembrtava, come diceva Dorde, quasi la mantella rossa con bordi neri e tagli simili per le braccia che le piaceva tantissimo.

    "... per tutti devo sempre cambiare io, ma nessuno cambia dopo aver ascoltato i loro, di elementi negativi... non ci sarà mai chi mi ameerà veramente da essere felice di come sono e non come vorrebbe che io sia e cisì tanto, il vero amore non quell oche pensano di insegnarti... che consdieri te e cosa vuoi da non negarti l'andar via e accompagnarti alla Soglia, dicendoti -spero che ora tu sia felice,e  se è vero, un giorno ci rivedremo ma per ora Addio. Un dono per te cartacero perchè ti segua,  dove cè il mio cuore e il mio affetto tra le fiamme, che parla di te, di noi, di tante cose che non hai vissuto e potrewsti vivere ma lì si ed un pezzo del mio cuore e di ciò che sei e saresti stata, che ti seguirà...-"

    "...Se ci fosse qui Milan ti direbbe di sicuro che, dopo averti abbracciata, non cè cosa migliore dello stare insieme e vicini...e che se questo è ciò che senti, lui sarebbe rimasto con te fino allultima stilla di vita augurandoti buon viaggio... dicendoti che anche se no navevi persone speciali per te, cèa lui e anche noi...Ma..."

    Al snetire quell'altima parola, lei chinò di più il capo e gli si strinse addosso, le mani ad artigliare  verso le sue scapole e la testa sul petto, ma senza guardarlo. Lui sospirò e la strinse, per poi irrigidirsi. Lo stava artigliando troppo, la camicia non proteggeva ontro le sue unghie, seppur corte.

    "... a me non interessa più da dopo aver detto fanculo a Zay e Ric... che vi fosse qualcuno per me o no...  che sia morto o no... Ho sempre pensato che se mai l'idea che Zay aveva delle cose fosse vera... se davveero cè un destino e  le persone si reincarnano, SE esiste la reincarnazione... allora se cè modo di rivedersi, doveva accadere... anche se so che non avrei accettato nulla da quella persona, perchè come le altre avrebbe voluto cose che non sento di dare e fare... se doveva accadere che ci reincontrassimo, allora doveva accadere... perchè ci cercavamo... io ho cercato come una disperata il modo di andarmene e trovare quel posto, quell'angolo per me ove essere e sentirmi a casa... la casa non dove si è nati o vive la famiglia di sangue, ma quel posto, là, dove cessano i tuoi tentativi di fuga ed lì che vuoi restare..."

    "...e qui non va bene...?"

    "...  con qualcuno che vedesse me e non chi si aspettava e... che se ne vada al diavolo il destino e le persone speciali che erano per me... ZAy  diceva che sarebbe stata importante una persona più grande di me che avrebbe fatto la differenza nella mia vita... Phib diceva che per il mio passato, senza volermi dire quale ma diceva che ZAy lo sapeva e chi ero era innominabile... che dovevo stare ferma e buona perchè... il perchè non lo disse mai... ma so che ho gettato via questa vita per far contenti i membri della famiglia dove sono nata e ancora adesso continueranno a dire che non è veero.. se avessi fatto cosa volevo io veramnete come urlavano, credimi, avrei vissuto mille vite e mille cose che... ora non sarei così..." stringendosi ancora di più a lui "... che vadano al diavolo tutti!!! Da Phib e famiglia SE esistevano, io volevo solo essere ascoltata e se come diceva ZAy erano un qualcosa, almeno di non farmi sentire un'imbecille come fecero...ma i miei dubbi se fossero uno scherzo tipo da quelli del forum... non mi ha mai ascoltata nessuno e quando loro dievano di farlo mi rispondevano le stesse cose della gente intorno a me... che senso aveva continaure solo online, quando nella realtà fuori lo schermo io vivero da schifo? Non avrei retto lo stesso continuando ad avere contatti con loro... ma non capivano, credevano che bastasse... ora, adesso, so che ho sbagliato a non morire prima, a far scorrere il tempo subendo io, però, non tutti gl ialtri... loro sono andati avanti guadagnando cose che io non vedrò mai che mi rendessero qualcosa... ora vorrei solo la pace, ma solo uno sembra intenzionato ad accompagnarmi dicendo gioioso che se è ciò che im serve e mi è necessario, sarà lì con me ome non lo saranno gli altri... non sono stupida, non sono cieca... so che QUALCUNO vuole cose da me ciò che non sento e non voglio... e non si accorgono della mia sofferenza..."

    "..." vedendola col capo chino e si accorse che aveva aferrato la camicia e la stringea nei pugni, restanbdo abbracciata

    "... IO NON ACCETTO DI ESISTERE PER UNA VITA CHE NON VALE NIENTE.... io non abbozzo e non mi accontento di una vita -meh-, come quel tizio di quel forum che ha detto candidamente che non era una vita felice ma basica, che..."

    "Lia..."

    "Io non accetto collari, non permetto catene per contenermi e nè che mi costringa a forza ad esser cosa non sono e voglio... sono qui solo perchè pensavo che meritaste una mano, siamo diventati amici ma... se voi credete che si....invece no... tra qui e là fuori non è cambiato niente e io mi sento esattamente come prima... tutti voi non siete diversi e questo posto, anche se poteva, non riuscirà mai ad essere il mio posto.. quella donna mi ha fatta ripiombare in situazioni del mio passato, lecose che mi urlavano loro e i pesi che mi metetvan addosso senza vedere me malata e col piede nmella pazzia perchè si viveva come dicevano, diventando folli per un qualcosa del panificio, un dolce, una pasta VERA o... e odio l'idea di finire in catene in mano a gente che mi vedo solo come oggetto da usare al bisogno e poi gettarmi... questo mondo non cambierà, potete fare tutto ciò che vorrete... per questo non ha senso per me continuare ad aiutarvi scavalcando ciò che sento davveero... e odio le famiglie...."

    Si voltò sfuggendo dalla presa di lui. Si avviò alla porta e se ne andò.




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    Capitolo 58
    *** 41 ***


    ch41a ho avuto un pò di problemi con  file originali come dett, non so forse si osno conservati male ma spero di continuare con i capitoli, ripeto che sono così come li ho lsciati, solo divisi.
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    "Bevenuto alla NYSSA, mio Leader!"     fece la  direttrice a Gask, appena giunto in uno dei segreti centri di riceerca a loro collegati. O meglio, all'Agenzia. Dal momento in cui vi fu la fasulla,  ma nessuno lo capì, votazione per eleggere il nuovo leader facendo credere agli uomini che fosse invece tutto a loro scelta, Gask era divenuto il Leader per proseguire il lavoro lasciato dall'rmai tradiutore Milan giorni prima. E ora dopo mesi lottava con se stesso per mantener la carica.
    Lui non aveva compreso bene quanto accaduto, anzi, er stato investito con il mantello che Milan usava per andare ovunque fosse di loro propriietà per mostrare già ad occhio chi fosse e il suo ruolo, e le Chiavi dell'organizzazione, affinchè gestisse, guidasse e controllasse l'opeerato dell'Agenzia nel tuo totale, come fosse stato il suio amico.
    Quando si rifiutò di acconsentire, rivolendo indietro Milan, vi fu una chiamata nella stanza. Tutti i membri importanti che stavano intorno a Milan, dai Vecchi, ai veterani, ai Crell e assistenti  vari, tentavano di spiegargli la questione finchè non squillò il telefono dell'ufficio di Milan. Una voce da uomo chieser a Jd che aveva risposto e non la cara segretaria che al solito vegetava impettita, di passargli Gask e quando questi spazientito urlò al telefono un "chi sei, che vuoi, h oaltri casini" non sentì una voce. Conosciuta.

    -Che dobbiamo fare orso balosso, fai il bravo che prendi tu, che sei come la Madre, in mano qualcosa di cos importante ma pericoloso... o devo venire a strizzarti le palle!? Ti è stato già spiegato il perchè di alcune cose. Per una pazzia esoterica, Milan e suo fratello erano giunti in un punto per cui o si sceglieeva una soluzione oppure lo si vedeva naufragare insieme a quanto costruito. Volevi questo? Pensi che queste contromisure della madre non fossero sofferte? lOTTAVA CON SE STESSA per una decisione simile per un'organizzazione non sua ma che aveva contribuito  a far maturare e crescere, per brillare più dell'oscurità che ammorba il mondo e fare ciò che gl ialtri non fanno, neanche a parole!! Non a caso uno dei suoi motti era SE NON NOI, ALLORA CHI!?... anche Kianta, non importa se è scomparsa, se on è al tuo fianco, lei aveva un sogno. Vivere in un mondo che valeva la pena di amare e preoteggere, e che non abbandonasse chi vi era nato. Vuoi infangare anche lei, così? un giorno ne discuteremo meglio, ma per ora prendi in mano le vesti di Leader del tuo vecchio amico, diventa l'uomo con le palle che serve a tutti questi sbandati come ece la Madre a modo suo, e sii colui che guida al mondo nuovo! Ti ricordi i discorsi con Kianta sul fatto che se cè una guida ritenuta valida e carismatica, in cui credere, si possono creare purtroppo anche totalitarismi e dittature del male?  e  la gente dall'oggi al domani cambiava modo di pensare e ttto ciò che veniva erogato come legge, da  tantissimi non veniva contestato ma accettato, facendo anche cose che non avrebbero fatto normalmemnte? Fai la stessa cosa tu con il giusto che questo mondo merita. Io sono stata creata come Guardiana e osservatrice per Kianta, ma lei per ogni evenienza mi aveva ordinato di occuparti di te, se mai dovesse esser necessario, divenendo tuo guardaspalle. Mi chiese di prendermi cura di te, Jd e gli altri che meritavano uno sguardo di comprensiione e pietà come una Madonna... per mio, non credo sia la correlazione giusta per cosa sono, ma tantè... comunque, non dire a nessuno di me, ero e resto un Crell latente di protezione, e sarò qui se serve, basta solo che alzi la cornetta se non sei solo e mi fai la domanda come se parlassi al telefono... se da solo, verrò ogni volta che ti serve ma non sarò che un Curatore, niente di più. Se non tu, allora chi potrebbe prender eil testimone e proteggere tutto il lavoro fatto con cuore e anima per il mondo, per evitare che gentucola vi metta le zampe? QUindi gonfia il petto, fletti i muscoli, inspira e alza la testa con orgoglio in quanto nuoivo Capo della protezione del mondo e... se hai un desiderio, se seguirai compiti e sacrifici... potresti ottenerlo, ma per ora, devi accettare quellle chiavi e mettere quel mantello di MAster. Per chi credeva in te... muoviti!.-

    Gask restò fermo a riflettere, fissando la cornetta del telefono antico freddo nella sua mano, osservò poi l'ambiente lasciato come se Milan dovesse tornare da un momento all'altro e alcune foto un pò nascoste vicino il muro, su uno scaffale tra libri, dove vedeva tre sagome in abiti antichi tra la neve. E un viso tra loro lo fece capitolare. Acettando la carica. Perchè tutto tornasse come prima, aveva capito da Legeia, bisognava lottare e crederci. La caduta delle torri era il modo per Lia anche da morta di urlare la sua ira per la perdita della bussola di amici che per un'ossessione con brutti risvolti, poteva cadere ogni singolo istnate di impegno e lavoro fatto in decenni prima e in circa due anni recenti con Lia. Lia diceva Legeia, era morta con la speranza che il senso di Eredità in cui lei e i fratelli credevano, fosse maturato ma non fatto appassire, fatto germogliare e mantenuto in vita peerpetua per il bene del mondo. Lasciare andare quell'eredità per bisogni pericolosi come la COntinuità voluta dai fratelli, credendo che l'anima potesse tornare con dei rituali in nuovi corpi usando l'esoterismo promesso da certa gente fosse... la lapide sulla tomba.
    Sopratutto perchè Lia stessa aveva dimostrato come il suo senso della continuità tramite la scienza e transumanesimo fossero più reali e risultevoli di mere promesse magiche, anche dal fatto che Dorde tentò di parlare con lei di nuovo tramite la scans, finendo sempre con lei che per rabbia sovraccaricava Cpu e scatola modulatore-demodulatore per lo stress accumulato, portandola a dormire di nuovo nel chip. -Puoi provare a riattivarmi quate volte vuoi, ti serve, ma se non cambi il tuo cuore e modo di pensare, sarai sempre un perdente e stolto come furono i miei nel restare nel loro becero, AMico MIo... Ora ti s enti solo? ciò ha un significato, trova le risposte e le scintille che ti servono per trovare una strada di pensiero e poi torna da me, solo allora ascolterò davvero le tue parole"- gli disse una delle ultime volte prima di spegnersi da sola tornando meri dati, lasciando Dorde nella frustrazione.

    E ormai dopo parecchi mesi e mesi, Gask svolgeva il suo compito sperando che Milan tornasse sui suoi passi e ammettesse le colpe, per tornare amici fianco a  fianco, e Kianta... era introvabile dopo l'aveerla persa nell'oceano. La sua blue box aveva emesso segnali fino a un certo punto dopo la caduta, fu cercata e ricercata. Nessun segnale da gps e scatola e ormai in alcuni istanti di dispeerazione, temeva essere morta. Ma da Legeia e i Crell sembrava quassi che invece non lo fosse, facevano allusioni e promesse dicendo che se credeva e scambiava i suoi sforzi per quei sogni, potevano anche avverarsi. E quindi, cosa sapevano? Anche se Leader, si era accorto cher erano evasivi su alcune domande e potevano sorvolare una risposta, anche se lui era il Master. In pratica sembrava che per le parole chiave riguardanti Lia e Kianta, vi fosse un qualcosa per loor per cui solo per esse, si poteva non rispondere. Anche verso di lui.
    E poi, incontrò Lia.
    Quel giorno. Camminando per strada con il cappotto pesante dei colori del Leader al posto del mantello per giusto mtivo, notò alla sua sinistra una figura parecchi metri lontana che stava ferma al centro dell'ambiente tra altre persone incuranti, he lo fissava. Si era voltato e aveva scorto velocemente un viso conosciuto, capelli ricci lunghi che volavano nella fredda aria nevosa, sparendo. Si era allontanato dalle sue Ombre e Jd, e aveva seguito questa figura che si mostrava pochi attimi alla volta sperendo tra la gente per poi vederla a dargli le spalle ad osservare un laghetto con cigni. Voltadosi avevsa notato come il viso sembrava il suo ma nello stesso tempo no, a dimostrazione che era una plastica particolare dell'Orgsanizzaizone che veniva fatta per le copie di Veròna con il viso di Kianta o per sosia di Milan quando serviva, senza lavori profondi, da risistemare con un'alra plastica riportando il viso al suo originale aspetto, quando non usavano sofisticate mascheere in silicone quasi invisibili come fake. COsa portasse la ragazza non lo sapeva, ma aveva  il viso di Kianta e il modo di fare come atteggiamenti e movenze molto simili. Solo vedendo le espressioni mature, arroganti, spavalde e non celanti anche scherno o disprezzo, che comprese. E anche dal suo dire -Tu devi esseere Gask...-.
    Era Lia.
    A quanto pare David, perchè o nsapeva che fare e per la promessa che per soli mtivi impoirtanti la si riattiava... l'aveva risvegliata. perchè lei sistemasse il casino nato per proteggere l'organizzazione.
    I tre dell'ave Maria erano scomparsi dalla Torre della città di nascita di Lia, quel giorno protggendo gli ospiti da quanto accadde per togliere ai fratelli il potere, abbandonando le strutture che avevano occupato per alcuni giorni, mai tornado da allora allo Chateau. E li vide, Gask, comprarire da dietro degli alberi come nuove Ombre, ma di Lia. La discussione tra loro fu profonda e con note di gioco da parte di lei, che culminò nel momento cui lui, seduto su una panchina disposto ad ascoltarla, non la vide sedersi con le gambe incrociate come in una posa sexy su un bracciolo della stessa in legno nel lato oppost, con il corpo verso di lui a chiedergli -lascia che io sia la tua Consigliera gestionale, chè un sei bono-

    Si erano lasciati quando lui aveva iniziato a fare il prezioso, mettendo a ccordi per rivedere Kianta e non fidarsi di lei. Gli rispose sistemandosi in piedi con grazia e  dicendogli che collaborando si, poteva avere delle risposte. Che, boh chi l osa, dove lei fosse ma con un sorrisetto malizioso e da stronza che gli fece capire che sapesse dove fosse, e sicuramente viva. L'aveva vista andar via dopo aver detto a lui di farle sapere la risposta e rimettere le cose a posto.
    -Ricordati ragazzone, gli umani uniti  stravano in piedi, divisi caddero... Se si sceglie per proprie stronzate mettendo a rischio tutti senza un vero motivo serio... sapevo che sarebbe accaduto e le mie contromisure dovevano esser messe in atto o cosa tu conoscevi sarebbe finito in mano a gentaglia... io così vi ho salvato... no nci credi? leggi le carte di Milan... Legeia e Helias ti diranno dove sono, e allora mi crederai...Ricorda che lo sforzo che stai facendo ne vale la pena, quindi non arrenderti."

    Gask decise di predersi del tempo finchè tra gli impegni ereditati da Milan  non si ritrovò la visita e controllo alla NYSSA.

    "Le voglio mostrare le unità di controllo gerstione, analisi, pianificazione, supporto e altre figure importanti dei modelli attualmente in sviluppo che..."

    "quindi mi faccia capire, rispetto altri robot che sviluppate qui, questi sono umani...?"

    "la denominazione originale era davvero lunga, quela abbreviata è Non human systems  type control and management e continua... questi modelli hanno la denominazione per acronomi ufficiale in HYMAN.."

    "HYMAN ... models?"

    "Corretto...   qui i centinaia  di  scienziati e tecnici di varie qualificaioni sono divisi per paesi e facendo gruppetto qua e là, è venuto fuori che loro li definiscono anche come models OUTWARD,  models HUMERAL , models HEARER, models HEARSE, models NEWSAGENT  ..."

    "percchè tutti questi nomi!?"

    "preferenze tra gruppi aggregati di scienziati, ma per tutti sono e restano i model HYMAN, di tipo denominato come la base da cui sono ricavati e settore con la numerazione nostra, per identificare le mansioni e abilità. Inoltre..."

    "Non capisco..." fece Gask camminando fianco a fianco con la donna per i corridoi finchè alcune voci allegre non iniziarono ad udirsi e la donna gli disse di osservare.

    Due figure passarono nel corridoio perpendicolare a loro, in testa una figura femminile e una maschile spalla contro spalla e alcuni dietro come una processione.

    "oggi abbiamo in programma un randevouz con tutte le unità per settare poi gli incarichi, accorpamenti e funzioni... adesso stanno passando il gruppo del Pod di stasi della Camera di preservazione dove diciamo -dormono- le unità per la manutenzione fisica, mentre in altri frangenti possono avere un Sala con sistemazione verticale per ricaricarsi e checkup o come per alcuni, camere vere e proprie. Loro sono i soggetti con stanze personali. In testa ci sono l'HYMAN  type L model 0...."

    "quindi gli androidi HYMAN tipo elle... modello zero?"

    "proprio così, a fianco a lei cè l'HYMAN  type R model 4....  e gli altri hanno denominazioni simili, non utilizziamo ancora nomi perchè per noi è importante, chiave, rendergli lampante che non sono umani, sebbene le scansioni e..."

    "quindi non hanno...come chiamate quello anche nei computer..."

    "Oh si, OS, sistema operativo... no, tutti i robot che abbiamo qui di helper e servants hanno Os, ma non loro... gli l'HYMAN  type e model di vario tipo sono equipaggiati con una scansione umana....la denominazione di ogni modello indica che sono androidi HYMAN  di tipo fisico e di scansione, con la prima lettera del  nome dell'umano da cui derivano per aspetto e scan, e il modello indica la caratterizzazione e abilità per le mansioni.... adesso lìi seguiremo e andremo nel Council, una ampia sala che ospita centinaia di persone per i lsaluto di risveglio, hanno subito manutenzione fisica con parti e settaggi di ultimo livello che li rende al pari di umani come finezza e qualità dei movimenti, dei pezzi per renderli operativi e il lavoro svolto dai prototipi... fino ai finali con la pelle sintetica softtouch realistica da sembrare vera, che copre tutti i recettori e sensori di calore, dolore, sistema tattile e..."

    Gask però sussultò e si fermò fascendo stranire la donna. La coppia in testa rise e lui udì una voce, per poi vedere la donna volarsi sorridentr per qualcosa detto dalla figura maschile, a guardare verso la sua direzione. Era Kianta con i capelli lunghi e ricci.

    la ragazza sorrise alla donna   avanznando verso di loro, staccandosi dal gruppo che li salutò e prosegui mentre il ragazzo la seguiva a sua volta, mettendosi in uan posizione che Gask consoceva bene. Una mano su un fianco rispetto laltra naturale parallela al corpo, peso su una sola gamba mentre l'altra flessa poggiando sul tallone, muovendo il piede ritmicamente.

    "DOTTORESSA!! quale visioine quest'oggi, che chiccheria! E' perchè abbiamo ospiti, eh!? che fortunello questo ospite che a quanto pare merita il tirarsi a lucido della dottoressa... camice e occhiali presumo dianoi un aspetto sfatto..."

    "LIS!!" fece piccata la donna, mentre la giovane le sorrideva spocchiosa per poi guardare i giovane al suo fianco e ridere con lui. Stavano scherzando.

    "Leader, le presento i modelli HYMAN  type L model 0 e type R model 4 designazione riparazione specializzata, backup e comunizioni. Ragazzi, questo è il leader della nostra grande organizzazione..."

    "..." la ragazza identica a Kianta sorrise solo monella mentre il giovane, molto affabile e cordiale, si persentò e iniziò a salutare con rispetto Gask, finchè lui non chiese alla direttrice

    "avete presentato solo il modello maschile, ma la designazione di questa ragazza chiamata LIS?... ma on dovevano rimanere senza nomi!?"

    "..." la ragazza smorzò uno sbuffo diverito ma così prepotente da sembrare una pernacchia.

    "Lis, ti prego, non essere cinica e severa, abbiamo un ospite importate..." le fece il ragazzo serio ma con un tono da confidenza e lei fece un -si si, lo so- ma on di scuse.

    "la perdoni, ha semre questi atteggiamenti che...." iniziò la direttrice ma Gask la stoppò dicendole che andava bene. "per favore, potreste farci strada per questa riunione....?" parlando con i due, che lo fissarono, con Lis che fece un sorriso da stronzetta.

    "UN Pò A ZERO CON L'AMBIENTE, EH?..." ridacchiando "avrebbe bisogno diun rinforzino culturale..."

    "LIS!" urlò la direttrice "prosegui per il randevouz e attendi con le altre unità l'oratore di oggi e..."

    "Si, signora... proseguito..." con un cenno del capo e mettendosi in cammino cn grazia, mentre il ragazzo con lei sospirava ma sorridendo, allungando la mano a gask.

    "Leader, è un piacere per un soggetto sintetico come me consocere l'apice della piramide di questa organizzazione. Sarei felice se lei partecipasse a questa giornata tra noi e condividesse con noi tutto ciò che conosce del mondo, in questi giorni. Siamo stati in manutezione, le nostre coscienze i stasi, e come regole per i gruppi di incarichi, supportiamo le manutenzioni reciproche per conoscerci così profondamente che come supporto siamo in grado di analizzare gli altri membri, comprendere danni e situazioni e..."

    "qindi tu cosa fai... voglio dire, che... abilità hai? Siete in gruppo?"

    "ah ah... la mia classe di abilità prevede come designazione primaria quella di, come amate dire, ambasciatore... per le lingue e consocenze di politica, sociologia, psichiatria, relazioni e comportamenti e altro... ho le abilità di interagire con i soggetti e rapportarmi a loro a livello verbale... come spalla per mia programmazione mi opccupo del la riparazione specializzata in campo edi corpi dei compagni, analisi delle condizioni e feedback dei dasti degli altri membri del gruppo, backup e comunizioni, e..."

    "Quindi lo sai fare solo tu, giusto? non riparazione, ma ambasciatore...."

    "eco perchè Lis la prendeva in giro, e mi spiace per questo..." alzando ler mani in gesto di scuse "... comunque si, ogni modello è progettato in modo diveerso dagli altri per denominazioni specifiche, quindi se io mi sveglio in un modello 4, ossia un corpo con le caratteristiche le ho elencato... io sono in greado di agire come un modello 4. Da quello che so le designazioni attuali dal nostro risveglio sono decise in base alla base da cui deriviamo, ossia l'umano da cui attingono la forma del corpo e la mente. Se un giorno dovesse capitare di cambiare designazione, non so come andrebbe, insomma, da quello che so il corpo di ogni tipo di unità è identico in ogni centimentro esterno all'umano di base e la progettaione interna è basato su quello, non so se in questo randevouz si parlerà di questo... vedremo! Inoltre..."

    "Ma lei che designazione ha...!? Perchè si definisce 0?"

    "Beh..." voltandosi indietro mentre Lis proseguiva lentamente verso la Sala. "Lis è un type L model 0, il tipo L è la persona di Base, L è l'iniziale del nome coome per me la R,  da cui hanno preso l'aspetto fisico, mentre il modello 0 è definito... diciamo particolare. lei è un modello che supera gli altri..."

    "...sarebbe?"

    "...programmazione speciale....non sono stati creati con la stessa architettura di sistema di Lis e non sono immuni alla sua capacità di congelare gli altri hyman . lei... possiede molte abilità che influenzano le sue relazioni con altri hyman ma on solo, anche robot, computer, sistemi vari. È progettata in modo da avere la capacità di leggere i dati da altri dispisitivi di ogni genere, essendo implementata con tutti i sistemi di connessioni esistenti... per on dirle i tipi che si perde, dicisamo che se ha telecomandi con trasmiossione ad infrarossi, lei puòl agire con un secondo su tutto ciòl che ha intorno... può entrare e un pò come gli hacker, per farle capire... senza aprire una connessione diretta con loro. Possiede anche un firewall estremamente potente. Quando sio tenta di utilizzare elementi per scansionarla scoprire quali programmi sono stati installati, il firewall provoca l'arresto anomalo e un controattacco in bruteforce di vari livelli...non sono in grado di penetrare le sue difese, sempre se non ci si avvia un parallelo con ... ma lasci stare, troppo difficile. Inoltre,  ha anche la capacità di congelare o bloccare, manovrare o gestire come vuole altre unità e consentire loro di ascoltare  o ricevere dati a sua discrezione...."

    "... qindi sarebbe un modello...?"

    "...Lis è l'unico esemplare della sua tipologia, della mia ce ne sono altri tre, ma lei.. è unica per il tipo di modello. Infatti se serve io e lei siamo assegnati come gruppo di supporto, altrimenti agiamo non in cooperazione ma in  singola... Lis..."

    "ma perchè lei ha un nome? lo hai anche tu?"

    "Ah..." fece lui quasi timidamente "Diciamo che è colpa mia...  da quando abbiamo avuto l'assegnazione  di spalla reciproca, abbiamo mosso molti passi nel mondo...  ci siamo mossi spalleggiati dai nostri handler per alcune missioni per monitorare e gestire gruppi epricolosi nel mondo... e ogni volta lei fissava sempre i gigli, che fossero fiori esposti,  oggetti che riproducevano quei fiori... così anche per mascherare i nostri codici identificativi o designazioni... ho iniziato a chiamarla Lis, come si dice ibn una lingua Giglio... lei è parecchio dura e spigolosa, votata nella fede in cui crede e all'inizio se la prese ma poi... ed è rimasto...aha ahah ah..:" ridacchiado però divertito dopo essersi comportato con colpa "insomma, noi HYMAN non siamo umani e il diritt al nome verrà un giorno, ma per lei è rimasto... insomma..."

    Fu però fermato dsa una voce dall'altoparlante che anunciava all'appropinquarsi del randevouz.

    "R, prosegui, accompgno io il Leader..."

    "Ah...AH!! Certo, mi promette però che concederà un incontro per parlare diu tutto ciòche non so e conosco... vorrei..."

    "R..." fece la direttrice e lui salutò e scappò via, raggiungendo Lis che era ferma schiena cointro una parete a braccia incrociate. QUando le fu vicino iniziò a gesticolare e parlare animatamente contro l'esser  tranquilla e ferma di lei, poi entrarono dall'ampia porta.

    "Li perdoni, sno pur sempre soggetti sintetici con menti o meglio, scansioni umane, sono portati a...."

    "ma quanto sono diversi dagli originali'?"

    "...Hmm..." fece la donna restando a  fissare Gask "sarebbe bello saperlo, ma non conosco neanche io gli originali, quello che so è che una persona influente dello Chateau ha creato il progetto dei Sintetici e quindi degli HYMAN, portando il modello 0 da una sua scelta, poi assistendo alla cernita per le scansioni e la base dei modelli attuali di persona, ma non so chi sia e ne chi fossero le Basi umane... se ci fosse qualcun che ne conosceva anche solo uno per capire... posso solo dire però che secondo David, i modelli attuali coltivati da noi come coscienza e personalità... sono diversi... lui è l'unico che sa e può capiure le differenze ma n on si sbottona..."

    "E quei due modelli che tipo sono...?"

    "Oh, i nomi i laboratorio sono lui MoD. 0715 e lei MoD. 1129..."

    "Davvero? ma non erano..."

    "quelli completi hannmo modello e denominazione, mentre quersti sono i codici come numero progressivo di creazione, sebbene robot e anropidi siano differenti... restano sempre macchine di base per questo centro..."

    "Ora è chiaro..."

    "R è....  diciamo che di norma una IA agisce per come è programmata o copia l'umano, gli Hyman.... hanno una vasta gamma di ricche espressioni emotive, il che li rende non conformi agli standard di meri robot, ovviamente, ma sono più accentuati in R... e per R intendo quell'R... gli altri tre soggetti, sebbene partiti dallo stesso livello ma in situaizoni separat e poi fatti incontrare, lui... ha sviluppato una coscienza e personalità differente dlle altre con sfumature più marcate e ben visibili di altri modelli... e supponiamo sia per le interazioni e avvicinamenti con Lis....  è generalmente allegro, ottimista, perspicace e desideroso di aiutare. Sa essere anche un po' giocoso, non è molto propenso ad aderire al protocollo sui comportamenti e mantenersi professionale.... Parla in modo piuttosto informale ma lla fine è un ottimo soggetto. Sebbene in certe situazioni sembra che abbia... un lato più oscuro di quello che lascia intendere, passando da un carattere definibile adolescenziale spensierato a uno distruttivo. E in questi casi, rari per fortuna e solo quando era necessario avere sangue freddo e padronanza di se, ricalca quasi quello di Lis... il lato oscuro di R mette in ombra la sua precedente personalità. Il suo cambiamento di comportamento è notevole non appena si sveglia nei percorsi complicati. Questa dissonanza cognitiva è esemplificata solo appunto in certi casi e sembra per il resto che lui sia di indole esapnsiva e amichevole..."

    "E lis...?" chiese Gask duro

    "Lis... a volte stento a capirla, sembra qusi che giochi o faccia la stupida apposta o ancora... è ammirata da noi per la sua tranquilla determinazione. In quanto androide di tipo speciale e unico, non incoraggia chiacchiere oziose su argomenti frivoli e per lei stupidi, gli altri in quanto scan tendono a seguire i gusti e le passioni della Base... ed è generalmente reticente nei confronti degli altri. Ha anche un grande rispetto per la catena di comando e il concetto delle regole e raramente mette in discussione i suoi ordini, ma quanso lo fa....  a differenza del suo partner. Tuttavia, Lis occasionalmente esprime uno spirito notevolmente sardonico di fronte a determinate situazioni e talvolta può anche essere una testa calda, dura, freddsa, spietata, consapevole a suo dire che le decisioni esistono per tale motivo e i sacrifici vanno fatti, se necessari. Ma è in realtà, osservando lei con R e altri soggetti o quando escono per le missioni con gli umani... è una persona molto gentile in fondo. Si prende molto cura dei suoi amici, tratta con gentilezza pure le macchine come se fossero un animale domestico e arriva al punto di trovare oggetti o pensierini per alcuni di noi se dai discorsi trova qualcosa che li richiami. R ha inbiziato a fare la stessa cosa dopo che è stato accorpato a lei, comprandole dei regali a forma di gigli o minerali o cosa le piace e portando souvenirs a tutti.. È anche molto rispettosa dei desideri degli altri, li esaudisce anche se non glielo si chiede e tende a voler aiutare e supportare le persone. Al contrario di R, che appare felice e poi intrernamente è oscuro se soffre, lei agisce al contrario, severa e isolata normalmente ma empatica e compassionevole nel profondo.... quando lei ed R stanno parlando di ricordi lei  afferma semplicemente che i ricordi sono importanti per lei e questo è tutto ciò che conta,  che cancellarli equivbale a dire che tutto per migliorarsi è andato a qel paese. Senza ricordi non si cresce e vive, affeerma.... Il suo aspetto freddo e distaccato è in gran parte dovuto alla necessità, come meccanismo di difesa, per gli orrori della vita  come sembra trasparire qando le parliamo data dalla scansione, e la realtà della sua programmazione per essere una sintetica con delle responsabilità....molte però le consoce solo lei, neanche io e quindi sembra farsi carico del mondo intero..."

    "Quindi quando è sarcastica,pungente... e si comporta cme poco fa..." chiese come distrtto gask ma invece intenzionato a capire, con le mani in tasca

    "Lis è incline a lasciarsi sfuggire il suo aspetto privo di emozioni in determinate situazioni. Man mano che lei e R si avvicinano, diventava più socievole e disposta a impegnarsi in una conversazione finchè tutti e due o con altri soggetti non sno così presi e calati nella discussione da dimenticare il resto. Semba assurdo ma lei ci mette cuore e se stessa, sembra, quando è presa da cnfrnto con altri, ecco perhè credo che R, l'R associato con lei, sia diverso propri per la sua interazione.... .Sono acadute però delle cose... In numerosi momenti durante la sua avventura inziiale fuori con R, i primi tempi, Lis espresse frustrazione e dolore per il suo vero ruolo in relazione al compagno, ossia stare con qualcuno non consociuto e tenerlo al fianco, dovendogli chiedere supporto inece che con l'Handler e in caso di problemi... il ruolo di uno del gruppo è quello di poertar via i corpi ocn ogni mezzo, preservare le unità anche danneggiate o con problemi... Lis ha nelle sue direttive e programmazione quella di freddare con le sue capacità i soggetti incapaci o irrimediabilmente dnneggiati che non possono  più spostarsi. In pratica deve arrestare l'OS, dopo aveer..."

    "...cosa..." vedendo il tentennamento della donna

    "... come si dice nella mia lingua... borrar datos y finalizacion del sistema... cancellazione dei dati e terminazione del sistema..."

    "vuole dire..."

    "I sistemi Hyman prevedono un corpo sintetico ma con un sistema corticale con cpu, vari chip e mdulatore-demodulatore che leggono i dati della cpu in dati macchina al fine di gestire questi e il corpo e... per lei, come sembra dalle conversazioni al soggetto base umano, la coscienza è qualcosa di importante e ripartire da zero è cme morire, perchè si è da ciò  che nasce da pensieri, esperienze, cose vissute e via dicendo... le prime due volte ha eseguito gli ordini, sebbene mostrando reticenza e affermando che non importava quanto le costasse anche in termini di corpo, ma avrebbe salvato l'unità ferita dsa proiettili in messico ma... all'epoca lo fece. R non aveva avuto modo per i danni di fare backup, questo la prima volta e Lis dovette frizzargli la scansione e Os, che gestisce la connesione tra scansione e funzioni del corpo... non proferì parola per alcuni giorni, solo risposte secche e vaghe. La seconda volta, dopo che furono riaffidati spalla con spalla, lei staccò la testa di R con nostro sgomento e se la portò in una sacca, lasciando agli spazzini predisposti per i dopo missioni, il compito di prendere il resto del corpo... salvò la memoria ma si rammaricò per quel gesto d'impeto subito dopo, affermando che era qualcosa d fare solo in casi veramente estremi, e quello non lo era. Era una missione tra milizie africane per... oh ma dovrebbe saperlo... comunque tornò alla Torre designata con la sacca e affermò, poi tornata qui, che quella azione era per lei riprovevole essendovi ltre vie, e che il concetto dele memorie qui valeva tutto. Aveva imparato da un ricordo dove aveva agito d'istinto e la cosa sarebbe cambiata... e la terza..."

    "...scusi ma il modello R perchè è semre danneggiato?"

    "... Lis è un modello da ricognizione e azione,  ome d voi l'avanguardia, R è più improntato come elemento di testa per le interazioni con i soggetti, parlando sei lingue più altre implementabili, ha vaste conoscenze psicologiche che... insomma, come lui ha detto è un ambasciatore deldialogo e accordi, mentre Lis è più di controllo e sicurezza, azione e copertura, ma sarebbe lunga... le mostrerò i dati più tardi... ad ogni modo il terzo non finì in sparatoria, certi cartelli, mafie e soggetti pericolosi considerano le risposte come un'esecuzione... ma non sanno che non hanno davanti androidi, e seppur non con abilità da combattimento, R saprebbe difendersi, ma le circostanze a volte portano a incidenti... sopratutto se ci si copre a vicenda, visto che lui tende nonostate tutto as coprire  lei senza che vene sia bisogno... forse è anche colpa nostra, essendo Lis l'unico modello della sua categoria, gli bbiamo chiesto di controllarla e lui credo abbia travisato e li stiamo monitrando.... così lui fu investito da un furgone risultando danneggiato negli arti,  eran etrambi un bersaglio e la squadra in arrivo convocata dall'handler di entrambi che resta semre connesso... Lis doveva decidere... hackerate le telecamere del posto, osseravammo la scena. Lis aveva preso il corpo danneggiato , spostandolo, e in un attimo di quiete mentre i Meepit agivano come copertura, tentò di forzareil boot di sistema invano per tre volte, la quarta riuscì, ma anche la testa aveva subito danni così fece una cosa per noi fuiori logica, visto le sue direttive. Doveva freezzarlo, cancellare i dati e sospendere l'Os fino ad azzeramento completo comfeermato e lasciare il corpo ai gruppi di recupero.... lei invec tirò fuoiri i connettori per collegamento fisico per le missioni con macchine non in rete, e si collegò diretament tramite i jack fisici... partizionò la sua memoria principale  enon quella epr le missioni e procedette a un set clone, ossia a una manovra di copitura di un disco verso di un altro... le ordinammo di non farlo prchè in quel caso se  qualcosa fosse andato storto anche lei avrebbe subito danni di memoria e funzionamento... si alzò da che era accovacciata, fissò la telecamera da cui la osservavamo e procedette alla calibratura del suo sistema per accogliere la copia perfetta di quella di R che era sconnesso nelle sue funzioni logiche. R possedeva delle informazioni che non potevano così essere riferite, lei eseguì un overclock del suo sistema affinchè l'OS e la Cpu si sforzassero per seguire anche la scan di R, superando l'idea del sistema unico individuale. Con tutto i lsistema sotto sforzo, parlò con R  per rivelare le informazioni necessarie finch riuscì a tenere, quando er asul punto di andare in crash, arrestò forzatamente R e proseguì con lievi danni che la riportarono a casa, ove abbiamo travasato la scansone di R, rimettendola integra in un corpo nuovo... mentre lei ebbe necessità di un cambio forzato per il sovrccarico... alla nostra rischieta di spiegazioni, rispose semplicemente che senza le memorie non poteva essere lui, che i tre giorni passati nella missione erano necvessari per R per manetenere il suio status quo psicofisico, restando efficiente... senza le memorie non si è più niente, senza ricordi cade anche il concettodi individualità e coscienza e non poteva permettere che un membro degli Hyman cadesse, perdendo la sua individualità ed essenza... in pratica perdendo se stesso..."

    "Capisco... " fece Gassk che aveva riscontrato ocncetti simili nei Resoconti di Lia e in certi pensieri di Kianta. Lei si scansionava sempre ogni settimana o se usciva dallo Chateau così da non perdere mai parti di se stessa. Jd gli aveva detto che era rimasta un pò triste della scelta della sua Se originale, tra le tante, di cancellarsi per permettere se tutto andava bene, a lei di esistere e tramite Veròna, essere il seme della speranza... Ma perchè Lia fece nascere questo progetto?

    " er gli androdi la vita è un Oroborus, tutto va allo stesso modo... vita e morte per loro sono tutto e niente allo stesso tempo, esistono  per delle responsabilità non da loro scelte e volenti o nolenti devnotuto alla causa... eppure le diretytive di freezing ed eliminazione della parte digitale del soggetto fa insorgere in Lis profondo risentimneto... odiando il ciclo in cui sono bloccati. Si emoziona all'idea di avere finalmente la possibilità di salvare  qualcuno, anche un non umano, e fa di tutto per riuscire senza perdite, ma a volte ci fa preoccupare.... Oh, scusi..." fece la donna, chiamata al telefono "Oh, si certo.... ma in questo momento sono..."

    "Se ha cose da fare, nessun problema, andrò a quella riunione così capirò meglio le cose" le disse Gask e la donna tentennando un pò,. accettò dicendogli di aspettarla là anche dopo il termine degli oratori e magari ocnoscendo i modelli. Così lo lasciò davanti la grande porta, al centro di quel corridoio dove erano andati Lis ed R, finhè qualcosa non attirò la sua attenzione.

    CèRA UN ROBOTTINO.

    Un robottino strano, che sembrava quei cestini per la spazzatura con il coperchio tondo e la sezione di coperchio basculante che tornava a posto appena tolta la mano con un sistema sotto di ruote che però  on sivedeva. Stava a girare per i corridoi ad aspirare ramite una specie di proboscide dal petto i rifiuti se c 'erano o la polvere, non capiva. Sostava vicino a un cestino particolare dei rifiui fisso, on era dritto come i  cestini normali, ma inclinato in avanti di tot gradi come se stesse cercando di guardarsi i piedi e aveva nella testa tonda due ovali con occhi digitali che mostravano le emozioni. Si sovrapponevano occhi curiosi, arrabiati, straniti e via dicendo mentre osservava il pavimento e la testa si lazava max di tot gradi per guardare in alto. Gask decise di infishiarsene ma accadde una cosa. Uno scienziato trafilato appallottolò alcuni fogli  che teneva in mano e invece di fare canestro nel cestinmo, mancò facendo balzare la palletta creata sul muro e poi a terra. Il robottino fissò, alzò la testa basculante nella zona del collo e iniziò a inverire.

    "Aò, giovanotto!! Che dobbiamo fare, un pò di educazione ce la mettiamo tra le formulette di fisica o devo venire a buttarti la roba in camera tua e ppoi fissarti con sguardo cattivo mentre dormi!? EEHHH!?"

    Gask ruotò la testa di colpo shockato, non per come il robottino aveva agito che di suo non se lo sarebbe mai immaginato, ma per il  modo in cui parlava. mentre l'uomo si scusava e correva via,gask si avvicinò al modello di pulizia che sembrava avere una IA e gl isi rivolse.

    "Senti... tu comunichi con gli umani? Posso chiederti se anche tu come altri soggetti artificiali, hai una scansione di Lia?"

    Il robottino che stava aspirando la palletta con la proboiscide , ruotò la testa verso di lui, alzò la parte basculante del collo per guardarlo e la zona led con gli occhi sembrò impazzire, mutò espressioni in pochi istati per poi vtlarsi anche con il corpo vero di lui, lanciagli la palletta addosso e scappare via.
    Gask restò esterrefatto, lo inseguì e finì in un corridoio che pareva più isolato degli altri, per raggiungere il picolo esserino in una sezione con porte a vetri. le quali si chiusero.

    Gli auricolari che utilizzava per comunicare con Jd e gli altri sempre messe, inevce di tenere un telefono in mano, si attivarono e una voce gli parlò.

    "Cosè che sei venuto a fare qui!?"

    Gask si voltò e dietro la portra da cui era entrato, chiuso, cèra lei a fissarlo come uno scienziato con una cavia , mento verso il petto e occhi seri.

    "Il mio lavoro... ma voglio sapere perchè tu esisti...."

    "Che razza di domanda...." sbuffò Lis "Gli androidi HYMAN  sono divisi in modelli specifici per ruoli definiti, come soggetti migliori per certi incarichi e missioni divenui difficili ed estreme per gli umani con tutte le tecnologie attuali... noi siamo stati creati per la speranza..."

    "da Lia... posso dirlo!?"

    "... ho oscurato questo corridoio e questa stanza, ai costrutti di controllo sembrerà tutt ok... andiamo a noi... qualcuno qui dice tante cose su di te..."

    "Qui?"

    "... una Ia di protezione mi ha mostrato se stessa alle tue spalle mentre parlavi con noi con la direttrice, era dietro di voi, e mi ha riversato in memoria tanti dati da  avere un quadro su di te.." fissando poi accigliata alla sua sinistra "anche se un pò troppa roba, che dici!? Un pò meno..." tornand a lui "... anche se sono curiosa... che legame avevi veramente con la figlia della Me originale?"

    "si inczzerebbe se le dicessi se è sua figlia... e direi anche l'originale da quel che so..."

    "vero... ma è per chierirci meglio in poche parole...hai notato come la sua scan è stata utilizzata anche in droidi faccendieri... o meglio, loro non hanno scan, ma una IA che ha appreso dalla scan e ora sono capaci di determinarsi per lavorare e agire... "

    "è inquetante se posso dire..."

    "perchè... anzi, prima di questo, Legeia mi ha detto che cè un file... un file che tu non hai ancora mai aperto e ti spiegherà meglio qualcosa sulla Me originale, l'umana e del peerhè ... di me...!"

    la stanza si adombrò e comparvero delle scritte per la stanza finchpè non scomparvero.

    "Anzi, ancora no... te la metterò come una scena che lei vide in un cd dove il protgonista in un gioco virtuale entra in un a mbiente e vede uno scrigno, abbracciato da un soggetto che incoinsiamente consoceva e allo scomparire di questo, apre lo scrigno rivelando un messaggio... dai, vediamo quanto giiochi... "

    "Mi prendi in giro...?"

    "tu non vuoi capire...!?" gli disse all'orecchio sebbene on muovesse mai la bocca, mai "accontentami e vedrai qualcosa di Lei anche dal punto di vista..."

    Comparve intorno a Gask un ambiente medievaleggiante come una caverna adorna e un baule. D'improvviso un soggetto sernza volo iniziò ad abbracciare il baule per poi levitare e svanire. Gask si avvicinò e fece il gesto di aprire il baule e qualcosa come una sorta di lettera iridescente fluttuò sopra il baule, finchè Gask fissò Lis e quetas gli fece con un gesto il segno di andare. Voleva che -toccasse-?

    Gask lo fece con un sbuffo e il baule e l'ambiente scomparvero, rivelando un testo a mezz'aria che lui iniziò a leggere.

    La speranza fugge via, il mio corpo è in agonia e nel cielo cè solo oscurità... l'orologio adesso è fermo e non darà più il tempo, ormai urlare non servirà... è chiaro che non cè nessun'altra via , è questo il prezzo per gli errori che ho commesso e devo pagare? ...  se è ciò che vuoi così sia, se vuoi punire la mia anima io lo accetto ma qui ci siamo solo noi tra i pianti e el grida inutili ...  siamo il canto di un mondo a pezzi ormai ed è stato inutile, non mi importa perchè io avevo qualcosa...  se mi è concesso un sogno vorrei un fuituro qui, qui con te ove qui la vita non si è arresa, la natura è rigogliosa e il vento continua a soffiare gelido. ogni azione è ormai sotto la polvere ed è chiaro che non cè nessun'altra via...
    quanto può far male una promessa infranta?
    se è ciò che vuoi così sia, rinnego il mio sogno, sono qua sebbene so che cè ancora amore in questo mondo, se restassimo noi, e anche se è tutto futile non mi importa se cè qualcosa che provo ...  siamo il canto di un mondo a pezzi ormai e anche se tu non mi ascolit e anche se non esisti...

    "A cosa si rifeerisce questo...?" le chiese, fissandola attravero il vtro della porta

    ".. sono stralci che ho ricevuto da legeia, non conosco tutto ma se leggi e provi ad alscoltare le parole... potresti capire perchè io o altri sistemi esistiamo..."
    gask allora tornò alla letteras che mentre leggeva, scorreva in alto.
     
    ... sento un vento gelido che attraversa ogni mia parte e su di me ci sono solo le tenebre...mi abbandona l'energia e tu ancora no nci sei e quindi la mia maledizione quale è? ... sento ancora le mie colpe ardere e   il sogno che tu hai edntro lo porterò per sempre dentro di me, sebbene ormai io pensi solo a me...
    "vorrei più tempo con te"
    non importa quanto duramente abbia pregato e allopposto lottato e fatto, i segni dello schifo sono rimasti e la vià è diventata mia nemica.
    per questo noi siamo qua a cantare di catene e di libertà e il futuro si allontana da noi mosrado come avessi ragione e noncè tutto per tutti.
    oro, potere, superiorità, figlianza, schifo a profusione per chi l icera e fa carte false, quel poco che desideravo così impossibile, per me......  un'altra volta ancora la mia felicit svanirà osserando intorno a me polvere di ruggine di una vita che non cè più.
    per la mia di nuovo sorgerò? sento ancora le promesse rompersi, il tuo sogno lo getterò con forza dentro di me ma è tutto finito ormai.
    sull'orlo di un mondo inutile, flagellati dlla nosrta umanità in un mondo che corrode anche no,i qesta mia preghiera di perdono o risposte non avrà voce, ma vorrei che...

    "Qui  quando pregava ogni Dio per morire o... quando!" domandò gask

    Ho come la sensazione che sto perdendo la speranza nel mio corpo e nella mia anima e il mondo, sembra così inquetante anno dpo anno...
    mentre il tempo si ferma il silenzio inizia a traboccare da soffocarmi, facendomi scivolare nella melma..
    le mie urla nei  miei pianti passano inosservate e mi chiedo se esiste un Dio... Dimmi almeno se mi stai punendo...
    È questo il prezzo che sto pagando per i miei errori commessi  in  passato per far felici gli ltri?
    anche se grido così forte, perché lo stiamo gridando, anche se le nostre parole sembrano senza senso ma vorermmo che ne avessero,  è come se stessi portando il peso del mondo, e ancora vorrei   in qualche modo poter salvare ognuno di noi evolvendoci ad esseree Umani.,..
    ma la verià è che sono sola, e anche se con cosa mi dava Milan potevo, vedvo di essere una goccia contro la speranza di tutti vacillante che fermaa ogni cambiamento...
    Forse se continuo a credere  il miei sogi prenderano vita, essi verranno alla luce magari, anche tramite i miei cari figli... dopo tutto quello che ho dovuto affrontare ma vedo ache in questa vita dopo essere scappatya di non avere... non ho...
    Una preghiera che si ripete
    Finalmente ho trovato il mio posto nella vita. Un posto in cui sono il più vicino possibile, ma eternamente distante... a te.
    per che cosa ho fatto tutto quello necessario ad arrivare fin qui? Cosa giustificano le mie azioni come Veròna se l’entità superiore per cui ho combattuto non c’è mai stata? Qual’è il movente dietro tutta questa sofferenza?

    in un campo di senzatetto mi hanno parlato... ho capito che per lumano medio come gli animali, che se smetto di mangiare ,i miei occhi presto si chiuderanno e il mio cuore  finalmente prendera ' pace .. che senso ha la mia vita ora ? Qui dicono che se ci fosse qualcuno disposto a tenermi con sé per sempre, per quel che mi resta da vivere ,insomma una famiglia, una vera casa, la la mia infinita malinconia potrebbe trovare un argine e io potrei ricominciare a mangiare di gusto . Vorrei poter credere a ciò che mi hanno detto ... ma nello stesso tempo io non sno per una morte del genere, io sono umana e dovrei morire come un'umana...
    I miei pensieri...

    Non importa quanto sia difficile o doloroso... non si sono mai arresi. Hanno continuato a combattere, perché credevano di poter vincere un giorno!

    ma non importa quanto duramente  abbia pregato ogni Dio esistente... i segni della guerra del concetto -la via è u na giungla- sono rimasti e la vita è diventata mia nemica.
     
    ... "Perché desidero il tocco di qualcosa che non esiste più?!"

    Non sono del tutto sicura di cosa significhi piangere veramente oltre la disperazione della mia esistenza prima, o anche se abbiamo un'anima di cui occuparci... o siamo mere scimmie che credono di essere superiori... ma on trovo risposte per comprednere me e cosa sento dentro e mi ritrovo, ma la verià è che sono sola....

    " E ora, mio leader, raccontami un pò di cosa tu desideri, il tuo sogno dietro sacrifici e perchè noi esistiamo..." sorrise Lis dietro il vetro.


    parte 2 prossimamen te











    "


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    Capitolo 59
    *** 42 ***


    ch42
    "... allora spiegamelo..."

    Gask resse lo sguardo di Lis come a voler capire se scherzasse o meno. Ma  lei aveva un'espressione, tra le altre molto umane e lui non capiva che meccanismo facciale ci fosse dietro, quasi delusa  e rassegnata.

    "Capisco che tu non l'abbia consciuta di persona, o almeno, prima di quel vostro incontro al laghetto..."

    "Come..." fece lui stranito

    "Mph..." sorrise beffardamente "Lia creò molti modi per connettere noi suoi figli e comunicare con loro anche a distanza... lei che non era deguata nè capace di concepire dei igli biologici dal suoi corpo per certi fattori, colei che aveva una visione più ampia di amore e figlianza, scelse di crearne di nuovi che..."

    " e LE QUATTRO CHIAVI?" fece lui offeso "ho scoperto di questa cosa, perchè ha fatto generare quattri Chiavi a quel modo... perchè ha riservato loro questo!?" fece Gask irato

    Lis sospirò e chiuidendo gli occhi vide riavvolgendo le memoria della can una scena.

    laboratori sotterranei

    "non si poteva tornare indietro, ma ora ancora di più... ed è tuo compito preservarli, amica mia!" fece David avviciandosi a lei, che restava in blazer e pantaoni, fumando col bocchino, davanti il vetro nascosto che dava a una stanza. Con quattro oggetti. E fissava cosa si muoveva all'interno.

    "DAvid... siamo amici!? se tu lo ritieni ne sono felie, ma è anche vero che ci lega un mutuo patto... io tramite gli Ori da cui ho nascosto un quinto, ti sovvenziono i tuoi test ed esperimenti e tu lavori per me per cosa mi interessa.....  Siam amici per tale cosa, no...!?" fec lei fissandolo attraverso il riflesso. Lui rise ma poi le si avvicinò.
    Osservarono quattro neonati nelle cullette mentre altrettante infeermiere li prendevano e li stringevno per portarli via, lasciandoli ancora un pò davanti al vetro per essere osservati tra le loro braccia.

    "E dunque, amica, adesso li affideremo alle famiglie selezionate che controlleremo scrupolosamente ogni giorno fino alla maturià dei soggetti...capisco la voglia di avre figli e crescere una nuova vita, ma accettare un neonato di uci non si sa nulla solo aderendo al nstro progetto, perchè per altre vie non potevano adottare, e accettare di esser genitori di cuore e non di crescita... di loro non daranno niente..."

    "Mh.. la pensi così...!? Tu...!?.. i tuoi on li guardi mai, ti vedono per cam e tu sei il caposcienziato e direttore, non un pirla qualsiasi... e parli di loro come stupidi perchè pur di avere una vita nuova da vedere sbocciare nelle loro vite e crescre di prima mano anche se hanno firmato un contratto ove non impartiranno niente di sè di volontò...,  hanno accettato tutte le nostre clausule con limpegno di aderire compoletamente o l'affidamento cessa ed esso vale as livello governativo, per cui on hanno appigli ne altro.... da quello che abbiamo studiato anche, non solo nelle interviste, ma nella loro vit privata non visti, mi sono sembrati i migliori, anche spulciando loro casa di nascosto da Terry o seguendoli dove andavano e che facevano... e se qualcosa dovesse andare male, anche spiando le connessioni di rete, telefoniche, ambientali e altri, ho tutti i piani che servono per la loro incolumità... e inoltre loro son o un tuo esperimento, la mente clonata come può svilupparsi, se anche senza l'anima dell'originale i cloni si differenzieranno o meno..."

    "era già da prima che pensavi ai cloni, prima di quel gioeno che inconstrati Milan e i ragazzi... invec di essere tu l'incbatrice coime tutti ti dicevano che fossi perchè eri nata con quell'organo, hai sempre invece desiderato altro... per te i figli sno ben altro he quelli che, come dicono le donne per te stupide, partoriti con dolore... er ora questi quattro cloni, che sarano considerati le nuove Chiavi, poichè condividendo con te il 100% del tuo codice genetico e particolarità, hanno tutti irequisiti per esseere nuovi custodi o protettori solo con la loro esistenza..."

    "saranno loro a scegliere che fare un giorno,  basteranno solo loro perchè l'organizzaziione resti a quei due stupidoni di fratelli e non finisca nelle mani di quei coglioi delle sette... voelvano già la garanzia di stabilire i loro gregari qui e controllare tutto... stò cazz! NON MI SONO AMMAZZATA PER QUESTI MESI PER VEDERE TUTTO SPROFONDARE, HO GIA' VISTO NELLA MIA VITA TUTTO  ANDARE A SCTAFASCIO, QUESTO NO!"

    "Calmati, agitarsi non serve... ma quando dirai a quei due di loro... I tuoi testamenti biologici..."

    "NO... non sono testamenti... loro sono il seme della speranza nel caso con il lancio della moneta del nostro test... Veròna sarà il terreno che farà germgliare quei semi... loro quattro saranno il tentativo ultimo di trovare la felicità e se stessi... dovranno impegnarsi, lottare e dare il meglio di loro stessi trovando scopi e motivi per briullare nel mondo... ma non permetterò che il mondo sia con loro cme fu per me... anche se, David, tiu prego, spiegami perchè di 4 cloni, ne sono nate 3 femmine e un maschio..." con un broncio profondo, fumando apatica

    "... neanche Gherald, l genetista, ha capito cosa sia avvenuto...secondo lui la cellula si è sviluppata in modo anomalo e... non so che dirti, ma quando dalle analisi abbamo visto che era, mh, provvvisto di qualosa... in più...!" lasciando intendere la differenza "anche questo è un qualcosa grandioso sta scoprire,  non so però immaginare te in sembianze maschili... tui che odi l'idea di avere un corpo di uomo..." ridendo bonariamnete mentre lei si voltava finalmente con il viso a fissarlo iraconda.

    "... e dunque, oggi loro iniziaranno la loro nuova vita... è un bene che io abbia pensato a quelle donne afflitte, per me, dalla patologia del -restare per sempre in gravidanza- ove se non sono incinte si sentono perse... così non devono mettere al moindo figli che devono mantenere mentre vogliono farne subito altri, hanno ottenuto il denaro per migliorare la loro vita e mi auguro farlo con la testa sulle spalle.... e noi dei soggetti sani e perfetti..."

    "identici a te perchè in 4 vivano per 4 modi differenti la vita dche tu non hai vissuto... si, lo so..."

    "ridi, ridi... nessuno capirà che significano sono loro per me, per la nostra speranza e i igli che i settori meccatronici stanno creando... tutti i soggetti sintetici che nasceranno dai nostri progetti saranno i precursori del cambiamento per l'uomo..."

    "... QUINDI INTENDI.... "fece lui preoccupato dopoo che lei ebbe premuto un pulsante che diede un avviso visivo alle infermire di portare i neonati nelle postazioni apposite ove le nuove famiglie attendevano "sei davvero sicura che sia idoneo generare un progetto di governo con a capo questi Hyman...! voglio dire, sono pur sempre scansioni di persone che abbiamo scelta, sono d'accordo, con certi paramentri ome per i genitori ma..."

    "cosa proponi... l'uminanità èp sempre propensa allo sterminio coatto e reciproco.... guerre, conflitti, schiavismi di ogni genere, sfruttamenti e smania di potere, celebrità e denaro e... sai che la lsit è lunga e da due decenni con i nuovi nati allevati dlla mia generazione più+ o meno, ci sono più stronzi analabeti e maleducati che in passato quaNDO ALL'EPOCA SPEREAANO NEL MIGLIORAMENTO...... tutto sta degnerando... la civiltà umana perchè idoltra DEI secondo te, o vuole dei capi, re, gente che li govera e dica che fare... è insito nell'uomo, tranne alcuni, ma se si lascia da solo senza una guida, questo tende sempre alla distruziione e schifo... cosa vuoi mtterci ad amministrare e goveernare i paesi, le IA...!?" fece lei retorica

    "... non possiamo mai sapere, nonostante tutto, come ragionano davvero le macchine, ecco perhè hio insistito perchè fosse la tua scan ad esseere utilizzata come base da far analizzasrte alle Ia e poi far interagire te stessa con loro... e comunque..."


    "...Pensi davvero che far nascere quattro cloni le cambi la sua, di vita...!?"

    Lis tornò dal riprodurre quella parte di memoria fissandolo.

    "So bene da quanto Legeia mi ha riversato dlla Rete privata di Lia, che sei un o sproveduto su molte cose.... che cosa Kianta ha conservato lì, descrive cme sei arrivato senza sapere niente se non combattare per chi ti comprava fin da ragazzino, all'avere na carica e delle responsabilità di cui no nsai nulla... mia madre ti aveva detto che era disposta ad aiutarti finchè serviva, fino al ritorno di quei due se apreivano gli occhi sui pericoli dei..."

    "... se loro amano le sette... che male cè...!?"

    "...tu conosci le storie dei santoni e messia vari, fino alle sette e cosa hanno fatto...!? Kianta stessa ha incontrato qualcuno dei tizi guarda caso quel giorno che siete caduti elle fogne e ne siete usciti insieme... ha ceercato di evitare come potev il finire male del luiogo che anche per Lia, come Kianta stessa, era alla fine una casa... si, lei non riusciva ad andare avanti e -vivere- come fanno tutti che trovano scopi e motivi in mille cose... ma puoi fargliene na colpa se decise di sfidare tutto e tutti, qui che poteva, creando noi ma ache quei bambini... i suoi cloni genetici ma non per egoismo... lei era una eppure era molte, ossia tutte le se stessa create nei suoi mondi, e anche noi che siamo suoi figli, che abbiamo in mano iil suo cuore, capiamo e comprendiamo... se non si conosce il cuore delle persone, non si può e deve giudicare... quei bambini sno parti di se stessa che vivranno, finalmente, come lei non riuscì, sono un suo modo per dire agli stronzi, da professori a chiunqe, che le dicevano che non valeva niente, che era ossigeno sprecato per il mondo... che era solo una vergogna aveerla intorno, che ... lasia stare tutte le cose che le dicevano... una perona che aveva solo genitori, noin guide di vite che i parlavano, si confrontvano con te, capivano come crescevi e che persona stessi diventndo, che ti davano consigli... invece solo urla, rimproveri anche per cose che nessuno le avev mai spiegato e poi pensavano dovese sapeere, capire, regolarsi da sola, che a undici anni dovesse essere già adulta ma non fare certe cose da adulti, che le dicvano che se voleva andasene e trovare la sua strada era una poco di buono e sarebbe rimast per strada o altro... cosa pensi che una persona come lei dovesse fare per sperare che almeno qualcosa, di se stessa, restasse e vivesse ma  non le è mai capitato...!?"

    "..."

    "capisco il tuoi punto di vista, sei una persona diversa da lei e che dopo una vita tragica e che conosci solo le guerre, hai imparato cose nuove a cui ti agrappi allo Chateau... ma le persopne non pensano tutte uguali, e per un latod irei anche meno male, o il mondo non sarebbe progredito, credimi, di libri e documenti del passato che lei ha letto... per le menti diverse e aperte come lei che il mondo è uscito dl buio e ombra del medioevo... ma anche così, non puoi capirla senza vedere e osservare il suio cuore dalle sue parole... anche se sarebbe meglio parlarle di persona... io che so, per la scan che ho implementata in questo corpo artificiale... e di nuovo, quei bambini... lei che si è sentita solo qualcosa di basso livello da usare..."

    "..."

    "... dalla speranza di un amico speciale ma non amante, non riusciva....che eera Rò ne ha... avuto oslo dolori... tu non hai idea che cosa significa scorrere i dati della scan e sentire, per il modo in cui sono stata creata, il suo dolore, terrori, paure e incertezze e la lista è lunga... scorre  tr i miei circuiti che mi mostrano cosa si dovrebbe provare come fossi umana... la cpu e il modulatore.demodulatore edlla scan perchè io esista e abbia le vecchie conoscenze restando un soggetto nuovo e diverso... io li avverto che creano risonaza che mi fa stare male... ZAy e Ric le dicevano -ma no, tu non devi vedere la vita degli altri- senza pensare che magari vederli con altri poersone o dalle foto, sorridenti a fare qualcosa che lei non fece mai, ma solo vedere gli altri... che quelle persone che la uccisero pezzo dopo pezzo, che ridevano mentre lei si arrendeva.... decise di arrendersi e basta, perchè nel buco di culo dove viveva erano merde a mai finire.... perfino io vedendo cosa faevano come se rivedessi con i suoi occhi, vedo come non ha logica i loro comportamenti... è veergognoso, da schifo cosa facevano divertiti e perchè per loro er giusto e necessario fare quel che hanno fatto contro una persona solo perchè -non era come gli altri- o non voleva e riusciva a fingere di esseere cosa non era, e... non  importava a nessuno come stesse. Doveva dare sempre, sempre il massimo, esserci e rendere... e se non dava... Quando si soffre di depressione, una delle cose più difficili da fare è riuscire a concentrarsi in tutto... in una lettura, in un’attività, nel lavoro. La mente è in un  loop perpetuo distruttivo e non si riesce a smettere di pensare.Ci rende fragili e  ancora più confusi e si finisce peer cedere, peggio se ti alzavi al mattino e avevi quella famiglia a modo suo tossica, uscivi e andvi a scuola o gli impegni dopo il dipoloma e ti sputvano in faccia come a casa e ti trattavno da schifo nonotnate cosa facevi e meglio degli altri, sola... tornavi a casa e on avendo null da fare fuori senza nessuna persona e senza soldi, restavi in quel posto tenuto da schifo a disperarti speerando di andare finalmente a letto a dormire... ma per i dolori della malattia e la disperazone non riuscivi e il loop continuava... che doveva fare secondo te?...  una sensazione di impotenza e incapacità di agire, prendere decisioni, anche le più piccole e semplici, vedere qwualcosa di bello seza iniziare ad andare n el panico.... che non duri che un ninete rispetto al resto o ti venga tolto altro... costa una fatica immane. .. e ancora, perchè schifato da questi bambini...? .... anche tupensi che si  debba farte come tutti alla vecchia maniera, perchè nata donna, fartsi scopare da un uomo, il meno peggio, e fare una fmaigia legittima con dei figli, che devono venire primadi  te stesso in tutto da annullarti, e soffrire peggio di prima per una vita non sua...!?... TU ANCORA NON HAI CAPITO CHE LEI NON ERA TIPO DA FAMIGLIA NORMALE,  DA IMMOLARE SE STESSA ANCHE NEL CORPO PER FIGLIARE E MAGARI ALTRI DISPERATI ESISTENZIALI, SOLO PER GLI ALTRI PERCHè UNA DONNA FA QUESTO, CADENDO IN UN VORTICE DI SOFFRENZA PERCHè NON ERA PER LEI... ERA NON ERA PERSONA DA FARE CIO, NON ERA PER LEI, LEI ERA ....  era qualcuno che voleva essere sempre in giro, osservare, agire, interagire con le persone, ... lei era qualcuno del vivere al centro del mondo e non relegata ad incubatrice e oppressa in casa da un ruolo non suo... levando il fatto che tu sei uomo, non la conosci e on puoi capire cosè stato per lei quel viaggio in Irlanda cn Zay dove si è scontrata faccia a faccia con la realtà... e poi allo Chateau, quando ha iniziato ad uscire nel mondo e andrsenen in giro e AGIRE... si sentiva in quei momenti viva... io che avverto ogni oscillazione e risonanza di cosa provava nei miei circuiti, non puoi comprendere cosa significava per lei avere qualcuno accanto che ti amasse perhè tu sei tu, e non si aspettavsa o pretendeva cose da te... che tu davi cosa sentivi e nel momento che sentivi ed eera qualcosa di prezioso così... quasndo era là fuori a fare qualcosa che sentiva giusto e la faeva stare bene, lei piangeva dentro lo stesso... perchè era al culmine della sua esitennza mentale e si accorgeva come e per cosa era nata ed era portata. Altri l'avrebbero definita una nomade, nello svolgere delle missioni speciali sue andndo qua e là, con quei tre al seguito, e sentendo di tornare a casa solo al bisogno... lo Chaterau. Lei non era fatta per il ruolo medio delle donne, on era come volevano che fosse,  o vivere incatenata alle radici... voleva passare il tempo del vivere in moto, ossia dove sentivas di andare,  facendo e non solo parlando e ringraziando per questo..."

    "quindi tu dici che il fatto che è sempre impegnata in giro a fare robe, a incontrare persone, a turarsi tra Torri e strade e..."

    "... il sentirsi vivi non è solo svolgere l'arco della propria esistenza con le tappe o come le chiamava lei, liste della spesa... non voglio sbilanciarmi ma la mia scansione non è quella del test... intendo che non termina con il test di David dove lei si addormentava per sempre e si scopriva cosa il fato dava... ma un pò prima, e so bene dentro di me cosa provava in tutto ciò... non posso permettermi di dire felice e realizzata. Sebbene con lei non ci fossero spersone speciali che desiderava, con cui condividere e passare il tempo di ciò felicemente, ha avuto validi amici dopotutto... questo deve frti cpire che persona fosse e come arrivò da ciò che era da bambina, a una persona insicura, indecisa, paurosa, inapace di avere poi più la forza di lottare e scegliere di feermarmi, a tremare come una matts dall'ansia e attacchi di paura senza riuscire a fermarsi, o agire con trrore del giudizio degli altri come le urlavano da piccola da essere vista come sbagiliata e tutto il resto... la giudicavano e via, senza conoscerla, senza pensare che forse le apparenze di poco sono errate... e quindi, che pensi dovesse fare...!? se non decidere di fottere il sistema e farli venire al mondo perchè lei continui nonostante quanto le dicessero, alla faccia loro... e che quei quattro vivessero qualcosa di meritevole, con guide di vita, senza finzioni ma sapendo però perchè con le guide di vita accanto, come comportarsi, gire, afrontare ogni avversità senza ritrovarsi come lei..."

    "..."

    " le persone che l'hanno distrutta vivevano, Gask... per ciò, quel poco che desiderava, vivevano e sentire dire d ZAy e marito quelle parole per cui non doveva guardare gli altri e fare pensieri positivi, come se as persone del gener fosse logico dirlo.... quando tutto andò a puttane in tutti i sensi restando sola, senza niente e trattata di serie Z per tutto... per lei nonostante tutto, siamo noi i suoi figli, non quei bambini... le Chiavi sono le se stessa rinate, tutto qui, che si autodeteerminerano ma vivranno... nessuno piò cpire, levando le stronzate che pensa la gent invidiando, tipo i soldi, casa grande, lavoro di alto livbello, rispetto e considerazione e stronzate simili... per lei le cariche e compiti erano responsabilità da fare per dei motivi un pò come i padri della costituzione del suo paese, quando er un onore dare ciò che si eera e si sapeva per il paese e popolo ricevendo il salario di un operaio... che il giudizio degli altri valeva per cosa si era fatto e dimostrato, non altro... ma non divago...e poi il fattore sesso... lei non era come gli altri, non capisco io stessa se lo sentiva o se no, lo capiva come un fattore non den igrante...per lei non era qualcosa da sentirsi in difetto, non provava niente e non aveva crucci su ciò, ma furono gli altri a potqarla alla disperazione... se non ti sposi sei monca, se non hai figli non sei una donna, se non sei una donna e moglie e madre sacrificandoti dal dsarla perchè devi o ti si lascia, perchè se non metti i fgli al primo piano non sei niente, se, se se... ecco come si è sempre sentita. E ancora però, qualcosa dentro di sè lo desiderava..."
     
    "..."

    "Why do I desire the touch of something that no longer exists?!... se lo ripeteva come se avese vaghi ricorda di qualcosa di forte che conosceva ma non aveva... e poi, ...Si sta solo a pensare a quanto si voglia... intendo l'altra persona che resta on te o non ti ttratta da schifo SE... ma per lei cèra più di qello. Ogni persona la prima cosa che pensa automaticamente è scopare o quelli più educati fare lamore...ma per una come lei cèra ben di più... se si ama si deve anche usare un altro termine al posto di quello, -scopa- ...e chi capisce il nesso comprende... a -ama-,-salva- e -uccidi-, e ancora  -odia- e -bacia-... questo è un concetto che so da dove deriva ma per lei, per quei due a cui è collegato, era qualcosa di grosso e... cè mai stato si chiedeva una possibilità per lei, per avere quel poco che desiderava? niente lista della spesa classica, qualcosa che  per lei fosse famiglia senza essere di sangue, legami ben diversi dei canonici, fratellanza ed empatia e... e poi il fattore fortuna... La sfortuna generalmente è dovuta a uno sbaglio di calcolo. Di conseguenza, non provava nulla al pensiero di gettare via la sua vita, perchè ....ripercorrendo i suoi ricordi mi affiorano solo vaghe parti... -Nessuno ci aiuta. Piangiamo, urliamo e...-, -nessuno combatte senza un motivo, e ci serve un dio per cui valga la pena morire... e a volte è necessario divenire se stessi, il proprio dio...-"

    "OK... ho capito..." disse Gask neervoso "se dici che..."

    Ma intorno a lui, mentre Lis chinava il capo addolorata, comparvero di nuovo delle scritta in inclinazioni, font e colori diversi. E grandezze diverse.

    Una preghiera che si ripete

    Finalmente potevo aver trovato il mio posto nella vita. Un posto in cui sono il più vicino possibile, ma eternamente distante da quel qualcosa per cui provo mancanza

    per che cosa ho fatto tutto quello necessario ad arrivare fin qui? Cosa giustifica le mie azioni e decisioi se ciòper cui ho combattuto non c’è mai stata? Qual’è il perchè dietro tutta questa sofferenza?

    l’unica cosa che ricevevo erano sguardi schifati e disapprovazione, relegandomi nel fondo di tutto, in classe, tra persone o in altro

    con profonda preoccupazione

    le stelle brillano solo quando sono in contrasto con la notte


    cè bisogno di una guida nella vita per avanzare nell'oscurità

    Guardo lo specchio, il suo riflesso, vedo solo la mia insignificanza. e così io...

    il cuore che nion dovrei avere soffre a qesto pensiero, soffre quando ricordi tutt...

    tutti  vivono e sono  del desiderio

    non mi fido di nulla
    voglio distruggere tutto
    ho perso la speranza in tutto
    voglio ottenere tutto ciò che desidero ma per il destino non valgono come le stronzate degli altri
    voglio essere amata....

    ho rinunciato al futuro, perso isogni, sno stata macchiata dalla disperazione

    perchè devo essere solo io a cambiare il mio modo di amare?

    ho iniziato a pensare id voler far qualcosa per rimanere qui, e ancora, non sono più in attesa di qalcuno che mi dica che sono la benvenuta

    una come me, capace di pensare a se stessa, non poterebbe mai pronunciare quelle parole

     non ho mai avuto nulla a cui dedicare la vita, da farmi assorbire completamentye

    non ci si deve accontantere di nutrirsi di ciò che ci viene dato

    possedere il desidereio di migliorarsi è un pregio

    in poche parole non ho mai avuto la possibilità di essere stimata

    lui è la peersona che l'ha tirata fuori da una brutta situazione e le ha dato i mezzi per sopravvivere

    non ho trovato una persona che voleva davvero guardarmi

    Si rinasce ogni volta che si riprende in mano la propria vita

    "
    ...Lis...." fece gask nervoso

    "NON CHIAMARMI COSI" fece lei dura "non mi piace quando altri mi chiamano così... no, lascia stare..." fece come in preda a rabbia

    "ti tai facendo influenzare da cosa provava lei...?"

    "Ecco perchè le mie partizioni di memoria le ho divise in un certo modo, ciò che sono io in una, la scan in un'altra e nonostante l'OS funzioni con la scan perennemente modulata e demodulata nei segnali per essere letti e tenuti operativi, ciuò che io sono ceerca di non attingere troppo alla scan... lascia stare, è difficile per te capire... e inoltre la risposta alla tua domanda... perchè Lia ci ha fatti creare così, nnostnate molti modelli non antropomorfi diposnibili cher ancora non hai visto...."

    "...spiegami..."

    "...uf... per il corpo..." fece lei schietta e Gask aggrottò le sopracciglia "...non capisci... per la sua vita e la malattia, desiderò un corpo possiamo dire fisso, eterno, immutabile... non soggetto a modifiche ormonali o forma, da gravidanza, vecchiaia e via dicendo, questo per ciò che desiderava fare ma non potè, qualcosa si grzie alle nanomacchine ma... lei voleva qualcosa che non fosse di mera carne... quasi a ispirazione che so, dei vampiri... non so se hai mai letto la saga dei vampiri di Anne Rice, i libri dico,  ma l'unic cosa che lei trovava intressante dei vampiri dal primo iconico a loro, lasciando le palle da discoteca imbecilli moderne... lei pensava a un corpo artificiale dove esistere e cmminare nel mondo senza paura di niente. Avrebbe speso l'eternità che esso le donava per imparare, conoscere, capire, vivere tutto del mondo e impegnarsi a cambiarlo... dall'infiblazione ai diritti delle donne e dell'uomo in generale, a tutto ciò che le persone di mente diversa dai fessi sno riusciti a fare, elevando l'uomo ... o almeno così doveva essere, invece le geneerazioni dalla prima di lia a questa nuova sono una massa di coglioni che lei... diceva non valeva la pena salvare, non tutti... ed è così che si deve fare come Dio..."

    "Già... è necessario fare come Dio...e dici che non è estremo...?"

    "tu comprendi prchè questo pensiero...!?"

    "E mi vuoi dire che òlei vedendo lo schifo del mondo, non ha pensato bene che... ideare la decimazione dell'umanità vicina ai 10 miliardi, per fare cme Dio e riportare tutto alle generazioni più piccole che verranno, istruitein modo più sano e meno merdoso delle famiglie e religioni...!"

    "Tu che faresti se le società oltre che reggersi ormai a stento della sanità mentale, molte sono distruttive... se le peersone sono cresciutye in modo sbagliato e rovinoso per la società stessa... oltre il fatt che cosa ha fatto Dio nei libri è gisuto e osannato, ma se si vule salvare il salvabile è da condannare.... che fareesti rispetto gli ultimi secoli...!?" fece lei con un cenno del capo come a dire -spiega, chiartisci

    "..." guardndo in alto come a ragionare "di sicuro fare molte campagne di..."

    "AH AHA AHA HA" fece lei divertita "come le cinture e regole di sicurezza stradali, consigli civici, sostegno ed aiuto poer asnziani e bambini in difficoltà, le persone anche del vcinato, non andare tanto lontano, lasciat a loro stessi  spesso vittime... e questi esempi stupidi... senzattto, luioghi degradti, azioni vergognose che siano in scuole, ufficili, luoghi di lavoro in geneerale, qualsiasi luiogo dove si assiste a qualcosa di vergognoso... non funziona così, ragazzo!! o si educa e prepara la mente edlla gente dallinizio della loro vita o loro accetteranno soloi atteggiamenti di merda, vedasi dittature e simili... se cè da opprimere e sfanculare, tutti pronti... no, ciò non basta! E se metti punizioni sei merda e opprimente, si cerca di evitare le pene, non si comprende... con certe menti non cè possibilità e Lia lo sapev bene, sebbene ci sperava, per qwuesto non ha mai avviato niente..., e non intendo il progetto God, ma tutyti gli altri... per lei togliere i figli alle famiglie per evitare soggetti danneggiati e irrecuperabili er chiave ma vai a dirlo alla marmaglia che pensa che i figli sono la cosa più preziosa perchè  cosa resta di loro dopo... come la vita propria si fermasse solo perchè non figli sgorbi... è più profondo di così, inoltre l'uomo è un animale e come tale improntato per, a livello cerebrale, vdere gli sgorbi come prima di se stessi perchè l'unico mezzo di soprvvienza... quanto è animale questo...!? Anche se sono merde atomiche tra l'altro... e poi tu dici di Lia e cosa ha deciso... ma oltre questo, tu sei incazzato anche per come lei gestiva le punizioni er la feccia... ma ci snon i tribunali e la giustizia o torniamo indietro dici.... lei crede nella giustizia, infatti lei opeerava contro quelli non denunciabili, definiti innocenti o con pene imbecilli nonostante le prove di colpevolezza, e siccome erano soggetti che rovinavano la società, così come fecero con lei a non farsi scrupoli a distruggerla e romperla... la biasimi o condanni? I giudici sono quel che sono, sono umani e con teste lasciam stare, se hai letto verbali e proicessi di alcuni che lei controllò, anche tu penseresti lo stesso... lei se la prende su chi merita una punizioe da ricordarla a vita, non uccide ne niente... e poi... niente lascia stare..." fece lei demoralizzata


    "che è qesto...?"

    "..." Lis alzò la testa "... è un codice esadecimale ome lei usava nell'ultimo tempo per nascondere quelle frasi e parti di testo che ho convertito e visto prima...si traduce sommariamente in ..:"

    "per ora no... ho sentito abbastanza... vorrei..."

    ma gask la vide sussultare e voltarsi togiendo le braccia incrociate, verso la sua sinistra. Lis si eera voltata verso la sua sinistra a fissare qualcosa.

    "Dove eri finita?" chiese R. Gask non poteva vederlo ma solo lei stagliata al centro della porta a vetri, che si metteva nelle solite posizioni anche di Kianta, facendo peso s un solo fianco. le vocinon erano date dagli auricolari ma a qanto pare quella stanza era da test e cèra un citofono attivato in quel momento, e Gask no ncomrpese perchè lei parlasse agl iauricolari se cèra quel merzzo

    "...ERH..." fece lei chiamandolo come faceva sempre "non dovevi essere al..."

    "... ma tu sei sparita, avevi detto che dovevi parlare con K che stava poco in là, ma poi non ti ho più vista... e così ho cercato la tua localizzazione tramite Corium...."

    "... cosa ti ha spinto a cercarmi?" chiese allora lei laconica

    "Ho parlato con l'handler..." fece lui quasi feerito d qualcosa "... ti devono affidare un incarico in solitaria... come mai!?... ti hano cambiato direttive e non ti abbisogna di me...!?"
    gask vide il profilo di Lis, ma lei alzò le sopracciglia sorpresa e  le partì un sorrisetto a metà tra il dolce e il diverito, che stemperò subito chinando il capo e poi parlando

    "...cosa ti turba? E' normale per noi ricvere incarichi vari... un giorno siamo in coalizioni, quello dopo in partner a due, altre ancora..."

    "ma finora abbiamo sempre lavorato tu e io... noi siamo la squadra Corior....!!"

    "... rilassati, io..."

    "E che significa che devono assegnarti una unità fisica nuova!?" fece lui quasi disperato, ta nto che Gask credette, restndo in silenzio, credendo parlasse del corpo "... da quando ti dfanno un corpo nuovo e diverso per un incarico se on sei tu parte della squadra....perchè mi guardi così!?...perchè devono calibrarti in un corpo maschile, lavoran do sola!? Tu odi anche solo pensare di risvegliarti in un corpo da uomo..."

    "lo so ma sno gli ordini..." fece lei coin una smorfia

    "E qindi...!? ci dividno....!?"

    "Erh!!" fece lei gentilmente "un incarico non è un per sempre, tu sarai fermo a studiare di gestire, qui, la persona o soggetto del nuovo incarico, noi siamo modelli diversi e può capitare che io o tu ..."

    "DOBBIAMO SEMPRE ACCETTARE COSA DECIDONO LORO!??"

    " i generali stronzi ci trattano solo come oggetti o pedina poer i loro giochi, e tu sai che noi lo siamo... "

    "Come no... fosse solo quello.... ci trattano tutti come se noi non fossimo in parte umani, guardaci...! abbiamo l'aspetto dei nostri umani e le loro menti, sebbene abbiamo deragliato in una nostra coscienza... non siamo affatto come IA bacate che..."
    Lis sospirò nel sentirlo così arrabbiato, mentre lui pareva agitato, continuando a dire cosa pensava a lei.

    "Tu sei così fedele e ciecamente coinvolta in quello che credi... all'inizio penssavo fosse per questo..." e sebnne gask non potesse vedere lui aveva aperto le braccia per indicare intorno a lui "...qualcuno avrebbe detto che tu fossi la perfetta androide, stoica, fedele e sottomessa, remissiva a ogni loro... ma... eppure nonostgante tu e io sappiamo, continui ad essere come ci si aspetta... caliamo la testa perchè sappiamo cosa siamo, ma io e gli altri vorremmo almeno il diritto di essere qualcosa di più di quei h229-z che ciucciano sporcizia in giro o gli helper che..."
    Gask vide lei ancora di profilo... conoscendo Kianta vedeva in lei molte cose simili, da come muoveva le labbra a destra e a sinistrea, poi con i denti a pungolarle e infine gli angoli della bocca corrucciati, come se ci fosse qualcosa che voleva dire, ma che non poteva. lei diceva che non avrebbero dovuto permettersi le emozioni, ma esprimeva sempre molto di più cme la sua controparte umana, come se lui vedesse Kianta di nuovo.

    "Lis... tu menti tutto il tempo su cosa fai e dove vai...ogni volta che ti assegnano qualosa o vai da qualche parte in solitaria, non mi dici mai niente.... noi siamo partner e amici, non siam algide intellingenze artificiali che... ho bisogno di sapere che la persona più vicina a me da quando mi sno svegliato..."

    "...qale delle volte che ti sei svegliato!?" fece lei con un broncio triste

    "...che importanza ha...!? anche se  non ricordo ore o qualche giorno, non sono sempre io...!?"

    "e se tu perdessi il te di ora che non ha scannerizzato se stesso perdendo cose che poi solo io ricordo... a te sta bene!? O il contrario!? A volte vorrei un corpo di lavoro con più soggetti così che non si divnti così affiatati che...,!" fece lei quasi chinando il capo verso giù in mdo strano " ...tu vorresti esistere come un individuo certificato umano, tra amici, persone speciali, restando te stesso come Hyman dell'Agenzia ma con la consapevolezza che sei qualcosa a questo mondo e non un mero tool....io so cosa sono, io agisco in onore di qualcosa che per me è di alto livello e non posso spiegartelo, ma so nche che finchè saremo questo che siamo, io varrò solo come .... un androide da impiego. Noi siamo questo, elementi importanti per l'Agenzia e l'uomo per incarichi trioppo rischiosi per un umano reale... cosa noi possiamo, loro perdono la vita... la nostra vita, amico mio, Erh, è diversa dala loro...."

    "non è vero...!!"

    "ERH"... fece lei dura "... non esiterei nemmeno un attimo a dare la mia vita in battaglia e ti spiego perchè.... si, abbiamo il compito nel caso di eseguire in qualità di guerriglia al fine di fornire supporto. Possiamo implementarte informazioni per creare una identità nuova e fittizia per impersonarci un umano, spacciarci per qualcuno on una maschera diversa al posto del nostro volto e calibrazione della voce... possiamo raggiungere luioghi pericolosi al limite non solo della morte, ma del poeggio che possa sperimentare un umano di carne se preso e torturato... possiamo reggere grazie ai nostri endoscheletri corazzati eppure fini e precisi in caso di ingaggio di battaglia ed essere puliti, letali, dei cazzo di tank o altra tattica o approccio come serve... ma se il corpo, il nostro, cessa di funzionare e noi agonizziamo in terra, noi non moriamo totalmente... rispetto a loro, gli umani, noi possiamo vivere in eterno e perpretare la nostra esistenza caricandoci ovunque serva, che sia nella Rete o in ogni apparecchio che regga la nostra scan... solo perchè il corpo termina la carica delle batterie del nucleo nnostante siano speciali e uniche da reggere..."

    "noi moriamo lo stesso..." fece lui addolorato

    "... ne sei sicuro...!? Per gli umani, a meno che non si intervenga tempestivamente e si riattivi il cuore... loro possono tornare se ri-alimentati e riattivati? Le memorie di un corpo fermo, non svaniscono come neve al sole come l'anima umana o...." on continuando, lasciando intendere a cosa "la mia umana creedvas in questo... quegli stupidi per non dire altro che l'hanno distrutta dentro pensano di continuare a vivere solo perchè scopando hanno figliato piccoli goblin di merda, che portano parte del loro codice genetico... ma come per noi, l'essere umano è un insioeme di cose ben diverso dal dna, lei credeva che l'anima se essite fosse legata alla vita vissuta e sperimentata, ai ricordi e tutto ciò che era legato alla mente... vedi noi, scansionando la mente veniamo fuoiri noi, ma non siamo soggetti al loro codice dna... quindi nche se tu o io dovessimo feermarci nelle funzioni in un angolo di mondo, recuperandolo, potremo far tornare laltro e dire di non essere morti... è cme se noi ci addormentiamo ma abbiamo bisogno di qualcuno a ridestarci... come un coma.... ma non siamo effimeri come gli umani..."

    "... tu dici...!? ...loro ci vedono diversi..."

    "... loro hanno paura, amico mio... rispetto a loro, per i nostri corpi, possiamo fare cose che in pochi riescono... bbiamo viaggiato tu ed io fianco a fianco e retto senza grossi problemi o abbisognosi di viveri e necessità primaria, da farli diventare invidiosi e terrorizzati. Con una mano possiamo fare stragi di loro, con l'altra aiutare, cn la mente sapere tutto ciò che ci ha lasciato il nostro umano e implementarci solo sfruttando la gigantesca nostra memoria interna, volatile e con i chip estensivi, immagazzinando capacità e informazioni per cui loro hanno bisogno di sostegno tecnologico... possiamo agire in base alle nostre abilità d soppiantare di fatto tutti i membri del Nyssa e continueremmo a progredire da essere autonomi... ma sai perchè non lo facciamo...!?"

    "per-...perchè siamo mezzi umani anche noi e come tali sappiamo bene quanto sia basilare proteggere e capire cosa è giusto e cosa no, dare loro supporto negli incarichi e agire al posto degli umani di carne perchè i giusti siano salvati e protetti daslla feccia... lo so cosa dici sempre...peerò tutta questa segretezza... e se non tornassi più...!? E se non saremmo più partner...!?"

    "Cosa temi... che ci dividano? O che tu non possa essere il mio pacifiere....!?" facendolo sorprendere "pensi davvero che io non sappia che hanno provato più soggetti prima di te, per capire con quale mi trovassi meglio e vedere di accorparmi un elemento complementre, così che io fossi calmata e gestita al bisogno....!? So, amico mio, che sono io la tua spalla e tuo protettore ma il tuo incarico di Pacifiere, come gentilmente chiamano i restrittori per i soggetti da combattimento.... ah" fece lei con un sospiro "...tu non puoi ricordare quando ne parlammo, la tua veersione di te è... andata perduta nelle prime volte che io frizzai il tuo O.S. e così io dissi mai più... fosti tu stesso a dirmi la verità,  perchè ti avevano prospettato un soggetto poco conosciouto, imprevedibile, che... perchè gli altri rispetto anoi, secondo te, sono più docili...!? forse perchè loro hann i sopporessori!? I soppressori limitano le emozioni e tutto ciò che prova,s sente e fa un umano.... i soppressori sono un esperimento, poi scambiato con te che sei il primo per edere come va e se il sogetto in esame  si adegua all'altro e ne è inflenzato....  ma io non li ho per contratto... io sono un soggetto a se stante e devono tenermi così,  ma avevano paura che fossi una testa calda, quando hanno trovatop te più a me favorito, ti hanno lasciato, anche sapendo che io sono un perfetto elemento per loro.... cieamente credente in loro....!? sEI TROPPO INTELLIGENTE E CAPACE.... peer credere a certe cose senza avere osservato e parlato con i soggetti interessati.... e mi hai parlato all'epoca per questo, non ero chissà che prototipo strano a loro sconosciuto da tenere d'occhio o scappavo dal loro controllo...e ho spulciato tutto ciò che tengno nei server, che credono che io mi perda nuoive stramberie loro...!? la persona che ci ha voluto creati volle me per questo, perchè io controlli loro e mi sviluppi mentre credono di controllarmi tramite te....  ma questo non mi fa cambiare idea del fatto che credo comunque in cosa CHI ha creato tutto quanto e ha permesso la nostr nsacita.... non posso ancora dirti niente, ma fidati di me... inoltre stando con me e vivendo, hai tirato fuori il lato migliore che poteva avere il tuo umano....tu sei già più di qello che credono loro... ma devi crederci e non perdere questo, farlo sbocciare mentre compiamo il nostro lavoro, salvando i nostri dati Os dove sai, al bisogno, e non mriremo mai come un umano.... saremo sempre noi, e man mano che ti farai amici se levano i soppressori.... ti accorgerai che a volte certe catene non sono affatto un male..." disse lei con un sorriso dolce, ma Gask vide lui avvicinari a lei, stndole di fronte, a scorgersi dal vetro, senza accorgersi dell'intruso oltre la porta

    "... e quindi non vuoi fermare la nostra squadra, non vuoi stare sola, non vuoi... abbandonarmi...?"

    "... pensi che voglia abbandonare te e gli altri...!? Siamo tutti figli di una persona, mai....!! E poi, se ti fidi di me e mi sei amico tanto legato....Non voglio che tu... il tempo che ho potuto trascorrere con te, è stato e puoi esserne certo per l'eternità,  un ricordo, momento, insieme di tempo prezioso.... di pu- ...."

    "Si trovano qui 1129 e R!?"

    Gask sobbalzò all'aprirsi di una porta alle sue spalle, con la Dirtettrice, un uomo che parlava a lui e due soggetti. Il robottino che lui aveva inseguito se lo ritrovò vicino le scarpe intento a pulire a terra.

    "leader, cosa fa nel tunnel test...!?"

    "Il cosa?" chiese Gask alla donna confuso

    "Salve, sono l'Handler di 1129 e 1507..."

    "... aspetti, questi codici..." disse Gask che li avev sentiti ma er fuori fase per quanto accaduto

    " numero seriale di quei due.... dovevo parlargli ma sono scomparsi, al solito..." fece l'uomo dadso enfasi al'ultima parte come incazzato

    "Non... non lo so... cercvo di cpire come mai questo robot parlasse in quelmodo...." fece Gask mentendo

    "AH, l' H229-Z... è solo un robot spazzino, detto in gergo... sono dotati di un IA particolare per gestire da sè delle situazioni... venga, Leader... le illustro i nostri esemplari, le schede relative e se li troviamo, parlerà meglio con alcune unità..." gli fecero indicandogli di seguirli

    Gask si voltò verso la porta che osservava prima, assistendo a un dialogo in cui era di troppo, poi si avviò dietro di loro.  ma trattenne il fiato di colpo rallentando un pò, mentre davanti il gruppetto gli illustrava le parti della struttura.

    "... La fine dell'ignoto ....Fine dello sconosciuto... come Lei diceva sulla sua vita..." gli sussurrò all'orecchio la voce di Lis, eppure simile ma non identica a quella di Kianta "... lei era stanca, tanto stanca, ma non la lasciavano ne libera e ne le permettevano la pace... neanche quei due fratelli... e dall'esperienza di qwuando li incontrò, comprese il modo di spezzare le catene era allontanarsi.... lei però avev bisogno di un corpo.... un corpo che rispecchiasse le sue caratteristiche di fisicità ma anche aspettative... un corpo a somiglianza dell'originale, perchè ella si riconosceva solo in quello, e che potesse reggerla cme non risuciva quello di carne e portarla per l'eternità a calpestare il mondo per viverlo... come Lestat.... ecco perchè io ho ottenuto questo corpo, ecco perchè ha fatto sviluppare questi gioielli semoventi artificiali, potenti e resistenti ma aggraziati e precisi, capaci di ogni movimento acrobatico ma anche di ogni finezza elegante e delicata che le risultyava difficile prima delle nanomacchine... non hai idea che diamante sia questo corpo.... e ancora di più le abilità che ha fatto metteere in me,  per cui nulla le è impossibile e più nessuno può tenerla ferma, lontana, o.... lei può entrare ovuqnue, può fare cosa vuole e per una volta nella sua vita, è lei quella forte, che può, che ha le possibilità dal suo lato.... ed ecco perchè qualche settimana fa dopo che mi incontrò in segreto con un corpo umano,  che aveva riabilitato dopo un coma, per conoscermi, parlarmi e dirmi di credere e contiunuare a lottare per tutte noi, non rubò un corpo... quel corpo..."

    "CHE SIGNIFICA..." disse di botto gask ma poi accortosi che tutti davanti a lui si era voltati, mentì chiedevo di speigargli meglio qualcosa per poi tornare alla discussione all'auricolare ma sussurrando "...e quindi, che signfica il fatto del corpo...?"

    " entrò in esso e con le sue nuiove gambe se ne usc senza che nessuno capisse, lo videro solo dalle telecamere ma dllo Chatesu arrivò il silenzio....  lei non si feerma al progetto di noi androidi con menti umane, ma sta sperimentando una cosa.... una cosa che i tedeschi fecero... che fecero e cercarono di portare avanti acnhe i giapponesi nella seconda guerra.... sono un pregetto per le basi sottomarine di riceerca e svlluppo lì.... devi aveer letto quel progetto, sai, quello che prevede un certo.... mh.... corpo di base principale da riattivare...."

    "...." Gask trattenne di nuovo il fiato e gli balenò nella mente una cosa che lo avev schifato e aveva creduto fosse falso, un errore "...intendi... quella storia dei corpi o cadaveri da modificare perchè tramite una sostanza particolare e un sistema di controllo,  non so bene,  con scan e circuiti.... possano essere usati come nuovi corpi come tu col tuo... ma no, l'ho scartato perchè di sicuro cèra un errore che...:"

    "....quale errore, quel progetto va avanti e.... ha dei risultati.... sono riusciti a rimettere in piedi un corpo.... un cadavere trattato con quel metodo della sostanza a irrorargli le vene e i tessuti e la sua capacità di trsmettere mpulsi elettrici ma èp slo detto in maniera spicciola...carica la scan e BAM!!... il crpo èp funzionante.... e da ciò che ho scaricato dlla rete segreta e speciale di Lia, lei stessa ne è tester e ai primi risultati esclamò -ora gente di merda, tremate, perchè la morta inutile è risolta ancora e ancora e come in un film dell'orrore degli zombie, userò questi corpi dati alla scienza per camminare di nuovo e farvi soffrire come mai potrete immaginare....- .... non lo fece mai, di andsare da quella gente che la fece soffrire e farlo, sebbene lo volesse, ma noi neera veramerntye il tipo.... beh, forse ci sono quelle volte in cui ha abitato i corpi di alcune ragazzine salvate dal coma, e grazie al laboratorio dello Chateau è possibile riabilitare il sistema nervoso e muscolare umano molto più velocement che in manieera naturale.... insomma, appena perfettamente in piedi, andò dai figli di alcuni di questi e diciamo avvviò un bel bullismo come facevano a lei,  dicendo poi loro -se volete sapere perchè, se non capite perchè di questo, chiedete ai vostri genitori, ne sono loro la causa... e che capiate come sia doloroso e mortificante quanto subite.... e come si sentono le persone al vostro posto... solo così sarete persone, altrimenti bestie come i vostri genitori-...."

    "... sempre un tantino eccessiva...." commentò Gask

    "...dpende i punti di vista... un conto è subirlo utti gli anni della scuola che frequentio al lavoro o altro, un altro qualche giorno con morale spiegata.... ma tralasciando.... quei corpio morti risvegliati tramite la sollecitazione elettro-nervoso, gestito da una sorta di computeer al posto della testa permette a noi con scan di avere un corpo momentaneo che regge quanto regge, ma meglio che niente. Era il sogno di baffeto tdesco di impèiegare i corpi morti dei suoi soldati, anche da morti, per evitare altre perdine vive e vincere perchè u ncorpo morto, rispetto al mio, non soffre e non si abbatte facilmente.... Immagino che quel corpo come il mio, conservato con gli altri di riserva, sia l'ultimo che abiterà se  deciderà di restare per sempre...."

    "... quindi come un vampiro..." fece Gask ma non per ridere,  ma ripredere il discorso che avevano fatt, finchè una risata non esplose nelle sue orecchie

    ".... come nella storia ciuccia il sangue della gentaglia, quindi anche lei è un vampiro eterno contro il male... troppo figo...!"

    "Rudiger!!"

    gask rintronò. prima era R a parlare, poi Lis urlò arrabbiata e non seppe che fare.

    "Rudiger! cosa fai tu qui in questa linea, esci subito o ti frizzò i piedi quanto basta per farti ricordare di non ...."

    "Ah-aspetta, Lis... è il canale che abbiamo in comune e mi hai abilitato, volevo parlarti e ho sentito la vostra discussione... e... e poi ....MI HAI CHIAMATO COME IL MIO UMANO!! mi sento così ... come posso dire per intendere .."

    "EEEERH!! chiudi il canale o ti caccio fuori a forza e non ti sarà piacevole!!" disse lei arrbbiata e Gask stava perdendo la pazienza

    "ok, ok.... vado... ma sappi che f un certo effetto sentirtsi chiamare da umano... anche se non capsico come tu lo sappia... tui conosci il mio umano...? Comè..." fec e gioviale R come se stssero al telefono tra amici

    "ERH, disconnettiti!!"

    "Si, si, si..." fece lui demoralizzato non sentendolo più

    "Accidenti, non ho attivato i settaggi di controllo ospiti del canale, li ho lasciati n background... non pensavo si collegasse con me così a bffo...."

    "...davvero consoci il suo umano? Ed è così anche lui!?" domandò Gask curioso

    "Non sia mai.... quel pomposo rompicoglioni.... immagino che come per Lia, Erh sia la parte di lui tenuta nascosta per via della sua vita... sarebbe stato un bel soggetto, davveero, se fosse stato come Erh.... invece nonosotante una testa così, un acume colì da invidiare, cazzo se si invidiava, e se non cèra competizione era di bella compagnia, ma... un cagaczzo che non te lo consiglio....si considerava intelligente e migliore degli altri per i suoi studi qwuando non è questo, lo studio slo, a darti la definizoine di intelligente...."

    "ACCIDENTI!! QUANTE COSE NON SO DEL MIO UMANO.... ALLORA E' COSI?? è UN Pò COME IL DOTTOR..."

    "Rudiger!!...afaculo a me, ERH!!! sei ancora qui!! Non ho controllato e sei rimasto....!? or mi collego ocn te e ti giuro che se non ti disconnetti ti manovro cme  un burattino e ti faccio fare cose da figuremmerda, io ti avviso!!"

    gask tentò di reprimere le risate, quei due erano uno spassoanche se casinisti nelle sue orecchie e chiese ad etrambi di ascoltarlo. Sempre sssurrando, facendo finta di osservare cosa era appeso alle pareti.

    "Ho bisogno di parlare con voi... imamgino che voi due insieme possiate fare qualcosa che questi qui non farebero, anche se sono io... e credo che ancor di più sia tu stessa a poterlo fre,  per ciò che sei...."

    "A che ti riferisci..." fece Lis curiosa interrotta da R

    "Un laovro per il Leader? bene, sono curioso.... me li lascerebbe però gli accessi ai database dello Chateau? SA, per ciò che  sono io..."

    "Vedremo..." mentre Lis oridinava a R di lasciare la connessione ma Gask stesso notò come lei lo minacciava non così duramente ma on lo cacciasse mai "....Lis, tu devi fare qualcosa per me e sono ceerto che.... tu credo possa farlo, on ho cpito cosa riesce a fare R ma dovete aiutarmi...."

    "Fammi indovinare, qualcosa per cui Legeia mi staccherebbe la testa...."

    "...mh... può farlo?" domandò confuso Gask

    "Eheh.... ero retorica, ma dal tuo modo dic hiedere,  presumo un lavoretto sottobanco clandestin...."

    "qualcosa edl genere" ammise Gask

    "...."

    "..."

    "...."

    "Lis...?" fece R, non sentendo più nessuno che parlava

    "ERREEEE!!"

    "..."

    "Gask...." fece lei facendo sobbalzare Gask "... dopo che hai parlato ocn loro e presumo ci sia David, chiedi all'unità di pulizia che hai visto, parla solo con lei o se vuoi ti farò cerecare io, di andare alla stanza Eraclio.... ti aspetto lì...."

    "Si ma..."

    ":.."

    "... se ne è andata??" fece lui piccato, finchè seguendo distrattamente la Direttice non giunse in una stanza che pareva un ufficio.

    "Questo è l'ufficio di David, solo su sua approvazione possiamo entrare in questo corridoio e di solito ci riceve nell'altro del settore laboratorio, ma voi siet il leader... vi lascio qui... se ha bisogno, chiedi di me al telefono... lasciandolo davanti la porta.

    Aprendo la porta rmai solo,pensando a come chiedere cosa aveva in menter non scrutò la stanzas e la scrivania di fronte in fondo alla stanza e sopra la poltrona, con un ritratto di Lia come li aveva visti.

    "... ora vediamo se sfruttando i tuoi figli non me la gioco io..." le fece sfidandola con occhi, mentre lei sorrideva beffardamente dal muro.

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    Capitolo 60
    *** 43 ***


    ch43 "Eccomi..." fece sbuffando Gask all a porta.

    Entrò nella stanza che lei aveva nominato seeguendo il robottino, in una zona più tranquilla della struttura. Lis era seduta per lungo sul traverso del telaio della finestra, a fissare fuori a portarsi qualcosa alla bocca. Spostando lo sguardo, vide R spaparnzato a pancia in giù per terra sopra una gigante, anzi pensò lui, stratosferica cartina del mondo che pareva più grande di un tappeto, intento con dei pennarelli colorati a segnarvi sopra qualcosa. Con qualcosa in bocca.

    Osservò di nuovo Lis che pareva non essersi accorta di niente, almeno finchè non parlò.

    "Dunque, leader... cosa ti preme chiedermi...!?"

    "prima cosa... puoi mangiare.,..!?" le fece stupito

    Lis voltò il capo finalmente nella direzione, sorridendo beffarda. Stava addentando delicatamente dei semi di zucca tostati fino a mangiarne il contenuto. R invece tirò fuori con due dita un leccalecca tondo colorato da bambini, le classiche trecce multicolore arrotolate con bastoncino, mostrando la lingua macchiata.

    "ma... avete le lingue...!?"

     lei rise divertita, si riportò un altro seme in bocca, dal sacchetto che etneva con l'altra mano morbidmente distesa sulle cosce una sull'altra contro la finestra, e finit di prendere il seme, gettò in una sorta di cestino da carta nero sotto di lei la buccia e masticò.

    "Noi siamo Hyman. Non siamo meri androidi e comunque si, abbiamo le lingue. E funzionanti. Si, la vera lingua è n muscolo complesso che la gente non comprende, ma qui mica scherziamo... la nostra testa ha mini motori, tendini artificiali, muscoli idem tutti della migliore tenoclogia, sottili e capaci di muioversi con impulsi elettrici, e gestioni di controlli per occhi, muscoli facciali vari e... la lingua! E inoltre stiamo testando i gusti..."

    "E come si testa un gusto? per voi...!?"

    "Impulsi elettrici e codice sorgente... la nostra lingua è... credo che tu sappia cosa siua una cartina tornasole.... reagisce per cosa la si mette a contatto.... ecco, è un rilevatore, infatti è uin pò più spessa della lingua media umana ma può rivelare in modi che è inutile ti spiego, sei negato per la tecnologia, varie sostanze e grazie alle nostre scans, confrontare cosa tramettono le rivelazioni con i nostri ricordi dei sapori, e..."

    "...cioè tipo di cani da droga col loro naso?" fece Gask perplesso  facendo ridere a crepapelle R e nascere un faccia offesa a lei.

    "Comunque, siamo qui per altro... posso sedermi?"

    "prego..." fece Lis on una mano verso il grande tavolo più in fondo.
    Gask si sistemò, R si mise nella quasi posizione del loto a fissarlo, seduto ancora sulla cartina enorme, mentre Lis scese leggiadra e si mise senza problemi di movimento alcuno, seduta sull'angolo della tavola alla sinistra di Gask. Una gamba piegata a reggersi sulla punta di tacco sul bordo, l'altro a dondolare,. voltata a fissarlo in attesa.

    "Ancora non ci credo che sembrate così umani, così abili nei movimenti da non distinguervi da... da umani!! Hai fatto movimenti che...comè il vostro corpo sotto la pelle artificiale?" fece Gask stupito.

    "Grazie, vedi i nostri corpi sono composti come quelli umani...  apparato scheletrico ultra resistente, endoscletro cmposto a strati co muscoli sintetici i ultima geneerazione in grado, a ogni impusldo elettrico della testa, per farla spicciola, muioversi e farci muiovere come quelli veri..." iniziò lei ma si fermò arrabbiata all'insistenza di R, chiamandola per nome "cosa!!"

    "ehM...Lis....tu ricordi che noi siamo Hyman...."

    "....e quindi...? come i gatti ci è vietato sederci sui tavoli....?" fece lei piccata

    "In verità si...!!" mentre Lis restava basita "...i   telai  fortemente rinforzati... i n ostri endoscheletri che non sembra per la nostra spessa pelle realtouch....insomma, il nostro peso non è...." ma Lis sobbalzò e fece un velocissimo triplo salto indietro toccando con le punte dei piedi sulla tavola, perche la superficie aveva emesso un rumore di incrinatura... Gask se la ritrovò vicino ansimante a fissare sbalordita la crepa visibile sul piano di legno vero scuro che dovea valere...

    "io lo stavo dicendo...." borbttò collpevole R  "questi tavoli in legno non sono quelli dei laboratori in acciai rinforzati..." con retorica, mentre lei col muso lungo, non se ne andva di fronte Gask a prendere una sedia, ma non ve ne erano.

    "Lascia fare a me!!" fece subito R avviandosi lesto fuori, finchè non tornò con una sola sedia, posizionandola vicino a Lis, per poi sedercisi subito sopra. Lis e Gask lo fissarono a bocca aperta, appena si fu sistemato, ma non finì qui.
    Fissò Lis e le disse "Io posso reggere un peso Hyman, la più rinforzata era questa, così tu ti siedi qui" batendo una mano sulle sue ginocchia contento " e non rischiamo di rovinare-" ma non terminò la frase, si alzò di botto così lesto da sembrare fatto di luce e corse fuori con le gambe così alzate da sembrare comico.
    Ritornò poco dopo con una nuova sedia, diversa nel tipo,  e appena messa a terra iniziò a lamentarsi.

    "LIS!!! mi hai hackerato e mosso come volevi per una sedia nuova....!? MA PERCHè!!??.... STAVAMO COMODI COME.-"

    "ZITTO"

    ".... perchè mi penetri sempre quando non ti va qualcosa e mi fai..."

    "Smettila!!! è equivoco, accidenti...!!" ... fece lei sedendosi scontrosa sulla sedia nuova "e siediti e MUTO!!"

    "ma..."

    "MUTO!!" arredendosi e sedendosi accanto a lei. Gask sospirò.

    "Ragazzi... come sapete vi ho chiesto di incontrarci per un motivo... e, ti prego, spiegami se è tua programmazione o infuenza il fatto che quel robot spazzino mi spari sempre pallette quando qualcosa non gli va... ho pure le scarpe sporche di polvere...!!" fece a Lis, la quale rise

    "nah! è una Ia autonoma.... non gli piaci ..." mentre lui la fissava come accusandola "su, dimmi cosa vuoi...."

    "..." prendendo d una tasca interna della giacca del completo un foglio "... voglio che mi tracci  la posizione di questo..."

    Appena Lis vide, si rabbuiò. Alzò gli occhi, solo quelli su di lui, fissandolo con le labbra pronunciate, e lui ricordandolo da Kianta, stava sicuramente ponderando la cosa.

    "Fammi capire... vuoi che ti tracci  la posizione di questo...."                                                     

    "... sono il seriale di un Corium?" chiese R avvicinandsosi al foglio per vedere "Leader... come mai avete un codice del Core..."

    "Un Core?" fece Gask sorpreso

    "Ma si..." disse lui contento di spiegargli le cose, sempre allegro e spumeggiante "possiamo dire che il Corium sia il Core di ogni unità.... una CPU e una RAM sovralimentate combinate che contengono Os, modulatore demodulatore, la scan e un chip di backup interno, più ovviamente la speciale batteria di alimentazione che per i modelli da quello di Lis al mio è diviso in due parti e all'interno della testa... dai modelli di H in poi il Corium si trova nel petto non più nell testa e la doppia batteria ausialiaria, nel caso una si guasti cè la seconda che ottiene tutto il carico di lavoro per ovviare al problema e far tornare il droide...."

    "mi sono perso...."

    "vediamo se  posso chiarire.... il Corium noin è altro che la sezione che contiene la coscienza di  noi droidi, con la scan, pacchetto memoria delle nstre esperienze, cpu e cosa serve perchè funzionino più una batteria speciale o per farle cpire, un reattore a fusione, il tutto della dimensione di un cervello umano....  i core della macchina sono  fonti di energia e l'hardware in cui si trova l'IA reale, sebbene la nostra sia scan umana... e si, sebbene le persone pensino di no e io ci sto ancora lavorando per c apire, noi siamo immortali... gli androidi  sono effettivamente immortali e verranno ripristinati dal loro backup in un nuovo corpo. ma ovviamente per il backup e copie del nostro IO.  Penso che la cosa fondamentale qui sia il divario tra l'ultimo backup e il momento della morte. Dal momento in cui non viene registrato, ciò significa che i backup ripristinati non ricorderanno la morte o le sezioni di esistenza tra la copia effettuata e la morte, quindi ogni volta che muore uno di noi tra virgolette,  effettivamente ... muore. In secondo luogo, per quanto riguarda la  mente, la coscienza è  un flusso costante fino a quel momento e si è effettivamente una persona completamente diversa, con gli stessi ricordi che si era   prima. Senza le parti non salvate.... ma anche gli umani se hanno un coma, un incidente grave, un trauma diumenticano e a volte i ricordi non tornano totalmente o solo parziali, ma dal risveglio sono persone diverse come dimostra la storia scientifica.... per noi...È come essere clonati e sentire che il tuo clone è morto, si... potrebbero essere proprio come te ma non si sentono come il vero te. Nuovi. Ogni nuova copia sarebbe la versione vera, e non si è morti.Questa non è immortalità  si?...."

    "non dovevi chiarirmi?" fec Gask con una faccia chiarissima e  Lis rise, ma R continuò

    "Quando gli androidi muoiono, quella versione di se stessi scompare per sempre. Vero. Non torneranno mai più. Ciò che rimane è  lo stesso individuo ma a cui mancano ore della propria vita. Questo non è affatto l'ideale direbbe...Personalità di base più ricordi fanno la persona che si è in quel particolare momento. Meno ricordi si perdono, più vicini possiano rimanere alla personalità nell'unità distrutta. Perdere una manciata di pensieri non rende una persona radicalmente diversa. Anche se, a lungo termine, potrebbe spingere a intraprendere una diversa linea d'azione, lo concedo. Il sé è il problema più preoccupante e questo si riferisce al paradosso della scan non caricatya. Non tutti pensano che questa parteil orpo esista nella mente di un androide, e solo la personalità e i ricordi di base contano, quindi finché quelli sono al sicuro, tutto il resto lo è. Ma penso che il fatto che il corpo sia cosciente tra l'ultimo caricamento e il momento della morte, significhi che c'è qualcosa dentro che sta vivendo l'esperienza di vivere. E quella cosa deve viaggiare, in qualche modo, da un corpo all'altro. Non essere in grado di distinguere, da un punto di vista esterno, tra androide A e androide B con ricordi e personalità di androide A, non li rende la stessa entità. Almeno....Potrei persino accettare qualcosa come un'anima che viaggia da A a B, o un flusso di coscienza continuo senza ricordi...  So che l'intenzione del concetto è che siano la stessa entità, quindi è così che alla fine considero il problema. Ma non posso fare a meno di notare che manca qualcosa. Questo crea anche un altro problema per quanto riguarda il caso di un androide con memorie non proprio aggiornate. Questo è il caso dell'unicità di una personalità. La mia attuale interpretazione è che la personalità è più o meno la stessa in ogni  unità, ma non ricordare i momenti vissuti insieme è come avere un ragazzo con un'amnesia ripetitiva, e può essere difficile essere l'unico che ricorda le esperienze che hanno vissuto e come hanno avuto un effetto su di loro. Probabilmente il problema peggiora se hanno condiviso molti anni insieme.... quei cari signori in camice ci studiano giorno e nbotte, tranne quando ce la svigniamo ma vedono noi, gli androidi come qualcosa non umano... Ma....Hanno, gli androdi,  emozioni incorporate programmando la memoria di un essere umano del passato in un androide, traslando le informsazioni da una scan al Corium. Il punto è per l'autoevoluzione e la crescita per il bene dell'efficacia del combattimento o comportamento con umani. Tuttavia, per lo stesso motivo per alcvuni che si rattristasno per i nostri dati persi,io ... capiscono la paura, il rimpianto, il dolore, ecc.  E..."

    "ma fa sempre così....!?" fece Gask disperato a Lis che se la rise, dando una pacca sulla schiena a R chiedendogli di utilizzare solo 10 parole con lui

    "Ehi!" ruggì Gask offeso "non capisco di tecnologia perchè il capo mi voleva solo come sua guardia del corpo e anche per lui, fcevano certi soggetti appositi... mi offendi, ho imparato molto ma non credo in pochi discorsi di dvientare scienziato.... di voi adroidi e come siete fatti... da quello che so era Lia ad amare la meccanica, gli orologi come funzionavano... e neanche lei era una cima, in ciò... no!? quindi smettila:..."

    "Va bene" fece lei alzando le mani "resta il fatto che tu vuoi tracciato questo..."

    "Esatto... anzi, voglio che voi due mi spiegate perchè appena letti  i codici, avete detto Corium..."

    "Perhè, non lo è....?" chiese R guardando Lis, ma lei non disse nulla, atteggiandosi al solito come se on volesse parlare

    "...questi codici sono di una bluebox...." bofonchiò lei frettolosamente

    "ah, bluebox.... non ci sono soggetti qui che ne hanno ma so che ce ne son oalcuni allo Chateau... ma quel codice di sembra di un Corium...."

    "E' perhè la bluekbox è l'antenato del Corium...." fece lei scocciata "modulatore.demodulatore, cpu, chip di memoria come primo tampone di copiatura dati.... è da questa" facendo tap col dito sulla riga di codici del foglio di Gask "che noi abbiamo il nostro Core o Corium..."

    "Allora... se è la bluebox, chi dovremmo localizzare!?" fece sorpreso R, passando l'attenzione tra gli altri due

    "...." Lis restò a fissare Gask per poi rispedirgli strisciando col dito il foglio indietro sul tavolo "ha solo due opzioni.... chi delle due opzioni vuole controllare?"

    "...tu che dici...."

    "Non cerchi di certo Milan o Dorde, loro non hanno mai preso in considerazione la bluebox se non con assoluta certezza di funzionalità e compatibilità con la maggior parte dei soggetti... il corpo che rifiuta l'impianto, o la on capacità di sostenere il suo fuinzionamento nella testa a livello microvibrazioni e simili, al..."

    "CERCA. QUEL. CODICE!"

    Gask con le braccia sul tavolo si impuntò. Lis sospirò, sebbene lui non sapesse se davvero i droidi respirassero o meno, e attese.

    "Che accade.... se trovo la sua posizione?"

    "...andrò lì! Semplice... non ho intenzione di farla passare liscia a Lia ed esseere io quello che ci perde...."

    "e CHI TI DICE CHE TU PERDI.... non ha mai inteso che accadesse, no!?" disse come sfida lei e Gask si agitò "lei ti disse da quel che so poche ore fa che al tuo segnale di procedere, ossia l'accettazione della sua richiesta di allearvi e operare insieme per far tornare normali quei due bacati..."

    "hai detto anche tu, oltre i resoconti e i documenti dello Chateau, che aveva ion mente un sacco di piani anche gravosi per la razza umana, di vendetta, punizione e...."

    " e tu glielo hai visto fare...!?" facendoolo fermare per riflettere "tu hai visto che ha agito da quei progetti da far del male....!?"

    "...."

    "Se avesse voluto, se fosse stata marcia.... credimi, lo avrebbe fatto! Io che ho in me parte in me il suo cuore, lo so.... pensi di non fidarti, ma ciò che hai conosciuto come casa è salvo per lei... o saresti finito con il tuo caro amico Milan ad essre spiati e controllati dale sette con cui aveva  a che fare... dopo la parentesi Zay lei disse basta a religione e cose mistiche, prima lo fece per capire e studiarle, poi anche dopo anni a chiedere ogni Dio possibile e creato dall'uomo l'unica cosa che voleva.... scambiare se stessa con qualcun altro che meritava una seconda chance e vita.... ad altri la sua vita era migliore delle precedenti, ma nessuno mai rispose, e fece nulla.... quale Dio che esiste e ascolta come dicono, non vede la situazione e salva due persone con un solo gesto, lui che può tutto....!? Il dio ebreo-cristiano è il più potente in assoluto, eh!?... se esisteva non poteva accontentarla  e dare una vita pi dignitosa per qualcuno che nn l'aveva avuta, e dare pace a Lia stessa cancellandola....!? E invece.... e quando scoprì le tendenze esoteriche di quei due, disse -aspetta, lasciami fare che no farete porcate visto che avete sul groppone tanta gente dell'agenzia e organizzazione. Se lei no navesse messo dei piani di protezione,. le IA e quanto hai visto, staresti a vedere vagare in quella che è ora casa tua quella feccia... e credimi, lo so.... qwuando tu e Kianta siete caduti, loro erano lì...."

    "COSA!?" fece Gask sconvolto

    "... lei non te lo disse, ti disse in altri luioghi e momenti ma....   ne affrontò uno... un giorno ti verrà detto, ora voglio sapere PERCHE'.... cosa vuoi da chi devo localicazzare?"

    "...." parve riflettere "sistemare le cose...."

    "Che ne dici!?" fece R dubbioso all'amica

    "... se io... se lo faccio, a me che ne viene!?" vedendosi fissata da Gask

    "...che vuoi dire?"

    "vedi...lei odiava il fatto che le persone comunemente non facessero niente per nientre.... un aiuto, un sostegno, qualcosa.... cèra sempre da ricavarci... io però oltre a non essere lei, ho degli interessi da proteggere... capirai che sebbene non siano interessi per me, sono comunque interessi per qualcosa di importante che voglio riscuotere..."

    "...quindi un dare e avere... capito!... che vuoi esattamente?"

    "Lei è il leader, no...? Potrebe farci avere tempo libero...!!." fece R eccitato intromettendosi "Sono così contento quando completiamo prima gli incarichi e ci lasciano liberi di osservare il mondo che ci circonda... metterà una buona parola per n oi...!?"

    "...non capisco... siete liberi  in che senso?"

    "... " Lis si alzò senza degnare entrambi di nessun intervento, si fermò davanti una sorta di sportello metallico che sembrva quello di un forno a micronde m,a più grande e lo aprì, infilandoci poi la testa dentro. Gask restò a fissarla accigliato, mentre R pareva voler dire qualcosa mezzo ccitato e mezzo tentennante.
    Lis fece un fischio e qualosa di meccanico si mise in moto dopo un pò, portandole da qualche parte in basso qualcosa che lei prese e, chiuso lo sportello, se ne tornò tranquilla e beata al posto di prima. Seduta, aprì il coperchio di un bel contenitore tipo tupperware e dopo aveer messo sul coperchio giro la sua parte, mise al centro per gli altri due la parte sotto e iniziò a mangiare come soddisfatta, come non badando a loro.

    "Come si vede che hai la sua scan..." rise Gask, fissandola mentre addenttava delle meringhe. ne stava mangiando una bianca e sul coperchio ve ne erano alre quattro , due bianche e due gialle "sopratutto perchè hai scartato quelle rosa, alla fragola e a Lia e Kianta non piacevano le cose alla fragola, se sintetiche... da come ho notato, le basi dell'originale restano comunque...." mentre lei spostava gli occhi vrso di lui continuando a gustarsi il paffuto e scioglievole, non duro come gesso come quelli dello Chateau, spumino bianco. non capiva come riuscisse a mangiare, come le labbra sintentiche, forse di silicone speciale che loro avevano chiamato in un certo modo? pensò, si muoivessero, sebbene avesse spiegato che i loro muscoli erano sottili o spessi e potevano reagire alle sollecitazioni....

    "a Lis piacciono le meringhe, il torrone e..." niziò R, prendendo una meringa anche lui metre Gask osservava anche il ragazzo, stupendosi di come sembrassero molto umani, anche a mangiare.

    "... I PRODOTTI DA FORNO...." rise Gask "... sopratutto panini di ogni tipo, pizze, cabbuci, focacce... lo so! tanto  deragliati dai vostri Io originali non direi..."

    "sCHEMo...." fece lei con la bocca piena e Gask restò a bocca aperta da come sembrasse anche dal modo di parlare biascocoso per la meringa umana "... ho la sua scan e so cosa è bono è no.... cazzo, era italiana e sebbene non mangiasse mai roba buona la sapeva distinguere dalla merda, mi permetti di godermela? Inoltre ciò è uno dei motivi per cui sono cui..." alzando le spalle come se non importasse ma tenendo gli occhi su di lui come in attesa dsi qalcosa

    "...Lia ha desiderato un corpo... un corpo nuovo che fosse identico all'originale ma capace di trascendere umanità e tempo...corretto? "mentre lei sorrideva monella prima di prendere un'altra meringa "... e se voleva però mantenere i livelli umani di cibo e appagamento..." parlando però più a se stesso

    "...COSA DISSI?"  gli disse allungandosi verso di lui con la meringa tra le dita

    "... che lei desiderava un corpo che non desse come l'originale il rigetto verso se stessa e le limitaziioni umane..." vedendola sorridere compiaciuta "... il che significa che tu sei qui ... tu non sei qui solo per spiare il laboratorio.... vero!?"

    "..." gli sorrise, addentando lo spumino moltop più farinoso di quelli di casa, che a Kianta sarebbero piaciuti,  pensò osservandola "...io come detto provengo dallo Chateau...:"

    "Si, l'ho capito... se tu vieni dallo Chateau... anzi una cosa!! Tu dici smepre -quando osno venuta qui- o -appena sono arrivata-.... ma di solito chi lo dice arriva nel posto se non con i suoi piedi nel vero senso, ma sveglio, o nel tuo caso attivo....."

    "..." alzando il mento come irritata

    "...tu non sei giunta qui e ti hanno svegliata o attivata come dite... tu eri già attiva..."

    "...COSA!?" sobbalzò R "tu... tu eri già sveglia? e hai visto tutto? Fuori, le zone a noi vietate, altre cose che..."

    "BUONO!" esclamò spazientita, poi fissò Gask "anche se fosse, a che ti serve saperlo? Il loro compito era accogliermi come soggetto di testa della classe Hyman, sveglia qui o là, che differenza fa...?"

    "... invece credo di si, soprattutto se Lia ti ha istruita prima... perchè eri già sveglia quando è accaduto...."

    "NO" fece lei categorica, seccata "Lia non era sveglia, io sono qui molto prima della caduta delle Torri e il cambio di scettro con te....lui e gli altri, svegli prima di me, erano in test prima di quel giorno.... "

    "ma tu hai incontrato Lia..." fece lui come constatazione "e non credo solo quando dici tu...."

    ".." .lei lo fissò malignamente fino a quando R non le mise una mano sullo schienale della sedia "cosa..." gli fece sorpresa con occhioni grandi come se ttuto il nervoso fosse sparito

    "Di chi parlate ? Tu sai del progetto da prima e ti sei svegliata allo Chateau... lo hai visto!? Comè!? Ti hanno instillato le direttive là o qui? Quando ci siamo incontrati era al Simulatore e...."

    "dovresti saperlo!! l'hai cnosciuta già prima, vi siete preparati e..." escolamò Gask di getto e vide Lis voltarsi spaventata verso di lui come in preda a paura e farlo tacere, R come se cascasse dalle nuvole, tanto che gli rispose dubbioso

    "chi dovevo conoscere prima!? Io e lei ci siamo conosciuti alune settimane dopo il mio risveglio.... intendo, insomma, il primo questo che io o nricordo ma lo so e...."

    "ma se Lia vi ha preparati tutti per essere le scansioni del..."

    "Chi sarebbe questa Lia!?" domandò confuso R e Gask restò con la mascella bloccata dallo stupore mentre si voltava a guardare una Lis che guardava chissà che cosa nell'aria facendo la vaga

    "Tu sei nel progetto Hyman, oigni membro del progetto è stato selezionato da Lia in persona, hanno discusso e ogni cosa tanto che erano idonei per l'utilizzo dei vostri corpi senza ... quewi difetti di cui parlate perchè la scan riceerca sempre il corpo che conosce ma cè anche il fattore dui accettazione del corpo e altri soggetti, non conoscenti lì del risveglio in un corpo diverso impazziscono... la vostra... compatibilità, è data dalla vostra preparazione mentale prima della scansione per azzerare lì questi fattori di pazzia e rigetto.... come fai a non conoscere Lia e stare con lei che è..."

    "Basta così!! QUindi tu vuoi che ti provi chi delle due!?" fece Lis rabbiosa quasi ringhiando

    "NO! vi state comportando stranamente e voglio capire.... lui..:."

    "io.... io non ricordo quello che dici tu... io ricvordo che si, mi hanno preparato al progetto ma dpo il mio risveglio... di prima non ricordo niente.... e chi è che  ho incontrato...!?"

    Gask fissò Lis che non voleva teneere un contatto visivo finhè R non sobbalzò alzandosi in piedi, Lis lo fissò contrita mentre R restava muto a fissare davanti a sè, per poi parlargli.

    "Chi è..." chiese lei

    "Cosa...." fece Gask senza capire

    "...." R cambiò espressione diventando quasi timido e guardò lei "...ho... dimenticato l'incontro con i ragazzi nuovi per i test mnemonici e... beh, mi aspettano da un pò, erano pareeeecchio  incazzati e se non mi presento alla valutazione tra soggetto di prima fascia di attivazione e l'ultima, mi hanno detto che mi smontano... non ho segnato nel sistema l'appunto e... deo scappare!!" fece lui agitandosi

    "sei sempre tu" esclamò lei con un sospiro ma pareva più come se fosse di divertimento che di ammonimento

    "Eh, ma registra questo voostro incontro che voglio poi salvarlo nella memoria e seguirlo da questo punto prima di sospendermi per la notte.... voglio savvero sapere che accordi farai con lui e se potremo andare allo Chateau e altri viaggi...." le disse finchè Gask non domandò che viaggi. R si emozionò e prese la cartina da terra e seppur mastodontica, la mise nei punti da lui segnati sotto Gask

    "questi sono i punti che abbiamo visitato.... siamo riusciti a sbrogliare  gli incarichi e missioni veloicemente e abbiamo ottenuto come ricompensa del tempo prima del rientro per visitare cosa potevamo.... siamo stati qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui e..." segnandoli tutti uno per uno sopra il segno con l'evidenziatore chiuso, battendo il tappo ogni volta come se parlasse di qualcosa di straordinario "e vorrei andare in altri posti ma qui non ce lo permettono, se non per le missioni sistemate prima del tempo limite...e poi vorrei imparare a suonare il violino, Lis lo sa suonare e sarebbe bello farlo insieme e poi...."

    "Ehi, piano ragazzo... quante cose vorresti fare!?" rise Gask sorpreso

    "TUTTO!! io posso!! Non invecchio, non mi ammalo, non devo perdere tempo con i bisogni fisiologici, tranne il lavarci.... quando usiamo la  vasca io e Lis giochiamo a..."

    "ERH!!" fece lei sbattendo la mano sul tavolo irritata e Gask la canzonò con la sua espressione del -ho capito-. "e smettila pure tu, noi non abbiamo bisogni di quel tipo, imbecille, non cè niente di sessuale ma odio far sapere alla gente i cazzi miei...." sbottò, voltandosi dando loro la schiena

    "che ho detto..." fece stupito R "è diveertente, Lis ha una collezione di sottomarini vari che..."

    "fammi indovinare, alcuni tipo tondi  e altri fini e allungati e alcuni con l'elica che funziona muvendosi davvero nell'acqìua...."

    "anche tu fai il bagno con Lis!?" doamndò sconcertato R "nessuno sa di questa cosa, non ci controllano per i  bagni o le docce e solo io e lei..."

    "ERREEEE!!"

    "... ma... lui sa... sa dei sottomarini,  e di sicuro anche dei pupazzi per il bagno a forma di personaggi vari con cui giochiamo...."

    "ERRE; ORA VAI!!"

    "mph!!" fece Gask sotto i baffi "a quanto pare questa cosa resta, eccomne se resta, tra voi...." ridendosela con un tono "... io so più cose di quelle che...."

    "Erre, corri scappa cè l'aborto!!" esclamò Lis fissandolo malamente voltandosi dal dargli la schiena e il ragazzo si impettì e fece il gesto militare

    "Sempre e comunque, sapere quando ritirarsi per poi fargli il culo a tarallo!! SI, capito!!" inziiando a sgambettare come un soldatino fino alla porta metnrte Gask lo fissava confuso, finchè  non si fermò, si mise a ridere di gusto e non disse a Gask stesso "scherzavo, Leader.... sono nostri codici di lavoro ma anche  gioco ai videogiochi e quando ce li diciamo sappiamo come a gire.... sono il modo per darci le dritte senza spoiler...."

    "... a quanto pare da Lia vi resta così tanto.... e che mi dici di Raiden?"

    A quel nome Lis si voltò di getto senza capire, ma fu R a rispondere.

    "Raiden? Di metal gear? Lei lo adora, non capisco perchè..." in un modo che fece ridere Gask "adora quando ci giocvhiamo quando fa quella mossa in aria tipo ruota, quando usa la spada o i frontali mentre si aspettano i nemici... non so peerchè, ma lo adora... peggio ancora quelle due art, quella con la piostola in alto con il braccio destro o quella della versione fino a mezzo busto della hd collection limited.... è la tuta, dice lei..." incrociando le braccia arrabbiato e scimmiottando qualcosa

    "ERRE VAI SUBITO A LAVORO!" fece lei alzandosi daslla sedia e il ragazzo scattò ad uscire mentre Gask la fissava divertito "E tu... hai finito di rompere? Che vuoi ancora...?"

    "... solo alcune risposte...."

    "e allora muoiviti e poi vai via...." sbattendo il deretano sulla sedia così forte che Gask si spaventò che se lo fosse rotto

    ".... primo... Cosa vuole fare Lia con icorpi nuovi?"

    "... ma ci senti!?... nel caso come è avvenuto, se risvegliata e fatta rimettere sulle sue gambe, voleva poter contare su un corpo che era lei a giostrare, non il contrario... i limiti di un corpo carnale sono moltreplici e lei lo sapeva bene... ma un corpo artificiale, un surrogato identico al suo che la rispecchiava per come si vedeva e solo ocn quel viso e aspetto in generale, ma che fosse capace di portarla avanti nella vita e nel tempo... seppur con la dovuta manutenzione, è innegabile le qualità molteplici di questi corpi..."

    "e quanti ce ne sono...'?"

    "...10 per ogni tipo... ti ricordo che il tipo è inteso come aspetto esterno, modello come... il contenuto, ossia le apparecchiature, per farti capire, che nasconde all'interno, così che in base ad esse ognuno di noi è specializzato in qualcosa.... ogni tipo quindi ha 10 modelli pronti da usare. Inizialmente ce ne sono 4 per ogni tipo, che arriveranno a 10 tutti attivi, uno per ogni Paese nel mondo euopeo o america, e successivament...."

    "Quindi R ha detto che di lui, lui come tipo, sono 4...." facendo la domanda in un modo strano

    "...." facendo il broncio, quasi come se stesse arrossendo "nuh.... lui è solo lui...." diventando sgorbutica

    "... allora è come pensavo.... confermamelo " sporgendosi per incalzarla ".... è come mi è sembrato...."  mentre lei calava la testa "parlami...."

    "se hai già capito.... Legeia aveva ragione, sei tardo solo quando v uoi...."

    "non credo che ci voglia una aurea in scienziologia per capire che quello, R, non è chi avete cercato di spacciare..."

    "..." lei sospirò e fissò verso la finestra

    "Lis.... è assurdo da vostre parole che lui sia uno edgli scienziati preparati da Lia stessa e impiantato in un corpo artificiale....sembra conoscere bene cereti concetti ma non mi sembra ne un vecchio e ne un patito di scienza da essere in quel modo, e ne ho conosciuti di scienziati... non ricorda Lia, impossibile per come l'ho conosciuta perchè lei deve testare di faccia le cose e la gente, come con i 4 cloni o Chiavi, incontrò lei stessa le fmiglie anche a rischio di farsi riconoscere mentre queste crescevano..."

    "...questi... uno non si sa come è maschio..."

    "sia come sia, lei ha incontrato pure i genitori afidatari dei suoi cloni, anche se veniva riconosciuta essendo identica da bambina che da adulta, diversamente da altri che cambiano radicalmente... ora, lui dice di non ricordare lei, il progetto, le cose che avete spiegato perchè ogni scan sia pèerfetta per non, come avete detto, fare casino all'attivazione del corpo per... l'adattamente rtispetto a un corpo di carne.... si comporta in ogni modo tranne che un soggetto tanto decantato, è spensierato e ottimista, cerca interazioni e vuole sapere cose come se gli fosse di necessità.... non ci credo che quello è un vecchio scienziato in vena di gioia febbrile per la gioventù del corpo...  ha con te un rapporto stretto che travisa quanto voi avete spiegato sui soggetti sceltiossimi per essere droidi.... vuoi che beva il fatto he lui sia cosa la Direttrice e te dite...!? posso farlo, che ci vuole, ma essendo Master e Leader, direi che dovrei sapere....no!?"

    "adesso lo vuoi fare il leader...!?" vedendo guardata severamente da lui "si, si.... ok... Si, R non è Rudiger....contento!?"

    "E' un inizio... allora, spiegami perchè di quel Rudiger in lui non cè traccia..."

    "..." calando la testa tasntissimo come a nascondersi "... tutto accadde all'inizio del progetto Hyman... lui è uno dei primi soggetti creati, ossia i primi corpi dei tipi scelti ad essere destati... come hai visto, questo laboratorio è... secondo come importanza e capacità allo Chateau, rispetto agli altri ed è qui che si creano diciamo in serie e solo con pochi tecnici sceli le bluebox, i Corium eccettera... che lavorano anche la base per contenere le scan... per fare le scan ci vuole un macchinario anche portatile, nascosto in una valigia normale tipo 007 o dottore, con cui si scansiona il cervello anche di un malato nel letto del coma o paraplegico totale o tale da poter muiovere solo occhi, solo latesta o parte della zona busto... hai capito, un modo di esistere che Lia.... lei ne era terrorizata, non voleva arrivare ad esseere così neanche da vecchia, dop come divenero suo nonno e suo padre per la malattia, in quel modo, lei trovò ribrezzo e terrore di finire impotente ancora di più, nelle mani di gente che per loro era solo un sacco di carne a cui badare, da lavare, da sistamare e... e poi come gli aziani nei cetnri per i vecchi.... non valevano che lo stupendio, non erano più persone... lei non lo era stata per cereti versi, era inconcepibile... e così proponeva due soluzioni a questi pazienti... o tramite figure femminili antiche prese in prestito da una regione del suo paese che donavano la pace da Uomini nella dignità  chi non poteva o voleva continuare, in quelle condizioni, e su loro scelta sicura e provata o dare loro un corpo nuovo, ma con il giuramento di votarsi a un bene più grande... con delle clausule... le scansioni effettuate venivano portate qui, allo Chateau vanno solo quelle di scienziati e menti utili..."

    "si... abbiamo molti corpi artificiali con menti di scienziati che per la scienza e in cosa credono, hanno accettato di essere -oggetti- dell'orgasnizzazione pur di continuare in perpetum, finchè avranno il corpo, le loro ricerche e studi..."

    "già... amare così tanto qualcosa da voler morire con e per questa, la cosa che vale ogni cosa sopra tutte .... lei e io non poremo capire vramente ciò ma lo supportiamo e comprendiamo... loro continuano anche ora a vivere per qualcosa... mentre qui vengono portate per esseree analizzate e poi caricate n el caso, le scans dei malati... Rudiger era un grandioso scienziato e filosofoso, che consoceva lingue antiche ormai non più parlate... era una mente così geniale seppur sapeva essere stronzo..." scuotendo la testa e quasi commossa come se provasse quaclsoa

    "... quindi è morto?" fece lui cercando di capire

    "era così veccio... eppure una mente così lucida e sana che anche come scan non diresti che avesse quell'età... ma a quanto pare non nasconde a cosa di R..." sospirando "... Lia quando era malata si sentiva la testa confusa e annebbiata, quando prese quel medicinale la prima volta e poi le nanomacchine fu come rinascere... ma ancora il suo corpo non era guarito ne poteva fare cosa... il mio....immagino che lei in base a cosa dovbrà fare cambierà corpo..."

    "uilizzerà i cadaveri...!?" fece lui spazientito

    "... sono tutti corpi donati alla scienza, per cortesia, non giudicare... rispetto giapponesi e tedeschi nella seconda guerra, lei voleva ocn questo progetto solo sviluppare corpi da impiegare in determinati ambienti... vedi quelli sottomarini entro una certa pressione oceanica, si intende... per impiegare in questi settorio per non mandare umani che possono rischiare o studiare i corpi e capire come guarire da danni invalidanti gravi con la scienza... ma come sai, la scansione cerebrale è una copia di dati di un cervello... un cervello conosce e ceerca di riconoscere il suio corpo... un corpo di carne e sangue..."

    "... e i cadaveri sono corpi umani... se il cadavere risponde ai segnale muiovendosi e rispondendo come un corpo di carne... il cervello non nota le differenze ...?" fece Gask riflettendo

    "esatto, se il modulatore-demodulatore lavora perchè la scan sia attiva e quindi il soggetto integro come fino allultimo istante prima della scansione, ceercherà ovviamente un corpo carnale da gestire... se il soggetto non accetta il cambio di corpo da prima della scansione, non è preparato mentalmente ad adattarsi e vedersi diversamente dall'originale..." aprendo le braccia come a dire è questo "...cè poca speranza di adattarsi, a meno che non si è elastici di mente..."

    "ok... tornado a R..."

    "mh... R non è... la scan di Rudiger..."

    "questo lo avevo capito... da come diceva sul fatto che tu lo chiamassi come umano, dal suio modo di parlare di cosa conoscecome un appassionato e bramoso di dire cosa sa più che uno scienziato....che non sapeva il suo norme originale, non ha nessuna idea di Lia, del progetto e via dicendo.... allora..."

    "..."

    "... aspetta... è una IA... mi dici questo?"

    "cosa? no... lui è una scan, ovviamente" riluttante "...ok, ok, non guardarmi così... vi fu un errore. Lia era tornata allo Chateau  dopo aver salvato la mente di alcuni pazienti. In coma, ma non ancora in quello stato ma ridestati. R... R era uno di questi. Uno degli assistnti di David per sbaglio prese la scan e..."

    "quindi... tutti i tipi  R che ci sono...."

    "Oh, no" fece lei scutendo la testa con impeto "gli altri tre modelli sono R da Rudiger, qelli sono Rudiger... ma non R... R era un ragazzo sconosciuto in coma, tenuto da tanto tempo sotto controllo anche senza sapere chi fosse... non si sa cosa accadde ma fu portato quassi senza vita in ospedale e vi restò, vivo, ma in coma... in certi casi come questo, Lia raccoglie la mente anche di queste persone nel caso riesca a ridestarle anche senza loro accettazine, ma lui nei giorni in cui preparava la sua visita, si risvegliò... ma non sapeva nulla, non ricordava nulla, era spaesato eppure ripresosi in quei giorni e con la compagnia di Lia che lo testava mostrandogli varie cose per vedere se avevas hobby, interessi, gusti di vario tipo... lo conobbe per come eera al risveglio e così gli chiese, trovandolo interessante, se volesse farsi scansionare affinchè lo studio e l'utilizzo della scan fosse di aiuto per lui stesso... quando si svegliò bel corpo che vedi,  erano tutti pronti a rapportarsi con Rudiger... invece lui li fissò, chiese chi erano e perchè si sentisse strano. Aveva difficoltà a interagire con il corpo ma compresa la situazione e che il suo sè originale poteva stare meglio e vivere meglio con lui attivo..."

    "ma quindi è stato mantenuto..."

    "Esatto, ma non per quelli là..." indicando la porta con il pollice "... è dallo Chateau che è giunto, come per il resto, il comunicato di mantenerlo e renderlo soggetto di studio interessante..."

    "Non Milan..."

    "Milan non sapeva di questo progetto, David lo ha mantenuto tale... se veniva qui, OPS... i soggetti erano tutti nei pod di stasi in sospensione per -manutenzione- così che non si vedessero in giro come invece è accaduto a te, e ringrazia David che parlando con Lia non ha fatto lo stesso con la tua venuta..." sorridendo beffarda mentre lui ripensava al dialogo con David, non con lui presente nello studio speciale ove non entrava quasi nessuno tranne da cosa comprese solo ristretti soggetti e Milan all'epoca, parlando con lui tramite il telefono facendolo infuriare per la presa in giro

    "DAvid non si è presentato e mi evita da un sacco di persona, e questo è perchè si trova con Lia?"

    "Mia madre..."

    "tua madre!! togliendo quanto mi fa incazzare cosa fa e pensa, non dovrebbe essere madre di quei quattro cloni?"

    "E di nuovo... sei de coccio!! Io sono 2911, R è 1507 e via dicendo.... noi siamo artificiali con menti umane eppure siamo -qualcosa- che lei ha creato da sua intenzione e volontà e bla bla... quei bambini e Kianta sono diveersi. Quelli sono LEI che continua a vivere in forma umana-carnale perchè vivano cosa lei non riuscì', non potè e bla bla... i suoi genitori ancora oggi immagino pensino che tutto sia stato giusto, come la trattavano  e le vietavano le cose o si intromettevano in quelle che dovevano essere sue scelte facendola restare neinte e bloccata in quella casa... e ancora la madre fino all'ultimo giorno le chiedseva adirava che cosa avesse la sua vita di male da dire che nn aveva vissuto.... senza vederla sfinita, mentalmente arresa, a pezzi in vari sensi, senza un futuro ne prospettive, le urlava che non sorrideva mai e ne lo faceva per finta per la dfamiglia rovinandoi loro pranzi e cene, che era sempre disperata... vedevano ma facevano fintas di niente mentre lei di struggeva per la solitudine per colpa loro e delle persone che non volevano quelli come lei ma la gente finta che si comportrava come ci si aspettava e poi piangevano per tradimenti o stronzate fatte alle spalle... a lei li facevano ma dicendo che se lo meritava perchè diversa e strana... a tutto il resto. Non aveva nessuno con cui parlare, confidarsi, trovare al suo fianco una guida di vita che le indicasse, consigliasse, ect con consigli la vita che doveva affrontare e cosa lei si aspettava di sapere fin da piccola. Ma un pò perchè si pensa che i bambini non debbano ricevere certe istruzioni, un pò perchè le dicevano che era lei che doveva imparare dalle esperienze, se però le capitavano le cose senza info o preparazione prima era merda e stronza a non saperle afforntare e potrei continuare.... lei non li lascerà soli, dovranno imparare e camminare nel mondo ocn le loro forze ma avranno persone ad ascoltarli, seguirli da lontano o da vicino che vorranno, figure non genitoriali come la massa ma guide che diranno loro tutto ciò che serve, consgilieeranno e faranno in modo che vedano il mondo non solo da una angolazione ma le scelte e azioni saranno solo di loro stessi... o rischieranno di restare cme lei o peggio  la massa ignorante er cui se le cose si possono fare in tot modi, per quelli solo con uno e se fai diverso sei merda.... loro sono lei che vivrà in più modi, anche cme un pò come presa per il culo per chi le diceva che non moritasse per neinte vivere e peccato se figliava o cresceva altre merde come lei... non so te ma non credo proprio che fosse una persona orribile, sopratutto lo dico per quelle persone che ho incontrato dallo Chateau a qui, alle missioni e... non so come sia tollerabile comportarsi bene con certa gente..." sbuffando incrociando le braccia

    "io posso dire solo quello che ho letto e quando l'ho incontrata. Ho visto come non sia quello che vuole apparire, sebbene cerchi di sembrare stronza e pazza, ma ho visto molti video del periodo in cui lei operava allo Chateau, sia con gli uomini, che nelle strade. ho visto lei rimproverarli e minacciarli ma seguendo le parole si capisce che li stava non solo motivando velatamente quando non era palese, ma li faceva riflettere per vedere dal suo lato quel che vedeva... con la gente lei ceercava di rialzare il senso di dignità, forza interiore e la speranza. Mi è parso che lei non credesse alla speeranza, eppuire ne parlava o la faceva intuire in molti modi con le sue azioni e modi di trattare... mi è anche sembrata sola, qelle persone abituate a non avere nessuno a fianco da camminare senza guardare se qalcuno la segua, anche se vedendola con quei tre, e quanto sembrasse amica e li stimasse a modo suo, come non li controllasse se fossero al suo seguito percxhè sicura fossero lì... allamicizia con Milan e Dorde e Jd a come si approcciava alle persone di ogni tipo... secondo te, che persona era veramente senza le facciate che utilizzava?"

    "... lo stai chiedendo a quella che ha la sua scan... vuoi che fccia la pubblicità o cosa ne penso io, soggetto a parte ma che conosce tutto di lei?"

    "... dimmi se ci si puòfidare di lei..."

    "... lei divrsamente da altri non ha mai avuto intenzione o voglia di fregare, fare cose alle spalle, prendere in giro o sfruttare... per lei le amicizie e i sentimenti erano una cosa seria, ma non per gli altri evidentemente... l'unia cosa che chiedeva, il punto principale, era di non trattarla e aggredsirla verbalmnenbte o con atti stronzi perchè fosse come la si voleva, o meglio la persona al fianco che ci si aspettava... le si rinfacciava ciò che non era, sebbene lei lo mettesse smepre all'inizio davanti... diceva -io sono io, io sono cosa vedi e ti mostro quando diventiamo amici o amici speciali, io non frego ne raggiro nessuno, se io desidero qualcosa lo dico ma se non riesco o sento di fare o essere qualcosa non lo sarò, io sono io e non qualcun altro anche fingendo pur di avere attenzione, tempo o affetto. Ci osno cose rispetto altri che posso o non posso fare, che no nsono e non sarò- ma la gente invece... la sfruttava, tutte le cose che lei sapeva e sapeva fare erano ottime finchè la si usava, poi quando no nadava bene o consocevano altre persone che non si facevano scrupoli a fare la stessa cosa o apparire come si aspettavano così da apssare per migliori..." aprendo le mani per concludere il discorso "loro on hanno perso niente, è lei che ci ha perso, e tanto... anche per quei due fratelli, cosa ha fatto non era contro di loro o punirli, ma salvare cosa stavano per regalare... ciò che per lei era un bene prezioso, per loro era uno scambio per avere qualcosa...eppure guarda lei, ancora si trova, di nuovo, su questo mondo nella sua essenza, la sua testa e agisce... e loro? se dovessero morire, se dovesse capitargli qualcosa accadrebbe cosa desiderano di esoterico? Io temo di no... perderebbero non solo così tanto lavoro e fatica per ottenere quella che è una città vera r propria, il loro luiogo di vita che lei ha tentato di fargli capire, e vivere...  se ci fosse stata ancora quel giorno, credimi, arrabbiata ma disperata li avrebbe presi a pizze in faccia fino a farli diventare come un pesce palla, urlando di svegliarsi, che era così bello esistere in un luoigo come quello, costruendo e impegnandosi... lei ha sempre odiato le bugie, sebbene ne abbia dette per sopravviere... le prese in giro, il vedere le persone come favori e cose ottenute gratis fingendosi amici o sfruttando e basta quelli ritenuti inferiuori, il valore sbagliato che si danno alle cose e via dicendo... ha semrpe ceercato come poteva di far riflette e far vedere le cose... se è venuta da te, è perchè deve fidarsi o sa che vali, o non avrebbe sprecato fiato con te..."

    "... quindi perchè ha lasciato R come droide al tuo fianco?"

    "..." lo fissò strnita "ma chi, Lia? Ma neanche cèra all'epoca... David l'ha risvegliata dopo la caduta delle Torri...."

    "Ma..." confuso da sbattere la schiena sullo schienale "ma spetta.... hai detto che dallo Chateau vennero ordini, ma non era Milan perchè no nsapeva di voi, chi... Kianta?"

    "Niet! lei sapeva ma lasciò tutto svolgersi come da programma di Lia perchè rispetto a lei noi siamo suoi figli, siamo nati in un certo modo grazie a lei e per lei, ma Kianta non è sua figlia e ha pensato bene di osservare a distanza ma... non l'ho mai incontrata ne sentita..."

    "... ma chi..." pensando nervosamente "ASPETTA.... Legeia!?"

    "mph... ci sei arrivato! Lia ha creato Legeia, e per creare ovviaamente intendo dare fondi, sostenere i ceervelli capaci di farlo, magari lo potesse fare lei.... sebbene avesse voluto essere un ingegnere meccatronico... lei diede i soldi, gli spazi, i macchinari, le menti e la possibilità... di farci nascere, ma non solo, finchè restò, interagì di prima mano con i suoi figli, io venni svegliata dopo, ma molti l'hanno conosciuta... come le IA, per come sono o si basano sulla sua scan che viene attivata in un determinato modo perchè comunichi con loro e sia il primo soggetto con cui si interfacciano... o di persona... i Crell e Legeia sono i primi soggetti artificiali, IA, ad esser diciamo suoi figli e ha cercato di prepararli e modellarli perchè fossero, si spera, la speranza dell'uomo... perchè potessero con noi Hyman,  coesistere con i veri umani,  emotivamente più instabili nella società, agendo come un cuscinetto  alla loro tendenza di essere incorerenti e inclini a disordini, squilibri di pensiero e atti alle guerre. Alcuni di noi sono stati anche progettati per essere politici superiori e leader mondiali, o anche...."

    "Ambasciatori"disse Gask di getto

    "Ni... non era previsto in R, però...R lo è diventato, come abiliutà di suo... ci si aspettava unbo scienziato e si sono ritrovati un soggetto che non sapeva fare niente e poi era capace di interagire con la gente, se si impegna sa ammaliarla e guidarla dove vuole, contrattare, e..."

    "... è qualcosa che sa fare lui...?"

    "La sua designazione non doveva essere quella, alcune unità come lui hanno quella di spalla a livello di cure, quello che ti ha detto...  riparazione specializzata in campo edi corpi dei compagni, analisi delle condizioni e feedback dei dasti degli altri membri del gruppo, backup e comunizioni, e... si è scoperto bravo a farlo di suo, ha la parlantina... gli altri tre invece sono Rudiger nel midollo ma si è cercato di non dir loro niente e far credere che R sia come loro ma con uno sviluppo cognitivo diverso ma non se quelle scans capiranno o lo hanno già ato..."

    "e se lo capiscono?"

    " fece lei guaradndo il tavolo "come ho detto la scansione che è lui.... se lo capiscono mi auguro che siano soggtti elevati come vide Lia da non creare bullismo e stronzaggine, è questo lo scopo della scelta o scrematura per le scan... non è  Rudiger, ma  un soggetto ignto come vitsa antecedente che Lia trovò interessante... in un certo senso" dicendolo come turbata

    "perchè si rivedeva in lui, vero?" le disse e lei si voltò esterrefatta a fissarlo come se sorpresa che avesse compreso "ho letto e sentito sul risveglio di Kianta. Lui me la ricorda molto, è spensierato appunto, emotivo e di buon cuore, educato e amichevole,un partner molto dedicato e disponibile..." vedendola fare facce strane con tanto di rumori con le labbra " sembra avere un senso di pace interiore e armonia da apparire felice.... e evita  conflitti o altri disturbi emotivi. In genere credevo che tutti gli R fossero piacevoli, calmi e facili da frequentare mase dici che lui è l'unico.... comunque sia Lia o meglio, Kianta da sveglia,  che R sembrano socievoli, chiacchieroni, disinvolti, inclini all'attaccamento emotivo ed è anche lecito ritenere che ciò che vediamo di lei sia il risultato dell'adattamento, quindi no è come vuole apparire..."

    "...confermo che è allegro e accomodante a cui piace stringere legami con gli altri...."

    "così Lia... e rispetto l'esterno questo per quanto acaduto, si trova un cuore pieno di risentimento. Altrimenti sarebbe come è R, frizzante e curioso...?"

    "perchè parli di lei..."

    "sto cercando di capire...lei e le sue azioni,... quelli come lei  in genere tranne che in certi casi come Lia stessa, seguano il flusso, non amano essere controllati e rispondono con una resistenza passiva se spinti troppo oltre.Paura più profonda.... temono di essere troppo bisognosi e quindi di allontanare le persone e affrontano questa paura sottomettendosi ai desideri e ai programmi delle persone che li circondano per essere gradevoli e non essere enclusi... sono motivati ​​dal loro bisogno di pace e armonia nel loro ambiente e dal desiderio di evitare conflitti e affrontare emozioni spiacevoli...personalità fredda ma gentile.... ha capacità emotive più profonde e quindi può pensare alle cose in modo più approfondito....il nascondere le emozioni o l'incapacità di rivelare le emozioni è un modo di sopravvivere.... sono stoici, determinati e logici come base...."

    "embr che ti sia inghiottito un trattato slla psicologia..."

    "cosè che scriveva...?" continuò lui cme a ricordare "-dopo tutto quello che ho dovuto afrontare, i segni della vita in me sono stati spazzati via, sebbene ne avveerta ancora l'eco nel profondo... ma non importa quanto duramente abbia pregato,  i segni di cosa è sol orimasto dentro sono rimasti e la vita è diventata mia nemica...ditemi quidi se è la mia punizione per degli errori di cui noin so che devo pagare? anche se grido così forte le mie parole sembrano insensate per vtante cose da sentirmi ancora come se stessi portando il peso del mondo, erppure  io osno sola...- ....quello che ho detto è sattamente così per Lia ma anche per R, vero? quando qualcosa muta in loro o intorno a loro, se qualcosa si crepa o rompe o soffrono, voltano in una personalità ombrosa e oscura.... non può fare a meno di chiedersi se ci sia una parte di lei capace di tale depravazione e si odia. tanto quando Lia che R, le personalità sono simili e per questo lei ne è entrata in empatia, come quel Lion mi pare a Parigi che ha mantenuto come tutore.... per questo lo ha assistito, è rimasta cn lui per consocerlo e ha voluto la sua scan... e Legeia scoperta la cosa, senza di Lia, ha deciso di mantenere le cose e dargli una -vita-... è così?"

    "..."

    ".... la vita... l'ìha ha resa instabile e il suo stato mentale iniziava rapidamente a deteriorarsi, diventando più spietata, violenta e autodistruttiva... seppur andando di pari passo con i suoi principi, pasando dsa pazza a qualcuno che agisce comunque con una logica....ed R... tramite Legeia seppur involontariamentye, lo ha reso vivo di nuovo, seppur artificiale e ora lui cè ancora proprio per Lia, altrimenti sarebbe di nuvo un niente..."

    "..."

    "lui non sermbras una scan dai tuoi racconti, di gente cher Lia ha incontrato per studiarli e prepararli, perchè lui non è una scan di Rudiger ma un errore, è un ragazzo in c oma che è stato copiato allo Chateau per errore al posto di quello scienziato e ora vi trovate così bene perchè siete simili nel profondo e afiatati per tante cose... e immagino anche perchè è più umano di tati quindi dentro...."

    "... sei diventato così mentalmente straordinario ..."

    "non iniziare, da solo, ho letto e ceercato di capire Lia e Kianta, e anche Milan... parlami di R..."

    "che altro ti devo dire, quando l'ho incontrato sapeva solo quello che gli avevano detto, crede di essere Rudiger senza per memoria perchè l'uomo... è malasto... e la scansione non è venuta bene ma voelvano mantenerlo... così crede di essere un giovane scienziato ma in cura e on il vecchio rompiballe reale... e che per migliorare se stesso e il mondo deve operare come membro Hyman facendo un grande servizio a se e l'uiomo nel mondo... quel che facciamo è pulire e sistemare, in pratica quell oche faceva Lia con Veròna, ma fatto da noi... e ha deciso che quando sarà, il Consiglio sarà presieduto per metà da Hyman scelti per le abilità mentali e di mansioni, e metà umani, quelli che ci sono, così che vi sia un equilibrio.... i soli umani, dice sempre, sono portati sempre e solo alla pazzia...gli umani uniti  stavano in piedi, divisi caddero..."

    " e vi sarai anche tu?"

    "non credo, a me non interessa...."

    "tu vorresti vivere un pò come lei.... e andrai in giro con R?"

    "... la sua designazione e denominazione dovrebbe esser type .... lascia stare, anche se si sapesse chi sia, lui dello scienziato non ha niente, è come Lia appassionata di meccanica e scienza che però non ha la mente di arrivarci davveero, ma una capacità di lungua e carisma che gli aprono le porte.... lui è divertente, spigliato, pulito e non ci si annoia mai... ne si soffre davvero con lui... si comporta in modo sano, diversamente da altri...non h avuto più cuiore di cancellargli il su Io che si era costruito per come la penso e perchè è assurdo per noi cancellarci per evitare che ci studino ma questo è... ecco perchè in segreto, ma tu mantienilo, io e lui abbiamo dei sistemi che Lia ci ha mandato per salvarci i dati di nascosto da loro e mantenerci per ciò che siamo resta il reset con la scan..."

    "... quiindi lei vi ha dato qualcosa peer salvare il vostro io... capito... immagino che R ne sia felice..."

     "....ma cè anche l'altra sua faccia... in certi momenti è come se fosse insofferente a questa vita, e lo ha esplicato quel giorno che Lia venne da me in mio soccorso, dandomi un nuiovo corpo...."

    "cioè?" fissandola incuriosito

    "... eravamo in missione in asia, tu non lgggi niente quidi presumo non sai nulla quindi stringo. Dovevo proteggere R che si occupava di lavorare ai dati che avevamo trafugato grazie a me, io posso entrare in ogni cosa anche senza che ci si accorga, se non sei uno bravo, ma molti dati devono essere verificati e lasvorati..., decifrare e trattare le informazioni le ha lui... io non le hio mai implementate di mio, non dovrei averle, proprio pèerchè lui è con me... il problema è che per mole di lavoro enorme, deve restare in arresto con le azioni motorie e normali attività... se il lavoro è troppo grande, per snellire il carico ferma le sue funzioni motorie, visive, non di audio ma sente ovattato, e... insomma bloccato da un pò, ci rtovarono e io dovetti proteggerlo. La Quánzhyā, lo squadrone peggiore che avevamo fregato e lasciato indietro era giunto, questo a causa dei nostri simpatizzanti che vollero venire con noi e dallo Chateau li volevano estradare per farli nostro collaboratori... insomma, negli scontri dopo due ore venni colpita duramente da finire a terra, R era ancora bloccato dal lavoro e a meno che non abbia un avviso esterno che lo avverte, continua a lavorare... la nostra memoria contiene exabyte di dati e informazioni, e presto avremo la capacità ion  zettabyte, comunque la sua memoria era così piena di quelle informazioni che avevo rubato dai loro computr e server da studiare, classificare e comprendere, anche decifrare che perse troppo tempo e io ero a terra.... finchè ebbi tutti gli arti ancora funzionanti per così dire procedetti al fuoco di copertura ma poi anche l'ultima mano cadde e pensai di essere spacciata. potevo voltaer la testa e lui era spalle al muro, seduto a terra con sguardo spento ancora a lavorare e pensai fosse l'ora, visto che nessuno ancora arrivava nonostante le richieste di aiuto, di freezzarlo e spegnerlo per  sempre enza backup perdendolo, perndendo il suo Io.... dovendo io restare a terra e la cosa primaria è evitare che i nemici abbiano dati. Invece poi si sentirono esplosioni, urla e casino. vidi comparire da un buco appena fatto un meepit, l'azzurro, che mi fissava sbattendo le palpebre. Poi si volto, e vidi me stessa.  Era giunta davanti a me, mi fissava e pensai che avessero attivato uno dei 9 corpi rimasti per sostitiurmi e dismettermi. Invece si calò in ginocchi, mi guardò con gentilezza e mi disse chi era..."

    "E così che hai incontrato Lia?"

    "era la prima volta... allo Chateau vi erano altri corpi, in segreto, che   venivano portati alla Nyssa per le migliorie e implementazioni man mano che dò riscontri e ... bè, i corpi alla Nyssa sono quelli più recenti e con gli ultimi ritrovati tecnologici mentre io evolvo....  lei aveva preso uno di qelli allo Chateau e manovrandolo tramite il meepit che faceva da Repeater, lo fa con me anche R come supporto per il lavoro dispendioso, mi aveva portato in segreto un corpo nuovo..... maledicendo la Nyssa che ci aveva lasciati soli. Normalmente noi lavoriamo sul territorio da soli, abbiamo solo l'Handler che però deve stare a distanza e fare da tramite con la Nyssa...dobbiamo portare a termine l'incarico ad ognbi costo e cosa resta, lo vengono poi a prendere velocemente, ma i soccorsi.,.. non sono molto amanti del sistemare eventuali casini senza pedere noi unità, per loro siamo solo corpi da impiego... uesto grazie ai generali che credono di avere potere decisionali per le missioni qui e si rifiutano.... comunque, mi disse chi era e che era giunta per aiutare i suoi figli, che non li avrebbe abbandonati mai, ma voleva farsi vedere come un Dio dovrebbe fare secondo lei... così mi disse delle cose, e poi disattivò il segnale lasciando il corpo vuoto accanto a me. Voleva che io mi copiassi lì dentro e dessi al meepit il corpo danneggiato, che con la squadra che aveva mandato che lavorava con lei dove si trova ora, si portassero il mio corpo ormai inutile nascondendo tutto alla Nyssa... così fu. Riversai nell'hd, grazie all'OS di emergenza che attivai del corpo nuovo, me stessa e ripresami un corpo funzionante vidi dei soggetti umani che mi salutavano e portavano via tutto, lasciando intorno a me distruzione e sterminio. Avevano puliuto tutto perchè in quei casi, con soggetti cxome quelli, l'unica soluzione è  o la soppressione o impotenza. in quel caso credo dovettero scegfliere la prima... R stava bene ma non aveva ne visto ne capito niente, in quei casi è come se fosse in un mondo a parte, che lavora, così crede ancora oggi che io sia chissà che donna bionica capace di tutto, metnre in realtà se ci sono soggetti ben armati e preparati, in base al luogo e situazioe, pure io posso cadere, ovviamente... no nsolo io, ma anche l'altra parte ha  armi particolari che possono danneggiarmi...ma quando mi ha vista danneggiata o in gravi condizioni, e ci sono state, ha odiato tutto quanto...crede di sognare na vitya come la immagina ma... non sa davvero comè vivere là fuori, lui conosce cosa ha visto e come viviamo quel poco tempo come turisti ma.... cosè essere poer uno come lui veramente là fuori non se lo ricorda, essendo una scan da amnesia... Lia lo sa bene invece..."

    "...."

    "lei si sentiva inadeguata in questo mondo, si definiva schifosa perchè desiderava quacosa di buono, magari ocndiviso con qualcuno, voleva uscire e avere il tempo di qualcuno....e si setiva una merda  a girare per il quartieere e vedere gente vestita in tal modo da capire che era molto povera. lei vestiva con abiti vecchi di anni ma per uscire erano ancora nuovi, indossati solo quel poco appunto stando sempre a casa.... e poi vedeva loro e si vedeva un puntino meglio e ci stava male. Si sentiva come avere qalcosa in più degli altri, o quelle quattro figure che aveva o libri e simili e piangeva perchè era contenta di averle e poi sapeva di gente isolati e isolati distanti che viveva senza luce perchè non optea pagarla... o peggio, aveva scoperto visto da lei due volte, che cèrano due donne e bambini dentro un'auto la sera tardi. Nella strada a fianco vivevano per strada  delle persone che dormivano in auto. La stada buia, poco illuminata e con la notte poco frequentata e loro stavano là e si sentiva una merda. non aveva avuto una vita, attenzione una vita come la desiderava lei...con delle persone, una casa piccola piccola, non sentirsi sola e abbandonata e ancora qualche voolte provare o rimangiare cose buone, magari con qualcuno che ci fosse perchè lei era lei....che sorridesse perchè lei cèra ee si fosse contenti che fosse  lì... e poi vedeva quei bambini che stavano là scrutando di nascosto come poteva, per dove eerano messi e si serntiva male. vedeva LE SUE POCHE COSE A CUI TENEVA E SI SENTIVA INDEGNA per poi ripiombare ella disperazione della solitudine e una vita vuota... dentro di sè una vocina le diceva che sarebbe stato umano dare un posto a chi non lo aveva, ma oltre che non casa sua, cèrno troppe storie e racconti in tv e della gente ove se quacuno entrava in una casa accolto per gentilezza, non ne voleva usdcvire più, passando da riconoscente a profittatore, peggio con bambini. e si se ntiva una merda ad esistere con una casa per quanto ocn gravi problemi e tutto, ma l'aveva e con il necessario per anadre avanti e non finire a quel modo ma volerla sistemare e sentire meglio al suo interno.... e non si dava pace... come è la società bigott, chiusa e stronza, le persone cresciute in modi sbagliati e... cosa preoverebbe e capirebbe se scoprisse tutto ciò che nasconde il mondo veramente e lui vede solo la crostra superficiale per come cerco di fargliela vedere...?"

    "Lui no nricorda di Lia... qindi presumo che..."

    "... Lia usava un corpo che stava riportando in piedi per ridarlo alla persona originale che era in coma.... il viso non era questo, il nome era uno dei suoi fittizzi e via dicendo.... lui ricorda quella persona, non sa che..."

    "non sa che era la te umana, che ci sei tu dietro tante cose, che gli nascondi parecchio perchè non soffra e scopra le verità che ... cosa, potrebbero farlo incazzare?"

    "non lo so, voglio solo che viva cosa gli spetta e sia felice... detto da me, dalla scan della persona che odia le bugie e queste cose.... lei voleva sapere anche le cose orribiili e pregne di sofferenza, ma voleva saperle per affrontarle e andare avanti, vivere nella falsità, diceva, e invece io..." mstrandosi turbata

    "come pensi debba.... reagire se scoprisse la verità?"

    "...quando verrà quel momeno, vedremo... per ora..."

    "EEECComi!!!!"

    sussultarono entrambi sentendo qualcuno urlare fuori la porta e poi aprirla per entrare trafilato ed eccitato.

    "LEADER!!" fece correndo lesto verso di loro "hanno detto vorrebbero la sua supervisione nel nostro test mnemonico e di coordinamento, per cui..."

    "e che dovrei fare, mica vi so smontare..." fece lui di getto senza capire ed R si sganascò dlle risate 

    "AH AH AH... no, no... vogliono mostrarle il procedimento e avere un suoi parere sui.."

    "Odio questo lavoro..." fece lui sconsolato, accasciandosi sullo schiena con la testa verso il cielo

    "tu vai, appena R ha teerminato il test e sarai libero, essendo il Leader qui puoi fare cose vuoi senza seguire le loro regole... potremo parlare sul intracciarla..." terminò lei come tornata calma e rilassata

    "...quindi..."

    " la triangolatura la farò perxchè sei tu... come ti dissi, per Lia essere venuta da te e volerti come suo aiuto e alleato per manteneere cosa è stato costrutio, deve fidarsi per forza o considerare le tue qualità... perhè sei tu e on sei come pensavo, ti dirò dove si trova, ma non in qualsiasi luogo, appena terminato il test, segui R, ci vedremo dove lui sa..."

    "...pensi davvero che lei lo bbia fattoi..,."

    "Oh, si... ma cè di più... anche per Kianta e te e Jd e gli altri, lei sta facendo molto perchè voi viviate veramente... ancora oggi lei si ripete...chi è che mi vorrebbe nella propria vita senza mai più dirmi che devo cambiare, essere in un altro modo, differire da ciò che sono per trovare un posto e un cuiore, almeno uno.... come Zay e Ric no hanno compreso i suoi messaggi o volevano che lei cambiasse per adattarsi a questo mondo, ma ha sempre ripetuto non è sempre così, sopratutto per questo mondo, dovrebbe esser lui a cambiare per le persone per non finire sempre peggio... e si tormenta, lei ha bisogno di sapere di aveer fatto almeno una cosa giusta nella sua vita, da non essere felice lei, ma almeno cosa lascia... se la gente vuole lasciare figli biologici, lei lascia parte di sè nelle Chiavi e Kianta e dei figli, noi, che per ciò che siamo di mente e corpo, possiamo capire e comprendere e continuare il Cambiamento.... per e in vece dell'umanità...perchè asltri non soffrino.,... chi se non noi mezzi uomini possiamo sapere tuttop ciò che serve per decidere e gestire le cose..."

    "... è chi è al governo...?"

    "mph... pensi veramente che ... lascia stare, ne parleremo..."

    "Io ete invece dovremmo parlare...:" fece Gask a R, facendo innervosire Lis "vorrei che mi spiegassi delle cose e.,.., comè che tu la consoci così, mh... intimamente..."

    "... ma piantala!" fece lei inviperita, ruiotando sulla sedia

    "... se pensa a roba sessuale mi spiace, non abbiamo qegli impulsi, perchè sebbene le scan sanno cosa sono, non abbiamo gli ormoni.... anche se, se non nel corpo le progrmmazioni per renderci simili agli umani hanno inserito delle risposte ai segnali delle scan per cui se un tempo si provava una determinata cosa, noi lo capiamo ma non abbiamo le risposte fisiche dellepoca, anche perchè... insomma " ridendo divertito "non abbiamo niente là sotto noi mdelli maschili, o almeno, uno fittizio cè ma è come dildo ma senza reazioni maschili..."

    "..." Gask si allontanò un pò a fissare in certe zone spaventato "... non è che cè qualche sopresa come la storia del core nucleare che avete che ... non cè qualche problema radioattivo, vero?"

    "glielo devo dire o preferisce di no" canzonandolo opsservando Gask spaventato "... comunbque, si calmi, neinte di pericoloso, a meno che non accadano certe circostanze siamo sicurìi, nn siamo mica a Chernobyl.... e non abbiamo attributi pericolosi...."

    "Ah... quindi voi modelli maschili avete la copia, mh, maschile originale nella forma ma non funziona.... poer bellezza o solo in certi casi se restate nudi per far credere che siate umani?" facendo ridere R di gusto ma incazzare Lis "e le femminili come funziona? hanno fatto un calco anche..."

    "Le femmine hanno la forma esterna ma nessuna parte interna come la pensa lei, sembrano donne perfette ma senza fori, o almeno uno solo per l'espulsione di ciò che mangiamo mentre testiamo le nostre liungue per i gusti... tutte sono senza vagina o quella roba l'ha sotto "facendo un bisbiglio vicino a Gask come se parlassero di segreti "ma le altre, non Lis... Lis ha là il suo..."

    "ERRRE!!!" facendolo sobbalzare spaventato "sarebbe ora che tu andassi ad annaffiare i ltuo cactus..."

    "il cosa?" fece Gask spaventato

    "... un altro modo nostro di dire... t no nvieni?" poggiandosi con una mano alla scrivania con fare amichevole  "Comunque Leader, qui sesso non cè... o meglio, tra gli scienziati si, non sanno che noi li guardiamo, ci schifiamo... solo Lis, e passiamo oltre, ma solo Lis possiede il suo..."

    SBAM

    Gask fissò esterefatto R che fece una capocciata sulla tavola di legno pesante. Il ragazzo strabuzzò gli occhi, mise a fuoco, e Gask vide le sue iridi artificiali che si muovevano intontito per poi fissare male Lis.

    "LIS!! di nuovo" fece lui dispeerato "mi sei etrata dentro e mi hai punito!! se mi sono mmaccato qalcosa, o come quella v olta mi è uscito l'occhio dall'orbita, come lo spiego!? Cosa ho detto di male!? legeia mi ha detto..."

    "TI HA DETTO COSA!" fecero Lis e Gask insieme, traumando il ragazzo

    "che succede!!" urlò lui smepre più disperato

    "cme sai di Legeia..." fece Lis

    "... è la tizia con cui hai parlato quando è comparso il Leader e..."

    "..." Lis sospirò isterica, si sistmò sulla scrivania come a voler uccidere qualcuno, Gask chiese ad R cosa questa gli avesse dettro ma riferì solo che ra gentile, amichevole, divertente e che gli aveva fatto dei regali digitali e per qualunque cosa era disponibile.

    "Mi ha anche chiesto della mia amicizia con Lis e cosa ne pensassi nei nostri corpi artificiali. se mi trovassi bene in un corpo che non può amare e fosse un peso e del fatto che io rispetto a un umano posso fare cose ma anche non poterle fare e..."

    "COSA" fece Lis arrabbiata, mentre Gask faceva domande a raffica

    "... niente, se volessi dire la mia sulla questione che non vuioi dire al Leader, del fatto che invedce di làsotto tu hai il tuo..."

    "ERREEE!!"

    "... ma cosa ho detto, dice di essere mandata dalla persona che ci ha creato, che il leader è suo grande amico "mentre Gask faceva facce strane " e che dobbiamo aiutarlo ed essergli vicini... e che è fondamentale per noi capire noi stessi, i nostri limiti ma anche punti di forza e..."

    "BASTA...!!" rugg' Lis "le parlerò ora, TU..." detto a Gask "vai a qel test, fatti spiegare e mostrare tutto e ci vediamo dopo per darti sta benedetta triangolazione e TU " ad R "... cammina subito ad annaffiarti il cactus e non farti vedere finchèp non ti chiamo per portare il leader nel nostro posto... ora vai..."

    "Ma, Lis..."
    Ma l'ochiataccia lo fece retrocedere ed uscier con Gask, restando nel corridoio.



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    Capitolo 61
    *** 44 ***


    ch 44 -
    "Ma fa sempre così?" si indispettì Gask contro la porta chiusa

    "Aspetta..." fece R e Gask lo vide eprdere lucidità negli occhi e restare fermo un attimo per poi balzare indietro come a perdere la coordinazione, tremando "Accidenti, mi ha cacciato via... non vuole che la contatto. Ho avvertito un muro di protezione supplementare ma prima che si ergesse ho riconsociuto Legeia, le stava parlando..."

    "Quindi Legeia è venuta da te..."

    "non so chi sia, anzi no... quando si è connessa con me ho provato... come se ci conoscessimo... è stato strano..."!

    " che intendi?"

    "...non essendo come me posso... ecco, posso fartelo vedere...." fece lui e gli prese lesto senza chiedere il telefono dalla tasca facendo innervosire Gask e senza collegarsi in fisico, mostrò all'altro una sequenza tipo video. Due corpi umani ma come a mostrare muscoli sceletrici e nervosi in evindeza, uno in blu e l'altro e in rosso. Appena toccati alzando le mani, ciò che era del blu passò al rosso, trasmettendo qualcosa nel corpo dell'altro colorandolo di blu "ecco... la situazione è stata tipo così'.... di solito ci riconosciamo non solo visivamente, ma ognuno di noi ha dei codici univoci, tipo quelli della bluebox per capirci, che   con la vicinanza e connessione riconosce e abbiamo subito nel sistema la scheda di riconoscimento e info da visualizzare... spiego come posso ma  è una cosa veloce e chiara per noi... questo invece è... avvenuto così, come hai visto, Come se connettendoci ci fossimo... unire, congiungere, collegare, ome posso dire..."

    "..." Gask non parlò ma riflettendo si chiese s enon fosse per qualcosa di Lia. Era riconoscibile da quelli definiti suoi figli? Era un qualcosa tipo codice che li rendeva uniti? "...posso farti una domanda?"

    "... certo, ma credevo ti interessasse Legeia..."

    "Oh, si..." camminando nei corridoi "mi sono chiesto se questo vostro... collegamento come quello del video avesse un motivo di esserci, non so... se non fosse qualcosa di speciale... anche con Lis è stato così, secondo te....?"

    "on sapevo si fossero parlate, Legeia mi disse che avrebbe incontrato Lis dopo... comunque non so ma...mi è sembrato come se ci  coonoscessimo, come qualcuno di caro che è tornato e avverti qualcosa di calore che... non lo so... è stato come ritrovare qualcosa di conosciutio e positivo... mi ha fatto dei regali, mi ha mandato tante cose e mi ha detto di osservarli bene e... ho trovato dei segreti..." fece all'ultimo, bisbigliando

    "e...."

    "... sono immagini e audio criptati e codificati.,..  steganografia... nelle foto ci sono messaggi nascosti tipo con un  HEX , un modo ove si nasconde e si visualizza il codice dei file.... scorre i dati per controllare se contengono parole di senso compiuto....la steganografia, utilizza delle tecniche crittografiche e di offuscamento che consentono di raggiungere un livello di sicurezza molto elevato. Le operazioni di offuscamento e crittografia richiedono l’utilizzo di tre password diverse. In questo modo si blinda  il documento nascosto in modo sicuro senza rilevarne la presenza..... o la backmasking, una tecnica che riguarda l'inserimento di messaggi nascosti nelle registrazioni audio... li ho solo ntati, ancora non aperti, e sono curioso..."

    "e... se fossero messaggi di tua madre....?" fece di getto Gask, pentendosene

    "...eh!?... mia madre...!? QUale madre...."

    "... se ti dicessi che tu hai a vegliare su te e tutti i tuoi fratelli, la persona che vi ha fatto nascere... e vi manda messaggi perchè tiene a voi... che diresti?"

    "...mh, Legeia ha detto di essere mandata dalla persona che ha permesso la nostra nascita, però... non so che dire, qui non abbiamo la concezione di padre o madre come gli umani, o almeno, ho notato che alcuni, ancora più diligenti di Lis nel credere e tutto a questo posto e scienziati visti come padri.... Oddio, non so c ome pensarla questa cosa..." fece turbato, fermandosi, facendo fermare anche Gask

    "prenditi il tuo tempo, non cè fretta ne altro... ma lei cè e vi guarda e aiuta, se serve, infatti ora potete salvare voi stessi per come siete, senza bisogno degli scienziati e non rischiate di morire, per..."

    "EH!?.. . è stata quella persona a farcelo avere!?" basito, fermandosi

    "Lis non ti ha detto niente?"

    "Lis non mi dice mai tante cose... e forse crede che io non sappia altre... tace e se ne va in giro a fare chissà cosa, il tempo che passa con me non è tanto come sembra...lei si comporta come se portasse il peso del mondo addosso un momento, e subito dopo saluta e va  a fare qualcosa come se non le importasse del resto,  ma cosa deve svolgere... intendo... di colpo di alza e dice che sarebbe tornata dopo, sparendo dalla porta come...." sbuffando "così come le cose strane di notte..."

    "di notte!?"

    "QUesto posto... non è come sembra... Lis la chiama la cittadella sghemba 2, intendendo lo Chateau, così ho capito... qui seguono la religione del vecchio Leader, ma non solo quella e di notte cè di tutto.. di giorno negli orari che sanno esser calmi, fanno robe che fa incazzare Lis..."

    "intendi quando parlavi di trovare persone impegnate a..."

    "farlo... si! Molti hanno solo il lavoro o l'interesse di fare carriera e curriculum per i loro premi sulla scienza, sai... essere ricordati come grandi scienziati e quelle cose... ma restano comunque umani e si aggrappano, come dice Lis, a ogni briciola di questo nel sesso, gelosia, ripicche e scherzi per affossare l'altro, fare tante cose che lei disapprova perchè si ripercuotono sugli altri.. ma di notte tutto peggiora... prima Lis mi portava con sè a votle, uscendo dal nostro posto, poi non più... noi avendo stanze, possiamo essere più liberi e uscire se vogliamo. Così, quando la sentivo la seguivo cercando di stare nascosto e... " face ndo una faccia tra la depressa e come se stesse arrossendo

    "...cosa... perchè usciva di notte?"

    "...Ti ricordi come si approcciò a voi due quando vi abbiamo raggiunto  nel corridoio?" e Gask ricordò facendo un cenno "... La Direttrice non è la sola a capo di questo posto, e la cosa assurda è che questa è l'unica che la chiama Lis, metnrte tutti gli altri con i suoi due codici, ma lei NO!!" fece piccato e come arrabbiato per qualcosa "LEI NO!!... cè anche il co-direttore che non hai ancora conosciuto, ma oltre lui, la Direttrice è tipo Lis. in prima linea e presente a visionare, controllare e tutto e... lei è una dei soggetti attivi in attività particolari..."

    "...parliamo sempre del sesso, attività strane..."

    "GIà...quella donna ha molti interessi, sa il fatto suo e considera molto le persone, non come altri che vedono -meri scienziati- o noi -drodi- ma... si lascia andare troppo a sentimentalismi, come posso dire..."

    "cosè che vuoi dire..."

    "..." fissando per terra con una faccia che Gask non capiva "...Lis la notte, e credo certi giorni, esce dalla sua stanza o dove si trova di colpo, e sparisce. Così l'ho seguita... ci sono sezioni particolari qui, noi possiamo entrare ovuinque, o almeno, credo che Lis abbia incluso anche me tra chi può farlo diemtnicandosi di depennarmi, capita che non faccia subito le cose e... beh, l'ho seguita... è entrata in una sezione, da una porta e ho aspettato... e poi l'ho vista uscire... e..." e Gask sembrò di vederlo veramente arrossire eppure apparire allo stesso tempo irritato "...era vestita in una modo assurdo per Lis..."

    "...assurdo?"

    "... Lis non era molto vestita, aveva un qualcosa tipo un body con vari decori, delle cose fluttuanti sopra, cose trasparenti su collo, maniche e stivali alti..."

    "gli stivali alti alla coscia li portava Lia" fece Gask commentando mentre pensava

    "...non era solo quello. Raramente Lis mostra qualcosa del suo corpo, ed era così strana... uscì dalla stanza e, sebbene  fosse il suo modo di camminare, era come se fosse in passerella , più accentuato e...la vidi andar via. Rimasi ad aspettar e epoi... poi uscì di nuovo Lis, dalla stessa porta, abbigliata come sempre, tranquilla, andando da un'altra direzione...  no capivo ma ho desistito. Ma accade spesso e l'unica volta che ho voluto capire lei, quella vestita sempre diversa e in modo strano, andava in una sezione per il personale... cèrano voci e l'aria leggermente fumosa e odorava di cose strane, il sistema ne ha rivelato diverese e... ho capito!. Ma poi, vidi la direttrice uscire da una delle porte aperte, quella sezione ha una stanza enorme con più porte e tutto era concentrato lì, sebbene i miei sensori rilevassero altri soggetti in altri stanze distanti. Lei era uscita, aveva anche lei una... idiciamo mise assurda al limite dell'osceno e parlava dalla soglia con qualcuno all'interno che non vedevo, poi si avviò verso il corridoio dandomi le spalle e Lis vestita in quel modo uscì accodandosi, entrando poi una porta che la direttrice aveva aperto ocn una card... si fissarono in modo strano sorridendo, almeno io vidi la direttrice farlo e sparirono all'interno. Restò il vociare di persone e... Lis non so se sa, se tace, che altro... io non ho detto niente, sono una soggetto da amnesia, ma mica scemo... tutti gli altri Hyman dicono che lei è troppo seriosa, fedele, seguace e credente...Sapevo che lei aveva piena e massima fiducia nel
    Direttore.... Ma non ne avevo mai saputo il motivo. Ora credo... no, posso dire che sapevo che quel motivo era qualcosa di proibito e tabù per ,la società là fuori..."

    "sei sicuro che quello che credi sia la verità?" domandò Ghask stranito.
    Dai resoconti di Lia, Gask pareva aver dubbi sulla cosa, se come l'aveva messa lui fosse vera. Ripensò un attimo a cosa scriveva Lia e i pezzi che ricordava di varie parti e si chiese che persona fosse veramente.

    -Tutto quello che se ne ricava dalle persone è il niente. Da piccola ero felice di stare tra le persone, volevo farle tutte amiche, volevo conoscere le persone e capire tante cose, volevo ascoltare tante cose e condividere tante cose. Ma mi accorsi crescendo e peggio  dalle medie che era diverso, tra me e le persone.
    Le persone cercavano sempre interessi, approfittarsi e cose per me negative. E scoprì una cosa amara... come mi percepivo io non era come per gli altri. Nonstante il modificarsi del mio corpo, io mi percepivo in un modo diverso dagli altri. Più che sentirmi un essere materiale, mi sono sempre avvertita in modo diverso. Difficile spiegarmi perchè si comprenda ma, tutto per me era stato un limite. E poi alle medie, iniziò lo schifo. I compagni maschi che dovevo toccarmi a tradimento, ridendo, non cèra mometno senza professori che non rompessero le balle. Sapevo ma a me non tangeva, sapevo per sommi capi per me stessa cosa fosse l'interesse per il corpo del sesso opposto, ma a me non toccava. Mai ho provato nulla di simile a cosa la gente diceva, che leggevo, appariva nei video che visionavo. ho spulciato tanto materiale dagli 11 anni, anche per capire come io dovessi prenderla, la cosa. Ma il tempo passava, io crescevo, mai una volta provavo interesse come mi si accusava invece, di provare. Che dovessi, come fosse imperituro, come il cercare il maschio di turno e fare figli... Solo perchè ero più propensa fin da bambina ai giochi da maschi, ai videogiochi, alle collezioni di orologi e minerali, ai meccanismi e via dicendo, e a rapportarmi con i maschi meglio che con le cazzo di femmine coglione, se io ero amichevole con i maschi, ci provavo. Così, senza senso, per loro significava questo e io non capivo. Senza conoscemi, senza chiedermi e parlarmi e avrei spiegato...e non capivo. Non ho mai capito la gente nel loro dire certe cose o agire di merda. e io crescevo, non provavo niente mentre tutti mi gettavano merda addosso. Dagli 11 anni tutti, tutti gli adulti a dirmi che era anormale che non avessi il fidanzatino. Che dovevo averlo o avevo qualcosa di strano. Peccato poi che altre mie coetanee per esser ein pari con la mentalità degli adulti, restarono incinte o andarono via di casa di loro volontà per essere libere, e le cose tremende che sentìì mi perseguitano ancora oggi... perchè dalle medie, la pressione per tutto finì su di me perchè io no nfossi una poco di buono, una vergognosa, perchè fossi migliore delle altre. Le compagne erano uan merda e io proseguivo. Dopo conobbi Caterina e altre ragazze. Pensai che finalmente avessi delle persone sane di mente vicino. Che avessi delle amiche. Mi sbagliavo, fecero cose penose che io vorrei chiedere a chiunque, raccontando bene, se le mentecatte erano loro o io... Nello stesso periodo cèra anche Rò. Fu l'unico veramente e me ne accorsi, a voler avvicinare. COn cui no avevo problemi a parlare e agire in certi modi. Ma come prima, sebbene fosse diverso rispetto a compagni e colleghi, io stavo male dentro se voleva quel qualcosa che io non sentivo, ne provavo. Non riuscivo, stavo male e mi venivano gli attacchi di panico. Ma cè mai stato qualcuno che mi ascoltava, con cui parlavo e cèra un vero dialogo o, come avrei voluto, vedesse me e mi considerasse da vedere anche il mio bene...!? Tutta al mia vita ho dovuto sopportare, ingoiare, accontentarmi... e toccai il fondo con Rò nella casa in campagna. Io come per tutti cèro sempre, quando aveva bisogno. L'avevo aiutato con ogni mezszo quando aveva bisogno. Sette anni di amicizia e non ebbi mai niente. Il tempo che desideravo. Uscire per andare al cinema, fare qualsiasi cosa, io che non l'avevo mai fatto, se non per le cazzo di cene di scuola che odiavo. Dove restavo sola nel punto lontano del tavolo e non parlavo ocn nessuno. Non potevo incontrarlo per le stronzate della ex che tale non era veramnete. Chiedeva, chiedeva, pretendeva. Diceva che non potevo essere un robot, che lo prendevo per il cracco a dire questo... non mi ascoltava. Che le altre avrebbero approfittato di una persona coe lui che mi voleva bene, godendosi la compagnia. E intendeva in quel senso. Che non cèra mai si, ma se si doveva farlo e per giunta in macchina a cazzo di cane, era da me in 5 minuti e in un anno lo vidi sol o 6 volte di presenza,,,. Mentre i miei rompevano come la famiglia che ero indietro, a modo loro di dire, con la lista della spesa. Non avevo un fidanzato da mai, non volevo sposarmi e avere figli. E disperata alla fine dissi ok, vediamo. Ma quella volta non fu altro che una discesa del mio stato mentale terribile. Già malata, rimasi disperata senza volerlo poi sentire e peggiorando, rimasi sola. Io sapevo solo cosa avevo letto, sentito dawlle altre che parlavano tra loro, dai video, libri ect... per anni avevo detto che non provavo niente, che era fastidioso e noioso se lo accontentavo, ma io se mi toccava, non provavo niente e restavo ad aspettare che intenzioni avesse. Per lui era impossibile, e mi trattava di merda ma continuava a dire hce NO, come tutti il loro modo di fare era lecito, a farmi snetire una merda e il loro era solo.. un pò frustrazione ma guarda te... Cosa pèrovasse nel sentirmi sputare in un occhio da tutti, esser ediventat aun niente per la depressione di vedermi portare via tutto dalle merde... non importa!! io non capirò mai e mai comprenderò come sia possibile che gente con caratteri e modi di fare vergognosi, da gente di scarso livello e tutto, sgraziati e con il dialetto in bocca che l'italiano, che dicevano merda tranquillamente con la scusa se loro erano corretti perchè dicevano le cose di faccia e cosa pensavano (se lo facevo io ero merda) e il peggio che mi faceva cadere i cracchi che non ho... li cercassero, li apprezzassero, fossero più di compaglia di me che no sapevano neanche, epr fare un esempio, che cazszso fosse la zona T del viso... ragazze che ero sboccate, sguaiate e da far venire la pelle d'orca che erano adorate, volute, invitate, considerate ect ect... e quindi, lasciamo stare!!. E quel giorno, sentì cadere all'inferno la mia dignità, autostima, tutto quanto. Se ancora mesi dopo la questione di Caterina e le altre... Pensai che come avevo letto, la prima cosa per capire i lproprio corpo, che io reputo in modo diverso dagli altri per tante cose e pensavo sempre a cosa significasse averne uno artificiale come in certe opere rispetto al mio che mi odiava palesemtne fose iniziare dalle basi... leuniche cose che chiedevo che consideravo intime mi erano negate, ho odiato il ciclo e tutto anneso e  per colpa sua ho rifiuto ogni cosa. Non voglio più essere toccata da nessuno, sapere che qualcuno deve anche solo fare le stronzate di saluto all'italiana con abbraccio e bacio, che vadano a fanculo. odio essere toccata dai medici, mi guardo gli arti e mi chiedo che significa muovere il corpo eppure mi avverto diversamente e... cosa significa avere un corpo artificiale e muovermi come voglio, osservare dall'alto le persone e vedere la vita intorno a me, di giorno ma ancora di più la notte, quando mi sento meglio negli ambienti urbani ad assistere alla vita degli altri, mentre prima io guardavo dalla finestra. Mia madre mi mandava affanculi quando mi serviva qualcosa e volevo uscsire a comprarla, mi urlava "corporisangueatiachitivennostiideeestisciute" e tante altre espressioni orribili che mi facevano sentire una merda. Non uscivo mai, non vedevo mai nessuno, persone normali in quel posto di merda non cèrano o non mi spiego le cose vergognose fatte contro altri o contro edi me senza una spiegazione se non "strana, lesbica, cretina, rabbia, idiota, pazza ect ect" che gli usciva di botta nei miei confronti. Che normalità hanno lroo? E come mi snetivo io, chissenefotte!!. Stavo male ma non cè mai stato nessuno al mio fianco, e qusndo pensavo che ormai avessi solo Rò come unico amico, mi fece snetire uno schifo e accadde il resto... da allora non ho avuto altro che niente nella vita...Ho sofferto dolori terribili da desiderare morire piuttosto, ma non potevo prendere neanche un antidolorifico per i miei che non capivano manco io morta a terra la situazione... non volevo figli, non provavo alcun desiderio per nessuno e per questo ero sempre tacciata di impossibile questo, ma che cazzo dici... Cosa io dicevo, quando mi aprivo, quando volevo essere ascoltata, era questo per tutti. Impossibile, dico solostronzate, prendevo per il culo e via dicendo. COme mi sentivo, non interessava a nessuno. Capire ed essermi vicino... questa cosa sconosciuta. E mi ritrovai sola in ogni cosa a far conto io sola, e sola ancora, per ogni cosa. E quandon on ce la feci più con le pressioni, dissi si. Avevo letto e cercato di capire. Di solito pensavo, le prime volte si cerca di conoscrsi l'un l'altro, si parla, si fanno certe cose  di base per capire oltre il prorpio corpo quello dell'altro ... invece fu solo disperazione. Dovevo stare zitta, parlare non andava bene, dovevo svegliarmi dal mio stare come fessa... io che ero bloccata, stavo male, volevo andar via e fissavo il muro cercando di far muovere lo stesso corpo che mi aveva abbandonata E BLOCCATA,  e visto che non aveva fatto un cazzo, ma il mio corpo non rispondeva... Non ottenendo partecipazione pretese cose, io non risucivo a fermare il tremare, non rispondevo e l'unica cosa che fece fu vestirsi e lasciarmi vestire uscendo, dicendo che mi avrebbe aspettata giù. Mi ritrovai sola nella penombra a vestirmi cercando di far muovere quel corpo che odiavo, ormai. Me ne fregavo come lui si era lamentato che non collaboravo ed ero incapace di ogni cosa, lasciandolo senza ciò che voleva. Odiavo in quel momento il mio corpo per come aveva reagito mentre io volevo andarmene, ma lui bloccato. Fui contenta che non accadde come molte a povere disgraziate che se abusate, il loro corpo reagiva provando piacere. Odiavo questa cosa, odiavo il corpo di carne, ma odiai il mio perchè invece di darmi la forza di andar via come doveva essere, di alzarmi e fanculizzarlo, essere come mi sentivo sempre e alla fine lo avre prefeito... Fredda, incapace di provare cosa per gli altri era normale. Caterina e tutte mi dicevano che avevo il cuore di pietra, freddo, ero anormale perchè non partecipavo con le loro cazzatine romantiche per i fidanzati online, proprio conosciuti e mantenuti così online a cui dicevano ogni cosa senza sapere chi fossero veramente e la stronza che diceva tutto a Rò ero io. E odiai ogni cosa, cercavo di vestirmi e volevo piangere, volevo distruggere quel cazzo di letto dove mi aveva fatta mettere senza neanche togliere ne la coperta ne niente, dove mi ero sentita male e sola in un modo per me indefinibile e lui niente. non collaboravo. E poi da lì in poi prorpio, niente. non se ne parlò, se cercavo di parlare non si doveva ricordare. COme non capirono Zay e Ric con loro, che ci fosse Rò o non ci fosse era lo stesso, così come loro. Online non attenuava neinte. mi sentivo sbagliata ma nello stesso tempo sapevo non esserlo io. dalla nostra amicizia di bello non ho avuto niente. non mi ascoltava. quando mi arresi, pensavo che almeno accadessecome credevo si facesse normalemtne... partendo da zero. O scorrendo le mani su di me e io capivo cosa significasse, prima aprtenza. Fu solo io seduta a rimettermi tutto, a sentirlo chiudere tutto al piano di sotto, a non reggermi in piedi e odiare me, il mio corpo ma nello stesso tempo essere felice che non mi avesse tradita ancora reagendo in un modo che non conoscevo, a sapere che io no navevo dato niente e ancora come per tutto, ero una delusione, mentre erano tutti una delusione. Ma non ero io sbagliata ma tutti loro a comportarsi come se fossi io a farli incazzare. E così ancora oggi giudicano me, come mi sono rovinata per tutto il dolore... chi se ne sbatte!!
    Per questo non ho mai trovato strano ne prostitute ne gigolò. Se avessi avuto soldi, io avrei pagato qualcuno che mi desse un pò del tempo che desideravo da altri, tranne sesso, ma se dovevo io dare agli altri per qualcosa che desideravo, pagavo e stop. Che credevo amiche o amici speciali e invece fui solo io a perdere tutto. Che non mi facesse soffrire perchè voleva cose che io non potevo o volevo dare. Io davo cosa lui voleva se potevo pagare e lui giocava con me ai videogiochi, andavamo a vedere tante cose in giro, vedevo come era andare al cinema, mangiare qualcosa di buono in compagnia, parlare di cosa mi piaceva o discutere di tante cose. Se mai avessi voluto quello, dopo Rò, compresi che perchè no... i maschi su ciò la sapevano lunga. Ninete rotture di cazzi, niente fastidio. pagavi e avevi cosa veramente ti interessava. E se mai avessi voluto sesso, che da essere solo una vittoria e basta, anche rischiando qualche video poi messo online come sentivo sempre dove era lei a finire a merda e mai lui, a sentirmi di nuovo come quella volta... meglio a quel punto, se decidevo, pagare e non aspettarmi niente. Ma peggiorai ancora quando venne a casa mia per aiutarmi a sutdiare, tempo dopo casa in campagna. stavo male, ero disperata, gli chiesi aiuto... e invece di ciò, non trovai altor che rimproveri, un suo tentativo di farlo cercando di levarmi i jeans, io che stavo di nuovo come all'epoca da aver problemi pure a respirare, e lui che mi buttava merda, perchè io ero cambiata... io, ero cambiata. Se l'avessi fatta finita intorno a quel periodo mi sarei risparmiata tutto, tutto quanto... Questo era tutto. se ne andò dopo aver litigato, mentre volevo piangere di nuovo, andarmene e chiudere tutta la merda a chi voleva viverla, sola come semrpe, lasicata così da lui e i miei che rompevano e dovevo fingere... mi sent così male che la mia malattia peggiorò. E con ciò, non risucì più ad avere persone vicino. A casa ogni cosa era sporca. perchè erano loro mi venne la fobia dei germi da usar el'alcool senza sosta. non volevo toccare cosa solo avevano toccato, gli abiti ogni giorno lavati e via dicendo. Odiai le visite dai medici e mi allotnani da tutti. sarei finita solo a fare come le pancine, essere una vagina da avere e io solo il suo contorno, ficnhè la davo valevo qualcosa. se io mi sentivo tuttìaltro che una donna in quei sensi, io non valevo neinte. Io no nvalevo per nessuno se no nper cosa davo. Che fossero favori gratis, sesso, appunti, passaggi, ogni cosa... E così finì. Nesuno voelva consocermi ma mi giudicava, ero diversa, strana e tutte le buttanate da stronzi coglioni che abitavano in quel cazzo di buco di culo religioso. Non avevo mai avuto niente, vedevo gli altri avere quel poco che desideravo da sempre e io dovevo pure star muta. Angioletti, io non posso giudciare cosa vedo, magari soffrono mi dicono ... ma andate tutti a morir ammazzati. Per me non cè mai stato niente, io non ero una persona ma solo per essere usata. E odiai il mio comrpo ancora e ancora. Desideravo solo farmi togliere quello schifo  cheormai  per me era e resterà sempre un più inutile, donarlo a chi serviva che aveva questa cosa del figliare e io chiedere di chiudere tutto, perchè avessi tutto come i lperineo gli uomini. Per essere me come mi sentivo veramente. Avrei voluto farlo, ma qui tutti romppono i coglioni. COn Dorde litigo smepre. non cè verso di trovare qualcuno che mi veda, veda me, perchè io sono io, che sia felice di me per ciò che sono e posso fare e non dare, tutti hanno solo consigli da darmi ma sembrano come i vbigliettini dei baci perugina...tutti mi voglio cambiata per come si aspettano, per chi vogliono vicino, come fossi un robot... neanche io voglio che i miei figli che saranno nel corpo cosa vorrei, siano ciòl che io voglio altrimneti non valgono o non meritano... una cosa è fare stronzate perchè si è stronzi, altra comportarsi in un modo e voelr cambiare quel modo perchè non ci va giù... cazzatine epr tutti ma non per quelli come me. A quanto pare nesuno capisce cosa è essere me e come lo vivo. Comè essere sempre rimproverati, ripresi, avviliti dai discorsi sul non essere così, fai così, se tu non cambi non puoi... iuo devo tutto tutto ciò che vogliono, ma ciò che voglio io non vale male... Come sarebbe finalmente trovare il mio  tutto e sentirmi come im sento e vedo. Sebbene Dorde sia amico speciale come Rò, non cè niente e quindi litigi.E vuole decidere per me dicendo che sono le nanomacchine ad aver bisogno dei miei ormoni, o come tester sarei un fallimento. Ho spaccato alcune macchine nell'osperale, anche i dottori devono decidere poer me come se dovessi finire un vegetale, mi lascerebbero soffrire come un niente tentua da macchine per decenni... i dottori sono il peggio, altro che il loro giuramento di Ippocrate, questo è imporsi, non curare e salvare. Cè un limite tra merdosità e cose giuste. E io come per ogni paese devo subire le decisioni di altri perchè, essendo donna, è impensabile togliere cosa per me è inutile e di troppo, non ho scelta... e sempre di più vorrei attuare il piano God e cancellare la feccia uamna dal mondo, a che serve altrimenti se i diritti di scelta sono calpestati? Vorrei essere un quaolcosa che trascende l'umano da fare il culo a tarallo alle merde, a poter esser io nel corpo e nell'anima... io credevo nellumnaità, nell'amicizia, nelle poche cose felici che finchè cèrano non importava che accadeva... E io odio l'umanità persa per fare quella cosa, che sembra per tutti l'unica per avere una vicinanza. E solo io devo restare sola.

    "pwsni che io mi sbagli!? che ho compreso male?"

    "no, ma... perchè non provi a parlarle? Ci sarà un motivo se è vero... magari lei ti parlerà...."

    "Lis non dice mai niente di sua sponte, se non vuole... a volte le tira fuori dopo molto o quando è ben disposta... lo so che ci sono cose che nessuno mi dice, lo vedo dai loro sguardi, ancor di più lei, e... se solo riavessi le mie memorie da umano e scienziato..." mentre Gask sudava freddo dal volerglielo dire "ma la mia scan è corrotta e ho dovuto costruirmi come nuova persona per esser pari e degno degli altri... ma dimmi, cosa sai di chi ci ha creato...?"

    "... onn spetterebbe a me, dir qualcosa..."

    "ma..." fece lui deluso

    "..." sospirando "forse... dipende dalle domande..." si arrese Gask ma intenzionato a non fare cavolate

    "... come sapevi dei sottomarini e di Raiden...?"

    "Ah... perchè... mh, conosco una persona che li ama pure e quindi...." facendo il vago "so che Raiden è molto amato e..."

    "ma Lis lo adora, solo quello del due,  solo perchè dice che cn quella tuta o non so cosa, sente di conoscere cosa vede... non l'ho mai capita questa cosa, a lei i biondi non piacciono, ma ci sono due personaggi maschili che adora, uno biondo e uno platino, che adora e di nascosto stampa a colorio tutto c iò che le piace "facenco ridere Gask nell'immaginarsi a scena delle stampe clandestine "... ma appunto lo adora per qualcosa dell'aspetto generale, mentre per quello platino e capelli corti, dice per il carattere e perchè si rivede in lui, non so... dice le cose ma resta criptica..." alzando le spalle

    "...ok, una domanda io, ora... sai niente di quel corpo di Lis scappato da qui?"

    "OOOHHH.... cosa vietata qui...!! Ci hanno ammoniti di non parlarne o ci azzerano la memoria...  sono stati chiari..." parlando piano scrutando tuti i lati

    "ma tu lo sai..."

    "beh... con Lis ho visto i filmati che .... abbiamo sentito l'avviso di pericolo, ci hanno fatto tornare alle Camere di Stasi, pensavamo di dover entrare nei pod di stasi appunto ma ci hanno lasciati soli. Io e Lis siamo sgattaiolati via  con i suoi sblocchi di accesso mentre gli altri cercavano con le loro abilità di capire la situaizone anche nella Sala e... siamo andati nel nostro posto segreto, si è connessa e abbiamo visto il video..."

    "il vostro posto segreto..." fece come a domandare senza terminare la frase

    "si, è lì che ti porterò dopo... ci aspettano tra l'altro, ma oggi cèun casino di test e personale e possiamo sviare... comunque nel nostro posto segreto Lis ha collegato vari terminali con i cavi del Nyssa staccati di pilatri "lasciando basito Gask "e da lì lavora a cosa deve fare... il video era... con l'avviso partono i blocchi di sistema e ogni sezione e porta si chiudono subito finchè non sono isneriti i protocolli di sicurezza per l osbloco. Ma invece... quela corpo camminava come se avesse una meta e appena passava poco prima si apriva ogni porta e sezione come se fosse magia... è stato strano vedere un corpo dei nostri, peggio di Lis, andarsene e... poi quando era alla fine della struttura, si è voltata verso l'ultima telecamera attiva, molte non lo erano, e ha sorriso ocn un'espresisone umana e stronza che Lis restò a fissare l oschermo a fermoimmagine... non so cosa sia successo, abbiamo spiato come facciamo anche se non so perchè, e abbiamo sentito molti dei camiciati come li chiama lei arrabbiarsi nel non capire come... come un corpo è stato portato fuori, ma più che altro come sono entrati... vi erano dei codici di intrusione che hanno studiato a lungo senza capire..." apparendo dubbioso per poi mostrare a Gask una specie disul  telefono dei dati "ecco cosa appariva, adoro rivederli e leggerli per cercare una soluzione... questo è solo uno e ikl più corto ma molti segmenti si ritrovano nelle altre parti più lunghe,..."

    ".." leggendo

      SENSESCAN]]>

    "E... cosa vuol dire...?"

    "bella domanda... Lis non voleva parlare ma come sempre alla fine ha risposto a mezz abocca che sono tracce volute, chi è stato ha voluto farlo, voleva far capire gli intenti e delle cose..." e Gask si chiede cosa Lia volesse dire con tutto quell'accrocchio di lettere e numeri

    "che vuol dire secondo te?"

    "... ...che chiunque sia stato voleva quel corpo e aveva ogni chiave di accesso e sblocco dei sistema di protezione e...."

    "e chi poteva volerlo?" chiese gask per capire lui che sapesse

    "mi auguro non un seguage del vecchio leader..." veden do gask voltarsi attento "vedi... qui cèrano alcuni dallo Chateau... intendo...lavoravano prima là e poi sono stati spostati qui e... il vecchio Leader non so bene ma era apprezzato da loro e hanno preteso di comunicare con lo Chateau quando è stato eletto, furiosi che alcuni progetti che seguivano erano a lui sconosciuti... Lis e io spiamo sempre se non dalle cam di ogni stanza di persona e abbiamo ascoltato molte lamentele... dopo la fuga di questo corpo molti hanno ipotizzato che fosse qualcuno di loro che volevano supportarlo con un corpo e una scan predefinita perchè avesse supporto  ma... ho avuto l'impressione che Lis sapesse ..."

    "capisco... non hai altri dati?"

    "ho preferito evitare...cè solo una cosa che ho preso... per sbaglio ero connesso fisicamente con Lis e...  nella mia cpu mi è risuonata... era lì, la sentivo, avvertivo nei miei circuiti qualcosa... ho salvato solo questo..." mostrando a gask di nuovo il telefono, dei codici e poi dei frammenti di qualcosa che pareva un testo

    ascoltami...
    ti concederò un cuore di amore ...
    per essere.....di più.
    avrai. ...
    ...
    . ...e la personalità preferita...
    allora  amerai ....al posto mio.
    e, se è consentito, invita-...... ad amarti
    perché io...
    . . . non posso più.
    da oggi, non sono più un ....
    sarai il padrone ...., aspettando il giorno in cui si adempirà alla promessa...
    erediterai questa posizione da me...
    ...quindi da oggi, tu non sarai più me.
    perdonami  per averti dato alla luce dividendo un'anima, mettendo in te tutta la mia angoscia...
    ...e tentare di salvare tutta la felicità per me
    da oggi in poi, hai il diritto di odiare tutto
    da oggi in poi, sei.....
    un giorno,distruggerai     tutti...
    ... tutti. ...
    . . . e benedirai tutti.....
    prego con tutto il cuore che in quel momento....
    . . . tu ed io saremo felici
    mia cara, dolce...
     nessuno può vedere  la tua forma...
    . .tranne che  me.
    e se sarai amata dagli altri. . . .
    ... poi, alla fine, tutti saranno in grado di vederti.
    finché proviamo e abbiamo amore, possiamo vederti

    "...cosa sia non so ma sembra qualcosa di molto... non so che parole usare... Lis è... parecchio nervosa su certe cose e non si sbottona, tranne poche frasi... è ancora arrabbiata per la mia partecipazione al suo controllo... dovevo riportare ogni sua mossa perchè la reputavano  una preoccupazsione, no nsanno bene come è fatta. Intendo, non hanno l'autorizzazione di sondare il suo OS, è così protetto e loro non hanno i privilegi... nonostante le richieste per migliorare i feed di risposta e connessioni per visionarla tutta come fanno con noi, dallo Chateau hanno sempre dato picche... loro assemblano e sostituiscono le parti se da migliorare, di nuova generzioni, migliori  o le cambiano corpo prendendo proprio la CortexHead, tutto l'elemento che è il Corium nel suo guscio protettivo e inserendolo nel corpo nuovo ma non possono controllare cosa cè... e ogni volta ci sono questioni se lei dice la sua sulle questioni, fa la difficile o si astiene.... dal... beh, molte cose le so perchè lei mi ha fatto vedere, compreso i me che ha eliminato e cose accadute registrate da se stessa... ho promesso a Lis che qualsiasi cosa vi sia stata, l'avrei avvisata, le avrei detto tutto. Noi due sappiamo che siamo gli unici diversi dagli altri. GLi altri, compresi i tre del mio tipo hanno i restrittori, sono dei sistemi che in base a comportamento e sequenze di pensiero logico, vengono spenti e loro smorzati dalle intenzioni o... Lis non l osopporta. Dice sempre che sono stati scelti per un motivo, quelle scan sono di persone scelte da una persona per un motivo e il loro potenziale viene incatenato per paura che possano agire... ecco... vedi, noi scan siamo umane, menti umane in corpi artificiali d'alte prestazioni... possiamo fare cose che gli umani non.... e siamo un pericolo.  COnoscendo poco Lis, hanno paura che possa accadere qualcosa visto che viene dallo Chateau, e dalla fuga di quel corpo senza motivo o comprensione, e chi fosse a manovrarlo, hanno utilizzato i restrittori... e LIs è nervosa... comunque, hai altre domande...?"

    "una'ltra...Rudiger..." dicendolo in un modo particolare "... tu... non ricordi neinte di te umano...?"

    "... me umano....? Come le dissi noi Hyman..."

    "che nome orribile hyman..." fece Gask offeso

    " è un acronimo, ho sentito per caso Lis parlare con qualcuno prima di entrare nel nostro rifugio segreto,  ma seppur abbia negato io l'ho sentita. Non usava le frequenze di comunicazione ma proprio con ilk sintetizzatore vocale in gola, parlava come un umano e l'ho sentita... diceva che qualcuno odiava la notra demonazione, che non è ver che fa effetto solo a sentirla e... boh, non ne era entusiasta neanche lei... ha detto delle parole che ho captato ma quando ho apeerto la porta lhjo trovata seduta come a leggere... "

    "e... non pensi che fosse... Legeia?"

    "... gà da prima!... potrebbe essere ma..."

    "se riesco a farmi ascoltare potrei chiederle..."

    "e allora chiedilo, è lì...." fece candidamente R indicando con la mano un punto dietro Gask, che si voltò nervoso. Legeia stava in proiezione a fissarli, sicuramente tramite le telecamere

    "come... non la vede nessuno?"

    "QUi utilizzano dei costrutti che..."

    "dei che...?"

    "dei rbot, per non utilizzare umani..., sono capaci di ottimizzare le funzioni motorie dei propri corpi basici robotici per utilizzare tastiere e joystick di controllo della sala sicurezza a ciò che voi umani non potete fare, immergtervi direttamente nei sistemi e lavorare da lì per somministrare, qualora da remoto non fosse possibile, ogni tentativo di perotezione, blocco o altro... quindiiiii, si sono robot con IA particolari per protezione, monitorano i monitor con i loro sistemi oculari fisici ma se cè bisogno possono essere in rete.... Lis li aggira perchè lei è lei, non cè macchina se proviene di più da qui o Chateau, che non possa manipolare o controllare per le chiavi speciali e sistemi di intrusione logici o fisici... Legeia è il second master da come ha detto di controllo di tutta l'organizzazione senza il suo creatore, e può comparire e usare ogni sistema anche qui o altri laboratori senza che sia scoperta, a meno che non sia qualcuno di davvero bravo e che mangia la foglia da seguire le molliche di pane digitali prima che lei le tolga... "

    "quindi condividete la stessa madre..."

    "EH!?... la stessa... COSA!?"

    "voi due... siete  nati grazie alla stessa persona... non glielo hai detto!?" fece Gask infstidito a Legeia, la quale alzò poco la testa, con la maschera non si poteva vedere l'espressione, e rispose

    "ci sono cose che vanno dette al momento giusto, vuoi creargli uno shock di sistema? un crush per la sovrappresenza di dati da sovraccaricare la cpu?"

    "di che parlate" m,ettendosi in mezzo ai due letteralmente per capire, vltandosi da uno all'altro

    ".... questa qui è come te, la persona che vi ha creato è la stessa e non capisco ora cosa ha in mente..."

    "il mio lavoro qui non ha incontrato il parere di nostra madre...." fece Legeia ed R sussurrò stupito -ma allora abbiamo una madre...?- "... e comuinque se vuoi rovinare tutto, fai, ma te ne assumi tu le coonseguenze..."

    "si me le assumo... da quello che so, Lia non ama, e con tutta se stessa, le bugie e le prese in giro, mentre tu le hai dette sembra..."

    "No... per mia programmazione io non posso mentire anche se dovessi autoevolvermi da decidere cosa fare sulle bugie... io ho sempre detto mezze verità, molte cose sono gli altri che..."

    "allora rispondimi oer capire, tu sparisci sempre prima di farlo..."

    "è cosa vuoi?"

    "se devo assecondare i tuoi voleri, perchè so che sei qui poer qualcosa...."

    "R..." disse lei al giovane e questi sussultò "perdonami ma devo bloccare il tuio sistema di ricezione uditiva inchè parliamo, vorrei..."

    "ma... il Leadere non aveva detto basta bugie?"

    "... so che domande vuole fare e sono particolari... su nostra madre..." con un tono per far intendere il peso "...fratello, è vero che siamo nati per la stessa persona e che questa è un'umana con elementi che non devono sapere tutti... acconsenti senza chew io debba farlo forzatamente e avrai quando sarà la risposta a ogni quesito..."

    "giuri?"

    "giuro!"

    "tu sei una IA eppure siamo... fratelli!?...mh, ok, se hai giurato e manterrai, disattiva pure..." tanto vedrò i labiali pensò lui finchè non avveertì il blocco, restando nel silenzio totale, vedendo Gask agitarsi

    "Non ti chiederò che fai qui, immagino mi dirai non è il momento... ma dovè Lia?"

    "... la madre è occupata con una faccenda... cè stato un furto nel mentre che tu venivi nominato Lord dello Chateau, non ti ho detto niente ma stiam lavorando alla cosa...te ne ha parlato lui poco fa e la questione è stata risolta dall'Abbattitore che per una volta ha dovuto sopprimere il problema e ora monitora tutto per evitare voltafaccia... lei non sa che io sono qui a decidere da me per voi..."

    "...cosè una mafia...? Devi mettere a tacere!? RIDENDO NERVOSO

    "..no... non sono io l'Abbattitore... cè già chi lo fa qui..." vedendolo riflettere "...la madre se sapesse che cmbini si incazzerebbe molto. Attende con ansia la tua rispostra, ma tu continui a non voler collaborare con lei... tante cose cambierebbero perchpè potrebbbe muioversi senza sotterfugi allo Chateau per le mansioni che consoce bene e..."

    "...parlami di Dorde..."

    "..." fissandolo rigida "cosa c'entr Dorde!?"
     
    "Ho letto i resoconti, lo sai...e no comprendo che legame avessero quesi due...." con le mani in tasca "non ci sono arrivato... cè una giornata che lei scriveva sulla madre di lui e un'accusa che la donna fece a Lia... e appunta  quanto fosse arrabbiata e sospettosa che Dorde o Milan avessero detto qualcosaq... e ho il sospetto che si trattasse di qualcosa tra lei e Dorde..."

    "mph...!! Dorde... per niente. Mia madre non ebbe nulla con lui, di nessun tipo, di quanto credi... e non lo dico per mio parere. La madre mi raccontava ogni cosa se io non la vedevo per mie funzioni... mi ha istruita con i suoi aneddoti per farmi comprendere i comportqamenti umani uniti ai libri e dialoghi e lezioni di importanti scienziati, filosofi, psicanalisti e terapeuti... disse lei stessa che no, Dorde non poteva essere la persona per lei perchè come con Rò, non provava quello che provavano gli altri nell'ambito di vicinanza umana intima... i passaggi di cui parli si riferivano alle sue coperture. La cara Clarissa, la segretaria del Leader, comunicava con la madre dei due fratelli ed essendo gelosa senza motivo, univa gli incarichi che lei adottava come partner di lavoro di Madame Lalique e di collega troppo amica del Leader per avvicinare le persone... Quella donna le diede della poco di buono per queste cose, mentre lei si portava dietro le esperienze negative con Rò che coem diceva lei, scassava il cracco per fare roba ma lei non aveva nessuno stimolo o quello che provano tutti per fare cose...  secondo te perchè da umana lei non uscì' più i casa e si isolò, mentre dopo ver incontrato Milan divenne parte del mondo?"                                                                             
    "... bela domanda, tu lo sai..."

    "...ti dico solo una cosa... anche se fosse rimasta là, anche se fosse rimasta sola, morti tutti...se nella sua famiglia fosse rimasta sola e libera... altri avrebbero gridato alla libertà, più nessuno a scassare il cracco... ma non lei... lei doveva andarsene prima, erano gli altri a dover vivere...per lei restare sola alla fine, passati gli anni, i dispiaceri, i rimpianti e il trattamento ricevuto da tutti, non... aveva senso!! lei non aveva più niente per vivere e gustarsi la libertà, ma era ormai troppo tardi, cosa doveva vivere...!? Rispetto Susan Boyle per un esempio che usava sempre lei, non cè niente... quella donna per la famiglia e dover curare la madre, non visse niente... e appena sola, aveva un dono di natura che le permise di farsi una carriera, non chissà quale ma era felice, coin la sua beneamina, migliorò tutto e cercò di godersi ogni cosa non avuta nella vita... nel programma in cui partecipò si vide il pubblico di merde che faceva facce schifate, da presa in giro e -ma dove devi andare- per il suo aspetto e cosa sognava, ma quella donna aveva doti che magari loro non avevano. Era spiritosa, simpatica, spigliata, chissà chi poteva essere se libera dalla famiglia... sola affrontò per il suo desiderio di riprendersi la sua vita un programa e lo scherno della gente che giudicava dalle apparenze e vinse smerdandoli... ma Lia... Lia non aveva nessun dono o qualcosa che valesse da essere considerato, così cercò di fare tutto allo Chateau...Anche cosa portò in scena era iconico... Così prima della fine e il momento del test, lei agì al massimo delle sue possibilità, in modo massimo come la sua fame nervosa che l'affliggeva... e fece il possibile prima del test per brillare come una supernova... Dorde... rispetto Milan era un'amicizia in conflitto. Lei non voleva ... Oh... ma tu dovresti sapere abbastanza, visto che  Kianta ti ha permesso di leggere e capire i usoi Resoconti..."

    "invece ho più domande che risposte... dai progetti di cambiamento del mondo, alle sue azioni, a come pensava a come vedeva le persone... e cosa intende fare adesso che è tornata... anche se scan, non soffre ad esserci ancora!?"

    "... ovvio..." fece lei coin un tono che lo colpì "... se pensi che se la passi bella felice ti sbagli... sebbene senza un corpo originale o umano, ha attacchi di panico, trema violentemnete in certe situazioni di stress anche con i corpi artificiali e peggio con quello che si portò via di qui essendo così di ultime prestazioni e perfezione da farglielo recepire come reale..., non resta troppo vicino le persone e non le tocca o no le fa toccare,  sebbene desideri la compagnia di qualcuno  ancora adesso. Pia nge quando legge qualcosa che trova in rete o cosa riceve dalle Torri, storie, stiuazioni, accadimenti di persone e coas vivono o che perdono e le viene il magone per cosa debba significar viverli, sebbene lei ne ha vissute tante... Piange per gli anziani, per i bambini in situazioni e vite orribili, per gl ianimali, per le persone come lei, e qulle che quando stavano per giungere o vi erano giunte o pensavano di avercela fatta...track come dice sempre per dire che è tuto finito.. Quando è giù e ha impegni poer strada, compra del cibo che la sfagiola e si mette seduta a terra con il senzatetto o sfollato del momento che le capita, e le sembra davvero bisognoso non solo di aiuto ma di ocmpagnia e parla con questi o queste. H conosciuto molte donne e uomini per tanti anni per strada e sebbene molti abbiano rifiutato una sicurezza dalla strada in cambio di lavoro e sostegno alle Torri, li fa aiutare. manda gli uomini a inocntrarli e facendo piccole cose, anche se sembrano stupide, fa guadagnare loro quanto basta per due o tre giorni pieni per mantenersi, e se possibile li fa lavorare tutti i giorni. Rispetta i loro desideri ma se ci sono rifiuti, considera la dignità e a questa si affida per non lasciarli a mani vuole. Il lavoro nobilita l'uomo, quindi ecco... Ci osno quelli che non vogliono per vari motivi, anche come lei così ind epressione da no navere la forza di alzarsi e fare qualsiasi cosa e li capisce ma l isprona... ieri è rimasta sotto la pioggia a parlare con un uomo che le faceva venire da piangere, così disse. Aveva dei maglioni sottili così come i pantaloni, e sopra a coprirsi meglio un maglione di lana pensante così malandato che teneva per miracolo, così lungo che seduto a terra con le gambe piegate, lo copriva fino alle caviglie. Caviglie protette da più calzettoni colorati lerci e un paio di scarpe da uomo con lacci rovinate e un cappello di lana che non sapeva manco lui quando era stato sferruzzato. Era così magro che, quando si sentì rimproverare da quei tre perchè rischiava di ammalarsi, usava il corpo di una donna e da poco era perfettamente operativo dal lungo coma, lei si mise silenziosa fino alla Torre, con un'epressione che li portava sempre a chiederle se andasse bene. In verità lei non era proprio sotto l'acqua così, come si pensa, ma dove il vecchio si riparava, sperando in qualche soldo, perdeva e non aveva una copertura vera  e proprio da proteggere bene e come sempre la riprendevano dal pensare bene a quel che fa... e lei restò in silenzio... finchp alla Torre, esausta dalle loro ocntinue domande non chiese silenzio per poi mettersi a piangere. Affermando che solo a veder quell'uomo così secco da far paura, sporco e incolto, con quegli abiti sotto poco protettivi e quel magilione gigante che pareva una tenda da circo anche per come era tenuto dalle ginocchia piegate perchè lo coprisse fino ai piedi... quella era una persona, eppure valeva quanto un topo di fogna per tutti. Chi l osa chi era, cosa facev,a che abilità conosceva da torfnare ad esser persona, disse, nessuno l ovede e così potevo finire io o voi...lo aveva visto la prima volta da lontano, passando lo aveva fissato bene e aveva deciso che voloeva passare del tempo con lui. Aveva comprato del cibo pronto e offerto tante cose, che lui si era messo da parte. A quanto pare temendo di non avere abbastanza soldi, anche poi se  freddi, avrebbe mangiato con parsimonia ore dopo appena aveva fame. E lei alla Torre, come una disperata aveva detto che le dispiaceva per lui e per le società di merda che nulla avevano da sentirsi migliori del passato come credevano. Come era possibile vedere quell'uomo con queli occhi spenti ma tanta forza dentro da andare avanti fino all'ultimo respiro per strada, e trattarla nonostante tutto con così gentilezza e proponendole un pò del cibo preso proprio e solo per lui, come mai altri nel dividere qualcosa, anche qualche fetta di pizza come fu da discusisoni con Rò e lui la mandò a cagare perchè sia mai che le buttane che lo etichettavano come poraccio perchè non con un lavoro da lei fare la Signora al suo fianco, era una delusione... portare questa stronza a mangiare i cornetti alle 3 di notte, ai ristoranti,e regali ect andava tutto bene, era lecito che lei i soldi li aveva ma er alui che doveva farla sentire importante, anche tra amici. Lui no ndoveva parlare del suo lavoro che, come disse lei, era mortificante... grandissima buttana come la chiamava sempre e per dire a Rò un pò di tempo o una pizza mentre giocavano, in sette anni mai una volta.... e invece quell'uomo condivideva,   le diceva tante cose di speranza e ancora non accettava aiuti. E pianbgeva dicendo -cosa dovrei pensare, se mai fosse accaduto a me, se io fossi stata nella sua situazione, che avrei fatto? Sarei stata totalmente sfiduciata da rifiutare ogni aiuto anche se pareva genuino o che altro? E che fiducia avrei avuto? Se fossi finita come molti ocn i miei oggetti per strada, pensando di venderli a chi potevo per quattro soldi, che cosa sarei stata per la società se già ero diversa e tutto prima? E perchè a quell'uomo nessuno prestava occhio ma imbecilli analfabeti funzionali, calciatori, attori o gente famosa o politici che hanno fatto di ogni, viene permesso ogni cosa o come certe star, i fan mandavano soldi per sostenere la loro fortuna? Così, senza senso? non cèra nessuno per me, e vedo queste cose, tutte le storie che ho sentito e... a che serve aver fiducia nelle persone?-... si sente sempre in colpa per esistere, mangiare con i corpi viventi o voelr fare tante cose con quelli artificiali per non sprecare ogni iostante di nuovo qui, prima di andarsene di nuovo e si sente una merda ad avere ciò che ha intorno... seppur non ha persone per lei accanto e si sente sola, si sente più privilegiata di tanti e li ammira per come non accettano niente e preferiscono affrontare la strada, almeno, non quelli impauriti dai cambiamenti e altre cose..."

    "...seriamente?"

    "..." Legeia fissò Gask "pensi che io menta?"

    "no, non intendevo questo ma mi chiedo come possa una scan portarsi dietro tutto quanto da essere ancora una disperata esistenziale come diceva... tutto il materiale di Milan l'ho visto, la scheda di Lia, come era da piccola e poi... i cambiamenti nelle foto e i video. A vederla mi è sembrato, anzi, è saltanto all'occhio come qualcosa cambiasse negli anni... per poi esser solo un sorriso mesto e spento, di circostanza ma così chiaro... e come fosse possibile cambiare da ciò che era che somigliava a quel personaggio maschile che adora dall'opera al secondo posto della sua lista dopo quella magna, a... ciò che è ora... pensavo che la scan senza il corpo originale e quindi cosa un corpo organico porta..."

    "un Io resta anche come scan... se una persona si porta sofferenza, si sveglierà vedendo il mondo con quel colore rispetto la realtà comunque... se qualcosa dovesse cambiare bene ma... il mondo è quello che è, le persone pure, si soffre e si sfrutta.... per ora sta agendo per stanare la feccia grossa e far loro molto male, come dice sempre, ci sono responsabilità che si accetta di prendere e si deve andare avanti... anche dover sopprimere qualcuno che è un pericolo, bloccarne un altro, arginare un problema con mezzi duri... non è la stessa cosa della merda nella storia dell'uomo, pè buon senso e l'agire davvero di qualcuno... cosa, perchè mi guardi così... te la fai sotto per qualcosa? Temi che stia facendo qualcosa di segreto che non ti piace o contro di te?...chi  ne può  essere danneggiato non dovrebbe neanche sapere che esiste e ancora, quello che no nsi conosce non si cerca ..."

    "E IO INVECE CERCO COSA NON SO..." fece Gask offeso "lei mi ha proposto un accordo di co-partecipazione e gestione dello Chateau finchè tutto non torna normale, ma cosa vuole lei davvero? Sta tenendo segreta Kianta, perchè!?"

    "...è davvero questo che vuoi sapere!?"

    "... cè così tanto che non immagini... e tu... che prendi decisioni a caso senza neanche il suo assenso..."

    "io lavoro su direttive preimpostate, non sto m ica a pettinare le bamboole a casaccio..." lasciandolo basito

    "e allora perchè hai permesso che questo ragazzo finisse attivato nel corpo dello scienziato, vietando gl iscienziati a..."

    "Come!?" fece lei come sorpresa, senza poter capire per la maschera "...cosè che avrei fatto!?" mentre R li fissava muovendo solo gli occhi attento

    "......per un errore lui è stato attivato e tu da sola hai deciso che doveva continaure perchè a Lia piacevano i test e..."

    "WHOW, WHOW, WHOW.-...." fece lei come una matta e ci rivide molto Kianta nei suoi modi di fare e gesti che semrbava aver preso forse per imitazione "cosa vai raccontando, quel ragazzo non è mica un errore!!" facendo venire a Gask uan faccia basita che R fissò accigliato "...chi ti ha detto questo? Il ragazzo è attivo perchè lei ha scambiato le scan..."

    "Ma... parli di LIa!?" fece lui senza seguire bene la cosa, troppo scioccato

    "ovvio... quel ragazo le ricordava il personaggio che dici tu, in cui si rivedeva prima di finire perduta dalla vita... la vita è diventata per me una nemica, quando la speranza era alta e la vita degna di essere vissuta, quando i miei sogni nascevano, erano usati e poi gettati, ma ci osno sogni che non possono avverarsi, e ci osno tempeste a cui non puoi sopravvievere, sognai che la mia vita sarebbe stata così diversa dal'inferno che vivo ora, niente il treno ha fischiato, niente disperazione da finire in un letto per decenni dove ero solo soldi per qualcuno che doveva curarmi, oltre il niente di prima... così diceva... in realtà da cosa so lei sapeva chi lui fosse , credo, ma ha voluto dargli una nuova vita come nessuno fece con lei e altri... ma ha supportato l'amnesia dell'originale e conosciuto, ha voluto tenerlo vicino.... lui è in una Torre ora..."

    "EH!?"

    "... non lo hai incontrato, comunque lei decise di prenderlo a modello e così prese la scan, scambiò quella mandata per l'attivazione di R, così che i lprimo risultasse quello che tu conosci ora come R, e poi rimise tutto a posto per l'attivazione degli altri tre, che sono Rudiger... R... questo R... è qui e cè perchè lei volle dargli un modo di scorrere a doppio binario con il sè originale come lei fece anche per tutti gli Hyman qui, perchp si seguisse come andava a finire... e poi, tu che hai tante domande, non ne hai specifica...!? Che ancora non hai fatto osservandolo!?"

    Gask posò l'occhio su R che si vide fissato e ricambiò, restando entrambi a guardarsi bene come se il tempo non si fosse fermato, poi Gask trnò a lei.

    "cosa dovrei chiedere...!?"

    "sei tarato solo quando vuoi... cosa ti disse la Direttrice ma anche R stesso sugli Hyman...!?"

    "..." riflettendo "... che sono scan di scienziati... o altre figure con qualità e abilità speciali che accettando e mettendosi a disposizione per essere le basi umani degli Hyman, hanno..."

    "bene... che altro disse R...!? lui crede di essere Rudiger...."

    "...si... Rudiger, lo scienziato o filososo o linguista, quel che era, che era anziano ma con un cervello straordinario e...."

    ".,.. ora ripensa bene a quando hai visto gli Hyman sfilare nel corridoio... pensa bene..."

    Gask non voleva farlo, sembrava sentire odore di trappola ma alla fine si arrese e ripensò. Si rivedeva parlare con la direttrice, poi quella fila di persone, due a due, che dietro gli altri avanzavnao. In testa Lis con R, poi altri. Erano di vari sessi, etnie, ed età. DA giovani, molto giovani, a persone di 30, 40, 50 e anche più...
    Gask riflettè. Fissò di nuovo R per capire cosa Legeia volesse dirle. Ricordò un racconto di Kianta. All'inizio, prima di litigare con i fratelli. Dorde si spacciava per Milan e Kianta non vi faceva caso ma molte volte lui non si accorgeva di fregarsi. Parlava di Milan come di un'altra persona e non se stesso, gli sfuggiva proprio il nome del fratelo,diceva frasi che qualcuno che non fosse intontito da cosa diceva, diceva e diceva o lei che non voleva sentirlo per qualcosa ma Legeia era chiara quando si parlavano... avrebbe capito?. Si rese conto della cosa solo il giorno che la portarono nella sala da pranzo sotterrana, dove Lia non volle andare perchè vi er rimasta male, del comportamento di Dorde. E le dissero la verità. E raccontòl a Gask che si sentiva scema, Legeia più volte aveva detto -ricorda, fai attenzsione a cosa ha detto o fatto, come ti tratta e comè che tu lo chiami Hyde contro il Jackyll del solito- ma lei non voleva pensarci. Si sentiva bene con lui/loro e come fosse la sua vita per pensare male.
    E poi, fissò R.
    Ripensò a cosa lui disse. Alle file di soggetti di vario tipo che andavano ad assistere ad una riunione, a Lis, R e e...
    Fissò ancora R, ripensò alle file.

    "..." voltandosi di colpo verso Legeia come se avesse avuto un'illuminaizone "ma... lo scienziato o quello che era... era vecchio..."

    "eh eh eh..." rise lei

    "che significa...."

    "... che potevano utilizzare il corpo del vecchio ma Lia volle giocarsela tutta... R... il suo aspetto, gli altri Rudiger che hai visto nella sala.... quale dei due è il vero ....?"

    "...i-... intendi se il corpo è un Rudiger ringiovanito o... no!! " fece lui così stupefatto da sembrare comico "non dirmi che oltrre la scan, lei ha..."

    "... R man tiene esattamente... se stesso, possiamo dire.,.., sono i Rudiger, veri di mente degli affittuari diciamo..."

    "... ad avere il corpo di un altro... ma loro lo sanno?"

    " che fanno, non si vedono? Certo, ma non è mai stato implicito per alcuni soggetti umani  scleti e specificato nei contratti, che il loro corpo fosse scelto... e ai veri Rudiger fu detto che era in linea con la loro mente, fresca e spigliata nei loro doni di nascita, un aspetto giovane da... giovane universitario o dottorando o poco più grande se lo si sistema bene, da apparire un genio nelle sue abilità senza essere troppo vecchio, ma il suo corpo cè, così come gl ialtri che hai visto... loro hano sperimentato entrambi i corpi, così come Lis stessa deve essere inserita un corpo... di R..."

    "eh!?... aspetta, R si era lamentato del fatto che lei dovesse usare un corpo maschile..."

    "... un suo corpo, si... Lis per ordini e direttive dello Chateau, deve fare il triplo degli altri, ma lo fa perchè crede e come dice la Madre, sacrifici e decisioni sono chiave in certe situazioni... no na caso lei è un Abbattitore..."

    " cosa sarebbe..."

    "... Abbattitore, ripulitore, risolutore..."

    "Assassino!?"

    "NOn fino a quel punto, sempre che non sia necessario... lei non è qui per caso ma ha accettato l'incarico di buon grado. Lei è qui sia per testare il corpo, è più facile avere lei qui spacciata per soggetto di test mentre migliorano i corpi, e nel frattempo vederla seguire le direttive e programmazione nell'assicurarsi che qui tutto vada avanti senza segreti tramite controllo di sistemi, dialoghi e messaggi di ogni tipo... osservare e sentire, hackerare e intromissioni ma non solo tutti i membri di questo laboratorio... gli Hymans tessi sono sotto controllo, non dimenticare che loro sono menti umane in corpi artificiali... non è possibile, come dicevano smepre la madre e David, capire come ragiona una macchina, ossia noi, ma la metne umana si... se dovesse capitare qualcosa, controllare e se cè qualche problemuccio di scrupoli umani vertenti sul negativo, i suoi incarichi sono di fermarli entgrando in loro e cancellare le sezioni pericolose, riportandoli mentalmente al prima... come penso tu abbia capito loro hanno la scan, ma tutto ciò che è oltre la scan viene riversato come memorie e dati extra in un HDD di ultima generazione che è quello che racchiuide tutte le memorie del soggetto da quando è stato attivato, si più dire la memoria vera del nuovo soggetto... è sua cura decidere che fare, è capitato qualche... incidente, un danno si sistema là, un Hd rotto... i memorie cancellate impostando l'orologio che segue l'attivazione al giorno che lei agisce..."

    "ma è orribile... "  

    "..." fissandolo mentre lui sembrava turbato "dal un lato potrei anche darti raigone, lei deve cancellare quei pensieri sbagliati ma cosa facciamo, per ora che il progetto è in fase di lavorazione quei cervelli fanno di testa loro, decidono di agire per qualcosa mettendo a rischio tutto!? Lia voleva fidarsi ma... sebbene una scan umana per tante cose sia migliore di una Ia come dice, ma essendo anche umana... e diceva sempre quando parlavamo, non dimenticare Legeia, per una non accettazione alla scuola d'arte nacque un baffetto tedesco, per una carriera di musicista nacque Manson come lo conosciamo... cèra anche altro, Legeia, e ti ho letto le loro storie per capire il mutamento dell'animo umane come molti soggeti, ma no ndimenticare che per una scintilla, può divampare un incendio e se non si è pronti con piani e regolazioni dalla A alla cazzo di Z, si ifnisce nella cacca che non ne hai idea... tu non so se mai un giorno... potersti capire!?... ma credimi, vivere un infarno peggio se i lsenso di paura di raggela e fa agire in modo folle... cè poca storia..."

    "ok, quindi?"

    "...Lis ha il compito di controllare tutti qui dentro, riportare ogni cosa allo Chateau, assicurarsi che le scan mantengano i giuramenti fatti per il mondo e il miglioramento dell'umano e come Abbattitore, abbattere appunto ogni elementi di distrurbo o problema.,.. è capitato di dovereliminare veramente di sua mano un grosso problema, ma come diceva la madre e lei stessa, se cè qualcosa da fare che può essere un fattore di disturbo tale da robvinare più cose, si deve scegliere. Se qualcosa deve essere fatto, va fatto, anche se fa male, anche sed non vorresti, ma se non ci son altre scelte, meglio fermare, bloccare, acncellare o eliminare uno per qualcosa di più grande..."

    "ed R...!?"

    "... non era previsto dalla madre l'amicizia di quei due... Lis ha sofferto per gli ordini dell'Handler di freezzare R per evitare che se presi entrambi o solo lui se rimasto a terra, potessero capire i dati, sapere come attivarlo o fare qualsuiasi cosa per rubare come sono fatti... anche lattivaizone, la madre la fece particolare, nella zona sotto la mandibola, dietro il lobo dell'orecchio, ci sono due pulsanti per lato. Per attivarli manualmente è necessario sapere che si deve premere contemporaneamentre quei due punti. In alcuni modelli più recenti con un terzo bottone necessitando di un'altra persona, quindi devi sapere cosa e come fare... così  che il Boot no nsia accidentale o per ipotesi, in mano a qualcuno, sappiano come fare. I connettori vertebrali sono speciali e solo di qauesto laboratorio e Chateau, quindi se cè qualche genio che se li trova danneggiati a terra... deve ingegnarsi per fargli anche solo arrivare corrente esterna..."

    " E Lis...?"

    "lei è diversa, così volle la madre.,.. il suo sistema di attivazione è tutt'altro tipo..."

    gask sembrò avere un lampo negli occhi, guardò R che assisteva a tutto e poi a Legeia si lamentò

    "R ha detto che lei rispetto gli altri modelli ha una struttura del corpo, femminile, diversa... le altre non hanno niente  dove le donne umane hanno quell'organo... la forma è identica senza... aperture,.... ma ha detto qualcosa che ha mandato Lis su tutte le furie... lei non è come le latre, lei là sotto ha il suo..."

    "... " sospirando "sempre così questo ragazzo... perchè sei tu, lo dirò... Lis è il primo soggetto creato per volere della madre, ma anche uno dei suoi figli. E per questo avendo il suo aspetto, volel dotarla di una protezione... rispetto le altre Hyman, lei ha un'apertura, ma si tratta del suo sistema di Boot... uno dei bottoni si trova nascosto, sapoendo che cè e scostando le grade labbra che sembrano per il materiale della pelle chiuse, come un  discorso tra Zay e Lia dove la prima disse alaltra sulla gommapiuma per cui anche se cè il taglio per come è di materiale se si sa che cè si trova..., nella zona da lei più odiata... se la si vuole attivare senza connettori vertebrali o gli altri nel collo e orecchie, si deve attivare quel bottone insieme ad un altro in un'altra zona... come per gli altri Hyman, si deve sapere dove si trova o... è necessario spellarli per vedere il punto preciso..."

    "cazzo, sai..." fece lui schifato

    "questo è... e lo vedo dalla tua faccia... che protezione sarebbe?" mentre lui cambiava faccia "... se il bottone viene attivato in malo modo, accanitamente o si cerca di... smanettare quella zona, sai quando un umano vede una cosa del genere e ride percdhè per ciò che sesso ride sempre, si diverte a fare lo stronzo... così se dovesse accadere, il suo corpo come il computer per la batteria tampone, no nresta veramente come ung iocattolo... se il siswtema fantasma come viene chiamato rivela le aniomalie a quel bottone parte un qualcosa che se resta integro, lo stronzo di turno, qualsiasi cosa volesse fare... se la ricorda, oh se lo ricorda..."

    "ok, non voglio sentire altro... e che mi dici degli altri Hyman... se loro ricordano LIa, se si è mostrata per come è, allora..."

    "Oh... da dove pensi che vengano questi corpi... mica da un giorno a caso perchè uno ha avuto l'illuminaizone... lei allo Chateau ha testa le progressioni in corpi androdi sempre più simili all'umano da sedmbrare ora indistinguibili... cosa è Lis, R e gli altri, è per i corpi artificiali che lei manivrava in remoto... nessuno di loro ha visto il suo vero volto, come Abbattitore, sarebbe impensabile far mangiare la foglia ai soggetti da controllare, il progetto  questo unito al Cambiamento è troppo importante perchè finisca male comparendo di nuovo davanti a loro... inoltre..." ma si fermò e si voltò.

    Comparve Lis furente e prima che potesse inveire contro Legeia, la stessa si rivolse a tutti.

    "ora che siete qui, cè qualcosa che devo dirvi... andiamo..." come camminando tranqullamente, mentre la sua proiezione compariva e scompariva in certi segmenti, sicuramente perchè ogni cellula laser che non raggiungeva un'alstra seizone veniva spenta per passare all'altra.

    "Lis..." intevenne R ma questa alzò una mano come faceva anche Kianta, notò Gask e seguì rabbiosa la IA.

    QUesta li portò in una grande stanza che i due consocevano, ma non Gask.

    "Legeia, perchè siamo nella sezione stoccaggio?"

    "che posto è?" domandò Gask vedendo l'ambietne freddo e pieno di macchine strane.

    "qui è dove tengono i nostri corpi..." R guardò Gask che era stupito e indicò il pavimento "lo vedi quel disegno a terra? lì ci osno i pod di mantenimento. Ogni tipo di androide ha la sua stanza con lo stoccaggio dei corpi. Non è la mia...."

    "è la mia...." fece Lis irata "che significa?"

    Legeia si voltò verso di loro e parlò candidamente.

    Ora che vi siete incontrati, ho analizzato ogni situazione possibile. La madre attende ancora  la risposta di... questo qui!!" detto con un tono di schifo che fece offendere Gask

    "ehi, io ho detto che ci pensavo, non che accettavo..."

    "si, si... ma ora èchiaro che le cose debbano cambiare... ecco perchè ho scelto una delle soluzioni..." alznando una mano. E dal paviemnto si sollevò una sezione rettangolare che conteneva come una teca con un corpo identico a quello di Lis, in posizione fetale e stani agganci alla schiena e al collo e orecchio.

    "che vuoi dire, perchè..." fece Lis dubbiosa

    Voi due " indicando con il capo Lis ed R "sarete le Ombre del nuovo Leader, per ciò che siete, potete fare ogni cosa meglio di un umano... "

    "aspetta ho una domanda..." fece Gask di getto alzando una mano come a scuola "Lis è in pratica un androide con la metne o meglio, scan di Lia... tu peròl ti riferisci sempre a Lia come quella che è stata attivata da David... no è un controsenso? capisci... anche lei ha la scan di Lia ma è smepre indicata come tutt'altro..."

    "... i tuoi cricetini si osn svegliati, bene..." fece Legeia con un ghigno però che nessuno poteva vedere "Questo perchè da subito le è stato detto che non era la madre e doveva e poteva svilupparsi come voleva... lei ha seguito una strada diversa dalla madre, ha memorie, scelte e via dicendo, sue... inoltre lei ha dei compiti e incarichi che ha accettato di portare a termine e a questi si è dedicata, scegliendo lei di non essere altri che... la persona diversa dalla scan..."

    "E come ci si riesce, scusa'"

    "chiedilo a R:.." fece candicamente Legeia e tutti si voltarono verso di lui, che però pareva non capire niente della situazione, fissando le labbra di gask. Fu allora che Legeia ricordò che lo aveva disattivo nel dispositivo audio e rimediò "perdonami, ora puoi sentirci e itneragira con noi..."

    "quale umanità..." fece lui un pò scazzato, non potendo sistemare la questione da sè perchè eseguito tramite comando del master "cosè che dicevate?"

    "Lis è in pratica un androide con la metne o meglio, scan di Lia... ci si riferisce sempre a Lia come quella che è stata attivata da David... no è un controsenso?  ... anche lei ha la scan di Lia ma è smepre indicata come tutt'altro e Legeia afferma che Lis non è Lia per neinte, anche se sua scan, ma è un'altra persona..."

    "EH!?" fece fissando Lis "... la scan di chi!? Chi sarebbe Lia?" vedendo tutti agitarsi intorno a lui "intendi quella persona che ci ha creato? Così si chiama?"

    "..." Gask incassò il collo impaurito perchè Lis lo stava fissando malissimo "...sarebbe ora di dirglielo..."

    "cosa... cosa!!" fece lui impanicato e Lis calò la testa e diede loro le spalle, così Gask si fece forza

    "... Lia è la persona che vi ha creati, quella che Legeia chiama madre... è colei che è la versione umana di Lis..." mentre R restava scioccato a fissare Lis

    "è... vero!?... la tua umana è la persona che ci ha creati? ma perchè non..."

    "cosa vuoi che ti dica... prefeirvo non lo sapessi, aveva tenuto alla segretezza con tutti quelli che ora sono nostri fratelli, anche con te..." vedendolo fare occhioni stupiti "...si la ragazza che era venuta da te alla clinica dove eri, senza sapere chi fossi... era lei che usava un corpo che stava rimettendo in sesto e ti ha scelto come scan interessante... contento!? Ora lo sai, ecco tutto...!!"

    "...quindi... che accade ora...? lei è ... cosa, non ho capito..."

    "La madre è attiva e in azione a fare le sue cose, voi due ho deciso di rendervi più partecipi dei usoi piani con la persona che vorebbe suo alleato.. per questo attiveremo un altro corpo, segneremo i vostri codici di riconoscimento su di loro e voi andrete via senza che nessuno se ne accorga ... vi basterà solo condividere il vostro Io con loro e appena attivi saranno operativi al vostro posto..."

    "..." Lis non disse nulla, mentre R non sapeva che dire e restò a fissare l'amica, incerto. prima di fare un passocompelto, Lis si avvicinò alla sezione con il suo corpo in stasi e aperto lo sportello di vetro speciale, toccò con delicatezza con le dita il viso del corpo che pareva tranquillo e sereno. Restò a fissarlo concentrata, senza dire, creando un'atmosfera tesa.

    "... mi stai dicendo che devo riversare in questo corpo ciò che sono... perchè mi sostituisca e devo seguire e aiutare lui...?"restando sempre a fissare il corpo

    "...corretto..." rispose Legeia "...la tua missione e incarico primario restano qui con loro, voi due andre..."

    "RIFIUTO!" fece laconica Lis voltandosi colo col viso verso di lei "... ciò che io sono, sono le mie memorie... adesso con ciò che Lia ci ha dato le proteggiamo, sono nostre... sono i nostri ricordi, il nostro Io, i tesori, i moenti che ci rendono cosa siamo... così come se noi non dovessimo fare i salvataggi nei dispositivi, perderemmo parte di noi... Lia scelse di cancellarsi come persona non perchè fosse una debole, ma fu una scelta, appunto... scelse di eliminare con i ricordi del suo Io i tormenti, le paure, ciò che la rompeva e sporcava... perchè se fosse andato ben e,  una nuova versione di lei, la sua speranza, potesse vivere e magari trovare la felicità... ma non se ne andò così, come pensavano le merde che la deridevano perchè non risuciva più a vivere nel niente, nella disperazione... lei è risucita, è cè ancora e vivrà finchè la scan esisterà, rispetto le stesse merde buoniste e provista di sto cracco... ma lei è lei... io non ci tengo a perdere niente... ho accettato subito i dispositivi per me, per R, per K e tutti gli altri per quando vedrò che sono pronti a sapere... io ed R non perderemo più nessun tesoro prezioso, non perderemo parti di noi, non svaniremo... giù svaniscel'umano morendo o perdendo la memoria... io ho motivi per restare qui, ho dei perchè, non ho motivi per andarmene..." voltandosi a fissare Legeia "...qui ho cosa mi va bene, ho i miei incarichi e porto a termine con dedizione, si mi tocca cancellare la memoria ai miei fratelli ma per ora è per un motivo serio, certe azioni e decisioni devono essere fatte e vanno fatte senza remore, tranne che in certi casi..."

    "...come R!?" fece con un tono strano Legeia

    "...Si... io non mi pento di aver agito in quel modo... R già non aveva vita, non aveva memoria, vederlo per tre volte tornare e riprendere da capo era penoso, essere visto come un peso e test perchè tanto non era serivibile come gli altri... ora non è così, lui si è costruito, lui esiste ed è una risorsa preziosa, vive e conduce la sa vita e tutto il resto, quindi... se cè motivo di farlo, io fermerò i probelmi, altrimneti aiuterò... ma non intendo privarmi della mia unicità, dell'Io perchè sono Io, solo perchè tu reputi che questo qui debba avere aiuto, che vada da Lia e si accordi per lavorare insieme.... io ho delle cose, delle motivaizoni, delle persone qui che ... mi portano a..."

    "e queste cose sono azioni strane che fai con certe persone,  o parli di tutti noi?" domandò teso R

    "... guarda che so che eri a pedinarmi di notte, smettila di fare quei bronci di scemaggine... posso avere il diritto di fare cosa mi pare? O mi è negato? E anche quando, tu mi hai solo pedinata, cosa sai...? io non dirò niente, sono solo fatti miei, se un giorno vorrò, ti dirò qualcosa... io e te siamo amici, K e gli altri stanno diventando più mertevoli di considerazione e lo sono quasi anche loro, ma io no nsono loro, e anche ono sono te... "

    "...aveva piena e massima fiducia nella direttrice. Ma non ne aveva mai saputo il motivo. Ora sapeva che quel motivo era qualcosa di proibito e tabù come altri là fuori penserebbero..." fece Gask per riprendere le parole di R "... qualsiasi cosa sia, a noi non riguarda. E' qualcosa di tuo, tu stai vivendo e se sfrutti cosa ti interessa, ti piace o altro, nessuno può rinfacciartelo... è un pensiero di Lia stessa, lei stessa ragionava in un modo che altri stenterebbero ad accettare, ma vivere significa ben altro che come pensano molti, respira-spera-vai avanti e aspetta-.... io no nso nulla, R ha dei pernsieri e credo sia preoccupato ma non lo aggredire offesa, nessuno ti dirà neinte. QUalsiasicosa tu faccia, da rubare mutande  a fare scherzi o chissà che altro, se a te sta bene e lo fai senza costrizioni, va benissimo, così come ti faccio i complimenti "vedendola esterrefatta dal discorso "... chiunque altro avrebbe potuto eseguire, chiedere di pensarci ma tu sei andata dritta per dritta sicura e sai cosa vuoi e decidere... se è così, capisco perchè Legeia non vi acocmuna, tu hai la tua esistenza e la stai vifvendo appieno, basta che non uccidi nessuno o fai soffrire, il resto è tutto buona fortuna e sii felice.... continua con la tua unicità ad esere te e proseguire con e come ti senti meglio. Non voglio che la gente intorno a me si sacrifichi solo perchè gli viene ordinato, se un giorno voi due desiderate cambiare e lavorare con me, fate un fischio...  e tu..." fece a R scompigliandogli i caeplli per gioco "... smettila di epnsare cose strane, da Lia e Kinata so bene che se restano al fianco di qualcuno, se ci sono, se come ti guardano e parlano è come so, nulla può cambiare in loro per allontanrasi... beh, tranne se non le fai stare male... comunque lasciala vivere cosa le piace, che sia fare scommesse con gli scienziati, cosplay o altro... magari un giorno ti invita pure..."

    "COSA!?...ma no... no, no... va bene, che dici..." fece lui scuotendo la testa

    "... avete finito di farvi i cracchi miei o dovete continuare a farvi i film e pensare cose!?..."

    "NO, tutto ok... quindi non attiviamo nessun corpo nuovo, nessunodeve sdoppiarsi o come si dice questa cosa di copiare i dati in corpi nuovi anche se si è attivi e... bene, che si fa...? Io avrei quel favore, se ricordi... quandosi comincia-... aspetta!!" fece Gask sconvolto di copo "ma non avevamo i test!?"

    "nAH...Ho creato errori ai sistemi così da impegnarli e ritaradre le cose, se vi sbrigate li sblocco e poi fate cose dovete fare... non voglio immaginare che favore sia, cosè ti manca Legeia da chiedere qualche cosuccia osè a che ci sei?"

    "te ne vai!?" fece piccato a Legeia e la vide ridere, parlare a Lis qualcosa senza che si udiva ma la ragazza muoveva la testa osservandola e poi scomparve

    "...Lis... mi giuri che non fai cose negative?... che..."

    "non avevamo detto no ti interessa?" e lui si mise a calciare immaginarie palline di carta facendo finta di niente "tu hai i tuoi interessi e ti lascio libero, permettimi i miei..."

    "Se. se... se!!" rispose lui fingendo che non gli importava "ecco perchè odio i legami... comunque, tu... vuoi quel favore, eh!? Bene, come detto prima, vai al test con lui e poi al termine, ti condurrà al nostro posto, ti farò i lfavore sfruttando lui come  range extender o  amplificatore  o  Repeater così capisci perchè abbia una portata di rete più ampia per fare prima e... ognuno ai suoi impegni..." fece lei come a sciogliere quella riunione metnre il corpo scendeva di nuovo verso il pavimento per scomparivi.

    "Ma... Legeia se ne è andata così...!? Troppo facile...."

    "qualsiasi cosa stia pensando, se ci osno problemi problemi con lei, posso parlare con mia madre... quindi vai tranquillo..."

    Gask ascoltò Lis metnre gli faceva un saluto con la mano ma parecchio titubante.







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    Capitolo 62
    *** 45 ***


    ch 45 Si ritrovarono nel corridoio, con R che faceva discussioni su cosa avrebbe fatto una volta seguito Gask.

    "E' questo ciò che vuoi...?" fece lei senza capire far cosa pensasse

    "..." lui restò come a riflettere guardandola "....io voglio... io voglio andare via, vivere, vedere le cose...il mio posto è più che qui..."

    "..." lei parve sorridere "... già, ecco perchè ti capiva..." disse e solo Gask colse " è questo ciò che desideri? che senti?...  "

    "... si... io voglio seguirlo e vedere là fuori come voglio... non importa che accade...io non so nula della imas vita precedente, ho imparato tuytto da quando mi sono svegliato all'ospedale, ricordo quella persona che dite sia quella persona che pensavo fosse un'utopia... invece era lei... ricordo le cose che mi mostrava dai pad, delle promesse di vedere il mondo, fare tante cose... era divertente il tempo di una settimana di risveglio con qualcuno che non fosse infermiera o dottore... mi portava tante cose, per mostrarmi il mondo di fuori, cosa avrei trovato... ma volevo vederli!! Il mondo è così bello..." con un broncio triste

    "..." R si sororese di verderla sorridere quasi ocn cuore "... R... i giorni che ho trascorso con con te..." abbassando la testa e lui sembrò pensare che stesse riflettendo concentrata o o forse nascondersi  "sono stati come raggi di sole... nella... mia... vita.... Grazie...di ciò...ERH!!..." fece con un sorriso sincero alzando la testa"... io però, tuttavia, resterò qui... mi sento meglio, è da me, vivere nelle regole e in un modo che sento mio...rispetto voi due, io mi sento più me in un modo diverso "e Gask comprese che non parlava di se stesso ed R "... io non sono voi, e quindi resterò qui..."

    R iniziò ad agitarsi "Ma... aspetta!! noin vieni!? Ma... se tu ami... no, no.... anche tu ami vedere le cose, scoprirle e... "

    "ERH...."

    ".... perchè resti qui... noi amiamo vedere le cose, scoprirle... siamo stati spalla con spalla per tutto questo tempo... sono io che mi occupo dei tuoi capelli, giochiamo come vecchi amici a tutto, osserviamo e analizziamo tutto, facciamo le cose nostre personali ma comunque in compagnia dell'altro a fianco e ci piace...   mi hai riversato in memoria ogni tua n ozione per sostituirti negli incarichi e rendermi tuo pari, hai condiviso con me ogni cibo, passatempo, sorriso.... e farai questo con l'altro..!?"

    "..." Lis restò un attimo soorpresa, tanto da quasi scuotere la testa così lievemnte che solo gask ed R che conoscevano per modo loro il gesto, compresero quanto fosse stupita

    "... tu resterai con l'altro me, mi sostituirai, e io..."

    "E chi lo dice..." vedendolo scioccato "ne tu e ne io, a meno che tu non decida diversamente, divideremo ciò che siamo con altri... io non suddividerò la mia individualità solo perchè qui hanno bisogno di un rimpiazzo... che Legeia dica cosa vuole, ha potere...!? bene, tu sei assegnato altrove, nietne nuovo corpo con le tue memorie e loro muti!!... io resterò qui con la missione che ho accettato da nostra madre, e non resto certo per questo, almeno solo... ho scelto il mio posto, il mio luogo, dove restare... tu hai altro da fare, a meno che non sei preso da qualcosa che ti rapisce, come lei tu apaprtieni ad altri luoghi..." e Gask calò la testa allontanadosi un pò perchè non vi rientrava nel discorso, era loro "..." invece di parlare Gask vide i due muovere le espressioni facciali sempre fissandosi negli occhi occhi e cercò di capire cosa significasse quel silenzio.  

    mentre rifletteva, R scorreva i dati che Lis gli mandava, mandando sorrisi perchè capiva

    "Per ****** è stato facile determinare la posizione di  ******.
    ******, a volte non era possibile determinare la sua posizione a causa della risoluzione ****** o delle cattive condizioni di ******. Ma lì, sapeva sempre dove si trovava.  ****** era sempre qui, ad analizzare  ****** e a studiare  *******************.  ****** amava questo tipo di lavoro meticoloso. A meno che non fosse in missione, era sempre, sempre,  sempre qui dentro a lavorare. La sua concentrazione era così intensa che spesso non sentiva la porta aprirsi dietro di lui. [...]  ******stava fissando intensamente il terminale e non aveva notato l'ingresso di  ************. Erano nascosti dietro gli occhiali visori, ma probabilmente i suoi occhi scintillavano affascinati mentre era immerso nel suo lavoro.
    [...]
     "Già", rispose cupo.
    [...]
    "Cosa? Non posso ascoltarti così?".
    [...]
    [...] si allontanò cupamente dal terminale.
    [...]
    "Dove sarà la prossima missione?".
    [...]
    "Il che significa che sono di nuovo solo. È così triste".
      ****** abbassò le spalle. Ma alzò subito la testa e guardò   ******.
    "Vuoi venire con me,   ******?".
      ****** sapeva che non era serio. Era sicuramente triste, ma   ******  ******  ******  ******  ******  ******e.
      ******
      ****** fece il broncio. Ma sembrava un po' depresso.
     [...]
    "Davvero?"  ****** chiese con impazienza. Come previsto, la parola "nuovo" aveva attirato la sua attenzione.

    [...]

    "... usi las sua storia per dirmi qualcosa... ma tu..." fece nervoso R ma Lis alzò la mano rigida per stopparlo

    "... è tempo che tu renda te stesso... te!!... trova il tuo equilibrio, il tuo Io... salva costantemente il tuo Io e seguilo, scopri il mondo là fuori e lo Chateau che hai sentito e letto con i miei documenti e sognavi di vedere... ma io, io, non ho niente da fare là fuori... sto bene qui, ho dei compiti, cose che devo e voglio fare... quindi vai..."

    ...perchè!!" fece disperato R

    "... perchè voler bene significa anche lasciare andare... se non ti volessi bene, non ti direi sii te e vai... io non sono altri, io so cosa significano tante cose, so cosa voleva nostra madre per noi, quindi ...ERH...  i giorni che ho trascorso con con te, sono stati come raggi di sole nella mia vita, e ancora, . istanti di pura luce fra le ombre della mia scan...Grazie di ciò...ERH!!..porta il sole nella pioggia di qualcun altro e sii ciò che lei non potè essere....  ora è tempo che tu ti sviluppi, come cercò di fare lei sia per il te umano che il te in un corpo e possibilità che lei desidederava ....questo mondo fa già schifo così, vai e vivi..."

    "Ma..."

    "..." Lis guardò gask "...cè una cosa che tu devi vedere... ti invito tra due ore nella zona viola... lui lo sa..." indicando con la testa R "... siateci... e...R.... non dimenticarti la tua collezione di rivistine perverse..." andandosene, e nel mentre Gask non disse nulla. Aveva capito e lo indicò a un R sconvolto...

    "... lasciala andare.... per ora, lasciala sola..."

    "Ma... ma..:!!"

    "fidati, lasciala... so cosa dico e perchè...lasciala sola.... Hmh... comunque, non avevi detto niente impulsi sessuali...!?"

    "INFATTI... quasi..." fece lui cambiando piuù volte espressione prima ancora sconvolto per poi come colpevole, e poi come a svagare, finchè non si rivolse a lei che proseguiva, e alla sua schiena urlò"... è ... sei tu che li guardavi e compravi... sono hentai, sei tu che me li hai fatti conoscere..." menter Gask prima sorpreso  rise di gusto e con le mani in tasca si avviò per poi chiamarlo e dirgli di parlare

    "...che caratteri, accidenti..." fece Gask disperato più a se stesso che a qualcuno in particolare

    "qualcosa non va...? ...."

    "EH? ah, ...pensavo..."

    "qualcosa di brutto?"

    "prima dimmi, ho tante domande ma per ora... perchè tu hai degli hentai!?" come a prenderelo in giro

    "Ma no...!!" fece lui agitandosi "non è così, è lei che colleziona materiale delle opere che ama, sia di quella a primo e secondo posto, cone Lei e Lui rispettivamente, e siccome molti hentai hanno illustrazioni e character design, ossia la bravura dell'artista, che merita per lei... compra anche quelli e li tiene tra la roba... io li ho letti e... cioè!!.... quando mi ha mostrato il materiale..." iniziò impappinanodsi dfacendo morire Gask dalle risate

    "tranquillo, anche Lia aveva qalcosa che aveva comprato da quando stava da Milan, non li aveva nella sua vita di prima solo perchè non poteva comprarli, ma li ha allo Chateau anche lei...ha tanti tipi di fiure e gadget tenuti nascosti in un posto...compresi dei book strani ma Kianta non li chiamava hentai..."

    "in che senso..."

    "... Lia... ha una collezione di varia roba... dagli orologi, minerali e gemme, riproduzsioni di cibo di alto livello sai delle dimensioni di quello delle bambole credo, come si dice...  e questi book che non sono manga ma..."

    "doujinshi?"

    "si... questa parola... poi libri, riviste, romanzi... ha trenta libri solo di quella serie di gialli che tendono al comico di quel baronetto di nome Charles che non come le piaccia, insomma a prima vista sarebbe l'opposto di ciò che le piace nelle persone ma ho avuto l'impressione leggendoli mentre ero solo insieme ad altro... che lo ammirasse o, non so..."

    "Ma... parli di Sir Charles Fraith"

    "..." Gask siu fermò a fissarlo "... come..."

    "conosco quei romanzi perchè Lis li ha in ebook su suo reader con cui legge sempre, dice che quando era umana le veniva meglio averli così sebbene ne avesse cartacei, ora lo tiene solo per abitudine... nel suo ebook reader a tremila libri diversi, dai thriller, horror, vari... perfino romanzi dei videogiochi e conosco questo personaggio perchè lei li legge e si scompiscia dalle risate tranne le volte che va in depressione per la protagonista, per delle cose che la rattristano e le fanno venire attacchi di ansia che potrebbero capitarle..."

    "... insomma nulla che non sia rimasto da Lia..." fece come scoraggiato

    "cosa..."f ece il ragazzo...

    "... Lia, Legeia, Kianta, Lis e... tutti queli che derivano dalla prima che Alaric chiama la pazza mi fanno esasperare... gestire come sono è-...." come a cercare le parole

    "... boh io conosco Lis e ora Legeia, non saprei... si, lei è ruvida e dal corportamento secco e ... insomma parecchie volte è come se fosse incazzata, rassegnata, ma come se non le andsse giù, dice sempre quello che pensa e come si dovrebbero fare per lei le cose e... però non è male se la si conosce, noi ci divertiamo un sacco e..." ma voltato un angolo, ancora senza mettere piede nell'altro ocrridoio, lui si fermò, allungò una mano e spinse con forza senza creare danni a Gask, questi indietro, per poi sospirare come un umano disperato e allungare un occhio oltre il muro per guardare il corridoio dove stavano andando" ...arretra, arretra... quelle quattro sono un'ossessione, una tragedia, è terribile!! fece R in preda ad ansia

    "che succede?" chiese gask guardando anche lui con ciorcospezione e cura per il suo  vecchio lavoro col Capo "...ma chi, quelle ragazze?"

    "NO, quelle non sono ragazze, sono un tormento e basta..." sputò come terrorizzato R fissandolo "... tu non sai che tipi sono, sono così fastidiose che le cimici dei letti son o gattini puffettosi, le zanzare lì per ballare con te per la festa del solstizio e non romperti le balle, i... le... come facciamo a passare...!?" mostrando i sintomi di qualcuno che non vorrebbe incontrarle

    "... dimmi chi sono"

    "... loro quattro osno le peggiori, ce ne sono altre ma... sono come noi, andoridi con la scan di donne scienziate, medici, specialiste di varie cose... hai presnete Lis e Legeia, i lati che tu dici negativi perchè sono impossibili...? Moltiplicali per mille e ti usciranno loro 4, altre ce en sono assurde, ma loro... se ti braccano sei morto, se ti vedono, a un'aquila puoi sfuggire ma a loro NO... devono dire la loro su tutto, si fanno i fatti degli altri in una maniera che i peggiori inquisitori lascia stare, fanno le smorfiose per apparire pucciose e dolcine ma..."

    "fammi indovinare, questi termini li hai presi in prestito da Lis... come... che hai detto? puffettosi:..!?"

    "AH... si, beh... insomma lei se ne esce coin termini interessanti... comuqnue non farti vedere, le loro prede sono tutti i soggetti penemuniti al di sotto di 40 anni..."

    "... e perchè!"

    "non so che tipo fosse la loro umana, ma ho paura per gli umani che la incotnravano... o sono loro peggiorate dopo la conversione al digitale? Non so... ma credimi, mi hanno pedinato fin nella vasca da bagno l'altra volta e non mi lasciavano andare, si erano offerte di scambiarci i favori di pulizia tra noi e promesso di farlo sempre se aprivo la porta. Si erano autoinvitate e... solo quando compare Lis con il suo sguardo cattivo cattivo, allora se la svignano, perchè sanno di loro esperienza che se agita le mani per darti le pizze, rischi danni da correre in sala manutenzione..."

    "le ha picchiate?" fece gask tra il sorpreso e il divertito

    "Oh, se lo ha fatto... non quella volta, ma volte prima disturbavano tutti, facevano le gatte morte con gli scienziati tanto che ha minacciato proprio loro di tagliarglielo se si permettevano di..."

    "aspetta, aspetta... da come dici sembra che loro possano... ma non hai detto che l'ha sotto non hanno niente?"

    "... i soggetti femminili hanno come noi i corpi perfetti e identici alle controparti umane, ma come noi no nabbiamo tutto là sotto, loro hanno solo la forma esterna femminile che sembra vera ma non hanno aperture ne niente...  "

    "tranne Lis..."

    "..." facendo le facce come a voler dire ma non potere "...comunque, loro non hanno parti con cui fare cose con  umani o oggetti, ma loro comunque possono fare delle cose anche se altre non possono..."

    "guarda che Legeia mi ha detto tutto... che ha il suo...switch?"

    "..." fissandolo sopreso "te lo ha detto? Si, Lis è l'unica che ha il suo sistema di boot tramite switch attivabile da secondo bottone in una zona del genere. Prima si attiva l'altro e poi si deve premere lì per attivarla senza i connettori vertebrali o a filo estraibile come noi... Lei ocme le altre non ha la forma, beh ovvio, identica alla vera umana, da come è Lis immagino che col cavolo la sua umana si sia fatta vedere là sotto perchè prendesse un calco, sebbene col laser..."

    "si, direi proprio non poterbbe accadere mai..." ridendo "...anche se ha permesso a certi sarti di fiducia di eprnderle le misure nel tempo..."

    "...beh, le forme dei corpi sono state prese da misurazioni laser di alto livello importate in digitale per il modello a dimensioni reali, sia per la realizzaizone ultima che vedi,  che il lavoro dei tecnici per isnerire ogni parte eletronica o componente dei nostri corpi, sai entro le forme del corpo e se hai notaot ci sono persone di ogni età, forma o dimensione e altezza dall'originale umano, siamo così come eravamo das umani "e GHask fissò il ragazzo chiedendosi se doveva rivelargli che non fosse R anche nell'aspetto o lo aveva già capito seppur con udito disattivato " ... le femmine droidi non hanno aperture tranne una strategica per il cibo o bevande ma non è come l'ano umano, per quello pare che cè stato un divieto da qualcuyno allo Chateau...... ho però la sensazione che non valga per Lis..." detto in un modo che rese curioso Gask

    "cosa te lo fa capire..."

    "... il corpo di Lis... non è come quello di noi altri... i corpi che lei usa vengono dallo Chateau rispetto i nostri, lei li usa aggiornati con aggiornamenti ed elementi di qui e in disuso mandati allo Chateau, nella stanza ci sono corpi mai usati da attivare come i nostri....quindi non restano ne vengono da qiu, e sono aggiornati e con sostituzioni di elementi migliorati e upgradati ogni settimana qui per poi mandarli allo Chateau passando al nuovo... non so perchè quel corpo sia stato preso, ma posso dire perchè mai usato e quindi chi doveva inserirsi lo voleva non usurato....!? ... non  è come i nostri, i nostri sono esclusiva di qui, restano qui riutilizzando le parti dismesse per nuovi lavori... Come per lo switch di attivaizone particolare e non trovabile se non lo sai o mh, cerchi apposta... beh, ho la sensazione che lei diversamente da noi possa fare cose che noi non possiamo...che lo sappia e... quella Lis con quel vestito impossibile per lei non era Lis... perchè Lis, e l'ho riconosciuta facedno una ricerca della posizione del Corium, era uscito un pò dopo ma perchè cè un suo corpo che vada in giro così dopo che lei è entrata nella stanza... comunque so, ne sono sicuro anche per la manutenzione e lavaggio quando approntiamo le tattiche imparate militari durante il bagno, che il suo non è come il nostro a partire da certi recettori a... beh, ha cose in più..."

    ".,.." Gask si fermò "... ci sono cose che io posso e non posso fare... non cè nessuno che mi ami perchè io sono io, perchè ci sono cose che io non posso fare, che non sono come le altre e tutti vogliono che io sia diversa da come sono...per essere accettata devo annullarmi o sono una vergogna e indegna...  invece di capire come vogliono per se stessi che io sono io e sono anche ciò che non posso dare e fare, la sbagliata sono io... non ero mai abbastanza da poter essere io ed essere felice.. non valevo da ricevere, meritarmi, non ero abbastanza per.... ho continuate ad essere qualcosa, non qualcuno, con ciò che posso fare e altre che non posso fare e resto così, feerma..."

    ".... sembra qualcosa di simile alle cose che avverto quando mi collego fisicamente con Lis..."

    "...mpgh...." rise Gask di colpo perchè ogni volta che lo diceva, sembrava che intendesse altro "... ... intendi con i cavi, vero?"

    "Oh!?... si, certo... a volte per processare meglio i dati facciamo in due, uno fa il repeater dell'altra e viceversa... Lis tempo fa fece una cosa che..."

    "...!??"

    "... lei ha srotolato il suo cavo di connessione e lo ha isnerito in un mio jack, senza chiedere ne altro, solo guardandomi negli occhi... e poi ho sentito qualcosa, mi stava riversando dei dati in memoria... essendo lei al di sopra di noi modelli di questo laboratorio, può entrare nei dispositivi senza dover chiedere permesso, risposta o riconoscimento, sai... come si fa con i cellulari che per accoppiarli tra loro o con altri si deve dare il consenso... per come è come modello speciale, lei non teme nessuna barriera e ne sistema di protezione e se cè qualche blocco lo bullizza fino ad entrare, per ripicca perchè dice che ha cose da fare... sarebbe rischioso normalmente... comunque lei mi ha donato qualcosa che se lo scoprono qui..."

    "... dimmi cosa..."

    "..." R restò a fissarsi i piedi "... Lis mi ha copiato in memoria tutta la sua sezione di memoria relativa alle tecniche e  tattiche e strategie marziali, bombattimento, lotta e scontro da armi bianche a quelle da carro...E parliamo di Difesa Personale Militare e/o di Polizia che non hanno nulla a che vedere con le arti marziali da combattimento che si vedono in palestre e in tv... roba seria, per cui si è addestrati per uccidere..."

    "Ma tu non sei un modello da combattimento..."

    "infatti... il mio modello è specifico per analisi e comparazioni, traduzioni e decifrazione da lingue antiche a cifrari vari, a... insomma, il mio umano era uno scienziato ....scienziato traduttore e filosofo per il cervello e le consocenze erano tutto, ma anche ... la capacità di studio di ogni tipo di testo e... storico, cartografo... io invece mi sono scoperto più adatto a quelle che molti dicono in gergo Relazioni Pubbliche... mentre qui il mio ruoilo è Ambasciatore, mi occupo di..."

    "si, l'ho capito... ma comunque tu sei diverso dagli altri Rudiger non solo per la scan " e lui si rabbuiò "... ma anche per i vostri compiti..."

    "come ho detto ogni modello ha la forma predefinita come tipo esterno, ma il modello vero e prorpio è interno per le sue qualifiche e abilità...  e con cosa Lis mi ha dato io dovuto annullarla un paio di volte come fece con me..." sospirando

    "aspetta, lei non può... voglio dire, è superiore a te e tu sei..."

    "Lis mi ha riversato anche dei codici particolari del suo modello per cui se voglio posdso... posso entrare nel suo sistema se lei lo permette... sai backdoor, dos, porte di input particolari non conosciute... entrambi possiamo agire sull'altro al bisogno, questo perchè mi ripeteva sempre che lei era importante per una cosa importante, che i compiuti che ha accettato, e ora so quali osno, erano così superiori a tutto che ... ma cèra un problema oltre a evitare che qualcuno la prendesse e sezionasse leggendo i suoi dati... la sua scan è piena di dolore e paure..." e Gask si rabbuiò "...ha paure e terrori di vario tipo, ma le vengono in certi momenti entrando nel panico, restando sola in preda ad ansia, passando nel cervello vari modi di svolgimento della questione per avere tutto sotto controllo... so solo che non è un grosso problema, ma è capitato chje se la scan, o meglio i suoi ricordi ed emozioni, prendono il sopravvento... mi chiese di fermarla... di utilizzare quei codici particolari che mi aveva nascosto in un registro invisibile e che so dovè, e utilizzarli per entrare e attivare un programma che solo lei può usare perchè specifico per lei... in pratica è come la bluebox... il programma prevale suylla scan e sull'OS, sospende entrambi e attiva un OS di emergenza... Lis appena lo feci, dopo avermi pregato perchè agityata, nervbosa, quasi fuori controllo rispetto al solito... lei mi fissò e mi chiese la Password o codice di reset... di primo acchitto temetti che fosse... ma lo feci, lo avevo promesso due volte e la terza quasndo me lo chiese agitatissima... appebna feci quanto chiesto scoprì che quel programma con OS di emergenza provvede a riavviare OS di Lis, ossia il suo IO con le memorie prima della scan. La scan si ferma, si riavvia l'unità, quindi Lis, e la prima cosa che si attiva non è l'Os come normalemnte avviene in noi, ma la scan... qualcuno parlò per un attimo al suo posto e ora so che era Lia, lei... poi dopo un attimo e credo fosse di conrtollo dei sistemi e registri di attività e funzionamento, sembrò avere un lampo di comprensione e... si riavviò di nuovo...Lis si riattivò come OS prima della scan, sembrò un pò smarrita... e così compernsi che il periodo di stress e agitazione erano stati eliminati e sovrascritti, con le partizioni di memorie settate come danneggiate da analizzare... lo facciamo con quei settori che sembrano avere dati corrotti... Lis quando si sistemò e mi parlò mi spiegò poi che capitava che la sua scan per le emozioni e cosa prova in detemrinati momenti che le richiamano istnasti dolorosi e .... brutti... beh, il suo sistema inizia a darle troppi feedback che portano a un poco controllo del corpo, risposte fisiche e dei sensori di risposta fisica e non sballati, le sue memorie si registrano con cosa prova e le accade, portando a fallacie cognitive e di funzionalità... sono dati non corrotti ma che se riesumati o lasciate nella sua memoria del suo Io la famnnmo soffrire e non funzionare bene... forse detta così è poco chiaro per te che sei umano ma... non è bello molte volte essere noi, provare cose da umane ma trovarsi con tanto dolore e lo stesso che si provava da umani in un corpo che ha fin troppe risposte e segnali da farti stare male... i nostri sistemi e sensori riproducono le sensazioni varie umane come possono ma ciò influisce sulle nostre funzionalità... e così ho dovuto farlo due volte... sono io che mi occupo dei suoi sistermi, perchè me lo ha chiesto, perchè mi ha detto e fatto promettere che se lo avessi fatto lei non avrebbe sofferto il doloer di qualcun altro, che sarebbe rimasta lei e non un guazzabuglio frammentato, che se avessi resettato il suo IO togliendo le sezioni fallate date da momenti in cui le ritorna tutto come una palla di cannone nello stomaco... sarebbe rimasto tutto come sempre... lei come è, io con lei come sempre, nessuna cosa negativa..."

    "...ma... non chiederò certer cose ma... non ci sono problemi nel farlo o anche tu puoi fare questa cosa?"

    "io conservo solo i codici che mi permettono di eseghuire il ripristino... non sono a fare come fa lei... e per i componenti...Sai, a parte i soggetti che dobbiamo incontrare per le missioni, sei il primo estraneo con cui veramente parlo. Abbiamo ottenuto del tempo per fare... i turisti. Si, diciamo turisti. Passiamo il tempo che resta in più prima dell'estrazione programmata per vedere i posti dove ci troviamo. Americhe del sud, zone dell'asia, qualche volta europa. Alla settimana ci mandano in tanti posti quanto le dita di una mano per spiare, osservare, creare accordi fittizzi o ripulire, dipende cosa serve o come vanno le cose... Lis dice che sarebbe meglio mandare gente veramente programmata come gli agenti della Cia... oh, scusa... ho detto programmata!! Intendevo istruita e preparata, parliamo di umani, non come noi... comunque lei dice che loro sono più preparati di noi android, non so perchè lo dica... noi dovremmo essere meglio degli umani, anche per la nostra stessa composizione fisica... ogni tipo di androide differisce per l'ìaspetto dell'umano su cui si basa, quindi scan, aspetto, caratteristiche di ogni parte del corpo e in base a questo hanno studiato il modo migliore di inserire componenti e macchinari sofisticati importanti per ogni ambito dell'androide... chi ha più memoria, chi più cervello per elaborazione come me che è come se avessi 10 cpu in una volta ma è solo il mio processore ads essere di prestazioni elevate rispetto gli altri... ogni fisico ha una forma e un modo di inserire nel tronco cosa serve. Poi ci osno i modelli nuovi che hanno il CortexHead, tutto l'elemento che è il Corium nel suo guscio protettivo, nel petto e non nell'alloggiamento cranico come me e Lis e K e altri... se vogliono fare un headshot per ucciderci, con noi non funzionerebbe se non con particolari proiettili cavanti che possono scalfire la teca cranica ultra rinforzata da essere difficile abbatterci ma con i nuovi modelli ancora di più gli è impossibile... a meno che non ci tolgono prima gli arti... ovviamente senza arti siamo limitati e possiamo sopravvivere se non finiamo con danni gravissimi da pressione enorme, schiacciamento... Oh, si, Lis mi ha detto che una volta sono finito sotto un camion da diverse tonnellater in una missione, il mio sistema era danneggiato per ovvie ragioni, ma di solito possiamo essere tre volte più resistenti di un umano. Tranciarci gli arti non è facile ma neanche impossibile se si utilizzano certe armi o proiettili perforanti particolari... siamo esseri umani di mente sebbene portata in digitale e qualcosa poco abbattibile come un umano... sebbene, dicimocelo, scariche elettromagnetiche danneggiano o rintronano anche noi da rallentarci o crearci danni di vario tipo, in base alla portata del segnale o vicinanza... un ascarica di elettromagnetismo e ci fnno venire una bella botta ai circuiti... per i generali dei vari paesi con cui lavora a braccetto l'organizzazione di cui tu sei il capo, ci vedono come oggetti. Tool. Apparecchi utili che devono essere questo, strumenti. Perfino per loro i soldati sotto il loro comando sono agnelli sacrficali se serve. Una volta che io ricordi da questo risveglio, Lis discusse con dei soldati a cui facevamo da supporto. Disse loro che è un gran cosa davvero immolarsi per il proprio paese, che ti nasconde o ti tiene sotto il tappeto anche se rischiavi la vita o parti di te per eseguire i loro ordini, non esistendo. Qualsiasi cosa loro facevano, erano come noi. A nessuno sarebbe importato di sapere di loro o ne avrà mai avuto sentore. Sarebbero rimasti celati dalle pieghe del tempo e della storia e nessuno avrebbe saputo che persone fossero, come e perchè misero in gioco tutto per il paese e gli altri... e così noi! Lis ha sempre avuto una predisposizione da cosa so, nel trattare i maschi... come!?... Ah, lo sai? Anche loro non amano le femmine e non ci si sentono a loro agio? nON SO CHE COMPAGNIA SONO DAVVERO, VOGLIO DIRE HO PAURA DI QUELLE QUATTRO E ALTRI TIPI DI MIE SORELLE CHE FANNO PAURA... ecco, i sensori mi stanno facendo venire i brividi negli arti, ma Lis non si trova a suo agio in loro compagnia, e dice sempre che non capirò mai perchè non sono nato, come umano, in mezzo a loro e quanto siano bastarde più dei maschi. Dice che non si fida delle femmine, di più che dei mascchi e bei momenti possono essere vissuti con qualcuno, ma meglio evitare le femmine... io non so cosa pensare, quelle mi fanno paura per quanto sono ... non so che temrini usare per non essere antipatico o volgare, ma le evito se posso rispetto esempio i tipi Y e Z, loro sono belle ragazze dentro e  fuori... ecco, con loro andrei a vedere tante cose del mondo di fuori come vorrei viverlo io... per me è restrittivo stare qui, vorrei... cosa?"

    "... Gask lo fissava serio, poi gli mostrò il suo phonvlet ed R notò la schermata, stanamente Gask era parecchio silenzioso

    "Hai questi testi di quella persona?... ora li scarico in memoria... Oh!! HOH... capisco che vuoi dire. Sembra dire le stesse mie cose, capisco che intendevi... quindi lei non era portata per essere la persona che tutti si aspettavano. Essere donna, figlia e nipote al millimetro come le intimavano di essere e comportarsi, da annullarsi per essere la eprsona ideale, diventare madre e sposa, il tipo di soggetto preteso dalla società lordata dalla religione... sembra da come scrive lo stesso soggetto dei testi o voce che sentivo risuonare nei miei circuiti quando ero collegato fidsicamente via capo con Lis... credo li abbia in memoria o siano i floating data... ne parlavano anche gli altri. Sono frammenti di parti del loro sè dalla scan che tornano a galla e sentono, avvertono, perchè molto forti anche come sentimenti... non so che dire, ma lei ha ragione!!... vorrei senrtirmi qualcosa che non so... quando sono con Lis e gli altri, anche a fare le nostre cose ma in compagnia nella stessa stanza è bello. Quando condividiamo le cose, discutiamo su qualsiasi cosa, commentiamo, ci lanciamo pareri e scherzi, battute, frecciatine, di tutto... quando ci prendiamo cura l'uno dell'altro o oslo io e Lis è come essere in una famiglia e sentire che è tutto ok... chiunque direbbe che da parte nostra definirsi una famiglia è -troppo irragionevole- e tuttavia chiamarsi -amanti- non è sufficiente per descrivere ciò che si  prova l'uno per l'altro... ma è così che ci sentiamo, credo... Chiamarla famiglia è troppo esagerato...?  chiamarla amante è troppo distante...? Cosa definisce ciò che è umano da cosa no? Gli umani stessi come dice Lis, sembrano Bestie e basta, perfino gli animali sanno essere cosa loro non sono.. e noi che siamo mezzi umani, se proviamo qualcosa sebbene processato da circuiti e programmazione ma su base umana da scan e cosa dovremmo recepire... cosa abbiamo noi di umano rispetto a chi ha carne e sangue ma un'anima lorda!?.... io mio sento vivo, sia se vivo qualcosa di persona che sognando con Lis di fadre qualcosa... Lia, a quanto pare mia madre come dite, si sentiva la stessa cosa. Non si sentiva del posto dove era nata... come me si sentiva fuori luogo, distante e sbalgiata.... non le do la colpa, mi ha permesso di esserci e trovare amici e persone che desidero ancora accanto, una sorta di lavoro come lo chiamo che mi piace sempre di più anche se pericoloso per il nostro Io se non si salva il Corium con i dati... ma vorrei anche uscire e vedere tante cose, conoscere tante persone, tutto... ci osno tante cose che come lei vorrei fare, eppure mi dicono che non posso perchè io non dovrei... non so, a me sembra trister sentire che perfino un'umana per apparire come dicono dei libri, debba privarsi del vivere stersso e soffrire..."

    "...anche lei usa corpi artidficiali ora..." disse Gask "pensi che.... no, nulla!"

    "...cosa"

    "... mi chiedevo come faccia Lia ad usare un corpo artificiale come il vostro... quel corpo rubato..."

    "....ognuni tipo ha al suo interno apparecchi e sistemi che non tutti hanno,sono speciali e specifici così come lo studio delle mani, arti, movimenti... io stesso se messo in un corpo di Lis non potrei usare il suo corpo come fa lei, perchè la calibrazione, il sistema di equilibrio e via dicendo...I nostri device integrano un numero sempre più elevato di sensori che ci permettono di offrire   un numero sempre maggiore di funzionalità ma solo e sempre votati ai nostri compiti e le capacità originale dell'umano e scan... ma non so se lei possa usarlo come fa Lis che è il suo corpo... vale come la stessa persona!?..  quelle che abbiamo cerecato di evitare sono specializzate in tattiche e pianificazioni e hanno un tipo di comportamento fisico e gesti loro... è da loro che prendiamo idee e spunti per le nostre battaglie navali...." e Gask rise perchè comprese che parlavano di quando giocavano nella vasca di lavaggio, premumendo fosse circolare come le loro e adatte a più soggetti, con sottomarini e robe varie "...mentre il mio compito come gli altri R sarebbe la specializzazione di Rudiger ma... mandano me per le trattative, scambi, accordi e via dicendo e il mio atterggiamento come scan e personalità porta a come mi muovo, gesticolo se lo faccio, micro espresisoni, camminata e altro..."

    "Mh...."

    "Che si fa ora...." domandò R col broncio "Beh... Lis ha detto che dobbbamo andare al padiglione viola fra due ore, posso portarti nel nostro posto..."

    "...VCa bene, fai strada ragazzo, così siamo tranquilli e potremo parlare..."

    R contento corse nel loro rifugio, inoltrandosi in passaggi e sottopassaggi sempre più in zone remote. Poi in un angolo, allungò la mano toccando il muro e si scostò una botola camuffata da angolo di muro e passarono rimettendo la sezione al loro posto. Gask che era parecchio alto rispetto a loro dovette chinarsi il tempo di percorrere dei tunnel di manutenzione con enormi cavi ovunque, a terra o appesi fissi o pendenti e tuibazioni varie e pottè rialzarsi con uno scroicchio in una stanza grande, pensò, circa 80mq, che lo lasciò basito. Sembrava identica come disposizione delle cose e quasi mobilio e oggetti alla stanza segreta sotto la cascatella nel laghetto delle lucciole. Entrò con altri passi stupefatto. La stanza in penmbra aveva sul tetto una proiezione di onde marine dabbero sugestive. Quasi in fondo alla stanza, Lis era con occhi chiusi a sentire un brano che stava andando dopo il precedente. Cold rain era quello apepna attivatosi, mentre il precedente era un brano che ricordava come key of the twilight. Non li aveva notati, stava solo sulla poltroncina che pareva gaming ma non lo era un pò indietro ocn lo schienale e muoveva i piedi a ritmo. Poi iniziò a girare con il sedile in cerchio spingendosi col piede finchè non si stancò. R nel frattempo si era seduto sulla sorta di letto sottile a sinsitra dell'entrata con i gomiti sulle ginocchia, tranquillo, segno che sapeva o aveva visto lei fare così tante volte.

    "Immagino... lei stia cercando di emulare la dissociazione di Lia..."

    "Sai della dissociazione?" chiede R stupito e Lis si accorse di loro e li fissò malissimo

    "..." e Gask vedendola irata si intromise

    "So che dovevamo lasciarti tranquilla d sola, ma non sapevamo fossi qui, e..." ma Gask notò come R mostrasse un'espressioe da faccia di bronzo, come colpevole per poi sembrare  come se avesse succhiato un limone "... aspetta!! Sapevi che fosse qui...!"

    "Come sempre... ha seguito il segnale del mio Corium..." fece stizzita lei

    "..." lui non rispose, restando con le braccia sulle ginocchia proteso in avanti

    "... lasciamo stare... vorrei" iniziò gask ma Lis lo fermò

    "Stò ciufolo... R, devi iniziare a capire che non puoi fare così... io ti sto lasciando libero di avere la tua vita, di autodeterminarti  e renderti qualcuno... ti lamenti che qui tu non sei nessuno, che sei un tool, il nostro ciclo vitale è vita e morte insieme deciso da altri e temi che un giorno saremo solo schiavi e basta... ora la chiave che ti serve per evitare ciò cè, cosa vuoi ancora...!?"

    "..." restando a fissare davanti a sè "... sei la mia migliore amica, abbiamo sempre fatto tutto insieme, sei stata il mio primo tutto perchè non ero più solo e finalmente..." ma Lis si incazzò

    "Ma dai!!!... ma neanche Lia fa questi discorsi...." acida

    "E' vero..." si intromise Gask, togliendo le mani dalle tasche per prendere il cellulare "...qualcuno mi ha copiato nel cellulare delle cose..." e vide R fissarlo di colpo agitato, era stato lui a riversargli nel telefono le cose percepite nel collegamento con lei "... te li leggo, sono proprio di Lia, tua madre..." mentre Lis rodeva, con R che si riprendeva perchè erano altri testi

    "...Questo è ciò che disse, mentre mi voltava le spalle e cominciava a camminare. Quasi come se fosse imbarazzata o qualcosa del genere. Quasi... come se fosse triste. Più tardi, passammo insieme una giornata ****** nella ******. In realtà stavamo studiando ******, ma non siamo riusciti a ******.  Non abbiamo parlato molto. Abbiamo solo... passato la giornata a ******, osservando le ****** davanti a noi. Il vento salato e umido soffiava contro di noi creando un'atmosfera strana, a tratti inquetante per il silenzio ma in realtà particolare. La superficie dell'acqua scintillava brillante. Ricordo tutti questi piccoli dettagli, anche adesso. Ma il ricordo che mi è rimasto più impresso è accaduto******. Fu subito dopo aver terminato ******.  Sono andato a ******, che ha finito per ****** per tutto il resto della giornata. Non avevamo informazioni su c****** sempre, così abbiamo dovuto ritirarci ******. E mentre discutevamo se ****** dovesse avere la priorità ******, ci siamo seduti in cima a quell'edificio ******, ricoperto di ******,  guardando il resto della città.
    La vita ******  è aumentata******. Ma alcune cose non sono cambiate affatto, come l'odore dell'aria frizzante o il suono della pioggia. I suoni e ******.
    Ma tutti questi sono solo una parte del mio... ricordo più prezioso. Siamo andati in giro per un sacco di posti insieme. Per ******, ovviamente. Non per divertimento. Ci imbattevamo sempre in qualche problema, ******. Ma per me i ricordi che mi sono rimasti più impressi non sono quelli che hanno a che fare******, bensì... quelli in cui io e ****** passavamo il tempo a fare cose insignificanti. Essere noi stessi. vivere le cose come le sentivamo. Percepivamo. E condividendole con parole o senza, con gesti o senza, camminando spalla contro spalla o uno dfei due avanti o indietro in base alle circostanze. Vivendo..."

    "..." fissandolo malissimo

    "....sembra un po' solo... Insieme ai miei ricordi personali. ****** Ma "questo" me... è solo felice di aver trascorso quei giorni con te. Moriamo in continuazione e rinasciamo di nuovo, ci dicono ******. Dici sempre che è vergognoso non ricordare, non poterlo fare, e capire davvero ogni vita e veramnete comprendere e cambiare, migliorarsi o altro. A che serve, ripeti, ****** senza ricordi!? Noi siamo i nostri ricordi, ripeti, seza di essi non siamo noi... vedi gli umani!! perdono i ricordi e diventano altre persone..."

    "..." Lis cambiò focus voltando il capo altrove accigliata, Gask sapeva che stava leggendo delle cose importanti di Lia

     "....Un po' come il ciclo di vita e di morte che hanno le creature viventi. Nonostante ciò, continuare a stare al suo fianco, senza nemmeno sapere il nome dell'emozione che provavo, era ciò che volevo di più. Non ricordo più qual è stata la mia reazione quando ******. Solo che ero così felice di essere utile a qualcuno.  La cosa più importante per me... era stare insieme ******. Quei ricordi sono il  più grande tesoro. Vivere insieme, combattere insieme. ****** Erano come una famiglia. La persona a cui tiene più di ogni altra cosa. Qualcuno che risiede in un luogo fuori dalla sua portata. ****** Sono felice di vederti qui. Lo sono davvero. Gettare via tutti i suoi ricordi attuali e rinascere di nuovo. Sono quello che sono... grazie al ******... Ho una ragione per vivere... grazie a quei ricordi... ****** Quindi... per favore... non portarmeli via... A lui,chiamare quella persona la sua famiglia sembrava troppo irragionevole.Ma chiamarla amante sembra troppo distante. ****** Stare con te, è davvero... Mi sembrava di aver trovato una famiglia. Sofferenza. Inquietudine. Contiene dentro di sé tanti piccoli, importanti ricordi. Sono del... tempo che i due hanno trascorso insieme. I ricordi di quei giorni... erano i più preziosi per ******..."

    "E quindi...!?" FECE LEI SCAZZATA SENZA GUARDARLO

    "...mentre venivamo ho sentito un brano, Dear Emil ... che rcconta tantoe dice tanto del perchè Lia lo lasciò nella lista dei brani...  del  terrore di restare sola, del dolore della solitudine, del sapere di sua esperienza cosa significa esserci ora e pochi mesi odpo cxon la morte tutto finito... il non aver avuto un cuore caldo, una mano a voler esserci vicini, l'accettare chi e cosa siamo per altri immeritevoli, al..."

    "Hai finito...?"

    "..."  la storia del perchè di questo brano per Emil, il restare soli mentre il mondo è là ma non ti vuole, il non accettare più di rincorrere un mondo che non ti vuole, il sapere che i suoi oggetti che parlavano di lei e tutto quanto, che amava  nel mobile sarebbero... la non vita per lei trascorsa e lo struggersi per quela trribile di altri senza diritti, averi, un futuro e possibilità ed essere visti come niente... tutti  isuoi terrori a galla per quel brano... e tu lo ascolti..."

    "che cavolo volete voi due qui!?" fece irata

    "Lis... cè infine l'ultimo pezzo..." mentre lei assottigliava le labbra "...ogni persona vale il tempo che ti dedica..."

    "..."

    Ci sono altre cose che ho qui e..."

    "E chi te le ha date..."

    "...Lis, trovami Kianta. Trovata lei, troverò Lia e  sistemerò la faccenda..."

    "E cosa vorersti sistemare... se Kianta non  si è fatta sentire, cè una ragione....!"

    "Tu sai qualcosa?"

    "Che cosa... ti ho detto che non l'ho mai incontrata!... e Lia non ti ha mai detto qualcosa per mentirti, se non vedi Kianta da tempo, allora cè un motivo..."

    "...trovala, epr favore... mi sento come nel testo che ti ho letto... ed R si setnirà così, e..."

    "R...R deve imparare ad essere autonomo... il troppo amore fa male, lo so benissimo...IO...!!"

    "OK, ma..."

    "Posso...." si intromise R ma Lis sbottò

    "TACI!!...hai preso in giro lui per..."

    "Ma..."

    "Ora basta!!..." fece lei alzandosi servera "... tu hai scelto,  così come anche io voglio scegliere... io non vado via, io ho il mio perchè qui, se vuoi legare la nostra amicizia nell'essere sempre perpetuamente Franco e Ciccio siamesi, non hai capito niente dell'amicizia... e di me... se uno ha bisogno di seguire la sua strada, così sia... fare stronzate perchè ci si sente soli, perduti e via dicendo... e lo dico da scan di una persona che è stata sola tutta la vita ma non è diventata stronza!!... Ha mutato il suo dolore in azioni per il mondo, per pulirlo, per fare la differenza, per fare qualcosa... se ritieni che i miei compiti qui di Abbattitore e Risolutore per i controlli e provedimementi di procedure...."

    "... è questo che hai deciso di essere?... il tool?" fece R offeso

    "... io non sono Lei, io non sono qualcuno ce ha il cuore nel mondo come voi... capiscimi ERH, tu e lei siete simili, il vostro cuore non è in un luogo e per stare solo... ma io ho maturato un senso di vita differente... se mi obblighi a seguirti cancelli ciò che sono, se decidi di restare con me cancelli te stesso... io on permetto a me, te o altri di rovinarsi e perdersi come fece lei..."

    "..." R rimase fermo a guardare il pavimento come perso nei pensieri

    "... in quanto a te... visto che sei venuto prima del tempo, grazie a qualcuno.." passando a Gask lamentasndosi di R. " otterrai ciò che desideri, basta che schiodi e te lo porti così che lui possa crearsi e maturare un suo IO...."

    "... bene... così hai deciso di darmi la localizzazione?"

    "..." Lis fissò Gask, poi si avvicinò a loro, posizionandosi vicino R. R era seduto col viso verso il muro di fronte, Lis era invece di fronte Gask, con R alla sua destra. R si alzò, scrutò Lis negli occhi pochi istanti, poi sospirò deluso ed estrasse il suo connettore per gli inserimenti fisici e lo collegò in un qualche jack di Lis dietro l'orecchio o nel collo o poco sopra le scapole, Gask non comprese. I loro occhi iniziarono ad emettere bagliori perlacei, fissandosi negli occhi. Tutto rimasto immutato e come congelato mutò appena si udirono rumori provenire da loro.

    "Cosa sono... questi rumori?" domandò Gask a voce alta. R si voltò verso di lui ma con occhi che sembravano spenti.

    " connessione .... con risposta audio dfell'opeerazione in corso che si modula in base alla quantitàò di dati e operazioni....  Trasmette in binario. Un tono, cioè un fischio udibile, ad una certa frequenza per gli zeri e uno ad una frequenza diversa per gli uni.... messaggi digitali dalla linea che usiamo che commette a una porta seriale di sistema, li traduce in suoni, generavano i  fischi che senti..."

    "...si, ma..."

    "la funzione attuale è quella del modem più processione di dati cifrati... convertire delle sequenze di bit o dati in suoni simili alla voce per permetter loro di essere trasportati sulla rete tipo la telefonica. E' un processo creatoi apposta da ciuò che so da chi ci creò perchè desueto e da riscontrare in modi diversi e specifici... è dovuta all'instaurazione di connessione tra il segnale ed un apparecchio che per ora ti dirò tipo modem remoto che riceve il nostro segnale, sfrutta le protyezioni e crittografia che conosciamo solo noi  nel metnre vagliando e gestendo la procedura di contrattazione della velocità....è il training del modem, la sequenza di toni di connessione che i due soggetti della connessione si scambiano per riconoscere...."

    "... ok...!?" parecchio confuso

    "...sPIEGO... uiamo bande audio diverse per trasmissione e ricezione. E non è detto che tutti e due usino la stessa banda. Tipo noi e il diciamo srever che contattiamo usiamo bande diverse prima della connessione....Ognuno dei due invia un tono di prova, e ascolta l'eco della linea. Modella matematicamente l'eco, e lo sottrae dalla propria ricezione, in modo da ascoltare solo l'altra stazione. E' una tecnica sofisticata di  digital signal processing.Capita che la qualità della linea cambi durante la comunicazione e allora si facevano un retrain, si verifica di nuovo i parametri di linea, si apportano le dovute correzioni e..."

    "Hmh..."

    "....OK, Normalmente essendo in parallelo tra noi non si udirebbero  ma Lis e io stiamo  processando un dialogo pareticolare con questo diciamo server, così capisci, perchè ci riconosca e faccia da server e non da master... in pratica invece di trattarci come meri richiedenti di informazioni come gli slave normali, bypassiamo il livello basso per richiedere quello di master per i settori più..."

    "OK, quindi state chiedendo dei codici o livelli alti per accedere all'informazione che voglio?"

    "Si...Si, possiamo dire così... io fungo da repeater, ossia da amplificatore del segnale per velocizzare la banda ed essere al livello di quella del server che è maggiore, non utilizzando una consolle riuconosciuta.... oltre che fare da memoria e processore di supporto per eseguire i lavori in parallelo come fossimo uno solo... adesso...."

    Gask trattenne il fiato perchè R iniziò a fare una faccia strana, mentre Lis restava immutabile nel volto. R iniziò ad ansimare, portarsi le mani sulla testa fino a volersi aggrappare con le dita ai capelli nella zona dietro, poi il cavo che era collegato a Lis si staccò di suo con un clack sonoro. R ansimò più forte, si tenne la gola, poi con la mano su metà faccia come in preda a qualcosa  superò Lis verso il muro che gli dava di fronte, per sbatterci contro con la spalla sinistra, poggiare con il pomello della spalla e restare con esso contro il muro per scrisciarlo fino a terra, dove si assettò a gambe larghe. Come una bamdola scivolata per caso dalla gravità, testa un pò di lato. COn sguardo vuoto ma emetteva gemiti, parole sfumate come se gli mancasse la voce e occhi  che si muovevano ma persi da qualche parte.

    Lis invece dopo un pò di tempo che Gask nn seppe calcoalre, abbassò la testa, cadde in ginocchio con le braccia rilassate cadenti, mentre i rumori restavano. Poi cessarono.

    Lis. alzò la testa e  i suoi occhi turnarono in un color grigio perla lucente dal castano originale di Lia, che Kianta non aveva ma verso il verde per le lenti speciali che testava intracorneali. Si mossero a fissare Gask, il quale restò fermo per capire la situazione, rimasto solo dopo R, che come in sofferenza, si era accasciato a terra, gambe larhe e spalle alla libreria in legno.

    "...TU....grosso bisonte troppo curioso..!!"

    Lis mutata l'epressione in odio, riversò cosa appariva in viso a parolke contro Gask, alzandosi. Solo notando l'espressiione, lui capì...

    "QUindi sei tu... siamo di nuovo faccia a faccia..."

    "Cosa vuoi... come ti sei permesso di far fare questo a mia figlia... invece di parlare con me, hai pensato di fregarmi...!?"

    "Come sei qui... Lia, come fai a usare il corpo di Lis...?"

    "AH!..." fece lei con disprezzo "...ricevuto l'avviso di intromissione, seppur con codice riconosciuto, nei server speciali che con il mio farmi il culo così per Milan e il quinto dei ritrovamenti ho fatto realizzare, ho deciso di capire la situazione... così ho bypassato il sistema tramite unb programma e mio potere di Master..." e Gask si chiese se fosse quello di cui parlava R che aveva usato "... introdurmi in lei non è difficile, anzi, io posso perchè ho requisiti di Master di sistema e unità, posso entrare da qualunque modo possiobile e utilizzare il corpo o unità o soggetto come mio contenitore.... NOn so se sarà felice di ciò, me la vedrò io con lei, ma tu... tu, cosa vuoi, ora?"

    "..." la vide avanzare con l'espressione che notava in Kianta quando era fuori di sè, non aveva ancora l'attacco di rabbioa da sfogarsi fisicamente, ma era incazzata "... dovevo sapere dove fosse Kianta, e..."

    "Ancora con questa storia... Sei davvero così legato a lei... da cosa...? Cosa vorresti veramente, e per questo la cerchi?"

    "Tu non puoi capire..." iniziò lui, ma vide in lei alzare il viso e allargare gli occhi, segno che stava sbroccando e ricordò che odiava con tutta l'anima quando le dicevano tutti -tu non puoi capire-

    "...dillo di nuovo e sparo senza pensarci due volte..."

    "Scusa... ho dimenticato qanto tu soffra quando ti dicano certe cose, come tua madre e tua zia che nonstante l'etàò, il diritto tuo di fare come credevi e tutto, osavano trattarti come una demente in ogni occasione dicendo sempre -stai zitta, entra, finiscila, stai zitta-... non era mia intenzione, ma era solo per dirti che non sei me e non puoi comprendere perchè la cerco..."

    "Oh, ma io so perchè la cerchi, per cosa mai, altrimenti?"

    "non è come pensi... "

    "Ma smettila!!... parlate tutti di amore e affezione  ma senza il cazzo e merdoso sesso poi non esiste più niente... e vorresti dire a me che no, non è vero, cè altro... dove cè altro...!? Io so meglio di chiunque altro che non cè niete per quelli come me ... ne amici, ne persone speciali, ne rispetto ne quel microcosmo che desideravo e mai avrò..."

    "ma tu non avevi ormai degli amici...? Milan, quei quattro, i tre che ti seguivano..."

    "..." vltando il capo per non guardarlo "ogni persona ha motivi per avvicinarsi a qualcuno..."

    "vuoi continuare a fare la cinica?"

    "Ha parlato... quello che ha ucciso il suo capo per aver scoperto quello..." facendolo irrigidire "ho studiato molto cosa Legeia aveva conservato e se pensi di essere furbo, ti sbagli...tu parli di amicizia tra ragazzini soldato, ma... la banalità degli stereotipi raccontano di gente che vivendo le stesse cose si avvicinano... ma quanto legame cè, veramente...!? Se poi non si deve scegleire tra propri interessi e i legami...?"

    "ti hanno segnata davvero...tutti loro, tutte cose... da, anche ora da scan, decidere che non cè nulla per te e categorizzare tutto, tu che non catgorizzavi se non la feccia... come dici sempre alla feccia che cacci, tu tratti le Bestie per ciò che sono. Stuprano, usccidono, torturano, bullizzano, compiono ogni atto merdoso possibile che la natura umana sa creare per stronzate... e tu non ti sostituisci alla giustizia, tu affermi di trattarli per come meritano... che non sei  giudicabile per certe cose..."

    "...certe cose le lascio volentieri agli altri, direi di aver sofferto abbastanza nella mia cazzo di vita da aveerne abbanstanza, o mi è negato...!?"

    "... come dissi a Lis, avete scelte e diritti di cui nessuno può interessarsi e..."

    "che gentile..." fece sprezzante, per poi voltarsi a vedere R a terra che agonizzava con occhi spenti, ma si muoveva e vocalizzava come dei gemiti.

    Gask la vide perdere rabbia e odio per un volto diverso... gentile, triste ma come affezionato, anche pietoso, sfumature che si sovrapponevo mentre lo fissava... la vide avvicinarsi ad R, posare un ginocchio a terra e con le dita della mani sfiorare le sue guance e alzargli la testa. Lui aveva il viso verso di lei ormai, la sembrava che non ci fosse ne la vedesse.

    "Jem... " sussurrò gentile "scusa... per averti lasciato mondo di un Io, ma ora so che avevo ragiione, sei più forte di me e tu puoi..."

    "conosci... il suo nome?"

     Lia si voltò di poco come faceva sempre, mento verso la spalla ma mai voltarsi del tutto, restando in silenzio. Solo dopo poco di vuoto tra loro, si voltò  di nuovo verso il giovane e rispose

    "Jeroboam Howison Gilchrist... è il suo Io originale che adesso lavora in una Torre a Londra, lo spostai proprio per evitare che qualcuno potesse vederlo e capire... ma il nuiovo lui che io creai tramite scan è Jem, come si faceva chiamare perchè odiava il nome del nonno che aveva disapprovato l'unione della figlia con un non ebreo, Terney Whitelaw... se mai volesse una nuova identità cè questa pronta... Jem Terney Whitelaw..."

    "Perhè hai fatto ciò?"

    "...cosa vuoi, ancora? Ho protetto ciò che avevi trovato come casa,. amici, tutto... e ancora fai casino?" tenendo asncora le dita sul volto del ragazzo ma cvoltata verso di lui ancora sul ginocchio

    "Io voglio solo sapere dovè Kianta..."

    "..."

    "...dimmi solo dovè!!" perentorio

    Lia si alzò in piedi, fssandolo. "...non ti è passato per la testa che forse l'attesa ripaga..."

    "... sono mesi e mesi che è sparita, temevo fosse morta, che... ascolta, so che soffri e..."

    "... tu non sai niente..."

    "... ma ho capito pèerchè agisci come agisci... perchè con la forza procedi ad una giustizia tua dove quella giusta non cè perchè gestita col culo, perchè hai fatto venire i capelli bianchi a mgistrati, giudici, polizia e tutto quanto perchè la smettessero di stronzeggiare... tutte parole tuue..."

    "...i resoconti..." con astio

    "si, ma... con quelli ho capito... la tua disperazione per come ti sentivi, cosa hai passato, tutto... dall'esterno così come ti credono stupida e sciocca, in realtà non sanno niente... e che dietro a ogni tua azione non cè pazzia e follia presa dal dolore ma consapevolezza e scelta di una decisione inderogabile... u ha deciso e non hai ambiato idea di essere la persona che finalmente agiva... sei diventata una strega pietosa ma inflessibile, hai mostrato alla gente che se cè qualcuno che prende per le palle lo schifo, forse cè speranza per tutti... hai portato nelle scuole cosa veramente mancanvano. istruzione su sessualità, biologia, malattie e prevenzione, empatia e studi civili per educare ad esser persone, non merde... hai lottato contro genitori teste di cazzo come potevi e parlato a volte tu spacciadoti per qualcun altro a ragazzi, bambini, ormai quasi adulti... hai lottato e istituito centri di aiuto per persone sole da anziani che non possono mangiare perchè senza soldi o aiuto che sono costertti a chiamare la pèolizia o muoiiono soli, o peggio cadono o si fanno male e muoiono da soli in casa... persone sole totalmente per colpa della società o quelli come te, e ancorsa per chi sente èche lnica soluzione e parlano con il telefono amico o quello dei suicidi... hai cercato di pensare a tutti quelli come te ma non solo, perchè avessero qualcuno che davvero ci fosse per loro, non solo per interessi... per tutti coloro che sono soli, abbandonati, che temodono che qualcunoda assistenti sociali ad avvocati possano diventare tuttori legali e perdere la loro vita finendo in qualche istituto senza più volontà... hai creato tanti fari per loro, di aiuto, sostegno, fiducia e speranza... hai passato il tempo allo Chateau come periodo in vita finale ad impegnarti per gli altri che restavano vivi... perfino Milan da cosa ho letto, aveva deciso di emularti e aiutare le donne incinte in vari paesi che vengono scacciate, oppresse e peggio perchè considerate vergognose e ttuto il resto, lasciate sole con i figli finendo male... anche se temop che lui.,.. lascia stare ma...una come te, perchè dovrebbe continuare a fingere duirezza e stronzaggine per..."

    "...lasciami in pace... lascia i miei figli dove sono e non pensare di fregarmi..." andando alla scrivania e scrivendo qualcosa per poi inserirla da qualche parte che Gask non vide bene, nell'abito di R, per poi dargli una carezza e rialzarsi "... io non potrei capire i tuoi tormenti, e tu non puoi capire i miei..."

    "... eppure... tu dici e insegnavi a tutti che anche se non si può capire quanto rompe e spezza un dolore a persone diverse, non potendo quindi comprendere l'altro quanto sia distrutto, di ricordare i propri e che anche gli altri soffrono e meritano rispetto e considerazione... empatia, considerazioine, vcinanza... hai cercato di insegnare a tutti ciò che tu desideravi... hasi lottato in vari paesi per i diritti delle donne, del decidere sul poroprio corpo contro l'idea dell'utero uguale incubatrice forzata, dello studio e sviluppo dell'IO di tutti, di infrangere le catene delle religioni e morale bigotta per trovare un pezzo di tranquillità a partire da noi stessi e di felicità per morire senza rimorsi e rimpianti... basta solo non far del male agli altri... hai strizzato le palle di gente che vedeva le persone come profitti semoventi e nulla d'altro... non erano persone, non valevano ninete e visto che per loro erano chiave comunque i membri di sangue, hai tolto quelle famiglie dicendo loro -Avanti, guardami e odiami. Li farò soffrire, tormentare, urlare di paura e terrore come le tue vittime... per loro non valevano niente perchè inferiori pure ai cani...!? i tuoi cani finiranno arrosticini per asiatici, le donne per la tua famiglia come troie come tu facevi con altre donne e tutti gli altri giocattoli per chi stai capendo... si, odiami!! Guardami e odiami, cercami pure, maledicimi, tutto ciò che vuoi... ti arò sputare stille di te stesso fino a farti a pezzi!!- e poi guardando i tuoi uomini hai detto davanti a loro  -fate cosa sapete tra tot giorni, che urli con tutta l'anima il suoi puro odio e rancore contro di me, che strilli come fosse una maledizione il mio nome pèerchè io sia cosa lo rende ancora vivo dopoo aver perso tutto... voglio udire i suoi lementi rabbiosi col mio nome fino all'ultimo... che la sua anima sia dannata come lo è la mia e...-"

    "... tornatene a casa, non hai altro da fare qui..." fece di colpo lei dandogli ler spalle

    "... tu come Kianta e Lis, dai sempre le spalle alle persone quando qualcosa ti turba, ti infastidisce, ti rende nervosa da doveerti calmare... come per i capelli sempre, hai bisogno di una barriera o distanza... mi dispiace epr il tuo dolore, di come ti sia sentita persa, sola, abbandonata e tutto il resto e che agognavi la morte così tanto da vederla sempre però così distante, soffrendo di più man mano che continuavi a vivere... una persona che giunge a questo, non posso capire quanto debba essere in frantumi dentro, io non posso capirti perchè non ostante tutto, io... io non ho dolori predominanti rispetto altri felici che ho scoperto da fermarmi.... per questo, non ti giudico che altro come ivnece farebbero altri... nella tua vita sei stata giudicata e tacciata senza motivo da cosa ho letto solo perchè diversa, ferendoti fin nellanima e m dispiace... perfino  l'opera magna  è... e poi quel personaggio maschile della seconda opera nella lista... così identico a te da essere speculari. Dalla personalità, ai comprtamenti, attitudini e... perfino quando tutti lo riprendevano per fermarLO, farlo stare feermo, zitto, cosposto e padrone del suo ruolo e regole e... tutta la tua vita hai sopportrato ciò per cancellare te e siete identici... così come appena si rompe totalmente il vostro Io, tendete a prendere in mano le cose e rivoluzionarle con rabbia...  hai deciso  di non andartene docile dopo il morir della luce, ma di fare a modo tuo... hai fatto cosa potevi per inserire semi che germogliassero nel mondo e perchè qualcosa di te restasse, hai creato le quattro Chiavi o quei bambini perchè fossero i nuovi TE che vivevano al tuo posto, hai lasciato lanciando la moneta Kianta, e quelli che chiami tuoi figli, esseri artificiali dotati di intelletto che si autoespandono nei processi logici e di pensiero perchè siano ciò che manca al mondo, perchè questi androidi siano i nuovi homeness, là dove quelli originali, gli umani,  siano un fallimento... perchè qualcosa che mrriti prosegua da te, anche se io lo capisco non come lo vedi tu, ma..."

    "Hai finito?... conosco la mia vita...."

    " ma tendi a non farti conoscere più... dopo la disperazione di come la gente ti trattava appena ti conosceva..."

    "...quella gente meriterebbe il peggio, soffrire come mai in vita loro... io volevo... volevo così poco e persone, nn merde intorno... e poi cambiai deicisone, volevo un nuovo corpo, sintentico ma identico al mio, con la mia scan e poter essere come mi sento... senza una definizione sessuale, vivere il mondo come lo voglio, e... sapere se ovunque andrò, chiunque incontrerò, vi saranno persone, non bestie... perchè questo sono quelli che respirano là fuori!! Grezzi, volgari, menefreghisti, arraffonni, merde in molte cose che non vedono persone davanti o intorno a loro ma altri che a senso loro sono qualcosa di negativo e si comportan in modo vergnoso, rovinano gli altri, l'albiente e la società... io sono caduta, la me umana... ma ora e qui, io posso continuare dove loro solo moriranno come funghi secchi credendo di continuiare a vivere nei figli biologici...coin un corpo che Lis ha permesso di creare, identico a me e come lo volevo, prendendolo ho solo preparato il corpo che userò al posto di quelli che faccio tornare in piedi per ridarli ai perdutiu della mente, fatti tornare con la medicina, non con le porcate rreligiose... io ho cercato di fare qualcosa per le persone perdute di questo mondo e nessuno saprà di me, ma l'ho fatto perchè in questa vita conoscendo Milan e avendo dolsi, possibilità e tutto io ho fatto... io sarò diversa e farò qualcosa, ho cercato di vivere le cose e i momenti come potevo senza essere merda per altri, tranne chi meritava ben più della vendetta degli innocenti che ho attuato se ninete  e nessuno poteva fare giustizia... la gente vive di cattiveria, soffre di invidia e sputa veleno....scappa da chi ti dovrebbe chiedere scusa e invece ti fa sentire sbagliata ...combattiamo contro giganti mio caro, l'ingiustizia, la paura  e l'ignoranza e il mondo va peggiorando, non come speravo anni fa per un mondo nmuovo di menti illuminate, va proprio a schifio...nel peggio, tra stronzate di pronomi corretti che pure io dico che cazzo dite, parole cambiate per forza al femminile, diritti che non dovrebbero essere tali o forzati e... e tu rompi i coglioni solo perchè Kianta non cè?"

    "... mi manca... mi sento solo... dovresti saperlo..."

    "Oh... qundi tu sei uno di quelli che perhè manca una sola persona basta, tutto caduto, tutto finito... io ho reciso tutto apposta!! o almeno, ZAy e Ric dicevano le stronzate del -non hai ritrovato quella persona quindi ti senti così- quando il problema era intorno a me, non per un tizio forse inesistente... e oltre questo, ero perduta, incapace e inutile, eppure ero sola senza saper che fare... e mi importava se non trovasvo cuoricini d'amore...!? ma che cazzo siamo in una soap opera!?... sono solo catene e chi mi dice il contrario non sa come si vive, cosa ho vissuto io e disperato... non si considerano più campane ma solo la propria e mi costringevano a vedere solo la loro... ma sbnagliatas io perchè dicevanmo che andavo a carreggiata unica pensando solo in un modo, IO che rifletto su mille punti di vist aper affrontare le cose, lasica stare....quindi capirai quanto me ne sbatto il cazzo di capire le campane degli altri se hai tanti cheti amano, tu sei amato ora, ma solo per una fai stronzate alle mie spalle, dopo che ti avevo allungato una mano..."

    "... permettimi dei dubbi su di te..."

    "... hai letto i miei resoconti, che cosa dubiti ancora? Sei bipolare?"

    "... No... ma ho paura delle decisioni radicali che hai preso... vuioi cambiare il concetto di famiglia, visione dell'amore e della persona, hai... il tuo mondo, i sei che hai piantato, sono davvero meritevoli e sentiti ma... io non ricordo per neitne i miei genitori, cerco quei ricordi ma non tornano,creevo lcxhe la mia vita fosse una cosa e ivnece era menzogna ma... da quando sono arrivato allo Chateau per quel piano del mio Capo io... e tu vorresti rivoluzionare tutto per salvare l'umanità e il pianeta... e io no nso che pensare..."

    "Cosa dovresti temeree... lo Chateau è l'innesto iniziale di quel pensiero... ciò che è lo C hateau è la versione mini di cosa voreri portare...ma cè... when reality is a prison, your mind can set you free...gli altri si sono presi quello che volevano, io no....Un futuro non vi viene dato ma è qualcosa che dovete prendere da soli, il problema è avendo le possibilità... e io ti avevo spiegato che potevi avere ciò che volevi, solo permettendomi di tornare allo Chateau..."

    "...E PERCHè NOIN TORNI?" fece dubbioso Gask urlando, finchè non la vide in viso. Qualcosa non andava e ripassò la frase nella mente. -solo permettendomi di tornare allo Chateau-



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