Because of a letter

di Calowphie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto I ***
Capitolo 2: *** Atto II ***
Capitolo 3: *** Atto III ***
Capitolo 4: *** Atto IV ***
Capitolo 5: *** Atto V ***
Capitolo 6: *** Atto VI ***



Capitolo 1
*** Atto I ***


Il lungo treno rosso sfrecciava per le campagne inglesi in direzione di quel famoso castello conosciuto solamente dalle famiglie di maghi e streghe del paese. Una grande nuvola grigiastra andava nella sua direzione opposta quasi confondendosi con il cielo velato di quella mattina di settembre leggermente uggiosa. Ma al suo interno, il clima che si poteva respirare, era decisamente più solare e tranquillo e avrebbe trasmesso gioia a chiunque ne avesse fatto parte: “ Permesso, scusatemi” disse la voce leggermente squillante di una ragazza che, disperatamente, cercava di tornare al suo posto a sedere preso qualche attimo prima che il treno partisse dalla stazione: “Tutti gli anni, sempre la solita storia” sbuffò soffiandosi il ciuffo che aveva davanti gli occhi non riuscendo a spostarlo con le mani a causa del libro che teneva, facendo lo slalom tra i ragazzi che correvano verso l’anziana strega del carello per accaparrassi i migliori dolci prima che potessero finire: “Finalmente” esordì la ragazza sedendosi con uno sbuffo gettando leggermente la testa all’indietro ed allargando le braccia sui sedili vuoti accanto a lei: “Un nuovo record Sophie, quest’anno sei riuscita a tornare dal bagno con qualche secondo in meno dell’anno scorso” ammise un ragazzo dai capelli scuri davanti a lei mentre mangiava un pezzo di cioccorana offrendogliene un morso che rifiutò: “Non prendermi in giro Jeon, piuttosto chi hai trovato?” domandò la ragazza curiosa e speranzosa di un suo doppione in modo da poterselo accaparrare: “ Ho trovato Merlino e, per tuo dispiacere, mancava alla mia collezione” sostenne spostandosi il ciuffo di capelli, leggermente troppo lunghi, dalla fronte finendo di mangiare l’ultimo pezzo di dolce.

Sophie sbuffò ridendo assieme al coetaneo che, di tutta risposta, si sdraiò comodamente sul sedile appoggiando le mani dietro la testa e chiudendo appena gli occhi: “Chiamami quando siamo arrivati Hatter” sentenziò facendole scuotere la testa per poi farle proseguire la lettura su quel libro di creature magiche che suo padre le aveva regalato prima che partisse per il nuovo anno. Il chiacchiericcio degli altri alunni era attutito dalle porte chiuse della loro cabina mentre delle piccole gocce di pioggia iniziavano a picchiettare contro il grande vetro che affacciava sul verdeggiante paesaggio collinare che vedevano muoversi velocemente. Ma la pace che si era creata all’interno di quella cuccetta, venne interrotta da un sonoro colpo che fece ridestare entrambi i giovani del quarto anno che si volsero verso l’entrata ormai spalancata: “Vero che questo posto è libero?” domandò una voce allegra mentre indicava il sedile di Sophie occupato solo dal mantello nero che avrebbe indossato nuovamente prima di arrivare al castello: “Hobi!” esclamò la ragazza alzandosi di scatto abbracciando il suo migliore amico che non vedeva dall’anno prima: “Ti ho cercata per tutto il treno” ammise il prefetto di Tassorosso, ricambiando il dolce gesto dell’amica più piccola della sua stessa casa: “ Jung come stai?” domandò Jungkook alzando appena una mano sorridendo all’amico ancora sulla soglia della porta: “Molto bene Jeon sei pronto per il nuovo campionato di Quidditch?” domandò sedendosi accanto a Sophie che, ridacchiando sotto i baffi, ancora si ricordò la sconfitta dei Grifondoro all’ultimo minuto da parte dei Serpeverde.

Jungkook sbuffò fingendo di non aver sentito facendo  ridere entrambi i ragazzi che si trovavano davanti a lui infondendo nuovamente quel dolce clima familiare che, da sempre, avevano percepito: “Avete sentito la novità?” domandò qualche istante dopo Hoseok incrociando le gambe: “Si dice che siano stati avvistati alcuni dissenatori in questi giorni” spiegò serio mentre Jungkook si rizzò sedendosi meglio sul sedile leggermente scomodo guardando il maggiore, incuriosito: “Sono solo dicerie” disse Sophie guardando fuori dalla finestra, muovendo la gamba leggermente nervosa facendo sorridere appena l’amico al suo fianco che portò le mani dietro la testa appoggiandosi allo schienale verdastro: “Può essere” cantilenò Hoseok facendo l’occhiolino a Jungkook per poi scoppiare a ridere assieme al minore, notando le guance gonfie dell’amica che, offesa, cercava di ignorare entrambi per averla presa in giro.

 
 
Il vecchio treno frenò lentamente al lato di una banchina dai mattoni grigiastri mentre un uomo alto e dalla barba folta e nera sorrideva sereno salutando gli studenti che lo avevano notato guardando fuori dal finestrino: “Finalmente” ammise una ragazza del secondo anno stiracchiandosi per poi finire di indossare il mantello di Serpeverde  sopra la camicetta bianca e il gilet grigio: “Aspettiamo un attimo prima di scendere altrimenti verremo travolte” ridacchiò un'altra ragazza davanti a lei mentre tirava giù la sua valigia assicurandosi che fosse tutto apposto: “Seohyun vedi di non dimenticarti nulla come l’anno scorso” ridacchiò la Serpeverde vedendo l’amica voltarsi e ridere con lei mentre osservava la scia di studenti che passavano per il corridoio “ Era il mio primo anno, ero spaesata” ammise la Corvonero dondolandosi sulle punte dei piedi ridendo assieme alla mora che, con uno scatto, si alzò in piedi facendo sventolare i suoi lunghi capelli sciolti per poi prendere sotto braccio l’amica: “ Andiamo?” chiese contenta vedendo Seohyun annuire per poi incamminarsi verso l’uscita, infilandosi tra gli altri studenti.

“Voi del primo anno fermatevi qua!” esclamò una voce profonda che le due amiche non poterono non riconoscere, le due si guardarono sorridenti vedendo quel Mezzogigante dai capelli folti e ricci cercare di tenere a bada e sott’occhio, tutti quei nuovi arrivati che, spaesati ma felici, osservavano Hogsmade come se fosse la città più bella che avessero mai visto: “Ciao Hagrid” ammise la Serpeverde sorridente mentre il guardiacaccia di Hogwarts si girò a guardarla: “Oh Emy, Seohyun, ciao ragazze” rispose lui  sereno non notando l’arrivo di sempre più ragazzi che, automaticamente, si mettevano in fila: “Pronto per il viaggio in barca?” chiese la Corvonero ricordando benissimo quello che aveva fatto lei l’anno prima, terrorizzata da quello che il Lago Nero nascondeva: “Direi di si, per lo meno non sembra diluviare come l’anno scorso” ammise Hagrid facendo l’occhiolino ad Emy che, ricordando perfettamente quel viaggio in cui ne uscirono zuppe, non poté fare altro che scuotere la testa come se ancora sentisse il freddo che le sue ossa avevano provato quel giorno: “ È meglio che vi sbrighiate ragazze altrimenti le carrozze partiranno senza di voi” sottolineò il Mezzogigante alzando la testa in direzione di alcune carrozze apparentemente prive di cavalli: “Ci vediamo presto Hagrid e fate attenzione sul lago” sostenne Seohyun notando lo sguardo dei ragazzi e delle ragazze del primo anno osservarla incuriositi mentre Emy la portava con lei verso la carrozza che li avrebbe portati ad Hogwarts: “Dovevi proprio spaventare quelle matricole?” domandò la Serpeverde entrando nel cocchio rossastro, Seohyun rise seguendola,per poi accomodarsi sul sedile rosso accanto ad un ragazzo di Grifondoro poco più grande di loro: “ Non ho detto nulla di male ho lasciato spazio alla loro immaginazione” ridacchiò vedendo Emy scuotere il capo sorridente sistemandosi una ciocca di capelli scuri dietro l’orecchio, notando solo in quel momento lo sguardo del ragazzo di Grifondoro su di lei facendola arrossire appena per poi voltare lo sguardo e osservare il paesaggio che li circondava.

Seohyun si sporse verso di l’amica toccandole appena la spalla mentre cercava di non dare troppo nell’occhio: “Tu li vedi vero?” domandò la Corvonero indicando con un dito la parte frontale della carrozza. Emy si sporse appena fuori osservandosi attorno per poi annuire impercettibilmente evitando che il ragazzo Grifondoro e uno di Corvonero appena salito e seduto accanto a lei, la notassero: “ E come sono?” domandò curiosa l’altra sporgendosi di più verso l’amica che roteò gli occhi non del tutto sicura che potesse descrivere quelle bestie che trainavano le carrozze in quel momento: “ Te lo dico dopo  Seohyun” affermò a denti stretti Emy indicando con un movimento appena accennato della testa, i due al loro fianco: “ Emy sono curiosa! Non ci ascoltano nemmeno… ti prego” borbottò facendo uno sguardo supplichevole vedendo l’amica inspirare profondamente: “Sono di color nero, con un muso da drago, occhi bianchi senza iridi o pupille hanno delle lunghe code ossee e delle enormi ali da pipistrello, la pelle è tesa sulle loro ossa tanto che si possono contare” spiegò mentre copriva la bocca con la mano in modo da non far capire nulla a nessuno.

Seohyun si rimise a sedere meglio contenta e sorpresa da quella descrizione decisamente inaspettata, guardò l’amica che era tutt’altro che estasiata dalla loro visione, muoveva ansiosamente le dita tra loro mentre osservava fuori ondeggiando di tanto in tanto al movimento della carrozza proprio come lei. La Corvonero abbassò lo sguardo dispiaciuta di averla quasi obbligata a raccontagli come fosse fatto un Thestral solo per pura curiosità, per questo le toccò appena la mano facendola girare verso di lei sorridendole chiedendole, con un tono basso di voce, delle scuse che Emy accettò con un dolce sorriso e uno scuotimento del capo alzando poi il pollice facendole capire che stava bene, anche se forse non era affatto così.
 
 
La Sala Grande era ricolma di persone già sedute ai loro tavoli di appartenenza ognuno per una delle case che popolavano la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts; ogni studente attendeva impaziente che la cerimonia dello smistamento dei ragazzi del primo anno finisse così da poter gustare quell’ottimo cibo che sarebbe apparso di lì a poco come grande banchetto serale. Le candele che fluttuavano sopra le loro teste illuminavano la stanza mentre il cielo notturno ormai privo di nuvole appena sopra, faceva risplendere le stelle che lo popolavano rendendo il tutto ancora più magico: “ Oliver Evans” disse la voce forte della preside McGranitt enunciando l’ultimo nome sulla pergamena che teneva nella mano libera mentre, nell’altra, teneva per la punta il cappello parlante che ormai aveva quasi finito il suo lavoro per quel nuovo anno: “ Ti prego dimmi che lui è l’ultimo” chiese una ragazza dai capelli neri mentre teneva la testa appoggiata alla mano giocherellando con la forchetta che aveva accanto al piatto vuoto.

Una ragazza di fianco a lei si alzò appena per osservare meglio ciò che si trovava a qualche metro da loro ma, a causa della grande quantità di persone sedute tra lei e il suo obbiettivo, da seduta, non riusciva bene ad inquadrare la situazione: “ Ebbene si mia cara, lui è l’ultimo” esordì con un grande sorriso rivolto alla sua amica, agitandole appena la spalla in modo che potesse ridestarsi: “Che sia lodato Merlino, stavo morendo di fame” sostenne facendola ridere: “Ormai dovresti saperlo che è il primo giorno c’è sempre da aspettare di più Lisa” sottolineò la ragazza dai capelli corti per poi sistemandosi fiera il mantello di Serpeverde che aveva sulle spalle: “Lo so Christe ma voglio godermi questi ultimi pasti ad Hogwarts con calma “ rise seguita dall’amica della sua stessa casa scacciando via quella malinconia che le era appena venuta ricordando gli anni passati tra le mura di quel castello, decisamente i migliori della sua vita: “ Bene miei cari studenti” iniziò la preside attirando l’attenzione di tutti: “ Questo nuovo anno scolastico vede alcune novità nel nostro corpo docenti. Due giovani professori si uniranno a noi abbiamo il signor Min Yoongi uscito da Hogwarts con il massimo dei voti ad insegnarvi pozioni e il signor Kim Seokjin elevatosi nelle sue doti magiche e nei duelli come insegnante di incantesimi” I due uomini si alzarono da dietro il lungo tavolo che si trovava alla fine della sala, si inchinarono leggermente e la preside McGranitt li ringraziò lasciando che si risedessero al loro posto: “Non ti sembrano giovani per essere già professori?” domandò sottovoce Lisa all’amica dietro di lei vedendola annuire appena: “Si, ma se la preside li ha accettati nel corpo docenti vuol dire che sono davvero bravi” le rispose Christe osservando, con la coda dell’occhio, lo sguardo furbo di Jimin che non fece altro che farle roteare gli occhi al cielo: “ Come sempre” proseguì la preside calmando la folla di studenti che applaudiva i due nuovi componenti del corpo docenti “Ricordo che gli studenti del primo anno non possono avere una scopa personale e non hanno nemmeno il permesso di andare da soli ad Hogsmeade né in compagnia di studenti dal terzo anno in su. Nessuno studente del primo anno può entrare nella squadra di Quidditch della propria Casa. Le lezioni inizieranno domani mattina dopo la colazione ed ora diamo inizio al banchetto”.

Nel momento in cui la preside concluse il suo discorso, su tutti i tavoli comparve un gran numero di leccornie: “Finalmente!” esclamò Lisa pronta ad addentare il pollo che le comparse davanti: “La manica, Lisa” sussurrò Christe osservando con gli occhi sgranati il braccio dell’amica allungato verso il cucchiaio che si trovava nella ciotola delle patate: “Cosa?” domandò la mora voltando lo sguardo verso di lei muovendo la frangia: “La manica del mantello” esclamò a denti stretti. Lisa immediatamente puntò lo sguardo sul suo braccio destro sistemando la manica verso il basso sperando che nessuno dei loro compagni di casa, avesse notato che cosa vi fosse nascosto sotto: “Qualcuno ci sta guardando?” chiese preoccupata abbassando lo sguardo come se non fosse successo nulla: “No… solo Jimin sembrava guardarci prima ma ora sembra dilettarsi nel trasformarsi il naso in un becco di papera” spiegò ridacchiando notando Lisa compiere la stessa azione mentre calmava il suo battito cardiaco sollevata di avere accanto un’amica come Christe.

La cena era appena finita e, come di consueto, tutti gli studenti si stavano recando nelle loro sale comuni per un meritato riposo dopo il lungo viaggio che li aveva portati ad Hogwarts: “Ehi coach come hai passato le vacanze estive?” domandò Jimin avvicinandosi a Lisa che, con un sorriso, gli scompigliò i capelli arancioni come se fosse un suo fratello minore: “Molto bene Jimin, tu ti sei messo in qualche guaio con il tuo amico Taehyung?” chiese la ragazza notando uno sguardo stralunato di una giovane del primo anno che non avrebbe mai creduto di vedere una Serpeverde così amichevole: “Mhh non proprio ma ho scoperto cose che sono stato obbligato a non dire” sostenne furbo mettendosi le mani dietro la testa camminando al contrario più avanti delle due ragazze che lo guardarono con un sopracciglio alzato: Christe non poté fare a meno di non pensare a qualche scappatella dei due con una ragazza più giovane.

Il Metamorfomagus fermò la sua corsa scontrandosi con un alto ragazzo dai capelli castani mossi che gli sorrise guardando verso il basso: “Che cosa stai facendo Jimin?” domandò vedendolo voltarsi ed abbracciarlo felice come se non lo rivedesse da tanti anni. Lisa diede un piccolo colpetto sul braccio dell’amica alla sua sinistra che la guardò dubbiosa come se non sapesse a cosa si riferisse, comunicando solamente con lo sguardo e quel sorrisetto furbo che le faceva sicuramente intuire dove le volesse andare a parare: “Ciao ragazze” affermò alzando la mano il ragazzo Grifondoro che aveva fermato Jimin avvicinandosi a loro con l’amico alle sue spalle: “C-ciao Tae” disse tossicchiando appena Christe venendo appena spinta dall’amica che guardò immediatamente verso l’alto come se non avesse fatto nulla: “Avete passato una buona estate?” chiese mentre anche Lisa lo salutò sorridendo: “Si grazie, Jimin ci stava raccontando le vostre avventure” sottolineò l’occhialuta notando lo sguardo sbalordito del Serpeverde: “Non ho aperto bocca!” si precipitò a dire notando tutti e tre gli amici  divertiti, vedendo le punte dei suoi capelli diventare più rosse.

Il cielo non più velato ma coperto di stelle creava un’atmosfera calma attorno al castello in cui ogni studente si stava ormai coricando sotto le coperte del proprio comodo letto. Tutto sembrava essere pronto per il nuovo anno che li attendeva ma, inaspettatamente, un giovane barbagianni fedele, atterrava nella guferia del castello, nel becco una lettera consumata con uno strano sigillo inciso sulla ceralacca blu.

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Capitolo 2
*** Atto II ***


L’alba risplendeva durante quella nuova giornata ad Hogwarts: il castello veniva illuminato dai raggi tiepidi del sole riscaldando le mura fredde infiltrandosi dalle finestre ridando un aspetto luminoso alla scuola che, durante la notte, sembrava essersi sopito proprio come gli studenti ancora al caldo sotto le coperte dei loro letti ma non per molto ancora: “Quanto ancora vuoi dormire?” domanda con la voce ancora leggermente impastata dal sonno Lisa cercando di svegliare la sua amica Christe ancora abbracciata alle coperte verde scuro. La ragazza dai capelli corti mugolò qualcosa che Lisa non comprese appieno sapeva che avrebbe fatto fatica a svegliarsi, come gli scorsi anni del resto, ma conosceva benissimo come farla saltare giù dal letto in un batter d’occhio: “Se non ti sbrighi a prepararti perderai il tuo posto strategico al tavolo” le sussurrò appoggiando la schiena al palo in legno che costituiva il letto a baldacchino.

Christe sbarrò gli occhi spostando le coperte non badando lo sguardo divertito dell’amica evitando di inciampare sulle stesse appena sollevate dal suo corpo ancora stanco: “Che ore sono?” chiese frugando nel baule alla ricerca della divisa: “Oh non preoccuparti abbiamo ancora più di mezz’ora” sostenne sarcastica Lisa guardandosi il polso vuoto come se ci fosse davvero qualcosa che potesse segnarle l’orario. Christe sbuffò sistemandosi meglio gli occhiali tondi facendo svolazzare un ciuffo ribelle che sistemò un attimo dopo con un colpo di bacchetta domando la sua chioma: “Vuoi dire che avrei potuto dormire ancora per qualche minuto.” domandò la ragazza mentre Lisa si sedeva sul suo letto stringendosi nella spalle, osservando le compagne di stanza ridacchiare: “ Muoviti o faremo tardi per la colazione” concluse Lisa con un sorriso sincero mentre la ragazza finiva di vestirsi allacciandosi le scarpe scure: “Un risveglio meno brusco domani grazie” le sussurrò vedendola ridacchiare per poi intrecciare il braccio con il suo ed incamminarsi nella sala comune di Serpeverde, ammirando come la luce che veniva riflessa dal Lago Nero creasse dei bellissimi giochi di luce in quel quieto ambiente leggermente buio: Christe si sentì finalmente a casa.

Jimin era seduto su una poltrona nella sala comune mentre aspettava le sue due amiche che percepì avvicinarsi grazie alle loro risate inconfondibili: “Buongiorno” cantilenò il ragazzo avvicinandosi a loro saltellando appena: “Buongiorno a te Jimin vedo che hai dormito bene” sentenziò Lisa notando alcuni ciuffi dei suoi capelli arancioni che non erano stati ben sistemati come pensava: “Una meraviglia, ormai lo sapete che sto meglio qui che a casa” affermò con sguardo risoluto alzando appena il capo con fare vittorioso: “ Ma ora andiamo a mangiare vi prego” proseguì guardandole supplichevole massaggiandosi la pancia che borbottava ormai da qualche minuto facendo guardare le due ragazze che scoppiarono in una risata allegra: “Ah quasi dimenticavo!” esclamò il ragazzo allungando la mano che aveva in tasca poco prima verso Christe prendendo la sua appoggiando sul palmo una fotografia fatta qualche anno prima: “So che la stavi cercando da un po’” ammise con un sorriso dolce facendo tingere, involontariamente, le punte dei suoi capelli di un rosso scuro; la Serpeverde la guardò notando le figure al suo interno muoversi felici erano lei, Lisa, Taehyung e Jimin durante la prima neve del loro secondo anno, si ricordava bene che avevano chiesto a un ragazzo del quinto di scattarla e da tempo la cercava per completare il suo diario: “Grazie” ammise in un sussurro stirando le labbra in un sorriso mentre Lisa le toccò la guancia cercando di ricreare quel momento meno malinconico che vi era prima: “Forza andiamo in Sala Grande o davvero rimarrai senza il tuo appostamento” scherzò l’altra correndo verso l’uscita notando, con la coda dell’occhio, l’amica sorriderle grata di aver compreso, come sempre, la situazione al volo.
 
La Sala Grande era già piena di persone che chiacchieravano nonostante fossero ancora un po’ assonnate: c’era chi scherzava con i loro amici di sempre, chi imparava a conoscere i propri compagni di casa e chi, non ancora abituato alla sveglia, appoggiava la testa sul tavolo ancora addormentato cercando di recuperare qualche minuto di sonno in più. Le tavole erano imbandite con tutto il necessario per la colazione, il cielo che si poteva intravedere sul soffitto della stanza rifletteva la tiepida alba creando un’atmosfera rilassante e tranquilla per iniziare la meglio quel nuovo anno scolastico: “Buongiorno” cantilenò Seohyun toccando la spalla dell’amica Serpeverde riuscendo a beccarla appena prima che varcasse l’entrata della Sala Grande: “Buongiorno Seohyun vedo che ti sei svegliata bene oggi” sostenne salutando con la mano alcune sue compagne di casa con cui condivideva la stanza, chiedendole di tenerle il posto: “Decisamente! Sono carica e pronta per la lezione di Pozioni ” sostenne la Corvonero facendo ridere la Serpeverde sbalordita da tutta l’energia che quella ragazza provava in quell’istante: “Come mai tutta questa voglia di fare Pozioni? Non era mai successo prima” alzò un sopracciglio sorpresa Emy notando la ragazza ammutolirsi ed alzare gli occhi al cielo cercando una motivazione abbastanza convincente: “Sono curiosa di sapere come insegna il nuovo professore.. tutto qua” ammise alzando le spalle vedendo Emy sorriderle facendole un sorrisetto furbo: “Ora muoviamoci o ci mangeranno tutto” sentenziò Seohyun spingendo avanti l’amica che si girò appena prima di finire addosso alla schiena di un ragazzo più grande di lei che le aveva superate: “Scusami!” esclamò immediatamente la Serpeverde notandolo girarsi riconoscendolo come il ragazzo che si era seduto nella loro stessa carrozza il giorno precedente: “ Non preoccuparti, è stata colpa mia che mi sono fermato in mezzo alla strada” ridacchiò, mentre Emy sentiva le guance diventare rosse: “Stai bene?” chiese poi con un dolce sorriso che la fece quasi sciogliere sul posto ridestandosi solo quando sentì Seohyun spingerla una seconda volta: “S-si grazie mille” balbettò mentre camminava forzata dalla Corvonero che ridacchiava sotto i baffi.

Emy si sedette accanto alle sue compagne di casa versandosi un bicchiere di succo di zucca senza badare a troppo altro, bevendolo in un unico sorso per poi sospirare e cercare di calmarsi: “Emy va tutto bene?” domandò Olivia Jonson vedendola ancora leggermente rossa: “Si grazie” affermò con un sorriso tenendo dentro tutto quel subbuglio di emozioni che stava provando in quel momento: “ Perché non me ne sono accorta prima?”  si chiese tra lei sistemandosi la frangia che le copriva la fronte ignorando per un istante le lamentele delle sue compagne di casa su quale lezione avrebbero avuto alla prima ora: “Tra tutti i Grifondoro dovevo scontarmi proprio con il popolare Jungkook?” proseguì il suo pensiero lei esasperata cercando di rubare dal centro del lungo tavolo in legno, una brioches alla crema  concentrandosi sul nuovo orario delle lezioni che avrebbero consegnato di li a poco. Ma come poteva farlo se, con la coda dell’occhio, aveva notato lo sguardo di Jungkook su di se che la guardava dalla parte opposta della stanza con la testa appoggiata alla mano tatuata: “ Emy attenta!” esclamò una ragazza accanto a lei spostandole la mano sul piatto prima che la crema potesse finirle sul gilet nuovo: “Grazie” esclamò lei ridendo ammettendo di essersi persa a pensare a tutte le materie che avrebbero dovuto studiare quell’anno anche se non era esattamente quello il fulcro dei suoi pensieri.
 

Seohyun stava animatamente chiacchierando con il suo compagno di casa Namjoon appena presentatosi la sera prima dopo averle spiegato che era lui il ragazzo Corvonero che si era seduto con loro nella carrozza: “Non credo che dire di essere sotto l’incantesimo imperio sia una buona scusa per non arrestare qualcuno” sottolineò il ragazzo incrociando le braccia al petto e corrucciando le sopracciglia: “Come fai ad essere sicuro che lo fosse davvero?” proseguì mostrandole la prima pagina della Gazzetta del Profeta in cui si leggeva che, dopo un lungo processo, un mago era stato rilasciato da Azkaban avendo avuto le prove che fosse stato imperiato da un Mangiamorte e aver compiuto tutte quelle insane azioni: “ Se lo hanno rilasciato sicuramente avranno trovato delle prove accurate” sostenne la ragazza sporgendosi verso il pezzo di carta in cui si notava la foto dell’uomo muoversi, contento di poter tornare a casa: “ E quali mai potrebbero essere?” sentenziò il ragazzo sbattendo piano la mano sul tavolo dando un morso a quella salsiccia che aveva nel piatto: “Si dice che qualcuno abbia testimoniato a suo favore” sostenne Seohyun mentre continuava a leggere l’articolo anche lei leggermente sospettosa: “E chi mi dice che quello non sia un suo complice?” chiese insistente Namjoon appoggiando la forchetta sul tavolo: “Questa storia non mi piace per niente” concluse allontanandosi quasi cadendo all’indietro dimenticandosi della mancanza di uno schienale sulle panche in legno in cui erano seduti. Seohyun ridacchiò vedendolo sbilanciarsi appena per poi ritornare seria ed osservare il giornale che ancora teneva in mano: il volto dell’uomo era scarno e aveva delle profonde occhiaie che incorniciavano gli occhi apparentemente dolci che non vedevano l’ora di rivedere la sua famiglia, un tatuaggio sbiadito si intravedeva appena al lato del collo e Seohyun lo identificò come uno strano cavallo. Se Namjoon avesse ragione, perché avrebbe voluto uscire da Azkaban? Il Signore Oscuro ormai era stato distrutto e la pace era tornata nel mondo magico, che cosa avevano in serbo ancora i Mangiamorte che nessuno sapeva? Seohyun piegò il giornale e lo riporse a Namjoon che lo sistemò accanto a lui sorridendole: “Mi dispiace per questi strani e lunghi discorsi di prima mattina” sottolineò il ragazzo bevendo un sorso di latte caldo mentre la ragazza negava con il capo: “Non preoccuparti è divertente indagare un po’ ogni tanto” concluse lei alzando il bicchiere di succo colpendolo piano contro quello del ragazzo: Seohyun aveva bisogno di parlare con Emy prima che le lezioni iniziassero.
 
 

La colazione stava per terminare e il rintocco della campana alla torre dell’orologio avrebbe suonato di li a poco, ogni studente aveva ormai in mano la propria pergamena che avrebbe scandito l’orario delle lezioni di tutto l’anno e nessuno poteva andare contro le decisioni prese dal corpo docenti: “Che hai alla prima ora?” domandò Hoseok all’amica, ancora intento a finire la sua ennesima ciotola di cereali: “ Ho incantesimi” ammise Sophie osservando la pergamena seguendo con il dito l’orario di quella giornata: “Così mi dirai com’è il nuovo professore” sostenne lui sistemando le gambe dalla parte opposta della panca appoggiando il gomito sul tavolo così da guardare meglio la ragazza al suo fianco; ma la minore non fece in tempo a rispondere che i gufi messaggeri varcarono la soglia della stanza volando dai loro destinatari: “ È  appena iniziato l’anno e già ricevi una lettera Jung Hoseok” scherzò Sophie spingendolo appena mentre lui ringraziava il suo gufo dandogli un pezzetto di pane per poi vederlo volare via: “Non che tu non sia da meno” rispose il giovane notando il barbagianni dell’amica atterrare davanti a lei con tra le zampe un pacchettino e una lettera allegata: “Grazie Hermes” rispose la ragazza accarezzandogli le piume morbide della testa vedendolo poi seguire gli altri gufi uscire dalla Sala Grande.

Sophie prese in mano il piccolo pacchetto chiuso con un filo di spago beige e lo scosse appena sentendo l’oggetto al suo interno muoversi sbattendo sulle pareti della scatola di cartone, curiosa l’aprì rompendo quella cera lacca blu scuro notando, solo in un secondo momento, una scritta al lato della scatola: “Fanne buon uso” diceva in un corsivo elegante e Sophie pensò subito che fosse opera di sua madre. La Tassorosso la aprì trovandoci al suo interno una piccola palla di cristallo contenente del fumo bianco che immediatamente prese in mano notandola diventare di un rosso accesso: “Una ricordella!” esclamò Hoseok voltandosi verso la ragazza che lo guardò curioso: “ Chi te l’ha regalata Soph?” chiese visibilmente curioso e interessato a quell’oggetto che Sophie non aveva mai visto prima: “Dalla scrittura sulla scatola credo mia madre” sostenne lei leggermente perplessa: “ Beh sembra voglia che tu ricorda qualcosa” ammise sorridente notando il fumo della sfera di un rosso brillante. Sophie sorrise cercando di osservare meglio quell’oggetto dimenticando la lettera che vi era assieme: “ Chi ti ha scritto?” chiese lei all’amico che scorreva attento sulle righe di inchiostro: “Mio padre che mi augura un buon inizio anno, sai bene che da Auror non è spesso a casa nell’ultimo periodo e non ha potuto salutarmi come si deve quest’anno” ammise sventolando il pezzo di carta che poi sistemò accuratamente nella tasca del mantello: “Signorina Hatter spero che lei non porti quella ricordella durante gli esami, sa che sono bandite” sostenne dal nulla la professoressa Sprite indicando l’oggetto che la ragazza ancora teneva in mano: “Non si preoccupi professoressa” rispose la ragazza rimettendo l’oggetto al suo posto prendendo la lettera giunta assieme: “Ottimo” concluse la donna con un sorriso incamminandosi fuori dalla Sala mentre la campana della torre riecheggiò, segno dell’inizio delle lezioni.
 
“Ma è uno scherzo spero” ammise Taehyung osservando per l’ennesima volta la lettera che aveva tra le mani mentre camminava al fianco di Jungkook: “ Per me è opera di tuo fratello” rise il moro salendo la rampa di scale per recarsi a lezione di storia della magia: “ Una lettera vuota che scherzo idiota è?” sentenziò il più grande tenendosi al corrimano mentre la scala in cui erano aveva iniziato a muoversi: “ Non ne ho idea Tae prova a scrivergli e chiedergli il motivo” disse Jungkook trovandola l’unica soluzione a quel problema: “Non scriverò nulla, appena avrò un momento proverò qualche incantesimo magari mi ha nascosto il messaggio” sbuffò Taehyung non badando a quel piccolo simbolo blu in basso a destra che sembrava raffigurare un Thestral stilizzato.

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Capitolo 3
*** Atto III ***


La campana della torre riecheggiò nelle orecchie della giovane maga di Serpeverde che, con passo spedito, cercava di non fare tardi alla prima lezione di quell’anno. Con sua grande sorpresa, aveva letto sulla pergamena assegnatale quella stessa mattina, che avrebbe avuto pozioni alla prima ora proprio con i Corvonero ma, quando si avvicinò al tavolo della casa di Seohyun lei non c’era, si era già incamminata verso l’aula non rendendosi bene conto con quale altro gruppo di ragazzi avrebbe condiviso l’ora. Emy correva velocemente per il corridoio mentre il suo mantello sventolava dietro di lei ringraziando di avere già i libri nell’aula accuratamente sistemati per ogni studente, da qualche elfo domestico che lavorava da anni nel castello. La Serpeverde prese le scale verso i sotterranei con attenzione schivando qualche studente che camminava tranquillamente per il castello non molto curante del ritardo che avrebbe comportato. Non amava quel posto: seppur la sua casa si trovasse sotto il Lago Nero, stare in quegli spazi un po’ lugubri e scuri le ricordava sua madre e non era di certo un ricordo positivo. Un brivido freddo le passò lungo la schiena non appena rivide nei suoi ricordi il suo volto con quel sorriso sghembo e decisamente finto, con quelle mani rugose dalle lunghe unghie che le facevano sempre, sin da bambina, venire la pelle d’oca: “Emy!” esclamò Seohyun fuori dalla porta in legno della classe che, piano piano, si stava riempiendo di alunni: “Va tutto bene?” le chiese vedendola sbattere le palpebre e notare come si fosse stranamente fermata in mezzo al corridoio a fissare un punto indefinito di quel pavimento piastrellato, non capendo come fosse arrivata a destinazione: “Si, si sto bene” sostenne guardando l’amica con un sorriso notando, accanto a lei, un alto ragazzo visibilmente più grande di loro e non esattamente nel posto giusto: “Non avevo letto che eravamo assieme ai Serpeverde la prima ora, mi dispiace sai che ti avrei aspettato” sostenne Seohyun avvicinandosi all’amica toccandole il braccio vedendola sorriderle gentile: “ Lo so tranquilla e poi” commentò Emy avvicinandosi al suo orecchio sussurrandole l’ultimo pezzo di frase: “Vedo che eri in ottima compagnia” ridacchiò vedendo l’amica voltare lo sguardo verso Namjoon per poi ridere appena: “No, non è il mio tipo” sostenne alzando le spalle facendosi seguire dalla Serpeverde verso il ragazzo rimasto accanto alla porta che gli sorrideva mestamente: “Lui è Namjoon, è della mia stessa casa e frequenta il settimo anno” lo presentò Seohyun mentre il ragazzo le porgeva la mano immediatamente stretta dalla Serpeverde: “Molto piacere tu devi essere Emy vero? Seohyun mi ha parlato di te ieri sera quando le ho detto che eravate sulla mia stessa carrozza” la Serpeverde annuì notando, con la coda dell’occhio, il nuovo professore scrutarle leggermente contrariato dalla loro attesa: “Namjoon è stato un piacere ma è meglio che andiamo ora” sorrise Emy prendendo l’amica per la manica del mantello trascinandola in aula salutando il giovane con la mano che ridacchiò appena vedendole varcare la soglia ormai piena: “La tua serietà e puntualità prima o poi mi uccideranno” borbottò Seohyun vedendo Emy indicare il professore e il suo sguardo severo: “ Lui lo farà prima di me se fossimo state ancora un po’ li fuori” aggiunse mentre la Corvonero scambiò un lungo sguardo con il giovane professore dai capelli scuri che iniziò a presentarsi qualche attimo dopo.
 
“Sono il nuovo professore di Pozioni, Min Yoongi. Vi insegnerò tutto ciò che bisogna sapere per giungere all’esame finale con il massimo dei voti. Per oggi ho preparato su ogni tavolo accanto al calderone di fronte a voi, alcuni ingredienti , scegliete quelli giusti per creare la pozione obliviosa. Alla casa che la svilupperà meglio darò 20 punti: potete iniziare avete un ora”

Il professore smise di parlare e si accomodò sulla sedia morbida dietro la scrivania osservando come, con molta attenzione, ogni gruppo di studenti cercava i giusti ingredienti evitando di sbagliare la scelta ma, la sua attenzione, ricadde su un braccio alzato in fondo all’aula di una ragazza dai capelli lisci e color rame: “Mi dica signorina?” domandò lui indicandola sperando che si presentasse: “Signorina Seirei, Corvonero” ammise Seohyun mentre sistemava la frangia forse un po’ troppo lunga che iniziava a darle fastidio agli occhi: “ Non è un po’ troppo giovane per insegnare?” propose sfacciata la sua domanda mentre Emy, accanto a lei, strabuzzò gli occhi stando attenta a non versare troppe gocce di acqua del fiume Lete nel calderone: “ Come scusi?” chiese Yoongi alzandosi ed incamminandosi verso di lei, gli occhi fissi sulla ragazza: “Non abbiamo mai avuto professori giovani come lei ed è strano che sia già nel corpo docenti avendo finito la scuola da così poco tempo” proseguì lei aggiungendo due radici di valeriana nel calderone. Yoongi sbuffò appoggiando una mano accanto alla ragazza girando la testa in modo da squadrare bene il viso della giovane: “Signorina Seirei non credevo che una Corvonero sveglia come lei avesse bisogno di una risposta a questa domanda. Vedo, da come si muove attorno al calderone, che è molto brava in Pozioni se non le sta bene che io faccia il suo profes-“ “Professor Min!” esclamò la voce leggermente rauca della McGranitt che lo riportò alla realtà notando lo sguardo di Seohyun che non aveva mai vacillato un istante: “Preside McGranitt mi dica” concluse lui allontanandosi da lei mentre Emy, finalmente, tornò a respirare colpendo appena l’amica sul braccio vedendola sorridere soddisfatta e, con le guance leggermente rosse, continuare la pozione richiesta.

 
 
 
Sophie era comodamente seduta sulla panca in legno davanti al grande leggio in cui, sull’angolo in alto a destra, si poteva notare la sua piuma intingersi di tanto in tanto nell’inchiostro nero del calamaio pronta per essere utilizzata per prendere appunti anche se, il nuovo professore, non era ancora entrato in aula: “ Hatter a che cosa stai pensando?” domandò una voce fin troppo conosciuta alla ragazza: “ Mi chiedevo quando saresti arrivato” scherzò la Tassorosso alzando lo sguardo che, poco prima, era fisso sulla lettera vuota che aveva posizionato davanti a lei cercando di capire come mai, sua madre, le avrebbe dovuto mandare un foglio senza alcune messaggio: “Anche tu hai ricevuto quella? Allora non è il fratello di Taehyung a fare scherzi” puntualizzò Jungkook sedendosi nel banco accanto a quello dell’amica per poi incrociare le braccia al petto scuotendo la testa.

Sophie trasalì appena: aveva sentito bene? anche Taehyung, uno degli amici storici di Jungkook, aveva ricevuto una lettera simile alla sua? : “ Jeon dici davvero?” chiese lei prendendogli il braccio e guardando il ragazzo negli occhi che, leggermente spaesato, la guardò annuendo preoccupato di aver detto qualcosa di sbagliato: “ Aveva anche questo stesso simbolo?!” chiese lei indicando, sull’angolo in basso a destra, un piccolo cerchietto bluastro dove al suo interno si poteva notare la figura stilizzata di un Thestral con alcuni buchi lasciati dal mancato inchiostro del timbro. Jungkook si avvicinò alla lettera scrutandone bene il disegno, per poi spostarsi nuovamente indietro ed annuire una seconda volta: “Con la coda dell’occhio avevo visto una macchiolina blu sul foglio credo che sia lo stesso disegno. Taehyung pensava fosse uno strano scherzo del fratello, ma ora che anche tu hai la stessa cosa…” i loro pensieri si fermarono quando sentirono i passi decisi e svelti del professore entrare nella stanza passando tra loro appoggiando sulla cattedra un mazzo di pergamene che, forse, gli sarebbero state utili durante quella lezione: “Ne riparliamo dopo” mimò con le labbra la ragazza nascondendo la lettera in tasca assieme al globo di vetro con cui era arrivata, Jungkook le alzò il pollice della mano in segno affermativo per poi puntare lo sguardo sul giovane insegnante che si sistemava un gilet grigio posto sopra una camicia bianca: “ Tu la in fondo” asserì l’uomo dai capelli scuri tirando fuori dalla tasca dei pantaloni la sua bacchetta: “Lanciami quel libro che hai in mano” proseguì sbottonando un polsino della manica della camicia arrotolandosela: “Come scusi?” chiese titubante un giovane studente di Tassorosso guardando i compagni in cerca di ulteriori spiegazioni: “Forza non avere paura” proseguì l’uomo mettendo la bacchetta tra i denti in modo da avere le mani libere per finire di arrotolare le maniche della camicia:”Lanciami quel libro” insistette battendo le mani impugnando la sua bacchetta. Il ragazzo deglutì notando lo sguardo di Sophie, sua compagna di casa, che lo incitava a farlo curiosa di sapere che cosa sarebbe successo; Colin deglutì a fatica, chiuse il libro aperto poco prima e lo lanciò contro l’insegnate che urlò: “Accio!” muovendo la bacchetta perfettamente per poi prendere l’oggetto al volo con una mano appoggiandolo sulla cattedra al suo fianco: Sophie fu stregata da quei movimenti e da quelle espressioni stranamente… familiari: “Questo è un incantesimo di appello ed essendo voi del quarto anno, è ciò che vi insegnerò. Io sono il nuovo insegnate di incantesimi Kim Seokjin” concluse  la sua presentazione con un piccolo inchino che fece sorride Sophie mentre, qualche ragazza di Grifondoro, applaudì al gesto:” Ma durante questa ora voglio prima conoscere un po’ di voi e delle vostre abilità da mago” proseguì camminando tra i banchi notando solo la piuma di Sophie svolazzare sopra il calamaio e sorrise ricordando come anche lui fosse solito farlo senza nemmeno rendersene conto: “Quale è il tuo nome?” chiese indicandola fermandosi proprio davanti a lei che, in un lampo, fin troppo assorta nei suoi pensieri, trasalì appena facendolo sorridere: “Sophie Hatter” rispose lei senza esitare: “Bene Sophie, vedo che gli incantesimi ti vengono facili” ammise lui indicando la piuma ancora svolazzante: “Mettiamo il caso che tu abbia bisogno di quel grande vaso laggiù, come potresti prenderlo non conoscendo ancora l’incantesimo Accio?” chiese l’insegnante incrociando le braccia al petto abbastanza sicuro che lo avrebbe risolto senza alcun problema.

Sophie si alzò prendendo la bacchetta di sicomoro che aveva nella tasca interna del mantello, la puntò contro il vaso che si trovava in fondo alla stanza e, con un ottimo gesto della mano pronunciò: “Carpe Retractum” facendo apparire una corda magica fatta di luce dorata che con maestria attirò il vaso a se appoggiandolo al banco ma, per qualche motivo a lei sconosciuto, sentire nuovamente quell’incantesimo le fece venire un forte giramento di testa e dovette appoggiare le mani al banco sotto lo sguardo preoccupato di Jungkook e Seokjin a cui non sfuggì il respiro affannato: “Signorina Hatter va tutto bene?” chiese mentre la ragazza chiuse gli occhi vedendo alcune scene di un passato apparentemente dimenticato: “Sophie rispondi!” esclamò Jungkook scuotendola, notando alcune perle di sudore scenderle lungo le tempie: “S-sto bene” ammise affannata sistemandosi nuovamente al suo posto inspirando profondamente recuperando il fiato perso. Seokjin la guardò preoccupato non pensando che, farle fare quell’esercizio, le avrebbe comportato una simile reazione: “Professore va tutto bene?” chiese un altro studente di Grifondoro facendolo voltare nella sua direzione per notare con la coda dell’occhio Jungkook che aveva una mano sulla schiena di Sophie e cercava di calmarla: “Si, non preoccupatevi la signorina Hatter sta bene” affermò con un sorriso tirato non notando come, le sue mani intrecciate, si muovevano nervose: “Proseguiamo la lezione, venti punti a Tassorosso per la superba dimostrazione di quel Carpe Retractum” concluse il professore tirando un sospiro di sollievo per poi voltarsi nuovamente alla classe: “Signorina  Hatter” la chiamò nuovamente attirando la sua attenzione : “Può andare in infermeria” ammise con un dolce sorriso che colpì la ragazza facendole abbassare lo sguardo mentre si alzava ringraziandolo, tenendo stretta in tasca la ricordella ancora più convinta che non era stata sua madre ad inviargliela: ma chi?

Non era la prima volta che Sophie aveva una di quelle crisi come le chiamava lei ma, di solito, era sempre riuscita a contenersi. Le aveva esattamente da un anno ormai e non capiva cosa le scaturisse: una volta le era successo mentre sorvolava il campo da Quidditch rischiando di cadere dalla scopa mentre rivedeva il volto sorridente di qualcuno volarle accanto in quelle visioni del passato, un’altra volta mentre era ad Hogsmade che beveva una cioccolata calda o quando dovette affrontare un molliccio alla classe di Difesa contro le Arti oscure e nemmeno più si ricorda in cosa si fosse trasformato una volta fuori da quel maledetto armadio. Le dita della ragazza giocavano con il vetro freddo della sfera che, perenne, emanava un denso fumo rosso ma che la ragazza non riuscì a vedere.
 
 
 
 

La luce ormai tiepida del sole filtrava dalle grandi vetrate del castello animato, finalmente, da una grande quantità di studenti che sgusciavano veloci da un aula all’altra senza perdere fin troppo tempo. Tra questi c’erano anche Lisa e Christie che ripassavano, osservando di tanto in tanto il libro che teneva in mano la rossa, alcune antiche rune che avevano studiato l’anno prima, volevano arrivare più che preparate ai M.A.G.O che avrebbero tenuto quell’anno ed essendo quella una delle loro materie preferite, non potevano abbandonarla: “Con chi siamo all’ultima ora prima del pranzo?” chiese Lisa prendendo l’amica per il gomito ed evitando un giovane studente di Corvonero intento a correre dalla parte opposta alla loro cercando di non far cadere alcuna pergamena che teneva stretta in braccio: “ Con i Tassorosso mia cara” ghinò verso l’amica che roteò gli occhi al cielo spingendola appena sentendo poi qualcuno colpirle la spalla: “Scusami!” ammise allungando una mano verso quella figura che le passò accanto notando il cappuccio del mantello coprire la testa, non riuscendo però a raggiungerla: “Chi era?” chiese l’amica sistemando meglio gli occhiali tondi sul naso spingendoli con un dito: “Non ne ho idea” sostenne l’altra sentendo la tasca del mantello leggermente pesante.

Lisa tirò Christie a se in un antro che si trovava in disparte da tutta quella folla di studenti, l’amica la guardava dubbiosa ma le fece segno di non dire nulla per poi infilare la mano nella tasca e tirare fuori un piccolo ciondolo rotondo in ferro bluastro dove, al suo interno, un Thestral si muoveva scuotendo la testa: “E questo?” chiese Christie osservandolo da più vicino mentre Lisa lo teneva con due dita: “Credo che me lo abbia lasciato quel tipo che mi è venuto addosso qualche attimo fa” sostenne con un filo di voce in modo che non la sentisse nessuno se non Christie. Lisa si guardò attorno sospettosa cercando di capire con quanta velocità si era mosso e soprattutto che cosa simboleggiasse e perché era destinato a lei?
Immediatamente il tatuaggio che aveva sul braccio iniziò a darle fastidio, pizzicava, bruciava quasi ma cercò di non darci peso in modo che la sua amica non si preoccupasse troppo per lei: “Lisa dobbiamo andare” disse Christie notando i prefetti di tutte le case iniziare a fare la “ronda” alla ricerca di chi ancora non era in classe.

La rossa la prese per il braccio trascinandola velocemente verso la classe senza farsi scoprire, la mora sussultò quando la mano dell’amica strinse il punto cardine e l’espressione sofferente, per quanto veloce, non sfuggì allo sguardo di Christie sempre attenta: “Scusate” disse la voce di un ragazzo dietro di loro che le fece bloccare sul posto facendole sospirare afflitte: “Avete perso questo” proseguì mentre loro si girarono e Lisa incrociò lo sguardo con quello solare di Hoseok e il cuore battè più forte per un attimo: “Grazie” sostenne la mora prendendo velocemente dalla mano del ragazzo il ciondolo che, per la fretta, gli era caduto qualche istante prima: “Come mai non siete ancora a lezione?” chiese lui sorridendo non sembrando per nulla arrabbiato di vederle in giro: “Stavamo andando ma, sovrappensiero, abbiamo ritardato” ridacchiò Christie notando, con la coda dell’occhio Lisa stringersi il braccio sfregandolo appena mentre metteva in tasca il piccolo ciondolo.

Hoseok rise di nuovo ad entrambe e Lisa non riuscì a staccare lo sguardo da quel sorriso dolce che ammirava ormai da anni: “Ora andate e farò finta di non aver visto nulla” sostenne il ragazzo facendole l’occhiolino ma, mentre le due si incamminavano facendogli notare i loro bisticci, Hoseok divenne nuovamente serio facendo scomparire il suo immancabile sorriso, ripensando a quel simbolo che non gli era sfuggito dalla lettera della sua amica Sophie.

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Capitolo 4
*** Atto IV ***


Il pallido sole dell’inverno cercava di infilarsi tra le nuvole grigiastre che a volte passavano davanti a lui. Hogwarts sembrava essere intrisa di una strana e tesa atmosfera, come se tutti sapessero che sarebbe successo, di li a poco, qualcosa di brutto. Sophie stava tornando dal campo da Quidditch con la scopa in mano e ancora la divisa di Tassorosso addosso. Era affranta e non era per nulla soddisfatta della sua partita, avevano perso e lei si sentiva in colpa per quelle pluffe che non era riuscita a scacciare e che per poco non avevano colpito i suoi compagni di squadra. La ragazza sbuffò calciando un sasso che si trovava lungo il percorso che la portava all’entrata del castello per poi voltarsi appena, notando che nessuno la stava seguendo come sperava: “Sophie” sentì soavemente una voce qualche attimo dopo, provenire davanti a lei.

Sophie strinse appena gli occhi dato che la penombra coprì il volto del giovane dai capelli color caramello che l’aveva chiamata, la ragazza corse da lui come se tutta la tristezza che aveva provato fino a quel momento fosse sparita nell’istante in cui la voce  l’aveva raggiunta: “ Come è andata?” chiese non appena l’aveva tra le braccia stringendola forte fregandosene della scopa che aveva appoggiato alla schiena: “Per nulla bene” sostenne lei inspirando quel profumo che da sempre la calmava.
Sophie chiuse gli occhi percependo le grandi mani del ragazzo giocare con i suoi capelli corti e ondulati sentendo le sue dolci parole che la rincuoravano come nessuno mai riusciva a fare: il suo cuore sembrava sciogliersi ad ogni sillaba, il tono di voce calmo di lui sembrava miele ma perché, per qualche strano motivo, non riusciva a ricordare come si chiamava quel ragazzo che sentiva di amare? La Tassorosso alzò di scatto il viso riaprendo gli occhi venendo inondata dall’oscurità, non riuscendo a delineare bene il volto di chi le stesse parlando: “Va tutto bene?” la voce risultava ovattata e lei iniziò ad andare nel panico, ansimò guardandosi attorno disperata mentre lui cercava di calmarla e di capire che cosa le stesse succedendo. Sophie scosse la testa velocemente, coprendo le orecchie con le mani lasciando cadere la scopa sul percorso di ghiaia in cui si trovava: non voleva sentire più la sua voce, aveva paura. Perché non vedeva gli studenti? Cosa le stava succedendo?
 
 
Con il respiro affannato e il sudore che le imperlava la fronte, Sophie si alzò di scatto a sedere sul letto spostando le coperte che sembravano bloccarle l’aria. Immediatamente si guardò attorno cercando di capire se vedeva i volti delle sue compagne di stanza e, con suo grande sollievo, li vide tranquilli e sereni che ancora dormivano soavemente dato che l’orologio segnava le tre di notte. La ragazza sospirò cercando di recuperare il respiro passando le mani davanti al volto e asciugandosi appena il sudore: come mai quell’incubo le sembrava così reale come se fosse qualcosa successo nel suo passato?

Sophie appoggiò la testa al cuscino sentendolo leggermente bagnato a causa delle lacrime che aveva versato durante il sonno, lo girò per poi nascondere la mano sotto la guancia cercando di riaddormentarsi chiudendo a forza gli occhi anche se il suo cuore batteva velocissimo: l’unica cosa che le tornava alla mente era il volto annebbiato e la voce di quel ragazzo che stranamente la stavano calmando anche ora che non lo aveva accanto,  mentre la ricordella che aveva appoggiato sul comodino qualche ora prima non smetteva di brillare di un forte rosso accesso.
 
 
La mattinata non era iniziata nei migliori dei modi nella sala comune di Serpeverde dato che qualcosa stava disturbando la quiete di tutti i ragazzi che si svegliarono di soprassalto correndo fuori dalle loro stanze trovandosi faccia a faccia con i loro prefetti, anch’essi spaesati da quei rumori decisamente non quotidiani; quei suoni facevano venire la pelle d’oca, sembravano degli ululati dati dal soffio forte del vento che passava tra gli spifferi del castello.  Emy teneva le mani lungo i fianchi stringendo l’orlo della camicia da notte mentre aspettava, come tutti gli altri, una qualche spiegazione di quei suoni che la facevano sobbalzare ogni volta che si sentivano: “ Sarà qualche strano scherzo di quei ragazzi del terzo anno” sbuffò una ragazza più grande di Emy che si trovava accanto a lei, aveva le braccia incrociate al petto e picchiettava il piede sul pavimento irritata dal fatto di essere stata svegliata di soprassalto: “Lisa abbassa la voce, è pur sempre mattina presto” ammise la sua amica dai capelli mogano che si trovava affianco: “Pensate davvero che sia uno scherzo?” chiese un prefetto avendola sentita, facendogli alzare un sopracciglio zittendosi immediatamente dopo come tutti gli altri, percependo nuovamente quell’agghiacciante sibilo che fece venire la pelle d’oca a tutti e un lungo brivido freddo che gli percorse la schiena, come se qualcuno gli sussurrasse dietro l’orecchio.

Emy abbassò lo sguardo stringendo ancora di più le mani cercando di scacciare via il pensiero di sua madre che stava iniziando a torturarla; qualcuno le mise la mano attorno alla spalla stringendola appena facendole alzare lo sguardo incrociando gli occhi verdi della ragazza di poco prima: “Tranquilla, vedrai che non è nulla di strano, a volte ad Hogwarts si sentono rumori particolari ma poi sappiamo che non è niente di grave” ammise con un dolce sorriso, rasserenando appena il cuore della minore: “Lisa ha ragione! Mi ricordo che l’anno scorso alcuni studenti del coro hanno perso i loro rospi e li sentivi gracidare ovunque” affermò un ragazzo dai capelli arancioni sbucando dietro di lei: “Sono Jimin, piacere” sostenne con un gran sorriso, allungando la mano verso di lei che ricambiò il gesto: “Io sono Emy e sono del secondo anno” si presentò vedendolo sorridere di più: “Io sono Lisa e lei è la mia amica Christie e siamo all’ultimo anno. Se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiedere” sorrise mentre la rossa salutò muovendo la mano, mentre mentalmente Emy li ringraziò per averla distratta da quei pensieri ostili che stavano riaffiorando.

Mentre il piccolo gruppo appena creato stava chiacchierando tranquillizzandosi a vicenda, gli strani rumori sembravano essere scomparsi dal nulla così come erano arrivati: “Sembra che il problema sia stato risolto” iniziò uno dei prefetti alzando la voce attirando l’attenzione di tutti: “ Tornate pure nelle vostre camer-“ la voce fu fermata da un ragazzo del primo anno che urlò  indicando il lago nero fuori dalla finestra che si stava gelando, sulle finestre iniziarono a crearsi dei piccoli ghiaccioli e il vetro era pieno di crepe congelate, il fuoco si spense e la  luce svanì e rimase quella flebile di qualche bacchetta che, prontamente, venne accesa con Lumos: “ State vicini!” esclamò un prefetto mentre Emy si avvicinò a Jimin che la prese per il polso e la portò dietro di lui per proteggerla: “Non può essere vero” sussurrò Lisa mentre scuoteva il capo notando una piccola nuvoletta uscire dalla sua bocca a causa della temperatura calata nella stanza. Christie cercava di calmare l’amica rassicurandola sentendo gli strani rumori tornare ma, velocemente, qualcuno entrò dalla porta urlando “Expecto patronus” creando un’abbagliante luce bluastra che formò un gatto nero scacciando tutto ciò di brutto che si trovava attorno a loro.
 
La colazione quella mattina fu silenziosa e nemmeno gli studenti più grandi ricordavano una volta in cui la sala grande era stata così quieta. La preside McGranitt osservava gli studenti turbati dall’avvenimento di poco prima e decise di prendere parola una vola che li vide tutti all’interno della stanza, non voleva mentire a nessuno di loro così decise semplicemente di dire la verità: “Cari studenti” ammise ad alta voce davanti al leggio dorato: “ So che siete tutti turbati e preoccupati per quello che è successo qualche ora fa, ma voglio rassicurarvi che abbiamo già preso le precauzioni necessarie e non succederanno altri eventi simili. Non sappiamo con esattezza quello che è successo ma abbiamo aumentato la protezione attorno al castello e tra le mura di Hogwarts, per questo l’anno proseguirà tranquillamente. Ora rilassatevi e godetevi la giornata” sorrise battendo le mani facendo comparire dei deliziosi dolci sui tavoli degli studenti che, piano piano, iniziarono a chiacchierare e rianimare la sala grande.

Seohyun era seduta accanto a Namjoon ed entrambi non potevano far alto che sospettare qualcosa di brutto e che forse avrebbero voluto evitare di pensare: “Credi davvero che potessero essere dei dissenantori?” domandò la ragazza bevendo un bicchiere di latte tiepido: “Se no come lo spiegheresti i vetri congelati e le candele spente? Non conosco altre creature magiche capaci di fare una cosa del genere al loro solo passaggio” sostenne il ragazzo sottovoce, non voleva che altri sentissero le sue supposizioni. Seohyun annuì impercettibilmente appoggiando il bicchiere al tavolo pensando alle parole di Namjoon mentre cercava con lo sguardo Emy che faceva lo stesso dal suo tavolo di Serpeverde. La Corvonero sorrise ed Emy la salutò, mimando con le labbra il saluto per poi ricambiare indicandole il loro ritrovo fuori dalla porta principale, appena prima di iniziare le lezioni: “Mi stai ascoltando?” chiese Namjoon con un sopracciglio alzato, ridestando la ragazza che rise spontaneamente, seguita da lui ringraziando che quel momento avesse smorzato un po’ il clima teso che si stava creando.

Finita la colazione, ogni studente, con un po’ di timore nel cuore, aveva iniziato a camminare verso le proprie classi cercando di non pensare più a quel momento inquietante che si era venuto a creare qualche istante prima. Emy corse immediatamente da Seohyun e le diede un forte abbraccio: “ È andata bene? c’era qualcuno con te?” chiese l’amica preoccupata sentendola annuire: “ Ho conosciuto due ragazze del settimo anno e un metamorfomago del sesto che mi hanno distratta” spiegò allontanandosi dall’abbraccio: “E tu?” concluse osservandola: “Ero con Namjoon, sto bene ero più preoccupata per te e… per la situazione di tua mamma” sostenne vedendo Emy sorridere amara: “Sto bene davvero, grazie” ammise abbracciandola di nuovo, per poi incamminarsi scherzando verso la prossima lezione.
 

 
Sophie sospirò per l’ennesima volta mentre teneva strette le pergamene degli esercizi svolti per quella giornata, non sapeva cosa stava succedendo ma quei rumori della mattina, quelle strane lettere e i suoi sogni bizzarri, la stavano facendo impazzire e non riuscire a stare quieta. Guardava i suoi piedi mentre mille pensieri la turbavano e non si rese nemmeno conto che Hoseok le si era avvicinato preoccupato avendola vista, sia a colazione che nei corridoi, giù di morale. Il maggiore la osservò silenzioso vedendo il suo sguardo pensieroso ma triste e a sua volta anche lui si ritrovò preoccupato ma decise comunque di mettere il suo grande sorriso sulle labbra per cercare di tirarle su il morale: “Uno zellino per conoscere i tuoi pensieri” ammise Hobi spaventando la ragazza che sobbalzò appena e colpì un quadro che si lamentò vedendola immediatamente scusarsi, rubando una sincera risata al suo amico: “Non prendere in giro la mia goffaggine” sostenne lei ridendo colpendolo appena sul braccio: “È  stata una reazione inaspettata” ammise lui tenendosi la pancia dal ridere mentre camminavano per il corridoio che dava sul centro del castello in cui si intravedeva il giardino.

Sophie rise nuovamente ringraziandolo con il pensiero, dato che era riuscita finalmente ad allontanare, anche se per poco, quelle preoccupazioni che la attanagliavano… o così pensava: “Sophie” la chiamò Hoseok quando la vide bloccarsi davanti all’insegnante di incantesimi che teneva in mano una lettera simile a quella che aveva ricevuto lei ma sulla parte visibile si poteva notare l’inconfondibile stemma del thestral: “Anche lui ha ricevuto quella strana lettera” sottolineò il maggiore notando lo sguardo di Sophie rabbuiarsi: “ Ma la sua non sembra vuota” notando lo sguardo di Seokjin muoversi velocemente tra le righe della carta giallastra che aveva tra le mani: “Oh no!” esclamò una voce alle loro spalle che li fece voltare velocemente: “Mio fratello ha fatto un altro scherzo con quella lettera?” borbottò un ragazzo di Grifondoro con le braccia lungo i fianchi decisamente rassegnato: “Taehyung non credo proprio che sia uno scherzo” lo rimbeccò Jungkook mettendogli una mano sulla spalla notando il professore incamminarsi verso di loro con passo svelto prendendo Sophie dal polso stringendo appena: “ L’hai scritta tu?” domandò lui sventolando la lettera davanti a lei: “No!” esclamò guardandosi attorno notando Hoseok con i pugni chiusi : “E perché c’è la tua firma sul foglio?” sostenne facendogli osservare la lettera.
Tutti i diretti interessati si affacciarono in avanti: Jungkook mise una mano sulla spalla dell’amica vedendola pallida, mentre Hoseok prese la lettera leggendola ad un tono di voce sostenuto in modo che tutti loro potessero sentire quello che l’inchiostro bluastro stava per spiegare loro:
 
Si illumina di nuovo
Si illumina ancora,
il ricordo era bandito
il ricordo non è svanito,
non pensare di barare
vieni a controllare
la ricordella ha funzionato
e il sigillo è stato slegato.
Tu ceri sempre stato
E io lho ricordato.
Sophie Hatter
 
 
 
Il silenzio che si creò tra loro era opprimente, il respiro di Sophie era accelerato e non smetteva di fissare quella firma così simile alla sua ma così distante da lei dato che non aveva mai scritto qualcosa del genere: “Non è mio” balbettò piano mentre Seokjin la osservava preoccupato con gli occhi lucidi volendole accarezzare la mano ma tirandola indietro immediatamente.

 “Attenzione!” esclamò d’un tratto Taehyung notando l’angolo del foglio prendere fuoco da solo, un attimo dopo che il  ragazzo Tassorosso finì la lettura. Immediatamente Hoseok gettò il foglio sul pavimento mentre il professore, con una prontezza mai vista prima, estrasse la bacchetta esclamando: “Aqua Eructo” facendo uscire dalla punta della stessa un getto d’acqua che fece spegnere il fuoco lasciando, al posto della lettera, una spilla a forma di thestral sul pavimento.

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Capitolo 5
*** Atto V ***


Erano passati due giorni da quello che era successo nei corridoi del castello a Sophie, l’inverno era diventato sempre più pungente e sembrava che tutto stesse tornando alla normalità: nessuno aveva più ricevuto strane lettere con strani simboli e né lei né gli altri ragazzi coinvolti volevano parlare molto della questione. Si vedevano per i corridoi e si cambiavano delle occhiate dubbie con dei sorrisi leggermente forzati e, nonostante volessero tutti saperne di più, nessuno prendeva coraggio per affrontare l’argomento, lasciando che la cosa svanisse da sola ma consapevoli che non sarebbe successo.

Gli allenamenti di quidditch erano iniziati proprio quel nuvoloso pomeriggio, il campionato scolastico sarebbe partito tra qualche mese ma tutti i giocatori avevano bisogno di riprendere il ritmo a cui erano abituati. Sophie era una di quelle e in quel momento si trovava all’entrata dello stadio con la sua fidata scopa in mano mentre camminava pensierosa, osservandosi i piedi non dando troppo peso a quello che il suo capo squadra stesse dicendo: “Hatter sei tra noi?” la ragazza sobbalzò appena per poi annuire con la testa chiedendo scusa a tutti, facendoli ridacchiare appena : “Anche quest’anno abbiamo Hatter come cacciatrice assieme a…” tutti erano pronti a prepararsi e Sophie capì che forse quello era l’unico modo che aveva per sfogarsi un po’ e non pensare troppo a quello che le stava succedendo: “Oggi faremo solo dei voli di riscaldamento. Niente boccino, solo pluffe e bolidi, alleniamoci a difendere” concluse il capitano muovendo la mano incitando tutti a seguirlo ad entrare in campo.

Mentre la squadra di Tassorosso scendeva in campo, diversi ragazzi di diverse case si trovavano sugli spalti: c’era chi era lì per osservare l’allenamento e carpirne i segreti, c’era chi incoraggiava i propri amici come Hoseok, Jungkook e Taehyung e infine c’era chi usava gli spalti come ritrovo per chiacchierare o leggere un libro in pace: “Dite che ci ha visto?” chiese Taehyung agli altri due ragazzi: “Dall’espressione divertita direi di si” ammise Jungkook salutando l’amica con la mano guardandola salire in aria preparandosi a lanciare qualche pluffa in rete. Dall’ultima lettera Taehyung si era sempre di più legato a loro, era già amico di Jungkook da tempo ma aveva riscoperto dei cari amici anche nei due Tassorosso facendolo sentire parte del gruppo.

L’allenamento era iniziato, i bolidi e le pluffe sfrecciavano e venivano lanciati alla perfezione, Hoseok seguiva ogni movimento della sua amica, aveva una strana sensazione da quando si era svegliato e non voleva che qualche battitore sbadato lasciasse scappare un bolide di ferro e colpisse in pieno la povera Sophie: “Jimin!” esclamò Tae d’un tratto facendo voltare lo sguardo degli altri due nella direzione indicata dal Grifondoro che, facendosi spazio tra le lunghe sedute di legno dello stadio, si avvicinò all’amico Serpeverde: “ Vedo che il tuo spasimante si avvicina” ammise Lisa dando un piccolo colpetto a Christie che immediatamente si schiarì la gola cercando di non incrociare lo sguardo con Taehyung che stava parlando allegramente con Jimin mentre, qualche passo dietro a loro si trovavano Namjoon, Seohyun e Emy.

La Serpeverde era stata invitata dalle maggiori ad andare con loro al campo dato che Lisa, essendo il coach della squadra di Serpeverde, doveva iniziare a studiare qualche tattica per il nuovo campionato; Emy aveva accettato volentieri, non aveva mai frequentato molto il campo se non per guardare le partite ed era curiosa di vedere l’atmosfera degli spalti vuoti, in più aveva chiesto a Seohyun di accompagnarla così che, se si fosse annoiata, avrebbe passato il tempo con lei: “Devo dire che vederlo semi vuoto ha un certo effetto” ammise la Corvonero mentre Namjoon annuiva alzando una mano salutando Hoseok da lontano: “Lo consoci?” chiese Emy notando il gesto: “Sì, siamo amici dal primo anno, abbiamo la stessa età e spesso frequentiamo diversi corsi insieme” spiegò il ragazzo sedendosi, tirando fuori dalla sua borsa a tracolla un libro che aveva iniziato a leggere quella mattina:” Oggi sei in grande compagnia vedo” sorrise Taehyung salutando le ragazze dietro di Jimin: “Beh vedo che anche tu non sei da meno” ridacchiò il metamorfomago notando i due avvicinarsi a loro, lasciando tingere i suoi capelli di un giallo paglierino.

Mentre il gruppo lasciava spazio alle diverse presentazioni di rito, Sophie aveva iniziato a giocare, la sua mente era concentrata e diverse persone sugli spalti applaudivano alle sue gesta facendola sorridere soddisfatta: “Quest’anno i Tassorosso sono più competitivi vedo” sottolineò Lisa annotando qualcosa sul suo taccuino: “Oh andiamo, lascia perdere le strategie e rilassati” scherzò Taehyung rubandoglielo di mano essendo seduto dietro di lei e scherzando insieme proprio come una volta: “Vedo che il quidditch ti piace molto” scherzò Jimin appoggiando il mento sopra la testa di Emy che si spaventò appena voltandosi a guardarlo: “Peccato che i Grifondoro non stiano giocando ora” proseguì incrociando le braccia al petto ed alzando un sopracciglio per poi sorridere, notandola diventare rossa:” Non preoccuparti” aggiunse avvicinandosi ancora a lei sussurrandole in un orecchio: “ Sarà il nostro piccolo segreto” concluse facendole l’occhiolino ma proprio mentre le conoscenze proseguivano serene, il cielo si fece di colpo più scuro: “Dite potrebbe piovere?” domandò Christie alzando lo sguardo: “Credo proprio di no” si intromise mesto Hoseok spaventando  Namjoon che si trovava al suo fianco notando il suo sguardo serio e arrabbiato puntato contro una strana figura incappucciata proprio davanti a loro.

Tutti si voltarono nella sua direzione, Jungkook si alzò in piedi di riflesso impugnando la bacchetta ma Taehyung e  Jimin lo fermarono, lo sguardo di Emy schizzò verso Sophie che era immobile sulla sua scopa e teneva le mani sulla testa che continuava a scuotere mentre un bolide stava per raggiungerla e nessuno era pronto per proteggerla: “Arresto momentum!” urlò  Seohyun puntando la bacchetta contro il bolide che si fermò a mezzaria mentre Hoseok corse verso il campo notando come il leader della squadra giallo-nera aveva fatto atterrare sull’erba un inerme Sophie: tutti corsero da lei tranne Lisa che non  distolse mai lo sguardo da quell’uomo che, fino a poco tempo prima, bisbigliava qualcosa, poi si alzò e, con passo felpato, scese gli spalti svanendo poco dopo: “Merda” sussurrò a denti stretti la Serpeverde, stringendo la mano sul tatuaggio che aveva sul braccio.
 


 
 
Yoongi corse giù per le scale lasciando che la catenella che teneva un piccolo orologio da taschino, saltellasse sul suo petto scatenando un leggero tintinnio appena percettibile. Il giovane insegnate di pozioni si stava dirigendo verso la classe di incantesimi dato che voleva essere il primo a comunicare al suo vecchio amico quello che era appena successo: le notizie corrono veloci ad Hogwarts e non voleva che lo venisse a sapere da qualcuno che avrebbe storpiato ciò che era successo, peggiorando la situazione. Con il fiatone, dato che non era abituato a correre, giunse davanti la porta dell’aula e, con le mani sui fianchi riprese quel poco di fiato che gli sarebbe servito per darsi un tono e poter parlare; bussò dopo essersi schiarito la gola: “Avanti” disse la voce di Seokjin al suo interno lasciando che il minore dei due entrasse: “Professor Min, qual buon vento” esordì Seokjin sorridente mentre gli studenti del primo anno di Grifondoro e Corvonero presero quel momento come piccola pausa personale: “Ho bisogno di parlarti” sostenne lui a denti stretti avvicinandosi in modo che i giovani ragazzi non potessero sospettare nulla di grave: “  È successo qualcosa?” domandò serio notando il suo sguardo impassibile: “Ne parliamo fuori di qui”. Jin annuì alle parole dell’amico congedandosi dalla classe lasciando loro abbastanza esercizi per concludere l’ora: “Che sta succedendo? Altre strane lettere?” chiese,vedendolo scuotere il capo: “ I mangiamorte sanno qualcosa, uno di loro era qui questa mattina” ammise, facendo gelare il sangue nelle vene del giovane insegnante di incantesimi che lo incitò a proseguire: “ La studentessa Lisa Park di Serpeverde era lì mentre è successo il fatto: ha comunicato alla preside McGranitt che durante l’allenamento di quidditch dei Tassorosso ha visto una losca figura sussurrare un incantesimo che ha colpito…” Yoongi sospirò non finendo neanche la frase dato che Seokjin aveva sgranato gli occhi e aveva benissimo capito dove voleva andare a parare: “Come fa ad essere sicura che sia un mangiamorte?” sussurrò notando degli studenti avvicinarsi: “Il padre è uno di loro” proseguì il minore.
Jin si passò le mani tra i capelli tirando appena qualche ciocca scura, sospirò camminando nervosamente sul posto: “ Come sta?” chiese con lo sguardo puntato nel vuoto: “ Bene, fortunatamente ha solo perso i sensi. È in infermeria e credo ci rimarrà tutta la giornata per degli accertamenti dovuti al forte incantesimo” sostenne avvicinandosi all’amico dandogli una pacca sulla spalla senza aggiungere altro e Seokjin apprezzò molto: “ Finita la lezione andrò ad accertarmi che stia bene” Yoongi annuì vedendolo tornare in aula con l’ennesimo sospiro.
 


 
 
“Ragazzi è quasi ora di cena dovreste andare in sala grande ormai” sostenne l’infermiera appena dietro il gruppo di ragazzi che si era seduto attorno al letto di Sophie ancora svenuta dopo quello che era accaduto: “Non vogliamo che sia sola quando si sveglierà” ammise Emy mentre tutti gli altri annuirono alla sua affermazione.

L’anziana donna sorrise rassegnata e consapevole del fatto che non sarebbero andati da nessuna parte: “Vorrà dire che andrò a prendervi qualcosa da mangiare” ammise facendo loro l’occhiolino per poi dirigersi nelle cucine del castello sentendo l’eco dei giovani ringraziarla.
Immediatamente dopo la sua scomparsa il clima giocoso di poco prima tornò nuovamente serio e fu proprio Hoseok a parlare per primo: “Avete notato anche voi quell’uomo tra gli spalti vero?” chiese notando tutti annuire: “Non ho visto tutto il suo viso per colpa del cappuccio che glielo copriva, ma ho notato la sua bocca muoversi” aggiunse Jungkook appoggiato con la schiena ai piedi del letto: “Sì anche io e aveva la bacchetta in mano nonostante sembrasse non usarla” aggiunse Seohyun che si trovava accanto ad Emy: “Ho origliato un po’ quello che l’infermiera stava dicendo alla McGranitt poco fa e non è nulla di buono” concluse Namjoon raggelando l’atmosfera tra i ragazzi.

Il Corvonero stava per aggiungere altro dopo quel raggelante silenzio ma le porte dell’infermeria si aprirono bruscamente facendo entrare un agitato Seokjin seguito da Yoongi che cercava di stargli dietro: “Professore che ci fa qui?” domandò Christie alzandosi dalla sedia ed osservandolo dubbiosa esattamente come tutti gli altri: “Il professor Min vi aggiornerà su ciò che sta accadendo, seguitelo fuori per favore” disse notandoli annuire e guardarsi tra loro cercando di comprendere la strana situazione che gli si parava davanti : “ Tu no, ho bisogno di parlare con te” sussurrò il professore di incantesimi fermando per il polso Lisa che sentì il sangue gelarsi notando lo sguardo serio e pungente di Seokjin.
 
La stanza era di nuovo silenziosa, la gentile infermiera era tornata poco dopo l’arrivo del professor Kim ma, percependo il clima teso, si rifugiò nella sua stanza chiudendo la porta a chiave: “Ho saputo quello che hai detto alla preside McGranitt, è vero che tuo padre è uno di loro?” domandò cercando di essere il più discreto possibile, Lisa annuì tenendo la testa bassa notando solo in quel momento, essendo entrambi seduti accanto a Sophie, come il giovane professore non avesse neanche per un istante lasciato la mano della giovane Tassorosso. Seokjin sbuffò preoccupato notando l’affermazione di Lisa, voltò lo sguardo verso la ragazza stesa al suo fianco: “Tu fai parte della loro cerchia?” chiese sperando di sentire una risposta negativa, ma tutto ciò che ricevette fu un leggero pianto e la visione del tatuaggio dei mangiamorte: “Non è stato volere mio, me lo ha imposto mio padre. Io non ho mai compiuto nulla di ciò che loro stanno facendo e hanno fatto.” sostenne facendo notare al ragazzo la sincerità delle sue parole: “ Ti fa male?” chiese notando un rossore attorno al simbolo e Lisa annuì asciugandosi le poche lacrime con il dorso della mano: “Quell’uomo che c’era sugli spalti” continuò prendendo un grande respiro: “Indossava una casacca nera e a fermare il cappuccio c’era una piccola spilla con la forma di un thestral” aggiunse facendo spalancare gli occhi a Jin: “Ne sei sicura?” domandò prendendola per le spalle scuotendola appena: “Sicurissima”.
 


 
 
Era ormai notte e Seokjin non aveva voluto andarsene da lì: tutti i ragazzi erano venuti a salutare la loro nuova amica promettendosi di andare a trovarla il giorno dopo per poi tornare ognuno nelle proprie sale comuni prima di ricevere una strigliata da qualche prefetto intento a controllare i corridoi. Il ragazzo aveva le mani incrociate al petto e lo sguardo fisso perso ad osservare un punto indefinito del pavimento piastrellato, non riusciva a togliersi dalla mente lo sguardo torvo di Hoseok mentre andava via e il racconto di Lisa continuava a tornargli in mente: “Vedrai che domani mattina sarà di nuovo attiva come prima” ammise la voce profonda di Yoongi che era venuto ad accertarsi, per l’ultima volta prima di andare a dormire, come stesse il suo amico: “Ne sono certo” sostenne Seokjin accarezzando dolcemente la guancia di Sophie: “Che cosa ti preoccupa allora?” chiese Yoongi: “Ho la conferma delle nostre preoccupazioni” rispose il maggiore senza voltarsi porgendo al minore una  nuova copia della “Gazzetta del Profeta” arrivata via gufo a Seokjin qualche attimo prima. Sulla pagina principale c’era la foto animata di un mago rinchiuso ad Azkaban esattamente un anno prima: “Si è liberato usando Legilimens!” esclamò Yoongi, forse ad un tono un po’ troppo alto: “ Abbassa la voce” lo rimbeccò Seokjin riprendendo in mano il giornale: “ È il mago più forte della nostra epoca a saperla usare, dovresti saperlo” continuò il maggiore sistemando una ciocca di capelli che cadeva sul viso della ragazza: “ E credo che sia lui il colpevole di tutto ciò che sta succedendo in questo periodo, compreso questo” spiegò indicando con il mento la ragazza al suo fianco.

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Capitolo 6
*** Atto VI ***


Durante quella strana notte, anche il cielo aveva deciso di accompagnare l’umore del gruppo di ragazzi: la volta bluastra iniziò a coprirsi di nuvole scure che lasciarono cadere al suolo una pioggia scrosciante facendo riecheggiare il suo forte rumore lungo i corridoi bui e vuoti dell’imponente castello. Il platano picchiatore smuoveva i suoi rami secchi liberandosi delle gocce di pioggia che non volevano lasciarlo in pace.

Scrosciante, batteva sui vetri delle finestre della torre in cui si trovava la sala comune di Corvonero dove, una Seohyun irrequieta non riusciva a prendere sonno. Si girava e rigirava nel letto, cercava di non fare troppo rumore per non svegliare le sue coinquiline per poi rassegnarsi, sbuffando appena, sbattendo le mani fuori dalla pesante coperta blu osservando il tessuto del baldacchino dal materasso. I mille pensieri della ragazza la stavano rendendo irrequieta: chi era quell’uomo? Perché se l’è presa proprio con Sophie? Che cosa sapevano esattamente il professor Kim e il professor Min di tutto questo?

Stanca di pensare si alzò dal letto infilando i piedi in quelle morbide pantofole che le aveva regalato sua madre poco prima di partire, uno dei pochi regali che non le aveva fatto con la magia, sorrise a ripensarci mentre la vedeva di nascosto cucire il tessuto, finendo per pungersi più volte le dita con l’ago: non erano perfette ma lei le trovava bellissime.
 

La nomea della mamma di Seohyun era nota in tutto il mondo magico: era una delle più brave maghe a creare e maneggiare pozioni di ogni tipo, aveva lavorato per molti anni al San Mungo ma dopo la seconda guerra magica e dopo l’arrivo di Seohyun, aveva deciso di lavorare come infermiera nel mondo babbano. Il peso di questa fama non era mai andato bene alla povera Corvonero che aveva finito per non fidarsi facilmente degli altri per paura che l’avvicinassero solo per la nomea della madre ma, grazie all’amicizia sincera con Emy, aveva di nuovo più fiducia in se stessa e in quello che avrebbe voluto diventare.
 

Mentre la ragazza scendeva le scale per approdare nel salotto comune, sentì un brivido di freddo e, istintivamente, si voltò non notando nessuno ma sicura di aver percepito la presenza di qualcuno: “Anche tu fai fatica a dormire?” chiese una voce a lei familiare notando Namjoon abbassare il libro in cui era immerso, rivelandole un dolce sorriso: “Cosa stai leggendo?” domandò curiosa lei avvicinandosi alla poltrona in cui era seduto. Namjoon girò la copertina verso Seohyun facendole notare il particolare titolo inciso sulla pelle contornato di una vernice dorata: “Maledizioni e contromaledizioni”

“E questo dove lo hai preso?” domandò lei sedendosi nel posto libero accanto al suo, appoggiando la testa allo schienale e chiudendo gli occhi: “Semplice: l'ho rubato” ridacchiò il maggiore vedendola sbarrare gli occhi: “Facevo parte di un club elitario per persone con un elevato QI” ammise, dandole le spiegazioni alle domande che aveva solamente pensato: “ Mi hanno cacciato perché facevo fin troppe domande scomode, così per ripicca ho rubato questo”concluse alzando il libro tenendo il segno con un dito tra le pagine. “Qua parla di maledizioni antiche che possono stregare oggetti ma non credo che possa collegarsi a quello che abbiamo visto” continuò Namjoon, voltando le pagine ingiallite del vecchio tomo: “E se non fosse una maledizione ma un potere più forte?” chiese Seohyun avendo un'illuminazione, facendo calare il silenzio.
 


 

La mattina non fu accompagnata dai tiepidi raggi del sole, la pioggia continuava imperterrita a scendere creando un clima più cupo del solito: il castello sembrava più inquietante con quella strana luce che entrava dalle finestre e l’odore di terra bagnata e umidità impregnava le narici degli studenti che si stavano preparando per le lezioni della giornata.

Emy non voleva alzarsi dal letto e il freddo che percepiva fuori dalle coperte non aiutava a cambiare la sua idea:“ Emy non stai bene? Vuoi che ti accompagno in infermeria?“ domandò una sua compagna di stanza mentre gentilmente la ringraziava e scuoteva il capo:“Non preoccuparti sto bene, sono solo stanca“ ridacchiò lei. L'altra uscì, così che Emy rimasta sola sospirasse, nascondendo la testa sotto le coperte e cercando di non pensare a quello che aveva scoperto qualche ora prima di andare a dormire.

Aveva sempre saputo che il clan di purosangue di cui faceva parte la sua famiglia, da parte di madre, era collegato al signore oscuro dato che gli aveva fornito molte informazioni utili durante l’ultima Guerra Magica e non riusciva più a togliersi dalla testa il fatto che potesse esserci il suo zampino dietro tutto quello che stava succedendo e non voleva e non doveva permettere che potesse succedere di nuovo.

Emy sospirò nuovamente uscendo definitivamente da quel piccolo posto sicuro e morbido che si era costruita, si voltò di scatto mentre legava i capelli in una coda scompigliata che sarebbe servita solo per il tempo di rinfrescarsi il volto una volta scesa dal letto:“Basta pensare al passato“ disse tra sé abbassando la foto sua e di sua sorella Janet che si muoveva sopra il comodino di legno, preparandosi per la giornata:“ Meno male che ci sei tu con me, Milkie“ sostenne, accarezzando il folto e lungo pelo bianco del suo gatto che stava ancora dormendo ai piedi del letto, nascondendo sotto di lui la cravatta verde e argento che Emy avrebbe sicuramente fatto fatica a trovare.

Convinta che non avrebbe trovato nessuno nella stanza comune, dato che la colazione stava per iniziare, Emy iniziò a canticchiare una dolce melodia che le aveva insegnato suo padre da piccola, in uno dei pochi momenti in cui era lucido e in grado di capire che cosa stesse succedendo. Gradino dopo gradino, senza che nemmeno se ne accorgesse, alcune lacrime le solcarono il volto, tant’è che non appena sentì il calore del camino sfiorarle le guance, aprì gli occhi chiari, bloccandosi davanti lo sguardo stupito di Jimin che la pietrificò:“Emy, tutto bene?“ chiese il ragazzo, ora dai capelli bluastri.

Immediatamente la ragazza si passò le mani sotto gli occhi cercando di asciugare via tutte le lacrime che le erano scese inconsciamente: “S-sì va tutto bene” ammise senza giustificarsi, vedendo poi Jimin avvicinarsi a lei cercando di consolarla: “Non mi sembra vada tutto bene” sostenne lui, inclinando la testa in modo da osservarla meglio. Emy si spostò un passo indietro, sistemandosi il trucco con un tocco di bacchetta per poi rivelare un triste sorriso al nuovo amico: “È solo la mancanza di casa” mentì, non si sentiva ancora del tutto a suo agio con lui, lo conosceva da una manciata di giorni e la fiducia non era ancora così forte: “Ah, ti capisco” disse il ragazzo tirando un sospiro di sollievo, grattandosi il retro della testa colorando i capelli di un caldo castano, sorridendole dolcemente: “ Ma tu che cosa ci fai qui?” chiese genuinamente Emy incamminandosi verso l’uscita. Lui la seguì: “Ti aspettavo” ammise sorprendendola; per la prima volta qualcuno sembrava non trattarla come un fantasma: “Lisa e Christie sono andate avanti ma io avevo notato che non eri ancora arrivata così ti ho aspettato, non volevo rimanessi da sola” sorrise sorpassandola mentre lei si fermò per un attimo sentendosi davvero felice: “Andiamo? Ho una fame” la incitò mentre lei lo raggiunse, grata di averlo conosciuto.


 

 

“Vuoi fermarti un attimo e spiegarmi per quale motivo sei così tanto agitata? Se continuerai a camminare avanti e indietro nello stesso punto farai un solco” ammise Emy osservando l'amica Corvonero calpestare per l'ennesima volta il pavimento della biblioteca, attirando qualche studente incuriosito dalla vicenda: “Devo recuperare un libro molto importante” affermò, fermandosi e sbattendo le mani sul tavolo in legno cercando di non fare troppo rumore: “Quale libro?” domandò la Serpeverde, osservandosi attorno e sperando di non aver disturbato nessuno: “Un libro di Namjoon” spiegò brevemente mentre scriveva con una piuma su un pezzo di pergamena il resto della storia.

Emy lesse attentamente per poi guardare l'amica e sospirare: “ E chi avrebbe questo libro ora?” domandò sottovoce, incitando Seohyun a sedersi e ragionare insieme a lei, offrendole una gelatina tutti I gusti +1 : “Il professor Min” borbottò l'altra non facendo bene capire ad Emy la risposta tant'è che la sua espressione confusa fece ripetere alla Corvonero, in modo più scandito, la risposta: “Il professor Min”.

Emy sgranò appena gli occhi,sospirando una seconda volta, appoggiandosi stanca allo schienale della sedia in legno, osservando il soffitto a volta della stanza: “Ho lezione con lui la prossima ora” continuò Seohyun: “Forse riuscirò ad ideare un piano per riprenderlo” concluse vedendo la Serpeverde scattare in avanti: “ E io credo di avere un'idea” sorrise facendo leggermente preoccupare la Corvonero.

 

La lezione di pozioni stava per concludersi e Seohyun era decisamente nervosa: continuava a muovere velocemente la gamba osservandosi attorno e sperando che i suoi compagni uscissero dalla classe il più velocemente possibile non appena il professore avrebbe finito di spiegare: “Ricapitolando: la pozione dimenticante causa amnesie temporanee o permanenti in chi la beve, gli effetti sono irreversibili solo in caso di sovradosaggio. Però bisogna fare molta attenzione e somministrare quantità minime di questa pozione alle persone fragili o debilitate, come per esempio i bambini e gli anziani.Per la prossima volta voglio una ricerca approfondita sulla pozione che replicheremo nei vostri calderoni in classe. Studiate bene gli ingredienti, potete andare” a quelle parole Seohyun scattò in piedi gettando le pergamene alla rinfusa nella borsa, uscì dalla classe ma non appena l'ultimo studente di Tassorosso liberò l'aula, lei tornò dentro chiudendo la porta: “ Signorina Seirei credeva che non l'avessi notata?” domandò il professore senza neanche girarsi continuando a darle le spalle e sistemare qualche alambicco: “Ho bisogno di parlare con lei” ammise iniziando la sua recita, notando con la coda dell'occhio il vecchio tomo che stava cercando, posto al di sopra di una pila di libri sull'ampia scrivania in mogano: “Non ha capito qualcosa della lezione?” chiese il ragazzo, voltandosi e appoggiandosi al bordo della cattedra, incrociando le braccia al petto.
 

Seohyun si fermò a qualche passo da lui annuendo, sfilandosi la borsa a tracolla e lasciandola cadere a terra: “Guardi” affermò scaltra tirando fuori una sua pergamena, avvicinandosi ancora di più in modo da averlo dietro di lei. Yoongi la osservava: notò i suoi perfetti appunti e annotazioni su ciò che aveva detto poco prima, non comprendendo come mai gli stesse richiedendo le stesse cose, ma quel dolce profumo lo stava quasi stregando: “Mi sta ascoltando?” chiese d'un tratto la ragazza voltando lo sguardo verso di lui, notandolo fin troppo vicino al volto e fu lì che forse la recita che aveva intrapreso venne comandata anche da altro.
Yoongi annuì semplicemente, seguendo lo sguardo di Seohyun che lo muoveva piano sul suo viso, dagli occhi fino a scendere:“A me non sembra“ rispose la Corvonero osservando intensamente le sue labbra notando il giovane professore avvicinarsi a lei. Scaltra, la ragazza allungava una mano dietro di lui verso il libro che si trovava poco distante: “La stavo ascoltando e mi sembra una scusa la sua richiesta d'aiuto dato che mi sembra abbia compreso tutto alla perfezione” aggiunse Yoongi, mettendole una mano sul fianco decidendo di stare a quello scambio languido di sguardi che non sembrava cessare.
Seohyun ghignò sentendo finalmente tra le mani la costa del libro che disperatamente cercava di recuperare: “E se lo fosse che cosa mi farebbe?” domandò lei inclinando il volto spavalda, rivolgendogli un sorriso scaltro: “Vuole davvero scoprirlo?” chiese Yoongi con la stessa espressione, ormai così vicini da percepire respiri l'uno dell'altro: “Direi proprio di no” concluse lei rubando con uno scatto il libro, per poi correre via dall'aula ringraziandolo.

Yoongi rimase immobile accasciandosi nuovamente sul bordo della cattedra, le braccia che caddero lungo i fianchi e un espressione decisamente sconvolta sul volto: “ Che cosa mi è preso?” si domandò ad alta voce, passandosi le mani sul viso esasperato e allargando per via dell'improvviso caldo il colletto della camicia, non riuscendo a capire il motivo di quel suo strano comportamento.

 

“ Sappi che mi devi un favore” sostenne la ragazza, entrando nella sua sala comune e sbattendo il libro davanti a Namjoon, trovandolo, per fortuna, seduto dietro il piccolo tavolino davanti al fuoco: “Come hai fatto a riprenderlo?” domandò curioso il maggiore sfogliandolo immediatamente, cercando di notare se fosse ancora del tutto intatto: “ Semplice, l'ho rubato” sostenne lei riprendendo le parole dell'amico, facendo scoppiare in entrambi una fragorosa risata: “ Grazie, sono sicuro che quello che ho letto in classe ci sarà molto d'aiuto” affermò aprendo il libro davanti a lei, indicandole una strana formula: “ Nam io spero che tu abbia torto o siamo incappati in guai davvero grossi” ammise Seohyun: “Lo spero anche io, ma solo il professor Kim potrà dirci se può essere vero oppure no”.

 

 

Emy stava camminando per i corridoi del castello diretta verso l'ultima lezione della giornata, quella di Trasfigurazione. Sotto braccio teneva alcune pergamene mentre, nonostante il sorriso che aveva sul volto, non riusciva a smettere di pensare a quello che Seohyun le aveva riferito dopo averla incontrata sulle scale ed essere riuscita a recuperare il libro misterioso.

“Io e Namjoon pensiamo che Sophie sia stata soggiogata da leggiliments” disse sottovoce la Corvonero mentre il ragazzo dietro di loro annuiva sempre più convinto della sua deduzione: “Ma è una maledizione molto potente, solamente alcuni grandi maghi sono in grado di usarla” sentenziò Emy non del tutto convinta di quello che stava sentendo, soprattutto dopo la strana sensazione di angoscia che le stava rivoltando lo stomaco: “Lo sappiamo” si intromise il ragazzo abbassandosi verso di loro, appoggiando una mano sulla spalla di Seohyun : “ Per questo dobbiamo parlare con il professor Kim. Chiunque di noi abbia ricevuto quella lettera strana è immischiato in tutto questo e non prevedo nulla di buono” concluse rialzandosi, facendo scomparire quella sua aria seria di poco prima e salutando le due amiche con un sorriso, mostrando loro le sue fossette, incamminandosi poi verso l'aula di Difesa contro le Arti Oscure.

 

Emy scosse la testa schivando per un pelo un ragazzo di Tassorosso che veniva dalla parte opposta alla sua che immediatamente le chiese scusa alzando una mano sereno. La ragazza sospirò per l'ennesima volta per poi camminare a testa bassa e giungere finalmente davanti la porta della classe che sovrappensiero e senza darci troppo peso aprì, convinta di non trovare ancora nessuno, sbagliandosi: “Argh!” affermò una voce femminile a lei decisamente familiare: Christie si teneva il naso mentre Lisa cercava di notare se stesse bene o se aveva bisogno di aiuto: “Ma che ti dice il cervello? Non hai visto che stavo per uscire?” sbraitò arrabbiata, notando solo in un secondo momento il volto dispiaciuto di Emy: “ Mi dispiace, non l'ho fatto apposta pensavo fosse vuota la classe” “ Beh pensavi male” sostenne la maggiore adirata. Emy sospirò per cercare di mantenere la calma, non era stato intenzionale e il fatto che lei le stesse continuando a rispondere in quel modo di certo non aiutava: “Ti ho chiesto scusa e sono dispiaciuta dell'accaduto, non l'ho fatto di proposito non c'è bisogno di trattarmi così” affermò la minore, superandola ed entrando in aula, ma non appena le passò accanto Christie le diede un colpo sulla spalla facendo finta di nulla: “Christie!” esclamò Lisa mentre Emy si girò di scatto pronta ad intervenire finendo poi per bloccarsi quando la figura statuaria di un ragazzo le si parò davanti: “Chiedile scusa” ammise la voce di quel ragazzo dai capelli corvini: “Lei lo ha fatto con te, era dispiaciuta e per un tuo motivo personale che non conosciamo, hai esagerato. Chiedile scusa.” proseguì fermando Christie per il polso: “ Le voci girano e forse sono vere quelle che danno la colpa alla sua famiglia di quello che ci sta accadendo, io non chiedo scusa a nessuno” con questo la Serpeverde se ne andò seguita da Lisa che si scusò al posto suo, cercando di sorridere dolcemente ad Emy che apprezzò il gesto ricambiandolo: “ Stai bene?” domandò il ragazzo voltandosi facendo diventare la minore immediatamente paonazza: “S-si grazie” balbettò abbassando lo sguardo cercando di riprendersi.

Jungkook d'altro canto sorrise riprendendo la parola: “Questa è la seconda volta che ti salvo da un momento poco gradevole” ammise piegandosi : “Ora mi devi un favore” ridacchiò mentre Emy alzò il capo ridendo a sua volta: “Hai ragione ma questa volta sapevo come difendermi” affermò lei vedendolo annuire, mentre metteva le mani in tasca notando alcuni studenti entrare in aula e prepararsi per la lezione imminente: “ Ora devo andare” concluse il Grifondoro, aprendo la mano che aveva nascosto poco prima e facendo apparire una piccola gru creata da un pezzo di pergamena ripiegato. Con un soffio la fece volare verso Emy che la prese, facendola atterrare sui palmi delle sue mani: “Ci vediamo presto” sorrise Jungkook facendo di più arrossire Emy che lo salutò con la mano, vedendolo andare incontro a Taehyung che lo colpì appena dietro la nuca dato che stava per fargli fare tardi a lezione.

 

Durante la spiegazione del professore che modificava a suo piacimento un povero vaso facendolo diventare tutt'altro, Emy con un tocco di bacchetta aprì la piccola gru, notando apparire con un inchiostro magico una scritta:

Sta sera dopo cena davanti all'osservatorio potrai estinguere il tuo debito”

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