MARE FUORI - Nuovi incontri

di Aleterm
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***
Capitolo 8: *** VIII ***
Capitolo 9: *** IX ***
Capitolo 10: *** X ***
Capitolo 11: *** XI ***
Capitolo 12: *** XII ***
Capitolo 13: *** XIII ***
Capitolo 14: *** XIV ***
Capitolo 15: *** XV ***



Capitolo 1
*** I ***


Esterno del carcere minorile di Nisida

Una macchina della polizia si ferma davanti al cancello del carcere minorile di Nisida, comunemente noto come Ipm e una guardia apre prontamente la portiera. La ragazza che scende appare decisamente fuori luogo, vestita com’è con Hogan, jeans attillati, toppino bianco, giacchetta di pelle rossa, Rolex al polso e borsa Luis Vuitton al braccio, sembrerebbe più adatta per una serata in discoteca.
I ragazzi in cortile la osservano curiosi passare mentre lei cammina veloce a testa bassa guardando fisso a terra.
La sera, nella sala della mensa comune, la stessa ragazza quasi irriconoscibile vestita con una tuta nera, si rivolge all'inserviente
- scusi, posso avere una coca light? -
La richiesta suscita subito le risatine delle compagne
- sèèèè e che semo al grand hotel? -
- ma insomma almeno del cibo più decente? -
- vai bella vai, va a sederti.-
Lei, obbediente, si siede ad un tavolo un pò isolato, da sola, e subito arrivano tre ragazze dall'aspetto di zingare che le si siedono vicino, cominciando a parlarle in napoletano stretto
- ma che volete da me? Lasciatemi in pace! -
Proprio in quel momento, a fianco al suo tavolo passa Massimo, il capitano, e lei lo ferma mettendogli una mano sul braccio e parlando concitatamente
- scusi è lei che comanda qui? perché davvero io non so se è uno scherzo, ma se è così deve finire subito perché io mi sono veramente scocciata adesso! Prima mi prelevate dalla mia camera d'albergo e mi trascinate qui senza motivo, poi vi prendete i miei vestiti e pure il Rolex e la Luis Vuitton, e qui potremmo aprire un bel procedimento secondo me... -
- Guardi la interrompo subito signorina, qui non sono io che comando, io mi occupo solo di evitare che qualcuno si uccida o LA uccida. E' la direttrice che comanda -
La ragazza a quelle parola ha un fremito, ma non si arrende
- Bene, allora mi chiami subito questa direttrice -
- Non c’è bisogno, sono qui, cosa volevi dirmi? sono tutta orecchie - le dice la direttrice Paola Vinci che si era avvicinata intuendo dal brusio che la situazione sarebbe potuta degenerare.
Carmine e Filippo, ad un altro tavolo, guardano la nuova arrivata e ridacchiano
- Ma quella è tutta pazza oppure è proprio una stronza vera? -
- Oh Chiattì, ma è peggio di te quando sei entrato, per me non dura manco ‘na notte se continua così.-
Nel frattempo è sceso il silenzio sulla sala, non parla più nessuno e tutti la fissano.
La ragazza prende coraggio, anche se il cuore le batte a mille e le mani le sudano, e si alza in piedi fronteggiando la direttrice
- Allora mi stia bene a sentire, so che è una frase retorica, ma lei non sà chi sono io. Ma si rende conto della situazione assurda in cui mi trovo? Io non ho niente da spartire con questa gente, nemmeno capisco in che lingua parlano. Vengo sbattuta in una camera che manco la cuccia per il cane a casa mia è così sporca, mi avete fatto mettere dei vestiti che (si odora la maglietta con disgusto) non ne parliamo proprio, mi date da mangiare il rancio dei soldati, ma con chi credete di avere a che fare? Ma io vi faccio passare i guai seri. Adesso faccia una bella cosa, chiami il suo superiore, chiami il questore, il ministro, il presidente, chi vuole lei, ma mi faccia subito uscire da qui, io devo tornare a Roma, a casa mia, dove tra l'altro ho degli impegni piuttosto importanti. -
Mentre tra i ragazzi il chiacchiericcio aumenta, la direttrice soffoca una risata e poi, con calma, si volta
- Ragazzi per piacere fate silenzio. Principessa, mi dispiace per questa notte dovrà adattarsi, ma appena avremo rintracciato i suoi genitori, ne riparleremo. Per il momento la informo che non l'ha cercata proprio nessuno, quindi lei si metta buona buona lì, "ha da passa a nuttata", così le insegno i primi rudimenti della lingua. E voi ragazzi per piacere date un caloroso benvenuto alla nuova arrivata e fatela sentire a suo agio, mi raccomando. -
Lei perde improvvisamente la sua spavalderia e si lascia ricadere sulla sedia.
Filippo a bassa voce
- certo bisogna riconoscere che questa almeno c'ha le palle.-
- Pensa che le fanno quelle in camera stanotte, c'ho quasi pena pe' sta povera chiattilla...-
La notte in cella, la ragazza è sdraiata sul letto a castello di sotto, appena si spengono le luci le tirano una scarpa
-ahia-
risatine, un'altra scarpa, dopo un pò una spazzola, altri oggetti, lei mette la testa sotto il cuscino e piange, piano per non farsi sentire, fingendosi addormentata e sperando che la nottata effettivamente passi.

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Capitolo 2
*** II ***


II

Il giorno dopo Massimo e Paola, si confrontano davanti al solito caffè guardando i dossier dei nuovi arrivati
- ma che si sa di lei?
- Guarda Massimo la faccenda è proprio strana. Si chiama Matilde Ferri, pare che sia la figlia di una famiglia molto nota nell'ambiente della Roma bene, anche abbastanza ammanicata politicamente, strapiena di soldi, ma quelli veri. Pensa che solo addosso la ragazzina aveva almeno almeno 10.000 euro di roba tra vestiti e gioielli. Sembra che si trovasse a Napoli per delle gare di nuoto, a quanto ho capito, e durante la serata in discoteca deve aver bevuto troppo. Da qui i racconti si fanno confusi, sembrerebbe che uno le abbia messo le mani addosso e lei lei gli abbia sparato in qualche modo. Sarebbe assurdo da credere, se non ci fossero almeno dieci testimoni oculari. Il vero problema è che lei non ricorda niente di questa serata. -
- Magari finge solamente. -
- Non credo Massimo. Anche la psicologa che c'ha parlato mi ha riferito che sembra sincera. I suoi ricordi si fermano all'ingresso in discoteca, è una forma di amnesia selettiva, ma temporanea. Prima o poi ricorderà tutto e in quel momento non sarà facile gestirlo per lei, per questo dobbiamo cercare di essere gentili, anche se veramente oggi mi ha quasi fatto perdere la pazienza. -
- La cosa ancora più strana è che non si è fatto vivo proprio nessuno. Normalmente in questi casi siamo subito tempestati di telefonate di familiari inviperiti e dei loro avvocati, invece qui tutto tace, non vorrei che fosse il silenzio prima della tempesta. -
Nel frattempo, nel cortile, i ragazzi sono fuori per l'ora d'aria, Beppe si avvicina a Filippo e Carmine
- O uagliò, proprio a voi cercavo. Perché non parlate un poco co’ quella nuova, la romana? Non ha legato ancora con nessuno qui dentro mi pare. Guardate sta proprio là, da sola... -
- A Filì vacci tu che magari tra Chiattilli vi capite meglio. -
Carmine se ne va con le mani in tasca e Filippo si avvicina a Matilde che sta seduta per terra con le spalle appoggiate al muro
- Ciao, io sono Filippo e tu?-
- Matilde, per gli amici Mati -
- posso sedermi? -
- Accomodati.-
- Sei di Roma giusto?-
- Si, la conosci?-
- un pò si, tu di che zona sei?-
- Roma Balduina -
- Roma Nord quindi?-
- si, da non confondere con Roma sud - sorride, per la prima volta da quando è entrata
- Assolutamente! - anche lui sorride
- e tu di dove sei? -
- Di Milano -
- mi spieghi una cosa? Tu li capisci questi quando parlano?-
- Bè quando parlano in dialetto stretto non capisco una parola, però ormai un pò ho imparato il napoletano, e poi tu sei facilitata, sei di Roma, non è simile il romano? -
- no, non proprio, e poi io sono di Roma nord, il romano non lo parlo. -
- E che fai a Roma Nord? -
- per lo più studio, vado al classico e poi faccio nuoto agonistico, al Foro italico.-
- Scusa se ti faccio una domanda importuna, ma che ci fa una di Roma nord che fa il classico e nuoto agonistico in un carcere minorile, di Napoli poi? -
- questa è una bella domanda! Vorrei saperlo pure io... Sono venuta a Napoli per fare una gara, anche piuttosto importante. Il vincitore si sarebbe classificato per le prossime olimpiadi...-
- e com'è andata? Hai vinto? -
- No, anzi! Sono arrivata ultima e quasi rischiavo di affogare in vasca e questo è strano, perché fino a poco prima mi sentivo bene, ero in forma, ero tra le favorite. Poi, poco prima della gara, il mio allenatore è venuto negli spogliatoi e mi ha dato uno zuccherino, diceva che mi avrebbe dato uno sprint in più, sai si prendono spesso integratori di vario tipo prima delle gare, anche se io non l'avevo mai fatto. Comunque l'ho preso, però dopo appena due vasche mi sono sentita strana, mi sono presi i crampi, non mi era mai successo. La sera poi siamo andati in discoteca e abbiamo bevuto. Io normalmente reggo bene, invece stavolta... buio completo. Non mi ricordo proprio niente e la mattina dopo mi sono ritrovata qui. -
- Ma tu gliele hai dette queste cose al Capitano? -
- Da quando stò qui dentro credo che tu sia la prima persona con cui parlo. -
- Però dovresti dirglielo. Guarda che loro stanno dalla parte nostra. Mica vogliono tenerci in prigione per sempre, cercano di aiutarci, se possono. Guarda eccolo lì... Massimo... -
Massimo si avvicina ai ragazzi
- Che c'è Filì? -
- No, io niente, è lei che ti dovrebbe dire una cosa -
- E parla piccirì -
- Bè forse non è una cosa importante, però prima della gara il mio allenatore è venuto negli spogliatoi e mi ha dato uno zuccherino. Non lo aveva mai fatto prima, però è anche vero che quella era una gara particolare, importante, soprattutto per la squadra. Ci tenevano tutti alla mia vittoria perché per una squadra avere un atleta alle olimpiadi vuol dire un bel giro di soldi tra sponsor, eventi, una bella pubblicità... Io non c'ho pensato troppo, mi fidavo del mio allenatore, l'ho preso senza tante storie, ma mentre nuotavo mi sono sentita male, sono riuscita a stento a finire la vasca. Tutti hanno pensato ad un mio crollo psicologico. Ogni tanto in questo ambiente capita, soprattutto ai giovani atleti. La pressione è tantissima. Però io mi sentivo male fisicamente e poi quando la sera sono andata in discoteca, l'ultima cosa che ricordo è che avevo preso un bicchiere di Spritz, poi il vuoto totale...-
- Nun ti preoccupà piccole', piano piano ti tornerà la memoria e cercheremo di capire meglio cos'è successo. -
Massimo si reca subito a riferire quanto scoperto a Paola.
- Quindi, Massimo, potrebbe essere un caso di doping?-
- Si Paola, penso di si. Magari potremmo farle fare delle analisi del sangue per vedere se ci sono tracce. -
- Ma sono già passati alcuni giorni. -
-Si ma alcuni tipi di droga lasciano dei residui nel sangue oppure nei capelli anche molti giorni dopo l'assunzione. Ho un'amico alla scientifica, potrei farmi aiutare da lui. -
- Ma anche se trovassimo queste tracce, chi ce lo dice che non sia stata lei a prendere quella roba intenzionalmente? -
- Bè questo è un altro dubbio, ma da qualche parte dobbiamo pur cominciare. -
In infermeria, Mati è sdraiata sul lettino, le stanno prelevando il sangue e lei volta la testa dall'altra parte con aria di disgusto
- che c'è t'impressiona il sangue?-
- Si da morire, se lo vedo svengo-
-Alquanto strano per una che ha sparato in pieno petto a un ragazzo non trovi?-
-Gia…

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Capitolo 3
*** III ***


III
 

Nella sala della ceramiche, le ragazze lavorano a gruppetti, solo Matilde si tiene in disparte come al solito. Una delle zingare le si avvicina
- oh 'a cosa, passame quei pennelli-
lei le passa il barattolo senza parlare e senza alzare nemmeno la testa.
- oh, che te faccio schifo che manco me guardi? che c'è? nun semo degne di parlà co te? -
le voci e gli schiamazzi aumentano
- ah piccirì, abbassa la cresta-
a quel punto la nuova alza il viso e guarda la capetta dritto negli occhi con aria di sfida.
La bulla si da uno sguardo d'intesa con le sue scagnozze, subito una distrae la guardiana mentre la capa prende la romana per i capelli e la trascina dentro una stanza semi buia adiacente.
Due la tengono e la terza tira fuori un coltello e la minaccia  - che fai sempre muta? Sei sicura? Vediamo se ce l'hai la lingua per strillare aiuto. -
e gli fa un taglietto sul braccio, lei cerca di divincolarsi, tira un calcio indietro e becca una delle scagnozze. La capa perde la pazienza e stavolta affonda il coltello, ferendola di nuovo sul braccio. Mati alza il viso e la fissa con uno sguardo carico di odio e di disprezzo.
- ah è così? Mò ti faccio tirare fuori io la voce.-
e le punta il coltello alla gola.
Proprio in quel momento entra Carmine portando dentro l'argilla, vede la scena, butta il carico e si fionda sulla capetta
- che cazzo state facendo? Siete impazzite? -
e la strattona via mentre le altre scappano.
Carmine si abbassa per raccogliere l'argilla e quando si rialza vede la ragazza che trema violentemente e batte i denti in modo incontrollato
- ma che ti succede? Che c'hai mo? -
Lei non risponde e continua a tremare senza riuscire a smettere, lui le si avvicina guardandola con apprensione e le prende le braccia per tenerle ferme, ma lei tenta di dargli dei pugni sul petto
- oh calmati eh -
le stringe i polsi, la ragazza ha lo sguardo terrorizzato, cerca di fermare il tremore incrociando le braccia e mordendosi il labbro inferiore per non far sentire che le battono i denti. Carmine, non sapendo cos'altro fare, l'abbraccia
- tranquilla, stai calma piccolè.-
la stringe forte per farla smettere di tremare
- è finita, sono andate via. Adesso ci sono io, non ti succederà niente. -
Lei prova ancora a staccarsi, ma sempre più debolmente e lui la tira a sé continuando a tenerla tra le braccia per calmarla. Le accarezza lentamente la schiena e lei si appoggia al suo petto. Il tremore pian piano smette e rimangono così, abbracciati per un tempo indefinito, mentre lui le sussurra una specie di dolce litania in napoletano, quasi una ninnananna.
In quel momento nell’ufficio di Paola, entra Massimo di corsa
- Paola, sono arrivati i risultati degli esami di Matilde -
-E...?-
-Bingo! Avevamo ragione, è stata riscontrata la presenza di lx55, una potente droga utilizzata per dopare gli atleti. E' una sostanza nuova, devono aver sbagliato il dosaggio o qualcosa è andato storto e quando si sono accorti che Mati rischiava di morire in vasca, hanno cercato di insabbiare il tutto facendola finire qui dentro e buttando la chiave.-
-Quindi potrebbe anche essere innocente?-
-Bè certo questo è difficile da scoprire. Lei non ricorda niente e, anche se ricordasse, sarebbe sempre solo la sua parola. -
- E quindi come pensi di fare?-
- Ci devo pensare, qualcosa mi verrà in mente.-
- Adesso i problemi sono altri, pare che non abbia spiccicato parola da quando sta qua e non ha mangiato nemmeno un boccone -
- bè certo è una situazione particolarmente difficile, non sarà facile abituarsi per lei.-
- finora non si è fatto vivo nessuno della famiglia?-
- pare di no, stanno cercando di contattarli.-
Entra trafelata Nunzia, la guardia del reparto femminile
– la nuova è scomparsa non la troviamo più da nessuna parte! -
I due si alzano di corsa e cominciano le ricerche.
Alla fine è il capitano ad aprire la porta della stanza e, nella penombra, vede Carmine seduto per terra con la schiena appoggiata al muro e la ragazza rannicchiata tra le sue gambe che dorme. Anche lui ha gli occhi chiusi, ma appena sente sente il rumore della porta li apre, non si muove e guarda il capitano, gli fa segno di stare in silenzio. Dietro Massimo arriva la direttrice che la fa alzare delicatamente, lei apre gli occhi con uno sguardo spaesato, come se non si rendesse conto di dove si trova, poi si guarda intorno e lo sguardo cambia all'improvviso, diventa spaventato come una bestia braccata. Viene accompagnata in cella e i due si separano, il capitano guarda Carmine che a sua volta si guarda le scarpe.
– Con te facciamo i conti dopo –
e sorride senza essere visto.

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Capitolo 4
*** IV ***


Paola si rigira nervosamente una penna tra le dita
- E’ arrivata a ottobre, ormai manca poco a Natale e da quando sta qui avrà mangiato si e no un pasto completo in due settimane, ma che s'è messa in testa? Vuole proprio morire? Io non la capisco: è bella, ricca, intelligente, ma perché non combatte?-
- non lo so, ma tocca a noi fare qualcosa, non possiamo rischiare, se la situazione si fa pericolosa dobbiamo farla ricoverare.-
- ma così sarà peggio, almeno qui comincia a legare con qualcuno... con Carmine...-
- quello mi preoccupa ancora di più, potrebbe anche peggiorare la situazione -
Bussano alla porta
- E' permesso?-
Entra Matilde
-Assittate, come stai? Ti vedo un pò smagrita o mi sbaglio?-
Lei abbassa lo sguardo sulle mani e si chiude meglio la felpa incrociando le braccia.
- ascolta Matilde, il magistrato ti ha concesso tre giorni di permesso premio a Natale, così magari potrai andare a stare con la tua famiglia, distrarti un pò...-
- quale famiglia scusi? No, perché io non ho visto proprio nessuno da quando sono qui. Non credo che i miei genitori vogliano avere contatti con me dopo quello che è successo. Sinceramente non saprei da chi andare quindi credo che rinuncerò ai permessi. La ringrazio comunque.-
- Bè dai allora per Natale magari posso chiedere alla mensa di preparare qualcosa di speciale, dimmi un pò che ti piace mangiare? - sorride alla ragazza e lancia uno sguardo d'intesa al capitano.
- e che è questo, un ristorante mo'?-
- no che c'entra, però il Natale dovrebbe essere un momento felice per tutti.-
interviene il capitano
- e poi piccolè ci stai facendo preoccupare assai, praticamente non tocchi cibo, rimandi il piatto pieno in cucina ogni volta, così non va bene... -
- Scusi capitano con tutto il rispetto, ma a lei che gliene frega? Non è mica mio padre, anzi lui almeno si fa i cazzi suoi! -
Alza la voce e si alza per andarsene, ma il capitano la prende per un braccio e la rimette a sedere
- E no ragazzi'! Qui nessuno ti ha detto che te ne potevi andare, ora stai seduta lì e ci ascolti perché se continui così ti facciamo ricoverare hai capito? - Alzando la voce.
Lei si alza dalla sedia
- ma a voi mi fate capire che cazzo vi frega? Sul serio, che v'importa se mangio o no? E' perché vi faccio buttare il cibo? Spreco i soldi dei contribuenti? Oppure no, ci sono, perché se per caso poi muoio le vostre statistiche peggiorano eh? Che c'avete un budget su quanti ragazzini riuscite a far restare vivi? Oppure è solo un problema di burocrazia? Me l'immagino quanti documenti e moduli vi tocca firmare se ci scappa il morto... Ehh certo so' problemi vero?-
- mavaffanculo piccolè, vattinne va-
Fuori dalla porta trova seduto su una panca, in attesa, Carmine che evidentemente ha sentito tutto. Lo guarda con aria di sfida e lui abbassa gli occhi.
Mentre il capitano sta ancora parlando con la direttrice, Carmine entra nella stanza
- ma che c'ha nella testa quella? Le pigne? Ma non si rende conto che è pericoloso? Mò il cibo glielo ficco in bocca a forza - (stringe i pugni)
- Si, proprio un ottimo sistema davvero. Ciao Carmine, siediti ti volevo parlare. Anche tu hai diritto a tre giorni di permesso premio per Natale, che vuoi fare?-
- Ma che state pazziando? Ma non ci penso nemmeno a stare tre giorni a casa con la mia famiglia, manco morto.-
- Ecco, a posto! Avremo un bel Natale affollato a quanto pare. -

La sera della vigilia, la sala della mensa è quasi deserta.
Matilde sta seduta da sola a un tavolo, Carmine con il vassoio strapieno di cibo le si avvicina
- mi posso sedere qui?-
Lei alza gli occhi
- fai come ti pare.-
Lui è evidentemente di buon umore e continua a sorridere, mentre lei sparpaglia il cibo nel piatto con la forchetta, annoiata e con gli occhi bassi
- ma tu che ci fai col cibo, ci giochi?-
- che palle sei venuto qui per rompermi? lasciami in pace! -
Carmine comincia a mangiare e dopo un pò le lancia una pallina di cibo con la forchetta
- ma che stai facendo?-
... altra pallina
- ma la vuoi smettere cretino?-
Altra pallina, stavolta la prende in faccia, si mette a ridere mentre lei un pò arrabbiata, un pò divertita, gli rilancia palline di cibo, poi si alza e si avvicina dal suo lato del tavolo per prenderlo meglio, ma lui l'afferra per i fianchi e se la fa sedere in braccio, si ritrovano faccia a faccia molto vicini. Lui le toglie un pò di cibo dal viso e la guarda, sembra quasi che la stia per baciare e lei involontariamente socchiude la bocca e si avvicina impercettibilmente, Carmine coglie l'occasione e le mette in bocca una pallina di pane.
- Ce l'ho fatta! Ti ho fregata. Adesso ho fatto centro e la devi mangiare, non era così il gioco?-
Matilde diventa rossa per l'equivoco e sorride, ma torna subito seria e fa per alzarsi dalle gambe di lui. Carmine la trattiene, con tono e sguardo improvvisamente serio
- che devo fare con te piccolè? Ti devo imboccare come faceva patete?-
e così dicendo fa finta di fare l'areoplanino con la forchetta e la imbocca.
Intanto dall'alto di una vetrata Paola e Massimo guardano la scena
- ma cos'è sta storia mo che maschi e femmine mangiano assieme? -
- ma è Natale, capitano, possiamo fare un'eccezione e poi guarda, ha funzionato mi pare. -

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Capitolo 5
*** V ***


V

Passato il Natale, la vita all’ipm torna quella normale, ritornano i ragazzi dai permessi e torna anche Naditza, la compagna di cella di Mati
- Nad, sono felice sei tornata, è successa una cosa. Ti devo raccontare. -
- E che è? Hai visto Babbo Natale? -
- Nad, fai la seria. Mi vergogno da morire, credevo che Carmine mi stesse per baciare, ho pure aperto la bocca e lui.. mi c'ha ficcato un pezzo di pane! Sono proprio una stupida, ma che figura di merda che ho fatto. Adesso lui mi evita proprio, chissà forse pensa che gli potrei saltare addosso nei bagni... - 

  • Dai non ci pensare. Andiamo a mangiare che c'ho una fame pazzesca, ma come fai tu a rimanere così magra? Io mi stò ingrassando come una mucca a forza di mangiare e non muovermi per niente e poi sarà la noia, qui dentro non c'è niente da fare, mangio sempre... Però tu esageri al contrario, stai diventando pelle e ossa.- 

- mo' ti ci metti pure tu con le paranoie?-
- vabbè ma era per dire... per me puoi fare come ti pare alla fine so cazzi tuoi. -
- ecco, brava, comunque se vuoi te lo spiego...-
- E dai dimmi che almeno per capodanno vorrei infilarmi quella gonna nera chi me so acchitata. -
- Non è difficile, a Roma lo facciamo praticamente tutte, se ti capita di mangiare troppo, basta che vai in bagno e ti ficchi due dita in gola, vomiti tutto e sei a posto. -
- Ma che stai dicendo? -
- Ma dai non mi dire che non l'hai mai fatto? Se vuoi ti posso insegnare io, è facilissimo e dopo un poco di tempo che lo fai diventa automatico. Basta che ti chini e avvicini le dita alla bocca, è facile.-
- e tu lo fai spesso?-
- No, solo ogni tanto quando proprio ho mangiato troppo. Certo qui con quello che ci danno non c'è proprio rischio.-

3 anni prima
Mati e una ragazza corrono per via del Corso, Roma. Ridono come due pazze, svoltano a piazza San Silvestro
-Silvia che famo mangiamo un pezzo di pizza qui?-
- certo dai.-
Entrano in una piccolissima pizzeria a taglio, stretta e lunga e si siedono su un tavolo a lato del muro, prendono tre pezzi di pizza per uno, poi due supplì, appena finito Silvia si alza
- Dov'è il bagno per piacere?-
Il commesso le indica una porta scorrevole nel muro a un passo dai tavolini e lei si insinua in quel buco.
- E tu che fai? Non ci vai? Dopo tutto quello che abbiamo mangiato?-
Mati si tortura le mani, si vergogna, non vorrebbe andare, ma non può deluderla, quindi si infila in quel cubicolo stretto, si mette due dita in gola, cerca di non fare rumore. Lo sa fare benissimo ormai e in pochi secondi è tutto finito. Torna fuori e sorride felice a Silvia facendole un segno in su con il pollice, corrono di nuovo via, come erano arrivate, abbracciate e felici, il sole in faccia e tutta la vita davanti.


Subito dopo pranzo, Mati corre e si infila nel bagno di servizio, subito fuori la mensa., è talmente di corsa che nonni accorge che Carmine, poco distante, l’ha notata. La segue, si affaccia, sente dei conati, socchiude la porta del bagno con la punta del piede e la vede china sul water che vomita con due dita in gola. Rapidamente richiude la porta e l’aspetta appoggiato al muro fuori dal bagno. Quando esce la prende per un braccio bruscamente
- ma mi spieghi che cazz fai?-
- Oh, che fai mi spii? Manco mia madre lo faceva...-
- Forse perché non gliene fregava un cazzo-
- Invece a te?-
- Lascia perde, ma lo capisci che non è cosa?-
- Ma lo capisci invece tu di che parli? Sono cazzate, da me lo fanno tutti... pure i maschi se vuoi saperlo. E' la mia ancora di salvezza: se mi va di mangiare, io posso mangiare quanto voglio, tanto poi ho la soluzione.-
- Ma veramente fai?-
- E' semplice Ca, è tutto sopravvalutato, chissà che drammi che si fanno. Invece io c'ho tutto sotto controllo, non è un problema, è una soluzione. Basta saperlo fare: non mangiare mai gli spaghetti, quelli vanno masticati bene, se no poi ti strozzi, e poi bere sempre mentre mangi, mai inizio pasti e mai alla fine, mastica sempre bene, no succo d'arancia e no alcolici, quelli bruciano. Per il resto, se lo sai fare non ci sono problemi.-
Carmine la guarda con aria schifata facendo uno sforzo per non metterle le mani addosso, lei alza il mento in tono di sfida
- tu non sai come gira il mondo. -
- No, il mondo tuo no! E nemmeno lo voglio sapere, non mi sembra tanto meglio del mio. - 

Ma quel giorno era diverso, Mati arriva davanti al lavandino e davvero non le serve altro che guardarsi allo specchio per dare di stomaco, male, senza nemmeno volerlo, così, incontrollato e improvviso. Schizzi di sangue imbrattano il lavandino, lei sgrana gli occhi. Non era mai successo prima, e adesso? Sarà forse qualcosa che non và? Forse si sta davvero facendo del male, forse non è proprio tutto un gioco, barcolla e si appoggia al lavandino. Dietro di lei Carmine, è diventato ormai la sua ombra, lo vede dallo specchio, apre velocemente l'acqua del lavandino per nascondere le tracce di sangue, ma lui è più svelto. L'abbraccia da dietro poi la volta, prende un pezzo di carta e le pulisce la bocca, poi se la stringe al petto per un istante
- Adesso basta co' sta storia, mi hai proprio rotto i coglioni, sei solo una bambina, una cretina, un'egoista - perde il controllo e la stringe ancora più forte, fino quasi a farle male - tu non hai capito un cazzo di niente, di me, della vita, ti credi che sia tutto un gioco. Adesso con me hai proprio chiuso Mati! -
Esce, velocemente come era entrato lasciandola lì, sottovoce mentre lui sta uscendo Mati mormora
- perché quand'è che avevo aperto con te?-
Si lascia scivolare con la schiena contro il muro del bagno e si siede per terra, affonda la testa tra le braccia e comincia a singhiozzare. Sopraggiungono Beppe e Paola che la sollevano e la portano in cortile per prendere un pò d’aria, dopo poco l'ambulanza la preleva.
Carmine, nella sua cella guarda l'ambulanza andare via ed incazzato da' un pugno a una porta.

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Capitolo 6
*** VI ***


VI

Nei giorni seguenti tutti sono molto preoccupati per la situazione di Matilde.
Nell'ufficio della direttrice, squilla il telefono,
- silenzio tutti, è l’ospedale -
attacca  
- non sono buone notizie, non sta reagendo, sembra che si sia completamente lasciata andare. -
La direttrice e il capitano si guardano preoccupati
- c’è una sola cosa da fare, Paola.-
- cosa?-    
- lasciare la porta della cella di Carmine aperta e vedere che succede, se va da lei.-  
- ma sei completamente impazzito? Ma non se ne parla nemmeno! -
- allora preferisci che quella ragazza si lasci morire così? A sedici anni? Ma tu te lo ricordi com’era la vita a sedici anni? Ti ricordi che voleva dire innamorarsi a sedici anni? E per loro, chiusi qui dentro, è tutto amplificato, ogni cosa qui dentro è gigantesca, l’odio e pure l’amore, mi chiedi se si lascerebbe morire per amore? Certo che si! -
- Ma perché tu dici che s’è innamorata di Carmine? -
- Fidati del mio istinto.-
- va bene, mi fido di te, ma se poi succede qualcosa…-
- si si lo so, se succede qualcosa la responsabilità me la piglio io.-
Gennaro quella sera si appresta a chiudere le celle con sguardo stranamente triste e senza proferire parola
- buonanotte uagliò.-
lascia la porta socchiusa si allontana.
Carmine, sdraiato sul letto ripensa alla mattina quando ha visto Naditza, ormai amica di Mati, che piangeva mentre confabulava con le altre e ha sentito pronunciare il nome di lei.
Si spengono le luci e come previsto lui si alza e sgattaiola fuori, seguito di nascosto dal capitano.
Arriva in ospedale e riesce a intrufolarsi dentro e a trovare la stanza di Mati, entra e la vede sdraiata in penombra, con una flebo attaccata. Si guardano, lui trova il coraggio per sorridere spavaldo
- sono venuto per dirti che sei una scema -
lei sorride debolmente
- ah grazie -
- sei una cretina te l’ho detto.-  
e si avvicina sorridendo
- una bambina senza cervello. -
si siede sul letto
- non capisci che se continui così mi farai impazzire?-
e gli si avvicina con il viso e la bacia, per la prima volta, è un bacio dolce, senza fretta. Si baciano a lungo, poi lui l’abbraccia e si sdraia vicino a lei sul letto, l’accarezza, si baciano ancora. Le bacia il collo, fa per scendere verso il petto quando si sentono dei rumori fuori dalla porta, Carmine scatta e si infila sotto il letto.
Apre la porta l’infermiera
- che sta succedendo qui? Mica c’è qualcuno?-
Mati sorride con gli occhi che le brillano di una luce nuova
Si sporge di nuovo a faccia in giu e lui la bacia
- adesso però devo rientrare che se mi scoprono finisco di filato in isolamento e non ci tengo proprio. Tu però non fare scherzi, torna presto capito?-
- non lo so, sai qui il letto è più comodo e c'ho la stanza singola... - ride, finalmente felice.
Il ritorno di Mati all'Ipm viene festeggiato con un'uscita in barca a vela.
Le ragazze colgono l’occasione per prendere il sole in canottiera e calzoncini, mentre i ragazzi le fissano fin troppo interessati. Risate e battutine li fanno sembrare un normalissimo gruppetto di adolescenti in gita.
Mati va sotto coperta per andare in bagno, quando risale per le scalette, da dietro silenziosamente Carmine la prende per la vita, la volta e la bacia
- smettila, ci vedono.-
- non resisto sei troppo bella -
E scappa dalle altre ragazze, mentre a lui non resta che guardarla dall’altra parte della barca.
Ma non è l’unico ad essere interessato a lei.
Nell' ultimo mese Mati sembra essere rifiorita e le sue nuove curve non passano inosservate nemmeno a Ciro
- certo se fatta proprio bona.-
- io me la chiaverei pure qui.-
I ragazzi ridono sfacciatamente
Ciro si avvicina e spinge Mati contro l'albero della barca, palpeggiandole vistosamente il seno. Lei gli da uno schiaffo
- levati porco, mi fai schifo -
poi prende un bicchiere con del ghiaccio e glielo versa nei pantaloni. Il gruppo scoppia in una risata generale a cui Ciro sembra indifferente, ma è evidente che l'affronto va punito.
Senza preavviso prende Mati per le braccia
- a puttanè adesso ti faccio vedere io... -
Carmine, dall'altra parte della barca, vede la scena e si scaglia su Ciro tirandolo via e spingendolo fino al parapetto, lo prende per la camicia, lo spinge fuori, sta per dargli un pugno quando interviene Beppe
- ragazzi, ma siete impazziti? Datevi una calmata se no torniamo subito indietro – gli altri intervengono per separarli
Carmine tenuto da Filippo continua a urlare
- stronzo non ti devi avvicinare a lei, se no t'ammazzo stavolta -
- Ca' ma che ti prende, datti una calmata, stai esagerando. -
- A Filì non lo so, m'è andato il sangue al cervello. -
- magari sei geloso. -
- Forse...-
Scesi dalla barca i ragazzi tornano all'ipm e si fermano in cortile vicino al campo di calcio.
Carmine è appoggiato al muro con un piede, passano le ragazze
- A piccolè vieni un po' qua... Ma che ti sei messa in testa? Devi stare attenta ai tipi come Ciro, non li devi provocare. Che ti credi che dopo 6 mesi che stai acca' sei diventata 'na specie di Rosy Buscetta dei poveri? E sfidi pure i capi mafia?Ma che te credi, che questi stanno qui dentro perché hanno rubato le carammelle? chi sta qui è un criminale vero! Non è come quando tu fai finta colle amiche tue che site delinquenti e annate a ruba' i trucchi all'Ovs... Chista è tutta gente che c'è nata in mezzo alla strada, no che fa finta, che s'è dovuta imparare a campare così. Lo vedi quello? Quello ha ammazzato il suo migliore amico, e quell'altro ha violentato una, quell'altro là ha ucciso a sangue freddo un ragazzino... e te, li vai a provocare? Ma vuoi sul serio metterti nei guai? -
lei lo guarda
- e tu? Tu che hai fatto? -
- Pure io ho fatto cose di cui non vado certo fiero, mi sono dovuto imparare a difendermi per campare in una famiglia come la mia. E purtroppo anche io ho ucciso una persona. -
Mati lo guarda con gli occhi resi grandi dalla paura, la paura di non conoscere davvero quel ragazzo che ha di fronte
- vieni qui piccolè (la tira a sé) mica volevo spaventarti così, mi dispiace. Stai tranquilla, dietro di te ci sono sempre io, se qualcuno ti fa del male, ti giuro che l’ammazzo. -
Lei si sporge per baciarlo sulla bocca, ma lui invece la bacia sulla fronte quasi per allontanarla da sé.
Nei giorni seguenti l'incidente della barca sembra dimenticato e i ragazzi continuano le loro attività comuni.
Mati va a prendere della vernice nello sgabuzzino, Ciro da lontano la vede e la segue chiudendosi la porta dietro. Velocemente la sbatte contro il muro, le tappa la bocca
- puttanella adesso te lo faccio vedere io che succede a prendermi per il culo. Voi fatte a o' Piecuro vero? Eh bè prima te devi fa donna, pure o Piecuro merita de mejo, mò t'insegno io...-
le tira giu la maglietta e le denuda il seno. Mati cerca di divincolarsi con calci e pugni, ma lui è più forte, la sbatte sul tavolo, la tiene ferma con una mano mentre con l’altra le abbassa i jeans, poi la violenta. Quando ha finito la sbatte per terra e se ne va tirandosi su la cerniera.
In quel momento Filippo entra e vede la scena, guarda Ciro che se ne va e corre a soccorrere Mati che singhiozza.
- Adesso ti accompagno dalla direttrice, questa cosa gliela devi dire. -
- No Filì, ti prego giurami che non lo dici a nessuno, soprattutto a Carmine, se no qui succede un casino. Giuramelo ti prego.-
- Ma sei sicura? Secondo me dovresti denunciarlo.-
- No Filì, stò bene, davvero, è tutto passato. E' una cosa da niente, me la devo solo scordare. -
La sera nella doccia, apre l'acqua perché copra il rumore delle sue lacrime e si accascia sul pavimento singhiozzando e abbracciandosi forte.
Il giorno dopo in cella Mati e Naditza si stanno vestendo
- Nad, mi presti il fondotinta? -
- ma certo Mati, tieni (guarda le braccia con due vistosi lividi) ma che hai fatto? -
- Niente Nad, niente-
- ma che niente, è stato Ciro vero? Quellu porco -
- si è stato lui, ma tu non lo dire a nessuno hai capito? -
pensi che Carmine possa menarlo o peggio e mettersi nei casini?-
- No Nad, io non lo penso, io ne sono proprio sicura.-
- va bene, se la pensi così vedrò di non dire niente. -

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Capitolo 7
*** VII ***


VII
- Finalmente è stato nominato un tutore per te, Mati quindi hai diritto a un giorno di permesso premio, sei contenta?
- si moltissimo -
Si incrociano davanti ai campi, Matilde gli tira la maglia e gli sussurra
- sabato ho il permesso -
Carmine sorride e le strizza l'occhio
Il sabato in un ristorante d'albergo, Mati è a tavola con l'avvocato
- guarda ho preso in mano la tua situazione. Non ti devi preoccupare i casi come il tuo si risolvono nel 70% dei casi in un nulla di fatto... -
Mati, distratta, guarda fuori dalla finestra e vede arrivare Carmine che la fa cenno di venire con la mano
- vabbè avvocato, lei faccia il suo lavoro, io adesso però me ne vado. -
- Matilde dove vai? Ti devo riportare all'ipm entro le nove di stasera -
- non ti preoccupare avvoca' torno in tempo.-
Carmine l'aspetta su una moto nera e le passa una casco integrale
- Hai paura?-
- No -Ma sei mai salita su una moto?-
- No -
- allora fai finta di essere il mio zainetto.-
Le allaccia il casco, poi lei sale sulla moto
- dove stiamo andando?-
Lui non risponde e parte, guida piano nel traffico, sfilano le vie della città, si fermano a un semaforo rosso, lui le prende le mani e se le porta in vita
- adesso però ti devi reggere...-
Scatta il verde, il rombo della moto diventa assordante, prima, secondo, terza, la moto si impenna un poco sulla ruota, Carmine la schiaccia giù sdraiato sul serbatoio, Matilde si regge con tutta la forza che ha per non essere sbalzata via e si incolla alla schiena di lui. Comincia una corsa pazza, brucia un giallo, piega a destra quasi a toccare l'asfalto, dritto, piega a sinistra, accelerata, Mati urla con tutto il fiato che hai gola, il rombo della moto copre ogni altro rumore. Vorrebbe fermarlo, dargli una botta per fargli capire, ma non può muovere nemmeno un muscolo e si concentra su un unico pensiero: devi esser uno zainetto, non staccare le mani, il corpo, la mente...
Poi, finalmente, la moto rallenta e infine si ferma. Carmine si volta verso di lei sollevandosi la visiera e le mette una mano sulla coscia
- Piccire' mi dispiace, t'ho spaventata? -
Mati urlando, con gli occhi sgranati dalla paura
- Si, sei un pazzo omicida, potevamo morire! -
- Però ti è piaciuto assai, è o vero? -
Sorride
- è o vero...-
- Uè mo ti sei pure missa a parla' o napoletano? Allora ti sii proprio nnammurata o me...-
prendendola in giro
Mati a voce bassissima
- È o vero...-
Autogrill, Carmine e Matilde sono seduti sul marciapiede con i caschi poggiati a lato, lei si massaggia la spalla
- che c'hai piccolè?-
- Mi fa malissimo la spalla, sarà il peso del casco.-
- Ti fa male acca?-
La bacia sulla clavicola
- Che stai facendo?-
- Ti stò dando un bacio sulla bua, così ti passa tutto...-
Continua a baciarla risalendo il collo, le mordicchia leggermente il lobo dell'orecchio, poi arriva alla bocca e la bacia, prima piano poi con sempre più foga.
- adesso dobbiamo andare piccolè.-
- Dove?-
- A o mare, ti porto a o mare.-
Arrivano sulla spiaggia e lui la porta in una casa abbandonata. Si baciano a lungo, poi la fa sdraiare sul letto e continua a baciarla più piano, infine fanno l'amore.
Abbracciati sul letto
- Allora ti è piaciuto? Uè sei diventata tutta rossa, che c'è ti vergogni?
Mati si nasconde sotto le lenzuola, lui le scosta per guardarla e la bacia
- però non hai risposto alla mia domanda? Ti è piaciuto fare l'amore con me? -
- Tanto. Sono tanto felice, vorrei che questo momento non finisse mai, vorrei che il mondo si fermasse così, senza andare né avanti né indietro e noi rimanessimo qui per sempre, insieme. -
- ma lo faremo! Staremo insieme per sempre te lo prometto.-
le accarezza la pancia, lei sorride e si tira su
- si e poi quando tutto questo sarà finito, ci prenderemo una casetta a Napoli e...-
- ma come a Napoli? Ma non volevi tornare a Roma, a casa tua? -
- la casa mia è dove ci stai tu e poi questa città mi è entrata nel sangue, mi piace guardare il mare fuori dalle finestre, mi piace sentire la gente che ride. Ecco vorrei una casetta con vista sul golfo, piccola eh, non voglio chissà che, mi basta una casetta piccolina, ma che aprendo le finestre si veda il mare.-
- Eheee Mati e dove li prendiamo i soldi? -
- Me li darà la mia famiglia, la mia famiglia è ricca, sai? Mi farò dare i soldi per la casa e pure per un negozio per te e se non me li vogliono dare gli dirò che vado a a parlare coi giornalisti, che faccio scoppiare uno scandalo, vedrai che me li danno. -
- ahhh brava stai diventando proprio una piccola ricattatrice! Però quanta fantasia c'a tieni.-
Le mette una mano sulla testa scompigliandole i capelli
- È perché la vita io l'ho sempre sognata più che viverla... A casa mia c'è una regola fondamentale: prima il dovere, poi il piacere. Io dovevo andare a scuola, poi dovevo andare a nuoto, poi dovevo studiare, poi mangiavo e andavo a dormire e il giorno dopo si ricominciava. Poi mi sarei dovuta laureare, trovare un buon marito co i soldi, sposarmi, fare due figli, di più no che "mica siamo conigli", vivere un matrimonio infelice, ma fedele, far laureare i figli, uno medico e l'altro avvocato, poi vederli sposati e... e basta il tempo per il piacere non arrivava mai e quindi io sognavo. Sognavo così tanto, ma così tanto, che i miei sogni mi sembravano veri ed ero viva solo lì. La sera quando si spegneva la luce, nel mio letto, sognavo...
- e c'a sognavi, si può sapere?
- sognavo che incontravo uno bello come te e che s'innamorava pazzamente di me.- ride e gli fa la linguaccia felice come una bambina poi gli tira il cuscino
- allora è vero che alle volte i sogni possono diventà a realtà- la bacia, lei tira su il mento e lo guarda seria
- no Ca, lo possiamo fare veramente! Nella vita si può ottenere tutto quello che si vuole se ci si impegna veramente, se ce la si mette tutta, non bisogna mai perdere la speranza! E poi non è mica finito qua il sogno -
si alza in piedi e saltella per la stanza indicando qua e là
- avremo questa casa e si vedrà il mare pure dalla finestra della cucina, così mentre preparo il pranzo guardo fuori, e poi tu tornerai dal lavoro e...-
Carmine ancora sdraiato sul letto, la guarda divertito
- e tu starai a casa a badare ai bambini.-
- cosa? Seee, no, io voglio lavorare! Magari all'inizio potrei dare lezioni di nuoto e poi mi potrei rimettere a studiare, sono brava sai? mi piacerebbe fare la maestra e quando farà caldo mangeremo fuori e sentiremo il profumo del mare e poi faremo l'amore Ca, tutti giorni lo faremo, me lo prometti? -
- te lo giuro vita mia, te lo giuro!-
la bacia dolcemente
- Piccolè però adesso dobbiamo andare s'è fatto tardi. Dobbiamo tornare.-
lei smette di sorridere
- Di già? Però era un bel sogno, eh Ca?-
lo guarda da sotto in su, gli occhi le si riempiono di lacrime
- si Mati era un sogno bellissimo! -

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Capitolo 8
*** VIII ***


VIII
Alcuni giorni dopo, stanza delle ragazze
- Nad ma oggi che giorno è? -
- venerdì -
- no intendevo del mese.-
- boh, il 27 me pare perché?-
- perché allora c'è un problema. C'ho un ritardo.-
le due si fissano sconvolte
- e mo? -
- e mo devo rimediare un test di gravidanza.-
A lezione di musica con Filippo, invece di Naditza, si presenta Mati
- e che ci fai tu qui? E Nad dov'è?-
- Shhh Filì, abbiamo fatto a cambio, ho bisogno di parlarti mi serve un favore è importante.-
- Dimmi.-
- tua sorella mi può rimediare un test di gravidanza?-
- cosaaaa? ma che sei....? -
- Fili' se lo sapevo non ti chiedevo il test no?-
- Vabbè faccio quello che posso, ti faccio sapere.-
- grazie sei un amico, oh Filì non te ne uscire con nessuno eh mi raccomando -
Qualche giorno dopo ai campi di calcio Filippo si avvicina a Matilde e le infila di nascosto un pacchetto nella tasca della felpa e se ne va.
Cella di Carmine e Filippo
- oh Chiattì, ma che c'ha Mati In questi giorni? È strana mi evita, sembra che le dò fastidio se mi avvicino.-
- ma no Ca, ma sta tranquillo, sarà un periodo.-
- boh sarà, ma certo che le femmine del mondo tuo so proprio strane, un giorno sembra che sei il principe loro, il giorno sei na monnezza...-
- ma che c'entra il mondo mio? Quelle sò le donne in generale.-
Ne lfrattempo Matilde e Naditza
- allora? lo fai sto test? Dai sbrigate
Matilde entra in bagno con il test. Guarda il risultato con uno sguardo indecifrabile, poi lo butta nel secchio ed esce chiudendo la porta, si appoggia alla porta e tira un sospiro di sollievo
- allora?-
- tutto a posto Nad, andiamo a mangiare.-
- meno male te la sei vista brutta eh.-
- eccome no.-
Appena escono le due, entra Viola che apre la porta del bagno e guarda nel cestino, dove si vede il test di gravidanza con due lineette: positivo. Viola sorride.
Subito dopo corre al campo di calcio e si avvicina alla rete dove stanno giocando i ragazzi
- Ciro, vieni un attimo ti devo fare un regalo.-
- che c'hai per me?-
- una bella notizia.-
- e dici dai-
- Matilde c'è rimasta fregata.-
mimando il gesto della pancia. Ciro sorride malignamente
- e che ci devo fare co sta notizia?-
- facci quello che ti pare -
se ne va.
Ciro entra e s'appoggia allo stipite della porta della cella di Carmine e Filippo
- o'Piecuro me tocca fatte le congratulazioni me sa –
Carmine lo guarda con aria indifferente
- che voi Ciro? -
- gira voce che la piccoletta c'ha na pagnotta in forno, me sa che me tocca chiamatte papà... o a ripensacce forse sei tu che devi chiamamme papà a me.-
Ridendo se ne va. Carmine guarda per un secondo Filippo che non fa in tempo a trattenerlo ed entra come una furia nella cella di Ciro, gli mette le mani sulle spalle e lo sbatte per terra cominciando a tempestarlo di pugni e calci. I ragazzi intervengono e lo spingono via, Ciro per terra con un rivolo di sangue che gli esce dalla bocca, sorride.
Carmine poi esce per andare a incontrare Mati e la trascina in un luogo appartato
- che c'hai fatto con Ciro eh? Dimmelo, che c'hai fatto? -
- c'ho scopato Ca, che ti credevi? Che c'eri solo tu? -
- sei proprio una zoccola come tutte! Sei solo una puttana!-
la spinge via e se ne va. Mati finisce addosso a Nad che la sorregge
- Matì, ma perché gli hai raccontato quelle strunzate? -
- Lo sai perché. Perchè se gli dicevo la verità di sicuro si faceva un casino e io non lo avrei sopportato. -
Carmine da calci al muro e cammina intorno
- oh se non ti calmi farai un solco nel pavimento.-
- non ce la faccio Fili, non è possibile, na cosa bella c'avevo per una volta, una, una sola. E niente me l'ha portata via, me l'ha zozzata come tutto quello che entra nella mia vita.-
si siede sul letto, si nasconde il viso con le mani e piange.
Filippo lo abbraccia
- Fratè, non ti posso vedere così! C'è una cosa che ti devo dire. Scusa, non te l'ho detta prima perché mi aveva fatto giurare, era per proteggerti, per non farti fare una cazzata.-
lui alza gli occhi e lo fissa
- Filì che mi devi dire? Filì parla, pe carità!-
-Ti ricordi il giorno della gita in barca a vela? Quando siamo tornati che siamo andati tutti nella sala della ceramica e poi io mi sono allontanato? Sono entrato nel magazzino e ho visto... bè...-
- c'hai visto Filì?-
Alzando gli occhi e guardandolo da sotto in sù
- c'era Mati, era buttata per terra... piangeva e ho visto Ciro che andava via e... si stava abbottonando i jeans. Mi dispiace Ca, mi dispiace da morire, avrei dovuto dirtelo, ma l'avresti ammazzato.-
- Infatti lo voglio morto, non ho mai desiderato qualcosa così tanto.-
- ora però calmati.-
- ma come cazzo faccio a calmarmi Fili? Me lo dici?-
- Ca' adesso finire in isolamento è proprio l'ultima cosa che ti serve, pensaci.-
- Filì lo voglio morto, morto, lo capisci?-
- si Ca' ti capisco, ma non puoi rovinarti la vita per colpa sua. Adesso ci stà pure un bambino di mezzo.-
- Oddio Filì non so che cazzo fare... -
Nel frattempo nell'ala delle ragazze Mati cerca Viola e la trova mentre sta salendo le scale,
- sei stata tu, vero?-
- A fare cosa mia cara?-
- A dire a Ciro che sono incinta?-
- Ma certo, pensavo di farti un favore. Non glielo volevi far sapere al paparino che c'era un bambino in arrivo?-
- Tu sei una strega, sei malefica! -
E le si scaglia contro con tutta la sua rabbia, artigliandole i capelli, Viola si difende e cominciano a picchiarsi, finché con una spinta Viola riesce a liberarsi.
Mati perde l'equilibrio e rotola malamente giù dalle scale, rimanendo immobile per terra.
Cella di Carmine e Filippo, entra Filippo di corsa
- Ca, corri, corri Ca, è Mati!-
Carmine corre come un pazzo seguito dagli altri. Arrivano al dormitorio, dove si è già formato un gruppetto di persone, Carmine si butta in scivolata per terra vicino a Mati sdraiata, le prende la testa sulle ginocchia, si sporca le mani di sangue, ma sembra non rendersene conto
- Amore mio, vita mia, ti prego ti supplico, rispondimi, apri gli occhi, che hai fatto, amore mio.... -
Massimo lo tira via, lui fissa la scena con gli occhi sbarrati e poi si guarda le mani piene di sangue. Arriva l'ambulanza e caricano Matilde sulla lettiga, Carmine esce fuori e ferma la
direttrice con una mano, in quel momento si rende conto di averla sporcata di sangue
- scusi direttri' -
la guarda, abbassa la voce per non farsi sentire dargli altri
- è incinta... per piacere non la lasci sola -
- No, Carmine. Stai tranquillo vado con lei, non sarà sola -
sale sull'ambulanza.

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Capitolo 9
*** IX ***


IX
Il giorno dopo Carmine incontra la direttrice
- Ci sono notizie? Come sta Matilde?
- E' fuori pericolo, ha ripreso conoscenza, stavo pensando di portarti a vederla se ti va-
- e me lo chiede? Non vedo l'ora. -
Corridoio dell'ospedale entra Carmine accompagnato dalla direttrice, gli va incontro un dottore
- tu sei il padre del bambino? -
lui guarda negli occhi il dottore con sguardo fiero
- si, sono io. Come sta Matilde?-
- L'operazione è andata bene. Si è svegliata, ma purtroppo il bambino non ce l'ha fatta, mi dispiace-
lui fa una smorfia di dolore
- ma quando potrà uscire?-
- ascolta, Matilde ha riportato gravi lesioni alla spina dorsale, in corrispondenza di l3 l4, in questi casi non possiamo sapere. Potrebbe essere una cosa temporanea, la ragazza è forte, potrebbe riprendersi completamente, ma al momento non possiamo sciogliere la prognosi.-
- Dottò io non ci stò capendo niente, mi parli chiaro, Matilde potrà camminare?-
- Non possiamo saperlo ancora, è troppo presto. A volte è l'ematoma dovuto alla caduta che provoca una temporanea paralisi, ma non è detto. Stalle vicino.-
gli da una pacca sulla spalla e se ne va. Lui guarda la direttrice affranta e poi entra nella stanza. Mati è sdraiata nel letto, si volta e lo guarda con occhi tristi
- Ca', il bambino non c'è più.-
- Amò non ti preoccupare. L'importante è che stai bene tu. Siamo giovani, ne potremo avere degli altri, tutti quelli che vorrai.-
- Hai parlato con i medici?-
- si...-
- che ti hanno detto? Dimmi la verità! Nessuno mi ha detto la verità fin adesso. Tutti mi vogliono proteggere, ma io sento che c'è qualcosa che non va, le mie gambe... non le riesco a sentire.-
si asciuga le lacrime e alza la testa con aria coraggiosa
- dimmelo Ca, rimarrò paralizzata?-
- No! Cioè, non è detto, potrebbe essere una cosa temporanea. Il dottore dice che sei forte, sei sempre stata un'atleta, sei la ragazza più forte che io conosca. Ci vuole pazienza, ci vorrà molta fisioterapia, però le speranze ci sono. -
lei si volta dall'altra parte per non fargli vedere che sta piangendo
- Ciao Ca. vattene adesso, sono stanca.-
lui le sfiora una mano e poi esce dalla stanza, la direttrice lo abbraccia.
Alcuni giorni dopo, ospedale, stanza di Mati, la direttrice è seduta vicino a lei su una sedia
- Direttrice? Posso chiederle un piacere? -
- Ma si Mati, certo! E chiamami Paola.-
- Paola, devi dire a Carmine che non lo voglio vedere mai più. Non deve più venire a trovarmi, non mi deve chiamare, non deve farsi vedere. Io per lui non devo esistere più.-
- ma perché Mati? Lui ti vuole bene. Vedessi come sta da quando è successo...-
- Ecco appunto, è proprio questo il problema. Io non voglio che qualcun altro stia male per me. Lui ha un futuro fuori, un domani potrà farsi una vita normale, non deve restare legato ad un'invalida.-
- Mati io non sono d'accordo, anche se lo capisco, nessuno lo può capire meglio di me. Però questo devi dirglielo tu, glielo devi. E' qui fuori, lo faccio entrare?-
Mati fa un cenno di assenso.
- Carmine, vieni pure.-
La direttrice esce e chiude la porta
- Amore è un sacco di tempo che non ti vedo, come stai? Li fai gli esercizi? Il dottore mi ha detto che stai facendo grandi progressi...-
Lei sorride amaramente
- si come no, figurati che riesco pure a stare seduta da sola.- smorfia di amarezza - senti Ca, te lo dirò una volta sola, quindi ascoltami bene. Io non ti voglio più vedere, dimenticati di me, di avermi mai conosciuta. Quello che c'era tra noi ormai è morto e sepolto, capito? Io e te non possiamo stare insieme, siamo troppo diversi, non funzionerebbe mai. E' inutile perderci tempo. E poi io ora ho altri pensieri per la testa, devo concentrami su di me! Devo usare tutte le mie forze per tornare in piedi. Ho un obiettivo che è il più importante della mia vita e non posso pensare a nient'altro, mi dispiace, vattene.-
Lui la guarda con uno sguardo indecifrabile per alcuni secondi, lei prende un libro dal comodino e glielo tira mancandolo, poi prende una mela e gliela tira, lui si sposta di lato, alla fine prende il bicchiere e glielo tira dritto in faccia, ma lui lo prende al volo, lo riposa sul comodino, la guarda un'ultima volta con uno sguardo amareggiato e deluso, ed esce senza dire una parola.
Mati si volta di lato e piange tutte le sue lacrime, piange fino ad addormentarsi e quando le prime luci dell'alba fanno capolino dalla finestra, lei, ancora addormentata, ricomincia a piangere. Entra una vecchia infermiera che si avvicina e l'abbraccia materna
- mi dispiace piccolè - e senza dire altro, senza chiedere niente la lascia sola.

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Capitolo 10
*** X ***


X
Ospedale, mattina, si apre la porta della stanza e entra un ragazzo in tuta molto carino alto capelli castano chiari, occhi verdi, fisico atletico
- Ciao io mi chiamo Nicola, e tu devi essere Matilde (controlla la cartellina) sono il tuo fisioterapista, oggi ci rimettiamo in piedi!-
Lei lo guarda evidentemente colpita dall'aspetto del ragazzo - in piedi? Mi dispiace, ma mi sa che hai sbagliato stanza-
- ah si? Aspetta controllo... ahhh c'hai ragione, tu sei quella che non camminerà mai più e che devo solo aiutare a mettersi i calzini giusto? (Ride) Dai muoviamoci, coraggio uaglio' - le scosta le coperte e le scopre la gambe nude, poi gliele gira fuori dal letto e le mette una sedia di schienale a poca distanza
- coraggio, ce la puoi fare, devi solo tirarti in piedi... così... dai fai uno sforzo -
con difficoltà lei riesce ad alzarsi e sorride soddisfatta
- ora però devi fare il famoso primo passo, aiutati con la sedia spingila in avanti... -
Nei giorni successivi gli esercizi a terra per rinforzare i muscoli si alternano ai tentativi di fare piccoli passi. Passano alcuni mesi e finalmente, una mattina, Nicola entra portando un costume, dei braccioli e una tavoletta
- ciao Mati ora cominciamo a fare sul serio eh? -
- Nico, che ti sei messo in testa oggi? Guarda che non c'ho voglia eh-
- dai oggi ti porto a nuotare, ti piace la piscina? -
lei sorride
- dai che lo so che eri una nuotatrice bravissima.-
- si, ma ora è un pò diverso...-
- macche! Con l'acqua vedrai è tutto più facile. Cominceremo con dei galleggianti alle gambe che ti aiuteranno a tenerle sù -
Mati inizia gli allenamenti in piscina, esercizi in acqua, vasche, poi senza i galleggianti, mentre Nicola cronometra a bordo vasca
- ehi Mati oggi hai polverizzato il tuo ultimo record, stai ritornando in grandissima forma. Secondo me alle prossime olimpiadi ci puoi fare un pensierino -
lei ride
- se buummmm -
La sera in camera di Mati entra Nicola con due birre
- Mati dobbiamo festeggiare tieni.-
- oddio, quanto tempo che non ne bevo una, ma che dobbiamo festeggiare?-
- domani esci!-
- che cosa? Ma io ancora ho bisogno di allenarmi, non sono ancora pronta.-
- No Mati, tu sei prontissima! Ormai gli esercizi li conosci meglio di me, non ti posso insegnare più niente, vedrai che ogni giorno riuscirai a fare qualche passo in più,
ti assicuro per la mia esperienza che tra un paio di mesi potrai perfino correre -
lei lo guarda pensierosa e un pò preoccupata,
- mi mancherai Nico...-
lui si avvicina e la bacia dolcemente, lei ricambia il bacio, ma poi lo allontana
- Nico, scusa, mi dispiace ma io...-
- sei innamorata di un altro vero? Ti si legge in faccia, scusa avrei dovuto capirlo... Comunque non ti devi scusare, siamo sempre amici?-
- certo!-
Nel frattempo all'ipm la direttrice avvisa il capitano e Beppe della bella notizia
- bene! Adesso che esce dall'ospedale dobbiamo cercare di scoprire cos'è successo veramente in quella discoteca, il Qube, la notte che Mati è stata incarcerata
-Io una mezza idea ce l'avrei, ma devo chiedere un favore alla famiglia Valletta e tu lo sai che chiedere favori alla mafia non è mai gratis, loro non fanno mai niente
per niente...-
- Ma perché a loro? -
- La discoteca dove è andata Mati quel giorno appartiene ai Valletta e di sicuro sanno qualcosa.-
La direttrice riunisce tutti
- ragazzi ho una notizia bellissima: domani si festeggia, faremo una grande festa per il ritorno di Mati -
applausi, evviva, schiamazzi.
Carmine si irrigidisce mentre Rosa seduta al tavolino vicino a Silvia indaga sulla ragazza
- E mò chi cz è sta qua?
- è una chiattilla di Roma, però è una in gamba, stava con Carmine prima, sembravano pazzi l'uno dell'altra, poi però dev'essere successo qualcosa dopo l'incidente. Carmine è stato letteralmente a pezzi per mesi, non parlava più con nessuno, nemmeno con Chiattillo...
Rosa strizza gli occhi e serra i pugni
- Bè speriamo che non si metta niente in testa quella. Adesso Carmine sta con me! -
La sera nella cella di Carmine e Filippo c'è anche Pino
- raga, ma quindi Mati sta su una seggiola?-
- Pino, si chiama sedia a rotelle.-
- si va bè ma insomma è storpia?-
- Pino non te ne uscire così davanti a lei, non dev'essere facile e poi la rimandano pure qui boh...-
- Ma quanto me dispiace porella, era così bella e poi gli volevo un sacco bene, lei era l'unica qui che riusciva a farmi stare nu pochetto sui libri...-
- Vabbè Pino non è mica morta.-
Il giorno del ritorno di Mati è arrivato e sono tutti riuniti nella sala comune addobbata per l'occasione, Mati entra su una sedia a rotelle portata da Massimo, e un silenzio imbarazzato scende sulla sala, arrivata a metà del tragitto gli fa cenno di fermarsi e inaspettatamente si alza in piedi e comincia a camminare
- scusate quella serviva solo per non farmi stancare troppo e perché tutti sembrano avere paura che io mi rompa di nuovo da un momento all'altro.-
Ride
Pino l'abbraccia felice
- ma allora stai bene piccolè?-
- si Pino, anzi ho anche ripreso a nuotare quasi come prima con tutti gli allenamenti che facevo.-
- silenzio ragazzi, approfitto che ci siete tutti per fare due annunci importanti-
Beppe prende il microfono
- il primo è che la barca è pronta, sta anche arrivando la primavera e tra una settimana potremo fare un bel giretto.-
Tutti applaudono felici
- ecco vi faccio subito calmare perché il secondo annuncio è che stanno per arrivare pure gli esami di terza media e quindi tocca mettersi sotto a studiare, vero Pino?-
Intanto i ragazzi mettono la musica e cominciano a scatenarsi, tutti tranne Carmine che rimane appoggiato ad un muro fissando Mati, ma tenendo un braccio sulle spalle di Rosa. Mati si sente osservata, si volta e incrocia lo sguardo freddo di lui e imbarazzata abbassa gli occhi. Nel frattempo entra nella sala anche Nicola e tutte le ragazze si voltano a guardarlo, appena Mati lo vede gli corre incontro e gli butta le braccia al collo, in quel preciso momento Carmine tira a sé Rosa e la bacia con foga, ma continuando a tenere gli occhi fissi su Mati.
Mentre gli altri si scatenano ballando e cantando, Mati rimane seduta vicino a Silvia
- Sì, dimmi un pò ma chi è quella ragazza con Carmine?-
- È Rosa Ricci, la sorella di Ciro.-
- Ah complimenti a o' Piecuro. Mi ha sostituita proprio con Rosa Ricci e bravo alla fine si è integrato nel sistema.-
Il tono di Mati è involontariamente troppo alto e dopo pochi istanti Rosa la fronteggia con le mani sui fianchi
- che volevi dire con questo? Come ti permetti di nominarmi eh?-
Mati si alza in piedi
- ti ho nominata e che vuoi fare? Mi vuoi menare? Dai menami, e menami! -
Rosa gli da uno schiaffo così forte che le volta la testa dall'altra parte e le fa volare l'orecchino a terra.
Mati, con movimenti calmissimi e misurati raccoglie l'orecchino, si toglie anche l'altro e se li mette in tasca. Poi, improvvisamente, l'afferra per i capelli, le abbassa la testa e comincia a dargli una scarica di calci in pancia, senza riuscire a fermarsi.
I ragazzi si riuniscono in cerchio intorno alle due, senza fare nulla per separarle
- ue du' femmine che si menano...-
- e la chiattilla che gliele suona a Rosa Ricci...-
Beppe interviene subito separando le due
- Mati, sinceramente mi meraviglio di te! Adesso che avete fatto tutta sta tarantella, ve ne andate subito nelle vostre celle a dormire. -

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Capitolo 11
*** XI ***


XI
Finalmente arriva il giorno della gita in barca a vela, Beppe al timone guarda il cielo
- ragazzi, mi sà che si sta annuvolando.-
- vabbuò ma c'abbiamo ancora tempo non è così brutto.-
- No, Pino tu non capisci, in mare il tempo può cambiare in un momento. Senti che vento che si è alzato! Dobbiamo rientrare.-
In pochi minuti il cielo diventa nero e le onde altissime. Improvvisamente si trovano nel mezzo ad una tempesta-
- Rosa levati dal parapetto è pericoloso. Potresti cadere in mare.-
Proprio in quel momento un'onda altissima si infrange contro la barca e le fa perdere l'equilibrio, Carmine cerca di afferrarla, ma non ci riesce
- Aiuto, aiutatemi! -
Carmine si leva subito la maglietta e ha già un piede sul parapetto per buttarsi, Beppe gli urla disperato
- Carmine no! Affogheresti il mare è troppo forte. Devo andare io, sono io l'adulto, ho la vostra responsabilità.-
Ma appena lascia il timone la barca si inclina pericolosamente e i ragazzi cadono sballottati. Mati gli si avvicina
- Beppe lascia stare vado io! Tu devi tenere la barca se no a terra chi ce li riporta? -
- Mati, non ci pensare nemmeno! -
- Beppe, so quello che faccio. Non ti ricordi chi ero prima di entrare qui? Mica sono diventata un'altra...-
Si avvicina al bordo e si spoglia veloce, sale sul parapetto e, prima che qualcuno riesca a fermarla, si tuffa di testa. Carmine le butta il salvagente, Mati l'afferrà e comincia a nuotare tentando di raggiungere Rosa che sta per essere trascinata dalla corrente sempre più lontana. Un'onda la copre e per un attimo scompare, dalla barca i ragazzi seguono la scena con apprensione. Finalmente Mati riesce a raggiungere Rosa e le passa il salvagente
- Ro', ascoltami adesso. Non andare nel panico e non ti agitare così, altrimenti ti berrai tutto il Mediterraneo e sopratutto, soprattutto, non ti azzardare a darmi un calcio se no andiamo a fondo tutte e due. Pe stavolta ti devi fidare di me.-
Rosa fa un cenno di assenso con la testa e Mati le passa il braccio sotto al collo con un gesto rapido e sicuro e comincia a nuotare. Dopo un pò si ferma
- che succede?-
- non vedo più la barca. Sto cercando di orientarmi e sono anche stanca - ammette
Rosa comincia a piangere e farfugliare
- oddio moriremo qui. E' buio e ho pure freddo, ho paura!-
- Rosa smettila di fare la bambina, noi non moriremo qui! Hai capito bene? Adesso io mi riposo un pò e poi ti riporto a riva, è chiaro? Sono stata sufficientemente chiara? Rispondimi.-
La guarda negli occhi con uno sguardo fermo e deciso e Rosa annuisce.
E' quasi buio quando raggiungono la spiaggia, Mati si sdraia cercando di riprendere fiato, Rosa poco lontano tossisce e sputa parte dell'acqua bevuta, poi si sdraia anche lei.
- Mi hai salvato la vita romana, sono in debito con te. -
- Immagino che abbiate un codice d'onore pure per questo voi Ricci, vero? E pure io ce l'ho il mio codice d'onore: se c'è uno in difficoltà, io lo aiuto! L'avrei fatto per chiunque, e non credere che ora diventiamo migliori amiche. -
- Ti posso dicere 'na cosa? -
- Eh -
- Grazie! -

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Capitolo 12
*** XII ***


XII
Siamo ormai a Maggio e l’ansia per gli esami comincia a farsi sentire, in sala comune Pino sta cercando di studiare e Mati, incuriosita, si avvicina
- che studi Pi’? -
- Ma che ne so, ecco guarda tiè - e le passa il libro
- Ah l'Irlanda, che figo! Io ci sono stata l'estate scorsa, ho fatto il giro completo. -
- Sul serio dici? Racconta un pò. - lei si siede sopra al tavolo
- E' un'isola Pino, ti piacerebbe un sacco! Ci sono più pecore e cani che uomini. -
- allora è il paese pe’ me. –
Mati comincia a raccontare entusiasta descrivendo colori, suoni, odori.
-... e poi, pensa Pino, che lì al pub non ci vai solo la sera, no, lì ci vai sempre. Pure la mattina bevono birra, però non è come da noi, le birre sono tutte leggere e poi vedi la gente ubriaca e io mi chiedevo, ma come fanno a ubriacarsi co’ ste birre? Bè sai come fanno? A fianco alla birra ci piazzano dei bicchieri di whiskey perché loro sono i più grandi produttori di whiskey. -
- ancora più bello sto paese...-
- e poi hanno una storia incredibile! Lo sai che per avere l'indipendenza dall'Inghilterra hanno dovuto lottare con ogni mezzo, anche con le bombe fatte in casa? Ci stava questa organizzazione, l'Ira si chiamava, che piazzava le bombe dove passavano gli inglesi. -
- ah ho capito, come la camorra ‘nsomma. -
- bè non proprio Pino quella è n'altra cosa. L'Ira combatteva per un ideale, per la libertà, per l'indipendenza capisci? Quindi anche se erano pochi e poveri contro una nazione grande e potente come l'Inghilterra, siccome avevano un ideale più grande, sono riusciti a vincere e nel 1948 hanno ottenuto l'indipendenza. Però non tutta l'Irlanda, c'è una parte a Nord che non si è voluta liberare. Ha scelto di rimanere con gli inglesi perchè economicamente gli conveniva, hai capito Pì? Per i soldi...-
- insomma degli infami... -
- bè si, in un certo senso si -
- Oh grazie Matì, ora c'ho tutto in testa! – si batte la mano sulla fronte - mi sembra che ce so stato pure io in Irlanda -
La sera nella cella, Carmine sbatte un pugno sul muro
- se continui a fare buchi nel muro questa suite sembrerà una cella, che c'hai che non va? Anche se mi sa che conosco la risposta. Da quando è tornata Mati sembri un leone in gabbia, dimmi la verità, sei ancora perso per lei?-
- È o vero. Cioè Rosa è bellissima, è divertente, tosta, e poi ci capiamo al volo questo è vero. E' coraggiosa e in fondo ha pure un cuore buono. E' la donna giusta per me, ma...-
- Ma? -
- Ma non è Mati! -

E alla fine arriva anche il giorno dell'esame di terza media. Pino è seduto di fronte ai professori che lo stanno interrogando
La professoressa chiude il registro e lo guarda
- Insomma Pino, si vede che hai fatto degli sforzi, però non basta. Non ti posso promuovere. Magari puoi riprovarci il prossimo anno – lui sconfortato esce, Mati gli si fa incontro
- allora? Com'è andata? - lui scuote la testa deluso - Mati non c'è niente da fare con me. So proprio nu ciuccio. -
Lei stringe i pugni e si avvicina alla porta dell'aula, fa un respiro profondo, bussa ed entra senza attendere risposta  
- Buongiorno, sono Matilde Ferri. Vi posso dire una cosa? State sbagliando con Pino. Lui si è impegnato sul serio, per la prima volta in vita sua si è impegnato in qualcosa. Ha studiato, perché a lui questo diploma serve, ha un sogno capite? Vuole diventare un addestratore di cani, e questo pezzo di carta gli serve davvero. Che cosa insegnate a questi ragazzi qui dentro se non gli fate capire che se si impegnano, se lottano per qualcosa, possono riuscire, le cose possono andare diversamente, possono cambiare, che l'impegno premia? Perché se non è così, allora c'aveva ragione Lombroso. Allora se nasci in un modo non ci sono speranze di migliorare, criminali ci si nasce e non si può cambiare. E allora è tutto inutile. Vi prego dategli un'altra possibilità, fategli un'altra domanda... -
la porta è rimasta aperta e tutti hanno sentito il discorso accorato di Mati, che si è talmente infervorata da avere le lacrime agli occhi.
Silenzio, la professoressa si toglie gli occhiali e la fissa
- Signorina Ferri, non sia mai che diamo ragione all'Lombroso. Faccia rientrare l'amico suo. -
Mati corre da Pino che sta seduto su un banco
- Pino ti danno un'altra possibilità! Ti fanno un'altra domanda, dai ce la puoi fare, sono sicura! -
Lui rientra
- Pino sei fortunato ad avere un amica come lei, lo sai? Adesso passiamo a geografia, parlami di una nazione europea che ti ricordi. -
- Professorè l'Irlanda, le posso dire l'Irlanda? -
- Va bene, vai -
lui parla a ruota libera ripetendo quello che gli aveva detto Mati, la professoressa dopo un po' lo ferma.
- Per me basta così - si gira verso gli altri professori che annuiscono,
- Sei promosso Pino. -
- ma davvero dice? -
la professoressa gli porge la mano e lui la prende e l'abbraccia
- Grazie professorè, grazie -
Esce felice, abbraccia Mati e la prende in braccio
- tu sei la migliore amica mia, ti voglio bene! -
Poi rivolto a tutto il gruppo
- e adesso si festeggia uagliò, facemo nu burdello! -
tutti ridono e urlano.
La sera nella sala comune si tiene una festa per i promossi, ci sono anche Rosa e Carmine abbracciati.
Massimo si avvicina alla direttrice portandole un bicchiere
- E brava a Mati, hai sentito che discorso? Mi ha quasi commosso. -
- si e la presenza di una come lei qui dentro stà facendo bene a tutti, sta dando speranza agli altri. Mesi fa te lo saresti mai immaginato Pino che studiava e si pigliava il diploma? -
- si, ma sta facendo bene anche a lei, la vedo cambiata, non è più la stronzetta snob di quando è entrata. -
- Massimo, quello non lo è mai stata veramente. Era una forma di difesa, era spaventata e si difendeva con l'unico modo che conosce. Alzando una barriera, fatta di differenze sociali. C'è chi sbandiera una pistola per sentirsi più sicuro e chi fa lo stesso con i soldi. Non c'è poi tutta questa differenza. -
- A proposito di pistole, proprio quando avevo ottenuto un colloquio con Giuseppe Valletta, è stato ammazzato in cella: un colpo di pistola durante un banale litigio.-
- Una morte provvidenziale direi e adesso? -
- Adesso l'unica è rivolgersi ai Ricci e ai Di Salvo -
Nel frattempo i ragazzi continuano a godersi la festa e Carmine cerca con lo sguardo Mati senza trovarla
- Scusa Rosa devo andare un attimo a cercare una persona. -
Lei lo prende per un braccio
- Adesso basta Carmine aggi'a parla'! Mi hai preso per una cretina? Credi che non m'accorgo di niente? Da quando è tornata quella tu sei cambiato. Non te ne rendi nemmeno conto che la cerchi in continuazione? Che se c'è lei in una stanza non riesci a staccarle gli occhi di dosso? E se lei non c'è, la cerchi come se ti mancasse l'aria?-
- Scusa, non volevo prenderti per il culo...-
- E infatti non l'hai fatto! Sono io che ti stò lasciando! Mi è pure piaciuto farmi chiavare da un Di Salvo, ma adesso basta! Mi sono stufata!-
Si volta per andarsene asciugandosi di nascosto una lacrima.
Carmine torna nella sua cella
- Chiattì E' finita co Rosa.-

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Capitolo 13
*** XIII ***


XIII

Il giorno successivo il capitano convoca Rosa nell'ufficio della direttrice
- mi avete fatta chiamare?-
- Si Rosa, siediti ti dobbiamo parlare. -
- So che tra te e Mati non è mai corso buon sangue...-
Rosa fa una smorfia di disgusto
-... ma abbiamo bisogno comunque del tuo aiuto altrimenti un'innocente si farà 20 anni di galera. -
Rosa li guarda con aria interrogativa ma resta in silenzio, in attesa
- abbiamo forti sospetti che quella notte Mati sia stata drogata e che l'omicidio sia stato solo una messinscena per coprire qualcosa di più grosso ancora e farla finire qui. Dobbiamo scoprire cosa volevano insabbiare e perché. Puoi darci una mano ? Per piacere Rosa, pensa che è solo una ragazza come te e che rischia di farsi 20 anni in galera senza aver fatto niente.-
Rosa alza la testa e li guarda negli occhi, poi con voce dura
- Sono in debito con lei, e i Ricci pagano sempre i loro debiti. Appena so qualcosa vi dico.-
Il giorno dei colloqui Rosa incontra il padre
- Ciao piccolè come stai? Perché volevi vedermi con tanta fretta? -
- Papà c'è una ragazza qui, è 'na chiattilla, nà stronza di Roma, però mi ha salvato la vita rischiando la sua. Sono in debito con lei e me l'hai insegnato tu che i debiti si devono pagare. -
- Sempre! Che ti serve?-
- Cos'è successo al Qube la notte dell'omicidio? Lo sai tu chi ha sparato a quel ragazzo?
- Ascolta piccirì, quella è zona dei Di Salvo. Lo sai che non ce posso entrà. Però gira voce che sia stata messa in mezzo la ragazza per coprire dei pezzi grossi di Roma. C'è un giro internazionale di droga, è collegato alla candidatura di Roma alle Olimpiadi. Ci sono invischiati dei politici e la famiglia Di Salvo ha dovuto coprire la cosa. E' stato semplice, l'hanno drogata, poi uno di loro ha sparato e le hanno messo in mano la pistola e una decina di ragazzi hanno testimoniato contro di lei. -
Stanza della direttrice, entra Rosa
- Ogni promessa è debito: mio padre ha confermato che non è stata lei a sparare ma qualcuno dei Di Salvo e poi hanno fatto testimoniare dei ragazzi per incastrarla, ma di più noi non possiamo fare, quella è zona in mano ai Di Salvo.
- A questo punto ci resta un’ultima possibilità: dobbiamo convincere i Di Salvo a parlare! Gennà vai a chiamare a Carmine-
- Capitano, mi voleva vedere?-
- Si Carmine assittati. Ti posso chiedere un piacere? -
- Certo lo sa.-
- Sappiamo che adesso tu e Rosa state assieme e che con Mati non è finita bene, però Ca, pensiamo che quella ragazza sia davvero innocente, non abbia ucciso nessuno e rischia invece una condanna per omicidio, anche se adesso la odi…-
- Comandà, non è aggiornato. Io e Rosa ci siamo lasciati, anzi lei ha lasciato me, per la precisione. E io a Mati non la odio affatto, io... la amo e l'amerò sempre purtroppo.-
- Allora ascolta, dovresti chiedere un piacere a tua madre. I Di Salvo adesso controllano il Qube e tutta quella zona, sicuramente donna Wanda sa come sono andate le cose.-
- Comandà, 'o sa cosa mi sta chiedendo di fare?
- Si Carmine so che ti sto chiedendo moltissimo, ma non abbiamo altra scelta. Ascolta tu hai una condanna a 20 anni perché hai ucciso una persona, seppure per difenderne un'altra, lei dovrebbe scontare la stessa pena senza aver commesso alcun reato? Questa sarebbe un'ingiustizia ancora più grande di quelle che ho già dovuto sopportare. Io ho sempre cercato di insegnarvi che la vita è la cosa più preziosa che abbiamo, e che la giustizia alla fine è il lato migliore da cui stare. -
- Comanda', io non lo faccio per te, con tutto il rispetto, ma per Mati si. Sabato ho un permesso, vedrò di passare a salutare la cara mamma.-
A casa di Carmine, lui e Wanda si stanno bevendo un caffè seduti al tavolo della cucina
- Carmine quanto sono felice di vederti, mi sei mancato assai. -
- Mamma non sono qui per vedere te. Ho bisogno che tu faccia una cosa per me. Mi devi dire che è successo in discoteca la notte che hanno acciso a quello uajione, tu lo sai vero? -
Wanda smette di sorridere
- Carmine non t'impicciare di quella storia, dai retta a me. Ci sono di mezzo i pezzi grossi, quelli di Roma.-
- Ma io devo sapere, c'è di mezzo anche Mati e io la amo. Mamma è l'unica cosa che mi fa stare bene, io la devo salvare. -
- No! Mi dispiace io non posso fare niente per aiutarti. -
- Una cosa dovevi fare per me una cosa sola ti ho chiesto... ma che madre sii? -
- Carmine, ascolta, non mi puoi chiedere di denunciare Ezio, non posso scegliere tra i miei due figli. -
- Ezio? Quindi è stato lui a sparare? -
Carmine la guarda per l'ultima volta, poi si alza senza parlare e esce di casa.
Nell’ufficio della direttrice è in corso una riunione, ci sono Massimo, Paola, Carmine e Mati
- Non c'è niente da fare, mia madre non denuncerà mai mio fratello e ormai non abbiamo più tempo, il processo è domani. -
Mati si alza in piedi improvvisamente con i pugni chiusi e le guance rosse di rabbia
- Lo so io che cosa farò! Domani al processo racconterò tutta la verità, gli dirò che mi hanno drogata, gli dirò che sono stata messa in mezzo per nascondere un giro più ampio di doping internazionale, gli dirò tutto quello che so. -
- Mati, purtroppo i giudici se anche ti credessero non potrebbero fare niente senza le prove, anzi uscita dall'aula del tribunale saresti un bersaglio facile. -
- Qui non si parla più della piccola camorra napoletana, qui c'è di mezzo anche la politica. Il collegamento è molto chiaro: se scoppiasse uno scandalo di queste proporzioni, coinvolgerebbe sicuramente anche i vertici del Coni e metterebbe a rischio la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2028, c'è troppo in ballo, per lasciare che una ragazzina rischi di rovinare tutto. -
- Mati non fare l’eroina! L'unica cosa sensata adesso è che tu al processo dica che non ti ricordi assolutamente niente che la memoria non ti è più tornata, così tornerai all'ipm e magari tra qualche anno ti concederanno la messa in prova.-
- No Paola, mi dispiace, ma io ricordo molto bene quello che è successo adesso, e poi piuttosto che vivere in galera da innocente, preferisco morire per la verità. -
- Cosa dici, ti è tornata la memoria? -
- Si, dopo l'incidente, mentre ero in ospedale. Prima erano solo sogni confusi, ma adesso ricordo tutto e so di essere innocente. -
Il giorno del processo Mati entra in aula con un tailleur nero e i capelli raccolti, Carmine è in prima fila e Massimo e Paola gli sono seduti vicini. Lei si volta e li guarda con aria sicura, Massimo le fa un cenno di assenso e sostegno, mentre Carmine scuote in un ultimo tentativo di fermarla
- Io mi chiamo Matilde Ferri e sono qui per raccontarvi la verità su quanto accaduto quella notte al Qube…-
La porta si spalanca improvvisamente ed entra Wanda Di Salvo trattenuta a stento da una guardia
- Signor giudice devo parlarle. -
- Signora, non sia mai che quando una Di Salvo decide di parlare io non sia pronto ad ascoltarla. -
- Sono stata io ad uccidere quel ragazzo al Qube. I ragazzi che hanno testimoniato il contrario l'hanno fatto per difendermi, ma adesso sono pronti a dire la verità. -
Poi tira fuori una pistola e la poggia di fronte al giudice
- e questa è l'arma con cui ho sparato, potete verificare. -
Un poliziotto rapidamente prende la pistola e un altro la ammanetta. Mentre la portano via, guarda il figlio teneramente
- questo te lo dovevo per tutto quello che ti ho fatto. Sii felice! -
E lo bacia mentre la trascinano via

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Capitolo 14
*** XIV ***


XIV
Snella sala comune Mati si avvicina a Carmine
- Ca' domani esco. Domani a quest'ora sarò a casa mia a Roma. -
- E che farai Mati? Dimmelo che pensi di fare? - gli risponde lui con rabbia
- Ritroverò i miei libri, mi ci butterò sopra e non farò nient'altro. Almeno quelli non mi hanno mai fatto male, e poi magari mi laureerò e un giorno mi troverò un lavoro, magari entrerò in banca. -
- In banca Mati, sul serio? Ma che stai dicendo? Ma tu avevi dei sogni, anzi li avevamo insieme. Che fine ha fatto la casetta con la finestra da cui si vede il mare? -
- Ca' i sogni a volte fanno male. Ti fanno credere che la vita è quella che sogni, invece la vita è quella che ci sta fuori di qui: studiare, laurearsi, trovarsi un buon lavoro, un marito e non pensare più alle stronzate. Studierò così tanto che non mi rimarrà nemmeno un pezzettino di cervello libero per pensare ad altro. -
- Brava proprio un bel progetto! -
- Ca', lo sai cos'è la cosa bella qua? E' che i sentimenti li senti tutti. Li senti forti come un pugno! Quando ami, potresti morì pe’ lui e quando odi potresti uccidere senza pensarci un attimo, però tutto questo fa male, fa male tanto, e il mondo mio invece è l'anestesia. Ca' il destino ci rimette sempre al posto nostro, tu puoi fare come ti pare, ma poi alla fine è isso che ti pija pe la collottola e ti rimette lì, proprio dove dovevi stare e tu non ce poi fa 'gnente...-
- Adesso ca' esci te sei imparata il napoletano (sorriso amaro)
- e no tesoro, e questo è romano! torno a casa mia! Te l'avevo detto che sarei tornata, mi dispiace Ca', non siamo fatti per stare insieme e se pure c'avevo creduto, adesso ho aperto gli occhi. Vivrò la mia vita e sarò talmente anestetizzata che non sentirò più niente, nessun dolore, nessun ricordo -
lo guarda con occhi fermi e duri, indietreggia ed esce dalla porta, Carmine resta fissare il vuoto.
E' il giorno della scarcerazione, Mati, scortata da Liz, attraversa il cortile, passa davanti ai ragazzi nel campo di calcio che stanno tutti incollati alla rete.
- Uè Matì statte buon! Io ce l'ho sempre detto che una uaijoncella bella come a ti non poteva essere colpevole -
Mati sorride amaramente a Pino poi si ferma un attimo davanti a Filippo
- Ciao Filì, pensaci tu all'amico tuo -
lui alza il mento in segno di assenso, ma non dice niente, per non rischiare di piangere.
Le ragazze la aspettano tutte vicino alla macchina che la porterà via, tutte tranne Rosa Ricci che è rimasta più distante in piedi, ma la fissa intensamente.
- Liz aspetta un altro momento, devo fare una cosa -
poggia la borsa e si avvicina con passo deciso a Rosa
- Ciao Ro, noi non ci siamo mai piaciute, ma una cosa in comune ce l'abbiamo. Ti prego stagli vicino... -
- Ma che ti sei missa in cap? Ti credi che mi accatto gli scarti tuoi? -
gira lo sguardo su Carmine che sta appoggiato al muro vicino al cancello e non stacca gli occhi da Mati. Lei arriva alla macchina e saluta le ragazze, abbracci, baci, qualche lacrimuccia, apre la portiera e sta per salire, Carmine la tira per un braccio. Lei si volta, si fissano
- Mati non è finita qua te lo giuro! Me l'hai insegnato tu che quando vuoi una cosa nella vita, se ci provi con tutte le tue forze puoi ottenerla... e io voglio te! -
Lei si volta senza dire niente e sale in macchina, la macchina parte.
Carmine si accascia inginocchio e piange, Rosa gli si avvicina, si accovaccia vicino a lui e lo abbraccia forte, lui mette la testa sulla sua spalla mentre lei gli accarezza i capelli dolcemente.

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Capitolo 15
*** XV ***


XV

20 anni dopo

E’ notte, buio completo, si vedono solo i numeri luminosi di un’orologio che segna le 6,30. La sveglia suona, una mano femminile la spegne.
Bagno, rumore di acqua che scroscia, una donna si sta facendo la doccia, si passa le mani nei capelli, ha una fede al dito. E' Mati, ormai donna, ma ancora molto bella.
Mati stà guidando veloce su una strada ad alta percorrenza, è l'alba.
Roma, piazza Barberini, circa le 8,30 della mattina.
La piazza è trafficata, Mati cammina veloce verso l'ingresso della banca, indossa un tailleur nero, scarpe tacco 12, filo di perle al collo e borsa Luis Vuitton, entra nella banca.
Il salone è affollato di clienti, la guardia le si avvicina
- Buongiorno direttò! -
- Buongiorno Biagio, fammi un piacere portami un caffè che c'ho un mal di testa tremendo. -
- agli ordini dottorè -
si porta la mano alla visiera e sorride. Mati cammina veloce
- ragazzi, tutti nel mio ufficio c'è la riunione -
Mati stà parlando con aria seria e tre colleghi, seduti di fronte alla sua scrivania, l'ascoltano con gli occhi bassi. Entra Biagio con il caffè.
- ragazzi, così non va la settimana scorsa siamo andati malissimo. Adesso dobbiamo recuperare -
Alle 9,30 le squilla il cellulare
- scusate, è mio marito. Comunque abbiamo finito, sapete quello che dovete fare, forza -
risponde al telefono, parla veloce quasi senza prendere fiato
- Ciao amore, non puoi capire com'è cominciata la mia giornata: mi ha chiamato l'area manager che ho fatto una relazione troppo positiva sul ragazzo nuovo e non va bene perché lo vogliono licenziare. Mentre ero al telefono pe’ sta cosa mi ha chiamato Francesca, quella dell'agenzia di piazza di Spagna dicendo che è successo un fatto gravissimo, che loro sono in 3 e il sostituto del direttore è scappato perché la madre sta male e si è portato via le chiavi e pure i segreti, quindi ora devo andare giù e portargli i doppi, nel frattempo mi ha chiamato pure il cassiere che ci sono 1223 euro di differenza di cassa e non sa 'ndo stanno... e sono solo le 9,30 della mattina, non so se arriverò a stasera. Un bacio amore devo scappare.-
Attacca

Napoli ore 10 circa, la giornata è piena di sole. Carmine con una felpa blu, jeans chiari e Adidas bianche basse un po' sdrucite, è appoggiato alla porta di un negozio e si gode il sole.
Esce una signora anziana, grassa, con i capelli biondi appena fatti, tutta ingioiellata
- Carminiè, tu sei il migliore di Napoli e pure il più caruccio -
lui ride
- grazie signò so contento che si è trovata bene -
- certo caro ti manderò pure delle mie amiche a farsi i capelli, a presto. -
- arrivederci signò -
Tira fuori il cellulare e chiama.

Milano, Filippo e Nadia sono seduti al tavolo e stanno facendo colazione, squilla il cellulare di Filippo
- Uoè è a Carmine, rispondi dai sbrigati -
- Carmine! -
- A Chiattì bello come stai? Senti, stavo a pensa', è tanto che non ci vediamo perché non scendete giù tu e Nad questo fine settimana? Ce ne andiamo a o mare e magari pijamo pure a barca che dici? -
Nad ad alta voce
- dai Filì andiamo a Napoli mi manca troppo o mare daiii daiii! -
saltellando per la stanza
- Certo Ca' ci vediamo domani allora. -

Ore 15,30 Mati esce dal suo ufficio con la borsa, la sala ora è vuota, ci sono solo dei colleghi alle scrivanie.
- Direttò che fa, se ne va? Ora che ci stavamo divertendo? - Mati sorride
- Oggi è venerdì finalmente. Non voglio sentire più nessuno, me ne vado a casa. -
Mati infila la chiave nella serratura e apre.
- Ragazzi sono arrivata, dove siete? Non c'è nessuno?-
Due ragazzine corrono alla porta
- ciao mamma -
- ciao mamma -
- Ciao ragazze, tutto bene? Ele, hai fatto i compiti?-
- Mamma! Ma oggi è venerdì sono uscita con le mie amiche.-
- Ele! Che ti dico sempre io? Prima il dovere...-
-...poi il piacere, si lo so. Quanto sei pesante! -
- e poi chi ti ha dato il permesso di uscire? -
- Papà mi ha detto che potevo...-
- Ecco non c'avevo dubbi - sorride - dovè stà vostro padre? -
- è in salotto -
Un uomo è seduto sul divano, di spalle, si vedono solo le scarpe Adidas sul tavolino.
- Uajiò metti subito giù le scarpe dal tavolino -
Carmine si alza e allarga le braccia, sorridendo
- Amò però è vero che sii pesante! - la abbraccia in vita e la bacia sul collo, dietro di loro una finestra con una grande vetrata, si vede il mare di Napoli.
Carmine entra in cucina e addenta una mela, si siede sul tavolo, guardando Mati che sta lavando pomodori.
- oh domani vengono Filippo e Nad, magari ce ne possiamo andare un po' in barca -
lei si volta sorridendo
- dai sono felice di vederli non dobbiamo far passare così tanto tempo - poi pensierosa - potrei provare a fare la pasta 'mbuttunata -
- No mamma, ti prego che non la sai proprio fare.-
Carmine sogghigna, Mati si volta e lo guarda fintamente seria - che c'hai da ridere tu?-
- No Amò è che magari potresti fa' a carbonara che chilla ti viene mejo -
ridono, si vede una finestra sopra il lavello e il mare fuori.

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