DIGIMON: Rebirth Project

di stardust94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L’inizio non è mai la fine ***
Capitolo 2: *** It’s Justice time! ***
Capitolo 3: *** X-Force la grande digevoluzione di Veemon! ***



Capitolo 1
*** L’inizio non è mai la fine ***


DIGIMON: Rebirth Project


Chapter 1
L’inizio non è mai la fine


Anno 2020 la società è completamente cambiata in seguito alla scoperta dell'esistenza di un altro mondo: Digiworld.
Grazie al CEO della società di comunicazioni CyberneticGhost, tutt’ora i danni causati dalle creature digitali note come Digimon, sono stati ridotti e controllati, garantendo alla popolazione globale sicurezza e stabilità. Digiworld è ora un patrimonio di dominio esclusivo della CyberneticGhost e qualsiasi contatto non autorizzato con le forme note come Digimon, viene severamente vietato dal governo che li ritiene una possibile minaccia In un mondo grigio e che sembra essere stato privato della luce della speranza e di quei candidi sogni infantili, mi chiedo se abbiamo ancora la reale possibilità di cambiare le cose. Questo mondo e Digiworld, gli esseri umani e i Digimon…siamo davvero due esistenze che devono restare separate? Questo, quello che continua a ronzare prepotentemente nella mia testa e mentre ci rifletto, non trovo una soluzione. Ma forse, quei ragazzi ne troveranno una, almeno questo è quello che spero.
Io chi sono? È ancora presto per conoscere il mio nome e in realtà non credo che ce ne sia bisogno. Quindi, ora inizierò questo racconto di avventura, amicizia e perché no? Anche amore.

 



Quel giorno stava andando a scuola per recuperare alcune cose che aveva dimenticato per la troppa fretta. Il cielo era grigio e cupo, presagiva un temporale imminente. La giovane tredicenne si fermò guardando verso la G-Tower che troneggiava dal alto della città. Sorrise rassicurata da quella presenza che infondeva sicurezza a tutti contro i recenti attacchi di quei mostri…

Improvvisamente, il suo telefono cadde dalla borsa aperta. La ragazza si chinò per raccoglierlo e quando si rimise dritta, nel suo campo visivo, vide una figura.
Per lo spavento sussultò lasciandosi scappare un cinguettio di terrore quando si rese conto che la figura in questione, non era una soltanto, ma una moltitudine di figure dagli occhi rossi che la fissavano dal altra parte della strada, chiamandola.

“ Devo…devo scappare! “

Pensò la ragazza iniziando a correre a perdifiato lungo la strada. Sapeva che quei mostri non avevano pietà, quando uno di loro ti puntava dovevi correre, correre e fuggire cercando un rifugio.

Con il cuore che le martellava nel petto, continuava a correre disperata. Piccole lacrime le si erano formate agli angoli degli occhi e in poco tempo, le stavano rigando le guance pallide dallo spavento.

 - Vieni da noi…Con te, si con te possiamo digevolvere! Vieni da noi, forza dacci la forza umana!-
- BASTA! Lasciatemi in pace! Non ne voglio sapere niente! -

Gridò a perdifiato la ragazza tappandosi le orecchie, ma finì con l’inciampare cadendo con un tonfo a terra. Strinse i pugni mentre sentiva avvicinarsi le sagome di quei mostri. Sempre più vicini, cercavano di catturarla per farne una loro schiava o forse addirittura ucciderla.

“ Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?”
Pensò la ragazza, quando, uno di loro le afferrò la gamba con un artiglio, stringendola e facendole sfuggire un urlo.

- Darkness Hand! –


Un ombra, saltò davanti alla ragazza e con i suoi artigli lacerò la figura oscura che scomparve in un nugolo di particelle digitali. Fece così scomparire il Digimon che aveva tentato di afferrare la ragazza. Il responsabile di quell’attacco, era un Digimon bipede simile a un lupo con una pelliccia di colore viola chiaro con una faccia e uno stomaco bianchi, i suoi occhi che osservavano seri e quasi taglienti la ragazza, erano color ambra con pupille a forma di diamante. Il Digimon indossava una sorta di pantaloni di pelle bianca con varie fibbie per cinture sulle gambe e due catene che penzolano dalla cintura nera su entrambi i lati, così come una cintura nera con fibbia argento sul bicipite sinistro. Il vento freddo muoveva sinuosamente la sciarpa nera, che svolazzava dietro di sé, strinse le mani fasciate da guanti neri con gli artigli che sporgevano e sembravano scintillare alla luce delle stelle.
 

(DIGIMON ANALYZER)
Strabimon
Livello: Rookie
Tipo: Beast
Attributo: Variable
Attacchi: Licht Nagel, Litch Bei
(ANALYSIS COMPLETED)


L’essere si voltò verso Tomoe che ansimava per l’affanno dovuto alla corsa. La ragazza, si impose di calmarsi e deglutì per bloccare l’affanno guardando dritta negli occhi ambrati di Strabimon.
Era stato uno di loro a salvarla…Non un umano ma un Digimon. Da quel giorno, Tomoe rimise in discussione tutto ciò che aveva sempre pensato dei Digimon.


“ Forse…Forse lui un cuore ce l’ha”

 



Sfrecciava tra le vie della città sul suo fedele cyberbord. Era in ritardo e quando era in ritardo, Shun si arrabbiava sempre. Non era bastato mettere la sveglia o meglio le sveglie, il ritardatario in questione, ne aveva la bellezza di quattro sul comodino nella vana speranza di svegliarsi in orario, ogni volta finiva per passare la notte a giocare e si dimenticava puntualmente le riunioni.

- Merda, merda, merdissima merda! –

Urlò il ragazzo saltando da un muretto e ruzzolando poi contro il cancello della scuola. Ma non aveva certo il tempo per soffrire a causa della caduta, si rialzò e tenendo in mano il suo cyberboard corse dentro l’edificio. Aveva i capelli biondi dalle ciocche blu appiccicati dietro il collo, era abituato a metterci un bel po di gel per farli restare in ordine. Ma naturalmente, il ragazzo non ne aveva avuto il tempo. Corse a perdifiato su per la scala e quasi inciampò in alcune studentesse. Si voltò a guardarle continuando a correre.

- Scusatemi bellezze! Vado un po’ di fretta adesso, ma più tardi possiamo uscire insieme! –
Urlò loro, saltando con un balzo il carrello del bidello che gli gridò ovviamente di non correre.
- Scusi! È che vado un po’ di fretta signore! –
Rispose il ragazzo svoltando per il corridoio e continuando a correre, fino a raggiungere la sua meta scontrandosi purtroppo con una ragazza.

- Soul! Stai più attento. Mi hai fatto male zucca vuota! –
La ragazza in questione, era una giovane dai lunghi e ordinati capelli nero-blu, era caduta sul sedere e lo stava guardando, come se volesse incenerirlo da un momento al altro. Il ragazzo, ridacchiò e le porse la mano aiutandola ad alzarsi.
- Dai quanto la fai lunga! Almeno sono arrivato no? – domandò lui sospirando.

Era coetaneo di Tomoe la ragazza che aveva quasi investito e naturalmente, di Shun anche se a prima vista, sembrava uno di quei teppisti degli anime Giapponesi, visto che indossava una uniforma da motociclista bianca e azzurra, aveva un casco sotto mano e l’aria di chi aveva sempre la propensione ad attaccar briga e il suo scarso interesse verso le regole e le lezioni sembrava dimostrarlo.

. Mettiamola così…Ti potevi svegliare molto prima. Resterai dopo le lezioni, in punizione – decretò la ragazza incrociando le braccia sotto il seno.

Tomoe Shirabuki per gli amici stretti Tomoe per gli studenti che venivano puniti semplicemente Presidentessa, era una delle migliori studentesse della scuola. Dietro i suoi occhi freddi e algidi, si nascondeva un autentico genio. Era la rispettabile presidentessa del consiglio studentesco, inoltre era una acclamata figlia d’arte. Sua madre era una famosa pianista di successo originaria dell’Inghilterra. Tomoe però era cresciuta in Giappone dal età di tre anni, quando il padre archeologo era stato mandato in Giappone per alcuni scavi.

- Ma e Strabimon? Non lo vedo da nessuna parte –
Disse il ragazzo, mettendo la mano come se stesse facendo il saluto militare e cercando con lo sguardo qualcuno. La fanciulla sospirò e si voltò facendo ondeggiare leggermente i capelli.

- Vogliamo andare? Gli altri ci stanno aspettando e ti ricordo… -
. Che sono in “tremendo” e “inqualificabile” ritardo. Lo so, lo so – scherzò Soul ridendo.
La ragazza gli tirò una manata sulla spalla e con uno sbuffo, entrò nella stanza lasciandolo fuori, nonostante le proteste del ragazzo che si stava agitando seccato.

Ascoltando una musica allegra nelle cuffie, teneva il ritmo con la testa mentre digitava sulla tastiera del suo portatile.

Shun Mikazuki era un ragazzo di circa diciassette anni, era abbastanza alto da sbattere la testa contro il lampadario nella stanza, così per risolvere lo aveva alzato. Arricciò sul dito una ciocca dei suoi capelli argentei e pensieroso mordicchiò la matita che teneva i mano e che ogni tanto usava per scrivere dati e statistiche sul blocco alla sua destra. Improvvisamente, la porta a soffietto della sua classe si aprì e un essere molto simile a un mini-drago rosso con la pancia bianca e dettagli neri, emerse con in mano uno scatolone.


 

 

(DIGIMON ANALYZER)
Guilmon
Livello: Rookie
Tipo: Dragon
Attributo: Virus
Attacchi: Pyro Sphere
(ANALYSIS COMPLETED)


- Dove devo metterlo Shun? – domandò la creatura
Il ragazzo sorrise e indicò dove mettere lo scatolone che fu riposto quasi immediatamente dal compare. Quest’ultimo si avvicinò osservandolo con i suoi occhi gialli e apparentemente innocenti.

- Lo sai Guilmon, il tuo nome deriva da colpevole e mostro ma è stato tradotto come mostro-innocente, buffo vero? – disse il ragazzo lasciando sfuggire una risatina.
- Ehi! Ma non sono un mostro io. Sono un Digimon! –
Rispose a quel punto Guilmon ridendo a sua volta. Shun annuì un po distratto per poi posare la mano sul capo del digimon accarezzandolo affettuosamente.

- A me basta che non ti metti a fare le fusa, contrasta con la tua apparenza simil-minacciosa – aggiunse.

Ovviamente stava scherzando e Guilmon l’aveva capito perché afferrò uno dei panini disposti sul tavolo divorandolo in un sol boccone, decisamente soddisfatto.

- Anche Shun può essere un Digimon se vuole. Uno Shumon! –

Rispose la creatura digitale sollevando le braccia tutto contento. Sembrava un bambino entusiasta e questo insieme alla sua bontà contribuivano a renderlo simpatico agli occhi di Shun. Ancora ricordava con nostalgia quando si erano incontrati.

Era un giorno esattamente come tutti gli altri, solo che pioveva. Camminava per la strada sotto una pioggia scrosciante con il cappuccio della felpa tirato a coprire la testa e le cuffie rosse con i bordi neri, ultimo regalo di sua madre. Aveva il viso chinato e tirava su con il naso, non era stata la migliore delle sue giornate e sicuramente le cose sarebbero peggiorate una volta tornato a casa dal patrigno. Odiava quella sensazione alla bocca dello stomaco, odiava l’opprimente sguardo del uomo che sembrava solo ricordargli quanto fosse un fallimento. Odiava tutto di quella casa perfetta tanto da sembrare finta. Il sorriso insistente della madre, la freddezza del fratello acquisito e del patrigno, instauratisi nella sua vita tranquilla, impadronitisi a forza dei suoi desideri e sogni, distruggendoli e rimpiazzandoli con una scuola lontana dai suoi amici e il rigore di regole e imposizioni che gli toglievano il fiato.

Shun si fermò. Voleva solo una cosa, solo una…Scomparire come se non fosse mai esistito e rincontrare suo padre da qualche parte nei meandri della sua memoria e del suo cuore, ormai in frantumi dopo la morte del uomo e il loro trasferimento. Si affacciò al ponte e guardò la città dove viveva.
Tokyo era in forte espansione tecnologica, tanto che si potevano notare il doppio degli edifici e naturalmente la G-Tower in lontananza con il logo della CyberneticGhost in bella vista. L’altissima torre sembrava troneggiare sulla città con un nonché di potente e imponente, come se da lassù i dirigenti della società osservassero la gente dal alto decidendo delle loro sorti e dei loro destini, giocando a “fare dio” come diceva spesso suo padre quando era in vita.
La musica nelle cuffie del ragazzino si fermò di colpo, segno che la canzone come il tempo a lui concesso fuori da quella casa, erano terminati.

Fino d allora non se ne era accorto, sopito in tutti quei pensieri e isolato dal resto del mondo, non aveva udito quel suono, quel incessante bip, bip che lo stava come chiamando da un vincolo. Si voltò lentamente appoggiando lo zaino e a passi incerti entrò nel vicolo. Il rumore si fece più assordante fino a spegnersi del tutto quando il ragazzino, raggiunse il tombino e quello che ne era uscito che hai suoi occhi sembrava…Un uovo bianco a strisce rosse.

Come poteva un uovo trovarsi in un vicolo? Ma soprattutto chi l’aveva messo lì? No era impossibile che qualcuno l’avesse messo apposta per lui.

Il ragazzino si guardò attorno qualche secondo nella speranza di trovare il proprietario di quello strano oggetto, ma ciò che vide furono solo persone intente a camminare avanti. I loro occhi erano spenti e vacui come se avessero letteralmente perso la loro capacità di sognare.

Shun, allungò la mano e sfiorò la superficie dell’uovo, era caldo e terribilmente reale il che escludeva quasi a priori che quello, fosse un sogno. L’uovo reagì emettendo un bagliore rosso che fece scappare al ragazzino un grido di paura e gli fece perdere l’equilibrio cadendo sul sedere.
Quando la luce si diradò accanto all’uovo, Shun vide un oggetto che prima non era sicuramente stato lì. Lo prese esitando solo qualche secondo prima di osservarlo.

Aveva l’aspetto di un bracciale o uno di quegli orologi che facevano anche da telefono. Un pannello era posto sulla parte superiore, aveva uno schermo LCD e sembrava molto costoso. Due pulsanti erano posto sul lato destro del cinturino piuttosto spesso. I colori prevalenti erano il nero dei decori simili a tribali e il rosso predominante.
Il ragazzino era chiaramente indeciso se indossarlo o meno, ma alla fine qualcosa in lui fu più forte del dubbio e della paura e lo convinse a indossare lo strano bracciale.
Sullo schermo di esso apparve una serie di strani codici e un bagliore rosso costrinse il ragazzino a chiudere gli occhi.

- Sh…Sh…Shun apri gli occhi! –

Una vocina dolce e innocente lo stava chiamando e quando il ragazzino aprì gli occhi, lanciò un grido di stupore nel vedere che l’uovo si era rotto e qualcosa, era uscito da esso. L’esserino di forma tondeggiante e di colore prevalentemente rosso, si era messo a quattro zampe e osservava il ragazzino, presentava due occhietti vispi di colore giallo, una coda da rettile che stava muovendo, proprio come se scodinzolasse e aveva delle buffe orecchie che ricordavano molto le ali di un pipistrello. Inoltre sotto gli occhi aveva due triangolini neri.

- Shun perché mi guardi così? Ti fa male da qualche parte? – domandò l’esserino.
- N-no! Ma tu chi sei e come conosci il mio nome? –
Chiese allora il piccolo umano confuso davanti al fatto che uno strano essere, stava parlando con lui, come se lo conoscesse da un sacco di tempo.
- Ma come! Io sono Gigimon e sono il tuo Digimon, noi siamo amici, te ne sei dimenticato? –
- DI-DIGIMON?! –



I pensieri di Shun si interruppero quando sentì bussare alla porta. Si girò e sorrise quando vide due figure una delle quali fece irruzione nella classe sbraitando a più non posso. Si trattava di Sosuke detto Soul e di Tomoe due suoi compagni di classe e amici. Guilmon era abituato al via vai e quando qualcuno entrava solitamente se ne stava nascosto fino a quando quest’ultimo non lasciava la classe ma visto che i due ragazzi erano a conoscenza dell'esistenza dei Digimon, avendone uno pure loro, il drago digitale poté uscire tranquillamente allo scoperto.


- Buongiorno Guilmon. Ti ho portato dei dolci deliziosi dalla pasticceria. –

Esordì subito Tomoe porgendo un sacchetto al Digimon che curioso come solo una bambino poteva essere, aprì immediatamente il sacchetto per poi mettersi a mangiare di gusto il pasto offertogli dalla ragazza.

- Non c’è Strabimon? È successo qualcosa?- domandò a quel punto Shun un po’ preoccupato.

Tomoe si limitò a scuotere leggermente la testa osservando i trofei nel armadietto che dava verso la finestra. Per lo più erano trofei di programmazione e sviluppo di software che il ragazzo aveva vinto a vari concorsi. Non era un caso infatti se il gruppetto aveva scelto come proprio luogo d’incontro l’aula d’informatica. Shun era famoso come programmatore e il fatto che avesse vinto anche dei premi non era solo un testimoniare la sua bravura. I professori gli avevano concesso il privilegio di poter usare a sua discrezione l’aula informatica, ovviamente il ragazzo non se l’era fatto ripetere due volte e aveva subito proposto agli amici quel luogo come posto per incontrarsi dopo le lezioni.

- Vee mostrati! –
Soul puntò il quadrante del digivice e da esso, scaturì una nebbiolina azzurra che si compattò in una sfera del medesimo colore prima di prendere la forma di una buffa creatura.



 

(DIGIMON ANALYZER)
Veemon
Livello: Rookie
Tipo: Dragon
Attributo: Vaccine
Attacchi: Vee Head Butt
(ANALYSIS COMPLETED)


Veemon questo il nome del Digimon, era una creatura simile a una lucertola di forma umanoide per la maggior parte la sua pelle era celeste, con ventre e muso bianchi. La testa di Veemon era abbastanza grossa con due appendici coniche che si sviluppavano dal retro della testa stessa, proprio come se fossero orecchie. Un piccolo corno spuntava dove ci sarebbe dovuto essere il naso del Digimon. Scodinzolò con la lunga coda e fece il pollice sollevato con le grandi mani a cinque dita dotate di piccoli artigli bianchi. Aveva un simbolo giallo a forma di V presente tra i suoi due occhi di colore rosso scuro che osservavano curiosi Guilmon mangiarsi i dolci offerti da Tomoe. Ai lati degli occhi presentava inoltre due strisce gialle.
- Vuoi assaggiare qualche dolce? Sono davvero molto buoni. Avanti non fare complimenti – disse Guilmon sorridendo
- Grazie amico! Ne avevo una voglia pazzesca! –
rispose il compagno azzurro andando subito a sedere accanto al amico divorando alcuni dolci in un sol boccone riempiendosi le guance neanche fosse uno scoiattolo goloso.
- allora avete preparato tutto? Il pranzo al sacco? E non dimenticatevi di prendere appunti –

Il tono della voce di Tomoe era molto severo. Ma dopotutto lei doveva far si che tutto a scuola andasse sempre nel migliore dei modi e che gli studenti rispettassero le regole. Soul dal canto suo si esibì nella sua migliore espressione annoiata e si lasciò sfuggire un sospiro tirato per poi afferrare una delle sedie sedendosi a gambe aperte con le mani e la testa appoggiate allo schienale. Tomoe era sul punto di ribeccare a quel suo atteggiamento, quando Shun decise di intervenire per evitare un ennesima discussione tra i due.

- È la prima volta che andiamo in gita scolastica al parco di Hikarigaoka. Sarà bello tornare nel quartiere dove siamo cresciuti – disse l’argento con un sorriso
- Già! E mio zio mi ha pure promesso di farmi avere il miglior pranzo al sacco di sempre! –

rispose Soul sorridendo a sua volta sebbene quel sorriso pareva più un ghigno. Il ragazzo non stava più nella pelle per l’imminente gita scolastica, dal canto suo le lezioni erano sempre molto noiose e una giornata all'aria aperta non poteva che essere gradita. Guilmon e Veemon sentendo il tono entusiasta dei ragazzi sembrarono un po’ contrariati.

- Noi non possiamo venire con voi?- domandò un innocente e ingenuo Guilmon al suo partner umano.
- Se promettete di nascondervi e uscire solo quando ve lo diciamo noi credo che non ci siano problemi – disse il ragazzo
- Yuppie! Yuppie vado in gita con Shun! Ah…ma cos’è una gita? –
La domanda innocente del dino-digitale fece involontariamente scappare una risata a Soul e un sorriso lieve a Shun che gli accarezzò comprensivo la testa.
- Le gite sono un intrattenimento formativo. Ci si reca in un luogo dove si imparano cose nuove – spiegò Tomoe parecchio esaustiva
- Non ascoltare la Presidentessa della Noia! Le gite sono momenti di svago concessi a noi poveri studenti da quei tiranni dei professori! – disse Soul in tono parecchio teatrale cosa che fece incrociare le braccia a Tomoe parecchio irritata.
- Lo sono solo per te! Le gite sono momenti formativi – replicò la ragazza seccata
- Ma formativi un cavolo! Sono momenti divertenti! – la ribeccò a sua volta Soul.
Shun non poteva fare altro se non osservare i due continuare a discutere su chi avesse ragione in merito al significato di “gita scolastica “.

Da tutt’altra parte sulla superficie del laghetto del parco di Hikarigaoka si stavano formando alcune scintille e tra le acque cristalline abitate per lo più da carpe Koi, si stava manifestando una gigantesca ombra.

 



Angolo della digi-taverna

Ehi salve! Brava gente che mi seguite oggi sono qui per presentare una nuova storia. In realtà si tratta di una versione aggiornata e modificata di un mio precedente progetto. Questa storia sarà parecchio lunga e spero di non bloccarmi cosa che purtroppo non posso garantire. Ma per ora ci si prova. La trama comincerà presto a decollare ma prima di lasciarvi voglio dire che questa storia è stata pensata come un anime quindi avrà una serie di cose tipiche degli anime quindi avrà una struttura a episodi e anche un logo della “serie” che è stato fatto da me. Mentre i PV dei personaggi umani non i Digimon che avete visto in questo capitolo non mi appartengono. Vediamo se riuscite a indovinare da che anime vengono.


Detto questo vi lascio l’anticipazione per il prossimo episodio.

I nostri eroi arrivano ad Hikarigaoka per la loro gita scolastica in compagnia dei loro Digimon. Ma un nuovo pericolo è dietro l’angolo. Ce la faranno a sconfiggere il nemico?
Prossimo episodio: it’s Justice time!

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Capitolo 2
*** It’s Justice time! ***



Capitolo 2
It’s Justice time!

La zona del parco di Hikarigaoka era caratterizzata da una ambientazione molto tranquilla. Poco distante vi era un laghetto con delle carpe Koi e un piccolo molo.
Tomoe, Soul e Shun erano appena scesi dall’autobus quando una palla per poco non colpì la ragazza dai capelli blu-neri in pieno volto. Ma per fortuna qualcun altro intercettò con un forte calcio la palla salvando Tomoe al ultimo secondo. La salvatrice in questione, era una ragazza della sua stessa età.
- Va tutto bene? – domandò a Tomoe
Lei annuì timidamente tirando un sospiro di sollievo aggiustandosi i capelli con una mano prima di osservare l’altra ragazza. Aveva i capelli verdi legati in una coda di cavallo sbarazzina ma quello che saltava immediatamente al occhio osservandola, era che la ragazza indossava una uniforme da calcio verde chiaro con dei pantaloncini bianchi e scarpe nere da ginnastica.
- Si ti ringrazio. Sei stata molto agile e veloce – rispose Tomoe con un piccolo sorriso
- Grazie! Ma non è nulla di speciale. Devo tenere alto il nome della mia scuola – rispose ridendo la verde
- Io mi chiamo Tomoe. Tu invece sei cara? – chiese la blù con un tono calmo ed educato
- Vivian ma puoi chiamarmi solo Vivi. Lo fanno tutti e non mi dispiace – disse Vivian
- Molto bene. Hai la mia infinita gratitudine Vivian –
Il modo in cui l’aveva detto, convinse immediatamente Vivian che quella ragazza, era una specie di principessa di altri tempi. Sicuramente una persona che avrebbe fatto fatica a farsi piacere. Ma nonostante questo mise su il suo sorriso migliore cercando di essere il più convincente possibile. Finalmente sentì il suo nome urlato da un'altra persona, una ragazza dagli sbarazzini capelli rossi piuttosto corti e trattenuti dietro la nuca con un piccolo codino.
- I professori hanno detto di non allontanarsi troppo! – disse la rossa
- Lo so Makoto ora arrivo. Stavo facendo una cosa –
- Mostravi a tutti le tue doti da “principe” della scuola? –
scherzò la ragazza che si chiama Makoto, almeno da quello che aveva sentito Tomoe. Rispetto a Vivian lei era molto più semplice e anche mascolina da come aveva colpito la spalla della verde con un leggero pugno.
- Io sono Makoto! Voi siete della classe A? – domandò a Tomoe e Soul che si era avvicinato in quel momento.
- Proprio così! Io sono Soul lei è Tomoe e quello con i capelli d’argento e la faccia da angioletto è Shun – scherzò il ragazzo prorompendo in una risata allegra e chiassosa
- Angio…angioletto? – Shun al contrario sembrò piuttosto confuso e spaesato da quelle parole ma poi fece un sorriso gentile alle due sconosciute.
Improvvisamente i professori richiamarono l’ordine nelle loro classi e i ragazzi tornarono dai rispettivi compagni per cominciare la lezione.


Più tardi all'ora di pranzo, Shun si separò dal gruppetto che stava mangiando tranquilla i propri bento fatti in casa e si avvicinò al lago. Il suo digivice cominciò a emettere un bip costante come se avesse rivelato qualcosa ma quando il ragazzo provò a controllare l’effettiva provenienza, il segnale scomparve.
- Che strano…Guilmon? – sussurrò guardandosi intorno alla ricerca del compagno.
Normalmente i Digimon potevamo materializzarsi completamente ed essere visti dagli altri, solamente utilizzando la funzione del digivice ma questo ovviamente solo se si trattava di Digimon con un partner. Per quanto riguardava gli altri quelli che finivano di tanto in tanto nel loro mondo non si conosceva ancora l’effettiva capacità che dovevano possedere o il procedimento che usavano per materializzarsi.

- Ombre sopra i grattacieli guarda là… -
Soul si era messo in piedi su una roccia e stava cantando la sigla di un qualche anime che gli piaceva facendo ridere i suoi compagni di classe. Shun in quel momento finì per invidiare il carattere esuberante del amico. Riusciva sempre ad attirare l’attenzione e sebbene la maggior parte delle volte fosse più per ridere di lui anziché con lui, il ragazzo non se la prendeva mai.
- Shun va tutto bene? –
La voce di Guilmon lo fece tornare in se. Annuii osservando il Digimon che ora era simile a un ologramma. Shun pensò che forse era stato lui a emettere quel segnale sul digivice così senza attirare l’attenzione si allontanò insieme al suo compagno in una zona più tranquilla
- Guilmon Realize! – disse l’argenteo puntando il digivice verso il Digimon. Stavolta la sfera rossa colpito quest’ultimo lo fece materializzare all' ombra del albero.

 

- Questo posto sembra una foresta ma più piccola! Ehi Shun mi hai portato dei panini dolci? Si? –
Shun sorrise sedendosi a terra. Aprì la borsa e ne tirò fuori a sorpresa due bento fatti in casa. Il primo con la scatola bianca era per lui infatti abbondava di verdure. Mentre il secondo nella scatola rossa era per il suo partner
Guilmon sembrò molto felice perché si mise a saltellare sollevando il bento. Era davvero entusiasta e questo fece sorridere di cuore anche il suo partner umano
- Sono molto contento che ti piaccia. Ci ho messo più carne e ho portato anche i panini dolci. – disse sorridendo
- Grazie! È davvero buonissimo! Grazie Shun sei il mio migliore amico in assoluto! – rispose Guilmon mentre affondando la testa letteralmente nella scatola mangiava di gusto il contenuto sporcandosi il muso di salsa e rimasugli di carne che si leccò via soddisfatto

- Wow! Si sta proprio bene qui! – disse il biondo sdraiandosi sul letto erboso guardando l’orizzonte.
Le nuvole che passavano lente in un cielo azzurro che ogni tanto veniva disturbato da scariche di interferenze senza che Soul se ne accorgesse, era troppo annoiato e forse anche troppo pigro. Il leggero vento presente quel giorno di primavera, increspava leggermente le acque cristalline del lago poco distante nel quale era presente un molo sul quale alcuni ragazzi e ragazze stavano scattando delle foto.
Soul portò le mani dietro il collo e prese un profondo respiro assaporando la tranquillità di quel luogo che gli stava però mettendo un po’ sonno.

- Avete sentito della leggenda della sirena di Hikarigaoka? –

La voce di alcuni ragazzi fece drizzare l’orecchio del biondo che mettendosi seduto si rivolse allo studente che aveva appena parlato.
- Ehi che cos’è questa leggenda della sirena? – domandò il biondo curioso
- Ecco…l’hanno vista alcuni ragazzi più grandi. Dicono che qualcosa o qualcuno li abbia afferrati e trascinati in acqua. E in quel momento hanno visto una donna bellissima – esordì il ragazzo con sguardo sognante
- Dicono sia una vera sirena! E che a chi l’ha seguita nel profondo del lago sia stato dato un piacere incommensurabile! – aggiunse poi un altro studente

Soul stava già fantasticando su questa bellissima ragazza che lo prendeva per mano e lo portava con se per poi…al solo pensiero si mise a fare una risata che senza dubbio qualcuno avrebbe preso per qualcosa da maniaco soprattutto per il sorriso ebete che aveva in volto.

- Seriamente…è chiaramente una fake news. Dovreste concentrarvi sullo studio e non su queste leggende metropolitane senza fondamento. -

A interrompere i sogni di Soul sgretolandoli come fossero un castello di sabbia in spiaggia, ci pensò Tomoe che a braccia incrociate stava osservando il gruppetto con aria algida di chi si ritiene superiore a tutti quanti e soprattutto di chi ritiene gli altri meri stupidi.
- Ma gli studenti del terzo anno del artistico l’hanno vista presidentessa – disse balbettando uno dei ragazzi
- Hanno una prova? Una fotografia o un video? Senza una prova considerando che non sono fonti attendibili non si può assolutamente dire che l’abbiamo davvero vista – disse Tomoe
 - Solo perché tu non l’hai vista non significa che non esista! – replicò Soul piuttosto piccato dal commento
- Era semplicemente una visione di stupidi che probabilmente troppo ubriachi erano caduti in acqua. Non esistono cose come le sirene! Sono solo fantasie da bambini – rispose a sua volta la ragazza con aria infastidita di chi non avrebbe accettato mai una risposta contraria
 - Vedete di concentrarvi sullo studio e le cose concrete anziché queste stupide dicerie! – li rimproverò la ragazza

Soul che quel suo atteggiamento non l’aveva mai digerito, al contrario dei compagni si alzò di scatto e sfidò lo sguardo della presidentessa del consiglio studentesco.
- Nemmeno tu hai prove che non esista! E se non puoi provare la sua esistenza allora non puoi nemmeno dire con certezza che non ci sia una sirena nel lago! – le disse incrociando le braccia con un lieve Sorrisetto soddisfatto di averla messa in difficoltà.
- È ridicolo! Che cosa vorresti fare allora? Entrare in acqua? Non essere infantile –

Quella era la goccia che faceva traboccare il vaso. Soul si levò la sua inseparabile tuta restando in maglietta a maniche corte e boxer poi si diresse a passo spedito verso il molo. Subito quest’ultimo venne preso d’assalto dagli altri studenti curiosi di vedere se il ragazzo avrebbe o meno deciso di farsi una nuotata. Tomoe era sul punto di fermare Soul quando Strabimon saltò sul ramo del albero vicino attirando l’attenzione della ragazza con aria preoccupata.

- Che cosa succede Strabimon? – chiese la blù
- Sento la presenza di un Digimon. Non è uno di noi credo che sia… -

Il digimon bestia non fece in tempo ad aggiungere altro perché una delle ragazze sul molo venne afferrata da qualcosa che la trascinò immediatamente nel lago. Stesso destino fu per un ragazzo della classe di Soul.
- Accidenti che sta succedendo?! – gridò uno degli altri studenti mentre una ragazza andava a chiamare il professore responsabile.
Tomoe e Soul si scambiarono uno sguardo d’intesa poi la ragazza raccolse tutto il suo contegno da “principessa” e richiamò l’attenzione degli altri studenti.

 

- Sgomberate la zona! Stanno per arrivare i soccorsi fate due file ordinate e seguite le indicazioni dei professori per tornare agli autobus. Mantenete la calma! –

In questo Soul doveva dargliene atto. Tomoe era piuttosto brava in queste situazioni e riusciva sempre a farsi rispettare e infondere molta sicurezza. Sembrava sempre in grado di prendere decisioni a mente lucida e mantenere la calma anche nelle situazioni più importanti e pericolose.

Soul vide avvicinarsi anche Shun che attivo una delle funzioni del digivice. Improvvisamente un raggio di luce avvolse l’area del molo e le persone sembrarono quasi scomparire lo stesso valeva per gli alberi e gli altri ostacoli ambientali che vennero sostituiti da una sorta di ologrammi digitali. Perfino il cielo in quello spazio separato era differente e che passavano sempre di più e più veloci si potevano notare scariche di interferenza uscire da un gigantesco portale azzurro simile a un buco nero. Naturalmente solo i possessori dei digivice potevamo vedere il digi-varco aperto nel cielo grazie alla barriera che avevano materializzato.

- Soul dov’è Tomoe? Il Digimon sta per materializzarsi – disse Shun preoccupato
 - Fuori dalla barriera. Le ho chiesto di farci da copertura con gli insegnanti e di occuparsi lei degli altri studenti – rispose il biondo

Shun annui mentre Guilmon e Veemon li raggiungevano vicino al molo.
Improvvisamente l’acqua cominciò a ribollire con forza e le scariche di interferenza ad aumentare e concentrarsi sopra il lago sollevando l’acqua di esso in un enorme vortice.

- Sta arrivando! State pronti! – disse Shun mettendo mano al digivice stesso fece Soul guardando il vortice d’acqua nel quale apparve un ombra serpentina.

- Veemon Realize! -

Disse il biondo sparando la sfera di dati dal digivice, questa era di color azzurro e bianco e fece un giro intorno al ragazzo poi si andò a mettere alla sua destra e materializzò Veemon al suo fianco. Dallo sguardo agguerrito il piccolo Digimon sembrava più pronto che mai per quella battaglia. Stesso si poteva dire di Guilmon che solitamente calmo e coccoloso era su l’attenti e ringhiava verso il vortice anche i suoi occhi si erano fatti più aggressivi con la pupilla allungata come quella di un dinosauro o un rettile.

Entrambi i ragazzi guardarono verso il lago dove l’acqua, aveva iniziato a ribollire sempre di più e il vortice si era aperto rivelando qualcosa che stava velocemente emergendo dal fondale.
Era una creatura dalle sembianze di un lungo serpente marino, simil draghesco. Il muso era giallo e la sua espressione decisamente sofferente, mentre agitava la coda che presentava, una squama rossa alla sua estremità, il drago marino smuoveva grandi quantità di acqua che si riversavano fuori dall’argine del lago.

- Porca vacca! Quel coso è enorme! –

Disse Soul afferrando Veemon per i fianchi e rotolando via, schivando un colpo di coda di Seadramon. Shun nell’frattempo, si allontanò seguito a ruota dal suo compagno, si accovacciarono dietro una grossa roccia e il ragazzo puntò il Digivice verso Seadramon analizzandolo

(DIGIMON ANALYZER)
Seadramon
Livello: Champion
Tipo: Acquatic
Attributo: Data
Attacchi: Ice Arrow, Water Wave, Water Shock
(ANALYSIS COMPLETED)

Veemon, guardò verso il suo fedele compagno e digitò alcuni dati sullo schermo del suo digivice D-Conect. A qualcuno di normale sarebbero apparsi come scritte confuse ma per loro, erano perfettamente comprensibili.

- io lo distraggo, tu cerca di capire perché è così incazzato con il mondo! – disse il biondo rotolando fuori dal suo nascondiglio e rimettendosi in piedi.
L’altro ragazzo annuì e iniziò a guardarsi attorno in cerca di qualcosa che fosse fuori posto. Nel frattempo, Soul e Veemon stavano schivando le codate di Seadramon.

- Non osate intromettervi! –
Tuonò la voce del serpente marino, mentre sbatteva la coda a terra provocando lo spaccamento del terreno e di conseguenza, spedendo una pioggia di rocce verso i due.

- Vee attento! –
Disse il biondo schivando appena in tempo una roccia, fin troppo vicina che gli avrebbe fatto fare la fine di una polpetta.

-Ice Arrow! –
Tuonò Seadramon aprendo la bocca, in un attimo il suo fiato gelido, congelò l’aria generando tre spuntoni di ghiaccio che si diressero verso Gaomon, questo molto veloce e agile, balzò sul ramo più alto di un albero.
- Vee Head Butt! –

Muovendosi molto velocemente, Veemon saltò in avanti e sferrò una potente testata contro i blocchi di ghiaccio che infranse in schegge luccicanti.

 - Il D-Connect sta rivelando una anomalia vado a vedere di che cosa si tratta! Tieni Seadramon occupato conto su di te Soul – disse l’argenteo.

Lascia fare a noi! Bastiamo a sistemare questo pesce troppo cresciuto – rispose il biondo spavaldo, guardando Shun annuire e andare alla ricerca dell'anomalia seguito a ruota da Guilmon

Seadramon, allungò la testa e con la coda tentò di afferrare Veemon che più veloce, schivò con un salto per poi sferrare un pugno sul muso del drago marino sbilanciandolo leggermente.

- Avanti così! Siamo troppo forti, vai Vee! – lo incoraggiò il biondo.

- Water Wave! –

In quel momento Seadramon, sbatte con forza la coda alzando una grossa onda che travolse il suo avversario sbattendolo contro un albero. Il dolore fu tale, da riempire il corpo del digi-drago di graffi e ferite, sentendo il suo corpo quasi cedere, si mise su un ginocchio dolorante.
- Vee! Amico va tutto bene? –

Preoccupato, Soul entrò in acqua raggiungendo subito il partner e tendendogli la mano, lo aiutò ad alzarsi. Quando improvvisamente, la coda del serpente marino li colpì entrambi facendoli schiacciare più e più volte contro la parete.
Il ragazzo allungò le mani nel tentativo di fermare la coda, ma era troppo pesante e a ogni colpo, si sentiva sempre più debole, avvolto in quel dolore lancinante che gli mandava fitte in tutto il corpo, facendolo quasi urlare. Più i colpi si abbattevano su di lui, più la sua vista si faceva sfocata e i suoni intorno ovattati. Proprio come quel giorno…


 

L’ ennesima rissa che non era cominciata bene. Con uno scatto Sosuke allora un undicenne senza speranze o aspettative per il futuro, stava prendendo a calci uno dei sempai. Quando improvvisamente un altro dei teppisti come li chiamavano i professori, prese una spranga di ferro colpendolo a tradimento alla schiena.

In una rissa tra bande vi erano alcune regole d’onore da seguire o per lo meno lui le seguiva. E una di esse era di usare i pugni e non le armi. Difese un suo compagno e sopportò il dolore che partì dai piedi fino alla schiena.
Il biondo tossì sentendo il sapore ferroso e denso del sangue sulle labbra, portando il bordo della manica della sua uniforme alle labbra si pulì rimuovendo il sangue.

- Che gran bastardo…Va bene se vuoi il gioco duro…allora fatti sotto! – disse il ragazzino scagliandosi verso il più grande e tirandogli un pugno diretto in faccia.

La rissa, terminò qualche ora dopo con la vittoria del gruppo di Sosuke. Il ragazzino era decisamente esausto, sdraiato sul tetto della scuola contemplava il cielo grigio dai nuvoloni che promettevano un tremendo temporale in vista. Si fece forza e tossendo si mise seduto, quando un rumore molto forte e le grida di alcuni uomini, attirarono la sua attenzione.

Si affacciò al tetto vedendo degli agenti governativi che stavano inseguendo qualcosa che il ragazzino vide appena con la coda del occhio, infilarsi in una strada secondaria. Incuriosito decise di andare a dare un occhiata, anche solo per il gusto di infastidire quei tizi che si credevano al centro del mondo.

Con una smorfia di dolore dovuta alle varie ferite, il biondo, scese le scale e si diresse fuori dalla scuola, superando la strada si acquattò vicino ad alcuni cassonetti e guardò verso il vicolo, dove il cosino non meglio identificato si era infilato.

- L’ho trovato! Adesso non ci scappi più microbo –
Disse uno degli uomini afferrando qualcosa da sotto un cassonetto. La “cosa” era una palletta piccola celeste con una protuberanza in cima, la bocca e due occhi neri alquanto aggressivi.

(DIGIMON ANALYZER)
Chibomon
Livello: In-Training
Tipo: Slime
Attributo: None/Free
Attacchi: Frothy Spit
(ANALYSIS COMPLETED)

L’esserino sofferente, poteva solo limitarsi a lamentarsi con piccoli mugolii e sparare alcune bolle rosa che presero in faccia l’uomo che lo teneva, questo infastidito per la rabbia, spedì la creaturina contro il cassonetto.
Vedendo quella scena, Sosuke non riuscì a stare zitto e uscì dal suo nascondiglio.

- Ehi lasciatelo in pace! Siete tanto grandi e grossi e ve la prendete con un essere indifeso!? – gridò il biondo.

Chibomon in un angolo osservò la scena. Il cucciolo di umano, si era gettato contro uno degli umani adulti e aveva cercato di colpirlo, ma altri due l’avevano bloccato per le braccia spianandolo al terreno e tenendogli ferma la testa con la mano, lo stavano insultando e deridendo. Nemmeno lui, seppe spiegarsi cosa stava provando, da una parte si chiedeva cosa il cucciolo di umano avesse avuto in testa per correre a difendere un Digimon per di più sconosciuto…Ma dall’altra parte, sentiva il cuore battere come mai prima d’ora mentre vedeva il cucciolo di umano dimenarsi come un forsennato e rialzarsi ogni volta che finiva a terra.

“ Perché semplicemente non scappi? Perché rischi così tanto e ti ferisci…Per me? “ Si chiese la melmina azzurra.

Sosuke nel frattempo, era stato chiuso in un angolo, quando vide uno degli uomini afferrare Chibomon, si gettò verso il piccolo Digimon e lo prese tra le braccia facendogli da scudo con la schiena e stringendo gli occhi ingoiando il dolore dei calci che gli uomini gli stavano dando. Il ragazzino, si sforzò di mostrare un sorriso alla creaturina incrociando i suoi occhi blu a quelli neri del altro.

- S-stai tranquillo…Ti proteggerò io! Andrà tutto bene, n-non fa male… -
Il ragazzino deglutì a forza stringendo Chibomon in una presa salda e rassicurante, tanto che il piccolo poggiò il muso contro il petto di Sosuke dal quale improvvisamente, scaturì un raggio di luce fortissimo.
Davanti al ragazzino apparve un bracciale dai colori azzurro e bianco con uno schermo posto sulla parte superiore. Anche se con molta fatica, riuscì a liberarsi dal giogo degli adulti scappati a causa della forte luce, si rimise faticosamente in piedi e osservò l’oggetto che fluttuando brillava di una tenue e calda luce.

- Quello è il D-Connect! – disse Chibomon
- D- Connect? –

Domandò stupito Sosuke inclinando la testa per poi scivolare su un ginocchio, sofferente a causa delle ferite e delle percosse. Chibomon saltellò accanto a lui e molto preoccupato sfregò la testa contro il petto del ragazzino.

- Ti sei ferito perché sei testardo! Avresti dovuto scappare e lasciarmi stare! – gridò il Digimon.
Sosuke però, scosse la testa e poggiò la mano, sul capo del esserino in lacrime come a confortarlo.

- Un vero uomo non lascia indietro nessuno! Questa è sempre stato il mio mantra perché io voglio diventare un eroe della giustizia!. Dai non piangere, sai io sono più forte di come sembro! –
Disse il biondino, ma un minuto dopo iniziò a lamentarsi per il dolore. Chibomon lo guardò intensamente poi con un balzo, afferrò il bracciale-orologio e lo diede al ragazzino.

- Boss diventiamo partner! – disse Chibomon sorridendo.
- Partner? E che cosa significa? – domandò un confuso Sosuke
- Che staremo sempre insieme. Combatteremo per realizzare il tuo sogno. Non vuoi diventare un eroe della giustizia? Io ti aiuterò! – rispose la melmina azzurra

Sosuke sgranò gli occhi sorpreso e poggiò la mano sul D-Conect che brillando avvolse Chibomon in un vortice di dati quasi accecante tanto da costringere Sosuke a chiudere gli occhi proteggendosi dalla troppa luce con il braccio. Quando il bagliore si diradò al fianco del bambino c’era una sorta di draghetto bianco -blu che si muoveva su due zampe. Sembrava un dinosauro e lo fissava con aria simpatica.

(DIGIMON ANALYZER)
DemiVeemon
Livello: In-Training
Tipo: Baby Dragon
Attributo: None/Free
Attacchi: Pop Attack
(ANALYSIS COMPLETED)


- Woah! Che cosa ti è successo?! – si chiese il ragazzino
- Sono digevoluto! Prima ero Chibomon adesso sono DemiVeemon! Noi digimon possiamo digevolvere grazie a voi esseri umani. Grazie Soul! – disse il dino-digitale sorridendo allegro
- Soul? Soul…ho deciso! Da oggi saremo partner e proteggeremo la giustizia insieme. E il mio nome da supereroe…sarà Soul! –
decretò tutto convinto il ragazzino porgendo poi la mano al Digimon che gliela strinse saltellando.
- Si! Si boss! Soul ti aiuterò un sacco! – disse DemiVeemon determinato.

Da quel giorno, divennero inseparabili. Era stato il coraggio di Soul a risvegliare il cuore insicuro del suo compagno e a fare si che digevolvesse e che i due diventassero amici.



Quei ricordi, i ricordi della determinazione, del coraggio e della loro volontà di combattere sempre e comunque, divennero improvvisamente il vento furioso che li avrebbe guidati d’ora in avanti. Una potenza incredibile scaturì dal D- Connect. Una nuova forza, avvolse Soul e Veemon mentre con un urlo improvviso, il ragazzo e il Digimon riuscirono ad allontanare la coda di Seadramon.

Soul cadde sul ginocchio ma alzò la testa e puntò il D-Connect verso Veemon con sguardo deciso e forte.

- Facciamogliela vedere, Vee! IT’S JUSTICE TIME! 

Gridò con quanto fiato aveva in gola, mentre nella sua mente, presero forma tutti i ricordi di quel tempo trascorso assieme al suo partner. La casa su l’albero che avevano costruito con il padre di Sosuke e che era diventata la loro base segreta. Le fughe dopo cena per portagli da mangiare di nascosto e le loro numerose imprese da piccoli eroi, come portare la spesa alle vecchiette e salvare gatti finiti sugli alberi che il novantanove percento delle volte si trasformavano nei boss finali da sconfiggere. Veemon era sempre stato al suo fianco anche quando da DemiVeemon era digevoluto. Anche quando il padre del ragazzo era venuto a mancare il suo partner non lo aveva mai lasciato.
I dati iniziarono a generarsi intorno a Veemon e crearono un turbine che lo avvolse completamente sollevandolo mentre una luce sembrava scaturire dal suo corpo. Tutti quei pensieri tutti i sentimenti si fusero nel corpo del Digimon mentre questo diventava più grande e imponente.

 - VEEMON SHINKA! –



Angolo della digi-taverna

Eccomi con la fine del secondo capitolo. Si vi lascio con il colpo di scena. In questo capitolo abbiamo visto molto più da vicino il legame sia tra i partner e i loro Digimon sia tra gli umani stessi. Ho anche introdotto alcune meccaniche che si rifanno alla serie Tamers e Ghost nel caso del meccanismo della barriera. Il nome ufficiale del nuovo modello di Digivice è stato finalmente svelato così come il terribile nemico dei nostri protagonisti.
In questo capitolo c’è un piccolo Easter egg vediamo se riuscite a dirmi quale è. Senza ulteriore indugio vi lascio alle anticipazioni della puntata

Seadramon attacca i nostri eroi con tutta la sua forza. La nuova digevoluzione di Veemon riuscirà a fermarlo e che cosa ha causato la furia del digi-serpente marino?
Tutto questo nella prossima puntata: X-Force la grande digevoluzione di Veemon!

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Capitolo 3
*** X-Force la grande digevoluzione di Veemon! ***


Capitolo 3
X-Force la grande digevoluzione di Veemon!


- VEEMON SHINKA!-

Quando la luce della digevoluzione si diradò, quello che apparve agli occhi stupefatti e increduli di Soul, fu una versione molto più grande e possente di Veemon. Era un digimon umanoide dalla testa di dinosauro, completamente blu con il ventre bianco, una lama era cresciuta sul muso e due ali bianche erano spuntate dietro la sua schiena. Sul suo petto era comparso un simbolo ad X. Lo stesso si poteva dire del marchio sulla fronte. Una grande V che riprendeva lo stesso colore di quella della sua forma base.

DIGIMON ANALYZER)
Ex-Veemon
Livello: Champion
Tipo: Mitycal Dragon
Attributo: Free
Attacchi: Vee-Laser, Critical Crunch, Hearty Shatter, Sharp Claws Combination, Spinning Lariat
(ANALYSIS COMPLETED)


- Sei..sei stupefacente! Ora si che si ragiona! Fate largo agli Eroi della Giustizia! – disse Soul correndo verso il suo compagno

- Puoi dirlo forte boss! –

La voce di ExVeemon era molto più forte e bassa di quella della sua precedente forma. Soul era entusiasta al contrario di Seadramon che attaccò immediatamente con spuntoni di ghiaccio.

- Vee Sharp Claws Combination! – ordinò il biondo

Il Digimon molto più forte e veloce, si gettò contro gli spuntoni di ghiaccio e con due pugni e un calcio molto coreografico terminando con un colpo di gomito, li distrusse in un sol colpo esibendosi in un ghigno sicuro di se e della nuova forza ottenuta dalla digevoluzione.

- Soul mi sento carico di energia! – disse il digi-drago

- Allora scateniamo tutta la nostra potenza ExVeemon! –

Il Digimon non se lo fece ripetere due volte con un colpo di coda nel muso di Seadramon lo fece sbilanciare per poi afferrare la sua coda con entrambe le zampe e cominciare a girare su se stesso lanciando poi il nemico contro un piccolo scoglio che si disintegrò al impatto con il digi-serpente marino.

Seadramon provato dal potente colpo e dalla botta, si rialzò un po’ intontito e con un ruggito che fece tremare l’aria, tornò alla carica usando un getto di ghiaccio che congelò all’istante le gambe di ExVeemon. Il digi-drago cercò di ribellarsi a quella morsa di ghiaccio ma fu costretto a subire un potente colpo di coda dritto nel muso.

- Devi trovare un modo per liberarti! –

Urlò Soul colpendo il ghiaccio con una roccia nel vano tentativo di liberare l’amico in difficoltà. Ma Sedramon lo fece volare verso l’alto con una codata molto forte.

- Boss! Questa me la paghi! Vee-Laser! – disse il digimon mentre il suo corpo cominciava a scaldarsi partendo dalla X sul suo petto. Da essa che brillava con un intensità sempre maggiore, si sprigionò un devastante raggio di energia che colpendo Sedramon, lo mise al tappeto definitivamente, facendolo cadere con un gigantesco tonfo nel lago sollevando un muro d’acqua che ricadde in basso con rumorosa violenza.

Sconfitto il nemico, ExVeemon si precipitò volando a soccorrere il suo partner che stava precipitando e lo prese sulla sua schiena sorvolando il lago per poi atterrare in sicurezza poco distante dal molo.

- C’è mancato davvero poco stavolta! Grazie mille Vee – disse Soul tirando un sospiro di sollievo con un sorriso. Era leggermente scombinato con i capelli in disordine e i vestiti bagnati inoltre sul suo viso erano presenti gli stessi graffi che aveva su braccia e gambe e il suo ginocchio sanguinava parecchio.

- Certo che adesso fa un freddo cane! – aggiunse stringendosi nelle spalle per poi procedere a recuperare la tuta e indossarla tenendo sempre d’occhio Sedramon ancora svenuto.

Nel frattempo ExVeemon si era avvicinato a Sedramon vedendo il digi-serpente marino riprendere conoscenza.

- Dove…dove mi trovo? – domandò loro stupito e con aria smarrita

Soul si avvicinò a sua volta osservando il molo e poi Sedramon un po’ stupito. Il Digimon adesso non sembrava più tanto aggressivo aveva piegato la testa verso di loro essendo decisamente più imponente e alto.

- Davvero non ti ricordi nulla? Non è che ci stai prendendo in giro? – chiese il biondo un po’ sospettoso.

Il digi-serpente scosse la testa con forza, leggermente allarmato al pensiero di non essere creduto. Soul si massaggiò il mento riflettendo sul da farsi chiedendosi a quel punto se Seadramon non fosse davvero manovrato da terzi.

- Ricordo solo che desideravo creare distruzione…ero arrabbiato ma non riesco a ricordare il motivo – disse Seadramon

Soul che sembrava propenso a una tranquilla chiacchierata, ora che la situazione si era calmata e il Digimon non era più una minaccia, si sedette al bordo del molo e tirando un sospiro di sollievo fece mente locale prima di rivolgersi nuovamente a Seadramon.

- Ora come ti senti? Avevi perso il controllo e hai rischiato di annegare degli esseri umani innocenti – spiegò il ragazzo

- Sono davvero dispiaciuto. Non era mia intenzione. Mi sono ritrovato qui attraversando un varco digitale e sfortunatamente, non ho altri ricordi – rispose allora il Digimon piegando la testa ancora più in basso

Soul annuii osservando il Digimon poi allungò la mano fino a sfiorare con il palmo il muso del digi-serpente sorridendo allegro e amichevole. Anche ExVeemon sembrava più tranquillo e altrettanto amichevole.

- D’accordo Seadramon ti credo. Non devi più essere triste hai chiesto scusa e per me è apposto così! – disse il biondo con un sorriso.

- D-davvero? Ti ringrazio! Anche se non ricordo proprio ogni cosa…una è ben impressa nella mia mente…si tratta di…-

Proprio in quel momento una serie di missili si abbatte con violenza contro il digi-serpente marino e il molo che venne raso al suolo dalla forza del impatto. Soul venne sbalzato indietro ma fortunatamente ExVeemon lo recuperò in modo che non finisse per precipitare al suolo.

- SEADRAMON! – urlò il ragazzo assistendo impotente agli ultimi istanti del Digimon.

Seadramon guardò verso Soul, faceva quasi pena vederlo contorcersi in agonia mentre il suo corpo bombardato dai missili che continuavano come una spada di democle a cadere su di lui, bruciava in preda alle fiamme e iniziava a scomporsi in scintille azzurre come se fosse glitchato fino a scomparire davanti agli occhi del biondo e del suo compagno. Proprio in quel momento, si udì un suono molto forte, abbastanza da costringere Soul a tapparsi le orecchie.

Quello che il ragazzo vide quando il suono smise di martellargli la testa, fu una figura con una cappa scura e cappuccio che ne copriva il volto e una gigantesca creatura dalle fattezze simili a quelle di un dinosauro, ma fatto completamente di metallo; sulla schiena aveva due potenti cannoni l’arma che aveva posto fine alla vita di Seadramon.

Il Digimon nemico osservava il ragazzo e il suo Digimon ma non si muoveva ne sembrava intenzionato a fare alcun che.

- Machinedramon abbiamo finito qui. Abbiamo terminato correttamente l’obbiettivo. –

Asettica era la voce della figura incappucciata. Sembrava non curarsi della crudeltà con la quale il suo Digimon aveva eliminato Seadramon. Come se quello che aveva di fronte non fosse affatto un essere vivente ma bensì un semplice rifiuto un impedimento a qualunque sua missione o compito.

Soul sentì montare in lui una rabbia talmente cuocente da annebbiargli completamente la ragione. Avrebbe tanto voluto fare qualcosa per impedire la terribile scena alla quale aveva appena assistito. Avrebbe dovuto fare qualcosa eppure adesso l’unico suo pensiero era prendere a pugni quell’essere malvagio e fargliela pagare per ciò che aveva fatto.

ExVeemon cercò di fermarlo ma Soul era già saltato al collo del incappucciato tirandogli un pugno così forte da farlo barcollare indietro con il sangue che picchiettò a terra.

- Terminato…l’obbiettivo? Che cazzo stai dicendo?! Quel Digimon era vivo! Era un essere vivente! –

Soul sentiva la gola quasi dolorante da quanto stava urlando. Era come se tutto il suo corpo stesse bruciando, probabilmente a causa delle numerose ferite che ora passata l’adrenalina stava sentendo. Ma non c’era paragone, nessuna delle cicatrici, nessuno dei graffi potevano incidere sulla sua pelle tanto quanto l’aver fallito, l’aver lasciato sfuggire una vita dalle sue mani. Poco importava se fino a un momento prima erano stati l’uno contro l’altro, Seadramon non meritava quella fine a prescindere dalle sue azioni nessuno meritava di scomparire in quel modo ingiusto e doloroso.


 

- Che sciocchezza priva di fondamento. I Digimon sono solamente una serie di dati e codici informatici. Nulla più di una sequenza di zeri e uno –

Iniziò lo sconosciuto sollevando indietro il cappuccio con uno scatto. Rivelò un volto giovane con occhi affilati e incorniciato da lunghi capelli argentei.

- Provare pena per esseri digitali è da stolti. Loro sono stati creati dagli esseri umani sono semplici mezzi per raggiungere un fine specifico –

Concluse l’argenteo giovane scostando i capelli dal volto con un gesto deciso ma piuttosto elegante.

Soul strinse forte i pugni al punto che le nocche delle sue mani erano pallide. Digrignò i denti e sarebbe saltato nuovamente al collo del nemico se Machinedramon non avesse sparato altri missili stavolta direttamente contro ExVeemon. Quest’ultimo ne schivò uno deviandone la traiettoria perché finisse nel lago ma gli altri due lo colpirono dritto nel petto facendolo urlare di dolore e piombare con un tonfo molto forte a terra.

- Vee! Maledetto questa me la paghi! –

Urlò Soul correndo verso il ragazzo ma stavolta, non riuscii nel impresa di colpirlo e finì proiettato sulla schiena provando un dolore lancinante. Si toccò il fianco e lo sentì bagnato, quando ebbe il coraggio di guardarsi la mano vide che era rossa, sporca di sangue che lo fece impallidire.

Provò una fitta di dolore lancinante, quando lo sconosciuto gli pestò il petto con il piede facendo volutamente più pressione del necessario unicamente per farlo soffrire di più. Soul afferrò la sua gamba conficcandoci le unghie e strinse i denti con forza fino a far scivolare un rivolo di sangue dal bordo della bocca.

- Come osi toccarmi pezzente?! – ringhiò l’argenteo pestando nuovamente il petto di Soul che si lasciò sfuggire un grido strozzato per il dolore ma senza lasciare la presa su l’avversario provando anche a sbilanciarlo, con il risultato di farlo cadere sul sedere.

- I Digimon sono esseri viventi! Non ti perdonerò mai per quello che hai fatto bastardo! Mai hai capito?! – gridò Soul con tutto il fiato che aveva in corpo per poi salire di peso sul rivale e cominciare a tirargli pugni sul volto con sempre più forza e violenza.

Il sangue ad ogni pugno sferrato, schizzava con violenza sul volto e la casacca verde e nera del rivale mentre Soul non esitava a porre fine al suo attacco. Non era però il solo, anche ExVeemon aveva cominciato un attacco furioso contro il Digimon del ragazzo dai capelli d’argento. Sembrava fuori di se, i suoi occhi erano completamente neri e il suo corpo, sembrava emanare odio e rabbia da ogni poro della pelle. Continuava a prendere a calci e artigliate il rivestimento di metallo di Machinedramon ovviamente con scarsi risultati. Al contrario il Digimon meccanico riusciva a causare ferite piuttosto gravi al digi-drago che aveva cominciato a sfasare leggermente mentre piccoli frammenti dei suoi dati stavano glitchando separandosi dal suo corpo.

- SOUL DEVI FERMARTI! –

La voce di Tomoe accorsa con Strabimon sul campo di battaglia, non raggiungeva il ragazzo che continuava a colpire senza sosta. Tomoe parecchio spaventata e impotente davanti all’improvviso scoppio di rabbia del compagno, non poté più stare a guardare e decise di fermare ExVeemon nella speranza che facesse tornare il suo partner in se.

Strabimon al quale bastava uno sguardo per comprendere gli ordini della sua “signora” scattò immediatamente verso il digi-drago e gli bloccò le braccia con molta fatica cercando di staccarlo dal Digimon di metallo ancora in silenzio e immobile.

- Ora smettila ExVeemon! Basta placa la tua rabbia! – disse Strabimon cercando di tenerlo fermo con tutte le sue forze.

Soul che aveva continuato a colpire il volto del nemico ora aveva le nocche ferite e sporche di sangue. Stava per sferrare l’ennesimo pugno, quando qualcuno lo bloccò con la propria mano.

- È finita. Soul basta così –

Il tono di voce gentile e calmo apparteneva a Shun che era accorso sul campo di battaglia insieme a Guilmon. Il ragazzo comprensivo fece abbassare il pugno del amico mentre per calmarlo cercava parole di rassicurazione che potessero far tacere la rabbia e l’odio. Shun era sempre stato un pacifista che abborrava assolutamente ogni genere di violenza. Aveva la capacità di riuscire a calmare gli animi e di sedare le discussioni riuscendo quasi sempre a proporre alternative valide e efficaci per evitare la violenza.

- Va bene…va bene. Ora stai tranquillo. Soul va tutto bene – disse facendo voltare l’amico che iniziò a urlare colpendo con forza il suo petto. Ma nonostante il dolore Shun non si mosse. Strinse forte il compagno e gli fece sfogare tutta la rabbia e il dolore.

Quasi in risposta allo stato d’animo del biondo, cominciò a piovere da prima lentamente poi un vero e proprio acquazzone.
Tomoe rimasta in disparte si strinse nelle spalle mentre osservava come in risposta alle emozioni di Soul e la rabbia ormai placata, anche ExVeemon si era calmato fino a crollare esausto tornando nella sua forma precedente di Veemon.

Occupati com’erano a placare l’ira di Soul, nessuno dei ragazzi si era accorto della scomparsa del nemico. Il misterioso assalitore e Machinedramon se l’erano data a gambe e il campo digitale che aveva causato l’anomalia che circondava il lago era scomparso.
Lentamente molto lentamente Soul cominciò a singhiozzare tremando per poi scoppiare in un pianto straziante.

La battaglia al parco di Hikarigaoka era terminata ma il dolore restava e nemmeno la pioggia avrebbe mai potuto lavarlo via.


Era immersa nell'acqua nera come petrolio.
Sentiva bruciare i polmoni per la mancanza d’aria. Annaspava disperata cercando di tornare in superficie ma sentiva il corpo pesante, affondare sempre di più verso il fondo di quell’oceano.
Aprì la bocca per parlare per gridare aiuto ma non uscì altro che qualche bolla dovuta al trovarsi sott’acqua.
Si sentiva debole si sentiva stanca e lentamente molto lentamente mentre continuava ad affondare, sentì il suo corpo paralizzarsi e le sue palpebre farsi pesanti. Chiuse gli occhi rosa mentre i capelli color cioccolato sembravano ondeggiare leggiadri in quel acqua oscura.
Stava morendo…




Angolo della digi-taverna

Rieccomi! Anche il terzo capitolo è andato. Sono pienamente soddisfatta per una volta. Il che è una novità assoluta.

In questo capitolo o meglio in questo episodio abbiamo finalmente la grande evoluzione di Veemon e un colpo di scena che mette in luce un nuovo aspetto di Soul. Sappiate che con questi pg avete appena grattato la superficie hanno ancora molto da scoprire.
Quindi stavolta non ho molto da dire se non chiedere qualche accortezza. Ho provato a non mettere il Digimon analyzer per Machinedramon stavolta. Vorrei un parere. Vi piace l’analisi su tutti i Digimon o la vorreste solo per quelli nuovi e meno conosciuti ed eventualmente per le digevoluzioni?
Inoltre vi piacerebbe qualche oneshot legata all infanzia dei prescelti con i loro Digimon?
Detto ciò non ho nulla da dire se non…vi lascio alle solite anticipazioni della prossima puntata.

La battaglia al parco di Hikarigaoka ha lasciato pesanti cicatrici. Mentre Soul affronta i propri sentimenti e i fantasmi del passato, una nuova minaccia si palesa all’orizzonte.
Prossimo episodio: Fantasmi: il peso della colpa

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