Lapis

di Shadow Doom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il giovane ed il sogno ***
Capitolo 2: *** La principessa di Lapis ***
Capitolo 3: *** Astri in movimento ***
Capitolo 4: *** Un primo passo ***
Capitolo 5: *** Il ciondolo ***
Capitolo 6: *** L'incontro ***
Capitolo 7: *** Una prima impressione sbagliata ***
Capitolo 8: *** Collaborazione ***
Capitolo 9: *** Boku no Darling ***
Capitolo 10: *** Un'origine avvolta nel mistero ***
Capitolo 11: *** Minaccia o avvertimento? ***
Capitolo 12: *** Un saluto pieno di sottintesi ***



Capitolo 1
*** Il giovane ed il sogno ***


Il giovane ed il sogno

 

Il Mondo di Yamir, dopo un sanguinoso conflitto durato per decenni e passato alla storia come “ I lustri della vergogna”, stava vivendo un periodo di relativa tranquillità grazie all'equilibrio creato da una placida alleanza tra i maggiori signori di quelle terre incantate. Tra di essi sicuramente il più potente ed influente era Lapis e il suo regno, celebre per capacità militare e prosperità economica.

Tale sviluppo fu da sempre agevolato dalla posizione, nel continente più mite, il che garantiva abbondanti e certi raccolti ogni anno. Esattamente perciò i feudi soggetti alla sua sovranità erano focalizzati sull'agricoltura e l'allevamento di bestiame. L'unico che faceva eccezione era un piccolo territorio, Kinzoku, noto per una modesta, ma efficiente forgia la quale dotava le forze dei vassalli con un equipaggiamento di pregio che nessun altro poteva nemmeno immaginare. Tra di essi il fiore all'occhiello erano le spade a doppia lama, resistenti e leggere, le preferite dal re in persona.

 

L'ideazione e la progettazione fu tutto merito del fabbro del posto, Sigfrid, un uomo in avanti con l'età ma i cui occhi non avevano mai perso un'inconfondibile scintilla di vitalità e di determinazione che suscitavano un profondo rispetto.

Per il resto era conosciuto come un tipo burbero e solitario che sembrava amare solo la compagnia del martello che batteva sul metallo incandescente, eppure non aveva esitato ad accogliere un orfanello, trovato mezzo morto nelle campagne vicine ed a crescerlo come se fosse suo figlio insegnandoli persino i segreti del mestiere.

 

Il giovane di bell'aspetto spiccava per un particolare color di capelli: quando questi venivano illuminati dai raggi  del sole apparivano dorati proprio come la luce, ma se non c'era luminosità passavano ad un tenue argento simile alla cenere.

Tale caratteristica non veniva apprezzata dai locali poiché ricordava troppo una magia di ammaliamento tipica di alcune malvage creature che abitavano le zone selvagge intorno al feudo, la cui attivazione prevedeva proprio una cambiamento del genere nelle loro fluenti chiome. Tuttavia Shin non si preoccupò mai di coprirli con un panno o altro sia perché a lui piacevano sia poiché non gli importava ciò che gli altri pensassero e a dirla tutta, fatta eccezione per il padre adottivo, non dava ascolto a nessuno.

Aveva sviluppato tale aspetto del proprio carattere in parte per il suo passato, l'essere stato abbandonato e non ricordare nulla del proprio passato prima del salvifico incontro con il fabbro l'avevano profondamente temprato, in parte dal sogno che aveva il quale l'avrebbe portato molto lontano, cioè quello di diventare un Paladino.

 

I soldati dell'esercito di Lapis, l'unico composto da veri soldati e non mercenari come accadeva negli altri lidi, era suddiviso in quattro classi: la più bassa era incarnata dagli scudieri composta dai figli di nobili, generalmente piuttosto giovani, i quali avevano il compito di aiutare le altre truppe nel trasporto di armi e scorte oltre che della cura dei cavalli. Inoltre, nei momenti privi di missioni, venivano duramente addestrati così da poter essere ammessi nei ranghi superiori.

La terza classe costituiva la grande parte dei soldati, erano i Cavalieri. Si trattava di uomini estremamente preparati ed dalle altissime capacità di sopravvivenza, in grado di affrontare quasi ogni minaccia. Il loro unico punto debole risiedeva nella magia poiché  non possedevano quella rara capacità né tanto meno tecniche che fossero capaci di proteggerli da ciò; quindi venivano affiancati dai Vati, il secondo rango. Questa classe era l'unica in grado di usufruire degli Incanti e contro-incanti, indispensabili per fronteggiare una certa tipologia di minaccia.

I migliori membri di suddetti ranghi erano chiamati Capitani ed il loro compito consisteva nel dirigere e comandare le truppe in quasi tutti gli incarichi

Infine c'erano i Paladini, i più temibili e giusti guerrieri che avessero mai solcato le terre diYamir. I loro poteri erano sconosciuti in quanto venivano impiegati in battaglia in rarissime occasioni e laddove entrassero in azione nessuno ne usciva vivo.

 

Fatta eccezione per gli scudieri, riservati ai nobili, non c'era alcun vincolo nel poter entrare nell'esercito di Lapis, bastava superare prima una prova feudale e poi una nella capitale. Esisteva solo una regola: ogni aspirante soldato doveva procurarsi la propria attrezzatura.

Ciò poteva essere un problema per molti visto il costo di certi oggetti, di certo non per Shin il quale aveva passato anni a perfezionare la propria arte ed a studiare un equipaggiamento adatto per passare i test. Di conseguenza non sarebbe potuto essere più pronto, doveva solo recuperare un ultimo minerale, l' Oroluce, tanto duro e leggero da essere l'ideale per una spada che gli avrebbe sicuramente garantito una possibilità maggiore di successo.

 

Andò a cercarlo dopo il lavoro nei pressi di un'antica cava quasi esaurita la cui esistenza era ignota ai più, ma non a Sigfrid ed a lui.

Lì avrebbe fatto un incontro inaspettato che si sarebbe rivelato fondamentale per il suo futuro.

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Capitolo 2
*** La principessa di Lapis ***


La principessa di Lapis

 

Come ogni giorno la bottega di Sigfrid chiuse solo al calare del sole. A questo punto di solito Shin o pensava a nuovi progetti per armi ed armature oppure si allenava per affinare le proprie abilità di combattente. Oggi però non fece né l'una né l'altra cosa in quanto si dedicò alla ricerca dell'Oroluce.

 

Per raggiungere la miniera abbandonata dovette superate il contenuto centro “urbanizzato del feudo” che si estendeva solo per poche decine di km quadrati, il resto era costituito da grandi terreni dediti all'agricoltura, per poi avventurarsi nel vicino bosco.

Nessuno si addentrava mai tra quei fitti alberi a causa di alcune dicerie che sostenevano la presenza di fameliche belve assassine di uomini.

Come spesso accade le voci avevano ingrandito ciò che c'era di vero: erano sì presenti degli animali feroci, ma nulla di tanto mostruoso da non lasciare scampo a nessuno. Lo stesso Shin ne aveva già affrontate alcune senza mai finire in pericolo.

 

Il fatto che, quando giunse a destinazione, fosse già calata la notte fu di grande aiuto. Il nome della risorsa che cercava non era casuale, infatti consisteva in un piccolo cristallo dal colore brillante il quale scintillava con la luce della Luna. Ciò gli permise di individuarlo con poche difficoltà e nemmeno l'estrazione fu complicata, bastò colpire un preciso punto alla base dell'oggetto per ottenerlo senza danneggiarlo.

 

“ E' bello robusto ed abbastanza puro. Dovrebbe già essere sufficiente per la spada che ho in mente, ma è meglio avere delle riserve, non si sa mai” pensò il giovane cercando di rintracciare altri Oroluce.

 

Proprio mentre era intento in suddetta operazione sentì un rumore sordo poco lontano seguito da quello che sembrava essere una specie di ringhio. Era ben consapevole che nessuno dei suoi “compaesani” si sarebbe mai addentrato lì quindi pensò che si trattasse di un mercante di una terra lontana.

Avrebbe ugualmente scelto di controllare cosa stesse accadendo, ma l'idea di trovare la classe più ricca di Yamir lo allettò, forse avrebbe potuto barattare qualcosa che l'avrebbe aiutato con il suo imminente test.

 

Le sue previsioni si rivelarono presto sbagliate. Infatti non trovò un uomo bensì una fanciulla dalla chioma dorata e non una donna qualunque, ma la principessa Lazzuli.

Il giovane fabbro rimase stupito sia di vedere la dama più importante al Mondo in un posto sperduto come quello sia dal suo comportamento. Davanti a lei si ergeva un lupo Alpha che la minacciava digrignando i denti. Al suo posto chiunque, forse anche qualche cavaliere, sarebbe stato spaventato, non lei però. Senza far trasparire il minimo timore stava fissando la creatura con i suoi penetranti occhi azzurri, probabilmente nel tentativo di calmarlo.

 

Per quanto coraggioso ed ammirevole fosse questo gesto, non sortì il minimo effetto sull'essere che non attese oltre a compiere un balzo verso di lei. Solo il tempestivo intervento di Shin salvò la giovane da una fine certa.

Il ragazzo, sfruttando l'effetto sorpresa, riuscì a trafiggere il cranio del lupo con il pugnale che portava sempre con sé, dono di Sigfrid per la maggiore età.

 

Liquidato il pericolo, si rivolse alla futura regina volendo accertarsi delle sue condizioni.

Così come lei con l'animale, non sentì la minima soggezione nonostante  stesse per parlare ad una persona dal calibro reale.

 

“ Va tutto bene, vero?” chiese, “ Perché si è comportato così...Non è riuscito a sentire la mia voce? No, so che gli è arrivata...Forse non è stata capace di toccargli il cuore” mormorò Lazzuli poggiandosi un dito pensiero sul mento, “ Ehi, mi senti?” “ Come!? Scusa, mi ero assentata” “ No, non ci fa niente” “ Perdona i miei modi scortesi, io sono la Principessa Lazzuli Lapis III, figlia del re Lapis Morax I” “ Sono Shin” “ Solo Shin?” “ Sì, non sono un nobile” “ Capisco, grazie per avermi aiutata prima. Farò in modo di ricompensarti” “ Non ce n'è bisogno”.

 

Esattamente quando la bionda stava per domandargli la ragione per la quale non desiderava una ricompensa, il lupo attaccò alle spalle Shin. Gli allenati riflessi del giovane gli permisero di evitare un morso letale, ma subì comunque una bella ferita sulla spalla destra.

“ Che male, ma non credere di aver vinto” sostenne prima di sfoderare nuovamente la propria arma e liberarsi dalla morsa nemica.

La battaglia che seguì fu molto, molto difficile. Il fabbro non aveva mai visto una creatura che nonostante un buco in testa e vari altri danni continuasse a farsi sotto come se nulla fosse successo.

 

“ Non è un lupo come gli altri e dubito che sia anche un animale comune...” ansimò il ragazzo durante lo scontro, “ Quel sangue nero...Ho capito, è un Monark!” esclamò Lazzuli, “ Monark?” “ Sì, è” “ Al momento non mi interessa cos'è, dimmi come si uccide” “ Superando la sua soglia di resistenza” intervenne un uomo con indosso una lucente armatura placcata in argento il quale con un singolo fendente staccò di netto la testa al mostro ponendo fine alle ostilità.

 

“ Parsifal, sono così contenta di vederti!” “ Principessa, è ferita?” “ No, sono tutta intera grazie a Shin”.

Il nuovo arrivato poggiò lo sguardò sul fabbro, rimanendo piacevolmente sorpreso nel vederlo ancora in piedi dopo uno scontro con una delle creature oscure più pericolose di Yamir.

 

“ Ragazzino, sei uno dei scudieri?” “ No, ma presto diventerò come te” “ Quindi hai intenzione di partecipare ai prossimi arruolamenti” “ Precisamente” “ Capisco...Forza Principessa andiamo o gli altri si preoccuperanno” “ Va bene. Shin grazie ancora e ti aspetto in capitale. Farò il tifo per te nell'ultima prova”. Detto ciò si allontanò insieme al suo salvatore, lasciando un giovane con un sacco di domande a cui avrebbe cercato di dare delle risposte.

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Capitolo 3
*** Astri in movimento ***


Astri in movimento

 

Shin, nonostante la ferita, passò al setaccio l'area circostante volendo verificare se ci fossero altri di quei Monark in giro spinto principalmente dalla tipica audacia della gioventù. Fu molto fortunato nel non trovarne alcuno poiché non sarebbe stato in grado di sopravvivere ad un altro incontro ravvicinato, specialmente vista la brutta ferita sulla spalla che aveva recentemente riportato. 

 

Così, dopo qualche altro minuto, si rincamminò verso il centro del feudo con l'immagine sia della Principessa sia di Parsifal stampate ben in testa.

La prima l'aveva colpito, oltre che per l'incredibile bellezza, per la gentilezza che gli aveva mostrato nonostante fosse un umile fabbro, di solito i nobili disprezzavano quelli come lui, ma anche per il coraggio mostrato. Rimanere ferma e senza tremare, davanti ad un grosso lupo era un atteggiamento da guerriero eccezionale, forse le dicerie sulla specialità del sangue Lapis non erano solo una leggenda.

 

Tuttavia fu l'incontro con l'uomo che non l'avrebbe fatto dormire questa notte.

Fin da bambino provava una forte stima per i potenti combattenti ed aveva finalmente avuto l'opportunità di incontrare di persona un Capitano dell'esercito del re e soprattutto di ammirarne una mossa.

Per quanto semplice fosse stato, quel fendente era bastato per sconfiggere un nemico che lui aveva provato con tutto se stesso ad eliminare.

Vedere sul campo quanta differenza ci fosse ancora tra le sue capacità e quelle dei Capitani di Lapis avrebbe dovuto abbatterlo, ma non fu così, anzi. Si sentì ancora più motivato a migliorare, arrivando persino a ripromettersi che presto avrebbe superato persino Parsifal.

 

Tornato in “centro”, più precisamente nella forgia sopra la quale, come spesso accadeva, sorgeva la sua casa rimase quasi senza parole nel vedere Sigfrid, che di solito si coricava molto presto volendo rispettare i ritmi della natura, seduto ad osservare il firmamento.

Non l'avrebbe mai ammesso, ma l'uomo si stava comportando così spinto da pura e semplice preoccupazione.

 

A riprova di ciò osservò il ragazzo e quando notò la ferita sulla sua spalla gli chiese con tono distratto: “ Il tuo addestramento ti ha spinto ad affrontare un branco di lupi?” “ A dire il vero ne era uno solo” “ E ti ha maciullato una spalla? Ti avrà sicuramente preso con la guardia abbassata” “ Sono stato io ad attaccarlo quando non se lo aspettava per salvare una fanciulla” “ Una fanciulla...Dov'è ora?” “ Probabilmente sulla via per Betelguese” “ Una dama della capitale” “ E che dama, la Principessa” “ Dovrei credere ad un'assurdità del genere? Cosa ci farebbe mai la principessa in questo posto sperduto?” “ Non ne ho la minima idea, non ho fatto in tempo a chiederle spiegazioni” “ La sua scorta ti avrà aggredito, non sono tipi diplomatici” “ Oggi vecchio non ne azzecchi una: Parsifal mi ha dato una grossa mano eliminando un Monark” “ Hai detto Monark?!” “ Sì, il lupo era un Monark almeno stando alle parole di Lazzuli” “ La Principessa, un Capitano ed un Monark...” mormorò Sigfrid estremamente pensieroso.

 

“ Cosa hai detto?” domandò Shin, “ Che devi rivolgerti con rispetto ai reali” “ Non ti facevo tanto attaccato alle formalità” “ Infatti non lo sono, ma nella capitale sono molto rigidi per le etichette. Se ti dimostri irrispettoso non importa quanto tu sia bravo o giusto, potrebbero giustiziarti senza pensarci due volte” “ Quindi pensi che arriverò alla prova finale?” “ Ovvio e so che la supererai. Non ti ho addestrato per fallire”.

 

Il giovane non poté fare a meno che sorridere prima di rispondere con sicurezza: “ Non ti deluderò. Ora vado a stendermi un po', devo recuperare per l'imminente prova” “ Fai bene” “ Una cosa prima: sai cosa sono i Monark?” “ Sono domande pericolose, ragazzo" " Perché?" " Meglio che tu non lo sappia...Comunque ti conosco e so che andresti a ficcare il naso dove non devi se non ti darò una risposta quindi ascolta bene" " Sono tutto orecchi" " Nessuno ne conosce l'origine con certezza. C'è chi dice che siano frutto di magie oscure, altri che siano i discendenti di una stirpe dannata da un dio crudele ed altri che siano creature maledette da un sortilegio infame. L'unica cosa certa è la loro pericolosità e letalità” “ Me ne sono accorto...Hanno solo forme di animali?” “ La maggior parte sì, ma ci sono anche altri che sono uomini e donne, queste sono senza ombra di dubbio le più potenti” “ Possono assumere forma umana...” “ Non hai capito: non è che ne assumo la forma, ma lo sono. Sono persone come noi, capaci di pensare e ragionare; sono solo estremamente più aggressivi ed uccidono a vista, di solito almeno” “ Come di solito?” “ Per oggi basta così, va a medicarti e dormi” “ Però” “ Se protesti domani ti raddoppio il turno” “ Che seccatura...Va bene, vado”.

 

Rimasto solo Sigfrid tornò ad ammirare il cielo.

“ Questi eventi non sono solo frutto del caso...Qualcosa si sta muovendo, lo sento. Presto accadrà un evento mai visto prima e tu Shin ne sarai il protagonista...Spero solo che tu riesca a trovare ciò per cui combattere ed avere la forza di seguirlo fino alla fine oppure diventerai un vecchio scontroso, pieno di rimpianti e sensi di colpa...”.

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Capitolo 4
*** Un primo passo ***


Un primo passo

 

Il giorno della prova arrivò più veloce di un fulmine per Shin e non solo per la trepidazione di mostrare di che pasta fosse fatto ai delegati del re, ma anche per il tempo che aveva impiegato nel forgiare la sua nuova arma.

L'Oroluce si era dimostrato più complicato del previsto da manipolare, richiedeva una precisa temperatura molto vicina al punto fusione per poter essere plasmato. Se la si oltrepassava il minerale perdeva le sue proprietà uniche, invece se si restava troppo bassi sarebbe stato impossibile dargli la forma desiderata.

Tuttavia gli insegnamenti di Sigfrid permisero al giovane di realizzare il proprio scopo rispettando i ristretti tempi che aveva. Così avrebbe potuto usare la lama dai particolari riflessi dorati che aveva costruito con tanta fatica proprio durante il test.

 

Come era tradizione questo cambiava di anno in anno per evitare una preparazione anticipata, esisteva solo un elemento costante: la sopravvivenza. Infatti, indipendentemente da come si sostanziava concretamente, la capacità di adattarsi ad ogni tipo di avversità era il requisito di maggiore interesse in suddetta fase, le abilità di combattimento invece sarebbero state il centro d'interesse a Betelgeuse.

 

Alle prime luci dell'alba una delegazione di Legis arrivò alle porte del feudo accolta da coloro che volevano entrare nelle fila dell'esercito, dieci giovani volenterosi tra cui il sicuro figlio del fabbro.

Dopo la solita presentazione d'onore la quale introdusse colui che si sarebbe occupato dalla promozione o bocciatura dei candidati, il Cavaliere Romulus Magis IV, uno degli ultimi eredi di una delle più antiche famiglie di nobili del regno, quest'ultimi vennero portati nel luogo dove il loro futuro si sarebbe deciso.

 

Destino volle che la meta fosse proprio nella zona antistante la miniera abbandonata.

Non appena se ne rese conto, Shin non poté fare a meno di sorridere venendo ripreso immediatamente da Romulus il quale lo invitò piuttosto sgarbatamente a rimanere serio.

A dire il vero si stava per lasciare andare ad uno sproloquio sull'importanza della serietà in situazioni del genere, ma dovette interrompersi prima del tempo in quanto venne chiamato ad illustrare la prova.

 

“ Giovani sudditi è arrivato il momento della verità e di scoprire se avete le carte in tavola per diventerà miei colleghi. Considerato il prestigio e la crescente mole di richiesta per entrare nei nostri ranghi, il Re Lapis nella sua immensa saggezza ha deciso di mutare modus operandi” “ Quindi niente più sopravvivenza?” domandò l'apprendista fabbro, “ Silenzio! Quando parlo io non deve volare una mosca. Ci siamo capiti?” “ Sì” “ Non ho capito” “ Sì, signore” “ Te la farò passare liscia questa volta, ma ricorda che la disciplina è la base di ogni cosa. Se ne sei privo puoi anche andartene”.

 

Notando che Shin non si fosse mosso di un millimetro Romulus riprese il proprio discorso: “ Quest'anno le vostre abilità di resistere saranno spinte al limite poiché dovrete affrontare me”, Magis a quel punto scostò il mantello per poi estrarre la propria spada.

Shin non poté fare a meno che osservarla. La base dell'arma era la stessa di quelle che aveva costruito per anni, ma aveva delle modifiche: la lama era leggermente ricurva ed il manico formava una sorta di nido che rendeva praticamente impossibile colpire la mano del proprietario.

 

“ Tranquilli il vostro compito non sarà quello di sconfiggermi, sarebbe impensabile, bensì di resistere per dieci minuti. Come altro vantaggio userò il mio braccio più debole, quello sinistro. Domande? Bene, allora che la prova inizi!”.

 

A differenza delle aspettative il Cavaliere non restò sulla difensiva, ma si lanciò alla carica prendendo di mira il giovane fabbro; sicuramente i suoi interventi l'avevano irritato.

Shin non si fece intimorire rispondendo con un poderoso fendente, l'incrocio di spada che ne seguì trasmise solo sensazioni positive all'apprendista fabbro. La prima figlia della resistenza mostrata dall'arma che aveva forgiato la quale aveva risposto perfettamente all'impatto con una spada ignota e certamente poderosa.

La seconda invece dalla forza di Magis. Non era nulla di paragonabile rispetto a quella attualmente inarrivabile di Parsifal, anzi pensava di essergli superiore.

 

Magari poteva anche avere ragione, tuttavia la tecnica del Cavaliere era quella a cui avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione. Proprio grazie ad un abile doppio passo seguito da un preciso movimento della lama il primo uscì dallo stallo per poi colpire di nuovo questa volta centrando il bersaglio anche se solo di striscio.

Volendo approfittare del momento gli altri partecipanti intervennero sperando di cogliere l'avversario di sorpresa, fallendo miseramente visto che Romulus si aspettava una mossa del genere.

 

Per grande stupore di Magis solo la metà dei contendenti vennero abbattuti dalle sue gesta, gli altri furono abbastanza preparati da resistere fino al termine della prova; Shin però voleva qualcosa di più. Spinto dalla frenesia della battaglia decise di mettere in pratica una tecnica su cui stava lavorando da anni ma che non aveva mai potuto provare a causa della fragilità delle armi, forse però questa volta la spada figlia dell'Oroluce sarebbe stata abbastanza tenace.

Impugnò con entrambe le mani la propria lama concentrandosi al massimo, dopo di che fece uno scatto verso il Cavaliere scagliando un fendente parallelo al suolo la cui potenza fu tale da causare seri danni al terreno sottostante.

Intuendone la pericolosità il membro delle forze di Lapis cambiò la guardia prendendo la spada con la destra appena prima di subire la mossa.

 

Per la seconda volta le due armi speciali si incrociarono, ma questa volta l'impatto fu così violento da far perdere l'equilibrio ai presenti.

 

Purtroppo proprio sul più bello scattò il segnale di conclusione, seguito dai complimenti dei membri della delegazione del re a coloro che erano rimasti in piedi ai quali vennero subito offerte cure per le ferite riportate.

 

“ Come avrà fatto quel ragazzino...Non mi piace” pensò con rabbia il Cavaliere fissando la sua spada sulla quale si era formata una vistosa crepa.

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Capitolo 5
*** Il ciondolo ***


Il ciondolo

 

Come da tradizione la delegazione del re consentì ai giovani che avevano superato la prima prova di tornare dalle loro famiglie per dare sia la buona novella sia per salutare e probabilmente per sempre.

A prescindere dall'esito dell'ultima prova nessuno di loro sarebbe tornato tanto presto: coloro che sarebbero diventati Cavalieri avrebbero fin da subito assunto i doveri di un membro dell'esercito del re partendo, nella maggior parte dei casi, per qualche campagna militare volta non alla guerra vista la pace di Yamir bensì all'esplorazione delle misteriose terre del Nord ricche di risorse, ma anche di pericoli.

Invece coloro che avrebbero fallito si sarebbero stabiliti nella capitale dedicandosi a qualche attività, soprattutto dal carattere economico. Non era una prescrizione, ma empiricamente tutti facevano così. Dopo aver visto la bellezza e la prosperità di Betelguese praticamente nessuno desiderava tornare da dove era venuto.

 

I cinque più si avvicinavano a casa più provavano un misto di emozioni contrastanti. Una parte di loro era al settimo per essere a metà dell'opera,  l'altra non poteva che essere triste ed amareggiata per dover lasciare indietro tutto ciò che conosceva e le persone che amavano.

Persino Shin provava ciò, ma non l'avrebbe mai fatto trasparire ritenendo che solo i deboli si lasciassero andare a certe emozioni.

Era stato lo stesso Sigfrid ad insegnargli di tenere a bada i moti dello spirito ed aveva fatto un buon lavoro in generale in tale senso, tuttavia l'istinto combattivo dell'apprendista si era sempre dimostrato indomabile. Infatti ogni volta che lottava, specialmente contro qualcuno di abile, la frenesia prendeva spesso il sopravvento su di lui esponendolo a grandi rischi; per poco non era accaduto con Romulus.

 

A proposito del Cavaliere, l'essersi reso conto che se la lotta contro Shin fosse proseguita sarebbe sicuramente finita in favore del ragazzo lo stava facendo imbestialire. Non si capacitava che un nullità del più basso Ceto immaginabile fosse al suoi livello, se non addirittura più forte.

La volontà di non credere a nulla di ciò lo spinse a riflettere attentamente allo scontro appena consumatosi nel tentativo o per meglio dire nella speranza di ricordare qualche strano gesto dell'apprendista che magari potesse indicare l'uso di sostanze vietate. Per sua sfortuna non c'era stato nulla del genere, però il suo sforzo non fu totalmente inutile: gli ritornò in mente la particolare spada usata dal fabbro. Sebbene la sua forma fosse standard non ne aveva mai vista una di quel colore mutevole dall'argento all'oro. Forse era proprio quello il segreto del suddito, l'asso nella manica che l'aveva reso tanto potente.

 

Magis doveva assolutamente analizzarla per capire se ci fossero state delle irregolarità, peccato che non sarebbe stato affatto facile farlo.

La legislazione di Lapis era sempre stata molto chiara sul concetto di proprietà: le terre e tutto quello che sorgeva su di loro appartenevano a Morax, fatta eccezione per le opere di artigianato tra le quali si ricomprendevano anche le armi ed armature fatte autonomamente. Queste non potevano essere mai sottratte ai legittimi proprietari fatta eccezione se il loro utilizzo fosse rivolto a minacciare la vita di un reale.

Nessuno aveva mai saputo perché Lapis aveva aggiunto suddetto corollario tanto particolare, coperto da pene molto severe che potevano giungere fino a quella di morte, ma era la sua volontà e non si poteva discutere.

Di conseguenza a Romulus non restava che prendere “in prestito” l'arma del ragazzo che l'aveva ferito nell'orgoglio non appena ne avrebbe avuto occasione.

 

Mentre il Cavaliere non onorevole pensava a questo, il gruppo si stava congedando con i propri cari.

Così come Shin si aspettava, Sigfrid non si lasciò andare a nulla di affettuoso. Inizialmente si limitò a fissarlo con il suo tipico sguardo severo che stava a significare “ Cosa ci fai ancora qui? Vai e fai ciò che devi”.

Il ragazzo a sua volta non disse una parola, ricambiando semplicemente lo sguardo con un leggero inchino in segno di rispetto, cosa che fece alterare l'anziano fabbro che lo rimproverò dicendo:

“ Che fai? Non devi inchinarti quando non lo richiede l'etichetta, dov'è finito il tuo orgoglio?” “ Avrò preso una botta in testa durante la prova” “...” “ Ora vado, ci si vede vecchio” “ Aspetta un attimo”.

 

Il fabbro lanciò un ciondolo spezzato al figlio adottivo raffigurante una creatura alata. Non era possibile capire che essere fosse senza la parte mancante, ma secondo Sigfrid rappresentava un Drago, il simbolo del coraggio e della forza.

 

“ Era vicino a te quando ti ho trovato” “ Ok, ma perché non me ne hai mai parlato?” “ Non era necessario, adesso invece le cose sono cambiate. Entrando nell'esercito del re viaggerai per il Mondo quindi potresti capirne l'origine e magari completarlo” “ Va bene, nel frattempo lo terrò come portafortuna” “ Fa come credi” “ Come sempre. Rinnovo i saluti, ciao vecchio”.

 

Vedendo il proprio ragazzo allontanarsi con la commissione reale, l'espressione di Sigfrid si ammorbidì leggermente.
“ Fatti onore ragazzo e vedi di non perdere quel ciondolo, è l'unica cosa in grado di collegarti alla tue origini...”.

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Capitolo 6
*** L'incontro ***


L'incontro

 

Lasciatesi alle spalle la vecchia vita, i cinque che avevano superato la prima parte del test seguirono la comitiva del re verso Betelguese. Il viaggio sarebbe stato lungo, almeno tre settimane, ma almeno c'era il tutto il tempo per approfondire la reciproca conoscenza anche con gli emissari di Lapis che si dimostravano inaspettatamente socievoli e curiosi di sapere le abitudine della plebe.

 

L'unico che fece eccezione fu Romulus il quale, non avendo ancora digerito quanto accaduto con l'apprendista fabbro, rimase sempre in testa al gruppo parlando solo per dare ordini ed indicazioni. Si comportò così anche per non sentire gli altri complimentarsi con Shin per la mossa speciale che aveva usato.

 

Chiesero al fabbro anche come l'avesse pensata, per molti la parte più difficile per creare mosse nuove, e quale nome le avesse dato. Lui rispose che era tutto merito della sua immaginazione, tuttavia non la aveva ancora nominata poiché non la considerava ancora completa; solo quando l'aveva perfezionata l'avrebbe fatto.

 

Il viaggio proseguì piuttosto tranquillamente per un paio di settimane. Ci fu solo qualche attacco, facilmente contrastato, da parte delle ammaliatrici, una delle poche creature che non temevano di suscitare le ire del re, e svariati tentativi del Cavaliere di prendere in “prestito” la spada di Shin. Purtroppo le sue doti di ladro si rivelarono estremamente scarse, infatti allarmò sempre il ragazzo, e tutti questi tentativi insospettirono terribilmente quest'ultimo il quale capì che stesse tramando qualcosa di strano.

 

Sebbene sapesse bene che il codice dell'esercito condannasse tale atto con la pena di morte, Shin non poté fare a meno di temere un attentato alla propria incolumità. Da osservatore attento quale era, aveva da subito capito che Romulus non l'avesse preso in simpatia ed a giudicare dallo smisurato ego, che sovrastava persino la sua fama, l'idea che avesse voluto punirlo per avere rivaleggiato con lui non era affatto campata in aria.

 

Per evitare che la situazione degenerassa si convinse a parlare con lui prima dell'arrivo a Betelguese, peccato che lo fece troppo tardi. Infatti, proprio quando gli aveva chiesto udienza, l'intero convoglio venne attaccata da un branco di selvaggi orsi. Già vedere quegli animali agire in gruppo era più che insolito, ma ciò che fu più particolare era il loro aspetto: due volte più grande del normale, gli occhi sembrava fiammanti e gli artigli oltre ad essere più spessi sembravano avvolti da una specie di aura nera davvero inquietante.

 

Shin ebbe la stessa sensazione di quanto affrontò il lupo nella cava abbandonata e questo lo convinse di essere di fronte a dei Monark.

L'ideale sarebbe stato avvertire Romulus, ma il Cavaliere volenteroso di mostrata la propria forza si lanciò alla carica condannando la delegazione del re. Per quanto abili fossero i giovani che avevano superato la prima prova, non possedevano sufficenza abilità strategiche per fronteggiare creature del genere. Così vennero letteralmente travolti dalle belve feroci, incluso Shin che fu il più sfortunato in quanto venne trascinato in un precipizio che costeggiava l'impervia strada montana.

 

Nonostante l'agitazione riuscì a ragionare lucidamente: infilzò l'orso ed utilizzò la lama come uno step che usò per balzare sulla schiena dell'animale in modo da ridurre il danno da impatto.

Il piano sebbene grossolano funzionò, la caduta infatti gli provocò solo qualche contusione, ma nessuna frattura. Invece il Monark rimase steso al suolo con la testa mezza spappolata dalla quale fuoriusciva il denso sangue nero.

 

L'apprendista rimase rapito da esso, volendo studiarlo. Venne destato da una voce femminile piuttosto seria che contrastava con la sua figura snella e leggiadra; la quale gli domandò un secco “Chi sei?”.

Shin sollevò lo sguardo vedendo una stupenda fanciulla dai lunghi capelli color sakura, intensi occhi violetti abbelliti da un trucco sull'arancione e con in mano un arco in frassino finemente lavorato, specialmente alle estremità che per la forma ricordava delle piume di falco.

 

“ Scusa se ti ho spaventata, ma”. Il ragazzo si interruppe bruscamente vedendo la giovane puntargli l'arma. Prima che potesse dire altro scoccò una freccia la quale però non si conficcò sul suo corpo, ma nella dura pelle dell'orso che era tornato alla ribalta nonostante fosse senza metà testa.

 

“ Sei un tipo tosto, eh!? Vediamo se resisti anche a questo!” esclamò Shin riprendendo la propria spada ancora nelle carni della creature, per poi usare il suo marchio di fabbrica con cui decapitò di netto il Monark uccidendolo finalmente.

Ebbe il tempo di fare tutto ciò solo grazie alla copertura della misteriosa fanciulla la quale l'aveva coperto con dei precisi e potenti tiri.

 

A loro insaputa l'essersi incontrati avrebbe per sempre cambiato le sorti di Yamir.

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Capitolo 7
*** Una prima impressione sbagliata ***


Cambiamento di opinione

 

Shin, volendo assicurarsi del decesso del coriaceo nemico, rimase ad osservarlo per lunghi secondi tenendosi pronto ad assestare nuovi fendenti. Fortunatamente non ce ne fu bisogno, il Monark non si rialzò.

Per la seconda volta una di quelle oscure creature era stata sconfitta dopo essere stata decapitata ed il giovane intuì che non si trattava di una semplice conclusione. Idea che venne presto confermata dalla ragazza la quale, dopo aver invaso il suo campo visivo, commentò con tono quasi distratto:

“ E' morto, non serve che lo fissi tanto. Se tagli loro la testa nemmeno questi mostri possono sopravvivere” “ Immagino che ne hai già affrontati tanti” “ Qualcuno, ma è meglio evitarli se possibile. Sono nemici tosti” “ Sì sono forti, ma è proprio ciò a rendere interessante combatterli”.

 

Sentire quell'affermazione infastidì notevolmente la fanciulla la quale mise su uno sguardo sdegnoso sostenendo fermamente: “ Sei un altro fissato con l'uccidere, deduco che sei un cavaliere di Lapis” “ Lo sarò presto” “ Che vuoi dire?” “ Devo ancora superare l'ultima prova, ma è solo una formalità” “ Arrogante come gli altri, sarà meglio sbarazzarmi di te prima della tua definitiva trasformazione in uno di quei sadici guerrieri senza cuore”.

 

Pronunciate suddette parole la giovane impugnò rapidamente l'arco, ma prima che potesse scoccare una freccia l'apprendista fabbro chiuse le distanze spostando di lato l'arma per poi poggiare l'Oroluce sulla gola della prima.

 

“ Gli archi sono ottime armi per la distanza, ma negli scontri ravvicinati sono troppo lenti” “ Non ho certo bisogno che tu me lo dica cavaliere” “ Ti ho detto che non sono ancora cavaliere, sono solo Shin” “ Non mi importa il tuo nome” “ Pensavo volessi sapere chi è colui che ti ha sconfitto” “ Pallone gonfiato, lo scontro non è ancora finito”.

 

A quel punto la giovane dama estrasse, senza farsi notare, un pugnale che usò per sottrarsi dalla posizione di scacco in cui era finita.

Recuperata la piena libertà di movimento cercò di entrare nel punto cieco della visuale dell'avversario così da poterlo colpire senza preoccuparsi di un'eventuale difesa. Per sua sfortuna non sarebbe stata un'impresa facile farlo, per quanto non gli avesse fatto una buona impressione doveva ammettere che Shin era decisamente abile a non perderla mai di vista.

 

Effettuati svariati scambi senza alcun risultato significativo, il fabbro affermò: “ Di questo passo non finiremo mai” “ Hai fretta?” “ Ti sei forse dimenticata che ho la prova della vita che mi aspetta? Perciò chiuderò le ostilità con il prossimo colpo”.

 

La fanciulla riconobbe immediatamente la posizione assunta dal nemico, la stessa che aveva preceduto quel mostruoso fendente capace di uccidere un Monark.

Sapeva che non poteva permettersi di subirla e nemmeno schivarla semplicemente sarebbe servito. La sua unica chance era quella di spostarsi all'ultimo istante e trafiggerlo quando si sarebbe sbilanciato.

 

Forse il piano avrebbe funzionato davvero, tuttavia nessuno l'avrebbe mai scoperto poiché esattamente nel momento della verità una pioggia di frecce, capace di oscurare il cielo, cadde su di loro.

Shin si ritrovò costretto ad indirizzare la propria mossa verso queste disintegrandole. La fanciulla rimase senza parole da tanta potenza, abbassando così la guardia e ciò l'espose ad un assalto a sorpresa di un uomo che celava la propria identità dietro spesse stoffe le quali lasciavano intravedere solo gli occhi, neri come la pece.

 

La donna dai capelli color sakura già si stava preparando a sentire il dolore di una spada che le lacerava le carni, sperava solo di non essere colpita in un punto vitale. Per sua grande sorpresa Shin intervenne prontamente eliminando la minaccia con un singolo affondo.

 

“ Perché?” domandò la ragazza, “ Non è il momento di parlare, ce ne sono sicuramente molti altri” “ Rispondimi” “ Non volevo che ti facessi male” “ Vuoi essere tu quello ad uccidermi?” “ Ucciderti!? Ma che, non ho mai voluto nulla del genere” “ Sì come no e prima? Quel tuo attacco, se fosse andato a segno, mi avrebbe certamente mandato all'altro Mondo” “ Non l'avrei lanciato in un punto vitale e non con tutta quella energia. Volevo solo fartelo credere così ti saresti impegnata al massimo e in fondo cosa c'è di meglio di credere di star rischiando di perdere la vita?” “ Tu...” “ Mi rendo conto che sia strano, ma quando trovo qualcuno in gamba non riesco proprio a tirarmi indietro” “ Lo fai per la tua brama di sangue?” “ Niente brama di sangue, a me piace mettermi alla prova e nel nostro Mondo si può fare solo combattendo” “ Perciò sei mi hai difesa è solo per il tuo desiderio di affrontare un avversario abile?” “ No, almeno non solo. L'avrei fatto comunque. Dopo tutto che senso avrebbe sudare tanto per migliorarsi se poi non si usa tutta quella potenza duramente acquisita per aiutare chi ne ha bisogno?” “ Sei...tutto matto” sussurrò la fanciulla non riuscendo a trattenere un sorriso, simbolo del suo, seppur inziale, cambiamento di opinione sul fabbro.

 

Shin rimase stregato da quel sorriso, era senza dubbio il più bello che avesse mai visto: era così luminoso, caldo e meraviglioso come tutto il resto dalla fanciulla.

 

Quella fu la prima volta che l'apprendista si era soffermato nell'ammirare qualcuno e stranamente non sembrò dispiacere nemmeno a quest'ultima la quale ovviamente se ne accorse praticamente subito. Solo il tempismo fu sbagliato in quanto il duo doveva assolutamente concentrarsi sull'imminente carica dei misteriosi assalitori oppure avrebbero fatto una brutta fine.

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Capitolo 8
*** Collaborazione ***


Collaborazione

 

Proprio come c'era da aspettarsi ben presto l'improvvisata coppia venne assalita da un cospicuo numero di nemici tutti stranamente identici l'uno all'altro e non solo nell'abbagliamento, ma persino nei tratti fisici. Ciò incuriosì ed allo stesso tempo insospettì Shin il quale però avrebbe dovuto rimandare a dopo delle possibili spiegazioni, l'unica cosa che contava adesso era sopravvivere e non sarebbe stata un'impresa facile. Infatti oltre ad essere in netta superiorità numerica, gli aggressori potevano contare anche su una solida copertura dall'alto, la stessa che poco prima aveva scagliato tutte quelle frecce.

 

“ Non riesco a combattere come vorrei, quegli arcieri sono una grossa seccatura” si lamentò il fabbro mentre si destreggiava tra lame e punte acuminate, “ Posso eliminarli, ma devi coprirmi” rispose la fanciulla mentre era concentrata ad individuare i nemici appostati sull'altopiano, “ Adesso vuoi lavorare con me?” “ Se hai un'altra idea sono tutta orecchie” “ A dire il vero no e poi sono curioso di vedere come te la cavi” “ Meglio di quanto tu possa immaginare” “ Davvero? Così mi incuriosisci” “ Vedi di non distrarti oppure per noi sarà la fine” “ Lo so, lo so. Dai adesso spara”.

 

La ragazza non se lo fece ripetere due volte: presa la mira in un punto ben preciso e dopo un paio di secondi di focalizzazione infuse la propria freccia con un'energia dall'intenso colore cremisi. Una volta scoccata e centrato l'obiettivo esplose in una grande fiammata.

Ciò rese evidente all'apprendista che la giovane donna che aveva incontrato era in grado di manipolare l'energia magica. Visto che si trattava di quella elementale non si trattava di un'abilità così rara, ma la sua potenza invece era davvero notevole; forse addirittura paragonabile a quella di un buon Vate.

 

“ Avevi ragione, mi hai stupito” commentò Shin mentre si dava da fare con il proprio compito. Lo disse con una sincerità e per certi versi con un'ingenuità che fece sorridere la dama del mistero per la seconda volta. Fortunatamente il primo non se ne accorse perché altrimenti avrebbe abbassato troppo la guardia.

 

Grazie al loro gioco di squadra, inaspettatamente perfetto, il duo fu in grado di sbarazzarsi dei nemici in un tempo relativamente breve e senza subire alcun danno significativo.

 

“ Questo sì che è stato un ottimo riscaldamento per la mia imminente prova” affermò Shin asciugandosi del sudore sulla fronte, “ Non ho idea in cosa consista questo test, ma visto quello che hai fatto qui sono sicura che te la caverai” “ Adesso mi fai anche i complimenti?” “ Era un semplice commento” “ Sarà, comunque senza di te non ce l'avrei fatta. Le tue abilità da tiratore sono incredibili” “ Ora li fai tu i complimenti?" " Quando sono meritati li faccio volentieri" " Bhé, Grazie...Anche tu non sei male. Ora vuoi riprendere il nostro scontro?” “ Mi duole dirlo, ma no. Magari la prossima volta che ci incontreremo” “ Sai come uscire da questo crepaccio?” “ No, mi inventerò qualcosa” “ Dai seguimi” “ Come?” “ Devo andarmene anch'io, ma a differenza tua conosco un modo per ritornare sul passo principale senza scalare come capre” “ In questa circostanza ti seguo, mia misteriosa rivale” “ Hina” “ Cosa?” “ Il mio nome è Hina” “ Shin” “ Già me l'hai detto” “ Lo so, mi sembrava solo più cavalleresco presentarci come si deve” “ OK, andiamo prima di attirare attenzioni indesiderate” “ Ci sono altri pericoli?” “ Eccome. Ti spiegherò tutto durante il tragitto anche chi erano quelli di prima” sostenne Hina iniziando ad incamminarsi verso un piccolo sentiero tanto ben nascosto da non poter essere visto da chi non lo conosceva.

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Capitolo 9
*** Boku no Darling ***


Boku no Darling

 

Hina, mentre lo conduceva verso un'area ben precisa, raccontò a Shin tutto ciò che l'aveva incuriosito senza mostrare il minimo fastidio o peso, un netto cambiamento rispetto a pochi minuti prima. Le spiegazioni plausibili a tale comportamento non erano molte: si era resa conto che affrontarlo apertamente sarebbe stato un grande rischio e quindi sperava di spingerlo a fidarsi di lei così da coglierlo di sorpresa oppure aveva fatto un qualcosa che l'aveva spinta a rivalutarlo o forse c'era un'altra motivazione misteriosa.

 

“ I tizi che ci hanno attaccato sono dei banditi” iniziò la fanciulla poggiando un intenso sguardo sul compagno di avventura, “ Banditi? Eppure non ci sono più da quando il re Lapis ha stabilizzato i regni”.

A quell'affermazione la ragazza scoppiò in una fragorosa risata la quale spinse il fabbro a domandare tra il curioso ed il perplesso: “ Cosa ho detto di tanto esilarante?” “ Sei solo così ingenuo, credi davvero che non ci siano mai stati episodi di criminalità? Per quanto potente ed autorevole Lapis non è un Dio” “ In effetti mi è sempre sembrato strano” “ Allora non sei completamente ignaro. Dimmi, cosa pensi sia successo?” “...Vista la sua posizione la soluzione più logica è una specie di insabbiamento” “ Bingo! Il tuo caro re ha sempre fatto in modo che i criminali e la varie rivolte non facessero mai il giro del Mondo” “ Rivolte? Quali rivolte?”.

 

Hina trovò l'espressione titubante dell'apprendista troppo carina, il che la portò ad avvicinarsi al suo volto ed a sussurrargli con un insolito tono caldo: “ Sei adorabile, ho deciso d'ora in poi sarai il Darling” “ Da, che?” “ Darling, non temere ci farai famigliarità visto che ti chiamerò sempre così” “ Va bene, come vuoi, ma quelle rivolte” “ E' un discorso lungo, lo faremo un'altra volta. Sappi solo che non tutti sono contenti di Lapis. Ora torniamo al punto di partenza, quei banditi. Come avrai notato sono particolari anche per essere dei malavitosi” “ Sì, infatti. Non hanno armature se non qualche protezione in cuoio e poi sembrano tutti uguali” “ Sei un buon osservatore Darling” commentò Hina facendogli un  occhiolino capace di agitare un po' il giovane che stava provando delle sensazione del tutto nuovo.

Ogni volta che la fanciulla lo guardava in quel modo sentiva caldo ed il cuore batteva un po' più velocemente. Forse il tutto dipendeva dal fatto che nessuna ragazza prima d'ora si era comportata così con lui o magari stava sperimentando un sentimento ben più profondo.

 

“ Il primo punto trova una facile giustificazione Darling: vivendo sempre nelle tenebre e vista la loro necessità di muoversi rapidamente sia per rubare che per scappare quando è necessario, una corazza sarebbe troppo pesante, non farebbe altro che rallentarli” “ Barattano una solida difesa per l'agilità” “ Esattamente” “ Una scelta rischiosa, ma sensata...Invece riguardo il loro aspetto?” “ Questo è il punto più controverso” “ Vuoi dire che non si sa il perché?” “ Non c'è una solo teoria, l'unico certezza è che sono iniziati a comparire pochi mesi fa nelle terre Selvagge del Nord. Una volta per curiosità ne ho spiati alcuni e senza veli sono uguali persino nei capelli, sembrano dei cloni” “ Inquietante” “ Non poco Darling, ma credo di sapere la ragione” “ A sì? E quale è?” “ Un'energia sconosciuta” “ Non voglio offenderti, però mi sembra un po' troppo vaga come spiegazione” “ Può sembrare, ma non lo è. Non posso ancora dimostrarlo, tuttavia sono sicura che sia accaduto qualcosa in quelle Lande, l'ho percepito” “ L'hai percepito?” “ Sì, io posso sentire certe cose e ti assicuro che non c'era mai stato nulla del genere”.

 

Oggettivamente le parole di Hina non era poi così convincenti, infatti non poteva portare nessuna prova a sostegno della propria tesi; tuttavia Shin le credette subito. Forse ciò che stava provando l'aveva influenzato oppure era stato lo sguardo serio della fanciulla, ma sapeva che non stava mentendo.

 

“ Quindi sarebbe questa energia oscura a rendere quei tizi tutti uguali? O magari l'ha creati?” “ Credo che siano delle normali persone in qualche modo trasformate, purtroppo al momento non so dire altro” “ Un mistero bello fitto, ma ammetto che è intrigante” “ Proprio per questo voglio scoprire la verità” “ Vuoi dire che stai andando nelle terre del Nord?” “ Indovinato” “ Tutta da sola?” “ Credi che non ne sia in grado?” “ Non dico questo, è solo che” “ Sei preoccupato per me?” “ Che!? Io non...”.

 

Di fronte al crescente imbarazzo del giovane Hina non riuscì a trattenere una nuova risatina interrotta parzialmente dall'intervento dello stesso fabbro il quale disse: “ Intendevo che nessuno può superare quel confine, l'ha stabilito lo stesso re Lapis con un editto” “ Lo so, ma credo di aver trovato un modo”.

 

La successiva affermazione dell'apprendista, la quale consisteva un sincero commento di timore per l'incolumità di Hina, cadde nel vuoto in quanto davanti alla coppia sbucò da sotto terra un energumeno di almeno due metri e mezzo con in mano una gigantesca trivella dentata sporca di terra e sangue.

Il grido quasi disumano che lanciò carico di furia omicida rese evidente che non si trattava di un amico.

 

“ Ma chi cavole è?” “ Non lo so Darling, ma i suoi stracci sono gli stessi dei banditi di prima” “ Già, è vero. Credi che sia una specie di Capitano di quei tizi?” “ Probabile” “ Quindi sarà molto forte” “ Sicuro Darling, che dici uniamo le forze? Prima ha funzionato bene” “ No, lasciamo a me” “ Però” “ Non sarebbe onorevole un scontro due contro uno”.

 

Sicuro delle proprie abilità il quasi Cavaliere iniziò una lotta che l'avrebbe profondamente segnato.

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Capitolo 10
*** Un'origine avvolta nel mistero ***


Un'origine avvolta nel mistero

 

Shin affrontò senza esitazione il nuovo nemico pericoloso.

Riaffiorò sicuramente quel suo istinto combattivo che, a volte, lo aveva cacciato in situazioni complicate, ma non fu l'unica cosa a spingerlo a caricare a testa bassa. Il saper che ci fosse Hina a guardarlo gli diede una spinta in più, voleva impressionarla sebbene non ne capisse bene il motivo.

Fatto sta che attaccò con un'immensa foga adottando come conseguenza una strategia decisamente audace: di solito per abbattere avversari così grossi bisognava indebolirli poco a poco per poi abbatterli con un colpo risolutore. Invece il fabbro volle sconfiggerlo con un singolo fendente poderoso, la sua tipica mossa speciale.

 

Prevedibilmente il colossale nemico non stette a guardare: intuendo le intenzioni dell'apprendista usò la propria trivella per nascondersi sotto terra, evitando così l'assalto. Non si limitò però solo a schivare: sbucò alle spalle del giovane contrattaccando. Quest'ultimo però si aspettava una tattica del genere e perciò non venne colto alla sprovvista, anzi sfruttò il momento per attaccare a sua volta.

 

“ Sei grosso e fesso, come tutti i giganti” commentò spavaldo Shin appena prima di centrare l'avversario con il proprio asso nella manica.

Il colpo fu tanto potente da frantumare mezzo cranio del presunto capo brigante. Un qualsiasi essere vivente non sarebbe sopravvissuto, ma purtroppo quel tizio era “speciale” e lo dimostrò in quell'occasione. Nonostante le sue condizioni mantenne intatta la forza con quale ribaltò in un istante le sorti dello scontro: lasciò cadere la trivella e con una mano afferrò il collo di Shin mentre con l'altra intrappolava il braccio che brandiva l'Oroluce.

 

Mentre lo stava soffocando si accorse di come prima le pupille e poi le restanti parti dell'occhio del ragazzo si irradiavano di venature rosse. Inizialmente sembravano causali, ma ben presto assunsero la forma di uno stemma, identico a quello rappresentato nel ciondolo che Sigrifd gli aveva dato prima di salutarsi.

 

Inspiegabilmente il villain sorrise ampiamente, dopo di che affermò con una voce cupa e profonda, tipica dei Vati quando entravano in meditazione per lanciare un incantesimo di particolare entità:

“ Ce ne ho messo di tempo, ma alla fine ti ho ritrovato Ryujin. Adesso posso tenere fede alla mia parola ed ucciderti” “ Non credo proprio!” esclamò Hina prendendo la mira verso la parte di cervello esposta dalla tecnica del compagno.

Così com'era accaduto con i precedenti furfanti, la freccia esplose in una grande fiammata che costrinse l'energumeno a lasciare Shin.

 

La fanciulla corse da lui chiedendogli con preoccupazione se tutto andasse bene, il fabbro si limitò ad annuire e non solo perché quel mostro gli aveva quasi spezzato la carotide. Le parole che aveva appena ascoltato l'avevano scosso nel profondo: non ricordava di aver mai visto quel tizio, se l'avesse fatto se lo sarebbe sicuramente ricordato, quindi come faceva a conoscerlo e poi quel termine Ryuji che significava? Forse era il suo vero nome o magari quello della sua famiglia o magari non aveva nulla a che fare con lui.

 

Considerando che quella creatura, anche se con pochissima testa rimanente, aveva ripreso la trivella, fu chiaro che lo scontro non era ancora finito. Perciò Hina si decise a scuotere l'amico dai pensieri che l'affliggevano:

“ Darling posso immaginare che tu sia scosso per quello che hai sentito, ma ci penseremo dopo. Per il momento concentriamoci esclusivamente nel far fuori questo mostro che ti ha fatto male” “ Sì, hai perfettamente ragione”.

 

La risposta del giovane sembrò convinta, in realtà era tutt'altro che con la mente sgombra e ciò sarebbe potuto essere un serio problema.

Sorprendentemente la dama lo intuì da un semplice sguardo, cosa che stupì persino lei e che la spinse a riflettere meglio su ciò che aveva in mente per lui.

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Capitolo 11
*** Minaccia o avvertimento? ***


Minaccia o avvertimento?

 

Il presunto capo dei banditi adottò un approccio che né Hina né Shin si aspettavano: non attaccò brutalmente sfruttando la propria assurda mole, bensì fece diversi assalti furtivi. Questi furono possibili solo grazie alla trivella che impugnava, grazie alla quale infatti riuscì a passare nel sottosuolo inosservato.

 

Mentre era intenta a schivare e possibilmente a contrattaccare, la fanciulla intuì che tale atteggiamento non fosse quello solito. Il villain aveva commesso il banale errore di rendere evidente il proprio pattern, consistente esclusivamente in tentativi di colpo nei punti ciechi.

Tale comportamento prudente derivava quasi sicuramente dai danni che fino ad ora aveva subito, per quanto mostruoso potesse essere avere solo un pezzo di testa rimanente lo aveva indebolito al punto da spingerlo a non rischiare di subire una nuova carica.

 

In condizioni normali anche l'apprendista fabbro sarebbe arrivato facilmente alla stessa conclusione, però le parole della creatura riecheggiavano nella sua mente, specialmente il termine Ryujin.

Non ne conosceva il significato, ma c'era un qualcosa, un sorta di istinto inspiegabile, che l'aveva convinto di una cosa: quel termine era legato alle sue vere origini.

 

Per quanto avesse sempre fatto finta di non avere a cuore argomenti del genere, in cuor suo aveva desiderato più volte di scoprire chi fosse davvero e non perché non fosse stato bene con Sigfrid. Quell'uomo burbero l'aveva subito fatto sentire a casa e cresciuto come un figlio, ma nell'animo c'era sempre un vuoto che poteva essere colmato solo dalla conoscenza della propria provenienza.

Inaspettatamente ora si trovava davanti a qualcuno che sapeva tutto ciò, si trattava di un'occasione che non poteva farsi sfuggire.

 

“ Darling, attento!” avvertì la dama nel momento in cui la creatura disumana balzava da sotto terra sul giovane.

Nel sentire quella voce che stava apprezzando sempre di più, Shin si riaccese giusto in tempo per potersi difendere. Affidandosi all'Oroluce bloccò la trivella avversaria senza problemi.

Avrebbe anche potuto assestare un bel fendente, ma non lo fece. Al momento non aveva alcun desiderio di vittoria, voleva solo sapere.

 

“ Come mi conosci?” domandò autoritario, “ Non ricordi Ryujin?” “ Evidentemente no e perché continui a chiamarmi così? Io sono Shin, non Ryujin” “ Chiunque ti abbia chiamato così ha avuto un pessimo gusto oltre che una stupidità abissale. Cambiare nome non è servito a nulla, ti ho trovato lo stesso Ryujin” “ Dimmi chi sei!” “ Potrei farlo, ma che gusto ci sarebbe? Brancolerai nel buio ancora a lungo e quando finalmente realizzerai chi sei sarà troppo tardi. Sigrifid, questo mostro schifoso che ti chiama Darling ed i compagni che ti farai durante la tua permanenza a Legis soffriranno pene atroci. Li distruggerò uno ad uno”.

 

Il futuro Cavaliere rimase congelato sul posto. Quell'essere non solo sembrava sapere il suo passato, ma conosceva Sigfrid ed in un certo senso il futuro. In mezzo a tutte quelle informazioni, ci fu un'espressione che fu l'unica a farlo reagire: “ Schifoso mostro”.

Sentire colei che l'aveva aiutato venire chiamata in quel modo lo accesero come un violento incendio, il quale gli diede l'energia per rinforzare la presa sulla spada così da poter disintegrare la trivella e staccargli il braccio con cui la sorreggeva.

 

Mostrando delle doti attualmente non spiegabili, la creatura oscura affermò con un ghigno fastidioso:

“ Come ti scaldi per quel mostro, non dirmi che ti piace?” “ Finiscila di cambiare discorso e rispondimi una buona volta” “ Ti piace e parecchio... Non ne vale la pena Ryujin, ti userà per i suoi scopi e poi ti getterà come un fazzoletto sporco. Però so che non mi ascolterai, ti ha già irretito con le sue capacità da femme fatale. Ora che ci penso, farla a pezzi ti farà solo un favore” “ Mi hai stancato, ora ti faccio parlare io”.

 

Vittima delle proprie emozioni, Shin non si rese conto di come il nemico avesse accumulato un'immane quantità d'energia in sé dentro di sé che usò per creare una vera e propria bomba la quale venne fatta detonare propria quando la rabbia del ragazzo raggiunse l'apice.

L'esplosione che seguì fu tanto devastante da far crollare il terreno già indebolito dai tunnel scavati poco prima.

 

Questo incontro sarebbe rimasto a lungo impresso nel duo di giovani, rappresentando il momento a cui avrebbero in futuro ricollegato alcuni accadimenti che avrebbe scosso l'intera Yamir fin dalle fondamenta.

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Capitolo 12
*** Un saluto pieno di sottintesi ***


Un saluto pieno di sottintesi

 

L'attacco autodistruttivo del villain era stato molto potente, ma non come ci si poteva aspettare.

Considerando quanto vicino fosse Shin al punto di detonazione, il giovane sarebbe dovuto rimanere gravemente ferito se non peggio ed invece riportò solo qualche ferita piuttosto superficiale.

Lo stesso accadde a Hina la quale si era lanciata verso l'apprendista nel tentativo di proteggerlo. Si trattò di un gesto totalmente istintivo che avrebbe sorpreso la stessa ragazza non appena ci avrebbe pensato a mente fredda.

 

“ Che botta...” si lamentò il giovane che guardandosi intorno non poté che commentare:

“ Questa volta mi è andata bene, però è meglio che d'ora in poi ricordi le parole di Sigfrid e che non mi lasci trasportare dalle emozioni. Tuttavia chi può biasimarmi? Davanti a certe parole chiunque avrebbe dato di matto”

 

Le sue riflessioni vennero interrotte dalla fanciulla la quale, avvicinandosi a lui, gli domandò con quella che sembrava sincera preoccupazione: “ Darling stai bene?” “ Sì, sono solo un po' ammaccato” “ Che sollievo...” “ Tu invece hai un brutto taglio sul braccio” “ Questo?” chiese l'arciere poggiando lo sguardo su uno squarcio di discrete dimensioni sul bicipite sinistro.

“ Non è niente, guarirà in qualche giorno” “ Lo farà più in fretta se viene trattato" affermò Shin prendendo un unguento che aveva ben nascosto tra i suoi vestiti per poi iniziarlo a spalmare con delicatezza sul taglio.

 

Mentre si prendeva cura di lei, Hina lo fissava con uno sguardo decisamente dolce, quasi smielato. D'un tratto però si incupì e non perché il fabbro l'avesse fatto male, ma per delle parole che riecheggiavano nelle sua testa.

 

“ Darling dovresti smetterla” “ Perché? Ti sto facendo male?” “ No, affatto. Sei molto bravo in questo, semplicemente potrebbe servire a te l'unguento e non vale la pena sprecarlo con...un mostro” .

Nel sentire quella parola l'aspirante cavaliere portò gli occhi sulla dama sul cui volto era distintamente leggibile tristezza ed amarezza.

Ciò gli fece capire che quell'essere malvagio aveva colto nel vivo non solo lui, ma anche la compagna. Non poteva sapere il perché, tuttavia il concetto di “mostro” le faceva tanto male.

 

Ecco che quella inspiegata sensazione, la stessa che l'aveva spinto ad assaltare il capo dei banditi con furia cieca, si rifece viva e questa volta lo spinse a darle un conforto che avrebbe avuto un effetto incredibile.

“ Non sei un mostro” “ Sei gentile Darling, ma tu non sai chi sono” “ Posso non conoscere il tuo passato, però so che non sei un mostro. Me l'hai dimostrato aiutandomi senza nemmeno sapere chi sono" “ Potrei averlo fatto per un mio torna conto...” “ Non vedo cosa ci potresti guadagnare da un umile apprendista fabbro e se anche ci fosse qualcosa in me da poter usare per un tuo vantaggio il mio giudizio non cambia specialmente perché poco fa hai rischiato la vita venendo in mio soccorso” “ Darling...” “ Credi che non me ne sia accorto? Sei corsa appena prima dell'esplosione verso di me, incurante del resto” “ Ho agito di impulso, non dimostra niente” “ Tutt'altro, hai mostrato un altruismo molto raro” “ Darling”.

 

Era nata una strana atmosfera, una accogliente ed in un certo senso familiare, la quale aveva spinto la coppia ad accostarsi sempre di più. 

Per lo loro sfortuna il rumore di rocce che si sgretolavano li avvertì dell'insicurezza, costringendoli così a riprendere il cammino.

 

Il tragitto che seguì fu molto silenzioso. Un po' per le affermazioni del bandito, un po' per quanto stavano per fare poco prima, nessuno dei due aveva molta voglia di parlare.

In questo modo raggiunsero un punto di raccordo nel quale, poco in lontananza, videro Romulus con la delegazione del re.

Al che Shin sostenne con un po' di dispiacere: “ Bhé, ho ritrovato il mio gruppo” “ Già” “ E' arrivato il momento di separarci. Hina, grazie per avermi aiutato” “ Sono io quella che deve ringraziarti” “ Non serve, ho solo”.

 

Il fabbro venne interrotto da un inaspettato bacio tutto tranne che innocente. La foga e la passione che Hina ci aveva messo erano tali da stordire Shin, il quale infatti rimase fermo sul posto anche quando la ragazza letteralmente scappò senza dargli alcuna spiegazione.

 

“ Scusa Darling, ma non potevo farmi sfuggire quest'occasione” pensò la fanciulla mentre istintivamente si passava la lingua sulle labbra.

Il sapore di Shin che le era rimasto fu abbastanza da farla rabbrividire di eccitazione ed allo stesso a farle battere il cuore.

 

Probabilmente era la verità che la fanciulla voleva usare l'aspirante cavaliere per i propri scopi, ma forse c'era qualcosa di più oltre a questo.

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