UNCLE JAMES

di The Lone Soldier
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** SENZA PIETA' ***
Capitolo 2: *** IL MISTERO SULLA COLLINA ***
Capitolo 3: *** VECCHI RITORNI ***
Capitolo 4: *** UN UOMO SOLO AL COMANDO ***
Capitolo 5: *** IMBOSCATA ***
Capitolo 6: *** CON LO SCERIFFO NON SI SCHERZA ***
Capitolo 7: *** IL PRELUDIO ***
Capitolo 8: *** ALL'ULTIMO SANGUE ***



Capitolo 1
*** SENZA PIETA' ***


6 luglio, anno 1888
Il sole troneggiava alto nel cielo sopra CeaserWood, il caldo afoso rendeva l’aria e pesante e qualsiasi attività si volesse svolgere diventata di difficile attuazione ma tutto ciò non poteva fermare i propositi dello Sceriffo James Allen, da tre mesi alla ricerca del famigerato El Diablo.
Aveva attivato una rete di spie ma nessuno conosceva dove si nascondesse, ne se qualcuno l’aveva coperto.
Adirato per la mancata cattura, chiese direttamente al sindaco della cittadina, Roger Foster, un uomo sulla cinquantina e una forma fisica non impeccabile, di radunare la cittadinanza nella piazza perché lo sceriffo doveva parlare.
James Allen, che si era posto sul balcone della dimora del primo cittadino, mise le mani ai fianchi e disse:
-CeaserWood ha tanti problemi e da quando ci sono io ho portato più sicurezza, la legge viene rispettata più spesso rispetto ai tempi di quando c’erano fuorilegge come Frank Dynamite o Shotgun John, e presto saprò dove sono andati a finire, porterò i loro cadaveri qui nella piazza da esporre come trofeo ma un altro criminale gira qui: El Diablo. Nessuno sa. –
Si schiarì la gola e poi riprese.
- El Diablo, o conosciuto con il suo vero nome Juan Julio Gutierrez, è qui da mesi secondo i rapporti dei precedenti sceriffi e nessuno sembra aver mai mosso un dito per farlo consegnare alla giustizia. Com’è possibile tutto questo? –
I cittadini non risposero.
All’improvviso sentirono delle urla e alle spalle dei cittadini si palesò l’aiutante dello sceriffo Allen, colui che aveva ingannato il giovane ex sceriffo Norris e costui trascinava un uomo sulla mezza età, tenendogli la pistola puntata alla tempia.
-Sceriffo, ho trovato il complice di El Diablo. Ha ammesso che è arrivato qui dopo che quel criminale ha ucciso un nobile uomo di nome Vincent De Vries! –
Si alzarono i mormorii.
-Dice inoltre che hanno dato fuoco la carrozza del signore. Giura però di non sapere dove si trovi l’assassino! – disse l’aiutante
-Grazie infinite Jean Long. Il tuo aiuto è prezioso e sarà ben ricompensato! Sospetto, però, che quel poveretto sia solo un oggetto nelle mani di El Diablo e che sappia realmente dove si trovi ma è disposto a coprirlo, a costo di perdere la vita. Che sentimento nobile! –
James Allen batté le mani in maniera ironica e, in una frazione di secondo, smise e prese la pistola dal fodero destro, puntandola in direzione del prigioniero.
-Ultima possibilità: dì dove si trova El Diablo! –
L’uomo, visibilmente spaventato, sembrò mostrare che non sapesse dove si trovasse il criminale.
James Allen scosse il capo e schioccò le dita.
Jean Long tirò fuori un’altra pistola, la puntò alla base della colonna vertebrale del povero malcapitato e aprì il fuoco.
-Se qualcun altro vuole fare la stessa fine, si accomodi. Parlate prima che sia troppo tardi! –
James Allen lasciò il balcone, rientrando nell’edificio.
 

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Capitolo 2
*** IL MISTERO SULLA COLLINA ***


3 maggio, anno 1888 Trenta giorni erano passati da quel colpo di mano di James Allen che si era preso il ruolo di sceriffo e per il criminale Shotgun John, un uomo sulla cinquantina abile nell’uso del fucile come arma da fuoco, oltre che nel corpo a corpo, era diventato difficile restare a CeaserWood e così il 3 maggio si mise in viaggio in sella al suo cavallo seguendo un vecchio sentiero sulle colline usato dai nativi, vicino al luogo dello schianto della cometa. Partì in piena notte e la luna si era nascosta dietro nuvole scure, cariche di piogge. Il fuorilegge indossava un cappello di colore grigio, camicia blu, pantaloni marroni e stivali in pelle dello stesso colore; teneva sulla spalla sinistra un fucile a canna corta mentre legato alla sella del cavallo ne teneva un altro, questo a canna lunga. Era chiamato da molti come “dentone” poiché aveva gli incisivi pronunciati e un’altra caratteristica era una vistosa cicatrice sul lato sinistro del collo che partiva da sotto l’orecchio e arriva quasi al pomo d’Adamo. Arrivato alla base della collina, cominciò a salire in quota per il sentiero e sentì sulle dita della mano destra una goccia, seguita poi da un’altra e un’altra ancora. Si voltò verso il cielo e sentì lo scroscio della pioggia scendere copioso sulla vallata e là, in fondo, la cittadina che l’aveva ospitato con i suoi fuochi accesi. Guardò quel luogo con nostalgia e sospirò, scuotendo il capo. -Non posso tornare indietro! – Diede un colpo al cavallo e salì ancora un po' in quota per poi virare a sinistra e salire ancora; nel frattempo la pioggia cadeva forte. -Mi prenderò un raffreddore! – mormorò Salì per una decina di metri e tossì quando, improvvisamente, il cavallo si fermò e s’agitò. -Che ti succede Eru? – domandò John L’animale indietreggiò di due metri e il fuorilegge provò a calmarlo ma non c’era nulla da fare. -Vai avanti! – tuonò John La sua irrequietezza aumentò tanto da portarlo ad indietreggiare ancora; John, stufo di questo comportamento, volle prendere in mano la situazione e scese dal destriero ma quest’ultimo, inspiegabilmente, si girò e se ne andò, lasciando John nel bel mezzo della collina, da solo, sotto la pioggia battente. -Questo è il ringraziamento per tutti gli anni passati assieme. Te ne vai? Va bene! Farò da solo! – Riprese il percorso, conscio di avere solo un fucile. -Avevamo un bel rapporto io e te! – disse in tono arrabbiato rivolto al cavallo. Arrivò al punto in cui l’animale si bloccò e non vide nulla. -Anche le allucinazioni! – mormorò Un sibilo, quasi impercettibile e delle parole che John stette a riconoscere. -Chi ha parlato? – chiese dopo essersi voltato indietro Riprese il cammino e non vide che c’era una tagliola, che l’afferrò per la caviglia destra. Urlò dal male e il sangue usciva copioso. -Aiuto! – urlò All’improvviso si presentò un individuo incappucciato dinanzi a John; quest’ultimo si agitò e cercò di prendere il fucile ma chi aveva di fronte fu veloce a portarsi a pochi centimetri dal volto di John e gli sparò un colpo d’arma da fuoco in pieno petto, solo che l’arma non era a proiettili normali, ma fu un colpo di laser a colpire Shotgun John.

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Capitolo 3
*** VECCHI RITORNI ***


10 luglio, anno 1888 Un forte temporale si era abbattuto nella notte nella regione dove si trovava la cittadina di CeaserWood e al mattino le nuvole grigie non se n’erano ancora andate, lasciando la minaccia di pioggia ancora viva; dai prati bagnati e dall’erba irregolare si alzava una leggera nebbiolina, creando un’atmosfera quasi magica ma strana per la stagione estiva. Sulla sponda orientale del torrente che lambiva i contorni di un bosco, erano presenti due lupi intenti a cibarsi di una preda. Per un caso fortuito si palesò un uomo vestito con un mantello leggero, cappuccio alzato e armato di Revolver. Si avvicinò, tenendo una distanza di almeno tre metri e si preoccupò di non fare troppo rumore per non far spaventare gli animali; notò di come i due canidi stessero affondando i loro denti nella carne di un uomo dal corpo gonfio e umido, la pelle sbiadita. Alzò l’arma al cielo e sparò un colpo. I due lupi, spaventati dalla presenza umana, fuggirono a grande velocità. L’incappucciato poté finalmente avvicinarsi al cadavere e notò di come fosse in un avanzato stato di decomposizione. Gli balzò all’occhio un foro nel petto così preciso che dovette chinarsi per guardarlo meglio. Ripose la pistola nel fodero e toccò la ferita. La bocca era aperta e si accorse che gli incisivi della vittima erano allungati e una cicatrice sul lato sinistro del collo. Alzò il cappuccio, mostrando il suo volto giovane, capelli corti e neri e una barba accennata. -Così tu eri Shotgun John. Ho sentito molto parlare di te in città e ammetto che se avessi voluto collaborare col sottoscritto, Juan Julio Gutierrez, detto El Diablo, avremmo potuto rovesciare il regime dello sceriffo Allen. Io te e Frank Dynamite. Mi auguro di trovare il tuo caro amico! – El Diablo si rialzò e si lasciò alle spalle il cadavere di Shotgun John. Nel frattempo, a CeaserWood, si era creato un gran trambusto per un annuncio che il sindaco doveva dare, senza che esso si era accordato con lo sceriffo. Indaffarato, con una serie di scatole piene di documenti da leggere, era assorto nei suoi pensieri e continuava a sentirsi fuori posto, anche a causa della presenza ingombrante di James Allen. Guardò il balcone, pronto a parlare. -Prima che possa dire alla cittadinanza cosa sta succedendo, devo pensare a come comportarmi con la seconda massima autorità della legge, che si crede sopra di me! – Convinto di fare la cosa giusta si avviò verso la balconata. Prima che fosse fuori, improvvisamente, vide arrivare una carica di dinamite che batté sul suo petto, per poi cadere e la miccia accesa. In quegli attimi non realizzò una reazione e il sindaco venne travolto dall’esplosione della carica di dinamite. Si ersero il fuoco e le fiamme dalla casa del sindaco e in quegli stessi istanti un fulmine squarciò il cielo, provocando una pioggia battente.

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Capitolo 4
*** UN UOMO SOLO AL COMANDO ***


I cittadini di CeaserWood s’ammassarono al centro della cittadina visibilmente impauriti, le loro urla erano più forti del rumore delle fiamme e la pioggia battente non li portò a ripararsi. Si ersero mormorii, malumori. Uomini e donne parlavano tra loro e nella moltitudine di parole pronunciate, c’erano due parole comuni: Frank Dynamite, uno dei criminali ricercati dallo sceriffo James Allen. Quest’ultimo si credeva morto ma la morte del sindaco, che assomigliava molto ai modi usati dal tale bandito, portavano le persone a sospettare fosse tornato. Ad un certo punto, gli animi cominciarono a calmarsi poiché si stava avvicinando qualcuno, che non era altro che lo sceriffo Allen. Arrivò a passo lento, scuro in volto, i capelli di media lunghezza bagnati, i baffi uguale. Arrivò in mezzo alla folla, guardandosi attorno. Accanto a lui il suo fido servitore, Jean Long. -Ho sentito i vostri bisbigli e fate il nome di Frank Dynamite. Il sospetto che ci sia lui dietro a questo vile attentato è forte ma la mia forza di volontà nel dare alla giustizia questi criminali, non è mai stata così forte! Ve l’assicuro. CeaserWood ha bisogno di stabilità e sarò io a prendere la guida come sindaco. Un uomo solo al comando. Io, James Allen. Porterò giustizia, pace, stabilità. State tranquilli miei concittadini! – Si sentirono degli sbuffi e ciò venne capito dallo sceriffo che prese la pistola dal fodero sinistro, sparò un colpo in aria, poi un altro ancora. -Non avrò pietà per chi mette in discussione la mia autorità. Chi si oppone verrà arrestato o ucciso, e questo è il mio primo atto! – Da un edificio vicino, più precisamente al secondo piano, in una stanza a pianta quadrata con pareti scrostate e piene di muffa, era presente un uomo dalla camicia nera, pantaloni marroni, stivali logori, capelli lunghi e bianchi, stempiato sulla fronte, con diversi denti in meno. -Guarda un po': avremo lo sceriffo sindaco. Che sorpresa! Frank Dynamite non potrà più stare a guardare e mi auguro che anche Shotgun John mi aiuti in questa difficile impresa. Anche El Diablo, come l’otto maggio quando permettemmo di far fuggire le sue figlie. Beato lui che le ha allontanate, maledetto El Diablo – disse, ridendo. Costui teneva su un tavolino in legno diverse cariche di dinamite. -Raderò al suolo CeaserWood se sarà necessario pur di distruggere James Allen! – Guardò verso l’alto e disse: -Mia cara Josephine: mi manchi ogni giorno che passa e restare in questo mondo senza di te è orrido ma non ho mai perso la speranza di combattere l’arroganza, la crudeltà e la corruzione. A modo mio ma l’ho sempre fatto. Presto saremo di nuovo insieme! – La pioggia smise di scendere e un arcobaleno si palesò nel cielo. L’anziano che mesi fa mise in discussione l’autorità dello sceriffo stava nel giardino posto sul retro della casa, seduto su una sedia a dondolo a osservare il cielo e a fumare la pipa. Sentì il vento fresco alzarsi e socchiuse gli occhi ma qualcuno si palesò dinanzi a lui. Li riaprì e vide tre esseri non umani dalla pelle blu, occhi azzurri cielo. Quello che stava nel mezzo teneva in mano uno scettro. Disse qualcosa in una lingua sconosciuta e i due esseri si posero ai lati dell’anziano, impaurendolo. Colui che era al centro rivolse lo scettro verso l’anziano, colpendolo direttamente al petto. L’anziano cominciò a far fatica a respirare e fu lì che i due esseri ai lati, armatisi di coltelli, lo colpirono più e più volte sul corpo. Dietro l’uomo con lo scettro si palesò uno strano oggetto circolare voltane, con uno strano cerchio rosso posto sul lato sinistro.

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Capitolo 5
*** IMBOSCATA ***


24 luglio Il pomeriggio di quel giorno, Jean Long si trovava nei boschi fuori CeaserWood dove la situazione sembrava calmarsi dopo che James Allen aveva preso in mano la situazione, ricoprendo il ruolo di sceriffo e sindaco. Abbigliato con un cappotto marrone, un cappello nero che gli copriva il volto ben tenuto e i capelli neri, galoppava lentamente nella fitta boscaglia, osservando qua e là, tenendo il sentiero. In un punto preciso del bosco, vide qualcosa sulla sponda del torrente; gli sembrò un cadavere e per controllare, scese da cavallo, tirò fuori la pistola dal fodero, posto sulla coscia destra e volle avvicinarsi. Realizzò di come c’era ben poco: le ossa erano ben visibili, interi stratti di pelle assenti, morsi qua e là sulle cosce e su ciò che restava delle braccia. Si piegò per osservare al meglio i resti della persona. -Era da un bel po' che non sentivo di gente attaccata da lupi! – disse l’assistente dello sceriffo. Un rame spezzato fece girare Long, tenendo l’arma in pugno. Scosse il capo, pensando fosse la sua immaginazione. Una volta girato, si palesò un uomo incappucciato che lo colpì con un pezzo di tronco all’altezza della scapola, facendogli perdere la pistola che, prontamente, l’assalitore spostò con l’utilizzo del piede sinistro. Long era a terra. L’incappucciato tirò fuori una pistola Colt, senza mostrare il volto. L’assistente dello sceriffo abbozzò una reazione, piegando la schiena e rialzandosi ma l’incappucciato rispose con un calcio in pieno addome, rimettendolo nella stessa posizione. Sparò un colpo nella coscia di Long, e il sangue schizzò sul mantello dell’incappucciato. Le urla erano forti e ciò portarono a ululati di lupi nelle vicinanze. -Ti prego! Non farmi mangiare dai lupi com’è stato con quel poveretto! – disse Long, impaurito. L’assalitore alzò il cappuccio, mostrando il volto giovane, capelli corti e neri e una barba accennata. Long lo riconobbe. -El Diablo! – -Per essere corretti, quel poveretto di cui hai parlato era Shotgun John ed è qui da almeno due settimane. Non so chi l’ha ucciso ma di sicuro non te ne il tuo sceriffo. Adesso arriveranno i lupi e non vedo l’ora faranno un bel pasto col tuo corpo corrotto. James Allen ha le ore contate: sto tornando a CeaserWood dopo che ha rapito le mie figlie e ora, per fortuna, sono lontane. Pagherà anche per la morte del mio caro amico! – El Diablo sparò due colpi uno dopo l’altro, uccidendo Jean Long, l’assistente dello sceriffo. Poco più tardi, dopo esser arrivato al cavallo di Long ci salì e, nel mentre, osservò quattro lupi intenti a mangiare il cadavere senza vita di Long. -Uno è eliminato ma rimane ancora il più grosso da abbattere! – disse El Diablo.

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Capitolo 6
*** CON LO SCERIFFO NON SI SCHERZA ***


26 luglio A CeaserWood c’era un gran trambusto nel centro cittadino e una folla si era accalcata numerosa. Al centro di essa era presente Frank Dynamite il quale inveiva contro lo sceriffo, teneva nella mano sinistra l’esplosivo e nella mano destra una pistola. -Lo sceriffo Allen è un uomo solo al comando di una cittadina, incapace di contenere il suo enorme ego e dove tutti erano terrorizzati dai suoi modi di fare. Io sono stanco di tutto questo e chiedo a gran voce che quel farabutto si faccia avanti e mi affronti da uomo vero quale dice di essere. Si mostri! – Alcuni presenti batterono le mani, segno che il dominio dello sceriffo non era così stabile. Un colpo di pistola venne sparato in aria e James Allen raggiunse, tramite una via esterna, il centro del paese. Camminò con sicurezza e, dopo aver riposto la pistola nel fodero destro, mise le mani ai fianchi, mostrandosi deciso. -Finalmente ho il disonore di incontrare uno dei criminali che hanno infestato questa ridente cittadina. Vuoi una resa dei conti? Eccomi qua! Ti farò male e non uscirai vivo! – Il volto dello sceriffo si fece scuro. Con la mano sinistra fu veloce nel prendere la pistola nel fodero sinistro e sparò un colpo che ferì di striscio Frank all’altezza del fianco sinistro. Dynamite si toccò il punto e vide il suo avversario effettuare una capriola in avanti e uscirsene con entrambe le Revolver in pugno, sparando due colpi uno dietro l’altro. Frank venne trafitto in pieno petto e ciò lo portò ad indietreggiare di diversi metri fino a quando non sentì qualcosa di solito alle spalle: era il pozzo di CeaserWood. Si girò, guardando l’acqua nei bassifondi e in quel momento un rigagnolo di sangue fuoriuscì, cadendo nell’acqua. Sentì una mano toccare la sua schiena; poco dopo sentì la stessa afferrare la sua pelle e venne girato dove, senza alcuna sorpresa, c’era James Allen. Quest’ultimo colpì con un destro nello sterno, una ginocchiata nelle parti intime e, infine, una testata in pieno petto. Lo sceriffo notò di come Frank Dynamite, nonostante le ferite d’arma da fuoco e i colpi fisici subiti, non era ancora deceduto. -Ammetto che mi sorprende vederti ancora vivo, anche se in qualche maniera. Manca poco e la tua sofferenza finirà! – Lo tirò su da terra, lo guardò dritto negli occhi e lo lasciò cadere nel pozzo, facendolo sbattere più volte contro le pareti e, infine, nell’acqua scura. James Allen si guardò attorno e vide che il suo avversario aveva lasciato l’esplosivo e gli venne un’idea. Andò a recuperarla, la raccolse da terra per poi dirigersi al pozzo dove, con un fiammifero, accese il candelotto e lo lasciò cadere sul corpo del morente Frank. Lo sceriffo si allontanò appena in tempo prima che avvenne una forte esplosione, la quale causò anche il cedimento della struttura superficiale del pozzo. Cinque minuti più tardi, quando il fumo saliva dal pozzo, James Allen realizzò di aver posto fine alla vita di Frank Dynamite e, ora, gli restava solo El Diablo da uccidere. Si mostrò soddisfatto, toccandosi i baffi con la lingua.

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Capitolo 7
*** IL PRELUDIO ***


Il fumo si alzava dal basamento del pozzo ove era caduto Frank Dynamite, ucciso per mano dello sceriffo James Allen. Qualcuno, da lontano, aveva assistito all’intero duello. Si trattava di El Diablo, tornato nella cittadina dopo un periodo di allontanamento, successivo alla liberazione delle figlie. La spietatezza usata con il bandito Frank aveva portato in Juan la consapevolezza che aveva di fronte un avversario tosto e pronto a tutto pur di ottenere ciò che voleva. -Ha tolto di mezzo lo sceriffo con un trucco da teatro, ucciso il mio amico con insensata ferocia. Rimango solo io dinanzi a lui per completare la sua opera di giustizia nella cittadina. Di certo non sa quanto io sia disposto a soffrire pur di ucciderlo! – El Diablo si grattò il mento e nella sua mente costruiva un piano per attirarlo e portarlo allo scontro. Lo sceriffo, terminato lo scontro, si diresse alla taverna West End, scelse il primo tavolo che vide, ovvero appena entrato, sulla destra, appoggiò gli stivali sul tavolo e fece cenno al locandiere di venire al suo cospetto. Costui mostrò il suo timore e corse dallo sceriffo. -Cosa desiderate mio signore? Sappia che per lei è tutto offerto per la casa. Chieda ciò che vuole! – Il gestore era visibilmente irretito e le mani gli tremavano. -Portami una bottiglia del tuo miglior Whisky e me ne andrò. Forza! – James Allen batté le mani, mettendo fretta al suo interlocutore. Ancor prima che potesse girarsi arrivò in aiuto il giovane cameriere dai capelli marroni, magro, di altezza un metro e settanta, che indossava una camicia marrone e pantaloni neri e sporchi di farina. Lo sceriffo si alzò, si avvicinò al giovane con fare guardingo e poi prese la bottiglia che gli era stata promessa, uscendo dal locale. Cominciò ad imbrunire e lo sceriffo, nella sua casa a due piani, rimase dinanzi al fuoco, seduto su una sedia a bere e a pensare al momento in cui aveva posto fine alla vita di Frank Dynamite. Aveva provato gusto nel farlo, si sentiva orgoglioso. -Manca solo El Diablo! – disse ad alta voce. Improvvisamente il fuoco si spense; lo sceriffo pensò si trattasse di un colpo di vento e perciò si alzò, provando a riaccenderlo. -Come ha fatto a sparire la fiamma? – si domandò. Cercò i fiammiferi sulla mensola del caminetto ma non erano lì. Pensò a dove li aveva lasciati l’ultima volta. -Cercavi questi, sceriffo Allen? – Lo sceriffo si voltò e si trovò dinanzi tre esseri non umani dalla pelle blu, occhi color cielo, che indossavano degli abiti larghi e neri. Quello nel mezzo teneva uno scettro. Allen provò a prendere la pistola ma l’essere, con il solo gesto della mano, bloccò sul nascere ogni suo tentativo. -Non siamo qui per farti del male! È da un po' che osserviamo te e il tuo operato, vogliamo renderti un leader che sei. Vogliamo rendere il mondo un posto migliore portando la nostra cultura Taakarian; voi umani siete destinati a combattervi per sempre, noi impediremo tutto ciò. Se non sei dalla nostra parte, ti uccideremo e il tuo posto lo prenderà El Diablo! – James Allen mosse i denti per la rabbia e ciò fece capire che erano stati toccati i sentimenti giusti. Lo sceriffo abbassò la mano e poté permettere allo sceriffo di liberarsi. Respirò in modo affannoso e dopo aver guardato i loro interlocutori, disse: -El Diablo deve morire per mano mia e lo farò, appena ne avrò l’occasione! – Uno sparo di fucile all’esterno svegliò molte persone. -Il tuo destino è là fuori: vai e dimostraci chi sei. Una volta ucciso, tu sarai un leader non solo di CeaserWood ma del mondo intero! Uccidilo! Uccidilo! – James Allen fece un cenno di assenso e uscì a passo spedito dalla casa e a circa dieci metri da casa sua stava El Diablo, che l’aveva attirato all’esterno.

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Capitolo 8
*** ALL'ULTIMO SANGUE ***


-Finalmente ci incontriamo! Sceriffo, sindaco, dittatore di CeaserWood, James Allen, l’uomo senza pietà per niente e nessuno! – James allargò le braccia, fece un giro su sé stesso e poi fece un inchino. -Le tue parole mi rendono orgoglioso di ciò che sono. A differenza tua e dei tuoi amici, uno dei quali l’ho ucciso da poco, ci metto la faccia e sai cosa, El Diablo? Vuoi affrontarmi, e io voglio darti l’onore di morire per mano mia ma opterei per batterci senz’armi da fuoco, da veri uomini! Sei d’accordo? Accetti o ti ritratti? – El Diablo, che teneva in mano un fucile Winchester, lo lanciò in avanti, facendolo cadere per terra e poi tolse la pistola che teneva sul fianco destro. Fece cenno allo sceriffo di farsi avanti e, nel mentre, i cittadini uscirono dalle loro case tenendo torce accese, volendo assistere allo scontro. James Allen acconsentì alla proposta con un cenno della testa, avvicinò le mani alle pistole e le prese mettendo gli indici nella zona del grilletto. Le tirò su con lentezza e, una volta in mano, le guardò e le roteò. -Sei un circense, sceriffo Allen? – chiese El Diablo. La massima autorità cittadina continuò, imperterrito fino a quando non rivolse le due armi e sparò. El Diablo venne trafitto da due colpi in pieno petto e, una volta che i proiettili entrarono all’altezza dei polmoni, non poté fare altro che guardare e accasciarsi a terra, cadendo di faccia. Lo sceriffo rise di gusto e si rivolse alla cittadina, come se fosse un eroe. -Anche l’ultimo fuorilegge è stato fatto fuori! Che bellezza! È un nuovo giorno per CeaserWood! – Continuò a ridere fino a quando non si interruppe e dalla folla s’alzarono cori di sorpresa. El Diablo si era rialzato e aveva lanciato un coltello che colpì lo sceriffo nella schiena, vicino alla spalla destra. Quest’ultimo si girò e quando vide l’avversario ancora in piedi, non credeva ai suoi occhi. El Diablo, a quel punto, aprì la camicia e mostrò che aveva sotto un supporto metallico a protezione del corpo. -Quando avete ucciso lo sceriffo Norris avete fatto così e io ho copiato il vostro gesto. Potevi essere più furbo, James! – Lo sceriffo, a quel punto, lasciò cadere le pistole a terra, mise il braccio destro dietro la schiena e tolse il coltello con velocità. Urlò dal dolore ma strinse lo stesso i denti e, nel frattempo, il sangue gli sgorgava sulla schiena. El Diablo cominciò a correre verso di lui e James non realizzò subito cosa stesse facendo; venne travolto e gettato a terra. Il fuorilegge l’afferrò per la giacca rossa, lo tirò a sé e cominciò a prenderlo a pugni nello stomaco in sequenza. -Questo è per tutti gli innocenti che hai ucciso, maledetto! – disse El Diablo. Lo sceriffo abbozzò una reazione: bloccò il polso sinistro del fuorilegge e lo morse, fermandolo; poi, sferrò una testata in pieno petto al suo avversario e lo mise a terra, ribaltando la situazione. Mise il gomito destro sullo zigomo sinistro e piegò il volto di El Diablo verso destra, facendo pressione con entrambe le ginocchia sulla pancia. -Sei un avversario tosto, lo devo ammettere! – Lo sceriffo sputò in faccia al fuorilegge e a costui montò la rabbia in corpo, tanto da portarlo a sferrare un calcio nel fianco sinistro dello sceriffo. Si rialzò con uno sforzo addominale e si palesò a pochi centimetri dalle labbra ma un colpo d’arma da fuoco venne sparato. El Diablo cominciò a sanguinare dalla bocca e, una volta abbassato lo sguardo, vide che un proiettile gli era entrato sotto i pettorali. Guardò lo sceriffo e cominciò a lasciarsi andare. L’autorità della polizia locale, che teneva una terza pistola, di piccole dimensioni, nella cintura dietro la schiena, sputò a terra e decise di aprire il fuoco altre due volte contro El Diablo. -Nessuno può essere più scaltro dello sceriffo James Allen! – Soddisfatto ma deciso ad umiliare il fuorilegge anche agli ultimi istanti, decise di lanciare la pistola contro proprio El Diablo, causandone la caduta di schiena. Alle spalle dello sceriffo qualcuno applaudì e, nel mentre, si alzarono le voci di paura: erano i Taakarian, coloro che avevano promesso fama e fortuna allo sceriffo. Il Sacerdote raggiunse proprio il vincitore e gli diede una pacca sulla spalla sinistra e gli alzò il braccio, in segno di vittoria. -È l’inizio di un nuovo mondo! Guardate nel cielo e gioite perché finalmente questo pianeta diventerà ricco come non mai ed è merito di quest’uomo che d’ora in poi sarà il vostro leader e lo riconoscerete come Zio (Uncle) James! – Alcuni cittadini imbracciarono i forconi, pronti a scacciare gli intrusi ma nei cieli comparve una moltitudine di luci e oggetti di grandi dimensioni dirigersi verso terra. -L’invasione è cominciata! – disse il Sacerdote allo sceriffo. FINE

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