E se…

di Meg_99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno sulla terra ***
Capitolo 2: *** Tempo ***
Capitolo 3: *** Flashback 1 ***



Capitolo 1
*** Ritorno sulla terra ***


E se...
Clarke è rimasta sola. L'ha visto, ha visto il razzo allontanarsi dalla terra, ha fatto il suo dovere, ha sistemato l'antenna come Reven le ha spiegato, o per lo meno come le ha ripetuto quelle 200 volte. 
Le scappa un sorriso insieme ad un'unica lacrima che le scivola lenta sulla guancia.
Sente un boato e si gira velocemente, vede il "Praimfaya" avvicinarsi inesorabilmente, deve correre, deve scendere da quell'antenna, deve raggiungere la villa di A.L.I.E. , deve raggiungere il laboratorio di Becca.
Finalmente trasale e si lascia scivolare giù per i tubi della struttura in acciaio sulla quale si trova, il contatore dell'ossigeno inizia a fare un disturbante bip quando finalmente tocca terra, cerca di ignorarlo e inizia a correre, corre più volece che può, ignorando il fiato corto, i muscoli doloranti, il lancinante mal di testa che la sta tormentando ed una nausea che fino a poco prima non aveva, gli occhi le scattano da una parte all'altra cercando punti di riferimento o scorciatoie, eccola! Vede la porta finalmente! Sente il calore della distruzione che avanza dietro di lei, entra ma il piede le scivola sulle scale e cade sbattendo la testa, vede il vetro che la protegge infrangersi trattiene il fiato e corre dietro le porte che chiudendosi dietro di lei la separano finalmente dal "Praimfaya".

Un fischio assordante la accompagna mentre apre gli occhi, la luce è accecante e la visuale è completamente offuscata. 
Tira un respiro profondo prima di realizzare: è viva. Il "Primefaya" non l'ha ammazzata, le porte del laboratorio l'hanno salvata o forse... l'hanno solo condannata. Non ha né cibo né acqua, non ha la più pallida idea di come farà ad affrontare cinque anni chiusa lì dentro da sola. Perché lei è sola, ha scelto i suoi amici ancora una volta, la sua famiglia, l'amore. Però non riesce a smettere di pensare che, anche se i suoi amici non ce la dovessero fare, non sono da soli, sono insieme, un improvvisa malinconia la coglie, si rannicchia in un angolo raccogliendosi le gambe tra le braccia e nascondendoci il viso, per nascondere le lacrime, il dolore, la rabbia... ma la domanda è a chi lo sta nascondendo?

Non sa quanto tempo sia passato quando finalmente Clarke decide di muoversi, si sente indolenzita quasi rigida, la luce le provoca ancora fastidio ma deve farci l'abitudine. 
Si alza e si stiracchia, alcune ossa scrocchiano, si passa le mani sul viso e sulle sue braccia mentre inizia a guardarsi intorno, un orologio si palesa alla sua vista segna le 23, non sente nessuna fame ma la gola sta reclamando acqua, muove i primi passi verso gli zaini che sono ammassati su un tavolo afferrandone uno ed aprendolo tira fuori freneticamente una borraccia trangugiando il contenuto.
Sospira ringraziando chiunque le avesse lasciato quel regalo, probabilmente lui, Bellamy... quanto le manca, si erano finalmente appena riuniti e ora chissà... chissà se lui e gli altri sono vivi, chissà se hanno raggiunto l'anello, chissà se Raven è riuscita ad aprire il portellone e a far partire l'ossigeno... chissà se il suo ossigeno durerà.
All'improvviso un idea:
^ Computer spiegami come sopravvivere qui. ^
Il panico si impadronisce della sua mente, lo sapeva... sapeva che non poteva funzionare il silenzio ne è solo che la conferma.
Finche una voce metallica non inizia ad elencare parti elettroniche, sì ha funzionato non ci avrebbe sperato, ma lei non è Raven, non ci sta capendo niente il computer va troppo veloce e inizia a salirle il panico, il fiato le si fa corto
^ Ei fermo. Non ci sto capendo niente... ti... ti prego rallenta - sa che il computer non ha sentimenti ma lo prega comunque - ti prego spiegami come vivere ma lentamente. ^
La voce elettronica riparte spiegando per filo e per segno dove trovare i pezzi e come montarli.

Le ore passano e Clarke le vede scorrere grazie all'orologio digitale con i numeri segnati in rosso, grazie al computer sa che ha un depuratore di ossigeno ed è riuscito a farle costruire uno strano aggeggiò che il computer ha definito depuratore che le fornirà l'acqua, inoltre sempre grazie al computer, ha realizzato una mini coltivazione di semi che ha trovato negli armadietti. Chissà se gli altri sarebbero rimasti se solo l'avessero scoperto prima, chissà se sarebbero con lei a fare tutto questo, perché non ci avevano pensato, perché non l'aveva proposto! Clarke inizia a farsi della stupida, continua ad addossarsi le colpe finché gli occhi non le si chiudono, stremati dalla stanchezza e dalle emozioni contrastanti. È vero è sola, ma è viva


Spazio

Bellamy non smette di guardare fuori dal finestrino, continua a tormentarsi. Come ha potuto? Come ha potuto abbandonarla di nuovo? Sente gli occhi di Raven fissarlo e sente un leggero brusio fastidioso in sottofondo. Non dovrebbe essere lì, non lo merita, non lui. Lui dovrebbe essere laggiù, con Clarke, morto con lei, con Octavia, col suo popolo, con la sua famiglia. 
Sente la mano di Echo sfiorargli la sua, la allontana in fretta non vuole che quella spia traditrice lo tocchi, non lei, la odia, se lo sono anche detti prima di partire non si fiderà mai di lei, mai.
Quando la terra è ormai lontana la sente 
^ Bellamy guardami! ^ Raven lo sta fissando seria 
^ Bellamy devo uscire per aprire il portellone, devi aiutarmi. ORA. ^ 
Lui la guarda, deglutendo, accorgendosi solo allora dell'anello. Deve risvegliarsi, deve aiutare i suoi amici, quando entreranno nell'anello potrà disperarsi ma ora deve aiutare i suoi amici, sempre se Clarke è riuscita a sistemare l'antenna e non sa se sperare che ce l'abbia fatta o meno, non sa se vuole morire come lei o sopravvivere anche per lei.

Entrare nell'anello e far ripartire tutto è stato più difficile di quanto avessero pensato e pianificato, ma ora loro erano lì ed erano VIVI, ed era l'unica cosa importante. Certo per Raven, Bellamy, John, Monty ed Harper essere tornati nell'anello è pauroso, una miriade di ricordi riempiono le loro menti, ma per Echo ed Emori è tutto diverso guardano e studiano ogni cosa con stupore e felicità, fissano fuori dall'oblò vedono le stelle, il buio tutto intorno le fa risaltare di più, non sono come viste dalla terra, li circondano sono ovunque e sorridono istintivamente Echo sorride perché è salva Emori sorride perché finalmente ha un posto da definire casa.
Si fissano tutti per secondi che sembrano anni prima di alzarsi ed abbracciarsi tutti. Monty ed Harper si staccano dal gruppo per affondare in un abbraccio più intimo mentre John ed Emori più sfacciati iniziano a baciarsi con necessità quasi a dirsi io sono qui, e ci sono per te. 
^ Guardate che ci sono le stanze in questa navicella ^ la voce di Raven spezza il momento facendo ridere tutti e facendoli alzare per iniziare a sistemarsi, in fondo tornerà ad essere la loro casa, la loro casa per almeno cinque lunghi anni.
Chissà Clarke se è viva, chissà se Octavia è viva, chissà se i clan sono vivi... tutti se lo domandano nella testa ma nessuno osa pronunciare una parola su questo. 


Passano le ore ed i ragazzi finalmente si sono spartiti le stanze ed i primi compiti da svolgere per iniziare questa loro nuova ma così vecchia vita.
Monty con Harper si occupano di creare le serre, facendosi aiutare da Echo, mentre Raven prende Emori per insegnarle il più possibile e farsi aiutare con la manutenzione della navicella, Murphy e Bellamy si occupano di dare una parvenza di casa e di ordine dentro quella loro vecchia conoscenza cercando ovunque razioni d'acqua e di cibo. 



Note d'autore 
spero che vi piaccia fare un salto in questo e se...

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Capitolo 2
*** Tempo ***


SPAZIO

Il primo mese è passato in fretta, quasi per tutti, Harper ed Echo hanno fatto un ottimo lavoro con le serre, Monty un pò meno per rendere le alghe coltivate commestibili e con un gusto accettabile, addirittura la prima zuppa ha mandato in coma Murphy per una settimana facndo impazzire Emori, tanto da farle aggredire Monty, se non ci fosse stara Raven a fermarla il frammento del popolo del cielo avrrebbe perso uno dei ragazzi fondamentali. 
Raven ed Emori stanno cercando in ogni modo possibile di creare del carburante per tornare sulla terra appena tornerà abitabile, ma avendo poco o niente a disposizione questa creazione è ancora a zero ma nessuno perde ancora le speranze.
Murphy, oltre al coma, riesce a tenere unito il gruppo, fin troppo bene per essere John Murphy, è perennemente preoccupato per Emori, ormai l'uno sembra essere l'ombra dell'altro,finalmente entrambi possono dire di essere felici e di avere trovato una casa.
Race è grata di non provare più i dolori causati da A.L.I.E. ma la notte si sveglia in preda agli incubi in bagni di sudore, ce la mette tutta ogni giornoper trovare un modo di riportare i suoi compagni a casa, di rivedere i suoi amici, di ritrovare Abby quella donna che le ha dato tanto, anche un amore materno a lei sconosciuto.
Echo è combattuta, è sola in mezzo a gente che conosce a malapena, ed è costretta a fidarsi gli unici di cui può dire di fidarsi sono Monty ed Harper essendo comunque costretta a passarci ore se non addirittura giorni, ma è comunque felice finalmente di avere qualcuno.
E Bellamy... beh Bellamy non è più lo stesso, è sempre rinchiuso nella sua cabina, ha l'unico oblò che da costantemente sulla terra. E' stata l'unica richiesta del ragazzo, inizialmente gli altri erano riluttanti a ciò, tutti in effetti volevano avere una vista del genere, ma lui ha minacciato di eiettarsi se non fosse stato suo, ed a quanto pare è stato credibile.
Fissa costantemente la terra alla ricerca di un qualsiasi piccolo accenno di verde su una qualsiasi superficie della terra, la radio sempre al suo fianco all'ascolto aspettando perennemente un accenno della sua voce, un suo segnale, di un motivo per vivere ancora in quell'inferno.
< Manca anche a me sai? > Bellamy si gira e vede la sua amica Race, non la riconosce nemmeno più, è dimagrita molto, ma non riconosce nemmeno più i suoi occhi, se non li guardasse bene sembrerebbero spenti, vuoti, ha perso tutto anche lei, ma in fondo c'è ancora quella luce, quella voglia di sopravvivere, di lottare, deve solo guardare bene, scavare in quella disperazione sennò nemmeno lui lo vedrebbe. 
< Lo so Race, ma è diverso.. potevo restare... avrei potuto salutarla... magari salvarla o per lo meno non farla morire da sola... e se ci avesse visto chiudereil portellone? E se fosse viva? E se fosse stata lì? E se... >
Lei lo ferma apoggiandogli una mano sulla spalla
< Bell, i se ti distruggeranno, so come ti senti... mi dispiace ma non potevamo aspettare, tu ci servi qui. Torneremo te lo prometto. >
Si guardano, non sanno se sarà cosìma forse la speranza è ddavvero l'ultima a morire, forse moriranno prima loro. Il silenzio sembra durare ore ore da quanto risulta assordante, ma lì nello spazio infinito non c'è niente, niente vento, niente insetti, volatili, alberi o animali, ma finalmente Bellamy sospira schiarendosi la voce cercando di trovare la forza per dire qualcosa, qualsiasi cosa.
< E' una promessa Race, lo sai mi fido di te. > 

°

Morty chiama tutti in mensa, è passao più di un mese da quando Raven e Bellamy si sono parlati, l'umore a bordo dell'anello sembra essere stazionario, esattamente come ogni cosa nello spazio. Quello spazio in cui tutti sono tenuti prigionieri,un ossimoro in effetti, intrappolati in uno spazio immenso.
< Ci sono questa volta > dice Monty sorridendo davanti ad una pentola mentre i ragazzi lo guardano torvi
< Vorrei poterti credere Monty - ghigna Murphy - se non pensassi che ti diverta mandarmi in infermeria. >
Monty lo guarda dispiaciuto
< Murphy non volevo, non era una cosa cercata, mi dispiace> 
Emori stringe le dita sull'avambraccio del fidanzato sorridendo
< A volte spero che Monty ti ci mandi più spesso. >
L'aria si alleggerisce, in effetti non c'è molto di cui parlare, non ci sono cose da raccontare, non c'è molto da fare sulla navicella
< Raven, vorrei provare quello di cui parli tanto >
Echo interrompe il silenzio fissando la ragazza che la guarda interrogativa.
< Vorrei fare una passeggiata nello spazio. >

°

°
TERRA

I giorni a Clarke sembrano passare tutti uguali, è un mese che è sola, ha pensato di impazzire molte volte ma ha trovato un quadernino dove sta disegnando tutti i volti dei suoi amici, del suo popolo e non solo.
Ha disegnato Indra con suafiglia  come l'ultima volta che le aveva viste, Octavia con il tatuaggio di Lincoln mentr combatteva con i 12 campioni degli altri clan, Race in mezzo agli attrezzi che sorride, è così che se la ricorda, è cosi che vuole stamparsela in testa. Si ripete tutte le avventure che i 100 hanno dovuto affrontare sin dal primo momento in cui hanno messo piede fuori da quella navicella, i pensieri l'avrebbero divorata, di nuovo, almeno finchè un conato di vomito non la fa trasalire e correre in bagno. 
Quel mese il ciclo non le ha ancora fatto visita,ha pensato più volte che la colpa fosse del poco cibo che ha a disposizione, alle radiazioni che non è sicura che non l'abbiano raggiunta, o ancora del sangue nero che era diventata. Non se lo spiega eppure sa che c'è qualcosa di diverso, qualcosa di speciale.

°

Dei ticchettii sulla porta svegliano Clarke, è passato un'altro mese e non c'è niente di nuovo, tranne quel ticchettio ritmico sulla porta.
Prende la pistola prima ancora di mettere la tuta e decidersi ad aprire il portellone, si fa forza su se stessa, non ha nessun altro, un respiro profondoe tira la leva per aprire quel portellone che da mesi la tiene rinchiusa. Vede solo desolazione e devastazione, isuoi occhi non vedono altrche distruzione, dove c'era il mare ora non c'è altro se non sassi e polvere. Un nodo le si stringe in gola, sente le lacrime pizzicarle gli occhi, si sta per girare ed entrare, tornare dentr, nella sua solitudine ed ignoranza su quello che ci sia oltre la nuova zona morta, quando un gracchio attira la sua attenzione.
 Un uccello, appollaiato sullo stipite della porta, è lì  è vero, si scrutano per diversi minuti prima che lei colleghi le cose: c'è vita, se quell'animale è lì vuol dire che da qualche parte qualcosa è rinato.
< Ti prego non muoverti! > ha paura di muoversi , ha paura che un movimento sbagliato lo faccia volare via e con lui la sua speranza di una nuova vita.
Lentamente rientra prepara due zaini uno con l'acqua e uno con più razioni disponibili, corre, afferra una sciarpa e per ultima la radio non può vivere senza.
Un ultimo sguardo a casa sua, quella casa che l'ha protettafino a quel momento, al suo posto sicuro prima di girarsi ed incamminarsi verso l'ignoto.

°
°
°
NOTE D'AUTRICE : so che è ancora poco, ma tempo al tempo

 

 

 

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Capitolo 3
*** Flashback 1 ***


Terra
 Due mesi sono passati, Clarke ha trovato il rover e ha superato la zona morta fino a Polis e nota con terrore che il "Primefaya" ha cancellato tutto e che la torre ha sovrastato l'apertura del bunker. 
Però sta bene ha trovato delle attrezzature per rendere il bagagliaio del rover una mini casa, è anche tornata nel laboratorio per recuperare il depuratore e le serre per le piante, ogni tanto spunta quel corvo e lo segue, cerca sempre il più possibile di non perderlo di vista ma purtroppo le tempeste di sabbia sono frequenti, come le sue nausee. Nota un aumento della fame, stanchezza, sbalzi d'umore ed un piccolo rigonfiamento della pancia, sono mesi ormai che le mestruazioni non arrivano ed un po' si sta preoccupando, se ci ripensa a quei giorni sembrano passati anni invece di qualche mese.



~PRE PRAIMFAYA~
Bellamy la stringe tra le braccia, è li, ne sente il profumo. Le è mancata così tanto, il biondo dei suoi capelli, l'azzurro profondo dei suoi occhi, la pelle chiara dove ogni tanto incontra qualche cicatrice dovuta agli scontri sin dal loro primo giorno. La sua coraggiosa Wanheda, così forte ma allo stesso tempo cosi piccola da sembrare un granello di sabbia, la sente tremare e sussultare sa che sta piangendo, sa quello che ha dovuto affrontare e cerca di stringerla ancora di più contro il suo petto, vorrebbe nasconderla dagli orrori che sono stati cortretti a commettere, sono lì insieme è la sua spalla, la sua migliore amica e lo sa, lui sa di amare Clarke. Le prende il volto tra le mani asciugandole le lacrime che le solcano il viso sorridendole 
< Sono qui Clarke, risolveremo tutto non preoccuparti siamo insieme > 
Lui la guarda sa che le parole ora non servono a molto 
< Ti credevo morto, pensavo di averti perso Bellamy, pensavo tu mi avessi abbandonata ho avuto così tanta paura >
Lei lo guarda, e pensa che davvero avrebbe preferito morire piuttosto che perderlo.
Sono soli in quella stanza in mezzo a Polis, così caotica, così in preda al panico generale per trovare un riparo dopo che Roan ha detto pubblicamente che la fiamma era andata distrutta, che il mondo stava per finire e che il popolo del cielo aveva l'unico bunker per poter sopravvivere, sono tutti alla ricerca di un campione da far morire e combattere per il proprio popolo, per vincere la sopravvivenza, per vincere il bunker.
Ma per loro non esiste altro se non loro due, i loro occhi incastonati gli uni con gli altri, le braccia intrecciate in un abbraccio, i visi lontani solo quel poco che basta per guardarsi in faccia, i cuori così vicini da battere allo stesso ritmo, il loro fiato corto che si mischia, una delle mani di lui si muove sulla schiena della bionda a cercare di confortarla, di farle sentire la sua presenza lì per lei, solo per lei.
Bellamy si muove solo per avvicinarsi a baciarle la fronte
< Principessa calmati, siamo qui entrambi. >
Lei sospira, il tempo intorno sembra rallentare quando si decide a spostarsi per far rincontrare i loro occhi, mentre sembra un secondo quando si decide a far combaciare le loro labbra, un bacio casto, a fior di labbra quasi come se la spietata Wanheda avesse paura di un possibile rifiuto, paura di poter amare, paura della guerra e di perdere quell'unica persona che l'ha sempre fatta sentire dalla parte giusta, quelle farfalle nello stomaco che nemmeno Finn le aveva mai causato. 
Un secondo dopo però la mano del moro raggiunge la sua testa e approfondisce il bacio irromoendole in bocca con una forza dettata da un bisogno primordiale, una necessità come se non avesse bisogno di altro per vivere, come se l'ossigeno non servisse ma gli servisse solo ed esclusivamente lei. Si avvicinano, la bionda gli afferra il viso per avvicinarlo e lui non se lo fa ripetere certo due volte, sono loro due come se il resto non esistesse, ne il caos ne l'immediata fine del mondo, non sono più il comandante della morte con il suo braccio destro, ma due normali ragazzi, due normali ventenni alle prese con i primi amori. 
Lui si stacca e fa appoggiare le loro fronti
< Clarke, sappi che non l'ho fatto perché ho bisogno di qualcuno, ho bisogno di te, volevo che fossi tu. Lo capisci vero? > 
La ragazza annuisce 
< Non abbandonarmi Bel, io ho bisogno di te. Ti prego >
Sussurra debolmente lui la stringe, quasi volesse accompagnare le parole con i gesti 
< Non lo farò mia principessa è una promessa >



~PRESENTE~

Clarke si sveglia piangendo ed afferrando la radio
< BELLAMY ME L'AVEVI PROMESSO! Non mi avresti abbandonata, l'avevi promesso, dovevamo essere insieme, dovevamo essere felici... l'avevi detto... >
Urla nella radio come se ci fosse davvero qualcuno dall'alta parte all'ascolto. È sola lo sa e si lascia andare, piange, lascia scorrere le lacrime sul suo viso, urla, tirando pugni sulle pareti del rover, prima di lasciarsi sprofondare in quel letto ripetendosi che lui l'aveva promesso, ma l'aveva abbandonata come Finn, come sua madre, come i suoi amici, come... come suo padre. 
Gli mancano  tutti, come l'aria. Si sente sola completamente e sa che lo è sa di essere l'unica persona in superficie viva. Tira un lungo sospiro come per darsi la forza di affrontare una nuova giornata, una giornata come ogni altra, ma forse una giornata a letto senza fare nulla non la ammazzerà... no ormai ha deciso, starà tutto il giorno a letto. Non morirà per questo.





note d'autrice 
eh si primo flashback 
spero vi piaccia, che vi stia piacendo in generale la storia 
E mi spiace se vi piace la coppia Echo e Bel perdonatemi :(

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