VOIX DU PASSE'( ECHI DAL PASSATO)

di ValeAlcazar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vestigia ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Tutto a te mi guida ***



Capitolo 1
*** Vestigia ***


VOIX DU PASSE - VESTIGIA
parte 1 VESTIGIA

Parigi, inverno 1792
Il rumore sordo e stridente di una carrozza che si muoveva solitaria nella sulfurea bruma di quel giorno d'inverno, ruppe l' irreale e disincantato silenzio che regnava nelle strade deserte di una Parigi, ferita e distrutta dalla ferocia della Rivoluzione. La berlina si arrestò sul selciato polveroso, che immetteva nell ampio viale d' accesso, di quel niveo palazzo, che brillava in lontananza come una solitaria visione, nel fioco bagliore di un triste crepuscolo invernale. Il conte Hans Axel di Fersen, percorreva quei silenziosi viali, popolati adesso dal muto sembiante di incuria e degrado. Fersen prese coraggio, e abbandonate ogni riserve, entrò tra quelle volte, ricordo di quel tempo trascorso felice in quella terra che lo aveva accolto. Rammentava le numerose volte che si era recato in quella nobile residenza, e Oscar e André, i soli ed unici amici di cui conservava il ricordo, la loro compagnia, che gli alleviava le pene del suo cuore corroso da quell'amore impossibile. Tra quelle candide volte, consunte, ogni piccola cosa lo riemergeva in quella stagione della sua vita...Era voluto recarsi tra quelle rovinose pareti, a suggellare quell'antica amicizia, tra quelle due anime che adesso godevano appieno dell’essenza eterna del loro amore. Fersen, sapeva di quell'indissolubile sentimento che legava quei due cuori lo aveva visto nascere, ne era stato testimone. Adesso sapeva che erano insieme un cuore ed un'anima sola. Fersen ritornò sui suoi passi girandosi un ultima volta tra quelle vestigia del suo passato.
Era tornato per rivivere dei ricordi e per vedere colei che amava più di sé stesso un ultima volta.

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Capitolo 2
*** Cap.2 Tutto a te mi guida ***


VOIX DU PASSE cap2 Cap.2 TUTTO A TE MI GUIDA


Parigi, Prigione del Tempio inverno 1792


Le basse arcate del cortile della Prigione del Tempio, celavano nell'oscurità della notte la solitaria figura del conte di Fersen. Era riuscito ad entrare in quel luogo inaccessibile dove la "Vedova Capeto" attendeva, sorvegliata a vista, che il suo destino fosse compiuto.

Nascosto alla vista da quei tozzi pilastri, Fersen aspettò guardingo che il carceriere compisse la sua ultima ronda prima di dirigersi, complice il buio, verso la cella dove la sua regina era stata reclusa.

I suoi passi si disperdevano sul pavimento di terra battuta, nessuna delle guardie si accorse di lui, o meglio,

la sua presenza passò inosservata, in quanto una cospicua somma di denaro aveva messo a tacere i gendarmi che non ostacolarono il suo passaggio.

La cella, umida, fredda, dove languiva la ormai "cittadina Capeto" antro desolato, spoglio, chiuso, dove "l'Arpia Austriaca" rassegnata alla sua sorte, trascorreva in assoluta solitudine, quei giorni che rappresentavano l'anticamera della morte.

Fersen, non riuscì a trattenere il respiro in quella putredine e i suoi occhi ormai abituati alla notte si posarono su quella figura, pallido spettro, che infreddolita giaceva inerme su quel miserevole giaciglio.

Lui avrebbe dato la vita per salvarla, aveva fatto di tutto in quel vano e azzardato tentativo di fuga, che l'avrebbe condotta lontano dalla Francia, ma aveva dovuto piegare la testa, chinandosi al volere del sovrano che lo esortava ad accomiatarsi da loro e trovare rifugio altrove.

Conservava inciso ed impresso nell'anima, quell'ultimo sguardo che la regina gli aveva rivolto, mentre la berlina correva verso l'ingrato ed ignoto destino.

Perché non aveva disubbidito e contrastato quell'ordine?

Non ci furono parole in quegli istanti, solo il silenzio fu il testimone di quel loro ultimo incontro, Fersen l'accolse tra le sue braccia tra gli sguardi colmi di pianto si dettero l'ultimo addio.

"Amore mio, non ho potuto resistere dovevo rivederti." sussurrò Fersen mentre cingeva quel corpo smagrito

"Hai rischiato la vita per me." bisbigliò la regina con la voce rotta dal pianto

"Ti amo, ti ho sempre amata, dal nostro primo incontro. Ora dovrò rassegnarmi a vivere senza di te, la mia esistenza muore qui, non sonomai appartenuto e mai apparterrò a nessun'altra...ho mantenuto la promessa che ci eravamo scambiati."

"Fersen, custodirai quel pegno d'amore."

"Come potrei privarmene! Come vedi sono qui. Tutto a te mi guida."

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