Il Ritorno di Dhaitus, Parte II

di paiton
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Verso Reichenab ***
Capitolo 2: *** Sul Mar di Cristallo, navigando verso Reichenab (Parte II) ***
Capitolo 3: *** Mr. Otaki, il mercante di creature ***
Capitolo 4: *** Il veliero nel buio dell'oceano ***
Capitolo 5: *** L'estenuante lotta contro il Drago d'Ossa ***
Capitolo 6: *** Bran Latewind prende il volo ***
Capitolo 7: *** Dentro al portale ***
Capitolo 8: *** La speranza di ritornare a Garrisland ***



Capitolo 1
*** Verso Reichenab ***


Darean sta ricontrollando il suo arco ma vorrebbe dormire, è stanchissima… la sua vita è stata totalmente sconvolta nelle ultime ventiquattro ore: prima si è svegliata al buio in una prigione, poi sono dovuti scappare da un’isola deserta abitata da creature selvagge, sono stati portati al cospetto di Re Garring con l’accusa di aver rubato l’Ascia di Pratt ed infine hanno dovuto combattere nella battaglia contro lo stregone Maverik detto “il Malvagio”; Bran Latewind ha perso la vita in guerra.
 
[Se ne vanno sempre i migliori] pensa lei fra sé e sé … [non che gli altri della compagnia siano male, non voglio pensare questo, anzi… ci siamo salvati perché abbiamo saputo aiutarci, abbiamo collaborato nel momento del bisogno.]
 
La sua mente è offuscata… sta vivendo all’interno di un sogno in cui tutte le immagini ed i suoni appaiono ovattati… i rumori confusi… pensa ai suoi genitori… chissà se li rivedrà…
 
Draco passeggia per la nave, osservando il cielo, si sente stranamente tranquillo nonostante abbia perso tutto quello che aveva. Sul ponte della nave ci sono molti bambini che non riescono a prendere sonno, cacciati di notte dai loro letti, dalle loro case e infine dalla loro Città, dalla loro Terra… gli astri invece sono sempre fissi nel cielo, irremovibili e scintillanti… emanano la luce che mette in moto tutti i mondi.
Gli esseri viventi sono condannati ad esistere nel cambiamento delle condizioni del cosmo e delle loro emozioni, possono rimanere legati anche a ciò che non esiste più.
 
Darean scorge Draco proprio quando ha lo sguardo rivolto verso il cielo, mentrescruta nell’immensità dell’universo.
 
Lei si illumina “Stai cercando le pecorelle da contare nel buio della notte? non riesci a prendere sonno?!” Gli chiede.
 
“Secondo te esistono altri mondi abitati al di fuori del nostro?” risponde lui con un altro quesito.
 
“Attento a quello che dici, potresti far arrabbiare qualche profeta… il nostro è l’unico pianeta vivibile, ed è anche il più bello che possiamo immaginare, è costruito su misura per noi, tuttavia ho sentito dire che esistono altre dimensioni… ma per adesso non le ho ancora viste…”
 
“Avevo la sensazione che qualcuno ci stesse osservando da molto lontano”
 
“Almeno un essere che ci sta osservando esiste, proprio in questo momento, ma non farti troppe domande esistenziali Draco” Afferma Darean mentre gli accarezza le squame del viso.
 
Il draconiano resta un attimo interdetto: [Chissà cosa voleva dire]
 
I due si stendono sulle umide assi della nave bagnate dalla rugiada notturna e si addormentano.
 
Frittun rimane in coperta a sorvegliare il vecchio e infermo Yugi che giace coricato su di una comoda branda finché, esausto, decide di evocare un guardiano della fede3 con le poche energie magiche che gli restano, nel caso subiscano l’ennesimo attacco notturno; si corica nell’altra branda della cabina dopo aver intimato alle due guardie, che sostano perennemente davanti alla porta, di non avvicinarsi a lui:
 
“Nessuno deve entrare fino a domattina, un incantesimo lo protegge e potrebbe essere molto pericoloso!”
 
“Certamente. Noi impediremo l’ingresso” E si guardano a vicenda “possiamo aprire la porta di tanto in tanto?” Domanda il primo.
 
“Sicuro che Sì!” afferma “ma non avvicinatevi!” e li esorta ripetutamente alzando il dito indice su e giù.
 
 
 
Il Sole è già salito oltre l’orizzonte e il tepore che emana fa risvegliare Darean che inizia ad annusare l’aria… sente un leggero lezzo di sudore. Inizialmente è inorridita ma poi si rende conto che Draco l’ha riscaldata col suo mantello. [Che dolce] pensa tra sé.
 
Nel trambusto generale, la nave sta attraccando.
Decine di marinai stanno armeggiando con corde, nodi e scialuppe di salvataggio; piccole barchette si riempiono degli abitanti di Illigar che vengono presto trasportati sulla terraferma.
 
“Ecco dove vi eravate cacciati! Vi stavo cercando sottocoperta!” li riprende Thormec Frittun “Il vecchio Yugi ha preso una bella botta in testa, non riesce ancora a parlare e nemmeno cammina, dovrà stare a letto per un bel po' di tempo.”
 
Darean porge il mantello a Draco e si alza in piedi scattante:
 
“Stavamo controllando la situazione… cosa credi? Ho sentito dire, questa notte, che gli ufficiali del Re debbono recarsi oltre al Mar di Cristallo”
 
“Esattamente, dobbiamo andare a contrattare perché ci serve un grosso prestito di danaro, probabilmente partiamo questa sera stessa.” Li informa Frittun, il monaco di Hula, ancora un po' assonnato.
 
“Hai usato i verbi come per farci intendere che dobbiamo partire noi questa sera, mi sono perso qualcosa?” Domanda Draco
 
“Non ti sei perso niente mio caro, sono qui proprio per chiedervi la disponibilità: Re Garring è venuto nella cabina a sincerarsi che le condizioni di Yugi fossero stabili e mi ha riferito che un suo consigliere esperto di economia, Renzo Babellius, ha individuato un papabile creditore…”
 
Frittun viene interrotto da un ruggito di Draco: “E dove dobbiamo andare per trovare questo creditore?”
 
“Non preoccuparti” lo rassicura il monaco “Noi dobbiamo solamente aiutare il generale Voltok, nulla di impegnativo. La nave sarà caricata del necessario entro sera! Hai richieste particolari?”
 
“Mi hai donato un brutto risveglio compagno… già sono stato obbligato a partecipare alla battaglia… e per non sapere né leggere né scrivere non è andata a finire perfettamente al meglio… ve l’avevo detto subito che non dovevamo impelagarci in guerre che non ci interessavano… adesso ci vogliono spedire chissà dove per raccattare qualche moneta d’oro…”
 
“Ce ne servono esattamente trecentomila”
 
“No no, non hai capito, ci vai tu a prenderle… Darean?! Vuoi fare la fine di Bran o sostieni la mia ferma posizione questa volta?”
 
Darean è ancora mezza addormentata e non è riuscita a seguire perfettamente tutto il discorso: “Posso pensarci su? Il mio stomaco mugola, non abbiamo mangiato niente da ieri sera!”
 
“Andiamo a cercare le cibarie” propone Frittun
 
Proprio in quel momento arriva il Nobile Garring col passo veloce di chi ha un sacco di lavoro da sbrigare, l’espressione del suo viso emana serietà ed è seguito da Voltok e un altro generale con l’armatura argentata.
 
“Eccovi! Vi stavo proprio cercando! Anche questa volta il vostro aiuto è indispensabile per tutto il nostro Regno, o almeno per ciò che ne rimane…” e si fa ancora più cupo “Partirà questa sera stessa una piccola spedizione composta dal generale Voltok e una decina di guardie imperiali; se volete venire sulla carrozza con me andiamo a fare colazione, poi vi spiegherò i dettagli”
 
Draco fulmina con lo sguardo Frittun, tira un profondo respiro per rilassarsi “Per me va bene, andiamo a fare colazione” ed inizia ad escogitare un piano per disertare.
  
Mentre salgono sulla carrozza vedono alcuni paesani, tra i quali riconoscono anche Grullo, che stanno mettendo le reti da pesca sulle scialuppe di salvataggio; alcuni soldati aiutano a riempire i carri per trasportare il cibo e i materiali da costruzione verso il vecchio castello abbandonato e ne scorgono altri che iniziano a costruire delle capanne rustiche in riva al mare.
 
 
 
Un grosso cumulonembo della sera si erge molto al di sopra di tutte le altre rosee nuvolette che sembrano pecorelle, assieme al generale Voltok e agli altri soldati i tre amici sono già partiti sul grande veliero. Darean guarda la piccola isola, appena rinominata Garrisland, diventare sempre più piccola fino al sopraggiungere dell’oscurità “È l’inizio di una nuova avventura Draco, e chi l’avrebbe mai detto?”
 
Draco non dice una parola, se ne sta con le braccia incrociate imbronciato.
 
“Dai su, non fare così… il sacrificio di Bran sarebbe inutile altrimenti. Non possiamo lasciare il lavoro a metà…”  
 
“Avevo già preparato le provviste per entrambi, ce la potevamo svignare da questa maledetta situazione. Sono qui solo per te anche questa volta…”
 
“E sono molto contenta di questo” lo interrompe lei sorridendo.
 
 
3*] Un grande guardiano spettrale compare e fluttua per la durata dell'incantesimo in uno spazio libero a scelta dell'incantatore situato nelle vicinanze e che egli sia in grado di vedere. Il guardiano occupa quello spazio ed è sfocato come un fantasma ad eccezione di una spada scintillante e uno scudo decorati con il simbolo di Hula.
Ogni creatura ostile all'incantatore che si muova vicino al guardiano per la prima volta subisce un attacco radioso. Il guardiano svanisce quando ha inferto un certo numeri di attacchi ai nemici.
 
P.S. Avevo la testa fra nuvole (più o meno fra Costa Rica e Florida) quando ho finito di scrivere il capitolo, spero che tutti gli avvenimenti siano coerenti.

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Capitolo 2
*** Sul Mar di Cristallo, navigando verso Reichenab (Parte II) ***


Fortunatamente l’oceano è stato clemente e il Signore dei Venti ha agevolato la navigazione tanto che la vedetta è stata sorpresa a dormire in servizio, da Voltok in persona.
 
Il generale e Thormec Frittun stanno parlando davanti ad un’immensa distesa piatta di acqua:
 
“Abbiamo inviato un piccolo gruppo di soldati ad informare il governatore di Urum Voldran per ciò che è accaduto ieri notte alla nostra città, temiamo anche per la loro incolumità”
 
“Per la nostra sicurezza, invece, cosa possiamo sapere?” chiede giustamente il monaco di Hula
 
“Al terzo giorno di navigazione, se le condizioni atmosferiche ce lo permetteranno, entreremo in una zona abitata dai pirati ma non c’è motivo per temere un attacco, non abbiamo merce di valore…”
 
Nelle due giornate successive gli impavidi avventurieri hanno avuto modo di riposarsi finché…
 
“Terra in vista!!” Inizia ad urlare l’ufficiale di vedetta “Stiamo per arrivare nel Porto di Reichenab!”
 
“Tutto sta andando molto meglio di quello che credevamo Draco, hai visto?” Rassicura Darean
 
“Aspetta a cantar vittoria…” Risponde lui dubbioso.
 
Due persone dal camice lungo e candido attendono l’imbarcazione che sta per fermarsi lungo la costa; le loro vesti sono fatte di materiale pregiato adornato con ricami d’orati e i loro sguardi attenti controllano tutte le operazioni di ormeggio dell’imbarcazione.
 
Finalmente il generale riesce a scendere sulla terraferma mentre i due signori con la testa pelata e le folte ciglia lo attendono tenendosi le braccia dietro alla schiena.
 
“Buona giornata viandanti, da quale parte del mondo conosciuto siete partiti con questo grande veliero?”
 
Voltok si schiarisce la voce, poi inizia a parlare “Veniamo in pace dalla città di Illigar”
 
“Molto bene, sappiamo che Re Garring si è sempre adoperato per i suoi cittadini con il suo buon governo negli ultimi anni e vogliamo concedere a lui e a tutti voi i migliori e accurati servigi”
 
“Vi ringraziamo per la vostra gentilezza, abbiamo sinceramente bisogno del vostro aiuto a causa…”
 
I due signori lo interrompono alzando la mano destra “Non è necessario che spieghiate a noi le vostre ragioni, siamo solamente funzionari e abbiamo il compito di controllare gli ingressi alla città, una sola risposta da esseri scaltri dovete darci e se il verdetto risulterà corretto la via vi sarà mostrata, ecco il quesito: Un reichenabiano afferma -tutti i reichenabiani sono bugiardi- dice il vero oppure il falso?”
 
Voltok rimane di sasso, non si sarebbe mai aspettato un trattamento tanto bizzarro ma effettivamente questa popolazione vive molto lontano dalla loro città e gli usi, i costumi e i modi di fare sono differenti da quelli a cui sono abituati.
 
“Scusate la domanda, ma ci dobbiamo sincerare che il vostro pensiero sia capace di ragionamenti arguti prima di lasciarvi il libero accesso alla città. Non vorremmo mai che accadessero incidenti” Spiega uno dei funzionari indicando la grande statua di pietra che raffigura un potente drago.
 
“Non vi preoccupate, adesso cercheremo una soluzione al vostro indovinello” Ribatte il generale fingendo che per lui sia tutto nella normalità, poi si volta e lancia uno sguardo ai tre amici facendo una smorfia di incredulità.
 
“Vi diamo un'altra informazione prima di tentare nell’impresa. Qui a Reichenab non tolleriamo ladri di nessun tipo, quindi fate molta attenzione alle vostre azioni. Rubare non è concesso.”
 
Thormec Frittun inizia a spremere le meningi: “Allora ragioniamo… -tutti i reichenabiani sono bugiardi- Nel primo caso, se il reichenabiano che ha parlato fosse un bugiardo allora non sarebbe vero che tutti i reichenabiani sono bugiardi… ma ciò renderebbe l’affermazione falsa; nel secondo caso se colui che ha parlato non è un bugiardo, allora tutti i reichenabiani sarebbero bugiardi ma non sarebbe vera la sua affermazione perché lui stesso non sarebbe un bugiardo, ricadendo così nel primo caso…”
 
Il generale Voltok è un militare ed ha la capacità di prendere sempre ottime decisioni anche in situazioni difficili ma non è di certo preparato a risolvere problemi teorici di questo tipo, quindi si affida completamente ai ragionamenti altrui.
 
“Come fa un bugiardo a fare un’affermazione del genere?!” Esclama Draco scocciato
“Io conosco i bugiardi, sono quasi sempre anche dei ladri e fanno pochi ragionamenti…”
 
“Certo Draco… ma qui bisogna risolvere l’indovinello senza fare voli pindarici…” bofonchia Frittun
 
“Mi stai dicendo che parlo senza pensare!? Mi stai forse insultando dopo che mi avete obbligato a varcare il mare per tre giorni senza avere veramente la volontà di partire!?”
 
“Calmati Draco, adesso lo risolviamo…”
 
“Lo risolvete voi questo stupido rompicapo! Quando e sé ci lasciano passare, chiamatemi!” Afferma Draco mentre gira le spalle e se ne torna sul veliero.
 
I due funzionari erano sempre davanti a loro imperturbabili con un leggero sorriso sulle labbra, dopo mezz’ora gli illigariani non avevano cavato un ragno dal buco e si arrovellavano per venirne a capo.
 
“Signori” Dice Frittun, posso sapere i vostri nomi?

“Mi chiamo Salchilab, se le può essere di utilità conoscere il mio nome” risponde uno dei due
 
“E io sono Bultinab” si presenta l’altro
 
“L’unica soluzione, gentili signori è che non sia possibile definire se tale affermazione è vera o falsa, questo indovinello è un paradosso.”
 
Negli occhi di Salchilab si accende una scintilla: “Finalmente avete compreso il paradosso del mentitore, complimenti! Potete passare per la nostra città, andate pure a cercare quello di cui avete bisogno. Vi chiediamo solamente un piccolo contributo di duecento monete d’oro per il parcheggio della nave”
 
Frittun fissa il Generale Voltok che sbuffa, estrae dalla tasca un sacchetto di pelle chiuso con un resistente filo in fibra di cuoio e inizia a contare le grosse monete d’oro.
 
 
 
I tre avventurieri e il Generale Voltok stanno ora camminando per la città in cerca di un creditore.
 
“Duecento pezzi d’oro per l’ormeggio della nave!?” Urla draco per una via piena di passanti che si voltano impietositi dalle sue parole e lo squadrano con un’occhiata di superiorità “Ve lo dico io, qui i ladri sono proprio loro, come nell’indovinello… vi siete fatti fregare…”
 
Ad ogni incrocio marciapiedi di marmo levigato separano la zona pedonale da quella in cui viaggiano lussuose carrozze di legno intarsiato, le vie sono costellate di negozi che possono offrire le migliori merci del mondo conosciuto: dalle vesti sfarzose, alle armi introvabili, dalle gemme preziose alle pozioni color del rubino; il tutto è esposto in vetrina ma pochi si azzardano ad entrare per comprare.
 
Le loro vesti sono molto povere in confronto a quelle dei passanti, che spesso li squadrano dall’alto in basso.
 
Una signora viene scippata da un ragazzino, proprio davanti ai loro occhi.
 
Il giovane corre veloce ma non fa in tempo ad arrivare all’angolo della strada che la grande statua del drago, sopra al crocevia, prende vita in un attimo diventando di oro lucente, volta la testa, tira indietro le braccia e la lunga coda per bilanciarsi poi protende il collo in basso mangiando in un sol boccone il ladruncolo. Sul terreno rimane solamente la borsa con i gioielli smeraldo incastonati.
 
“Non fare il furbo Draco” ordina Darean guardando il draconide che è rimasto a fissare la statua come uno stoccafisso mentre si crea un gozzo nel collo della bestia che scende velocemente.
 
“Ma è tornato di pietra! Non avevo mai visto un drago così imponente. Questa città è impressionante! Troviamo il nostro creditore e andiamocene il prima possibile…”
 
Arrivano nella piazza in cui li avevano indirizzati i due funzionari del porto, entrano nell’ennesimo sfarzoso edificio e vengono accolti da una ragazza dalla bellezza naturale vestita in modo semplice con lunghi capelli svolazzanti di un biondo cenere, la sua pelle è candida e liscia, la sua voce dolce: “Buongiorno signora e signori, desiderate?” parlando nel linguaggio comune1
 
“Abbiamo la necessità di ottenere delle monete d’oro in credito, ovviamente le restituiremo appena possibile, non siamo dei ladri” la informa Frittun.
 
“Prima di farmi conoscere l’entità dell’importo che desirate ottenere dovete rispondere ad un quesito, non possiamo permetterci di trattare con persone che non comprendono appieno il concetto della fiducia che noi Reichenabiani riponiamo nel denaro e nel suo vero valore, quindi cercate di rispondere correttamente: -ci sono due specchi, uno porta a morte certa mentre l’altro vi darà il dono dell’immortalità, davanti ad ogni specchio vedete due forme viventi ed assomigliano entrambe a te stesso, uno dice sempre il vero e l’altro sempre il falso: qual è la domanda che dovete fare, ad uno dei due, per capire come arrivare alla vita eterna?-
 
“Santo cielo…” dice Darean attonita “Questo quesito è anche peggiore del primo! Speriamo che qualche lettore di EFP ci aiuti a risolverlo…”
 
“Io sono stanco di tutte queste fesserie. Vado a cercare il pranzo nella piazza qui fuori” risponde Draco sempre più seccato.
 
Una volta arrivato all’aria aperta inspira profondamente, poi espira. In quel piazzale pieno di benestanti un uomo incappucciato cattura la sua attenzione: è fermo all’ingresso di un vicolo; cammina nella sua direzione per raggiungerlo e quando arriva più o meno a tre metri di distanza sente: “Hei, fermo li… di cosa ha bisogno?”
 
“Cos’hai da vendere?”
 
“Posso darti solo la verde”
 
“La che!?”
 
“La pozione verde, ormai la vogliono tutti”
 
“Dammene un paio da provare dai”
 
“Sono dieci ori”
 
Gli allunga le monete senza farsi notare da occhi indiscreti e riceve in cambio due pozioni verdi. Appena fatto lo scambio l’uomo incappucciato fa un cenno di saluto e sparisce dentro al vicolo.

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Capitolo 3
*** Mr. Otaki, il mercante di creature ***


“Chi si trova nella luce vede i folli che continuano a crogiolarsi nell’oscurità.
Coloro che si trovano nell’oscurità invece, non possono credere a chi vive nella luce”

Da un’antica leggenda della Foresta Antica
 
 
Frittun sta correndo nella piazza in cerca di Draco, lo scorge seduto su un gradino di marmo, alle sue spalle una stupenda fontana che rappresenta azzurri cuccioli di un drago di mare che sputano acqua, dalla testa fino alla coda hanno tante piccole crestine, con la sommità bianca, che ricordano le onde spumose.
 
“Andiamo suvvia! C’è una carrozza ad aspettarci!”
 
“Siete finalmente riusciti a risolvere quello stupido indovinello… Cosa direbbe l’altra figura se gli chiedessi qual è lo specchio che porta a morte certa? E poi scegli quella che ti indica…”
 
“Maledetto! Sapevi la soluzione e ci hai fatto penare per tutto questo tempo?!”
 
“Mi sono fatto un giro di perlustrazione nei dintorni nel frattempo…”
 
Arrivati al mezzo di trasporto vedono una bella carrozza con il bassofondo finemente intagliato e l’imperiale colorato d’argento; dall’apertura per salire, Draco vede sia il generale che Darean: hanno un nastro nero annodato attorno agli occhi e stanno seduti al suo interno.
 
“Cos’è questa storia… Un rapimento?”
 
“Tranquillo drago, sono solo delle precauzioni. Voi adesso siete nostri clienti, vi dobbiamo trattare egregiamente!” Risponde il cocchiere facendo l’occhiolino.
 
Un altro uomo, magro, alto e vestito in giacca e cravatta, benda i due avventurieri rimasti.
 
Dopo un lungo tragitto pieno di curve e saliscendi, la carrozza rallenta costantemente fino a fermarsi.
 
“Siamo arrivati a destinazione, potete togliervi le bende.”
 
Darean è la prima a togliersi il drappo impolverato e si trova davanti ad una malmessa catapecchia di legno, alcune assi delle pareti esterne giacciono a penzoloni e il leggero venticello fa scricchiolare la vecchia struttura apparentemente abbandonata.
 
Draco è pronto ad utilizzare il suo soffio infuocato ma Frittun gli mette una mano davanti allo sterno per fermarlo.
 
Il cocchiere intima al cavallo di picchiare tre volte a terra con lo zoccolo.
 
Pochi secondi dopo escono dalla casa altri due individui armati, Darean vede che entrambi hanno lo stesso simbolo tatuato sul collo; fanno cenno a loro di avvicinarsi mentre si guardano attorno circospetti.
 
Nell’entrata della catapecchia c’è una secondo ingresso, tutto costruito di pregiati materiali: una porta di marmo bianco costellato di lucenti puntini verdi chiaro. La luce è fioca e proviene da due piccole candele, Draco non riesce a scorgere esattamente di quale attrezzatura da combattimento siano dotate le due guardie, che si sono posizionate una da un lato e una dall’altro rispetto al pesante portone.
 
Nessuno fiata e i tre amici si lanciano delle occhiate a vicenda con aria interrogativa; le due ante si aprono verso l’interno e una lastra di pietra giace a terra, davanti a loro:
 
“Prego salite, vi stavo attendendo” una voce arriva dall’oscurità
 
Frittun lancia l’incantesimo individuazione del magico, senza che gli altri se ne rendano conto, e sente una potente aura provenire dal fondo oscuro del cunicolo; appena tutti si posizionano sopra la lastra questa inizia a muoversi in diagonale verso il basso. La forza magica aumenta mentre scendono finché, arrivati nella stanza interrata dalla luce soffusa, si materializza in un potente irraggiamento rosso che viene creato da un piccolo punto specifico; l’intensità del magico diventa tale da accecare momentaneamente Frittun che è costretto a desistere.
 
“Non potete nemmeno immaginare quanto sia potente” Sbiascica sottovoce il monaco mentre cerca con la mano di appoggiarsi a Darean, che le sta affianco: “Non abbiamo nessuna possibilità in uno scontro con lui, speriamo che ci dia ciò di cui necessitiamo e andiamocene”.
 
In fondo sta dritta in piedi, immobile, una figura calva dalle forme umane, senza sopracciglia, con una tunica monocolore verde; osservando meglio i suoi occhi molto grandi risultano pacati e calmi ed hanno una grossa ed innaturale pupilla nera: “Benvenuti nel mio covo segreto cari avventurieri da Illigar, ho già fatto preparare due forzieri con ciò che vi serve” Usa la mano per mostrare la direzione destra ed effettivamente si intravedono due casse di legno massello, ciascuna rinforzata con quattro grosse listarelle di metallo che fanno arco sopra di esse e altre due strisce di metallo in orizzontale.
“Le chiavi sono già inserite nelle rispettive serrature. Generale, mi affido alla vostra lealtà per la restituzione del denaro tuttavia vorrei avere una garanzia della vostra sola parola, non temete non è nulla di invasivo…”
 
Volkom si accarezza la barba: “Lei sa tutto di noi ma noi non sappiamo niente di lei e tutte le misure che ha deciso di prendere sono alquanto sospette…”
 
 “Mi creda, questa noiosa ed elaborata procedura che sono costretto ad attuare non piace neanche a me, anzi, ne farei volentieri a meno se non avessero tentato altre volte di ottenere prestiti senza restituirmi il dovuto”
 
“Possiamo controllare il contenuto dei due forzieri?”
 
“Certamente, guardate pure” Appena l’uomo pelato finisce di parlare, il mantello che vestiva cade sul pavimento mentre una leggera brezza sorvola la stanza senza finestre fino ad arrivare alle due chiavi che roteano di centottanta gradi; i due forzieri si aprono.
 
Tutti e quattro restano sconcertati perché l’uomo che stava parlando con loro è completamente senza arti, poggia con ciò che gli resta delle cosce su di un piedistallo di candido marmo e il suo corpo è vestito di una cotta di squame di drago d’oro.
 
“Potete controllare voi stessi il valore dei forzieri, è ciò che avete richiesto in monete d’oro”
 
Il Generale si avvicina per primo, impugna una manciata di quattrini dal forziere e ne confronta il peso con le monete che tiene nella sua bisaccia, poi fa cenno a Draco di avvicinarsi.
 
“Per me è tutto regolare, tu cosa ne pensi?”
 
Il ladro di professione estrae dal forziere tutte le monete riversandole sul pavimento per andare a controllare l’ultimo strato d’oro sul fondo.
 
“Frittun, sembra che stia dicendo la verità, è proprio ciò che abbiamo chiesto in prestito” Informa così tutti i presenti.
 
L’uomo senza arti si compiace: “Adesso che avete potuto constatare la mia lealtà vi chiedo soltanto due volontari per la causa” Sciocca le dita e tutti i denari tornano del forziere.
 
Frittun si propone per primo e anche Draco accetta.
 
“Una sola cosa ancora, sento che tu” e indica il draconide “Porti un libro dal grande potere magico, sei disposto a fare un affare con me?”
 
Draco scuote la testa: “Porto con me questo grimorio e non lo scambierei per niente al mondo, mi dispiace signore.”
 
“Fa pure come credi, potrei pagarlo molto bene. Avrete sei mesi per riportarmi la somma che vi è stata prestata più cinquantamila monete d’oro, pensate di riuscire nell’impresa?”
 
“Grazie molte per la sua disponibilità signore, le riporteremo il dovuto appena riusciremo a racimolare la somma” Risponde Voltok e fa cenno a Draco di prendere i pesanti forzieri.
 
“Non preoccupatevi, ve li faccio portare con la carrozza fino al porto dove avete attraccato la nave” Sciocca ancora le dita e due auree rosse si fermano una su Frittun e una su Draco. Poi i forzieri prendono il volo e si vanno a posizionare attorno a lui, che levita fino alla lastra di pietra da cui sono venuti.
 
 
 
I Quattro amici stanno salpando dal grande porto di Reichenab, è quasi sera ed il Sole si sta per nascondere dietro ad un grande pianeta rosso ed imponente. Frittun sta osservando il simbolo del marchio che quel Signore di Reichenab ha lasciato sulla pelle di Draco.
 
“Tenete d’occhio i forzieri, non perdeteli mai di vista” Ordina Voltok alle guardie elfiche ed ai guerrieri nanici che hanno varcato con loro il Mar di Cristallo.
 
“Anche io farò la guardia turnandomi con gli altri” Lo informa Darean “Ho un brutto presentimento”

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Capitolo 4
*** Il veliero nel buio dell'oceano ***


Darean è stanca ma non riesce a prendere sonno…
Finalmente arriva Draco dal suo turno di guardia e parla sottovoce stupito: “Hei! Sei ancora sveglia, devi riposarti almeno un pochino nel caso capiti l’inevitabile”
 
“È proprio questo che mi preoccupa… ho una cattiva sensazione che non mi permette di rilassarmi… stiamo attraversando il Mar di Cristallo in piena notte con un sacco di danari. Questa zona brulica di pirati”
 
“Di notte ci avvisteranno a fatica, questo è proprio il nostro vantaggio!” Lui si avvicina alla bell’Elfa e si siede, leggero, sul lato della sua branda; lei si alza solo col busto reggendosi con le sue braccia femminili dai muscoli definiti, è in uniforme da combattimento e indossa l’armatura di pelle, l’arco appoggiato alla parete a fianco della faretra.
 
Lui avvicina le sue labbra a quelle di lei quando si sente un urlo provenire dall’esterno: “Nave in vistaaaa!”
 
I due vengono interrotti proprio in quel momento e sono costretti a ricomporsi, imbracciano le loro armi e salgono velocemente sopra il ponte di coperta. Notano subito che la vedetta sta scendendo per le corde: il generale e Thormec Frittun lo guardano dal basso, sono alla base dell’albero maestro per ascoltare quello che ha ancora da comunicare; anche loro due si affrettano ad avvicinarsi per ascoltare.
 
“Bene, siamo tutti qui” Asserisce Voltok
 
“Una nave senza luci… potrebbe essere un tentativo per farci cadere in trappola… non vedo altre imbarcazioni nella zona” informa il vecchio lupo di mare; la sua faccia è consumata dalla salsedine e i suoi occhi riconoscono bene le ombre nell’oscurità.
 
“È dritta sulla nostra traiettoria, come se si fosse fermata nella direzione della marea in assenza del vento.”
 
“Ti sembra più grande del nostro veliero?” Chiede il generale
 
“Su per giù avrà le dimensioni della nostra imbarcazione.”
 
“Potrebbe essere un veliero che è già stato assaltato dai pirati” propone Frittun
 
“In ogni caso potrebbero già averci visto, preparatevi allo scontro… Andate a chiamare tutti i miei soldati e tutti gli elfi… non si aspetteranno mai di incontrare un’imbarcazione di guerrieri e maghi. Procedi capitano, affianca quel veliero”
 
In breve tempo tutti gli elfi si schierano, hanno le frecce in mano pronte da incoccare, davanti a loro le guardie naniche indossano la loro pesante armatura.
 
Frittun vede avvicinarsi una nave distrutta, le vele letteralmente disgregate stanno appoggiate sui pennoni come pezze logore; nell’ambiente notturno dell’oceano è onnipresente una leggera nebbiolina che rende tutta l’atmosfera molto inquietante. Si sente il rumore di qualche goccia di pece incendiaria che cola dalle frecce mentre le due navi si stanno lentamente affiancando.
I quattro mozzi, che qualche minuto prima avevano abbassato le vele, adesso stanno agganciando assieme i due velieri utilizzando delle particolari strutture in legno, sotto ordine del generale.
 
“È un veliero fantasma” informa Frittun
 
“Ma dai… pensavo fosse la Costa Crociere” risponde ironico Draco “Non hanno neanche la piscina sti poveracci”
 
Appena Darean e Frittun si avvicinano all’altra nave due scheletri balzano in aria verso di loro e provano a colpirli; prontamente l’Elfa schiva l’attacco accucciandosi sulla sinistra mentre Frittun sente il dolore della lama metallica che lo sta tagliando. Per fortuna la sua armatura ferma il forte colpo subìto e gli resta solamente una ferita superficiale e una contusione sull’avambraccio.
Le due guardie naniche attaccano gli scheletri con le asce bipenni frantumandoli al primo colpo; a terra restano due mucchietti di ossa e le loro spade arrugginite.
 
“Attenzione arcieri, non sappiamo quanti altri si siano nascosti…!”
 
Gli elfi accendono le loro frecce infuocandole e le scagliano in diversi punti della nave: la visibilità a corta e lunga distanza risulta molto migliorata e si sente un tonfo come se qualcosa di grosso fosse caduto in acqua.
 
“Questi scheletri sono deboli… Draco e Frittun… andate voi in avanscoperta, noi siamo pronti a colpire chiunque si avvicini” Ordina Voltok
 
Draco salta nell’altra nave con un lungo balzo atterrando in maniera più leggera possibile, sperando che le assi di legno reggano il suo peso. Mentre è in volo osserva sia a destra che a sinistra e urla:
 
“Sono acquattati da entrambi i lati!”
 
Frittun impugna con maggiore intensità il suo martello e si prepara a correre dal lato destro; entrambi sentono un intenso odore di materiale in putrefazione.
 
Tutti gli scheletri accorrono verso di loro ma, appena si alzano in piedi, cinque frecce vengono scoccate e solo una di queste si conficca nel cranio del malcapitato che ha appena iniziato a correre; cade a terra esanime.
Anche Voltok si lancia prontamente sull’altra nave, verso sinistra, sguainando la sua spada da guerra e sferra un potente colpo dall’alto verso il basso al primo che arriva: anche se ha provato a ripararsi con la sua spada arrugginita, il fendente oltrepassa la lama di parata e il suo corpo, se così si può chiamare, va in pezzi.
 
Lo scheletro che lo segue prova a colpire il generale alla gamba senza successo.
 
Gli altri due nemici arrivano contro Frittun che si destreggia fra le loro lame senza farsi nemmeno sfiorare.
Draco carica un soffio infuocato e lo indirizza verso i due corpi senza carne; adesso sono ancora più spaventosi perché le fiamme escono dalle loro orbite oculari, sono tutti infiammati e le giunture scricchiolano.
 
Un'altra raffica di frecce vola attorno a loro senza colpire nessuno. Il nemico che prima era finito a terra si rialza e viene infilzato anche dall’altro lato del cranio che questa volta si spacca in due producendo il rumore delle noci frantumate.
 
“Arcieriiiii! State ancora dormendooo!!??” Voltok è inferocito… una delle loro frecce è appena passata vicinissimo alla sua spalla.
 
Frittun, con un oculato colpo di martello, sbriciola i due scheletri bruciacchiati e la pesante arma rompe tre assi marce, tutto il pavimento scricchiola. Voltok prova a distruggere l’ultimo scheletro rimasto con un altro fendente ma la sua pesante spada lo manca e si conficca in un’intercapedine del legno. A questo punto il nemico lo colpisce sulla schiena e subito urla: “Aaaa! Maledetto! Ti farò diventare uno spuntino per i lupi!”
 
Un'altra pioggia di frecce arriva indirizzata su di lui, la parte del busto viene disgregata mentre la restante metà, dalle anche in basso, resta ferma immobile: Voltok la calcia e invia i pezzi contro gli elfi.
 
“Ci voleva così tanto per centrarlo?! Ottimo colpo miei prodi” e intanto cerca di capire l’entità del danno ricevuto toccandosi il dorso; si guarda la mano piena di sangue.
 
Frittun pronuncia un incantesimo di guarigione e riesce a curare sia le sue ferite che quelle del generale che lo ringrazia.
 
Darean invece, si sta concentrando per capire da dove proviene quella puzza di putrefazione che sente nell’aria; prende in mano il perone appena arrivato sulla nave. lo annusa e si rende conto che è totalmente inodore.
 
“Acido!”
Urla arrivano dal loro veliero. Molti arcieri e due guardie naniche si dimenano sul pavimento scalciando e divincolandosi come lombrichi sotto al sole cocente; tutti si voltano e vedono il fumo denso che sale dai loro corpi e dalle loro armature. Arrivano un paio di frecce infuocate che si piantano vicino ai loro corpi. Altri due elfi riescono a togliersi velocemente l’armatura di pelle ricoperta da uno strato di denso liquido puzzolente, le loro mani sono ustionate e sciolte e si può vedere la carne viva, in alcuni punti anche i muscoli e le vene pulsanti.
 
Darean, osservando attentamente le tracce di acido, capisce da quale direzione è sopraggiunto l’attacco e corre subito dal lato opposto del loro veliero: appena arriva nei pressi della sponda si trova di fronte al muso di un grande drago d’ossa che spunta dal basso; il suo fetore di putrefazione è terrificante tanto che lei resta immobile per qualche secondo, totalmente paralizzata dalla paura e dall’odore di morte.
 
Il Drago emette una serie di ruggiti e finisce con un sordo muggito; Draco non riesce a riconoscere il significato dell’antico linguaggio e neppure gli altri conoscono questo dialetto nato nell’era draconiana.
 
Tranne una sola, singola, parola…
 
“…tesoro…”
 
Draco lo urla agli altri “Vuole il nostro tesoro! Ecco cosa desidera…”
 
Il Drago, con uno scatto fulmineo, cerca di mordere Darean e riesce ad afferrarle il braccio destro; i denti aguzzi si conficcano nella sua carne.
Frittun parte di corsa verso la bestia, gli ultimi arcieri rimasti in piedi sparano due frecce nella gola del drago che si conficcano proprio tra una vertebra e l’altra.
 
La creatura è costretta a mollare la presa, fa un balzo lontano sbattendo le ali e tenta di togliersi i dardi con le unghie, per riacquistare la mobilità del collo.
 
Due guardie, con l’aiuto di Voltok, staccano le armature ai soldati colpiti dalla gettata di acido… Frittun, nella foga, pianta il suo martello sulla sponda della nave mentre il drago d’ossa spezza le due frecce. Anche Darean scocca una freccia ma il dolore all’avambraccio non le permette di prendere bene la mira; sembra che la sfortuna stia facendo il suo brutto gioco.
 
“Lorian e Devolich non ce l’hanno fatta! Gli altri sono messi male.” Urla il generale con gli occhi infiammati dalla rabbia; stringe con forza l’elsa della sua spada e la porta in direzione del grande drago che si sta preparando ad attaccare di nuovo, le due guardie che gli stanno dietro si mettono in posizione di difesa.
 
Darean e Frittun non possono credere ai loro occhi mentre Bran Latewin, arrivando con la rincorsa utilizza la sponda della nave come un trampolino e prova a sferrare un potentissimo colpo al Drago…
 
Lo manca brutalmente…
 
Cade fuori dalla nave con spada e armatura…
 
Si sente un tonfo.

 
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Nota dell’autore e consigli per i lettori.
Bran Latewind è un coraggioso personaggio che appartiene alla prima parte della storia, che si può facilmente trovare nelle mie pubblicazioni. Molti lettori non si sono accorti che lui è l’unico ad essere già entrato nell’altro mondo costruito in questa serie di capitoli. La lettura di “Un gioco dentro all’Universo” in “Alla ricerca di Dhaitus” (sezione fantascienza) è indispensabile per comprendere lo svolgimento degli eventi da adesso in poi.

Questi capitoli sono una rivisitazione e un rimodellamento della trama di un gioco di ruolo iniziato tre anni fa e forse non ancora concluso. I personaggi rappresentati sono effettivamente gestiti da persone reali (i cui nomi reali resteranno segreti); un po' come un libro d’avventura scritto a più mani.

Grazie molte per l’attenzione e spero che il racconto vi appassioni e vi incuriosisca, sono sempre aperto a consigli, idee e critiche di ogni tipo.
Buona permanenza in EFP, la dimensione degli scrittori! 

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Capitolo 5
*** L'estenuante lotta contro il Drago d'Ossa ***


Il possente Drago D'ossa ruota il capo sulla sinistra, le sue vertebre scricchiolano, non aveva notato il guerriero prima di quell'istante; con uno sbuffo dimostra il suo compiacimento per il fatto che si è annientato da solo.
 
Il mozzo osserva la scena spiando da dietro una cassa.
 
Il generale Voltok, con occhi stupefatti, vede l'uomo cadere in mare… ordina velocemente al Mozzo di andare a prendere una fune e di lanciarla fuori dalla nave.
 
Il Drago tira una codata a Darean che la schiva, poi graffia Frittun nel dorso della mano facendogli cadere il martello da guerra sul pavimento.
 
Anche il generale tenta di distrarre la grossa creatura lanciandosi di foga e urlando con la sua ascia bipenne impugnata saldamente. Non ragiona più, vuole vendicare i suoi soldati morti in battaglia: lo colpisce sulla coscia ma lui non dimostra di aver subito lesioni.
Darean scocca un'altra freccia, Frittun cerca di riagguantare il suo martello con il braccio sanguinante e Draco sta caricando un’enorme palla di fuoco mettendo in gioco tutta la sua potenza magica... si sta concentrando profondamente ed ecco che un cerchio di fiamme color rubino, roteanti appare e subito diventa un grosso proiettile sferico che viene direzionato dalle sue mani come un direttore d'orchestra. Il grosso bolide colpisce diretto la bestia in pieno petto e la scaraventa fuori dalla nave.
 
Il Drago d'Ossa apre le ali mentre rotea all'indietro; Frittun lo segue con lo sguardo ma subito esce dal suo raggio visivo... Probabilmente si è tuffato nell‘acqua.
 
Il mozzo tremante ha trovato la corda e la sta issando velocemente all’unica cima di ormeggio a cui non sono ancora arrivate le fiamme, ha le mani bagnate dal sudore e dall’agitazione, è terrorizzato! La loro nave ha un semicerchio incendiato e le lingue di fuoco divampano e si espandono .
 
Bran Lathewin sta usando tutte le sue energie per rimanere a galla, appesantito dall’armatura non può perdere la sua spada e deve continuare a respirare; sente delle urla tra le onde del mare e nota una luce fiammeggiante che arriva dalla sponda del veliero.
 
"Splash!"
 
"Agguanta la corda!" gli urlano dalla nave; con entrambe le mani riesce ad issarsi e piano piano viene trascinato a bordo.
 
Non appena mette piede sul pavimento della nave due braccia si avvinghiano al suo collo. È confuso ma Draco e Frittun lo sono molto di più.
 
"Ti abbiamo abbandonato perché credevamo che fossi morto!" le lacrime escono copiose dagli occhi di Darean
 
"Effettivamente anch'io l’ho creduto" Attende qualche secondo prima di continuare a parlare mentre ricambia l'abbraccio "Ho fatto uno strano sogno... un sogno che sembrava ancora più reale"
 
"Lasciamo i convenevoli a dopo, l'importante è che tu sia ancora tra noi ma al momento abbiamo un problema molto grosso da risolvere. Troviamo quel maledetto Drago prima che ci rubi il tesoro di Re Garring, dopo ti spigheremo tutto fratello”
 
Frittun appoggia la mano sporca e dolorante sopra la spalla di Bran, il sangue si mischia con l’acqua salata del Mar di Cristallo: "Auckh! Sono proprio felice di rivederti, hai la pellaccia dura amico; vieni al mio fianco poi ci spiegherai anche la tua storia"
 
Tutti gli avventurieri rimasti, dopo aver spento l’incendio che andava ingigantendosi, si schierano sul perimetro della nave e attivano il loro istinto di sopravvivenza ed i loro sensi più fini.
 
Frittun lancia un incantesimo e percepisce la presenza magica nella sottocoperta della nave fantasma.
 
In quell'istante un boato, il rumore di travi fracassate: si è fiondato dall’alto mentre tutti guardavano in mare… il Drago d’Ossa ha aperto una voragine nel loro pavimento e spunta solo la sua coda.
 
Tre dardi magici e molte frecce sono partiti all'istante, il monaco e Bran corrono in corpo a corpo mentre Draco rimane a distanza per contrattaccare ad una sua possibile fuga.
 
Quando la testa riappare un colpo di martello e un fendente della spada vengono evitati dal Drago che sta cercando di svignarsela, tenendo tra le grandi mani scheletriche il forziere pieno di monete d’oro.
Prontamente Draco, focalizzato su quella possibilità, lancia la seconda palla di fuoco dritta in faccia alla bestia che resta carbonizzata; lo scheletro si scompone e tutte le ossa cadono a terra ricoprendo completamente il forziere. Le fiamme divampano.
 
“Spegnete l’incendio svelti!” Ordina Garring “Ce l’abbiamo fatta finalmente!”
 
“Non canterei vittoria generale” controbatte Frittun voltandosi “La nave fantasma emette aura magica”
 
Rivolgendosi alle sue ultime guardie rimaste e agli elfi: “Voi spegnete l’incendio mentre noi andiamo a perlustrare il sottocoperta dell’altra nave!”
 
Darean, attraverso la nebbia, intravede delle figure scheletriche mentre strattonano una ragazza bionda con un abito scuro e la portano all’interno: “Quella nave ha dei prigionieri”
 
Dopo aver inserito nella sua bisaccia un dente del drago d’ossa, Bran segue gli altri sulla nave fantasma. Il clima spettrale fa accapponare la pelle mentre la nebbia continua ad addensarsi.
 
“Vado prima io” Bran mette un braccio davanti a Frittun “Se mi colpiscono mi puoi sempre risistemare ma se seccano te siamo spacciati”
 
Scendono i gradini di legno marcio e trovano un corridoio con tante porte ai lati, alcune aperte ed alcune chiuse. Iniziano a perlustrare le cabine ma i locali sembrano abbandonati da molto tempo.
 
Tornano indietro e prendono la rampa di scale che scende ancora, cercano in tutte le stanze finché il generale apre una porta e rimane immobile; stesa a terra ed imbavagliata vede proprio la ragazza dai capelli biondi, ha un vestito scuro, mani e piedi legati e un bavaglio alla bocca.
Di fianco a lei, nella penombra si intravede un secondo forziere.
 
“Venite! L’ho trovata! Sembra una trappola.”
 
Bran entra per primo mentre Darean lo segue “Guardateci le spalle”
 
La Ranger le toglie il bavaglio “Come ti chiami e cosa ci fai qui?”
 
Lei prova a parlare ma le escono suoni senza significato, poi tossisce per schiarirsi la voce: “È molto tempo che non parlo, mi chiamo Palaudrin, sono stata venduta come schiava dopo che la città di Fordan è stata attaccata dalle creature della Foresta Antica. Sono scappata assieme alla mia famiglia per mare ma i mercenari ci hanno catturato”
 
Darean nel frattempo è riuscita a slegarle le mani.
 
“Siamo solo noi nella cabina, non c’è traccia di pericolo qui”
 
La ragazza si mette in piedi, la sua espressione del viso emana più coraggio che paura, più consapevolezza che rassegnazione.
 
“Ho visto i due scheletri che ti hanno portata fin qui, sai dove si sono nascosti? Ce ne sono molti altri in giro?
 
“Non ne ho idea, sono usciti dalla porta in cui siete entrati voi”
 
Lancia un’occhiata a Voltok che sa già cosa fare; entra anche lui nell’abitacolo e apre il forziere. È pieno di monete d’oro. Lo richiude e si fa aiutare da Bran per trasportare tutto il bottino sulla loro nave.
 
“Date fuoco a tutto. Questa nave maledetta brucerà assieme a tutti i codardi che si stanno nascondendo”
 
Con il cuore ricolmo di collera, il generale osserva la nave fantasma incendiata che affonda nel mare.
 
Tante isolette di fuoco si separano sempre più fino ad emanare l’ultima scintilla di luce.
 
Rimane lì impalato mentre ragione su come comunicare alle mogli… le frasi da pronunciar loro… da adesso in poi saranno vedove. Conosceva i suoi uomini uno a uno, anche le loro famiglie.
 
 
 
 
Thormec Frittun, Darean e Bran stanno seduti al piccolo tavolo della cucina, Plaudirin e Draco preparano un pasto per rifocillarsi, devono rimettersi dalle ferite subite in battaglia.
 
Darean continua il discorso che avevano iniziato “Cosa intendevi dire prima? Un sogno che sembrava più reale rispetto a cosa?”
 
Bran la guarda negli occhi, poi guarda tutti gli altri che ricambiano lo sguardo… sta pensando a come pronunciare le parole che deve dire senza essere preso per matto: “Sono stato in un’altra dimensione, arrivo da un mondo molto diverso da questo in cui viviamo.”
 
“Hai parlato con Hula?” interviene il monaco
 
“Non esattamente… mi sono risvegliato in una vasca, ricoperto da una sostanza appiccicosa… avevo dei fili collegati al mio corpo e una ragazza controllava tutti i pazienti. Poi mi hanno fatto bere un liquido e ho parlato con un uomo vestito di nero. I miei ricordi iniziano ad essere un po' confusi ma …” smette di parlare e si spreme le meningi “ha citato una simulazione in cui noi siamo i giocatori e dobbiamo trovare Dhaitus, dobbiamo parlare con lui”
 
Tutti lo guardano molto perplessi, anche Plaudirin che non sembra interessarsi alle sue parole ed è più concentrata ad ingurgitare qualsiasi cosa gli capiti a tiro mentre la pentola continua a bollire; Draco sta cercando delle spezie e nota delle particolari erbe secche che non riesce a riconoscere.
 
“Hei Bran, non stento a credere che esistano altri mondi oltre al nostro. Hai mai visto questa spezia?” e gli passa il sacchetto pieno di erba; lui lo tiene in mano e annusa il contenuto:
 
“Macché! Mai vista… non fa neanche odore”
 
“Beh… possiamo chiedere a Voltok se conosce quel Dhaitus, la cena è pronta!”
 
Tutti si riuniscono sottocoperta e iniziano a mangiare la zuppa accompagnata da ottima birra nanica; Bran sta accanto ai fornelli per riprendere la sua temperatura corporea. Le vele della nave sono state momentaneamente abbassate ed è scomparsa la nebbia lasciando intravedere una fantastica volta celeste piena di Stelle.

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Capitolo 6
*** Bran Latewind prende il volo ***




Tutti i forzieri sono stati sistemati nella cabina del generale Voltok, sotto al letto sul quale sta dormendo beato.
 
Il gruppo di avventurieri ha deciso di fare i soliti turni di guardia; Adesso sta a Bran che continua a camminare per tutta la nave, nel mentre ragiona: “Dhaitus, secondo la leggenda, deve essere un’antica divinità. Nessuno l’ha mai visto e si dice che nel Bosco Antico viva tutt’ora un eremita.”
 
Voltok, durante la cena, gli ha spiegato che questo essere umano si è allontanato dalla città di Illigar (“da ciò che era la città di Illigar” parole del generale) molti anni fa; veniva avvistato raramente dai mercanti che andavano e tornavano da Fordan.
 
Si pensava che fosse diventato un druido della foresta per gli abiti poveri che indossava e per le erbe, le pozioni ed i frutti che tentava di vendere ai viandanti con scarso successo.
 
“Come aveva fatto a sopravvivere in solitudine per tutto quel tempo in un luogo tanto pericoloso e selvaggio?
Sicuramente avrà scoperto qualcosa” pensa Bran tra sé e sé.
 
Il racconto della sua esperienza non aveva dato adito a reminiscenze nei suoi amici.
 
Si guarda nella tasca interna e trova un biglietto con sopra iscritto: - Un processo sperimentato può essere una somma di percezioni, ma può anche essere un sogno o un’allucinazione. Non posso dire in quale senso esso esista - le parole non erano state scritte da lui ed erano stampate probabilmente con un oggetto tecnologico, tutti i caratteri si susseguono ordinatamente su linee diritte, le medesime lettere sono precisamente uguali.
 
“Questa è una prova della veridicità del mio racconto, se lo mostro agli altri dovranno per forza credermi!” Bran era già soddisfatto della sua scoperta e doveva solo dare il cambio a Darean per provare a convincerla. È plausibile che più passa il tempo all’interno di questo gioco più la memoria reale svanisce.
 
“Dragoooo!” un urlo proviene da sopraccoperta
 
“Sembrava proprio la voce della vedetta” pensa ancora Bran fra sé e sé mentre corre a controllare, i suoi passi rimbombano sulle assi di legno delle scale.
 
La vedetta, che è già scesa dalla sua postazione di avvistamento per la seconda volta quella notte, punta diritto nella direzione di Bran.
 
“Guarda!” e indica dal lato sinistro della nave “Non ci dovrebbe essere la costa in vista in questo tratto di mare e invece…”
 
Bran strizza gli occhi ed effettivamente intravede, sotto al chiaro di Luna, le forme di un’imponente scogliera e di una piccola spiaggetta rocciosa, si riesce a sentire anche il rilassante suono delle onde che si infrangono sulla battigia.
 
“Non ho mai perso l’orientamento in vita mia!” la voce della vedetta trema e il suo tono è chiaramente arrabbiato, “Ho visto un altro drago, è più piccolo rispetto a quello che ci ha attaccato prima. Si è tuffato in acqua proprio qui sotto” lui osserva a destra e a sinistra, si sporge dal parapetto mentre resta ancorato con le sue mani nerborute alla sponda della nave.
 
Bran corre veloce a suonare la campana e sveglia tutti gli altri, Draco barcollante arriva per ultimo con il lenzuolo appoggiato sulle spalle: “Non si può nemmeno dormire in pace… stavo facendo un bellissimo sogno…”
 
“C’è un altro dei tuoi fratelli Draghi là fuori!”
 
“Accidenti Bran, sei arrivato da così poco tempo e già ti fai odiare… ma non conosci il detto - mai svegliare il drago che dorme - ?” e si ricorica sul pavimento mettendosi le braccia incrociate sotto alla faccia, a mo’ di cuscino.
 
“Smettila di dire fesserie e muoviti!” Bran lo tira letteralmente in piedi con tutta la sua forza e il lenzuolo gli rimane impigliato nella coda.
 
“E va bene… andiamo ad arrostire anche questo rompipalle…!” Ancora assonnato Draco segue il guerriero.
 
Frittun e la vedetta controllano sulle carte nautiche; non si capacitano di come siano finiti in quella zona. Un forte rumore di assi spezzate focalizza l’attenzione di tutti verso il lato est del veliero. Darean è già sul posto e prende la mira con il suo arco:
 
“Hanno bucato questa parte della nave! Se non erro sono appena entrati nella cabina del generale!” Si sente un forte colpo secco senza rimbombo, come se una spada avesse colpito un oggetto molto resistente.
 
Mentre la vedetta sta ritornando nella sua postazione una nuvola nera scatta contro Draco che si ritrova con la schiena a terra, faccia a faccia con un draghetto d’ossa più piccolo di quello che hanno assassinato poche ore prima.
 
Una martellata micidiale di Frittun e una freccia, che si conficca perfettamente nella sua orbita oculare, gli fanno lasciare la presa. Draco ha le spalle sanguinanti nei punti in cui il draghetto gli ha conficcato le unghie.
 
Bran sa già che non farà in tempo a raggiungere Voltok passando da dentro alla nave, quindi si è posizionato in piedi sulla sponda e attende il passaggio del secondo drago per lanciarsi. Anche Darean si mette al suo fianco mentre Draco si concentra per lanciare la sua terza palla di fuoco; si porta le dita alle tempie, poi ruota le braccia tese in senso contrario una all’altra, una fiammella si crea dal centro del cerchio che sta ipoteticamente disegnando nell’aria. Le fiamme diventano cento, poi mille, aumentano di volume e di temperatura, ora sono di un rosso rubino intenso.
 
“Bilancia tutti i centri del tuo corpo per raggiungere l’equilibrio” le sagge parole del maestro Dung ritornano dal passato e riecheggiano nella sua mente “Quando sarai saldo nello spirito allora rilascia la tua energia!” così sta facendo il discepolo e la voluminosa palla di fuoco colpisce il draghetto, che subito s’incendia, le sue ali iniziano a lacerarsi, lancia un gemito e cade a testa in giù nell’acqua salata; il fratello vola veloce in suo soccorso, adesso si sono immersi entrambi di nuovo.
 
Nel mentre Draco sta già correndo verso la sponda della nave però scivola sopra un tratto bagnato del pavimento, ruota di centoottanta gradi e vola giù dal veliero.
Darean sta correndo al suo fianco, cerca di afferrarlo al volo mentre capitombola fuori ma resta con un pugno di squame fra le dita.
 
Adesso sì che è in pericolo, lo vede impattare di schiena contro la superficie del mare; laggiù tra le onde riemerge con il capo; si guarda attorno, allora lei incocca un’altra freccia e inizia a mirar nella sua direzione nell’attesa di vedere spuntare i draghi.
Frittun non ha ben capito cosa sia successo nell’oscurità, inizia a correre verso la ranger ma scivola anche lui e per evitare di battere il sedere per terra mette le mani in avanti, spingendo Darean giù dall’imbarcazione.
 
Mentre è in volo Darean spera di non far male a Draco o per lo meno di non arrivargli dritto in testa, poveretto.
 
Splash!
 
Tutti e due sono finiti nell’oceano e si aiutano per risalire in superficie tenendosi per mano.
 
 
Appena Draco mette la testa fuori dall’acqua lei tira un profondo respiro mentre cerca di rimanere a galla
“Siamo accomunati da un destino alquanto buffo, vero Darean?”  intravede un’ombra scura che passa sopra di loro.
 
“Attenta! È appena rientrato nella nave!” Pronunciato l’avvertimento entrambi si sentono sollevare verso l’alto, ma restano immersi nell’acqua, piano piano salgono e un’onda liquida arriva sul ponte.
 
Nel frattempo Bran spalanca la porta della cabina di Voltok e vede il generale a terra senza sensi, respira ancora. Il draghetto si è appoggiato i forzieri sotto alle ascelle e si accinge a prendere il volo. Il guerriero, con uno scatto fulmineo, abbraccia la sua coda proprio mentre salta nell’aria; i due passano per l’apertura che lui stesso aveva creato.
 
Il draghetto prova a staccarselo di dosso ma la sua presa è potente come una morsa, Bran non vuole mollare e stringe ancora più forte.
 
Il drago prende quota lentamente, appesantito dal passeggero che si ritrova addosso, la sua traiettoria non è stabile; arrivato ad una certa altezza scende in picchiata e si rituffa nel mare scuro. Appena un attimo prima di finire sott’acqua Bran fa una profonda inspirazione e l’aria, aiutata dalla velocità, riempie completamente i suoi polmoni.
 
Veloce anche in questo denso elemento, l’esperto nuotatore tira delle forti calciate a gambe tese muovendosi a sinusoide; il guerriero viene strattonato in alto ed in basso, gli inizia a mancare il fiato perché deve usare molta forza per restare ancorato al corpo della bestia; l’ossigeno viene bruciato in fretta dal suo organismo.
 
Si ritrova totalmente senza aria e proprio in quell’istante escono dall’oceano e prendono quota, sempre più in alto. Sorvolano la piccola spiaggia rocciosa; giù vede un sentiero che entra nel bosco e passa al di sotto delle fronde degli alberi.
 
Volano ancora più in alto, sopra una foresta, seguendo l’irto pendio; il draghetto sta a bassa quota e cerca di farlo schiantare contro il tronco di un albero. Bran si accorge che poco più avanti finisce la foresta ed inizia una zona rocciosa, allora si sgancia, cerca di aggrapparsi ad un ramo che si spezza. Il Drago si volta per osservare la sua caduta rovinosa nel sottobosco e continua il suo tragitto.
Il secondo ramo brandito dal guerriero resta intatto e lui si salva solo con qualche graffio, vede la creatura entrare in una caverna posta sulla sommità del monte.
 
 
Sul veliero Draco e Darean ringraziano Frittun che è stato molto veloce nel salvataggio.
 
Darean nota che una scialuppa di salvataggio si sta muovendo in direzione della costa rocciosa, pare che Plaudirin, il generale e la vedetta siano già partiti. In quel momento arrivano gli altri elfi e la guardia nanica rimasta che si sono appena svegliati.
 
“Perché il generale è salpato senza dirci nulla?” chiede Frittun a loro “Avete ordini specifici?”
 
“No signore.” risponde un elfo
 
“Voi state qui a controllare la nave e cercate di ripararla! Noi cerchiamo di capire cosa diavolo sta succedendo! Il tesoro è stato rubato…”

 

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Capitolo 7
*** Dentro al portale ***


Il sole sta per nascere dalle colline, Darean e Draco pagaiano con forza, Frittun è davanti e indica la direzione da tenere per schivare gli scogli, più si avvicinano alla costa più affiorano in gran numero;
 
“Hanno già messo i piedi sulla terraferma!” Informa Darean spiando il trio di fuggitivi da lontano
 
Uno scoglio impatta contro il fondo della scialuppa, poi ne urtano un altro: “Rallentiamo ragazzi, piano!”
 
Riescono a fermare la bagnarola legandola con la corda, Draco saltella sugli ultimi scogli prima di raggiungere la spiaggia, dietro di lui Frittun che zampetta come un ragno salterino, per ultima Darean che al terzo balzo raggiunge una liscia superficie piena di muschio mucillaginoso, il suo piede scivola in avanti come se fosse ghiaccio, dà una fortissima craniata sullo scoglio, battendo la nuca e finisce in acqua. Quando risale gocciolante e con una profonda ferita all’autostima sente un dolore allucinante alla coscia: una grossa alga marina carnivora ha conficcato i denti affilati proprio nella sua carne.

“Una specie ormai molto rara nelle nostre zone, quasi estinta” informa Frittun “Questa deve essere una spiaggia poco battuta dai turisti” il monaco si avvicina all’elfa e stacca delicatamente la creatura utilizzando una tecnica ingegnosa, poi la ributta al suo posto, nel mare.
 
“Ti hanno insegnato a saltare da un albero all’altro ma sei mancata al corso di sopravvivenza per destreggiarti in riva al mare! Male male!” Scherza Draco  
 
“Questa te la potevi davvero risparmiare” Risponde seccata mentre controlla la sana crescita del bernoccolo
 
“Sentirai la gamba un po' indolenzita, i denti della pianta marina contengono un leggero veleno”
 
“Grazie Frittun, lo so bene, mi è già capitato. Non dovrebbe darmi noie”
 
Ormai hanno perso di vista il trio così decidono di seguire il sentiero poco battuto che si inoltra nella foresta; dopo la notte insonne a causa dei combattimenti iniziano ad essere esausti, devono recuperare il mana.
 
“Ci accampiamo nella foresta per riposare?” consiglia Draco dopo aver valutato attentamente il suo stato di attenzione e quello dei compagni.

“Propongo di continuare a camminare ancora per un po', non sappiamo quali pericoli potrebbero presentarsi. Diciamo che non è la nostra giornata fortunata” Ribadisce Darean

“Sicuramente la tua giornata è più sfortunata della mia” e il draconide le fa l’occhiolino

“Quanto sto sperando che inciampi e caschi in un cespuglio sparaspine!”

Dopo aver mangiato una razione di cibo continuano a camminare velocemente per un paio d’ore, proseguendo lungo il tragitto nella maniera più silenziosa possibile; il sentiero si interrompe in uno spiazzo ghiaioso contornato da grandi alberi di Laruce.
Darean scende dalle fronde di uno di questi, tasta il terreno con le sue dita affusolate in cerca della minima impronta da seguire; si fa largo passando tra le diramazioni degli arbusti, le erbe ed i fiori del sottobosco finché raggiunge l’ingresso di una grotta.

In breve tempo arrivano anche gli altri: “Ecco l’entrata.” sussurra Darean indicando l’apertura nella roccia a misura di essere umano.

“Potremmo appostarci fuori dalla grotta ed aspettare, facciamo i turni come al solito. Ho bisogno di riposare per recuperare le forze magiche” dice Draco sperando che i suoi bisogni vengano finalmente considerati.

“Facciamo così” bisbiglia Frittun mentre si spreme le meningi “Darean, riesci a costruire una trappola, oppure un congegno che ci consenta di presagire se qualcuno esce o entra nella caverna?”

“Abbiamo le corde, ci posso provare”

“Ottimo, allora entriamo ad esplorare il primo tratto del corridoio poi ci riposiamo tutti insieme. Intanto tu potresti andare a cercare una buona zona per posizionare il giaciglio.”
 
“Agli ordini capo! Mi sembra un’ottima idea! Cercatemi bene perché potrei già essere nel mondo dei sogni” gira le spalle e se ne va in cerca di foglie secche da accatastare.
 
Darean segue Frittun nell’oscurità, tenendo una mano sulla sua spalla, dopo pochi metri vedono un bivio: la strada sulla sinistra sale leggermente di quota mentre quella sulla destra scende e le rocce sul pavimento sembrano più umide.

“Darean, ci conviene posizionare la trappola lungo il corridoio principale, prima del bivio. Per adesso non si sente nessuno in arrivo” mentre parla accende una fiaccola.
 

 
Bran Latewind sta scendendo lentamente dalla cima dell’albero; per qualche incredibile motivo ha ancora tutta l’attrezzatura con sé, tranne la sua amata spada che ha dovuto sacrificare nel gesto eroico di inseguire il drago.

“Un attimo” pensa mentre si adopera ad estrarre il foglietto che aveva in tasca; non trova nemmeno quello: “Accidenti… ho perso anche l’unica prova con cui avrei potuto avvalorare la veridicità del mio racconto. È andato perduto per sempre”

Cerca un riparo allontanandosi dalla zona. La bestia gli aveva lanciato una brutta occhiata prima di sparire; stende tutta la sua attrezzatura e i suoi vestiti a si mette ad aspettare tenendo vicino a sé la balestra e il piccolo spadino che gli è rimasto, per quello che gli possono servire quelle armi inadeguate contro un drago d’ossa.
Respira profondamente e inizia ad essere consapevole che, se prima era coraggioso, adesso anche il più piccolo frammento di paura è sparito dal suo cuore: tutti loro si muovono in un mondo come piccolissimi giocatori in un grande sistema, costruito chissà per quale motivo. Sta domandando a Sé stesso se anche nella sua esistenza reale, di cui al momento non ha nessun ricordo, vive con la stessa intensità.
 
 

Nel frattempo Draco abbraccia Darean, sono stesi nella natura e finalmente si stanno per baciare; tuttavia le sue labbra non hanno una consistenza carnosa, allettante, sono piuttosto pelose e dall’odore pungente.
Draco apre gli occhi mentre sta sbaciucchiando l’ascella di Frittun che si è coricato proprio di fianco a lui. Inizia a sputare per terra facendo un gran baccano e si sente immediatamente pungolato nella carotide.
Darean sta impugnando una freccia e il suo braccio è completamente avvolto attorno al collo del draconide, lo tiene da dietro:

“Zitto, deficiente. Vuoi che ci sentano? Hai rischiato grosso, mi sono fermata giusta in tempo” bisbiglia proprio nel suo orecchio

“Devo aver ingoiato un insetto. Scusami”

“Hai le labbra piene di peli, che razza di insetti ci sono in questo bosco?! Poi c’è un odore tremendo, sei tu?”
Draco si divincola dalla presa e va verso la borraccia per sciacquarsi la faccia, beve un po' d’acqua e inizia a fare i gargarismi.
 
L’Elfa ritorna sull’albero “Il sole si sta abbassando, ci conviene entrare prima del calar della sera; attendono di svegliarsi tutti per bene poi si appropinquano per disinnescare la trappola.

Mentre camminano si ode lo sgocciolio delle stille che scendono attraverso i percorsi nella pietra e si riuniscono nelle pozzanghere disseminate ovunque.

“Il corridoio di destra potrebbe portare alla fonte dell’acqua, forse è meglio optare subito per quello di sinistra” propone Thormec Frittun

“Sono d’accordo, prima rintracciamo il generale e la vedetta meglio è. Abbiamo già perso troppo tempo, dobbiamo scovare il tesoro al più presto.”
Salendo di quota incontrano una serie di piccole sale con stalattiti e stalagmiti sottilissime, di colore bianco candido. Per un unico corridoio continuano ad inerpicarsi, sulla loro sinistra scorre un rigagnolo con acqua cristallina; raggiungono una grande stanza, dentro la quale Frittun percepisce una fievole luce. Alte colonne di colore smeraldo e altre turchesi si sono formate nel corso delle ere, un lavoro minuzioso e perfetto.

“Attenti, noto luminescenza dall’altro lato, dietro quelle formazioni”

Tutti e tre iniziano a muoversi ancora più silenziosi stando ben attenti a non cadere nei buchi; tutto è estremamente scivoloso.
Alcune fiaccole sono posizionate lungo le pareti rocciose, altre sulle lucide e monumentali formazioni di minerali.
Darean indica una direzione precisa davanti a loro. Frittun e Draco orientano proprio là il loro sguardo.
 
Il Monaco non fa nemmeno in tempo a pensare prima di parlare: una palla di fuoco inizia a levitare nell’aria proprio in direzione di Plaudirin, che sosta dietro a un parallelepipedo di roccia.
Lei arretra mentre la vampata si diffonde su tutta l’area, il fuoco corre sulle pareti illuminando a giorno la caverna.
Gli occhi degli avventurieri non erano più abituati alla luce, così si trovano momentaneamente con la vista appannata.

“Accidenti Draco! Potevi almeno avvisare! Mi hai acciecato!”

“I draconici vengono fregati una sola volta! Se vieni imbrogliato due volte dalla stessa persona la colpa è solamente tua!”
 
Attendono che l’effetto abbagliante passi, restano nascosti, poi continuano ad avanzare tentando di restare in copertura dietro alle numerose rocce e colonne; non si vede anima viva tuttavia ci sono sei corridoi da esplorare, tre a destra e tre a sinistra.
 
“Frittun, vieni un po' a vedere se riconosci questi simboli” Chiede Darean
 
Il Monaco osserva bene l’altare posto di fronte alla parete dove si è volatilizzata pochi minuti prima Plaudirin: “Non ho mai visto scritte di tal fattura” azzardando sfiora con le dita alcune delle incisioni nell’altare.

Non accade nulla di pericoloso “Spero che non stiano cercando di mettersi in contatto con Kudonosor, sarebbe una tragedia per tutto il continente” dopo aver pronunciato tali parole i suoi compagni diventano parecchio preoccupati, Draco alza un sopracciglio.

“Avrei potuto evitare certe affermazioni, in ogni caso è meglio trascrivere i simboli, magari Yugi ci aiuterà a tradurle” Frittun inizia ad appuntarsi le rune.

“Vedete anche voi? È come se la parete fosse liquida.” dice Darean mentre arretra. Draco estrae una fiaccola dalla bisaccia e la accende, poi si avvicina piano piano alla medesima parete: si crea un debole effetto specchio ed effettivamente è come se la parete si muovesse in maniera quasi impercettibile prima avanti, poi indietro.

“È un portale.”

I due ruotano il busto verso il Monaco, ma lui non c’è più, è scomparso.

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Capitolo 8
*** La speranza di ritornare a Garrisland ***


La testolina di Frittun appare da dietro l’altare, i suoi occhi guardinghi stanno spiando la situazione, sospettoso per il prolungato silenzio sta ascoltando il rimbombo delle gocce che cadono dentro alle lontane pozzanghere.

“Lì dentro si è rintanata Plaudirin, allontanatevi…” consiglia lui

“Se avesse voluto attaccarci l’avrebbe già fatto” obbietta Darean

“Magari sta cercando il momento opportuno per prenderci alla sprovvista.”

Draco raccoglie un sasso e lo lancia contro il portale; viene inghiottito e non si sente più nessun rumore.
Allora avvicina la fiaccola fino al limite, il fuoco entra e con esso anche parte dell’impugnatura; estraendola notano che la fiamma è spenta e il legno risulta annerito e freddo al tatto.
“Ci deve essere molta umidità all’interno; non so perché si sia estinta tuttavia spero che la mia palla di fuoco non abbia fatto la stessa fine.”  

“Chi vuole provare ad entrare? Ce la giochiamo a testa o croce.” tira fuori una moneta d’oro dalla tasca.

“Entriamo insieme. Non possiamo permetterci di far rischiare la vita al guaritore”
Draco appoggia l’indice al portale e fa entrare prima l’unghia, successivamente la prima falange, non sente nessun dolore, poi l’intero dito, il braccio e infine il viso: nota lo scheletro del suo arto posteriore all’interno di uno spazio che non saprebbe descrivere; è come se tutto fosse al termine del tempo, un imbuto che risucchia la vitalità.
Esce ed incrocia lo sguardo di Darean in apprensione “Allora? Cos’hai visto? Non lasciarmi sulle spine.” 

Prima guarda il suo braccio, si tocca la pelle, ha ancora i muscoli e i tessuti connettivi: “Andiamo insieme, non preoccuparti per ciò che vedrai. Tuttavia non credo che troveremo mai il generale lì dentro.”
“Fermi un attimo, legatevi ad una colonna” Consiglia Frittun e porge loro una bella corda resistente.
 
 

Bran Latewind si è già rivestito, i suoi indumenti sono ancora umidi ma non può aspettare in eterno; in assetto da battaglia è entrato per la grande porta di una grotta che si sviluppa verso il basso. Sta discendendo le pareti perpendicolari e sfaldabili scalando, sa che il drago d’ossa è entrato lì dentro assieme ai tesori.
“Come farò a trasportarli fuori? Un passo alla volta, ci penserò quando avrò localizzato i due forzieri” pensa tra sé mentre sposta il peso sul piede sinistro, la roccia si sbriciola e fa uno scivolone, di conseguenza rafforza la presa sulle braccia ma anche quegli appigli si frantumano.
Cade nel vuoto per mezzo metro poi riesce ad aggrapparsi alla corda che, avvedutamente, si era legato attorno alla vita. Continua a calarsi usando la sola forza degli arti superiori, poi si dondola sullo strapiombo per raggiungere la parete. Accende una torcia e scruta verso il basso: lo spazio che gli manca da percorrere è probabilmente maggiore rispetto alla lunghezza della corda.
Sbuffa.
Fissa un’estremità della fune ad una pietra resistente e risale verso l’alto per andare a slegare l’altra estremità.
Riesce così a calarsi fino al fondo della cavità, c’è una puzza terrificante di putrefazione ma nessun rumore oltre allo scoppiettio della fiaccola.
I suoi piedi sono immersi fino al calcagno, si crea un bellissimo effetto specchio: i puri cristalli smeraldini e violacei vengono riflessi dalla superficie dell’acqua.
Bran appoggia la fiaccola fra due rocce, nell’incavo, poi avanza in posizione di offesa, spadino nella mano sinistra e balestra armata nella destra, nota una pozza scura dove l’odore marcescente va aumentando; il cadavere di una creatura ormai irriconoscibile galleggia, grossi vermi gialli stanno mangiando quel che ne resta.

“Eccoli!” pensa mentre i suoi occhi si illuminano: i forzieri si trovano a pochi passi da lui, proprio di fianco a quel putridume. Silenziosissimo continua a camminare in punta di piedi per raggiungerli ma il drago d’ossa balza fuori dalla pozza. Bran lo colpisce con un quadrello e la bestia lo graffia sul petto, spingendolo con forza e facendolo cadere all’indietro; anche le ombre proiettate sulla parete della caverna stanno combattendo.
“L’unica strategia possibile in condizioni svantaggiate è quella di rompergli una gamba.” Dopo avergli lanciato contro la balestra per distrarlo prova a conficcargli lo spadino nella rotula, il drago si erge davanti a lui.
Oscurità totale.
Accusa il dolore degli artigli che si conficcano nei suoi fianchi poi viene sollevato in aria.
 

 
 
Draco e Darean varcano l’ingresso dopo essersi assicurati ad una colonna bella grossa, l’Elfa si sbalordisce quando vede il suo corpo trasformarsi in ossa, non ha più né arco né frecce, nessun tipo di attrezzatura o armatura. Sono completamente composti delle sole ossa: percepisce con l’anima un vortice di vera oscurità e non sa che direzione prendere; riescono a comunicare solamente tramite i gesti, non hanno più una mimica facciale.

Il gelo e la mancanza di emozioni iniziano a gravare sulle loro condizioni psichiche, si sentono sempre più affranti, appesantiti.
Azzardano qualche passo in avanti e subito, in lontananza, una figura disegnata dalle fiamme veste una forma indefinita, partendo dal gambo dell’imbuto inizia a ruotare ad elica nella loro direzione; diventa sempre più grande, adesso è un teschio che li sta per travolgere.

Frittun li vede scattare fuori, stanno correndo come pazzi: Darean usa l’altare come trampolino, spicca un salto e ruota di centoottanta gradi posizionandosi di fianco al Monaco, Draco invece corre goffamente il più lontano possibile dal portale.
Sentono un frastuono di ferraglia provenire dalle loro spalle; da alcuni corridoi iniziano ad uscire numerosi scheletri. Dopo pochi secondi sono almeno una decina ma non si mettono in una posizione d’attacco, anzi, sembrano trascinati via, assieme alle loro spade arrugginite, da una forza invisibile contro la loro stessa volontà; vengono sollevati in aria, mentre i tre amici si guardano a vicenda con stupore, poi il portale gli inghiottisce; per ultimo il drago d’ossa si avvinghia con forza ad una stalagmite che infine si spezza.
Con l’altra zampa sta afferrando Bran: entrambi vengono trasportati verso il portale che infine si chiude.

Il guerriero sbatte contro la parete di roccia e cade a terra esanime.

“A cosa abbiamo appena assistito?” Chiede Darean “Dietro la parete i nostri corpi erano formati da sole ossa”

“Adesso tutto mi risulta chiaro. Era un portale di Ugora’tz, ci è andata bene” risponde deciso il monaco mentre si avvicina a Bran

“Ho sentito parlare della sua leggenda dagli Elfi Silvestri di Fordan, mai avrei pensato di arrivare così vicina a un’entità tanto malefica”

“L’avete incontrato?”

“Non credo fosse lui” replica il draconide “Siamo entrati per qualche metro poi ci hanno impedito di avvicinarci”

“Meglio così, forza! cerchiamo di far rinvenire Bran!” Frittun corre da lui, gli dà un paio di sberle, poi nota il sangue che ha sporcato la sua armatura logora. Posa entrambe le mani sul suo petto e cura le ferite in nome di Hula con un rituale.
Il guerriero riprende conoscenza, tossisce e si mette a ridere: “Mi avete visto andare via mentre avevo preso un drago e sono ritornato quando il drago ha preso me!”

“Sei fortunato ad essere ancora vivo, l’ultima volta non ti è bastata…?” gli risponde seccata Darean.

“Adesso che il portale si è chiuso posso aprirne un altro” controbatte Draco “E tu campione?! Sei stato tutte queste ore a lottare con la bestiaccia!?”

“È una storia lunga, poi ve la racconterò ma nel frattempo ho trovato il tesoro!”

“Cosa intendi dire Draco? Quale altro portale?”

“Da quando Yugi ha aumentato i nostri poteri ho la possibilità di aprire dei passaportali.”

Darean: “Spiegati meglio.”

Draco: “Posso provare ad aprire un passaggio, da qui, che ci porta fino a Garrisland”

Darean inizia ad adirarsi: “Noi avremmo potuto trasportare direttamente le trecentomila monete d’oro ai piedi di Garring e tu ce lo dici solo adesso?! Bran ha rischiato di nuovo la vita!”

Draco: “La realtà è più articolata di come l’hai rappresentata tu. Non ho mai provato a farlo, se avessi trasportato il tesoro nel luogo sbagliato sarebbe stato un danno irreparabile. Vi informo solo adesso perché mi sembra meno rischioso tentare questa via anziché ritornare sul veliero. Maggiore è la distanza da percorrere maggiore è il pericolo.”

Darean: “Mi sorprendi sempre. Hai altri assi nella manica di cui vuoi renderci partecipi?”

Draco: “Per il momento no.”

Frittun: “Ci conviene uscire più in fretta possibile, comunichiamo agli altri che possono partire mentre noi usiamo la passaporta.”

Bran: “Avete già trovato il generale e la vedetta?”
 
Dopo aver cercato i due dispersi nei sei corridoi hanno trovato qualche altra moneta d’oro e alcune pietre preziose, hanno anche incontrato l’Abisso, ma questa è un’altra storia e verrà raccontata un’altra volta; nella ricerca hanno finalmente scovato il Generale e la vedetta che avevano le mani legate e stavano seduti a terra in stato confusionale.

I due nani si sono ricongiunti con il resto della ciurma per riportare il vascello a Garrisland mentre la compagnia è rimasta nella grotta dei draghi.
 
Le pietre sono state posizionate per formare una figura circolare, Draco ha gli occhi chiusi e si sta impegnando per creare un portale di arrivo.
“Deve concentrarsi su di un luogo in cui è già stato e per fortuna non sono passati molti giorni dal nostro incarceramento, vedo buone possibilità di successo” Spiega sottovoce Frittun agli altri due.

Darean: “Speriamo riesca a dedicarsi all’opera, questa puzza di putrefazione non aiuta di certo”

Dopo una ventina di minuti il draconide si pronuncia: “Avanti il primo, io sarò l’ultimo ad entrare, poi la porta si chiuderà.” Trascina un forziere e lo sistema all’interno del cerchio di pietre “Chi vuole provare?”

Frittun arriva davanti alle rocce camminando lentamente, Bran lo sta aiutando a trasportare il secondo scrigno; entrano entrambi uno dopo l’altro. Darean resta a guardare per qualche secondo: “Dovunque finiremo so che tutti insieme ce la possiamo fare” gli fa l’occhiolino e si lancia nel buio.
Draco spera in cuor suo di portare tutti esattamente dove vogliono arrivare, si guarda attorno “Sarà comunque meglio di questa grotta puzzolente”.

 
Note per il lettore: Spero di averti incuriosita/o, spero che gli avvenimenti comici ti abbiano fatto ridere e di aver rappresentato gli eventi in maniera chiara. Con questo capitolo termina la seconda parte del racconto, una trama abbastanza intricata si sta per sviluppare ulteriormente e molte parti (che probabilmente hai letto sei arrivata/o fin qui) restano da approfondire per acquistare significato. Capisco che sia difficile seguire una saga che non viene pubblicata regolarmente ma la sto scrivendo man mano e cerco di stare molto attento alla forma quindi devo leggere, modificare, rileggere, trovare sinonimi, straleggere, far vedere il prodotto ad altri e infine lo posto, quindi scusatemi per la lentezza ma tutta la trama è sempre e comunque immaginata nella mia testa quindi prima o poi emergerà in forma scritta. Grazie per essere arrivata/o fin qui! Il prossimo capitolo verrà pubblicato minimo tra una settimana nella sezione EPICO. Buone letture e buona vita a tutti! 

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