La stella rossa di Andromeda

di KaronMigarashi
(/viewuser.php?uid=81479)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quattro chiacchiere nel Nexus ***
Capitolo 2: *** L'approccio sbagliato ***
Capitolo 3: *** Prima regola della Caccia: ricerca e studio della preda ***
Capitolo 4: *** Seconda regola della Caccia: non farsi notare dalla preda ***
Capitolo 5: *** Terza regola della Caccia: attendere e attaccare la preda ***
Capitolo 6: *** Nel rumore dei ricordi ***
Capitolo 7: *** Le prime considerazioni di uno yautja confuso ***
Capitolo 8: *** Tutto il tempo che serve ***
Capitolo 9: *** La sabbia asciugherà queste ultime lacrime ***
Capitolo 10: *** Come in una fiaba, ma in un modo sbagliato ***
Capitolo 11: *** Scoprire una parte di sé ***
Capitolo 12: *** Sentimento senza nome ***
Capitolo 13: *** Tutto sotto controllo ***
Capitolo 14: *** Norah ***
Capitolo 15: *** Amicizia, amore o teratofilia? ***
Capitolo 16: *** Attrazione umana e divergenze aliene ***
Capitolo 17: *** Galeotta fu la capsula ***



Capitolo 1
*** Quattro chiacchiere nel Nexus ***



[prompt usato: AU!Internet ] 
 
<< Registrazione completata. Girl_Blonde101 sei online. >>

Nel silenzio della camera si poteva sentire soltanto il costante ticchettio delle dita impazienti di Nora sulla tastiera del portatile. Bloccata nel suo appartamento per un piede rotto, stava combattendo la noia iscrivendosi ad una semplice chat di dialogo. Gli occhi azzurri fissavano un piccolo schermo olografico, l'immagine profilo scelta era una foto scattata proprio pochi minuti prima e lampeggiava di verde per indicarne la recente attività. 
Poi era stata smistata in una pagina completamente vuota, con uno sfondo blu e una rilassante melodia asari di benvenuto. 
In realtà Nora non era molto avvezza a queste frivolezze, ma quel pomeriggio si stava davvero annoiando. Lesse ancora una volta il nome utente che aveva usato... nulla di originale, ne era consapevole, ma era anche la prima parola che le era venuta in mente. Ragazza bionda. Non aveva scritto nulla di sbagliato dato che era bionda e anche una ragazza. Anche se aveva più di ottocento anni ormai. Da quando si era risvegliata al Nexus aveva smesso di contare i compleanni. Lì, in quell'enorme stazione spaziale il tempo diventava irrilevante. Quasi superfluo dopo tutto quello che era accaduto ai primi coloni un anno prima: le razioni di cibo che non bastavano per tutti, lo spaesamento nel ritrovarsi da soli e senza istruzioni nel bel mezzo del nulla cosmico. E le rivolte, finite con una manciata di morti e tantissimi esiliati. Fu un anno difficile per quel primo insediamento nella Galassia di Andromeda e lei lo ricordava ogni volta che si fermava a pensare. Per questo preferiva non essere mai ferma se non quando dormiva. Nemmeno per mangiare riposava un momento. 

<< Utente Kv'var-de*_111 è stato aggiunto alla chat. >>

" Uh? "

Lo scampanellio d'avviso della chat anticipò l'arrivo di un secondo utente nella finestra di dialogo e tutti i pensieri neri di Nora sparirono all'istante. 

" Oh, questa sì che è una novità. "

L'immagine stilizzata di un elmo particolare e l'illeggibile nome erano chiaramente di origine yautjana. Curiosa sul perché uno della razza più dominante della Galassia stesse perdendo il tempo su extranet non esitò un solo istante nel presentarsi. I Yautja furono una scoperta pericolosa al loro arrivo con il Nexus, ci furono diversi scontri che coinvolsero tutte le razze aliene presenti e più di una volta la stazione dovette essere riparata dai danni delle continue battaglie. Ci misero sei interminabili mesi per dare vita ad un traduttore vocale adatto e ad instaurare così un trattato di tregua. Ora alcuni yautjani più giovani prendevano coraggio nell'andare e venire dal Nexus al loro pianeta natale per delle brevi visite. In quell'occasione si era sempre all'erta, ma c'era anche scambio culturale, seppur difficile, di cibo e conoscenze scientifiche. Quegli alieni dalla faccia di un granchio erano avanti anni luce rispetto perfino ai salarian, menti geniali dell'intera Via Lattea.
Nora su di loro possedeva ben poche informazioni, se non qualche pettegolezzo delle riviste della giornalista Keri T'Vessa, e la maggior parte riguardavano la sfera sessuale del loro ciclo vitale. 

- Girl_Blonde101 scrive: Ciao yautja! (。◕‿◕。) -

Prima di inviare il messaggio si assicurò di tradurlo perfettamente nella lingua madre dell'alieno, fortunatamente in suo aiuto arrivò l'intelligenza del portatile che possedeva una sconfinata libreria digitale di dizionari e traduttori adatti per ogni occasione. Soddisfatta del proprio cordiale saluto, Nora si sistemò più comodamente sulla poltrona, giocando con una ciocca dei lunghi capelli biondi e dondolando distrattamente la gamba buona.
La risposta non si fece attendere. 
 
- Kv'var-de_111 scrive: Pyode amedha?** -

Un suono di errore le arrivò stridulo dal microfono del computer e le scappò una smorfia di disappunto nel sentirla. 

" Come non detto... "

Il traduttore non traduceva bene, aveva bisogno di parole più semplici se voleva avere una conversazione quanto meno ai limiti della decenza con lo yautjano. In fretta spiegò all'utente alieno il suo problema usando meno parole possibili, e altrettanto in fretta l'utente capì e risolse.
 
- Kv'var-de_111 scrive: Ooman?*** // traduzione in corso //... << umano? >> -

- Girl_Blonde101 scrive: Esatto! (≧ω≦) -

Dopo quell'inizio stentato, finalmente la conversazione si avviò senza alcun intoppo. O quasi... Viper, lo yautjano, parlava a monosillabi. Nora dovette fare non poca fatica per tirargli fuori le parole dalla tastiera e le due lingue differenti aggiungeva altra difficoltà. Mise il broncio quando dovette togliere le emoticon dalle sue frasi, ma Viper continuava a chiederle perché le metteva e che lo confondevano soltanto, così dopo quattro domande tutte uguali decise di poterne anche fare a meno per quella volta. Tutto pur di non leggere ancora da parte sua: << perché quei simboli? >> a ripetizione. 
Due ore passarono in un lampo e Nora iniziò a conoscere un po' di più quella strana razza dalla pelle a scaglie e macchie. Raccontò di sé, presentandosi come una degli operai di costruzione nei blocchi residenziali della stazione e di quanto le piaceva passare il tempo libero passeggiando nei giardini idroponici. Lui al contrario fu avaro nelle descrizioni, ma quando toccarono l'argomento caccia fu come aver aperto il vaso di Pandora! Viper era più vanitoso della sua migliore amica Niarala, non faceva altro che decantare le proprie capacità di caccia e le aveva addirittura mostrato un completo elenco di tutte le creature uccise fino a quell'anno. Ed era lunghissimo. Un po' di tristezza le salì agli occhi nel riconoscere tre nomi tipicamente umani e ringraziò di non averli mai conosciuti.
Conosceva solo a grandi linee le leggi degli Yautja, la loro esistenza si basava su un sistema di caccia sportiva su ogni tipo di razza aliena. Più era forte e più valeva la pena ucciderla. Erano considerati da tutti alla stregua dei barbari del pianeta Kadara, con l'unica cosa a differenziarli era un codice etico rigoroso: gli yautja non davano la caccia a donne incinte e bambini, anziani e malati. Chiunque non era in grado di difendersi. Fortunatamente nel Nexus erano in molti ad essere comuni civili, erano su Andromeda per colonizzare, non avviare un'ennesima guerra di conflitto aliena. E forse fu anche quello a salvarli dalla Grande Caccia. 

- Girl_Blonde101 scrive: E cosa ci fa un blooded su una chat? -

Non riusciva più a negarlo, era davvero curiosa. Gli yautja non trascorrevano il loro tempo in relax come facevano umani o asari. Non li si vedeva al bar o fermi a parlare tra di loro per il solo gusto di scambiarsi due parole. Loro non si fermavano mai, sempre in movimento. Sempre indaffarati con le loro astronavi e le cacce. Per non parlare dei lunghi periodi mensili che passavano negli harem...
Quindi sì, Nora era mortalmente curiosa su Viper e aveva girato attorno alla domanda troppo a lungo.
 
- Kv'var-de_111 scrive: L'Anziano dice che pecco di ignoranza verso gli alieni della Via Lattea. Che non me ne interesso abbastanza. Non sono d'accordo, ma i suoi ordini non li discuto. -

- Girl_Blonde101 scrive: Oh... capisco. Quindi cerchi informazioni su di noi, le hai trovate? -
 
- Kv'var-de_111 scrive: Non da te. -

- Girl_Blonde101: Ehi! Non mi hai chiesto nulla di nulla in più di due ore che siamo qui! -

Passarono diversi minuti senza che Nora ricevesse alcuna risposta da parte di Viper, il che le permise di prendere una pausa dal computer e ripescare una merendina dal cassetto della scrivania. Ebbe soltanto il tempo di scartare con cura l'involucro di alluminio che il microfono emise un trillo. Lesse la risposta di Viper mentre iniziava a masticare un goloso brownie al cioccolato 
e caramello, il suo preferito. Si prese tutto il tempo necessario per rispondergli, non le stava chiedendo aiuto come pensava dalle loro frasi precedenti, ma anzi, glielo ordinava proprio!

" Che faccia tosta! "

Lamentò la propria indignazione alla stanza vuota mentre finiva di masticare a bocca aperta come una bambina.

" Egocentrico e pure arrogante! Tipico maschio alpha, puah! "

Era pronta a chiudere tutto, chat e utenza, ma proprio quando stava per farlo ecco che arrivò un altro messaggio di Viper.
 
- Kv'var-de_111 scrive: Ell-osde c'jit, ooman!**** -

Non capì una sola parola di quello che le aveva scritto e anche il traduttore si rifiutò di tradurlo per lei. Ma l'insistenza con cui le scriveva la fece divertire almeno un pochino e un angolo delle labbra si curvò in un piccolo sorriso. Forse poteva concedergli un'altra occasione... forse. 
Gli scrisse chiedendogli perché lo chiedeva a lei aiuto se degli umani non ne voleva sapere affatto. La risposta che le arrivò la lasciò senza altro da aggiungere, con addosso la fastidiosa sensazione di pietà nei confronti di Viper. 
 
- Kv'var-de_111 scrive: Sei l'unica che mi risponde. -

L'arrivo degli Yautja nel Nexus generò tanta paura e razzismo sia negli umani che nel resto delle razze aliene. Il loro orrendo aspetto fisico da rettili umanoidi non aiutava tra l'altro.
La sconfinata curiosità con cui era cresciuta Nora le aveva permesso di non provare alcun tipo di antipatia o diffidenza nei confronti di chiunque e le fu di enorme aiuto per non cadere nella trappola della rabbia. L'astio che leggeva negli occhi dei suoi compatrioti le faceva più paura dei Kett. 
Per questo non si era tirata indietro nel chiacchierare con uno Yautja. Nora era fortemente convinta che, con la dovuta accortezza e con intelligenza, ci potevano essere le basi per una solida alleanza fra tutti gli alieni conosciuti. 
Così tanto sangue era stato versato nel corso degli anni dalla scoperta delle antiche rovine spaziali su Marte nel 2148 fino ad oggi, nel pieno dell'anno 2185. E Nora era stanca di vederne ancora sulla sua strada. Era donna umana semplice: nata e cresciuta in una famiglia agiata sulla Cittadella, divenuta ora un'operaia edile del Nexus dopo aver seppellito i genitori sulla Terra prima dell'attacco finale dei Razziatori. 

- Girl_Blonde101 scrive: D'accordo, ci sto. Vediamoci domani al Vortex Lounge dopo che avrò finito la visita medica, inizieremo dagli archivi del centro culturale. E vedremo se riuscirò a metterti in quella zucca vuota un po' di informazioni inter-specie! -
 
- Kv'var-de_111 scrive: Zucca? Qualche zucca? Non ho zucche qui con me. -

- Girl_Blonde101 scrive: ... la vedo moooooolto dura... a domani blooded arrogante! -
 
- Kv'var-de_111 scrive: Così sarà. -

 
<< Utente Kv'var-de_111 è offline. >>

<< Utente Girl_Blonde101 è offline. >>


NOTE D'AUTRICE

* cacciatore
** carne morbida, usato comunemente dagli yautja per indicare gli umani 
*** letteralmente " umano "
**** " accidenti a te, umana! "

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L'approccio sbagliato ***



Nel momento in cui Viper mise un piede nel locale tutto quanto si zittì attorno a lui. Congelati dalla sua inaspettata presenza, umani, asari e perfino i turian presenti smisero di bere e ballare, chiacchierare perfino, immobili a fissare con un misto di espressioni negative lo yautjano appena entrato al Vortex. Luogo d'incontro con l'umana Nora.
Grazie alla maschera facciale e alle numerose migliorie che aveva applicato al programma del visore interno, poté vedere nel dettaglio ogni singola faccia che lo stava fissando. Ma neanche i volti più corrucciati lo avrebbe toccato minimamente, il risentimento era reciproco e ormai vi era ben abituato. Dovevano ringraziarlo invece, aveva fatto loro la cortesia di non portare armi sulla stazione rispettando, di malavoglia, tutte le inutili regole a cui il suo clan era tenuto a rispettare per una convivenza il minimo pacifica. 
Viper osservava quegli stolti pyode amedha con disprezzo, pensando che non avevano ancora capito che la loro era una mera cortesia quella che stavano concedendo, se avrebbero davvero voluto, il Nexus sarebbe caduto nelle loro mani in qualsiasi momento e senza alzare una sola arma contro. 
Ma sì, che restassero in quella fittizia bolla di sicurezza! Non capiva affatto perché l'Anziano capo clan dava a quei primitivi tanta importanza... li vedeva inferiori su tutti i fronti: forza militare, potenza fisica, tecnologia. Su ogni singola cosa. 
Ma in quella perfetta visione di ciò che erano, Viper era in difetto. O così l'Anziano continuava a dirgli. " Sei troppo sicuro di te, giovane lama! Troppo arrogante e non curante di ciò che va ben oltre uno yautja. "
Viper era troppo di tutto. E allora? Il troppo non era meglio di meno? Peccato che il suo spiccato narcisismo non gli consentiva di vedere al di là del proprio clan.
Con passo sicuro e il petto gonfio d'orgoglio per ciò che era, Viper raggiunse l'ultima postazione di divani liberi e ci sprofondò senza grazia, spalancando le gambe per mettersi più comodo e poggiando i gomiti lungo il bordo del morbido schienale. 
Una volta accertati che lo yautja non era lì per menar le mani, gli altri clienti del bar si rianimarono, ma nessuno degli addetti si precipitò da lui per servirlo. 
Sotto la maschera metallica Viper chiuse gli occhi e lasciò che soltanto i rumori gli parlassero: orribile musica, un bicchiere caduto a terra, un breve battito di mani, le risate gioiose di una umana e il continuo chiacchiericcio rapido di un salarian. Il traduttore installato nella maschera gli permetteva di capire ogni sussurro, ma erano soltanto insignificanti chiacchiere frivole. Poi, quando fosse ormai sicuro dell'inutilità di quell'incontro, un suono diverso lo attirò. Un lieve cigolio che si ripeteva dopo un fruscio e diventava sempre più presente ad ogni secondo, sempre più forte come se si stesse avvicinando proprio a lui. 
E fu in quel momento che Viper riaprì gli occhi. Davanti a lui c'era un'umana sorridente, giovanile, dai piccoli occhi azzurri e un semplice intreccio di capelli biondi.

“ Ciao! È molto che aspetti? “

Il rumore che aveva ascoltato prima riguardava la sedia a rotelle con cui ella si muoveva, ma non ne capì la presenza. Da ciò che vedeva l'umana non possedeva danni alla spina dorsale o ai muscoli circostanti. Inclinò leggermente la testa di lato per proseguire la scansione oculare, ma Nora intercettò i suoi pensieri mentre si portava più vicina al bordo del basso tavolino in mezzo a loro due.

" Piede rotto. E con le stampelle non riesco a camminare. Sono così scomode! "

Ed eccola lì la frattura. Un ammasso di viti e morsi metallici tenevano assieme le piccole ossa che componevano la parte centrale dell'arto. Stava cicatrizzando bene però, il dottore che l'aveva curata sapeva il fatto suo, poteva vederlo chiaramente... per quanto i metodi applicati a parer suo gli sembravano antiquati di secoli di evoluzione.

" Come? "

Viper aveva pronunciato quella singola parola nella propria lingua, un complesso sovrapposizione di ringhi gutturali simili a quelli di un leone e ticchettii dovuti ai quattro artigli della bocca affilati che graffiavano tra loro ogni volta che li muoveva. Ma tutto ciò che Nora avrebbe sentito sarebbe stata quella singola parola perfettamente tradotta in automatico dal microfono installato nella maschera.

" Oh, una sciocchezza. "

La vide voltarsi verso uno dei servitori del bar e alzare la mano per attirare l'attenzione. Poi tornò a concentrarsi su Viper.

" Il mio lavoro consiste nel costruire appartamenti sul Nexus lo sai, te l'avevo detto ieri, vero? Beh, nella mia squadra è presente anche qualche biotico eeeeee niente, stavo installando dei pannelli per una camera quando Mike, uno dei biotici, si sbagliò e riuscì a farmi cadere addosso una delle travi che usiamo come passerella. SBAM! Trenta chili e passa di maledettissimo acciaio secchi sul piede. "

" Dovresti circondarti da ooman più affidabili, poteva andarti peggio e morire con disonore. "

" Sì, beh... aspetta! Cosa intendi con morte disonorevole? "

“ Una morte stupida. “

“ Ah. “

Quella che per lo yautja era una semplice verità, per Nora equivaleva ad un insulto. Ma questo Viper non riuscì a capirlo e si chiese il perché si fosse ammutolita tutta d'un colpo. La sera prima era stata un fiume di parole. Parlava, parlava, parlava... lo schermo del suo computer da polso non aveva smesso di trasmettere frasi e discorsi che personalmente aveva capito solo a metà, e adesso invece puzzava di fastidio. Quasi rabbiosa. Perché?
Soffermandosi sui propri pensieri più del dovuto, Viper riprese a fissarla. Una ooman così stramba era un soggetto di studio interessante, la sua sola vista gli procurava domande e grattacapi. Lei non sembrava minimamente spaventata dalla sua presenza, eppure Viper si stagliava su di lei in oltre due metri di altezza e con un peso non indifferente di quasi duecento chili. Tra il suo clan era uno dei più massicci e tra le altre razze incuteva paura anche solo camminando in mezzo a loro con il volto coperto e disarmato. 
Adesso trovava fastidioso l'odore di rabbia di Nora, che stonava nettamente tra l'ansia che emanavano gli altri presenti.
E questo era soltanto uno dei quesiti che Viper si ritrovava a dover decifrare riguardanti Nora. 

" Puzzi di rabbia. "

Lo disse come l'ennesima ovvietà, ma lei alzò lo sguardo da un pezzo di carta che un'asari le aveva portato e i suoi occhi furono glaciali. Vide chiaramente l'azzurro schiarirsi in una distesa di neve mentre continuava a fissarlo. Di colpo interessato, Viper si sciolse dalla posa svogliata in cui era stato fino a quel momento e aveva tutta la sua attenzione. Riconosceva la sfida anche in un volto buffo come il suo.
L'umana lo stava sfidando... e la cosa non lo infastidiva minimamente! L'ennesimo perché da aggiungere ad una lista mentale già affollata.

" Che cafone! Avevo capito da ieri che eri arrogante e potevo passarci sopra, ma farmi insultare così non ci sto! Trovati qualcun'altra ooman che ti aiuti! "

Viper non mosse un muscolo mentre lasciava che Nora si sfogasse su di lui, che cercava ancora di capire come l'aveva insultata. Vide le guance dell'umana farsi sempre più rosse e l'odore di furia farsi sempre più pungente attorno a lei. Era furiosa a dir poco. Ma continuava a non capire, se voleva insultarla avrebbe usato parole diverse e nella propria lingua! E poi l'offesa non era nell'indole comune degli yautja, le loro femmine li avrebbero evirati in pochi secondi e senza ripensamenti se solo avrebbero osato tanto. Non era saggio né conveniente insultare per loro, ecco. Ed era un'accortezza che riservavano a tutti gli alieni incontrati, senza alcuna eccezione. E Viper teneva sinceramente tanto a restare con l'organo riproduttivo intatto fino alla morte. 
Bastarono pochi secondi per l'umana sparire dal locale, così com'era arrivata, e lasciare Viper da solo. Quest'ultimo respirò a fondo, il torace, decorato di ossa e pellicce di prede uccise negli anni, si alzò e si abbassò ad un ritmo lento e calcolato. I piccoli crani animali, intrecciati alla rete termica che portava sotto il pettorale di cuoio, tintinnarono minacciosamente. In realtà nella reazione di Nora non c'era nulla di nuovo, molti scappavano da lui abbastanza in fretta, ma in quell'occasione una piccola diversità c'era. Ed era degna della più completa attenzione.
Nora non era fuggita, lo aveva letteralmente lasciato lì come una sorta di punizione emotiva. 
Le sue mascelle risuonarono in vari click mentre si alzava con calma dal divano, ormai sformato sotto tutto quel peso, ed esternava il proprio stupore. L'Anziano voleva che studiasse di più gli alieni alleati? Bene, ma avrebbe deciso lui chi osservare, come e quando.
Ora aveva una nuova preda, diversa dalle altre, con cui avrebbe dovuto trattare diverse strategie e azioni fuori dalla normalità a cui era abituato. Studiare, ma non uccidere.
Senza emettere alcun rumore, Viper si estraniò da tutto ciò che lo circondava e, unendo le mani davanti al torace, disse la frase di rito che segnava l'inizio di una nuova Caccia. Un gesto che ogni yautja era solito fare davanti alla statua del Dio Paya, per assicurarsi la benedizione del nobile e antico guerriero conquistatore.

" Thin-de le'hasuan 'aloun'myin-del bpi-de gka-de hasou-de Paya. "*
 
Il blooded Viper aveva aperto la propria Caccia personale e la sua preda adesso era Nora Ternion.


NOTE D'AUTRICE

* " Impara i doni di tutti i luoghi, o finisci nella danza degli Dei caduti. "

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Prima regola della Caccia: ricerca e studio della preda ***


[ prompt usato: pagina di diario/blog ]


<< Girl_Blonde101 ha aperto un post nel forum LoveLiveSpace. >>

Appartamento Nexus HB10. Anno 2185. Orario terrestre: 5:38 
                                              
- Oggetto di discussione: sexy drell per tutti! - 

Buongiorno Extranet! (~ ̄▽ ̄)~
Inizio con il rivelare una grande novità: oggi è il mio ultimo giorno di malattia! Da domani sarò spostata a lavoro di ufficio e cartacce varie, sarà noioso da morire, ma almeno tornerò ad accumulare crediti. Bye bye snack notturni e sonnellini pomeridiani, è stato bello finché è durato. (︶ω︶)
Sarà scomodo stare in un angolo stretto con la sedia a rotelle, quello che il mio capo chiama ufficio in realtà non è altro che un banco da lavoro messo a casaccio nell'ufficio della signora Kesh... praticamente l'ultimo posto libero a disposizione, tra scatole e cavi penzolanti. Un sogno, vero? Almeno la compagnia sarà migliore della sola solitudine, dicono che la krogan non ha lo stesso bastone ficcato su per il culo [ ATTIVAZIONE CENSURA AUTOMATICA DELLA HUB ] della Addison, me lo confermate? (≧ω≦)
Cooooooomunque, passiamo al vero motivo per cui sto pubblicando oggi qui, ma conoscendo questa community scommetto che avrete già capito dove voglio andare a parare: il volume di questo mese di Fornax! Ma quanto cazzo [ ATTIVAZIONE CENSURA AUTOMATICA DELLA HUB ] è bello?? Parliamo dalla copertina, ragazzi io ho preso la rivista cartacea soltanto per quella. Mi sono letteralmente innamorata dei colori della pelle di quel drell. 
(。♥‿♥。) 

P.S. assieme alla rivista c'è un video allegato, qualcuno lo ha già visto? Prime impressioni? (¬‿¬)


Gli occhi giallo limone di Viper scorrevano lungo l'intero testo man mano che il traduttore lavorava. Leggeva in fretta, aiutandosi con l'artiglio del dito indice premuto sullo schermo olografico dal computer sul polso. Teneva d'occhio ormai da qualche giorno tutte le pubblicazioni su extranet di Nora nella costante ricerca di qualche informazione utile su di lei, ma la maggior parte risultava del tutto inutile ai suoi scopi, futili chiacchiere e nulla di più. L'attuale obiettivo era capire come avvicinare l'umana senza problemi, dopo la scenata che gli aveva fatto nel locale del Nexus si era parlato di loro per parecchio: l'umana che gridava addosso ad uno yautja era ormai il pettegolezzo preferito di molte specie aliene lì dentro e perfino ​l'Anziano Capo aveva costretto Viper ad un breve periodo di riposo forzato, chiuso nella Nave Madre senza poter scendere neanche per partecipare alle missioni di ricognizioni del Clan. Come sempre i Red Star erano rimasti allo spazioporto del Nexus, ancorati ad una delle loro piste d'atterraggio in " modalità pacifica ", senza alcuna difesa attiva per rispetto al patto di tolleranza stipulato solamente un anno prima.
Così se ne stava lì, facendo la spola tra la camera privata e la stanza degli allenamenti. Di giorno dormiva il più possibile mentre di notte si sfidava con i compagni in combattimenti sanguinari e condivideva con loro i viveri accumulati nella mensa comune.
Ticchettii mandibolari riempirono quella ricerca silenziosa, il traduttore vocale non era un granché, s'inceppava spesso negli inutili disegni senza senso che Nora usava per riempire gli scritti. Aveva notato fin dal loro primo approccio in chat che ne usava spesso, un vizio che costava tempo a lui sprecandolo nel disattivare e riattivare manualmente il traduttore linguistico ogni volta che dava ERRORE sullo schermo digitale. 

- Commenti al post di discussione: sexy drell per tutti! - 

Niarala~La la la
Allora è d'obbligo una visitina al Vortex! ;) Non accetto nessun no, stasera passo da te e ci sbronzeremo come krogan. <3 
                            Girl_Blonde101
                            La sfiga di non avere altri locali disponibili suppongo...
Mike_Austin27
E poi ci sono io che ancora mi sento in colpa per quella trave T^T
                            Girl_Blonde101
                            Piantala! Non sono mica morta, no??
My'notea T'esios
Quindi sei tu l'umana di cui tanto si parla al Vortex?
                            Girl_Blonde101
                            ASSOLUTAMENTE NO!!! TI STAI SBAGLIANDO!

Ed eccola lì l'informazione che cercava, finalmente dopo tante sciocchezze ora aveva un luogo e un orario in cui andare da lei senza doverla cercare in lungo e in largo per tutta la stazione. Sarebbe uscito dalla nave subito dopo l'ultima sessione d'allenamento, quando il resto del Clan andava a leccarsi le ferite nelle cabine private. 
Con un piano ben definito in mente, Viper si alzò dalla pila di pellicce e iniziò a trafficare con alcuni programmi del guanto da polso: attraverso il Sat-Com attivò la mappa 3D del Nexus per impostare la meta desiderata e per un ulteriore sicurezza decise di rendere operativo anche il Mantello, una sofisticata tecnologia con un sistema d'invisibilità piuttosto avanzato. Non poteva permettersi di attirare ancora di più l'attenzione al di fuori del Clan, o l'Anziano lo avrebbe relegato a vita sulla nave. 
Il piano d'attacco gli sembrava tutto sommato semplice: raggiungere Nora, portarla di peso alla propria cabina letto e farsi istruire su tutto ciò che riguardava la Via Lattea, ad iniziare dalle battaglie più importanti e un elenco dei principali punti deboli di ogni specie a lei conosciuta. L'avrebbe perfino chiusa a chiave lì con lui dentro se si fosse rivelata restia nella collaborazione. 

" Nain-desintje-de*. "


NOTE D'AUTRICE

* " Vittoria assoluta. "

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Seconda regola della Caccia: non farsi notare dalla preda ***


[ prompt usato: cronaca di giornale ]
 
<< DISORDINI AL VORTEX >>
L'umana e lo yautja più chiacchierati dell'ultima settimana fanno ancora parlare di sé!

Anche oggi Keri T'Vessa è qui per spettegolare assieme a voi, miei cari lettori. Ebbene sì, per quanto sia importante la situazione precaria qui su Andromeda, tra arche sparite e la minaccia dei Kett sempre più pressante, c'è anche un piccolo spazio dedicato ad un po' di leggerezza! E se fino a qualche giorno fa si parlava dell'utilità o meno del trucco in battaglia eccoci dunque con un nuovo succoso argomento: lo yautja e l'umana.
A quanto sappiamo ieri sera c'è stato parecchio tumulto al Vortex che li ha resi protagonisti una seconda volta, ma partiamo con ordine per chi si fosse perso questa nuova bizzarra coppia. Chi sono e cosa sappiamo di loro due? Iniziamo dall'umana, si chiama Nora Ternion ed è una giovane operaia edile che, assieme ad un piccolo team, ha costruito per noi molti dei nuovi alloggi con cui abbiamo accolto prontamente i residenti umani e asari della prima arca attraccata alla stazione. Ogni tanto la si vede girare su una sedia a rotelle per via di un piede rotto proprio sul lavoro ed è quasi sempre accompagnata da altri due umani. Presumibilmente amici stretti. Bionda, un po' riservata, occhi azzurri e amante della natura, abbiamo fatto tanta fatica a farci rivelare qualcosa su di lei e lo yautja. La nostra fonte principale d'informazione proviene da una certa Niarala, amica intima di Nora che sta seguendo l'intera vicenda dal vivo. Ma il vero muro di silenzio lo abbiamo trovato con Viper, l'alieno del Clan di yautjani Red Star. Inquietanti e piccoli occhi gialli, con un corpo ricoperto di scaglie fino a farlo sembrare una specie di rettile eretto, non ci ha degnati di uno sguardo, il traduttore era più che muto in sua presenza. Sappiamo soltanto che in qualche modo lui e Nora si conoscono, ma com'è successo? Fino ad ora nessuno, e sottolineo nessuno, ha ancora avuto il coraggio anche solo di guardare in faccia questi nuovi arrivati. Sono qui con noi da un anno ormai e non sappiamo quasi niente su questi yautja. 
Si dice in giro che Nora abbia conosciuto Viper in una chat di extranet, peccato che la nostra fonte non sia riuscita a scoprire cosa davvero si siano detti lì dentro. 
Abbiamo assistito tutti al loro " primo appuntamento ", se così vogliamo chiamarlo: primo pomeriggio, bar strapieno, musica assordante, e tra un cocktail e l'altro un'umana gridava addosso imprecazioni di ogni genere ad un alieno grosso il triplo di lei! Che altro dire? Si è parlato di loro per giorni, chiedendoci se li avremmo mai rivisti insieme e finalmente la nostra pazienza è stata premiata! Ieri sera il secondo incontro, sempre al Vortex, ma davvero più animato del precedente: Nora sembrava parecchio infastidita dall'ingombrante presenza di Viper e c'è chi l'ha vista tirargli in faccia il contenuto del suo bicchiere. Ardita o semplicemente una folle? Forse entrambe, ma chi siamo noi per dirlo? Lo yautja è rimasto impassibile anche questa volta, fermo, con la faccia puntuta gocciolante di liquore, ha aspettato che lei uscisse dal locale per poi svanire egli stesso in una specie di nube elettrostatica. Forse per rincorrerla? O per scappare dall'ennesimo due di picche ricevuto? Purtroppo nessuno li ha più visti in giro dalla notte scorsa e non possiamo far altro che aspettare novità!
Diverte però come il popolo della stazione li abbia rinominati i nuovi Romeo e Giulietta del Nexus. 
E voglio chiudere qui per oggi, ricordando a tutti quanti voi che la prossima settimana verrà pubblicata la terza parte dell'intervista a Ryder, il pioniere dell'arca umana. Quindi non perdetevela!

Keri T'Vessa, la vostra voce sincera del Nexus.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Terza regola della Caccia: attendere e attaccare la preda ***



“ Ahi!! “

Nora saltò sul posto quando le venne toccato il piede infortunato, strizzò gli occhi e attraverso le palpebre chiuse vide mille stelle per l'improvvisa fitta di dolore. Era salita sull'Hyperion, l'ultima Arca approdata sul Nexus dell'Iniziativa Andromeda, per una visita di controllo. Per una settimana, giorno dopo giorno, la donna si recava dal dottor Harry Carlyle da quando le aveva tolto il tutore e più che camminare si ritrovava a dover saltellare come un pyjak, rifiutando categoricamente stampelle e sedia a rotelle. 
Tenendo un datapad tra le mani con la sua cartella clinica aperta e in lettura, Carlyle alzò appena un sopracciglio per assumere un'espressione perplessa.

“ SAM, inizia una scansione del piede sinistro e mandala sullo schermo per piacere. “

La voce elettronica della IA dell'Hyperion rispose con tono affermativo e cortese uscendo dal factotum attivo sul polso del dottore. Un fascio di luce arancione le illuminò il piede e la radiografia venne illustrata quasi immediatamente sul piccolo schermo nero del datapad su cui il dottore lavorava. Nora rimase in attesa, sentendo l'uomo rimuginare e annuire con se stesso, si chiese quanto ancora sarebbe stata costretta al lavoro d'ufficio... iniziava ad annoiarsi nonostante la pacata presenza di Kesh, la krogan aveva sempre una parola gentile e non interferiva mai anche se ogni suo consiglio era ben accetto. Ma tra le scartoffie da leggere, progetti da approvare e email a cui rispondere le giornate di Nora stavano diventando tutte uguali. Quasi rimpiangeva il breve periodo di malattia che aveva passato in casa, almeno lì poteva spezzare la noia con un olofilm e uno snack.

" Doc? "

Nora provò a richiamare il dottore, quei costanti borbottii iniziavano davvero a metterle ansia e non la nascose.

" Com'è la situazione? "

Alla sua voce Harry alzò finalmente gli occhi dalla scansione non lasciando trapelare alcuna emozione. Si limitò a dirle l'essenziale, con il suo solito tono pacato.

" Le fratture si stanno saldando bene, presto potremo togliere i fermi e l'uso delle stampelle. Per adesso però temo che dovrai continuare con le applicazioni di medi-gel giornaliere. “
 

Nascosto nel mantello di mimetizzazione, Viper utilizzava il rampino per spostarsi in modo sicuro da uno scompartimento all'altro del Nexus. Dopo la sceneggiata di Nora al Vortex alcuni alieni della stazione avevano iniziato a cercarlo. Facevano domande, gli si fermavano di fronte, lo interrompevano nei suoi allenamenti quotidiani... c'era una in particolare che lo filmava alla minima occasione, una di quelle femmine dalla pelle bluastra e la voce diplofonica. Da allora aveva preso l'abitudine di attivare il mantello e spostarsi attraverso le zone più alte, dove poteva usare a proprio vantaggio impalcature e archi strutturali. In questo modo teneva costantemente sott'occhio ogni spostamento di Nora, attendeva da giorni l'occasione di trovarla da sola dato che nell'appartamento adesso erano sempre in due. Lei e un'altra umana. 
Quella caccia personale gli stava costando più di quanto era inizialmente disposto a spendere, tempo e pazienza. E per entrambi Viper ne aveva davvero poco. Doveva concludere in fretta l'intera faccenda o sarebbe esploso, ormai neanche gli interessava più l'obiettivo che inizialmente voleva raggiungere, era diventata una faccenda d'orgoglio. Sentiva il bisogno di averla vinta, di riuscire a dominare quella piccola umana impertinente con ogni mezzo necessario. Nessuno gli aveva mai sporcato la faccia volontariamente, nessuno avrebbe mai osato tanto con uno yautja. Sarebbe stato disposto anche a scendere a patti con lei, non era una bestia senza intelletto come un Kainde Amedha*, ma che Paya** gli fosse testimone: Viper avrebbe avuto il suo trofeo con ogni mezzo concesso.
Il popolo del Nexus avrebbe solo da ringraziarlo se non aveva ancora portato le armi a bordo. Se prima gli erano indifferenti adesso provava un gran fastidio soltanto a vederli ronzare attorno.
Ad interrompere quel pericoloso flusso di pensieri fu il bip d'attivazione del Sat-Com che gli indicò con un pallino luminescente l'entrata di Nora nei giardini idroponici. Nell'esprimere tutta la sua soddisfazione, Viper aprì le due mandibole superiori emettendo anche dei piccoli versi gutturali simili alle fusa di un gatto. Era appollaiato sul parapetto delle ventole di aerazione già da qualche ora, in paziente attesa. Come ogni giorno l'umana si fermava lì a fissare le piante. Non ne capiva il senso, ma glielo vedeva fare anche per un'ora o più. Forse era la loro guardiana? Nel clan le femmine sciamane si occupavano personalmente di far nascere le erbe per le guaritrici, ma Nora le guardava e basta. Un'altra stranezza umana che richiedeva un chiarimento al più presto. Ora doveva solo aspettare e trovare il momento giusto in cui sarebbe stata sola. Quindi, ticchettando nervosamente tra loro le quattro mandibole puntute, Viper attese.


Nora sospirò di sollievo quando arrivò alla ringhiera di vetro che circondava l'enorme albero centrale dei giardini. Dal piano superiore aveva un'ottima visuale della chioma sempreverde e rimase lì, ad ammirarla in ogni minimo dettaglio. Quella sosta giornaliera avrebbe fatto riposare il piede rotto e una mente troppo preoccupata. Quel posto al mattino presto non era neanche affollato, l'ideale per trovare un po' di quella quiete che cercava. A volte le bastava la calma che quel piccolo paradiso floreale le infondeva, solo così avrebbe poi avuto la forza di affrontare il resto della giornata. Sorrise appena mentre lasciava andare un secondo sospiro tremulo, le erano sempre piaciuti gli alberi, le sembravano così forti e imponenti... da bambina era convinta che se fosse riuscita a scalarne uno abbastanza alto allora avrebbe toccato il cielo con le dita! Così immenso da farle venire i brividi lungo la schiena. Si era arruolata nell'Iniziativa Andromeda proprio per quello: per vedere nuove stelle e nuvole. Nuovi colori e sfumature per soddisfare quel piccolo desiderio di bambina. Ma dopo tutto quello che era successo nel Nexus adesso guardava fuori e ne aveva soltanto paura. L'impatto con il Flagello e i Kett fu tremendo, perfino ricordarlo le era doloroso. 
<< Nora, assegnata alla classe operaia per codardia. >>, ecco cosa avrebbe dovuto davvero scrivere nel suo curriculum. Nella stazione c'era un gran bisogno di lavoratori come lei, le costruzioni sembravano non finire mai, così restava lì dentro al sicuro. Lontana dal nero che vedeva al di fuori. Sua cugina invece fu più temeraria di lei, studiare la scienza del suolo le aveva procurato un biglietto di andata per Eos, il primo pianeta che avevano provato a colonizzare. L'aveva vista partire con un sorriso smagliante, pronta a ribaltare l'intero pianeta da sola, ma dopo un paio di mesi i messaggi che le mandava erano diventati sempre più amareggiati. E adesso, a distanza di un anno, non le arrivavano più neanche quelli.  
 

In un momento Nora avvertì subito il cambiamento nell'aria. Un lieve spostamento alle sue spalle e un nuovo odore: terra bagnata e qualcosa di aspro. Non ci fu bisogno di chiamarlo per nome, neanche di girarsi verso di lui, aveva riconosciuto immediatamente il proprietario di quella strana combinazione olfattiva. Un brivido lungo tutta la spina dorsale la scosse e spalancò gli occhi azzurri a ciò che aveva di fronte, ma non riuscì a nascondere il lieve tremito delle mani che stringevano la ringhiera con troppa forza. L'ombra di Viper calò su di lei, ma non sentì alcun tocco addosso. Soltanto il regolare respiro amaro che le alzava le ciocche più corte dei capelli lasciati sciolti sulle spalle. 

" Ancora tu? Non ti è bastato il bicchiere in faccia dell'altra sera? "

Attraverso il traduttore del Factotum, che portava come un lungo guanto olografico che partiva dal gomito fino a ricoprirle le dita, riuscì a parlargli e a capirlo con molta più facilità di quando si sentivano via chat su Extranet. Quello di Viper invece era una forma più grezza, poco fluida,  alcune frasi suonavano veramente male. 

" Non ricordarlo. "

" No, eh? Di tanti momenti in cui scusarti lo hai trovato proprio mentre ero ubriaca, stanca e ancora incazzata con te. Bel lavoro cacciatore.  "

I borbottii e i sibili che le diede come risposta le fecero mordere la lingua per non oltrepassare la soglia dell'impertinenza. Dopo aver conosciuto Viper aveva capito di non poter comportarsi con lui come faceva con uno della sua stessa specie. Poteva sfidarlo a parole, ma nulla che potesse realmente insultarlo. O la lancia da combattimento yautjana sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe visto nella vita. 

" Io non devo scuse a te. "

" Ovviamente. "

Con una smorfia sprezzante Nora si voltò, appoggiando questa volta la schiena e i gomiti alla lastra di vetro, ma facendo comunque attenzione a non caricare tutto il peso sul piede malconcio. Viper era davanti a lei, ma non lo vedeva veramente. Era come osservare una finestra rotta. Percepiva la sua sagoma, ma i lineamenti erano distorti e incolori. Assomigliava molto a una delle abilità mimetiche che usavano gli Spettri attraverso il Factotum, ma quella era tutt'altra tecnologia...

" Cosa vuoi Viper? "

" Le risposte che ho chiesto a te nel primo incontro. "

E così lo yautja non era riuscito a studiare da solo? Quel breve pensiero la fece sorridere divertita, ma anche un pochino soddisfatta. Ben gli stava. Sicuramente il suo orgoglio gli aveva impedito di chiedere a qualcun altro e da chi era tornato? Da lei. 

" Sei troppo maleducato perché io abbia la pazienza necessaria ad istruirti. Perché non sei andato al centro culturale? "

Avvertì un altro spostamento d'aria che mosse lo "lo specchio yautjano", e Nora si divertì ad immaginarlo incrociare le braccia al torace, corrucciato come un bambino capriccioso. Per essere un alieno  Viper era molto umano nelle espressioni, e purtroppo per lui questo lo rendeva meno spaventoso e più buffo, almeno ai suoi occhi. E forse per lui contavano solo quelli. 

" Senza permesso. "

" Ah, capisco. Sì, Tann sa essere un gran rompipalle quando si mette d'impegno. "

Rimasero in silenzio per qualche secondo, Nora era combattuta su cosa dirgli. Era ovvio che oltre a lei avrebbe trovato difficile che qualcun altro lo aiutasse. Nessuno sano di mente si avvicinerebbe ad uno yautja con tranquillità, perfino la banchina dov'è attraccata la loro nave era deserta. Anche se doveva ammettere che negli ultimi giorni alcuni matti avevano già rivolto la parola a Viper, ma quelli erano soltanto alla ricerca di un fenomeno da baraccone. Presto anche loro si sarebbero stufati con quella storia di "Romeo e Giulietta del Nexus".

" Viper non so... "

" Sei l'unica che mi risponde. "

Quel colpo basso non se lo aspettava. Le aveva rivolto le stesse parole della prima volta che si erano sentiti in chat, nella stessa identica maniera e situazione. Il cacciatore stava giocando bene le sue mosse per convincerla.

" Egocentrico e pure arrogante, tipico maschio alpha. "

Gli rispose con un timido sorriso, ripescando dalla sua stessa memoria il primo parere che ebbe di lui. Passare il tempo libero che le restava con un alieno che sopportava a malapena non era il suo piano migliore. Trovava Viper un gran narcisista e non riusciva a mandarlo giù quel tipo di comportamento, ma era anche vero che un occasione del genere non si ripeteva tutti i giorni. Gomito a gomito con un'altra civiltà... chissà quanto avrebbe potuto scoprire sulla sua razza! Aveva passato seicento anni come un surgelato, sacrificato ogni amicizia che aveva coltivato prima della partenza e per cosa? Montare impalcature e firmare carta straccia? Cazzo, no! Era lì per conoscere oltre ciò che già sapeva, e quello includeva una fottuta nuova galassia pericolosa e nuove razze aliene. Così, mentre quel monologo interiore metteva in lei radici più profonde, Nora si raddrizzò come poté e cercò lo sguardo nascosto di Viper al di là della mimetizzazione.

" Okay, accetto, ma ci saranno condizioni a cui anche un bastardo come te dovrà sottostare. Quindi o così o niente, caro mio. "

Come risposta i suoni che uscirono dal traduttore alieno ebbero tutto il sapore di una sconfitta per Viper e di una vittoria per Nora. 



NOTE D'AUTRICE

* letteralmente " carne dura ", è la definizione che gli yautja usano per indicare lo xenomorfo del fandom Alien
** il nome del loro Dio, guerriero conquistatore


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Nel rumore dei ricordi ***



Andromeda  CULTURAL EXCHANGE

Il centro culturale del Nexus aveva da poco aperto al pubblico finalmente, c'era voluto soltanto la presenza del Pioniere umano e una seconda colonizzazione di Eos per poter portare a termine il progetto. Nora aveva partecipato alla costruzione dei primi blocchi della struttura, quindi era con un pizzico di orgoglio che osservava da fuori il lavoro ultimato dalle altre due squadre. Vicino alla porta principale c'era Avina di nuovo attiva, con la IA finalmente sistemata a dovere, che dirigeva all'interno gli ultimi civili scongelati e ancora un po' spaesati. Li capiva, anche lei aveva provato lo stesso smarrimento all'inizio.

" Ooman. "

Il traduttore sgraziato di Viper la raggiunse assieme al tipico pizzicore elettrostatico che accompagnava sempre l'uso del mantello mimetico di Viper. Infatti non ebbe neanche bisogno di voltarsi, lui era già apparso di fronte a lei, con la sua solita aria annoiata e le braccia incrociate sul torace.

" Ciao! "

Quasi saltellando con le stampelle per l'impaccio che le creavano al minimo movimento, Nora si avvicinò di qualche passo allo yautja con il sorriso sulle labbra. Era agitata, non riusciva a negarlo, ma nel senso più positivo del termine: non le capitava tutti i giorni di avere l'attenzione di una nuova civiltà tutta per sé e aveva intenzione di non sprecare neanche un momento delle due ore che aveva chiesto come permesso a Tann.
Soltanto lei sapeva la fatica che aveva dovuto fare per poter organizzare quell'uscita culturale tra loro due! Burocrazia a non finire perché, parole di salarian " Sarai gli occhi e la coscienza della tua razza. " Che tradotto voleva dire " Fai in modo di non attirare ulteriori scandali da bar, grazie mille. "
Fu con quelle ammonizioni già relegate in un puntino lontano lontano della sua galassia mentale personale che Nora oltrepassò lo yautja con decisione e gli fece cenno con le dita di seguirlo verso l'interno del centro. I passi pesanti di Viper non si fecero attendere, così come le occhiate sgomente dei passanti che li osservavano.
Una volta all'interno del centro vennero accolti dagli altoparlanti sempre attivi che spiegavano l'esistenza dell'Operazione Andromeda. Con divertimento notò subito come Viper dovette inclinare la testa da un lato, sempre nascosta da un casco chiuso, per poter permettere al traduttore di afferrare ogni parola. 

" Allora? Come ti sembra? "

Incapace di star tranquilla, Nora aveva spalancato un braccio verso il lungo corridoio, addobbato di ologrammi e testi di ogni genere, come a far notare l'ottimo lavoro svolto dai loro storici addetti al progetto di archiviazione.
 

" Dove sono le vostre battaglie? Questo... non c'è nulla qui che mi dica come affrontarvi nella Caccia. "

Dire che Viper era rimasto deluso da ciò che stava imparando era veramente riduttivo. Due ore chiuso lì dentro e cos'aveva imparato? Che i turian erano una milizia al servizio degli altri, che le asari erano una delle civiltà più antiche, ma votate all'arte delle parole superflue. L'unico conflitto che aveva trovato degno di nota era quello tra i salarian e i krogan, ma non spiegava nulla. Gli ologrammi parlavano di nascite dimezzate con la scienza e con l'inganno e Viper non capiva il perché mettere a tacere una razza così ben promettente... per non parlare del gesto in sé, per gli yautja manomettere la propria discendenza era considerato imperdonabile. Il futuro della razza non si sfiorava neanche con un artiglio. Non c'erano storie di grandi conquistatori, del dominio e dell'obbedienza. Tutto quello che l'umana gli aveva detto era tutta roba inutile per lui e si rifiutava di credere che tutte quelle razze si erano riunite in un unico viaggio lungo seicento anni soltanto per scoprire nuovi pianeti. Non potevano essere stati così superflui, perfino gli yautja nonostante i secoli passati a vivere nelle navi-madre tornavano sempre al loro pianeta natale. Sempre. Era nel sangue, la chiamata di una matriarca amorevole.
 

 Contrariato si voltò verso Nora, ferma davanti alla figura immobile di una donna umana in armatura rossa e nera, ma non la raggiunse. Lei sembrava non essere neanche lì, come se stesse rivivendo un sogno ad occhi aperti da un'altra parte. O un incubo... attraverso la vista ultravioletta che il casco gli donava notò subito l'irrigidirsi della muscolatura e lo scricchiolio della mascella serrata. E puzzava di rabbia mista a paura. Di sconfitta e nostalgia. In qualunque ricordo si fosse rifugiata l'umana sentiva che la stava turbando ogni secondo in più che osservava quell'ologramma di donna soldato. 
Decise di avvicinarsi con cautela, le femmine in quello stato erano sempre imprevedibili, e con un artiglio attivò Avina, che comparse immediatamente al loro fianco. 

" Comandante Rheena Jane Shepard. Umana, Spettro del Consiglio della Cittadella, appartenente alle forze speciali N7 dell'Alleanza dei Sistemi Terminus. "

La descrizione dell'umana fu una lunga lista di encomi e medaglie ottenute nella sua vita fino alla morte, caduta nell'ultima battaglia del Pianeta Terra. Una serie di voci nel dettaglio attirarono però la sua attenzione e tutte avevano la stessa parola in comune: Razziatori. Ben presto sotto il suo sguardo severo gli ologrammi cambiarono, la donna soldato scomparve e vi furono soltanto grossi giganti metallici a circondare un piccolo pianeta: la storia di una delle sconfitte più dure della Via Lattea. 

" Siete fuggiti. "

La mente dello yautja stava ricomponendo tutti i piccoli indizi che la storia della donna soldato gli aveva fornito mentre si voltava deluso verso Nora. E l'accusava.

" Siete fuggiti dalla battaglia. "

La vide tremare nelle spalle, non gli disse una parola. La vide nascondersi nei suoi stessi abiti, il capo chino nel classico segno di sottomissione. Di colpa.
 

Stordita, Nora alzò la testa dalle ginocchia. Aveva pianto e imprecato, si era scagliata contro Viper quando l'aveva accusata di codardia e gli era crollata addosso come un manichino dai fili spezzati. Sentì la gola bruciare, gli occhi ancora umidi. Il suono... quel maledettissimo suono dei Razziatori che le rimbombava nella testa in un loop infernale. Non c'erano notti in cui non riusciva a toglierselo dalla mente. Il rumore della loro sconfitta. 
Lentamente, nell'intorpidimento di un sonno troppo agitato, si schiarì la gola e si guardò realmente attorno. 

" Dove...? "

Si ritrovava rannicchiata su una specie di parete a specchio, ovale, fuori c'era lo spazio infinito della Galassia Andromeda e il volto enorme di un pianeta dalle sfumature azzurrognole. Gli interni neri erano avvolti da cavi, schermi e tecnologie che non riconosceva. Uno stanzone circolare che si diramava in due cubicoli. Di sottofondo c'era il confortante ronzio di un motore acceso. 

" Sulla mia nave personale. "
 

Da una delle due camere adiacenti comparve la massiccia figura di Viper, non riusciva a vederlo nell'oscurità dello spazio, ma lo riconobbe anche dalla voce del traduttore a cui ormai si era abituata. Non si mosse mentre lo vedeva sedersi a terra, proprio di fronte a lei, e voltare lo sguardo verso il pianeta. Più sopra il Nexus vegliava su di loro. 

" Perché? "

Confusa, Nora cercò di riordinare i pensieri mentre si scompigliava i capelli ancora più annodati. Ricordava l'ologramma di Shepard al centro culturale, ricordava le accuse di Viper sul perché le Arche erano ad Andromeda e ricordava la rabbia con cui si era mossa dopo. Ma poi?

" Sei debole, sei svenuta, e i vostri turian si stavano agitando. Qui possiamo parlare. Se ce la fai. "

Il tepore della navicella spaziale di Viper la cullò come l'abbraccio di una madre mentre passava lo sguardo agitato oltre lo specchio, verso i lontani brillanti filamenti aranciati del Flagello. Non era mai stata così dentro lo spazio, quand'era sulla Cittadella non si era mai azzardata ad avventurarsi fuori dal Sistema e l'unica volta che aveva viaggiato verso la Terra aveva tenuto gli occhi serrati dalla paura per tutto il tempo. Ora invece erano aperti. Ed erano stanchi. 

" Riconosco quello sguardo. Lo hanno tutti loro. "

" Loro chi? "

" I sopravvissuti. "

" Prima ci davi dei codardi. "

" Ero deluso da ciò che avevo intuito. "

" E adesso invece? "

" Voglio che mi racconti ciò che hai vissuto. Tu eri lì, i tuoi occhi non mentono. Il tuo corpo teso non mente. "

Sbuffò stanca Nora, ricordare era un supplizio a cui ormai la sua mente era abituata, ma dargli una voce? Era tutta un'altra storia. E di cosa doveva parlare? Si era ritrovata al centro di molti scontri, ma perché riportarli a galla? A che scopo? Posò gli occhi sullo yautja, quell'improbabile conoscenza aliena che si era ritrovata ad avere al fianco. E di come si sentiva stranamente protetta da tutto quando sentiva il suo sguardo su di lei. Perché più volte lo avvertiva, nascosto sotto la protezione del Mantello, quando usciva di casa fino a quando ne faceva ritorno la sera. Sembrava vegliare su di lei e non la spaventava. 
E allora parlò. Parlò di quando la Cittadella venne invasa dai geth, delle colonie umane sparite, di quando casa sua venne rasa al suolo dai mercenari di Cerberus, di quando stava andando a seppellire i genitori sulla Terra e aveva visto i Razziatori scendere dal cielo come ragni. Di come il suo primo amore venne schiacciato sotto quei tentacoli di metallo. Di come Shepard l'aveva trovata all'alba della prima grande battaglia, nascosta sotto le macerie mentre si stringeva al petto il corpo distrutto del suo amore.
Nora parlò e Viper non la fermò. Neanche una volta. 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Le prime considerazioni di uno yautja confuso ***


<< Utente Kv'var-de_111 è online. >>

Borbottando sul bordo della ciotola che stringeva tra i piccoli denti affilati, Viper attese l'arrivo di Nora in chat. Se ne stava seduto ad uno dei tavoli della mensa nella Nave Madre, circondato da altri  giovani young blood che riposavano prima dell'inizio quotidiano degli allenamenti. 

“ Oaf blooded, lo stufato di rjet* e naxa** non è di tuo gradimento krk? Il c'ntlip*** rende tutto migliore per me. “

A raggiungerlo nella spoglia tavolata fu Bastion, uno dei tre membri Elite del Clan. La struttura di legno e metallo cigolò sotto quell'ulteriore peso, ma non cedette. Bastion era uno dei guerrieri migliori dei Red Star, nonché suo mentore da quando era un cucciolo. Nero dalla prima all'ultima scaglia di pelle, con occhi rosso sangue e numerosi tribali dorati dipinti dove l'armatura d'ossa non copriva il corpo. Uno dei pochi che indossava con orgoglio il suo trofeo migliore, l'esoscheletro quasi completo di una Praetorian, lo stadio finale dei kainde amedha****. Peccato che alcune ossa erano state perdute durante quell'epico scontro. Viper al contrario non gli piaceva indossare i propri trofei, ma aveva costruito una parete apposta nella camera personale, l'unica cosa che portava sempre con sé era l'artiglio del suo primo xenomorfo ucciso, quello durante il Rituale che lo aveva segnato come blooded. Lo portava sul petto, legato saldamente con cuoio e corteccia d'albero alla rete metallica con cui teneva il corpo ad alte temperature.

“ R-rm, è solo cibo, ouha. “

“ H-h-h-h-h, sempre il solito cucciolo annoiato, vero Viper? Raddrizza la schiena, finisci di mangiare e raggiungimi al kehrite*****. Oggi ho intenzione di sputare sangue, preparati. “

Bastion gli posò una mano sulla spalla per una pacca amichevole mentre si congedava da lui. Viper fece solo in tempo a rispondergli con numerosi clic mandibolari che il maestro era già sparito alle sue spalle. Facendo come gli era stato ordinato, lo yautja trangugiò in fretta il resto dello stufato ormai del tutto raffreddato e si alzò dal proprio posto, poi un trillo basso uscì dall'impianto audio della chat aperta nel Sat-Com.
 
<< Utente Girl_Blonde101 è online. >>

In fretta, Viper digitò un breve messaggio per Nora, ma anziché controllare una sua risposta preferì chiudere qualunque cosa avesse sul terminale da polso e, con ancora più fretta, raggiungere poi l'elite per l'allenamento quotidiano. Non era saggio far aspettare Bastion e per quanto Viper avesse un'indole menefreghista era intelligente abbastanza da non contraddirlo in alcun modo. E poi non avrebbe comunque messo in primo piano le sue faccende extra con l'umana. Gli yautja venivano prima di ogni altra cosa. In qualunque situazione, senza eccezioni. Tutto il resto finiva relegato in secondo piano.
Mentre s'incamminava verso il kehrite della Nave Madre, Viper si mise a ripensare a ciò che aveva appreso sugli altri alieni fino a quel momento. Assieme a Nora aveva studiato la storia e la guerra della Via Lattea, si era concentrato in particolar modo sulle vicende del Comandante Shepard, l'unico essere umano degno di essere ricordato, a suo parere. In un particolare aneddoto in cui era stata coinvolta con la Cerberus e i Collettori era arrivato anche ad ammirarla per com'era riuscita a giocarsi il tutto per tutto pur di salvare gli interi Sistemi Terminus. In ogni sua conquista aveva sempre messo se stessa in prima linea per la salvaguardia dei più deboli. Ed era un gesto che ogni yautja guerriero avrebbe fatto. Quello per cui vivevano. Proteggevano il Clan ad ogni costo. Erano loro contro tutto il resto. Senza eccezioni. Il peso del sacrificio. E così era stata quella Shepard, per alcuni tratti vi aveva trovato un suo simile quasi. Ma la sgradevole sensazione che proprio all'ultimo si erano dati tutti alla fuga non riusciva a lasciarlo. 
Non capiva con quale coraggio la maggior parte di quegli alieni erano partiti per un viaggio senza più ritorno e lasciare indietro i loro pianeti e i loro soldati. Sacrificare i pochi per salvare il resto. Non lo capiva. Non ci riusciva. Uno yautja sarebbe rimasto a combattere fino all'ultimo respiro, lui sarebbe morto nella propria terra, con il proprio pianeta, con l'orgoglio di aver saputo dare tutto contro gli invasori. Avrebbe abbracciato il Dio della Morte e del Guerriero a testa alta se era nel suo destino! 

- Kv'var-de_111 scrive: Stasera, solito posto, consorti asari. -
 
<< Utente Kv'var-de_111 è offline. >>
 
- Girl_Blonde101 scrive: Viper? Sei già sparito? -
- Girl_Blonde101 scrive: Aspetta, in che senso CONSORTI ASARI?!!! -
- Girl_Blonde101 scrive: Non vorrai davvero parlare di questo oggi! Viper! -
- Girl_Blonde101 scrive: Cioè, non mi rispondi neanche? Dio, detesto quando fai così! -
- Girl_Blonde101 scrive: Fanculo, t'intaso la chat, cazzo! Vipeeeeeeeeeeeeer, argh! -
- Girl_Blonde101 scrive: … bastardo arrogante. -
- Girl_Blonde101 scrive: A dopo. -

<< Utente Girl_Blonde101 è offline. >>


NOTE D'AUTRICE

* un tipo di animale del fandom dei Predator
** un tipo di frutta del fandom dei Predator
*** un tipo di bibita alcolica del fandom dei Predator
**** letteralmente  “ carne dura “ e indica gli xenomorfi del fandom Alien
***** stanza dell'allenamento/ dojo

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Tutto il tempo che serve ***


<< Girl_Blonde101 ha aperto un post nel forum RitroviamoiNostriCaduti. >>

Appartamento Nexus HB10. Anno 2185. Orario Terrestre: 15:53
 
- Oggetto di discussione: aiuto per una persona. -

Non so se questa è la formula corretta per queste richieste, ma non mi è venuto in mente un altro modo. Sto cercando di contattare una persona su Eos, Nera Ternion. È mia cugina ed è stata una delle prime scienziate ad atterrare su Habitat 1 per lo studio del suolo, non conosco il nome preciso dei suoi studi, ma è andata lì per la prima colonizzazione. Ho provato a contattarla in tutti i modi, ma ormai è un anno e due mesi che non risponde più ai miei messaggi e sto seriamente iniziando a preoccuparmi. Ho chiesto informazioni alla Addison, a Tann, ho chiesto perfino alla squadra militare di Kandros, nulla. Nessuno ha saputo o VOLUTO dirmi qualcosa al riguardo. 
Ora, io so che il Pioniere Ryder continua a viaggiare e a tornare da quel pianeta, lo vediamo tutti dallo spazio porto del Nexus, ma com'è possibile che se si chiedono informazioni su chi è lì nessuno magicamente non sa più nulla?
Nella speranza che qualcuno la conosca oltre a me e che abbia più informazioni da condividere lascio qui la copia del suo ID Extranet. Grazie a tutti della pazienza e buon lavoro. 



- Commenti al post di discussione: aiuto per una persona. -

Niarala ~ La la la
Tesoro, mi dispiace moltissimo, spero che qualcuno riesca davvero ad aiutarti. <3 

Casius Orocus
Molti hanno perso i contatti con i primi coloni di Eos, il Pioniere degli Umani li sta ancora cercando. 
                           Girl_Blonde101
                           Non capisco, come “ li sta ancora cercando “? Sono dispersi?? Cos'è successo lì?
                                Casius Orocus
                                Come ho detto, dispersi.
Stephen Cordon
Non perdere la speranza. Andromeda doveva essere il nuovo inizio per tutti. 
 

 
“ Ooman? “

Nella luce accecante dei neon accesi di un magazzino impolverato, tra travi, plastica e imballaggi ancora da scartare, Viper notò il corpo rannicchiato e tremante di Nora, che piangeva tutte le sue lacrime in silenzio dietro un pannello di vetro bianco. L'udito ipersviluppato gli fece captare ogni sua minima vibrazione, i piccoli singhiozzi che la scuotevano da cima a fondo senza pietà. Notò a parte le stampelle con cui si muoveva negli ultimi giorni, gettate a terra con poca cura. Forse lanciate per la piccola stanza in preda alla rabbia.
Si avvicinò con cautela, senza fare il minimo rumore, era senza maschera e ricordava bene che lei non lo aveva mai visto a volto scoperto. Non voleva spaventarla. Non che si ritenesse brutto, ma era stato più volte messo in guardia dal Capo Clan che specialmente gli umani erano fin troppo sensibili sul fattore aspetto fisico e per non dover sconvolgere troppo la loro banale normalità invogliava sempre a tenere gli elmi di battaglia addosso sul Nexus. Ma quel giorno Bastion gli aveva spaccato il suo a metà dopo esserci caduto sopra come un animale durante gli allenamenti. Non sapeva neanche come poterla capire se gli avesse parlato, il suo traduttore risiedeva proprio dentro i programmi del visore incorporato. Forse non era davvero il momento migliore per stare con lei, convenne alla fine, ma comunque si avvicinò ancora e appoggiò una mano sul bordo della lastra vetrata per annunciare la propria silenziosa presenza. 
 

“ Viper... “

Sentì il proprio nome sotto quel fagotto di carne e stoffa, ma non osò muoversi più di così, l'istinto gli diceva che era arrivato in un momento di fragilità dell'umana, proprio come quando l'aveva trasportata sulla sua navicella personale. 

“ L'hanno uccisa. Quei maledetti. Me l'hanno uccisa. “

Come pensava, non riuscì a capire una singola parola, ma non si diede per vinto e rimase lì con lei, ascoltando il suono di quella voce spezzata.

“ Me l'hanno detto oggi, hanno ritrovato il suo corpo tra le macerie dell'insediamento 1 di Eos. Il Pioniere Ryder mi ha anche riportato la sua olomedaglia. “

Poi la vide riemergere da se stessa, strofinarsi gli occhi gonfi con la manica della maglietta e alzare lo sguardo verso il suo. Se ne ebbe paura o timore non lo diede a vedere, spalancò soltanto i grandi occhi azzurri per aprire poi le labbra per far uscire un pianto tremolante. In una mano serrata a pugno notò il bagliore metallico di una medaglietta identificativa mentre Nora alzava l'altra libera verso di lui. Non Osò neppure respirare quando avvertì le sue piccole dita bianche sfiorargli la pelle squamosa del volto, un tocco tanto delicato su di lui gli sembrava più alieno della propria razza. Lo fece sentire strano, incerto. Perché? Lentamente Viper piegò un ginocchio per raggiungerla a terra, lasciando Nora libera di vagare sui suoi lineamenti affilati con la curiosità di una bambina il giorno di Natale. Ci fu un momento. Un attimo esatto di comprensione quando i loro sguardi diversi s'incontrarono. 

“ Era la mia migliore amica, la sorella che non avevo mai avuto. “

Altre lacrime si aggiunsero a quelle asciutte quando tornò a parlargli. Gli sembrò che avesse perso qualcosa o qualcuno, il nome Nera ricorreva spesso in quelle frasi spezzate dal pianto. 
Sentiva l'odore acre della tristezza tutt'attorno alla sua piccola umana e lui non aveva la più pallida idea di come alleviare quel dolore infinito. Così decise di fare l'unica cosa che conosceva meglio, nel modo più naturale possibile. Giusto o sbagliato che fosse,trattò Nora come una sua pari. Davanti a lui aveva una femmina addolorata, non gli interessava sapere altro. Così si chinò su di lei e la raccolse con tutta la delicatezza possibile, la sistemò tra le sue braccia e la strinse al petto iniziando a fare rumori gutturali di fusa per calmarla. Lentamente scivolò lungo una parete con la schiena fino a sedersi sul pavimento freddo. Sentì Nora rannicchiarsi come un cucciolo, nascosta sotto le braccia possenti e la mascella. Soffiò tra i suoi capelli, quei bizzarri filamenti gialli era ovunque su di lui a fargli il solletico, ma non se ne curò nemmeno. Rimase fermo nella sua posizione, ascoltando i battiti impazziti del cuore dell'umana e il respiro affaticato. 

“ Viper... “

“ Krk? “

“ Grazie. “

E in quel preciso momento Viper ebbe il pensiero più strano mai provato prima, ma che lì per lì lo accolse anche con una certa curiosità: il fatto innegabile che lui avrebbe trovato tutto il tempo che sarebbe servito a Nora per farla stare meglio. 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** La sabbia asciugherà queste ultime lacrime ***


Si strinsero le mani sopra il tavolino, tra loro c'era soltanto il brusio di un locale pieno di vita. Nora invece non aveva più parole da esprimere, da giorni parlava poco e tra i capelli portava il nastro nero del lutto. Un simbolo che nell'ultima settimana era stato indossato dalla maggior parte dei civili del Nexus, parenti e conoscenti del gruppo di ricerca morto su Eos. Il Pioniere Ryder era stato encomiabile: aveva cercato e identificato ogni singolo corpo senza nome, aveva organizzato a sue spese una veglia in loro onore, aiutato chi aveva lasciato indietro bambini e, non di poco conto, si era scusato con tutti loro. Uno ad uno, li aveva cercati e chiesto il perdono per l'incompetenza di chi avrebbe dovuto gestire meglio una situazione già critica in partenza.

" Non ti chiederò se stai bene, Nora, ma almeno cerca di prenderti più cura di te stessa. Provaci, ti prego. Va bene? "

Nora non rispose alla supplica dell'amica, cosa avrebbe dovuto dirle che non sapeva già? Nera le mancava come l'aria e sapeva che una parte di se stessa era appassita con lei. Non era pronta abbastanza per affrontare il lutto di una persona che per lei era sempre stata una sorella. Aveva sempre sperato di rivederla comparire allo spazio porto della stazione, con il suo radioso sorriso e un po' di colorito in più sulla pelle pallida. Anche dopo che aveva smesso di scriverle. Anche quando le email che le inviata tornavano indietro. Alla Cittadella ne avevano passate così tante da trovare l'idea della sua morte totalmente assurda. Ora era rimasta lei, l'ultima Ternion.
Con poche parole smozzicate Nora rispose all'amica, ma ancora una volta non riuscì a guardarla negli occhi. Teneva lo sguardo basso, nascosto dietro la spessa frangetta bionda mentre guardava senza vedere davvero il proprio bicchiere. Non aveva neanche toccato il suo Pink Marble Gin, la voglia di bere le era passata non appena si era seduta al tavolo. E ammise che era lì soltanto perché Niarala aveva avuto la pazienza di tenerle compagnia dal dottor Harry mentre si faceva rimuovere i fermi dal piede ormai del tutto risanato. L'unica nota positiva di tutta quella giornata fu la notizia di poter finalmente tornare dentro un cantiere, lavorare sodo e tornare a casa a fine turno troppo stanca anche solo per pensare. Nello stato in cui riversava adesso il lavoro da ufficio era incubo. Troppo tempo per sé. Troppo tempo per rimuginare. Troppo tempo per ricordare. 


Sapeva che era lì ad attenderla quando aprì la porta. Sentiva il suo respiro pesante nell'oscurità della camera, l'aria era ancora carica di energia elettrostatica per via del Mantello disattivato da poco. Non portava l'elmo sul volto così da poter ascoltare i suoi suoni bizzarri senza quell'orribile traduttore che utilizzava. Un lieve ruggito arrivò dalla parete più lontana, un richiamo soltanto per lei, e lo raggiunse in fretta senza alcuna paura, quasi correndo mentre si gettava fra le sue braccia e si lasciava andare ai primi liberi singhiozzi. E si sentì senza peso quando Viper l'alzò da terra per stringerla a sé, consentendole di rannicchiarsi più comodamente, semicoperta da una cascata di dreadlock e muscoli squamati. 
Quello era il momento in cui desiderava che tutto sparisse. Ogni cosa. Perfino i ricordi. Avrebbe voluto morire in quell'abbraccio alieno, cullata e protetta da ogni pericolo. Non ricordava com'era iniziata questa dipendenza da Viper, ma lui aveva capito quel suo bisogno e non l'aveva scacciata. Era sola, si sentiva perennemente fuori posto lì nel Nexus. Non aveva più una famiglia e per quanto fosse circondata di amici alla fine della giornata restava soltanto lei in una camera vuota. E anche se era eticamente sbagliato, Nora aveva imparato a sostituire quel vuoto con la presenza di Viper: arrivava la sera, quando la stazione dormiva già da un pezzo, si spogliava della propria corazza e si stendeva accanto a lei sul pavimento, racchiudendola in un abbraccio protettivo di carne e scaglie. Soltanto in quel modo Nora riusciva a non sentire più il suono dei Razziatori.

“ Viper... “

Un artiglio le sfiorò lento una guancia, un piccolo cenno per farle capire che era in ascolto. 

“ … devo chiederti un favore.  “
 

Pianeta Eos, avamposto Prodromos.

Seduta su un masso, ai margini della bolla protettiva di ossigeno, Nora osservava con occhi velati di altre lacrime il contenuto della scatola che le avevano dato alcuni colleghi di Nera. Dentro c'erano i pochi effetti personali che aveva portato con sé sul pianeta. Adesso erano passati a lei e ne stava studiando il contenuto in silenzio. Erano quasi tutti minerali e cristalli che aveva collezionato nel tempo, brillavano così tanto che sembrava di avere un piccolo arcobaleno intrappolato nella scatola. Ma tra tutta quella meraviglia c'era anche qualcosa che riconosceva. Come il piccolo peluche portachiavi, che raffigurava un improbabile varren color viola e arancio, che le aveva regalato al suo diciassettesimo compleanno assieme ad una festa tutta da dimenticare. Con le dita si fece largo tra quei piccoli gioielli della Terra e sotto un pezzo di ametista trovò il bracciale di conchiglie che avevano costruito quand'erano piccine. Lei ne portava uno uguale alla caviglia destra. Quello di Nera però era rotto in più punti. Perché non le aveva mai chiesto di ripararglielo? Con il dorso di una mano si asciugò il mento bagnato e cercò di riprendere fiato. Il pianto a lungo andare la portava ad uno stato di agitazione tale da toglierle perfino il respiro. 
Un'ultima occhiata alla scatola e trovò sul fondo il datapad personale di Nera. Lo schermo era ancora acceso. Poteva guardarci dentro? Era lecito farlo? Fissò lo schermo illuminato senza riuscire a decidere cosa fare, divisa tra il rispetto e la curiosità. E fu con enorme difficoltà che spense definitivamente il datapad, sistemandolo poi con cura sotto il resto degli oggetti. 
Quando ebbe finito quell'ultimo viaggio dei ricordi, Nora chiuse la scatola di plastica e si alzò dalla roccia. Alle sue spalle c'era Viper che aveva appena finito di scavare una piccola buca nel terreno sabbioso. Non avrebbe mai smesso di ringraziarlo per quell'aiuto. Sapeva che da sola non ci sarebbe mai riuscita e la presenza di Viper in quel momento le garantiva una forza su cui poter aggrapparsi senza paura. Quell'alieno un po' egocentrico e arrogante era diventato la sua roccia. Un rifugio sicuro in cui nascondersi per qualche ora. 
In silenzio si avvicinò alla buca, con la scatola tra le mani tremanti e lo sguardo annebbiato. Viper le fu subito accanto, trovava incredibile come capisse ogni volta che stava male e a comportarsi di conseguenza diventando perfino più gentile. 
Piegandosi su un ginocchio, Nora mise la scatolina nella buca e le sembrò come se stesse chiudendo l'ennesimo capitolo della sua vita. 
E non c'era alcun discorso di commiato che l'avrebbe confortata. Soltanto il lieve sibilo della sabbia che scorreva sui suoi piedi scalzi. 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Come in una fiaba, ma in un modo sbagliato ***


“ Le nostre navi sono più veloci. Così è. “

“ Impossibile! Guarda i numeri che ha fatto il Millennium Falcon del pilota Ian. Non si può battere, ha percorso la rotta di Kessel in meno di dodici parsec! “

Al centro culturale Nora e Viper si erano messi a discutere davanti a degli ologrammi accesi su quale astronave fosse la più veloce se spinta al limite, ma come su ogni altra cosa a quel mondo ognuno dei due aveva pareri differenti. 

“ Cazzate. “

“ E questa chi te l'ha insegnata?! Se non sbaglio non avete parolacce nel vostro vocabolario yautjano! “

Giocosa, Nora diede un leggero pugno al fianco dello yautja, unico punto che riusciva a raggiungere agevolmente data la differenza abissale di corporatura. In risposta Viper fece risuonare piccoli ruggiti da sotto l'elmo in segno di goliardia, assomigliando quasi ad una risata. 

“ E comunque ho ragione io. “

“ Non è così. “

“ Uffa! “

Assumendo il broncio più finto che aveva, Nora stava per proseguire verso il prossimo ologramma navale, ma a fermarla fu l'accensione dell'allarme del Nexus, lo stesso che si accese quando arrivarono gli yautja la prima volta. In un attimo ci fu il panico delle persone chiuse dentro il centro e per non essere travolta dalla calca di asari e salarian, Nora venne bloccata da Viper sul posto  avvolgendole la vita con il braccio. Loro furono gli ultimi ad uscire dal centro, lo yautja davanti a lei a farle da scudo su qualsiasi pericolo ci fosse lì fuori. 
 

Ad aspettarli c'erano sì, una nuova razza aliena, ma erano anche accompagnati dal Pioniere Ryder e la sua squadra. Infatti gli animi vennero calmati in fretta e altrettanto in fretta il giovane ragazzo presentò gli Angara. Dietro alla folla Nora cercava di vedere meglio, iniziò perfino a saltare sul posto, ma niente. Poté soltanto sentire Ryder che invitava tutti alla calma e che da quel momento erano nuovi alleati contro la guerra con i Kett. 
Davanti a sé Nora sentì Viper esprimersi in modo quasi scontroso. 

“ S'yuitde*. Il popolo codardo si è esposto. “

Nora a quella frase decise di volerne sapere di più, così attirò la sua attenzione allontanandosi fino ai giardini idroponici. Conoscendo la testa calda di Viper sarebbe bastato poco a farsi conoscere dagli angara nel peggior modo possibile. 

“ Li conosci? “

In risposta vide lo yautja accigliarsi, rifiutandosi di guardarla mentre borbottava tra sé e sé, facendo schioccare le quattro zanne puntute tra loro più volte.

“ Ki'cte **. Sono stati i secondi incontrati, dopo i Kett. Ma si nascondono sui loro pianeti giungla. Come ho detto, popolo codardo. Anche se degno di una certa potenza militare. “

Nora osservò gli angara da lontano, rimase affascinata dal colore della loro pelle, tendevano al viola e al blu, ma la parte più particolare dei loro corpi erano gli occhi, avevano la galassia dentro. 

“ Sono bellissimi. “

Le era sfuggito così, senza neanche rendersene conto. E a quel punto i versi indignati di Viper s'intensificarono, sentendosi quasi in competizione per avere per sé tutta l'attenzione di Nora. 

“ Hanno le gambe storte. “

“ Se non ti conoscessi direi che sei un po' permaloso. “

A quel punto Viper iniziò a snocciolare una serie di versi e suoni che neanche il traduttore riuscì a capire e ad impettirsi in modo tale che le sembrò un gallo pronto al confronto con un ipotetico e improbabile rivale. 

“ Viper, smettila di borbottare! Non ti capisco quando fai così. “

“ L'unica cosa che hanno di bello quei gambe storte sono i loro pianeti. “

E con quella dichiarazione Viper ebbe la più completa e totale attenzione della sua piccola umana preferita. Gli si aggrappò su un braccio e le si illuminarono gli occhi nell'alzare lo sguardo su di lui.

“ Ti prego Viper, parlamene! “
 

 
C'era una volta una principessa in pericolo.
Correva nel bosco fatato, rincorsa dal drago che la voleva tutta per sé.
A salvarla arrivò il principe azzurro in sella al suo magnifico destriero magico. 
Lo scontro fu all'ultimo sangue e il principe riuscì ad uccidere il drago e a salvare la principessa.
I due avrebbero potuto vivere felici e contenti, ma quella era un'altra storia e lì la principessa s'innamorava del drago. 

“ Oh mio Dio. “

Nora rimase senza fiato quando uscì dalla navicella di Viper. Per tutto il viaggio, durato poco meno di mezz'ora, era stata un fremito, un animaletto pieno di eccitazione che non riusciva a stare fermo mentre continuava a muoversi tra la sala comandi in cui lo yautja pilotava in silenzio e la parete specchio, piazzandocisi in modo tale da poter vedere tutta la galassia al di fuori. 

“ È meraviglioso! “

Davanti a lei si estendeva un ambiente che sembrava uscire direttamente dai libri che leggeva da bambina, un bosco fatato notturno che attendeva solo lei. 
 

Per poter respirare in quel pianeta Viper le aveva prestato un piccolo respiratore facciale, regolato con la percentuale giusta di ossigeno per adattarlo ai suoi polmoni, ma quel piccolo dettaglio non rovinò minimamente la bolla di felicità in cui era in quell'istante. Tutto di quel posto le sembrava incantato, i colori così vividi e bizzarri, perfino l'acqua di alcuni piccoli ruscelli le pareva scintillare di magia. 

“ Havarl. “

Nora si chiese cosa stava a significare e lo ripeté nella propria testa più volte fino a memorizzarlo. Già sapeva che non le sarebbe bastata quella volta, voleva tornare di nuovo. Piena di entusiasmo, la donna toccò ogni singola pianta gigante che sfiorava, ovunque posasse il suo sguardo era pura meraviglia. Viper la seguiva tenendola costantemente d'occhio mentre le parlava e raccontava dettagli e storie di cui lei non avrebbe mai fatto a meno di ascoltare. Le disse di come si erano scontrati con gli angara dopo aver inseguito per mesi una flotta di ricognizione kett, di come era relativamente sicuro per il suo Clan atterrare in alcune zone a loro lasciate. Quel posto in particolare del pianeta, ben lontano dalla colonia angara principale, era libero di essere visitato dai Red Star come e quando volevano. L'unica regola a cui aveva consentito di sottostare era non avvicinarsi alle zone abitate, altrimenti avrebbero sparato a vista. La mise in guardia dal non mangiare nulla data l'alta tossicità di ogni singola foglia presente e la sgridò come una bambina all'ennesima volta che toccava un fiore con le mani. 

“ È abitato questo pianeta? Non riesco a scorgere nessun tipo di abitazione... “

“ Ovviamente. “

Le parlò quindi dei piccoli avamposti angara, di come alcune pattuglie di kett provavano a prendere d'assalto la loro cripta ancestrale e, non ultimi d'importanza ma potenzialmente fastidiosi, c'erano i Roekaar: un gruppo bellico xenofobico degli angara. Paragonabili ai criminali senza onore yautjani bad blood. E con loro bisognava avere più di un paio d'occhi quando si atterrava sul pianeta, perché non rispettavano di certo i confini concordati. 

“ Tu resta nei confini delle Lande Centrali e io non dovrò tenerti troppo d'occhio. “

“ Come faccio a sapere dove non oltrepassare se non me lo dici? “

Dopo costanti borbottii spazientiti, lo yautja le indicò con un largo movimento del braccio tutta la giungla lussureggiante intorno. 

“ Resta tra gli alberi. Al di fuori non concesso. “

“ Quindi finché vedo la flora sono al sicuro. “

“ Tecnicamente. “

“ Alloooooora... non ci sarebbe nulla di male se io... CORRO! “

Un attimo di distrazione di Viper e si vide Nora sparire in fretta tra foglie, liane e alberi velenosi. Preso alla sprovvista, lo yautja restò fermo a fissare il punto ora vuoto dove prima c'era ancora la figura dell'umana, ma poi l'istinto del predatore ebbe la meglio sul suo buon senso e invece di rincorrerla per fermarla, lui le corse dietro per cacciarla. Nora aveva fatto l'unico sbaglio che non avrebbe mai dovuto fare e che spesso dimenticava: trattare uno yautja predatore come un essere umano. Ma se si iniziava a scappare, anche solo per gioco, per il predatore non si è nulla di diverso da una preda da cacciare.
 

“ Non mi prenderai! “

Annebbiato dall'eccitazione della caccia, Viper ascoltava a malapena la voce di Nora mentre la inseguiva in una corsa folle. La sentì ridere, inconscia di ciò che aveva fatto riaffiorare in lui. Con un balzo evitò un tronco marcio, caduto con l'impatto di qualcosa di più grosso di lui, e fu su di lei. Gli artigli neri riuscirono ad afferrarla per le braccia e sentì subito l'odore del sangue fresco. Doveva averla ferita. Ruzzolarono a terra insieme, rosa e beige si mescolarono in un turbinio caotico di fiori morti e terra bagnata. Quando finalmente Havarl smise di girare Viper riuscì a bloccare a terra Nora e, gettando la testa all'indietro, senza la difficoltà della maschera a bloccargli le mandibole, proruppe in un ruggito di vittoria. Il ringhio di un re. La preda era inerme, bloccata tra gambe e braccia possenti, la chioma bionda ne nascondeva il volto, ma poteva pregustarne il puro terrore dipinto. Un rivolo di bava scura colò tra i piccoli denti aguzzi e cadde su di lei, macchiandole la pelle pallida in lunghe linee marroni. Avvertì con somma gioia un lieve ansimare, sotto il suo sguardo diverso poté vedere in modo chiaro e pulito i vasi sanguigni umani palpitare irrequieti, il debole cuore scalpitava impazzito in quel piccolo petto. Viper si beò di quel terrore che era riuscito a instillarle e, compiaciuto come non mai in vita sua, dominante e glorioso, le sbuffò tutto il suo orgoglio. Ma quando rilasciò il proprio respiro dalle sottili pieghe nasali spostando così i capelli di Nora dal suo volto, notò un dettaglio che per lui fu talmente fuori posto da farlo tornare in sé in meno di un attimo. 

“ Viper... “

“ C'jit, ooman***... “

Le gote arrossate e il lieve profumo acidulo di secrezioni tipiche delle prime fasi di un accoppiamento lo mandarono del tutto in confusione. Quello che aveva pensato fosse paura di lui in realtà non era che del semplice eccitamento. Nora doveva aver totalmente confuso la situazione in cui era stata ad un passo dal finire. E lui, che cosa cazzo stava per farle? Gli era bastato vederla corrergli davanti agli occhi per accendergli la furia della caccia. Paya, non immaginava quanto quella piccola umana potesse essere così pericolosa per la sua natura predatoria. 
Ora che la nebbia rossa nel suo cervello si stava man mano diradando poté avvertire chiaramente come il bacino di entrambi i corpi in quella posizione creassero un attrito piacevolmente stimolante per Nora. Non lo aveva previsto, non ci aveva neanche pensato, non in quel modo su di lei. Ma era successo. E Viper per la seconda volta nella sua lunga vita non seppe come trovare rimedio al guaio 
in cui stava per mettere dentro entrambi.
Troppo distratto da quei pensieri nefasti che non aveva prestato attenzione all'ennesimo pericolo che quella giungla nera offriva: la fauna locale. 
Sbucò tra gli alberi con la potenza di un ariete e andò a colpirlo dritto ad un fianco con talmente tanta forza che il contraccolpo riuscì a farlo balzare via da Nora, facendolo poi schiantare contro la parete frastagliata di un masso minerario lì vicino. 
Sentì le ossa scricchiolare, Viper, quando riuscì a staccarsi dall'ammasso roccioso su cui era stato scagliato. E riuscì a guardare in faccia il suo avversario mentre notava con la coda dell'occhio Nora correre dritta alle sue spalle, il posto dove si sentiva al sicuro da ogni pericolo.

“ Cosa diavolo è?! “

In fretta, lo yautja ricollegò la maschera ai tubi respiratori collegata all'armatura e il traduttore si attivò subito.

“ Un Galorn. Ooman, devi tornare indietro, aspetta me sulla nave. Lì è sicuro per te. “

“ Ma... “

Dal supporto sulle spalle afferrò il Combistick, la lancia retrattile che si era guadagnato nella sua prima Caccia. La sua prima arma non costruita da lui stesso, donatagli dall'Anziano in persona. Il mostro davanti a loro sbuffò tutto il fiato che aveva, segno che era pronto ad attaccare una seconda volta di lì a momenti.

“ Ki'dte****! Niente “ ma “. Vai! “

Non poté guardarla ulteriormente, ora ogni senso era concentrato tutto sul Galorn, ma ascoltò i suoni dei piccoli passi correre via e farsi sempre più lontani, fortunatamente nella direzione giusta. 
 

Quando fece scattare con una mano il meccanismo telescopico del combistick le due lame retrattili si allungarono quanto le proprie braccia e le alzò ad altezza occhi. Respirò a fondo, richiamando su di sé il potere degli antichi Dei guerrieri. Il galorn era un ammasso animale quadrupede corazzato color grigio, dalla pelle spessa e a tratti rocciosa. Purtroppo conosceva poco quel tipo di preda, per lui era la prima volta, ma ne aveva spesso sentito parlare dagli Elite del Clan. E non era facile da uccidere. Vagamente ricordava dei tentacoli nascosti, ma non con esattezza da dove sarebbero spuntati. E già quello era un problema. Ma non sarebbe fuggito. Non Viper. Sarebbe tornato da Nora con un trofeo e una vittoria. Così aveva deciso e così sarebbe stato. 

“ Thar'n-da s 'yin'tekai*****. “
 

Nora attendeva davanti al portellone chiuso della navicella spaziale con il cuore ancora galoppante. Aveva corso fino a farsi dolere la milza, non si era fermata neanche per riprendere fiato. Ora si teneva con la schiena appoggiata alla fredda superficie metallica del velivolo, con la testa a girarle come una giostra: l'effetto del rilascio di adrenalina nel suo corpo. Troppe emozioni diverse tutte assieme non era salutare per la sua corporatura delicata. Perfino il piede guarito da poco la stava torturando con qualche fitta di dolore. Cosa diamine era successo dentro quella giungla? Le sembrò tutto così surreale nel ripensarci che forse aveva sognato ad occhi aperti. E per un secondo Nora ci sperò davvero, perché quello che aveva provato nel ritrovarsi in balia di Viper la rendeva più agitata di un krogan in calore. 
Era assurdo, tutto così assurdo... ma quando il ruggito di Viper rimbombò nel terreno il suo cuore ebbe un fremito. E non era paura. Non lo era affatto. E la posizione in cui l'aveva bloccata non aveva aiutato affatto. Tornò viola al solo pensiero di come lei era riuscita ad eccitarsi soltanto al suo minimo tocco. Non aveva sentito neanche il bruciore dei graffi che gli aveva accidentalmente procurato con gli artigli. A volte Viper sapeva essere più goffo di lei quando erano assieme. 
Ora però, nel saperlo in balia di quel mostro si stava anche preoccupando per la sua incolumità. Conosceva le sue doti da combattente ed era un ottimo cacciatore, ma lei era pur sempre una donna sensibile e non poteva fare a meno di preoccuparsi. Lui sarebbe tornato da lei. Aveva fiducia. 
E non poté fare a meno di urlare il nome dello yautja, correndogli incontro, quando vide il suo corpo chiaro apparire oltre la boscaglia color notte. Era coperto di graffi e il suo odore pungente era più marcato del solito, segno che il galorn gli aveva fatto sudare parecchio quella vittoria. La sua lancia metallica gocciolava sangue nero ancora fresco. 
E quando si buttò fra le sue braccia, aperte per lei in segno di vittoria, pianse fuori tutte le emozioni provate fino a quel momento. 
Come dono ricevette il piccolo trofeo di quello scontro: una ghiandola azzurro luccicante del mostro. 



NOTE D'AUTRICE

* letteralmente “ patetico “
** letteralmente “ abbastanza “
*** letteralmente “ maledizione, umana... “
**** letteralmente “ basta! “
***** letteralmente “ forza e onore “

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Scoprire una parte di sé ***


“ Hai richiesto un ka'rik'na*, blooded Viper. Hai il diritto di parlare. “

Davanti a lui, nella sala di pilotaggio della nave madre del clan, c'era Elder, l'Anziano Capo Clan. Il leader che li aveva portati da Yautja Prime fino alla lontana Galassia di Andromeda: alto più di due metri e trenta, una particolare pelle grigio cenere e due occhi di un bizzarro color magenta, il vecchio Elder portava il mantello rosso, simbolo del suo attuale stato, con la sicurezza di chi sapeva essere nato per quel ruolo. A forgiare la sua abilità di combattente e la sua profonda saggezza che più di una volta aveva tratto in salvo fino all'ultimo Red Star furono anni di esperienza nella caccia che conferirono a questo yautja il titolo di Anziano. Infatti il reticolo di cicatrici che decoravano pelle e squame raccontavano una vita lunga quasi quattrocento anni. Il che di per sé era già degno di nota, gli yautja erano una razza famosa per cui spesso la vita diventava più breve di cent'anni a causa della loro natura bellicosa e del fatto che vivevano per la Caccia. 
Viper rispettava Elder più di qualunque altro yautja avesse conosciuto, quand'era ancora un suckling** e sua madre non tornò da una Caccia, il capo clan gli insegnò personalmente a vivere e a combattere con onore. Suo padre invece non l'aveva mai conosciuto. Elder gli disse che era rimasto ucciso da una Regina quando Viper era ancora un uovo ben lontano dallo schiudersi.

“ Tre giorni fa mi è successa una cosa che non sono riuscito a capire fino in fondo, per questo vi ho convocato Anziano, per chiedere e capire.  “

Con un cenno del braccio Elder invitò Viper ad avvicinarsi e a continuare a parlargli. Viper in realtà non era molto sicuro di volerlo fare, la spiegazione avrebbe implicato anche il motivo per cui stava con la ooman e non era ancora pronto a rivelare al clan quanto in realtà gli piacesse stare in sua compagnia. Ma ormai era lì e la sua decisione, per quanto titubante, l'aveva presa. 

“ Ero su Havarl con una ooman, lei... ha iniziato a correre e io l'ho rincorsa. Lei stava giocando, ma in me è scattato una specie di... istinto. Non so come spiegarlo, mi sentivo famelico, era la mia preda, volevo ucciderla. Sbranarla perfino. Quando sono riuscito a bloccarla a terra ero ad un passo dal morderla, non pensavo neanche a ciò che stavo provando in quel momento. Era tutto... rosso ovunque posassi lo sguardo. “

Gli descrisse meglio che poté ogni sensazione provata, fu il più sincero possibile. Le menzogne non appartenevano agli yautja, non a quelli che vivevano secondo la Legge e il Codice. 

“ Cosa ti ha fermato dall'uccidere la ooman? “

“ L'attacco di un galorn. “

“ E ti è capitato prima di allora? “

“ Hrir-rm***. Per questo ho voluto parlarvene, non era normale euforia di Caccia. “

“ Ne sei spaventato. “

Vide Elder avvicinarsi a lui con occhi socchiusi, lo studiava in ogni minima espressione guardandolo dritto negli occhi e inclinando la testa da un lato. Forse cercava vergogna in lui, o qualche altra debolezza tipica di un giovane cacciatore alle sue prime emozioni.

“ Non dovrei? “

Il capo clan emise uno sbuffo impaziente dalle pieghe nasali e scosse i lunghi dreadlock bianchi in un'espressione severa.

“ Solo uno stupido non lo sarebbe. Conosco ciò che ti è accaduto e fai bene a rifletterci perché ben pochi yautja nascono con quella furia dentro. “

Viper fece molta fatica a restare in silenzio, aveva tante domande da fare che si sentì quasi impaziente nei confronti dell'Anziano. Ma saggiamente decise di tacere e ascoltare. Le mandibole ben serrate tra loro in segno di rispetto.

“ Li chiamiamo Hish-qu-Ten. Una razza di noi molto più antica e primitiva. Sono rari ormai, pochi guerrieri rimasti e nati sotto una cattiva stella. Possiedono una particolarità che li distingue da ogni altro yautja esistente, la ghiandola dell'uccisione. “

Lo vide toccarsi in un punto preciso sotto l'attaccatura delle quattro mandibole puntute.

“ Quando stimolata, questa ghiandola mortale è capace di produrre una secrezione che porta gli Hish alla perdita di ogni controllo, uccidendo qualsiasi cosa vivente a portata di mano. Tuo padre era uno di loro, alla nascita deve averti passato alcuni suoi tratti distintivi degli Hish, fortunatamente per noi in una forma più lieve data la mancanza della ghiandola dal tuo corpo, ma ti ordino di fare molta attenzione ai tuoi impulsi, giovane blooded. Specialmente qui nel Nexus. R-rat'ch. “

E quando lo vide voltargli le spalle, accompagnato da un lieve svolazzo del lungo mantello, Viper capì che il ka'rik'na era giunto al termine. 


NOTE D'AUTRICE

* la convocazione di uno yautja ad un altro yautja.
** uno dei termini con cui si identifica uno yautja nato da pochi anni, l'equivalente di un bambino umano di cinque o sei anni.
*** letteralmente “ mai “.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Sentimento senza nome ***


Davanti alla parete informativa del Nexus Nora e Viper continuavano a confrontarsi con le loro culture e diversità, quel giorno l'argomento era il perché staccarsi dal proprio pianeta natale, i motivi che avrebbero spinto entrambe le razze ad allontanarsi così tanto dal luogo in cui si era nati e cresciuti. In sottofondo c'erano le parole della fondatrice dell'Iniziativa Andromeda.
 

<< Salve.Sono Jien Garson,fondatrice dell'Iniziativa Andromeda. Sono qui per darti il benvenuto in una nuova galassia. >>

Nora fissò il volto della Garson apparire e scomparire sul pannello interattivo mentre la sua voce registrata spiegava il suo sogno, elencando tutti gli Habitat che un tempo sembravano ancora paradisi abitabili. I sette Eden. Come tutti anche Nora si era scelta il suo dove poter ricominciare da zero, e fino al giorno della partenza si era sognata di potersi ritagliare un posticino tutto per sé su Habitat 6. Ma non avrebbe mai messo piede su quel pianeta... il Flagello ne aveva modificato la natura in modo irreparabile e il giardino di alberi che tanto aveva sognato non avrebbe più rivisto la luce. 

“ Lì ci doveva essere la mia futura casa, sai? “

“ Dove saresti andata? “

“ Uhm, non conosco il nome che gli angara hanno dato al pianeta, ma prima di partire noi lo chiamavamo Habitat 6. Aspetta, te lo faccio vedere, forse lo hai già visto con il clan... “

Con le dita di entrambe le mani Nora premette sul pannello alcuni comandi manuali finché non trovò tra le immagini disponibili e registrate quella che cercava. La IA di Avina riconobbe la ragazza come parte della spedizione.
 
<< Tu sei Nora Ternion, codice salario 13-C, operaia attiva. Il tuo supervisore è il Direttore Tann. In base alle attuali necessità del personale, il tuo prossimo periodo di vacanze pagate sarà tra: 587 giorni. >>
 

<< La tua nuova abitazione è stata scelta su Habitat 6: l'eden pianeta giardino, dal clima temperato e in grado di sostenere qualunque vita. >>
 
Sullo schermo apparve quella che a Nora le era sembrata la più fiabesca di tutte le ambientazioni disponibili alla colonizzazione fin'ora viste. Si era immaginata spesso a scalare quei buffi alberi ombrello nei giorni liberi, o rilassarsi in riva di quelle colline bagnandosi con l'acqua cristallina di quel limpido oceano. O era un enorme lago? Quel dettaglio non detto l'aveva mandata in confusione allora. 

“ Voeld. “

“ Ci sei già stato? Com'è adesso? “

Vide Viper annuire con un cenno del capo, ma sembrò quasi restio a risponderle. Ma le disse che era talmente cambiato che l'aveva riconosciuto nell'immagine dagli alberi. Quelli erano rimasti inconfondibili anche se intrappolati in torri di ghiaccio e cumuli di neve. Le parlò del loro primo scontro con i kett, proprio su quel suolo gelido, assieme agli angara. Quel pianeta ormai era diventato il principale luogo di Caccia del suo clan e campo di battaglia per gli angara. Lì gli scontri erano all'ordine del giorno e i kett proliferavano come pyjak. 

“ Ottimo terreno per trofei di Caccia. “

E chissà perché a Nora quella risposta non stupì. Guardò un'ultima volta con rammarico quelle immagini paradisiache per poi spegnere l'intera parete a schermo e raggiungere la piccola balconata che dava sulla parte più caotica della stazione: il Centro Operativo. Guardava turian e salarian spostarsi da una parte all'altra del Centro, tra l'ufficio militare e il piccolo laboratorio scientifico del professor Herik e la sua squadra. Dalla stanza penitenziaria invece si poteva sentire il sommesso pianto di una turian disperata, nonostante il dolore che doveva provare cercava in tutti i modi di non farsi sentire troppo, e nessuno la degnava di un'occhiata. Ognuno dei presenti aveva il suo problema a cui far fronte, lei stessa non aveva più voglia di aiutare il prossimo... quello che era successo prima dell'arrivo del Pioniere umano aveva sfiancato tutto il Nexus. Tentando di soffocare la disperazione di quella turian sconosciuta nelle proprie orecchie, Nora si voltò verso Viper e si portò una mano al collo, giocherellando con il particolare ciondolo che portava sempre con sé. Aveva passato un intero pomeriggio a setacciare i laboratori della scientifica alla ricerca di una provetta o una boccetta abbastanza piccola da farla diventare una collana non troppo appariscente, ma al tempo stesso in grado di contenere la ghiandola luminescente che Viper le aveva fatto come dono una settimana prima. La luce azzurra che emanava nel buio l'aiutava a scacciare le ombre quando andava a dormire. Per non parlare del fatto che la riportava con la mente a ciò che era successo tra di loro quella volta... al solo ricordo lo stomaco sembrò andarle a fuoco per l'agitazione che provava. E non sapeva dire se per un tacito accordo o semplicemente per una mancanza, ma nessuno dei due ne aveva più riparlato. Nora avrebbe tanto voluto affrontare il discorso, chiedergli il perché, non le piacevano le cose non dette, per lei tutto doveva essere ben chiaro fin dall'inizio. Tra loro era iniziata come una specie di hobby, un po' forzato da parte di Viper ma andava bene, poi ci fu rispetto reciproco e ben presto divennero la coppia di amici più bizzarra del Nexus. 
E adesso invece? Su Havarl qualcosa era successo e l'aveva scombussolata per bene. Tre giorni dopo l'unica cosa che Viper le aveva detto al riguardo fu: “ Per il tuo bene non fuggire mai più in quel modo da me ooman. “ Nora provò in tutti i modi a spiegargli che era soltanto un gioco, uno stupido gioco da bambini, ma lui non volle sentir ragione. Glielo aveva perfino fatto promettere a voce. 
E se tutto quello che era successo fosse stato il frutto di un grosso fraintendimento? 

“ Ooman, se devi dire qualcosa a me, fallo. “

A riportarla al presente ci pensò Viper stesso, il soggetto alieno del proprio cruccio. Ma ebbe soltanto la forza di negare con un cenno del capo e deglutire il nodo in gola che le si era creato al solo pensiero di discutere con lui. Nonostante la forte amicizia che li legava infastidire uno yautja non era la cosa più saggia che poteva fare nella vita. 
Fortunatamente per lei a salvarla da quella situazione ci pensò il proprio factotum, che si attivò come un faro lungo tutto il braccio destro. La piccola schermata olografica di una email in arrivo le si aprì tra le dita. 
Tann la voleva assieme alla sua squadra operativa su Havarl, una delle strutture scientifiche aveva subito danneggiamenti che richiedevano riparazioni immediate. La navicella disponibile sarebbe partita tra poco più di un'ora. 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Tutto sotto controllo ***


Nel kehrite della Nave Madre Viper e Bastion si stavano allenando con i smart disc, lame da lancio simili ai chakram che se correttamente impugnate fungevano anche da affilate armi da mischia. Per tutto il dojo risuonavano stridii e sibili del metallo contro metallo, provocando scintille ad ogni impatto. 
Nessuno dei due yautja si stava risparmiando, entrambi troppo orgogliosi per cedere nonostante fosse soltanto un allenamento. Viper spesso tendeva a dimenticarsi di non essere sul campo di battaglia vero e proprio e questo, mescolato al suo sangue Hish, lo rendeva più pericoloso. Ma Bastion non era da meno in quanto a ferocia, e lo sottolineò con la brutalità che lo contraddistingueva riuscendo a ferire il giovane avversario al volto e a tranciargli di netto alcune delle appendici dreadlocks che continuavano a dondolargli davanti agli occhi, sfuggiti all'intreccio con cui li aveva legati sopra il capo. 

“ C'jit!* “

Furioso per non essere riuscito ad evitare l'attacco, Viper ruggì addosso a Bastion con aggressività, entrambe le quattro mandibole puntute divennero svasate: il chiaro segnale che indicava la rabbia di uno yautja. 

“ Ki'sei. ** “

Ci fu un momento di esitazione in Viper in quell'istante, sulla punta della lingua biforcuta erano bloccate mille e altre parole taglienti con cui rispondere al compagno d'allenamento, ma ebbe l'intelligenza di non sputarle fuori. Ingoiò l'amaro boccone della delusione, se Bastion era riuscito a ferirlo poteva soltanto incolpare se stesso. 

“ Sei sempre troppo impulsivo. Rifletti prima di muoverti. “

“ Cazzate. “

Fu un flebile borbottio, ma abbastanza da bloccare Bastion e puntare gli occhi rosso sangue su quelli gialli di Viper. Troppo tardi per rimangiarsi quella parola, senza rendersene conto aveva parlato nella lingua di Nora. Era convinto di avere più controllo sulla questione, ma poco alla volta l'umana lo stava contagiando. Plasmando? Cose innocue, una parola dopo l'altra, ma fu abbastanza per fiutare la puzza acre di fastidio di uno yautja più conservatore, come Bastion quando si parlava di cultura e tradizioni. 

“ Capisco voler apprendere per migliorare in battaglia, ma devi per forza memorizzare anche la loro lingua? Abbiamo i traduttori adesso. “

“ R-rm... krk... “

Viper a quel punto non seppe più che dirgli, riuscì ad emettere suoni sconnessi e cauti ticchettii vocali. Come avrebbe saputo dirgli in modo giusto come lo faceva sentire Nora? Che non era la cultura umana a portarlo sul Nexus ogni singolo giorno? Sì, all'inizio si era messo d'impegno nell'imparare, seguiva il desiderio del Capo Clan. Ma la cosa lo aveva annoiato a morte quasi da subito. E l'unico sentimento rimasto per gli umani era la curiosità che accendeva Nora in lui. La necessità di trovare una risposta alla domanda che più lo impegnava mentalmente: perché non era spaventata da lui? Stavano assieme quasi ogni giorno, Nora lo aveva vissuto quand'era stanco o infuriato, allegro oppure semplicemente annoiato. Qualsiasi altro umano al primo segnale d'ostilità di uno yautja sarebbe fuggito via terrorizzato, ma lei no. Se lui le ringhiava in faccia lei faceva altrettanto, puntando i piedi e stringendo i pugni. Da quel comportamento tanto inusuale per una fragile femmina umana erano nati tutti i suoi perché. 

“ Ehi, cucciolo impulsivo.  “

A smorzare i suoi pensieri fu Bastion, che gli indicava con un artiglio il Sat-Com che stava emettendo segnali e simboli color ruggine. L'interfaccia a schermo digitale del computer da polso trasmise un nuovo articolo di una giornalista del Nexus, mandato nell'extranet come alta priorità di lettura. 
 
<< ANCORA SCIENZIATI RAPITI SU HAVARL >>
I Roekar prendono in ostaggio le strutture scientifiche stazionate su Havarl! Si contano già 2 vittime e 8 feriti, tra di loro anche un'operaia umana mandata lì per un guasto soltanto ieri. 
- Apri il link qui sotto per l'intero articolo -

“ Adesso ricevi anche le notizie locali? “

Viper ascoltò a malapena lo scherno di Bastion, la sua voce gli arrivava lontana, come ovattata. Continuava a fissare quelle poche righe scritte metabolizzando la notizia che soltanto una lavoratrice umana era tra le sue conoscenze. Ed era bloccata laggiù, in pericolo. Una nuova sensazione si unì al senso di nausea che aveva iniziato a soffocarlo, l'ansia. Un malessere che gli annodava stomaco e gola mentre leggeva e rileggeva quella notizia quasi con la speranza di aver capito male. Nora era partita soltanto il giorno prima per lo stesso pianeta, non era possibile una coincidenza. Il resto dell'articolo lo sfogliò appena, lesse velocemente e assimilò quel tanto che gli bastava da sapere che lei non era tra le vittime e i feriti elencati. L'umano rappresentante era stato mandato da loro per negoziare il rilascio degli ostaggi, ma Viper non avrebbe aspettato. Era fuori discussione per lui lasciare l'incolumità della sua umana nelle mani di altri. Sarebbe andato lui stesso a riprendersela. 

“ Devo andare. “

Senza degnare di un ulteriore spiegazione al suo maestro, Viper lanciò i smart disc verso gli appositi sostegni sul muro ed era già con un piede oltre la porta quando venne fermato prontamente da Bastion. La mano sulla spalla premette fin dentro la carne e le scaglie per assicurarsi una presa forte su di lui. 

“ Che succede Viper? “
 

Era successo talmente tutto così in fretta che Nora ebbe appena il tempo di nascondersi. Con le ginocchia ripiegate al petto, al riparo tra lo stretto spazio lasciato tra due colonne di metallo multiuso, riprendeva fiato coprendosi la bocca con una mano. L'altra era stretta ad una pistola presa dal cadavere di un turian steso in una pozza di sangue blu proprio davanti a suoi occhi. Era riuscito a metterla in salvo, al sicuro per il momento dalla furia omicida di un gruppo di angara estremisti, ma per questo aveva dato la vita. Per darle del tempo prezioso e trovare un riparo. Era al centro ricerca da meno di un giorno, si era messa al lavoro fin da subito su una struttura lacerata dalla fauna locale, poi fu il caos. I primi ad essere avvertiti furono i rumori, passi pesanti di un'andatura frettolosa. Poi il primo sparo e un grido acuto che spezzò il respiro di tutti i presenti. Calò poi il buio più totale e il silenzio di tomba venne interrotto dall'incessante sirena d'allarme di Sam. 
Non ci furono altri colpi sparati, ma una massa di corpi viola e azzurro fece irruzione di cabina in cabina, afferrando ogni singolo scienziato su cui riusciva a mettere sopra le mani. Lei era riuscita a scampare all'aggressione soltanto per la prontezza della guardia turian che, avvertito il pericolo, aveva fatto strada ai pochi rimasti verso le stanze più lontane dall'irruzione. 
Ora non sentiva più volare una mosca, rinchiusa nella cabina delle armi, ma sapeva che era solo questione di tempo prima che qualcuno entrasse a controllare anche lì.

“ Pensa Nora, pensa. “

Si sussurrò incoraggiamenti, cercò in tutti i modi di ragionare sulla mossa migliore da fare. Le rivennero in mente le parole del suo vecchio amore, un soldato SSC della Cittadella, durante l'attacco dei razziatori sulla Terra: “ Non restare mai ferma in un punto. Resta in movimento. Trova nascondigli diversi e prendi un bel respiro. Un piede davanti all'altro Nora e non guardarti mai indietro. “

“ Un piede dopo l'altro. “

Con il cuore a batterle impazzito dalla paura, l'arma stretta spasmodicamente tra le mani e le gambe più molli di una gelatina, Nora uscì fuori dal nascondiglio e si alzò in piedi. Doveva orientarsi in qualche modo e trovare la via più vicina per uscire da quel bel casino. I suoi pensieri però erano tutti rivolti allo yautja che aveva lasciato al Nexus.
 

“ Sei riuscito a contattare la ooman? “

“ No. “

Sotto i piedi Viper sentì la nave atterrare finalmente su Havarl. Bastion era stato saggio abbastanza da non usare mezze misure ed era riuscito a far atterrare la sua navicella privata proprio davanti all'accampamento delle stazioni di ricerca di Pelaav. Dagli schermi sopra i comandi di pilotaggio si poteva notare una calma innaturale. Dov'erano finiti tutti quanti? Le informazioni che avevano raccolto allo spazio porto parlavano di una cinquantina di alieni, tra umani e salarian, in pericolo. Dov'erano le grida? 

“ Quando vuoi, giovane blooded. I motori sono spenti e la schermatura a scudo è attiva. Finché non usciamo nessuno riuscirà ad individuarci. “

“ Provo ancora una volta. “

Muovendosi per la cabina di pilotaggio con irrequietezza, Viper accese ancora una volta il suo Sat-Com e attivò quella che Nora chiamava sempre – videochiamata - . Il sistema si connetteva, ma non riusciva a raggiungerla per qualche ragione. Era come se non riuscisse a trovarla da nessuna parte. Vedeva il piccolo oloschermo interattivo sfarfallare sopra la sua mano aperta e nel punto più in basso un cerchio che caricava all'infinito alla ricerca di un contatto da afferrare. Dopo imprecazioni varie però la fortuna gli sorrise e finalmente il volto di Nora apparve, ma il segnale restava in qualche modo disturbato. 
 

La vedeva camminare furtiva, con un'arma all'altezza del volto e continuava a guardarsi attorno spaventata. Quell'immagino lo inquietò come non mai, non aveva mai visto Nora impugnare un'arma e sapeva che non era capace a usarla. Una sera, ubriachi di birra scadente, gli aveva rivelato che in tutta la sua vita, nonostante i pericoli a cui si era esposta sul suo pianeta natale, non sapeva sparare un singolo colpo di pistola. Sì, ricordava con amarezza che lei era una che fuggiva davanti al pericolo...
 
- Viper?! Grazie al cielo sei tu! -

“ Dove sei? Sei ferita? “
 
- Avamposto D, sezione 4. Sto bene, per ora. Una delle guardie è riuscito a nascondere alcuni di noi, ma... sbrigati, ti prego! Gli angara sono ovunque e  armati fino ai denti. -

La sentì sussurrare appena nel parlargli, era agitata, lo notava perfino con tutte quelle interferenze. Dannati Relictum, la cripta doveva essere fin troppo vicina al sito scientifico.

“ Non quanto me, ooman. “

Non era nella sua indole confortare un essere più debole di lui, ma con Nora cercò di sforzarsi per assumere un comportamento più docile accomodante. La totale fiducia con cui lo ricambiava era un balsamo benefico per la propria già sopraelevata autostima ed era un qualcosa che nessuna femmina yautjana poteva dargli. Soltanto Nora. Soltanto la sua piccola fragile umana. 

“ Sto arrivando. “
 
- Il Pioniere è qui, //×►≈♦Е•• Non uccid... ¶×-viper... þ♦ ►=//Ð? Non §÷Ø►♦≈¬x //⇒•≈♦¶!-

“ Ooman! C'jit! “

A quel punto, con il segnale del tutto compromesso e la traduzione incompleta, Viper chiuse la connessione e si preparò allo scontro. Bastion lo stava già aspettando al pannello di uscita e non gli era sfuggita la totale mancanza di armi sull'armatura. Aveva perfino scollegato il plasmacaster dalla spalla, segno che meno danni avrebbero fatto e meglio sarebbe stato per tutti. E lo capiva: l'alleanza con gli alieni della Via Lattea era appesa a un filo, uccidere uno di loro anche involontariamente avrebbe messo fine ad ogni tipo di guadagno che ne ricavavano. Per non parlare di un'inevitabile guerra direttamente dentro il Nexus, dove nessuno avrebbe avuto la possibilità di sottrarsi. 

“ Quindi? “

A braccia incrociate sul petto, Bastion scuoteva la folta criniera d'ossa e dreadlocks, impaziente quanto Viper di entrare in azione. Il loro scopo era chiaro lì: prendere la ooman e tornare alla Nave Madre senza allarmare nessuno, non si sarebbero neanche accorti della loro presenza se tutto andava come previsto. Rapidi e veloci, e se proprio non sarebbero riusciti ad evitare lo scontro, beh... Bastion non si sarebbe di certo tirato indietro. I piccoli denti aguzzi brillarono inquietanti nel ghigno sghembo con cui allargò tutte le mandibole. 

“ Mi ha implorato di non uccidere nessuno, il Pioniere umano è qui, probabilmente per sedare la rivolta. “

“ Ti implora spesso la pyode amedha***, ah-k-k-k-k? “

“ Hrir-rm ki'cte****, fng u-ua. “
 

Usciti dalla navicella e con gli scudi mimetici attivi sui loro corpi, adesso riflettenti come uno specchio d'acqua, i due guerrieri yautja seguirono la passerella principale che li avrebbe portati dritti agli impianti degli scienziati. Nessuno ad attenderli, ma se lo aspettavano. Gli angara ribelli dovevano aver radunato tutti nel cuore dell'accampamento e se non avevano guardie significava che erano in pochi presenti all'assalto. 

“ Avamposto D, sezione 4. “

“ Molto bene, Viper, iniziamo a cercarla. “


NOTE D'AUTRICE

* “ Dannazione! “
** “ Sono d'accordo. “
*** “ Carne morbida “, si usa come dispregiativo per indicare gli esseri umani.
**** “ Mai abbastanza “

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Norah ***


Nora gridò di dolore mentre veniva afferrata per i capelli con una forza tale da alzarla dal pavimento senza alcuna fatica. 

" Argh! "

Qualcuno le strappò di mano la pistola e le diede un forte strattone al cuoio capelluto. Una mano a tre dita l'afferrò per un braccio e la trascinò di peso fino ad un gruppo di umani, ammassati tra loro come stracci sporchi, spaventati e muti. Alla fine erano riusciti a trovarla: da dopo la chiamata di Viper, Nora si era spostata di settore in settore con la massima attenzione, ma non era bastato, quando si era ritrovata davanti uno dei Roekar era rimasta paralizzata dalla paura: gambe molli e braccia pesanti, per l'angara ribelle che l'aveva trovata era stata una sciocchezza tirarla via dal nascondiglio.
La gettarono tra gli altri umani, sentì le mani gentili di qualcuno afferrarla per attutire la caduta e si specchiò tra una manciata di occhi spaventati e in lacrime. Tranne quelli di una donna, il cui ventre inequivocabilmente gravido sporgeva fiero dal camice mal abbottonato. I suoi occhi verdi erano asciutti e calmi, sprizzavano scintille di rabbia, ma non tremava come tutti loro. 

“ Sta bene, dottoressa? “

Nonostante la preoccupazione per se stessa, Nora ebbe subito a cuore l'incolumità della donna. La dottoressa Zoe Jean Kennedy, una delle menti più brillanti del gruppo di scienziati lì presenti era stata una dei pochi umani che l'aveva accolta ai blocchi dell'avamposto senza vederla come una scocciatura. Si era perfino fermata per scambiare con lei due chiacchiere e metterla a suo agio tra una decina di vecchi umani scettici e salarian infastiditi. Nora l'aveva trovata davvero dolce, di una gentilezza unica e materna. Sperò davvero che i Roekar non le avessero torto un capello. 

“ Umana Kennedy? “

Uno degli alieni che li aveva presi in ostaggio fece un passo avanti a loro e guardò dritto negli occhi la dottoressa incinta. Lei per tutta risposta si alzò dal pavimento, il mento alzato in una posa fiera e le braccia incrociate sul pancione, a proteggerlo. 

“ Akksul vuole la tua conoscenza sui satelliti ZK quindi userò la diplomazia che piace tanto a voi Jarevaon Imasaf, seguici senza resistenza. “

“ E gli ostaggi? “

“ Lasceremo ai kett vicini le loro inutili vite. A noi interessa soltanto la tua mente. Per ora. “

Nora assistette allo scambio di battute con rabbia crescente. La calma della Kennedy era stata davvero invidiabile, lei al contrario ribolliva d'indignazione e senza accorgersene la paura fece il posto al coraggio. 

“ Come osate?! “

Con uno scatto si era alzata e fissava i tre Roekar in cagnesco mentre sputava loro addosso tutta l'ostilità di cui era capace. 

“ Prima uccidete e poi pretendete di usare “ la diplomazia che ci piace tanto “ ?  Ma col cazzo che lei viene via con voi! Dovreste solo vergognarvi per ciò che fate! Siete proprio come i kett! “

Tutta la stanza era calata in un silenzio glaciale mentre lei si posizionava davanti alla dottoressa, una barriera contro armi pronte a far fuoco. Volevano la donna? Che si facessero avanti allora! Nora era pronta a mordere e a graffiare quei bastardi dalla pelle blu se solo si sarebbero azzardati ad avvicinarsi oltre. E glielo disse. Era stufa di restare a guardare mentre altri venivano oppressi in quel modo, era stufa di vedere violenza e minacce ovunque andasse. Non erano dei ladri, erano lì soltanto per salvare quel poco che restava della Via Lattea dopo l'attacco dei Razziatori. Erano lì per restare una colonia unita: lavoratori che si rimboccavano le maniche ogni santo giorno per sopravvivere. Molti erano morti da quando era partito il progetto Andromeda. Umani, krogan, turian, asari e salarian furono i primi a partire. Un piccolo gruppo per dare il via al Nexus, la nuova Cittadella. Più volte la sua nuova casa era stata attaccata e saccheggiata e adesso era il momento di dire basta. Il momento in cui la nuova Nora avrebbe sputato fuoco e furia contro chiunque altra creatura ostile si sarebbe ritrovata tra lei e il sogno di una semplice vita pacifica. 

“ La diplomazia dovevate usarla prima di attaccarci, stronzi. Adesso potete anche ficcarvela su per il culo! “

Spalleggiata man mano dagli altri ostaggi che, osservandola, ne presero l'esempio andando così a formare assieme a lei una barriera umana e unita davanti ad una Kennedy sempre più sbigottita. 
 

“ Avevi detto che era una s'yuit-de*. “

“ E così è... ur-r... o era... non sembra neanche lei. Krk... “

Nascosti sotto il mantello di mimetizzazione, tra felci violacee e attrezzatura varia, Viper e Bastion osservavano in disparte ciò che accadeva dentro il blocco B dell'avamposto scientifico in cui era riuscito a mettersi in contatto con Nora. Poco più indietro, verso la zona d'atterraggio delle navicelle, vi era lo scontro tra il Pioniere umano e il leader dei Roekar, Akksul. Non era di alcun interesse mettersi in mezzo a quello che ben presto sarebbe diventato un massacro interspecie, non dovevano essere lì affatto in verità loro due. Il Capo Clan non avrebbe mai permesso un intervento non richiesto sugli scontri tra gli altri alieni. Essere lì contro il volere di Elder poteva rivelarsi molto pericoloso. Per tutti. 

“ Sbrighiamoci Viper, tra poco una delle due fazioni arriverà fin qui. Quindi entriamo, prendiamo la tua ooman in pericolo e andiamocene via. “

Viper stava diventando irrequieto, attraverso la visione infrarossa dettagliata che gli donava la maschera metallica,riconosceva la figura di Nora oltre la parete-barriera olografica di una parte del laboratorio. La vedeva mettersi davanti ad una umana gravida per proteggerla dalle armi da fuoco puntate contro di loro e il resto del gruppo degli ostaggi a terra. La vedeva fiera, ma poteva annusare da lì la puzza della furia e della paura che emanava il suo corpo. Era come una bomba pronta ad esplodere. Vederla in quello stato così caotico e per nulla da lei lo rendeva irrequieto e non sapeva neanche il motivo di tanta preoccupazione per un'umana. Qualunque cosa Nora facesse riusciva sempre a smuoverlo emotivamente. Lo scuoteva di quell'apatia e noia che lo accompagnavano fin da cucciolo. 

“ Influenza yautjana? “

“ Credimi Bastion, la mia ooman ha più palle di un bad blood di Kadara. “

“ Krk? “

“ Se le ringhio addosso lei fa altrettanto, se alzo la voce lei urla più forte. Mi tiene testa, Bastion. Non ha paura di me. “

“ Una femmina che non teme il maschio? Non è buono... al tuo primo coito con una delle Anziane sarai divorato vivo, giovane blooded. “

“ Stronzate. “

“ E ancora parole umane. “

Viper stava ancora borbottando contro il suo maestro quando lo schermo del bio-elmo si riempì di allarmi, quelli che scattavano quando dispositivi e creature diventavano ostili spronando lo yautja ad attaccare nell'immediato. Perfino Bastion si lasciò andare ad un'imprecazione.

“ Shsc, kv'var-de. Shsc.** “

Viper non volle ascoltarlo. Per lui la parola attesa non aveva alcun significato quando l'intero corpo gli urlava di scattare e uccidere colpire. L'angara che teneva Nora sotto tiro stava aggiustando la mira e gli allarmi nel suo bio-elmo praticamente urlavano e scattavano davanti ai suoi occhi e nella testa. 

“ Devono attaccare loro per primi. Conosci le regole, Viper. “

I rimproveri di Bastion gli arrivarono da lontano, suoni e voci già troppo ovattate affinché potessero raggiungerlo e capirle in modo chiaro. Strinse i pugni, gli artigli si conficcarono nelle scaglie morbide dei palmi color crema. Entrambe le quattro mandibole puntute si svasarono e la schiena si arcuò in un chiaro messaggio: rabbia. Un calore innaturale lo costrinse a staccarsi il bio-elmo dal volto e a scaraventarlo contro la olo-barriera. Vibrò di anomalie. E lui vide rosso. E quando il sangue degli Hish-qu-Ten si risvegliò in lui per Bastion era già troppo tardi nel fermarlo. Era già scattato in avanti, scaraventandosi con tutto il proprio peso e la propria forza contro la parete olografica che, non calibrata per quel tipo di attacco, si ripiegò su se stessa fino a disinstallarsi davanti agli sguardi increduli dei presenti. La sua femmina preda era stata minacciata, tanto bastò a Viper per artigliare il collo dell'alieno a lui più vicino e ringhiargli in faccia tutta la ferocia dell'antico sangue ereditato. 

“ Mo'ke Ellos'de Pa'ya-te Kch-k'cha'ku M-di's'ke'i!! *** “
 

Le avevano detto che quando si era ad un passo dalla morte si riviveva la propria vita, gli errori e i momenti felici. Ora Nora poteva sfatare quel mito: non c'era niente nella sua mente, il vuoto totale quando capì che l'angara armato stava per spararle. L'avrebbe sicuramente uccisa, soldati come loro non sbagliavano mai la mira. Si chiese vaga dove l'avrebbe colpita... pregò di non sentire dolore. Avrebbe voluto pensare a sua cugina, morta per un sogno in cui aveva creduto fino alla fine. Avrebbe voluto pensare ai suoi genitori e al suo primo amore, sepolti tutti e tre nella loro amata Terra. E un pensiero lo avrebbe voluto anche per Viper, l'alieno testardo con cui stava imparando com'era vivere di nuovo con una figura costante a fianco.
Avrebbe voluto tante cose Nora, e per prima non accettare il lavoro su Havarl. Oppure non aver salutato Viper con la freddezza di un malinteso ancora da chiarire. E quando sentì lo sparo si aspettò soltanto la morte, non lo yautja stesso piombare nel laboratorio praticamente dal nulla disattivando la olo-parete e puntando dritto sull'angara che le aveva sparato, prendendosi al suo posto la pallottola. In un gesto automatico, Nora fece indietreggiare tutti coloro che erano ammassati sul pavimento e con cura mise al riparo la signora Kennedy. In una manciata di secondi fu il caos assoluto e lei stessa faticò a seguire ogni movimento di tutti i presenti: c'era Viper che aveva schiantato al suolo il Roekar più vicino, battendolo come uno straccio ovunque con pugni e testate, in modo quasi spasmodico e incontrollato. Selvaggio e irrazionale. Oltre lui, ma non lontano, era apparso un secondo yautja, nero come la pece e grosso il doppio di Viper, impegnato a lanciare fuori dalla barriera rotta gli altri due soldati ribelli con una manata ben assestata. Il gruppo di scienziati approfittò di quel momento per precipitarsi fuori dal Blocco e rifugiarsi nella selva circostante.
Poi vide il sangue. Sangue angara schizzare ovunque. Le nocche di Viper intrise di blu. Ne era sporco fino ai gomiti. E quella visione sembrò svegliare lei dalla paralisi di terrore in cui era caduta, ricordandosi che agli yautja non era permesso uccidere altri alieni al di fuori di animali pericolosi e Kett. La pena era esilio forzato dal Nexus con l'uso delle armi contro di loro. 

“ M-di****! Viper! “

Senza il bio-elmo lui non poteva capirla e a stento riuscì a mettere due parole in croce nella sua lingua, faticosamente appresa da Viper stesso. Ma senza una profonda conoscenza dello yautjano il suo tentativo risultò comunque incerto. Lo yautja però si rivelò sordo ad ogni negazione che lei gli rivolgeva e anzi, sembrò animare la cattiveria ancora di più, arrivando a usare gli artigli affilati per sfigurare l'angara che, stremato dalla brutalità dell'attacco e svantaggiato dalla stretta vicinanza, non ci provò neanche a difendersi. Incassava colpo su colpo in gemiti che andavano via via più flebili. 

“ Viper! Ki'cte!***** “

Provò ancora con parole differenti, quelle poche che ricordava. Ma fu solo quando decise di raggiungerlo, aggrappandosi ad una delle braccia con tutto il peso posseduto che ebbe finalmente una reazione. Si fermò. Entrambi con il fiato corto, si studiarono: Viper sembrò perdere almeno un po' della sanguinaria follia in cui era affogato e Nora cadde in ginocchio come una vestale in preghiera al suo Dio. 

“ Ti prego, Viper... basta. “

Strinse tra i seni il braccio dell'alieno e pianse in silenzio. Nel velo di lacrime vide a malapena una grossa figura nera farsi da parte fino a sparire del tutto. Era il secondo yautja? E se era lui perché era lì con Viper? Domande su domande le si affollarono nella testa, ma le accantonò tutte per un altro giorno.
Sospirò di sollievo però quando Viper decise di mollare la presa sul ribelle svenuto e dedicarle poi la completa attenzione: avvolgerla nel suo corpo come un mantello fu più che sufficiente a Nora nel capire che era tornato da lei. Niente più furia. Niente più Hish-qu-Ten. Soltanto Viper. 

“ No... rah. “

Il cuore di Nora perse e riprese battiti preziosi, più veloci di prima, sollevata nel sentire il familiare gorgoglio di fusa e ticchettii mandibolari del caro amico. Lo aveva sentito chiamarla per nome per la prima volta e tanto le bastò per affondare nel suo petto e piangere felice, espellendo con ogni lacrima paure e sollievo. Si lasciò accarezzare i capelli e il collo dai suoi artigli sporchi di sangue mentre le fusa la calmarono del tutto.

“ Norah. Norah. Norah. “

Viper continuava a ripetere il suo nome come un mantra, uno scoglio di certezza tra la nebbia sanguigna che si stava man mano diradando dalla sua testa e lei non riusciva a fare altro che annuire e chiudere le dita sulla sua rete termica per stringersi più in profondità, ritrovandosi piacevolmente schiacciata tra le braccia muscolose e l'ampio torace nudo. E restarono così, a specchiarsi negli occhi dell'altro, sorridendo e facendo fusa di apprezzamento. 
Entrambi persi l'uno nell'altra, non si accorsero nemmeno che il loro affetto era stato spettacolo per occhi differenti: quelli  rossi e increduli di Bastion e quelli umani e ostili del Pioniere Ryder appena arrivato sul posto.


NOTE D'AUTRICE

* letteralmente “ codarda “ o “ patetica “
** letteralmente “ Aspetta, cacciatore. Aspetta. “
*** letteralmente “ Non sei altro che un trofeo che deve ancora essere pulito!! “
**** letteralmente “ No “
***** letteralmente “ Basta “

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Amicizia, amore o teratofilia? ***


<< Utente_Anonimo101 ha aperto un post nel forum LoveLiveSpace. >>

Appartamento Nexus HB11. Anno 2185. Orario terrestre: 3:45

- Oggetto di discussione: amicizia amore o teratofilia? -

Ho cercato su Extranet la parola teratofilia. Sapete cosa mi dà? Ve lo copio e incollo qui...

Si definisce teratofilia (dal greco teratos, che significa mostro, e filia, che significa amore) una parafilia che porta all'attrazione sessuale per persone affette da deformità o esseri soprannaturali. Il termine può indicare anche la semplice passione per i mostri e le mitologie a essi legate. 

Bene, ora io sono soltanto una povera disgraziata [ ATTIVAZIONE CENSURA AUTOMATICA DELLA HUB ] che crede di avere un problema grande quanto il fottuto [ ATTIVAZIONE CENSURA AUTOMATICA DELLA HUB ] Nexus. Perdonatemi l'anonimato, ma voglio evitare almeno le risate in faccia quando uscirò di casa dopo che tutti sapranno questa storia. Ma come vi scrivo ciò che io stessa fatico a comprendere possibile? Okay, parto dallo specificare che sono una giovane femmina della razza umana. E ho conosciuto un alieno. Questo alieno, di cui NON VOGLIO ASSOLUTAMENTE nominare la razza, è strano, difficile e cosa ben più importante è un frustrante maschio adulto. All'inizio boh, non so neanch'io perché iniziai a frequentarlo, neanche mi piaceva come carattere! Figuriamoci poi l'aspetto fisico, lontano anni luce dai miei comfort kink... però poi iniziammo a vederci tutti i giorni. Sapevo che il pomeriggio lo avrei passato con lui e sapete una cosa? Non vedevo l'ora. Assurdo. Cioè, perché???? 
Non è dolce, non ha una parola gentile neanche se gliela tiri fuori dalla bocca con le pinze, è sempre in ritardo agli appuntamenti e spesso le nostre culture si scontrano facendoci litigare per stronzate [ ATTIVAZIONE CENSURA AUTOMATICA DELLA HUB ]! Ma è anche vero che passiamo ore e ooooreeee a parlare ( sì, utenti maliziosetti, soltanto parlare >_>” ) e io non ho mai conosciuto qualcuno sul serio come lui. Ora ne capisco i gesti, i versi... conosco il suo cibo preferito e so che il profumo del caffè lo detesta. So che da lui non riceverò mai una bugia, nemmeno quella più innocente, e mi protegge. Costantemente. E dai lunghi pomeriggi di chiacchiere si sono aggiunte le notti. Carezze, abbracci... ma non più di questo. Mi ha concesso di vedere ogni sua cicatrice e differenza fisica. E con il tempo la ruvidezza delle sue mani sulla mia pelle delicata ha assunto un tocco più gentile e paziente. Oddio, la sto tirando troppo per lunghe, perdonatemi, ma dovevo spiegarvi com'è tra noi o non avreste capito una fava. Comunque, il nocciolo della questione è questo. Ieri sera lui per la prima volta è riuscito a chiamarmi per nome. Non lo aveva mai fatto. E quando ho incontrato i suoi occhi qualcosa dentro di me è scattato. O saltato, ah ah ah! Come una molla davvero. Ho sentito il mio cuore accelerare di colpo e sì... ad eccitarmi. So che lui l'ha notato, ma non ha detto nulla al riguardo. Siamo rimasti abbracciati in silenzio finché io non gli sono crollata addosso addormentata come un bambino. Mai fatta una dormita così bene in tutta la mia vita, giuro. Però ora non faccio che ripensare a quel momento, rivivo l'attimo nella testa ed è tutto così ingarbugliato! Che cosa dovrei fare? Cosa dovrei dirgli? Ho paura di essermene boh, innamorata? Infatuata? Non lo so. Adesso non riesco nemmeno più a parlargli in modo tranquillo che il mio cuore continua a sobbalzare impazzito! AIUTO

- Commenti al post di discussione: amicizia amore o teratofilia? -

Afrari De Sha
I vostri apparati riproduttivi combaciano? 

Eliamey T'naara
Se siete connessi l'uno all'altra non c'è alcun male in ciò che provi.

Richardo Gulick
Tutto molto bello eeeeeh, ma se non avete ancora fatto nulla di concreto come fai a capì se t'attizza? Ma poi, chi è a matta umana che si metterebbe assieme ad un alieno? Non ti capisco ed è mejo così, di tanti bravi ragazzi UMANI tu vai a sbavà dietro ad uno che nemmeno sarà capace di soddisfatte adeguatamente!! 
Per curiosità, quante dita c'ha er fenomeno?? XD 



“ Cosa ti aspettavi Nora? “

“ Non lo so... “

Sdraiate sull'enorme letto matrimoniale e sorrette da una morbida pila di cuscini bianchi, Nora e Niarala condividevano lo schermo del portatile poggiato sulle gambe unite. Spalla a spalla, le due migliori amiche stavano passando insieme un pigiama party condito di problemi sentimentali, confidenze intime e troppe patatine snack. 

“ … sicuramente non l'ultimo commento. “

Nel rileggere il velato insulto di un tal Richardo a Nora venne quasi da piangere. Possibile che nessuno riusciva a capirla o ad aiutarla? Aveva chiesto solo un consiglio, invece era riuscita perfino ad aprire una polemica inutile. Non si fermò nemmeno a rispondere, con uno sguardo schifato e uno scatto secco dell'indice sulla tastiera, spense il portatile e lo posò sul comodino di fianco. Niarala le passò svelta l'ennesima bustina di patatine fritte che avevano razziato dalla dispensa di casa sua. 

“ So che l'ho già detto stamattina, ma lo ripeto: seppellisci sul nascere questi sentimenti per Viper, Nora. Ti farai soltanto male. “

La bionda si asciugò dal volto una lacrima di rabbia e i suoi ricordi si persero in un passato non troppo lontano. Prima di Viper aveva già avuto un innamoramento per un non-umano. Ma era stato tanto tempo fa... una relazione platonica con un salarian, un Agente della SSC della Cittadella. Era stato il suo primo amore, un colpo di fulmine. Si erano conosciuti durante una rapina all'agglomerato Zakera, un nome dettole in fretta e furia mentre spariva alla ricerca del ladro. Vorlan. Un amore sbocciato in fretta e finito con furia, spezzato dalla morte di lui per mano dei Razziatori durante l'attacco sul pianeta Terra.  
Vorlan. 
Altre lacrime le scesero sulle guance senza che riuscisse a fermarle. Le mani che stringevano il sacchetto di snack presero a tremarle incontrollate. 
Vorlan.
Il suono dei Razziatori coprì perfino il calore dell'abbraccio in cui Niarala la stava stringendo.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Attrazione umana e divergenze aliene ***



Al riparo da occhi indiscreti, assieme a Nora, Viper si era rifugiato sulla sua nave personale. Con solo la galassia ad illuminare i contorni della donna, nel caldo tepore dei motori accesi e trascinato la pelle di un Galorn sul pavimento metallico, si era avvinghiato a lei non appena messo piede dentro l'ampia cabina di pilotaggio. Dall'attacco dei Roekar erano passati alcuni giorni e da allora fu come se su di lui si fosse acceso un interruttore: non riusciva a non fare a meno di Nora. Sentiva il costante bisogno di averla a sé, di toccarla e sentirla. Bastion lo aveva definito una specie di imprinting amoroso, usando le parole degli umani. Un'attrazione inspiegabile verso il muschio che Nora inconsapevolmente emetteva soltanto in sua presenza. Non era forte da risvegliare in anticipo il corpo alieno oltre la stagione riproduttiva, ma era abbastanza da eccitarlo mentalmente. Non poteva unirsi a lei fisicamente, ma possedeva mani e lingua come qualunque altro essere umano...

“ Viper. “

L'aveva schiacciata contro la Cupola, intrappolandola tra le sue braccia e con i palmi aperti ben premuti sul finestrone circolare che decorava una delle pareti della cabina. Attraverso di essa intravedeva il riflesso dell'umana e non distolse mai lo sguardo da esso, bloccandola sia con il corpo che con gli occhi. E lei non fuggì. Sentiva la sua tensione attraverso i muscoli, ma non la vide mai accennare a muoversi lontano da lui. 

“ M-di H'dlak*. “

“ Non è quello... io... non ho mai... “

Le passò le mani sui seni, notando quanto fossero troppo piccoli per le sue dimensioni, e la sentì sospirare. Strinse appena la presa, faceva fatica ad ammettere perfino a se stesso che stava provando paura nel poterle fare del male in qualsiasi maniera. Non era ottuso, per quanto Nora fingesse sicurezza, lui era comunque costretto a ridimensionare la propria forza di molto. Se abbassava la guardia i morsi potevano diventare squarci e le semplici carezze spezzarle le ossa. Tra i due a tremare di più era lui. 

“ Fiducia, Norah. “

Quello che le stava chiedendo non era poco: completa fiducia in un alieno grande il doppio di lei e con una forza superiore a qualsiasi altra creatura esistente. Viper andava orgoglioso di ciò che era, della propria diversità anche nell'aspetto fisico. Ma non sarebbe stato quel dettaglio insignificante ad allontanarlo dall'umana. E Bastion e tutti gli altri del Clan potevano ciarlare quanto volevano al riguardo: che era malato o un depravato, che era sbagliato e che stava superando il limite consentito. La sua mente voleva Nora e il suo corpo la bramava come mai gli era successo con le femmine della sua razza. E quando sentì la sua umana cedere sotto il proprio peso in una dolce resa, lui non riuscì a reprimere un ringhio di vittoria mentre le allargava l'apertura della tuta termica sul davanti e affondava la lingua biforcuta tra i seni esposti.  
 

Nexus, QG dei Pionieri.

Tutti stavano discutendo animatamente tra di loro, parlandosi sopra come pescivendoli di strada: Tann, Kesh, Addison e perfino Kandros, il più pacato del gruppo. L'unico che taceva era Ryder, il Pioniere umano. Passava lo sguardo su ognuno di loro, ma non li vedeva realmente. Se ne stava in disparte, in piedi, tra le mani teneva il casco N7 del padre, che aveva fatto riparare e che aveva poi indossato sul resto dell'armatura senza più sostituirlo con altri. Passava i pollici sulla vernice sbeccata con gesti lenti, sentendone ogni minima sfaccettatura. E pensava. Non riusciva a non rivivere ciò che era accaduto su Havarl sotto i propri occhi. Un'umana era riuscita a calmare la furia di uno yautja. Ryder conosceva quegli alieni come una delle razze più sanguinarie della Galassia Andromeda, ma si era ben visto dall'averci qualcosa a che fare. Era lì con uno scopo: ripopolare e studiare. Non serviva l'ennesimo scontro mortale tra umani e alieni, la storia era ben costellata di pessimi esempi. Turian, Krogan, Razziatori, Cerberus... aveva avuto il poco piacere di conoscere gli yautja tramite il Capo Clan dei Red Star piantonati al porto spaziale, gli era bastato sapere che odiavano i Kett tanto quanto loro quindi non era stato difficile tenerseli “ buoni “, se così poteva dire. Com'era quel motto che sentiva spesso da Cora? “ Il nemico del mio nemico è mio amico. “, una sola frase per descrivere il tipo di relazione che il Nexus aveva intrecciato con quegli alieni. Fin'ora entrambe le fazioni avevano evitato di calpestarsi i piedi a vicenda, ma quanto poteva durare? E quando i Kett sarebbero stati sconfitti? A confronto con tale dubbio la piccola vittoria ottenuta sui ribelli Angara era di ben magra consolazione. 

“ Pioniere, qual è la sua opinione in tutto questo? Non crede anche lei che a lungo andare possa rivelarsi tutto troppo pericoloso? “

Tann come al solito cercava in tutti i modi di portarlo dalla sua parte, ma stavolta ammise, non senza una punta di rammarico, di pensarla allo stesso modo. Un'umana e uno yautja assieme era un ricettacolo instabile e pericoloso. Come potevano due razze tanto diverse poter anche solo restare nella stessa stanza senza ammazzarsi? Senza astio o sospetti l'uno verso l'altra? Non era fattibile dal suo punto di vista. E anche suo padre sarebbe stato d'accordo con lui, ne era sicuro.

“ Quello che non capisco, Tann, è come ha fatto una semplice operaia edile ad avvicinare un predatore. “

Gli sventolò in faccia il datapad che usava per lavorare, sull'oloschermo arancione era stato aperto il fascicolo di Nora. Il suo passato e il suo presente erano nelle proprie mani adesso, aperti e chiari come la luce del giorno. Una giovane donna, una lavoratrice che non aveva mai dato problemi se non un recente incidente sul posto di lavoro e neanche per colpa sua.

“ Ryder, abbiamo davanti a noi un esempio lampante di come è davvero possibile creare un legame tra specie diverse. E non siamo su Andromeda proprio per questo? Signori, vi dico soltanto che se voi continuate a vedere in loro minacce e sotterfugi allora l'intero Progetto possiamo buttarlo nel cesso. E chi si è sacrificato per esso sarà morto invano. “

Kesh parlò con durezza, ma sempre con quella sincerità che non dava modo di replicare in alcuna maniera. E come sempre aveva ragione. 

“ E cosa dovremmo fare? “

“ Lasciare che questo legame si sviluppi! “

“ E se esplode? Non metterò a rischio l'incolumità delle nostre colonie per due incoscienti con gli ormoni alle stelle. C'è troppo in gioco, Kesh. “

Per assurdo, a mettere tutti d'accordo sul da farsi fu Kandros che, seppur incerto, propose l'unica soluzione sensata a quel nodo da sciogliere. 

“ Posso incaricare uno dei miei per tenere d'occhio l'umana. Se le cose dovessero andare di male in peggio non esiterà ad intervenire. “

E non gli era di certo sfuggito il sottinteso all'ultima parola. Intervenire... praticamente gli stava comunicando che pur di tenere al sicuro la loro gente era capace di uccidere uno yautja. Erano pronti a correre il rischio?

“ Molto bene. Ma che sia fatto tutto con discrezione, non abbiamo bisogno di dare altro materiale a T'Vessa con cui giocare. “

Con quelle ultime parole decise di averne avuto abbastanza e, indossando il casco N7 sul capo, mise fine ad ogni possibile discussione al riguardo. 
 

Più di duecento anni lontano da casa. Yautja Prime. Anni usati per colonizzare pianeti, cacciare e dare vita ai futuri predatori. I Red Star erano partiti dal loro pianeta natale con nient'altro che una nave madre spoglia, con una manciata di razioni in scatola e pellicce per coperte, adesso possedevano trofei, nuove tecnologie e un bagaglio di conoscenze immenso. Ma un senso di nostalgia iniziava a farsi sentire, così come anche la vecchiaia. Elder strinse il pugno con tutta la sua forza, ma quando le dita squamate iniziarono a tremare, non riuscì a chiuderlo del tutto. Corrugò le spine sopraccigliari in un'espressione di disappunto, per la prima volta era preoccupato. Alcuni membri più giovani del Clan iniziavano ad essere irrequieti e non avevano torto: la loro nave era ferma per via un'alleanza che stava stretta a molti di loro, ma sapeva che era necessaria. L'intromissione dei Kett nella loro Caccia non poteva continuare in eterno, ma i Red Star erano pochi, almeno per quanto riguardava i cacciatori... cuccioli e femmine erano esclusi da tutto ciò che non li riguardava direttamente e mai un singolo maschio di quel Clan avrebbe fatto qualcosa per metterli in pericolo. Erano il loro futuro, e andavano protetti. A ogni costo. Quindi l'alleanza con il Nexus era accettata, almeno finché sarebbe rimasta proficua per loro. Elder era un capo di larghe vedute, ma il suo popolo veniva prima di ogni altra forma di vita esistente, e se anche solo un estraneo si sarebbe rivelato una minaccia allora non avrebbe esitato ad alzare le armi e a dichiarare guerra a tutta la Galassia.
Fino a quel momento però poteva dirsi compiaciuto dei risultati ottenuti. L'unico grattacapo imminente da risolvere aveva una natura alquanto bizzarra. 

“ Anziano. “

Ancora prima di sentire la sua voce, Elder aveva avvertito Bastion entrare nella Sala delle Mappe dalla pesantezza dei passi. Inconfondibili fra tutti gli altri. 

“ Eccoti. “

Dopo essersi scambiati i segni di rispetto reciproci, Elder aveva sempre meno voglia di perdere tempo e andare invece dritto alla fonte del problema. Sul tavolo ovale posto al centro della stanza, la mappa olografica del Nexus si aprì ai loro occhi e illuminò di azzurro luminescente i contorni dei due corpi imponenti. 

“ Bastion, cos'hai visto su Havarl? Dobbiamo preoccuparci del giovane Viper? “

“ Potrei dire che Viper sta' sviluppando un forte interesse per gli Andromediani, ma non è così. Ad interessarlo è soltanto un'umana in particolare e questo è più preoccupante. “

“ Immagino che sia la stessa ooman con cui ha perso il controllo. “

“ Esatto. “

“ Anziano, con tutto il rispetto, ma credo che un allontanamento da questo spazio porto gli sarà utile. Mandiamolo in uno dei nostri avamposti nella Galassia, lasciamo che si spenga da sé questa... malsana attrazione. “

Elder non riuscì a reprimere un borbottio di disappunto al riguardo. Aveva adottato il giovane blooded alla morte della madre, una creatura gloriosa e magnifica e che ricordava con estremo piacere, e l'aveva cresciuto come suo. Sangue del suo sangue. Aveva condiviso cibo ed esperienza con lui, gli aveva donato la conoscenza e un ottimo addestramento. Ora era ad un passo dal diventare un adulto fatto e finito, ma i continui problemi che accompagnavano il suo cammino erano via via sempre più estenuanti. Ciò che Bastion gli stava chiedendo di fare non era facile, praticamente un esilio forzato dalla nave principale della flotta... ma era davvero il passo giusto da compiere? 

“ Lasciami pensare. “

Aveva bisogno di tempo. Non poteva fare altro al momento. Pensare e meditare su ciò che era giusto fare. E non era mai facile.

“ Tienilo occupato. Anche a costo di affidargli gli incarichi più indegni al suo rango militare. Fai in modo che si allontani dalla ooman di sua spontanea volontà. Ma senza infrangere il Codice. “

“ Sarà fatto. “
 

Nora si rivestì in silenzio, accompagnata soltanto dal ronzio dei motori e il basso ringhio russante di Viper alle sue spalle. Si sistemò la stoffa morbida della tuta bianca sul corpo, facendola aderire su di sé come una seconda pelle, e quando chiuse la cerniera dell'apertura sul davanti ogni segno del passaggio dell'alieno sul suo corpo venne nascosto. Per la prima volta non aveva pensieri ingarbugliati nella testa, sentiva un vuoto che però non le dispiaceva. Una leggerezza che non aveva mai provato prima. E arrossì per l'ennesima volta nel ricordare ciò che aveva condiviso con Viper. 
 

Si fermò ad ammirare lo spettacolo mozzafiato che lo spazio le donava: pianeti, stazioni sospese, luci. E un manto nero come la notte. Il rapporto con lo yautja si era evoluto di un altro passo, ma non sapeva ancora dare un nome specifico. Una definizione a ciò che erano adesso. Cosa rappresentavano? Amici? Amanti? Erano entrambe le cose e al tempo stesso erano di più di quello. Provò ad immedesimarsi in altre persone, chiedendosi come avrebbe reagito Niarala ad esempio. Sarebbe andata fuori di testa al solo pensiero! Le fece male perfino pensarlo, ma decise di tenere per sé quella notte. Era un ricordo prezioso che apparteneva soltanto a lei. Con le dita affusolate accarezzò la minuscola fiala che aveva appesa al collo come collana. Le ghiandole luminescenti del Galorn rilucevano di un bagliore azzurrognolo quasi inquietante sul poliestere dei guanti bianchi che indossava. Il ricordo di un altro cambiamento. Adesso che ci pensava era ironico che avesse così tanti doni di Viper quando invece di Vorlan non possedeva nulla. Ed era stata la sua relazione più importante. E unica e diversa. Un piccolo timido sorriso si espanse sulle labbra rosee nel pensare che il suo vecchio amore non avrebbe mai osato toccarla come aveva fatto Viper quel giorno. E il cuore prese a battere impazzito, tamburellando pesante nel suo petto. 

“ Stai bene, dahdtoudi**? Il tuo cuore è veloce. “

Il traduttore vocale gracchiò nell'oscurità senza più spaventarla. Il fruscio delle pellicce che venivano scostate sul pavimento le fece immaginare ciò che già sapeva: un Viper in piedi dietro di lei e completamente nudo.

“ Io... stavo solo pensando. “

E lo trovò maledettamente difficile da fare con lui che affollava ogni suo pensiero. Peccato che il traduttore non riuscì ad interpretare il tono compiaciuto dell'alieno quando parlò di nuovo. 

“ Lo vedo bene. “

“ C-come? “

“ Il tuo sangue. Ruggisce nelle vene. Pensieri buoni? “

“ Ora non fare il maschio alpha! “

“ Parlo ciò che vedo, Norah. “

“ Già, ed è maledettamente seccante. “

“ Ti piace. “

“ Il suono della tua voce? Soltanto a te, yautjano. “

E continuarono così, a punzecchiarsi a vicenda in un gioco da bambini, tra risate umane e ticchettii alieni, mentre la piccola navicella li riportava al Nexus. A casa.



NOTE D'AUTRICE

* letteralmente “ Nessuna paura. “
** letteralmente “ piccola lama “. Viene usata dai maschi yautja come soprannome vezzeggiativo da dare alle proprie compagne o ai cuccioli del clan. 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Galeotta fu la capsula ***


[ ATTENZIONE: questo capitolo e alcuni dei prossimi conterranno scene di Mass Effect Andromeda reinterpretate e usate come prompt d'ispirazione per l'inizio della romance tra Viper e Nora. ]


Doveva parlarne con Viper, non trovava altre vie d'uscita, o sarebbe scoppiata. La notte precedente l'aveva passata a piangere sulla spalla di quella santa donna di Niarala e capiva di essere finalmente pronta ad aprirsi al futuro. Aveva pianto i propri morti e il peso che le gravava sulle spalle le era scivolato via come acqua corrente. E adesso voleva andare avanti. Doveva andare avanti o non ci sarebbe stato più alcun futuro per lei. Aveva avuto la fortuna di poter ricominciare da capo, seicento anni di tabula rasa sulla propria vita. Era giovane, aveva un lavoro e una stazione in cui aveva messo radici. Aveva coltivato poche amicizie, ma le più importanti per il suo cuore. La sua casa non era quella dei sogni, ma l'aveva. Un luogo sicuro in cui rifugiarsi, la sua piccola e calda tana personalizzata con fiori sempre freschi e qualche vecchio poster di film che si era portata dalla Terra. E ora un nuovo amore era sbocciato nel suo petto. O forse era soltanto una botta di teratofilia bella pesante che la rendeva costantemente eccitata come un vorcha al solo pensiero di Viper. E tutt'ora non capiva cosa le piacesse di lui sul piano fisico, riusciva soltanto a trovarci difetti e differenze. 

“ Aaargh, perché deve essere tutto così complicato?! “

Gettò il cacciavite nella cassetta degli attrezzi, ormai il suo lavoro era finito e poteva tranquillamente andare da Tann a dirgli che la capsula a gravità zero era di nuovo funzionante. Poi avrebbe aspettato i biotici per poterla reinstallare sulla Tempest, la nave del Pioniere Ryder. Era chiusa lì nei magazzini interrati del Nexus da diverse ore a riparare i danni che la caduta su Aya aveva procurato all'attrezzatura della Tempest. Represse a fatica uno sbadiglio di stanchezza mentre una voglia insaziabile di caffè le fece desiderare di poter concludere il lavoro il più in fretta possibile. Fece un'ultima scansione con SAM perché era una persona scrupolosa sul proprio lavoro e non lasciava mai nulla al caso o in sospeso. Un fascio di luce arancione uscì dall'ologramma del factotum, installato nel braccio destro, e illuminò il pannello aperto del quadro elettrico della capsula zero-G alla ricerca di ulteriori danni. Si concesse di provare un pizzico di orgoglio professionale nel constatare che tutto era di nuovo funzionante. Adesso doveva attivare soltanto la capsula per testare il livello giusto di assenza di gravità al suo interno. Prima di aprire il portello a chiusura stagna decise di non perdere altro tempo e portare a realtà il pensiero che stava facendo durante il lavoro.
 

Viper sibilava fuori tutto il proprio malcontento, non vedeva perché doveva essere punito in quel modo soltanto per poter frequentare una ooman. I piccoli occhi gialli si socchiusero con sospetto mentre scannerizzava, attraverso il computer del bio-elmo indossato, qualunque creatura vivente passasse davanti al settore portuale in cui era sistemata la Nave Madre del Clan. Postazione di guardia per il turno diurno...

“ Pauuuuk*!! “

Che razza di incarico era per un cacciatore del suo rango?? Guardia del porto, puah! Le quattro mandibole schiacciate dal metallo fremettero d'irrequietezza e si chiese se davvero si fosse meritato una punizione del genere. Più ci pensava e più Viper non capiva. Dall'attacco agli angara ribelli era passata una settimana, giorno più giorno meno, e da allora Bastion continuava a rifilargli incarichi talmente inutili che perfino i cuccioli del Clan potevano affrontarli senza problemi. Il resto della squadra quel giorno era a caccia di kett e lui era l'unico costretto sul Nexus. A terra. E senza un'occasione per procurarsi un trofeo degno del proprio status. Intanto la Grande Caccia Selvaggia si avvicinava, si era preparato da tutta una vita per diventare un degno partecipante e adesso tutto quanto stava vacillando. Se perdeva tempo in quel modo non poteva allenarsi e se non poteva allenarsi allora qualche altro yautja gli avrebbe strappato dalle mani una vittoria che era sua dalla nascita. 
Tutto per una ooman. La sua. 
Ad interrompere il flusso peccaminoso che stava prendendo il pensiero attuale fu il segnale che il Sat-Com gli stava inviando: l'interfaccia a schermo digitale del computer da polso trasmise un messaggio da parte di Nora, nella loro chat sempre attiva.
 
- Girl_Blonde101 scrive: Ehi, yautjano, hai da fare? Spero di no... vorrei parlarti, ma non qui. Possiamo vederci stasera a casa mia? O sulla tua nave se sei più comodo, non so. Vedi tu. Fammi sapere, okay? -

Viper inclinò la testa da un lato, esternando fisicamente la propria perplessità. Non era da Nora scrivere senza aggiungere disegni o facce nel messaggio. E quando succedeva voleva dire soltanto una cosa: preoccupazione. Rilesse più volte e si soffermò su una frase in particolare. Voleva parlargli. E non ebbe neanche bisogno di pensarci più di tanto perché loro due avevano soltanto un motivo per dover parlare in privato al di là della loro quotidianità. In effetti avevano un discorso in sospeso... l'incidente con gli angara ribelli non aveva dato loro modo di affrontare con la giusta calma lo spinoso argomento su cui giravano intorno da boh, un mese? E doveva anche spiegarle tutta la faccenda nell'essere un Hish-qu-Ten, almeno per metà del proprio sangue. 
Il confronto con l'umana era per quella sera stessa, doveva voleva lui. Si chiese se avrebbe dovuto avvisare Bastion o chiedere il permesso al Capo Clan, ma il pensiero fu messo a tacere quasi subito dalla convinzione che faccende così tanto intime personali non era disposto a sbandierarle a nessuno. E non era disposto neanche ad aspettare così tanto! L'impazienza con cui era cresciuto scalpitò dentro di lui e decise di non aspettare che la sera arrivi al Nexus per poter rivedere Nora.

- Kv'var-de_111 scrive: Parliamo adesso. -
 

Stava ancora galleggiando nella capsula zero-G al buio totale e super rilassata, aveva accertato la sua corretta funzionalità già da una mezz'ora buona e tutto il resto del tempo lo stava spendendo in una lunga pausa caffè a gravità zero, quando le arrivò il messaggio di Viper. Due semplici parole che la mandarono in tilt totale.

“ ADESSO?! “

Un movimento troppo veloce e il suo corpo prese a rotolare nell'aria fino a ritrovarsi a testa in giù, con i piedi poggiati sulla parete metallica del soffitto. E si ritrovò a fissare il nulla con la bocca spalancata, non si aspettava di certo quella risposta così decisa! Parliamo adesso. In che senso??? Doveva andare lei da lui? O magari l'avrebbe raggiunta lì? Sapeva che per Viper non era un problema trovarla tramite la mappatura di SAM, quindi non ci avrebbe messo molto a raggiungerla. Ma poi?? Così su due piedi non riusciva a pensare neanche ad una frase da dire in modo corretto, figuriamoci affrontare un intero discorso sulla loro relazione! Già scrivere e mandargli quella richiesta le era servito tutto il coraggio che possedeva, far passare l'intera giornata prima dell'appuntamento le avrebbe dato la forza necessaria per non balbettare impacciata. Come minimo! Basta così, si disse, doveva restare ferma nella sua decisione e così, sempre a testa in giù come un pipistrello, inviò veloce un altro messaggio.

- Girl_Blonde101 scrive: Fermo lì! Ci vediamo stasera, devo finire cmq il turno! -
- Girl_Blonde101 scrive: Viper!!!! -


Neanche li visualizzava. Ottimo... questo voleva dire soltanto che era in marcia verso di lei. Non le restava altro da fare che prendere un respiro profondo, calmare il cuore impazzito e uscire dalla capsula. Stava ancora mettendo in ordine i propri pensieri, mentre si staccava dal soffitto e galleggiava verso il pannello di controllo all'interno, quando una vibrazione risuonò per tutta la camera cilindrica. Si voltò di scatto verso l'entrata, l'unico pannello parete in vetro olografico che le permetteva di vedere al di fuori della capsula e non le serviva accendere le luci nel riconoscere il profilo alieno al di là del vetro come quello appartenente a Viper. 
 

Era senza elmo e con una mano poggiata sulla parete, sicuramente l'origine della vibrazione. Accidenti a lui e alla sua fretta! Nuotò nel nulla per raggiungerlo e guardarlo dritto in faccia con l'espressione più imbronciata che riusciva a fargli. Inutile parlare, le parole sarebbero rimbalzate per la capsula rendendo sordo chiunque fosse fuori. Lo vide ticchettare con le quattro mandibole e ispezionare l'entrata per cercare il pannello di controllo. Altra fatica sprecata, una volta dentro si riapriva soltanto dall'interno, come un'ottima panic room. Borbottando ancora su di lui, Nora gli indicò il polso con gli innesti per fargli capire di controllare la chat, così avrebbero comunicato meglio. Certo, avrebbe potuto aprirgli la porta e farlo entrare, ma al contrario di lui Nora non aveva alcuna fretta.
 
- Kv'var-de_111 scrive: Apri. -
- Girl_Blonde101 scrive: Ti avevo detto di aspettare! -
- Kv'var-de_111 scrive: Non ha senso. Ora sono qui. Ishraf iutch**. -

- Girl_Blonde101 scrive: Ti prenderei a sberle quando fai così! -

Lui di tutta risposta le rise in faccia, si mise a braccia conserte e gonfiò il pettorale come un uccello.

- Girl_Blonde101 scrive: Cretino... -
- Girl_Blonde101 scrive: Aspetta lì, ti apro il pannello. -


Non appena Viper fu dentro e la porta richiusa alle loro spalle, Nora tese le braccia verso l'amico in una muta richiesta di aiuto. Aiuto che Viper non osò far attendere e, afferrandola con entrambe le mani, la fece galleggiare su di lui. Rimasero entrambi in silenzio, rinchiusi in un abbraccio e interrotti soltanto dai calci che Viper dava alle pareti quando si avvicinavano troppo. Nora si lasciò cullare tra quegli enormi artigli, nemmeno la pelle squamata le dava fastidio. Chiuse gli occhi e lasciò un sospiro beato. Come poteva essere così sbagliato un sentimento che la faceva stare così bene? E adesso ne era più che certa, si era innamorata di Viper. Cotta a puntino, come diceva sempre Niarala. Cotta di un alieno. No, di un guerriero yautja. Si strinse al suo torace un po' di più, nascondendo il volto arrossato nell'incavo del collo. Non le interessavano i perché o i come, era successo e basta. E tanto le bastava. Ma a Viper? Lui cos'avrebbe detto di tutto quello? E cosa provava per lei? Conosceva gli yautja abbastanza da capire che l'intendere emozioni e sentimenti erano leggermente differenti, quindi si stava muovendo su un territorio incerto per lei. Una volta aveva chiesto a Viper se aveva mai amato qualcuno e lui di tutta risposta aveva chiesto cos'era quell'amore di cui gli stava parlando... 

“ Norah, ishraf iutch. “

Sembrava averle letto nella mente quando prese ad accarezzarle la testa per calmarla e ad allentare 
la presa sulla sua vita in modo da darle la possibilità di muoversi a piacimento. Lei tergiversò, sembrava essere tornata la timida ragazza che era stata nel suo periodo alla Cittadella. Si schiarì la gola, ma il nodo allo stomaco non si sciolse. Perché le era tanto difficile parlare?!

“ Ah-k-k-k-k hai me qui, cos'altro serve? “

“ Un po' di coraggio in più non guasterebbe. “

“ Ho io per entrambi. “

Rispose lui battendosi il pugno sul petto, sempre orgoglioso di ciò che era. Decisamente Viper si faceva meno problemi di lei e quel lato di carattere glielo invidiava tantissimo. Lui rendeva semplice qualunque cosa, o era bianco o era nero. Niente zone grigie. A volte le sembrava sbagliato come ragionamento, ma in quel caso avrebbe dato tutti i suoi crediti allo spazio per una overdose di sicurezza! Okay, al diavolo! Quando Nora si decise a parlare capì di aver bisogno di un po' di distanza, altrimenti avrebbe ripreso a balbettare come al solito, e così si diede una lieve spinta con le mani sul torace di Viper e galleggiò attorno a lui. Un sospiro di sollievo le uscì dalle labbra quando riuscì a spezzare il contatto visivo.

“ Ricordi Havarl? Il tuo inseguimento... “

“ Ur-r***. “

“ Ecco... quando hai fermato la mia corsa, l'hai fatto per uccidermi? “

“ Ur-r. “

Ma Viper non si limitò a quella semplice risposta, con calma e l'aiuto del traduttore vocale le disse sulla sua metà da Hish-qu-Ten, che cosa implicava per lui e il reale pericolo che lei aveva corso quella volta. Nora ascoltò ogni parola e stonatura del traduttore mal creato e capì di aver avuto ragione fin dall'inizio: aveva frainteso l'intera situazione. Chiuse gli occhi provando una grande vergogna per se stessa. Per tutta la situazione in cui si era cacciata, in verità. Si abbracciò il corpo, rinchiudendosi in una palla, per un po' di conforto e per nascondersi dallo sguardo dello yautja che sentiva costantemente su di sé. A fermare il suo lento galleggiare verso il vuoto della camera fu Viper stesso: sentì il suo piccolo fragile intero corpo coperto da quello di lui, sentì ogni singola scaglia di pelle attraversare la tuta e pungerle la carne. Il suo fiato di terra umida e sangue rappreso le scaldava il collo esposto, scostandole alcune ciocche di capelli scampate all'alta coda in cui li raccoglieva sempre. 

“ Il tuo h'dui'se mi ha fermato. “

La voce sussurrata di Viper venne coperta dal vocale stridulo del traduttore, ma a non capire fu comunque una sola parola. Una nuova che Viper non aveva mai usato. 

“ Duise? “

Alla sua evidente perplessità lo yautja ridacchiò divertito e ripetendole poi più lentamente la parola misteriosa. Il traduttore lo registrò come “ muschio “. 

“ Non eri spaventata da me. Il tuo odore emanato era sbagliato... e perfino adesso ne stai emettendo un po'. “

Come a sottolineare l'evidenza delle sue speculazioni, lo yautja strinse una mano su un seno di Nora, ascoltando il cuore pulsare rapido contro il palmo squamato. Thump. Thump. Thump. Thump. Un tamburo impazzito che Viper aveva ascoltato molte volte quand'erano assieme. All'inizio credeva fosse nervosismo, perfino paura nei primi mesi di conoscenza reciproca, ma poi scoprì che gli bastava sfiorarla nei punti giusti, o a volte semplicemente avvicinarsi troppo al suo volto, per poter avvertire quel piccolo muscolo battere più veloce del normale. Ci aveva messo un po' a capirlo e si vergognava ad ammettere che fu Bastion per primo a suggerirglielo con malcelato disgusto, ma adesso era innegabile sotto ogni punto di vista. Nora era eccitata dalla sua presenza. O comunque quando emetteva gesti o suoni particolari. Normalmente uno yautja avrebbe trattato questa situazione come un oltraggio e una sonora imprecazione, per poi cessare ogni tipo di contatto con la ooman per il resto dei suoi giorni. Normalmente. Ma a Viper era accaduto l'esatto opposto: ne voleva di più. Forse per via della costante vicinanza, o forse perché aveva imparato a conoscerla e ad apprezzarla. O forse era soltanto lo yautja più perverso del Clan! Non lo sapeva, ma l'unica cosa che il muschio eccitato di Nora risvegliava in lui era la curiosità e il volerne ancora. Quanto poteva spingersi con una umana nell'intimità? Sulla sua nave personale erano andati vicini dall'avere un rapporto completo e non gli era dispiaciuto affatto. Ma era stata una volta sola. E senza neanche che lui fosse nel suo periodo riproduttivo. E lo yautja stava ancora riflettendo sulla sfera intima del loro rapporto quando gli arrivò con voce flebile una timida domanda.

“ Sono così tanto sbagliata? “

Lui per tutta risposta sbuffò sonoramente e aprì le braccia per lasciarla andare.

“ Allora siamo in due, da'dtou-di. “

“ Non capisco. “

“ Prima lo trovavo strano: una ooman che si eccita nello stare con uno yautja. “

“ E adesso? “

“ Adesso voglio scoprire cosa possiamo diventare insieme. Io e te. Non ti allontano se tu non lo vuoi, Norah. Ma non sarà facile. “

La sentì tremare tutta nel corpo quando l'umana gli circondò il collo con le braccia e nascondeva poi il viso contro le placche metalliche dello spallaccio. Lui, per tranquillizzarla, iniziò a emettere le fusa gutturali che tanto le piacevano. 

“ Nulla con te è stato facile, yautjano. E conoscendoti non lo sarà mai neanche in futuro. Ma anch'io voglio stare con te. E non mi importa niente se apparteniamo a due razze differenti. Non so se i miei sentimenti per te siano d'amore o più superficiali, ma Andromeda fa meno paura da quando sei nella mia vita. Quindi sì, Viper.  La mia risposta per te è sì. Restiamo insieme. “



NOTE D'AUTRICE

* L'equivalente del “ fuck “ inglese usato come imprecazione
** Letteralmente “ Parlami “ o “ Parla a me “
*** Letteralmente “ sì “

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3998695