Esternazioni young adult in versi liberi

di Milly_Sunshine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Voli ***
Capitolo 2: *** Aspettami ***
Capitolo 3: *** Quando anche tu te ne andrai ***
Capitolo 4: *** Anima violentata ***
Capitolo 5: *** Corruzione ingannevole ***
Capitolo 6: *** La mia voce che urla ***
Capitolo 7: *** Hanno ucciso il mio sguardo lucente ***
Capitolo 8: *** Un anno dopo ***
Capitolo 9: *** Mi perdo nel silenzio ***
Capitolo 10: *** Se mi guardi ***
Capitolo 11: *** Dissolvenza ***
Capitolo 12: *** Qualcuno ha spento la luce ***
Capitolo 13: *** Aspettavamo nelle stanze di marmo ***
Capitolo 14: *** Tramonto dei sogni ***
Capitolo 15: *** Schiuma sui bicchieri ***
Capitolo 16: *** Il lampo che rende ciechi ***
Capitolo 17: *** Ultima aurora ***
Capitolo 18: *** Consumata l'unione ***
Capitolo 19: *** Garofano rosso ***
Capitolo 20: *** Calò la nebbia ***
Capitolo 21: *** Nient'altro che un miraggio ***
Capitolo 22: *** Reale incantesimo ***
Capitolo 23: *** Ode a un perduto eroe ***
Capitolo 24: *** Partenza ***
Capitolo 25: *** Rivedo bandiere ***
Capitolo 26: *** Rovine della civiltà ***
Capitolo 27: *** Spero saranno incubi ***
Capitolo 28: *** Ieri sorridevi con occhi da bambino ***
Capitolo 29: *** Mortale finzione ***
Capitolo 30: *** Notte senza fine * ***
Capitolo 31: *** Rassegnazione ***
Capitolo 32: *** Diluvio di sguardi ***
Capitolo 33: *** Unione * ***
Capitolo 34: *** E l'incubo finì ***
Capitolo 35: *** Si spense la tua voce ***
Capitolo 36: *** Come a scavare dentro di me ***
Capitolo 37: *** Eroi di cartapesta ***
Capitolo 38: *** Fantasmi ***
Capitolo 39: *** Spiriti erranti ***
Capitolo 40: *** Fiaba senza lieto fine ***
Capitolo 41: *** Quando invochi la morte di bambini innocenti ***
Capitolo 42: *** Per te ***
Capitolo 43: *** Mi ricongiungo a te ***
Capitolo 44: *** Mi manchi come il tempo ***
Capitolo 45: *** Ultima notte ***
Capitolo 46: *** Ultima illusione di maggio ***
Capitolo 47: *** Si può rivivere * ***
Capitolo 48: *** Nel corpo in cui vivi * ***
Capitolo 49: *** Quell'attimo ti ha ucciso * ***
Capitolo 50: *** Eternità in uno specchio ***
Capitolo 51: *** La mia maledizione ***
Capitolo 52: *** La notte ***
Capitolo 53: *** Crisalidi ***
Capitolo 54: *** Il tramonto arrivò troppo presto ***
Capitolo 55: *** Sogno a occhi aperti ***
Capitolo 56: *** Strato di cenere ***
Capitolo 57: *** Orme di fuggitivi ***
Capitolo 58: *** Statiche apparenze ***
Capitolo 59: *** Senza di te ***
Capitolo 60: *** Harakiri * ***
Capitolo 61: *** Fuochi d'artificio ***
Capitolo 62: *** Sopravvissuti * ***
Capitolo 63: *** Rubasti sogni ***
Capitolo 64: *** Notte eterna ***
Capitolo 65: *** Il tuo sguardo è una trappola * ***
Capitolo 66: *** Farfalle dalle ali recise ***
Capitolo 67: *** Luci del crepuscolo ***



Capitolo 1
*** Voli ***


Voli
tra la luce di un lampo
e il fruscio delle foglie.
Voli
verso nuovi orizzonti
lontani dal tempo.
Le ali spezzate
brillano
sotto il sole della verità.
Voli
per conservare il brivido
di chi con gli occhi lucidi
contempla senza limiti
il tuo sguardo che crolla.
Voli
e non conosci limiti
dispersi in un momento.
Voli
lontano e senza limiti
tra nubi di ricordi.



Maggio 2007 - sebbene questa poesia non rientri esattamente nelle tempistiche università/ stage, in quanto scritta prima della fine delle scuole superiori, ritengo opportuno pubblicarla in questa raccolta invece che in quella delle poesie adolescenziali.
"Voli" rappresenta una spaccatura in quanto è stata verosimilmente la mia prima poesia che non fosse ispirata da vicende personali mie oppure di conoscenti: l'ho scritta, a suo tempo, per inserirla all'interno di un racconto che stavo scrivendo ai tempi.
In questa raccolta ci saranno alcune poesie personali, mentre altre (specie quelle più dark) sono spesso state ispirate da vicende non personali, in alcune occasioni di fantasia (per racconti non ultimati, ad esempio).

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Capitolo 2
*** Aspettami ***


Aspettami dolcemente
quando vedrai i miei occhi di velluto
che trafiggono il tuo sguardo fragile
ormai perduto tra i limiti del tempo.
Sorreggimi lievemente
quando scivolerò dentro ai tuoi pensieri
e mi vedrai vicina e distante
come un ricordo di un dolce passato.
Respingimi dolcemente
quando mi vedrai penetrare ancora
nel profondo dei tuoi desideri
lacerati dall'impazienza.
Aspettami per respingermi
quando il tuo sguardo trafitto e fragile
si perderà dentro ai miei occhi.



(Novembre 2007)

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Capitolo 3
*** Quando anche tu te ne andrai ***


Non mi basta l'ultima parola
per rivivere un sogno bruciante
quando la notte finisce.
Non mi basta l'ultimo sguardo
per sapere che sono esistita
quando anche tu te ne vai.
Non mi basta l'ultimo ricordo
tenuto in vita da un raggio di sole
che dietro le nuvole scivolerà.
Non mi basta una parola bruciante,
non mi basta il tuo ultimo sguardo,
non ci sarà un ultimo ricordo
quando anche tu te ne andrai.



(Novembre 2007)

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Capitolo 4
*** Anima violentata ***


Credi che non sia normale
sgretolarsi
con il mondo che ti crolla addosso
e non sai
mentre cerchi di stare al tuo posto
che quell'uomo dentro di te
scava
cunicoli profondi di dolore.
Lui sta dentro di te
quando non te ne vai
perché non te ne puoi andare
anche se in fondo te ne vorresti andare.
Penetra in profondità
raggiungendo il tuo cuore fragile,
cancellandoti,
tu lo sai,
ti sta violentando l'anima
e non si fermerà.
Il mondo crolla verso di te
e lo vedi,
capisci che a volte è normale
sgretolarsi.



(Novembre 2007)

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Capitolo 5
*** Corruzione ingannevole ***


Vivere in un mondo di corruzione bruciante
è inchinarsi alle regole dell'incoerenza
che ci assalta nell'incubo del pregiudizio
invadendo un mondo di pubblicità ingannevole
che ci porta a mille incoscienti giudizi
e a distruggere tutto ciò in cui crediamo.
Ti hanno detto che sono un'altra,
un'altra uguale a quelle come me,
quelle che ti incantano e cercano vantaggi,
quelle che ti usano e ti buttano via,
ti hanno detto che sono una perla incoerente,
che ti voglio soltanto per bruciarti
e cancellarti dalla faccia della Terra.
Io sono questo tra la corruzione ingannevole,
intrappolata tra una rivista,
tra le pagine colme di illusioni.
Pubblicità che ti allontana dal mio mondo,
valori che si perdono nell'incubo di vita
tra i pregiudizi dispersi tra le favole
che ti raccontano per farti come loro.



(Novembre 2007)

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Capitolo 6
*** La mia voce che urla ***


Forse non senti la mia voce che urla
tra questi muri ormai sgretolati,
intrappolata da rovine distrutte
in un vortice di desolazione.
Non serve a nulla sgolarsi,
non puoi udire la mia voce
mentre urlo parole di odio
guardando i miei occhi in uno specchio.
Io urlo e tu non mi senti,
non puoi cogliere il mio dolore
e vedere che mi sfracello al suolo.
Tra le rovine i miei occhi lontani
quando vedo che non ti avvicini,
quando capisco che non mi senti.
Tra questi sogni ormai sgretolati
forse non senti più la mia voce.



(Novembre 2007)

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Capitolo 7
*** Hanno ucciso il mio sguardo lucente ***


Hanno ucciso il mio sguardo lucente
e infranto speranze e illusioni,
mi hanno chiesto di accettare compromessi
e di scivolare nel vicolo dell'incoscienza
dimenticando ogni cosa che ero.
Le gonfie palpebre di una ragazzina
si sono chiuse per contenere le lacrime
di una donna strappata alla vita
che avrebbe desiderato vivere.
I miei occhi stanchi e desolati
non volevano vedere ciò che è diverso
e si impuntavano nel vivo della luce
contro gli ostacoli della notte,
ostacoli che non erano del colore del sole.
Fragilità che ho dentro
quando mi sento sgretolare,
terremoto di un'anima fragile
che non sa più dove andare
quando non sa più restare in silenzio.
Hanno ucciso il mio sguardo tagliente
ma il mio sguardo li fisserà sempre
mentre cercano ciò che è uguale a loro
dimenticando un passato lontano
perché è sepolto, solo perché è lontano.
Le lacrime sgorgano dalle palpebre gonfie,
scivolano dagli occhi sempre più stanchi
di una ragazzina che forse sarà donna
senza essere la donna che voleva.
Sono fragile come una ragazzina
quando si accorge di essere una donna.

 

(Dicembre 2007)

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Capitolo 8
*** Un anno dopo ***


Forma bruciata della sostanza
del cambiamento,
dei raggi di sole
che schiariscono la città
quando la nebbia vola
oltre i ricordi disciolti
come la pioggia che non c'è.
È strano guardarsi un anno dopo
e vedersi di nuovo tremante
nel gelo di un pomeriggio di dicembre,
attraversata da immagini,
colpita da parole.
È strano accorgersi un anno dopo
di come oggi sia spuntato il sole.
Luce gelida, si vede fuori,
un anno dopo, senza colori.



(Dicembre 2007)

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Capitolo 9
*** Mi perdo nel silenzio ***


Mi perdo nel silenzio
dei tuoi occhi che mi hanno trafitta,
impassibili, insensibili
al dolore che si abbatte
su chi cerca di voltare pagina
e di andare al di là
delle cose che non ci sono,
che non ci sono più e che si sono rotte,
distrutte al suolo, cancellate.
Sento i tuoi occhi, nel silenzio,
il loro sguardo pesante mi fissa.
Vuoi trattenermi o lasciarmi cadere,
lasciarmi libera di decidere,
cancellare tutto ciò che ho dentro?
I tuoi occhi mi fissano, insensibili,
vuoi guardarmi dentro,
non ti rendi conto che sto per cadere
in un vortice di tempesta
perché mi perdo nel silenzio
e nel bagliore dei tuoi occhi gelidi.

 

(Gennaio 2008)

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Capitolo 10
*** Se mi guardi ***


Se mi guardi sono vuota,
mi vedi inutile
dal giorno in cui odio l’odore
del nulla riscaldato dal sole,
del nulla che c’è in noi
che sembriamo così vuoti
e così inutili.
Se mi guardi sono vuota,
vuota come i nostri pensieri
che ci sfuggono
e cadono nel vuoto.
Non chiedermi chi sono
Quando mi sento vuota.
Non chiedermi che fine ho fatto
perché mi sento vuota.



(Gennaio 2008)

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Capitolo 11
*** Dissolvenza ***


Sembrano solo gocce di rugiada
dimenticate dal tempo che è passato.
Sembrano solo pagine già scritte,
in mezzo a desideri di cartapesta
che nessuno vede.
Sembrano solo gli occhi di una donna
che si guarda intorno, cerca di capire
dove sono le speranze svanite nel buio.
Sembra solo dissolvenza di colori
quando la vita va avanti comunque
come se niente fosse cambiato mai.
Sembra una donna anonima e lontana,
forse qualcuno ha guardato una sua foto
con indifferenza
di fronte al suo sorriso svanito.
Sembra solo dissolvenza di pensieri
quando tutto tace e nessuno parla,
nessuno infrange il silenzio.
Sono solo gocce di rugiada
dimenticate dal tempo che è passato.



(Aprile 2008)

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Capitolo 12
*** Qualcuno ha spento la luce ***


La lampadina rischiara la stanza
di chi, in stato di shock, continua ad attendere
che la certezza crolli, che il dubbio si cancelli,
che i raggi di luce buia rispondano.
Qualcuno ha spento la luce,
è tornato sui suoi passi, a guardare
il grigio della strada che si spezza,
si infrange dietro le porte oscure
che proteggono dalla luce abbagliante.
Qualcuno è tornato indietro
a cercare ragioni nel nulla e nel grigio
della vita, dei sassi spezzati,
a cercarla di nuovo, la lampadina
che brillava nella stanza ormai vuota.
Qualcuno ha oltrepassato la riva,
è scivolato sulla strada grigia,
qualcun altro per spegnere la luce
ha sparso i pezzi di una lampadina.


(Maggio 2008)

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Capitolo 13
*** Aspettavamo nelle stanze di marmo ***


Credo che fosse due anni fa
ma mi sembra fosse l'anno scorso,
c'era troppo profumo di festa nell'aria,
spontaneo pensare che fosse l'anno scorso.

Eravamo solo pezzi di statue
con l'anima persa dentro le mura
delle stanze di marmo bollente
in cui aspettavamo di urlare.

Credo che fosse due anni fa
e poi mi dico che non è possibile,
quella sera, pieni di gioia,
abbiamo imparato a credere alle favole.

Eravamo già andati in frantumi
fino all'urlo della rivalsa,
sospesi nel tempo e nell'assenza di tempo
non potevamo stare a guardare.

Abbiamo visto persone felici
e altre che certo non sorridevano:
gli occhi chiusi e lo sguardo vuoto,
sono certa che non mentivano.

Erano giorni pieni di calore,
non c'era pioggia, non c'era vento,
c'erano pezzi di statue frantumate,
pezzi di statue rotte dal tempo.



Estate 2008: quando la gioia e il dolore, derivanti da ragioni completamente non correlate le une alle altre, si ritrovano a convivere, e a ripensarci a distanza di tempo sembra impossibile che appartengano allo stesso momento.

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Capitolo 14
*** Tramonto dei sogni ***


Il sole tramonta con riflessi sull'acqua,
il sole tramonta per chi sa bene
che la forza materiale è nel giorno,
che si può ottenere tutto, ma di giorno,
quando scende la sera nulla si può fare,
quando il cielo è buio nulla è possibile,
solo rassegnazione, solo conclusioni
che sarebbe inutile non trarre.
La strada è bagnata, i pensieri bagnati
da rugiada fredda, e ancora niente gelo,
ma arriverà, sì, presto ci sarà,
non ci sarà più nulla questa sera,
ci sarà solo il sole che tramonta,
un cielo buio, o forse solo tinto di grigio,
pieno di speranze che non ci sono più,
sognando sogni che diventano realtà,
vedendo sogni rimasti solo sogni.



(Novembre 2008)

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Capitolo 15
*** Schiuma sui bicchieri ***


Bicchieri riflessati di schiuma
Sembrano brillare
In mezzo a qualcosa che non brilla.

E tu sei lontano
Come vento che si frantuma,
Pezzi che sfuggono
Per rifugiarsi altrove.

Oggi qui c'è qualcosa che non c'era,
Schiuma piena di colori
Che riflette una vita intera:
Rosso come il sangue,
Giallo come le lampade,
Verde come i prati,
Blu come il cielo,
Viola come i fiori così deboli
Rinati da poco
In un giardino dimenticato.

Rinati come il bel tempo,
Rinati come in primavera,
Il sangue riprende a scorrere
Lungo i binari della lontananza
Come l'acqua che scorre sui bicchieri.



(Luglio 2009)

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Capitolo 16
*** Il lampo che rende ciechi ***


È un lampo: attraversa il cielo
la sua irrefrenabile furia
nella distrutta estate
smarrita tra anni di sospiri.
Sapore del temporale
sulle labbra roventi,
tra la rabbia e la disperazione
degli stanchi oppositori
rimasti senza forze.
È una saetta: brucia tutto
intorno al centro smarrito
di un raggio di luce
che rischiara l'aurora cupa
di una giornata da dimenticare.
Sorge il sole, ma non si vede:
un lampo rende ciechi,
un lampo sgretola tutto
nell'estate della distruzione.
È una tempesta di inquietudine:
il mondo scorre, in fin del conti,
lungo il tragitto fatato
di un incanto che non si vede.



(Agosto 2009)

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Capitolo 17
*** Ultima aurora ***


Pioggia e neve di infiniti giorni,
sguardi immobili e trafitti
da lame scheggiate di mille spade:
oggi ricordo il profondo del tempo
lontano e svanito,
distante e quasi infinito.
È vana l'attesa dell'ultima aurora
con gli occhi che s'interrogano,
nel buio della notte
il niente
è la sostanza ferma del vuoto.
È invisibile il limite
oltre il quale attende la notte,
è infinito il tramonto,
nel silenzio,
tra le gocce che cadono.
Per le strade piene di cocci spenti
tra la luce invisibile
dei raggi di sole
si nasconde l'aurora fatale,
l'informe incanto:
sguardi immobili e trafitti
raccolgono invano
nebbia e grandine di infiniti giorni.



(Gennaio 2010, testo successivamente rivisitato nel 2011)

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Capitolo 18
*** Consumata l'unione ***


Consumata l'unione che il silenzio t'impose
sorridesti al suono di una voce
chiudendo in valigia il mutismo infantile,
inchinandoti sotto il peso di una canzone
cancellasti antiche strofe di ribellione
spente in un muto sussurro
che si infranse con un folle rumore.

Oggi dove sarai, con le tue candide note?
In una spenta città, in una triste casa
dove la radio non parla, non canta, non urla,
addosso lo sguardo di chi ti vive accanto,
c'è una melodia a cui non puoi sfuggire,
riesco a capire il muto dolore
che col tempo hai smesso di provare,
ferma oltre i violini fatti di nebbia,
lontana da ogni soave distrazione.

Consumata l'unione che il silenzio t'impose
versasti lacrime al suono di campane,
lontano da te il cieco mormorio
in mezzo al frastuono dei tamburi,
distruggesti di scatto il continuo bisbigliare
lasciandoti trasportare da una melodia
che oltre ogni cosa batteva le ali.



(2010)

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Capitolo 19
*** Garofano rosso ***


Limpido cielo stagliato su di me,
innaturali paesaggi d'ombra
e io sorrido nel mio abito azzurro.
Non ho più niente da temere adesso
mentre ammiro un garofano rosso,
regalando un indimenticabile fascino
al ricordo di questo attimo.
Qel giorno è lontano, ormai,
non c'è più la gloriosa innocenza,
non c'è più l'indelebile infanzia.
Lentamente te ne vai anche tu
lanciando un'ultima indelebile occhiata.



(Marzo 2010)

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Capitolo 20
*** Calò la nebbia ***


Calò la nebbia sui tuoi occhi stanchi
il giorno in cui vedesti troppe cose,
si spiegarono le tue ali dorate
e a quel punto t'innalzasti in volo,
tra le nubi si confuse la tua immagine
e riapparisti tanti anni dopo.

Il tuo ricordo bussò alla mia porta
e io guardai oltre al tuo futuro
seppellito tra mille fiori di campo,
ascoltai mille note ripetersi
nella febbrile atmosfera incantata.

I tuoi passi si allontanarono
e tu sparisti tra le gocce di pioggia
che si posarono con fare dolce
tra le colline, intorno al fiume.

Riapparisti alla fine di tutto,
ancora qualcuno guardò la tua ombra
rigettarsi oltre un triste cammino.

Calò la nebbia sui tuoi occhi stanchi
e ti perdesti nella penombra.



(2010)

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Capitolo 21
*** Nient'altro che un miraggio ***


Vivevo nient'altro che un miraggio,
un'ora, un giorno, stravolta dall'abbaglio,
ferivo chi non si capacitava
di questa e di ogni altra fine.
Sognavo nient'altro che un miraggio,
nell'ombra di uno sbaglio,
guardavo chi non mi comprendeva
oltre tutte le distanze.
Uccido nient'altro che un miraggio,
nel buio si apre uno spiraglio
di luce che confonde lo sguardo
di chi non si capacitava
dell'ombra della fine
e avvolta dall'abbaglio
rivivo nient'altro che un miraggio.



(Aprile 2010)

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Capitolo 22
*** Reale incantesimo ***


Il calmo fragore di una roccia che crolla
come danzando su un colle di nebbia,
solamente l'inizio, solamente un dettaglio
quando termina il reale incantesimo
si dissolve l'indistruttibile nuvola
dei cocci intatti di ciò che non c'è.
Risuonano roche voci dell'oltretomba
sulla cima su cui brilla l'oscura neve,
illuminata da un tenebroso chiarore
mentre scorre un impetuoso fiume
lungo piene valli fatte d'irrealtà.
La tua mossa stabile m'intrappola
racchiudendomi nel vivo fascino
che emerge da te, diabolico angelo.


(Maggio 2010)

 

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Capitolo 23
*** Ode a un perduto eroe ***


È forse questa la fine?, quesito arcano.
Esplode la tua voce in irresoluto silenzio
frantumando il crepuscolo incantatore
che affiorò quando si dissolse
la recondita intenzione di vittoria
che il tuo cuore finì per invocare.
A te che eri un duellante impavido
s'indirizzò l'ombra della malasorte
per renderti cieco, distante, disanimato,
sconfinando per umiliarti, perduto eroe
di questo popolo di millantatori.

Si tramutò in un'anima, la sorte,
rincorrendo, inseguendo la lucida beltà
di un vincitore votato alla sconfitta.
Riaffiorasti tra punti fermi in declino
e il tuo scoramento la sentisti invocare
mentre pregavi, mentre combattevi,
la vedesti mentre tendeva l'arco
e il suo incandescente dardo ti trafisse.

La sorte avversa ti invitò a rialzarti
e a inseguire il sibillino passo
oltre il quale gli aridi cipressi
attendevano che un docile scalpello
il tuo nome all'altrui memoria
consegnasse sul cristallino marmo.
Ma si fa ora marmoreo il tuo sguardo
rimirando la sorte mentre crolla...

A te che sei un duellante impavido
s'inchina l'anima della malasorte
e le tue ferite gocciolando sangue
marchiano a fuoco la sterrata via.
È feroce il lampo del tuo sguardo,
sconfinando per umiliarla, oltre i cocci
di te stesso, che mai hai raccolto,
di nuovo combatti, ritrovato eroe
contro questo popolo di millantatori,
tu, uno sconfitto votato alla vittoria.



(Luglio 2010)

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Capitolo 24
*** Partenza ***


Colgo ancora l'indugiare
dinanzi al portale e ai pinnacoli
che sovrastano l'ardente dimora
in cui udisti le accorate voci
che divampavano
di viva incandescenza
e risuonavano d'inconsistenza
a te rivolta al calar del sole
quando l'aria viva e scarlatta
s'abbatté sulla tua chioma.
Colgo ancora l'indugiare
calpestando i rovinati sterpi,
posseduto dal furore dei giorni
in cui innalzasti un drappo
che il tuo trionfo cieco
inesorabile andava a marchiare.
Guardi le guglie di questa rocca,
un dubbio incuneato nella mente,
è davvero sceglier la partenza
a render palese il vero coraggio?



(Luglio 2010)

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Capitolo 25
*** Rivedo bandiere ***


Rivedo bandiere appese ai balconi
nell'aria bollente, domenica sera,
fuggirono immagini, miti e doni
lasciati in cambio di questa era
che sparì lasciando il proprio ruolo
a fate crudeli con pesanti ali nere
che in un istante s'alzarono in volo
scattando come avvenenti pantere
rivolte all'ombra di mille cipressi:
rivedo scorrere indelebili storie,
rivedo lutti, malattie e decessi
accanto a fugaci e irreali vittorie.
Che ore sono? Per caso le nove?
rivedo speranze di gloria irreale,
dal cielo di luglio ora non piove,
per quale motivo mi sento male?
Loro si apprestano a festeggiare
facendo rumore e schiamazzando,
ignorando calore, umidità, zanzare
e qualcuno che se ne sta andando...
Rivedo bandiere appese ai balconi
e sento di nuovo impavidi suoni,
dal cielo di luglio ora non piove,
ma sono le dieci, non più le nove.



(Estate 2010)

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Capitolo 26
*** Rovine della civiltà ***


Fin qui m'indusse la società
ad ammirarne una civiltà
così esternata tra le rovine
d'una terra troppo cieca;
prosciugò essa il mio sguardo
e in semplici e incantati versi
tramutò le mie lacrime
dopo già avere costretto al buio
di una pagina cupa e oscura
ciò che fu il mio sorriso.
Incantatori e adulatori
videro ombre allontanarsi
e i miei occhi non illuminarsi
nell'udire parole e discorsi
che solo fingevano una realtà
in cui l'incanto ancora sovrasta
sporche rovine della civiltà.



(Agosto 2010)

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Capitolo 27
*** Spero saranno incubi ***


Spero saranno incubi
Ad oscurare la tua notte
Perché non vi è giustizia
Se tu dormi sereno
Dopo che la mia anima
Tra le tue mani
Fu fatta a pezzi
Come un frammento
Di lurida inutilità.

Spero saranno incubi
A distruggere la tua notte
E ad invocare
Che la verità riaffiori
Nonostante l'ingegno
Con cui la nascondesti.

Spero saranno incubi
Ad allietare la mia notte,
Raccappriccianti vite
Vissute ad occhi chiusi
Prima che mi massacri
La veritiera veglia.

 

(Estate 2010)

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Capitolo 28
*** Ieri sorridevi con occhi da bambino ***


Ieri sorridevi con occhi da bambino
e innata dolcezza irradiava il tuo volto,
oggi sorridi, ma su carta trattata
adornata da un nastro nero.
Altrove è tutto com'era ieri,
non saranno certo corone di fiori
a cancellare questo materialismo
che avevi intorno quando vivevi
e che ancora cullava il tuo corpo
mentre esalavi l'ultimo respiro.
Ieri sorridevi con occhi innocenti
in mezzo al cinismo e al materialismo,
oggi sorridi su carta stampata
sotto sguardi rapiti che pensano a te
che morendo potevi cambiare qualcosa,
ma ti ha travolto la cupa realtà.
Oggi sorridi con occhi da bambino
nell'eterna pace di chi se n'è andato,
ma altrove è tutto com'era ieri
e la propaganda di questa società
sfrutta l'immagine degli occhi innocenti
che forse intuivano la verità.



(Settembre 2010)

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Capitolo 29
*** Mortale finzione ***


Fiamme
lambivano i muri,
il cielo, la strada,
corpi
cadevano al suolo,
attraversavano l'aria.
Voci
attraversavano il tempo,
gli schermi, le menti,
parole
si disintegravano
nel nulla fatale.
Vite
si spegnevano lente,
senza combattere,
mortale
fu questa finzione,
finirono
molteplici vite,
perdute
così tante speranze
quando il tramonto
calò sulla città.
Silenzio
scompose rituali
morti, abbandonati.
La fine
giunse a rischiarare
la perdita d'ideali.
Certezza:
è la stessa storia
udita fin troppe folte,
fingiamo
che questo cupo ordine
sia puro e divino.
Morte,
riflesso del domani
perché cadranno
edifici e bombe,
stelle scintillanti
che preannunciano
la fine di un mondo
che distruggeremo.
Verità
che ignoreremo,
scompose le nostre vite
offrendosi
tra le rovine
su un piatto d'argento.
Tramonto
sulle città perdute
che mai vedemmo
in fiamme e spezzate,
morte
che generò morte
in più d'un luogo.
Colpite
alle spalle nel silenzio
finirono innocenti
migliaia di vite,
giunse istantanea
la cieca vendetta
che si scagliò
ancora su innocenti
colpiti
di nuovo alle spalle.
Si perse
la comune ragione,
si persero
milioni di persone
ad ascoltare
banalità,
il potere
poteva ingannarci,
tramite giornali
veniva a parlarci
di ideali
mai esistiti
in mille contesti
improvvisati.
Giunse in volo
la verità,
arrivò, venne nascosta,
una fittizia spiegazione
giustificò
un'altra inutile guerra.
Fiamme
lambivano i muri
che cadevano
come molte vite,
ma nulla è cambiato,
nulla cambierà,
cadono ancora
molteplici vite
come cadevano
già tanti anni fa.

 

(Autunno 2010)

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Capitolo 30
*** Notte senza fine * ***


Questa è la notte senza fine,
precede l'alba del cambiamento,
in tutti i sensi, tutte le forme
racchiudono sogni proibiti di libertà
dai soliti schemi prestabiliti:
è proprio questo che non cambierà
al brillare del sole
sui desideri infranti
che si sciolgono tra le lacrime.
Non vedrò euforia, bambino
che sorrideva, a me rivolto,
senza davvero rivolgersi a me,
non sorridi più e io piango
ripensando al passato sepolto
in cui ti tradì chi ti stava accanto
distruggendo le speranze perdute.
Lo sapevi, bambino,
che sarebbe finita così,
lo sapevi, ma mi hai guardata
e hai capito che avevi bisogno
di qualcuno che versasse lacrime
quando non potevi versarle tu.



26 settembre 2010
La figura indicata come "bambino" è una sorta di musa ispiratrice, questa è la prima poesia in cui viene citato. Tornerà in seguito in altri testi (indicati con * nel titolo della poesia).

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Capitolo 31
*** Rassegnazione ***


Tramontate battaglie riaffiorano
E il disprezzo mi esce dal profondo
Per l’arte oratoria di taluni,
Sul male interiore non s’interrogano
Nel loro gioco sporco di essere vittime
Di un sistema che non cambierà
Perché era così anche ieri, anche nel secolo
Che ci appare così intenso e lucente.
Causa portante è la rassegnazione
Per il non cambiamento di una società
Che da secoli permane indiscussa
A trionfare con la sua sporcizia,
È un’utopia che non fosse già tale
Appena venne alla luce l’umanità;
Rimangono immobili tramontati veleni
Oltre il declino di ciò che mai visse.
Il male interiore mi trascina
Come trascinava malate anime,
Tramontate battaglie riaffiorano
E io non posso più soffocarle.



(Ottobre 2010)

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Capitolo 32
*** Diluvio di sguardi ***


Pomeriggio aparico e inerte
Che si abbatte nella penombra:
È questo che ho intorno
Mentre io, apatica e inerte,
Osservo immagini irreali:
È il solito diluvio di sguardi
In un'epoca che non esiste,
È il solito riflesso della pioggia
In una nuvola che si dissolve.



(1 novembre 2010)

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Capitolo 33
*** Unione * ***


Oggi mi sento triste, bambino,
E la tua immagine aleggia nell'aria.
È strano a dirsi:
Era altro il significato
Che questa giornata poteva assumere.
Oggi ripenso a te, bambino,
Che avresti potuto essere celebrato
E non lo sei stato, in questa giornata.
Perché la vita ti scorre ancora dentro
E tu, bambino dolce, mi fissi:
Oggi mi sento intrappolata
E fiumi di parole
Non saranno in grado di liberarmi.
Non me ne sono mai andata,
Ma la tua ombra, bambino
È sul punto di soffocarmi.



(2 novembre 2010)

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Capitolo 34
*** E l'incubo finì ***


E l'incubo finì
in quell'ora senza fine,
un sorriso restò lì
tra bambole assassine
che con i loro passi
vennero incontro a me
coi cuori pesanti come massi
e io mi chiedevo perché
il cielo si spezzasse
tra le luci che si spegnevano
e perché non se ne andasse
il sogno che infrangevano.

Poi terminò così
la notte, e se ne andò,
quell'incubo finì
e un altro ne iniziò.



(Novembre 2010)

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Capitolo 35
*** Si spense la tua voce ***


Si spense la tua voce,
Si perse la tua luce,
Mai più ritornerai
E l'ultimo segnale
Non lo rivedrò mai.
Perdesti le speranze
Di allietarmi ancora,
Ma non perdesti troppo
Perché nel rallegrarmi
Trovasti un vivo intoppo.
Sfuggivo al tuo controllo,
Sfuggivo ai desideri
Da teledipendente
Davanti a sogni fragili
Già pronti a sgretolarsi.
Fuggisti e calò il buio,
La tua voce spezzata
Lanciò un ultimo addio.


(30 Novembre 2010)

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Capitolo 36
*** Come a scavare dentro di me ***


E mi fissò, con occhi immobili,
come a scavare dentro di me,
mi elettrizzò, bruciando ad ogni passo
ciò che il mio cuore non esternava,
si avvicinava e me ne accorgevo
mentre leggeva nella mia anima,
ora capivo, poteva comprendere
che non sono così piccola e fragile,
pronta a piegarmi ai desideri
di chi sorride, a me rivolto.

Ed ammirava la nuova immagine
che mio malgrado stavo esternando,
e io, realista soltanto a metà
gli offrivo la sognatrice così celata
dietro un'apparenza non troppo solida
ma dipinta in numerosi ritratti
dai tratti rigidi di così tanti pennelli
che mai avevano saputo conoscere
l'anima intrappolata dentro al mio corpo.

E mi fissò, con occhi immobili
la ragazza al di là dello specchio
pronta a tracciare il mio più vero ritratto.


(Novembre[?] 2010)

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Capitolo 37
*** Eroi di cartapesta ***



DISCLAIMER: questo testo e quelli immediatamente successivi non sono da intendersi come poesie di natura personale. L'inverno 2010/2011 è stato il periodo in cui ho iniziato seriamente a scrivere poesie che non parlassero di me, cosa che in precedenza facevo o occasionalmente oppure per inserirle all'interno di qualche racconto. Mi piace pensare a Eroi di Cartapesta e testi immediatamente successivi come esperimenti letterari.



Lo sguardo malinconico uccide
il profondo dell'anima
cercando vie d'uscita
che non appaiono evidenti

e oltre il successo nulla.

Perché non era un angelo
che rischiarava cupe notti,
perché era infallibile
soltanto in apparenza
e quella dolce voce
che risvegliava vite perdute
la portò via
un destino cupo
nascosto oltre l'orizzonte.

Lo sguardo sfuggente distrugge
ombre ormai smarrite,
il dolore interiore riaffiora
ed è sfuggito ormai
l'eroe di cartapesta
finito come l'ombra,
scomparso come il sole,

il tramonto e la notte
e poi la fine.

Perché non erano angeli
ma eroi di cartapesta,
chi morto nel silenzio
e chi con gli occhi addosso.

Vite perdute riemersero
ad ammirare il mondo
e ancora all'orizzonte
risaliva una cupa melodia

e oltre il ricordo nulla.

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Capitolo 38
*** Fantasmi ***


Tu non dovresti essere qui
ad assalirmi col tuo ricordo,
avrei dovuto liberarmi di te
omaggiando la tua memoria
ma nel buio della mia mente
non rammento cos'è accaduto.
Io non dovrei essere qui
a fissarti; tu, ombra di ieri,
mi stai guardando, avanzi
verso di me, posso vederti
con una chiarezza che uccide,
mi manca il respiro, ora,
sento che sto per morire.

Tu non dovresti essere qui,
finalmente me ne accorgo,
mi manca il respiro adesso
mentre il resto del mondo
pensa a noi come ombre cieche
che si staccano dalla terra.
Mi manca l'aria, adesso,
ma non posso più morire.


Gennaio(?) 2011

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Capitolo 39
*** Spiriti erranti ***


Sono in tanti a parlare di te
che non passi per queste strade,
osservano il nulla i nemici di un tempo,
oltre i solchi di questa via
l'oscurità travolge la luna argentata
che rischiara il cupo blu del cielo.
Tu non hai mai visto quell'argento
che ora vedono i nemici di un tempo
cercando nel buio, traspiriti erranti
lontane tracce di verità.
Qualcuno ti scorge negli occhi di altri
e tu sorridi, nella tua cieca isola
da cui vedi solo ciò che desideri
e ora ammiri quell'argento
che si nasconde dietro le nubi.


Febbraio 2011

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Capitolo 40
*** Fiaba senza lieto fine ***


All'improvviso si apre la porta,
colgo la tua voce, "è morta",
svanita nel vento, nella notte
quando un sogno diviene reale
e il fato nasconde tutto il male.
Un sussurro: "chi?" - Il cielo si discosta
mentre pronunci la tua risposta...

Sente tutto, la piccola creatura:
lo sa, sua madre ha ancora paura
mentre questa romantica città
si abbatte su di lei, che sospira,
al di là di una lastra, ferma, ammira
riflessi che svaniscono - un istante
prima che crolli il mondo sottostante.

Unica certezza: il vento è fuori
in questa notte piena di colori,
immobili, come amanti nel silenzio
entrambi sembrano essere in attesa
mentre una creatura che non s'è arresa
a reagire ben presto ora li induce
e insiste - "voglio vedere la luce."

La notte scivola come un diamante
che dalla realtà si sente distante,
svanito nel vento, nella nebbia
che si abbatte con calore mortale
in attesa di un impatto fatale.
È una fiaba, dicono voci cristalline,
ma è sottinteso, non c'è lieto fine.

Certo suscita un certo clamore
scrivere di una principessa che muore
in uno strano esperimento letterario.
"Eppure è certo che qualcuno lo farà",
attendono sadiche ombre nell'oscurità
di abbattersi di un sorriso artificiale...
E il fato nasconde tutto il male.

Nella notte, svanita nel vento,
le mani sul ventre, con tormento,
teneva, sospirando accanto a lui.
La piccola creatura adesso lo sa,
la luce di certo mai la vedrà...
E il giorno dopo, mentre apri la porta,
colgo la tua voce, "è morta."


Febbraio 2011

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Capitolo 41
*** Quando invochi la morte di bambini innocenti ***


Dovrei essere come sei,
dovrei credere in ciò che credi...
Sì, ho smesso di sconvolgermi
quando invochi la morte
di bambini innocenti.
Eppure non ci riesco:
riescono ancora a ferirmi
le parole che continuo a sentire
e da qualche altra parte
sono certo io che devo morire.
Dovrei essere come sei
e sentire la mia anima svuotarsi...
Sarebbe più facile, non credi?
Convivono diversi mondi, sulla Terra,
e li vedo ogni giorno vacillare,
distruggendosi lentamente...
Ti sento reclamare sangue innocente
di sconosciuti nell'ombra
che si confondono con la notte...
Ed è meglio così,
io non posso guardarli.


Febbraio 2011

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Capitolo 42
*** Per te ***


Se solo stanotte non finisse
potrei credere a una menzogna,
ma non ci sei.
Mi chiedo dove mi spingerò
quando per te sopravviverò,
urlerò che c'eri anche tu
e che la tua vita
di certo non valeva
meno della mia.
Se solo stanotte se ne andasse
non starei più qui, immobile,
a fissare l'immagine ferma
di te che te ne vai
e mi lasci per sempre.
Se solo stanotte ritornasse
l'immagine che vedevo ieri,
se solo non mi sfuggisse
il ricordo che vorrei ignorare...
Per te potrei cambiare il mondo,
ma lo so, mi uccideranno,
m'infrangerò
come tu t'infrangesti...
Ma almeno ti rincontrerò.


(Febbraio 2011)

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Capitolo 43
*** Mi ricongiungo a te ***


Lo so: vivevamo in mondo
In cui mi era impossibile
Urlare quanto io e te
Fossimo una cosa sola.

Ho sempre detto di non credere
Alle anime gemelle
Dopo avere sepolto
Rimpianti e convinzioni
Che crollarono per sempre
In un giorno d'autunno.

Adesso è cambiato qualcosa,
Sono cambiate troppe cose:
Attendo nell'oscurità
Ignorando la voce che mi dice
Che tanti anni fa, avrei potuto,
Quando ti sedesti accanto a me,
Trasformare la mia vita.

L'oscurità mi logora
E la mia mente oscilla,
Si peedono pensieri immobili
Mentre cado nel vuoto
E mi ricongiungo a te.




(Marzo 2011)

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Capitolo 44
*** Mi manchi come il tempo ***


Se solo il tempo tornasse indietro
Ne accetterei ogni conseguenza,
Guarderei le stesse immagini ogni giorno
Gettare fiamme fuori dal teleschermo
Mentre i giornalisti, come automi,
Ripetono sempre le stesse frasi fatte.

La verità è che mi manchi come il tempo
Che mai ha cancellato la distruzione
Dell'ennesima guerra venduta come giusta,
La verità è che volevi scappare
Da un'immagine che non ti apparteneva,
Gettare al vento un'immagine sbiadita
Che mai perdesti nella realtà.

Se solo il tempo tornasse indietro
Accetterei di guardarti negli occhi
E ti pregherei, stavolta, di invocarmi
Di non odiare quello che è il tuo mondo,
Ma non è possibile viaggiare a ritroso
E così come le macerie a terra
Si sgretolano fino a diventare polvere,
Il tuo sguardo di mancata idealista
Si abbassa a fissare gli indumenti che porti.



[Marzo 2011]

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Capitolo 45
*** Ultima notte ***


Mi soffoca
Il calore
Di questa ultima notte
Fatta di speranze
Immateriali,
Mi distrugge
L'atmosfera
Che mai
Fu così cupa:
Non ho dimenticato
Le ferite sanguinanti
Di quel giorno
Che mi annientò.
Risplendono
Le luci perdute
Di questa notte:
Avrei dovuto sorridere
E celebrare la vittoria
Che mi appariva
Davanti agli occhi,
Ma non ho tempo
Per guardarmi intorno;
Penserò domani
A questa battaglia.



[Marzo 2011]

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Capitolo 46
*** Ultima illusione di maggio ***


Non ti ho mai detto che c'eri tu
in quel sogno che si spense
quando il sole si alzò
rompendo l'oscurità:
eri l'ultima illusione, ora scomparsa
come un angelo volato lontano.
Dove sei? Il mio urlo non ti raggiunge
e io qui, col cuore in frantumi
cerco di non sprofondare
tra queste ombre.
Mi hanno detto che ogni sogno svanisce
con ali trasparenti vola altrove,
quasi impercettibile,
non sapevo lasciasse una scia
come una cometa, altrettanto glaciale
tanto da bloccare lo sguardo,
ti cerco, nel cielo profondo,
non colgo il tuo sguardo
mentre in pieno giorno
il buio della notte incombe su di me.


[Maggio 2011]

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Capitolo 47
*** Si può rivivere * ***


Forse siamo soli, bambino,
Come angeli nella notte,
Strappati via dalla luce
Che risplende lontana
Accecandoci e soffocando
Ciò che abbiamo dentro.
Forse siamo vuoti, bambino,
Prosciugati sempre, ogni volta
Che abbiamo dovuto riempire gli altri,
Siamo demoni nelle tenebre
Che s'interrogano sul domani,
Siamo ombre distaccate
A cui nessuno ormai fa caso.
Forse siamo già morti, bambino,
Non c'è più nulla dentro di noi,
Prosciugati da chi ci sta intorno
Mentre so che io per rivivere
Ho bisogno che tu mi trasmetta
L'idea che davvero si può rivivere.


[Maggio 2011]

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Capitolo 48
*** Nel corpo in cui vivi * ***


È strano come un istante
Possa stravolgere ogni punto fermo,
Se solo il tempo tornasse indietro
E quel sogno non fosse un incubo
Vissuto attraverso i tuoi occhi
Ci sarebbe ancora speranza, bambino,
Ma la speranza ti sta logorando.
È strano come un nuovo istante
Possa distruggere ogni punto fermo
Prosciugando il soffio vitale
Che ti animava fino a quel giorno.
Io non mi arrenderò, bambino,
So cosa significa perdere un sogno
Inseguito lungo strade sterrate
E sarò ancora pronta ad attenderti
Quando ciò che ti animava
Si manifesterà nel corpo in cui vivi.



Giugno 2011

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Capitolo 49
*** Quell'attimo ti ha ucciso * ***


Non sei crollato, lo so,
Ma nemmeno ti ho rivisto
Dentro questo corpo immobile
Tenuto in piedi da desideri spezzati.
Ti fissavo, bambino,
E adesso è passato troppo tempo,
Ti ho perduto, bambino,
Come tutti prima di me:
È stato un attimo, lo so,
Ma quell'attimo ti ha ucciso
Facendoti vivere una nuova vita.
Perché un attimo non uccide me
Facendomi scorgere qualcosa di nuovo?
Tu mi guardi, bambino,
E mi dici che non c'è scampo:
Si può vivere una seconda volta
Ma nulla di ciò che c'era
Tornerà da noi un'altra volta.



Luglio 2011

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Capitolo 50
*** Eternità in uno specchio ***


Ho fissato la strada buia
Senza sorgervi nemmeno un riflesso,
Poi la pioggia mi ha portata via
Mentre il vento mi cancellava.
La mia ferita sanguinante
Mi chiedeva quanto profondo fosse il mare,
Non rispondevo, stavo solo in attesa
Di una voce che potesse salvarmi.
Ho cercato l’eternità in uno specchio
E ho trovato una risposta illusoria
Come se banali e inutili cocci di vetro
Fossero conficcati nella mia pelle
Mentre avevo i vostri sguardi addosso.
Non so dire quanto profondo fosse il mare
Ma dentro di me una lama d’acciaio
Mi indicava la strada buia...

Spero che sia buia abbastanza
Affinché altri non possano vedere.



[Agosto 2011]

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Capitolo 51
*** La mia maledizione ***


Ho intorno a me lugubri figure
Assalite dal respiro del buio,
La mia maledizione è fissarle
Invocandole di uccidermi,
Loro mi risparmiano ancora
E i miei occhi spettrali si chiudono:
È l'ennesima fine di un giorno
Che non desiderava prosciugarmi
Ma mi ha strappato l'anima
Lasciandomi immobile, ora
Che l'alba non rompe il nero
Che sovrasta il mio cupo cielo.
Mi avvicino a uno spettro: fugge,
Lo inseguo, poi indietreggio
Mentre la luce lo invade,
Per lui inizia il giorno, adesso,
Io rimango ancora abbagliata
Chiedendomi se sono davvero io
L'unica a non essere morta,
Un'ombra mi si avvicina lenta,
I suoi occhi mi fissano,
"Seguimi" mi ordina, si avvia
Verso il sole di questo giorno,
Ma la notte incombe su di me.



[Settembre 2011]

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Capitolo 52
*** La notte ***


La notte mi avvolgeva
quando scrutavo il cielo
e tra nubi scure
filtrava l'immagine
dei tuoi occhi chiusi
per non vedere
al di là delle apparenze.
La notte mi aspettava
quando fissavo te
e percepivo la tua voce
anche quando non c'eri,
mi giravo di scatto
cercandoti in ogni angolo.
La notte mi uccideva
quando la tua ossessione
ti urlava di trovarmi,
tentavo di sparire
avvolta dalle tenebre
ma il tuo sguardo
finiva per raggiungermi
e io comprendevo
che dovevo arrendermi.



[Settembre 2011]

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Capitolo 53
*** Crisalidi ***


La farfalla s'alzò in volo
verso la morte,
le sue ali brillarono
in quel fugace istante,
poi si perse nell'abisso
rievocando l'interminabile attesa
della metamorfosi
che le donò le ali:
non c'era nulla di ciò che cercava
almeno in appartenza,
poteva trovarlo
ma non visse abbastanza.

Siamo una distesa di crisalidi
che non vogliono vedere il sole,
la morte interiore ci logora
già prima di spiccare il volo:
non c'è nulla di ciò che cercavamo,
ne sono certa,
non sono l'unica a fingere
nell'abisso dell'attesa,
forse un giorno avremo le ali
per volare incontro alla fine
ma nella penombra
in un giorno di sole
cercheremo invano il confine.



[Settembre 2011]

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Capitolo 54
*** Il tramonto arrivò troppo presto ***


Andasti incontro al buio della notte
Mentre il sole rischiarava il cielo,
Perdesti il sorriso nell'ultimo istante
In cui fissasti il sogno infinito
Di rivivere questo momento,
Una voce ti disse che era impossibile
Riscrivere il passato già impresso
Nella storia di questo mondo;
Il tramonto arrivò troppo presto
Portando con sé pioggia salata
Che il calore del giorno non asciugherà,
Ti piombò addosso il nero del nulla
Mentre cercavi una fugace speranza
Negli occhi vuoti di chi avevi davanti
E comprendesti che l'ultima notte
Per te sarebbe stata infinita.



[Ottobre 2011]

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Capitolo 55
*** Sogno a occhi aperti ***


In piena notte splendeva il sole
e ti perdesti nel sogno a occhi aperti
che i tuoi vent’anni ti regalarono.
Urlavi e le luci dei riflettori
rischiaravano il tuo sorriso:
sapevi che nulla dura per sempre
ma per te era appena l’inizio.
Le stelle risaltavano nella notte
e tu con loro brillavi
con le tue lacrime di gioia.
C’era chi, proprio come te,
pensava che non potesse finire,
c’era chi intravedeva le tenebre
ma chiudeva gli occhi per non vedere.

L’abisso s’aprì e il tepore della primavera
svanì sotto al gelo della verità,
in pieno giorno, a luci spente,
perdesti il tuo sorriso illusorio.
C’era chi in un ultimo istante
comprese che tutto stava per finire,
c’era chi intravedeva le tenebre
e chiudeva gli occhi arrendendosi alla morte
mentre tu chiamavi il suo nome.

Era esistita una notte idilliaca
ma nessuno più la ricordava,
ti perdesti nell’incubo peggiore
che i tuoi vent’anni potevano offrirti.
Ancora oggi lo vedi accanto a te
l'incubo che sempre ricorderai,
ancora cerchi perdute speranze
in attesa che una luce s'accenda.

Il tempo passa, ti uccide,
gli anni non cancellano il giorno
in cui la notte risparmiò te,
ci pensi sempre, a luci spente,
e il sogno dei vent’anni che più non scorgi
ti logora ogni istante.
Le stelle fuggono nella notte,
nulla è più morto del cielo nero
che vedi ogni secondo, ogni minuto, ogni ora.
Dov’è la luce che vedevi allora?
Dentro di te sentivi che esisteva...
In piena notte splendeva il sole,
era forse solo un sogno a occhi aperti?



[Novembre 2011]

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Capitolo 56
*** Strato di cenere ***


Non ci saranno parole
Per descrivere la melodia
Di una voce
Che si spense
Mentre il sole splendeva,
Non ci saranno occhi
Per vedere un'immagine
Ora così lontana.
Solo uno strato di cenere
A rendere cupo il silenzio
Ora che un nuovo giorno
Raccoglie nuove speranze.
Il cielo è azzurro,
Sovrasta impietoso
Chi era in attesa,
Non la sento più
Quella voce,
Il sole ancora splende
E brilla sulla cenere.



[Marzo 2012]

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Capitolo 57
*** Orme di fuggitivi ***


È strano trovarsi qui
Ad attendere soltanto l'ignoto,
Non lo immaginavo tanti anni fa
Quando accettai
L'incertezza e le speranze.

Avrei potuto fuggire,
C'è chi l'ha fatto
E adesso ha ciò che desiderava...
Ma era questo
Il destino a cui mai ho creduto?

Vedo una fiamma bruciare
All'orizzonte,
Aspetta pazientemente
Che il tempo uccida le false illusioni,
Vedo una cascata d'acqua
Che spezza le lingue di fuoco:
È inutile cercare vie di fuga
Sapendo che non esistono.

È strano aspettare qui
Che un istante cambi il futuro
Sapendo per certo che non accadrà.

Scivolo lentamente
Inseguendo immagini illusorie,
Non vedo più orme di fuggitivi,
Non sento più il calore delle fiamme.

È strano trovarsi qui
Mentre intorno a me tutto tace.



[Marzo 2012]

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Capitolo 58
*** Statiche apparenze ***


Non c'è nulla di angosciante
Quanto il gemito della notte,
Lacrime senza vera sostanza
Scivolano lente, invisibili
Come il mare che più non vedi.
Lontano dalla tua isola
Senti il cielo buio,
Una pioggia lucente t'incanta
E ti chiede di non fermarti
A fissare le statiche apparenze
Di una vita a cui non appartieni.

Stelle cadenti ti illuminano
E ti chiedi la ragione
Per cui tutto è già finito,
Nei tuoi occhi rivedi scintille,
Hai davvero perduto tutto?
Nella tua mente scorrono
Immagini vivide, rimaste
Oltre sogni di cristallo,
Oltre vulcani spenti.

Non c'è nulla di angosciante
Quanto il silenzio della notte,
Scorrono lacrime calde,
Stelle mai così lucenti
Rischiarano un cielo buio.
Lontano da sogni perduti
Cerchi di percepire una voce
Mai così distante;
Non piove, stanotte,
Ma il tuo sguardo immobile
Non vede più la luce
Che risplende qui intorno.

L'anima del silenzio urla
Sapendo che non la udirai,
L'anima della pioggia tace
Non sapendo che la udirai...

Il sole sorge, ma il cielo è buio
Mentre vengono scritte
Le pagine del destino.
Due sguardi s'incontrano
Oltre i sogni di cristallo,
Oltre vulcani in eruzione.
Due sorrisi tristi si contrappongono
Mentre il sole tramonta,
Il cielo buio della notte
Non è che un miraggio lontano.

Non c'è nulla di angosciante
Quanto il sospiro della notte
Che trascina le proprie ombre;
Chi non vede aspetta
Ma non saprà cos'è accaduto.

Non c'è nulla di splendente
Come un dolce mare di stelle
Che rischiara le proprie ombre,
Chi non vede aspetta
E un giorno saprà cos'è accaduto.



[Marzo 2012]

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Capitolo 59
*** Senza di te ***


Questo finale
Mi lascia senza fiato,
Hai chiuso la porta,
Te ne sei andato
Portando via il mio cuore;
Rimango immobile
Fissando il nulla,
Cogliendo l'essenza
Del vuoto che mi culla,
La solitudine
Ora m'ossessiona,
Fisso la penna,
Dolce, il primo amore
Oggi non m'abbandona.


Dicembre 2012

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Capitolo 60
*** Harakiri * ***


Siamo sempre più soli, bambino,
quando la notte cala all'improvviso
cancellando i nostri sogni perversi
di liberarci da questa trappola:
è la nostra maledizione
quella di indossare una maschera
per non vedere la luce del sole,
è la nostra maledizione
quella di rialzarci a fatica
con la certezza che cadremo di nuovo.
Sono uguale a te, bambino,
regalo al mondo soddisfazioni
con il potere della mente,
regalo al mondo solo delusioni
quando ti fisso con sguardo assente
e le mie lacrime si fondono alle tue.
È solo i tuoi occhi, bambino,
che guardo mentre una lama mi trafigge,
perché dentro i tuoi occhi, bambino,
ho gettato il seme della mia follia.


[Maggio 2013]

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Capitolo 61
*** Fuochi d'artificio ***


Non c'è più niente quando la festa finisce,
ogni secondo è un'agonia,
ogni botto è una coltellata
che non uccide ma fa solo male:
scintille brillano, più in alto della ferrovia
sulla quale un tempo guardavo il sole
che s'alzava per un nuovo giorno.
Tutto svanisce lentamente
gettandomi in pasto a un futuro
che emerge lentamente,
di cui non so niente:
l'ultimo spettacolo è l'attesa di una fine
già scritta, imminente, incombente
che mi trascinerà verso l'ignoto.
Non c'è più niente quando la festa finisce,
solo fumo che sale tra i tetti.



[Settembre 2013]

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Capitolo 62
*** Sopravvissuti * ***


Siamo sopravvissuti, bambino,
siamo sfuggiti alla notte,
siamo sfuggiti alle tenebre,
siamo sfuggiti alla morte.
Intorno a noi tracce di cenere
ci ricordano, inesorabili
tutto quello che abbiamo perso,
ci ricordano ogni momento
che non c'è alternativa alle fiamme
in cui fummo forzati a gettarci.
Mentre il fuoco mi divorava
cercai la luce del sole
riflessa nelle tue lacrime,
mentre il fuoco mi dominava
cercai il tuo vivo calore
oltre le finestre e oltre gli specchi.
Non siamo più quelli che eravamo,
ma siamo sopravvissuti alla notte,
sopravvissuti alle tenebre, alla morte,
sopravvissuti alla luce, alla vita.


[Dicembre 2013]

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Capitolo 63
*** Rubasti sogni ***


Rubasti sogni
per un minuto,
apristi gli occhi
per guardare le stelle
in attesa dell'alba.

Strappasti i sogni
per un minuto
a chi chiuse gli occhi
per non vedere il sole
in attesa del giorno.

Uccidesti sogni
per un minuto
e dentro agli occhi
brillava il sole
in attesa del tramonto.

Scopristi sogni
che in un minuto
sembrarono finti
mentre fissavi le stelle
in attesa della notte.

Cercasti i sogni
per un minuto
nella realtà
di un ultimo miraggio
in attesa della morte.

Ti rubarono i sogni
per un minuto
mentre fuggivi
cercando un arcobaleno
in attesa della vita.

Rubasti sogni
per un minuto
chiudendo gli occhi
per sfuggire alle stelle
in attesa del sole.



(Marzo 2014)

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Capitolo 64
*** Notte eterna ***



Inseguo
il colore della speranza,
attendo
un ultimo sguardo
nella notte,
come se ci fosse una fine alla notte,
come se i sogni
non si rincorressero
nell'arcana eternità.
Ti cerco
là dove il nulla si confonde,
urlo,
ma la tua voce non mi risponde.



(Giugno 2014)

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Capitolo 65
*** Il tuo sguardo è una trappola * ***


Il tuo sguardo è una trappola
Alla quale non posso sfuggire,
I tuoi occhi sono la speranza
A cui mi aggrappo per non cadere:
Mi trascina giù,
Mi fa crollare,
Mi distrugge,
Mi lascia sola a inseguire il nulla.
Uccidimi, bambino,
Perché le speranze sono crollate,
Cancellami, bambino,
Perché questa notte è infinita,
Regalami un sogno, bambino,
Perché non ho più nulla
Che mi trattenga qui
Tra lettere mai scritte.
Il tuo sguardo è una trappola
Quando il sole tramonta,
I tuoi occhi sono la speranza
Quando il cielo perde il suo colore
Ma non c'è nient'altro che il vuoto,
Restiamo soli a seguire l'ignoto.
Riportami in vita, bambino,
Lasciami vivere per le speranze crollate.



(Giugno 2014)

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Capitolo 66
*** Farfalle dalle ali recise ***


Farfalle
dalle ali recise
scivolavano
nel mare oscuro dell'oblio,
intorno a me
odore di vernice
sopraffatto dall'eterno addio.

Scomparisti
coi polsi feriti
nella notte infinita
di chi non ha risposte,
riapparisti
aprendo il cassetto
dei sogni perduti
tra speranze malriposte.

Fumo denso
salì nel cielo cupo
della tua mente,
veli di nebbia
ci strapparono all'incubo
di un autunno ridente.



(Settembre 2014)

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Capitolo 67
*** Luci del crepuscolo ***


Non c'è spazio per il sole
quando la notte
si getta sul cielo,
non c'è spazio per la luce
quando le nubi
distruggono illusioni.

Non c'è spazio per il tempo
che s'infrange al tramonto,
non c'è spazio
per il minuto fatale
che distrugge speranze,
non c'è spazio
per la fine di un incubo.

Non c'è spazio per il volo
di un angelo
con le ali spezzate,
non c'è spazio per l'ultima piuma
che scivola dolcemente.

Non c'è spazio per la fine
di un crepuscolo eterno,
non c'è spazio per le tenebre
quando la luce continua a filtrare,
non c'è spazio per la fine,
ma è perduta ogni speranza,
è perduta ogni illusione.



(Ottobre 2014)

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