Guardian Who: la nascita del Tredicesimo Guardiano

di Sayman
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una giornata come le altre? ***
Capitolo 2: *** Il buon vampiro ***
Capitolo 3: *** Il cugino extraterrestre ***
Capitolo 4: *** La Vampira del Tempo ***
Capitolo 5: *** La nave più bella dell’intero multiverso ***
Capitolo 6: *** Romana ***
Capitolo 7: *** Un triste addio ***



Capitolo 1
*** Una giornata come le altre? ***


Ciao a tutti.

Ecco la prima storia incentrata sul mio Time Lord originale: il Guardiano.
Avevo creato questo personaggio diverso tempo fa (2016), ma per vari motivi riesco a scrivere di lui soltanto ora.


Detto ciò, buona lettura.

 

Una giornata come le altre?
 


Terra, Londra, 2011

In una delle tante vie della capitale dell’Inghilterra si trovava un piccolo negozietto di antiquariato. La facciata del negozio era composta da una porta in legno e una vetrina dove si poteva ammirare la merce, sia la vetrina che la porta erano contornate da bellissime rifiniture in legno dorato, che davano un aspetto antico al tutto.
 Anche l’insegna era in oro e c’era scritto Time and Space.

Una volta entrati, il posto era una vera sciccheria dove svariati oggetti di antiquariato riempivano la zona in modo elegante e ordinato. Il soffitto, il pavimento e le pareti erano in legno, così come la cassa, che era situata a destra dell’entrata.

In un angolino si potevano vedere delle scale a chiocciola interamente fatte di ferro che venivano scese frettolosamente da una ragazza. Lei aveva dei lunghi capelli rossi e una carnagione chiara, indossava una felpa nera, dei Jeans blu e delle scarpe da ginnastica. Il suo bel collo era contornato da una sciarpa rossa, fuori era pieno inverno e certamente non voleva prendersi un malanno.

 


<< Dove vai così di fretta? >> le domandò all’improvviso una voce maschile, dal tono si poteva intuire che appartenga ad un uomo di mezza età, forse anche un po’ più vecchio.
La ragazza si avvicinò alla cassa e appoggiò i gomiti sul ripiano in legno << sto uscendo con Anika >> rispose lei.


Da un botola dietro il bancone ne uscì un uomo dai i capelli rossi e una barba ben curata dello stesso colore, si notava subito che era la copia maschile e più vecchia della ragazza, chiaro segno che erano padre e figlia.

 
 
 

Una volta che l’uomo fu uscito completamente dall’anfratto si poteva notare che era vestito piuttosto elegante, ovvero una giacca di velluto marrone con sotto una camicia bianca, i pantaloni erano dello stesso materiale e colore del soprabito e le sue scarpe erano di pelle nera. Emily aveva sempre trovato curioso il modo di vestire di suo padre, era sempre elegante anche nei momenti in cui bisognava essere più informali.
<< D’accordo, ma stai attenta >> le disse lui, di recente aveva sentito che la criminalità in città era aumentata e temeva che a sua figlia potesse succedere qualcosa di brutto.
<< Si si lo so >> gli rispose lei, suo padre molte volte era super protettivo, era un fatto che adorava di lui, avevano un ottimo legame, ma alcune volte era fin troppo pressante e lei come ogni giovane donna di 22 anni voleva le sue libertà.
<< No non lo sai >> la ammonì lui << soltanto ieri è stata trovata un’altra ragazza uccisa, quindi fai attenzione, resta sempre con la tua amica e non vi azzardate ad andare nei vicoli bui, siamo intesi? >>
<< Dio papà, ma cosa pensi che siamo, cretine? >> si lamentò lei.
<< No, non siete cretine, siete giovani, che il più delle volte è peggio >> niente da fare suo padre era irremovibile << quindi mia cara Emily fai attenzione >> disse lui.
Emily sbuffò per poi salutare suo padre e uscire di corsa dal negozio, facendo suonare anche il campanello situato sopra la porta mentre usciva.

Suo padre, il cui nome era Erik Roberts, la guardò uscire con fare apprensivo. Sapeva che sua figlia era in gamba, ma lei non conosceva i pericoli che si celavano in questo vasto universo, gli stessi pericoli che anni addietro avevano sottratto sua moglie Alice alla vita. Fu un giorno terribile e gli anni successivi non erano stati gli stessi senza di lei.


Emily si era incontrata con la sua amica e le due avevano deciso di andare in un Bar per una gustosa cioccolata calda. Il locale era piuttosto grazioso, la gente era al bancone oppure seduta nei vari tavolini, le due ragazze avevano occupato quello più vicino alla vetrata in modo da poter osservare l’esterno. L’idea era stata di Anika, visto che la ragazza voleva osservare i bei ragazzi che passeggiavano lì vicino. Emily la trovava un'idea assurda, ma lei era la sua unica amica, quindi non si lamentava.

Anika era una ragazza di colore con dei folti capelli afro, indossava una felpa nera con dei jeans attillati dello stesso colore.

 

Era una ragazza allegra e spensierata, con un ottimismo assoluto verso la vita. La sua positività rivaleggiava con il suo amore per i ragazzi. Emily la trovava un'ottima compagnia, anche lei era solare e ottimista, ma non come la sua amica, in quel modo forse era troppo, la rossa manteneva un aria di serietà.
Le due ragazze si erano conosciute cinque anni fa e sono migliori amiche da allora, tanto è vero che ora frequentano lo stesso corso universitario.
<< Allora Emily, tuo padre viene alla festa di compleanno di mia madre? >> le domandò curiosa lei, aveva sempre trovato il papà della sua amica un tipo alquanto strano, sempre rinchiuso nel suo negozio, oppure in giro in cerca di antichi manufatti, non lo aveva mai visto ad un evento mondano, se non alla festa di diploma di sua figlia.
<< Non lo so, sai come è fatto, non è il tipo che partecipa alle feste >> le rispose lei, tuttavia a lei non dispiaceva l’assenza del padre, temeva che se andava da qualche parte poteva conoscere qualcuna e lei non voleva una matrigna, inoltre Erik si sarebbe messo ad analizzare gli oggetti di valore della famiglia di Anika, cosa che sarebbe stata decisamente imbarazzante, per non dire altro.
<< Quell’uomo dovrebbe farsi una vita, restare chiusi in un luogo per un lungo periodo di tempo porta alla pazzia >> la informò la ragazza afro.
<< Ora stai esagerando e comunque lui ha una vita, è solo un po’ più solitaria rispetto alla media >> la informò lei, alla fine uno della sua vita ne faceva quello che voleva.

In quel momento arrivò il cameriere che portò le due cioccolate calde da loro precedentemente ordinate e le due ragazze se le gustarono in silenzio.
<< Comunque mia madre preparerà le lasagne italiane, se ben ricordo tuo padre ha una vera passione per quella nazione, almeno per l’arte del posto >> ridacchiò lei per poi pensare ad uno strano avvenimento, che fece subito presente all’amica << ti ricordi l’ultima volta che Erik è venuto a casa nostra e ha commentato i piatti di mia madre? Disse che era la cuoca più brava dei sette sistemi stellari, ma inferiore a sua moglie, ahahah che commento era? >>
Emily ridacchiò, quel commento era stata una delle tante esclamazioni particolari che suo padre ogni tanto tirava fuori, una volta quando stava in silenzio aveva sentito suo padre definire gli umani delle scimmie con problemi mentali, lei era rimasta piuttosto confusa, ma aveva lasciato correre.


Dopo aver passato del tempo piacevole con la sua amica Emily decise di ritornare a casa, ma una volta entrata nel negozio vide una scena che la fece agghiacciare. C’era un bel ragazzone alto e robusto che stava chino sopra al corpo di suo padre pieno di sangue. Ovviamente per lei la conclusione più ovvia era che l’assalitore di suo padre fosse proprio lo sconosciuto, quindi prese fra le mani l’oggetto che aveva più vicino, un candelabro e lo puntò verso il tipo.

 
Angel (Buffy the Vampire Slayer) - Wikipedia

Ovviamente il tipo l’aveva percepita ancora prima che lei entrasse e quando la vide spaventata e con un oggetto di antiquariato come arma, si alzò e mise le mani davanti a se con fare rassicurante.

<< Non è come sembra >> disse con voce gentile lo sconosciuto << quando sono arrivato lui era già così >>.
<< E io dovrei crederti?!! >> gli rispose a tono la rossa, stupita lei stessa dalla sua risposta. Onestamente era convinta che sarebbe svenuta per la paura.


<< Devi credermi, io non centro nu… >> ma il tipo non riuscì a finire la frase quando il corpo di Robert si ricoprì di una strana energia dorata.  L’energia aumentò sempre di più e quando finalmente cessò il proprietario di quel negozio era stato sostituito da un ragazzo biondo non più grande di Emily.

 
THE MARGINAL SERVICE 第2話 | dアニメストア
 

<< COSA?!! >> urlò una stupita Emily.
 

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Capitolo 2
*** Il buon vampiro ***


Il buon vampiro
 


La giornata di Angel era ufficialmente peggiorata. Ovviamente essendo un vampiro con un’anima ogni sua giornata tendeva a peggiorare, ma onestamente sperava che almeno quest’oggi non avrebbe avuto altri guai, oltre a quelli che aveva già.

Per lui questi ultimi anni non erano stati tra i migliori. Tutto era iniziato con la guerra contro Wolfram & Hart, un trio di demoni avvocati che avevano portato la città di Los Angeles in una dimensione infernale. Alla fine Angel era riuscito a vincere, ma era rimasto da solo. Il suo amico Gunn era morto, diventato un vampiro e morto ancora una volta. Spike invece si era imbattuto in un’astronave aliena ed era scomparso. Avrebbe saputo solo dopo che il povero vampiro ossigenato era finito cento anni nel futuro e che aveva vissuto in solitudine per ben tremila anni. Ad un certo punto aveva perso pure la sua anima diventando il capitano John Hart. Per un po’ era rimasto da solo con il demone antico Illyria, ma anche lei ad un certo punto aveva preferito andare altrove, chissà dove si trovava adesso. Infine il demone buono Lorne non gli parlava più e ora gestisce il suo nuovo ristorante/Karaoke.

Di recente Angel si era riunito con la sua vecchia fiamma Buffy a Cardiff, dove aveva ritrovato anche Spike e conosciuto di persona l’Immortale… Dio quanto odia quell’uomo… anche se deve ammettere che Jack è una brava persona. Dopo aver aiutato il Torchwood contro un invasione aliena da parte dei Sontaran il suo vero amore Cordelia gli era apparsa in sogno e gli aveva detto di visitare Londra. Una volta arrivato aveva percepito un odore a lui fin troppo familiare, quello di Drusilla. Drusilla… ogni volta che ripensava a lei veniva inondato dai sensi di colpa, in realtà lui veniva sempre inondato dai sensi di colpa, onestamente aveva perso fin troppo.

E ora eccolo qui, ad osservare una giovane ragazza impaurita che brandisce un candelabro come arma. La poveretta era così confusa che non sapeva se focalizzarsi su di lui o su l’uomo per terra che era appena mutato in un ragazzo.

Con un movimento improvviso disarmò la rossa che lo guardò impaurita, subito dopo posò l’oggetto poco più in là.
 
<< Ehi ehi calmati >> la rassicurò lui << io mi chiamo Angel e ti posso assicurare che non sono stato io a far del male a tuo padre >>.
<< Come… come fai a sapere che lui era mio padre? >> gli chiese curiosa lei.

<< Bè perché gli somigli davvero molto, o bè… gli somigliavi, prima che diventaste coetanei almeno… >> si, quello era assurdo anche per lui.  << Come ti chiami? >>
 
<< Mi chiamo Emily… >> gli rispose lei, prima di arrabbiarsi << si può sapere che succede?! Come ha fatto mio padre a diventare così giovane?! Lui è davvero papà? E come mai tu non stai battendo ciglio? Un tipo ha appena cambiato volto davanti a te e tu non batti ciglio!! >>
Vedendo quella scenata Angel si ritrovò a ridere, onestamente provava tenerezza verso questa ragazza e poteva ben capire da dove arrivava tutta la sua agitazione.
<< Diciamo che sono un esperto di cose strane >> le rispose lui << ciò che posso dirti è che tuo padre non è umano, riesco a sentire il suo battito cardiaco ed ha due cuori >>.
<< Due cuori?!! >> urlò lei e lui annuì << momento… come fai a sapere che ha due cuori? Non mi sembra che tu lo abbia analizzato in qualche modo, mi stai prendendo in giro per caso?! >>
<< Io sono un vampiro e tra le mie tante abilità c’è l’udito potenziato, quindi sto solo sentendo il suo battito doppio >> le rispose con gentilezza lui.
 
A quel punto Emily pensava che Angel la stesse prendendo in giro << Tu saresti un vampiro? I vampiri non esistono! >> urlò per poi riprendere fiato << posso accettare che papà sia uno strano mutaforma provvisto di due cuori, magari è un alieno, ci sono state molte segnalazioni di alieni nel corso degli anni, soprattutto qui a Londra, ma gli alieni sono alieni e non esseri del folclore! >>
 
A quel punto il volto di Angel mutò in una sua versione più grottesca provvista di zanne, ghigno malefico, assenza di sopracciglia e due occhi gialli, subito dopo il volto del vampiro tornò alla normalità.

 
✓ | gender neutral gif series, buffy the vampire slayer - 187 ✧ angel -  Wattpad
 
 

Emily era a dir poco terrorizzata... quello era davvero un vampiro!!
 
<< Tranquilla ho un'anima >> la rassicurò lui.
<< E questo che dovrebbe significare?! Tutti hanno un'anima! >> onestamente la rossa era solo confusa a questo punto.
<< I normali vampiri non hanno un'anima… comunque intendevo dire che non sono un vampiro cattivo ok? >> le disse Angel, per poi alzare il ragazzo da terra e avviarsi verso le scale a chiocciola.
<< Dove vai? >> gli domandò lei.
<< Vado a mettere questo biondo luminescente su un letto, non possiamo mica lasciarlo sul pavimento >> le spiegò lui.
<< Va bene, ti mostro la strada >> disse Emily per poi guidare il buon vampiro vero la stanza di suo padre.

La stanza era piena di oggetti di antiquariato e quadri d’epoca. Il quadro che più piaceva ad Emily era un ritratto di una bella donna castana sulla quarantina vestita con abiti rinascimentali. La donna era sua madre e Emily pensava che suo padre, visto che era un fanboy della storia, avesse commissionato un ritratto speciale che raffigurasse la mamma come una donna dell’epoca. Questa almeno era la spiegazione che si era data da sola, perché non c’era modo che sua mamma avesse viaggiato nel tempo… oppure lo aveva fatto?

 
Black Fairy / Fiona - Once Upon a Time | TVmaze



<< E’ una bella donna >> disse Angel riportandola alla realtà.
<< Si lo è o lo era, la mamma è morta qualche anno fa. Qui viene ritratta come una donna dell’epoca >> gli spiegò lei con tono triste, ancora le mancava sua madre.

<< Magari il ritratto è davvero dell’epoca >> le disse Angel << il viaggio nel tempo non è impossibile, in fondo conosco due viaggiatori del tempo irritanti che lo fanno fin troppo spesso >>.

Viaggio nel tempo… due cuori… Angel sospirò, forse aveva capito con chi aveva a che fare.

<< Tuo padre è il Dottore >> le disse lui.
<< Chi? >> gli chiese lei, sul serio un Dottore?


<< Un Time Lord rinnegato che viaggia nello spazio e nel tempo all’interno di una cabina blu della polizia degli anni sessanta >> le spiegò lui.
<< Ok ora ti stai solo inventando cose >> onestamente… Emily poteva credere a tutto, ma all’interno di una cabina... sul serio? Sembra una trama di un eroe strambo dei cartoni animati.
<< Si sono serio. Io non conosco il Dottore personalmente, ma conosco qualcuno che lo ha incontrato di persona. >> disse lui << Il Dottore ha due cuori e a quanto pare ogni tanto cambia anche faccia… direi che tutto torna >>.
<< Mi fa male la testa >> disse scocciata lei << e comunque, se quello che dici è vero allora dovrei aver visto questa cabina blu da qualche parte no? E la risposta è ovviamente no >>.
Angel si accarezzò il mento pensieroso, mentre si sedeva sulla poltrona bianca accanto al letto << forse l’ha nascosta, oppure non è il Dottore, ma da quello che mia ha detto Jack il Dottore è l’ultimo dei Time Lords, fatta eccezione della sua nemesi il Maestro, ma tuo padre non mi sembra uno psicopatico, quindi escluderei che sia lui >>.
Emily alzò le mani << va bene, papà è un Time Lord ok… passiamo alla cosa più urgente, sai chi lo ha attaccato? >>
Lo sguardò di Angel si fece cupo << Drusilla… lei è una vampira come me, ma a differenza mia lei non ha un'anima >>.
Emily si spaventò non poco, ma in effetti ora che ci rifletteva suo padre aveva un grande squarcio sul collo, dove si trovava la giugulare, come aveva fatto a non notarlo quando era entrata?
 
<< Come mai lo ha attaccato? >> chiese lei al buon vampiro.
 
<< Per nutrirsi del suo sangue, questa è la motivazione che spinge molti della mia razza ad uccidere gli umani >> le spiegò lui, anche se era convinto che Dru avesse anche un secondo fine. Poteva dirlo perché aveva percepito l’odore della sua figlia vampira su molti oggetti in tutto il negozio e inoltre aveva notato che alcuni manufatti erano stati buttati per terra, segno di una ricerca frettolosa << Ok va bene… anzi no non va bene, ma andiamo oltre… chi è Drusilla? >>.

Angel sospirò e raccontò alla ragazza di quando lui era Angelus e di come aveva traviato la povera Drusilla per poi trasformarla. Le aveva raccontato anche gli eventi più “recenti” dove lei era stata una sua nemica insieme a Darla, la sua sire, e di come poi era sparita nel nulla. Angel doveva ammettere che la giovane era un'ottima ascoltatrice.

Emily d’altro canto non poteva far altro che provare pena per la povera Vampira, certo… lei aveva ucciso suo padre, ma essendo una vampira senza anima e per di più pazza non poteva davvero incolparla. Drusilla semplicemente non ha il controllo delle sue azioni.

Angel percepì i suoi pensieri dal suo sguardo e sorrise dicendole:

<< Sei una brava persona Emily >>

Emily gli sorrise << grazie, anche tu mi sembri un tipo a posto. Comunque sono sfinita quindi vado a letto… notte Angel >>
<< Notte Emily >> disse lui mentre si alzava e si avviava verso la porta << se hai bisogno di qualcosa mi trovi al piano di sotto >>.

Emily era talmente esausta che fece pure fatica a mettersi il pigiama. All’inizio si era diretta verso la sua camera, ma poi decise di cambiare direzione e di andare a dormire nel lettone con suo padre. Onestamente era ancora preoccupata e sconcertata per il suo cambiamento, ma era pur sempre suo padre e voleva stargli accanto. Inoltre il fatto che lui continuasse ad emettere energia gialla dalla bocca in continuazione la preoccupava e non poco.

La rossa si addormentò quasi subito, ma quando era in uno stato di dormiveglia giurò di aver sentito suo padre dire:
 
<< Benvenuti su Pandora Eragorn e Saphira >>.

Dopo di che lei si lasciò avvolgere dall’oscurità.
 



Come avete potuto vedere questo mondo è un mondo fuso Buffyverse/ Doctor Who e qui Spike e John Hart sono la stessa persona, il come e il perché verrà spiegato altrove.
Io lo so già che qualcuno di voi lo avrà già pensato, ma no… Angel e Emily non saranno una coppia. Angel sarà come un fratello maggiore per la ragazza, niente di più e niente di meno, inoltre io sono per la Cangel e visto che nel canone questa coppia è stata rovinata io non lo farò.

Detto ciò, ci vediamo.

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Capitolo 3
*** Il cugino extraterrestre ***


Il cugino extraterrestre
 

Quando si risvegliò Emily credette che tutto quello che le era successo la sera prima fosse solo un brutto sogno, purtroppo non appena si voltò a guardare il giovane ragazzo che condivideva il letto con lei, capì che quella era la realtà. Suo padre in qualche modo ora era un suo coetaneo, era un alieno, aveva due cuori e emetteva una strana energia dorata. Solo i vestiti eleganti di suo padre erano gli stessi e doveva ammettere che sul biondo stavano davvero male.

La ragazza si alzò, si lavò e fece una buona colazione, alieni, vampiri e altre stranezze non le avrebbero impedito di arrivare in orario all’università. Emily adorava studiare nella Brikbeck University of London, la storia dell’arte e la pittura erano le sue passioni.

Una volta pronta Emily scese nel piano terra di casa sua, che era anche il negozio di antiquariato di suo padre e subito le vennero in mente gli avvenimenti della sera precedente. Lei che fissava inorridita il cadavere di suo padre mentre Angel gli torreggiava sop.. aspetta.. Angel! Si era talmente immersa nei suoi pensieri che si era praticamente dimenticata del buon vampiro, chissà dove era finito?

Dopo aver cercato un po’, notò che sopra la scrivania di suo padre vi era un bigliettino, presa dalla curiosità lo lesse:


 

Sono rimasto a casa tua per tutta la notte nel caso che Drusilla o qualche suo scagnozzo tornasse per attaccare te e tuo padre. Ma ora sta per sorgere l’alba e io devo andare a cercarla, di giorno dovreste essere al sicuro. Mi farò vedere quando avrò delle novità, buona giornata Emily.


Emily sorrise, Angel era davvero un bravo ragazzo. Onestamente sperava che non si cacciasse in qualche guaio.

Dopo di che, si mise lo zaino in spalla e uscì dal negozio.

Durante il tragitto in uno dei classici pullman londinesi, la rossa si ritrovò a riflettere su tutto quello che le era successo in queste ultime ore. Suo padre che a quanto pare non era umano, dopo essere stato gravemente ferito da una vampira, si era trasformato in una nuova persona, più precisamente in un ragazzo biondo che aveva più o meno la sua stessa età. Tutto ciò era assurdo, soprattutto perché a spiegarle che cosa era successo era stato un vampiro buono con un’anima. I vampiri erano reali e se queste creature erano reali allora tutti i mostri lo erano? Le leggende esistevano davvero?

Inoltre aveva anche realizzato che lei non era umana o almeno non del tutto e questo fatto spiegava alcune cose strane che le erano successe in passato. Quando era più piccola, molte volte sentiva suo padre pensare a voce alta, ma lei lo sentiva parlottare tra se anche quando era in compagnia di un cliente e il cliente non lo guardava come se fosse pazzo o che altro. Poi quando Erik si accorgeva che sua figlia lo ascoltava smetteva di parlare. E se… loro due erano collegati mentalmente? Tipo una telepatia aliena? Per Emily questa sembrava una spiegazione sensata, bè almeno plausibile. Inoltre anche questa notte quando lei aveva dormito accanto a Erik aveva sognato strani mondi e mitiche civiltà, forse aveva visto in sogno i ricordi di suo padre? Chissà, a questo punto tutto era possibile.


 
Birkbeck, Università di Londra - Wikipedia

La Brikbeck University era un bell’edifico in vetro che emanava luce propria. Anche la via dove era situato era molto luminosa, forse per via delle molte zone verdi che vi erano. Emily adorava quel posto.

<< Emily!! >> la rossa si girò e vide la sua amica Anika che le veniva incontro sorridendo.
<< Ciao Anika, come va? >> le domandò lei.
<< Sempre le solite cose. Sei pronta per le lezioni di oggi? Ma che chiedo a fare, ovvio che sei pronta, tu sei una secchiona ahaah >>
Emily la guardò storta, ma poi alzò le spalle, perché era vero che era una secchiona, ma che colpa ne aveva se amava studiare?

La giornata universitaria era passata come al solito. Lei che ascoltava le varie lezioni, Anika che flirtava con i ragazzi e studenti raffreddati che starnutivano ogni tre secondi. Se usciva dall’edificio senza un raffreddore si poteva definire fortunata, anche se… lei rispetto agli altri suoi coetanei non si era mai ammalata tanto quanto loro, in qualche modo sembrava più resistente, magari era protetta dalla sua biologia aliena?

Purtroppo i guai arrivarono nella sua ultima ora, nella lezione sui cimeli antichi. Il grassoccio e pelato professor Stain aveva detto che il signor Roberts sarebbe venuto per spiegare come catalogare alcuni oggetti antichi. Emily stava per dire che suo padre purtroppo era impossibilitato a venire per via di un recente impegno, ma prima che potesse parlare la porta dell’aula si aprì e il giovane papà vi entrò salutando gli studenti.

<< Buongiorno ragazzi, si lo so che per molti di voi catalogare reperti di epoche passate può risultare noioso, ma io posso mostrarvi che in realtà è una figata, allora.. >> ma il biondo si interruppe quando vide sua figlia e il resto della classe a bocca aperta. Poi gli studenti scoppiarono a ridere mentre il grassoccio professore lo guardò male.

Emily invece era rimasta scioccata, ma non per il nuovo aspetto di suo padre o per la sua nuova voce, ma perché lui aveva detto la parola figata! Erik era un tipo raffinato e elegante e non usava mai parole come ganzo, figo ecc… In quel momento il terrore la assalì e se oltre al suo aspetto fosse cambiata anche la sua personalità e se in quella forma suo padre non le avesse voluto più bene?

<< Chi è quel bel ragazzo? >> le domandò Anika.
<< Ehm.. lui è mio cugino Trevor ed è un vero burlone >> disse mentre si alzava e andava verso suo padre che veniva sgridato dal prof << mi scusi professore, vi presento Trevor, è mio cugino ed è strano >>.
<< Io non sono tuo cugi… >> Erik provò a ribattere, ma fu trascinato fuori dall’aula da sua figlia.

Una volta che furono fuori nel corridoio e che Emily si era accertata che non vi fosse nessuno ad ascoltarli disse:

<< Ma sei pazzo?! Perché sei venuto? >>
<< Perché oggi il tuo professore mi aveva chiesto di fare lezione >> le ripose lui.
<< Si ma… sei cambiato! >> disse Emily.
Suo padre si guardò i vestiti e fece una smorfia di disgusto << in effetti questi vestiti sono davvero brutti. Sembrano dei vestiti di una persona che sta rinchiusa tutto il giorno in mezzo a dei cimeli impolverati, inoltre perché dovrei indossare un vestito elegante di velluto rosso se anche i miei capelli sono rossi? Così sembro una mela! Per non parlare che l’altro ieri ne indossavo uno verde, praticamente ero un cospaly di una carota, ridicolo… chissà che cosa mi era passato per la mente >>.

Assurdo! Suo padre si stava offendendo da solo! Però Emily doveva ammettere che lei pensava lo stesso sul modo di vestire di suo padre ed era ora che se ne rendesse conto.  Ora però doveva fare una cosa più importante, quindi prese la mano di suo padre e lo portò dentro lo spogliatoio dei maschi per poi metterlo davanti a uno specchio.
 
<< Visto? Sei cambiato >> gli disse lei.
 
L’alieno guardò stupito il suo riflesso, anzi no non era il suo riflesso, lui non era un ragazzo di venticinque anni alto e biondo, oppure lo era? Doveva ammettere però che quegli occhi verdi gli donavano e l’aspetto di per se non era sgradevole anzi tutt’altro.

<< Quindi è successo di nuovo >> disse lui mentre continuava ad osservarsi.
 << In che senso è successo di nuovo? Hai cambiato volto altre volte? >> gli chiese sua figlia.
 << Ovviamente, questa qui se la memoria non mi inganna è la mia dodicesima rigenerazione e tredicesimo corpo.. credo.. >> le rispose lui.

A quel punto Emily era spazientita << Ascoltami bene papà, ti conviene dirmi tutta la verità su chi sei e su che cosa ti è successo prima che cambi i tuoi connotati nuovi di zecca!! >>

Erik sospirò << Io sono un Signore del Tempo, un alieno del pianeta Gallifrey. Quando veniamo feriti si attiva un processo di guarigione chiamato rigenerazione, il nostro corpo guarisce del tutto e si rinnova, il nostro aspetto e la nostra personalità mutano, ma i ricordi e i principi restano immutati >>
<< Quindi tu sei mio padre, con tutti i suoi ricordi e anche i suoi principi, ma sei anche una persona del tutto nuova con nuove passioni da esplorare? >> gli chiese lei.
<< Sarò sempre tuo padre Emily >> le disse lui con uno sguardo dolce avendo ben capito i timori di sua figlia << e questo non cambierà mai >>.

A quel punto Emily lo abbracciò forte e tutta la paura che aveva provato quando aveva visto suo padre insanguinato sul pavimento del negozio si dissipò << temevo di averti perso >>.
<< Lo so… mi dispiace >> le disse mentre le massaggiava la schiena << una domanda però, come sono morto? Perché sul serio non me lo ricordo >>
A quel punto Emily gli raccontò tutto quanto e il Signore del Tempo non poté fare a meno di chiedersi che cosa cercasse quella vampira, nel suo negozio non vi era niente di alieno o sovrannaturale, almeno non tra gli oggetti esposti.
 
<< Vabbè ci penserò, ora come ora non mi ricordo molte cose >> disse, poi il suo sguardo si posò su dei vestiti attaccati ad un attaccapanni lì accanto. Quindi senza pensarci due volte lui li prese e si andò a cambiare all’interno di uno dei bagni.
Dopo poco ne uscì del tutto cambiato, ora il biondo alieno indossava una magliettina gialla con sopra un giacchetto con cappuccio bianco e blu, anche gli Jeans che portava erano blu e infine indossava delle scarpe da ginnastica bianche. Orgoglioso di se stesso si indicò e chiese a sua figlia:

<< Allora come sto? >>
<< Come un ladro che ha appena rubato dei vestiti! >> lo rimproverò lei.
<< Ma sono così belli! Inoltre erano lì tutti soli soletti che aspettavano solo me >> disse lui mentre metteva i suoi vecchi vestiti dove prima vi erano quelli nuovi << ecco fatto, baratto! >>.

Emily alzò le mani per l’esasperazione e decise di non insistere più del dovuto, magari suo padre si doveva ancora riprendere dalla rigenerazione.
 
Il Signore del Tempo si avviò verso la porta << Il Guardiano è pronto per ritornare all’azione! >>
<< Chi è il Guardiano? >> gli domandò Emily.
<< Sono io, io sono il Signore del Tempo conosciuto come il Guardiano >> si presentò lui.
<< Ma non è un nome è un titolo >> gli disse lei.
<< Ecco perché è più importante, i nomi sono superflui, effimeri, variabili i titoli invece rimangono impressi nella storia >> e dettò ciò uscì dal bagno.

Una volta fuori si imbatterono in Anika che subito dette un bigliettino al Guardiano, sul foglietto c’era scritto per Trevor con sotto un numero di telefono.
 
<< Io non mi chiamo Trevor >> le disse l’alieno.
<< Sei sempre il solito burlone caro cugino Trevor >> gli disse severamente sua figlia mentre lo guardava con uno sguardo minaccioso che diceva: se non mi reggi il gioco ti uccido.
<< Ah si si, io sono Trevor il cugino di Emily, ora però non ho tempo per i numeri di telefono, devo capire che cosa ha rubato quella vampira  >> detto ciò lui si incamminò a grandi passi verso l’uscita.
<< Trevor aspettami! >> gli urlò dietro Emily << vengo con te! >>
<< Posso venire anche io? >> gli chiese Anika che era palesemente urtata per essere stata ignorata dal ragazzo.
<< No, mi dispiace ma questa è una cosa di famiglia, ci vediamo domani? >> detto ciò anche Emily corse via lasciando da sola Anika che sbuffò.

Una volta uscita fuori Emily praticamente placcò suo padre << ho detto di aspettarmi! >>.
<< Emily, non c’è bisogno che vieni con me, tu hai lezione >> le disse lui.
<< Quella lezione è praticamente saltata papà >>
<< Perché? >> le chiese lui.
<< Perché dovevi farla tu!! >> gli urlò contro lei.
<< Ah già.. vabbè ho cose più importanti da fare che insegnare a un gruppo di umani >> disse lui con un'alzata di spalle.
 
In quel momento ci fu un rumore dal cielo seguito da un terremoto e subito dopo il cielo fu oscurato da un gigantesco ufo ramato, dal quale stavano uscendo delle saliere metalliche? È si, sembravano davvero dei barattoli volanti e alieni.

 
Dalek Spacecraft(Doctor Who) | Dalek, Doctor who dalek, Tardis
 
<< Localizzare il Signore del Tempo! Il Signore del Tempo deve essere sterminato! STERMINARE! STERMINARE! STERMINARE!!! >> dissero con una terribile voce metallica i barattoli alieni, mentre sfrecciavano nei cieli di Londra.

 
Life-sized Dalek which appeared on screen with Scots Doctor Who Peter  Capaldi in BBC's series to fetch £18K at auction | The Scotsman


<< Dalek!!>> urlò il Guardiano.

 

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Capitolo 4
*** La Vampira del Tempo ***


La Vampira del Tempo

 

Poco dopo aver lasciato il bigliettino per Emily sulla scrivania del negozio, Angel uscì nella notte alla ricerca di sua “figlia”. Era stato sveglio tutta la notte a pensare che cosa doveva fare con Drusilla, ma alla fine l’unica e ovvia soluzione era solo una… ucciderla. Era colpa sua se Dru era un mostro e questo era l’unico modo per rimediare.

Seguendo l’odore di sua “figlia”, il vampiro con l’anima giunse nei pressi di un vecchio stabile abbandonato. Una volta entrato vide che si trattava di una vecchia raffineria: i vari macchinari un tempo scintillanti e laboriosi ora erano solo un mucchio di carcasse arrugginite. Addentrandosi ancor di più all’interno il moro vide la sua ricercata che era legata ad una trave d'acciaio o meglio, lei si comportava come se fosse legata, visto che in realtà non vi era nessuna corda o catena a tenerla immobile.

 
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Questa cosa per quanto risultò strana al vampiro, sapeva bene che Drusilla aveva delle strane visioni che la catapultavano in un mondo tutto suo. Quindi senza perdere altro tempo si avvicinò con calma verso sua figlia, che aveva appena inziaito a parlare da sola.
 
All’interno della sua mente malata la vampira era legata nelle grotte sotto la cripta di Spike a Sunnydale. Per un qualche malsano motivo il vampiro aveva incatenato anche Buffy per dimostrare alla Cacciatrice il suo eterno amore.
Drusilla si ritrovò a guardare con occhi sognanti il suo William. Il vampiro era ancora bello come se lo ricordava, con i suoi capelli biondo ossigenato, il suo bel volto beffardo e tagliente arricchito da una cicatrice sul sopracciglio sinistro che gli dava l’aspetto di un vero ragazzaccio. Come sempre indossava il suo classico spolverino nero.

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<< Spike! Lasciami andare!!! >> Urlò la mocciosetta piccola e bionda che era incatenata li con lei. Secondo la vampira la Cacciatirce non era tutto questo granché, eppure era riuscita ad ottenere il cuore del suo William in un modo che lei non avrebbe mai potuto sperare, la odiava, la voleva morta e presto se ne sarebbe assicurata.

In quel momento però la nanerottola era l’ultimo dei suoi pensieri, visto che era stata incantata da uno strano orologio da taschino tutto dorato con delle strane incisioni circolari sulla superficie situato in un tavolino in legno lì vicino. Sul tavolo vi erano anche altre cianfrusaglie e varie candele che illuminavano l’ambiente.
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<< Mio!... l’orologio del tempo passato è mio! >> Urlò in modo delirante la vampira, mentre tentava di liberarsi dalle corde.
 Spike la guardò stupito e andò subito a prendere in mano l’oggetto, per poi dire:
<< Ti piace questo stupido orologio? >> le domandò << l’ho rubato a un demone la scorsa settimana, poi avevo scoperto che è rotto, una vera fregatura a mio parere >>
<< Rotto... rotto come il tempo... la guerra che infuria nello spazio e nel tempo... i mondi che bruciano, tutto che brucia! >> urlò Drusilla.
 
<< Si si, la Guerra del Tempo, è una storia vecchia amore >> le disse Spike che aveva già sentito parlare altre volte di questa storia durante i vari deliri di Drusilla, ma ovviamente le riteneva solo delle cazzate frutto della mente malata e contorta della vampira.
 
<< Le stelle mi chiamano, le stelle bramano il mio ritorno! >> urlò ancora Drusilla, mentre si dimenava come una pazza cercando di liberarsi.
 
Buffy in tutto ciò osservava i due con gli occhi sgranati, che diamine stava succedendo? Spike invece imprecò e decise che se voleva continuare con il suo piano per dimostrare il suo amore verso la Cacciatrice, questa storia dell’orologio doveva finire il prima possibile.
 
<< Lo vuoi? Eccolo! >> urlò mentre si avvicinava alla sua ex e le porgeva l’artefatto. La cosa che sarebbe accaduta da lì a poco avrebbe stupito non poco il vampiro e la cacciatrice.
 
L’orologio si aprì emettendo un’energia dorata che si fiondò subito verso la vampira entrandole nel corpo facendola brillare come un angelo. Subito dopo dal corpo di Drusilla uscì tanta altra energia luminosa che la fece gridare, l’energia aveva anche fatto cadere per terra Spike e aveva rovinato un po’ l’ambiente circostante. Le coperte del letto di Spike erano addirittura prese a fuoco. Anche le corde con cui era stata legata Drusilla si erano polverizzate. Lei si guardò intorno sconcertata e dopo aver versato un po’ di lacrime svenne.


Inutile dire che Angel era stupefatto, che cosa era appena successo? Subito si avvicinò a Drusilla e ciò che percepì lo sorprese. Lei non solo era viva, ma aveva due cuori! Poteva percepirli battere grazie al suo udito potenziato.

Il buon vampiro si concesse un attimo per riflettere e riordinare le idee: era andato a cercare Drusilla e l’aveva trovata qui in questo stabile dismesso, la vampira si trovava in uno dei suoi soliti deliri dove a quanto pare vi erano presenti sia Spike che Buffy. Poi aveva iniziato ad urlare e a volere quello strano orologio, che doveva essere l’oggetto che aveva rubato nel negozietto del papà di Emily. Ovviamente lui glielo aveva dato e subito dopo Dru si era trasformata in un Signore del Tempo!!

Lei aveva due cuori ed aveva emanato la stessa energia del proprietario del Time and Space,lei non aveva cambiato faccia.. .chissà come mai. Bè avrebbe risolto successivamente i suoi dubbi, ora doveva solo accopuarsi di Drusilla.

Ora che era viva il suo piano era cambiato, non poteva di certo ucciderla, quindi la prese in collo e si avviò verso l’uscita dello stabile. Purtroppo si era fatto da poco giorno e quindi doveva trovare una via alternativa se non voleva bruciare.

In quel momento però il paesaggio intorno a lui cambiò e subito dopo sentì una voce a lui familiare:
<< Angel! >> il vampiro si voltò e vide Emily che gli sorrideva.




 

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Capitolo 5
*** La nave più bella dell’intero multiverso ***


 
La nave più bella dell’intero multiverso
 

Emily era pietrificata, i Dalek stavano sciamando tutti intorno a lei seminando caos e morte e lei non sapeva che fare. Aveva paura, perché era più che certa che la prossima ad essere sterminata sarebbe stata lei. Per sua fortuna non era sola, visto che suo padre la prese per mano.

<< Corri! >> le intimò, per poi portarla lontano da li.


Il Guardiano la condusse fino ad un vecchia ford; la macchina vecchia quanto i gusti di suo padre era di un rosso accesso con svariate rifiniture dorate. Alla vettura mancava il tettino, cosa che risultava piuttosto scomoda durante le giornate di pioggia. Il volante si trovava a sinistra e non a destra, segno che suo padre aveva comprato questa vettura all’estero.

 
 
 

Una volta saliti il Guardiano fece una smorfia di disgusto.
 
<< Bah.. che rottame di macchina!! >> imprecò per poi guardare in faccia sua figlia << Emily? Va tutto bene? >>
<< No! Guardati intorno! La gente sta venendo massacrata!! >> urlò impanicata lei.
<< Emily… capisco come ti senti, la prima invasione non è mai facile per nessuno, ma in questo momento devi farti forza, abbiamo un pianeta da salvare! >> disse lui, mentre metteva in moto la vettura.
<< Aspetta cosa?! Vuoi dire che dobbiamo proteggere noi la terra dai Dalek? >> gli chiese stupita lei.
<< Chi altri senno? >> gli fece l’occhiolino lui << ora ascoltami, dobbiamo tornare nel mio negozio, perché è lì che ho lasciato la mia nave e senza di essa non ho i mezzi per fermare i Dalek >> le spiegò lui.

In quel momento diversi Dalek si girarono verso di loro e dissero all’unisono:

<< Il Signore del Tempo è stato localizzato! Si trova su una vettura primitiva insieme a una ragazza umana! Steriminare!! >>
<< Oh cavolo ci hanno visti >> disse il Guardiano, mentre apriva un piccolo pannello di controllo situato accanto al volante, per poi premere un pulsante rosso << bè, vediamo se queste stupide saliere riescono a starmi dietro! Emily mettiti la cintura!! >>

Detto ciò il biondo pigiò al massimo l’acceleratore e la macchina sfrecciò in avanti a iper velocità! Emily giustamente urlò a squarciagola, non si aspettava di andare così veloce, era una cosa da voltastomaco!! Le vie della capitale si susseguivano una dietro l’altra come in un video messo a velocità aumentata, ma quanto andavano veloci?! A peggiorare il tutto vi erano i Dalek che gli sparavano contro i loro raggi laser!
 
<< Ahahha, si!! Mi era mancato tutto questo!! >> urlò a squarciagola un divertito Guardiano, mentre guidava e schivava svariate macchine, passanti e raggi laser.
<< Tu sei pazzo!! >> gli urlò contro sua figlia.
<< Lo so!!! Me lo hanno già detto altre volte!! >> gli rispose lui con un sorriso << ecco siamo arrivati! >> disse per poi frenare di colpo.

La rossa era più che certa che se non si fosse messa la cintura quella frenata l’avrebbe spedita dall’altra parte della nazione. Ovviamente voleva mandare a cagare suo padre, ma lui si era già slacciato la cintura e l’aveva presa per mano.
 
<< Dai andiamo! Non abbiamo tempo da perdere!! Con l’iper velocità abbiamo guadagnato un pò tempo, ma i Dalek sono veloci e efficienti >>.

I due entrarono dentro per poi dirigersi verso il fondo del negozio, ma l’alieno si fermò di colpo e torno indietro verso la scrivania per prendere da una tazza uno strano arnese dalla forma cilindrica e dorata con la punta rossa. Poi si avviò verso il retro bottega e sua figlia lo seguì sempre più confusa.

 
 
 

Una volta entrati il Guardiano chiuse la porta per poi puntare verso la serratura lo strano arnese dalla punta rossa, la punta rossa si illuminò e si sentì uno strano ronzio.
<< Bene, questo dovrebbe trattenerli per circa tre secondi >>.
<< Aspetta… mi stai dicendo che i Dalek potrebbero entrare in casa nostra e dare fuoco a tutto? >> gli domandò uno scioccata Emily.
<< Si esatto >> le rispose con 
nonchalance lui.
<< Ma tutti i tuoi preziosi averi? >> gli chiese lei, suo padre adorava tutti gli oggetti d’epoca che vi erano.
<< Sono solo cianfrusaglie >> disse lui mentre si accingeva a togliere  una copertaccia brutta e grigia da un moblile.
<< Giusto sei cambiato… ma che dire delle foto di famiglia o dei mei averi? >> gli domandò lei.
<< Non ti facevo così materialista cara figlia >> la prese in giro suo padre.
<< Non sono materialista! E’ che… questa è casa nostra! >> si giustificò lei, non voleva che la casa della sua infanzia e adolescenza venisse distrutta, vi erano molti ricordi lì, alcuni piacevoli altri meno.
<< Questa non è casa mia >> disse il Signore del Tempo, per poi dare una pacca allo strano mobile cilindrico che aveva appena “liberato” dalla copertaccia << questa bellezza è casa mia >>.

 
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<< Cosa? Il cilindro…ma sei serio?! >> onestamente a questo punto lei pensava che suo padre era completamente uscito di senno. Secondo quale logica quel cilindro metallico doveva essere casa sua?

Di tutta risposta il biondo sorrise e dopo aver pigiato un pulsante nascosto la porta scorrevole del cilindro si aprì.
<< Forza entra e guarda tu stessa >> la incoraggiò lui e lei decise di assecondarlo.

 


Emily non era pronta per quello che avrebbe trovato all'interno del cilindro, perché era da capogiro. La rossa si ritrovò ad osservare a bocca aperta una bellissima stanza elegante e dai colori caldi. Il pavimento, fatta accezione di una zona in vetro azzurro che dall’entrata portava alla console in legno, era di un parquet scuro. Tutto intorno vi erano poltrone e divani rossi. Nel muro destro vi era una bellissima liberia ricolma di libri, il tutto era arricchito da diverse piante ornamentali e specchi. Attaccate alle pareti vi erano delle scale che portavano ad un piano sopra elevato che circondava la stanza principale. Sul soffitto vi erano dei bellissimi lampadari arancioni che emanavano una luce calda e accogliente che la facevano sentire protetta e al sicuro. Tuttavia la parte più stupefacente era la strana console in legno esagonale situata al centro della stanza. La console era ricolma di pulsanti colorati che si accendevano e si spegnevano a ripetizione come se avessero vita propria. Al centro della console vi era un ologramma di sua madre.

<< Si lo so, è più grande all’interno ecc… ecc… ora >> disse suo padre per poi essere interrotto.
<< Questo è il magico salotto!! >> disse Emily che in quel momento si ricordò di essere già stata in questo bel luogo.
<< Noto con piacere che ti ricordi, da piccola io e tua madre ti lasciavamo qui a giocare >> disse per poi notare dei disegni su una delle poltrone << guarda ci sono ancora alcuni dei tuoi vecchi disegni >>

Emily prese dei disegni e li osservò con nostalgia, in uno di questi disegni vi era suo padre che guidava una moto volante mentre puntava una spada verso uno strano uomo pesce.  Poco più in là vi era una piccola lei che veniva abbracciata da sua madre.

<< Non c’è che dire.. da piccola avevo davvero una fervida immaginazione >> disse ridacchiando lei.
<< Oh no, quello è successo davvero. L’uomo pesce è il mio vecchio amico Bolarion e li stavamo facendo un duello amichevole >> gli spiegò suo padre con un sorriso.
<< Ah… >> Emily era ancora una volta stupita << perché non me lo ricordo? >>
<< Perché eri molto piccola e poi da quando sei nata io e tua madre avevamo deciso di fare sempre meno viaggi fino a che non ci siamo stabiliti a Londra. Lo abbiamo fatto per te, per la tua sicurezza >> le spiegò lui mentre armeggiava con la console. << Cooooomunque… i Dalek! Dobbiamo capire come mai sono venuti qui, perché loro cercavano in Signore del Tempo, ma io sono qui da anni, quindi perché venire soltanto ora? La cosa non mi torna >>.
<< Papà? Un passo alla volta… come si chiama il magico salotto? >>.
<< Si chiama TARDIS, Time And Relative Dimension In Space, è più grande all’interno e viaggia nello spazio e nel tempo >> le spiegò mentre era ancora tutto indaffarato con i vari comandi.

<< Questa macchina viaggia nel tempo? >> gli domandò stupita Emily << voglio conoscere tutti gli artisti della storia!! >> inutile dire che la ragazza era veramente eccitata da questa prospettiva.
<< Tutto a tempo debito, adesso.. ah ah!! >> urlò mentre indicava lo schermo vicino a lui << guarda ho localizzato un altro Signore del Tempo e si trova in un vecchio stabile nella periferia di Londra, andiamo!! >> il biondo abbassò una leva per poi rialzarla << eccoci arrivati >>.


 << Cosa sul serio? Abbassi e alzi una leva e ci troviamo in un’altra parte della citta? >> gli domandò scettica lei.
<< Ovviamente, che ti aspettavi? >> le chiese lui.
<< Bè… almeno un po’ di rumore per segnalare lo spostamento… così è … scialbo >>
<< Ehm… credo che tu dovresti conoscere il Dottore, lui si che fa casino quando viaggia visto che si dimentica sempre di togliere il freno a mano, ma io non sono lui e mi piacciono i viaggi puliti e silenziosi >> le spiegò lui << dai esci, io ti raggiungo subito >>.

Una volta uscita Emily si ritrovò davanti un panorama mozzafiato. Il Tardis non era atterrato nello stabile, bensì poco lontano da un bellissimo paese che sorgeva su una rupe di tufo. La rupe era circondata da delle bellissime colline verdeggianti che donavano un aspetto magico al tutto. Poco più in là si potevano notare anche delle montagne. Ovviamente non si poteva non notare il bellissimo Duomo che torreggiava sul tutto il panorama.

 
Orvieto


<< Orvieto >> disse suo padre dietro di lei << è un bellissimo borgo, finita l’invasione ti ci potrei portare >>.
<< Siamo in Italia >> realizzò la rossa guardandosi intorno affascinata.
<< Esattamente, più precisamente ci troviamo in Umbria >> le spiegò lui mentre ammirava il panorama << Orvieto, Umbria, Italia, pianeta Terra o almeno così direi se non ci fosse quel ragazzone su nel cielo >>.


 
 
 
 
 


<< Aspe cos…? >> La ragazza guardò in alto nel cielo e vide un gigantesco pianeta gassoso che si stagliava sopra di loro. Quel mondo era sia bellissimo che spaventoso, sembrava che da un momento all’altro dovesse cadere sulla terra... aspetta un attimo! << Papa?! Quel mondo si sta schiantando sulla terra?! >>

<< Nah… quel mondo è sempre stato lì >> le spiegò lui.
<< No, scusa un momento… fino a poco fa Giove non era così vicino alla Terra >>  affermò lei.
<< Non credo che sia Giove… non riesco a vedere la macchia rossa, però la somiglianza con quel pianeta è notevole >> comincio a dedurre lui.
<< Papa? Concentrati! >> lo riprese lei.
<< Non te l’ho detto? Il mio Tardis non viaggia solo nel tempo e nello spazio, ma anche nel multiverso e occasionalmente anche nell’omniverso. Questa versione della Terra è una delle tante lune di quel pianeta >> le spiegò mentre indicava le altre lune che si vedevano nel cielo << Nell’omniverso ogni possibilità è reale. Vuoi una terra abitata da gelati senzienti? Esiste! Vuoi una terra animata? Esiste! Vuoi una terra dove umani e dinosauri convivono? Esiste anche quella, ci sono anche stato in effetti, con tua madre. Dovrei ancora avere una foto dove io e lei cavalchiamo un triceratopo per le vie di Nuova Roma… >>
<< Papà stai divagando! >> lo ammonì lei.
<< Ah ok si scusa, come dicevo, altra terra altre regole. Ora vorrei restare qui a fare il turista, ma abbiamo un mondo da salvare e un Signore del Tempo da trovare >> disse mentre andava verso il magico cilindro argentato.
<< Bè, sei tu che hai pilotato il TARDIS fino a qui >> gli disse lei mentre lo seguiva.
<< Errore mio, il mio cervello non funziona ancora come si deve e per sbaglio devo aver pigiato il tasto dei mondi da visitare >> detto ciò i due rientrarono.

Dopo aver smanettato un po’ i due partirono verso il vecchio stabile.


 

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Capitolo 6
*** Romana ***


 
Romana


Angel era frustrato, era bloccato in quel vecchio stabile per via della luce del giorno che non gli permetteva di uscire, inoltre … ancora lui non si capacitava che Drusilla fosse un’aliena, un Signore del Tempo per giunta. Questa particolare specie doveva essere estinta eppure ne aveva trovati due in poche ore, non sapeva se dirsi fortunato o sfortunato.

In quel momento la sua visuale cambiò e dove prima vi erano gli attrezzi arrugginiti dello stabile ora vi erano dei caldi divanetti rossi, un bel pavimento in legno e una luce calda che gli donava un senso di pace.
<< Angel! >> lo chiamò una voce familiare, il vampiro si girò e vide Emily che gli sorrideva.
<< Emily, noto con piacere che stai bene >> gli sorrise di rimando il vampiro mentre andava ad abbracciarla, la ragazza gli piaceva, si sentiva come un fratello maggiore per lei e la cosa era strana perché i due si conoscevano da poco. << Dove siamo? >>
<< Sei nel mio TARDIS >> gli rispose l’altro occupante del cilindro, che a quanto pare era anche il padre di Emily. Era difficile scordarsi quel volto giovanile dopo averlo visto sostituire quello di un uomo di mezza età, quanto meno si era cambiato. << Ciao io sono il Guardiano, sono un Signore del Tempo, viaggio per il multiverso ecc ecc… grazie per aver aiutato mia figlia l’altra sera, ora … >> il suo sguardo si posò su Drusilla che era ancora svenuta << chi abbiamo qui? Direi della mia stessa specie e la sua faccia non mi è nuova… uhm… ma si! E’ Romana! >>
<< Chi? >> gli chiesero in coro gli altri due.
<< Romanadvoratrelundar per gli amici Romana, è una Time Lady che è stata per un breve periodo una compagna del Dottore. Successivamente era stata anche la presidentessa di Gallifrey fino a che non fu deposta per mettere al comando quel borioso di Rassilon >> gli spiegò lui, era davvero da tanto tempo che lui non vedeva Romana ed era anche certo che questa Romana non era nemmeno la versione che conosceva lui, ma quella di questo universo.
<< Come mai il suo aspetto non è cambiato? >> gli domandò il vampiro.
<< Come scusa? >> gli chiese il Guardiano mentre sollevava Romana dal pavimento e la poggiava delicatamente sul divano rosso.
<< Lei ha aperto quello strano orologio e subito dopo si è rigenerata, ma a differenza tua lei è sempre la stessa >> cercò di spiegarsi meglio Angel, ma per lui non era cosa semplice visto che di alieni ne sapeva ben poco.
<< Aspetta… l’orologio... potrebbe essere l’oggetto rubatoci da Drusilla! >> realizò Emily.
<< Quell’orologio è un circuito camaleonte, permette ad un Signore del Tempo di diventare un umano, mentre la sua vera essenza viene rinchiusa all’interno dell’oggetto. Quando Drusilla lo ha aperto la sua vera natura è tornata a galla. I vampiri sono cadaveri e quindi si è subito attivato il processo di rigenerazione, tuttavia non vi era abbastanza energia per riportarla in vita e allo stesso tempo darle un nuovo volto, ecco perché la faccia è rimasta la stessa >> spiegò << ovviamente sto teorizzando perché in oltre dodicimila anni non ho mai visto un processo simile >>.

Gli altri due annuirono.
<< Ma almeno sta bene? >> gli domandò Angel, che era preoccupato per la sua figlia vampira o ex figlia vampira.
<< I parametri vitali sembrano stabili, ora si deve solo risvegliare, noi però abbiamo un compito più urgente! I Dalek!! >> detto ciò si mise a smanettare sui controlli. << Ok ho un piano >> disse << ma vi avviso che è un pessimo piano, un piano che quasi certamente ci farà ammazzare >>.
<< Allora perché non pensi ad un ottimo piano?! >> lo rimproverò sua figlia.
<< Perché non abbiamo tempo, perché il mio cervello si deve ancora calibrare del tutto e perché sarebbe noioso >> le rispose lui facendola sbuffare.
<< Aspetta un secondo… hai appena detto Dalek? >> gli domandò loro un preoccupato Angel. Il vampiro non aveva mai incontrato di persona queste creature, ma era a conoscenza di quanto fossero letali.
<< Si, Dalek, vogliono Romana e forse anche me, no buono >> gli rispose il Signore del Tempo.
<< Ma… come mai Angel non sa dell’arrivo dei… giusto viaggio nel tempo >> si rispose da sola Emily. Molto probabilmente per Angel era ancora mattina… cristo che casino…

<< In cosa consiste il tuo piano? >> gli chiese curioso il vampiro decidendo di cambiare argomento.
<< Daremo ai Dalek ciò che vogliono >> rispose sornione lui.
 Angel lo guardò male << non gli daremo Drusilla >>.
 << Non per davvero ovviamente, faremo solo finta… sentite fatemi fare che è meglio… allora… >> pigiando un pulsante il TARDIS divenne gigantesco, tanto da far sembrare le navi dei Dalek formiche al confronto. Dopo di che un ologramma gigante del suo volto apparve nei cieli:
 
<< Salve Dalek!! E’ il Guardiano che vi parla!! >> urlò lui per poi mostrare una Drusilla svenuta << ho qui la Time Lady che tanto cercate, quindi prego entrate! >>
 
I Dalek non se lo fecero ripetere due volte, giustamente avevano la possibilità di impossessarsi di un TARDIS e di due Signori del Tempo.
<< Tu sei completamente fuori!! >> gli urlò contro Emily << sul serio hai fatto entrare quei mostri qui?!! >>
<< Almeno non sono più sulla terra no? Ora per favore fai silenzio e tira la leva davanti a te >> le ordinò lui e lei obbedì.

Il gigantesco cilindro apparve vicinissimo ad un buco nero, subito dopo la sua porta si aprì vomitando fuori l’esercito dei Dalek, che si ritrovò risucchiato all’interno.

Purtroppo la gravità di quel buco nero iper massiccio stava mettendo a dura prova anche il povero cilndro, infatti dalla console uscivano svariate scintille. I tre eroi cascarono per terra diverse volte per via degli scossoni.

<< Ok adesso!! >> tirando la leva tutto si fece più calmo. << Mamma mia, ce la siamo davvero vista brutta, ma come sempre sei stata bravissima mia bellissima nave!! >> disse l’alieno mentre accarezzava la console.
Angel e Emily si guardarono straniti, per poi alzare le spalle, almeno il peggio era passato e la terra era salva.

<< Siamo atterrati davanti al simpatico baretto dove tu e la tua petulante amica andate di solito, non vedo l’ora di scoprire quale tipo di merenda piace a questo nuovo me >> disse tutto contento il Guardiano.

In quel momento Romana si risveglio e guardò i tre stupita… poi vedendo Angel subito lo abbracciò mettendosi a piangere << Mi dispiace cosi tanto! Tutto quello che ho fatto.. . >>
Angel la interruppe << non avevi un’anima, non è colpa tua, anzi la colpa è mia per averti trasformata >>.
<< No.. io non parlavo di quello.. io.. >> disse tra in singhiozzi lei.
<< Perché non ne parliamo davanti a bella tazza di tè? >> propose Emily e gli altri annuirono.

Appena usciti le porte della macchina del tempo si chiusero di scatto facendo preoccupare la rossa e il vampiro.
<< Il TARDIS si sta solo riparando, dai andiamo a mangiare >> gli spiegò loro l’alieno e i due annuirono

I tre si sedettero nello stesso posto dove il giorno prima si erano sedute Emily e Anika. Un solo giorno… pensò la rossa e guarda quante cose erano cambiate. Ora la sua vita era totalmente diversa, o forse no? Riflettendoci sua padre era sempre stato un Signore del Tempo, solo che lei non lo sapeva.

Intanto Romana stava guardando verso il basso e sembrava piena di vergogna.
<< Drusilla, Angel ha ragione, non eri te stessa >> la consolò gentilmente Emily.
Drusila le sorrise << non sto pensando a quello che ho fatto nei panni di Drusilla, ma sto pensando alla …>>
<< Guerra del Tempo >> concluse per lei il Guardiano, che si era fatto subito serio << ho riconosciuto il tuo sguardo, è lo stesso sguardo che ho io, che ha il Dottore e chiunque sia sopravvissuto a quello scempio di guerra >>.
<< Il Dottore è vivo? >> gli chiese una speranzosa Romana, il Dottore era stato il suo primo grande amico e forse qualcosa di più e sapere che almeno lui stava bene la faceva sentire un po’ meglio.

<< Si lo è, lui è l’ultimo dei Signori del Tempo o almeno uno degli ultimi >> disse il Guardiano.
 
Romana poi guardò il “ragazzo” << io non ho mai sentito parlare di te su Gallifrey, mi chiedo come mai >>.
<< Questo perché io non provengo dalla tua Gallifrey, io viaggio per il mulitverso e questo qui non è il mio universo natio >> le spiegò lui.
<< Quindi anche tu hai vissuto la Guerra del Tempo… >>
<< In realtà io ho subito qualcosa di molto peggiore: la Guerra del Multiverso >> disse mesto lui << immagina centinaia di migliaia di guerre del tempo che vanno oltre la loro realtà finendo per fondersi… ecco cosa è stata la guerra del multiverso. Inutile dire che una volta finita io non ero più lo stesso >>.

Drusilla era scioccata, già la sua guerra era stata orribile, ma questo… questo era davvero troppo. Anche Emily era dispiaciuta per suo padre, non immaginava quanto avesse sofferto in passato. Angel che era seduto accanto a lui si limitò a mettergli una mano rassicurante sulla spalla.
 
<< Bè… era tanto tempo fa, sono andato avanti, ma grazie davvero >> disse loro lui.
<< Si vabbè, io ti abbraccio lo stesso >> disse sua figlia mentre si alzava per abbracciarlo.
<< Ti voglio bene anche io piccolina >>.

Angel nel vedere questo amore paterno, non poté fare a meno di pensare a Connor e a tutto quello che aveva perso. Un po’ era geloso del rapporto padre figlia che avevano questi due, perché sapeva che lui non potrà mai averne uno e l’unica possibilità che aveva avuto gli era stata strappata via.

<< Devo trovare Spike >> disse tutto d’un tratto la Time Lady << devo aiutarlo a riottenere la sua anima >>.
<< Ti darò una mano >> le disse Angel, anche lui si sentiva responsabile della condizione del suo amico.
<< No, Spike è una mia responsabilità, non tua. Lo so che ti senti responsabile per quello che gli è successo, ma non è colpa tua e devi smetterla di incolparti di tutto >> lo ammonì e lui sorrise.

<< Aiutare Spike per te è come una sorta di redenzione >> realizzò Emily e la mora annuì << allora ti auguro buona fortuna >>.
<< lo sai? E’ la prima volta che vedo una come te >> le disse Romana.
<< In che senso? >> le chiese lei.
<< Una mezzosangue intendo, in parte Signore del Tempo e in parte umana >> specificò l’ex Vampira << chissà come funzioni? >>.
<< Lei ha le stesse capacità della nostra specie, ma come gli umani ha un solo cuore >> spiegò loro il Guardiano mentre si gustava un panino con il salamino.
Le due lo osservarono affascinate, seppur per due motivi diversi. Per Romana Emily era scientificamente interessante, anche se un solo cuore… era rischioso, mentre per Emily era lo scoprire la sua vera natura.

Il gruppo rimase lì a parlare per del più e del meno fino al tramonto, quando Romana si alzò e disse:

<< Se non c’è altro io andrei, devo trovare Spike >>
Il guardiano tirò fuori delle chiavi dalla sua tasca e gliele lanciò << queste sono le chiavi della schifomobile, la trovi parcheggiata davanti al mio negozio, te la regalo e puoi usarla fino a che non ritrovi il tuo TARDIS >>.

Romana ridacchiò e ringraziò, per poi andarsene via da li.
<< E’ giunta anche per me l’ora di andarmene >> disse Angel, mentre abbracciava Emily.
<< Peccato e io che volevo invitarti a viaggiare con me e Emily >> gli disse con un sorriso il Signore del Tempo.
<< Sul serio? >> gli domandò stupito il vampiro.
<< Certo, mi stai simpatico e mia figlia ti adora, quindi perché no? >>
<< Va bene allora accetto, grazie >> disse lui con un sorriso, finalmente dopo tanto tempo lui non era più solo.
<< Papà! Io ho l’università, non posso abbandonarla per venire a viaggiare con te >> disse Emily.
<< Viaggio nel tempo ricordi? Puoi vedere l’intero multiverso e allo stesso tempo seguire le tue noiosissime lezioni umane >> la prese in giro lui.
<< Non sono noiose! >>
<< Viaggiando con me impareresti molto di più di quanto faresti vivendo qui su questo mondo >> le disse lui con un sorriso << inoltre voglio vedere il multiverso con questi occhi nuovi e voglio farlo insieme a mia figlia >>.
<< Va bene papà >> gli rispose intenerita lei.
 
Detto ciò il Guardiano si alzò di colpo e si avviò verso il TARDIS seguito dai due, una volta entrati lui disse:

<< Così sei molto più bella!^^>>.

 
 
                                                                     
 
 
 

Infatti la stanza della console e tutto lo stile interno della nave erano cambiate: Il magico salotto caldo e accogliente, aveva lasciato il posto a una stanza vivace e metallica. L’argento e il bianco erano i colori dominanti. Il pavimento era argentato fatta accezione per una zona in vetro dove si poteva vedere la parte sottostante della console di comando, infatti proprio al centro del pavimento in vetro vi era una zona sopra elevata dove si trovava la console esagonale, argentata e futuristica. Sempre nella zona sopra elevata vi erano due comode poltroncine di pelle bianca. Le pareti erano composte da quelle che suo padre aveva chiamato le cose rotonde, ovvero dei cerchi illuminati di una luce gialla che dava vita un po’ a tutto. Le pareti erano interrotte da delle aperture che portavano a delle piccole stanze che sembravano un misto tra un laboratorio, una biblioteca e quello che sembrava un super computer. Da una delle aperture si poteva notare una scalinata che portava chissà dove. Infine sparsi per la grande stanza vi erano degli oggetti di antiquariato come una vecchia sedia in pelle, un telescopio dorato, un vecchio baule rosso e altre cianfrusaglie, vi era anche una lavagna.

Emily guardò con gioia gli oggetti di antiquariato << Papà guarda! Sono gli oggetti che tenevi esposti nel tuo negozio!! >>
<< Si l’ho visto, la vecchia ragazza deve averli teletrasportati qui prima che i Dalek li distruggessero >> le spiegò lui ,mentre ammirava i nuovi interni di casa sua.
<< Stai parlando di questa nave come se fosse viva, è così? >> le chiese lei e suo padre annuì.
<< Se espandi la tua mente dovresti percepirlo >> le spiegò e la ragazza annuì un po’ spaesata << comunque credo che abbia salvato questi mobili per farti sentire più a casa >>.
Emily sorride e accarezzò la console e subito dopo sentirono quelle che sembravano delle fusa, o meglio la versione elettronica delle fusa.
 
<< Sensa offesa, papà, ma preferivo la vecchia versione  >> gli disse lei.
<< Lo so, ma questo nuovo design rappresenta al meglio questo nuovo me >> le disse con un sorriso lui e lei doveva ammettere che aveva ragione.
<< A me piace >> disse il vampiro, per poi dire con fare triste << se Fred fosse qui impazzirebbe >>.
 << Era un tua amica? >> gli domandò la rossa.
<< Si, faceva parte del mio Team della Angel Investigantion, ma ormai non c’è più, bè quasi nessuno di loro c’è più >> le rispose mesto lui, gli mancavano i suoi amici.
Vedendo lo sguardo abbattuto dell’amico Emily andò da lui e lo abbracciò << ora non sei più solo >>.
<< Lo so, grazie Emily >> le rispose lui sorridendo.
 
Emily si sciolse dall’abbraccio e guardò suo padre << allora dove si va? >>
<< Noi due da nessuna parte, ma tu..tu hai un appuntamento molto importante >> le disse lui mentre azionava i comandi della nave, una volta fatto fece segno a sua figlia di andare a vedere che cosa c’era fuori, la ragazza ubbidì e una volta uscita le venne un colpo al cuore.


 

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Capitolo 7
*** Un triste addio ***


 Un triste addio


Il cilindro era apparso nel vicolo accanto al Time and Space, più precisamente dove vi erano i cassonetti dell’immondizia. Accanto a uno dei cassonetti intento a portare un sacchetto dell’umido vi era suo padre, ma non il suo nuovo padre, quello vecchio! Tutto rosso e elegante! Il Signore del Tempo stava guardando confuso sia il suo TARDIS sia sua figlia…che cosa ci facevano lì? Poi guardando il volto rigato dalle lacrime della sua bambina tutto gli fu più chiaro, lui era morto.

In quel momento il proprietario del negozio fu placcato da sua figlia che lo abbracciò e lui fece lo stesso. Gli dolevano i cuori nel vedere sua figlia in quelle condizioni.

Emily non poteva crederci, stava abbracciando suo padre! L’uomo odorava di libri vecchi e polvere, un odore che lei aveva sempre dato per scontato, ma che ora gli mancava terribilmente. In quel momento suo padre interruppe l’abbraccio e la guardò in faccia.
<< Papà io… >> provò a dire la ragazza, mentre singhiozzava.
<< Non dire niente, ho già capito tutto quanto. Sono un po’ deluso dal fatto che non sarò io a mostrarti le meraviglie del multiverso o almeno non questa vecchia e ammuffita versione di me >> disse lui con fare mesto << forse ho vissuto abbastanza, forse è davvero giunto il tempo di cambiare. Infondo che cos’è la vita se non cambiamento? Promettimi solo una cosa… stai vicina al futuro me, la rigenerazione non è mai un processo semplice e ci vuole un po’ per ambientarsi, inoltre… divertiti nei tuoi viaggi e ogni tanto pensami >> dettò ciò il rosso abbracciò ancora una volta sua figlia, per poi voltarsi e tornare dentro il negozio, ma non prima di aver detto:
 
<< Buona fortuna figlia mia, ti auguro tutto il bene del mondo >> e con ciò si avviò verso il suo inevitabile destino.

Tutta questa commovente scena era stata osservata attraverso il monitor del TARDIS dal Guardiano del presente e Angel. L’alieno era felice per sua figlia, era giusto che la ragazza lo salutasse come si deve. Anche il vampiro era contento per la sua nuova amica e in cuor suo avrebbe voluto tornare indietro nel tempo per salutare tutti coloro che aveva perso.
<< Se vuoi posso riportarti indietro a visitare il tuo villaggio natale o qualche vecchio amico >> si offrì il Guardiano, lui più di tutti capiva la perdita di una o più persone care e se poteva voleva evitare questo dolore agli altri.
<< Non sarebbe contro le regole del viaggio nel tempo? >> gli chiese lui.
<< Non se facciamo molta attenzione >>
<< Grazie, ma no, per quanto doloroso, so che lo sarebbe di più se li rivedessi, quindi va bene così, ma grazie >> gli rispose lui con un sorriso.

In quel momento Emily rientrò e andò subito ad abbracciare suo padre << Grazie.. grazie per avermelo fatto rivedere un’ultima volta >>.
 
<< Non c’è di che… sapevo che ne avevi bisogno e alla fine ne avevo bisogno anche io >> le disse con un ‘occhiolino e Emily sorrise, sorrise perché suo padre non era davvero morto, era solo… diverso… ma era ancora lì con lei e a questo a lei bastava.

<< Bene! >> urlò l’alieno << ho in mente un bellissimo pianeta che voglio farvi vedere! Tenetevi pronti!! >> detto ciò e dopo aver abbassato la leva, il TARDIS sfrecciò attraverso il vortice dimensionale verso nuove e incredibili avventure.


Ed eccoci alla fine di fine di questa storia… o forse no? Ecco a voi la scena post credit^^.


Il Paesaggio che si palesava davanti alla vista dei tre viaggiatori era mozzafiato; davanti a loro si estendeva un bellissima foresta azzurra che sembrava possedere vita propria.  Il Guardiano aveva detto che questo mondo si chiamava Pahvo ed era bellissimo.
 

I tre stavano osservando il panorama dall’alto dalle porte del TARDIS, purtroppo quando il Guardiano azionò i comandi per poter atterrare sulla superficie, una luce fortissima investì la stanza e subito dopo Emily e Angel erano spariti.


I due si ritrovarono in una città che Angel riconobbe come la Londra Vittoriana, subito dopo il vampiro percepì un odore a lui fin troppo familiare, l'odore del sangue umano. Allarmato andò a controllare e con suo sgomento scoprì che la fonte dell'odore era una giovane coppia con i loro figli brutalmente uccisi da creature che conosceva fin troppo bene: vampiri!
 
<< Angel? Penso che abbiamo compagnia >> gli disse un’allarmata Emily mentre indicava quattro figure che emergevano solennemente dalla nebbia, figure che Angel conosceva fin troppo bene: il Whirlwind!

 


<< Merda... >>

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