Love is...?

di Luna_Piena96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** É qualcosa ***
Capitolo 2: *** Amicizia ***
Capitolo 3: *** Protezione ***
Capitolo 4: *** Promesse ***
Capitolo 5: *** Delusione ***
Capitolo 6: *** Mistero ***
Capitolo 7: *** Provocazione ***



Capitolo 1
*** É qualcosa ***


è qualcosa...

Ogni giorno che passa è un giorno in più verso quella che sarà la mia fine. Oggi sarebbe stato il giorno della mia condanna a morte se avessi fatto tutto ciò che mi passava per la testa.

 

Pensavo da tempo in quale modo potessi far fuori il figlio del preside, prima che il mondo bruci all'inferno. Ahimè é un pensiero che devo cancellare dalla lista nera, poiché quel ragazzo, fa parte di un pezzo della mia piccola esistenza. 

Guardo verso di lui che per fortuna, se ne sta tranquillo appoggiato allo stipite della porta del nostro istituto, fumando la sua solita sigaretta.

 

"Hudson" mi avvicino a lui con l'aria di chi vuole staccare la testa a morsi a qualcuno. "Che vuoi moscerino?" si gira verso di me scocciato.

"Sei quasi carina stamattina" lascia uscire il fumo dalla bocca per poi scoppiarmi a ridere in faccia come uno stupido, accompagnato dai suoi stupidi amici bizzarri.

"Smettila di fare lo stupido nessuno ti ha mai detto che non fai ridere?" Mi avvicino il più possibile.

 "E poi, ammetti di aver messo della merda nel mio armadietto!" lascio che tutta la rabbia che avevo messo da parte in queste settimane uscisse fuori.

 Ne ho repressa talmente tanta che, si, oggi é il giorno giusto per scoppiare.

 

"Secondo te dovrei toccare della merda per farti uno scherzo?" guarda i suoi amici divertito. "Secondo me non lo sa" affianco a lui c'é Ron, che mi prende per i fondelli da quando ho memoria ma lui, è l'ultimo dei miei problemi.

"Stai zitto coglione" rispondo a Ron e poi mi giro verso il mio caro nemico. "Non provocarmi non stamattina caro Hudson" punto un dito contro di lui che cerca di sembrare l'agnellino della situazione.

 

"Lasciami stare sono appena arrivato, non rompermi le palle Willson, fammi fumare questa sigaretta in santa pace" strattona il dito che avevo puntato contro di lui precedentemente. "Chissà magari potrebbe essere l'ultima" dico guardandolo male.

 

"chissà" risponde lui alzando il dito medio. "Pulite l'armadietto o sapete come va a finire" decido di minacciare tutti e tre, compreso Donovan forse, il più normale della comitiva.

"Vai pure dal preside tanto non ti crede nemmeno lui " continua a prendermi in giro Ron.

 

Ma quando decideranno di tagliare la lingua a sto cretino patentato? "Ron lasciala stare sei ridicolo" sbotta Donovan il migliore amico di Hudson. Ancora oggi non capisco perchè una persona come lui, intelligente e buono possa frequentare tipi come loro.

"Il problema della Willson sai qual é?" Donovan scuote la testa esausto.

"Pensa di farci paura" scoppio a ridere alla sua battuta di merda. "No Ron non è di certo questo il problema, il fatto é che voi non ne fate a me." dico io girando i tacchi per dirigermi verso l'ufficio dal caro paparino preside. - "Katrine cosa ti porta nel mio ufficio?" mi siedo composta e prendo coraggio. A volte é difficile anche parlare con il preside di suo figlio.

"Quello stronzo di tuo figlio mi ha fatto letteralmente uno scherzo di merda..." l'uomo difronte a me sgrana gli occhi e ride divertito. "Scusami Katrine non volevo ridere ma non capisco" si ricompone lui. Lo guardo come se avessi già ucciso suo figlio e quindi all'improvviso capisce.

"Ha messo veramente della cacca nel tuo armadietto?" continua a ridere ed io vorrei spaccare la faccia non a uno degli Hudson ma a tutti e due. Cosa cazzo c'é di tanto divertente? 

"Si ma non c'é proprio niente da ridere é disgustoso" io non so chi sia dei due il piú infantile.

 

Sospira rassegnato e prima di parlare al microfono per richiamare suo figlio in presidenza, la porta alle mie spalle si apre. "Non fare questi teatrini con me metti giù quel microfono papà, sai bene che la Willson crede sia io l'artefice di tutti gli scherzi che le fanno" sbuffa. "Cresci hai diciotto maledetti anni e non sembra.

 

É cascata davanti ai mie piedi e tutti e tre avete riso come se aveste visto un film comico" ormai sull'orlo di una crisi di nervi mi avvicino a Dave che se ne sta calmo difronte a me.

 

"Hai tutte le carte in regola per fare un film comico" mi provoca sapendo che avrei dato di matto da li a poco. "Ti pare che tocchi della merda per farti uno scherzo? " come sempre la rabbia prende il sopravvento. "Si tu lo faresti" sbotto io scaraventandomi su di lui con una delicatezza disarmante. "Ma se mi fa schifo toccarti figurati farti uno scherzo del genere stupida" dice lui tenendomi ferma dalla testa come una bambina di cinque anni che fa le marachelle.

 

"Smettetela entrambi" il preside mi allontana da suo figlio. "Voglio vedere questo armadietto" dice lui aprendo la porta. "Se Katrine ha ragione sei fottuto Dave" lo ammonisce suo padre e lui sorride in modo strano. - Appena arrivati sulla scena del crimine il mio armadietto é magicamente più pulito e ordinato del solito. "Ma stiamo scherzando?" urlo verso il mio nemico guardando in ogni dove pur di riuscire a trovare qualcosa per incastrarlo.

 

"Willson sembra sia tutto apposto qui" scuoto la testa contrariata. "No non é tutto apposto lo hanno fatto pulire da qualcuno" mi infastidisce il fatto che lui non mi creda o non faccia assolutamente nulla per "punirlo".

"Non abbiamo tempo da perdere con te Willson nessuno ha pulito niente" mi fa un occhiolino. "Ora torni in classe Willson e la prossima volta non si faccia fregare" sorride sapendo che in realtà é tutto vero e che il solo colpevole è suo figlio e compagnia bella. Il preside guarda me e poi suo figlio sa bene ciò che deve fare.

 

"Seguimi in presidenza" l'uomo al mio fianco richiama suo figlio dinnanzi alla folla. Cosa che a me fa piú che piacere cosí quel sorriso da ebete sparisce una volta per tutte.

 

"Non ora papà" sbuffa guardandomi e sa bene che quando suo padre dice di seguirlo lui non deve dire di no. "Subito Dave!" il preside si agita più del dovuto. Cosa c'é di più bello al mondo di un momento come questo? Lui mi rivolge uno sguardo truce e poi in silenzio segue suo padre. - Da quando mia madre Elsa frequenta suo padre mi ha presa di mira.

 

E di mira intendo, proprio in pieno. John é un bravo uomo di quelli che si trovano poco in giro, suo figlio un po' meno invece, anzi é meglio non trovarlo.

 È un anno che non mi fa più vivere con costante serenità anzi é una lotta continua con l'ansia. Vi immaginate vivere un intero anno in questo modo? È un ragazzo troppo difficile da tenere a bada a quanto pare anche suo padre non riesce più a gestirlo. Sua madre ha deciso di abbandonare, tanto tempo fa la sua famiglia, per seguire un altro uomo, conosciuto nel suo laboratorio scientifico.

 

Hudson e suo padre hanno sempre avuto un bel rapporto ma ultimamente le cose sembrano essere cambiate. Odia il genere femminile ma incoerente frequenta la ragazza meno affidabile dell'istituto.

 Torno alla realtà.

 All'improvviso dal nulla sbuca mia madre vestita in un modo totalmente diverso per il suo lavoro. "Tutto bene amore?" domanda lei che sembra proprio raggiante vestita cosi. "Le bidelle indossano il grembiule" le dico prendendola in giro.

 

"Si domani mi metto quello dell'asilo" scherza lei dandomi una pacca sulla spalla. "Si dice collaboratrice scolastica. Che altro ti ha fatto Dave?" chiede sapendo già tutta la situazione.

"Lo sai già" sbuffo guardando dietro di lei. "Ne ho sentito parlare dovreste trovare un punto d'incontro. Comunque oggi andremo via prima, io e John andiamo a pranzo insieme" sorrido a vederla in questo stato gioioso.

 

"Hai pensato a tua figlia e cosa deve mangiare in tua assenza?" Chiedo fingendo di essere arrabbiata. "Ti ho lasciato il pranzo nel frigo é tutto pronto devi solo scaldarlo... qualunque cosa chiama altrimenti ci vediamo stasera a casa'' Le lascio un dolce bacio alla guancia e mi dirigo in classe. 

Non so se la mia è sfortuna o sfiga perenne, ma Hudson é davanti alla porta che mi guarda in un modo strano, oserei dire spaventoso.

 

Non mi faccio intimorire non dopo ciò che ha fatto. Passo indifferente ma lui mi sbarra la strada con quell'enorme braccio, io non demordo e come un lottatore di sumo gli do una spallata degna di nota. Odio tutto di lui ma il fisico, beh quello proprio no. "Mi raccomando Willson sempre tra i piedi" sbuffa lui lasciandomi passare.

 

"Mi raccomando Hudson continua a fare ciò che stavi facendo." questa é la volta buona che me lo mangio. "Cioè?" chiede lui seguendomi verso il mio banco. Essere forti e maleducati difronte a lui ha quel non so che di malvagio.

 

"Silenzio, quando non parli sei davvero affascinante'' lo prendo in giro sedendomi.

 "Divertente, sai Willson dovresti cambiare anche i quaderni, puzzano di merda" alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi divertiti, poi sposto quest' ultimo dietro le sue spalle e noto che le sue amichette ridono di gusto.

 

"Dovresti cambiare atteggiamento con me, sai non hai vita lunga se continui cosi..." Non so se voleva essere una minaccia ma so bene che volevo dirla da tanto tempo. 

"Le minacce non sono il tuo forte moscerino e per quanto riguarda l'affascinante, so di esserlo." mi alzo dalla sedia e lo spingo lontano prima che dalla mia bocca esca solo veleno.

 

"Coglione" sento quella vocina e la mia giornata cambia totalmente. - "Scusa il ritardo Katrine" bisbiglia Jade respirando profondamente sedendosi accanto a me.

"Ormai ci sono abituata, non scusarti" scoppio a ridere mentre lei sbuffa.

 

"Questa volta non è colpa mia" esce i quaderni dalla sua cartella rigorosamente rosa.

"Stamattina ho avuto una strana esperienza" alzo le sopracciglia perplessa.

Quando mai Jade é così agitata e ansiosa? "Ti comporti cosi ogni volta che vedi o parli troppo a lungo con Donovan" dico io guardando ogni suo movimento.

 

"No Katrine oggi Donovan è l'ultimo dei miei pensieri, si tratta di kitty la mia cagnolina" sospiro serena almeno non dovrò litigare un'altra volta con loro. "Stamattina era intoccabile" alza le mani al cielo poi mi fa vedere cosa le ha fatto il suo cane alla mano.

 "Ma Kitty é innocua" dico sbarrando gli occhi alla vista di due buchi non troppo grandi ma comunque visibili.

 

"Mi sono avvicinata per accarezzarla, come ogni mattina, dopo essere uscita a fare i suoi bisogni e il risultato è questo" fa spallucce.

 "I tuoi che hanno fatto?" I genitori di Jade sono molto affettuosi con sua figlia, non immagino cosa hanno fatto dopo essere stata morsa.

 

"Erano usciti molto prima per lavoro, il punto é che non era lei, la conosco molto bene.

Ho notato che aveva gli occhi neri" forse è il caso di chiamare un' esorcista. "Ma ha già gli occhi neri Jade" le dico.

 

"No erano completamente neri come quelli dei film hai presente quando si trasformano in zombie?" la mia amica ha visto troppi film di fantascienza ieri sera. É stranamente silenziosa cosí la guardo negli occhi e lei mi fa vedere il telefono dopo aver fatto spallucce. 

"Mi sto informando su Google" dice lei e io le tolgo il telefono dalle mani.

 

"Tu sei completamente andata" rido però poi le do una mia opinione per calmarla, é troppo agitata. "Forse é sonnambula" la tranquillizzo.

"Può essere ma..." annuisce convincendo se stessa. "Ma ora basta" le dico io guardandola.

 Non faccio in tempo a distogliere lo sguardo che la mia migliore amica, viene trascinata con la sedia, da Donovan, con una tale nonchalance.

"Montgomery mi é successa la stessa cosa" che scusa bizzarra per accaparrarsi un po di attenzione della sua preda.

"Donovan non dire stronzate e lascia che torni al mio posto é una giornata piuttosto strana non ho voglia di fare teatrini" lascia andare la presa sulla sedia di Jade.

 "Puoi anche non credermi ma anche io ho avuto a che fare con un corvo e non un corvo qualsiasi, era davvero molto strano" lo guardo impassibile ma poi, la sua espressione preoccupata, attira la mia attenzione.

"Stavo fumando la mia sigaretta quando ho notato che sul davanzale del mio balcone, c'era un corvo, era morto, stecchito ragazze.

" Non so se vuole farci paura ma ci sta prendendo davvero gusto a dire tutte queste stronzate in una volta sola.

 

"Ho deciso di spostare il suo corpo in una busta con un bastone di legno, ma quando ho toccato leggermente il suo corpo, ha sbarrato gli occhi ed erano proprio come hai detto tu, neri!" Rimango in silenzio a chiedermi se crederci o meno.

 

"Ero talmente spaventato che le ho chiuso la finestra in faccia." mi viene il batticuore se penso a tutto questo.

"Ha continuato a sbattere il suo becco alla finestra, fino quando ho deciso di chiudere la tenda." Non so se sono sorpresa o impaurita fatto sta che non é normale. "Stai dicendo la verità?" domanda una voce dietro di noi.

 

Perchè impicciarsi sempre quando a lui non riguarda? "Si certo che si Dave, non so voi ma io personalmente ho come la sensazione che debba succedere qualcosa a tutti noi" Hudson ride alle parole del suo migliore amico che finalmente dopo anni non lo considera nemmeno.

"Perché ogni tanto, non ti siedi e cerchi di essere un minimo normale come tutti noi?" mi esce questa bella perla di saggezza.

 

"Come voi? Neanche da morto" dice avvicinandosi a me piú del dovuto. "Togliti Dave, non ho voglia di perdere tempo con te" dico esausta al solo sentire la sua voce troppo vicina.

 Hudson come sempre comportandosi da lattante mi sfila la molletta dai miei lunghi capelli, scappando subito dopo lontano, dai nostri banchi.

 

Bestemmio qualcosa in aramaico e mi alzo indispettita. "Dave torna subito qui o ti faccio fuori con le mie mani" il ragazzo dagli occhi scuri si gira divertito.

 "Usa le tue mani per fare altro con me" scoppia a ridere mentre l'intera classe ci guarda annoiati.

 

Come dargli torto ormai sono sempre quelle le stronzate che fa.

Dopo alcuni istanti quando ormai io e lui siamo vicini, molto vicini, qualcosa da lontano, fuori dalle finestre, attira la nostra attenzione.

 

"Attenta Willson" urla lui spaventato, abbassandosi subito dopo sulle ginocchia, abbracciandomi e proteggendoci con la sua spalla enorme.

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Capitolo 2
*** Amicizia ***


Amicizia.

Nella vita può succedere di tutto.

Abbiamo capito che Donovan e le sue sensazioni non sbagliano mai.

"Nasconditi Jade" urla quest'ultimo verso la mia migliore amica nell'unica speranza che lei lo ascolti.

Donovan ha descritto quei corvi come strani non come bestie squarcia pelle di Satana.

Hudson si guarda intorno e dopo aver protetto me con il suo corpo mi lascia e corre da Susan intrappolata tra tutti gli alunni che cercano di scappare.

Vani disperati tentativi.

Mi rimetto in piedi dolorante per la caduta ma non appena cerco di andare da Jade, un corvo si scaraventa su di me con una ferocia brutalità, beccando una parte della mia spalla come se fosse un tronco di un albero, lacerandomi la pelle.

"Willson corri qui da me ti faranno fuori se rimani ancora li impalata..." Donovan urla sovrastando le continue voci straziate dalla paura dei nostri compagni.

Guardo ovunque, guardo in ogni dove pur di trovare riparo ma tutto ciò che riesco a vedere è solo un mio amico di classe, riverso a terra completamente dissanguato.

"Willson cazzo stai ascoltando?" 
Anche Hudson mi guarda da lontano e urla di allontanarmi e trovare riparo ma, ormai, il panico ha fatto il suo corso.

"Muoviti Katrine è solo un attacco di panico, non temere vieni qui da me, ci sono io qui" ascolto solo la voce della mia migliore amica.
Evado dalla mia stessa gabbia mentale e corro verso Jade, a più non posso.

"Jade tu stai bene? Ti hanno morso? Fammi vedere" le chiedo toccando ogni centimetro del suo corpo ma lei delicatamente prende le mie mani e le stringe tra le sue.

"Katrine adesso calmati, sto bene sei tu quella ferita." 
Jade con rapidità fa cadere il banco ai nostri piedi creando una sorta di gabbia protettiva.

"Non è nulla é solo un graffio" le dico coprendo la ferita con la mia mano.

"Jade stai bene? non ti vedo!" Don è sempre stato cosí protettivo con Jade, anche quando lei nemmeno lo guardava.
Si alza in punta di piede e dal suo viso pallido deduco stia vedendo qualcosa.
"Moriranno tutti e noi non li stiamo aiutando e smettila per favore me la cavo da sola! " urla lei questa volta contro Donovan. 

"Fatti gli affari tuoi e rimani li" le urla lui di rimando facendole capire quanto poco gli importa ciò che prima le ha urlato contro lei.

"Sono usciti tutti" questa volta è Ron a parlare.
"Aspettiamo ancora qualche minuto" bisbiglia Hudson.
"Jade? Non ti sento tutto bene?" Jade sbuffa ma so bene che le fa piacere - e non poco - avere queste attenzioni. 

"Abbastanza, ma Katrine é ferita" Jade tampona il sangue sulla mia spalla con la sua giacchetta rosa.

"Voi due, adesso mi credete?"
Donovan cerca di affacciarsi per dare libero sfogo alla sua ragione ma un corvo rimasto nella stanza si fionda su di lui, che per fortuna, ha una buona mira e lo colpisce con un libro.

"Vaffanculo" sbotta Ron contro quel mostro con le ali.

"Io non ci resto qui a morire" Hudson si fa coraggio ed esce allo scoperto.
"Troviamo una soluzione" subito dopo Donovan fa lo stesso seguendo il suo migliore amico.
Io e Jade ci guardiamo e poi usciamo allo scoperto. 

Ho la spalla dolorante ma faccio finta che tutto vada bene stringendo i denti riuscendo persino a non farmi notare da Jade.
"Cazzo hai bisogno dei punti Willson!"
Donovan deve sempre mettere il dito nella piaga.

"Non é niente di grave Donovan devo solo tamponare la ferita per qualche minuto" spiego al ragazzo staccando la sua mano possente stretta al mio braccio.
Invidio la sua forza.

"Tamponalo con il cazzo di Ron guariresti in poco tempo " Susan ha uno strano modo di scherzare.
O é solo gelosia dovuta a qualche minuto prima.

"Tu invece devi farti fare tamponare spesso dal tuo ragazzo chissà, un giorno, esce qualcosa di sensato dalla quella bocca di rose."
Il ragazzo al suo fianco sembra molto divertito dalla mia battuta.

"Vi sembra il caso di dire stronzate o di litigare in questo momento?" sbotta la mia migliore amica guardando uno dei nostri compagni di classe a terra.

"Ron non ti avvicinare, ormai è morto non puoi fare niente per lui" 
Ron non ascolta Dave e si inginocchia accanto al suo amico, piangendo.

"Spostati Ron" Dave é nato per non avere un briciolo di compassione e di comprensione verso il prossimo.
Immedesimarsi nel dolore no, farlo si.

"Sei un bastardo Dave! levati" dice Ron alzandosi infuriato spingendo il suo amico contro la porta.
Increduli li guardiamo.

É normale avere una reazione cosí nel momento in cui vedi una persona che hai voluto bene senza vita.
Hudson non conosce il rispetto verso il dolore altrui cosi prende l'amico dal colletto della divisa e lo mette al muro.

"Devi solo ringraziare il signore se sei ancora qui, non ti spacco la faccia perché sei mio amico, ora devi mettere te stesso al primo posto e far si che quei cosi non ti facciano fare la sua stessa fine." lo lascia andare e lui si rimette composto.

"Dobbiamo stare attenti dobbiamo essere silenziosi e puliti" dice mentre chiude la porta alle nostre spalle.

"Puliti?" Domanda Susan.
"Si intendo, come noi, senza graffi o peggio ferite profonde" spiega Dave alla sua ragazza guardando subito dopo me.

"Questo vuol dire che lasceresti fuori da questo gruppo la Willson?" guardo Ron basita.

"Scusate rendetemi partecipe a questo argomento, sono qui accanto a voi e vi sento" guardo ognuno di loro.

"Si la lascerei fuori da questo gruppo" sarebbe riduttivo chiamarlo bastardo.
Mi guarda negli occhi facendo capire alla sottoscritta che qualunque cosa io possa dire o fare contro di lui non gli farebbe nessuna paura.

"É solo ferita Dave non dire boiate " si intromette Donovan.

"Mi vuoi morta percaso?" se avessi avuto dei poteri, sarebbe già cibo per pesci rossi.

Va bene il nostro odio reciproco ma io non arriverei a tanto ne con lui ne con nessun altro.

"Hai collegato il cervello con la bocca? tu decidi chi vive e chi muore d'ora in poi? Spiegamelo perché non ho chiara la situazione"
Jade lo spintona presa da un impeto di rabbia.

"Dave" lo richiamo amareggiata, sono qui a capire cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo da un ragazzo che infondo nemmeno mi conosce e non mi ha mai voluto conoscere.

"Jade, sta perdendo molto sangue e si, la tua amica diventerebbe un peso per tutti, anche per te. Quei corvi seguono l'odore del sangue e noi abbiamo una sacca ambulante" non so se usare il silenzio o la violenza ahimè rimango a guardarlo solamente. 

"Ha ragione Dave, non sappiamo di che cosa si tratti dobbiamo tutelarci"
Alcuni secondi prima che aprissi bocca per dirgliene quattro i nostri telefoni, suonano all'unisono.
Afferriamo i nostri telefoni e parte un video importante.

>

"E questo é tutto ciò che hanno da dire?" borbotta Ron.

I telefoni si spengono all'unisono cosí come tutte le luci nella nostra scuola.
Il tempo fuori non promette bene, il cielo ha delle nuvole nere ben visibili che solo a guardarle mettono i brividi.
"Decidiamo dove nasconderci" dice la ragazza di Hudson non appena sente l'allarme di cui parlava prima quella donna.

"La Willson rimane qui" la voce di Dave si fa strada nelle mie orecchie.

"Nessuno ti ha mai detto che sei un figlio di puttana e malvagio del cazzo" lo ammonisco con il mio sguardo uno sguardo che ucciderebbe anche il più forte.

"Sono attratti da suoni e sangue non ci vuole un genio per capirlo questa é la milionesima volta che te lo spiego '' dice lui e a me non mi frega un emerito niente.

"Ma non sto mica perdendo sangue a fontana!" mi infurio come una bestia e adesso sono a pochi centimetri da lui, faccia a faccia.

"Non rischio la vita per te Willson, rischio per chi ne vale la pena per le persone a cui tengo e tu non sei tra queste'' mi sfida ma io getto subito la spugna.
Non posso abbassarmi a tutta questa cattiveria.

"Ma cosa stai blaterando Dave?" Don sembra essere diventato di pietra a quelle parole dal suo sguardo capisco che vorrebbe prenderlo a sberle.
Mi aspettavo qualunque cosa da lui, insulti, scherzi di merda, ma non tutto questo.

Questa fa davvero male. 

"Dave ha ragione" si intromette Susan accarezzando il braccio sel suo ragazzo.

"Tu non rispondere non sei stata interpellata'' la mia migliore amica è sempre pronta a tutto anche a divorare questa serpe velenosa.

"Io non lascio la mia migliore amica in queste condizioni, da sola a lottare con qualcosa che non conosciamo, io sono la sua ancora, lei la mia non la lascio per nessun motivo al mondo" dice Jade cercando di allontanarsi da Donovan con scarsi risultati.
Mi avvicino a lei e le prendo le mani.

Il mio cuore impazzisce di gioia a quelle parole, tutta la delusione di quel momento é svanita grazie alle sue parole.

"No Jade non sei costretta e non devi farlo per farmi un favore, e poi Dave ha ragione, non devi rischiare per nulla al mondo. Donovan ti terrà al sicuro, per favore non complichiamo di piú le cose, se mi vuoi bene ascolta loro e vai con loro mettiti al sicuro.'' le lascio la mano.

"No Katrine io rimango con te. Don ti prego lasciami" Jade sembra turbata dal comportamento di Donovan che se ne sta in silenzio, forse, diviso a metà.

Lui l'amico di una vita intera, lei solo una cotta di qualche mese.

Questo ragazzo non ha colpe non può prendersi la briga di mettere a posto tutte le cose che riesce a distruggere il suo amico.

"Jade credimi, anche io vorrei andare li fuori, in un posto sicuro con Katrine ma é meglio cosí per tutti, per ora. " la guarda negli occhi poi guarda l'amico severamente.

Susan indica la finestra e uno stormo di corvi venire proprio verso di noi.
I ragazzi corrono ad aprire la porta ed io faccio la miglior cosa per salvarla, la spingo fuori con gli altri e chiudo la porta a chiave.

"No Katrine" dice lei piangendo forte, sbattendo di tanto in tanto le mani alla porta.

"Ti voglio bene Jade" dico prima che la stanza sia invasa dai corvi.

Mi abbasso sulle ginocchia impaurita, mettendo le mani a mo di scudo sulla testa e sulla ferita accorgendomi solo dopo di essere stata salvata dal corpo inerme di Hilton.

Con il respiro corto mi giro verso quei mostri e penso che sarei potuta essere io o potrei esserlo ancora, se non mi do una mossa.

Non so se sto avendo le allucinazioni so solo che voglio sparire.
"Hilton" sussurro spaventata e ancora incredula.
Il corpo non si muove penso solo che la paura mi stia facendo brutti scherzi.

Mi avvicino di piú per capire se posso essere anche io la loro colazione ma nel momento in cui mi avvicino a loro si alzano in volo e vanno via.
Sospiro sorpresa e grata a qualunque divinità.

Cerco di coprire il corpo di Hilton con la cartina geografica ma quando sono difronte a lui, noto che ha gli occhi spalancati e neri come la morte, cosa impossibile dato che Ron glieli aveva chiusi precedentemente.

Cerco di allontanarmi da lui facendo attenzione ma inaspettatamente quel ragazzo, ai miei occhi stecchito già da un pezzo, mi mette la mano alla gola, stringendo cosí tanto da farmi sentire mancare l'aria.

Mi dimeno ma se non continuo cosí mi verrà un altro attacco di panico e allora si che sarà la mia fine.

Sento che le forze stanno andando via ma ad un certo punto mi viene un' idea.
Fattibile o meno, io ci provo.

Metto una mano sulla maniglia la tiro forte e questa si stacca cosí gliela tiro in testa piú forte che posso.
Per fortuna mi libero dalla sua presa cosí in pochi istanti riesco a scappare da lui che riesce a riprendersi molto velocemente venendomi contro.

La porta non si apre non solo perchè le manca la maniglia ma anche perché qualcuno mi ha barricato dall'esterno.
Atto meschino direi.
Sono piú che sicura sia stato Hudson.

Ancora una volta proprio Hilton attira i corvi verso di lui che si avvicinano e iniziano a strappare ogni centimetro della sua palle.
Un conato di vomito si fa spazio in me cosí senza neanche un preavviso libero il mio stomaco.

"Willson..."
Sento quella voce tanto odiata dietro la porta e penso che questa è una vera e propria allucinazione.
"Katrine ci sei?" Cazzo allora non sto affatto sognando.

"Che vuoi Hudson?" Parlo abbassando la voce.

"Voglio che tu esca da questa stanza" dice lui armeggiando con qualcosa per aprire quest'ultima. 
"Non urlare coglione" dico parlando attraverso il chiavistello.
"Apri questa maledetta porta non sei divertente" sbuffa lui.

"Ma quanto sei intelligente? prima mi lasci e poi mi vieni a cercare?" vorrei sputare attraverso il chiavistello ma alcune di queste cose le lascio fare a lui, uomo senza palle.

"Ti do una bella notizia Hudson non ti sbattere tanto, per la tua gioia la porta è rotta da entrambi i lati, sbattendo o rompendo attirerà solo l' attenzione di quei mostri e li saremo entrambi nella merda, fottuti fino al midollo. '' non ricevo nessun insulto e nessuna risposta, se ne é andato un'altra volta.

Ma cosa aspettarsi da Hudson?

Mi alzo in piedi e raggiungo la finestra attorno ho una miriade di corvi che di tanto in tanto beccano parti del mio corpo ormai completamente pieno di lividi e lacerazioni.
"Non morirò per mano vostra mostri'' metto un piede sulla sedia e mi alzo sul davanzale, tenendomi in equilibrio.

Se proprio devo morire allora muoio per colpa mia.

Sto per cadere nel vuoto ma la porta si apre o meglio é stata buttata giú dai due amici.

"Willson sei impazzita scendi di li!" 

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Capitolo 3
*** Protezione ***


Protezione.

"Willson ma tu sei impazzita?"

La sua grande mano afferra con forza la mia.

Sembra che il mondo stia giocando a scacchi con me, ed io ovviamente chi sono? La pedina meno importante di tutta la scacchiera. 

Dave ed io per la prima e forse ultima volta ci guardiamo intensamente negli occhi.
Ho un brivido lungo la schiena non appena lo sguardo si fa sempre piú pesante su di me.

Avremmo continuato a guardarci all'infinito se non fosse che i nostri due amici ci urlano di fare attenzione.

Dave ha sempre avuto questo astio nei miei confronti e ancora oggi non so a cosa é dovuto. 
Comportandosi da coglione patentato con me, ha fatto si che coltivassi anche io odio e rammarico verso i suoi confronti.

"Io pazza? Molto bene ma non sono io quella senza cuore che ha lasciato un amico nel momento del bisogno e sia chiaro Hudson, ripago con la stessa moneta!" dico tenendo lo sguardo ancora ben saldo al suo.

Come una calamita.
Scendo finalmente da li ritrovando il giusto equilibrio con ancora la mano di Dave ancorata alla mia.

Non appena si accorge delle nostre mani intrecciate la ritrae scottato, distogliendo subito lo sguardo dolce e meno complicato dal mio, tornando ad essere il solito menefreghista.

"Smettila di lamentarti bambina tu non sei mia amica" tiene duro e mi guarda piú arrabbiato di prima. 
"La tua moneta vale meno di zero per me" finisce con uno sguardo cattivo e privo di emozioni.

Potrei aver cambiato colore in meno di due secondi, ma quale, non saprei dirlo. 
"Possiamo andare" dice tirandomi con una forza assurda a se.

"Katrine, Dave ha trovato una botola" 
Donovan prende per mano Jade per proteggerla da eventuali pericoli.

"Sei al sicuro con queste cose" dice lui a Jade e lei annuisce serena.
Ha le braccia fasciate da cartoni e un resistente scotch a farle da scudo.

Sono grata di averla nella mia vita e lo sarò sempre, anche perchè se lei non ci fosse stata, ora sarei la ragazza più sola al mondo.
So bene che se Hudson e Donovan sono qui, è solo per lei.

"Oh grazie a Dio. Dove di preciso?'' ho davvero il bisogno di sapere le cose in modo chiaro in questo momento ma il modo in cui stringe la mia mano Dave é chiaro che preferirebbe farmi fuori.
La stringe cosí forte che potrebbe non circolare più sangue.

"Sono domande da fare adesso Kate?" sbotta per poi fare scontrare le nostre spalle lasciando subito dopo la mano.
I suoi occhi emanano rabbia e stizza, cosi abbasso lo sguardo.

"Che differenza fa saperlo, lo vedrai quando saremo li sani e salvi" dice allontanandomi da lui un'altra volta scottato.
Cosa che a me va piú che bene visto che non lo tollero più, non tollero più questi comportamenti odiosi.

"Potrebbero succedere troppe cose fin quando arriviamo alla botola, volevo sapere solo per tranquillizzarmi... " 
Non riesco a stare zitta la mia ansia è un passo avanti a tutto ciò che penso, dico o faccio.

Se prima si sono scontrate le nostre spalle delicatamente, ora Hudson mi sbatte contro la porta con tutta la forza che ha, facendomi sussultare dal dolore.

"Aia ti sei rincoglionito?" spingo via il bastardo senza cuore.
Persino Jade e Donovan si sono girati spaventati dal rumore che ha fatto la mia schiena contro gli armadietti.

"L'unica cosa che può succedere é che io ti lasci un'altra volta qui Willson...'' mi guarda senza alcuna emozione ed io resto in silenzio nel momento in cui si avvicina pericolosamente a me.

"O stai zitta e mi segui oppure ti faccio fuori con le mie mani, ringrazia loro due se sono qui a farmi ammazzare per te!" 
Finalmente si allontana, il suo essere cosi vicino ha messo a dura prova il mio povero cuore.

Se prima mi sentivo in qualche modo protetta data la sua vicinanza e il suo coraggio ora non piú.

Rimango in silenzio per tutta la strada che percorriamo per arrivare alla sua botola.
Persino Jade e Donovan si girano di tanto in tanto per vedere se sono ancora viva e vegeta dietro di loro.

"Dave falla passare avanti sai che non è sicuro" dice esausto Donovan ma lui ha deciso cosi e nessuno deve mettere bocca sulle sue decisioni. 

Di merda ma pur sempre decisioni.

Le mie mani continuano a torturarsi in maniera insistente, ho la netta sensazione di perdere aria ogni metro di strada, un altro attacco di panico.

"Dave fermati" dico io reggendomi al muro, ma questo non si gira e sbuffa. 

Le gambe non reggono piú e cado sul pavimento freddo creando un tonfo da fare girare tutti anche lui per la prima volta sembra preoccupato.

Si fionda verso di me ignorando gli sguardi sorpresi dei presenti.
"Katrine che hai?" È bello sentire il mio nome da lui, non lo ha mai fatto prima.

Non riesco nemmeno ad alzare lo sguardo.
"Ha un altro attacco di panico" spiega Jade abbassandosi attenta verso di me.

"Non puoi permetterti di cedere ora Willson, riprenditi e subito!" Borbotta lui alzandosi.

"Non è a comando Dave, smettila non stressarla" lo rimprovera Donovan e lui passa una mano sul viso frustrato. 

Non appena il mio cuore si rilassa con l'aiuto di Jade, mi soffermo a guardare alcuni corpi sventrati a qualche metro da noi, accorgendomi subito dopo di una cosa strana.

"Avete notato?" domando alzandomi lentamente, facendo voltare tutti nella direzione che ho appena indicato.

''Si perché non siamo ancora ciechi"
sbotta lui alzando le mani al cielo.
Mi ha aiutato ma rimane un coglione.

"Tu lo sei dato che non ti sei accorto che il sangue c'é ma il corpo no" mi avvicino contando tutti gli altri corpi.

"Non aveva un attacco di panico?" 
Ma questo percaso gioisce a vedermi in stati di estremo pericolo?

Altrimenti non si spiega.
"Perché fai sempre storie?" sbuffa il suo amico.
"Ma sei con me o contro di me?" 
Donovan lo ignora e prende Jade dalle mani avvicinandola a lui il piú possibile.

Come fa questo ragazzo premuroso e dolce ad essere suo amico? 

"É tornato in vita ragazzi, proprio come Hilton" metto una mano sul mio cuore che batte nuovamente forte.

"Come fa un morto a tornare in vita? Quante cazzate riesci a sputare da quella bocca?" sbotta incredulo dando le spalle a tutti noi.

"Quanto basta per lavarti quella faccia di merda e farti rinsavire dal tuo stesso ego'' ormai sono vicina a lui cosi lo spingo un'altra volta, questa volta rabbiosa.

"Parliamo di ego? Pensa a te che sei un inutile essere umano ma ti senti la madonna scesa in terra" scoppia a ridere lui ma io lo spingo dinuovo con una forza brutale da farlo sbattere al muro.

1 a 1 Hudson.

"Qui l'unica che si sente la madonna ma é solo una zoccola di fogna é la tua ragazza, non osare piú parlarmi cosi" lui si avvicina a me prendendomi dal collo.

"Smettetela!" questa volta é Jade che ci divide spingendoci, sfinita dai nostri continui litigi.
Smetto di parlare sicura di avere fatto girare le palle anche alla mia migliore amica.
Questa volta abbiamo esagerato tutti e due.

Hudson da un pugno all'armadietto per non darlo sicuramente a me.
Non appena mi volto verso di lui il mio cuore perde un battito quel corpo che mancava all'appello, era a pochi metri da noi.
Rimango immobile a guardare quello che ormai definirei zombie correrci contro.

"Corri Willson" Dave mi trascina con se non dandomi nemmeno il tempo di guardare il suo viso.

Dopo una lunga ed eterna corsa si decide a dire quelle famose parole.
"Siamo arrivati" 
Chiudendoci nella stanza del preside una volta aver seminato quel mostro.

Sono difronte a lui, attaccata al suo petto possente ascoltando il ritmo del suo respiro.
Non ce ne eravamo accorti non prima di guardarci negli occhi l'ennesima volta in quella giornata.

"Finalmente" dico respirando anche io a pieni polmoni dopo questa corsa nel buio.

"Sentiranno il tuo sangue e faranno irruzione, Don brucia la maglia e la giacchetta della Willson prima di farla scendere '' l'amico annuisce.
Io rimango a bocca aperta.

"Devo rimanere in reggiseno con questo freddo?" chiedo battendo già i denti al pensiero.
"Meglio in reggiseno che morta non credi?" dice ridendo alle mie spalle.

"Ma non è normale Dave" é troppo preso dalle risate per notare quanto il mio corpo stia soffrendo. 
Sospiro esausta, non voglio fare altre polemiche, stresserei e metterei per l'ennesima volta in pericolo tutti e non voglio.

Mi tolgo la giacchetta e poi la maglia rimanendo completamente scoperta agli occhi dei due.
Donovan mi guarda dispiaciuto e lui invece in modo alquanto strano.

"Ora possiamo entrare" ha lo sguardo di uno che ce l'ha fatto nel suo intento.

Pensavo che a nascondersi ci fossero solo Ron e Susan ma a quanto pare mi sono sbagliata.

Mi giro subito dopo scontrando il mio petto, volutamente, per nascondermi, con Hudson che mi guarda sorpreso. 
"Ci stai prendendo gusto moscerino" abbassa lo sguardo nei miei occhi ed io rossa in volto, ingoio un enorme quantità di saliva.

"Non voglio scendere" gli dico mentre cerco disperatamente di salire su quel maledetto gradino per aprire la botola e andarmene.

"Ed io ti dico che devi, non mi va di perdere la pazienza un' altra volta..." risponde dando un colpo secco alla porta della botola per chiuderla definitivamente.

"Tu non capisci Hudson, c'é gente che io non conosco e non accetto di essere guardata in intimo da sconosciuti dai fai uno sforzo" lo supplico con le mani a mo di preghiera.

"Anche io non ti conosco infondo, ma ti sto guardando" fa un passo avanti e io scendo nuovamente di un gradino é cosí vicino che posso sentire l'odore di sigaretta.

"Non ho voglia di scherzare Dave non ora!" lo guardo e lui guarda un punto fisso dietro di me.
"Nemmeno io" mi sorpassa facendomi scendere gli ultimi gradini al contrario.

Vorrei sparire ma non sono ancora diventata una maga.
Chiedo a chiunque in quella stanza ma nessuno mi degna di una parola o di uno sguardo.
"Che avete da guardare?" urlo esausta e arrabbiata fino al midollo.

"Guardiamo quello che hai nascosto per anni" non conosco questa voce ne l'ho mai sentita, quindi piú incazzata di prima, mi giro curiosa e noto che é un ragazzo dell'altro istituto.

"Coglione bada a come parli" Jade esce i suoi artigli.

"Qui l'unico che si é nascosto per anni sei tu perchè non ho la piú pallida idea di chi tu sia" dico sedendomi e coprendo il mio seno con le braccia.

"Se vuoi privatamente ti faccio vedere chi e come sono" non so se scoppiare a ridere oppure a piangere fatto sta che gli occhi di tutti, compreso quelli di Hudson, sono puntati su di lui.

"Se non chiudi quella fogna di bocca ti attacco al muro" Donovan si avvicina a quel ragazzo minacciosamente.

"Ma davvero?" si alza per sfidarlo.
Hudson si avvicina ai due divertito.

"Dato che stai facendo il latin lover perché non le dai la giacca? magari la ragazza in futuro potrebbe anche farci un pensierino per vedere chi e come sei. " il suo tono di voce è cosi tranquillo da fare paura.

"Qui dentro fa freddo ognuno pensi a se stesso'' dice il ragazzo sorpassando i due per raggiungere i suoi amici.

"Mi dispiace per te ma se vuoi stare qui con la tua combriccola devi fare ciò che dico io'' lo ferma prendendogli una mano e il ragazzo la strattona via.

L'ultima volta che un suo avversario lo ha strattonato in campo solo per un tornaconto personale é andata male o peggio, malissimo.

"Hudson lascialo stare" rassegnata e infreddolita mi stringo di piú mentre Jade mi abbraccia per farmi calore cosí chiudo gli occhi sollevata.
Però questo silenzio e questo sollievo durano dannatamente poco poiché a portarmi alla realtà é un forte rumore di ossa rotte.

Hudson come immaginavo fa vedere chi è che comanda in questa stanza.
"Dalle la giacca e torna dai tuoi amici"
Il ragazzo vorrebbe ammazzarlo ma si alza e mi raggiunge lasciando cadere la sua giacca ai miei piedi.
"Grazie" dico guardandolo ma lui che non ha niente di maschile sputa a due centimetri da me.

"Visto che sei la sua puttana" questa volta sono io a fermare Hudson non appena si scaraventa su di lui mettendomi proprio al centro. 

"Non ne vale la pena, tanto sai meglio di me che non lo sono e non vorrò mai esserlo" sono sotto al suo sguardo che vaga rabbioso da me a quello del suo nuovo nemico.
"Potresti sempre diventarlo"

"Preferirei morire piuttosto."
Lo spingo e me ne vado via coprendo finalmente il mio corpo con la giacca di quello stupido troglodita.

E d'ora in poi che si fa?



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Capitolo 4
*** Promesse ***


Promessa.


•Dave Hudson•

Perché tra tante persone nell'istituto dovevo proprio sopravvivere con lei?

Sono passate poche ore da quando ho spaccato il naso a Jason e a dire il vero non sono ancora tranquillo.

A me della Willson non me ne frega niente, però odio che quello stronzo, da anni mio avversario, possa solo sfiorare le cose o persone che mi appartengono da una vita.  

Sposto il mio sguardo verso una parte buia della stanza e noto che la Willson dorme beatamente accanto a Jade, la miglior cotta che si sia preso Donovan in tutti questi anni.

Jade non mi sta molto simpatica dato che ha un'amica odiosa, ma ci sa fare con il mio migliore amico e vederlo felice mi rende piú felice di lui.

Detesto tutto di quella ragazza e con tutto intendo, proprio TUTTO.

Non ha stile non ha eleganza sempre e solo vestita come una scappata di casa mai un filo di trucco, sempre con quei capelli arruffati o legati in crocchie e codine strane.

Di normale ha solo l'odore della pelle, quella é l'unica cosa che mi ha colpito quando ho avuto la possibilità di stare a qualche centimetro dal suo corpo.

Lampone e miele ricordo di aver visto questo bagnoschiuma nel bagno della sua umile casa, quando ho dovuto presenziare ad una cena di "famiglia".

Da quando mio padre frequenta sua madre, le cose tra noi sono cambiate.
Ho come l'impressione che mio padre si sia completamente dimenticato di suo figlio per fare posto alla figlia di una donna conosciuta da pochi mesi.

Eravamo inseparabili e lei ci ha divisi; perché buona, brava, carina e molto intelligente, una figlia modello ciò che io non sono e non sarò mai perché ho la testa tra reggiseni, gambe e sigarette.

Distolgo lo sguardo da quella bambina e lo lascio cadere sulla mia ragazza lei si che ha quella marcia in piú quella cosa che ti fa impazzire appena toglie le sue mutandine.

Uno strano rumore mi fa scattare in piedi che mi porta ad avvicinarmi a un armadietto di piccole dimensioni e a mettendoci l'orecchio per sentire scopro che quello non é un suono  ma lo squittire di alcuni topi.

Se quei corvi hanno riscontrato quel virus allora anche i topi potrebbero già averlo contratto.
Sobbalzo sul posto e chiamo Donovan.  
"Donovan svegliati" dico io ma lui non mi sente dorme profondamente. 

"Dave? Tutto apposto?" quella voce mi perseguita ma perché non se ne sta in un angolo a godersi questa misera e poca vita che ci rimane, senza fiatare?

"Dormi" le dico impassibile ma lei si alza e mi raggiunge. 

"Ti vedo indaffarato e molto provato percaso hai bisogno di una mano?'' ho la netta sensazione che mi stia prendendo in giro.

"Ho bisogno che tu scompaia dalla mia vista" sbuffo esausto riuscendo a mettere l'armadietto dritto e al suo posto per coprire l'entrata a un vero e proprio banchetto.

"Tranquillo Hudson é solo questione di tempo" mi dice facendo spallucce indicando con lo sguardo la sua ferita  rimanendo in reggiseno un'altra volta.

"Non morirai di certo per un buco che anche un bambino riuscirebbe a  ricucire"
Devo ricredermi su quello che avevo detto pochi istanti fa e brava la Willson hai un bel balcone.
Ti sei guadagnata un punto.

"Ma di certo se continua a espandersi l'infezione si" borbotta lei rimettendo la giacca.
"Quanto sei drammatica" rido sincero, non una risata malvagia per la prima e ultima volta.

"Non dire nulla a Jade ma se dovessi" si gratta la testa e poi si guarda in giro attenta a ogni persona li dentro.

La incito con lo sguardo.

"Se dovessi diventare come quel coso che ci ha fatto perdere dieci anni di vita o come Hilton che non hai avuto il piacere di conoscere da morto e da zombie come la sottoscritta - ride - mi devi promettere una cosa" mi guarda.

I suoi occhi sono dannatamente persi.
"Dipende" sospiro e mi siedo anche io.

"Dato che tu mi odi e mi disprezzi da una vita ho pensato che saresti giusto o meglio, la persona perfetta per...dai si hai capito! per farmi fuori sul serio. E non aspettare oltre, appena i miei occhi diverranno neri tu divertiti..." 
Non so se a colpirmi é il suo modo di dire una cosa del genere, senza paura, o come si sia rassegnata al suo unico e miserabile destino.

"Prometto" le dico annuendo.
Se mio padre lo venisse a scoprire mi ammazzerebbe con le sue stesse mani.

"Ricordati che lo hai promesso e so che sei un ragazzo di parola quindi..." Le sue mani cominciano a torturarsi tra loro da quello che ho scoperto da Jade, che quando si comporta cosi è l'inizio di un attacco di panico.

"Si sono di parola, ma adesso voglio stare da solo" le dico e lei non fiata, per la prima volta fa quello che le ho detto senza urlarmi contro parole e bestemmie di tutti i tipi.

Cerco di chiudere gli occhi ma il solo pensiero di fare una cosa del genere mi trucida le viscere, sono un figlio di puttana non un psicopatico omicida.

Coerenza e chiacchiere a parte non odio Katrine per come é fatta ma per quello che mi ha tolto in questi mesi.
Non avevo già una madre ora non ho neanche un padre, chissà forse siamo rimasti entrambi soli al mondo. 

"Dave" mi richiama il mio amico con un tono di voce profondo.
"Dimmi Don" lo guardo negli occhi so che ha ascoltato tutto e non ha voluto mettere bocca.
"Perché glielo hai promesso?" dice lui conoscendo infondo chi sono davvero e non chi sembro di essere.

"Non lo so ma non dire niente a Jade ti prego fratello" respiro profondamente e poi insieme guardiamo le due care e sincere amiche difronte a noi.

"Non lo dirò a nessuno Dave neanche agli altri qui dentro, questa volta devi proteggere qualcuno che se lo merita e non Susan o Ron, che guardali, non si sono nemmeno degnati di dirti un grazie perché sei stato tu a salvarli" lo guardo male, sta parlando della mia donna non una persona qualunque.

"Donovan sai che Susan merita tutte le mie attenzioni" sbotto esausto mi sto letteralmente facendo trascinare nell'oblio della Willson ma che ha di cosi tanto speciale?

"A me sembra che tutte le tue attenzioni le riponga tra le braccia di Ron" rimango in silenzio quando li guardo dormire insieme.
"Sono solo amici" dico io alzandomi e raggiungendo i due.

-

Katrine Willson


Mi hanno sempre affascinato film di disastri ambientali, zombie e altro ma viverli é tutta un' altra cazzo di cosa.

Quel nodo che avevo al centro del mio cuore si é appena sciolto.
Hudson ha accettato quello che gli ho ordinato di fare senza indugiare.

L'unico che poteva accettare una cosa del genere era solo lui e quindi buon per me scelta piú che perfetta.

"Di cosa parlavi con Dave?" domanda Jade sedendosi al mio fianco.
"Piú che parlare noi litighiamo" rido ma in realtà le stavo letteralmente dicendo una bugia.

"Katrine eravate troppo silenziosi per litigare, solitamente quando voi due litigate, fate molto rumore." alza un sopracciglio.
"Parlavamo dei nostri genitori" mento e lei guarda un punto indefinito della stanza.

"Già chissà dove saranno se sono vivi e se sono al sicuro" una lacrima solca la sua guancia.
"I nostri genitori sono al sicuro vedrai prima o poi torneremo da loro"



Poche ore dopo siamo tutti sveglie e annoiati.
"Dovremmo mangiare qualcosa" dice il ragazzo che mi ha prestato la giacca controvoglia.
"Tipo cosa Jason non abbiamo niente e non possiamo uscire" borbotta una ragazza al suo fianco.

"Ho portato una cartella piena di cibo basterà per due o massimo tre giorni" ho davvero un sacco di fame anche io.

"Quindi condividerai anche con noi?" Chiede Hudson appoggiato al poggia mani delle scale.
"Assolutamente no" dice la ragazza al suo fianco prendendo dallo zaino con forza un pacchetto di patatine che il suo amico stesso glielo toglie di mano.

"Certo - guarda male l'amica -  io e la mia combriccola siamo d'accordo..." all'improvviso mi è proprio diventato simpatico. 

"Bene ma prima di mangiare io e te dobbiamo parlare e decidere cosa fare una volta che questo cibo finisce" dice ed io vorrei dirgli, invece, che poteva farlo benissimo dopo come faccio a ragionare se non ho messo niente nello stomaco?

"D'ora in poi decidete voi per noi?" ho la netta sensazione che queste ragazze cioè Susan e Samantha siano state separate alla nascita.

"Non voglio impartire ordini e non ho voglia di essere odiato per le scelte che farò ma se ora sono questi i nostri comportamenti quindi in seguito sarà peggio, allora è meglio cosi, qualcuno deve mettere ordine e regole tra noi" dice Jason e questo mi affascina.

Quel ragazzo scorbutico e pieno di se aveva fatto posto ad un' altra persona.

"Lo stesso vale per me Jason e vale per tutti voi" dice Hudson questa volta in modo garbato dandogli persino la sua mano come garanzia di parola.

"Tu cosa hai pensato Jason?" chiede il super figo del mio nemico.
Questo suo modo semplice di fare o di parlare mi intriga.

O Gesù questo dolore mi fa dire cose che non penserei da normale ragazza che odia e allontana tipi come Dave.

"Ho solo pensato al il cibo per ora se tu hai qualche idea e a me sta bene va bene che tu la dica senza nascondere niente a nessuno o omettere qualcosa - esce quattro pacchetti - dato che non è un pranzo con i fiocchi divideremo questi quattro pacchetti al giorno per tre giorni, può essere solo questo il massimo almeno per ora, noi tutti qui presenti siamo dodici e quindi un pacchetto ogni tre persone" finisce il suo monologo ed io gli sorrido.

"Che c'é sono anche intelligente non solo il ragazzo che hai visto prima" lo sguardo di tutti si posa su di me e la mia amica mi da una gomitata molto fugace.

Potenziale playboy é questo ciò che ho capito dal suo sorriso sghembo.

"Senza nascondere e omettere niente, visto che il cibo é solo spazzatura ho in mente una cosa" spiega lui sedendo difronte a Jason.

"Che voleva le lasagne?" sussurro ma non appena vedo la faccia di Dave in fiamme mi metto composta e zitta ad un angolo della stanza.

"Siamo dodici e quindi ci dividiamo in quattro gruppi da tre, faremo cose giuste ovvero, un sorteggio senza che nessuno possa scegliere per via dei sentimenti, forza o amicizia, solo se nei primi tre nomi dovessero uscire tutte ragazze ,in quel caso si rifà tutto il sorteggio, la stessa cosa vale se sono tre sorteggiati tutti maschi. 

Tutti noi dobbiamo fare qualcosa nessuno deve rimanere impalato qui a godere del benessere degli altri " ed io che avevo odiato questo ragazzo per niente.

"A te sta bene?" dice Hudson a Jason che annuisce d'accordo.

Non appena i due si accordano sento un dolore lancinante alla spalla tanto da farmi cadere urlando di dolore.
Jade, Jason e Donovan si avvicinano a me preoccupati mentre Hudson si fa sempre piú cupo.

"Che ha?" chiede Jason all'improvviso ed io non so che rispondere.
"Devo dirti una cosa ed è giusto che tu sappia" dico affannata per il dolore e sincera.

"Ha il ciclo" all'improvviso la voce di Hudson fa voltare tutti compreso la sua ragazza che sembra avere avuto una paralisi facciale.

"Da quando sai che la Willson ha le sue cose?" Domanda Susan mettendo le braccia sotto il seno arrabbiata.

"Devo parlare con Susan e Katrine aspettate un attimo e poi possiamo riprendere con il sorteggio" Hudson mi tira con se e la sua ragazza, in una piccola fetente stanza di questa fredda botola.

"Voi due cosa mi state nascondendo? vi siete scopati mi hai tradita?" dice lei e io scoppio a ridere.
"O mio dio assolutamente no" dico io guardando subito dopo Hudson.
"Dille almeno la verità" continuo io a ridere per l'oscenità detta.

"Ho dovuto mentire a quel ragazzo Susan altrimenti se sanno cha lei é ferita non condivideranno il loro cibo con noi o peggio ci metteranno fuori dal nostro rifugio..." spiega lui alla sua ragazza dai capelli neri.

"E allora vaffanculo mettiamo lei fuori cosí non sarai il bugiardo che ha detto e promesso di non omettere o nascondere cose a nessuno" alzo gli occhi al cielo.

"Non metteremo nessuno fuori perché non andrò un'altra volta li fuori a fare il supereroe del cazzo e poi tu sai bene che mio padre e sua madre stanno da mesi insieme, non lascerò che quella stessa donna pianga sua figlia e non ho voglia di assistere all'ennesimo e oltraggioso funerale" lei ride a quelle parole e annuisce.

Hudson va via lasciandoci sole sto per girare i tacchi e seguirlo ma lei mi fa girare verso di lei con uno strattone.

"Non ti azzardare ad avvicinarti un' altra volta a Dave oppure dirò a tutti quello che mi ha appena detto il mio uomo"     

Non penso a me penso a lui che per una volta mi ha protetto da qualcuno dicendo una bugia per me.

"Va bene" Rispondo strattonando la sua mano.

Hudson chi sei veramente?
   
  



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Capitolo 5
*** Delusione ***


Delusione. •Katrine Willson• Rientriamo entrambe sfoggiando un sorriso finto. Non mi era simpatica prima e non lo sarà nemmeno ora che condividiamo lo stesso posto e la stessa aria. Guardo Jason e Dave parlare sul da farsi e mi sembra quasi surreale che mister fascio di nervi sia cosí calmo. "Tutto bene?" chiede la mia migliore amica conoscendo abbastanza il mio saper fingere distraendomi da quella scena. "A parte la scenata di gelosia di Susan dici?" scoppio a ridere difronte a Jade che alza un sopracciglio curiosa. Le racconto quello che ci siamo detti e lei rimane di sasso. "Chissà cosa ha notato per minacciarti cosi intensamente" vorrei continuare a ridere ma i ragazzi richiamano la nostra attenzione. "Perché é cosi intelligente da notare qualcosa?" rispondo per poi sedermi attorno al cerchio. "Torniamo serii ho scritto tutti i nomi e li ho riposti in questo bicchiere una volta estratti tutti vi daremo le giuste informazioni" annuiamo tutti e Ron comincia a prendere il primo nome. "Donovan" dice il ragazzo mettendo il foglio nella tasca. "Susan" continua lui guardando i loro amici. "No so se questa é una magia...Jade" la mia amica sorride soddisfatta. Dave si alza dispiaciuto perchè la sua donna non sarà al sicuro con lui. "Continua Ron non ti fermare prima finiamo e prima mangiamo" Jason è un vero é proprio leader sa essere cosi determinato. Aveva nascosto molto bene la sua vera natura e come dargli torto in mezzo a queste vipere ci vuole il doppio del loro veleno. "Cassandra...Cole - sospira - ed io" Ron sembra essere dispiaciuto dato che sarà l'unico della nostra combriccola a stare con persone che conosce poco. "Jason - prende un altro biglietto tra le mani- Dave...e poi scherzo del destino, Willson" scherza l'amico dandogli una pacca sulla schiena che lo stesso Dave schiva arrabbiato. "A quanto pare questo destino mi vuole male" borbotto guardando negli occhi Dave che subito mi da le spalle. "E voi ovviamente, ma fermi tutti non è ancora finita" indica Samantha e poi altri due ragazzi. "Ho scritto già su quattro foglietti tutti i numeri delle persone che usciranno a cercare cibo, acqua e indumenti di cui coperte intimo e prendete cose di estrema utilità...la prima squadra che è stata chiamata avrà come numero l'uno, la seconda chiamata il numero due e cosí via é chiaro?"l Annuiamo all'unisono. "La prima squadra a uscire sarà?" Dave strappa il biglietto dalle mani di Ron e poi mi guarda. "Sarà la terza squadra ovvero io lui - indica Jason che alza lo sguardo verso di lui- e la Willson" mi guarda negli occhi. "E visto che fino ad ora é stato Jason a dare ordini e a dire come muoverci io non ho voglia di mangiare patatine le lascio a loro" lo scruto bene e so che sta per dire cose che non mi piaceranno. "E con questo?" domando sedendomi su uno scalino. "E con questo alzate il culo perché usciamo stasera" sorride beffardo so che mi vuole rovinare mi vuole fare tanto male. "Ma abbiamo detto fra tre giorni" Don se non ti fanno santo litigo con tutto il paradiso. "É una stronzata Dave é buio io non ci vado li fuori a farmi ammazzare solo perché vuoi darti delle arie" mi alzo e seguo il suo sguardo e quello di Jason. "Ricorda che per te sono solo Hudson e non mi sembra di averti dato altra scelta, o avrai dimenticato quello che ci siamo detti prima" ingoio quantità industriali di saliva. "Mi stai minacciando?" sono delusa, dannatamente arrabbiata per questo suo comportamento infantile. "Per cosa dovrebbe minacciarti?" dice Jason mettendosi tra noi. "Fattelo dire da lui vediamo se ha le palle" continuo a fronteggiarlo e lui é perfettamente diviso a metà. "Ti stai prendendo troppa confidenza con il mio ragazzo" come se tutto ciò non bastasse si intromette anche lei. "Io troppa confidenza? definisci questa cazzo di parola perché ancora non ho la più pallida idea a cosa tu faccia riferimento " mi avvicino a lei pericolosamente. "Susan lascia stare, stanne fuori" dice Hudson prendendola dal braccio. "Ti dirò io il perché il mio ragazzo ha deciso di uscire stasera" la guardo con disprezzo e tanta voglia di tirarle quei capelli neri di merda. "Susan ti ho detto di starne fuori" Dave sembra davvero incazzato ora. Jason e tutti i suoi amici ci guardano o meglio aspettano che la vipera apra la bocca e sputi tutto il suo veleno. "Katrine Willson é stata infettata" non lo ha detto veramente. "Ma porca puttana Susan" urla Dave dando un pugno all'armadietto che in precedenza stava aggiustando. Spero sia solo un dannato incubo. "Cazzo cosa?" tutti tranne i miei amici si allontanano schifati. Samantha impugna velocemente un bastone di legno. "É la verità?" chiede Jason mentre si strofina la faccia frustrato. "No" mente Dave mentre io lo guardo e poi guardo Jason. "Si" dico la verità e non capisco perché lui non lo stia facendo. "Io penso che Samantha dovrebbe mettere quella mazza a posto e fare un passo indietro" continua Donovan preso da un impeto di protezione nei miei confronti. "Dovresti o sarò io a dartela in testa" dice la mia migliore amica. "Jade smettila ma siamo impazziti?" Donovan scaraventa l'unica sedia di legno rimasta in quella stanza contro l'armadietto che una volta colpito perde le sue ante lasciando cadere una lunga catena. Cole prende quella catena tenendola in pugno. "Non hai niente da dire?" domanda Susan al suo ragazzo. "Hai solo fatto un casino" la sorpassa. Lei rimane a bocca aperta facendo sparire all'improvviso dal suo volto quel sorriso maligno. "Ho solo protetto un' amica" dice lui a Jason e quest'ultimo ride. "Ma se l'hai trattata sempre di merda, io le mie amiche non le tratto cosi" no, vabbé qualcuno doveva pur dirlo. "Concordo" dico solo in mezzo a tutti e undici i ragazzi. Jade rotea gli occhi, la conosco bene si starà domandando perché io sia così stupida in questi momenti. "Che vuoi ha detto la verità" faccio spallucce e Jade scuote la testa. "Cosa vuoi fare ora?" domanda Dave a Jason. "La vogliamo fuori" dice Cassandra e Susan applaude. "Smettila" dice Ron strattonando le mani della ragazza del suo amico. "Non metteremo nessuno fuori e poi non si é trasformata" dice Donovan al ragazzo che cammina avanti e dietro nella stanza. "Potremmo sempre metterle queste catene" dice Dave indicando la catena che ha tra le mani Cole. "Ma cosa vi dice il cervello vi prego io non sono stata infettata sto bene" mi allontano spaventata. "Non voglio farti male Katrine é solo che non vogliamo morire o diventare come quelle creature la fuori" Cole mi prende dalle braccia mentre Dave si allontana e annuisce. "Katrine" urla Jade e Donovan ferma la sua corsa verso Cole. "Prometto che se superi la notte senza trasformarti domani togliamo queste catene, e usciamo insieme come prima squadra ok?" rassegnata dico di si con la testa e loro mi legano come un cane aggressivo. "La mettiamo nella stanza buia fino a domani" dice Cole spingendomi verso quella stanza con al suo fianco Dave. "Addirittura" dice quest'ultimo a Cole. "La prossima volta sii sincero questo bel bocconcino ora é nelle mie mani" Dice facendogli un occhiolino che a quanto pare Dave non ha accettato perché lo mette al muro con un tutta la forza che ha. "Mani che quando saremo fuori di qui taglierò" lo lascia andare e Cole lascia che mi sieda andandosene subito dopo lasciandomi sola con Hudson. "Puoi andare" dico arrabbiata. "Chiama quando hai bisogno" dice lui e io rido a quelle parole. "Ho bisogno che tu te ne vada" dico io guardandolo negli occhi. Occhi che ormai ho conosciuto bene in queste ore. "Cosa avrei dovuto fare?" domanda. "Niente avrei preferito morire ore fa, cadendo nel vuoto ma tu hai rotto il cazzo anche in quel momento" dico io dando libero sfogo ai miei pensieri. "La vera Willson non direbbe queste parole" sbotta infastidito. •Dave Hudson• "E cosa direbbe la vera Willson?" dice lei frenando la mia camminata verso l'altra stanza. "Mi hai fatto promettere quelle cose e ora mi stai dicendo che volevi morire cadendo nel vuoto..." fingo una risata. La Willson che conosco rompe le palle fino a fartele diventare piú grandi. "Mi hai fatto mettere delle catene di merda ai polsi a questo punto se hai dei dubbi che possa trasformarmi fai tutto quello che mi hai promesso ore fa" dice lei continuando a guardare in modo insistente i miei occhi. "Smettila Willson quelle catene te le ho fatte mettere solo per non farti buttare fuori di qui" dico arrabbiato. "Sarebbe stato meglio allora" dice lei questa volt girandosi di spalle. "Non ti sta bene niente, vaffanculo!" me ne vado via. "Vaffanculo tu!" urla lei ed io scoppio a ridere per la prima volta alle parole che ha detto. - Non volevo metterla in pericolo e non volevo incatenarla ma ho scelto la via piú semplice per non farla sbattere li fuori. A me sembra che a Jason piaccia la Willson e credo che non avrebbe mai fatto una cosa simile. "Abbiamo esagerato" dice lui prima che io possa sedermi lontano da tutti. "Sono solo catene che toglieremo non appena usciamo di qui" faccio finta di non dare peso a quello che ha fatto la mia ragazza, che rimprovererò molto presto. Jason scuote la testa e mi lascia solo. Non appena ho la possibilità di dare al mio cervello un poco di tranquillità... "Non ti senti un minimo in colpa sai che quello che ha fatto Susan è cosí meschino?" mi aspettavo già le parole della sua migliore amica ma non cosí presto. "Gli parlerò a tempo debito" sussurro esausto. "Tu non devi parlare con nessuno tu devi chiudere solo la bocca a quella puttana della tua ragazza" é davvero dura avere a che fare con le persone che hanno a che fare con la Willson. "Bada a come parli della mia ragazza" dico alzandomi e sovrastando la sua figura minuta. "Parlo come mi pare della tua puttana meschina" dice lei guardandola come se volesse staccarle il collo a morsi. "Donovan prendi la tua ragazza e falle chiudere la bocca sono stanco" dico io trattenendo la voglia di prendere a pugni qualunque cosa in questa mini stanza della pazzia. "Non sono la sua ragazza e smettila di fare i leader di sto cazzo" sbotta lei e Donovan ci rimane male. Cosa aspettarsi dalle amiche della mia nemica? "Amore lasciala stare" non voglio che si avvicini nemmeno una mosca. "Ho fatto la cosa giusta tu non sei un bugiardo e non lo diventerai per lei" Allontano la mia stessa ragazza da me. "L'ho fatto solo per una giusta causa" la lascio li con la bocca aperta da sola. "Mi stai facendo capire che ci tieni a lei?" ma che hanno tutti oggi? "Avrei fatto la stessa cosa per tutti ora per favore Susan lasciami dormire" Dico trattenendo anche la voglia di scappare via. Non se lo fa ripetere due volte che si allontana. "Dave" "Ti prego Donovan anche tu?" chiedo. Ma perché tutti con la Willson se é un morto che cammina. "No voglio solo dirti che é meglio ciò che hai fatto non voglio che la Willson stia da sola li fuori a rischiare solo perché siamo degli stupidi codardi" Sospiro avevo bisogno del mio amico. "La Willson ha già due occhi puntati addosso, é molto meglio Jade, fidati" Dico ridendo. "A me piace Jade e poi si anche io ho notato Jason" ride anche lui dandomi una pacca. "Secondo me entrambi hanno bisogno di scopare" scherzo. "Secondo me non sono solo due occhi puntati sulla Willson ma ben quattro" Alzo un sopracciglio. "Che vuoi dire?" chiedo guardandomi intorno. "Voglio dire tutto ma non dico niente" dice lui alzando il culo da terra lasciandomi solo con mille domande. Mille domande per la Wilson? ma che cazzo!

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Capitolo 6
*** Mistero ***


Mistero •Katrine Willson• "Mi fai un favore?" Jade mi tiene ferma dalle mani che mi hanno liberato dopo ore di dolore. "Ti ascolto" dico io sorridendo alle sue parole. "Per una volta, solo una, ascolta Dave" mi abbraccia forte e non mi lascia piú. "Piú che un favore sembra che tu me lo stia imponendo" rido sincera. "Dai non scherzare Katrine non è il momento giusto per farlo" sospira lei sciogliendo controvoglia l'abbraccio. "Prometto di ascoltare Hudson anche se dovesse buttarmi in mezzo a cento corvi affamati" lei ride dandomi un colpetto al braccio. "Willson sei pronta?" Domanda Dave prima di lasciare uno schifoso bacio sulle labbra di quella insulsa vipera di Susan. "Vuoi una bugia o una verità?" chiedo divertita e lui scuote la testa cercando con lo sguardo Jason. "Voglio silenzio" borbotta lui ed io che ho promesso a Jade di ascoltare Dave, fingo un sorriso e resto in silenzio. Prima o poi te le faccio pagare tutte. Tempo permettendo. "Sei pronta Katrine?" Jason che avevo etichettato come figlio di puttana con manie di protagonismo si rivela una persona buona. "Si, andiamo" dico io ma lui mi si para davanti e prende i miei polsi. Lo guardo negli occhi e lui fa lo stesso. "Ti fa male?" chiede massaggiando il punto dolente. "Ora no" sorrido sconvolta per quello che sto provando in questo momento. "Meglio cosi, dai ora andiamo" come si descrive a parole un'emozione? Gli occhi dei presenti sono puntati su di noi stranamente anche quelli di lui, che sbuffa annoiato per poi girarsi e salire le scale. Furibondo che possa piacermi Jason e lui non possa piú tormentarmi perché le donne degli altri sono intoccabili? Medioevo a parte sembra alettante un simile pretesto per togliermi questo stronzo dalle palle definitivamente. La botola si apre ed entra poca luce il che significa che é ancora l'alba. Usciamo dalla botola chiudendo alle nostre spalle la porticina. "Allora io starò avanti, Jason tu dietro e la Willson in mezzo, tanto non serve a niente" ingoio un altro boccone e mi giro per non guardarlo. "Katrine serve e come altrimenti non starebbe qui con noi. Cammineremo tutti insieme nessuno deve dare ordini a nessuno specialmente qui e ora. Ci siamo scelti per mettere ordine non per comandare " sbotta Jason e io sorrido beffarda. "Visto?" faccio spallucce e seguo Jason soddisfatta fino alla punta dei capelli. Usciamo dalla stanza e notiamo che il ragazzo che ci seguiva per la scuola é steso fuori dalla porta piú morto che mai. "Disgustoso" dico tappando il naso per la puzza di sangue immane. Huson si abbassa e guarda quel corpo attentamente. "Qualcuno gli ha sparato" indica tutti i fori che ha quel corpo. Chiudo gli occhi al pensiero di dover fare una cosa del genere se dovessimo trovarci in difficoltà ma penso pure al fatto che sia un bene non avere l'arma per non fare queste atrocità. "Katrine tutto bene?" chiede Jason nel momento in cui una lacrima cade dai miei occhi. "Può andare meglio" asciugo queste lacrime e mi ricompongo sotto quello sguardo ambiguo di Hudson. "Siamo ancora qui e gia piange come una bambina, figuriamoci quando saremo li fuori cosa farà" da a Jason una spallata e cammina verso l'uscita. "La bambina ci tiene alle persone tu a quanto pare hai un cuore di pietra" mi difendo senza pensare alla stupida promessa che ho fatto a Jade. Perchè deve farmi male e io non devo difendere me stessa? Esce finalmente dalla scuola e Jason é fermo davanti a me. "Perché non usciamo?" dico sorpresa di vederlo fermo. "Prima di uscire volevo dirti che sono stato uno stronzo quel giorno che ti ho dato della puttana non conoscendo la vera bella persona che sei, ti prego, puoi perdonarmi?" annuisco alle sue scuse. "Ti perdono ad una condizione però" dico io aprendo la porta da cui prima era uscito Hudson. "Che tu non faccia l'eroe per me o per qualunque altra persona qui nessuno e dico nessuno deve mettere gli altri al primo posto, penso che anche Dave ha ragione quando se ne esce cosi, con le sue perle, avevi ragione quando hai detto ognuno pensi a se stesso..." Alza un sopracciglio e mi segue fuori. "Non ti prometto niente Katrine se io dovessi tenere tanto ad una persona o a te, farei di tutto per proteggerla ti é tutto chiaro adesso?" dice lui mentre da occhiatacce in giro. "Smettetela di fare i piccioncini é ora di lavorare" ci passa proprio in mezzo dividendo i nostri sguardi. Sbuffiamo e seguiamo in silenzio quel ragazzo maleducato. La strada é silenziosa sembra di stare in un mondo completamente privo di suoni a renderla colorata per un certo verso, sono le auto lasciate li aperte al centro della strada. Chissà quante persone sono vive e se sono barricate in casa. Alziamo lo sguardo verso i palazzi e con nostra piu grande delusione sono tutte barricate da legno massiccio. "Sono tutti in casa" dice Jason facendo attenzione a non fare troppo rumore. "Per fortuna" dico pensando a chi ha una famiglia. "Fortuna un cazzo Willson per questo siamo costretti a farci ore di cammino per trovare un supermercato che non sia stato già svaligiato" borbotta lui a qualche centimetro da me. "Sei sempre cosí scontroso datti una calmata Hudson, ho solo pensato che sono al sicuro lontano...o cazzo" dico io indicando uno stormo di uccelli di grosse dimensioni volare verso di noi. "Non si può mai stare tranquilli" dice lui spingendomi per correre verso un auto dato che anche i portoni sono barricati. "Jason hai mai rubato un auto?" Dice Hudson spingendomi con delicatezza, finta ovviamente, in macchina l'unica piú vicina a noi. "No perché tu lo hai mai fatto?" dice il ragazzo al volante che cerca in tutti i modi di trovare una chiave. "Smettila non troverai le chiavi stacca i fili" dice lui allontanandomi per farsi piú vicino a Jason dandomi il sedere come vista. Bel panorama direi. "Oh si cazzo!" urla Jason mettendo in moto l'auto ormai invasa da uccelli e corvi affamati. Comincia ad accelerare come un gran pazzo da manicomio schivando per metri centinaia di auto facendo tutto il possibile per staccare dall'auto quei maledetti mostri. "Jason cazzo mi stai facendo venire il voltastomaco" urlo spingendo Hudson per aprire il finestrino e rimettere ma questo mi ferma ed io ecco be... "Ma che schifo Willson" urla lui con le mani in alto e gli occhi rivolti altrove pur di non vedere il disastro che gli ho versato sulla maglietta. "Nemmeno nell'esorcista vomitano cosi" scoppia a ridere Jason arrivato a destinazione dopo alcuni lunghi minuti di disagio. "Fra tanti posti proprio su di me?" ha un diavolo per capello. "Evidentemente assomigli piu ad un cesso che ad una persona" scoppio a ridere e so che lui vorrebbe lasciarmi li in mezzo a centinaia di animali ma ha come avversario Jason che non glielo lascerebbe fare. "Togliti" mi spinge uscendo subito da questo abitacolo infernale togliendosi la maglia lasciando intravedere quel ben di dio. Corriamo per entrare nel negozio e ci troviamo tutto ancora ordinato. "É troppo lontano dalla scuola e anche dalle abitazioni per fortuna possiamo usare delle macchine abbandonate" Dice Jason una volta aver chiuso tutte le porte intorno a noi. "Che tu non sai rubare e nemmeno guidare" scherzo io sedendomi sfinita. "Perché non prendiamo tutti i nostri amici e li portiamo qui? Abbiamo cibo e acqua a volontà" "Sarebbe troppo rischioso" se ne esce lui pulendo il suo petto con salviette per bambini. "Troppo rischioso in questo negozio?" domanda Jason mangiando un panino farcito. "Si perchè quando le persone avranno finito il cibo nelle lore case verranno in questo posto, e la fame porta a fare cose che non immaginate quindi non ho intenzione di mettere in pericolo la mia ragazza e i miei due amici" se ne esce. "E poi siamo circondati da finestre di vetro facili da sfondare e avete visto anche voi le dimensioni di quei corvi e quegli uccelli" posso avere l'onore, finalmente, di vedere il vero Hudson. "Hai ragione" dico sorseggiando un po di acqua. Pensavo mi avrebbe detto che lui ha sempre ragione con le sue battute e invece niente, nemmeno mi guarda. "Allora Jason tu vai nel reparto cibo e noi in quello indumenti qualcuno ha vomito ovunque" il ragazzo annuisce. "Tieni d'occhio Katrine" dice Jason e Hudson sospira. "La Willson con me é al sicuro" Jason ride e va via. "Con te al sicuro? Avrei tanti dubbi" Cammino al suo fianco cercando in un posto e nell'altro qualcosa che possa entrarmi. "Infatti scherzavo ti lascerei qui e me ne andrei" dice lui lanciandomi una canottiera. "Non fai ridere. E comunque non sono un uomo, non uso canotte" borbotto lanciandola dinuovo a lui. "Infatti non é per te é per me, per te sto cercando un reggiseno che non ti faccia sembrare una donna con dieci figli a carico" scoppia a ridere Hudson porgendomi un reggiseno di pizzo. "Non mi guardare cosi e poi tranquilla ho visto seni piú piccoli" scoppia lui a ridere come se non ci fosse un domani e a me questo fa incazzare. Decido cosí di cambiarmi il reggiseno - e non solo - in sua presenza. "Willson che stai facendo?" domanda lui guardando ogni mio movimento. Tanto mi disprezza, mi critica mi odia che differenza fa vedermi nuda? "Mi sto cambiando Hudson" sorrido e tolgo anche l'ultimo indumento dalle mie gambe, rimanendo solo con le mutandine. "E sai che io ti sto guardando?" chiede ingoiando saliva sonoramente. "Lo so ma non c'é niente di bello che tu possa ammirare" dico girandomi e facendo letteralmente vedere il mio sedere a Hudson. Sento qualcosa solleticare il mio collo. É il suo respiro dietro il mio orecchio. "Sai che in circostanze come queste ti avrei messo al muro con o senza cose belle da ammirare?" La sua voce è cosi profonda da farmi venire i brividi ma a me piace giocare e quindi... "Se sono ancora qui e non al muro é cosi chiaro che non é una circostanza" mi giro verso di lui allacciando il mio nuovo reggiseno con la faccia di chi ha vinto. "Stai giocando con me Willson, ma sai di star giocando male?" Ma bene presto questo sorriso di gran vittoria scompare da mio viso facendo spazio al piacere e alla vergogna perche quel reggiseno é volato via in un nano secondo. Sono un tutt'uno con il petto di Dave e il freddo metallo degli scaffali. Sono ufficialmente entrata a far parte di questo negozio. "Mettimi giu...da un momento all'altro potrebbe venire Jason a cercarci" dico io ormai pervasa da mille sensazioni e mille paure. É cosi vicino che posso sfiorare le sue labbra. "Hai vergogna che possa vederti nuda, o hai paura che possa vederti nuda tra le mie braccia?" scoppia a ridere lui e il suono che emana la sua risata é cosi nuovo. "Ho vergogna che possa vedermi nuda e visto che non mi conosce non può e non deve farlo" sposto il mio sguardo altrove già che ci penso ho fatto una gran cazzata. "Strano a me é sembrato che Jason ti piacesse" dice lui spostandosi da me per mettere la canotta e poi la giacca. "A te sembra tutto ma non sembra un bel niente ora dammi quella dannata maglietta" sbotto nervosa. "Sei sempre cosi scontrosa Willson e dattela una calmata" ripete le parole che avevo detto poco prima io. "Dave...Katrine" la voce di Jason si fa sempre piú vicina ma quello stronzo non mi da la maglietta. "Dammela" dico io facendo il possibile per prenderla. "No! mi dispiace" è cosi dannatamente vicino un'altra volta. "Non é corretto nei miei confronti" gli faccio presente che sta oltrepassando il limite. "Nemmeno nei miei...visto che mi hai fatto venire una gran voglia" si lecca il labbro inferiore facendo scattare in me una scintilla di piacere. "Dave... ti prego... Jason é qui non fare cose di cui puoi pentirti in futuro..." continuo a ingoiare saliva. "Se c'é una cosa che non conosci di me Willson é proprio questa" mi lascia il reggiseno ed io lo indosso veloce pur di non farmi vedere da Jason. "La Willson si sta cambiando" dice lui girando l'angolo. "Ho finito" esco dal mio nascondiglio e guardo i due o meglio guardo Dave e arrossisco di colpo. "Katrine ti fa caldo?" domanda Jason avvicinandosi a me. "No è solo che non mi sento bene" non dico la verità cosi mi allontano di colpo da entrambi. Hudson si gira ridendo e Jason alza un sopracciglio scettico. "Se non vuoi che vomiti anche sui tuoi vestiti evita di stargli addosso lo dico per il tuo bene" scherza lui ed io sbuffo annoiata. "Ho riempito la borsa come hai detto, avete preso gli indumenti per i nostri amici?" Chiede Jason sedendosi subito dopo ed io lo seguo a ruota. Prendo un pacchetto di mandorle e le mangio affamata, qualcosa però attira la mia attenzione. Perché tutti gli scaffali sono ordinati e puliti? Perchè nessuno si è fermato qui per nascondersi ma fuori ci sono auto e bus abbandonati? "Ragazzi perchè qui sembra tutto cosi perfetto?" chiedo alzandomi di fretta lasciando cadere le mandorle. "Che vuoi dire?" dice Hudson alzando anche il suo culo e avvicinandosi a me "Noti qualcosa di strano?" domando. "Noto solo che Jason si é addormentato senza dircelo" sbuffa lui. "No Hudson qui c'è qualcosa che non va" borbotto misteriosa. Cammino lentamente verso una porta appena l'apro ci si para davanti una scena raccapricciante.

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Capitolo 7
*** Provocazione ***


Provocazione Sto per svenire dalla paura ma Dave, mi prende velocemente. Guardiamo alcune persone attaccate a macchine strane lamentarsi e urlare di dolore. C'é solo uno schermo ma nessuno che possa somigliare ad un dottore. "Dovete andare via di qui" sentiamo una voce più lontana e ci avviciniamo con coraggio ad una donna ancora in stato cosciente. "Che vi hanno fatto?" Domanda Dave alla donna toccandola ma lei ritrae la mano impaurita. "Scappate prima che sia troppo tardi a momenti potrebbero tornare" dice lei piangendo guardando subito dopo la flebo. La guardiamo anche noi e facciamo una scoperta veramente rivoltante lo stesso sangue passa attraverso tutti i pazienti. "Vi stanno curando?" Chiediamo noi ancora del tutto destabilizzati dalla strana situazione. "No ci stanno trasformando - urla per il dolore - dovete andare via prendete tutto quello che vi serve e scappate se vi vedono cattureranno anche voi e vi faranno questo" piange cercando un modo di liberarsi ed io mi affretto a staccarle la flebo. "Non ci stanno aiutando ci stanno solo studiando, stanno cercando una cura, é una ragazza che non trovano ecco perché ci stanno facendo questo per lei, sanno che é immune al veleno di questo virus ma non vogliono lei ma il suo sangue, e lo vogliono fino all'ultima goccia - tossisce -in pratica fino ad ammazzarla. Ero appena arrivata con i miei figli per il cibo,per nasconderci ma loro ci hanno preso, i miei bambini non ce l'hanno fatta ma io sono ancora qui, li ho sentiti parlare di tutto questo, non andate oltre il confine, non uscite mai di qui, dalla vostra città perchè vi ammazzeranno. Sono tutte bugie quelle che vi stanno dicendo, andate via e non tornate piú in questo posto,e se qualcuno di voi é ancora a qualche scuola nascosto, non andateci é li che andranno tra qualche giorno" Hudson mi ferma velocemente con un delicato strattone. "Li stanno trasformando Willson non possiamo fare piú niente per loro noi dobbiamo andare via dobbiamo andare dai nostri amici" dice ed io piango dalla rabbia. Chi é questa ragazza che può salvare tutti ma rischia la sua vita? "Andiamo Katrine" dice Hudson ma io non mi schiodo dal mio posto ma lui insiste fino a farmi correre dietro di lui. - "Perché correte?" Chiede stordito Jason guardando entrambi. "Dobbiamo andarcene" dice Hudson mettendo piú cose addosso e nella sua cartella ormai piena di cibo e indumenti. "Ed il motivo?" Chiede Jason mentre analizza la mia faccia gonfia e piena di lacrime. "Il motivo te lo spiego in macchina ma guido io" dice lui prendendomi dalla mano. Non lo aveva mai fatto prima anzi mi aveva lasciata sempre nelle mani di altre persone oppure da sola. Questo suo lato mi da speranza. Entriamo in macchina e per fortuna i corvi non sono ancora tornati. Dave mette in moto e partiamo come razzi tra le strade deserte. Jason chiede cosa fosse accaduto nel momento in cui lui stava dormendo e Dave gli racconta tutto per filo e per segno. La sua reazione mi lascia sorpresa ma a sorprendermi di piú é proprio Dave. "Katrine é la cura" urla Jason mentre Hudson frena velocemente facendogli sbattere la faccia sul cruscotto. "Che cosa?" Urlo sbalordita. "Coglione mi hai quasi spaccato tutto il setto nasale" sbotta Jason mettendo una mano al naso. "Se ti azzardi a dirlo a qualcuno ti ho già avvisato sei un ragazzo morto" Sbatto piú volte gli occhi incredula. "Come puoi esserne cosi sicuro?" Dico. Ci appartiamo con la macchina in un piccolo vico buio. "Perchè sei l'unica che é stata morsa dai corvi ma non si é trasformata" mi spiega Jason. "É come dice Jason e sai perché vanno nelle scuole perché sono sicuri di fare la loro scoperta e ucciderti" dice lui rimettendo in moto. "Non dobbiamo farne parola neanche con i nostri amici!" Dice Hudson serio. "Ma ragazzi se io sono la 'cura' come dite voi perchè non farmi salvare tutti i miei amici e i miei parenti?" Avrò anche paura ma se devo morire per le persone a cui tengo perchè non farlo. "Non se ne parla Katrine ti faranno le peggio torture" sbotta Jason girandosi per guardarmi negli occhi mentre lui, Dave mi guarda dalla specchietto con uno strano sguardo. "Ma sarete salvi metterei un punto a tutto questo dolore " sbotto nervosa. "Perchè devi sempre fare la stupida?" Urla lui sbattendo le mani sul volante. "Perchè devi fare sempre l'eroe della situazione ti ricordo che due giorni fa mi hai lasciato chiusa in una stanza a morire, poi mi hai urlato contro che mi avresti lasciata un'altra volta, poi mi hai promesso che mi avresti fatto fuori tu se mi fossi trasformata poi mi hai incatenato come un mostro dimmi perchè adesso ci tieni cosi tanto a non farmi fuori?" Lui abbassa lo sguardo per la prima volta da quando lo conosco. Non parla ma inizia a correre per le strade abbandonate come un pazzo. "Perché adesso non rispondi!" Urlo io. Jason mi guarda nervoso e prima di girarsi per darmi le spalle mi urla contro di starmene zitta che in fin dei conti Dave ha ragione. Arriviamo a destinazione quando si fa buio e inizia a suonare l'allarme. "Giusto in tempo" dice Jason mentre si guarda attorno per poi aprirmi lo sportello per farmi uscire. Dave sbatte la portiera con forza e a passo svelto entra nella scuola senza aspettarci. "Mi dispiace per prima ma se non vuole dirlo a nessuno c'é un motivo e dovresti esserne grata dato che Dave sembra tenerci a te" dice Jason con un po di frustrazione. Percaso sei geloso? Vorrei dire ma sto zitta. "Lui non tiene a me tiene agli altri in quella botola" dico prima si lasciarlo li e andarmene nella scuola. •Dave Hudson• Entro nella botola in silenzio non do corda a nessuno nemmeno a Donovan che sembra piuttosto preoccupato. Mi tolgo tutti gli indumenti di dosso e li lancio sul tavolo. "C'é tutto quello che vi serve ma non staremo un giorno di piú qui, all'alba, andremo via e ci apparteremo in una delle tante case abbandonate" dico ma prima che il mio migliore amico possa aprire bocca, Susan si avvicina a me ed io non ci penso due volte a portarmela nella stanza vuota per scoparmela. Susan per fortuna non fa domande e si spoglia con velocità prima di farle tutto quello che mi passa per la testa. Solo che in questa testa maledetta non appena sono dentro di lei immagino che sia quella stronza della Willson. Oggi più che mai è stata una scoperta. Non é bella solo vestita ma anche non vestita. Mi ha sfidato fino all'ultimo, persino avendo il coraggio di farsi guardare nuda da me, dalla persona che piu odia al mondo. Non so se mi é piaciuta piú la sua sfida che il suo corpo, fatto sta che non appena Jason l'ha guardato ho avuto il bisogno di sbuffare. Se poi ci si mette anche il fatto che lei possa essere la cura mi si contorce lo stomaco. Non voglio che le facciano quello che stavano facendo a quelle persone alla donna con cui stavamo parlando. Non voglio salvarmi se lei deve morire per tutti. Perchè poi, perché dissanguarla solo perché deve pagare per quello che loro hanno creato, sbagliando pure. Mi sposto quando ho finito e continuo a non parlare nemmeno con Susan. "Mi dici cosa ti prende?" Dice lei con il muso che le arriva a terra. Ho cantato vittoria molto presto ora anche lei fa domande strane a cui non voglio dare risposta ma che devo per forza dato che é ancora la mia ragazza. "Sono stanco, li fuori è un inferno ora lasciami respirare" dico mentre mi rivesto raggiungendo gli altri. Mi guardo intorno sono tutti seduti ad aspettare proprio noi per mangiare e parlare. Jade é incollata a Donovan e Katrine, che al suo fianco come sempre ormai é seduto Jason. "Grazie per quello che avete portato" dice il mio migliore amico e sorrido é sempre cosí buono con me che a volte penso che non merito la sua amicizia. "Siete stati molto tempo fuori cosa é successo?" Domanda Donovan e Jason racconta un po quello che abbiamo dovuto fare. "...e poi Katrine ha vomitato tutta la maglia di Dave" la guardo e lei fa lo stesso. "Che ho cambiato una volta entrati in quel posto" dico ingoiando un boccone di insalata sottovuoto. "Che schifo amore non immagino la tua faccia" dice Susan ridendo. Io annuisco immaginando quella scena nella mia testa un sacco di volte. Willson mi guarda in preda al nervoso, so che potrebbe dire tutto da un momento all'altro perchè le sue maledette labbra si sono schiuse per parlare ma io mi avvicino a lei e le metto in bocca una forchetta di quella insalata. "Ma che cazzo..." Dice Katrine nervosa e masticando senza fare cadere quello che le avevo messo in bocca. "La Willson non ha mangiato niente e visto che ne ha bisogno l'ho fatto io" mi alzo e mi vado a mettere suelle scale. °Katrine° "...e poi siamo entrati nel negozio e ci siamo allontanati per prendere tutto quello che ci serviva" dice Jason agli amici che sono molti attenti. "Insieme?" Chiede Jade ed io vorrei solo sprofondare. "No in realtà ho lasciato Katrine nelle mani di Dave e per fortuna li ho trovati insieme senza scannarsi" Dave mi guarda ed io faccio lo stesso. Sono ore che ci lanciamo sguardi di fuoco e odio reciproco. "Direi nelle mani sbagliate " scoppia a ridere Jade. "Piú che altro le mani erano in altri posti, ma dettagli" nella stanza cala un silenzio tombale la faccia di Susan è un misto di -ora ammazzo prima lei e poi te bastardo-. "Che cazzo avete fatto voi due?" Dice Susan avvicinandosi pericolosamente a me. "Domandalo al tuo ragazzo visto che lui é la mente di tutte queste stronzate cara Susan" dico io alzandomi per non farmi mettere i piedi in testa da lei. Siamo faccia a faccia ma Dave non ha la minima intenzione di chiarire. Susan mi prende una ciocca di capelli e me la tira ma io sono piú veloce di lei e la spingo allontanandola dai miei capelli. "Puttana devi stare lontana da Dave" dice lei ma sto avendo la meglio cosí le tiro io i capelli piú forte. "Stavo scherzando Susan" Dave mi afferra dalla vita e mi allontana dalla sua ragazza che ora si ritrova solo due o tre capelli contati in testa mentre Jade allontana la stronza da me. "Sembrate due bambine che litigano per il nulla" dice Jason avvicinandosi a me ma sfidando questa volta il mio e ora il suo nemico. Dave mi lascia finalmente i fianchi e io riprendo a respirare. É come se avessi trattenuto il fiato per tutto questo tempo. "Io sarei il nulla cos'é sei geloso che la tua preda ti si allontani?" domanda al mio fianco, non si sposta anzi rimane piú del dovuto ed io lo conosco troppo bene, é impossibile che non si sia ancora scaraventato su di lui. Ci guardano tutti ma nessuno fa una sola mossa anzi é gia tanto se riescono a sentirci. "Dave smettila per favore" dico io e il ragazzo di fronte a noi continua ad avanzare verso di lui. "Smettila di dire stronzate solo per pompare quell'ego di merda che ti ritrovi" dice Jason prendendo la mia mano, mossa che non passa inosservata a Hudson. "Stai tranquillo che tanto stronzate non sono, te la lascio ho già con chi scopare" mi volto e lascio che le mie mani si scontrino sulla faccia di tutti e due. "State lontani da me" e me ne vado. Boom boom boom. Ci guardiamo tutti quanti. Boom boom boom. E poi un sacco di polvere su di noi che ci fa tossire.

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