Sakura nel villaggio della sabbia

di jokerilla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** missione ***
Capitolo 2: *** Suna ***
Capitolo 3: *** primo incontro ***
Capitolo 4: *** ambientarsi ***
Capitolo 5: *** una strana sera ***
Capitolo 6: *** io e te ***



Capitolo 1
*** missione ***


Erano già passati 3 anni. 3 anni da quando Sasuke aveva abbandonato il villaggio . A nulla erano valse le sue preghiere di restare, le suppliche degli amici o il tentativo di Naruto di trattenerlo con la forza. Dopo averla salutata solo con lo sguardo, uno sguardo che negli anni non aveva perso la sua freddezza quando si posava su di lei, si era girato e si era allontanato, camminando tranquillamente verso le porte del villaggio, e sparendo per sempre. 

E dopo tre anni quel ricordo le faceva ancora male. Non c’ era un angolo di quella città che non gli ricordasse quanto fosse sola senza di lui, L’ unica persona di cui si fosse mai innamorata, e anche L’ unica persona ad averla fatta stare così male per così tanto tempo. Doveva cambiare aria. Non poteva andare avanti così , attaccata a quei ricordi dolorosi. Fu ben felice quindi di accettare, quando le venne proposta una missione medica di più di 6 mesi in un ‘ altro villaggio. Non era la prima volta che la incaricavano di trasferirsi momentaneamente in un villaggio alleato: le sue competenze mediche eccellenti erano orami conosciute e sempre più richieste come supporto, in periodi di maggior bisogno. Ogni volta per lei era una boccata d’ aria fresca, si buttava nel lavoro per distrarsi dal pensiero di Sasuke. Accettò quindi senza pensarci due volte e senza neanche chiedere dove sarebbe stata trasferita quella volta . Non vedeva L’ora di andarsene per un po’.

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Capitolo 2
*** Suna ***


Arrivo’ nel villaggio alleato al tramonto . Era La prima volta che la mandavano a Suna, il villaggio della sabbia. Ci aveva messo quasi mezza giornata per arrivarci , e la stanchezza iniziava a farsi sentire. A peggiorare le cose il clima, che da torrido stava diventando inaspettatamente freddo, la faceva rabbrividire. Alle porte della città c’ era una figura bionda pronta ad aspettarla, la riconobbe : Temari, la sorella del kazecage . La accolse con un abbraccio - Sakura, quanto tempo! Come stai? Ti trovo bene! - Ciao Temari, benissimo grazie , tu invece? So che vi siete sposati tu e Shikamaru, sono molto felice per voi! La bionda osservo’ la ragazza dai capelli rosa e facendosi seria le rispose: - Anche io ho saputo quello che e’ successo con Sasuke , mi dispiace molto e spero che tu stia andando avanti con la tua vita. Ma adesso andiamo nel palazzo del kazecage prima che scenda la sera.Ti ho preparato una camera proprio qui dove abita lui, nella parte dedicata agli ospiti. “Ma come , abiterò nel palazzo del kazecage?” Pensò tra sè e sè , mentre la seguiva all’ interno. Non le faceva impazzire L’idea. Sapeva che Gaara negli anni era cambiato e che non era più il mostro contro il quale aveva combattuto in passato. Ma comunque la sua persona la metteva in soggezione.. oltretutto con un carattere così chiuso e solitario, non era certo facile relazionarcisi. L’ appartamento comunque era davvero accogliente . - Tranquilla, Gaara abita all ultimo piano, dove c’è il suo ufficio e la terrazza, il tuo appartamento e’ sotto non lo incrocerai mai a meno che tu non vada su appositamente! Temari doveva aver notato la sua faccia perplessa perchè si affrettò ad aggiungere queste parole. - e’ perfetto Temari ,grazie . - Allora ti lascio, e stasera a cena sei invitata da me e Shikamaru, cucino io! ti lascio scritto L’ indirizzo, ci vediamo tra due ore, non accetto scuse! - …. - A dopo sakura!

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Capitolo 3
*** primo incontro ***


Iniziamo bene… era in ritardo già la prima sera nel nuovo villaggio. Aveva perso la cognizione del tempo rilassandosi sotto la doccia , quando aveva visto le ore si era vestita in fretta e furia con le prime cose che le erano capitate a tiro ( un vestito semplice rosso e una giacca ) ed era corsa all indirizzo lasciatole da Temari. Arrivo’ trafelata alla porta e busso’ . Le apri Shikamaru sorridendo. - Buonasera Sakura, ti eri persa per caso? - Si, mi dispiace - mentì,sorridendo in risposta - non trovavo L indirizzo. Entro in casa e notò che Temari aveva invitato anche i suoi due fratelli, Kankuro e Gaara. “Perfetto” pensò “ così ho fatto la figura della ritardataria anche con il kazecage” Li osservò entrambi per un istante. Kankuro non era cambiato di una virgola. Gaara invece, quasi non L aveva riconosciuto: si era alzato e irrobustito fisicamente. I vestiti ufficiali da capo villaggio gli davano un aspetto autoritario. I capelli erano rimasti uguali, rossi come il fuoco contrastavano gli occhi acquamarina chiarissimi. Doveva ammettere che era diventato un bel ragazzo. - Buonasera kazecage, buona sera Kankuro, scusate il ritardo! - Ma figurati Sakura, vieni siediti pure qui - rispose subito Kankuro. Il kazecage si limitò a guardarla mentre si sedeva praticamente di fronte a lui. Dopo una manciata di secondi fu lui a rompere il ghiaccio. - come e’ andato il viaggio? - Bene grazie - rispose lei frettolosamente - Ci ho messo qualche ora ad arrivare ma non ho trovato ostacoli di nessun tipo. Vi ringriazio per l’ospitalità e vi porto i saluti dell’ hokage - concluse, guardando il ragazzo e sorridendogli. - Mmm . - fu la sua risposta Notò che continuava fastidiosamente a guardarla e abbassò lo sguardo. Fortunatamente Sakura passo’ tutta la sera a chiacchierare con Temari e la cena passo’ molto piacevolmente. Gaara le rivolse qualche domanda generica riguardo al suo lavoro e nulla di più . Notò che il cambiamento avvenuto in lui non riguardava solo il fisico ma anche il carattere: non era di certo diventato una persona solare ma per lo meno aveva scambiato qualche parola durante la cena e si era anche complimentato gentilmente con sua sorella per la cena. “ meglio cosi, sarà più facile andarci d’accordo “ pensó,sollevata. Si accordarono per vedersi L indomani mattina in ufficio per parlare del suo lavoro all’ospedale di Suna, poi lui salutó tutti e se ne andò .

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Capitolo 4
*** ambientarsi ***


Le prime settimane di lavoro nell’ ospedale di una furono abbastanza traumatiche. A differenza del villaggio della foglia, l’ infrastruttura e era più vecchia e meno attrezzata, inoltre c’era una scarsa quantità di infermieri e personale competente. Sakura si era dimostrata subito molto più abile nelle tecniche curative della maggior parte degli altri medici che lavoravano da anni in quell’ ospedale.Era l’ unica presenza femminile ma questo non la scoraggiava. Era determinata a risollevare l’ efficenza dell’ ospedale, le quali problematiche erano sicuramente la scarsa organizzazione e la carenza di personale. Per fortuna il kazecage era dalla sua parte e la aiutava in ogni modo ascoltando le sue considerazioni e esaudendo quanto più possibile le sue richieste, ad esempio facendo rinnovare alcune attrezzature e dandole l’ autorizzazione di cambiare la disposizione delle stanze. Lui stesso si era stupito della bravura della ninja in ambito medico, e le aveva dato carta bianca praticamente su tutto. Le sue giornate trascorrevano quindi dalla mattina fino alla sera ad occuparsi dei pazienti, e una volta rientrata a casa si recava subito da lui in ufficio per comunicare le novità e l’ andamento dell’ì ospedale. Inizialmente si sentiva in soggezione , in piedi alla sua scrivania, e cercava di finire il prima possibile il discorso , mentre quegli occhi enigmatici non smettevano per un secondo di fissarla. Poi ci aveva fatto l’ abitudine e non ci aveva fatto più caso. Anzi si sentiva quasi a suo agio in sua presenza, e riusciva persino a ricambiare il suo sguardo. Le risposte del rosso, dapprima brevi e coincise, si erano fatte sempre più interessate al suo lavoro. Dopo la chiacchierata di routine , scendeva nel suo appartamento e crollava poco dopo nel suo letto. La cosa positiva era che con cosi tanto lavoro, aveva smesso di pensare a Sasuke…

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Capitolo 5
*** una strana sera ***


Quella sera Sakura come al solito stava salendo nell’ ufficio del kazecage quando sentì alcune voci mentre saliva le scale. Si bloccò: qualcuno stava discutendo con il kazecage a voce molto alta. Decise di fermarsi un attimo sulle scale. Riprese a salire solo quando sentì la porta aprirsi e le persone uscire chiudendosi la porta alle spalle. Le incrociò sulle scale: erano gli anziani del villaggio , e non avevano per niente una faccia rilassata. Bussò . -avanti. Gaara era girato di spalle e non la degnò di uno sguardo quando entrò. Sembrava troppo occupato a fissare il vuoto fuori dalla grande finestra che si affacciava sulla terrazza del palazzo. - Tutto a posto? Chiese lei Lui si girò sospirando. - A parte le solite inutili lamentele degli anziani del villaggio, che ogni volta mi fanno pentire di essere kazecage, sì. Come è andata la giornata? Le sorrise leggermente, guardandola e andandosi a sedere non alla solita scrivania ma sul divano che era li nell’ ufficio. Era la prima volta che le sorrideva e la cosa la destabilizzò.. inoltre gli faceva strano vederlo li seduto comodamente mentre si massaggiava le tempie.. sembrava quasi una persona normale.. Iniziò a spiegargli le cose successe quel giorno. Dopo qualche minuto, però, notò che lui era stranamente distratto, si chiedeva se la stesse davvero ascoltando. Forse stava ancora ripensando alla discussione di prima. - Scusi kazecage, forse mi sto dilungando troppo. Disse a un tratto, mordendosi il labbro. A quelle parole lui tornò in sé. - No, devi scusarmi tu.ma oggi non connetto. A proposito chiamami Gaara e dammi del tu. - Va bene Gaara come vuoi. - Ascolta io sto morendo di fame, cosa dici se faccio portare la cena qua in ufficio, anche per te ovviamente , se hai fame, e intanto che mangiamo finiamo il discorso? Sakura era più che stupita della proposta ma allo stesso tempo incuriosita dalla piega che stava prendendo la serata . “ ma si perché no, al massimo ci saranno dei silenzi imbarazzanti, cosa può succedere di peggio” - Volentieri Gaara. Le sorrise ancora, stavolta era un vero sorriso. Sakura arrossì, pensando la stessa cosa che aveva pensato la prima sera che l’ aveva visto, a casa di Temari. “ è diventato davvero bello” - Ramen va bene? - Certo! - Allora accomodati pure dove vuoi mentre vado a ordinare. Non c era molta scelta su dove sedersi. Optò per la sedia davanti alla scrivania, non le sembrava consono sederSi sul divano dove poco prima si era seduto lui. Ma le sorprese quella sera non erano ancora finite. Gaara tornò poco dopo in ufficio con … due birre? - Vuoi? - chiese - … ecco io di solito non bevo… però … ma si dai… ti faccio compagnia - Oggi ci vuole. Ancora un sorriso. Ci stava prendendo gusto a quanto pare. Che strana giornata. Aprì le due birre e porgendogliene una la invitò a seguirlo sulla terrazza . Sakura fece un piccolo sorso “mmm, effettivamente oggi ci voleva “. - Questo è il punto migliore per ammirare la città. E anche il punto più alto. Da quassù sembra che tutto vada bene, che non ci siano problemi di nessun tipo. Sakura osservò il panorama. La vista era splendida, con le luci del tramonto che tingevano di rosso e rosa i le case, il cielo, e le dune di sabbia. - Spesso mi dimentico del motivo per cui ho deciso di accettare la carica di kazecage. È perchè amo questa città. E voglio che ogni persona di Suna si ricorderà di me per quello che sono ora e non per come ero in passato. - Dovrei prendere esempio, io invece non riesco a staccarmi dai ricordi del passato…- mormorò lei - vorrei fosse facile dici tu. Gaara si avvicinò a lei, incatenandola con il suo sguardo. - Non ho detto che è facile. - … - Entriamo, è arrivata la cena. - tagliò corto il rosso Passarono tutto il resto della serata a parlare, e Sakura si sorprese di come fosse facile conversare con quel ragazzo che all’apparenza sembrava così freddo e riservato. Non toccarono neanche una volta l’ argomento lavoro, ma a nessuno dei due importò. Sakura si rese conto quella sera di quanto fossero simili caratterialmente: anche lei all’apparenza era timida e non dava facilmente confidenza agli estranei, ma la sua ragione di vita era quella di vivere aiutando le persone, attraverso il suo lavoro. Era da anni che non si apriva con qualcuno , e si sorprese che fosse stato così facile farlo con lui quella sera. Dal canto suo Gaara le racconto del suo rapporto con i suoi due fratelli, e alcune curiosità sul villaggio. Quando poi, finalmente, Sakura si ritrovò nel suo letto, non riusciva a smettere di pensare alla serata appena trascorsa. Quella sera qualcosa era cambiato tra i due. Entrambi avevano iniziato a guardarsi con occhi diversi. Si sentivano capiti l’ uno dall’altro. Gaara adesso le sorrideva sinceramente ogni volta che si incontravano, e cercava sempre una scusa per trattenerla in ufficio a parlare del più e del meno. Sakura dal canto suo trovava piacevole stare in sua compagnia, anche se a volte si chiedeva se non stessero superando un po’ ill limite, alla fine lei era stata mandata lì per aiutare il villaggio e non per intrattenere il kazecage con i suoi futili discorsi.. oltretutto si sentiva strana quando lui le si avvicinava o la guardava più a lungo del solito.

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Capitolo 6
*** io e te ***


Arrivò la sera della festa del villaggio della sabbia: quel giorno tutti erano in fermento per prepararsi alla festa che ci sarebbe stata quella notte. Gaara le aveva detto di non passare quella sera , ma di andare a divertirsi, per una volta. Temari le aveva regalato un kimono con disegnati dei fiori di ciliegio da indossare per l’occasione . Dopo essersi lavata e sistemata i capelli lo indossò. Era stupendo e le stava divinamente. Si sarebbero trovate direttamente in centro, alla festa. Sakura stava per uscire di casa quando.. qualcosa le fece fare una deviazione. ovviamente era in ritardo… ma decise di salire comunque a salutare Gaara prima di andare alla festa. O forse voleva che lui la vedesse con quel vestito. Lo trovò come al solito seduto alla scrivania che stava sistemando i documenti . -Ciao Gaara - gli disse - Cosa ci fai qui Sakura? credevo fossi alla festa- rispose lui, sorpreso. - Volevo salutarti prima di andare .. e poi.. tu non vieni? Il rosso le si avvicinò, lasciando perdere quello che stava facendo e concentrando tutta l’ attenzione su di lei. Era bellissima e non riusciva a smettere di guardarla. - Non partecipo mai a questo genere di cose, non mi piace stare in mezzo alla confusione. E poi i fuochi si vedono benissimo dalla terrazza. Sei stupenda con questo vestito comunque - mormorò infine. Il complimento, detto da lui in quel modo, le fece venire un brivido lungo la schiena. Non voleva più andare alla festa, sapendo che lui non sarebbe venuto. - … possiamo almeno fare un brindisi insieme prima che vado? chiese arrossendo. La prima scusa che le era venuta in mente per fermarsi ancora un po’ con lui. Gaara spalancò gli occhi, stupito dalla richiesta. Da quello che aveva imparato di lei non amava molto bere alcolici, e nemmeno reggeva bene l’alcool. - Certo Sakura, cosa vuoi bere? - È uguale, scegli tu! - Mmm allora direi di aprire questa bottiglia che mi ha regalato Kankuro, se no chissà quando avrò la scusa per aprirla. Come sempre si recarono in terrazza. - A Suna! - brindarono. - Quella sera però nessuno dei due sguardava il panorama . Entrambi avvertivano che c’era una certa tensione tra di loro. Lui moriva dalla voglia di toccarle i capelli, che erano sciolti e il cui profumo fruttato gli inebriava le narici. Oppure accarezzarle una guancia per vedere se era davvero così morbida come sembrava alla vista. Ma non l’ avrebbe mai fatto ovviamente. Non si sarebbe mai permesso di invadere il suo spazio. Si limitava a guardarla mentre lei beveva e si torturava una ciocca con le dita, e a sorriderle di rimando. Sakura era come bloccata. Non sapeva come gestire le sensazioni che quel ragazzo le procurava. Bastava la sua vicinanza a mandarla su di giri. In più le bollicine del vino iniziavano a farle effetto.. - Ora devi andare Sakura, o ti perderai l’ inizio… Queste parole la scossero. Posò sul tavolo il bicchiere ormai vuoto e guardò il volto del ragazzo davanti a lei, per metà illuminato dalle luci della città sottostante. Si avvicinò a lui guardandolo negli occhi - Io…Mi sa che rimango qui… Complice l’alcool , annullò le distanze tra i loro volti posando un bacio sulle labbra del kazecage. Dopo quella che le sembrò un eternità si tirò indietro imbarazzata per vedere la sua reazione. Ma questa volta furono le braccia del rosso dietro la sua schiena a attirarla ancora verso di lui. Sakura si abbandonò a quel momento mentre tutto intorno a lei iniziava a girare in un turbinio di emozioni. Gli mise le braccia intorno al collo e lo sentì sospirare mentre gli accarezzava i capelli. I suoi baci erano lenti e delicati..come se avesse paura di mancargli di rispetto. Le sue mani la stringevano appena… Si chiese se era la prima volta che baciava una ragazza. Sorrise al pensiero e lui se ne accorse - Cosa? - chiese sorridendo il rosso. - Nulla.. Approfondì lei stessa il bacio, attirandolo più vicino a sé, volendo provocare in lui le stesse sensazioni che lei stava provando. Sentì la sua lingua farsi strada nella sua bocca, esplorandola, mentre le sue mani la stringevano ora con più forza. Il kazecage continuava ad accarezzarle la schiena e i capelli, si staccarono per guardarsi, entrambi arrossati in viso, entrambi non riuscivano a smettere di sorridere. - Sei bellissima Sakura- le soffiò all’ orecchio lui, facendola rabbrividire . Come sarebbero cambiate le loro vite dopo quella sera? Cosa gli avrebbe riservato il futuro? queste erano le domande che affioravano alla mente di entrambi, mentre il tempo sembrava essersi fermato. Quello che sapevano, però, era che non volevano più nascondere quello che provavano l’ uno per l’ altro.

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