The World of Reaper I

di TheLastReader
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO - GENESI DEL NUOVO MONDO ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 0 - il seme della vendetta (Parte I) ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 0 - Il seme della vendetta (parte II) ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 0 - Il seme della vendetta (parte III) ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 0 - Il seme della vendetta (parte IV) ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 0 - Il seme della vendetta (Parte V) ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO I : Prima Missione? ***



Capitolo 1
*** PROLOGO - GENESI DEL NUOVO MONDO ***


PROLOGO I – GENESI DEL NUOVO MONDO


Dicembre 1970 – Un giorno, come per magia, apparvero in numerose zone del mondo delle strane distorsioni nell’aria, che oltre ad emettere una sinistra luce blu, emettevano anche una leggera forza attrattiva, che aumentava all’avvicinarsi a queste distorsioni; qualcuno, inconsciamente, andò contro queste strane distorsioni, venendo all’improvviso inghiottiti all’interno, non facendo mai più ritorno sulla terra; Le forze dell’ordine, per evitare ulteriori incidenti di questo genere, delimitarono tali aree, e gli scienziati, incuriositi dinanzi a tale fenomeno, studiarono tali distorsioni per diversi giorni, fino a quando non accadde qualcosa di incredibile; dopo diversi giorni e nello stesso istante, le distorsioni in tutto il mondo “mutarono” forma, assomigliando molto di più ad uno "squarcio" nell’aria; alcuni di queste “distorsioni” dalle dimensioni maggiori, oltre a mutare forma, cambiarono persino colore, assumendo una spaventosa tonalità rosso sangue, sprigionando una strana forza repulsiva tale che allontanava chiunque provasse ad avvicinarsi.

Nel momento esatto che accadde questo, da tali distorsioni cominciarono a fuoriuscire esseri dall’aspetto ripugnante, alcuni dei quali assomigliavano molto ad esseri visti solo nei film di fantascienza; Lo stupore generale di tale evento lasciò ben presto spazio alla disperazione, quando questi dannati esseri cominciarono a distruggere le città e ad uccidere chiunque si mettesse in mezzo alla loro strada. La situazione fu ben peggiore nei luoghi dove tali distorsioni assunsero quella strana colorazione rossastra; da quella distorsione, apparvero dei mostri ancora più forti di quelli apparsi in altre parti del globo, e distrussero in pochi istanti intere nazioni e addirittura parti di continenti;; Gli umani però non rimasero con le mani in mano, e cominciarono la loro prima controffensiva; usarono tutto il loro arsenale disponibile, tentando di sradicare in ogni modo possibile tutte quelle bestie, che senza un minimo di compassione, andarono avanti con la loro marcia distruttiva; se alcune di queste armi sortirono degli effetti sui mostri più deboli, altre armi invece non sortirono alcun danno sulle bestie più potenti, come ad esempio i Draghi o i Golem. Nemmeno la bomba atomica, l’arma più potente della terra fino ad allora, era riuscito a fare qualcosa contro i mostri più potenti.

A causa di ciò, oltre il 30 percento della popolazione mondiale perì nel giro di pochi mesi, mentre alcune terre emerse vennero parzialmente o totalmente distrutte, come ad esempio l’Australia, che sparì completamente dalla faccia della terra, o come la Russia, che a causa dei continui attacchi, si frammentò in più pezzi, formando una serie di Isole dalle medie dimensioni; Ormai, la fine della civiltà umana sembrava essere arrivata, e molti di loro, stanchi di fuggire e nascondersi, decisero di aspettare la loro ora. I soldati più valorosi ed i civili più coraggiosi invece continuarono a combattere con le unghie e con i denti, nonostante la situazione drammatica. Ed è proprio in quel momento critico, quando ormai tutto sembrava perduto, che avvenne un miracolo che premiò il loro duro sforzo: quelle distorsioni, che avevano portato sulla terra quei mostri con loro, avevano portato anche qualcos’altro di non nocivo e non visibile nell’aria, delle strane particelle oggi chiamate particelle “F”; questa strane particelle, a contatto con alcuni esseri umani, risvegliarono in loro un potere dormiente, andato perso migliaia di anni fa; alcuni chiamato questo potere “Ki”, altri invece chiamano questo potere “Resolve” o “Prana”, ma il nome più comunemente usato per identificare questo potere è il “Force”. Al risveglio di questo potere, coloro in grado di manipolare tale energia subirono delle modifiche strutturali delle ossa e dei muscoli per sopportare tale flusso d’energia, nonostante fossero poco visibili all’esterno;

Nonostante venne scoperto questo potere però, ci voleva del tempo per comprenderne appieno l’utilizzo, ma dato che non c’era tempo per imparare con calma, decisero di imparare quello che c’era da sapere sul campo di battaglia: decisero di testare sul campo di battaglia le varie teorie, così da massimizzare gli insegnamenti e capire come poter utilizzare appieno questo potere. Alcuni di loro, nel processo, morirono, mentre coloro che sopravvissero a tutte queste battaglie, non solo impararono a padroneggiare sempre di più il “force” cominciando così a distruggere mostri sempre più potenti, ma compresero anche i punti deboli dei mostri, facendo girare tali scoperte tramite le radio per aiutare altri umani a combattere nei diversi fronti sparsi nel mondo. Nello scoprire questo potere, si resero conto che questo flusso di energia presentava delle variazioni in alcuni soggetti: oltre a saper potenziare il loro corpo svariate volte, alcuni di loro riuscivano a controllare i fenomeni naturali, altri invece riuscivano a controllare cose o oggetti, altri ancora non possedevano abilità combattive eccezionali, ma riuscivano a curare la gente tramite il proprio force! Infine, venne dato un nome per coloro che riuscivano a manipolare tale potere, vennero chiamati “Reaper”. Vennero poi costruite le prime armi che alla base erano fatti con i resti dei mostri abattuti: infatti, si resero conto che alcune parti di quei mostri, come i denti, le ossa e la pelle erano molto più resistenti di qualsiasi materiale esistente sulla terra, coestruendo così le prime armi rudimentali; Inoltre, vennero create le prime armi ed oggetti intrisi di force per coloro che, nonostante non potessero manipolare tale energia, e quindi in pericolo 100 volte tanto i Reaper, volevano combattere a tutti i costi per la sopravvivenza dell’essere umano; Il processo non fu dei più semplici, anzi, molte volte questo processo si arrestò, ma piano piano cresceva l’ottimismo in tutti gli umani, e fu allora che cominciò la seconda e furiosa controffensiva degli esseri umani.

Attraverso la lotta, l’esperienza e nuovi metodi di allenamento, i Reaper divennero sempre più forti, ed alcuni di loro superarono i propri limiti, imponendosi al di sopra di altri Reaper; erano un'eccezione, un livello che era impensabile raggiungere per gli altri: i reaper di quella categoria assunsero d’allora l’appellativo di “Reaper di grado S”, oppure "Superior Reapers". Inoltre, alcuni di loro, che avevano una eccezionale affinità con il force fin dal risveglio, subirono dei piccoli ed ulteriori cambiamenti fisici, quale pelle più chiara ed orecchie più lunghe: coloro che subirono questa mutazione, vennero chiamati “Elfi” proprio per la loro somiglianza con quest'ultimi.

I mostri non si aspettavano di certo che gli umani potessero far utilizzo di un simile potere simile al loro, e che disponessero di un simile ingegno, e nel giro di 3 anni dall’inizio di tutto, tutti i mostri sulla faccia della terra vennero abbattuti, liberando la terra dalla più grande minaccia mai affrontata. Ci fu una gioia incontenibile, e tutti finalmente, poteroo immaginare di ritornare alle loro vite di una volta. Ma alcuni di loro, sapevano non potevano rilassarsi, dato che lo stesso cataclisma sarebbe potuto verificarsi nuovamente, e così fu; queste distorsioni, chiamate ora gate, riapparvero in alcune zone dopo alcuni mesi, ma questa volta gli umani non si fecero cogliere impreparati: nei mesi precedenti, i Reaper, insieme ai capi di governo ed agli scienziati, studiarono un piano per contrastare i mostri provenienti dai gate. Insieme, arrivarono alla conclusione che i mostri, per qualche strano motivo, non potevano uscire dai gate prima che quest’ultimi non mutavano forma, e che per gli umani, era invece possibile varcare tali gate, anche grazie alla serie d'incidenti che erano capitati prima del cataclisma; infine, si arrivò alla conclusione che i gate, 7 giorni dopo la loro apparizione, mutavano forma, permettendo ai mostri dall’altra parte di venire sulla terra. Inoltre, stabilirono che non tutti i gate rilasciavano gli stessi mostri: i gate più piccoli, contenevano mostri di basso livello, e più i gate erano grandi, e più il livello dei mostri saliva, e i gate più grandi, passati i famosi 7 giorni, diventavano rossi, rilasciando mostri di calamità S, ovvero mostri di minaccia planetaria.

Non sapevano dove portavano i gate una volta attraversati, ma se fossero rimasti con le mani in mano, sarebbe potuto accadere un disastro simile a quello avvenuto pochi mesi prima, e non potevano permettersi che uno scenario simile accadesse. Fortunatamente, i gate apparsi non erano così grandi, ma non potevano lasciare nulla al caso: le varie organizzazioni mondiali formarono delle task-force mettendo insieme vari Reaper volo, con il compito di entrare in quei gate, e scoprire cosa si nascondesse all’interno di quel luogo e se fosse possibile fermarlo; la missione era molto rischiosa, dato che si sapeva che gli umani potevano attraversare tali portali, ma non si sapeva se si poteva uscire di lì. Così, alle ore 00 di una calda notte di giugno, gli esseri umani compirono il primo raid all’interno dei vari gate sparsi per il globo.

Una volta varcato il gate, alcuni di loro si ritrovarono in lande desolate, altri invece, si ritrovarono in terre innevate, altri ancora in alcune grotte sottoterra ecc. La cosa bizzarra, ed in un certo senso spaventosa, era che altri gruppi finirono in luoghi che assomigliavano tanto alla terra per il tipo di clima che trovarono... Inoltre, ogni zona che portavano i gate, si trovavano determinati tipi di mostri, come se fossero suddivisi in base al loro habitat. Esplorando la zona, inoltre, vennero trovati nuovi minerali e piante, dal valore, qualità e quantità incredibilmente superiori a quelli di comune conoscenza. L’insieme di quei luoghi viene comunemente chiamato “Dungeon”. Durante il primo raid, vennero uccisi diversi mostri, ma per una strana ragione, dopo alcune ore i mostri uccisi ritornavano in vita, rendendo la missione sempre più difficile e complicata, al punto che alcuni gruppi, per non perdere ulteriori vite, batterono in ritirata; Solo un gruppo invece rimase dentro, cercando di trovare in tutti i modi possibili una soluzione per chiudere i gate, e fu proprio in quel momento, mentre vagavano in quella zona in ricerca di risposte, trovarono qualcosa di inaspettato, qualcosa di veramente incredibile: in mezzo a tutta quella distruzione, trovarono uno strano albero di color nero dalle foglie viola luminescenti, con le radici estremamente radicate sotto il terreno.

Tale albero sembrava letteralmente vivo, emettendo un rumore molto simile ad un battito di cuore, udibile fino ad un chilometro di distanza; inoltre l'albero presentava delle strane venature viole, che embravano trasportare una sostanza simile al sangue. 
La cosa bizzarra, era che intorno all'albero erano presenti dei mostri, i quali però erano molto diversi da quelli prcedentementi affrontati, ma non tanto per l'aspetto ma tanto per la forza che tali mostri possedevano e dal comportamento ambiguo che quest'ultimi avevano; sembrava infatti che i mostri facessero da vedetta all'albero, impedendo a chiunque di avvicinarsi. 

Questi mostri poi sembravano essere comandati da un mostro simile a loro, ma con dimensioni e forza nettamente superiori ai mostri che facevano da guardia all'albero: oggi, tale mostro viene chiamato "Dungeon Boss", ovvero il mostro più potente all'interno del dungeon. 

I mostri inizialmente, sembravano ignorare la presenza dei Reaper, ma quest'ultimi iniziarono ad avvicinarsi, reagirono in modo piuttosto aggressivo, attaccando senza un minimo di preavviso i super uomini, che questa volta si trovarono in netta difficoltà contro quei mostri di un livello superiore; In quel momento, ebbero l'intuizione che forse era l'albero il motivo per cui i mostri tornavano in vita, e che se avessero cercato di distruggere l'albero, forse anche questo mondo sarebbe scomparso;
Così intrapesero una lunga e dura battaglia contro i mostri ed il Dungeon Boss, battalia che vide molti reaper morire per mano di quest'ultimo, ma grazie al loro sacrificio, riuscirono infine a sconfiggere tutti i mostri che facevano "proteggevano l'albero". 

Ora restava solo distruggere l'albero magico, prima che i mostri potessero tornare in vita; non avevano alcuna prova che il massacro si sarebbe fermato una volta distrutto l'albero, ma erano coscienti che dovevano trovare una soluzione per poter salvere il loro pianeta e prevenire queste situzioni in futuro; i Tre reaper così, con tutte le loro forze, attaccarono l'albero che aveva una resistenza straordinaria, e quando riuscirono a provocargli un grosso danno, quest'ultimo si illuminò di colpo, sbriciolandosi in mille pezzi. Anche i cadeveri dei mostri ed i mostri appena risorti a pochi metri da loro, cominciarono a sparire, e quello fu il segnale che forse, c'e l'avevano realmente fatta. 

La task force di quel dungeon uscì dal gate, ed una volta usciti da lì, rimasero in allerta davanti tale distorsioni, preparandosi ad una qualsiasi evenienza. Ma per fortuna non accadde nulla di grave, dato che il gate, dopo 10 minuti, cominciò a ristringersi fino a sparire nel nulla, e quello fu il giorno più felice dell'intera umanità.  

Finalmente, avevano trovato il modo per contrastare quei mostri, finalmente potevano fare sogni tranquilli! Partirono altri raid nei gate che si erano appena aperti, e nel giro di pochi giorni, vennero distrutti tutti gate apparsi nei giorni precedenti; Certo, non era ancora chiaro perché questi gate apparissero dal nulla, ma perlomeno sapevano che potevano sconfiggerli nel loro “mondo”. A seguito di questi eventi, i più forti reaper al mondo, finanziati dai loro stati di provenienza, costruirono una serie di gilde formata dai migliori Reaper di quel paese, così che in caso di un'apertura di un Gate, la gilda più vicina poteva intervenire; inoltre, grazie alla nuova conoscenza dei gate, furono costruiti degli strumenti simili ad antenne, capaci di segnalare l’apertura di un gate 5 minuti prima che accada, mandando un messaggio alle varie associazioni. Per non dare troppo potere ai Reaper alle gilde, vennero istituite diverse Associazioni Reaper per diversi paesi, il quale compito era quello di supervisionare i gate e le gilde del corrispettivo paese. Questi eventi segnarono l’inizio di una nuova alba per la civiltà umana, un’alba che avrebbe segnato per sempre la storia dell’umanità: senza che nessuno se ne accorgesse, era iniziata una nuova era, l’era dei Reaper. Le minacce però, non proveranno solo dai gate, ma anche dagli umani stessi, poiché alla fine, il peggior nemico dell’uomo, è l’uomo stesso.

FINE PROLOGO I – GENESI DEL NUOVO MONDO  

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 0 - il seme della vendetta (Parte I) ***


PROLOGO II - il seme della vendetta (Parte I)

 

 

« Mamma, papà... tornerete sani e salvi anche questa volta, vero? » chiesi ai miei genitori con voce preoccupata e muovendo le mie mani con agitazione, mentre si stavano preparando ad affrontare un altro Raid, il terzo di questo mese;

 

Infatti, i miei genitori erano dei Reaper piuttosto famosi nella prefettura di Tokyo; mia madre, Angelica Ozaki, era una guaritrice di grando A, mentre mio padre, Tetsuo Ozaki, era uno spadaccino di grado B, noto per il fatto che possedeva alcune palestre Kendo sparse per la città;

 

Mamma e papà facevano entrambi parte della gilda chiamata Omega, ed insieme affrontavano due raid al mese, dicendomi che affrontare ulteriori raid era pericoloso e li esponevano ulteriormente a dei rischi inutili. Certo, venivano pagati profumatamente per ogni raid svolto e concluso, ma grazie anche al fatto che papà aveva altre entrate dalle sue palestre, non avevano bisogno di affrontare ulteriori raid.

 

Ma questa volta era diverso: sull’isola di Okinawa, un dungeon passato sotto traccia si era trasformato in una "Breccia", e allo scoccare della mezzanotte, tutti i mostri al suo interno si sarebbero riversati sull’isola, scatenando il caos. Non si sapeva nulla di quel Dungeon, dato che il cancello, trasformantosi in una breccia, non diede possibilità all’associazione giapponese di poter studiare tale gate, ma a giudicare dalle dimensioni e dal colore della breccia, gli scienziati stabilirono che doveva quasi certamente trattarsi di una breccia di grado C, quindi, anche tra i Reaper chiamati a risolvere il problema, c’era un certo ottimismo;

 

Quel giorno ero abbastanza certo che i miei genitori avrebbero voluto rifiutare la chiamata, ma essendo questo un’ordine diretto della Japanese Reaper Association, non potevano rifiutarsi, altrimenti avrebbero pagato delle multe salatissime con rischio di sospensione del loro lavoro da reaper..

 

*****

 

Mio padre mi guardò con uno sguardo rassicurante, mentre mia madre metteva a letto Ariel, la mia sorellina che aveva solo 5 anni, che non riusciva a smettere di piangere fino a un attimo prima, dato che quella sera voleva stare con nostra madre.

 

« Ascolta, ragazzo! » - disse mio padre, mentre mi accarezzava la testa con energia, facendomi anche un po’ male - « Alla fine, i mostri che affronteremo oggi sono gli stessi che affrontiamo nei raid! Non c’è motivo di preoccuparsi! » concluse mio padre, mostrandomi un sorriso a 32 denti.

 

Anche di fronte a quelle parole rassicuranti però, non mi sentivo affatto calmo; forse sono stato influenzato dal fatto che le «breccie» di 45 anni prima furono particolarmente violente, o forse perché ero semplicemente preoccupato per i miei genitori;

 

« Papà... non andare via... per favore! » dissi stringendogli i pantaloni neri, cercando in ogni modo di convincerlo a non andarsene, anche iniziando a piangere;

 

Mio padre rimase sorpreso dalla mia reazione, non sapendo nemmeno cosa dire o fare; Non tanto perché piangevo, ma perché di solito piangevo perché volevo andare con loro in missione... il mio comportamento era nuovo per lui, ed era così sorpreso che rimase sconcertato dalls mia reazione, agitandosi pure lui; così mia madre intervenne rapidamente, abbracciandomi da dietro e poi dandomi un bacio sulla guancia...

 

« Ehi Ryuu, non preoccuparti, torneremo prima ancora che tu ti svegli. E dopo, ti porteremo al parco divertimenti, ok? »

 

Anche se ero ancora titubante, ero ancora un bambino, ed era facile farmi pensare a qualcos’altro.

 

« ... Va bene... ma poi voglio andare anche da McDonald’s! »

 

« Hahahah, va bene, va bene, ma ora vai a letto, tesoro mio! » disse mamma, dandomi un altro piccolo bacio, questa volta sulla fronte;

 

Rilassato e rincuorato dalle parole di mia madre, mi diressi al piano di sopra, dove c’erano le nostre stanze; ma prima di salire le scale, mi fermai di nuovo, guardando ancora una volta i miei genitori, che mi osservavano salire le scale con uno sguardo dolce e affettuoso. Li guardai intensamente, e poi sorrisi e li salutai, dirigendomi finalmente verso la mia stanza.

 

In quel momento, mentre salivo le scale, pensavo a quante cose belle avremmo fatto domani al parco divertimenti e a tutta la spazzatura che avrei mangiato insieme ai miei genitori e insieme ad Ariel; ma non avrei mai potuto sapere che quella sarebbe stata l’ultima volta che li avrei visti;

 

La breccia, che secondo gli scienziati doveva rilasciare mostri di grado C, mutò inspiegabilmente, rilasciando sull’isola di Okinawa un enorme mostro di grado S... un mostro simile a un drago, abbastanza potente da spazzare via l’intera isola con un solo ruggito, costringendo l’intervento di diversi A-rank e pochi S-Rank di diverse nazioni vicine a abbattere una tale bestia. Il Raid fu un fallimento totale su ogni fronte, e oltre 200 reapers rimasero brutalmente uccisi dalle fiamme di quel mostro, compresi i miei poveri genitori, i cui corpi, insieme a quelli di molti altri, divennero cenere per mano di quelle terribili fiamme diaboliche. ...

 

Ricordo ancora quel giorno come se fosse ieri... ogni momento di auel terribile giorno è marchiato a fuoco nella mia mente, come il fatto che io e la mia sorellina aspettammo per ore e ore che i miei genitori arrivassero alla porta d’ingresso; come, a tarda sera, due uomini dell’associazione giapponese vennero a casa nostra per darci il triste annuncio... Non dimenticherò mai le lacrime di mia sorella, così come non dimenticherò mai la freddezza di quei due bastardi, che dopo averci dato la notizia, se ne andarono come se nulla fosse, lasciando due marmocchi in balia di una realtà triste e crudele.

 

Né dimenticherò l’ipocrisia dei « parenti » di mio padre, che approfittarono della nostra stupidità, del nostro dolore e della nostra giovane età, per rubare tutta la fortuna e i beni che i miei genitori, lavorando come Reaper, avevano costruito dopo tanti anni di sacrificio e duro lavoro, abbandonandoci poi  al nostro destino; se non fosse stato per Masari Jin, un caro amico di mamma e papà, saremmo entrambi morti di fame in mezzo alla strada.

 

E fu proprio in quei momenti duri e difficili che dentro di me, lentamente, cominciò a crescere il seme della vendetta; vendetta contro quei dannati mostri, che avevano sconvolto la nostra vita e quella di molte altre persone, e soprattutto, ho meditato la vendetta contro la famiglia di merda di mio padre, che non ci aveva pensato due volte prima di rubarci tutto, abbandonandoci poi come spazzatura; In quel momento, avevo deciso che avrei fatto la mia strada come reaper, che sarei diventato uno dei più forti reaper della storia, eliminare ogni mostro di qualsiasi gate e di sbarazzarmi da solo dei relativi di mio padre famiglia di mio padre e riimpegnarsi quello che ci aspettava. ..sì, questo era ora il mio sogno.

 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 0 - Il seme della vendetta (parte II) ***


Tre anni dopo…


"Mi dispiace, ma il ragazzo non è in grado di utilizzare il force"

Il dottor Aizawa non fece tanti giri di parole, guardando il giovane Ryu con occhi freddi, senza mostrare la minima emozione nelle sue parole; Così come la grande maggioranza delle persone poi diventate Reaper, Ryu non si era "risvegliato" in modo spontaneo, e dunque aspettava il suo decimo anniversario per effettuare un risveglio "forzato" con molta ansia, ma allo stesso tempo, con molta confidenza.

Era estremamente convinto che sarebbe potuto diventare un Reaper, dato che entrambi i suoi genitori erano dei Reaper a loro volta, e normalmente, avrebbe dovuto "ereditare" il force. Dall'altra parte però, in lui crebbe un certo timore di non poter diventare un reaper, timore che aumentò di giorno in giorno, fino a diventare per l'appunto reale. In quel momento il mondo sotto i suoi piedi si sbriciolò in mille pezzi, distruggendo ogni suo desiderio di gloria ma soprattutto, di vendetta. 


"M-Ma com'è possibile... I suoi genitori erano dei "riSvegliati", dovrebbe essere anche lui in grado di utilizzare il Force!"  Esclamò sorpreso Jin, che era diventato tutore legale dei due ragazzi; lui, più di chiunque d'altro, conosceva il desiderio del ragazzo di voler diventare un Reaper, e nonostante non ne conoscesse il reale motivo, lo aveva appoggiato in questo suo sogno, allenandolo sia dal punto di vista atletico che mentale; ai suoi occhi, Ryu era incredibilmente talentuoso ed intelligente, e secondo le sue previsioni, sarebbe diventato un Reaper eccezionale dopo il risveglio. Questa notizia inaspettata però lo colse alla sprovvista quasi quanto Ryu.

"Ahh..." - fece un breve sospiro il dottore, che si tolse i suoi occhiali per pulirseli con un piccolo panno bianco - "vedi, tutti gli esseri viventi possiedono il force, pure una persona come me lo possiede. Il punto è che non tutti gli esseri viventi sono in grado di utilizzare questo potere."

"Il tutto dipende se un'individuo sviluppa i Rinkuh, che non sono altro dei "canali speciali" che ci permettono di utilizzare il force in tutto il corpo; senza questi canali, è impossibile utilizzare il force. Alcuni possiedono questi circuiti fin dalla nascita, poi ci sono altri che invece possiedono questi circuiti ma sono reclusi e che necessitano quindi di un risveglio "forzato", e questo caso riguardo quasi la metà dei risvegliati al mondo; Poi c'è ne sono altri ancora che possiedono dei rinkuh non totalmente sviluppati; ed infine ci siamo io e Ryu, che non possediamo questi circuiti speciali, quindi per cui, non potremmo mai risvegliarci ed utIlizzare il force. Mi dispiace, ma il ragazzo non ha il talento per fare il reaper. Beh, non credo sia la fine del mondo, no? Puoi sempre diventare una persona importante, Ryu" concluse infine il dottore, facendo un sorriso che però sembrava molto forzato. 

Ryu volle dire qualcosa, ma la botta psicologica che prese fu terribile su tutti i fronti, entrando così in un silenzIo che valeva più di mille parole; in quel momento, vedeva tutto quello per cui aveva lavorato duramente andare in frantumi, ed allo stesso tempo, si sentiva una completa nullità.

Jin si accorse dello stato emotivo di Ryu, e con estrema dolcezza apPoggiò la mano sulla testa del ragazzo, facendo un piccolo e dolce sorriso, cercando di consolarmi in qualche modo - Non essere triste, Ryu! Aspettiamo ancora un po’, forse svilupperai anche te i Rinkuh!" 

Nel mentre, gli occhi del dottore non erano più concentrati su Ryu, dato che la sentenza datagli era irreversibile, ma sulla piccola Ariel, che in quel momento si sentiva leggermente a disagio dinanzi allo sguardo del dottore, al punto che, terrorizzata, afferrò con forza la camicia di Jin. 

"...c'è qualche problema?" disse Jin, che una volta accortosi degli guardi strani dell'uomo, sembrava essersi innervosito parecchio.

"Un problema?" - disse a bassa voce l'anziano dottore, che fece un piccolo sorriso, quasi come se la serietà di mio zio lo divertisse - "Detto francamente, quello che ha dei problemi qui sei tu, Mr. Reaper. Come puoi essere così testardo?" 

In quel momento, l'aria all'interno della stanza si fece improvvisamente tesa, con i due adulti che si lanciavano degli sguardi di fuoco, con il tentativo di sottomettersi l'un l'altro; Jin soprattutto, sembrava particolarmente frustrato da tutta quella situazione, al punto che sembrava in procinto di attaccare il dottore. Ma sapeva perfettamente che, con la forza che possedeva, sarebbe stato in grado di ucciderlo facilmente, ed ovviamente voleva evitare che la sua rabbia prendesse il sopravvento.  

"No... Non ne vale la pena" - disse Jin che, per non innervosirsi ulteriormente, si alzò dalla sedia, afferrando con forza la mano del ragazzo e quella di Ariel, per poi dirigersi verso l'uscita dello studio del Dr. Aizawa. - "Qui abbiamo finito."

Ryu non riuscì a capire cosa stava accadendo in quel momento, e non ne aveva il minimo interesse, dato che in quel momento aveva altro a cui pensare; nel mentre, i due uomini si guardavano con aria di sfida, ed era chiaro che tra loro ci fosse qualcosa che non andasse. Anche Ariel, che da quando i suoi genitori erano morti aveva smesso di parlare, in quel momento sembrava più spaventata e pensierosa del solito. Normalmente, suo fratello si sarebbe accorto di questo e sarebbe andato subito da lei, ma in quel momento era completamente con il morale a terra, disinteressandosi quindi di tutto quello che stava accadendo intorno a lui.

"Sei un idiota, Jin." disse intanto il dottore, che questa volta, aveva uno sguardio molto più serio del solito - "Per quanto ancora pensi di poter continuare con questa vita, razza d'idiota! Se non pensi al tuo futuro, tu--!"

"SILENZIO."

La voce di Jin si fece per una frazione di secondo estremamente fredda e crudele, ed i suoi occhi sembravano quelli di un pazzo in procinto di commettere un crimine; i due ragazzini non si accorsero di quello che stava succedendo, ma Aizawa, che vide quello sguardo, rimase completamente paralizzato, perdendo addirittura l'equilibrio e cadendo goffamente sulla sua poltrona; in quel momento, si rese conto che scherzare con un "risvegliato", non era una grandissima idea. 

I tre uscirono poi dalla stanza, senza più fiatare durante il lungo tragitto verso casa; tutti e tre avevano diversi problemi d'affrontare, ed in quel momento, nessuno dei tre ebbe il coraggio di aprirsi l'uno con l'altro, tenendosi tutto dentro e facendo come se tutto si fosse risolto da solo. 
Ma la verità, purtroppo, è che loro non erano in un film, ma nella vita reale, ed il risentimento, la testardaggine, la rabbia ed i segreti avrebbero letteralmente distrutto la vita dei tre per sempre. 


*****

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 0 - Il seme della vendetta (parte III) ***


P.O.V di Erwin. 

2 anni dopo…

"Z-Zio..."

Mai avrei pensato di riprovare dei simili sentimenti dopo la morte dei miei genitori, ma a quanto pare, la vita sapeva essere molto imprevedibile, e talvolta, anche crudele; 

Jin era uscito per fare la sua ultima missione del mese, in un dungeon di livello D, quindi nemmeno pericoloso visto il suo livello; doveva quindi essere una passeggiata per uno come lui ,ma invece, durante quel banale raid, mio zio aveva subito un malore durante il combattimento, venendo poi ferito gravemente da uno di quei dannati mostri sul torace. 

Ora era davanti a me privo di sensi e dalla pelle che era diventata molto pallida, mentre i dottori cercavano disperatamente di rianimarlo; ero completamente paralizzato dalla paura, ed in quel momento avevo voglia di urlare, piangere; ma lo shock per me fu tale che l'unica cosa che feci fu rimanere con gli sguardi fissi verso quell'uomo, che in quel momento vedeva la sua vita appesa ad un filo. 

"Ragazzo! Esci dalla stanza!" urlò uno dei medici che si stava occupando della rianimazione. Ma in quel momento ero troppo scioccato per rispondere o per fare qualsiasi altra azione, e l'unica cosa che feci fu quella di guardare il medico con occhi estremamente tristi, lasciando spiazzato il medico di fronte a me, che per una frazione di secondo si paralizzò; così, una delle infermiere mi trascinò quasi di forza fuori dal reparto d'emergenza, lasciandomi da solo nella d'attesa. 

Nel mentre, arrivò pure il Dr. Aizawa che, prima di entrare nella sala d'emergenza, si fermò per guardarmi: rimase fermo per alcuni secondi ad osservarmi, senza dire una parola. Poi qualcuno all'interno di quella sala lo chiamò ad alta voce, catturando nuovamente la sua attenzione. Prima di entrare però, mi lanciò un'altra occhiata, questa volta più triste e dispiaciuta, prima di sparire dietro quell'enorme portone di ferro. 

In quei momenti concitanti, facevo di tutto pur di non pensare al peggio, arrivando al punto che smisi completamente di pensare, rimanendo fermo immboile su quella fredda sedia per diversi minuti, senza dire una parola, senza piangere o urlare di rabbia... sembravo essere diventato una pianta. 
Alcune infermiere vennero per porgermi il loro supporto, ma anche se sentivo le loro voci, era come se la mia mente fosse disconessa dalla realtà, ignorando qualsiasi cosa mi venisse detta. 

Dopo alcune ore, però, uscii dalla stanza il Dr. Aizawa, che con un cenno della testa, ordinò alle infermiere di levarsi di torno, segno che doveva parlare con me. e così fecero, sparendo nel giro di pochi istanti. 

Appena vidi quella scena,  nonostante cercassi di ignorare il tutto, le mie mani iniziarono a sudare, la mia mente cominciò a "riattivarsi", ed il mio cuore iniziò a palpitare all'impazzata.

Il dottore si siedette accanto a me, prendendosi alcuni secondi prima di parlare, tirando poi fuori dal suo camice bianco una sigaretta elettronica ed iniziare a svapare, forse per allentare un po' la tensione in lui. 

"Non voglio fare tanti giri di parole, tuo Zio è in uno stato davvero terribile. La ferita al petto, benché provocato da un essere davvero inferiore per i comuni Reaper, l'ha colpito nel momento in cui tutte le sue difese erano abbassate ed indebolite, fracassandogli la gabbia toracica ed lacerandogli un polmone, andato perso. I dottori hanno fatto del loro meglio, e per ora, possiamo dire che sia salvo..."

Dinanzi a quelle parole, le lacrime cominciarono a scendere da sole, e finalmente, sentii come un peso liberarsi da me: mio zio era ancora vivo! 

"Grazie al cielo... grazie al cielo..." dissi con voce bassa, mentre coprivo il mio viso con entrambi le mani: non m'importava se Jin non sarebbe più riuscito a mantenerci, aveva fatto tante cose per noi, e questa volta, era il mio turno ricambiare il favore. 
Ma le notizie non erano ancora terminate. 

"C'è qualcos'altro che devo dirti..." 

Lo sguardo del dottore si fece sempre più cupo, e dal modo in cui rimase in silenzio per alcuni secondi, capii che c'era qualcosa di grave che non mi aveva ancora detto. Prima ancora che potesse darmi utleriori dettagli, la felicità del momento sparì di colpo, lasciando spazio alla paura. 

"C-Che succede?!"

L'uomo esitò nuovamente, voleva dirmi qualcosa, qualcosa d'importante, ma allo stesso tempo, qualcosa lo bloccava. 

"Parla!" urlai in preda al panico, scattando poi in piedi.

"...Non dovrei essere io a dirlo perché Jin voleva tenervi all’oscuro di tutto, ma a questo punto... Vostro Zio, Jin, sta morendo. Mi dispiace."

Nel momento in cui disse quelle frasi, un fulmine cadde a pochi chilometri dall'ospedale, dando orgine un boato talmente forte da far tremare le finestre di quel ospedale; 

Non seppi come reagire dinanzi a delle parole che non avevano altro significato; credevo che fosse uno scherzo, e nervosamente, cominciai a ridere come un'idiota fino a lacrimare; ma quando guardai lo sguardo del dottore, fu chiaro che quello non era uno shcerzo.

"M-Ma tu mi avevi detto che...." Non riuscii più a terminare quelle frasi, entrando completamente nel pallone e cominciando a tremare come una foglia.

"Vedi, alcuni anni fa, prima che Jin vi adottasse, era uno dei migliori reaper dell'asia, un classe A di prim'ordine; purtroppo, durante uno dei suoi raid all'interno di questi dannati mondi, è andato incontro ad uno strano e rarissimo virus non presente qui sulla terra, che ha attaccato il suo cuore; il virus sembrava innoquo, dato che poteva fare cose normali, ma non appena utilizzava il suo force, il virus si attivava, provocandogli dei gravi dolori su tutto il corpo. Inoltre, questo virus si è espanso, diventanto sempre più pericoloso e feroce a causa del continuo utilizzo del force, iniziando addirittura a creargli dei seri disturbi anche quando non utilizzava i suoi poteri. Non importava quanti antibiotici potenti gli dessimo, e non importa quanti curatori di primissimo livello tentarono di curarlo, il virus non veniva debellato. Così, 5 anni fa, sotto mio consiglio decise di smettere di fare il Reaper, poiché era l'unico modo per allungargli la vita, anche se di poco. Era ormai tutto pronto, ma poi-"

"Siamo stati abbandonati dalla nostra famiglia..." dissi con voce tremolante, mettendomi le mani nei capelli; era colpa nostra quindi, se nostro zio era in questo stato? Se non fossimo mai esistiti, ora Jin...

"Esatto. Conosco Jin fin da quando era un ragazzino, ed era negato in tutto, dalla scuola fino al lavoro più basilare; ma una cosa la sapeva fare bene, ovvero combattere. Quindi decise di sacrificare il suo corpo per darvi una vita priva di sofferenze, peggiorando così il suo stato di salute. Probabilmente, sarebbe morto da qui a 10 anni, ma con questo incidente, la sua aspettativa di vita si è abbassata drasticamente…"


Non riuscivo a togliermi dalla testa il fatto che fosse colpa nostra, al punto che maledetti la mia esistenza e quella di mia sorella; inizai a pensare che forse, se non fossimo mai nati, i miei genitori non sarebbero morti come reaper pur di darci un futuro radioso; in quel momento, mi sentivo "maledetto"; 


"Non sentirti in colpa, Ryu. E' stata una sua scelta, e quando l'ha fatta era al 100% convinto di quello che faceva. Non c'è stato un singolo giorno in cui si è pentito di avervi presi sotto la sua ala protettrice, quindi levati dei pensieri così negativi dalla testa."


Mentre il dottore continuava a darmi ulteriori dettagli, io pensavo ad un qualsiasi segnale che avevo ignorato, forse perché troppo concentrato sui miei problemi, o forse perché facevo finta di non vederli, ma più ci pensavo, e più trovavo difficile credere che stesse morendo; a casa era sempre sorridente, sempre felice e sembrava in salute ed in perfetta forma! Ci pensai e ripensai, fino a quando la mia mente mi riportò al giorno in cui Aizawa "infranse" il mio sogno; in quel momento c'era qualcosa di strano fra i due, ma ero così concentrato su me stesso che non feci nemmeno caso... Diamine! Non volevo che finisse così, non potevo accettare un simile destino.

"N-Non esiste una soluzione?!" chiesi disperatamente, afferando con forza il camice di Aizawa-san, il quale fu colto di sorpresa da quella mia reazione: avevo perso i miei genitori, ed ancora oggi ne soffrivo parecchio, non potevo perdere anche Jin!

Gli occhi del dottore, in quel momento, divennero strani; era uno sguardo molto intenso, ma allo stesso tempo, mi diede delle sensazioni spiacevoli; solo una volta avvertii questa sensazione di paura, e non fu affatto una situazione facile. Però, fu una sensazione veramente rapida, dato che le mie preoccupazioni in quel momento erano rivolte altrove.

"Una soluzione ci sarebbe, ma non so se possa piacert---!!"

"Accetto!! La prego, mi dica qual'è questa soluzione!" 

Non appena disse che c'era una possibilità, era come se il mio corpo fosse pervaso da una strana energia, ed in lontananza, vedevo finalmente un barlume di speranza; avrei fatto di tutto pur di aiutare Jin, così come lui aveva fatto fino ad ammalarsi. 

"Bene, seguimi allora." disse l'anziano, che alzandosi dallaa sedia, si diresse verso il suo ufficio; io, che in quel momento ero al settimo cielo, lo seguii con la fiducia al massimo, curioso di sapere cosa avrebbe potuto aiutare zio Jin. Gli feci qualche domanda, giusto per sapere di cosa si trattasse, ma l'unica cosa che mi disse fu di pazientare, che una volta arrivati nel suo studio, mi avrebbe spiegato tutto.

Arrivato nel suo ufficio, mi fece sedere sulla sedia, e dopo aver preparato due tazze di thé verde, finalmente iniziò a parlare. 

"Vedi, esiste ua cura per tuo zio; una cura totale, che guarisce ogni male possibile ed inimmaginabile: si tratta di una pianta chiamato "il bacio divino", una pianta che che come suggerisce il nome, ha proprietà di un'altro mondo. Se tuo zio dovesse ingerire tale pianta, guarirebbe nel giro di pochi secondi."

Dinanzi a quelle parole, cominciai ad emozionarmi, al punto che non vedevo l'ora di vedere mio zio tare finalmente bene.

"Non rallegrarti, figliolo" - disse Aizawa, guardandomi con uno sguardo serio - "Non solo questa pianta si trova solamente nei dungeon, ma attualmente, per quanto ne sappiamo, ora come ora è introvabile già da diversi anni..."

"M-Ma allora perché mi hai detto che...."

"Perché una possibilità esiste, ma tutto dipende da te."

Dipende da me? se dipendeva da me... avrei fatto qualsiasi cosa possibile ed inimmaginabile! 

"Va bene! come ti ho già detto anche prima, sono pronto a tutto!" 

"Pronto a tutto, eh? Spero che non ti rimangerai le parole..."

Aizawa si alzò dalla sua sedia, per poi dirigersi verso una cassaforte a muro posta vicno alla finestra; senza darmi la possibilità di farmi vedere la combinazione della cassaforte cominciò a girare la piccola manopola della cassetta di sicurezza per diversi secondi con molta attenzione, fino a quando sentii un click metallico, che coincise con l'apertura della piccola porta. 

Una volta aperta una cassafrote, riuscii ad intravedere una serie di dossier, con Aizawa che ne prese uno in particolare, di colore nero, per poi chiudere la cassaforte e dirigersi verso di me, dandomi poi la cartella stessa;

"Apri." si limitò a dirmi Aizawa, che si rimise comodamente seduto sulla sua soffice sedia;

Un po' titubante, aprii il fascicolo, e ne rimasi sorpreso quando vidi in prima pagina la foto della mia sorellina; 

"C-Cosa c'entra mia sorella con la salute di Jin?!" chiesi in modo confuso ad Aizawa.

"Leggi." 

Non so perché, ma avevo una strana sensazione riguardante questa situazione; sensazione che devenne sempre più grande quando lessi il fascicolo di mia sorella, lasciandomi completamente esterefatto; infatti, quello che stavo leggendo era una valutazione sulle potenziali capacità di Ariel, ed i risultati furono così sconvolgenti che dovetti rileggere più e più volte prima di credere che tutto ciò fosse reale;

["Quantità Force: B!"...."Affinità con il force: A+!!"... "Potenziale... n-no, non ci credo...S+?!] 

In quel momento, la mia mente si annebbiò per diversi secondi: mia sorella, la mia piccola e amorevole sorella, era un genio, un talento che forse non si era mai vito sulla terra. Sarei dovuto essere felice di avere una sorella così portata, eppure in quel momento, non ero felice, e nemmeno orgoglioso di lei; no, in quel momento, ero furioso, perché se avessi avuto io un simile talento, ora forse Jin sarebbe sano e salvo, e forse non avrei dovuto abbandonare la mia vendetta per la mia inutilità; ed ero anche furioso con mia sorella, dato che in quel momento, non mi capacitavo di come il destino potesse aver donato a lei tale  "dono" e non a me... un dono che lei, tra l’altro, non era minimamente interessata ad utilizzare. 

"Ryu?....RYU?!" 

All'improvviso, mentre ero assortito nei miei pensieri e nella mia rabbia che cercavo in tutti i modi di reprimere, venni riportato alla "realtà" da Aizawa, che si era accorto che ero completamento pero nei miei pensieri. 

"Oh...scusami..." dissi a bassa voce, facendo un sorriso più che sforzato per mascherare il mio reale stato d'animo

"Ah...so che per te è difficile da credere" - disse il dottore tirando fuori dalla sua tasca un grosso sigaro che emanava un dolce profumo di cioccolato - "Ma  tua sorella è un vero e proprio genio. Da quando lavoro in questo settore, ovvero da quasi ormai 30 anni, è la prima volta che mi imbatto in un simile talento. Inoltre, credo che nel mondo, non ci siano tanti talenti come il suo: ha il potenziale per diventare la reaper numero 1 al mondo!"

"Ah, fantastico..." dissi con un'altro sorriso forzato, chiudendo di fretta e furia quella cartella per il nervoso;

Più ascoltavo le parole di Aizawa, e più la rabbia che provavo verso me e verso mia sorella cresceva e più avevo voglia di distruggere tutto intorno a me; però, non era quello il momento da farsi prendere dalla gelosia o dai miei problemi personali, dato che in questo momento la priorità era Jin.

Solo dopo essermi calmato però, mi resi conto che in tutta questa storia c'era qualcosa che non quadrava;

"Dottore...cosa c'entra Jin con Ariel?"

"Stavo appunto  per arrivarci. Vedi, tutti i giovani risvegliati ed i potenziali risvegliati vengono segnalati all'agenzia nazionale dei Reaper, così da poter monitorare la loro crescita; questi dati poi, vengono girati alle scuole per la formazioni di nuovi Reaper, i quali poi sceglieranno con cura i propri studenti da "allevare"; ecco, ti dico questo perché, oltre al fatto che tua sorella ha ricevuto praticamente da ogni centro di addestramento una richiesta formale di unirsi a loro, molti fra loro si sono addirittura spinti offrendo ingenti somme di denaro; ma una scuola in particolare ha spinto più di altre per far sì che lei diventasse una loro studente, ovvero la Trinity Academy, una delle accademie migliori del Giappone e nel mondo, che è direttamente gestita dalla Gilda Trinity, e come ben saprai, i dirigenti della Trinity sono anche gli stessi della società "Oracle"...

Nel momento in cui sentii il nome "Trinity", il mio sangue cominciò a ribollire dalla rabbia, ed allo stesso tempo, i brutti ricordi legati a quel nome vennero a galla, dandomi anche una leggera sensazione di terrore: infatti, la "La Trinity" e la "Oracle" erano state fondate dalla famiglia di mio padre, e l'unica immagine che vedevo ogni volta che sentivo quei nomi, era lo sguardo freddo e spietato che aveva il mio "nonno" il giorno in cui ci incontrammo, quasi come se fossi merda. E poi, era stato per colpa sua se io e Ariel eravamo finiti abbandonati per strada come degli inutili rifiuti.

Mi chiedevo come mai Aizawa avesse tirato fuori quel nome nonostante conoscesse i nostri trascorsi, fino a quando ad un tratto, ebbi una strana intuizione: un'intuizione che cercavo a più riprese di scacciare via dalla mia mente, ma con tutto quello che stava succedendo, e con tutte le cose che mi aveva detto Aizawa facendo lunghissimi giri di parole, questa mia intuizione diventava pericolosamente realistica. 

"La pianta... Jin...Ariel... non dirmi che la Oracle è l'unica società che possiede quella dannata pianta?!"

Dissi quella frase senza nemmeno esserne convinto al 100%, sperando che la mia fosse semplicemente una stupida fantasia; ma mi bastò il silenzio gelido del dottore, per capire che le mie congetture erano corrette.

"Quindi, in cambio della pianta miracolosa... vogliono che Ariel diventi una loro studentessa... Anzi, probabilmente diventerà anche un membro di quella dannata gilda!" dissi sbraitando, scattando in piedi sulla sedia; 

"Purtroppo, è così" - disse Aizawa in modo secco e deciso senza scomporsi dinanzi alla mia reazione - "Tuo zio sapeva fin da tempo ormai di questa soluzione, ma ha preferito cercare altre strade, visto che non voleva lasciare Ariel in mano agli Ozaki per ovvi motivi. Però, Jin ha sottovalutato la sua situazione, e la sua testardaggine ci ha portato a questa situazione ormai tragica. Ho provato a fargli cambiare idea, ma è molto più cocciuto di quel che sembra. Ma tuo Zio ora è privo di sensi, ed ora tu sei il "tutore" di tua sorella; ora sai che esiste una soluzione, e sai anche come ottenerla; che farai? Lascerai tuo zio morire, oppure accetterai la richiesta della famiglia Ozaki?"

In quel momento mi ritorvai davanti ad un bivio: da una parte, non volevo assolutamente dare la mia sorellina a quei mostri di "parenti" che mi ritrovavo, dato che di loro non potevo certo fidarmi dopo tutto quello che era successo, e nonostante in quel momento ero geloso di Ariel alla follia, non potevo fare una cosa del genere; ma dall'altra parte però, Jin poteva essere salvato con una "semplice" firma! 

Ci pensai, ci ripensai nuovamente per diversi minuti, nella quale nessuno di noi aprì bocca, ma l'atmosfera all'iinterno della stanza parlava per noi; Alla fine però,  pensando a Jin disteso su quel lettino in punto di morte, il mio cuore cedette, ed il buon senso prese il sopravvento su di me: presi la penna ed il foglio, decidendo di firmare subito le carte; ebbi un'attimo d'esitazione, non ero convinto di quello che stavo facendo. Poi però pensai alla vita agiata che poteva fare Ariel, e se c'erano delle persone maniacali su questo aspetto, erano proprio gli Ozaki, per quanto lì detestassi. In quel momento, ogni dubbio sparì, e nonostante il ribrezzo che provai, firmai le carte con le lacrime che cominciarono a rigare il mio volto. 

"Bene!" - Disse Aizawa, il quale si rallegrò della mia scelta - "Manderò subito i documenti alla Oracle, così che possano spedirci subito l'antidoto per Jin."

Nonostante le sue parole però, non ero totalmente felice di quello che avevo fatto, abbozzando un leggero sorriso un po' forzato. 

"Hai fatto la cosa giusta, figliolo!" disse Aizawa, che dopo avermi dato una pacca sulla spalla, si diresse verso la porta d'uscita - "Jin capirà la tua scelta, fidati. Chiamerò un taxi per farti venire a prendere; a presto, Ryu."

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 0 - Il seme della vendetta (parte IV) ***


CAPITOLO 0.4 - IL SEME DELLA VENDETTA. 

Dopo aver passato del tempo con Jin il quale era ancora in coma, me ne tornai a casa, senza prendere il taxi che mi era stato gentilmente offerto da Aizawa, dato che in quel momento avevo voglia di camminare; Per tutto il tragitto che feci, ebbi la strana sensazione di aver fatto un grave errore nel firmare quelle carte, ed iniziai a pensare che forse avrei dovuto cercare un'altra soluzione... Però, per quanto mi sforzarsi ad usare il mio ingegno non vedevo altro modo possibile per salvare Jin; avrei dovuto farmene una ragione, ma almeno, questa era la soluzione migliore per tutti. 

Perso fra mille pensieri, non mi resi conto di essere già arrivato a casa; mi fermai davanti al ciglio della porta cercando di trovare il coraggio per affrontare la mia sorellina, che era ancora ignara di tutto. Aprii la porta, e non appena arrivai nel corridoio mi tolsi le scarpe per entrare in salone e affrontare finalmente Ariel; ma abassanfo lo sguardo, notai che all'ingresso erano presenti delle scarpe da uomo; all'inizio, credetti che si dovessero trattare delle scarpe di Jin, ma ben presto mi accorsi che, oltre ad essere di piccola taglia, erano della scarpe davvero lussuose, che stonavano un po' con lo stile trasandato di Jin; 

"Oh no... Ariel!"

Preoccupato del fatto che angelica fosse nei guai, feci uno scatto disperato verso il salone, pronto a difendere la mia sorella anche a costo della mia vita; quando aprii la porta del soggiorno però, mi si gelò il sangue non appena i miei occhi caddero sull'uomo dinanzi a me, ed in quel momento, tutti i miei brutti ricordi legati alla mia famiglia vennero a galla; era di statura bassa, indossava un costosissimo kimono violaceo con i ricami in oro, ed aveva sul capo un grande cappello nero; i suoi capelli erano lunghi e grigiastri, mentre il suo volto pieno di rughe era asciutto come il fisico, ma il suo sguardo era fiero e tagliente come quello di un leone, risaltato anche da dei bellissimi occhi color ambra;

Rimasi fermo ed immobile, e l'unica cosa che mi uscì dalla bocca fu la parola "nonno", anche se non avevo alcun motivo per chiamarlo in quel modo.

"Vedo che sei cresciuto, Ryu. Assomigli molto a tuo padre quando era giovane." disse con voce rauca l'uomo mentre accarezzava la testa di Angelica, che nel mentre si era addormentata con la testa sulle gambe di quel maledetto vecchio.

Avrei voluto dire qualcosa a quell'uomo che era l'artefice di tutte le nostre sofferenze passate; avrei voluto insultarlo, picchiarlo e forse anche peggio, ma lo sguardo di quell'uomo mi metteva così tanta ansia e terrore, che l'unica cosa che fu quella di rimanere in silenzio, senza dire una parola; 

"Tsk! Sei uno smidollato, proprio come quello stupido di tuo padre!" sbraitò mio nonno, il quale con arroganza, sputò sulla moquette del salotto per mostrare tutto il suo disprezzo nei miei confronti;

Potevo sopportare tutto, ma di certo, non potevo permettergli di parlare male di mio padre in quel modo... Cercai di dire qualcosa, qualcosa che potesse ferirlo, ma in quel momento, la paura che provavo per quel vecchio era più grande della rabbia repressa che avevo in quel momento, e come un codardo, voltai lo sguardo dall'altra parte.

"Non vuoi parlare, eh? Beh, di certo non mi aspettavo nulla da una nullità come te." - Disse mio nonno, il quale svegliò con qualche colpetto sulla guancia mia sorella, che piano piano aprii gli occhi. Per un momento, a causa della presenza di quella viscida persona mi ero totalmente dimenticato del fatto che dovevo parlare con Ariel !

In quel momento, per l'ennesima volta in questa dannata giornata, mi ero come paralizzato, mentre la mia sorellina, piano piano, riprendeva conoscenza; mentre la guardavo svegliarsi inesorabilmente però, mi accorsi di un dettaglio di cui non mi ero minimamente accorto, forse perché ero completamente nel pallone; il suo viso infatti, era leggermente più gonfio del normale, mentre nella zona degli occhi era molto arrossato, così come gli stessi occhi; capii immediatamente che aveva pianto, visto che i suoi occhi erano ancora lucidi ed il suo sguardo era triste. In quel preciso momento, la mia rabbia arrivò ad un livello che non avevo mai provato fino ad ora, scacciando via la paura che provavo in quel momento; mi avvicinai minacciosamente al vecchio, e senza alcuna esitazione l'afferrai per il colletto del suo kimono, strattonando il suo kimono con tutta la forza che avevo. 

"Yoshiro! Che diavolo hai fatto a mia sorell---ARGH!" 

Prima che potessi scaricare tutta la mia rabbia su di lui però, sentii qualcosa colpirmi sulla bocca dello stomaco; Un pugno? Un calcio? Non saprei dirlo con certezza perché il tutto fu fin troppo veloce, ma il dolore che provavo era terribile, al punto che mi accasciai al suolo, cominciando a gemere di dolore e non riuscendo nemmeno a respirare.

"Nemmeno tuo padre ha mai osato chiamarmi per nome, eppure un verme come te... Beh, per lo meno, sembra che tu abbia le palle" - disse il vecchio bastardo, mentre si sistemava la parte superiore del suo kimono - "Io non ho fatto nulla a tua sorella... semmai, il motivo delle sue lacrime sei tu... come hai potuto vendere tua sorella per un po' di soldi?" concluse infine Yoshiro, mostrandomi un sorriso che celava però il suo lato più sadico e crudele.

Rimasi spiazzato da quelle parole, non comprendendo che cosa intendesse dire con quella frase.

"Non fare il finto tonto, sai? Ho raccontato tutto a tua sorella... ho raccontato che pur di guadagnare un po' di soldi, tu e Jin avete deciso di vendere tua sorella a noi... Tsk Tsk! Tuo padre sarebbe molto deluso da te!" 

"H-Hey aspetta.... ARIEL! Io non ti ho venduto a nessuno! Devi solamente andare in questa scuola--" 

"Non è quello che dice questo documento, ragazzo. Non mentire a tua sorella." mi interrupe bruscamente quel maledetto vecchio, rendendomi ancor più nervoso e arrabbiato di prima.

Poi, quel vecchio bastardo tirò fuori un documento... Un documento che non avevo mai visto. Ero confuso, era un documento di affidamento definitivo, un documento di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza; ma quando arrivai a fine pagine, i miei dubbi divennero ancora più grandi: infatti, sotto alla pagina c'era la mia firma! 

[Eh... dev'essere un falso...] dissi facendo un sorriso visibilmente nervoso mentre osservavo quella dannata firma; ma più la guardavo, e più sentivo che quella firma, in qualche modo, era prorprio la mia, e più le mie deboli convizioni si sgretolavano sotto i piedi...

Nonostante l'enorme dolore che provavo, mi alzai di scatto, ed afferrai con forza il documento; lo rilessi un'infinità di volte, ma ero certo di non aver firmato un documento simile a questo! Solo dopo alcuni istanti, iniziai a capire cosa diavolo stava succedendo in quel momento…

"Mi avete fregato!" urlai furioso con le lacrime agli occhi, mentre stropicciavo tra le mani quel dannato documento; In quel momento, mi resi conto che tutte quelle strane sensazioni che provavo in ospedale non erano frutto della mia immaginazione! 
In quel momento, l'unica cosa che potevo fare, era quello di far capire alla mia sorellina che non c'entravo nulla con tutta questa situazione! Feci un balzo verso di lei, e per cercare di rendermi il più credibile possibile, l'afferrai per le spalle;

"Ariel, credimi, io non ti ho venduto a nessuno! E' tutto un grosso malinteso, il dottore Aizawa e questo bastardo....!!" 

Mentre parlavo con Ariel però, non potei non notare i suoi occhi freddi e distaccati, ma allo stesso tempo sembravano delusi mentre mi guardava; in quel momento, mi resi conto che per la prima volta da quando eravamo nati, lei non si fidava più di me.
Non appena arrivai a quella conclusione, le parole mi si bloccarono in gola, ed allo stesso tempo, senza rendermene conto, le staccai le mani di dosso. 

"Eh... Forza Ariel, andiamo. Ora sono io la tua nuova famiglia.Ti aspetto in macchina, non farmi aspettare troppo." 

Dopo avermi lanciato l'ennesima occhiata, fece un piccolo e strano sorriso; quel maledetto aveva raggiunto il suo obiettivo, e non c'era nulla che potessi fare.

"Se vuoi, puoi tenerti quel documento. Facci quello che vuoi, visto che non è altro che una stupida copia. E per quanto riguarda i tuoi soldi, li riceverai presto, molto presto..."

"S-Soldi? Non era questi i patti!" esclamai con forza, alzandomi a stento per via del dolore allo stomaco, che non cessava di sparire ed anzi, avevo l'impressione che fosse diventato più doloroso;

Yoshiro, quel maledetto, si fermò sul ciglio della porta, senza però rivolgermi lo sguardo. 

"Non so di cosa tu stia parlando."

Bastarono solo quelle semplici parole per gettarmi nello sconforto più totale; anche se non avevo visto il suo volto mentre diceva quella frase, dal tono di voce tremolante che aveva, ero certo che quel bastardo se la stava ridendo sotto i baffi nel vedermi così disperato, al punto da lasciare la stanza di fretta e furia.  

Io invece ero fermo ed immobile; non solo ero stato fregato, firmando un documento che affidava mia sorella agli Ozaki, ma addirittura, non avevo ricevuto la pianta che mi era stata promessa, pianta che avrebbe certamente salvato la vita di Jin! In quel momento, pensai che forse quella pianta non esistesse nemmeno, e che forse era tutto un piano orchestrato fin dall'inizio...Mille pensieri mi passarono per la mente, dandomi la colpa di tutto quello che stava succedendo ora. Ma questi pensieri si arrestarono nel momento in cui, davanti a me passò Ariel, che silenziosamente, si stava recando verso l'uscita dell'appartamento; In quel momento, l'unica cosa che non volevo era di rimanere solo, ed avrei fatto di tutto pur di non perdere la mia sorellina... qualsiasi cosa...

Ma prima che potessi afferrarla per il braccio e fermare i suoi inesorabili passi verso un futuro duro e difficile, accadde qualcosa, qualcosa che mi sconvolse nel profondo della mia anima;

"Spero di non rivederti mai più, traditore." 

All'improvviso sentii una voce, una voce che non sentivo ormai da diversi anni: quella era la voce di Ariel, che finalmente aveva deciso di parlare; peccato che, in quel momento, aprì bocca per la prima volta per ferirmi ancora di più, come se in quel momento, con tutto quello che stavo passando, non fossi già distrutto; Quel che peggio, è che mentre lo disse con la sua voce tremolante ma anche carica di odio e rabbia, non mi guardò nemmeno negli occhi, ma forse è un bene perché avrei ne sarei uscito peggio, anche se in quel momento ovviamente non potevo pensarla in questa maniera.

In quel momento disperato, tentai di dire qualcosa, ma la mia codardia ed il mio senso di colpa mi fermarono, e mentre lei usciva dalla porta senza aggiungere altro, io cominciai a distruggere tutto quello che c'era in stanza, urlando e sbraitando come una bestia senza alcun controllo, incolpando il creato con tutto quello che mi era capitato e che mi stava capitando in vita, benché le divinità non c'entrassero nulla con quello che stavo passando.

Dopo la furia, venni investito da un senso di tristezza pronfondo, e cominciai a piangere, piangere e piangere, fino al punto che dai miei occhi non uscì più nulla, laciandomi però con degli occhi estremamente arrossati, al punto che mi prudevano in modo molto fastidioso.

Dopo la tristezza poi, arrivò la follia; cominciai ad sbattere la testa contro il pavimento, fino a provocarmi dei tagli profondi sulla nuca; non contento, cominciai a grattarmi pesantemente le braccia con le mani, fino a lacerarmi il corpo, con dei piccoli pezzi di pelle ed il grasso che rimasero sotto le mie unghia... Doveva far male, anzi, sono sicuro che mi fece malissimo, ma in quel momento, era come se tutto le sensazioni quali gioia, rabbia e dolore stessero piano piano svanendo.

Infine, come un pupazzo senza vita, mi lasciai andare al suolo, ed in quel momento, non provai più nulla, niente di niente: ero diventato un ammasso di carne senza anima. L'unica cosa che mi legava alla vita era la sensazione di leggera fame, limitandomi però a bere dell'acqua, nemmeno in quantità così alte;

Dopo un paio di giorni, qualcuno arrivò in casa, lasciando una 24 ore sul pavimento del salotto dov'ero sdraiato; non fece nemmeno caso a me, e dopo aver messo la valigetta giù, uscì dall'abitazione con passi svelti; probabilmente erano i soldi, ma in quel momento dei soldi non m'importava nulla;

Nello stesso giorno, ricevetti diverse chiamata, chiamate a cui ovviamente non risposi minimamente; solo verso sera, ricevetti un messaggio nella segreteria telefonica di una donna, che apparentemente, lavorava nell'ospedale: Jin era morto il giorno stesso in cui lasciai l'ospedale, e serviva che qualcuno andasse lì per riconoscere il corpo, dato che non trovarono nessun contatto legato a lui. 

Quando sentii il messaggio vocale, in quel momento cominciai a ricordare tutti i momenti passati con Jin e mia sorellina, ma non provavo ne gioia, ne dolore; semplicemente, era come se la mia vita passata con lui mi scorresse davanti come un film, ma allo stesso tempo, era come se fossi completamente distaccato da quei ricordi, come se non fossero i miei; almeno fino a quando non mi vennero in mente Aizawa e Yoshiro: a quel punto, nella mia mente vennero fuori i momenti in cui mi ero fatto fregare stupidamente da quei due demoni, e che questo aveva portato poi allo screzio tra me e mia sorella, ed iniziai a pensare che forse, erano proprio loro l'artefice della morte di Jin, solo per farci soffrire ulteriormente. 
 
E fu proprio ripensando a quei ricordi "oscuri", che un violento impulso di rabbia pervase il mio corpo; mi alzai e mi diressi verso la cucina, prendendo il coltello più affilato possibile, e fatto ciò, mi diressi verso l'ospedale con un unico obiettivo: quello di uccidere Aizawa. 

Misi una felpa coprendomi la testa con il cappuccio, e mi diressi verso l'ospedale per mettere in atto il mio piano; nonostante sembrassi calmo, in quel momento ero pronto ad uccidere quel bastardo, e dopo aver fatto ciò, ero pronto a togliermi la vita; 

Arrivai all'ospedale, con gli sguardi attoniti della gente all'interno, probabilmente per via del mio aspetto trasandato e precario; qualcuno provò anche a fermarmi, ma senza perdere ulteriore tempo mi recai immediatamente verso l'obitorio, cercando in mezzo a tutti quei corpi senza vita nei freezer quello di Jin; quando lo trovai, lo guardai per diversi secondi: pareva essere morto senza aver sofferto, ed il suo viso sembrava così rilassato. In quel momento, a causa della follia in cui mi trovavo, pensai che la sua morte fosse stata una mossa da codardo, una mossa per scappare dal suo dovere.

Uscii da quel luogo freddo e privo d'anima viva, e lentamente mi diressi verso l'ufficio di Aizawa; alcuni medici ed infermieri provarono a fermarmi, dato che oltre ad emanare un odore nauseabondo, avevo uno sguardo completamente perso, ma gli ignorai completamente, dato che per la testa, avevo un solo ed unico obiettivo.

"Aizawa..." 

Finalmente arrivai davanti al suo ufficio, e senza perdere tempo spalancai la porta, pronto ad affondare quel coltello in mezzo al suo petto, rilasciando tutta la frustazione che provavo in quel momento; ma quando aprii la porta, nel suo ufficio, non era rimasto più niente: era diventata una stanza vuota... che fosse sfuggito? No, c'era qualcosa che non andava in tutto ciò, dato che era anche presente della strana polvere ed un fastidioso odore di chiuso, simile a quella di un vecchio scantinato;

"Hey,cosa ci fai qui?!" urlò all'improvviso la guardia dell'ospedale, avvertito probabilmente del fatto che ci fosse un tipo misterioso all'interno dell'ospedale.

"Dr. Aizawa...dov'è?" dissi con voce stanca e rauca, in cerca di risposte;

"Dr. Aizawa? E chi diavolo è questo Aizawa?! Esci da questo ospedale bastardo, prima di farmi usare le maniere forti!"      

Non stavo capendo cosa diavolo stesse succedendo: Aizawa era qui, qui! Era il direttore dell'ospedale! Com'è posibile che la guardia non lo conoscesse?! 

"...L'hai voluta tu ragazzino!" 

La guardia si avvicinò a me, tentando di afferrarmi e di buttarmi fuori; ma nel momento in cui avvertii il pericolo, tirai fuori un coltello, ed in preda al panico, cominciai a muovere a destra e manca il coltello; In quel momento, quella debole e falsa calma che mostravo andò in frantumi, liberando in me tutta la rabbia che provavo e la follia che era in me.

"S-state tutti lontano da me! Dove diavolo è Aizawa?!" Urlai furibondo e confuso; ero certo che i medici lo stavano coprendo, ne ero convinto al 100%! Eppure, quando guardavo gli occhi di quelle persone terrorizzate e spavantate, non vedevo alcun inganno...

"Stai cercando... il Dr. Aizawa?" disse all'improvviso un'anziana signora, che si avvicinò cautamente a me.

"Si! Dov'è... DOVE CAZZO E'?" 

La signora guardò quella stanza vuota per alcuni istanti, lasciandosi andare poi ad un lungo e profondo sospiro; "In effetti, c'era un dottore di nome Aizawa tempo fa, ma è morto da più di 15 anni ormai; questo era il suo ufficio, e d'allora questa stanza--!"

Prima che potesse concludere la frase scappai da loro, lasciando indietro il coltello; corsi per diversi minuti, fino a quando non arrivai a casa, gettandomi in quello sporco pavimento sulla quale avevo passato le mie ultime settimane, rannicchiandomi su me stesse  e cominciando a grattarmi la testa fino a sanguinare; 

"Dev'essere un brutto sogno... si, dev'essere così" - ripetei all'impazzata questa frase, quasi come se fossi posseduto da un demone; cercavo in qualche modo di convincermi che tutto quello che avevo passato fosse frutto della mia immaginazione, che se avessi chiuso gli occhi, forse sarebbe tornato tutto normale; ma più mi guardavo intorno, e più mi rendevo conto che quella che stavo vivendo era la peggiore della realtà.

"...Voglio morire" - dissi con rassegnazione, smettendo di dare di matto e rannicchiandomi sempre di più: questa esperienza mi aveva segnato per sempre, e non vedevo più un futuro per me.

"Che essere patetico che mi trovo davanti... Perché quella vecchia..."

All'improvviso, una voce maschile distrusse il silenzio assordante che regnava nella stanza; io ovviamente ero completamente disinteressato della cosa, ignorando completamente l'uomo che era entrato.

"Hey tu, piccolo goblin. Andiamo, lasciamo questo posto di merda. E portiamo anche quei soldi." disse nuovamente quella losca figura, che afferrò la valigetta lanciando una sonora risata.

"Dai forza, andiamo." ripetè il ragazzo con tono disprezzante, cominciando a battere fastidiosamente i piedi. Non ricevendo risposta da me però, si spazientì ulteriormente,  ed usando una sola mano mi afferrò per la felpa, alzandomi con forza.

"Urgh, puzza..." 

In quel momento però, persi di nuovo la testa, e come un'idiota tentai di liberarmi; ma la sua presa era davvero salda, ed inoltre, non avevo nemmeno un briciolo di forza, quindi era impossibile per me liberarmi da quella presa. A quanto pare però, non sembrava dello stesso avviso il ragazzo, il quale, infastidito, mi sbattè violentemente contro il terreno; a causa dell'impatto, persi completamente i sensi...

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 0 - Il seme della vendetta (Parte V) ***


Ryu aprii lentamente gli occhi; nonostante avesse dormito per poche ore, era come si si fosse rinvigorito di colpo, e le ferite che si era auto inflitto erano completamente guarite, senza lasciar traccia di cicatrici.
Nonostante per qualche strano motivo fosse fisicamente al top, la sua mente invece era completamente distrutta, al punto che non si domandò nemmeno perché si trovasse all'interno di un hotel lussuosissimo, o chi fosse l'uomo che lo aveva aggredito; L'unica cosa che però gli interessava era andare a casa, e la prima cosa che fece fu proprio scendere dal letto e cercare di andare via da quel luogo;

"Dove pensi di andare? Ho aspettato che ti svegliassi per ben tre giorni..."

Ryu voltò lo sguardo dietro di lui, e notò una donna di mezz'età seduta dietro di lui, che non faceva altro che osservarlo con uno strano ghigno sul viso; indossava dei vestiti davvero casual, ovvero una camicia bianca sbottonata sopra che metteva in risalto il suo grosso seno, e dei Jeans di color blu mare a zampa di elefante, che stringevano le sue "grosse" cosce, per poi allargarsi alla fine dei pantaloni; portava degli strani e folti capelli di color lilla, che però si sbiadivano man mano che si raggiungeva la base del cuoio capelluto dando una strana tonalità grigia; il suo viso era quasi appuntito e con alcune rughe di poco conto, mentre i suoi occhi erano di color verde smeraldo, dando l'impressione a Ryu che brillavano di luce propria;

Ryu la osservò per diversi minuti, e per una frazione di secondo, ebbe una strana sensazione di Deja Vu legato alla sua infanzia; Sensazione che però svanì subito, dato che non gl'importava più nulla della sua vita.

"Sei venuta per uccidermi?" chiese Ryu a voce bassa, guardando con occhi completamente inespressivi la donna - " Se è così, fai presto… beh, mi faresti un favore."

"... A quanto pare, Neruh aveva ragione...Vuoi davvero morire, ragazzo?" Chiese la donna, il cui sorriso sparì di colpo;

Ryu, che fino a quel momento era convinto di quello che disse, ebbe un piccolo e breve tentennio su quanto disse, ma ciò non bastò per negare l'affermazione fatta precedentemente

"Tanto ormai..."

La donna oservò con occhi decisi e seri Ryu, domandandosi cosa doveva fare con lui ora; dopodiché guardò la grande vetrata della stanza che dava un bellissimo paesaggio di tutta la metropoli di Tokyo, e fu li che le venne un'idea geniale… o malsana;

La donna si alzò dalla sua sedia, avvicinadosi con passi svelti verso Ryu, il quale sembrava preparato a tutto; la donna fece un ghigno malefico e, afferrando la sua testa, lo alzò con una sola mano e con una facilità disarmante, portandolo vicino alla vetrata;

Ryu non capì esattamente cosa voleva fare la donna, ma guardando il sorriso quasi malefico della donna di mezz'età, ebbe una strana sensazione; sensazione che si tramutò in stupore, nel momento in cui, con un calcio, la donna dai capelli lilla distrusse completamente la vetrata con estrema facilità, scioccando pure Ryu, che fino a quel momento sembrava totalmente impassibile;

"Hai detto che vuoi morire, non è così?" - La donna fece esporre tutto il corpo di Ryu fuori dalla vetrata andata in frantumi; assicurandosi che non ci fosse modo per lui di mettere piede su una base solida; - "Bene, allora vediamo se stai dicendo la verità!"

Prima ancora che il ragazzo potesse dire qualcosa il suo corpo cominciò a cadere dall'enorme grattacielo;

[B-Bene, almeno ora posso...M-Morire] Pensò Ryu, nonostante in quel momento ora i dubbi cominciarono ad assalirlo; dubbi che divennero sempre più enormi quando ormai mancava poco prima del suo fatale schianto contro il suolo: voleva davvero morire in quel modo, dopo tutti i sacrifici che Jin aveva fatto per lui e sua sorella anche a coto di morire? Voleva veramente abbandonare la sua unica sorella nelle mani di quel mostro? E soprattutto, voleva davvero darla vinta agli Okami?

Mentre pensava a tutte queste domande, Ryu non riucì a trovare risposta a nessuna di queste, ed allo stesso tempo; sentiva il uo corpo tremare, nonostate tutto quello che succedeva; quella fu la risposta che forse Ryu cercava, una risposta chiara ed inequivocabile: Ryu voleva vivere perché era attaccato alla vita, voleva vivere perché aveva troppi conti in sospeso, e voleva vivere perché quel seme della vendetta, che credeva aver distrutto ormai annui fa, uscì fuori nel momento più critico possibile;

"Voglio Vivere! DANNAZIONE VOGLIO VIVERE!!" Urlò Ryu che però era in procinto di schiantarsi; Ryu si mise le mani davanti con il vano tentativo di attutire l'impatto.
Ryu si aspettava il peggio, e cercando un modo per prepararsi, cominciò ad urlare come un folle, con le lacrime che gli rigarono il volto, ma ad un tratto...

"Vedi? Non vuoi morire..."

Ryu sgranò gli occhi: incredibilmente, non si trovava più in caduta libera, ma si trovava nuovamente in piedi in mezzo a quella stanza d'Hotel; la vetrata non era rotta, e quella donna aveva ancora la sua mano appoggiata sulla sua testa.
Eppure, le sensazioni che provò in quel momento sembravano reali, fin troppo reali...

"M-Ma com'è possibile..."

"Scusami!" - disse la donna mettendosi la mano davanti al viso mostrando un sorriso raggioso - "Volevo solo farti capire quanto in realtà ci tenessi alla vita, Ryu!"

"Ma allora, quello che stava succedendo..."

"Già, era frutto del mio potere"

La donna mise in avanti la mano, e ad un tratto, una strana fiamma violacea coprì il suo arto, scoppiettando di tanto in tanto - "Questo è il mio potere, si chiama "Ilusion"... Una delle principali abilità che possiede è quella di creare illusioni nella mente di una persona!"

Ryu guardò la donna, constatando che in effetti era una Reaper; infatti, da quando era nella stanza, avvertiva una strana sensazione provenire dalla donna, ma a causa del suo stato mentale, non si era accorto che la donna in questione fosse una risvegliata;

Ryu se l'era vista brutta, ma quella esperienza gli aveva fatto capire quanto quanto ancora fosse legato alla vita, nonostante tutti i dolori che aveva passato.

"Grazie mille per avermi aiutato, davvero!" disse Ryu con gli occhi lucidi, facendo un leggero inchino verso la donna, che leggermente imbarazzata, cominciò a ridere in modo goffo; "Bene! Bene! Non comportarti più così, Ryu!" disse la donna, dando delle forti pacche sulle spalle del ragazzo che provocarono molto dolore al ragazzo, che dovette sopportare la forza smisurata della donna.

Ryu però, ora che era ritornato normale, cominciava a porsi delle domande: perché era stato portato qui? Perché quella donna lo stava aiutando, e come faceva a sapere del suo nome? E poi, perché aveva la nettissima sensazione di verla già vista da qualche parte?"

Ma prima che potesse ottenere delle risposte, la donna lo prese in controtempo;

"So che avrai molte domande... Il che è normale! Quindi, se vuoi sederti..."

Ryu aveva difficoltà a fidarsi, soprattutto dopo quanto successo con quel maledetto di Aizawa, però quando la guardava aveva una strana sensazione di sicurezza, al punto che, un po' controvoglia, la seguì al tavolo vicino la grande vetrata.

"Bene, per cominciare... Beh, ecco... Io sono Haru Ozaki, fratello di tuo padre."

Non appena sentì il cognome Ozaki, Ryu si pietrificò, con il sangue che gli sembrava essersi completamente gelato nelle vene; in quel momento si sentiva come se fosse stato fregato da Yoshiro, e che non sarebbe mai e poi mai scappato dal palmo della sua mano. Pensò addirituttura di scappare, ma non appena vide il volto della donna, avvertì nuovamente quella strana sensazione di protezione, tutto il contrario di ciò che avvertiva quando era vicino a suo nonno paterno; inoltre, si ricordò di una cosa importante;

"Ti sei calmato subito... non me l'aspettavo!" disse piacevolmente sorpresa Haru, che si stava preparando per fermare il ragazzo;

"Anche se non mi fido del tutto di te... Beh, quel vecchio non avrebbe alcun motivo per salvarmi o per fare qualsiasi azione buona nei miei confronti, quindi..."

"Mh, sveglio come tuo padre..." disse la donna, notandando sempre di più la somiglianza fra suo fratello ed il suo nipote, facendo riemergere vecchi ricordi che per poco non la fecero piangere;

"Comunque... io e te per caso ci siamo già visti? Scusa se te lo chiedo, ma..."

"Oh! Giusto! Voi non mi conoscete con questo volto, e nemmeno con questo nome!"

All'improvviso, come per magia, il suo volto venne coperto da uno strano casco di legno nero, con due uniche fessure sugli occhi: Ryu venne preso di soprea da quanto accaduto, ma nel momento in cui osservò il piccolo cambiò di look, ebbe un grosso sussulto;

"T-Tu sei Madame Noire! La Gildmaster di Neverland! Ecco perché mi sembravi famigliare!"

"Eh! ti ho sorpreso vero?" disse la donna, che subito dopo però, rimase un po' spiazzata quando ripensò alle parole del ragazzo: il suo potere era in grado di nascondere il suo vero aspetto a chiunque, ma quello che per lei era solo un ragazzino, aveva detto che gli sembrava famigliare? Pensò immediatamente che fosse solo un caso, ma se non lo fosse stato...

"Bene... Andiamo avanti!" - disse la donna di colpo, cercando di non pensare a quanto accaduto poco fa - "Ovviamente ti chiederai il motivo per cui ti ho salvato... Ad essere sincero, non è semlicemente perché sei mio nipote, ma è perché ho bisogno di te."

"Bisogno di me?"

La donna guardò con occhi seri il ragazzo, pensando alle parole che avrebbe usato ora; non era mai stata una ragazza delicata e brava con le parole, e l'unico modo che conosceva per interagire con gli altri era quello di essere diretta, anche a costo di spaventare o ferire le persone;

Haru si alzò dalla sedia, recandosi poi vicino al comodino posto sul letto ove era sdraiato il ragazzo; aprì una delle cassette, per poi tirare fuori un piccolo box di legno e ritornare seduta davanti al ragazzo, che nel mentre, osservava ogni suo movimento; Dopo essersi seduta, diede il piccolo

contenitore a Ryu.

"Avanti, aprilo."

Ryu sembrava un po' titubante, ma aprì comunque il contenitore.

*Una volta aperta la scatola, davanti a me mi ritrovai dinanzi ad una strana sfera violastra, che emanava uno strano odore nauseabondo e che emetteva una flebile luce violacea scusa; mentre tenevo in mano tale scatola, avvertivo delle strane pulsazioni provenire da quel oggetto...*

"C-Cosa diavolo è questa cosa?" chiese spaventato il ragazzo, intimorito da quella che sembrava una banale pillola

"...Vedi, il mio obiettivo da ormai molti anni a questa parte, è sempre stato quello di distruggere la gilda Trinity e la famiglia Ozaki con le mie stesse mani; Il problema è che in questo momento siamo in una fase di stallo per via di alcuni fattori: questo stallo resiste poiché ci sono io, ma sento che presto quei bastardi faranno una mossa, per questo voglio il tuo aiuto in prima linea per concludere questa "guerra familiare"..."

Ryu si sentiva nuovamente usato, e detestava questa sensazione; però aveva un debito da saldare con quella donna, visto che se non gli avesse aperto gli occhi, sarebbe morto da un giorno all'altro. Però chiedergli di andare contro gli Ozaki, per lo più in prima linea, era qualcosa di folle per lui, che si considerava una nullità;

"Ti vorrei aiutare, ma come avrai già capito io non sono un risvegliato..."

"Ed è proprio per questo che ti ho portato "quella" cosa." disse la donna in modo secco, indicando quella strana sfera viola;

Il ragazzo non capì cosa intendesse quella donna, fino a quando, osservando meglio la sfera, gli venne un'idea su cosa potesse essere, ma era talmente incredibile ed anche spaventosa che dubitò di se stesso.

"N-N-Non sarà mica una p-p-pillola per il risveglio forzato, vero?"

"Ebbravo a bello di Zia!" disse la donna, mostrando un sorriso a 36 denti e mostrandogli il pollice in segno di conferma

A Ryu stava bene aiutare quella donna per distruggere tutto ciò che riguardava gli Ozaki, ma ingerire quel maledetto intruglio era fuori discussione perché poteva ucciderlo sul colpo, e di certo, per compiere la sua vendetta, doveva essere vivo.

"Non posso farlo!"

"...Come hai detto scusa?"

Ryu rimase in silenzio per alcuni secondi, ma la sua idea era quella e non voleva sentire ragioni.

"N-Non credo che io abbia voglia di giocare alla roulette russa..." disse Ryu che, tremolante, chiuse la scatola appoggiandolo poi sul tavolo - "Chiedimi qualcos'altro, ma non questo... se vuoi posso divulgare--"

"silenzio."

Quella semplice parola fece spaventare Ryu, che guardando gli occhi della donna, ebbe la sensazione di stare davanti a Yoshiro; Fu in quel momento che inizò a capire che non aveva molte scelte al riguardo, benché non aveva alcuna intenzione di ingerire quella pillola.

"So che sei spaventato, ed è normale visto che questa pillola ha un tasso di mortalità dell'oltre l'85%, però lasciami spiegarti perché sto chiedendo il tuo aiuto."

La donna si alzò dalla sedia per poi affacciarsi alla finestra, osservando con sguardo serio il paesaggio difronte a lei;

"Secondo te, tra tuo padre ed io, chi è il più forte?"

Fu una domanda che prese di sprovvista il ragazzo, che non trovava il nesso tra questa domanda e la richiesta folle di sua Zia.

"B-Beh, per quanto ami mio padre, il tuo potere è qualcosa di veramente sgravo!"

"Sgravo? HAHAHAH, beh non hai tutti i torti!" cominciò a ridere la donna, trovando abbastanza divertente il termine usato dal ragazzo per descrivere il suo potere;

"Beh, in realtà forse è così, ma tuo padre, tra tutti noi fratelli, era quello con più potenziiale quando eravamo piccoli."

"C-Cosa?! Ma papà era solo un classe B..."

"Beh, questo perché Tetsuo non si è mai allenato come si deve!" disse la donna con un pizzico di rabbia, cominciando a grattarsi la testa.

"Tuo padre era un genio della lotta, e riusciva ad usare il force in un modo che ancora oggi è un mistero; pensa al force come un pianta: più la curi, e più questa crescerà, forte e sana e durerà per molto tempo; ma se non la curi periodicamente, questa non crescerà bene, fino a crescere male oppure fino a morire... beh, ovviamente se non alleni il tuo corpo ed il force non morirari, però non potrai raggiungere il pieno delle tue potenzialità... capsici?"

Ryu aveva compreso quello che diceva la donna, eppure non riusciva a capire dove volesse arrivare;

"Scusami, ma che c'entra questo con ingerire quella maledetta pillola?"

"Beh... esiste un detto tra i risvegliati, ovvero che i figli dei reaper hanno molto più potenziale. Dei loro genitori.. Beh, questo è una cazzata, anche se un fondo di verità c’è, dato che comunque di generazione in generazione, appaiono sempre più dei veri e propri geni. E questo è il caso di Ariel, che come potenziale potrebbe essere tra le più forti al mondo se non la più forte...E poi ci sei tu."

Haru si voltò verso di lui, guardadolo con occhi decisi e facendo un leggero sorriso.

"Sai, potrai sicuramente pensare che tu sia una nullità... Però nonostante non abbia i circuiti Rinkuh, e nonostante non si conoscano le capacità del tuo force, anche tu lo possiedi come tutti noi risvegliati, seppur sia in uno stato dormiente; e dato che tu, così come quel mostro di tua sorella, siete figli di Angelika e Tetsuo, ho deciso di fare una scommessa interessante! Cosa succederebbe se dovessi dare al figlio sfigato di quel genio di mio fratello, una pillola del risveglio forzato? Morirà, oppure risveglierà il suo potenziale latente?!"

In quel momento Ryu cominciò a capire cosa stesse dicendo Haru, e senza nemmeno accorgersene, fece un sorriso provocato dal nervosismo, perché da un lato aveva una paura fottuta di ingoiare quella maledetta pillola, ma allo stesso tempo, provocato dalla grossa curiosità che aveva catturato la sua mente.

Anche la donna vide quel sorriso, e guardando il suo volto ebbe uno trano flashback; questa volta non di suo padre, ma di una persona che lei trovava molto sgradevole, al punto che per semplice reazione, guardò Erwin con occhi rancorosi per una frazione di secondo;

[Ma che sto pensando... non si assomigliano per niente...] pensò la donna, scuotendo la testa quasi come se volesse scacciare con forza quello strano pensiero.

"Che garanzia ho di sopravvivere?" disse il ragazzo, che non era ancora convinto di quanto detto sua Zia;

"Beh, mettiamola così: io punto sulla tua sopravvivenza. E' una grande garanzia, credimi!" - disse la donna, completamente sicura di se.

"...Non sembri convincente" disse Ryu, guardando in modo scettico la donna.

"Allora mettila così" - disse Haru, questa volta con sguardo serio - "Quello è l'unico modo che hai per recuperare tua sorella. E se ti rivelerai un piccolo portento, forse in un futuro non molto lontano potrai aiutare me e la mia gilda a distruggere la famiglia Ozaki."

Ryu poteva fidarsi di Haru? Perché quela donna voleva radere al suolo gli Ozaki e tutto quello che quello che lì riguardava? Poteva davvero fidarsi di una Ozaki, per quanto fosse stata trasparente con lui? Aveva abbastanza coraggio per ingoiare quella maledetta pillola? Il ragazzo non riusciva a rispondere a tale domanda, però aveva una sola certezza, ovvero recuperare sua sorella, e di certo, non aveva intenzione di abbandonarla.

"Ah! Lo sapevo!"

Ryu seguì l'istinto, e senza perdere ulteriore tempo, aprì nuovamente la scatola, chiuse gli occhi e ingoiò la pillola come se nulla fosse.

"UuUhrgh... questa pillola è disgustosa!" disse a bassa voce il ragazzo, a causa del gusto amaro e pungente della droga.

"Allora? Come ti senti?" chiese la donna, che osservava con occhi interessanti il ragazzo.

"Beh...Per il momento sto bene.....huh?"

*All'improvviso, il mio intero corpo fece uno strano sussulto; Non era particolarmente doloroso, ma sentii come se dentro di me si stesse espandendo qualcosa; prima ancora che potessi capire cosa stesse succedendo, il mio corpo fece un'altro sussulto, questa volta decisamente più doloroso di prima; sentii mancarmi il fiato, cominciai a vederci doppio, e la mia testa cominciava a pulsare dolorosamente, quasi come se stesse sul punto di esplodere.
Prima ancora che il mio corpo potesse abituarsi a quel dolore, già di persè forte, il dolore divenne ancora più grande; questa volta, oltre al sussulto che divenne estremamente doloroso, sentii ogni fibra del mio corpo bruciare e strapparsi ripetutamente, persi la vista e le mie ossa sembravano disintegrarsi. Urlai, urlai il più forte possibile fino a quando anche quello non mi fu possibile, accasciandomi al suolo. Non urlavo, non piangevo e non mi muovevo. Eppure, il dolore che provavo in quel momento non era minimamente descrivibile. Ad ogni secondo che passava, il dolore continuava ad aumentare, ma non potevo urlare per poter sopportare meglio il dolore, e questo mi fece completamente impazzire, al punto che ad un certo punto, la mia mente era come se si fosse spenta del tutto...*

"...Ho sbagliato?" si domando la donna, guardando con occhi leggermente preoccupati il ragazzo inerme, mentre lottava fra la vita e la morte; credeva che il fatto che il ragazzo fosse figlio di due persone "rare", avrebbe garantito un minimo di possibilità in più per il ragazzo, ma a vedere il corpo completamente distrutto del ragazzo, aveva come la sensazione di aver commesso un grave errore.

"Te l'avevo detto, vecchia..."

All'improvviso, una giovane voce maschile si innalzò dietro le spalle, con la donna che però, non sembrava ne presa alla sprovvista, ne spaventata in alcun modo;

"Che vuoi adesso, Neruh?" disse la donna, voltandosi vero il ragazzo che nel mentre, guardava con enorme disprezzo il corpo martoriato di Ryu;

"Niente, sono semplicemente venuto a vedere il tuo esperimento fallire... te l'avevo detto che questo idiota era una nullità, ma ovviamente tu vuoi fare di testa tua...Ed ora eccoti qui, a guardarlo morire..."

La donna non apprezzò affatto le parole del uomo dinanzi a lei, ma più osservava il suo nipote, e più le parole di Neruh sembravano essere reali, con i sensi di colpa che cominciarono ad attanagliarla;

Il ragazzo,

vedendo lo guardo avvilitò e nervoso della donna, fece un piccolo sospiro, per poi avvicinarsi ad Haru e dargli una leggera pacca sulla spalla

"Lo so che quello che ho fatto è stato un grave errore..." dise Haru, facendo un profondo sospiro di disappunto scuotendo leggermente la testa - "Ma abbiamo bisogno dei più potenti risvegliati per distruggere gli Ozaki, per questo ho fatto questa scommessa..."

"Ma noi abbiamo te, mamma, che sei tra le più forti al mondo!" - disse Neruh, cercando di consolare la madre, forse pensando di esere stato un po' troppo duro con lei - "E poi, ci sono io, Jarvis, Condor e tanti altri risvegliati in giro per il mondo pronti a sposare la nostra causa contro gli Ozaki... Non devi affidarti alla sorte, affidati a noi." Concluse il ragazzo, dando un leggero bacio sulla guancia a sua madre.

"Beh, ora che faccio con questo qui?" disse Neruh, che nel mentre osservava il corpo moribondo del ragazzo diventare sempre più pallido.

Haru guardò Ryu per diversi secondi; benché la sua testa in quel momento gli diceva di abbandonar tutto e finirla con questa storia, il suo istinto le diceva di aspettare ancora per qualche istante, che un miracolo si sarebbe verificato da lì a poco.

Ma dopo che Ryu, privo di sensi, fece un gemito di dolore, sembrava aver deciso sul da farsi, ovvero, smetterla con questa sua follia e salvare il suo nipote da questa sofferenza. Aveva fatto un casino, ed ora toccava a lei rimediare.

"Lascia fare a me, Neruh... "Lo salverò" io..."

"Con salvarlo intendi forse dire..."

"Già, gli strapperò la vita. Non è più posibile riconvertire l'intero processo, quindi tanto meglio alleviare le sue sofferenze." disse la donna con voce fredda, anche se i suoi occhi erano diventati leggermnte lucidi.

Haru si alzò dalla sua sedia, per poi avvicinarsi ed accovacciarsi accanto alla testa del ragazzo; il suo piano era semplice, ovvero dargli una morte rapida ed indolore attraverso il suo potere alterando la realtà del ragazzo; non sapeva se questo uo piano potesse funzionare, ma doveva tentar di tutto, pur di non far soffrire ulteriormente il ragazzo.

La mano della donna venne imporvvisamente avvolto da una strana aura violacea, da una luce talmente intensa che per poco non accecò Neruh, che fu costretto a chiudere gli occhi e girare la testa da un'altra parte;

[Scusami per quello che sto per fare, Tetsuo...] Pensò la donna, con una lacrima che rigò il suo viso;

Tutto sembrava ormai pronto per mettere la parola fine se quanto stava accadendo, quando però accadde qualcosa di strano.

"Huh? Cos'è questo..."

La donna arrestò la corsa della sua mano verso il viso di Ryu, dato che la sua attenzione fu catturato da qualcosa;

"Qualcosa non va , mamma? Se non riesci ad ucciderlo, posso pensarci io..." disse il ragazzo, credendo che sua madre stesse combattendo con gli eventuali sensi di colpa... Ma non era così.

 

Il corpo di Ryu cominciò ad emettere una flebile luce rossastra, luce che cominciò poi ad aumentare sempre di più; il corpo di Ryu cominciò a mutare forma, sotto gli sguardi attoniti dei due presenti, i quali si resero conti che il ragazzo era riuscito a sopravvivere, proprio nel momento in cui credevano che non c’era più niente da fare per Ryu.
Ma non era questo quello che sconvolse Haru; no, quello che sconvolso Haru era l’energia che il suo force stava emanando: non era fantastica e nemmeno così pura, ma era un’energia che di base non doveva appartenere a Ryu, ma bensì a Jin.

“Cosa diavolo sta succedendo?!”


*******

Non so bene come o quando, ma ad un tratto mi ritrovai in un’infinito spazio bianco; confuso, cominciai a guardarmi attorno con occhi esterefatti, non capendo il motivo per cui finii in quel posto e cosa mi era successo poco prima; solo poco tempo dopo, vennero a galla i ricordi di Haru e della pillola, e con loro, mi ricordai anche dell’immane dolore che fino ad un’attimo prima provavo;

"…. Che sia morto?" Pensai ad alta voce per via del luogo così atipico in cui mi trovavo in quel momento; il dolore che il mio corpo aveva provato era terribile, e non sarei rimasto sorpreso se fossi morto; d’altronde, le possibilità di sopravvivenza erano basse, estremamente basse.

In quel momento, un senso di tristezza aveva investito il mio corpo, facendomi cadere in un momentaneo stato di sconforto; vedevo che tutti sacrifici, le sofferenze e i bocconi amari ingoiati, non portarono a nulla se non alla mia morte: iniziai a pensare che forse, come diceva quel maledetto vecchio, ero davvero una nullità.

"Mi dispiace Ariel, ma questa nullità di tuo fratello non…?"

Mentre ero fermo in preda alla disperazione, in lontananza vidi una persona osservarmi; incuriositò, mi avvicinai con cautela, e solo in quel momento, quando arrivai abbastanza vicino da poterlo vedere chiaramente, che mi resi conto che la persona davanti a me era Jin;

“Jin...JIN!”

Con le lacrime agli occhi, corsi verso Jin, pronto ad abbracciarlo, ma poco prima che potessi abbracciarlo, mi resi conto che qualcosa non andava: Jin era fermo, immobile ad osservarmi, eppure, nonostante il leggero sorriso che aveva sul volto, non parlava e soprattutto, sembrava senza vita.

“Hey zio, di qualcosa…”

Con un tono di voce triste, mi avvicinai a lui, cercando di toccarlo con il palmo della mia mano, ma non appena lo sfiorai, il suo corpo si illuminò di una luce dorata, cominciando ad irraggiare lo spazio in cui ci ritrovamo;

Non capivo cosa stesse succedendo, ma mi spaventai nel vedere il corpo di Jin andare in mille pezzi.

“No! Zio! Aspetta!” Urlai disperatamente dinanzi a quella scena: in quel momento avrei voluto parlargli, chiedergli scusa per quello che avevo fatto, sentire le sue solite ramanzine… volevo sentirlo parlare almeno una volta sola.

“Mi dispiace, zio…” dissi singhiozzando, mentre vedevo il suo corpo dissolversi in mezzo a tutta quella accecante luce senza che potessi fare qualcosa; rasssegnato, chiusi gli occhi controvoglia, cercando di proteggerli da quella luce che era diventata sempre più intensa. Ma fu proprio in quel momento, che sentii una voce.

“Non mollare, Ryu!”

disperatamente, cercai di muovermi in direzione di dove avevo udito la sua voce, ma prima che mi potessi avvicinare, una violenta esplosione di luce mi spazzò via...


 

*************

Il corpo di Ryu stava cambiando: divenne improvvisamente più muscoloso e più tonico, la sua statura aumentò di diversi centimetri, e il suo corpo cominciò ad emanare una strana luce rossastra a forma di cortina di fumo, che circondava il suo corpo come se fosse tutt’uno con lui;

Dopo l’iniziale confusione che Haru aveva provato, la donna si tranquillizzo, ed al posto dei rimorsi e dei sensi di colpa, presero spazio il senso di sollievo e la felicità del momento;

Neruh invece, guardava ancora con occhi disprezzanti Ryu, era rimasto sorpreso del fatto che il ragazzo fosse ancora in vita, ed anche se riteneva il figlio di Tetsuo una completa nullità, era rimasto colpito dal fatto che il ragazzo avesse abbastanza coraggio nel ingoiare quella pillola, ed era rimasto ancor più sorpreso del fatto che fosse ancora vivo;

“Beh, io me ne vado” disse Neruh, che uscì dalla stanza con un mix di emozioni che non aveva mai sperimentato prima. Ma una cosa era chiara: da oggi doveva tener d’occhio quel ragazzo.

Nel mentre, Haru prese in braccio Ryu, che era ancora privo di sensi, per poi portarlo verso il suo letto; Pensò a quello che era successo pochi istanti fa, e dopo un’attenta analisi, si rese conto che alla fine, colui che salvò Ryu fu nuovamente Jin;

“Quella luce… Quell’energia che ho percepito un’attimo fa era di Jin, non c’è dubbio; evidentemente, da qualche parte dentro Ryu, Jin deve aver lasciato un po’ del suo force in caso di grave pericolo… Quell’energia deve’essersi attivata proprio nel momento in cui Ryu stava per morire, salvandogli la vita...No, non è andata esattamente così”

La donna guardò Ryu per diversi secondi, per poi fare un sorriso dovuto all’eccitazione che provava in quel momento - “Sebbene la piccola parte del force di Jin siano stati importanti per la sua soppravivenza, quella da solo non poteva bastare… Probabilmente, questo ragazzo, nonostante non potesse utilizzare il suo force, aveva una vitalità ed una stamina più vicino ad un superumano rispetto alla vitalità di una persona normale; se non fosse stato figlio di Tetsuo, probabilmente sarebbe morto...”

La donna poi uscì dalla stanza, soddisfatta di quello che aveva visto e di quello che aveva appena scoperto: nonostante non avessero ancora controllato il valore del suo force, Haru era convinta che il ragazzo fosse un vero e proprio genio.

“E tutto suo padre, quel Marmocchio!”

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Capitolo 7
*** CAPITOLO I : Prima Missione? ***


P.O.V di Ryu 
 
"Ciao Jin... Sono passati due anni dall'ultima volta che ci siamo visti... In questi due anni, sono successe molte cose: Innanzitutto, sono riuscito a risvegliare il mio force! Entrambi, credevamo che non sarei mai diventato un reaper, visto il referto dei medici, ma c'è l'ho fatta! Ovviamente, ho usato un metodo poco "ortodosso", ed il dolore che ho provato è stato inimmaginabile, però alla fine, credo che ne sia valsa la pena, visto che appunto, ti ho rivisto, anche se, al dire il vero, non abbiamo proprio parlato..."
 
Mi accovacciai verso la sua lapide, appoggiando dei fiori ed accendendo qualche incenso; feci una lunga preghiera per l'anima di Jin, per poi finalmente alzarmi; credevo che trovarmi di fronte alla sua lapide sarebbe stato terribile, invece, nonostante sentissi un senso di disagio e di tristezza, reggevo bene il colpo.
 
"Beh, come dicevo, sono successe molte cose in questi due anni: Haru, la sorella di papà, mi ha salvato da morte certa, e d'allora, si prende cura di me, senza mai farmi mancare niente, ed è per questo che le sarò sempre riconoscente. Zia Haru è una donna forte, con un carisma unico ed un'empatia davvero grande per le persone, dato che tutte le persone all'interno della gilda hanno avuto un passato traumatico, molto simile al mio...Oh, non te l'ho detto, ma mia zia non è nient'altro che Madame Noire! Incredibile, vero? I suoi poteri dal vivo sono incredibili, letteralmente fuori di testa, e sono sicuro che pure te saresti ammagliato dinanzi ai suoi poteri... e forse anche davanti alla sua bellezza, eheh

Comunque, da quando mi sono risvegliato , non sono rimasto con le mani in mano, ed ho iniziato ad allenarmi duramente per poter diventare sempre più forte; In realtà, questa è stata un'idea di zia Haru, che per farmi migliorare velocemente, mi dato in affidamento a tre membri della sua gilda di prim'ordine: Raelle Ozaki, Okimoto Takeshi e Gedeon Petrov;
Raelle, come avrai intuito, è la figlia di Haru, nonché la primogenita, e mi da delle dritte su come controllare il force all'interno del mio corpo e mi aiuta nella meditazione e nello sviluppo del mio nucleo; Al contrario della madre, lei è una guaritrice, ed il grado di purezza del suo force è estremamente alto, il che la rendono tra le migliori guaritrici al mondo, sebbene lei non faccia parte di alcun ranking; Poi c'è Okimoto, il mio maestro di arti marziali: lui è il braccio destro della zia, e quando lei non c'è, è lui che comanda nella gilda. Rispetto a Haru, Okimoto non ha un force così puro, ma con anni di allenamento, è riuscito ad ottimizzare l'utilizzo del suo force in modo spaventoso e tremendamente efficace; inoltre, ha allenato duramente il suo corpo ed i suoi sensi a dei livelli estremi, ed in giappone, secondo zia Haru, non c'è nessuno abile come lui nel corpo a corpo. Gli allenamenti con lui sono un vero e proprio inferno, dato che più che un'allenamento, sembra un pestaggio vero e proprio. Però, ogni volta che finisco di allenarmi con lui, sento di migliorare poco a poco quindi non posso lamentarmi. Oltre a questo, è una persona molto seria che non parla molto, però è una brava persona, ha un debole per i bambini ed ha addirittura un orfanotrofio a suo nome! 
Infine c'è Gedeon; Gedeon invece è un maestro d'armi, che mi insegna semplicemente ad utilizzare gli strumenti a mia disposizione. Incredibilmente, che oltre ad essere un maestro d'armi, è pure un noto fabbro, ed ho scoperto che nel mondo il 25% delle attrezzature per Reaper portano il suo marchio! il che lo rendono una delle persone più ricche del pianeta, anche se si veste in un modo completamente trasandato!
Detto questo, Gedeon ha una personalità... unica; spesso si dimentica delle sessioni d'allenamento, altre volte invece sparisce nel bel mezzo degli allenamenti per lunghe ore, altre invece mi fa provare dei prototipi, e non sempre le cose vanno bene per me! Ed ha un modo molto sgarbato di comunicare con chiunque, tranne ovviamente per Haru, per cui sembra avere una cotta. 
Ovviamente ti potrà sembrare uno stronzo... beh, un po' lo è, però in fondo è una brava persona!

Quindi, in generale, le cose non vanno poi male, anche se in verità, ho qualche problema con il secondo genito di Haru, ovvero Neruh; in teoria, io e lui dovremmo allenarci insieme nel corpo a corpo sotto la supervisione di Okimoto, ma spesso e volentieri salta le sessioni d'allenamento, mentre quando ci alleniamo finisce sempre in rissa! Ovviamente, Neruh è nettamente migliore di me, non conosco altri risvegliati della nostra età, ma paragonandolo con alcuni Reaper della gilda, mi rendo conto di quanto sia speciale... sono sicuro che tra pochi anni sarà tra i migliori non del giappone, ma del mondo, anche se credo che il suo carattere di merda gli provocherà non pochi problemi.

E poi... c'è Ariel."
 
Feci un breve respiro, cercando di farmi coraggio ed aprire un discorso che cercavo di evitare da tempo; da quando Ariel era stata ingannata e rapita, covavo un enorme senso di rabbia, ma anche un grosso senso di vergogna: avevo promesso che avrei protetto mia sorella il giorno della morte dei nostri genitori, invece, non solo ero diventato egoista da non pensare ai suoi problemi, ma era anche causa mia se oggi Ariel non era qui con me. In quel momento, ripensando a tutto ciò, un'impeto di rabbia avvolse la mia mente, e per una breve frazione di secondo, mi lasciai andare. 

"MALEDIZIONE! MALEDIZIONE! VI UCCIDERO', DANNATI BASTARDI IO....!!"
 
una volta resomi conto di quanto fatto, ripresi goffatamente controllo delle mie emozioni e feci una breve preghiera, per scusarmi del mio comportamento poco consono in un luogo sacro come quello. 
Ancora oggi, il solo pensare a Yoshiro ed a quel dannato di Azaki, mi creava delle emozioni simili a quelle che provai allora... E sapevo che esisteva un solo modo per guarire da questo male...

"Ho fatto tanti, troppi errori, zio...Per colpa mia, Ariel è stata rapita e Dio solo sa cosa starà passando. Ma è tutto ok... da anni zia Haru sta lavorando ad un piano per radere al suolo gli Ozaki... Come ho già detto a mamma e papà, dovrete pazientare prima di vedere Ariel, ma ve lo giuro, io la riporterò a casa, nella sua vera casa, per questo mi sono allenato come un folle, rischando a più riprese di farmi molto male...
Quindi vi prego di pazientare, ma fino ad allora però, non mi rivedrete più qui. Ovviamente non è un'addio, ma ritornerò qui solo con Ariel. Quindi... beh, ciao Zio, a presto..."

Guardai con occhi lucidi per l'ultima volta lapide di Jin, per poi allontanarmi dal cimitero senza mai più voltarmi: ero determinato, più che mai, a radere al suolo con le mie stesse mani gli Ozaki, ed il mio passaggio qui al cimitero era una sorta di rito di passaggio: un rito di passaggi che avrebbe segnato la mia totale dedizione verso la causa, una sorta di giuramento tra me ed i miei defunti cari che, nel caso .non avessi rispettato, avrei pagato con la morte
 
 
FINE P.O.V di Ryu.

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*Diversi minuti dopo....*

"Eccomi, scusatemi per il ritardo..." disse Ryu, che entrò nell'ufficio di sua zia Haru; nella stanza, oltre alla donna, erano presenti Okimoto e Gedeon; Okimoto, come era suo solito fare, non disse una parola al ragazzo, se non un piccolo cennò con la testa come segno di saluto, mentre Gedeon, guardava con occhi infastiditi Ryu, visto che oltre ad essere un maniaco della puntualità, oltre ad essere un reaper aveva molti lavori da svolgere come fabbro e artigiano. 

"Fottiti, dannato marmocchio..." bisbigliò a bassa voce il fabbro, facendogli il dito medio e lanciando altri insulti non udibili da Ryu, che imbarazzato e perplesso dal comportamento di quello che doveva essere un'uomo adulto, abbozzò un piccolo sorriso di circostanza. 

"Non ti preoccupare, nipote" - disse intanto Haru, con il mento appoggiato sul palmo di entrambe le mani ed il suo solito sorriso - "Siediti pure". 

Ryu, in questi due anni, aveva imparato a leggere il force delle persone, ed ora era abbastanza bravo nel leggere il livello generale delle persone; per questo, quando si ritrovò dinanzi ai tre, rimase per un'attimo paralizzato dalla pressione che innarvertitamente i tre ai vertici di Neverland emanavano; nonostante ora vivesse praticamente con loro, non si era ancora abituato alla loro presenza. 

"Bene, Ryu, grazie per essere venuto, Ryu. Come ben saprai ormai, sono passati due anni da quando sei entrato nella nostra famiglia; d'allora, dacché eri un pulcino, ti sei via via trasfrmato, raggiungendo ottimi rislutati in così breve tempo; So che hai chiesto ai tuoi due maestri di poterti assegnare delle missioni a più riprese in questi ultimi mesi, così, qualche giorno fa, sono venuti a parlarmene." 

"E?" 

"Beh, all'inizio ero contrario a darti una missione per una serie di ragioni: primo, sei ancora un novellino con un livello basso, per quanto tu possieda un'enorme potenziale; secondo, non hai nessuna esperienza nel mondo dei reaper e potresti rimanerci secco; terzo, non voglio metterti nei guai con l'associazione facendoti fare dei lavori illegali, e non voglio nemmeno che tu ti esponga troppo, con il rischio di farti notare da mio padre."  

"Quindi mi stai dicendo che non mi dai l'ok, giusto..." disse con voce leggermente delusa; in effetti, sapeva che bene o male le cose sarebbero andate così, ma sentirsi comunque negare la possibilità di iniziare a distruggere la famiglia di suo padre lo rendeva al quanto triste e leggermente nervoso; 

"Beh, di certo non ti manderò in missione da solo."

"Eh? Che vuoi dire?" rispose spiazzato Ryu, non aspettandosi in quel momento una risposta del genere

"Beh... sinceramente, il livello che hai raggiunto in così poco tempo è assurdo, quasi spaventoso, ma come ti ho detto prima, ti mancano l'esperienza di vivere con dei reaper; in una gilda, è tutto molto più facile perché tutti qui siamo una famiglia e ci proteggiamo a vicenda, un'altro conto invece è vivere a 360 gradi la vita di un risvegliato, quindi interagendo con altri reaper e con altre gilde... beh, capirai prima o poi la differenza, così è difficile pure per me da spiegare. Quindi, pensando a come aiutarti, abbiamo deciso di darti una missione condivisa adatto al tuo stato attuale."
 
"COSA?! SI!!" 
 
Ryu urlò di gioia in mezzo alla stanza, sotto gli occhi perplessi di Haru che non l'aveva mai visto così felice in due anni, sotto gli occhi impassibili di Okitomi, e sotto lo sguardo inorridito di Gedeon, il quale avrebbe voluto lanciare qualcosa al ragazzo per farlo smettere di comportarsi come un bambino. 

"Grazie! Vi ringrazio con tutto il mio cuore!" - esordì Ryu, facendo un rapido inchino a tutti e tre - "Non vi deluderò! Quando parto per la missione?"

"Beh, p-pensavamo di farti partire domani mattina insieme a Neruh..." 

"I-Insieme a Neruh...." disse a bassa voce Ryu, che di certo non amava stare in compagnia di suo cugino; era riluttante all'idea di passare del tempo con lui, ma poi penso alla missione, ed in quel momento il suo "odio" verso il cugino passò in secondo piano.

"Ecco, qua ci sono i dettagli di tutta la missione e dei compiti che dovrai svolgere!" disse la zia, che consegnò un foglio a Ryu. 

Il ragazzo, una volta preso il foglio, si accorse che la sua missione era davvero corta; pensò che fosse normale, visto che era la prima volta che gli veniva affidato un compito, ma quando  cominciò a leggere il foglio, se prima il suo volto era pieno di gioia, il suo volto, mentre leggeva i suoi compiti, divenne via a via sempre meno radioso, fino al punto che sul suo volto apparve un'espressione di sgomento mista ad irritazione e perplessità;

"M-Ma che diavolo è questo?! C-Ci dev'essere un errore!" Sbraitò il ragazzo, che nervosamente, sbattè la mano sul tavolo, scattando in piedi;

"No che non ci sono errori, ragazzo" - rispose la zia, facendo un piccolo sorriso malizioso, aspettandosi la reazione del ragazzo - "Questa è la tua prima missione: entrare nell'accademia per giovani Reaper di Tokyo!" 

FINE CAPITOLO 1 - Prima Missione?





 

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