La Giratempo

di TatianaCovino
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Giratempo ***
Capitolo 2: *** Mangia Lumache ***
Capitolo 3: *** Salviamo Fierobello ***
Capitolo 4: *** Oppugno ***
Capitolo 5: *** Idromele Avvelenato ***



Capitolo 1
*** La Giratempo ***




LA GIRATEMPO

Hermione era seduta nella poltrona davanti al camino, nella Sala Comune di Grifondoro. A quell’ora non c’era più nessuno, erano tutti nel mezzo del sonno più profondo. Hermione aveva deciso di godersi un po’ di silenzio, visto che da quando Ron e Lavanda stavano insieme passava il suo tempo in biblioteca. Neanche il dormitorio era ormai un posto sicuro, visto che lo condivideva con Lavanda e Parvati. E “Lav-Lav” non faceva altro che parlare del suo “Ron-Ron”, come lo chiamava lei, probabilmente per infastidirla.
Hermione e Lavanda non erano mai state quello che si può definire “amiche”, ma prima che lei si mettesse con Ron ogni tanto si scambiavano qualche parola prima di andare a letto. Adesso Lavanda non faceva altro che guardarla male e lanciarle sguardi di disprezzo. E non solo nel dormitorio, anche nei corridoi e, soprattutto, ogni volta che Hermione e Ron si trovavano per sbaglio nella stessa stanza.
«È gelosa di te, Hermione», gli aveva detto una volta Harry, mentre erano in biblioteca a studiare.
Ma perché mai? Ron aveva scelto lei.
In realtà non era proprio sicura che fosse stato Ron a sceglierla: più che altro lei lo aveva baciato dopo la partita e Ron non si era staccato. Ma comunque fosse andate le cose Ron aveva continuato a frequentarla e quindi si, questo implicava che in un certo senso l’aveva scelta.
Da quel bacio erano passate tre settimane, più le vacanze di Natale, e Hermione non si era ancora ripresa. Inizialmente si era infuriata con Ron perché aveva baciato un’altra ragazza, e per di più sotto il suo naso! Ma poi la rabbia si era rivolta contro di lei: infondo lei era innamorata di Ron da quanto? Quattro anni? E non aveva mai fatto nulla. Certo, fino a che non lo aveva visto baciare un’altra non si era realmente accorta della portata dei suoi sentimenti, ma comunque non poteva dare la colpa a nessun altro se non a sé stessa.
Era stata una codarda. Una codarda e una vigliacca, e adesso non le restava altro che accettarne le conseguenze. Lavanda lo aveva baciato davanti a tutti, proprio in quella sala: aveva fatto quello che lei, Hermione Granger, la strega più brillante del suo anno, non aveva mai avuto il coraggio di fare.
Le vacanze di Natale le avevano dato il tempo di riflettere: aveva perso le speranze di poter essere la fidanzata di Ron, ma poteva ancora essere sua amica. Infondo, Ron le mancava.
Aveva deciso che, al ritorno ad Hogwarts, avrebbe rotto il muro del silenzio ma i suoi buoni propositi erano andati in fumo quando aveva visto la coppia felice sbaciucchiarsi in un angolo del corridoio al terzo piano.
No, non poteva farcela a sopportarlo.
Eppure Ron le mancava. Le mancava parlare, o meglio, battibeccare in continuazione con lui. Le mancavano i pomeriggi con lui ed Harry in giro per il castello o nella capanna di Hagrid.
Se solo ci fosse stato un modo… La sua mente si fermò sulla Giratempo che stringeva nella mano. Quella era l’ultimo esemplare di Giratempo esistente, dopo che lei e i suoi amici le avevano accidentalmente distrutte l’anno prima durante la battaglia al Ministero. La McGranitt le aveva permesso di tenerla per continuare a seguire i corsi, eppure Hermione stava pensando di usarla nel modo più sbagliato possibile.
Eppure… Beh, che c’era di male? Certo, avrebbe rotto un mucchio di regole usandola ma, se stava attenta a non farsi vedere da nessuno…
Stringe la Giratempo ancora più forte nella mano. Si, lo avrebbe fatto. Se non poteva avere altri momenti felici con Ron sarebbe tornata indietro nel tempo per rivivere tutti quelli passati.

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Capitolo 2
*** Mangia Lumache ***


MANGIA LUMACHE
Il primo ricordo in cui tornò Hermione fu durante il secondo anno. Lo ricordava perfettamente e riviverlo era proprio quello che le serviva in quel momento.
Si sotto gli spalti per non farsi vedere. Restò lì in attesa per qualche minuto, finché non vide avvicinarsi un Harry, un Ron e un’Hermione in miniatura con tutta la squadra di Quidditch al seguito.
Ed eccoli lì, i Serpeverde. Malfoy che fronteggiava Harry. Malfoy che la chiama “sporca mezzosangue” e Ron che, in un impeto di rabbia gli scagliava contro la maledizione Mangialumache. Maledizione che gli era rimbalzata addosso. Sapeva che non doveva farlo, ma nel rivedere quella scena sorrise.
Chiuse gli occhi, strinse la Giratempo e tornò nel presente.
Sapeva perché aveva scelto proprio quello come primo ricordo in cui tornare: perché quella era stata la prima volta in cui Ron l’aveva protetta. Certo, c’era stata la storia della scacchiera al primo anno, ma lì Ron si era sacrificato per permettere a Harry di salvare la pietra filosofale. Invece quella volta non c’era stata nessuna pietra da salvare, nessuna partita a scacchi da vincere: aveva scagliato quella maledizione per proteggere lei e il suo onore.
Hermione non lo aveva mai ringraziato per quel gesto: gli aveva semplicemente detto che era stato sciocco e che non ce n’era bisogno, ma non era così. Il gesto di Ron l’aveva fatta sentire meglio, perché sapeva di essere una mezzosangue, ma sapeva anche che ai suoi amici questo non importava. Che a Ron non importava.
Quella era stata la prima volta che aveva visto Ron sotto una luce diversa. Aveva visto quel ragazzino dai capelli rossi frapporsi tra lei e Malfoy per proteggerla e aveva capito che quel ragazzino aveva un animo davvero buono e gentile, nonostante la sua sbadataggine e la sua mancanza di tatto in determinate occasioni. Era forse stato quello il momento in cui, per la prima volta, i sentimenti per Ron avevano iniziato a mettere radici nel suo cuore?
Questo Hermione non sapeva dirlo con certezza, ancora non aveva ben capito quando, precisamente, si era innamorata di Ron.
Ma di una cosa era certa: avrebbe tanto voluto tornare indietro e ringraziare quel piccolo per averla protetta. Probabilmente, ad oggi, le cose non sarebbero cambiate e lui e Lavanda avrebbero continuato a sbaciucchiarsi ad ogni angolo, ma almeno Ron avrebbe saputo quanto lei lo apprezzava.

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Capitolo 3
*** Salviamo Fierobello ***


SALVIAMO FIEROBECCO
“Hei Hermione… Hermione!”
La ragazza aprì gli occhi: si era addormentata sulla poltrona davanti al fuoco. Harry era lì, in piedi davanti a lei che continuava a scuoterla.
“Oh Harry, io…”, disse Hermione con la giratempo ancora in mano. Ma in quel momento vide Ron e Lavanda seduti dall’altro lato della sala e le parole le morirono in gola. Il ragazzo la stava guardando con aria preoccupata e Hermione si maledisse per essersi addormentata lì. Non osava immaginare il suo aspetto. Cercò di aggiustarsi i capelli crespi con la mano, ma il risultato non fu dei migliori.
“Perché hai dormito qui?”
“Oh.. io stavo studiando e mi sono addormentata…”
Harry la guardò, poi guardò Ron, che stava ancora guardando Hermione mentre Lavanda gli accarezzava una guancia e gli parlava nell’orecchio.
“Come sono andate le vacanze?”
“Bene, erano tutti felici alla Tana. Sai com’è il Natale con Molly!”
Hermione gli sorrise. Si, sapeva benissimo com’era festeggiare il Natale con i Weasley e ci aveva pensato molto durante le vacanze. Di solito passava l’ultima settimana di vacanze alla Tana ma, visto che lei e Ron non si parlavano, aveva deciso di restare con i suoi, nonostante Ginny avesse provato a convincerla a raggiungere lei e Harry.
“Sai, Ron ha parlato molto di te”, buttò lì Harry.
“Davvero?, chiese Hermione sorpresa.
“Si, era molto giù per il fatto che tu non ci fossi. E poi mi ha chiesto se davvero stai con McLaggen.”
“Ron era interessato a me e McLaggen? E tu cosa gli hai detto?”
“Niente, che eravate andati insieme alla festa di Lumacorno, ma che le cose non erano andate molto bene. Ne sembrava quasi felice. E poi ha aggiunto di essere un po’ stanco di Lavanda, vorrebbe lasciarla…”
“Oh, Harry…”, disse Hermione sorridendo.
“Senti Hermione, non è che tu… insomma… non potresti parlargli…”
In quel momento Lavanda si avvinghiò a Ron come una piovra e il volto di Hermione si rabbuiò all’improvviso, il sorriso scomparso. “No Harry, non posso.”
“Dai, Hermione…”
“Scusa ma adesso devo andare a prepararmi per le lezioni”, disse la ragazza alzandosi.
 
Non poteva crederci. Ron aveva chiesto di lei a Harry ed era sembrato felice quando gli aveva detto che tra lei e McLaggen non era andata bene. Ma cosa significava questo? Probabilmente niente. Anche se… beh, Harry gli aveva detto che si era lamentato molto di Lavanda, forse voleva lasciarla. O forse no. Da quello che aveva visto in sala comune non sembrava proprio che Ron volesse lasciarla, tutt’altro. Ma cosa mai ci trovava in Lavanda? Era molto carina, questo glielo doveva, ma era anche una stupida oca. Possibile che a Ron interessasse solo perché era carina? Che stupido. Non poteva credere di essere innamorata di un ragazzo a cui interessava soltanto l’aspetto fisico di una persona.
Hermione si guardò allo specchio e, per la prima volta nella sua vita, le venne da piangere: lei era estremamente intelligente, la strega più intelligente del suo corso, ma non era per niente bella. I suoi capelli erano un disastro, i suoi occhi circondati dalle occhiaie profonde per le troppe ore passate a studiare. Non le era mai importato del suo aspetto, si era sempre e solo concentrata sulla sua intelligenza, eppure in quel momento voleva essersi preoccupata di più della sua immagine. Forse, se fosse stata più carina, Ron l’avrebbe guardata in modo diverso.
Ricacciò le lacrime indietro appena in tempo, prima che Lavanda e Parvati entrassero nel dormitorio.
“E poi RonRon mi ha detto che non ha mai visto una ragazza più bella di me… Oh. Sei qui”, disse Lavanda bloccandosi nel momento in cui vide Hermione.
“Si dà il caso che questa sia anche la mia stanza”, ribattè la ragazza.
“Oh, certo”, rispose Lavanda, squadrandola con aria di superiorità.
Hermione, senza degnarla di un ulteriore sguardo andò in bagno.
Mentre si pettinava i capelli sentì Lavanda e Parvati parlare di lei. Per quanto le due ragazze sussurrassero, non avevano un tono di voce così basso. Hermione appoggiò l’orecchio alla porta.
“Non la sopporto proprio quella!”, esclamò Lavanda. “Si crede chissà chi!”
“Sai Lav, credo sia gelosa di te e Ron”, rispose Parvati.
“Oh, non parlarmi di Ron! Stamattina eravamo in sala comune e la Granger era lì, credo abbia dormito in poltrona. Ron non ha fatto altro che parlarmi di lei e quando se n’è andata è corso da Harry per chiedergli cosa fosse successo!”
“Lav, non preoccuparti! Ron non ha occhi che per te.”
“No Parvati, credo che anche a lui le piaccia. La guarda ogni volta che passa nei corridoi, a lezione, non smette mai di osservarla… Oh, cosa devo fare? Io lo amo così tanto”, ormai Lavanda era sull’orlo delle lacrime.
Hermione decise che aveva sentito abbastanza così uscì dal bagno e, senza guardare le due amiche sedute sul letto, uscì dal dormitorio.
 
Neanche quella notte Hermione riusciva a dormire. Stava ancora pensando a ciò che le aveva detto Harry e a quello che aveva sentito dire da Lavanda. Durante le lezioni ci aveva fatto caso e, effettivamente, ogni volta che si girava trovava Ron a fissarla. Non sapeva davvero cosa pensare. Se davvero il ragazzo era interessato a lei perché non lasciava Lavanda? Perché continuava a stare con lei? Non lo capiva proprio.
Prese la giratempo dalla scollatura della divisa e la guardò. Aveva bisogno di rilassarsi, che male poteva farle un giretto nel passato?
Il nuovo ricordo la portò ad una sera del terzo anno quando lei e Ron erano andati in biblioteca per fare delle ricerche. Ron si era proposto per aiutarla con il processo di Fierobecco, ed Hermione era rimasta davvero sorpresa da quel gesto: allora Ron sapeva anche essere sensibile a volte.
Avendo passato il pomeriggio a fare i compiti avevano dovuto rimandare le ricerche durante la notte, così avevano chiesto il mantello dell’invisibilità ad Harry per poter entrare in biblioteca.
La giovane Hermione era tra gli scaffali, mentre Ron era mezzo addormentato su un tavolo. Se la ricordava quella sera: loro due da soli, a fare ricerche. Lui le aveva raccontato una battuta su un lepricano che l’aveva fatta ridere molto. Poi le aveva per sbaglio sfiorato una mano per qualche secondo di troppo e il suo cuore aveva perso un battito.
Vedere il “vecchio” Ron lì, addormentato, la fece sorridere. Voleva soltanto avvicinarsi a lui, sentire il suo profumo, baciarlo… Prima che se ne rendesse conto Hermione stava già camminando verso il ragazzo. Allungò la mano tra i suoi capelli, si chinò per dargli un bacio: lui non lo avrebbe mai saputo, ma almeno lei avrebbe avuto il ricordo di quel bacio.
Ma prima che le sue labbra sfiorassero quelle del ragazzo, quest’ultimo si mosse e sentì una voce dietro di lei: “Chi è?”
Hermione sentì la sé stessa del passato parlare e fece appena in tempo a nascondersi dietro uno scaffale.
“Ron, chi c’era qui?”, chiese l’Hermione del passato.
“Cosa?”, chiese Ron.
“C’era qualcuno qui. Ho visto una figura e…”
“Non c’era nessuno.”
“No, c’era qualcuno.”
“Davvero Herm, se ci fosse stato qualcuno me ne sarei accorto”, ribbattè il Ron del passato. “Sei stanca, andiamo a dormire.”
Detto questo le prese i libri dalle mani e le sfiorò una guancia.
“Sai Herm… hai un buon odore.”
“Cosa…”
“Oh io… non so perché ho detto questa cosa. Deve… deve essere la stanchezza… Andiamo.”
 
Hermione tornò al presente. Cosa aveva fatto? Per poco non si era fatta vedere! Era la cosa peggiore che potesse fare! Non aveva resistito a vedere Ron addormentato e, anche se per un soffio nessuno l’aveva vista, il ragazzo aveva sentito la sua presenza, ne era sicuro. Nel passato non le aveva mai detto di avere un buon odore. Doveva averlo sentito quando si era avvicinata per baciarlo.
Era una stupida, una stupida! Non poteva più farlo, non poteva più tornare indietro nel tempo, era troppo pericoloso.
“Basta, questa è stata l’ultima volta”, sussurrò tra sé la ragazza. Ma, sul suo viso, apparve un piccolo sorriso.

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Capitolo 4
*** Oppugno ***


OPPUGNO
Hermione stava piangendo nel bagno delle ragazze, convinta che nessuno, a parte Mirtilla Malcontenta, potesse sentirla.
“Hei, chi è là?”, disse una voce.
Hermione non rispose, cercando di fare silenzio.
“C’è nessuno? Ho sentito qualcuno piangere… Mirtilla, sei tu?”
“Non sono Mirtilla…”, disse Hermione aprendo la porta. “Oh Luna, sei tu”.
“Hermione, ho sentito qualcuno piangere e… stai bene?”
“Si, sto bene”, rispose la ragazza cercando di asciugarsi le lacrime.
Improvvisamente Luna l’abbracciò. Quel contatto improvvisò la spaesò, poi decise di lasciarsi andare in quell’abbraccio: era proprio quello di cui aveva bisogno. Le lacrime tornarono a scorrere.
“Che succede? Perché piangi così?”
“Oh, non è niente…”
“Chi ti ha fatto piangere?”
“Ron… ha… mi ha preso in giro!”. Ormai non riusciva più a contenersi.
Durante l’ora di Trasfigurazione Ron si era colorato un solo sopracciglio ed Hermione era scoppiata a ridere: era davvero buffo! A Ron non la pensava così e aveva deciso di farle l’imitazione facendo ridere tutta la classe.
“Non lo reggo quando fa così. Non so proprio cosa ho fatto di male!”
“Ron è un ragazzo adorabile, ma a volte esagera un po’… Lo fa spesso anche con me. Da quando sta con Lavanda poi è diventato ancora più acido. Dai Hermione, non prendertela. Sei la strega più intelligente che conosco, perché te la prendi tanto per una stupida imitazione?”
Già, perché se la prendeva tanto? Lei lo sapeva, perché a farla era stato Ron. In quell’imitazione aveva visto quello che il ragazzo pensava di lei: un’insopportabile so-tutto-io che saltava dalla sedia non appena un professore faceva una domanda. Non ce la faceva proprio a non rispondere.
“Credo che Ron sia geloso di te.”
“Cosa?”, chiese Hermione.
“Si beh, lui non è molto bravo, i suoi voti sono pessimi… Penso che sia geloso della tua intelligenza.”
Poteva davvero essere? Poteva essere questa la risposta alla domanda che attanagliava Hermione da mesi? Magari Ron aveva scelto Lavanda perché era intimidito dalla sua intelligenza. No, ma che stupida, certo che no. Ron stava con Lavanda perché era carina, tutto qui.
“Grazie Luna”, disse sorridendole. “Adesso devo andare a lezione, ma se vuoi possiamo pranzare insieme.”
“Oh, mi farebbe davvero pranzare insieme, come due amiche.”
“Ma noi siamo amiche Luna”. Hermione non aveva mai pensato di pronunciare quella frase. Non che Luna non le stesse simpatica, ma le dava sui nervi il suo credere a tutto ciò che diceva suo padre, anche alle cose che non esistevano davvero. Ma doveva ammettere che parlare con lei le era stato davvero di aiuto.
Uscita dal bagno Hermione si diresse verso il dormitorio. Non aveva nessuna lezione, ma voleva stare un po’ da sola e riposarsi. Le faceva ancora male la testa per aver pianto troppo.
Si rigirò la Giratempo nella mano. Aveva promesso a sé stessa di non usarla più ma ne aveva davvero bisogno. Infondo era Hermione Granger! Aveva represso i suoi sentimenti per Ron, sarebbe riuscita a farlo di nuovo! Decisa, la fece girare.
 
“Oppugno”, sentì gridare dall’aula chiusa.
No aspetta, cos’era quello? Doveva aver sbagliato a contare i giri! Voleva tornare a quando lei e Ron avevano passato l’ultimo momento insieme, ma era tornata a quando lui aveva già baciato Lavanda.
Si nascose dietro una porta aperta per non farsi travolgere da un adirato Ron che era appena stato attaccato dal suo stormo di canarini. Qualche secondo dopo Harry lo raggiunse.
“Ron! Ma che stai facendo?”
“Io? Quella è tutta matta! Mi ha lanciato addosso uno stormo di canarini, amico!”
“Beh, non ha tutti i torti…”
“Cosa? Stai dalla sua parte?”
“Lascia perdere. Intendevo, cosa stai facendo con Lavanda?”
“Cosa significa?”, chiese Ron confuso.
“Avanti Ron, fino a due giorni fa la prendevi in giro, dicevi che era un’oca e adesso te la baci?”
“Le cose possono cambiare…”
“E poi lo sappiamo tutti che sei innamorato di Hermione!”
“Cosa.. tu… cosa???”
“Solo un cieco non se ne accorgerebbe. I vostri continui battibecchi, tu che ti preoccupi per lei, che le porti da mangiare quando rimane in biblioteca fino a tardi…”
“No, amico, ti stai sbagliando”, sussurrò Ron, rosso in viso.
“Ron, per favore, smettila. Sono io, Harry. A me puoi dirlo.”
Ron fece una pausa. “Lei ha baciato Krum!”
“E’ successo al quarto anno, Ron.”
“Si beh… non mi interessa. Lei ha baciato Krum!”
“Ron, quello che c’è tra di voi…”
“Non c’è proprio niente tra di noi! Magari tra lei e Krum, so che si sentono ancora. Ma tra me e lei non c’è assolutamente niente! Adesso scusami, ma devo tornare da Lavanda”, disse voltandosi.
Harry lo guardò per qualche secondo, poi tornò in aula a consolare l’Hermione del passato.
Facendo attenzione che nel corridoio non ci fosse nessuno Hermione uscì dal suo nascondiglio.
Cosa aveva detto Harry? Che Ron era innamorato di lei? Le girava la testa, non riusciva a stare in piedi.
Si appoggiò al muro, fece due respiri profondi e riprese in mano la Giratempo. Doveva tornare al presente e parlare con Ron. Subito.

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Capitolo 5
*** Idromele Avvelenato ***


IDROMELE AVVELENATO
“E tu che cosa ci fai qui?”
Hermione fu svegliata da un grido. Le ci volle un attimo per ricordare quello che era successo. Era ritornata al presente, decisa a parlare con Ron. Poi Harry le aveva detto che Ron era stato avvelenato ed era corsa in infermeria. Doveva essersi addormentata lì.
Hermione si voltò e vide che, a urlare, era stata Lavanda. D’istinto strinse ancora di più la mano di Ron.
“Allora? Vuoi dirmi cosa ci fai qui?”
“Tu cosa ci fai qui?”
“Si da il caso che io sia la sua ragazza!”
“E io la sua.. amica.”
“Non farmi ridere! Sono settimane che non vi parlate!”
In quel momento Ron si mosse.
“Vedi? Sente la mia presenza! RonRon sono qui! Spostati Granger, e fammi andare dal mio RonRon!”
Hermione fece per lasciare la mano di Ron, ma quest’ultimo gliela strinse ancora di più. “Her… Mione..”
Lavanda sgranò gli occhi. Poi scoppiò a piangere e scappò via dall’infermeria.
“Oh Ron. Non preoccuparti, sono qui. Non ti lascerò più.”
 
Ron era uscito dall’infermeria e sembrava che il rapporto tra lui e Hermione fosse migliorato, a parte per le continue intromissioni da parte di Lavanda che aveva deciso di perdonarlo.
“Oh diamine, non la sopporto più!”, disse Ron.
“Perché non la lasci?”, chiese Harry.
“Amico, quante ragazze hai lasciato nella tua vita? Poi continua a parlarmi dell’infermeria, di qualcosa che avrei fatto o detto… ma io non ricordo nulla.”
Harry si voltò a guardare Hermione, che abbassò lo sguardo. Si era illusa, semplicemente illusa che le cose potessero cambiare. Ma non era cambiato proprio nulla. Certo, lei e Ron erano di nuovo amici, ma lui stava ancora con Lavanda.
“Perché non provi a chiederglielo?”, chiese Harry.
“Ci ho provato, ma lei dice soltanto “mano, parlato, Hermione” e poi scoppia a piangere. Mione, tu sai di cosa sta parlando per caso?”
“No, assolutamente no!”, disse la ragazza diventando tutta rossa. Se Ron non ricordava nulla non voleva essere lei a doverglielo dire. “Devo andare in biblioteca!”
Detto questo si avviò verso i corridoi.
La serata in biblioteca non era stata delle migliori: non aveva fatto altro che pensare a Ron, a quello che aveva sentito nell’ultimo ricordo, all’infermeria… Ma ormai il suo coraggio per dirgli quello che provava era svanito. Almeno poteva consolarsi con il fatto che erano tornati amici.
“Zuppa di prugne”, disse alla signora Grassa, che si spostò per lasciarla passare, leggermente infastidita dall’orario.
La sala comune era deserta a quell’ora, eccetto per una figura. “Ron!”
“Oh sei tornata. Ti stavo aspettando.”
“Mi stavi aspettando? Ron non ti farò copiare il mio compito di pozioni.”
“Non ti stavo aspettando per quello. Il compito l’ho già fatto, anche se una tua correzione non sarebbe male…”
“Adesso sono un po’ stanca Ronald, te lo correggo domani mattina.”
“No io non… non ti stavo aspettando per questo…”
“Allora cosa c’è?”
“Io volevo parlarti. Sai, io e Lavanda ci siamo lasciati. Cioè, io l’ho lasciata. E mi ha anche detto quello che è successo in infermeria… con te…”
Hermione arrossì. “Ron, non preoccuparti, eri mezzo fuso…”
“No, io… beh… vorrei parlarti. Mentre ti aspettavo, per non addormentarmi ho fatto queste”, disse il ragazzo allungando una mano. Sul palmo c’erano delle nuovissime spille C.R.E.P.A.
A quella visione Hermione fece cadere a terra i suoi libri e gettò le braccia al collo del ragazzo baciandolo. Ron ricambiò il suo bacio all’istante: lo stavano aspettando da così tanto tempo.
Il bacio fu interrotto da Simus e Dean che si rincorrevano e per poco uno schiantesimo non colpì Hermione.
“Hei, imbecilli, fate attenzione! Quella è la mia ragazza!”
A quelle parole Hermione sorrise, poi lo baciò di nuovo.

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