Come una sirena

di MeredithGrey94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il cellulare continuava a squillare, e io non riuscivo a trovarlo, altroché borsa di Mery Poppins! 

Dovevo svuotarla e buttare un po' di spazzatura che si era accumulata. 

Appena lo trovai, il telefono smise di suonare.

"Chiamata persa da Jenna" .

Dio mio, ma almeno nel mio giorno libero potevo stare tranquilla?

Infilai le cuffie nelle orecchie, e la richiamai.

- Mad cara, devo parlarti. -

Se mi ha chiamato direi che è più che normale.

- Immaginavo Jenna, dimmi cosa c'è di così urgente da non poter aspettare domani che torno in ufficio? -

Cercai di tenere un tono simpatico ma ero acida come un limone.

Pretendeva i lavori H24, il motto era: progetta, progetta, progetta.

Non c'era spazio per altro.

- No cara, il tuo licenziamento non può attendere. -

Quasi non mi andò il caffè di traverso.

- Di cosa stai parlando? Ho capito bene? -

Licenziarmi? Ma?

- Si cara, ti manderemo la liquidazione nel pomeriggio. -

E riagganciò, senza nemmeno darmi una spiegazione.

Valevo così poco? Nemmeno il disturbo di parlarmi di persona?

Mi guardai intorno nel mio piccolo monolocale.

Un ingresso quadrato abbastanza spazioso, dove c'era il divano con la TV davanti e un tavolino al centro per appoggiare il computer quando lavoro, una penisola con l'angolo cottura, un piccolo bagno e la camera da letto.

Tutto per la modica cifra di 700 dollari al mese. 

E adesso come lo pago l'affitto?

New York non è particolarmente economica.

Agguantai il PC e iniziai a mandare curriculum su curriculum.

E chiamai l'unica persona al mondo che mi stava vicino in ogni occasione.

Al secondo squillo mi rispose e io scoppiai a piangere coi singhiozzi.

- Ehi Maddie calmati, cosa è successo? Devo picchiare qualcuno? Chi è stato quel coglione di Jimmy mi puzza l'alito? -

Scoppiai involontariamente a ridere.

- No cretina, mi hanno licenziata. -

Dirlo faceva ancora peggio.

- Oddio e perché? -

- Beh, non me lo hanno nemmeno detto. Mi ha chiamata Jenna.. - bevvi un sorso d'acqua. - Cara devo licenziarti. - cercai di imitare la sua voce. 

- Dio, che stronza. Lo sapevo che di quella non potevi fidarti. E ora? - 

Già, e ora?

 

 

 

--------------

 

Pov Trent: 

 

Osservai mio padre dall'altra parte della sala riunioni, parlava con la commissione e tutti si voltarono verso di me.

Feci un cenno di saluto a tutti, papà oggi avrebbe presentato il futuro direttore della catena di alberghi più importante d'America. 

Aveva iniziato con una piccola locanda, trasformandola in una stupenda locanda perfetta, fino a crescere e possedere quasi tutti gli alberghi dell'America.

Andò verso il centro della sala e prese parola elencando tutte le cose positive che erano successe negli ultimi quarant'anni..

- E adesso tutti vi aspetterete il mio pensionamento.. -

Mi congelai sul posto. Che voleva dire? 

Ovvio che ci aspettavamo il suo pensionamento, perché non era così?

- Trent, ho deciso di aspettare ancora un anno prima di ritirarmi del tutto. Non voglio lasciare tutto quello che ho costruito senza avere la certezza che tu sia pronto. Per questo ho acquistato una struttura che dovrai fare diventare un Hotel nel giro di un anno. Pensi di esserne capace? -

Lo guardai negli occhi, sbattei le palpebre più volte e sotto al tavolo mi pizzicai la gamba. Era tutto vero.

Stava posticipando di un anno il pensionamento perché non mi credeva all'altezza.

- Certo che ne sono capace. E ovviamente te lo dimostrerò. -

Mi alzai, e congedandomi tornai nel mio ufficio. 

Ho assolutamente bisogno di un'assistente.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Madeline:

Era ormai ora di cena quando spensi il computer dopo aver passato l'intero pomeriggio a mandare curriculum.
Spero vivamente di essere contattata da qualcuno molto presto, non voglio spendere tutta la liquidazione per mantenermi.
Volevo riuscire a mettere da parte qualcosa, per un viaggio, o semplicemente per potermi comprare qualcosa senza avere paura di non arrivare a fine mese.
Ordinai la cena dal cinese e mi piazzai sul tappeto e per terra davanti alla TV, pronta per guardare l'ultimo episodio di grey's anatomy.
Il trillo di una mail mi fece drizzare le orecchie, non poteva essere già una proposta...o forse si?
Presi il telefono e cliccai sull'app delle mail.

Mittente: McM Hotel Makeover
Oggetto: Incontro conoscitivo 

Buonasera signorina Fox, la contatto in merito al suo curriculum inviatomi poco fa.
Sarei felice se domattina si presentasse negli uffici della McM Hotel Makeover alle ore 9:00 per un colloquio conoscitivo, nel caso in cui l'incontro vada a buon fine firmeremo subito il contratto che le anticipo avrà una durata di un anno. 
La aspetto impazientemente, buona serata.
Trent McMiller.

Avevo la mascella spalancata, toccava quasi per terra. 
Wow, speravo in una proposta veloce, ma non pensavo così veloce.
Mandai subito un messaggio a Kate per avvisarla e dopo un minuto mi chiamò.
- Mad! Cazzo, ma sai di chi stiamo parlando?-
Alzai gli occhi al cielo, era sempre euforica per tutto e tutti.
- No, non conosco l'azienda, ma wow.  Già un colloquio! Sono entusiasta. - 
Lei rise in sottofondo.
- Ok tesoro preparati, ti sto per mandare la foto del tuo futuro datore di lavoro. - 
Mentre lei continuava a ridacchiare guardai la foto che mi aveva mandato.
O porca vacca.
Moro e con due occhi scuri come gli abissi.
Nella descrizione che mi aveva allegato c'era scritto:

Ecco a te Trent McMiller, uomo dal 
potente testosterone, alto un metro e novanta e speriamo che a novanta funziona bene;) nato il 10 agosto del 1990, scapolo, mai una fidanzata fissa e prossimo direttore della McMiller Hotel Makeover.

- Grazie mille per la descrizione così dettagliata, Kate. -
Venne da ridere anche a me, a quanto pare novanta era il suo numero della vita, l'indomani il colloquio dovevo farlo con lui in persona? Mamma mia come avrei fatto a guardarlo in quegli occhi così scuri? 
- Però che bellezza sprecata... E quelle mani... È proprio un peccato che non puoi approfittarne. - 
- Di che parli? -
Parlava del sesso? So benissimo che non posso fare sesso col mio futuro capo. 
- Beh, tesoro, sicuramente non puoi portartelo a letto. È un vero peccato.-
- Stai dando per scontato che possa volermi, magari non sono il suo tipo. -
Rise di gusto.
- Mad, un uomo così non ha un tipo, un uomo così se le fa tutte e basta. Ora devo andare a farmi una doccia, domani fammi sapere subito com'è andata e se ti ha sbattuta sulla sua scrivania, come succede nei libri che ci piacciono tanto. - 
Scoppiai in una fragorosa risata, e dopo averla salutata riattaccai.
Io e Kate condividiamo l'amore e la passione per la lettura, entrambe amiamo i libri romantici ma molto espliciti, io vado anche sul fantasy mentre lei va sui thriller.
La scena che ha descritto l'ha presa da uno degli ultimi libri che abbiamo letto insieme. Come potevo guardare la scrivania domani e non pensare a questa scena? Aiuto. Dovevo soltanto essere professionale, potevo farcela.

I sogni di quella notte furono tutto, fuorché professionali. 
Se solo una foto mi faceva quell'effetto, vederlo di persona cosa mi avrebbe fatto fare?
Premetto che non sono mai stata una da grandi scopate, però ecco, diciamo che nella mia vita mi sono abbastanza divertita.
Nessuno però, ha mai avuto quello sguardo così magnetico da farti eccitare perfino tramite fotografia.
Chissà che voce aveva, la tonalità, la potenza...Stavo divagando e dovevo muovermi per prepararmi.
Indossai un tubino nero che metteva in risalto il seno, non volevo prenderlo per la gola ma volevo a tutti i costi essere all'altezza.
Delle décolleté nere alte dieci centimetri, contando che ero circa un metro e sessantacinque volevo almeno arrivargli alle spalle, non chiedo tanto.
I miei lunghi capelli li lasciai sciolti, li acconciai con qualche boccolo da farli sembrare naturali e dopo aver messo un filo di trucco presi la borsa del lavoro e andai incontro al peccato.


Trent

Avevo urgenza di trovare un'assistente, e non avevo assolutamente tempo da perdere.
Inserzionai l'annuncio senza dilungarmi troppo, ho scritto semplicemente che serviva un aiuto diretto alla McM Hotel Makeover la persona in questione doveva avere ottime doti organizzative e saper usare un PC. Non chiedo molto, solo questo.
Dopo cinque minuti scarsi arrivò la prima candidatura che osservai con attenzione.
La donna in questione era molto, molto attraente.
Madeline Fox, ventotto anni, ha lavorato fino a ieri in un'azienda dove svolgeva il lavoro di arredatrice. 
Ma la cosa che mi ha colpito di più è stato il suo viso, il suo sorriso genuino.
Rigettai indietro l'impulso di volermela scopare, perché cavolo, avevo davvero bisogno di un'assistente. E lei sembrava davvero perfetta.
Le mandai una mail dove le chiedevo di presentarsi domattina alle nove, e non vedevo davvero l'ora d'incontrarla.
Alzai gli occhi dal computer quando mio padre entrò nel mio ufficio. 
- Buongiorno papà, tutto bene? -
Ci guardammo negli occhi per qualche istante, poi lui per primo abbassò lo sguardo.
- Trent caro... Non volevo metterti in difficoltà in sala riunioni ieri. - 
Aveva davvero lo sguardo afflitto, mi dispiaceva molto vederlo così, è sempre stato un padre perfetto, presente nonostante il lavoro impegnativo e soprattutto amorevole. Non mi ha mai messo davvero in difficoltà, forse si sentiva in colpa per il comportamento di mia madre ma lui a parer mio ha fatto davvero un lavoro eccellente con me.
- Papà, non sono arrabbiato. Sono d'accordo con te. Devo dimostrarti che ti puoi fidare di me, non voglio mandare a puttane tutto ciò che hai costruito. Sono pronto. - 
Mi alzai e andai da lui, e per la prima volta dopo anni lo abbracciai.
- Grazie Trent, ne avevo davvero bisogno. - si accomodò nella poltrona davanti alla mia. - Allora hai già trovato un'assistente che possa aiutarti? - 
- Si beh... - guardai l'orologio al polso. - tra circa dieci minuti dovrebbe presentarsi qui. Spero faccia al caso mio. Ho bisogno di una persona che sappia lavorare bene e sotto pressione soprattutto. - 
Dopo dieci minuti esatti sentimmo bussare alla porta, mio padre si alzò per lasciare il posto alla mia futura assistente e andò ad aprire la porta.
Ciò che non mi aspettavo però era che Madeline non c'entrava nulla con la foto del suo profilo.
Di persona era molto, molto meglio.
E la cosa mi creava non pochi problemi, contando che c'era qualcosa in mezzo alle mie gambe molto contento di vederla.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Madeline:

Entrai nell'ufficio che la ragazza alla reception mi aveva indicato e nella grande stanza asettica trovai un uomo di mezza età e lui...Trent McMiller, che dopo essersi alzato viene verso di me.
- Buongiorno signorina Fox. - 
Porse la mano verso di me, e allungai il braccio per stringerla.
- Buongiorno signor McMiller, piacere di conoscerla. -
Indugiò leggermente sul mio décolleté, poi spostò lo sguardo sulle mie labbra e poi riuscì a guardarmi negli occhi. 
- Il piacere è tutto mio, Madeline. -
Il mio nome sulle sue labbra sembrava estremamente sensuale.
Cazzo Mad, datti un contegno.
In quel momento, McMiller senior decise d'intromettersi.
- Buongiorno signorina Fox, benvenuta alla McM Hotel Makeover, spero che da noi possa trovarsi bene. Vi lascio discutere del contratto. Buona giornata. - 
Gli rivolsi un sorriso gentile, e dopo avergli augurato buona giornata oltrepassò la porta dell'ufficio, chiudendola e lasciandoci soli.
- Accomodati pure. -
Indicò una poltrona davanti alla scrivania, dove poco prima c'era seduto il padre.
Una volta seduti uno di fronte all'altro distolsi lo sguardo, facendo finta di osservare intorno a me. 
Però il suo sguardo mi scivolava addosso, ed era così magnetico che mi ritrovai a guardarlo dritto negli occhi. Con la gola secca.
Strinsi le gambe una sopra all'altra e grattai la gola.
- Allora, io sono un arredatrice, amo il mio lavoro e solo l'idea di poter arredare uno dei vostri hotel mi entusiasma tantissimo e ho già un sacco d'idee che vorrei esporvi. -
Sorridevo, ero davvero entusiasta di questo lavoro.
- Ehm, però c'è stato un disguido. -
Il sorriso mi si spense sul viso. 
- In che senso? -
Lo vidi muoversi sulla sedia, come se avesse dei cactus sotto al sedere.
- Io non ho bisogno di un arredatrice. Non ancora per lo meno. -
Ora ero davvero confusa.
- Allora perché sono qui? -
- Ho bisogno di un assistente al momento, una persona che mi vada a prendere il caffè, che mandi le mail che non riesco a mandare, che prenda appuntamento con le ditte di ristrutturazione. Queste cose qui. -
Queste cose qui. Un'assistente. Io?
Io ho già fatto l'assistente in passato, la mia gavetta l'ho già fatta.
- Mi scusi allora, perché io non posso assolutamente accettare. Non sono qui per fare l'assistente, io sono un arredatrice, ed è quello che voglio continuare a fare. -
Detto questo mi alzai, e gli porsi la mano, lui osservò la mia mano tesa e la strinse indugiando un bel po'.
- In questo caso è davvero un peccato. - 
Lasciò andare la mano, e mi sentii subito vuota.
Mi voltai per uscire, dovevo uscire di lì.
- Però avrei una proposta. - 
Mi immobilizzai sul posto.
- Di che si tratta? -
Mi voltai a guardarlo negli occhi.
- Facciamo così, sii la mia assistente e nel frattempo anche la mia arredatrice. Tanto prima o dopo devo trovarne comunque una, ti andrebbe di fare entrambe le cose? - 
Pensai all'affitto, pensai alle spese che avevo sulle spalle. Abbassai lo sguardo e le sue dita si posarono sul mio mento per tirarmi su il viso e i nostri sguardi si incatenarono nuovamente.
- D'accordo. - 
Ero rovinata. Completamente rovinata.


Trent:

Ero fregato, non potevo assolutamente farmela scappare.
Avevo davvero bisogno di un'assistente, e più avanti anche di un arredatrice, farle fare entrambe le cose sembrava l'idea perfetta.
E poi, non volevo assolutamente perderla.
Anche se... Non avrei dovuto provarci, non dovevo rovinare le cose.
Era una mia dipendente, non potevo andarci a letto, giusto?
Rimanemmo d'accordo che ci saremmo rivisti il giorno dopo per firmare il nuovo contratto, visto che dovevamo siglarne un altro con stipendio e impiego diversi da quelli che erano scritti sul precedente contratto.
Pensai tutto il giorno ai suoi occhi nocciola, che sembravano leggermi alla perfezione, mi scrutavano dentro e mi sentivo nudo davanti a lei.Il profumo dei suoi lunghi capelli castani era una droga, nel mio ufficio per il resto del pomeriggio aleggiava il suo profumo di pesche.
Ero assorto nei documenti del nuovo hotel quando sentii bussare e dalla porta fece capolino Dan, il mio migliore amico dai tempi delle scuole superiori.
- Allora, stasera? Pizza e birra da John? - 
John era un signore sulla settantina che faceva delle pizze che erano la fine del mondo, io e Dan andavamo da lui una volta a settimana da quando ci siamo conosciuti.
- Certo, magari mi distraggo un po'. -
Mi osservò imbronciandosi.
- Colpa della gnocca uscita dal tuo ufficio oggi? - 
Dan aveva l'ufficio davanti al mio, curava il reparto finanziario dell'azienda.
- La gnocca in questione si chiama Madeline, ed è assolutamente off-limits in quanto mia nuova assistente e arredatrice. -
Ed ecco che pensai nuovamente a lei. Dovevo trovare una da scopare, almeno da allentare la tensione.
- Si beh, off-limits per te, mica per me. -
- Dan non fare il coglione, ti ho detto di no. - 
Sorrise, il bastardo sorrise soddisfatto.
- Si, beh... Hai detto di no perché interessa a te, sicuramente non per le politiche aziendali. Ci vediamo da John alle otto, a dopo. -
Detto questo, uscì dal mio ufficio e io tornai a immaginare Madeline sdraiata sulla scrivania con la mia testa tra le sue gambe...

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