Pagine da un registro rosso

di Mari Lace
(/viewuser.php?uid=501353)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Natasha ***
Capitolo 2: *** Yelena ***
Capitolo 3: *** Vuoti di Natale ***



Capitolo 1
*** Natasha ***


Missione

 

Natasha ha quindici anni e ha perso il conto delle missioni svolte, ma questa è la prima in cui prova tanta ansia. Forse Dreykov l’ha fatto apposta – sicuramente; dev’essere solo l’ennesimo modo di testare il suo addestramento, per lui.

Quando un soldato gira l’angolo con la pistola alzata, Natasha si muove senza pensare. Se gli lasciasse il tempo di reagire, potrebbe colpire Yelena, è questo non può permetterlo.

Lascia cadere il corpo e si blocca. È la prima volta che uccide qualcuno di fronte a sua sorella. Ora che hai visto come sono veramente, riuscirai ancora a guardarmi?

“Andiamo.” Yelena la supera e imbocca il corridoio senza aspettarla.

Natasha scuote la testa. Yelena non è più la bambina innocente con cui giocava a rincorrersi, la sorella che non ha saputo proteggere. Quella bugia non esiste più; le mani di Yelena sono sporche di sangue quanto le sue, o lo diventeranno.

 

Pas de deux

 

“Potremmo morire,” dice Natasha. Tu potresti morire, intende; lei era pronta a farlo solo poche ore fa. Il suo presente è fatto di minuti regalati, e non le dispiacerebbe spendere gli ultimi per uccidere Dreykov. Non vuole portare con sé l’agente che ha deciso di darle una possibilità, però. Ha tanto – troppo – sangue sulle mani, Natasha, ma bagnarsi con quello di Clint Barton è un peccato che non sopporterebbe.

L’arciere alza le spalle. “Quando si è di fronte alla morte, meglio ballare che sdraiarsi ad aspettarla.”

Natasha inarca un sopracciglio. Non conosce un modo di dire simile.

Clint le sorride. “Lo diceva mio fratello. In ogni caso, è un buon piano: possiamo farcela.”

È un buon piano, uno che forse potrebbe attuare da sola, ma è chiaro che lui abbia deciso. Non si tirerà indietro. Perché dovrebbe farlo lei? “Mi piace ballare.”

 

Perfetta

 

Natasha cresce imparando a sedurre, mentire, uccidere.

Sa essere affascinante, credibile, letale.

La spia perfetta della Stanza Rossa.

La spia che a Budapest scopre il collo per ricevere il colpo di un agente nemico – una freccia che non arriva.

Clint Barton è la prima persona a dirle che merita una seconda possibilità, che un errore non sempre porta alla morte. Natasha non gli crede; non subito. Il suo passato è tinto di sangue e nessuna buona azione, non importa quanto grande, può annullare il suo debito. Però… Anno dopo anno, si ritrova a credere alle parole di Clint senza rendersene conto.

Natasha non è perfetta (la perfezione non esiste), non lo sarà mai. Non vuol dire che non meriti nulla – si merita mille possibilità.

 

Fantasma

 

Quando ha incontrato Natasha e l’ha portata allo SHIELD (“Fidati di me, Fury”), lei non aveva nessun altro. Le ha presentato Laura, l’ha resa parte della sua famiglia.

Nat è l’unico pezzo che lo schiocco del Titano Folle gli ha lasciato, e forse è giusto che Clint perda anche lei, abbandonandosi al dolore. Senza Lila e Cooper e Nathaniel e Laura, perché dovrebbe restare in vita Clint Barton?

Nat non glielo permette, e per un attimo Clint riottiene la sua migliore amica e si concede di sperare.

Lasciami andare.

Clint cammina per le strade di New York e non pensa né alle chiacchiere di Kate né alla vedova nera che ha tentato di ucciderlo. Ovunque volga lo sguardo, vede Nat: viva e sorridente, spesso. Con gli occhi spenti in attesa della morte, nei vicoli più bui.

Forse lei saprebbe cosa fare, ora.

Clint insegue un fantasma. Le lacrime sfocano il mondo intorno a lui, ma non ha bisogno della vista per trovare Nat – non più.

 

 

 

 

 

 

 

NdA

Queste quattro flash (drabble mancate) sono nate nel contesto di una Serata di scrittura indetta sul forum Ferisce la penna. Sono stati estratti a sorte quattro prompt, rivelati uno ogni mezz’ora, e nei 30 minuti tra l’uno e l’altro bisognava buttar giù qualcosa. Le ho sistemate e ne ho invertito l’ordine (1-4-2-3) per disporle in un modo che abbia cronologicamente senso. Ero indecisa se escludere l’ultima, dato il focus più su Clint che su Natasha, ma ho deciso di tenerla ugualmente. I prompt erano:

“E tu, ora che mi hai visto come sono veramente, riesci ancora a guardarmi?” da 1984 (George Orwell);

“Quando si è di fronte alla morte, meglio ballare che sdraiarsi ad aspettarla.” Da Hell Bent (Leigh Bardugo);

Maybe she wasn't perfect, but she would never be. But she was still worth something—she was worth a thousand possibilities. da The Grimrose Girls (Laura Pohl);

I had all and then most of you/Some and now none of you/Take me back to the night we met/I don't know what I'm supposed to do/Haunted by the ghost of you/Oh, take me back to the night we met da The night we met (Lord Huron).

Conto di scrivere ancora su Nat, in futuro (magari ignorando allegramente la fine indegna che le riserva Endgame), quindi questa storia potrebbe diventare una raccolta.

Grazie per aver letto! Alla prossima,

Mari

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Yelena ***


Abbandonata

 

Il dolore ci rende solo più forti.

Sono parole di mamma, ma è Natasha a sussurrarle dopo gli allenamenti, mentre i supervisori non guardano. Yelena non risponde, ma custodisce la frase nel suo cuore – certi giorni, trova la forza di andare avanti solo ripetendola.

Natasha Romanov è una traditrice.”

Yelena vorrebbe essere felice per sua sorella, lo vorrebbe davvero, ma… Natasha se n’è andata senza guardarsi indietro. L’ha abbandonata. Si è trovata una nuova famiglia e si presenta al mondo come l’eroina che non è – se lo fosse, la Stanza non esisterebbe più.

Il dolore ci rende solo più forti.







NdA

Ho approfittato del contest ‘In sole 110 parole... o quasi! [III Edizione]’ @ Torre di Carta per provare a immaginare il momento in cui Yelena viene a sapere della fuga di Natasha dalla Stanza Rossa. "Il dolore ci rende solo più forti" è la frase pronunciata da Melina per consolare Yelena quando si sbuccia il ginocchio nella scena iniziale di Black Widow.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Vuoti di Natale ***


Vuoti di Natale

 

I regali sotto il suo primo albero di Natale sono vuoti.

Natasha lo sa, ma non le importa: chiude gli occhi e immagina che siano regali veri, da scartare per svelarne il contenuto. Yelena, la bambina che le è stata assegnata come sorella minore per la missione, non ha bisogno di sforzarsi per essere emozionata. È piccola e ingenua, come Natasha non ricorda di essere mai stata. La sua innocenza le appare preziosa, degna di essere protetta. “Scommetto,” le dice, “che il mio regalo è più bello del tuo.”

L’espressione sconvolta di Lena – “Maaaamma!!” – le suscita una risata impossibile da trattenere.

È questo che si prova, ad avere una famiglia?

 

 

Natasha non pensava avrebbe mai festeggiato il Natale al di fuori di una missione, né che avrebbe mai lasciato la Stanza Rossa da viva. Entrambe queste sue convinzioni sono state dimostrate errate da un unico colpevole: Clint Barton.

“Zia Nat,” la chiama Lila tirandole la manica del maglione. Natasha abbassa lo sguardo su di lei; è strano considerarsi zia di qualcuno. Così com’è strano notare un pacchetto – per lei, davvero – nella mano libera di Lila, ma la voce non le trema mentre la ringrazia.

Lila sorride smagliante, e così Clint.

Natasha pensa che la facilità con cui lui e Laura l’hanno accolta nella loro famiglia non cesserà mai di stupirla.

 

 

L’albero al centro della stanza è un’idea di Steve. “Per il morale,” ha insistito.

Natasha non gli ha detto che vederlo non l’aiuta affatto.

Sotto l’albero ci sono pacchi di varie forme e colori; pacchi pieni, che forse susciteranno sorrisi in chi li scarterà. Ce n’è anche uno per lei, ma Natasha vede solo quelli mancanti.

Non c’è un pacco per Yelena: sua sorella è morta senza poter festeggiare un vero Natale, ed è colpa di Nat.

Non c’è un pacco per Clint, e Nat sa il perché, ma non riesce ad accettarlo. È lontano, perso nel dolore della perdita; lei capisce.

Uno schiocco, e Natasha ha perso due famiglie.

 

 

 

 

 

NdA

Un capitolo un po’ diverso dagli altri, un’unica storia divisa in tre drabble (tutte da 110 parole precise, perché sono pazza). Non ero neanche certa di postarla in questa raccolta, inizialmente pensavo di renderla una storia a parte, ma si tratta comunque di drabble su Natasha, Yelena e Clint, quindi penso che abbia senso inserirla qui.

Questa storia l’ho scritta per Ashla, che nell’iniziativa Scambiamoci le penne (@Ferisce la penna) mi ha chiesto “qualcosa sulla cara Natasha, scegli tu se da sola o con qualcuno (tipo ship/amicizia/sisterhood...)!”. Ashla, spero tu possa perdonarmi l’angst della storia, l’idea mi ha convinta e mi sono resa conto di quanto fosse triste solo quando la storia era praticamente finita. A mia discolpa, è colpa del canon?

Come ulteriore ispirazione ho sfruttato il prompt “Ho contato i regali di Natale sotto l'albero e non c'è il tuo e lo so, lo so perché non c'è. Non riesco ad abituarmi, però.” del Calendario dell’avvento 2023 indetto da Sia e Cora sempre sul forum Ferisce la penna.

Ringrazio chiunque abbia letto fin qui! Se doveste essere interessati ad altre storie su Natasha e/o Yelena, ho un paio di one-shot pubblicate solo sul mio profilo Ao3, tra cui una che in effetti potrebbe essere un seguito ideale di questa (con in più Matt Murdock).

Buon Natale, se lo festeggiate!

Mari

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4057867