La grande battaglia per il destino del mondo

di Allen Glassred
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prologo - parte seconda ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Circa diciassette anni prima degli eventi narrati.

 

In un palazzo nascosto agli occhi umani, sette figure sono riunite per la seconda volta nell’arco di quei lunghi secoli. Uno di essi si allontana dal gruppo, il suo volto celato da un pesante velo nero esattamente come quello dei suoi compagni. “ Ve lo chiederemo una sola ed ultima volta “. Sentenzia risoluto il misterioso individuo, mentre i due più giovani rimangono l’uno accanto all’altra: indossano entrambi abiti bianchi che li fanno sembrare quasi usciti da altri tempi, dietro di loro altre figure vestite del medesimo colore seppur in modo meno nobiliare osservano la scena preoccupate. “ Come vi dichiarate, di fronte a questa giuria? “. Chiede perentorio il più anziano, mentre a quelle parole è il giovane dalla chioma rossa a prendere parola: chiunque cercherebbe di negare, chiunque sarebbe terrorizzato ma non lui. Non lui, che con una calma disarmante prende parola senza la minima esitazione.

 

“ Sono io l’unico colpevole: io sono il game master, io ho infranto le regole “. Ripete per l’ennesima volta, mentre la donna dalla lunga chioma bionda lo osserva in apprensione.

 

“ Non farlo… “. Sussurra solamente lei, mentre lui la guarda per un momento e le sorride lievemente.

 

“ Così, ti dichiari colpevole… “. Sentenzia il più anziano, vedendo in quella giovane coppia un’altra che tuttavia, ha avuto un differente epilogo ma che ugualmente è passata per quel tribunale magico, se così lo si vuol definire. “ Quindi tu, pur sapendo che un game master non può innamorarsi di un suo pezzo permanente, hai deciso comunque di infrangere le regole? E ora chiedi di essere il solo a pagare? “. Chiede perentorio l’incappucciato, mentre il rosso non perde la sua strafottenza neppure in quell’occasione, neppure sapendo perfettamente cosa significherà la sua ammissione di colpa, sia per lui sia per il lato della scacchiera di cui lui è il Re.

 

“ Si, lo confermo: sono colpevole. Vi prego di darmi retta: non cancellate la mia regina come pezzo permanente, se c’è qualcuno che deve pagare quello sono io “. Ripete ancora una volta, forte e chiaro, così forte e chiaro da scuotere violentemente anche l’animo di lei e mentre il più anziano rivede un’altra persona in quel sorrisetto furbo, malgrado la situazione: il primo game master che passò per quel tribunale, per un peccato ancor più grave di quello di innamorarsi di un suo pezzo permanente.

 

“ No, ti prego! “. Sbotta improvvisamente la giovane dalla lunga chioma bionda, afferrando la mano del rosso e scuotendo il capo con veemenza. “ Ti prego! Non voglio che sia tu a pagare! Non posso permetterlo! “. Fa, mentre lo sguardo di lui muta rapidamente da tranquillo ad affilato e tagliente, uno sguardo che costringe la donna al silenzio seppur le lacrime righino quel suo bel viso di porcellana.

 

“ Basta, Ada! “. Quasi ordina lui, mentre lei sente le lacrime pungere i suoi occhi e senza più trattenerle. “ A differenza nostra, il nostro bambino non è ancora immortale! Se quelle lance colpissero te, lui non avrebbe scampo e non è detto che anche tu ne usciresti vincitrice. Ed io non posso permettere una cosa del genere “. Sentenzia, mentre lei posa una mano sul ventre e mentre, di lì a poco lui fa la stessa cosa. “ Prenditi cura di nostro figlio: un giorno, sarà lui a prendere il mio posto come Game master. Lui porterà avanti la mia missione “. Le raccomanda, mentre un uomo dietro la donna dalla chioma bionda prende parola.

 

“ Mio re, no… non fatelo! Cosa faremo senza di voi? “. Chiede, mentre una donna corvina scuote a sua volta il capo, con enfasi.


“ E’ vero! Come affronteremo i neri da soli? Cosa faremo senza il nostro re?! “. Chiede, mentre a quelle parole un altro uomo dalla stessa tonalità di capelli dell’altro, forse lievemente più chiara e tendente all’argento, si fa avanti: non vorrebbe piangere, ma i suoi occhi lucidi tradiscono invece il suo reale stato d’animo.

 

“ Mio signore… “. Sussurra solamente, mentre il rosso osserva tutti e tre per qualche istante.

 

“ Mio alfiere, mio cavallo… “. Fa, osservando i due uomini. “ E tu Isabel, uno dei miei pedoni più fedeli in assoluto “. Continua, mentre anche la donna non riesce a trattenere le lacrime e ben sapendo cosa stia per succedere. “ Vi affido la regina: proteggetela, non permettete mai che i neri le diano scacco matto. Fate il modo di vincere anche per me, intesi? “. Chiede, mentre il suo alfiere annuisce semplicemente anche se, in cuor suo è incapace di accettare una cosa del genere. “ Len, mio alfiere: sei il mio secondo in comando, ho sempre avuto una grande fiducia in te. So che sarai un degno protettore, per la tua regina e per il tuo futuro re “. Fa, per poi portare lo sguardo all’altro e ritrovando persino la sua tipica strafottenza, riuscendo persino a trovare il coraggio di sdrammatizzare seppur la situazione sia critica. “ E tu, Frank: se non tieni le mani a posto, sappi che risorgerò dall’inferno per tagliartele, intesi? “. Chiede strafottente, mentre l’altro avvampa come un peperone malgrado la situazione.

 

“ Mio re… ve lo prometto, non toccherò la regina in modo inopportuno, nemmeno con un dito “. Tenta di mascherare la voce rotta dal pianto dietro una risata di circostanza, mentre il rosso si volge verso i così detti giurati: ognuno di essi ha una lancia d’oro pronta a colpirlo, ma lui non ne pare spaventato.

 

“ Se sei innocente, queste lance non ti trafiggeranno. Ma se sei colpevole… “. Fa semplicemente l’anziano che ha parlato in precedenza, anche se sa che il risultato è già scontato: la stessa gravidanza della regina è la prova della colpevolezza del Re bianco. Quindi pensa, le lance dorate lo colpiranno inesorabilmente. L’uomo, sinceramente colpito dalla calma con cui il Re affronta tutto questo, non può fare a meno di ammirare il suo coraggio e in seguito, alza un braccio per poi puntare la propria lancia, seguito dagli altri sei. “ Che il giudizio abbia luogo, ora “. Sentenzia, mentre Len e Frank non possono fare a meno di stringere forte la loro regina, seguiti da Isabel e mentre gli altri pezzi non permanenti si sentono indebolire, mentre il sangue macchia il pavimento non più immacolato del palazzo del tribunale magico.

 

La pioggia battente non sembra voler dar tregua: sangue e acqua bagnano il terreno, mentre un fulmine squarcia il cielo. “ Mio signore “. Fa semplicemente un giovane incappucciato, mentre un altro si avvicina a quello che dev’essere il “ loro signore “.

 

“ Non abbiamo tempo da perdere: Oz, dobbiamo assolutamente trovare il nostro Re e dar scacco matto alla Regina bianca. Ora che il re non c’è più, rimane praticamente solo lei da abbattere “. Sentenzia il giovane dalla chioma argentea, mentre a quelle parole colui che ha chiamato Oz prende parola.

 

“ E’ vero: ma per fare questo, abbiamo assolutamente bisogno del re nero. Senza di lui, la nostra scacchiera è incompleta “. Sentenzia, mentre l’argento non proferisce parola.

 

“ Ma tu? “. Chiede ad un certo punto l’altro, osservando colui che comanda il lato nero della scacchiera in attesa dell’avvento del loro re. “ Tu sei l’alfiere, eppure non combatti quasi mai per proteggere il lato nero della scacchiera: abbiamo perduto molti pedoni ed un cavallo, ma a te sembra scivolare tutto addosso, come se non ti riguardasse: perché? “. Chiede, mentre l’argento lo osserva con il suo sguardo di ghiaccio.

 

“ Zitto, non mi scocciare “. Sentenzia in tono freddo, gelando l’altro con lo sguardo. “ Io combatterò al momento opportuno, né prima né dopo. Metti in dubbio il mio operato? “. Chiede poi, avvicinandosi di un passo e mentre istintivamente, colui che è un semplice pedone indietreggia.

 

“ Oh no! No, non mi permetterei mai “. Sussurra, mentre l’alfiere nero lo fissa gelidamente, per poi distogliere l’attenzione da lui e guardano in una direzione precisa.

 

“ Lo sentite anche voi? Lo state percependo? “. Chiede, mentre anche l’altro alfiere annuisce con determinazione per poi mettersi al suo fianco, guardando nella sua stessa direzione.

 

“ Eccome, se lo percepisco “. Ammette, mentre anche l’altro si porta dietro ai due superiori e percepisce ci che anche loro hanno avvertito. “ Il nostro re… “. Mormora fiducioso il biondo, mentre l’argento si volge verso di lui e ghigna malignamente.

 

“ Si! Il nostro re ha finalmente fatto ritorno! Ed ora… “. Afferra la sua lancia viola, una lancia che di norma apparterrebbe solo ad un altro pezzo della scacchiera. “ Non ci resta che andare a prenderlo e risvegliarlo, una volta per sempre “. Continua poi, sicuro di sé.

 

Quella notte fatidica, quasi nello stesso identico istante il lato bianco ha perduto per sempre il suo re mentre, di contro, quello nero ha ritrovato il suo: la grande battaglia per il destino del mondo sta per avere inizio e, suo malgrado, anche l’umanità si ritroverà ben presto coinvolta in tutto ciò.



La grande battaglia per il destino del mondo sta per iniziare: mentre i bianchi perdono per sempre il loro re, ecco che i neri ritrovano il loro. Tutatvia, della regina nera non pare esservi traccia. Cosa accadrà ora ad Ada ed al bambino che porta in grembo? Sarà davevro lui la speranza del nuovo mondo? Che ne pensate voi? Il prologo è un pò corto perchè è una sorta di introduzione agli eventi passati, il prossimo capitolo sarà un pò più lungo. Spero vorrete seguirmi e lasciarmi un vostro parere! Alla prossima!

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Capitolo 2
*** Prologo - parte seconda ***


Circa trent'anni prima degli eventi narrati, palazzo dei neri. 

E’ una giornata fredda e piovosa. I tuoni fanno un rumore pazzesco, il loro rombo riecheggia nella notte della resa dei conti mentre i lampi illuminano il cielo a giorno, tanta è la loro intensità. La notte della liberazione per alcuni, la notte della morte per altri. La notte in cui il destino del mondo sarà finalmente deciso, o almeno così sarà per i prossimi anni a venire. Fino a quando il ciclo non ricomincerà ancora una volta.

Un uomo sulla quarantina e dai capelli rossi tiene in mano una lancia dorata, il simbolo del suo potere e del suo ruolo in quella che è la scacchiera del mondo. Guarda una donna bellissima dal lungo abito bianco e dai capelli arancioni, ora completamente scompigliati così come il suo abito è parzialmente strappato: la sua lancia è volata a qualche metro di distanza ed un giovane dalla chioma corvina vi ha messo un piede sopra, impedendole di riprenderla ed accorrere in difesa dell'altra persona. Gli occhi della donna sono di un inteso blu, bagnati sia dalla pioggia che dalle lacrime che cadono incontrollabili e che non sembrano voler cessare. Poi guarda il suo avversario o meglio, l'avevrsario dell'uomo dalla chioma rossa: pare sicuro di sé, come se avesse la vittoria in pugno. Come se la sorte della battaglia non potesse più essere ribaltata in alcun modo, anche se di fatto tutto può ancora cambiare. Il rosso non può fare a meno di riflettere: quell'uomo pare il suo opposto, capelli argento ed occhi di ghiaccio che metterebbero i brividi a chiunque, vestito di abiti neri e regali, che lo fanno quasi sembrare uscito da una fiaba d'altri tempi. La donna si avvicina spaventata: non le importa di non aver un'arma per potersi difendere, non può rimanere inerte come un pupazzo in questo scontro decisivo. Tiene tra le braccia un bimbo di circa quattro anni che a giudicare dall’aspetto, è figlio suo e dell’uomo dai capelli rossi data l'impressionante somiglianza con quest'ultimo.

“ Eva, allontanati da qui immediatamente! “ Quasi le ordina il marito. “ Porta nostro figlio al sicuro, da lui dipenderà la sorte del mondo, non dimenticare quale sarà il suo ruolo un giorno “. Sentenzia, mentre la donna scuote il capo.

" Ma, Kinzo... ". Sussurra solamente, mentre il suo sguardo e quello dell'avversario si incrociano per qualche momento e mentre, in quel momento un brivido di terrore scorre lungo la spina dorsale della donna. Il suo avversario in tutta risposta, si mette a ridere sadicamente: ha chiaramente percepito la sensazione provata da lei, ha notato il terrore nei suoi occhi ma la cosa sembra semplicemente divertirlo maggiormente: nessuna pietà in quello sguardo di ghiaccio, che di umano ha oramai ben poco.

“ E’ inutile, ormai il destino del mondo è segnato. Con la vittoria dei neri e con la tua definitiva sconfitta, Kinzo, potrò sprofondare questo inutile mondo nelle tenebre più assolute “. Sibila acido. Deve avere un odio profondo per il genere umano, lo si percepisce solo dal tono in cui pronuncia quelle poche parole. Ma perché? Cosa lo ha portato a disprezzare la razza a cui, teoricamente, appartiene anche lui? No: no, pensa il rosso: no. In lui non c'è più niente di umano, la sua magia lo sta facendo diventare un essere totalmente differente. Dietro di lui ci sono solo un bimbo dalla chioma corvina di circa tre anni ed una bimba di circa due anni, che pare spaventata e continua a piangere mentre una donna vestita di enro tiene lei e quello che senza dubbio è il fratello maggiore, lontani dal campo di battaglia. “ Mio figlio… sarà lui un giorno a dominare sul mondo “. Conclude il ragazzo dai capelli argento guardando il bimbo che, per istinto, abbraccia la sorellina: cosa sta dicendo suo padre? Perchè lo guarda in quel modo, si chiede? Non gli ha mai rivolto un singolo sguardo o la minima attenzione, ora perchè lo fissa così? Il corvino stringe forte la piccola dalla chioma bionda, che sta piangendo senza comprendere il senso di questa lotta: cosa sta succedendo, si chiede? Cosa facendo suo padre? Perché sta combattendo contro quell'uomo vestito in bianco? Qual'è il senso di tutto questo? La bimba piange in modo incontrollato, il suo sguardo vaga fino ad incrociare lo sguardo del bimbo dai capelli rossi, ancora nascosto dietro la gonna della madre. Quegli occhi pensa la bimba vestita in nero, lei non li dimenticherà tanto facilmente: è come se tra eli e quel bambino si fosse creato un sottile filo invisibile, una sorta di legame che non può più essere spezzato da niente e nessuno. E' la voce di colui che si chiama Kinzo ad interrompere ogni possibile pensiero di tutti quanti i presenti, mentre la bimba riprende a singhiozzare.

" Non piangere, piccola: andrà tutto bene ". Sembra quasi volerla rassicurare l'uomo in bianco, sorridendo lievemente e malgrado la situazione. Il sorriso colpisce la bimba, che come se le fosse stato ordinato smette di piangere e punta lo sguardo in quello dell'uomo, che di lì a poco punta nuovamente il proprio sull'avevrsario di fronte a sè. “ Ti sbagli, Zwei: non sarà tuo figlio a dominare la scacchiera, i neri perderanno. Il nuovo Game Master dei bianchi e padrone della scacchiera sarà mio figlio: il mondo sarà salvo grazie a lui ed alla sua regina, l'oscurità non prevarrà mai “. Ribatte il rosso, ricevendo in risposta una risata sarcastica: sembra che le sue parole non abbiano minimamente turbto l'animo di Zwei, il game master dei neri che, tempo addietro, se n'è persino infischiatod elle regole della stessa scacchiera ma che è riuscito, nessuno sa come, a sfuggire al giudizio del tribunale magico.

“ Kinzo, ancora speri nella vittoria dei bianchi? Ma guardati! ". Lo deride sarcastico, tenendo tra le mani la propria lancia di oro nero, mentre il suo sguardo ritorna sulla bella donna dalla chioma arancione e dai capelli scompigliati. " La tua regina è uscita dalle scacchiere perché l’hai obbligata a ritirarsi, non hai più nemmeno una pedina: i tuoi pedoni, le tue torri, i tuoi cavalli, i tuoi alfieri: li ho sconfitti tutti, uno dopo l'altro. Sei solo ormai: accetta il tuo destino “. Kinzo rimane in silenzio qualche istante, stringendo lievemente i pugni: prova profonda vergogna. Prova vergogna, per aver lasciato che i suoi pezzi permanenti e non morissero, seppur sappia di non aver avuto altra scelta: non poteva certamente interferire con le regole della scacchiera, questo lo sa. Ma ilrimorso e la vergogna, il senso di colpa lo tormenta ancora e questo l osa anche il suo avevrsario, ed è proprio su questo che fa leva. Ma stavolta il rosso risponde per le rime, recuperando la sua fierezza.

" Ah, si! Li hai sconfitti tutti, anche Hope. vero? ". Chiede, mentre a quella frase negli occhi dell'altro si accende una scintilla d'odio puro.

" Chiudi quella bocca ". Sibila, parole a cui non risponde, forse non udendola. Non distoglie mai lo sguardo da Zwei: sa che sarebbe un errore madornale, che deve tener d'occhio ogni suo movimento. Che una minima distrazione potrebbee ssergli fatale. Ma parla al figlio, senza nemmeno voltarsi e rimanendo più serio che mai.


“ Figlio mio, ascoltami bene: purtroppo non uscirò vivo da questa battaglia, ma sappi che ti lascio il potere di salvare il mondo intero. Quando sarai grande dovrai trovare la tua regina e insieme a lei riorganizzare la scacchiera, per combattere il potere dei neri. Da questo momento sei tu il game master, il re della parte bianca della scacchiera: non dimenticare il tuo ruolo “. Dice, per poi passare al figlio i suoi poteri in un singolo gesto della mano, come fosse consapevole che ormai per lui è la fine e riponendo tutte le sue speranze in quel bambino, in suo figlio. Sorride appena, sereno e pienamente in pace con la scelta che ha compiuto. “ Non te l’ho mai detto, ma sono fiero di te piccolo mio “. Poi guarda la moglie, finalmente: uno sguardo che vale più di mille parole. Uno sguardo grazie al quale lei intuisce le intenzioni di suo marito: questo la fa definitivamente crollare. L'ex regina bianca si mette a piangere, stringendo forte il figlio a sè.

“ No!! Non puoi farlo! Da solo moriresti sicuramente! “. Cerca di fermare il marito, ma vanamente: vorrebbe alzarsie  correre da lui, ma una potente barriera la respinge. Lui la ferma infatti con l’ultima parte di poteri che gli sono rimasti, ergendo una barriera protettiva.

“ Amore mio, tu dovrai occuparti della prossima regina. Quando nostro figlio l’avrà trovata sarai tu a doverla allenare, ad insegnarle qual è il suo compito e cosa siano le scacchiere del mondo. Insegnale la retta via e non permetetrle mai di smarrirsi nelle vie oscure, anche se da esse sarà irrimediabilmente attratta “. Solo ora Eva si accorge che Kinzo fissa la figlia di Zwei mentre parla della regina bianca, ma perché? Quella bimba, figlia del Game Master dei neri e dell’afiere dei bianchi, cosa c’entra con ciò di cui stanno parlando? Cosa c’entra una dei due bimbi nati da un legame proibito con la loro battaglia? Poi la risposta le viene da sé: guarda la bambina anche lei e Kinzo, accorgendosi che la moglie ha capito tutto annuisce e basta, preparandosi all’ultimo decisivo attacco. “ E adesso preparati a ricevere scacco matto, re dei neri! “ Dice solamente, attaccando con la lancia dorata e con tutti i poteri che anora gli sono rimasti. Ma chi viene colpito è solamente lui: un ragazzo dai capelli biondi armato di una lancia argento ha difeso il suo re: è Oz, l’alfiere dei neri rimasto sin ora nell’ombra e comparso solo quando il suo re è stato i pericolo. Kinzo tuttavia, non pare affatto sorpreso: in un certo senso, se lo aspettava. Prima di scomparire in un turbine di farfalle dorate lancia la sua arma contro Zwei e riesce a colpirlo, a tradimento. Il suo potere riesce temporaneamente ad annullare tutti quelli dell’avversario, pare averlo ucciso dato che, preso alla sprovvista l'argento non è riuscito ad evitare il colpo: sanguina dalla ferita e dalla bocca e, di lì a qualche istante cade in ginocchio ed in seguito, dopo essere riuscito a togliere la lancia dorata di Kinzo dal proprio petto ed averla lanciata a qualche metro di distanza, crolla a terra senza più una stilla di potere. La partita è chiusa: il re della parte bianca della scacchiera è scomparso, il re dei neri pare morto, eppure il suo corpo non è scomparso a sua volta, perché? Eva vede il suo potere scomparire, ma non passa a suo figlio. Cosa sta succedendo, si chiede? Se il re nero è davvero rinato subito dopo la morte del vecchio re, dove si trova ora? Non doveva forse essere il figlio di Zwei, stando alle sue parole? La donna è totalmente agghiacciata: troppe emozioni in un colpo solo. La bimba bionda non fa altro che piangere, ed Eva si allontana un momento dal figlio e la prende in braccio, mentre Oz afferra invece il piccolo dalla chioma corvina.

“ Adesso piccola, mi prenderò io cura di te. Come avrebbe voluto tua madre… “ Mormora solamente la donna, mentre l'alfiere nero la fissa senza proferire una singola parola. Eva sa di non poter tenere con sé, ma la terrà ben lontana dalle scacchiere. Per ora.

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