The Dinner

di Lupa_Solitaria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** La torta di mele ***
Capitolo 3: *** Il giorno di riposo ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Capitolo 1 
"L'incontro" 

Era una serata molto piovosa, faceva anche abbastanza freddo per essere quasi estate, Ireth stava lavorando ed era al bancone del dinner, guardava i pochi clienti presenti quel giorno, nonostante fosse quasi ora di cena, era tutto estremamente tranquillo, quasi troppo. 
Il Dinner, tutto o quasi in legno, sembrava più scuro del normale, i tavolini più vicini alle vetrate quasi parevano lucidi grazie alla luce che entrava leggermente, il pavimento era appena stato pulito e asciugato e sembrava una grande lastra di marmo lucida, si udiva quasi solo il ticchettare delle gocce di pioggia che scendevano dalla tettoia esterna, il locale seppur ben tenuto, aveva comunque i suoi anni e qualche finestra diciamo non insonorizzasse proprio bene, oltre quello solo la musica della radio in sottofondo. 
Si girò appena qualche secondo per lavare qualche bicchiere e tazza nel lavello quando sentì la campanella della porta suonare, si girò e vide un ragazzo, sulla trentina a prima vista, alto e dai capelli corvini, mai visto prima, il che è tutto dire, Ireth conosceva a menadito i clienti del Dinner, lavorava lì da ormai più di 6 anni e la maggior parte dei clienti (soprattutto serali) era fissa.
- Buonasera - aveva una voce profonda e nel silenzio di quella serata lo sembrava molto di più
- Buonasera - rispose lei cortesemente.
Sembrava un po' spaesato, come se non fosse nel suo ambiente, era ben vestito con un completo scuro e camicia bianca, molto elegante, Ireth lo invitò a sedersi al bancone e gli porse un menù 
- Se posso aiutarla in qualche modo, mi dica pure - Ireth gli sorrise, solo allora notò che aveva la giacca piena di goccioline d'acqua, come se si fosse trovato nel bel mezzo di un acquazzone.
Il ragazzo guardò il menù e ordinò un toast con uovo fritto e bacon, accompagnato da dell'acqua. Era incredibilmente educato, con un tono di voce profondo, sembrava però molto timido, dato che da quando si era seduto non aveva mai incrociato lo sguardo di Ireth, ma poteva anche essere solo una sua impressione. Dopo aver finito il pasto, le porse il piatto con annesse posate, si alzò per pagare e se ne andò, salutando nuovamente e augurandole una buona serata. Quelle parole, così semplici ma così sincere scaldarono il cuore della ragazza, che, per qualche motivo, sorrise fino alla fine del suo turno.
Una semplice frase, la dicono quasi tutti, ma lui era così... Sincero? Era questo il termine che cercava? Forse si era solo abituata eccessivamente alla maleducazione di alcuni clienti, per questo le sembrava strano sentirlo dire? O forse perché le aveva sistemato le posate già nel piatto prima di passarglielo? Il dubbio le rimase per tutta la serata.

Una volta arrivata a casa, Ireth scrisse un messaggio alla sua amica, e collega, Alexys per raccontarle cosa era successo a lavoro, insieme a un paio di altri aneddoti.
-Aleeeee non sai cosa è appena successo a lavoro-
-Dimmi tutto, la signora del tavolo 5 l'ha trovato occupato e si è arrabbiata ancora? Lo sa che non è che è suo...-
- No Ale, cioè anche in realtà, ma non è questo il punto-
-Hai la mia attenzione, spara-
-Stasera è venuto un tipo mai visto, ed era pure gentile ed educato, ha anche salutato prima di andare via-
-Oddio, proprio quando non ci sono! Solo agli altri le fortune!- 

Aggiunse poi delle faccine che ridevano al messaggio, le due parlarono poi di altre cose, il ragazzo gentile passò in secondo piano, almeno per il momento.

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Capitolo 2
*** La torta di mele ***


Capitolo 2
"La torta di Mele"

- Cavolo, il meteo è proprio impazzito eh Ireth? - Alexys uscì dalla cucina improvvisamente facendola quasi sobbalzare, dato che era concentrata a tagliare le fette delle varie torte del Dinner tutte uguali, o quasi.
- Eh, l'altra sera ha diluviato, sembrava autunno, oggi sembra primavera... Chissà se vedremo l'estate tra qualche giorno -
Le ragazze si conoscevano ormai da anni, da quando avevano iniziato a lavorare al Dinner in realtà, da subito avevano legato molto avendo tanto in comune, erano fondamentalmente due nerd di prima categoria, appassionate di film di fantascienza, giochi di ruolo, fantasy, rpg e chi più ne ha, più ne metta. Quando erano in turno insieme non si annoiavano mai di certo, anche se alcune giornate erano indubbiamente pesanti, le rispettive presenze le rendevano sopportabilissime. Mentre Ireth sistemava le fette di torta nella vetrinetta, si udì il rumore della campanella della porta.
- Buongiorno - era una voce profonda, sembrava però quasi familiare a Ireth, e infatti, girandosi notò che era proprio il ragazzo dell'altra sera.
- Buongiorno! Come posso aiutarla oggi? - 
- Penso farò colazione, la ringrazio, cosa mi consiglia? -
Alexys guardò prima il ragazzo, poi Ireth, sorrise e le toccò la spalla sussurrandole in maniera quasi impercettibile - é lui quello dell'altra sera, vero?- lei le rispose solo con un cenno del capo, ma bastò per capirsi.
- Se vuole abbiamo le torte che sono appena sfornate, e volendo può aggiungere anche un caffè o qualcosa di caldo da bere insieme, altrimenti abbiamo anche colazioni salate come le uova strapazzate o simili - 
Il Ragazzo guardò la vetrina delle torte, poi con estrema sicurezza indicò una fetta di torta alle mele - Quella, per cortesia e un caffè americano - Ireth gli porse la torta e l'americano, servì poi gli altri clienti che nel frattempo ereano entrati. Alexys arrivò subito in suo aiuto, servendone alcuni anche lei, passato il momento di pura follia mattutina (un classico) si sorrisero a vicenda e continuarono con le rispettive mansioni, quasi si dimenticarono del Ragazzo che nel frattempo si era letteralmente spazzolato la fetta di torta, quasi non aveva lasciato briciole nel piatto, tanto che Ireth pensò che se l'avesse rimesso tra quelli puliti, nessuno se ne sarebbe accorto.
- Grazie mille, era davvero buona - sorrise appena, ma sorrise e lei ricambiò il sorriso - Grazie a lei - lui fece per uscire quando si girò e le disse ancora - Vorrei anche farvi i complimenti per come gestite tutta quella gente - sembrò quasi arrossire, abbassando lo sguardo leggermente, lei lo notò e cercò di sdrammatizzare - Eh, la mattina è un po' frenetica di solito, ma riusciamo sempre a farcela! - sembrava amare proprio quel lavoro pensò tra se e se il Ragazzo.

Il resto della mattinata passò come al solito, tra i clienti fissi del mattino, di cui le ragazze sapevano ormai a memoria gli ordini, la signora del tavolo 5 che si lamentava se lo trovava occupato da altri clienti, ma soprattutto le loro colleghe che passavano prima del turno apposta per fare colazione e chiacchierare un po'.Era ormai l'ora di pranzo, le ordinazioni erano già passate da "caffè e dolcetto" a "Un Hamburger con patatine, coca cola, anelli di cipolla e doppio bacon" il che, era un classico ormai per lei.
- Buongiorno - Ireth ormai riconobbe la voce, era il Ragazzo.
- Buongiorno! Mi fa piacere rivederla per pranzo - sorrise lei, sorriso che venne presto ricambiato da lui, stavolta aveva con se una valigetta, di quella da pc portatile per capirci, di stoffa nera e fibbie argentate, aveva un completo elegante e scuro addosso, simile a quello della sera in cui diluviava, ma era un po' bagnato di pioggia quindi non era sicura fosse proprio lo stesso, le sembrava più chiaro o forse era solo asciutto? Si chiese Ireth distrattamente, che venne presto riportata alla realtà dalla voce del Ragazzo.
- Le posso chiedere se avete wi-fi qui? Dovrei svolgere del lavoro a computer durante la pausa pranzo - 
- Sisi, c'è, le do subito la password, le consiglio di mettersi però a uno di quei tavoli, lì c'è più ricezione e sarà sicuramente più comodo che sul bancone - disse Ireth indicando i tavoli laterali alla vetrata principale e porgendogli un biglietto con scritta la password - Sempre gentilissima - disse lui, stavolta il tono sembrava leggermente diverso, più cordiale sicuramente. Alexys guardò l'amica e sottovoce le fece da "pappagallo" - Sempre gentilissima - Ireth le diede un pizzicotto e uscì per portare il menù e le posate al tavolo del Ragazzo, che in realtà ordinò lo stesso panino con uovo e bacon della sera precedente, con aggiunta di un'altra fetta di torta che chiese, però, in un sacchetto per poterla portare via.
- Dici che verrà anche a cena? - chiese Alexys cercando di non farsi sentire
 - Non penso, non l'ho mai visto prima dell'altra sera, penso sia solo un caso che oggi sia venuto due volte, probabilmente lavora qui vicino -
- E dove? Qui non c'è molto, oltre i supermercati, e non mi sembra un commesso - 
- Non lo so, vuoi chiederglielo ? Guarda che lo dico a Mark eh, che guardi i ragazzi alti con i capelli neri - Disse scherzosamente all'amica, facendole le smorfie
- Sei proprio simpatica eh Ireth, sai che sono solo curiosa - 
- Lo so, lo so - la rassicurò, dopotutto Alexys e Mark stavano insieme da quasi 5 anni ormai, convivevano e avevano pure due gatti, una coppia a un passo dal matrimonio praticamente. Ireth invece era single attualmente, dopo una relazione finita relativamente di comune accordo, era rimasta ferita per tanto ma Alexys l'aveva aiutata a uscirne, non che lei non potesse da sola, ma con un'amica come lei al suo fianco, sicuramente fu più semplice.
Il Ragazzo tornò al bancone per pagare il conto, salutò le ragazze augurando loro una buona giornata, ricambiarono e lo guardarono uscire dal locale.
- Secondo me fa il banchiere dai, guarda come si veste Ireth! -
- Sei tremenda - rise mentre tornava in sala per raccogliere i piatti lasciati dagli altri clienti e dare una sistemata, solo allora notò che il Ragazzo aveva dimenticato qualcosa al tavolo, sembrava la custodia di un paio di Airpods, Ireth la prese e la portò in cassa per metterla al sicuro, dicendolo all'amica.
- Più tardi verrà a prenderle dai, sono costose, se ne accorgerà subito vedrai, avvisiamo il manager, così sa a chi darle - disse molto tranquillamente Alexys.
- Hai ragione, le porto in ufficio al manager - 


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Il giorno successivo Ireth stava uscendo dal turno appena finito quando quasi si scontrò con un cliente che entrò nel momento in cui lei stava uscendo.
- Mi scusi tanto ero distratta! - disse subito lei 
- Ci mancherebbe, colpa mia che non ho guardato - la voce sembrava arrivare da in alto, molto in alto, Ireth guardò quindi contro chi fosse andata, un ragazzo alto, dai capelli neri, vestito elegante... Aspetta, era IL Ragazzo, quello dei giorni prima, solo ora si rendeva conto di quanto fosse davvero alto, probabilmente almeno un metro e novanta, dato che lei in confronto sembrava un nano da giardino. 
-  È venuto per le Airpods? - chiese lei
- Come fa a saperlo ? - 
- Le ho trovate dopo che se ne è andato via, le ho messe in armadietto, gliele vado subito a prendere -
- Sarebbe davvero gentilissima signorina... Mi scusi ma non so il suo nome - Lo disse come se fosse una cosa di cui rimproverarsi
- Ireth, mi chiamo Ireth, lei? Se posso - 
- Adam, mi chiamo Adam, e non mi dia più del lei, non è necessario - 
Ireth sorrise mentre si dirigeva verso gli armadietti per prendere le Airpods di Adam; tornò e non potè fare a meno di notare che si era spostato quasi alla porta del "privato" come se avesse provato a seguirla.
- Eccole qui, le ho messe sottocarica ieri, spero siano cariche -
- Le hai... Caricate? -
- Si, ho pensato che ti servissero per lavorare... Ho... Sbagliato?-
- No! No! Assolutamente... Solo non sono abituato probabilmente, scusami - 
Lei che per un attimo si era sentita quasi in difetto per aver fatto qualcosa di "carino" per il prossimo, ora era confusa 
- Ma in che senso ? - 
- Alla gentilezza suppongo - abbassò lo sguardo giocherellando con le cuffiette. Ireth lo guardò un attimo, forse in maniera troppo interrogativa, dato che lui le chiese nuovamente scusa.
- Non ti preoccupare, Adam - 
- Ireth, ti ringrazio, davvero, ultimamente mi dimentico molte cose in giro, sono un po' distratto forse - neanche lui sapeva come mai le stava dicendo così, come se fosse sua... Amica?
- Capita a tutti, magari sei stanco o hai tante cose per la testa -
Adam sorrise appena e la guardò, stavolta veramente, Ireth era vestita con una t-shirt con dei cagnolini sopra, jeans scuri e delle scarpe verde lime, che non si intonavano per niente al suo outfit, ma che per qualche motivo sembravano... Perfette.

I due si incamminarono verso l'uscita, una volta fuori dalla porta si salutarono con un gesto della mano, lei iniziò ad andare verso l'auto ma sentì la voce di lui alzarsi leggermente, per farsi sentire come se lei fosse molto più distante di quello che era realmente.
- Ireth, posso chiederti una cosa? -
Lei gli andò incontro 
- Certo -
- Sono sfacciato se ti chiedo se... Se ti va di prendere un... Caffè? Per sdebitarmi, ovviamente - Lo diceva quasi perplesso, come se non fosse sicuro di quello che stava dicendo o se lo stava dicendo realmente, era... Carino a suo modo, un po' goffo forse, ma carino e gentile.

- Va bene - 
Lui sembrò quasi sorpreso lei avesse accettato, si avvicinò un po' di più e poi ridendo disse - Però... In realtà non so dove, mi sono trasferito qui da poco, non conosco molti posti - 
- Potremmo andare in un bar, quello vicino al parco, ci sei mai stato? È carino e ha spazio anche all'aperto -
- Va bene, penso di esserci passato davanti una volta -
Il bar di cui parlava non era molto distante da li, si chiamava "Blanco Cafe'", un nome strano per un locale in stile francese con dolcetti, the e cose elaborate, forse troppo per quella cittadina. I due si incamminarono nella direzione del bar, ci fu un attimo di silenzio poi lui cercò  di romperlo con una domanda.
- Tu invece sei di qui? - 
- Nata e cresciuta qui, o meglio, leggermente fuori da qui, ma ci sono sempre venuta per la scuola, lavorare e tutto il resto -
- Ah, ok capisco, e... Come ti trovi ?- 
Era una domanda strana, alla quale non era abituata, per lei era normale dopotutto stare li, non conosceva altre realtà oltre quella della cittadina, era stata altrove, certo, ma non in maniera stabile.
- Beh, per me è casa qui, a volte sembra piccola e un po' dimenticata, soprattutto d'estate, quando tutti vanno in vacanza, ma per il resto è... Ok -
- Capisco... Io sto facendo un po' fatica, vengo da una grande città, molto caotica, qui è tutto molto tranquillo sembra -
- Da dove? -
- Bellspire, è a un paio d'ore da qui -
- Cavolo, deve essere un bel salto, è una città immensa, molto moderna anche, qui a volte sembra di essere fermi agli anni '90 - Ridacchiò lei, poi si fermò - Siamo arrivati - Disse indicando l'entrata del bar.

Un ragazzo si avvicinò a loro, indicandogli un tavolo libero nel dehor esterno, poi porse loro un menù.
Adam iniziò a leggere il menù, sembrava perplesso e aggrottava leggermente le sopracciglia.

- Qualcosa non va? -

- No... Ma non so cosa prendere, non c'è la torta di mele vedo -

- Non penso, è un posto un po'... Chic credo -

- La torta di mele è una cosa che dovrebbe essere ovunque -

- Non so se loro la pensano così - Si mise a sorridere, per la situazione soprattutto ma anche perchè il menù sembrava sparire tra le sue mani, che erano davvero grandi, le notava solo ora effettivamente, non erano mai stati abbastanza vicini da notarle, o forse non ci aveva semplicemente fatto caso.

Lo sguardo di lui cambiò, sembrava essersi rilassato, alzò lo sguardo e chiuse il menù. Aveva occhi quasi color nocciola, un po' più scuri, con la parte centrale più scura, tendente al marrone, aveva anche due piccoli nei sopra l'occhio destro. Ireth non li aveva mai notati, era sempre troppo distante per poterli vedere bene. 
Il cameriere si avvicinò per prendere l'ordinazione.
- Per me un caffè, grazie - Disse Adam 
Il cameriere guardò Ireth.
- Per me una fetta di torta al cioccolato invece, con dell'acqua -
Il cameriere fece un cenno con la testa e andò a preparare l'ordinazione, ci mise pochi minuti, porse tutto ai ragazzi e posò lo scontrino con il conto sul tavolo.
- Faccio io -  Adam prese il bigliettino dal tavolo
- Non serve, dimmi quanto ti devo -
- Nulla, mi hai salvato le Airpods dopotutto -
- Dai ... - Insistette Ireth
- Mi offendi, è il minimo che io possa fare per sdebitarmi con te -
- Ma non è necessario, nessuno lo fa mai -
Lui tentennò un attimo, poi mise comunque una banconota sotto lo scontrino, guardando nuovamente la ragazza fissa negli occhi.
- Non voglio che ti pesi la cosa, ma se qualcuno mi fa un favore tendo a ricambiarlo, e tu non eri nemmeno dovuta a farlo, chiunque se le sarebbe tenute, ma non tu - fece un sospiro e le sorrise, poi bevve il suo caffè.
- Non l'avrei mai fatto, non sono fatta così... Quando succedono queste cose, indipendentemente da cosa viene dimenticato, cerco sempre di ridarle al proprietario, perché è... Giusto -

Ci fu un attimo di silenzio, non era imbarazzante, anzi, sembrava quasi una carezza, una sorta di mini pausa, il rumore delle auto, le voci indefinite delle persone intorno a loro, la musica, tutto si era fermato per un istante.

Adam aveva ormai finito il caffè da diverso tempo, ma i due continuavano a parlare, lui sembrava più timido e bilanciato, non si stava aprendo troppo o chiedendo cose troppo personali, il che era comprensibile dato che si era appena conosciuti e in più, quasi per caso. Suonò il cellulare di Adam, chiese scusa e rispose.
Stava parlando con un tono neutro al telefono, non si capiva molto, salutò e appoggiò il cellulare sul tavolo.
- Scusami, era un mio superiore - Sembrava un po' scocciato.
- Va tutto bene? -
- Si si, vuole solo che finisca per domani un lavoro, ma non c'è problema, non è una cosa lunga, ma dovrò tornare a casa tra poco -
- Vuoi un passaggio ? Ho l'auto a lavoro ma non è distante -
Adam ci pensò per un attimo.
- Non vorrei approfittarmene -
- Dai, andiamo -
Ireth mosse la mano come a chiedergli di seguirla e così fece lui.
Camminarono fino all'auto di Ireth, un suv Audi di colore rosso, lui rimase un attimo in silenzio, colpito.
- Dai sali, altrimenti non posso portarti a casa con il pensiero Adam - 
Il modo in cui lei era così naturale nel parlare con lui, lo faceva sentire a suo agio, non provava imbarazzo o altro, anzi, provava una sensazione strana, nuova per lui, una sorta di... Calore.
Una volta in auto indicò la strada a Ireth che accostò vicino a una palazzina bianca con un giardinetto esterno e un grande parcheggio interno.
- Grazie ancora, Ireth - Scese  dall'auto e si fermò un attimo davanti al cancellino, guardò di nuovo verso di lei e la salutò con la mano, vedendola poi ripartire con l'auto.

"Che giornata" pensò Ireth mentre guidava verso casa.
Era serena, speranzosa di aver trovato un nuovo amico.


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Capitolo 3
*** Il giorno di riposo ***


Capitolo 3
"Il giorno di riposo"


Finalmente era arrivato il tanto bramato giorni di riposo di Ireth.
La sera prima aveva accompagnato a casa il suo nuovo amico, era serena, stranamente rilassata, una sensazione quasi dimenticata dalla ragazza che aveva vissuto soprattutto gli ultimi mesi in uno stato di ansia quasi perenne e soffocante.
Per la prima volta dopo molto tempo, si trovava con la mente un po' più leggera, era un po' ironico il fatto che bastasse così poco in realtà, insomma Adam non aveva fatto nulla di che se non invitarla a prendere un caffè, come avrebbe potuto fare un po' qualsiasi suo amico o amica, ma c'era qualcosa in lui, nella sua timidezza e leggera goffaggine, che faceva sorridere Ireth.

Ireth era sdraiata sul suo divano, stava guardando una serie tv quando le squillò il telefono, era un messaggio di Alexys.
- Oggi non lavori vero? -
- No, perchè ? -
- C'è il tuo amico qui, il banchiere -
- Non penso sia un banchiere Ale, ha bisogno ? -
- No ma va, era per dirtelo, voleva la torta di mele, non c'era e ha preso solo asporto -
- Ah ok, ma ha chiesto di me? -

In quel momento Ireth si sentì una ragazzina, era una domanda strana, perchè le interessava? Dopotutto molti clienti chiedono di lei, la conoscono e a volte sembrano preoccuparsi se non la vedono per qualche giorno.
- Ni, ti cercava con lo sguardo, ma vedendo che non c'eri è andato via ... Devo sapere qualcosa ? -
Sembrava esserci una leggera malizia nel suo messaggio.
- Siamo andati a prendere un caffè ieri, poi l'ho portato a casa, perchè l'hanno chiamato da lavoro e aveva qualcosa di urgente da fare -
Ireth vedeva l'icona del messaggio mentre l'altro scrive continuare a sparire e riapparire, Alexys stava continuando a scrivere e cancellare qualcosa evidentemente.
- OK. Quindi l'hai fatto salire sulla TUA auto. La TUA auto, che non fai ancora un po' toccare a nessuno, l'hai portato a CASA e me lo dici solo ora? Ti conviene avere un buon motivo e di raccontarmelo durante il turno di domani - Aggiunse alcune faccine che ammiccavano.
- Certo, domani ti racconto tutto, ma in realtà non c'è molto da raccontare, abbiamo parlato del più e del meno -


****************************************************

Ireth stava per entrate in turno a lavoro, erano quasi le 12, mentre entrava si vide davanti una sagoma che ormai aveva imparato a riconoscere, un ragazzo alto dai capelli scuri davanti a lei, era di spalle e stava probabilmente ordinando qualcosa da mangiare, aveva pantaloni e scarpe nere, una camicia azzurro chiaro, nessuna giacca, stranamente.
Ireth gli toccò leggermente il braccio - Ciao Adam! - esclamò, facendolo quasi sobbalzare; lui ricambiò il saluto e vista l'amica sembrò da subito più tranquillo.
- Hai fatto qualcosa ai capelli ? -  Chiese lui, incuriosito.
- No, sono solo... Sciolti - Adam era abitutato a vederla in divisa, il che prevedeva di raccogliere i capelli a chignon sotto al cappellino.
- Ah, beh ti stanno bene così -

Ireth aveva dei capelli castano scuri, leggermente mossi infondo lunghi fino a metà schiena, cosa che raramente si poteva notare dato che erano spesso legati, lei li reputava "molto ordinari come li hanno tutti" e quel complimento la colpì molto. Ireth nonostante fosse molto forte di carattere, molto diretta e  testarda a volte, era insicura su certi lati, prettaemente estetici.
Aveva gli occhiali, si vestiva con magliette spesso con stampe di qualche serie tv o film, jeans e sneakers dai colori più improbabili, lei amava i colori e non aveva paura a indossarli anche in modi improbabili.
Non era proprio magra, lo sapeva, ma non per questo si faceva problemi in generale, a volte solo nel vestire non esagerava, quella che nei negozi di abbigliamento avrebbero classificato come "curvy" in sostanza. 

Lei sorrise e salutando Adam si diresse verso la porta di servizio, per andare prepararsi per il turno.
 
Adam nel frattempo si era seduto al suo solito posto al bancone, aspettando il suo pasto.
Ireth si fece coraggio e prima che la frenesia del servizio di pranzo incalzasse, gli chiese a che ora finisse lui di lavorare quel giorno.

Adam rimase un momento in silenzio, come se non avesse capito la domanda e guardando la ragazza le disse che avrebbe finito alle 19:30 circa.

- Ti andrebbe di ... Fare qualcosa? Io però finisco un'oretta dopo di te - Aggiunse Ireth.

- Certo! Vengo qui per quell'ora ? Ti aspetto - Adam sembrava davvero entusiasta della proposta e lo trasmise anche a Ireth che per il resto del servizio sembrò essere davvero molto contenta.



Passò qualche ora, erano le 17 circa quando Ireth diede il cambio a una collega passando lei in cucina.

Ireth adorava sia servire i clienti al bancone che stare in cucina, che a volte sentiva quasi come un luogo di quiete dato che lì poteva preparare i vari piatti per i clienti ma soprattutto le torte che tanto adorava fare. 


Pensare che fino qualche anno prima il proprietario vendeva dolci comprati, che anche se erano di buona qualità non erano apprezzati quanto le torte che ora preparavano i dipendenti, era stata proprio un'idea di Ireth quella, inizialmente per far risparmiare qualcosa al proprietario del Dinner che in quel momento non se la passava proprio benissimo diciamo, tra la mancanza di dipendenti e la "dipartita" di un fornitore, era diventata poi consuetudine dato che i clienti quasi tutti i giorni terminavano ogni fetta di torta o dolcetto disponibile.

In quello stato di calma e con diverse cose da fare, il resto del turno sembrò volare fino l'ora di cena, dove iniziarono ad arrivare più clienti e ordini vari. Il turno era quasi finito quando Ireth notò che era rimasta una sola fetta di torta di mele, la guardò per un attimo pensando a quanto piacesse all'amico Adam, così le sembrò un gesto carino prenderla per lui così la sistemò in un sacchetto per poterla portare via.




Alle 20:30 Adam era già arrivato per aspettare l'amica, si era seduto fuori dal locale, su una panchina ma era talmente alto da spiccare comunque tra il viavai di clienti e passanti in generale. 
Uscì dalla porta salutandolo calorosamente, lui si alzò facendo altrettanto.
- Allora Ireth, dove vogliamo andare? -
- Tu hai già cenato ? - Chiese lei 
- In realtà no, ti ho aspettata - Lui sorrise caldamente mentre lo diceva, come se fosse la cosa più importate per lui.
- Ti piace  il cibo cinese? C'è un bel posto in città, si mangia bene e loro sono gentilissimi -
- Si, va bene il cinese - 
Ireth sbloccò l'auto e fece cenno ad Adam di salire in auto, richiesta che assecondò subito.

Il ristorante cinese "Il Drago" non era molto distante quindi il viaggio in auto non sarebbe stato lunghissimo, non che fosse un problema dato che dopo un brevissimo silenzio iniziale i due iniziarono a parlare delle rispettive giornate lavorative, il tempo sembrò volare e si trovarono davanti al ristorante, una piccola struttura con dettagli tipici dell'architettura cinese, con lanterne di carta colorate esterne e due statue di drago a fare da "guardia" alla porta di legno rosso con vetrate colorate, fuori c'erano anche dei bonsai grandissimi dentro  vasi che sembravano in marmo, era tutto tematizzato anche all'interno, dove c'erano varie decorazioni come gatti e piccoli animaletti portafortuna, persino il soffitto era decorato con immagini che rimandavano alla cultura cinese, in particolare uno ritraeva i vari animali dello zodiaco cinese.
Una delle cameriere salutò Ireth con fare amichevole, dato che andava molto spesso lì anche con i suoi amici. 
Subito dopo la cameriera porse i menù ad Ireth e Adam lasciandogli il tempo di decidere cosa ordinare, il menù era molto vario e offriva sia cucina cinese che tailandese, con una sezione dedicata anche al sushi e simili.
- Penso prenderò del riso al curry e del pollo... Ma sono indeciso, cosa mi consigli? Vieni spesso? -  Chiese Adam mentre si guardava intorno un po' incuriosito dal locale 
- Prendi pure quello che preferisci, qui è sempre tutto buonissimo, soprattutto i primi piatti che sono anche abbondanti. Si vengo spesso con i miei amici qui, quando non lavoro la sera -
Adam chiuse allora il menù e lo posò sul tavolo la stessa cosa fece Ireth poco dopo, e in men che non si dica arrivarono a prendere la loro ordinazione.
- Dalle mie parti non ci sono posti del genere, sono tutti molto più commerciali e standardizzati come fossero tutti fotocopie, non hanno nemmeno tutta questa scelta di piatti - Adam sembrava molto stupito effettivamente.
- Penso sia il vantaggio di stare in una piccola cittadina come Willow Lake, non essendoci altre attività simili o comunque molto poche, ognuno può personalizzare il proprio servizio e stile -
Adam le diede ragione poi la guardò e cercò, anche se in maniera un po' goffa, di portare il discorso su temi un po' più personali, chiedendole cosa le piacesse fare nel tempo libero e cose simili, scoprendo con sua grande meraviglia, che avevano molte più cose in comune di quante potesse pensare.  


La cena arrivò troppo presto alla fine, con la cameriera che lasciava il classico scontrino sul tavolo, scontrino che Adam si affrettò a prendere.
- Non devi pagare tu, possiamo pagare a metà sai? -
- Si, lo so perfettamente ma mi farebbe piacere pagare per te -
Ireth rimase in silenzio continuando a guardarlo fisso, come se le un po' la infastidisse, Adam lo notò subito e cercando di non sembrare invadente le chiese - Ti da fastidio? Credimi non è per un secondo fine o che altro, mi farebbe solo piacere ... - 
 Non riuscì a finire la frase che Ireth gli sfiorò la mano in maniera leggerissima ma abbastanza da sentirne il calore.
Adam rimase immbile per un secondo come se fosse una cosa totalmente inaspettata ed era anche arrossito parecchio, cosa che in realtà piaqque molto ad Ireth che però, notando il possibile imbarazzo, cercò di spostare il discorso.
- Non c'è problema, non sto pensando a quello, solo non sono abituata ecco, è tanto tempo che nessuno lo fa, sai quando esci con amici ognuno paga per se oppure si fa a turno per pagare - 
- Capisco non ti preoccupare - 
Adam aveva un tono incredibilmente calmo e pacato con lei, sembrava diverso da quello che usava per parlare con le altre persone, per quanto ovviamente Ireth avesse potuto sentire. Quella voce profonda e a tratti quasi "cupa" sembrava non intonarsi più al suo sguardo, diventato incredibilmente morbido e comprensivo. 
Con lei sembrava diverso.

****************************************************

Ireth accompagnò a casa Adam, si fermò davanti al cancello come la volta precedente, stavolta però Adam sembrava volesse chiederle qualcosa, anche se non lo stava facendo realmente, stentava comunque a scendere dall'auto.
- Mi vuoi chiedere qualcosa? Sembri...Dubbioso?-
- Si ma...Non so se farlo...Vorrei...Ma...-
-Non ti mangio mica eh- lo canzonò.
- Posso chiederti il numero di telefono?-
Ireth rimase in silenzio per un secondo dato che anche lei lo avrebbe voluto chiedere, dato che durante il giorno di riposo si era quasi maledetta per non averlo fatto.
- Certo che ti do il numero puoi scrivermi quando vuoi, se vedi che per un po' non rispondo sappi che sono a lavorare -
Si scambiarono i numeri, lui era devvero felice e si vedeva, continuava a sorridere mentre fissava il display del cellulare.
- Scrivimi quando vuoi tu invece, io a lavoro posso usarlo senza problemi - Le disse serenamente.
Adam fece per scendere dall'auto quando Ireth lo fermò.
- Adam aspetta!-
Si girò confuso e la vide con un sacchetto in mano.
- Scusami Adam mi stavo dimenticando di darti questo, è una cavolata ma... Spero ti faccia piacere - Disse porgendogli il sacchetto.
- Grazie mille, sicuramente è bellissimo, non dovevi disturbarti - 
- Nessun problema, Buonanotte e ... A domani spero - quell'ultima parola fu quasi sussurrata da Ireth, mentre si salutavano.


Adam entrò in casa, accese le luci della sala principale, un open space tra la cucina e il salotto, appoggiò il sacchetto sul bancone della cucina e lo aprì era molto curioso di scoprire il suo contenuto.
Dentro a una piccola scatolina di cartone c'era lei, una fetta di torta di mele.
Sorrise e in quel momento si sentì il ragazzo più fortunato del mondo.






 

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