Nei tuoi occhi

di jane shelves
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Ivy ***
Capitolo 2: *** 2.IVY ***
Capitolo 3: *** 3.MADDY ***
Capitolo 4: *** 4.IVY ***
Capitolo 5: *** 5.IVY ***
Capitolo 6: *** 6.Travis ***
Capitolo 7: *** 7.Ivy ***
Capitolo 8: *** 7.Ivy ***



Capitolo 1
*** 1.Ivy ***


 

Non era possibile che fosse già ora di tornare a scuola. Mi ritrovavo sdraiata sul divanetto del giardino di casa mia a pensare che l'indomani sarebbe cominciata la scuola mentre mangiavo dei popcorn. Ripensai a tutte le cose belle che avevo fatto quell'estate come uscire con Maddison, la mia migliore amica da quando avevo sei anni, o con Edward il mio ragazzo. Avevo compiuto diciassette anni a giugno, festeggiato in piscina con le mie amiche ed Edward e io e Maddy abbiamo constatato che eravamo migliori amiche da undici anni e che stavo con il mio ragazzo grazie a lei perché erano fratelli; mi ricordo che avevo conosciuto Edward quando, un anno prima io e Maddy eravamo andate al cinema e lei aveva portato suo fratello. Ci eravamo piaciuti sin da subito   infatti la settimana dopo Eddy mi aveva inviata a cena; era stato un primo appuntamento fantastico. Ero persa nei miei fantastici ricordi quando mia mamma uscì indignata in giardino urlando:" IVY KIRA JACKSON! CHE DIAVOLO FAI LI SDRAIATA AD OZIARE? "

già vi presento mia mamma: May Jackson, geometra e disegnatrice famosa in tutta la California. Amava usare termini da boomer tipo" oziare" al posto di cazzeggiare o" incipriarsi il naso" al posto di truccarsi. Si le piaceva sgridarmi per ogni singola cazzata, come ora che non stavo facendo assolutamente nulla di male ma a lei non andava bene. Meglio rispondere subito altrimenti quella era capace di chiudermi in casa per una settimana; sforzandomi di non essere sgarbata risposi " Si, mamma?" e lei, come a suo solito rispose in malo modo" Come pensi di stare lì ad ammirare le nuvole? Domani è il primo giorno di scuola e devi assolutamente darti una sistemata! E anche lì mi chiesi cosa ci fosse in me che a lei non andasse bene: non ero una scappata di casa solo perché adoravo indossare cargo e t-shirt oversize e non mi piastravo i capelli. Ormai avevo anche imparato a mettere il mascara e il rossetto senza fare disastro! Di cosa si lamentava? Così, cercando di mantere la pazienza risposi" Mamma cosa c'è in me che non va ? Ho fatto la doccia stamattina, sistemato la camera e pulito la libreria e ho pure stirato e steso i vestiti che erano in lavatrice! Non è possibile che ci sia altro da fare! E poi anche fosse ti prego ma dillo a Elen di aiutarti!"

Altra cosa di me: avevo una sorella che aveva due anni in meno di me e lei non faceva letteralmente nulla per tutto il giorno. Era già un miracolo che si alzava dal divano per andare in bagno o che facesse i compiti; se io chiedevo qualcosa a mia madre tipo di darmi soldi o comprarmi qualcosa mi diceva sempre no invece a Elen dava sempre ciò che voleva con la scusa" è la più piccola comportati da sorella maggiore"mia madre non le faceva sbrigare nulla in casa: dovevo fare tutto io e mia papà Kevin.

Ah giusto. Mi stavo dimenticando del mio fantastico papà: in poche parole è l'opposto di mia mamma; è paziente e comprensivo e cerca di difendermi sempre quando litigo con mamma. Quando avevo dodici anni mi ha aiutato a convincere mia madre a prendere un cane che era la cosa che desideravo di più al mondo e, ci eravamo riusciti! Ricordo di non avere mai voluto così tanto bene a mio padre come in quel giorno. Ora ho un cane femmina, razza labrador di nome Artemis e le voglio quasi più bene che a mia sorella. Certo questo mamma non deve saperlo altrimenti butta Artemis fuori di casa. Visto che mia mamma continuava a sbraitare e dire che dovevo darmi una sistemata mi alzai di malavoglia dal divanetto e mi diressi nel MIO bagno: proprio così, avevo un bagno tutto per me vicino alla mia stanza. Me l'ero preso da piccola dicendo che li mi sarei trasformata in una principessa ogni volta che entravo e uscivo. L'avevo arredata come piaceva a me: le pareti le avevo tinte di un lilla chiarissimo quasi impercettibile, avevo messo un grande specchio sopra il lavandino di marmo bianco, vari scaffali e armadietti e la doccia con il vetro trasparente. Ero semplicemente innamorata del mio bagno e fiera del lavoro che avevo fatto qualche anno prima. Andai davanti allo specchio e scoppiai a ridere da sola come una cretina: mia madre aveva ragione a dire che avevo bisogno di una sistemata: i miei lunghi capelli biondi cenere erano tutti arruffati ( non era vero che mi ero fatta la doccia quel mattino) indossavo la t-shirt oversize più vecchia,larga è brutta che avessi che copriva anche i minuscoli shorts che mi fasciavano i glutei. Mi tolsi la maglietta e i pantaloncini rimanendo in reggiseno e slip davanti allo specchio: tutti mi avevano sempre detto che ero anoressica o bulimica ma la verità è che ero semplicemente parecchio magra e facevo anche tanto sport. Adoravo danza classica e moderna: mi faceva sentire libera e mi aiutava a sfogare la rabbia e la tensione. avevo cominciato a ballare a sei anni perché a scuola mi prendevano in giro per qualunque motivo: il mio corpo, i miei capelli quasi biondo platino, il modo in cui mi vestivo e i miei occhi di un colore strano: avevo gli occhi tra l'azzurro e il lilla anche se non capivo bene il colore preciso. L'oculista mi ha sempre detto che ho degli occhi perfetti e sani e non c'è nulla di cui preoccuparsi. Però da piccola mi prendevano in giro tutti chiamandomi " demone" o "strega" tranne Maddy. Per questo è diventata la mia migliore amica. Ho fatto la prova di danza e mi sono iscritta tanto che mi piaceva; da quel giorno non ho mai smesso di praticarla. Tutte le istruttrici mi avevano sempre detto che avevo un modo particolare di ballare; mi avevano spiegato che ero davvero espressiva quando ballavo, forse per il motivo per cui avevo cominciato danza.Mi guardai allo specchio e vidi che avevo già un faccia da funerale.

𝖬𝖺𝗀𝖺𝗋𝗂 𝗅𝖺 𝗌𝗆𝖾𝗍𝗍𝗈 𝖽𝗂 𝗉𝖾𝗇𝗌𝖺𝗋𝖾 𝖺𝗅 𝗉𝖺𝗌𝗌𝖺𝗍𝗈, 𝖽𝖾𝗉𝗋𝗂𝗆𝖾𝗋𝗆𝗂 𝖾 𝗏𝖺𝖽𝗈 𝖺 𝖿𝖺𝗋𝗆𝗂 𝗅𝖺 𝖽𝗈𝖼𝖼𝗂𝖺.

Mi spogliai completamente ed entrai nella doccia: di solito ci impiegavo cinque minuti a farmi la doccia ma oggi decisi di metterci di più per lavarmi bene e farmi le maschere ai capelli. Di sottofondo c'era la mia musica preferita: tutti i gruppi rock degli anni 80 e 90.

Un'altra cosa che non vi ho detto è che suono la chitarra elettrica da ormai dieci anni; adoro farlo e dopo che i miei genitori hanno visto l'impegno che ci mettevo mi hanno comprato una chitarra fighissima: di marca, nera lucida. 

Adoravo la sensazione dell'acqua che mi scorreva sul corpo per non parlare della sensazione di essere puliti: adoravo lavarmi con il mio bagnoschiuma al pino.

Visto che era già quasi sera, quando uscì dalla doccia decisi di asciugare i capelli con il phon però non li piastrai perché non ne avevo minimamente voglia. Però applicai la crema viso e la schiuma in testa per capelli mossi. Mi misi il mio pigiama preferito: era una canottiera e pantaloncini azzurrini. Lo adoravo.

Uscì dal bagno e andai in camera mia a sdraiarmi sul letto e presi il libro che stavo leggendo: orgoglio e pregiudizio . I libri erano stati un altro dei miei rifugi quando gli altri mi prendevano in giro. Quando leggevo mi dimenticavo di tutto e per tutto il tempo che leggevo niente aveva più importanza. Stavo per mettermi a leggere quando sentì la voce di mia madre " A TAVOLAAAA!" 

Scesi di malavoglia, ma non appena sentì il profumo di pizza, il mio piatto preferito, corsi giù per le scale come un cane affamato e mi sedetti subito a tavola ad aspettare gli altri. Mia madre portò in tavola quattro pizze tra cui una al formaggio, una al prosciutto,una alle olive e l'ultima würstel e patatine. La mia. Non sembrava ma io mangiavo davvero tanto per il mio peso. Non appena ci sedemmo tutti a tavola io mi avventai sulla pizza e mia madre come al solito doveva rompermi le palle:

" Ivy ma ti pare il caso di buttarti sul cibo in questo modo?"

"Mamma ho fame e sai che adoro la pizza!"

" Non mi interessa non puoi buttarti sul cibo in questo modo!"

Mia sorella se la stava godendo in una maniera assurda, mentre mio padre cercava di difendermi " Dai May non prendertela per così poco, lasciala mangiare in pace"

Tutto questo mentre mia madre continuava a strillarmi contro.

Mia madre era talmente impegnata a urlarmi contro e controbattere con mio padre che non si accorse che Elen stava divorando la pizza come un cane che non mangia da settimane. E quando mia madre si accorse di ciò, e disse a mia sorella di smetterla lei rispose" Mamma non devi rompermi i coglioni". Fissai mia sorella a bocca spalancata. Mia madre" Va bene Elen ma basta che la smetti". Ero furiosa. Le avessi risposto io così mi sarei ritrovata con le cinque dita di mia mamma stampate in faccia. Finimmo di mangiare in silenzio e non appena finì la pizza, misi il piatto in lavastoviglie e me ne andai in camera mia a leggere. Mia madre mi faceva andare fuori di testa quando faceva così. Presi il cellulare e mi ritrovai cinquanta messaggi di Maddy è un paio di Edward. Quello di Maddy dicevano tutti cose tipo:" Oddio sono troppo eccitata che domani comincia la scuola" o " Chissà se ci saranno ragazzi carini" e poi cambiava umore di punto in bianco" Aiuto non so che mettermi!" Era talmente agitata che venne l'ansia anche a me. Però l'ansia caló un po' quando lessi i messaggi di Edward che dicevano" Buonanotte amore mio non vedo l'ora di vederti domani" . Che tenero che era. Rispondi alla mia migliore amica sclerata e mandai la buonanotte al mio ragazzo. Dopodiché mi misi a leggere il mio libro. Verso le 23 spensi la luce e mi misi a dormire. Ma Maddy mi aveva messo così tanta agitazione che ci misi un bel po' a dormire. Ma alla fine caddi in un sonno profondo e senza sogni...

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Capitolo 2
*** 2.IVY ***


La sera prima avevo deciso di mettere la sveglia circa mezz'ora prima ma non appena suonò, quella mattina, me ne pentì amaramente. Detestavo quando suonava la sveglia, figuriamoci se suonava prima del dovuto. Mi alzai dal letto con fatica e mi diressi nel mio bagno per fare la pipì e farmi una bella skincare visto la faccia da morta che avevo; non avevo ancora imparato bene a farmi la skincare, infatti sbagliai l'ordine dei prodotti da applicare e quando misi in faccia una maschera di tessuto mi guardai allo specchio e scoppiai in una risata limpida come l'acqua. Dopo mi sciacquai il viso e rinunciai ad applicare le creme perché non avevo ancora capito l'ordine in cui metterle. Poi presi dalla mia cabina armadio dei vestiti: cargo neri, e una t-shirt oversize dei Rolling Stones e tornai in bagno per indossare il tutto. Poi presi la mia pochetto di trucchi( che conteneva solo del mascara, del blush e del burrocacao) recuperai il burrocacao e lo applicai sulle ciglia che pettinai con uno scovolino. Già, era questo il mio modo di truccarmi; bastava il burrocacao per allungarmi le ciglia e a piegarle c'era lo scovolino. Dopodiché mi pettinai i capelli e scesi a fare colazione . Mio padre stava leggendo il giornale mentre beveva il caffè, mia mamma stava mangiando dello yogurt intenta a guardare il cellulare e mia sorella non era ancora scesa. Tipico di Elen, non presentarsi nemmeno a colazione. Mi preparai delle uova strapazzate e del pane tostato, e fatto ciò, mi sedetti a tavola e aprì instagram sul telefono. Guardai svogliatamente le storie che postavano i miei amici mentre mangiavo. Finito di mangiare, tornai in camera mia, mi preparai lo zaino mettendo solo un quaderno e delle penne( tanto il primo giorno di scuola non facevamo mai nulla), lavai i denti, infilai le mie Jordan rosse, nere e bianche e uscì di casa. La scuola distava qualche isolato da casa mia, ma grazie alla mia falcata raggiunsi l'istituto in pochi minuti. Quando mi ritrovai al ingresso pensai solo una cosa" cazzo". Già non era per niente contenta che fosse cominciata la scuola, ma i miei pensieri svanirono non appena vidi arrivare Maddy ed Edward. Maddy mi corse incontro abbracciandomi ed Edward mi lasció un bacio sulle labbra con una delicatezza che solo lui poteva avere. Mi persi nelle sue iridi color nocciola: Edward era davvero grazioso, con il suo naso lievemente all'insù, i capelli color sabbia e i suoi occhi da cerbiatto. Ricambiai il suo bacio e dissi" Buongiorno a te". Lui sorrise e scoppiò a ridere quando sentì la sorella dire " Che schifo ragazzi, le vostre smancerie fatele in privato!". Scoppiai a ridere e dopo esserci presi per mano entrammo a scuola. Mi fermai davanti all'ingresso e osservai i corridoi: era affollato con studenti a trafficare con gli armadietti, gente che si rincorreva e ragazzi che si scambiavano baci contro le pareti. Per quanto preferissi fare altro che andare a scuola, il mio istituto mi piaceva. Mi diressi verso il mio armadietto sul quale era attaccato una foglio con il mio nome, la mia classe e l'orario delle lezioni. Lo lessi e dopo che suonò la campanella mi diressi nell'aula di chimica. Li incontrai Maddy e le altre mie amiche Jane, Allison e Sarah. Io mi sedetti con Maddy, con dietro Allison e Jane e infine Sarah con Jack, il suo ragazzo. Entrò in classe uno dei professori più sexy della scuola: avrà avuto vent'otto anni, capelli castani, occhi azzurri e alto almeno 1,80. Tutte le studentesse gli sbavavano dietro con grande disappunto dei ragazzi. Ma dio, me lo sarei proprio fatto il prof. Holver. Insegnava chimica da qualche anno nella nostra scuola e, a parte il suo aspetto, lo apprezzavano e ammiravano tutti per i suoi modi e perché insegnava davvero bene. Con il suo sorriso perfetto e smagliante disse" Buongiorno ragazzi, bentornati! Spero che abbiate passato una bella est..." . Non finì la frase perché in quel momento il suo discorso venne interrotto da una voce maschile così bella da mozzare il fiato" No a dire il vero ho passato un'estate del cazzo". Tutti ci girammo verso quella voce e, cazzo quello si che era uno spettacolo: un ragazzo altissimo, forse 1,90, si stagliava sulla porta di ingresso. Aveva due occhi verdi che sembravano smeraldi, dei capelli corvini che incorniciavano il viso e un sorriso a dire poco perfetto, che spiccava tra due labbra rosee e sottili. Indossava una t-shirt nera non troppo aderente, dei cargo neri e delle Air Force 1. Portava uno zaino nero sulle spalle con una T bianca come portachiavi attaccata alla  cerniera della tasca piccola. Le ragazze spalancarono le bocca mentre altre dicevano pettegolezzi osceni e ridacchiavano tra di loro. I ragazzi lo osservavano contrariato. Il prof. Holver lo guardò di sbieco e disse" Be tu devi essere Travis Sullivan, io sono il prof. Holver. E comunque sei pregato di non dire parolacce o rivolgerti così ad un professore. Grazie." Travis restò impassibile anche quando il prof. gli tese la mano e se ne andò all'unico banco vuoto ridacchiando. Cazzo se era bello, ma mi stava già sui coglioni per come si comportava: come si permetteva di entrare in classe così e rivolgersi in quel modo ad un professore? Quando il nuovo arrivato si accorse che lo stava fissando in cagnesco si girò e con la sua dannatissima ma bellissima voce mi disse" Che cazzo guardi ragazzina? Qualche problema?". Avrei giurato di volerlo strozzare ma semplicemente risposi " Si guardavo quanto sei spregevole e maleducato. " Lui nemmeno mi considerò, talmente era intento a fissare Jennifer, che lo stava scopando con lo sguardo. Già vi presento Jennifer: mia acerrima nemica dalla prima elementare, era sempre lei la prima che veniva a darmi fastidio e incitare gli altri a fare lo stesso. Lo odiavo, per me era una puttana. Giravano voci che lei avesse fatto sesso già a tredici anni con uno che ne aveva dieci in più. Non faceva altro che chiamarmi" verginella" o " anoressica " e " stronzetta da quattro soldi". Anche se in fondo, io un po' invidiavo Jennifer: aveva delle forme abbondanti e ci sapeva davvero fare con i ragazzi. Io era un miracolo se stavo con Edward che grazie a dio gli piacevo anche se non avevo le tette e il culo di Jennifer. La puttana era famosa per provarci con tutti insieme al suo gruppetto di amiche troie, quali Annah, Beatrice, Alexa e Miry. Caspita quelle idiote le odiavo con tutta me stessa. Venni riportata alla realtà perché Maddy mi stava scuotendo la spalla. Durante la lezione, però, mi girai a guardare Travis diverse volte. E Jennifer se ne accorse. Finita la lezione mi diressi in corridoio ma Annah mi spinse facendomi cadere a terra il quaderno e il portapenne e poi arrivò Jennifer:" Senti stronzetta da quattro soldi vedi di stare lontano da Travis perché lui è MIO." Sottolineò il mio manco quel ragazzo fosse un oggetto. Poi la troietta se ne andò seguita dalla sue amichette che ridevano come ebeti. Maddy venne subito in mio soccorso:" Ivy stai bene?" Lo vedeva anche lei che ero furibonda. Avevo le guance rosse e stringevo i pugni così forte che le mie nocche erano bianchissime. Feci un cenno con la testa per dire si. Poi arrivò quel dannato Travis e sghignazzó mentre mi fissava divertito. Avrei voluto tirargli un pugno sul quel suo naso perfetto e romperglielo. Non avevo mai incontrato nessuno di così rompicoglioni. Il resto della giornata prosegui senza Travis Sullivan tra i coglioni. Però quando io, Eddy e Maddison uscimmo dai cancelli di scuola quel essere mi fece un gestaccio davvero volgare ed Edward scattò nella sua direzione e gli disse:" Senti, brutto stronzo te questi gestacci a Ivy non li fai." Era davvero sicuro di ciò che stava dicendo poi Travis si avvicinò e un ghigno gli si dipinse sul viso. Eddy gli arrivava alla bocca. L'altro con in suo solito modo volgare di fare gli rispose:" Io faccio quello che voglio." Il mio ragazzo era sul punto di dargli un pugno in faccia, ma la sorella lo prese per il braccio e lo allontanò da quella situazione. Non poteva esserci già una rissa al primo giorno di scuola. Dopo ciò, Eddy mi prese per mano e mi confortò :" Non permetterò a quel essere di torcerti anche un solo capello." Gli rivolsi un ampio sorriso e gli lasciai un bacio sulle sue labbra. Dio, il mio ragazzo aveva degli occhi marroni stupendi. Ogni volta che ci baciavamo li guardavo e ci vedevo l' Everest. Si, geografia mi piace molto. Montammo nella macchina di Edward, che era l'unico di noi tre a possederne una. Prima di montare rivolsi un occhiata di fuoco a Travis. Lui se ne accorse ma non ci diede peso. Montai in macchina e chiusi la portiera. Maddison si sedette dietro e commentò:" Cazzo mi farei mettere a novanta da quel Travis." Edward la guardò sgranando gli occhi:" Ma dai Maddy quello è uno squilibrato! E poi si vede che è proprio stronzo. Poi meglio se eviti di usare questi termini grazie." Mentre continuavano a battibeccare io pensavo a cosa fosse successo quel giorno: Travis, la new entry, Travis che mi derideva, Travis che mi faceva gestacci volgari. Era davvero un cattivo ragazzo e non conoscevo nemmeno lo 0,5% di lui. Eppure aveva qualcosa di davvero particolare, quel ragazzo; forse erano i suoi occhi, forse i capelli corvini? O semplicemente la sua statura? Non me ne capacitavo. Fatto sta che giurai a me stessa di stare lontano da quel ragazzo che avrebbe portato solo guai, a me , a Eddy e alle mie amiche. Venni riportata alla realtà da un messaggio di Maddy sul gruppo di noi ragazze; citava:" Ragazze, oggi tutte a casa mia! Codice fuoco!!!" Quando Maddison scriveva o diceva Codice fuoco significava solo una cosa: gossip.

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Capitolo 3
*** 3.MADDY ***


Quel pomeriggio verso le 15 a casa mia arrivarono le ragazze mentre io non stavo più nella pelle per la voglia di gossipare. Quando le guardai entrare in casa una ad una, mi morsi le labbra per non sgridare Ivy. Ma che cazzo, perché si vestiva sempre in quel modo così trasandato? Non parlo dei cargo o della maglietta dei Rolling Stones perché indossava una maglietta oversize di tre taglie più grandi che coprivano degli shorts di cotone che le fasciavano i glutei piccoli, ma sodi. Per il corpo che aveva io avrei indossato solo maglie corte e aderenti e leggings. Ma la mia migliore amica doveva ancora capire cosa andasse davvero bene per lei. Il fisico era una delle poche cose che invidiavo di Ivy, insieme ai suoi capelli. Io ero bassa circa 1,60 e avevo forse cinque chili di troppo; i miei capelli erano lisci come spaghetti e neri come l'inchiostro. Ivy più alta di me di almeno dieci cm, era magra ma soda e i suoi capelli erano mossi con sfumature di biondo più chiaro. Cazzo se era bella. Gli occhi però non glieli invidiavo. Io avevo gli occhi grigi e mi piacevano un sacco; lei un azzurro misto al lilla. Quando Ivy aveva il sole negli occhi, questi ultimi sembravano il mare mosso con al fondo delle conchiglie. I miei una tempesta piena di fulmini. Venni riportata alla realtà da Allison che aveva cominciato a saltare sul divano mentre si era presa una birra dal frigo. Se la rovesciava era la fine dei miei giorni. Quel divano era fatto di pelle Aly non avrebbe dovuto nemmeno saltarci sopra. Mi fissai a guardare le mie amiche: Allison era la più vecchia del gruppo ma era la più allegra e festaiola. Nessuno avrebbe mai rubato il suo primato, cioè quello di fare la festa più lunga dell'anno. L'aveva organizzata quell'estate, era cominciata alle 21 e sarebbe dovuta finire alle 3 ma nessuno se ne andò fino alle 5 del mattino. Era stata una serata davvero indimenticabile. Dopo c'era Jane che era la nostra consulente di moda; shopping senza Jane non era shopping. Aveva un modo di vestire molto particolare ma stiloso. Una volta Aly aveva organizzato una festa a tema anni '20 e ci aveva costrette a indossare abiti davvero ridicoli, ma ci eravamo divertite tantissimo. Dopo c'ero io, Maddison che amavo la matematica. Già facevo dei calcoli impossibili in pochi secondi ma non me ne ero mai vantata. E non avrei di sicuro cominciato ora. In seguito arrivava Ivy, probabilmente la più brava nel scrivere temi e poesie. Aveva pubblicato un libro di circa quattrocento pagine a soli tredici anni e aveva avuto un sacco di successo. Eravamo tutte fierissime di lei per quel motivo. Infine c'era Sarah, la più timida e silenziosa, ma era un genio dell'informatica. Aveva imparato ad hackerare qualsiasi dispotivo elettronico. Era essenziale quando c'era bisogno di stolkerare qualche ragazzo sexy. Jane si sedette sul tappeto chiamandoci in cerchio; ci sedemmo tutte in cerchio lanciandoci occhiate d'intesa. Amavo quei momenti con tutta me stessa e li avrei sempre conservati nel mio cuore. Cominciò Allison a parlare:" No ragazze ma vogliamo parlare di quel figo di Travis Sullivan? Me lo farei senza pensarci due volte." Scoppiamo tutte a ridere e poi intervenne Jane:" Bhe si effettivamente è bello, e ha pure un bello stile. Mi sembra un ragazzo esteticamente perfetto. "  Sarah ci fissava in silenzio e poi, anche se succedeva poco assiduamente, disse la sua opinione:" Bhe per me è carino ma per me esiste solo Jack." Proprio così: Sarah parlava poco e non dava confidenza a chi conosceva poco, ma era l'unica del gruppo ad essere fidanzata, oltre ad Ivy. Era adorabile quando diceva il nome Jack: le sue guance arrossivano leggermente coprendo un poco le lentiggini che invidiavo un po'. Anche Jane in realtà aveva un mezzo inciuccio con un ragazzo di un anno più grande ma non sembrava nulla di serio. Ad un certo punto i telefoni di tutte e cinque annunciarono l'arrivo di un nuovo messaggio. Ci guardammo stupite: era da un numero sconosciuto. Lèssi io per prima ad alta voce:" Festa al" Bunker" ora 21 sabato 17 novembre. Inviato speciale: Travis Sullivan." ALLORA. Punto primo: se c'era Travis sarebbe venuto anche il fratello di Sarah, Zack. Punto secondo: il Bunker era una famosa sala per le feste da affittare. Era una delle più frequentate della città. Cavolo si che ci saremmo sballate. Le ragazze iniziarono a parlottare tra di loro e in pubblico. La prima cosa che senti però fu questa:" Io alla festa di quello stronzo non ci vengo. Se volete andare andateci senza di me." Mi girai verso la voce, che era quella di Ivy. La guardai malissimo e poi cercai di spiegarle:" E dai Ivy non puoi saltare quella festa! Sarà una delle migliori dell'anno! E tu non puoi di sicuro mancare!!!" " Perché non posso mancare?" " Perché sei del gruppo e ci vieni " " Mi sta davvero sul cazzo quel Travis" " E dai Ivy non puoi saltare una festa solo per un ragazzo! E poi che ragazzo!" Dissi stavolta con una punta di malizia. Lei mi fissò storto. E poi arrivarono Jane e Allison. Jane espresse la volontà di sceglierci i vestiti, Aly voleva andarci perché amava le "feste. Poi per non litigare con Ivy dissi:" Vabbè c'è ancora tempo per decidere. Ma scusate perché mandare un invito così presto? Mancano più di due mesi a questa festa!" Poi pensai che magari non era nemmeno stata organizzata visto come eravamo fatto noi adolescenti. Erano ormai le 16 passate e mi stava venendo fame. Facendo uno strano verso ( che non so nemmeno perché mi era uscito) mi alzai in piedi e mi diressi al frigo; quando lo aprì trovai della marmellata, del burro, frutta e verdura e cose che a merenda era meglio non mangiare. Aprì la dispensa e ne estrassi la crema alle nocciole e del pane . Feci pane e Nutella per tutte sentendomi la loro mamma. Non lo avrei mai ammesso ma mi piaceva prendermi cura di loro in quel modo. Tanti mi dicevano spesso che ho uno spirito molto materno. Io ero iperprotettiva nei confronti di mio fratello e delle mie amiche, specialmente con Ivy. Facevo fatica a fare amicizia infatti con le ragazze avevo legato solo grazie ad Ivy. E avevo paura di restare senza amici, quindi mi tenevo stretti quelli che avevo. Mio fratello aveva un anno in più di me e gli volevo bene perché c'era sempre per me. Era anche il mio migliore amico. Più di una volta mi aveva difeso a scuola o in giro, mi aveva dato spesso una mano con i ragazzi ed era la mia spalla su cui piangere insieme a Ivy. E gliene ero davvero grata; in seguito continuammo con altri gossip e Aly se ne uscì con :" Dio ma quanto cazzo è troia Jennifer?" e poi guardando Ivy:" E poi ho saputo che oggi ha fatto cadere i libri a Ivy. Io giuro che la ammazzo." La mia migliore amica le rivolse un sorriso storto, come per dire di smetterla. Ma io conoscevo bene i segnali del corpo di Allison:   aveva quella strana luce negli occhi ogni volta che aveva in mente qualcosa di pericoloso. Ma questa faccenda non riguardava solo Ivy: eravamo tutte e cinque prese in giro da Jennifer e le sue amichette oche. L'unica cosa che avevamo tutte e quante in comune era proprio quella bulletta da quattro soldi. Ma erano anni che ci difendevamo a vicenda e, ormai avevamo capito che l'unica soluzione era restare unite. Dopo un po' ci sdraiammo sul divano e optammo per guardare un film: anche se lo avevamo visto mille volte insieme, guardammo " le pagine della nostra vita". Era uno dei miei film preferiti e lo avrei visto per il resto della mia esistenza. Alla fine del film ci mettemmo tutte a piangere come sceme e poi ci mettemmo a mangiare burro d'arachidi e Nutella. Io avevo il ciclo:( Ivy fu la prima ad andare via. Era come se mi si spegnesse il cuore quando non c'era lei. Se fosse dovuto succederle qualcosa, mi sarei sentita responsabile e non me lo sarei mai perdonata. Ecco perché la difendevo sempre a scuola e la accompagnavo ovunque: avevo il terrore che le capitasse qualche disgrazia. Ovviamente anche lei ricambiava e io la adoravo per questo. E ovviamente anche per altri motivi. Una per volta se ne andarono via tutte e dopo che se ne andò anche Allison, mio fratello rientrò a casa. Si sedette sul divano e mi lasció un bacio sulla tempia per salutarmi. Era proprio un patatone. Io e mio fratello parlavamo di qualunque cosa non c'erano mai stati segreti tra noi. Mi raccontó della sua giornata con gli amici, che aveva bevuto una birra e incontrato quel cretino di Travis. Sapevo che lo odiava già per il gestaccio fatto ad Ivy quel giorno, fuori da scuola. Non lo istigai, non volevo che Edward venisse coinvolto in una rissa. Gli volevo davvero troppo bene per vederlo privo di sensi e ferito. Lui poi mi chiese:" Te Maddy stai bene? Mi sembri triste; vuoi raccontarmi la tua giornata di oggi?" " Bhe sono andata a scuola, ho incontrato quel figo di Travis Sullivan a lezione di chimica e oggi pomeriggio Ivy e le ragazze sono venute qua. Niente di che, sono triste perché ho visto" le pagine della nostra vita " Mio fratello mi guardò serissimo e poi rise. " Ma dai davvero per un film che hai visto un milione di volte?" Scoppiamo a ridere. Amavo la risata di mio fratello; Era limpida come una cascata calda come il sole pura come la luna...

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Capitolo 4
*** 4.IVY ***


Quando me ne andai da casa di Maddy, avevo una voglia matta di leggere e scrivere qualcosa. Avevo quasi finito di leggere Orgoglio e pregiudizio, quindi mi diressi nella libreria distante un solo isolato da casa di Maddison. Quella libreria era fantastica; ogni volta che entravo lì dentro non ci volevo più uscire. L'arredamento era perfetto, proprio come piaceva a me: il parquet era di legno di più quercia, il soffitto dipinto come una chiesa, gli scaffali pieni di libri divisi per categoria; respirai a fondo l'odore di carta e legno e poi con passo sicuro mi avviai nella sezione fantasy. Avevo voglia di leggere qualcosa di un po' diverso, anche perché erano anni che non leggevo un fantasy. Quando arrivai allo scaffale giusto, mi misi a cercare qualcosa che facesse per me; mentre cercavo il libro perfetto, i miei occhi caddero su" Il mago di Oz". Era il mio libro preferito sin da quando ero piccola: l'avevo letto tantissime volte eppure non me ne stancavo mai. Mi sentivo Dorothy, che cercava La città di Smeraldo per poter tornare a casa; una volta da piccola, mi ero persa al centro commerciale. Ero con mia mamma, ma mi sono messa a rincorrere un cagnolino e mi ero persa. Avevo vagato per il centro commerciale, sperando di trovare il mago di Oz. Poi avevo trovato una guardia della sicurezza, che mi aveva riportato da mia mamma. Dopo aver letto tante trame e sfogliato tante copertine optai per " Il signore degli anelli " che era vecchio come libro, ma non lo avevo mai letto. Mi diressi alla cassa con il sorriso sul volto. La cassiera che mi conosceva, mi fece un piccolo sconto e pagai di meno rispetto al prezzo originale. Uscì soddisfatta dalla libreria, ma la cosa svanì all'istante, non appena accesi il cellulare e vidi chiamate perse e tantissimi messaggi di mia mamma ma solo dopo mi resi conto che dovevo essere a casa alle 18:30 e che erano già quasi le 19.Mamma mi avrebbe ammazzata seriamente. Cominciai a correre, cercando di fare più in fretta possibile. Tanti mi avevano detto che potevo fare atletica con il mio fisico asciutto, le gambe lunghe e tutti i miei muscoli. Effettivamente correvo veloce, e partecipavo alle campestri organizzate dalla scuola fin da quando avevo sette anni. Mentre correvo a perfidiato, mi distrassi un attimo e mi scontrai contro una figura alta con un petto di marmo: l'impatto mi provocò un bel dolore al naso, caddi per terra e la busta con il mio libro rovinò a terra. Avevo il sole in faccia e non riuscì a mettere a fuoco chi avessi davanti; mi gelò il sangue nelle vene quando la figura parlò:" Senti centometrista, vedi di ficcarti in quella testa vuota che devi starmi lontana, mia hai capito? E almeno guarda dove vai!" Mentre la rabbia mi ribolliva nel petto mi chiesi perché quel cazzo di Travis Sullivan dovesse sempre comparire ovunque. Lui mi oltrepassò senza nemmeno degnarmi di uno sguardo. Dentro di me sentivo solo la voglia di prenderlo da quei suoi bei capelli corvini e sbattergli la faccia contro un muro. Mi alzai in piedi e dopo essermi ersa in tutto il mio metro e 73 lo chiamai:" EI DOVE CAZZO PENSI DI ANDARE?" Lui si girò e dopo avermi guardato come se fossi una povera stupida mi disse:" Cosa c'è ancora? Non hai ancora imparato a stare zitta?" E a quel punto esplosi:" Chi cazzo ti credi di essere per parlarmi così? Solo perché sei il nuovo arrivato non vuol dire che sei autorizzato a fare così! Tu non sei NESSUNO per dirmi di stare zitta e non ho di sicuro bisogno che mi dici di starti lontano, perché a starti vicino sento solo l'odore della merda che sei. Vaffanculo!" Detto questo mi voltai e raccolsi la mia roba. Che cazzo, io non gli sarei mai stata sotto come quelle troie della mia scuola. Sentivo solo un bruciore disumano dentro di me talmente mi faceva incazzare. Feci per rimettermi a correre ma lui mi si parò davanti e squadrandomi disse:" Stai pure certa che per questo te la faccio pagare." Dopo aver detto ciò, se ne andò con la sua camminata da stronzo. Ripresi a correre perché era davvero tardi. E quel bastardo pensava pure di farmi paura.Arrivai a casa tutta trafelata e sperando di non essere vista da nessuno aprì la porta silenziosamente e mi tolsi le scarpe per evitare di fare rumore. Presi le scale per andare in camera mia; dai ormai mancavano due scalini e sarei stata in salvo quando la voce molto incazzata di mia madre mi fermò:" IVY JACKSON! SEI IN RITARDO DI PIÙ DI MEZZ'ORA! MA COME TI SALTA IN MENTE!" Mi girai e feci un sorrisetto smonco per sdrammatizzare un po'. Dopo aver visto che non attaccava cercai di giustificarmi :" Mamma ero in libreria e lo sai che perdo la cognizione del tempo quando vado li! Eddai non è successo niente di grave!" E già li commisi uno sbaglio. Mai dire a mia madre che quello che avevo combinato non era grave; la faceva andare fuori di testa. Infatti si arrabbiò ancora di più e mi guardò come se volesse strapparmi i capelli, uno per uno. Mi gelava il sangue quando mi guardava così; inghiottì un boccone amaro e attesi che calasse l'ascia. E poco dopo arrivò:" Benissimo Ivy. Dici che non è grave? Bene. Non metterai piede fuori di casa per un settimana se non per andare a scuola, a danza e a lezione di chitarra elettrica. Ah, altra cosa: dammi subito il libro che hai comprato." No. Non poteva farlo sul serio. Pure i libri voleva togliermi per una stupidaggine del genere? Perciò risposi:" No." Vidi le fiamme dell'Inferno negli occhi di mia madre. E quando parlò non sembrava umana talmente era incazzata:" No? Bene facciamo che ti prendo la chitarra e le punte per ballare e  non esci più per due settimane?" NO. Nessuno, nemmeno lei, avrebbe potuto togliermi le uniche due cose che mi facevano dimenticare ogni mio problema. No. Perciò, consegnai il libro e corsi su per le scale. Entrai in camera mia e sbattei la porta. Spostai il letto a lato della stanza, indossai dei leggings e le punte e misi le cuffie. Mentre la musica affluiva dentro di me, cominciai a muovermi. Le braccia tracciavano dolci cerchi nell'aria, le gambe si muovevano a tempo e il busto si piegava per eseguire ogni movimento. Un minuto. Due. Tre. E poi finalmente, iniziai a svuotarmi di tutte le tensioni accumulate in quel giorno. A ogni passo tutto svaniva. Il mio corpo si muoveva come miele. La mia istruttrice diceva che non c'era delicatezza nel mio modo di ballare; diceva che non esprimevo gioia e felicità, ma rabbia e tristezza. Lo sapeva anche la mia istruttrice, la stessa da quando avrò cominciato danza, il perché avevo deciso di cominciare a praticare questa disciplina. Ballai per ancora molto, finché non cominciai a sentire un languorino nello stomaco. Però non scesi a cena con la mia famiglia; dopo aver litigato con mia madre e aver incontrato quel coglione di Travis di sicuro non avevo voglia di sedermi a tavola e parlare di come era andata la mia giornata scolastica. Tolsi le cuffie e le punte, legai i capelli in una coda bassa e mi diressi alla mia scrivania. Nascosta sotto libri e quaderni c'era una scatola di alluminio che conteneva le mie scorte di cibo. La aprì e frugai un po' per trovare qualcosa da mettere sotto i denti. Avevo della carne in scatola, pane da toast, grissini e cracker. Non male. Arraffai la carne in scatola, il pane e i cracker, poi presi il computer e, dopo aver aperto Netflix, iniziai una nuova serie. Guardai un episodio e dopo aver finito di mangiare la mia cena triste e solitaria qualcuno bussò alla porta di camera mia. La voce maschile che amavo di più al mondo:" Ivy, tesoro, tutto bene? Posso entrare?" Ecco un'altra cosa che amavo di mio padre. Bussava sempre prima di entrare in camera mia; mia madre avrebbe fatto irruzione sbraitando. Avevo voglia di parlare con mio papà, così risposi:" Certo papà entra." Mio padre entrò, vestito con la sua tuta bucata sulle ginocchia. Gliela avevo regalata io quando avevo undici anni. Si era un po' consumata. Mio padre si sedette sul letto, accanto a me e disse:" Tesoro vuoi raccontarmi com'è andata la tua giornata oggi?" Dopo aver preso un lungo respiro, gli raccontai tutto. Dell'agitazione che mi aveva messo Maddy per il primo giorno di scuola, della dolcezza di Edward, del brutto stronzo di Travis Sullivan, del pomeriggio con le ragazze, del libro che avevo comprato e infine della lite con mamma. Lui mi ascoltò senza interrompermi nemmeno una volta. Quando parlò fu solo per darmi dei consigli:" Bhe Maddy è sempre stata ansiosa, lasciala perdere ; Edward invece sembra davvero bravo. Mi fa piacere che ti sei divertita con le ragazze oggi pomeriggio, mi dispiace per la litigata con tua mamma, lo sai che è MOLTO protettiva nei vostri confronti( ma soprattutto è molto rigida sulle regole). Però ora mi dici di questo Travis? Perché ti risponde male?" Alzo le spalle; la riposta io non la conoscevo. Volevo solo che quel essere antipatico come solo Jennifer sapeva esserl0, mi stesse alla larga. Non volevo più che mi parlasse o che mi guardasse; speravo solo che sparisse. Dopo un po' feci uscire mio padre dalla stanza, così mi feci una doccia calda, indossai il mio pigiama preferito e mi affacciai alla finestra per guardare Los Angeles di sera. Era veramente bella come città e io fortunata a viverci. Presi il telefono e senza nemmeno guardare i messaggi che erano arrivati lo spensi, mi infilai sotto le coperte e mi addormentai in un istante.

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Capitolo 5
*** 5.IVY ***


Le settimane successive passarono molto lentamente. Maddy mi faceva venire un ansia pazzesca, Edward era un tesoro e Travis Sullivan mi stava sempre più sul cazzo. E poi dopo scuola dovevo tornare subito a casa e potevo uscire solo per andare a danza o a lezione di chitarra elettrica. Poi non riuscivo a trovare un venerdì in cui potessi esercitarmi, perché avevo troppi compiti per il weekend. Finché non arrivò il venerdì tanto atteso: quel giorno corsi a casa, mangiai in fretta presi il borsone, la chitarra elettrica e corsi alla scuola di danza. Venerdì non ci andava mai nessuno, se non gli allievi del corso base che stavano dalla parte opposta della struttura. Entrai in spogliatoio super felice; mi cambiai indossando dei pantaloncini cortissimi neri e super aderenti della Nike. Non li mettevo per mettermi in mostra solo perché erano comodissimi. Dopodiché indossai un reggiseno sportivo, anche esso nero. Poi arrivò il pezzo forte: le mie punte da danza preferite, mi erano state regalate al mio diciassettesimo compleanno, erano comodissime ed erano nere. Già amavo il nero. Le indossai e cominciai da subito a rilassarmi. Non mi dovette nemmeno legare i capelli perché avevo le trecce attaccate alla testa. Entrai in sala e cominciai riscaldamento: mi rilassai, feci qualche piroetta, stretching e poi misi le cuffie. Era questo che mi piaceva della danza: ogni sensazione che provavo mentre eseguivo quei movimenti erano sensazioni pure che emanavano tranquillità e sicurezza. Non potevo più farne a meno, era come suonare la chitarra. Le mie competenze nel saper ballare le avevo usate anche l'anno prima. Sostituivo le istruttrici dei corsi dei ragazzi più piccoli quando mancavano e incassavo delle ottime mance. Avevo comprato il mio reggiseno sportivo e il plettro con gli scacchi; il resto lo avevo messo da parte. Non appena la musica partì dentro le cuffie, il mio corpo cominciò a muoversi a ritmo. Un calore si diffuse nel mio petto, le ansie della giornata scomparivano, la stanchezza scivolava giù dal mio corpo in movimento; era come stare in paradiso e stare nell'acqua fresca allo stesso tempo. Passò un'ora prima che feci una pausa; andai in spogliatoio e presi la chitarra elettrica. Collegai il filo alle casse che di solito usavamo per mettere la musica. Agguantai il plettro, mi misi in punta di piedi e cominciai a suonare, cercando di muovermi mentre facevo ciò.Avevo finito da poco Thunderstruck, del gruppo ac/ dc. Sull'intro cominciai a muovere le punte dei piedi facendo piccoli passetti. Era fantastico. Dopo un po' mi stancai e suonai normalmente. Cominciai con " Do i wanna know?" degli Arctic Monkeys. Era una delle mie canzoni preferite per questo avevo voluto impararla subito con il mio maestro; effettivamente avevo smesso di fare il corso due anni prima ed ero diventata autodidatta. Dopo un po' che suonavo, misi via la chitarra con cura e mi avviai nello spogliatoio; la sistemai con attenzione nella mia borsa, passai dal distributore dell'acqua per bere ( io e le mie compagne di corso avevamo fatto una colletta anni prima per poterla comprare). Col tempo lo avevamo ricoperto di firme e disegni fatti a pennarello indelebile; era uno dei ricordi di infanzia piu felici che avevo. Si erano fatte ormai le 17 quando rientrai in sala per ricominciare a ballare; non appena entrai vidi una cosa che mi lasció letteralmente a bocca spalancata: Travis Sullivan stava ballando davanti allo specchio, insieme alla mia istruttrice Kristen.

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Capitolo 6
*** 6.Travis ***


" E lui che cazzo ci fa qui?" Fu questa la frase che mi fece sbagliare il passo e che mi fece voltare. Ivy Jackson mi fissava con due occhi di fuoco: era irata e si vedeva da come mi stava guardando. Per un attimo mi soffermai a guardare il suo corpo: non avrei mai pensato che sotto quei vestiti larghi ci fosse un corpo magro ma tonico. Notai la pancia piatta, le lunghe gambe con i muscoli evidenziati al punto giusto. Insomma, credevo fosse peggio; credevo nascondesse grasso, cellulite,smagliature o ossa troppo visibili. Forse era pure simpatica ma non appena mi ricordai cosa aveva appena detto le risposi nel mio solito modo arrogante:" Per lo stesso cazzo di motivo che ci vieni tu scema" Questo probabilmente fece solo peggiorare la situazione, visto che Ivy cominciò ad insultarmi pesantemente:" Brutto stronzo, merda secca che non sei altro come cazzo ti permetti? Di venire nel MIO studio di danza e usarlo per fare i tuoi comodi?. Si alzò in punta di piedi e si avvicinò al mio orecchio. " Mi fai schifo." Kristen si frappose tra noi due e disse:" Ora basta. Travis continua a ballare da questo lato della stanza. E indicò il lato dove stavo ballando prima." Ivy te vai a ballare di la e non guardatevi." Calcò la parola " guardatevi" per essere sicura che noi due avessimo capito. Ivy l'isterica si allontanò e si mise le cuffie e così feci anche io. Ricominciai a ballare, ma sentivo una tensione così pesante che era quasi impossibile concentrarsi. Kristen smise di seguire solo me e cercò di guardare entrambi. Dallo specchio vedevo riflessa Ivy mentre eseguiva dei movimenti rapidi, sinuosi e rapidi; dedussi che non stesse ballando della musica classica, ma un altro genere. Con i passi di danza classica potevi creare coreografie anche con il pop, rock e tanti altri generi. Cercai di ballare il meglio possibile, concentrandomi si me stesso. Provai ad ascoltare solo la musica, a ballare guardandomi allo specchio e basta. Ma era difficile concentrarsi se dietro di te ballava un altra persona, specie se quella persona era Ivy l'isterica. Aveva un non so che di particolare: era solo da poche settimane che ero arrivato nella nuova scuola eppure tutte le ragazze mi sbavavano dietro e desideravano solo essere scopate da me. Lei non era così. Mi rispondeva a tono e non sbatteva le ciglia quando mi vedeva; anzi le sue pupille azzurro-lilla prendevano fuoco quando si posavano su di me. Come se mi avesse letto nel pensiero, Ivy si girò e, arrabbiata, disse a Kristen:" Kristen, basta, non ce la faccio più a ballare così! C'è troppa tensione e io non ho voglia che quello- rivolgendosi a me- mi veda ballare!" Detto questo prese e cercò di andarsene ma Kristen la raggiunse all'istante, la prese per il braccio e la trascinò vicino a me. " Fatemi vedere come danzate insieme. Improvvisate" Ivy sbiancò. Io feci per ribattere ma la nostra istruttrice mi zittì all'istante con uno sguardo minaccioso. Io e Ivy l'isterica ci mettemmo in posizione per cominciare. Quasi scalpitai quando partì "Believer" degli Imagine Dragons. Ivy mosse i primi passi sull'intro e io la accompagnai; durante la prima strofa non fecimo passi complicati, ma sul ritornello Ivy fece una spaccata in aria e non appena fece una piroetta per tornare a terra, la afferrai per i fianchi e gli feci fare una ruota senza mani contro il mio torace. Continuò muovendosi sulle punte, finché non ci fu il secondo ritornello: l'accompagnai durante il caschè e le feci fare una lunghissima piroetta. La sentivo rigida tra le mie mani: era evidente che non si fidasse di me, ma lasciai perdere e rimasi concentrato. Al momento dell'ultimo ritornello, Ivy prese una lieve rincorsa, io l'afferrai per i fianchi la lanciai e le sue gambe si aprirono in un elegante spaccata. Quando tornò giù, la canzone era finita. Kristen annuì e ci fece dei brevi complimenti ma non soddisfatta, mise " Do i wanna know?" degli Arctic Monkeys. Sapevo che Ivy la conosceva, teneva la musica altissima nelle cuffiette durante matematica a scuola. Il prof Armander non lo sentiva perché era vecchio decrepito. Ballammo anche questa canzone e un altra e un'altra ancora. Andammo avanti così per almeno un'ora al termine del quale ero sudato fradicio, Ivy spettinata e arrossata in viso. Kristen ci concesse di andare a bere e non appena l'acqua passò tra le mie labbra pensai che cosa più buona al mondo non c'era. Poi passai dallo spogliatoio per cambiarmi la maglietta. Non appena tornato in sala, vidi che Ivy aveva messo una felpa bianca con dietro scritto: JACKSON 15 Probabilmente era la felpa, di qualche competizione passata. Kristen mi costrinse a sedermi di fianco a Ivy e cominciò a commentare il nostro balletto prima rivolgendosi a Ivy l'isterica:" Ivy, te sei molto brava, però il tuo talento è davvero sprecato se non hai un partner con cui ballare." Poi si rivolse a me:" Travis te anche sei bravo, sei alto e forte per ballare con Ivy e hai un talento per farle fare le piroette. Però ti manca qualcosa e può insegnartelo Ivy." A quelle parole quasi piansi: voleva dire che io ed Ivy avremmo danzato insieme durante i corsi. Poi Kristen disse l'ultima cosa che Ivy avrebbe voluto sentire:" E poi visto che siete così bravi e potete solo migliorare. Quindi vi iscriverò alla gara di primavera a cui partecipano tutti i migliori ballerini della California. Nessun se è nessun ma, lo fate e vincete per lo stato, per Los Angeles, per me e per voi. Lunedì vi comunicherò la musica e la data della gara. I passi li scegliete voi. Buona giornata" Detto ciò Kristen uscì dalla sala lasciando me ed Ivy a bocca aperta.

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Capitolo 7
*** 7.Ivy ***


Non era possibile. No. Quel dannato Travis Sullivan era solo in grado di darmi guai. Mi alzai in piedi in contemporanea a lui, gli diedi uno spintone e me ne andai in spogliatoio. Mi cambiai con rabbia e in fretta perché non avevo nessuna voglia di rimanere lì ancora per molto e poi ero molto stanca e volevo andare a casa. Che cazzo, avevo ballato con lui per un'ora e Kristen ci aveva già iscritto a una gara di danza. E poi io non mi fidavo di lui: se mi avesse fatta cadere mentre mi faceva piroettare? O sbagliava mentre mi prendeva per sollevarmi e mi avrebbe fatto male? Edward non vomeva nemmeno che Travis mi guardasse. E io dovevo pure insegnargli a ballare? Era fuori discussione. E poi non avevo ne voglia ne tempo; poi avrebbe dovuto pagarmi per delle lezioni. No dai, non sono stronza a questi livelli. Eppure non mi andava già in alcun modo che io e Travis dovessimo ballare insieme, avrebbe tolto tempo alle MIA coreografia(avevo una gara con le mie compagne esattamente nel periodo di quella gara con Travis) Erano già un paio di mesi che mi preparavo, il preparare Travis avrebbe tolto tempo a me, alla scuola, alla chitarra, a Edward, a Maddy è alle ragazze. E io non volevo nulla di tutto ciò. Volevo solo vivere la mia vita tranquillamente non con Travis Sullivan a rompermi le palle. Avrei rifiutato di andare alla gara e si preparare quell'altro scemo, a costo di litigare con Kristen. Si lo avrei fatto. Ma questo lo diceva il mio cervello, perché non avrei mai litigato con la mia istruttrice per una stronzata del genere; era come una sorella maggiore per me. Quando aprì la porta d'uscita da scuola, mi avvolse un'aria fredda e costante così mi avvolsi al meglio nella felpa in modo da essere più riparata. Cazzo ma che freddo che faceva! E oggi era solo il 1 ottobre. Cercai di affrettare il passo per fare il più in fretta possibile; quando arrivai a casa tremavo come una foglia. Andai in camera mia per cambiarmi:misi dei leggings neri e indossai la felpa bianca che avevo a scuola di danza. Mi buttai sul letto e presi bio telefono; ero così incazzata che chiamai Maddy -" Io ti giuro che oggi è stata una giornata di merda" -" Che è successo?" -" Sono andata a scuola di danza per esercitarmi e chi ci trovo? Travis Sullivan" -" Ivy, chiunque ragazza avrebbe dato un rene per essere al tuo posto e tu ti lamenti? Bha." -" Maddy il punto è che non l'ho solo incontrato. Kristen ci ha fatto ballare insieme per un'ora, poi ha detto che devo aiutare Travis  a imparare passi nuovi! Poi ha decretato che ci iscriverà alla gara di danza primaverile e io non ho intenzione di andarci!" Non sentivo più nulla dall'altra parte del telefono -" Maddy!Maddy! Ma ci s.." Non feci un tempo a finire la frase che questa mi interruppe urlando -" IVY JACKSON! IO TI GIURO CHE TI AMMAZZO SE NON BALLERAI CON IL RAGAZZO PIÙ SEXY DELLA SCUOLA! CE CHIUNQUE ALTRA RAGAZZA DAREBBE UJ LITRO DI SANGUE PER POTER BALLARE CON LUI, COMPRESA ME! E POI FINALMENTE PUOI BALLARE IN COPPIA COSA CHE HAI SEMPRE SOGNATO!" Era vero. Avevo sempre sognato di poter ballare in coppia ma non con Travis Sullivan. Però era vero, il mio talento era sprecato se non ballavo in coppia. Certo avevo vinto tantissime gare ballando da sola, ma mai con il massimo dei punti. Questa forse era davvero la mia occasione; ma probabilmente non sarei stata in grado di coglierla. -" Però l'insegnante a Travis a ballare toglierà tempo a me, a Eddy e a voi ragazze. Poi probabilmente avrò anche meno tempo di studiare e sai bene che voglio ottenere una borsa di studio." In realtà non ne avevo bisogno, però preferivo averla per poter pagare l'università senza lavorare. Certo avrebbero potuto pagarmela i miei genitori ma a me le cose piaceva farle da sola. Dall'altra parte del telefono Maddy mi rispose -" Ivy a scuola vai benissimo, quindi anche se saltassi qualche lezione il problema non si porrebbe. E poi hai ancora un anno per ottenere la borsa di studio; per danza rilassati perché ti eserciterai ugualmente stando con Travis; la chitarra puoi suonarla prima di andare a danza o quando torni e con noi ragazze uscirai nei weekend. E sei mio fratello rompe le palle, ci parlo io. Per ora pensa solo che potresti essere la campionessa della California e vincere tantissimi soldi, avere fama e popolarità. A scuola saresti come una divinità; per lo studio cerca di studiare nei ritagli di tempo." Io adoravo Maddy. Era scherzosa e stupida, ma sapeva dare dei consigli davvero stupendi. -" Grazie Maddy. Ora mi faccio una tabella con tutte le cose da organizzare. Ti voglio bene." Mi accorsi che non glielo dicevo quasi mai. Forse non bastavano tre parole per dirle quanto le volevo bene. Eravamo cresciute insieme, eravamo gemelle per me. -" Anche io Ivy. Sappi che se hai bisogno puoi sempre chiamarmi. Ora fatti la tabella e poi è venerdì, rilassati! Domani sera usciamo noi ragazze, andiamo al " Carpenter". Ciauu" -" Ciaoo" Il Carpenter era un locale di Los Angeles, in cui lavorava Jack, il ragazzo di Sarah. Proprietari i trigemini Carpenter, tre ragazzi mulatti, più o meno della nostra età. Quando io ero al primo anno e loro al terzo avevo una cotta per il primogenito. Ma non durò molto, perché poi mi misi con Edward. Rimanevano comunque tre tra i ragazzi più belli che avessi mai visto. Mi alzai dal letto e andai alla mia scrivania per prepararmi la tabella degli orari. Scrissi i sette giorni della settimana con le varie ore del giorno e ci sistemai dentro i vari impegni; avevo quasi finito quando sentì mia madre chiamarmi per cena, così misi via il foglio e scesi per cenare. Quando mi sedetti a tavola mio padre mi chiese come fosse andata la mia giornata e io raccontai tutto davanti ai miei e genitori e a mia sorella, che per la prima volta nella sua vita, aprì bocca a cena:" Senti sorella, ti è stata data l'opportunità di presentare il tuo talento e se non sfrutti quest'opportunità sei proprio scema." E poi mia madre -" Già Ivy sei brava anche a ballare da sola, ma migliore quando balli in coppia. L'avevo già notato quando ti ho vista ballare con un ragazzino e poi subito dopo da sola." E infine mio padre -" Bhe Ivy, sei brava e devi sfruttare questo talento e cogliere al volo questa possibilità. Magari potresti anche vincere e ciò comporterebbe fama, popolarità e soldi dati dalla gara." Avevano detto tutti la stessa cosa, perché non sapevano il motivo che mi bloccava. Così lo dissi ad alta voce -" Il punto non è che non voglio farlo, il punto è che devo ballare con...- esitai un attimo- Travis Sullivan e non lo sopporto e non mi fido." A Elen vennero gli occhi a cuoricino a sentire quel nome -" Ivy, ho visto il suo account su Instagram, è un figo e non puoi rifiutare un'offerta del genere. E poi devi solo ballarci,mica devi sposarlo." Era vero. Però mi dava fastidio essere toccata da altri ragazzi che non fossero Edward. Poi lo avevo sentito sulla mia pelle, sui fianchi, sulle coscie e le braccia. Però avrei dovuto abituarmi alla svelta per ballare in coppia. E Eddy non ballava. Finimmo cena parlando della giornata di Elen, che naturalmente non faceva altro che andare a scuola, usare il cellulare e stare sul letto. Misi il mio piatto nel lavandino e tornai in camera mia. Mi feci una doccia, lavando via tutta le tensione della giornata e la stanchezza. Tornata in camera fini la mia tabella organizzandola al meglio. Presi il libro di storia e mettendoci tanta, tanta volontà, riuscì a studiare per un ora e forse anche più. Ma poi ero troppo stanca, così presi" Il signore degli anelli, il ritorno del re" e mi misi a leggere. Ricordo solo che il mattino dopo mi svegliai con i libro in faccia e il cellulare che vibrava.

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Capitolo 8
*** 7.Ivy ***


Non era possibile. No. Quel dannato Travis Sullivan era solo in grado di darmi guai. Mi alzai in piedi in contemporanea a lui, gli diedi uno spintone e me ne andai in spogliatoio. Mi cambiai con rabbia e in fretta perché non avevo nessuna voglia di rimanere lì ancora per molto e poi ero molto stanca e volevo andare a casa. Che cazzo, avevo ballato con lui per un'ora e Kristen ci aveva già iscritto a una gara di danza. E poi io non mi fidavo di lui: se mi avesse fatta cadere mentre mi faceva piroettare? O sbagliava mentre mi prendeva per sollevarmi e mi avrebbe fatto male? Edward non vomeva nemmeno che Travis mi guardasse. E io dovevo pure insegnargli a ballare? Era fuori discussione. E poi non avevo ne voglia ne tempo; poi avrebbe dovuto pagarmi per delle lezioni. No dai, non sono stronza a questi livelli. Eppure non mi andava già in alcun modo che io e Travis dovessimo ballare insieme, avrebbe tolto tempo alle MIA coreografia(avevo una gara con le mie compagne esattamente nel periodo di quella gara con Travis) Erano già un paio di mesi che mi preparavo, il preparare Travis avrebbe tolto tempo a me, alla scuola, alla chitarra, a Edward, a Maddy è alle ragazze. E io non volevo nulla di tutto ciò. Volevo solo vivere la mia vita tranquillamente non con Travis Sullivan a rompermi le palle. Avrei rifiutato di andare alla gara e si preparare quell'altro scemo, a costo di litigare con Kristen. Si lo avrei fatto. Ma questo lo diceva il mio cervello, perché non avrei mai litigato con la mia istruttrice per una stronzata del genere; era come una sorella maggiore per me. Quando aprì la porta d'uscita da scuola, mi avvolse un'aria fredda e costante così mi avvolsi al meglio nella felpa in modo da essere più riparata. Cazzo ma che freddo che faceva! E oggi era solo il 1 ottobre. Cercai di affrettare il passo per fare il più in fretta possibile; quando arrivai a casa tremavo come una foglia. Andai in camera mia per cambiarmi:misi dei leggings neri e indossai la felpa bianca che avevo a scuola di danza. Mi buttai sul letto e presi bio telefono; ero così incazzata che chiamai Maddy -" Io ti giuro che oggi è stata una giornata di merda" -" Che è successo?" -" Sono andata a scuola di danza per esercitarmi e chi ci trovo? Travis Sullivan" -" Ivy, chiunque ragazza avrebbe dato un rene per essere al tuo posto e tu ti lamenti? Bha." -" Maddy il punto è che non l'ho solo incontrato. Kristen ci ha fatto ballare insieme per un'ora, poi ha detto che devo aiutare Travis  a imparare passi nuovi! Poi ha decretato che ci iscriverà alla gara di danza primaverile e io non ho intenzione di andarci!" Non sentivo più nulla dall'altra parte del telefono -" Maddy!Maddy! Ma ci s.." Non feci un tempo a finire la frase che questa mi interruppe urlando -" IVY JACKSON! IO TI GIURO CHE TI AMMAZZO SE NON BALLERAI CON IL RAGAZZO PIÙ SEXY DELLA SCUOLA! CE CHIUNQUE ALTRA RAGAZZA DAREBBE UJ LITRO DI SANGUE PER POTER BALLARE CON LUI, COMPRESA ME! E POI FINALMENTE PUOI BALLARE IN COPPIA COSA CHE HAI SEMPRE SOGNATO!" Era vero. Avevo sempre sognato di poter ballare in coppia ma non con Travis Sullivan. Però era vero, il mio talento era sprecato se non ballavo in coppia. Certo avevo vinto tantissime gare ballando da sola, ma mai con il massimo dei punti. Questa forse era davvero la mia occasione; ma probabilmente non sarei stata in grado di coglierla. -" Però l'insegnante a Travis a ballare toglierà tempo a me, a Eddy e a voi ragazze. Poi probabilmente avrò anche meno tempo di studiare e sai bene che voglio ottenere una borsa di studio." In realtà non ne avevo bisogno, però preferivo averla per poter pagare l'università senza lavorare. Certo avrebbero potuto pagarmela i miei genitori ma a me le cose piaceva farle da sola. Dall'altra parte del telefono Maddy mi rispose -" Ivy a scuola vai benissimo, quindi anche se saltassi qualche lezione il problema non si porrebbe. E poi hai ancora un anno per ottenere la borsa di studio; per danza rilassati perché ti eserciterai ugualmente stando con Travis; la chitarra puoi suonarla prima di andare a danza o quando torni e con noi ragazze uscirai nei weekend. E sei mio fratello rompe le palle, ci parlo io. Per ora pensa solo che potresti essere la campionessa della California e vincere tantissimi soldi, avere fama e popolarità. A scuola saresti come una divinità; per lo studio cerca di studiare nei ritagli di tempo." Io adoravo Maddy. Era scherzosa e stupida, ma sapeva dare dei consigli davvero stupendi. -" Grazie Maddy. Ora mi faccio una tabella con tutte le cose da organizzare. Ti voglio bene." Mi accorsi che non glielo dicevo quasi mai. Forse non bastavano tre parole per dirle quanto le volevo bene. Eravamo cresciute insieme, eravamo gemelle per me. -" Anche io Ivy. Sappi che se hai bisogno puoi sempre chiamarmi. Ora fatti la tabella e poi è venerdì, rilassati! Domani sera usciamo noi ragazze, andiamo al " Carpenter". Ciauu" -" Ciaoo" Il Carpenter era un locale di Los Angeles, in cui lavorava Jack, il ragazzo di Sarah. Proprietari i trigemini Carpenter, tre ragazzi mulatti, più o meno della nostra età. Quando io ero al primo anno e loro al terzo avevo una cotta per il primogenito. Ma non durò molto, perché poi mi misi con Edward. Rimanevano comunque tre tra i ragazzi più belli che avessi mai visto. Mi alzai dal letto e andai alla mia scrivania per prepararmi la tabella degli orari. Scrissi i sette giorni della settimana con le varie ore del giorno e ci sistemai dentro i vari impegni; avevo quasi finito quando sentì mia madre chiamarmi per cena, così misi via il foglio e scesi per cenare. Quando mi sedetti a tavola mio padre mi chiese come fosse andata la mia giornata e io raccontai tutto davanti ai miei e genitori e a mia sorella, che per la prima volta nella sua vita, aprì bocca a cena:" Senti sorella, ti è stata data l'opportunità di presentare il tuo talento e se non sfrutti quest'opportunità sei proprio scema." E poi mia madre -" Già Ivy sei brava anche a ballare da sola, ma migliore quando balli in coppia. L'avevo già notato quando ti ho vista ballare con un ragazzino e poi subito dopo da sola." E infine mio padre -" Bhe Ivy, sei brava e devi sfruttare questo talento e cogliere al volo questa possibilità. Magari potresti anche vincere e ciò comporterebbe fama, popolarità e soldi dati dalla gara." Avevano detto tutti la stessa cosa, perché non sapevano il motivo che mi bloccava. Così lo dissi ad alta voce -" Il punto non è che non voglio farlo, il punto è che devo ballare con...- esitai un attimo- Travis Sullivan e non lo sopporto e non mi fido." A Elen vennero gli occhi a cuoricino a sentire quel nome -" Ivy, ho visto il suo account su Instagram, è un figo e non puoi rifiutare un'offerta del genere. E poi devi solo ballarci,mica devi sposarlo." Era vero. Però mi dava fastidio essere toccata da altri ragazzi che non fossero Edward. Poi lo avevo sentito sulla mia pelle, sui fianchi, sulle coscie e le braccia. Però avrei dovuto abituarmi alla svelta per ballare in coppia. E Eddy non ballava. Finimmo cena parlando della giornata di Elen, che naturalmente non faceva altro che andare a scuola, usare il cellulare e stare sul letto. Misi il mio piatto nel lavandino e tornai in camera mia. Mi feci una doccia, lavando via tutta le tensione della giornata e la stanchezza. Tornata in camera fini la mia tabella organizzandola al meglio. Presi il libro di storia e mettendoci tanta, tanta volontà, riuscì a studiare per un ora e forse anche più. Ma poi ero troppo stanca, così presi" Il signore degli anelli, il ritorno del re" e mi misi a leggere. Ricordo solo che il mattino dopo mi svegliai con i libro in faccia e il cellulare che vibrava.

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